whi ad bee siogri dn è Th ead hay my inet verita so Muggia mai of gle at) LiBedr dit sane PIROIIRIROLITAO oct ni DICH TE ded Tate} Add e794 0s tei bee! lel satan o Mon idea fe eternit jeu ee MAITIA LES iene L Nenana 2 ovate telb es DEDITI) Li. Mf mL NONE Detail gare ALZA Ub} add th ole sis HH quia Pista hs atts ica si 35 ae st th weirdly DVIPRICDERTE dea hese lola tara soph tere ete tai entre seal gre ie forest ty ised tite rente” Cit te lease ay talia eth tad 44 sie hetate nate racesa thie Visano labunls iteteean ay dda te Hatt petti apaieed tae senti steht et ticle. ì Tet hiatetatlads Li \adad*)}eò: we Old la aad Vwitall pital otente alata Ta de fe de la h vida (e Hite® i ee tito A fevedaye lated feat N ee i Hiro Disc lea leita pe ULI VI hi ani Tale ate pei HET - mt de di a pi Gase Hi ise i! 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Hol sani vying Fiati Roia bee iy teste 490 sto iaaihe! tt Pit fee = ANNALI DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI GENOVA — SERIE 2.°, Von. | (XXI) é s NATIONAL gv ®' ANNALI DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI GENOVA PUBBLICATI PER CURA DI G. DORIA E R. GESTRO SERIE 2.7, Vou. I. (XXI) x # %, GENOVA TIPOGRAFIA ‘DEL R. ISTITUTO SORDO-MUTI 1884 07:45 (I La prima serie degli Annali del Museo Civico, incominciata nel 1870, si è chiusa testè col ventesimo volume, ed ora siamo lieti con questo di iniziar la seconda. Non senza un sentimento di legittimo orgoglio, pensiamo alle difficoltà superate e alla importanza dell’ opera compiuta nei quattordici anni trascorsi. Ciò valendoci dei nostri mezzi perso- nali, quantunque inadeguati allo scopo, e solo coll’ ajuto di un tenue assegno che ci fu due volte concesso dal Ministero del- I’ Istruzione. Abbiamo offerto cogli Annali ai naturalisti, e in ispecial modo agli zoologi si italiani che stranieri, un campo nel quale essi potevano liberamente produrre 1 frutti della loro attività scien- tifica; ma sopratutto ci siamo proposti di promuovere con questa pubblicazione lo studio dei preziosi materiali raccolti nella Ma- lesia, nella Papuasia e nell’ Africa dalle spedizioni scientifiche di O. Beccari, L. M. D'Albertis, G. Doria, O. Antinori, E. D’ Al- bertis ed altri, spedizioni che furono in gran parte concepite e preparate fra le pareti del Museo Civico. Non trascurammo’ però un altro intento che pure ci stava molto a cuore, vale a dire lo studio della fauna italiana e più specialmente delle produ- zioni locali che fu da noi costantemente raccomandato agli amici nostri. 6 Sanno i nostri collaboratori che non abbiamo risparmiato fa- tiche e sacrifizi, acciocchè le memorie loro riuscissero corrette, nitidamente impresse e ricche di acconcie illustrazioni, elemento che noi reputiamo efficacissimo corredo di ogni contributo alle scienze biologiche in genere e particolarmente alla zoologia. In correlazione collo sviluppo grandissimo acquistato dalle collezioni entomologiche possedute dal Museo, abbondano com’ è naturale tra i volumi degli Annali memorie sugli animali arti- colati. Inoltre ognun vede come nella nostra raccolta sia pre- valentissima la zoologia sistematica. Questo fatto risponde alla ferma persuasione, già da noi reiteratamente manifestata, che la zoologia descrittiva, rimane, quale fu mai sempre, il fonda- mento necessario ed incrollabile di ogni disciplina biologica, e che i progressi e il nuovo indirizzo della filosofia zoologica non dispensano punto i naturalisti, come taluno mostra di credere, dall’ obbligo di conoscere e definire correttamente le specie. Quanto al fine supremo che ci siamo proposti, crediamo di aver dimostrato coi fatti che non è il vantaggio personale, ma solo il progresso della scienza da noi prediletta e la sua diffusione nel nostro paese. i Tali sono i principî direttivi che ci hanno guidati fin qui e che ci guideranno in avvenire se, come è nostro vivo desiderio, ci sarà dato di persistere nell’ impresa. Speriamo che non ci manchi la lena, nè ci vengano meno i mezzi per rimanere ancora lungamente sulla breccia e sostener coll’ opera e col consiglio le massime di cui ci siamo. fatti pro- pugnatori. Genova, Museo Civico, 1. Giugno 1884. GLI EDITORI. SPEDIZIONE ITALIANA NELL’ AFRICA EQUATORIALE RISULTATI ZOOLOGICI UCCELLI DELLO SCIOA E DELLA REGIONE FRA ZEILA E LO SCIOA PER TOMMASO SALVADORI CON NUOVI CENNI INTORNO ALLA SPEDIZIONE ITALIANA NELL’ AFRICA EQUATORIALE DI G. DALLA VEDOVA . Una prima notizia sommaria intorno alla Spedizione Italiana nell’Africa equatoriale fu da me preparata come introduzione alla monografia di C. Oberthir sui Lepidotteri (1). Quei cenni riassumono gli andamenti della Spedizione dalle origini (1875) fino dopo la partenza del cap. Cecchi e del dott. Chiarini dallo Scioa verso il Sud (14 maggio 1878). Insieme con quei cenni presentai pure un indice completo dei documenti (lettere, relazioni, disegni e carte) pubblicati dalla Società Geografica fino al 25 novembre 1879 (?). A quella data il sig. Sebastiano Martini aveva lasciata da al- cune settimane la costa di Zeila per il suo terzo viaggio verso lo Scioa (6 ottobre 1879), latore di oggetti di rifornitura destinati all’Antinori e di regali inviati al Re Menilek. A questa terza spedizione del Martini erasi aggiunto il conte Pietro Antonelli, di Roma. Essi giunsero nello Scioa alla fine del novembre 1879. (1) V. Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, vol. XV, 1879-80; Memorie della Società Geografica Italiana, vol. II, parte I, Roma, 1880. @) V. Bollettino della Soc. Geogr. It., anni 1875-79; Memorie della Soc. Geogr. It., vol. I, 1878. 8 T. SALVADORI Il marchese Antinori aveva scritta la sua ultima lettera, dagli Ada-Galla, nello Scioa meridionale, presso Dembi (30 aprile 1379), dove trovavasi occupato nella esplorazione di quella pro- vincia e nell’ aumento delle sue collezioni. Fu in quell’ occasione ch’ egli scoperse quattro nuovi laghetti dello Scioa. Ma la ragione principalissima di quella escursione era stata il desiderio di racco- gliere notizie certe sulla sorte dei due viaggiatori Cecchi e Chia- rini, che da un anno aveano lasciato lo Scioa e sul cui conto correvano le voci più contradditorie. Le informazioni raccolte dal marchese erano rassicuranti appieno e perciò egli ritornava poco appresso a Let-Marefià. Senonchè le cose erano ben altrimenti da quanto aveva potuto sapere l’Antinori negli Ada-Galla. Cecchi e Chiarini, anzichè procedere felicemente nella esplorazione, eransi inoltrati fra indi- cibili difficoltà fino alle porte del Kaffa, nel Ghera, ma qui erano stati impediti dall’ avanzare ed osteggiati dalla regina; il Chiarini aveva tentato di riguadagnare da solo lo Scioa, per fornirsi di nuove provviste, ma era stato di nuovo respinto nel Ghera, dove poco appresso assistette, col compagno, alla morte del Missionario P. Léon des Avanchers e, due mesi dopo, morì egli stesso a Ciallà, capitale di quel regno, il 5 ottobre 1879. Il superstite, cap. Cecchi, fu trattenuto prigioniero dalla regina. Al primo sentore di queste notizie, il march. Antinori si recò un’ altra volta, nei primi mesi del 1880, da Let-Marefià nelle provincie meridionali, ad Antottò nell'intento di appurare più sollecitamente il vero. Quivi ebbe la triste conferma delle sinistre voci corse, perchè finalmente gli arrivò una lettera dal cap. Cecchi. D’ allora in poi l’Antinori si adoperò col massimo zelo per ottenere dal Re, o in altro modo, di inviare soccorsi al Cecchi e sollecitarne la liberazione. Ma mentre tutti i suoi sforzi erano rimasti inutili, fortunatamente la liberazione del Cecchi fu compiuta per altra parte, a merito del Governatore del Goggiam Ras Adal, il quale fu indotto ad intervenire in favore del Cecchi dalle preghiere di Gustavo Bianchi e dagli ordini del proprio capo, Johannes Kassa, Re d’Abissinia. Cosi il cap. Cecchi fu finalmente lasciato in liberta dalla re- UCCELLI DELLO SCIOA 9 gina di Ghera e fatto condurre fino all’ Abai (Nilo Azzurro) , dove giunse al principio del settembre 1880 ed ebbe una prima conversazione col Bianchi da una sponda all’ altra del fiume, che allora era intransitabile. L’ Antinori, appena informato di questa liberazione, inviò soccorsi al Cecchi nel Gudrù per mezzo del conte Pietro Antonelli e dell’ ingegnere Ilg. Intanto, mentre l’Antonelli ed il Cecchi eransi riuniti e dal Gudrù erano passati nell’Abissinia, il Martini parti dallo Scioa alla fine di novembre del 1880 per ritornare definitivamente in Italia. Egli scortò fino alla costa di Zeila la terza collezione zoologica preparata dal march. Antinori, chiusa diligentemente in otto casse ed otto cilindri ed arrivata a Genova verso il | maggio del 1881. Dopo alcuni mesi di dimora nell’Abissinia, il cap. Cecchi potè finalmente tornare coll’Antonelli nello Scioa, ove si ricongiunse, nel giorno 5 marzo 1881, col marchese Antinori. Questi allora, per approfittare del tempo, dispose di compiere tosto alcune escursioni in compagnia del Cecchi e dell’ Antonelli in alcune provincie dello Scioa, rivisitò 1 quattro laghi già scoperti negli Ada-Galla e ne scoperse altri due, sali il Monte Zaquala, dalle cui vette potè vedere il Lago Zuai ed a meriggio di questo un altro lago sconosciuto , si recò quindi a Fitce, donde ascese coi compagni sul Monte Illen, ripassò per Fitce, e, visitando Debra Libanos, fu di ritorno, dopo un’ assenza di due mesi, a Let- Marefià il giorno 18 giugno 1881. Dopo ciò il Cecchi e |’ Antonelli si disposero a tornare pur essi in Italia. Il march. Antinori, che più volte dalla Società Geografica aveva ricevuto invito di rimpatriare, non volle nep- pure allora lasciare lo Scioa. Era sua intenzione di regolare, prima della sua partenza, ed assicurare il possesso di Let- Marefia , di attendere i doni che il Re Menilek preparava per S. M. il Re @ Italia, e di terminare un’ ultima collezione scientifica. Così il Cecchi e l’Antonelli partirono soli dallo Scioa, ai primi di novembre del 1881, portando con sè una quarta collezione scientifica, e facendo una diversione dalla solita linea Scioa-Zeila 10 T. SALVADORI per visitare la città di Harar. Giunsero a Zeila il giorno 13 di- cembre e nel gennajo successivo furono in Italia. Frattanto l’ infaticabile march. Antinori, rimasto solo nello Scioa, riprese ben presto le sue escursioni nelle provincie meri- dionali, cioè fra gli Ada-Galla, ove riconobbe altri due laghetti, oltre ai 6 già trovati prima, e continuò a raccogliere volatili ed insetti. Più tardi, avendo il Re Menilek intrapresa una campagna contro le tribù del Lago Zuai, il march. Antinori, quantunque sofferente per l’ età, per il lavoro assiduo e per la solitudine, non seppe resistere al desiderio di unirsi a quella spedizione col proposito di visitare da presso quel lago ed i dintorni inesplorati del medesimo, e lasciò Let-Marefià il 17 marzo 1882. Ma una serie di contrattempi, gli strapazzi e le intemperie, di cui ebbe a soffrire fino dai primi giorni, diedero una scossa fatale alla sua salute; egli fu preso da gravi indisposizioni e costretto a fermarsi a Dildillà, dove smise il pensiero di seguire più oltre il Re e, affranto, se ne tornò a Let-Marefià, risoluto più che . mai di rientrare al più presto in Italia. "Ma egli non doveva godere di questa suprema consolazione. Es- sendo necessario di rimettere la partenza a dopo la stagione delle pioggie estive, egli stava attendendo tranquillamente il prossimo autunno. Se non che verso la metà dell’ agosto le sue sofferenze rincrudirono, e in pochi giorni, malgrado i soccorsi di un Italiano che per caso trovavasi allora nello Scioa, il dott. Alfieri, mal- grado le premure dei Francesi che poterono accorrere a Let- Marefià, egli mori, nella notte dal 26 al 27 agosto 1882. La sua salma fu deposta vicino alla capanna da lui abitata, ai piedi di un sicomoro da lui prediletto, e sopra la sua tomba fu eretta una piccola cappella. Le osservazioni, note, lettere, corrispondenze e collezioni da lui lasciate furono chiuse, per ordine del Re Menilek, nella Sta- zione stessa, finchè non giunse nello Scioa il conte Pietro An- tonelli; il quale trasportò poi in Italia tutti quei documenti e la quinta ed ultima collezione scientifica, raccolta, ma non ancora ordinata, dal compianto marchese. Colla morte del marchese si chiuse la parte militante, per così UCCELLI DELLO SCIOA 11 dire, della Spedizione italiana nell'Africa equatoriale. Come frutto e memoria di essa resta nello Scioa la Stazione di Let-Marefià, posseduta tuttora dalla Società Geografica, e governata da un rappresentante sociale. Restano inoltre le collezioni scientifiche, la cui illustrazione, per la parte zoologica, è curata dal Museo Civico di Genova, e per le altre parti, sta preparandosi presso il R. Museo preistorico-etnografico di Roma. Restano finalmente le numerose pubblicazioni già fatte nel Bollettino e nelle Me- morie della Società Geografica e la grande opera scritta, a spese della Società stessa, dal cap. Cecchi. Di quelle pubblicazioni faccio seguire qui appresso un secondo indice analitico che fa seguito a quello già edito insieme coi Cenni premessi alla mono- grafia dell’Oberthùr. Quanto all’ opera del Cecchi, la Società Geografica sta ora provvedendo perchè sia pubblicata. Compren- derà dai quattro a’ sei volumi di testo con tabelle meteorolo- giche, prospetti altimetrici ed astronomici, vocabolari, gramma- tiche, molti disegni, una carta geologica ed una gran carta in quattro fogli delle regioni esplorate. Roma, 26 Aprile 1884, INDICE dei documenti relativi alla Spedizione Italiana nell’Africa Equatoriale pubblicati dalla Societa Geografica (Seguito (')) Bollettino, anno 1879. Notizie sulla spedizione. — Arrivo della carovana a Tul-Harré. — Notizie su mons. Massaja : Lettera di S. Martini al Presidente ed ai Gores cane So- cietà Geografica (Sarman, 18 ottobre 1879); dà notizie sul viag- gio fatto . Lettera di S. Martini Het stessi (Gundili, 25 A Tul eh 4 novembre, 1879): annunzia l’arrivo di una carovana di rinforzo proveniente dallo Scioa e l’ incontro utero del capo somali Robly-Ugas Estratto di lettera do Rit a. Bienenfeld- Rolph al ves tario della Società (Aden, 29 novembre 1879): accompagna le lettere del Martini e dà notizie dello Scioa . Bollettino, anno 1880. Notizie commerciali sul paese det Somali e sul vescovo Massaja. Lettera di G. M. Giulietti al Segretario della Società (Harar, 3 novembre 1879) sul suo viaggio da Zeila a Harar . Lettera del conte Pietro Antonelli alla sua famiglia (Tul sò 6 novembre 1879): descrive sommariamente la via percorsa, alcuni ust degli Isa-Somali ed il metodo da lui tenuto per equipaggiarsi Nota sui disegni inviati dal sig. S. Martini (tipi di Somali e Danakil) . : . 5 È 5 Ornamenti galla e danakil. — Notizie oar proseguimento della carovana e su Cecchi e Chiarini ‘ ; Lettera del marchese Antinori a S. Martini (Let Marefia, i settembre 1879): sue pratiche per l'invio dallo Scioa di una ca- » 81 » 782 Pag. 54 » 55 >» 56 » 58 » 118 (1) La prima parte del presente Indice è pubblicata negli Annali del Museo Civico di Genova, Vol. XV, 1879-80, e nelle Memorie della Società Geografica Italiana, Vol. II, Roma, 1880. In questa Seconda parte, si sono stampati in corsivo i docu- menti in cui si contengono indicazioni di fatto sulle regioni percorse dalla Spedi- zione e sui lavori della medesima. UCCELLI DELLO SCIOA Ro rovana di soccorso, notizie di Cecchi e Chiarini e di una terza collezione zoologica da lui preparata per inviarla in Italia. sos Maree 21088) Altra lettera del marchese Antinori allo stesso (Let-Marefià, 20 ottobre 1879): annunzia la sua partenza per Rogghié per raccogliervi notizie su Cecchi e Chiarini . . x ; ‘Sa Lae | Notizie sulla Spedizione . 5 » 296 Lettera di O. Antinori alla Pilota date Società Cus fica (Let-Marefià, 7 dicembre, 1879); annuncia l’arrivo della ca- rovana di Martini, il proposito di questo di spingersi al Sud, e le ultime notizie su Cecchi e Chiarini . . » 296 Lettera di S. Martini al R. Console in Aden (Let-Marefià, 27 dicembre 1879): parla del suo progetto di andare all’ Unioro per una via differente da quella battuta da Cecchi e Chiarini . N oN298 Lettere di S. Martini alla Presidenza ed al Segretario della Società Geografica (Aliuamba, 9 dicembre; Ankober, 15 e 20 di- cembre; Let-Marefià, 27 e 29 dicembre, 1879); annunzia l’arrivo della carovana nello Scioa e di Re Menilek in Ankober, la sua prossima partenza per il S., e le ultime notizie di Cecchi e Chiarini. » 299 Lettera del marchese Antinori al marchese Doria (Let-Marefià, 27 dicembre 1879): parla della sua escursione fra gli Ada-Galla, della scoperta di alcuni laghi e dell’ornitologia di quella regione. » 401 Lettera del sig. K. Greffulhe al R. Console in Aden (Zanzibar, 3 maggio 1880): sue pratiche con Mtesa, coi missionari algerini sul Victoria Nianza e con Oman ben Jussuf di Ghelidi, perché proteggano e soccorrano Cecchi e Chiarini . È \ : ae 403 Carlo Piaggia, in data 1.° luglio 1880, annuncia la sua partenza per Fadasi, alla ricerca di Cecchi e Chiarini È . » 543 Notizie sulla prigionia di. Cecchi e la morte di Chiarini. e del padre Léon des Avanchers . i » 448 Lettera del march. Antinori al R. Gait in A (Let-Marefià, 26 aprile 1880), sulla prigionia del Cecchi, sulla morte di Chiarini e sui passi fatti dal marchese stesso per liberare il primo . . » 449 Lettera del marchese Antinori alla Commissione esecutiva della Società (Let-Marefià, 5 maggio 1880) , annuncia ciò che fece per la liberazione del Cecchi 3 “ 5 » 454 Lettera del marchese Antinori al SEI pale Societa ee Marefià, 7 maggio 1880): accompagna l'invio di grosso plico . » 455 Lettera del conte Pietro Antonelli alla sua famiglia (Let-Ma- refià, 29 marzo 1880): ferita al braccio destro, modo di cura det medici indigeni; visita fatta a Re Menilek e vita a Let-Marefià, notizie sul commercio e sugli abitanti dello Scioa, prigionia del Cecchi e morte del Chiarini . : : i : : : . » 455 14° T. SALVADORI Lettera di Carlo Piaggia (Sennaar, 14 luglio, 1880) alla Società Geografica ; annuncia il suo arrivo a Sennaar e la sua partenza per Karcoggi . : 5 i SI SE GSAS, Commemorazione del alee Ciovnhi Qhurmi; one’ degli scritti da lui pubblicati nel Bollettino e nelle Memorie della So- cietà Geografica . ; i : 3 5 ; coe NGO Giovanni Chiarini, cenni Liogragioi del prof. n Pedicino 693 Lettere di G. Chiarini ai sigg. F. Castelli, F. Mammarella, G. de Cecco, Comm. Correnti e prof. Uzielli (Sciotalit, 21 e 22 novembre 1877), sulle condizioni politiche dello Scioa, sui suoi studî linguistici e sulla sua prossima partenza per il Kaffa. . » 694 Lettera di G. Chiarini al console G. Rolph (Sciotalit, 22 no- vembre, 1877); gli dà alcune commissioni . ; È : Y Stat 12699. Lettera di G. Chiarini all’ avv. G. Florenzano (Sciotalit, 28 novembre, 1877); ricorda Napoli; parla del Re Menilek, della costituzione politica dello Scioa, religione, stregoneria, condizione sociale del paese, schiavitù e razzie È » 699 Lettere di Carlo Piaggia al Segretario della Sooietà o (Carcoggi, 25 luglio e 15 settembre, 1880); descrive una carovana di emigranti. — Conosciuta la morte di Chiarini e la prigionia di Cecchi, procederà immediatamente per Fadasi . : 5 babi S116) Prima notizia sulla liberazione del Cecchi. , ti RTRT 65 Bollettino, anno 1881. Lettera del conte Pietro Antonelli alla famiglia (Dembeccia (Damot), 14 novembre 1880); suo viaggio alla volta del Cecchi nel Damot 3 : o . 5 . Pag. 40 Notizie e brano di lettera di so fins Società d’ A ers zione commerciale in Africa di Milano (Dembeccià (Damot), 19 settembre 1880) sulla liberazione del Cecchi ‘ è 5 .° > OO Note su nuovi disegni di S. Martini . 2: CONA 5 Re O Lettera del marchese O. Antinori alla Presidenza della Società Geografica (Let-Marefià, 28 ottobre 1880); di ciò che aveva fatto per la liberazione del Cecchi, della Stazione di Let-Marefia, della collezione zoologica scioense, dei lavori compiuti dalla Spedizione e del bacino vulcanico di Let-Marefià . 3 . » 157 Lettera del march. O. Antinori alla stessa (Let- Marefià, 7 nov. 1880) ; sulla liberazione del Cecchi e sulla morte del Chiarini . » 166 Lettera di S. M. Menilek al Presidente della Società Geogra- fica; si compiace per la liberazione del Cecchi . : » 168 Lettera dell’ ing. A. Ilg alla Presidenza della Società eni fica (Debra-Berhan, 12 novembre 1880), sulla salute del Cecchi. » 169 UCCELLI DELLO SCIOA Lettera del R. Console Bienenfeld al Segretario della Società (Aden, 22 febbrajo 1881), sull’ arrivo in Zeila del cap. Martini. Notizie sommarie sulla Spedizione : Lettera del marchese Antinori alla Brani della Società Geografica (Let-Marefià, 11 dicembre 1880); accompagna © in- tiero carteggio del defunto Chiarini, due oggetti etnografici ed altro; parla della relazione di Cecchi e Chiarini diretta alla So- cietà e di alcuni fatti storici dello Scioa . Nota di Antonelli su Let-Marefia é 1 Lettera del marchese Antinori al marchese Doria (Let-Marefia, 19 dicembre 1880), sulla nuova raccolta zoologica È 2 Relazione del cap. A. Cecchi e ing. G. Chiarini al Presidente della Società Geografica (dal paese di Kaffa, 29 aprile 1879), sul loro viaggio, con alcune notizie sul paese percorso e sul P. Léon des Avanchers . Lettera di Cecchi al comm. Ge enti (dal paese di Kaffa, 27 aprile 1879); rilievi compiuti lungo il viaggio e sulla prigionia di Ghera 5 Lettera di Cecchi e Chiarini al cap. x Cue (dal paese di Kaffa, 24 aprile 1879), sulla missione cattolica nei Galla . Lettera del P. Léon des Avanchers al Presidente della Società Geografica (Ghera, 26 aprile 1879), sulle difficoltà incontrate dalla Spedizione e sul problema idrografico di quelle regioni Nota su Gustavo Bianchi . È Lettera di G. Bianchi al Direttore Jola lorafio di Parigi (Milano, 19 aprile 1881), sulla liberazione del cap. Cecchi . Viaggio di G. M. Giulietti da Zeila ad Harar (1879). Relazione. Metodo seguito nel rilevamento e nel tracciamento dell’ itinerario tra Zieila ed Harar, di G. M. Giulietti Note cartografiche di G. Cora . Commemorazione di Giovanni Chiarini a Chieti È Giornale e illustrazione dei nuovi laghi fra gli Ada-Galla, del marchese O. Antinori. : È 7 È 3 0 Nomi det laghi che a levante e levante-scirocco oo al Lago Cialalaka, di O. Antinori È 3 : Altezze barometriche di alcune località sulla stica da Tul- Harré a Farrè e di altre località della provincia di (ni nel Regno di Scioa, di 0. Antinori. - - Idrografia della Stazione di Let- Morena ae dell annessove Get. talit, di O. Antinori Nota sulla Spedizione . . : î A So Le vicende dei viaggiatori Cecchi e Chiarini dalla partenza di » 15 Pag. 169 282 283 286 287 289 317 322 326 381 382 425 439 441 477 585 595 596 596 690 16 T. SALVADORI Chiarini da Cialla (1 maggio 1879) alla sua morte (5 ottobre 1879), relazione del cap. Cecchi, con brani dell’ ing. Chiarini Brano di lettera del signor A. d’Abbadie (Parigi, 14 giugno — 1881), sull’ortografia det nomi etiopici pubblicati nel Bollettino Una lettera e due disegni del Giulietti . Bollettino, anno 1882. Scioa e Scioani; da una lettera del conte P. Antonelli alla fa- miglia (Let-Marefià, luglio 1881). 4 Il ritorno in patria del cap. Cecchi, e lettera di A. ‘d’'Abbadie Lettera dell'ing. Z7g ai Membri della Spedizione ital. (Antottò, 8 aprile 1881), colla quale annuncia loro l’arrivo di un corriere. Lettera di Cecchi e Chiarini al marchese Antinori (Mogier (Kabiena), 29 settembre 1878), sulle peripezie del loro viaggio . Lettera del com. Abargues de, Sostein al marchese Antinori (Zebul, 24 luglio 1881), sul suo viaggio F : Lettera del sig. A. Stecker al marchese Antinori (Samira: 23 giugno 1881), sui suoi viaggi nell’Abissinia . Informazioni del cap. Cecchi al Consiglio del 14 ee 1882, sulla Stazione di Let-Marefià e sui materiali scientifici da lui re- cati in Europa È . : Notizie sulla Spedizione e gn sull itinerario seguito dal Cecchi nel ritorno a Zeila . ‘ 3 È 3 Conferenza del cap. Cecchi sul viaggio suo e dell’ ing. Chiarini al S. dello Scioa Relazione del cap. Cecchi sull’ ultimo periodo det suoi viaggi al di là dello Scioa ¢ : . - Estratto di una lettera del marchese Antinori alla Presidenza della Società Geografica sulle ultime escursioni fatte nello Scioa in compagnia del cap. Cecchi Sulla idrografia delle regioni al S. dello Si tigri del cap. A. Cecchi 3 . 5 5 i : Elenco sommario del materiale SITA della Si ita- liana riportato în Italia dal cap. A. Cecchi N Osservazioni meteorologiche raccolte dal conte P. datti tra Zeila e Dankaka (26 aprile-19 novembre, 1879) Appunti su Assab e dintorni del conte P. Antonelli, con alcuni itinerari da Assab allo Scioa Notizie sulla Spedizione Lettera del marchese O. Anchor oe cap. Cecchi (Let ani 11 marzo 1883) sulle vicende politiche dello Scioa e sulle sue esplorazioni nello Scioa meridionale . Pag. 691 126 844 69 _ 174 177 178 179 180 307 386 381 389 411 414 422 425 463 522 524 UCCELLI DELLO SCIOA Lettera del marchese Antinori al Segretario della Società (Let- Marefià, 14 marzo 1882), sulla Stazione di Let-Marefià zida-Galla, 22 marzo 1882), sulla sua andata a Dembi Partenza del conte Antonelli per Assab . È È 4 i La posizione astronomica di Uaroff e di Harar, secondo il cap. Cecchi . i i è i . Lettera di G. Naretti (Matte, 12 settembre 1882), al cap. Cecchi sugli esploratori e sui recenti avvenimenti in Abissinia Notizia della morte di Antinori, nel discorso presidenziale del Principe di Teano . : . Informazioni sulla morte di Antinori : 5 È ; Versione di alcuni brani di lettera del dott. Stecker all’ Antinori (Makale, 20 febbrajo 1882), sulla sua prossima partenza per il Kafia Lettere autografe del marchese Antinori al Segretario della Società (Dembi, 15 e 16 aprile 1882), sulle sue escursioni e sulla necessità di inviare un medico italiano nello Scioa Lettera scritta sotto la dettatura del marchese Antinori e da lui firmata (Let-Marefià, 12 agosto 1882), sull’ arrivo del medico Alfieri e del dott. Stecker e sulla Stazione italiana di Let-Marefià. Lettera del dragomanno Giuseppe al conte Antonelli, sulla grave malattia del marchese Antinori Lettera del marchese Antinori al R. GUCE in dan en Marefià, 24 agosto 1882), sul grave stato della sua salute e sul- l'invio di un plico di corrispondenza Lettera del dott. R. Alfieri al R. Console in hee (het Marefia, 27 agosto 1882) sulla morte del marchese Antinori Bollettino, anno 1883. Commemorazione del marchese O. Antinori in Perugia Discorso del cap. Cecchi in questa occasione È î Preparativi del conte P. Antonelli per la partenza da Assab . Antonelli parte da Assab per l’Aussa; notizie sulla tomba del marchese Antinori . : - Lettera di Nakari al conte (picco Antonelli (Let Marefid, uu novembre 1882); sulla morte del marchese Antinori 1 Lettera dell’Azage Walde Tzadek al conte Antonelli TESS 13 novembre 1875, calend. abiss.), notizie sullo Scioa e sulla Sta- zione italiana . È : 3 : Lettera di Re Menilek al conte Asipuelh (Borhù Mieda, 9 febbraio 1875, calend. abiss.); partecipa di avergli inviato alcune provviste . Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (28 Giugno 1884). » 17 . Pag. 528 Lettera del marchese Antinori al conte Antonelli (Dembi negli 529 653 699 176 808 831 832 832 836 8338 838 839 . Pag. 60 64 158 215 216 284 18 T. SALVADORI Lettera del conte Antonelli ad un amico (Campo di Furò, 9 febbraio 1883); sulla via percorsa da Assab a Furò (9 tappe). Pag. 285 Il conte Antonelli giunge a Gambo Kuma il 16 marzo 1883 . Commemorazione degli italiani morti di recente nelle esplora- zioni africane, del Presidente Duca di Sermoneta ? O. Antinori e le esplorazioni italiane in Africa, di A. Cecchi. Il conte Antonelli nell’Aussa È 2 ; ; È Il ricevimento del Sultano dell’ Aussa, fai giornale di viaggio del conte Antonelli . : Il marchese Orazio Antinori, del ee G. eee : Notizie dallo Scioa ; Lettera del dottor R. Alfieri al i della Società i grafica (Let-Marefià , 28 agosto 1882); ultimi momenti, morte e sepoltura del marchese Antinori : Lettera di Re Menilek al Presidente della Società Cosi sulla morte del marchese Antinori Lettera del sig. G. Franzoj al Elia on Società. ci grafica (Let-Marefià, 26 marzo 1883); morte e seppellimento del marchese Antinori . Il conte P. Antonelli giunge sa Scioa Notizie sul conte Antonelli . Lettera del conte Antonelli al o della Sa (Let: Marefià, 3 giugno 1883), sull’Hauash, sulla morte del marchese Antinori, sullo stato della Stazione e sul materiale scientifico ivi esistente Lettera di Re Menilek al Bet della Società Gi (Ankober, 21 maggio 1883); annuncia che la via di Kaffa oggi è aperta . Lettera del conte Antonelli a scene della Società Cie, 9 settembre 1883), sul suo ritorno e sull’ assassinio dell’ italiano Sacconi nell’Ugaden; riporta le carte ed è manoscritti del marchese Antinori . È S - : : 5 5 - Il mio viaggio da Assab wall Scioa, Day sete del conte Anto- nelle . Bollettino, anno 1884. Il Consiglio Direttivo, nella seduta del 27 febbraio 1884, riceve dal cap. Cecchi il manoscritto contenente i risultati della Spedi- zione italiana, delibera di farlo pubblicare e conferisce al cap. Cecchi la gran medaglia d’ oro : È : 3 Lettera del senatore P. Mantegazza al direttore della Russa (Firenze, 9 febbraio 1884), sull’ opera manoscritta del cap. Cecchi. > > 395 403 412 413 414 488 507 508 510 511 605 182 183 790 191 857 . 175 180 UCCELLI DELLO SCIOA 19 Lettera del barone C. Negri al Segretario della Società Geo- grafica (Torino, 12 febbraio 1884), sullo stesso argomento . . Pag. 181 Lettera del prof. G. Schiapparelli al Presidente della Società Geografica (Milano, 15 febbraio 1884), sullo stesso argomento . » 181 Carta sommaria di recenti esplorazioni italiane nell'Africa del N.-E. 7 é 3 : : : 4 - : 3 i Mira 278 Memorie, vol. II, 1880. Risultati zoologici della Spedizione italiana: Parte I: Lepidotteri, di C. Oberthiir. Parte II: Diagnosi di nuove specie di Coleotteri, di R. Gestro. — Or- totteri, di A. de Bormans. — Odonati, di Hd. de Selys Longchamps. — Imenotteri, di G. Gribodo. — Formiche, di C. Emery. — Emitteri, di L. Lethierry. Parte III: Pesci d’ acqua dolce, di D. Vinciguerra. — Ortotteri, di A. de Bormans. — Lepidotteri, di C. Oberthiir. — Emitteri, di L. Le- thierry. Parte IV: Aracnidi del regno di Scioa e considerazioni sull’Aracnofauna abissina, di P. Pavesi. Illustrazioni e carte. 1. — Abissinia e i viaggi della Spedizione italiana, alla scala di 1:3,750,000, colla Stazione della Società Geografica italiana nello Scioa, alla scala di 1:550,000, per G. Dalla Vedova. — Memorie della S. G. Vol. II, dopo la . : È È 3 . Pag. 64 2. — Schizzi mandati da Sebastiano Martini-Bernardi: a) Donna maritata e ragazza somali; 5) Camelli e camellieri della carovana di Re Menilek; c) Donna adal maritata; d) Costume di donna dei Danakil; e) Hassan, acconciatura dei capelli presso i So- mali; f) Ambara Uais; g) Dini, fratello di Abu-baker ; 4) Abu- baker, governatore di Zeila. — Bollettino 1880 . o 5 fa DIO) 3. — Schizzi inviati dal sig. S. Martini-Bernardi: a) orecchino in argento; 6) braccialetto in ottone ; c) ornamento dello stinco, usati dalle donne dei Galla e dei Danakil. — ibid. . 4 so rale 4. — Ritratto dell’ing. Chiarini, ¢dzd. 3 : lie ey alte 5. — Ankober ed il Recinto reale, di S. Martini- IR, — Bollettino, 1881. : Se hoe tA, 6. — Aliuamba veduta da 0 di S. Wee Bes ee . » 142 7. — Chiesa di San Salvatore in Ankober, di S. Martini- Bernardi . È 6 3 : UM neha 8. — Tomba di Adal, di 8. He ee ee ; 7 on La 20 T. SALVADORI 9. — Schizzi di G. M. Giulietti, presi durante il suo viaggio da Zeila ad Harar (1879). — zbcd. a) Collinette vulcaniche di Mandaa 6) Torrente di Ensa c) Stazione di Sommedo. d) Valle di Sommedo 5 ‘ . F e) Pianta di un tumulo somali nella “ile di Sommedo f) Due monticelli trachitici sulla via di Dagagò g) Specie di aloe h) Spina di acacia . t) Monti Goba a Cotto . 10. — Carta originale delle regioni Galla, non Lau tra i Golfo di Tegiura e Harar, specialmente secondo i rilievi di G. M. Giulietti (1879) e le esplorazioni anteriori di Harris, Burton, Chiarini, Cecchi e altri, di G. Cora, 1:1,000,000. — èbid. 11. — Bacino del Lago Haddò veduto da levante, da un piccolo ripiano a metà della discesa, 120 m. sopra il livello dell’ acqua, di 0. Antinori. — ibid. ; 12. — Lago Cialalaka, veduto in pianura aie case di Ate Gucci, al N.-N.-O., di O, Antinori. — Ibid. 13. — Lago Gialalakà e Valle degli Ada presi da sopra i i colli a levante, di fronte a Daimbi, di O. Antinori. — ibid. 14. — Veduta della città di Harar, da uno schizzo di G. M. Giulietti. — ibid. 15. — Veduta della rada di Zeila i uno o di G. ue. Giulietti. — ibid. 16. — La Stazione di Let- ee efid, aa uno ee, di G. di — Bollettino, 1882 17. — Carta provvisoria delle esplorazioni del cap. A. Cecchi ed ing. G. Chiarini. 1:2,000,000. — zbid. 4 18. — Itinerari della frontiera scioense al mare secondo infor- mazioni raccolte dal conte P. Antonelli. 1:2,400,000. — ibid. 19. — Itinerario Cecchi da Uaroff a Harar. — ibid. 20. — Fac-simile della lettera di Re Menilek. — Bollettino, 1883 : : è È 5 - 7 5 : 21. — Carta sommaria di recenti esplorazioni salino nel- l’Africa del N.-E., costrutta da G. Dalla Vedova, 1:6,000,000. — Bollettino, 1884 426 427 429 430 430 431 432 433 434 482 587 590 590 848 850 408 512 512 . 700 546 332 INTRODUZIONE Occasione del presente lavoro. — Cenni storici intorno alla Ornitologia dello Scioa. Harris. Ruppell. — Caratteri dell’Avifauna dello Scioa. — Cenni biografici intorno al Marchese Orazio Antinori. Specie di uccelli da lui scoperte o descritte. Elenco dei suoi scritti ornitologici. Nell'anno 1876 parti dall’ Italia una spedizione che aveva per mandato di « raggiungere (come base d’ operazione) lo Scioa e di organizzare là una spedizione verso i grandi laghi equato- riali ». Per circostanze diverse la spedizione non potè compiere che in parte il proprio mandato, ed il Marchese Orazio Antinori, capo della medesima, si fermò nello Scioa fino al 27 Agosto 1882, quando avvenne la sua morte. In questo periodo di tempo egli si dette con grandissima atti- vità a fare raccolte zoologiche, che in diverse volte inviò in Italia. Disgraziatamente pochi mesi dopo che |’ Antinori si trovava nello Scioa, il 7 Gennaio 1877, egli ebbe la mano destra resa inabile per l'esplosione dello schioppo, per cui per circa due mesi non potè più attendere a fare collezioni, e dai primi di 22 T. SALVADORI Marzo fino al Settembre dovette limitarsi a conservare animali nello spirito. Quale sia stata la meravigliosa attività dell’ Antinori durante i sei anni che egli passò nello Scioa è dimostrata in parte dai numerosi lavori intorno ai Coleotteri, agli Ortotteri, agli Odo- nati, agli Imenotteri, alle Formiche, agli Emitteri, ai Lepidot- teri ed ai Pesci, cui hanno dato luogo le raccolte da lui inviate, e che gia sono stati pubblicati in questi Annali. Ricchissima poi fu la collezione degli Uccelli, che I’ Antinori con grande amore prediligeva. Gli uccelli da lui inviati sono 1563; essi furono spediti in cinque volte; quelli dei primi quattro invii sono registrati, e più o meno esattamente determinati, in un taccuino dell’Antinori che giunge fino al N.° 1386 (portante | la data 30 Ottobre 1880); in questo taccuino sono registrate le sue giornaliere osservazioni intorno alle specie raccolte. Gli uc- celli dell’ ultimo invio sono stati portati in Italia, dopo la morte dell’Antinori, dal Conte Antonelli; essi sono in numero di 176, e dubito, considerando che sono stati raccolti nello spazio di quasi due anni, che siano soltanto una parte, e che molti siano an- dati perduti. Di questo ultimo invio non esiste catalogo scritto dall’Antinori, e del medesimo fanno parte alcuni esemplari rac- colti e preparati dopo la morte dell’ Antinori da un giovane Galla per nome Nakari, cui l’Antinori aveva insegnato a prepa- rare pelli in modo mirabile. Oltre agli uccelli, l’Antinori raccolse anche alcuni nidi ed un certo numero di uova, e gli uni e le altre sì troveranno descritti sotto le rispettive specie. Dal primo invio all’ ultimo sono passati diversi anni e più volte io sono stato sollecitato dal Marchese Giacomo Doria, che aveva ricevuto l’incarico di affidarmi lo studio della collezione ornitologica dell’Antinori, affinchè pubblicassi parziali cataloghi, ma prima un altro lavoro di grande mole intorno alle collezioni ornitologiche papuane di Beccari e di D'Albertis m' impedì di aderire al suo desiderio, e da ultimo una grave disgrazia, per la quale anch'io, come l’amico Antinori, da più di un anno ho perduto l’uso della mano destra, mi ha fatto ritardare fino UCCELLI DELLO SCIOA 23 ad ora la pubblicazione del presente Catalogo. Questo ritardo avra avuto tuttavia un vantaggio, queilo di poter ora presentare un lavoro compiuto intorno alla collezione ornitologica dell’ Antinori. Debbo anche soggiungere che nel prepararlo ho incontrato grandi difficolta per non esservi in Italia un grande Museo pubblico, nel quale si possano fare i confronti necessari per la esatta deter- minazione delle specie, per cui sovente ho dovuto ricorrere ai Musei di Berlino, di Londra e di Norwich, inviando ai Signori D.t Reichenow, Sharpe, Shelley e Gurney, ai quali rendo vivis- sime grazie, non pochi esemplari, la cui esatta determinazione mi restava incerta. Io colgo questa occasione per esprimere an- cora una volta il desiderio che sorga finalmente in Italia un Museo di Storia Naturale, degno della risorta nazione, e che possa stare a pari con quelli di Londra, di Parigi, di Berlino, di Vienna, di Pietroburgo, di Washington. Io avevo fatto voti perché 1 figli del Conte Ercole Turati di Milano, possessori della più bella collezione ornitologica che esista in Italia, sì decidessero, come sembrava che ne avessero |’ inten- zione, a farne dono alla nazione, e che la loro collezione, ricca di più di 21 mila esemplari, adunata dal loro padre con tanto amore e con dispendio di quasi un milione di lire, potesse essere in Roma il nucleo di quel Museo Italiano, la mancanza del quale ci rende dipendenti dalle altre nazioni ogniqualvolta abbiamo bisogno di fare confronti per studi di zoologia siste- matica. Quel Museo in splendida sede sarebbe stato un monu- mento che avrebbe attestato |’ amore del Conte Ercole Turati alle scienze naturali e la munificenza dei figli Emilio e Vittorio. Gli uccelli inviati dall’ Antinori furono raccolti per la massima parte nello Scioa, pochi, segnati coi numeri 1-30, furono rac- colti a Zeila nel Golfo di Aden e durante il yiaggio da Zeila ai confini dello Scioa. Questi appartengono ad una. fauna diversa da quella dello Scioa, e. quindi ne discorrerò separatamente in una appendice al presente lavoro, nel quale prima tratterò degli uc- celli dello Scioa. Finalmente tre uccelli, due Pycnonotus rantho- pygus ed una Hedydipna metallica, furono raccolti a Cursi, lo- calità a me ignota, prima dell’ arrivo a Zeila. 24 T. SALVADORI 4 Lo Scioa è un piccolo regno situato al Sud dell’Abissinia, della quale anzi forma la parte meridionale. Esso era zoologicamente poco conosciuto prima della spedizione Italiana. Gli uccelli dello Scioa, giacchè è di questi che io debbo oc- cuparmi, non erano stati argomento di studi speciali; quanto ci era noto intorno ai medesimi si riduceva alle osservazioni del- l Harris e del Rùppell. L’ Harris nella sua opera The Highlands of Aethiopia, pubblicata nel 1844, riferisce (vol. II, pp. 412-417) talune notizie intorno ad un centinaio forse di specie di uccelli, sovente menzionate con nomi erronei, o con nomi volgari scioani, delle quali, valendomi specialmente delle indicazioni che sì trovano nei Cataloghi finora pubblicati dal Museo Britannico, sono riu- scito ad identificarne, con maggiore o minore certezza, circa 55. Gli uccelli raccolti durante la spedizione dell’ Harris furono deposti nel Museo Britannico, ove furono studiati anche dal Riippell. Questi, durante i suoi viaggi nell’Abissinia, spedi nello Scioa un attivo cacciatore che vi fece alcune raccolte, e nell’ opera Systematische Uebersicht der Vogel Nord-Ost-Afrika’s, stampata nel 1845, il Ruppell annoverò e descrisse 38 specie di uccelli dello Scioa, figurandone alcune con bellissime tavole. Tra le specie descritte tre erano di quelle trovate soltanto dall’ Harris, e. dal Riippell esaminate nel Museo Britannico. Questo era il poco che si sapeva intorno agli uccelli dello Scioa. L’ Antinori, giunto nello Scioa, si stabili a Let-Marefià, stazione posta a 2452 metri, e come questa, la maggiore parte delle località da lui menzionate sono notevolmente elevate, così Farrè (1367 m.), Sciotalit (2350), Fecherié- Ghem (3088), Denz (2787), Mahal-Uonz (2392), Ankober (3005); queste località ed altre si possono trovare segnate nella carta pubblicata nel Vol. XV degli Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova e nel Vol. II delle Memorie della Società Geografica Italiana. Quindi la massima parte degli uccelli raccolti sono propri deila regione alpina. Non man- cano però specie delle regioni basse e specialmente quelle dei Laghi Cialalaka, Haddò ed Arsadé. Nel Bollettino della Società Geografica italiana 1881, pp. 586 e seg., I’ Antinori descrive questi laghi e parla a lungo del Phoenscopterus minor, che vi dimora. UCCELLI DELLO SCIOA 25 La collezione ornitologica dello Scioa consta di 1531 esemplari, appartenenti a 307 specie. Essa si spartisce nel modo seguente: Rapaci . . esemplari 219 specie 42 Pappagalli . > 33 » 8) Picarie © 10. » 272 » 52 Passeracel . » 724 » 130 Colombe . . » 29 » 9 Gallinacei . » Is » 5 Trampolieri . » 166 » 44 Palmipedi . » 75 » 22 Totale » 1531 » 807 La prossimità della parte settentrionale dell’ Abissinia, così bene esplorata dal Ruppell, dall’ Heuglin e da altri, nof mi lasciava sperare che l’Antinori avesse potuto avere la fortuna di scoprire nello Scioa nuove e singolari forme di uccelli e difatti cinque sole specie nuove si troveranno descritte in questo catalogo, e queste sono : 1. Caprimulgus fraenatus 4. Textor scioanus 2. Psalidoprocne Antinori 5. Podiceps infuscatus. 3. Huplectes scioanus Alle quali saranno forse da aggiungere una Nectarinia subfa- mosa, una Hyphantornis meloxit, Antin. ed un Plectropterus scioa- nus, specie probabilmente diverse dalla Nectarinia famosa, dalla Hyphantornis spekei, Hartl. e dal Plectropterus niger, Sclat. Nel 1878 io descrissi anche un Lanius Antinorii, facente parte del primo invio dell’ Antinori, ma esso non appartiene agli uc- celli dello Scioa, essendo stato raccolto in Afmù, paese dei Danakil; non è ben certo che sia la stessa specie quella che era stata descritta pochi giorni prima di me dal Cabanis col nome di L. dorsalis. Ma se la collezione Antinori non è ricca di specie nuove, essa non è perciò meno importante per altri rispetti. Bellissima è la serie dei rapaci, e tale che con essa si può completare la storia di parecchie specie incompiutamente conosciute: Aquila albicans, 26 T. SALVADORI Pierolestes augur (la cui varietà melanica dovrà forse considerarsi piuttosto come una razza), Nauclerus riocouri, ecc. Un altro fatto importante che risulta dallo studio di questa collezione è che mentre la massima parte delle specie dello Scioa sono quelle stesse che si trovano nell’Abissinia settentrio- nale, alcune poche sono specie meridionali, che ora per la prima volta troviamo al Nord dell’ equatore. Tra queste sono da men- zionare le seguenti : > Hypotriorchis Cuvieri Plectropterus niger? Nectarinia famosa ? Querquedula capensis Otis cristata Fuligula brunnea Stephanibix coronata Erismatura maccoa. Lo Scioa, confinando a Sud-Est colla Regione dei Somali, ci presenta alcune specie proprie di questa regione e che non erano state trovate finora nell’ Abissinia; tra queste sono da annove- rare le due seguenti: Hyphantornis Speke: (meloxit, Antin.), Otis cantcollis. Una specie che ora appare fra quelle dello Scioa, si conosceva soltanto di Ladò, e questa è la Sorella Emini, Hartl. recente- mente descritta. Finalmente due specie dell’Africa occidentale ora per la prima volta appaiono fra quelle dell’Africa orientale, e queste sono le seguenti: Platystra albifrons, Cryptospiza Retchenowi. Per completare il catalogo degli uccelli dello Scioa, ho aggiunto un'appendice, nella quale sono annoverate venticinque specie di uccelli che sono state trovate nello Scioa dal Rùppell, o dal- Harris, ma non dall’ Antinori, ed una che questi vi ha osser- vata, ma non raccolta, e per tal modo sì avrà un totale di 332 specie, che finora si conoscono siccome abitanti lo Scioa. Finalmente a completare il discorso intorno a tutto quanto è stato fatto dall’ Antinori rispetto agli uccelli, durante |’ ultima spedizione di cui era capo, ho aggiunto alla fine di questo la- voro una seconda appendice, nella quale sono registrate le specie raccolte, o soltanto osservate, durante il viaggio da Zeila ai con- fini dello Scioa. UCCELLI DELLO SCIOA maul Nel trattare delle singole specie ho avuto cura di riferire quelle citazioni che spettano alle specie gia note dello Scioa, ho inoltre costantemente citata la importante opera dell’ Heuglin Ornithologie Nord ost-Afrika’s, che tratta degli uccelli dell’ Africa orientale-settentrionale, e nella quale non sono annoverate 18 specie raccolte dall’Antinori; queste devono aggiungersi all’ Avi- fauna dell’ Africa orientale-settentrionale e sono : Hypotriorchis Cuvieri Textor scioanus Caprimulgus fraenatus Otis cristata Psalidoprocne Antinori » canicollis Platystira albifrons Stephanibix coronata Lanius Antinori Plectropterus niger (an scioa- Nectarinia famosa? nus, Salvad. ?) Saxicola vittata Querquedula capensis Budytes rayi Fuligula brunnea — Sorella Emini Erismatura maccoa Cryptospiza Reichenowii Podiceps infuscatus. Euplectes scioanus Infine ho scrupolosamente intercalate le osservazioni mano- scritte dell’ Antinori. Per tal modo io spero di aver fatto un lavoro compiuto in- torno agli uccelli raccolti durante la Spedizione Italiana nello Scioa, ed avrò concorso ad illustrare una regione poco nota fi- nora zoologicamente, la conoscenza della quale è merito princi- pale dell’Antinori. Questi fu cultore appassionato dell’ ornitologia, ed io desidero , terminando questa breve introduzione, di dare pechi cenni della sua vita (!) e di dire quanto egli fece pel progresso di questo ramo della zoologia. Il Marchese Orazio Antinori nacque nella bella e gentile Pe- rugia, nell’ Umbria, il 23 Ottobre del 1811. Da giovane si occupò con amore nel fare una collezione di uccelli che, prima di par- tire per Roma nel 1837, cedè alla Università di Perugia. In (1) Nel Bollettino della Società Geografica Italiana (ser. II, vol. VIII, pp. 486-507), si legge un’ affettuosa biografia dell’Antinori scritta dal prof. Bellucci. 28 T. SALVADORI Roma fu naturalista preparatore del Principe Conti; ivi conobbe il grande ornitologo Carlo Bonaparte principe di Canino, di cui divenne amicissimo. Per vicende politiche dopo il 1849 dovè esu- lare e si recò a Smirne, ove trovò in Guido Gonzenbach, console svizzero, un impareggiabile amico. Quivi l’Antinori si dette a raccogliere uccelli, nidi ed uova per musei ed a farne com- mercio, aiutato dalle estese relazioni del Gonzenbach. In questo tempo egli scrisse alcuni lavori, che tradotti in te- desco dal Baldamus e dai Bolle apparvero nella Naumannia e nel Journal fur Ornithologie. In questi lavori |’ Antinori de- scrisse un Cypselus galilejensis ed un Picus cruentatus e trattò del passaggio e della nidificazione dell’Acridotheres roseus presso Smirne e del passaggio straordinario delle beccaccie e degli stor- nelli nel Gennaio del 1858 presso la stessa città. Le condizioni finanziarie dell’ Antinori erano molto ristrette. Nel 1858 egli ricevette la sua piccola quota dell’ eredità paterna e ne profittò per recarsi in Egitto sul delta del Nilo, ove con- tinuò a fare collezioni ornitologiche. Da qui nel 1859 parti pel Sudan, e nel Luglio era a Chartum. Egli esplorò prima le regioni bagnate dal Fiume Azzurro e quindi quelle percorse dal Fiume Bianco, facendo una ricca collezione di uccelli che si propose di portare in Italia. Nel Dicembre del 1861, dopo il viaggio del Sudan, trovò nelle vicinanze di Alessandria un Ploceino, che egli descrisse come nuovo col nome di Estrelda melanorhyncha, ma non pare che ne conservasse alcun esemplare, per cui non se ne conosce neppure uno, e la specie non è stata ancora identificata. Giunto in Italia vendette al governo la collezione ornitologica fatta in Atrica, la quale fu improvvidamente distribuita ai Musei Italiani, senza che ne restasse una serie tipica completa in un solo, cioè in quello di Torino, cui era stata destinata. Nel 1864 l’Antinori pubblicò il Catalogo della sua collezione, descrivendo parecchie specie come nuove, cioè il Cypselus du- bius, la Nectarinia Gonzenbachi, la Drymoica troglodytes, V Ere- momela canescens, l'’Elminia Teresita, il Lanius pallidus, il Textor castaneoauratus, |’ Habropyga rara e la Streptopeliu barbarù. UCCELLI DELLO SCIOA 29 Questo Catalogo fu tradotto in tedesco dall’ Hartmann nel Journal fur Ornithologie, accompagnato da alcune note dell’An- tinori, che vi descrisse la Nectarinia acik; esso fu argomento d’ una mia Rivisia eritica che pubblicai nel 1870. Prima ancora della pubblicazione del suo Catalogo, nel 1863, Antinori si recò in Sardegna, ed io, che gli ful compagno, presi l’ occasione per pubblicare un Catalogo degli uccelli di quell’ isola. Nel 1866 l’Antinori andò im Tunisia, ove fece anche una pic- cola collezione di uccelli, che in parte cedette al Museo di Torino. Nel 1870, visitò in compagnia del Dottore Odoardo Beccari e del Professore A. Issel la baia di Assab e quindi il paese dei Bogos ed altre regioni confinanti coll’Abissinia, facendo ricche collezioni di animali. Quella degli uccelli fu.illustrata da parziali lavori e da un Catalogo, cui attendemmo insieme, e che fu pubblicato negli Annali del Museo Civico di Genova, Vol. IV, pp. 366-520. Questo lavoro fu accompagnato da tre tavole, nelle quali erano rappresentate il Buteo auguralis, Salvad. e due specie da noi descritte, la Saxicola leucolaema, che poi si trovò identica colla S. vittata, H. et E., e l’Hyphantornis dimidiata. Finalmente l’Antinori nel 1876 tornò nuovamente in Africa, capo della Spedizione Italiana Equatoriale, la quale, com’ è noto, dové arrestarsi nello Scioa. Tanto durante il tragitto da Zeila allo Scioa, quanto durante la lunga permanenza di sei anni in questo regno, l’Antinori raccolse gli uccelli che vengono studiati nel presente lavoro e dei quali certamente egli stesso avrebbe pubblicato un Catalogo se la sorte gli avesse concesso di tornare in Italia. Durante questo ultimo periodo egli pubblicò alcune note intorno agli uccelli raccolti, od osservati nel tragitto da Zeila ai confini dello Scioa (Mem. Soc. Geogr. Ital. I, pp. 183-185) ed intorno al Fenicottero minore (Bollett. Soc. Geogr. Ital. VI, pp. 586-591). L’ Antinori colle sue collezioni ha notevolmente accresciute le nostre cognizioni intorno alla ornitologia, e specialmente in- torno agli uccelli africani, e gli sì deve la conoscenza di pa- recchie specie che furono descritte da lui, o da altri sopra esemplari che egli aveva raccolti. 30 T. SALVADORI Le specie da lui descritte sono le 15 seguenti, delle quali le ultime due egli descrisse insieme con me. Esse sono in ordine cronologico : 1. Cypselus galilejensis, Ant., Naumannia, 1855, p. 307, con tav. (= C. affinis, Gray.). 2. Picus cruentatus, Ant., Naumannia, 1856, p. 411, con. tav. (= Picus syriacus, Hempr. et Ehr.). L’ Antinori (in litt.) aveva precedentemente dato a questa specie il nome di Picus demascenus, che si trova stampato in alcuni cataloghi. | 3. Estrelda melanorhyncha, Ant., Journ. f. Orn. 1862, p. 462. Specie non identificata. . . 4. Cypselus dubius, Antin., Catal. p. 25 (1864). Specie non identificata, non avendone l’Antinori conservata alcuna spoglia. 5. Nectarinia Gonzenbachi, Ant., Cat. p. 35 (1864) (= N. ery- throceria, Heugl.). 6. Drymoica troglodytes, Antin., Cat. p. 38 (1864). Buona specie, descritta posteriormente dall’ Heuglin col nome di Cvst- cola ferruginea. 7. Eremomela canescens, Antin., Cat. p. 38 (1864). Buona specie, anch’ essa descritta posteriormente dall’ Heuglin col nome di E. elegans. 8. Elminia Teresita, Antin., Cat. p. 50 (1864). Buona specie, a quel che pare = £. Alexinae, Heugl., descritta posteriormente. 9. Lanius pallidus, Antin., Cat. p. 56 (1864) (= L. pallidi- rostris, Cass.). 10. Textor castaneoauratus, Antin., Cat. p. 65 (1864) (= Hy- phantornis badia, Cass.). 11. Hubropyga rara, Antin., Cat. p. 72 (1860). Già descritta dall’ Henglin, ma con nome precedentemente usato per altra specie, per cui la denominazione dell’Antinori dovrà essere adoperata. 12. Streptopelia barbari, Antin., Cat. p. 89 (1864) (= Turtur capicola, Sund., fide Shelley). 13. Nectarinia acik, Antin., Journ. f. Orn. 1866, p. 205. Buona specie. Le due specie seguenti sono state descritte da Antinori e da me: UCCELLI DELLO SCIOA sl 14. Saxicola leucolaema, Antin. et Salvad., Atti R. Ac. Sc. Tor. VIII, p. 32 (1872) (= S. vittata, Ehr. Specie rimasta ignorata dal 1833 fino al 1874, quando dal Blanford e dal Dresser fu identificata colla nostra S. Zeucolaema). 15. Hyphantornis dimidiata, Antin. et Salvad., Atti R. Acc. Sc. Tor. VII, p. 360 (1873). Buona specie, ritrovata recente- mente da Emin Bey presso Agaru e Magungo. Finalmente furono scéperte da Antinori, ma sono state de- scritte da altri, le seguenti 10 specie: 1. Merula dactyloptera, Bp. Curiosa varietà accidentale, tro- vata presso Smirne, del Turdus merula, L., avente un’ unghia bene sviluppata sulle ali (1). 2. Gyps africanus, Salvad. Buona specie. 3. Buteo auguralis, Salvad. Buona specie. 4. Drymoica Antinori, Salvad. (= Cisticola lateralis, Fraser, secondo il Cap. Shelley in litt.). 5. Lanius Antinori, Salvad. (forse = al L. dorsalis, Cab., de- scritto pochi giorni prima di me). 6. Caprimulgus fraenatus, Salvad. 7.. Psalidoprocne Antinorii, Salvad. 8. Huplectes scioanus, Salvad. 9. Textor scioanus, Salvad. 10. Podiceps infuscatus, Salvad. © ELENCO DEGLI SCRITTI ORNITOLOGICI DEL MARCHESE ORAZIO ANTINORI (1855). Ueber eine wahrscheinlich neue Cypselus-Art: Cypselus Galilejensis? Antinori. Vom Marchese Orazio Antinori (Naumannia, 1855, V, pp. 307-311. mit taf. V) (Traduzione dall’ Italiano del Baldamus). (1) Il Bonaparte indicò questo uccello come proveniente dalla Siria, ma l’Antinori in una nota MS. al lavoro del Bonaparte dice: « Il Merlo del quale parla l’ autore fu trovato da me non in Siria, ma nell’Asia minore nei contorni di Smirne, e fu da me inviato al Bonaparte in Parigi col nome di Merula unguiculata. Non la ri- tengo per una buona specie, ma solo per una varietà della Merula vulgaris ». ae T. SALVADORI (1856). Ueber den Zug und das Nisten von Acridotheres roseus in der Um- gegend von Smyrna (Nauwmannia, 1856, VI, pp. 404-410) (Tradu- zione dall’ Italiano del Baldamus). (1856). Picus cruentatus, Antinori, n. sp. (Naumannia, 1856, VI, pp. 411- 414, cum tabula) (Traduzione dall’ Italiano del Baldamus). (1858). Ueber einen wunderbar starken Schnepfenzug, und ungefahre Schit- zung eines Staarenflugs, im Januar 1858 bei Smyrna beobachtet (Journal fiir Ornithologie, 1858, pp. 483-489) (Traduzione dal- I’ Italiano del D." Carlo Bolle). . (1862). Ueber eine kleine Vogelart aus der Familie der Ploceiden (Journ. f. Orn, 1862, p. 462) (Traduzione dall’ Italiano del Gonzenbach). (1864). Catalogo descrittivo di una collezione di uccelli fatta da Orazio Antinori nell'interno dell’Africa centrale Nord dal Maggio 1859 al Luglio 1861. Milano 1864, pp. I-XXX, 1-117. (1865-69). La stessa opera tradotta dall’ Italiano in Tedesco dal D." R. Hartmann (Journ. f. Orn. 1865, pp. 67-77; 1866, pp. 112-129; 191-208; 235-244; 1867, pp. 94-106; 1869, pp. 327-333). (1872). Antinori e SaLvapori — Descrizione di una nuova specie del genere Saxicola (Atti E. Ac. Sc. Tor. VIII, p. 32, 1872). (1872). Id. id. — Nota intorno al Cypselus horus (loc. cit. pp. 94-96, 1872). (1873). Id. id. — Nuova specie del genere Hyphantornis (loc. cit. pp. 360- 361, 1873). (1873). Id. id. — Viaggio dei Signori O. Antinori, O. Beccari ed A. Issel nel Mar Rosso, nel Territorio dei Bogos e regioni circostanti du- rante gli anni 1870 e 1871. Catalogo degli Uccelli, compilato da O. Antinori e T. Salvadori (Ann. Mus. Civ. Gen. IV, pp. 366- 525 con tre tavole colorite). (1878). Relazione del Marchese Antinori alla Presidenza della Società Geo- grafica ed al Comitato esecutivo per la Spedizione Italiana nel- l'Africa equatoriale (Mem. Soc. Geogr. Ital. I, pp. 175-189, 1878). In questa relazione si trovano (pp. 183-185) alcune notizie in- torno agli uccelli osservati durante il viaggio da Zeila allo Scioa. (1881). Giornale ed illustrazione dei nuovi laghi fra gli Adda-Galla (Bollett. Soc. Geogr. Ital. 1881, pp. 575-597). In questo scritto (pp. 586-591) l’ Antinori descrive a lungo i costumi del Phoenicopterus minor. UCCELLI DELLO SCIOA da - ACCIPITRES. Fam. Vulturidae Sp. 1. Otogyps auricularis (Daup.). Vultur auricularis, Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 8 (1869). Otogyps auricularis, Sharpe, Cat. B. I, p. 13. a. (600) 9. Fin-Finni (Galla) 30 Giugno 1878 «Iride color terra d’ ombra ; becco corneo scuro; piedi celestognoli » (A.). Individuo adulto « ucciso sopra un colle prossimo alle acque calde di Fin-Finni » (A.). Sp. 2. Lophogyps occipitalis (Burcs.). Vultur arrianus, Harris (nec Daud.), Highl. Aeth. p. 416 (1844) (Scioa). Vultur occipitalis, Heugl., op. cit. p. 12. Lophogyps occipitalis, Sharpe, op. cit. p. 15 (Scioa Harris). Cinque esemplari. a. (543) 7. Rugghié (Galla) 9 Giugno 1878 « Iride scura-cenerognola; piedi rosso-incarnato » (A.). Esemplare adulto in abito perfetto colle remiganti secondarie in gran parte bianche. b. (489) 7. Torrente Duleccia 20 Maggio 1878 « Iride cenerina scura; becco rosso » (A.). Esemplare in abito imperfetto, differente dal precedente per avere le remiganti secondarie non bianche, ma grigie scure. Si noti che esso non ha altro segno d’immaturità. è c. (904) 7. Daimbi (Adda Galla) 23 Maggio 1879 « Iride color terra d’ ombra; becco roseo vivo; piedi rosso-incarnati » (A.). d. (947) Q. Daimbi 23 Maggio 1879 « Iride color terra d’ombra; becco rosaceo; piedi rosso-incarnati » (A.). Gli ultimi due esemplari sono adulti e simili al primo. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Ser. 2.4 Vol. I. (23 Giugno 1884). 3 34 T. SALVADORI e. (—) g'. Let-Marefià Ottobre 1881 « Iride cenerinoscuro; becco roseo vivace; piedi rosei » (A.). Esemplare in abito imperfetto simile all’ altro d. « Non raro in molte parti del territorio dei Galla. Lo si vede arrivare con altre specie quando vi è bestiame morto » (A.). Sp. 3. Gy ps fulvus (Gm.)? Vultur fulvus occidentalis, Heugl., op. cit. I, p. 8; II, p. 1. Gyps fulvus, Sharpe, Cat. B. I, p. 5. — Gurney, lbis, 1875, p. 88. — Antin., Mem. Soc. Geogr. I, p. 184 (Scioa) (1878). Gyps hispaniolensis, Sharpe, op. cit. p. 6. — Gurney, Ibis, 1875, p. 87. Somallé, Amarico (Antinori). Due esemplari. a. (449) 7. Monti di Mahal-Uonz 22 Gennaio 1878 (A.). b. (792) 9. Let-Marefià 4 Febbraio 1879 (A.). Esemplari in abito imperfetto simili tra loro pel colorito; il secondo sembra più adulto del primo avendo il collare quasi bianco e con poche piume lunghe e strette, residuo dell’ abito giovanile. Le piume delle parti superiori sono bruno-nerastre con larghi margini fulvicci; le parti inferiori sono di color ful- viccio quasi uniforme. Ambedue gli esemplari annoverati presentano le piume del groppone col mezzo di color chiaro, e perciò certamente non appartengono al G. Appelli, ma non sono egualmente -certo a quale specie essi debbano essere riferiti. Escludo che possano appartenere al G. Xolbi dell’ Africa meridionale, non avendo il colore chiaro bianchiccio, quale si osserva nella tavola I del Catalogue of Eirds dello Sharpe. Non resta quindi che riferirli al G. fulvus, che lo Sharpe divide in due: G. fulvus propria- mente detto dell’ Europa orientale fino alla Sardegna e G. hispa- niolensis della Spagna e dell’ Africa settentrionale. Il Gurney invece non ammette il secondo come distinto. Aggiungo che, se- condo lo Sharpe, i Grifoni dell’ Africa orientale-settentrionale , come appunto i due sopramenzionati, sarebbero ancora da iden- tificare. Confrontati quei due con uno adulto di Sardegna ne UCCELLI DELLO SCIOA 35 differiscono pel colorito meno uniforme, avendo ambedue le piume del dorso nericcie, coi margini delle piume fulvicci-terrei, le piume del margine carpale più scure; il becco in ambedue è scuro. « Accidentale » (A.). Sp. 4. Neophron monachus (TEm.). Neophron niger, Harris, op. cit. p. 416 (Scioa). INeophron monachus, Sharpe, op. cit. p. 19 (Scioa, Harris). — Gurn., Ibis, 1875, p. 91. INeophron pileatus, Heugl., op. cit. p. 15. — Antin., Mem. Soc. Geogr. I, p. 184 (Scioa) (1878). Due esemplari adulti in abito perfetto. a. (793) 7. Let-Marefià 5 Febbraio 1879 (A.). b. (650) 7. Let-Marefià 23 Settembre 1878 (A.). Ho seguito lo Sharpe nel considerare gli esemplari della parte Nord-Est dell’ Africa come specificamente diversi da quelli del- l'Africa meridionale, N. pileatus (Burch.). Fam. Gypaetidae. Sp. 5. Gypaetus ossifragus (SAVIGNY). Gypaetos barbatus, Harr. (nec Linn.), l. c. p. 415 (Scioa). Gypaetus ossifragus, Sharpe, Cat. B. I, p. 230 (Scioa, Harris). Gypaetos barbatus meridionalis, Heugl., op. cit. p. 17. Diciannove esemplari. a. (97) 9. Scioa 19 Novembre 1876 « Iride rosso-sanguigna; becco color corno chiaro; piedi carnicino chiaro » (A.). 6. (103) y. Liece (Scioa) 25 Novembre 1876 « Iride contornata di rosso » (A.)., c. (104) 7. Licce 3 Dicembre 1876 « Piedi grigio chiaro » (A.). d. (106) 7. Ghebi 22 Dicembre 1876 (4.). e. (434) 7. Mahal-Uonz 19 Dicembre 1878 (A.). f. (463) g. Let-Marefià (Scioa) 9 Marzo 1878 (A.). g. (497) 2. Let-Marefià 28 Aprile 1878 « Iride rosso-coccinea; piedi cenerognoli » (A.). h. (147) ¢. Let-Marefià 27 Dicembre 1878 (A.). 36 T. SALVADORI t. (795) 7. Let-Marefià 10 Febbraio 1379 (A.). i bis (1211) 4. Let-Marefià 19 Gennaio 1880 « Iride giallo-rossa; becco rossastro corneo chiaro » (A.). ter (1212) 7. Let-Marefià 20 Gennaio 1880 « Iride gialla circondata di rosso; becco rossastro corneo chiaro, piedi grigiastri » (A.).. Tutti questi esemplari sono adulti in abito perfetto, colle parti inferiori di color rossigno-ocraceo vivo e colle gote bianche, j. (738) 9. Let-Marefià 29 Novembre 1878 (A.). Esemplare in abito quasi perfetto, ma con alcune macchie ne- rastre sulle parti inferiori. k. (739) — Let-Marefià 5 Dicembre 1878 « Iride rossa; becco corneo- rosaceo; piedi celestognoli » (A.). Esemplare in muta, simile agli adulti, ma con molte piume rossigne sul dorso, molte copritrici delle ali grigio-brune, e colle piume rossigno-ocracee delle parti inferiori alquanto luride o bruniccie. I. (443) 9. Let-Marefià 6 Gennaio 1878 (A.). m. (800) ®. Let-Marefià 17 Febbraio 1879 (A.). n. (423) 9. Let-Marefià 2 Dicembre 1877 « Iride rossa; becco scuro; piedi verdastri » (A.). o. (797) 9. Let-Marefià 12 Febbraio 1879 (A.). Gli ultimi quattro esemplari sono giovani e differiscono dagli adulti pel dorso bruno-grigiastro variegato di nero, per le parti inferiori grigie cogli apici delle piume giallognoli nei primi due, rossigno-ocracel negli ultimi due, per la testa nericcia e pel collo nero con macchie longitudinali rossigno-ocracee sulla parte anteriore del medesimo. p. (62) — Ghebi di Liece 2 Novembre 1876 « Occhi contornati di rosso; becco nerastro » (A.). gq. (105) 7. Licce 19 Dicembre 1876 « Becco brunastro; piedi grigi » (A.). Gli ultimi due esemplari sono giovani, ma in uno stadio più avanzato dei precedenti; essi hanno già sul dorso alcune piume nere collo stelo bianco come gli adulti, le parti inferiori sono nel primo bruno-rossigne, e nel secondo rossigno-brune; in am- UCCELLI DELLO SCIOA SI bedue la testa va facendosi più chiara, ma il collo è intera- mente nero e manca .delle macchie longitudinali rossigno-ocracee sulla parte anteriore. Questa specie si distingue dall’ affine G. barbatus per avere la parte inferiore del tarso nuda, ed allo stato adulto per le gote bianche, non variegate di nero. Dice |’ Antinori: « Questa specie è comunissima in tutte le stagioni e nel suo stomaco non trovai mai altro che ossa. In quello dell’ individuo p (62) vi era la testa con una parte del femore di una capra. In Licce e nel suo altipiano se ne veg- gono molti aggirarsi sopra la città e nei contorni, nelle ore tarde del mattino e nel giorno fino alle 2 o 3 pom. A sera si ritirano sulle alte roccie dei monti. Nelle ore calde s’ innalzano a grandi altezze, da dove dopo lenti giri si recano al posto donde sono partiti al mattino, e che talora si trova molto lontano. A Licce ed in Ankober è tanto comune, e passa tanto vicino alla gente, da poterne uccidere 4 o 5 al giorno. « L'individuo d (106), in apparenza ferito leggermente, visse otto giorni in schiavitù. Nei primi mgozzava con avidità, senza darsi pena di strapparla col becco, carne di montone mescolata con ossa. Negli ultimi due giorni rifiutò il cibo e poi mori. Apertolo, trovai il cuore cancrenato, per causa ci un pallino penetrato nella regione cardiaca. Era docilissimo. L’ esemplare 103 fu ucciso sulla piazza del mercato di Licce ». Fam. Falconidae. Sp. 6. Aquila verreauxii, Lrss. Aquila vulturina, Rupp., Syst. Ueb. p. 8 (Scioa) (1845). — Heugl., op. cit. p. 49. Aquila verreauxii, Sharpe, Cat. B. I, p. 234. — Gurn., Ibis, 1877, p. 210. Jelos È Abitanti dello Scioa (Antinori). Gossié a. (1229) 7. Ascalena 5 Febbraio 1880 « Iride castagno; becco nero; cera gialla; piedi gialli » (A.). Esemplare bellissimo, ma in abito imperfetto, avendo molte piume brune frammiste alle nere; groppone e sopraccoda bian- 38 T. SALVADORI chi; alcune piume parzialmente bianche fra quelle nere della regione interscapolare. Questa specie finora era stata ioral nell’ Africa meridionale e nell’ Abissinia, ma non nelle regioni interposte. Dice |’ Antinori: « Nello stomaco aveva avanzi di carni pu- tride. Non è rara nella Montagna di Gorobela, ma è difficile che si lasci avvicinare a tiro di schioppo. Si nutre di galline, francolini, agnelli, iraci ed altri piccoli quadrupedi. Affamata si getta pure sopra i cadaveri ». Sp. 7. Aquila albicans, RirP. Aquila albicans, Riipp., N. Wirbelth. p. 34, t. 13 (1835). — Gurn., Ibis, 1877, p- 230. Aquila naevia, Harris (nec Gurn.), op. cit. p. 415 (Scioa). Aquila rapax (ex parte), Heugl., op. cit. p. 45. — Sharpe, Cat. B. I, p. 242 (1874) (Scioa, Harris). Ventuno esemplari. Individui adulti in abito perfetto. a. (487) 9. Let-Marefià 11 Aprile 1878 « Iride castagno; becco scuro corneo; piedi giallastri » (A.). b. (794) 9. Let-Marefià 9 Febbraio 1879 (A.). c. (723) £. Let-Marefià 17 Settembre 1878 « Iride castagno; becco scuro corneo; piedi giallastri » (A.). Questi tre esemplari, adulti e molto somiglianti fra loro, sono di color grigio-terreo, quasi uniforme su tutte le piume del corpo; il terzo ha le piume un po’ più chiare, ma esse sembrano al- quanto consumate. Tutti tre hanno le remiganti primarie quasi nere, le secondarie e le grandi cuopritrici delle ali bruno-ne- riccie con |’ estremità bianchiccia; le cuopritrici medie delle ali un po più scure alla base e più chiare all’ apice, le ultime piume del sopraccoda bianchiccie. La coda è unicolore negli esemplari a, c, con fascie nerastre sopra un fondo grigio scuro nell’ esemplare b. Esemplari in abito quasi perfetto. d. (424) 7. Denz 3 Dicembre 1877 « Iride castagno ; becco scuro corneo; piedi giallo-verdognoli » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 39 e. (447%) — Let-Marefià 18 Gennaio 1878 «Iride castagno; becco scuro corneo; piedi giallastri » (A.). Simili ai precedenti esemplari e specialmente ai due primi, ma con alcune piume del petto nericcie sui lati, indizio d’ im- maturità. L’ esemplare d ha la coda unicolore, mentre 1 esemplare e ha la coda con fascie come |’ esemplare 0. f. (4477) 2. Let-Marefià 13 Febbraio 1878 « Iride castagno chiaro » (A.), Simile ai due precedenti, ma con un maggior numero di piume nericcie sui lati del petto; inoltre esso ha le piume della testa (a quanto pare più recenti) molto più scure di quelle del dorso. g. 496) 7. Let-Marefià 26 Aprile 1878 (A.). Esemplare in abito quasi perfetto, ma con molte piume grigio- bianchiccie logore in mezzo alle altre bruno-terree delle parti interiori; la stessa cosa si osserva sulle cuopritrici delle ali. Esemplari în abito di transizione. h. (930) 2. Let-Marefià 29 Maggio 1878 « Iride scuro nocciola; becco nero corneo; piedi gialli » (A.). î. (495) 9. Let-Marefià 26 Aprile 1878 « Iride color nocciola; becco scuro corneo; piedi gialli » (A.). i bis (923) 9. Let-Marefià 3 Settembre 1879 « Iride color terra d’ ombra; Deco scuro corneo; piedi gialli » (A.). j. (421) 7. Mahal-Uonz 30 Novembre 1877 « Iride nocciola; becco corneo si piedi gialli » (A.). j Pis (798) 9. Let-Marefià 16 Febbraio 1879 « Iride castagno scuro; becco nero corneo ; piedi gialli » (A.). k. (651) y. Let-Marefià 26 Settembre 1878 « Iride castagna ; becco scuro corneo; piedi gialli » (A.). I. (418) 2. Mahal-Uonz 22 Novembre 1877 (A.). m. (235) 9. Denz 18 Maggio 1877 « Iride scura; becco scuro corneo; Da gialli » (A.). n. (415) 7. Mahal-Uonz 15 Novembre 1877 « Iride castagno; becco scuro corneo; piedi gialli ». Tutti questi esemplari sono in abito di transizione e somi- glianti fra loro; essi differiscono dagli adulti per essere di colore ¥ 40 T. SALVADORI molto più scuro, nericcio-bruno, e con macchie di color grigio- terreo longitudinali, tanto sulle parti superiori, quanto sulle in- feriori. L’ addomé, le tibie ed il sottocoda sono di color grigio- terreo rossigno senza macchie, o quasi. Il primo esemplare / ha colorito più cupo e più uniforme ed un numero minore di macchie; queste macchie, in forma di goccie allungate, sono regolarmente disposte su tutta la parte anteriore del collo e sul petto nell’ esemplare /, nel quale esse vanno facendosi più larghe, andando dal collo verso |’ addome, ove sono quasi confluenti; le timoniere negli esemplari 4, 7, 7°, . j. k, sono di color grigio scuro con fascie trasversali nericcie piuttosto irregolari, mentre neil’esemplare j”* sono di color grigio senza fascie; negli esemplari /, m, n (apparentemente un poco più adulti) la coda è di color bruno-nericcio senza fascie. Esemplari giovani in muta. o. (798%) 7. Let-Marefià 16 Febbraio 1879 (4.). p. (733) 9. Let-Marefià 8 Novembre 1878 « Iride scuro-castagno ; becco nero; piedi gialli » (A.). q- (728) Q. Let-Marefià 25 Ottobre 1878 « Iride castagno chiaro; becco nero; piedi gialli » (A.). 3 r. (441) 9. Denz (sopra a Let-Marefià) 2 Gennaio 1878 (A.). s. (721) 9. Let-Marefià 16 Settembre 1878 « Iride castagno; becco nero corneo; piedi gialli » (A.). Gli esemplari dell’ ultima serie si distinguono da tutti gli altri pel colore grigio-bianchiccio-isabellino delle piume del loro corpo. I tarsi negli esemplari o ed s sono ancora rivestiti di piumino; inoltre nell’ esemplare g spuntano sul dorso e sul petto nuove piume bruno-nericcie sui margini, più chiare nel mezzo, come quelle che si trovano negli esemplari in abito di transizione h-n, per cui io sono di opinione che gli esemplari grigio-bianchicci isabellini siano in abito giovanile. In essi le piume delle parti inferiori presentano nel loro mezzo macchie trasversali nericcie in forma di ferro di lancia, più o meno regolari. Se io male non mi appongo i giovani sarebbero di color grigio-bianchiccio isabellino; gli esemplari in abito di transi- zione sarebbero di color nericcio-bruno con macchie longitu- UCCELLI DELLO SCIOA 41 dinali di color grigio-terreo, tanto sulle parti inferiori, quanto sulle superiori; finalmente gli adulti sono di color grigio-terreo quasi uniforme. Io non ho alcun dubbio che gli esemplari dell’ Abissinia e delle regioni vicine, ai quali è stato dato il nome di Aquila al- bicans, costituiscano una specie distinta dall’ Aquila rapax del- l’ Africa meridionale. Fra i diciannove esemplari sopra descritti non ve ne ha alcuno che presenti il colore rossigno che viene attribuito agl’ individui adulti dell’ Aquila rapax, quale è stata figurata dal Temminck nella Planche Coloriée 455 e quale appare nella figura superiore della Tavola V dell’ Ibis pel 1865. Gli adulti dell'A. albicans si avvicinano invece pel loro colore grigio-terreo quasi uniforme alla figura inferiore dell’ A. rapax, che si trova nella stessa ta- vola V. « Nidifica nel mese di Maggio; il nido è collocato sulla cima di alberi altissimi; uno ne vidi sopra un Juniperus abyssinica sul Monte di S. Maria (Mahal-Uonz) » (A.). Sp. 8. Nisaetus bellicosus (Daup.). Spizaetus bellicosus, Heugl., op. cit. p. 59. — Sharpe, Cat. B. I, p. 265. Nisaetus bellicosus, Gurn., Ibis, 1877, p. 419, 421. Afro-aighaba, Amarico di Scioa (Antinori). Sette esemplari. a. (797) 7. Let-Marefia 26 Novembre 1878 « Iride castagno-chiaro; becco nero corneo » (A.). Esemplare non al tutto adulto con poche macchie nere sulle parti inferiori, ma colla gola nera; esso ha i margini delle cuo- pritrici delle ali bianchicci. b. (—) 9? Let-Marefià 26 Settembre 1882 (Nakarz). Esemplare vecchissimo, notevolmente più grande del primo, colla parte anteriore del collo nera fino alla regione del gozzo, con numerose e grandi macchie nere a goccia sulle parti infe- riori, molto fitte sulle tibie. 42 T. SALVADORI c. (1845) 9. Let-Marefià 17 Agosto 1881 « Iride gialla; becco scuro corneo; piedi carnicino-grigi » (A.). Simile al precedente, ma col mento bianchiccio. d. (153) 9. Let-Marefià 28 Dicembre 1878 « Iride gialla; becco e piedi verdastri (A.). Simile ai due precedenti, ma colle macchie nere delle parti inferiori più numerose, più piccole e di forma trasversale; il mento è nero come nella prima femmina. e. (—) 9. Let-Marefià Luglio 1881 « Iride giallo-cupo; becco nero; piedi giallo verdastri » (A.). Simile al precedente, ma col mento bianco e colle macchie delle parti inferiori ancora più piccole e meno numerose. f. (1236) Q. Sciotalit 19 Febbraio 1880 « Iride giallo chiaro; becco corneo-celestognolo; piedi giallo-verdastri » (A.). Esemplare giovane, differente dai precedenti per avere la gola bianca, limitata inferiormente, sulla regione del gozzo, da una fascia nericcia, e per avere pochissime macchie nere sulle parti inferiori, tranne le tibie e il sottocoda, ove sono abbastanza numerose ; la testa è più biancheggiante. g- (736) 9. Let-Marefià 24 Novembre 1878 « Iride castagno chiaro; becco nero corneo; piedi verdastri-cenerini » (A.). Esemplare più giovane del precedente, dal quale differisce per avere la fascia scura sulla regione del gozzo interrotta nel mezzo, per mancare affatto di macchie nere sulle parti inferiori, e per la testa più biancheggiante. Dall’ esame degli esemplari annoverati appare evidente come in questa specie i giovani manchino affatto di macchie nere sulle parti inferiori, le quali macchie col progredire dell’ eta si fanno numerose e grandi, inoltre la gola nei giovani è bianca; poi essa viene separata dal petto da una fascia scura sulla regione del gozzo, dapprima interrotta, poi completa, e finalmente negli adulti in abito perfetto tutta la gola fino alla regione del gozzo diventa nera. Inoltre la testa che nei giovani è biancheggiante, diventa scura coll’ età. UCCELLI DELLO SCIOA | 43 Lo Sharpe indica soltanto |’ Africa meridionale come la re- gione abitata da questa specie. Il Gurney, facendo notare questa cosa, non sembra sicuro che essa si trovi al Nord dell’ Equatore, giacchè sebbene essa sia stata annoverata dall’ Heuglin (Orn. Nordost-Afr. p. 59) fra gli uccelli dell’Abissinia e del Nilo Bianco, tuttavia (Ibis, 1877, p. 422 nota) mostra il dubbio che gli esem- plari riferiti a questa specie dall’ Heuglin appartenessero invece allo Spizaetus coronatus. Ma tanto allo Sharpe quanto al Gurney è sfuggita l'indicazione che questa specie era già stata trovata nel paese dei Bogos durante il viaggio Antinori, Beccari ed Issel (Ann. Mus. Civ. Gen. IV, p. 391, 1873). L’ Antinori così parla di questa specie: « In due anni di sog- giorno in Scioa non mi era avvenuto di vedere questo rapace, allorchè il mattino del 24 Novembre 1878 le grida di alcuni fanciulli addetti alla mia zeriba mi avvertirono della sua pre- senza. Il grosso rapace dopo aver divorato un pollo ad uno degli schiavi del Re, mio vicino, andò a posarsi sopra un ramo secco del sicomoro che domina la mia capanna. Nakari, fanciullo Galla di 10 anni d’ eta, corse al suo piccolo schioppo , caricato a piombo minutissimo, e gli aggiustò un colpo alla testa con tanta esattezza, che l’ animale stordito cadde a terra da un’ al- tezza di trenta piedi e più. Immediatamente tutti i presenti, grandi e piccoli, mandando grida di gioia si precipitarono sopra il ferito, e presolo per la punta delle remiganti me lo recarono. Stentai ad ucciderlo , perchè si difendeva energicamente a colpi di becco e di artigli, terribili se arrivano ad uncinare. Esso aveva 2 metri di apertura d’ ali. » Due giorni dopo un secondo individuo, che si era posato sul posto stesso del precedente, fu ucciso mentre cercava involarsi. Un terzo qualche minuto appresso venne a posarsi sulla cima del sicomoro, e sarebbe rimasto ucciso se la fretta non avesse tradito il mio dragomanno. Il suo corpo stava quasi orizzontale e molto elevato sulle potenti gambe che erano in posizione per- pendicolare, il collo era allungato, il ciuffo eretto ed il capo in atto di spiare. Esso parti librandosi a volo tranquillo , apparen- temente lento, e quasi senza batter ali. Dopo vari giri fatti sopra 44 T. SALVADORI il bacino vulcanico di Let-Marefià, si elevò in regioni altissime e disparve. » Un altro individuo (1345) fu ucciso sullo stesso sicomoro presso all’ annottare il 17 Agosto 1880. La sua presenza fu av- vertita da un grido acuto che mandava, forse spinto dalla fame. » Gli Abissini dello Scioa chiamano questo rapace Afrò-ai- ghaba. Afro che. non ha paura, Aighabam che non rientra, cioè che non rientra senza preda, mentre per predare vi vuol co- raggio, Essi lo temono stanteché non si perita di ‘assalire gli agnelli ed i capretti sotto gli occhi dei pastori, e quando si dà a frequentare un pollaio, in breve lo distrugge. Esso si nutre anche di lepri, d’iraci, di galline, di francolini, ecc. Abita a preferenza le regioni montuose; due volte I’ ho osservato sugli altipiani degli Abicciù Galla, nonchè sul Monte Herrer nel mese di Novembre, venendo dagli Adda Galla » (A.). Sp. 9. Nisaetus spilogaster (Bp.). Aquila Bonelli, Ant. Mec Temm.), Cat. p. 9, n. 143. Spizaetus spilogaster, Heugl., op. cit. p. 57. Nisaetus spilogaster, Sharpe, Cat. B. I, p. 232. — Gurn., Ibis, p. 419 e seg. Quattro esemplari adulti. a. (663) 7. Let-Marefià 18 Ottobre 1878 « Iride color terra d’ ombra; becco verdastro corneo ; piedi verdastri » (A.). b. (807) y. Let-Marefià 25 Febbraio 1879 « Iride castagno; becco scuro plumbeo; piedi gialli » (A.). c. (1311) 7. Ascalena (Scioa) 10 Giugno 1880 « Iride color terra d’ombra scuro; becco scuro corneo; piedi giallastri » (A.). d. (451) ®. Let-Marefià 1 Febbraio 1878 « Iride nocciola; becco corneo; piedi gialli » (A.). L’ ultimo esemplare somiglia ai primi tre pel colorito, ma ha le macchie nere delle parti inferiori più numerose e più grandi; esso è indicato come maschio, ma io credo invece che sia una femmina avendo dimensioni notevolmente maggiori del primo. Il secondo esemplare ha qualche traccia di color rossigno sulle piume delle coscie, residuo dell’ abito giovanile. « Non raro a Denz; Jaubert uccise 7 e 9 adulti » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 45 Sp. 10. Haliaetus vocifer (Davp.). Hialiaetos vocifer, Heugl., op. cit. p. 53. — Sharpe, Cat. B. I, p. 311. — Gurn., Ibis, 1878, p. 453. Sette esemplari. a. (832) 7. Lago Cialalakà 7 Aprile 1879 « Iride giallo citrina; becco plumbeo; piedi gialli » (A.). b. (1008) 7. Lago Cialalakà 3 Novembre 1879 « Iride castagno; piedi giallo aranci » (A.). Questi due esemplari sono in abito perfetto, colla coda candida. ce. (1247) 9. Torrente Duleccia 4 Marzo 1880 « Iride giallo, paglia; becco plumbeo ; cera gialla; piedi giallastri » (A.). Simile ai precedenti, ma col colore castagno delle parti infe- riori tinto di nero, segno di abito imperfetto. d. (1244) 7. Ambo-Karra 3 Marzo 1880 « Iride giallo paglierino; becco plumbeo; piedi giallastri » (A.). Simile ai primi due, ma la timoniera esterna sinistra ha il vessillo esterno e parte dell'interno di color nerastro, ultimo re- siduo dell’ abito giovanile. e. (—) g. Contorni del Lago Cialalaki Gennaio 1882 « Iride giallo paglia; becco celestognolo; piedi gialli » (A.). Esemplare in abito imperfetto con macchie bruno nere sul gozzo e sulla regione interscapolare, col pileo tinto di bruno- castagno, col color castagno delle parti inferiori tinto di ne- riccio, colle ali bruno-nere, con talune timoniere parzialmente bruno-nericcie. f. () 2. Lago Cialalakà Gennaio 1882. Simile al precedente; ma col pileo bianco, col gozzo senza macchie; coll’ addome più decisamente nericcio, colla coda più variegata di nericcio. g. (903) 7. Lago Cialalakà 25 Aprile 1879 « Iride color terra d’ombra; becco nero superiormente, piedi giallo-verde chiaro; cera, spazio nudo avanti l’occhio e mandibola inferiore di color bruno-scuro. Lo stomaco era ripieno di piume d’ anitra » (A.). 46 T. SALVADORI Esemplare giovane di color bruno-nericcio coi margini delle piume rossigni; cervice e petto bianchicci; molte piume del petto sono nere lungo il mezzo e bianche sui margini laterali; coda bianchiccia, tinta di nericcio e con una fascia nera apicale. L’ ultimo esemplare, sebbene giovane, è molto più grande, per cui dubito che sia una femmina anzichè un maschio, come è indicato. « Di quando in quando se ne vede qualche coppia sulle rive del Lago Cialalakà, ove piuttosto che ai pesci, che non vidi mai, deve dar la caccia alle anitre. Non è infrequente lungo il Duleccia » (A.). Sp. 11. Helotarsus ecaudatus (Daup.). HIelotarsus ecaudatus, Heugl., op. cit. p. 80, tab. II. — Sharpe, Cat. B. I, p- 300. — Gurn., Ibis, 1878, p. 353. Gibrir, Amarico di Scioa ; Rissa, Adda Galla; Pabalo, Guraghè (Antinori). Quattro esemplari. a. <—) 7. Let-Marefià 9 Settembre 1881 «Iride castagno scuro; becco giallo dorato ; piedi rosso dorato » (A.). Esemplare in abito non perfetto. Lungh. dell’ ala 0%, 525. b. (—) g'. Daimbi (Adda-Galla) Gennaio 1882 « Iride arancione; becco rosso; piedi corallini (A.). Simile al precedente. Lungh. dell’ ala 0%, 550. c. (1006) 7. Feleklek 7 Ottobre 1879 « Iride scura; betco rosso arancio (alla base?); piedi rossi » (A.). Simile in tutto al precedente. d. (1271) . Sciotalit 20 Marzo 1880 « Iride rossastra-fuliginosa; becco giallo arancio alla base e nero in punta; piedi rosso-aranci » (A.). L’ ultimo esemplare differisce dai precedenti nel colore ca- stagno del dorso meno vivo. Tutti hanno le rémiganti secon- darie nere. Il primo esemplare non è in abito perfetto, giacchè ha al- cune delle piccole cuopritrici nericcie, e tali sono pure le medie, UCCELLI DELLO SCIOA 47 per cui si passa gradatamente dalle minori grigie alle medie ne- riccie ed alle maggiori nere. «L'aquila giocoliera è stata da me incontrata in diverse sta- gioni tanto nel paese dei Somali Isa, quanto in quello degli Adal, come pure nel Regno di Scioa e nel vasto paese dei Galla. In questo e nello Scioa è prevalsa I’ opinione opposta a quella degli Arabi, della quale tenni parola nel Catalogo del 1873, p. 19-20 » (1) (A.). Sp. 12. Helotarsus leuconotus, Wurr. Helotarsus leuconotus, Sharpe, Cat. B. I, p. 301. — Gurn., Ibis, 1878, p- 353. a. (573) g. Fin-Finni (Galla) 16 Giugno 1878 « Iride rossa; becco giallo dorato; piedi rosso-corallo » (A.). Individuo adulto col dorso di color rossigno-isabellino , e colle ‘remiganti secondarie di color nero-verdone. b. (1380) Q. Kolla di Aigaber 24 Ottobre 1880 « Iride castagno nero; becco arancio; piedi giallo rossi » (A.). Questo esemplare, probabilmente meno adulto del precedente, differisce dal medesimo per avere le cuopritrici medie delle ali di color nericcio, per cui si passa gradatamente dalle minori di color grigio alle medie grigio-nericcie ed alle maggiori al tutto nere, mentre nel precedente esemplare le piccole e le medie cuopritrici sono uniformemente grigie ed esse formano un’ area nettamente distinta dalle grandi cuopritrici nere. Io inclino ad ammettere due specie del genere Helotarsus, le quali vengono ammesse anche dal Gurney. In una precedente occasione (Ann. Mus. Civ. Gen. IV, p. 382) io faceva notare come esistano quattro varietà, o forme apparentemente adulte del genere Helotarsus - 1.2 Col dorso rosso-cannella vivace e colle remiganti secondarie nere ; () Annali del Museo Civico di Genova, Vol. IV, 1873, p. 383. 48 T. SALVADORI 2.4 Col dorso rosso-cannella vivace e colie remiganti secondarie grigie, terminate di nero; 3.2 Col dorso rossiccio chiaro e colle remiganti secondarie nere; 4.2 Col dorso rossiccio chiaro e colle remiganti secondarie grigie, terminate di nero. Le prime due forme apparterrebbero all’ H. ecaudatus, e le altre due all’ H. lewconotus ; secondo il Verreaux (Ibis, 1878, p. 354) la 2.* forma sarebbe la femmina adulta della 1.°, e quindi per analogia possiamo credere che la 4.* sia la femmina adulta della 3.° Contro questa affermazione del Verreaux sta- rebbero due esemplari raccolti dall’ Antinori (Cat. Descr. p. 3), i quali sono indicati come maschio e femmina, ed anche I’ e- semplare d soprannoverato e indicato come femmina, e tuttavia tutti tre hanno le remiganti secondarie di color nero-verdone. Invece gli esemplari raccolti nel paese dei Bogos (Ann. Mus. Civ. Gen. IV, p. 382) confermerebbero l'opinione del Verreaux, giacchè tre esemplari colle remiganti secondarie grigie termi- nate di nero sono indicati come femmine, e due esemplari colle remiganti secondarie nere sono indicati come maschi; si noti che mentre questi hanno il dorso di color rosso-cannella vivace, e quindi appartengono all’H. ecaudatus, le femmine lo hanno di color rossigno chiaro ed appartengono perciò all’H. leuconotus. Insomma è ancora da decidere se esistano veramente due specie di Helotarsus, e quale significato abbia la differenza nel colorito delle remiganti secondarie. Se mai si dovrà ammettere che il colore castagno vivo, o rossigno-bianchiccio del dorso è in rapporto coll’ eta, io inclino a credere che i più adulti siano gli esemplari col dorso castagno vivo, e non già quelli col dorso chiaro come vorrebbe lo Sharpe. Sp. 13. Circaetus pectoralis, Smrz. Circaetus thoracicus, Cuv.-Heugl., op. cit. p. 84. Circaetus cinereus part., Sharpe, Cat. B. I, p. 282. Circaetus pectoralis, Gurn., Ibis, 1878, p. 150 e seg. Due esemplari. a UCCELLI DELLO SCIOA 49 a. (892) 7. Adda Galla 20 Aprile 1879 « Iride giallo-arancio; becco corneo celestognolo; piedi corneo chiari » (A.). b. (—) g-. Daimbi Gennaio 1881 « Iride giallo pallido; becco corneo scuro » (A.). Ambedue gli esemplari annoverati sono simili fra loro. Parti superiori grigio-brune; gola bianchiccia, striata di ne- riccio; petto di color bruno-nericcio; alcune piume recenti delle ali e delle scapolari volgono più al grigio ed hanno larghe fascie trasversali nerastre; parte inferiore del petto, addome, tibie, cuopritrici inferiori delle ali e sottocoda bianco candide senza macchie; alcune piume recenti delle ali e delle scapolari volgono al grigio più delle altre, ed hanno larghe fascie tra- sversali nerastre; il secondo esemplare ha una timoniera incom- piutamente sviluppata, con larghe fascie alterne d’un bel cene- rino e nere, e coll’ apice bianco. Sp. 14. Cireaetus cinereus, VIEILL. Circaetus funereus, Rupp., Neue Wirbelth. Vòg. p. 35, tab. 14. Circaetus cinereus, Heugl., op. cit. p. 85. — Sharpe, Cat. B. I, p. 282 (par- tim). — Gurn., Ibis, 1878, p. 150 e seg. a. (—) — D’ incerta località. Esemplare in muta, tutto grigio bruno, con molte piume recenti, piu scure con riflessi porporini, specialmente sulle parti inferiori; una timoniera incompiutamente sviluppata presenta Y apice bianco e quattro /arghe fascie nere, separate da tre strette fascie grigie. Questo esemplare ed un altro conservato nel Museo di Torino (Dokka Antinori), confrontati con i due della specie precedente, oltre alle differenze nel colorito, presentano il becco notevolmente più grande, le dita più lunghe e più robuste, e le fascie grigie della coda molto più strette delle nere, pei quali caratteri io inclino a separare coll’ Heuglin ed altri, il C. cinereus dal C. pectoralis. Sp. 15. Buteo desertorum (Davp.). Buteo desertorum, Heugl., op. cit. p. 90. — Sharpe, Cat. B. I, p. 179. — Gurn., Ibis, 1876, p. 366. Tre esemplari. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (30 Giugno 1884). 4 50 T. SALVADORI a. (774) 7? Denz 15 Gennaio 1879 « Iride color terra d’ ombra; becco nero-ceruleo; piedi gialli ». Esemplare adulto in abito perfetto; parti superiori di color bruno coi margini delle piume rossigne; parti inferiori di color rossiccio-cannella, quasi uniforme; coda rossiccio-cannella con una fascia subterminale nera; timoniera esterna col vessillo esterno grigio e con fascie incompiute nerastre sul vessillo in- terno. Statura un poco minore di quella del Buteo vulgaris. b. (809) 9. Let-Marefià 28 Febbraio 1879 « Iride color terra EOI becco plumbeo scuro; piedi gialli » (A.). Questo esemplare difterisce dal precedente per essere di color bruno-terreo quasi uniforme; anche la coda è dello stesso co- lore, ma sul vessillo interno delle timoniere vi sono fascie trasversali chiare, bianchiccie, con punteggiature grigio-brune; sull’ occipite si nota una grande area nericcia più distinta che non nell’ adulto. Questo esemplare è in muta; alcune piume recenti delle parti superiori sono molto più oscure delle altre ed hanno i margini rossigni. & (725) gd (an potius 9). 23 Ottobre 1878 «Iride color nocciola scura; becco corneo scuro; piedi gialli » (A.). Individuo giovane, che per le dimensioni credo femmina, an- zichè maschio. Esso differisce dal precedente per le parti inferiori più chiare, essendo queste in parte bianchiccie, e per le supe- riori coi margini delle piume rossigne; esso somiglia talmente ad un giovane del B. vw/guris, ucciso in Piemonte e conservato nel Museo di Torino, Cat. n.° 9708, che lo avrei attribuito a questa specie, se non fosse stata la considerazione, che il B. vulgaris, secondo la maggior parte degli ornitologi, non si estende più al sud dell’ Egitto. Il Dresser descrive e figura come adulto di questa specie un esemplare che certamente non é tale, giacchè esso non ha la coda di color rossigno-cannella, e neppure le parti inferiori di questo colore. UCCELLI DELLO SCIOA 51 Sp. 16. Pterolestes augur (Ripr.). Buteo augur, Heugl., op. cit. p. 92. — Sharpe, Cat. B. I, p. 175 (Scioa Harris). — Antin., Bull. Soc. Geogr. Ital. 1878, p. 130. Pterolestes augur, Gurn., Ibis, 1876, p. 468. Trentanove esemplari. Esemplari twpice. a. Adulti. a. (41) 7? Arramba 20 Settembre 1876 « Iride scura » (A.). b. (42) 7. Arramba 22 Settembre 1876 « Iride scura; becco nerastro; piedi gialli » (A.). c. (44) 7. Arramba 27 Settembre 1876 (A.). d. (50) 7. Licce nel Ghebi (residenza reale) Ottobre 1876-(A.). Esemplare con grandi macchie nere sulla parte superiore e laterale del petto ed anche su alcune cuopritrici inferiori delle ali. e. (76) 7. Licce (Scioa) Novembre 1876 « Iride nocciola; becco nero; piedi gialli » (A.). i f. (607) ¢. Let-Marefià 25 Giugno 1878 « Iride color nocciola chiaro ; becco scuro corneo; piedi gialli » (A.). Gli esemplari finora annoverati, ad eccezione del primo, hanno la gola in gran parte nera, variegata più o meno di nero; nel 5 see SRD primo la gola è bianca, poco variegata di nero. g. (60) 2. Licce 27 Ottobre 1876 « Iride scura; becco nerastro; piedi gialli » (A.). i Esemplare adulto, in abito perfetto, colla gola tutta bianca. h. (280) 9. Ankober 16 Giugno 1877 (A.). Esemplare adulto, simile al precedente, ma con alcune mac- chie nere sul mento e nel mezzo della gola, e con due fascie nere a modo di mustacchi sui lati della gola. È î. (471) — Let-Marefià 16 Marzo 1878 « Iride color castagno; piedi giallo- verdognoli » (A.). . j- (433) ®. Ankober 19 Dicembre 1877 « Iride castagno; becco scuro corneo; piedi gialli » (A.). Gli ultimi due esemplari sono simili al precedente. 52 T. SALVADORI k. (647) Q. Let-Marefià 19 Settembre 1878 (A.). Simile alla maggioranza. dei maschi per la gola in gran parte nera. Questo esemplare ha becco mostruoso, brevissimo, forse per precedente malattia che lo aveva guasto. b. Nidiaceo. 1. (799). Pullus. Gorobela 16 Febbraio 1879 (A.). Giovane da nido colle piume incompiutamente sviluppate. Parti superiori bruno-nere; cuopritrici delle ali e piume del sopraccoda marginate distintamente di rossigno; parti inferiori bianco-rugginose con alcune macchie nericcie sulla gola e sui fianchi; piume auricolari ed un collare cervicale rossigni; sul- l’occipite una macchia nera. c. Giovani nel primo abito. m. (11) 9. Ghidgherasale 24 Giugno 1876 « Iride scura; becco corneo chiaro; piedi gialli » (A.). Parti superiori brune coi margini delle piume rossigne ; inoltre alcune piume presentano sui margini macchie bianchiccie; mac- chia occipitale nera; margini delle piume del sopraccoda comple- tamente rossigni; parti inferiori bianche, tinte di giallognolo; poche e piccole macchie irregolari nericcie sui fianchi; cuopri- trici inferiori delle ali, come le altre parti inferiori, bianco-gial- lognole senza macchie, tranne le prime fra le maggiori che sono terminate da grandi macchie grigio-nerastre confluenti; coda grigia scura, tinta di rossigno-rugginoso su ambedue i vessilli delle due timoniere mediane, e sul vessillo esterno delle late- rali, le quali presentano numerose fascie trasversali nericcie; vessillo interno delle timoniere laterali bianco verso la base. Non è senza incertezza che io riferisco questo esemplare alla specie presente, giacchè sebbene dallo stato delle piume sia evi- dente che per età è intermedio al precedente ed ai seguenti esemplari, tuttavia esso non presenta caratteri intermedii ai me- desimi. Questo esemplare, che viene qui annoverato per completare UCCELLI DELLO SCIOA 53 la serie, non è stato raccolto nello Scioa, ma nel paese dei So- mali Isa. n. (662) g° juv. Let-Marefià 15 Ottobre 1878 « Iride nocciola scuro; becco scuro corneo; piedi gialli » (A.). \ Esemplare somigliante ad alcuni individui bianchicci inferior- mente del Buteo vulgaris. Gola, parte inferiore del petto e fianchi con numerose macchie brune; tibie bianco-rugginose, timoniere con fascie rugginose verso la base. o. (661) 9 juv. Let-Marefià 15 Ottobre 1878 « Iride scuro nocciola; becco scuro corneo; piedi gialli » (A.). Simile al precedente, ma col dorso più scuro e colla coda più chiara, più grigia e meno rossigna; tibie bianco-rossigne. d. Giovani che vanno assumendo l’ abito degli adulti. p. (755) 7 juv. Let-Marefià 29 Dicembre 1878 « Iride castagno; becco nero ; piedi gialli » (A.). i g-. (40) — Esemplare senza cartellino e però d’ incerta località. qs (1066) 7. Daimbi 12 Novembre 1879 « Iride castagno; becco ce- ruleo nero; piedi giallo-verdastri » (A.). r. (722) 9. Let-Marefià 16 Settembre 1878 «Iride color nocciola ; becco scuro corneo; piedi gialli » (A.). Gola quasi tutta bianca; parti inferiori bianche con poche macchie scure sulla parte inferiore del petto e sui fianchi. s. (466) 7. Let-Marefià 12 Marzo 1878 « Iride colore castagno; piedi verdognoli » (A.). Gola con macchie confluenti bruno-nericcie. t. (614) 9. Let-Marefià 11 Agosto 1878 « Iride color fumo; becco nero corneo; piedi gialli » (A.). Gola nereggiante; parecchie piume nere sul dorso, e molte nere marginate di bianco sulla cervice. u. (652) 7 juv. Let-Marefià 28 Settembre 1878 « Iride nocciola scuro; becco scuro corneo; piedi gialli » (A.). Simile all’ esemplare », ma in muta più avanzata, avendo già alcune scapolari, come quelle degli adulti, di color cenerino con fascie trasversali nere; coda tinta alquanto di rossigno verso la base. 54 T. SALVADORI Tutti gli esemplari della serie p-w presentano la coda a fascie alterne di color grigio-terreo e nerastre. Essi variano alquanto per avere sul dorso un numero maggiore o minore di piume nere proprie dell’ abito degli adulti. v. (524) 7. Let-Marefià 28 Maggio 1878 « Becco ceruleo; piedi gialli» (A.). Parti superiori brune; gola nericcia; parti inferiori e tibie bianche, variegate di rugginoso. v bis (1340) — Sciotalit 9 Agosto 1880 « Iride castagna; becco nero corneo; piedi gialli » (A.). Simile al precedente. x. (437) J. Let-Marefià 22 Dicembre 1877 (A.). Gola nera, variegata di bianco; parti superiori brune con nu- merose piume nere; alcune scapolari di color grigio chiaro con fascie nere, come negli adulti. y. (750) 7. Let-Marefià 20 Dicembre 1878 (A.). Gola bianca con due fascie a modo di mustacchi sui lati; dorso in gran parte nero; scapolari come nell’ esemplare precedente. Esemplare notevolissimo per la cervice e per la regione inter- scapolare in gran parte bianche. Gli ultimi quattro esemplari conservano le nico laterali di color grigio terreo con fascie nere come i precedenti, ma hanno le due timoniere mediane di color rossigno cannella vivo come gli adulti in abito perfetto. Nell’ esemplare v* le due timoniere mediane rossigne sono brevissime. do z. (75) 2. Licce Novembre 1876 « Iride nocciola; becco nero; piedi gialli » (A.). Esemplare in abito quasi perfetto, coda rosso-cannella, ma con traccie di fascie scure sulla timoniera esterna di ciascun lato; la fascia nera subapicale della coda é larga e molto co- spicua; gola bianca con una linea nera nel mezzo e due fascie nere a modo di mustacchi sui lati. UCCELLI DELLO SCIOA 59 a’, (127) Q. Let-Marefià 28 Ottobre 1878 « Iride marrone; becco nero- celeste; piedi gialli » (A.). Simile al precedente, ma con traccie di fascie scure sulle due prime timoniere esterne di ciascun lato; gola affatto bianca. Antinori indica questo esemplare come femmina vecchia. La bellissima serie degl individui soprannoverati mostra in modo chiarissimo le diverse fasi per le quali passa questo uc- cello. Esso nel suo primissimo abito, quale appare nel nidiaceo /, ha le parti inferiori bianco-rugginose con macchie nericcie sulla gola e sui fianchi; di questa ultima macchia resta una traccia anche nei vecchissimi individui; le parti superiori sono bruno- nere; le piume auricolari sono rossigne; un collare rossigno cinge la cervice; sull’ occipite havvi una macchia nera; le remi- ganti hanno il vessillo interno verso la base bianco ed attra- versato da fascie nerastre. Nello stadio successivo le parti inferiori sono di un bianco- giallognolo, con macchie nericcie più o meno numerose sulla gola e sulla parte inferiore del petto, ove si dispongono in modo da formare quasi una fascia trasversale; le parti superiori sono grigio-terree; la coda dello stesso colore, con numerose fascie trasversali nericcie. In questo stadio, che è rappresentato nella figura superiore del Buteo hydrophilus, Ruppell (Neue Wirbel- thiere, Taf. 17, f. 1), sì trovano gli esemplari n, o. Poscia cominciano a verificarsi 1 primi cambiamenti per I’ a- bito adulto; essi consistono in alcune piume nere che appaiono sul dorso; in tale stato sono gli esemplari p-u. Quindi vengono mutate le timoniere e le scapolari, come si osserva nei tre esemplari v-y, e quando tutte le timoniere del primo abito sono sostituite con quelle di color rosso-cannella, anche le altre piume delle parti superiori si presentano con i caratteri propri delle piume degli adulti, e le parti inferiori sono allora di un bianco quasi puro ed hanno quasi perdute le macchie scure, tranne che sulla gola. In alcuni esemplari la gola si presenta al “tutto bianca, ma questo non è carattere distintivo degli adulti (g-a') giacchè si osserva anche nei giovani (r). 56 T. SALVADORI Esemplari melaniet. a. Adulti. b’. (366) 7. Mantek 24 agosto 1878 « Cera contorni della bocea, tarsi e piedi giallo-arancio; becco nero, mandibola celestognola alla base; osso sopraorbitale verdognolo ; iride color castagno cupo » (A.).. Esemplare adulto bellissimo, nero lucente; colle redini bian- chiccie, colla coda color rossigno-cannella vivo tranne I’ apice nero, colle piume del sopraccoda e del sottocoda anch’ esse color rossigno cannella alla base e nere all’ apice, colle remiganti se- condarie e colle scapolari attraversate da fascie alterne grigie e nere; le remiganti primarie hanno la base bianca, ma con pun- teggiature e fascie trasversali nerastre. Questo esemplare è si- milissimo alla figura 2 della Tav. 16 dell’ opera del Riippell sopramenzionata. b'bis (—) ¥. Let-Marefià Settembre 1881 « Iride scuro cenere; becco scuro celestognolo; piedi gialli » (A.). Simile al precedente. ce’. (159) 7. Let-Marefià 4 Gennaio 1878 « Iride castagno; becco nero corneo; piedi gialli » (A.). Simile al precedente, ma notevolmente più grande e di un nero meno bello. d’. (806) 9. Let-Marefià 24 Febbraio 1879 « Iride scuro-grigio; becco scuro-plumbeo ; piedi gialli » (A.). Simile al precedente. dis (1343) 7. Let-Marefià 12 Agosto 1880 « Iride marrone; becco nero corneo; piedi gialli » (A.). Simile ai due precedenti. bd. Esemplare in abito quasi perfetto. de (345) 9. Daimbi, Adda Galla, Hawasch 20 Maggio 1879 « Iride ca- stagno; becco corneo scuro; piedi gialli » (A.). Simile ai tre precedenti, ma colle due timoniere esterne del lato destro con fascie trasversali bianche piuttosto"larghe, alter- nate con fascie nericcie più strette marginate anteriormente e UCCELLI DELLO SCIOA 57 posteriormente di rossiccio cannella; sul vessillo esterno le fascie bianche sono in gran parte tinte di grigio e di cannella. c. Giovani. e'. (734) 9. Let-Marefià 11 Novembre 1878 « Iride marrone, becco nero; piedi gialli (A.). Esemplare tutto di color bruno fuliginoso quasi uniforme; base delle remiganti bianca; qualche rudimento di fascie bianche trasversali nascoste sulle scapolari; coda con fascie trasversali al- terne bruno-fuliginose e grigie più chiare; sul vessillo interno le fascie chiare sono bianche. f. (1213) ¢. Let-Marefià 22 Gennaio 1880 « Iride gialla (!); becco nero ; piedi gialli » (A.). Simile in tutto al precedente. Gli ultimi due esemplari sono certamente in abito giovanile, e corrispondono allo stadio giovanile degli esemplari tipici, di- stinto dalla coda a fascie alterne di color grigio-terreo e ne- rastro. d. Esemplari in abito di transizione. g'. (805) 7. Let-Marefià 22 Febbraio 1879 « Iride scura; becco ceruleo corneo; piedi gialli » (A.). Esemplare in muta, simile ai due precedenti, ma con molte piume nere dell’ abito perfetto. h'. (426) 7. Kolla di Mantek 10 Dicembre 1877 (A.). ©. (143) 7. Let-Marefià 23 Marzo 1877 « Iride gialla » (A.). Questi due esemplari sono simili fra loro e presso a poco allo stesso stadio; ambedue hanno le piume in gran parte bruno- nericcie, come quelle dei due esemplari precedenti, miste a molte altre di color nero puro, come quelle dei primi due esem- plari; inoltre essi hanno la coda di color grigio-terreo con fascie trasversali più chiare, come i due precedenti, ma ambedue hanno una timoniera di color rossigno cannella; finalmente ambedue hanno molte penne scapolari nere con fascie trasversali grigie chiare. Questi due esemplari sono in muta e mostrano nel modo più evidente il passaggio dall’abito color bruno-nericcio, proprio dei giovani, all’ abito nero puro, proprio degli adulti. 58 T. SALVADORI Da questa serie di esemplari melanici appare in modo indu- bitato che essi hanno le stesse fasi come quelle degli esemplari tipici, e che il melanismo comincia nei giovani e si continua negli adulti; quindi non è esatta |’ affermazione del Blanford (Geology and Zoology of Abyssinia, p. 297) che gli esemplari scuri siano giovani e non una varietà melanica; probabilmente il Blanford non ebbe occasione di osservare esemplari adulti della varietà melanica. Il Gurney (Ibis, 1876, p. 468) dice: « Giudicando dalle osservazioni del Blanford e dagli esemplari da me esaminati, io sono di opinione che il colorito nero sia una fase melanica accidentale, che si verifichi tanto nei giovani, quanto negli adulti ». Parrebbe da queste parole che il Gurney supponga che il melanismo si verifichi anche in individui adulti che avessero pre- cedentemente l'abito normale; questa cosa io non reputo esatta e credo invece che gli esemplari melanici comincino ad essere tali fino da giovani, giacchè, come abbiamo veduto, essi presentano fasi analoghe a quelle degli esemplari tipici. Ciò che ancora non sappiamo è se gli esemplari melanici costituiscano una varietà costante, o se provengano da individui normali, e diano origine ad individui normali; nel secondo caso essi sarebbero soltanto varietà individuali, nel primo costituirebbero una specie distinta. I futuri viaggiatori e naturalisti potranno risolvere la questione. Intanto ecco che cosa scrive l’Antinori: « Gli Scioani distin- guono gli esemplari melanici dalla specie bianca col nome di Ghebris, e sostengono che essi appartengono ad una specie di- versa dal Buteo augur, che non grida continuamente come questo, che non si bilancia a volo, ma si precipita con furia sui polli che sono il suo pasto ordinario ». Sp. 17. Milvus aegyptius (Gu.). ‘Milvus parasiticus, Harris, op. cit. p. 415 (Scioa). Milvus Forskali, Heugl., op. cit. p. 98. Milvus aegyptius, Sharpe, Cat. B. I, p. 320 (Scioa Harris). — Gurn., Ibis, 1870, p. 71 e seg. a. (726) ® juv. Let-Marefià 24 Ottobre 1878 «Iride color terra d’ ombra; becco scuro corneo; piedi gialli » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 59 Esemplare giovane, colla testa rossigna chiara, con macchie rossigne all’ apice delle piume del dorso e col mezzo delle piume del petto bianchiccie. | Sp. 18. Nauclerus riocouri (VIEIL.). Elanoides Riocouri, Heugl., op. cit. p. 102. Wauclerus riocouri, Sharpe, Cat. B. I, p. 318. — Gurn., Ibis, 1879, p. 330. Ruxi, Nome dei Galla (Antinori). Dieci esemplari. a. (1043) 7. Daimbi (Adda Galla) 9 Novembre 1879 « Iride rubinea ; becco corneo nerastro; piedi gialli » (A.). 6. (1045) .7. Daimbi 9 Novembre 1879 « Iride rubinea; becco nero ce- rulescente; piedi giallo-arancio » (A.). c. (1046) 7. Daimbi 9 Novembre 1879 « Iride rubinea; becco nero corneo ; piedi gialli » (A.). d. (1048) 7. Daimbi 9 Novembre 1879 (A.). e. (1050) 2. Daimbi 9 Novembre 1879 « Iride rubinea; becco nero corneo; piedi gialli » (A.). Tutti questi esemplari, adulti e simili fra loro, hanno una grande area longitudinale nera sulle cuopritrici inferiori delle ali. f. (1044) 9. Daimbi 9 Novembre 1879 « Iride rubinea; becco corneo scuro; piedi gialli » (A.). Esemplare giovane, notevolmente più piccolo dei precedenti, colla coda molto meno forcuta, cogli steli delle piume del petto scuri, coll’area nera sulle cuopritrici inferiori delle ali molto più stretta, e formata da macchie non confluenti, e col cenerino delle parti superiori meno puro e più oscuro. g- (1047) 9. Daimbi 9 Novembre 1879 « Iride giallo-arancio » (A.). Individuo in abito imperfetto con alcune piume grigio-scure sulle parti superiori e con una sola macchia nera sulle cuopri- trici inferiori dell’ ala sinistra; la destra ha le cuopritrici inferiori senza macchie. h. (1049) Y. Daimbi 9 Novembre 1879 « Iride rossa » (A.). 60 T. SALVADORI Simile al precedente, ma con due macchie nere sulle cuopri- trici inferiori dell’ ala destra, una presso il cubito e l’altra presso la regione del pollice, e‘con una sola macchia nera sulle cuo- pritrici inferiori dell’ ala sinistra presso l'angolo della mede- sima. î. (—) g. Daimbi 12 Dicembre 1881 « Iride color rubino; cera verda- stra; piedi gialli » (A.). Esemplare adulto in abito perfetto come i primi a-e. j. (—) 9. Daimbi Febbraio 1882 (A.). Esemplare giovanissimo piuttosto piccolo, senza macchie nere sulle cuopritrici inferiori delle ali, cogli steli delle piume del petto neri, e colle piume delle parti superiori in gran parte cinereo-bruniccie. Né lo Sharpe, nè il Gurney, nè altri, che io sappia, hanno fatto menzione delle differenze sopraindicate, dipendenti dall’ età; quindi ora conosciamo meglio la storia di questa specie, 1 gio- vani della quale hanno le parti superiori di un cenerino-bru- niccio, le piume del petto cogli steli neri e le cuopritrici infe- riori delle ali candide, senza macchie nere; poscia scompaiono le strie nere del petto ed invece appaiono le macchie nere sulle cuopritrici inferiori delle ali, e finalmente le parti superiori di- ventano d'un bel cenerino puro, e sulle cuopritrici inferiori delle ali, confluendo le macchie nere, si forma la grande area longitudinale nera, presso il margine carpale. « Questa specie è di passaggio nelle terre degli Adda, co- pioso da alcuni anni nel mese di Novembre, mentre in altri non si fa vedere; il passaggio nel 1879 durò un solo giorno; anche nel 1881 ne vidi un branco di una ventina soltanto il giorno 12 Dicembre. Lo stomaco degli individui uccisi era del tutto vuoto; in un solo rinvenni due piccolissimi coleotteri » (A.). Sp. 19. Elanus caeruleus (Desr.). Elanus melanopterus, Heugl., op. cit. p. 100. Elanus caeruleus, Sharpe, Cat. B. I, p. 336. — Gurn., Ibis, 1879, p. 331 e seg. Due esemplari. UCCELLI DELLO SCIOA 61 a. (959) 7. Daimbi (Adda Galla) 29 Maggio 1879 « Iride rosso-arancio ; becco nero; piedi gialli » .(A.). Esemplare adulto colle cuopritrici inferiori delle ali intera- mente bianche, e colla base delle remiganti primarie punteg- giata di bianco. Lungh. dell’ ala 0%, 260. b. (1063) 2. Daimbi 12 Novembre 1879 « Iride rosso-rubino; becco nero colla cera gialla; piedi giallo-aranci » (A.). ° Esemplare adulto, notevolmente piu grande del precedente, colle parti inferiori tinte di grigio perla, cogli apici delle più interne fra le cuopritrici inferiori e maggiori delle ali tinti di nero, e colla base delle remiganti primarie non punteggiata, ma di color nero-plumbeo uniforme. Lungh. dell’ ala 0" 285. Il Gurney afferma che nelle specie del genere Elanus non vi è notevole differenza nelle dimensioni dei due sessi, la quale cosa non è confermata dai due esemplari adulti soprannoverati. Sp. 20. Falco tanypterus, Scureze. E'alco biarmicus, Harris (nec Temm.) op. cit. p. 415 (Scioa). E'alco lanarius, Heugl., op. cit. p. 23. EHalco tanypterus, Sharpe, Cat. B., I, p. 391 (Scioa Harris). — Gurn., Ibis, 1882, p. 439. Scila, Abitanti dello Scioa (Antinori). Aderghemit, Galla (Antinori). Cinque esemplari. a. (897) 7. Daimbi 23 Aprile 1879 « Iride color terra d’ ombra scura; becco ceruleo; piedi gialli » (A.). b. (—) &. Daimbi Marzo 1882. c. (1076) 7. Daimbi 13 Novembre 1879 « Iride castagno; becco scuro plumbeo; piedi gialli » (A.). d. (88) 2. Arramba 18 Settembre 1876 « Iride scura fuliginosa; becco grigio plumbeo; piedi gialli ». e. (416) 7 ?. Montagna di Mahal-Uonz Novembre 1877 « Iride noc- ciola » (A.). I primi tre esemplari sono notevolmente più piccoli degli altri due, che credo siano femmine. Tutti sono adulti e simili fra loro pel colorito; tuttavia i primi due hanno le parti inferiori più 62 T. SALVADORI chiare, meno vinacee, e con macchie meno numerose e più pic- cole, e le parti superiori con le macchie nere meglio definite e più regolarmente disposte a fascie trasversali; gli ultimi tre esemplari hanno le parti inferiori di color rossigno chiaro vinato con macchie a goccie che nell’ ultimo sono più piccole, mentre nel terzo sono più grandi e più larghe trasversalmente. « Poco frequente; nello stomaco avanzi di uccelli » (A.). Sp. 21. Hypotriorchis cuvieri (Sms). E'alco cuvieri, Smith, S.-Afr. Q. Journ. I, p. 392 (1830). — Ibis, 1864, p. 398. — Sharpe, Ibis, 1870, p. 486. — Ussher, Ibis, 1874, p. 45. — Sharpe, Cat. B. I, p. 400 (1874). — Id., B. of South Afr. p. 59 (1875). — Gieb., Thes. Orn. II, p. 160 (1875). — Reichenow, Journ. f. Orn. 1877, p. 14. — Bouvier, Bull. Soc. Zool. France, JI, p. 445 (1877). — Bocage, Orn. Ang. p. 534 (1881). — Shelley, P. Z. S. 1881, p. 562; 1882, p. 304. Ealco boschii, Schleg., Ned. Tijdschr. Dierk. I, p. 123, pl. 5 (1861). — Id., Mus. P. B. Falcones, p. 23 (1862). Hypotriorchis subbuteo, part. Layard, B. of South Afr. p. 21 (1867). Hiypotriorchis cuvieri, Gurn., Ibis, 1868, p. 142. — G. R. Gr., Hand-List. I, p. 20, sp. 183 (1869). — Gurn., Ibis, 1882, p. 152. — Id., List of Diurn. B. of Prey, p- 102 (1884). EH'alco severus, part., Schleg., Mus. P. B. Accipitres (Revue) p. 39 (1873). ° H'alco gracilis, Brehm, in Mus. Berol. Cinque esemplari. a. (716) 9. Let-Marefià 8 Settembre 1878 « Iride scura; becco nero corneo; piedi gialli » (A.). i b. (1327) y. Let-Marefià 24 Giugno 1880 « Iride scura-nera; becco az- zurrognolo alla base, nero all’ apice; piedi giallo-vivo » (A.). e. (—) g. Let-Marefià 18 Aprile 1881 « Iride castagno; becco ceruleo; piedi gialli » (A). d. (613) 9? Let-Marefià 11 Agosto 1878 « Iride scura; becco color corneo; piedi gialli » (A.). e. (599) 7. Fin-Finni (Galla) 30 Giugno 1878 « Iride castagna; becco nero corneo; piedi gialli » (A.). Tutti cinque questi esemplari sono simili fra loro per le di- mensioni e pel colore delle parti superiori, che è di un nero lavagna, cogli steli delle piume neri; sulla cervice negli esem- plari a, d, e si nota una sorta di collare rossiccio, che appare sotto l’ aspetto di due macchie laterali, mentre negli esemplari 6, c quelle macchie sono affatto nascoste: gli ultimi due hanno UCCELLI DELLO SCIOA _63 le piume del pileo di un nero meno cupo e con traccie di margini chiari. I primi tre, forse più adulti, hanno le parti inferiori di color rosso-ocra molto più vivo degli altri due, i quali sono quasi al tutto simili fra loro; l’ultimo si distingue tuttavia dal precedente per le fascie chiare della faccia inferiore delle timo- niere più decisamente rossigne. Questa rarissima specie fu descritta primieramente dallo Smith e poscia dallo Schlegel sotto il nome di F. bosschi; gli editori dell’ « Ibis » riconobbero immediatamente come la specie dello Schlegel fosse non diversa da quella dello Smith. Il Layard la confuse coll’ H. subbuteo, e lo Schlegel più tardi col F. severus, Horsf. dell’ India e dell’ Arcipelago Malese! L’ H. cuvieri diffe- risce dal primo per le dimensioni molto minori, pel colore ros- signo delle parti inferiori molto più vivo e per le macchie nere delle parti inferiori molto più piccole e sottili. Dall’H. severus YH. cuvieri differisce pel colore nero-lavagna delle parti superiori meno cupo, per la fronte rossigna, per i mustacchi neri ben di- stinti e separati dal nero delle gote, e pel colore rossigno-ocraceo delle parti inferiori meno intenso; nell’ H. severus la fronte è nera come il resto della testa ed il nero dei lati della testa scende in basso coprendo tutte le gote e la regione malare, per modo che non vi sono mustacchi distinti dalle gote. L’ H. cuvieri è specie molto rara nelle collezioni e che finora era stata trovata nella Caffreria, nell’ Africa occidentale fino a Bissao, e nell’ Africa orientale fino a Lambo; Antinori è il primo che l'abbia trovata al Nord dell’ Equatore; tuttavia non è im- probabile che il Falco gracilis, Brehm, del Museo di Berlino, raccolto lungo il Nilo Azzurro, e menzionato dall Heuglin (Orn. Nordost.-Afr. I, p. 34), appartenga a questa Lai « Di passaggio » (A.). Sp. 22. Poliohierax semitorquatus (Smira). Falco semitorquatus, Heugl., op. cit. p. 38, tab. I. Poliohierax semitorquatus, Sharpe, Cat. B. I, p. 370 (Scioa Harris). — Gurn., Ibis, 1881, p. 275. Cinque esemplari. 64 T. SALVADORI a. (674) 7. Ambo-Karra (Scioa) 25 Agosto 1878 « Iride color castagno vivo; becco ceruleo corneo; piedi rosso-arancio » (A.). b. (—) ~. Ambo-Karra 7 Luglio 1882 « Iride color rosso-sanguigno; becco ceruleo; piedi giallo-rossi » (A.). Esemplari adulti in abito perfetto. c. (990) 7. Ambo-Karra 12 Agosto 1879 « Becco ceruleo-nero; piedi rossi » (A.). Esemplare simile al precedente, ma con traccie di color ca- stagno, residuo dell’ abito giovanile, sui lati del dorso, presso il collare bianco. d. (675) 9. Ambo-Karra 22 Agosto 1878 « lride castagno vivo; becco ceruleo-nero; piedi rossi » (A.). e. (—) 9. Ambo-Karra 6 Luglio 1882 « Piedi giallo-arancio » (A.). Gli ultimi due esemplari hanno la regione interscapolare di color castagno. Si noti che gli individui col dorso castagno, cioè le femmine, non sono più grandi degli altri indicati come maschi, anzi il primo di questi è alquanto più grande di tutti gli altri. Secondo l’Heuglin s' incontrano maschi e femmine col dorso castagno e tali individui sarebbero giovani. Secondo lo Sharpe un esemplare dello Scioa raccolto dal- I Harris differisce da quelli dell’ Africa meridionale pel colore grigio più scuro e per le fascie bianche sulla faccia inferiore delle + remiganti e delle timoniere più larghe. « I boschi di Ambo-Karra sono l’unico luogo nel quale ho trovato questo piccolo rapace; la femmina accompagna sempre il maschio » (A.). Sp. 23. Tinnuneulus alaudarius (Gm). E’alco tinnunculus, Heugl., op. cit. p. 40. Cerchneis tinnuncula (!), Sharpe, Cat. B. I, p. 425. Tinnunculus alaudarius, Gurn., Ibis, 1881, p. 456. Tre esemplari. a. (1201) 7. Let-Marefià 8 Gennaio 1880 « Iride scura; becco ceruleo nero; piedi gialli » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 65 Esemplare adulto in abito perfetto, erroneamente indicato come femmina. 6. (1202) 9 ? Let-Marefià 8 Gennaio 1880 « Iride scura; becco ceruleo nero; piedi gialli » (A.). Esemplare con la 5.4 timoniera sinistra recente, non ancora compiutamente sviluppata e colle fascie chiare di color grigio, mentre le altre hanno le fascie chiare rossigne. c. (1277) 2. Ascalena 29 Marzo 1880 « Iride scura; becco ceruleo nero; piedi gialli » (A.). Esemplare adulto in abito perfetto, notevolmente più grande del precedente, che forse è un maschio giovane. Gli esemplari soprannoverati non appartengono alla razza scura che viene indicata come propria dell’ Africa, ma sono si- mili in tutto ad altri esemplari d’ Italia. « Di passaggio » (A.). Sp. 24. Tinnunculus neglectus (Scaec.). Walco neglectus, Schleg., Mus. P. B. Revue Accipitr. p. 43 (1873) Guv.). Cerchneis neglecta, Sharpe, Cat. B. I, p. 428. Tinnunculus neglectus, Gurn., Ibis, 1881, p. 456 e seg. — Id., List of Diurn. B. of Prey, pp. VIII, 97 (1884). Tre esemplari. a. (1341) 7. Let-Marefià 11 Agosto 1880 « Iride castagno scuro; becco celeste-nero ; piedi gialli » (A.). Pileo, cervice e sopraccoda di color grigio-plumbeo con strie longitudinali nere; coda dello stesso colore con una larga fascia subapicale nera e con altre fascie nere trasversali e strette per tutta la loro lunghezza; dorso ed ali di color nocciola cupo con macchie trasversali nere, formanti un disegno a fascie; parti inferiori di color rossigno vivo con strie longitudinali nere sulla regione del gozzo e con macchie nere cordiformi sul petto e sull’ addome. b. (425) 9? Mahal-Uonz 5 Dicembre 1877 (A.). Femmina in abito quasi perfetto; coda cenerino-plumbeo con una larga fascia terminale nera, e con altre fascie nere più Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (30 Giugno 1884). 5 66 T. SALVADORI strette per tutta la sua lunghezza; le timoniere laterali, quattro a sinistra e due a destra, sono macchiate come le mediane, ma sono di colore rossigno; evidentemente esse non sono ancora state mutate; dorso color nocciola vivo con fascie trasversali ‘nere; sopraccoda cenerino-plumbeo; pileo plumbeo coi margini delle piume rossigni e con strie nericcie lungo lo stelo; gote cenerine; parti inferiori rossigne con strie nere longitudinali sulla regione del gozzo e con macchie nere a goccia sul petto e sul- l'addome. c. (170) 9. Denz (Scioa) 12 Gennaio 1879 « Iride color terra d'ombra scura; becco ceruleo-nerastro ; piedi gialli >» (A.). Questo esemplare ha le ali e la coda notevolmente più lunghe dei due precedenti, dai quali differisce per avere tutte le timo- niere rossigne, per la testa anch’ essa rossigna senza tinta plumbea, per le macchie delle parti inferiori molto più grandi e non in forma di goccie; sul sopraccoda appaiono alcune piume cenerino- plumbee. Questo esemplare sembra un giovane. Ho inviato gli esemplari soprannoverati al Gurney, il quale mi assicura che essi appartengono al 7. neglectus. Questa specie è perfettamente distinta dal 7. alaudarius e non so comprendere come sia stata confusa con questo. Essa somiglia al 7. rupicola (Daud.), ma ha colorito più scuro e sul dorso e sulle ali fascie trasversali nere. « Di passaggio insieme colla Ciconia alba, contemporaneamente alle migrazioni delle locuste, verificatesi ai primi di Dicembre del 1877 » (A.). Sp. 25. Tinnunculus cenchris (FRISCH). H'alco cenchris, Heugl., op. cit. p. 43. Cerchneis naumanni (Fleisch). — Sharpe, Cat. B. I, p. 435. Tinnunculus cenchris, Gurn., Ibis, 1881, p. 470. Sei esemplari. a. (808) 7. Let-Marefià 26 Febbraio 1879 « Iride scura; becco ceruleo corneo; piedi gialli » (A.). 6. (1165) 7. Daimbi (Adda Galla) 3 Dicembre 1879 « Iride castagno scuro; becco ceruleo e giallo (alla base ?); piedi gialli » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 67 c. (—) g. Daimbi Dicembre 1881 (A.). d. (1169) 7. Daimbi 3 Dicembre 1879 « Iride scura; becco celestognolo; piedi gialli » (A.). Questi quattro esemplari sono adulti in abito perfetto, ma mentre 1 primi tre sono simili fra loro, il quarto differisce per avere poche e piccolissime macchie scure sulle parti inferiori e per le cuopritrici delle ali, le quali sono interamente cenerine, tranne le più interne che sono marginate di nocciola; questo esemplare si avvicina a quelli del Tinnunculus pekinensis (Swinh.), della Cina e dell’Imalaja, se pure è questo specificamente di- verso dal 7. cenchris. e. (1168) 9. Daimbi 3 Dicembre 1879 «Iride scura ; becco celestognolo; piedi gialli » (A.). Esemplare adulto in muta. f. (1166) 7 juv. Daimbi 3 Dicembre 1879 « Iride marrone scuro; becco celestognolo e giallo (alla base); piedi gialli » (A.). Esemplare in muta in abito di transizione, intermedio pei ca- ratteri alle femmine ed ai maschi adulti. « Nel paese degli Adda è di passaggio nell’ Aprile e Maggio e poi ripassa nel Novembre » (A.). L Sp. 26. Astur melanoleucus (Smit#). Astur melanoleucus, Heugl., op. cit. I, p. 60. Accipiter melanoleucus, Sharpe, Cat. B. I, p. 156. — Gurney, Ibis, 1875, p. 473. a. (4) g Juv. Foresta di Fecherié-Ghem 7 Giugno 1882 (A.). Esemplare giovane colle piume delle parti superiori scure ne- riccie marginate di rossigno-ocraceo; le parti inferiori sono tutte di color rossigno-ocraceo con una stria longitudinale nera lungo il mezzo delle piume della gola, dei lati del collo e del petto; sull’ addome soltanto lo stelo delle piume è nero; il. sotto- ecda è unicolore; le piume delle tibie sono rossigne come le altre parti inferiori, con macchie nere lungo il mezzo, special- mente verso la parte superiore della gamba, ove le macchie 68 T. SALVADORI nere confluendo formano un’ area nera piuttosto larga; le re- miganti primarie hanno verso la base fascie rossigne variegate di nericcio; le timoniere hanno l’apice bianco-rossigno e cinque fascie nerastre che si alternano con altrettante fascie grigie scure, le quali sulle timoniere laterali volgono al rossigno e sono va- riegate di nericcio; la coda inferiormente presenta fascie alterne nere e grigie, le quali sulle timoniere esterne sono più nume- rose, irregolari ed oblique dall’ esterno verso l’ interno e dalla base verso I’ apice. Lungh. tot. 0%, 570; al. 0%, 340; coda 0”, 260; tarso 0™, 081; culmine del becco 0%, 031. L’ esemplare descritto somiglia moltissimo nel colore ai giovani dell’Astur palumbarius e questo fatto mi sembra molto interessante per fissare le reali affinità di questa specie, che dallo Sharpe viene riferita al genere Accipiter; il Gurney nota che essa ha il dito mediano lungo come nelle specie di quel genere, ma aggiunge che pel modo di colorazione, quando è adulta, sembra che debba essere separata da tutte le altre, ed in realtà è intermedia al ge- nere Accipiter, di cui ha il dito mediano allungato, ed all’ Astur palumbarius, cui somiglia moltissimo nell’abito giovanile. Per ora io inclino ad annoverarlo nel genere Astur. Questa specie è comune nell’ Africa meridionale ed occiden- tale; nell’ Africa orientale-settentrionale era stata trovata una volta sola nel Fazogl dal Principe Paolo del Wurtemberg. Sp. 27. Accipiter nisus (Liny.). Nisus fringillarius, Heugl., op. cit. p. 65. Accipiter nisus, Sharpe, Cat. B. I, p. 132. — Gurn., Ibis, 1875, p. 479. a. (1141) 9. Daimbi 24 Novembre 1879 « Iride gialla; becco nero; piedi gialli » (A.). : Esemplare adulto in abito perfetto, simile in tutto ad altri d’ Italia. La località nella quale è stato ucciso l'esemplare soprannove- rato è forse la più meridionale fra tutte quelle nelle quali questa specie è stata trovata. UCCELLI DELLO SCIOA 69 Sp. 28. Accipiter minullus (Daup.). Nisus minullus, Heugl., op. cit. p. 69. A ccipiter minullus, Sharpe, Cat. B. I, p. 140. — Gurn., Ibis, 1875, p. 468, 471, 472, 473. a. (—) Let-Marefià Ottobre 1881 « Iride giallo-arancio; becco nero; piedi gialli » (A.). Esemplare adulto colle parti superiori nero-lavagna, col so- praccoda bianco, coi lati del petto e dei fianchi rugginosi, colle tre larghe fascie bianche sul vessillo interno delle timoniere (le due mediane mancano), e col petto e coll’ addome con fascie trasversali nericcie, marginate anteriormente da una sottile stria rugginosa poco cospicua. Sp. 29. Aecipiter rufiventris, Sura. Nisus rufiventris, Heugl., op. cit. p. 66. Accipiter rufiventris, Sharpe, Cat. B. I, p. 148. -- Gurn., Ibis, 1875, p. 478. Otto esemplari. a. (745) Y. Let-Marefià 12 Dicembre 1878 « Iride giallo cera; becco nero; piedi gialli » (A.). b. (909) 7. Let-Marefià 16 Luglio 1879 « Iride gialla; becco ceruleo nero; piedi gialli » (A.). c. (1338) 7. Let-Marefià 7 Agosto 1880 « Iride gialla; becco nero-ce- ruleo; piedi arancio » (A.). d. (1316) 7. Let-Marefià 16 Giugno 1880 « Iride arancio; becco ceruleo nero; piedi gialli » (A.). e. (484) 7. Foresta di Fecherié-Ghem 7 Aprile 1878 « Iride rosso-san- guigna; becco nerastro; piedi gialli » (A.). I cinque esemplari annoverati sembrano adulti, avendo le parti superiori di color nero lavagna uniforme; essi variano per la intensità del colorito rossigno delle parti inferiori, più vivo negli esemplari d e c, più pallido negli esemplari d ed e, che non nell’ esemplare a; l’ultimo esemplare oltre ad avere le parti in- feriori di colore rossigno più pallido, ha la gola quasi affatto bianca, mentre negli altri essa è tinta di rossigno; gli esem- 70 T. SALVADORI plari 6 e ¢ sembrano in muta, giacchè alle piume di color ros- signo vivo, quasi castagno, delle parti inferiori sono frammiste altre più pallide. Ff. (803) 9. Let-Marefià 19 Febbraio 1879 (A.). g» (1330) 9. Let-Marefià 9 Luglio 1880 « Iride arancio; becco nero ceruleo; piedi gialli » (A.). h. (771) 9 (*). Ascalena 12 Gennaio 1879 « Tride arancio, becco nero plumbeo; piedi gialli » (A.). Le tre femmine, notevolmente più grandi dei maschi, somi- gliano a questi pel colorito, ma hanno traccie di fascie trasver- sali chiare sulle parti inferiori; nell’ ultima le fascie sono più distinte e la gola è bianchiccia come nell’ esemplare e. Il Gurney fa notare la presenza di tre macchie giallognole (che meglio sarebbe dire bianchiccie), lungo la parte superiore degli steli delle timoniere; quelle macchie sono più o meno di- stinte, talora sono soltanto due e talora quasi indistinte. Sp. 30. Scelospizias unduliventer (Ripp.). Nisus unduliventer, Heugl., op. cit. p. 67. Astur tachiro (ex parte), Sharpe, Cat. B. I, p. 99. Scelospizias unduliventer, Gurney, Ibis, 1875, p. 362. Hild. Nome amarico generico dei falchi di questa famiglia (Antinori). Diciassette esemplari. a. (—) 7? Senza cartellino. b. (810) 7. Sciotalit 28 Febbraio 1879 «Iride giallo limone; becco corneo; piedi gialli » (A.). c. (430) 7. Let-Marefià 15 Dicembre 1877 (A.). d. (452) y. Let-Marefià 1 Marzo 1878 (A.). Dei quattro maschi annoverati notevolissimo è il primo pel colore nero-lavagna cupo delle parti superiori e pel colore ca- stagno più vivo dei fianchi e delle tibie ; negli altri tre esem- plari le parti superiori volgono alquanto al bruno. (1) L’ esemplare % è indicato come maschio, ma per le sue dimensioni credo che sia una femmina. UCCELLI DELLO SCIOA 71 e. (207) 9. Mahal-Uonz 30 Aprile 1877 « Iride giallo limone » (A.). f. (208) 9. Mahal-Uonz 30° Aprile 1877 « Iride giallo limone » (A.). g- (431) 9. Kolla di Mantek 15 Dicembre 1877 (4.). h. (154) Q. Sciotalit 29 Dicembre 1878 « Iride giallo limone; becco nero; piedi gialli » (A.). î. (1233) 9. Let-Marefià 9 Febbraio 1880 « Iride gialla; becco corneo- nero; piedi gialli » (A.). (1336) 9. Let-Marefià 2 Agosto 1880 « Iride giallastra; becco nero; Het giallo-aranci » (A.). k. (1337) . Let Marefià 6 Agosto 1880 « Iride giallo limone; becco nero; piedi giallo-aranci » (A.). Le femmine differiscono dai maschi per essere Ova più grandi. Esse inoltre differiscono fra loro per le fascie tra- sversali delle parti inferiori, in alcune (e) più decisamente ros- signe che non in altre, nelle quali quelle parti volgono alquanto al grigio-lavagna. L’ esemplare f, in abito non ancora perfetto, ha sul petto alcune piume bianche con strie longitudinali nere nel mezzo, residuo dell’ abito giovanile. J. (1238) 9. Sciotalit 22 Febbraio 1880 « Iride gialla; becco corneo nero; piedi gialli » (A.). Esemplare in muta, simile ai precedenti, ma con molte penne delle ali e della coda di color bruno-terreo, residuo dell’ abito giovanile. m. (1254) Y juv. Let-Marefià 6 Marzo 1880 « Iride gialla; becco nero corneo; piedi gialli (A.). Esemplare in abito imperfetto, simile agli adulti, ma con alcune piume bianche con grandi macchie longitudinali nere sul petto, con alcune piume bianche con fascie trasversali nere sui fianchi, con alcune remiganti secondarie terminate di rossigno, e con alcune timoniere laterali bruno-nere con fascie bruno-rossigne. n. (1002) 7 juv. Let-Marefià 25 Settembre 1879 « Iride gialla; becco nero-celestognolo; piedi giallo-arancio » (A.). o. (1885) 9 juv. Let-Marefià 30 Ottobre 1880 « Iride gialla; becco nero; piedi gialli » (A.). p. (—) g'juv. Let-Marefià Novembre 1881 (A.). q. (—) 9 juv. Let-Marefià Ottobre 1881 (A.). 72 T. SALVADORI I quattro giovani, simili fra loro, differiscono notevolmente dagli adulti; essi hanno le parti superiori bruno-nere con le piume sottil- mente marginate di rossigno; i margini rossigni sono più larghi all’ apice delle remiganti secondarie; le parti inferiori, tranne le tibie di color castagno con fascie nericcie trasversali, sono bianco-fulviccie con grandi macchie nere in forma di goccie; queste macchie si osservano anche sul sottocoda degli esemplari n, p. q, mentre la femmina o ha soltanto traccie di strie longi- tudinali nere sul sottocoda; le timoniere superiormente sono at- traversate da quattro fascie nere e da altrettante fascie bruno- rossigne con tre macchie longitudinali bianchiccie lungo lo stelo; l'apice delle timoniere è bianco-rossigno; la coda vista inferior- mente si presenta rossigna presso il margine interno delle timoniere, e le timoniere esterne sopra un fondo grigio presen- tano da 7 ad 8 fascie trasversali nere piuttosto strette. Sp. 31. Scelospizias sphenurus (Ripr.). Nisus sphenurus, Ripp., Syst. Ueb. p. 6, 11, Taf. 2 (1845). Nisus badius, part., Heugl., op. cit. p. 70. Astur sphenurus, Sharpe, Cat. B. I, p. 70. Scelospizias sphenurus, Gurn., Ibis, 1875, p. 360. a. (—) gd. Daimbi Gennaio 1882 « Iride giallo-rossa; becco nero-ce- ruleo; piedi giallo-aranci » (A.). Esemplare adulto in muta. Sp. 32. Micronisus gabar (Daup.). Melierax gabir, Sharpe, Cat. B. I, p. 89. — Gurney, Ibis, 1875, p. 235. Nisus gabar, Heugl., op. cit. p. 73. Due esemplari. a. (1022) 7. Daimbi 6 Novembre 1879 « Iride giallo-limone; becco nero ; cera e piedi color arancio » (A.). Esemplare adulto in abito perfetto. 6. (1051) 9 juv. Daimbi 9 Novembre 1879 « Iride gialla; becco corneo scuro; piedi gialli » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 73 Giovane notevolmente più grande dell’ adulto, colle parti su- periori di color bruno marginato di rossigno; gola e petto bianchi con strie longitudinali brune; sopraccoda, apice delle remiganti e delle timoniere bianchi come nell’ adulto. Sp. 33. Micronisus niger (Vie.). ‘Nisus niger, Heugl., op. cit. p. 74. Mlelierax niger, Sharpe, Cat. B. I, p. 91. Ciallit, Galla (Antinori). Due esemplari. a. (955) 7. Daimbi 28 Maggio 1879 « Iride rossastra; becco nero: piedi color cinabro » (A.). b. (917) 2. Daimbi 2 Maggio 1879 « Iride giallo corneo; becco nero ; piedi arancio neri (A.). La femmina è in muta ed ha le piume in parte di color bruno-nerastro, meno cupo di quelle del maschio. Sp. 34. Melierax polyzonus (RvrP.). Astur polyzonus, Heugl., op. cit. p. 61. Melierax polyzonus, Sharpe, Cat. B. I, p. 88 (Scioa Harris). — Gurn., Ibis, 1875, p. 235. Dieci esemplari. a. (1036) 7. Daimbi 8 Novembre 1879 « Iride giallo scuro; becco arancio (alla base), nero verso l’ apice; piedi arancio carico » (A.). 5. (1037) 7. Daimbi 8 Novembre 1879 (A.). c. (1085) 7. Daimbi 14 Novembre 1879 « Iride color nocciola; becco nero; cera arancio; piedi color minio » (A.). Esemplari adulti in abito perfetto. d. (703) 9? Ambo-Karra (Scioa) 29 Agosto 1878 « Iride color nocciola; becco rosso-arancio (alla base ?); piedi rosso corallo » (A.). Li Esemplare adulto in abito perfetto, simile ai precedenti anche per le sue dimensioni, per cui credo che sia un maschio anzichè una femmina. 74 T. SALVADORI e. (686 25) 2. Ambo-Karra 27 Agosto 1878 (A.). Esemplare notevolmente più grande dei precedenti, dai quali differisce anche per le fascie bianche e grigio-lavagna del so- praccoda notevolmente più larghe; esso è in abito imperfetto conservando alcune remiganti ed una timoniera di color grigio- bruno, alcune piume con fascie rossigne sulle parti inferiori ed una piuma del sopraccoda con fascie bianche e rossigne. f. (674) 3. Fin-Finni (Galla) 16 Giugno 1878 « Iride color nocciola ; becco rosso-arancio (alla base?); piedi rosso-corallo » (A.). Esemplare in muta in abito imperfetto, colle fascie delle piume del sopraccoda piuttosto larghe come nel precedente. g. (1059) 7. Daimbi 11 Novembre 1879 « Iride rosso cupo; becco nero colla base arancio; piedi rosso-arancio » (A.). Varietà. Esemplare adulto in abito quasi perfetto , colle piume mediane del sopraccoda in gran parte bianche, per cui si avvi- cina agli esemplari del M. canorus dell’ Africa meridionale. h. (1053) Q juv. Daimbi 10 Novembre 1879 « Iride rosso cupo; becco corneo chiaro; piedi giallo sporco » (A.). Giovane di color bruno-terreo chiaro; sopraccoda con fascie alterne bianche e bruno-terree molto più larghe che non negli adulti, addome con macchie trasversali bianche, sottocoda con fascie trasversali bianche. î. (1095) 9 juv. Daimbi 17 Novembre 1879 « Iride rosso seuro; becco nero, giallo alla base; piedi giallo-rossastri » (A.). Simile al precedente, ma con alcune piume del sopraccoda con fascie trasversali strette, quasi come negli adulti. j. (1060) Q juv. Daimbi 11 Novembre 1879 « Iride rosso sporco; becco nerastro corneo; piedi giallo-rossastri » (A.). Simile al precedente, ma con le macchie bianche dell’ addome più decisarnente in forma di fascie trasversali; inoltre esso pre- senta una timoniera mediana, per metà sviluppata, nera coll’ a- pice chiaro, come negli adulti. Il Gurney (bis, 1875, p. 235) fa notare come, secondo il UCCELLI DELLO SCIOA 75 Riippell ed il Barboza, l’ iride di questo uccello sarebbe rossa: invece dalle osservazioni dell’ Antinori apparirebbe che I’ iride anche negli adulti varia dal color nocciola al rosso cupo. È degna di nota la varietà g sopradescritta. Sp. 3. Polyboroides typicus, SMITH. Polyboroides radiatus (Scop.). — Heugl., op. cit. p. 76. Polyboroides typicus, Ripp., Syst. Ueb. p. 8, 12, n. 48 (Scioa). — Sharpe, Cat. B. I, p. 48. — Gurn., Ibis, 1875, p. 221. Allati-fard@, ossia Uccello-Cavallo, Galla (Antinori). Quattro esemplari. a. (917) 7. Daimbi 20 Maggio 1879 « Iride fumosa scura; becco nero: piedi gialli; pelle nuda intorno agli occhi di color giallo-sulfureo » (A.). Esemplare adulto in abito perfetto. b. (1334) 7. Foresta di Fecherié-Ghem 14 Luglio 1880 « Iride marrone; becco nero; piedi gialli » (A.). Esemplare adulto in abito quasi perfetto, con qualcuna delle cuopritrici inferiori delle ali di color bruniccio, residuo dell’ a- bito giovanile. ce. (1237) 9. Sciotalit 22 Febbraio 1880 « Iride arancione carico ; becco nero; piedi gialli » (A.). La femmina non differisce quasi dal maschio ed è in abito perfetto. d. (1351) 7. Let-Marefià 3 Settembre 1880 « Iride castagno scuro; becco nero giallastro (alla base); piedi gialli » (4.). Esemplare in muta, ma somigliante ai precedenti. « La prima coppia da me vista di questo rapace si aggirava da alcuni giorni nei boschi di Daimbi, quando rimase ucciso il maschio; la femmina restò ancora per qualche tempo, ma poi scomparve » (A.). Sp. 36. Circus aeruginosus (Linn.). Circus aeruginosus, Heugl., op. cit. p. 103. — Sharpe, Cat. B. I, p. 69. — Gurn., Ibis, 1875, p. 223. a. (1159) y juv. Daimbi 30 Novembre 1879 « Iride color marrone; becco nero; piedi giallo-scuro » (A.). 76 T. SALVADORI Esemplare giovane, simile alla femmina adulta figurata dal Dresser, Birds of Eur. V, pl. 326, f. 2. Sp. 37. Circus swainsoni, Swrz. Circus macrurus (Gm.). — Sharpe, Cat. B. I, p. 67. Circus Swainsoni, Heugl., op. cit. p. 105. — Gurn., Ibis, 1875, p. 223 nota. Tre esemplari. a. (1163) 7. Daimbi 1 Dicembre 1879 « Iride gialla; becco nero; piedi gialli » (A.). b, (1027) 7. Daimbi 6 Novembre 1879 « Iride gialla; becco nero; piedi gialli » (A.). Esemplari adulti, in abito quasi perfetto; soltanto le piume del pileo di color grigio scuro conservano le traccie dell’ abito giovanile nei loro margini tinti di rossigno. c. (1021) 9. Daimbi 6 Novembre 1879 « Iride gialla; becco corneo scuro ; piedi giallo-arancio » (A.). Sp. 38. Circus cineraceus (Monr.). Circus cineraceus, Heugl., op. cit. p. 105. Circus pygargus, Sharpe, Cat. B. I, p. 64. Circus cineraceus, Gurn., Ibis, 1875, p. 222 (nota). — Due esemplari. a. (1139) 7. Daimbi 14 Dicembre 1879 « Iride gialla; becco nero; piedi giallo-aranci » (A.). Esemplare adulto in abito perfetto. b. (—) 9? Daimbi Gennaio 1882 « Becco nero; piedi gialli » (A.). Esemplare adulto in abito perfetto, simile al precedente, ma senza la fascia nera sulle ali, a traverso le remiganti secondarie. Anche il primo esemplare non ha la fascia nera delle ali così distinta come negli esemplari d’ Europa. Io non ho mai visto esemplari adulti d’ Europa senza quella fascia, nè so che sia stata fatta menzione da altri di consimili individui. UCCELLI DELLO SCIOA nor: ‘Fam. Strigidae. Sp. 39. Bubo cinerascens, Guin. 2 Strix bubo, Harris, Highl. Aeth. II, p. 415 (1844) (Scioa). © Bubo capensis, Rupp., Syst. Ueb. p. 12, n. 54 (1845) (Scioa). — Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 110. — Sharpe, Cat” B. II, p. 27 (1875) (partim). Bubo maculosus, Heugl. (nec Vieill.), op. cit. p. 114. Bubo cinerascens, Sharpe, Cat. B. II, p. 32. a. (—) 7. Kagima (Daimbi) Febbraio 1882 « Iride fosco-nera; becco nero-ceruleo; piedi plumbei » (A.). Esemplare adulto. Sp. 40. Ptilopsis leucotis (Temm.). Bubeo leucotis, Heugl., op. cit. p. 115. Scops leucotis, Sharpe, Cat. B. II, p. 97. Tre esemplari. a. (900) 7. Daimbi 24 Aprile 1879 « Iride gialla; becco corneo chiaro » (A.). Esemplare adulto. b. (—) g? Daimbi Febbraio 1882 « Iride gialla; becco di color giallo vivo; piedi gialli » (A.). Simile al precedente, ma notevolmente più grande. c. (©) £juv. Daimbi Febbraio 1882 « Iride gialla; becco giallastro; piedi giallastri » (A.). Esemplare giovane, simile agli adulti, ma col colorito meno puro. « Il primo esemplare fu ucciso nelle foreste di mimose a pie’ del Monte Kagima » (A.). Sp. 41. Glaucidium perlatum (Vieut.). Noctua perlata, Heugl., op. cit. p. 120. Glaucidium perlatum, Sharpe, Cat. B. II, p. 209. a. (—) 9. Ambo-Karra 7 Luglio 1882 « Iride gialla; becco color cera; piedi giallastri » (A.). Esemplare adulto. 78 T. SALVADORI Sp. 42. Strix flammea, Linn. Strix flammea, Heugl., op. cit. p. 123. — Sharpe, Cat. B. II, p. 291. Goggiu, Galla (Antinori). Due esemplari. a. (1064) 7. Daimbi 12 Novembre 1879 « Iride scura; becco corneo bianco; piedi chiari » (A.). Esemplare adulto; parti interiori bianche con piccole macchie grigio-nericcie; parti superiori volgenti al grigio, tinte di giallo- arancio dove appare la base delle piume. Questo esemplare somiglia più ad altri della regione indiana che non a quelli d’ Europa. b. (—) 2. Daimbi Dicembre 1881 « Iride scura; becco bianco corneo; piedi chiari » (A.). Difterisce dal precedente per avere il color giallo delle parti superiori più cospicuo, ed il grigio più cupo. PSITTACI. Fam. Psittacidae. Sp. 43. Poeocephalus rufiventris (Ripp.). s Pionus rufiventris, Rupp., Syst. Ueb. Vòg. N. O. Afr. p. 83, t. 32 (Scioa) (1845). Psittacus rufiventris, G. R. Gr., List Psitt. Brit. Mus. p. 71 (Scioa, Harris). Pionias rufiventris, Finseh, Die Papag. II, p. 487. — Heugl., op. cit. p. 741. Poeocephalus rufiventris, Rchnw., Journ. f. Orn. 1881, p. 386. Donkore, Harris, op. cit. p. 413 (Scioa). Sei esemplari. a. (512) 7. Valle del Duleccia 24 Maggio 1878 « Iride giallo-rossa; becco e piedi cerulescenti » (A.). db. (683) 7. Ambo-Karra (Scioa) 20 Agosto 1878 « Iride rosso-minio; becco e piedi cerulescenti » (A.). e. (669) 7. Ambo-Karra 24 Agosto 1878 « Iride rosso-minio ; lecco” e piedi cerulescenti » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 79 d. (702) 7. Ambo-Karra 29 Agosto 1878 « Iride giallo-arancio; becco nero; piedi scuri » (A.). . e. (989) 7. Ambo-Karra 14 Agosto 1879 « Iride castagno vivo; becco nero; piedi scuri » (A.). Tutti questi esemplari sono adulti e simili fra loro ed alla fi- gura citata del Ruppell. f. (646) 2. Ambo-Karra 27 Agosto 1878 (A.). Questo esemplare differisce dai precedenti per non avere l’ad- dome e le cuopritrici inferiori delle ali di color rosso-minio; le piume dell'addome hanno il margine estremo verde e la base bruno-grigia-rossigna e le cuopritrici inferiori delle ali sono di color grigio-bruno; inoltre questo esemplare differisce dai prece- denti per avere il grigio-bruno della testa e della parte ante- riore del collo quasi senza tinta rosso-miniacea. Il Finsch indica come giovani gli esemplari simili a quello ultimamente descritto, ma potrebbe anche essere che i caratteri che distinguono siffatti esemplari fossero quelli delle femmine; si noti che l Antinori indica come maschi tutti gli esemplari coll’addome rosso, e come femmina soltanto I’ esemplare senza l'addome rosso. « Questo pappagallo è diffidente e sta nella parte più folta delle piante. Nella valle del Duleccia lo trovava fra le mimose , i sicomori ed i tamarindi. Spesso è associato al Notauges superbus ed al Textor dienemelli. Poco frequente nell’ Agosto, abbonda invece quando il tief ed il durah maturano. Sta in pianura e non risale mai nelle Kolla elevate » (A.). Sp. 44. Poeocephalus flavifrons (RuPP.). Pionus flavifrons, Riipp., Syst. Ueb. Vòg. N. O. Afr. p. 81 et 99, t. 31 (Scioa) (1845). Pionias flavifrons, Finsch, Die Papag. II, p. 482. — Heugl., op. cit. p. 142. Poeocephalus flavifrons, Rchnw., Journ. f. Orn. 1881, p. 386. Donkoro, Scioa (Antinori). Tredici esemplari. a. (718) ¢. Let-Marefià 8 Settembre 1878 « Iride rosso scuro; becco nero bruno; piedi scuri » (A.). i 80 T. SALVADORI Fronte, vertice e gote di color giallo-arancio; una piuma gialla sul margine carpale dell’ ala sinistra; piume auricolari parte gialle e parte bruno-olivastre. b. (708) 7. Let-Marefià 5 Settembre 1878 « Iride rosso scuro; becco corneo bianco, piedi grigio neri » (A.). Fronte, vertice, redini e regione suboculare giallo-arancio ; parte inferiore delle gote e piume auricolari bruno-olivastre. c. (608) 7. Foresta di Fecherié-Ghem 29 Luglio 1878 « Iride rossastra; becco e piedi cenerognoli » (A.). Simile all’ esemplare a, ma col giallo del pileo un po’ meno vivo e molto più esteso posteriormente. d. (611) 7. Foresta di Fecherié-Ghem 4 Agosto 1878 « Iride rossastra; becco e piedi plumbei » (A.). Testa quasi interamente gialla; margine carpale con alcune piume gialle. d.>is (1323) g. Foresta di Fecherié-Ghem 22 Giugno 1880 « Iride rosso aurato; becco corneo chiaro; piedi scuri » (A.). Simile al precedente. e. (447%) yf. Let-Marefià I5 Gennaio 1878 « Iride rossa; becco bianca- stro; piedi cenerognoli (A.). Simile al precedente, ma col giallo della testa meno esteso, specialmente sulle gote. f. (447) g. Sciotalit 15 Gennaio 1878 (A.). Simile al primo esemplare, ma col giallo della testa alquanto lurido; una piuma gialla sul margine carpale di ambedue le ali, ed un’altra sull’ angolo dell’ ala sinistra. g. (717) ¢. Let-Marefià 8 Settembre 1878 « Iride rosso-arancio; becco bianco corneo; piedi scuri » (A.). Simile all’ esemplare 6, ma col giallo del pileo un poco più. chiaro, e col giallo delle gote più esteso in basso. h. (739) 9. Sciotalit 26 Dicembre 1878 « Iride rossa; becco bianco corneo; piedi cenerognoli » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 81 Simile all’esemplare precedente, ma col giallo del pileo più esteso posteriormente. - h.bis (997) 7. Sciotalit 7 Settembre 1879 « Iride rossastra; becco corneo chiaro; piedi nerastri » (A.). Simile ai due precedenti, ma col giallo del pileo volgente al- l’ arancio. z. (612) 9. Foresta di Fecherié-Ghem 4 Agosto 1876 « Iride rossastra; becco corneo scuro; piedi plumbei » (A.). Simile al precedente. ibis (1824) 9. Foresta di Fecherié-Ghem 1 Giugno 1880 « Iride rosso- arancio; becco corneo chiaro; piedi grigio scuri » (A.). Esemplare simile ai precedenti, ma colle cuopritrici inferiori delle ali di color giallo-verdognolo. j. (719) ¢ juv.? Let-Marefià 8 Settembre 1878 « Iride rosso-arancio; becco scuro o bianco; piedi scuri » (A.). Esemplare apparentemente giovane, notevolissimo per avere non solo il pileo di color giallo, ma tinte dello stesso colore, volgente alquanto al verdognolo, sono anche la cervice e le gote; inoltre le cuopritrici inferiori delle ali, invece di essere verdi come in tutti gli esemplari precedenti, sono di color giallo-ver- dognolo. Gli esemplari di questa specie presentano una notevole varia- bilità, giacchè ora hanno quasi tutta la testa di color giallo (d), ed ora invece il giallo è continato alla parte anteriore del pileo ed alla parte superiore della testa; inoltre sovente alcune piume del margine carpale, e più sovente quelle ricoprenti la regione del pollice sono di color giallo; questa cosa si osserva in cinque degli esemplari soprannoverati, a, c, d, e, f. L’ esemplare d, tanto per quel rispetto, come anche per avere la testa interamente gialla, somiglia moltissimo al P. cetrinocapillus (Heugl.), Orn. N. O. Afr. p. 744, tab. XXVI, ma questo sa- rebbe distinto dal colore verde-azzurrognolo del groppone e del- l’ addome. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (1 Luglio 1884). 6 82 T. SALVADORI « Uccisi parecchi individui presso il margine della foresta di Sciotalit nella stagione in cui matura il sorgo, del quale questa specie è avidissima. In tutte le stagioni se ne incontra qualche individuo, ma in copia specialmente in Novembre e Dicembre, quando maturano i sorghi » (A.). Sp. 45. Agapornis tarantae (STANL.). Psittacus tarantae, Harris, op. cit. p. 413 (Scioa). Psittacula tarantae, Finsch, Die Papag. III, p. 634. Agapornis tarantae, Heugl., op. cit. p. 746. — Rchnw., Journ. f. Orn. 1881, Pp. 257 Donkaro in Amarico (Antinori). Quattordici esemplari. a. (371) g. Kolla di Mantek 28 Agosto 1871 (A.). b. (446) g. Let-Marefià 11 Febbraio 1878 (A.). ce. (450) 7. Let-Marefià 19 Febbraio 1878 (A.). d. (453) gY. Sciotalit 3 Marzo 1378 « Iride castagno-fosco; becco rosso; piedi plumbei » (A.). L’esemplare d ha qualche piuma gialliccia sul margine car- pale dell’ ala. e. (454) '. Sciotalit 8 Marzo 1878 (A.). f. (706) 7. Let-Marefià 2 Settembre 1878 (A.). Gli esemplari finora annoverati hanno tutti la fronte, le re- dini e le piume perioculari rosse; è cosa singolare che tutti siano indicati come maschi. g. (456) 7. Sciotalit 3 Marzo 1878 (A.). Alle piume rosse della fronte, delle redini e delle regioni pe- rioculari sono frammiste alcune verdi, residuo dell’ abito gio- vanile. h. (780) 9. Denz (Scioa) 24 Gennaio 1879 « Iride bruno fosca; becco rosso-corallo; piedi scuri » (A.). 2. (694) 9. Sciotalit (Scioa) 5 Ottobre 1878 (A.). L'ultimo esemplare ha il becco notevolmente più piccolo degli altri e sembra giovane; tanto esso quanto il precedente man- UCCELLI DELLO SCIOA 83, cano affatto del color rosso sulla fronte, che è di color verde, come il resto del pileo; secondo l’Heuglin ed il Finsch, individui cosiffatti sarebbero giovani e tale è certamente |’ ultimo esem- plare annoverato. j. (455%) ©. Sciotalit 3 Marzo 1878 (4.). Simile ai due precedenti, ma con alcune piccolissime piume rosse, poco visibili, sulle redini e sulla regione perioculare ; evi- dentemente questo esemplare va mettendo I’ abito perfetto. k. (153) 9. Kolla di Aigaber 4 Aprile 1877 (A.). I. (228) 7. Foresta di Fecherié-Ghem 13 Maggio 1877 (4.). m. (231) 7. Foresta di Fecherié-Ghem 15 Maggio 1877 (A.). n. (290) 7. Denz 8 Luglio 1877 (A.). Gli ultimi quattro esemplari sono stati conservati nello spirito. L’ Antinori non ha inviato alcun esemplare colla fronte inte- ramente rossa che sia indicato come femmina. « Ne uccisi quattro con due colpi sui cespugli di ginepro sparsi pei campi di Sciotalit presso la Foresta di Fecherié-Ghem, ove nel Marzo è frequente. Vive in piccoli branchi, e quando vola si riconosce al grido acuto gui, gui, gui, zri, zri, zri che fa udire da lungi. Nell’Agosto si trovano in piccol numero in pros- simità della Foresta di Fecherié-Ghem, nella quale si ritirano durante la notte, dopo aver passata la giornata nei campi di Mascilla, ove recano danni insieme al Pionias flavifrons » (A.). PICARIAE. Fam. Capitonidae. Sp. 46. Pogonorhynchus abyssinicus (Latr.). Pogonorhynchus abyssinicus, Marsh., Mon. Capit. pl. 9. Pogoniorhynchus abessinicus, Heugl., op. cit. p. 755. Cinque esemplari. a. (637) 7. Ambo-Karra (Scioa) 21 Agosto 1878 « Iride rossa; becco e piedi neri » (A.). b. (666) 9. Ambo-Karra 17 Agosto 1878 « Iride rossa; becco nero; piedi scuri » (A.). 84 T. SALVADORI c. (668) 9. Ambo-Karra 24 Agosto 1878 (A.). d. (—) g. Adda (Daimbi) Maggio 1882 (A.). Esemplari adulti in abito perfetto; le due femmine non diffe- riscono sensibilmente dai maschi. e. (689) 37 jun. Ambo-Karra 27 Agosto 1878 « Iride rossa; becco nero corneo ; piedi neri » (A.). L'ultimo esemplare differisce dai precedenti pel becco un poco più piccolo, senza denti sui margini e di color bruno-nerastro; inoltre esso ha il pileo con macchie rosse longitudinali non con- fluenti, per cui appare nero con macchiette rosse; il rosso della parte anteriore del collo lascia vedere numerose strie tra- sversali grigie chiare sottostanti, e che traspariscono quasi a traverso il rosso; questo individuo è senza dubbio giovane. La figura di questa specie che si trova nella Monografia dei Marshall mostra sul pileo il color rosso limitato alla fronte, mentre tanto nei tre adulti, quanto nel giovane sopramenzionati, ed in altri esemplari da me esaminati, il color rosso si estende su tutto il vertice, molto al di là dell’ occhio. Ignoro se questa differenza sia dovuta ad inesattezza del di- segnatore, o ad una variazione accidentale dell’ esemplare fi- gurato. I Marshall descrivono un esemplare del Museo Derby di Li- verpool che considerano come giovane di questa specie; a me sembra invece che esso appartenga ad altra specie. « Comune nelle Kolla, ove è frequente il sicomoro, delle cui frutta è avidissimo » (A.). Sp. 47. Pogonorhynchus undatus (RuPP.). Pogonias undatus, Rupp., Neue Wirb. t. 20, f. 2. Pogonorhynchus undatus, Marsh., Mon. Capit. pl. 13? Pogoniorhynchus undatus, Heugl., op. cit. p. 757. Sei esemplari. a. (978) 7. Fin-Finni nei Gullalé 22 Giugno 1878 « Iride bianca; becco nero; piedi plumbei » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 85 b. (980) 7. Fin-Finni 22 Giugno 1878 « Iride bianca; becco nero; piedi plumbei » (A.). e. (979) 7. Fin-Finni 22 Giugno 1878 (A.). Questi tre esemplari sono simili fra loro pel colorito, ma gli ultimi due hanno le piume piuttosto molli, per cui sembrano non così perfettamente adulti come il primo; nel terzo esem- a plare il rosso della fronte non è così uniforme come nel primo. d. (1354) 7. Kolla di Ainié-Kaffagué 6 Settembre 1880 « Iride albescente; becco nero; piedi plumbei » (A.). e. (1352) 7. Kolla di Ainié-Kaffagué 5 Settembre 1880 « Iride perlacea ; becco nero; piedi plumbei » (A.). Questi due esemplari differiscono dai precedenti per non avere ben distinta la fascia postoculare bianca; |’ ultimo ha le piume nere ‘della gola in parte marginate di grigio. f. (581) 9. Fin-Finni 22 Giugno 1878 « Iride bianca; becco nero; piedi plumbei » (A.). Questo esemplare differisce dai precedenti per non avere la fronte rossa, ma nera come il.resto del pileo; inoltre esso ha il becco notevolmente più breve e senza denti sui margini, per cui sicuramente è un giovane. La figura che di questa specie hanno dato i Marshall certa- mente non rappresenta un adulto, giacchè non mostra la gola e la parte superiore del petto nere senza macchie; invece quelle parti sono variegate di nero e di bianco; gli stessi Marshall affermano di aver figurato un giovane, ma in tal caso non so comprendere come esso abbia la fronte rossa, mentre nel gio- vane sopradescritto la fronte, come il resto del pileo, è al tutto nera; inoltre il medesimo esemplare ha la gola e la parte su- periore del petto nere senza macchie come gli adulti. Anche l’Heuglin descrive il giovane del P. undatus colla gola varie- gata di nero e di bianco! ‘ A me sembra che il Pogonorhynchus duchaillui (Cass.), il quale ha quasi lo stesso disegno del P. undatus, debba essere affine a questa specie; i Marshall invece (op. cit. pl. 46) lo an- noverano nel genere Xylobucco ! 86 T. SALVADORI « Frequente a Fin-Finni sopra i sicomori, dei cui frutti è avi- dissimo. Non I aveva mai incontrato prima del Giugno 1878, per cui deve essere piuttosto raro » (A.). Sp. 48. Pogonorhynchus melanocephalus (Rirr.). Pogonorhynchus melanocephalus, Marshall, Mon. Capit. pl. 15. Pogoniorhynchus melanocephalus, Heugl., op. cit. p. 758. VI) Esemplare senza indicazione della località, conservato nello spirito di vino. Sp. 49. Barbatula pusilla (Doumont). Barbatula pusilla, Marsh., Mon. Capit. pl. 48. Megalaema pusilla, Heugl., op. cit. p. 762. a. (1360) 9. Kolla di Mesohà 9 Settembre 1880 « Iride fosca; becco nero; piedi plumbei » (A.). Sp. 50. Trachyphonus margaritatus (RiuPP.). Trachyphonus margaritatus, Marsh., Mon. Capit. pl. 57. — Heugl., op. cit. p. 764. Due esemplari. a. (636) 2 (an potius 7?). Ambo-Karra (Scioa) 20 Agosto 1878 « Iride rosso mattone; becco rossastro; piedi cerulei scuri » (A.). Questo esemplare è senza dubbio giovane, giacchè ha le piume molli ed incompiutamente sviluppate, e tuttavia ha una grande macchia nera sul mezzo della gola, come sogliono avere i maschi. b. (—) 2. Ambo-Karra 16 Luglio 1882 « Iride fosco-castagno; becco carnicino; piedi scuri » (A.). i Differisce dal precedente esemplare principalmente per man- care della macchia nera sul mezzo della gola. Secondo |’ Heuglin la macchia nera sulla gola sarebbe il di- stintivo dei maschi, ed io ho ragioni per credere che così sia UCCELLI DELLO SCIOA 87 realmente; errano certamente i Marshall, i quali vorrebbero che quella macchia mancasse nei giovani, mentre |’ esemplare a so- prannoverato è certamente giovane ed ha la macchia nera. « Comunissimo dalla costa allo Scioa, in tutte le località basse, fresche e rivestite di cespugli; non risale nelle Kolla, altro che fino ad una piccola elevazione dalla pianura degli Adal » (A.). Fam. Picidae. Sp. 51. Ipoctonus abyssinicus (Srant.). Picus abyssinicus, Stanl., Salt’s Voy. Abyss. App. p. 361, n. 12 (1816). — Sund., Consp. Av. Picin. p. 44, sp. 129. Dendropicus desmursi, Malh., Mon. Picid. I, p. 202, pl. 42, f. 5-7. Picus habessinicus, Heugl., op. cit. p. 806. Dendropicus abyssinicus, Hargitt, Ibis, 1883, p. 429. Sei esemplari. a. (976) 7. Foresta di Fecherié-Ghem 1 Agosto 1879 « Iride castagno vivo; becco corneo nero; piedi scuri » (A.). b. (1000) 7. Let-Marefià 23 Settembre 1879 « Iride castagno vivo; becco nero corneo; piedi plumbei » (A.). ec. (1274) 3. Sciotalit 21 Maggio 1880 (A.). d. (1812) 7. Denz (Scioa) 11 Giugno 1880 « Iride castagno vivo; becco e piedi plumbei » (A.). i e. (1384). 7. Foresta di Fecherié-Ghem 27 Ottobre 1880 « Iride castagno; becco corneo plumbeo; piedi plumbei scuri » (A.). Tutti questi esemplari sono adulti e simili fra loro. f. (1297) ®. Denz (Scioa) 27 Maggio 1880 « Iride castagno; becco e piedi plumbei » (A.). La femmina differisce dai maschi per avere tutto il pileo e Y occipite di color grigio-fuliginoso, senza le piume rosse sul- l’ occipite. Questa specie è molto rara nelle collezioni, tanto che, secondo l Hargitt, non se ne troverebbe alcun esemplare nei Musei di Inghilterra. « Vive nelle foreste di Sciotalit e di Fecheriè-Ghem, ma è difficile vederlo « (A.). 88 T. SALVADORI Sp. 52. Stictopicus nubicus (Gm). Dendromus aethiopicus, Rupp., Syst. Ueb. Vog. N. O. Afr. p. 90, t. 36 (fig. opt.). Picus nubicus, Sund., Consp. Av. Picin. p. 67, sp. 192. — Heugl., op. cit. p. 8ll. Campothera nubica, Harg., Ibis, 1883, p. 451. Cinque esemplari. a. (644) 7. Ambo-Karra (Scioa) 23 Agosto 1878 « Iride rossa; becco e piedi plumbei » (A.). Esemplare adulto in abito perfetto. b. (1259) 7. Ambo-Karra 8 Marzo 1880 « Iride rossastra; becco plumbeo; piedi plumbei » (A.). Simile al precedente, ma alquanto più scuro sulle parti su- periori. c. (—) &. Foresta di Sciotalit Maggio 1882. Intermedio ai due precedenti. d. (833) 9. Daimbi, Adda Galla 10 Maggio 1879 « Iride rossastra; becco plumbeo; piedi plumbei » (A.). e. (—) 2. D’ incerta località. Simile alla precedente, ma colle macchie nere delle parti in- feriori alquanto piu grandi. Le femmine differiscono dai maschi per avere il pileo nero con macchie bianche presso l’ apice delle piume, e per mancare dei mustacchi rossi. « In due anni di soggiorno nello Scioa, giammai fu trovato da me questo picchio nei paesi elevati; nelle basse Kolla confi- nanti col paese degli Adda é raro; invece in questo ed in quello dei Somali è comune » (A.). Sp. 53. Mesopicus spodocephalus (Bp.). Dendrobates poicephalus, Rupp. (nec Sw.), Mus. Senkenb. Extra-Band, III, p. 119 (1842). — Id., Syst. Uebers. p. 86, 95, n. 344, tav. 34 (9) (Scioa) (1845). — Heugl., Syst. Uebers. p. 47, n. 485 (1856). Dendrobates immaculatus, part., G. R. Gr., Gen. B. III, p. 437, n.5 (1845). UCCELLI DELLO SCIOA 89 Dendrobates spodocephalus, Bp., Consp. Gen. Av. I, p. 125 (1850). Mesopicus spodocephalus, Bp., Consp. Vol. Zygod. p. 9, n. 120 (1854). — Hartl., Orn. W. Afr. p. 180 (nota) (1857). — Hargitt, Ibis, 1884, p. 201. Scolecotheres spodocephalus, Rchb., Handb. Scansoriae, Picinae, p. 427, tab. DCLXXVI, f. 4471-72 (1854) (ex Riippell). Dendropicus spodocephalus, part., G. R. Gr., List Spec. B. Brit. Mus. III, p. 68 (1868). Mlesopicos spodocephalus, part., G. R. Gr., Hand-List, II, p. 190, n. 8660 (1870). a. (—) 9. Daimbi Aprile 1882 « Iride castagna; becco nero plumbeo; piedi scuri celestognoli » (A.). Capite, collo et corpore infra canis; pectore vix virescente tincto, abdomine medio rubro-coccineo, subcaudalibus cinereo-rufescentibus; dorso, tectricibus alarum et remigibus secundartis externis olivaceo- flavo-virentibus; tergo, uropygio et supracaudalibus coccineis,; alis et cauda umbrino-virentibus; rachibus fuscis; remigibus primartis punctulis nonnullis pallidis vix conspicuis margine externo notatis, remigibus in pogonio interno albo maculatis; rectricibus umbrinis fere unicoloribus; rostro fusco-plumbeo; pedibus fusco-coerulescen- tibus; tride castanea. Long. tot. 0%, 180; al. 09, 110; caud. 0™, 055 ; rostri 0™, 020; tarsi 0%, 018. — L’esemplare soprannoverato corrisponde molto bene alla bella figura del Ruppell, nella quale non appaiono punto le macchie verdi sulla metà basale del vessillo esterno delle remiganti pri- marie, nè i punti giallognoli sul vessillo esterno delle timoniere laterali, macchie e punti menzionati nella descrizione dello stesso Ruùppell. Questa specie somiglia molto al Mesopicus griseocephalus (Bodd.) (= menstruus, Scop., = capensis, Gm.), avendo com’esso le ali esternamente senza macchie e la coda unicolore, ma è facile di- stinguerla per il cenerino chiaro e puro della testa e del collo, pel colore olivastro delle parti superiori più chiaro e più giallo- gnolo, pel petto di un cenerino quasi puro e per le dimensioni minori. Il Ruppell aveva già molto esattamente fatto notare che questa specie era nell’Africa settentrionale-tropicale la rappre- sentante del Picus capensis dell’Africa meridionale. Io dubito che questa specie non sia stata più osservata dopo 90 T. SALVADORI il Ruppell, giacchè mi pare che tutti quelli che hanno creduto di parlarne, come il Malherbe, l’ Heuglin ed anche |’ Hargitt (Ibis, 1883, p. 415), avessero sott’ occhi od esemplari o descri- zioni di quella varietà o forma del Mesopicus goertan, avente il mezzo dell’ addome rosso, e che è rappresentata nella tav. 63, f. 4-5 della Monografia del Malherbe (1). Jo non so eliminare il dubbio che la specie di cui ora trattiamo non sia diversa dal Dendrobates immaculatus, Sw., come pensava dapprima il Gray, sebbene lo Swainson non men- : zioni il colore rosso del mezzo dell'addome, la quale cosa può essere avvenuta per dimenticanza; ad ogni modo, secondo me, è cosa assolutamente erronea, quella di riferire il D. emmacu- latus, Sw. al Mesopicus goertan, come ha fatto recentemente l’Hargitt (Ibis, 1883, p. 415), il quale afferma che il D. im- maculatus è stato descritto colle macchie sul vessillo esterno delle remiganti, mentre al contrario lo Swainson dice espressamente che le macchie sulle remiganti si trovano soltanto sul vessillo 1N- TERNO € st possono vedere soltanto aprendo le ali. Fam. Indicatoridae. Sp. 54. Indicator sparmanni, STEPH. Indicator Sparmanni, Heugl., op. cit. p. 767. — Sharpe, P. Z. S. 1878, p. 795. Due esemplari. a. (1265) 7. Ambo-Karra 11 Marzo 1880 « Iride color terra d’ ombra; becco incarnato; piedi plumbei » (A.). Esemplare adulto colla gola nera, colla macchia auricolare bianca, colla macchia gialla sulla regione omerale e colle parti inferiori bianchiccie grigiastre. d. (1266) 9. Ambo-Karra 10 Marzo 1880 « Iride scura; becco corneo; piedi scuri » (A.). Esemplare in abito imperfetto, somigliante al precedente sol- tanto pel modo di colorazione della coda, mentre per tutto il (1) Durante la stampa di questo lavoro l’Hargitt, cui ho inviato l’ esemplare so- prannoverato, ha riconosciuto (Ibis, 1884, p. 201), che io bene mi sono apposto. UCCELLI DELLO SCIOA 9] resto ne differisce notevolmente ; esso è molto più piccolo, non ha la gola nera, ma bianca come il resto delle parti inferiori; la regione auricolare è bruna come il resto dei lati della testa e non bianchiccia; manca sulla regione omerale la bella mac- chia gialla, del quale colore vi è soltanto un indizio su quella regione e così pure sul pileo e sulla regione del gozzo. L’ Heu- glin (4. c., I, p. 768) ha dato una sufficiente descrizione della femmina. Fam. Cuculidae. Sp. 55. Chrysococeyx smaragdineus (Sw.). Chrysococcyx smaragdineus, Cab. et Hein., Mus. Hein. IV, p. 10. — a Heugl., op. cit. p. 774. Cuculus smaragdineus, Sharpe, P. Z. S. 1873, p. 588. Ketattasc in Amarico (Antinori). Quattordici esemplari. a. (998 5) 7. Sciotalit 30 Giugno 1879 « Iride grigiastra; becco bruno- plumbeo; piedi plumbei » (A.). b. (1283) g. Sciotalit 16 Aprile 1880 « Iride castagno chiaro; becco scuro corneo; piedi celesti » (A.). c. (1287) 7. Foresta di Sciotalit 5 Maggio 1880 « Iride scura; becco corneo scuro; piedi cerulei » (A.). d. (1289) 7. Foresta di Sciotalit 11 Maggio 1880 (A.). e. (1290) 7. Let-Marefià 13 Maggio 1880 (A.). Ff M2913 O ANIA g. (—) g. Fecherié-Ghem 11 Aprile 1881 (A.). h. (—) d- > 13 "5 > (A. Di » 14» >» (A. oan » LS) » (A.). k. (—) dg. Sciotalit 8 Maggio 1883 (Nakar?). J » 8 » ». (Nakarz). m. (—) dC. » 29 » » (Nakartî). Tutti questi esemplari sono adulti, bellissimi e simili fra loro pel colorito, ma differiscono alquanto per la lunghezza della coda, che varia da 0%, 134 a 0%, 110. n. (1302) 9. Foresta di Fecherié-Ghem 31 Maggio 1880 « Iride nocciola scuro; becco nero corneo; piedi scuri. Aveva due uova col guscio non ancora consolidato » (A.). 92 T. SALVADORI La femmina differisce notevolmente dai maschi per avere il pileo bruno, il resto delle parti superiori di color verde dorato con fascie trasversali e coi margini delle piume di color rossigno- cannella, le parti inferiori con fascie alterne bianchiccie e verdi splendenti, e finalmente la coda colle due timoniere mediane di color bronzato, la timoniera seguente dello stesso colore, ma con una macchia apicale bianca, la terza bianca con una fascia sub- apicale verde bronzata col vessillo interno verso la base rossigno e con quattro macchie nerastre, e finalmente le due timoniere esterne bianche con una fascia subapicale e con due macchie verso la base del vessillo interno di color verde-nerastro. È singolare che fra tanti maschi vi sia una sola femmina. Gli esemplari suddetti hanno la coda notevolmente più lunga di quelli del Capo di Buona Speranza (Chrysococcyx splendidus, G. R. Gr.), per cui seguendo Cabanis ed Heine li ho conside- rati come appartenenti ad una specie distinta. « Il Kettattase si fa vedere in Aprile, Maggio e Giugno; nello stomaco trovai avanzi di coleotteri e bruchi di piccoli lepidot- terl » (A.). Sp. 56. Lamprococeyx chrysochlorus, C. et H. Lamprococeyx chrysochlorus, Cab. et Hein., Mus. Hein. IV, p. 11 (1862). Chrysococeyx cupreus, Heugl., op. cit. p. 776. Cuculus cupreus, part., Sharpe, P. Z. S. 1873, p. 591. Nove esemplari. a. (673) 7. Ambo-Karra 25 Agosto 1878 « Iride giallo-arancio; becco corneo scuro; piedi nerastri » (A.). b. (—) g. Kagima (Adda-Galla) 15 Gennaio 1881. c. (—) g. Kagima 16 Gennaio 1881<« Iride rosso minio; becco nerastro; piedi plumbei » (A.). d. (—) 7. Kagima 15 Gennaio 1881 (A. ). ee) gd » 18 » » (A.). f. (-—) d. » 12 Luglio > (ey G (—) I. > 15 » » (A). h. (—) &. Daimbi Maggio 1882 (A.). i (1) I » > a CAB UCCELLI DELLO SCIOA 93 Tutti questi esemplari sono adulti in abito perfetto colle parti superiori di un verde dorato splendente con riflessi lievemente rameici sul dorso. . È singolare che tra i medesimi non sia annoverata alcuna femmina, ma io temo che l’Antinori li abbia tutti indicati come maschi, senza verificarne il sesso, credendoli tali per avere tutti lo stesso abito ed ignorando che le femmine adulte non differi- scono dai maschi. Ho seguito Cabanis ed Heine nell'attribuire gli esemplari sud- detti ad una specie distinta dal ZL. auratus (Gm.) dell’ Africa meridionale, giacché avendoli confrontati con un esemplare di questa specie della Baia di Algoa ho verificato che realmente questo ha le parti superiori con riflessi rameici molto più co- spicui. « Non risale mai in regioni di grande elevazione, come sono gli altipiani di Scioa; probabilmente nidifica nelle basse Kolla » (A.). Sp. 57. Lamprococeyx klaasi (StrEPH.). Lamprococeyx Kilaasi, Cab. et Hein., Mus. Hein. IV, p. 12 (1863). Chrysococcyx Claasii, Heugl., Orn. N. 0. Afr. p. 778 (1871). Cuculus klaasi, Sharpe, P. Z. S. 1873, p. 592. a. (—) Y. Ambo-Karra 6 Luglio 1882 « Iride canescente; becco e piedi neri » (A ;) Esemplare adulto in abito perfetto. ° Sp. 58. Cuculus canorus, Livy. Cuculus canorus, Heugl., op. cit., p. 779. — Sharpe, P. Z. S. 1873, p. 580. a. (1362) 7 juv. Let-Marefià 24 Settembre 1880 « Iride castagno vivo; becco corneo giallo; piedi gialli » (A.). Esemplare giovane colle piume delle parti superiori marginate di bianco, colla gola e col petto bianchi con fascie trasversali scure come il resto delle parti inferiori. 94 T. SALVADORI Sp. 59. Cuculus clamosus, Lat. Cuculus clamosus, Heugl., op. cit. p. 784. -- Sharpe, P. Z. S. 1873, p. 587. a. (1344) ¢. Sciotalit 15 Agosto 1880 « Iride castagno; becco nero; piedi carnicini » (A.). Esemplare in abito perfetto; parti superiori nere con riflessi verdognoli ed azzurrognoli; parte anteriore del collo bruno- grigia tinta di rossigno inferiormente; petto con fascie trasver- sali alterne bianchiccie e nericcie; sottocoda con fascie alterne, nere larghe, e bianche strette; remiganti nericcie con fascie bianchiccie verso la base del vessillo interno; coda nera con piccole macchie bianche sul vessillo interno, e coll’ apice margi- nato di bianco. Lungh. tot. 09,285; al. 0™,175; coda 0%, 140. Sp. 60. Coccystes glandarius (Liny.). Coccystes Slinduriagi Cab., Mus. Hein. IV, p. 44. — Heugl., op. cit. Di 786. — Sharpe, P. Z. S. 1873, p. 595. Cialladdia, Amarico (Antinori). Cinque esemplari. a. (855) 7. Daimbi (Adda-Galla) 13 Aprile 1879 ‘« Iride color terra d'ombra; becco e piedi scuri » (A.). b. (1151) 7. Daimbi 27 Novembre 1879 « Becco color corneo; piedi grigi » (A.). Simile al precedente, ma alquanto più piccolo e colle mac- chie bianche all’ apice delle remiganti e delle scapolari molto — più grandi e cospicue. c. (—) gd. Daimbi Aprile 1882 « Piedi plumbei » (Ad. Simile al precedente. d. (1167) 7. Daimbi 8 Dicembre 1879 « Iride fosca-fumosa ; becco corneo; piedi scuri » (A.). Simile ai precedenti, ma molto piu piccolo; evidentemente é un giovane. UCCELLI DELLO SCIOA 95 e. (886) 9. Daimbi 18 Aprile 1879 « Iride, becco e piedi scuri » (A.). Simile al primo maschio adulto, ma colle piume del pileo di un. cenerino più chiaro. Sp. 61. Coceystes pica (H. et E.). Cuculus pica, Hempr. et Ehrenb., Symb. Phys. Av. Dec. I, fol. 7. not. 2. Coccystes pica, Cab. et Hein., Mus. Hein. IV, p. 46. Oxylophus jacobinus, Heugl. (nec Bodd.), op. cit. p. 788. Coccystes jacobinus, Sharpe, P. Z. S. 1873, p. 597. Due esemplari. a. (620) 7. Ambo-Karra (Scioa) 17 Agosto 1878 « Iride gialla; becco. nero; piedi cenerino-plumbei » (A.). 5. (611) 2. Vicinanze di Micurro 24 maggio 1878 « Iride gialla; becco nero; piedi plumbei » (A.). La femmina somiglia in tutto al maschio, ma ha dimensioni un poco maggiori. Ho seguito Cabanis ed Heine nel considerare gli esemplari suddetti come appartenenti ad una specie distinta dal C. jaco- binus ‘(Bodd.) proprio dell’ India; ma debbo dire che le diffe- renze sono così lievi da essere ben difficile la distinzione; mi sembra che la sola differenza costante sia nel becco più breve nella specie indiana. Sp. 62. Coccystes cafer (Licar.). Coccystes afer, Cab. et Hein., Mus. Hein. IV, p. 48. Oxylophus afer, Heugl., op. cit. p. 790. Coccystes cafer, Sharpe, P. Z. S. 1873, p. 596. Nove esemplari. a. (330) 7. Mahal-Uonz 10 Agosto 1877 « Iride castagno; becco nero; piedi celestognoli » (A.). b. (332) 7. Mahal-Uonz 11 Agosto 1877 (A.). ec. (360) 7. » Zina DINA): d. (390) 7. > 4 Settembre » (A.). Questi quattro esemplari, molto simili fra loro, variano alquanto per le parti superiori, che in alcuni sono di un nero-verde puro, mentre in altri volgono alquanto al nero-azzurro. 96 T. SALVADORI e. (1333) 7. Let-Marefià 14 Luglio 1880 « Iride castagno; becco nero; piedi plumbei » (A.). f. (881) @. Mahal-Uonz 10 Agosto 1877 « Iride castagno, becco nero; piedi celestognoli » (A.). La femmina è simile ai maschi, ma le macchie nere sulla gola e sulla parte superiore del petto sono più spiccanti, per essere 1 margini bianchicci delle piume più larghi. g- (©) &. Let-Marefià Marzo 1881 (A.). h. (—) d. Ainié-Kaffagué 22 Giugno 1882 (A.). Esemplari adulti; l’ultimo è piu grande e colla gola più nereggiante del precedente. î. (391) 9. Mahal-Uonz 4 Settembre 1877 (A.). : Esemplare giovane in muta con molte piume della fronte, delle altre parti superiori e della gola di color bruno-nericcio. Inoltre esso presenta soltanto la prima timoniera esterna di cia- scun lato col vessillo esterno in gran parte bianco; tanto questa quanto le altre timoniere mancano della grande macchia api- cale bianca. Sp. 63. Centropus monachus, Riper. Centropus monachus, Rupp., Neue Wirbelth. Vog. p- 52, tab. 21, f. 2. — Heugl., op. cit. p. 793. — Sharpe, P. Z. S. 1873, p. 620. P Centropus Jardini, Harris, op. cit. p. 413 (Scioa). a. (—) 9. Ambo-Karra 6 Luglio 1882 « Iride rosso vivo; becco nero; piedi olivastri » (A.). Esemplare adulto, in abito perfetto, colla testa e colla cer- vice di un bel nero con riflessi violacei. Sp. 64. Centropus superciliosus, H. et E. Centropus superciliosus, Cab. et Hein., Mus. Hein. IV, p. 106 Heugl., op. cit. p. 797. — Sharpe, P. Z. S. 1873, p. 620. Quattro esemplari. a. (435) 9. Kolla di Mahal-Uonz 20 Dicembre 1877 (A.). b. (505) 9. Valle del Duleccia 24 Maggio 1878 (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 97 c. (621) 2. Ambo-Karra (Scioa) 17 Agosto 1878 « Iride rosso-rubino ; becco nerastro; piedi plumbei » (A.). d. (1264) 9. Ambo-Karra 11 Marzo 1880 « Iride rosso-rubino; becco nero; piedi celestognoli » (A.). Il primo esemplare ha la base delle timoniere con sottili fascie trasversali fulviccie; queste mancano nel secondo, ma si ritro- vano, quantunque in minor numero, nel terzo e nel quarto; il terzo presenta inoltre le cuopritrici delle ali ed anche le re- miganti con fascie trasversali nericcie, residuo dell’ abito gio- vanile. « Comune nelle Kolla » (A.). Fam. Musophagidae. Sp. 65. Turacus leucotis (RiurP.). Turacus leucotis, Schleg. et Westerm., Monogr. Musoph. t. 5. Corythaix leucotis, Heugl., op. cit. p. 701. Sorit, Harris, op. cit. p. 412 (Scioa). Zorit, Scioa (Antinori). Venticinque esemplari. a. (209) 7. Bosco di Mahal-Uonz 30 Aprile 1877 « Iride cenerognola » (A.). b. (230) 7. Monti di Mahal-Uonz 13 Maggio 1877 « Iride scura; becco rosso; piedi nero-plumbei » (A.). e. (234) y. Fecherié-Ghem 16 Maggio 1877 « Iride scura; becco rosso; piedi nero-plumbei » (4.). d. (282) y. Let-Marefià 19 Giugno 1877 (A.). e. (283) J. > > » > (A). f. (814) 2. > 5 Agosto » (A.). g. (316) 7. Fecherié-Ghem 5 Agosto 1877 (A.). gd. Foresta di Fecherié-Ghem 12 Dicembre 1877 (A.). gd. Sciotalit 30 Dicembre 1877 (A.). j. (445) g. Sciotalit 9 Gennaio 1878 (A.). ) &. Foresta di Fecherié-Ghem 22 Luglio 1878 (A.). o » » 6 Ottobre » (A.). ch » » 9 Gennaio 1879 « Iride scura;- becco verde (alla base) e rosso (all’ apice); piedi nerastri > (A.). n. (812) 7. Sciotalit 2 Marzo 1879 « Iride scura; becco rosso; piedi neri » (A.). o. (1206) 7. Sciotalit (Foresta di Fecherié-Ghem) 18 Gennaio 1878 « Iride marrone; becco corallino; piedi oscuri » (A.). Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Parte 2.2, Vol. I. (4 Luglio 1884). 7 98 T. SALVADORI (276) 9. Denz 16 Giugno 1877 (A.). . (313) 9. Fecherié-Ghem 5 Agosto 1877 (A.). (315) 2. > > > DA) (399) 9. Mahal-Uonz 27 Settembre 1877 (A.). (428) 9. Foresta di Fecherié-Ghem 12 Dicembre 1877 (A.). . (429) 9. » » » » >» (A). (520) 2. > > 28 Maggio 1878 (A.). . (751) 9. Sciotalit 24 Dicembre 1878 (A.). ; y. (913) 9. Foresta di Fecherié-Ghem 2 Marzo 1879 « Iride scura; becco rosso; piedi neri » (A.). z. (289) 9. Let-Marefià 30 Giugno 1877 (A.). sere sis SS Tutti gli esemplari soprannoverati, maschi e femmine, non differiscono sensibilmente fra loro. « Comunissimo entro le foreste di alto fusto e specialmente in quelle di Zigba (Podocarpus), delle cui bacche si nutre. Gli alberi di Zigba raggiungono 60 e più metri di altezza; proba- bilmente il Zorit nidifica sui medesimi » (A.). Sp. 66. Schizorhis personata, Ripp. Chizaerhis personata, Riipp., Syst. Ueb. p. 80, n. 328 (Scioa). Schizorhis personata, Schleg. et Westerm., Monogr. Musoph. t. 14. — G.R. Gr., Hand-List, II, p. 126, n. 7862 (Scioa). — Heugl., op. cit. p. 708, tab. XXV a. Coliphimus concolor, Harris (nec Smith), op. cit. p. 412 (Scioa). Dieci esemplari. a. (1348) 7. Ghirà (Scioa) 28 Agosto 1880 « Iride marrone scuro; becco nero; piedi scuri » (A.). b. (1349) g. Kolla di Ainié-Kaffagué (Scioa) 31 Agosto 1880 « Iride ce- nerognola chiara » (A.). c. (1359) 7. Kolla di Ainié-Kaffaguè 7 Settembre 1880 « Iride perla; becco corneo scuro; piedi scuri » (A.). d. (1371) g. Kolla di Ainié-Kaffagué 15 Ottobre 1880 « Iride bianco perla; becco nero; piedi scuri » (A.). e. (1377) 7. Kolla di Ainié-Kaffagué 23 Ottobre 1880 « Iride bianco perla; becco nero; piedi scuri » (A.). f. (1353) 9. Kolla di Ainié-Kaffagué 6 Settembre 1880 « Iride per- lata » (A.). g. (1372) 9. Kolla di Ainié-Kaffaguè 15 Ottobre 1880 (A.). h. (1379) 9. » » » 17 » >» (A). Gli esemplari annoverati sono tutti adulti e simili fra loro. UCCELLI DELLO SCIOA 99 t. (1873) — juv. Kolla di Ainié-Kaffagué 16 Ottobre 1880 « Iride bianco - sporco; becco nero; piedi scuri » (A.). i. (—) € juv. Ainié-Kaffaguè 20 Giugno 1882 (A.). Gli ultimi due esemplari sono giovani colle piume incompiu- tamente sviluppate, ma simili agli adulti nel colorito. Recentemente è stata descritta una specie molto affine alla presente, cioè la S. /eopoldi, Shelley, Ibis, 1881, p. 117, pl. 2, dalla quale la S. personata si distingue pel colore bruno della pelle nuda della faccia, pel colore verdognolo della fascia infe- riore della coda, e pel color verdognolo sulla regione del gozzo molto piu esteso. « Questa specie è localizzata nella Kolla di Ainié-kaffagué , donde discende al torrente Duleccia. Ama gli alberi spinosi, Acacie e Mimose, sui quali per la poca spessezza del fogliame è in grado di scorgere da lungi il pericolo che la minaccia e sot- trarsi ad esso colla fuga. È uccello molto sospettoso e cauto. Il suo grido è quasi simile a quello della Schizorhis leucogastra, e può in qualche modo rendersi colle voci pid-pid-pid. « La vidi la prima volta, di ritorno da Azemù, sopra alcune Mimose che fanno ombra ad una pozza di acqua stagnante in un luogo chiamato Ghizzé; rimasi colpito, stando a mulo, della presenza di quattro di questi uccelli, uniti a due Corythaix leu- colophus, 1 quali tutti al nostro arrestarsi s' involarono » (A.). Sp. 67. Schizorhis leucogastra, Ripp. Coliphimus fasciatus, Harris, op. cit. p. 412 (Scioa). Chizaerhis leucogaster, Rupp., Syst. Ueb. p. 80, n. 329 (Scioa). Schizorhis leucogastra, Schleg. et Westerm., Monogr. Musoph. t. 15. — G. R. Gr., Hand-List. II, p. 125, n. 7063 (Scioa). — Heugl., op. cit. p, 707. Ahja, Scioa (Antinori). Nove esemplari. a. (404) 7. Vicinanze di Farré 27 Settembre 1877 (A.). Il becco nella spoglia secca è nero. b. (417) g. Torrente di Farré 19 Novembre 1877 (A.). a Il becco nella spoglia secca è verdastro. 100 T. SALVADORI c. (502) 7. Bosco di Micurro 21 Maggio 1878 « Iride castagno; becco verdastro; piedi scuri » (A.). d. (503) 7. Micurro 22 Maggio 1878 (A.). e. (618) 7. Ambo-Karra (Scioa) 16 Agosto 1878 (A.). f. (638) 7. Ambo-Karra 21 Agosto 1878 « Iride terra d’ ombra; becco verdastro; piedi scuri » (A.). i g. (624) 9. Ambo-Karra 18 Agosto 1878 « Iride cenerino-scura; becco verdastro; piedi scuri » (A.). h. (625) 9. Ambo-Karra 18 Agosto 1878 (A... î. (680) 2. » 26 » » « Iride cenerina scura; becco giallo-verdastro; piedi verdastri » (A.). 1 Tutti questi esemplari sono adulti e simili fra loro. « Questo è un uccello eminentemente selvaggio, che ordina- riamente sta sui grandi alberi delle foreste, dalle cime dei quali fa udire a grande distanza quel suo grido stridulo e monotono, che gli ha valso il nome A/jad, datogli dagli indigeni. Esso lo ripete per tre o quattro volte di seguito ed è tale che male si renderebbe con un altro vocabolo; la voce Afja si avvicina si, ma non rende esattamente il grido da lui emesso. Si nutre a preferenza di frutta e di bacche. Comune nei boschi di Ambo- Karra » (A.). Fam. Coliidae. Sp. 68. Colius leucotis, Rip. Colius capensis, Harris (nec Linn.), op. cit. p. 414 (Scioa). Colius leucotis, Rupp., Mus. Senkenb. III, p. 42, t. 2, f. 1.— Heugl., op. cit. p. 710. Quattro esemplari. si dg. Let-Marefià 3 Ottobre 1878 (4A.). - (677) 7. Ambo-Karra (Scioa) 25 Agosto 1878 « Iride bianco ai hee nero e carnicino; piedi rosso-corallo » (A.). c. (147) — Kolla di Aigaber 4 Aprile 1877. d. (148) — » » » » » Gli ultimi due esemplari sono nella collezione in spirito. « In branchetti di otto o dieci ed anche più individui. Comune dappertutto e risale anche in alto. Nidifica prima della stagione delle grandi pioggie. Pone il nido nel più folto dei boschetti UCCELLI DELLO SCIOA 101 spinosi di zizifo, nei quali ne trovai uno con entro la madre sopra due uova » (4.). Antinori ha inviato anche il nido e due uova. Il nido ha forma di tazza, poco incavata; la parte inferiore ed esterna è fatta di fuscelli spinosi di zizifo, ! interna con foglie tomentose di la- biate (?) e con fiori di composte (?). Le due uova sono piuttosto globose, bianchiccie. Esse sembrano fittamente punteggiate di grigio-lurido; ma forse quest’ apparenza è dovuta a cattiva con- servazione. Diam. magg. 0%, 021-0™, 020; diam. min. 0%, 017- 0%, 016. Non credo che il nido e le uova di questa specie fossero an- cora noti. Fam. Bucerotidae. Sp. 69. Bucorvus abyssinicus (Bopp.). Buceros abyssinicus, Harris, op. cit. p. 415 (Scioa). Tmetoceros habessinicus, Heugl., op. cit. p. 731. Bucorvus abyssinicus, Elliot, Monee Bucer. pl. 1- Abagumba, Tigre (Antinori). Erkum, Scioa (Antinori). Diciotto esemplari. (492) 3. Kolla di Arramba 21 Aprile 1878 (A.). (493) 7. Arramba 24 Aprile 1878 (A.). (704) “. Ambo-Karra (Scioa) 29 Agosto 1878 (A.). (1251) 7. Kolla di Ambo-Karra 6 Marzo 1880 (A.). (@224(0) rege) » 12 > » (A). f. (1335) 7. Kolla in basso di Ascalena 6 Luglio 1880 « Iride scura; becco nero; piedi neri » (A.). g- (—) &. Let-Marefià Novembre 1881 (A.). h. (—) g. Senza cartellino. i (—) de » » Tutti questi esemplari sono adulti, col casco grande e larga- mente aperto anteriormente e colla pelle nuda della gola az- zurra, circondata tanto sui lati, quanto inferiormente di rosso; la pelle nuda della regione perioculare è in tutti azzurra. a 9 8 = = j. (870) 9. Mahal-Uonz 31 Agosto 1877 « Iride, becco e piedi neri » (A.). k. (494) 9. Kaka 24 Aprile 1878 (A.). 102 T. SALVADORI J, (1252) 9. Ambo-Karra 6 Marzo 1880 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). m. (43) 9. Wanen-amba 22 Settembre 1876 (A.). Le quattro femmine differiscono dai maschi per essere alquanto più piccole e per avere la gola interamente azzurra. n. (—) 9? Farré Ottobre 1881 (A.). o. (—) 9? Kolla di Kobbò Novembre 1881 (A.). Gli ultimi due esemplari sono simili in tutto alle quattro femmine e tuttavia sono stati indicati come maschi! | p. (—) 2. Let-Marefià Ottobre 1881 (A.). q- (—) 9. Denz Dicembre 1881 (A.). r. (—) — Senza cartellino. Gli ultimi tre esemplari, sono giovani; essi somigliano alle femmine per la gola interamente azzurra, ma hanno il casco più piccolo e meno largamente aperto anteriormente; inoltre essi hanno le remiganti primarie di un bianco meno puro e coll’ apice più o meno nericcio; così pure le cuopritrici delle remiganti primarie invece di essere bianche candide, sono va- riegate più o meno di nericcio. La figura data dall'Elliot del maschio di questa specie non è esatta, giacchè in quella il rosso della gola non si estende in alto fino presso la base della mandibola, come avviene in tutti i maschi soprannoverati; inoltre in quella figura le piume della regione auricolare formano un angolo anteriormente, terminante verso il mezzo delle gote, mentre in tutti gli esemplari sopran- noverati, tanto maschi quanto femmine, le piume dei lati della testa si estendono fino alla base della mandibola, protraendosi ivi in basso a modo di sperone, e dividono completamente la regione nuda perioculare dalla regione nuda gulare, come si vede nella figura del Bucorvus cafer. Sp. 70. Bycanistes cristatus (Rirr.). Buceros cristatus, Rupp., Neue Wirbelth. Vòg. p. 3, tab. I. — Id., Syst. Ueb. p. 79, n. 321 (Scioa). — Heugl., op. cit. I, p. 730. Bycanistes cristatus, Elliot, Mon. Bucer. pl. XXVI. Cirri-arba, Galla (Antinori). UCCELLI DELLO SCIOA 103 a. (—) g. D’ incerta località. Esemplare adulto in pessimo stato di conservazione. « Comune nei paesi Galla di Limmu, Ghera, Guma e Kaffa ed in Damut nel Goggiam » (A.). Sp. 71. Lophoceros nasutus (Linn.). Buceros nasutus, Harris, op. cit. p. 415 (Scioa). — Heugl., op. cit. p. 723. Lophoceros nasutus, Elliot, Mon. Bucerot. pl. XLVII. a. (—) '. Ainié-Kaffaguè 23 Giugno 1882 (A.). Esemplare adulto col becco nero, ornato della macchia trian- golare bianchiccia presso la base della mascella e di linee oblique sulla mandibola. Nella figura dell’ Elliot non è abbastanza evidente la fascia bianca all’ apice delle remiganti, specialmente delle secondarie. Sp. 72. Tockus hemprichii (Eur.). mania Hlemprichii, Heugl., op. cit. p. 721. 'Tockus hemprichii, Elliot, Mon. Bucer. pl. LII. Cinque esemplari. a. (660) 7. Let-Marefià 12 Ottobre 1878 « Iride bianca » (A.). b. (218) 9. Maltal-Uonz 1 Maggio 1877 « Iride grigio-cenerognola » (A.). c. (219) 9. » » » DICA). d. (400) 9. » 24 Settembre » (A.). e. (993) — Ambo-Karra (Scioa) 15 Agosto 1879 « Iride scura; becco rosso nero; piedi scuri » (A.). L’ ultimo esemplare sembra giovane e differisce dai precedenti per le dimensioni notevolmente minori, pel becco molto più pic- colo ed in gran parte nerastro, specialmente verso la base, e per l'apice bianco della prima timoniera molto più esteso. « Raro in Ambo-Karra; comune nelle Waina Dega e Dega » (A.). Sp. 73. Tockus erythrorhynchus (Temm.). Buceros erythrorhynchus, Harris, op. cit. p. 415 (Scioa). — Heugl., op. cit. p. 727. TTockus erythrorhynchus, Elliot, Mon. Bucerot. pl. LVI. Tre esemplari. 104 T. SALVADORI |a. (672) 9. Ambo-Karra (Scioa) 24 Agosto 1878 « Iride castagna; becco rosso; piedi scuri » (4.). db. (667) 7. Ambo-Karra 23 Agosto 1878 « Iride color terra d’ombra; becco rosso » (A.). ce. (992) 9. Ambo-Karra 14 Agosto 1879 « Iride scura; becco rosso; piedi neri » (A.). Il primo esemplare forse è più adulto degli altri due, avendo il becco alquanto più lungo; il primo ed il secondo hanno la mandibola nerastra verso la base, mentre il terzo ha il becco tutto rosso. Questi tre esemplari differiscono fra loro anche per la coda; nel primo e nel terzo la timoniera esterna è quasi in- teramente bianca, avendo soltanto una piccola macchia allungata sul vessillo esterno verso il terzo apicale; il secondo individuo ha la timoniera esterna con una estesa macchia scura sul ves- sillo esterno verso il terzo apicale, e corrispondentemente nel vessillo interno traccie di una fascia scura, quasi come nella fi- gura posteriore della tavola citata dell’ Elliot. « Sta in basso nelle Kolla poco elevate sulla pianura; in alto, nello Scioa, non risale che poco sopra Farrè. È comune nei boschi lungo il Gascianè » (A.). Sp. 74. Tockus flavirostris (Rirr.). Buceros flavirostris, Rupp., N. W. t. 2, f. 1. — Heugl., op. cit. p. 725. Tockus flavirostris, Elliot, Monogr. Bucer. pl. LI. Quattro esemplari. a. (500) g. Torrente Duleccia 20 Maggio 1878 « Iride scura; becco ae piedi scuri-fuliggine » (A.). b. (634) 7. Ambo-Karra (Scioa) 20 Agosto 1878 « Iride rossastra; becco giallo ; piedi grigio-foschi » (A.). c. (676) 7? Gasciané 25 Agosto 1878 (A.). I tre esemplari annoverati differiscono poco fra loro nella lun- ghezza del becco. d. (501) Q. Bosco di Micurro 21 Maggio 1878 (A.). Femmina adulta, diversa dai maschi pel becco molto più breve e per la pelle nuda dei lati della gola nella spoglia secca nera- stra, mentre è chiara nei maschi. UCCELLI DELLO SCIOA 105 g- (—) — Testa. Anche la figura di questa specie data dall’ Elliot è poco esatta, avendo colorito troppo chiaro, cioè grigio-bruno invece di nero lucente; la pelle nuda intorno agli occhi di color carnicino, mentre secondo |’ Heuglin dev essere caeru/lescente-cinerea, e così pure la pelle nuda sui lati della gola invece di tutta carnicina dev’ essere superiormente plumbea ed inferiormente carnicina ; il becco finalmente in quella figura non è abbastanza incurvato ed alto. « Frequenta la pianura e le basse Kolla, dalle quali non risale giammai in alto. È piuttosto comune nei boschi prossimi al Ga- sclané » (A.). Fam. Upupidae. Sp. 75. Upupa senegalensis, Sw.? Upupa epops, Harris (nec Linn.), op. cit. p. 413 (Scioa). Aderghemit, Adda-Galla (Antinori). Kunciamit, Amarico (Antinori). Due esemplari. a. (942) g. Lago Haddò 18 Maggio 1879 « Iride scura; becco corneo; piedi grigiastri » (A.). b. (901) 7. Daimbi (Adda-Galla) 24 Aprile 1879 « Iride scura; becco corneo; piedi grigiastri » (A.). Ambedue questi esemplari si distinguono da quelli d’ Europa pel colore rossigno cannella della parte superiore del dorso colo- rita come il collo e la testa, e per le dimensioni alquanto minori. Il primo è in abito perfetto e presenta la prima remigante con una macchia bianca sul vessillo interno; le sei remiganti seguenti con una fascia bianca che occupa ambedue i vessilli, le tre seguenti (8.2, 9.2, 10.2) con una macchia trasversale presso l’ apice del vessillo interno; la prima remigante cubitale con una grande macchia bianca presso la base del vessillo esterno, e traccie di una macchia bianca sul margine del medesimo ves- sillo, mentre il vessillo interno è bianco verso la base; nella metà apicale nera essa presenta due macchie trasversali bianche; 106 . T. SALVADORI le altre remiganti secondarie presentano quattro fascie trasver- sali bianche, la prima delle quali è alla base, e quattro nere, l’ultima delle quali è all’ apice. Il bianco della coda sulla timo- niera esterna forma un margine che ne circonda |’ estremità. Il secondo esemplare è in abito imperfetto, come mostra l'apice bruniccio delle remiganti; esso ha la prima remigante unicolore (senza la macchia bianca sul vessillo interno); le 9 remiganti seguenti colorite come nel precedente esemplare, e la prima remigante cubitale senza la grande macchia bianca presso la base del vessillo esterno. Io credo che questi esemplari spettino alla Upupa senegalensis, Sw., ma non ne sono sicuro; anche lo Sharpe, che ne ha esa- minato uno, lo ha riferito alla specie indicata. Sp. 76. Irrisor erythrorhynchus (Latu.). Irrisor erythrorhynchus, Heugl., op. cit. p. 214. Nove esemplari. a. (1102) — Daimbi 19 Novembre 1879 « Becco nero e corallo; piedi color corallo » (A.). Il becco appare nericcio, ma rosso alla base e sul culmine. 6. (1057) 7. Daimbi 11 Novembre 1879 « Iride scura; becco nero; piedi rossi » (A.). c. (1058) 7. Daimbi 11 Novembre 1879 (A.). . Questi due esemplari, simili al primo per la splendidezza dei colori delle piume, ne differiscono pel becco nero. d. (1099). g juv. Daimbi 19 Novembre 1879 (A.). e. (1100). ¥ juv. > > » » « Iride scura; becco nero; piedi corallini » (A.). Differiscono dai precedenti per avere le piume della gola in parte marginate di bruniccio. Tutti gli esemplari finora menzionati hanno il becco di me- diocri dimensioni. f. (868) 7. Daimbi 14 Aprile 1879 « Iride giallo-arancio; becco coral- lino e nero; piedi rosso-cinabro » (A.). g- (1101) 9. Daimbi 19 Novembre 1879 « Iride scura; becco nero; piedi rossi > (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 107 Questi due esemplari sono in abito imperfetto, come i prece- denti, avendo le piume della gola marginate di grigio-bruniccio, ma da tutti i precedenti differiscono per le dimensioni notevol- mente maggiori e pel becco molto più lungo. Ala 0™, 152; becco 0%, 049. h. (867) juv. Daimbi 14 Aprile 1879 « Iride scura; becco nero; piedi rossi » (A.). è. (1056) juv. Daimbi 11 Novembre 1879 « Iride scura; becco nero; piedi rossi » (A.). Gli ultimi due esemplari sono giovani colle piume incompiu- tamente sviluppate; quelle della gola grigio-bruniccie e quelle del petto e dell’ addome nericcie, quasi senza lucentezza. « Comune, ma localizzato a Daimbi entro alcuni folti boschi di mimose, e più in collina che nel piano » (A.). Fam. Meropidae. Sp. 77. Merops apiaster, Linn. Merops apiaster, Heugl., op. cit. p. 196. Tre esemplari. a. (1369) 9. Aigaber 14 Ottobre 1880 « Iride rubino; becco nero; piedi scuri » (A.). b. (685) 7. Ambo-Karra (Scioa) 26 Agosto 1878 (A.). Esemplari in muta. c. 686) 9. Ambo-Karra 26 Agosto 1878 (A.). Esemplare giovane. « Di passaggio nell’ Agosto nelle ore mattutine » (A.). Sp. 78. Merops superciliosus, Linn. Mlerops superciliosus, Cab., v. d. Deck. Reis. III, p. 35 (1869). — Id., Journ. f. Orn. 1878, p. 235. a. (508) 9. Duleccia 23 Maggio 1878 « Iride color rubino; becco nero; piedi scuri » (A.). Esemplare adulto in abito perfetto colle due timoniere me- diane molto lunghe ed appuntate. Esso ha il pileo tinto di bruno e corrisponde abbastanza bene alla figura della Pl. Enl. 259. 108 T. SALVADORI A me sembra che questa specie sia perfettamente distinta dalla seguente. « Qualcuno aveva il nido sulla ripa sinistra del Duleccia » (A.). Sp. 79. Merops persicus, Patt. Merops superciliosus, Heugl. (nec Linn.), op. cit. p. 197. Merops persicus, Dress., B. of Eur. V, pl. 296. a. (1126) 7. Daimbi 23 Novembre 1879 « Iride rubinea ; becco nero; piedi carnicini scuri » (A.). Esemplare in muta con talune remiganti azzurrognole ed altre verdognole, e colle due timoniere mediane azzurrognole e le altre verdognole marginate esternamente di azzurrognolo. Sp. 80. Merops albicollis, Vieut. Merops albicollis, Heugl., op. cit. p. 201. Due esemplari adulti. a. (987) 7. Ambo-Karra 14 Agosto 1879 « Iride rossa; becco nero; piedi scuri > (A.). 6. (—) gd. Ambo-Karra 18 Luglio 1882 (A.). Sp. 81. Merops nubicus, Gm. Merops nubicus, Harris, op. cit. p. 413 (Scioa). — Heugl., op. cit. p. 199. Eggheccia, Galla (Antinori). Tredici esemplari. a. (406) 7. Let-Marefià 27 Settembre 1877 (A.). b. (407) 7. Torrente di Farrè 27 Settembre 1877 (A.). c. (410) g. » » 30 » » (A. d. (411) ¢. » » » » sh (A.). e. (1015) 7. Daimbi (Adda-Galla) 4 Novembre 1879 (A.). Ff. (1023) 7. Daimbi 6 Novembre 1879 (A.). ge (1024) 2. > > > DIMMI (15): RZ) 21 » >» (A. z. (1148) SD. » 27 » DANA: j. (1164) J. >» 2 Dicembre » (4A. k. (1183) gf. >» 14 » (4 UCCELLI DELLO SCIOA 109 I. (1183 24) 9. Foresta di Fecherié-Ghem 14 Dicembre 1879 (A.). m. (1208) 7. Let-Marefià 18 Gennaio 1880 « Iride rubinea; becco nero; piedi scuri » (4.). Tutti questi esemplari sono quasi simili fra loro, differendo soltanto pel colorito rosso-roseo più o meno vivo, a seconda della muta più o meno recente. « Di passaggio in piccol numero. Frequentano i boschi di mimose » (A.). Sp. 82. Melittophagus lafresnayei (Guir.). Merops Lafresnayei, Heugl., op. cit. p. 206. Venti esemplari. a. (412) c'. Mahal-Uonz 30 Settembre 1877 (A.). 6. (1214) 9. Sciotalit 23 Gennaio 1880 (A.). e. (1215) 9. > » » Bie CAL). d. (1216) @. » » » ROCCA). e. (1217) 2. » » » » (A. gi Febbraio » (A.). g. (1225) 2 » » » » (A). h. (1226) ¢. » » » » (A. do OIRO eA » » » » « Iride rosso-rubino; becco nero; piedi scuri » (A.). % DO Tutti questi esemplari sono adulti in abito perfetto; gli esem- plari 5, c, d hanno il verde delle parti superiori volgente al- l’azzurrognolo sotto certe incidenze di luce. j. (277) 2. Denz 16 Giugno 1877 (A.). kr (208) Pi. 3 > > > (A. I. (281) 7. Mahal-Uonz 17 Giugno 1877 (A.). mn. (957) g. Sciotalit 18 Giugno 1879 (A.). Gli ultimi quattro esemplari, uccisi nel mese di Giugno, sono in muta colle piume corrose, ed hanno I’ estremità ed i mar- gini delle piume verdi delle parti superiori tinte di azzurro- gnolo. n. (170) 7. Mahal-Uonz 21 Aprile 1877 (A.). o. (171) 9. » » » » (A. p. (184) g. » 24 > > (A,). 110 T. SALVADORI g- (199) 2. » 28 Aprile 1877 (A.). r. (200) g. » » » DA) s. (221) 2. » 11 Maggio» (A.). t. (250) ¢. » 200 > (A). Esemplari in spirito. « Nel Gennaio è di passaggio nelle Kolla e nelle Waina- Dega » (A.). Sp. 83. Melittophagus cyanostictus, Cas. Melittophagus erythropterus, Cab. (nec Gm.), v. d. Deck. Reis. III, p. 34 (1869). Mlerops cyanostictus, Cab., ibid. — Id., Journ. f. Orn. 1875, p. 340; 1878, p. 235. Merops minutus, part., H. et F., Vég. Ost-Afr. p. 188 (1870). Melittophagus pusillus, part., Shelley, P. Z. S. 1881, p. 569. Melittophagus cyanostictus, Schalow, Journ. f. Orn, 1883, p. 350, sp. 66. Nove esemplari. a. (408) 9. Kolla in basso di Mahal-Uonz Settembre 1877 (A.). b. (509) 7. Torrente Duleccia 23 Maggio 1878 (A.). c. (682) 9. Scioa lungo il torrente Gascianè 26 Agosto 1878 (A.). d. (1025) 7. Daimbi 6 Novembre 1879 (A.). e. (1026) 2. » » » » (A. i OS2) IR eet Ra LO) g- (1083) ¢. » » > >» (A,). h. (1135) 9. » 24 » > (A). î. (1136) ¢. Rig) » >» «Iride rossa» (A.). Tutti questi esemplari sono simili fra loro e differiscono dal M. erythropierus (Gm.) per presentare i caratteri che avevano gli esemplari di Mombas e Dschagga, ai quali il Cabanis dette il nome di M. cyanostictus; essi hanno cioè costantemente il margine frontale che si continua colla fascia sopraccigliare di un bel co- |. lore azzurro, una distinta fascia azzurra fra il giallo della gola e l’area nera sottostante; questa è notevolmente larga, e larghe pure sono le fascie nere all’ estremità delle remiganti e delle timoniere. Inoltre gli esemplari suddetti sono notevolmente più grandi del M. erythropterus (Gm.). Lungh. tot. circa 0%, 165; al. 0%, 088; coda (timon. est.) 0, 075; becco 0™,026-0™, 024. UCCELLI DELLO SCIOA 111 « Qualcuno aveva il nido sulla ripa sinistra del Duleccia. Numeroso e frequente tutto l’anno, specialmente nelle basse Kolla, da dove poco risale in alto. Comune lungo il corso del Duleccia o Gascianè » (A.). Fam. Alcedinidae. Sp. 84. Aleedo semitorquata, Sw. Alcedo semitorquata, Rupp., Syst. Ueb. p. 20, 23, n. 94, Taf. 7 (Scioa). — Heugl.. op. cit. p. 179. — Sharpe, Mon. Alced. pl. 7. Due esemplari. a. (223) 7. Kolla di Mantek 11 Maggio 1877 « Iride scura; becco nero corneo; piedi rossi » (A.). Esemplare adulto. b. (241) 7 jun. Mahal-Uonz 25 Maggio 1877 « Iride nocciola; becco nero; piedi rossi » (A.). Esemplare giovane differente dal precedente pel colore azzurro delle parti superiori meno bello e per avere sul petto strie tra- sversali scure nello spazio compreso fra le due aree azzurre dei lati del petto, come si vede nella figura posteriore della tavola citata della Monografia dello Sharpe. « Non raro lungo i torrenti più bassi di Mahal-Uonz a S. E. nella Kolla di Mantek » (A.). Sp. 85. Ceryle rudis (Liny.). Ceryle rudis, Heugl., op. cit. p. 184. — Sharpe, Mon. Alced. pl. 19. Sel esemplari. a. (—) 7. Torrente Aigaber 12 Luglio 1882 (A.). * Esemplare adulto con due fascie nere sul petto. b. (630) 9. Torrente Gasciané (Scioa) 19 Agosto 1878 (#.). c. (631) 9. Torrente Gasciané 19 Agosto 1878 (A.). d. (981) 9. Torrente Duleccia 10 Agosto 1879 « Becco e piedi neri; iride scura » (A.). Questi tre esemplari adulti hanno una sola fascia pettorale nera e questa interrotta nel mezzo. 112 T. SALVADORI e. (575) 7 jun. Torrente Bulbulà nei Galla 20 Giugno 1878 (A.). f. (575 2) Q jun. Bulbulà 20 Giugno 1378 (4.). Due esemplari non al tutto adulti, simili ai precedenti, ma colla fascia pettorale grigio-nerastra e quasi continua. « Piuttosto frequente nelle Kolla di bassa e mediana eleva- zione; sulle sponde alte del Gascianè o Duleccia inferiore os- servai frequentemente i fori fatti da esso » (A.). Sp. 86. Ceryle maxima (Pant.). Ceryle maxima, Heugl., op. cit. p. 186. — Sharpe, Mon. Alced. pl. 20. Quattro esemplari. | a. (419) g. Torrente Uoenamba 26 Novembre 1877 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). b. (461) 9. Torrente presso Kobbò 8 Marzo 1873 (A.). c. (1347) 9. Torrente Mahal-Uonz (Scioa) 28 Agosto 1880 « Iride color terra d’ ombra scura; becco nero; piedi scuri » (A.). d. (—) 92. Torrente Aigaber 15 Luglio 1882. La figura della femmina data dallo Sharpe non è esatta, giacchè la parte superiore del petto è rappresentata con fascie trasversali scure, mentre quella parte è fittamente cosparsa di © macchie nere sopra un fondo bianco. « Araum, località ove fu ucciso il terzo esemplare, è a metri 1644 sul livello del mare; ossia metri 907 più in basso di Let-Marefià » (A.). Sp. 87. Corythornis cyanostigma (RùPP.). Alcedo cyanostigma, Rupp., Neue Wirbelth. Taf. 24, f. 2 (juv.). — Heugl., op. cit. p. 182. Alcedo cristata, Heugl. (nec Linn.), op. cit. p. 180. Corythornis cristata, Sharpe (nec Linn.), Mon. Alced. p. 35, pl. 11. Corythornis cyanostigma, Sharpe, op. cit. p. VI. Due esemplari. a. (—) ¢. Torrente Aigaber 7 Luglio 1882 « Iride fosca; becco e piedi corallini » (A.). b. (—) @. Torrente Aigaber 7 Luglio 1882 « Iride fosca; becco e piedi corallini » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 113 La femmina è alquanto piu piccola del maschio. Ambedue sono adulti, hanno molto lunghe le piume del pileo di color celeste-verdognolo, e mancano delle piccole macchie celesti sulle cuopritrici delle ali. Sp. 88. Ispidina picta (Bopp.). Alcedo picta, Heugl., op. cit. p. 183. Ispidina picta, Sharpe, Mon. Alced. pl. 51. Due esemplari. a. (1120) ¥. Rive del Cialalakà 21 Novembre 1879 « Iride fosca; beeco e piedi corallini » (A.). b. (—) 7. Torrente Duleccia 22 Giugno 1882. Il secondo esemplare è più piccolo del primo, ha il becco più breve e di colore scuro nella metà apicale. Ambedue differiscono dalla figura dello Sharpe per le parti superiori non di un azzurro uniforme, ma a macchie azzurre; ben distinte sono le macchiette azzurre sulle cuopritrici delle ali. Essi somigliano più ad un esemplare del Fiume Gazal che non ad altro di Bissao, conservati nel Museo di Torino. « Il primo esemplare fu ucciso sopra le canne delle rive del Cialalakà » (A.). Sp. 89. Haleyon semicaerulea (Forsx.). Dacelo semicaerulea, Heugl., op. cit. p. 190. Hlalcyon semicaerulea, Sharpe, Mon. Alced. pl. 64. Sei esemplari adulti. a. (288) 7. Mantek 20 Giugno 1877 « Iride castagno; becco e piedi rossi » (A.). 6. (513) 7. Duleccia 24 Maggio 1878 (A.). c. (513%) 7. Duleccia 24 Maggio 1878 (A.). d. (504) 9. Duleccia 22 Maggio 1878 (A.). e. (220) 7. Mahal-Uonz 11 Maggio 1877 (A.). f. (328) — Kolla di Mantek 8 Agosto 1877 (A.). Gli ultimi due esemplari sono stati conservati nello spirito. « Comune nei boschi lungo tutti i torrenti delle Kolla » (A.). Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (7 Luglio 1884). 8 114 T. SALVADORI Sp. 90. Haleyon senegalensis (Liny.). Dacelo senegalensis, Heugl., op. cit. p. 191. Halcyon senegalensis, Sharpe, Mon. Alced. pl. 70. a. (—) 7. Torrente Aigaber 9 Luglio 1882 « Iride fosca; becco rosso e nero; piedi neri » (A.). Esemplare adulto in abito perfetto. Sp. 91. Sauropatis chloris (Bopp.). Dacelo chloris, Heugl., op. cit. p. 194. Hialeyon chloris, Sharpe, Mon. Alced. pl. 87. Due esemplari. a. (—) Senza indicazione della località. b. (—) Idem. Sono due giovani colle piume incompiutamente sviluppate ed inoltre decolorate per |’ azione dello spirito, nel quale sono stati conservati. Il primo ha colore azzurrognolo più vivo del secondo. Fam. Coraciidae. Sp. 92. Coracias naevius, Daup. Coracias pilosa, Heugl., op. cit. p. 172. Coracias naevia, Sharpe, Ibis, 1871, p. 190. Sette esemplari. a. (687) 7. Ambo-Karra (Scioa) 27 Agosto 1878 « Iride cenere becco nero; piedi color cioccolatte » (A.). b. (991) g. Ambo-Karra 13 Agosto 1879 « Iride castagno; becco nero; piedi chiari » (A.). e. (448) 2. Aliu-Amba 16 Febbraio 1878 (A.). d. (510) 9. Duleccia 23 Maggio 1878 « Iride cenerognola; becco nera- stro; piedi color castagno » (A.). e. (1197) 9. Let-Marefià 2 Gennaio 1880 « Iride marrone; becco nero; piedi nocciola » (A.). f. (—) 9. Daimbi 6 Luglio 1882 (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 115 Tutti questi esemplari sono adulti e simili fra loro. g. (1218) 9. Let-Marefià 24 Gennaio 1880 « Iride nocciola; becco nero corneo; piedi verdastri » (A.). Esemplare in muta, forse non adulto; differisce dai precedenti per non avere il pileo di color bruno-rossigno, ma tinto di oli- vastro come il dorso, e per le cuopritrici delle ali senza la bella tinta color nocciola. « Tanto questa specie, quanto il Coracias abyssinicus si ve- ‘dono raramente a Let-Marefià, amando località aperte e ricche di alberi di mimose. Nelle basse e medie Kolla s’ incontrano individui isolati » (A.). Sp. 93. Coracias caudatus, Linn. Coracias caudata, Heugl., op. cit. p. 173. — Sharpe, Ibis, 1871, p. 194. a. (623) 9. Ambo-Karra (Scioa) 18 Agosto 1878 « Iride violacea ; becco e piedi nerastri » (A.). Esemplare giovane; esso ha soltanto la gola di colore violaceo con strie bianchiccie lungo il mezzo delle piume, mentre negli adulti del C. caudatus quel colore si estende anche sul petto; le due timoniere laterali sono incompiutamente sviluppate, essendo. 24 millimetri più corte delle altre. « Frequentava gli alberi di Mimosa fra il Durah » (A.). ' Sp. 94. Coracias abyssinicus, Bopp. Coracias habessinica, Harris, op. cit. p. 415 (Scioa). — Heugl., op. cit. p. 174. — Sharpe, Ibis, 1871, p. 197. Nove esemplari. a. (514) 7. Duleccia 24 Maggio 1878 (A.). b. (1209) 9. Let-Marefià 18 Gennaio 1880 « Iride castagno; becco nero corneo; piedi verdastri » (A.). Ambedue questi esemplari sono in abito perfetto. c. (626) 7. Ambo-Karra (Scioa) 18 Agosto 1877 « Iride violacea; becco e piedi scuro nericci » (A.). 116 T. SALVADORI Simile ai precedenti, ma colle due timoniere laterali incom- piutamente sviluppate. d. (1039) 7. Daimbi 8 Novembre 1879 « Iride marrone; becco e piedi scuri > (A.). e. (1123) 9. Daimbi 22 Novembre 1879 « Iride castagno; becco corneo chiaro; piedi grigiastri » (A.). f. (1198) ®. Let-Marefià 5 Gennaio 1880 « Iride marrone; becco scuro; piedi verdognoli (A.). g. (1203) 9. Let-Marefià 8 Gennaio 1880 « Iride marrone; becco nero; piedi nocciola » (A.). | h. (1204) 9. Let-Marefià 9 Gennaio 1880 (A.). î. (1386) 9. » 30 Ottobre » (A4.). Tutte le femmine e-2 hanno la testa ed il collo con leggera tinta verdognola. « Poco frequente; s' incontrano individui isolati » (A.). Fam. Trogonidae. Sp. 95. Hapaloderma narina (STEPH.). Hapaloderma narina, Gould., Mon. Trogon. 2.2 ed., pl. 34. — Heugl., op. cit. p. 176. Tredici esemplari. a. (970) 7. Sciotà Mander (Foresta di Fecherié-Ghem) 24 Luglio 1879 « Iride castagno; becco verde erba; piedi carnicini » (A.). b. (971) /- Sciotà Mander 27 Luglio 1879 « Iride castagno vivo; becco verde chiaro; piedi carnicini » (A.). c. (1230) 7. Sciotà Mander 8 Febbraio 1880 « Iride castagno; becco giallo-verde; piedi carnicini » (A.). d. (1331) 7. Sciotà Mander 11 Luglio 1880 « Iride castagno scuro; becco giallo-verde; piedi carnicini » (A.). e. (1339) 7. Sciotà Mander 9 Agosto 1880 (A.). f. () &. Janfidi (Foresta di Fecherié-Ghem) 5 Aprile 1881 (A.). g. (—) dg. Janfidi 5 Aprile 1881 (A.). Tutti questi esemplari sono adulti e simili fra loro. h. (1295) 9. Sciotà Mander 23 Maggio 1880 « Iride castagno vivo; becco giallo; piedi carnicini > (A.). î. (1805) 9. Foresta di Fecherié-Ghem 5 Giugno 1880 « Iride castagno vivo; becco giallo dorato; piedi nocciola; le parti nude del collo, lo spazio UCCELLI DELLO SCIOA 117 intorno all’ occhio, la base del becco sono di color turchino celeste, più o meno vivace » (A.). j. (1326) 9. Sciotà Mander 23 Giugno 1880 « Iride castagno scuro; becco giallo; piedi carnicini » (A.). k. (1332) 9. Sciotà Mander 11 Luglio 1880 « Iride color terra d'ombra scuro; becco verdastro-giallo; piedi carnicini » (A.). ate (—) 9. D’ incerta località. Le cinque femmine, simili fra loro, differiscono dai maschi precedenti pel colore rossigno-rugginoso della parte anteriore del collo e dei lati della fronte, e per avere una fascia grigio- vinacea che divide il rossigno del collo dal rosso vivo dell’ ad- dome. m. (1325) g. Sciotà Mander 12 Giugno 1880 « Iride castagno vivo; becco giallo; piedi chiari » (A.). Maschio in abito quasi perfetto, differente dai primi sette per avere il rosso del petto misto di grigio-vinaceo, residuo dell’ abito giovanile. Le figure della tavola citata del Gould presentano alcune ine- sattezze; 1 piedi ivi sono giallognoli, mentre l’Antinori li indica carnicini ; inoltre la femmina non mostra il color rossigno-ruggi- noso sui lati della fronte. Secondo l’Antinori, il becco varia dal verde-erba al giallo, e l’iride è costantemente castagna e mai rossa, come viene indicata dall’ Heuglin. « Uccello localizzato entro burroni pressochè inaccessibili della Foresta di Fecherié-Ghem. Sciotà Mander è una località alpestre della Foresta di Fecherié-Ghem; essa forma una delle molte gole di questa foresta, in fondo alla quale corre fra i massi un tor- rente che imbocca in quello di Sciotalit, e che porta lo stesso nome del luogo. Nel pendio orientale*della foresta aspra e forte e quasi impraticabile, nel. folto degli altissimi alberi di Zigba e di Ted, vivono solitarie e taciturne le coppie dell’ Hapaloderma narina. Per quanto fossi persuaso che entro la foresta si doves- sero trovare questi uccelli e per quante ricerche ne avessi fatte, purnondimeno corsero ben due anni prima di aver la prova della loro esistenza. Alla difficoltà dei luoghi si aggiunge il loro ca- rattere sospettoso e guardingo, e I’ abitudine di tenersi nascosti 118 T. SALVADORI fra le foglie. Per la vivacità delle loro tinte esposti facilmente all’acuto sguardo dei rapaci, la provvida natura ha insegnato loro il modo di sottrarsene. Nello stomaco di un esemplare trovai pochi avanzi di piccolissimi coleotteri ed un corpicciuolo disfatto che aveva sembiante di una Mantis. Forse si nutre anche di frutta. « Membrana nuda sopra e dietro |’ occhio e spazio nudo del gozzo di color giallo-verde chiaro, misto di turchino » (A.). Lo Shelley ha confrontato uno dei maschi soprannoverati con altri dell’ Africa meridionale e mi assicura che non vi ha dif- ferenza di sorta; questo fatto è importante, giacchè contraddice al sospetto manifestato precedentemente dallo stesso Shelley (P. Z. S. 1881, p.336), che gli esemplari dell’ Africa orientale- settentrionale appartengano all’ Hapaloderma constantia, Sharpe. Siccome poi questa specie è stata trovata nel Fantee nell’ Africa occidentale e presso Zanzibar nell’ Africa orientale, converrebbe credere che l’H. narina avesse due colonie, una al Nord del- l’Equatore e l’ altra al Sud, tra le quali sarebbe interposta I’ area equatoriale abitata dall’. constantia, ovvero che nella zona equa- toriale vivano insieme ambedue le specie! Fam. Caprimulgidae. Sp. 96. Caprimulgus fraenatus, nov. sp. ? Fusco-griseus, nigro varius, pileo maculis migris latis notato; collare cervicali lato rufo, nigro vario; loris fulvo et nigro varius, superne plumis albis nonnullis ornatis; taenia subgenali ab angulo oris incipiente et fascia gulari transversa, lata, albis; menti lateribus fulvescentibus; pectore brunneo-fusco, fasciolis transversis migris et fulvescentibus notato; abdomine et subcaudalibus fulvescentibus, nigro fasciolatis; scapularibus et tectricibus alarum migro macu- latis, exterius late fulvescente marginatis; remigibus fusco-nigris, quatuor primis in medio late albo notatis, prima pogonio externo albo limbata, pogonio interno macula lata alba notata, reliquis tribus macula lata alba in utroque pogonio notatis; remigibus secundaris rufo fasciatis, intus rufescente marginatis; subalaribus rufescen- tibus, parce niyro fasciatis, nonnullis medianis fere unicoloribus; UCCELLI DELLO SCIOA ‘LTS rectricibus mediis griseis, nigro fasciatis et vermiculatis, reliquis fuscis, duabus utrinque extimis apice latissime albo; rostro nigre- scente; pedibus albidis; iride fusca. Long. tot. 09, 250; al. 0™, 175; caud. 0™, 120. a. (—) J. Daimbi Febbraio 1882 « Iride scura; becco nerastro; piedi biancastri » (A.). Lo Sharpe, cui ho inviato |’ individuo suddetto, non è riuscito a determinarlo, ma egli mi assicura che esso somiglia al Capri- mulgus rufigena, Smith, più che a qualunque altra specie afri- cana; io l'ho confrontato con un esemplare del C. pectoralis, Vieill. (= atrovarius, Sundev.) del Capo di Buona Speranza, cui pure molto somiglia, differendone per le dimensioni alquanto maggiori, per le macchie nere del pileo più grandi, per le piume auricolari non bruno-castagne e per le macchie bianche nel mezzo delle prime quattro remiganti ed all’ apice delle due timo- niere esterne più grandi. Ho dato a questa specie il nome specifico fraenatus per causa delle piume bianche che si trovano sopra le redini. 1 Si comprende facilmente come con qualche esitazione abbia descritto come nuova la specie suddetta, considerando la grande difficoltà che. s' incontra nello identificare le specie del genere Caprimulgus. Fam. Cypselidae Sp. 97. Cypselus gutturalis, Vieni. Cypselus melba, Heugl. (nec Linn.), op. cit. p. 140. Cypselus gutturalis, Vieill., Nouv. Dict. XIX, p. 422 (1818). — Tristr., P. Z. S. 1867, p. 887. a. (369) — Mahal-Uonz 27 Agosto 1878 (A.). Esemplare adulto, simile in tutto ad un altro del Capo di Buona Speranza inviato dal Verreaux al Museo di Torino. Am- bedue questi esemplari differiscono da altri del C. melba d’ Eu- ropa pel colorito un poco piu scuro, pel bianco della gola piu ristretto, per la fascia pettorale piu larga e per la lunghezza dell’ ala alquanto minore. 120 T. SALVADORI Generalmente questa specie viene confusa col C. melba; anche lo Sharpe (Ibis, 1870, p. 427), secondo me a torto, non vuole ammettere che sia distinta. PASSERES. Fam. Hirundinidae. Sp. 98. Hirundo rustica, Linn. Hirundo rustica, Harris, op. cit. p. 414 (Scioa). — Heugl., op. cit. p. 150. = Sharpe, P. Z. S. 1870, p. 305. Due esemplari. a. (1182) — Daimbi 13 Dicembre 1879 « Iride scura; becco nero; piedi scuri » (A.,). Esemplare adulto. 6. (1042) 9. Daimbi 8 Novembre 1879 « Iride, becco e piedi scuri >» (A.). Esemplare giovane in abito imperfetto. « Di passaggio; comune nel Novembre nei campi e nei prati » (A.). Sp. 99. Hirundo filifera, STrPH. Hirundo filifera, Heugl., op. cit. p. 155. — Sharpe, P. Z. S. 1870, p. 312. a. (—) ?. Daimbi Marzo 1882 « Iride scura; becco nero; piedi ne- rastri > (A.). Esemplare in muta coll’ apice assottigliato delle timoniere la- terali poco lungo. Sp. 100. Hirundo senegalensis, Liny. Hirundo senegalensis, Heugl., op. cit. p. 156. — Sharpe, P. Z. S. 1870, p. 316. Tobbisd, Adda-Galla (Antinori). Sette esemplari. a. (591) 7. Adda Galla 28 Giugno 1878 (A.). b. (992) JT. >» > > > oA): c. (911) 9. Daimbi (Adda Galla) 1 Maggio 1879 « Iride scura; becco nero; piedi nerastri » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 121 d. (—) g. Daimbi Maggio 1882 (A.). e. () d. >» BIS » (A4.. EC: id OAs. GI) I. » » » (A. Esemplari adulti, tutti senza macchie bianche sul vessillo in- terno delle timoniere. Sp. 101, Hirundo melanocrissa (Rtrr.). Hirundo melanocrissa, Heugl., op. cit. p. 159. — Sharpe, P. Z. S. 1870, p- 315. Sette esemplari. a. (1276) 9. Denz 27 Marzo 1880 « Iride e piedi scuri; becco nero » (A.). b. (1285) 9. Let-Marefià 16 Aprile 1880 «Iride, becco e piedi neri » (A.). Esemplari adulti in abito perfetto. c. (113) — Mahal-Uonz 7 Marzo 1877 (A.). d. (182) g. » » 23 Aprile » (A). e. (212) — » pi PSO 2° » (A). f. (252) — > » 28 Maggio » (A.). g. (253) — >» » > » >» (A.). Esemplari in spirito. « Dal mese di Aprile a tutto Settembre questa rondine è molto comune a Mahal-Uonz; nidifica in Luglio ed in Agosto sulle rupi che sovrastano a ponente di quel villaggio » (A.). Sp. 102. Hirundo puella, Temm. ? Hirundo capensis, Harris (nec Gm.), op. cit. p. 414 (Scioa). Hiirundo puella, Heugl., op. cit. p. 160. — Sharpe, P. Z. S. 1870, p. 319. a. (1260) 9. Ambo-Karra 9 Marzo 1880 « Iride e piedi scuri; becco nero » (A.). Esemplare adulto. Sp. 103. Cotyle cineta (Bonp.). Cotyle cincta, Heugl., op. cit. p. 164. — Sharpe, P. Z. S. 1870, p. 297. Cinque esemplari. 122 T. SALVADORI a. (937) 7. Daimbi (Adda Galla) 14 Maggio 1879 « Iride e becco neri; piedi scuri » (A.). bi (938) 2. Daimbi 14 Maggio 1879 (A.). La femmina é‘un poco più piccola del maschio. c. (333) — Mahal-Uonz 12 Agosto 1877 (A.). d. (334) — >» » 15 > mn wea): e. (327) juv. Kolla di Mantek 8 Agosto 1877 (A.). Gli ultimi tre esemplari sono stati conservati nello spirito; l’ultimo è un giovane e differisce dagli adulti per avere le piume del sopraccoda e delle ali marginate di rossigno. « Frequenta le terre prossime al Lago Cialalakà » (A.). Sp. 104. Cotyle minor, Cas. Cotyle minor, Cab., Mus. Hein. I, p. 49 (1850). — Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p- 166 (1864-74). — Sharpe, P. Z. S. 1870, p. 303. a. (926) g. Lago Cialalakà (Adda Galla) 6 Maggio 1879 « Iride fosca; becco nero; piedi scuri » (A.). Simile in tutto ad un altro esemplare d’Abissinia, conservato nel Museo di Torino, ed ambedue differiscono ugualmente da un esemplare della Cotyle paludicola (Vieill.) del Capo di Buona Speranza per le dimensioni minori, pel colore grigio della gola e del petto più chiaro e per la coda meno forcuta. « In branchi numerosi sulle sponde dei laghi » (A.). Sp. 105. Cotyle rufigula, Fiscuer et RcHNw. Cotyle fuligula (partim?), Heugl., op. cit. p. 164. — Sharpe, P. Z. S. 1870, p- 299 (partim). Cotyle rufigula, Fisch. et Rchnw., Journ. f. Orn. 1884. a. (213) — Mahal-Uonz 30 Aprile 1877 (A.). Esemplare conservato nello spirito. Lo Sharpe (/. c.) aveva fatto già notare come gli esemplari dell’ Africa Orientale-Settentrionale che venivano riferiti alla C. fuligula fossero notevolmente più piccoli di quelli dell’Africa Meridionale e più oscuri; le dimensioni dell’ esemplare sopran- UCCELLI DELLO SCIOA 123 noverato confermano |’ osservazione dello Sharpe. Esso ha le se- guenti dimensioni : lungh. tot. 0™, 145; al. 0%, 120; coda 0™, 050. Recentissimamente questa specie è stata distinta dai signori Fischer e Reichenow. Sp. 106. Psalidoproene pristoptera (RirP.). Hirundo pristoptera, Rupp., N. W. t. 39, f. 2. Psalidoprocne pristoptera, Heugl., op. cit. p. 148. — Sharpe; P. Z. S. 1870, p. 290. Due esemplari. a. (1272) ¥. Sciotalit 14 Marzo 1880 « Iride nera; becco nero e piedi foschi » (A.). b. (961) 9. Foresta di Fecherié-Ghem 2 Luglio 1879 « Iride scura ; becco nero; piedi scuri (A.). La femmina non differisce sensibilmente dal maschio. Sp. 107. Psalidoproene antinorii, nov. sp. Ps. similis Ps. petiti, Sharpe et Bouv., sed subalaribus et axil- laribus niveis nec pallide fumosis, facile distinguenda. Long. tot. 0%, 140; al. 0% 110; caud. 0%, 074; rostri 0%, 006; tarsi 02, 009. a. (1298) 7. Denz (Scioa) 27 Maggio 1880 « Iride e piedi scuri; becco nero » (4.). Esemplare adulto in abito perfetto, tipo della specie. Questa specie si distingue facilmente dalla P. pristoptera (Rùpp.) pel colore fuliginoso bronzato, e dalla Ps. petiti pei caratteri so- praindicati. Debbo allo Sharpe, cui ho inviato in comunicazione |’ esem- plare suddetto, la nozione delle sue differenze dalla Ps. petit, col tipo della quale egli ha potuto confrontarlo. Esso verrà figu- rato dallo Sharpe nella sua Monografia delle Rondini, d’ immi- nente pubblicazione. Dedico questa specie alla memoria dell’ ottimo amico mio e dell’ illustre viaggiatore italiano, che gran parte della sua vita consacrò alla geografia africana e ne fu non ultima vittima. 124 T. SALVADORI Fam. Muscicapidae. Sp. 108. Terpsiphone cristata (Gm). Muscipeta, Harris, op. cit. p. 414 (Scioa). Terpsiphone melanogastra, Heugl., op. cit. p. 441. Terpsiphone cristata, Sharpe, Cat. B. IV, p. 354 (Efat Harris). Baalli, Amarico (Antinori). Tantirà, Galla (Antinori). Quattordici esemplari. a. (229) 7. Mahal-Uonz 13 Maggio 1877 « Iride scura; becco celeste; piedi neri >» (A.). Esemplare adulto in abito perfetto, erroneamente indicato come femmina. b. (420) 7. Denz 29 Novembre 1877 (A.). c. (460) 7. Sciotalit 8 Marzo 1878 (A.). d. (529) 7. Let-Marefià 29 Maggio 1878 (A.). i e. (959 ©) ¥. Sciotalit 20 Giugno 1879 « Iride bruna; becco e piedi ce- rulescenti » (A.). f. (1275) 3. Sciotalit 26 Marzo 1880 (A.). g-. (—) dg» Sciotalit 24 Dicembre 1881 (A.). h. (—) g. Senza cartellino. Tutti questi esemplari sono adulti in abito perfetto e simili fra loro. t. (414) J. Denz 30 Settembre 1877 (A.). Esemplare adulto in muta, erroneamente indicato come fem- mina; esso ha le due timoniere mediane bianche incompiute, molto più brevi delle altre. j. (—) 9. Kagima (Adda-Galla) 16 Aprile 1881 « Iride scura; becco e piedi cerulescenti » (A.). Simile al precedente, ma senza le due timoniere mediane. k. (375) 7? Mahal Uonz 30 Agosto 1877 (A.). 1. (457) 9. Let-Marefià 5 Marzo 1878 (A.). L’ ultimo esemplare è sicuramente una femmina, ma il pe- UCCELLI DELLO SCIOA 125 a nultimo probabilmente è un maschio giovane, simile alla fem- mina, ma colle due timoniere mediane più lunghe delle altre. m. (366) 7. Kolla di Mantek 24 Agosto 1877 (A.). n. (367) g juv. » » » (A.). Conservati nello spirito. Sp. 109. Platystira albifrons, SHARPE. Platystira melanoptera, Sharpe (nec Gm.), P. Z. S. 1869, p. 566. Platystira albifrons, Sharpe, Ibis, 1873, p. 159. — Bocage, Orn. Angola, p. 196. — Sharpe, Cat. B. IV, p. 147 (1879). Tre esemplari. a. (451%) 7. Let-Marefià 20 Febbraio 1879 (A.). db. (963) 7. Sciotalit 5 Luglio 1879 « Iride gialla; becco nero; piedi cerulescenti » (A.). c. (999) 2. Sciotalit 18 Settembre 1879 « Iride color terra d’ ombra; becco nero; piedi oscuri » (A.). Tutti tre questi esemplari sono adulti; i due maschi sono si- mili fra loro; la femmina differisce dai maschi pel colore ci- nereo-plumbeo delle parti superiori e per la parte anteriore del collo di un bel colore castagno marginato inferiormente di nero. Non credo che la femmina di questa specie fosse stata descritta finora. : Tanto i maschi, quanto la femmina hanno sulla fronte una stria bianca che si prolunga lateralmente fin presso gli occhi. Per quel carattere gli esemplari soprannoverati differiscono da due (maschio e femmina) della Pl. cyanea (P. L. S. Mull.) (= melanoptera, Gm.) conservati nel Museo di Torino. La PI. albifrons fu descritta su esemplari dell’ Africa occi- dentale e non si conosceva ancora dell’Africa orientale. « Raro nelle Kolla di Mahal-Uonz e di Let-Marefià » (4.). Sp. 110. Batis orientalis (Hruct.). Platystira orientalis, Heugl., op. cit. p. 449. Batis orientalis, Sharpe, Cat. B. IV, p. 136. Tre esemplari. 126 T. SALVADORI a. (1268) 7. Ambo-Karra 12 Marzo 1880 « Iride gialla; becco e piedi neri > (A.). b. (—) 7. Daimbi Aprile 1882 « Iride gialla; becco e piedi neri» (A.). Maschi adulti in abito perfetto colla fascia pettorale nera. c. (—) 9. Daimbi Aprile 1882 « Iride giallo-solfino; becco e piedi neri » (A.). Femmina adulta colla fascia pettorale di color castagno. « Ama le località ombrose, fresche e ricche di piante, tanto in monte, quanto in piano; trovasi di preferenza entro i valloni ed i letti dei torrenti » (A.). Sp. 111. Alseonax minima (Hrust.). Muscicapa minima, Heugl., Journ. f. Orn. 1862, p. 301. — Hartl. et Finsch, Vog. O. Afr. p. 303 (nota). — Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 435, taf. XVI, f. 1. Alseonax minima, Sharpe, Cat. B. IV, p. 129 (nota). a. (474) g. Sciotalit 19 Marzo 1878 « Iride scura; becco corneo; piedi nerastri » (A.). Esemplare adulto che mi sembra riferibile a questa specie, la LI figura della quale, data dall’ Heuglin, è notevolmente troppo pallida. Sp. 112. Pindalus umbrovirens (Ripr.). Phyllopneuste umbrovirens, Heugl., op. cit. p. 301. Phylloscopus umbrovirens, Seebohm, Ibis, 1877, p. 86. Pindalus umbrovirens, Seebohm, Ibis, 1878, p. 490. Cryptolopha umbrovirens, Sharpe, Cat. B. IV, p. 401 (1879). Culicipeta umbrivirens, Sharpe, op. cit. pl. XII, f. 2. a. (1318) 7. Sciotalit (Scioa) 17 Giugno 1880 « Iride nocciola; becco corneo chiaro; piedi scuri » (A.). Sp. 113. Lioptilus Galinieri (Guir.). Parisoma Galinieri, Guér., Rev. Zool. 1843, p. 162. Parisoma frontale, Riipp., Syst. Ueb. p. 43, 51, n.172, Taf. 22 (1845) (Scioa). Aegithalopsis Galinieri, Heugl., op. cit. p. 395. Cinque esemplari. UCCELLI DELLO SCIOA 127 a. (455) — Foresta di Fecherié-Ghem 5 Febbraio 1878 « Iride rossa ; becco nero; piedi castagni » (A.). b. (481) 7. Foresta di Fecherié-Ghem 2 Aprile 1878 « Iride castagno; becco corneo » (A.). i c. (659) “. Fecherié-Ghem 5 Ottobre 1878 (A.). d. (469) 9. Let-Marefià 15 Marzo 1878 (A.). e. (788) 9. Fecherié-Ghem 1 Febbraio 1879 «Iride castagno vivo; becco scuro corneo ; piedi color nocciola » (A.). « Il suo canto somiglia in parte a quello del nostro usignuolo. Abita le grandi foreste entro il fogliame folto delle quali si trova nascosto, facendo risuonare la selva dei suoi armonici gor- gheggi » (A.). Le femmine non differiscono dai maschi. Sp. 114. Lioptilus chocolatinus (RirP.). Curruca chocolatina, Rupp, Syst. Ueb. p. 37, 57, n. 138, Taf. 14 (1845) (Scioa). Bradyornis chocolatina, Heugl., op. cit. p. 429. — Sharpe, Cat. B. IV, p- 311. Quattro esemplari. a. (454) 9. Sciotalit 5 Febbraio 1878 « Iride castagno; becco ceruleo nero; piedi scuri » (A.). b. (459) 7. Let-Marefià 2 Marzo 1878 « Iride giallo limone; becco ce- ruleo, nero all’ apice; piedi oscuri » (A.). ce. (472) 3. Sciotalit 18 Marzo 1878 « Iride giallo limone; becco nero ceruleo; piedi nerastri » (A.). d. (130) 7. Sciotalit 31 Ottobre 1878 « Iride castagno; becco scuro turchino; piedi nerastri » (A.). « Frequente entro i macchioni e le siepi e nella foresta di Fecherié-Ghem. È solitario ed ha un canto tenue e leggia- dro » (A.). A me sembra che gli esemplari suddetti non appartengano al genere Bradyornis, ma sieno congeneri del Lioptilus galimieri. Lo Sharpe ha esaminato |’ esemplare (472) e lo ha determinato come spettante alla Curruca chocolatina, Rupp. Che poi a questa specie sia da riferire anche la Muscicapa chocolatina, Rupp. 128 T. SALVADORI (N. W. p. 147 — Syst. Ueb. Taf. 20) mi sembra difficile da am- mettere, non ostante |’ affermazione dell’ Heuglin. Il tipo della Curruca chocolatina proveniva anch’ esso dallo Scioa. Sp. 115. Lioptilus abyssinicus (RiPP.). Drymophila abyssinica, Rupp., N. W. p. 108, t. 40, f. 2. Curruca abyssinica, Ripp., Syst. Ueb. p. 57, n. 139 (1845). — Heugl., Syst. Ueb. N. 221. Sylvia habessinica, Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 313. Due esemplari. a. (436) y. Foresta di Sciotalit 22 Dicembre 1877 « Iride castagno ; piedi cornei » (A.). b. (480) 9. Sciotalit 1 Aprile 1878 « Becco corneo celestognolo; piedi celesti chiari » (A.). La femmina non differisce dal maschio. « Abita le foreste ed ha un canto modulato e soave che si avvicina a quello dell’ usignuolo. È stazionario nella foresta di Fecherié-Ghem, ma è difficile da uccidere » (A.). Tanto questa specie, quanto il Lioptilus galinieri non si trovano annoverati nel Catalogue of the Birds in the British Museum. Sp. 116. Melaenornis edolioides ($w.). Melaenornis aedolioides, Rupp., Syst. Ueb. p. 61, n. 215 (Scioa). — Heugl., op. cit. p. 426. — Sharpe, Cat. B. III, p. 315. Due esemplari. a. (1105) ¢. Daimbi 19 Novembre 1879 « Becco e piedi neri » (A.). b. (—) g. Daimbi 10 Aprile 1882 (A.). Esemplari adulti in abito perfetto. Fam. Campophagidae. Sp. 117. Ceblepyris caesia (Licar.). Ceblepyris caesia, Heugl., op. cit. p. 420. Graucalus caesius, Sharpe, Cat. B. IV, p. 26. Tre esemplari. UCCELLI DELLO SCIOA 129 a. (1819) 7. Sciota Mander 19 Giugno 1880 « Iride bruna seura; becco e piedi neri » (A.). b. (1820) 9. Sciota Mander 20 Giugno 1880 « Iride bruna scura; becco e piedi neri » (A.). c. (1342) 2. Sciotalit 11 Agosto 1880 « Iride castagno; becco nero; piedi scuri » (A.). L’ ultimo esemplare, simile al precedente, è stato erronea- mente indicato come maschio. Le due femmine differiscono dal maschio per le redini non nerastre, ma dello stesso colore cinereo-plumbeo delle parti vi- cine; nel maschio, oltre le redini, anche la gola è più scura delle parti circonvicine. Lo Sharpe indica soltanto |’ Africa meridionale come patria di questa specie. « Di passaggio; il primo esemplare aveva nello stomaco fram- menti di Mantis e di una farfalla notturna » (A.). Fam. Dicruridae. Sp. 118. Musicus assimilis (Becusr.). Dicrourus divaricatus, Heugl., op. cit. p. 422. Buchanga assimilis, Sharpe, Cat. B. III, p. 247 (1877) (Scioa Harris). Guramailé, Adda-Galla (Antinori). Sette esemplari. a. (936) 9. Daimbi 13 Maggio 1879 (4... b. (1040) 7. » 8 Novembre » (A.). c. (1041) 2. » » » » «Iride rubinea; becco e piedi neri » (A.). d. (1245) “. Ambo-Karra (Scioa) 15 Marzo 1880 (4.). e. (1246) 9. » » » » » «Iride rossastra » (A.). f. (1104) 4. Daimbi 19 Novembre 1879 (A.). I primi cinque esemplari sono adulti; essi differiscono alquanto fra loro per le dimensioni, un po’ maggiori nei maschi. L’ ultimo esemplare è in abito imperfetto e differisce dagli altri per avere le piume dell’ addome con margini bianchicci; questi margini sono larghi, bianchi e cospicui sulle piume del sottocoda. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.4, Vol. I. (S Agosto 1884). 9 130. g. (146) — Kolla di Aigaber 4 Aprile 1877. Esemplare in spirito. T. SALVADORI « Comune nei boschi di mimose, nelle Kolla basse ed in pia- nura, lungo i fiumi e nei terreni umidi » (A.). Fam. Laniidae. Sp. 119. Lanius excubitorius, Prev. et Des Murs. Lanius excubitorius, Lefevre, Abyssinie, p. 99, pl. 8. — Heugl., op. cit. p. 478. — Gadow, Cat. B. VIII, p. 253 (1883). Turfié, Adda Galla (Antinori). Undici esemplari. a. (823) 7. Kagima (Adda Galla) 5 Aprile 1879 (A.). k. (869) 2. » e piedi neri » (A.). » 6 » » (A.). (A.). (A.). (A.). (A.). (A.). (A,). (A.). (A.). « Iride bruna; becco Le femmine non differiscono sensibilmente dai maschi. Lievi sono le differenze individuali nella macchia nera presso l’ apice della timoniera esterna, più o meno grande. « È la sola specie di Zanius che io abbia veduto nel terri- ‘torio degli Adda Galla nel mese di Aprile. Essa è comune, vive in famiglie di sei, otto, dieci e dodici individui, che passano tutti insieme da un albero all’altro, e si dispongono in fila sopra una bacchetta gridando wrt, tirà, tirè per più volte » (A.). Sp. 120. Lanius humeralis, STANI. Lanius humeralis, Harris, op. cit. p. 414 (Scioa). — Heugl., op. cit. p. 486. — Gadow, Cat. B. VIII, p. 257 (1883) (Scioa Harris). Otto esemplari. UCCELLI DELLO SCIOA 131 a. (122) 9? Mahal-Uonz 14 Marzo 1877 (A.). b. (133) g° DIE 20. » » (A. Coro » 26 Aprile » (A4.). d. (201) 9? » DSS {AL D (294) 7? Sciotalit 21 Maggio 1880 « Iride castagno oscuro; becco nero; piedi scuri » (A.). f. (+) gd. Daimbi Marzo 1882 (A.). Tutti questi esemplari sono adulti e simili fra loro, tranne a e d, i quali presentano sugli ipocondri una macchia castagna, che viene indicata come distintivo delle femmine. g. (324) — Mahal-Uonz 6 Agosto 1877 (A.). Esemplare giovane colla coda già così lunga come negli adulti, ma colle piume del dorso in gran parte rossigne con fascie nere. h. (304) pull. Mahal-Uonz 25 Luglio 1877 (A.). Nidiaceo colle parti superiori color rossigno nocciola, molto somigliante ai giovani del Lanius rufus e del L. collurio. Gli esemplari a, 6, c, d, g, h, sono stati conservati nello spirito. « Nidifica sopra le siepi, ed a preferenza sopra una Solanacea (Omboai) gigantesca, in Giugno, al cominciare delle pioggie » (A.). In altra nota si legge: « Fa un piccolo nido a cesto, e vi depone in Aprile quattro o cinque uova; il 18 Aprile 1877 ne fu preso uno con quattro uova sulla siepe che cingeva un orto in Mahal-Uonz » (A.). Due nidi, indicati come appartenenti a questa specie ed un terzo senza cartellino, ma avente la stessa struttura, ed otto uova fanno parte della collezione. I nidi hanno forma di tazza; le loro pareti sono molto spesse, fatte con steli di piante erbacee a foglie tomentose e tapezzate internamente con sottili filamenti e radici. Le otto uova, che l’Antinori afferma appartenere a due nidi, sono in cattivo stato di conservazione; ma sembrano simili a quelle del Lanius rufus, sono cioè bianchiccie con macchie grigie scure, talora confluenti e formanti una corona intorno alla parte più rigonfia. 132 T. SALVADORI Sp. 121. Laniarius aethiopicus (Gw.). Laniarius aethiopicus, Hartl. et Finsch, Vòg. O. Afr. p. 343. Dryoscopus aethiopicus, Heugl., op. cit. p. 458. — Gadow, Cat. B. VIII, p. 139. Sei esemplari. a. (1193) 7. Sciotalit 30 Dicembre 1870 « Iride rosso-castagno; becco nero; piedi plumbei » (A.). b. (1279) 9. Let-Marefià 5 Aprile 1880 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). c. (807) — Let-Marefià 3 Agosto 1877 (A.). d. (172) — Mahal-Uonz 28 Aprile 1877 (A.). Tutti questi esemplari sono adulti in abito perfetto ed hanno il petto e ! addome tinti di roseo. e. (1194) 9 juv. Let-Marefià 30 Dicembre 1879 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). Giovane colle parti superiori di un nero meno intenso e meno lucido, con macchie rossigne sul groppone e col colore roseo delle parti inferiori meno bello che non negli adulti. f. (972) J juv. Let-Marefià 28 Luglio 1879 « Iride scura; becco nero corneo; piedi nerastri » (A.). Esemplare più giovane del precedente, col nero delle parti su- periori senza alcuna lucentezza, e colle parti inferiori di colore rossigno-roseo con traccie di fascie scure sul petto e sui fianchi. Tanto questo, quanto l'esemplare precedente hanno una macchia bianchiccia all’ apice del vessillo esterno della prima timoniera. Il colore roseo, o rossigno-roseo sì trova in esemplari uccisi in stagioni molto diverse ed appare anche nei giovani, per cui non è proprio dell’ abito nuziale come vorrebbe il Brehm. Io credo quindi che non sia riferibile a questa specie il Telephonus aethiopicus descritto e figurato dal Ruppell (Sys¢. Ueb. p. 50 Taf. 23) colle parti inferiori candide (nzvers). « Sparso nella Waina-Dega di Let-Maretià e nelle altre terre di mezzo » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 133 Sp. 122. Laniarius funebris (HaztL.)? Laniarius funebris, Hartl. et Finsch, Vog. O. Afr. p. 352, tab. IV, f. 2. Dryoscopus funebris, Heugl., op. cit. p. 461. — Gadow, Cat. B. VIII, p. 133 (1883). Due esemplari. a. (635) 2. Ambo-Karra (Scioa) 20 Agosto 1878 «Iride castagno scuro; becco nero; piedi scuri » (A.). Esemplare adulto. Esso non ha che traccie delle macchie bian- che lungo il mezzo di alcune piume del groppone, per cui non sono certo che appartenga veramente a questa specie, la quale è stata descritta e figurata con macchie bianche numerose sul groppone. Nel L. carbonarius, Cass. dell’Africa occidentale sembra che quelle macchie manchino. b. (—) f juv. Ambo-Karra 6 Luglio 1882 (A.). Simile al precedente, ma con molte piume marginate di ros- signo, e con traccie di fascie bianco-rossigne sull’ addome. Sp. 123. Laniarius sp. a. (1242) 9 (?) Ambo-Karra 3 Marzo 1880 « Iride rossa; becco nero; piedi plumbei » (A.). Esemplare adulto: pileo, lati della testa, comprese le redini, e parte superiore del dorso di un bel nero lucente; groppone e sopraccoda con piume lunghe, a barbe decomposte, di un bianco puro; parti inferiori bianche, lievemente tinte di grigio. Lungh. tot. 0%, 170; ala 0, 095; coda 0%, 075; becco 0%, 016; tarso 02, 026. È probabile che sia un maschio, anzichè una femmina, come è indicato. Lo Sharpe, cui ho inviato l’ esemplare suddetto, mi scrive che esso appartiene ad una forma intermedia al L. gambensis ed al L. cubla, avendo il groppone molto bianco, pel quale carattere somiglia al L. cubla, che alla sua volta è molto più piccolo. Ignoro se questa forma sia stata denominata e descritta. 134 T. SALVADORI Sp. 124. Meristes hypopyrrhus (Harr). Malaconotus hypopyrrhus, Hartl., Verz. Brem. Samml. p. 61 (1844). Archolestes hypopyrrhus, Cab., v. d. Deck. Reis. III, p. 27. Archolestes approximans, Cab., 1. c. Laniarius poliocephalus, part., Gad., Cat. B. VIII, p. 156 (1883). Due esemplari. a. (641). 7. Ambo-Karra (Scioa) 22 Agosto 1878 « Iride gialla; becco nero; piedi plumbei » (A.). b. (643) 9. Ambo-Karra 23 Agosto 1878 (A.). Esemplari adulti; la femmina non differisce sensibilmente dal maschio; ambedue presentano il petto ed i fianchi di color bruno. arancio, pel quale carattere li credo perfettamente distinti dal M. olivaceus (Vieill.), che ha le parti inferiori di color giallo puro; inoltre essi hanno dimensioni alquanto minori di due esem- plari del M. olivaceus, conservati nel Museo di Torino. Il Gadow (op. cit. p. 155) dà il nome di Laniarius hypopyr- rhus alla Vanga cruenta, Less. (nec H. et E.), per la quale credo che si debba adoperare una nuova denominazione; ho già pro- posto quella di Meristes lessoni, mihi (Ibis, July 1884). L’ Antinori incontrò ed uccise due soli esemplari di questa specie. Discorrendo del primo egli dice: « Al colpo tiratogli mentre era a terra, lasciò andare un uovo freschissimo, bianco, levigato, grosso quanto quello della Merula vulgaris. Il guscio era rotto in due pezzi separati, l’albume sparso ed il tuorlo ap- pena rotto. Non è a dire che quell’ uovo fosse caduto da un nido, giacchè non ve n'era alcuno sulle piante vicine; per cui supposi che l'individuo ucciso fosse una femmina, la quale, es- sendo per fare I’ uovo, se ne fosse sgravata sotto le convulsioni della morte. Ma verificato colla dissezione il sesso mascolino, mi convinsi che I’ uccello aveva trasportato |’ uovo colle dita, e che, rottolo con un colpo di becco, fosse sul punto di divorarlo, quando restò ucciso » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 135 Sp. 125. Chlorophoneus sulphureipeetus (Less.). Malaconotus chrysogaster, Rupp., Syst. Ueb. p. 55, tab. 21 (Scioa und Abyssinien) (1845). Dryoscopus sulphureipectus, Heugl., op. cit. p. 464. Laniarius sulphureipectus, Gadow, Cat. B. VIII, p. 159. Due esemplari. a. (—) g. Gasciané 7 Luglio 1882 (A.). b. (—) 2. » » » » « Iride giallo scuro; becco nero; piedi plumbei » (A.). Ambedue gli esemplari sono adulti; essi hanno il petto tinto di un bel colore arancio, la fronte ed i sopraccigli gialli, il sinci- pite tinto di olivastro-giallognolo; ma la femmina è un poco più piccola, ha il colore arancio del petto un po’ meno vivo ed il color olivastro-giallognolo del sincipite meno esteso che non nel maschio. i Il nome specifico su/phureipectus non è appropriato , avendo questa specie il petto di un bel colore arancio. Sp. 126. Telephonus blanfordi (SGarpe). 'Telephonus erythropterus, part., Heugl., op. cit. p. 458. Telephonus blanfordi, Gadow, Cat. B. VIII, p. 127, pl. II, f. 2 (1883). Sette esemplari. a. (849) g. Daimbi (Adda Galla) 13 Aprile 1879 « Iride color terra d'ombra; becco nero; piedi color piombo » (A.). b. (157) 9. Let-Marefià 1 Gennaio 1879 (A.). ce. (1366) 9. Aigaber 12 Ottobre 1880 « Iride castagno-scuro; becco nero; piedi scuri » (A.). Tutti tre questi esemplari sono adulti e simili fra loro. d. (127) — Mahal-Uonz 15 Marzo 1877 (A.). e. (145) — » 6 Aprile » (A.). Gli ultimi due esemplari sono simili ai precedenti, ma per essere stati conservati nello spirito sono notevolmente scolorati; 136 T. SALVADORI inoltre il colore grigio delle loro parti inferiori è cambiato in un bianco-giallognolo lurido, per cui essi non sono quasi rico- noscibili. f. (756) g. Let-Marefià 29 Dicembre 1878 (A.). Esemplare giovane simile ai precedenti, ma col pileo bruno e non nero lucente, come nei cinque esemplari precedenti, e col becco anch’ esso bruno e non nero, e più piccolo. g- (326) pullus. Denz 7 Agosto 1877 (A.). Nidiaceo molto somigliante agli adulti; soltanto è da notare — che le piume del dorso sono marginate di rossigno. « Si trova qualche individuo in prossimità dell’ abitato » (A.). Sp. 127. Nilaus afer (Lar) Nilaus brubru, Heugl. (nec Lath.), op. cit. p. 467. » afer, Gadow, Cat. B. VIII, p. 169, pl. V, f. 2 (1883). a. (1079) 7. Daimbi 14 Novembre 1879 « Iride scura; becco nero; piedi grigio-scuro » (A.). Esemplare adulto. « Poco frequente » (A.). Sp. 128. Prionops poliocephalus (Srant.). k?rionops poliocephalus, Heugl., op. cit. p. 454. — Sharpe, Cat. B. HI, p. 321. Sette esemplari. a. (639) 7. Ambo-Karra (Scioa) 22° Agosto 1878 « Iride perlacea; becco nero; piedi rosso minio » (A.). i b. (640) 9. Ambo-Karra 22 Agosto 1878 (A.). @ (Sis) (@ se » 10 » 1879 (A.). d.(—) 2. » 15 Luglio 1882 (A.). Ca) retin » 7 » >» (4). ES OIE SOS) gy. (—) 2. » » 2 » (4. Le femmine non differiscono sensibilmente dai maschi. UCCELLI DELLO SCIOA 137 « Raro nelle basse Kolla; nelle mediane ed elevate non ri- sale: probabilmente è di passaggio » (A.). Fam. Paridae. Sp. 129. Melaniparus leuconotus (Gukr.). Parus dorsatus, Rupp., Syst. Ueb. p. 48, tab. 18 (1845) (Scioa). » leuconotus, Heugl., op. cit. p. 408. — Gadow, Cat. B. VIII. p. 10. Melaniparus leuconotus, Salvad., Ibis, 1879, p. 302. Sei esemplari. a. (458) 7. Foresta di Fecherié-Ghem 8 Marzo 1878 « Iride fosea; becco nero; piedi celestognoli » (A.). b. (766) — Foresta di Fecherié-Ghem 15 Gennaio 1879 (A.). . c. (1195) 4. Sciotalit 1 Gennaio 1880 « Becco nero; piedi plumbei » (A.). d. (1221) 7. Foresta di Fecherié-Ghem 27 Gennaio 1880 « Iride scura; becco nero; piedi celestognoli » (A.). " e. (274) — Denz 12 Giugno 1877 (4.). F. (309) — Let-Marefià 4 Agosto 1877 (A.). Gli ultimi due esemplari sono conservati nello spirito; tutti sono adulti e simili fra loro. « Poco frequente e non gregario come i Parus » (A.). Fam. Nectariniidae. Sp. 130. Neetarinia pulchella (Linvn.). Nectarinia pulchella, Heugl., op. cit. p. 223. — Shelley, Mon. Nect. p. 9. pl. 4. Tre esemplari. a. (—) g. Gasciané 5 Luglio 1882 (A.). VAI n (A e. (I) gS. Sio » » «Iride scura; becco e piedi neri » (A.). Tutti tre sono adulti in abito perfetto; il secondo manca delle due timoniere mediane, le quali negli altri due sono. notevol- mente più brevi di quelle di due esemplari adulti del Senegal. conservati nel Museo di Torino. 138 T. SALVADORI Sp. 131. Neetarinia famosa (Liny.)? a. (—) g'. Antotto Dicembre 1881 « Iride fosca; becco e piedi neri» (A.). Esemplare adulto in abito perfetto, con una leggera tinta dorata sulle parti superiori, e somigliante più ad un esemplare adulto della N. famosa del Capo di Buona Speranza, che non ad uno pure adulto della N. cupreonitens, Shelley, d’ Abissinia, mancando affatto della tinta rameica dorata delle parti superiori, della gola e del petto. Esso è intermedio agli esemplari delle due specie menzionate; mi pare quindi probabile che gl’ individui dello Scioa costituiscano una razza, o sottospecie distinta, tanto più che, secondo lo Shelley l’area di diffusione della N. famosa si estenderebbe sulla costa orientale, soltanto fino alla regione dello Zambesi. La N. cupreonitens invece è confinata probabil- mente sugli altipiani dell’ Abissinia propriamente detta. Se sì riconoscerà che gli esemplari dello Scioa appartengono ad una specie veramente distinta, propongo per la medesima il nome di Nectarinia subfamosa. Sp. 132. Neetarinia tacazze (STANL.). Certhia tacazze, Harris, loc. cit. p. 413 (Scioa). Nectarinia tacaziana, Heugl., op. cit., p. 222. Nectarinia tacazze, Shelley, Mon. Nect. p. 19, pl. 7. Venti esemplari. a. (89) g. Licce (Scioa) Novembre 1876 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). b. (982) 7. Fin-Finni (Gullalé) 23 Giugno 1878 (A.). c. (983) d'. » » » » » (A.). d. (584) 7. » » » » » (A,). e. (1003) “%. Let-Marefià 20 Settembre 1879 (A.). f. (1007) g. Sciotalit 12 Ottobre. 1879 (A.). 9. (1299) ¢. Denz (Scioa) 27 Maggio 1880 (A.). h. (1308) 7. Denz 7 Giugno 1880 (A.). . (—) Lg. Sciotalit 11 Giugno 1882 (A.). h°. (—) Jg. Bilati (Licce) Ottobre 1876 (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 139 h3. (158) 7. Mahal-Uonz 7 Aprile 1877 (A.). h'. (185) o. » 29» wih: (A) h°. (203) S. » dr» DI): Tutti questi esemplari sono adulti in abito perfetto. i. (90) g. Licce (Scioa) Novembre 1876 (A.). j. (758) 7. Sciotalit 3 Gennaio 1879 (A4.). EZIO RZARA 18 » 1880 (A.). Questi tre esemplari sono in abito imperfetto; il primo alle piume splendenti dell’abito perfetto ne ha frammiste molte altre di color grigio-olivastro; gli altri due hanno il groppone, la coda, le ali e l'addome come gli adulti, ma le parti anteriori del corpo, cioè la testa, il collo, il dorso ed il petto di color grigio- olivastro come i giovani. I. (978) y. Denz 4 Agosto 1879 (A.). m. (1307) 7. » 7 Giugno 1880 (A.). Gli ultimi due esemplari, anch’ essi in abito imperfetto, hanno le due timoniere mediane poco più lunghe delle laterali, e queste cogli apici grigio-cinerei, come nelle femmine. . n. (485) 9. Sciotalit 8 Aprile 1878 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). o. (1300) @. Denz (Scioa) 2 Maggio 1880 (A.). « Trovasi in tutte le stagioni, ma è comunissima nel Giugno sul gran sicomoro della Missione Cattolica » (A.). Sp. 133. Cinnyris habessinicus (H. et E.). 2 Certhia chalybea, Harris, loc. cit. p. 413 (Scioa). Nectarinia habessinica, Heugl., op. cit. p. 229. Cinnyris habessinicus, Shelley, Mon. Nect. p. 205, pl. 63. Nove esemplari. a. (656) 7. Kolla di Sciotalit 5 Ottobre 1878 (1.). b. (698) Y. Scioa lungo il Gasciané 29 Agosto 1878 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). e. (1261) 7. Ambo-Karra 10 Marzo 1880 (A.). d. (1262) » » » » (A. E (1263) ° » » » » (A.). f. (1357) ?. Kolla di Ainié-Kaffagué 7 Settembre 1880 (4.). Sa eee 140 T. SALVADORI gq. (—) gd. Ambo-Karra 13 Luglio 1882 (A.). h. (—) ¢. » » » DUNCAN Tutti questi esemplari sono in abito perfetto e simili fra loro. ¢ (149) 7. Mahal-Uonz 6 Aprile 1877 (A.). Esemplare conservato nello spirito. « Comune tutto |’ anno tanto nelle basse, quanto nelle alte Kolla » (A.). Sp. 154. Cinnyris osiris (Fryscx). Nectarinia Jardinei, Heugl. (nec Verr.) op. cit. p. 227. Cinnyris osiris, Shelley, Mon. Nect. p. 215, pl. 64, f. 1. Sei esemplari. a. (696) 7. Gasciané (Scioa) 29 Agosto 1878 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). b. (694) 7. Gascianè 29 Agosto 1878 (A.). c. (693) cd. » » » » (A.). d. (695) Gres » » » » (A.). e. (697) 7. » » » DU (4 f. (—) g. Ambo-Karra 13 Luglio 1882 (A.). Tutti questi esemplari sono adulti in abito perfetto. Si osserva nei medesimi una certa differenza nel colore verde splendente della testa, del collo e del dorso, che nel primo ed anche nel secondo ha bellissimi riflessi bronzati, mentre negli altri quel colore è di un verde dorato più puro, ed il dorso presenta riflessi azzurri molto cospicui. « Non mi sono avveduto che questa specie risalga nelle Kolla elevate. I primi cinque individui furono da me uccisi sovra certi fiorellini bianchi, caliciformi, di una pianta erbacea a me ignota; non mi riuscì di vedere che una sola femmina, che sfuggi al colpo » (A.). Sp. 1355. Cinnyris affinis (Ripp.). Nectarinia affinis, Heugl., op. cit. p. 232. Cinnyris affinis, Shelley, Mon. Nect. p. 239, pl. 74. Sei esemplari. UCCELLI DELLO SCIOA 141 a. (1817) 7. Denz (Scioa) 16 Giugno 1880 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). Esemplare adulto in abito perfetto, con ciuffi di color arancio sui lati del petto. b. (155) . Mahal-Uonz 6 Aprile 1877 (A.). A » 21 » » (A). i (269) 7. Kolla di Mantek 4 Giugno 1877 (A.). gd. Mahal-Uonz 21 Agosto 1877 (A.). di (363) dt. » 23 » gi (AR): Gli ultimi cinque esemplari sono stati conservati nello spirito. Sp. 136. Chalcomitra cruentata (Ripp,). Nectarinia cruentata, Heugl., op. cit. p. 228. Cinnyris cruentatus, Shelley, Mon. Nect. p. 259, pl. 80. Sette esemplari. a. (506) Y. Torrente Duleccia 22 Maggio 1878 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). b. (1313) 7. Denz (Scioa) 13 Gennaio 1880 (A.). ce. (1358) 7. Kolla di Ainié-Kaffaguè 8 Settembre 1880 (A.). Individui adulti in abito perfetto; il primo ed il terzo sono un poco più grandi del secondo ed hanno alcune piume verdi dorate sul confine fra il nero ed il rosso della gola. d. (1814) 9. Denz (Scioa) 13 Giugno 1880 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). e. (1321) 2. Sciotalit (Scida) 20 Giugno 1880 (A.). f. (1315) 7 juv. Denz 14 Giugno 1880 (A.). L’ ultimo è un maschio giovane, simile alle femmine, ma colla parte anteriore del collo di color rosso. g. (263) 7. Mahal-Uonz 1 Giugno 1877 (A.). Esemplare conservato nello spirito. Fam. Meliphagidae. Sp. 137. Zosterops poliogastra, Hreuar. Zosterops poliogastra, Heugl., Ibis, 1861, p. 357, pl. XIII. — Hartl., Journ. f. Orn. 1865, p. 9. — Heugl., op. cit. p. 412. Nove esemplari. 142 T. SALVADORI a. (446) ~. Let-Marefià 11 Gennaio 1878 « Iride fosca; becco nero; piedi celestognoli » (A.). b. (464) 7. Let-Marefià 11 Marzo 1878 « Iride nocciola; becco nero corneo; piedi cenerini-celestognoli » (A.). c. (483) 7. Foresta di Fecheriè-Ghem 4 Aprile 1878 (A.). d. (470) ®. Let-Marefià 16 Marzo 1878 (A.). e. (—) gJ. Let-Marefià 30 Gennaio 1882 (A.). f. (154) — Mahal-Uonz 6 Aprile 1877 (A.). ‘ga 1L93) 20 » 26» DI LOMA.): h. (362) — » 23 Agosto » (A.). i. (372) — Kolla di Mantek 28 Agosto 1877 (A... Gli ultimi quattro esemplari per essere stati conservati nello spirito sono grandemente scolorati. Le femmine non differiscono dai maschi. La figura citata mostra il petto ed i fianchi tinti di color ci- nereo volgente al violaceo chiaro, mentre invece quelle parti sono di color grigiastro ; l'addome è bianchiccio, tinto lievemente di giallo lungo il mezzo. « Abita i macchioni e le foreste ed è difficile ucciderla. Nello stomaco del secondo esemplare rinvenni semenze di pianta legnosa ed alcuni residui d’ insetti » (A.). L’ Antinori ha inviato un nido e due uova, siccome apparte- nenti a questa specie. Il nido ha forma di borsa piuttosto pro- fonda, colla parte superiore alquanto ristretti e coll’ apertura alla sommità. Esso è intessuto esclusivamente con sottili e lunghe foglie di graminacee. Le due uova sono piuttosto globose e di color celeste pallido, senza alcuna macchia. Diam. magg. 0™, 017- 0%, 016; diam. min. 0%, 014. La riproduzione di questa PPPoE non si conosceva ancora. Fam. Brachypodiidae. Sp. 138. Pyecnonotus arsinoe (Licar.). Pycnonotus arsinoe, Heugl., op. cit. p. 396. — Sharpe, Cat. B. VI, p. 148 (Scioa, Harris). Quattro esemplari conservati nello spirito. a. (—) — Mahal-Uonz — Marzo 1877 (A.). b. (206) — » 2% Aprile » (A. UCCELLI DELLO SCIOA 143 e. (265) — Mahal-Uonz 2 Giugno 1877 (A.). d. (279) — Rn sr (a): « Il nido trovasi d’ordinario fra le siepi, in vicinanza dell’ a- bitato » (A.). Due nidi e quattro uova fanno parte della collezione. I nidi hanno forma di tazza e poggiano sulla biforcazione di un ramo; la loro parte esterna è fatta con steli più grossolani di — varie piante; segue uno strato fatto con steli e foglie di grami- nacee e finalmente nell’ interno sono tapezzati da sottili radici. Le quattro uova sono di color bianco-rossigno con numerose e fitte macchie e punteggiature di color bruno-fegatoso. Diam. magg. 0", 022; diam. minore 0%, 0175. Fam. Timeliidae. Sp. 139. Crateropus leucopygius (RirP.). Ixos leucopygius, Rupp., Neue Wirbelth. p. 82, tab. 30, f. 1. Crateropus limbatus, Rupp., Syst. Ueb. p. 48 (Scioa, Harris). — Heugl., op. cit. p. 392. Crateropus leucopygius, Heugl., op. cit. p. 390. — Sharpe, Cat. B. VII, p. 476 (Scioa, Harris). — Shelley, Ibis, 1884, p. 48. Kakati, Scioa (Antinori). Sei esemplari. a. (489) 7. Let-Marefià (Scioa) 13 Aprile 1878 « Iride rosso-rubino ; becco nero; piedi scuri cornei » (A.). b. (527) Y. Let-Marefià 29 Maggio 1878 (A.). ce. (47) 9. Wanen-amba 24 Settembre 1876 « Iride rosso-granatino» (A.). d. (490) 2. Let-Marefià 13 Aprile 1878 (A.). e. (928) 2. » 28 Maggio » (A.). Si osservano lievi differenze in questi esemplari, alcuni un poco più scuri di altri. f. (433%) — Mahal-Uonz 20 Marzo 1877 (A.). Esemplare conservato in spirito. « Ha costumi molto somiglianti a quelli degli Amydrus. Vive in famiglie di otto a dodici individui, ed è come i suoi conge- neri molto clamoroso. Presso Let-Marefià è comunissimo tutto l’anno » (A.). 144 T. SALVADORI Sp. 140. Bradypterus cinnamomeus (Riipp.). Sylvia (Salicaria) cinnamomea, Rupp., Neue Wirbelth. Vòg. p. 111, tab. 42, f. 1 (fig. mediocris). Bradypterus cinnamomeus, Heugl., op. cit. p. 275. — Sharpe, Cat. B. VII, p. 114. i a. (1269) 7. Sciotalit 12 Marzo 1880 « Iride castagno; becco corneo chiaro; piedi nocciola » (A). Esemplare adulto, appena riconoscibile nella mediocrissima figura del Rippell, per cui ho pensato di darne la descrizione compiuta. Debbo la sua determinazione allo Sharpe. Supra brunneus, pileo infuscato fere fuliginoso, uropygio ru- fescentiore; superciltis, a naribus ortis, albidiss loris et fascia post- oculari fuscis; corpore subtus rufo, gula et abdomine medio albis, vix rufescente tinctis; alis fuscis, tectricibus et margine externo re- migum dorso concoloribus; cauda brunneo-castanea. « Iride ca- stanea; rostro pallide corneo; pedibus corylinis ». Long. tot. 0™,150; al. 0%,059; caud. 0,065; rostri 0,011; tarsi 00,021. Sp. 141. Camaroptera brevicaudata (Ripp.). Sylvia brevicaudata, Rupp., Atlas, Vòg. p. 53, tab. 356. Camaroptera brevicaudata, Heugl., op. cit. p. 281. — Sharpe, Cat. B. VII, p. 168. Tre esemplari. a. (262) — Kolla di Mahal-Uonz 1 Giugno 1877 (A.). b. (915) 7. Daimbi (Adda Galla) 2 Maggio 1879 (A.). c.(—) 9. » 9 Maggio 1882 « Iride nocciola; becco nero; piedi carnicini » (A.). Il primo esemplare è stato conservato nello spirito ed è perciò grandemente scolorito. La femmina non differisce dal maschio. « Il secondo esemplare fu ucciso sulla siepe intorno all’ abi- tazione » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 145 Sp. 142. Sylvietta micrura (Ripp.). 'Troglodytes micrurus, Rupp., Neue Wirbelth. Vòg. p. 109, t. 41, f. 1 (1835). Olygocercus rufescens, Heugl. (nec Vieill.), op. cit. p. 236. Sylviella micrura, Sharpe, Cat. B. VII, p. 154. 2 Sylviella leucopsis, Rchnw., Orn. Centralb. 1879, p. 114. — Fischer et Rchnw., Journ. f. Orn. 1879, p. 355. — Sharpe, Journ. f. Orn. 1882, p. 346. Due esemplari. a. (699) 7. Ambo-Karra (Scioa) 29 Agosto 1878 « Iride castagno; becco corneo; piedi rossastri » (A.). 5. (1378) <7. Kolla di Aigaber 28 Ottobre 1880 « Iride scura; becco corneo chiaro; piedi carnicini » (4.). Ambedue similissimi fra loro, colla fascia sopraccighare , la parte anteriore delle gote, ed il mento di color bianco, per cui sembrano corrispondere colla Sylviella leucopsis, Rchnw., che lo Sharpe non vuole riconoscere come distinta, credendola fondata sopra esemplari non adulti, la quale cosa non so quanto sia esatta, mentre i due esemplari soprannoverati sembrano al tutto adulti. « Il primo esemplare fu ucciso entro una foresta di Mimose lungo il Gascianè » (A.). Sp. 143. Prinia murina (Hruat.). Drymoeca murina, Heugl., Ibis, 1859, p. 9). — Id., Orn. N. O. Afr. I, p. 241. Prinia mystacea, « Rupp. » Sharpe, Cat. B. VII, p. 191 (partim). Dimbit, Adda Galla (Antinori). Quattro esemplari. a. (927) 2. Daimbi (Adda Galla) 7 Maggio 1879 « Iride castagno chiaro; becco nero; piedi carnicini » (A.). b. (258) — Mahal-Uonz 30 Maggio 1877 (A.). e. (266) — » 2 Giugno » (A,). Gli ultimi due esemplari, conservati nello spirito, sono molto scolorati. Tutti hanno il becco interamente nero. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Ser. 2.8 Vol. I. (11 Agosto 1884). 10 146 T. SALVADORI _ d. (301) pull. Mahal-Uonz 11 Luglio 1877 (4.). Nidiaceo conservato nello spirito, di color grigio-rossigno su- periormente, colle parti inferiori bianchiccie, volgenti al rossigno sull’ addome e sulle tibie. Non sono certo della esatta determi- nazione di questo esemplare. Secondo l’Heuglin, questa specie si distingue dalla P. mystacea, Rùpp., pel becco nero, pel colore fuliginoso cupo del pileo, pei lati del petto alquanto scuri e per altre differenze. Lo Shar Ee invece la riunisce alla P. mystacea, Rupp. L’ Antinori ha inviato due uova che sembrano riferibili a questa specie , giacchè egli dice che appartengono alla più piccola delle specie che egli riferisce al genere Cisticola, ma che nel Catalogo manoscritto lascia indeterminata. Queste due uova sono di colore verde-celestognolo e fittamente punteggiate di grigio. Diam. magg. 0%, 0185; diam. min. 0”, 0135. Sp. 144. Cisticola robusta (RiPP.). Drymoica robusta, Ripp., Syst. Ueb. p. 35, 56, n. 123, tab. 13 (1845) (Scioa). Cisticola robusta, Heugl., op. cit. p. 254. » Malzaci, Heugl., op. cit. p. 255. » erythrogenys, Sharpe (nec Ripp.), Cat. B. VII, p. 275. Sedici esemplari. a. (256) 7. Mahal-Uonz 30 Maggio 1877 « Iride castagno; becco nero corneo; piedi carnicini » (A.). 6. (134) — Mahal-Uonz 20 Marzo 1877 (A.). c. (140) — » dle > (A. . d. (205) — » AS) > DANOCA O) e. (272) — » 6 Giugno » (4.). « Mi fu portato questo esemplare insieme con quattro uova » (A.). f. (318) — Mahal-Uonz 6 Agosto 1877 (A.). g. (322) — » » » > MAO): h. (374) — » 80 » DAMA. Gli ultimi sette esemplari sono stati conservati in spirito e sono alquanto scolorati. 2. (067) 7 (?) Valle di Rugghiè 14 Giugno 1878 (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 147 Questo esemplare è alquanto più piccolo dei precedenti , per cui dubito che sia una femmina, anzichè un maschio. j. (257) 9 (2?) Mahal-Uonz 30 Maggio 1877 (A.). k. (321) 9(?) » 6 Agosto > (A,). L. (329) 9(?) > 12 (od 8) Agosto 1877 (A.). Gli ultimi quattro esemplari, simili fra loro, differiscono dai pre- cedenti soltanto per le dimensioni minori. im. (275) — Mahal-Uonz 15 Giugno 1877 (4.). n. (261) — > 1 » (OE o. (319) pull. » 6 Agosto, » (A) p. (320) pull. » » » » (A). Gli ultimi quattro esemplari sono giovani a diverso grado di sviluppo ; gli ultimi due sono nidiacei, ma non differenti nel co- lorito dai due precedenti; essi sono notevoli per avere le parti in- feriori di color giallo chiaro, tranne |’ addome, il sottocoda e le tibie di color rossigno. L’ Antinori nelle sue note fa osservare che gli ultimi due sono giovani dell’ esemplare N. 318. Egli dà di quello segnato col numero 275 la seguente descrizione : « Supra olivaceo-rubiginosa, nigricante striolata, subtus saturate sulphurescente jalina; subcaudalibus et hypochondriis delicate ru- fescente lavatis; libialibus rufescentioribus; remigibus rectricibusque nigris leonino colore marginatis el terminatis; rostro nigricante- corneo, mandibula cerino-flava; iride castanea; pedibus incarnatis » . Questa specie si riconosce abbastanza facilmente alle sue grandi dimensioni ed alle forme robuste, come pure al colore rossigno della cervice e della base delle remiganti. Io non credo, come vorrebbe lo Sharpe, che la femmina di questa specie, notevolmente più piccola del maschio, sia la Ciste- cola erythrogenys, Ripp., nella quale invece parmi di ricono- scere la C. marginalis, Heugl. Infine io credo fermamente che alla C. robusta sia da ri- ferire la C. flaveola, Heugl., la quale sarebbe fondata sopra giovani di quella specie, e difatti ai quattro giovani m, 1, 0, p, soprannoverati si attaglia perfettamente la descrizione della C. flaveola. 148 T. SALVADORI L’ Antinori attribuisce alla Cisticola robusta tre nidi e dieci uova che fanno parte della. collezione. I nidi sono di forma ovale con apertura laterale, intessuti di graminacee e sostenuti da steli di queste piante, essi sono simili a quelli della Cisticola chiniana. Le uova sono di due sorta, ed io dubito, che appartengano a due specie distinte: quattro, indicate chiaramente col nome di C. robusta, sono notevolmente più grandi di quelle della Cisticola chiniana, di color bianco-verdognolo e fittamente punteggiate di bruno. Diam. magg. 0%, 0235 - 0, 023; diam. min. 0%, 016. Io non so nascondere l'impressione che queste uova mi sembrano troppo grandi per essere della C. robusta. Le altre sei uova sono più piccole delle precedenti, di color verdognolo, con macchie bruniccie piuttosto grandi ed irregolari. Diam. magg. 0™,022-0™,019 ; diam. min. 0™,015-0™,014. L’ Anti- nori indica queste uova come trovate nel nido N. VI, e proba- bilmente uova e nido appartengono realmente alla Cisticola ro- busta. Egli nota che posteriormente gli furono portate altre quattro uova, che probabilmente sono le 4 sopra descritte, entro nidi consimili. Sp. 145. Cisticola erythrogenys, Rie. Sylvia (Cisticola) erythrogenys, Rupp., N. W. p. 111. Drymoica erythrogenys, Ripp., Syst. Ueb. p. 34, tab. 12. — Heugl., Ibis, 1869, p. 95. — Finsch, Tr. Zool. Soc. VII, p. 231 (1870). 2? Cisticola erythrogenys, Heugl., Orn. N. O. Afr. p. 250. Drymoeca marginalis, Heugl., Syst. Ueb. n..175. » marginata, Heugl., Ibis, 1869, p. 94, pl. 1, f. 1. ‘| Cisticola marginata, Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 248. » marginalis, Sharpe, Cat. B. VII, p. 258 (syn. emend.). a. (—) Senza cartellino. Questo esemplare, conservato nello spirito, è stato esaminato dallo Sharpe, e determinato col nome di Cisticola marginalis, Heugl., ed io non dubito che questa determinazione sia esatta, giacchè egli ha potuto esaminare il tipo dell’ Heuglin. Ma io credo nello stesso tempo che sia questa la specie che il Ruppell descrisse e figurò col nome di Drymoica erythrogenys, nome che secondo me a torto, come ho detto precedentemente, è stato UCCELLI DELLO SCIOA 149 attribuito dallo Sharpe alla C. robusta, giacchè la C. erythro- genys, quale fu rappresentata dal Ruppell, differisce dalla C. ro- busta, non solo per le dimensioni. minori e per conformazione più snella, ma anche pel colorito rossigno tanto sulle parti supe- riori, quanto sulle inferiori. Si noti inoltre che l'individuo sud - detto, determinato dallo Sharpe per C. marginalis, presenta sui lati del petto alcune caratteristiche linee scure, che sono appunto menzionate nella descrizione ed indicate nella figura del Rùppell. Sp. 146. Cisticola lugubris (Rivr.). Drymoica lugubris, Rupp., Syst. Ueb. p. 32, tab. 11. Cisticola lugubris, Heugl., op. cit. p. 251. — Sharpe, Cat. B. VII, p. 280. Tre esemplari. a. (341) — Tuor-Hamesh 18 Agosto 1877 (A.). b, (342) — » » > >» (A. ce. (069) g. Valle di Rugghié 15 Giugno 1878 (A.). I primi due esemplari sono stati conservati nello spirito. Questa specie è ben distinta pel colore rossigno della testa , pel color nero dominante sul dorso e pel color rossigno della base delle remiganti. « Frequente nei campi d'orzo e nei prati di Tuor-Hamesh » (A.). Sp. 147. Cisticola chiniana (Swmrz). Cisticola cantans, Heugl., op. cit. p. 252. » subruficapilla, part., Sharpe, Cat. B. VII, p. 283. Ciaraba, Galla (Antinori). Sette esemplari. a. (955) g. Daimbi (Adda Galla) 11 Maggio 1879 « Iride nocciola; becco nero; piedi carnicini » (A.). b. (920) 9. Daimbi 3 Maggio 1879 « Iride castagno; becco scuro corneo; piedi carnicini » (A.). e. (—) 7. Daimbi Aprile 1882 (4.). La femmina non differisce sensibilmente dai maschi. d. (159) — Mahal-Uonz 8 Aprile 1877 (4.). ei (237) — » 25 Maggio » (A.). 150 T. SALVADORI Ff. (264) — Mahal-Uonz 2 Giugno 1877 (A.). g-(—-)— > 6 Agosto » (A.). Gli ultimi quattro esemplari sono stati conservati nello spirito e sono perciò notevolmente scolorati. Questa specie somiglia alquanto alla C. dugubris, Rùpp., avendo come essa la testa rossigna e quasi le stesse dimensioni, ma si distingue facilmente pel dorso molto più chiaro, grigio, con strie nericcie lungo il mezzo delle piume e per le remiganti senza tinta rossigna alla base. Secondo lo Sharpe, la C. chiniana non sarebbe che una razza maggiore della C. subruficapilla (Smith). « Col nome di Caraba sono chiamate anche altre specie con- generi » (A.). Sp. 148. Cisticola cinerascens, Hevcu.? Cisticola cinerascens, Heugl., op. cit. p. 264. — Sharpe, Cat. B. VII, p. 248. Quattro esemplari. a. (159) — Mahal-Uonz 8 Aprile 1877 (A.). b. (237) — » 25 Maggio » (A.). c. (264) > » 2 Giugno » (A.) d.(—) — > 6 Agosto » (A.). Tutti quattro gli esemplari sono alquanto scolorati per essere stati conservati nello spirito. L’Antinori, nelle sue note ms., de- scrive |’ esemplare 264 nel modo seguente : « Capite supero et cervice cervino-fulvis, minime nigricante strio- latis, auchenio pallidiore; scapularibus, interscapulio, tergo, tertia- risque fumoso-nigris, LATE ET CONSPICUE CINEREO-FULVESCENTE MARGINATIS; uropygio cinereo-murino immaculato, remigibus fu- mosis exlerius cinnamomeo marginatis, magis magisque basin versus; rectricibus pallide fumosis, subtus cinerascentibus, omnibus ante apicem albicantem macula nigra notatis; subtus sericeo-albescens, hypochondris et pectoris lateribus cinerascente adumbratis; lateribus colli, tibialtbus et subcaudalibus pallide cervino adumbratis; super- ciliis fusco-canescentibus,; iride castanea; rostro corneo; pedibus in- carnatis. Slatura media » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 151 Long. tot. 0,135; al. 0,060; caud. 0,055; rostri 0,012; tarsi 0™,023. Lo Sharpe ha esaminato due degli esemplari soprannoverati e li ha determinati col nome di Cisticola cinerascens, Heugl. = concolor, Heugl. = swanzit, Sharpe; io accetto la sua deter- minazione, facendo però notare che gli esemplari annoverati non hanno le piume del dorso uniformi, come egli descrive la C. ci- nerascens, ma nere nel mezzo con larghi margini cenerino-ful- vici, per cui essi somigliano molto ai tre esemplari attribuiti alla specie precedente, C. chiniana, dai quali differiscono princi- palmente per le dimensioni minori e per la tinta rossigna del margine esterno delle remiganti verso la base. « Frequente e forse stazionaria a Mahal-Uonz, sopra le siepi degli orti, sui cespugli e nei campi coltivati ad orzo, ove nidi- fica nei mesi di Maggio e di Giugno; pone il nido fra i fieni, servendosi degli steli delle graminacee per sostenerlo all’ altezza di un piede e più da terra. Le uova sono color verderame screziate di scuro » (A.). L’Antinori riferisce ad una medesima specie sette nidi con- trassegnati col N. VII e ventiquattro uova; ma siccome egli cita gli esemplari 257 e 264 come spettanti a detta specie, mentre invece essi spettano a due specie distinte, cioè l’ esemplare 257 alla C. robusta e l’ esemplare 264 alla C. cinerascens, perciò non sono ben certo a quale delle due specie siano da riferire quei. nidi e quelle uova; tuttavia inclino a credere che almeno le uova spettino alla seconda specie, cioè alla C. cinerascens, giacchè esse, molto simili fra loro, sono notevolmente più piccole di altre quattro che l’Antinori attribuisce alla C. robusta, e diversamente colorate. I nidi sono simili a quelli della Cisticola europea, sono cioè di forma ovale con un’ apertura laterale, intessuti di sottili gra- minacee e sostenuti da parecchi fusti di queste piante. Le ven- tiquattro uova inviate sono di color ceruleo-verdognolo e fittamente macchiettate di nericcio. Diam. magg. 0™,020-0™,0195; diam. min. 0%, 015 -0”, 014. 152 T. SALVADORI Sp. 149. Hemipteryx brunnescens (Hevé1.). Cisticola brunnescens, Heugl., Journ. f. Orn. 1862, p. 259. Hemipteryx oligura, Heugl., Ibis, 1869, p. 136, pl. III, f. 3. — Id., Orn. N. O. Afr. I, p. 270. Hemipteryx brunnescens, Heugl., Orn. N. O. Afr. IV, p. LXXVI. Cisticola terrestris (Smith). — Sharpe, Cat. B. VII, p. 266. Due esemplari. a. (565) 9. Valle di Rugghié 14 Giugno 1878 (A.). b. (—) — Senza cartellino. Il secondo esemplare è stato conservato nello spirito; ambedue sono simili fra loro, e corrispondono, meglio che ad altra figura, a quella citata della H. o&gura, col tipo della quale il primo esemplare è stato confrontato dallo Sharpe. La brevità notevole della coda m’induce a separare questa specie da quelle del genere Cisticola. Anche il Sundevall (Meth. nat. av. disp. tent. p. 6) ammette il genere Hemipteryx. Sp. 150. Aedon leucoptera (Ripp.). Salicaria leucoptera, Rupp., Syst. Ueb. p. 38, Taf. 15 (1845) (Scioa). Aedon leucoptera, Heugl., op. cit. p. 279. — Schal., Journ. f. Orn. 1883, (Merumi). È Erythropygia leucoptera, Sharpe, Cat. B. VII, p. 79. a. (984) — Ambo-Karra 12 Agosto 1879 « Iride castagno; becco scuro corneo » (A.). Esemplare adulto, simile alla figura del Ruppell; il pileo è di color grigio-bruno. L’Antinori nota questa specie come rara, e tale è realmente anche nei Musei, mancando perfino nel Britannico. Sp. 151. Bessornis semirufa (Ripp.). Bessonornis semirufa, Rupp., Syst. Ueb. p. 44, Taf. 21 (1845). Bessornis semirufa, Heugl., op. cit. p. 376. Cossypha semirufa, Sharpe, Cat. B. VII, p. 42. Sette esemplari. UCCELLI DELLO SCIOA 153 a. (249) y. Denz 27 Maggio 1877 « Iride scura; becco nero; piedi seuri > (A.). > b. (476) g. Sciotalit 21 Marzo 1878 « Iride castagna » (A.). e. (1282) d. > 5 Aprile 1880 (A.). d. (438) 9(?) Let-Marefià 26 Dicembre 1877 (A.). _ e. (802) 2. Sciotalit 19 Febbraio 1879 (A.). Ff. (1200) 9. » a 7 Gennaio 1880 (4.). Questi sei esemplari presentano lievi differenze; l'esemplare c è notevolmente più grande degli altri ed ha il dorso di colore più cupo, olivastro quasi ardesiaco; invece l’ esemplare d, forse gio- vane, è notevolmente più piccolo, ma non diverso pel colorito dagli altri quattro. g. (156) — Mahal-Uonz 7 Aprile 1877 (A.). Conservato nello spirito. « Stazionaria » (A.). Sp. 152. Irania gutturalis (Guir.). Cossypha gutturalis, Guér., Rev. Zool. 1843, p. 162. — Guér. et Lafr., Ferr. et Galin. Voy. Abyss. III, p. 201, pl. V (1847). — Cab., Journ. f. Orn. 1866, p. 51. — Newt., Ibis, 1868, p. 343. — Heugl., Journ. f. Orn. 1869, p. 149. — Finsch, Trans. Zool.. Soc. VII, p. 243 (1870). — Sharpe et Dress., B. of Eur. TI, pl. 53, 54 (1872). — Dresser, Ibis, 1876, p. 78. PBessonornis gutturalis, G. R. Gr., Gen. B. I, p. 220 (1847). — Bp., Consp. I, p. 301 (1850). — G. R. Gr., Hand-List, I, p. 265, n. 3874 (1869). Irania F'inoti, De Fil., Arch. Zool. Mod. II, p. 381 (1863). Saxicola albigularis, Pelz., Sitzb. Ak. Wiss. Wien, XLVIII, p. 150 (1863). — Id., Journ. f. Orn. 1866, p. 49. — Cab., ibid. p. 51. Irania F'inoti, De Fil., Viaggio in Pers. p. 347 (1865). — Salvad., Atti R. Ac. Sc. Tor. III, p. 283 (1868). Bessornis albigularis, Tristr., Ibis, 1863, p. 89, pl. 1. Sylvia albigularis, Kruper, Journ. f. Orn. 1869, p. 39. Bessornis gutturalis, Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 378 (1869). Irania albigula, Severtz., Turkest. Jevoth. pp. 65, 122 (1873). Cossypha (Irania) gutturalis, Blanf., East. Pers. II pag. 161 (1876). Erithacus gutturalis, Seebh., Cat. B. V, p. 304 (1881). — Tristr., Fauna and Flora of Palest. p. 38. pl. VII (1884). a, (1359) 9? Kolla di Ainié-Kaffagué 9 Settembre 1880 « Iride castagno seuro; becco nero; piedi scuri » (A.). Quest’ esemplare, che è indicato come maschio, ma che io credo invece sia una femmina, è similissimo al tipo della Iranza Finoti. Defilippi, di Persia. 154 T. SALVADORI Io sono sempre di opinione che questa specie debba essere se- parata dal genere Bessornis, o Cossypha, nel quale anche lo Sharpe non l’annovera, e formare il tipo di un genere distinto ; in questa opinione il Blanford sembra inclinato a convenire. Che cosa poi questa specie abbia a fare col genere Hrithacus, per me è incomprensibile ! Sp. 153. Pinarochroa sordida (Riep.). Saxicola sordida, Rupp., Neue Wirbelth. p. 75, tab. 26, f. 2. — Heugl., o cit. p. 342. Pinarochroa sordida, Sharpe, Cat. B. VII, p. 20. Quattro esemplari. a. (—) — Licce 25 Ottobre 1876 (A.). 6b. ()—- » 28 » > (AL) e. (227) — Denz 12 Maggio 1877 (4.). d. (—) — Mahal-Uonz 20 Marzo 1877 (A.). Tutti conservati nello spirito di vino. Sp. 154. Pentholaea melaena (RipP.). Saxicola melas, Rupp., Neue Wirbelth. t. 28, f. 2 (1835). - » melaena, Rupp., Neue Wirbelth. p. 77 (1835). ? Sylvia pammelaena, Harris, op. cit. p. 414 (Scioa). Pentholaea melaena, Heugl., op. cit. p. 364. — Sharpe, Cat. B. VII, p. 19 (Scioa, Harris). Sedici esemplari. a. (55) 7. Licce (Scioa) 16 Ottobre 1876 «Iride, becco e piedi scuri » (4.). b. (56) 7. Licce 16 Ottobre 1876 (A.). e. (68) 9. Licce 4 Novembre 1876 (A.). d. (959) 7. Monte Herrer (Galla) 12 Giugno 1878 (.). e. (743) 9. Denz 11 Dicembre 1878 « Iride scura; becco nero corneo ; piedi neri » (A.). Ff. (748) 9. Let-Marefià 17 Dicembre 1878 (4.). g- (767) 7. Denz 11 Gennaio 1879 (4.). h. (1284) 9. Denz 16 Aprile 1880 (A.). Non trovo differenze tra i maschi e le femmine. UCCELLI DELLO SCIOA 155 î. (—) — Licce 29 Ottobre 1876 (A.). PERDO UA). k. (138) — Mahal-Uonz 21 Marzo 1877 (A.). i. (181) — » 23 Aprile » (A.). ~ n. (142) 2. Denz 11 Dicembre 1878 (4A.). n. (—) Senza cartellino. 0. (—) » » Dia - ‘ Gli ultimi otto esemplari sono conservati nello spirito. « Comune a Licce, sopra le roccie che fiancheggiano i torrenti in basso ed in alto delle Kolla, o terre basse e profonde » (A.). Sp. 155. Thamnolaea semirufa (Rirr.) Saxicola semirufa, Rupp., Neue Wirbelth. p. 74, Taf. 25, f. 1, 2 (1835). Myrmecocichla Quartini, Bp., Compt. Rend. XXXVIII, p. 7 (juv.) (1854). Thamnolaea semirufa, Heugl., op. cit. p. 368. — Sharpe, Cat. B. VII, p. 51. Thamnolaea Quartini, Heugl., op. cit. p. 366. Quindici esemplari. a. (102) 7. Licce 24 Novembre 1876 (A.). b. (285) 7. Mahal-Uonz 23 Giugno 1877 « Iride castagno; becco e piedi scuri » (4.). c. (604) g. Let-Marefià 13 Luglio 1879 (A4.). d. (1191) ¢. > 28 Dicembre 1879 (A.). e. (1280) 9. Denz (Scioa) 5 Aprile 1880 (A.). Tutti questi esemplari sono adulti; la femmina è simile ai maschi. f. (67) ® juv. Licce 4 Novembre 1876 « Iride scura; becco nero; piedi scuro neri » (A.). g- (576) juv. Torrente Bulbulà (Galla) 20 Giugno 1878 (A.). h. (1192) ® juv. Let-Marefià 28 Dicembre 1879 « Iride fosca » (A.). Gli ultimi tre esemplari sono giovani, simili alla fig. 2 del Ruppell, e corrispondono alla descrizione della Myrmecocichla Quartini, Bp. Essi ditteriscono fra loro per non avere egualmente sviluppata la stria giallo-fulva lungo il mezzo della gola; quella fascia è larga nel primo degli ultimi tre esemplari, appena in- dicata nell’ ultimo, nel penultimo in uno stadio intermedio. Inoltre nel primo dei tre ultimi esemplari, una piuma di color fulvo 156 T. SALVADORI cannella, segno del principio della muta, si trova’ sull’ addome, in mezzo alle altre scure. | L’Antinori ha indicato gli ultimi tre individui tutti come fem- mine, ma io dubito che egli abbia fatto ciò sotto |’ impressione che essi dovessero essere le femmine della Thamnolaea semirufa; anzi questa cosa egli decisamente afferma nelle. sue note mano- scritte, discorrendo dell’ esemplare 576, ma è contraddetta dal fatto che l’ esemplare 1280, raccolto posteriormente, è indicato come femmina, ed è in tutto simile ai quattro maschi precedenti. i. (—) gd. Let-Marefià 30 Gennaio 1881 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). Esemplare simile agli adulti, ma in abito imperfetto, colle grandi cuopritrici delle ali, colle remiganti e colle timoniere di color nero-bruno, marginate di rossigno; sulla testa, sul dorso e sulla gola alcune piume bruniccie marginate di rossigno; sul- l’addome alcune piume con fascie nere e rossigne. I seguenti sei esemplari sono stati conservati nello spirito : j. (130) — Mahal-Uonz 18 Marzo 1877 (A.). k. (181) — > » » DIA). 1. (141) — > 21 » DAMA). m. (190) — > 26 Aprile » (A). Questi quattro esemplari sono adulti, simili ai primi cinque. n. (182) — Mahal-Uonz 18 Marzo 1877 (A.). o. (157) — » 7 Aprile » (A.). Gli ultimi due esemplari sono simili ai tre giovani ed hanno com’ essi la macchia rosso-cannella sulla gola. « Trovasi tutto l'anno entro il bacino di Let-Marefià, sui colli e sui monti che lo attorniano. Rara in Licce; abita le terre in- gombre da pietre, in prossimità dei terreni coltivati » (A.). Sp. 156. Thamnolaea alboscapulata (Rirr.). Saxicola albiscapulata, Ripp., Neue Wirbelth. p. 74, Taf. 26, f. 1 (1835). Thamnolaea caesiogastra, Bp., Compt. Rend. XXXVIII, p. 7 (1854) (2). — Heugl., op. cit. p. 368. Thamnolaea alboscapulata, Heugl., op. cit. p. 367. — Sharpe, Cat. B. VII, p. 50. UCCELLI DELLO SCIOA 157 Dieci esemplari. a. (112) ¢. Liece 7 Gennaio 1877 (A.). b. (211) 2. Mahal-Uonz 30 Aprile 1877 (A.). e. (008), gl » 20 Agosto » (A.). d. (1367) 7. Kolla di Subboi-Kuri 13 Ottobre 1880 « Iride fosca; becco e piedi neri (A.). e. (1368) 3°. Kolla di Subboi-Kuri 13 Ottobre 1880 (A.). Tutti gli esemplari soprannoverati hanno le piccole e medie cuopritrici delle ali bianche; i primi due hanno sotto il nero del petto una sorte di fascia trasversale non bene definita, di color fulvo-bianchiccio, mentre negli altri tre il colore fulvo-can- nella delle parti inferiori giunge fino al nero del petto. f. (98) 2. Licce 20 Novembre 1876 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). g- (129) 2. Mahal-Uonz 18 Marzo 1877 (4.). Le due femmine differiscono dai maschi per avere le piccole e medie cuopritrici delle ali nere come le grandi, per cui esse man- cano della grande e cospicua area bianca, distintivo dei maschi. h. (128) ¢. Mahal-Uonz 18 Marzo 1877 (A.). i. (202) d. > 27 Aprile » (A.). _ j. (215) gf. » 1 Maggio » (A.). Tre esemplari adulti conservati nello spirito. « Frequente in alcune località basse delle Kolla: è comunis- sima in Mahal-Uonz; la si vede sopra le siepi ed i tetti delle case » (A.). Fam. Turdidae. Sp. 157. Geocichla piaggiae (Bouv.). Turdus fauve ou roux, Lefebr., Abyss. Ois. p. 168. » Gurneyi, Heugl. (nec Hartl.), Orn. N. O. Afr. I, p. 384 (1869). » Piaggiae, Bouv., Bull. Soc. Zool. France, 1877, p. 456. Geotichla piaggii (!), Seebh., Cat. B. Brit. Mus. V, p. 171, pl. XI (1881). Sei esemplari. a. (478) 9. Foresta di Fecherié-Ghem 31 Marzo 1878 « Iride nocciola; becco nero, piedi scuri » (A.). b. (962) 7. Fecherié-Ghem 3 Luglio 1879 « Iride color fumo; becco ne- rastro; piedi rossastri » (A.). 158 T, SALVADORI c. (1205) 9. Fecherié-Ghem 18 Gennaio 1880 « Iride castagno scuro: becco nero-corneo ; piedi nocciola » (A.). d. (1219) 7. Fecherié-Ghem 24 Gennaio 1880 (A.). ee(t )d. » — Novembre 1881 (A.). Tutti questi esemplari sono adulti e simili fra loro. jf. (973) ¢ juv. Fecheriè-Ghem 29 Luglio 1879 « Iride scura; becco corneo chiaro; piedi giallo-carnicini » (A.). Esemplare giovanissimo , appena sortito dal nido, colla coda brevissima ; esso è molto diverso dagli adulti; ha le parti supe- riori di color bruno-olivastro con strie chiare, rossigne, lungo il mezzo delle piume; le parti inferiori sono di color rossigno chiaro colle piume dei lati del collo, del petto e dell’ addome con larghi margini neri, quasi confluenti, per cui le parti infe- riori presentano un disegno a squame nere; il.mezzo della gola è rossigno senza macchie ; il sottocoda ed il mezzo dell’ addome bianchi, tinti di fulvo. Sulle ali sono ben distinte le due fascie bianche, formate da macchie all’ apice delle medie e grandi cuo- pritrici delle ali. Il giovane di questa specie non era stato ancora descritto. Nota l’Antinori che questo uccello si trova tutto l’ anno nella foresta di Fecheriè-Ghem, ma che è difficile da uccidere, giacchè sta nel più folto della foresta e spesso sul terreno in cerca di vermi. 158. Psophocichla simensis (Ripp.). Merula (Turdus) simensis, Rupp., Neue Wirbelth. p. 81, Taf. 29, f. 1. Turdus semiensis, Heugl., op. cit. p. 380. Geocichla simensis, Seebh., Cat. B. Brit. Mus. V, p. 183 (Scioa, Harris). Otto esemplari. a. (52) ~. Licce (Scioa) 14 Ottobre 1876 « Iride scura; becco corneo giallo; piedi color corneo » (A.). . 6. (59) &. Licce 27 Ottobre 1878 (A.). c. (762) 7. Alture di Fecherié-Ghem 6 Gennaio 1879 (A.). d. (1223) 7. Foresta di Fecherié-Ghem 27 Gennaio 1880 « Iride castagno scuro; becco nero e giallo; piedi verdastri » (A.). e. (61) 9. Licce 28 Ottobre 1876 (A.). FARINA 9 Novembre » (A.,). UCCELLI DELLO SCIOA - 159 ‘g-. (763) @. Alture di Fecheriè-Ghem 6 Gennaio 1879 (A.). h. (1239) 9. Foresta di Fecherié-Ghem 25 Febbraio 1880 « Iride ca- stagno scuro; becco giallo e bruno; piedi cenerini-verdastri » (A.). Non trovo differenze sensibili tra i maschi e le femmine. Alcuni esemplari hanno le parti inferiori tinte di colore giallo- ocraceo più vivo di altri. Scrive l’Antinori che questa specie era comune in Licce e che nei mesì di Ottobre e di Novembre si vedeva frequentemente al mattino ed alla sera sui tetti delle capanne. Sp. 159. Turdus abyssinicus, Gu. Turdus olivacinus, Bp., Consp. I, p. 273 (1850). — Heugl., op. cit. p. 382. Peliocichla olivacina, Cab., Journ. f. Orn. 1882, p. 319. Turdus abyssinicus, Seebh., Cat. B. Brit. Mus. V, p. 228 (Scioa, Harris). Quattordici esemplari. a. (452) 7. Sciotalit 4 Febbraio 1878 « Iride scura ; becco arancio; piedi aranci » (A.). b. (482) 7. Fecherié-Ghem 4 Aprile 1878 « Iride castagno, becco giallo- arancio ; piedi giallastri » (A.). c. (655) Q. Fecherié-Ghem 5 Ottobre 1878 (A.). d. (741) @. Denz 11 Dicembre 1878 « Iride color fumo; becco rosso- arancio; piedi giallo-arancio » (A.). e. (164) 7. Fecheriè-Ghem 9 Gennaio 1879 (A.). FAO » 19 » » «Iride nocciola-scuro; becco rosso; piedi aranci » (A.). g- (783) 7. Fecherié-Ghem 27 Gennaio 1879 (A.). h. (784) 9. » DU eee » (A. î. (1304) 9. Sciota Mander 5 Giugno 1880 « Becco nero-giallo; piedi gialli » (4). Nessuna differenza sensibile fra i maschi e le femmine. In alcuni esemplari il mezzo dell'addome è bianchiccio, mentre nella maggior parte è tinto di fulvo-ocraceo. Esemplari conservati nello spirito: j. (115) — Mahal-Uonz 10 Marzo 1877 (4A.). k. (125) — » AD. de » (A. I. (126) — » mi > pine (As): m. (186) — » 25 Aprile » (A.). n. (204) — » 20 > >» (A.). 160 T. SALVADORI « Non raro in tutte le stagioni in Arramba e Ankober; si ap- prossima alle case e spesso si posa sulle siepi degli orti e sui legni delle Zeribe; nidifica in Febbraio entro le foreste di queste Kolla » (A.). Fam. Saxicolidae. Sp. 160. Monticola eyanus (Lixx.). Monticola cyana, Heugl., op. cit. p. 371. » cyanus, Seebh., Cat. B. Brit. Mus. V, p. 317. Due esemplari. a. (91) 9. Licce (Scioa) 14 Novembre 1876 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). b. (—) 7? Let-Marefià 17 Febbraio 1883 (Nakari). _ Il secondo esemplare è di color ceruleo più uniforme. Sp. 161. Monticola saxatilis (Liyy.). Moonticola saxatilis, Heugl., op. cit. p. 370. — Seebh., Cat. B. Brit. Mus. V, p. 313: Due esemplari. a. (142) fad. Mahal-Uonz 21 Marzo 1877 (A.). db. (1370) y juv. Aigaber 18 Ottobre 1880 « Iride, becco e piedi scuri » (A.). Il maschio adulto è stato conservato nello spirito di vino. Sp. 162. Monticola rufocinerea (RirP.). Saxicola rufocinerea, Ripp., Neue Wirbelth. Vég. p. 76, tab. 27 (1835). Thamnolaea rufocinerea, Heugl., op. cit. p. 369. Monticola rufocinerea, Seebh., Cat. B. Brit. Mus. V, p. 327. Tredici esemplari. a. (271) 7. Mahal-Uonz 6 Gennaio 1877 (A.). b. (462) 7. Let-Marefià 9 Marzo 1878 « Iride color nocciola; becco e piedi neri » (A.). i c. (488) 7. Let-Marefià 12 Aprile 1878 « Iride castagno » (A.). d. (731%) 9(?) Let-Marefià 1 Novembre 1878 (A.). e. (1281) ¥ » 5 Aprile 1880 (A.). (Or J ‘ UCCELLI DELLO SCIOA 161 Tutti questi esemplari sono adulti e simili fra loro; essi hanno la fronte, i lati della testa e la parte anteriore del collo di color cinereo-azzurrognolo ; questi sono i caratteri del maschio adulto, per cui dubito che I’ esemplare d sia stato erroneamente indi- cato come femmina. f. (169) 7 ? Let-Marefià 12 Gennaio 1879 (A.). Gio (SI) "Os > 4 Febbraio 1879 « Iride scura; becco nero; piedi cioccolato » (A.). h. (1273) 9. Let-Marefià 21 Marzo 1880 (A.). Gli ultimi tre esemplari differiscono dai precedenti per avere la fronte e la fascia sopraccigliare grigio-bianchiccia e la parte anteriore del collo e superiore del petto di color grigiastro, tinto alquanto di rossigno sul petto. Credo che il primo degli ultimi tre esemplari sia anch’ esso una femmina e non un maschio. Esemplari conservati nello spirito : è. (121) g. Mahal-Uonz 13 Marzo 1877 (A.). j. (121%) 9. Mahal-Uonz 13 Marzo 1877 (A.). k. (176) 7. Mahal-Uonz 23 Aprile 1877 (A.). l. (251) ~- Denz 27 Maggio 1877 (A.). m. (187) — Let-Marefià 20 Gennaio 1879 (A.). Il Seebohm dice che non si conosce il giovane di questa specie, la quale cosa non è esatta, mentre esso è stato figurato e descritto dal Ruppell, e ridescritto dall’ Heuglin. « Stazionaria » (A.). Sp. 163. Saxicola lugubris, Ripr. Saxicola lugubris, Rupp., Neue Wirbelth. Vòg. p. 77, Taf. 28, f 1. — Heugl., op. cit. p. 354. — Seebh., Cat. B. Brit. Mus. V, p. 365. Saxicola leucuroides, Guér. — Heugl., op. cit. p. 358. Sette esemplari. a. (69) 7. Licce (Scioa) 4 Novembre 1876 « Iride e piedi scuri; becco nero » (A.). Corpo nero; pileo grigio-bruno ; sopraccoda, sottocoda e base delle timoniere laterali di color fulvo-rossigno; piume nere del- l'addome marginate di bianchiccio. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.4, Vol. I. (19 Agosto 1884). 11 162 T. SALVADORI b. (58) J. Licce 17 Ottobre 1876 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). | Differisce dal precedente per le piume del pileo con strie nere lungo il mezzo più distinte, pel sopraccoda e pel sottocoda di color rossigno più pallido, per la base delle timoniere laterali quasi bianca e pel mezzo dell’ addome bianchiccio. Questo esemplare somiglia molto al tipo della Saxicola brehmi, Salvad. (Att. R. Ac. Sc. Tor. V, p. 508). c. (45) 7. Wanen-amba (Scioa) 24 Settembre 1876 « Iride scuro-nera > (A.). Esemplare giovane colle remiganti incompiutamente sviluppate. Differisce dal precedente pel pileo molto più scuro, quasi nero, coi margini delle piume grigio-brunicci, e che gradatamente passa nel nero del dorso; gli apici delle timoniere sono bianchi. d. (46) 9. Wanen-amba 24 Settembre 1876 « Iride scuro-nera » (A.). Esemplare giovane differente dagli adulti pel colore nero-fu- liginoso delle parti superiori, pel pileo dello stesso colore del dorso e per le parti inferiori di color bruno-fuliginoso con strie nere lungo il mezzo delle piume. Esemplari in spirito : e. (—) — Licce 29 Ottobre 1876 (A.). f. (188) — Mahal-Uonz 25 Aprile 1877 (A.). g- (191) — > 26 » » (A.). Dall’ esame di queste serie d’ individui appare come i giovani siano dapprima di color bruno-fuliginoso ed abbiano il pileo del colore del dorso; successivamente diventano neri ed il pileo più chiaro. .« Meno comune della Pentholaea melaena, vive nelle stesse località ed in qualche Kolla più bassa » (A.). Sp. 164. Saxicola leucomela (Pai1.). Saxicola leucomela (Pall.). — Heugl., op. cit. p. 350. » morio, Seebh., Cat. B. Brit. Mus. V, p. 372. Otto esemplari. a. (78) g. Licce (Scioa) 9 Novembre 1876 « Iride, becco e piedi scuri > (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 163 b. (110) 7. Licce Gennaio 1877 (A.). c. (785) Q. Let-Marefià 29 Gennaio 1878 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). d. (732) 9. Let-Marefià 2 Novembre 1878 (A.). e. (79) g' juv. Licce 9 Novembre 1876 (A.). TMNGSONAE OLE » > (A. Tutti questi esemplari sono in abito imperfetto ; tutti hanno le piume del pileo tinte di grigio-bruniccio all’ apice, le piume del dorso marginate dello stesso colore e le parti inferiori di un bianco-rossigno. + Essi differiscono alquanto fra loro; i primi tre hanno le piume nere della gola quasi senza margini chiari, i quali invece vanno progressivamente estendendosi negli ultimi tre individui e spe- cialmente nell’ ultimo, nel quale inoltre tanto il pileo, quanto il dorso hanno quasi lo stesso colore grigio-bruniccio e le piume nero-bruniccie delle ali hanno più larghi margini grigio-rossigni. Esemplari in spirito : g- (139) — Mahal-Uonz 21 Marzo 1877 (A.). h. (—) — Licce Ottobre 1876 (A.). « Questa specie arriva sull’altipiano di Licce negli ultimi giorni di Ottobre; in Novembre è comunissima e si vede su tutti i muri vecchi, sopra i ruderi di ogni sorta ed anche sopra le zolle dei campi lavorati » (A.). Sp. 165. Saxicola vittata, H. et E. Saxicola vittata, H. et E. — Seebh., Cat. B. Brit. Mus. V, p. 396. » leucolaema, Antin. et Salvad., Atti R. Ac. Sc. Tor. VIII, p. 32. — Ann. Mus. Civ. Gen. IV, p. 464, tav. II. a. (92) — Licce (Scioa) 15 Novembre 1876 « Iride, becco e piedi scuri» (A.). Le piume del pileo hanno gli apici grigio-bruni; quelle nere del dorso hanno gli apici grigiastri; le cuopritrici delle ali e le remiganti sono marginate di grigio-rossigno ; le parti inferiori sono di un bianco-rossigno. Il Seebohm, tra gli esemplari noti di questa rara specie, non annovera il tipo della S. leucolaema, Ant. et Salvad., che si con- serva nel Museo Civico di Genova. 164 T. SALVADORI Sp. 166. Saxicola isabellina, Crerzscum. Saxicola isabellina, Cretzschm., in Rupp., Atlas, p. 52, tab. 346. — Heugl., op. cit. p. 344. a (1145) 7. Daimbi 26 Novembre 1879 « Iride, becco e piedi scuri » (A.). « Pochi individui si vedevano sopra i colli pietrosi » (A.). Sp. 167. Campicola bdttae (Bp.). Saxicola Bottae, Bp., Compt. Rend., XXXVIII, p. 7 (1854). — Heugl., op. cit. p- 353. — Blanf. et Dress., P. Z. S. 1874, p. 230, pl. XXXVI, f. 1. — Seebh., Cat. B. Brit. Mus. V, p. 401 (Scioa, Harris). Saxicola frenata, Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 345, Taf. XII.a Sette esemplari. a. (70) 7. Licce (Scioa) 5 Novembre 1876 « Iride, becco e piedi scuri » (A.). b. (93) 7. Licce 17 Novembre 1876 (A.) a (GD) cfs DD » DAI): ch (QS) a » Re CA) CS (9) 2a} 3 » yy CABS Toney Oona REA » » (A. Tutti questi esemplari sono adulti e simili fra loro; le fem- mine sono alquanto più piccole dei maschi. g. (544) 9 juv. Valle di Rugghiè (Galla) 9 Giugno 1878 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). Questo esemplare giovane differisce dagli adulti per avere il pileo ed il dorso con macchie bianco-rossigne all’ apice delle piume e le parti inferiori di colore rossigno più chiaro e con sottili margini scuri sulle piume del petto. Per la sua forma tozza, per la coda breve ed anche pel modo di colorazione mi pare che questa specie debba essere avvicinata alla Campicola pileata (Gm.) dell’Africa meridionale. « Questa specie nella valle del Rugghiè è molto meno co- mune che non negli altipiani di Licce durante I’ inverno, dopo le pioggie; essa frequenta i prati ed i campi e mai le roccie » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 165 Sp. 163. Pratincola albofasciata (Ripp.). Saxicola albofasciata, Ripp., Neue Wirbelth. p. 115 (1835). — Id., Syst. Ueb. p. 39, Taf. le (1845) (fig. haud exacta). Pratincola semitorquata, Heugl., Journ. f. Orn. 1869, p. 166. — Blanf., Geol. and Zool. Abyss. p. 365, pl. V. — Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 341. Pratincola albofasciata, Heugl., op. cit. p. 342. — Sharpe, Cat. B. Brit. Mus. IV, p. 198. Otto esemplari. a. (108) 7. Valle di Tuor-Hamesh 29 Dicembre 1876 «Iride e piedi scuri; becco nero » (A.). b. (731) y. Let-Marefià 31 Ottobre 1878 (A.). c. (740) 7. Denz 11 Dicembre 1878 (A.). d. (402) 7? Mahal-Uonz 27 Settembre 1877 (A.). e. (781) 4. Denz 24 Gennaio 1879 (A.). Il primo esemplare è in abito quasi perfetto col dorso di un nero puro; gli altri hanno le piume del dorso marginate più o meno distintamente di color bruno-rossigno; margini simili, molto cospicui, si trovano sulle piume della parte inferiore del petto. L’ esemplare d è indicato come femmina, ma credo invece che sia un maschio, essendo simile agli altri maschi. f. (246) 9. Mahal-Uonz 26 Maggio 1877 « Iride, becco e piedi scuri» (A.). Simile alla figura della femmina data dal Blanford. Esemplari in spirito, simili ai maschi adulti : g. (245) 7. Mahal-Uonz 26 Maggio 1877 (A.). h. (852) — » 18 Agosto » (A). Nella figura di questa specie data dal Ruppell sono state di- menticate le due grandi macchie bianche sui lati del collo. « Abita nei luoghi elevati dai 2000 ai 3000 metri, ma si fa vedere anche nelle Kolla di Mahal-Uonz, Ascalena e Let-Ma- refia » (A.). Fam. Motacillidae. Sp. 169. Motacilla longicauda, Rip. Motacilla longicauda, Riupp., Neue Wirbelth. p. 84, Taf. 29, f 2 (1835). — Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 319. Cinque esemplari. 166 T. SALVADORI a. (956%) 7. Sciotalit 26 Giugno 1879 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). Esemplare adulto, corrispondente alla figura del Riippell e alla descrizione dell’ Heuglin, se non che questi indica i piedi chiari, mentre l’Antinori li dice neri ed il Ruppell bruno-neri. Esemplari nello spirito: b. (236) — Mahal-Uonz 25 Maggio 1877 (4.). e c. (317) — > 6 Agosto » (A). d. (364) = > 23» » (A4.. e. (365) — » » » » (A. Sp. 170. Motacilla alba, Linn. - Motacilla alba, Heugl., op. cit. p. 316. Due esemplari in abito imperfetto. a. (1109) 9. Daimbi (Adda Galla) 20 Novembre 1879 « Iride, becco e piedi scuri » (A.). i b. (1112) 7. Daimbi 20 Novembre 1879 « Iride marrone » (A.). Sp. 171. Motacilla sulphurea, Becusr. Motacilla sulphurea, Heugl., op. cit. p. 318. Due esemplari. a. (1222) 2. Sciotalit 27 Gennaio 1380 « Iride castagno; becco corneo; piedi color nocciola » (A.). | Esemplare in abito imperfetto. b. (124) — Mahal-Uonz 14 Marzo 1877 (A.). Esemplare simile al precedente, conservato nello spirito. Sp. 172. Budytes flavus (Liny.). Motacilla flava, Heugl., op. cit. p. 320. Tre esemplari. a. (1110) 7. Daimbi 20 Novembre 1879 « Iride scura; becco corneo scuro; piedi scuri » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 167 Esemplare adulto col pileo cenerino e colla fascia sopracci- gliare bianca. b. (1113) 7. Daimbi 20 Novembre 1879 (A.). Esemplare in abito imperfetto col pileo di colore olivastro come il dorso e colla fascia sopraccigliare bianco-giallognola. c. (216) — Mahal-Uonz 1 Maggio 1877 (4.). Esemplare simile al primo, ma conservato nello spirito. Sp. 173. Budytes rayi, Br. Motacilla rayi, Dresser, B. of Eur. III, p. 277, pl. 131, f. 1, 2, 3. a. (114) — Mahal-Uonz 6 Marzo 1877 (A.). Esemplare adulto, conservato nello spirito, coll’ occipite verde- giallognolo come il dorso, e colla fascia sopraccigliare gialla come tutte le parti inferiori; esso somiglia in tutto alla figura infe- riore del Dresser. É ‘ | Questa specie si conosceva già del Gabon e della Costa d’Oro, ma non pare che prima d'ora fosse stata osservata nell’ Africa Orientale. Sp. 174. Anthus sordidus, Rip. Anthus sordidus, Rupp., Neue Wirbelth. p. 103, Taf. 39, f. 1. Ciaffannit, Galla, (Antinori). Sette esemplari. a. (746) 9. Denz 15 Dicembre 1878 « Iride castagno; becco corneo chiaro; piedi carnicini » (4.). b. (1207) 7. Let-Marefià 18 Gennaio 1880 « Iride marrone; becco corneo; piedi nocciola » (A.). La femmina è un poco più piccola e più pallida del maschio, ed ha le macchie scure del petto meno nettamente disegnate. c. (796) 9. Mahal-Uonz 12 Febbraio 1879 (A.). Esemplare colle piume alquanto abrase sui margini; simile al maschio. 168 T. SALVADORI d. (925) 7. Daimbi (Adda Galla) 6 Maggio 1879 (A.). Esemplare colle piume molto abrase sui margini, colle parti superiori di color grigio-terreo quasi uniforme e colle macchie scure del petto più larghe che non nei due precedenti esemplari, ma meno nettamente definite. e. (164) — Mahal-Uonz 15 Aprile 1877 (A.). f. (217) — » 1 Maggio » (A.). g- (482) — Kolla di Mantek 13 Maggio 1877 (A.). Esemplari nello spirito. La specie cui appartengono i sette esemplari annoverati è ben caratterizzata pel colore scuro delle parti superiori, pel colore rossigno delle parti inferiori, specialmente del sottocoda, e per avere la timoniera esterna col vessillo esterno e parte del- l’ interno rossigno verso |’ apice, mentre la seconda timoniera ha una piccola macchia triangolare all’ apice. Questa specie ha l’unghia del dito posteriore non molto lunga e discretamente arcuata. « Stazionario. Nel Dicembre è frequente nei ‘campi elevati di Fecherié-Ghem e nell’ altipiano di Licce;. comune nei campi di Daimbi nel Maggio » (A.). Sp. 175. Anthus caffer, Sunpev. Anthus caffer, Sundev., Oefvers. vet. Handlg. 1850, p. 100. — Layard, B. of South Afr. p. 123. Sei esemplari. . (531) g. Rugghié (Galla) 5 Giugno 1878 « Iride castagno » (A.). (5945) 7. » 10 Giugno 1878 « Iride castagno scuro » (A.). . (998) 7. Monte Herrer nei Galla 12 Giugno 1878 (A.). . (560) g » 12 Giugno 1878 (A.). (801) — EAA Saleh 17 Febbraio 1879 (A.). .(—) — Mahal-Uonz 30 Aprile 1877 (A.). 9 Be oe Debbo la determinazione di questa specie allo Sharpe, cui ho inviato due degli esemplari soprannoverati. Essi somigliano molto all’ Anthus Richardi, dal quale si distinguono principalmente per le dimensioni alquanto minori, particolarmente della coda. UCCELLI DELLO SCIOA 169 L’ esemplare e, colle piume più recenti, differisce dagli altri pel colorito bruno-terreo delle parti superiori più vivo e rossigno ; anche il petto ed i fianchi hanno una tinta decisamente lionata, la quale cosa si osserva anche nell’A. Richardi in abito di nozze. Sp. 1/6. Macronyx flavicollis, Ripr. 2 Alauda alpestris, Harris, op. cit. p. 414 (Scioa). Macronyx flavicollis, Ripp., Neue Wirbelth. p. 102, Taf. 38, f, 2. — Heugl., op. cit. p. 330. Quindici esemplari. . (534) 7. Paese degli Adda Galla 6 Giugno 1878 « Iride castagno » (A.). . (537) 7. Rugghiè (Galla) 8 Giugno 1878 (A.). . (539) ¢. > 8 Giugno 1878 (4.). . (540) J. > HO ney 2 di (A). (551) 7. Valle del Woddeccia 11 Giugno 1878 (A.). We (553) d. \ » » » » » (A.). g. (554) 7. Rive del Woddeccia » > pane CAa): h. (961) 7. Valle di Rugghié 13 Giugno 1878 (A.). os US SQ t. (962) J. » » > > > (A); j. (963) J. » » » » Di (A k. (568) 7. » > 15 » >) (As). lL. (638) 9. Rugghié 8 Giugno 1878 (A.). m. (9592) 2. > 11 > Di IA.) Tutti questi esemplari sono simili fra loro. n. (536) 2. Rugghié 8 Giugno 1878 (A.). o. (566) 9. Valle di Rugghiè 14 Giugno 1878 (A.). Gli ultimi due esemplari differiscono dai precedenti per avere la gola di color giallo quasi puro, ossia senza tinta bruna. « Piuttosto frequente, ma a coppie isolate, nei prati e nei colli all’ Est di Rugghié, al di là del Torrente Woddeccia. Cammina velocemente; ma dopo un breve tratto si arresta ; non si posa sugli alberi, né sugli arbusti; è poco diffidente » (A.). Fam. Alaudidae. Sp. 177. Galerita praetermissa (BLaxr.). Alauda praetermissa, Blanf., Ann. and Mag. Nat. Hist. (4) IV, p. 330 (1869). — Id., Geol. and Zool. of Abyss. p. 388, pl. VI (1870). — Finsch, Coll. 170 T. SALVADORI Jesse, Tr. Zool. Soc. VI, p. 387 (1870). — Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 678 (1866-74). Galerita praetermissa, Antin. et Salvad., Ann: Mus. Civ. Gen. IV, p. 474 (1873). Tre esemplari. a. (87) 2. Licce (Scioa) 13 Novembre 1876 « Iride seuro-nocciola ; becco corneo chiaro; piedi carnicini > (A.). b. (88) 7. Licce 13 Novembre 1876 (A.). c. (353) — Tuor-Hamesh 18 Agosto 1877 (A.). « Stazionaria » (A.). Dall’ esame di questi tre esemplari, adulti e simili fra loro, — sono confermato nel doverli riferire al genere Galerita. L’Antinori ha inviato un uovo, che egli dubitativamente attri- buisce a questa specie; esso somiglia molto ad alcune varietà dell’ uovo dell’ A. arvensis; è di color grigio, tutto cosparso di macchiette scure, che intorno all’ estremità più grossa sono più confluenti, alquanto violacee, e formano una corona. L’Antinori scrive: « uovo trovato con altri tre che si ruppero, nel campi prossimi a Licce, ove questa specie è abbondantissima e quasi unica ». Sp. 178. Calandritis ruficeps (RirPr.). Alauda ruficeps, Rupp., Neue Wirbelth. p. 102, t. 38, f. 1. Calandritis ruficeps, Cab., Journ. f. Orn. 1866, p. 307. — Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 698 (1869-1874). Quattro esemplari. a. (82) g. Licce (Scioa) 10 Novembre 1876 « Iride castagno scuro; becco corneo scuro; piedi castagno vivace » (A.). b. (99) &. Licce 20 Novembre 1876 (A.). c. (532) g. Valle del Woddeccia 5 Giugno 1878 (A.). d. (933) of. > » >» Dy (A): « Vive nei campi » (A.). I-primi due esemplari sono adulti e differiscono dagli altri due pel pileo di color cannella più vivo e per le piume del dorso più nereggianti, mentre negli ultimi due esse hanno mar- gini volgenti più al grigio. a UCCELLI DELLO SCIOA Vi Sp. 179. Pyrrhulauda leucotis (Srant.). Coraphites leucotis, Heugl., op. cit. p. 669. Due esemplari. a. (1031) 7. Daimbi (Adda Galla) 7 Novembre 1879 « Iride scura; becco bianco; piedi castagni » (A.). b. (1031%*) 7. Daimbi 7 Novembre 1879 (A.). « Poco frequente » (A.). Fam. Fringillidae. Sp. 180. Fringillaria septemstriata (Ripp.), Emberiza septemstriata, Riipp., Neue Wirbelth. p. 86, t. 30, f. 2 (1835-40). » tahapisi (Smith) — Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 665. Due esemplari. a. (336) 7. Mahal-Uonz 16 Agosto 1877 (A.). 6. (393( J. » 7 Sett. > (4. « Arrivò a Mahal-Uonz ai primi di Agosto; si trova in pros- simità dell’ abitato » (A.). Secondo il Cabanis (Mus. Hein. I, p. 129, nota) gli esem- plari dell’ Africa meridionale sarebbero specificamente diversi, e perciò ho preferito la denominazione del Ruppell. Sp. 181. Crithagra striolata (RiPP.) Pyrrhula striolata, Rupp., Neue Wirbelth. p. 99, t. 37, f. 1. Crithagra striolata, Heugl., op. cit. p. 653. Sette esemplari. a. (267) 7. Mahal-Uonz 3 Giugno 1877 « Iride nocciola; becco corneo chiaro; piedi scuri » (A.). 6. (1319%) 9. Let-Marefià Giugno 1880 (A.). c. (13415) 7. Sciotalit 11 Agosto 1880 « Iride bruna; becco fosco corneo ; piedi castagni » (A.). 172 T. SALVADORI . La femmina è un poco più piccola del primo maschio ; il terzo esemplare ha le piume recenti e di colore più vivo. Esemplari nello spirito : d. (168) — Mahal-Uonz 21 Aprile 1877 (A.). e. (169) — » » » > (A. He (180) —_ » 23 » > (A.). g. (255) — Denz 28 Maggio » (A). « Comune tutto l’anno a Mahal-Uonz in prossimità dell’ a- bitato. Il suo grido ordinario è il monosillabo 27-22 » (A.). L’ Antinori nota di aver raccolto un nido con due uova a Let-Marefià il 27 Ottobre 1878; il nido non si trova più nella collezione; le uova, invece di due, sarebbero, secondo un’ altra indicazione dell’Antinori, cinque, ma pare che sia nata confusione con quelle del Chrysomitris nigriceps, cui nel cartellino del nido ne attribuisce 5, mentre nella scatola delle uova ne indica 2; le 2 uova sono bianchiccie con pochi punti e macchie bruno- fegatose sull’ estremità più grossa, ove in uno delle uova sono disposte a corona. Diam. magg. 0%, 018; diam. min. 0™, 0135. Sp. 182. Crithagra xanthopygia (Ripp.). Serinus xanthopygius, Rupp., Neue Wirbelt. p. 96, t. 35, f. 1. Poliospiza xanthopygius, Heugl., op. cit. p. 641. Crithagra xanthopygia, Finsch, Tr. Zool. Soc. VII, p. 270 (1870). a. (1374) 9. Kolla di Aigaber 16 Ottobre 1880 (A.). Esemplare adulto; esso ha sul mezzo della gola una macchia gialla ben distinta, che non appare nella figura del Ruppell e neppure è indicata nelle descrizioni. Col Finsch credo più esatto di riferire questa specie al genere Crithagra. Sp. 183. Ohrysomitris nigriceps (Ripp.). Serinus nigriceps, Rupp., Neue Wirbelth. p. 94, t. 34, f. 2. Citrinella nigriceps, Heugl., op. cit. p. 646. Undici esemplari. UCCELLI DELLO SCIOA 173 a. (595) g. Fin-Finni (Galla) 30 Giugno 1878 « Iride scura; becco corneo scuro; piedi scuri > (A.): b. (596) 7. Fin-Finni 30 Giugno 1878 (A.). c. (097) 7. Monte Herrer (Galla) 12 Giugno 1878 (A.). d. (81) g. Licce (Scioa) Novembre 1876 (A.). e. (996) 7. Rugghié (Galla) 11 Giugno 1878 (A.). f. (955) 9. » 11 Giugno 1878 (A.). g. (597) 9. Fin-Finni 30 Giugno 1878 (A.). h. (598) 9. » » » Scns) Le femmine differiscono dai maschi pei colori piu pallidi e meno netti; esse hanno la testa e la gola di color bruniccio, ed il dorso di color olivastro-grigio. I maschi differiscono notevolmente fra loro; nei primi due esemplari il nero del collo si estende anche sulla regione del gozzo, ed anzi nel secondo tinge tutto il petto ; in questo anche il dorso è tinto di nericcio; nel terzo e nel quarto esemplare il nero del collo non si estende in basso e finalmente il quinto non ha la gola nera, ma di color verde-olivastro. * Esemplari nello spirito : î. (343) 7. Tuor-Hamesh 19 Agosto 1877 (A.). j. (—) Senza cartellino. k.(—) >» » Oltre agli esemplari soprannoverati l’Antinori ha inviato un nido e cinque uova. Il nido ha forma di tazza ed è fatto ester- namente di sottili steli e radici; internamente è tappezzato da un grosso strato di sostanze cotonose, trattenute in posto da una sorta di graticcio di sottili radici. Le uova sono bianchiccie con poche macchie brune, disposte per lo più a corona intorno alla estremità più grossa. Diam. magg. 0%, 019; diam. min. 0%, 014. « Comune a Licce, Gorobela, Kundi, Rugghié, Fin-Finni, ed in generale nelle parti dello Scioa e del paese dei Galla ele- vate dal mare dai 2000 metri in su. Vedesi continuamente sopra le zeribe della città di Licce; in campagna incontrasi in bran- chetti numergsì ; ha i costumi del nostro Verzellino, del quale ha pure il canto. Nidifica in Giugno » (A.). 174 T. SALVADORI Sp. 184. Chrysomitris melanops (Hevot.). EFringilla (Citrinella) melanops, Heugl., Journ. f. Orn. 1868, p. 92. Citrinella melanops, Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 645. E ringilla melanops, G. R. Gr., Hand-List, II, p. 82, n. 7205 (1870). — Gieb., Thes. Orn. II, p. 203 (1875). Tre esemplari. a. (337) g. Mahal-Uonz 16 Agosto 1877 (A.). b. (839) Sf. > > » Le (A.). c. (338) ¢. » » » St Tutti tre questi esemplari sono scolorati per essere stati con- servati nello spirito, e perciò non sono in grado di valutarne esattamente i caratteri. La femmina, la quale sembra non adulta, non presenta la maschera nera sulla faccia ed ha, specialmente sulla parte ante- riore del collo, una tinta rossigna, invece della gialla dei maschi. | L’Heuglin considera questa specie, di cui pare che egli rac- cogliesse un solo esemplare, come affine alla C. cerinelloides (Rupp.), dalla quale differisce per la faccia nera e per altri ca- ratteri. E da lamentare che l’Antinori non abbia inviato alcun esem- plare in pelle di questa specie ancora poco nota. Egli scrive che essa è comune nei mesi d'inverno nei dintorni di Mahal-Uonz e che vive in regioni più temperate e più basse di quelle abitate dalla Ch. nigriceps. Sp. 185. Poliospiza tristriata (Ripr.). Serinus tristriatus, Rupp., Neue Wirbelth. p. 97, t. 35, f. 2 (1835-40). Poliospiza tristriata, Heugl., op. cit. p. 642. Sei esemplari. a. (100) 7. Licce (Scioa) 22 Novembre 1876 « Iride scura; becco corneo chiaro; piedi rossastri carnicini (A.). 6. (101) 9? Licce 22 Novembre 1876 (A.). * e. (768) Y. Let-Marefià 12 Gennaio 1874 « Piedi castagni » (A.). d. (786) 3. > 29 > 1879 (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 175 e. (1361) 9? Let-Marefià 13 Settembre 1881 « Iride castagno; piedi noc- ciola » (A.). : f. (782) $. Denz 24 Gennaio 1879 (A.). I primi cinque esemplari sono simili fra loro e credo che siano tutti maschi, sebbene due siano indicati come femmina. L'ultimo esemplare , indicato pure come femmina, differisce dai precedenti per avere appena accennate le tre fascie bianche, le due sopraccigliari e quella sulla gola, e per avere le parti superiori di un grigio terreo e le inferiori più chiare con macchie longitudinali scure ben distinte. Forse l ultimo esemplare & giovane. « Sulle siepi intorno ai gruppi di capanne » (A.). Sp. 186. Sorella emini, Hart. Sorella emini Bey, Hartl., Journ. f. Orn. 1880, p. 211 (Lado), 325. — Rchnw. et Schal., Journ. f. Orn. 1881, p. 418. — Pelz., Verh. z. b. Gesellsch. Wien. 1881, p. 150. Sorella Emini, Hartl., Journ. f. Orn. 1881, Taf. I, f. 3, 4. — Id., Abh. Naturw. Ver. Brem. 1881, p. 104; 1882, p. 201. — Pelz., Verh. z. b. Gesellsch. Wien. 1882, p. 507. a. (—) ¢. Daimbi 15 Marzo 1882 « Iride bruna; becco scuro corneo; piedi color nocciola » (A.). Esemplare adulto, simile alla figura terza sopracitata, la quale appare troppo grande. Ala 0™, 063. Ho inviato detto esemplare al Reichenow, il quale mi scrive che esso corrisponde abbastanza bene al tipo. L’ Hartlaub credette che questa specie non avesse una vasta area di diffusione, la quale cosa non è esatta, giacchè ora sap- piamo che essa si trova in due punti abbastanza lontani, quali sono Ladò al 5.° grado dall’ Equatore presso Gondokoro, e Daimbi nello Scioa. Mi pare che il genere Sore/la debba essere ravvicinato ad Au- ripasser, Bp. e forse anche riunito a questo. « In prossimità di una capanna, vennero da me osservati tre di questi conirostri, mescolati ad un branco numeroso di Quelea sanguinirostris » (A.). 176 T. SALVADORI Sp. 187. Xanthodina dentata, Sun. Xanthodina dentata, Sund. — Heugl., op. cit. p. 625, tab. XXI, f. 1. a. (—) 9. Ambo-Karra 5 Luglio 1882 « Iride castagno; becco corneo chiaro ; piedi nocciola » (.4). Esemplare adulto , differente dalla figura dell’ Heuglin per la tinta meno rossigna e per la fascia sopraccigliare meno distinta e non rossigna posteriormente. | Sp. 188. Passer swainsoni (Ripp.). Pyrgita Swainsonii, Rupp., Neue Wirbelth. p. 94, t. 33, f. 2. Passer Swainsonii, Heugl., op. cit. p. 634. Quattro esemplari. a. (270) 7. Mahal-Uonz 4 Giugno 1877 « Iride nocciola; becco nero; piedi chiari » (A.). b. (284) 9. Mahal-Uonz 20 Giugno 1877 (A.). L’ esemplare indicato come femmina non differisce dal maschio. Esemplari nello spirito : c. (163) — Mahal-Uonz 15 Aprile 1877 (A.). d. (165) — » ao DINO. « Nei villaggi tiene il posto del passero domestico; nidifica in maggio sul tetto delle capanne, fra le paglie » (A.). id Fam. Ploceidae. Sp. 189. Pytelia citerior, STRICKL. Pytelia citerior, Strickl., Contr. Orn. 1852, p. 151. Zonogastris melba, part., Heugl., op. cit. p. 620. a. (—) e? Esemplare senza cartellino, scolorato, perché conservato nello spirito di vino. UCCELLI DELLO SCIOA 177 Sp. 190. Uraeginthus phoenicotis (Sw.). Uraeginthus phoenicotis, Heugl., op. cit. p. 619. Dinbit, Galla. Sei esemplari. a. (909) g. Daimbi (Adda Galla) 30 Aprile 1879 « Iride castagno, becco e piedi rossi » (A.). 6. (916) 7°. Daimbi 2 Maggio 1879 (A.). CAOS) IO > 7 > » « Iride castagno; becco rosso; piedi rosso-carnicini » (A.), d. (977) 9. Let-Marefià 2 Agosto 1879 (A.). e. (1052) 9. Daimbi 10 Novembre 1879 « Iride scura; becco corneo scuro; piedi castagni scuri » (A.). L’ ultimo esemplare non è adulto ed ha il colore ceruleo delle parti inferiori più chiaro dei due precedenti. Esemplare nello spirito : f. (368) 2. Mahal-Uonz 26 Agosto 1877 (A.). « Comune e stazionario ; vive in branchetti numerosi che si posano per beccare sui piazzali delle case » (A.). Sp. 191. Lagonosticta minima (VIEILL.). Lagonosticta minima, Heugl., op. cit. p. 612. Due esemplari. a. (364) 7. Mahal-Uonz 1 Settembre 1877 (A.). b. (385) 9. » » » ut A): Esemplari scolorati perchè conservati in alcool. « Sta sempre in prossimità delle capanne, sotto le cui gronde costruisce il nido fra i legni e le paglie, come la Habropyga Er- nesti, e nella stessa stagione; depone da 5 a 6 uova per covata, di un bianco perfetto, che somigliano a quelle dell’H. Ernesti, se non che sono alquanto più piccole » (A.). Antinori ha inviato 14 uova di questa specie. Esse variano notevolmente di forma, essendovene delle ovali e delle ellitiche. Diam. magg. mill. 16-13; diam. min. mill. 12-11. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (21 Agosto 1884). 12 178 T. SALVADORI Sp. 192. Coccopygia quartinia (Bpr.). Bengali, Lefevre, Abyss. Ois. n. 161, p. 117. PEstrelda quartinia, Bp., Mus. Paris. — Id., Consp. I, p. 461 (1850). — Hartl., Orn. Westafr. p. 141 (1857). — Heugl., Journ. f. Orn. 1868, p. ll. — Blanf., Geol. and Zool. Abyss. p. 409 (1870). — Finsch, Tr. Zool. Soc. VII, p. 326 (1870). Fringilla (Estrelda) flaviventris, Heugl., Sitz. k. Ak. Wiss. Wien, XIX, p. 292, n. 399 (1856); Syst. Uebers. p. 40. n. 399 (1856) (descr. nulla). — Hartl., Orn. Westafr. p. 141 (1857). Estrelda Ernesti II, Heugl., Journ. f. Orn. 1862, p. 29. Coccopygia quartinia, Rchb., Singvogel, p. 23, n. 54 dis (1863). — Gr., Hand-List, II, p. 51, n. 6704 (1870). Astrilda flaviventris « Heugl. », Rchb., loc. cit. Elstrelda Ernesti, Heugl., Journ. f Orn. 1868, p. 10. Coccopygia Ernesti, Gr., Hand-List, II, p. 51, n. 6705 (1870). Habropyga Ernesti, Heugl., Orn. N. O. Afr. I, 2, p. 604 (1871). » quartinia, Heugl., op. cit. p. 608 (1871). Coccopyga quartinia, Heugl., op. cit. p. XXXVII (1871). » Ernesti, Heugl., op. cit. p. CXXXVII, tab. XIX, f. 2 (1871). Estrilda Ernesti, Gieb., Thes. Orn. II, p. 120 (1875). » quartinia, Gieb., op. cit. p. 124 (1875). Coccoborus quartinia, Gieb., Thes. Orn. II, in syn. E. quartiniae, l. c. Denebil, Scioa (Antinori). Due esemplari. ce (40) 9. Arramba 18 Settembre 1876 « Iride castagno; becco nero superiormente, rosso inferiormente ; piedi scuri » (A.). b. (260). 7. Mahal-Uonz 30 Giugno 1877 (A.). Esemplare conservato nello spirito di vino e però scolorato, ma apparentemente non diverso dalla femmina altro che per le dimensioni alquanto maggiori. « Vedesi isolata ed a coppie attorno alle capanne e sulle siepi degli orti. Nidifica fra i legni sotto la gronda delle capanne, in Maggio e Giugno; le uova sono bianco-candide ed in numero dit 5,060 (A): Le uova di questa specie inviate dall’Antinori sono 12 o 13, in gran parte rotte, candide e senza macchie. Diam. magg. mill. 16, diam. min. mill. 12. L’ Heuglin pretende che la sua Z. ernest sia diversa dalla E. quartinia, la quale cosa non viene ammessa dal Blanford e dal Finsch; anche a me sembra probabile la loro identità. UCCELLI DELLO SCIOA 179 Si noti che la E. quartinia descritta dal Bocage (Orn. Ang. p. 360), colle gote e colla gola nere, è un’ altra specie. Sp. 193. Ortygospiza polyzona (Tenn.). E'ringilla polyzona, Temm., Pl. Col. 221, f. 3. Ortygospiza atricollis, Heugl. (nec Vieill.), op. cit. p. 598. Bofit, Galla (Antinori). a. (922) g. Daimbi 5 Maggio 1879 « Becco corallino; piedi fosco- chiari (!) » (A.). Esemplare adulto col cerchio perioculare e col mento candidi. « Ucciso in prossimità dell’ abitato » (A.). Sp. 194. Amadina fasciata (Gwx.). Sporothlastes fasciatus, Heugl., op. cit. p. 596. Cinque esemplari. a. (948) 7. Daimbi (Adda Galla) 24 Maggio 1879 « Iride castagno ; becco corneo chiaro; piedi carnicini » (A.). b. (954) 7. Daimbi 27 Maggio 1879 (A.). c. (1055) 7. » 10 Nov. » « Becco scuro » (A.). d. (1181) ¢. 3) LoeDicemby > 1A.) e. (1032) @. » € Nov. » (A. « Attorno ai villaggi e nei campi di Tief » (A.). Sp. 195. Spermestes cucullatus, Sw. Spermestes cucullatus, Heugl., op. cit. p. 592. Cinque esemplari. a. (1255) 7. Ambo-Karra 6 Marzo 1850 « Iride fosca; becco nero- plumbeo ; piedi plumbei » (A.). b. (—) d. Ambo-Karra 4 Luglio 1882 (A.) c. (—) 2. » dla >» (4. L’ esemplare indicato come femmina non differisce dai maschi adulti. 180 T. SALVADORI d. (1255) 9. Ambo-Karra 6 Marzo 1880 (A.). Esemplare giovane ed in abito imperfetto. Esemplare nello spirito : e. (233) — Kolla di Mantek 15 Maggio 1877 (A.). Cryptospiza, nov. gen. Cryptospiza nov. gen. SPERMESTINARUM subfamiliae. Rostrum conicum, mediocre; pedes validiuscult, digitis longis; ala mediocris, subrotundata, remige prima sexta subaequali, tertia et quarta lon-— gioribus et aequalibus; cauda breviuscula, subrotundata, rectricibus duabus mediis pogontis diffractis. Sp. 196. Cryptospiza reichenow i (Hartt.). Pytelia Reichenowii, Hartl., Ibis, 1874, p. 166. — Rchw., Journ. f. Orn. 1874, p. 346; 1875, p. 41, 50, tab. II, f. 1. — Gieb., Thes. Orn. III, p. 399 (1877). Capite, collo et corpore subtus fusco-olivaceis, gula flavescente; dorso, uropygio, supracaudalibus, tectricibus alarum et “margine exlerno remigum tertiarum rubro-puniceis, lateribus rubro-puniceo tinctis, subcaudalibus nonnullis vie rubro tinctis; remigibus fuscis,; subalaribus fulvo-flavescentibus; cauda nigra; rostro nigro; pedibus corylumis,; iride castanea; margine palpebrali nudo rubro. Foem. Mari similis, sed margine palpebrali fusco (fide Anti- nori). Long. tot. 0®, 103; al. 0%, 057; caud. 0%, 043; rostri 0™, 009; tarsi 0%, 018; digiti medii cum ungue 0%, 018. a. (1001). 7. Sciotalit 23 Settembre 1879 « Iride castagno vivace; becco nero; piedi color nocciola » (A.). Non si conosceva che un solo individuo di questa specie, rac- colto dal Reichenow presso Bonpango nei monti Cameroon (Africa Occidentale). Confrontando colla descrizione dell’ Hart- laub e colla figura del Reichenow l’esemplare dell’ Antinori, si scorgono alcune differenze, forse dipendenti dal sesso; |’ esem- plare tipico presenta una macchia fulva nella regione anteo- UCCELLI DELLO SCIOA 181 culare, la quale manca nell’ esemplare dell’Antinori, «Le ha la gola tinta di fulvo, ciò che non appare in quello del Re:shenow. Non conosco alcuna specie cui questa somigli, pei cui ne ho fatto il tipo di un nuovo genere, che forse deve essere ravvicinato ai generi Spermospiza e Pyrenestes, sebbene abbia il becco molto meno robusto. Un carattere cospicuo tanto nel nuovo genere Cryplospiza, quanto in quei due è la notevole lunghezza delle dita. Hartlaub afferma che questa specie è una tipica Pytelia, la quale cosa non mi sembra esatta, avendo le specie di quel genere becco più lungo e dita molto più brevi. L’Antinori scrive che la femmina, guastata dal colpo stesso che uccise il maschio, è simile a questo, differendone soltanto pel colore scuro del margine palpebrale. Sp. 197. Hypochera nitens (Gm.). Hypochera nitens, Heugl., op. cit. p. 588. Sei esemplari. a. (994) 7. Ambo-Karra 15 Agosto 1879 « Iride scura; becco bianco; piedi rossi » (A.). b. (1122) 7. Daimbi 22 Novembre 1879 (A.). ce. (1381) 7. Kolla di Aigaber 25 Ottobre 1880 (A.). c?. (376) 7. Mahal-Uonz 30 Agosto 1877 (A.). Maschio adulto conservato nello spirito. d. (1382) 9. Kolla di Aigaber 25 Ottobre 1880 « Iride castagna; becco corneo; piedi nocciola » (A.). e. (—) g juv. Daimbi Aprile 1877 (A.). I maschi adulti hanno color nero-ceruleo ; il maschio giovane è in muta. « Poco frequente e sempre in prossimità delle case » (A.). Sp. 198. Vidua erythrorhyncha (Sw.). Vidua principalis, part., Heugl., op. cit. p. 585. Mignia-migniu, Amarico (A.). Dieci esemplari. 182 T. SALVADORI a. (286) 7. Mahal-Uonz 5 Luglio 1877 « Iride castagno; becco corallo; piedi neri » (A). 5. (361) 7. Mahal-Uonz 22 Agosto 1877 « Non si vedono che i soli maschi » (A.). c. (394) §. Mahal-Uonz 7 Settembre 1877 (A.). d. (516) 7. Duleccia 25 Maggio 1879 (A.). e. (1301) g. Let-Marefià 23 Maggio 1880 (4.). Esemplari conservati nello spirito : f. (290) 7. Mahal-Uonz 5 Luglio 1875 (4.).. g- (291) ¢. » » » Ha VELE h. (292) ¢. » > > pay (As): ti. (293) gd. » > » DA (29) Î. (808) 2. re atric I maschi hanno tutti 11 mento nero. « Arriva in Maggio, e si trattiene fino a tutto Settembre » (A.). Sp. 199. Coliuspasser laticauda (Licnt.). Coliuspasser torquatus, Rupp., Neue Wirbelth. p. 98, t. 36, f. 2. Penthetria laticauda, Heugl., op. cit. p. 580. Woghera, Scioa (Antinori). Trentatre esemplari. a. (31) g. Wanen-amba (al Nord di Fecherié-Ghem, Scioa) 11 Settembre 1876 (A.). b. (32) g. Wanen-amba 11 Settembre 1876 (A.). c. (35) of. > 15 > DU NZ: « Scarsi individui, sui cespugli in prossimità dei campi di fave e di durah. Ha una voce sommessa, sottile, che somiglia alquanto a quella degli Zivoli. Tiene la coda orizzontale e quando è aperta i pogonii sono leggermente curvati in alto » (A.). d. (238) 7. Mahal-Uonz 20 Maggio 1877 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). e. (239) 7. Mahal-Uonz 20 Maggio 1877 (A.). f. (240) v » » » > nA.) g. (242) J > 26 >» > (A). h. (243) J. > > > >» (A. i. (259) g > 30 » DIA) je (268) of > 3 Giugno » (A.), UCCELLI DELLO SCIOA © 183 « Comparve a Mahal-Uonz oltre la metà d’ Aprile, nella sta- gione in cui il grano fa la spiga ; divenne abbondante ai primi di Luglio, quando la messe matura, e segati i grani scomparve. I maschi erano molto più abbondanti delle femmine » (A.). k. (378) g. Mahal-Uonz 30 Agosto 1877 (A.). (RO » » » oP Az) «In Agosto tornarono a comparire «7 e 9 accoppiati, ma in numero assai minore che non nei mesi di Maggio e di Giugno. Hanno volo lento ed a riprese; sembra che la coda sia loro d’impaccio » (A.). m. (974) 4. Let-Marefià 28 Luglio 1879 (A.). n. (1803) 7. Denz (Scioa) 1 Giugno 1880 (A.). o. (1828) Y. Let-Marefià 25 Giugno 1880 (A.). Tutti questi esemplari sono adulti ed in abito perfetto. p. (825) 7. Mahal-Uonz 6 Agosto 1877 (A.). Esemplare in abito quasi perfetto, con alcune piume margi- nate di fulvo-giallognolo sulla gola. q. (242) ot. Mahal-Uonz 25 Maggio 1877 (4.). Ksemplare in abito quasi perfetto, ma colle piume dei lati dell’ addome e dei sottocoda largamente marginate di grigio. r. (380) 9. Mahal-Uonz 31 Agosto 1877 (A.). « Questo ed altri individui vennero uccisi fra le erbe dei prati di Mahal-Uonz; avevano nello stomaco piccole semenze di un fieno dette dagli indigeni Zefar-fari » (A.). I seguenti esemplari sono stati conservati nello spirito: s. (166) 7. Mahal-Uonz 19 Aprile 1877 (A.). t. (167) ¢ > Zi» IZ: u. (178) J » Damen > >» (A) v. (214) 7. » 30. » DINA A) x. (222) ¥ » 11 Maggio » (A.). y. (248) J » AI BS Das.) Esemplari adulti in abito perfetto. 184 T. SALVADOKI z. (323) 7. Mahal-Uonz 6 Agosto 1877 (A.). a’. (—) 7. Senza cartellino. Esemplari in abito imperfetto col rosso dell’ occipite e del collare più pallido, e con molte piume dell’ abito giovanile sulla testa e sulle parti inferiori. bd’. (—) g. Senza cartellino. c'. (142) Y. Mahal-Uonz 21 Agosto 1877 (A.). dA » 23 Aprile » (A.). Esemplari adulti in abito invernale, senza punto rosso, somi- glianti alle femmine, ma con lunga coda, con collo ed ali nere. . (373) 9. Mahal-Uonz 30 Agosto 1877 (A.). f’. (381) 2? re A SiMe amare Cae) g'. (382) @. » » » » (A.). h'. (383) 9. » » » » (A.). Sp. 200. EKuplectes franciscanus (Jsert). Euplectes franciscanus, Heugl., op. cit. p. 571. Dieci esemplari. a t. (917) g. Duleccia 25 Maggio 1878 (A.). b. (919) gJ. » » » SI): ce. (627) 7. Ambo-Karra 19 Agosto 1878 (A.). d. (681) dt. » 26 » » piedi rossi » (A.). « Iride castagno; becco nero; e. (—) 9’. Ambo-Karra 2 Luglio 1882 (A.). ni (—) mes » » » » (A.). GORI): h. (—) ¢. > 24 Settembre 1883 (Nakari). Ksemplari adulti; alcuni hanno il collo di color rosso cherme- sino piu vivo degli altri. è. (920) 7. Duleccia 25 Maggio 1878 (A.), Esemplare in muta con molte piume bianchiccie fra quelle nere dell’ addome e con talune piume nere con margini gri- giastri fra quelle rosso-brune del dorso. UCCELLI DELLO SCIOA 3 185 j. (—) 9. Senza cartellino. « Arriva in Maggio in branchi numerosi, i quali frequentano i campi di tief e di durah, le cui semenze sono loro molto gradite. In Agosto si vedono individui isolati e poco numerosi fra i cotoni. Di una coppia fu rinvenuto il nido con tre uova verdi-cerulee » (A.). Sp. 201. Euplectes scioanus, nov. sp. Capite supra, cervice, dorso medio, uropygio, supracaudalibus, abdomine imo, subcaudalibus et tibiis flavis; gula, genis, collo an- tico, pectore et lateribus nigerrimis; fascia interscapulari et scapu- laribus nigris, flavo variis; alis et cauda fuscis, remigum rectri- cumque marginibus et subalaribus isabellinis; rostro nigro; pedibus fusciss iride castanea. Long. tot. 09,140; al. 0%,071; caudae 0™,040; rostri 0,011; tarsi 0™,019. Euplectes E. tana (Smith) semillimus, sed major et pectoris la- teribus nigerrimis, haud macula flava ornatis, diversus. Dieci esemplari. a. (28%) g. Tuor-Hamesh 25 Giugno 1877 (A.). b. (344) ¥. > 18 Agosto » « Iride castagna; becco nero; piedi scuri » (A.). c. (345) g. » » » » (A. d. (346) 7. » » » a (AL). e. (B47) J. » » » DU aCe): f. (886) 2. > 1 Settemb. » (A... g. (387) J. » » » > (A). h. (388) S. » » » DONA.) DA (389) de » » » » (A.). ented) ce » 9 Luglio IMRE L’ ultimo è stato conservato nello spirito. Ho confrontato gli esemplari soprannoverati con uno dell’E. taha dell’Africa meridionale, dal quale tutti differiscono per i ca- ratteri sopraindicati. Questa specie rappresenta nello Scioa lE. taha dell’ Africa me- ridionale; è probabile che essa si estenda anche nell’ Abissinia , 186 T. SALVADORI giacchè l’Heuglin (Orn. N. 0. Afr. p. 575) col nome di £. habes- sinica menziona un esemplare colle parti inferiori nere. lo aveva sospettato che a questa nuova specie appartenessero gli esemplari di Lado menzionati dall’ Hartlaub (Abh. Naturw. Ver. Brem. 1881, p. 103; 1882, p. 201), ma il cap. Shelley mi scrive che essi hanno ben distinta la macchia gialla sui lati del petto. «Frequente nell’Agosto in Tuor-Hamesh, ove 1 maschi di questa specie e della seguente vivono mescolati nei campi d’ orzo. Non mi fu possibile di trovare una sola femmina. Nel loro stomaco rinvenni semenze di cardaminacee e di graminacee e piccoli co- leotteri » (A.). Sp. 202. Euplectes xanthomelas, Ripr. Euplectes xanthomelas, Riipp., Syst. Ueb. p. 67, tab. 28. » capensis, part., Heugl., op. cit. p. 573. Averut, Scioa (Antinori). Diciotto esemplari. a. (226) 7. Denz 12 Maggio 1877 « Iride scura; becco nero e bianco; piedi nocciola (A.). b. (254) 7. Denz 28 Maggio 1877 (A.). c. (343) 7. Tuor-Hamesh 18 Agosto 1877 (A.). d. (349) ¢. » » » DAN (CA) e. (392) g. » 1 Settem. » (A.). f. (657) 7. Let-Marefià 6 Ottobre 1878 (A.). g. (964) 7. Denz 6 Luglio 1879 (A.). lis (VE) Ga o mAs): & (WSS) Ges o eo DI (40), Tutti questi esemplari sono adulti, in abito perfetto e simili fra loro. j. (84) 7. Wanem-amba 15 Settembre 1876 (A.). k. (36) ¢. » 16 » » (A.). L (87) ov. > 18 > > Questi tre esemplari sono adulti, ma in abito imperfetto, avendo alcune piume della gola e dell'addome di color rosso. m. (967) 9. Denz 6 Luglio 1879 « Iride scura; becco corneo scuro; piedi nocciola » (A.). a UCCELLI DELLO SCIOA 187 n. (190) 7. Denz 3 Febbraio 1879 « Becco bianco corneo; piedi casta- gni » (A.). i o. (95525) 7. Denz 16 Giugno 1879 (4.). Gli ultimi due, secondo l’ Antinori, sono in abito invernale; essi somigliano alla femmina, dalla quale differiscono per le cuopritrici delle ali e pel groppone di un bel giallo. Esemplari nello spirito : p. (223) 7. Denz 12 Maggio 1877 (A.). q. (350) g. Tuor-Hamesh 18 Agosto 1877 (A.). r. (351) gf. : Malt i 94 [0/ ssh 4) Tutti gli esemplari soprannoverati appartengono alla forma dell’Abissinia e non a quella dell’Africa meridionale, E. capensis (Linn.), molto più grande. « Giunge copioso nelle Kolla, in abito di nozze, nella stagione in cul il grano e Il’ orzo maturano. Nell’ Agosto è frequente in Tuor-Hamesh, ove i maschi di questa e della specie precedente vivono mescolati » (A.). Sp. 203. Hyphantornis abyssinica (Gm.). PIcterus larvatus, Harris, op. cit. p. 413 (Shoa). Ploceus larvatus, Rupp., Neue Wirbelth. p. 91, tab. 31, f. 1 (2). » flavoviridis. Rupp., Syst. Ueb. p. 69, 76, n. 259 (# hieme) (Abyssi- nien und Scioa). Hyphantornis habessinica, Heugl., op. cit. p. 547. Dieci esemplari. a. (921) 7. Duleccia 26 Maggio 1878 (A.). b. (522) g. » » » aio): c. (923) J. » » » » « Iride castagno vivace; becco nero; piedi carnicini » (A.). Adulti in abito perfetto. d. (—) Y. Daimbi Maggio 1882 (A.). Esemplare in abito quasi perfetto, con poche piume grigie sul dorso e sull’ addome. e. (—) d. Daimbi Maggio 1882 (A.). Simile al precedente, ma con qualche piuma gialla fra quelle nere della gola e delle gote. 188 T. SALVADORI f. (—) dg. Daimbi Aprile 1882 (A.). Simile al precedente, ma con alcune piume grigie anche fra quelle nere del pileo. g. (+) &. Daimbi Maggio 1882 (A.). Simile al precedente, ma con un maggior numero di piume grigie sul dorso e di piume gialle sulla gola. h. (—) @. (an pot. g juv.?). Daimbi Aprile 1882 « Becco scuro cor- neo » (A.). Esemplare somigliante a quello figurato dal Ruppell col nome di Ploceus flavo-viridis; ma esso è notevolmente più piccolo di una femmina adulta conservata nel Museo di Torino (Cat. N. 5769) ed ha le parti inferiori di color giallo, per cui credo che sia un maschio giovane. 2. (150) 7. Mahal-Uonz 4 Aprile 1877 (4.). mE (152) dt. » » » (A.). Esemplari in muta conservati. nello spirito. L’esemplare c trasportava materiali per costruirsi il nido sopra le mimose. « Questa specie arriva in basso nelle Kolla insieme coll’ Hu- plectes franciscanus » (A.). Sp. 204. Hoy phantornis spekei, Harr. Hyphantornis baglefecht, Blyth (nec Vieill.), Journ. As. Soc. Beng. XXIV, p- 301 (1856). — Hartl., Syst. Orn. Westafr. p. 276 (1857). — Blyth and Speke, Report on a Zoolog. Coll. from the Somali Country, p. 13 (1860). — Speke, Ibis, 1860, p. 246. — Heugl., Peterm. Geogr. Mitth. 1869, p. 418. — G. R. Gray, Hand-List, II, p. 4] (1870). Hyphantornis spekei, Hartl., in Heugl., Faun. des Roth. Meer. No. 157, in Peterm. Geogr. Mitth. 1861, p. 24. — Finsch et Hartl., Vog. Ost-Afr. p. 394 (1870). — Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 559, II, p. CXXXI (1871). Hyphantornis somalensis, Heugl., Journ. f. Orn. 1867, p. 379. » somalicus, « Heugl. », Finsch, Journ. f. Orn. 1868, p. 169. » meloxit, Antin., MS. Meloxit, Galla (Antinori). Pileo el gastraeo nitide aureo-flavis, abdomine imo, tibiis et sub- caudalibus purius flavis, pileo saturatiore, collo antico imo brunneo- castaneo tincto; loris, regione ophthalmica, genis, mento et gula ni- UCCELLI DELLO SCIOA 189 gris; dorso flavo-virescente, plumis in medio fusco-nigris; uropygio et supracaudalibus flavo-virescentibus, immaculatis; alis fuscis, re- migibus tectricibusque alarum minoribus et majoribus flavo-vire- scente limbatis, mediis late flavo marginatis; subalaribus flaviss cauda fusco-olivacea, rectricibus exterius flavo-virescente limbatis; rostro nigro, pedibus carneis, iride rubro-aurata. Foem. Minor; supra griseo-olivacea, dorso fusco maculato, collo antico flavido, mento et gula albicantibus; lateribus griseis; abdo- mine medio albido, alis fuscis, plumis flavo-olivaceo limbatis, sub- alaribus flavis; cauda fusco olivacea,; rostro pallide corneo; pedibus carneis,; wide pallide castanea. Long. tot. 0,150; al. 0™,084; caud. 09,051; rostri 09,019; tarsi 00 024. Sei esemplari. . a. (930) ~“. Daimbi 8 Maggio 1879 « Iride rosso-aureo; beeco nero; piedi carnicini » (A.). b. (931) 7. Daimbi 9 Maggio 1879 (A.). c. (934) 7. » » » » (A.). Questi tre esemplari sono adulti e simili fra loro; lievissime differenze consistono nelle macchie nere nel mezzo delle piume del dorso più o meno estese. Nell’ ultimo esemplare quelle mac- chie sono quasi confluenti sulla parte superiore del dorso, la quale appare quasi interamente nera. La tinta bruno-castagna sulla parte inferiore del collo è più estesa nel primo che non negli altri individui. d. (—) 7. Adda Galla Maggio 1881 (4.). Esemplare tenuto in gabbia, simile all’ esemplare 6. e. (—) 7. Daimbi Aprile 1882 (A.). Esemplare in muta, simile ai precedenti, ma con talune piume grigie sul dorso. f. (929) 9. Daimbi 8 Maggio 1879 « Iride castagno chiaro; becco cor- neo chiaro ; piedi carnicini » (4.). « Questa specie non costruisce il nido in forma di fiasco pen- dente come l’H. vitellina e VH. galbula, ma lo attacca e lo fa ‘190 T. SALVADORI aderire per tutta la parte superiore ad un ramoscello orizzontale e non pendulo d’ una mimosa. Inoltre il suo nido ha una forma più schiacciata e molto diversa, quantunque intessuto nello stesso modo ed egualmente di graminacee. « Nei primi giorni di Maggio vidi una ventina di maschi di questa specie prender possesso di un albero di mimosa, che dava ombra alle capanne da me abitate ; essi colla più grande attività sl posero a costruire i nidi, i quali nel termine di 8 o 10 giorni erano pronti senza che una femmina fosse apparsa fra loro. « Poi un bel mattino eccoti apparire tante femmine che per due o tre giorni furono cagione di frequenti litigi fra i maschi. Esse, riconosciuti i nidi dei loro rispettivi e temporanei sposi, si posero a perfezionarli internamente con materiali più fini, che a somiglianza dei maschi intessevano ed intrecciavano insieme. Da questo fatto, diligentemente e pazientemente osservato , de- dussi che l'architetto ed il costruttore del nido è il solo maschio, e che la femmina non interviene che ad opera quasi compiuta, per preparare con sottili graminacee un letto più soffice per deporvi le uova. Alla fine di Maggio nessuno dei detti nidi, conteneva uova, ma in alcuni, non so se abbandonati o presi violentemente, erano andati ad abitare i passeri (P. Swainsont). « Qualora fosse questa una nuova specie, proporrei di asse- gnarle il nome di Hyphantornis meloxit, per ricordare quello volgare datole dai Galla » (A.). Questa specie somiglia alla H. atrogularis (Heugl.), dalla quale differisce pel color giallo del pileo e delle parti inferiori più dorato e più vivo, per la tinta bruno-castagna della parte an- teriore inferiore del collo, pel dorso macchiato di nero e per le dimensioni maggiori. Io debbo far notare che nella descrizione originale della H. spekei non è indicato il color bruno-castagno della parte ante- riore-inferiore della gola, per cui gli esemplari dello Scioa po- trebbero realmente appartenere ad una specie distinta. Il tipo dell’. spekeî si trova nel Museo della Società Asiatica del Ben- gala, ed è il solo esemplare che si conoscesse finora. La fem- mina non era stata ancora descritta. UCCELLI DELLO SCIOA 191 Recentemente lo Shelley (Ibis, 1883, p. 551) ha riferito all’H. atrogularis, Heugl. un esemplare dell’Africa occidentale, e lo de- scrive come avente il pilev di color giallo dorato, la quale cosa non appare nella figura data dall’ Heuglin (Orn. N. 0. Afr. Taf. XIX). Sp. 205. Hyphantornis luteola (Licart.). Hyphantornis luteola, Heugl., op. cit. p. 565. a. (1356) 7. Ainié-Kaffagué 7 Settembre 1880 « Iride coccinea; becco scuro; piedi plumbei » (4A.). Sp. 206. Hy phantornis galbula (Rier.). ri Ploceus galbula, Ripp., Neue Wirbelth. p. 92, tab. 32, f. 2 Hyphantornis galbula, Heugl., op. cit. p. 557, tab. XVIII, fig. d. Moloksé, Amarico (Antinori). Undici esemplari. a. (622) 7. Ambo-Karra 18 Agosto 1878 « Iride castagno vivo; becco nero; piedi carnicini » (A.). b. (952) 7. Daimbi 26 Maggio 1379 (A.). c. (1257) 7. Ambo-Karra 7 Marzo 1880 (A.). d. (—) Senza cartellino. e. (—) 2. Daimbi Aprile 1882 (A.). i o (4); Sei esemplari adulti in abito perfetto. g. (—) 7? Daimbi Aprile 1882 (A.). Esemplare indicato come femmina, ma credo che sia un maschio in abito imperfetto; esso ha il corpo e le ali come i maschi adulti, ma soltanto traccie di color castagno sulle gote. h. (688) 2. Ambo-Karra 27 Agosto 1878 (A.). i. (1258) 2. » 7 Marzo 1880 « Iride castagno; becco corneo chiaro; piedi carnicini » (A.). j. (151) 7. Kolla di Aigaber 4 Aprile 1877 (A.). k. (—) Senza cartellino. Gli ultimi due esemplari sono adulti e conservati nello spirito. 192 T. SALVADORI Sp. 207. Hyphantornis guerini, G. R. Gr. Hyphantornis Guerini, Heugl., op. cit. p. 562, tab. XVIII, f. e. Diciassette esemplari. a. (356) 7. Mahal-Uonz 19 Agosto 1877 (A.). b. (552) 7. Rugghié 10 Giugno 1878 (A.). ce. (273) 7. Mahal-Uonz 10 Giugno 1877 « Iride nocciola; becco nero; piedi chiari » (A.). c?, (—) gd. Antotto Gennaio 1882 (A.). d. (244) 7. Mahal-Uonz 26 Maggio 1877 (A.). e. (475) 7. Let-Marefià 21 Marzo 1877 (A.). Il primo esemplare ha le parti superiori verdi-olivastre e le inferiori gialle, 1’ ultimo, in muta, ha le parti superiori grigie e le inferiori bianco-grigie sparse di piume gialle ; gli altri quattro sono in condizioni intermedie , cioè hanno le parti superiori in parte verdi-olivastre ed in parte grigie e le inferiori in parte gialle ed in parte bianchiccie. (557) @. Mahal-Uonz 19 Agosto 1877 (A.). j. (049) 9. Rugghié 4 Giugno 1878 (4.). Ee a AO ST (Al i. (609%) 9. Let-Marefid 1 Agosto 1878 (A.). f Queste quattro femmine differiscono fra loro come i maschi. j. (742) ®. Denz 11 Dicembre 1878 « Iride castagno; becco corneo; piedi carnicini » (A.). Esemplare giovane colle parti superiori grigio-brune e le in- feriori isabelline. Esemplari conservati nello spirito : I. (116) 7. Mahal-Uonz 10 Marzo 1877 (A.). (AUT) ie » » » » (A.). m. (177) ¢. > 23 Aprile » (A. n. (183) gd. » 24» » (A.). o. (187) g » 25.» p (4 p. (492) g » 27.» » « Iride giallo-limone » (A.). « Nidifica dall’Aprile fino a tutto Settembre; le uova in nu- mero di 4, 5 o 6 si presentano molto variamente colorate e UCCELLI DELLO SCIOA 193 macchiate, talora color pergamena o bianche spruzzate di punti rugginosi, talora verdi con punti poco visibili, ovvero chiazzate di scuro rugginoso » (A.). Antinori ha inviato 7 nidi e 10 uova di questa specie. I nidi pendono dai rami, hanno forma di borsa, o sacco di- sposto orizzontalmente con un’ apertura laterale-inferiore ad una delle estremità, mentre nell’ altra estremità è la camera desti- nata a contenere le uova; essi sono intessuti interamente con foglie di graminacee. Delle 10 uova, 4 sono bianche con punti rugginosi, le altre sono di color verde e di queste due con punti rugginosi poco vi- sibili, mentre le altre quattro hanno macchie scure o rugginose più o meno numerose. Diam. magg. 0™,021; diam. min. 0,016. Sp. 203. Quelea aethiopica (Sunp.). Hiyphantica aethiopica, Heugl., op. cit. p. 543. Cinque esemplari giovani. a. (1077) 7. Daimbi 13 Novembre 1879 « [ride castagno; becco coral. lino; piedi castagno chiari > (A.). b. (1142) 7. Daimbi 25 Novembre 1879 « Piedi rossastri » (A.). c. (—) g. Lago Cialalakà Aprile 1882 (A.). d. (—) 9. » Î » » » (A. e. (—) Senza cartellino. Il primo esemplare ha qualche piuma scura sulla gola. « A branchi di centinaia » (A.). Sp. 209. Plocepasser melanorhynchus, Ripr. Plocepasser melanorhynchus, Rupp., Syst. Ueb. p. 74, 78, n. 303 (Scioa) (1845). Philagrus melanorhynchus, Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 538. tab. XXI. Tre esemplari. a. (403) 7. Torrente di Farrè 27 Settembre 1877 (A.). b. (985) 7. Ambo-Karra 13 Agosto 1879 « Iride scura; becco nero; piedi nocciola » (A.). c. (986) 2. Ambo-Karra 13 Agosto 1879 (A.). Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (29 Agosto 1884). 13 194 T. SALVADORI La femmina non differisce sensibilmente dai maschi. « Nelle terre di Ambo-Karra questo uccello resta tutto l’anno. Generalmente s'incontra in famiglie di 8, 10 e più individui. Nell’Agosto non incontrai che coppie, occupate a costruire nidi, grandissimi e molto rozzi » (A.). Sp. 210. Plocepasser superciliosus (Ripp.). Ploceus superciliosus, Ripp., Atl. p. 24, tab. 15. Philagrus superciliosus, Heugl., op. cit. p. 536. Quattro esemplari. * a. (210) 9. Mahal-Uonz 30 Aprile 1877 (A.). 6. (1363) 7. Kolla di Ghendi-wocé (Aigaber) 11 Ottobre 1880 « Iride marrone; becco corneo chiaro; piedi carnicini » (A.). c. (1364) 7. Kolla di Ghendi-wocè (Aigaber) 11 Ottobre 1880 (A.). d. (1365) cl. » » » (A.). E Sp. 211. Anaplectes melanotis (Larr.) Ploceus melanotis, Lafr., Mag. de Zool. 1839, pl. 4. » erythrocephalus, Rupp., Syst. Ueb. p. 71, 76, n. 264 (Scioa, Harris). Sycobius melanotis, Heugl., op. cit. p. 535. Malimbus melanotis, Elliot, Ibis, 1876, p. 465. di Tre esemplari. a. (1379) 7. Aigaber 24 Ottobre 1880 « Iride castagno; becco coral- lino; piedi grigio scuri » (A.). b. (—) g. Kulelà 8 Luglio 1882 (A.). c. (485) 9. Farrè 27 Settembre 1877 (A.). « Raro ed a coppie isolate nella Kolla di Aigaber » (A.). Sp. 212. T'extor dienemelli, Horsr, Textor dienemelli, Riipp., Syst. Ueb. p. 72, tab. 30 (Scioa). — Heugl., op. cit. p. 534. Textor leucocephalus, Riipp., loc. cit. Quattro esemplari. UCCELLI DELLO SCIOA 195 a. (684) 9. Ambo-Karra 26 Agosto 1878 « Piedi scuri » (A.). ON (DI: »- 9 >» 1879 (A.). c. (988) d. » 14 » > (AL). d. (—) gd. Sotan Agosto 1882 (Nakar2). La femmina non differisce sensibilmente dai maschi. Sp. 213. Textor scioanus, nov. sp. Gibril, Galla (Antinori). Textor T. aLEcTO, Temm. et T. INTERMEDIO, Cab. valde affinis, sed differt ab illo statura minore, rostro rubro-corallino et remi- gibus intus basin versus grisescentibus; ab allero rostri basi in- crassata fere veluti in T. ALECTO. Long. tot. 02,240; al. 0™,122; caud. 0%,103; rostri 09,020; tarsi 0%, 081. Cinque esemplari. a. (932) ¢. Daimbi 9 Maggio 1879 « Iride bruna; becco rosso corallo; piedi bruni » (A.). 6. (1050) 7. Daimbi 9 Novembre 1879 (A.). c. (1147) ¢. » 26 » AZ Questi tre esemplari sono adulti e simili fra loro; soltanto il primo ed il secondo hanno il becco rigonfio verso la base, mentre nel terzo, come anche nell’ individuo seguente, il becco 6 liscio. d. (845) £ juv. Daimbi 10 Aprile 1879 « Iride bruna; becco rosso-co- rallino; piedi verdastro sporco » (A.). Differisce dai maschi adulti pel colore nero meno intenso, per le piume delle parti superiori con sottili margini più chiari e per le piume delle parti inferiori con larghi margini bianchi. e. (844) 9. Daimbi 9 Aprile 1879 «Iride scura; becco rossastro scuro » (A.). Somiglia al giovane, ed ha dimensioni notevolmente minori dei maschi; inoltre ha il becco conformato come il primo esem- plare. « Comune tutto l’anno in Daimbi; spesso si trova associato col Dilophus carunculatus » (A.). 196 T. SALVADORI Ù Mi sembra che gli esemplari soprannoverati siano da riferire ad una specie distinta pei caratteri indicati e che le quattro forme del genere Textor, spettanti al gruppo del T. alecto, si possano distinguere ai caratteri seguenti: a. rostro ad basin (in avibus adultis) tumido : a’, remigibus intus omnino nigris; rostro albido; remi- gibus primariis exterius apicem versus tenuissime albo limbatis . ; A ì : s : ; . T. alecto, Temm. (ex Africa Occid. { ; et Orient.-sept.). - a/’. remigibus intus basin versus sensim grisescentibus; rostro rubro-corallino; remigibus primariis exterius apicem versus latius albo limbatis . ; : . T.scioanus, Salvad. (ex Scioa). bv. rostro ad basin semper laevi: ~ bo’. remigibus intus non albis, sed fuscis, basin versus pal- lidioribus; remigibus primariis exterius apicem versus albo limbatis; rostro rubro . X A . T.intermedius, Cab. (ex Kisuani in Afr. Orient. interiore). b‘/. remigibus intus late albis, primariis exterius mar- gine lato albo ornatis; rostro rubro . 3 . T. erythrorhyn- chus, Smith (ex Africa merid. et occident.). Le quattro specie sopramenzionate sono molto affini fra loro e formano una serie quasi continua, per modo che andando dal T. alecto al T. erythrorhynchus i passaggi sono estremamente graduali. Inoltre è da notare che ciascuna delle due specie in- termedie, 7. scioanus e T. intermedius, è intermedia alla prece- dente ed alia seguente, e come sono intermedie pei caratteri , così lo sono pure per la distribuzione geografica: il 7. scioanus abita una regione interposta fra quella abitata dal più setten- trionale T. alecto ed il T. intermedius, e questo vive in una regione interposta fra quella abitata dal 7. scioanus ed il me- ridionale 7. erythrorhynchus. Fam. Buphagidae. Sp. 214. Buphaga erythrorhyneha (S1an1.) ° Buphaga africana, Harris (nec Linn. ), Op. cit. p. 413 ao) Buphaga erythrorhyncha, Heugl., op. cit. p. 716. Tre esemplari. UCCELLI DELLO SCIOA 197 a. (594) 7. Fin-Finni 29 Giugno 1878 (A.). b. (690) 7. Ambo Karra 23 Agosto 1878 « Iride color minio; becco ci- nabro; piedi scuri » (A.). c. (691) 9. Ambo-Karra 28 Agosto 1878 (A.). « Comune dappertutto ove sono - armenti bovini; seguono questi animali al pascolo e li accompagnano al loro rientrare nei villaggi; in quello di Ambo-Karra uno stormo di più di 100 di questi uccelli vi giungevano coi buoi, passavano la notte sopra gli alberi di mimosa, ed al mattino, appena giorno, si get- tavano sul dorso di questi animali in cerca d’ insetti e non si toglievano di là che al loro discendere al pascolo » (A.). Fam. Sturnidae. Sp. 215. Dilophus carunculatus (Gw.). Dilophus carunculatus, Heugl., op. cit. p. 259. Cirré, Adda Galla (Antinori). Dodici esemplari. a. (843) 7. Daimbi 9 Aprile 1879 « Iride scura; becco bianco sporco; piedi cioccolatini; due caruncole nere » (A.). Esemplare adulto con due caruncole bene sviluppate sul capo. b. (831) co. Daimbi 6 Aprile 1879 (A.). c. (1152) ¢. >» 28 Nov. » « Becco bianco corneo; piedi noc- ciola » (A.). e. (—) d'. Daimbi Marzo 1882 (A.). Questi tre esemplari hanno sul capo una sola caruncola, l’an- teriore; inoltre essi ed il precedente hanno le grandi cuopritrici delle ali di color grigio. d. (839) 2. Daimbi 7 Aprile 1879 (A.). rag CaM MBG’ AS » (A). f. (1080) 9. >» 14 Novem. » (A.. g- (1081) 9. » > » Dn). g- (—) 2. > Marzo 1882 (A.). Le femmine mancano affatto delle caruncole sulla testa ed hanno le cuopritrici maggiori brune. 198 T. SALVADORI h. (1149) ¥ juv.? Daimbi 27 Novembre 1879 (A.). Simile alle femmine, ma colle cuopritrici maggiori parzial- mente grigie. î. (—). Senza cartellino. Simile ai primi tre maschi, ma senza caruncole. j. (1075) gy. Daimbi 13 Novembre 1879 « Iride oscura; becco corneo chiaro; piedi nocciola; parte nuda del capo giallo-rosso » (A.). Questo esemplare è adulto; ha il capo in parte privo di piume e le grandi cuopritrici delle ali bianche; perciò esso differisce da tutti gli esemplari precedenti e somiglia invece agli adulti dell’Africa meridionale. Si noti che |’ Heuglin (Orn. N. 0. Afr. I, p- 530) esprime il dubbio che vi siano due forme o razze, |’ una meridionale e l'altra settentrionale. « È uccello gregario che resta tutto l’anno nella vallata di Daimbi. Sul finire di Maggio cominciò a costruire il nido sugli alberi di una mimosa a fiori bianchi » (A.). Sp. 216. Lamprotornis purpuroptera (Ripr.). ILamprotornis auratus, Harris, op. cit. p. 414 (Shoa). » purpuroptera, Rupp., Syst. Uebers. Vòg. N. O. Afr. p. 64, 75, n. 251, tab. 25 (Scioa) (1846). — Hartl., Journ. f. Orn. 1859, p. 11. — Id., Abh. Naturw. Ver. Brem. IV, p. 46. Lamprotornis porphyroptera (Cab.) — Heugl., op. cit. p. 511. Due esemplari. a. (700) 9. Ambo-Karra 29 Agosto 1878 « Iride giallo limone; becco e piedi neri » (A.). Individuo adulto. 6. (1106) juv. Daimbi 19 Novembre 1879 « Iride bianca; becco e piedi neri » (A.). Individuo giovane, ma con colori molto meno vivaci del pre- cedente. « Questo uccello è abbondante nelle Kolla, ma è scarso, per non dirlo raro, presso Daimbi » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 199 Sp. 217. Lamprocolius chalybaeus (Enr.). Lamprocolius chalybaeus, Hartl., Journ. f. Orn. 1859, p. 21. — Heugl., op. cit. p. 514. — Hartl., Abh. Naturw. Ver. Brem. IV, p. 61. Womal, Galla (Antinori). Sette esemplari. a. (450) 9. Let-Marefià 25 Gennaio 1878 « Iride gialla; becco e piedi neri » (A.). b. (863) 9. Daimbi 14 Aprile 1879 (A... c. (814) 9. Let-Marefià 5 Marzo 1879 (A.). Tutti tre questi esemplari sono simili fra loro pel colorito, ma il terzo è notevolmente più piccolo del primo, che credo sia un maschio, anzichè una femmina. d. (118). 7. Mahal-Uonz 11 Marzo 1877 (A.). en (il): 0) » » » TU (ZL nà (135). J. > 20 > » (A.). UA (136). Q 2 » » » > (A.). Gli ultimi quattro esemplari sono nella collezione in spirito. « Nidifica prima delle grandi pioggie, sulle siepi e fra gli in- terstizi dei muri a secco dei campi; il nido è formato di fuscelli e di erbe secche, radunate senza cura » (A.). Fanno parte della collezione tre uova di color ceruleo-verdo- gnolo, uno senza macchie e le altre due con ‘fitte macchiette e punti bruni. Diam. magg. 0%, 030; minore 0%, 019. Sp. 218. Notauges superbus (Ripp.). Lamprotornis superba, Rupp., Syst. Ueb. p. 65, tab. 26 (Scioa). Notauges superbus, Cab. — Hartl., Journ. f. Orn. 1859, p. 25. — Heugl., op. cit. p. 517. — Hartl., Abh. Naturw. Ver. Brem. IV, p. 80. Wuomai, Galla (Antinori). Venti esemplari. a. (632) 7. Ambo-Karra 20 Agosto 1878 (A.). b. (679) 3. > 26 » gon A.)s c. (683) 7. » » » » «Iride bianco-paglierina; becco e piedi neri » (A.). 200 T. SALVADORI d. (858) 7. Daimbi 13 Aprile 1879 (A.). e. (1086) ¥ » 14 Noy. aie (A f. (1092) ¥ » IM co DIUUSICAA)O i g- (1093) 2. » dia >» « Iride bianco-latteo » (A.). h. (1150) 7 Dee aries » « Iride bianco-perla » (A.). oe > 20) o » + (4). ji (1156) 7 > » » DEA k(—)¢. » 18 Genn. 1881 « Iride perlacea » (A.). di » > > » (A.). m(—) do. aD ep > (A). n(—)ov » Aprile 1882 (A.). : o. (616) Q. Ambo-Karra 16 Agosto 1878 «Iride bianco-paglierino » (A.). È p. (359) 9. Daimbi 13 Aprile 1879 « Iride bianco-latteo » (A.). Q » 29 Novembre 1879 (A.). Le tre femmine non differiscono sensibilmente dai maschi. r. (905) 9. Daimbi 25 Aprile 1879 (A.). s. (1153) 7. » 28 Novem. » (A). Questi due esemplari in abito incompleto hanno le remiganti meno splendenti. t. (1094) 9 juv. Daimbi 19 Novembre 1879 (A.). Individuo giovane , colle piume incompiutamente sviluppate, simile agli adulti, ma con colori meno vivi e meno splendenti. « Questa specie è comunissima nella spaziosa valle di Daimbi, ove vive tutto l’anno in branchi di 10, 12 ed anche più indi- vidui. Sta frequentemente in vicinanza dell'abitato e spesso pas- seggia entro il recinto delle case. Nidifica nella stagione delle grandi pioggie » (A.). Sp. 219. Ptilorhinus albirostris (Ripp.). Ptilonorhynchus albirostris, Riipp., Neue Wirbelth. p. 22, t. 3, f. 1, 2. Ptilorhinus albirostris, Cab. — Hartl., Journ. f. Orn. 1859, p. 30. — Heugl., op. cit. p. 523. — Hartl., Abh. Naturw. Ver. Brem. IV, p. 94. Uarda, Scioa (Antinori). Cinque esemplari. a. (39) 7. Wanen-amba 18 Settembre 1876 (A.). d. (811) 2. Let-Marefià 1 Marzo 1879 « Iride rossa; becco bianco; piedi neri » (A.). c. (960) 7. Let-Marefià 1 Luglio 1879 « Iride castagno » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 201 Questi tre esemplari sono adulti e simili fra loro. d, (1376) 9. Kolla di Aigaber 17 Ottobre 1880 « Iride castagno » (A.). Femmina adulta, colla testa, collo e parte superiore del petto di color grigio. e. (804) Q (?) juv. Let-Marefià 20 Febbraio 1879 (A.). Giovane individuo colle piume incompiutamente sviluppate, nere, ma con poca lucentezza; sulla testa e sul collo vi sono alcune piume grigie fra le nere. Sp. 220. Amydrus ruppelli, Ver. Amydrus Ruppelli, Verr. in Bp., Not. Coll. Delattre, p. 8 (1854) (descr. nulla). — Chenu, Enc. Hist. Nat. Ois. V, p. 166 (1858) (descr. princeps). — Hartl., Journ. f. Orn. 1859, p. 31. — Heugl., op. cit. p. 524. — Hartl., Abh. Naturw. Ver. Brem. IV, p. 90 (1874). Otto esemplari. a. (310) y.“Let-Marefià 6 Agosto 1877 (A.). b. (355) 7. Mahal-Uonz 19 » PI SCA): e. (442) 7. Let-Marefià 4 Genn. 1878 (A.). d. (605) d'. » 18 Luglio » (A.). e. (649) J. » 27 Settem. » « Iride rossa; becco e piedi neri » (A.). f. (160) 7. Mahal-Uonz 10 aprile 1877 (A.) (collez. nello spirito). Tutti questi esemplari sono adulti, in abito perfetto; lievi sono le differenze individuali nelle dimensioni. g. (311) 7 juv. Let-Marefià 5 Agosto 1877 (A.). Esemplare giovane, colle piume incompiutamente sviluppate e con riflessi verdognoli; è notato come femmina, ma lo credo piuttosto un maschio, non avendo traccia di grigio sulla testa e sul collo. h. (161) 9. Mahal-Uonz 10 Aprile 1877 (A.). Differisce dai maschi per avere la testa ed il collo di color grigio , con sottili strie nere lungo il mezzo delle piume, strie che vanno facendosi gradatamente più larghe sulla parte infe- riore del collo. 202 T. SALVADORI « Comune nelle Kolla elevate, o di mediana altezza; vive in branchi clamorosi di 6, 8 e 12 e fino 30 individui » (A.). L’ Hartlaub aveva già sospettato che questa specie si trovasse nello Scioa. Io non sono riuscito a trovare dove il Verreaux abbia descritto l’Amydrus rippelli. Hartlaub ed altri citano 1 Comptes Rendus de l’Académie des Sciences de Paris dell’ anno 1851, nei quali l’ ho cercato invano. Quel nome appare la prima volta nelle Notes a la collection Delattre del Bonaparte, ove a pag. 8, l’autore dice: « M. JULES VERREAUX AYANT DISTINGUE L Amydrus rippelli DU morto ». Si noti che queste parole sono state aggiunte dal Bo- naparte nelle Notes e che non si trovano nei Comptes Rendus, XXXVII, p. 830 (1853), dai quali quelle Notes sono state estratte, per cui non so comprendere come sia che il Blyth (Journ. As. Soc. Beng. XXIV (1855) p. 291 nota) potesse dire di aver trovato in un recente numero dei Complies Rendus che questa specie era stata recentemente distinta dal Verreaux col nome di Amydrus rippelli. Forse il Blyth aveva veduto le Notes e, sapendole estratte dai Comptes Rendus, credette che anche in questi fosse menzionato l'A. ruppellt. Sp. 221. Cinnamopterus tenuirostris (Ripp.). Lamprotornis tenuirostris, Ripp., Neue Wirbelth. tab. 10, f. 1. , Oligomydrus tenuirostris, Hartl., Journ. f. Orn. 1859, p. 34. — Heugl., op. cit. p. 527. — Hartl., Abh. Naturw. Ver. Brem. IV, p. 97 (1874). Dula, Mahal-Uonz (Antinori). Quattro esemplari. a. (33) g. Wanen-amba 12 Settembre 1876 « Iride rossa; becco e piedi neri » (A.). b. (224) 7. Denz 12 Maggio 1877 (A.). c. (173) 7. Mahal-Uonz 21 Aprile 1877 (A.). Tutti tre adulti, in abito perfetto e similissimi fra loro, per cui credo che anche il primo sia un maschio, e non una fem- mina, come è notato dall’ Antinori, il quale li aveva scambiati per Amydrus ruppelli. UCCELLI DELLO SCIOA 203 d. (174) 9. Mahal-Uonz 21 Aprile 1877 (A.). Femmina coll’ apice delle piume della testa e del collo e col margine di quelle del dorso e del petto cenerognoli. « Frequente nei boschi di alto fusto. Si nutre di semenze e d’insetti » (A.). Fam. Oriolidae. Sp. 222. Oriolus galbala, Linn. Oriolus galbula, Sharpe, Ibis, 1870, p. 215. — Heugl., op. cit. p. 400. — Sharpe, Cat. B. Brit. Mus. III, p. 191. a. (1134) 9 juv. Daimbi 24 Novembre 1879 « Iride rossa; becco nera- stro; piedi celestognoli » (A.). Sp. 223. Oriolus monachus (Gw.). Oriolus moloxita, Rupp., Neue Wirbelth. Vég. p. 29, tab. 12, f. 1. Oriolus monachus, Heugl., op. cit. p. 402. — Sharpe, Ibis, 1870, p. 220. — Id., Cat. B. III, p. 276. Ueiva, Amarico (Antinori). Dulbene, Scioa (Antinori). Ventuno esemplari. a. (335) 7. Foresta di Fecherié-Ghem 16 Agosto 1877 « Iride rossa; becco roseo; piedi scuri » (A.). b. (395) 7. Fecherié-Ghem 13 Settembre 1877 (A.). C5(396) ce » » » SA): de (391): » » » DOC) e. (432) 7. Foresta di Sciotalit 16 Dicembre 1877 (A.). Ff. (448) ¢. » 19 Gennaio 1878 « Becco rossastro » (A.). g- (467) J. Fecherié-Ghem 13 Marzo 1878 (A.). ' h. (481) 3. » 29 Aprile -»* (A.). z. (648) 7. Sciotalit 21 Settembre 1878 (A.). . 3. (1231) 7. Fecherié-Ghem 8 Febbraio 1880 (A.). k. (1234) 4. » 9 » » (A.). I. (1241) ¢. » 27 » » (A.). m. (1306) ¢. > 5 Giugno » (A.). n. (1822) J. » 21 » > i(4.). o. (1038) 9. Daimbi 8 Novembre 1879 (A.). p. (1054) 9. > 10 » RI (4) q. (1240) 9. Fecherié-Ghem 27 Febbraio 1880 (A.). 204 T. SALVADORI Non trovo differenze sensibili fra i maschi e le femmine. r. (609) 9. Fecherié-Ghem 21 Luglio 1878 (A.). . Questo esemplare ha traccie di giallo sul mento e non ha il becco di color rosso mogano come tutti i precedenti, ma in parte nero, sebbene sul cartellino sia indicato di color incarnato; credo che il mutamento di colore sia dovuto all’ essere l'individuo non al tutto adulto. s. (468) 7 juv. Fecherié-Ghem 13 Marzo 1878 « Iride rosso-rubino; becco rossastro incarnato; piedi nerastri » (A.). t. (761) Q juv. Fecherié-Ghem 5 Gennaio 1879 (A.). Gli ultimi due esemplari hanno le piume della gola margi- nate di gialliccio ed il becco nella spoglia appare nero. u. (308) ad. Fecherié-Ghem 4 Agosto 1877 (A.). Collezione in spirito. « Questo uccello è comune nella foresta di Fecherié-Ghem ; abita sopra i grandi alberi di ginepro (Tede), dalle cui cime so- gliono chiamarsi con un fischio cadenzato, simile alquanto a quello del nostro 0. galbula. Nel Novembre non è raro nei boschi di mimose » (A.). Fam. Corvidae. Sp. 224. Corvus capensis, Licut. Corvus capensis minor, Heugl., op. cit. p. 499. Eieterocorax capensis, Sharpe, Cat. B. Ill, p. 12 (Scioa, Harris). Due esemplari. a. (51) 7. Licce (Scioa) 14 Ottobre 1876 « Iride scura; becco e piedi neri > (A.). b. (57) 9. Licce 17 Ottobre 1876 (4.). « Questa specie è abbondante in Licce; il secondo esemplare fu ucciso sopra le capanne reali entro il Ghebi. Quando grida gonfia enormemente la gola » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 205 Sp. 225. Corvus seapulatus, Dav. Corvus scapulatus, Heugl., op. cit. p. 500. — Sharpe, Cat. B. III, p. 22 (Scioa, Harris). Quattro esemplari. a. (53) 9. Licce 14 Ottobre 1876 (A.). - b. (171) — >» 4 Genn. 1877 (A). i c. (1096) 7. Daimbi 18 Novembre 1879 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). d. (1097) 9. Daimbi 18 Novembre 1879 (a.). « Poco frequente in Licce e contorni; s imbranca colle altre specie, ma è più sospettoso dei suoi congeneri, per cui non entra mai nell’ abitato; in Daimbi è molto più frequente; raro nelle Kolla » (A.). Sp. 226. Corvultur crassirostris (Ripr.). Tura, Harris, op. cit. p. 414 (Scioa). Corvus crassirostris, Riipp., Neue Wirbelth. p. 19, tab. 8. Archicorax crassirostris, Heugl., op. cit. p. 507. Corvultur crassirostris, Sharpe, Cat. B. III, p. 25 (Scioa, Harris). Sei esemplari. a. (49) 7. Ankober 5 Ottobre 1876 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). b. (712) y. Licce 5 Novembre 1876 (A.). ce (85) 2. » 15 > >» (A. d. (729) 9. Let-Marefià 31 Ottobre 1878 (A.). CHGO! er > 4 Genn. 1879 (A.). f. (1346) J. » 19 Agosto 1880 (A.). (os) Una delle femmine (d) è un poco più piccola dei maschi. « Comune nei monti di Ankober; a Let-Marefià comparisce tutte le volte che si uccide un bue, od un montone. Ha un grido rauco, più forte di quello del C. corax, e quando lo emette gonfia fortemente la gola. È poco diffidente, monta sopra i tetti delle case, per impadronirsi degli avanzi che i servi vi gettano. Vola lento e quando s’ innalza a grandi altezze, compie grandi giri senza battere le ali » (A.). 206 T. SALVADORI COLUMBAE.. Fam. Treronidae. Sp. 227. Treron waalia (Gw.) Ergeb, Harris, op. cit. p. 417 (Scioa). Treron waalia, Heugl., op. cit. p. 817. — Shelley, Ibis, 1883, p. 265. a. (505) 9. Duleccia 22 Maggio 1878 « Iride bianco-giallastra; becco ceruleo-chiaro; piedi.gialli » (A.). « Uccisa sopra un sicomoro lungo il torrente Duleccia » (A.). Fam. Columbidae. Sp. 228. Columba albitorques, Ripp. Columba albitorques, Rupp., Neue Wirbelth. p. 63, tab. 22, f. 1. — Heugl., op. cit. p. 826. — Shelley, Ibis, 1883, p. 277. Wanos, Scioa (Antinori). a. (71) ®. Licce 5 Novembre 1876 « Iride bianca; becco nerastro; piedi rossi » (A.). « Comune nell’ altipiano di Licce. Viene sulle capanne e sulle roccie, ove costruisce il nido. Ha i costumi del colombo torra- juolo » (A.). L’ Antinori ha inviato tre uova (N. 2) di questa specie, la quale « nidifica in Maggio e Giugno e depone due uova nei fori delle vecchie fabbriche e talvolta fra il folto fogliame degli alberi » (A.). Le uova sono candide. Diam. magg. mill. 30; diam. min. mill. 22. Sp. 229. Columba guinea, Linn. Columba guineensis, Heugl., op. cit. p. 822. » guinea, Shelley, Ibis, 1883, p. 278. Regheb, Scioa (Antinori). Sette esemplari. a. (63) 9. Licce 3 Novembre 1876 (A.). b. (64) D. >» » » » « Iride circondata di rosso; becco nerastro; piedi rossi » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 207 c. (340) 9. Mahal-Uonz 16 Agosto 1877 (A.). d. (564) 9. Rugghiè 12 Giugno 1878 (4.). e. (617) 7. Ambo-Karra 16 Agosto 1878 (A.). f. (1042°") 7. Daimbi 9 Novembre 1879 (A.). g- (1267) 9. Ambo-Karra 12 Marzo 1880 « Iride rossa; becco scuro; piedi carnicini » (A.). « Comune in tutte le stagioni e specialmente in quelle delle semine e delle raccolte. In mancanza di alberi, abita le roccie; spesso entra nei villaggi e la si vede sopra i tetti delle capanne. Più sovente vive in coppie che in branchi, i quali non sono mai molto numerosi. Mangia gran quantità di leguminose, fra le quali un piccolo pisello, che molto si coltiva in Licce » (A.). Sp. 230. Stictoenas arquatrix (Temm. et KxIP). Columba arquatrix, Heugl., op. cit. p. 825. Palumbus arquatrix, Shelley, Ibis, 1883, p. 283. Sette esemplari. a. (707) g. Let-Marefià 3 Settembre 1878 « Iride verdastra; becco giallo; piedi gialli » (A.). b. (709) 7. Let-Marefià 5 Settembre 1878 (A.). c. (710) 9. » ah > SUE (AL): d. (712) ¢&. » 6 » » (4. e. (714) 9. » 8 » » «Iride verdastra; becco, con- torno degli occhi, piedi ed unghie gialle (A.). f. (—) d. Sciotalit 1 Gennaio 1881 « Iride cenerognola; becco e piedi gialli » (A.). g. (706%) ©. Let-Marefià 3 Settembre 1878 (A.). L'ultimo esemplare, in abito imperfetto, differisce dagli adulti per le dimensioni minori, per non avere la tinta grigia sull’oc- cipite e per le macchie sul petto di un grigio-bruno. « A Sciotalit, Let-Marefià e nelle altre Kolla, a contatto di alte montagne e di foreste, questa colomba compare in ristretto numero nel mese di Settembre e vi si trattiene fino ad Ottobre avanzato, frequentando i campi di Mascillà (il Durah del Sennaar), cui reca molto danno; nel resto dell’anno non la si vede mai » (A.). 208 T. SALVADORI Sp. 231. Turtur lugens (Ripr.). Columba lugens, Ripp., Neue Wirbelth. p. 64, tab. 22, f. 2. Turtur lugens, Heugl., op. cit. p. 838. — Shelley, Ibis, 1883, p. 302. a. (715) 7. Let-Marefià 9 Settembre 1878 « Iride rosso-aureo; becco scuro livido; piedi rosso lacca » (A.). Esemplare adulto. Sp. 232. Turtur semitorquatus (Ripp.). Columba semitorquata, Rupp., Neue Wirbelth. p. 66, tab. 23, f. 2. Turtur semitorquatus, Heugl., op. cit. p. 830. — Shelley, Ibis, 1883, p. 303. Tre esemplari. a. ((20) 9. Let-Marefià 15 Settembre 1878 « lride castagno-aureo ; becco scuro livido; piedi corallini » (A.). b. (735) 9? Let-Marefià 22 Novembre 1878 « Iride rosso-aureo; becco corneo livido; piedi rosso scuro » (A.). c. (120) @. Mahal-Uonz 14 Marzo 1877 (A.). Collezione in spirito. Il primo esemplare è notevolmente più piccolo del secondo, che forse è un maschio. « Stazionaria. Nidifica dal Luglio a tutto Settembre sugli ar- busti, in vicinanza dell’abitato. Nel nido sono due uova, bianche, levigate e lucide. Il grido di questa tortora si può rendere colle sillabe tu-tu-tw, tu-tu-tu, ripetuto più volte » (A.). Sp. 233. Turtur senegalensis (Linn.). ‘Turtur senegalensis, Heugl., op. cit. p. 841. — Shelley, Ibis, 1883, p. 315. Due esemplari. a. (413) ¢. Mahal-Uonz 4 Novembre 1877 (A.). 5. (—) 9. Hawasch (Adda Galla) Maggio 1879 (A.). Sp. 234. Aplopelia larvata (TeEmm.). Columba bronzina, Rupp., Neue Wirbelth. p. 65, tab. 23, f. 1. Aplopelia bronzina, Heugl., op. cit. p. 844. Aplopelia larvata, Shelley, Ibis, 1883, p. 293. Sei esemplari. UCCELLI DELLO SCIOA 209 a. (479) £. Fecherié-Ghem 31 Marzo 1878 « Iride cenerino-rosaceo; becco nero; piedi color granato > (A.). b. (968) 9. Fecherié-Ghem 9 Luglio 1879 « Iride color terra d'ombra; piedi rosso lacca » (A.). ec. (998) 7. Fecherié-Ghem 15 Settembre 1879 « Piedi corallini » (A.). d. (1232) 9. » 8 Febbraio 1880 (A.). e. (1309) J. » » Giugno dio A). f. (1310) 2. » DANA » (A. Le femmine non differiscono sensibilmente dai maschi. « Si trova in coppie tutto l’anno nella foresta di Fecherié- ‘ Ghem » (A.). _ Lo Shelley (l. c.) dice di non sapere se gli esemplari dell’ A- frica orientale-settentrionale differiscano da quelli dell’Africa me- ridionale, ma avendo recentemente confrontato con questi uno degli esemplari sopramenzionati, mi assicura che appartengono ad una medesima specie. Sp. 235. Oena capensis (Linx). Oena capensis, Shelley, Ibis, 1883, p. 328. Uameni, Galla (Antinori). a. 921) juv. Daimbi 4 Maggio 1879 « Iride color terra d'ombra; becco nero; piedi violacei scuri » (A.). Maschio giovane con alcune piume nere sulla gola. « In Daimbi alquanto frequente nei seminati » (A.). GALLINAE. Fam. Pteroclidae. Sp. 236. Pterocles lichtensteini, Tam. Pterocles Lichtensteinii, Temm., Pl. Col. 355, 361. — Heugl., op. cit. II, p- 865. — Elliot, P. Z. S. 1878, p. 258. a. (1256) 7. Ambo-Karra 7 Marzo 1880 « Iride castagno seuro; becco corneo scuro; piedi carnicini » (A.). _ Esemplare indicato come femmina, mentre ha tutti 1 caratteri del maschio adulto. « Risale in Ambo-Karra a coppie isolate dal deserto degli Adal » (A.). Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2 Vol. I. (29 Agosto 1884). 14 210 T. SALVADORI Fam. Perdicidae. Sp. 237. F'rancolinus schoanus, Hevet. Hrancolinus pileatus, Rupp. (nec Smith), Syst. Ueb. p. 106, n. 381 (Schoa) , (1845). — Guer. et Lafr., Ferr. et Gal. Voy. Abyss. p. 250, n. 198 (1847). — Heugl., Syst. Ueb. n. 530 (1855). — Id., Journ. f. Orn. 1862, p. 413. — Id., Peterm. Geogr. Mitth. 1869, p. 415. — Id., Orn. N. O. Afr. II, p. 890, tab. XXIX, f. 2 (1873). — Hartl., Abh. Naturw. Ver. Brem. 1881, p. 118. PErancolinus granti, Hartl., P. Z. S. 1865, p. 565, pl. XXXIX, f. 1 (Unya- muezi, Speke). — G. R. Gr., Hand-List, II, p. 265, n. 96€8 (1870). 2 Francolinus rovuma, G. R. Gr., List Gall. Brit. Mus. V, p. 52 (1867) (East Africa). — Id., Ibis, 1868, p. 99 (= Fr. granti, Hartl.). Francolinus schoanus, Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 891, tab. XXIX, f. 2 (caput) (1873). Erancolinus ochrogaster, Hartl., Journ. f. Orn. 1882, p. 327. — Id., Abh. Naturw. Ver. Brem. 1882, p. 218. Due esemplari. a. (645) 7. Ambo-Karra 27 Agosto 1878 « Iride castagno; becco ne- riccio; piedi corallini » (A.). Esemplare adulto con lunghi sproni ai tarsi. b. (670) 9. Ambo-Karra 24 Agosto 1878 « Becco scuro; piedi rossi » (A.). L’ ultimo esemplare ed un altro raccolto presso Ambù (Somali- Isa) sembrano ambedue femmine, avendo un piccolo tubercolo al posto dello sprone e dimensioni minori. Esse differiscono inoltre dal maschio per avere le parti superiori con fitte strie trasver- sali, ma irregolari, nericcie, e colle strie bianche longitudinali non nettamente limitate; le parti inferiori hanno le macchie isa- belline lungo il mezzo delle piume meno distinte e nell’ ultimo esemplare, che sembra più giovane del precedente, con sottili strie brune lungo lo stelo. L’ Heuglin bene si appose giudicando che gli esemplari dello Scioa dovessero essere diversi da quelli dell’ Africa meridionale, coi quali non potè confrontare uno dei primi, che egli descrisse. Per cortesia del Conte Emilio Turati io ho potuto esaminare due esemplari, maschio e femmina, dell’Africa meridionale, con- servati nella sua collezione, e confrontarli coi tre soprannoverati. UCCELLI DELLO SCIOA 211 Dal confronto appare come il Francolinus schoanus differisca dal Fr. pileatus per le dimensioni minori, pel colorito meno ros- signo delle parti superiori, delle remiganti e delle timoniere, per le belle macchie triangolari castagne del collo e del gozzo meno numerose, perchè meno estese in basso, e per le parti inferiori più decisamente isabelline, mancando le fitte e sottili strie grigio- scure, irregolari, che sono tanto cospicue nel Fr. pileatus, mentre il Fr. schoanus presenta il mezzo delle piume del petto e del- l’addome con una macchia isabellina longitudinale. Il capitano Shelley, che mi richiese due degli esemplari so- prannoverati per studiarli ulteriormente, mi scrive che essi sono identici col Fr. rovuma, G. R. Gr., e che questo è identico col Fr. ochrogaster, Hart]. Sembra inoltre probabile che non diffe- risca specificamente il Fr. grant, Hartl.; infatti anche il Gray ammise (1. c.) che il suo Fr. rovuma fosse identico col Fr. granti. « Questo francolino è frequente in vicinanza del Gascianè nei luoghi ingombri da piante » (alberi?) (A.). Sp. 238. Francolinus clappertoni (Cunp.). Hrancolinus Clappertonii, Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 886. a. (1187) 7. Daimbi 14 Dicembre 1879 « Iride castagno; becco nero; piedi corallini scuri » (A.). Esemplare adulto, che io riferisco a questa specie, anzichè al- l’affine Fr. ruppelli, non avendo la stria nera, a guisa di mu- stacchio, sulle gote. Sp. 239. Francolinus erkeli, Rupr. Kog, Harris, op. cit. p. 416 (Shoa). Perdix Erkelii, Ripp., Neue Wirbelth. p. 12, t. 6. Francolinus Erkelii, Heugl., op.cit. p. 882. Koka, Amarico Knog, Scioa (Antinori). Gogorri, Galla Otto esemplari. 212 T. SALVADORI a. (302) 7. Mahal-Uonz 11 Luglio 1877 « Iride castagno; becco nero; piedi gialli » (A.). 6. (401) 7. Mahal-Uonz 27 Settembre 1877 (A.). c. (602) 7. Ascalena 12 Luglio 1878 (A.). d. (615) 7. Monti di Denz 11 Agosto 1878 (A.). e. (1005) 7. Feleklek 28 Settembre 1879 « Piedi giallo-verdi » (A.), f. (1235) 4. Sciotalit 17 Febbraio 1880 « Piedi rossastri » (A.). I primi due esemplari sono più grandi ed hanno colori più puri degli altri quattro, che evidentemente sono meno adulti. g. (444) 9. Monti fra Let-Marefià e Mahal-Uonz 6 Gennaio 1878 (A.). h. (477) 9. Let-Marefià 26 Marzo 1878 (A.). Le due femmine sono molto più piccole dei maschi; nel co- lorito somigliano più ai quattro maschi precedenti che non ai primi due; ambedue hanno il sottocoda con fascie trasversali nerastre , le quali si osservano soltanto in due maschi (8, e), mentre gli altri hanno macchie nerastre lungo il mezzo. Oltre agli esemplari suddetti, l’Antinori ha inviato una testa colla ma- scella mostruosamente allungata e distorta. « Nel mese di Dicembre depone le uova nel folto dei cespugli e dei fieni, spesso fra le pietre e sempre in località montuose; le uova sono in numero di quattro, sei ed anche più (A.). Fam. Phasianidae. Sp. 240. Numida ptilorhyneha, Lic. Numida ptilorhyncha, Licht., fide Lesson, Tr. d’Orn. p. 198 (1831). — Ripp. Syst. Ueb. p. 102, Taf. 39. — Heugl., op. cit. p. 872. — Elliot, Mon. Phasian. II, pl. 42. ? Numida cristata, Harris (nec Pall.), op. cit. p. 416 (Shoa). Sololià, Adda Galla (Antinori). a. (817) ®. Daimbi 4 Aprile 1879 « Iride color terra d’ ombra; becco corneo ceruleo; piedi scuri » (A.). Esemplare adulto. « Negli Adda Galla in copia grandissima fra le paglie » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA PS GRALLAE. Fam. Otididae. Sp. 241. Otis cristata, Scop. Eupodotis cristata, Gray. — Cab., v. d. Deck. Reis. III, p. 45. Otis kori, Burch. — Finsch u. Hartl., Vog. O. Afr. p. 611. Bombisa, Galla Galan (Antinori). a. (1286) 7. Torrente Kataba 18 Aprile 1880 « Iride giallo limone ; becco corneo chiaro; piedi giallastro chiaro » (A.), Esemplare adulto in muta e quindi piuttosto puvero di penne; per questa ragione è poco distinta la fascia trasversale nera alla base del collo. L’ Antinori dà le seguenti dimensioni prese sull’ individuo fresco : Lunghezza totale dalla punta del becco all’estremità della coda, piedi 4', 11”’. Culmine del becco 4", 5''; apertura del becco 4", 7"; ala eae COU can ly warn atarso e « Bombisa è il nome che i Galla-Galan danno a questa Otarda gigantesca, che fu uccisa in viaggio, in vicinanza del torrente Kataba, che scorre al Nord dei colli di Fin-Finni. Dalle infor- mazioni avute risulta che la Bombisa non è rara nelle estese valli dei Galan » (A.). È la prima volta che questa Otarda viene indicata delle re- gioni al Nord dell’ Equatore. Durante il viaggio del von der Decken fu trovata nella regione Suaheli; essa è comune nel- l’Atrica Meridionale. Sp. 242. Otis melanogaster, Rip. Otis melanogaster, Rupp., Neue Wirbelth, p. 16, Taf. 7. — Heugl., op. cit. p- 951. Oftael, Adda Galla (Antinori) . Sette esemplari. a. (895) 7. Daimbi 20 Aprile 1879 « Iride color terra d’ombra; becco corneo giallognolo; piedi giallo-verdastri chiari » (A.). 214 T. SALVADORI b. (908) 7. Daimbi 30 Aprile 1879 « Iride color castagno scuro; becco corneo nerastro (A.). c. (920%) 7. Daimbi 3 Maggio 1879 (A.). d: (830) SEN 11 Aprile » (A). e. (857) 9?» IB 2 > (AL) ED » Febbr. 1882 (A.). GT) » Aprile » (A). I due esemplari indicati come femmine hanno le parti infe- riori nere come i maschi, per cui dubito che inesatta sia la in- dicazione del loro sesso, giacché le femmine vengono descritte senza nero sulle parti inferiori (Heuglin). Gli esemplari a ed e hanno macchiette ocracee all'apice delle penne del pileo. « Vive entro gli alti fieni, dai quali poco si allontana nelle prime ore del mattino per pascolare nei campi. Abbonda nel territorio di Daimbi, ma non è facile ucciderla per la sua natura sospettosa. Ottima è la sua carne » (A.). Sp. 243. Otis canicollis, Rcanw. Otis canicollis, Rchnw., Orn. Centralb. 1881, p. 79 (15 Mai). — Id., Journ. f. Orn. 1881, p. 334; 1882, p. 113. a. (1188) 7. Daimbi 14 Dicembre 1879 « Iride castagno chiaro ; becco corneo giallastro; piedi giallastri » (A.). Esemplare adulto. Supra rufescens, nigricante vermiculata et lineolata; sincipilte nigro; occipite, collo et pectore summo cinereis; regione occipitali cinerea, nigro marginata; lateribus capitis et gula albis; macula magna infraoculari nigra, in taeniam subtilem juxta marginem anteriorem regionts ocularis extensa et cum fronte nigro conjuncta; macula magna infragulari, a colli lateribus usque ad mentum extensa, nigerrima, subtus late albo marginata; corpore subtus albo; subcaudalibus in pogonio externo rufescentibus et nigricante fa- sciolatis; .alis rufis, tectricibus alarum medus rufis, nigro ver- miculatis, minoribus et anterioribus cinereis, tectricibus majori- bus et remigibus primartis nigris, intus cinereis; remigibus sublus, basin versus, albis; subalaribus albis, nonnullis marginalibus ci- UCCELLI DELLO SCIOA 215 nereis; axillaribus nigerrimis; cauda rufa, nigro vermiculala, fa- sctis tribus, quarum una apicali latiore, nigris; rostro et pedibus flavidis; iride pallide castanea. Long. tot. circa 0™,520; al. 0™, 330; caud. O™, 140; rostri 0™,039; tarsi 0%, 097. L’esemplare suddetto differisce dalla descrizione dell’ O. ca- nicollis - 1.° Per talune dimensioni, cioè per la grandezza totale mag- giore e per le ali e per la coda più lunghe, mentre il becco ed il tarso sarebbero più brevi. 2.° Per le cuopritrici minori ed anteriori delle ali cenerine. 3.° Per le cuopritrici maggiori delle ali nere nel vessillo esterno, cineree nell’ interno. 4° Per le remiganti primarie ugualmente colorite. Per cui, per assicurarmi della esatta determinazione, ho inviato al Reichenow l’esemplare suddetto, affinchè volesse confrontarlo col tipo, ed egli mi scrive che esso è veramente riferibile alla specie indicata, giacchè la sola differenza un po’ importante con- sisterebbe nelle cuopritrici anteriori delle ali di color cenerino, per essere l’ esemplare della collezione Antinori adulto, mentre nel tipo, non al tutto adulto, quelle cuopritrici sono soltanto leg- germente tinte di grigio. Lo stesso fatto si osserverebbe nell’O. rhaad, nella quale i giovani hanno le cuopritrici anteriori ros- signe e gli adulti bianco-grigie. Il Reichenow attribuisce le differenze nelle dimensioni a diverso sesso. Credo utile di far notare che la frase del Reichenow non è esatta, giacchè egli dice: fascia utraque suboculari, alleraque sub- genali nigris, ad lineam mentalem confluentibus, mentre soltanto le due fascie subgenali (od infragulari), confluiscono al mento. Senza dubbio all’ 0. canzcollis si deve riferire l’Otarda dell’ A- frica orientale, menzionata dall’ Oustalet (Bud. Soc. Philom. 1881, Aout 13) come somigliante all’O. coerulescens, Vieill., giacchè tanto essa, quanto l’ esemplare descritto dal Reichenow prove- nivano dalla stessa località e dallo stesso collettore Abdou Gindi. L'Otis canicollis vive nell'Africa orientale, e finora è stata osservata presso Berbera e nello Scioa. 216 T. SALVADORI Prendo questa opportunità per far notare che un’ Otarda da me e da Antinori riferita all’O. senegalensis, Vieill. (Viaggio net Bogos, p. 140) ha la parte interna delle remiganti di color fulvo-chiaro, la quale cosa non è indicata nella descrizione di quella specie. Sp. 244. Cursorius senegalensis, Licuzt. Cursorius senegalensis, Hartl., P. Z. S. 1866, p. 61. — Heugl., op cite, II, p. 968. Due esemplari. a. (—) — Daimbi (Adda Galla) Febbraio 1882 « Iride color terra d’om- bra; becco nero; piedi carnicini » (A.). Esemplare adulto colla fascia nucale a V bianca. b. (—) d. Daimbi 21 Gennaio 1882 « Iride scura; becco nerastro ; piedi carnicini » (A.). Simile al precedente, ma coi colori meno puri; la fascia nu- cale è tinta di rossigno; anche il bianco dell’addome e del sot- tocoda è tinto di rossigno. Fam. Oedicnemidae. Sp. 245. Oedicnemus senegalensis, Sw. Oedicnéme du Sénégal, Temm., Man. d’Orn. II, p. 520. Oedicnemus senegalensis, Sw., B. W. Afr. II, p. 228 (1837). — G. R. Gr., Gen. B. ITI, p. 535, n. 2 (1844) (excl. syn.).. — Id., Cat. B. Brit. Mus. III, p. 59 (1844). — Brehm, Journ. f. Orn. 1853, Extr. p. 101, 117; 1855, p. 378, 488, 496: 1856, p- 406; 1857, p. 383. — Hartl., Orn. W. Afr. p. 208 (1857). — Kirk, Ibis, 1864, p- 331. — Hartm., Journ. f. Orn. 1864, p. 227. — Shelley, Ibis, 1871, p. 145. — G. R. Gr., Hand-List, II, p. 9, n. 9940 (1871). — Dress., B. of Eur. VII, p. 406 (1876). — Bocage, Orn. Ang. p. 425 (1881). — Shelley et Buckl., Ibis, 1882, p. 285, 292. n Oedicnemus assimilis, Brehm, Journ. f. Orn. 1853, Extr. p. 117. Oedicnemus inornatus, Salvad., Atti Soc. Ital. Sc. Natur. VIII, p. 371 (1865). — Mart., Journ. f. Orn. 1868, p. 69. — F. et H., Vòg. O. Afr. p. 872 (1870). — G. R. Gr., Hand-List, III, p. 10, n. 9944 (1871). — Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 989, CLXXIX (1873). — Gieb., Thes. Orn. II, p. 742 (1875). — Hartl., Abh. Naturw. Ver. Brem. 1881, p. 120 (Ladò). Oedicnemus crepitans, Schleg., Mus. P. B. Cursores, p. 21 (Individus de l’Afrique) (1865). — F. et H., Vòg. O. Afr. p. 621 (partim) (1870). — Gieb., Thes. Orn. lI, p. 741 (partim) (1875). Oedicnemus crepitans senegalensis, Heugl., Peterm. Geogr. Mitth. 1869, p. 415. UCCELLI DELLO SCIOA 217 Quattro esemplari. a. (1248) 7. Ambo-Karra 5 Marzo 1880 « Iride gialla; becco scuro; piedi verdastri » (A.). b. (1249) 7. Ambo-Karra 5 Marzo 1880 (A.). c. (1250) 2. » sica 9 (Al). d. (1133) 9. Lago Cialalakà 24 Novembre 1879 (A.). L’ ultimo esemplare ha il colorito delle parti superiori più de- cisamente grigio che non gli altri tre, e somiglia più al tipo. Che l’Oe. inornatus sia perfettamente distinto dall’Oe. scolopax è cosa indubitata; la sua bontà specifica fu contestata dal Finsch e dall’ Hartlaub, ma fu rivendicata dall’ Heuglin, che molto esattamente ne fece notare i caratteri distintivi; tuttavia egli espresse il dubbio della sua identità coll’ Oe. senegalensis, Sw., la quale cosa è stata asserita come indubitata dal Dresser e mi viene confermata in una lettera dallo Harting, cui credo di do- vermi rimettere, avvertendo soltanto che nel 1877 cercai invano nel Museo di Cambridge in Inghilterra il tipo dello Swainson e che recentemente |’ Hartlaub, discorrendo dell’Oe. inornatus, dice : certamente diverso dall’Oe. senegalensis. « Trovasi abitualmente sopra i terreni aridi, sabbiosi e scarsi di alberi. Scoperto, si acquatta sul terreno, come l’Oe. crepitans, e cerca scampo correndo veloce » (A.). Fam. Charadriidae. Sp. 246. Aegialitis hiaticula (Liny.). Charadrius hiaticula, Heugl., op. cit. p. 1025. Quattro esemplari. a. (923) 9. Lago Cialalakà 6 Maggio 1879 « Iride scura; piedi arancio fosco » (A.). Esemplare adulto in abito perfetto. 6. (1028) $ juv. Lago Cialalakà 7 Novembre 1879 « Iride scura; becco nero; piedi giallo-verdastri » (A.). c. (1029) Q juv. Lago Cialalakà 7 Novembre 1879 (A.). d. (1030) ~ juv. » » » » (A. Giovani dell’ anno. « Comune sulle rive sabbiose del lago Cialalakà » (A.). 218 T. SALVADORI Sp. 247. Aegialitis tricollaris (Vie). Charadrius tricollaris, Vieill. — Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1027, tab. XXKIV, f. 5. Due esemplari adulti. a. (585) 7. Torrente Kora (Fin-Finni) 24 Giugno 1878 « Iride giallo- rossigna; becco rossastro; piedi carnicini >» (A.). b. (986) 9. Torrente Kora 24 Giugno 1873 (A.). Ambedue hanno la fronte bianca. Sp. 248. Aegialitis varius (Vieut.). Charadrius pecuarius, Temm., Pl. Col. 183. -- Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p- 1033, tab. XXXIV, f. 7. Aegialitis varius, Hart., Ibis, 1873, p. 262, pl. VIII. Quattro esemplari. a. (1014) 7. Lago Cialalaki 4 Novembre 1879 « Iride fosca; becco e piedi neri » (A.). 6. (1033) 7. Lago Cialalakà 7 Novembre 1879 (A.). c. (1117) . » 21 » >» (A. d. (1034) ¢. > ia > xo (Ad) I primi tre esemplari annoverati sono in abito perfetto; il quarto è un giovane e non ha traccia della fascia nera sulla fronte. Inoltre i primi tre esemplari ed altri due conservati nel Museo di Torino, uno dei quali di Egitto e l’altro del Capo di Buona Speranza (Lalande) avuto nel 1822 dal Museo di Parigi col nome di Charadrius varius, Vieill., hanno la prima remigante collo stelo bianco e le seguenti collo stelo nericcio. Invece il giovane ha soltanto la terza remigante collo stelo tutto scuro. Ciò è da notare giacchè nella frase dell’ Ae. varius data dal- l’ Harting si legge remigibus brunneis, scapis medialiter albis, la quale cosa non è esatta; inoltre lo stesso Harting (1. c. p. 267), indicando la differenza principale fra I’ Ae. sanctae Helenae e l’Ae. varius, dice che quello si distingue da questo pel colore delle remiganti primarie, fra le quali lo stelo della prima soltanto è UCCELLI DELLO SCIOA - 219 bianco, mentre gli steli delle altre sono scuri; nell’Ae. varius in- vece tutti gli steli sarebbero bianchi nel mezzo. Ora in tutti gli esemplari adulti dell’Ae. varius da me esaminati gli scapi delle remiganti non sono come vengono descritti dall’ Harting per quella specie, ma come vengono indicati per |’ Ae. sanctae Helenae. Sp. 249. Aegialitis cantianus (Larr.). Charadrius cantianus, Heugl., op. cit. p. 1035. a. (—) — Senza cartellino. Esemplare giovane d’ ignota provenienza e forse non dello Scioa. Sp. 250. Lobivanellus melanocephalus, Rip. Lobivanellus melanocephalus, Ripp., Syst. Ueb. p 115, tab. 44. — Blanf., Geol. and Zool. of Abyss. p. 430. — Heugl., op. cit. p. 1003. Tre esemplari adulti. a. (306) 7. Tuor-Hamesh 30 Luglio 1877 (A.). b. (1292) g. > 19 Maggio 1880 « Iride color terra d’ombra; becco nero; piedi gialli » (A.). c. (1293) 7. Tuor-Hamesh 19 Maggio 1880 (A.). « Stazionario; comune nella valle di Tuor-Hamesh ed in molte parti dell’ altipiano di Licce. Quattro uova furono trovate sui prati verdi di Tuor-Hamesh il 20 Agosto » (A.). Sp. 251. Hoplopterus spinosus (Linw.). Charadrius spinosus, Harris, op. cit. p. 417 (Shoa). Hloplopterus spinosus, Heugl., op. cit. p. 1004. Sette esemplari. a. (822) 7. Lago Cialalaka 4 Aprile 1879 « Iride scarlatta; becco e piedi neri » (A.). b. (842) y. Lago Cialalakà 9 Aprile 1879 (A.). c. (856) d. » o » (A. d. (861) 9. 3 PR i ed. (CH) Oy. » 2a) ® » (A. Ff (89C*), Jr » » » DIA GA (924) 3 » 6 Maggio 1879 « Iride color rubino » (A.). Le femmine sono un poco più piccole dei maschi. 220 T. SALVADORI * Sp. 252. Stephanibyx melanoptera (Ripp.). Charadrius melanopterus, Rupp., Atlas, p. 46, tab. 31. Hoplopterus melanopterus, Heugl., op. cit. p. 1010. a. (65) 7. Licce 3 Novembre 1876 « Iride giallo limone; becco nero; piedi rossastri » (A.). Esemplare adulto. « Di passaggio in Novembre: frequente allora nei prati d Licce, in branchi di 8, 10, 12 ed anche più individui » (A.). Sp. 253. Stephanibyx coronata (Gw.). Chettusia coronata, Cab., v. d. Deck. Reis. ill, p. 46. — F. et H., Vog. O. Afr. p. 636. a. (944) 7. Daimbi 10 Maggio 1879 « Iride scura; becco rosso nella metà basale, nero nell’ apicale; piedi arancio scuro » (A.). « Solo individuo incontrato » (A.). Esemplare adulto, un po’ più grande e colla corona bianca del pileo più larga che non in un'altro esemplare del Capo di Buona Speranza, conservato nel Museo di Torino. Questa specie non è annoverata nella Ornithologie Nord-Ost Afrika’s dell’Heuglin. Fam. Scolopacidae. 254. Himantopus candidus, Bony. Himantopus atropterus, Harris, op. cit. p. 417 (Shoa). » autumnalis, Heugl., op. cit. p. 1177. Tartari, Galla (Antinori). Quattro esemplari. a. (1012) 7. Lago Cialalaktà 4 Novembre 1879 « Iride rosso rubino; becco nero; piedi rosei » (A.). b. (1013) 9. Lago Cialalakà 4 Novembre 1879 (A.). c. (1017) 9. » 5 » Dn (Aye d.(—)d. > Dicembre 1881 (A.). Le femmine differiscono dai maschi per avere il dorso bruno. UCCELLI DELLO SCIOA 221 « Lungo il Cialalaka a coppie ed in branchetti nel Novembre e nel Dicembre » .(A.). Sp. 255. Riecurvirostra avocetta, Linn. Recurvirostra avocetta, Heugl., op. cit. p. 1175. a. (1124) 9. Lago Cialalakà 22 Novembre 1879 « Iride scura; becco nero : piedi celesti » (A.). « Di passaggio lungo le rive del Cialalaka » (A.). Sp. 256. Limosa aegocephala (Liny,). Limosa aegocephala, Heugl., op. cit. p. 1153. Quattro esemplari in abito invernale. a. (1115) 7. Lago Cialalakà 21 Novembre 1879 « Iride scura; becco corneo chiaro; piedi neri » (A.). db. (949) ¢. Lago Cialalakà 25 Maggio 1879 « Piedi grigio verdastri» (A.). Il secondo esemplare è in muta ed ha dimensioni notevolmente minori del primo e dei seguenti, simili fra loro. c. (—) J. Lago Cialalakà Gennaio 1882 (A.). d. (—) d. » Febbraio » (A.). « Rara tanto in Aprile e in Maggio, quanto in Novembre » (A.). Sp. 257. Totanus canescens (Gwu.) Totanus glottis, Heugl., op. cit. p. 1169. a. (—) — Senza cartellino. Sp. 258. Totanus stagnatilis, Becust Totanus stagnalis, Heugl., op. cit. p. 1159. Tre esemplari in abito invernale. 222 T. SALVADORI a. (1065) 7. Lago CialalakA 12 Novembre 1879 « Iride scura; becco nero; piedi verdastri » (A.). b. (1067) 9. Lago Cialalakà 12 Novembre 1879 (A.). c. (1138) ¢. » _ 24 > pA): Sp. 259. Tringoides hy poleucos (Liny.). Tringoides hypoleucos, Heugl., op. cit. p. 1172. Cinque esemplari. a. (1107) “. Lago Cialalakà 20 Novembre 1879 (A.). db. (11072) Q. » “> > Hu) COELI) ZE » 21 > aot, (ALE d. (1139) ¢. » 24 > Fie 2) e. (1140) 9. » > » SMI (PAL) 3 Sp. 260. Machetes pugnax (Liyy.). Philomachus pugnax, Heugl., op. cit. p. 1180. Dieci esemplari. a. (1009) 7. Lago Cialalaka 4 Novembre 1879 « Iride scura; becco giallo e nero; piedi gialli » (A.). Testa e collo quasi intieramente bianchi. b: (1078) 7. Lago Cialalakà 5 Novembre 1879 (A.). ce. (1009%8) 2. » 4 > > (A.). Testa e collo parzialmente bianchi. d. (1074) 7. Lago Cialalaki 12 Novembre 1879 « Iride scura, becco nero » (A.). e. (1137) g. Lago Cialalakà 24 Novembre 1879 (A.). Questi due esemplari non hanno bianco sulla testa e sul collo. ebis (—) g'. Lago Cialalakà Febbraio 1882 (A.). Esemplare simile ai due precedenti anche per le dimensioni, DEF per cui lo credo maschio e non femmina, come è indicato. f. (851) ®. Lago Cialalakà 11 Aprile 1879 (A.). g. (958) 9? » 28 Maggio » « Piedi verdastri » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 223 h. (1010) 9. Lago Cialalakà 4 Novem. 1879 « Piedi color arancio » (A.). z (1011) 9. » » » > « Piedi verdastri » (A.). Le quattro femmine sono molto più piccole dei maschi. s Si trova in copia sulle rive del Cialalakà e dell’Haddo » (A.). Sp. 261. Calidris arenaria (Lixn.). Calidris arenaria, Heugl., op. cit. p. 1196. Due esemplari. a. (1070) 9. Lago Cialalakà 12 Novembre 1879 « Iride scura; becco e piedi neri » (A.). 6. (1071) 7. Lago Cialalakà 12 Novembre 1879 » (A.). Ambedue sono in muta dall’ abito giovanile a quello invernale. Sp. 262. Tringa minuta, Lvrst. 'Tringa minuta, Heugl., op. cit. p. 1189. Sei esemplari. a. (910) 2. Lago Cialalaki 1 Maggio 1879 « Iride bruna; becco e piedi neri » (A.). Esemplare in abito di nozze. 6. (1072) 7. Lago Cialalakà 12 Novembre 1879 (A.). c. (1073) 2. » > » » (A. d. (1108) 9. » 20 > dii (A). e. (1125) ¢. » 22 > DONA. f. (1132) ¢. > 24 > guy (A); Gli ultimi cinque esemplari sono in abito imperfetto. Tutti hanno la timoniera esterna tinta di cenerino e lo stelo delle remiganti primarie bianco ; avverto ciò per togliere il dubbio che si tratti della T. emminchi. Sp. 263. Gallinago coelestis (FrENz.). Scolopax gallinago, Linn., S. N. I, p. 244. Gallinago scolopacina, Heugl., op. cit. p. 1201. » coelestis, Dress., B. of Eur. VII, p. 641. 224 T. SALVADORI a. (1118) 9. Lago Cialalaki 21 Novembre 1879 « Iride scura; becco corneo scuro; piedi verdastri » (A.). « Unico individuo trovato fra i giunchi del Lago Cialalakà » (A.). Sp. 264. Gallinago aequatorialis, Ripr. Gallinago aequatorialis, Ripp., Syst. Ueb. p. 123 (1845). — Schleg., Mus. P. B. Scolopaces, p. 10 (1864). Gallinago nigripennis, F. et H., Vog. O. Afr. p. 769 (nec Bp.?). » macrodactyla, Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1205 (nec Bp.?). Due esemplari. a. (589) — Fin-Finni 26 Giugno 1878 « Iride scura, becco scuro-verda- stro; piedi olivastri » (A.). b. (590) 7. Fin-Finni 26 Giugno 1878 (A.). « Fra i giunchi e I’ erbe di un piccolissimo lago e di alcuni corsi d’acqua prossimi a Karrà fra i Galla-Gullalè » (A.). Il secondo esemplare è un poco più grande del primo, che forse è una femmina. Ambedue sono simili fra loro pel colorito, hanno le timoniere esterne molto più strette delle altre, bianche, la prima con macchie nericcie sul vessillo esterno, la seconda e la terza su ambedue. Inoltre ambedue hanno la prima remigante col vessillo esterno bianco quasi fino all’ apice; per questa ra- gione dubito della identità della G. negripennis, Bp. colla G. ae- quatorialis, Rupp., mentre quella veniva caratterizzata dal Bo- naparte per avere /arghissimo il pogonio esterno della prima remigante (!) e scevro affatto di bianco, per la quale cosa eviden- temente la chiamò mnigripennis. Questa fu indicata come pro- veniente dal Capo (Verreauc). L’ Heuglin chiama questa specie col nome di G. macrodactyla, Bp., considerando egli con Schlegel e con Finsch ed Hartlaub quella denominazione come sinonimo di G. aequatorialis. Si noti che la G. macrodactyla fa indicata come proveniente da Mada- gascar (Bernier) e quindi molto probabilmente è identica colla G. bernieri, Pucher. (Rev. Zool. 1854, p. 279), la quale, se- condo Hartlaub (Vég. Madag. p. 335), è incerto se sia identica colla G. aequatorialis. UCCELLI DELLO SCIOA 225 Fam. Parridae. Sp. 265. Parra africana, Latu. Parra africana, Heugl., op. cit. p. 1216. Tre esemplari. a. (—) dg. Lago Cialalakà Gennaio 1882 « Iride perlacea; becco ceru- lescente; piedi grigio-cerulei » (A.). 6. (—) 9. Lago Cialalakà 18 Gennaio 1882 « Iride bianca; becco cele- stognolo; piedi grigio-celestognoli » (A.). c. (—) 9. Lago Cialalakà 24 Gennaio 1882 « Iride bianca; becco ce- ruleo, piedi grigio-cerulei » (A.). Tutti tre gli esemplari sono in abito imperfetto, avendo, spe- cialmente le femmine, le parti inferiori in gran parte bian- chiccie. Il maschio è notevolmente più piccolo della femmina, la quale cosa è stata notata anche dall’ Heuglin. Fam. Rallidae. Sp. 266. Rallus rougeti, Guir. Rallus abyssinicus, Riipp., Syst. Uebers. p. 127, tab. 46. EKulabeornis Rougetii, Heugl., op. cit. p. 1248. Jeganiendoru, Scioa (Antinori). Tre esemplari adulti. a. (144) 9. Mahal-Uonz 25 Marzo 1877 (A.). db. (305) Do » » Luglio » (A.). c.(—) — Gorobela 18 Agosto 18.... « Iride rosso-castagna ; becco rosso fosco; piedi fosco-rubescenti » (A.). Sp. 267. F'ulica cristata, Gm. E'ulica cristata, Gm. — Hartl., Journ. f. Orn. 1853, Extr. p. 79. — Heugl., op. cit. p. 1222. Otto esemplari. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (30 Agosto 1884). 15 226 T. SALVADORI . (824) 7. Lago Cialalakà 5 Aprile 1879 (A.). a o) b. (825) 9. » di sy eels c. (837) 9. » Den > (CA) d. (840) 7. > O » (A4.. e. (841) J. > > >» (A. f. (847) I. » DIE MA): g- (848) 9. » » » » (A.). h. (951) 2. » 26 Maggio 1879 « Iride color rubino; beceo ceruleo-bianco; piedi olivastro-plumbei » (A.). Le femmine sono alquanto più piccole dei maschi ed hanno le due creste molto minori. Fam. Gruidae. Sp. 268. Grus communis, Brcasr. Grus cinerea, Heugl., op. cit. p. 1250. Audoleccia, Ada (Antinori). Curiglié, Amara (Antinori). Due esemplari. a. (1087) 7 ad. Daimbi 15 Novembre 1879 (A.). b. (1088) 9 juv. » » » » « Iride rossa; becco scuro corneo; piedi neri » (A.). « Di passaggio in branchi numerosi nel paese degli Adà, ove reca grandi danni ai campi di Tief e di Mascilla » (A.). — Sp. 269. Balearica pavonina (Linn.). Balearica pavonina, Heugl., op. cit. p. 1258. Guramehl, Adda Galla (Antinori). Cinque esemplari. a. (882) 7. Lago Cialalakà 14 Aprile 1879 « Iride bianco-latte, becco nerastro; piedi scuri » (A.). b. (883) 9. Lago Cialalakà 14 Aprile 1879 (A.). CISSE » 19 » DIA) d. (899) 9. » 24 > Spacey e.(—)-- Senza cartellino. UCCELLI DELLO SCIOA 227 « Si vede con qualche frequenza a coppie, od anche a 4 o 6 individui, sui prati umidi presso il lago Cialalakà, ma non vi ri- mane permanentemente » (A.). Fam. Ardeidae. Sp. 270. Ardea cinerea, Lixn. Ardea cinerea, Heugl., op. cit. p. 1053. — Rchnw., Journ. f. Orn. 1877, p. 265. Due esemplari. a. (1173) 9. Lago Cialalakà 7 Dicembre 1879 « Iride gialla; becco giallo; piedi scurî » (A.). 6. (1253) 9. Torrente Duleccia 6 Marzo 1880 (A.). « Avventizia » (A.). Sp. 271. Ardea melanocephala, Vis. et Curtpr. Ardea atricollis, Wagl., Syst. Av. Ardea, sp. 4. » melanocephala, Heugl., op. cit. p. 1055. — Rchnw., Journ. f. Orn. 1877, p. 264. : / Bofa-likim-situ, Galla (Antinori). Bulikoka, Galla (Antinori). Quattro esemplari. i a. (1129) 9 ad. Lago Cialalakà 24 Novembre 1879 « Iride gialla ; becco e piedi cenerino scuri » (A.). Esemplare adulto col dorso nero-schistaceo. d. (1144) “. Lago Cialalakà 26 Novembre 1879 (A.). c. (893) S. » 20 Aprile 1879 « Iride giallo-paglierino; becco nero e verde; piedi scuri » (A.). Questi due esemplari hanno il dorso più chiaro del precedente e con riflessi di un verde bottiglia e le lunghe piume affilate cenerine. d. (1127) 7. Lago Cialalakà 23 Novembre 1879 (A.). Esemplare più giovane dei precedenti col dorso di un cenerino- bruniccio. « Trovasi tutto l’anno nei terreni paludosi presso il lago Cia- lalakà » (A.). eva cals T. SALVADORI Sp. 272. Hlerodias torra (Bucu.-HaM.). Ardea flavirostris, Wagl. (nec Vieil].), Syst. Av. Ardea, sp. 9. Hierodias torra (Buch.-Ham.). — Salvad., Orn. Pap. e Mol. III, p. 350. Ardea alba, Heugl., op. cit. p. 1063. — Rchnw., Journ. f. Orn. 1877, p. 272. Due esemplari. a. (1184) 7. Lago Cialalakà 14 Dicembre 1879 « Iride gialla, becco giallo; piedi neri » (A.). Esemplare adulto in muta. b. (—) d. Lago Cialalakà Gennaio 1882 « Piedi scuri; becco giallo » (A.). Esemplare adulto in abito perfetto, fornito delle lunghe piume a barbe decomposte sul dorso. « Comparisce raramente sul lago Cialalakà » (A.). Sp. 273. Hlerodias intermedia (Waet.). Ardea intermedia, Heugl., op. cit. p. 1065. — Rchnw., Journ. f. Orn. 1877, p. 273. a. (—) Q. Lago Cialalakà Febbraio 1882 « Iride gialla; becco giallo; piedi neri » (A.). Esemplare adulto, notevolmente più grande di un esemplare di Giava, conservato nel Museo di Torino, cui fu inviato dal Temminck col nome di Ardea flavirostris. Sp. 274. Bubuleus bubuleus (Savi). Ardea ibis, Heugl., op. cit. p. 1069. — Rchnw., Journ. f. Orn. 1877, p. 258. Cinque esemplari. a. (852) 7. Lago Cialalakà 12 Aprile 1879 « Iride giallo-zolfino; becco giallo » (A.). b. (1078) 7. Daimbi 13 Novembre 1879 « Piedi scuri » (A.). c. (1035) ¥ » 7 » (C4 d. (—) g. Lago Cialalakà Febbraio 1882 (A.). e. (—) — » » DIM CA) UCCELLI DELLO SCIOA 229 Gh ultimi tre esemplari, giovani od in muta, non hanno piume rossigne sul dorso. « Si trova dapertutto in gran copia » (A.). Sp. 275. Ardeola ralloides (Scop.). Ardea comata, Pall. — Heugl., op. cit. p. 1074. — Rchnw., Journ. f. Orn. 1877, p. 256. a. (—) juv. Lago Cialalakà Marzo 1882 « Iride gialla; becco giallo- verdastro; piedi verdastri » (A.). Sp. 276. Nyeticorax griseus (Linn) Ardea nycticorax, Heugl., op. cit. p. 1086. Nycticorax griseus, Rchnw., Journ. f. Orn. 1877, p. 237. Quattro esemplari. a. (571) gad. Rive dell’ Akaki 16 Giugno 1878 (A.). b. (572) dad. » » » » (A.). c. (570) g juv. » » » >. (4). d. (535) juv. » 7 » >». (A. I primi due esemplari sono adulti, il terzo è un giovane in muta, il quarto è un giovane nel primo abito. « Una coppia nidifica da varii anni sopra un albero sul pendio della rupe che sovrasta il torrente Akaki, sotto le capanne della Missione. Il nido è formato di fuscelli e di fieno, e siccome ogni anno un nuovo strato viene sovrapposto al precedente, pel suo gran volume lo si vede a grande distanza » (A.). Fam. Scopidae. Sp. 277. Scopus umbretta, Gu. Scopus umbretta, Heugl., op. cit. p. 1091. — Rchnw., Journ. f. Orn. 1877, p- 231. a. (1004) 7 ad. Torrente di Sciotalit 26 Settembre 1879 « Iride scura; becco nero; piedi nerastri » (A.). x 230 T. SALVADORI Fam. Tantalidae. Sp. 278. Tantalus ibis, Livy. Tantalus ibis, Linn., S. N. I, p. 241, n. 4 (Syn. emend.) (1766). — Heugl., op. cit. p. 1129. — Rchnw., Journ. f. Orn. 1877, p. 162. Quattro esemplari. a. (671) 7. Torrente Gasciané 24 Agosto 1878 (A.). b. (980) 9? » Duleccia 9 » 1879 (A.). c. (498) @ juv. Torrente Duleccia 9 Maggio 1878 « Iride bianca; becco giallo; piedi rosso-giallastri » (A.). ° d. (982) 7. Torrente Duleccia 10 Agosto 1879 (A.). I due primi esemplari sono adulti e simili fra loro anche per le dimensioni, per cui forse il secondo è un maschio come il primo; il terzo individuo è indicato dall’Antinori come giovane; esso ha dimensioni minori, la testa più estesamente rivestita di piume, il colorito roseo meno vivo, le cuopritrici delle ali senza margini bianchi e le cuopritrici inferiori delle ali di color por- porino meno vivo e senza le macchie apicali bianche. Dell’ esem- plare d è stata conservata soltanto la testa. « È frequente nel torrente Gascianè, ove si vede in numero di 2 a 6 individui. Dai Musulmani della provincia di Argobba, all’ oriente del regno di Scioa, a contatto degli Adal, viene chiamato Asd-balli, che vuol dire mangia-pesce » (A.). Sp. 279. Ibis aethiopica (Larz.). Ibis religiosa, Harris, op. cit. p. 417 (Scioa). Ibis aethiopica, Heugl., op. cit. p. 1135. — Rchnw., Journ. f. Orn. 1877, p. 151. — Elliot, P. Z, S. 1877, p. 485 (partim). Cinque esemplari. a. (874) 7. Lago Cialalakà 16 Aprile 1879 « Iride scura con un anello bianco; becco e piedi neri » (A.). b. (876) 9. Lago Cialalakà 17 Aprile 1879 (A.). Cc. (885) Q. » » » » (A.). d. (894) 3. > 20» » « Iride marrone scuro » (A.). e. (870) D. » 14 > a) CAR). UCCELLI DELLO SCIOA 231 I primi quattro esemplari hanno le grandi cuopritrici delle ali tinte di giallognolo; lo stesso colore tinge le ascellari; quella tinta non si osserva nell’ ultimo esemplare. Sp. 280. Plegadis falcinellus (Liny.). F'alcinellus rufus (Scop.). — Rchnw., Journ. f. Orn., 1877, p. 146. Ealcinellus igneus (Gm.). — Elliot, P. Z. S. 1877, p. 503. a. (1116) 7. Daimbi 21 Novembre 1879 « Iride color caffè scuro; becco e piedi neri » (A.). Esemplare giovane. Sp. 281. Comatibis comata (Eanr.). Ibis comata, Rupp., Syst. Ueb. p. 119, tab. 45. — Heugl., op. cit. p. 1141. — Rchnw., Journ. f. Orn. 1877, p. 149. Comatibis comata, Elliot, P. Z. S. 1877, p. 493. Tre esemplari. a. (1177) 7. Lago Cialalakà 11 Dicembre 1879 « Iride castagno; becco e piedi color rosso mattone » (A.). 6. (1186) 9. Lago Cialalakà 14 Dicembre 1879 (A.). SEIT » Gennaio 1882 « Iride castagno; becco e piedi rosso ocraceo » (A.). La femmina non differisce sensibilmente dai maschi. « Abbondante sopra i prati umidi e lungo le rive del lago Cialalaka nel Dicembre; non lo vidi in Aprile e Maggio » (A.). Sp. 282. Bostrychia carunculata (Ripr.). Ibis carunculata, Rupp., Neue Wirbelth. p. 49, tab. 19. — Heugl., op. cit. p. 1139. — Rchnw., Journ. f. Orn. 1877, p. 155. Bostrychia carunculata, Elliot, Ibis, 1877, p. 501. Gagano, Amarico (Antinori). Sette esemplari. a. (72) 7. Licce (Scioa) 7 Novembre 1876 < Iride scura circondata di bianco; becco rossigno fosco; piedi rossastri » (A.). b. (73) 9. Licce 7 Novembre 1876 (A.). GERI» oli » » (A. 232 T. SALVADORI d. (86) 7. Torrente Beresa, presso Licce, 13 Novembre 1876 (A.). e. (109) 9? Licce 29 Dicembre 1876 (A,). f. (854) 7. Mahal-Uonz 18 Agosto 1877 (A.). g. (422) 9. > 31 Dicem. >» (A.). Le due femmine d, g differiscono dai maschi per le dimensioni alquanto minori e per la caruncola sulla gola molto più piccola; invece |’ esemplare e, indicato come femmina, somiglia in tutto ai maschi e credo sia anch’ esso un maschio, tanto più che ha colori più vivi degli altri. « Comune nelle praterie umide dei Kolla, o degli alti piani; si trova anche nei campi lavorati; ordinariamente vive in fa- miglie di 4 a 6 individui. od anche in coppie. Si nutre di vermi e di piccoli coleotteri. Quando spaventato fugge a volo, manda un grido forte, che può rendersi coi monosillabi gud-gud-gud » (A.). Sp. 283. Platalea cristata, Scop. Spatule blanche de l’Isle de Lug¢on, Sonn., Voy. Nouv. Guin. p. 89, pl. 51 (juv.).: Spatule huppée de l’Isle de Lucon, Sonn., op. cit. pl. 52 (ad.). Platalea alba, Scop., Del. Flor. et Faun. Insubr. II, p..92, n. 75 (1786) (ex Son- nerat). Platalea cristata, Scop., op. cit. n. 76 (1786) (ex Sonnerat). — Rchnw., Journ. f. Orn. 1877, p. 158. Platalea tenuirostris, Temm. — Heugl., op. cit. p. 1126. Sette esemplari. a. (1154) g. Lago Cialalakà 29 Novembre 1879 « Iride perlacea; becco ceruleo, marginato di rosso minio; piedi rosso-violacei » (A.). d. (1172) 7. Lago Cialalakà 6 Dicembre 1879 (A.). c. (1175) g. » eh » a (AR: di (1176) &. > > » » « Becco rosaceo giallo; piedi rosso-rosacei » (A.). Gli esemplari annoverati sono adulti in abito perfetto. e. (956) y. Lago Cialalakà 28 Maggio 1879 (A.). ie (ODIA » » » » «Iride margaritaceo-ce- rulea; becco ceruleo-violaceo ; piedi violaceo-rosei » (A.). Gli ultimi due esemplari non sono in abito perfetto, avendo le piume del ciuffo poco sviluppate. a UCCELLI DELLO SCIOA Zoo g. (1185) 9. Lago Cialalakà 14 Dicembre 1879 «Iride bianco-perlacea ; becco roseo; piedi scuri » (A.). Esemplare giovane, differente dagli adulti per le remiganti primarie brune verso |’ apice e collo stelo nero. « Abbondante nel Cialalakà in Dicembre; nel quale mese sono di passaggio numerosi branchi di 6, 8, 10 individui. Sul finire di Maggio sei di questi uccelli comparvero sulle rive del lago Cialalakà, e due di essi furono uccisi » (A.). Fam. Phoenicopteridae. Sp. 284. Phoenicopterus minor, Grorr. St. Hi. Phoenicopterus parvus, Vieill. — Temm., PI. Col. 419. Phoenicopterus rubidus, Feild., Ibis, 1868, p. 496. Phoenicopterus minor, Heugl., op. cit. II, p. 1272. — Rchnw., Journ. f. Orn. 1877, p. 228. Sakallo, Adda Galla Hawash (Antinori). Ventuno esemplari. a. (872) ¢. Lago Cialalakà 15 Aprile 1879 « Iride color minio; becco lacca scuro; piedi rossi (A.). Esemplare vecchissimo con macchie sanguigne sul petto e sul dorso. | b. (820) ~. Lago Cialalakà 4 Aprile 1879 (A.). CASINA » 19s Di (Ame d. (888) ¢. mihi » » DIVA e. (918) g » 2 Maggio » (A.). f. (819) 3 » 4 Aprile » (A. g. (873) I. » 16 » >» (4. h. (878) ff. » 18 » (Ga z. (906) J > BD pe (Ae): Tutti questi esemplari sono adulti e differiscono dal precedente per avere le macchie rosse del petto meno distinte; le macchie rosse del dorso sono poco cospicue nei primi tre, mancanti negli ultimi cinque. j. (818) 7. Lago Cialalakà 4 Aprile 1879 (A.). k. (821) d. 3 Si) ASI ase (A) 234 T. SALVADORI I. (821%) ¥. Lago Cialalakà 4 Aprile 1879 (4.). m. (854) 2. » 19 io > CAL). n. (877) Q. > 17 > > (A); o. (879) 3. » ISS) » (A. p. (880) 7. » > > > (A). q- (889) dt. » > » » (A.). r. (890) dt. » » » » (A.). Gli esemplari dell’ ultima serie differiscono da tutti 1 prece- denti per avere le lunghe scapolari di color bianco-roseo, man- cando della tinta roseo-sanguigna lungo il mezzo. s. (907) 9. Lago Cialalaki 29 Aprile 1879 « Iride gialla; becco color lacca scuro; piedi rosei » (A.). t. (912) Qjuv. Lago Cialalaki 1 Maggio 1879 « Iride rossa; becco color lacca e corallo; piedi corallini » (A.). Questi due esemplari sono giovani in muta, ‘e differiscono dai precedenti, oltrechè per le dimensioni minori, anche pei colori molto più pallidi; le copritrici delle ali sono di color roseo. u. (1128) 2 junior. Lago Cialalakà 23 Novembre 1879 « Iride rossastra; becco plumbeo livido; piedi plumbei » (A.). Giovane dell’ anno, di color bianco con lievissima tinta rosea appena indicata; collo color grigiastro, scapolari e remiganti ter- ziarie verso l’ apice nericcie, marginate di bianco sudicio. .» Questa specie durante molti mesi dell’anno popola il lago Cialalaka ed il piccolo e profondo lago Haddò. Branchi nume- rosi di più migliaia d’ individui disposti in lunghe linee paral- lele coprono le acque del lago Cialalakà verso Nord-Est. « Veduto il lago dall’ estremità opposta, a 2 o 3 chilometri di distanza, esso appare tinto di roseo, tantochè se il riguardante ne ignora la causa, giudicherà senza esitare che le acque siano di quel colore. » Spesso a sole basso sull’ orizzonte, verso Oriente, quando vi erano vapori, io ho veduto questo lago interamente colorato di roseo, spettacolo veramente bellissimo. » La presenza di questi uccelli nel lago Haddò ha qualche cosa di magico. Il lago è un cono vulcanico, il cui margine su- UCCELLI DELLO SCIOA 235 periore misura in giro 3 chilometri e mezzo se non 4, ed in basso al pelo dell’acqua circa due chilometri e mezzo. Le sue ripe scoscese, dell’ altezza di 220 a 250 m. e più in alcuni punti, sono rivestite d’ alberi e d’ arbusti, che verso il lato me- ridionale danno rifugio ad una colonia numerosa di babbuini. Le lave, i lapilli e le ceneri si presentano sotto varii aspetti, e le loro fenditure servono durante la notte di comodo e sicuro al- bergo a questi animali. In basso presso la riva si notano isolati e grossi pezzi di quarzo nero a frattura concoidea e traslucido. Le alghe e poche canne palustri rivestono qua e là i margini , e nel folto di queste verdure si nascondono e pascolano branchi numerosi di varie specie di anitre e qualche cormorano. Le acque di questo lago, non mosse dai venti, presentano una superficie intieramente verde come un prato e sembrano verdi in tutta la loro massa. Esse, al dire degli indigeni, sono profondissime , tantoché nessuno s’ avventura a nuotarvi. Hanno un odore par- ticolare, e filtrate sono potabili anche per Il’ uomo; il bestiame e gli animali in generale le bevono. Le donne dei villaggi vi- cini vi scendono per attingerle negli abbeveratoi scavati dagli indigeni per farle depositare, affinchè diventino chiare. » Vi sono più viottoli che dall’ orlo superiore del cratere con- ducono in basso alle acque; I’ ingresso principale è a tramon- tana attraverso una fenditura delle roccie, nascosta da un gruppo d’ alberi. sata » La prima volta che dall’ alto vidi questo lago (il 3 Maggio 1879), il sole dardeggiava sulle sue acque immobili e rifulgenti di un bellissimo verde; nel mezzo vi era una gran macchia ro- tonda rosea, che, diradandosi alla periferia, presentava una quantità di punti dello stesso colore. Essa aveva tutta |’ appa- renza d'una fioritura di piante acquatiche galleggianti sull’ acqua, e l'inganno ottico fu tale che a prima giunta domandai ai miei servi che fiori fossero, ed alla mia domanda intesi rispondere , non senza sorpresa, che erano Sakkald, ossia fenicotteri. Il ca- lore li teneva immobili, volti colla testa al sole, e non pervenni a persuadermi della loro realtà altro che coll’aiuto di un binoc- colo che mi rese avvertito della forma e di qualche loro lievis- 236 T. SALVADORI simo movimento. Mentre mi prendeva diletto grandissimo a con- templare questa scena davvero pittoresca e poetica, la quieta sonnolenza di quelli uccelli fu disturbata dall’apparire di un grosso rapace (Haliaetus vocifer) che passò rapido sopra le loro teste. Un grido chioccio d’ allarme mi giunse all'orecchio, e tosto vidi quella schiera di mille individui circa agitarsi scomposta, spiegar le ali al volo, e dopo vari giri entro quel cratere, gettarsi tutta in riva al lago dal lato di Mezzodi. » In due mesi d’escursioni nel paese degli Adda Galla non ho mai veduto i fenicotteri entro i laghi Buscioftù e Arsadè, i quali erano popolati da stormi d’ anitre e da due specie di cor- morani. Il lago Cialalakà è quello che ne ha una maggior copia, e ciò è dovuto alla poca profondità delle sue acque, la quale in nessuna parte del lago supera un metro, alle terre paludose che lo fiancheggiano a tramontana nella direzione del monte Herrer e specialmente alla prodigiosa quantità di sanguisughe che vivono in esso. Il fondo del Cialalakà è fangoso e sabbioso e in taluni punti solido tanto da permettere ai numerosi ar- menti che vi vanno a bere di avanzarsi in esso per lunghi tratti senza affondare. Lo stesso dicasi degli uomini e dei fanciulli, i quali sì rincorrono entro a quelle acque, vi fanno capitomboli e salti, e non è cosa rara che tuffandovisi sino agli occhi per- vengano a chiappar vivo qualche fenicottero, qualche anitra tuf- fatrice. Soventi ho ottenuto questi uccelli che i fanciulli facevano a gara di portarmi pel premio di pochi grani di conterie. » Per quante ricerche abbia fatto, non mi consta che siano nel lago conchiglie e neanche pesci. Negli stomachi dei molti uccelli d’acqua raccoltivi non ho mai trovato vestigia di detti animali, ma sibbene sabbie, piante acquatiche ed insetti. Nello stomaco dei fenicotteri era contenuta una quantità prodigiosa di sabbia. » Branchi numerosissimi di questi uccelli passano la maggior parte dell’anno nel lago Cialalakà, eccettuata la stagione delle grandi pioggie. Al dire degli indigeni lasciano il lago ai primi di Luglio e non vi ritornano che in Ottobre. Nessuna coppia vi nidifica, e le genti del luogo non han mai veduto i loro nidi. Asseriscono che di là passino al gran lago Scianin-Dembel o UCCELLI DELLO SCIOA 237 Laki-Dembel per nidificarvi (*), la qual cosa deve esser vera, giacché il Cialalaka non offre né paglie, né materiali opportuni per nascondere e costruire i loro nidi. Questa specie non si trova mescolata col Phoenicopterus antiquorum, che dal Mar Rosso s interna nel paese degli Hadalové; nel lago di Caraba ebbi campo di osservarne una coppia ben da vicino. Il Phoenscopterus minor nel lago Cialalakà, durante la notte sta sempre~entro le acque ad una certa distanza dalla riva; al mattino viene a terra e vi resta gran parte della giornata. Frequenta i prati paludosi a Tramontana e mai |’ ho veduto venire a Mezzodi, ove non sono terreni impaludati. Quando i branchi di questi uccelli si levano a volo, producono un rumore che sembra il rombo di vento ga- gliardo. Giammai lasciano le acque tutti d’ un colpo, ma molte centinaia simultaneamente in punti diversi. Dapprima fanno giri disordinati, ma quando sono giunti ad una certa elevazione , si dispongono in fila l’un dietro l’altro ad egual distanza, tenendo la testa ed il collo protesi in avanti e le lunghe gambe in ad- dietro. Sovente ho veduto file che oltrepassavano un chilometro di lunghezza ed anche più d’ una contemporaneamente. Il volo di questo uccello è lento e faticoso, a causa delle sue ali piccole in proporzione del corpo; questo è coperto da una pinguedine che, morto I’ uccello, attraversa i pori della pelle ed imbratta le piume. » La tinta rosea generale di questo volatile e le parti colorate in rosso carmino si fecero assai più vive in sul finire di Maggio di quello che non fossero in Aprile. (1) I nome Galla di Scianin viene da Scian, cinque, per le isole che sono nel lago, e l’altro di ZLakz dal movimento del remo, perchè vi sono zattere a remi. Johnston nella sua carta Upper Nubia and Abyssinia segna questo lago col nome amharico di Zooay, che deve scriversi più esattamente Zuway. Il lago ha cinque isole montuose disposte in linea, due delle quali sono riunite fra loro. Con- fina coi Soddo-Galla, gli Amaja-Galla, gli Ittù-Galla e gli Sciaha. È abitato da una tribù cristiana d’ Abissini rifugiatasi colà al tempo del musulmano Gragué il conquistatore. La tribù vive del prodotto delle sue terre ubertose, a quanto dicono; ha capre, montoni e pecore molte, manca di bestiame bovino che si pro- cura di quando in quando con scorrerie contro le tribù confinanti col lago. Le zattere le danno modo di predare i vicini, i quali mancandone non possono ri- cattarsi. I Galla temono queste tribù, e pochissimi fra loro, col mezzo di qualche amico, sono potuti andare nelle isole. Il linguaggio è un dialetto amharico corrotto, che pochi fra i Galla comprendono. { 238 T. SALVADORI Becco: mandibola superiore color rosso lacca scuro, e non roseo, come si legge nella diagnosi di Heuglin; il color roseo tinge soltanto la mandibola inferiore ; l’ apice del becco è nero. L’iride è color rosso minio e non giallo; piccolissima è ia pu- pilla. Lo spazio nudo intorno all’ occhio ha il colore stesso del becco; i tarsi ed i piedi sono rosei; la loro tinta rosea livi- dastra in alcuni individui si converte in color rosso vivace » (A.). ANSERES. Fam. Anatidae. Sp. 285. Plectropterus niger, Scrar.? Plectropterus niger, Sclat., P. Z. S. 1877, p. 47, pl. VII; 1879, p. 5; 1880, p. 498. Tre esemplari. a. (1143) 7. Lago Cialalakà 26 Novembre 1879 (A.). b. (898) g. > 24 Aprile 1879 « Iride castagno scuro; becco rosaceo livido; piedi incarnati » (A.). c. (871) J juv. Loi) Cialalakà 14 Aprile 1879 « Iride color ia di ombra; becco color lacca scuro; piedi carnicino scuri » (A.). L’ ultimo esemplare è un giovane in muta, colle parti supe- riori di color nero-bruno, sparse di piume di color verdone splen- dente; le parti inferiori (petto ed addome) sono di color bian- chiccio-ocraceo, sparse di piume bianche; l'angolo dell’ala bianco, misto di piume nere; collo e testa di color bruno-nero, senza alcuna piuma bianca; tronte senza tubercolo; regione sopra ed avanti gli occhi nuda fino al becco. I primi due esemplari sembrano adulti; hanno le parti supe- riori di un verde splendente, e le inferiori (petto, addome e sottocoda) candide. Le ali del primo presentano riflessi violacei , mancanti nel secondo. Inoltre il secondo esemplare ha talune piume bianche e fulve alla base della mandibola inferiore ed altre dello stesso colore sulla gola. Invece nel primo esemplare le penne bianche e fulve alla base della mandibola sono più numerose e confluenti, per modo da formare sulla parte inferiore delle gote UCCELLI DELLO SCIOA 239 un’ area bianca abbastanza grande; più numerose che non nel- l’ esemplare precedente sono pure le piume bianche sulla gola. Per la progressione nel numero delle piume bianche sulle gote nei tre individui, mancanti affatto nel giovane, mentre sono più numerose nel primo che non nel secondo, ed anche pei ri- fessi violacei delle ali, parrebbe che il primo fosse il più adulto; la quale cosa più non sembra vera, se si considera che il secondo ha sulla fronte una tuberosità poco elevata, ma tuttavia ben distinta, che nel primo è appena accennata, tanto che si avverte soltanto col tatto. Finalmente è da notare che ambedue quegli esemplari pre- sentano sul pileo, impiantate fra le piume, alcune caruncole, due, isolate l’una dall’ altra, nel primo, tre e ravvicinate fra. loro nel secondo. i Io ho creduto di riferire gli esemplari suddetti al P. niger, somigliando pel colorito alla figura di questa specie data dallo Sclater, più che ad altra. Tuttavia non sono certo della esat- tezza di questa determinazione, giacchè secondo lo Sclater i due tipi viventi del P/. niger non hanno né tuberosità, nè carun- cole; inoltre nella figura menzionata si osserva un’area di piume bianche sul margine superiore delle gote, cioè molto più in alto che non nei due adulti sopradescritti, nei quali l’ area bianca è sulla parte inferiore delle gote, in corrispondenza della base della mandibola. Le specie del genere Plectropterus sono ancora da indicare con sicurezza. Nel caso che quella di cui ci occupiamo si riconoscerà per nuova, propongo di chiamarla Plectropterus scioanus. « Trovasi in piccol numero sopra le terre paludose intorno al lago Cialalakà verso Tramontana; sta piuttosto sulla terra che non nell’ acqua » (A.). Sp. 286. Sarcidiornis africana, Evr. Sarkidiornis melanonotus, Riipp., Syst. Ueb. p. 137, n. 486 (Scioa). Sarcidiornis melanonotus part., Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1280. Sarcidiornis africana, Eyt. — Sclat., P. Z. S. 1880, p. 510. Otto esemplari. 240 T. SALVADORI a. (1069) 7. Lago Cialalakà 19 Novembre 1879 (A.). Esemplare vecchissimo; ala 0%, 400. b. (1062) 7. Lago Cialalakà 11 Novembre 1879 « Iride castagno; becco scuro; piedi grigiastri (A.). Ala 0%, 400. c. (—) g. Lago Cialalakà Gennaio 1882 (A.). d. (—) d > > > (A). RO adulto con numerose macchie cenerine sui lati delle pane inferiori. e. (—) g. Lago Cialalaktà Febbraio 1882 « Iride scura; becco scuro plumbeo; piedi cerulescenti » (A.). f. (1019) 7. Lago Cialalaki 5 Novembre 1879 « Iride scura; becco scuro; piedi color piombo » (A.). Ala 0%, 350. Pileo e collo fittamente macchiati di nero. g. (1020) “. Lago Cialalakà 5 Novembre 1879 (A.). Ala 0°, 350. I maschi sovrannoverati differiscono fra loro per le dimen- sioni, per la caruncola sul becco, più o meno grande, e per le macchie nere sul collo, più o meno numerose. h. (875) 9. Lago Cialalakà 17 Aprile 1879 « Iride scura; becco nero; piedi cerulescenti » (A.). i Difterisce dai maschi per le dimensioni molto minori, per la mancanza della caruncola adiposa sul becco, pel colorito più pallido, grigio-fuliginoso con lievissimi riflessi , del dorso, del sopraccoda, delle scapolari, delle remiganti primarie e delle ti- moniere. Finsch ed Hartlaub (Vég. 0. Afr. p. 800) fanno notare che la femmina differisce dai maschi per avere il pileo e la cervice con macchie nere sopra un fondo bianco; mentre nei maschi quelle parti sono nere, macchiate di bianco. Non è ben certo che gli esemplari africani differiscano speci- ficamente dagli indiani, S. melanonota (Penn.). « Abbonda nel Novembre, ed in questo tempo reca molti danni ai campi di Tief. Ordinariamente s’ incontra in famiglie di sei, otto o dieci individui » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 241 Sp. 237. Chenalopex aegyptiaca (Liny.). Chenalopex aegyptiaca, Harris, op. cit. p. 417 (Scioa). — Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1285. — Sclat., P. Z. S. 1880, p. 498. a. (619) 7 ad. Torrente Gasciané 17 Agosto 1878 « Iride gialla; becco rosso livido; piedi rossastri » (A.). Sp. 288. Bernicla cyanoptera, Ripr. Bernicla cyanoptera, Rupp., Syst. Ueb. ‘p. 129, tab. 47 (Scioa). — Sclat. P. Z. S. 1880, p. 502. Branta cyanoptera, Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1292. Tre esemplari. a. (84) 7. Licce (Fiume Beresa) 11 Novembre 1876 « Iride nocciola; becco e piedi nerastri » (A.). b. (54) 9. Tuor-Hamesh (sulla via da Licce a Mahal-Uonz) 15 Ottobre 1876 « Iride scura » (A.). La femmina non differisce sensibilmente dal maschio. c. (398) pullus. Tuor-Hamesh 14 Settembre 1877 (A.). Pulcino appena sortito dall’ uovo. Parti superiori nericcie, in- feriori bianco-giallognole. Pileo, cervice, dorso, una larga fascia sui lati della testa di color nericcio; larga fascia sopraccigliare, parte inferiore della gola, parte anteriore e lati del collo, petto e addome di color bianco-giallognolo; una macchia dello stesso colore sulla regione scapolare, ed una fascia a traverso le ali; sui fianchi due fascie scure. Il pulcino non si conosceva ancora. « È piuttosto frequente nei campi umidi e lungo i torrenti dell’ altipiano di Licce; ha i costumi più dell’ oca che dell’anitra; si accompagna colla Chenalopex aegyptiaca e pascola insieme con essa. È suscettibile della più grande domesticità. Un giovane, portatomi da un uomo della campagna, si è talmente accostu- mato a vivere fra noi entro casa che fa vita comune con due piccoli cani, e di notte dorme con loro sopra una pelle di mon- tone. Le notti essendo fredde, quando tutti noi si sta intorno Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.7, Vol. I. (5 Settembre 1884). 16 242 T. SALVADORI al fuoco, essa pure viene a mettersi fra i nostri piedi e vi si accovaccia. Essa ha una particolare affezione per il Landini, che ne ha cura; chiamata da lui risponde, allungando il collo, con un grido tutto particolare, sì muove dal luogo ove si trova e va ad incontrarlo. Sul prato erboso che è intorno alla casa, se il Landini la invita a mangiare I’ erba, indicando colle dita il posto ove è più copiosa, essa vi corre a pascolare, pronunziando sommessamente in suo linguaggio, quasi voglia mostrare il suo gradimento, i monosillabi qua-qua-qua, bi-bi-bi, voci con cui viene essa chiamata. » Si ciba di pane e di piccoli pezzi di carne, che le vengono . gettati entro una ciotola d'acqua. All’ aperto pascola le foglie delle giovani gramigne. » Questa oca nidifica in Tuor-Hamesh fra le erbe fresche ai primi di Settembre; le uova in numero di 7 od 8, grandi e le- vigate, sono di color caffè-latte » (A.). Un uovo, inviato dall’ Antinori, raccolto in Tuor-Hamesh il 14 Settembre, ha le seguenti dimensioni: Diam. magg. 0,065; diam. min. 02,049. Sp. 289. Dendrocyena viduata (Lixy.). Dendrocygna viduata (Linn.). — Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1298. — Sclat., P. Z. S. 1880, p. 509. Cinque esemplari. a. (914) 7. Lago Cialalakà 2 Maggio 1879 « Iride color terra d'ombra; becco nero-celeste; piedi cerulei scuri » (A.). b. (—) 3. Lago Cialalakà Febbraio 1882 (A.). ce. (1) d. » Marzo MI d. (—) g-. » » > (A.) e. (—) — > > » « Iride ‘fosca; becco nero-ce- ruleo; piedi plumbei » (A.). L'ultimo esemplare è probabilmente una femmina; essa é si- mile ai maschi, ma ha il nero dell’ addome meno intenso. UCCELLI DELLO SCIOA 243 Sp. 290. Dendroeyena fulva (Gm). Dendrocygna fulva, Heugl., op. cit. p. 1301. Dendrocyena fulva, Sclat., P. Z. S. 1880, p. 509. Dendrocyena major, Sclat., loc. cit. p. 510. Tre esemplari. a. (—) 3g. Lago Cialalakà 28 Marzo 1882 (A.). Bes 3 DINE Se Rae! Sia QU c. (—) 2. > Febbraio » « Iride castagna; becco ce- rulescente; piedi neri » (A.). La femmina è un poco più piccola dei maschi, ma non ne differisce altrimenti. Gli esemplari suddetti sono in tutto simili ad altri dell’ Ame- rica meridionale conservati nel Museo di Torino. Sp. 291. Dafila acuta (Liny.). Dafila acuta (Linn.). — Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1311. — Sclat., P. Z. S. 1880, p. 515. ‘Tre esemplari. a. (1084) 7 ad. Lago Cialalakà 14 Novembre 1879 « Iride castagna; becco ceruleo-nero; piedi scuri » (A.). 6. (1171) gad. Lago Cialalakà 4 Dicembre 1879 (A.). c. (1190) 2. » 14 is >» (A). Sp. 292. Anas xanthorhyncha, Forsr. Anas xanthorhyncha, Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1316. — Sclat., P. Z. S. 1880, p. 518. . Sette esemplari. a. (040) 7. Rugghié (Torrente Woddeccia) 8 Maggio 1878 « Iride ca- stagna; becco giallo e nero; piedi neri » (A.). b. (941) g. Torrente Woddeccia 7 Maggio 1878 (A.). c. (942) 9. » » » DA « Frequente nelle acque del Woddeccia e nei corsi d'acqua e negli stagni degli altipiani; non l’ho mai incontrata nelle Kolla in basso » (4.). 244 T. SALVADORI d. (834) 7. Lago Cialalakà 7 Aprile 1879 (A.). e. (835) JI. > DIRO > NAS f. (836) 9. » SR » « Iride castagno-rossastro; piedi scuri cioccolatte*» (A.). g. (860) 2. Lago Cialalakà 13 Aprile 1879 (A.). « È la più comune fra le anitre che nell’ Aprile vivono nel ‘lago Cialalakà. L'ho trovata anche negli altri laghi, ma in nu- mero ristretto » (A.). Sp. 293. Anas sparsa, Smits. Anas sparsa, Smith, Ill. S Afr. Zool. Aves, pl. 97. — Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1317. — Sclat., P. Z. S. 1880, p. 518. Anas leucostygma, Riipp., Syst. Ueb. p. 130, tab. 48. a. (1278) ¢. Torrente Piccolo Akaki (Galla Galan) 1 Aprile 1880 « Iride scura; becco giallo e nero; piedi aranci e neri » (A.). Esemplare giovane colle remiganti incompiutamente sviluppate. Esso ha colorito più oscuro di quello che non appaia nella figura del Ruppell. Sp. 294. Poecilonetta erythrorhyncha (Gwx.). Querquedula erythrorhyncha, Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1325. Dafila erythrorhyncha, Sclat., P. Z. S. 1880, p. 515. Anas punctata, Rchb. (nec Burch.), Syn. Av. Natatores, tab. XLIX, fig. 915, 916. Sei esemplari. a. (853) 7. Taddaccia (Adda Galla) 12 Aprile 1879 « Iride color terra d’ ombra; becco rosso lacca; piedi color piombo » (A.). b. (--) @. Lago Cialalakà 24 Aprile 1879 « Becco rosso incarnato « (A.). c. (913) 9. Lago Cialalakà 1 Maggio 1879 « Becco rosso corallo » (A.). d. (1016) 9. » 5 Novemb. » (A.). e. (1061) 7. » 15 » » « Becco rosso pallido » (A.). i (OMO 9. » 3 Dicemb. » « Beccorosso-porporino; piedi scuro cerulei » (A.). Le femmine non differiscono sensibilmente dai maschi; secondo l’Heuglin (1. c.) la femmina manca dei riflessi verdi dorati sulla porzione nera dello specchio, la quale cosa invece non sembra UCCELLI DELLO SCIOA 245 costante, giacché quei riflessi mancano affatto nel primo maschio a e si osservano nelle due femmine d ed e; essi sono limitati alla parte superiore dello specchio. Credo che a questa specie siano riferibili le due figure del Reichenbach sopracitate. « Stazionaria nei laghi Cialalaka ed Haddò » (A.). Sp. 295. Querquedula capensis (Gw.). Cape Wigeon, Lath., Syn. III, 2, p. 519, n. 64. Anas capensis, Gm., S. N. II, p. 527, n. 98 (1788). — Lath., Ind. Orn. II, p. 861, n. 73 (1790). — Vieill., Nouv. Dict. V, p. 154 (1816). — Id., Enc. Meth. I, p. 148 (1823). — G. R. Gr., Gen. B. III, p. 616, n. 13 (1845). — Licht., Nomencl. Av. p. 101 (1854). — Pelz., Novara Reis. Vòg. p. 138 (1865). — Chapman’s Travels in S. Afr. App. p. 422 (1868). — G. R. Gr., Hand-List, III, p. 82, n. 10640 (Syn. emend.) (1871). — Gieb., Thes. Orn. I, p. 346 (1865) (partim). — Salvin, Cat. Strickl. Coll. B. p. 534, n.° 2602 (Syn. emend.) (1882). Mareca capensis, Steph., Gen. Zool. XII, 2. p. 139 (1824). — Layard, B. South Afr. p. 351 (1867). — Gurn. in Anders., B. Damara, p. 339 (1872). Anas larvata, Cuv., Mus. Paris (Du Cap Delalande). — Less., Tr. d’Orn. p. 634, n. 72 (1831) (descr. nulla). — Pucher., Rev. et Mag. Zool. 1850, p. 549 (descr. princeps). — Hartl., Journ. f. Orn. 1855, p. 419. Querquedula capensis, Smith, Cat. S. Afr. Mus. (Ms.). — Eyt., Mon. Anat. p. 128 (1838). — G. R. Gr., Gen. B. III, p. 616, sp. 15 (1845). — Boc., Orn. An- gola, p. 502 (1881). — Salvad., P. Z. S. 1884, p. 174, pl. XIII. Anas assimilis, Forst. (ed. Licht.), Descr. Anim. p. 46 (1844). — Schleg., Mus. P. B. Anseres, p. 59 (1866). — Gieb., Thes. Orn. I, p. 344 (Syn. emend.) (1872). — Hartl., Vog. Madagascar, p. 364 (note) (1877). Querquedula larvata, Bp., Compt. Rend. XLIII, p. 650, sp. 99 (syn. emend.) (1856). — Boc., Jorn. Ac. Sc. Lisb. 1871, p. 278; 1872, p. 70. Capite et collo albidis, nigro punctulatis, gula immaculata; dorso summo fulvo, nigro maculato; uropygio et supracaudalibus albido- rufescentibus, nigro maculatis; pectore summo albido, nigro fascio- lato; gastraeo reliquo albido, obsolete fusco maculato, lateribus et axillaribus fusco maculatis; scapularibus remigibusque primartis griseo-fuscis, lis rufescente marginatis; tectricibus alarum fusco- griseis; speculo alari nitidissime viridi, nigro circumdato, antice, inferius et postice late albo marginato; rectricibus griseis, albo mar- ginatis; rostro rubro-violaceo, ad basin nigro,; pedibus ochraceo- fuseis; iride flava. Long. tot. circa 0",450; al. 0",200; caud. 0",080; rostri 0”,039; tarsi 0,038. 246 T. SALVADORI Quattro esemplari. a. (939) g. Lago Haddò 16 Maggio 1879 (A.). 6. (940) 2. » » » > (A). c. (941) J. > its) Si » « Iride gialla; becco rosso- violaceo (colla base nera); piedi ocracei scuri » (A.). d. (—) 9. Lago Cialalakà Dicembre 1881 « Iride brunastra; becco rosso e nero; piedi biancastri » (A.). Le femmine non differiscono sensibilmente dai maschi. « Branchetti alquanto numerosi di questa anatrella abitano il lago Haddò. Si nutre d’erbe e d’ insetti acquatici » (A.). Nessuno prima dell’ Antinori aveva trovata questa specie nel- l'Africa equatoriale Nord. Essa non è stata annoverata neppure fra gli uccelli dell’Africa orientale; si conosceva dell’Africa me- ridionale, del Damara e dell’ Africa occidentale (Mossamedes e Rio Coroca Anchieia). Questa specie non è comune, nè generalmente nota, tanto che essa non si trova annoverata dallo Sclater nella sua recente Lista degli Anatidi (P. Z. S. 1880, p. 496-536), per cui ne ho fatto argomento di una breve nota, che è stata pubblicata nei Proceedings della Società Zoologica di Londra di quest’ anno. Essa fu descritta in modo da poterla facilmente riconoscere dal Latham; buona è pure la descrizione dell’Eyton, compiutis- sima quella del Pucheran, col nome di Anas /arvata, Cuv. Pare che il nome di Anas assimilis, Forst., adoperato dallo Schlegel e dall’ Hartlaub, appartenga veramente a questa specie, sebbene dalla descrizione del Forster ciò non appaia abbastanza evidente. Bonaparte (lI. c.) riferi dubitativamente |’Anas assimelis, Forst. all’ A. guttata, Licht., col quale nome egli appella lA. sparsa, Smith. Questa specie non era stata ancora figurata, per cui nella mia nota recentemente pubblicata ho fatto figurare uno degli esem- plari dell’Antinori. Sp. 296. Querquedula crecca (Liyy.). Querquedula crecca (Linn.) — Heugl., Orn. N. 0. Afr. II, p. 1322. Sclat. P. Z. S. 1880, p. 521. Due esemplari. UCCELLI DELLO SCIOA 247 a. (1180) 7. Lago Cialalakà 13 Dicembre 1879 « Iride castagno; becco scuro; piedi cioccolatini » (A.). ‘ Maschio in muta. db. (1179) 9. Lago Cialalakà 13 Dicembre 1879 « Becco nerastro; piedi nocciola scuro » (A.). « Di passaggio nel mese di Novembre » (A.). Sp. 297. Querquedula circia (Liny.). Querquedula circia, Heugl., op. cit. p. 1320. — Sclat., P. Z. S. 1880, p. 520. a. (—) gd. Lago Cialalaka Febbraio 1882 « Iride bruna; becco e piedi scuri » (A.), Esemplare adulto. Sp. 298. Spatula elypeata (Linv.). Spatula clypeata, Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1331. — Sclat., P. Z. S. 1880, p. 523. Tre esemplari. a. (1091) y7. Lago Cialalakà 16 Novembre 1879 (A.). 6. (1160) 7. » 30 » 1870 « Iride gialla; becco scuro; piedi aranci » (A.). Esemplari in muta, che cominciano a mettere le piume verdi sulla testa. | c. (1090) 7 juv. Lago Cialalakà 16 Novembre 1870 « Becco scuro ca- stagno, piedi giallo-aranci » (A.). Esemplare indicato come femmina, ma che invece certamente é un maschio giovane in muta, che comincia a mettere le piume bianche sul petto. Sp. 299. Fuligula cristata (Leacn). EH'ulix cristata, Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1336. Euligula cristata, Blanf., Geol. and Zool. of Abyss. p. 437. — Sclat., P. Z. S. 1880, p. 524. Cinque esemplari. 248 T. SALVADORI a. (1178) 7. Lago Cialalakà 12 Dicembre 1879 « Iride gialla; becco ceruleo nero; piedi scuri » (A.). bd. (950) 7. Lago Cialalakà 26 Maggio 1879 (A.). Esemplare adulto in muta con lunghissimo ciuffo. c. (1068) 9. Lago Cialalakà 12 Novembre 1879 (A.). d. (1162) 9. » 1 Dicembre » (A). e. (946) 9. Lago Haddò 21 Maggio 1879 (A.). Femmina in muta. « Abbondante tutto Il’ anno nei laghi degli Adda Galla, ec- cettuata la stagione delle grandi pioggie; fra le anitre tuffatrici è la sola che non venga alla riva, quando il lago Cialalakà è fortemente sconvolto dal Greco-Levante » (A.). La permanenza di questa Fuligula fin nel Maggio, e secondo l’Antinori quasi tutto l’anno in una regione tanto meridionale, è un fatto molto singolare, che era già stato osservato anche dal Blanford nel lago Ashangi nell’ Abissinia. Sp. 300. Fuligula brunnea (Evr.). Anas capensis, Cuv. (nec Gm.), Mus. Paris. — Less., Tr. d’Orn. p. 632 (1831) (descr. incompleta). — Pucher., Rev. et Mag. Zool. 1850, p. 545. — Hartl., Journ. f. Orn. 1855, p. 419. — Gieb., Thes. Orn. I, p. 346 (1865) (partim). Nyroca brunnea, Eyt., Mon. Anat. p. 161, pl. 23 (1838). — G. R. Gr., Gen. B. Il, p. 621, n. 6 (1844). — Strickl. et Sclat., Contr. Orn. 1852, p. 160 (Damara). — Layard, B. South Afr. p. 355 (1857). — Ayres, Ibis, 1871, p. 266. — Boc., Jorn. Ac. Sc. Lisboa, n. XII, p. 278 (1871); XIII, p. 70 (1872). Nyroca capensis, Pucher., Rev. et Mag. Zool. 1850, p. 548. Aythia capensis, Bp., Compt. Rend. Ac. Sc. XLIII, p. 651, n. 141 (1856). — G. R. Gr., Hand-List, III, p. 86, sp. 10692 (1871). — Gurn. in Anders., B. Da- mara, p. 342 (1872). — Boc., Jorn. Ac. Sc. Lisboa, n. XVI, p. 290 (1873). — Id., Orn. Ang. p. 505 (1881). -E'uligula brunnea, Gurn., Ibis, 1864, p. 355 (Natal). EF'uligula capensis, Schleg., Mus. P. B. Anseres, p. 31 (1866). — Sclat., P. Z. S. 1880, p. 226. H'uligula nyroca, Chapm. (nec Guldenst.), Trav. in South Afr. App. p. 423 (1868). Due esemplari. a. (—) g. Lago Haddò 8 Maggio 1882 « Becco cerulescente; piedi scuri » (A.). Maschio adulto in abito perfetto, coi lati della testa di un bel castagno-porporino cupo. UCCELLI DELLO SCIOA 249 ® b. (—) 9. Lago Haddò 8 Maggio 1882 « Becco celestognolo; piedi scuri > (A.). Femmina colla gola bianchiccia, come la parte anteriore delle gote ed i lati del collo, per cui le gote sono circondate da due . fascie bianchiccie, una anteriore colla concavità posteriormente ed un'altra posteriore colla concavità anteriormente. Questa specie non era mai stata trovata al Nord dell’ Equa- tore; i luoghi più settentrionali ove era stata incontrata sono Natal sulla costa orientale dell’Africa, Mossamedes, Rio Coroca ed Humbe sulla occidentale; quindi ora che questa specie è stata trovata circa al 10° di lat. sett., l’area da essa abitata viene stra- ordinariamente estesa. Sp. 301. Erismatura maccoa (SmiT2). Oxyura Mlaccoa, Smith, Cat. S. Afr. Mus. 1837 (MS.). — Id., Ill. S. Afr. Zool., Aves, tab. 108, 109. Biziura maccao, Schleg., Mus. P. B. Anseres, p. 10 (1865). Erismatura mocoa, Sclat., P. Z. S. 1880, p. 530. Due esemplari. a. (—) d. Lago Cialalakà Gennaio 1882 « Becco cerulescente » (A.). Esemplare adulto in abito perfetto. b. (943) 9 ad. Lago Haddò 18 Maggio 1879 « Iride color terra d’ ombra scura; becco ceruleo nero; piedi ceruleo scuri » (A.). Femmina adulta; essa somiglia alquanto a quella dell’ E. /eu- cocephala, ma ne differisce per mancare affatto della tinta bruno- rossigna che si osserva sulle parti superiori e sul petto di quella. Ora per la prima volta anche la E. maccoa viene annoverata fra le specie viventi al Nord dell’ Equatore; finora si conosceva soltanto dell’Africa meridionale, e neppure si trova annoverata da Hartlaub e Finsch nella loro opera intorno agli uccelli del- l Africa orientale. Antinori scrive che « trovasi in piccol numero nei laghi Haddò ed Arsadeé » (A.). 250 T. SALVADORI Fam. Pelecanidae. Sp. 302. Pelecanus rufescens, Gu. Pelecanus rufescens, Rupp., Atlas, p. 31, tab. 21. — Sclat., P. Z. S. 1868, p. 267, pl. XXVI. — Elliot, P. Z. S. 1869, p. 583 (partim). — Sclat., P. Z. S. 1871, p. 633. —- Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1503 (1873). Pelecanus philippensis var. rufescens, Dubois, Bull. Mus. R. H. N. Belg. II. a. (1174) 9. Lago Cialalakà 9 Dicembre 1879 « Iride rosso-castagno ; becco giallo chiaro; piedi giallo incarnati » (A.). Esemplare adulto, di color bianco-grigiastro, colla regione del gozzo tinta di giallo, col groppone, sopraccoda, fianchi, ascel- lari e cuopritrici inferiori delle ali di un bel roseo, come nella figura del Ruppell. « Qualche coppia è di passaggio in Aprile e Novembre » (A.). Sp. 303. Phalacrocorax lucidus (Licst.). Phalacrocorax lugubris, Rupp., Syst. Uebers. p. 134. t. 50 (Scioa). Graculus lucidus, Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1490. Cinque esemplari. a. (846) 9. Lago Arsadé 10 Aprile 1879 « Iride verde smeraldo; becco grigio corneo; piedi neri » (A.). b. (884) 9. Lago Arsadé 16 Aprile 1879 (A.). c.(—) 9. Lago Busciofti Gennaio 1382 (A.). Tutti tre questi esemplari sono adulti, in abito perfetto, colla parte anteriore e coi lati del collo bianchi e colle parti inferiori nere lucenti. d. (1089) 7. Lago Cialalakà 15 Novembre 1879 « Iride verde; becco corneo giallastro; piedi neri » (A.). Esemplare adulto, alquanto più grande dei precedenti, in abito imperfetto, coi fianchi neri, ma col petto e coll’addome bianchi. Esso somiglia agli esemplari in abito imperfetto del Ph. carbo, tanto che non è possibile distinguerlo altro che pel colore nero alquanto bruno delle parti superiori. UCCELLI DELLO SCIOA 201 e. (1089%*) ©. Lago’ Cialalakà 15 Novembre 1879 « Becco corneo chiaro » (A.). Esemplare giovane colle parti superiori grigio-brune e colle inferiori bianchiccie, ombreggiate di bruno. « Stazionario nel lago Arsadé; questo lago circolare come il Buscioftù e l’ Haddò è il più vasto dei tre; anch’ esso è profon- dissimo e le sue acque passano per salutari al bestiame, che in gran coppia vi accorre. Le sue acque sono chiare ed i Cormo- rani sono quasi gli unici uccelli che le frequentano. Entro lo stomaco dell’ esemplare c erano avanzi di rane » (A.). Sp. 304. Microcarbo africanus (Gwu.). Graculus africanus, Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1493. Due esemplari in abito imperfetto colle parti inferiori bian- chiccie. a. (881) 7. Lago Cialalgkà 18 Aprile 1879 (A.). b. (902) J. » 24 » » «Iride rosso scuro; becco giallo scuro; piedi nerastri » (A.). « Stazionario nel lago Arsadè » (A.). Fam. Laridae. Sp. 305. Larus ridibundus, Linn. Larus ridibundus, Heugl., op. cit. p. 1404. — Saund., P. Z. S. 1880, p. 200. a. (—) @. Lago Cialalakà Febbraio 1882 « Iride castagno; becco e piedi rosso lacca » (A.). Esemplare adulto in abito quasi perfetto, colla testa bruno- nera, variegata da numerose piume bianchiccie , residuo dell’ abito invernale. Fam. Podicipidae. Sp. 306. Podiceps infuscatus, sp. nov. Podiceps cristatus, Auct. ex Afr. aequatoriali et meridionali. — Schleg., Mus. P. B. Urinatores, p. 36 (specim. Afr. merid.). — Layard, B. of South Afr. p. 373. — Blanf., Geol. and Zool. of Abyss. p. 440. — Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1357. 22 T. SALVADORI Podiceps P. cristato valde affinis, sed paullo minor, rostro paullo breviore, corpore supra obscuriore, fere nigro, lateribus ni- gricantibus, minime rufo tinctis, taeniaque alba ad marginem ex- ternum scapularium nulla, diversus. Due esemplari. a. (—) g. Lago Kilolé (Adda Galla) Maggio 1881 (A.). db. (—) 2. > > » (A,) (’). Ambedue questi esemplari sono adulti in abito perfetto, avendo le lunghe piume nere dell’ occipite e quelle pure lunghe, castagne terminate di nero, dei lati della testa e della gola. Il maschio differisce dalla femmina per avere molte piume bianche fra quelle del pileo, che sono tutte nere nella femmina; ma forse quella differenza è accidentale. Confrontati con altri esemplari adulti d’ Italia del P. cristatus, essi differiscono per le dimensioni alquanto minori, pel becco un poco più breve, per le parti superiori di colore più cupo, quasi affatto nere, per i fianchi dello stesso cdlore, senza tinta rossi- — gna, e finalmente per non avere la fascia bianca lungo il mar- gine esterno delle scapolari, non essendo visibile, senza solle- varle, il bianco delle medesime. Dopo ciò io penso che gli esemplari suddetti, e forse anche quelli dell’ Africa meridionale, possano costituire una razza di- stinta del P. cristatus. Si noti che i Podiceps dell’Africa meridionale ed equatoriale, finora attribuiti al P. cristatus, sono ivi stazionari e nidificanti (Layard, Blanford), per cui s'intende facilmente come sotto la influenza delle peculiari condizioni di esistenza di quei luoghi, sl sieno essi differenziati, formando una razza distinta. Sp. 307. Podiceps capensis, Licut. Podiceps minor capensis, Ricord, in Mus. Taur. 1842. Podiceps capensis, Licht., Nomencl. p. 104 (1854) (Sud-Africa) (descr. nulla). Tachybaptus capensis, Bp., Compt. Rend. XLII, p. 775, n. 54 (1856) (descr. nulla); XLIII, p. 646 (1856). (1) I due esemplari annoverati non sono stati catalogati dall’Antinori. UCCELLI DELLO SCIOA 203 Podiceps minor, part., Schleg., Mus. P. B. Urinatores, p. 43 (p. 46, indiv. ' Afr. austr.) (1867). — Finsch et Hartl., Vòg. O. Afr. p. 811 (1869). — Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1363 (1873). Podiceps (Tachybaptus) minor s. capensis, Cab., v. d. Deck. Reis. p. 52 (1869) (Sansibar und Mombas). & Sylbeociclus capensis, G. R. Gr., Hand-List, II, p. 94, sp. 10765 (1871). _ Podiceps P. MINORI simillimus, sed pogonio externo remigum secundariarum fere omnino albo. Cinque esemplari. a. (815) 7. Rugghiè 26 Marzo 1879 (A.). b. (816) 7. » » » » «Iride rossa; piedi scuri » (A.). Esemplari (non al tutto adulti?) col collo di color rosso-can- nella e colla gola bianca tinta di nero sui lati. c. (826) 7. Lago Cialalaki 6 Aprile 1879 « Becco gialliccio corneo; piedi verdastri » (A.). d. (907%) 7. Lago Cialalakà 29 Aprile 1879 « Becco corneo chiaro; piedi verdastri scuri » (A.). Questi due esemplari, più giovani dei precedenti, hanno il collo di color rossigno pallido. e. (315) 9. Rugghié 26 Marzo 1879 (A.). Esemplare giovane col collo bianchiccio. Tutti questi esemplari hanno le parti inferiori di un bianco sericeo, tanto i primi in abito quasi perfetto, quanto i giovani; inoltre tutti hanno sull’ ala uno specchio bianco, formato dalle remiganti secondarie, le quali quasi interamente sono bianche anche sul vessillo esterno, mentre quelle del P. minor hanno il vessillo esterno scuro e soltanto l’interno e l’apice bianco. Quella differenza è costante e fa distinguere abbastanza facilmente il P. capensis dal P. minor. Un esemplare in abito quasi perfetto del Museo di Torino ha la gola quasi nera; ignoro se nei vecchi esemplari le parti in- feriori si mantengano bianche, o se siano nereggianti come nel P. minor; il Layarde le descrive di un bianco-sericeo. Lo Schlegel, oltre al P. gularis, Gould, della Nuova Olanda ed al P. tricolor, Gr. delle Molucche, specie affatto distinte dal 254 T. SALVADORI P. minor, ha riunito a questa specie anche gli esemplari del- l’Africa meridionale. Oltre al Lichtenstein ed al Bonaparte, sol- tanto il Cabanis ha considerato come distinto il P. capensis. Si noti tuttavia che nel Museo di Torino si conserva un esemplare (Cat. n. 4185) avuto dal Ricord nel 1842 col nome di P. minor capensis, per cui altri prima del Lichtenstein deve aver distinto il P. capensis. APPENDICE PRIMA SPECIE DI UCCELLI DELLO SCIOA TROVATE DAL RUPPELL E DALL’ HARRIS O MENZIONATE DA ALTRI, MA NON RACCOLTE DALL’ ANTINORI Sp. 1. Gyps ruppelli (Brenw). Vultur fulvus, Harris (nec Gm.), Highl. Aeth. JI, p. 416 (Scioa) (1844). Gyps ruppelli, Sharpe, Cat. B. I, p. 9 (Scioa, Harris). — Gurn., Ibis, 1875, p. 90. Sp. 2. Neophron percnopterus (Liny.). Cathartes percnopterus, Harris, op. cit. II, p. 416 (1844) (Scioa). Neophron percnopterus, Sharpe, Cat. B. I, p. 17 (1874) (Angollala, Scioa, Harris). « Meno frequente dell’ Otogyps auricularis e del Gyps rippelli e sempre solitario » (Harris). Sp. 3. Lophoaetus occipitalis (Daup.). Morphnus occipitalis, Harris, op. cit. p. 415 (Scioa). . Sp. 4. Hypotriorchis concolor (Temm.). * E'alco concolor, Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 31. — Sharpe, Cat. B. I,'p. 405 (Efat, Harris). Hypotriorchis concolor, Gurn., Ibis, 1882, p. 158. UCCELLI DELLO SCIOA 255 Sp. 5. Otus capensis, Surra. Otus (sp.), Harris, op. cit. II, p. 415 (1844). Otus capensis, Rupp., Syst. Ueb. p. 9 (Scioa, Harris). — Finsch et Hartl., Vòg. O. Afr. p 111 (nota) (1869). — Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 109. Asio capensis, Sharpe, Cat. B. II, p. 239 (1875). Scrive il Ruppell: « In una collezione di uccelli abissini, rac- colti dal noto Maggiore Harris nello Scioa, io ho visto un Otus dai ciuffi auricolari brevi, che non aveva incontrato, e che sembra identico coll’ Otus capensis, Smith, del quale si trova una buona figura nella Tav. 67 dell’opera dello Smith ». L’ Harris aveva diffatti menzionato un Otus della pianura. Disgraziatamente l'esemplare raccolto dall’ Harris non si trova più nel Museo Britannico, giacchè non è annoverato dallo Sharpe, e quindi non sappiamo a quale specie esso veramente apparte- nesse. Finsch ed Hartlaub hanno supposto che dovesse riferirsi all’ Otus abyssinicus, Guér. La difficoltà di risolvere il dubbio viene accresciuta dalla circostanza che il Rùppell, dopo averlo colle parole citate riferito all’ Otus capensis, Smith, a pag. 12 della stessa opera, ove si trova la lista degli Strigidi dell’Africa orientale-settentrionale, non annovera più lO. capensis, ma sib- bene, come proveniente dallo Scioa, il Bubo capensis, Daud., ci- tando la Tav. 70 dell’ opera dello Smith. Non è improbabile che il Ruppell dovesse annoverare ambedue le specie, giacchè nell’Harris si trova menzionata, oltre all’ Otus del piano, anche una Strix bubo molto comune nelle regioni elevate, che molto probabilmente è da riferire, anzichè al Bubo capensis, al Bubo cinerascens, Guér., che l’Antinori ha trovato nello Scioa. Sp. 6. Paeocephalus meyeri (RirP.). Psittacus Meyeri, G. R. Gr., List Spec. B. Brit. Mus. Psittacidae, p. 70 (Scioa) (1859). e Poicephalus Meyeri, G. R. Gr., Hand-List, II, p. 161, n. 8284 (Scioa) (1870). Il Gray annovera un esemplare di questa specie, proveniente dallo Scioa, ma il Finsch (Die Papag. II, p. 498) dice di essere 256 T. SALVADORI stato assicurato dall’ Heuglin che quella indicazione è erronea; ma l’asserzione dell’Heuglin non mi sembra abbastanza fondata, mentre il P. meyert ha una grande diffusione. x Sp. 7. Pogonorhynehus bidentatus (SHAW). JLaimodon laevirostris (Leach). — Rupp., Syst. Ueb. p. 95, n. 340 (Scioa) (1845). « Comune nello Scioa » (Ruppell). Io dubito che I’ asserzione del Rippell non sia esatta, ché al- trimenti |’ Antinori avrebbe raccolto questa specie. Sp. 8. Thripias schoensis (RiPP.). Picus (Dendrobates) schoensis, Riipp., Mus. Senkenb. III, p. 124 (1842) (Scioa). Dendrobates schoensis, Rupp., Syst. Ueb. p. 88, Taf. 33 (1845). Mesopicus schoensis, Hargitt, Ibis, 1883, p. 410. Questa specie deve essere rara nello Scioa, giacchè l’Antinori scrive di averla cercata espressamente, ma senza successo. Sp. 9. Iynx aequatorialis, Rip. Iynx aequatorialis, Ripp., Syst. Ueb. p. 93, Taf. 37 (1845) (Scioa). Sp. 10. Turacus leucolophus (Hrust.). Corythaix leucolopha, Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 703, Taf. XXIV. L’Antinori nella nota riferita trattando della Schizorhis perso- nata, p.99 (antea), dice di aver visto due individui del 7. lew- colophus, che erano insieme a quattro di quella specie. Sp. 11. Rhinopomastus minor (RirP.). Promerops minor, Ripp., Syst. Ueb. p. 25, 28, n. 105 (1845) (Scioa). Epimachus minor, Ripp., ibid. Taf. 8. Irrisor minor, Heugl., op. cit. p. 218. Sp. 12. Merops bullockii, Vir. Merops Bullockii, Harris, op. cit. II, p. 413 (Scioa). UCCELLI DELLO SCIOA 257 Sp. 13. Eurystomus afer (Lars). Coracias afra, Harris, op. cit. II, p. 415 (Scioa). Sp. 14. Cypselus, sp.? Cypselus apus, Harris, op. cit. II, p. 415 (Scioa). Sp. 15. Eurocephalus ruppelli, Bp. Eurocephalus anguitimens, Ripp. (nec Smith), Syst. Ueb. p. 53, 62, n. 234, Taf. 27 (1845) (Scioa). Eurocephalus Riùppelli, Heugl., op. cit. p. 487. — Sharpe, Cat. B. II, p. 280 (Scioa, Harris). Sp. 16. Argya rubiginosa (Ripp.). Crateropus rubiginosus, Riipp., Syst. Ueb. p. 47, Taf. 19 (1845) (Scioa). Argya rubiginosa, Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 390 (1869). — Sharpe, Cat. B. VII, p. 391 (1883). Sp. 17. Hyphantornis intermedia (RirP.). Ploceus intermedius, Rupp., Syst. Ueb. p. 71, 76, n. 265 (1845) (Scioa, Harris). Hiyphantornis intermedia, Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 450, Tab. XVIII, fig. a (1869). Il Ruppell descrisse questa specie sopra esemplari raccolti dal- l’ Harris nello Scioa e deposti nel Museo Britannico. L’ Heuglin la dice somigliante alla H. mariquensis ed alla H. larvata. Sp. 18. Rrhinocorax affinis (Ripr.). Corvus affinis, Rupp., Neue Wirbelth. p. 20, Taf. 10, f. 2 (1835). Ehinocorax affinis, Sharpe, Cat. B. III, p. 46 (1877) (Scioa, Harris). Sp. 19. Pterocles gutturalis, Smits. Pterocles gutturalis, Smith, Ill. S. Afr. Zool. Birds, Tab. 3 et 31. — Rupp., Syst. Ueb. p. 106, n. 388 (Scioa). — Heugl., op. cit. p. 862. — Elliot, P. Z. S. 1878, p. 241. © Pterocles arenarius, Harris (nec Pall.), op. cit. p. 416 (Scioa). Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (6 Settembre 1884) Jr 258 T. SALVADORI Sp. 20. Choriotis arabs (Linx.). Otis arabs, Harris, op. cit. II, p. 417 (Scioa). Sp. 21. Otis senegalensis, Vieni. Otis rhaad, Rupp. (nec Shaw 2), Syst. Ueb. p. 110, n. 393 (1845) (Scioa). Otis senegalensis, Vieill. — Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 957 (1873). 2? Wato, Harris, op. cit. II, p. 417 (Scioa). Vive sui limiti del deserto (Harris). « Molto comune nello Scioa » (Ruppell). / | Anche di questa specie l’Antinori non ha inviato alcun esem- plare. Sp. 22. Cursorius gallicus (Gm)? Tachydromus isabellinus, Harris, op. cit. II, p. 417 (Scioa). « Abita nelle pianure di Efat » (Harris). Non è improbabile che la specie chiamata dall’ Harris 7. isa bellinus fosse il Cursorius senegalensis. Sp. 23. Numenius sp. Gaga, Harris, op. cit. II, p. 417 (Scioa). « Presso Ankober » (Harris). Sp. 24. Grus carunculata (Gm.). Grus carunculata, Riipp., Syst. Ueb. p. 120, n. 420 (1845) (Scioa). « Individui solitari nello Scioa » (Riippell). Sp. 25, Mycteria senegalensis, SHw. Ardea ephippiorhyncha, Harris, op. cit. II, p. 417 (Scioa). UCCELLI DELLO SCIOA 259 APPENDICE SECONDA UCCELLI RACCOLTI OD OSSERVATI DALL’ ANTINORI IN ZEILA (NEL GOLFO DI ADEN) E DURANTE IL TRAGITTO DA ZEILA AI CONFINI DELLO SCIOA (12 maAGGIO - 20 Agosto 1876) Si veda l'itinerario di questo viaggio nelle Memorie della So- cietà Geografica Italiana, Vol. 1, Tavola (1878), negli Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, XV, Tavola (1879-80) e nelle Mem. della Soc. Geogr. Ital., Vol. II, Tavola (1880). Ho compilato il seguente Catalogo servendomi di alcune note manoscritte e della Relazione del Marchese Antinori alla Presi- denza della Società Geografica ed al Comitato esecutivo per la Spedizione Italiana nell’ Africa equatoriale, pubblicata nelle Me- morie della Società Geografica Italiana, Vol. I (1878), ove a pag. 133-185 sono registrate le osservazioni relative agli uccelli in- contrati durante il viaggio da Zeila ai confini dello Scioa. Alcuni degli uccelli furono raccolti e sono registrati in un taccuino dell’Antinori coi numeri 1-30, ma siccome due anda- rono perduti per viaggio ed un numero è duplicato, si hanno 29 esemplari appartenenti a 19 specie, delle quali 11 non furono più trovate nello Scioa. Tra queste sono da menzionare special- mente il Caprimulgus tamaricis, il Rhodophoneus cruentatus, il Lanius Antinori, la Plerocles guituralis ed il Cursorius bicinctus, che sono specie caratteristiche dei luoghi bassi, aridi e sabbiosi. Sp. . Gyps fulvus (Gw.). Gyps fulvus, Antin., Mem. Soc. Geogr. Ital. I, p. 184. « Cominciando da Addagalla accorreva numeroso sopra i ca- daveri dei cammelli che crepavano per via » (A.). 260 T. SALVADORI Sp. 2: Gyps ruppelli (Brexym). Gyps Ruppelli, Antin., l. c. p. 184. « Il Gyps ruppelli, che addivenne molto più comune in se- guito, spesso lo vedemmo in Addagalla mescolato alla specie precedente » (A.). Sp. 3. Pseudogyps africanus (SaLvap.). Vultur leuconotus, Antin., |. c. p. 184. « Raro ed avventizio ... lo uccisi senza poterlo conservare » (A.). Sp. 4. Neophron percnopterus (Linn) Neophron percnopterus, Antin., l. c. p. 184. « Comunissimo lungo la zona littoranea, e persino entro le città della costa. Comparisce anche in Addagalla » (A.). Sp. 5. Neophron monachus (Temm.). Neophron pileatus, Antin., l. c. p. 184. Come il precedente. Sp. 6. Lophoaetus occipitalis (Daup.). Spizaetus occipitalis, Antin., l. c. p. 185 (Rugdeja-Sogheira). Sp. 7. Pterolestes augur (Ripp.)? Buteo sp., Antin., l. c. p. 183. a. (11) Q juv. Ghidgherasale (Somali Isa) 24 Giugno 1876 « Iride scura; becco corneo chiaro; piedi gialli » (A.). « Unico individuo da me veduto fin qui; lo uccisi sopra un albero lungo un torrente, entro le cui verdure era piuttosto nu- meroso il Francolinus rubricollis » (A.). Esemplare giovane, già descritto a pag. 52 (antea). UCCELLI DELLO SCIOA 261 Sp. 8. Elanus caeruleus (Dzsr.). Elanus melanopterus, Antin., op. cit. p. 184 (Ili). Due esemplari. a. (17) juv. Ili (Somali Isa) 13 Luglio 1876 (4.). b. (18) » >» a LE SICH Questi due esemplari sono simili fra loro e somigliano alla figura che del giovane di questa specie ha dato il Dresser, Birds of Europe. Il secondo esemplare è un poco più grande del primo; ambedue sembrano sortiti dal nido da poco tempo. « Questi due individui uccisi in Ili, paese dei Somali Isa, erano soli. Solevano posarsi sulle cime di alcuni alberi in riva ad un'acqua ricca di batraci. Trovai nei loro stomachi gli avanzi delle rane divorate » (A.). Sp. 9. Melierax polyzonus (Ripr.). Melierax polyzonus, Antin., l. c. p. 185 (Rugdeja-Sogheira). Sp. 10. Scelospizias sphenurus (Ripp.). Nel bosco di Addagalla (Note Ms.). Sp. 11. Bubo cinerascens, Guir. Bubo cinerascens, Antin., l. c. p. 184. « Lo uccisi nella foresta di Addagalla » (A.). Sp. 12. Paeocephalus rufiventris (Ripp.). Pionias rufiventris, Antin., l. c. p. 185. a. (26) 7. Amesa (Somali Isa) 8 Agosto 1876 e Iride giallo-arancio; becco scuro corneo; piedi grigi » (A.). « Pochi individui di questa specie mi è stato dato di vedere; 262 T. SALVADORI i primi li osservai in Coricatti. Sono diffidenti e stanno nella parte più folta degli alberi, dai quali si vedono partire a due, o quattro, mandando un fischio acutissimo » (A.). Sp. 13. Pogonorhynchus abyssinicus (Lats). « Ne uccisi un bell’ esemplare lungo il Torrente Coricatti » (A.). Sp. 14. Trachyphonus margaritatus, Crerzscum. Bucco margaritatus, Antin., l. c. p. 183. « In Aduali lungo il torrente, ed in Addagalla » (A.). Sp. 15. Toekus erythrorhynchus (Temm.). Toccus erythrorhynchus, Antin., l. c. p. 184. « Nella Foresta di Addagalla » (A.). Sp. 16. Tockus flavirostris, Rupp. Toccus flavirostris, Antin., l. c. p. 184 (1878). Due esemplari. a. (13) 7 juv. Addagalla (Somali) 12 Luglio 1876 « Iride rossastra; becco giallo; piedi scuro neri (A.). b. (14) 9 juv. Addagalla 12 Luglio 1876 (A.). Ambedue questi esemplari sembrano giovani e differiscono da quelli dello Scioa precedentemente annoverati (p. 104) per avere il bianco delle parti inferiori tinto lievemente di rugginoso, le macchie bianche sulle cuopritrici delle ali più allungate, meno tondeggianti e non circondate e marginate di nero inferiormente; la pelle nuda sui lati della gola è chiara, il becco come quello della femmina adulta di Micurro, ma un poco più piccolo. « Incontrato a coppie isolate entro il magnifico bosco di Adda- galla » (A.). UCCELLI DEILO SCIOA 263 Sp. 17. Rhinopomastus minor (Ripp.). Irrisor minor, Antin., l. c. p. 184. a. (16) 7. Addagalla 9 Luglio 1876 « Iride fosca; becco giallo; piedi nerastri » (A.). Esemplare in abito imperfetto, colle parti inferiori di color nero senza lucentezza; la gola volge alquanto al bruno. L’Antinori fa notare che il becco è di color giallo e non rosso, come è indicato dal Ruppell e dall’ Heuglin; ma io dubito che Antinori abbia indicato il colore del becco dopo il disseccamento. Sp. 18. Merops albicollis, Vizi. Mlerops albicollis, Antin., |. c. p. 185. a. (10) — Tokoscia (Golfo di Zeila) 29 Maggio 1876 « Iride rossa; becco nero; piedi scuri » (A.). Ha il becco notevolmente più corto dei due esemplari di Ambo- Karra. « Comunissimo da Zeila fino a Rugdeja-Sogheira, special- mente lungo le ripe dei torrenti, nelle quali pratica fori per farsi il nido » (A.). Sp. 19. Merops nubicus, Gm. Merops nubicus, Antin., l. c. p. 185 (Rugdeja-Sogheira). « Prende il posto del Merops albicollis » (A.). Sp. 20. Haleyon semicaerulea (Forsx.). Dacelo semicaerulea, Antin., l. c. p. 183. « Lungo i torrenti » (A.). Sp. 21. Haleyon chelicuti (StANL.). « Comune lungo il Torrente di Coricatti. Ha un grido clamo- roso, molto diverso da quello dei suoi congeneri » (A. Note MUs.). 264 T. SALVADORI Sp. 22. Caprimulgus tamaricis, TRISTR. Caprimulgus poliocephalus, Heugl. (nec Rupp.), Ibis, 1859, p. 339 (Ta- djura). — Id., Faun. Roth. Meer, Nr. 29 (Peterm. geogr. Mitth. 1861, p. 20). Caprimulgus sp., Tristr., Ibis, 1862, p. 278 (Jordan). Caprimulgus tamaricis, Tristr., P. Z. S. 1864, p. 170 (Palestina). — Id., Ibis, 1866, p. 75, pl. 2. — Hartl. et Finsch, Vòg. Ost. Afr. p. 125 (1870). — Heugl., Orn. N. O. Afr. I, p. 132 (1869-74). — Gieb., Thes. Orn. I, p. 575 (1872). — Tristr., Fauna and Flora of Palest. p. 85, pl. XII (1884). Caprimulgus mentalis, Heugl., Ms. Due esemplari. a. (20%) 9? Coricatti 5 Agosto 1876 (A.). b. (21) 9? » 4 » » «Iride scura; becco nerastro; piedi carnicini » (A.). Ambedue questi esemplari, probabilmente femmine, mancano delle macchie bianche all’ apice delle timoniere esterne, ma pel resto somigliano alle figure del C. tamaricis date dal Tristram e ad un esemplare maschio (?) conservato nel Museo di Torino; questo somiglia in tutto alle figure citate. « Frequente lungo il torrente di Coricatti, ove fra 1 tama- rischi lo trovai unito al Caprimulgus inornatus. In questa località erano comuni l'Ha/cyon semicaerulea e | H. chelicutensis. Le Mi- mose lungo il torrente erano popolate di Merops albicollis in abito di gioventù. Nei terreni circostanti rivestiti di verdura v’ era coppia grande di Francolini (Fr. rubricollis) e di Galline di Faraone; vi uccisi pure un Lobivanellus senegalensis ed un bell’ esemplare del Pogonorhynchus abyssinicus » (A. Note Ms.). Sp. 23. Caprimulgus nubicus, Licar.? Citato dall’ Antinori nelle sue note manoscritte fra le specie incontrate fra Tokoscia ed Addagalla. Sp. 24. Caprimulgus inornatus, Heve. L’ Antinori nelle Note manoscritte dice: « Raccolsi in Coricatti un esemplare (Cat. n. 20), che mi andò perduto nel muovere il campo » (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 265 Sp. 25. Cotyle obsoleta, Cas. Cotyle obsoleta, Antin., 1. c. p. 183. « Fra le rupi tagliate a picco » (A.). Sp. 26. Terpsiphone cristata (Liny.). Terpsiphone melanogastra, Antin., |. c. p. 185 (Rugdeja-Sogheira). Sp. 27. Batis orientalis, Hevet. « Tra Tokoscia ed Addagalla, nei luoghi ricchi di alberi e di arbusti » (A.). Sp. 28. Rhodophoneus cruentus (H. et E.). Laniarius cruentus, H. et F., Vog. O. Afr. p. 354. — Gadow, Cat. B. VIII, p. 152. Dryoscopus cruentatus, Heugl., op. cit. p. 462. Laniarius cruentatus, Antin., l. c. p. 183. a. (12) 7. Addagalla 8 Luglio 1876 « Iride castagno; becco corneo; piedi celestognoli » (A.). Esemplare adulto con la parte anteriore del collo e media del petto di un bel roseo-sanguigno; fra le piume di questo colore sul collo se ne scorge una nera! Pileo tinto di roseo; groppone di color roseo-sanguigno. « Verificato il sesso. S' incontra, ma raro ed a coppie, nelle parti del paese degli Isa Somali, solitarie, sabbiose e scarsamente vestite di mimose » (A.). Sp. 29. Lanius antinorii, Satvap. ? Lanius (Fiscus) dorsalis, Cab., Journ. f. Orn. 1878, p. 205 (April 2); 225 (Juli). — Schal., Journ. f. Orn. 1879, p. 213. Lanius antinorii, Salvad., Ann. Mus. Civ. Gen. XII, p. 316 (25 Maggio 1878). — Ibis, 1878, p. 479. — Salvad., Ibis, 1879, p. 104. — Schal., Journ. f. Orn. 1879, p. 213. — Gadow, Cat. B. VIII, p. 255 (1883). 2 Lanius dorsalis, Oust., Not. Ois. Comalis, p. 10 (1882). — Salvad., Ibis, 1884, p. 324. a. (27) — Afmù (Danakil) 16 Agosto 1876 « Iride scura; becco nero; piedi scuri cornei » (A.). 266 T. SALVADORI Tipo del Lanius antinori, Salvad. Esemplare adulto, colla coda incompiutamente sviluppata. Aggiungo una descrizione più compiuta di quella originale: Pileo. capitis collique lateribus cerviceque nigris; dorso cinereo; scapularibus, uropygio et supracaudalibus albis; corpore subtus omnino albo; alis nigris; margine carpali, remigum primariarum dimidio basali et apice secundariarum albis; cauda nigra, rectri- cibus duabus exlimis, scapo nigro excepto, albis, reliquis (duabus medits exceplis) macula ‘ apicali alba ornatis; rostro et pedibus nigris; iride fusca. Long. tot. circa 0™,220; al. 0™,105; caud. circa 0™,100; ro- stri 0™,017; tarsi 0™,028. ; « Poco frequente; l’unico esemplare raccolto fu ucciso nella Valle di Afmù, territorio degli Adal » (A.). Io manifestai il dubbio che questa specie fosse identica col L. dorsalis, Cab.; lo Schalow ha affermato la identità in modo assoluto; ma ciò non mi sembra fuori di ogni dubbio, giacché il Cabanis menziona una macchia nera verso il mezzo del ves- sillo interno della 1.2 timoniera, ed inoltre egli descrive la 2.2 e 3.4 timoniera coll’ apice bianco, mentre nel tipo del L. anti- nora le due timoniere esterne sono bianche, tranne lo stelo nella parte mediana nero, e le timoniere 3.*, 4.* e 5.* (le due mediane mancano) hanno tutte gli apici bianchi, decrescenti dalla 3.2 verso la 5.2 Desiderando di risolvere la quistione ho inviato al Reichenow l'esemplare suddetto, ed egli mi scrive che esso differisce dal tipo del Lanius dorsalis, Cab. pei seguenti rispetti: 1. Le remiganti del L. dorsalis mancano degli apici bianchi; soltanto la prima remigante secondaria presenta un sottile mar- gine bianco. 2. Lo specchio bianco è più piccolo. 3. L'ultima remigante primaria è per l'estensione di 22 mm. nera all’ apice; la seconda remigante primaria ha la parte api- cale nera estesa per 38 mm., mentre nel L. antinorii quella parte è estesa 30 mm. 4. Inoltre vi è molto meno bianco nella coda del L. dorsalis; UCCELLI: DELLO SCIOA 267 la timoniera esterna ha bianca soltanto la base ed il vessillo esterno verso |’ apice per 15 mm., la seconda è nera, tranne la base ed un breve tratto dell’apice; le quattro timoniere mediane non hanno traccia di bianco. Dopo ciò, conclude il Reichenow, sembra che il L. antinorii sia una specie diversa dal Z. dorsalis, ma è anche possibile che il primo sia un individuo vecchio di parecchi anni, ed il secondo un giovane di un anno della stessa specie. La quale cosa non potrà essere decisa fino a che non si avrà una serie d' individui, che mostrino il graduale passaggio dal- l'abito del Z. dorsalis a quello del L. antinoriz. E singolare che il Gadow (op. cit.) non faccia alcuna men- zione del Lanius dorsalis, Cab., sebbene descritto fin dal 1878, e sebbene lo Schalow ed io stesso abbiamo trattato della sua possibile identità col L. antinori. L’ Oustalet recentemente (1. c.) ha riferito al L. dorsalis due esemplari raccolti nel paese dei Somali, confinante a settentrione con quello ove l’Antinori ha raccolto il tipo del L. antinori, per cui qualora questo fosse identico col L. dorsalis, questa specie si estenderebbe in un’ area che comprende il paese dei Danakil ed il paese dei Somali (Revoil) a Nord dell’ Equatore e Taita (Hildebrandt) a Sud dell’ Equatore. Sp. 30. Burocephalus rippelli, Br. a. (24) 9. Jerarudda (Somali Isa) 1 Agosto 1876 « Iride castagno; piedi color piombaggine » (A.). « Questo uccello era mescolato col Textor dinemelli. Vive in famiglie; i branchi di 6, 8, 12 e 20 individui scendono dagli al- beri sul terreno, ove si trattengono lungamente in cerca di co- leotteri » (A. Note Ms.). Questa specie differisce dall’ E. anguitimens (Smith) dell’ Africa meridionale ed occidentale pel sopraccoda bianco e per le di- mensioni minori. 268 T. SALVADORI Sp. 31. Nectarinia pulchella (Liny.). Nectarinia pulchella, Antin., l. c. p. 154. « In Aduali lungo il torrente; osservata anche nelle vicinanze di Zeila » (A.). Sp. 32. Pycnonotus arsinoe (Licur.). Citato dall’ Antinori nelle sue note manoscritte fra le specie osservate fra Tokoscia ed Addagalla, ma nei luoghi « ove eravi ricchezza di alberi e di arbusti » (A.). Sp. 33. Pycnonotus xanthopy£g£ us (H. et E.). Pycnonotus xanthopygius, Antin., l. c. p. 183. « Lungo i torrenti » (A.). Sp. 34. Burnesia gracilis, Crerzscum. Osservata dall’ Antinori fra Tokoscia ed Addagalla (Note Ms.). Sp. 35. Drymoeca sp. L’ Antinori nelle note Ms. menziona una Drymoeca frequente nella foresta di Addagalla, che egli descrive nel modo seguente: Parva, supra cinereo-rufescens; subtus albo-jalina; fronte rufa, genis et femoribus rufescentibuss rectricibus nigris albo terminats, duabus mediis exceptis, iride castanea; palpebris rubris, pedibus incarnatis. Sp. 36. Pinarochroa sordida (Ripr.), « Trovata tra Tokoscia ed Addagalla nei luoghi ingombri da massi e pietre vulcaniche » (A. Vote Ms.). UCCELLI DELLO SCIOA 269 Sp. 37. Saxicola deserti, Termm. Saxicola deserti, Antin., l. c. p. 183. « Nei luoghi aperti, sassosi e privi di piante s'incontra con qualche frequenza » (A.). Sp. 38. Certhilauda desertorum (STant.). Certhilauda desertorum, Antin., l. c. p. 183. « Fra le sabbie, ma isolata » (A.). Sp. 39. Pyrrhulauda melanauchen (Cas.). Pyrrhulauda melanauchen, Antin., l. c. p. 183. « Fra le sabbie a piccoli branchi di 4 a 6 » (A.). Sp. 40. Crithagra sp. Crithagra sp., Antin., l. c. p. 184. Dice |’Antinori: « nella Foresta di Addagalla incontrai una Crithagra interamente giallo-paglia, la quale, sebbene posata sopra un ramoscello di zizifo a me prossimo, non potei uccidere, nè riconoscere » (A.). Sp. 41. Steganura verreauxii (Cass.) Vidua paradisea orientalis, Heugl., op. cit. p. 583. Steganura Verreauxi, Antin., l. c. p. 184. a. (15) 7. Addagalla (Somali Isa) 8 Luglio 1876 « Iride scura; becco nero; piedi nerastri » (A.). «Incontrata nel parco di Addagalla, ma è poco numerosa » (A.). Sp. 42. Vidua erythrorhyncha, Sw. Vidua erythrorhyncha, Antin., l. c. p. 185 (Rugdeja-Sogheira). Sp. 43. Hyphantornis vitellina (Licar.). « Nella Foresta di Addagalla » (A. Note Ms.). 270 T. SALVADORI Sp. 44. Hyphantornis galbula (Ripr.). Hyphantornis galbula, Antin., l. c. p. 184. « Nella Foresta di Addagalla » (A.). Sp. 45. Textor dienemelli, Horsr. Textor dienemelli, Antin., |. c. p. 185. a. (23) Y. Jerarudda (Somali Isa) 1 Agosto 1876 « Iride castagno; becco nero corneo; piedi plumbei scuri » (A.). « Questo uccello presso Jerarudda era associato coll’ Huroce- phalus Rippelli; esso aveva in costruzione sopra le mimose, e pendenti da esse, numerosi nidi sferici, intessuti di graminacee, i cui steli sporgevano in fuori, come le spine degli Echini; l’a- pertura dei nidi è inferiore e sferica; notai che vivendo in fa- miglia sì gli uni che gli altri, 1 branchi di 6, 8, 12 e 20 indi- vidui scendevano a terra e vi sì trattenevano in cerca di coleot- teri. Insieme ai suddetti uccelli vi erano branchi numerosi di Lamprocolius chalybaeus » (A.). Sp. 46. Buphaga erythrorhyncha, STAN. Buphaga erythrorhyncha, Antin., l. c. p. 184. Nella Foresta di Addagalla « sugli alberi volavano numerosi branchi di bufaghe » (A4.). Sp. 47. Lamprotornis purpuroptera (RirP.). Lamprotornis purpuroptera, Antin., l. c. p. 185 (Rugdeja-Sogheira). Sp. 48. Lamprocolius chalybaeus (Ezz.). Lamprocolius chalybaeus, Antin., l. c. p. 185 (Jerarudda). Sp. 49. Notauges superbus (RépP.). Lamprocolius superbus, Antin., l. c. p. 185. Due esemplari. UCCELLI DELLO SCIOA 271 a. (29) 7. Jerarudda 1 Agosto 1876 (A.). db. (30) J. Lie » > « Iride bianca; becco nero; piedi nerastri » (A.). « Erano mescolati col Lamprocolius chalybaeus » (A.). Sp. 50. Corvus umbrinus, Hepens. L'Antinori nelle sue note manoscritte menziona questa specie fra quelle più frequentemente osservate tra Tokoscia ed Adda- galla; egli dice che ivi era comunissima. Sp. 51. Turtur senegalensis (Linn.). Turtur senegalensis, Antin., 1. c. p. 183. Sp. 52. Turtur semitorquatus (Ripp.). « Nel bosco di Addagalla » (A. Note Ms.). Sp. 53. Turtur sp. Streptopelia albiventris « Gray », Antin., l. c. p. 183. L’Antinori dice che la Streptopelia albiventris ed il Turtur se- negalensis erano estremamente abbondanti presso Aduali lungo il torrente; ma egli non ha raccolto alcun esemplare della Str. albiventris, e quindi è difficile dire se gli esemplari osservati ap- partenessero veramente a questa specie; nelle note manoscritte egli li riferisce al T. semitorquatus. Sp. 54. Pterocles exustus, Temum. Pterocles exustus, Antin., l. c. p. 183. Scrive |’ Antinori: « La zona littoranea, la quale io considero estendersi fino ai crateri vulcanici di Ghidgherasale, Midgan e Lusocormuni, può chiamarsi la terra delle pernici del deserto e delle tortorelle..... È incredibile il numero prodigioso di questi 272 T. SALVADORI uccelli che trovansi riuniti sulle rive di un ruscello allorchè nelle ore mattutine sono ivi a dissetarsi. Le Ganga si annunziano da lungi col loro grido e quando sono per giungere all’ acqua, an- corchè sia occupata da armenti di buoi o di montoni, vi discen- dono con un aleggiare così violento e turbinoso da spaventarli; le sabbie e le pietre che costituiscono le sponde, vengono let- teralmente coperte dai corpi di questi volatili, tanto accostati gli uni agli altri che con un solo colpo se ne possono uccidere pa- recchie diecine » (A.). Sp. 55. Pterocles gutturalis, Smits. a. (28) 7. Garsa (Adal) 20 Agosto 1876 « Iride castagno ; becco e piedi plumbei » (A.). Esemplare adulto. « In Garsa, nel territorio degli Adal, il 20 Agosto, passarono alcune coppie di questa specie sopra la nostra carovana; essa, in questa latitudine, sostituisce il Pf. exustus » (A. Note Ms.). Sp. 56. Numida ptilorhyncha, Ripp. Numida ptilorhyncha, Antin., l. c. p. 184. « Nella Foresta di Addagalla , ricca di una vegetazione tro- picale, foresta che il Martini paragonava ad un magnifico parco inglese, ne incontrammo per la prima volta branchi numerosi » (A. Note Ms.). Sp. 57. Francolinus rubricollis (Gm). EF'rancolinus rubricollis, Antin., l. c: p. 183. « Vive in coppie lungo il letto dei torrenti ombreggiati. Co- munissimo nel bosco di Addagalla » (A.). Sp. 58. Francolinus schoanus, Hevat, E'rancolinus pileatus? Antin., l. c, p. 185. a. (25) 9? Ambu (Somali Isa) 6 Agosto 1876 (A.). UCCELLI DELLO SCIOA 273 « Incontrai per la prima volta questo Francolino in Ambù il 7 Agosto e ne uceisi una coppia. Lo trovai in basso dei colli, fra le folte verdure e i cespugli che contornano la valle occupata dalle gramigne; il suo grido si accosta a quello del Fr. riippelli (an clappertoni?). Esso sostituisce il Francolinus rubricollis, il quale apparisce non risalire più oltre » (A.). Sp. 59. Choriotis arabs (Liny.). È Otis arabs, Antin., l. c. p. 183. « Tra le gramigne e gli arbusti della Salvadora persica, sempre in pianura e non frequente » (A.). Sp. 60. Cursorius bicinetus, Ten. Cursorius bicinctus, Antin., op. cit. p. 184. a. (20) 7. Deserto dei Somali Isa Luglio 1876 « Iride scura; becco corneo chiaro; piedi biancastri » (A.). Pineto pollice 0a cod 2 libecco (00: Farsound OMT Non sono certo se l’ esemplare menzionato appartenga vera- mente al C. bicinctus od al C. bisignatus, Hartl. Per le dimensioni corrisponde meglio al secondo, tranne che nella lunghezza totale che |’ Hartlaub dice di poll. 63/,. Ecco le dimensioni del C. bicinctus e del C. bisignatus confron- tate con quelle dell’ esemplare sopraindicato : L. tot. ala coda hecco tarso Ci bicinetus 5// QB! 4/11 PI QML 6 6/” Qi a gii C. bisignatus GU 5‘ 1” 10” BA AG Esemplare (07 DAY Vili 6/” 5“ Qu 17°" 6/7 1” gg” « Vive solitario in mezzo alle sabbie del deserto (fra Uarof e Tul-Harré); è diffidente e difficile ad uccidersi; raramente si decide a prendere il volo; ma vi sparisce d’ innanzi colla velo- cità del suo corso. Lo uccisi in Arué » (A.). Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (9 Settembre 1884) 18 274 T. SALVADORI Sp. 61. Dromas ardeola, Payx. Dromas ardeola, Heugl., op. cit. p. 1043. Quattro esemplari adulti. a. (3) g'. Zeila 17 Maggio 1876 (A.). OAV AS) os » DIRCI): BO are. eo > » « Iride castagno scuro » (A.). d. (9) 2. >» 2 Giugno » « Iride bruno scuro; becco nero; piedi celestognoli » (A.). « Si nutre di piccole conchiglie e di vermi, frequenta in pic- coli branchi od isolata le rive del mare e le sabbie umide che lasciano le maree. Comune in Zeila » (A.). Sp. 62. Oedicnemus senegalensis, Sw.? L’Antinori nelle note manoscritte chiama col nome di Oe. af- finis la specie incontrata fra Tokoscia ed Addagalla, ma è pro- babile che si tratti invece dell’ Oe. senegalensis, alla quale specie appartengono i quattro esemplari raccolti nello Scioa e prece- dentemente menzionati, i quali dall’Antinori furono pure riferiti all’ Oe. affinis. Sp. 63. Lobivanellus senegalensis (Liny.). « Lo uccisi lungo il Torrente Coricatti » (A. Note M.). Sp. 64. Hoplopterus spinosus (Linn.). Hoplopterus spinosus, Antin., l. c. p. 185 (Lago Ota). Sp. 65. Fulica cristata, Gu. E‘ulica cristata, Antin., 1. c. p. 185 (Tul-Harré). Sp. 66. Ardea gularis, Bosc. Ardea gularis, Heugl., op. cit. p. 1059. — Rchnw., Journ. f. Orn, 1877. p. 270. Due esemplari. UCCELLI DELLO SCIOA 275 a. (2) g'. Zeila 15 Maggio 1876 « Iride giallo-limone » (A.). b. (6) 7. Tokoscia 19 Maggio 1876 (A.). Il primo esemplare è tutto nero-schistaceo, tranne la gola bianca; il secondo invece ha bianche le cuopritrici delle remi- ganti primarie. Sp. 67. Bubuleus bubuleus (Savieny). Bubulcus ibis, Antin., l. c. p. 185 (Tul-Harrè). Sp. 68. Leptoptilos crumeniferus (Cuv.). Leptoptilos crumeniferus, Antin., l. c. p. 184. Dice l’Antinori: « Ve ne erano due coppie in Ili e furono le prime che incontrammo per via. Uccisi e preparai un maschio , che in seguito andò perduto per via » (A.). Sp. 69. Tantalus ibis, Linn. Tantalus ibis, Antin., 1. c. p. 185. « Ne uccisi uno in Tul-Harrè, ove dimorammo parecchi giorni. Lo stato delle sue penne essendo molto imperfetto, non conservai che il cranio con |’ enorme becco » (A.). Sp. 70. Ibis aethiopica (Larz.). Ibis aethiopica, Antin., l. c. p. 185 (Tul-Harrè, Lago Ota). Sp. 71. Phoenicopterus minor, Grorr. « Un solo individuo era in mezzo al Lago Ota » (A.). Nelle note Ms. |’ Antinori riferisce il fiammingo veduto nel Lago Ota, o di Caraba al Ph. minor. Nella sua Relazione pubblicata nelle Memorie della Soc. Geogr. Ital. Vol. I, p. 185, egli menziona un fiammingo, senza indicarne la specie, e finalmente nella de- scrizione dei Laghi scoperti negli Adda Galla (Boll. Soc. Geogr. 276 T. SALVADORI Ital. 1881, p. 589) dice di avere osservata una coppia di fiam- minghi nel Lago Caraba e pare che li riferisca al Ph. antiquorum; ma la cosa non è espressa abbastanza chiaramente. Sp. 72. Chenalopex aegyptiaca (Liny.). Chenalopex aegyptiaca, Antin., l. c. p. 185 (Tul-Harré). Sp. 73. Dendroeyena viduata (Lixw.). Dendrocycna viduata, Antin., l. c. p. 185 (Lago Ota). Sp. 74. Larus hemprichi (Br.). Larus Hemprichi, Heugl., Orn. N. O. Afr. II, p. 1399, Tab. XXXVI, f. 2. — Saund., P. Z. S. 1878, p. 193. Tre esemplari adulti. a. (1) g. Zeila 12 Maggio 1876 « Iride castagno scuro » (A.). G0) ANZI AR) > UA) CAS) "Qs D> > » > aA): « Comunissimo presso Zeila; frequenta i luoghi ove si macel- lano i buoi » (A.). SPEDIZIONE ITALIANA NELL’ AFRICA EQUATORIALE RISULTATI ZOOLOGICI IMENOTTERI PER G. GRIBODO MEMORIA SECONDA Questo secondo lavoro sulla Fauna Imenotterologica del Regno di Scioa comprende i materiali (') raccolti dal compianto Mar- chese Antinori nel suo ultimo viaggio. Le specie che vi figurano sono più numerose di quelle regi- strate nel primo lavoro; ed oltre a ciò per la maggior parte | esse son diverse da queste ultime; cresce quindi così, e sensibil- mente, il contingente di cognizioni sulla Fauna di quelle regioni. Assai poche sono però sempre le considerazioni che si possono dedurre dallo studio di questi nuovi materiali. Due fatti pur tuttavia già risultano dimostrati sufficientemente, e sono en- trambi meritevoli di qualche attenzione. L'uno riguarda la grande dispersione delle specie d’ Imenotteri nell’ Africa: e dif- fatti noi troviamo nei materiali scioensi delle specie che furono pure raccolte al Zanguebar, Mozambico, Capo di Buona Speranza, Angola e Senegal. L’ altro fatto degno di nota è lo sviluppo ec- cezionale che prendono nella regione Abissinica gli Eumenidi synagriformi. Tutte le collezioni fatte in quei paesi comprendono sempre in proporzioni inusitate le specie del genere Synagris, e le forme analoghe degli affini generi Rygchiwm ed Odynerus ; cosa che non si verifica per nessuna altra località dell’Africa. Torino, 25 Gennaio 1884. (!) Eccettuati i Terebranti. 278 G. GRIBODO HYMENOPTERA ACULEATA et TUBULIFERA Sectio I ACTILEATA, Latr. Tribus ANTHOPHILA, LarR. Familia APIDAE, Leacu. Genus Anthophora, Latr. 1. Anthophora acraensis , Fas. Apis acraensis, Fab. Entom. System. II, pag. 329. Centris acraensis, Fab. System. Piezat. pag. 356, n. 9. Anthophora acraensis, Dours, Monogr. du Genre Anthoph. pag. 83, n. 9. » » Grib. Imenott. di Scioa. (Ann. d. Museo Civ. di Ge- nova, XVI), pag. 230, n. 1. Un esemplare maschio di questa bella specie africana’ venne raccolto a Daimbi negli Adda-Galla. Genus Xylocopa, LATR. 2. Xylocopa aestuans, Linn. Apis aestuans, Linn. Syst. Natur. I, pag. 961. » » Fab. Entom. System. 2, pag. 323, n. 41, Bombus aestuans, Fab. Syst. Piezat. pag. 351, n. 44. Aylocopa aestuans, Lepell. Hist. Nat. des Ins. Hymen. V. II, pag. 193, n. 36. » » Smith, Monogr. of the Gen. Xylocopa pag. 273, n. 54. » » Grib. Imenott. di Scioa (Annal. del Museo Civ. di Ge- nova, XVI). pag. 230, n. 2. Sette femmine e due maschi furono nuovamente raccolti ad Ambo-Karra. Var. rubida, mihi. Typo simillima differt thoracis dorso pilis medio vufo-ferrugi- neis, utrinque et postice flavis: facie anoque obscure ferrugineo- pilosis: antennis subtus ferrugineis. Q. Due femmine di questa bella e singolare varieta furono rac- colte ad Ambo-Karra. IMENOTTERI DELLO SCIOA 279 3. Xylocopa Scioensis, n. sp. Parva nigra, thorace supra abdominisque segmento primo flavo- pilosis: alis fuscis, basi violaceo-, apice viridi-micantibus 9 . Long. corp. mill. 14. Una femmina raccolta ad Ambo-Karra. Nel gruppo già così oscuro ed intricato della X. olivacea si aggiunge ora una nuova forma, la quale però potrà forse un giorno servire a concatenare meglio le altre fra di loro, e dimostrare (come io penso) che detto gruppo non è costituito che da una sola specie presentante, sotto diverse influenze, spic- cate variazioni. : L’ esemplare dello Scioa differisce dalla maggior parte delle specie affini per la minima statura: dalla olvacea inoltre per la colorazione affatto diversa delle ali (il quale carattere, specialmente in questo genere, non manca d'importanza), per la mancanza di peli gialli sulle pleure, per la piccola sporgenza cariniforme fra le antenne più lunga e pronunciata, dalla quale partono più pronunciate le due marginature che vanno a limitare il clipeo: dalla calens per la corporatura più cilindrica, e pel colore delle ali (è questa la specie a cui è più affine): dalla /ateriia pel colore dei peli e delle ali, e per la forma non anormale della faccia : e finalmente dalla modesta, colla quale ha comune la piccola statura, per i peli neri, non rossi, dell’ estremità dell’ ad- dome, e per la colorazione delle ali. Per individuare questa forma (senza voler con ciò creare for- malmente una nuova specie, sopratutto avendo sott'occhio un unico esemplare di un solo sesso), propongo di chiamarla con un proprio nome. 4. Xylocopa flavo-rufa, Dr GrER. Apis flavo-rufa, De Geer, Mem. V. 7, pag. 605, tav. 45, fig. 1. Xylocopa trepida, Fab. Syst. Piezat. pag. 340, n. 10. » flavo-rufa Lepell. Hist. Nat. d. Ins. Hymen. V. 2, pag. 177. n. 5. » » Smith, Monogr. of the Gen. Xylocopa pag. 254, n. 8. » » Grib. Imenott. di Scioa. (Ann. Mus. Civ. di Genova, XVI), pag. 232, n. 4, 280 G. GRIBODO Tre esemplari, femmine, furono raccolti ad Ambo-Karra ; cinque maschi ed otto femmine a Let-Marefia. In alcuni maschi il color rosso-ruggine usuale dei peli del torace si cambia in un color fulvo quasi giallognolo: inoltre in taluni di essi (e più spiccatamente poi ancora in una femmina) il riflesso delle ali è di un viola-purpureo scuro anzichè azzurro- verdastro : queste variazioni però possono essere causate da vec- chiaia degli esemplari, o dall’ aver soggiornato nell’ alcool. 5. Xylocopa carinata, Suits. i Xylocopa carinata, Smith, Monogr. of the Gen. Xylocopa, pag. 265, n. 33. Due femmine raccolte alla stazione di Let-Marefià. Questa specie somigliantissima alla nostra X. violacea, se ne distingue essenzialmente per il marcato tubercolo cariniforme che trovasi fra la base delle antenne, pel colore delle ali sulle quali tra i riflessi purpurei se ne vedono dei verdi, e per la punteggiatura dell’ addome più profonda e grossolana. Mi lascia alquanto in dubbio il silenzio del dottore Smith sulla forma del metatorace : non indica cioè se esso sia arrotondato, oppure tagliato a spigolo vivo: negli esemplari scioensi il me- tatorace è arrotondato. In essi anche il colore dei riflessi delle ali è uniformemente violaceo, senza sensibili traccie di verde. Questa specie venne primitivamente trovata in Angola, ed Abissinia. 6. Xylocopa oblonga, Suez. Xylocopa oblonga, Smith, Monogr. of the Gen. Xylocopa, pag. 256, n. 11. Se ne raccolsero due esemplari maschi a Let-Marefià. Questi due esemplari presentano qualche differenza rispetto a quelli descritti dal dottore Smith. Anzitutto non hanno il cerchietto bianco che circonda l’occello anteriore ; le ali mancano dei riflessi verdognoli: e finalmente sul primo segmento dell’ addome, e specialmente sui fianchi, noi vi troviamo alquanta pelurie di color bianco argentino: proba- bilmente negli esemplari ben conservati sul primo segmento esisterà una completa fascia bianca. IMENOTTERI DELLO SCIOA 281 7. Xylocopa divisa, Kuve. Xylocopa divisa, Klug, Magaz. d. Gesell. Nat. Freu. zu Berl. 1807, pag. 264. » » Smith, Monogr. of the Gen. Xylocopa, pag. 259, n. 18. Due femmine vennero raccolte al Lago Cialalaka. Questa piccola specie risulta finora abbastanza rara. I due esemplari dello Scioa differiscono dal tipo per la pelurie della faccia che è composta essenzialmente di peli neri con pochi grigi frammisti, e pel primo segmento dell’ addome, il quale porta una fascia ben definita di folti peli gialli, come trovasi ad esempio sulla X. caffra, calens ece.: nell’ unico esemplare invece che posseggo io di provenienza ignota la faccia è coperta da una fitta pelurie di un grigio chiaro, e sul primo segmento troviamo . appena pochi peli gialli: le ali nel mio esemplare sono unifor- memente oscure, mentre in quelli di Scioa hanno la base chiara. Questa specie abita pure I’ isola di Zanzibar, donde ho rice- vuto due maschi; appare perciò sparsa per tutto il litorale orien- tale dell’ Africa. 8. Xylocopa inconstans, Switz. Xylocopa inconstans, Smith, Monogr. of the Gen. Xylocopa, pag. 264, n. 31. » » Grib. Imenott. di Scioa. (Ann. d. Mus. Civ. di Genova, XVI) pag. 233, n. 5. Due femmine raccolte a Let-Marefià. Questa singolare specie venne pure raccolta in questi ultimi tempi in altre regioni dell’ Abissinia. Genus Megachile, Latr. 9. Megachile Antinorii, Gru. Megachile Antinorii, Gribodo, Annali del Museo Civ. di Genova, XIV, pag. 342. » » Gribodo, Imenott. di Scioa. (Ann. del Museo Civ. di Genova, XVI), pag. 233, n. 1. 282 G. GRIBODO Un nuovo esemplare femmina di questa bellissima ed interes- sante specie venne raccolto a Let-Marefia. Questo esemplare ve- ramente gigantesco misura quasi 24 millimetri di lunghezza. | 10. Megachile maxillosa, Guérin. Megachile maxillosa , Guérin, Icon. d. Reg. Anim. pag. 449. » » Guérin, Voyag. en Abyss. de Lefeb., VI, pag. 363. Quattro femmine vennero catturate a Let-Marefia; altre due. femmine e tre maschi sì presero ad Ambo-Karra. Sono perfettamente al sicuro per questa determinazione avendo controllati gli esemplari scioensi coll’ esemplare tipico che servi al Guérin per descrivere la specie, il qual esemplare trovasi nella mia collezione. Quelli raccolti a Let-Marefià sono assai più grossi del tipo. 11. Megachile ianthoptera, Smitn. Megachile ianthoptera, Smith, Catal. of Hymen. Insects, Pars. I, pag. 164, n. 64. » » Grib. Imenott. di Scioa (Ann. d. Mus. Civ. di Genova, XVI), pag. 236, n. 3. Un esemplare maschio fu raccolto a Daimbi negli Adda-Galla. L’ esemplare inviato dal marchese Antinori presenta le ali assai più chiare che quelle delle femmine: la statura è pure assal minore. Genus Crocisa, JURINE. 12. Croeisa, sp.? Quattro esemplari, femmine, raccolte a Let-Marefià (1). (1) Rappresentano questi esemplari assai probabilmente una forma ancora scono- sciuta di questo genere ; siccome sto facendo uno studio speciale di questo gruppo d’ Imenotteri del quale, per combinazione, mi vennero alle mani interessanti ma- teriali, aspetto a pronunziarmi tanto riguardo alla presente che alla susseguente specie in un prossimo lavoro, che comprenderà numerose altre specie del presente genere. IMENOTTERI DELLO SCIOA 283 13. Crocisa, sp.? Un maschio raccolto a Sciotalit. Genus Coelioxys, LATR. 14. Coelioxys caudata, Spin. Coelioxys caudata, Spin. Compte rendu d. Hymen. rec. en Egypte p. Fi- scher, pag. 535, n. 19. Un esemplare maschio fu raccolto a Giagagué. L'illustre Spinola descriveva la sola femmina di questa bel- lissima specie, e dopo di lui, a quanto mi risulta, nessuno più ne parlava in modo speciale; credo utile quindi di dare qui qualche cenno sul suo maschio, tuttora sconosciuto. Premetto che ho ragione di credere esatto l’ accoppiamento da me fatto , perchè trovai io stesso 1 due sessi qui in Piemonte, benché assai raramente: anche il signor Ancey di Marsiglia verificava la stessa cosa nella Francia meridionale. Questo maschio ha il corpo di color nero intenso; la punteg- giatura è dovunque fittissima, grossolana, irregolare, quasi iden- tica; la testa assai grossa (quasi tanto quanto il torace) è co- perta da fitta pelurie coricata d’ un bianco argentino, la fronte è calva: analoga pelurie trovasi sul torace, eccezione fatta pel suo dorso, che non presenta alcun pelo: lo scudetto, alquanto sporgente, col suo margine posteriore arrotondato, ha ai lati due grosse, lunghe ed acute spine ricurvate. I quattro segmenti dell’ addome dopo il primo hanno lungo il loro margine poste- riore una notevole ma stretta strozzatura, od infossatura tras- versale, un’ altra più larga strozzatura notasi alla base dei seg- menti 2.°, 3.° e 4.°. Il sesto segmento porta lateralmente alla base due spine sottili e mediocremente allungate; all’ estremità quattro altre spine più robuste accoppiate verticalmente due a due: le due coppie son separate da una larga incavatura che si estende su tutta la superficie del segmento: in ciascuna coppia 284 G. GRIBODO la spina, o dente, superiore é tozza, breve, diretta orizzontal- mente, l’ inferiore lunga, sottile, alquanto inclinata all’ ingiù. Su ciascuno dei due primi segmenti dorsali dell’ addome trovansi due strette fascie trasversali di peli squamiformi bianchi, una alla base, l’ altra sul margine posteriore, queste due fascie sui lati, allargandosi, vengono a congiungersi: sulla base dei tre segmenti susseguenti trovasi una larghissima fascia di peli ana- loghi; questa fascia è assai più larga sul mezzo che sui fianchi dei segmenti; il margine posteriore di questi porta inoltre sui lati una stretta striscia di simili peli: il sesto segmento final- mente ha due larghe macchie sui lati della base. Tutta ia superficie ventrale dell’ addome è coperta di peli squamiformi analoghi a quelli delle fascie e macchie dorsali. Questa specie fu già raccolta in Piemonte, in Liguria, nella Francia meridionale, nell’ Albania, ed in Egitto. Familia ANDRENIDAE, Leacu. Genus Ctenoplectra, Smiru. 15. Ctenoplectra Antinorii, n. sp. Parva nigro-picea, capite thoraceque albo-, pedibus quatuor an- licis fusco-, pedibus posticis (densissime) laete fulvo-pilosis ; abdo- minis segmentis dorsalibus utrinque sat dense, supra paullulum fulvo-subaureo pruinosis; segmenti dorsalis quinti margine apicali foto, segmentorum ventralium 2-5 margine apicali utrinque dense fulvo-aureo ciliatis: alis subhyalinis: capite dense sat crasse punc- tato; thorace perlenuissime et densissime punctulato, subopaco trochanteribus plus vel minus tuberculatis: abdominis segmentis basi sat dense sed tenuiter punciatis, margine depressiusculo im- punciato , polito, nitidissimo. 9. Long. corp. mill. 8. Una femmina di questa interessantissima specie venne raccolta a Let-Marefià nel mese di giugno. Il singolare genere Cienoplectra fondato dal dott. Smith sopra’ una specie di Malacca (trovata poi anche dal signor Wallace a IMENOTTERI DELLO SCIOA 285 Selebes, e che io ho ricevuta dalle isole Filippine), fu poscia arricchito dal dott. Smith stesso di altre due specie, trovate una a Burmah, l'altra a Natal. Una quarta viene ora ad aggiungersi molto diversa dalle precedenti perchè non ha l addome metallico splendente ma bensì di color nero: numerose altre differenze di struttura e colorazione concorrono a meglio distinguerla. Credo utile aggiungere ai caratteri generici indicati dal dottore Smith, il seguente di cui egli non fa cenno quantunque sia assai notevole e singolare: voglio parlare delle serie foltissime di ciglia erette, che si notano sui margini esterni dei segmenti ventrali: queste serie costituiscono tante spazzole aventi forma di una laminetta eretta, tagliata inferiormente ad arco di cerchio: ne esistono due per ogni margine poste lateralmente, ed inclinate ad angolo fra di loro. Genus Nomia , Latr. 16. Nomia Quartinae, n. sp. Nigro-fusca dense ubique griseo-pilosa, segmentis abdominalibus 2.°-6.° margine postico decoloratis membranaceis (in exemplaribus recentioribus probabiliter albo-iridescenti-fasciatis): alis subhyalinis leniter infuscatis: tegulis mediocribus decoloratis membranaceis; ca- pile thoraceque densissime subliliter punctatis opacis; area cordt- formi metathoracis transversim arcuato-rugosa - segmentis abdominis dorsalibus in margine postico leniter impressis, impressione laevi sed opaca, idest perlenissime punctulata; segmenti primi area basali confer- tissime modice punctata; segmentis sequentibus bast plus vel minus regulariter modice oblique punctatis , interstitiis perlenissime punciulatis opacis: femoribus posticis extus valde incrassatis, intus complanato subconcavis, basi leniter tuber- culatis: tibiis posticis valde apice incrassatis, tri- gonis, extus leniter convexis, intus complanato convexis: metatarsis posticis elongatis subparallelis: alarum anticarum vena recurrenti prima imierstitial. S'. 286 G. GRIBODO Long. corp. mill. 10. Un solo esemplare venne raccolto a Let-Marefia. Quantunque non si abbia che un unico esemplare di questa specie, e non ne sia perciò conosciuto che un solo sesso, tut- tavia non si può conservare alcun dubbio che essa possa già essere stata descritta, così numerosi e ben marcati sono i ca- ratteri che la distinguono. La forma delle gambe posteriori, l'abbondante e lunga pelurie del corpo intero, la singolare di- sposizione della prima vena ricorrente (che comincia sul prolun-. gamento della seconda transverso-cubitale, anzi perfino un po’ oltre, per cui in questa specie si deve dire che la seconda cel- lula cubitale riceve entrambe le vene ricorrenti) oltre al colore ed alla scultura del corpo, separano in modo indubbio questa specie dalle altre fin qui note. Il soggiorno prolungato nell’ al- cool ha fatto svanire in quest’ esemplare le eleganti fascie mar- ginali di color bianco madreperlaceo che senza dubbio a parer mio si devono trovare sui segmenti addominali degli esemplari non intrisi da quel liquido; fors’ anche in individui appena nati la pelurie sarà fulvescente anzichè grigia. Dedico questa memoria alla compianta mia impareggiabile consorte, angelo di bontà così presto a all’ affetto del marito da lei tanto amato. Tribus INSECTIVORA, Wesrw. Familia DIPLOPTERA, LAarR. Genus Polistes, Fas. 17. Polistes marginalis, Fas. Vespa marginalis, Fab. Syst. Entom. 367, 24. Polistes marginalis, Fab. Syst. Piezat. pag. 272, n. 17. » ornata, Lepell. Hist. Nat. d. Ins. Hymen. V. I, pag. 531, n. 19. » marginalis , Sauss. Monogr. d. Guep. Social. pag. 62, n. 20, tav. VI, fig. 2. : » plebeia, Gerstàck. V. D. Decken’s Reise in O. Africa. Gliederth. pag. . 325, n. 20. » marginalis , Grib. Imenott. d. Scioa (Ann. d. Mus. Civ. di Genova, XVI), pag. 238, n. 1, 8 (nec #). IMENOTTERI DELLO SCIOA 287 Undici operaie e cinque maschi raccolti al Lago Cialalaka , due operaie a Let-Marefià. In questi diciotto esemplari noi troviamo infinite variazioni di colore, tanto che si potrebbe dire che non se ne trovano due affatto identici. La maggior parte hanno tutti i tre primi segmenti bordati di giallo, un’ operaia però e due maschi hanno solo i due primi: alcuni esemplari poi avendo la fascia del terzo segmento che va _assottigliandosi più o meno, fanno il graduale passaggio dall’ uno all’ altro disegno. Pochi esemplari presentano la colorazione tipica dell’addome , cioè primo e terzo segmento neri, gli altri rossi: assai spesso invece tutto l'addome è di color rosso: più raramente si pre- senta invece per intero di color bruno scuro quasi nero: in ge- nerale quest’ ultima colorazione si verifica piuttosto nei maschi : anche questi casi estremi son collegati da numerosi esempi in- termediarii. Le ali son pure esse variabili riguardo alla colorazione: la tinta generale è sempre d’un giallo ferruginoso, ma la loro estremità è ora più ora meno sensibilmente macchiata di bruno. L’ avere sott’ occhio una si numerosa serie d’ esemplari di questa specie (che finora non possedevo) mi ha fatto riconoscere un errore commesso nel primo mio lavoro sugli Imenotteri di Scioa: l'esemplare maschio che avevo ritenuto per un P. mar- ginalis, appartiene invece alla specie seguente: la determinazione dell’ 8 invece era esatta. 18. Polistes Smithii, Savss. Polistes Smithii, Sauss. Monogr. d. Guep. Social. pag. 60, n. 17. » » Gerstaek. Peter’s Reise n. Mossamb. Insect. pag. 470. Tre operaie furono raccolte a Let-Marefia: un maschio tro- vavasi nella prima spedizione. Questa specie oltre che dalla speciale finissima pelurie ade- rente che le ricopre il corpo, si riconosce dalla forma dell'addome, che presentasi lievemente depresso, appiattito. 288 G. GRIBODO Tutti gli esemplari di Scioa appartengono alla varieta indicata dal De Saussure, avendo il secondo segmento pur esso marginato di giallo, lo scudetto ed il post-scudetto , come pure gli ultimi segmenti leggermente tinteggiati di rosso. 7 (hactenus indescriptus). Operariae simillimus, differt facie (usque ad ocellos), mandibulis, antennisque infra luteis: segmento abdominis secundo flavo-marginaio. Una cosa da notarsi si è che tutti codesti esemplari hanno le ali macchiate di nero alla loro estremità come nelle P. stigma, maculipennis, e simili. | Genus Belonogaster, Sauss. 19. Belonogaster Menelikii, Grr. SEO DO ast Mlenelikii, Grib. Ann. del Mus. Civ. di Genova, XIV, pag. 342. » » Grib. Imenott. di Scioa ye del Mus. Civ. di Genova, XVI), pag. 239, n. Ventuna femmina e due maschi furono raccolti a Let-Marefia, una femmina e tre maschi al Lago Cialalaka, e finalmente una femmina ad Ambo-Karra. In questi ventotto esemplari (che uniti a quelli della prima spedizione portano a circa quaranta il numero degli esemplari conosciuti di questa specie) noi troviamo una singolare costanza nella speciale colorazione chiara sia del corpo che delle ali: ma per contro assai variabile la scultura della faccia inferiore del pezziuolo : questa in diversi esemplari è affatto uniforme e liscia, in altri invece presenta in numero più o meno grande e più o men marcate le rughe trasversali che si notano nell’ affine 5. junceus. Il dott. Magretti mi comunicava diversi esemplari di quest’ ultima specie da lui raccolti in Abissinia, nei quali erano pure assai variabili per numero e grossezza dette rughe : il co- lore scuro però anche in essi è affatto costante. Tale variabilità nella scultura mi mette in dubbio che forse la mia specie non sia che una varietà spiccatissima del junceus: per ora però credo bene di conservarla, riservandomi a decidere in proposito quando IMENOTTERI DELLO SCIOA 289 abbia fatto lo studio speciale di questo genere, del quale mi trovo in possesso di ricchissimi materiali provenienti da diverse regioni dell’ Africa. 20. Belonogaster junceus, OLiv. Vespa juncea, Oliv. Encyc. Method. VI, 673. Vespa guineensis, Fab. Entom. System. II, p. 277, 85. Zethus guineensis, Fab. System. Piezat. pag. 283, 2. Vespa cinerea, Fab. Entom. System. II, pag. 279, n. 92. Zethus cinereus, Fab. System. Piezat. pag. 283. n. 3. Ikaphigaster junceus, Sauss. Monogr. d. Guep. Soc., pag. 14, n. 1, tav. II, fig. 2. Di questa specie venne raccolto un solo maschio a Let-Ma- refià: è dessa assai comune invece in Abissinia, Congo, Senegal, Zanzibar ; estendesi fino al Capo di Buona Speranza. Genus Odynerus, Larr. 21. Odynerus Synagroides, Sauss. Odynerus Synagroides, Sauss. Monogr. d. Guep. Solit. pag. 198, n. 99, tav. XVIII, fig. 2. | » » Sauss. Melang. Hymen. Fasc. II, pag. 53, n. 49. Una femmina fu raccolta ad Ambo-Karra. È questa una specie (come pure alcune altre sue affini) creata per mettere in imbarazzo |’ entomologo: come ben dice il signor Saussure nelle sue Mélanges Hymenoptérologiques, essa potreb- besi con tutta ragione inscrivere tanto nel genere Rygchium quanto nel genere Odynerus. L'apparato boccale appartiene piuttosto al primo di essi generi, ma la struttura del corpo |’ avvicina invece al secondo: credo io pure che si debba dar la prevalenza a questo, poichè realmente ripugna il collocare questa specie nel genere Rygchium, col quale non ha altre affinità che quella della forma dei palpi mascellari. Ho sott'occhio tre esemplari di questa specie, tutti femmine: uno nominato dal signor Saussure, e perciò tipico, proviene dal Senegal, un altro fu raccolto dal Dottore O. Beccari nell’ Abissinia Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (12 Settembre 1884) 19 290 G. GRIBODO settentrionale (Bogos)}, e gentilmente regalatomi dai signori Diret- tori del Museo Civico di Genova, il terzo finalmente gli è quello raccolto nello Scioa. Di essi il primo concorda perfettamente colle due descrizioni del dott. Saussure, eccezione fatta per certi pic- coli dettagli dell’ addome: gli altri due differiscono alquanto dal primo pel colore, che è più scuro, affatto nero, e per la forma del post-scudetto, che presenta assai meno marcati (quantunque sempre esistenti) i dettagli che son descritti nelle Mélanges Hy- menoptérologiques. Non mi riesce però a distinguerli specifica- mente tra di loro. Un carattere molto importante, di cui non trovo parola negli scritti del signor De Saussure, risiede nel secondo segmento ventrale; esso presenta alla base lateralmente due grosse rigon- fiature carenate, ben marcate, comprendenti fra di loro un largo spazio piano. Questa specie fu già altra volta raccolta in Abissinia dal Riip- pel (1). - 22. Odynerus Quartinae, n. sp. Odynero (Epiponae) Alexandrino valde similis, dignoscitur clypeo pyriformi, magis alto quam lato, apice sat profunde emarginato fere bidentato, verticaliter sub-crasse ruguloso-punctato, praeter fasciam arcuatam superiorem utrinque citrino maculato, sinu ocu- lorum infra citrino-lineato: prothoracis fascia marginali tenui. (1) L’egregio naturalista dott. Magretti mi comunicava una specie affinissima, ma distinta da questa, da esso raccolta nel suo viaggio d’ Abissinia ; credo bene di darne qui la descrizione, dedicandola al suo scopritore in segno d’ amicizia. Odynerus Magrettii, n. sp. O. Synagroide valde similis et affinis, dignoscitur clypeo margine apicale gro- funde circulariter excavato, hinc bidentato, segmento abdominis primo breviori, minus cylindrico potius hemisphaerico; segmenti secundi tuberculis ventralibus minoribus ; segmento tertio aurantiaco 9. Long. corp. mill. 26-27. 7. Differt clypeo, maculis supra antennas et in sinu oculorum, antennarum scapo infra flavo-eburneis. Longs corp. mill. 25. IMENOTTERI DELLO SCIOA 291 lineari: postscutello utrinque leniter mucronato: abdominis fascia marginali segmenti primi lateribus (sicut secundi) aucta. 9 . Long. corp. mill. 10. Un esemplare femmina, raccolto a Let-Marefià. Questo esemplare va assai bene d'accordo colla figura del Savigny (Exploration d’Egypte, tav. 8, fig. 10) e colla descri- zione del Saussure, eccezione fatta per le gravi differenze pla- stiche del clipeo, per cui non rimane dubbio sulla diversità delle due specie. Non conoscendone il maschio non posso dire se esso appar- tenga realmente al sotto genere Epipona, oppure alla divisione Antiepipona. Genus Rygchium, Spin. 23. Rygchium laterale, Fas. Vespa lateralis , Fab. Spec. Insect. I, pag. 466, n. 49. Polistes lateralis, Fab. System. Piezat. pag. 273, n. 22. Vespa africana, Fab. System. Piezat. pag. 257, n. 19. Rygchium africanum, Sauss. Monogr. d. Guep. Solit. pag. 108. n. 10, tav. XIV. fig. 3. » laterale, Sauss. Monogr d. Guep. Solit. Suppl. pag. 171. Due femmine raccolte a Let-Marefià. Genus Synagris, LarR. 24. Synagris combusta, SAuss. Synagris combusta, Sauss. Melang. Hymenopt. fascic. 2.° pag. 15, n. 7, tav. I, fig. 4. Un solo esemplare femmina, fu raccolto al Lago Cialalaka. Se non fossi perfettamente convinto che in questo esemplare gli articoli dei palpi mascellari sono certissimamente in numero di tre soli, e non ve ne furono mai quattro, non saprei assolu- tamente decidermi a separare questa specie dalla S. bellicosa (di cui posseggo un esemplare femmina tipico), tanto completa è la loro, non già rassomiglianza, ma identità. L’ esemplare raccolto nello Scioa differisce leggermente dalla 292 G. GRIBODO forma tipica della S. combusta, pel clipeo il quale non presenta nessunissima traccia di qualsivoglia restringimento alla base delle mandibole, ma invece ha i suoi lati che a partire da questa base vanno in linea assolutamente retta fino all’ apice: le due rette sono convergenti. 25. Synagris xanthura, Sauss. Synagris xanthura, Sauss. Monogr. d. Guep. Solit. Suppl. pag. 155, n. 44. » » Sauss. Melanges Hymen. fasc. 2.° pag. 17, n. 9. Una femmina di Ambo-Karra. Questa pare la specie più comune e più sparsa del genere, a giudicare almeno dai numerosi esemplari che io ricevetti dal- l’ Abissinia, Zanzibar, Senegal: venne pur trovata a Porto Natal. 26. Synagris aethiopica, Sauss. Synagris aethiopica, Sauss. Melang. Hymen. fasc. 2.° pag. 30, n. 26, tav. I, fig. 14. Una femmina raccolta sulle sponde del lago Cialalakà. Genus Eumenes, Latr. 27. Eumenes Lepeletieri, Sauss. Eumenes Lepeletieri, Sauss. Monogr. d. Guep. Solit. pag. 45, n. 24, tav. X, fig. 3. » » Gerstack. V. D. Decken’s Reise in Ost-Afr. Gliederth., pag. 322, n. 12. Furono inviati cinque esemplari, tutti femmine, di essi due furono raccolti a Let-Marefià, due al Lago Cialalakà, ed uno a Daimbi negli Adda-Galla. Diversi di questi esemplari superano la statura media presen- tata da questa specie, poichè alcuni raggiungono quasi 1 23 millimetri: nella maggior parte di essi il margine anteriore del clipeo anzichè lievemente emarginato, presentasi invece rettilineo, - IMENOTTERI DELLO SCIOA 293 o lievemente arcuato all'infuori: tutti poi hanno il primo arti- colo delle antenne superiormente più o meno colorato in nero: del pari colorate in nero vedonsi le prime anche: fanno quindi questi esemplari passaggio alla £. caffra, della quale assai pro- babilmente la Lepeletieri, non è che una varietà: il pezziuolo dell’ addome negli esemplari scioensi, conserva la forma e colo- razione indicate per lE. Lepeletiert. 28. Eumenes fenestralis, Sauss. Eumenes fenestralis, Sauss. Monogr. d. Guep. Solit. pag. 53, n. 35. Un solo esemplare, femmina, di questa specie noco comune venne trovato al Lago Cialalakà: esso appartiene alla varietà A del signor Saussure. 29. Eumenes tinctor , Curist. Vespa tinctor, Christ. Hymen. 341, tav. 31, fig. 1. Eumenes Savignyi, Guérin, Icon. Regn. Anim. 446, tav. 22, fig. 4. » » Sauss. Monogr. d. Guep. Solit. pag. 49, n. 30. » » Grib. Imen. di Scioa (Ann. d. Museo Civ. di Genova, XVI), pag. 241, n. 1. i Due femmine (una delle quali gigantesca) furono raccolte a Let-Marefià, ed una a Daimbi negli Adda-Galla. L’ esemplare maggiore (32 millimetri) è interamente di color nero, eccezion fatta per la faccia ferruginosa: negli altri invece, come di solito, sì trova la testa, il torace, ed il pezziuolo di color ferruginoso più o meno scuro. In certi esemplari, provenienti dall’ Abissinia, la testa, il to- race, il pezziuolo, ed il primo segmento presentano un color rosso assai vivo e chiaro; in essi le ali son ferruginose nella loro metà basale (E. dimidiatipennis Sauss.?). 50. Eumenes concinna, Sauss. Eumenes concinnus, Sauss. Monogr. d. Guep. Solit. Suppl. pag. 144, n. 30, d. Una femmina di Let-Marefià. 294 G. GRIBODO Il Sig. De Saussure descriveva questa specie sopra un maschio proveniente dalla Nubia: a parer mio debbono riferirsi a questa specie due femmine, una raccolta nello Scioa dal marchese An- tinori, e un’ altra molto diversa dalla prima, raccolta in Abis- sinia dal dott. Magretti. Do qui la descrizione di queste due femmine aspettando che ulteriori osservazioni vengano a confermare, o distruggere, il mio giudizio. Premetto però anzitutto che i due esemplari se presentano molte e notevoli differenze nella coloritura, sono così identici in tutto il resto che non mi resta alcun dubbio sulla loro identità specifica. L’ esemplare di Scioa ha la statura di circa 21 millimetri: tutto il corpo è di un colore rosso sangue o rosso ruggine assai oscuro, eccettuato il vertice del capo, la superficie superiore del- l’ estremità delle antenne, gli angoli posteriori del protorace, il mesonoto o dorsulo, una striscia verticale mediana del metatorace, il petto, una macchia longitudinale sull’ estremità del pezziuolo, una larghissima macchia cruciforme mal definita sul secondo segmento, e finalmente la base dei segmenti posteriori che sono di color nero, o bruno assai scuro: il color rosso dove esiste sull’ addome è più scuro che sul torace e sul capo: il pezziuolo però è assai chiaro. L’esemplare poi del Dott. Magretti lungo soli 17 millimetri, presenta la colorazione rossa in tutte le parti nelle quali trovasi sull’ altro esemplare, ma però assai più chiara, più vivace: il petto ed il metatorace sono interamente di questo colore: del quale sono pure una larga fascia longitudinale che divide in due il mesonoto, e due piccole striscie di fianco alla medesima. Su questo esemplare poi compare il color giallo, e ciò in due macchiette sulla parte superiore del clipeo, una macchia sopra I’ inserzione delle antenne, un’ altra che orla il seno degli occhi nel lato infe- riore, una striscia mediana sul margine del protorace, e finalmente due larghe macchie ovali laterali sull’ estremità del pezziuolo. In entrambi gli esemplari le ali sono non già vitree ma di color fulvo chiaro, trasparente: una macchia alquanto oscura riempie quasi tutta la cellula radiale. IMENOTTERI DELLO SCIOA 295 Il clipeo è alquanto più alto che largo col margine anteriore lievissimamente intagliato ad angolo ottusissimo. Il torace di forma ovale: il pezziuolo leggermente più lungo del medesimo è incurvato, sottile, leggermente depresso: all’ incirca cilindrico nella prima metà si ingrossa poi alquanto verso |’ estremità, ma assai poco, ed in modo graduato e continuo: i due tubercoli laterali sono quasi invisibili: il resto dell’ addome ha presso a poco la forma di quello dell’ E. t2nctor (specie colla quale ha molta affinità, quantunque ben distinta) però più gracile, meno rigonfio. Il capo ed il torace presentano una punteggiatura fittissima , assai fina e regolare: alla base dello scudetto vi è una linea elevata, breve, longitudinale: tutta la superficie dell’ addome è liscia, levigata, senza punti. 31. Eumenes sulcigastra, n. sp. E. melanosomati valde similis et affinis dignoscitur petiolo ab- dominis valde depresso, subcanaliculato, utrinque bituberculato , segmenti secundi margine apicale toto impresso canaliculato. Q. Long. corp. mill. 18. Una femmina fu raccolta a Giagaguè. Specie affinissima all’ £. melanosoma, Sauss. di Giava colla quale concorda per la struttura, colorito, e pei dettagli dell’ ap- parato boccale, tanto che fui lungo tempo in dubbio che ne fosse solo una varietà: ma poi la presenza dei due tubercoli ai lati del pezziuolo (che secondo il Saussure mancano alla melanosoma), la lieve scanalatura longitudinale del medesimo , come pure la scanalatura marginale del secondo segmento, cose che il signor De Saussure non accenna per la sua specie, mi fecero pensare che le due forme siano specificamente distinte : non mi farebbe meraviglia però che da una loro più estesa conoscenza si venisse a riconoscere che esse sostanzialmente sono identiche , e non sl possano più ritenere che quali semplici varietà assai spiccate. Questa specie ha tutti 1 caratteri della Divisione III (divisione A) del Sig. Saussure: oltre ai caratteri suoi speciali già indicati 296 G. GRIBODO nella diagnosi occorrerà notare che il suo torace è di forma quasi sferica: che le sue ali sono assai oscure, quasi opache ; che il pezziuolo è alquanto più lungo del torace, che la pun- teggiatura del capo e del torace è fittissima , abbastanza fina e regolare, e che queste due parti appaiono opache; mentre invece l'addome, compreso il pezziuolo, è abbastanza brillante , perchè la sua punteggiatura è assai rada; il pezziuolo dell’ addome lungo ed incurvato ha un lieve tubercolo in ciascuno de’ suoi lati; dalla base all’ apice si ingrossa in modo graduato e continuo senza alcun risalto: |’ addome è sensibilmente appiattito. Questa specie fa passaggio a quelle riunite dal Sig. De Saus- sure nella sua Divisione V. (Divisione Zeta). 32. Eumenes acuminata, Sauss. Humenes acuminata, Sauss. Monogr. d. Guep. Solit. Suppl. pag. 147, n. 36, tav. VIII, fig. 2 2. O. Hactenus indescripta - parva nigro-picea ubique dense pro- tunde regulariter punctata; elypeo, mandibulis, antennis infra (apice fulvo-alutaceo), prothorace antice, macula subalari, tegulis, sculello, metathoracis angulis postico-lateralibus, coxis tibiis tarsisque omnibus, femoribus quatuor primis antice, petiolo infra, maculis lateralibus segmenti secundi, segmentisque tribus apicalibus obscure rufo-ferrugineis vel sanguineis : lineola post oculos, margine postico prothoracis tenwissimo, postscutello, libiarum posticarum lineola externa, segmenti primi secundique margine flavis: clypei margine arcuato-emarginato, utrinque tenuiter denticulato: abdominis petiolo utrinque obsolete dentato, supra sat profunde longitudinaliter sul cato: segmenti secundi margine postico abrupte caelato , hinc seg- mento duplice apparet, lamina externa vel superiore crassa, interna vel postica tenui sub-membranacea. Long. corp. mill. 12. Una femmina a Let-Marefia. Il Sig. De Saussure descrisse nei suoi Etudes sur les Vespides, i soli maschi di due specie molto affini fra di loro; lE. Lucasia d’Abissinia, e lE. acwminata del Capo di Buona Speranza : l’ unica IMENOTTERI DELLO SCIOA 297 femmina raccolta nello Scioa appartiene, a parer mio, certa- mente ad una di dette specie, resta però incerto a quale di esse: però se da un lato la sua patria potrebbe far credere che sia piuttosto la Lueasia, diversi caratteri mi fanno ritenere più probabile il contrario : infatti noi troviamo che già pel disegno assai meglio si avvicina all’ acwminata maschio: ma oltre a ciò noi troviamo il corpo densamente punteggiato, il pezziuolo assai depresso, profondamente scanalato, evidentemente bitubercolato ; la terza cubitale tanto larga quanto lunga, ed un po’ dilatata verso la radiale: ora questi son precisamente i caratteri che da il Sig. Saussure per distinguere l’acuminata dalla Lucasia, Assai notevole è la forma del margine del secondo segmento addominale; forma non comune nel genere Eumenes; detto mar- gine appare come sdoppiato in due strati o fogli, per cui si direbbe che invece di un solo segmento se ne abbiano due. Familia SPHEGIDAE, Leacu. Genus Ammophila, KirBsy. 33. Ammophila ferrugineipes, Lepr. Ammophila ferrugineipes, Lep. Hist. Nat. d. Insect. Hymen. III, pag. 383, n. 24. » - » Smith, Catalog. of Hymen. Ins. in t. Brit. Mus. Part. IV, pag. 212, n. 24. » » Gerstaek. Peters Reis. n. Mossamb. Ins. pag. 481. Ad Ambo-Karra fu raccolta una femmina di questa specie. rappresentante la varietà a protorace rosso, ed addome intera- mente nero sulla superficie superiore. In questa specie sono da notarsi due assai brevi ma robusti denti che ornano il margine anteriore del clipeo: detto margine fra essi denti è tagliato in linea retta, e profondamente solcato. A complemento delle de- scrizioni degli autori aggiungerò ancora che il protorace in questa specie è relativamente sottile, liscio, levigato; il mesonoto è sottilmente e trasversalmente rugoso, senza alcuna punteggiatura; il metatorace poi è fittamente e irregolarissimamente rugoloso- 298 G. GRIBODO coriaceo: la direzione delle rugosità per quanto esistono è tras- versale. Questa specie fu già trovata in diversi punti dell’ Africa, cioè al Capo, Mozambico, Senegal, e littorale del Mar Rosso. Genus Pelopoeus, LATR. 34. Pelopoeus spirifex, Linn. Sphex spirifex, Linn. Syst. Nat. II, pag. 942, n. 9. » » Fabr. Ent. System. II, pag. 204, n. 24. Pelopoeus spirifex, Fabr. Syst. Piezat. pag. 202, n. 1. » » Dahlb. Hymen. Europ. I, pag. 22, n. 1. » » Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen. III, pag. 305, n. 1. » » Costa, Prosp. Imen. Ital. fasc. 1, pag. 18. n. 1. » » Grib. Imen. di Scioa (Ann. d. Mus. Civic. di Genova, XVI) pag. 244, n. 1. Quattro femmine ed un maschio raccolti a Daimbi, una fem- mina a Let-Marefia. Dal Prof. Peters venne pure trovata al Mozambico, e dal signor Wallace a Timor. Io poi la ricevetti in gran coppia da diverse località della colonia del Capo di Buona Speranza. 39. Pelopoeus Quartinae, n. sp. P. spirifici maxime affinis et similis at ut huius varietas nullo modo existimandus, etenim dignoscitur corpore constanter minore, hirsutie capitis thoracisque densissima castanea, mesonoto confertim crasse punctato, metathorace confertissime subtiliter irregulariter transversim ruguloso et punctulato, metanoti area scutiformi medio longitudinaliter profunde sulcata; alis testaceis QI. ST. Facie argenteo micante. Long. corp. mill. 13-18. Diciotto femmine e nove maschi di questa specie furono rac- colti a Let-Marefià, una femmina a Daimbi. Questa specie è cotanto affine al comunissimo P. spirifex che non volevo decidermi a separarnela, ma pur tuttavia il facies ne è così diverso, ed i caratteri distintivi così marcati e costanti in tutti i numerosi individui che ho sott’ occhio che non potei farne a meno. IMENOTTERI DELLO SCIOA 299 I] colore giallo-ferruginoso delle ali, la pelurie piu lunga, piu folta, più fina e di.color bruno o castagno (anzichè nero intenso) danno a questa specie un facies speciale che la fa distinguere a primo colpo d’ occhio. All’ esame della lente poi subito colpisce l’ aspetto rugoso, opaco, coriaceo delle metapleure, le quali in- vece nel P. spirifex, sono brillanti, liscie, con poche ma grosse e regolari rughe trasversali: del tutto diversa è pure la scultura delle restanti parti del torace. Il mesonoto ad esempio nello spirifex, presenta una punteg- giatura fittissima, molto fina, quasi regolare con delle striature trasversali sottili frammezzo ai punti: queste invece spariscono nel Quartinae e tutta la superficie è coperta da grossi e profondi punti irregolari. Del protorace la parte superiore è nel Quartinae più applicata sul mesonoto, più rotonda, sprovvista del tutto o quasi dell’impressione mediana che nello spirifex la divide in due tubercoli. 56. Pelopoeus Spinolae, Lepr. Pelopoeus Spinolae, Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen. III, pag. 308, n. 4. » Eckloni, Dahlb. Hymen. Europ. J, pag. 434, n. 9. » Spinolae, Sauss. Reise d. Fregat. Novara, Hym. pag. 27, n. 5. » Eckloni, Taschenb. die Spheg. d. zool. Mus. d. Univers. in Halle, pag. 428, n. 5. Un esemplare femmina di statura assai minore dell’ ordinaria (soli 19 millimetri) venne raccolto a Let-Marefià. Non saprei decidere quale dei due nomi di questa specie (Zekloni e Spinolae) debba avere la precedenza: entrambi furono pubblicati nell’ anno 1845, ma non è precisata |’ epoca dell’anno in cui uscirono le due opere del Dahlbom e del Lepelletier : entrambe le diagnosi però sono incompletissime, ed è intera- mente ai lavori degli autori posteriori (De Saussure, Taschenberg) che i due succitati entomologi debbono render grazie se la loro specie fu determinata: fra tutte le descrizioni trovo più esatta od almeno più confacente agli esemplari che conosco quella del dottore Taschenberg: forsechè esistono due specie affini ma di- stinte? L’ esemplare raccolto a Scioa ha una statura assai più 300 G. GRIBODO piccola che quella ordinaria; il corpo non presenta alcun riflesso azzurro, la tinta è tutta nera, riducendosi il color rosso alle mandibole ed all’ apice degli articoli delle antenne. Invece due esemplari del nord dell’ Abissinia (Keren) che io debbo alla cortesia dei Sigg. Doria e Gestro, hanno quasi tutta la faccia, tutto il protorace ed una parte del mesonote di co- lore rosso-ferruginoso abbastanza intenso: questi hanno la sta- tura normale. Genus Sphex, Linn. 37. Sphex longiventris, Sauss. Sphex longiventris, Sauss. Reise d. Freg. Novara, Hymen. pag. 37, n. 1, tav. II, fig. 21. Quattro femmine e due maschi di questa singolare specie fu- rono raccolti a Let-Marefià. La femmina, che non fu finora descritta, è affatto simile al maschio per forma e per colore: essa pure ha il pezziuolo del- l'addome allungatissimo; |’ addome molto depresso, appiattito. Giova notare che in nessuno dei sei esemplari non trovo al- cuna traccia sul metatorace della lieve ruga di cui fa cenno il sig. Saussure nella descrizione ; colla quale d'altronde, per tutto il resto, gli esemplari concordano perfettamente. Questa specie finora non erasi trovata che in Guinea. 38. Sphex luteifrons, Raposz. Sphex luteifrons, Radosz. Hymen. d’ Angola (Journ. d. Scienc. Mat. Phys. e Nat. d. Lisboa, 1881), pag. 12, n. 72. Una femmina di questa magnifica specie fu raccolta al Lago Cialalakà. A complemento dell’ ottima descrizione data dal Ge- nerale Radoszkowsky aggiungerò: che le gambe tutte sono riccamente provviste di spine e di ciglia: che la seconda cellula cubitale presenta esattamente la figura di un rombo, e riceve assai vicino al suo angolo posteriore la prima nervatura ricor- rente: che la terza cubitale è moltissimo ristretta verso la IMENOTTERI DELLO SCIOA 301 radiale, tanto da parer quasi triangolare: ed infine che il protorace ha il suo. margine molto sottile, rilevato, distaccato dal mesotorace, per cui presenta quasi la forma di una scodella colla concavità volta verso la testa. Non potrebbe forse questa specie essere la femmina della S. cinerascens Dahlb.? La descrizione di questa è troppo breve ed incompleta per poter giudicare. 39. Sphex cyanescens, RaAposz. Sphex cyanescens, Radosz. Hymen. d’Angola (Journ. d. Science. Mat. Phys. e Nat. d. Lisboa, 1881). pag. 13, n. 76. E molto probabile che una femmina raccolta a Let-Marefià appartenga a questa specie; però la descrizione assolutamente troppo breve lascia sempre nell’ incertezza: do qui perciò 1 prin- cipali caratteri che presenta |’ esemplare di Scioa. Corporatura avente le proporzioni della S. flavipennis, però più piccola. Testa mediocre; mandibole robuste: clipeo lievemente carenato alla base, col margine anteriore lievemente arcuato , avente nel mezzo due quasi insensibili sporgenze figuranti due denti brevissimi ed ottusissimi. Protorace, mesotorace, ed i due scudetti alquanto brillanti, aventi una punteggiatura finissima , regolare, mediocremente densa: i due scudetti sono piatti : il metatorace ha la sua superficie uniformemente coriacea opaca , senza punti nè rughe. Le gambe sono mediocremente ciliate e spinose. La seconda cellula cubitale delle ali ha la figura di un rombo, e riceve la prima nervatura ricorrente presso il suo an- golo posteriore ; la terza cubitale moltissimo ristretta verso la radiale pare piuttosto triangolare che trapezia, e riceve la seconda ricorrente prima della sua metà. Il pezziuolo dell’ addome è assai breve. Tutto il corpo è di color nero intenso, uniforme, azzurrognolo sull’ addome: le ali molto oscure, opache, presentano dei bei riflessi violacei, azzurri, ed anche qua e colà verdognoli. La pelurie è dovunque di color nero intenso: sulla faccia si scorge a malapena secondo certi punti di vista un lieve riflesso ar- gentino. 302 G. GRIBODO Questa specie è molto affine alle S. atrata Lep., incompta Ger- stiick., fumipennis Smith, vagus Radosz., da tutte certamente differisce per caratteri assai importanti, principale fra i quali la scultura del metatorace. Genus Parasphex, SMITH. 40. Parasphex albisecta, Lep. Sphex albisecta, Lep. et Serv. Encycl. Method. X, pag. 462, n. 2. » » Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen. III, pag. 358, n. 34. » trichargyra, Spin. Hymen. rec. en Egyp. par Fischer, pag. 466, n. 11. Enodia albisecta, Dahlb. Hymen. Europ. I, pag. 28, n. 1. » » Costa, Faun. Napol. Sphec. pag. 12, n. 1, tav. I, fig. 3. » » Costa, Prosp. d. Imen. Ital. fasc. 1.°, pag. 15, n. 1. » » Radosz. Reise in Turkest. V. Fedtsch. Sphec. pag. 11, n. 1. Un esemplare femmina, raccolto a Let-Marefià, di questa specie assai sparsa nell’ Europa meridionale, Asia ed Africa, presenta una lieve variazione dal tipo nella scultura del meta- noto; la superficie di questo anzichè irregolarmente ed abba- stanza fittamente rugoso-punteggiata opaca è invece nell’ esem- plare di Scioa quasi levigata e brillante perchè le rughe sono molto fine e rare: si notano ancora dei grossi punti, ma però sparsi. Nel detto esemplare le fascie marginali bianche dei segmenti addominali son più grosse e più marcate. In tutto il resto esso è identico agli esemplari italiani ed algerini che posseggo. Familia POMPILIDAE, Leacu. Genus Agenia, ScHIOEDTE. Intendo riuniti in questo sottogenere quei Pompilus, in senso stretto (1) nei quali la cellula sottomediale prima (nomenclatura del Dahlbom) si prolunga assai oltre all’ origine della nervatura trasverso-mediale, sporge cioè più innanzi della cellula mediale. (1) Aventi cioè le tibie posteriori non seghettate, e le unghie dei tarsi unidentate, non bifide. IMENOTTERI DELLO SCIOA 303 In questo genere la vena cubitale si atrofizza assai prima di rag- giungere il margine dell’ ala, mentre la discoidale si prolunga fin quasi contro al medesimo. Le gambe sono in generale inermi, o quasi, non avendo che poche e minute o minutissime spine, e non essendo mai seghettate. 41. Agenia personata, Gris. Agenia personata, Grib. Ann. d. Mus. Civic. di Genova, XIV, pag. 344. » » Grib. Imen. di Scioa (Ann. d. Mus. Civic. di Genova, XVI), pag. 248, n. 1. Tre femmine di questa specie furono raccolte a Let-Marefià. Questi esemplari in tutto concordano col tipo, eccezion fatta pel colore degli ultimi segmenti addominali, che varia dal rosso scuro, quasi nero, ad un rosso testaceo abbastanza chiaro. Fra gli imenotteri inviati dallo Scioa in questa seconda spe- dizione trovo un maschio con le ali disgraziatamente in assai cattivo stato, per cui non posso guari assicurarmi della sua de- terminazione generica, ma che dall'aspetto parmi che possa essere il maschio, tuttora ignoto, di questa specie ; le si accorda assai bene per la coloritura del corpo e pel facies: differisce però nel colore delle ali, che da quanto si può scorgere, è giallo-fulvo vivace con disegni bruni; nella scultura del meta- noto la cui superficie è liscia anzichè striata trasversalmente; finalmente, cosa più grave, per |’ abbondanza e robustezza delle spine tibiali. Resto quindi in pieno dubbio sulla verità della cosa, quantunque talune delle accennate differenze potessero esser solo differenze sessuali. 42. Agenia Quartinae, n. sp. Robusta, fulvo-testacea, mesopleuris, metathorace, coxis (apice excepto), segmenti abdominis primi basi, maculis tribus basalibus (quarum intermedia lata, lateralibus parvis) in segmentis dorsalibus 3-5, ventreque fere toto nigro-fuscis: capite, pro- et mesonoto aureo-sericeis: alis obscure fuscis violaceo-micantibus: clypeo sat 304 G. GRIBODO magno et producto, margine apicali biflecuoso: pronoti margine postico tantum lenissime arcualo-emarginato » metathorace rotundato, transversim subregulariter striolato: alarum anticarum cellulis cubitalibus 2.* et 3.* subaequalibus, 3.* radialem versus coarctata : alarum posticarum cellula anali in ipsa origine venae cubitalis terminata: tibiarum spinulis minutis brevissimis sat numerosis - epipygio dense et crasse punciato-subrugoso €. Long. corp. mill. 15. Un solo esemplare femmina fu raccolto al Lago Cialalakà. Se la venulazione alare di questa specie non fosse tanto di- versa da quella che risulta nelle Symbolae Physicae, e non le mancassero le due macchie alari chiare, avrei dubitato che essa non fosse che una varietà del Pompilus glabratus Klug, quan- tunque la colorazione ne sia tanto diversa. “43, Agenia valida, n. sp. Fusco-fuliginosa, clypei macula mediale, orbitis oculorum, an- lennarum scapo infra obscure ferrugineis; pedibus (coxis trochan- teribusque esceptis) laete fulvis; alis fuscis violaceo-submicantibus ; clypeo magno, sat producto, margine apicali perlenissime quinque- emarginato vel potius undulato ; prothorace brevi, postice leniter oblusissime angulatim emarginato: scutellis sat planiusculis : me- tathorace declivi-rotundato transversim subtilissime ruguloso + tabiis larsisque fere inermibus, spinis minutissimis: alarum cellula cu- bitali secunda fere duplo longiori quam alta: cellula cubitali tertia aliquaniulum majori, radialem versus conspicue angustata; alarum posticarum cellula anali ante originem venae cubitalis terminata : corpore impunctato , pruinoso-velutino 9 . Long. corp. mill. 16. Un solo esemplare femmina, raccolto a Daimbi negli Adda- Galla. Questa specie ha, relativamente al genere, il corpo piuttosto grosso e robusto: le gambe e le antenne sono invece assai sot- ti, ed abbastanza allungate. Il clipeo molto largo e sporgente copre interamente le mandibole : il suo margine anteriore pre- IMENOTTERI DELLO SCIOA 305 senta molte inflessioni. Nulla di notevole si osserva nelle altre parti del corpo, all'infuori della scultura del metatorace , che consiste in fittissime rughe trasversali estremamente fine e sottili. Genus Pompilus, Fagr. 44. Pompilus viaticus, Linn. Sphex viatica, Linn. Syst. Nat. JI, 943. n. 15. » » Fabr. Spec. Insect. I, pag. 448, n. 30. Pompilus viaticus, Fabr. Syst. Piezat. pag. 190, n. 12. » » Dahlb. Hymen. Europ. I, pag. 57, n. 29. » » Lep. Hist. Nat. des Ins. Hymen. III , pag. 431, n. 24. » » Schenck, Beschr. d. Nassau, Grabw. pag. 233, n. 10. » » Grib. Imenott. di Scioa (Ann. d. Mus. Civic. di Genova, XVI), pag. 245, n. 2. Furono raccolte tre nuove femmine di questa cosmopolita specie a Let-Marefia: queste conservano ancora le ali scurissime, quasi nere, opache, ma il colore dei tre primi segmenti dell’ad- dome è assai più rossiccio, quindi per questo riguardo si avvi- cinano di più agli esemplari d’ Europa. eri 45. Pompilus contentiosus, n. sp. Robustus niger antennis infra apicem versus fulvescentibus, ab- domine cyanescente: clypei margine apicali arcuato, medio polito- prothorace brevi, postice obtusissime angulatim emarginato: scutello magno elongato , longitudinali, leniter gibbo, postscutello brevi, transverso: metathorace rotundato, inermi, (una cum loto corpore) laevi polito: alis saturate fuscis, violaceo micantibus: anticarum cellula cubitali secunda tertia majori, subquadrata, ad angulum infero-externum oblique producta; venula recurrenti prima prope sed ante hunc angulum desinente: cellula cubitali tertia nonnihil altiori quam lata: alarum posticarum cellula anali conspicue post originem venae cubilalis terminata: tibiis posticis sparsim et tenuiter spinulosis 9 . Long. corp. mill. 21. Una femmina raccolta a Daimbi negli Adda-Galla. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (12 Settembre 1884) 20 306 G. GRIBODO Questa femmina, che sicuramente per I’ armatura delle sue gambe, e per la venulazione delle ali appartiene al genere Pom- pilus, considerato in senso più stretto, non può venir confusa coll’ affinissimo P. Radoszkowskyi non solo per la statura im- mensamente minore (il che non avrebbe importanza), ma sopra- tutto perchè il dorso del mesotorace piano e liscio non presenta alcuna incavatura, e perchè i piedi sono spinosi, non nudi. Non si può del pari ritenere per il P. vespertilio Gerstaeck. perchè quest’ ultimo per: la venatura delle ali appartiene al ge- nere Mygnimia: come pure per la diversa forma dei due scudetti, della scultura del metatorace , e per la mancanza della macchia occellata nelle ali. Potrebbe però essere invece una varietà del P. perplexus Smith di Sumatra; le poche parole della descrizione di questa specie le convengono assai bene, ma detta descrizione è assoluta- mente troppo incompleta per poter giudicare qualchecosa in pro- posito, anzi solo per poter decidere a qual sottogenere essa specie appartenga. Genus Paracyphononyx, n. gen. Propongo di radunare sotto questo nome tutte le specie del genere Pompilus propriamente detto, aventi le unghie dei tarsi bifide invece che unidentate: differisce questo genere dall’ affi- nissimo Cyphononyx per |’ armatura delle tibie, le quali in que- st’ ultimo genere, sono seghettate e spinose come nel genere Priocnemis, mentre che nel genere Paracyphononyx esse portano solamente delle spine come nei Pompilus. La venulazione alare presenta la stessa figura che in questi ultimi. Naturalmente questa nuova divisione non può avere che I’ im- portanza di un sottogenere, creato al solo scopo di facilitare lo studio degli ormai innumerevoli Pompilidei. Essa ha il vantaggio a parer mio di basarsi sopra un carattere assai più evidente, più importante, e più stabile che quelli risultanti dalla figura Sile nervature alari. IMENOTTERI DELLO SCIOA - 307 TP cs 46. Paracyphononyx melanicrus, n. sp. Pompilo (Paracyphononyci) ruficruri Klug affinissima et simil- lima, et forte ejusdem sola varietas: tantum dignoscitur tibits posticis nigris immaculatis 9 . Long. corp. mill. 9. Una femmina raccolta a Giagague. Non trattandosi che di una semplice differenza di colore sarei tentato a non darle, come faccio sempre, alcuna importanza : però bisogna dire che essa si presenta in tali condizioni da la- sciare il dubbio che si tratti seriamente di specie distinta: di regola le modificazioni di colore (sempre frequentissime e molto profonde) negli arti sì verificano originariamente sugli articoli dei tarsi estendendosi poscia in proporzione più o meno grande alle tibie prima, poscia ai femori, ed infine nel caso ai trocanteri ed alle anche: non mi risulta alcun esempio in cui sì verifichi una trasformazione della tinta oscura o nera delle tibie in altra chiara senza un’ analoga trasformazione, ed in proporzione anche maggiore, del colore dei tarsi. Questa singolarissima differenza adunque tra |’ esemplare che ho sott’ occhio e la descrizione del P. ruficrus nelle Symbolae Phy- sicae, mi fa seriamente dubitare che si tratti di due specie di- stinte, 1 cui caratteri differenziali non si possano per ora riconoscere per la brevità della descrizione del dott. Klug: mi decido perciò a dare un nome per ora alla specie di Scioa, riservando il giu- dizio definitivo al giorno in cui si possano direttamente confron- tare fra loro i due tipi. La venatura delle ali nel mio esemplare è assolutamente iden- tica a quella che risulta nella figura delle Symbolae Physicae. Genus Cyphononyx, DAHLB. Come le Paracyphononyx sono quei Pompilus nei quali le unghie dei tarsi sono bifide anzichè unidentate, così le Cyphono- 308 G. GRIBODO nyx sono, per me, quelle Priocnemis aventi la medesima strut- tura nelle unghie tarsali: anche questo non deve considerarsi che come un semplice sottogenere. 47. Cy phononyx Abyssinica, Gris. Cyphononyx Abyssinica, Grib. Ann. d. Mus. Civic. di Genova, XIV, pag. 343. » flavicornis, (Fab.) Dahl. partim? Hymen. Europ. Suppl. 1, pag. 402, n. 4. » Abyssinica, Grib. Imenott. di Scioa (Ann. d. Museo. Civic. di Genova, XVI) pag. 246, n. 1. Sette esemplari maschi e tre femmine vennero raccolti a Let- Marefià, un maschio a Giagague. 48. Cyphononyx flavicornis, Farr. Pepsis flavicornis, Fabr. Syst. Piezat. pag. 216, n. 44. Cyphononyx flavicornis, Dahlb. Hymen. Europ. I, pag. 462, n. 4. Una coppia di esemplari, maschio e femmina, raccolti presso il lago Cialalakà , credo che rappresentino realmente la specie Fabriciana. Differiscono entrambi dalla C. Abyssinica per le an- tenne interamente gialle, pel clipeo ferruginoso, per i femori neri, e per la terza cellula cubitale assai più breve. Le gambe anzichè gialle sono di colore ferruginoso, più scuro assai nel maschio. Anche questa specie, come la precedente, non può prender posto nel genere Mygnimia, dove la inscrisse il Dott. Smith, perchè la prima ricorrente va a finire assai lontano dalla se- conda transverso-cubitale. Appartiene invece senza alcun dubbio al genere Cyphononyx. 49. Cyphononyx sabulosa, Smru. Mygnimia sabulosa, Smith, Catal. of Hymen. Ins. in t. Brit. Mus. Part. II, pag. 187, n. 21. Una femmina raccolta al Lago Cialalaka appartiene assai probabilmente a questa specie, stata primitivamente trovata a IMENOTTERI DELLO SCIOA 309 Whydah (Africa occ.): essa corrisponde assai bene alla descri- zione datane dal dott. Smith, eccezione fatta che il color fulvo delle antenne è assai scuro, e che lo scudetto è assai poco ele- vato sopra la superficie del torace, per cui non si potrebbe in realtà asserire che esso formi un tubercolo : distintamente tuber- culiforme invece è il postscudetto. Ignoro inoltre se la specie del dott. Smith abbia le unghie dei tarsi bifide (come nell’ esem- plare di Scioa), oppure denticulate. 90. Cyphononyx Tisiphone, Suitu. Mygnimia Tisiphone, Smith, Catalog. of Hymen. Ins. in t. Brit. Mus. Pars II, pag. 187, n. 19. » iridipennis, Smith, Catalog. of Hymen. Ins. collect. at Sa- raw. Borneo by Wallace, pag. 98, n. 5? » » Smith, Catalog. of Hymen. Ins. collect. at Celeb. by Wallace, pag. 13, n. 1? intrepida, Smith, Catalog. of Hymen. Ins. collect. at Mysol, Ceram by Wallace, pag. 32, n. 4, (haud n. 7). Due femmine raccolte l’ una al Lago Cialalakà, l’altra a Giagaguè , sono assolutamente identiche ad una coppia ricevuta dal dottor Ritsema sotto il nome di Priocnemis intrepida Smith come proveniente dall’ Isola Timor: un terzo esemplare prove- niente da Giava, e ricevuto sotto il medesimo nome, ha i riflessi delle ali azzurro-violacei, anzichè azzurro-verdognoli. Gli esem- plari dell’ arcipelago indiano appartengono tutti indubbiamente al genere Cyphononyx per le loro unghie distintissimamente bifide. Non posso per contro più accertare così recisamente che tutti gli esemplari che ho sott'occhio (tanto cioè africani quanto indiani) appartengano al genere Mygnimia, perchè la venetta ricorrente prima va bensi ad impiantarsi vicino all’ estremità della transverso-cubitale seconda, ma vi arriva sotto un angolo molto acuto, mentre che nelle Mygnimiae tipiche, essa deve, incurvandosi, continuare direttamente la transverso-cubitale. Sic- come però anche in altre specie, considerate appartenenti al ge- nere Mygnimia, la venulazione delle ali in quella parte presenta delle variazioni, così credo che realmente stanno questi insetti nel genere creato dal dott. Smith. 310 G. GRIBODO Gli esemplari di Scioa, come quelli di Timor, non hanno al- cuna traccia di color rosso bruno o ferruginoso in nessuna parte del corpo, che è dovunque uniformemente nero: le ali, special- mente negli esemplari africani sono brillantissime tanto sopra che sotto, i loro vivacissimi riflessi sono di color verde qua e là cangiante in azzurro d’ acciaio. Per me non havvi quasi dubbio, che le tre specie (M. Tisz- phone, iridipennis ed intrepida) del dott. Smith, non ne formano che una sola, cui spetterebbe, come più antico, il primo nome. Non è punto raro il caso di specie che abitino tanto l'Africa quanto l'arcipelago indiano, e si spingano fino all’Australia (4). Genus Hemipepsis, Dant. Conservo questo genere, quantunque non troppo ben caratte- rizzato, per le stesse ragioni per cui ho proposto di riammettere il genere Cyphononyx e di istituire il genere Paracyphononys (*), cioè allo scopo di facilitare il raggruppamento e lo studio di questo ‘intricatissimo gruppo di Pompilidei: dissi non bene caratterizzato perché il suo fondamento lo trova nell’ avere le unghie dei tarsi bidentate : ora questo in realtà non è vero: in realtà anzitutto esiste un solo dente propriamente detto, |’ altro è rappresentato da una speciale sporgenza alla base dell’ unghia, la quale sporgenza serve a portare alcune ciglia grosse, lunghe, robuste, e che veramente a prima vista appare un dente: in secondo luogo convien notare che questa sporgenza dentiforme è assai () Numerosissime sono le specie cosmopolite negli Imenotteri e ne abbiamo esempi in questo stesso lavoro: mi piace qui accennare ad un esempio ancora sco- nosciuto : la Chrysis micans Rossi d’ Europa spingesi, autenticamente, fino alla Nuova Olanda: l’ illustre dott. Smith la ripubblicava perciò, per errore, sotto il nome di C. bipartitus; avendomi esso comunicato il suo tipo ebbi campo di accertare ia cosa, e la riconosceva poscia lo stesso dottissimo entomologo. Riesce quindi indi- spensabile nello studio della maggior parte delle specie di quest’ Ordine di estendere sempre l’esame a tutte le specie del gruppo, qualunque ne sia la patria; non fanno eccezione che alcuni pochi generi speciali, e caratteristici di talune faune () Vedi anche Imenotteri di Scioa, memoria prima (Annali del Museo Civico di Ge- nova, anno 1881, XVI), pag. 246-48. IMENOTTERI DELLO SCIOA 311 variabile, e ciò anche in una medesima specie; taluni esemplari portandola più acuta, più pronunciata, altri meno. Il genere Mygnimia fondato dal dott. Smith, è in realtà più facilmente riconoscibile; ma considerando anzitutto che il suo carattere principale è esso pure alquanto variabile, e ciò persino nella medesima specie (ad esempio nella Hemipepsis Gestrot); considerando che in generale non si può dare troppa importanza alla venulazione alare così spesso variabile talora anche nel me- desimo esemplare; e sopratutto che per conservare integralmente il genere Mygnimia sarebbe necessario distruggere il genere Cyphononyx così ben caratterizzato, ed allora tanto varrebbe, anzi sarebbe meglio, sopprimerli tutti, come fece il Taschenberg (Die Pompiliden des Museum der Universitàt zu Halle) conser- vando unico il genere Priocnemis, io ritengo si debba dare la preferenza al genere del Dahlbom, che d’ altronde è più antico. 4 eit Hemipepsis Gestroi, n. sp. Mediocris vel submagna nigra, facie et antennarun scapo fulvo- ferrugineis, pedibus (exceptis coxis trochanteribusque interdum, et tarsorum omnium articulis apicalibus) laete fulvis vel aurantiacis: alis nigris, opacis, coeruleo- et viridi-micantibus: venulatione ala- rum ut in Mygnimius: metanoti basi profunde impressa: clypeo apice recte truncato vel perlenissime arcuatim emarginato, utrinque rotundato 9 o. Q. Antennarum flagelli articulo primo bast rufo; interdum flagello supra basim versus obscure rufescente: metathorace sub- cubico, transversim subregulariter crasse strigato ; ano obscure ru- fescenti piloso, et nigro-hirtissimo. Long. corp. mill. 22-23. I. Antennarum flagello supra interdum rufescente - metathorace transversim irregulariter sat crasse rugoso vel strigato, apice abrupte truncato et tuberculis tribus validissimis (praecipue lateralibus) armato : postscutello subtuberculiformi. Long. corp. mill. 20-26. SR G. GRIBODO Nove esemplari (sette maschi e due femmine) furono raccolti al Lago Cialalakà. Notevolissima specie ben distinta da tutte le altre conosciute per la singolare conformazione del metatorace nel maschio: sola specie che le si avvicini si è la Mygnimia imperialis Smith, da cui però certamente differisce per la presenza di tre tubercoli invece di due soli, per la striatura del metanoto, che è grosso- lana anzichè finissima, e per la mancanza della carena longitu- dinale del metanoto. Molto notevole è in questa specie l’ impressione basale del metanoto; essa è fortissima, presenta la forma di un breve ma profondo solco longitudinale; per tutta la lunghezza del solco la superficie intera del metanoto è depressa, ed ivi è assai sottil- mente striata: questo solco è assai più lungo e più marcato nel maschio che nella femmina. I due tubercoli esterni del metatorace del maschio sono molto sporgenti, quasi spinoidei, però coll’ apice arrotondato: essi sono diretti orizzontalmente in senso normale al torace. Il tubercolo | centrale invece è meno sporgente, conoidico, diretto obliqua- mente in alto. La testa, il protorace, le pleure, e sopratutto il metatorace sono nel maschio rivestiti di densi e lunghi peli neri: anche i suoi ultimi segmenti dell’ addome presentano una villosità ancora abbastanza densa, ma assai più grossolana : la femmina invece è quasi calva, eccezione fatta per lano, che è rivestito da brevi ma numerose e densissime ciglia, che paiono quasi spine. Tutto il corpo, e specialmente il pro- e mesonoto, è rive- stito negli esemplari freschi di pelurie subsquamosa brevissima vellutata, come di solito si vede in questo genere e negli affini. Le ali sono provviste, alla base della prima cellula discoidale , della macchia occellata che trovasi in molte specie affini. Assai singolare è il fatto, proprio credo di questa specie, che se il colore delle antenne tende a variare passando dal nero al rosso ferruginoso, questo si verifica nella superficie superiore , anzichè sull’ inferiore, del flagello. Quantunque assai diversi in molte cose, siano i maschi dalle IMENOTTERI DELLO SCIOA 313 femmine, pure non posso conservar dubbio sull’ esattezza di questo LI accoppiamento, tanto è evidente la loro aria di parentela. 52. Hemipepsis prodigiosa, Gersricx. var. ? Hemipepsis prodigiosa, Gerstack. V. D. Decken’s Reise in O. Africa, Glied. pag. 327, n. 28, tav. XIII, fig. 12. 9. » contumax, Gerstack. ibid. pag. 328, n. 24, tav. XIV, fig. 2, 72 Tre maschi e due femmine, raccolti tutti al Lago Cialalakà, credo che appartengano a questa specie, quantunque presentino alcune differenze dai caratteri indicati nella descrizione del dottor Gersticker. Prima però credo necessario notare che a parer mio le due specie prodigiosa e contwmax, non ne formano che una sola (1), le loro differenze essendo piuttosto sessuali che speci- fiche. Negli esemplari di Scioa, tanto maschi che femmine, noi tro- viamo le antenne o quasi interamente nere, oppure più o meno colorate (alla base specialmente) di rosso ferruginoso scuro: lo scapo è sempre, in un colla maggior parte della faccia, di questo colore. Le gambe invece sono interamente di color giallo-fulvo chiaro, eccezion fatta, talora in qualche esemplare, per le anche. La statura di entrambe le femmine è di millimetri 29 circa; quella dei maschi varia da millimetri 20 a 22. Molto notevoli sono nel maschio le meso- e metapleure: esse sono liscie, lucenti, senza rughe, di color rosso ciliegia; verso l'estremità inferiore di ciascuna, cioè contro all’ origine delle anche , la loro superficie si accartoccia, per dir così, alquanto all infuori, e forma all’ estrema punta posteriore un piccolo tubercolo, assai notevole sulle metapleure. Questa struttura si incontra pure nelle femmine; però in queste il colore è ancor nero, ed i tubercoli vicini alle anche sono molto più piccoli. Il silenzio del dottor Gerstacker sopra dettagli così notevoli, è cagione per cui sono alquanto in dubbio sull’ esattezza della mia determinazione. () La quale probabilmente non è poi che la Mygnimia antennata Smith. 314 G. GRIBODO Familia PHILANTHIDAE, Daunte. Genus Philanthus, Fas. 53. Philanthus diadema, Faz. Philanthus diadema, Fab. Ent. System. II, 289, n. 3. » » Dahib. Hymen. Europ. I, pag. 495, n. 3. » Abdelkader, Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen. HI, pag. 33, n. l. » » Lucas, Expl. Scient. de l’Algérie. Ins. pag. 257, n. 231, tav. 13, fig. 7. » diadema, Smith, Catalog. Di Hymen. Ins. Part. IV, pag. 471, n. ll. Una maschio ed una femmina raccolti al Lago Cialalakà. Questi due esemplari hanno entrambi la testa ed il torace neri, eccezion fatta pel solo occipite che è ferruginoso : in en- trambi poi lo scudetto è di color giallo. Questa specie è variabilissima in grossezza e colorazione : per me non sussiste il menomo dubbio che essa sia solo una varietà meridionale del P. triangulum ; trovasi già in Sicilia, e sì estende per tutta l’ Africa fino al Capo di Buona Speranza: non manca pure a buona parte dell’ Asia. Familia SCOLIADAE, Leacu. Genus Discolia, Sauss. 54. Discolia ruficornis, Fasr. Scolia ruficornis, Fabr. Ent. System. II, pag. 230, n. 9. » » Fabr. System. Piezat. pag. 241, n. ll. » » Sauss. et Sich. Catal. Spec. Gen. Scolia, pag. 83,1 n. 62. » » Grib. Imenott. di Scioa. (Ann. d. Mus. Civ. di Genova, XVI), pag. 249, n. 1. .Due femmine raccolte al Lago Cialalakà, una femmina ed un maschio a Daimbi negli Adda-Galla. La statura delle femmine varia da 18 a circa 23 millimetri, quella dell’ unico maschio sale a quasi 20 millimetri. Le tre femmine hanno tutte ali uniformemente ornate di ri- flessi d’ un verde metallico brillantissimo: nel maschio invece alla base esso trovasi commisto a riflessi azzurrognoli. IMENOTTERI DELLO SCIOA 315 Il colore del corpo nelle fenimine è nero puro, nel maschio invece sull’ addome notiamo dei riflessi di un violaceo scuro. Le antenne nelle femmine sono nere alla base, d’ un rosso ferruginoso scuro per un tratto più o meno lungo dell’ apice ; nel maschio del tutto nere. ° Il tubercolo basale del primo segmento dell’ addome è pochis- simo pronunciato. La punteggiatura sul torace generalmente assai fitta, fittissima poi sul metatorace. Non si possono ragionevolmente separare questi due sessi fra loro, tanto riesce evidente all’ occhio la loro parentela. Vedesi da quanto precede che questi esemplari potrebbero benissimo venir ascritti non meno alla S. ruficornis , che alle affini S. melanaria, castanea, ed altre ancora assai probabilmente : essi per altra parte presentano appunto riuniti ì caratteri indi- cati dagli autori come distintivi (statura, scultura, colorazione). La ragione di ciò io la vedo nel fatto che, a parer mio, quelle diverse specie (e quasi certamente molte altre ancora) non ne fanno che una sola: è una cosa questa che non posso ancora accertare avendo tuttora troppo pochi materiali sott’ occhio; però quanto io posseggo unitamente a questi esemplari di Scioa mi inducono fortemente a dubitarne. Familia MUTILLIDAE, Leaca. Genus Mutilla, Latr. 55. Mutilla Guineensis, Fas. Mutilla Guineensis, Fabr. System. Piezat. pag. 429, n. 4. » » Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen. III, pag. 640, n. 69. » » Gerst. Peter’s Reise, n. Mossamb. Ins. pag. 486, tav. KOOKS on Am Tye ba » » Radosz. et Sich. Ess. d’une Monogr. d. Mutill. pag. 87, Ts BY Due femmine ed un maschio furono raccolti a Daimbi negli Adda-Galla. In questo maschio, sul terzo segmento dell’ addome, anzichè una fascia bianca interrotta nel mezzo, noi troviamo due vere macchie rotonde di forma e grossezza uguali a quelle del secondo segmento. 316 G. GRIBODO 56. Mutilla penetrata, Smits. Mutilla penetrata, Smith, Descript. of n. spec. of Hymen in t. Brit. Mus. pag. 193, n. 12. . Una femmina a Let-Marefia. A completare la descrizione del dottore Smith aggiungerò che il capo è molto tozzo, robusto, di forma quasi cubica: le an- tenne piantate affatto contro la bocca: gli occhi assai piccoli : il torace relativamente piccolo è leggermente più largo sul din- nanzi, ove lateralmente porta alcune seghettature irregolari brevi spiniformi: le suture sono affatto invisibili. L’addome è sessile; il primo segmento è sottile discoidale, ma abbastanza largo per coprire quasi tutta la base del secondo: la sua carena ventrale è della forma segnata col numero 3 nella Monografia del Ge- nerale Radoszkowsky. Nell’ esemplare di Scioa il corpo è tutto nero, eccettuata la parte dorsale del torace, che è rossa. La statura di 11 millimetri. Finora questa specie non erasi trovata che a Madagascar. Sectio I. TUBULIFERA. Familia CHRYSIDIDAE. Genus Pyria, Lep. 57. Pyria lyncea, Fasr. Chrysis lyncea, Fabr. Entom. System. II, pag. 240, n. 6. » » Fabr. System. Piezat. pag. 172, n. 8. » » Dahlb. Hymen. Europ. II, pag. 339, n. 191. Due femmine furono raccolte a Let-Marefià, una ad Ambo- Karra. Questa specie è sparsa per tutta Africa, escluso il suo litto- rale mediterraneo : trovo infatti nella mia collezione le seguenti provenienze accertate: Capo Verde, Senegal, Gabon, Congo, Capo di Buona Speranza, Madagascar, Zanzibar. IMENOTTERI DELLO SCIOA Olt 58. Pyria stilboides, Spin. Pyria stilboides, Spin. Compte rendu d. Hym. rec. par Fischer en Egypte pag. 446, n. 8.” Chrysis nobilis, Klug, Symb. Physic. dec. V. tav. XLV, fig. 2. Stilbum sexdentatum, Guér. Revue Zool. 1842, pag. 145, ne 2. Chrysis nobilis, Dahlb. Hymen. Europ. II, pag. 347, n. 195. Una femmina ed un maschio vennero raccolti a Let-Marefià, una seconda femmina a Giagagueé. Genus Chrysis, Linn. 99. Chrysis Andromeda, n. sp. Sub-magna robusta viridis, dorsuli area media, scutello, abdo- minisque segmento tertio cyaneis: capite antice viso triangulari, oculis sat exertis: cavitate faciali lata, profunda, confertim punctu- lata, argenteo villosa, superne distincte marginata; carinula biar- cuala, supra tres ramulos perbrevissimos emittente: fronte et vertice confertissime irregulariter punctatis: thorace substilbiformi crasse sat confertim punctato, interstitiis punctulatis, scutello et dorsuli area media crassissime punciato-reticulatis: postscutello producto, supra planiusculo vel subexcavato, crasse irregulariter scrobiculato, margine irregulari suberenulato: mesopleuris crasse denseque pun- clatis et scrobiculatis, subtus marginatis et mucrone valido armatis: alis fuscescentibus, cellula radiali completa: abdomine subcylindrico, convexo, capite thoraceque simul sumptis paullulum longiore, basi leniter excavato, segmenti tert area antica medio manifeste depres- stuscula, serie anteapicali parum abrupta, haud interrupta; foveolis mediocribus vel parvis, rotundatis, numerosis, subaequalibus ; area anali parum immersa, producta, dentibus sex armata: his acutis, robustis, triangularibus, subaequalibus, emarginaturis tribus inter- mediis aequalibus arcuatis, externis conspicue lalioribus obliquis subrectis, hinc dentibus intermediis adproximatis, lateralibus nonnihil remotis: segmento primo dorso vage, utrinque subconfertim cras- sissime punctalo, hine illine punctulato: coeteris segmentis sparsim modice irregulariter punctatis et punctulatis, medio nitidioribus, et nullo modo carinulatis Q. 318 G. GRIBODO Long. corp. mill. 11-12. Un esemplare venne raccolto dal Marchese Antinori ad Ambo- Karra, io ne ho un secondo ricevuto dall’ isola di Zanzibar. Tenuto conto della grande variabilità delle specie di questa famiglia non solo nella colorazione, ma anche nella stessa forma e scultura, fui lungo tempo in dubbio se questa specie potesse essere solo una varietà assai spiccata della C. prominula Dahlb. — od anche della C. semiaurata Brullé, quantunque, come puossi giudicare facilmente dalle rispettive descrizioni, esistano fra di loro importanti differenze: ed anzi malgrado queste intendo ri- servare il giudizio definitivo al tempo in cui potrò esaminare io stesso 1 tipi autentici delle due specie sovraccennate. Un lungo studio di questa famiglia, fatto sopra ricchissimi materiali mi ha convinto della grandissima variabilità, sotto ogni riguardo, delle specie che la compongono: per cui credo che non si vada mai abbastanza guardinghi nell’ affermare nuova una specie quando questa non presenti caratteri particolari pro- nunciatissimi: altrimenti si corre assai facilmente il rischio di non far altro che aumentare la già ben lunga lista di specie da demolirsi. I due esemplari di questa specie non sono perfettamente identici : in quello di Scioa la punteggiatura grossa è alquanto più rada, ma per contro sono più abbondanti i piccoli punti che stanno negli interstizi: il tubercolo del postscudetto è in esso alquanto più esile e più breve; i buchi della serie anteapi- cale poi sono moltissimo più grossi, quasi il triplo, che nello esemplare zanzibarese, nel quale sono invece piccolissimi. Questa Chryside presenta il facies della C. modica, alla quale è molto affine. Non credo che possa essere la C. Olivieri Radosz. perchè in questa, secondo la descrizione, il margine apicale è inspessito: la punteggiatura dell’ addome è inoltre di tutt’ altra natura. 60. Chrysis inops, n. sp. C. luscae valde similis et affinis, dignoscitur corpore minori graciliori, magis opaco, haud aureo-muculato, toto cyaneo-viridi : IMENOTTERI DELLO SCIOA 319 antennarum articulo tertio quarto perpaullum longiore (in C. lusca fere duplo longiore). Capite thoraceque confertissime regulariter sat crasse punctulatis; abdomine toto uniformiter requlariter confertim crasse punctato: dentibus apicalibus quinque acutis subspinoidets - caetera ut in C. lusca 9. Long. corp. mill. 6, 5. Un solo esemplare femmina fu raccolto a Let-Marefià. Molto affine alla C. /usca ne differisce per un carattere assai importante, la diversa proporzione di lunghezza degli articoli delle antenne: nella C. lusca troviamo il terzo articolo molto allungato , lungo cioè quasi il doppio tanto del secondo quanto del quarto: invece nella drops il terzo articolo è relativamente assai breve, e se supera ancora quasi del doppio la lunghezza del secondo, non difterisce più gran cosa dal quarto. A questa differenza assai importante se ne aggiungono diverse altre di entità assai minore; consistono queste nella minore sta- tura, nel corpo più gracile, nella punteggiatura molto più grossa, più fitta, più uniforme e regolare; nella mancanza di macchie dorate ai lati del secondo segmento: e nella maggiore sporgenza ed, acutezza dei denti anali: tutti questi caratteri son sempre assai variabili in una medesima specie, per cui non si devono assumere a base delle distinzioni specifiche. 61. Chrysis angolensis, Raposz.? vel n. sp. (callazna mihi). Un esemplare maschio raccolto a Daimbi negli Adda-Galla presenta la maggior parte dei caratteri di questa specie descritta dal Generale Radoszkowsky sopra esemplari d’Angola, unita- mente però a talune notevoli differenze : nell’ esemplare di Scioa infatti manca completamente la carena longitudinale mediana del secondo segmento addominale, il cercine anteapicale del terzo segmento non è punto inspessito, nè rigonfio: i fori delle serie sono in numero circa doppio di 8: e finalmente i quattro denti del- Yano sono quasi equidistanti, e di forma poco diversa fra di loro. Queste differenze potrebbero forse essere solamente sessuali; 320 G. GRIBODO ad ogni modo sono cosi importanti da lasciare il dubbio sulla identità delle due specie, e l’ incompleta descrizione del Radosz- kowsky, tacendo diversi particolari assai importanti, contribuisce a lasciare incerti sul giudizio da darsi. Credo utile quindi di dare una compiuta descrizione dell’ esemplare che ho sott’ occhio. Insetto di media statura, robusto, col corpo leggermente appiattito, a fianchi quasi paralleli. Testa mediocre, di figur: trapezia quando la si guardi di faccia; occhi abbastanza spor- genti, le guancie lunghe quanto lo spessore medio delle antenne, i loro profili sono paralleli: il clipeo è abbastanza sviluppato, e profondamente intagliato ad arco nel mezzo del margine ante- riore. La cavità facciale assai larga e profonda, ha la sua su- perficie fortemente e densamente punteggiato-granulosa: essa è limitata da una linea elevata o piega, sia lateralmente che superiormente : nella parte superiore questa linea è molto spor- gente foggiata ad arco regolare colla concavità in alto, questo arco emette alle estremità due rami discendenti poco marcati che abbracciano la cavità facciale e due altri ascendenti marcatissimi incurvati che vengono a riunirsi sopra all’ occello anteriore, che trovasi così racchiuso in una fossetta quasi esattamente circolare a bordi ben marcati, analoga a quella che vedesi negli Sti/bum- è questo un carattere assai notevole, e nel genere poco comune. Il torace è di forma leggermente conica: il margine anteriore del protorace è sensibilmente più breve del posteriore: i mar- gini laterali sono lievemente incavati : lo scudetto ed il postscu- detto sono lievissimamente tumefatti: nel mezzo della base di entrambi si osserva una irregolare incavatura: gli angoli denti- formi del metatorace nulla presentano di notevole. Invece nelle mesopleure vedesi al basso una profonda, larga ed irregolare fossa trasversale (oltre ad un’ altra piccola verticale) il cui mar- gine inferiore porta due forti, acuti tubercoli dentiformi. L’ addome alla base è alquanto più largo del torace, ha i suoi fianchi pochissimo convergenti, ed all’ estremità è, si può dire tagliato nettamente a squadra. La sua base porta tre incavature distinte; di esse la mediana è forte, allungata, profonda ma stretta, le due laterali invece, molto larghe, ma brevi e poco IMENOTTERI DELLO “SCIOA 321 sentite. Nessuna carena, o linea elevata, o spazio nudo trovasi sul secondo segmento. Il terzo segmento ha la sua parte od area basale regolarmente convesso-declive, con una più che lievissima depressione nel mezzo; il cercine che limita questa parte del terzo segmento non si rileva affatto sulla sua superficie : esso ha uno spessore mediocre; i suoi fori sono numerosi, abbastanza grossi, irregolari, taluni confluenti. Il margine anale ha poca sporgenza, ma è largo trasversalmente quanto la base del 3.° segmento : esso porta quattro denti brevi ma molto larghi: essi sono prodotti da tre intagli assai larghi, poco profondi, arcuati, quasi uguali fra loro (il mediano è appena leggerissimamente più stretto dei laterali): siccome il lato esterno dei denti laterali è costituito dal fianco stesso del segmento, ed è quasi normale al margine anale, così ne viene che i due denti laterali sono alquanto più acuti che i centrali. La punteggiatura della testa e del torace è fittissima ; lo è meno, ma pur sempre molto densa sull’ addome. Sulla testa, sul protorace e sul mesotorace essa è assai irregolare, i punti presentando dimensioni diversissime; posteriormente però sul mesonoto comincia a regolarizzarsi, ed i punti ivi sono tutti ugualmente assai grossi e profondi. Sullo scudetto e sul metatorace la punteggiatura è regolaris- sima, forma quasi una rete di punti uguali rotondi, larghi, poco profondi. Ben regolare, uniforme, ed abbastanza grossa è la punteggiatura di tutto l’ addome, eccezion fatta pel margine anale, 1 cui punti sono rari, irregolari ed assai minuti. La testa, il torace, ed i due primi segmenti dell’ addome son verdi con qua e la delle macchie o dei riflessi azzurri; il terzo segmento poi è di color azzurro-violaceo. Le ali assai affumicate alla base son quasi trasparenti al margine estremo, e presentano riflessi violacei. La statura di 8 millimetri. Molto affine a questa è pure la C. fuscipennis, Brullé delle Isole Filippine, e forse si tratta sempre della medesima specie : anzi la vera angolensis non presenta in realtà a parer mio alcuna differenza dalla fuscipennis, mentre la specie di Scioa differisce per l'addome non carenato, e per la dentellatura dell’ ano. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (15 Settembre 1884). 21 | 322 Gi serene 62. Chrysis viridissima, Kuve. Chrysis viridissima, Klug, Symb. Phys. n. 11, tay. XLV, fig. 11. Un esemplare raccolto a Let-Marefià corrisponde perfettamente sia alla descrizione che alla figura del Klug, fatta eccezione pel colore dei tarsi, che il Klug dice essere pa/lides ed invece nel- l'esemplare di Scioa son di colore nero intenso con lievi riflessi verdognoli: siccome la colorazione di questa parte del corpo è generalmente assai meno soggetta a variare in questa famiglia che altrove, così ritengo indispensabile il farne parola in modo speciale. Essendo assolutamente troppo breve la descrizione del Klug, credo utile il farne qui una più completa, riferendomi però sempre alla figura delle Symbolae Physicae, di cui I’ assieme ed anche molti dettagli corrispondono assai bene all’ esemplare che ho sott’ occhio. — Il corpo è relativamente tozzo, robusto, «appiattito : la tinta generale è di un verde leggermente azzurrognolo: il colore azzurro predomina nettamente sulla fronte, sull’ area mediana del mesotorace e sulla base dei segmenti addominali. La testa, guardata di faccia, ha forma triangolare; gli occhi sono mediocremente sporgenti, le guancie abbastanza allungate, lo spazio cioè che intercede fra il termine degli occhi, e la base delle mandibole è assai lungo, all’ incirca quasi come il quarto articolo delle antenne; il clipeo è, relativamente, assai spor- gente; la cavità facciale è poco profonda; la sua punteggiatura molto densa, granulosa, ed abbastanza grossolana: una sottile ma ben distinta ruga trasversale biarcuata la limita superior- mente: la fronte ed il vertice hanno punteggiatura fittissima , più larga e più regolare che quella della faccia. Nel torace i punti sono più larghi, più regolari, assai fitti tanto da formare coi loro margini una specie di rete: nell’ area mediana del dor- sulo sono più larghi che altrove: invece (cosa assai rara in questo genere) sullo scudetto e sul metatorace sono alquanto più piccoli e più distaccati: nulla di singolare trovasi oltre a ciò IMENOTTERI DELLO SCIOA oe da notare sul torace; I’ addome è largo, alquanto appiattito, coi segmenti lievemente strozzati alla base: la sua punteggiatura è grossa profonda, abbastanza densa, regolarissima ed uniforme su tutta la sua superficie: l’area basale del terzo segmento è convessa ; la serie anteapicale ben marcata; i suoi buchi grossi, irregolari, taluni confluenti: la figura del margine anale risulta assai bene nella figura del Klug. La cellula radiale è quasi completa. Non conosco altri esemplari di questa specie. O24 G. GRIBODO PROSPETTO DEGLI IMENOTTERI ACULEATI E CHRYSIDI RACCOLTI NEL REGNO DI SCIOA dal Marchese ORAZIO ANTINORI. Ns a on A i N.° GENERE 1 Apis 2 | Anthophora 3 Xylocopa 4 » 5 » 6 » if » 8 » i 9 È fi 10 » {11 » 12 | Megachile 13 » 14 » 15 » 16 Crocisa 17 » 18 Coelioxys H| 19 » i] 20 Nomia 2] | Ctenoplectra 29 Polistes 23 » H| 24 | Belonogaster | 26 Odynerus il 27 » i 28 ygchium i| 29 Synagris 30 » di 31 » | 32 » i| 33 » 34 Eumenes 35 » 36 » 37 » SPECIE unicolor, Latr. acraensis, Fab. aestuans, Linn. olivacea, Fab. scioensis, Grib. divisa, Klug caffra, Linn. inconstans, Smith flavo-rufa, De Geer oblonga, Smith carinata, Smith Antinorii, Grib. cognata, Smith maxillosa, Guér. janthoptera, Smith Bs oo È Spare? Scioensis, Grib. caudata, Spin. Quartinae, Grib. Antinorii, Grib. Marginalis, Fab. Smithii, Sauss. Menelikii, Grid. Junceus, Oliv. Quartinae, Grid. Synagroides, Sauss. laterale, Fab. combusta, Sauss. xanthura, Sauss. aethiopica, Sauss. pentameria, Sauss. Ruppelliana, Sauss. Lepeletieri, Sauss. fenestralis, Sauss. tinctor, Christ. concinna, Sauss. nf LOCALITA Argu-Agher. Mahal-Uonz. Mahal-Uonz. Mahal-Uonz. Ambo-Karra. Lago Cialalaka. Mahal-Uonz. Let-Marefia. Ambo-Karra. Let-Marefia. Mahal-Uonz. Let-Marefia. Let-Marefia. Let-Marefia. Mahal-Uonz. Ambo-Karra. Ambo-Karra. Let-Marefià. Sciotalit. Let-Marefià. Daimbi. Let-Marefià. Sciotalit. Mahal- Uonz. Giagagué. Let-Marefia. Let-Marefia. Let-Marefia. Let-Marefia. Mahal-Uonz. Let-Marefia. Lago Cia- lalaka. ,Ambo-Karra. Let-Marefia. Let-Marefia. Ambo-Karra. Let-Marefia. Lago Cialalaka. Ambo-Karra. Lago Cialalaka. Mahal-Uonz. Mahal-Uonz. Let-Marefià. Lago Cialalakà. Daimbi. Lago Cialalaka. Mahal-Uonz. Let-Marefià. Daimbi. Let-Marefià. Daimbi. Ambo-Karra. Let-Marefià. Lago Cialalaka. IERI IMENOTTERI DELLO SCIOA O20 N.0 38 fl 39 il 40 Al 42 43 AA il 45 )| 46 il 47 48 49 | 50 i 51 di 52 ll 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 GENERE Eumenes » Ammophila Pelopoeus » » Sphex Parasphex Clorion Agenia » » Pompilus » Paracyphononyx Cyphononyx Hemipepsis » Philanthus » Discolia Mutilia » Pyria » Chrysis SPECIE sulcigastra, Grib. acuminata, Sauss. ferrugineipes, Lep. spirifex, Linn. Quartinae Grib. Spinolae, Zep. Scioensis, Grid. longiventris, Sauss. luteifrons, Radosz. cyanescens, Radosz. albisecta, Lep. funereum, Grib. personata, Grid. valida, Grib. Quartinae, Grid. viaticus, Linn. contentiosus, Gib. melanicrus, Grid. Abyssinica, Grid. flavicornis, Fab. sabulosa, Smith Tisiphone, Smith Gestroi, Grid. prodigiosa, Gerst. diadema, Fab. Loeflingi, Dahl. ruficornis, Fab. guineensis, Fab. penetrata, Smith lyncea, Fab. stilboides, Spin. Scioensis, Grib. viridissima, Klug callaina, Grid. inops, Grid. Andromeda, Grib. LOCALITÀ Giagague. Let-Marefia. Ambo-Karra. Let-Marefia. Daimbi. Let-Marefia. Daimbi. Let-Marefia. Mahal-Uonz. Let-Marefia. Lago Cialalaka. Let-Marefia. Let-Marefia. Mahal-Uonz. Let-Marefia. Mahal-Uonz. Daimbi. Lago Cialalaka. Sciotalit. Let-Marefia. Daimbi. Giagague. Let-Marefia. Mahal-Uonz. Sciotalit. Giagague. Lago Cialalaka. Lago Cialalaka. Lago Cialalaka. Giagague. Lago Cialalaka. Lago Cialalaka. Lago Cialalaka. Let-Marefia. Mahal-Uonz. Let-Marefia. Daimbi. Daimbi. Let-Marefià. Let-Marefià. Ambo-Karra. Let-Marefià. Giagague. Mahal-Uonz. Let-Marefia. Daimbi. Let-Marefia. Ambo-Karra. .. CATALOGUE SYSTÉMATIQUE DES PASSALIDES PAR PW TS AN Trois ans après la publication du tome III du Catalogus Co- leopterorum de MM. Gemminger et de Harold, le Dr. Kaup fit paraitre une révision des Passalides. Dans ce travail le savant auteur remanie complétement la classification de ces Insectes. Il crée un grand nombre de genres nouveaux et d’espéces; de sorte qu'un nouveau Catalogue des Passalides est devenu nécessaire. C'est ce travail que je livre aujourd’hui au public entomolo- gique, esperant qu'il pourra lui étre de quelque utilité. Je crois presque inutile d’ajouter que j'ai suivi pas a pas la monographie du Dr. Kaup et que j'ai énuméré les espéces nou- velles décrites depuis lors. De cette facon il m’a été possible de dresser un catalogue systématique, ce qui est toujours préférable à une simple liste alphabétique. Le catalogue de Munich énumére 175 ‘espèces renfermées dans 27 genres, aujourd’hui l’on compte 60 genres et 192 espéces de Passalides. Divisions. 1. Sous-famille: Aulacocyclinae. Pleurostylus ' Aulacocyelus Erionomus Ceracupes Pleurarius Comacupes Semicyclus. Taeniocerus Groupe II. Leptaulaceae. Caulifer. | Ciceronius Didimus 2. Sous-famille: Eriocneminae. Trichostigmus Groupe I. Solenocycleae. Leptaulax Solenocyclus Pentalobus. CATALOGUE DES PASSALIDES 927 4. Sous-famille : Neleinae. Groupe I. Pseudacantheae. Vindex Spurius Rimor Popilius Groupe III, Hriocneminae. Pseudacanthus. Vellejus : Groupe II. Stephanocephaleae. Pelops Stephanocephalus Labienus Mitrorhinus Plesthenus Paxillus Eriocnemis. Spasalus, Groupe IV. Macrolinae. Groupe III. Neleae. Macrolinus Vatinius Episphenus Petrejus Mastachilus. Neleus Groupe V. Aceraiae. Neleides Laches Ninus. Gonatas Groupe IV. Pertinaceae. Aceraius Rhodocanthopus. Cetejus Pertinax Basilianus. Ptichopus. Groupe V. Phoroneae. 3. Sous-famille: Proculinae. Rhagonocerus Oileus Epiphanus Proculejus Phoroneus Proculus Eumelus Oxyges Undutifer. Publius. 5. Sous-famille: Passalinae. Passalus Soranus Veturius Sertorius Verres. 328 P. WYTSMAN PASSALIDAE. Percheron, Monogr. des Passales, 1835. » Suppl. I, in Mag. Zool. 1841. » Suppl. IL, » 1844. Kaup, Prodr. IL in Col. Heft. II, 1868. » Prodr. IL » TVCASGCS: » ERICE » Veg tisG: » Monogr. der Passaliden, 1871. Bi AULACOCYCLINAE. Aulacocyelus Kaup, Prodr. I, 1868, p. 4. edentulus Mac Leay, King. Survey II, p. 489. Nov. Holland. — Perch., Suppl. I, p. 89. — Burm., Handb. V, p. 515. — Kaup, Prodr. I, p. 9; Mon. p. 14. cylindraceus Perch., Mon. p. 108, t. 7, f. 8. furcicornis Boisd., Voy. Astrol. Col. p. 242. Kaupi Mac Leay, Trans. Ent. Soc. N. S. Wales HIE, Da HES perlatus Kaup, Prodr. I, p. 7; Mon. p. 15. teres Perch., Suppl. I, p. 39.— Burm., l. e. p. 515. — Kaup, Prodr. I, p. 9; Mon. p. 15, t. 1, VAL. Parryi Kaup, Prodr. I, p. 8; Mon. p. 16. Rosenbergii Kaup, Prodr. I; Mon. p. 16. Percheronit Kaup, Prodr. I, p. 8. Ceracupes Kaup, Mon. 1871, p. 16. fronticornis Westw., Ane, nat. hist. 1841, p. 124. — Kaup, Mon. p. 17, t. 1, f. 2. bihastatus Perch., Suppl. II, p. 12, t. 135. — Gayndah. Nov. Guinea. Nov. Holland. Ceram. Ins Nias. Thibet. CATALOGUE DES PASSALIDES 329 Burm., Handb. V, p. 517. — Kaup, Prodr. ENDO. tricornis Burm., 2n lett. Austeni Stoliczka, Journ. As. Soc. Beng. n. s. Bengal. Part. II, 1873, p. 151. Comacupes Kaup, Mon. 1871, p. 17. cylindraceus Perty, Obs. Col. Ind. p. 86, t. 1, Malacca. f. 3.— Perch., Suppl. I, p. 40, t. 79, f. 4. — Burm., Handb. V, p. 516. — Kaup, Prodr. I, p. 4; Mon. p. 18. punctifrons Hope, Cat. Lucan. p. 29. tricuspis Kaup, Prodr. I, p. 7; Mon. p. 18. Nov. Caledon. basalis Smith, Cat. Pass. Brit. Mus. p. 18, Ins. Philipp. Coi MRaupr Mon Wn LO. ob. a. Masoni Stoliczka, Journ. As. Soc. Beng. n. s. India or. ROTAIA: Felderi Stoliczka, J. c. p. 152. Incertae sedis. cavicornis Kaup, Mon. p. 19. Penang. laevicornis Kaup, Prodr. I, p. 6. Taeniocerus Kaup, Mon. 1871, p. 20. Deyrollei Kaup, Prodr. I, p. 7; Mon. p. 20. Ins. Réunion, pygmaeus Kaup, Prodr. I, p. 9; Mon. p. 20. Malacca. bicanthatus Perch., Suppl. I, p. 41, t. 79, f. Malacca. 8. — Burm., Handb. V, p. 516. — Kaup, Prod: L, po: Mon. pi 21, t. 1, 7. 6. platypus Kaup, Prodr. I, p. 5; Mon. p. 21. Borneo. bicuspis Kaup, Prodr. I, p. 5; Mon. p. 21. Assam; Malacca. Hardwickit Hope, in lett. Mastersii Mac Leay, Trans. Ent. Soc. N. S. Gayndah. Wales II, p. 174. Caulifer Kaup, Mon. 1871, p. 22. Mac Leayi Kaup, J. c. p. 22, t. 1, f. 7. Sydney. 330 P. WYTSMAN ERIOCNEMINAE. I. SOLENOCYCLEAE. Solenocyelus Kaup, Prodr. I, 1868, p. 10. exaratus Klug, Ins. v. Madag. p. 173. — Perch., Madagascar. Suppl. I,.p. 16. — Burm., Handb, V, p. 472. — Kaup, Prodr. I, p. 10; Mon. p. 25. Manouffi Perch., Mon. p. 62, t. 4, f. 7. Pleurostylus Kaup, Mon. 1871, p. 25. trapezoides Kaup, /. c. p. 26. ? Africa. Erionomus Kaup, Prodr. I, 1868, p. 26. planiceps Eschsch., Nouv. Mém. Moscou I, p. 22. Guinea. — Perch., Suppl. I, p. 25, t. 78, f. 3. — Kaup, Prodr. I, p. 17; Mon. p. 27. dasypleurus Imh., Verh. nat. Ges. Basel V, p. 172. — Burm., Handb. V, p. 471. humeralis Smith, Cat. Pass. Brit. Mus. p. 19, ttl; fe Ol. Pleurarius Kaup, Prodr. II, 1868, p. 1. pilipes Kaup, Prodr. II, p. 1; Mon. p. 28, t. Sumatra. 2,f 1. brachyphyllus Stoliczka, Journ. As. Soc. Beng. Nilgheries; Malabar. n. & Part. II, 1873, p. 152. CATALOGUE DES PASSALIDES 331 Semicyelus Kaup, Mon. 1871, p. 28. Grayi Kaup, 4. c. pi 28. Incertae sedis, Redtenbacheri Stoliczka, Journ. As. Soc. Beng. Ceylon. n. s. Part. II, 1873, p. 153. II. LEPTAULACEAE. Ciceronius Kaup, Mon. 1871, p. 29. morbillosus Klug, Ins. v. Madag. p. 175. — Madagascar Perch., Suppl. I, p. 18, t. 77, f. 6. — Burm., Handb. V, p. 474. — Kaup, Prodr. I, p. 11; Mon. p. 29. Didimus Kaup, Mon. 1871, p. 30. laevis Klug, Erman. Reise 1835, p. 39. —Burm., Ile du Prince. Handb. V, p. 474. — Kaup, Prodr. I, p. 12; Mon. p. 30. punctipectus Kaup, Prodr. I, p. 11; Mon. p. 80. Guinea. quadrifrons Perch., Mon. p. 64, t. 4, f. 8. — Cap. Bon. Spei. Burm., J. c. p. 472. — Kaup, Prodr. I, p. 13; i Mon. p. 30. parastictus Imhoff, Verh. nat. Ges. Basel. V, p. Guinea. 171, — Burm., l. c. p. 476. — Kaup, Prodr. I, p. 11; Mon. p. 30. africanus Perch., Suppl. II, p. 10, t. 135, Sierra Leona. ey eee Klugii Kaup, Prodr. I, p. 12; Mon. p. 81. ? Africa occ. Trichostigmus Kaup, Mon. 1871, p. 31. Thoreyi Kaup, Prodr. I, p. 13; Mon. p. 31. Ins. Philipp. glaber Kirsch, Mitth. Mus. Dresden, II, p. 13. Nov. Guinea. 332 P. WYTSMAN Leptaulax Kaup, Prodr. I, 1868, p. 11. approximatus Klug, Ins. v. Madag. p. 174. — Madagascar. Perch., Suppl. I, p. 16, t. 77, f. 2. — Burm., Handb. V, p. 477. — Kaup, Prodr. I, p. 13; Mon. p. 32. sansibaricus Harold, Monatsb. Akad. Berlin Africa orient. 1880, p. 262. Eschscholtzii Kaup, Prodr. I, p. 14; Mon. Ins. Nias. p. 32. È È Asia. timoriensis Perch., Suppl. I, p. 19, t. 78, f. 1. 1 Timor. Burm., J. c. p. 473. — K fon. p. 33. urm., l. c. p. 47 aup, Mon. p Nov. Holland: bicolor Fabr., Syst. El. II, p 256. — Perch., Archip. ind. Mon. p. 69, t. 5, f. 3. — Burm,, 1. c. p. 478. — Kaup, Prodr. I, p. 16; Mon. p. 33. planus Illig., Wiedem. Arch. I, p. 104, (spec. teste Stoliczka). vicinus Perch, Suppl. II, p. 11. innocuus Buquet, in litt. dentatus Weber, Obs. ent. I, p. 82. — Fabr., l. c. p. 256. — Perch., Mon. p. 66, t. 5, f. 1. — Kaup, Prodr. I, p. 14; Mon. p. 33. Asia; Ins. Philipp.; Ins. Sunda. Pentalobus Kaup, Prodr. I, 1868, p. 17. barbatus Fabr., Syst. El. II, p. 256. — Perch., Guinea. Mon. p. 38, t. 2, f. 8. — Burm., Handb. V, p. 475. — Kaup, Prodr. I, p. 18; Mon. p. 34. Savagei Perch., Suppl. II, p. 6, t. 134, f.4.— Guinea. Burm., l. c. p. 476. — Kaup, Prodr. I, p. 18; Mon. p. 34. Palinii Perch., Suppl. II, p. 8, t. 135, f. 1. — Guinea. Burm., l. c. p. 475. — Kaup, Prodr. I, p. 18; Mon. p. 35. CATALOGUE DES PASSALIDES III. ERIOCNEMINAE. Vellejus Kaup, Mon. 1871, p. 35. moluccanus Perch., Mon. p. 31, t.2, f. 7.— Moluccae. Burm., Handt. V, p. 470. — Kaup, Prodr. I, p. 23: Mon. p. 36. compergus Boisd., Voy. Astrol. Coléopt. p. 244. Nov. Guinea. — Burm., 1. c. p. 519, 580.— Kaup, Prodr. I, p. 24; Mon. p. 36. gigas Kaup, Prodr. I, p. 23; Mon. p. 87. Ternate. crassus Kaup, Prodr. I, p. 23; Mon. p. 37. Batchian. Pelops Kaup, Mon. 1871, p. 87. australis Boisd., Voy. Astrol. Coléopt. p. 246, Ins. Dorey. t. 6, f. 21. — Burm., Handb. V, p. 519, 531. — Kaup, Prodr. I, p. 24; Mon. p. 88. Gestroi Kirsch, Ann. Mus. Civ. Genova XIV, Nov. Guinea. ips Ln Salomonis Kaup, Mon. p. 39. Ins, Salomon. Labienus Kaup, Mon. 1871, p. 39. ptox Kaup, Prodr. I, p. 25; Mon. p. 89, t. 2, Ins. Aru. if 2 Plesthenus Kaup, Mon. 1871, p. 40. 398 quadricornis Kaup, Prodr. I, p. 26; Mon. p. 40, Nov. Holland. t. 2, f. 4. Eriocnemis Kaup, Prodr. I, 1868, p. 21. Oxythoé , Casteln. (pars). monticulosus Smith, Cat. Pass. Brit. Mus. p. 6, Borneo. t 1, 13 Kaup, Mon. p41. 334 - P. WYTSMAN dorsalis Kaup, Mon. p. 41. Java. Mniszechi Kaup, Prodr. I, p. 22; Mon. p. 41, Ins. Nias, Op ier , Burmeisteri Kaup, Prodr. I, p. 22; Mon. p. 41. Java. tridens Wied., Zool. Mag. IT, p. 109. — Perch., Java; Malacca. Mon. p. 24, t.2, f. 3. — Casteln., Hist. Nat. II, p. 179. — Burm., Handb. V, p. 461. — Kaup, Prodr. I, p. 22; Mon. p. 42. laterisculptus Perty, Obs. col. Ind. p. 37, t. 1, anzi IV. MACROLINAE. Macrolinus Kaup, Prodr. I, 1868, p. 18. Duivenbodei Kaup, Prodr. I, p. 19; Mon. p. 48, Celebes. ib oy is Os latipennis Perch., Suppl. I, p. 8, t. 77, f. 8. Java; Malacca. — Burm., Handb. V, p. 464. — Kaup, Prodr. I, p. 19; Mon. p. 43. Waterhousi Kaup, Mon. p. 43. Ceylon. Weberi Kaup, Prodr. I, p. 19; Mon. p. 44. Ins. Philipp. rotundifrons Kaup, Mon. p. 44. Ceylon. Episphenus Kaup, Mon. 1871, p. 45. Moorei Kaup, Mon. p. 45. Ceylon. Mastachilus Kaup, Prodr. I, 1868, p. 19. dilatatus Dalm., Schénh. Syn. Ins. I 8, App. p. Nov. Holland. 144. — Burm., Handb. V, p. 465. — Kaup, Prodr. I, p. 21; Mon. p. 46. erenistrius Boisd., Voy. Astrol. Coléopt. p. 244. Chevrolatit Perch., Mon. p. 26, t. 2, f. 4. obliquus Kirsch, Mitth. Mus. Dresden II, p. 140. Nov. Guinea. nitidulus Mac Leay, Trans. Ent. Soc. N. S. Gayndah. Wales II, p. 175. puncticollis Mac Leay, l. c. p. 175. Gayndah. CATALOGUE DES PASSALIDES 335 polyphyllus Mac Leay, King. Survey II, p. Nov. Holland. 439. — Burm., 1. c. p. 469. — Kaup, Prodr. I, p. 20; Mon. p. 46. sexdentatus Eschsch., Nouv. Mém. Moscou. I, p. 23. — Perch., Mon. p. 28, t. 2, f. 5. hexaphyllus Boisd., 1. c. p. 241. politus Burm., 2. c. p. 465. — Kaup, Prodr. I, Tasmania, p. 21; Mon. p. 46. dilatatus Perch., Mon. p. 29, t. 2, f. 6. australasicus Perch., Suppl. I, p. 6, t. 77, f. 2. Nov. Holland. — Burm., J. c. p. 466. — Kaup, Mon. p. 47. Mac Leayi Kaup, Prodr. I, p. 20. V. ACERAIAE Laches Kaup, Mon. 1871, p. 48. infantilis Kaup, Prodr. II, p. 4; Mon. p. 48. Vanicoro. puerilis Kaup, Prodr. II, p. 6; Mon. p. 48. Ins. Aru. Comptonii Kaup, Prodr. I, p. 28; Mon. p. 49, Ceylon. ZI RAC ~ gracilis Stoliczka, Journ. As. Soc. Beng. n. s. Batchian. Part. IT, 1873, p. 156. Gonatas Kaup, Mon. 1871, p. 50. pumilio Kaup, Prodr. II, p. 6; Mon. p. 50. Amboina naviculator Perch., Suppl. II, p. 1, t. 184, Moluccae. f. 1. — Burm., Handb. V, p. 467. — Kaup, Prodr. I, p. 81; Mon. p. 50. Germari Kaup, Prodr. I, p. 80; Mon. p. 51. Ind. or. Aceraius Kaup, Prodr. I, 1868, p. 26. Oxythoé, Casteln. (pars). borneanus Kaup, Mon. p. 52. Borneo. Kaupii (Kirsch) Kaup, Mon. p. 52. Java. 336 incidens Kirsch,’ Mitth. Mus. Dresden I, p. 28. grandis Burm., Handb. V, p. 463.—Kaup, Prodr. I, p. 27; Mon. p. 52. emarginatus Perch., Mon. p. 21, t. 2, f. 1. Percheronii Kaup, Mon. p. 53. emarginatus Weber, Obs. ent. I, p. 81. — Burm., 1. c. p. 463. — Kaup, Prodr. I, p. 27, Mon. p. 53. laevicollis Illig., Wied. Arch. I, 2, p. 103. pilifer Perch., Mon. p. 28, t. 2, f. 2. P. WYTSMAN Cetejus Kaup, Mon. 1871, p. 58. virginalis Kaup, Prodr. II, p. 5; Mon. p. 54. peltostictus Kaup, Prodr. II, p.5; Mon. p. 54. Halmaheirae Kaup, Mon. p. 54. sodalis Kaup, Prodr. I, p. 29, II, p.5; Mon. p. 55. australiensis Stoliczka, Journ. As. Soc. Beng. n. s. Part. II, 1873, p. 157. Basilianus Kaup, Mon. p. 55. neelgheriensis Perch., Suppl. I, p. 4, t. 77, f. 1. — Burm., Handb. V, p. 469. — Kaup, Prodr. I, p. 30; Mon. p. 55. inaequalis Burm., J. c. p. 468. — Kaup, Mon. p. 56. oroleius Smith, Cat. Pass. Brit. Mus. p. 17. Cantori Perch., Suppl. II, p. 3, t. 134, fig. 2. — Burm., l. c. p. 468. — Kaup, Prodr. I, p. 28; Mon. p. 57. indicus Stoliczka, Journ. As. Soc. Beng. n. s. Pont. Pl Sia pe LOO: cancrus Perch., Suppl. II, p. 4, t. 134, f. 3. — Kaup, Prodr. I, p. 29; Mon. 56. andamanensis Stol., J. c. p. 160. sikkimensis Stol., /. c. p. 161. Malacca. Java. Java. Java; Malacca. Polynesia. Ins. Aru. Incertae sedis. Ternate. Australia. Nilgheries; Malabar. Singapur. Assam; Malabar. India. Nepal. Ins. Andaman. Sikkim. CATALOGUE DES PASSALIDES BPE nicobaricus Redt., Reise d. Novara, Zool. II, p. Ins. Nicobar. 49 (gen. dub.) (Aceraius emarginatus Web., teste Stoliczka). PROCULINAE. Oileus Kaup, Prodr. III, 1869, p. 3. heros Trug., Rev. Zool. 1857 » p. 262. — Kaup, Mexico. Prodr. II, p. 14; Mon. p. 58. Proculejus Kaup, Prodr. IT, 1868, p. 13. brevis Truq., Rev. Zool. 1857, p. 263. — Kaup, Mexico. Prodr. LI, p. 18; Mon. p. 61. hirtus Truq., J. c. p. 264. — Kaup, Prodr. IT, Mexico. p. 18; Mon. p. 62. Truquii Kaup, Prodr. II, p. 16; Mon. p. 62. Mexico. quitensis Kaup, Mon, p. 68. Quito. Sartorii Kaup, Prodr. II, p. 17; Mon. p. 64. Mezico. Proculus Kaup, Prodr. II, 1868, p. 8. Goryi Guér., Mag. Zool. III, p. 56. — Perch., Guatemala. Suppl. I, p. 47. — Burm., Handb. V, p. 480. — Kaup, Prodr. II, p. 9; Mon. p. 66, t. 8,f. 1 Mniszechi Kaup, Prodr. II, p. 11; Mon. p. 67, Guatemala. 3,12 | Goryi Thoms., Arch. Ent. I, p. 421. opacipennis Thoms., l. c. p. 420, pl. 21, f. 4. Guatemala. — Kaup, Prodr. II, p. 13; Mon. p. 68, t. 8, fi 3. Oxyges Kaup, Mon. 1871, p. 69. laevissimus Kaup, Prodr. II, p. 15; Mon. p. 69. Guatemala. laevior Kaup, Prodr. II, p. 15; Mon. p. 70. Guatemala. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (6 Ottobre 1884). 22 338 P. WYTSMAN Publius Kaup, Mon. 1871, p. 70. crassus Smith, Cat. Pass. Brit. Mus. p. 14; Columbia — Kaup, Mon. p. 70. concretus Perch., in litt. — Kaup, Prodr. IT, p. 14. NELEINAE. I. PSEUDACANTHEAE. Vindex Kaup, Mon. 1871, p. 78. agnoscendus Perch., Suppl. I, p. 22, t. 78, f. 2. —Burm., Handb. V, p. 500. — Trug., Rev Zool. 1857, p. 310. — Kaup, Prodr. III, p. 9; Mon. p. 78. Mexico. Spurius Kaup, Mon. 1871, p. 75. bicornis Truq., Rev, Zool. 1857, p. 317. —Kaup, Mexico. Prodr. II, p. 20; Mon. p. 75, t. 4, f. 2. Rimor Kaup, Mon. 1871, p. 119. Sarglii Kaup, Mon. p. 119. Guatemala. sagittarius Smith, Cat. Pass. Brit. Mus. p. 14, Mexico; Columbia. t. 1, f. 8. — Kaup, Prodr. III, p. 3; Mon. p. 60, 119. rimator Truq., Rev. Zool. 1857, p. 266. Popilius marginatus Perch., Mon. p. 89, t. 7, f. 1. — Columbia. Burm., Handb. V, p.507. — Kaup, Prodr. III, p. 26; Mon. p. 77. CATALOGUE DES PASSALIDES 339 Klingelhoferi Kaup, Prodr. III, p. 5; Mon. p. 5. Mexico. gibbosus Burm., /. c. p. 507. — Kaup, Prodr. Columbia. III, p. 24; Mon. p. 76. elongatus Dej., Cat. 3. ed. p. 195. depressicornis Kirsch, Berl. ent. Zeits. XXVII. Ecuador. tau Kaup, Prodr. III, p. 26; Mon. p. 75. Columbia. expositus Kaup, Prodr. III, p. 4; Mon. p. 77. ? Mexico. Pseudacanthus Kaup, Prodr. III, 1869, p. 9. mexicanus Truq., Rev. Zool. 1857, p. 315. — Mexico. Kaup, Prodr. III, p. 9; Mon. p. 738, t. 4, eel. laticornis Kaup, Prodr. II, p. 23. aztecus Truq., J. c. p. 314. — Kaup, Prodr. III, Mexico. p. 9; Mon. p. 74. laticornis Truq., /. c. p. 316. — Kaup, Mon. p. 74. Mexico. II. STEPHANOCEPHALEAE. Stephanocephalus Kaup, Prodr. III, 1869p: €. stellaris Kaup, Prodr. III, p. 8; Mon. p. 79. Mexico. hostilis Perch., Suppl. I, p. 14, t. 77, f. 4.— Brasilia. Burm., Handb. V, p. 433, 518. — Kaup, Prodr. III, p. 8; Mon. p. 79. Mitrorhinus Kaup, Mon. 1871, p. 79. punctifrons Dej., Cat. 3. ed. p. 195. — Kaup, Brasilia. Mon. p. 80, t. 4, f. 3. cajor Perch., Mon. p. 67, t.5, f.2.— Burm., Handb. V, p. 500. — Kaup, Prodr. III, p. 20. 340 P. WYTSMAN ‘ Paxillus Mac Leay, Hor. ent. I, 1819, p. 105. Leachii Mac Leay, l. c. p. 106. — Perch., Mon. Brasilia. p. 87, t. 8, f. 2. — Burm., Handb. V, p. 494, — Truq., Rev. Zool. 1857, p. 317. — Kaup, Prodr. III, p. 80; Mon. p. 80. brasiliensis Guér., Dict. class. hist. nat. XITT, p. 90. depressus Drap., Ann. gén. se. phys. I, p. 50, t. 4, f. 4. pentaphyllus Beauv., Ins. Afr. et Amér. p. 2, Amer. mer. t. 1, f. 2. — Guér., Icon. d. régne anim. Coléopt. t. 27, f. 7. — Griffith, Anim. Kingd. Ins. V, 2, p. 508, t. 51, f. 7. — Perch., Mon. p. 40, t. 3, f. 4. — Burm., l. c., p. 493. — Kaup, Prodr. III, p. 30; Mon. p. 81, t. 4, f. 4. consobrinus Mannerh., in Witt. Spasalus Kaup, Prodr. III, 1869, p. 27. Paxillus, Mac Leay (pars). robustus Perch., Mon. p. 35, t. 3, f. 1. — Burm., Amer. bor.; Antillae Handb. V, p. 495, — Kaup, Prodr. IIT, p. 28; Mon. p. 87. crenatus Mac Leay, Hor. ent. I, p. 106. — Brasilia. Perch., Mon. p. 58, t. 3, f. 3. — Burm,, 1. c. p. 496. — Kaup, Prodr. ITI, p. 28; Mon. Do Shilo puncticollis Serv., Enc. méth. X, p. 21. crenulatus Dej., Cat. 3. ed. p. 115. III. NELEAE. Vatinius Kaup, Prodr. III, 1869, p. 82. aculeatus Perch., Mon. p. 52, t. 4, f. 1. — Brasilia. Burm., Handb. V, p. 488. — Kaup, Prodr. III, p. 35; Mon. p. 82. CATALOGUE DES PASSALIDES 341 toriferus Eschsch., Nouv. Mém. Moscou, I, p. 17. Brasilia. — Burm. l. c. p. 518, 531; — Kaup, Prodr. III, p. 86; Mon. p. 83. villosus Perch., Mon. p. 56, t.4, f.3. — Burm., 1. c. p. 487. subarmatus Dej., Cat. 3. ed. p. 195. plicatus Perch., Mon. p. 54, t. 4, f.2.— Burm., ? Brasilia. l. ec. p. 486. — Kaup, Prodr. III, p. 35; Mon. p. 83. nasutus Perch, Mon. p. 90, t. 6, f.8.— Burm, Brasilia. lL. c. p. 490. — Kaup, Prodr. III, p. 35; Mon. p. 83. Petrejus Kaup, Prodr. III, 1869, p. 36. mucronatus Burm., Handb. V, p. 488. — Kaup, Columbia. Prodr. III, p. 37; Mon. p. 84. gracilis Kaup, Prodr. III, p. 38; Mon. p. 84. Columbia. atticola Kirsch, Deut. ent. Zeits. XXVII. Ecuador. sicatus Burm.,, /. c. p. 489. — Kaup, Prodr. III, Brasilia. p. 37; Mon. p. 84. curtus Kaup, Prodr. III, p. 38; Mon. p. 85. Columbia. pugionatus Bjurm., l. c. p. 489. — Kaup, Prodr. Columbia. III, p. 31; Mon. p. 85. Neleus Kaup, Prodr. III, 1869, p. 30. unicornis Serv., Enc. méth. X, p. 20. — Perch., Guadeloupe. Mon. p. 57, t.4, f. 4. — Burm., Handb. V, p. 487. — Kaup, Prodr. III, p. 31; Mon. p. 85. occipitalis Eschsch., Nouv. Mém. Moscou. I, p. Havanna. 21. — Burm., l. c. p. 485, 518, 532. suturalis Burm., 1. c. p. 485. Columbia. punctiger Serv., Enc. méth. X, p. 20.— Perch., Amer. centr. et mer. Mon. p. 47, t. 3, f. 6. — Burm., l. ec. p. 483. — Kaup, Prodr. III, p. 81; Mon. p. 86. 342 P. WYTSMAN Tlascala Perch., Mon. p. 45, t. 3, f. 5. — Burm,, Z. c. p. 482. — Truq., Rev. Zool. 1857, p. 264. striolatus Eschsch., Nouv. Mém. Moscou. I, p. 17. interruptus Linné, Syst. nat. I, 2, p. 560. — Amer. merid. Fabr., Syst. El. II, p. 255. — Perch., Mon. p. 42, t. 1, f. 1-2. — Kaup, Prodr. III, p. 81; Mon. p. 86. spectabilis Perty, Del. anim. p. 55, t. 11, if Los grandis Dej., (nec Burm.) Cat. 3. ed. p. 194. coniferus Eschsch., /. c. p. 16. — Burm., J. ce. Brasilia; Peru. p. 482. — Kaup, Prodr. III, p. 31; Mon. p. 86. coarctatus Perch., Mon. p. 49, t. 3, f. 7. torpidus Er., Wiegm. Arch. 1847, p. 112. Neleides Kaup, Prodr. III, 1869, p. 33. incertus Perch., Suppl. I, p. 27, t. 78, f. 4. Columbia. — Burm., Handb. V, p. 492. — Kaup, Prodr. III, p. 34; Mon. p. 87, t. 4, f. 12. multispinosus Kaup, Prodr. III, p. 34. punctulatus Kaup, Prodr. IIT, p. 35; Mon. p. 87. Panama. affinis: Perch., Mon. p. 72, t. 5, f. 5. — Burm., San Domingo. l. c. p. 491. — Kaup, Prodr. III, p. 33; Mon. p. 88, t. 4, f. 11. anguliferus Perch., Mon. p. 75, t. 5, f. 7. — Brasilia. Burm., J. c. p. 492. — Kaup, Prodr. III, p. 34; Mon. p. 88. mundus Klug, în Witt. Ninus Kaup, Mon. 1871, p. 89. punctatissimus Eschsch., Nouv. Mém. Moscow Amer. mer. I, p. 19.— Perch., Mon. p. 51, t. 3, f. 8. — Burm., Handb. V, p. 485. — Kaup, Prodr. ITI, p. 32; Mon. p. 89. laborator Kaup, Prodr. III, p. 32. CATALOGUE DES PASSALIDES 343 interstitialis Eschsch., l. c. p. 78. — Perch., Cuba; Mexico; Peru, Mon. p. 73, t. 5, f. 6..— Burm., Lc. p. 484. — Truq., Rev. Zool. 1857, p. 265. — Kaup, Prodr. III, p. 32; Mon. p. 89. acuminatus Eschsch., J. c. p. 19. compar Er., Wiegm. Arch. 1847, p. 112. IV. PERTINACEAE. Rhodoecanthopus Kaup, Mon. 1871, p. 90. Maillei Perch., Suppl. I, p. 31, t. 78, f. 6.— Burm., Handb. V, p. 496. — Kaup, Prodr. III, p. 16; Mon. p. 90. cognatus 'Truq., Rev. Zool. 1857, p. 309. caelatus Er., Wiegm. Arch. 1847, p. 112. — Kaup, Peru. Mon. p. 91. morio Perch., Mon. p. 83, t. 6, f. 4. — Burm., Amer. mer. I. c. p, 506. — Dej., Cat. 3 ed., p. 195. — Kaup, Prodr. III, p. 22; Mon. p. 91. longulus Perch., Suppl. I, p. 35, t. 79, f. 3. — Burm., 1. c. p. 505. inops Trug., l. c. p. 268. guatemalensis Kaup, Prodr. III, p. 6; Mon. Guatemala. p. 92. punctatostriatus Perch., Mon. p. 78, t. 6, f. 1. Mexico; Guatemala. — Burm., l. c. p. 497. — Trug., l. c. p. 308. Kaup, Prodr. III, p. 18; Mon. p. 92. contractus Perch., Suppl. I, p. 34, t. 79, f. 2. Mexico; Nicaragua; Columbia. Pertinax Kaup, Prodr. ITI, 1869, p. 21. latifrons Perch., Suppl. I, p. 82, t. 79, f. 1. Guyana. — Burm., Handb. V, p. 504. — Kaup, Prodr. III, p. 23; Mon. p. 94. mancus Burm., /. c. p. 506. — Kaup, Prodr. III, Brasilia. p. 25; Mon. 94. 344 P. WYTSMAN convexus Dalm., Schonh. Syn. Ins. I, 3, App. Brasilia. p. 142.-— Perch., Mon. p. 86, t. 6, f. 6. — Burm., J. c. p. 508. — Kaup, Prodr. III, ‘ p. 21; Mon. p. 95. pelliculatus Perty, Del. anim. p. 55, ¢. 11, Ses kee aequatorialis Kirsch, Berl. ent. Zetts. XXVII. Ecuador. Pertyi Kaup, Prodr. III, p. 22; Mon. p. 95, t. Cuba. 4, f. 10. pelliculatus Perch., Mon. p. 77, t. 5, f.&— Burm., J. c. p. 504. Ptichopus Kaup, Prodr. III, p. 27. angulatus Perch., Mon. p. 84, t. 6, f. 5. — Mexico. Burm., Handb. V, p. 505. — Truq., Rev. Zool. 1857, p. 267. — Kaup, Prodr. III, p. 27; Mon. p. 96. thoracinus Smith, Cat. Pass. Brit. Mus. p. 15, Ld, filles nodus Apetz, Mitth. aus d. Osterl. I, p. 56. V. PHORONEAE KRhagonocerus Kaup, Mon. 1871, p. 97. armatus Perty, Del. anim. p. 54, t. 11, f. 14. Guyana; Brasilia. — Perch., Suppl. I, p. 46, t. 79, f. 6. — Burm., Handb. V, p. 502. — Kaup, Mon. fos Dale Epiphanus Kaup, Mon. 1871, p. 98. glaberrimus Eschsch., Nouv. Mém. Moscou I, Brasilia. p. 20. — Perch., Mon. p. 81, t. 6, f. 3. — CATALOGUE DES PASSALIDES 345 Burm., Handb. V, p. 499. — Kaup, Prodr. EEE p. 20; Mon. p. 985. t:-4, f. 8: bidentatus Dej., Cat. 8. ed., p. 195. paxilloides Kaup, Prodr. III, p. 19; Mon. p. 98. Brasilia. binominatus Perch., Suppl. I, p. 23. — Kaup, Mexico; Cuba: Prodr. III, p. 15; Mon. p. 98. Brasilia. oceipitalis Perch., Mon. p. 80, t. 6, f.2. — Kaup, Prodr. III, p. 15. erosus3 Trug., Rev. Zool. 1857, p. 268. — Kaup, Prodr. III, p. 17. perplexus Kaup, Prodr. III, p. 16; Mon. p. 99. Brasilia. perplexus Dej., 1. c., p. 195. abortivus Perch., Mon. p. 87, t. 6, f. 7. — Antillae. Burm., J. c. p. 499. — Kaup, Prodr. III, py ts) Mon p. 99, t.045 7. ? tetraphyllus Eschsch., 1. c., p. 23. — Perch., Cayenna. Suppl. I, p. 43. — Dej., l. c., p. 195. Phoroneus Kaup, Prodr. III, 1869, p. 10. rugifrons Kaup ,Prodr. III, p. 15; Mon. p. 100. Brasilia Ia. aduncus Er., Wiegm. Arch. 1847, p. 112. — Peru. Kaup, Mon. p. 101. obtusidens Kaup, Prodr. III, p. 14. rusticus Perch., Mon. p. 61, t. 4, f.6.— Burm., Handb. V, p. 502. — Kaup, Prodr. III, p. 13; Mon. p. 101. quadricollis Eschsch., Nouv. Mém. Moscow. I, Brasilia. p. 21. — Perch., Mon. p. 59, t. 4, f. 5. — Burm., J. c. p. 501. — Kaup, Prodr. III, Brasilia. p. 14; Mon. p. 102. denticollis Kaup, Prodr. III, p. 11; Mon. p. Brasilia. 102, t. 4, f. 6. Eumelus Kaup, Mon. 1871, p. 102. spinifer Perch., Suppl. I, p. 29, t. 78, f. 5. — Brasilia. Burm., Handb. V, p. 498. — Kaup, Prodr. III, p. 12; Mon. p. 103. 346 P. WYTSMAN lunaris Kaup, Prodr. III, p. 12; Mon. p. 108, Brasilia. t. 4, f. 4. Undutifer Kaup, Prodr. III, 1869, p. 6. incisus Truq., Rev. Zool. 1857, p. 266. — Kaup, Mexico. Prodr. III, p. 7; Mon. p. 104. PASSALINAE, Passalus Fabr., Ent. Syst. II, 1798, p. 240. striatopunctatus Perch., Mon. p. 101, t.7, Mexico. jf. 7. — Burm., Handb. V, p. 510. — Truq., Rev. Zool, 1857, p. 311. — Kaup, Prodr. TT pd Mon. oo. 10 o: zodiacus Truq., U. c. p. 312, — Kaup, Prodr. Mexico. JOG, (0s AS Moi io, HOG. cuspidatus Truq., J. c. p. 818. — Kaup, Prodr. Mexico. III, p. 2; Mon. p. 106. distinctus Weber, Obs. ent. I, p. 79. — Perch., Amer. bor. Mon. p. 99, t. 7, f. 6. — Kaup, Mon. p. 106, Wh D5 jy ah cornutus Fabr., l. c., p. 256.— Kaup, Prodr. III, p: 3. duplicatus Harold, Mitth. Miinch. Ent. Ver. II, Africa centr. We HOV: Soranus Kaup, Mon. 1871, p. 107. Haagii Kaup, Prodr. II, p. 21; Mon. p. 107. Mexico. recticornis Burm., Handb. V, p. 508. — Truq., > Rev. Zool. 1857, p. 316. — Kaup, Prodr. II, p. 21; Mon. p. 108, t. 5, f. 3. eclipticus Truq., /. c. p. 311. — Kaup, Prodr. Mexico. II, p- 23; Mon. p. 108. CATALOGUE DES PASSALIDES 347 Wagneri Kaup, Prodr. II, p. 30; Mon. p. 108, Nicaragua. oO, fF 2. tropicus Perch., Mon. p. 97, t. 7, f. 4. — Burm., Mexico. lc. p. 509.— Truq., 1. c. p. 812. — Kaup, Prodr. II, p. 22; Mon. p. 109. subcornutus Hope, Cat. Lucan. p. 29. Veturius Kaup, Mon. 1871, p. 110. Heydenii Kaup, Prodr. IT, p. 27; Mon. p. 110. Mexico. assimilis Weber, Obs. ent. I, p. 81. — Perch, Mon. p. 96, t. 7, f. 5.— Burm., Handb.V,{ Cayennae; Guyana: p. 511. — Kaup, Prodr. IT, p. 26; Mon. Rio Janeiro. DOLLI. semicylindricus Eschsch. Nouv. Mém. Moscou. I, p. 15. — Burm., l. c. p. 511, 518, 532. — Perch., Suppl. I, p. 45. platyrhinus Hope, Cat. Lucan. p. 28. — Kaup, Columbia. Prop PISTA validus Burm., l. c. p. 513, 518. cephalotes Serv., Enc. méth. X, p. 20. — Burm., Brasilia. lc. p. 512. — Kaup, Prodr. II, p. 27; Mon. p. 112, t. 5, f. 5. sinuatus Eschsch., l. c. p. 25. transversus Dalm., Schonh., Syn. Ins. I, 8, Brasilia. App. p. 143. — Perch., Mon. p. 94, t. 7, f. 8. — Burm., l. c. p. 511. — Kaup, Prodr. TED AG On. PELLA. trituberculatus Eschsch., J. c. p. 26. intermedius Dupont, in Litt. bifoveolatus Dupont, in litt. Sertorius Kaup, Mon. 1871, p. 114. Agassizi Kaup, l. c. p. 114. Guatemala. 348 P. WYTSMAN Verres Kaup, Mon. 1871, p. 114. corticola Truq., Rev. Zool. 1857, p. 310. — Mexico. Kaup, Prodr. II, p. 24; Mon. p. 115, t. 5, ape eke intermedius Kaup, Mon. p. 115. Mexico. Hagenii Kaup, Mon. p. 116. Guatemala, furcilabris Eschsch., Nouv. Mém. Moscow I; p. 25. Guyana; Brasilia. — Perch., Mon. p. 92, t. 7, f. 2. — Burm., Handb. V, p. 513. — Kaup, Prodr. II, p. 25; Mon. p. 116, t. 5, f. 8. SOPRA ALCUNI IMENOTTERI RACCOLTI A MINHLA NEL REGNO DI BIRMANIA pat cap. G. B. COMOTTO. nota DI GIOVANNI GRIBODO La fauna imenotterologica del Regno di Birmania rimase fino ad oggi interamente sconosciuta. Per quanto io mi sappia in nessuna opera si trova il più piccolo cenno di specie d’ imenot- teri che siano state raccolte in qualche parte di codesto paese; tale affermazione si può anzi estendere a tutte le regioni fini- time (Siam, Assam, Annam, Cocincina, Tonchino . .. .), ed occorre discendere fino alla parte più meridionale della penisola di Malacca per trovare paesi dell’ India transgangetica esplorati e conosciuti dal punto di vista dell’ Imenotterologia. Studiatissima fu già invece a tal riguardo la grande penisola indiana occidentale. Dall’ esame dei materiali raccolti a Minhla dall’ egregio capi- tano Comotto, come pure'da quello di alcuni invii che io rice- vetti non è gran tempo da Saigon, risulta che la fauna imenot- terologica dell’ India transgangetica è del tutto identica a quella dell’ India posta ad occidente del gran fiume. Si trovano in en- trambe all’ incirca le medesime specie, ed in proporzioni presso a poco usuali. Ciò pur si verifica, sebbene in minor grado, per le isole del grande Arcipelago indiano. Codesta identità di faune spiega il perchè nei materiali birmani siano in così piccolo nu- mero le specie nuove per la scienza, pur trattandosi di un paese prima qd’ ora affatto inesplorato. Assai poche risultano poi per contro le affinità della fauna indocinese con quella della prossima Cina: di quest’ ultima a dire il vero non si possedono tuttora che assai scarse conoscenze, e si riducono queste a pochi paesi del suo littorale meridionale: pur tuttavia le specie più abbondanti (e quindi meglio caratte- rizzanti la fauna stessa) si possono ormai ritenere conosciute. 350 G. GRIBODO Or bene quelle peculiari di tali regioni mancano del tutto, o quasi, nei materiali birmani ed annamiti. Vi troviamo invece in proporzioni abbastanza rilevanti quelle specie della fauna africana (specialmente orientale) di cui erasi già constatata la presenza nelle regioni meridionali dell’ Asia oc- cidentale , come ad esempio in Arabia, Persia, Indostan. Talune anzi si presentano per la prima volta così lontane dal loro paese (probabilmente) d'origine: tale sarebbe ad esempio il caso della Xylocopa hottentota, che trovata dapprima a Sierra Leona, Natal ed Angola, venne poscia raccolta ad Aden, ed ora presentasi pure in Birmania. Per far meglio risultare i rapporti della fauna birmana con quelle delle altre regioni, ho creduto utile di indicare per ciascuna specie le diverse località in cui essa venne di già catturata. ‘ Torino 20 Agosto 1884. Genus Xylocopa, Larr. 1. Xylocopa dissimilis, Lepr. Xylocopa dissimilis, Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen. II, pag. 180, n. 9. » » Smith, Monogr. offt. Genus Xylocopa, pag. 268, n. 43. Furono raccolti dal capitano Comotto tre esemplari (2 ¢ 9, 1 9) di questa specie, che a quanto pare è assai comune nella penisola indocinese : diffatti io la ricevetti in grandissima coppia dalla Cocincina; venne anche trovata nell’ Indostan, in Cina, ed alle Isole Filippine; finalmente io ne ricevetti pure un esem- plare dall’ Isola Flores. L’ esemplare maschio raccolto a Minhla differisce alquanto da quelli tipici nel colore delle macchie facciali che sono in esso testacee anzichè bianche. IMENOTTERI DI BIRMANIA 351 2. Xylocopa hottentota, Smt. Xylocopa hottentota, Smith, Catalog. of Hymen. Ins. in t. Brit. Mus. part. II, pag. 349, n. 26. » » Smith, Monogr. of t. Gen. Xylocopa, pag. 256, n. 13. Due femmine raccolte a Minhla concordano perfettamente con un esemplare tipico di questa specie inviatomi dal D.t¢ Smith, e proveniente da Aden. Questa specie adunque raccolta primiera- mente a Sierra Leona, Natal ed Angola, trovata poscia ad Aden, si estende assai innanzi nell’ Asia meridionale. Notevole suo carattere, non accennato dal D." Smith, è quello della grande brevità del terzo articolo delle antenne, per cui questo riesce quasi più corto dei due susseguenti presi assieme; ciò serve a far distinguere la femmina di questa specie dalle affinissime X. violacea e valga, colle quali a prima vista si po- trebbe confondere quando non si tenesse conto della minore statura. Genus Megachile, Latr. 3. Megachile disjuncta, Fazr. Apis disjuncta, Fabr. Entom. System., II, pag. 328, n. 62. Anthophora disjuncta, Fabr. System. Piezat., pag. 374, n. 10. Megachile disjuncta, Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen., II, pag. 331, n. 3. Nove esemplari, tutti femmine. Questa specie è assai comune nell’ Indostan, come pure al- l'Isola Maurizio; io ne ricevetti inoltre alcuni esemplari da Ma- dagascar e da Giava. In tutti gli esemplari inviati dalla Birmania, come pure nei numerosi altri che io posseggo (provenienti da Madagascar , Isola Maurizio, Pondichery e Giava) la spazzola ventrale del- l'addome è interamente nera. Il Lepelletier la descrive invece rossa, coi margini soltanto neri. Questa variazione non è rara; ne abbiamo un esempio nella comunissima Chalicodoma muraria. 352 G. GRIBODO 4, Megachile lanata Far. Apis lanata, Fabr. Ent. Syst., II, pag. 335, n. 90. Anthophora lanata, Fabr. System. Piezat., pag. 372, n. 1. Megachile lanata, Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen., II, pag. 342, n. 15. Var. Minhlensis, mihi. Typo simillima differi segmento abdominis quinto solo albo-mar- genato (segmentis 3.° 4.%° fulvo-ferrugineo-marginatis) 2 . Due esemplari, entrambi femmine. È questa una bella varietà di questa specie assai comune in tutta l’ India, e che si trova pure all’ Isola Maurizio. Nella varietà birmana la tinta dei peli è assai più calda, cioè più vivacemente rossa, e questo colore si sostituisce al bianco ‘ nelle fascie marginali dei segmenti terzo e quarto dell'addome. A questa differenza dovrassi pure aggiungere quella dell’ esi- stenza di una traccia abbastanza marcata di una carena verticale nel mezzo del clipeo. 5. Megachile Quartinae, n. sp. Mediocris, vel potius subparva et subgracilis, nigra, facie nigro- vertice genisque pallide breviter fulvo-hirlis; thorace supra satu- rale, subtus pallide fulvo-ferrugineo velutino: abdominis segmento primo toto, segmentis 2.° 3.° 4.° et 5.° basi apiceque laete fulvo- ferrugineo fasciatis e pilis stratis subsquamosis; ano supra sub- tusque nigro-hirto; scopa pallida; pedibus fulvo breviter pilosis; alis testaceo-fulvis apice subinfuscatis; mandibulis mediocribus, apice acute bidentatis; clypeo subconvexo, dense punctulato, ‘margine transverso vel extus perlenissime subconvexo, subtridenticulato,; ab- dominis segmentis medio nitidis, margine arcuatim depressiusculis et sat dense punctulatis; abdomine conoideo 9 . Long. corp. mill. 10-11. Raccolte tre femmine. Questa brillante e notevole specie presenta molte analogie ab- IMENOTTERI DI BIRMANIA 353 bastanza forti con diverse altre conosciute ('), ma da tutte ben si distingue per diversi caratteri; la maggior affinità trovasi colla M. ardens, però la forma del clipeo non permette di confonderle fra di loro. Dedico questa bella specie alla cara memoria della compianta mia moglie. Genus Parevaspis, RITSEMA. 6. Parevaspis abdominalis, Sura. Stelis abdominalis, Smith, Proceed. Linn. Soc., III, pag. 7, n. 1. Parevaspis abdominalis, Ritsema, Tijdschr. v. Ent. XVII, p. LXXI. Quattro femmine di questa bella, ed a quanto pare assai rara, specie furono raccolte a Minhla; io ne ricevetti un esemplare dall’ Isola di Giava; trovasi pure alle Isole di Celebes e Banka. Genus Coelioxys, Latr. 7. Coelioxys decipiens, Srin. Coelioxys decipiens, Spin. Compte Rendu d. Hymen. rec. en Egypt. p. Fischer, pag. 532, n. 74 (3). » apicata, Smith, Catal. of Hymen. Ins. in t. Brit. Mus. part. II, pag. 267, n. 33? Una femmina. Nella collezione Guérin-Meneville ho trovato un esemplare egi- ziano di questa specie stato inviato dallo Spinola, e quindi tipico. Confrontandogli l’ esemplare di Minhla, quantunque non siano in tutto identici, pur tuttavia ritengo che appartengano alla medesima specie. Le differenze più notevoli che presenta |’ esem- plare birmano sono: maggiore statura (circa 15 millimetri invece di soli 10 od 11), punteggiatura della testa e del torace più fine e più fitta, valvola dorsale dell’ano avente lateralmente a metà circa della sua lunghezza due brevissimi tubercoli spini- () Sopratutto colle M. fulvovestita Smith, sculpturalis Smith, fervida Smith, ardens Smith, fulva Smith. (2) Conf. — Savigny, Expl. d’Egypt. tav. 4, fig. 14, 15. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.3, Vol. I. (5 Ottobre 1884). 23 354 G. GRIBODO formi, che nell’ esemplare egiziano sono rappresentati da due lievi increspature del margine laterale. Negli altri caratteri, cioé forma e struttura del corpo, pelurie, punteggiatura dell’ addome, ficura delle valvole anali, essi concordano perfettamente. Note- vole è in questa specie un finissimo tomento cinerino, analogo alle efflorescenze ceroidee di diversi frutti, che ricopre il dorso dei segmenti dell’ addome: sono finissime squame che nei mar- gini aumentando di numero e di dimensioni costituiscono ivi delle fascie bianco-cenerognole. | Parmi assai probabile che la specie descritta dal D.re Smith sotto il nome di C. apicata non sia altro che questa stessa dello Spinola: la diagnosi però del D.re Smith è incompleta non par- lando della pelurie dell’ addome. Genus Vespa, Linn. 8. Vespa doryloides, Sauss. Vespa doryloides, Sauss. Monogr. d. Guep. Soc. pag. 112, n. 1. tav. XIV, fig. 2. ‘ Sarebbe assai interessante il conoscere i particolari della cat- tura dei due esemplari (2 9) di codesta strana specie, avente a detta del Wallace abitudini notturne. I paesi in cui venne trovata prima d’ ora sono Malacca, Sin- gapore, Borneo, Giava, Sumatra. 9. Vespa cineta, Fasr. Vespa cincta, Fabr. System. Piezat., pag. 253, n. 1. » » Lep. Hist. Nat, d. Ins. Hymen., I, pag. 505, n. 1. » » Sauss. Monogr. d. Guep. Soc. pag. 152, n. 37. Una femmina. Questa specie è assai comune nelle due grandi penisole indiane ed in tutto l’Arcipelago della Sonda; venne pure raccolta in Cina. L’ esemplare raccolto dal Sig. Comotto presenta la colorazione tipica. IMENOTTERI DI BIRMANIA 355 10. Vespa affinis, Far. Vespa affinis, Fabr. System. Piezat., pag. 254, n. 6. » » Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen., I, pag. 506, n. 2. » » Sauss. Monogr. d Guep. Soc. pag. 154, n. 39. Un’ operaia. A parer mio non può esistere dubbio che questa specie non sia che una varietà della precedente ; essa abita tutte le località in cui trovasi questa. Genus Icaria, Sauss. ll. Icaria marginata, Lepr. ” Epipona marginata, Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen., I, pag. 541, n. 3. Icaria marginata, Sauss. Monogr. d. Guep. Soc. pag. 237. Quattro femmine. Riesce assai difficile il distinguere questa specie dalla seguente col solo mezzo delle descrizioni finora date, e certo sarei incorso in qualche errore (anche possedendo i tipi della Collezione Guérin- Meneville che servirono al Sig. De Saussure per la sua Mono- grafia) se non avessi avuto sott'occhio contemporaneamente le due specie. A parer mio il carattere differenziale principale risiede nella forma del margine posteriore del secondo segmento, che nella marginata apparisce come costituito nettamente da due distinti fogli sovrapposti (dedoublé), nella ferruginea invece presentasi come formato da una sola lamina bruscamente assottigliata nel margine per una profondità assai piccola. Notevole riesce pure negli esemplari freschi della marginata il carattere fornito dalla fitta ed abbastanza profonda punteggiatura piligera di cui parla il Lepelletier. Gli esemplari birmani hanno una statura di circa 18 milli- metri. In essi la colorazione è identica a quella indicata dal De Saussure per la I. ferruginea, eccezione fatta per la fascia mar- ginale del secondo segmento che è assai stretta. È questa una specie propria delle cosidette Indie Orientali. 356 G. GRIBODO 12. Tearia ferruginea, Farr. Vespa ferruginea, Fabr. Entom. System. II, pag. 280, n. 95. Polistes ferruginea, Fabr. System. Piezat., pag. 277, n. 39. Icaria ferruginea, Sauss. Monogr. d. Guep. Soc. pag. 38, n. 17, tav. V, fig. 6. FI Un’ operaia. Abita questa specie l’ Indostan, Malacca, e le isole di Borneo, Celebes, Ceram e Flores. Genus Eumenes, LATR. 13. Eumenes petiolata, Farr. Vespa petiolata, Fabr. Spec. Insect. v. I, pag. 467. —) Eumenes petiolata, Fabr. System. Piezat., pag. 284, n. 1. » » Sauss. Monogr. d. Guep. Solit. pag. 47, n. 28. I due esemplari raccolti a Minhla presentano entrambi la co- lorazione tipica di questa specie così variabile a tal riguardo. Specie sparsa in tutto il mezzodi dell'Asia (Indostan, Ceylan, Cina). 14. Eumenes esuriens, Farr. Vespa esuriens, Fabr. Mantis. Insect., I, pag. 393, n. 75. Eumenes esuriens, Fabr. System. Piezat., pag. 286, n. 7. » » Sauss. Monogr. d. Guep. Solit. pag. 56, n. 40, tav. 11, fig. 2. Quattro femmine ed un maschio ; quest’ ultimo è di statura assai più piccola della media. Questa specie ha un’ area di diffusione molto estesa; trovossi infatti di già in varie parti dell’ Indostan, a Singapore, Nuova Guinea, Mysol, Persia e Cina, come pure nella Nuova Olanda e nell'Africa Orientale. 15. Eumenes conica, Fasr. Vespa conica, Fabr. Mant. Insect., I, pag. 293, n. 69. Eumenes conica, Fabr. System. Piezat., pag. 285, n. 2. » » Sauss. Monogr. d. Guep. Solit. pag. 52, n. 34. IMENOTTERI DI BIRMANIA 357 Otto esemplari femmine. Parmi non affatto improbabile che questa specie non sia che una varietà della precedente; essa trovossi nell’ Indostan, in Cina ed alle Filippine. Genus Rygchium, Spin. 16. E:ygchium brunneum, Fasr. Vespa brunnea, Fabr. Entom. System., II, pag. 264, n. 41. » » Fabr. System. Piezat., pag. 260, n. 33. Ryegchium brunneum, Sauss. Monogr. d. Guep. Solit. pag. 112, n. 16. Furono raccolte dieci femmine presentanti quasi tutte il colo- rito più rossastro che nel tipo. Finora questa specie non erasi trovata che al Bengala. Genus Pelopoeus, LaTR. 17. Pelopoeus violaceus, Fasr. Sphex violacea, Fabr. Ent. System., II, pag. 201, n. 12! Pepsis violacea, Fabr. System. Piezat., pag. 211, n. 16. Chalybion violaceum, Dahlb. Hymen. Europ., I. pag. 21, n. 1. » bengalense, » » pag. 433, n. 2. Pelopoeus violaceus, Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen., III, pag. 321, n. 21. » flebilis, » » » pag. 321. n. 22. » violaceus, Costa Prosp. d. Imenott. Ital. fasc. 1, pag. 21, n. 6. Il Cap. Comotto raccolse quattro femmine ed un maschio, ai quali conviene abbastanza bene la descrizione del Pelopoeus (Chalybion) bengalense del Dahlbom, specie che a parer mio non è che una varietà del P. violaceus (1). Questa specie abita quasi tutta l’Africa, I’ Asia meridionale e le isole dipendenti e si estende fino alle regioni più calde del- Y Europa. C) V. Gribodo. Nuove specie e nuovo genere d’Imenotteri Aculeati (Annali d. Mus. Civic. di Genova, XVIII, pag. 263). 358 | GRIBODO Genus Chlorion, Latr. 18. Chlorion splendidum, Fasr. Chlorion splendidum, Fabr. System. Piezat., pag. 218, n. 5. Pronaeus Campbellii, Saund. Trans. Ent. Soc. Lond., III, pag. 58, tav. 5, fig. 1. Sphex pulchra, Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen., III, pag. 355, n. 31. Quattro femmine ed un maschio di questa magnifica specie furono raccolti dal Cap. Comotto. Essa è propria e caratteristica delle due grandi penisole indiane. 19. Chlorion lobatum, Fasr. Sphex lobata, Fabr. Ent. System., II, pag. 206, n. 30. Chlorion lobatum, Dahlb. Hymen. Europ., I, pag. 24, n. 2. » » Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen., III, pag. 330, n. 8. » » Smith, Cat. of Hymen. Ins. in t. Brit. Mus. part. IV, pag. 237, n. 1. I quattro esemplari raccolti dal Sig. Comotto presentano tutti una colorazione verde dorato leggermente azzurrognolo: i nu- merosi altri esemplari che posseggo di diverse località della Cina e delle Indie Orientali hanno tutti invece un’ intensa co- lorazione violacea: sono del pari tutti di statura assai maggiore. Genus Priocnemis, ScHIoED. 20. Priocnemis flavus, Fasnr. Sphex flava, Fabr. Entom. System., II, pag. 217, n. 80. Pompilus flavus, Fabr. Syst. Piezat., pag. 197, n. 52. Priocnemis flavus, Dahlb. Hymen. Europ., I, pag. 457, n. 6. Furono inviate dal Sig. Comotto tre femmine, che corrispon- dono assai bene alla descrizione data dal Dahlbom nel suo Hy- menoptera Europaea. E necessario notare che nella medesima opera (v. I, pag. 123 e 462) viene citata una Hemipepsis flava (*), la quale verrebbe (5) Vedi sotto la Hemipepsis sycophanta. IMENOTTERI DI BIRMANIA 359 ancor essa riferita al Pompilus flavus del Fabricius; differireb- bero fra di loro l’Hemipepsis ed il Priocnemis flavus oltre che pel carattere generico risiedente nel numero dei denti di cui sono armati gli uncinetti tarsali, anche nella venulazione delle ali e nella colorazione dell’ estremità dell’ addome; non saprei spie- gare questa confusione del dotto ed accurato autore; non è im- probabile che ciò provenga dall’ aver trovato nelle collezioni ti- piche del Fabricius esemplari di specie diverse, ma affini, sotto il medesimo nome, cosa assai comune nei primordii degli studi entomologici allorquando le osservazioni molto superficiali permet- tevano di confondere specie spesso perfino genericamente diverse. Ciò che io posso affermare si è che gli esemplari di Birmania appartengono indubitatamente al genere Priocnemis. È bene ag- giungere che il loro metatorace è trasversalmente rugoso, quindi non può loro convenire la descrizione del Lepelletier, che ri- guarda una specie il cui metatorace è invece punteggiato. In causa della confusione che si verifica riguardo a questa specie non è possibile dare qualche sicura affermazione sul suo habitat. Genus Hemipepsis, DAHLB. 21. Hemipepsis consanguinea, SAuss, Priocnemis consanguineus, Sauss. Reise d. Freg. Novara, Hymen. p. 62, n. 2, tav. III, fig. 40. Venne raccolto un solo esemplare, femmina, di questa specie che per il doppio dente delle unghie tarsali appartiene indub- biamente al sotto genere Hemipepsis. Finora non era stata trovata che all’ Isola di Ceylan. 22. Hemipepsis? sycophanta, n. sp. Hlemipepsis flava, Dahlb? Hymen. Europ., I, pag. 123, n. 1 (nec. Fabr.). Robusta obscure nigro-castanea, clypeo antennis genubus tibiis tarsisque fulvis, facie anoque obscure alutaceis; alis fulvis, basi apiceque brevissime fuscis; clypeo e pilis stratis brevissimis (ut pe- 360 G. GRIBODO dibus) subaureo pruinoso, mediocri, trapezino, margine superno profunde triemarginato, margine infero perlenissime arcuato-emar- ginato; pronoto brevi, margine postico late arcuato-emarginato; sculellis mediocribus; metathorace fere cylindrico, poslice sat trun- cato, caesura submarginata, medio leniler circulatim undulata, me- tanoto profunde irregulariter transversim sulcato-striato; metapleuris laevibus; alarum anticarum cellula discoidali prima occellata; cel- lula submedialis prima post initium venae transverso-medialis ter- minata; venula discoidali in ipso margine alae desinente; alis po- sticis cellula anali paulum post initium venae cubitalis terminata; ubiis tarsisque parce et breviler spinosis; tibiis duabus posticis linea longitudinali, exili, elevata, subcultriformi, perlenissime undulata vel subintegra praeditis; abdomine subpruinoso; ano dense selu- loso 9. Long. corp. mill. 40. Var. Capite, prothorace, tegulis, scutellisque fusco-fulvis, an- tennis sulphureis 9 . Long. corp. mill. 28. La varietà fu raccolta dal capitano Comotto a Minhla; I e- semplare tipico trovasi nella mia collezione; esso mi venne in- viato dai possedimenti inglesi nell’ India, e probabilmente fu rac- colto nei dintorni di Colombo (Ceylan). Questa specie presenta molte difficoltà per la sua classifica- zione. Anzitutto occorre notare che non può considerarsi come una vera Hemipepsis perchè le tibie posteriori non sono seghet- tate e neppure fortemente spinose; la ripiegatura elevata longi- tudinale che nelle vere Hemzpepsis ha il margine profondamente intagliato a modo di sega, lo ha in questa specie invece appena leggierissimamente ondulato e quasi continuo rettilineo. Non può però collocarsi fra i Pompilus (in senso stretto) perchè ha le unghie tarsali fortemente bidentate, e sopratutto il secondo seg- mento ventrale spezzato trasversalmente. In attesa di una migliore e più razionale classificazione gene- rica dei Pompilidei credo conveniente collocarla nel genere He- mipepsis col quale ha le affinità maggiori. In secondo luogo dubito che questa specie fosse già conosciuta IMENOTTERI DI BIRMANIA 361 dal Dahlbom e da esso chiamata H. flava Fabr; pero (come gia accennavo parlando. più innanzi del Priocnemis flavus) io credo che la specie fabriciana (Sphex flavus) debba piuttosto attribuirsi al genere Priocnemis, e sia veramente quella di cui tre esem- plari furono raccolti pure a Minhla. Molte specie di Pompilidi, distinte talvolta anche genericamente, si somigliano grandemente nel facies e nella colorazione, e questo fatto si verifica special- mente per un gruppo di cui si può considerare come tipo il Pompilus fiavus di Fabricius; le antiche diagnosi poco accurate ed incomplete lasciano sempre nell’ incertezza chi abbia da stu- diare materiali numerosi. Affini a questa specie, ma a mio parere certamente distinte per importanti caratteri, sono le Mygnimia audax Smith, La- caena Smith, Priocnemis gigas Tasch. Genus Pompilus, Fasr. 23. Pompilus analis, Far. Sphex analis, Fabr. Entom. System., II, pag. 209, n. 42. Pompilus analis, Fabr. System. Piezat., pag. 188, n. 4. » » Dahlb. Hymen. Europ. I, pag. 47. » » Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen., III, pag. 439, n. 35. Un esemplare femmina. Questa specie venne trovata nell’ Indostan, a Singapore, Giava, Batchian, Celebes ed Aru. Genus Larrada, SMITH. 24. Larrada aurulenta, Fasr. Sphex aurulenta, Fabr. Mant. Ins., I, pag. 274, n. 101 Liris aurata, Fabr. System. Piezat., pag. 228, n. 3. » » Dahlb. Hymen. Europ., I, pag. 135. Tachytes opulenta, Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen., IMI, pag. 246, n. 7. Un solo esemplare , femmina. Questa specie è sparsa in tutta l'Asia meridionale, in diverse isole dell’Arcipelago indiano e nell’ Africa australe. 362 G. GRIBODO 25. Larrada subtessellata, Smits. Larrada subtessellata, Smith, Catalog. of t. Hymen. Ins. in t. Brit. Mus. part. III, pag. 277, n. 11. Tachytes maura, Dahlb. Hymen. Europ., I, pag. 469, n. 42 Un solo esemplare, femmina. Alla diagnosi del D.r® Smith conviene aggiungere che il mar- gine posteriore del pronoto si addentra sotto forma di angolo abbastanza acuto nel metanoto. Un altro carattere molto importante consiste nella presenza sull’ estremità dell’ epipigio di cinque piccole laminette orizzon- tali di forma ovale molto allungata ed appiattita: queste lami- nette sono impiantate poco prima dell’ estremità dell’ epipigio e sporgono assai fuori di essa, presentando così I aspetto di una dentellatura pettiniforme che sporga dall’ estremità anale. Ana- loghe appendici si trovano in molte specie del genere Larrada (ad esempio nella comunissima L. nigra, V. D. L.): il loro nu- mero e la loro forma variano da una specie all’ altra: non mi risulta che, fino ad ora, esse siano già state osservate da qualche autore. Di regola si trovano nelle specie in cui il margine poste- riore del pronoto è spezzato, angoloso; mancano invece in quelle che lo presentano rettilineo continuo (Z. anathema per esempio). Forse vi si troverebbe fondamento per una razionale distinzione generica. Genus qiscolia, Sauss. 26. Discolia scapulata, n. sp. Parva, nigro-carbonaria, cinereo-pilosa, abdomine non nisi per- lenissime cyaneo micante: fronte, vertice, et scapulis aurantiacis: alis obscure fuscis, cyaneo et viridi micantibus; capite et pronoto fere im- punctatis nitidis, mesonoto abdomineque parum sparsimque sed sat profunde punctatis: metathoracis area dorsali mediana dense pun- clata, areis dorsalibus lateralibus impunctatis nitidis, area postica verticali impunctata opaca; segmentis abdominis dorsalibus margine IMENOTTERI DI BIRMANIA 363 nigro-ciliatis, et parce argenteo-hirtis, ventralibus cinereo-ciliatis: ano nigro setoso Q. . Long. corp. mill. 17-18. ¢. D. humeralis Sauss. valde similis et affinis certe attamen fa- cillimeque dignoscitur segmentis abdominalibus cinereo-, non nigro-, ciliatis; punctura totius corporis uniformi. Long. corp. mill. 13-17. Due femmine e cinque maschi. Questa specie appartiene strettamente al gruppo che é rap- presentato dalle S. molesta, Vollenhoveni, erratica, humeralis ecc. . + + + + + + e fui anzi lungamente dubbioso se non potesse forse non esser altro che una varietà di quest’ultima: ma sopratutto da ciò mi dissuase la diversa punteggiatura del corpo. Sarà utile il ricordare che il maschio in questa specie, come nell’ humeralis, ha il corpo tutto di color nero, con macchie ran- ciate assai piccole nell’insenatura degli occhi e sull’ occipite , altre più larghe sui lati del pronoto; le ali sono di color fulig- gine ed opache alla base e lungo la costa delle anteriori, questa colorazione va via via sfumandosi e perdendosi all'apice e verso il lembo posteriore dove sono quasi jaline. Differisce invece dal- l’humeralis (oltre che nella punteggiatura, che è uniforme su tutto il corpo) per avere i cinque primi. segmenti dell’ addome provvisti al marginefidi una fascia ber distinta di ciglia bianche, o meglio cenerine. Genus Mutilla, Linn. 27. Mutilla divisa, SITE. Mutilla interrupta, Oliv. Encycl. Method., VIII, pag. 62, n. 39 (nec Latr.). » » Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hymen., III, pag. 639, n. 67. » » Klug, Symb. Physic. dec. I, n. 11, tav. IV, fig. 11. » » Radosz. et Sich. Essai d’une Monogr. d. Mutill. pag. 85, n. 54. » divisa, Smith, Catalog. of Hymen. Ins. in t. Brit. Mus. part. III, pag. 11, n. 71. » representans, Smith, Catalog. of Hymen. Ins. in t. Brit. Mus. part. II, pag. 35, n. 182. I sei esemplari raccolti a Minhla sono identici ad altri che io posseggo provenienti da Zanzibar. È provato quindi in modo 364 G. GRIBODO certo che questa specie si estende dai littorale nord-orientale dell’Africa (1) fino alle penisole indiane. 28. Mutilla vicinissima, n. sp. M. vicinae Radosz. et leucopygae Klug valde similis et affinis dignoscitur oculis parvis subsphaeroidicis, carina ventrali sagmenti abdonunis secundi basi (non apice) producta, integra, minuta: ma- culis albis segmenti secundi mediocribus 9. Long. corp. mill. 9. Siccome l'unico esemplare raccolto a Minhla presenta la forma e colorazione identiche a quelle delle M. /ewdcopyga e vicina (2) così 10 lo avrei senza dubitare riunito a queste, anzi specialmente alla prima, se nell’ opera del Radoszkowsky et Sichel non fosse esplicitamente detto che in quelle gli occhi sono assai grandi, ed ovali; cose che non si verificano punto nell’ esemplare bir- mano. A questo carattere, che è il più importante, si aggiunge la diversa forma della carena ventrale basale dell'addome; questa nell’esemplare birmano è assai poco accentuata, integra, ed appar- tiene al tipo segnato col numero 1, nell'opera del Radoszkowsky. Anche le due macchie di peli bianchi del secondo segmento sono più grandi nell’esemplare birmano che quelle figurate dal Klug od accennate dal Radoszkowsky. Ed infine la pelurie bianca del- l’ano è molto meno densa e visibile nella vicinissima: aggiun- gasi, se vuolsi, che in questa sul margine del segmento si trova lateralmente una sottile striscia di peli bianchi. Tutti questi caratteri, ma specialmente il primo, mi fanno dubitare che si tratti di specie distinta. Credo utile il notare che nella vicinissima le punteggiature della testa e del torace sono della stessa natura (cioè costituite entrambe da un reticolato quasi regolare, ed assai fitto, di grossi punti quasi rotondi e molto profondi) però nella testa i punti (!) Venne pur raccolta in Egitto. (3) Io ho forte dubbio che la M. vicina non sia che una varietà della leucopyga avente la carena ventrale del primo segmento intaccata, cosa che, a mio avviso, non può costituire una diversità specifica; come non possono costituirne le lievi dif- ferenze di colorazione o scultura e meno poi ancora la differenza di patria. IMENOTTERI DI BIRMANIA 365 sono di minore dimensione. Sul secondo segmento poi dell’addome la punteggiatura pur profondissima ha invece l'aspetto di una serie irregolare di punti irregolari allungatissimi in senso longi- tudinale. 29. Mutilla Comottii, n. sp. Mediocris, gracilis, rufo-ferruginea, abdomine obscure violaceo nitido basi apiceque cyaneo- vel viridi-micante; capite rotundato, lati- tudinem thoracis perpaullulum superante; oculis magnis ellipticis; thorace rotundato-sub-parallelepido, postice vero aliquantulum coar- clato, dique magis rotundato; abdomine ovato-conico, latitudinem thoracis valde superante: epipygio haud pelthato: capite thoraceque regulariter subconfertim modice punctulatis, glabris: pronoto medio macula e pilis stratis argenteis ornato: abdomine dense subirregu- lariter tenuiter punctulato, brevissime sat dense nigro-hirto; seg- mentis 2.°, 3.°, 4.° et 5.° medio margine argenteo-maculatis, et oblique certo situ inspects argenteo-fasciatis apparent: segmento primo brevissimo, subtus haud carinato: pedibus fere glabris 9. Long. corp. mill. 8. Un solo esemplare. Affine alle M. regia Smith, pulchella Smith, Calliope Smith, ma dalle medesime tuttavia ben distinta, é notevole per la sua fine punteggiatura e per la bella colorazione violacea quasi me- tallica dell’ addome. Questo presenta una serie di macchie cen- trali sul dorso dei segmenti 2-5 formate di peli argentei, che rappresenta quasi una striscia longitudinale mediana; se nonché se si osserva l'addome obliquamente dal dinnanzi tutti quei segmenti appaiono fasciati di peli argentini. Potrebbe questa forse essere la femmina della M. Dardanus o della gracillima dell’ isola di Borneo? Genus Stilbum, Spin. 30. Stilbum splendidum, Farr. Chrysis splendida, Fabr. System. Entom., II, pag. 238, n. 1. » calens, Fabr. Spec. Insect., I, pag. 455, n. 3. 366 GG, GRIBODO Chrysis splendida, Fabr. System. Piezat., pag. 170, n. 1. » calens, » » pag. 171, n. 4. Stilbum RR Brullé, Hist. Nat. d. Ins. Hymen., IV, pag. 15, n. 1. » calens, » » » IV, pag. 16, n. 2. » splendidum, Dahlb. Hymen. Europ., II, pag. 358, n. 199, tav. XII, fig. 144. » calens, Dahlb. Hymen. Europ., II, pag. 360, n. 200, tav. XII, fig. 115. » splendidum, Schenck. Goldw. Nass. pag. 79, n. 1. » calens, » » » pag. 79, n. 2. » » Chevr. Chrys. du Bass. du Lem. pag. 7. » splendidum, Smith, A Revis. of t. Hymen. Gener. Clept. Parn. . . . Stilb. pag. 469, n. 1. » E smith, A Revis. of t. Hymen. Gener. Clept. Parn. . Stilb. pag. 470, n. 2. » siculum, Tournier, Nouv. Addit. aux Chrys. du Bass. du Lem. pag. 307. » splendidum, Abeille, Synops. d. Chrys. de France, pag. 40. » calens, » » » pag. 50. » nobile, (Sulz.) Mocsary. Chrysid. Faun. Ungar. pag. 42, n. 1. » amethystinum, Mocsary » » pag. 43. n. 2. Ben diciannove femmine di questa bella e comune specie fu- rono raccolte dal Cap. Comotto. Tutte presentano la colorazione azzurra più o meno mischiata alla verde; variabile molto è in- vece la punteggiatura, presentando tutti i passaggi da quella ti- pica della var. calens a quella propria della forma splendidum. L'esame di quasi ormai un migliaio di esemplari provenienti da tutte le regioni del mondo (esclusa per intero |’ America) mi ha convinto in modo assoluto che il genere Stlbum non comprende fino al giorno d'oggi che due sole specie realmente distinte; una è lo S. viride Guér. propria dell’ isola di Mada- gascar; l’altra comprende tutte le altre specie (calens, Wes- maeli, siculum ... ) ed alla quale spetta il nome di splendidum: in numerose serie di esemplari si trovano tutti i passaggi pos- sibili sia per colorazione che per scultura fra quelle varie pre- tese specie; delle quali (è bene notare) ebbi fra le mani i di- versi tipi. Genus Pyria, Lep. 31. Pyria oculata, Far. Chrysis oculata, Fabr. Ent. System., II. pag. 239, n. 5. » » Fabr. System. Piezat., pag. 171, n. 6. » » Dahlb. Hymen. Europ., II, pag. 310, n. 76. Pyria oculata, Brullé, Hist. Nat. d. Ins. Hymen., IV, pag. 19, n. 1. IMENOTTERI DI BIRMANIA 367 Ben quattordici esemplari (tutti femmine) furono raccolti in Birmania di questa specie caratteristica della Fauna indiana. Uno fra essi presenta così notevoli differenze nella colorazione da co- stituire una varietà degna di essere distinta con un nome speciale. Var. sumptuosa, mihi. Typo simillima differt corpore toto laete viridi-aureo (haud ob- scure viridi-cyaneo vel violaceo), maculis segmenti abdominis se- cundi cupreo-aeruginosis 2. Nei materiali raccolti dal capitano Comotto trovo due maschi appartenenti al genere Pyria, i quali io ritengo essere i maschi tuttora sconosciuti di questa specie, quantunque presentino al- cune differenze assai notevoli in diversi caratteri. In primo luogo le macchie occellari dorate del secondo seg- mento addominale sono assai poco marcate, appena accennate da una lieve velatura di verde chiaro. La punteggiatura è sensibil- mente più piccola: sulla testa e torace è più coriacea. I denti del margine anale sono assai più sottili, ma per contro più al- lungati. Il postscudetto presenta una forma quasi regolare, cioè la pic- cola protuberanza solcata nel centro della femmina non è quasi visibile. Genus Chrysis, Linn. 32. Chrysis Schiddtei, Darts. Chrysis Schiòdtei, Dahlb. Hymen. Europ., II, pag. 309, n. 175. Nove esemplari (tutti 2 9) furono raccolti di questa specie , che finora venne trovata assai di rado e sempre solo nella pe- nisola indiana. 33. Chrysis Comottii, Gris. Chrysis insularis, Smith, Catalog. of Hymen. Ins. coll. at Celebes by Wall. Non potendo lasciare a questa specie il nome insularis, preoc- cupato dal Guerin per altra specie dell’ Isola di Cuba, ho creduto 368 G. GRIBODO bene di nominarla in onore dell’ egregio capitano Comotto che ne raccoglieva un esemplare identico a quelli tipici, dei quali uno trovasi nella mia collezione in grazia dell’ amicizia dell’ il- lustre e compianto dottore Smith. Distinguesi questa specie dalla precedente (colla quale ha co- mune il facies e la struttura del corpo) per la mancanza delle macchie dorate sul secondo segmento addominale, per la pun- teggiatura meno densa e sopratutto per la maggior lunghezza relativa del terzo articolo delle antenne. Venne già raccolta a Celebes, Macassar, Timor, Pondichery. Si pretende che questa specie appartenga alla fauna europea, anzi italiana: fino a maggiori prove io non so accettare questa affermazione: io la posseggo di località diverse dell’ Indostan (Rajahrampoor, Neelgherries, Pondichery). 34. Chrysis lusca, Farr, Chrysis lusca, Fabr. System. Piezat. pag. 171, n. 7. » » Dahlb. Hymen. Europ. I, pag. 296, n. 166. » » Abeille, Synops. d. Chrys. de France, pag. 43. Quattro femmine una delle quali presenta una variazione no- tevolissima di colorazione analoga a quella accennata per la Pyria oculata, per cui credo necessario attribuirle un nome proprio. Var. concinna, mihi. Typo simillima tantum differt corpore toto laele viridi-aureo, maculis segmenti abdominis secundi cupreo-aeruginosis subobso- letis Q. SECHS NEUE COLEOPTEREN AUS ITALIEN, GESAMMELT VON HERRN AGOSTINO DODERO, BESCHRIEBEN VON EDMUND REITTER IN MODLING, BEI WIEN. 1. Machaerites dentimanus, n. sp. Parvulus, testaceus, parce fulvo-pilosulus, nitidus, vix pun- clalus, antennis sat brevibus, prothoracis basin via superantibus , articulo primo elongato, subgranulato, basin versus parum magis angustaio, intus subsecuriformi, secundo subquadrato, primo vix angustiore, angulis subrotundatis, 3-10 transversis; capite thorace perparum angustiore, haud oblongo, fronte lata, bisulcata, occipite glabro, nitido, convexiusculo, oculis in mare mediocribus, protho- race transverso, sulco ante basin insculpto, elyiris magnis, obsole- lissime parce punctatis, callo humerali producto, abdomine brevi. — Long. 1.1 mm. Mas. femoribus anticis intus in medio dente magno lato ar- matis, basi crenulatis. | Ausgezeichnet durch breite Stirn, kurze Fihler und den grossen breiten Zahn auf der Unterseite der Vorderschenkel beim d. Sardinien: Capo Caccia; am 8 Mai 1884 von Agostino Do- dero entdeckt. 2. Bythinus difficilis, n. sp. Rufus, nitidus, capite parvo, thorace angustiore, fronte sublaevi, elytris thorace latioribus, obsolete parce punctulatis. Antennis in utroque sexu similibus, articulo primo subcylindrico, latitudine vix sesqui longiore, secundo primo vix angusitore, globoso-subquadrato, sequentibus parvulis, articulo tertio latitudine haud longiore, 4-8 globoso-transversis. — Long. 1.3 mm. Mas. Tibits anticis intus ante apicem obsoletissime unidentatis. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (6 Ottobre 1884) 24 370 E. REITTER Diese neue Art gehòrt in die Verwandtschaft des B. gracilis, Jaso, simplex, und wegen dem kurzen ersten Fuhlergliede zu- nachst mit B. gracilis zu vergleichen. Er unterscheidet sich von diesem durch gréssere Kérperform und die sehr schwach pun- ctirten Flugeldecken. Sardinien , Sassari, Ozieri, Macomer, nicht selten. 3. Pygoxyon tychioforme, n. sp. Parvus, rufus, nitidus, tenuiter fulvo-pubescens, haud longe pi- losus, vix punctatus, antennarum articulis 3 ultimis clavam for- mantibus, duobus penultimis subaequalibus transversis, capite an- tice rostratim reflexo, margine postico cristatim elevato; prothorace valde transverso, medio haud canaliculato, elytrorum costula se- cunda valde abbreviata, abdomine nitido. Dem P. lathridiiforme sehr abnlich aber kleiner, glinzender, glatter, kurzer behaart, ohne lang emporstehende zweite Behaar- ung. Der Kopf ist vorn langer schnauzenformig ausgezogen, der Hinterrand des Scheitels springt als héckerartiges Plattchen vor, der Halsschild hat beine Dorsal lingslinie, diese ist bloss auf den Basaleindruck beschrankt, die Lingsfalltchen der Flù- geldecken sind feiner, kirzer und das dussere bald hinter der Schulter erloschen. Abdomen glinzend. Von den bekannten zwei Arten schon durch den Mangel der Dorsalfurche des Halsschildes zu unterscheiden. In Liguria (Ruta) am 5 Juni 1884, von Herrn A. Dodero entdeckt. i 4. Euplectus Doderoi, n. sp. Rufo-testaceus, subdepressus, nitidus, obsolete pubescens, capite thorace haud latiore, subbisulcato, fortiter dense, antice obsolete qui vix punctato, thorace vix transverso, sublaevi, sulco dorsali fovei- formi, elytris thorace fere latioribus et sesqui longioribus, vix pun- cialis, stria dorsali medium haud attingente, abdomine segmentis dorsalibus basi transversim impressis. — Long. 1 .3 mm. Mas. Antennarum urticulis intermediis parvulis, transversis, sub- aequalibus, duobus ultimis inflatis, clavam formantibus, articulo NEUE COLEOPTEREN AUS ITALIEN 371 penultimo transversim subtriangulare, ultimo magno, praecedente viz latiore subovato,.angulo interno basali parum producto. Eine neue Art aus der Nachbarschaft des E. afer, Bonvou- loîri, punctatus etc.; aber von allen durch die Bildung der Fiùh- lerkeule sofort zu unterscheiden. Die Fuhler uberragen etwas den Hinterrand des Halsschildes, die zwei ersten Glieder sind kurz und leicht verdickt, die nachsten 7 klein, kugelig, quer, gegen die Spitze nicht diecker werdend, die Keule gross, zwei- gliederig; ihr erstes Glied stark quer, dreieckig, der untere Winkel stark zugespitzt, das letzte lang oval die untere Basa- lecke ist aber etwas vorspringend, wodurch es den Anschein hat, als ob das letzte Glied an der Spitze des vorhergehenden eingefugt ware. Zwei 7 wurden von Herrn Agostino Dodero in Sassari im Fluge gefangen. Ich erlaube mir diese schòne Art dem gluckli- chen Entdecker zu Ehren zu benennen. 5. Cephennium (Cephennarium) sardoum, n. sp. Ceph. Carrarae (1) m. valde simile, sed parum longior, magis parallelum, antennis magis gracilibus, articulis duobus penultimis vix transversis, prothorace apicem versus dilatato, basin versus an- gustato, elytris foveola basali magna rotundata fortiter impressa. — Long. 1 mm. Von Ceph. Carrarae durch langere Fuhler, schlankere Gestalt, und hauptsichlich durch das nach vorne deutlich verbreiterte Halsschild verschieden. In der Grosse steht vorliegende neue Art in der Mitte zwischen C. apicale und Auber. Sassari; von Herrn Agostino Dodero entdeckt. 6. Baeocera nobilis, n. sp. Oblongo-ovata, nitida, convera, vix punctata, rufo-castanea, ely- trorum stria suturali prope basin longe arcuata valde distincie in- sculpia, antennarum articulo tertio elongato, contiguis breviore, ul- timo penultimo sesqui longiore sed vix latiore. — Long. 1.3 mm. (1) Verh. d. zool. bot. Ges. Wien, 1884, pag. 84. ie E. REITTER Einfarbig braunroth, sehr glanzend, einer Scaphisoma sehr ihnlich, glatt und glinzend, der Nahtstreif der Flugeldecken langs der Basis quer umgebogen. Unterscheidet sich von der Baeocera Schirmeri durch die Grosse, Farbung und die Dimen- sionen des dritten und letzten Fuhlergliedes. Von Herrn Agostino Dodero am 7 April 1884 bei Santadi (Sardinien) entdeckt. MATERIALI PER LO STUDIO DELLA FAUNA TUNISINA RACCOLTI DA G. E L. DORIA III RASSEGNA DELLE FORMICHE DELLA TUNISIA , DEL PROF. C. EMERY Non è vicino il tempo in cui potremo dire di conoscere la fauna mirmecologica di quella regione dell’Africa, che compren- devasi una volta sotto il nome di Barberia. Quasi ogni esplora zione fatta in quei paesi reca qualche novità interessante, segno non dubbio della nostra imperfetta conoscenza di quella fauna. Occupandomi con predilezione dello studio delle formiche medi- terranee, ho ricevuto spesso nuove raccolte dalla costa Africana e specialmente dalla Tunisia. Ai materiali provenienti dal viaggio di Abdul-Kerim, dalla: esplorazione della Società Geografica, dalle crociere dell’ Yacht « Violante » ecc. ho da aggiungere oggi due interessanti serie di formiche : l’ una raccolta nell’ in- terno della Tunisia dai Signori Léveillé e Sédillot , l’ altra pro- veniente dalle cacce entomologiche del Sig. Marchese G. Doria e della sua gentile consorte nei dintorni di Tunisi (!).. Raccogliendo da queste collezioni, e dai lavori stampati, quanto si conosce finora circa le formiche della Tunisia, si raggiunge la cifra di circa 40 specie o razze definite, cifra piuttosto de- bole, se si considera che in una regione più limitata dell’ Eu- ropa meridionale, ad es. nei dintorni di Napoli, si oltrepassa il numero di 50. (2) Le raccolte fatte in Tunisia dai Marchesi G. e L. Doria hanno già dato luogo alle seguenti memorie: Materiali per lo studio della Fauna Tunisina raccolti da G. e L. Doria, I. Pesci per D. Vinciguerra (Ann. Mus. Civ. Genova, XX, p. 393). — Id. II. Aracnidi, per P. Pavesi (loc. cit. p. 446). 374 C. EMERY Carattere generale della fauna mirmecologica barbaresca è la scarsezza relativa dei Camponotidi e l’ abbondanza dei Mirmicidi di diversi generi, caratteri questi che sono semplicemente |’ esa- gerazione di quelli della fauna mediterranea. In fatti, vediamo già nell’ Europa meridionale scarseggiare le specie del genere Formica, tanto abbondanti nelle regioni temperate dell’ Europa e dell'America, le quali mancano del tutto in Africa (*). Anche i Lasius si fanno meno abbondanti a misura che si va verso il mezzogiorno , e solo poche forme giungono al Sud del Medi- terraneo. I Camponotidi sono dunque rappresentati in Tunisia principalmente da alcune forme dell'immenso genere Camponotus, dai Myrmecocystus e dall’ Acantholepis Frauenfeldi. Unico Dolico- deride finora trovato ivi è il Tapinoma nigerrimum. Invece i Mirmicidi si fanno ogni giorno più numerosi, a misura che le ricerche si moltiplicano: ciò dicasi specialmente dei generi Aphaenogaster. e Leptothorax, il quale ultimo comprende una serie non piccola di forme mediterranee particolari, assai diverse da quelle dell’ Europa temperata; si aggiungano a queste le poche specie dei generi tropicali Monomorium e Cremastogaster e la Pheidole pallidula che, con la loro abbondanza straordi- naria, danno un aspetto particolare alla fauna mediterranea. Il genere Myrmica, rappresentato nell’ estremo meridionale di Eu- ropa dalla sola M. scabrinodis, sembra mancare in Africa. — Benchè la Typhlopone oraniensis sia stata segnalata nella Francia meridionale e una forma affine (7. Mayri Joseph) si trovi nelle grotte della Carniolia, pure i Dorilidei possono sempre essere ri- guardati come caratteristici della parte estra-europea del bacino mediterraneo. Fra le novità descritte in questo lavoro è particolarmente im- portante un nuovo Anochetus, il secondo rappresentante del ge- nere e di tutto il gruppo degli Odontomachidi nella fauna me- diterranea. Bologna Giugno 1884. (1) L'indicazione che si trova nei libri, che la F. fusca trovisi in Algeria è proba- bilmente erronea. Nè io nè André, benchè abbiamo esaminato molte raccolte di formiche di Barberia, ci siamo mai imbattuti in una Formica di quella regione. / FAUNA TUNISINA — FORMICHE 375 Camponotus sylvaticus Ol. Le forme di questo intricato gruppo che ho vedute finora provenienti dalla Tunisia sono le seguenti : 1. C. cognatus Sm. o piuttosto forme di passaggio al ru- bripes Drury. — Sono poco più piccole del rubripes dell’ Africa australe ed hanno scultura più debole, il capo quasi lucente in- dietro; nelle 3, il capo e il torace sono ferruginei, più o meno scuri, l'addome chiaro alla base, alla faccia ventrale e sui fianchi del 2.° segmento dorsale; i piedi chiari, coi femori quasi gialli. Nella 9 il capo, il metanoto e lo scutello sono quasi picei. — Metonia, Oasi di Nefzaua (Antinori); Hammam-el-lif (Violante). 2. Forme di passaggio dal precedente al C. dichrous Forel. — I piccoli esemplari (9™™) hanno il torace, i piedi e i due primi segmenti addominali lividi; il resto di un bruno più o meno scuro, quasi nero sul capo. — Nei grandi esemplari, il torace s imbrunisce più o meno e l'addome è tutto scuro di sopra, ad eccezione della base e dei fianchi del 1.° segmento. — Ne ho ricevuto molti esemplari raccolti dai Sig. Léveillé e Sédillot a Gabes e a Gafsa. Alcuni individui di questa forma possono considerarsi come gradi di passaggio al C. variegatus Sm. 3. C. maculatus; è stato preso a Kairuan da Abdul Kerim; d'altronde questa forma, come pure il C. variegatus, assai diffusi nell'Africa orientale e australe e parte dell'Asia, non furono trovati, per quanto io sappia, lungo il littorale barbaresco. 4. Dalla forma 2 si passa per gradi insensibili ad un’altra più scura, con l'addome tutto bruno, o appena chiaro all'estrema base; generalmente la scultura del capo è più debole indietro, e sull’ occipite cessa di essere reticolata, per ridursi ad una fina striatura trasversa, che lascia a questa parte una certa lucen- tezza. Si ha poi un passaggio da questa forma alla forma scura della Sicilia, che Forel riferisce al cognatus; io la considero piuttosto come una varietà intermedia fra il cognatus dell’Africa australe (con scultura più ruvida e colore meno scuro del capo e dell'addome) e il tipico sylvaticus. 5. Un’ altra forma molto caratteristica è la Formica pallens 376 C. EMERY del Nylander, comune in Sicilia; ne posseggo alcuni esemplari algeriani e uno ne fu preso a Tunisi (G. e L. Doria). — La scul- tura è debole, per cui tutto il capo e il torace hanno una certa lucentezza; le tibie sono quasi prive di peli eretti, la statura è piccola, per cui i più grandi esemplari non oltrepassano 8-9 mm; i piccoli scendono a 43/,. Il colore è giallo-testaceo, col capo e l'addome spesso più o meno affumicati nei grandi esemplari ; i piccoli sono talvolta interamente di colore giallo-pallido. Non conosco gradi di passaggio da questa alle altre forme. C. micans Nyl. Tunisi (G. e L. Doria) e altre località; gli esemplari mediter- ranei appartengono esclusivamente alla forma tipica. C. lateralis Ol. Comunissimo in tutta la regione mediterranea. C. Sicheli Mayr. varieta col capo e torace rossi, Galita (Vio- lante). Benchè non sia stato finora rinvenuto nella Tunisia, è proba- bile che il © Fore Em. della Spagna e dell’ Algeria non manchi a quella regione. Acantholepis Frauenfeldi Mayr. var. bipartita Sm. Siria, Tunisia, Algeria. Plagiolepis pygmaea Latr. In tutta la regione mediterranea. Myrmecocystus viaticus Fab. con la var. megalocola Foerst. entrambi comunissimi. M. altisquamis André. Tunisi (G. e L. Doria) un esemplare: — questa specie gene- ralmente confusa con la precedente pare diffusa su gran parte del littorale mediterraneo in Africa e in Asia. FAUNA TUNISINA — FORMICHE 377 M. albicans Rog. forma tipica. Kairuan (Abdul Kerim). M. bombycina Rog. Tozer (Abdul Kerim). Tapinoma nigerrimum Nyl. Comunissimo nella regione mediterranea. Ponera punctatissima Rog. Tunisi (G. e L. Doria) 89. Anochetus Sedilloti n. sp. 8. Obscure ferruginea, abdomine fusco-nigro, segmentorum mar- ginibus rufescentibus, capite nitido, subtiliter et sparse punctulato, laminis frontalibus striatis, clypeo excavato et emarginato, subopaco, mandibulis apice tridentatis, margine infero-interno vix distincte crenato, oculis magnis ad media capitis latera, pronoto laleribus et postice longitudinaliter striato, meso- et metathorace lateribus obli- que, supra transverse striatis, hoc postice truncato, petioli squama supra angustiore et rotundata, abdomine nitido, sparse punctato, scapis et tbus absque pilis ereclis. - Long. cum mandibulis 6-6 1/,™™, Tunisia fra Gabes e Gafsa, raccolta dai Signori Léveillé e Sedillot. Questa specie si distingue facilmente da tutte le congeneri per la grandezza degli occhi. — Dall A. Ghilianii, cui si avvicina per la statura, differisce inoltre per la forma del capo più largo, con angoli posteriori meno sporgenti e più rotondati, per gli occhi situati nel mezzo dei lati del capo e non in avanti, pel Anochetus Sedilloti. clipeo più incavato nel mezzo; la scul- tura del metanoto è più fitta nel Ghiliand, e sembra quasi più rugosa che striata; la squama è più larga e più spessa nel Se- 378 C. EMERY dilloti, più sottile e più spianata indietro nel Ghilianti. Il colore dell'A. Ghiliantt, almeno nel mio esemplare (mandatomi dal compianto Rosenhauer) è testaceo pallido con l’addome affumicato indietro, mentre quello della nuova specie è molto più scuro. — Tutti questi caratteri mi danno |’ impressione che il genere di vita delle due specie mediterranee deve essere molto diverso. Credo utile far seguire un quadro sinottico delle specie del genere Anochetus, del quale, oltre la specie descritta sopra, se- gnalerò tre altre forme nuove, per cui il numero delle specie conosciute trovasi portato da cinque a nove, che ho vedute tutte in natura, fuorchè lA. Nieneri Rog.: le forme nuove saranno descritte in altro luogo. A. Mandibole terminate con tre denti distinti, dei quali l’ intermedio più piccolo. a. Squama del picciuolo troncata superior- mente o bidentata, metanoto con due denti. — Squama con due denti . ay RN 5 1. A. Mayri n. sp. (Antille: S. Tommaso). = Squama troncata - .« - . + 2. A. rectanguiaris Mayr (Australia). b. Squama rotondata o acuminata; meta- noto senza denti. a. Occhi grandi, nel mezzo dei lati del capo. 3. A. Sedilloti n. sp. (Tunisia) 8 occhi piccoli, nella metà anteriore del capo. * Statura più grande (5-6 nm), mandibole distintamente dentate al loro margine infero-interno . ana : : . 4. A. Ghilianii Spin. (Andalusia). ** Statura più piccola (3 1/3-4mm), margine infero-interno delle mandibole indi- stintamente dentato. — Clipeo distintamente incavato nel mezzo . ; ‘ o ; é 5 5. A. punctiventris Mayr (Indostan, N. Caledonia). = Clipeo quasi piano . 3 i . 6. A. Graeffei Mayr (Isole Samoa). B. Mandibole terminate da due soli denti, il dente intermedio essendo fuso con 1’ inferiore o ap- pena visibile. c. Peduncolo con una spina ottusa . . . 7. A. Nietneri Rog. (Ceylan). FAUNA TUNISINA — FORMICHE 379 ad. Peduncolo senza spina. — Pronoto levigato nel centro, vertice le- vigato . < 7 i ; : ‘ 8. A. princeps N. Sp. (Giava). = Pronoto grossolanamente rugoso, ver- tice striato . ; p ; F . 5 9. A. Beccarii n. sp. (Sumatra). Cardiocondyla nuda Mayr (Leptothoraa nudus). Un solo esemplare di Tunisi (G. e L. Doria). Esso è perfetta- mente identico con un esemplare tipico delle isole Tonga, che ho ricevuto dal Mayr. Le specie del genere Cardiocondyla, sebbene sembrino rare, forse pel modo nascosto di vivere che rende diffi- cile trovarle, hanno una diffusione geografica vastissima. Così la C. elegans Em. si estende dal littorale europeo del Mediterraneo occidentale fino nel Turkestan: la C. Emeryi For., scoperta nelle Antille, fu ritrovata in Siria; la C. nuda era stata trovata finora nell’ Oceania e nell’ Indostan; eccola ora anch’ essa a far parte della fauna mediterranea. — Forse sarebbe lecito sospet- tare che queste piccole formiche siano state in alcuni luoghi trasportate per mezzo di vasi di fiori o con altre merci. Leptothorax tuberum F., razza exilis Em. Galita (Violante), Tunisi (G. e L. Doria). L. tuberum razza Nylanderi Foerst. Galitone (Violante). L. tuberum razza interruptus Schenk. Tunisi (G. e L. Doria). L. nigrita Em., var. flavispinus André. Tunisi (G. e L. Doria); trovata finora a Giaffa in Siria. L. Rottenbergi Em. Tunisi (G. e L. Doria). Gerba (Violante). L. angulatus Mayr. Gerba (Violante). 380 C. EMERY L. Laurae n. sp. 8. Omnino pallide lutea, mandibularum extremo apice oculisque magnis nigris, capite longitudinaliter rugosulo, antennarum flagelli articulo 1.° longitudine trium sequentium, 2.° sequente fere dimidio longiore, 3.°-8.° transversis, thorace post mesonotum distincte tm- presso, metanoto spinis mediocribus divergentibus, nodo petioli 1.° supra angulato, 2.° praecedente paullo latiore, superne viso subtra- pezordeo, angulis anticis proeminentibus. — L. 2-21], Mm, Q. Insertionibus alarum nigris, L. 31/,™™.; alae desunt. Specie molto ben distinta, pel colore tutto giallo pallido, fuorchè gli occhi; per la grandezza straordinaria di questi, i quali occu- pano quasi tutto il terzo medio della lunghezza del capo, e per la struttura delle antenne che hanno il 2.° articolo del flagello quasi per metà più lungo del seguente. Anche la forma del 2.° nodo del picciuolo , che, veduto di sopra, pare trapezoideo, con la massima larghezza in avanti e gli angoli anteriori spor- genti, è piuttosto caratteristica. Alcuni esemplari dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). — Ho voluto dedicare questa nuova specie alla Signora Marchesa Laura Doria alle cui gentili mani è dovuta in parte la raccolta di formiche qui studiata. Tetramorium caespitum L. Gli esemplari che ho veduti di Tunisia sono generalmente piccoli e con debole scultura (1). (1) Sembrami interessante segnalare l’ esistenza in Africa del genere Strongylo- gnathus, di cui ho una ? raccolta a Daya in Algeria dal Sig. Bedel e mandatami dal Léveillé. Essa è poco più grande della 9 dello S. testaceus e piu gracile in ogni cosa. Il corpo è di un nero di pece, con le mandibole, le antenne, il collo del protorace, i piedi e l’estremità dell’addome ferruginei ; il capo è troncato indietro e non incavato, con gli angoli posteriori non sporgenti; esso è striato sui lati sol- tanto, mentre nel mezzo è appena scabro, con grossi punti sparsi, e l’ occipite è liscio e lucente ; il clipeo è levigato e lucentissimo : il pronoto è striato longitudi- nalmente; sui fianchi del torace, le rughe si fanno irregolari e s’ intersecano varia- mente e sul metanoto danno luogo ad una reticolazione finissima; lo scutello è lu- cido; il metanoto ha due tubercoli assai poco sporgenti al luogo solito delle spine; i nodi sono assai sottilmente reticolati, debolmente lucenti, molto più gracili che nello S. festaceus. : Darò a questa forma il nome di S. afer; però non posso escludere il dubbio che dessa sia forse una semplice varietà di colore dello S. Hubert For., di cui non si conosce finora la ? ma solo l’ 8 e che abita la Francia meridionale e il Vallese. FAUNA TUNISINA — FORMICHE 38] Monomorium Salomonis L. Comune in Tunisia. M. Pharaonis L. Ho nella mia collezione un esemplare di Oran: é probabile che questa specie cosmopolita si trovi pure in Tunisia. Aphaenogaster testaceo-pilosa Luc. Una sola forma, quella tipica, di grande statura é stata finora trovata in Africa. Le altre razze sembrano proprie di diverse regioni dell’ Europa meridionale. Non ho veduto individui ses- suati africani. — Durante la mia dimora in Sardegna, benchè mi trovassi sempre assente nei mesi estivi, pure ho potuto pren- dere 7 e 9 della grande forma tipica e della razza spinosa var. a (Formiche del Museo Civico II, questi Annali XII, pag. 54). Le Q differiscono poco da quella da me figurata della razza , campana, se non che quella della razza tipica è più grande e più robusta, col nodo del 1.° segmento del picciuolo più ispes- sito. — Il 9 di questa forma è simile a quello del Portogallo da me descritto (I. c.); quello dell’A. spinosa ha il torace più alto, di figura intermedia fra quella dell'A. testaceo-pilosa tipica e dell'A. semipolita. A. sardoa Mayr. Pare comune in Tunisia: io non ebbi occasione di trovarla in Sardegna, ma vi è stata raccolta presso Oristano dal prof. Costa. A. crocea André. Descritta dal suo autore sopra un esemplare di Oran, questa forma è stata presa in pochi esemplari a Tunisi (G. e L. Doria). Sembra una forma intermedia fra le A. sardoa e splendida. A. subterraneo-splendida Em. e For. Una 9 di Tunisi (G. e L. Doria) simile a quella da me rac- colta sul M.'e Pellegrino presso Palermo. 382 C. EMERY A. pallida Nyl. Tunisi (G. e L. Doria) alcune 8. Secondo la descrizione di André, deve riferirsi a questa specie un 7 unico della stessa provenienza, notevole per la forma allungata del metatorace. André non fa cenno nella sua descrizione, nè nella figura, del dente sporgente che si trova nella linea mediana ventrale del metatorace in questo maschio e in quelli delle specie affini (1). A. arenaria F. El Gem (Violante). A. barbara L. I nuovi materiali ricevuti in questi ultimi anni non mi per- mettono di aggiungere nulla a quanto ebbi a dire nel mio ar- ticolo sulle formiche della Crociera del « Violante » nel 1877 (questi Annali XV, p. 392 e seg.) intorno alle forme che abi- tano il nord dell’Africa. Nel suo Species des formicides d’ Europe, () Ho ricevuto dal Sig. Léveillé altri esemplari 89 e # della varietà che de- scrissi altra volta (Viaggio ad Assab ecc.: questi Annali XVI, p. 534, nota) col nome di A. Leveillei. — Essa deve essere con- siderata come forma intermedia fra l’A subterranea e l’A. pallida: mentre le 8 e 9 si avvicinano di più alla seconda specie, il # rassomiglia molto a quello della prima: però il contorno del meta- noto, in cui quella porzione della faccia basale che André chiama preangolare è molto più breve rispetto al resto di detta faccia, accenna ad una tendenza verso la forma caratteristica dell’A. pal- lida; i denti del metanoto, diretti indie- tro nella A. subterranea, hanno qui la forma di tubercoli ottusi, diretti in su: il capo è fatto quasi come nella subter- ranea tipica. — Le due 8 che ho rice- vuto ora, e che provengono dalla stessa località delle prime (Daya in Algeria), Aphaenogaster subterranea. d'- differiscono da queste pel metanoto ar- mato di piccoli denti. Giustamente André osserva che la presenza di denti al metanoto, in talune varietà dell’A. pallida, non é carattere costante. FAUNA TUNISINA — FORMICHE 383 André ha voluto dare nomi alle diverse forme da me noverate in quel lavoro e nel Catalogo delle formiche del Museo Civico; egli lo fa con criterii che a me non sembrano sempre giusti. — Se io evitai di dare nomi al maggior numero delle forme che ebbi a descrivere, fu perchè mi sembrava che il materiale raccolto non fosse ancora sufficiente, per caratterizzarle definiti- vamente ed evitare per l’ avvenire confusioni sinonimiche. Per la stessa ragione, non farò oggi la critica della nomenclatura di André, riservandomi di farla, quando conoscerò meglio le forme sessuate delle diverse varietà. Una piccola serie di formiche del Capo di Buona Speranza, inviatemi dal Sig. Péringuey di Rondebosch, mi ha fatto cono- scere meglio le forme che abitano |’ estremo sud del territorio di questa specie. — Ho veduto tre forme diverse. a) L'una di esse di statura maggiore (fino a 12 mm), di colore bruno, con le zampe più chiare, forma il passaggio dalla varietà dello Scioa che ho indicata altrove (questi Annali XVI, p. 270 ) alla vera A. capensis Mayr. Nei grandi esemplari, il capo è tutto reticolato ed opaco, mentre, nella var. dello Scioa, è liscio sui lati; in mezzo a questo reticolo, fuorchè sui lati, compariscono delle rughe sottili, che però non formano strie longitudinali regolari; tali strie regolari si vedono soltanto nella linea mediana e in avanti; l’ occipite è poco lucente ; il torace è tutto opaco. 6) La seconda forma, poco più piccola, di color tutto piceo, ha la scultura dell'A. capensis tipica. Nei grandi esemplari, la rugosità del capo forma una striatura longitudinale regolarissima, che non lascia quasi più riconoscere la reticolazione della super- ficie ; le strie s' inflettono , solo in vicinanza degli occhi e del- l’ inserzione delle antenne ; I’ occipite è lucente. Il torace è ru- goso e opaco, però, nel mezzo del pronoto, evvi uno spazio poco esteso, senza rughe e alquanto lucido. La scultura dei piccoli esemplari di queste due forme è quasi identica. Il capo è lucente,e liscio nella sua metà posteriore, le rughe longitudinali sono limitate alla parte anteriore, ove sono più estese nella capensis tipica; la scultura del torace si fa piu D) 384 : C. EMERY sottile e più rada che nei grandi esemplari, i quali, avendo ca- ratteri più marcati, devono essere presi come tipo. In ambo le forme, il primo segmento del picciuolo è un po’ più allungato che nelle varietà equatoriali e boreali. Un piccolo esemplare del Transwaal, comunicatomi dal Sig. Forel mi sembra riferirsi alla Vera capensts. c) La terza forma del Capo’ (che potrebbe chiamarsi pseudo- aegyptiaca) è più piccola delle altre (non oltrepassa gli 8 mm); il capo e il protorace sono più o meno ferruginei ed hanno la scultura della razza aegyptiaca nelle sue varietà più opache: sul capo, questa scultura forma un reticolo fitto ed eguale, sul quale si staccano fine rughe longitudinali parallele, ma sovente inter- rotte e leggermente ondulate. Anche il torace è opaco, il meta- noto è appena angolato, senza denti sporgenti. L’A. capensis tipica ha una certa rassomiglianza con l’A. structor, come già rilevò il Mayr; però io non credo che abbia vera parentela con essa. La prima forma che ho qui descritta costituisce una forma di passaggio verso la vera A. barbara. Io credo che l'A. capensis si sia differenziata nell’ Africa australe dalla forma orientale della specie (semzrufa André), diffusasi lungo la valle del Nilo: sono anche convinto che la piccola forma opaca (pseudo-aegyptiaca) sia di origine locale e non abbia nessun nesso diretto con laegyptiaca del littorale mediterraneo. A prova di ciò valgano le osservazioni seguenti. La faccia in- feriore del capo dell’A. barbara è sparsa di lunghi peli, ed una serie di peli non meno lunghi si estende seguendo il mar- gine inferiore esterno delle mandibole. Ora, in alcune forme a scultura ruvida della regione mediterranea (A. aegyptiaca Em. e rugosa André), quei peli si differenziano, formando sotto il capo una fitta frangia, quasi uniseriale, di setole più lunghe e cur- vate in avanti, simile alla barba che si osserva nelle varie specie del genere americano Pogonomyrmex e in qualche altra for- mica. — Nell’A. pseudo-aegyptiaca, non si vede nulla di cid; i peli della faccia inferiore del capo sono relativamente brevi e sparsi su tutta la superficie inferiore del capo, come nelle A. ca- pensis, semirufa e barbara è. sp. — A me sembra che la diffe- 4 FAUNA TUNISINA — FORMICHE 385 renziazione della barba sia un carattere di maggior valore che la scultura, sempre-alquanto variabile, del capo e del torace. Tra le formiche del Museo Civico, si trovano due esemplari dell'A. barbara raccolti nel 1877 a Dehli dal Beccari e dal Ca- pitano Enrico D'Albertis: sono individui a grosso capo, spettanti ad una piccola varietà con capo, torace e nodi di un rosso cupo. Per forma e scultura, non differiscono affatto dalla piccola razza italiana (A. minor André). — L'esame di un materiale più nu- meroso potrà far conoscere se questa forma sia stata introdotta nell’ India con merci straniere, o sia invece una razza locale dif- ferenziatasi dalla semirufa. Il fatto che, nella stessa località, tro- vasi pure il Myrmecocystus viaticus, il quale accompagna l'A. barbara nella maggior parte del suo territorio, mi fa propendere per quest’ ultima opinione. Pheidole pallidula Nyl. Comune nella regione mediterranea. Solenopsis fugax Latr. Tunisi (G. e L. Doria) 8%. S. sp.? 9 S, forse riferibili all’ ordbula Em. Pochi esemplari raccolti nell’ isola Galita nell’Agosto 1877 dai naturalisti dell’ Yacht « Violante » (v. questi Annali XV, p. 397). Cremastogaster scutellaris Ol. Comune nella regione mediterranea. C. var. Laestrygon Em. Sicilia e Barberia. Typhlopone oraniensis Luc. Comune in tutti i paesi barbareschi e trovata pure in Oriente e nella Francia meridionale. Il signor Francesco Miceli ne ha trovato una colonia di oltre cinquanta esemplari sotto un sasso, in una fabbrica d’albumina, a Tunisi. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.8, Vol. I. (9 Ottobre 1884) 25) 386 C. EMERY Dorylus juvenculus Shuck. Barberia e Siria: raccolto a Tunisi dal Marchese Doria e dal sig. Medana e a Gabes dall’Antinori. D. atriceps Shuck. Tunisi (G. e L. Doria): due esemplari, i quali convengono in tutto con la descrizione di Shuckardt, fatta sopra un esemplare del Se- negal. Con questa specie, la serie dei Dorylus della regione mediter- ranea è portata a tre, compresovi il D. aegyptiacus Mayr; mentre di Dorilidei 8 non si conosce che una sola forma, la Typhlopone oraniensis. Con ciò si rende sempre più oscura la questione dei rapporti fra le varie forme sessuali dei Dorilidei. DIK SCYDMAENIDEN NORD-OST-AFRICA’S, DER SUNDA-INSELN UND NEU-GUINEA’S IM MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE ZU GENUA UNTERSUCHT UND BEARBEITET von D'. L. W. SCHAUFUSS. Die Reisen der Herren Marquis G. Doria, Vice-Consul Achill Raffray und O. Beccari brachten dem rihmlichst bekannten Ge- nueser burgerlichen-Museum einen selten anzutretfenden Reich- thum hochinteressanter Insecten und anderer Gegenstinde, deren Specialbearbeitung Fachleuten anvertraut ward. In Nachfolgendem wird nur von den Scydmaeniden die Rede sein, welche vorerwàhnte Naturforscher zu erbeuten Gelegenheit nahmen. Es ist das Ergebniss der Untersuchung fur dieselben ein Zeugniss, dass der schéne Spruch: « natura, maxime mira- bilis in minimis » auch sie auf ihren schwierigen Touren belebte, dass sie auf der Hohe der Situation standen, jedem Geschòpfe, auch dem kleinsten, die Wurdigung RR die ihm gebuhrt. Ob freilich diese kleinen und doch so hochorganisirten Wesen mit dieser Wurdigung in der Cyankali-oder Spiritusflasche ein- verstanden waren, darùber werden wohl ihre Nachkommen noch heute zu Rath sitzen und wahrscheinlich zum Schlusse kommen: « Gewalt geht vor Recht; Wissen ist Macht! » Und vielleicht halten sie noch heute Funebralien fur die gemordeten Genossen! Bevor zur Beschreibung der, nach méglichst grundlicher Un- tersuchung fur unbeschrieben gehaltenen, Thiere dieser Familie ubergegangen wird, durfte es am Platze sein, eine Uebersicht 388 L. W. SCHAUFUSS dieser und der bereits bekannten Arten aus den betreffenden Territorien zu geben, welche bei der Untersuchung des Materials speciell in Betracht zu kommen hatten, und zwar, wie es jetzt ublich ist, und praktisch erscheint, in tabellarischer Form, wel- che ja, nach des verewigten Redtenbacher’s Vorgang, den be- sten Anhalt fur Beurtheilung der Gultigkeit einer Art giebt. — Dass die auf fluchtiger Reise von v. Motschoulsky notirten Arten eine Aufnahme nicht finden konnten, erklart sich aus der Un- vollkommenheit dieser Anmerkungen; gab es der glùckliche Zu- fall, eine Art oder Gattung dieses Forschers deuten zu kònnen, so war es fur den Bearbeiter ein angenehmes, befriedigendes Gefuhl, dem alten barbeissigen, aber immerhin persònlich hochlie- benswurdigen Russen eine Anerkennung zu bringen. Er hat es ja gut gemeint! Er glaubte sich nur seiner Zeit, als Erichson der Grosse dominirte, durch diessen Rivalen, den er freilich nie erreichte, verletzt, und darum gieng er nie an eine Special- bearbeitung der 1851 niedergelegten Vorlaufer der Beschreibung der Pselaphiden und Scydmaeniden Asiens. Wenn aber auch neueren Forschern nicht Genuge gethan wer- den kann, weil die von denselben angenommenen Gattungen, namentlich der Thomson’schen, nicht mehr das vom Autor, und speciell von Thomson gegebene Bild bieten, so liegt dies einfach darin, dass nach Annahme des Verfassers dieser Abhandlung die Specialkenntniss der Familie der Scydmaenen immer noch in den Kinderschuhen steckt, und wir mehr -Erfahrung bedur- fen, als jetzt vorhanden ist, um Gattungen, ad libitum, abwei- chend von frùheren Ansichten, aber auf diese scheinbar ge- grùndet, als endgultig hinzustellen. Es sei daher gestattet, in nachfolgender Bestimmungstabelle der zunachst in Betracht kommenden Arten in der Hauptsache die Tabelle meiner Monographie der Scydmaeniden Central - & Siidamerika’s zu Grunde zu legen, welche der Erfahrung nach, immer noch die leichteste Handhabe zur Orientirung bot. SCYDMAENIDEN 389 Auf Grund der Litteratur und des mir zugàngigen Materiales also Folgendes: (1) SCYDMAENIDAE ABYSSINIAE ATQUE ASIAE MUSEI CIVICI HISTORIAE NATURALIS JANUENSIS NEC NON SPECIERUM CONSANGUINEARUM Fam. Scydmaenidae. I. Antennae decemarticulatae. Thorax latitudine longior . c . AA. II. » undecimarticulatae. Thorax latitudine longior . . A et B. III. » » longitudine latior . ; : oi (CL A. l. Scydmaenus LATR. « Articulo paenultimo palporum apice in- crassato, ultimo minimo, acuminato ». Femora postica simplicia. a. Antennarum articuli tres ultimi abrupte majores. + Thorax coniformis. Thorax basi bifoveolatus . 0 : . Scyadmn. pyriformis Nietn. Ceylon, Java. Thorax basi bifoveolatus, impressus, pi- losus . PARONA COS : eh eee aye » graminicola Nietn. Ceylon. Thorax basi bifoveolatus , elongato-co- nicus; palpis nigris . Si Pare as > nigripalpis m. Celebes. antennarum clava elongata . 4 : » simulator Reitt. Batavia. Thorax basi bifoveolatus, antenn. arti- culis 9-10 globosis . È i 3 3 » fallax Reitt. Batavia. Thorax basi bifoveolatus, antenn. ar- ticulis 9-10 transversis . : : » fractionis m. Borneo. ++ Thorax fere globosus. Thorax basi sulcatus bifoveolatusque . » falsatus Reitt. (graminicola Nietn.?!) Ceylon, Batavia. Thorax obsolete impressus , basi bifo- veolatus; capite thorace vix angu- stiore. oes i È i 3 x » crassiceps Reitt. Batavia. Thorax basi quadrifoveolatus, foveis mediis parum majoribus; capite tho- race vix angustiore, elytris obscure nigris; antennarum clava maxima . » dichrous Reitt. Borneo. (1) Die im burgerl. Museum zu Genua befindlichen Arten sind hinter der Tabelle mit Beschreibung oder Notizen aufgefuhrt, die meiner Sammlung mit * bezeichnet. 390 Ti Thorax basi quadrifoveolatus, foveis mediis maximis; antennarum clava articulis 9-10 globosis W. SCHAUFUSS b. Antennarum articulis quatuor ultimis distincte, plerumque abrupte majo- ribus. + Thorax coniformis. Thorax basi biimpressus, quadrifoveo- latus; antennarum clava articulis 8- 10 compressis, articulis 3-7 sensim majoribus. È é 9 N . Thorax basi bifoveolatus; antennarum clava articulis 3-6 minutis, trans- verse-subquadratis . ++ Thorax subquadratus, antrorsum an- gustatus. Thorax basi bifoveolatus bipunctatus- que; antennarum articulis 3-7 trans- versim-quadratis . antennarum articulis 3-7 elongatis antennarum articulis gato-quadratis. 3-7 fere elon- +++ Thorax antrorsum angustatus, o- stice pulvinatus aut subglobosus. Thorax basi laevis; antennarum arti- culis 8-10 globosis. ò 6 : Thorax basi laevis; antennarum arti- culis 8-10 ovalibus. +++ Thorax postice angustalus. Thorax antice globosus, basi laevi; oculis non prominulis . Thorax campanuliformis . Thorax basi trifoveolatus, utrinque pli- catus; oculis utrinque capite medio prominulis, antennarum clava paral- lela. Capite postice rotundato . . Capite postice impresso Thorax basi trifoveolatus, utrinque pli- catus; oculis utrinque capite antice prominulis . . . CE Scyam. longipalpis m. » » » » » » » » Celebes. glandulifer Nietn. Ceylon. Gestroi m. Celebes. *imaguncula Reitt. Abyssinia. bilatus m. Nov. Guinea. pictoris m. Makassar. globiceps Reitt. Batavia. seminudus m. Bali. *imparatus Reitt. Abyssinia. * samharaeus Reitt. Abyssinia. *5-punctatus Reitt. Abyssinia. “furcatus m. Abyssinia. Singalanensis m. Sumatra. SCYDMAENIDEN 391 Thorax basi trifoveolatus , utrinque longe-plicatus; oculis utrinque capite antice prominulis; antennarum clava articulis transversis . 3 ‘ - Scydm. * Zanzebaricus m. Zanzibar. c. Antennarum articulis quinque ultimis distincte vel abrupte majoribus. Thorax subcordatus, supra basin im- pressus foveolatusque . . ; 5 » bradypodus m. Borneo. A. 2. Elacatophora ScHAUF. n. g. « Articulis palporum filiformibus, paenul- timo elongato, ultimo elongatim-acuto ». Thorax utrinque bicarinatus . : > El. robusta m. Java. AA. Syndicus MOTSCH. « Antennis decem-articulatis, palpis ut in Scydmaeno Latr. ». Forma Scydm. antidoti, duplo majore, pilis parce vestitus. 6 È A . Synd. pilicornis Motsch, Ind. or. Thorax campanuliformis, totus dense breviter villosulus . > d : È » * sumatrensis m. Sumatra. B. Eumicrus LAP. « Articulo ultimo palporum cum paenultimo claviformiter connato ». Tarsi sensim angustiores. Trochantera elongata . È o : : : ‘ A B. 1. Trochantera brevia antennarum articulis 2-11 submonili- formibus . : : È i 5 o B. II. Tarsi cylindrici. Trochantera brevia. antennarum articulis ut in genere Hu- . micro . ¢ 5 6 o 5 4 c B. III. B. I. Eumicrus Lap. i. sp. Femora postica simplicia. a. Antennarum articulis tribus ultimis ma- Joribus. b. Corpus, capite excepto, obovatum. c. Thorax basi quadrifoveolatus. Antennarum articulis 7-8 subquadratis. Caput apice truncatum. Thorax basi media obsolete foveolatus . Eum. ~*~ gemellus Reitt. Abyssinia. Caput apice rotundatum. Thorax basi media profunde foveolatus. MONS 2/10 ee ; » ‘astutus Reitt. Abyssinia: Long. 15/10" . 2 : » Bogosensis Reitt. Abyssinia. 392 L. W. SCHAUFUSS Antennarum articulis 7-8 subconico-trans- versis. Maximus, castaneus, pedibus anoque rufis . 5 i i È ; È ; Eum. * abyssinicus Reitt . Abyssinia. bb. Corpus elongatum, thorace magno. cc. Thorax basi quadrifoveolatus . . i » Reitteri m. Java. bbb. Corpus elongatum obovatum. c. Thorax basi quinquefoveolatus . 0 - » Aruensis m. Ins. Aru. cc. Thorax basi quadrifoveolatus. tricolor, elytris ruguloso-punctatis . È » tricolor m. Nov. Guinea. antennarum articulis, 7.° et 8.° exceptis , ODOM GIS serali eo. » * Raffrayi m. Abyssinia. antennarum articulis 4-6 latitudine vix aut minus longioribus , 9.° et 10.° qua- dratis . : F ‘ ayes 5 - » * Schaufussii Reitt. Abyssinia. antennarum articulis 7.° et 8.° transversis, extus compressis. Long. 18/,,™™ . x * Maniciorianus m. Sumatra. rufus; antennarum articulis 7.° et 8.° trans- versis, minutis, intus acutis; foveolis intermediis thoracis basi majoribus, ap- proximatis . : del Ten edits 5 È » cohaerens m. Borneo. antennarum articulis 7.° et 8.° transversis, minutis, intus acutis; foveolis interme- diis thoracis basi majoribus, distantibus, lateralibus minutis; oculis majoribus , vix granulatis . o ò : , 5 » bellus m. Nov. Guinea. oculis minimis, granulatis » tythops m. Nov. Guinea. castaneus; ceterum ut in Hum. Mantcio- riano, at foveolis thoracis aequalibus . » ovicollis m. Singapore. rufo-castaneus; capite medio parum ele- vato, elytris basi utrinque leviter im- PLESSIS Mtoe E I RE » umbonatus m. 3 ) dirla È Nov. Guinea. rufus; capite longitudinaliter impresso. Long. 14/;mm . 0 : » frontalis Reitt. ; RO Borneo. fere unicolor; vertice longitudinaliter im- presso. Long. 12/;™™ . o o È 6 » *ruficornis m. Nov. Guinea. bbbb. Corpus elongatum. bicolor; elytris ovalibus; capite medio longitudinaliter bulboso, basi media ccc. SCYDMAENIDEN subemarginato, supra basin depressiu- sculo; elytris basi convexis . . . cc. Thorax basi bipunctatus. Antennis filiformibus, clava majore ab- rupta . ao ò . : c rufus; antennis sat brevibus, articulis 3.0- 6.0 subquadratis . castaneus ; antennarum articulo tertio (1) longiore; dense subtilissime punctula- tus, sutura substriata. castaneus, antennarum articulis 3-6 lon- gitudine fere aequalibus, tertio non lon- giore at latitudine longiore; ‘nitidus , sutura non striata . . Thorax basi non foveolatus. antennis non clavatis antennarum articulis 9.0 et 10.0 globoso- quadratis. elytris distincte denseque punctatis . » nitidis longe pilosis . 5 - 5 antennarum articulo 9.° elongato-conico , 10.0 obconico, subquadrato .- antennarum articulis 9.° et 10.° elongato- ovalibus . antennarum articulis 3-6 moniliformibus, 9.° ovali, decimo subquadrato. Femora postica spinosa. a. Antennarum articulis tribus ultimis majoribus. bbbbb. Corpus ovale. c. Thorax basi 4-foveolatus. Femora postica tenuiter spinosa. Elytris ovalibus, pubescentibus elytris breviter ovalibus, hirsutis . . Femora postica tenuiter spinosa et angu- lata. oh eee ee SEAT fi QU 393 Eum. bulbosus m. Ins. Key. » intactus m. Nov. Guinea. » agilis Reitt. Borneo. » declinatus Reitt. Borneo. » * Baumeisteri m. Nov. Guinea. » filicornis m. Java. » *lanuginosus Reitt. » converus m. Borneo. » subsimilis m. Sumatra. » tenuicornis m. Java. » Aurorae m. Nov. Guinea. » *robiniae m. Nov. Guinea. » *uncinatus m. Sumatra. » *explicationis m. Nov. Guinea. (1) Sec. Reitter. Beitr. Psel. Scydm. Fn. Java. Verh. Zool. bot. Ges. 1883. (1884) p. 426. 394 L. W. SCHAUFUSS B., II. Clidicus Lap. i. sp. Thorax utrinque et basi distincte puncta- tus, elytris long. 4™™ lat. 21/,mm . . Cl. * formicarius Pasc. Borneo, Java. . Thorax utrinque et basi indistincte punc- tatus, elytris long. 42/;™™, lat. 22/5™™ . » Doriae m. B. III. Agathelor ScHAUF. n. g. Sumatra. Thorax basi quadripunctatus . . . Ag. *brevitarse m. Borneo. Thorax basi bipunctatus . È 3 ; » deplanatum m. Borneo. C. Cephennium MUL... Thorax angulis posticis acuminatis, ely- tris humeros includentibus 5 o : C. ovatum Nietn. Ceylon. Thorax utrinque carinatus (Subgen. Ce- phennodes Reitt.). angulis posticis fere rectis, elytris punctu- latis, striola humerali abbreviata . A C. Doriae m. Borneo. Die drei verwandten Scydmaenus-Arten: 5-punctatus, zanziba- ricus und furcatus lassen sich auch in nachstehender Weise leicht unterscheiden : @ Il Caput latitudine longius, postice utrinque rotun- dato-angustatum; thorax breviter plicatus, fo- Sc. 5-punctatus Reitt. veolatus. 0 : 5 6 7 - ; ò o caput postice rotundatum ; thorax longe-plicatus . Sc. zanzibaricus m. caput longitudine latius, vertice impresso . . Sc. furcatus m. SPECIALBESCHREIBUNGEN UND NOTIZEN. 1. Scydmaenus * pyriformis Nietn. In Museo Civico Januense; leg. Dom. O. Beccari prope Ma- cassar, anno 1374. Die Art scheint auf den asiatischen Inseln ziemlich verbreitet zu sein, ich besitze sie von Sumatra, Java und kenne sie von Celebes; Nietner beschrieb sie von Ceylon. — Der Scydm. semi- sulcatus Reitt., welcher mir, wie seine ùbrigen asiatischen Arten nur durch Diagnose bekannt ist, dirfte sich wohl nur als Va- rietàt des Sc. pyriformis erweisen. SCYDMAENIDEN 395 2. Scydmaenus * nigripalpis m. — Parvus, pyriformis, convexus, disperse aut inaequaliter pilosulus; piceus, pedibus, antennarumque articulis 1-8 sanguineis, tarsis pallidis; capite parum convexo, postice angustiore, inter antennas leviter impresso; oculis magnis, convexis, granulatis; thorace multo latitudine longiore, conico, an- fice truncato, medio vie ampliato, basi bifoveolato, foveis linea subimpressa conjunctis; elytris brevibus, convexis, disperse hirsu- tulis, lateribus rotundatis, basi utrinque plicatim-impressis. LORA ait lat etiam. Hab. Borneo, Sarawak; leg. Dom. J. Doria et Doct. 0. Beccari 1866. Mus. Civ. Jan. Der Eindruck an der Basis des Halsschildes, welcher die bei- den Griibchen, die noch vor den Hinterecken liegen, verbindet, ist seicht, aber vorhanden. 3. Scydmaenus fractionis m. — Llongato-pyriformis, brunneus, pedibus dilute sanquineis, palpis unguiculisque testaceis; antenna- rum articulis 3-7 minutis, transversis, 8.° subquadrato, minuto, 9.° et 10.° magnis, transversis, ultimo magno, elongato, clava sub- parallela, abrupta; capite obconiformi, thorace coniformi, ambobus hirsutis, elongatis, convexis; thorace supra basin ad mediam par- tem bifoveato, foveis linea subimpressa conjunctis; elytris brevibus, convexis, disperse pilosulis, lateribus rotundatis; femoribus anticis subincurvis, apice latioribus, tarsis articulis primis dilatatis (07). Longe Wann, Hab. Borneo, Sarawak; leg. Dom. J. Doria et Doct. O. Beccari 1866. Unicum in Mus. Civ. Jan. Das einzelne Exemplar des Genueser Museums ist leider. schad- haft, weshalb sich die Breite nicht gut angeben lasst. Die starke, wohlabgesetzte Fuhlerkeule, deren neuntes und zehntes Glied quer sind, weist der neuen Art den Platz neben Scydm. dichrous Reitt. von Borneo an, die Form des Halsschildes — conisch gewòlbt — stellt sie noch besser neben Scydm. fallax Reitt. 4. Scydmaenus longipalpis m. — Rwufotestaceus, elongatus, ob- ovatus, subplanus, disperse villosulus; antennis filiformibus, clava 396 L. W. SCHAUFUSS magna, triarticulata, articulis 9.° et 10.° globosis, ultimo ovato; palporum articulis primis longis, tenuibus, tertio ovali, apice trun- cato, ultimo minuto, acuminato; capite subquadrato-rotundato, vix convexo; oculis convexis, granulatis; thorace globoso-conico, basi impresso et medio bifoveolato, utrinque plica minuta foveoliformi; elytris lateribus rotundatis, apice fere acuminatis, bast utrinque ante humeros impressa; pedibus testaceis brevibus, tibis mediis in- curvis, anticis apice recurvis, tarsis simplicibus. L'ORA SO Hab. Macassar; leg. Dom. O. Beccari 1874. Unicum in Mus. Civ. Jan. Die runden Fiuhlerglieder 8 und 9 n die neue Art ne- ben Scydm. fallax Reitt. von Batavia, die Form der Flugeldecken aber, auf welche die Worte « breviter subovatis, ampliatis » der Diagnose von Sc. fallax nicht passen, entfernen dieselbe. Ich habe sie der Form des Halsschildes halber neben Scydm. dichrous Reitt. gestellt, glaube aber, dass sie fur die Folge wegen der Form der Palpen einen separaten Platz einnehmen wird. Die am Ende stark eingebogenen Vorderschienen sind an dem Thiere ebenso interessant, als die gebogenen Mittelschienen. 5. Scydmaenus Gestroi m. — Obovatus, rufo-ferrugineus, palpis pedibusque testaceis, longissime dense pallide-ochraceo-villosus; an- tennarum articulis 3-7 minutis, 3-6 subquadratim-transversis, 7° vix majore, clava valde abrupta, magna, articulis 8-10 com- pressis, 11.° glandiformi; oculis magnis, valde prominulis granu- latisque; thorace coniformi, basi utrinque transversim tmpresso plicatoque; elytris ovalibus, basi truncata, ante humeros valde im- pressis, disperse punctulatis. Long. 11/,™"; lat. t-1/,; antenn. long. ‘/,””. Hab. Macassar; leg. Dom. O. Beccari 1874. Unicum in Mus. Civ. Jan. . Mit Scydmaenus glandulifer Nietn. zunachst verwandt und von ihm, der Beschreibung nach, durch die Zahl der Grubchen an der Halsschildbasis und durch die Fiùhlerbildung verschieden. Bei erwihnter Art sind die Glieder 3-7 von verschiedener Gròsse, SCYDMAENIDEN 397 bei der neuen dagegen sind die Glieder 3-6 sehr klein, kaum quer, gleichgross und dick, das siebente dagegen rundlich und etwas grésser. Die Keule ist uber doppelt so breit, als die vor- hergehenden Glieder und gross, lose, gleichbreit, mit letztem breiten eichelformigem Gliede. Mit den Reitterschen Arten Scydm. longipilis und clavige- roides kann die neue Art, der Verschiedenheit des Eindruckes ‘an der Halsschildbasis halber, nicht verwechselt werden. 6. Scydmaenus (Euconnus) * imaguncula Reitt. — Abyssinia, leg. Dom. A. Raffray. Zu dieser Art welche sich im Mus. Civ. Jan. nicht befindet, ist folgendes zu erwahnen. Herr Reitter nennt das Halsschild « latitudine longiore, sub- globoso, lateribus rotundato » —; Herr Reitter hat sich getàuscht, die Seiten sind nicht gerundet, sondern verlaufen nach hinten gerade und nur da, wo .gewéòhnlich die Hinterecken stehen, ist das Halsschild abgestumpft eingezogen, nach vorn verengt es sich abgerundet, vorn ist es abgestutzt. Die Augen liegen weit nach vorn und bilden die aber deten Vorderecken des Kopfes. 7. Scydmaenus bilatus m. — Hlongato-obovatus, rufoferrugineus, palpis pedibusque testaceis, thorace hirsuto, obscuriore; antennarum articulis 1-7 elongatis, 8-10 majoribus, rotundato-oblongis, ultimo acuminato, distante pilosis; capite cum oculis transverso, tho- race latitudine fere aequalt, subconvexo, postice rotundato; thorace post mediam partem lateribus parallelis, postice uniplicatis, antror- sum angustato, basi profunde bifoveolato; elytris laevibus, basi u- trinque profunde impressis, brevibus, lateribus rotundatis, postice altenuatis, declivibus; pedibus longis, femoribus parum clavatis, tibiis parallelis, fere rectis, apice tenuibus. VA RT I Hab. circa Hatam, Nov. Guinea; leg. Dom. O. Beccari 1875. Unicum in Mus. Civ. Jan. Diese neue Art ist neben Scydm. imaguncula Reitt. zu stellen und vertritt die Abtheilung 1° ++ mihi in Neu Guinea, wie 398 L. W. SCHAUFUSS letztere Art in Africa und validicornis u. a. in Sudamerika. Von Scydm. imaguncula unterscheidet sie sich durch lange Fuhler, glinzende, glatte Flùgedelcken und mehr. Die nach hinten verbreiterten und hochaufsteigenden und dann rasch verengten und abfallenden Fligeldecken, sowie der breite Kopf, fallen an dem Thierchen sofort auf. Die beiden oberen Basalgruben des Halsschildes sind gròsser als die nur von der Seite sichtbaren. Die Flugeldecken sind je- derseits vor der Schulter tief quereingedrickt. Der Kopf scheint ursprunglich mit aufrechtstehenden Harchen besetzt .gewesen zu sein. 8. Scydmaenus pictoris m. — Breviter obovatus, ferrugineo-rufus, nitidus, pulpis pedibusque testaceis; capite cum oculis transverse- rotundato, thorace angustiore, postice fere biangulato-rotundato, subtus longe piloso; thorace antice angustato, postice quadrato-ro- tundato, basi supra bifoveato, utrinque foveolato; elytris brevibus, lateribus rotundatis, basi quadrifoveolatis, sutura obscuriore; anten- narum articulis 3-7 subquadratis, vix latitudine longioribus, 8-10 rotundatis, cum 11.° clavam formantibus; pedibus tenwibus, femo- ribus parum incrassatis, tibiis sensim latioribus, vix clavatis. MIRO Hab. Celebes, Maia leg. Dom. O. Beccari. Unicum in n Mus. Civ. Jan. | Dem Se. bilatus m. zunichst verwandt; kurzer und breiter, die Fuhlerglieder gedrungen, wodurch er sich leicht unter- scheidet. Das Halsschild scheint oben zerstreut behaart gewesen zu sein, denn seitlich ist diese Behaarung noch deutlich, es ist wenig langer, als breit, oben etwas gewòlbt. Das mir vorliegende Exemplar ist leider schadhaft. 9. Scydmaenus seminudus m. — Llongato-ovatus; rufo-ferru- gineus, palpis pedibusque ferrugineis, antennis erecte-, pedibus den- sius pilosis, thorace subvillosus; capite latitudine longiore, thorace parum angustiore, leviter convexo, postice rotundato, antice trun- SCYDMAENIDEN ‘ 399 cato; oculis sat magnis, vix prominulis, parum granulatis; thorace antrorsum angustato, postice rotundato-pulvinato; elytris breviter obovatis, bast truncata, sub humeris leviter transversim impressis, humeris distinetis, pilis ad humeros et in elytris mediis singulis (semper?); antennarum articulis 3-10 ovalibus, quatuor ultimis maximis, 9.° et 10.° fere rotundatis. Maris femoribus anticis latis, supra rotundato-elevatis. Dong rl fece antenni long: Ve". Hab. Bali; leg. Dom. Beccari 1874. Unicum (S°) in Mus. Civ. Jan. Es wiirde dieser Scydmaenide zur Untergattung Huconnus Thoms. gehòren, wenn die Augen « laeves » waren; die Bil- dung derselben ist ahnlich der des Scydm. (Euconnus Reitt.) imparatus Reitt., nur ist die Granulation noch deutlicher sichtbar. Von Scydm. batavianus Reitt. durch die hellen Fuhler, von Scydm. globiceps Reitt. (1) durch die Bildung der Fuhlerglieder und bedeutendere Gròsse verschieden. Die gelbliche Behaarung der Fisse ist auf den Schenkeln an- liegend, ziemlich dicht, an den Fuùhlern lang, abstehend, auf dem Halsschilde nicht sehr dicht, zottig. Die Flugeldecken zeigen — wohl zufallig — je vor den Schultern und in der Mitte zu- nachst der Naht ein oder zwei borstentragende Punkte. 10. Scydmaenus (Euconnus) *imparatus Reitt. — Abyssinia; leg. Dom. A. Raffray. In Mus. Civ. Jan. Obgleich Herr Reitter das Halsschild mit « swbgloboso, latitu- dine paululum longiore » bezeichnet, trotzdem es merklich linger als breit ist, und eine breitovale Form besitzt, glaube ich den- noch die Art sicher gedeutet zu haben. Bemerkt sei, dass die Augen nicht vorstehen, sondern abge- rundet sind, und die Naht nach dem Schildchen zu meist ein wenig eingedruckt ist. Zum nichsten Verwandten dieser Art: (1) Scydmaenus globiceps Reitt. ist als « Exconnus » beschrieben. Er hat « an- tenn. articulis 3-7 subquadratis ». Soll dies das Thomson’sche « haud transver- sis » der Gattungsdiagnose von Euconnus bedeuten, so ware die Stellung , welche ihm des Autor gab, richtig. 400 L. W. SCHAUFUSS 11. Scydmaenus (Euconnus) *samharaeus Reitt. — die Notiz: Die Bezeichnung des Autors: « prothorace subcordato » ist nicht gut gewahlt. Treffender ist « campanuliformi ». In Mus. Ludov. Salvat. Blasewitz, leg. dom. Raffray. 12. Scydmaenus (Euconnus) quinquepunctatus Reitt. -- Abys- sinia; leg. Dom. Raffray. In Mus. Civ. Jan. Das Halsschild ist langer als breit, nach vorn gerundet, nach . hinten ein wenig eingezogen und daselbst jederseits mit einem Filtchen begrenzt, hinter welchem ein Gribchen liegt. Herr Reitter nennt in seiner Beschreibung das Halsschild « quasi ro- tundo » und « subgloboso ». Die Fuhler, welche nach Angabe des Autors « artic. 5-7 quadratis » und « artic. 3.° transversis, 4-7 sub- quadrats »! sein sollen, sind Ghed 3 und 4 klein, fast quadra- tisch, das 4. kaum langer als das erste; 5, 6, 7 an Volumen zunehmend, mehr gerundet, als eckig. Die Augen sind gross, vorstehend, granulirt, also der Gat- tungsdiagnose Thomson’s fur Huconnus gar nicht entsprechend! — Die Angabe: « fulvo-pubescens » ist nicht richtig, denn die Behaarung ist hoch und besser mit ilosus bezeichnet. Eine verwandte, nicht in Genua vertretene Art ist: 13. Scydmaenus *furcatus Scuaur. — Castaneus, palpis pedi- busque testaceis, pilosus, nitidus; capite magno, thorace angustiore, lateribus rotundatis, postice parum angustatis; oculis magnis valde convexis et granulatis, ante medium sitis; antennarum articulis 3-6 subquadratis, minutis, 7. breviter ovali, 8-10 subdepresse- globosis, cum 11.° clavam parallelam formantibus; thorace latitu- dine longiore, antice subgloboso, lateribus posticis parum angustatis, bast profunde bifoveolata, utrinque longitudinaliter impresso-plicata; elytris ovalibus, basi truncata, utrinque medio impressula, humeris elevatis, disperse punciulato-piliferis; pedibus tenuibus, femoribus breviter clavatis. EE olga SCYDMAENIDEN 401 Hab. Abyssinia; leg. Dom. A. Raffray. Unicum in Mus. Ludov. Salvat. Blasewitz. Durch die Fihler- und Kopfbildung von Scydm. 5-punctatus wohl unterschieden. 14. Scydmaenus Singalanensis m. — Obovatus, convexus, valde erecle-pilosus, castaneus, palpis pallidis, pedibus aniennisque fer- rugineis; his articulis 3.° transverso, 4-7 subquadratis, clava abrupte quadriarticulata, articulis tribus paenultimis fere rotun- datis; capite alto, postice pulvinato-rolundato, lateribus leviter com- pressis, oculis antice prominulis, granulatis, sat magnis; thorace convexo, postice utrinque fere parallelo, vix antice angustato, ante basin trifoveato, utrinque foveolato; elytris ampliatis, basi profunde transversim impressis, humeris callosis; pedibus elongatis, femo- ribus post mediam partem clavatis, tibiis latioribus. lg nera nane ong a Hab. Sumatra, Mons Singalan; leg. Dom. Beccari. Unicum in Mus. Civ. Jan. Dem. Scydm. quinquepunctatus Reitt. aus Abyssinien in der Fuhlerbildung sehr ahnlich, ja man wurde der Reitterschen Beschreibung nach wohl beide Arten verwechseln kònnen; die neue Art, die leider nur in einem Exemplare auf Sumatra ge- funden ward, ist aber etwas gròsser als die Reitter’sche, die Fligeldecken sind viel breiter und fallen durch ihre hohe Wòl- bung auf, der Kopf ist nach hinten zusammengedruckt und sieht das dicht, abstehend, blond behaarte Thier einem Humicrus sehr ihnlich, ohne ein solcher zu sein. Die Augen stehen nicht so bedeutend vor, als bei dem er- wahnten Abyssinier und sind nach vorn geruckt. Die Schenkel sind lang mit dinnen Stielen und kraftiger Keule, von der Mitte nach vorn. Eine hierher gehòrige Art kommt in Zanzibar vor und ward von Herrn Vice-Consul Raffray, leider nur in einem Exemplare, erbeutet; es ist: Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.4, Vol. I. (15 Ottobre 1884) 26 402 L. W. SCHAUFUSS 15. Scydmaenus * zanzebaricus m. — Scydmaeno quinquepunc- tato Reitteri szmils, at antennarum clava articulis tribus paenul- timis brevibus, transversis, thorace angulis posticis plica valde elongata. Hong. i | 2 latte anfenn Ong enel i Hab. Zanzibar. Unicum in Mus. Ludov. Salv. Blasewitz. 16. Scydmaenus bradypodus m. — Obscure brunneus, pedibus rufo-brunneis, palpis dilutioribus, dense hirtus, ovalis; capite trans- verso, fere triangulari, postice truncato, supra binoduloso; thorace elongato-cordato, lateribus postice valde impresso, supra basin linea fortiter impressa, multifoveolato; elytris ovatis, hirlis; pygidio con- spicuo; antennarum clava robusta, fusiformi, quinque articulata, articulis 1-6 corpulentis, 2-5 subquadratis, inaequalibus, 6.° trans- verso; femoribus apice clavatis. (Eni Wey E ee Gs Hab. Borneo, Sarawak; leg. Dom. G. Doria et Doct. O. Beccari. Unicum in Mus. Cw. Jan. Die Fuhler sind ausserordentlich dick, sodass man bei den einzelnen Gliedern die Behaarung ringsum an den oberen Theilen als Kranz deutlich sehen kann. Die Beine sind angemessen stark, die Schienen kraftig, die Schenkel hochbeinig, Stiel dunn, vorderes Dritttheil fast kugelig verdickt. Der Kopf ist hinten etwas ausgerandet, die Hinterecken sind abgerundet, tiber den tiefen Fuhlergruben befinden sich je ein Knoten, wodurch die Flache daneben nach innen zu betrachtet, als bogiger Eindruck erscheint. Die nicht allzugrossen, convexen, facettirten Augen liegen nach vorn etwas seitlich gerùckt. Die Mandibeln haben stark gebogene scharfe Spitze und zu- ruck einen spitzen Zahn. Das vorletzte Palpenglied ist gross, lang, messerfòrmig; das letzte sehr klein, ahlenformig. SCYDMAENIDEN 403 Elacatophora nov. gen. Max, colus; péow, fero. Antennae undecim articulatae, apice clavatae, basi parum di- stantes, sub tuberculis frontalibus insertae. Palpi maxillares triarticulati (quartus non observatus), articulo secundo tertioque subaequalibus, elongatis, filiformibus, tertio acuto. Oculi magni granulati. Caput fere globosum, in collo valde constrictum. Prothorax angulis posticis carinatis, rectis. Elytra basi bifoveolata, apice rotundata; pygidium vix nudum. Coxae posticae distantes. Fuhler elfgliederig, nicht gekniet, am Kopfe jederseits vor den Augen in eine tiefe Grube eingefuùgt. Palpen dreigliederig, das erste Glied klein, das zweite fast so lang, als das dritte, beide schmal, das dritte etwa fiinfmal so lgng als breit, nach der Mitte zu kaum verdickt, nach vorn verschmilert, zugespitzt. Augen gross, in halber Kopfesl&nge, von vorn bis zur Mitte der Seiten reichend, granulirt. Kopf eingeschnùrt, Hals dunn. Halsschild von der Mitte nach hinten jederseits zweifach ge- kielt. — NB. Ob dies zur Gattungseigenthumlichkeit gehòrt, oder nur der Art eigen ist, wird sich erst bestimmen lassen, wenn mehrere Arten der neuen Gattung in beiden Geschlech- tern bekannt sind. Flugeldecken ganz, an der Basis jederseits tief eingedruckt. Die Vorderhitten stehen aneinander, die Hinterhuften ent- fernt. Die Schenkel sind dunnstielig mit kraftigen Keulen von der Mitte ab, die Schienen lang, diinn, das 1, 3 und 4 Tarsenglied gleichlang, das 2 und 5 gleichlang, je langer als eines der ubrigen. 404. L. W. SCHAUFUSS Die neue Gattung ist auf eine Art gegrundet, welche von Herrn O. Beccari 1874 bei Tcibodas (Ins. Java) in einem Exem- plare gefunden ward. Sie unterscheidet sich von allen Scydmae- nidengattungen sofort durch die langen, fadenférmigen, nach vorn zugespitzten Palpen. 17. Elacatophora robusta m. — Pyriformis, brunneus, hirius, pedibus obscure ferrugineis, palpis ac femoribus testaceis; capite cum oculis magnis transverso, fere globuliformi; thorace antice co- nico, postice utrinque carinato et supra canaliculato, basi media valde, wirinque foveola, impresso; elytris ovalibus, convexis, basi truncata, bitmpressa, hirtis; pedibus elongatis, femoribus clavatis; antennarum articulis 1-2 elongatis, 3-6 subrotundato-quadratis, T- 11 sensim majoribus, 10-11 maximis. Longiano ono cn Hab. Java, Tcibodas, leg. Dom. O. Beccari. Unicum in Mus. Civ. Jan. i Die Basis des Halsschildes ist in der Mitte tief und lang ein- gedruckt. Der Canal langs und innerhalb der Schmalen Seiten- kante nach den Hinterecken zu verliuft in einem Griùbchen vor letzteren. Die dichte Behaarung ist goldgelb und etwas nach hinten gerichtet. Die Gattung : Syndicus Morscu. ist vom Autor genùgend beschrieben, um erkannt zu werden: 10 Fuhlerglieder. Scydmaenuspalpen. Halsschild fast von der Lange der Flugeldecken , « rétréci postérieurement ». — Mit der Artbeschreibung: S. pelicornis Mtsch. hat er weniger Gluck gehabt, denn der Vergleich « forme allongée du Scydm. antidotus, mais double plus grand » widerspricht der Gattungs- beschreibung. SCYDMAENIDEN 405 Erstere halte ich also fur ungenugend. — Die unten zu bes- chreibende Art hat er aber nicht gemeint, woftir seine Notiz: « presque lisse, et couvert de quelques poils jaunàtres » Anhalt bietet. Herr Beccari fand auf dem Mons Singalan auf Sumatra einige Exemplare von in Folgendem beschriebenen neuen Thiere: 18. Syndicus * sumatrensis m. — Llongatus, dense breviter vil- losulus, castaneus, femoribus clavatis pallidioribus; thorace obscu- riore campanuliformi, antice rotundato-ampliato, basi 4-foveolato, utrinque valde constricto lineaque impresso; elytris ovatis, adpresse- pilosulis, basi utrinque parum impressa, humeris pliciformibus; anlennarum articulis 3-4 elongatis, 5-6 latitudine longioribus, 7-9 transversis, fere breviter glanduliformibus, 10 (ultimo) glanduli- formi; tbis apice aureopilosis. O O Matin aN PL Hab. Sumatra, Ms. Singalan; leg. Dom. Beccari. In Mus. Civ. Jan. Die Mandibeln sind aussen gerundet, haben vorn eine scharfe Spitze und innen vor der Mitte einen scharfen Zahn. Die Fithler sind sammt der Keule wenig verdickt; der Kopf ist quer, gerundet und gewòlbt, die Augen sind gross, liegen vorn zunàchst den Fuhlereinlenkungen, die wenig vertieft und desshalb von einander etwas entfernt sind. Der Zwischenraum darùber ist eingedriickt und bildet vorn eine scharfe Kante. Die Schenkel sind duùnnstielig mit starken Keulen; die am Ende etwas verdickten Vorder- und Mittelschienen sind daselbst mit goldglanzenden Borsten dicht besetzt. Die vier ersten Tarsenglieder sind je wenig langer, als breit, das letzte so lang, als die drei vorhergehenden zusammenge- nommen; Klaue fast so lang, als das letzte Tarsenglied, dunn, einfach. Die letzten Fuhlerglieder haben nahezu die Form der Frucht einer Eiche (eichelformig). 406 L. W. SCHAUFUSS 19. Eumicrus * gemellus Reitt. I Scydm. d’Abiss. (Natur. Sicil. I. 1882, p. 271). In Mus. Civ. Jan. i In einigen Exemplaren vom Vice-Consul Herrn Raffray aus Abyssinien erhalten. Ebenso: 20. Eumicrus * astutus Reitt. csi paca le In Mus. Civ. Jan. | Diese Art ist sehr leicht von der vorhergehenden durch die grossen Mittelgruben vor der Halsschildsbasis zu unterscheiden, wovon Herr Reitter nichts erwahnt. Die Abrundung der Hinter- ecken des Halsschildes fallt weniger auf, besonders bei gut erhaltenen behaarten Exemplaren. 21. Eumicrus * bogosensis Reitt. Ce joe Zils In Mus. Civ. Jan. Ist eine kleinere Form des astutus, jedoch durch die Gròsse wohl zu unterscheiden. Von Abyssinien durch Vice-Consul Raf- fray. 22. Eumicrus * abyssinicus Reitt. ‘ Entom. Monatsbl. II, 1880, p. 166. — I. c. p. 270. Die im Nunquam otiosus III, p. 560 ausgesprochene Meinung, diese Art falle mit « Scydm. pinguiculus Gerst. » zusammen, be- stitigt sich nicht, da nach Vergleich der Gerstacker’schen Type in Berlin Gribchen an der Halsschildbasis des Eumicrus pingui- culus Gerst. nicht vorhanden sind, die Form des Korpers eine gestrecktere ist, und die gleichmissig ovalen Flugeldecken rei schwarz sind. Der Eum. abyssinicus ist leicht an seiner Gròsse (21/,™™ lang), seiner breiten, hohen Gestalt, den rothen Beinen und der voll sichtbaren rothen Afterdecke zu erkennen. In Mus. Civ. Jan.; leg. Dom. Raffray. SCYDMAENIDEN 407 23. Eumicrus Reitteri m. — Ovals, corpulentus, rufo-ferrugi- neus, breviter disperse pilosulus, palpis, antennis pedibusque pal- lidis; capite transverse quadrato, bast truncata, leviler convexo; oculis in angulis anticis sitis, minutis, vix granulatis; thorace magno, convexo, elytra fere latitudine aequante, breviter ovato, an- tice globoso, basi vix visibiliter quadripunctulato, punclis mediis - distantibus,; elytris convexis, ovatis, ochraceo-pilosulis; pygidio non obtecto; pedibus altis, tenuibus, femoribus apice clavatis; antennis tenuibus, articulis 2-5 inaequalibus, obconico-elongatis, 6.° breviore, 7-8 vix transversim rotundatis, 8.° minore, 9.° breviter ovali 10.° obconico intus obtuse acuminatis, clava elongata, triarticulata. Long Saffo rantennitvlongat3 {gn Hab. Java, Tcibodas; leg. Dom. O. Beccari, mense Octobr. 1874. Unicum in Mus. Civ. Jan. | Herrn Edmund Reitter, in Médling bei Wien, gewidmet. 24. Eumicrus Aruensis m. — Obscure castaneus, antennis, palpis, pedibus pallidis, elongato-obovatus, disperse pilosulus, nitidus, con- vexuss capite transversim-quadrato, utrinque postice subrolundato- angustato, apice truncato; thorace ovato, basi truncato, supra basin tri-, utrinque unifoveolato; elytris breviter ovalibus, lateribus ro- tundatis, apice fere acuminatis, punctatis, longe adpresse-pilosis, antennis tenuibus, longis, articulis 2.°, 3.°, 4.° et 6.° duplo latitu- dine longioribus, 5.° elongato, T.° ovali, 8.° vix latitudine longiore, 9.° et 10.° elongato-obconicis, ultimo elongato-acuminato; pedibus parum clavatis, tibiis tarsisque tenuibus. Long. 23/,™™; lat. °/,)™™; antenn. long. fere 11/,™™. Hab. Insul. Aru, Wokan; leg. Dom. Beccari 1873. Unicum im Mus. Civ. Jan. 25. Eumicrus tricolor m. — Elongatus, obovatus, antennis, palpis, pedibus pallidis, capite thoraceque pallide-rufus, disperse pilosulus, elytris castaneis, ovalibus, basi truncata, ruguloso-punctatis, parce pilosis; thorace supra basin quadrifoveolato, foveis mediis majo- ribus, approximatis; capite transversim-subquadrato, parum con- vero, angulis rotundatis, oculis minutis, in angulis anticis sitis, 408 L. W. SCHAUFUSS parum convexis, granulatis; antennarum articulis 2-6 inaequalibus, latitudine longioribus, "7-8 minoribus, rotundatis, clava sensim ma- jore, triarticulata, articulis 9-10 obconico-quadratis, ultimo breviter subacuminato. Log ea US en, onde, n Hab. Nova Guinea, Hatam; leg. Dom. O. Beccari 1875. Unicum in Mus. Civ. Jan. 26. Eumicrus * Raffrayi Reitt. l. c. p. 272. — Ein Exemplar von Lebka, nee 1870 von Herrn Doct. O. Beccari gefunden und dem Museo Civico ange- hòrig; ein anderes in meiner Sammlung in Massauah von Herrn Jikeli erbeutetes halte ich fur die Reittersche Art. Nur glaube ich, seine Beschreibung ist in sofern nicht richtig, als es l. c. heissen muss, anstatt: « antennarum articulis oblongis, 9.° et 10.° quadratis »: « antennarum articulis oblongis, 7.° et 8.° quadratis ». Sollte jedoch Herr Reitter richtig tabellirt haben, dann ist vorstehende Art zu taufen. 27. Eumicrus * Schaufussi Reitt. ]. c. p. 272. — Hin Exemplar meiner Sammlung stimmt mit des Autors Beschreibung betreffs der Fuhlerbildung, der Punktur des Halsschildes etc. etc. — 1. c. giebt Herr Reitter als Farbe « obscure castaneus » an, spater aber « rubroferrugineus ». Letz- tere Angabe ist passender, besonders fur Exemplare aus dem Bogoslande, wo bei Lebka Herr O. Beccari die Stiicke des Ge- nueser Museums sammelte. 28. Eumicrus * Mantcioranus m. —- Castaneus, antennis pedibus palpisque testaceo-rufis; elongato-obovatus, hirsutulus, capite sub- roiundato, oculis vix prominulis, grandibus, granulatis; thorace latitudine longiore, convexo, postice subangustato, lateribus subro- tundatis, supra basin profunde quadri-rotundato-foveolato; elytris obovalis, basi truncata, ad suturam et ante humeros longitudinaliter impressis, pilosulis, disperse punctulatis, apice subrotundatis; ab- SCYDMAENIDEN 409 domine supra conspicuo; femoribus elongato-clavatis, tibiis fortibus, libîîs anticis brevibus, intermediis leviter bicurvatis, posticis sub- elongatis; antennis subrobustis, articulis plus minusve subquadratis, 2 et 5 latitudine longiore, 7-8 transversis, extus tenuibus, clava triarticulata, apice subacuminata. Long. 2*/,™™; lat. 4). as tantenn. long. Te. d° Tarsis anticis latis. Hab. Borneo, Sarawak, leg. Dom. J. Doria et Doct. O. Bec- cart 1865; Sumatra, Ajer Manteior, mense augusto 1878; leg. Dom. O. Beccari. et Q in Mus. Civ. Jan: Die kurzen Flugeldecken, welche die letzten Ringe des Hin- terleibes freilassen, und die nach aussen und unten verjiingten Fihlerglieder 7 und 8, ferner die von oben sichtbaren vier grossen runden, tiefen Gruben, machen das Thier leicht kenntlich. 29. Eumicrus cohaerens m. — Llongato-obovatus, rufus, palpis pedibusque pallidis, pilosulis; capite transverso, convexiusculo, an- gulis lateribusque rotundatis, oculis minutis; thorace elongato-sub- cordato, basi quadrifoveolato, foveis medius valde approximatis, re- liquis majoribus; elytris obovatis, basi truncata, utrinque minute- impressa, parum convexis, vix punctulatis, hirsutis, humeris minutis; femoribus elongato-clavatis; antennarum articulis 2-8 fere monilifor- mibus, sed 2-5 latitudine longioribus, 7-8 transversis, intus acutis, clava: articulis 9-11 brevibus, corpulentis, articulis 9-10 transversim quadratis, obconicis. O I OI Hab. Borneo, Sarawak; leg. Dom. J. Doria et Doct. O. Beccari 1866. Unicum in Mus. Civ. Jan. | Es muss diese Art habituell dem Hum. agilis Reitt. von Borneo recht ahnlich sein, derselbe hat aber nach Angabe des Autors jederseits der Halsschildbasis nur ein punktformiges Grubchen, wahrend Hum. cohaerens vier Gruben hat, wovon die beiden grossen, mittelsten vor dem Schildchen nur durch einen kurzen Kiel geschieden sind. In ganz ahnlicher Weise unterscheidet sich ein in Singapore vorkommender Eumicrus, der : 410 L. W. SCHAUFUSS 30. Eumicrus * ovicollis m. — Cuastaneis, capite thoraceque ob- scurus, antennis pedibusque testaceis, pubescens; elytris pilosulis, bast vix impressis, humeris minutis; thorace quadrifoveolato, fo- veolis intermedits approximatis. Long. abunde 1™™, In Mus. Ludov. Salv., Blasewitz. Die Fuhlerbildung ist in der Hauptsache die des Hum. cohae- rens m. Er wiirde sich dem Hum. declinatus Reitt. nàhern, wenn eben die vier Basalgruben nicht vorhanden waren, welche nicht punktformig, sondern gròsser sind. Auch hat Hum. declinatus Reitt. der Beschreibung nach ja ein danges drities Fuhlerglied, also etwas ganz Besonderes! Hierher gehòrt ein Humicrus, welchen Herr Vice Consul Raffray s. z. dem Museum Ludw. Salvator, ohne nahere Vater- landsangabe, als unten notirt, ubersendete: 31. Eumicrus * bellus m. — Z/ongato-obovatus, rufus, disperse pilosulus, pedibus, palpis antennisque dilutioribus; capite punctu- lato, thorace parum breviore, transverso, valde convexo, lateribus rotundatis; oculis magnis, non convexis, vix granulalis; vertice subpunctiformi impresso; thorace elongato-subcordato, supra basin distanter bipunctato, angulis posticis minute unipunectatis; elytris ovalibus, lateribus medio rotundatis, nitidis, supra densius sed di- sperse sublilissime punctulatis et rugulosis, longe pilosis, basi ad scutellum vie impressis, humeris distinctis; antennarum articulis 3-5 latitudine longioribus, 6 obconico, subquadrato, 7-8 transversis, extus acuminatis, clava triarticulata; pedibus elongato-clavatis, tibiis latis, tarsis anlicis maris parum dilatatis. Long pan ae Hab. Nov. Guinea. 32. Eumicrus tythops m. — ZElongato-obovatus, disperse pilosus, rufus, palpis pedibusque pallidis; capite thorace parum breviore, transverso, valde convexo, lateribus rotundatis, oculis minutis, con- vexis, granulatis; thorace ovato, basi truncata, supra basin distanter bipunctato, angulis posticis minute unipunciatis; elytris ovalibus, SCYDMAENIDEN 411 lateribus medio rotundatis, nitidis, supra subtilissime disperse punc- tulatis rugulosisque, longe pilosis, bast non impressa, humeris distinctis; antennis ut in Eum. bello; femoribus apice valde clavatis. i i n Hab. Nova Guinea, Ansus; leg. Doct. O. Beccari. Unicum in Mus. Civ. Jan. Dem Zum. bellus Schauf. in Gestalt, Behaarung und Punctur, Form der Fuhler und Beine tiuschend ahnlich, von ihm aber durch Folgendes unterschieden : Der Kopf ist nur undeutlich punctirt, die Augen sind klein, deutlich hoch granulirt, der Scheitel hat keinen Eindruck, die Beine und Fuhler sind gelblich, das Halsschild ist nach vorn flacher gerundet, die Schenkel sind kirzer gekeult. 33. Eumicrus bulbosus m. — Elongatus, rufo-brunneus, palpis, antennis, pedibus testaceis, parce pilosulus; capite thorace parum angustiore, lateribus angulisque rotundatis, basi media subemargi- nata, longitudinaliter bulboso, vertice breviter carinulato; thorace elongato-subcordato, convexo, supra basin quadripunctato, punctis externis obsoletis; elytris ovalibus, parce pilosulis, subtilissime punc- tulatis, via visibiliter coriaceis, humeris non prominentibus; py- gidio exserto; antennarum articulis 2-5 latitudine longioribus, 6 tenuiore, oblongo-rotundato, 7-8 fere obcordatis 9-10 sensim majo- ribus, obconico-quadratis, 11 pyriformi, 9-11 clavam formantibus; femoribus valde clavatis, tibiis latis, subrectis, tarsis fortibus, tarsis anticis posticisque articulis sensim minoribus compositis, intermediis articulo primo longiore. ange Ne 2 ote eo antenne long Hab. Ins. Key; leg. Dom. O. Beccari 1873. Unicum in Mus. Civ. Jan. Kopf, Halsschild und Naht der Fligeldecken sind dunkler , als die réthlichen Flugeldecken. Dieser Art sehr ahnlich, aber durchaus castanienbraunroth ist eine solche aus Sùd-Neu-Guinea: 412 L. W. SCHAUFUSS 34. Eumicrus * umbonatus: m., welche sich ausserdem von Hum. bulbosus dadurch unterscheidet, dass ein Eindruck auf dem Scheitel ebensowenig, als das kurze Langskielchen zu bemerken ist; ferner dadurch, dass das 7. und 8. }Fùhlerglied nach unten eckig aus- lauft und die vier Pùnktchen an der Basis des Halsschildes a/le deutlich zu sehen sind. Unicum in Mus. Ludov. Salv. Blasewitz, donum dom. A. Raffray. Eine andere Art mit eingedrucktem Scheitel, gleichfalls von Neu-Guinea stammend, ist: 35. Eumicrus * ruficornis m. — E/ongatus, obovatus, castaneus, parce pilosulus, antennis pedibusque sanguineis; capite obscuriore, fere rotundato, convexo; vertice leviter impresso, longitudinaliter sulcatulo; oculis magnis, non convexis, sublaevibus; thorace ovato, bast truncato, quadripunctato, punclis inter se aequaliter distanti bus; elytris ovalibus, parce pilosis et vix visibile punciulatis, hu- meris minute noduliformibus, antennarum articulis 1-6 elongatis, 7-8 subquadratis, vix transversis, tribus ultimis majoribus, sensim merassalis. \ Wier Wife ET I PE TOs UOT) ly Die hierher gehérende Art, Hum. bellus, hat auf dem Scheitel nur eine flache Stelle mit punktformigem, jedoch etwas lange- ren als breiten, Eindruck. Herr E. Reitter schlagt in den Verhandlungen der kk. zoolog. bot. Gesellschaft, Wien, 1883, p. 426 (Sep. p. 42), welches Werk wohl erst 1884 erschien, fiir die Hwmicrus-Arten, welche an der Basis der Fliigeldecken « vix foveolati » sind, den Untergat- tungsnamen « Hustemmus » vor. Es ist schwer denkbar, wie und auf welche Weise sich diese « Untergattung » halten soll! Es werden nach und nach alle Ueberginge vom « bast non foveo- lata » zum « vix foveolata » und « foveolata » geliefert werden. In « I Scydmaenidi d’Abissinia, l. c. p. 270 » experimentirt Herr Reitter folgendermaassen : SCYDMAENIDEN 413 « Genus Elumierus Lap. » « I. Elytris bast impressis. Prothorax basi quadrifoveolatus (Eu- Mmicrus 1. Sp.) ». Es ist dieses unverstandlich ! 36. Eumicrus intactus m. — Z/ongato-ovalus, convexus, nitidus, pilis parce vestitus, palpis, antennis, pedibus testaceîs; capite trans- versim subquadrato, angulis obtusis, oculis antice sitis minulis; thorace ovato, basi truncato, supra scutellum utrinque transversim unipunctulato; elytris ovalibus, lateribus rotundatis, parce pilosulis, subnitidis, subtilissime coriaceo-punctulatis; antennarum articulis 1-6 subelongatis, 7 subquadrato, 8 minuto, 9-10 majoribus, conico- quadratis, 9-11 sensim majoribus, ultimo obtuse acuminato; pal- porum articulo ultimo corpulento; femoribus apice clavatis, tibiis fortibus, longis, rectis. Li EMO 2 geet Hab. Nov.-Guinea, leg. dom. Beccari. Unicum in Mus. Civ. Jan. Ein Exemplar ward von Herrn Beccari in Neu-Guinea ent- deckt und befindet sich jetzt im Museum zu Genua. Es ist leider nicht ganz gut erhalten. Die beiden punktférmigen Eindricke vor ‘der Basis uber dem Schildchen liegen je in einem ganz kurzen Querstrichelchen; ob immer? i 37. Eumicrus * Baumeisteri m. — Castaneus, palpis, antennis, pedibus testaceis; supra nitidus, disperse pilosulus,; capite thorace angustiore, transversim-subquadrato, basi truncata, angulis anticis cum oculis minutis rotundatis, lateribus rotundatis, poslice suban- gustatis; thorace latitudine longiore, antice rotundato, lateribus po- stice angustatis, rectis, basi supra sculellum et utrinque unipun- clalo, punctis foveoliformibus; elytris ellipticis, convexis, disperse pilosulis punctulatisque, humeris minutis, pliciformibus; pedibus lenuibus, femoribus breviter valde clavatis; antennarum articulis 3.°, 4.° et 6.° elongato-subquadratis, 5.° latitudine longiore, 7.° et 414 L. W. SCHAUFUSS 8.° minoribus, obliquis, clava triarticulata, sensim latiore, articulis 9.° ovaliter rotundato, 10.° quadratim rotundato. Long. abunde 1?/, Mm; lat. abunde */,™™. Hab. Nov. Guinea, Hatam leg. Dom. O. Beccari et A. Raffray. Unica in Mus. Civ. Jan., Mus. Ludov. Salv. et coll. dom. Baumeisteri, cons. reg. sax. Teplitz. Im Mus. Civ. zu Genua, dem Museum Ludwig Salvator in Oberblasewitz und dem meines lieben Freundes Herrn Hofrath D. I. Baumeister in Teplitz, welchem zu Ehren ich das Thier- chen nannte, einzeln vorhanden. Dem Hum. declinatus Reitt. zunachst stehend, doch nicht pun- ktirt, sondern glatt, bis auf die Flugeldecken, von deren Be- schaffenheit in Bezug auf die Punktur und Behaarung in der Beschreibung des Hum. declinatus nichts erwahnt ist. Ferner unterschieden durch die Gròsse und dadurch, dass das dritte Fuhlerglied nick langer als eines der ùbrigen ist. Diese Merk- wurdigkeit scheint nur dem Eum. declinatus eigen zu sein. — Herr Reitter giebt als Eigenschaft seines Thieres « pube brevi » an. — Fast alle die kleinen langen Ewmicrus-Arten haben zer- streut stehende, verhdltnissmassig lange Harchen, welche bei zehnfacher Vergrésserung der Thiere die Reittersche Bezeichnung nicht rechtfertigen wurden. Es sind « pila tenuia plus minusve erecta » nicht aber « pubes brevis ». Der Kopf ist bei Kum. Baumeistert kleiner, mehr quer; die beiden Basalgruben des Halsschildes, welche bei Lum. declinatus Jederseits legen sollen, sind bei der neuen Art ziemlich in der Mitte. 38. Eumicrus * filicornis m. — Obovatus, convexus; castaneus, disperse pilosulus, antennis pedibusque sanguineis,; capite obscuriore, lateribus verliceque rotundatis, oculis minutis, in angulis anticis sitis, parum granulatis; thorace latitudine longiore, convexo, an- tice rotundato, lateribus fere rectis, elytris breviter obovatis, decum- benter disperse pilosulis punctulatisque, humeris minutis; pedibus elongato-clavatis; anlennis valde longis, tenuibus, articulis 7-8 lati- tudine longioribus, reliquis elongatis, clava acuminata, indistincta. SCYDMAENIDEN 415 Long. 11/,™™; lat. abunde 1/,™™; antenn. long. abunde 1™™, Hab. Ins. Java; leg. Dom. A. Raffray. Unicum in Mus. Ludov. . Salv. Blasew. i Die langen Beine verdicken sich von der Mitte ab. Ich kann an der Halsschildbasis Punkte nicht finden. Die langen diinnen, zugespitzten Fihler, welche ber 2/, der Korperlange gleichkommen, zeichnen das Thier sehr aus. 39. Eumicrus * convexus m. — Subelongato-obovatus, valde con- verus, castaneus, palpis, aniennis, pedibusque ferrugineis; nitidus, dense longe-fulvo-pilosus; capite thorace angustiore, oculis sat ma- gnis in angulis anticis sitis; thorace breviter oblongo, convexo, ely- tris breviter obovatis, parce longis pilis fulvis praeditis, non pun- clatis, humeris obsoletis; femoribus elongato-ovali-clavatis; antenna- rum articulis 1-6 latitudine longioribus, 7-8 latioribus, 7 quadrato, 8 transverso, 9 quadrato, 10 rotundato-quadrato, ultimo elongato- acuminato, 9-11 clavam formantibus. lago E lara Hab. Sarawak, Borneo; leg. Dom. J. Doria et Doct. O. Bec- cart. In Mus. Civ. Jan. | Es wurde das Thier der Diagnose des Hum. lanuginosus Reitt. (Verh. k. k. zool. bot. Ges. Wien 1882, p. 302) fast ganz ent- sprechen, wenn die Flugeldecken dicht und deutlich punktirt waren. Sie sind aber glatt und dicht behaart. Das Letztere ist bei der Reitterschen Art wahrscheinlich auch der Fall, in der Diagnose aber. nicht erwahnt. Ein Exemplar im Museum zu Genua, ein zweites, mir giitigst uberlassen, im Museum Ludwig Salvator. 40. Eumicrus subsimilis m. — Z/ongato-obovatus, ferrugineo- rufus, convexus, pubescens, palpis pedibusque pallidis, antennis abdomineque dilutioribus; capite thorace parum angustiore, basi truncata, convexo, lateribus rotundatis, oculis mediocribus, granu- latis, in angulis anticis silis; thorace latitudine longioribus, antice posticeque angustato, convexo, supra mediam partem lateribus ro- tundatis; elytris ovaliler rotundatis, ochraceo-pubescentibus, disperse 416 L. W. SCHAUFUSS punctulatis, humeris pliciformibus; pedibus longis, tenuibus, femo- ribus elongato-clavatis; antennarum articulis 2-6 obconicis, 7-8 transversim rotundatis, minutis, 7.° sublus acuminato, 9.° elengato- , obconico, 10 obconico-subquadrato, clava triarticulata. Long. vis O Om. anienn. Along. crneai ely, ae Hab. Sumatra, Ajer Mantcior; leg. Dom. O. Beccari mense Au- gusto 1878. Unicum in Mus. Civ. Jan. Dieses Thierchen ist an den kurzen gerundeten Fliigeldecken, welche zerstreut punktirt und kurz anliegend behaart sind, der ròthlichen Afterdecke und den hellen Beinen leicht zu erkennen. Das letzte Fuhlerglied ist fast so lang, als die beiden vorher- gehenden zusammen, breiter, vorn stumpf zugespitzt. Ich kann an dem einzigen mir vorliegenden Exemplare nicht erkennen, ob es auch am 8. Fuhlergliede, wie am siebenten, nach unten Spitz auslauft. 41. Eumicrus *tenuicornis m. — Z/ongato-obovatus, convexus, obscure castaneus, anlennis palpisque pallidis, pedibus sanguineis, hirsutulo-pilosis; capite transverso, bast truncato, antice vix latiore quam postice, lateribus rotundatis, supra parum convexo, oculis minutis, granulatis, in angulis anticis sitis; thorace latitudine lon- giore, convexo; antice posticeque angustato, lateribus fere rectis, ante mediam pariem rotundatis; elytris subelongato-ovalibus, con- vexis, disperse asperato-punctatis et pilosis, supra ad suturam de- pressiusculis, ad humeros minutos paullulum impressis; pedibus altis, tenuibus, femoribus apice clavatis, tarsis elongatis, pallidis, in mare parum dilatatis; antennis tenuibus, articulis 1-6.° et 9.° elongatis, 7.° et 8. subquadratis, 8. minore, 10.° oval., 9-11.° clavam elongatam formantibus. Long. ian lat. abunde /,™™. arienni long nni Hab. Ins. Java et Ins. Key; leg. Dom. A. Raffray et O. Beccari. Ex Ins. Key unicum in Mus. Civ. Jan. Habituell dem Hum. filicornis ahnlich, aber wohl verschieden durch die kirzeren, andersgestalteten Fùhler und die fast reihig tief eingedruckten Punkte auf den Fligeldecken, welche mit weisslichen Hàrchen besetzt sind. SCYDMAENIDEN 417 Der Kopf ist dichter behaart und mit langeren steifen Borst- chen besetzt, als das Halsschild, dessen Hairchen niedriger und meistens nach hinten gerichtet, auch weicher, sind; die der Flù- geldecken sind linger, dicker, etwas anliegend. Das Halsschild hat vor den Vordercoxen einen nach vorn ver- laufenden tiefen Eindruck, der hinten mit einem Querfaltchen begrenzt ist. Erstes Glied der Fihlerkeule doppelt so lang, als breit, fast parallel, doch seitlich etwas gerundet, die Ecken sind abgerundet. Von Eumicrus lanuginosus Reitt. ist diese Art der Beschrei- bung nach durch die Fiuhlerbildung verschieden. Sie ist bei ersterem: « ant. articulis duobus paenultimis obconico-quadratis », also vollstindig von der des Hum. tenuicornis abweichend. 42. Eumicrus * Aurorae m. — Elongato-obovatus, nitidus, casta- neorufus, palpis, pedibusque pallidis, antennis dilutioribus, pube- scens; capite vix transversim quadrato, basi truncata, leviter emar- ginata, lateribus parum rotundatis, angulis obtusis, subconvexo, oculis minutis, non convexis, sub angulis anticis sitis; thorace elon- gato-subcordato, convexo,; elytris ovalibus, convexis, disperse pube- scentibus, pygidio non obtecto; pedibus altis, femoribus subelongato- clavatis, non tenuibus, tarsis simplicibus; antennarum articulis 3-5 fere moniliformibus, 7-8 transversis, non latioribus, 9.° ovali, apice truncato, 10.° subquadrato, ultimo breviter obconiciformi, la- teribus parum rotundatis, clava triarticulata. os capite inter antennas late et valde producto, antennarum ar- ticulo 6.° antecedente majore, intus angulato, triangulari. Q capîte inter antennas breviter producto, antennarum articulo 6.° quinto fere aequali, parum breviore. Longo Wat Nabende om! Hab. Nova Guinea, Ansus; leg. Dom. Beccari. In Mus. Civ. Jan. Sehr fein, kurz, zart behaart, stark glinzend, beim Mann- chen vorn am Kopfe ein breites vorspringendes stumpfes Horn, welches beim Weibchen nur schwach angedeutet ist; das sechste Fuùhlerglied sitzt schiefauf, wodurch der Fuhler etwas verrengt wird. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.4, Vol. I. (10 Ottobre 1884) 27 418 L. W. SCHAUFUSS 43. Eumicrus *robiniae m. — Obscure-castaneus, ovalis, con- vexus, palpis testaceis, pygidio, pedibusque testaceo-rufis, pubescens, punctulatus; capite transverse subquadrato, postice truncato, an- gulis oblusis, oculis parum magnis, granulatis; thorace elongato- subcordato, basi quadrifoveato; elytris ovatibus, pubescentibus, basi truncata breviter parum impressis, humeris minulis, punctulatis; femoribus posticis supra basin subtus tenuiter spinosis, femoribus apice valde clavatis, tarsis simplicibus; antennarum articulis 2, 3, 6 subquadratis, 5 latitudine longiore, 7-10 transversis, 9-11 majoribus clavam formantibus. O e i O 422 L. W. SCHAUFUSS rum distinctis; pedibus tenuibus, femoribus ex media parte apice valde. clavatis, tibiis sat latis; antennarum articulis 2.°-5.° obconicis; 6.°-8.° obliquis, subtus acuminatis, 9.° obconico, 10.° subquadrato- rotundato, 9.°-11.° clavam formantibus. Longe? ta a antenna long sam, Hab. Borneo, Sarawak; leg. Dom. J. Doria et Doct. 0. Bec- cart. In Mus. Civ. Jan. Die beiden Punkte oder griùbchenartigen Eindrticke zwischen den Augen sind meist undeutlich. 49. Cephennium Doriae m. — Ovatum, converum, brunneum, pubescens; thorace utrinque carinato punctatissimoque, basi rotun- data, linea impressa, utrinque fovea obliqua, angulis posticis parum productis, subquadratis; elytris punctulatis, stria abbreviata inter foveam basalem et humeralem; antennarum clava triarticulata, ar- ticulo ultimo duobus praecedentibus longitudine aequante. ong fof BES latins en Hab. Borneo, Sarawak; leg. Dom. G. Doria et Doct. O. Bec- cart. Unicum in Mus. Civ. Jan. Die Fligeldeckenbasis hat ausser den beiden Gruben, die etwa in der Mitte der Basis stehen, an der Schulterecke noch ein Gribchen. Erstere zeigen ein kurzes Strichelchen nach hinten. Der Strich zwischen den Griibchen nach der Achsel zu erreicht enicht die Mitte der Flùgeldecken, welche fein punktirt und be- haart sind. Der breite durch einen Kiel nach innen abgesetzte Rand des Halsschildes ist matt und dicht punktirt, im Uebrigen ist es glatt, pubescentirt. Die Fihlerglieder verdicken sich nach und nach, so dass man die Keule, die in der Mitte ziemlich dick ist, auch viergliederig nennen koennte. , Die von Stephens errichtete Gattung Megaloderes und die von Saulcy creirte: Geodytes, die sich nur dadurch unterscheiden sollen, dass der Subhumeralstreifen mehr oder weniger nach rechts oder links steht, haben sicherlich keine Existenzberechti- gung. Auf die Arten mit zweigliederiger Fuhlerkeule und ver- SCYDMAENIDEN 423 kummerte Augen errichtete von Motschulsky eine Gattung « Nanophihalmus » und die Arten, denen sowohl Subhumeral- streifen als Faltchen abgehen, und verktimmerte Augen haben, ’ bringt Herr Reitter in eine Untergattung: « Cephennarium ». Wir werden mit der Zeit so viele Ueberginge finden, dass wohl nur die Motschulsky’sche Untergattung wird stehen blei- ben kénnen. Durch vorstehende Bearbeitung von Scydmaeniden, namentlich astatischer Inselbewohner, wird ersichtlich sein, dass die Gat- tungsbegriffe sich nach vielen Richtungen hin erweitert haben und die Thomson’schen Gattungsnamen, wie ich dies bereits in meiner Monographie der Scydmaeniden Central- & Sudamerika’s betont habe, nicht wohl auf die aussereuropaeischen Arten im- mer angewendet werden koennen. Wir werden mit der endgiltigen Feststellung der Scydmae- nidengattungen noch eine Zeit lang warten mussen, bis wir mehr Material kennen gelernt haben. Die Versuche des Herrn Reitter — bei Bearbeitung der Scyd- maeniden Abyssiniens — die Gattungsbegriffe Ewmicrus und Eu- connus durch die diagnostische Bezeichnung « clava triarticulata » und « clava quadriarticulata » zu ordnen, werden durch die oben beschriebenen Eumicrus-Arten mit zwei-bis funfgliederiger Keule hinfallig gemacht. Ich besitze sogar solche mit sechsgliederiger Keule. Und zwei-gliederige waren ùberdies ja schon lingst be- kannt! Im Beitrage zur Scydmaeniden-Fauna Java und Borneo’s bringt nun derselbe Autor Thiere der Gattung Huconnus, wie er sie auffast, in die Untergattung Napochus — glucklicherweise ohne den Autor fiir den Gattungsnamen, Thomson, zu nennen. — So bleibt er selbst die Verantwortung fur diese Inconsequenz schuldig. Es ist dies nur erwahnt, um zu zeigen wie unsicher selbst solche Coleopterologen bei versuchter Gattungsfeststellung der Scydmaenen sind, welche sich das Studium dieser Thiere zur Hauptaufgabe machten und darin viel arbeiteten. 424 L. W. SCHAUFUSS Thomson hat die Abtheilungen des grossen Erichson auf Grund seines skandinavischen Materials so genau fixirt, dass wir wohl daran nicht mehr rutteln kénnen, und rangiren wir auslandische Arten in seine Untergattungen oder Gattungen ein, so diirfen wir vorher die Gattungsdiagnosen nicht nach Belieben umandern, oder Thiere hinein stellen, die nicht hinein gehòren, wie z. B. « Huconnus (in sp.) » dichrous Reitt. — Ware zu diesem die Notiz des Autors «(in sp.)» nicht beigesetzt, so wurde ich glauben, es sel ein Irrthum seinerseits gewesen, oder « ein Druckfehler ». — Habe ich mich bei vorstehenden Beschreibungen mit den we- nigen Abtheilungen: Scydmaenus Latr., Syndicus Motsch., Eu- micrus Lap., Clidicus Lap., Cephennium Mull., Elacatophora und Agathelor (n. g.) begnigt, so durften die frilheren Arbeiten iber Scydmaenen angepassten, jetzt erweiterten Gruppirungen spater, wenn die Formen noch entdeckt sind, welche jetzt noch zu einem naturlichen System im L. Reichenbach’schen Sinne fehlen, dazu dienen, ein dauerndes System der Scydmaeniden aufzustellen. | MATERIALI PER LO STUDIO DELLA FAUNA TUNISINA RACCOLTI pa G. gE L. DORIA IV. SOPRA ALCUNE COLLEMBOLA E THYSANURA DI TUNISI PEL PROF. CORRADO PARONA (Tav. II). L’ Illustre Signor Marchese Giacomo Doria nella visita di cui volle onorarmi in Cagliari, reduce da un lungo soggiorno fatto in Tunisi (1881-82) (!) mi consegnò alcuni esemplari di Collem- bola e Tisanuri, invitandomi a determinarli ed a riferirgli il ri- sultato di tale studio. Ciò faccio ora con questa breve nota; ben lieto di poter in qualche modo corrispondere alla squisita gentilezza del chiaris- simo naturalista genovese; e per poter far noto alcuna altra forma di questo gruppo d’esapodi, tanto interessante e pur sempre tanto trascurato. Questo servirà inoltre a contributo della distribuzione geogra- fica, o corologia dei Collembola, che, al pari della loro sistema- tica e della loro biologia, è ancora ben poco conosciuta. Ebbi () Le collezioni zoologiche radunate dai Marchesi G. e L. Doria in Tunisia furono già parzialmente illustrate nei seguenti lavori : Materiali per lo studio della Fauna Tunisina raccolti da G. e L. Doria. * I. Pesci, per D. Vinciguerra (Ann. Mus. Civ. Genova, XX, p. 393). II. Aracnidi, per P. Pavesi (loc. cit. p. 446). III. Rassegna delle Formiche della Tunisia, pel Prof. C. Emery (loc. cit. Serie 2:45 vol. J, Ps 373). 426 C. PARONA già, non è gran tempo (*), ad indicare le ragioni che spiegano questa deficienza; come non ho mancato di rimarcare che questi esseri fossero affatto negletti in Italia e come, pel primo, io avessi cercato di occuparmene colla speranza che altri, con nuovo e più ricco materiale, avessero a seguirmi. Sebbene avrò ad asserirlo più particolarmente fra poco, dirò intanto, che l'invito venne accettato da qualche dotto e paziente entomologo. D'altra parte neppure fuori d’ Italia la storia dei Collembola e dei Tisanuri è in miglior condizione; chè infatti sappiamo come per estesissime regioni non si abbiano ancora indicazioni di sorta. Così, se passiamo rapidamente in rassegna (pur prescindendo dall’ idea di qui riferire con scrupolo quanto si conosce sull’ ar- gomento (*)) le località principali ove venne ricercato e studiato questo gruppo di artropodi, vediamo in Europa esservi le opere di Templeton, di Westwood e di Lubbock per I’ Inghilterra; nella Scandinavia ne furono riferite da Linneo, da De Geer e, molto più recentemente, da Ticho-Tullberg; in Finlandia da Reuter; in Germania vennero studiate da Muller (1776), da Burmeister, dall’ Olfers, da Low, da Kolenati, da Otto Hermann, da G. Haller, ecc.; in Danimarca da Meinert; in Francia da Bourlet, da Lucas e da Gervais; nella Svizzera da Papon e da Nicolet; ed in Italia dallo scrivente, come già dissi. Nessuna altra indi- (1) PARONA CoRRADO. — Primo elenco delle Podurelle di Pavia. — Studj fatti nel Laboratorio di St. nat. dell’ Università di Pavia; fascicolo 1.0; 1874-75. » » — Delle Poduridi e specialmente di quelle raccolte a Pavia e dintorni. — Annali Scient. del R.° Istituto Tecn. di Pavia; An.° 1.° 1875; e — Studj fatti nel Laborat. d’ Anat. comp. di Pavia; fasc.° 2.° 1875-76. > > — Collembola; Saggio di un catalogo delle Poduridi italiane — Atti della Soc. Ital. di Sc. natur. Vol. XXI; 1878 — e — Studj fatti nel Laborat. di Anat. compar. di Pavia. Fasc.° 4.°; 1878. () Per una estesa bibliografia sui Collembola e Tisanuri veggansi: John Lubbock. — Monograph of the Collembola and Thysanura; London 1873 (Introduction). i 1 Ticho Tullberg. — Sveriges Podurider ecc; Kongl. Svenska Vetensk. Akad. Hand- lingar; Band. 10, N.° 10. Stockholm. 1872; pag. 4-8. Parona Corrado. — Collembola; Saggio cit., pag. 4-8. FAUNA TUNISINA — TISANURI 427 cazione si ha a fare rispetto all’ Europa, eccezione fatta della descrizione di due lepisme di Leon Dufour spettanti alla Spagna. Per l’ Africa abbiamo il Lucas, che, nella sua celebre opera sull’ Algeria, registra alcune lepismatidi; per l’ Asia notasi uno scritto di Tullberg sulle Collembola di Siberia: come lo stesso ci diede indicazione di qualche tisanuro della Groenlandia; ed infine per l’America abbiamo gli scritti del Say, del Fitch ed i recenti di Packard; tutti per l'America del Nord (Stati Uniti); mentré il Nicolet illustrò non poche specie del Chili, nell’ Opera del Gay. La scarsità notevolissima di notizie che abbiamo su questi minuti esapodi, come chiaramente risulta dal rapido schizzo corologico suesposto, rende non priva d'interesse anche la pre- sente noterella; sebbene, stante l'esiguità del materiale, a tutta prima non sembri. La piccola collezione di Collembola e Tisanuri tunisini datami dal sig. Marchese Doria consta di una trentina d’ individui, che rappresentano tredici specie, delle quali 5 spettano alle vere Poduridi ed 8 alle Lepismidi. Fra queste specie ho dovuto descriverne due come nuove e quindi da considerarsi, finora, come proprie di quella regione; le altre sono invece comuni alle specie europee e dirò anche a quelle d’ Italia. Senza voler generalizzare di troppo il fatto e ricavarne una conclusione decisa, è da rimarcare la rilevante corrispondenza fra le forme state raccolte in Tunisia con quelle del nostro paese. Spero di ritornare sull’ argomento e di confermarlo completa- mente fra non molto; quando cioè potrò avere sufficiente mate- riale da essere possibile una comparazione fra le Collembola e Tisanuri di Tunisi con quelle della Sardegna; la quale ultima località ha, come ben si sa, così stretti legami faunistici con quel lembo di terra africana. A. COLLEMBOLA. Sminthurinae, Latr. 1. Sminthurus viridis, Linn. (Lbk). 1736, Pulex viridis plantarum, Linné, Acta Lit., p. 133 — 1746, Podura vi- ridis, subglobosa, Linné Faun. Svec. Ed. I, pag. 342 — 1758, Podura viridis, 428 C. PARONA Linné, Syst. Nat. Ed. X. T. I, p. 608 — 1762, Podura viridis oculis nigris capite: flavescente, antennis in medio fractis, Geoffr., Hist. abr. d Ins. T. II. p. 607 — 1775, Podura viridis, Fabricius, Syst. Entom. — 1781, Podura viridis, Schrank, Enu- merat. Ins. Austr. indigen. — 1804, Sminthurus viridis, Latr. Hist. nat. T. VIII, p. 82. — 1835, Sminthurus viridis Templeton, Thysan. Hibern. p. 97. — 1841, Smzin- thurus viridis, Nicolet, Rech. p. servir a l’Hist. d. Podur. p. 82. — 1844, Smin- thurus viridis, Walk. et Gervais, Hist. d. Ins. Aptéres, T. III, p. 377. — 1867, Sminthurus viridis, Lubbock , Notes on the Thysanura, P.te III, p. 296. — 1871, Sminthurus viridis, (forma principalis), Tullberg, Fort. ofver Sv. Podurid. p. 144. — 1872, Sminthurus viridis, Tullberg, Sveriges Podur. p. 30. — 1873, Sminthurus viridis Lubbock, Monogr. of the Collemb. and Thys. p. 100. — 1876, Sminthurus viridis, Reuter, Catalog. praecurs. Podurid. Fenniae p. 79. L’ esemplare di Tunisi, che ho sottocchio concorda pei carat- teri specifici colla forma principale; però differenza nel colorito dalle varietà state indicate dal Tullberg (Sverig. Podur. cit.). Tullberg infatti ci descrisse le var.. a. S. cinereo-viridis, che corrisponde allo Sminthurus viridis del Nicolet. B.S. nigro-maculatus. Ora |’ esemplare, del quale qui si parla, riguardo al colore, offre la testa ed i tre primi articoli delle antenne di un bel giallo, come tale è la parte posteriore dell’ addome; mentre il restante del corpo è di color verde erba, con una macchia gialla, allargata lungo |’ asse antero posteriore del dorso. Non mancano macchie di color verde più oscuro, sparse sul dorso e due linee nerastre che scorrono all’ indietro delle piastre oculari e lungo il pro- e mesotorace. Zampe e forchetta di color verde-chiaro; peli rari e bianchi. Per queste variazioni di colorito parmi poterla indicare come una terza varietà dello Sminthurus viridis, denominandola : y. Sm. viridi-flavus. n. var. 2. Sminthurus fuscus, Linn. 17428, Podura fusca, globosa, nitida, antennis longis articulis plurimis, De Geer Vet. Akad’s Handl., Vol. IV, p. 296. -- 1758, Podura fusca, Linn. Syst. nat. Ed. X. T. I, p. 608. — 1762, Podura fusco-nigra; abdomine globoso signaturis ferrugineis, Geoffr. Hist. abreg. d. Ins. T. II, p. 607. — 1767, Podura atra, Linné Syst. Nat. Ed. XII. T. 1, 2., p. 1019. — 1767, Podura atra, Schrank, Enumer. Ins. Austr. p. 495. — 1776, Podura atra, Muller Zool. Dan. Prodr. — 1781, Podura atra, J. C. Fabric. Spec. Ins. T. 1. p. 381. — 1804, Sminthurus fuscus , Latreil. Hist. nat. T. VIII. p. 82. — 1835, Sminthurus ater, Templeton, Thysan. Hibern. — 1838, FAUNA TUNISINA — TISANURI 429 Sminthurus fuscus, Burmeist. Handb. d. Entomol, T. II, 2, p. 451. — 1842, Smin- thurus signatus, Nicolet Rech. p. servir a l’hist. d. Podurel. — 1844, Sminthurus ater, Gervais et Walk. Ins. Apteres T. III, p. 403. — 1862, Sminthurus Buskii, Lubbock Notes on the Thysan. P. III, p. 431. — 1869, Sminthurus signatus , Porath, Of. af. k. Vet.-Akad. Forhandling. — 1871, Sminthurus fuscus, Tullberg, Fort. Ofver Sv. Podur. p. 144. — 1872, Sminthurus fuscus, Tullberg, Sverig. Podur. p. 29. — 1873, Sminthurus fuscus, Lubbock Monogr. of. the Collemb. ecc. p. 101. — 1876, Sminthurus fuscus, Reuter Catalog. praecurs. Podurid. Fenniae, p. 79. — 1878, Sminthurus fuscus , Parona Collemb. ital. p. 17. » Un individuo di questa comunissima specie fa parte della rac- colta. Esso, volendo essere minuziosi, differenzierebbe dal tipo per due punti bianchi nel centro di due macchie nere, che, di- sposti simmetricamente, trovansi verso la metà del corpo e la- teralmente. 3. Sminthurus bicolor, n. sp. Luteus; margines abdominis duabus maculis nigris ornatae ; Ocelli in maculis nigris positi; pedibus, partisque basalibus an- tennarum pallidis; unguiculus superior nudus. — Long. 1 }/, millim. JG, WU jdiig We (GS Os Oe Non molto differente dallo Sminthurus insignis di Reuter (Ca- talogus praecursorius Poduridarum Fenniae — Meddelanden af Soc. p. Fauna et Flora Fennica, I. p. 79), ma offre però un aspetto suo proprio, spiccato. E notevole per le due colorazioni molto diverse, cioè la gialla vivace del corpo colla nera delle diverse macchie, di cui due principali a margini irregolari, ma fra loro simmetriche , con- tornano la parte laterale e posteriore dell’ addome (fig. 1., a). Le antenne, circa due volte più lunghe del corpo , offrono l'articolo terminale di color violaceo, mentre i precedenti sono giallo-sbiadito ; inoltre il secondo articolo presenta un rigonfia- mento all’ estremità superiore, là dove si articola col terzo. Il capo di color giallo dorato, eguale quindi di colorazione alla massima parte del corpo, presenta le due grandi piastre nere che portano gli ocelli (fig. 1., è) e due altre macchie nere, più piccole, quadrate, riunite fra loro da una linea trasversale e 430 C. PARONA superiormente ad esse, le quali si trovano sulla fronte fra le basi delle due antenne. Il restante del corpo è, come si disse, di un bel giallo do- rato, con due grandi macchie nere a margini irregolari, disposte simmetricamente, come chiaramente risalta dalla fig. 1., a, che ci dispensa di dare più minuta descrizione. Peli rari e bianchi che si inseriscono su un rilievo, a tinta più chiara, della super- ficie del corpo. Sulla linea mediana dei due ultimi archi dorsali dell’ addome vi è una macchia quadrata e nera per ciascuno. Le zampe hanno color giallo-sbiadito e sono anellate di bruno; piedi bianchi coll’ unghietta superiore unidentata e non vaginata Gigs e): I] disotto del corpo é nerastro con punti e rilievi della super- ficie più chiari; peli rari, non molto lunghi e dovunque bianchi. 4. Sminthurus Doriae, n. sp. Capite rubro, articulis antennarum, furculae, pedibusque rubro- palledioribus. Ceteris partibus corporis violaceis valde depictis. Un- guiculus superior nudus et bidenticulatus. — Long. 1!/, millim. . Tow. I, fig. 2. (a, 6). Questo bellissimo Sminturo presentasi col tronco di una tinta violacea oscura, con rari e corti peli bianchi, distintissimi sul fondo oscuro. Il capo, alquanto allargato ai margini laterali e posteriori, è di color rosso piuttosto vivace; come sono tali, sebbene la tinta sia più sbiadita, le antenne, le zampe e la forchetta. Quest’ ul- tima è molto lunga; per modo che ripiegata nello stato di ri- poso coi suoi mucroni oltrepassa la testa. Piastre oculari oscure; peli rari, corti e di color chiaro. Templetoniinae, Tutt. ©. Lepidocyrtus curvicollis,. Bourlet. 1839, Lepidocyrtus curvicollis, Bourlet Mem. Soc. R. Lille. — 1842, Lepido- cyrtus curvicollis, Bourlet, Mém. Soc. Douai. — 1842, Cyphodeirus curvicollis , FAUNA TUNISINA — TISANURI 431 Nicolet Mém. Soc. Helvet. — 1843, Zepidocyrius curvicollis , Lucas Observat. s. 1. travaux qui depuis Latreille ecc. — 1843, Cyphodeirus curvicollis, Lucas (loc. cit.) — 1844, Lepidocyrtus curvicollis, Gervais, Hist. Ins. Aptères, Vol. III. — 1844, Lepidocyrtus capucinus, Gervais (l. cit.) — 1847, Cyphodeirus capucinus, Ni- colet Ann. Soc. Entom. d. France. — 1873, Lepidocyrtus curvicollis, Lubbock, Monogr. of. the Collemb. p. 150. — 1875, Cyphodeirus capucinus, Parona , Delle Poduridi e specialmente ecc. p. 33. — 1879, Lepidocyrtus curvicollis, Parona Col- lembola; saggio di un catal. ecc. p. 31. È una specie grandemente diffusa e non rara. Io I’ ho rac- colta nei dintorni di Pavia e ne ebbi dalla Brianza (marzo 1879; racc. dal Dott. P. Magretti). B. THYSANURA. Lepismidae, Lex. 6. Lepisma saccharina, Linn. 1746, Lepisma saccharina, Linn. Faun. Suec. — 1758, Lepisma saccharina , Linn. Syst. Nat. — 1762, Forbicina plana, Geoffroy Ins. envir. Paris. — 1775, Le- pisma saccharina , Fabricius Ent. Syst. — 1776, Lepisma saccharina, Muller Zool. Danic. prodr. — 1782, Lepisma semicylindrica, De Geer Ges. d. Ins., Vol. VII. — 1835, Machilis cylindrica, Lacord. et Boisd. Faun. Ent. Envir. Paris. — 1835 , Le- pisma saccharina, Templeton Trans. Ent. Soc. — 1838, Lepisma saccharina, Bur- meister Hand. d. Eztom. — 1840, Lepisma saccharina, Lucas Hist. nat. Crust. Aracn. et Myr. — 1844, Lepisma saccharina, Gervais, Hist. Ins. aptères, Vol. III. — 1847, Lepisma saccharina, Nicolet Ann. Soc. Entom. France. — 1869, Lepisma saccharina, Lubbock Trans. Linn. Soc. — 1873, Lepisma saccharina, Lubbock Monogr. of the Collemb. ecc. p. 218. — 1873, Lepisma saccharina, Packard Sy- nopsis of the Thysan. ecc. Annual Rep. of the Peabody Acad of. Sc. p. 47. — 1881, Lepisma saccharina, Gust. v. Rossi, Zur Lebensweise d. L. saccharina ‘Katter’s Entomol. Nachricht. 8 Jhg. p. 22. Specie del tutto comune e nota col nome di pesciolino d’ ar- gento per la sua tinta intieramente bianco-argentea; colle an- tenne e setole caudali lievemente macchiate di bruno. 7. Lepisma fuliginosa, Lucas. 1846, Lepisma fuliginosa, Lucas Rev. Zool. p. l. Soc. Cuv. — Lepisma fuliginosa, Lucas, Explorat. sc. d. l’Algerie. — 1873, Lepisma fuliginosa, Lubbock, Monograph of. the Collemb. ecc. p. 224. « Corpore fuliginoso, depresso, lateribus subparallelis ; antennis setisque fuscis, villosis , corpore brevioribus. 432 C. PARONA Colore generale del corpo bruno di fuligine, uniforme, col capo di color rosso-bruno. Corpo depresso; testa arrotondata anteriormente; antenne piuttosto forti, brune, vellutate e di lunghezza eguale a due terzi della lunghezza del corpo. I segmenti toracici sono sinuosi al margine posteriore ed ineguali di lunghezza; il 2.° è il più corto, ma poco differisce dal 3.°, il 1.° è il più lungo e riceve la testa in una infossatura poco profonda. I segmenti addominali sono ineguali e lievemente rilevati a docciatura sui loro lati. Infine le setole terminali sono brune con lunghi peli pallidi e di lunghezza eguale a quella del torace ». Venne trovata da Lucas una sola volta, sotto le pietre, ai primi di gennaio, nei dintorni d’ Algeri. Tunisi; racc. G. e L. Doria. 8. Lepisma ciliata, Dufour. 1831, Zepisma ciliata, Dufour Ann. sc. nat. I. ser., Vol. XXII, p. 419. — 1838, Lepisma ciliata, Burmeister. Hand. d. Entom. — 1840, Lepisma ciliata, Lucas Hist. nat. Crust. Aracn. et Myr. — 1844, Lepismda ciliata, Gervais, Hist. Ins. Ap- teres, Vol. III. — 1847, Lepisma ciliata , Nicolet, Ann. Soc. Ent. France. — 1873, Lepisma ciliata , Lubbock, Monogr. of the Collemb. p. 221. « Oblonga, subaeque lata, supra griseo-rufescens, subtus argenteo nilens, pilis radiato fasciculatis undique ciliata; setis analibus ab- dominis fere longitudine. Hab. rarissima sub lapidibus in Hispania. Long. 4-5 lin. (9-11 !/, millim.). Torace appena un poco più largo dell’ addome; il margine anteriore della testa è fornito di setole rossastre. Le antenne sono glabre, rosso-pallide, come sono tali i palpi. I palpi ma- scellari sono piuttosto salienti e composti di cinque articoli al- lungati, quasi eguali fra loro, meno il 1.° che è cortissimo; i labiali hanno la configurazione propria del genere. I margini ‘dei segmenti toracici, ed anche quelli dell’ addome, sono guarniti di peli a fasci; si vedono sulla regione dorsale dell’ addome dei punti nerastri, disposti a serie e ciascuno , coll’ aiuto della lente, presentasi adorno di un doppio: fascetto di peli, uno spiegato a FAUNA TUNISINA — TISANURI 433 stella, l’altro eretto. Le setole terminali del corpo sono pres- sochè eguali fra loro e lunghe quanto il corpo stesso ». Nel Novembre del 1811 e del 1812 Dufour trovò questa Le- pisma, sotto le pietre, nei dintorni di Murviedro e di Moxente , nel reame di Valenza. Egli non ne trovò altre dopo quell’ epoca. Tunisi; racc. G. e L. Doria (5 esempl.). Lepisminae, Lussx. 9. Lepismina aurea, Dufour (Lbk.). 1831, Lepisma aurea, Dufour Ann. sc. Nat. I. ser. Vol. XXII, p. 419. — 1838, Lepisma aurea, Burmeist. Hand. d. Entomol. — 1842, Lepisma aurea, Lucas, Hist. nat. Crust. Arachn. et Myr. — 1844, Lepisma aurea, Gervais et Walk. Hist. Ins. Apteres, Vol. III. — 1873, Lepismina aurea, Lubbock, Monogr. of the Collemb. ecc. p- 230. « Aureo-paleacea, sericea, subglabra; thoracis segmentis abdomine multo latioribus ; setis analibus abdomine duplo brevioribus , glabris. Hab. gregatim sub lapidibus in Hispania. Long. 3-3 1/, lin. = 6 °/,-7 mill. Il suo colore è giallo pallido, dorato, uniforme. I segmenti del corsaletto sono rimarchevoli per una maggior larghezza di quella delle altre specie. L’ ultimo segmento dell’ addome è due volte più lungo del suo precedente e troncato alla sua estremità. Le setole della coda glabre, lunghe la metà della lunghezza del- l'addome. Le appendici inferiori sono ciliate; come lo sono i margini delle piastre ventrali ». Il Dufour trovò tale lepisma in varie località della Spagna, massimamente nella Navarra, in Catalogna ed a Valenza. Vive in società molto numerose sotto le pietre, ritirandosi in canali- coli sotterranei. La trovò spesso assieme alle formiche, colle quali sembra vivere in buona armonia. Questa piccola e bella lepisma, della quale i March. G. e L. Doria raccolsero tre esemplari a Tunisi, io pure ebbi a ritro- varla nei dintorni di Cagliari (Dicembre 1881) e precisamente al Capo S. Elia, sotto i sassi nei nidi di formiche di specie dif- ferenti; precisamente come indicò il Dufour e come li trovarono i prelodati Sig.' Marchesi. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.3, Vol. I. (20 Ottobre 1884). 28 434 C. PARONA 10. Lepismina myrmecophilia, Lucas (Lbk.). 1846, Lepisma myrmecophila, Lucas, Rev. Zool. p. 1. Soc. Cuv. — 1849, Lepisma myrmecophila, Lucas, Explorat. Sc. d. 1. Algerie. — 1873, Lepismina myrmeco- philia, Lubbock, Monogr. of the Collemb. ecc. p. 233. « L. flavo-aurata , nitida ; corpore brevi, antice rotundato, po- stice acuminato; antennis pedibusque flavo-rubescentibus, ultimis brevibus , validis; cauda triplici , brevissima. La colorazione generale di questa specie è la giallo-dorata brillantissima ed uniforme; colle antenne, le zampe e le setole terminali dell'addome giallo-rossastre. Il torace, quasi tanto largo che lungo, ha i tre segmenti sinuosi al margine poste- riore ; il primo è grandissimo, lungo due volte il terzo, è arro- tondato alla parte anteriore, nel di cui margine evvi una stretta ma profonda infossatura per ricevere la testa. La testa è corta, larga, fusiforme e porta, come tutte le lepisme, sei occhi alle due estremità laterali. Le antenne hanno i due primi segmenti grossi, corti e rossi; sono piuttosto forti e di lunghezza eguale a quella della testa e del torace misurati insieme. Le zampe sono corte e forti; |’ addome acuminato all'indietro, o dimi- nuisce di diametro gradatamente dalla base all’ estremità; è terminato da tre setole cortissime, piuttosto grosse, e delle quali la mediana è in gran parte ricoperta dall’ ultimo segmento ad- dominale, che termina a punta smussata. Le appendici laterali del ventre non sono al disopra visibili se non ai due penultimi segmenti, avendone, gli altri anelli, dei cortissimi e nascosti longitudinalmente sulle loro superficie. Infine gli angoli laterali posteriori dei primi sette segmenti portano ciascuno un mazzetto di peli fulvi, poco allungati e divergenti. Lungh. 10 mill. ; largh. 3 millim. ». | Questa specie non fu mai trovata in altri luoghi che nei for- micai. Abita i dintorni di Algeri (gennaio e febbraio); è agi- lissima e non è molto rara. Gli esemplari presentatimi dal Sig. March. Doria portano l’'in- dicazione : Gebel Resas. (5 esempl.). FAUNA TUNISINA — TISANURI 485 Maehilis , LATREILLE. 11. Machilis polypoda, Linn. 1767, Lepisma polypoda, Linn. Syst. Nat. II, 1012. — 1775, Lepisma polypoda, Fabricius, Entom. Syst. p. 62. — 1776, Lepisma polypoda, Muller, Zool. Dan. Prodrom. — 1804, Machilis brevicornis, Latreil. Nouv. Ann. Museum I, p. 79. — 1835, Forbi- cina polypoda, Templeton, Trans. Entom. Soc. Vol. I, p. 92. — 1836, Machilis polypoda, Guérin Mém. Compt. rend. Acad. Paris, Juin, Vol.’II, p. 595. — 1838, Machilis polypoda, Burmeist. Hand. d. Entom. — 1842, Machilis brevicornis, Lucas, Hist. nat. Crust. Arachn. et Myr. — 1844, Machilis polypoda , Gervais , Hist. Ins. Aptéres, Vol. III, p. 448. — 1847, Machilis polypoda, Nicolet, Ann. Soc. Entom. France. — 1873. Machilis polypoda , Lubbock, Monogr. of the Collemb. ecc. p- 236. Questa specie è la più comune del genere e presentasi di color affumicato uniforme per tutto il corpo con riflesso metal- lico. Lo scrivente ebbe a trovarla spesse volte in Sardegna; come ne ebbe da parecchie località dell’ alta Lombardia. In una piccola collezione di Tisanuri della Liguria, che sto determinando, questa specie vi è pure rappresentata. (Ann. Mus. Civ. Genova, Vol. XVIII). Tunisi; racc. March. Doria (1 esempl.). 12. Machilis acuminothorax, Lucas. 1846, Machilis acuminothorax , Lucas, Rev. Zool. p. 1. Soc. Cuv. — 1849, Ma- chilis acuminothorax , Lucas, Explor. Sc. d. l’Algerie. — 1873, Machilis acumi- nothorax , Lubbock, Monograph. of the Collemb. ecc. p. 242. « M. corpore setisque fusco-flavescente tinctis; antennis, palpis, pedibusque flavescente rubiginoso maculatis ; antennis corpore lon- gioribus ; thorace acuminato , antice biemarginato; sels termina- libus rubiginoso annulatis ; oculis nigrescentibus. Lucas descrisse questa specie su un individuo coneenvato in alcool, il che impedì di poter indicare la ,colorazione sua. Il torace, di cui il primo anello è quasi lungo quanto il secondo, ha la parte più allargata verso la estremità posteriore, cioè al mesotorace; questo è cortissimo, arrotondato sui margini e di- ritto al margine posteriore. Il metatorace, del doppio più lungo, si fa insensibilmente culminante e si arrotonda fino al punto di unione col protorace, il cui diametro trasversale segue lo stesso 436 C: PARONA modo di diminuzione. Il margine anteriore del protorace poi è tridentato ; cioè il mezzo dell’ infossatura che riceve il capo si rialza ad angolo ottuso, per modo che questo suo margine è piuttosto bitagliato, che tagliato a semigiro. La testa, molto acuta all’ avanti, porta antenne che sono più lunghe del corpo; gli occhi sono neri; all’innanzi trovansi due punti gemelli, neri ed oculiformi; un punto somigliante occupa ciascun lato della testa, presso agli occhi. Infine la setola intermedia è lunga due volte e mezzo le laterali. Il colore di questo Machilis, privato delle squame, è bruno- giallastro pel corpo e per le setole caudali; queste ultime. poi sono finamente anellate di color rubiginoso; le antenne, i palpi e le zampe sono giallo-pallide, macchiate e punteggiate di color ruggine; ma ciò soltanto alla base per le antenne. Fu trovata dal Lucas sotto le pietre umide, ai primi giorni di gennaio, nei dintorni di Algeri. Lungh. 20 millim.; largh. 2 millim. ». Tunisi; racc. March. Doria (1 esempl.). 13. Machilis rupestris, Lucas. 1846, Machilis rupestris, Lucas, Rev. Zool. p. 1. Soc. Cuv. — 1873, Machilis rupe- stris, Lubbock, Monogr. of the Collemb. ecc. p. 247. « M. capite griseo-cinereo, utrinque griseo bivittato ; palpis griseo- | cinerascentibus; antennis griseo-cinereiss corpore supra-cinerascente, griseo-fuscomaculato , marginibus griseo-punctatis; pedum primis articulis flavo sordidis, duobus ultimis griseo-cinerascentibus forti- terque fusco annulatis; corpore infra fusco ; setis breviusculis, albo subgrisescentibus fortiterque fusco annulatis. Il capo è grigio-cenere con due fascie longitudinali, da ciascun lato, poste un poco obliquamente e che hanno una tinta grigia più oscura. I palpi sono grigio-cenere chiaro, distintamente anellati di bruno; le antenne sono grigio-cenere. Tutto il corpo è al disopra grigio-cenere chiaro, coi segmenti macchiati da cia- scuna parte di punti grigio-bruni, posti parallelamente , eccetto però l’ultimo segmento che è unimacchiato; le parti laterali sono FAUNA TUNISINA — TISANURI 437 grigio-cenere biancastre, con macchie grigio-oscure, le quali unendosi, e col ripetersi su ciascun anello, formano due fascie longitudinali; i punti che compongono la fascia inferiore sono molto più distanti da quelli che formano la fascia superiore. Le zampe sono di color fulvo ai primi articoli, e grigio cenere chiaro ai due ultimi e sono distintamente anellate di bruno. Tutto il di sotto del corpo è bruno-oscuro. Le setole caudali sono bianche, lievemente grigiastre e piuttosto distintamente anellate di bruno. Questa specie ha movimenti molto lesti ed è piuttosto abbon- dante sulle roccie a Djebel Mansourah e di Kondiat-Ati. Sembra che essa ami molto il sole, perché non la si vede che esposta ai suoi raggi diretti sulle roccie ; e difficilmente la si può scor- gere pel suo colorito, molto simile a quello delle roccie sulle quali essa si trova ». Lungh. 11 millim.; largh. 3 a 4 millim. Tunisi; racc. March. Doria (1. esempl.). Posso indicare questa specie, al pari della precedente, come appartenente alla Liguria, dietro |’ esame dell’ invio, già accen- nato del Sig. Prof. P. M. Ferrari. Pavia, Settembre 1882. 438 | C. PARONA SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA Figura 1. Sminthurus bicolor, n. sp. a. Sminthurus, visto dal disopra. b. piastra oculare. c. unghia. Figura 2. Sminthurus Doriae, n. sp. a. Sminthurus, visto dal disopra. b. unghia. MATERIALI PER LO STUDIO DELLA FAUNA TUNISINA RACCOLTI DA G. E L. DORIA V. RINCOTI dI P. M. FERRARI Sono comprese nel presente elenco 191 specie di Rincoti, di cui 161 appartengono agli Emitteri Eterotteri e le 30 rimanenti ai Cicadari, frutto delle ricerche zoologiche fatte da parecchi va- lenti raccoglitori nel territorio tunisino (‘). Un primo contingente è fornito da quanto Abdul-Kerim, per incarico del Marchese Giacomo Doria, raccolse nella primavera del 1873 perlustrando i dintorni di Tunisi, Mohammedia, Utica, Bizerta, Kairuan, Gafsa, Tozer e Tameghza. Un piccolissimo nu- mero fu raccolto dal compianto Marchese O. Antinori nel 1875 a Gebel-Resas, Cartagine, Utica. Maggiore fu il contributo arre- cato dalle Crociere del cutter Violante, ossia dalle escursioni sulle coste ed isole tunisine fatte dal Capitano Enrico D'Albertis insieme ai Signori Doria, Issel, Gestro e Fea negli anni 1875-76-77. La massima parte però del materiale è dovuto alle pazienti ( Sotto il titolo generale fin capo al presente lavoro furono già pubblicate , in questi Annali, quattro memorie, cioè : ; I. Pesci per D. Vinciguerra (Vol. XX, p. 393). II. Aracnidi del Prof. Pietro Pavesi (loc. cit., p. 446). III. Rassegna delle Formiche della Tunisia del Prof. C. Emery (loc. cit. Ser. 2.2, Vol. I, p. 373). IV. Sopra alcune Collembola e Thysanura di Tunisi del Prof. C. Parona (loc. cit. Ser. 2.2, Vol. I. p. 425, tav. II). 440 P. M. FERRARI indagini dei Marchesi Giacomo e Laura Doria fatte nei pressi di Tunisi durante il loro soggiorno in questa citta nel 1881; a cui devesi aggiungere un piccolo numero di specie delle stesse loca- lita inviate dai Signori Avvocato P. F. Elena e Francesco Miceli dopo il ritorno in Genova dei Signori Doria. Per quanto riguarda l'aspetto generale di questi Rincoti, si può ritenere che, eccettuati alcuni pochi di Tameghza e Tozer, appartenenti veramente alla fauna africana, gli altri sono iden- tici, ovvero poco si allontanano da quelle forme che abitano la regione mediterranea e specialmente la Sicilia, le varie località dell’ Italia meridionale e media, la Sardegna e le altre isole minori del nostro mare, molte delle quali forme furono già indicate dal Cirillo, dal Rossi, da Achille Costa e dal Fieber. Se in questa enumerazione troviamo assai deficiente il nu- mero dei Cicadari, anzichè imputare tale scarsezza alla negli- genza dei collettori, incliniamo a credere che dipenda da reale mancanza di essi nei luoghi esplorati; è noto d’ altronde che i Cicadari sono ovunque meno copiosi degli Emitteri e che la caccia dei medesimi riesce meno efficace anche quando se ne fa spe- ciale ricerca. Nè tralasceremo qui di notare come, non ostante le gravissime preoccupazioni morali e i materiali impedimenti insorti durante Il’ epoca delle ultime raccolte accennate, il nu- mero dei Rincoti sia abbastanza considerevole, avuto special- mente riguardo al fatto che le località montuose alquanto lon- tane rimasero quasi inesplorate. In seguito alle cambiate condizioni politiche del territorio tu- nisino non è da dubitare che nuove, ampie e comode investi- _ gazioni zoologiche ivi saranno praticate; intanto non riuscirà meno soddisfacente un saggio anticipato sulla fauna emitterolo- gica di questa regione. Si annoverano come nuove le specie seguenti : Orthocephalus Doriae, Laurinia fugax, Amphibolus Kerima, Conosimus Violantis, Hysteropterum Doriae, Athysanus Laurae, A. dubius, e la varietà punica del Calocoris sermaculatus, le quali tutte, ad eccezione dell’ Amphibolus, non presentano difte- renze spiccate dai loro congeneri europei. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 44] Apparterrebbe alla fauna africana il Lygaeus concinnus Dallas, che, fatta astrazione dalle spine dei femori, può scambiarsi col L. militaris, F. Le seguenti specie furono già colte in Algeria: Phyllomorpha laciniata, Vill. var. algirica, Guér. Plociomerus calcaratus, Puton. Lethaeus Lethierryi, Put. Notochilus marginicollis, Luc. Phytocoris Salsolae, Put. Orthops conspurcatus, Reut. Systellonotus albofasciatus, Luc. Oncocephalus Putoni, Reut. Corisa vermiculata, Put. Thamnotettix alboguttata, Leth. La Carpocoris maculicollis, Dall. fu già trovata in Arabia e nell’ India; la Chroantha ornatula, H. S. in Egitto e in Sicilia; d'Egitto sono anche il Reduvius tabidus e il R. pallipes, Klg.; di Grecia il Phytocoris punctum, Reut., Holotrichius obtusangulus, Stal e la Cicadetta annulata, Brull. Le specie nuove, le dubbiose e meno facili a determinarsi furono da me comunicate ai chiarissimi Sigg. Prof. O. M. Reuter di Helsingfors, Dottor A. Puton di Remiremont, e L. Lethierry di Lille, ai quali io rendo pubblica testimonianza di gratitudine; ma più singolarmente io la debbo esternare al Marchese Gia- como Doria per aver Egli confidato nelle mie deboli forze onde concorressi alla pubblicazione delle sue preziose raccolte. Genova, Luglio 1884. > Co DD OMIT 442 P. M. FERRARI INDICE SISTEMATICO DEI RINCOTI TUNISINI HEMIPTHRA. Pentatomida. . Odontotarsus caudatus, Kt. . Psacasta Cerinthe, F. conspersa, Kee. . Eurygaster hottentota, F. : > maroccana, £. . Odontoscelis dorsalis, F’. . Trigonosoma falcatum, Cyril. » > . Ancyrosoma albolineatum, 7. . Graphosoma semipunctatum, 7. » lineatum, L. . Cydnus nigrita, 7. . Macroseytus brunneus, F. . Geotomus punctulatus, Costa. . Brachypelta aterrima, Frst. . Sehirus morio, L. dubius, Scop. > 18. Crocistethus Waltlii, Fed. 19 20.. 21 22 23 24. 25. 26. 27 28 29 30 Sl. . Sciocoris maculatus, Fed. sulcatus, Pied. . Eusarcoris inconspicuus, H. S. > . Peribalus vernalis, var. distine- tus, Feb. . Carpocoris nigricornis, F. lunula, £. maculicollis, Dall. Verbasci, De G. . Chroantha ornatula, H. S. . Brachynema cinctum, F. . Nezara viridula, L. . Strachia picta, H. S. decorata, H. S. » > » » aeruginosum, Cyril. Coreida. . Phyllomorpha laciniata, Vzil., var. algirica, Guér. . Centrocarenus spiniger, F. . Enoplops bos, Dohrn. . Pseudophlaeus Waltlii, H. S. . Coreus hirticornis, F. . Verlusia sulcicornis, 7. . Prionotylus brevicornis, Muls, . Micrelytra fossularum, Ross. . Camptopus lateralis, Germ. . Stenocephalus agilis, Scop. . Therapha Hyosciami, L. . Corizus crassicornis, L. > hyalinus, F. tigrinus, Schell. » . Maccevethus errans, F. Di Lygaeida. Lygaeus equestris, L. militaris, PF. concinnus, Dall. punctatoguttatus, F. » > » . Lygaeosoma reticulatum, H. S. . Nysius Senecionis, Schill. . Henestaris laticeps, Curt. . Engistus boops, Duf. . Geocoris siculus, Fieb. > pallidipennis, Cost. > lineola, Amb. . Microplax interrupta, Fed. . Metopoplax ditomoides, Cost. . Oxycarenus Lavaterae, 7. > pallens, H. S. 97. 98. 99. FAUNA TUNISINA — RINCOTI . Plociomerus calearatus, Put. . Rhyparochromus praetextatus , H. S. . Rhyparochromus puncticollis, Luc. . Proderus suberythropus, Cost. . Lamprodema maurum, FP. . Plinthisus Putoni, Horvath. » longicollis, Fed. . Peritrechus geniculatus, Hahn. » gracilicornis, Put. . Pachymerus Rolandri, L. » saturnius, Loss. . Beosus luscus, £. . Dieuches armipes, F. . Neurocladus ater, Fied. . Emblethis Verbasci, 7. » arenarius, L. . Lethaeus Lethierryi, Put. . Notochilus contractus, H. S. > marginicollis, Lue. » longicollis, ted. . Pyrrhocoris apterus, L. » aegyptius, L. . Heterogaster Urticae, F. . Platyplax Salviae, Schill. Tingitida. . Piesma quadrata, F. » Atriplicis, Frey. » maculata, Lap. . Dictyonota Putonii, Stal, var. brevicornis. . Monanthia maculata, H. S. » Humuli, F. Capsida. Miridius 4-virgatus, Costa. . Lopus mat, Ross. . Phytocoris Salsolae, Put. » punctum, Reut. . Calocoris sexpunctatus, F°. et var. punica. Calocoris bipunctatus, 7. » Chenopodii, Fall. > instabilis, Fed. 100. Lygus pratensis, L. var. LOIS a2 conspurcatus, Reut. 102. Cyphodema instabile, Luc. 103. 104, 105. 106. 107. 108. 109. 110. olo 112. 113. 114. 115. 116. DIE Ulich IIS) 120. 121. 122. 123. 124. 125. 126. 127. 128. 129. 130. 131. 132. 133. 134. 135. 136. 137. 138. 139. 443 Camptobrochis punctulatus, Fall. Capsus punctum, Ramb. Orthocephalus brevis, Pz. > Doriae, Reut., n. sp. » minor, Cost. Laurinia (n. g.) fugax, Reut., n. Sp. Systellonotus albofasciatus, Lue. Dicyphus hyalinipennis, Kg. Orthotylus pusillus, Reut. » rubidus, Put., var. Moncreaffi, D. S. Orthotylus flavosparsus, Sahlb. Pastocoris Putoni, Reut. Macrotylus Paykullii, Fall. > nigricornis, ved. Psallus ancorifer, F%ed. Tragiscocoris Fieberi, Mey. Fieb. Plagiognathus onustus, Fed. Anthocorida. Anthocoris nemoralis, F. Lyctocoris campestris, F. Piezostethus afer, Reut., n. sp. > obliquus, Cost. Triphleps niger, Wolff. Cimicida. Cimex lectularius, L. Saldida. Salda lateralis, Fall. Leptopus echinops, L. Duf. Reduvida. Nabis sareptanus, Dohrn. > ferus, L. >» viridulus, Spzn. Prostemma guttula, F. Coranus aegyptius, F’. > subapterus, D. G. > niger, Ramb. Anphibolus Kerimii, Reut., n. sp. Harpactor erythropus, L. » maurus, F. Pirates hybridus, Scop. » strepitans, Ramb. 444 140. 141. 142. 145. 144, 145. 146. 147. 148. 149. 150. 151. 152. 153. 154. 155. 156. 157. 158. 159. 160. 161. 162. Holotrichius obtusangulus, Stal. Pasira dimidiata, Stal. Reduvius personatus, L. » tabidus, K/g. > pallipes, Kg. Sastrapada Baerensprungi, Stal. Oncocephalus pilicornis, H. S., notatus, Fed. Put. Oncocephalus squalidus, Ross. > Putoni, Reut. Cerascopus domesticus, Scop. Hydrometrida. Gerris thoracica, Schum. » gibbifera, Schum. Microvelia pygmaea, L. Duf. Velia major, Put. Naucorida. Naucoris maculatus, F’. Nepida. Nepa cinerea, L. Notonectida. Anisops producta, Feb. Notonecta glauca, L. Plea minutissima, F’. Corisida. Corisa atomaria, Illig. » hyeroglyphica, Duf. > vermiculata, Put. HOMOPTERA. Cicadida. Tettigia barbara, Stal. 163 164. 175. 176. 177. 178. SL 180. 181. 182. 183. 184. 185. 186. 137. 188. 189. 190. 191. P. M. FERRARI Cicadetta annulata, Brull. » cantans, F. E’ulgorida. . Conosimus Violantis, n. sp. . Hysteropterum bilobum, (ied. » Doriae, n. sp. » algiricum, Luc. . Almana hemiptera, Costa. . Dictyophara europaea, L. . Delphax striatella, Fall. » propinqua, Feb. . Tettigometra atra, Hagb. Cercopida. . Ptyelus lineatus, L. Membracida. Oxyrhachis Delalandei, Fazrm. Jassida. Megophthalmus scanicus, Fall. Agallia venosa, Fall. i Eupelix cuspidata, F. Acocephalus carinatus, Stal. Thamnotettix fenestrata, H. S. > alboguttata, Leth. » opaca, Kbm. » abalia, eb. Athysanus taeniaticeps, bm. > Laurae, n. sp. » dubius, n. sp. > plebejus, Zett.? Goniagnathus brevis, H. S. » guttulinervis, Kbm. Chlorita Solani, Kollar. Zygina parvula, Boh. FAUNA TUNISINA — RINCOTI — 445 HEMIPTERA HETEROPTERA. Pentatomida. 1. Odontotarsus caudatus Klug (Pachycoris), Symb. phys. V, tab. 43. fig. 6. — Herr. Schaeff., Wanz. Ins, fig. 378. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III. 96. 150. — Fieber (Odonto- tarsus); Die Europaischen Hemiptera 377. 2. — Garbiglietti, Catalogus Hemipt. Ital. in Bull. Soc. Ent. It. I, 1869, p. 44. — Gredler Rhynch. tirol. in Verh. k. k. zool. bot. Ges. Wien. 1870, pag. 107. 2. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sicil. (1870), sp. 3. -— Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr., Scutellerides (Odon- tarsus), pag. 481. — O. productus Spinola, Essai sur les Hémipt. 362. 3. Tre esemplari dell’Isola Galita (Crociera del Violante 1877) ed uno di Marsa (G. e L. Doria 16 Aprile 1882). Il Prof. A. Costa trovò questa specie nella regione nemorosa ed elevata dell’ Etna nel 1839; Ghiliani presso Catania nel 1842, Gené in Sardegna e ne diede gli esemplari allo Spinola che la pubblicò come specie nuova nell’ opera citata. Alcuni individui di Ghiliani esistono nella collezione del Museo Civico di Genova insieme ad altri colti parimente in Sardegna, nel Sarrabus, dall’ Ingegnere G. B. Traverso, Direttore delle Miniere di Monte Narba. Secondo il Fieber si trova in Dalmazia, Portogallo e Spagna. | 2, Psacasta Cerinthe Fabr. (Cimex), Entom. System. IV. 82. 9. — Syst. Rh. (Tetyra), 140. 56. — Fieb. E. H. 375. 1. — Puton, Synops. Hémipt. (1881), 12, 2. — Psacasta nigra Germ., t. C. p. 141. 6. — Herr. Schaeff., Wanz. Ins. V. 47. fig. 498. — Tetyra hispana Ramb., Faun. Andal. II. 99. 4. Un solo individuo dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria 1882). È specie propria dell’ Europa meridionale. Il D." Puton la cita di Corsica, rara. 446 P. M. FERRARI 3. Psacasta conspersa Kunze, in Germ. Zeit. f. Ent. I. 71. 4. — Fieb. E. H. 376. 3. — Puton, Synops. Hémipt. (1881) 12. 3. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. spec. 7. Due esemplari, uno delle vicinanze di Kairuan (A. Kerim) l’altro dei dintorni di Tunisi, Aprile 1882 (G. e L. Doria). Il Fieber (J. c.) afferma essere specie propria dell’ Europa me- ridionale; il Puton ne vide esemplari di Lione, di S. Raphael e di S. Germain. Non è annoverata da Stal negli Emitteri Afri- cani, nè figura nella Faunule de Biskra dei Signori Lethierry e Puton (Annal. de la Soc. entom. de France, 5.4 Serie, Vol. VI, 1876). Il Museo Civico di Genova ne possiede un esemplare di Spagna che io ebbi dal Signor E. Saunders. 4 Hurygaster hottentotta Fabr. (Cimex), Ent. Syst. IV. 87. 31. — Syst. Rh. (Tetyra), 136. 37. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III. 96. 151. — Fieb. (Eurygaster hottentotus) E. H. 369. 2. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. 63. 2. — Gredler, Rhynch. tirol. p. 106. 1. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. spec. 11. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust., in Ann. Mus. Civ. © Genova, Vol. VI. 1874, p. 119. — Puton, Synops. Hémipt. (1881) 14. 2. Un esemplare dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria) ed uno di Qammart raccolto dall’ Avv. P. F. Elena. È specie volgare nell’ Europa meridionale e media. Il Museo Civico ne possiede individui di Sicilia, Sardegna, Ca- labria, Spezia, Genova e suoi dintorni, Busalla, Stazzano. 5. Eurygaster maroccana Fabr. (Cimex), Ent. Syst. Suppl. 529. — Syst. Rh. (Tetyra) 135. 35. — Fieb. (Euryga- ster) E. H. 369. 1. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. spec. 13. — Puton, Synops. Hémipt. 14. 3. Un esemplare dei pressi di Tunisi (G. e L. Doria) ed un altro di Qammart, 6 Luglio 1882 (Elena). Specie rara, e solo propria delle regioni meridionali d’ Europa. Secondo Fieber fu trovata in Francia, Spagna e Portogallo. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 447 6. Odontoseelis dorsalis Fabr. (Tetyra), Syst. Rh. 139, 54. — Lucas, Expl. Scient. Alg. III. 101. 164, come va- rieta dell’ O. fuliginosa. — Fieb. E. H. 378. 1. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr., 24, 2 (Odonscelis). — Mina Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 24. — Gredler, Rhynch. tirol. pag. 108. 2. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 119. — Puton, Synops. Hémipt. 7. 2. — Leth. et Put. Faun. Hémipt. Biskra, pag. 15. — O. plagiata Germ. Zeit. f. Ent. I. 48. 2. Un esemplare dell’ Isola Galita (Crociera del Violante 1877) ed un altro di Qammart, 26 Giugno 1882 (Elena). Sonvi al Museo Civico individui di questa specie con disegno meno elegante, somiglianti alla fig. 407 di Herr. Schaeff. (Wanz. Ins.) trovati a Genova, Serravalle-Scrivia, Novi-Ligure (Ferrari) e Vercelli (Conte Carlo Mella). 7. Trigonosoma faleatum Cyrillo (Cimex), Entom. neapol. spec. 5, tab. VI, fig. 9. — Muls. et Rey (Trigonosoma) Hist. Nat. Punais. Fr., 77. 1. — Puton, Synops. Hémipt. 16. 1. — T. Desfontainii Fieb., E. H. 373. 2. — Lucas, Expl. Scient. Alg., 97. 153 — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic., sp. 9. Due esemplari raccolti da Abdul-Kerim nelle vicinanze di Kairuan. N Specie meridionale, ma non compresa da Stal negli Emitteri Africani. 8. Trigonosoma aeruginosum Cyrillo (Cimex), En- tom. neapol. p. 5 (sec. Muls.). — Glypheria aeruginosa Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr., 73. 1. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 120. — Puton (Trigonosoma), Synops. Hemipt. 16. 2. — Cimex Nigellae Fab., Ent. Syst. IV. 82. 8. — Syst. Rh. (Te- tyra), 140. 55. — Lucas, Expl. Scient. Alger. II. 97. 154. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 8. — Trigonosoma Gali Fieby E: H. 372.) 1. Cinque esemplari di Qammart (Elena, 17 Maggio 1882). Queste due specie di Scutelleridi trovansi nelle località meri- dionali d’ Europa; noterò tuttavia che nei dintorni di Genova 448 P. M. FERRARI finora non si è trovato il T. falcatum, mentre nel Museo Civico si hanno parecchi esemplari di 7. aeruginosum presi nella villa del Marchese G. Doria a Borzoli presso Sestri Ponente. 9, Ancyrosoma albolineatum Fabr. (Cimex), Spec. Ins. II. 342. 22. — Rossi, Faun. Etr. II. 229. 1295. — Herr. Schaeff., Wz. Ins. (Ventocoris), fig. 135. — Lucas, Expl. Scient. Alger., 98. 158. — Fieb. (Ancyrosoma), E. H., 373, 1. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr., 82. 1. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 10. — Puton, Synops. Hémipt., 18. 1. Un solo esemplare raccolto presso Tunisi (G. e L. Doria). Non è specie estremamente meridionale, poichè esiste nella collezione citata non solo della Calabria (A. Costa) e di Sar- degna (D." Gestro), ma la raccolsi io stesso copiosamente presso Alessandria (Piemonte). 10. Graphosoma semipunctatum Fabr. (Cimex), Ent. Syst. IV. 85. 23. — Syst. Rh. (Tetyra), 135. 33. — Cy- rillo, F. neapol. spec. I. 6. tab. VII. fig. 4. — A. Costa, Cim. cent. I, 65, 2 (Graphosoma). — Lucas, Expl. Scient. Alg. II, 98. 57. — Fieb., E. H., 371. 2. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 15. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 120. — Puton, Synops. Hémipt., 19, 1. Due esemplari: dintorni di Tunisi (G. L. Doria), Qammart (Elena). Nella collezione del Museo Civico ne esistono esemplari di Persia (Doria), Sardegna (Gestro e Traverso), Isola Serpentara (Violante), Genova e Riviere (Piccone, Gestro, Ferrari), Ce- nisio (Ghiliani). Si ritiene come specie piu meridionale della seguente. 11. Graphosoma lineatum Linn. (Cimex), F. Svec., 932. — Fieb. (Graphosoma), E. H., 371.3. — Gredler, Rhynch. tirol., pag. 107. 1. — Mina Palumbo, Cat. Emitt. Sic., sp. 14. — Ferrari, l. c. pag. 121. — Puton, Synops. Hémipt., 20. 2. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 449 — Muls. et Rey (Sewtellera), Hist. Nat. Punais. Fr., 97. 2. — Cimex nigrolineatus Fab. Spec. Ins. II. 341. 15. — Rossi, Faun. Etr. II, 226. 1288. — A. Costa (Graphosoma), Cim. regn. neap. cent. I, 65, 1. Tre esemplari dell’ Isola Galita (Violante, 1877) e due dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria, 1881). 12. Cydnus nigrita Fabr. (Cimex), Ent. Syst. IV. 123. 169, — Syst. Rh., 181. 1 (Cydnus). — Fieb., E. H., 364. 3. — Gredler, Rhynch, tirol., 105, 2. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Pun. Fr., 26. 4. — Puton, Synops. Hémipt., 27. 3. Otto esemplari dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria, Kerim). È specie non rara in Europa. 13. Macroseytus brunneus Fabr. (Cydnus), Syst. Rh. 185. 5. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III. 93. 144. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic., sp. 29. — Fieb. (Macroscytus), E. H., 362. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr., 32. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 122. — Puton, Synops. Hémipt., 28. Tunisi (G. e L. Doria); Megerda (Violante). Fu raccolto anche nell’ Isola Pantelleria (Violante), in Sardegna (Gestro), a Roma (Said), Diano Marina (Ferrari), Camporosso, presso Ventimiglia (Spagnolo). E specie piuttosto meridionale. 14. Geotomus punetulatus A. Costa (Cydnus), Cent. II, Dec. VI. 10 (1847), 30, 8 (188), tab. V, fig. 11. — Muls. et Rey (Geotomus), Hist. Nat. Punais. Fr., 35. 1. — Puton, Synops. Hémipt., 28. 1. — Cydnus Helferi Fieb., E. H., 364, 6. Trenta esemplari, Tunisi (G. e L. Doria, Kerim); Tozer e Tameghza (Kerim). Il nostro Museo Civico ha questa specie di molte località del litorale e delle isole d’ Italia, nonchè della Francia meridionale (Puton), di Persia (Doria) e qualche esemplare di Giava, raccolto a Buitenzorg dal Dottore Odoardo Beccari, che fu comunicato al chiarissimo Victor Signoret per averne più accertata deter- minazione. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.8, Vol. I. (3 Novembre 1884) 29 450 P. M. FERRARI 15. Brachypelta aterrima Forster (Cimex), Nov. spec. Ins. (1771), 71. 71. — Fieb. (Brachypelta), E. H., 362. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr., 421. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 122. — Gredler, Rhynch. tirol., pag. 105. 1. — Puton, Synops. Hémipt., 30. 1. — Cimex tristis Fabr., Cyrillo, 1. ¢. 1. 2, tab. 1, fig. 14. — Rossi, Faun. Etr. II. 237. 1315. — Costa, (Cydnus), Cim. regn. neap. cent. I. 62. 4. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III. 93. 143. Tunisi (G. e L. Doria, Kerim) 14 esemplari; Galita 3 (Vio- lante). In collezione esiste arrecato da varie località: da Sari, nel Mazanderam (Abdul-Kerim), da Santorino (Violante), dall’ Isola Linosa (Sommier), da Catania, dalla Calabria (A. Costa), da Napoli (Caneva), dalla Sardegna (Gestro), dall’ Isola de’ Topi (Violante), da Genova, Voltri, Diano (Ferrari), da Camporosso (Spagnolo), nonchè dall’ Alta Italia, Legnano (Mella), Torino (Ghiliani). 16. Sehirus morio Linn. (Cimex), F. Suec., 250. 932. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr., 48. 1. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. (Cydnus), sp. 32, e C. affinis, sp. 30. — Gre- dler, Rhynch. tirol., pag. 106. i. — Cydnus affinis Herr. Schaeff., Wa. Ins Tl tie. 237." ETeb (Selerus) hE, 2010602: — Puton, Synops. Hémipt., 31. 1. Un solo esemplare raccolto da Abdul Kerim presso Kairuan. Il chiarissimo Dottor Puton, al quale ho comunicato questo Cidnide, asserisce trovarsi in Ispagna; Francia e Germania. Se- condo Mulsant e Rey fu raccolto in Provenza nei luoghi sab- biosi presso al mare. Il Museo Civico ne possedeva un esemplare avuto dalla gen- tilezza del prefato Dottor Puton, e qualche altro di Liguria. 17. Sehirus dubius Scop. (Cimex), Ent. carn., 121. 355. — Herr. Schaeff., Wz. Ins. I. 191, fig. 98 (Cydnus). — Flor, Rhynch. Livl. I 160. 5. — Lucas, Expl. Scient. Alger. II. 93. 142. — Fieb. (Sehirus), E. H., 368, 5. — Muls. et Rey, FAUNA TUNISINA — RINCOTI 451 Hist. Nat. Punais. Fr., 63. 4 (Canthophorus). — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 123. — Cimex albomarginatus Schrk., Fall., Ramb. — C. albomarginellus Burm., Curt., Costa, Am. Serv. Tunisi, nove esemplari (G. e L. Doria). Comune in Europa. Esiste nella citata collezione raccolto presso Genova, Voltri, Stazzano, Esino, Gressoney. 18. Crocistethus Waltlii Fieb. (Cydnus), Beitr. zur Kenn. d. Seh. in Weitenw. Beitr. z. Nat. u. Heilk. I. 352. 34, tab. 2, fig. 30. — E. H., 365 (Crocistethus). — Muls. et Rey (Cantho- phorus), Hist. Nat. Punais. Fr., 61. 3. — Leth. et Put., Faun. Hem. Biskra, pag. 15. Raccolto abbondantemente nei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria); pochi esemplari di Tozer, di Tameghza, di Gafsa (Kerim). Fu trovato in Spagna (Fieb. Muls.). Il chiarissimo Puton (Synops. Pentatom. 1880, p. 30, nota) da come specie di Sicilia il Crocistethus basalis Fieb., specie affine ma distinta, che nel suo catalogo degli Emitteri, 1875, è indicata come sinonimo del C. Wall. 19. Sciocoris maculatus Fieb. Rhynchotograph. in Act. danesi GesadunWissy 18516214, — Bi Hi B6 0m Gredl., Rhynch. tirol., pag. 105, 4. — Puton, Synops. Hémipt. 42. 6. — S. auritus Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. 100, 4. Isola Galita 10 esemplari (Violante 1877). La maggior parte di questi individui presentano lungo lo scudo, o soltanto dalla metà in addietro, una elevatezza quasi careni- forme che non ne raggiunge l'estremità; l'angolo posteriore esterno del corio che è acuto, arriva molto più addietro del- l’apice dello scudo; questo è triangolare, assai largo alla base, ristretto dalla base fino a poco dopo la metà, quindi mediocre- mente fino all’ apice rotondata. Del resto ha i caratteri degli occhi, dei lati del pronoto e delle macchie della membrana come sono nella specie tipica. 452 P. M. FERRARI 90. Secioeoris suleatus Fieb., Rhynchotograph., |. c., 27. 24, — E. H., 360. 16. — Puton, Synops. Hémipt., 43. 7. — S. angustipennis Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr., 105. 5. Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria) 4 individui. Esistono nel Museo Civico di Genova esemplari di Sardegna (Ghiliani), Roma (Doria), Ungheria (Karl Saiò) alquanto meno colorati di questi, che hanno ben marcate le linee bruno-nere laterali dello scudo ed estese dalla base oltre la meta; i corii sono lunghi all’ angolo esterno come lo scudo (in un esemplare un corio è più breve, l’altro più lungo dello scudo!), i nervi della membrana molto oscuri; e siccome in questa specie i corii sono brevi, attenuati posteriormente e la membrana angusta quantunque lunga come il dorso, rimane scoperta oltre il con- nessivo una porzione laterale degli ultimi tre segmenti dorsali. 21. Rysarcoris inconspicuus Herr. Schaeff., Wz. Ins. VII. 93 (Pentatoma). — Puton, Synops. Hémipt., p. 55. 2 (4y- sarcoris). Bear Helferi Fieb., E. H., 332. 3. — 4. misellus Stal, Put. Catal. Hem. 1869. — J. epistomalis Muls. et Rey, Rs NOTI bye iene Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). Specie molto estesa e pin comune delle affini. La collezione del Museo Civico di Genova ne contiene esemplari di Sardegna (Ghiliani), Isola Pantelleria (Violante), Spezia, Borzoli (Doria), Voltri, Alessandria, Piemonte (Ferrari), Vercelli, Legnano (Mella), Piemonte (Garbiglietti). 22. Peribalus vernalis var. distinctus Wolff, Abbild. d. Wz., 140, fig. 135 (Cimex). — P. distinctus Fieb., E. H., 339, 2. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. (Peribalus di- stinctus), 265. — Puton, Synops. Hémipt., 57. 2. Gebel Resas (G. e L. Doria) un esemplare. Ritengo come una varietà del P. vernalis questo insetto, perchè non presenterebbe veri caratteri anatomici diagnostici; e tutta la differenza consisterebbe nella statura un po’ minore, nella FAUNA TUNISINA — RINCOTI 453 punteggiatura e colorazione dell’estremita dello scudo, delle zampe e delle antenne. 23. Carpocoris nigricornis Fabr. (Cimex), Ent. Syst. IV. 94. 53. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III. 89. 129 (Mor- midea). — Fieb., E. H., 335. 3. — Muls. et Rey (Carpocoris) , Hist. Nat. Punais. Fr., 242. — Puton, Synops. Hémipt., 60. 2. — Pentatoma Eryngii Germ., Hhn. Wz. Ins., fig. 148. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic., sp. 45. Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria, Kerim) 17 esemplari; Ham- mam-el-Lif, Qammart (Elena); Cartagine (Antinori); Kairuan (Kerim). | Abbondante in Europa. Qualche esemplare oftre la stria nera estesa dall’ angolo la- terale al posteriore del pronoto e le quattro macchie alla base dello scudo: l’angolo laterale del pronoto ora abbastanza acu- minato e rialzato, largo poco più di metà della base del corio, ora smussato, quasi piano e allora circa metà della base del corio: la punta dell’ angolo laterale può essere rivolta lateral- mente o un po in addietro. Questa variabilità di un solo carattere (poco calcolando quello della colorazione che in questa specie è mutabilissimo) conferma l'opinione già emessa da parecchi autori che la C. baccarwm L. e C. nigricornis F. non sieno specie differenti, e lo prova anche il fatto, che non si riesce a distinguerle allorchè se ne hanno dinanzi molti esemplari nei quali la larghezza umerale vada cre- scendo o decrescendo. Inclinerei anche a credere che la varietà ad angoli laterali del pronoto più sviluppati abiti piuttosto le regioni meno meridio- nali: non ne ho mai veduto esemplare colto in Liguria, e la collezione del Museo Civico ne possiede un solo (9) preso da Ghiliani sulle colline Piemontesi. 24 Carpocoris lunula Fabr. (Cimex), Ent. Syst. IV. 96. 64. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III. 89. 130 (Pentatoma). — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr., 250 (Carpocoris). — 454 P. M. FERRARI Puton, Synops. Hémipt., 61. 5. — Carpocoris bilunulata Kolen., Melet. ent., 176, tav. XVI, fig. 35. — Mormidea varia Fieb., EHE Sie. Tredici esemplari. Tunisi (G. e L. Doria), Kairuan, Tameghza (Abdul-Kerim), Qammart (Elena). Specie non rara in Liguria e Piemonte, anche di località ele- vata come il Moncenisio (Ghiliani). 25. Carpocoris (Codophila) maculicollis Dallas (Pentatoma) List. of the spec. etc. I. pag. 234. 5 (1861). — Stal, Ofv. V. A. F. (1862) pag. 233. 1. — Pentatoma arabica Stal, Ofv. V. A. F. (1854) pag. 233. 1. Otto esemplari raccolti presso Tameghza e Tozer da Abdul- Kerim. Debbo alla cortesia del D." Puton la determinazione di questa specie, cui lo Stal assegna per patria l'Arabia petrea (Mus. Holm.) e l’ India orientale, regione boreale. L'appellazione di Carpocoris arabica Stal sarebbe più giusta, stante |’ anteriorità, quantunque lo Stal nell’ enumerazione ri- tenga quella datale posteriormente da Dallas. 26. Carpocoris Verbasci De Geer (Cimex) Mem. III. 257. tav. 14, fig. 5. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. (Dolycoris) 258. 6 e 259. — Puton, Synops. Hémipt. 62. 6. — Cimex, Pentatoma, Mormidea baccarum auct. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III 88. 127. Tunisi 9 esemplari (G. e L. Doria). Kairuan, Tameghza e Tozer (Kerim). E specie comunissima in Europa. 27. Chroantha ornatula Herr. Schaeff., Wanz. Ins. (Cimex) IV. 93. fig. 664. — Stàl, Hem. Afr. I. 158. 33 (Pen- tatoma). — Cimex notatus Klug , Symb. Phys. tav. XLIV. fig. 9. — P. humerosa Dall. List. H. 240. 18. Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria) 18 esemplari. Lo Schaeffer e Stàl danno questa specie come propria del- FAUNA TUNISINA — RINCOTI 455 l’ Egitto. Puton (Notes de geogr. entomol. 3.° part. 1876, Ann. de la Soc. ent. de Fr. p. 289) asserisce che fu raccolta a Pa- lermo. 28. Brachynema cinetum Fabr. (Cimex) Ent. Syst. IV. 113. 130. — Fieb. E. H. 340. 1. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. 282. 1. — Puton, Synops. Hémipt. 64. 1. — Leth. et Put. Hém. de Biskra, pag. 15. — Cimex purpureo marginatus Ramb., Faun. Andal. II. 121. 6. La specie tipica marginata di rosso fu trovata presso Kairuan (1 esemplare, Kerim) e la varieta marginata di giallo chiaro presso Tunisi (G. e L. Doria e Violante, 10 esemplari); Isolotto di Scikli nel lago di Tunisi (Violante, 1); Kairuan (Kerim, 1). Dalle citazioni addotte é indicata di Spagna e Francia meri- dionale e non è compresa negli Emitteri Africani di Stal. Il D.r Puton la colse a Biskra sulle Salsolacee, e nell’ Aprile del 1883 ne ebbi due individui dal Signor Agostino Dodero raccolti presso Cagliari. 29. Nezara viridula Linn. (Cimex) Syst. Nat. Ed. X. Vol. I. pag. 444. 28 (Secondo la citazione di Stal). — Stal (Nezara) Hem. Afr. I. 194. var. C. — Puton, Synops. Hémipt. 66. 2. — Leth. et Put. Hémipt. de Biskra, pag. 15. — Nezara prasina e smaragdula; auct. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III. 87. 125 (Pentatoma smaragdula). Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria e Violante, 8 esemplari). Var. torquata Fabr. Tunisi, 6 esemplari (G. e L. Doria): cao 1 (Kerim). Specie assai comune in Europa. 30. Strachia picta Herr. Schaeff. (Pentatoma) Faun. Ins. Germ. fasc. 116. 12-13. — Hahn, Wz. Ins. fig. 240 (Strachia). — Fieb. E. H. 343. 5. — Mina Palumbo, Cat. Emitt. Sic. spec. 39. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. 210. 2. — Puton, Synops. Hémipt. 70. 2. La specie tipica fu trovata presso Tunisi in 3 esemplari 456 P. M. FERRARI (Violante e Miceli) e tre furono rinvenuti a Bizerta (Antinori), a Qammart e ad Hammam-el-Lif (Elena, 1882). Della varietà col mesocorio giallo pallido (che è la più fre- quente in Liguria) ne furono presi 2 esemplari a Kairuan (A. Kerim). 31. Strachia decorata Herr. Schaeff. (Pentatoma) Faun. Insect. Germ. fasce. 116. 14. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. 214 (Strachia). — Ferrari, Hem. Agri Lig. p. 128. — Puton, Synops. Hémipt. 70. 3. — S. pustulata Fieb. E. H. 343. 4. Nove esemplari dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria e Ke- rim); Kairuan, 3 esemplari (Kerim). Assai comune in Italia; nella collezione del Museo Civico di Genova esiste di parecchie località. Coreida. 32. Phyllomorpha laciniata Vill. var. a/girica Guerin, Rev. Zool. 1850. 232. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III. 61. 50. t. Il, fig. 5. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. Coreides pag. 13. — Puton, Synops. Hémipt. II (1881) pag. 87 observ. Un solo esemplare colto da Abdul Kerim presso Kairuan. 33. Centrocarenus spiniger Fabr. (Coreus) Spec. Ins. II. 360. 71. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III 63. 54 (Sy- romastes). — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. 32. 1 (Coreus). — Fieb. (Centrocarenus) E. H. 231. 1. — Puton, Synops. Hé- mipt. 88. 1. — Ferrari, Hem. Agri Lig. p. 134. Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria, 3 esemplari, 1881); 2, Monte Zaghuan, 3 Luglio 1882 (Miceli). Esiste in collezione proveniente da Catania, avuto da V. Ghi- liani, raccolto da A. Costa; di Sardegna (Gestro, Dodero); di Corsica, collezione Puton, di Liguria, Monferrato, Piemonte. 34. Enoplops bos Dohrn, Stett. Ent. Zeit. (1860) 106. — Fieb. E. H. 231. 3. — Puton, Synops Hémipt. pag. 90 osserv. — £. cornutus Muls. et Rey, secondo Put. l. c. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 457 Dintorni di Tunisi, 1 esemplare (G. e L. Doria); Bizerta, 1; Sidi Bu Vahed, 1 (Abdul Kerim). E proprio di parecchie località meridionali: Spagna, Porto- gallo, Sicilia ed Africa. Fu confrontato con un esemplare di Algeria avuto dal chia- rissimo Puton, e bene si addatta ai caratteri dati dal medesimo nella nota della testé citata Synopsis: tuttavia non trovo che i tubercoli antenniferi quantunque prolungati e curvi verso |’ e- sterno, sieno lunghi colla spina quasi quanto il capo « in spinam capitis fere longitudinem adequantem », come scrisse il Dohrn. I medesimi esemplari tunisini si attagliano pure alla descri- zione del Fieber, fuorchè hanno il terzo articolo delle antenne bensi am Endrittel rostgelb ma non glatt, e i gra- nuli si fanno un poco più piccoli verso |’ estremità, ma esistono manifestamente. 35. Pseudophlaeus Waltlii Herr. Schaeff. (Coreus) Faun. Ins. Germ. fasc. 127. 7. tab. 182. fig. D. — Wanz. Ins. VI. 4. (Pseudophiaeus). — Fieb. E. H. 218. 3. e P. auriculatus 217. 2. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. 86. 1. — Puton, Synops. Hémipt. 95. 2. — Coreus hispanus Ramb. Faun. Andal. II. 134. 4. Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria, 2 esemplari); Tameghza CA SdRerim: Vo): È specie poco comune. Un esemplare di Grecia (collezione E. Saunders) trovasi nel Civico Museo di Genova. La varietà auriculatus fu trovata in Sicilia dal D." Helfer, se- condo il Fieber. 36. Coreus hirticornis Fabr. Ent. Syst. IV. 131. 17. — Lucas, Expl. Scient, Alger. III. 60. 48. — Fieb. E. H. 221. 4. — Gredler, Rhynch. tirol. p. 88. 1. — Puton, Synops. Hé- mipt. 101. 2. — Cimex denticulatus Scop. Ent. Carn. 125. 365. — Merocoris denticulatus Costa, Cim. regn. neap. cent. 1. 32. I. tab. VII. fig. 68. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 80. — Muls. et Rey (Dasycoris) Hist. Nat. Punais. Fr. 48. 1. 458 P. M. FERRARI Tameghza (Abdul Kerim), un solo esemplare. Trovasi comunemente nell’ Europa media e meridionale. 87. Verlusia suleicornis Fabr. (Coreus) Ent. Syst. IV. 132. 18. — A. Costa, Uim. regn. neap. cent. I. 32. 5. fig. 6. — Lucas, Expl]. Scient. Alger. III. 62. 32. — Fieb. E. H. 228. 1. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. 19. 2. Venti esemplari. Dintorni di Tunisi (G.e L. Doria); Kairuan, Tameghza (Kerim); Gebel Resas (Antinori). E specie meridionale; in collezione ve n’ ha di Sicilia presa ad Acireale (Ardissone) e di Sardegna (Gestro, Traverso). 38. Prionotylus brevicornis Muls. et Rey (Choro- soma) Ann. Soc. Linn. Lyon (185-52) 92. — Muls. Opuse. Entom. I. 111. — Muls. et Rey (Sudalus) Hist. Nat. Punais. Fr. Alydides, 176. 1. — Prionotylus Helferî Fieb. E. H. 215. — Prionotylus brevicornis Puton, Synops. Hemipt. 84. 1. Nei pressi di Tunisi, 6 esemplari (G. e L. Doria). E specie assai rara e meridionale, scoperta prima in Francia, poscia in Sicilia (Helfer), Spagna (Meyer Dir) e nell’agro na- poletano (Costa), Cagliari (Dodero, 1884). 39. Micrelytra fossularum Rossi (Cimex) Faun. Etr. II. 223. 1354. — Herr. Schaeff. Wanz. Ins. VI. 101. fig. 672 (Actorus). — Lucas, Expl. Scient. Alger. (Micrelytra) Il. 64. 57. — Fieb. E. H. 224. — Gredler, Rhynch. tirol. 88. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. 170. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 71. — Ferrari, Hem. Agri Lig. p. 137. — Puton, Synops. Hémipt. 104. 1. Agro Tunisino, un solo esemplare (G. e L. Doria). È specie assai sparsa, e si trova in piccolo numero d’ individui in primavera. Esiste in collezione, recata di Sardegna dal Prof. Gestro, di Roma, Spezia, Monferrato (Doria), di Nervi e pressi di Genova (Ferrari, A. Dodero), di Camporosso (G. B. Spagnolo). FAUNA TUNISINA — RINCOTI 459 40. Camptopus lateralis Germ. (Coreus) Faun. Europ. 8. 21. — Herr. Schaeff. Wz. Ins. (A/ydus) fig. 549. 550. — Fieb. (Camptopus) E. H. 225. 1. — Gredler, Rhynch. tirol. p. 88. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. 162. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 68. — Ferrari, Hem. Agri Lig. p. 138. — Puton, Synops. Hémipt. 105. 1. Località citata (G. e L. Doria e Kerim), 8 esemplari. È specie comunissima nel Sud d’ Europa in autunno. Sonvene in collezione individui di Catania (Violante), Sardegna (Gestro), oltre ai molti di varii luoghi di Liguria. 41, Stenocephalus agilis Scopoli (Cimex) Ent. Carn. 126. 366. — Fieb. (Stenocephalus) E. H. 223. 1. — Gredler, Rhynch. tirol. 88. — Minà Palumbo, Emitt. Sic. sp. 70. — Ferrari, Hem. Agri Lig. p. 139. — Puton, Synops. Hémipt. 107. 1. — Leth. et Put. Hem. de Biskra, pag. 15. — Cimex nugax Fabr., Spec. Ins. II. 366. 171. — Hahn, Wz. Ins. (Dicranomerus) fig. 13. — Lucas, Expl. Scient. Alg. III. 65. 59 (Stenocephalus). Dintorni di Tunisi, 6 esemplari; Qammart, 1 (G. e L. Doria); Capo Bon, 1; Hammam-el-Lif, 1 (Antinori). Si ha pure di Sardegna, dintorni di Genova, Diano Marina, Camporosso , Busalla, Torino e Val Formazza. 42, Therapha Hyosciami Linn. (Cimex) Faun. Suec. 945. — Hahn, Wanz. Ins. (Cerizus) fig. 10. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. 145. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III. 59. 46. — Fieb. (Therapha) E. H. 232. — Gredler, Rhynch. tirol. p. 89. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 82. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 141. — Puton, Synops. Hémipt. 110. 1. Tunisi, 1 esemplare (G. e L. Doria). Specie abbastanza comune in tutta Europa. 43. Corizus crassicornis Linn. (Cimer) Faun. Suec. 254. 952. — Fieb. (Rhopalus) E. H. 234. 3. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. 120. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 85. — Puton, Synops. Hémipt. (Corizus) 111. 1. 460 P. M. FERRARI Dintorni di Tunisi, 1 esemplare (G. e L. Doria). Specie anche più ovvia che la precedente. 44, Corizus hyalinus Fabr. (Lygaeus) Ent. Syst. IV, 168. 115. — Puton, Synops. Hémipt. (Corizus) 106. 8. — Leth. et Put. Hémipt. de Biskra, l. c. p. 15. — Corizus gracilis Herr. Schaeff. Faun. Ins. Germ. fasc. 127. 2. — Ejusd. Wanz. Ins. VI. I. tab. CLXXXI. fig. C. — Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. (Colobatus) 138. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 141. — AQlopalus truncatus Ramb. Faun. Andalusiae pag. 144. 4. — Fieb. E. H. 234. 4. Coi precedenti, un solo individuo (G. e L. Doria). Specie non infrequente nella maggior parte d’ Europa meri- dionale. 45. Corizus tigrinus Schill. (Rhopalus) Beitr. z. Entom. 50. — Hahn, Wanz. Ins. (Corizus) Ill. 5. fig. 230. — Signoret, Monogr. d. g. Coriz. 82. 12. — Fieb. (Brachycarenus) E. H. 237. — Leth. et Puton, Hémipt. de Biskra, l. c. pag. 15. — Puton, Synops. Hémipt. (Corizus) 117. 9. — Corizus laticeps Bohem. in Vetensk. Akad. Handl. 1849, apud Baerenspr. Berl. ent. Zeit- schr. 79. — C. gemmatus Costa, Cim. regn. neap. cent. III. et IV. (1852) 13. 17, tab. 6, fig. 7. | Otto esemplari di Tunisi (G. e L. Doria). Nella collezione del Museo Civice@ di Genova sono scarsi gli esem- plari di questa specie, limitandosi ad uno che io stesso raccolsi a Serravalle Scrivia e ad un altro ricevuto dal Signor E. Saunders proveniente dalla Svizzera; ma essa é citata come assai diffusa « Durch Europa verbreitet Fieber, l. c. ». — L'ho ri- cevuta dal Signor A. Dodero che la raccolse presso Cagliari nel Febbraio del 1883. 46. Maccevethus errans Fabr. (Coreus) Syst. Rh. 200. 43. — Hahn, Wanz. Ins. (Myrmus) II. 1, fig. 226. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III. 58. 43 (Rhopalus). — Fieb. E. H. 233. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 87. — Muls. et Rey, FAUNA TUNISINA — RINCOTI 461 Hist. Nat. Punais. Fr. (Maccevethus) 106. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 140.— A. Costa, Cim. regn. neap. cent. I. 29 (Corizus). — Puton, Synops. Hémipt. 117. 1. Un esemplare di Tunisi in cattivo stato (Kerim), ed un altro di uguale località, Bab-el-Leua, 19 Luglio 1882 (Miceli). Esiste nella citata collezione, di Sardegna (Ghiliani, Gestro); Spezia (Doria); Serravalle Scrivia, Alessandria (Ferrari); Torino, Moncenisio (Ghiliani). Lygaeida. 47, Lygaeus equestris Linn. (Cimex) Fauna Suec. 946 (1761). — Panz. F. I. G. (Lygaeus) 79. 19. — Hahn, Wanz. Ins. I. 21, fig. 12. — Lucas, Expl. Scient. Alger. II 66. 63. — Fieb. E. H. 166. 5. — A. Costa, Cim. regn. neap. cent. I. 41. 2. — Flor, Rhynch. Livl. I. 222. 2. — Minà Pa- lumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 90. — Horvath, Monogr. Lyg. Hung. 18. 2. — Gredler, Rhynch. tirol. 81. 4. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. pag. 151. — Puton, Synops. Hémipt. 9. 2. Due esemplari di Tunisi, due di Kairuan e uno di Tameghza (Abdul Kerim). Come emerge dalle citazioni, è specie largamente sparsa. Il Museo Civico di Genova la possiede di Persia (Doria); Sardegna (Gestro, Dodero); Toscana (Piccioli, Gestro, Kerim); Stazzano (Ferrari); Alpi marittime e Piemonte (Ghiliani, Gar- biglietti). 48. Lygaeus militaris Fabr. (Cimer) Mantissa insect. II. 297. — Rossi, Faun. Etr. IL 381. 1320. — Lucas, Expl. Scient. Alg. IIL 66. 61 (Lygaeus). — Costa, Ann. Acc. Asp. Nat. 1839. p. 144. — Fieb. E. H. 166. 5. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. pag. 152. — Gredler, Rhynch. tirol. pag. 82. 5. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 89. — Leth. et Put. Hém. de Biskra, pag. 16. — Puton, Synops. Hémipt. 10. 3. Undici esemplari. Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria), Metonia 462 P. M. FERRARI (Antinori), Kairuan, Tozer, Gafsa (Kerim), fra Susa e Bir-el- Buita (Violante). Abbastanza volgare come la specie precedente e forse più nel- l Italia media e meridionale. 49, Lygaeus (Haemobaphus) concinnus Dall. List. II. 542. 30 (1852). — Stal, Hem. afr. II. 137. 18. — Enum. Hemipt. 4. 106. 14. Due maschi e cinque femmine, Tameghza (Kerim); Qammart e Hammam-el-Lif, due esemplari (Elena). Uno dei maschi di Tameghza ha il femore posteriore sinistro grosso quasi il doppio del destro con una serie di sette denti mediocri equidistanti che gradatamente decrescono in grossezza dalla base all’ apice per tutta la lunghezza del lato posteriore, ben visibili da sopra. Il femore posteriore destro è atrofizzato, più corto ed ha soltanto due piccoli denti come si vedono nei femori anteriori e medii; nell’ altro maschio (mutilato) l’ unico femore destro posteriore ha la stessa armatura del precedente. Le femmine hanno uno o due piccoli denti più o meno svilup- pati all’ apice di tutti i femori. Secondo lo Stal (1. c.) la patria di questa specie sarebbe |’ A- frica meridionale e occidentale presso il fiume Svakop. A primo aspetto si scambia questo ligeide col L. militaris, ma il colore sbiadito che circonda la macchia del pronoto, i femori più o meno armati di denti, il colore bianchiccio delle buccole, degli acetaboli, del margine posteriore dei segmenti sternali e la membrana più chiara lo fanno distinguere agevolmente. 50. Lygaeus punctatoguttatus Fabr. (Cimex) Spec. Insect. 365. 161. — Rossi, Faun. Etr. spec. 1324. — Panz. F. I. G. (Lygaeus) 118. 8. — Puton, Synops. Hémipt. 11. 6. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III. 68. 66. — Fieb. (Lygaeosoma) E. H. 167. 1. — Gredler, Rhynch. tirol. pag. 82. — Costa, Cim. regn. neap. cent. I. 42. 5. — Mina Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 93. — Leth. et Put. Hém. de Biskra, l. c. pag. 16. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. pag. 152. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 463 Sei esemplari dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria); uno dell’ Isola Galita (Violante); quattro di Kairuan (A. Kerim). 51. Lygaeosoma reticulatum Herr. Schaeff. (Helero- gaster) Wanz. Ins. IV. 77, fig. 405. — Fieb. (Lygaeosoma) E. H. 168. 2. — Horvath, Monogr. Lyg. Hung. 20. 1. — Puton, Synops. Hémipt. 11. 1. — ZL. sardoa Spinola, Essai s. 1. Hém. 256. — Lygaeus sardous Luc. Exp]. Scient. Alger. III. 68. 67, pico. I Marchesi G. e L. Doria raccolsero nella località citata quattro esemplari, i quali differiscono leggermente da quelli che più comunemente trovansi presso di noi per avere una tinta rosso testacea invece di giallo pallido nelle parti chiare. Nella collezione del Museo Civico di Genova esiste di Persia, Spezia, dintorni di Genova, Riviera di ponente, dell’Apennino e dell'Agro Torinese. Il Signor A. Dodero lo raccolse in Sar- . degna presso Cagliari nella primavera del 1884. 52. Nysius Senecionis Schill. (Helerogaster) Beitr. 2. Entom. 87. 5. — Fieb. (Vysius) E. H. 169. 6. — Gredler, Rhynch. tirol. 82. — Horvath, Monogr. Lyg. Hung. 23. 3. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. pag. 152. — Puton, Synops. Hémipt. 16. 4. — Artheneis cymotdes Spin. Ess. s. 1. Hem. 252. Dintorni di Tunisi, 36 esemplari (G. e L. Doria, Violante); Isola Galita, 2 esemplari (Violante). 53. Henestaris laticeps Curtis (Heterogaster) Brit. Entom. tav. 547. — Puton, Synops. Hémipt. 22. 1 (Henestaris). — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. pag. 153. — 4. Genei Spin. Essai s. 1 Hem. 230. — H. Spinolae Costa, Ann. Soc. Ent. Fr. Ser. I. X. 1841. 305. — Fieb. E. H. 174. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 98. — H. halophilus Burm. Horvath, Monogr. Eye Hung. joe. 1. Due esemplari. Metonia (Antinori), Galita (Violante). Questa specie che fu raccolta in Inghilterra, nel Napoletano, in Sicilia, Spagna e Ungheria, è piuttosto rara presso di noi: 464 P. M. FERRARI nella collezione del Museo Civico di Genova non esisteva che un solo esemplare trovato alla Spezia (Doria); uno di Cagliari (Do- dero 1884) e tre dell’ Isola Pantelleria (Violante). 54. Engistus boops L. Duf. (Ophthalmicus) Ann. Soc. ent. Fr. 1857. 69. — Puton (Hngistus) Synops. Hémipt. 22. 1. — Engistus Brukî Fieb. Wien. Ent. Monatschr. VIII, p. 68, tab. 1, fig. II. — £. exanguis Stal, Gen. Lygaeid. p. 45. — Ophthal- micus Genei Costa, Annuario Mus. Zool. Napol. 1864. pag. 107. Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria 1881, due esemplari). Questa specie fu trovata in Francia e in Algeria, e il Signor A. Dodero ne raccolse alcuni esemplari a Cagliari nel 1884. In Spagna, presso Madrid, s' incontra anche una specie affine (C. commendatorius, Perez), di cui un individuo offertomi dal chia- rissimo D.? Puton, conservasi nel Museo Civico di Genova. 55. Geocoris siculus Fieb. (Ophthalmicus) Entom. Mo- nogr. 117. 7. t. 9, fig. 27. — E. H. 176. 8. — Gredler, Nach. z Wanz. tirols. l. c. 554. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. pag. 155. — Horvath (Geocoris) Monogr. Lyg. Hung. 36. 3. — Puton, Synops. Hémipt. 24. 3. Dintorni di Tunisi, 3 esemplari e una larva (G. e L. Doria); Galita, 1 (Violante). E specie molto comune in Italia: nella citata collezione son- vene individui di Persia, Roma, Spezia (Doria); Genova, Sezzé, Alessandria (Ferrari); Torino (Ghiliani, Fea); Alpi Pennine (Gnecco). 56. Geocoris pallidipennis A. Costa (Ophthalmicus) Cent. II. 1847, pag. 29. — Puton (Geocoris) Synops. Hémipt. 20. 4. Un esemplare dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). Il chiarissimo D." Puton nell’ eccellente libro sopra citato di- stingue il G. pallidipennis dal precedente G. siculus 1.° per la punteggiatura più minuta ed appressata; 2.° per la minor mole del corpo; 3.° per una macchia mediana al margine posteriore d FAUNA TUNISINA — RINCOTI 465 del pronoto e gli omeri chiari. — Pare che sia specie piuttosto meridionale. 57. Geocoris lineola Ramb. (Ophthalmicus) Faun. Andal. 146. — Fieb. E. H. 177. 13. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 118. — Puton, Synops. Hémipt. (Geocoris) 26. 7. Coi precedenti, 3 esemplari (G. e L. Doria); Galita, 1 (Violante). Esiste anche in Liguria. 58. Microplax interrupta Fieb. (Oxycarenus) Weit. Beitr. I. 345, t. II, fig. 19. — E. H. (Microplax) 208. 2. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. pag. 168. — Horvath, Monogr. Lyg. Hung. 41. 1. — Puton, Synops. Hémipt. 33. 1. — Leth. et Put. Hém. de Biskra, pag. 17. Due esemplari di Tunisi (G. e L. Doria). Presentano uno sviluppo ‘alquanto maggiore del corpo, per cui sembrano più grandi degli individui che trovansi sparsamente in Liguria, Toscana, Sardegna e Ungheria; fui però assicurato dal D. Puton al quale li ho comunicati, che non differiscono dalla specie tipica. 59. Metopoplax ditomoides Costa (Pachymerus) Cim. regn. neap. cent. II, tab. 3, fig. 8. — Herr. Schaeff. Wanz. Ins. (Stenogaster) fig. 964. — Fieb. (Metopoplax) E. H. 207. — Horv. Monogr. Lyg. Hung. 42. 1. Un solo esemplare di Qammart, 23 Giugno 1882 (Elena). Specie dell’ Europa meridionale trovata da A. Costa; vive anche in Ungheria come si rileva dal lavoro del chiarissimo D." Horvath, e furono di uguale regione i due individui di cui parla H. Schaeffer nel Vol. IX. Wz. Ins. pag. 216. Nella collezione del Museo Civico di Genova sonvi esemplari avuti da Ghiliani che li raccolse in Sicilia; ne ebbi anche dal Signor Dodero trovati presso Cagliari nella primavera del 1884. Nella Synopsis del D." Puton sono dati i caratteri del genere (1878) a pag. 31, e poi quelli della specie nell’Addenda (1880) pag. 240. 1. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (4 Novembre 1884) 30 466 P. M. FERRARI 60. Oxyearenus Lavaterae Fabr. (Lygaeus) Syst. Rh. 240. 186. — Lucas (Stenogaster) Expl. Scient. Alger. III. 79. 101. — Fieb. (Oxycarenus) E. H. 205. — Gredler, Rhynch. tirol. pag. 87. — Puton, Synops. Hémipt. 35. 1. — Ferrari, Hem. Agri Lig. p. 167. — Stenogaster tardus Hahn, Wz. Ins. fig. 241. — Mina Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 111. Più di cento esemplari raccolti presso Tunisi (G. e L. Doria, Kerim, Violante); Bir-el-Buita (Violante); Bizerta, Cartagine (Antinori). Trovasi qualche volta in grandissima copia sia sparso sul ter- reno, sia sul tronco degli alberi come ebbi occasione di vederlo nell’ orto botanico di questa nostra R. Università. Si ha di molti altri luoghi nella collezione del Civico Museo di Genova: Sardegna (Gestro); Genova (Ferrari); Torino (Ghi- liani); Algeria (Gribodo). 61. Oxycarenus pallens Herr. Schaeff. (Stenogaster) Wanz. Ins. IX. 215, fig. 963. — Fieb. E. H. 206. 2 (Oxyca- renus). — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. pag. 167. — Puton, Synops. Hemipt. 35. 3. — Stenogaster collaris Mulsant, Ann. Soc. Linn. Lyon, 1850-52, pag, 102. — Oxycarenus collaris Horvath, Monogr. Lyg. Hung. 44. 2. Dintorni di Tunisi, un solo esemplare (G. e L. Doria). Specie non rara nei luoghi sterili e soleggiati ove cresce spon- tanea la Centaurea splendens, dei cui semi si nutrono le larve e gli adulti. Avremmo qui un esempio della mimica naturale protettrice, nella colorazione pallida e perlacea dell’ insetto che lo rende a prima vista poco distinguibile dalle squame dell’ invoglio fiorale della sovra nominata composta. 62. Plociomerus calearatus Puton, Pet. Nouv. Entom. 1 Octobre 1874. — Leth. et Put. Hémipt. de Biskra, Ann. Sov. Ent. Fr. 1876, pag. 31. 12. — Puton, Synopsis (Lygaeides 1878) pag. 39. 2. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 467 Due esemplari (7 9) raccolti presso Tunisi (G. e L. Doria), uno dei quali fu comunicato al D." Puton. Fu anche trovato presso Cagliari dal Signor A. Dodero nel Febbraio 1883, e da lui gentilmente mi fu rilasciato. E specie meridionale e facile ad essere distinta dalle conge- neri per la spina a metà dei femori anteriori e pel colore bruno testaceo dello scudo. 63. Rhyparochromus praetextatus Herr. Schaeff. (Pachymerus) Wz. Ins. IV. 12. fig. 357. — Fieb. (Megaio- notus) E. H. 181. 3. — Gredler, Rhynch. tirol. pag. 83. 2. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. pag. 160. — Horvath, Monogr. Lyg. Hung. (RAyparochromus) 55. 6. — Puton, Synops. Hé- mipt. 50. 3. — Rh. maculipennis Curt., Brit. Ent. tab. 612. Stessa località (G. e L. Doria), un esemplare. Specie non rara in primavera nella media ed alta Italia: fu raccolta in Sardegna (Gestro e Dodero); Firenze e Vallombrosa (Kerim); Spezia e Borzoli (Doria); Camporosso (Spagnolo); Ge- nova e Stazzano (Ferrari); Vercelli (Mella); Torino (Ghiliani). 64. Rhyparochromus puneticollis Lucas, Expl. Scient. Alger. III. 77, tav. 3, fig. 1. — Puton, Synops. Hé- mipt. 50. 4. — Megalonotus niger Fieb. E. H. 182. 5. Località istessa (G. e L. Doria), un solo esemplare. Fu trovato dapprima da Lucas presso Algeri (Kouba) in Maggio sotto la corteccia dei carrubi; Fieber descrisse questa specie col nome sovracitato, e con esemplari raccolti in Sicilia dal Dottor Helfer; Puton (1. c.) lo ebbe dalla Corsica. 65. Proderus suberythropus A. Costa (Pachymerus) Ann. Soc. Ent. Fr. (1841) 292. 8, fig. 3. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sic. sp. 105. — Puton, Synops. Hémipt. 43. 1 (Pro- derus). — Leth. et Put. Hémipt. de Biskra, pag. 16. — Rhypa- rochromus flavipes Lucas, Expl. Scient. Alger. III, pag. 73, pl. 3, fig. 2. — Fieb. E. H. (Proderus) 173. Dintorni di Tunisi, tre individui (G. e L. Doria). 468 P. M. FERRARI Il Civico Museo ne ha altri di Sardegna (Gestro) e di Algeria (avuti da Puton). Anche questa specie è assai meridionale; io. non l'ho mai incontrata, nè mi fu comunicata come proveniente da località meno calde. 66. Lamprodema maurum Fabr. (Lygaeus) Syst. Rh. 238. 180. — Fieb. E. H. (Lamprodema) 185. 1. — Horvath, Monogr. Lyg. Hung. 58. 1. — Puton, Synops. Hémipt. 46. 1. — Pachymerus nitidulus Herr. Schaeff. Wz. Ins. IV. 96. ibid. P. nitidus fig. 439. Dintorni di Tunisi, 62 esemplari (G. e L. Doria, Violante, Kerim). Fabricius |. c. dice: habitat in Austria, D. Megerle; Fieber 1. c.: In mittleren und sudlichen Europa; e il Dr Puton |. c.: Nord, Paris, Avignon, Toulouse. — Il pre- fato Signor A. Dodero ne raccolse due esemplari presso Ca- gliari, trasmessimi nel mese di Marzo 1883, e parecchi nella susseguente primavera. 67. Plinthisus Putoni Horvath, Die Hemipt. Gatt. Plinth. im Verh. k. k. zool.-bot. Ges. Wien (1876) 729. 6. — Puton, Synops. Hémipt. 46. 4. Sette esemplari dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). 68. Plinthisus longicollis Fieb. E. H. 178. 5. — Horvath, Die Hem. Gatt. Plinth. |. c. 731. — Ferrari, Hem. Agri Lig. adj. et emend. in Ann. Mus. Civ. Genova, XII. p. 78. — Puton, Synops. Hémipt. 46. 6. Località precedente, 14 individui (G. e L. Doria). 69. Peritrechus geniculatus Hahn, Wz. Ins. I. 68, fis. 41. — Horvath, Die Hem.-Gatt. Plinth. 66. 2. — Ferrari, Hem. Agri Lig. adj. et emend. p. 80. — Puton, Synops. Hé- mipt. cit. 55. 1. — Lygaeus puncticeps Thoms. Opusc. Ent. II. 193. 31 (1870). Località citata, un solo esemplare (G. e L. Doria). FAUNA TUNISINA — RINCOTI 469 70. Peritrechus gracilicornis Puton, Pet. Nouv. Ent. 1877. N.° 168. — Ferrari, Hem. Agri Lig. adj. et emend. p. 80. — Puton, Synops. Hémipt. 55. 2. Dintorni di Tunisi, un esemplare (G. e L. Doria). E la specie più comune che trovasi nell’ Italia media e supe- riore. Si hanno esemplari nella citata collezione: di Pegli, Borzoli, Busalla (Doria); Genova, Serravalle Scrivia, Alessandria (Fer- rari); Torino (Ghiliani); Francia (Puton). 71. Pachymerus Rolandri Linn. (Cimex) Syst. Nat. II. 729. 98. — Wolff. Abbild. d. Wz. fig. 193 (Lygaeus). — Lucas, Expl. Scient. Alger. III, 71. 75. — Fieb. E. H. 194. 3 (Rhyparochromus). — Gredler, Rhynch. tirol. pag. 85. 1. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sicil. sp. 101. — Ferrari, Hem. Agri Lig. adj. et emend. p. 65. — Puton, Synops. Hemipt. 60. 1 (Pachymerus). + Cinque esemplari raccolti dai Marchesi G. e L. Doria e da Kerim nei dintorni di Tunisi; uno di Kairuan (Kerim). In collezione esiste di Persia, Savona (Doria); Sardegna (Ge- stro); Roma, Camporosso (Spagnolo); Diano Marina, Alessandria (Ferrari); Torino (Ghiliani); Monte Rosa (A. Carestia). 72. Pachymerus saturnius Rossi (Cimex) F. Etr. sp. 1331. — Fieb. E. H. 196. 1 (Beosus). — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. adj. et emend. p. 65. — Puton, Synops. Hémipt. 63. 8. Kairuan, 1 esemplare (Kerim); Is. Galita, 1 (Violante). Non è raro nell’ Italia meridionale e media; si ha in colle- zione: di Sardegna (Gestro); Roma, Camporosso (Spagnolo); Firenze, Cerreto (Doria); Serravalle, Stazzano (Ferrari). 73. Beosus luscus Fabr. (Lygaeus) Ent. Syst. IV. 165. 103. — Lucas (Rhyparochromus) Expl. Scient. Alger. III. 72. 82. — Costa (Aphanus) Cim. regn. neap. cent. I. 44. 4. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sicil. sp. 108. — Horvath, Monogr. Lyg. 470 P. M. FERRARI Hung. 79. 2 (Beosus). — Puton, Synops. Hémipt. 65. 1. — Ischnotarsus sphragydimum et I. luscus Fieb. E. H. 192. 3. 4. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. adj. et emend. p. 65 (Beosus). Dintorni di Tunisi, un solo esemplare (G. e L. Doria); Fra noi assai comune. La varietà Sphragydimum Am., fu tro- vata in Sardegna (Gestro e Dodero); il tipo nella Riviera Ligure occidentale, come nell’Agro Vercellese e Torinese. 74. Dieuches armipes Fabr. Ent. Syst. IV. 164. 102; S. Rh. 231. 282. — Stàl, Hem. Fabr. I, 79, 3; Enum. Hemipt. Vol. 4. 161. 2 (Dieuches). — Leth. et Puton Hém. de Biskra, p. 17. — Lygaeus albostriatus Fabr. Syst. Rh. 229. 122. — Stal (Beosus) Hem. Afr. II. 168. 6. Specie africana, raccolta presso Tunisi (G. e L. Doria), 2 esem- plari; Tameghza (Kerim), 4; Isola Galita (Violante), 1. 75. Neurocladus ater Fieb. E. H. 199..— Puton, Sy- nops. Hémipt. 68. 1. — N. brachiidens Duf. Ann. Soc. Ent. Fr. 1851. — Signoret (Acanthocnemis) Ann. Soc. Ent. Fr. 1865, p. 124. — Leth. et Puton Hém. de Biskra, p. 17. Otto esemplari dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria e Kerim). Ebbi l’unico esemplare che è nella collezione del Museo Ci- vico di Genova da Ghiliani, a cui lo aveva dato A. Costa, pro- veniente di Calabria. Puton (1. c.) asserisce che fu trovato a Tolosa e ad Aix. 76. Emblethis Verbasci Fabr. (Lygaeus) Syst. Rh. 239. 161. — Horvath, Monogr. Lyg. Hung. 80. 1 (Zmblethis). — Puton, Synops. Hémipt. 66. 1. — Leth. et Put. Hém. de Biskra, p. 17. — Lygaeus pilifrons Zett. Fall. Thoms. Stal. — P. margine punctatus Pz. F. G. 118. 7. — E. platychilus Fieb. E. H. 197. 1. — J. arenarius Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. adj. et emend. p. 65. excl. syn. Un esemplare dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria); due di Kairuan e due di Tameghza (Kerim). E specie comune in Italia e fu confusa colla seguente, dalla FAUNA TUNISINA — RINCOTI AT | quale si distingue per la mancanza di corti peli al margine la- terale del pronoto, e per la forma del corpo più ovale (Vedi Leth. et Put. Hém. de Biskra, Ann. Soc. Ent. Fr. 1876, p. 17). Il Museo Civico di Genova la possiede di molte località: Persia, Sardegna, Isola Milo, Toscana, Riviere e Apennino Ligure, Mon- ferrato, Piemonte, Francia, Ungheria. 77. Emblethis arenarius Linn. (Cimex) Fauna Suec. 955 (Secondo Fieb.). — Fieb. (Hmblethis) E. H. 198. 2. — Horvath, Monogr. Lyg. Hung. 82. 3. — Puton, Synops. Hé- mipt. 67. 2. Un esemplare dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). Nella collezione citata ne esiste un esemplare di Tehéran (Doria). Secondo Puton sarebbe specie rara in Francia, ma trovata a Bezier ed Avignone; la varietà budlatus fu raccolta in Sicilia dal D." Helfer e data a Fieber. i 78. Lethaeus Lethierryi Puton (Coptoneurus) Ann. Soc. Ent. Fr. 1869. 142. — Puton, Synops. Hémipt. 1875, p. 27. 2. — Leth. et Put. Hem. de Biskra, p. 17. Tunisia, Kairuan, 12 esemplari (Kerim). Non è indicato come specie Africana da Stal nell’ Enumer. Hemipt. IV. 1874. Lethierry e Puton (Hémipt. de Biskra) af- fermano trovarsi comunemente insieme al Plociomerus calcaratus sotto le Sode. 79. Notochilus contractus Herr. Schaeft. (Pachymerus) Wz. Ins. IV. 97, fig. 440. — Lucas (Rhyparochromus) Expl. Scient. Alger, III. 74. 90. — Fieb. (Scolopostethus) E. H. 188. 1. — Dougl. Scott. Brit. Hem. I. 186. 4. — Horvath, Monogr. Lyg. Hung. 93. 1. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. adj. et emend. p. 65. — Puton, Synops. Hemipt. (MNotochilus) 76. 2. Dintorni di Tunisi, un esemplare (G. e L. Doria). È piuttosto comune nella media Italia; si ha nel Museo Ci- vico di Genova proveniente da parecchie località: Toscana, Ge- nova, Voltri, Diano, Busalla, Serravalle Scrivia. | 472 P. M. FERRARI 80. Notochilus marginicollis Lucas (Rhyparochro- | mus) Expl. Scient. Alger. III, 75. 91, pl. 2, fig. 8. — Puton, Synops. Hémipt. 76. Osserv. (Notochilus). — Thaumastopus fla- vipes Fieb. Verh. Zool. bot. Ges. Wien (1870) p. 246-247, tab. V, fig. 4. i Dintorni di Tunisi, otto esemplari (G. e L. Doria). Lucas trovò questa specie sotto la scorza del Ficus carica: sembra che abiti anche la Russia meridionale. Si distingue dal seguente per avere, oltre altri caratteri, le zampe interamente giallastre, e i femori anteriori non mai ne- rastri, il primo articolo delle antenne e la base del secondo giallastri. 81. Notochilus longicollis Fieb. (Scolopostethus) E. H. 189. 2. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. adj. et emend. p. 82. — Puton, Synops. Hémipt. 76. 1. Dintorni di Tunisi, 3 esemplari (G. e L. Doria). Fu trovato per la prima volta in Sicilia da Helfer (Fieb. ], c.). Secondo Puton (I. c.) è rarissimo in Francia, come pure in Italia. 82. Pyrrhocoris apterus Linn. (Cimex) Syst. Nat. II. 727. 78 (1767). — A. Costa (Astemma) Cim. regn. neap. cent. I. 48. 1. — Lucas (Pyrrhocoris) Expl. Scient. Alger. II. 69. 69. — Fieb. E. H. 162. 1. — Gredler, Rhynch. tirol. sp. 122. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sicil. sp. 122. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. adj. et emend. p. 65. — Horvath, Monogr. Lyg. Hung. 96. 1. — Puton, Synops. Hémipt. 81. 2. Ventiquattro esemplari. Tunisi (Kerim); Utica, Megerda, (Vio- lante). Specie europea comunissima; nella suddetta collezione si ha di Persia, Bulgaria (Vratza), Algeria, Atene, Isola Salina (Li- pari), Sardegna, Spezia, Genova, Serravalle Scrivia, Alessan- dria, Casal Monferrato, Domodossola, Torino. Sono sempre rari gli individui macrotteri. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 473 83. Pyrrhocoris aegyptius Linn. (Cimex) Syst. Nat. II. 727.79 (1767). — Lucas (Pyrrhocoris) Expl. Scient. Alger. III. 69. 70. — Fieb. E. H. 163. 4. — Minà Palumbo, Cat. Emitt.* Sicil. sp. 121. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. adj. et emend. p. 65. — Puton, Synops. Hémipt. 82. 3. — Leth. et. Put. Hém. de Biskra, p. 15. — Lygaeus italicus Rossi, Fauna etr. sp. 1323. Dintorni di Tunisi, 14 esemplari (G. e L. Doria e Abdul Kerim); Tameghza, 3 (Kerim); Isola Gerba, 1; Oasi di Nef- zaua, 3 (Antinori); El-Gem e Bir-el-Buita (Violante). Esiste nel Museo Civico di Genova: di Persia, Smirne, San- torino, Antiparo, Sardegna, Calabria, Liguria orientale, media e occidentale, nonchè d’oltre Apennino (Serravalle Scrivia). 84. Heterogaster Urtieae Fabr. (Cimex) Ent. Syst. 723. 129 (1775). — Rossi, Fauna Etr. 244. 1329. — Zett. (Lygaeus) Fauna Lapp. I. 469. 1. — Fall. Hem. Suec. 49. 2. — Costa (Heterogaster) Cim. regn. neap. cent. I. 40. 1. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III. 70. 72. — Curt. Brit. Ent. XIII. 597. 3. — Horvath, Monogr. Lyg. Hung. 100. 4. — Puton, Synops. Hémipt. 29. 3. — Fieb. (Phygadicus) E. H. 202. 4. — Flor, Rh. Livl. I. 302. 1. — Gredler, Rhynch. tirol. p. 87. 2. Dintorni di Tunisi, 25 esemplari (G. e L. Doria e Kerim). Sembra specie molto diffusa in Europa, quantunque finora io non l'abbia mai raccolta, nè avuta dagli amici che mi sommi- nistrarono molti Emitteri d’Italia, fuorchè dal Signor A. Dodero che la prese presso Cagliari nel 1884. 85. Platyplax Salviae Schill. (Heterogaster) Beitr. 1829. 81. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III. 70. 73. — A. Costa, Cim. regn. neap. cent. II. 30. 2. — Fieb. (Platyplax) E. H. 203. — Gredler, Rhynch. tirol. p. 87. 1. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. adj. et emend. p. 65. — Horvath, Monogr. Lyg. Hung. 101. 1. -— Puton, Synops. Hémipt. 30. 1. Detta località, 2 esemplari (G. e L. Doria). Specie molto frequente in primavera nei prati aridi al piede della Salvia pratensis. 474 P. M. FERRARI Tingidida. 86. Piesma quadrata Fieb. (Zosmenus) Ent. Monogr. 31. 1, tav. II, fig. 7. 9. 11. — Fieb. E. H. p. 116. 1. — Puton, Synops. Hémipt. 1879, p. 85. 1 (Péesma). Nove esemplari dei luoghi suddetti (G. e L. Doria). Specie d'Italia, d'Austria (Fieber) e del Mezzogiorno di Francia (Puton 1. c.). 87. Piesma Atriplicis (Zosmenus) Frey Gess. Mitth. der Schweiz. Ent. Ges. I. 1863, p. 118. — Puton (Piesma), Synops. Hémipt. p. 86. Vicinanze di Tunisi, 5 esemplari (G. e L. Doria); alcuni dei quali furono comunicati al D." Puton. Patria: Russia meridionale e Algeria. 88. Piesma maculata Laporte, Essai sur la classific. d. Hemipt. in Guérin, Magaz. de zool. 2.° part. p. 49. — Puton, Synops. Hémipt. (1879) Tingid. etc. p. 86. 4. —- Zosmenus La- porter Fieb. Entomol. Monogr. p. 33. 3, tav. II, fig. 17. — Fieb. E. H. 117. 4. Un esemplare di Tunisi, 1882 (F. Miceli). Secondo il Fieber è specie comune in Austria; Puton afferma trovarsi in tutta la Francia. Esiste in collezione: di Liguria, di Francia e di Sardegna (Dodero, 1884). 89. Dietyonota (Kalama) Putonii Stal, Gen. Tin- gitid. 1874 in Ofvers. af Kon. Vet. Akad. Férhand. p. 50. — Puton, Catal. Hémipt. 1875 p. 29. Var. brevicornis. Fusco-nigra opaca, antennis robustis longitudinem capitis 1 aequantibus, articulis 1 et 2 glabris subaeque longis ac crassis, Fusco testaceis, articulo basali clypeum vix excedente, articulis 3 et 4 nigris, granulato-setosis, articulo 3 duobus praecedentibus con- FAUNA TUNISINA — RINCOTI 475 junctis parumper longiusculo et sequentem subaequante. Long. vix 2 millim. Speciminibus typicis maxime affinis, sed antennis brevioribus et crassioribus, speciatim articulo 2 breviore. Un solo esemplare dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria) che fu comunicato al chiarissimo D." Puton acciò lo confrontasse col tipo descritto dallo Stàl, e trovato in Algéria (Guelma) dal Signor Lethierry il 30 Ottobre 1875 (Vedi Hémipt. de Biskra, p. 34). 90. Monanthia maculata Herr. Schaeff. Wz. Ins. IV. 56, fig. 389 et A-C. — Puton, Synops. Hémipt. 116. 15. — M. Stachydis Fieb. Entomol. Monogr. 73. 16, tav.. VI, fig. 13- 15; Ejusd. E. H. 123. 17. Dintorni di Tunisi, un individuo (G. e L. Doria). 91. Monanthia Humuli Fabr. (Acanthia) Ent. Syst. IV. 77. 43. — Fieb. (Monanthia) Ent. Monogr. 84. 28, tav. VII, fig. 17. 18; Ejusd. E. H. 125. 27. — Gredler, Rhynch. tirol. 75. 8. — Puton, Synops. Hémipt. 122. 27. — M. convergens Herr. Schaeff. Wz. Ins. IV. 15, fig. 361. Raccolta dai medesimi nella detta località, 2 esemplari. Capsida. 92. Miridius 4-virgatus A. Costa (Miris) Cim. regn. neap. cent. III. 1852, p. 22, fig. 3. — Fieb. (Miridius) E. H. 258. Dintorni. di Tunisi, un esemplare (G. e L. Doria). Specie dell’ Italia meridionale e di Spagna secondo Fieber. 93. Lopus mat Rossi (Cimex) Fauna etr. sp. 1346, tab. 7, fig. 6. — Fieb. (Lopus) E. H. 267. 2. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. adj. et emend. p. 66. Otto esemplari. Dintorni di Tunisi, Qammart, Marsa (G. e L. Doria). Specie non rara nei dintorni di Genova in primavera e in estate. 476 P. M. FERRARI 94. Phytocoris Salsolae Puton, Petites Nouv. entom. I. N.° 109. 436 (1874). — Leth. et Put. Hem. de Biskra, in Ann. Soc. ent. Fr. (1876) 35. 14. — Reut. Spec. Europ. G. Phytocoris. Ann. Soc. ent. Fr. (1877) p. 27. 25. Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). Due maschi ed una femmina. Questo Capsino fu trovato per la prima volta dal D.t Puton sulle Sode presso Biskra. 95. Phytocoris punctum Reuter, Spec. europ. Gen. Phytocoris. Ann. Soc. ent. de Fr. (1877) 30. 25. Dintorni di Tunisi, un solo esemplare (G. e L. Doria). Questa specie fu trovata in Grecia dal D.r Kriper, secondo il Prof. Reuterg l. c. 96. Calocoris sexpunetatus Fabr. (Lygaeus) Ent. Syst. IV. 158. 80. — Fieb. (Calocoris) E. H. 253. 6. Var. A. Sopra rosso o cinereo con disegno nero. Carceli Lep. Serv. 325. 3. — Hahn, Wz. Ins. fig. 213. Var. B. Sopra rosso ferrugineo, capo e membrana di color nero. Var. C. Sopra cinereo. Hahn, Wz. Ins. fig. 215, capo e membrana neri. i Var. D. Sopra giallo ocraceo. Hahn, Wz. Ins. fig. 214, il resto come sopra. Var. E. Sopra e sotto nero. Hahn, Wz. Ins. fig. 216. Var. F. punica. Niger, prostethio et pronoto sanguineis, hoc margine postico nigro; antennarum articulo tertio anulo basali angusto pallido; tibiis luride pallidis basi late et apice nigris; parte interna re- gionis odorificae aut portiuncula postica exalbida. Delle prime cinque varietà sonvi esemplari numerosi dei din- torni di Tunisi (G. e L. Doria, Kerim) e di Qammart (G. e L. Doria); dell’ ultima alcuni pochi furono presi presso le rovine di Cartagine (Antinori, Doria). La specie fu trovata anche copiosa in Sardegna (Gestro) e si ha nei dintorni di Genova la Var. Carceli. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 477 97. Calocoris bipunetatus Fabr. (Lygacus) Ent. Syst. IV. 172. 129; Syst. Rh. 235. 158. — Hahn, Wz. Ins. (Capsus) fio. 298. — Lucas (Phytocoris) Expl. Scient. Alger. III. 81. 108. — Fieb. E. H. (Calocoris) 254. 10. — Gredler, Rhynch. tirol. 93. 6. — Reuter, Rev. Crit. Capsin. 37. 7. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. adj. et emend. p. 67. Coi precedenti (G. e L. Doria), 6 esempl.; 1881-1882. E un Capsino dei più divulgati in Europa, che si trova spe- cialmente in primavera e nell’ estate. 98. Calocoris Chenopodii Fall. (Phytocoris) Hem. Svec. 77. 1. — Meyer (Capsus) Fam. d. Caps. 51. 11. — Krsbm. Capsini 57. 51. — Flor, Rh. Livl. 501. 19. — Fieb. (Calocoris) E. H. 255. 12. — Gredler, Rhynch. tirol. 93. 8. — Reuter, Rev. Crit. Capsin. 38. 8. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. adj. et emend. p. 67. Un solo esemplare dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). Specie comunissima in estate e autunno, largamente diffusa ; si raccoglie su molte piante umili e specialmente sulla Medica- gine coltivata. 99. Calocoris instabilis Fieb. E. H. 255. — Puton, Cat. Hémipt. 1875, p. 35. 20. Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria), 6 esemplari; Kairuan, 1 (Kerim). Questa specie fu raccolta primieramente in Ispagna, a Malaga e data al Fieber da Meyer-Dùr. 100. Lygus pratensis Linn. (Cimer) Faun. Svec. 949. — Hahn, Wz. Ins. III. 81, fig. 301 (7) (Capsus gemellatus). — Fieb. (Lygus) E. H. 273. — Gredler, Rhynch. tirol. 95. 1 — Reuter, Rev. Crit. Capsin. 55; var. gemellatus. Coi precedenti (G. e L. Doria), 26 esemplari. Tutti gli esemplari sono di color verde; in parecchie femmine l’ apice del cuneo è appena segnato di un punto bruno slavato, gli emelitri unicolori, il pronoto verde con due strie prima della 478 P. M. FERRARI metà del disco , ed un punto agli omeri, di color nero. I maschi si assomigliano alla figura 301 citata dell’ Hahn. Specie ovvia in Europa. 101. Lygus (Orthops) conspureatus Reuter, Gen. Cimicid. Eur. (1875) p. 18. — Orthops conspurcata Leth. et Put. Hém. de Biskra in Ann. Soc. ent. Fr. (1876) p. 35. 15. Num. 11 esemplari dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). Raccolsero questo Capsino in Algeria presso Biskra i Signori Lethierry e Puton per la prima volta, e un esemplare masco- lino (mutilato) servi al chiarissimo Reuter per darne la descri- zione. I maschi recati da Tunisi corrispondono ai caratteri dell’ autore, ma se ne allontanano alquanto le femmine per le seguenti note: Q. Pallide ochracea exigue punctata breviter albido-pubescens pilis deciduis; antennarum articulo secundo apice nigrescente, ar- ticulis lertio et quarto fuscis, articulo tertio basi pallida: scutello maculis quatuor fuscis, apice flavido; hemelytris pallidissime ochra- ceis clavi margine interno et apice fuscis: embolio apice virescenti, apice cunei anulisque duobus femorum posticorum sanguineis; membrana sub-hyalina extremitate cellulae majoris, lunula postica apiceque tarsorum fuscis: abdomine pallide-viridi, pedibus pallidis, tibiis aliquando dilutissime viridibus. Nelle femmine suddette la colorazione generale è più chiara che nei maschi. Le antenne sono lunghe circa la metà del corpo, hanno il 1.° e 2.° articolo giallo pallidi, il secondo è quasi nero nella sua quarta porzione apicale; il terzo e quarto foschi; il basale è più breve della nuca, il seguente è lungo più di tre volte che il primo; i due estremi riuniti sono più corti !/, del precedente; il terzo articolo è !/; più lungo dell’ ultimo, ed ha la base bre- vemente pallida. Il capo è chiaro e quasi non maculato. La punteggiatura del pronoto mediocre, appressata: in alcuni individui si vede una linea mediana longitudinale un po’ più chiara del fondo che in- terrompe nel mezzo l’orlatura nerastra posteriore, e raggiunge FAUNA TUNISINA — RINCOTI 479 la tinta chiara dell’ estremo margine. Lo scudo ocraceo un po’ depresso alla base e. convesso in addietro, offre due punti o macchie brune basali ravvicinate e due altre più grandi ovali o romboidali situate obliquamente prima dell’ apice che è giallo solforeo pallido. Gli emelitri di colore ocraceo pallidissimo , sono punteggiati più sottilmente del pronoto e forniti di pubescenza pallida, la quale si vede anche conservata in parecchi esem- plari sui lati dello scudo, e ve n'è talora qualche vestigio sul pronoto; il margine scutellare e l'apice del clavo brunicci, l’em- bolio verde chiaro all’ estremità posteriore, 1’ apice del cuneo brevemente sanguigno. La membrana quasi trasparente con sot- tile rugulosità longitudinale; la cellula maggiore posteriormente infoscata e dopo di essa una lunula C-forme curva in dentro parimente fosca. L’ addome è verde pallido, pallide le zampe colle tibie lavate di verde; i femori posteriori con due anelli sanguigni verso I’ apice; le tibie posteriori con poche setole spi- niformi; l’ apice del terzo articolo dei tarsi e gli uncini bruni. 102. Cyphodema instabile Lucas (Phylocoris) Expl. Scient. Alger. III. 84. 116, tab. 3, fig. 5. — Costa (Tritaenia) Cim. regn. neap. cent. III. 1852. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. adj. et emend. p. 67. — C. Meyer-Duri Fieb. E. H. 272. Dintorni di Tunisi, 2 esemplari (G. e L. Doria). Specie trovata da Lucas in Algeria, quindi da Meyer-Dir in Corsica. Non è rara in Liguria ed anche oltre |’ Apennino (Stazzano). 103. Camptobrochis punetulatus Fall. (Phytocoris) Hem. Svec. 95. 36. — Reuter, Caps. Syn. 4. 3; Revis. Crit. Caps. 69. 1. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. (1878) adj. et emend. p. 87. — Capsus Falleni Hahn, Wz. Ins. I. fig. 175. — Camptobrochis Fallent Fieb. E. H. 248. 1. — Leth. et Put. Hém. de Biskra, p. 17. i Due esemplari dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). È specie assai diffusa. Esiste nella citata collezione: di Persia, Toscana, Liguria, Tortona, Torino. 480 P. M. FERRARI 104. Capsus punctum Ramb. (Phytocoris) Faun. Andal. 164. 10. — Fieb. (Capsus) E. H. 265. 2. — Capsus uni Costa, Additamenta (1860) p. 28, fig. 7. Un solo esemplare della stessa località dei precedenti. Secondo il Fieber fu trovato in Granata e Malaga ove lo prese Meyer-Dur, ma fu colto in appresso anche in Italia dal Prof. A. Costa. 105. Orthocephalus brevis Panz. (Capsus) Faun. Ins. Germ. fasc. 59. 8. — Krsbm. Capsini, 244, sp. 109. — Meyer, D. Fam. Caps. 113, sp. 108. — Reuter, Revis. Crit. Capsin. 94. 1. — Orthocephalus Panzeri Fieb. E. H. 294. 9. Dintorni di Tunisi, 5 7 e 3 9 (G. e L. Doria). Come appare dalle citazioni non è specie estremamente meri- dionale. Fu raccolta anche presso Esino (Lago di Como) dal Prof. Gestro. 106. Orthocephalus Doriae Reuter in litt. Femina brachyptera: latissime ovalis, nigra, superne subtiliter cinereo-sericea, sub-aenescenti-nitida, squamis faciliter divellendis destituta; apice femorum tibiisque flavo-ferrugineis, his nigro- spinulosis, basin versus infuscatis; antennarum articulo primo brevissimo, diametro transverso oculi haud longiore, secundo ver- ticis latitudine interoculart vix ueque longo, sat gracili, versus apicem sensim leviler incrassato; vertice utrinque impresso, mar- gine postico late arcuato tenui, fronte cum clypeo in arcum valde converum sub-confluentibus; oculis retrorsum vergentibus et angulis pronoti anticis incumbentibus; pronoto brevi, lato, basi capite lati- tudine vix aequali; hemelytris medium dorsi abdominis attingen- tibus, apice versus commissuram oblique truncatis. Long. solum ZE Species distincta, O. minori Costa 9 sat similis sed adhuc minor, forma capitis, ceterisque characteribus discrepans. Una femmina ed una ninfa molto giovine dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria 1881). FAUNA TUNISINA — RINCOTI 481 Alla descrizione del chiarissimo Professore di Helsingfors altro non aggiungerò che l’unico esemplare di questo nuovo Orthoce- phalus dedicato al suo solertissimo raccoglitore, è mancante degli ultimi due articoli di entrambe le antenne, e che quan- tunque bene sviluppato, quando I’ insetto fu disposto sul sostegno era assai giovane, poichè |’ addome restò in parte depresso. La ninfa poi è molto sformata per la essiccazione, mancano affatto le antenne, le zampe anteriori e medie. 107. Orthocephalus minor Costa (Packytoma) Ann. Soc. ent. Fr. 1841, p. 289. — Fieb. E. H. (Orthocephalus) p. 294. 10. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. di Genova, Vol. VI, 1874, p. 186. Una ninfa o dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria), comuni- cata al chiarissimo Reuter. Gli emelitri sono linguiformi, non arrivano che al terz’ ultimo segmento dorsale, ed essendo incompleto il clavo lasciano sco- perto il dorso fin dalla base. Specie molto comune nell’ Europa meridionale. Laurinia Reuter, in litt. Corpus elongatum; caput antice visum quinqueangulare aeque longum ac latum, fortiter nutans, vertice ante marginem trans- versim tmpresso, margine tenui acuto, fronte sulco longitudinali sat debili instructo, clypeo cum fronte confluente, loris bene di- scretis latis, genis mediocribus, gula obliqua, oculis a latere visis oblongis oblique positis, postice pronoto contiguis: rostro articulo basali apicem gulae subattingente; antennae articulo basali apicem capitis vix allingente; pronotum anulo collari latissimo, horizon- lali pone hune alte convexo fortiter ampliato; scutellum valde con- verum,; abdomen basi sat fortiter constricta; alae hamo destitutae; itbiae subliliter spinulosae, anticae submuticae, tarsorum posticorum articulus primus sequente longior, hoc tertio paullo breviore,; aroliis Magnes apice divaricatis. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (4 Novembre 1884) 31 482 P. M. FERRARI A Gen. Systellonoto structura capitis et pronoti praesertim autem tarsorum articulo primo longo, aroliis unguiculorum magnis apice divaricatis alarumque areola hamo destituta longe divergens; generi Myrmecoris autem in his characteribus nec non quoad structuram segmenti genitalis maris valde proximum, differt tamen vertice transversim impresso, strictura apicali oplime discreta etc. 108. Laurinia fugax Reuter, in litt. Mas: piceo niger sub-glaber, capite pronoto scutelloque subco- riariis; ipso apice femorum articuloque primo antennarum flave- scentibus; hemelytris obscure rufescenti-fuscis, corio fascis duabus, altera in tertia parte basali altera in lertia media, clavo fascia pone medium cuneoque fascia basali albis. Long. 5 mill. A prima vista, per il suo corpo allungato e per la colorazione degli emelitri si scambierebbe con un Syste//onotus, ma esami- nato attentamente spiccano i caratteri distintivi del genere. Di questo nuovo e interessante Capsino non fu raccolto che un solo maschio dai Signori Doria nella località precedente, quantunque non sia raro; ma siccome corre velocemente sulla terra nuda e presto scomparisce nelle fessure delle glebe, riesce difficile il coglierlo. 109. Systellonotus albofasciatus? Lucas (Phyto coris) Expl. Scient. Alger. III. 83. 114, pl. 3, fig. 6? Un solo esemplare di Tunisi, Bab-el-Leua (Miceli) che ho co- municato al chiarissimo Prof. Reuter, e dal medesimo ebbi i seguenti appunti: Mas elongatus cum antennis pedibusque totus fusco-niger, capite pronoto scutello ventreque breviter et parce pallido-pilosulis, basi articuli tertiî antennarum late margineque apicali segmenti primi ventralis albis; hemelytris longis fusco-nigris opacis, fascis duabus niveis, altera lata mox ante medium cori in marginem hemely- trorum externum continuata et interne cum fascia media clavi in fasciam unicam versus commissuram angustatam, margine inte- riore quam exleriore tamen solum duplo angustiorem confluente, fascia altera ad apicem corti, angulum interiorem aitingente, in- FAUNA TUNISINA — RINCOTI 483 lerne acuminata; membrana nigricante venis cum areolis obscurius fumato-nigris, stria angusta ad apicem cunei aliaque stria venam connectentem externe terminante cum illa angulum formante, al- bidis; antennis articulo primo capite inter medium marginis inte- rioris oculorum et apicem clypei vix longiore; capite pone oculos in collum longius fortiter constricto; pronoto apicem versus valde angustato, postice alte convexo; pedibus longissimis. Lon. 1 5 1/4 millim. S. alpino Fr. Gess. cut sat similis, statura paullo minore, co- lore pedum et hemelytrorum abdomen minus longe superantium, horumque signatura diversa, praesertim fascia antica aliter confi- gurata, bene distinetus. Il medesimo Reuter avendomi espresso per lettera il dubbio che si tratti del S. albofasciatus Luc. e non di una specie nuova, riferisco quanto ho notato. Differisce il capsino di Lucas dal presente, per essere alquanto più grande (6 mill.); nella figura citata la fascia bianca che attraversa l’ emelitro prima della metà, giunta alla sutura del clavo ha circa !/, dell'altezza che si osserva al margine esterno, quindi è continuata sul clavo, ma solo nella porzione anteriore in forma di stretta benda; la fascia posteriore del corio è per traverso almeno larga tre volte quanto è alta alla costa; la mem- brana, secondo il testo, est transparente et trés-légerement grisdtre, e pol: lout le corps en dessous ainsi que le sucow et les pattes est now; perciò non sono figurate nè notate le righe bianche dopo |’ apice del cuneo e delle cellule, non è fatto cenno della colorazione chiara nel primo segmento addominale. L’ insetto tunisino è di statura un po’ minore (mill. 5 1/3); la fascia bianca trasversa poco prima della metà del corio, va moderatamente restringendosi dalla sutura del clavo fino alla costa di questo (che è nera), e quivi è alta circa la metà di qnuato è al margine esterno del corio; la fascia posteriore è solo larga il doppio di quanto è al margine esterno; non arriva precisamente all’ angolo interno, mentre attinge la costa esterna e quivi ha due strie sanguigne curve debolmente accennate , una all’innanzi, l’altra all’ indietro, gli emelitri sono cortissimamente 484 P. M. FERRARI pubescenti, le parti oscure sembrano vellutate, il clavo sotto certa luce trae al purpureo; la membrana è molto oscura coi tratti bianchi sopra accennati; l’ ultimo articolo dei tarsi è più chiaro che tutto il resto della zampa. Se è specie, o soltanto varietà nuova, si potrà chiamare M- celii dal nome del suo raccoglitore. 110. Dieyphus hyalinipennis Klug, Burmeist. Handb. d. Entom. II. 268. 6 (Phytocoris). — Fieb. E. H. 325. 2 (Bra- chyceraca). Due soli esemplari, della località precedente (G. e L. Doria). La specie, secondo il Burmeister, fu trovata nel Portogallo; secondo il Fieber anche in Granata da Meyer-Dur. 111. Orthotylus pusillus Reuter, Hem. Gymnoc. Europ. p. 373. 32. L’ unico esemplare raccolto a Tunisi dai March.’ G.e L. Doria, fu comunicato al chiarissimo Professore che ne pubblicò la de- scrizione. 112 Orthotylus rubidus Fieb. et Put. (A/locotus) Notes pour servir a l’étude des Hémipteres,. Ann. Soc. entom. Fr. 1874, p. 219. Var. Moncreaffi Dougl. et Scott. Entom. Montl. Magaz. Vol. XI, p. 147 (1874). — A4ocotus curvipennis (Reut.) Leth. et Put. Hém. de Biskra, p. 36. 16. — 0. rubidus, var. B Mon- creaffi Reut. Hem. Gymnoc. Europ. p. 372. Dintorni di Tunisi, un solo esemplare (G. e L. Doria, 1881). Questa varietà fu già raccolta a Portsmouth sulla Salicornia radicans dal mese di Agosto fino ad Ottobre. 113. Orthotylus flavosparsus F. Sahlb. Monogr. Geocor. 103. 26 (Capsus). — Krsbm. Capsini, 89. 120. — Flor, Rh. Livl. I. 582. 66. — Fieb. (Orthotylus) E. H. 288. 2. — Reut. Revis. Crit. Caps. 135. 8. — Ferrari, Hemipt. Agri Lig. p. 185. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 485 Località citata, 20 esemplari (G. e L. Doria). Specie comune in autunno sulle Chenopodiacee in tutta Europa. In due esemplari 7 9 le macchiette chiare degli emelitri man- cano, e la tinta verde delle cellule della membrana nella 9 è bianchiccia, nel 7 le cellule sono diafane, i nervi verdi. 114. Pastocoris Putoni Reuter (Oncolylus) Gen. Cim. Eur. p. 41; Hémipt. Gymnocer. Eur. II. 272. 1 (Pastocoris). Dintorni di Tunisi, 2 esemplari (G. e L. Doria). Il chiarissimo D." Puton trovò questa specie nella Francia me- ridionale presso La Nouvelle; il celeberrimo Reuter l’ebbe dal D. Kruper di Grecia. 115. Maerotylus Paykullii Fall. (Phylocoris) Hem. Svec. 106. 57. — Fieb. (Macrocoleus) E. H. 319. 2. — Puton, Cat. Hem. 1875, 42.2. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 189. — Reuter, Hemipt. Gymnoc. Europ. II. 204. 10 (Macrotylus). Due esemplari (G. e L. Doria, 1882). Capsino comune in autunno nella maggior parte d’ Europa meridionale fino nella Svezia settentrionale. — In Liguria si trova abbondante sull’ Ononis natrix. 116. Macrotylus nigricornis Fieb. Wien. Ent. Mo- natschr. VII. 331. 17. — Reuter, Hem. Gymnoc. Europ. II, 195, t. II, fig. 3 CM. nigricornis ¢ et fig. 2. M. melanocerus SÌ. — M. melanocerus Put. Ann. Soc. ent. Fr. (1876) 282. Fra i 20 individui recati di Tunisia dai Signori Marchesi G. e L. Doria ed uno di Kairuan (Kerim) si possono distinguere le seguenti varietà: 1 (6) Sopra di color giallo non uniforme, con del nero o bruno. 2 (5) Pronoto e scudo con benda sfumata longitudinale. 3 (4) Pronoto con altre due bende o una bruna sfuma- tura prima del margine laterale . IA 4 (3) Il pronoto con una sola benda . NB. 486 P. M. FERRARI 5 (2) Lo scudo senza benda fosca; sul pronoto la benda o solo una macchia tra i pulvinuli . ‘ sia OF 6 (1) Sopra di colore quasi uniforme. 7 (8) Giallo . 3 ; : 2 O 8 (7) Rosso . : È 4 i : : ‘ pay E Secondo il Reuter fu trovata in Grecia (Saunders e Kruper), Algeria, Oran. I Sig.! Lethierry e Puton lo raccolsero a Costantina e a Bona. Var. A. Dintorni di Tunisi, G. e L. Doria, esemplari N.° 7. » B é » » » » SÌ » CO » » O» » 3. DSL. » » » D pee OMO DI » » » vd >) br | Keiruan, Abdul Kerim » pile 117. Psallus ancorifer Fieb. (Apocremnus) Criter. z. gener. Theil. d. Phytocor. in Wien. Ent. Zeitschr. 1859, spec. 24. Ejusd. E. H. 304. 1. — Reuter, Hemipt. Gymnoc. Eur. I. 104. 3. — Atractotomus nigripes Fieb. E. H. 295. 3. SCEMRent o it. ic: Dintorni di Tunisi, 10 esemplari (G. e L. Doria). Questa specie fu, secondo Fieber e Reuter, trovata nella Francia meridionale (Lethierry, Puton, E. Saunders) e in Spagna (Meyer-Dùr). Nell’ opera citata di Reuter è figurata la varietà più chiara, e della quale sono soltanto tre gli esemplari Tunisini. Nel tomo III poi dell’ opera medesima (1883), p. 460, lin. 3, ri- sulta che il chiarissimo autore ne ebbe da me un esemplare di Stazzano. 118. Tragiscocoris Fieberi (Meyer) Fieb. (Tragiscus) Criter. d. Phytocor. spec. 21. — Fieb. E. H. p. 301. — Reuter, Hem. Gymnoc. Eur. I, p. 38. 1, tab. III, fig. 4 et 5. Dintorni di Tunisi, Aprile 1882, un solo esemplare (G. e L. Doria). FAUNA TUNISINA — RINCOTI 487 Secondo l’ asserzione del Fieber fu questa specie raccolta pri- mamente in Corsica presso Ajaccio sui Citisi fioriti in Aprile e Maggio; il Prof. Reuter la ebbe d’ Algeria comunicatagli dal D." Puton. Il Signor A. Dodero me ne diede parecchi esemplari di Sardegna ottenuti dal Signor Damry (1884). 119. Plagiognathus (Atomoscelis) onustus Fieb. E. H. 312. 6 (Agalliastes). — Reuter (Atomoscelis) Hem. Gymnoc. Europ. I. 68, tab. IV, fig. 3. Num. 12 esemplari dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). È specie che trovasi in Spagna, nella Francia e Russia me- ridionale sui Verdascé secondo il Prof. Reuter, non che sulle Chenopodiacee e Salsolacee secondo il D." Puton. Anthocorida. 120. Anthocoris nemoralis. Fabr. (Salda) Syst. Rh. 116. 15. — Lucas (Anthocoris) Expl. Scient. Alger. III. 78. 99. — Hahn (Rhynarius) Wz. Ins. fig. 58. — Fieb. (Anthocoris) E. H. 137. 2. — Gredler, Rhynch. tirol. 77. 1. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 190. Dintorni di Tunisi, 3 esemplari (G. e L. Doria). Specie che trovasi comunemente in Europa. Gli esemplari comunicati al chiarissimo Prof. Reuter furono riconosciuti come la forma tipica di Fabricius. 121. Lyetocoris campestris Fabr. (Acanthia) Ent. Syst. 75. 34; sec. Stal Hem. Fabric. I, p. 90. — Reuter (Lyc- tocorts) Skandin. Finl. Acanth. in Ofver. K. Vet. Akad. 1871, p. 409. — L. domesticus Fieb. E. H. 139. — Gredler, Rhynch. tirol. p. 77. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 191. Dintorni di Tunisi, 14 esemplari (G. e L. Doria). Specie comune in Europa. 122. Piezostethus afer Reut. in litt. L'unico individuo di questa specie, raccolto da Abdul Kerim presso Tozer, fu mandato in comunicazione al Prof. Reuter 488 P. M. FERRARI che me lo ritornd come specie a lui cognita, coll’ appellazione di P. damarensis; ma poco prima che andasse alla stampa il mio manoscritto, il chiarissimo Entomologo mi avvisò d’ avergli so- stituito il nome di P. afer nella sua Monografia degli Antocoridi che trovasi pure in corso di pubblicazione. Espongo brevemente i caratteri che ho rilevato. Ovato elongatulus, pallido brevissime pubescens; corpore, antennis, rostro, femoribus, nigris mitidis, tibiis tarsisque testaceis: capite et lateribus pronoti setis aliquibus longis, scutello depressione mediana profunda arcuata; hemelytris abdomine longioribus, haud nitidis, pallidis margine interno infuscato, cuneo nigrescente, membrana ai- bida pellucida innotata. Long. 23/, mill. Alquanto più piccolo del P. galactinus Fieb., ha le antenne nere, di cui gli ultimi tre articoli sono quasi equilunghi, guer- niti di peli setolosi; la base del terzo articolo è brevemente pal- lida. Neri e nitidi il capo, il pronoto e lo scudo, con sottile e breve pubescenza, più evidente su quest’ ultimo. Alcune lunghe setole sul capo dirette all’ innanzi e due consimili, ma erette, situate anteriormente ai lati del pronoto, il quale è depresso trasversalmente dopo la sua metà e sottilmente punteggiato- acicolato prima del margine posteriore che è debolmente tagliato ad arco. Lo scudo ha una grande depressione arcuata dopo la metà. Gli emelitri per un tratto della loro parte posteriore (fra la fine del corio e parte del cuneo) lasciano scoperto il margine del connessivo; sono di color pallido, opachi, coll’ estremo mar- gine esterno, ma più visibilmente |’ interno, infoscato , il cuneo nero bruno non nitido, la membrana chiara pellucida senza macchia che oltrepassa abbastanza l’ estremità dell’ addome. Sotto il corpo nero piceo; il becco e tutti i femori neri, le tibie e i tarsi di color testaceo. 123. Piezostethus obliquus Costa (Xylocoris) Cim. regn. neap. cent. III, p. 29, fig. 2? Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria), cinque esemplari brachit- teri ed uno macrottero. Il Signor Agostino Dodero ne trovò un esemplare a Viareggio FAUNA TUNISINA — RINCOTI 489 che ho dato in comunicazione al chiarissimo Prof. Reuter insieme a questi di Tunisi. Differisce dai precedenti e dai congeneri per la forma del corpo alquanto più allungata e coi lati più paralleli, gli eme- litri nitidi, chiari alla base col clavo, embolio, cuneo e quasi metà posteriore del corio neri, la membrana che arriva all’ apice dell’ addome o che lo sorpassa bianchiccia senza macchia, e se- condo la luce, con archi iridescenti: le tibie anteriori e medie, i tarsi colla somma estremità dei femori, testacei, le tibie poste- riori bruniccie dopo la base. 124. Triphleps niger Wolff (Salda) Abbild. d. Wanz. p. 165, tab. XVII, fig. 161. — Fieb. E. H. 140. 2. — Reuter, Skandin. Finl. Acanth. in Ofver. K. Vet. Akad. 1881, 415. 2. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 191. | Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). N.° 3 esemplari col corio nero colla base bruna, membrana fosca, chiara alla base. N.° 7 esemplari col corio bruno piu o meno chiaro, e oscuro all’ apice: la membrana bruno-chiara in addietro. È specie comune nell’ Europa media e meridionale. Cimicida. 125. Cimex lectularius Linn. Fauna Sv. 909 et auct. — Wolff, Abbild. d. Wanz. fig. 121 (Acanthia). — Lucas, Expl. Scient. Alger. II, 55. 36. — Hahn, Wz. Ins. fig. 242. — Fieb. E. H. 135. 1. Due esemplari di Tunisi (G. e L. Doria) e 3 di Tozer (Kerim). Saldida. 126. Salda lateralis Fall. Hem. Svec. 74. 6. — Fieb. E. H. 144. 2. — Puton, Synops. Hémipt. (III. part. 1880) 203. 16.° — Var. concolor Puton. — Salda Grenieri Signoret, Bull. Soc. Ent. Fr. 1883, n.° 7, p. 58. 490 P. M. FERRARI Il chiarissimo D." Puton nella Revue d’Entomologie 1883, p. 287 corregge |’ abbaglio preso dal succitato autore. Quattro esemplari dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). Alcuni individui di questa Sadda raccolti in Sardegna nel 1875 dal Dr Gestro si conservano nella collezione del Museo Civico di Genova. 127. Leptopus echinops Leon Duf. Ann. Soc. Ent. Fr. (1833) p. 113; Annal. Science. Nat. (1858) p. 349. 3, tav. 22, fig. 3. — A. Costa, Cim. regn. neap: cent. II, p. 2. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III, 45. 13. PI. I, fig. 4. — Fieb. E. H. 149. 2. — Leth. et Put. Hémipt. de Biskra, l. c. p. 18. N.° 22 esemplari (G. e L. Doria), coi precedenti. Secondo Lucas trovasi sotto le pietre assai comunemente in piccole società di cinque o sei individui; il chiarissimo Puton afferma averlo raccolto in luoghi aridi lontano dall’ acqua, a Biskra. | Il Prof. Gestro e il Signor Dodero ne trovarono ciascuno un esemplare nei pressi di Cagliari. Reduvida. 128. Nabis sareptanus Dohrn, Stett. Ent. Zeit. 1862, p. 210. — N. marginepunctatus Jakowl. Horae S. E. Ross. AVA 08 LZ I), N.° 23 individui raccolti presso Tunisi (G. e L. Doria). Dal D.™ Puton seppi che questa specie fu trovata primiera- mente dai Signori Christoph e Becker a Sarepta e da Jakowleff ad Astrakan; il medesimo D." Puton la raccolse in Algeria sotto le salsolacee al Jardin d’Essai, nonchè al forte Saint Germain (Hém. de Biskra 1874, p. 18); poi in Dalmazia (Kuster), e finalmente a Aiguesmortes nella Francia meridionale (Signor Caulle). 129. Nabis ferus Linn. (Cimex) Fauna Svec. 962. — Fabr. (Miris) Ent. Syst. IV, 185. 10; Syst. Rh. 255. 11. — Fall. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 49] Cim. Svec. 112. 9. — J. Zett. Fauna Ins. Lapp. (1828) I, 503. 6; Ins. Lapp. (1840) p. 282. 6. — Hahn, Wz. Ins. III, 31, fig. 202 (Nabis). — Lucas, Expl. Scient. Alger. III, 54. 33. — Fieb. E. H. 161. 9. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 198. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sicil. sp. 156. — Puton, Synops. Hémipt., 3.™° part., 1880, p. 188. 8. — Miris vagans Fabr. Syst. Rh. 255. 2. — Wolff, Abbild. d. Wanz. fig. 153. Tre esemplari dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). Specie estremamente sparsa nell’ Italia media e meridionale. Il chiarissimo Rev. P. Vinc. Gredler non la annovera fra le specie del Tirolo, quantunque ivi abbia raccolto la N. lomyipennis che. è più propria del mezzogiorno. 130. Nabis viridulus Spinola, Essai sur les Hémipt. 107. 2. — Fieb. E. H. 162. 10. — Ferrari, Hemipt. Agri Li- gust. p. 198. — Puton, Synops. Hémipt. 191. 13. — Leth. et Put. Hémipt. de Biskra, p. 18. — N. suavis Muls. et Rey, Ann. Soc. Linn. 1852. — N. Tamaricis Beker (secondo Puton, |. c.). Tre individui dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). Specie ovvia nelle contrade meridionali ove cresce spontanea- mente il Tamarix Gallica e T. africana; fu descritta da Spinola che l’ebbe dalla Sardegna probabilmente da Gené. 131. Prostemma guttula Fabr. (Reduvius) Ent. Syst. IV. 208. 54; Syst. Rh. 281. 70. — Panz. Deuts. Ins. F. 101. 21. — Hahn, Wz. Ins. fig. 130 (Nabis). — Curt. Brit. Ent. 684 con tavola (Prostemma). — Puton, Synops Hémipt. 181. 1. — Fieb. E. H. (Metastemma) 158. 2. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 197. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III, 53. 30. N.° 17 esemplari brachitteri e una larva dei dintorni di Tu- nisi (G. e L. Doria, 1881). Un esemplare di Utica e uno di Tunisi, macrotteri; 10 bra- chitteri di Tunisi, di Bizerta, e di Kairuan, Kerim. Europa media e meridionale; nella collezione del Museo Ci- vico di Genova esistono numerosi esemplari delle varie località già citate. 492 P. M. FERRARI 132. Coranus aegyptius Fabr. (Reduvius) Syst. Ent. 732; Syst. Rh. 279. 62. — Stal (Coranus) Enum. Hem. 20. 8. — Puton, Synops. Hemipt. 176. 1. — Reduvius griseus Rossi, Fauna etr. 1, 297. 1362. — Herr. Schaeff. (Harpactor) Wz. Ins. VI, 106, fig. 677. — Lucas (Reduvius), Expl. Scient. Alger. HI, 50. 24. — Fieb. (Colliocoris) E. H. 155. 2. — Gredler, Rhynch. tirol. Lc. p. 79. 1. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 197. — Mina Palumbo, Cat. Emitt. Sicil. sp. 168. 133. Coranus subapterus De Geer (Cimex) Mem. pour serv. a l’Hist. Nat. des Ins. II. 287. 27, pl. 15, fig. 10-12. — Fall. Cim. Sv. 120. 3 (Reduvius). — Stal. Enum. Hemipt 20. 9 (Coranus). — Puton, Synops. Hémipt. 177. 2. — Reduvius pedestris Wolff. Abbild. d. Wanz. fig. 199. — Fieb. (Collvocoris) E. H. 155. 4. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 197. Tre esemplari, tra Tameghza e Tozer (Kerim). Il Fieber dice essere molto comune in Europa (durch ganz Europa verbreitet). Nella collezione del Museo Civico di Genova esiste: di Persia meridionale, Romagna, Liguria, Piemonte; in minor numero però del C. aegypiius. 134. Coranus niger Ramb. (Harpactor) Faun. Andal. 178. 2. — Fieb. E. H. 386. — Fieb. (Colliocoris) E. H. 154. 1. — Stal, Enum. Hemipt. 4, p. 19. 6. — Puton, Synops. Hémipt. 178.3. — Harpactor affinis Lucas, Expl. Scient. Alger. 51. 25, pl. I, fig. 5. — C. Reveiliert Muls. et Rey, Hist. Nat. Punais. Fr. Reduvides 1874, p. 26. Quattro esemplari dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). Fu trovato questo Reduvide dal Rambur; Fieber ne fece la descrizione secondo gli esemplari del Museo Viennese; Lucas lo raccolse in primavera ed estate presso Algeri, Philippeville , Co- stantina; Mulsant e Rey Il’ ebbero di Corsica. 135. Amphibolus Kerimii Reuter in lit. Piceo-niger cum pedibus griseo-sericans et pilosulus, capite linea FAUNA TUNISINA — RINCOTI 493 longitudinali utrinque ad orbitas interiores oculorum, linea longi- tudinali media partis. post-ocularis tribusque gulae, rosiri articulo primo inferne, articulis duobus basalibus antennarum, pronoto, (lobo antico angulisque lateralibus exceptis) carina longitudinali scutelli, hemelytris (apice corm excepto), maculis triangularibus marginalibus abdominis, epimeris pronoti (macula media excepta), maculis pectoris ad coxas, coxis inferne, femoribus antice (lineis 2-3 longitudinalibus exceptis), libiisque picescenti-luridis; vostri articulo basali secundo !/, breviore; antennis articulo ultimo tertio secundoque simul sumtis longitudine subaequali, tertio secundo di- stincte longiore, tuberculo femorum anticorum obtusissimo, sat ob- soleto. Long. 2 93/, mill. A. venatori Klug similis sed brevior, structura rostri et anten- narum, scutelli carina flavicante, pedibus longioribus et praesertim femoribus magis elongatis, tuberculo femorum anticorum obsoletiore nec non corpore cum pedibus pilosulo distinctus; ab A. beduino Put. colore mox distinguendo. Proviene questo nuovo reduvide da Kairuan ove lo raccolse Abdul Kerim il 10 Aprile 1873; l’ ho dato in comunicazione al chiarissimo Prof. Reuter, il quale nel restituirlo al Museo volle accompagnarlo colla descrizione che ho fatto precedere; e poichè era ancora innominato, credo bene insignirlo del nome dello scopritore. 136. Harpactor erythropus Linn. (Cimer) Syst. nat. (1767) 725. 69. — Stal (Reduvius) Enum. Hemipt. 40. 34. — Puton (Harpactor) Synops. Hémipt. 179, 2. — Reduvius haemor- rhoidalis Fabr. Mantiss. 311. 33. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III, 50. 23. — Fieb. (Harpactor) E. H. 154. 5. — Mina Pa- lumbo, Cat. Emitt. Sicil. sp. 164. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 196. Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria), 6 esemplari; Galita, 2 (Violante); Kairuan, un individuo completamente sviluppato ed una larva (Kerim); Qammart, 3 (Elena). È ritenuta come specie meridionale e d’ Egitto. Si annovera in copia nei Reduvidi del Museo Civico di Ge- 494 P. M. FERRARI nova, proveniente dalla Sardegna, Isola Serpentara, dintorni di Genova e di Torino. 137. Harpactor maurus Fabr. (Reduvius) Syst. Ent. 732. 12; Syst. Rh. 280. 68. — Stal, Hem. Fabr. I, 112. 2; Enum. Hem. 4. 40. 35. — Reduvius tlibialis Fabr. Syst. Rh. 279. 42. Patria: Sicilia e Algeria secondo Stal e Puton. I due esemplari colti da Kerim fra Tameghza e Tozer sono, secondo il chiarissimo Lethierry, al quale ho comunicato questa ‘specie, una varietà tutta nera, fuorchè una macchia allungata sanguigna alla nuca e un po’ di livido alla costa del connessivo presso le incisure. 138. Pirates hybridus Scop. (Cimex) Entom. Carn. 131. 380. — Stal (Pirates) Enum. Hem. 4, p. 58. 2. — Puton, Synops. Hémipt. 173. 1. — Reduvius stridulus Fabr. Mant. 309. 5; S. R. 268. 10. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III, 52. 27. — Fieb. (Pirates) E. H. 157. 2. —- Gredler, Rhynch. tirol. 12. 1. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 197. Tre esemplari dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria), ed altro di Sidi-Bu-Vahed (Kerim). Specie piuttosto meridionale, ma trovasi anche in alcune re- gioni dell’ alta Italia; osservasi in gran numero nella collezione del Museo Civico di Genova. 139. Pirates strepitans Ramb. Fauna Andal. 174. 2. — Lucas, Expl. Alger. III, 52. 28, pl. 1, fig. 6. — Fieb. E. H. 157. 4. — Stal. Enum. Hemipt. 58. 6. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 197. — Pirates niger H. S. Nomencl. p. 98. — P. unicolor Hahn, Wz. Ins. III, 90, fig. 314. — P. rufi- pennis Lucas, Expl. Alger. 52. 29, pl. 1, fig. 7. Un esemplare di Tunisi (G. e L. Doria), un altro raccolto lungo il Megerda e una larva di Utica (Violante, 1877). Specie meridionale, trovata anche in Liguria. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 495 140. Holotrichius obtusangulus Stil, Enum. He- mipt. in Kon. Svens. Vet. Akad. Handl. B. 12. 1874, p. 77. 2. Secondo questo autore sarebbe stato raccolto la prima volta in Grecia. -Due individui adulti con gli emelitri non sviluppati; Utica e Namvaja Capo Bon (Antinori); Kairuan, 1 (A. Kerim). 141. Pasira dimidiata Stal, Ofv. Vet. Akad. Fòrh (1859) 190. 1; Hem. Afr. IN. 122. — Aphleps dimidiata Fieb. Verhand. z. b. Ges. Wien. (1870) 244, tab. V, fig. 1. — Leth. et Put. Hémipt. de Biskra L c. p. 18 (P. basipiera). Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria), un esemplare con eme- litri bene sviluppati, e 3 larve assai cresciute da potersi deter- minare (Comunicato a Lethierry). Secondo lo Stal prima fu trovata nell’ Isola di Cipro e in Grecia. 142, Reduvius personatus Linn. (Cimex) Syst. Nat. (1758) I, 446. 48. — Fabr. (Reduvius) Syst. Ent. 730. 2. — A. Costa, Ragg. Emitt. 144. — Lucas, Expl. Scient. Alger. 51. 26. — Flor, Rh. Liv. I, 679. — Fieb. E. H. 155. 1. — Gredler, Rhynch. tirol. 79. — Stal, Enum. Hémipt. in Kon. Svens. Vot. Akad. Handl. B. 4. 771 (Opsicoetus). — E. Saunders, Br. Hem. 624. 1. — Mina Palumbo (Reduvius) Cat. Emitt. Sicil. sp. 175. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 197. Quattro esemplari dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria); uno di Tunisi, Bab-el-Leua (Miceli) e uno di Qammart (Elena). 143. Reduvius tabidus Klug, Symb. phys. (1830) 2, tab. 9, fig. 4. — Stal, Enum. Hemipt. in Kon. Svens. Vet. Akad. Hand]. B. 78. 8 (Opsicoetus). Tre esemplari di Nefta e uno di Tozer (Kerim); un quinto di Gabes (Antinori). Patria. Alessandria d’ Egitto. I due ultimi diversificano appena dagli altri per essere un po’ - ‘più sbiaditi. ! 496 P. M. FERRARI 144 Reduvius pallipes Klug, Symb. phys. II, tab. 9, fig. 3. — Stal (Opsicoetus) Enum. Hemipt. p. 78. 9. — Redu- vius thoracicus Stal, Ofv. Vet. Ak. (1855) 188. 2. — Reduvius testaceus Fieb. E. H. 156. 2. in parte. Un solo esemplare di Nefta (Kerim). La patria di questa specie, secondo Stàl, è: Rodi, Cipro, Egitto, Arabia. Il March. Doria ne recò due esemplari dalla Persia meridionale. 145. Sastrapada Baerensprungi Stil (Harpago- chares) Ofv. Vet. Akad. F. (1859) 381. 2; Enum. Hemipt. (Sa- strapada) 86. 4. — Puton, Synops. Hémipt. (III.me part. Reduvid. 1880) 171. 1. — Ctenocnemis flavescens Fieb. E. H. 150. 1. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 195. Tre larve in differente stato di sviluppo, dei dintorni di Tu- nisi ((G. (e L. Doria, 1881): 146. Oncocephalus pilicornis Herr. Schaeff. (Myo- docha?) Nomencl. entom. p. 62. — Reuter (Oncocephalus) Mo- nograph. gen. Oncoceph. p. 31, tab. 1, fig. 15. — O. squalidus Herr. Schaeff. Wz. Ins. VIII, p. 93, fig. 861-862. — 0. notatus Fieb. E. H. p. 152. 2. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III, 54. 30. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sicil. sp. 174. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 196. — Puton, Synops. Hémipt. p. 171. 1. Un esemplare di Utica (Violante, 1877). Patria: Europa meridionale; secondo il citato Reuter trovasi in Algerià, Egitto, Sudan. Il Museo Civico di Genova ne possiede pochi individui di varie località dell’ Italia meridionale, ed uno di Persia raccolto dal Marchese Doria. 147. Oncocephalus squalidus Rossi (Reduvius) Fauna Etr. II, 258. 1364. — Burm. (Oncocephalus) Handb. II, 242. 1. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III, 54. 34. — Fieb. E. R. 152. 1. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 196. — Puton, Synops. Hémipt. 172. 2. — Reuter, Monograph. Gen. Oncoceph. È FAUNA TUNISINA — RINCOTI 497 60. 44, tab. II, fig. 40. — O. griseus Spinola, Essai sur les Hémipt. 102. 2. — Mechassavus Amyot, Met. mononim. sp. 347. — O. impictipennis Stàl, Hémipt. Afr. II, 156. 2. Tre esemplari 9 completamente sviluppati, e parecchie ninfe dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria), una di Utica (Kerim), le quali sono del tutto simili a quelle che trovansi frequente- mente nell’ Italia media e superiore, di cui il Museo Civico di Genova possiede individui completi. Patria: Europa meridionale, Asia, Africa settentrionale. 148, Oncocephalus Putoni Reuter, Monograph. Gen. Oncoceph. (1882) p. 50. 35, tab. II, fig. 33. — O. notatus Stal, Enum. Hémipt. IV, p. 88. 11. Nimpha 2 long. 13 mill. Capite ut in mare adulto, oculis vero magnitudine minoribus minus exsertis minusque fortiter reticulatis, spatio fere duplo unius oculi inter se remotis. Antennarum articulo basali leviter arcuato, glabro subliliter granuloso, spatium ab oculi margine antico ad tuberculum antenniferum longitudine aequante; articulo secundo a medio ad apicem cum sequentibus parce et breviter piloso. Pronoto quam in forma evoluta longe breviore et postice angu- stiore, sulco transverso pone medium sito, tuberculis anticis et la- teralibus optime evolutis, ante sulcum convexo lateribus bisinuatis, margine postico recto, angulis posticis acuminatis, carinis lateri- busque flavo-ochracets. Scutello nigrescente basi depressiuscula, fusca, apice pallido. Teg- minum rudimentis linguae-formibus, basin primi segmentis dorsalis attingentibus, ochraceis. Abdomine lanceolato apice sat acuminato transversim grosse rastrato, fusco, ochraceo maculato. Femoribus anticis quam in mare adulto validioribus, tibiarum anticarum cras- sitiem plus triplo superantibus, pictura dilutiore. Pone segmentum dorsale sextum vix arcuate escisum est lamina transversa trapeziformis altitudine sua triplo latior et 3/4 altitu- dinis segmenti sexti, in planitie dorsi sita, hine duo.laminae se- quuniur ambo declives; anterior trapeziformis praecedente triplo altior, extrema brevis trigona lateribus obtusis. Paenultimi segmenti Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.3, Vol. I. (6 Novembre 1884) 32 498 P. M. FERRARI ventralis margo posticus ad anguluin excisus incisionem medianam linearem longitudinalem bis trientem posticum scindentem; ultimum segmentum ventrale anguste et arcuate excisum, post excisionem la- minae duo transversae adsunt altitudine quadruplo latiores, mar- gine postico leniter arcuato, margine interno contiguae; pone has pars postica analis inferior trigona. Un maschio adulto fu raccolto presso Tunisi (G. e L. Doria) insieme a sei ninfe in diverso stadio di evoluzione, di cui due assai cresciute ma prive degli organi del volo: A. Kerim trovò a Kairuan una ninfa maschio in uguali condizioni. L’ esemplare 7 che servi al chiarissimo Reuter per la descri- zione di questa specie recentemente pubblicata è proveniente d’Algeria (Bona), dato dal D.™ Puton al Museo di Stockholm. Le ninfe dell’ 0. Pztonz si distinguono pei caratteri che si os- servano nell’ adulto, come la colorazione del corpo e sue appen- dici non che per la struttura del maggior numero delle varie parti. Una di esse, meno incompleta, femmina lunga 13 millimetri, ha il capo oscuro con linea mediana sottile e la plaga ocellare ferruginee; gli occhi meno grandi e meno sporgenti con granu- lazione più tenue, distanti quasi il doppio del diametro di un occhio; le antenne un po’ più corte con |’ articolo basale un po: arcato, manifestamente più corto che nel 7 adulto, sottilmente granuloso, glabro; il secondo articolo è nella sua seconda metà parcamente guernito di peli corti, e consimili si osservano sul terzo e quarto articolo. Il pronoto è poco dilatato in addietro, col solco trasverso situato assai dopo la sua metà; colla spina all’ an- golo anteriore e il tubercolo dentiforme laterale forse meglio sviluppati che nell’ adulto: i lati sono flessuosi, cioè dopo I’ angolo anteriore e prima del posteriore che è assai acuminato ; il margine posteriore quasi retto; il color gialliccio è un po’ esteso sui lati e sulle carene. Lo scudo non è così rilevato come nell’ insetto completo. Gli emelitri rudimentali, linguiformi, giallicci, attin- gono appena il segmento basale del dorso. L’ addome è lanceo- lato, coll’ apice abbastanza acuto: il margine posteriore dei segmenti è quasi retto, quello del quinto tagliato ad angolo FAUNA TUNISINA — RINCOTI 499 molto ottuso, e quello del sesto intagliato debolmente ad arco, di color fosco, salvo una macchietta rotondata chiara sulla linea mediana in ogni segmento e macchie chiare più grandi verso il connessivo, alternate col bruno-nero. Tanto il ventre come il dorso hanno delle rigature trasverse appressate, ma molto ap- parenti su quest’ ultimo. Diversificano i femori anteriori da quelli del maschio adulto per essere molto più robusti, circa quattro volte le tibie rispettive, col margine superiore arcato e col color bruno un po’ più sbiadito. Le altre zampe non presentano nessuna differenza di colorazione. L’ armatura sessuale nella sua porzione dorsale consta di tre parti; la prima che segue il sesto segmento in forma di lista trasversa, alta un terzo appena di esso segmento, situata nel piano del dorso: la seconda è trapeziforme, lunga tre volte quanto la precedente, la terza triangolare coi lati ottusi, en- trambe in piano inclinato relativamente al dorso. Il penultimo segmento ventrale ha il margine posteriore intagliato ad arco un po’ acuto; ha una fessura longitudinale nel mezzo che oc- cupa due terzi della sua altezza; |’ ultimo segmento ventrale è brevemente troncato in arco, quindi seguono le lamine genitali, di cui due basali trasverse che si combaciano nel mezzo, hanno il margine posteriore un po’ arcato, e sono circa lunghe quattro volte la loro maggiore altezza; le altre non si distinguono chia- ramente, e apparisce il margine dell’ ultima parte dorsale del- l'apparato, ove probabilmente si apre il foro anale. Nora. — Esistono ancora due ninfe appartenenti a due specie distinte di Reduvidi, ma troppo giovani e mancanti di caratteri sufficienti per poterle con una tal quale probabilità riferire a qualche specie conosciuta. Una di Kairuan, 10 Aprile 1873 (Kerim). La seconda di Bir-el-Buita (Violante), 1.° Novembre 1877. 149. Cerascopus domesticus (Hmesodema Spin.) Sco- poli (Plotaria) Del. Faun. et Flor. Insubr. t. 24. I. III, t. 23, fig. 1. 4. — Rossi, Fauna Etr. 1356. — Hahn, Wz. Ins. I, 9. 500 P. M. FERRARI — Lucas, Expl. Scient. Alger. II, 50. 22 (Emesodema). — Fieb. E. H. 150. — Gredler, Rhynch. Tirol. 79. 1. — Ferrari, He- mipt. Agri Ligust. p. 195. — Puton, SERE Hémipt. 36 part. 1880, 166. 1 (Cerascopus). Tunisi (G. e L. Doria), un solo esemplare. È specie dell’ Europa meridionale, tuttavia è indicata dal Rev. Gredler fra gli Emitteri del Tirolo. Hydrometrida. 150. Gerris thoracica Schumm. Ploteres, 46. 8. — Fieb. (Hydrometra) E. H. 108. 6. — Herr. Schaeff. Wz. Ins. IX, 71, tab. CCCI, fig. 28 et tab. 299, fig. Z. AA, BB. Saunders, Br. Hem. 639. 5. — Puton, Synops. Hémipt. (1879) 156. 5. — Horvath, Magyar. viz. pol. in Termész. fùz. 1878 (edit. separ.) p. 9. 2. Dintorni di Tunisi, tre esemplari (G. e L. Doria e Miceli). Si trova sparsa in Europa, ma non è troppo comune. 151. Gerris gibbifera Schum. Ploteres, 41. 6, tab. II, fig. 5-7. — Fieb. (Hydrometra) E. H. 108. 9. — Gredler, Rhynch. Tirol. 6. 4. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 199. — Hor- vath, Magyar. viz. pol. in Termész. fuz. 1878 (edit. separ.) p. 9. 3 (Limnotrechus). —- Puton, Synops. Hémipt. 1879, p. 157 6 (Gerris). | Tunisi (Bab sidi-Abed-slem), Miceli 14 Maggio 1882, insieme alla G. thoracica. Di statura alquanto minore degli individui che si trovano fre- quentemente in Liguria e altrove, ma distinguibile pel tubercolo sul metasterno. 152. Microvelia pygmaea L. Duf. (Velia) Ann. Soc. Ent. Fr. II, 115, pl. 5, fig. 6. — Flor (Hydroessa) Rh. Livl. I, 749. 1. — Fieb. E. H. 104. 1. — Gredler, Rhynch. Tirol. p. 73. — E. Saunders, Br. Hem. p. 640. 1. — Horvath, Magyar. viz. pol. 1878 (edit. separ.) p. 6. 1. — Puton, Syrops. Hémipt. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 501 149. 1. — Microvelia pulchella Westw. Ann. Soc. Ent. Fr. III, pl. 6, fig. 5. a. 4. — .Hydroessa reticulata Burm. Handb. II, 213. Un solo esemplare di Tameghza (A. Kerim). E specie sparsa in Europa, ma non comune e sempre in pochi esemplari. 153.{Velia major? Puton, Synops. Hémipt. 2.° part. 1879, Pe, 100i,.1. Stante la considerazione che la V. major sarebbe ritenuta come specie comune nelle località meridionali forse più che la V. rivulorum, ho riferito alla prima specie l’unico esemplare fem- mina di tal genere recato dai dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). Senza voler qui discutere se col tempo si ammetterà una sola o si conserveranno le tre specie di Velia (major, rivulorum, currens) del nostro paese, io noterò soltanto che nel Civico Museo di Genova gli esemplari di V. currens sono di Torino e di Stazzano tutti brachitteri. La V. rivulorum è di Serravalle Scrivia (brachittera) e di qualche altra località. Una varietà di essa è di Sardegna (macrottera), con pronoto ferrugineo e zampe testacee. Dei pressi di Genova, di Toscana e d'altri luoghi più caldi sonvi le altre due specie, che pare trovinsi conviventi sulle stesse acque. Probabilmente la specie citata dal Lucas (Expl. Scient. Alger. III, 47. 16) deve riferirsi alla V. major Put. Naucorida. 154. Naucoris maculatus Fabr. Ent. Syst. suppl. 525 2; Syst. Rh. 110. 2. — Herr. Schaeff. Wz. Ins. IX, 39, fig. 899. — Spinola, Essai sur les Hémipt. 54. 2. — Lucas, Expl. Scient. Alger. IH, 44. 9. — Fieb. E. H. 103. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sicil. sp. 190. — Puton, Synops. Hémipt. 3.me part. 1880, ZAN Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria), N.° 13 esemplari completi e 2 incompleti. Abita le regioni meridionali e medie dell’ Europa. Secondo il D.t Puton trovasi nel nord della Francia. 502 P. M. FERRARI Nepida. 155. Nepa cinerea Linn. Fauna Svec. (1761) 906. — Fall. Hem. Svec. 170. 1. — Zett. Ins. Lapp. 283. — Herr. Schaeff. Wz. Ins. VIII, 21, fig. 796. — Lucas, Expl. Scient. Alger. Ill, 43. 7. — Flor, Rh. Livl. I, 702. 1. — Fieb. E. H. 102. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sicil. sp. 191. — Ferrari, Hemipt. Agri Ligust. p. 200. — Puton, Synops. Hémipt. 214. 1. — Leth. et Put. Hémipt. de Biskra, p. 19. Dintorni di Tunisi (G. e L. Doria), un esemplare. Comunissima in tutta Europa. Notonectida 156. Anisops producta Fieb. Rhynchotograph. (Act. der konigl. bohm. Ges. Wiss. V. Folge, 7 Band) p. 60. 5. — Fieb. Gen. Hydrocor. tav. III. C. — Fieb. E. H. 100. 1. — Puton, Cat. Hém. 187. 5, p. 54. 1; Synops. 3.me part. (1880) p. 217. 1. — Anisops nivea Spinola, Essai sur les Hémipt. p. 58. — Ramb. Faun. Andal. II, p. 58. — Anisops sardous Minà Pa- lumbo, Cat. Emitt. Sicil. sp. 198. Un maschio e due femmine. Tunisi (G. e L. Doria). Fu trovata dapprima in Sardegna, Spagna, Italia meridionale, Sicilia; e secondo il Fieber in Egitto, a Bombay ed anche in America. Probabilmente 1’ A. niveus Lucas, Expl. Scient. Alger. IV, pl. I, fig. 2, è la specie presente. 157. Notonecta glauca Linn. Fauna Svec. 903 et auct. — N. Fabrici Fieb. Rhynchotograph. 493; E. H. 101. 2. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III, 41. 3. Algeri, Bona. Var. umbrina Germ. Corio color cannella, clavo più chiaro. Quattro esemplari dei dintorni di Tunisi, come i seguenti (G. e L. Doria). FAUNA TUNISINA — RINCOTI 503 Sette esemplari colorati come 1 precedenti, ma piu o meno macchiati sopra di fosco. Var. glauca L.; Fieb. var. «. |. c. Un solo esemplare. _ Var. marmorea Fabr. Syst. Rh. 103. 3. Un esemplare. Var. furcata Fabr. Ent. Syst. IV, 58. 2; Syst. Rh. 102. 2. N.° 8 esemplari. Tutte le dette varietà sono comuni in Europa, però la prima è più frequente nel mezzogiorno. 158. Plea minutissima Fabr. (Votonecta) Syst. Rh. 104. 10. — Panz. Deuts. Ins. F. 2. 12. — Lucas (Ploa) Expl. Scient. Alger. III, 41. 4, pl. 1, fig. 1. — Fieb. Entom. Monogr. p. 17, tab. 1, fig. 27-35 (1); E. H. 101. — Gredler, Rhynch. Tirol. 72. 1. — Leth. et Put. Hém. de Biskra, p. 19. N.° 16 individui dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). Si trova frequentemente nell’ Europa media e meridionale , manca nelle regioni più fredde; di fatti non è indicata da Zet- terstedt e J. Sahlberg. Nella collezione del Museo Civico di Genova esiste del Vercel- a lese (Mella); dintorni di Genova, Cagliari (A. Dodero), Francia (Puton), Ungheria (Horvath). Corisida. 159. Corisa atomaria Illig.-Fieb. Spec. Gen. Coris. 15. 4, tab. 1, fig. 5; E. H. 92. 8. — Puton, Synops. Hémipt. 3.me part. 1880, 221. 3. — C. Panzeri Fieb. E. H. 92. 7. — E. Saunders, Br. Hem. 646. 3. Abbondante presso Tunisi (G. e L. Doria), 26 esemplari; Ta- meghza (Kerim), 1. Specie piuttosto meridionale; trovasi anche in Austria, in Francia, nonché in Italia, essendo, secondo Puton, una istessa cosa che la C. Panzeri, e questa è dal Fieber indicata come specie della nostra regione. (1) In detta tavola la figura a sinistra invece del 27 è marcata 36. 504 : P. M. FERRARI 160. Corisa hyeroglyphica L. Duf. Hem. 86. 2, fig. 85-87. — Fieb. Spec. Gen. Cor. 22. 19, tab. 1, fig. 20; E. H. 93. 13. — E. Saunders, Br. Hem. 648. 10. — Puton, Synops. Hémipt. 223. 5. Un esemplare dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). Non si trova nelle regioni più fredde d’ Europa; bensi, secondo Fieber, nel Portogallo, Francia, Italia, Svizzera, Inghilterra ed anche nell’ Istmo Eusino, Transcaucaso; in Egitto, Pensilvania. 161. Corisa vermiculata Puton, Petites Nouv. Entom. 15 Oct. 1874. — Leth. et Put. Hémipt. de Biskra, 41. 25. Un esemplare dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria) ed un secondo di Tozer (Kerim). Fu scoperta dal chiarissimo D." Puton in Algeria presso Biskra in una piccola fossa d’acqua fetida vicino alla montagna di sabbia. HOMOPTERA. Cicadida. 162. Tettigia barbara Stal, Hem. Africana, IV, p. 24. Patria: Tunisia (Mus. Holm.). Isola Galita (Crociera del Violante 1877), 6 esemplari. Specie già indicata di questa località dal Prof. Gestro negli Appunti sulla Entomologia Tunisina, Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. di Genova, Vol. XV, 1880, p. 408. 163. Cicadetta anulata Brull. (Tibicen annulatus) Exped. Mor. 112. 96, pl. 31, fig. 14. — Fieb. Cicad. Eur. 55. 2 (Rev. Mag. Zool. 1876). Un individuo 7 dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria), ed una 9 di Hammam-el-Lif (Giugno 1875, Antinori). Patria: Morea, Corfù. 164. Cicadetta cantans Fabr. (Tettigonia) Ent. Syst. IV, 20. 13; Syst. Rh. 37. 19. — Lucas (Cicada) Expl. Scient. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 505 Alger. III, 103. 169, pl. 4, fig. 4. — Stal, Cicad. Europ. 59. 4 (Rev. Mag. Zool. 1876). Un solo .% dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). Secondo Fieber, l. c., trovasi in Spagna, Francia meridionale e Kabilia. Il Lucas afferma essere comune presso Algeri al principio dell’ estate, sui cardi. Fulgorida. 165. Conosimus Violantis n. sp. Supra fusco griseus subtus ochraceus, carinis frontalibus lateralibus sursum cum mediana haud conjunctis, sutura cly- peo-frontali acutangulari, vertice antrorsum breviter truncato ; tegminum margine reflero basali pallido, sequente brunneo. Long. 3 mill. Frons (fig. 1) fusco-testacea punctis rotundis parvis pal- lidioribus carinis lateralibus marginem verticis attingentibus sbique fere triente totius dimidii marginis ab apice carinae medianae sejunctis; lateribus fere rectis, ad imum versus gradatim, latiuscula, angulis lateralibus inferioribus rotun- datis, sutura cum clypeo ad angulum acutum et medio breviter rotundata. i Clypeus rhomboidali-elongatus, brunneus, macula stellulata supera, lineola longitudinali lineisque obliquis lateralibus pone medium et callo in angulo laterali pallidis. Vertex (fig. 2) Qpice breviter truncatus latitudine antica inter oculos longior, medio depressus et fusco punctatus prae- cipue secus carinam, maculis duabus parvis apicalibus nigris. 506 P. M. FERRARI Antennarum articulus basalis pallidus, crassitie brevior, articulus secundus rotundatus, brunneus. Pronotum vertici fere aequelongum, fusco punctatum, punctis prope marginem anticum majoribus, secus carinam mediam con- Auentibus. i Mesonotum fuscum, carinis quatuor manifestis callo late- rali margineque postico carinato, dilutioribus, carinis mediis arcuatis, extrorsum invicem secedentibus, marginem posticum attingentibus, carinis ceteris eaterioribus vero breviusculis. T'egmina (fig.3) pallescentia nervis concoloribus, transversis etiam manifestis, areis transversim plus minusve subelongatis, punctis fuscis irregulariter circum-marginatis, pone medium magis interruptis; areolis marginalibus omnibus infuscatis ; marginis parte basali inflera brunnea, acie plicae et margine estremo exceptis. — , Dorsum nigrum, lateribus, basi et pygophoro flavidis. Venter flavidus striga punctorum brunneorum in extremo segmento. Pedes flavo ochracei, femoribus anticis et mediis subtus anulis duobus, posticis etiam in longitudine retrorsum fuscis; tibiis omnibus fuscis apice et basi via dilutioribus, tarsis omnibus concoloribus flavo testaceis. Feminae tuba analis desuper visa pone foveam rotundam pygophort, latitudine basali ultra triplum longior, modice transversim et longitrorsum arcuata, lateribus post basin paul- lisper sinuatis, in quadrante postico gradatim angustior fere lanceolata, pone medium ad apicem vitta fusca et albido-pi- losa, fovea anali prope basin sita, antice rotundata, postice angulata, intus fusca, stylo pallescente. L’ unico esemplare femmineo fu trovato nell’ Isola Galita nel mese di Agosto 1877. Si deve questo nuovo cicadario alle inda- gini dei Naturalisti che visitarono quell’ Isola, ed il nome con cui è designato fa testimonianza dei nuovi acquisti procurati alle Scienze naturali dal Capitano Enrico D'Albertis per mezzo del suo cutter Violante. Fin’ ora non si conosceva che il Conosimus coelatus Muls. et Rey, trovato a Marsiglia e Hyéres; nell’ opera postuma del Fieber FAUNA TUNISINA — RINCOTI 507 sui Cicadari (Revue et Magaz. de Zoolog. 1876, p. 243) è de- scritto il maschio, che dice esser lungo 4 millimetri, ma non accenna al carattere del tubo anale femmineo. Le due specie si possono distinguere agevolmente non tanto per la diversa colo- razione quanto per la disposizione delle carene frontali e dalla forma del vertice. 166. H{ysteropterum bilobum Fieb. Cicad. Europ., 1877, p. 16. 9. Dintorni di Tunisi, due individui (G. e L. Doria). Gli esemplari che servirono a Fieber per la descrizione della specie erano della Francia meridionale, e li aveva ricevuti dai Signori Mulsant, Rey e Frey Gessner sotto il nome di H. gryl- loides e H. apterum. Ho comunicato al chiarissimo Signor Lethierry gli esemplari di queste specie, così difficili a distinguersi. È somigliantissimo all’ H. grylloides, ma il tubo anale è leg- germente intaccato all’ estremità; la linea media del vertice, il pronoto e il mesonoto hanno le carene chiare, marginate al- l’ esterno di bruno. 167. H{ysteropterum Doriae n. sp. Flavido ochraceus, fronte carinis tribus, mediana majori basi et apice obliterata, vertice antrorsum bis subangulato, pronoti et mesonoti carina media viz conspicienda aut deficiente: tegminibus pallide ochraceis immaculatis nervis longitudina- libus aliguibus dilute fuscis, transversalibus manifestis areolas plurimas eformantibus; dorso nigro, connezivo flavo, pedibus brunneo lineatis. Long. 4 mill. Frons quam in linea infera oculorum longiuscula, in linea media oculorum arcuata ita ut in parte apicali a supero sit conspicienda, inter carinas irregulariter pallide-brunnea punctis rotundis parvis, maculis quatuor fere cruciatim dispositis aut etiam macula ampla basali pallidioribus, extus flavida punctis brunneis; lateribus modice arcuatis ad clypeum vix magis curvis; carina mediana basi et apice obliterata; carinis late- 508 P. M. FERRARI ralibus gracilibus paullo ante marginem verticis simul con- junctis; sutura clypeo-frontali obtusangulari. Clypeus fiavidus brunneo punctatus aut lineatus, rhomboi- dalis latitudine via longior, angulo supero albido-callaso. Vertex flavidus longitudine triplo iatior, carina antica bis fracta partibus lateralibus quam mediam longiusculis. Pronotum pallide ochraceum, antice angulato-valde vo- tundatum, linea vel punctis impressis fuscis pone mar- ginem anticum, punctis duobus impressis normalibus in disco. Mesonotum pronoto concolor modo vestigio carinae medianae praeditum, modo destitutum vel medio sulcatum et postice excavatum, carinis lateralibus pulvinulum anulatum antice apertum eformantibus. Tegmina immaculata nervis longitudinalibus aliquibus di- lute brunneis aut magna parte concoluribus, transversis ma- nifestis in areolas plurimas connexis, areolis punctis crebris impressis decoloribus; margine externo ante medium arcuato, parte basali brevi et anguste reflteza pallidiore, absque vitta interna fusca. Dorsum abdominis nigrum linea mediana (marginibus po- sticis segmentorum aliguando) margine postico ultimi segmenti et pygophoro flavidis. Venter pallide ochraceus, vel stria mediana transversa in aliguibus segmentis, aut tantum punctis duobus prope medium, et tribus lateralibus in linea transversa, fuscis. Connerivum flavum. Coxae, femora, tibiae, spinae plus minusve nigro-brunnea. Antennae flavidae. Tuba analis 2 latitudine paullo magis duplo longior, api- cem versum infuscata, albido pilosa, marginibus subparallelis, bast apicegue rotundata, fovea anali ovata, postice acuta, prope basin tubae excavata, stylo anali albido apice suo medium tubae attingente; ex infero visa arcuata, canaliformis, spinis 2 fuscis sub plaga basali styli; tuba elevata a lamina, ad- paret octagona, sursum ad angulum rectum excisa; macula FAUNA TUNISINA — RINCOTI 509 rotundata supera vittaque sequente curva utringue cum ho- mologa subtus conjuncta, nigris. È dedicata questa specie al Marchese Giacomo Doria che ne raccolse due esemplari nei dintorni di Tunisi. Appartiene al secondo gruppo della seconda divisione del Fieber, e si avvicina all’ H. Germari; se ne distingue tuttavia per avere quest’ ultimo la carena media del fronte, sopra, ma- nifesta, acuta, e le laterali distinte soltanto nella loro metà su- periore, le antenne bruniccie e il tubo anale 9 coll’ apertura quasi a metà. 168. Hysteropterum algiricum@ Lucas (/ssus) Expl. Scient. Alger. III, 104. 174, pl. 4, fig. 9. Due esemplari dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria, 1881-82). | Riferisco dubbiosamente alla specie del Lucas I’ insetto Tuni- sino, perchè per la maggior parte dei caratteri somiglia troppo all’ H. Doriae, specialmente per la sommità del fronte visibile da sopra e per la forma e colorazione del tubo anale e genitali della femmina. Tuttavia avendo fatto comunicazione al chiaris- simo Lethierry di entrambe le specie, non oso disconoscere l’ autorità della sua determinazione. 169. Almana hemiptera Costa (Fulgora) Fauna Regn. Nap. Em. 1840, p. 2, tav.-1, fig. 4 a, c. — Fieb. (Almana)_ Cicad. Europ. in Rev. Mag. Zool. 1876, p. 209. 2. — Bursinia hemiptera Costa, Ann. Mus. Zool. 1862, p. 72-73, tab. 3, fig. 16- 17. — Dictyophora Genei Duf. Ann. d. Sc. Nat. 1840, p. 101. Un solo esemplare di Tunisi, 5 Novembre 1882 (Elena). 170. Dictyophora europaea Linn. (Fu/gora) Syst. Nat. ed. XII, 704. 9. — Fabr. Syst. Rh. 5. 2. — Panz. F. Germ. 20. 16. — Lucas (Pseudophana) Expl. Scient. Alger. III, 108. 181. — Kbm. Cicad. 51. 2. D. italica. — Fieb. Cic. Europ. in Rev. Mag. Zool. 1876. 216. — Ferrari, Cicad. Agri Ligust. in Ann. Mus. Civ. Genova, XVIII, p. 84. Un solo esemplare, 6 Luglio 1882 (Miceli) raccolto a Batria. 510 P. M. FERRARI Presenta i caratteri indicati dal Kirschbaum, cioè la lunghezza maggiore del cono cefalico, la concavità del fronte, i cinque nervi obliqui agli stigmi degli omelitri; ho notato inoltre che gli spazi fra le carene del vertice e quelle del fronte non che le carene di quest’ ultimo sono reticolate di verde; di tale reti- colazione, che meno sviluppata si osserva in alcuni esemplari raccolti in Liguria, nè il Kirschbaum nè il Fieber fanno men- zione : forse dipende dalla giovanezza degli individui. È specie ovvia come risulta dal suo appellativo. 171. Delphax striatella Fall. Hem. Svec. II, 75. 3. — Flor, Rh. Livl. II, 54. — Kbm. Cicad. der Geg. v. Wiesb. 27. 28. — Fieb. Delphacini tab. VIII, tabella 21. — J. Sahlb. Cicad. Finl. et Skand. 435. 8. — Fieb. Cicad. Europ. in Rev. Mag. Zool. 1879. 69. 3 7, 128. 49. — Ferrari, Cicad. Agri Ligust., l. c. pool: Un solo esemplare 9 raccolto presso Bab-el-Leua, una delle porte della città di Tunisi, dal Signor Miceli, il 6 Marzo 1882. Specie piuttosto comune in Europa. 172. Delphax propinqua Fieb. Delphacini in Verandl. k. k. Zool. Bot. Gesell. 1866, p. 525. 3, fig. 24; Cicad. Eur. in Rev. Mag. Zool. (Liburnia) p. 78. 12. e p. 135. 20. — Ferrari, Cicad. Agri Ligust. p. 92. — D. hamulata Kbm. Cicad. der Geg. v. Wiesh. 38. 52. Dintorni di Tunisi, un esemplare (G. e L. Doria). Gli individui che servirono al Fieber per la pubblicazione di questa specie furono di Trieste (Berquier), Malaga (Frey), altri d’ Austria appartenenti al Museo Viennese. — Il Kirschbaum ebbe a sua disposizione quei pochi della collezione Heyden rac- colti in Febbraio a Messina da Zeller. Nell’ Italia media è comunissima tutto l’ anno, specialmente la sua forma macrottera. 173. Tettigometra atra Hagemb. Symb. Ph.; Helv. 44. t. 14. 27. — Signor. Tettigometr. in Ann. Soc. Ent. Fr. 1865, FAUNA TUNISINA — RINCOTI 51] p. 152. 15. — Fieb. Cicad. Eur. in Rev. Mag. Zool. — Ferrari, Cicad. Agri Ligust. p. 95. — 7. piceola Klug, Burm. et auct. Due ninfe con gli omelitri a metà sviluppati; dintorni di Tu- nisi 1881 (G. e L. Doria). Specie assai sparsa in Europa. Osserv. Il chiarissimo Prof. Federico Delpino mi fece no- tare come certe formiche si trovino frequentemente in com- pagnia colle larve di questa specie al pari che con quelle del- l’ Issus coleoptratus, ed io pure ne osservai intorno ai giovani individui di Hysleropterum grylloides che aspettavano una goc- ciolina di umore probabilmente zuccherino emesso ad intervalli dalla tuba anale del cicadario. Questa sorta di compagnia, di cure amorevoli, prodigate dalle formiche alle giovani fulgoridi, agli afidi, alle larve delle Psille, alle Cocciniglie, nonchè a certi coleotteri brachelitri mirmecofili, sarebbero, secondo il dotto botanico, una manifestazione di amor platonico, una protezione naturale; io invece la conside- rerel come una pratica interessata, egoistica, come ognuno con me potrà sostenere che un pastore cura le sue pecore per la utilità che ne ricava e non per la soddisfazione di sentirsele belare all’ intorno. Cercopida. 174. Ptyelus lineatus Linn. (Cicada) Fauna Svec. (1761) 241. 888. — Flor, Rh. Livl. II, 123. 1. — Kbm. Cicad. der Geg. v. Wiesb. 65. 2. — J. Sahlb. (Phylaenus) Cicad. (1871) 96. 7. — Leth. Catal. d. Hem. du depart. du Nord (1874) pag. 56. — Mayr, Rhynch. Tirol. (1880) 12. 1. — Reiber et Puton Catal. d. Hemipt. Homopt. de l’Als. et Lor. (1880), pag. 9. Un solo esemplare dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria) che ho confrontato con esemplari avuti dal Signor Lethierry. Trovasi in Lapponia, Livonia, Finlandia; è comune in Francia e nel Tirolo. 512 P. M. FERRARI Membracida. 175. Oxyrhachis Delalandei Fairm. Rev. Ann. Soc. Ent. de Fr. 268. 3, — Fieb. Cicad. Eur. in Rev. Mag. de Zool. (1875) 3. 2. Secondo quest’ ultimo autore fu trovato la prima volta in Si- cilia da Benoit. Un esemplare di Tunisi (G. e L. Doria) ed un secondo: di Qammart, 29 Giugno 1882 (Elena). È da notarsi che il Lucas non trovò nelle sue ricerche ento- mologiche in Algeria nessun rappresentante della famiglia dei Membracidi. Nella collezione del Museo Civico di Genova conservansi due individui dell’ altra specie cognita O. tarandus (Fabr. Ent. Syst. Suppl. p. 514. 23 (Membracis); Fieb. Cicad. Europ. in Rev. Mag. Zool. 2) raccolti a Massaua nell'Aprile del 1870 dal D.t Odoardo Beccari. Jassida. 176. Megophthalmus scanicus Fall. (Cicada) Act. Holm. 114. — Burm. Genera, G. 7. con tav. — Kbm. Cicad. der Geg. v. Wiesb. 70. 1. — J. Sahlb. Cicad. 375. 1. — Leth. Catal. cit. p, 56. — Mayr. Rhynch. Tirol. 14. 1. — Reib. et Put. Catal. cit. pag. 10. — Ferrari, Cicad. Agri Ligust. p. 102. Un individuo raccolto presso Tunisi (G. e L. Doria); Isola Galita, Agosto 1877 (Violante). Specie comune in tutta Europa. 177. Agallia venosa Fall. (Cicada) Act. Holm. 25. 19. — Flor (Agallia) Rh. Livl. 551. 1. — Kbm. Cicad. der Geg. v. Wiesb. 151. 4. — J. Sahlb. Cicad. 155. 2. — Leth. Cat. cit. p. 58. — Reib. et Put. ]. c. p. 13. — Mayr, Rhynch. Tirol. 15. 2. — Ferrari, Cicad. Agri Ligust. p. 110. N.° 16 esemplari colti nei pressi di Tunisi (G. e L. Doria 1881) fra cui 3 maschi e 13 femmine. Fra i Bitoscopidi è forse la specie più ovvia in Europa. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 513 178. Eupelix cuspidata Fabr. (Cicada) Ent. Syst. IV, 46. 86. — Burm. (Eupelix) Gen. Insect. Gen. e tav. 6, fig. 2. — Lucas, Expl. Scient. Alger. III, 106. 178. — Kbm. Cicad. der Geg. v. Wiesb. 79. 1. — J. Sahlb. Cicad. 368. —, Leth. Catal. cit. pag. 59. — Minà Palumbo, Cat. Emitt. Sicil. sp. 220. — Signoret, Ess. sur les Jass. Ann. Soc. Ent. Fr. 1879, 57, tav. I, 3. — Reib. et Put. l. c. pag. 13. — Mayr, Rh. Tirol. 16. 1. — Ferrari, Cicad. Agri Ligust. p. 112. Un esemplare della precedente località (G. e L. Doria). È piuttosto comune nelle regioni medie e meridionali d’ Eu- ropa, quantunque si trovi anche nelle meno calde. 179. Acocephalus carinatus Stal, Ann. Soc. Ent. Fr. 1864, p. 65. — Signor., Essai sur les Jass. Ann. Soc. Ent. Fr. 1879. 65. 2, pl. I, fig. 7. — Ferrari, Cicad. Agri Lig. p. 113. Dintorni di Tunisi, un solo esemplare # (G. e L. Doria). Secondo il chiarissimo Signoret fu raccolta in Algeria una 9 di questa specie, di cui lo Stal pubblicò la descrizione. Il Fieber l’ebbe di Sicilia e ne fece i disegni per la sua opera che lasciò inedita. Signoret nei materiali radunati pel suo lavoro sugli Aco- cefalidi l’ ebbe da Lisbona, Ajaccio, Lione, Badajoz; io ne rac- colsi alcuni esemplari vicino a Genova. Allorché se ne esaminano degli individui recentemente raccolti è visibilissima la pubescenza depressa nella parte superiore del- l’insetto come sulla faccia; in quelli poi che furono rimaneg- giati per varie ripuliture, gran parte della pubescenza scompare, ma se ne osservano tuttavia qua e là delle tracce; di questo carattere non fa menzione il chiarissimo Signoret. 180. Thamnotettix fenestrata var. Herr. Schaeff. (Jassus) Fauna Ins. Germ. fasc. 122. 5. — Kbm. Cicad. der Geg. v. Wiesb. 102. 39. — Reib. et Put. l. c. pag. 16. — Mayr, Rhynch. Tirol. 19. 1. — Ferrari, Cicad. Agri Ligust. p. 123, var. G! Un esemplare di Tameghza (Kerim), Maggio 1873. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.4, Vol. I. (7 Novembre 1884). 33 514 P. M. FERRARI Le varieta in cui il color nero del capo e degli omelitri dimi- nuisce d’ intensità, per dar luogo a un disegno pallido, si osser- vano più frequenti a misura che la regione è più meridionale. 181. Thamnotettix alboguttata Leth. Petites Nouv. Entom. 1. Novembre 1874. — Leth. et Put. Hém. de Biskra Ann. Soc. Ent. Fr. 1876, p. 48. 31. Nelle vicinanze di Tunisi 1881 (G. e L. Doria), N.° 11 in- dividui. | Fu raccolta la prima volta dal chiarissimo Lethierry sulle sal- solacee nell’ oasi di Biskra. Finora non so se sia indicata d’altre località. | È affine alla specie che precede, ma alquanto più piccola ed ha una colorazione molto più chiara. 182. Thamnotettix opaca Kirschbaum (Jassus subg. Deltocephalus) Cicad. der Geg. v. Wiesb. 126. 83. — Ferrari, Cicad. Agri Ligust. p. 125. Var. minor. Pallide flavescens: facie vertice et scutello intensius flavidis, innotatis; pronoto parte mediana late infuscato; tegminibus diaphanis nervis dilute brunneis; abdomine et connexivo pal- lide flavidis vitta basali lata, transversa subinterrupta ante connexivum in quovis segmento dorsali nigris; statura quam in specie typica paullo minori. Località precedente, un solo esemplare (G. e L. Doria 1881). Differisce dal tipo descritto da Kirschbaum e dagli esemplari raccolti in Liguria, specialmente per avere gli omelitri traspa- renti, senza macchie, per cui lasciano vedere la colorazione dell’ addome, e per essere tutt’ insieme alcun che più piccina. La specie tipica fu raccolta primieramente a Messina in prima- vera da Zeller e fece parte della collezione del barone Heyden. 183. Thamnotettix abalia Fieb. Katal. d. Europ. Cicad. 1872, p. 11. — Puton, Catal. Hémipt. 1875, p. 71. 36. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 515 Ù Tunisia, Qammart, 23 Aprile 1882 (G. e L. Doria), un solo esemplare che fu comunicato al chiarissimo Signor Lethierry. Femina: ab apice capitis ad extremitatem abdominis long. mill. 5. Flavopallida crassiuscula, tegminibus coriaceis abdomine brevioribus albis, vittis quatuor longitudinalibus cinnabarinis. Facies cum oculis latitudine longior; frons convexiuscula quam inter antennas lata duplo longior, suturis lateralibus parum arcuatis ante clypeum valde arcuate excisa rbique fere triente quam inter antennas lata; dilute cinnabarina excepto ambitu, linea mediana (supra et infra latiore), lineolisque transversis flavidis. Clypeus trientem frontis metit, ad an- gulos lororum latior, latitudine hac duplo longior, lateribus rectis, margine infero leniter arcuato. Lora latitudine duplo longiora. Genae fronte >|, angustiores. Antennae pallidae apicem clypei attingentes. Vertex obtuse angulatus transversim excavatus, dimidia la- titudine postica (recta) parum longior. Pronotum vertici viv aeque longum, longitudine saltem qua- druplo latius transversim subtiliter aciculatum, quadrante antico levi, flavescente, ceterum rubidum. Scutellum parvum sulco arcuato, postice dilute roseum. Tegmina subcortacea, paullo plus duplo latitudine longiora, postice oblique truncata, angulo postico obtuso marginem poenultimi segmenti abdominis neque attingentia, segmentum genitale totum, et extremi dor- salis magnam partem non tegentibus, vittis duabus latis cin- nabarinis ornatis, altera medium coriz, altera bis trientem clavi occupantibus; nervis parum manifestis. Alae abbreviatae albae. Dorsum basi nigra tribus ultimis segmentis et parte 4-ultimi basi breviter nigris. Ultimum seg- mentum dorsale desuper visum praecedente plus duplo longius et sequenti segmento genitali subacque longum. Pectus et basis ventris parce brunneo maculata. Libiarum spinae bast fusca, uncisque tarsorum brunneis. Rostrum coxas medianas via. attingens, ochraceum, apice fusciore. 516 P. M. FERRARI Ultimum segmentum ventrale tectum; poenultimum visibile, praecedente fere quadruplo longius, latitudine basali |; brevius margine postico sub-recto, via undulato lateribus paullisper emarginato. Segmentum genitale roseo-tinctum, a latere visum apice oblique truncatum et setis robustis instructum, sulco profundo longitudinali utrinque; inferne visum ventre saltem aeque longum, marginibus vaginae et acie terebrae (apicem vaginae paullo superantis) flavidis. Questa bella specie di cui non ho potuto studiare che la fem- mina, è dal Fieber indicata come proveniente per la prima volta di Spagna. Giallo pallida, faccia più lunga che larga, compresi gli occhi, fronte alquanto convessa quasi lunga il doppio che larga fra le antenne, ornata di grosse linee trasversali color di cinabro sla- vato, divise da una benda mediana longitudinale dilatata sopra e sotto e da lineette trasverse, chiare. Il clipeo è più stretto alla base ossia alla sutura colla fronte che è arcata in alto; più largo nella linea fra gli angoli inferiori delle briglie, dopo i quali è arcato in basso, cioè nel suo margine libero, coi lati retti, lungo un po’ meno della metà della fronte. Le briglie sono lunghe il doppio della loro maggior larghezza. Le guancie sono larghe un terzo meno della fronte verso la sua metà e le le antenne che arrivano all’ apice del clipeo, pallide. Il capo è un po’ più stretto del pronoto, all’ innanzi in an- golo ottuso, dietro pochissimo arcato, coi margini ottusi, alquanto depresso trasversalmente, lungo nel mezzo poco più di metà della nuca tra gli occhi, che è quasi retta; il margine poste- riore di un occhio è un po’ meno lungo di metà della nuca fra gli occhi. Il pronoto è largo circa quattro volte la sua lunghezza mediana e quasi neppur lungo come il vertice, debolmente ar- cato all’innanzi e meno ancora all’ indietro, nella sua quarta parte anteriore liscio e giallo pallido, quindi lavato di rossiccio, trasversalmente aciculato e con minutissimi punti bruni. Lo scudo é piccolo, con solco trasverso un po’ piegato, e dopo esso de- bolmente rossiccio. Gli omelitri sono coriacei, pellucidi, un po’ rugulosi, abbastanza nitidi, coi nervi non tanto appariscenti e FAUNA TUNISINA — RINCOTI DI che hanno il colore del fondo: più corti dell’ addome tagliati in addietro obliquamente dall’ interno all’ esterno, coll’ angolo po- steriore esterno ottuso che non raggiunge il margine del penul- timo anello addominale, poco più del doppio lunghi cheglarghi: ornati di due bende longitudinali rosso cinabro, l’una sul corio poco più stretta all’ angolo omerale, e che si dilata gradata- mente in addietro, un po’ più sbiadita verso il suo margine in- terno; essa lascia di color bianco |’ orlo costale esterno e una orlatura di egual colore alla sutura del clavo; la seconda occupa il clavo fuorchè il suo terzo costale che è bianco. Il dorso del- l’addome è nero alla base; i tre ultimi segmenti e porzione mediana del quart’ ultimo segmento giallo pallidi, colla base sottilmente nera. Il penultimo segmento visto da sopra è lungo quasi tre volte il precedente, lungo nel mezzo come largo alla base e poco meno dell’ ultimo, cioè il genitale, che, visto late- ralmente, ha una troncatura obliqua all’ apice, ove è alquanto superato dall’ ovidotto, e armato di robuste setole giallo-pallide, e presenta ai due lati un solco profondo longitudinale ; visto in- feriormente è lungo almeno quanto il ventre, di color rossiccio, tranne i margini vaginali che sono gialli come la parte visibile dell’ ovidotto. L’ ultimo segmento ventrale è coperto dal penul- timo che è grande, circa quattro volte il precedente, un po’ più largo alla base che lungo nel mezzo; col margine posteriore quasi retto e un po’ smarginato ai lati. Il ventre alla base, e il petto hanno qualche sfumatura oscura; le spine delle tibie nascono da base fosca, e nera nelle posteriori. Gli uncini dei tarsi bruni. 184. Athysanus taeniaticeps Kirschbaum, Cicad. der Geg. v. Wiesb. 87. 10. — Ferrari, Cicad. Agri Ligust. p. 130. Dintorni di Tunisi, 2 esemplari 7 1881 (G. e L. Doria). L'angolo esterno delle guancie è distante dall’apice del clipeo meno del doppio che dal margine dell’ occhio; | orlatura della membrana si estende fino ad un terzo della cellula apicale esterna, l’ultimo segmento ventrale è largo tre volte abbon- dantemente come lungo nel mezzo, col margine posteriore leg- 518 P. M. FERRARI germente intagliato ad arco; la valvola genitale ha i lati retti, in addietro perciò in angolo accentuato, quasi acutangolare, alta poco meno dell’ ultimo segmento; le lamine genitali sono alte il doppio della valvola coi lati insensibilmente arcati, coll’ apice acuto. Questa specie è stata raccolta primieramente a Messina e a Siracusa da Zeller dal Febbraio a Maggio; io ne trovai pochi esem- plari nel territorio di Stazzano, in autunno. Nel catalogo del D." Puton è indicata anche di Grecia. 185. Athysanus Laurae n. sp. Corpore elongatulo pallide flavido, capite pronoto latiore et dimidio breviore, vertice fere lunato vitta transversa fusca, tegminibus albidis nervis late cinnamomeis. Long. 4%), mill. Frons medio quam inter ocellos */, longior, lateribus ab antennis ad clypeum modice arcuatis, lineolis transversis la- teralibus rubidis medium non attingentibus, a summitate ad imum gradatim introrsum abbreviatis. Clypeus innotatus a basi ad apicem manifeste angustatus, latitudine basali 3], longior. Genae in linea anguli externi (haud prominuli) dimidia fronte aequilatae. Antennae apicem clypei non attingentes, articulis basalibus pallidis seta fusca. | Caput pronoto latius, antice rotundatus: vertex medio quam prope oculos via longiusculus et nuca inter oculos ultra tri- plum brevior, vitta transversa fere recta pone ocellos fusca, marginem oculorum non attingente, oculi margo posticus nuca dimidia breviusculus. Pronotum vertice plus duplo longius, longitudine triplo latius, margine antico quam postico plus arcuato, linea me- diana longitudinali albida et alia antica sub-obsoleta puncto- rum brunneorum (octo) strigam referente. Scutellum triangulis basalibus nigris maculisque duabus ante et totidem pone sulcum transversum, rubidis. Tegmina abdomine parumper longiora, albida parum nitida FAUNA TUNISINA — RINCOTI 519 pellucida nervis late cinnamomets, areis apicalibus elongatis, area mediana latitudine postica triplo longiore; limbo fere di- midium marginem posticum areae posticae externae attingente. Pectus abdomen pedes innotata. Tibia postica tarsum suum 21], metit, horum tarsorum articulus basalis articulo extremo lon- gior, duobus sequentibus conjunctis brevior, arti- culus secundus tertio brevior. Feminae ultimum segmentum ventrale praece- dente fere duplo longius et pariter transverse valde fornicatum, margine postico recto; vulva duplo, terebra (apice rubida) hoc fere triplo longior. Questa elegante cicadina fu raccolta presso Tunisi dalla Mar- chesa Laura Doria cui mi fo pregio dedicarla. E da collocarsi nel gruppo dell’ Athysanus taeniaticeps ed A. striola pel carattere dell’ unica benderella trasversa bruna sul vertice, per lo scudo chiaro sulla linea media, per gli omelitri che oltrepassano l'apice dell’ addome, per aver essi la cellula apicale intermedia lunga più del triplo che larga alla base, ed anche per la curva anteriore del vertice che è quasi lunato. Riesce facile il distinguerla dalle specie affini sia per i caratteri sovra descritti, nonchè per la colorazione della fronte, pronoto, scudo e specialmente dei nervi omelitrali. 136. Athysanus dubius n. sp.? Long. mill. 3 abunde; ovato elongatus pallide ochraceus ver- tice obtuse angulato longitudine dimidiae nucae inter oculos et pronoto via breviore; tegminibus subdiaphanis abdomine bre- vioribus; vittis dorsalibus transversis nigris 4 apice bifidis, 3 ultimis simplicibus: feminae extremo segmento ventrali praecedente longiusculo margine postico tridentato. Frons latitudine inter ocellos ultra quadrantem longior a bast antennarum ad imum gradatim angustata, ante clypeum lateribus fere rectis. Clypeus latitudine basali duplo longior, bast recta, lateribus subparallelis apicegue extrorsum arcuata. 520 P. M. FERRARI Genae ad angulum externum dimidiae fronti aequilatae in hujus medietate longitudinale. Vertex antice obtuse angulatus, dimidiae nucae inter oculos aequilongus, supra parum convexus, antice levis postice opacus veluti conspurcatus. Pronotum capite angustius, vertici aequelongum, longitudine triplo latius; partium suppositarum, vittam transversam fu- scam antice angulatam per pelluciditatem exhibens. Scutellum vestigio triangulorum basalium, vittisque duabus longitudinalibus dilute fuscis, ultra marginem pronoti subtus praetereuntibus. i Tegmina pellucida pallida (in unico specimine dorso hae- rentia) ad medium antepoenultimi segmenti dorsalis extensa, nervis concoloribus. Metastethium macula magna nigra antrorsum arcuata, ap- pendicibus lateralibus fractis anticeque provectis. Dorsum vittis transversis quatuor nigris, apice bifidis, la- tera non attingentibus, aliaque simplici basali in singulis tribus extremis segmentis. Feminae ultimum segmentum ventrale praece- dente], longius margine postico duplici excisione angulata, ideoque late tridentato, dente mediano lateralibus basi angustiore. Vagina ultimo segmento ventris triplo longior, pygophorum paullo superans: segmentum genitale a supero visum trape- zoidalé, latitudini basali aequilongum; pygidium fere perpen- diculariter excisum, ore rotundato et setifero, tuba anali pallida subhorizontali. Pedes innotati, ut religua pallidi, tarsorum apice et rostri Fusco. Dintorni di Tunisi, 1881 (G. e L. Doria), un solo esemplare. La pallidezza e tenerezza del corpo, delle zampe, degli ome- litri oltre l’ esser questi alquanto accorciati, lo dimostrano come molto giovine, ma gli indicati caratteri dei genitali e dell’ ultimo segmento ventrale pajono già normali e diversi da quelli delle specie affini, per cui ne ho fatto la descrizione. FAUNA TUNISINA — RINCOTI 521 187. Athysanus plebejus Zett. (Thamnotettir) Ins. Lapp. 295. 12. — Kbm. (Athysanus) Cicad. der Geg. v. Wiesb. 111. 54. — Leth. Catal. cit. pag. 61. — Reib. et. Put. 1. c. pag. 19. — Ferrari, Cicad. Agri Ligust. sp. 132. Due femmine dei dintorni di Tunisi, 1881 (G. e L. Doria). Rassomigliano agli esemplari che ebbi dai chiarissimi Signori Puton e Lethierry. L’ ultimo segmento ventrale è alto nel mezzo metà più del precedente, il suo margine posteriore in un indi- viduo è quasi retto, nell’ altro leggermente ondulato nel mezzo e lateralmente, gli angoli laterali sono rotondati. Quanto alla lunghezza totale del corpo si avvicinerebbero al- lA. variegatus (4!/, mill.), ma non presentano il dente che dovrebbe vedersi al mezzo del margine posteriore dell’ ultimo segmento ventrale, nè questo è intagliato largamente come vor- rebbe il Reuter (Nyabidrag till Abo och Alands skargards He- mipter-Fauna 1880, p. 18. 19). 188. Goniagnathus brevis Herr. Schaeff. (Jassus) Faun. Insect. Germ. fasc. 143, fig. 15. — Kbm. Athys. Art. 11. 13; Cicad. der Geg. v. Wiesb. 118. 69. — Leth. Catal. cit. pag. 62. — Reib. et Puton, Cat. des Hém. et Homopt. de l’Alsace et Lorr. 1880. 20 (Goniagnathus). — Mayr, Rhynch. Tirol. 21. 1. — Ferrari, Cicad. Agri Ligust. p. 132. Un esemplare della succitata località, 1881 (G. e L. Doria). E specie comune nell’ Europa media e meridionale. 189. Goniagnathus guttulinervis Kirschb. (Jassus subg. Athysanus) Cicad. der Geg. v. Wiesh. 116. 67. Dintorni di Tunisi, 1881, un solo esemplare femmina (G. e L. Doria). Il maschio di questa specie rara che fu trovato a Messina in Luglio dal Signor Zeller, apparteneva alla collezione Heyden. L’ ultimo segmento ventrale della femmina è alto almeno il doppio ai lati che ai medesimi il penultimo segmento, con l’in- tero margine posteriore tagliato ad angolo molto ottuso, gli 522 P. M. FERRARI angoli laterali ben rotondati e nel mezzo con un intaglio a V la cui apertura è circa !/; dell’ intero margine (questo intaglio nel G. brevis è W-forme); la vulva è meno lunga del ventre, neppure il doppio della sua maggiore larghezza. 190. Chlorita Solani Kollar, Ueber Typhloc. Sol. tab. in Sitzngb. k. Akad. Wissensch. 1852. — Leth. Cat. Hem. 1874. p. 89. — Reib. et Put. l. c. pag. 24. — Ferrari, Cicad. Agri Ligust. p. 150. Ms N.° 8 esemplari della precedente localita (G. e L. Doria). Come nei molteplici individui raccolti in Liguria, la cellula apicale delle ali è troncata retta o appena obliquamente alla base: spesso il vertice ha due punti verdi alla parte anteriore. Comunissima e copiosissima in Europa. 191. Zygina parvula Bohemann (Typhlocyba) Nya Sv. Homopt. Vet. Akad. Handl. 1845. 46. 21. — Flor, Rh. edi 197. 11. — Kbm. Cicad. der Geg. v. Wiesb. 182. 12. — Leth. Catal. cit. pag. 67. — Reib. et Put. l. c. pag. 26. — Mayr, Rhynch. Tirol. 25. 2. — Ferrari, Cicad. Agri Ligust. p. 158. (Zygina). Un esemplare dei dintorni di Tunisi (G. e L. Doria). E specie non infrequente in tutta Europa. RISULTATI DI RACCOLTE IMENOTTEROLOGICHE NELL' AFRICA ORIENTALE PEL DOTTOR PAOLO MAGRETTI (Tav. I). Le specie d’ Imenotteri che qui vengo a nominare od a de- scrivere, furon da me tutte raccolte durante un viaggio compiuto nello scorso 1883, in cui, attratto anch'io dalla meravigliosa sfinge africana a visitare una parte (Sudan orientale) di quel misterioso continente, potei realizzare uno dei più bei sogni della mia giovinezza e compiere assieme una piccola missione da na- turalista. Come di già brevemente accennai in una nota preventiva (‘) e come si rileva dall’ unita carta, l'itinerario seguito da me e da’ miei compagni di viaggio, fu il seguente: Salpati da Suez il 19 Gennaio a bordo del Mahalla, battello della Società Kediviale, entrammo il 25 nella rada di Sauakin (?). Qui, compiute le formalità di dogana, si attese a comporre la nostra carovana che, dopo cinque giorni, lentamente s’ incam- minava alla volta di Kassala. In quel frattempo la mia reticella incominciò ad operare, e con grande vantaggio, alla raccolta degli insetti principalmente dell’ ordine degli Imenotteri. Nelle vicinanze dei pozzi, siti a qualche chilometro dalla città, sopra una malvacea dai grandi fiori gialli (Abutilon muticum, Del.) ( Raccolte imenotterologiche nell’ Africa orientale, relazione preventiva, Bull. Soc. Ent. It. Anno XI (1883) p. 241-253. (2) Così dev’ essere scritto per meglio avvicinarsi alla pronuncia indigena. 524 P. MAGRETTI mi si presentarono colle Synagris, i Belonogaster etc. , i primi rappresentanti di quella fauna africana ch'io andava attenta- mente indagando. E così ancora, nelle marcie a fianco della carovana , continuai con profitto le mie caccie ricercande fra le sabbie ed ispezionando qua le odorose fiorite Acacie, là i can- didi fiori d’ una simpatica e frequentissima amarantacea, |’ Aerva javanica, Juss. I dintorni di Kassala colle deliziose oasi dei giar- dini bagnati dalle stridule Sakkie, le rive sabbiose del Gasch e le gigantesche e molto comuni asclepiadee (Calothropis procera, ~ L.) mi permisero frequenti ed ancor più preziosi bottini. Il 25 Febbraio lasciavamo gli ozii di Kassala per riprendere una vita più disagiata si ma per noi molto più attraente, e questa volta con una carovana assai ben fornita di dromedari da soma e da corsa (adjin), di cavalli e muli, scortata dei necessari servi e cacciatori indigeni. Ci dirigemmo a Sud-Est seguendo la riva sinistra del Gasch e, pochi giorni dopo, toccavamo Sogodas, piccolo villaggio della selvaggia tribù dei Bazen; anche in questo tratto di strada e sopratutto presso i pozzi di quest’ ultima lo- calità, le mie ricerche non furono infruttuose, mi riuscì anzi di trovare molte specie interessanti per la loro novità, giacchè se non trascurava le raccolte d’ animali in genere, la mia principal cura era però sempre rivolta agli insetti di quell’ ordine da me prediletto. Lasciando il primo villaggio dei Bazen abbandonammo anche questa tribù, prendendo una direzione Sud-Ovest ed addentran- doci nell’immensa pianura degli Homran tutta a Gesch e a dis- seccate mimose, solcata da torrenti, asciutti in quella stagione, ed appena qua e là popolata da qualche misero villaggio. Dopo alcuni giorni di viaggio attraverso a questi infocati deserti, fummo altamente rallegrati e dissetati dalle chiare e fresche onde del Settit (Takazzè degli abissini), nelle vicinanze di El Hefera. In questo tragitto le mie raccolte furono meno abbon- danti, tuttavia contengono, fra le altre, diverse belle catture di formiche fatte generalmente alla notte presso le lanterne che rischiaravano il nostro accampamento. Guadato il largo fiume presso Tombega, attraversammo di poi IMENOTTERI AFRICANI 525 “un'altra regione quasi deserta e spopolata facente parte della Mazzaga o Kolla abissina, ove avvengono frequentemente quei sanguinosi conflitti fra le ostili tribù armate di lancie formida- bill, non aventi altro scopo che la bramosia di preda: si per- venne così alle ridenti sponde del Bahr el Salaam bagnate da copiose acque, lussureggianti d’ una vegetazione veramente tro- picale ed animate d’ una svariatissima fauna non meno ricca di quella del Settit e dell’ Atbara. Molte specie d’ Imenotteri di questa località, raccolte nella sabbia o sui graziosi fiorellini d’un’ altra comune asclepiadea (Kanahia Delilei, DC.), riescono affatto nuove alla scienza, altre sono interessanti per la designazione del loro habitat. Da qui proseguimmo nella regione dei Takruri divergendo dapprima leggermente ad Ovest, poscia dirigendoci verso Sud e guadando il fiume Atbara, ne risalimmo per buon tratto il corso lungo le amene sue sponde per giungere a Metemma, la capi- tale del Galabat. La cordiale accoglienza trovata nello Sceik Saleh, governatore di quel presidio militare, ci persuase a trattenerci quivi più a lungo di quanto s’ era stabilito; e grande vantaggio ne ricavai, ché le caccie ivi praticate, sopratutto lungo il piccolo fossato che cinge tutto all’ intorno questa caratteristica città, riescirono di molto interesse all’ imeuotterologo. Il seguito del viaggio fu un ritorno piu affrettato verso Kas- sala, passando da Doka, Tumat, fiancheggiando la riva sinistra dell’ Atbara, per cui partiti il 29 Marzo eravamo a Kassala 1’8 d'Aprile, per ripartirne quasi tosto diretti ad Est e, pel Sen- naheit e la stupenda valle del Barka, raggiungere Keren, fra 1 Bogos. La breve sosta in quest’ ultima località e le tappe successive nel Kor Lebka, ad Ain, nell’ amena vallata dell’ Anseba, ver- deggiante d'una flora abissinese, e ad Amba prima di giungere a Massauah, compirono la più grande parte delle mie raccolte imenotterologiche delle quali faccio qui oggetto di studio. Canonica d’ Adda, Marzo 1884. 526 P. MAGRETTI HYMENOPTERA TEREBRANTIA. Fam. EVANIADAE, Westw. Gen. Evania, LATR. 1. E. laevigata Latr. (Oliv.). — Latreill. Gen. Crust. et Ins. III, p. 251. — Nees ab Es. Monogr. Hym. Ichn. aff. I, p. 311 in nota. — Spinola, Note Monogr. sur le genre Avanza, in Rev. Zool. (1840), p. 246, n. 2. Habitat conosciuto: Messico, Nuova Orleans, Cuba, Brasile, Colombia, Capo di Buona Speranza, Teneriffa, Egitto, Grecia, Costa di Coromandel, Nuova Olanda (Spinola); Mozambico (Gerst.); Sardegna (Gené). Località della raccolta: Sauakin. Osservazioni: Raccolti alcuni esemplari d’ ambo i sessi sui fiori di Petroselinum e Phoeniculum. 2. E. dimidiata Spinola, Compte-Rendu des Hym. rec. p. Fischer, in Ann. Soc. Ent. Fr. VII (1838) p. 439, n. 1. — Fabr., Syst. Piez. (1804) p. 179-180, n.' 6, 7, 8? — Spi- nola, Note Monogr. sur le genre Hvania in Rey. Zool. (1840) Deacad, Wes. Hab. con. Egitto. Loc. race. Sauakin. Osservo. Gli esemplari d’entrambi i sessi raccolti presso i muri delle case e sopra fiori diversi, presentano qualche piccola di- — versità dalle descrizioni che ne dà lo Spinola, le quali consi- stono nelle dimensioni un po’ maggiori, misurando i miei esem- plari in media 7 mill. di lunghezza. Le antenne, inoltre, sono in gran parte ed inferiormente tutte rossastre invece che nere; i palpi sono pure rossicci e non neri, così pure le zampe non sono interamente nere, presentandosi le tibie leggermente ros- sastre; anche le nervature delle ali hanno una leggera tinta rossigna. Mentre gli altri caratteri e sopratutto le particolarità IMENOTTERI AFRICANI 527 anatomiche, si convengono perfettamente con questa specie, si vede una grande prevalenza, del resto non di rado osservata negli Imenotteri, al passaggio dal color nero al rossiccio piu o meno vivo, per cui sarei propenso a ritenerla una distinta va- rietà della suddetta specie, denominandola: var. rufa. Fam. ICHNEUMONIDAE, Leacu. Subf. ICHINEUMONIDES, WESTW. Gen. Neotypus, Forrst. 3. N. semirufus, n. sp. Kriechbaumer (in litt.) ita nomi- navit et descripsit : 2. Capite thoraceque rufis, abdomine pedibusque nigris, puncto ante, altero infra alas, linea postscutelli, utrinque macula apicali segmentorum I et Il, fascia apicali IV, V et VII dorso tibusque anierioribus extus albis, geniculis anterioribus testaceis, antennis tricoloribus. Long. corp. 51, mill. Questa specie differisce dal N. /apidator, Fabr. e dal N. me- lanocephalus, Gmel. oltre che per il colore e la minore e più angusta statura del corpo, per avere gli occhi e gli ocelli neri, le antenne rosse alla base, gli articoli IV-VI segnati superior- mente da macchie fosche; gli articoli VIII-X per tre lati giallo- bianchicci, il XII quasi totalmente nero (gli altri mancano); inoltre per lo stigma delle ali nero e gli speroni delle tibie bianchi. Raccolto un sol esemplare ad Aikota, sulle rive del torrente Gasch. Gen. Platylabus, Wesm. 4. P. afer, n. sp. Kriechbaumer (in litt.) ita nominavit et descripsit: I. Niger, albo-pubescens; capite, antennis infra usque versus apicem, articulo basali toto, prothoracis margine supero, scutello, abdomine (petiolo excepto), pedumque maxima parte castaneo-rufis, 528 : P. MAGRETTI orbitis facialibus ex parte, antennarum semiannulo lineolaque infra alas flavis. Long. corp. 11 mill. Specie molto affine al P/. rufus di Wesmael, dal quale pur tuttavia differisce, oltre che per il colore del corpo, per altri ca- ratteri importanti. Presenta infatti la testa trasversale, un po’ arrotondata e ristretta dietro gli occhi; le antenne a setola, cogli articoli della metà apicale a forma nodolosa; il mesonoto pun- teggiato, il metatorace senza spine, |’ area superiore mediana grande, semiovale, ben distinta, col margine posteriore ad arco, le aree laterali non molto bene visibili, la mediana posteriore incavata. Il retro-pezziuolo dell’ addome è quasi esagono, fortemente punteggiato sui lati e con leggera punteggiatura aghiforme me- diana; il secondo e terzo segmento addominali con rugosità pun- teggiata e longitudinalmente striato-punteggiata nel mezzo. La piccola area cubitale delle ali anteriori è press’a poco pentago- nale; 1 trocanteri anteriori, i posteriori in parte ed i tarsi po- steriori sono neri, gli intermedii rossi. Le ali sono trasparenti bruniccie, colle nervature e lo stigma nero-bruni. Vive molto probabilmente in qualche larva di Geometra come la maggior parte delle nostre specie di Platylabus. Raccolto un solo èsemplare su fiori d’ ombrellifere negli orti di Keren (Bogos). Subf. OPHIONIDES, Grav. Gen. Ophion, FaBR. 5. O. repentinus, Holmgren, Monogr. Oph. Suec. (1860) p. 11, n. 3. — Snell. v. Vollenh. Pinacographia (1880) p. 45, tav. XXVIII, fig. 7, 7a, 7b, e tav. XXXIX, fig. 6. Hab. con. Svezia, Germania, Is. di Walcheren. Loc. race. Metemma (Galabat). Osserv. Raccolto un esemplare maschio di questa specie, sparsa fino al Nord d’ Europa e frequente anche in Italia. IMENOTTERI AFRICANI 529" Gen. Charops, HoLmer. 6. C. breviceps, n. sp. Kriechbaumer (in litt.) ita nomi- navit et descripsit : | Q. Niger, mandibulis et articulo basali antennarum maxima parte fulvis, pedibus anterioribus flavis, coxis nigris, posticis ni- gris, apice trochanterum, basi summa femorum et dimidio poste- riore tibiarum nec non summa basi arliculi primi tarsorum flavis aut fulvescentibus, abdomine rubricoso, fusco-nebuloso, capite bre- VISSIMO. Long. corp. 11 mill. Vaga specie, abbastanza ben distinta dall’ unica finora de- scritta (Ch. decipiens, Grav. Holmgr.) per la testa più di metà ristretta dietro gli occhi e pel colore giallo-paglierino delle zampe anteriori ed intermedie. Presenta inoltre il protorace finamente granuloso, le orbite anteriori e posteriori, le meso e metapleure, il meso e metatorace e le coscie posteriori, rivestiti da pelurie bianco-argentea splendente; il primo segmento pezziuoliforme dell’ addome ingrossato a clava all’ apice, nel punto di congiun- zione col secondo segmento, questo leggermente depresso , gli altri tutti alquanto compressi. Raccolto un sol esemplare nei pressi di Metemma. Gen. Casinaria, HoLmer. 7. C. ?() Magrettii, n. sp. Kriechbaumer (in litt.) sic mihi dicavit et descripsit : ST. Niger, palpis, mandibulis, antennarum articulo basali ma- xima parte, coxis et trochanteribus anterioribus et posticorum apice flavis, femoribus anticis totis, mediis, basi excepta, tibiis tarsisque anterioribus fulvis aut rufis, alarum posticarum nervo transverso anali, pone medium fracto, metathorace distincte areolato, areis intermedtis et dentiparis elongatis. Long. corp. 3 mill. (*) Riesce dubbioso il genere per la mancanza della femmina. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (15 Novembre 1884) 34 530 P. MAGRETTI Questa specie, troppo onorificamente dedicatami dall’ illustre imenotterologo di Monaco, presenta la testa allargata in tra- verso, ristretta ed arrotondata dietro agli occhi, la faccia, col clipeo non ben distinto, poco più lunga che larga, rivestita di peli argentei, le guancie con densa pelurie bianca. Il torace è allungato e coperto da peli argentei sui lati, il metatorace pressochè conico con aree ben definite, la superzore però e la mediana posteriore, sono appena visibili, allungate, segnate nel mezzo da striature trasversali elevate, la prima irre- golarmente pentagonale, l’altra pressoché quadrata, i ford spî- racoliferi rotondi. Il retro-pezziuolo dell’ addome è d’ una metà più breve del pezziuolo, ma poco più largo; il terzo segmento quattro volte più lungo che largo nella metà basilare anteriore, gli altri segmenti sono più del doppio o almeno il doppio più brevi del terzo. L’areola delle ali anteriori è peduncolata, irregolare, obliqua; la nervatura anale delle ali posteriori, s' estende appena al di là dell’ inserzione della nervatura trasversale, il nervo susse- guente è appena visibile. Raccolto un solo esemplare sulle rive del Bahr el Salaam. Gen. Cremastus, Grav. 8. ©. pallidus, n. sp. Kriechbaumer (in litt.) ita nomi- navit et descripsit: Q. Stramineus, fulvescenti-variegatus, abdominis segmenti I linea, II et II macula basali antennisque nigris, his basi fulvis, alarum stigmate virescente, postice obscuriore, terebra circiter quartae abdominis partis longitudine, tibiarum posticarum apice tarsisque posticis fuscis. Long. corp. 61/, mill. Testa di color rosso-pallido; la bocca, la faccia e le orbite di color giallo paglierino; le antenne nere collo scapo rosso-pallido. Il torace è giallo pallido segnato da tre fascie longitudinali e da una macchia, prima dello scudetto, di color fulvo. IMENOTTERI AFRICANI 531 L’ addome rossastro-oscuro è segnato da macchie nere sul I, II e IVI segmenti, coi margini apicali del INI, IV e seguenti di color bianco-gialliccio. Le zampe sono rosso-pallide, le coscie e i trocanteri giallo- paglierini, i tarsi posteriori (de’ quali non resta che il primo articolo) e I’ apice delle tibie posteriori, sono bruni. Raccolto un esemplare nel Kor Royan. Fam. BRACONIDAE, Wes. Gen. Iphiaulax, Férst. 9. I. impostor, Scopoli, Ent. Carn. (1763) p. 287, n. 758. — Nees ab Es. Hym. Ichn. aff. I, p. 93, n. 24. — Snell. v. Voll. Pinacographia (1880) tav. XXIV, fig. 1. Var. an n. sp.? 7. Alarum stygmate dimidio basali ferrugineo. Hab. con. Europa in generale. Loc. racc. Sauakin. Osserv. Riferisco con dubbio a questa specie un esemplare ma- schio che si differenzia dalle descrizioni e dalle figure degli au- tori, sopratutto per avere la metà basillare dello stigma delle ali rosso-ferruginoso anzichè nero. Gen. Bracon, FABR. 10. B. fastidiator, Fabr. (Ichnewmon) Ent. Syst. II, p. 156, n. 95. Hab. con. Africa equatoriale, Cairo, Harkeko. Loc. racc. Kassala. 11. B. determinatus, Walker, A list of Hym. coll. by Lord in Egypt (1871) p. 4, n. 14, o%. Hab. con. Kor Tamanib, Rafla (Annesley Bay). Loc. race. Sauakin. Osserv. Due esemplari femminei molto verisimilmente riferi- bili a questa specie, presentano la terebra rosso-ferruginosa e le guaine nere. 532 P. MAGRETTI 12. B. Kersteni, Gerstaecker, Decken’s Reis. in Ost Afrika (1873) III p. 361, n/061, tav. XIV; fig 12) O° Hab. con. Mombas. Loc. racc. Kor Langhebb. Osserv. Raccolto un sol individuo femmineo, il quale concorda pienamente colla figura e la descrizione dell’ autore. Fam. CHALCIDIDAE, WEstw. Gen. Chalcis, Fasr. 13. CG. xerxena, Walk.? List. of Chale. in the coll. of the Brit. Mus. (1846) I, p. 83. Hab. con. Isole Filippine. Loc. racc. Metemma (Galabat). Osserv. Riferisco con dubbio a questa specie un esemplare raccolto nella citata località, a causa della incompleta descrizione che ne dà I’ autore. I caratteri dell’ esemplare in discorso sono i seguenti : Nero; testa e torace fortemente punteggiati, ricoperti da sparsa pelurie argentina; antenne nere, tranne lo scapo ed il primo articolo del flagello che sono leggermente ferruginosi. Apice dello scudetto provvisto di brevi denti un poco ottusi all’ apice. Meta- torace segnato da aree irregolari aventi i bordi alquanto elevati; un'area più stretta e longitudinale trovasi sulla linea mediana del dorso. Addome nero, liscio, splendente, un poco più lungo del torace con una leggera tinta ferruginosa all’ estremità ven- trale e con pelurie argentina sui lati dal II al VI segmento. Zampe rosso-brune, apice dei femori, base ed apice delle tibie di color bianco-gialliccio (slightly piceous di Walker?). Mar- gine inferiore dei femori posteriori armato di undici denti, de’ quali i primi tre sono appena distinguibili, i cinque mediani, molto pronunciati, e gli ultimi tre mediocremente visibili. Ali trasparentissime colle nervature bruniccie e le loro squame di color bianco-sudicio. Lunghezza del corpo mill. 5. IMENOTTERI AFRICANI 533 Gen. Halticella, Spin. 14. FI. Mitys, Walk. Op. cit. I, p. 84. Hab. con. Is. di Francia. Loc. racc. Metemma (Galabat). Osserv. Posseggo alcuni esemplari molto verisimilmente rife- ribili a questa specie, quantunque la loro determinazione riesca assai difficile appoggiandosi alle sole diagnosi senza la possibilità di confronti. Gen. Dirhynus, Dam. 15. D. excavatus, Dalman, Act. Holm. 1818, p. 76; Anal. Ent. p. 29, tav. II, fig. C, 1-6. -- Klug, Symb. Phys. tav. XXXVII, fig. 14. — Nees ab Es. Mon. Ichn. aff. (1834) Vol. II, p. 36. Hab. con. Sierra Leone, Fajum, Indie orientali, Mozambico. Loc. racc. Metemma. Osservo. Un sol esemplare riferibile a questa piccola ma ben distinta e molto sparsa specie. Fam. BETHYLIDAKE, Foersr. Gen. Pristocera, Kite. (V. Giraud: Observ. s. quelq. esp. d’Hym. rares; 1856). iene Mafia n(sp. (Lav 1s fic .1). Q. Nigra, muda; capite thoraceque sparse profunde punctatis, metathorace supra lineis quinque longitudinalibus elevatis, areis intermediis et lateralibus transversim striatis, metathoracis parte postica verticali, profunde transversim striata, linea media longi- tudinali elevata. Abdominis segmentis duobus primis nigro-nitidis, sequentibus supra et subtus, antennis, mandibulis, femorum basi apiceque, tbus tarsisque rufo-ferrugineis. Alis hyalinis, fusco- pilosis, stigmate nervis tegulisque testaceis. Femoribus omnibus valde incrassatis, posterioribus basi tuberculatis. Long. corp. 6-7 mill. 534 P. MAGRETTI Nera; testa nera, lucida, fittamente punteggiata, coperta di radi peli bianchicci. Occhi ovali; antenne, palpi e mandibole di color rosso-ferruginoso. Torace nero, lucido; protorace allungato, col margine posteriore arcuato, largamente punteggiato; meso- noto nero, lucido, nitido, più largo che lungo, solcato da quattro linee di cui le esterne brevi e parallele; le mediane, leggermente convergenti in basso, designano un’ area mediana oblunga im- butiforme. Scudetto liscio, un po’ acuminato all’ apice, segnato da due incavature foveolari all’ estremità della base. Parte supero- orizzontale del metatorace con sette linee longitudinali elevate, le ultime due esterne, marginali; gli spazi interclusi fra dette. linee, trasversalmente e fittamente striati; i fianchi e la parte postero-verticale dello stesso, sono fortemente elevato-striati, gli uni longitudinalmente, l’altra in senso trasversale, con una ca- rena mediana longitudinale ben distinta. Addome lucido, ovale, acuminato all’ apice; primo e secondo segmento neri, i susseguenti sia posteriormente che inferior- mente ferruginosi. Femori e tibie nero-ferruginei, tarsi testacei; 1 femori di tutte le zampe sono molto ingrossati, quelli delle zampe posteriori son provvisti di un piccolo tubercolo sporgente dalla base all’ inserzione colle coscie. Ali assai leggermente offuscate, un po’ pelose, punteggiate ; cellule cubitali e discoidali. segnate da nervature bianchiccie ap- pena visibili; squame oscuro-testacee. Raccolti pochi esemplari femminei dentro i fiori di asclepiadee (Kanahia Delilei, DO. e Calothropis procera, L.) sulle rive del Bahr el Salaam e presso Metemma. Fam. CHRYSIDIDAE, Latr. Gen. Stilbum, Spin. 17. Ss. splendidum, Fabric., (Chrysis) Ent. Syst. (1792) II, p. 238, n. 1. — Stlbum splendidum, Spin. Ins. Lig. I, p. 63, - n. 1. — Dahlb. Hym. Eur. (1853) II, p. 358, n. 199. Hab. con. Sparso per tutto il mondo, eccettuata |’ America. Loc. racc. Sauakin, Metemma, Keren, Ain. % IMENOTTERI AFRICANI . 530 Osserv. I pochi esemplari raccolti testificano ancor sempre la infinita variabilità di questa specie, sia nel colore, che va dal verde smeraldo all’ azzurro più intenso ed al giallo dorato me- tallico, che per le dimensioni (da 2 a 20 e più millimetri in lunghezza) e per la scultura più o meno ampia e profonda della testa e del torace. A Metemma raccolsi più d’ un individuo che vidi volare nella nostra abitazione intorno ai nidi in terra cementata contro i muri, dell’ ivi frequentissima Ewmenes tinctor, Christ , della quale sarà certo un parassita. Gen. Chrysis, Lin. 18. C. distinguenda, Spinola, Compte Rendu des Hym. rec. p. Fischer, Ann. Soc. Ent. Fr. (1838) p. 450, n. 7? — Dahlbom, Hym. Eur. Vol. II (1854) p. 282, n. 158. — Mocsary, Chrysid. Faunae Hungaricae (1882) p. 67, n. 36 (Chr. Chevrieri ?). Hab. con. Francia, Austria, Ungheria, Russia, Italia. Loc. racc. Kassala. Osserv. L’ unico esemplare raccolto e che comunicai all’ egregio collega e sagace studioso di questa famiglia d’ Imenotteri, |’ In- gegnere Giovanni Gribodo di Torino, mi venne da questi rife- rito alla Chr. humeralis di Klug, che però, a suo parere, non è che una varietà di colorazione. della succitata specie, la quale viene così ad avere un habitat molto più esteso. 19. ©. Mionii, Guérin, Descript. de quelques Chrys. nouv. in Rev. Zool. (1842) p. 149, n. 17. Hab. con. Senegal. Loc. race. Sogodas. Osserv. Raccolto un esemplare rappresentante una varieta a colorazione verde molto intensa. Mi venne gentilmente control- lata sul tipo dell’ autore dal Signor Gribodo. 536 P. MAGRETTI Gen. Hedychrum, Latr. 20. HI. coelestinum, Klug, Symb. Phys. Dec. IJ, n. 3, tav. XLV, fig. 4. — Dahlb. Hym. Eur. II, p. 60, n. 31. Hab. con. Turchia, Russia meridionale, Egitto, Capo di Buona Speranza. Loc. race. Sauakin. Osserv. Secondo le osservazioni del sullodato Signor Gribodo, l’unico esemplare da me raccolto si riferirebbe ad una varietà distinta per una più grossolana punteggiatura. HYMENOPTERA ACULEATA. Fam. FORMICARIAE, Marr. Subfam. FORMICIDA E, Mayr. Gen. Camponotus, Mayr. 21. O. sylvaticus, Olivier, var. maculatus, Fabr., Formica sylvatica, Olivier, Encycl. Méth. (1791) Vol. VI, p. 491. — F. maculata, Fabr. Ent. Syst. (1792) Vol. II, p. 356. — Camponotus sylvaticus, var. maculatus, André, Spec. Hymen. d’Eur. et d’Alg. Fourmis (1881-83) p. 144-145. Hab. con. Kuropa meridionale, Africa, Asia. Loc. racc. Kassala, Metemma, Sebderat. Osserv. Trovate frequentemente le femmine e le operaje che vagavano nelle case, principalmente di notte. Var. cognatus, Smith, Formica cognata, Cat. Brit. Mus. (1858) p. 35. — Camponotus sylvalicus, var. cognatus, André, op. cit. p. 146. Hub. con. Europa meridionale, Africa in generale, Asia. Loc. racc. Dintorni di Sauakin, Kor Langhebb. Osserv. Raccolti diversi esemplari d’ operaje, ma osservata meno comune della precedente varietà. IMENOTTERI AFRICANI 537 22. ©. niveosetosus, Mayr, Myrm. Stud. (1862) p. 665. Hab. con. Africa meridionale (Capo di Buona Speranza). Loe. racc. Sebderat, Kor Lebka. Osserv. Raccolte alcune operaje vaganti fra le sabbie. 23. C. sericeus, Fabr. Formica sericea, Ent. Syst. Supp. (1798) p. 279. — Camponotus sericeus, Mayr, Myrm. Stud. p. 675. — André, op. cit. p. 149, etc. Hab. con. Africa settentrionale e meridionale ed Asia. Loc. race. Sauakin, Kor Langhebb, Kassala, Kor Lebka. Osserv. Osservate ovunque in buon numero le femmine e le operaje. Gen. Myrmecocystus, Wesm. Cataglyphis, FORST. 24. M. viaticus, Fabr. (Formica) Ent. Syst. II, p 356. — Monocombus viaticus, Mayr, Formic. Austr. (1855) p. 110. — Myrmecocystus viaticus, André, op. cit. p. 167. Hab. con. Europa in generale, Asia, Africa. Loc. racc. Cairo, Benah, Suez, Sogodas, Sebderat, Kassala. Osservo. Trovata molto frequente |’ operaja. Gen. Acantholepis, Mayr. 25. A. Frauenfeldi, Mayr, Europ. Form. (1861) p. 42. — André, op. cit. p. 211. Hab. con. Asia, Africa, Europa meridionale. Loc. racc. Sauakin. Osserv. Raccolto un sol esemplare di operaja nelle sabbie. 26. A. capensis, Mayr, Myrm. Stud. p. 699. Hab. con. Africa (Capo di Buona Speranza, Assab). Loc. racc. Sebderat (presso Kassala). Osservo. Diversi esemplari d’ operaje, raccolti fra le sabbie. 538 P. MAGRETTI Subfam. PONERIDAE, MAYR. Gen. Odontomachus, Larr. 27. O. haematodes, Lin. Formica haematoda, Syst. Nat. Ed. XII (1767) p. 965, n. 17. — Myrmecia haematoda, Fabr. Syst. Piez. (1804) p. 425. n. 7. Hab. con. Paesi tropicali. Loc. race. Sogodas, Rive del Bahr el Salaam, Kor Lebka. Osserv. Alcuni esemplari d’ operaje, raccolti fra le sabbie. Gen. Megaponera, Mayr. 28. M. foetens, Fabr. (Formica) Ent. Syst. (1792) ie p. 354. — Ponera foetens, Rog. Berl. Ent. Zeit. (1860) p. 310. Hab. con. Africa in generale. Loc. race. Keren. Osserv. Diversi esemplari d’ operaje, raccolti nei piani aridi e sabbiosi dei dintorni di Keren (Bogos). Gen. Ponera, LATR. 29. P. sennaarensis, Mayr, Myrm. Stud. (1862) p. 721, Hab. con. Sennaar, Aden, Tes, Sceik-Osman. Loc. racc. Kassala, Rive del Bahr el Salaam, Kor Lebka. Osserv. Raccolti alcuni esemplari d’ operaje fra le sabbie e dentro le case, ne esperimentai la forza del liquido venefico di un’ azione molto irritante sulla cute delle dita. Subfam. DOR YLIDAE, Mayr. Gen. Dorylus, Fasr. 30. D. aegyptiacus, Mayr, Reise der Oesterr. Freg. No- vara (1865) Vol. II, Formicidae. — Andrè, op. cit. p. 255. IMENOTTERI AFRICANI 539 Hab. con. Egitto. Loe. race. Aikota (sul Kor Gasch), El Hefera (sul Settit), Kor Guillo (Homran). ~ Osserv. Diversi esemplari maschi, raccolti di notte al lume della lanterna. Gen. Aenictus, Sxsuck. 31. A. inconspicuus, Westwood, Trans. Ent. Soc. IV (1845-47) p. 238. Hab. con. Sud Africa. Loc. racc. Sogodas (Bazen), Kor Guillo, E] Hefera, Rive del Bahr el Salaam. | Osserv. Parecchi esemplari maschi di questa specie vennero pur raccolti di notte al lume della lanterna. Subfam. MYRMICIDA E, Mayr. Gen. Tetramorium, Mayr. 32. T. sericeiventre, Emery, Cat. Formiche Coll. Mus. Civ. di Genova, in Ann. Mus. Civ. Genova, IX (1876-77) prison 20: 3 Hab. con. Abissinia (Sciotel). Loc. racc. El Hefera (sul Settit). Osserv. Raccolta in piccol numero I’ operaja presso le tende dell’ accampamento. Gen. Monomorium, Mayr. 33. M. Pharaonis, Linn., (Formica) Syst. Nat. II, p. 963. — Monomorium Pharaonis, André, op. cit. p. 333. Hab. con. Algeria, Palestina e Paesi tropicali e subtropicali del mondo intero. Loc. racc. Egitto. Osserv. Raccolti diversi esemplari di operaje sulle vivande zuc- cherate a bordo del battello a vapore il « Mahalla » della So- cietà Kediwiale, nel mese di Gennaio. 540 P. MAGRETTI . 34. M. Salomonis, Linn. (Formica) Syst. Nat. II. p. 963. — Myrmica Salomonis, Rog. Berl. Ent. do 0899 p. 294. — André, op. cit. p. 336. Hab. con. Siria, India, Ceylan, Egitto, Abissinia, Europa (Isola di Pantelleria). Loc. race. Egitto. Osserv. Raccolte alcune operaje, come per la specie precedente, a bordo del piroscafo egiziano. 35. M. bicolor, Emery, Cat. Formiche del Mus. Civ. di Genova, Ann. del Mus. Civ. di Genova, Vol. IX (1877) p. 363; Formiche del viaggio ad Assab nel Mar Rosso etc. Ibid. (1880) Vol. XVI, p. 525. — André, op. cit. p. 334. Hab. con. Egitto (Cairo), Abissinia. Loc. racc. Sauakin, Metemma. Osserv. Diversi esemplari d’operaje raccolti ai piedi delle Mimose. 36. MI. afrrum, n. sp. André (in litt.) ita nominavit et de- scripsit: 9. Nigra, opaca; mandibulis rufis, antennis pedibusque rufo- fuscis; capite antice dense striato, postice rugoso; thorace et petiolo dense reticulato-granulatis; abdomine leviter coriaceo, subnitido. Capite subquadrato, vix longiore quam latiore; elypeo longitudina- liter sulcato; oculis sat magnis; thorace inter mesonotum et meta- notum fortiter impresso; metanoto cum sulco longitudinali lato, sat profundo et fere usque ad mesonoti suturam producto; petiolo nodo primo squamiformi, antice convexo, postice plano. Long. corp. 4-41/, mill. Questa specie appartiene al gruppo del M. Salomonis, Linn. ; per il suo colore ed il solco del metanoto, s’avvicina al M. A- beillei, André, ma se ne distingue facilmente per la sua mag- giore statura, pei tegumenti più opachi, per lo strozzamento più accentuato del torace e per la forma del primo articolo del suo pezziuolo che è compresso, squamiforme, più largo in alto che in basso, leggermente convesso all’ avanti, piano od anche un po’ concavo al di dietro. IMENOTTERI AFRICANI 54] La scultura del corpo uguale, se non un po’ piu forte che nelle altre specie del gruppo, é costituita da una reticolazione molto densa, analoga a quella prodotta dagli intervalli delle fossette d’ un ditale. La disposizione di tale rugosita é assai ben visibile sul torace e sul pezziuolo, mentre va attenuandosi sulla testa. Raccolto qualche esemplare d’ operaja fra le sabbie sulle rive dell’ Atbara. 37. M. barbatulum, Mayr, Voyage de Fedtchenko au Turkestan, Formicides (1877) p. 17. — André, op. cit. p. 382. Hab. con. Turkestan. . Loc. racc. Djedda (Costa orientale del Mar Rosso). Osserv. Raccolto un sol esemplare di operaja presso le case della città. 38. M. gracillimum, Smith, Myrmica gracillima, Journ. Proc. Lin. Soc. Vol. VI, p. 34. — Monomorium gracillimum, Emery, Formiche, Viaggio ad Assab, etc., loc. cit. p. 525. — André, op. cit. p. 333. Hab. con. Asia occidentale ed Africa settentrionale. Loc. racc. Kassala, El Hefera (Settit). Osserv. Pochi esemplari di operaie, raccolti fra le sabbie presso le abitazioni. Gen. Aphaenogaster, Mayr. 39. A. barbara, Linn. (Formica) Syst. Nat. II, p. 962. — André, op. cit. p. 350, tav. XVI, fig. 2, 9, 14, 22; tav. DOMME chek Ihe, (92 . Hab. con. Europa meridionale e centrale, littorale mediterraneo dell'Asia e dell’Africa. Loc. racc. El Hetera (Settit), Metemma, Sebderat, Keren, Kor Lebka. Osserv. Parecchi esemplari d’ operaje raccolti fra le sabbie. 542 P. MAGRETTI Var. aegyptiaca, Emery, Cat. Formiche Mus. Civ. Ge- nova, loc. cit.; Crociera del Violante (1877) Formiche, Ann. Mus. Civ. Genova, Vol. XV (1880) p. 389. — André, op. cit. p. 355. - Hab. con. Egitto (Cairo), Tunisi, Algeria. Loc. racc. Cairo (Piramidi di Ghizeh). Osserv. Raccolto un sol esemplare d’ operaja fra le cocenti sabbie del deserto. Gen. Pheidole, Westw. 40. Ph. rugaticeps, Emery, Cat. Formiche Coll. Mus. Civ. Genova, in Ann. Mus. Civ. Genova, IX (1876-77) p. 375, n. 25. Hab. con. Abissinia, Yemen (Tes). Loc. racc. El Hefera (Rive del Settit). Osserv. Raccolto qualche esemplare d’operaja presso le tende nel nostro accampamento. 41. Ph, sinaitica, Mayr, Myrm. Stud. (1862) p. 745. — André, op. cit. p. 383. Hab. con. Egitto, Sinai. Loc. racc. Rive dell’Atbara; Sebderat. Osserv. Raccolti alcuni esemplari femminei presso le piante d’ Acacia. ; 42. Ph. speculifera, Emery, Cat. Formiche, Coll. Mus. Civ. Genova, in Ann. Mus. Civ. Genova, IX (1876-77) p. 373, n. 24. Hab. con. Abissinia. Loc. racc. Rive del Bahr el Salaam. Osserv. È riferito con dubbio a questa specie un esemplare di operaja raccolto fra le sabbie e studiato dal distinto mirmecologo Ernesto André. IMENOTTERI AFRICANI 543 Gen. Cremastogaster, Sunp. 43. C. senegalensis, Roger, Verzeich. der Formiciden, Berl. 1863. Hab. con. Senegal. Loc. racc. Sauakin, Metemma; Sebderat, Keren, Ain (Confine settentrionale dell’ Abissinia). Osserv. Raccolte di frequente le femmine e le operaje sui tronchi ed a’ piedi delle Mimose. Gen. Meranoplus, SMITH. 44. M. Magrettii, n. sp. André (in litt.) sic mihi dicavit, descripsit et delineavit: 8. Ferruginea, antennis pedibusque testaceis, abdomine infuscato, pilis longis pallidis sat dense hirsuta; capite thoraceque supra rude reticulatis; clypeo fere laevi, nitido; area frontali nitidissima; tho- racis marginibus (margine antico excepto) (Vide fig. A a) crenu- latis, angulis anticis’ spiniformibus; sutura pro-mesonotali leviter impressa; mesonoto dentibus duobus crassis, haud acutis, postice armato; metanoto fere verticali, spinis duabus longioribus, parallelis et retro di- rectis; petioli nodo primi (Vedi fig. A b) cunet- formi, fere laevi, nitido; secundo rotundato le- viter transverso, reticulato; abdomine antice sub- tiliter coriaceo, postice laevi, nitido. A. Long. corp. 2 1/-3 mill. Per il suo facies, la scultura, il numero e la disposizione delle spine del torace, questa specie si avvicina al M. bicolor, Guér., ma se ne distingue a prima vista per le sue dimensioni molto minori, per la tinta generale più chiara, per Y ad- dome quasi liscio e lucente, per la pelosità meno lunga, come pure per la forma e la brevità dei denti del suo mesonoto. È la prima specie del genere che, a quanto crede il signor Edmondo André, si trovi in Africa e venne da lui gentilmente dedicata al mio nome. Raccolta fra le sabbie nei dintorni di Sauakin. 544 P. MAGRETTI Fam. HETEROGYNA, Kuve. Subfam. MOUTILILIDA E, LEACH. Gen. Apterogyna, LATR. 45. A. Olivieri, Latr. (Klug) — Klug, Symb. Phys. Dec. I, n. 1, tav. V. fig. 11 9, 12 7. — Lepel. Hym. Vol. II, Js OSB}, MO Hab. con. Egitto. Loc. racc. Cairo (presso le piramidi di Ghizeh). Osservo. Raccolti parecchi esemplari di femmine fra le sabbie del deserto. 46. A. Latreillei, Klug, Op. cit-:n.. 2; tay. Vy fie Or — Lep. Hym. III, p. 593, n. 2. Hab. con. Egitto. Loc. racc. Rive del Bahr el Salaam. Osservo. Raccolto un solo esemplare maschio. 47. A. Savignyi, Klug, op. cit. n. 3. tav. V, fig. 14 9, 15 7. — Lep. Hym. III, p. 594, n. 3. Hab. con. Egitto. Loc. racc. Kassala. Osserv. Raccolti due individui di sesso maschile attratti la notte dal lume della lanterna. Questi esemplari si scostano un poco dalle descrizioni di Klug e di Lepeletier presentando la testa e il torace non interamente punteggiati: similmente la punteggiatura reticolata dell’ addome è visibile soltanto sul primo segmento, gli altri sono nella maggior parte lisci e nero-splendenti, solo gli ultimi tre offrono una leggera tinta rosso-ferruginosa. 545 IMENOTTERI AFRICANI ‘OL ‘Sy I “ACL) DIDULIOIMND W . . . . . . . . . . . . . . è * TTeurUroppe muowrSos Top ITeotde TUTSICT Ms 010109 089998 OTTO. 9IOSBI e odgo [ns IeIOp-0]TeIS ITod Woo OS0UISNITIJ-OSSOI QUIOPpy ‘(26 *6 oj "I "ACL) USIAN.T W . . ° . . . ° . . . . . ° . . -Opp¥ IuowSos Top apeorde "(8 ‘8 SI ‘I AL) Mery “VI ‘07213 Sagund-07e[001]91 O]WOMIOULAIOJTUN 900107 gJQUI [op os10q ‘e)ejuasae otInjod Vsuep © BRUNI EP IIMSGATI 00V1071 0 odeg ‘(MOLL SUIT 'ACT)V/iysmoyesopna N è e 2° MW” © * * TeoTIos-oT[ers ITed Ip aj1odoo eur “IVUL OLOSLJ 219, WOO A 9 AI ‘INI ‘IMAO TTeI9I “GI AIDA anp uo9 II e]eutwoppè 07uewSag ‘(9 “Sy ‘I ‘A&T) vIWINIMmbBUun *(G SU ‘I'ARI) vsowmdsrsung DI + + + te tl ele “1soutds-oprdst TIOTI -0}80d 9 ITpowr sae} © orqmi “eorde .ITe asn4yjo QuIds eqSUNI a OSsOIS Ip TIEWLIR TIOLIOYUE ISIVL ‘(SU ‘fT AeL) vwoms r+ * *TOOITTEIS-09ueIq ted Ip 949m) “eros; Voi] Vp oOjtodoo e7uoweIZUI III ‘ 1U919S S "0 IUISIVUL INS ©JSOCSTP. 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Egitto (Saccahara). Loc. racc. Sauakin. Osservo. Un unico esemplare femmineo trovato fra la sabbia. 50. M. leucopyga, Klug, op. cit. n. 10, tav. IV, fig. 10. — Radoszkw. Monogr. Mut. p. 93, n. 65. Hab. con. Egitto, Guinea. Loc. racc. Un unico esemplare femmineo raccolto nel Kor Ghergabb. 51. M. sudanensis, n. sp. (Tav. I, fig. 3). 9. Parva, nigra; thorace supra obscure ferrugineo, pilis longis Juscis hirto, lateribus leviter-coarctato, sat profunde reticulato-punc- lato, postice granulato-subspinoso unguicula scutellari praedito. Capite albo-piloso crasse-punctato. Mandibulis dimidio basali rufis, aniennarum basi incrassata, scapi apice et flagelli articulo primo rufis. Abdominis segmenti primi margine minute punctato, secundi maculis duabus in dorsi lateribus oblongis, tertit fascia lata inter- rupla, quarti et quinti marginibus pallide flavo-sericeo pilosis. Ano ferrugineo, dimidio basali profunde longitudinaliter striato. Pedibus fusco-ferrugineis pilis albidis hirtis. Long. corp. 5 mill. Mutillae petulanti, Smith, affinis. 2. Capo largo quanto il torace, nero, coperto di lunghi peli argentel; occhi rotondi, neri; base delle mandibole e radice tu- IMENOTTERI AFRICANI 547 bercoliforme delle antenne di color rosso-ferrugineo. Vertice e fronte come il dorso del torace a punteggiatura incavata-retico- lare in senso longitudinale. Torace rosso ferruginoso, più oscuro sui margini, leggermente incavato e compresso sui lati, coperto al disopra di lunghi peli giallicci e sui fianchi da fitta pelurie bianco-argentea. Metato- race posteriormente arrotondato, provvisto d’ una piccola spor- genza unguiforme più oscura sporgente nel terzo medio poste- riore del torace e dal mezzo della punteggiatura tubercoliforme- spinosa del metatorace. Addome nero, irto di lunghi peli bruni, il primo segmento col margine leggermente punteggiato; i se- guenti presentano: due macchie ovali sui lati del secondo, una larga fascia, interrotta nel mezzo, occupante quasi l’ intero terzo segmento, e pochi peli sparsi sul quarto e quinto, di color giallo- bianco-sericeo. Ano rosso-oscuro, longitudinalmente striato nella metà basilare. Zampe di color nero lucido coperte da lunghi e fitti peli bianco- splendenti. E affine alla M. Petulans descritta dallo Smith (Descriptions of new species of Hymenoptera in the Collection of the British Museum, 1879, p. 192, n. 9) ne differisce per la forma del to- race che ha i bordi esterni non paralleli, e pel colore dei suoi peli e delle fascie addominali. Trovata in piccol numero fra la sabbia sulle rive dei fiumi Bahr el Salaam ed Atbara, ai confini meridionali del Sudan orientale, nel mese di Marzo. 52. M. suleata, n. sp. (Tav. I, fig. 4). Q. Nigra; pilis albidis hirta; thorace rubro-ferrugineo, lateribus leviter sinuato, profunde reticulato-punctato, postice granulato- subspinoso, scutello unguiforme praedito; pronoti parte media sulco magno late impressa, marginibus lateralibus elevatis. Capite nigro- ferrugineo, laeviter punctulato, antennarum basi tuberculiformi rubra. Abdominis segmenti primi in margine postico, macula media triangulari, secund: margine apicali et maculis duabus verticalibus una prope basim aliaque ad apicem in medio segmenti, 548 P. MAGRETTI parvis rotundis; tert fascia lata, quarti et quinti lateribus, pallide Navo-sericeo-pilosis. Ano longitudinaliter striato, apice rubro. Long. corp. 7 mill. i Mutillae praedatrici, Smith, affinis. 2. Nera; capo un po’ più largo del torace col bordo poste- riore leggermente arcuato-concavo e di color ferruginoso, irto di peli argentini, alcuni eretti, altri obliquamente curvati; base delle mandibole e radice tubercoliforme delle antenne rosso-fer- ruginose: fronte, vertice e spazio triangolare retrorbitale elevato- striati e punteggiati a reticolo. Occhi rotondi. Torace rosso-fe.- ruginoso un po’ oscuro sulle metapleure, profondamente scolpito a reticolo e ristretto nel mezzo dei bordi laterali: coperto da lunghi peli eretti bianco-argentei e da altri più brevi ed oscuri. Dorso del metatorace portante sul mezzo una piccola unghia brunastra sporgente fra prominenze tubercoliformi e segnato sulla stessa linea da due rientranze laterali. Il dorso del proto- race è profondamente inciso da un largo solco mediano fatto a doccia, coi lati alquanto elevati e striati. Addome nero, fittamente punteggiato-scanalato, con una mac- chia triangolare di peli bianco-giallicci sul bordo apicale del primo segmento: dello stesso colore sono i peli ricoprenti due piccole macchie rotonde poste sulla linea mediana dorsale ed ai margini opposti del secondo segmento, una fascia stretta al mar- gine apicale dello stesso ed una assai ampia e ricoprente tutto il terzo segmento. i Il quarto e quinto segmento addominale e tutte le tre paia di zampe sono di color nero rivestiti da peli bianco-argenteo sericel. È affine alla M. praedatrix di Smith (V. op. cit. (1879) p. 191, n. 6), ma ne differisce per la soleatura del protorace, della quale l’autore non fa parola, per la forma e scultura del torace e dell’ addome. Raccolto un sol esemplare fra la sabbia delle rive del Bahr el Salaam nel mese di Marzo. IMENOTTERI AFRICANI 549 53. M. tarsispinosa, n. sp., (Tav. I, fig. 5). Q. Submedia, nigra; longe nigro alboque pilosa; capitis vertice et inter oculos usque ad antennarum basim, macula subtriangulari pilis flavo-sericeis; thorace rubro-ferrugineo-fusco, finissime punctu- lato, pilis sparsis argenteis hirto, postice foveolato-impresso; abdo- minis segmento primo ferrugineo, secundi margine basali medio macula subferruginea vix spectabile pilis nonnullis flavo-sericeis tecta, apice fascia e pilis brevibus et longioribus flavescentibus ve- stita. Pedibus nigris, albo-villosis ; tibits tarsisque spinis longis ri- gidis armatis; intermedtis et posticis tibiis et tarsis splendide argenteo- pubescentibus. Long. corp. 9 mill. Mutillae inconspicuae, Smith, affinis. Testa nera, con una larga macchia triangolare di fitti e corti peli bianco-giallicci compresa fra la fronte ed il vertice. Occhi rotondi. Torace, primo segmento dell’ addome e parte ventrale e basilare del secondo, rossi; il dorso del primo è coperto da fitta pelurie gialliccia irta di lunghi peli neri, scolpito a reticolo nella parte posteriore e provveduta di piccola unghia; nel resto, assal leggermente striato e punteggiato. Addome nero, fittamente peloso, base dorsale del secondo segmento con una grande mac- chia rotonda rossiccia, non ben distinta, irta di pochi peli bian- chicci; margine posteriore dello stesso, segnato da una fascia, più distinta sul bordo, di peli del medesimo colore. Zampe nere, rivestite da. fitta pelurie argentina splendente: i tre primi tarsi dei piedi anteriori sono forniti di lunghe appendici spiniformi nella parte laterale esterna e internamente provvisti di brevi peli rigidi riuniti a guisa di spazzole; tibie intermedie e poste- riori armate di rigide spine. 1 Affine alla M. inconspicua di Smith (op. cit. p. 191, n. 7), ne differisce per la presenza delle appendici spiniformi dei tarsi anteriori e per la scultura del torace e dell’ addome. Raccolta fra la sabbia presso Sanakin nel mese di Febbraio. 54. M. unguiculata, n. sp. (Tav. I, fig. 6). Q. Nigra, pilis argenteo-sericeis dense hirta; thorace supra rubro- 550 P. MAGRETTI ferrugineo, profunde reticulato-foveolato; dorso pilis robustis spinu- losis fuscîs incurvis; metathorace supra appendiculo scutelliforme lato praedito, postice longitudinaliter reticulato-striato. Capue mi- nute punciulato, mandibulis basi rufis, antennarum articulo basa * et primis duobus flagelli, rufis. Abdominis segmenti primi et se- cundi margine castaneo-piloso; illo maculis duabus lateralibus sub- rotundis, secundo, tertio et quarto fascus plus minus latis, pilis aureo-flavis ornatis. Ano ferrugineo, basi punctulato et carinis la- teralibus elevatis, apice mucronato, lamellis lateralibus insiructo. Long. corp. 74], mill. Mutillae dispilotae, Radoszkw. affinis. Testa nera, profondamente punteggiata, rivestita di peli bianco- sericei; base tubercoliforme, apice dello scapo, secondo e terzo articolo delle antenne, rosso-ferruginosi. Occhi leggermente ovati. Torace rosso-ferruginoso-oscuro, profondamente punteggiato, re- ticolato-impresso alla regione metatoracica; dai bordi laterali leggermente rientranti, superiormente coperto di forti setole nere orizzontali. Parte posteriore dorsale provvista di larga unghia bruna, bordi incisi sulla stessa linea di questa; pleure nere, ricoperte da pe- lurie argentina. Addome nero, ornato di due macchie ovali, aranciate, sul dorso del secondo segmento, il terzo, quarto e quinto rivestiti da fascie di peli del medesimo colore. Segmento anale nero-rossiccio, punteggiato alla base, portante sui lati due carene prominenti e coll’ apice lateralmente dilatato, terminantesi con una sporgenza aculeiforme. Margine apicale del secondo, terzo, quarto e quinto segmenti ventrali, bianco. Piedi neri, rivestiti da peli argentei. È affine alla M. dispilota di Radoszkowsky (V. Essai d’une Monographie des Mutilles, 1870, p. 95, n. 69, tav. VIII, fig. 6 9) ma ne differisce per le dimensioni molto minori, pel colore del capo e delle antenne, per |’ unghia dorsale e pel modo di ter- minazione dell’ ultimo segmento dell’ addome. Raccolto un sol esemplare fra la sabbia presso Sauakin a’ primi di Febbraio. IMENOTTERI AFRICANI 551 55. M. Senegalensis, Guér. Magaz. de Zool. (1831) p. 6, tav. VI, fig. 1. — Radoszkw. Mon. des Mutilles (1870) p. 148, Di 27 Hab. con. Senegal. Loc. race. Metemma (Galabat). Osserv. Posseggo diversi esemplari maschi, fra i quali uno è riferibile ad una varietà sconosciuta e che, in aggiunta a quelle citate da Radoszkowsky e Sichel, denomino: Var. E) Segmento abdominali primo nigro-ferrugineo. Capite el thorace nigris cum segmentis abdominalibus pilis nigris dense hirtis. Ano et ventre sparse albo-sericeo pilosis. Long. corp. 15 mill. 56. M. Medon, Smith, Cat. of Hym. Ins. in the Brit. Mus. (1855) p. 20, n. 127. — Radoszkow. op. cit. p. 151, MeO tay. DU fies I Hab. con. Congo e Gabon. Loc. racc. Metemma (Galabat). Osserv. Estendo la distribuzione geografica africana di questa vaga specie segnalando la cattura d’ un esemplare maschio fatta nei dintorni della succitata località verso la fine del mese di Marzo. 57. M. floralis, Klug, Symb. Phys. Dec. I, 16, tav. V, fig. 1, 2 var. — Smith, Cat. of Hym. Ins. in the Brit. Mus. p. 11, n. 63. — Lepel. Hymen. III, p. 630, n. 53 (M. spini- gera). — Radoszkw. op. cit. p. 151, n. 130. Hab. con. Egitto, Senegal. Loc. racc. Sauakin, Bahr el Salaam (Takruri), Metemma. Osserv. Fra i diversi esemplari raccolti sulle foglie e sui fiori di piccole Asclepiadee (Kanahia Delilei, D.C.) presso le rive del citato fiume, noto quattro individui maschi riferibili ad una va- rietà avente il torace tutto nero. 58. M. histrio, Lepel. Hymen., II, p. 631, n. 55. — Radoszk. op. cit. p. 156, n. 135, tav. XI, fig. 3. Sy P. MAGRETTI Hab. con. Senegal. Loe. race. Doka (Takruri). Osserv. Un esemplare maschio raccolto nel mese d'Aprile. 59. M. frontalis, Klug, Symb. Phys. Dec. I, n. 2, tav. IV, fig. 2 7. — Radoszk. op. cit. p. 159, n. 140. Var. col solo metatorace rosso. Hab. con. Egitto. Loc. racc. Metemma (Galabat). Osservo. Raccolti due esemplari nel mese di Marzo. 60. M. coeca, Radoszk. Les Chrysides et Sphegides du Cau- case, Horae Soc. Ent. Ross. tav. XV, p. 11, n. 33. Hab. con. Caucaso. Loc. racc. Sebderat. Osservo. Un esemplare maschio raccolto nel mese d'Aprile, per cul questa specie assume una vasta distribuzione geografica dal Caucaso ai confini settentrionali dell’ Abissinia. 61. M. Radoszkowskyi, n. sp. (Tav. I, fig. 7-70). ae Nigro-nitida, rugoso-punctata, metathorace reticulato, supra, - sulco brevi lato, profunde impresso, scutello tuberculoso-dentato : mesothoracis dorso quinque-sulcato. Oculis profunde triangulariter incisis. Capite et thorace nigro-hirlo pilosis. Abdomine rufo-ferru- gineo, segmenti primi basi late nigra, ano piloso-nigricante. Seg- mentorum margine apicali, dorsali et ventrali fasciis e pilis rubro- aureis ornatis. Alarum basi hyalina, apice leviter infuscato-violacea, nervis testaceis, stigmate et angulo brachiale flavescentibus: cellulis cubitalibus completis tribus. Pedibus nigris, nigro-pilosis. Magnitudine variat. Long. corp. 12-14 mill. Testa nero-lucente, punteggiata a reticolo; regione degli ocelli elevata, irta di lunghi peli neri. Antenne nere collo scapo pe- loso, occhi ovali, fortemente incavati. Torace interamente nero, coperto di lunghi peli neri con una fitta punteggiatura sul dorso: mesonoto con cinque solchi longitudinali lucenti, lisci; scudetto elevato terminante a guisa di becco, ottuso all’apice, nero lu- IMENOTTERI AFRICANI 553 cente; metatorace punteggiato-reticolato segnato sul mezzo del dorso da un ampio ma breve solco longitudinale a bordi rial- zati e terminante a ferro di lancia colla superficie interna levi- gata. Addome arcuato, rosso-ferruginoso, lucente, fittamente punteggiato con una piccola area liscia sul dorso del secondo segmento. Primo segmento subsessile, in molta parte nero, rosso sul margine apicale, portante sui lati due grossi denti un po’ di- vergenti all’apice si da comprendere le estremità degli altri due più piccoli sporgenti dall’ estremo apice del metatorace. Carena ventrale del primo segmento molto pronunciata e terminante ad uncino ottuso (V. tav. I, fig. 7a): i segmenti seguenti, col margine apicale dorsale guernito d’ una piccola fascia di peli color rosso-aranciato, segmento anale coperto di peli neri all’ apice. Ali grandi, le anteriori raggiungenti la base dell’ ultimo seg- mento addominale, densamente infoscate al lembo apicale, chiare nella parte caratteristica con una leggera tinta giallognola alla base e sulle nervature mediane, rivestite da una breve e sot- tile pelurie bruna. Tre cellule cubitali, delle quali la seconda e la terza ricevono ciascuna una nervatura ricorrente. Squame grandi, nere, lucide, col bordo segnato da strie cir- colari. Ali posteriori leggermente oscurate e punteggiate. Zampe nere, irte di peli neri; spine delle tibie bianche, peli dei tarsi di color bianco sudicio nella parte interna degli articoli. Raccolti due esemplari del medesimo sesso, ma assai diffe- renti in statura, sopra fiori di piccole mentacee, nei dintorni di Metemma (Galabat) verso la fine del mese di Marzo. Dedicata al nome dell’ illustre studioso e conoscitore di questo genere d’ Imenotteri, al Dottor Ottavio Radoszkowsky, Generale d'artiglieria della guardia imperiale russa. 62. M. Takrura, n. sp. (Tav. I, fig. 38-80). Jo. Nigra, leviter punctata, metathorace reticulato-rugoso, dorso quadrisulcato, scutello tuberculato-dentato,; oculis leviter subrotundo- incisis. Abdomine, basi excepta nigra, rufo; segmentorum margine apicali fascùs e pilis aureis tectis. Capite antice posticeque, pronoto, propleuris pedibusque longe albo-argenteo-pilosis; metathoracis basi 554 P. MAGRETTI fascia arcuata argenteo-pubescente. Alis fusco-hyalinis breviter hirto- pilosis, limbo laevissime nigro-violaceis. Nervis brunneis, cellulis cubitalibus completis tribus. Long. corp. 14 mill. Testa nera, qua e là punteggiata sul vertice, fronte, guancie , regione ocellare e retroculare coperti di lunghi peli bianco-ar- gentini splendenti. Occhi incavati a triangolo; antenne nere con pochi peli argentei sullo scapo. Torace nero, grossamente punteg- giato sul dorso del mesotorace, il quale è segnato da quattro solchi longitudinali paralleli. Protorace e propleure rivestiti di fitti peli argentini. Scudetto elevato, gibboso-dentato, avente alla base una larga infossatura trasversale. Metatorace con scul- tura reticolare molto distinta, avente alla base una macchia se- micircolare di densa pelurie argentea. Addome subpedicellato , arcuato: primo segmento nero, ampiamente punteggiato, rive- stito di qualche pelo bianco-argentino e provvisto inferiormente d’una carena bidentata (V. tav. I, fig. 8a), tutti gli altri di color rosso-ferruginoso, splendenti, con fitta punteggiatura tranne qualche area nitida sulla parte dorsale mediana del se- condo, terzo e quarto segmento, col margine apicale ornato di una piccola fascia di peli aranciati; segmento anale con peli bruni. Ali grandi; le anteriori quasi raggiungono I’ apice del- l'addome, densamente oscurate al lembo apicale, più chiare nella parte caratteristica e con qualche macchia jalina sulla prima cubitale e terza discoidale: le posteriori leggermente infumate, le prime e le seconde punteggiate nella metà apicale. Squame alari nere, lucide, circolarmente striate sui margini. Zampe nere rivestite di peli bianchicci. Raccolto un sol esemplare sui fiori di una Asclepiadea (Ka- nahia Delilei, D. C.) presso le rive del Bahr el Salaam. 63. M, Pavesii, n. sp. (Tav. I, fig. 9-90). J. Nigra, sat profunde et ample rugoso-punctata, pilis albidis ornata; thoracis dorso sulcis duobus medis profunde impressis. Oculis vix triangulariter incisis. Capite thoraceque nigris; Ulus vertice, fronte, genis clypeoque, pronoto, propleuris et pedibus, pilis IMENOTTERI AFRICANI 555 albo-sericeo hirtis. Abdomine rufo-ferrugineo basi et ano nigris; segmentorum marginibus albo pilosis: metathoracis dorso, fascia lata argenteo-pubescente tecto. Scutello elevato-rotundato, profunde punciulato, medio laevi. Alis fusco-hyalinis, pilis brevibus hirtis, nervis et alarum tegulis fuscescentibus. Cellulis cubttalibus com- pletis tribus. Long. corp. 121), mill. Testa piccola, fittamente punteggiata, coperta di peli bianco- argentei. Occhi ovali con una piccola incisione triangolare. An- tenne nere. Torace nero, opaco; il protorace leggermente scol- pito, coperto di peli argentini; il dorso del mesotorace segnato da quattro solchi longitudinali, dei quali i due mediani molto più incavati dei due esterni, largamente e grossamente punteg- giato; mesopleure segnate nel mezzo da una macchia di lunghi peli argentei. Scudetto gibboso elevato, ottuso, scolpito come il mesotorace con una piccola area nitida alla sua sommità. Meta- torace punteggiato a reticolo, ornato alla base da una larga fascia di fitta pelurie argentina. Addome arcuato, assottigliantesi all'apice, rosso-ferruginoso lucente; primo segmento nero, pro- fondamente punteggiato, provvisto d’una carena anale (N. 2 Radoszkw.) poco pronunciata; secondo con una punteggiatura meno forte ma più stipata, gli altri, generalmente levigati, tutti superiormente e inferiormente marginati di peli bianco-argentei. Segmento anale nero. Ali infumato-jaline, leggermente pelose, nervature brune, con tre cellule cubitali, delle quali la seconda e la terza ricevono ciascuna nel mezzo una nervatura ricorrente; angolo brachiale e margine della nervatura costale un po’ oscu- rati. Squame rossastre, levigate, leggermente punteggiate alla base. Zampe nere, coperte da pelurie bianco-argentea. Raccolto un sol esemplare sopra un piccolo arboscello nel Kor Saua (Bogos). Dedicata al nome del mio carissimo maestro il Prof. Cav. Pietro Pavesi, illustre studioso dell’ aracnofauna africana. | 64. M. aureocineta, n. sp. (Tav. I, fig. 10). A. Nigra, rugoso-punctata, oculis triangulariter incisis, capitis 556 P. MAGRETTI \ vertice elevato-punctato, mandibulis longis unidentatis. Mesothorace profunde longitudinaliter quadrisulcato. Abdomine rufo-ferrugineo, ano nigro, apice rufo. Pronoti et dorsi parte antica, scutello, post- scutello, metathoracis basi, abdominis segmenti primi basi et apice, secundi, tert et quarti fasciis apicalibus latis, pilis flavo-aureis, in medio convergentibus, dense ornatis. Fronte, genis, clypeo, propleuris, abdominis basi, ventre et pedibus pilis albidis hirtis. Alarum basibus flavo-hyalinis, apice leviter infuscatis, cellulis cubi- talibus completis tribus, tertia dimidio fusca. Long. corp. 9 malt. Mutillae tricinctae, Jur. affinis. Testa piccola, sparsamente punteggiata, rivestita da pelurie argentea sulla fronte, sulle guancie e dietro gli occhi, con una fascia di fitti peli dorati sul vertice. Occhi leggermente incisi. Antenne nere, coi primi tre articoli rivestiti da pelurie argentea. Fossetta frontale al disopra dello scapo, profondamente incavata. Torace nero, fortemente punteggiato. Pronoto e parte supero- anteriore del mesonoto coperti da peli dorati. Mesopleure reti- colato-punteggiate coperte da lunghi peli argentei. Dorso del mesonoto lucido con una forte punteggiatura segnata da due solchi mediani molto profondi e da due più esterni appena ac- cennati. Scudetto e postscudetto gibboso-elevati, questi ed una larga fascia alla base del metatorace, coperti da fitta pelurie dorata. Parte posteriore del metatorace largamente punteggiata a reticolo. Addome rosso-ferruginoso, poco lucente, fittamente punteggiato: primo segmento cogli uncini basali neri ed una leggiera incavatura longitudinale nel mezzo del dorso. Il mar- gine apicale di questo, i lati dorsali-basillari del secondo e larghe fascie al margine estremo del secondo, terzo, quarto e quinto segmenti addominali, ornati di lunghi peli dorati, convergenti sulle fascie, dai lati rispettivamente alla parte mediana del dorso. La parte ventrale è pure punteggiata coi bordi dei segmenti frangiati di peli argentei. Il segmento anale superiormente è nero coperto da lunghi peli neri, inferiormente rosso e porta sui lati, presso la base, due piccole prominenze lamellari. Ali lunghe, le ante- riori raggiungono quasi |’ apice dell’ addome, oscurate nella cel- IMENOTTERI AFRICANI 557 lula brachiale ed al lembo apicale: con tre cellule cubitali delle quali la seconda e la: terza ricevono ciascuna nel loro mezzo una nervatura ricorrente; . nervature brune. Le ali posteriori pure infumate sul lembo e finamente punteggiate. Squame larghe, rosso-brune un po’ striate circolarmente sui bordi. Zampe nere, rivestite di peli argentati, 1 tarsi medii e poste- riori testacei, con peli pure argentati. Raccolto un sol esemplare sui fiori di piccole mentacee nei dintorni di Metemma (Galabat). È affine alla M. wwicineta, Jur. (V. Radoszkowsky, op. cit. p. 163, n. 145, tav. XI, fig. 8), ma ne differisce per notevoli caratteri di scultura e di colorazione. Subfam. SCOLIADA E, LEAcH. Gen. Discolia, Sauss. et SicH. 65. D. ruficornis, Fabr. Ent. Syst. II (1775) p. 230, n.9 7; Syst. piez. p. 241, n. 11 7. — Coqueb. Ill. ic. (1799) tav. XII, fig. 5 7. — Lep. Hym. III, p. 524, n. 8 7. — Sauss. et Sich. Cat. spec. gen. Scolia (1864) p. 85, n. 62. — Gerstaeck. Decken’s Reis. in Ost-Afrika III, (1873) p. 334, n. 33. Hab. con. Arabia, Africa, equinoziale, Mozambico. Loc. racc. Sauakin. Osserv. Raccolti diversi esemplari d’ entrambo i sessi, fra i quali alcune femmine riferibili ad una varietà avente le antenne ros- siccie. Vien così estesa molto più al Nord la distribuzione geo- grafica di questa specie. 66. D. erythrocephala, Fabr. Ent. Syst. Suppl. (1798) p. 255, n. 16. — Scola vagans, Klug, Symb. Phys. Dec. III, tav. XXVI, fig. 6 7 var. — Scolia pubescens, Klug, Ibid. n. 7, fig. 7 7,8 9 var. — Scolia rutila, Klug, Ibid. fig. 9 7, 10 9. — Scola erythrocephala, Sauss. et Sich. op. cit. p. 64, n. dl. Hab. con. Europa meridionale, Africa settentrionale, Egitto, Asia. | 558 P. MAGRETTI Loc. race. Sauakin. Osserv. Raccolto un unico esemplare maschio sui fiori qd una malvacea (Abutilon muticum, Del.). 67. D. mendica, Klug, Symb. Phys. Dec. II, n. 10, tav. XXVI, fig. 15 7. — Sauss. et Sich. op. cit. p. 60, n. 36. Hab. con. Egitto, Algeria, Arcipelago. Loc. racc. Cairo (Piramidi di Ghizeh). Osserv. Raccolti due esemplari maschi. 68. D. quadripunetata, Fabr., var. bipunetata, Sauss. et Sich. op. cit. p. 61, n. 38. Hab. con. Europa meridionale, Africa settentrionale: Egitto; Asia. Loc. racc. Cairo (Piramidi di Ghizeh). Osservo. Raccolto un esemplare maschio. * 69. D. interstineta, Klug, Symb. Phys. Dec. III, n. 8, tav. XXVI, fig. 13 7. — Sauss. op. cit. p. 66, n. 42. Hab. con. Europa meridionale, Egitto, Algeria. Loc. racc. Cairo (Piramidi di Ghizeh). Osserv. Raccolto un esemplare maschio. Gen. Dielis, Sauss. et SicH. 70. D. collaris, Fabr. (Tiphia) Syst. Ent. (1775) p. 354, n. 7. — Scolia eriophora, Klug, Symb. Phys. Dec. II, n. 14, tav. XXVII, fig. 5 7. — Scolia thoracica? Gerstaeck. Peters Reise n. Moss. (1862) p. 495. — Elis collaris, Sauss. et Sich. Cat. g. Scol. (1864) p. 163-166. — Id. Ibid. p. 295-296. — Elis eriophora, Id. Ibid. p. 297. Hab. con. Europa meridionale, Asia occidentale, Africa set- tentrionale e meridionale. Loc. race. Kassala, Metemma, Kor Cheru, Kor Lebka, Sauakin, Aikota, Rive del Bahr el Salaam. IMENOTTERI AFRICANI 559 Osserv. Riferisco a questa specie molti esemplari maschi rac- colti nelle suddette località ove li trovai frequenti sui fiori di una comune amarantacea (Aerva javanica, Juss.) e d’ una asclepiadea (Calothropis procera, L.), o svolazzanti rasente il suolo sabbioso. 71. D. caelebs, Sauss. et Sich. op. cit. p. 184. 297, n. 193. Hab. con. Africa (Abissinia, Mozambico, ee Isola della Riunione), Asia. Loc. racc. Kassala, Aikota (sul Gasch), Metemma, Keren. Osserv. È certo questa specie una varietà della ¢horacica, Fabr. (V. Sauss. et Sich. p. 188, n. 197) e fors'anco della collaris, per le quali la sinonimia è ancora molto intricata presentando essa una grande variabilità negli individui dei due sessi. Molti esemplari femminei furono da me raccolti nella stessa località e sugli stessi fiori della precedente specie, alla quale sarei in- dotto riferirli anche secondo il parere di Radoszkowsky, se non fosse il carattere molto saliente delle ali fusco-nigris, coeruleo- micantibus che verifico in tutti gli individui che ho sott’ occhio, e sul quale Sichel fondò la distinzione di questa specie. Mi sorprende però, come avendo raccolti molti maschi della precedente specie non mi sia stato dato raccoglierne una sola femmina e neppure di trovare un maschio della D. caelebs che, secondo Gribodo, diversificherebbe alquanto dal maschio della collaris. 72. D. elotho, Sauss. et Sich. op. cit. p. 182, n. 189. Hab. con. Caffraria. Loc. racc. Dintorni di Sauakin. Osserv. Due sole femmine di questa graziosa specie potei rac- cogliere sui fiori dell’Aerva javanica. 73. D. fasciatella, Klug (Scola) Symb. Phys. Dec. II, n. 17, tav. XXVII, fig. 8 7. — Scolia antennata, Klug, Ibid. n. 19, fig. 10 7 var. — Elis fasciatella, Sauss. et Sich. op. cit. p. 170, n. 173. Hab. con. Dongola, Inhambane, Senegal, Mozambico , Egitto. 560 P. MAGRETTI Loc. racc. Kor el Royan (Homrani), Rive del Settit, Rive del Bahr el Salaam. Osservo. Raccolti alcuni esemplari di sesso maschile che credo potersi riferire a questa specie ed alla varietà antennata di Klug, avente il postscudetto immacolato, il torace rivestito da fitta pe- lurie bianco-rossiccia e le antenne rosse o nero-rossastre. Gen. Trielis, Sauss. et Sica. 74, TT. aliena, Klug (Scolia) Symb. Phys. Dec. III, n. 12, tav. XXVII, fig. 3 7. — Sauss. et Sich. op. cit. p. 151, n. 158. Hab. con. Arabia, Egitto, Abissinia, Mombas. Loc. racc. Sauakin. Osserv. Pochi esemplari femminei raccolti sui fiori dell’ Aerva javanica, Juss. Gen. Myzine, Latr. 75. M. sexfasciata, Rossi, var. C. Guér. Dict. Pitt. Hist. Nat. (1837) extrait, p. 9, n. 4. Hab. con. Egitto. Loc. racc. Keren (Bogos). Osservo. Alcuni individui, raccolti negli orti di Keren sui fiori di Ombrellifere, mi presentarono questa distinta varietà ad an- tenne tutte nere. 76. M. aegyptiaca, Guér. Mén. op. cit. p. 10, n. 7. Hab. con. Egitto. Loc. racc. Sauakin. Osserv. Raccolto solo qualche esemplare sopra fiori d’ Ombrel- lifere. 77. M. Sauakinensis, n. sp. (Tav. I, fig. 2). 9. Capite thoraceque nigro-nitidis, abdomine rufo-ferrugineo, tribus omnibus pallide-albo-stramineo pictis. Capitis vertice, pro et mesothorace sparse et laeviter punctatis, metathorace laevissime rugoso-punclato; femoribus posterioribus nigro-nitidis, valde incras- IMENOTTERI AFRICANI 561 satis, supra punctatis, margine infero attenuato, ferrugineo, tibiis posticis rufis, antice granulosis, margine supero obtuse elevato-den- tatis. Mandibulis (apice exceplo nigro), antennarum basi, scapi apice et flagello subtus, ferrugineis. Maculis duabus longitudina- libus ex oculorum margine interno ad verticem capitis, macula triangulari oblonga in medio frontis, duabus parvis post oculos, duabus triangularibus in pronoti angulis anterioribus, duabus ree- tangularibus sub alarum tegulis, duabus piriformibus in metatho- racis angulis apicalibus, macula lineari arcuata in pronoti mar- gine apicali alteraque in scutello et in metathoracis dorso, pallide albo-stramineis. Abdominis segmentis IV maculis lateralibus eodem colore varie dispositis in dorso et ventre pilis longis albidis mar- ginatis. Pedibus nigris, albo-pilosis, femorum apice, tibiis tarsisque stramineo-rufis. Alis hyalinis, nervis et stigmate testaceis, alarum tegulis flavescentibus. i Long. corp. 12 mill. 9. Testa della larghezza del torace nera, lucente, sparsa di piccole punteggiature. Occhi oblongo-ovati; antenne inserite alla base del clipeo vicinissimo alle mandibole; quest’ ultime (I apice eccettuato), labbro, palpi labiali e mascellari, parte inferiore delle antenne (la superiore è bruna) di color rosso-ferruginoso. Una piccola macchia ovale sotto V ocello medio, due fascie dal margine interno degli occhi convergenti al vertice del capo, altre due piccole ed oblunghe dietro gli occhi di color giallo-paglie- rino pallido. Torace nero, lucido, ornato di macchie e fascie gialle, pro- noto molto largo, sparsamente punteggiato con due macchie paglierine agli angoli anteriori; il margine posteriore legger- mente arcuato e terminato da una larga fascia pure gialla. Me- sonoto angusto, nero, splendente, sparsamente e variamente punteggiato, conterminato all’ ingiro da un leggero solco. Scudetto leggermente elevato-obliquo, si da lasciare una pic- cola depressione fra esso ed il mesonoto, qua e là punteggiato e nella metà apicale fasciato di giallo-paglierino tendente al bian- chiccio: postscudetto nero costituito da una stretta lamina tra- sversale. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (22 Novembre 1884) 36 562 P. MAGRETTI Mesopleure, appena sotto l'inserzione delle ali anteriori, se- gnate da una macchia gialliccia irregolarmente sferica. Metatorace più largo che alto, piuttosto appiattito, nero-lucido, granuloso, fittamente e finamente punteggiato, segnato sui lati da due spiracoli larghi ed incavati; portante una macchia cunei- forme irregolare sulla sommità dorsale mediana ed altre due cordiformi agli angoli posteriori apicali d’ un medesimo colore giallo-paglierino. Addome sessile, rosso-ferruginoso, levigato, splendente, seg- menti primo, secondo, terzo e quarto con macchie irregolari bianco-gialliccie sui lati ad ugual distanza dai margini, largamente interrotte sulla linea mediana dorsale, un po’ più avvicinate sul primo e quarto segmento. Margini dorsali e ventrali dei segmenti a peli bianco-sericei. Segmento anale superiormente granuloso- rugoso nei due terzi apicali e con alcuni peli dorati nel mezzo. Ali brevi, le anteriori raggiungono appena la metà del quarto segmento addominale, jaline; stigma rosso-chiaro, nervature dello stesso colore, le posteriori pure jaline; squame alari di color giallo-solfo. Zampe nere, coperte da peli argentei, speroni delle tibie bianchi, tutti i tarsi giallo-rossicci; l’ apice dei femori e la faccia esterna delle tibie anteriori di color giallo-paglierino; tibie in- termedie gialle alla base fortemente granuloso-puntate alla faccia esterna. Margine inferiore dei femori e tibie posteriori rosso-fer- ruginei, quest’ ultime presentano il bordo superiore seghettato e costituito di sei prominenze ottuse all’ apice, la loro faccia esterna è grossolanamente granulare. Raccolto un sol esemplare sui fiori d’una piccola Amarantacea (Aerva javanica, Juss.) in località sabbiosa ad una giornata di cammino da Sauakin. Fam. POMPILIDAE, LEACcH. Gen. Hemipepsis, DAHLB. 78. HI. vindex, Smith, (Mygnimia) Cat. Hym. Ins. in the Brit. Mus. II, p. 186, n. 18 9. — Hemipepsis vindex, Gers- staecker, Decken’s Reise in Ost Afrika, (1873) p. 327, n. 22 o7 2. IMENOTTERI AFRICANI 563 Hab. con. Sud Africa (Capo di Buona Speranza), Africa or. (Mombas). Loc. race. Kor Gergabb, Kor Scherafamal. Osserv. Riferisco a questo genere ed a questa specie tre esem- plari, de’ quali due sono maschi, e tutti molto bene conservati. Le ragioni per cui non ho mantenuto il genere Mygnimia di Smith al quale |’ autore stesso ascriveva questa sua specie, sono quelle medesime che furono molto giustamente esposte dall’ In- gegner Gribodo (Vedi Imenotteri spediz. it. Africa equat. Mem. II, Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, Ser. 2.2, Vol. I (1884) p. 38-39), più l’aver io riscontrato nella femmina il carattere evidentissimo dei due denti sporgenti dal margine interno degli uncini tarsali. Siffatti denti sono visibili nella femmina in tutte le tre paja di zampe, mentre nel maschio, come è pure stato osservato da Gerstacker (loc. cit.), si trovano soltanto sugli uncini tarsali del primo pajo, quelli del secondo e del terzo non mostrando che una leggiera sporgenza alla base dell’ unghia provvista (come ai tarsi anteriori) di quattro o cinque robuste e lunghe ciglia talora riunite a simulare un aculeo. Piacemi far qui noto un fatto da me stesso osservato e che non credo frequente tra gli Imenotteri, come si è quelio della produzione d’un rumore particolare nel volo di quest’ insetto; ciò servi a farmi accorto della di lui presenza in sull’ imbrunire d’ un giorno mentre si stava mettendo |’ accampamento nel letto d'un torrente, sicchè poi riuscii, non senza fatica, ad impossessarmi di due individui, che andavano cercando rifugio in fori sotterranei. Lo stesso fenomeno fu da me osservato anche in altre località, quantunque poi non mi riuscisse che di cattu- rare un sol individuo per la grande rapidità colla quale mi sfuggivano. Gen. Paracyphononyx, GrRIBoDo. Imenotteri, Sped. it. Africa equat. Annali Mus. Civ. St. Nat. Genova, Ser. 2.3, Vol. I, p. 306. 79. P. Paulinierii, Guér. Magaz. de Zool. (1843) p. 6, tav. XVI. 564 P. MAGRETTI Hab. con. Senegal. Loc. racc. Sogodas, Kor Gergabb, Keren. Osserv. Fra gli esemplari raccolti, una femmina, confrontata sul tipo di Guerin nella collezione Gribodo, non concorda molto colla descrizione che ne da l’ autore stesso, mentre alcuni ma- schi convengono pienamente nei caratteri degli uncini tarsali bifidi (per cui credetti bene riunire anche questa specie nel ge- nere molto opportunamente creato da Gribodo) come pure in quello della terza cellula cubitale. Altre differenze, certo ses- suali, si riscontrano nel colore delle antenne, ferruginose an- zichè nere; inoltre le zampe hanno i tarsi, l’ apice dei femori e la base delle tibie di color rosso-ferruginoso-bruniccio. Le di- mensioni sono leggermente minori. 80. P. anticus, Klug, Symb. Phys. Dec. IV, n. 10, tav. XXXVII, fig. 10. Hab. con. Arabia deserta. Loc. race. Rive del Bahr el Salaam, Ain; Amba (presso * Massaua). Osserv. Raccolto qualche esemplare femmina sulle sabbie in località aride. È degna di osservazione l’ anomalia presentata in essi da una delle ali, mancando la nervatura di divisione fra la seconda e la terza cellula cubitale. 81. P. umbrosus, Klug (Pompilus) Symb. Phys. Dec. IV, n. 16, tav. XXXIX, fig. 4 9. — Pompilus dimidiatus? Dahlb. Hym. Kur. I, p. 444. Hab. con. Siria. Loc. race. Cairo (Piramidi di Ghizeh). Osservo. Nell’ esemplare femmineo da me raccolto, osservo una dimensione molto maggiore di quella indicata da Klug che lo dice « Pomp. viatico parum minor »: inoltre, tanto |’ addome quanto i lati del metatorace e tutte le zampe presentano, sopra il color nero di fondo, una distinta ombreggiatura ferruginosa se si guardano di fianco. ~ We IMENOTTERI AFRICANI 565 82. IP. Metemmensis, N. Sp. Q. Niger; facie, pleuris totis cum cowis et trochanteribus, meta- thorace, segmentorum abdominalium basi supera et ventre albo- sericeo villosis. Labro, palpis, mandibulis (apice nigro excepto) antennarum articulis primis sublus, alarum tegulis, segmentis ab- dominalibus V et VI, femoribus, tibiis tarsisque (his apice nigri- cantibus) ferrugineis. Prothorace, mesothorace scutelloque toto griseo- viridi villosis. Postscutelli lateribus, metathoracis parte postica incavata et segmenti primi abdominalis basi, longe et dense griseo- aureo pilosis. Alis obscure-hyalinis, apice fortiter fumatis. Cellula radiali fere trigona, cellula cubitali secunda rectangulari, nervum recurrentem primum prope angulum externum excipiente, tertia fere triangulari nervum secundum in medio excipiente. Pedibus ferrugineo-rufîs, calcaribus unicoloribus tubis tarsisque longe et fortiter migra -spinu- losis, tarsis etiam breviler nigr prmeclinatis. Long. corp. 10-11 mill. 7, ut in foemina sed, corpore graciliore, antennarum scapo sublus flavo, reliquis articulis parte infera ferrugineis et arcuatis; postscutello toto, mesothoracis angulis posterioribus et metathoracis lateribus longe et dense griseo-aureo pilosis; prothoracis margine postico arcuato et segmento anali, fiavis. Variat, antennis supra et sublus ferrugineis, alis flavo-hyalinis apice fumatis, cellula cubitali tertia trapezoidali. Long. corp. 10 mill. 9. Nera, colla fronte, la regione retrorbitale, il clipeo, le pleure con tutte le coscie ed i trocanteri, il metatorace supe- riormente, la maggior parte di ciascun segmento addominale (sì da lasciare una stretta fascia nera ai bordi apicali degli stessi) ed il ventre coperti da una fitta villosità bianco-argentata. Il labbro, i palpi, la metà basillare delle mandibole, i primi ar- ticoli delle antenne inferiormente, le tegole alari, il quinto e il sesto segmento dell’ addome, tutte le zampe (eccettuate le coscie e le estremità apicali dei tarsi) di color rosso-ferruginoso. Il protorace, il mesotorace collo scudetto e postscudetto , coperti da villosità verde-grigia. Gli angoli laterali basillari del postscu- 566 P. MAGRETTI detto e gli anteriori esterni del metatorace, come pure la parte posteriore verticale triangolarmente incavata di quest’ ultimo e la base dorsale del primo segmento addominale, ornati di lunga e fitta pelurie di color giallo-grigio, in alcuni esemplari (prin- cipalmente nelle femmine) un po abrasa. Ali bruniccie, poco trasparenti, densamente offuscate all’ apice ed ai bordi; la cel- lula radiale si presenta quasi triangolare, la seconda cubitale rettangolare, riceve la prima nervatura ricorrente presso |’ an- golo esterno, la terza è triangolare quasi appendicolata e riceve nel suo mezzo la seconda nervatura ricorrente. Le zampe d'un rosso ferruginoso più vivo che le altre parti hanno gli speroni delle tibie dello stesso colore, le tibie e i tarsi irti di spine più o meno lunghe, nere; questi ultimi sono brevemente ciliato-pettinati nella loro parte interna. Il maschio rassomiglia alquanto alla femmina tranne che ha il corpo più gracile, lo scapo delle antenne inferiormente ed il sesto e settimo segmento addominali per intero di color giallo- pallido. Gli articoli delle antenne si presentano convessi e tutti di color ferruginoso nella parte inferiore, concavi superiormente. Oltre alle parti accennate nella femmina, il maschio presenta rivestiti della stessa pelurie giallo-grigia tutto il postscudetto e i lati del metatorace; inoltre il margine posteriore del protorace termina con una stretta fascia arcuata bianco-gialliccia. Le ali sono assai trasparenti alla base ed hanno una leggiera tinta gialliccia. Variano i maschi nel presentare le antenne interamente fer- ruginose, le ali intensamente gialliccie (tranne I’ apice che è an- nerito) e nella terza cellula cubitale che si presenta trapezoidale e più o meno ristretta all’ apice. Raccolsi parecchi esemplari de’ due sessi di questa specie che sta fra il P. candidus e l’insidiosus di Smith (V. Descript. of new spec. of Hym. 1879, p. 142 e 143) sopra piccoli cespugli nel fossato circostante a Metemma (scritto anche Metameh) la capitale del Galabat. Alcuni esemplari riferibili alle varietà accennate pei maschi furono raccolti presso Sogodas (Bazen) e negli orti di Keren (Bogos). IMENOTTERI AFRICANI 567 Gen. Cyphononyx, DAHLB. 83. ©. confusus, Dahlb. Hymenopt. Europ. Vol. I, p. 461. Hab. con. Africa (1). Loc. racc. Amba. Osserv. Un esemplare maschio sembra molto probabilmente riferibile a questa specie convenendo assai bene con tutti i ca- ratteri generici e specifici indicati dal Dahlbom nella sua breve diagnosi. Non differirebbe infatti che per avere la maggior parte dei femori anteriori ed una larga porzione all’apice dei medii e posteriori tinta di rosso-ferruginoso, come le tibie, i tarsi in ge- nerale, le antenne, il capo, le squame alari, il pro- ed il me- sonoto. L’ esemplare che ho sott’ occhio presenta inoltre (ed in questo non so se concordi colla specie di Dahlbom) lo scudetto e il postscudetto compressi. e prominenti, il metatorace, particolar- mente sul versante posteriore, trasversulmente striato, con ri- piegature molto sensibili. L’ addome, ricoperto da fitta pelurie, si presenta nero-vellutato, coi segmenti sesto e settimo di color giallo-aranciato, l’ultimo di questi, terminando ad arco, offre un ristretto margine nericcio, ed è ricoperto da lunghi peli di colore aranciato-pallido. 84. ©. flavicornis, Fabr. (Pepsis) Syst. piez. p. 216, n. 44. — Gribodo, Im. Sped. it. Africa equat. in Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, Ser. H, Vol. I (1884) p. 308, n. 48. Hab. con. India (Malabar), Africa (Port Natal, Scioa, etc.). - Loc. racc. Sauakin, Kassala, Kor Gergabb, Metemma, Doka. Osserv. Gli esemplari raccolti son tutti maschi e differiscono dalla breve diagnosi di Fabricius, per aver le zampe non gia rosso-ferruginose, ma nero-violacee. Per quest’ ultimo carattere e per i confronti fatti sull’ esemplare tipico del Pompilus Bre- tonti di Guerin (Mag. de Zool. 1843, p. 4, tav. CXV, fig. 2, 2a) che trovasi nella preziosa collezione di Gribodo, i citati esem- 568 P. MAGRETTI . plari dovrebbero assai più giustamente esser riferiti a quest’ ul- tima specie se non restasse il dubbio se tanto i tipi maschi che le femmine avessero dovuto esser ascritti a generi e ‘specie af- fatto differenti. ; Gen. Salius, LATR. ‘85. S. elongatus, N. Sp. Q. Niger; capite nigro-piloso, nitido, retro excavato, tho- racis latitudine, orbitis posterioribus rufescentibus. Antennis nigris, articulo primo subtus, palpis, mandibulis, infra den- tatis rufescentibus. Prothorace elongato, capitis paullum longiore, mesothorace cum scutello et postscutello, supra et subtus ferrugineo-rufis, albo-pruinosis. Metathorace elongato, prothoracis longitudine, laevi, retro excavato, angulis poste- rioribus spinosis, basi ferrugineo-nigricante, indistinete albo prucnoso. Abdomine nigro, nitido, segmentorum I, Il et Ul da- stbus supra, subtus et lateribus late albo-villosis. Pedibus an- terioribus nigro-rufescentibus, tibiis fere inermibus; interme- dits et posterioribus nigris, tibiis tarsorumque articulo primo dense et breviter robuste spinosis. Coxis, trochanteribus, fe- moribus, tibiis tarsisque omnibus antice, mec non sterno, meso- et metapleuris dense albo-sericeo villosis. Alis fuscis, basi hyalinis, apice fuscioribus. Long. corp. 11 mill. (thoracis tantum 5}/, mill). Riferisco a questo genere, troppo spesso confuso coll’affine Priocnemis, un esemplare femmina, il quale, per le antenne brevi ed ingrossate nel mezzo, per la lunghezza del protorace (lungo più della testa, misurata dal vertice all’ estremità del clipeo) anteriormente arrotondato, per lo sviluppo del metato- race, posteriormente incavato e provvisto di due prominenze spinose sui lati apicali, facilmente si distingue e si caratterizza. Nell’ esemplare che ho sott’ occhio fresco e ben conservato, oltre i caratteri indicati nella diagnosi, osservo il clipeo molto pro- minente, arrotondato all’ apice, nero-splendente con una super- ficie granulosa longitudinalmente striata. IMENOTTERI AFRICANI 569 Il metatorace è superiormente liscio, colla porzione posteriore incavata ed obliqua fra le due prominenze spiniformi laterali presentante delle striature leggermente elevate (visibili solo a forte ingrandimento) e disposte a raggi concentrici verso |’ estre- mità ove si unisce coll’ addome. Le tibie anteriori portano poche e brevi spine al loro apice, le intermedie e più ancora le posteriori e il primo articolo tar- sale di quest’ ultimo pajo sono posteriormente armate da spine nere in parte brevi, in parte più lunghe, ma non disposte in serie. Gli uncini dei tarsi sono mediocremente sviluppati e bifidi. Le ali non offrono alcuna particolarità nella loro nervatura, le anteriori, trasparenti nella metà basillare, sono un po’ oscurate nella parte caratteristica, più intensamente al loro apice; le posteriori trasparenti sui lembi della base sono offuscate sulla costa ed alle estremità. Raccolto un sol esemplare femmina sui fiori della Calothropis procera nei dintorni di Doka (Takruri). gue 86. S. ruficornis, N. Sp. AQ. Niger, capite nigro, laevi opaco, thorace latiore, retro excavato-arcuato, facie albo-sericea, fronte verticeque griseo-villosis; clypeo, palpis antennisque rufo-ferrugineis. Pro- et mesonoto nigris, breviter albescenti-pilosis, metanoto nigro, laevi, paullwm elongato, postice excavato, lateribus acute dentato, denseque albo-villoso. Abdo- minis duobus primis segmentis nigris, basi et apice, supra et sublus pilis densis argenteis fasciatis, sequentibus rufo-ferrugineis, tertio basi nigro. Pleuris pedibusque nigris argenteo-sericeo villosis; libuis tarsisque anterioribus et tarsis mediis et posterioribus rufo- ferrugineis; tibiis medits et posterioribus mediocriter et sparsim nigro-spinosis. Alis hyalinis, apice leviter fumatis. Long. corp. 9-10 mill. Vaga specie (forse riferibile all’ affine e confuso genere Fer- reola) fondata sull’ispezione di due individui d’ ambo i sessi, i quali di poco fra loro differiscono pei caratteri esterni se non che per la statura un po’ minore nel maschio ed il colore delle antenne di color rosso-ferruginoso più vivo ancora nello stesso, 570 P. MAGRETTI per il numero degli articoli antennali e dei segmenti addominali, dei quali il terzo, osservato dal di sopra, presenta nella fem- mina una fascia apicale di peli bianco-argentati, che non è visi- bile (e non credo per abrasione) nell’ altro sesso. Il protorace presentasi in entrambi mediocremente sviluppato, quasi altrettanto lungo che largo, convesso all’ innanzi e legger- mente arcuato nel margine posteriore, cogli angoli esterni pro- tendentisi all’ indietro fin quasi sotto |’ inserzione delle ali. Le pleure, le coscie, i femori e le tibie di tutte le tre paia di zampe, son coperte di una densa pelurie argentata, splendente: gli speroni delle. tibie sono bianco-lattei e tutti i tarsi per lo più rosso-ferruginosi, irti di brevi spine nere, come le tibie in- termedie e posteriori: gli uncini tarsali, brevi, bifidi. Le ali trasparenti presentano una leggerissima sfumatura sulla parte caratteristica ed al loro apice; le squame sono nere. S' avvicina in parte (per quanto risulta dalla breve diagnosi del Prof. Costa, Vedi Relaz. d'un viaggio in Egitto, etc. 1874, p. 4, nota 2) al S. argyrozona di questo autore, differendone per le dimensioni ed altri caratteri di colorazione e pelosità del corpo. Raccolta nei dintorni di Metemma (Galabat). Gen. Aporus, SPIN. 87. A. sericeus, Spinola, Annales Soc. Ent. de France (1838) Vol. VII, p. 462, n. 10. Hab. con. Egitto. Loc. racc. Dintorni di Kassala. Osserv. Raccolto un esemplare femmina il quale poco differisce anche dall'A. testaceus Radoszkw. (Fedtchenko’s Reis. in Turke- stan, Spheg. 1877, p._11, tav. VI, fig. 5. 7). 88. A. nigritulus, Klug (Pompilus) Symb. Phys. Dec. IV, n. 20, tav. XXXIX, fig. 8. — Radoszkw. Op. cit. p. 12. Hab. con. Egitto (Saccarah); Turkestan. Loc. race. Kassala. IMENOTTERI AFRICANI 571 Osserv. Raccolti tre maschi riferibili alla divisione G di Klug (Alarum anticarum areolae submarginales duae) e concordanti colla descrizione dello stesso autore. 89. A. argyrellus, Klug (Pompilus) Symb. Phys. n. 21, tav. XXXIX, fig. 9. — Aporus argyrellus, Dahlb. Hym. Eur. I, p. 442. Hab. con. Egitto (Fajum). Loc. race. Sauakin. Osserv. Un esemplare femmineo, nel quale il numero delle cellule alari è eguale a quello delle specie precedenti, ma ne varia alquanto la figura e la disposizione. Infatti, la cellula ra- diale s’ avanza alquanto verso I’ apice dell’ ala, la seconda cu- bitale si presenta pure alquanto allargata si alla base che al- l'apice e le due nervature ricorrenti lasciano un largo spazio fra lo sbocco dell’ una e dell'altra; riescono quindi più grandi e di diversa figura la cellula discoidale media e le posteriori o limbali. 90. A. sericans, Klug (Pompilus) Syub Physi i. 4235 tav. XXXIX, fig. 11 9. — Aporus sericans, Dahlb. Hym. Eur. I, p. 443. Hab. con. Arabia (Kasr esch daebie). Loc. racc. Dintorni di Kassala. Osservo. Quattro esemplari femmine un po’ variabili nella co- lorazione rossa dei segmenti addominali che talora si espande sino a tutto il quarto segmento. Potrei aggiungere alla diagnosi di Klug i seguenti caratteri specifici molto salienti: Tarsis et tibtis omnibus longe et valide hirto-pectinatis; metatho- race nigro-nitido laeviusculo. Gen. Ceropales, Latr. A 91. C., Kriechbaumeri, n. sp. o. Nigra; capite nigro, sparsim punctato, opaco; facie, clypeo, macula triangulari in oculorum sinu et linea marginis orbitalis posterioris, palpis, mandibulis (macula basali nigra 572 P. MAGRETTI et apice rufo eaceptis) antennarumque parte antica primi et secundi articuli, flavo-stramineo pictis. Antennarum articulis III, IV ei V supra et subtus ferrugineis, reliquis nigris; facie et fronte tomento albo-sericeo villosis. Pronoto nigro , levi et sparsim minutissime punctato, angulo laterale ante- riore arcuatim et breviter sulcato-striato; margine supero- posteriori elevato, maculisgue humeralibus stramineo-flavis. Mesopleuris, mesonoto (cum scutellis elevatis), nigris, nitidis, sparse et subtiliter punctatis, albo-pruinosis. Metathorace nigro-opaco oblique eacavato, medio sulcato, argenteo-sericeo villoso; scutelli macula dorsali mediana, parva, rotunda, post- scutello et hujus linea posteriori, metathoracisque angulis ea- ternis basalibus, flavo-straminco-pictis. Abdomine nigro-nitido segmentorum margine apicali fasciis albo-flavescenti-straminets varie incisis, ventris lateribus et valvula anali ferrugineis. Pedibus ferruginets, coxis omnibus nigris, anterioribus antice, entermediis et posticis uti et femoribus apice, tibiarum anti- carum parte posteriori, intermediarum apice et basi, tarsis anticis et calcaribus totis, albo-flavescentibus. Alis hyalinis, ante apicem levissime infuscatis. Long. corp. 6 mill. A. Foeminae affinis at minor; mandibulis, clypeo, facie antennisgue (scapo antice flavo-albo excepto) nigris. Alis com- plete hyalinis, summo apice levissime fumatis; pedibus poste- rioribus nigris, corarum apice tantum albo-stramineis, femo- ribus valde elongatis, abdominis apicem plus quam in foemina superantibus: tibiarum calcaribus nigris. Long. corp. 5 mill. Specie distinta: per la particolare distribuzione delle macchie e fascie bianco-paglierine sul fondo nero del corpo e nelle zampe che nella femmina tendono al rosso-ferruginoso; per la scultura delle fossette agli angoli anteriori del protorace, consistente nelle solcature e sporgenze che contornano la macchia ovale gialliccia del margine anteriore; per la punteggiatura largamente sparsa sul mesonoto, più fitta ma parimenti non granulosa sulle mesopleure. Le fascie gialliccie dei bordi posteriori dei segmenti IMENOTTERI AFRICANI DI addominali si presentano incavate ad arco sui lati e nella metà dorsale del primo segmento, nella femmina; meno profonda- mente incavate nel maschio, ma però tutte più o meno inter- rotte sulla linea mediana dorsale: il segmento anale in entrambo 1 sessi è giallo-paglierino per intero. Le tibie e i tarsi intermedi e posteriori sono irti di spine bre- vissime appena visibili colla lente. Le ali sono trasparentissime, e non offrono alcuna particola- rità nella nervatura, differiscono dall'uno all’altro sesso per una lesgera sfumatura sulla cellula radiale che si verifica in quella della femmina, mentre che nel maschio sono appena oscurate all’ estremo loro apice. | Dedico questa specie (rappresentata da tre esemplari raccolti a Sauakin) in segno di stima e di riconoscenza, al nome del D.r Kriechbaumer di Monaco, illustre studioso dell’ ordine degli Imenotteri. Gen. Pompilus, Farr. 92. P. Tamisierii, Guérin, Voyage de Lefebvre en Abys- sinie (1839-43) Part. IV, T. 6, p. 356, tav. VIII, fig. 3-4. Hab. con. Abissinia. Loc. racc. Ain. Osservo. L’ esemplare femmineo che potei controllare sul tipo dell’ autore nella collezione dell’ egregio collega Ingegnere Gri- bodo, presenta tutto il torace (non eccettuatone quindi il pro- torace) d’ un color nero intenso, invece che tendente al bruno, come è detto nella descrizione. 93. P. ruficeps, Eversm. Fauna Volgo-Uralensis, in Bull. Moscou 1849, p. 20, n. 12. — Radoszkowsky, Fedtchenko’s Reise in Turkestan (Sphegidae 1877) p. 18, n. 13, tav. VI, fig. 12. Hab. con. Turkestan. Loc. race. Atbara (Tumat). Osserv. L’ esemplare femmineo che riferisco a questa specie, Y unica colla quale possa meglio convenire, malgrado la breve 574 P. MAGRETTI descrizione che ne dà !’ autore, presenta alcune leggiere diffe- renze riguardanti il colore delle antenne, dei femori e delle tibie di tutte le tre paja di zampe, come pure della parte su- periore della valvola addominale che è generalmente rosso-fer- ruginoso. Osservo inoltre che gli uncini tarsali sono lunghi ma minu- tamente unidentati; il metatorace ha il dorso arrotondato-emi- sferico segnato nel mezzo da un leggiero solco longitudinale ed é fortemente striato-pieghettato nel senso trasversale fino sui fianchi: le meso- e metapleure presentano una striatura minuta, fittamente tratteggiata. 94. P. vespiformis, Klug, Symb. Phys. Dec. IV, n. 3, tav. XXXVIII, fig. 3 9. — Gribodo, Imenotteri, Spediz. Afr. equat. in Ann. Mus. Civ. Genova, Vol. XVI (1881) p. 244. Hab. con. Siria (Hempr. ed Ehr.), Scioa (Antinori). Loc. racc. Kor Gergabb. Osserv. Raccolto un esemplare dischi concordante colla de- scrizione differenziale per questo sesso data dall’ Ingegnere Gri- bodo. 95. P. melas, Klug, Symb. Phys. Dec. IV, n. 15, tav. XXXIX, fig. 3 : Hab. con. Arabia felice. Loc. race. Kassala. Osserv. Un esemplare femmina raccolto sui fiori d’Acacia a metà cammino fra Sauakin e Kassala. 96. P. ornatus, Klug, Symb. Phys. Dec. IV, n. 7, tav. VOS IE Hab. con. Egitto. Loe. race. Sauakin. Osserv. Raccolti due esemplari d’ ambo i sessi, che differen- ziano in qualche parte dalla descrizione di Klug. La femmina presenta infatti il secondo e il terzo segmento addominali di color giallo-ferruginoso con fascie gialle disposte come nel ma- IMENOTTERI AFRICANI 575 schio, mentre in quest’ ultimo |’ addome ha una prevalente tinta bruniccia; inoltre, sia il mesotorace che lo scudetto, non offrono le macchie rossiccie che si osservano nella femmina. Gen. Agenia, Scupr. x i 7. A. nigro-aurantiaca, n. sp. (Tav. I, fig. 11). 9. Anlennis, capite, prothorace, mesonoto, scutello et postscu- tello, alarum tegulis, abdomine pedibusque rufo-aurantiacis. Oculis, ocellis, meso- et metapleuris, melathorace et coxarum posticarum basibus, nigris. Clypeo in Q antice medio aculeo rostriforme producto, lateribus angulato-emarginato, in SY mutico, medio arcuato-incavato. Pronoto brevi, postice levissime emarginato-arcuato, scutellis pa- rum elevatis; metathorace declive rotundato-gibbo, irregulariter transverse striato-elevato (in 7 laevi), lateribus argenteo-pilosis; femoribus tibiis tarsisque omnibus inermibus. Alis hyalinis, stigmate luteo (in S obscuro) venis testaceis, cellula radiali permagna, apice acuminata; cellulis cubitalibus secunda et tertia late trapezoida- libus, venis recurrentibus in medio excipientibus; posticarum cel- lula anali ante originem venae cubitalis terminata. Long. corp. 8-9 mill. 7 9. Antenne, palpi, mandibole, fronte, vertice e parte po- steriore della testa, protorace e mesonoto, compresi lo scudetto e il postscudetto, l’ addome per intero e le zampe (eccettuata una leggera tinta bruna alla base delle anche posteriori), di color giallo-aranciato ferruginoso. Le pleure posteriori e il me- tatorace sono di color nero intenso. Aree laterali del postscu- detto e del metatorace ed un’area incavata confinante fra il margine anteriore di questo ed il posteriore del mesotorace, solcati da striature trasversali fitte ed elevate. Nel maschio ve- desi striata soltanto l’ anzidetta porzione incavata del margine anteriore del metatorace. Il dorso ed i lati del metatorace e delle metapleure e le anche intermedie'e posteriori in ambo i sessi, sono rivestiti da leggiera pelurie argentata. 576 P. MAGRETTI Ali trasparenti, colle nervature testacee, lo stigma nella fem- mina è gialliccio, nel maschio è bruno; squame delle ali di color rosso-aranciato. Rassomiglia alcun poco al P. rutus di Klug, ma ne diffe- risce, oltre che pei caratteri generici delle cellule alari e dell’ ar- matura delle tibie, per la statura alquanto minore ” per la faccia non argentata, per il clipeo non incavato al margine anteriore chè anzi termina in una punta ben pronunciata, per il meta- torace arrotondato e punto tubercolato, per le ali interamente trasparenti, non oscurate all’ apice. Loc. racc. Kor Gergabb, Metemma, Sebderat. Raccolsi, non senza difficoltà, alcuni esemplari femmine ed un sol maschio che vedeva posarsi sul terreno umido in vici- nanza dei pozzi, e che mi sfuggivano molto rapidamente dap- prima saltando poscia involandosene. - Fam. SPHECODEA, Gersr. Subf. SPHEGIDA E, LFACH. Gen. Psammophila, DAHLB. 98. P. Madeirae, Dahlbom, Hym. Europ. I, p. 21 e 482. Hab. con. Europa mer. (Smith), Madera e Teneriffa (Gribodo). Loe. racc. Sauakin. Osserv. Raccolto un sol esemplare maschio. Gen. Pelopaeus, Farr. 99. P. spirifex, Linn. (Sphex) Syst. Nat. II, p. 942, n. 9. — Pelopaeus spirifex, Dahlb. Hymen. Eur. I, p. 22. n. 1. — Lepel. Hym. III, p. 305, n. 1. — Costa, Prosp. Im. It. (1867) Der sheds “IF Hab. con. Europa meridionale, Africa in generale, Arabia ed Asia minore. ) Loc. racc. Rive del Bahr el Salaam, Metemma, Kor el Barka (Nord Abissinia). IMENOTTERI AFRICANI 577. Osserv. In appoggio alla distribuzione geografica data da Ger- staecker (Peters Reis. n. Mossamb. 1862, p. 482) ed alle giuste osservazioni dell’ Ingegnere Gribodo (V. Imenotteri, Sped. Ital. Africa equat. in Annali Mus. Civ. Genova, Vol. XVI, 1881, p. 244) posso citare questa specie estendentesi dall’ Europa cen- trale e meridionale fin sotto I’ equatore. Ne riporta numerosi esemplari dalle citate località e trovai in essi di notevole la tendenza alla riduzione nelle dimensioni procedendo verso le basse latitudini. 100. P. Spinolae, Lep., var. rufopietus, mihi. P. Sp: nolae, Lep. Hist. Nat. d. Ins. Hym. II, p. 307, n. 4. — P. Ekloni, Dahlb. Hym. Eur. I, p. 434, n.9. — P. Spinolae, Sauss. Reise d. Freg. Novara, Hym. (1867) p. 27, n. 5. — P. Ekloni, Taschbg. Die Sphg. d. Zool. Mus. d. Un. in Halle (1869) p. 428, n. 5. — P. Spinolae, Gribodo, Imen. Sped. It. Africa equat. Mem. II (1884) Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, Dems) VOL wep. 200m meio: Hab. con. Capo di Buona Speranza, Scioa, Abissinia (Keren). Loc. racc. Bahr el Salaam, Metemma, Keren. Osserv. Distinguo col nome di rufopictus una varietà alla quale riferisco i. diversi esemplari dei due sessi da me raccolti. Il complesso dei loro caratteri non li lascia nettamente distin- guere (anche secondo il parere dell’ egregio collega Ingegnere Gribodo) dalle specie di Lepeletier e di Dahlbom. Tuttavia, le particolarità d’ una evidente più delicata e più svelta corpora- tura, assieme con quella di presentare, oltre le antenne (eccet- tuatone l'estremità) ed il clipeo, tutto il protorace, una parte del mesonoto e delle mesopleure sotto l'inserzione delle ali, come pure le squame alari, le zampe anteriori ed i femori e le tibie delle intermedie, di color rosso-ferruginoso alquanto intenso, possono indurre, se non alla creazione d’ una nuova specie in un genere ed in una famiglia come gli Sfecidei, molto variabili sia per colorazione che per statura e scultura del corpo, almeno alla determinazione d’ una varietà i cui caratteri sono molto facilmente riconoscibili. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (27 Novembre 1884) 37 578 P. MAGRETTI Gen. Chlorion, Latr. 101. ©. melanosoma, Smith, Cat. of Hym. Ins. in the Brit. Mus. IV, p. 238, n. 5. Hab. con. India. Loc. racc. Kassala, Kor Cheru. Osserv. Diversi esemplari d’ entrambo i sessi raccolti sui fiori d’Acacia mi presenterebbero una varietà intermediaria fra il tipo, secondo la descrizione dello Smith (loc. cit.) e la varietà (Ch. funereum, n. sp.?) citata da Gribodo (Imenotteri, Sped. It. Africa equat. in Annali Mus. Civ. Genova, Vol. XVI (1881) p. 241) per avere l'addome di color verde-nero splendente e |’ estremità delle ali posteriori punto offuscata ai margini. Nel resto si ve- rificano in essi tutte le particolarità caratteristiche accennate da Gribodo (loc. cit.). Gen. Pronaeus, LATR. . 102. P. mandibularis, Fabr. Ch/orion mandibulare, Syst. Piez. (1804) p. 218, n. 3 9. — Pronaeus apicalis, var. nigripes, Guér. Mén. Voyage de Lefebvre en Abyss. (1839-43) p. 357, tav. VIII, fig. 5 e 6. | Hab. con. Guinea, Abissinia. Loc. racc. Rive del Bahr el Salaam. Osservo. Raccolti due soli esemplari femmine entrambo riferi- bili alla varietà citata da Guérin: « pattes d'un brun foncé ». Come vedesi ho conservato la distinzione dei due generi Ch/o- rion e Pronaeus, essendomi basato sopra alcune sensibili diffe- renze risultatemi dall’ esame e dal confronto di parecchi indi- vidui riferibili all'uno e all’altro genere che, a mio parere, si differenzierebbero come segue: IMENOTTERI AFRICANI Gen. Chlorion. 4 Antenne inserite nel mezzo della fronte, filiformi, allungate. Mandibole rivestite internamente di poche e sparse ciglia; allargate alla base, ristrette verso il mezzo ed armate d’ un forte dente nel mar- gine interno sì da presentarsi quasi bidentate verso l’ apice. Margine apicale del clipeo ristretto, festonato. Tarsi anteriori irti. di robuste e brevi spine. Seconda nervatura ricorrente (nei due sessi) sboccante poco prima della metà della base della terza cellula cubitale. 979 Gen. LESS Antenne inserite al di sotto del mezzo della fronte, robuste, allun- gate, leggermente ingrossate nel Mezzo. Mandibole rivestite internamente di lunghe e fitte ciglia, ristrette alla base, allargantesi nel mezzo ove sono armate d’un piccolo dente al loro margine interno. Margine apicale del clipeo allar- gato, più o meno dentellato. Tarsi anteriori irti di robuste e lunghe spine. Seconda nervatura ricorrente (nei due sessi) sboccante vicinissima alla nervatura di divisione fra la seconda e la terza cellula cubitale. 103, P. maxillaris, Pal. de Beauv. (Pepsis) Insect. d’Afr. et d’Amér. p. 39, tav. I, fig. 19. — Pronaeus maxillaris, Lepel. Hym. Ul, p. 331, n. 1, tav. XXX, fig. 1 (3 per errore tipo- grafico). Hab. con. Africa. Loc. racc. Rive del Bahr el Salaam. Osserv. Raccolti diversi esemplari d’ ambo i sessi, fra i quali alcuni maschi distinti per variazioni di colore e dimensioni. Var. a). Antenne ed orbite posteriori di color ferruginoso- chiaro, aranciato; gli ultimi tre o quattro segmenti addominali rivestiti da villosità ferruginosa. Var. 6). Antenne nere-rossastre , torace di color violaceo splen- dente, segmento anale leggermente ferruginoso; dimensioni di una metà più piccole. Un individuo di sesso maschile presenta una rimarchevole ano- malia nella nervatura delle ali anteriori, essendoché la prima nervatura ricorrente sbocca nell’ angolo esterno della prima cel- lula cubitale invece che verso il mezzo della seconda. 580 P. MAGRETTI 104. P. instabilis, Smith, Cat. of Hym. Ins. in the Brit. Mus. IV, p. 240, n. 4. Hab. con. Guinea, Congo. Loc. race. Rive del Bahr el Salaam. Osserv. Raccolti. diversi esemplari femmine, alcuni concordanti pienamente colla descrizione dell’ autore, altri riferibili ad una distinta varietà coi piedi, la testa e l'apice dell'addome in gran parte neri. | Un esemplare di sesso mascolino raccolto assieme alle ‘suddette femmine, mi farebbe supporre essere il maschio di questa specie poco riconoscibile dalla breve diagnosi che ne dà lo Smith, ma distinguibile come segue : Antenne rosso-ferrugineo-pallide tendenti all’aranciato ; fronte, clipeo, mandibole (eccettuato I’ apice che è nero), orbite poste- riori, di color rosso-ferruginoso; una fitta e breve pelurie dorata sui lati del clipeo, sulle guancie ed al margine posteriore degli occhi. Regione ocellare e vertice, brunicci con iridescenza pur- purea. Torace a colori violacei più intensi che nella femmina; pronoto, squame alari, piedi (tranne la parte superiore delle coscie) di color rosso-vivo ferruginoso. Addome verde-purpureo, splendente, coi margini del secondo, terzo, quarto, quinto segmenti addominali superiormente ed in- feriormente ornati di brevi peli rossiccio-ferruginei, il sesto e il settimo sono interamente coperti da simile pelurie ferruginosa: le ali sono oscure violacee come nelle femmine. Lunghezza del corpo 24 mill. Gen. Sphex, FABR. 105. S. castaneipes, Dahlb. Hym. Eur. I, p. 27, n. 12 e p. 438. Hab. con. Africa. Loc. race. Dintorni di Kassala. Osserv. Raccolto un esemplare femmina che differisce dalla diagnosi dell’ autore, per avere le ali trasparenti e solo offuscate al loro estremo apice. IMENOTTERI AFRICANI 581 106. S. Taschenberzgi, n. sp. Q. Nigra; facie et clypeo pubescentia argenteo-nitida dense vil- losis, setulis nigris longis, in clypeo validioribus, hirtis: mesonoto et scutello levissime punctulato-nitidis; metathorace subtiliter tran- sverse-siriato, nigro-piloso. Abdominis segmentis (margine apicali mediano excepto) albo-prwinosis. Antennarum scapo, femoribus tabiisque omnibus nigro-rufescentibus. Alis hyalinis, basi apiceque castaneo-fuscescentibus. Long. corp. 23-29 mill. Designo con questo nome, almeno per ora, una specie alla quale intendo riferire parecchi esemplari femminei raccolti a Metemma e che. mi furono gentilmente controllati dall’ Inge- gnere Gribodo e dal Prof. Taschenberg di Halle. Questa specie presenta una grande affinità coll’argentata Dahlb., colla metallica Taschbg., e colla luctuosa Smith, ma differisce da tutte tre per caratteri molto facilmente distinguibili. Non s' accorda, per esempio, coi numerosi esemplari della Sph. argentata, provenienti dalla Nuova Guinea, Giava, Zanzibar e posseduti dall’ Ingegnere Gribodo, per la villosità argentina della faccia, ricoperta da una ricca pelurie di lunghe setole nere; non conviene neppure colla metallica di Taschenberg (Die Sphegidae d. Zool. Mus. d. Univ. in Halle (1869) p. 414, n. 9) perché I’ autore stesso, dietro comunicazione fattagli, mi rispon- deva: « Weder. Sph. metallica noch argentata ist auf dem silberweissen Gesicht schwarz behaart wie Ihre Art, sondern CUGISS 80h Be ele. ». Non resterebbe ora che la Sph. luctuosa di Smith (Cat. of Hym. Ins. in the Brit. Mus. P. IV, p. 250, n. 47) alla quale pure esito riferirla per mancanza d’ un controllo sopra esemplari autentici e per presentare essa una dimensione molto maggiore che in tutti i vari individui raccolti, nei quali parimenti non ri- scontro la pubescenza cinerea sul vertice del capo e sopra al- cune parti del torace, la spinosità molto pronunciata delle tibie e dei tarsi e l’iridescenza violacea dell’ addome come è accen- nato nella descrizione. Se i caratteri differenziali non sono sufficienti a costituire 582 P. MAGRETTI una nuova specie, resti essa almeno indicata come una distinta varietà della Sph. metallica (alla quale più si avvicina) ricor- dando cosi il nome dell’ illustre autore e scienziato tedesco. Gen. Harpactopus, SMITH. 107. HI. erudelis, Smith, Cat. of Hym. Ins. in the Brit. Mus. IV, p. 264, n. 1, tav. VI, fig. 49. Hab. con. Madras (Indie orientali). Loc. race. Metemma. Osserv. Raccolti due esemplari maschi concordanti assai bene colla descrizione che dà lo Smith per la femmina, tranne che la parte ventrale del quarto e quinto segmento addominale è ri- vestita d’ una fitta e breve pelurie bruno-rossastra, della quale non fa cenno il suddetto autore. Gen. Parasphex, SMITH. 108. P. fervens, Fabr. (Sphex) Ent. Syst. II, p. 200, n. 5. — Pepsis pubescens, Fabr. Syst. Piez. p. 212, n. 22. — Enodia canescens, Dahlb. Hym. Eur. I, p. 28, n. 2. — Hnodia fervens, Dahlb. p. 489, n. 2. — Parasphex fervens, Smith, Cat. of Hym. in the Brit. Mus. IV, p. 267, n. 1. Hab. con. Indie orientali, Senegal, Guinea, Capo di Buona Speranza. Loc. racc. Kassala. Osserv. Raccolti due esemplari femmine sui fiori d'una Ama- rantacea (Aerva javanica, Juss.). Gen. Ampulex, Jour. 109. A. nebulosa, Smith, Cat. of Hym. Ins. in the Brit. Musa Ps Vea paz 0,01 6705 Hab. con. Port Natal. Loc. racc. Sebderat. Osservo. Credo poter riferire a questa specie |’ unico esemplare IMENOTTERI AFRICANI 583 raccolto di sesso mascolino e che non venne per anco descritto. Esso conviene con. molti caratteri citati nella descrizione dello . Smith, ne differisce però per altri che così riassumo: A. Foeminae Ampulecis nebulosae Smith affinis, differt: Anten- narum scapo nigro, ipsius apice subius flagelloque ferrugineo-rufis; abdomine, praecipue segmento secundo, superne valde confertim punctato. Long. corp. 8-9 mill. Nell’ esemplare che ho sott’ occhio riscontro pure |’ anomalia nel numero delle cellule cubitali complete (due invece di tre) come è accennato dallo Smith (V. loc. cit. p. 269) a proposito dell'A. compressa. Subfam. LARRADIDA E, LEACA. Gen. Larrada, SMITH. 110. L. haemorrhoidalis, Fabr. (Pompilus) Syst. Piez. p. 198, n. 55. — Lyrops haemorrhoidalis, Guér. Men. Icon. R. An. (1829-38) III, p. 439-440. — Lyrops auriventris, Guér. Men. Ibid. tav. LXX, fig. 9. — Lyrops Savignyi, Spin. Compte- Rendu in Ann. Soc. Ent. France (1838) p. 476, n. 26. — Liris Savignyi, Dahlb. Hym. Eur. I, p. 471, n. 2. — Tachytes illu- dens, Lepel. Hym. III, p. 249, n. 12. — Larrada haemorrhoi- dalis, Girard, Traité d’Entom. I, p. 954, tav. LXXIV, fig. 9. Hab. con. Egitto, Guinea, Sierra Leone, Gambia, Angola, Hindostan, Mozambico, Punjaub. Loc. racc. Sauakin, Sogodas, Metemma, Kor Saua, Orti di Keren. Osserv. Raccolti diversi esemplari d’ ambo i sessi, fra i quali alcuni riferibili ad una varietà distinta per le sue dimensioni molto ridotte. Riunisco in uno specchietto comparativo i caratteri principali per cui fui indotto a mantener distinti i due generi Larrada e Tachytes seguendo l’ opinione dello Smith (Cat. of Hym. Ins. in the Brit. Mus. P. IV, p. 274) e di Taschenberg (Larradidae und Bembecidae des Zool. Mus. zu Halle, 1870, p. 9): O84 Gen. Larrada, SMITH. Sphex, Rossi — Laris, Illg. - Larra, Fabr. in part. - Pompilus, Fabr. in part. — Astata, Spin. in part. Cellula radiale troncata all’ apice ed appendicolata. Torace allungato-rettangolare. Mandibole larghe, festonate, curve nella loro lunghezza. Metatorace posteriormente tron- cato, appiattito al disopra coi lati talora paralleli, talora convergenti all’ indietro; molto aderente od ap- pena pedicellato. Addome ovato-conico. P. MAGRETTI Gen. 'L'achytes, PANZ. Lyrops, Illg. — Apis, Rossi - Larra, Panz. : Cellula radiale più o meno arro- tondata all’ apice, non troncata. Torace ovato; il protorace è pres- sochè interamente nascosto dalle gib- bosità del mesotorace. Mandibole provviste nel loro an- golo interno presso la base o nel mezzo, di uno o due denti. Metatorace breve, arrotondato sui fianchi non fortemente troncato, al- trettanto lungo che largo. Addome breve, ovato-lanceolato, subsessile, non più lungo del torace, per lo più leggermente depresso alla base. Il segmento apicale ha il disco appiattito coi margini rialzati. 111. L. aurulenta, Fabr. (Sphex) Mant. Ins. (1787) I, p. 274, n. 10. — Lyris aurata, Fabr. Syst. Piez. p. 228, n. 3. — Dahlb. Hym. Eur. I, p. 135. — Tachytes opulenta? Lepel. Hym. III, p. 246, n. 7. — Tachytes aurulenta, Lepel. Ibid. p. 247, n. 9. — Larrada aurulenia, Smith, Cat. of Hym. in the Brit. Mus. IV, p. 276, n. 6, tav. VII, fig. 5. Hab. con. India, Cina, Giava, Sumatra, Celebes, Isole Fi- lippine, Birmania, Africa, Capo di Buona Speranza, Gambia. Loc. racc. Kor Cheru. Osserv. Raccolto un sol esemplare maschio riferibile alla sola varietà citata da Smith per le specie provenienti dall’ Africa, avente la metà basillare delle antenne rossa, le ali densamente oscurate, ferruginose, le zampe anteriori rosso-brune nella mas- sima parte, I’ apice dell’addome leggermente ferruginoso. IMENOTTERI AFRICANI 585 112. L. funebris, Radosz. (Tav. I, fig. 12a, 126 %). Ta- chytes funebris, Compte-Rendu des Hym. Réc. en Egypte et Abys- sinie (1875) p. 25, n. 60. Hab. con. Egitto, Abissinia. Loc. racc. Kor Gergabb, Bahr el Salaam, Metemma, Doka, Kassala, Kor Cheru. Osserv. Questa specie, controllatami gentilmente dal suo au- tore, era conosciuta soltanto per la femmina, io posso qui ag- giungere alcuni caratteri riferibili all’ altro sesso, il quale dif- ferisce dalla prima per minori dimensioni (Lungh. da 10 a 12 mill.), per gli articoli tarsali più esili e meno spinosi (i tarsi dei piedi intermedî sono allungati come nella 9), per gli un- cini apicali d’ una metà più brevi e molto più sottili. Inoltre, i primi quattro segmenti addominali si presentano con fascie di pelurie argentata come nella femmina, il quinto e il sesto sono interamente neri. L’ ultimo segmento addominale è tutto coperto da fitta pelurie argenteo splendente, coll’ estremità inferiore rossiccia, leggermente incavata a formare due sporgenze laterali ottuse all’ apice (V. tav. I, fig. 12a). L’ organo copulatore si presenta piuttosto largo e con particolarità diverse da quelle delle specie affini (V. tav. I, fig. 12 0). 113, IL. obseura, n. sp. (Tav. I, fig. 13 7). ST. Nigra; capite nigro-nitido, antice et post oculos argenteo-se- riceo, mandibulis, apice, palpis et antennarum scapo, ferrugineo- nigris. Pro- et mesothorace griseo-viridi-pubescentibus , metanoto argenteo-villoso, dense transverse striato, im parle postica stris transversalibus elevatis, sulco medio dorsali vix signato. Abdominis segmentis margine apicali late argenteo-sericeis, basali obscure fer- rugineo-pruinosis; segmento anali argenteo-villoso. Pedibus nigris, tarsis obscure-ferrugineis, unguiculis sat elongatis. Alis fuscis, apice fuscioribus; nervis, stigmate et tegulis testaceis. Long. corp. 9 mill. dg. Nero, colla fronte, la regione retrorbitale, il metatorace e le pleure coperte da densa pelurie argentata; l’ apice delle mandibole, i palpi e lo scapo delle antenne, nero-ferruginosi : 586 P. MAGRETTI il protorace e il mesotorace rivestiti da fitta pelurie grigio-ver- diccia. : Il metatorace è fittamente e leggermente striato pel trasverso, le strie sono più elevate nella parte posteriore verticale; nel mezzo del dorso è appena visibile un leggier solco longitudinale. I segmenti addominali portano all’ apice fascie argentate più o meno visibili ed una pelurie più oscura nella metà basillare; il segmento anale in alcuni individui è totalmente ricoperto da pelurie argentea. I piedi neri, coi tarsi nero-ferruginosi provvisti d’ uncini abbastanza sviluppati in tutte le tre paja, presentano la faccia esterna delle tibie ricoperta da fitta pelurie argenteo- sericea. Le ali leggermente oscurate, gialliccie, sono più annerite al- l’ apice ed hanno le nervature, lo stigma e le squame di color giallo-testaceo. È affine, nella descrizione, alla Tachytes nigra di Van der Linden (Fouiss. d'Europe, p. 23, n. 6), la quale però venne ora riferita al genere Nologonia, Costa. Raccolti diversi esemplari maschi sulle rive del Kor Gergabb, a Metemma, a Doka, nei quali notai la forma particolare del- l'armatura copulatrice (V. tav. I, fig. 13). Gen. Tachytes, Panz. 114. T. basilicus, Guér. Men. (Lyrops) Icon. R. Anim. (1829-38) Vol. III, p. 440. Hab. con. Senegal. Loc. race. Kassala, Aikota (sul Gasch). Osserv. Raccolti diversi esemplari d’ambo i sessi. Alcune fem- mine si possono riferire ad una varietà colle antenne nere nella parte superiore, rossiccie inferiormente e distinta anche per mi- nori dimensioni. Il maschio, che credo inedito, differisce dalla femmina per avere la testa molto più piccola, gli occhi un po’ più avvicinati sul vertice e per la pelurie bianco-sericea del torace e del petto meno splendente. Presenta inoltre la metà basillare del primo IMENOTTERI AFRICANI 587 segmento addominale superiormente e inferiormente nera, come pure nera è una macchia rettangolare che occupa nella massima parte la porzione ventrale del secondo segmento. Le antenne, anzichè al color ferruginoso, tendono general- mente al nero. Lungh. corp. 9 21 mill. 7 15-17 mill. Tra i maschi è notevole una distinta varietà (o n. sp.?), avente una larga fascia nera alla base dorsale del quarto e quinto segmento addominali ed il ventre rosso con fascie nere alla base dei primi quattro segmenti. Dimensioni molto minori (Lungh. corp. 14-16 mill.). 115. T. rufiventris, Spin. (Lyrops) Compte-Rendu etc. in Ann. Soc. Ent. France, Vol. VII (1838) p. 479, n. 15. Hab. con. Corsica. Loc. racc. Kassala, Kor Cheru. Osserv. Una femmina ed un maschio mi sembrano molto ve- rosimilmente riferibili a questa specie, tanto pei caratteri di colorazione e disposizione dei peli argentati sul torace e sull’ ad- dome, quanto per quelli più essenziali di scultura del torace e della struttura delle gibbosità ocellari sul vertice del capo come è bene indicato nella descrizione dello Spinola. 116. T. fluctuata, Klug, Nel Mus. di Berlino (fide Gerst.). — Gerstaecker, Monatsb. der Kòn. Ak. d. Wiss. zu Berlin (1857) p. 509. — Gerstaecker, Peters Reise n. Moss. (1862) p. 478, tav. XXX, fig. 14 9. Hab. con. Europa (Portogallo), Africa (Dall’ Egitto al So di Buona Speranza). Loc. racc. Kor Gergabb, Rive del Bahr el Salaam, Kor Cheru. Osserv. Riferisco a questa specie alcuni esemplari femmine ed assai probabilmente anche un maschio, i quali concordano per- fettamente colla descrizione e la figura date da Gerstaecker. Il maschio, sesso non ancora descritto, differisce dalle altre per dimensioni molto minori (un terzo meno), per aver la fronte coperta di pelurie dorata invece che argentea e per aver lo scapo 588 P. MAGRETTI antennale ed i femori delle tre paia di zampe, neri invece che rosso-ferruginosi. . 117. T. Maracandica, Radosz. Fedtchenko’s Reise in Turkestan (Sphegidae 1877) p. 26, n. 3, tav. IV, fig. 7 7. Hab. con. Turkestan. Loc. racc. Kor el Langhebb. Osserv. Un esemplare di sesso mascolino mi fu gentilmente controllato sul tipo dall’ autore stesso. 118. T. albocineta, Lucas, Expl. scient. de l’Algérie, Zoologie, Vol. III (1849) p. 250, n. 219, tav. XIV, fig. 2. Hab. con. Algeria. Loc. racc. Kor Gergabb, Doka. . Osserv. Due individui maschi e due femmine, pur riferibili a questa specie, si scostano per alcuni caratteri di colorazione co- stituendo una distinta varietà, nella quale i maschi presentano oltre ai tarsi anche le tibie di tutté le paja rosso-ferruginose ; le femmine hanno lo scapo antennale e le zampe interamente di color rosso-ferruginoso chiaro e vivace. Gen. Notogonia, Costa.. 119. N. nigra, Van der Linden (Tachytes) Fouis. d’Eur. (1829) II p. 23, n. 6. — Lepel. Hym. III, p. 242, n. 3. — Costa, Prosp. Im. It. (1867) p. 62, n. 1. Hab. con. Europa in generale, Africa settentrionale. Loc. racc. Kor Gergabb, Bahr el Salaam. Osserv. Raccolti diversi esemplari de’ due sessi. 120. N. argyropyga, Costa, Rel. d’ un viaggio per |’ E- gitto, la Palestina ecc. in Att. R. Acc. Sc. Fis. Mat. Napoli (1875) Vol. VIII, p. 17. Var. Costae, mihi. Hab. con. Oasi del Fajum. Loc. race. Sauakin, Kor Gergabb, Doka. IMENOTTERI AFRICANI 589 Osserv. Per |’ esame della diagnosi descrittiva e pei confronti gentilmente istituitimi dall'autore stesso, sembrano potersi molto verisimilmente riferire a questa specie i tre esemplari femminei da me raccolti. S'osserva però in quest’ ultimi una forma diffe- rente nella valvola anale dorsale, essendo più allungata e più ristretta perchè i margini rilevati della base divengono dorsali e quasi paralleli, mentre nell’ argyropyga la valvola è spianata, s allarga gradatamente dall’ estremità alla base ed i margini la- terali si abbassano verso I’ indietro. Noto ancora come carattere distintivo dell’ accennata varietà la scultura del metanoto che presentasi rugoso-coriaceo sul mezzo del dorso, mentre ai lati e sui fianchi è distintamente striato pel traverso. La valvola anale, che nei miei esemplari è nuda (forse per abrasione della pubescenza argentina) e nitida, offre una punteggiatura mediocremente incavata, sparsa alla base e un po più fitta verso l’apice che è di color rosso-ferruginoso. Gen. Astata, Latr. 121. A. quadripunetata, Radosz. Fedtchenko’s Reis. in Turkestan, (Spheg. 1877) p. 32, n. 3, tav. IV, fig. 8. Hab. con. Turkestan (Deserto di Kizil-Kum). Loc. racc. Kassala. Osserv. Un maschio riferibile a questa specie e che mi venne gentilmente controllato sul tipo dall’ autore stesso, costituisce una ben distinta varietà avente sul primo e secondo segmento addominale, anzichè due macchie, due fascie di color giallo- eburneo, la seconda delle quali accenna appena leggermente ad una solcatura mediana di interruzione: inoltre le antenne sono interamente nere e le tibie ed i tarsi delle prime due paja di zampe di color rosso-ferruginoso invece che giallo-eburnee: anche le dimensioni del corpo sono sensibilmente minori. Gen. Miscophus, Jur. 122. M. sericeus, Radosz. Compte-Rendu des Hym. Réc. en Egypte et Abyssinie (1875) p. 24, n. 54. 590 P. MAGRETTI Hab. con. Egitto. Loc. racc. Sauakin. Osservo. Raccolto un esemplare femmina che diversifica dalla descrizione dell'autore (il quale però non ne indica il sesso) per aver |’ addome per intero di color ferruginoso e le coscie, 1 tro- canteri ed i femori (eccetto l’ apice) di tutte le zampe, neri e rivestiti da leggera pelurie bianco-argentata. Subfam. BEMBECIDAE, WESTW. Gen. Bembex, Latr. 123. B. olivacea, Fabr. Mant. Ins. (1787) Vol. I, p. 285, n. 4 7%. — B. glauca, Id. Ibid. n. 5 9. — B. olivacea, Dahlb. Hym. Eur. p. 178, n. 113. — B. glauca, Id. Ibid. p. 491. — B. olivacea, Costa, Prosp. Im. It. (1867) p. 43, n. 7. Hab. con. Europa meridionale, Africa settentrionale ed India. Loc. racc. Sauakin, Kor el Langhebb, Kassala, Kor el Gasch, Kor el Barka. Osserv. Parecchi esemplari di sesso femmineo raccolti nelle suddette località differiscono alquanto da altri del medesimo sesso, riferibili alla stessa specie e che trovai in Lombardia. Questi ul- timi infatti, avendo il dorso del mesotorace interamente nero, convengono colla B. olivacea come è definita nei quadri sinot- tici di Dahlbom (op. cit. p. 491, n. 30), mentre invece agli esemplari africani meglio s’ addattano i caratteri della B. glauca (Ibid. n. 26) per le due fascie gialle, parallele ed una trasver- sale alla loro base, che racchiudono un’ area nera, quasi trian- golare, sul dorso del mesotorace. I segmenti addominali II-V presentano inoltre una fascia nera al loro margine apicale e due macchie oblunghe nere sui lati verso la base. Confrontati anche i caratteri di scultura del corpo, sopra una serie d’individui del medesimo sesso, posso con certezza riferire gli esemplari africani a questa specie, ritenendo come varietà quelli di Lombardia. 124. B. Doriae, n. sp. (Tav. I, fig. 14. 14a). Q. Nigra; facie, antennis, orbitis internis et posterioribus, pro- IMENOTTERI AFRICANI 591 noto, alarum tegulis, metathoracis angulis posterioribus, mesopleuris sub alarum radice, pedibus anterioribus, intermediis (tarsis flavis exceptis) et posterioribus (tibiis et tarsis flavescentibus exceptis) abdominisque segmentis ventralibus totis, laete ferrugineo-rufis. Labro et mandibulis (apice excepto nigro), flavis. Abdomine flavo- sulphureo; segmenti primi bast et macula triangulari in dorso cum illa conjuncta, ipsius margine apicali, secundi linea basali et maculis duabus in dorso, tert et quarti maculis rectangularibus prope basim fasciaque basali, nigris. Segmentorum I-V marginibus apicalibus, segmenioque anali toto, rufo-ferrugineis. Alis, plus quam dimidio basali, dense fuscatis. Capite laevi, opaco, pilis al- bidis tecto: thorace dense leviterque punctato-nitido, mesonoto antice et supra e pilis brunnescentibus, mesopleuris et metanoto e pilis al- bidis, tectis. Abdomine sublaevi, nitido, basi sparse albo-piloso; segmento anali crasse punctato, carena mediana nitida subelevata. TI. A foemina differt tantum abdomine toto supra et subtus (maculis nigris exceptis) ferrugineo-rufo, segmento secundo ven- trali, dente valido, adunco, compresso (Vedi tav. I, fig. 14a) armato, sexto disco oblongo-elevato instructo. Long. corp. 7 2 16 mill. Specie facilmente distinguibile dalle conosciute per i caratteri spiccati della grande porzione basillare delle ali oscurata, del dorso del torace interamente nero, della colorazione giallo-sol- furea dell’ addome nella sua parte dorsale, espandentesi in mac- chie triangolari agli angoli apicali esterni dei segmenti ventrali secondo, terzo e quarto, che, come il resto del ventre, sono di color rosso-ferruginoso. Il labbro presentasi mediocremente lungo; il torace e I’ ad- dome offrono una punteggiatura fitta, larga, ma poco profonda, il primo è ricoperto da breve e densa pelurie rossiccia sul da- vanti del mesotorace e da peli bianchi più lunghi e riuniti in ciuffo, agli angoli posteriori del metatorace, il secondo è rive- stito alla base da peli cenerognoli e sui lati da più breve pe- lurie bianca che si fa rossiccia verso |’ apice. Il capo rivestito sulla fronte, sul vertice e sulle guancie, da lunghi peli bianchi, offre una pelurie vellutina argentata sul clipeo e sui margini 592 P. MAGRETTI esterni della meta basillare del labbro; sul vertice porta una ampia macchia cordiforme nera che va restringendosi verso il punto d’inserzione delle antenne ed è divisa sulla fronte da una fascia trasversale flessuosa di color rosso-ferruginoso. Le tibie ed i tarsi delle tre paja di zampe, coperte da brevi peli argentei più o meno fitti ed irte di robuste spine rossiccie che si presentano più allungate e robuste sui primi quattro articoli tarsali anteriori; gli uncini degli articoli terminali rossicci, for- temente sviluppati, colle patelle (o gomitolo fra gli uncini tar- sali) nere. Il segmento anale, tutto di color rosso-ferruginoso , presenta di caratteristico la superficie profondamente punteggiata ed irta, sopratutto alla base e verso il margine esterno, da brevi, ma grossi aculei brunicci dall’apice ottuso, sulla linea mediana longitudinale e sul bordo apicale è levigato. Il maschio differisce dalla femmina solo per aver I’ addome tutto d’ un color rosso-ferrugineo-cupo (tranne le solite macchie nere sul dorso dei primi quattro segmenti) ed un grosso dente uncinato, compresso, sporgente nel mezzo del secondo segmento ventrale (Vedi fig. 14 a); il segmento anale porta, inferiormente, un disco ovalare arcuato, rialzato nella parte basillare. Di questa specie, che dedico al nome dell’illustre Signor Mar- chese Commendatore Giacomo Doria di Genova, raccolsi alcuni esemplari de’ due sessi in vicinanza ai pozzi nel Khor Gergabb, Khor Cheru e Sebderat. Subfam. NYSSONIDA E, DAHLB. Gen. Stizus, LATR. 125. S. succineus, Klug, Symb. Phys. Dec. IV, n. 3, tav. Ii ZI Hab. con. Egitto. Loc. race. Kor Cheru (Bogos). Osserv. Raccolti due esemplari femmine di questa vaga specie presso i pozzi scavati nel letto del torrente. 126. S. vespoides, Walker, List of Hym. Coll. by J. Lord in Egypt etc. (1871) p. 25, n. 124. IMENOTTERI AFRICANI 593 Hab. con. Rafla, presso Annesley Bay (golfo nel Mar Rosso, sotto Massauah). Loc. racc. Kor Cheru (confini settentrionali dell’ Abissinia). Osserv. Riferisco a questa vaga e gigantesca specie, pochi esemplari femmine molto ben conservati e che raccolsi, non senza grandi difficoltà, presso i pozzi scavati nel letto d’ un torrente. Ai caratteri generali accennati. dall’ autore nella sua breve diagnosi credo opportuno aggiungerne altri più particolareggiati per meglio fissare la specie e per contribuire ad uno studio di revisione che molto necessiterebbe per questo genere poco noto e molto complicato. I caratteri boccali, credo, potranno esser presi in considera- zione e dar forte ausilio nelle distinzioni generiche e specifiche di questa famiglia. Negli esemplari che tengo sott’ occhio osservo: Mandibole rosse, col margini lisci, punto dentati, larghe alla base e restringen- tesi gradatamente verso l’ apice che è nero ed ampiamente tron- cato; clipeo giallo, molto più largo che alto, incavato ad arco nel margine anteriore; labbro (epistoma) giallo, triangolare-ar- cuato; mascelle giallo-ferruginee , dilatate rettangolarmente al- l'estremità, coi palpi di sei articoli, robusti, irti di fitti peli rigidi; labbro inferiore grosso e brevissimo coi palpi di quattro articoli robusti, irti di brevi e rade spine. Torace rosso-ferru- ginoso oscuro, il protorace orlato di giallo al margine supero- posteriore. Mesopleure e mesosterno ricoperti da breve pelurie argentata. Zampe interamente rosso-ferruginose colle tibie e i tarsi irti di brevi ma grosse spine, gli uncini tarsali molto lunghi e rac- chiudenti alla loro base un corpo patelliforme grasso e simile a ventosa. Le antenne sono d’ un rosso-ferruginoso-chiaro bian- cheggianti per fitta pelurie argentata. 127. S. apiealis, Guér. (Stizoides) Ic. du R. An. Vol. III (1829-38) p. 439 ¢. — Larra apicalis, Smith, Cat. of Hym. Ins. in the Brit. Mus. P. IV, p. 339, n. 7 7. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (28 Novembre 1884). 38 594 P. MAGRETTI Hab. con. Senegal. Loc. racc. Kor Cheru. Osserv. Sempre per gentilezza dell’ egregio collega Ingegnere Gribodo, mi fu dato controllare |’ unico individuo raccolto di sesso femmineo, sopra il tipo dell’ autore stesso. Quantunque sfortunatamente, |’ esemplare tipico non sia in molto buone con- dizioni, potei tuttavia riscontrarvi I’ identica scultura del meta- torace e dell’ addome in un colla forma dello scudetto e del postscudetto e la disposizione particolare delle macchie sui to- race e sui segmenti addominali. L’estremità delle ali essendo sciupata nel mio esemplare, non potei riscontrarvi la macchia nera della quale parla I’ autore. Gen. Stizomorphus, Cosra. 128. S. tridens, Fabr. ( Vespa) Spec. Ins. (1781) I, p. 464, n. 33. — Stzus tridens, Dahlb. Hym. Eur. I, p. 153, n. 89. — Lepel. Hym. III, p. 301, n. 10. — Stizomorphus tridens, Costa, Prosp. Im. It. (1867) p. 47. Hab. con. Europa meridionale, Algeria. Loc. racc. Sauakin, Orti di Keren. Osservo. Raccolti alcuni esemplari d’ambo i sessi di questa specie, molto frequente anche in Italia, sui fiori d’ Ombrellifere. Subiam. PHILANTHIDAE, DAHLB. Gen. Philanthus, Farr. 129. Ph. variegatus, Spinola, Compte-Rendu ete. in Ann. | Soc. Ent. France (1838) p. 484, n. 33. Hab. con. Egitto. Loc. racc. Sauakin. Osserv. Raccolta una femmina che differisce dalla descrizione dell’ autore solo per presentare una piccola porzione dei femori tinta in ferrugineo, il resto delle zampe di color giallo-solfo. 130. Ph. coaretatus, Spinola, Compte-Rendu etc. in Ann. Soc. Ent. France (1838) p. 486, n. 34. IMENOTTERI AFRICANI 595 Hab. con. Egitto. Loc. racc. Sauakin, Sogodas, Rive dell’Atbara, Metemma. Osserv. I miei esemplari d’ ambo i sessi, riferibili a questa specie, in quanto concordano nei caratteri più essenziali e sa- lienti, presentano però due distinte varietà con qualche sotto- varietà non ancora conosciute : Var. A 9). Scudetto nero-lucido con punti incavati sparsi e ornato da piccola linea trasversale gialla. Primo segmento ad- dominale variabile fra il color nero, il piceo ed il ferrugineo, mediocremente punteggiato. Addome con fascie gialle più o meno largamente interrotte sul secondo e quarto segmento. Fascie ven- trali gialle, intere, raramente interrotte nel mezzo. Placca anale bianchiccia alla base, nera all’ apice. Subv. «). Scudetto nero-splendente; primo segmento addomi- nale senza macchie bianche sul dorso; macchia esagonale gialla della fronte molto ridotta. Var. B 2). Scudetto nero-lucido a scultura come nelle pre- cedenti varietà, ornato da due macchie triangolari gialle nel mezzo del dorso verso il margine posteriore. Placca addominale nero-ferruginea. Var. C 7). Dorso del mesotorace nero-splendente, largamente e profondamente punteggiato. Due piccole e brevi linee orizzon- tali gialle ai margini del mesotorace presso gli angoli anteriori dello scudetto. Fascia del terzo segmento addominale ridotta ad un leggier bordo marginale largamente interrotto nel mezzo. 151. Ph. nitidus, n. sp. Q. Submedius,; capite, thorace, abdominis segmenti primi basi, antennis pedibusque (tarsis omnibus testaceis exceptis) nigro-niten- tibus; faciei parte infera tota eburneo-sulphurea; mandibularum basi, prothoracis marginis postici linea medio anguste interrupla, alarum tegulis, scutello et postscutello, albo-sulphureo pictis: fe- moribus duobus, tibiisque quattuor anterioribus antice albo-sulphu- reo lineatis: abdomine luteo-sulphureo, apicem versus via obscu- rato; alis fuscis, leviter violuscentibus, dimidio basali obscurioribus, nervis fuscis, cellula cubitali prima linea albo-hyalina transverse 596 P. MAGRETTI obliqua signata. Capite in fronte dense longitudinaliter reticulato- strialo, in vertice sparse profunde punctulato, nitido, facie eburnea polita, nitidissima, oculorum margine interno levi profunditerque subacute inciso. Mesonoto et mesopleuris profunde sed sparse punc- tato-nitidis; scutelli et posiscutelli area sulphureo-eburnea impune- tata nitidissima: metunoto confertim et minute punctato, area dor- sali nitida, marginibus sparse et leviter punctulatis, in medio fo- veae profunde transverse plicato-striata; abdomine sat confertim et minulissime punctulato-nitido. Long. corp. 14 mitt. ST. Foeminae valde affinis, differt: capitis vertice et metanoti area dorsali valide et crassius punctatis, corporis statura minore, abdominis segmentis IV ei V obscurioribus; macula lata lineari Slexuosa in fronte et maculis ovalibus parvis retrorbitalibus albo- sulphureis. Long. corp. 9-11 mill. Questa specie essenzialmente differisce dal P. fuscipennis Guer., dallo stygius Gerst., dal Loeflingi Dahlb. e dal bucephalus Smith (quantunque a tutte molto rassomigli nei caratteri della colora- zione del corpo) per la particolare scultura e lucentezza del capo e del torace. Dai confronti fatti sul tipo (7) della specie di Gué- rin, osservato nella collezione del gentilissimo collega Ingegner Gribodo di Torino, mi risultarono evidentissime tali differenze avendo trovato che nel fuscipennis il mesotorace ha una pun- teggiatura fina e molto uniforme, lo scudetto e il postscudetto sono fortemente e densamente punteggiati e |’ incavatura ovoi- dale del metanoto offre i bordi alquanto rilevati, mentre nella mia specie la festa ed il torace presentano una punteggiatura grossa, variamente sparsa lasciando piccole aree intatte e lucenti; lo scudetto e il postscudetto, tranne qualche piccolo punto che portano scavato sui bordi, sono affatto lisci e lucenti e |’ area del metanoto non ha bordi rilevati, ma è sensibilmente punteg- giata tutt’ all’ intorno. Dalle descrizioni delle altre specie affini mi risultano ancora grandi differenze, risiedenti nella scultura del capo, del meso- noto (sopratutto dell’ area dello scudetto e postscudetto) del me- IMENOTTERI AFRICANI 597 tanoto (area incavata ovoidale) ed in generale nella lucentezza che ‘spicca sulle superficie lisce o punteggiate della testa, del torace e dell’ addome. Alcuni maschi presentano (come sempre in un genere tanto variabile nella colorazione) due distinte varietà che indico con : Var. A) Bordo giallo posteriore del pronoto più o meno lar- gamente interrotto nel mezzo. Var. B) Bordo giallo del pronoto non interrotto, una mac- chia gialla più o meno distinta sotto I’ inserzione delle ali. Raccolsi una sola femmina e vari maschi di questa specie che puossi ritener nuova ed abbastanza distinta, sui fiori della Ka- nahia Delilei frequente lungo le rive del Bahr el Salaam e del- l’Atbara (in vicinanza di Metemma). Gen. Cerceris, LATR. 132. O. ornata, Fabr. (Philanthus) Ent. Syst. II, p. 290, n. 6. — C. variabilis (part.) Dahlb. Hym. Eur. I, p. 196, n. 118. — C. ornata, Costa, Prosp. Im. It. p. 91, n. 20. Hab. con. Europa in generale, Africa settentrionale. Loc. racc. Sauakin. Osservo. Alcuni esemplari dei due sessi possono riferirsi ad una distinta varietà avente la fascia del postscudetto (intera o ridotta a due sole macchie sugli angoli esterni) di color giallo-paglie- rino; dello stesso colore o molto più pallido sono pure una macchia ovale nel mezzo del margine posteriore del primo seg- mento addominale e due macchie triangolari agli angoli inferiori- esterni della parte ventrale del secondo e terzo segmento del- l'addome (nel maschio la fascia del terzo segmento non è inter- rotta, ma allargata agli angoli esterni). Inoltre i tarsi anteriori, le tibie e il primo articolo dei tarsi medi e posteriori sono di color bianco-avorio; le antenne (tranne lo scapo) tutte le coscie, i femori del primo e secondo pajo e la faccia interna dei poste- riori, rosso-ferruginosi: parimente rosso-ferruginose sono nella femmina la parte ventrale del primo e la metà basilare infe- riore del secondo segmento dell'addome e la valvola anale tanto al di sopra che inferiormente. 598 P. MAGRETTI 133. C. albicineta, Klug, Symb. Phys. Dec. V, n. 2, tav. XLVII, fig. 10 2. Hab. con. Ambukohl. Loc. racc. Kassala. Osserv. Alcuni esemplari di sesso mascolino, riferibili a questa specie, presentano una distinta varietà così definibile : « Scutello nigro, macula arcuata sub alis nulla, metathoracis maculis triangularibus nullis vel fere nullis ». 134. C. trivialis, Gerstaecker, Monatsh. k. preus. Ak. Wiss. Berlin (1857) p. 510, n. 4. — Gerst. Peters Reise n. Moss. Hymenoptera, 1862, p. 475. Hab. con. Mozambico (Inhambane). Loc. racc. Sogodas, Metemma, Orti Keren. Osserv. Diversi esemplari maschi molto verosimilmente riferi- bili a questa specie, della quale |’ autore descrisse la sola fem- mina. Concordano 1 caratteri della descrizione per la scultura gra- nulare del corpo, per l’areola del metatorace triangolare e pressochè solcata longitudinalmente, per la struttura del primo segmento addominale. le macchie gialle del torace e dell’ ad- dome ed il colore delle tibie, delle antenne e delle ali; solo differiscono per le minori dimensioni (da 7 ad 8 mill.), il che avviene comunemente pei maschi di questo genere, inoltre per il sesto segmento fasciato di giallo all’ apice ed il segmento anale nero. 135. O. fervens, Smith, Descript. of new spec. of Foss. Hym. in the coll. of the Brit. Mus. in: Ann. and Magaz. of nat. hist. XI (1873) p. 111. Hab. con. Nord India. Loc. racc. Sauakin. Osserv. Raccolto un esemplare femmina che sembrami potersi riferire a questa specie, la quale è però molto affine alla C. or- nata, 0, come dice lo stesso autore: « has the aspect of a small form of the European C. ornata, Fabr. (Latr.) ». x IMENOTTERI AFRICANI 599 . Subfam. CRABRONIDA E, DAHLB. Gen. Oxybelus, Latr. 136. O. lamellatus, Oliv. Enc. Méth. (1811) VIII, p. 595, n.7. — Savignyi 2, Spin. C. r. in Ann. Soc. Ent. France (1838) p. 483, n. 31. — andalusiacus 7? Spin. ibid. p. 136. Hab. con. Egitto. Loc. race. Sauakin, Keren. Osserv. Riferisco con dubbio a questa specie gli esemplari . d’ambo i sessi raccolti nelle dette località non avendoli potuti controllare su tipi, nè riscontrare sulla descrizione di Olivier al luogo citato. Alla pag. 26 della Monografia di Gerstaecker (Ueber die Gait. Oxybelus in: Zeits. f. die Ges. Naturwiss. 1867) è accennata la presente specie colla sinonimia sovraindicata. Le femmine differiscono dalla descrizione dello Spinola per avere le sole prime due fascie addominali interrotte, la valvola anale ferruginosa nella massima parte, solo un po’ annerita al- l'apice e per le dimensioni variabili fra 6 e 9 millimetri. I maschi differiscono dalle femmine e dalla descrizione dell'O. andalusiacus dello Spinola per le dimensioni alquanto minori, ma sopratutto perchè presentano un uncinetto bianchiccio sui fianchi dei segmenti addominali e precisamente all’ angolo po- steriore esterno del secondo, terzo, quarto, quinto e sesto, e per una pelurie argentata più fitta sulla fronte. Fam. DIPLOPTERA, Latr. Subfam. VESPIDA E, STEPH. Gen. Belonogaster, Sauss. (Mon. Guép. Soc. II, App. p. 239). 137. B. junceus, Oliv. (Vespa) Enc. Méth. VI, p. 673. — Raphigaster junceus, var. A, Sauss. Mon. Guép. Soc. II, p. 14, n. 1, tav. II, fig. 2. — Belonogaster junceus, Smith, Cat. of Hym. Ins. in the Brit. Mus. V, p. 98. — Gerst. Hym. in Peters Reise n. Mossambique (1862) p. 468. | 600 i P. MAGRETTI Hab. con. Africa meridionale, Congo, Senegal, Abissinia, Capo di Buona Speranza, Mozambico. Loc. racc. Sauakin, Keren, Kor Lebka, Ain. Osserv. I diversi esemplari de’ due sessi raccolti nelle citate località e specialmente quelli trovati in un medesimo nido presso ad Ain, offrono, colla varietà indicata da Saussure, una grande variabilità nel carattere della striatura trasversale ventrale del pezziuolo. Infatti questa in taluni esemplari è appena visibile, in altri molto pronunciata. Il Bel. Menelikti di Gribodo (Ann. Mus. Civ. di Genova (1879) Vol. XIV, p. 342, Vol. XVI (1881) p. 239 e ser. II. Vol. I. (1884) p. 288) se non differisce di molto da questa varietà per la colorazione ferruginosa del corpo e per la punteggiatura delle pleure, si distingue però chiaramente per la diversa colo- razione delle ali, la diversa forma dell’ addome e del suo pezziuolo oltrechè per il facies generale. Il nido raccolto posso ascriverlo alla sezione Stelocyttaro-gimno- domo rectinide, come indica Saussure (Mon. Guép. Soc. Vol. II, p. LXXII-LXXIII) per quelli dell’ ESSER Mellyi e Mischo- cyttarus labiatus. Paramischocyttarus (!), n. gen. Mischocyttaro, Sauss. generi affinis, at: Palpt maxillares articulis quattuor primis longis, duobus ultimis parvis; mandibulae mediocre longae, tridentatae; antennarum dimidium flagelli incrassatum; clypeus latior quam longior apice excavato-bidentato; thorax leviter compressus; scutellum, postscutellum et metathorax parce gibboso- elevati, sulco mediano longitudinali divisi. Abdomen longe et subti- later pediculatum,; petiolus a segmentis primo et secundo constitutus. Pedes mediocre longi. Alarum cellula secunda cubitalis triangularis. Typus: P. subtilis. Questo nuovo genere da me istituito sopra l’ ispezione d’ un sol individuo, presenta molta affinità col gen. Mischocyttarus di (1) Da rega, a lato, appresso, vicino, e Mischocyttarus, genere istituito da Saus- sure (V. Mon. des Guép. Soc. Vol. II, p. 19). IMENOTTERI AFRICANI 601 Saussure, ma d'altra parte le differenze fra l’uno e l’altro sono di tale importanza che non esito punto a mantenerlo distinto riferendo i seguenti ‘caratteri generici : Labbro inferiore sottile, molto allungato, diviso in quattro lobi, i due posteriori più lunghi e filiformi, tutti portanti all’ a- pice una piccola espansione cornea. Palpi labiali di quattro articoli, il primo più lungo di tutti, curvo alla base, leggermente ingrossato all’ apice. | Palpt mascellari coi primi quattro articoli abbastanza lunghi, gli ultimi due brevissimi. | Seconda metà della mascella (Galea) allungata, un po’ più lunga della porzione basillare. Mandibole non allungate, tagliate obliquamente all'apice, ar- mate di tre denti. Testa globulare, leggermente depressa dall’ avanti all'indietro; ocelli disposti ad arco; occhi raggiungenti la base delle mandi- bole; clipeo convesso, più largo che lungo, terminante con due piccoli denti laterali. Antenne filiformi, leggermente ingrossate nel mezzo. Torace allungato, altrettanto largo che alto; scudetto, post- scudetto e metatorace debolmente elevati e divisi da un leggier solco longitudinale mediano, che discende ver- ticalmente sino all’ estremità del metatorace, il quale, presso la base dell'addome, presenta ai lati due piccole sporgenze spiniformi trian- golari. Addome provvisto d’ un pezziuolo esile, assai lungo, leggiermente arcuato, assottigliantesi verso IT’ apice. e senza tubercoli mediani. Il secondo segmento addominale forma continua- zione a questo con un pezziuolo più sottile ed alquanto allungato (lungo una volta e 1/, di più della parte ingrossata del segmento stesso). Zampe di mediocre lunghezza, le posteriori toccano appena la base della parte ingrossata del secondo segmento addominale ; le tibie lunghe quanto i cinque articoli tarsali. 602 P. MAGRETTI Ali colla cellula radiale lanceolata allungata, brevemente ap- pendiculata all’ apice. Seconda cubitale assai ristretta verso la radiale si da formare un triangolo. | 138. P. subtilis, n. sp. ST. Niger; antennarum scapo antice, clypeo, pronoto, alarum tegulis, scutelli maculis duabus, petioli et abdominis segmentorum marginibus apicalibus, femorum apice et tibiarum basi cum fascia longitudinali externa flavo-stramineo pictis. Mandibulis (apice ex- ceplo nigro) palpis et maxillis, aniennarum scapo postice et flagelli basi apiceque, pedibus maxima ex parte, petiolo subtus et secundi abdominis segmenti parte petioliformi, ferruginers. . Clypeo, fronte, oculorum sinu, propleuris et metathoracis late- ribus, niveo-sericeo pilosis. Capitis vertice thoraceque toto sat pro- funde et ample punctulatis, nitidis. Alis hyalinis, nervis brunneis, stigmate fusco. Long. corp. 16 mill. Un individuo di sesso mascolino presenta sul colore nero di fondo del corpo, la faccia anteriore dello scapo antennale, il clipeo, la porzione supero-anteriore del protorace, le squame alari, due macchie triangolari sui lobi dello scudetto, un punto piccolissimo all’ apice dei tubercoli del postscudetto, l’ estremità del metatorace e dei femori, la base delle tibie e la loro faccia esterna, il margine del pezziuolo e degli altri segmenti dell’ ad- dome nella parte dorsale e ventrale (questi ultimi d’ una tinta assai più pallida) di color giallo di solfo. Le parti boccali, le mandibole (eccettuata l'estremità) la faccia posteriore dello scapo, la base e |’ apice del flagello, il pezziuolo inferiormente, la porzione appendiculata del secondo segmento addominale, le zampe nella massima parte, sono di color rosso-ferruginoso. Ali trasparenti collo stigma nero-ferruginoso. Il clipeo, la fronte al disopra delle antenne e |’ insenatura degli occhi, le pleure an- teriori ed i fianchi posteriori del metatorace sono rivestiti da densa pelurie argentata. La testa al vertice ed il torace superiormente presentano una IMENOTTERI AFRICANI 603 scultura a punti rotondi profondamente impressi specialmente sul mesotorace che è nero lucido e splendente, meno marcati sullo scudetto, postscudetto e dorso del metatorace. Le meso e metapleure sono striate in senso longitudinale, le prime presentano le striature a carena elevata in piccol numero ma molto visibili, mentre nelle altre sono piu fitte e meno di- stinte. I lati posteriori del metatorace sono rivestiti da fitta pe- lurie grigio-argentata che non lascia scorgere alcuna punteg- giatura. Raccolto lungo le rive del torrente Gasch nelle vicinanze di Kassala. Ischnogasteroides (!), n. gen. i Ischnogastri, Belonogastri et Mischocyttaro generibus affinis, at: Abdominis petiolus valde arcuatus; metathoracis sulcus medius longuudinalis postscutellum attingens; mandibulae dentatae anguste oblongatae, rostrum conficientes, clypeus apice triangulariter exca- vato, hinc bidentato; alarum cellulae cubitales, prima pentagona, secunda et tertia trapezoidales; pedes posteriores mediocre longi. Typus: Ischn. flavus. I caratteri distintivi di questo nuovo genere da me proposto, che per altro s avvicina alquanto al Belonogaster e Mischocyt- tarus di Saussure e pel suo facies particolare assai più al ge- nere Ischnogaster di Guerin, sono 1 seguenti : Labbro inferiore lungo, diviso in quattro lobi, de’ quali i po- steriori sono sottilissimi e prolungati, terminati all’ apice da una piccola placca cornea. Palpi labiali di quattro articoli, il primo e il secondo lunghis- simi, il terzo più corto della metà del secondo, il quarto uguale alla metà del terzo. Palpi mascellari più lunghi della mascella; di sei articoli, il primo mediocremente lungo, il secondo uguaglia in lunghezza () Composto dalle voci Ischnogaster, nome del genere istituito da Guérin Mé- neville (Voy. Coq. 1838, p. 269) ed cido; (per metatesi odes) , che significa aspetto, figura. 604 P. MAGRETTI — la metà del primo, il terzo, il quarto e il yuinto lunghi ciascuno quanto la metà del secondo, il sesto uguaglia appena la metà del quinto. Mandibole strette, lunghe, dentate, congiungentesi a guisa di becco, troncate obliquamente all’ estremità e munite di quattro denti, i due mediani vicini; degli estremi, l’ uno trovasi all’ a- pice, l’altro alla metà della mandibola. Antenne claviformi, cioè leggermente ingrossate all’ estremità, un po’ incurvate, allontanate nel punto di loro inserzione. Testa depressa dall’ avanti all'indietro, più larga del torace; clipeo convesso, prolungato in avanti a terminare con due an- goli acuti e divergenti. i Torace più lungo che largo; scudetto e postscudetto ci metatorace tagliato obliquamente all’ indietro; il protorace porta sugli angoli anteriori, all’ altezza dell’ inser- zione delle ali, due tubercoli spiniformi molto pronunciati. Addome col pezziuolo, lungo una volta e mezzo il torace, cilindrico, sensibilmente ar- cuato. Il secondo segmento addominale si con- giunge ad esso per mezzo d’ un altro peduncolo sottile ed allungato, il resto*dell’ addome è ovato e compresso. Zampe di mediocre lunghezza. Ali colla cellula radiale terminata a punta presso il margine dell’ ala, la prima cellula cubitale pentagona , la seconda trapezoide, ma colla base più larga verso la radiale. Per le affinità e le differenze rispetto ai tre generi citati, veggasi il qui unito prospetto : 605 IMENOTTERI AFRICANI ‘o[BUTULOppe OJUSUIGES OpuodeS [ep osoide , vuedde ouos -UNISS1 IoT1ej}sod o] ‘ ou4Suni o}UeuLe1O0Tpeut ‘acuto ppt 07uowrsos II Top sordv .ITE 93UOIJ EITep eserd ‘0}}9SUI J[op ezzeySunj elep orddop jep oueut 5/, pe etensn vanziode 0107 ‘oeplozeded, III è] ® II è] ‘CuUOSEIUAd ‘quo I Ul ‘sorde IR eqeulunoR eleIpei eM][e9d Ilo ?*0999Q Ip eroods tun s11MIMso9 e eqeSuniTe ‘0,19 S€H [op OfooNae oquIinb jt odop ‘OSSOAUOD OLUSTITIGISUES OSN}JO O[OSULINY UN TWULUTZOF *ITe e]]ep SWUOIZIOSUL [Jap BZZ0IT[V .[[e “Iegute O[OS -U¥,| OSIOA euIOJIUTAS ezuasIods gun jp ogrunw ‘@UO9TIJSTUIO TUTIOJI]ODI9AuI TUOIZ -10d anp UI OURIPEUI 09]0s 191958] UN Vp OSTAID ; ‘O}JEpNosisod TI eguoSunISSRA OSSOIdULOD-OaPIOAO 9 QUIOPPE .IT9P O1Sea II “OLOTIOJUL YIOUL VITOU TIIGIS -TA euodde Tjooaeqn} onp uUod OVENoIe 0]ONIZZIA 0 O . . ° . ° . “vilUledjSa Ie IST} -UeSSOISUL ‘* arenoae ° ° O O O ° ° 0 “ge UOT] eg1ed vypeu vyiierdde . . ° e ° . . . } ‘0301 -1991pod 27uoweSuni aorde [18 072) UEptq ‘91OQIp -UBWI aj[op ostq è] IQUISUNISSRI +‘ IQRARGOUI * IUIIOJ -lued ‘ eSunije * o[euIpnyis -UO] OO[OS UN WO0d “lWUeNnses 01qrenD 1 ezzeqsun] ur eijsens -0 0]OOI3IE I Il * aIqn IT p TUSUNT nid ISIVL ‘Tyuep 013renb Ip OJIUNU 9 BIIA.1S9, IT oquowenbIi]qo 9989U0II * ’OSsoAU09 *07BARTO ‘aqueurIorIa)sod onb -I[Q0 9081072] 0UL ‘OSIC] eyo oe nid a 08 -un] nid ‘ osseadurop to ee ognq -WI pe IsouesSIeITe tod ofontizzed Je suorz -Cnurquoo 27U29%I ‘astq BIT OYV]OOTped 27u9wI -BSUNT O]USWISES IT . O O O ° ° . O[[POSVUL o] ezzoys -Un] UL I]uesod NS ‘T[OOT}1B Tos Ip a eee “(nS SS EE i I N UUANIO OAONN TV IAISNIOSH IMALLVUVO .IMUNHO OULLVAÒ Iv INQWOD TIULLVUIVO Snie}AD0YyOSIW] “Uos Jaysehouojag ‘ues Jaysehouyos] ‘ued ‘INIGAV INHNHO IHC ITTHNO NOO ILVINOYANOO SHTIOTTISVOONHOST ‘NUO THQ ILULLVIVAI) 11’ []O0SBUL TATed « AIOQIPUEN ° QUU9ZUV * * 08C0ITO "© H990 1990 21S0L *90v10}01g * o}Jepnog ° “90810, * ewoppy OTTO TIT ILIVdA . 606 P. MAGRETTI 139. I. flavus, N. Sp. Q. Niger; antennis, clyper apice, petiolo (basi et linea media longitudinali in dorso exceptis, migris) segmentis abdominalibus supra et subtus (maculis transversalibus nonnullis nigris) pedibusque duobus posterioribus, rufo-fulvis. Palpis, mandibulis, clypeo, macula inter antennas, fronte, oculorum marginibus et sinubus, mesotho- racis angulo interno, propleuris, scutello, postscutello, metathoracis lateribus, pedibus anterioribus, alarumque tegulis, flavis. Capitis vertice subtiliter foveolato-punctato. Mesothoracis dorso linea media elevata et duabus lateralibus laevioribus, antice instructo; toto pro- Sunde punctulato. Long. corp. 14 mile. Oltre i caratteri già abbastanza dettagliati del genere e quelli ancora accennati nella diagnosi specifica aggiungerò, a viem- meglio contraddistinguere questa specie, la punteggiatura parti- colare del corpo per cui al vertice del capo essa è poco profonda, ma costituita da punti di figura geometrica quadrangolare e pen- tagonale disposti a circolo intorno agli occelli. Il mesotorace è scolpito assai più profondamente con punti larghi, simili a quelli della testa, ma con una disposizione li- neare longitudinale. Caratteristica ad ogni modo è la carena longitudinale sporgente nella parte mediana dorsale della por- zione anteriore del mesotorace , la quale è molto rilevata ed è fiancheggiata da altre due, prolungantesi un po’ più all’ indietro, ma assai meno sporgenti. Raccolto un esemplare femmina sulle rive del Kor Cheru (Confini settentrionali dell’ Abissinia). Gen. Icaria, Sauss. 140, I. xanthura, Sauss. Mon. Guép. Soc. II, App. p. 236. Hab. con. Madagascar. Loc. racc. Sauakin, Metemma, Ain. Osserv. Riferisco con molto dubbio e riservatezza a questa specie le diverse operaje che tengo sott’ occhio, perchè ne dif- feriscono notevolmente e per le dimensioni e per varii det- IMENOTTERI AFRICANI 607 tagli di colorazione. Esse mi presentano infatti: le mandibole ferruginose con una fascia longitudinale gialla sulla meta basil- lare; le antenne, la fronte e il clipeo d’ un rosso-ferruginoso assai spiccato ed il margine orbitale interno sino all’ insenatura degli occhi, i margini laterali ed apicali del clipeo di color giallo di solfo; le zampe, in generale rosso-ferruginose, hanno le co- scie delle prime due paja largamente macchiate di giallo nella parte anteriore, La testa, il torace e l'addome presentano una tinta ferrugi- neo-oscura al meso e metatorace ed al secondo segmento addo- minale; inoltre il margine superiore del protorace e le fascie apicali del primo e secondo segmento dell’ addome (in quest’ ul- timo la fascia è più larga sopratutto agli angoli laterali) di co- lore giallo-solforeo. Nell’ impossibilità di più assicurati confronti sopra ,specie ti- piche, non posso accennare alle maggiori o minori differenze di scultura del corpo, nè alle affinità che sembranmi presentare anche coll’ J. capensis, Sauss. (Sur divers Vespides Asiatiques et Afric. du Mus. de Leyden, 1862, p. 139, n. 10). Dimensioni de’ miei esemplari, mill. 11; misurati dalla fronte all’ estremità del secondo segmento addominale. Gen. Polistes, Fasr. 141. P. fastidiosus, Sauss. Mon. Guép. Soc. II, p. 60, n. 18. Hab. con. Senegambia (Smith), Mozambico (Gerst.). Loc. racc. Kassala, Sogodas, Gedebhi (presso Metemma), Kor Lebka (Bogos). Osservo. I pochi esemplari raccolti sono tutti di sesso femmineo e non differiscono dalla descrizione dell’ autore che per una macchia cuneiforme ferruginea che dall’ occipite (dello stesso co- lore) passa di mezzo all’ inserzione delle antenne e si prolunga sulla fronte e sul clipeo che sono di color giallo-paglierino. 142. P. marginalis var. stigma, Fabr. (Vespa margi- nalis) Syst. Ent. (1775) p. 367, n. 24. — Polistes marginali, 608 P. MAGRETTI Fabr. Syst. Piez. p. 272, n. 17. — P. stigma, Fabr. Ibid. p. 261, n. 41. — P. marginalis, Sauss. Mon. Guép. Soc. II, p. 62, n. 20, tav. VI, fig. 2. — P. stigma, Sauss. Ibid. p. 64, n. 21, tav. VI, fig. 3. — Grib. Im. Sped. It. Africa equat. Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, Vol. XVI (1881) p. 238. Hab. con. Africa austro-orientale ed Indie orientali. Loc. racc. Bahr el Salaam, Metemma, Keren. Osserv. Una belia serie di esemplari femmine ed operaje, da me raccolti e che tengo sott'occhio, mi mostra la variabilità di questa specie sopratutto nei caratteri di colorazione del corpo, quindi la probabile fusione delle P. maculipennis, marginalis e stigma a formare una specie unica (P. marginalis, Fabr.) rife- rendo le altre a semplici varietà di questa. La varietà stigma è facilmente distinta pel carattere (non però costante) della macchia oscura sulla cellula radiale. Gen. Vespa, FABR. 143. V. orientalis, Fabr., var. aegyptiaca, André, Vespa orientalis, Fabr. Syst. Ent. (1775) p. 363, n. 3. — Lepel. Hym. I, p. 507, n. 5. — Sauss. Mon. Guép. Soc. II, p. 132, n. 11. — var. aegyptiaca, André, Spec. des Hym. II, Guépes (1884) p. 582-584. Hab. con. Europa meridionale ed orientale, India, Egitto (Cairo ed Alessandria, per la varietà). Loc. racc. Cairo, presso il così detto « Albero della Vergine ». Osserv. Raccolto un esemplare femmina riferibile alla varietà indicata da Saussure per |’ Egitto e denominata aegyptiaca dal- l’André; essa presenta il quarto segmento addominale bruno con due macchie laterali giallo-chiaro. Subfam. EUMENIDAE, Westw. Gen. Raphiglossa, Saunp. 144. R. symmorpha, Sauss., Mon. Guép. Sol. Vol. I, p. 4, da sostituire nella descrizione del creduto maschio della R. filiformis, Ibid. p. 3. Vedi tav. VIII, fig. 2 9. — Sauss., IMENOTTERI AFRICANI 609 Suppl. Vol. HI, p. 113-114. — André, Species des Hym. etc. Vol. II, Guépes (1884) p. 612. Hab. con. Algeria? Loc. racc. Kor el Royan (Homrani). Osservo. Per l’ esame delle parti boccali, caratteristica, essen- ziale del genere, e per la grande affinità colla descrizione del- l’autore e con quella riferita dall’ André, posso, senza dubbio, ascrivere a questa specie un esemplare maschio, sesso finora sconosciuto, il quale si differenzierebbe dalla femmina per avere: gli articoli primo, secondo, terzo (gli altri mancano nell’ esem- plare che ho sott’ occhio) del flagello delle antenne interamente ferruginosi; il pezziuolo dell’ addome nero-ferrugineo alla base e verso l’ apice, il quale porta lateralmente due macchie triango- lari gialle; l'addome nero cangiante in ferrugineo-oscuro coi segmenti dal terzo al settimo punteggiato-lineati sul mezzo del dorso; le zampe ferruginose coll’ apice dei femori e la faccia esterna delle tibie di color giallo-paglierino. Lunghezza del corpo mill. 9. Gen. Eumenes, FABR. 145. E. tinetor, Christ (Sphex) Hymenopt. p. 311, tav. XXXI, fig. 1. — Eumenes Savignyi, Guérin, Ic. R. An. (1829-38) IMI, p. 446, tav. LXXII, fig. 4. — Spin. Compte-Rendu, Ann. Soc. Ent. France (1838) p. 503, n. 48. — Z. tinctor, Sauss. Mon. Guép. Sol. I, p. 49, n. 30. — Gerst. Hym. von Decken’s Reise, p. 821, n. 11; André, Spec. Hym. II, Guépes (1884) p. 630. Hab. con. Egitto, Nubia, Senegal, Congo, Guinea, Mombas, Mozambico (Gerst.). Loc. race. Aikota (sul Gasch), Sogodas (Bazen), Metemma. Osserv. Raccolsi diversi esemplari dei due sessi, fra i quali è notevole una femmina per le sue dimensioni (16 mill.) assai minori in confronto alle altre (25 mill.). Questa varietà che de- nomino minor, presenta il corpo nero, tranne la faccia, gran parte delle antenne e qualche fascia sul pezziuolo, le anche, le Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (29 Novembre 1884). 39 610 P. MAGRETTI tibie e i tarsi che sono di color ferrugineo: nel mezzo del clipeo scorgesi una leggiera macchia ovale nera (Vedi Sauss. op. cit. p. 50). } Un'altra bella e distinta varietà che denomino ferruginea, mi presentano due esemplari maschio e femmina, nei quali il color nero o rosso-cupo del torace, del pezziuolo e della metà basil- lare del secondo segmento addominale è sostituito da un rosso- giallo-aranciato. Le ali invece che nero-violacee assumono una tinta giallastra. Qualche altro esemplare mostra un graduato passaggio dalla colorazione tipica all’accennata varietà. Nei maschi pure debbo notare una particolarità e forse cor- reggere un errore materiale incorso nella diagnosi del Saussure dove dice che il disopra dei due ultimi segmenti addominali è di color ferrugineo; nei miei esemplari questa colorazione non si vede che al disotto e si espande anche sul terz’ ultimo segmento, presentandosi superiormente tutti di color nero. Osservai questa specie molto frequente nell’ interno delle case di Metemma sulle cui pareti costruisce nidi semisferici in fango strettamente cementato e contenenti da due a tre celle con al- cuni bruchi di lepidotteri (geometre?) ad alimentarne le larve. 146. E. dimidiatipennis, Sauss., Mon. Guép. Sol. I, p. 51, n. 33; André, Spec. Hym. II, Guépes (1884) p. 631. Hab. con. Arabia, Indie orientali, Egitto, Abissinia. Loc. racc. Sauakin. Osservo. Parecchi esemplari dei due sessi raccolti in una me- desima località differiscono dalla descrizione per le dimensioni un po’ minori, pel mesotorace interamente nero-opaco, le me- sopleure nere, con una macchia triangolare ferruginosa sotto l'inserzione delle ali, e per la porzione oscurata dell’ addome d’ un nero lucido-cupo. Nei maschi il sesto e settimo segmenti addominali sono ferru- ginei sul dorso come alla parte ventrale, inoltre il clipeo pre- senta due piccole macchie nere longitudinali ai lati della me- diana. IMENOTTERI AFRICANI 611 147. E. concinna, Sauss. (Concinnus) Mon. Guép. Sol. Suppl. p. 144, n. 90 7. — £. concinna, Gribodo, Sped. It. Africa equat. Imenotteri, Mem. II, in Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, Ser. 2.*, Vol. I (1884) p. 293-295, n. 30 9. Hab. con. Nubia, Scioa. Loc. race. Aikota, Sogodas, Bahr el Salaam, Kor el Barka. Osserv. Riferisco a questa specie parecchi esemplari di fem- mine identiche (tranne qualche differenza di colorazione) a quella osservata e descritta da Gribodo (Vedi loc. cit.) ed un maschio che, se conviene generalmente colla descrizione che ne dà il Saussure, presenta però, come nelle femmine, il petto ed i fianchi interamente di color rosso-ferruginoso chiaro , mentre il mesonoto é totalmente nero. Anch'esso poi, come negli esemplari fem- minei, offre, colorati in giallo, una larga macchia sopra I’ in- serzione delle antenne, il clipeo per intero (nelle femmine è ferruginoso con due macchie gialle piccole o, in qualche caso, molto sviluppate), il margine interno dell’ insenatura degli occhi, una striscia più ristretta dietro le orbite, una linea angusta sul bordo posteriore del pronoto ed una mediana più larga sul mar- gine arcuato del mesonoto, due macchie lineari oblique conver- genti ad angolo molto ottuso (come trovo anche in un individuo femmina) sulla metà apicale del postscudetto, I’ estremità basil- lare, acutamente bifida, del metatorace (in talune femmine più o meno estesamente colorata) e finalmente le due larghe mac- chie ovali laterali sull’ estremità del pezziuolo. Le dimensioni variano dai 14 mill. (07) ai 17 e 20 mill. (9). 148. E. Lepeletieri, Sauss. Monogr. Guép. Sol. I, p. 45, n. 24, tav. X, fig. 3 9. — £. formosa, var. Id. Ibid. p. 55, n. 39. — E. Lepeletieri, Grib.' Im. Sped. It. Africa equat. in Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, Ser. II, Vol. I (1884) p. 292, n. 27. — André, Spec. Hym. II, Guépes (1884) p. 631-632. Hab. con. Senegal, Abissinia, Lago Jipe. Loc. racc. Sauakin, Aikota (sul torrente Gasch), Sogodas, Kor Ghergabb, Kor Cheru. 4 612 P. MAGRETTI Osserv. Questa specie e l’ affine Z. asina, Sauss. si potrebbero forse ritenere, secondo anche il parere di Gribodo, come varietà ferruginose della £. caffra, Linn., ma pei molti dettagli di co- lorazione e per non aver sott’ occhio sufficienti esemplari di con- fronto preferisco tenerla ancora distinta. Fra gli individui raccolti qualcuno mi presenta la var. for- mosa, Sauss. (loc. cit.), altri si possono riferire alla varietà ap- pena accennata da Gerstaecker (Hymen. in Decken’s Reise, 1873, p. 322) avente la fascia obliqua delle mesopleure di color rosso- ciliegio-bruno anzichè nero: altri esemplari ancora mi presentano una varietà avente il mesotorace interamente nero. Quanto alla colorazione ferruginea alla base del secondo segmento addomi- nale che il Radoszkowsky (Compte-Rendu des Hym. Rec. en Egypte et Abyssinie; 1875, p. 31, n. 88) dice di non aver ve- duto, posso aggiungere che in parecchi de’ miei esemplari è visibilissima, in altri lo è meno, in altri punto. Coll’ enumerazione di questa specie viene alquanto più estesa verso il Nord la sua area di distribuzione geografica, ed inoltre posso riferire i caratteri differenziali del maschio che sembrami essere stato finora sconosciuto. 9. Antenne interamente di color ferruginoso collo scapo giallo- chiaro nella sua parte anteriore e coll’ apice spiniforme rivolto sul decimo articolo antennale. Mesotorace e fascia obliqua delle mesopleure, interamente neri (come in alcune femmine riferibili alla succitata varietà), squame delle ali nere, a bordo giallo, macchiato di ferrugineo. Il punto nero all’ apice del pezziuolo, si prolunga all’ indietro verso la metà di questo, ed in basso fra le due macchie gialle laterali. Nel resto come nella femmina. Lo stesso esemplare maschio presenta una curiosa anomalia nella terza cellula cubitale delle due ali, la quale porta alla sua base un’ altra piccola cellula rettangolare appendicea. 149. E. esuriens, Fabr., var. gracilis, Sauss. Vespa esuriens, Fabr. Mant. Ins. I, p. 393, n. 75. — Humenes gracilis, Sauss. Mon. Guép. Sol. I, p. 57, n. 41. — £. esuriens, Main- dron, Hist. des Guép. Sol. in Ann. Soc. Ent. France, Ser. VI, IMENOTTERI AFRICANI 613 Vol. II (1882) p. 270-271. — André, Spec. Hym. II, Guépes (1884) p. 618-619. Hab. con. Egitto, Senegal, Persia, India, Cina, Nuova Guinea, Isole della Sonda. Loc. racc. Kassala, Metemma. Osserv. Fra 1 pochi esemplari femminei raccolti d’ una specie cotanto variabile nella colorazione, noto una sottovarietà avente il mesotorace interamente rosso-ferruginoso. Gen. Synagris, LATR. 150. S. xanthura, Sauss., Monogr. Guép. Sol. Suppl. III, p. 155, n. 44 9. — Id. Mélang. Hymen. Fas. II (1863) p. 17, mm EL Hab. con. Senegal, Port Natal, Loanda. Loc. racc. Sauakin, Kor Cheru. Osserv. Degli esemplari che tengo sott’ occhio, le femmine con- cordano esattamente colle descrizioni di Saussure in tutti i più ae caratteri particolari; alcuni individui di sesso maschile (che*credo ancora sconosciuto) presentano le seguenti differenze: Ultimi due articoli delle antenne ripiegati sopra il terz’ ultimo e quart ultimo delle stesse; apice del clipeo incavato profonda- mente si da lasciare scorgere due acuti denti laterali; insena- tura degli occhi segnata da una linea giallo-aranciata e la mac- chia triangolare sulla fronte sopra l’ inserzione delle antenne, dello stesso colore giallo, ma molto più grande che nelle fem- mine. Tanto in quest ultime come nei maschi il terzo segmento addominale presenta, sul fondo aranciato, una macchia nera dorsale presso la base e talora nascosta dal secondo segmento , la parte ventrale, tranne due macchie giallo-aranciate agli an- goli, tutta nera, come fa osservare Gerstaecker (Peters Reise nach Mossambique 1862. Hymenoptera, p. 465). Gen. Rygchium, Spin. 151. R. cyanopterum, Saussure, Mon. Guép. Sol. I, p- 108, n.9. — André, Spec. Hym. II, Guépes (1884) p. 648-649. 614 P. MAGRETTI Hab. con. Egitto, Senegal, Aden. Loc. racc. Kassala, Kor Cheru. Osserv. Raccolti due esemplari de’ due sessi; la femmina pre- senta la varietà citata da Saussure avente il secondo segmento addominale ferruginoso nella sua metà anteriore, il maschio ha dimensioni un po’ minori di quelle date dal medesimo autore. 152. R. laterale, Fabr. (Vespa) Spec. Ins. I, p. 466, n. 49. — Polistes lateralis, Id. Syst. Piez. p. 273, n. 22. — Vespa africana, Id. Ibid. p. 257, n. 19. — Rynchium africanum, Sauss. Mon. Guép. Sol. I, p. 108, n. 10 9. — R. daterale, Id. suppl Il, pioli Hab. con. Africa equatoriale, Gabon, Scioa. Loc. racc. Metemma (Galabat). Osserv. Degli autori che citarono questa specie nessuno finora, ch'io sappia di certo, ne segnalò la cattura del maschio. L’ u- nico individuo da me raccolto è appunto un maschio e, dai con- fronti che potei fare sopra esemplari dell’ altro sesso nella col- lezione Gribodo, molto probabilmente riferibile a questa specie e così distinto: A. Clypeo flavo, levi, margine apicali profunde circulariter ex- cavato, hinc acute bidentato; antennarum articulo ultimo cylindrico, levissime arcuato, apice rotundato. Macula inter antennas flava; capite thoraceque rufo-ferrugineis (area ocellari et mesonoto nigro- opacis exceplis). Segmento ventrali primo et pedibus rufo-ferrugineis. Long. corp. 12 mill. 153. IR. Gestroi, n. sp. 7. Validum, nigrum, flavo ferrugineoque pictums capite (ma- cula ocellari et verticis, nigris exceptis), pronoto, pro- et meta- pleuris, scutellis, metanoto, pedibus, abdominisque segmento primo ventrali, obscure rufo-ferrugineis: clypeo, labro, macula supra an- tennas et in oculorum sinu, flavo-eburneis; maculis in segmentis abdominalibus II-VII (fasciis lateralibus longitudinalibus ut in R. laterale simulantibus) sulphureo-flavis: mandibulis tricoloribus, idest . IMENOTTERI AFRICANI 615 in margine supero eburneo-flavis, inferne ferrugineis apiceque ni- gris. Antennis validis, ferrugineis; articulis duobus ultimis nigris, fortiter depressis, articulo apicali intus incurvato. Clypeo exago- nali, medio latiore quam longo, apice profunde circulariter exca- vato, hine bidentato. Capite leviter punctulato, thorace reticulato- rugoso, mesonoto lineis parallelis quattuor longitudinalibus sulcato, duabus medius ferrugineis, alus brevioribus nigris. Scutello medio leviter et longitudinaliter sulcato, postscutello transverso, medio ex- cavato. Metanoti foveola lata, levi opaca, area mediana nigra, linea media elevata, longitudinali instructa. Alis basi fulvis, apice levissime obscure-violascentibus. Long. corp. 23 mill. Rygchio laterali semilis, praecipue dignoscitur: antennarum ar- ticulis ultimis depressis, mesonoti, scutellorum et abdominis struc- dura, sculptura et coloratione. Un esemplare maschio, raccolto ad Ain, potrebbe a primo aspetto, se non per le dimensioni, almeno pel colore del corpo, riferirsi alla precedente specie, dalla quale però differisce per importantissimi caratteri di struttura. Esso infatti presenta: il clipeo esagonale più largo che alto; l’ estremità delle antenne rivolta a spira cogli ultimi due arti- coli fortemente depressi, |’ ultimo incurvato-concavo nel senso longitudinale; il margine del postscudetto rugoso non seghettato, con un’ insenatura mediana corrispondente al solco dello scudetto, elevantesi leggermente sui lati sì da offrire due prominenze di- vergenti, arrotondate e di poco elevate sul piano dello scudetto; il mesonoto nero, opaco, longitudinalmente solcato da quattro linee parallele, di cui le mediane più lunghe son tinte di rosso- ferruginoso e terminano in basso (cioè verso il margine dello scudetto) in una macchia quadrangolare dello stesso colore ed all’ apice divergono ad arco acuto verso il margine del pronoto che seguono per breve tratto; le due laterali, più brevi, arri- vano all'altezza delle squame alari dalle quali distano di poco, son nere e risaltano per la loro impressione nella fitta punteg- giatura del mesonoto. Le fascie gialle, laterali, longitudinali dell'addome, prendono origine dal secondo segmento (il primo, 616 P. MAGRETTI superiormente nero, ferruginoso nella parte ventrale, ha forma emisferica ed è molto visibilmente pezziuolato), sono legger- mente incavate a triangolo rosso-ferruginoso verso il margine apicale del secondo e nel mezzo dei segmenti susseguenti. Il ventre è nero, tutte le zampe interamente di color rosso-ferru- ginoso-oscuro, pleure nere, tinte anteriormente e posteriormente di macchie o linee rosso-ferruginose. Il capo ha una superficie opaca, sparsa di punti leggermente incavati; il torace, tanto superiormente che sui fianchi (tranne le metapleure e la cavità posteriore del metatorace che sono liscie), è regolarmente reti- colato-punteggiato. Dai margini posteriori del metatorace spor- gono due prominenze mammillari brevemente aculeate al loro apice. Gli uncini dei tarsi anteriori ed intermedi sono bifidi; le antenne rosso-ferruginose hanno gli ultimi sei articoli brunicci; le ali, come nel A. laterale, giallo-fulve nella loro metà basil, lare, presentano il resto offuscato con una leggiera iridescenza violacea. Dedico questa notevole specie al nome del distinto naturalista — e coleotterologo, il Dottor Raffaello Gestro, Vice-Direttore del Museo Civico di Storia Naturale in Genova. Gen. Odynerus, Latr. (Leionotus) SAUSS. 154. O. chloroticus, Spin. 9, Compte-Rendu, Ann. Soc. Ent. France (1838) p. 500, n. 45. — 0. lestaceus 9, Sauss. Mon. Guép. Sol. I, p. 195, n. 94. — O. chloroticus, Id. Suppl. III, p. 239. — André, Spec. Hym. II, Guépes (1884) p. 687. Hab. con. Egitto. Loc. race. Kor el Langhebb. Osservo. Di questa bellissima e ben distinta specie era finora conosciuta soltanto la femmina; nella citata località io potei rac- cogliere, assieme alle femmine, alcuni maschi, i quali differi- scono dalle prime per avere: l’ultimo articolo delle antenne ri- piegato ad uncino sul terzo e quart’ ultimo; il disco del meso- torace interamente giallo (il che si presenta però anche in qualche IMENOTTERI AFRICANI 617 esemplare femmineo) o leggermente macchiato di nero (come nelle femmine); una piccola macchia nera alla base del primo. e secondo segmento. dell’ addome ed una leggiera fascia nericcia verso il margine posteriore del secondo segmento addominale. Le tibie posteriori sono un poco ingrossate all’ estremita. Tanto nell’ uno che nell’ altro sesso trovai una varietà col corpo (tranne la fascia nera alla sommita della testa) intera- mente di color giallo di solfo. 155. O. parvulus, Lep., Hymen. II, p. 631, n. 17. — Sauss. Mon. Guép. Sol. I, p. 193, n. 91. — Id. Suppl. II, p. 237. — Id. Mel. Hym. Fas. II, p. 55, n. 51 var. — André, Spec. Hym. II, Guépes (1884) p. 710-711. Hab. con. Europa, Africa settentrionale (Algeria) e meridio- nale (Abissinia). Loc. racc. Aikota (sul Gasch), Metemma. Osserv. Raccolti diversi esemplari de’ due sessi, fra i quali alcuni maschi concordano perfettamente colla varietà descritta da Saussure (Mél. Hym.) stata trovata in Abissinia. 156. O. Metemmensis, n. sp. A. Niger; clypeo, mandibulis (apice excepto rufo) macula trian- gulari in fronte, antennarum scapo (linea nigra angusta supera excepta) margine infero in oculorum sinu, macula ovali post- oculare, pronoti margine postico ex parte, scutelli maculis duabus linearibus, abdominis segmentorum omnium margine apicali (in duobus primis latiore) pedibusque fere tolis, flavo-stramineo-pictis. Antennarum flagello ferrugineo, supra nigro; alarum tegulis albo- stramineis, macula media transversali ferruginea signatis. Alis hyalinis, cellulae radialis apice infuscato. Capitis vertice thoraceque toto profunde et large punctulato, rugosis, scutello et postscutello crasse punctulato-striatis; abdominis segmentis primis quattuor ni- tidis, profunde punctatis, reliquis opacis, levibus. Long. corp. ‘7-8 mill. Questa nuova specie appartiene al gruppo dell’ 0. parvulus (secondo André, op. cit. p. 653) e presenta una fitta punteg- 618 P. MAGRETTI giatura sulla testa, al disopra delle antenne, all’ occipite e dietro gli occhi, più marcata agli angoli posteriori del pronoto, sul mesotorace e sulle pleure medie e posteriori. Lo scudetto è leggermente elevato, nero nella metà anteriore che è solcata da una leggiera linea trasversale e grossamente punteggiata sl’ altra metà è occupata quasi per intero da una larga fascia gialla, rugosa, interrotta nel mezzo da una solcatura longitudinale che parte dall’ altra superiore trasversale e termina al margine poste- riore della suddetta fascia; 1’ ultima porzione nera è segnata da tre o quattro solchi laterali obliqui convergenti verso il centro e terminanti al margine posteriore dello scudetto. Il postscudetto nero presenta la metà anteriore fortemente punteggiata con due brevi prominenze spinose agli angoli esterni, talora tinte di giallo e colla metà posteriore affatto liscia. Il metatorace, leggermente punteggiato, porta nella linea mediana dell’ incavatura posteriore — una carena longitudinale elevata come nell’ O. parvulus. L’ addome ha i primi quattro segmenti nero-lucidi cosparsi da fitta punteggiatura, gli ultimi tre nero-opachi e lisci; il margine apicale giallo del primo segmento è ingrossato a formare una macchia triangolare sugli angoli posteriori-esterni. Le zampe in generale di color giallo-paglierino, hanno la fascia basillare po- steriore delle coscie nera, i trocanteri e la base posteriore dei femori di color rosso-ferruginoso e gli ultimi quattro articoli dei tarsi leggermente giallo-aranciati. Le ali trasparenti presentano la metà apicale della cellula ra- diale offuscata. Le dimensioni, presa la misura sempre secondo il metodo di Saussure, cioè dalla fronte al margine posteriore del secondo segmento addominale, varia dai 6 agli 8 millimetri. Raccolsi tre esemplari maschi, dei quali due nei dintorni di Metemma ed uno, rappresentante una varietà ad estremità spi- -niformi del retroscudetto di color giallo, negli orti di Keren. 157. O. carinulatus, Sauss., Mon. Guép. Suppl. III, piii2D9, Sy, tav DCL), hes on ola: Hab. con. Africa. IMENOTTERI AFRICANI — 619 Loc. racc. Kor Cheru (confini settentrionali dell’Abissinia). Osserv. Di questa specie credo si conoscesse finora la sola femmina descritta e .figurata da Saussure, io raccolsi due esem- plari maschi, i quali differiscono dalla descrizione dell’ autore per “le minori dimensioni, per avere il clipeo di poco più lungo che largo, le antenne tutte di color ferruginoso, terminate ad un- cino, il torace (tranne il disco del mesotorace, nero) rosso-fer- rugineo cupo per intero e l'addome (tranne la faccia anteriore del primo segmento) tutto di color rosso-mattone. 158. O. Magrettii, Gribodo, Spediz. It. Africa equat. Ime- notteri, Mem. II, in Ann. Mus. Civ. Stor. Nat. Genova, Ser. 2.5, Vol. I (1884) p. 290 (Nota). — Parecchi esemplari de’ due sessi da me raccolti a Kassala, ad Aikota, Sebderat e nel Kor Cheru, sui fiori della Calothropis procera, sono riferibili a questa specie descritta e gentilmente dedicatami dall’egregio collega Ingegnere Giovanni Gribodo di Torino. Essa, come dice I’ autore (loc. cit.), grandemente s' as- somiglia all’ 0. synagroides di Saussure (Mon. d. Guép. Sol. p. 198, n. 99, tav. XVIII, fig. 2, e Mélang. Hymen. Fase. II, p. 53, n. 49), dal quale però differisce per notevoli caratteri di struttura del clipeo e del primo segmento addominale per i tu- bercoli ventrali del secondo segmento molto meno sporgenti e per la colorazione giallo-aranciata dell’ addome, eccettuatone i primi due segmenti che sono neri. Il maschio differisce dalla femmina oltre che pei caratteri sessuali delle antenne (13 arti- coli, de’ quali gli ultimi due ripiegati ad uncino) e dell’ addome (7 segmenti, I’ ultimo avente I’ estremità arrotondata e rivestita di lunghi peli bianchicci) anche per la diversa colorazione (giallo- eburnea anzichè rosso-ferruginosa) della parte inferiore dello scapo, dell’insenatura degli occhi e del clipeo; quest’ ultimo presenta inoltre nel mezzo due piccole macchie rotonde rosso- ferruginose fra loro discoste. 159. O. rhynchoides, Sauss., Mon. Guép. Sol. I, p. 176, n. 645, tav. XVII, fig. 12. 620 P. MAGRETTI Hab. con. Senegal. Loc. racc. Kassala. Osservo. Raccolto un esemplare femmina che si scosta dalla specie tipica solo per avere le antenne leggermente oscurate al disopra e il disco del mesotorace interamente nero. 160. O. solstitialis, Sauss., Mon. Guép. Suppl. III, p. 298, NSA: Hab. con. Capo di Buona Speranza. Loc. racc. Kor el Royan. Osserv. Raccolto un esemplare maschio che da una parte sarei indotto a ritenere come varietà più colorata in rosso di questa specie, e dall’ altra sembrami avvicinarsi all’ 0. tropicalis se non per la forma del clipeo, per le sue dimensioni e per la man- canza del tubercolo alla base ventrale del secondo segmento ad- dominale. Si differenzia inoltre da questa specie per avere la macchia sotto l'inserzione delle ali metà gialla e metà rossa e le zampe pure rosse coll’ apice dei femori e tutte le tibie di color giallo-paglierino. Le ali sono oscurate ma non come nel tropicalis e la terza cellula cubitale è allargata verso il lembo dell’ ala, carattere che, secondo Saussure, servirebbe a distinguerlo dal tropicalis. Un esemplare femmina della medesima località concorda sif- fattamente nei caratteri generali esterni dell’ altro sesso, che sono indotto a riferirlo a questa specie presentando soltanto I’ apice del clipeo meno profondamente bidentato e lo scudetto segnato da due piccole macchie gialle sugli angoli esterni. Questi due esemplari, se non riferibili a nuova specie, segnano però un graduato passaggio da questa all’ O. tropicalis. 161. O. Saussurei, André, Spec. Hym. II, Guépes (1884) p. 681-682. Hab. con. Egitto, Abissinia. Loc. race. Kor Gergabb, Doka. Osserv. Fra i tre esemplari raccolti havvi un maschio preso contemporaneamente ad una delle femmine, che sarei indotto a IMENOTTERI AFRICANI 621 riferire a questa specie per la concordanza perfetta in tutti i caratteri di struttura e punteggiatura del capo, torace, scudetto e postscudetto, metatorace ed addome; ne differisce solo per le minori dimensioni, per le antenne terminanti ad uncino e per la particolarità d’ avere le fascie gialle ai margini posteriori dei segmenti addominali festonate, ma non interrotte come nella femmina. 162. O. (Hyancistrocerus) Massauensis, Sauss. Mél. Hymen. Fas. II (1863) p. 43, n. 41, tav. II, fig. 22 a, b. Hab. con. Abissinia. Loc. race. Gedebhi (presso Metemma). Osserv. Raccolto un esemplare femmina riferibile a questa specie della quale ho corretto il nome, dovendosi leggere Mas- saua invece di Massana (V. op. cit. p. 43) e quindi Massauensis l'aggettivo derivantene. Fam. ANDRENIDAE, Leacu. Subfam. ACUTILINGUES, WESTW. Gen. Nomia, LATR. 163. N. patellata, n. sp. (Tav. I, fig. 15 a, 158). TI. Nigra, nitida; capite antice posticeque dense cinereo-albo pi- loso; antennarum scapo (basi excepia rufa) nigro; flagello mandi bulisque rufo-ferrugineis. Mesonoti fascia antica dorsali, altera postica ad marginem an- teriorem scutelli, postscutello toto et abdominis segmentorum II-IV bast et apice, fasciis e pilis densis albo-rufescentibus ornatis. Pro- noti angulis lateralibus externis et abdominis segmenti primi bast e pilis cinereis, thoracis lateribus abdomineque subtus pilis longe albo-villosis. Capitis vertice minute, mesonoto, scutello mutico, metathorace (linea arcuata laevi, opaca in margine antico excepta) crasse, abdominis segmentorum dimidio basali, crassius et profunditer, punctatis. Pedibus nigro-ferrugineo et flavo pictis alboque pilosis; coxis et femoribus nigris, femoribus posterioribus incrassatis; tarsis quattuor ultimis posterioribus tibusque ferrugineis; tibus intermediis 622 P. MAGRETTI nigro-maculatis, posticis incrassatis in lobo calcariformi lato, apice rotundato, flavo, terminatis. Tarsorum anteriorum et intermediorum articulis primis quattuor, nec non posteriorum primo, albo-flave- scentibus. Tarsis intermediis articulo quinto patelliformi nigro, praeditis, unguiculis apicalibus longe furcatis. Alis hyalinis, stigmate et nervis testaceis, tegulis albis, bast nigro- ferrugineo maculatis. Long. corp. 7 mill. Specie ben distinguibile dalle conosciute come da quelle ulti- mamente descritte da Walker, Smith, Westwood etc. oltre che per il colore e la disposizione dei peli, per il carattere molto sa- liente dell’ ultimo articolo dei tarsi intermedii allargato a ven- taglio (tav. I, fig. 15 8) costituito da peli neri e rigidetti irra- dianti a semicerchio; per. |’ ultimo articolo dei tarsi anteriori pure un po’ dilatato, ma rivestito da brevi peli; per lo scudetto sprovvisto di spine laterali e per la punteggiatura molto grossa ‘sul torace e sulla metà basillare dei segmenti addominali. Anche I’ appendice dilatata delle tibie posteriori (tav. I, fig. 15a) sembrami differenziare da quella d’ altre specie figu- rate nei lavori dei succitati autori. È pure diversa da quella del maschio della N. Magrettii, descritta da Gribodo e che sarà pub- blicata nel Bullettino della Società entomologica italiana (1884), — perchè quest’ ultima corrisponde esattamente colla figura 20 c. d. della Tav. V dell’ Iconografia degli Imenotteri d’ Egitto di Sa- vigny. Oltre i caratteri generali indicati nella diagnosi, gli esemplari che tengo sott’ occhio presentano: la fascia di peli al margine estremo del primo segmento addominale largamente interrotta nel mezzo sì da lasciar solo due brevi tratti agli angoli esterni; il margine basale ed apicale del quinto segmento addominale ri- vestiti da fitta pelurie candida; il margine apicale del sesto, rosso- aranciato e privo di peli; inoltre le tibie ed i tarsi anteriori ed intermedi, rivestiti da lunghi peli bianco-argentei; i femori e le tibie posteriori alla loro faccia esterna coperti da densa e breve pelurie argentata, i primi inferiormente irti di lunghi peli bianchi spatoliformi alla loro estremità. IMENOTTERI AFRICANI 623 Specie abbastanza sparsa, avendone raccolto qualche esemplare in ognuna delle seguenti localita: Sauakin, Kassala, Kor el Royan; Kor Lebka (Bogos). Gen. Nomioides, ScHENK. 164. N. pulchellus, Jur. (Andrena) Nouv. Méth. (1807) p. 231, tav. XI, gen. 32 9. — N. jucunda, Moraw. Fedtchen- ko’s Reis. in Turkestan (1876) p. 216, n. 320 9. — N. pul- chellus, Mocsary , Data nova ad faunam Hung. (1879) p. 33. Hab. con. Europa meridionale, Asia settentrionale. Loc. race. Bahr el Salaam, Metemma. Osserv. Trovai qualche esemplare di questa specie chiuso. fra le antere dei fiori della Kanahia Delilei. 165. N. minutissimus , Rossi (Apis) Fn. Etr. (1790) Vol. II, p. 109, n. 929 9. — N. parvula, Moraw. Op. cit. p. 214, n. 327 79. — N. minutissimus, Mocsary , op. cit. p. 30. Hab. con. Europa meridionale ed Asia settentrionale. Loc. race. Kassala; Keren (Bogos). Osservo. Trovata in piccol numero sui fiori di alcune Ombrel- lifere. Fam. APIDAE, Leacu. Subfam. DASYXGASTRAE, LATR. Gen. Megachile, Latr. 166. M. ecyanipennis, Guérin Mén. Icon. du R. an. (1829- 38) III, p. 450. — Id. Voyage en Abyssinie p. Lefebvre (1839- 43) p. 353. Hab. con. Senegal, Abissinia. Loc. racc. Kassala, Doka. Osservo. Raccolti diversi esemplari de’ due sessi che mi ven- nero gentilmente controllati sui tipi dell’ autore dal chiarissimo Ingegnere Giovanni Gribodo. 624 P. MAGRETTI 167. M. albocineta, Radoszkw. Suppl. indisp. etc. Bull. Moscou (1872-74) p. 145, n. 30 9. — Id: Compte-Rendu des Hym. rec. en Egypte et Abyssinie (1876) p. 8, n. 21 2. Hab. con. Egitto. 3 Loc. racc. Kassala, Aikota. Osserv. È questa una specie non rara in Africa, ma, a quanto pare, molto localizzata, non avendola potuta rinvenire che nelle due citate località, nè essendo stata citata da altri autori dopo il Radoszkowsky che la. descrisse. Fra i diversi esemplari dei due sessi da me raccolti, alcune femmine presentano una di- stinta varietà ch'io designo col nome di bdastrubra per avere il primo segmento addominale interamente e talvolta anche la base del secondo, di color rosso-ferruginoso splendente come tutte le zampe. Il maschio, oltre i caratteri differenziali accen- nati dall’ autore, presenta l’ultimo articolo delle antenne in- grossato a forma triangolare e gli ultimi sei articoli susseguenti inferiormente arrotondato-gibbosi. 168. M. terminata, Morawitz, Fedtchenko’s Reise in Tur- kestan (Mellifera, 1875) p. 113, n. 171. Hab. con. Samarkanda. Loc. racc. Kassala. Osserv. Diversi esemplari dei due sessi, riferibili a questa specie, mì vennero gentilmente controllati sui tipi dal Generale Radosz- kowsky. 169. M. basilaris, Morawitz, Fedtchenko’s Reise in Tur- kestan (Mellifera, 1875) p. 116, n. 175. Hab. con. Deserto di Kizilkum e Mursarabad. Loc. racc. Doka. Osserv. Un esemplare femmineo di questa specie mi venne pure gentilmente controllato dal Generale Radoszkowsky. 170. M. mystacea, Fabr. (Apis) Syst. Ent. (1775) p. 385, n. 41. — Anthophora mystacea, Id. Syst. Piez. p. 377, n. 24. — Megachile mystacea, Guér. Ic. R. An. HI, p. 450-452. — Smith, Cat. of Hym. Ins. in the Brit. Mus. I, p. 166, n. 69. IMENOTTERI AFRICANI 625 Hab. con. Nuova Olanda, Isola Maurizio, Isola Borbone, Ma- dagascar. Loc. racc. Kassala. ” Osserv. Questa specie, finora ritenuta propria della regione australiana, viene ad allargare i confini della sua distribuzione geografica sino alla sottoregione etiopica orientale, avendovi raccolto un maschio il quale (confrontato anche sul tipo, nella collezione Gribodo), s’ accorda perfettamente colle descrizioni di Fabricius, Guérin Meneville e colla diagnosi differenziale per questo sesso data dallo Smith (V. loc. cit.). Gen. Anthidium, Fagr. 171. A. tessellatum, Klug, Symb. Phys. Dec. II, n. 4, tav. XXVIII, fig. 4. Hab. con. Arabia felice. Loc. racc. Kassala, Kor el Royan. Osserv. Gli esemplari maschi, raccolti nelle dette località, con- vengono nella descrizione e nella figura data dall'autore; noto però in essi alcune variazioni nelle dimensioni e colorazione del torace più o meno gialliccio o nero, dell’ addome più o meno fer- ruginoso passante al nero sia sul segmento basale che sull’ anale. 172. A. ferrugineum, Fabr. Syst. Piez. p. 367, n. 11. — Spin. Compte-Rendu, Ann. Soc. Ent. France (1838) p. 521, n. 67, var. C, p. 523. Hab. con. Egitto. Loc. racc. Kassala. Osserv. Alcuni esemplari maschi di questa specie molto varia- bile in dimensione e colori, si riferiscono in parte alla varietà citata dallo Spinola e dall’ altra se me discostano per minori di- mensioni e per il colore delle zampe d’ un ferruginoso molto chiaro tendente al giallo. 173. A. Grohmanni, Spin. Compte-Rendu, Ann. Soc. Ent. France (1838) p. 524, var. A. — Anthidium cinctum? Klug, Symb. Phys. Dec. NI, n. 8, tav. XXVIII, fig. 8. Ann. del Mus. Civ. di St. Nat. Serie 2.2, Vol. I. (2 Dicembre 1884). 40 626 P. MAGRETTI Hab. con. Egitto. Loc. racc. Sauakin, Kassala. Osserv. Riferisco a questa specie quattro esemplari dei due sessi quantunque presentino l'addome a colorazione molto più pallida e mancante d’ ogni segnatura nera sui segmenti. basali. 174. A. helvolum, Klug, Symb. Phys. dec. 3, n. 5, tav. XXVIII, fig. 5. Hab. con. Arabia felice. Loc. racc. Kassala. Osservo. Un esemplare femmineo controllatomi dal Generale Radoszkowsky mi presenta le notevoli differenze fra questa e la precedente specie (A. ferrugineum). Infatti la punteggiatura della superficie del capo, del torace e dell’ addome è molto più fitta e minuta e lo scudetto è meno distintamente quadrilobato e quindi più arrotondato sui margini di quello che sia nell’ A. ferrugineum. Gen. Ceratina, LATR. 179. C. Savignyi, Radoszkowsky, Hym. Rec. en Egypte et Abyssinie (1873) p. 10, n. 26. — Savigny, Expl. d’Egypte tav. IL fig. 21. Hab. con. Egitto. Loc. racc. Sauakin, Kassala, Metemma, Doka, Rive dell’ Atbara. Osservo. Raccolti diversi esemplari dei due sessi che mi ven- nero gentilmente controllati sul tipo dall’ autore stesso. 176. ©. viridis, Guér. Mén. Ic. R. An. Ins. HI, p. 444, tav. LXXIII, fig. 6. Hab. con. Senegal. Loc. racc. Metemma, Doka. Osserv. Due femmine raccolte sui fiori della Calothropis pro- cera, Juss. furonmi pure controllate sul tipo dall’ egregio collega Gribodo. IMENOTTERI AFRICANI 627 Gen. Allodape, Lep. 177. A. candida, Smith, Descr. of n. sp. Hym. (1879) pe od) ade Hab. con. Abissinia. Loc. racc. Keren (Bogos). Osserv. Raccolto una femmina sopra fiori d’ Ombrellifere. 178. A. parvula, Smith, Descr. of n. sp. of Hym. (1879) p. 98, n. 4. Hab. con. Distretto di Bombay. Loc. racc. Rive del Bahr el Salaam (Takruri). Osservo. Quantunque la provenienza della specie descritta dallo Smith sia d’ una latitudine molto più bassa di quella dalla quale furon da me riportate le due femmine che tengo sott’ occhio, credo che le si possano senza dubbio riferire concordando assai bene colla diagnosi dell’ autore, nè differendo che per i tuber- coli umerali rivestiti da peli di color bianco-sudicio. Subfam. SCOPULIPEDES, LATR. Gen. Anthophora, Latr. 179. A. quadrifasciata, De Vill. (Apis) Ent. Suec. (1789) p. 319, n. 90. — A. nidulans, Lepel. Hym. II, p. 27, n. 2. — A. quadrifasciata, Dours, Mon. gen. Anthoph. (1869) p-03, en 2: Hab. con. Europa meridionale, Africa, Indie orientali, Ame- rica centrale e meridionale. Loc. race. Sauakin, Kassala, Keren. Var. garrula, Rossi, Fn. Etr. (1790) II, p. 101, n. 908. Loc. racc. Kassala. Var. alternans, Klug, Symb. Phys. Dec. V, p. 2, tav. L, fig. 3. — Dours, op. cit. p. 72, var. 8. 628 P. MAGRETTI Loc. racc. Sauakin, Kassala, Rive dell’Atbara, Kor el Royan. Osserv. Specie molto diffusa e variabilissima nei caratteri di colorazione dei peli: in quasi tutti 1 miei esemplari osservo la particolarità delia colorazione rosso-ferruginosa del flagello delle | antenne che non trovo accennata dal Dours. 180. A. albigena, Lepel. Hym. II, p. 28, n. 3. — Dours, op. cit. p 75, n. 3, var. 2, subv. .y. Hab. con. Francia, Corsica. Loc. race. Sauakin. Osserv. Un esemplare maschio è distintamente riferibile a questa. sottovarietà, dai metatarsi posteriori coperti da peli bianco-ar- gentei, dal torace irto di peli cinerei e dalle fascie addominali leggermente rossiccie. 181. A. pilipes, Fabr. (Apis) Ent. Syst. (1793) p. 326, n. 54. — A. pilipes, Dours, op. cit. p. 152, n. 83. Hab. con. Europa, Africa. Loc. racc. Suez. Osserv. Raccolto un esemplare maschio sui fiori di Convolvulus nel mese di Gennaio. 182. A. nubica (Lep.) Hym. II, p. 33, n. 8 7. — Megilla nubica, Klug, Symb. Phys. Dec. V, n. 7, tav. XLIX, fig. 89, 9 7. — Anthophora nubica, Dours, op. cit. p. 85, n. 11. Hab. con. Nubia, Senegal. Loc. race. Kassala, Metemma; Keren, Kor Lebka (Bogos). Osserv. Diversi esemplari dei due sessi raccolti sui fiori della Calothropis procera ed osservati di notte raggruppati a tre o quattro sulle foglie dei Tamarischi. Gen. Xylocopa, Latr. 183, X. aestuans, Linn. (Apis) Syst. Nat. Ed. XII, p. 961, n. 53 9. — X. aestuans, Lepel. Hym. II, p. 193, n. 36. — Smith, Monogr. of the gen. Xylocopa (Trans. Ent. Soc. 1874) IMENOTTERI AFRICANI © 629 p. 273, n. 54. — Gribodo, Im. Africa equat. Ann. Mus. Civ. Genova, XVI (1881) p. 230-231. Hab. con. Africa, Asia, Oceania. Loc. racc. Suez, Sauakin, Metemma, Doka. Osservo. Trovata ovunque assai frequente e raccolti entrambo i sessi quasi sempre sui fiori della Calothropis procera. 184 X. inconstans, Smith, Monogr. of Gen. Xylocopa (1874) p. 264, n. 31 9. — Radoszkowsky, Hym. Rec. en Egypt. et Abyss. (1873) p. 18, n. 38. — Gribodo, Im. Afric. equat. Ann. Mus. Civ. Genova, XVI (1881) p. 233. Hab. con. Africa meridionale (Lago Ngami, Ambo-Karra. Abis- sinia). Loc. racc. Kassala. Osserv. Raccolti parecch esemplari sui fiori di leguminose , tutti riferibili al sesso femmineo, nei quali osservai la partico- larità che, mentre taluni presentano i peli del dorso del torace, completamente neri (V. Smith e Radoszkowsky loc. cit.), altri li presentano d’ un color bruno-cioccolatto scurissimo come è in- dicato da Gribodo (V. loc. cit.), per cui io riferirei quest’ ultime ad una distinta varietà denominandola: Var. A). Thorace pilis rufo-aterrimis vestito, 185. X. carinata, Smith, Monog. of the Genus Xylocopa (1874) p. 265, n. 33. Hab. con. Angola, Abissinia. Loc. racc. Metemma. Osservo. Una femmina, controllata sugli esemplari della ricca collezione Gribodo, presenta alcune leggiere differenze per sta- tura un poco minore e per la colorazione, generalmente ros- siccia, delle antenne: inoltre la carena mediana frontale non è molto pronunciata a causa d’ una evidente abrasione. Alcuni individui riferibili alla stessa specie mi vennero spe- diti ultimamente da Aden ivi raccolti dall’ egregio Signor Po- gliani agente consolare italiano; fra questi trovai un maschio, sesso finora sconosciuto. 630 P. MAGRETTI 186. X. oblonga, Smith, Monogr. of the gen. Xylocopa (loc. cit.) p. 256, n. 11. Hab. con. Africa australe. Loc. racc. Kassala. Osserv. Un esemplare femmineo, che potei pure controllare sopra quelli della collezione di Gribodo, si differenzia per di- mensioni notevolmente minori, nè presenta (forse per abrasione) i fianchi dell’ addome interamente frangiati da lunghi peli, come è detto nella descrizione. Subfam. SOCIALES, LATR. Gen. Trigona,: Jur. 187. T. Becearii, Gribodo, Note imenotterologiche in Ann. Mus. Civ. Genova, XIV (1879) p. 16, n. 20. Hab. con. Keren. | Loc. race. Sogodas, Gedebhi (presso Metemma). Osserv. Raccolti parecchi esemplari d’ operaje in prossimita ai pozzi delle accennate località; sono notevoli in essi le fascie e le macchie del corpo a colorazione giallo-intensa anzichè testacea. 188. TT. Gribodoi, n. Sp. 8. Minima, nigra; fronte dense, thorace pedibusque sparse, seg- mentis abdominalibus I-VI margine apicali albo-pilosis. Labio, palpis, maxillis, mandibulis, antennis subtus, trochanteribus tar- sisque omnibus pallide-ferrugineo-testaceis. Oculis obscure sanguineis, ocellis albidis. Alis ig nervis cubitalibus albis, tegulis et costa testaceis. Capitis vertice, scutello metathoraceque indistinctissime punctulatis nitidoque-micantibus; mesothorace finissime granuloso-punctato, opaco. Abdomine levi, nitido, segmentis basalibus nigro-ferrugineis, ventre cinereo-piloso. Long. corp. 21), mill. L’ operaja di questa specie ch’ io sarei indotto a ritener nuova quantunque molto s'avvicini alla descrizione della 7. carbonaria, Smith (Cat. Brit. Mus. Apidae II, p. 414, n. 44) si differenzia per le mandibole interamente ferruginoso-testacee, per il torace IMENOTTERI AFRICANI 631 non interamente lucente essendo il mesotorace finamente granu- loso-opaco e striato trasversalmente. Le antenne, testacee sullo scapo, hanno una tinta nero-ferruginea anche nella parte inferiore e sopratutto all’ apice del flagello; la parte anteriore del torace ed il collo non son coperti (forse per abrasione) che da pochi peli bianco-cinerei; le nervature radiale e cubitali sono bianchissime, le altre sono giallo-testacee come le squame alari. Oltre poi ai caratteri di colorazione degli occhi e degli occelli detti nella precedente diagnosi e non indicati dallo Smith, si distingue per la colorazione ferruginosa dei tarsi e dei trocanteri di tutte le tre paia di zampe e per la tinta bruno-rossastra dei femori po- steriori. Le dimensioni sono una metà all’ incirca di quelle della specie di Smith. Dedico questa specie al nome del chiarissimo collega Ingegnere Giovanni Gribodo di Torino, ringraziandolo del valido aiuto pre- statomi avendo messo a mio profitto la sua profonda conoscenza di quest’ ordine d’ insetti, sia per le specie italiane, che per le esotiche, come pure la sua ricca e preziosa collezione. Gen. Apis, Linn. 189. A. unicolor, Latr., Ann. Mus. Hist. Nat. Fs. 27, p. 168. — Lepel. Hym. I, p. 403, n. 4. — Gribodo, Im. Afr. equat. Ann. Mus. Civ. Genova, XVI (1881) p. 229. Hab. con. Madagascar, Isola Maurizio, Abissinia (Argu-Agher). Loc. racc. Sogodas (Bazen), Gedebhi, presso Metemma, Kor Cheru (Nord Abissinia). Osserv. Raccolti tre esemplari, operaie, presso i pozzi delle citate località. Sembrami questa specie venir coltivata come la seguente per la produzione del miele: secondo Gerstaecker (Hym. in Peters Reise nach Mossambique, 1862, p. 439) non sarebbe infatti che una varietà tutta nera, coll’ addome quasi nudo, dell’ Apis mel- lifica, Linn. 190. A. mellifica, Linn., Var. ligustica, Spin., Subv. fasciata, Latr. — Apis mellifica, Linn. Fn. Svec. (1746) p. 421, 632 P. MAGRETTI n. 1697. — A. ligustica, Spin. Ins. Lig. (1807) Fas. I, p. 35, n. 15. — A. fasciata, Latr. Ann. Mus. Hist. Nat. Fas. 27, p. 171, n. 5, tav. XIII, fig. 9. — Lepel. Hym. I, p. 406, n. 11. — A. mellifica, var. a) Gerst. Hym. in Peters Reise n. Moss, (1862) p. 439. — Id. Hym. in Decken’s Reise (1873) p. 313, n. 1. Hab. con. Egitto, Senegal, Mozambico. Loc. racc. Sogodas, Kor Scherafamal, Gedebhi, Rive dell’ Atbara presso Metemma. Osserv. Di questa spiccata sottovarieta africana dell’A. ligu- stica, varietà della mellifica, raccolsi parecchi esemplari tutti ope- raje nelle vicinanze dei pozzi. La vidi coltivata nelle citate località per la produzione del miele molto usato da quelle popolazioni che ne fanno un gran- dissimo commercio: è però un miele assai meno dolce di quello della nostra Ape ligustica. Le 190 specie enumerate, appartenenti a 83 generi ed a 13 famiglie, rappresentano, colle 35 nuove specie (di cui due, Nomia Magrettt e Trypoxylon Magrettii, verranno prossimamente descritte da Gribodo nel Bullettino della Società entomologica italiana, ult. trim. 1884) coi due nuovi generi e col piccol nu- mero d’esemplari che ancor mi rimangono indeterminati, il bel contingente di tali insetti che mi fu dato radunare malgrado la poco propizia stagione e la breve mia permanenza sul suolo afri- cano. Né c'è a meravigliarsi delle molte novità ivi trovate quando si consideri che delle cinque provincie zoologiche distinte da Wal- lace nell’ Africa, l’ orientale 0, per meglio dire, la sottoregione etiopica propriamente detta, fu delle meno esplorate dal punto di vista imenotterologico. Le citazioni di Linné, Fabricius, Latreille, Olivier ed altri antichi autori che descrissero specie africane, sono troppo vaghe per poterne accertare la provenienza; e d’ altra parte il lavoro di Saviguy (1818) per le pregievoli tavole figurative, quello di | Klug (1829) sulle raccolte di Hemprich ed Ehrenberg, dello IMENOTTERI AFRICANI 633 Spinola (1838) sul ricco materiale messo assieme da Fischer e comunicatogh dal Dr Waltl, e più recentemente le descrizioni e le citazioni di parecchie specie riportate dal prof. Costa nella sua relazione sul viaggio in Egitto, Palestina ecc. (1873), si riferiscono tutti al solo Egitto ed alla regione nilotica non ol- trepassando il 20° di latitudine. | Poche altre specie sono indicate nei lavori di Guérin-Méne- ville (1838) e di Reiche (1847-49) che studiarono le raccolte fatte da Lefebvre e da Ferret e Galinier nell’ Abissinia; sicchè | a volerci dapprima puramente circoscrivere alla parte orientale dell’Africa da me visitata, non ci restano a ricordare che 1 la- vori di Walker (1871), sulle raccolte fatte da J. K. Lord nel- l'Egitto e lungo la costa orientale del Mar Rosso sin oltre Mas- sauah verso il 15° di latitudine, quelli di Gerstaecker (1873) e Radoszkowsky (1875) che riccamente illustrarono le specie di quest’ ordine riportate dai viaggi del Barone Carl von der Dec- ken, del Conte russo Branicki e del Console francese Signor Achille Raffray al paese dei Somali, nell’ Egitto ancora e nel- l' Abissinia: e di più recente data (1877-81) in gran parte quelli degli egregi colleghi Ingegner Giovanni Gribodo e Pro- fessor Carlo Emery sulle raccolte di Beccari e del non mai ab- bastanza compianto Marchese Orazio Antinori pure nell’Abissinia. Ma come l’area di dispersione per la caratteristica fauna equa- toriale viene ad avere un'enorme estensione che anche ogni giorno più va allargandosi, così riscontransi molte specie anche in altri lavori od in opere più generali, come in Palissot «de | Beauvois (1805), Dahlbom, Lepeletier (1842-45), Fairmaire (1858), Smith, Ritsema (1852-79), Gerstaecker (1862) e qualche altro comprendenti prossime e più lontane regioni. Ne troviamo infatti nella sottoregione occidentale, dalle Ca- narie e la Senegambia alla Sierra Leona, la Guinea, il Congo fin giù al Capo di Buona Speranza; nell’ australe, da Zanzibar e Mozambico a Port Natal nella malgasica pure e nell’ indo- orientale rappresentanti la fauna sud-asiatica ed africo-orientale. Nel presente lavoro sono accennate, fra le altre, alcune specie conosciute finora solo del basso Egitto e che raccolsi nelle viei- 634 P. MAGRETTI nanze del Cairo ed alle piramidi di Ghizeh, quali | Apterogyna Olivieri, Latr., la Vespa orientalis, var. aegyptiaca, André ecc., alcune altre invece, trovate a latitudini molto più basse, sono comuni alla fauna circummediterranea, alla paleartica europea e siberiana ed altre infine anche alla neartica e neotropica, come è indicato pel Pelopaeus spirifex, Linn., Mutilla coeca, Radosz., Stilbwm splendidum, Fabr., Anthophora quadrifasciata, Vill., ZEvania laevigata, Latr. ecc. e fra le formiche per non voler citare che |’ Odontomachus haematodes, Linn., il Monomo- rium Pharaonis, Linn. e Salomonis, Linn., tutti fatti che ci pro- vano I’ estesissimo habitat di molte specie di quest’ ordine. DESIGNAZIONE DELLE LOCALITÀ CITATE PER LA RACCOLTA DELLE DIVERSE SPECIE = Basso Egitto: Cairo, Piramidi di Ghizeh, Suez. Alto Egitto (Nubia) o Sudan orientale: Sauakin, Porto sul Mar Rosso fra il 19° e 20° lat. sett. Kassala, Città fra il 15° e 16° lat. sett. e 36° e 37° long. occ. Kor Langhebb, Torrente fra il 17° e 18° lat. sett. sulla strada fra Sauakin e Kassala. Aikota, Villaggio sul Gasch a Sud-Est di Kassala. Sogodas, Villaggio della tribù dei Bazen a Sud-Est di Kassala, sopra il 15° lat. sett. Kor Guillo, Torrente nella pianura degli Homrani al Sud di Kassala. Kor Gergabb, Idem. Settit (Takazzè) Fiume Idem. Kor Royan, Torrente Idem, affluente del Settit. El Hefera, Villaggio sulla riva destra del Settit. Kor Scherafamal, Torrente e affluente del ° Bahr el Salaam, Fiume al Sud del Settit fra il 18° e 14° lat. sett. (Takruri). IMENOTTERI AFRICANI 635 Atbara o Nilo Nero, Grosso fiume con corso da Sud-Est a Nord-Ovest fra il 34° e 37° long. occ. Gedebhi, Piccolo villaggio sulla riva destra dell’Atbara a poca distanza da Metemma (scritto anche Metama, Matama, Metimmih) Capi- tale del Galabat, sotto il 13° lat. sett. ai confini occiden- tali dell’ Abissinia. Doka, Villaggio nella regione dei Takruri a Nord-Ovest di Metemma. Confini settentrionali dell’ Abissinia : Sebderat, Villaggio a Nord-Est di Kassala (strada pel Sen- naheit). Kor Cheru, Torrente, affluente del Kor el Barka, Torrente con corso da Est a Nord ai confini Nord-Ovest dell’ Abissinia. Keren, Grosso villaggio nella tribù dei Bogos al Nord dell’ A- bissinia. Kor Saua, Torrente affluente dell’ Anseba. Kor Lebka, Idem. Ain, Amba, Stazioni fra Keren e Massauah. SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA Pristocera afra Q. Myzine sauakinensis © . Mutilla sudanensis 9 . » sulcata 9. tarsispinosa Q. » wunguiculata 9. » Radoszkowskyg P.. CASSE. » — Forma della carena ven- trale del primo segmento vista dal fianco sinistro. pS) (OCS s P. MAGRETTI Mutilla Takrura S. » » — Forma della carena ventrale del primo segmento vista dal fianco sinistro. Mutilla Pavesi S. » » — Forma della carena ventrale del primo segmento vista dal fianco sinistro. Mutilla aureocineta S. Agenia nigro-aurantiaca ©. Larrada funebris, Radoszk. Terminazione del segmento anale del 7 visto dal disopra. Id. Id. Organo copulatore del 7 id. id. Larrada obscura. Organo copulatore del 7 id. id. Bembex Doriae 9 . » » — Carena ventrale del 7 vista dal fianco sinistro. i. Nomia patellata 7. Tibia e tarso posteriori. » 5 Tarso intermedio. DESCRIPTION D'UNE NOUVELLE ESPECE DE TROGOSITIDES par A, LEVEILLE Leperina opatroides, Liv. Fusco-picea, squamulis adpressis albis, flavescentibus brunneis intermixtis, maculas irregulares formantibus obtecta; capite protho- raceque valde et dense rugoso-punctatis; elytris punctato-striatis, cre- nulatis; antennis pedibusque rufis, clava antennarum 3-articulata, articulis intus dilatatis. Long. 6-81/,; lat. 2?/3-3?/, mill. Téte couverte de squamules brun-roux un peu plus clair autour des yeux, avec une tache sur le front formée de squa- mules jaunàtres. Prothorax très transvers, à expansions latérales, variables suivant les individus, à cétés généralement arrondis et plus ou moins sinués a la base, a angles antérieurs plus ou moins avancés et a angles postérieurs plus ou moins obtus suivant le degré de sinuosité des còtés. Ecailles blanchatres sur la marge du prothorax, plus foncées sur le disque avec un dessin brun assez net formé de quatre lignes irréguliéres perpendicu- laires a la base, les deux lignes intermédiaires réunies et allant rejoindre le sommet en s élargissant. Ecusson transvers, étroit, couvert de squamules insérées verticalement ce qui lui donne un aspect velouté. Elytres marginées réguliérement, striées ponctuées de la suture au bord latéral, un peu plus larges que le prothorax a la base, progressivement élargies jusqu’aux deux tiers de leur longueur, puis réguliérement arrondies au sommet. Squamules brunes formant sur un fond de squamules grises et blanches une espèce de bande sinueuse, quelquefois interrompue, . partant généralement de l’épaule en suivant la-limite du limbe 638 A. LEVEILLE de l’élytre jusqu’a la suture où elle rejoint la bande symétrique opposée; toute la partie déclive des élytres est couverte de squa- mules claires, avec des taches confuses mais réguliérement di- sposées sur la marge. Dessous ferrugineux. Nouvelle Guinée mér., Ile Yule, Juin 1875; Cap York, So- merset, Janvier 1875. L. M. D'Albertis. Musée Civique de Génes. INDICE DELLE INCISIONI IN LEGNO = Nomia Quartinae (Zampa posteriore) Anochetus Sedilloti 8 Aphaenogaster pallida g » Leveillei ¥ » subterranea J' Conosimus Violantis. 1. Fronte 2. Vertice 3. Omelitro Athysanus Laurae (Ultimo segmento ventrale 9). » dubius (Ultimo segmento ventrale 9) . Meranoplus Magrettzi (torace) Paramischocytiarus subtilis Ischnogasteroides flavus . INDICE Introduzione alla seconda Serie E E; A. SALVADORI. — Spedizione Italiana nell’ Africa” do Risultati zoologici. — Uccelli dello Scioa e della regione fra Zeila e lo Scioa . . Grizopo. — Spedizione Italiana nell’Africa 000 Ri- sultati zoologici. — Imenotteri. - Memoria seconda. . Wytsman. — Catalogue systématique des Passalides . Grisopo. — Sopra alcuni Imenotteri raccolti a Minhla nel regno di Birmania dal Cap. G. B. Comotto . Rerrrer. — Sechs neue Coleopteren aus Italien, gesam- melt von Herrn Agostino Dodero. . Emery. — Materiali per lo studio della Fauna Tunisina raccolti da G. e L. Doria. — III. Rassegna delle Formiche della Tunisia . . W. Scaauruss. — Die Scydmaeniden Nord- Ost Afri ica’s, es Sunda-Inseln und Neu-Guinea’s im Museo Civico di Storia Naturale zu Genua . Parona. — Materiali per lo studio della ee Tunisina raccolti da G. e L. Doria. — IV. Sopra alcune Collembola e Thysanura di Tunisi (Tav. IT) . M. Ferrari. — Materiali per lo studio della Fauna Tuni- sina raccolti da G. e L. Doria. — V. Rincoti Macrerti. — Risultati di raccolte imenotterologiche nel- l’Africa orientale (Tav. I) LéverLLé. — Description d’une nouvelle espéce de e sitides Indice delle incisioni in legno . 7-276 277-825 326-348 349-368 369-372 373-386 587-424 425-438 439-522 523-636 637-638 639 RETE = i 7 el Carori DEC DLARN = CARTA - ITINERARIO TO, d'a oiaggio per raccolte Aoologiche nel Sudan Orientale dal Selice a Maggio ASSI Wo ALB z P aolo 9) Mage bt iP : 2 / Scala= 2 854, 868. Kilometre 2 : is Zo 4o Go 80 Sequi & uvenzionati: Beep eas —Traceta della via seguita | (Aanania laniflora) Rachid-Va sai ® Direzione « « ms Montagne . fiumi e lorrenti loxxi con acqua ove st trovarono insetti t+eetete+et et Confin i politici dell'Abissinia Le Magneti ais. L ongititdine LZ ne wy GA Qala lL i It \ laVIOSIa NAIUL psovneg Sus? 7, IPP APINE pos] © quo yb ue SOLI] Ul ISieihe ra SA iù i “ow È ii ~ Ris la ero, ce (dedi LM mu TRIBU BIS'CIARI alm ixes [| Basse Mimose Langhebbl i Di ho |r Langhebb co ® > e Tamarischi Slices Nidi dalla Tarmos bellicowa SS Detriti : ao Bat ot Greca retrh Palmicit TRIBU HADENDOA TRIBU > Del) HOMRAN —— - TRIBE MENZA N delle Trem ili ei 6 Ù IBU 3AREA 7 Khor Gerached een me NOE ~Gergabi Ne a fto = Vaddi } Carom CARTA - ITINERARIO a an viaggio per raccolte Koologiche nel Sudan Orieutale dal Sicjo al Maggie ASSI fl Fo Facto Magra? Scala= — > a6 268 AVlemetre > dd do Sg" e) legui Coriano > i —_ —Traccia dalla via sequita Direzioni - ” . ~ = Mon tagne Li Fiumi e Torrents Fnxi con acqua ove si trovarono insetti orecsscccces Confini politici dell'Abissinia PMagretti dix to RISI yA cal \ Di ® ico Ser 2° Vel 1 1884. TT L.Fea dis.e lit, ESS: Lit.Armanino, Genova. Annali det Museo Civico, Ser.2° Vol. I.1884. Taya 2.0. Parona dis. Fea lit. Lit Armanino , Genova. 1. Sminthurus bicolor — 2. Sminthurus Doria Ait? hag pus } Sit jie tees ie ss Lame (i i Mo | UTI i 3 9088 01230