.f^^''< •■w.,' A^-r^ # STORIA GENERALE DEGL' INNESTI DEL VAJUOLO FATTI IN SIENA Dall'Anno 1758. fino a tutto il 1750» )3. 111». 1 Yi d .Si f> »■ ... i, e» -— _ '-. t.j *.< X .:> (IcxUx^^*-^,-^- Sii^^- ^' ^<^<^-^ Ji-' ^^^^fc*'/t^ GLI ATTI D E L V ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI SIENA DETTA DE' FISIOCRITICI DELL* ANNO i7 »...-^. K- jxXiv yoìp h T8 Ittay^pivr^ ^ya T^ly'^' nxv yòip rè ttoiyj^ìv rsx^t* àux^a S«xT«òi/ i'ymdn . to yxp oJi'^xi {Xtv , )U>j 7rp»(W«V ^è , àftx^lni, xxt dTt)(ym cr))//«oV tVfl/ . o7«o-/? yàp (XxXi^x C* /»Tp/x» ■ «/t/w (àsv tal / accìngeva aà efamìnare , e ad accon- ciare le memorie , che ne conferva^, per fubblìcarle; Manila premura ben for^ te fatta alla medejima ài dare alla lu^ ce quanto prima la Storia delle Inocula^ zioni feguite in Siena ^ le fece fubito cam- biar penjkro , né le a dato campo di //- nirle , e ftamparle tu quejlo 7 omo nel temp ijìejfo , attefa la troppa dilazione^ che averebbe portata non tanto il dar loro t ultima mano , quanto la lentez- za di no/lri Torchi . Spera . che il Pubblico farà per gra- dire ^ ed appagarf per ora di quefio^ che altro non è ^ che un faggio òi [noi vir- tiiofi travagli ^ e quafi un preludio a co- fé maggiori^ e piti rilevanti; tanto più, che qticfio prolungamento à In fua origi- ne da un buon principio ; d' anteporre cioè il defderio^ che Ella a di addope- rarfi rcirji in prò della timana prefervazio- 2ìe da un Morbo cotanto Bermìnatore^ air utile 5 e al decoro privato deW Accademia. £' oramai noto a chiunque quanto Inter elfi /' Umanità lo /chiarimento del- la celebre Quejlione dell' Innejlo de, Vojuoli ^ e c^uanto ftrepito abbia fat^ to da fanti anni in qua , e lo faccia pur di preferite per tutta /' Europa, E fiata dibattuta j e ancor fi dibatte e ne ir Ivghilierra ^ e nella Francia , e nella Germania, e ne II' Italia con magnijicv apparato d'i ragioni , e d* efperienze dall' uno ^ e l^ altro par^ tìto , QueUo fu il p^inf oggetto \ che jembrò all' Accademia degno del fiio efawe , e delle fue pili fpeciali pre- mure . Or •£( VI )3- Or Jìccome per due ftrade^ della ra- gione cioè 5 e degl' efperimenti fi può uno incamlnare alla ricerca del vero^ §limò bene lafciare la prima ^ à per- che de pendendo dal fatto il più bel lu- me della Oueftione^ pare ^ che i ra- gionamenti vi occupino il pò fio infe^ riore , sì perchè di quefti e forti , e planfibili ne fono oramai ripieni i li-- bri di cpue'* valenf Uuomini^ che ^/z- ìio trattata quefta Materia . Scelfe adunque la via più (ìcura dell\ Efperienza^ la quale nelle materie fi^ fiche , qualora fia battuta con quelle cautele y e con queW avveduto timor e ^ che necejfariamente vi fi ricerca tiel praticarla , conduce con ficurezza mag- giore alia verità . Onefi' aureo metodo infegnato a tut^ ta l\ Europa dalla famofijfima /icca-^ -demÌ5t •£( VII )^ demìa del Cimento, (a) e pofcia ab- bracciato dalle Società più co/pi ette, e da'" Fijìci pili accreditati , / fa glo- ria aìiche la nojlra di feguitare , Avendo adunque raccolte da varj efperti Profefori , Membri della me- dejtma le Relazioni degt Innefti fat- ti in Siena [ avvegnaché molte Per- Jone fi foggettarono aW Efperimentoin quefta Città, e forfè più, che in mol- te altre relativamente alla fua popo- lazione ] a ufato pofcia le più fera- polofe cautele per verificarle . . £' proceduta con sì grani efattez- za 5 e rigore neW efame, e nella ve- rificazione di quejt' teorie , che non Crt) Se s' eccettuano gì' Efperimenti fatti in Oxford nella Cala del Sig. Willem da' Signori Roberto Boile , Gio- vanni Wallis , Tommafo Willis, e altri di minor fama, fi può dire ienz' alcun dubbio, che gV Accademici del Cimento , che furono ftabiliti in Firenze nel 1557. fia- no lii;ti 1 primi Mac/lri della Fiiìca Sperimentale . ^( vili )3- ne a curate alcune , jolo perche la- fcìavam cpialche dubbio per mancan- za d* un completo diario della Malata tìa , ciuantuque Jia certìjjnna della ve- rità y che fi contiene nelle memorie , che quei dotti , e benemeriti ProfeJJo- ri anno favorito di prefentare . //' creduto bene tuttavolta darne quivi brevemente un'' Eftratto, concio* fiache r efito di quefie Inoculazioni , il quale refta provato , e giufiificato in- fallibilmente ^ può fervire d' argomen^ to a coloro , che per mezzo del caU colo bilanciano o T utile ^ o V danno di quefta medica operazione . Il primo E/perimento d' Innefti di Vajuolo 5 che fia flato fatto in Siena , lo dobbiamo allo Zelo dell' IlluHrift" mo Signor Cav. Girolamo Pannilini Vigilantijftmo Rettore dello Spedale di •e(ix)3. S. Maria della Scala. Mojfo Egli da quella firn naturai tenerezza , dalla quale è portato , o a prevenire , o a j oli evare le mi feri e de' Poverelli rac- comandati alla fua pietà ^ procurò di avviare per quejlo mezzo ^ e riparare a quei danni ^ che i medefimi , forfè piti degP altri rifentono dal Vajuolol Fu jcelto da Lui per quejlo effetto il Sig, Dottore Peverini Medico in Città di Caftello , il quale , per effe- re (lato fra i primi y che abbiano jta^ bilito in Tofana y e nello Stato Pon- tificio r bine fio ^ era in queHa ope^ razione molto fperimentato , 5, QueHi il dì primo d' Ottobre dell'* 5, anno ijSS- avendo pref celti tre Fan" „ ciulli , gli preparo avanti con la 3, purga , che conveniva alla diverfa „ loro cojìituzione , e dopo un giorno di 55 rìpofo , il terzo del mefe fopr adetto „ fece /' Innefto con tre àìverfi JpilU y, [palmati a quelf effetto nella marcia 3 5 ^' un Va judo difcreto tendente alla 55 declinazione . Injinuato loro in tal 35 guifa il veleno variolofo , non furono 55 traf curate dal medejimo quelle necef-» i^ furie cautele ^ le quali rendono quejta artificiale malattìa ^ o pia fcuru , o più mite .Sofferirono adunque un V^a- 55 piolo affai benigno , il quale , dopo a-* 55 ver fatto il fuo corfo felicemente a ca^ ^jpo a diciaj/erte giorni ,profciugate le 55 Bolle 5 lafciò loro folameute il contcn-* ^^to d^ aver pagato qucBo quifi indi- ^^fpcnj abile tributo ^ con tanto fuo poco 35 incomodo. Avvalorato il fopr adetto Sìg, Ret- tore da mf cfito così prcfp-cro , e così corrifpomkute a fuoi dcjìderj volle , che 3? ^( XI )3. che fi facefe una Jecondn Inoculazio- ne nel dì 19. d* /^go/to iy$6. Gir E- letti furono quatiurdici Iwiàulti dai quattro agi'' otto anni ^ e due Fanclnl' U una di quattordici , /' altra di di- ciotto . Il Sig Dot, Leone Pagliai Let- tore di Ffica in quefta Uuiverfiià , e Medico dotto , e per la fna età molto efperto fu quegli , il quale incaricato d' affijìere air E/perimento , ed alla buona condotta delf affare ^ non ri- fparmiò diligenza alcuna^ perchè il tutto procede ffe , e fojje ultimato felì- cernente ,, Egli aduncpie dopo avere pre- 33 parati ^ epurgati precedentemente i :)5 corpi de fopr adetti gitifia le regole , 55 che dalf Arte Medica vengono pre- 35 fcritte 5 alcuni gli fece imi e ft are per 35 mezzo dell' Incifione^ altri per mez- „ zo della puntura. Introdotto per vìa •^ ! 2 di 3? •£( XII )3. 55 di fall operazioni il fe mi ino delmor-- ho y fi rifveglió in tutti il Vajuolo , // qual' ebbe un corjo felice , perciòche 55 non fu accompagnato da fintomi cut-* 5, tivi nell^ eruzione , ne minaccio peri^ j3 coli nella fua maturazione , ne portò 3^ confeguenze di rimarco net fuo prò-- ,5 fciugamento . Un [oh mafcbio d' anni ^^ fette dopo /' efpurgazione i' un buo^ 55 no 5 e fcarfo Vajuolo fu attaccato da •5 una febbre rifipelatofa , dalla quale 35 effendone derivata P Infiammazione 55 del Polmone , nello fpazio di quattro 55 giorni lo tolfe di vita . GC altri y tan- 55 to i Mafchi 5 quanto le Femmine , feb-* 55 bene abbiano fojferto chipììty chi me* 55 no ^guarirono tutti perfettamente . £' 55 i^ notarfiy che nello fìeffo Spedale ^ 55 nel tempo 5 che il Vajuolo artificiale ^.faceva il fio corfo^ furono attaccate dal «£( XIII )3- ]. dal Vajuolo naturale fette Perfone iy tra Ma/chi ^ e Femmine , delle qua* ^y li due ne perirono , un Mafchio di fei 3, anni d* Infiammazione , avanti /' e^ 3, razione del Fajuolo^ ed una femmi^ 3, na d' anni otto Idropica Afciticanel ,, quarantejìrno giorno del fuo male ^ do- 5, pò aver fopportato dalla declinazio^ 3, ne del fu 0 Fajuolo per feftejfo di (ere- 33 to una lunga j e doloro/a difenterìa. Rejìano a dire poche cofe intorno al* le Storie y che dona al pubblico /* Acca^ demi a . Prima i ogn altro Effa protefla l che neW afi'egnare il poHo alle medefì* me in quefto Libro , altro metodo non hafeguitOy che il Cronologico ^ perchè l' ha creduto il più proprio , e forfè il più vautaggìcfo nel cafo prefente ; di modo che precederanno all' altre le Storie di que* -£( XIV )3. qtie Profejfori y che prima degP altri avranno praticata t Inoculazione , Le prime adunque , fecondo /' or- dine ^abilito , fono le Storie , o Rela- zioni che vogliamo dire del Sfg. Dot, Francefco Calurì Medico , noto per u- nafta Differì azione intitolata— Dell' Innefta re il Vajuolo — /(?//// //^//' /f^- c ade mi a , e pubblicata poi con le ftam- pe nel 1760. in Siena preffb il Rofll Stampatore. Si può dire con veri- tà , che Egli è flato il primo , che ab-- bia promoffo , e fatto per le Cafe pri- vate di quefta Città un tale Efperi- mento ^ e forfè in maggior numero^ che qualf voglia altro Medico^ effendo Egli forte i e zelante fautore del me- de fimo. Sono qnefte fegu'tj da due altre Storie rf' Innefti ^ le quali apparten- jono gono al Sìg. Dot. Annibale Baftiani Membro della nojìra Accademia , e della Società Bottanica Fiorentina^ e Cortoneje , e illuftre Medico in S. Ca- fciano de' Bagni, (Jjucjti benché lon- tano conferva peli' Accademia il fuo affetto , né manca di metterla a par- te delle fue cffervazimi . Ne viene dopo un' Worta d' Inocu- lazione fatta dal Sig, Dot. Buona- ventura Perotti valente Medico , e Profcffore di Logica^ e di Geometrìa nella no§lra Univerfità. Occupano /' ultimo luogo quelle del S}g, Dot. Salvadore Cadetti Caftel- lucci 5 Medico fra nofìri de più ac- creditati . Avendo egli affiflito da pa- ri fuo , /// compagnia del Sig. Dotto- re Leone Pagliai già lodato di [opra ad una terza efperienza , che fu fat- ta «£( XVI )3. fa nel fiuìàetto Spedale [opra venticin- que Fanciulli fra mafchi , e femmine nel ij6o. ha voluto dimoftrare al pub- blico la fila perizia egualmente ^ che la fu a diligenza . Non contento di aver di- ftefo il giornale dipinto di ci afe he d uno Inuejlato , volle anco fare /' Anali fi deU le orine de"* Vajuolanti ^ le quali infie- me colle fue fori e communi cute air Ac^^ cademia , vengon or"* pubblicate . // Sig. Dot. Tabarrani di Lucca dct-^ tifftmo Profejfore di Notomta in quefta Univeffità ^ e celebre per le fue offerva- zioni Anatomiche , ed altre Opere già refe pubbliche colla Stampa , anclo^ £- gli ha favorito di contribuire all^ illu- frazione della materia ^ che in queflo Libro fi tratta . Avendo efipoHo m Ac- {jademia un cafio di Vajuolo naturale , degno di cui $\ abbia ì lUoria , sì pé* yarj •£( XVII )2 pe^ varj accidenti , da quali fu ac- compagnato y SÌ perchè dedurre fé ne poffono agevolmente delle confeguenze a prò dell' Inoculazione del Vajuolo ^ s è ftimato bene d^ aggiungerlo a quejf IJìorie ; lo che è ciò , che fi contiene nelt Appendice . - fa noto finalmente la fteffa Acca- demia a chiunque , che approvando Effa generalmente /' ufo di fare le Storie delle Malattìe a giornale^ fe- condo il metodo praticato , fono già molti fecoli dal Grana" Ippocrate (a) [«] Ippocrate è ftato il primo , eh' abbia conofciuto la ne- ceflltk di fare quefl* Illorie . Ci ha egli lafciato fopra <]uefto foggetto fcritti immortali . Il primo , e '1 terzo Libro dell' Epidemìe , riconofciuti da' Critici fra le fue Opere più legittime , ne danno a noi una convincentif- fima prova . Il Sydenam , che è 1' Ippocrate moderno , dopo sì gran fptzio di tempo ha caminato fu le pedate del Padre della Medicina , e ci ha lafciato un' efempio , che ogni Accademia , ed ogni Medico dovrebbe avere in mira di Icguitare . Vedete Freind ne' fuoi Commentar) a Ippocrate , la Società d' Edimburgo , Boerave , ed ^( XVIII )3. raccomandato dal vafto Genio dì (b) Ba^ cone , approvato 3 e conjiglìato ulti- mamente dal famojiffimo Lei b ni zio , (e) altro non intende di garantire 3 fé non la pura verità de' Fatti , non altri . (h) Bacone nel fuo Novum Organum non manca di rac-' comandare quello Metodo per utile della Medicina .(f) Lei- bnizio , di cui fi è voluto trafcrivere il luogo intero , perche è molto al noltro propofito , raccomanda fom- mamente quello Metodo alla famofiffima Accademia di Berlino , di cui egli fu il primo Prefidente . Ecco il paflb tal quale fi trova dans un Piece originale , dans 1* Hifloire de V Accademie Royiale des fciences de Berlin page 2 1. T. I. „ Gomme la Sante paiTe tout après la ver- „ tu , il faudroit prendre tout le foin pofSble pour pouf- ,. fer la fcience , dont elle eli 1' objet , tant en ètablif. s» fant fcs fondemens fur des raifons folides , & fur des » Aphorifmes vèrifiès , qu' en les enrichiflant par de bon- " nes Obfervations faites > & à faire . Il y en a beaucoup " de confidèrables qui fé trouvent dèjà , mais difpersècs , " dont il faudroit avoir des Colleclions raethodiques ac- *' compagnèes de Rcpcrioires inllrutìifsj fans quoy le plus " habile Medecin ne s' en fauroit toujours fouvenir au be- " foin . Mais pour en faire beaucoup de nouvelles en peu de temps , il faudroit continuer en plus d' un pays , & j* furtout dans celuy - ci , T Hiltoire Medicinale annuelle, „ qu' un habile Medecin Italien a commencèe a ma follici- „ tation , & obliger pour cet effect les Medecins falariès „ par le public d* envoyer tous les ans le plus choifi de „ ce qu' ils ont obfervè fur les maladies courantes ou au« » trement &c. già le dottrine , che neW Opere de^ gf Accademici pojfono ejfere fparfe ; non volendo entrare in difpute con chi che Jia, ne dichiarare il fuo Sen- timento intorno aW Inoculazione ; El^ la è indi ffer enti ffìma ^ ne altro ricer* ca , che la nuda ^ e femplice ve-* rità . Artem Experlentla fecit Excmplo inondrants vutn Marc. Marni. JJìronQm. L. i. t/. 6^', e ^4. STORIE D' INNESTI DI VAJUOLO DISTESE DAL SIC. DOTTORE FRANCESCO CALURI Storia I. ni, e d Ell'Anno 1758. agi' otto di Giugno^ tempo in cui la ftagionc era cal- difTima , è ftato inneftato il Vajuolo a Gherardo figliuolo del Sig. Gio- vanni Pavolotti , Argentiere in Sie- na , abitante nella Parrocchia di S. Giorgio , Piazza di S. Spirito . Que- fti era un' fanciullo di circa ott* an- d' una complefTione , ò abitudine di corpo delica- e macilente, d' una rtatura proporzionata all' età, i uno fpiriro vivace . Gli è ftato fatto 1' Inneflo V.tjuolo per mezzo d' un leggiero taglio in ambe A k le braccia , al quale fi è applicato un filo di bamba- gia inzuppato di frefco nella marcia d* un Vajuolo d' altro Tuo fratello , che naturalmente avevalo acquilla- to . Si fafciarono a Lui le braccia , ed il fecondo gior- no per la prima volta fi fciolfcro , e fi medicarono . I tagli erano quafiche interamente afciugati , fenza mu- tazione di colore, o altro nella pelle attorno . 11 fan- ciullo in quelli due giorni non ha foffeito alcuno ben- ché leggieriffimo incoi-nodo j paleggiava per la Cafa , fi divertiva colle puerili (uè ciance, com' al folito > il polfo era eguale, temperato, come lo era avanti l'o- perazione. Terzo giorno. Si manteneva la medefima calma. Quarto. I tagli cominciavano leggiti mente di tan- to in tanto a dolere , erano arrofTjti , principiavano a marcire , fcorgevafi nel mezzo una linea b'anca i era inquieto, prelio fi nojava de' foliti fuoi divettimenti i la faccia faceva delle mutazioni i il polfo un poco fre- quente , in dieci , ò dodici battute una fé ne contava come raddoppiata j nella notte il fonno interrotto. Quinto. Si mantenevano i tagli come avanti» face- vafi femprepitì faif idiofo . Contro il fuo coflume per ogni piccola parola s" alterava} il redo al folito. L* orine, che fino a quefto giorno furono odervate fe- condo il confqeto Itato di fanità , fono fiate copiofe , crude , confufe . Sello, Tutto è ftato pili grave ì J^amentavafi affai de' tagli i erano più aperti , marciti , gonfiati , ali* intorno notabilmente razzati' . Nel mezzo giorno fen- tì freddo , di dopo fi e rifcaldato, era febbricitante . La fera vomitò amaro , e biliofo j gì* occhi erano bijllanti , non (offriva molto la luce . Le incifioni ave- vano Deli' Accademia 3 vano attorno , ed in mezzo alla parte razzata delle bol- licine i puzzavano j la Febbre mediocre i non ha avu- to fete. La notte con della vigilia ; ì' orine mode- rate con redimento giallo fofco. Settimo. I tagli più gonfiati, più marciti , più fetenti ile bollicine tutte imbiancate , alcune aperte . Si lamenta- va di certi dolori lancinanti all' Afcelle . Nel mezzo giorno d rifcaldò molto, la Febbre fi fece maggiore > aveva della fete » era come tremante, impaurito spar- lava cofe inconcludenti , defiderava fìare al bujo j la notte inquieta i non aveva appetenza al cibo i l'ori- ne moltilfimc , crude , confufe ; la faccia macchiet- tata di rotTo i nel polfo più frequenti le battute rad- doppiate . .. Ottavo. Alla levata del Sole più ore dormì; tat- to palTava con intera piacevolezza ; i tagli aliai mar- citi , gonfiati i aperte le bollicine comparfe nel fe- do » alcune bolle di Vajuolo intorno a* tagli . Nel mezzo giorno di nuovo leggiermente fi è rifcaldato , la Febbre piccoliflicna i la fera fi fono vedute fei bol- le di Vajuolo parte nella faccia , e parte nel collo. Appe- tiva il cibo . L* orine con fedimento bianco , non tan> to abondanti i la notte placida . Nono . Era interamente libero di Febbre > nate al- tre bolle pel rimanente del corpo j la fera fé ne fo- no oflTcrvate anco nelle gambe . Si durò fatica a per- fuaderlo dì ftare a letto ; aveva fame j fi lamenta- va de* tagli . Quefli gemevano materia putrida in co- pia } r orine naturali . Decimo . Era ceffata 1* eruzione i le bolle princi- piavano a marcire j il Fanciullo alzato di letto , paf- fcggiava per le flanze . A 2 De- Declmoquarto . Le bolle cominciavano a profcia- garfii i cagli gettavano in abbondanza la folita materia. Decimofeflo. Erano le bolle rifeccate , principiavano a cadere le crolte . Il colore dell' incifioni era rodo i la materia non era tanro fetente , ne copiofa . Decimottavo . Non aveva più crofte , i tagli prin- cipiavano a riltringerfi , gettavano pochiflimo. Vigefimoquarto. I tagli erano cicatrizzati. In quefto giorno il fanciullo ufcì di cafa , andò al palleggio, ap- pena fi dirtinguevano le macchie delle bolle. In quefto Vajuolo inneftato non fi è manifeftata la febbre di fuppurazione . Le bolle non arrivarono al numero di ottanta , dodici nella faccia. Nella fuppu- razione erano groffe , piene , rilevate . Il fanciullo in tutto quefto tempo è flato piuitofto ftitico di corpo i quando andava alla fedia , andava da fano. SCOLIO. QUefto fu il primo Vajuolo inneftato in Siena, do- po r Inoculazioni fatte nel Grande Spedale . Fedi il mio difcorfo fopra /' Innejlo del l'aiuolo pag. Io. «. 8. Jìcimpato r amo i-j6o. In quefto medefimo anno corre- va per Siena una crudele influenza di Vajuoli, la qua- le incominciò nel Solftizio dell' Inverno , che paf- so mite da fuo principio , e diede Vajuoli difcreti . Neil' Eftate fi diftefe affai , divenne più grave , e ma- ligna , ed i Vajuoli furono confluenti . Quefta attaccò principalmente il Terzo, o Quartiere della Città, detto •ili S. Martino, il quale, relativamente a* due rimanen- ti Terzi , guarda , ed è voltato per la più parte a Levante . 11 maggior numero de' morti , e le mag- Deh' Accademia 5 maggiori (Iragi fono ftate nelle Parrocchie di S. Mar- tino , di S. Maurizio , di S. Clemente , e di S. Gior- gio . Di quei, che fono morti, i più perirono tra l'unde- cimo , ed il quartodecimo , non pochi nel principio della maturazione , alcuni nel!' eruzione delle bolle , altri nel vigefimo, e nel vigcfimoquarto. Di quei, che fi falvarono molti fono rimalti butterati, o con de* vizj agi' occhi , o con delle porteme , o altri tu- mori in diverfc parti del corpo . Ve ne furono an- cora , che neir entrare dell* Inverno morirono tabi- di . Alla fine di Settembre il Vajuolo divenne meno mortifero , onde negV altri due Terzi , i quali furono parimente attaccati , fedato alquanto queft' impeto, ha fatto pochiflima ftrage . Cefsò quali mteramente que- . fta influenza nell' Inverno feguente , e propagatali pel Contado , dopo fi fece fentire in molte Terre , e Ca- ftella della Provincia Senefe . In appreflfo infeltò nuo- vamente quefta Città , ma non fu d' indole epidemi- ca , ne anco di cattiva qualità : Ed io , che al prefen- tc ( cioè in quefè* anno 1751. Mefe di Gennajo) or» dino , e traferivo quelle Storie d' Innefti da' miei Com- mentar; Medici , per fecondare le ottime intenzioni del- la dotta Accademia Fifiocritica , vifito due malati d* un Vajuolo naturale , difcreto , ed affai copio- fo . Uno di quefli è una Fanciulla di quindici an- . ni Figliuola del Sig. Giufeppe Caflellini nella Par- rocchia di S. Martino , a. cui fopraggiunfe la febbre nel tempo, eh* ella era meflruante con ifveni menti, con grandiflima proflrazionc, con dolore continuo di tefta , con vigilie, e con una Cardialgia, e perturbamento di fto- maco affai confiderabile , vomitando di continuo mate- rie biliofc , ed amare , e fenza poter ritenere cofa ve- runa runa, , o fonfe cibo, o bevanda . Così ha continuato fi- no al quarto ., nel quale , avendo dato fuora per vo- mito alcuni Lombrici , reftò follevata j il feguentc giorno fi vide ufcir fuora il Vajuolo in abbondania , cHTendole prima fopraggiunti frequenti ftarnuti , che ac- compagnarono qucfto Vajuolo fino al principio della fuppurazione . L' altro è un Fanciullo contadino pref- fo la Porta Romana , ma fenza veruno accidente di rimarco . 11 fopra mentovato Fanciullo Pavolotti inneftato , an- tecedentemente non fu difpofto a quefla operazione con medicamento di forta alcuna , sì perche da me fu giudicato non eflerc neceflfaria quefta preparazione nel fuo temperamento . ( redi il mìo Vtporfo dell' In" tiejlar il Vajuolo ) , sì anche perche effo abitava in quel Rione , nel quale il Vajuolo faceva le fue maggiori flragi , e che tutti con imparzialità attaccava , e fi- nalmente perche vi erano due altri fuoi fratelli infet- ti di già da quefto morbo , de' quali uno fu nel punto di miferamente morire . Vedi il Cor. 22. del mio T>ifcorfo , dove ragiono di ricorrere all' Innefto fen- 2a indugio in firaili circoftanze . Ma toftoche mi de- terminai ad cfporlo a quefta operazione gli proibii ogni communicazione cogl' altri due Fratelli , vietandogli 1' ufo del vino , delle carni , e del brodo , e queftc due ultime cofe non prima glie le permefì'i , che nel duo* decimo giorno . Non fu purgato neppure dopo la malattìa > come di molti Medici è coftume di praticare , perche è fempre mio coftante parere d\ non dar nulla , o muo» ver nulla fenza necefiìtà , o bifogno. Furono invitati alcuni di queftì Signori Medici per of- Dell* Accademia 7 ofTervarc 11 principio , e 1* cfìto di quello Innefto di Vajuulo i ma non ebbi la fortuna, che alcuno di que- fti miei Signori Colleghi ave(Te il tempo di potere da- re un occhiata a quefto Vajuoio . Tra quelle perfonc pertanto , che vid-ro quefto Innefto , e che poftbno fare abondevolc , e (ìcura teftimonianza del di lui fe- lice elìco , e della verità della mia narrazione , oltre a'- Genitori , ed agli Zìi paterni, lo videro quafi ogni giorno il Sig. Giù; Domenico Olmi abile , e dotto Speziale in quella Città, ed aftai efperto nella Bottanica, e neir altre parti della Stona Naturale , ed il Sig. Gio; Gualbcrco B-ignolefi Scrittore Maggiore in quefto Spedile, Fratello della Madre di detto Fanciullo. Finalmente è da nt)tar{ì , che il medefimo Ragazzo non ha avuto, fino al prefente, veruno incomodo, e che ha goduto , e gode una goftantc ianità . Storia IL IL giorno 23. di Giugno di quefto medefimo Anno 1758. è ftato fatto 1* Innefto del Vajuoio ad Ele- na forclla del fopradetto Gherardo Pavolotti dell' età di cinque anni , d' un' abitudine del corpo {ana , e vigorofa , fottopofta qualche volta nell' anno a catar^ ro nel petto , dal quale in pochi giorni fi fuole libe- rare interamente , fenz aver ricorfo ai rimedj per mez- lo d* una cozione pronta , e facile del medeilmo , e qualche volta anco per mezzo di certe evacuazioni morco- icj oliano pituitofe del ventre. L' Innefto del Vajuoio è fta^ to 8 A T T i to fatto alle braccia , come nel fratello ^ coli* antece- denti cautele, che, per le circoftanze del tempo, furo- no praticate nell' altro. Ifili di bambagia, che fi adopera- rono erano (lati inzuppati, otto giorni avanti, nella marcia delle bolle d' un' ottimo Vajuolo d* un bambino di due anni , nato da genitori fani , e robufti , educato , e nutrito con femplicità . Primo giorno. Nulla di nuovo. Secondo . Sfafciati la fera i tagli fono flati ritrova- ti frefchi , fanguinofi, con leggiero roflore all' intorno. La. bambina in quelli due primi giorni non ha fof- ferto verun' incomodo ; facea le fue funzioni, come prima dell' Innello i andava a fpaflo , alla Scuola . La fera di queflo fecondo giorno, nel ritornare a cafa, cad- de , e lì ferì nella fronte fopra il deliro ciglio. La ferita era femplice, ma di qualche rilievo, la lunghezza della medefima era d'un pollice Parigino, versò aitai di fangue j inavvertentemente fu polla nell' iflenfo letto , nel quale giaceva il di lei fratello Gherardo. Terzo. I tagli più infiammati, dolevano , gonfiava- no, principiavano a marcire. Non fi è alzata di letto > lamentavafi del capo, della ferita. Ha orinato fpeOfo, eonfufo , copiofo , tenue , d' odore offendente. Ha a- vuto due fcarichi di ventre di materie più tofto fciol- te , di color vario. Sino a quello giorno 1* orine, e le mofie erano Hate naturali . li polfo ineguale , cele- re . La notte quieta . Quarto. I tagli marcici di vantaggio , piìì gonfiati, notabilmente razzati all' intorno , rendevano non buo- no odore . Comparvero in quantità le folite bollicine nella circonferenza de' tagli colla punta bianca » la fe- rita parimente era gonfiata , infiammata, e doleva. Si la- mentava Dell' Accat>emià 5> mcntava dello ftomaco , o come diceva del fuo corp» , non ha avuto appetito, 1' orine erano accefes dopo il mez- zo giorno agghiacciò, è fiata febbricitante . GÌ* occhi fplen- didi. A' avuto degli fcctimcnti, delle punture ne' tagli, e nella ferita. All' intorno più infiammata, marciva . IÌ vi(o faceva delle mutazioni ora in accefo , ora in pal- lido. Diceva d* avere un nodo alla gola, fi grattava il nafo ; ha prefo dieci grani d* Etiope minerale , mez- za dramma d' occhi di Granchio preparati in mezz' oncia di Siroppo femplice, V acqua che beveva era. cotta . Quinto . Seguivano le medefime cofe i era accefa ,, pezzata nella faccia 3 beveva volentieri 5 fi rifcaldò a- vanti il mezzo giorno, era più febbricitante j la lingua veflita , afciutta . La fera fi fono vedute delle bolle°di Vajuolo fui vifo , e molte attorno la ferita j quefta era marcita , gemeva materia fetente ; il taglio del braccio finiftro.alTai gonfiato , e marcito . 11 refto al folito . Scflo. Tutto come nel giorno^ innanzis non fi ve- deva ufcire nuovo Vajuolo . Settimo. Meglio e gni cofa ; ricominciò Y eruzìo* ne del Vajuolo nel'e braccia attorno ai tagli , nella faccia , e nel petto. L' orine torbe , fetenti , à fono guaftate ; le prime bolle imbiancavano . Ottavo . Seguitavano quafi 1' iftefie cofe i ufciva il Vajuolo anco nelle gambe , e intorno a* tagli . U ventre fi fcaricò figurato , fece un Lombrico vivo . Nono . Non ufcivano altre bolle . I tagli fuppurati mediocremente , la ferita meno dolorofa , non era tanto fetente j la materia marcia buona > la bambina più foUevata , di buon umore , appetiva , e chiedeva IO ATTI il cibo 3 r orine con fedimcnro forforaceo , la notte tranquilla ; il polfo un poco celere, di fuguale. Ha dor- mito. Decimo. Nulla di nuovo i Avevano la punta bian- ca le altre bolle . Undecimo . Le bolle rilevavano , avevano del rof- fo all' intorno. Sulla fera ha avuto caldo, era febb lici- tante , fonnacchiofa ì il vifo gonfiato ; 1' orine torbe crude . H refto al folito . Duodecimo , e decimoterzo. Le bolle marcivano ; V orine poche , fané ; ha fudato . Il rimanente al folito , Decimoquarto. Era (maniofa i non appetiva il ciboj era più calda , la febbre maggiore i la notte fenza fon- no. Le prime bolle di bianche fi fecero giallognole , appafTite , 1* altre ben marcite > la ferita rigenerava carne buona i la faccia difenfiatas i tagli non molto al- largaci , di buon colore. L' orine naturali. Decimoquinto . Le prime bolle avevano la crofta ,; r altre appaOivano . Era appena febbricitante ; la feri- ta fi ftiingevaj i tagli gettavano poco, e concotto . La bambina era tranquilla j la notte con fonno. Decimofefto. Il Vajuolo fi rifeccava , cadevano le crorte j flava bene. Decimofettmio . Appallavano le bolle delle gambe ì feguitava a (iar bene; S' è voluta alzare di letto j la ferita quafi richiufa i i tagli riitretti , non dolevano. Vigefimo . Non aveva più crofte i la ferita faldata. Vigefimoquinto . I tagli ancora aperti i ogni co£a bene . .« Trigefimo . I tagli interamente guariti. Le bolle in quello Vajuolo inneftato fono ftate mol- te , la maggior parte nella faccia , e nelle braccia , tutte Dell' Accademia il futte difcretc , e fono gonfiate affai , non hanno lafcia- to alcun fegnalc , ma le macchie per molto tempo fi fono conofciute , tardiflimo fono fvanite. In tutto quefto tempo , eh' è durato il Vajuolo la bambina è andata pochiflimo di corpo, e quafi fem- pre da fana. I tagli fono marciti, ed allargati meno,, che nei fratello . SCOLIO. LA fìagionc feguitava caldifTima", e coftante . In qué- lìo Vajuolo inneftato, come fi vede dalla narra- zione , abbiamo avuto le febbri di fuppurazione. Più cofe vi fono concorfe , che meritano rifleffionc. Il Va- juolo è ufcito in due tempi . E' ftato commeffo un* errore , tenendo la bambina una notte nell' ifteffo let- to col fratello, che aveva il Vajuolo. Si potrebbe fofpet- tare , che mediante queft' inavvertenza fiafi il Vajuo- lo con maggior* impeto fufcitato , ovvero ancora, che ^i già naturalmente aveflc principiato a fprigionarfi quando fu iftituito 1* Innefto . Propongo quefti dubb;, non decido di nulla . Quefta bambina nel corfo del Vajuolo è fta- iHa parimente più volte veduta da quei medefimi, che hanno veduto 1' altro fratello. Lda parimente non ha avuto di dopo verun* inco- modo , ed è fiata fempre fana , cflendo di già paffa- ti due anni , ora che da* miei Commentar; traferivo la narrazione del di lei Vajuolo inneftato . Ha avuto ncir Ottobre paffato 1750. la Rofolìa ; in pochi gior- ni , e con poco incomodo fé n* è liberata. finalmente quefla bambina, dal giorno quarto dell' B 2 Innefto 13 ATTI Inneflo fino a tutto il termine del Vajuolo , ha bevu- to di continuo acqua fatta prima bollire , e poi ghiac- ciata per impedire la generazione de* Vermi , 1' uova àe\ quali con molta probabilità fi puole avanzare , che per mezzo dell' acqua frequentemente s* ingollino i e Jo fleflb Verme chiamato Taenia , benché da molti Fifici fia {lato tenuto , e creduto per una fpecie fara^ Jttica , fiamo prefentemente afiicurati dalle ofiervazioni del chiarifiimo , e dotto Sig. Carlo Linneo , che elfo vive , e fi trova nell* acque com* Egli la prima volta r ha fatto conofcere Y Anno 1734. efaminando cert* acque acidule , nelle quali sì fatti Vermi oflèrvò ia abbondanza. PREMESSA ALLE TRE SEGUENTI STORIE. Innefto del Vajuolo , che fi narra nelle tre Sto- L rie , che feguono, è fiato fatto principalmente per avere una conferma dalla propria Autopjìa , che il Va- juolo innefiatoè'un' legittimo, e vero Vajuolo, conforme di poi quefia folennilfima verità con rfgorofo ragionamen- to ho dimoftrata nel Corollario I. II. , e III. del mio di- fcorfo dell' innejlare il Vacuolo . Quefti tre innefti fono itati fatti in tre fanciulli fratelli di razza Conta- dina, la Madre de* quali , dopo la morte del Marito loro Padre, erafi dalla Campagna ritirata nella Città, perfuadendofi in quefta maniera di potere con mino- re difficoltà foftentare la fua povera famigliuola . Effa abitava in Siena nella Parrocchia di S. Clemente . I tre fuoi figliuoli fi chiamavano , il maggiore Giovanni , e caminava per 1' anno undecimo j il fecondo era una Ragazza Dell' Accademia 13 Ragaz2a chiamata Lifabctta , ed era d' anni nove i il terzo fi chiamava Antonio dell' età di cinque anni . Quefta Famiglia , vivente il loro Padre ha Tempre a- bitaro in Campagna di terreno umido, ed* Aria bafla } Contuttociò la compleflìone , e l'abitudine del corpo di qucfti ragazzi era , per quello che fembrava , buona , e forte . Effì avevano un buon colorito , e nel corpo erano formati , e ben difegnati , ne al riferire della Madre avevano mai avuto malattie , ed erano crefciu- ti con fomrao vigore . Lifabetta folamente , circa il decimo mefe nel mettere i denti fu attaccata da gra- ve febbre acuta con Afbthe alla bocca , onde per al- cuni giorni la Madre non fece conto della di lei vitaj parimente di due armi ebbe fl Vajuolo falvatico , o ^aqjaglione , come chiamiamo in Tofcana certe bolle , che air Uomo fono folite per lo più venire nell* in- fanzia , e fono puHule molto fimili nella grandezza , e nella figura al Vajuolo , e fono quafi una fpe- cic di Vefciche di colore bianco , ripiene di fiero, le quali in tre giorni fogliono difTiparfi , e rifeccarfi, ne hanno feco accompagnato alcun pericolo , e ge- neralmente non danno la febbre . Si foltanto ordinai alla Madre, che per 1' avvenire, loro non ficelfe mangiare Civaje, e Cavolo j e che né punto , né poco airaggiaflfero ii vino i ma fopratutto raccomandai alla medefima , che tenelfe riguardati quefli Figliuoli dal frefco , e gli te- neflfe in cafa , e che fi afleneflfc d* intimorirgli colle grida , e colle minacce ,- e perche ella non fofle nella dura neceffità di trafgredirmi col mandargli fuori a guadagnarfi il vitto , le feci , e le procurai alcune e- Jemofine . Di quefli tre Innefli il Giornale è interrotto , noti effendomi riufcico di potergli tute' i giorni vifitare, par- ticolarmente mediante alcune gite dovute farfi da me fuo- 1 Deil' AccadìemiA! '■|c fuori della Città • Del che ancora io ho creduto de- bito darne avvifo. Storia III. ADÌ 6. d' Agoflo dell' Anno raedefimo 175 S.èfta- to fatto r Innefto a Gio: fuddetto. : Secondo giorno. Sfafciati i tagli, era la bambagia attaccata ai medefimi, efTendo afciugati . Stava bene, fpffriva poco volentieri di non potere ftare per le ftra- de, ^. S^fto. I tagli infiammati, gonfiati, marciti , doleva- no , puzzavano , gemevano , attorno delle bollicine \ Il polfo celere i la faccia pallida, era mefto> Nel refto come ne* primi giorni . Ottavo . I tagli erano più gonfiati, più rofii all' intorno l più marciti, più dolenti j la faccia pezzata di roffo j gì' occhi carichi, la fronte calda, il polfo celere . Era inquieto > la notte ebbe il fonno interrotto j ha orinato /pefTo, crudo. ^, l^no. La fera era febbricitante > ha fofferto degli fco- timenti alle braccia, e delle punture ali* afceilej i ta- gli afTai imbiancati. , e gonfiati s la loro materia era più groHai non ha mangiato come al folitoj non fi è al- zato dal letto > la notte come 1' antecedente > ha ori-- nato meno. ...^Decimo. Tutto in calma, il polfo appena celere."- La fera è comparfo il Vajuolo j tfe bolle nella fac- cia , alcune intorno a' tagli . Ha avuto appetito ; t ta^Ii geitarono» Decimo^. llg A T T t Dec?moquinto ". Il Fanciullo s è alzato dal letta 1 Le bolle poche , radinfime , marcivano , ingronTavano-, I tagli slargati afTai , davano moka marcia fetente . Nel rimanente bene . Decimofettimo. Le bolle quafi feccatc . l tagli con fondo di buon colore j la marcia buona , concot- ta . Vici di Cafa , flava bene . Trigcfimo . Un braccio era cicatrizzato, 1' altro po- chi giorni dopo . Appena fi canolcevano te macclìic delle bolle. In queft' Innefto i tagli s allargarono aflTai , e fi profondarono non poco, hanno gettato molto. Le bol- le non pafTarono in tutte il numero di trenta , n* eb- be otto nella faccia . Il ventre e flato ubbidiente •» 1' orine non fi fono potute oHervare i ha riferito la Madre che foao fiate buone . Storia IV. I Nneflo di Lifabetta. Giorno Secondo . I Tagli fi fono ritrovati frefchi i flava bene . Seflo . I tagli con del rofTo ali* intorno , conain- ciavano a gonfiare . Nuli' altro . Ottavo . I tagli diventavano bianchi , dolevano > erano comparfe le bollicine . Ha fatto degli flarnuti ; s' è ghiacciata , è venuta la febbre , era fonnac- chiofa . Nona . Stava meglio j il polfo appena celere . Era ilare Dell' Accademia ^y, ilare j è ufclto il Vajuolo , nelle braccia attorno *i tagli . Non fi è alzata di letto . .Decimo . Un intera calma . Altre poche nuove bol- le , due nella faccia . I tagli gettavano. Decimoterzo . Le bolle marcivano , erano rileva- te . PafTeggiava per la Cafa flava bene . 1 tagli do- levano, erano aperti , la materia concotta , puzzava . -Deciniofettimo . Erano cadute tutte le crofte . 1 tagli ripurgati , cicatrizza v^.no , nei ventèlimo erano richiufi . >Sono fiate quindici le bolle di quefto Vacuo- lo » due fole nella faccia . La Fanciulla non ha per- duto mai il gufto-del mangiare , appena è parato., ?he fu ftata malata . Ha orinato , ed è andata di corpo fempre da fana . Le macchie prefliflimo fi fono perdute . Le bolle non fono fiate grofTe , hanno avuto nel principio della fuppurazione, un largo cerchio rofTo air intorno. Storia V. I .Nncfto d' Antonio . Secondo giorno . I tagli rifeccati j nicnt* altro dà nuovo . Scilo. Tutto palla va bene, i tagli arrolTivano . Ottavo .1 tagli imbiancati, gunHati , dolevano. Il ri* manente come prima . Nono . Aveva la faccia carica , faceva delle mutffi< 1% Atti zloni j era inquieto , caldo, il polfo frequente . I ta- gli, facevano il loro corfo , intorno agi' ilieflì nate del- le bollicine, già erano aperte, gemevano, puzzavano. La notte ha ripofato interrottamente. Decimo . Era caldo , fmaniofo , febbricitante , il polfo irregolare , gì' occhi carichi , lucenti , non fop- portava la Luce . Non ha mangiato . E* ftato fonno- lence i i tagli infradiciavano . Nella fera maggior cal- ma > è ufcito il Vajuolo , tre bolle nel collo , altre interno a' tagli . Decimoterzo . Non ufciva altro Vajuolo . Le bolle pochifTime, radiffime, crefcevano, avevano fatto la pun- ta bianca , alla bafe erano con largo cerchio rodo . I tagli dolevano affai , gettavano , puzzavano al fohto . Del rimanente tutto bene . Girava per Cafa . Decimofctcimo. Le bolle colle crolle , alcune cade- vano . I tagli niortravano un buon fondo , non erano tanto fetenti . Tra 'l ventèlimo , ed il trentefìmo fi fono cicarrizati . Tutt' è andato bene i le bolle noti hanno trapailato il numero di quaranta j fette tra '1 collo , e la faccia j il maggior numero intorno ai ta- Qojefto bambino parimente s è fgravato fempre con re^oiaiiìà, e da fano j .cosi ancora xielle orine. SCOLIO. LA Stagione nel principio di qaeft' Innefti è fiata calda , e fercna j alcune piogge venute circa il fi- ne la moderarono. Quefti fanciulli di -dopo hanno fe- ^uitato, per quanto è a mia notizia , a liare fempre Une, e godere ti'una buona falute. . STO- Deil* Accademia ip Storia VL IN queft* ifte(To Anno 1758. alla metà del Mefe di Settembre è flato fatto 1* Innefto del Vajuolo alla Isobil Fanciulla Signor* Anna de* Vecchi dell' età d* anni 17. d* un' abitudine del corpo fana,e fanguigna, di carni bianche , e delicate , d' una flatura alta , e di belle , e gentili fattezze , di già da tre anni men- fìruata . L' Innefto è flato per 1* appunto fatto alla medefì.. ma due giorni dcpo avuti 1 Lunarj fuoi fgravj , col mezzo d* un taglio affai fuperficiale in ciafcun* braccio, a cui s* è applicato un filo di bambagia intinto nella marcia di bolle mature di Vajuolo naturale d* ottima qualità d' un Fanciullo fano dell* età di quattr* Anni, figliuolo di Padre , e Madre parimente fani , e gio- vani . La marcia è ftata tolta nel medefimo giorno , in cui s* è fatto r innefto. Primo, e fecondo giorno . Nulla in quefta Dam e compar/o di nuovo , flava bene . Terzo . Sfafciati per la prima volta la mattina i tagli , il (ìniflro era frcfco , e fanguinofo , 1' altro alciugato . i^cguitava a flar bene. Quarto. I tagli principiavano a dolere , a gonfiare, aveano del roflo attorno i era lafla , pallida in fac- cia i ha fentito de* dolori alle reni , nelle giunture . Ha orinato crudo, la fera anco confufo con fedimento, bianco . 11 polfo era baffo i il rimanente bene . C 3 Quinto. 20> A Quinto . Le medefime cofe j la fera però il polfo era più banfo , difuguale con del calore alla telta > gì* occhi pungevano. Serto . I tagli gonfiati di più, principiavano a imbian- care, intorno crefceva il ro(To, ed era più vivo, dolevano anche più. Come negl' altri nate le folite bollicine > ha avuto qualche dolore lancinante all' afcelle . Nella notte è flato il fonno interrotto. Il rimanente al folito. Settimo. La mattina pallavano le ftelTe cofe ; circa il mezzogiorno elFendo quefta Dama a udire la MelTa nel- k Domeftica Cappella è fiata forprefa da un'' leggie- ro dsh'quio , dopo s' è rifcaldata j la fera era fii;bbri- citante i non foFFriva la luce, gì' occhi erano fplendcn- ti , aggravati . Doìevate la tefta, lia (offerto delle pua- lurc frequenti ne' tagli , allo flomico , i dolori alle afcelle erano più forti . L' orine più colorate , confu- fe . In queAo giorno s' è pofta in letto . Ottavo. Seguitava la febbre,, e le medefime cofe; non ha mangiato coli' ifldfo guflo • Nuovamente dopo il mezzo giorno s' è rifcaldata . Sopraggiunfe la febbre ; fof- friva del dolore neli' ingollare i ha bevuto più del fo- lito . La faccia qra carica, pezzata di rolToj marcite, ed aperte le bollicine nate intorno a' tagli > i medefimi puzzavano , gemevano i la notte è Itaca quieta . Nono. Tutuo in calmi j è venuto fuora il Vajuolo, una bolla nel mento , tre fé ne fono vedute nel fol- lo } la fera altre nelle braccia in vicinanza particolar- mente 2* tagh . Quefli affai imbiancati , e gonfiati , snolto più dolevano . Decimo . Era fenza febbre i il Vajuolo feguitava ad afcire , rado , di buona qualità . Undecirao . Seguitava T ufcita del Vajuolo ; delle, bolle Dell' Accademia- i.i fcoll'c anco nelle gambe j le prime nate avevano la pun- ta bianca , ingroÌTavano . I tagli puzzavano a(Tai , era- no aperti , gettavano in abbondanza j T orine ritorna- te naturali . Il rimanente bene. Duodecimo . Era finito d' ufcire il Vajuoloj le bel- le facevano il loro corlo . Decimoterzo . E' ftata un poco più calda del folito ] meno quieta 3 il polfo celere j le bolle della faccia tut- te bianche , aliai rilevate , con poco rodo alla bafe. Decimoquarto . Anco 1* altre bolle bianche j nienc' altro . Decimoquinto . Si feccavano le bolle ; i tagli mo- flravano buon fondo Decimofelto . Dalla faccia cadevano le crofte .' Per la prima volta s è alzata dal letto. Decimottavo . Tutte le crofte cadute . I tagli Se- guitavano a gettare materia migliore . Accanto al taglio del braccio deftro s* è formato un foruncolo , in tre giorni s' è aperto. PalTato il quarantèfimo i tagli (ì fono ridotti a ci- catrice. In querto Vajuolo d* Innerto le bolle fono fiate groffe , 1* une difcolle dall' altre . Nella faccia fé ne contarono quarantanove i un numero quafi u- guale nelle braccia , delle quali la parte maggiore s' è veduta intorno a' tagli ì venti per le gambe , e po- che più ci fu riferito edere venute nel rimanente del cor- po . Le medelìme non hanno lafciato in alcuna par- te verun' fegnale j è bensì vero che le macchie fi fono, conofclute per molto tempo dopo . Cicatrizzati i ta- gli , le margini de* medefimi per qualche tempo han- no doluto . Quella Nobil fanciulla per tutto il corfq del Vajudo ha avuto il ventre Iticico , q nell' unde- cime) 22 ATTI cimo giorno le fi procurò il benefizio del medefim» per mezzo di un Criftere comune . Parimente quefta Dama avea Tempre appetito , e fi lamentava della dieta , a cui era tenuta , e folamentc il giorno ottavo , come di fopra fi è notato , e fi è veduto , non mangiò coli* ittelTo gufto del folito. SCOLIO. QUefta Nobil Donzella avanti di venire all' Tnnc- fto del Vajuolo prudentemente è Itata preparata al medefimo dal di Lei Medico ordinario Sig. Dotto- re Salvatore Galletti Caftel lucci , del quale da me è ftata fatta lodevole menzione nel difcorfo pubblicato dell" Imejlare i Vajuoli . Quefta preparazione è confilli- ta nell' ordinare primieramente alla medefim i un vit- to tale , in cui fi faceOTe un moderato , e parco ufo delle carni , e de' brodi i e l* aftinenza dal vino , facendole di più ogni giorno per molto tempo avan- ti bere acqua nitrata . Parimente il medefimo ftimò opportuno , che 1' Innefto fi facelfc nell' Autunno, ben- ché la Nobil Fanciulla già fin' dall' ultimo mefe di Luglio di queft' anno fuddetto fi folfe determinata di farfi venire artificiofamente il Vajuolo , avendole in quelt' Anno dimoftrato la fperienza quanto malagevo- le , e cattiva cofa poflfa efiere 1' afpettare , che natu- ralmente nafca , e facendole in oltre la medefima ri- cordare i funeffi efempli del Vajuolo naturale ac- caduti pjch' anni prima ne' di Lei più itretti con- fanguinei. finalmente per avvifo del medefimo Sig. Dottore Gal- Dell* Accademia 23 Galletti Caflcllucci' , e mio fi fece fare all' ifteHa alcune volte il bagno univcrfale d' acqua dolce tiepida i ed il giorno avanti 1' Innefto ella fi cavò fangue dal braccio . La ftagione è ftata temperata , ed in fine piovofa » I venti Aultrali fono itati quegli , che più fpefTo hanno regnato . Quefta Signora di dopo ha goduto , e fegue a go- dere una perfetta falutc , ed è contcntifliìma d' ef- ferfi apprefa al partito di farfi innelUre il Vajuolo. Storia VII. ADÌ 12. Ottobre di qucfto medefimo Anno 175 S. è (tato fatto 1' Innefto del Vajuolo al Sig. Gif- mondo figliuolo del Sig. Dot. Giacomo Pagliai abitante rei Terzo di Città , Parrocchia di S. Pellegrino . Elfo era d' un' abitudine del corpo fana , e buona , e di beli' afpetto , dell' età di anni otto . Primo giorno . Nulla , ^ Secondo . I tagli sfafciati fi trovarono rofiì , e mar- citi , e maggiormente il finiftro . Dolevano qualche po- co. Del relto come da fano. Terzo, e quarto . Niente di nuovo. Quinto . I labbri de* tagli principiavano ad imbian- care , dolevano di più. Il rimanente come avanti. Sedo. I tagli più aperti i imbiancati , più dolenti, gonfiati, intorno più infiammati , con delle bollici- ne. Ha orinato molto, crudo_,confafoi era taciturno, non aveva '24 'A T T -i aVeva gufio al cibo ^ chiedeva cofe ftravaganti } la h(> eia faceva delle raunazioni . Dopo il tramontar del So- Je fi rifcaldò, è ftaco febbricitante. La notte fìì nojofa. Settimo. Non s' è alzato di letto j feguitava la feb- bre , non {offriva la luce. I tagli più fqppurati, più dolorofi, fetenti 3 gemevano i r orine buone. Il rima- nente al folito. Ottavo . L' incifloni più marcite , più gonfiate , get- tavano materia groHTa , puzzolente , dolevano > le boi» licine imbiancate , aperte. Dopo '1 mezzo giorno fi rifcal- dò di più , la febbre maggiore j ha avuto degli fcotr- menti , degli sbadigli, de' dolori alle ginocchia , ali* afcelle. Ncllafinillraarcéllaècomf^rfoun nocciolo. L'ori- ne crude , molte , confufe 5 la notte fenza fonno con vaneggiamenti. Il ventre ha fatto urta molTa da fano, erano tre giorni, che non avea avuto il benefizio del corpo. Nono . r tagli al folito i feguitava la febbre, era accefo . Si fono vedute alcune ftille di fangue dal ria- fo 3 ha vomitato amaro, pituitofo, giallaltro i era fon- nacchiofo , 1' orine buone» nella fera maggior quiete j è ufcito il Vajuolo , tre bolle nella faccia, altr« fei nel- le braccia . Decimo. Era in un* intera calma. Altre nuove bolhjt radiflime , anco nelle gatiabe} i tagli al folito. Undecimo . 1 tagli gettavano aitai > era finito d' u- fcire il Vajuolo j le prime bolle facevano la punta bianca . Duodecimo, e decimoterzo. S' è alzato di letto 5 tutto andava bene. Decimoquinto. I tagli aflai allargati , fordidi j le bol- le marcite . Decimofefto , e decimofettimo. Itagli moftravano bucm sfondo j Dell* Accademia 25 fondo 5 la materia pochifTimo fetente s le bolle appaf- flvano . Stava al folito bene . Decimottavo . I tagli erano ben ripurgati, le bolle feccace , cadevano le crofte . Nel vigefìmofettimo i tagli erano cicatrizzati . In que- fto Vajuolo inneftato il vifo ha avuto fole fei bolle, u- na ventina fé ne contavano nel rimanente del corpo. L' incifioni fi fono allargate molto , e molto anco an- no gettato . Le bolle fono ftate piccole . Il ventre per lo più ubbidiente, e come da {ano. Storia Fin. NEI fuddctto giorno 12. Ottobre 1758. è flato pa- rimente inneftato il Vajuolo alla Signor' Alba Sorella del predetto Sig. Gifmondo Pagliai , dell* età di anni 6. , d' un* abitudine di corpa delicata , e gra- cile , però fana. Primo giorno. Non ha ripofato con quiete j del ri- manente nulla di nuovo . Secondo . Sfafciati i tagli , èrano aperti , fanguinofì , con roffo air intorno , fono doluti . Terzo . I tagli dolevano di più , erano gonfiati j ha orinato in quantità, crudo, confufo, d* odore acuto^ Nient' altro . Quarto . Si mantenevano le fteflTe cofc . Quinto . I labbri de* tagli imbiancavano 5 ha avuto tre fcarichi di ventre di materia di mezza confiftenza . Il rcfto tutto come antecedentemente. D Sefto 26 Atti Serto . Facevano i tagli 11 loro corfo. Il polfo era turbato ■■, due volte le fi fcaricò il ventre, non ha dor- mito conforme il confueto . Settimo . I tagli puzzavano . Nacquero attorno le {olite bollicine 5 1' orine al folito confufe , crude . La- mentavafi della gola ; il rerto al folito . Ottavo . Al mezzo giorno ha avuto freddo , e de* dolori di corpo . Il poHo celere, disuguale i nella fera aveva del calore alla fronte , Le doleva il capo , del refio come avanti . Nono . Non s' è alzata di Ietto 3 feguitavano le me- delime cofe. Di nuovo al mezzo giorno fi ghiacciò» dopo non molto rifcaldata s' accefc > era febbricitan- te . GÌ' occhi luftri non reggevano alla luce i 1* o- rine accefe , e poche . La notte molerà ■■, ha bevuto. Decimo . I tagli affai gonfiati , e bianchi , dole- vano . Tutt' il refto in maggior calma » è ufcito il Vajuolo , due bolle nella faccia , quattro pel rima- nente del corpo . Undecimo . Sono comparfe altre nuove bolle ì i ta- gli gettavano affai , puzzavano . E' andata alla fedia da fana j 1' orine buone, flava bene. Duodecimo , e decimoterzo . Le bolle marcivano , rilevavano , avevano all' intorno un' aOTai larga rofcC- p . I tagli al (olirò j feguitava a flar bene . Decim^quarto . Le medefime cofe . Decimoquinto . Le bolle marcite . I tagli fi fpo- gliavano . Decimofefto . Le bolle erano feccate , cadevano le crolle . I tagli ripurgati . Stava bene . Nel vigcfimo-. quarto ^\ chi afero. Qiieita bambina dal Nono fino al Decimoquarto è fta- Dell' Accademia 27 ftata in Letto . Il numero delle bolle è fìato di Tedi- ci , due n* ha avute nel vifo, ne fono crefciute mol- to i i tagli hanno gettato meno che quegli del fuo fra- tello. SCOLIO. IL Vajuolo adoperato peli* Innefto nelle due fopra- dette Storie era ftato pigliato un mefe avanti d tutti però d' un' indole bel- la D F, L L* Accademia 2^ la , e di foavl maniere , del loro corpo affai delicati , ne affuefatti al vino. Pochi giorni avanti T Innefto feci loro diminuire no- tabilmente r ufo delle carni , ordinandogli un virto femplice , e moderato , col quale volli che fotfero te- nuti per tutt* il tempo del Vajuolo. Tre giorni avanti , che fi facelle 1' Inneflo ordinai , eh* a ciafcuno fi cavaffe un poco di fangue dal brac- cio , proporzionandone la dofe alla loro refpettiva età, ed abitudine del corpo . La ftagione , che regnava in principio era tiepida , e fcrena , ma poco dopo cambiata , divenne piovofa, e regnarono moltilTimo i venti Auflrali . Il Barometro in quefto tempo s' abbafsò fino a ventifei pollici , e tre linee , eh* è ftata la più baflTa altezza del medefi- mo , eh' io abbia mai oflfervato in Siena . La materia per queft* Innefti era ftata tolta dalle bolle del Vajuolo innevato a' figliuoli del Signor Dot. Giacomo Pagliai , e 1' Innefto è flato fatto con un* incifione nell' uno , e nell* altro braccio . Storia IX. I Nnefto della Sif£nora Giovanna Tofi Primo , e fecondo giorno . Nulla di nuovo, Itavi eom' avanci all' Innefto . Terzj . Sfafciati la mattina i tagli , erano aperti , umidi, con del rolTq ^U' intorno . li fiaillro anch; gon- fiato 30 ATTI fiato i davano qualche dolore . L' orine in maggior copia del confueco , confufe . Il refto com* avanti. Quarto . Seguitava nel folito flato . Quinto . I tagli più rofTì , più gonfiati , chiufi , dolevano , principiavano ad imbiancare. Serto . Dolevano di vantaggio ; nuli' altro. La fe- ra ha fatto delPe mutazioni nella faccia. Era inquieta, il polfo agitato . Settimo . Seguitavano ì tagli a marcire . Il polfb celere ; la tefta calda , aggravata i più frequenti le mutazioni della faccia. Dopo il mezzo giorno ha avu- to freddo , s' è rifcaldata , era febbricitante > il polfo con delle difuguaglianze . Era fonnacchiofa , mangiò meno del folito . I tagli affai più turgidi , dolorofi , li rollo all' intorno maggiore . L' orine feguitavano crude , un poco confufe > il ventre ha molfo natu- ralmente in tutti quefli giorni . Non s* è alzata di lecco j la notte s' e psffata con fonno interrotto . Ottavo. Seguitava la febbre , e la difuguaglianza del polfo i gì' occhi erano carichi , non foffnva la luce i aveva delle punture all' afcelle , e ne' tagli . L' orine crude , e maggiormente confufe . Il refto al folito . Sulla fera di nuovo il freddo > è fiata me- no calda , la febbre minore . Ha avuto della nau- fea , del dolore allo ftomaco , dell' amarezza alla boc- ca , I tagli gonfiati , e marciti aliai, puzzavano; fo- no comparfe le folite bollicine , una intorno al taglio deftro della grandezza d' una lente, la quale era mar- cica , e piena di fiero . La notte come 1' antecedente. Nono , Ogni cofa in calma ■■> i tagli facevano il lo- ro corlo , gemevano fiero puzzolente , le bollicine aper- te , ha facto de^li ilarnuti . Nella fera il folito fred- do. Dell* Accademia ' 31 do y la febbre come nel giorno avanti. Ha avuto dei dolori di corpo. La notte con Tonno meno interrotto. Decimo. Tutto in migliore fìato, è ufcito il Vacuo- lo, una bolla nel collo, una nella faccia, ed altre d' intorno a* tagli, e qualcheduna per le gambe . Il polfo appena celere > i tagli imbiancati a(Tai , gemevano di piiu nella fera fono venute alcune gocciole di fangue dal nafo. Il polfo più celere , la fronte calda i di tanto in tanfo del dolore allo Itomaco . Sono ufcite altre nuo- ve bolle, benché in poco numero. L' orine al folito crude, e confufe > la notte con fonno . Undecimo . Seguitava nel medefimo tenore i le bol- le rilevavano, ne nafcevano altrei 1' orine di buon colo- re con fedimento bianco. Decimo. Era quafi in un' intera calma > s' è vedu- ta anco qualche nuova bolla i quelle alla bafe avevano un largo cerchio rodo j nelle prime di già la punta era bianca j ì tagli gettavano , puzzavano più del fohto. Deciraoterzo. Era terminata l'eruzione ile bolle tut- te marcite , rade , poch'ITime ; flava bene. Decimoquarto. Le medefime cofe. Decimoquinto. Le bolle interamente marcite, e groffei i tagli gettavano materia cranfa, s' erano dilatati. Decimofefto. Le bolle fi feccavanoj i tagli avevano il fondo rodo,- feguitava nel refto a (lar bene. Decimofettimo . Cadevano le croftej i tagli dolevano, fi fono docciati con acqua tiepida j e fi medicarono colle fila afciucte. Decimotcavo. Qualche bolla nelle gambe era ancora Viva i da duie giorni s' alzava di Ietto i i tagli fi ilrin- gcvanoi Itdva bene. In 32 In quefto Vajuolo pochifTime fono ftate le bolle , nella faccia nove . I tagli fono doluti molto, ed hanno gettato alTai . Il ventre è flato più torto adufto ^ Storia X. JlNnerto del Sig. Marco TofI . . Primo giorno. Egli ha orinato molto j e crudo.' Secondo. Niente di nuovo i ha avuto due icarichì di ventre di media còfiftenza . Pigiato il luogo de' ta- gli , dolevano. Terzo . La mattina sfafciati i tagli j erano aperti , con del rofTo all' intorno . Era abbattuto nella faccia; non ha gurtato il cibo fecondo il folito . II polfo è flato profondo 3 1* orine naturali con delle fofpenfio- ni . Pafsò la notte con del fonno interrotto > il rima- nente come prima. Quarto . Il polfo celere j ì tagli chiufi , dolevano . Il refto al folito . Quinto . Tutto conforme nel giorno addietro .' Serto . Più frequenti le mutazioni nella faccia , era inquieto , fonnacchiofo. Il polfo più celerei i tagli gon- fiavano , e dolevano , il rollo intorno era allargato , puzzavano , nacquero delle bollicine . La fera era cal- do , febbricitante . Non s* è alzato di letto. Settimo . Le medefime cofe j le bollicine marcite > i tagli gemevano . L' orina cruda , in copia . Ha avuto una monfa di corpo di mezza confiftenza . La notte l* ha palTata più quieta. Ottavo Dell' Accademia gj Ottavo . Era più rifvegliato , più tranquillo 5 il pol- fo appena celere . E* ufcito il vajuolo , tre bolle nel Vì(o , alcun' altre nelle fpalle , e nelle braccia . I ta- gli gonfiati a(Tai , imbiancati j 1' orina buona i la notte con fonno . Nono . Seguitava a Tcappare il Vajuolo , radilTimo l non poco intorno a* tagli j ftava bene. Decimo .Era finito d' ufcirei le bolle .facevano la pun- ta bianca . I tagli aperti , gettavano , puzzavano i fc- guitava a ftar bene i non foffriva di dovere ftar* in letto . Undecime . Tutto benej marcivano le bolle, ingrof- favano i 1' orina buona con fediniento bianco. Decimoterzo . Le bolle principiavano a feccarfi 5 ha avuto tre moflTe di corpo . Decimoquarto . Cadevano le croflc ì i tagli di buon colore ) poco profondi. Decimoquinto . I tagli fi rijftringcvano . Nel vente- fimo erano cicatrizzati . Tutto è andato bene . Anche in queft* Innefto le bolle fono Itate poche , e radiflime , nel vifo cinque j nella fuppurazione fono affai ingroffate . Storia XL I N'nafto del Sig. Francefco Tofi. Primo , e fecondo giorno . Com' avanti l' Innefto. Terzo. I tagli fi fono trovati afciugati j nuli* altro. E Quar- 34 A Quarto . L* crine crude, confufe j feguitavaa ftar bene. Quinto . I tagli gonfiavano , arroffivano all' intorw no , nel mezzo bianchi , qualche poco dolevano . La faccia era pezzata di rollo , 1* orine con delle nuvole bianche. Sedo. Era inquieto, la faccia al folico i era caldo,' il polfo celere > i tagli più dolorolì , avevano maggior rodo nella circonferenza , puzzavano ; erano comparfe le bollicine . L' orine crude ; la notte con fonno in- terrotto s ha avuto degli fcotimenti . Settimo. Le medefime cofe ; non ha avuto gli fcotimenti . Ottavo. I tagli aflai imbiancati, le bollicine aperte j il relto al folito. Nono. Era taciturno, più inquieto, gli occhi cari- chi, lucenti, r orine accefe, confufe. Dopo il mezzo giorno s' è rifcaldato, è venuta la febbre j era fonnac- chiofo, pareva tremante. Decimo. Tutto meglio. E* ufcito il Vajuolo, al- cune bollo intorno a' tagli, due nella faccia , i tagli . ben marciti , bianchi aliai , gemevano . . Undecimo . Seguitava lo Itcflo miglioramento , ufci- . vano altre bolle , 1' orine naturali. Duodecimo. Era finito d' iifcire il V^juolo . Le bol- le alla bafe avevano un cerchio roifo uilicio. Decimoterzo. Le bolle colla punta bianca , i togli a- perti , vediti , gettavano aiTai , puzzavano , Decimoquinto. Le bolle marcite j tutto bene. Decimottavo . Cadevano le crolle i i tagli purgati . Stava bene. Palfato il ventefimo i tagli Ci fono rimarginati. Pa-. rimente in quelio Vajuolo le bolle fono liaie pochifli- me , tre ne fono nate nella faccia piccole , ma con tu^t- lociò piene . - In Dell* AecAbEMiA 35 ; Io queftò tempo il bambino non ha perduto mai 1* appetito i il ventre ha moOfo regolarmente , e periodi- camente. SCOLIO. IL Vajuolo non ha lafciato in veruno di quefti Si^ gnori fegnali , ò (ìano butteri . PafTato il ventefì- mo giorno fono flati purgati , e fono ritornati al foli- to loro vieto . MoltifTime degne perfone hanno veduto queft' Innefti , ed alcune volte i Signori Dot. Giufcp- pe Nenci , e Dot. Salvatore Galletti Caftellucci di (o- pra lodati, parimente gì' hanno veduti , e ponbno fa- re piena teltiraonianza del di loro felice efico . Poco dopo che furono ufciti dall' Innefto paffarono a Fiorenza co' fuoi degnifTimi Genitori , foddisfatti d' aver loro innevato il Vajuolo , dove io fono affjcura- to , eh' elfi godono una perfetta falute . PREMESSA ALLE DUE STORIE, CHE SEGUONO. GL' Innefti del Vajuolo a' due bambini feguenci è fla- to fatto il IO. di Dicembre in queflo medefimo anno 17 5 S. , nel qual tempo (ì fono provati i maggio- ri rigori dell' Inverno . Quefli bimbini erano figliuoli del Perrucchi^re Mi- chele Landi abitante nella Parrocchia di S. Martino via di P.intaneto poco fjtto alla Loggia de' Piccolomini . lifll erano d' un' abitudine di corpo fana , e bene for- mili nella perdona , dell' età , uno di anni cinque col E 2 no- ^6 Atti nome di Glufeppe , 1' altro di tre anni col nome d* Angelo . Otto giorni prima dell' Innefto è flato levato ai medefimi per mio ordine 1' ufo del vino , e delle car- ni, e fono flati tenuti con del riguardo. V Innetto è flato loro fatto al folito nelle braccia ^ ed il Vajuolo adoperato era d' Innefto ,e prefo dalle bolle del Vajuolo della Nobil fanciulla Signor' Anna de' Vecchj^ Storia XIL I Nnefto del Vajuolo di Giuseppe. Primo giorno . Il bambino è flato bene i fulla fera fi fono oflervati de' turbamenti nella faccia i ha avuto degli fvenimenti . Secondo . Er^ tranquillo . Terzo . La mattina sfafciati i tagli , erano quafì afciugati . Del rimanente nulla di nuovo. Quarto . I tagli arroffivano , qualche poco dolevano. Ha orinato in abbondanza, crudo, confufo i nel reflo pulla. Quinto. I tagli gonfiavano j i polli inquieti} nella faccia delle frequenti mutazioni i 1* orine al folito. Sefto . Erano le medefira? cofe > intorno a' tagli fio- rivano delle bollicine. Settimo. I tagli imbiancati ne' labbri , maggiormen- te gonfiati , intorno più rodi > le bollicme aperte . 11 fimanente al folito , Ottavo Dell' Accademia -37 Ottavo. I tagli come nel giorno addietro. Al tra- montare del Sole s* è fatto inquieto , fmaniofo > il pol- fo celere, era fonnacchiofo j dolevagli la tefta 3 ha avu- to delle punture all' afcelle, allo ftomacoj non ha ce- nato col folito appetito. Nono . Nella fera ha avuto freddo , degli fcotimen- ti . Era febbricitante , non fofFriva la luce . Gì" occhi erano accefì j il fonno interrotto ^ 1' orine poche , colo- rate, nuvolofe . £' flato ordinato di tenerlo in letto. Decimo . I tagli molto gonfiati , gemevano fi#- ro fetente. La fera s' è rifcaldato, nuovamente era feb- bricitante ; ha fatto degli itarnuti i nella notte ha dor- mito, ha fudato. Il rimanente come prima Undecimo . Tutto con più quiete i i tagli lo mole- ftavano atfai , parevano due polleme mature non anco fcoppiate . La fera comparve il Vajuolo , una bolla nella faccia, altre pel corpo i T orine naturali j la not- te con fonno j ha fudato. Duodecimo. Scappavano fuori anco altre bolle j i ta- gli dolevano, gemevano di piùi le bolle nelle braccia avevano una larga rofetta attorno. GÌ' era ritornato ii gufto di mangiare > ha avuto una moda di ventre na- turale dopo quattro giorni . Decimoterzo . Non ufciva altro Vajuolo ,• le bolle facevano il loro corfo j i tagli allargati , ed aperti , del rcflo ikva bene . Si teneva in letto mediante la (tagio- ne. Decimoquinto. Le bolle erano marcite,? ben rilevate J Dccimofettimo. Erano le bolle già appafTite j ne fo. no ufcite di nuovo tre nelle gambe. I tagli principia- vano a mollare il foqdo rodo j paleggiava per la Ca- la . Aveva Appetito. yigefimo. J$ ATTI Vigedmo. Erano già cadute le crofte .' Trigefimo . I tagli erano per anco aperti j uno s* è richiufo circa il quarantefimo giorno , 1' altro di lì a non molto . Quefto bambino non ha avuto , che quarantaquat- tro bolle di Vajuolo , tre fole nella faccia i le mac- chie (rfono perdute predo j i tagli erano divenuti due ulceri confiderabili d* un diametro all' in circa di quat- tro linee di pollice Parigino, hanno gettato aflai , fono molto doluti i le bolle fono ftate belle , e grofle . Il bambino nel corfo del Vajuolo s' è fcaricato di rado del ventre, e femprc da fano . Alcuni mefi dopo fu attaccato da una bolla erpetiginofa fotto il mento , e colla femplice lavanda è guarito. Prefentementc è ve- geto , ed è ftato di dopo fempre di buona fanità . Storia XIII. I Nnefto del Vajuolo d* Angelo." Giorno primo , e fecondo. Nulla di rimarcabile. Terzo. I tagli la mattina sfafciati erano afciutti. Quarto. Cominciarono ad arroflìre > il bambino iU- va bene . Quinto . Ne' tagli crefccva il roflbre , gonfiavano l Cono doluti . Serto . I tagli più infiammati , più gonfiati , bian- chi nel mezzo , intorno le bollicine. Settimo. Seguitavano le fteffe cofe ile bollicine aperte. Ottavo. Dell* Acca D EMI A ^ Ottavo . Erano le medefime cofe ; feguitava a ftar bene . Nono . S' è lamentato afTai de' tagli , maHimc, d' uno. Ha fatto delle mutazioni nella faccia ; era in- quieto, taciturno. La notte dormendo ha avuto degli fcotimenti , ha arrotato i denti , $* è {vegliato più volte urlando , Decimo, l tagli più imbiancati , più gonfiati , puz- zavano > il rimanente al folito . Nel mezzo giorno s' è rifcaldato , era febbricitante, fonnacchiofo. La fera fi fono fcoperte tre bolle di Vajuolo , una per le guan- ce , e due nel collo , La notte è ftata più quieta . L' orine , che fino a quelto giorno furono crude , ed in quantità, fono venute più concotte, e naturali . In que- iìo giorno è ffato polfo a letto , Undecimo . I tagli principiavano a gemere > fi fono vedute altre bolle > il refio tutto bene. Duodecimo . Non fi fono vedute nuove bolle ; i ta- gli erano ben fuppurati . Le bolle s alzavano , aveva- no la punta bianca .A gran pena poteva tenerfi in letto. Decimoquarto. Le bolle interamente marcite. Decimofettimo. Erano cadute le crofte> i tagli fpo- gliati . Erano quattro giorni che il bambino ufciva di letto > mangiava di tutto . Dopo il trentefimo i tagli hanno cicatrizzato . In querto tempj nel braccio finiliro in vicinanza del ta- glio e comparfo un foruncolo , in tre giorni ha fatto il fuo corfo . Qtieito bambino non ha mai perduto il gufto al mangiare j. ha avuto una fola febbre aliai mi-, te i è durata meno d' un giorno . Le bolle fono fia- te in tutto dodici , una fola nella faccia 3 non fono •io^rod'are ir.ult^ , appena hinno lafciaco macchia . I tagli 40 ATTI tagli non fi fono allargati , e profondati molto ; mo- deratamente hanno gettato . Dopo di corpo è fla- to Tempre fano , fé non che anno paflTato fofferfe un piccolo erpete miliare nella cintura . Un mefe dopo fiì travagliato da un' dolore dentro un* orecchio, il quale in due giorni fi dileguò , eOTendo ufcita dal mea- to uditorio un' poca d' acquiccia. SCOLIO. Molti fono flati quegli , che hanno più volte ve- duto quefti due bambini nel corfo del loro Va- cuolo inneftato , i quali pofìTono far fede della felicità di queft' Innefli . Citerò folamente due miei Signori Colleghi , cioè il Sig. Dot. Girolamo Girolami , ed il Sig. Dot. Salvatore Galletti Caitellucci , il quale ave- va anco animato il Padre loro a fottoporre i tnede« fimi a quefl' operazione. Storia XIK ' Adì 8. Ottobre 1759. s' è fatto T Inneflo del Vajuo- lo ne' foliti luoghi delle braccia alla Nobil' bam- bina Signora Caterina figliuola del Nob. Sig. Conte Antonio Piccolomini dell' età d' anni quattro , d* u- una abitudine del corpo delicata , e gracile , di fpiri- to vivace , e fpeflo per T addietro cagionevole. Primo, e fecondo giorno. Tutto pafsò bene. Terzo . La mattina sfafciati i tagli , erano frefchi , e raz- .— ■ u-^j» Dell' Accademia ^l e razzati con dell* enfiagione ne' labbri .Verfo la fera ora fi ghiacciava , ora fi rifcaldava , ma tutto era paf- Teggiero i la notte non fu interamente quieta . E' ftata più calda del foiito . L' orine confufe , abbondanti , con redimento bianco. Quarto. I tagli chiufi , maggiormente infiammati,' dolevano , attorno il finiftro erano nate due bollicine. I polfi erano agitati i EOTa pallida j 1' orine crude , lat- tiginofe , col foiito fediraento. La notte come 1* an- tecedente. Quinto. Le medefime cofej i tagli più gonfiati , nuo- ve bollicine attorno il finiftro . Ha avuto due fcarichi di ventre di materia fciolta. Seito. Seguitava al foiito. Nella fera non foffriva molto la luce , gli occhi erano lucenti i i polfi cele- ri. La notte più inquietai de' dolori alle giunture. I tagli marcivano 5 è Hata in letto ; le bollicine aperte. Settii-no . S' è lamentata affai de' tagli 5 il refto al foiito j la notte fenza fonno. Ottavo. Era più calda, più inquieta. I tagli imbian- cati alfai , più dolorpfi , puzzavano ,■ del relto feguita- vano le medefime cofe . Sulla fera fi rifcaldò di più , era manifeftamente febbricitante, recufava il cibo. Refe 1' orine piCi colorate, confufe , in minor quantità» beveva. Nono. Seguitava la febbre, era come tremante, e pezzata nella faccia . Nel braccio deliro Ci fono fco- perte alcune bolle di Vajuolo > i tagli più fuppurati j fcguitava a bere. Nella fera ebbe maggior calma 3 il Va- •juolo fc< il rimanente al folito . La fera le bolle della faccia interamente mar- cite. La notte ha ripofato, ma con del fudore alla cute. Decimoquinto. Nella faccia le bolle appafl'ivanoj ha fudato i tutto il refto bene . Dall' undecime le orine, e gli fcarichi del ventre naturali . Dccimofefìo . Le bolle facevano la erotta i i tagli avevano buon colore , non puzzavano tanto, gettava- no poco . Decimofettimo . Le bolle quafi tutte rifeecate , ca- devano delle crofte , principiavano i tagli a riftringerfi. Aveva grand' appetito. Decimottavo. La bambina è ufcita di letto j le Gro- lle quafi tutte cadute . Stava beniftimo . Vigefimoquarto . I tagli erano cicatrizzati . Dopo la caduta delle bolle è rimafto fotto delle medefime un* rilevo nella cute della figura d'una lente, aliai roflfo, que- iìo s è fpianato coli' cftinzione delle macchie , le qua- li in^ breve tempo fi fono difnpate . Il Vajuolo è fta- " '. to Dell' Accademia 43 to coplofo -, ma tutto diTcreto j e d' ottima qualità ; le bolle fono ftate artai grofle . In queft' innelto s è avuta la febbre di fuppurazione . SCOLIO LA materia peli' Innefto è ftata tolta due gior- ni avanti dalle bolle d' un' Fanciullo contadino dell' età d* un* anno , e mezzo , eh" aveva un' ottimo Va- juolo . Alcuni giorni dopo che furono cadute le cro- ne,e cicatrizzati i tagli è ftata la nobii bambina pla- cidamente purgata per mio parere , e per configlio an- co del Sig. Dot. Girolamo Girolami Medico ordinario della di Lei Nobilidima Famiglia . Quefto dotto Me- dico, eh' alcune volte è intervenuto alla cura di detto Vajuolo può fare telìimonianza della verità dell' I- ftoria , oltre a tant' altre illuftri , e nobili perfone , eh' hanno veduto la bambina col Vajuolo . La mede- fima in appreffo , per quanto è a me noto , è ftata fana , e va crefcendo con molto vigore . La Ragione in quello tempo tu tiepida , e piu- tofto piovofa , ed hanno regnato de' venti Àuftrali. PREMESSA ALLE CINQ.UE STORIE, CHE SEGUONO. , E' Staro innevato il Vajuolo il giorno del 9. Maggio 17^0 a cinque figliuoli del Sig. Gio: Battifta Mo- ctnni abitante nella Parrocchia di S. Pietro a Ovile prelTo la Piazza de* PP. Conventuali di S. Francefco, e r innello loro è Itaro fatto coli* incifione , ò taglio in F 2 ciafcbedun 44 A T t ciafchedun braccio fecondo la mia pratica . II Vajuolo a ciò adoprato era da me fìato prefo alcuni giorni a- vanti dalle bolle d' un Vajuolo buono d' un' bambino nella Terra di S. Quirico Marchefato dell' IllulhifTimo Sig. Marchefe Flavio Chigi , nella quale io allora fui chiamato per vifitare uno di que* principali Terrieri malato di grave Epaiitide . Quindici giorni avanti di venire all' Innefto quefti fanciulli da me fono ftati preparati al medefimo, te- nendogli tutti ad un' efatta regola di vira, cioè, prin- cipalmente fcemando loro 1* ufo de' brodi , e delle car- ni , e facendogli interamente aftenere dal vino , e tra giorno ufare una tlpfana fatta, o d' orzo, o di latte di mandorle . Di quelti il maggiore fi chiamava Giufep- pe , e correva 1' anno dodicefimo, d' un* abitudine del corpo fana , e fanguigna. Il fecondo una fanciulla d* undici anni chiamata Girolama , fana , e di complcf- fione gracile . Il terzo avea nome Silveftro , ed era d' otto anni, fano, frefco, e robuffo . Il quarto era u- na fanciulla nominata Orfola di fett' anni , d' una car- nagione delicata , e parimente fana . Il quinto un bam- bino d' anni tre col nome di Carlo per 1' addietro fla- to più volte indifpoflo per cagione di febbri lente , er- ratiche j prodotte , e trattenute dagl' imbarazzi del baf- fo ventre , e di tanto in tanto folito avere delle bolle con groffa crofta pel corpo. ;[Sto3 Dell* Accademia 45 Storia Xl^. JLNnefto del Slg. Giufeppe^ Primo , e fecondo giorno . Faceva delle mutazioni nella faccia , nel rimanente non appariva novità alcuna.. Terzo . La mattina sfafciati i tagli , erano frefchi , fanguinofi ì flava bene. Quarto . I tagli chiufì nuovamente j mutazioni nel- la faccia i il rimanente come da fano • Quinto . I tagli attorno arroflfivano , in mezzo una linea bianca , fono doluti j verfo la fera il capo aggra- vato > r orine torbe , fenza colore j il rimanente co- me prima. Sefto . Cominciavano i tagli a gonfiare ; nella fac- cia le mutazioni più frequenti , 1' orine come avanti . Settimo. Attorno a' tagli Ci fono vedute d^lle bolli- cine rode; il polfo contratto, profondo. Era egli in- quieto j la notte con fonno interrotto j il refto al fo- lito . Ottavo . Più infiammati i tagli , più gonfiati , più marciti , più dolorofi . Le bollicine bianche , ed alcune aperte ; V orine naturali . Dopo il mezzo giorno s è rifcaldato , era febbricitante > s' è meffo a letto . La notte pafsò quieta. Nono. Le medefime cofe . Decimo . S* è larTaCntato d' alcuni dolori nelle dita de' piedi . La notte fmaniofa 5 il rimanente al folito. Undecime \ Nella faccia due bolle di Vajuolo , al- tre quattro pcr_ la vita. Era |fenza | febbre j ftava bene 5 i tagli 4«^ A T T k i tagli gemevano, puzzavano» non voleva rtare a letto." Duodecimo. I tagli gettavano di più. Altre poche bolle fcno compaifejil refto bene. Decimoterzo. Il Vajuolo era finito d* ufcire, le bol- le arroOivano , ingroflavano i facevano la punta bian- ca . I tagli feguitavano il loro corfo » noe s* è potu- to tenere più in letto. Decimoquinto . Le bolle marcite» i tagli davano ma^ teria grolla , e puzzavano aflTai. Decimofettimo. Erano cadute le crofte> il fondo de' tagli rodo. Vigedmofecondo . I tagli quali riferrati . Vigtfìmoquarto . Interamente richiufi. Quello lanciullo ha avuto fole dieci bolle , quat- tro fono Hate nel vifo i i tagli poco fi fono allarga- ti , e profondati . Non ha perduto mai 1' appetito . Gli fcarichi del ventre fi fono avuti ogni giorno, e come da fano. Sfona Xl/I. I Nnefto della Signora Girolama .' Giorno primo , e fecondo . Nulla di nuovo . Terzo . Sfafciati i taglj fi trovarono fangui'gni, fre- fchi i nuli' altro . Quarto . Era mcfi:a con delle mutazioni nella faccia. Ha vomitato . 1 tagli richiufi , del rimanente al folito, Quinto . Le medcfime cole i non ha vomitato . ■ Selio . I tagli dolevano , gonfiavano > nella ficcia più fpcHe le mutazioni Set- Del l' Accademia 47 Settimo . Principiavano a marcire i tagli, all' in- torno erano razzaci 3 la faccia pezzata di rofTo, il polfo frequente j 1' orine crude . Ottavo . Seguitavano i tagli a marcire, puzzavano, era calda. E' entrata la febbre; ha ricufato il cibo . Dopo il mezzo giorno ha fudato , la menta vafi del ca- po» gì' occhi erano gravi, lacrimanti, fplendidi, non po- teva vedere il lumei di tanto in tanto fentiva qualche dolore air afcelle ideile punture allo ftomaco. Dormendo s* è fvegliata alcune volte impaurita. L' orine al folito , ma fcarfe . Nono . I tagli più gonfiati , più imbiancati , del-' le bollicine attorno . Del refto più quieta j ha man- giato . L' orine naturali . Decimo . Maggiormente i tagli marciti , le bollici- ne aperte , puzzavano . Nel mezzo giorno s' è rifcal- data . Nuova febbre ,• ha avuto uno fcotimento , era tremante , impaurita ,• il vifo turgido i la notte e fiata buona . Undecimo . Tutto in quiete. Era ufcito il Vajuolo i tagli gemevano . Duodecimo . Di nuovo qualche altra bolla . Nel rimanente tutto bene . Decimoterzo . Le bolle marcivano i i tagli aperti ^ gettavano materia grolla . Decimoquarto . Era già alzata di letto i le bolle marcite . Decimoqulnto . Le bolle non avevano ali* intorno più roITo , la (era erano appafTite . I tagli (ì fpoglisv.ino . Decimofelto . Erano cadute le crofte j 1 tagli fi iiftringevano . Vige[ìmo . Un taglio guarito, V altro di lì a quat- tro giorni . ^ In .iv T T ^ In quefto Vajuolo inneftato le bolle fono fiate dU '"''■^^■' ViafTctre , nelTuna nella faccia • i tagli hanno gettato l il lìniftro era più allargato , e profondato . Il ven- tre ogni giorno è fiato ubbidiente . .« Storia XVll. .Nneflo del Sig. Sjlveffro J Giorno primo, e fecondo . Niente di nuovo.' Terzo . I tagli fi fono trovati afciutti j nuli' altro." Quarto . Principiavano i medelìmi ad arroflfire . Quinto . Tutto bene fecondo il (olito . Serto . I tagli cominciavano a gonfiare ; per largo cerchio attorno infiammati , fono doluti ; erano com- parfe alcune bollicine . Settimo . I tagli imbiancavano , dolevano di più , puzzavano ; il rimanente come avanti . Ottavo . Seguitavano le medefime cofe. Nono . Era inquieto . Circa il mezzo giorno ebbe freddo , è venuta la febbre , era caldo ; ha avuto delle fcofle ; 1' orine , per X addietro naturali , fono f|.ate in copia j crude, lattiginofe; la notte la padò con fonno interrotto . Decimo . Una perfetta calma ; fi fono vedute le bolle del Vajuolo ; i tagli ben fuppurati, Undecimo . Comparvero nuove bolle . Duodecimo . Facevano la punta bianca j ne fo- jìo nate nelle gambe .^ b' è alzato di ietto , Dell' Accademia 4P Decimoterzo '. Erano aflai rilevate ì i tagli gettava- no copiofamente. Decimoquarto . Erano di già le bolle marcite i fe- guitava a flar bene . Decimoquinto. Attorno non avevano roflb» appaf- iìvano . Decimofefto. Cadevano le crofte. I tagli fpogliatì , la materia non puzzava. Vigefimofefto. Erano cicatrizzati. Appena fi conofce- vano le macchie delle bolle , che in tutte fono ftate trentadue i la faccia ne ha avute cinque , fono venu- te molto piene , e groffe. In quefto tempo il ventre è flato (litico , e adu- llo; fono paflfati fin quattro giorni fenza il benejfìzio del corpo. Il Sig. Silvefìro non ha voluto foffrire, e ftare alla dieta , prefcritta i fu d* uopo contentarlo al- la meglio j in oltre ha avuto fempre grandiflimo ap- petito . Storia Xnil. I Nnefto della Signor' Orfola. Primo giorno. Al tramontar del Sole ha avuto un cambiamento di (loniaco, la materia era parto > il pol- fo era turbato . Del rimanente bene - Secondo . Avea la folita fua ilarità. Terzo . I tagli sfafciati erano alquanto roffi , ed a- pcrti . Seguitava a ftar bene . G Qiiar- 50 ATTI Quarto. I tagli afciugatl 3 nulla di nuovo. Quinto. Le medefime cofe. Serto . Il taglio deflro arrofTiva maggiormente , il fìnidro pareva guarito . Settimo . Il taglio deftro gonfiava , doleva , 1' altro al folito . Ha orinato crudo. Ottavo. Era melta , Nella faccia ebbe delle mutazio- ni . Intorno al taglio deftro delle bollicine.il mcdefimo puzzava , era umido ; il finiftro , che fembrava rifec- cato nel fuo inferior lembo , s' alzava a guifa di bol- la , di colore rolFo . Il polfo era agitato , La notte non interamente quieta 3 1' orine abbondanti , crude, e con fu fé , Nono. E' doluto il taglio deftro, fi trovò imbiancata, pieno. Le bollicine aperte. La bolla nel finiftro face- va la punta bianca 3 il refio al folito. La notte più molefta . Decimo . La mattina era febbricitante 3 gli occbi fplent'.enti 3 ha fatto degli ftarnuti . E' ftata in let- to 3 non ha mangiato conforme il folito , Preffo al tramontar del Sole aveva della calma . Nella faccia Ci fono vedute quattro bolle di Vajuolo. Ha dormito 3 1' orine ritornarono naturali 3 i tagli facevano il loro corfo , Undecime . Poch' altre nuove bolle . II deflro taglio gemeva fanie fetida , il finiftro era divenuto una bol- la della grands^ia d' un pifello, marciva. Nel rimanen- te bene. Duodecimo . Nulla di nuovo 3 s' è levata di let- to. Decimoterzo . Le bolle, ed i tagli facevano 11 loro corfo . De- Dell' Accademia <'i Declmoquarto . Il taglio deftro gettava materia grof- (à . Le bolle erano marcite perdevano il rolTo , che a- vcvano all' intorno . Dccimofefto . Erano cadute le crofle . II taglio pur- gato , fi riftringeva . Vigefitno . Era rifanata . Le bolle in quefto Vajuolo fono fiate 17. , cinque nella faccia , groITe , e piene . La fanciulla è ftata li- tica di corpo. L* orine quafi fempre naturali j non ha perduto mai 1' appetito , folamente nel decimo mangiò meno dct folito . ' Storia XIX. I Nneflo del Sig. Carlo. Primo giorno. E' flato taciturno. Secondo . Bene . Terzo . Sfafciati i tagli erano afciuttì . Quarto. Al folito, niuna mutazione. Quinto. Seguitava nel medefìmo ftato. Serto . Parimente le flefle cofe. Settimo . I tagli principiavano ad arroffire^ t Ottavo. Sono doluti, fuppuravano i nulla di più. Nono. Attorno fono nate delle bollicine , puzzava- no. Il polfo turbato i la faccia pezzata di roflfo. Era fcma parole ; pareva fonnacchiofo . Decimo. La mattina febbricitante j non potea regge- re il capo i gli occhi lacrimanti 3 X orine accefe, con- fufe j feguitava la fonnolenza . Non ha mangiato i la G 2 fera 52 A T t i fera ufcirono alcune bolle di Vajuolo intorno a' taglia Il poUb appena celere i era più rifvegliato j ic bol- licine aperte . UnJecimo . Nate alcun' altre poche bolle i il rima^ nentc bene . Duodecimo. Non ufciva altro Vajuolo i le bolle fa- cevano la punta ,bianca . I tagli fi videro ben fuppu^. rati j dolevano , gemevano di più. Decimoterzo. Le bolle crcfcevano , innbiancavano . I tagli gettavano materia molto puzzolente. Decimoquinto . Le bolle interamente marcite i noa avevano rotfo attorno. Decimofelto . S' afciugavano , la fera cadevano le crofle i i tagli davano materia groOTa , fi fpogliavano . Decimofettimo . Erano tutte cadute i i tagli fpoglia- ti , nel trentefimo avevano cicatrizzato. Le bolle fono fta» te di trenta in tutte , tre fole nel vifo , delle rima- nenti la pai te maggiore intorno a* tagli . Quefto bambino ha avuto fempre V orine , e le mofle del ventre naturali ; nel decimo folamente 1' orine varia- rono come s è ^etto , SCOLIO I Cinque predetti fanciulli dopo il ventefimo fono {tati purgati col fargli bere un bicchiere d' una leggiera infulìone di foglie di Sena fatta a ghiaccio aggiuntovi dell* agro di Limoni , e della manna del- le noltre Maremme di Siena. Dopo la purga efli fo- no ritornati al folico loro tenore di vitto , ed eferci- zj . Le macchie ne' medefimi lafciate dalle bolle adai prefto fono (parite, né le bolle parimente bannp lafcia- to Dell' Accademia 55 ito alcun buttero . Dipoi hanno goduto falutc j ma nel Sig. Carlo fi fanno vedere le (olite fue bolle come peri' addietro. Hanno avuto nel Novembre pa da Co del i7<5o. laRofolìa, ma regolare, e mite, mentre che quefta Epidemia , la quale principiò a farfi fentire circa gì' ultimi d' Agofìo dell' Anno Suddetto , a molti è fiata o efiziale, o aflTai pcricolofa , particolarmente nel principio , e nella metà dell' Inverno . Nei tempo di queft' Innefti la ftagione è fiata di- fuguale . Eitendoche nel principio fonfe tiepida , di poi sT è fatta frefca, pofcia piovofa . Regnarono venti grecali, ed in fine hanno foffiato anche i venti meridionali, end' è ritornata la pioggia. L* altezza media del Barometro è ftata di 26. pollici , e linee 7. , quella del Termome- tro di 52. fcala di Farhenheiz. Nel corfo del Vajuolo quelli fanciulli fono flati veduti da molte rifpettabili perfone, e di più dal chiarilTimo Sig. Dottore Pietro Tabarrani , e dal fopralodato Sig. Gio;. Domenico Olmi , PREMESSA ALLA STORIA, CHE SEGUE. IL giorno del 9. di Giugno di queft' iftefs' anno i-jóol è ftato inncliato il Vajuolo alla Signora Silvia Mo- ccnni , fanciulla dell* età d* anni 16. in 17., forella de' fopradetti fanciulli Mocenni . Stava ella da qualche tempo in Monadero per educazione . Prima di efporfi a quello artificiofo mezzo di rifvegliare il Vajuolo , ha voluto fencire , e vedere 1' efico eh' avelfe avuto lo itelfo ne* fuoi fratelli, il quale eilcndo flato felice, co- ila n- 54 Atti flantemente deliberò d* inneftarfelo .. e di non afpetca- re più oltre , cheche tutte le fue compagne nel Mona- ftero tentaffero di perfuaderla in contrario . FiOfato per- ciò di farfi fenza indugio. 1' Innefto , efTa fu cavata di Monaltero, e condotta nella paterna Cafa. Nel fopradetto, giorno nella maniera praticata negl' altri , le fu fatta l' inoculazione, ed il Vajuolo adoperato, alcuni giorni prima era (tato tolto dalle bolle di quello del Sig. Silveftro di lei fratello . Erano due anni , che quefta fanciulla era me- ftruata ; d' un* abitudine di corpo buona, (ana, ed af- fai vigorofa , alta di ftatura , più tofto graffa che nò ,' ben formata nelle membra, di carne bianca, e ver- miglia , di ciglia bionde , d' un* indole ferena , e di buone maniere . Alcuni giorni avanti,, la medefima è fiata tenuta per mia ordinazione , e configlio ad uà* vitto femplice, e parco, ed interamente 1* è flato pro- ibito r ufo del vino, ed ha Efla oflervata qucfta regola per tutto il tempo del Vajuolo. Finalmente s' ebbe 1" avvertenza di farle 1* Innetto fubito terminati i fuoi corfi Lunari • Storta XX. PRimo giorno . La mattina circa il mezzo giorno fu Inoculata . E' fiata bene . Secondo . Ha fentito qualche dolore ne* luoghi de* tagli , della gravezza pafTeggicra allo ftomaco. La mattina r orine (ì videro con fedimento granellofo di giallo cu- po , del rello naturali j la fera con fedimento bianco, tur- Dell* Accademia 55 turbinofo . Nella faccia ebbe qualche mutazione ; il rimanente come da fan;i . Terzo . Sfacciati i tagli , fi videro frefchi , il fini- flro con del rofio. La fera però fumolefìata dalla gra- vezza di tefta > del reflo al folito . Quarto. I tagli attorno arroffivano, dolevano , gon- fiavano , la notte fi pafsò con fonno interrotto. L' al- tre cofe come prima . Quinto. I tagli fono doluti di piùj crefceva il roflTo, e r enfiore . Ha avuto delle punture dolorofe all' Afcelle , è doluto il corpo . Ha dormito i V orine naturali . Serto . Ha avuto naufea , non ha mangiato come il folito. Soffrì de* giramenti di capo. La faccia era pez- zata di rodo , turgida , con più frequenti mutazioni . L* orine confufe , biancaftre , d* odore acuto . I tagli princi- piavano a marcire , dolevano , puzzavano , gemevano. Intorno nate delle bollicine . Il polfo celere , con del calere ; la notte ha dormito , ha fudaio . Settimo . Seguitavano le medefime cofe ; le bollici- ne bianche. S' è pofta in letto. La notte interrottamen- te ha dormito . Ottavo. I tagli marciti, puzzavano di più 5 era più calda , aveva la febbre . La fera tutto era in miglio- re flato > fono fcappate delle bolle di Vajuolo nel brac- cio dertro , una nel finiliro . Nono . Seguitava nello flato della fera . Ufciva il Vajuolo raro , e buono, I tagli davano materia grof- fa , erano aperti , aliai bianchi j il polfo celere , dole- va la gola. Era ritornato il guflo di mangiare ; 1* o- rir.c cariche, e fetide i gì' occhi fplendidi ; ha dormito. Decimo. Tutto bene j ufcivano anche delle bolle. Un- j ì tagli fi fpo- gllavano s dopo il mezzo giorno ha avuto delle agita- zioni di ftomaco ; gì* occhi accefì , della gravezza di tefta , del dolore alla gola, e per la vita. Il polfo celere, con della pulfazione alle Carotidi . Era calda . Al tra- montar del Sole le ufcirono alcune ftille di fanguc dal nafo i era inquieta i è ftata fenz* appetito . La notte fono comparfi i lunari fuoi fgravj prima del confueto, ma le folevano anticipare . Dccimofefto. Stava bene ,• i meftrui fluivano placida- mente. Alcune bolle nella pianta dei piedi non profciu- gatc impedivano , che paffeggiafle . Decimofettimo . Non v* erano più bolle j i tagli pur- gati , la materia d' ottima qualità. Si fono cicatrizzati dopo il vigefimoquarto . Le bol- le in tutte fono ftate cinquanta in circa , fette nella faccia fono venute piene, e groOTe; non hanno lafciato butteri, le macchie prefto fono fvanite. Ella non s' è pentita d' eOTerfi fatto fvegliare il Va- juolo , né tampoco i di lei Signori Genitori . In tut- to quefio tempo ha avuto il benefizio del ventre di rado , e da fana . Nel principio dell' Agofto proffi- mo è rientrata in Monaftero , e gode ottima falutc, SCO- Dell* Accademia 5^ SCOLIO. LA flagione è ftata temperata , ed uguale . Dopo il ventefimo quefta fanciulla parimente , come gì" altri di lei Fratelli , è ftata purgata ì ha fatto due volte il bagno univerfale d' acqua tiepida . Il fopralo- dato celebre Sig. Dot. Pietro Tabarrani , ed il Sig. Dot. Angelo Taccini hanno veduto queft' Inneflo ., e fono oculari , e degni teftimonj della placidezza del niedefìmo . METODO , CHE TIENE IL SIG. DOT. FRANCESCO CALURI PER FARE L* INNESTO DEL VAJUOLO. E Gli raccoglie primieramente la materia per 1' In- nefto dalle bolle di Vajuolo d' ottima qualità , o (ìa venuto naturalmente , ovvero fia venuto per In- neflo nella maniera che fegue. Quando le bolle del Vajuolo fono di già maturate, e che alla bafe non abbiano che poco , o nulla di rolfo , ei le trapaffa da parte a parte con un ago in- filato col filo di bambagia , fcegliendo fempre le più piene , e mature . Quefto filo raccoglie , e s* inzup- pa con facilità della marcia contenuta dentro le bolle i e tante di quefte bolle col medefimo filo, ed ago tra- pafTa , quante fiano (ufficienti , acciocché il medefimo refti interamente penetrato , ed inzuppato . Quefte bolle , da cui col metodo detto ei raccoglie la materia del Vajuolo peli' Innedi , le prende , e le fceglie, o nelle gambe , ovvero nelle braccia del Va- juulante . H Ado* 55 Atti Adoperando quefto mezzo fi bucano le bolle fenza portare (pavento, o verun* inconnodo a colui, dal qua- le fi prende il Vajuolo , com'è facile di perfuaderfelo . Intinti con quclto femplicifTimo , e faciliflfimo mez- zo i fili di bambagia nella marcia gli chiude efattamen- te , e gli conferva in un* vafo d' argento di dentro dorruo , per fervi tfene in apprefTo quando à lui bifo- gna fare gì' Inneiii , e vi pone un viglietto , nel qua- le è notato il tempo in cui quefèa materia è flata prefa, da qual foggetto , e s* è materia di Vajuolo innelta- to , ovvero naturale . In fecondo luogo per fare I* Inneflo egli ufa un leg- gierifTimo taglio , che non pafli la lunghezza di tre linee di pollice Parigino , da cui efca appena una goc- ciola di fangue . Quello taglio Io fa lungo il braccio nella parte efterna , e mufcolofa d' ambe le braccia tre dita tra- verfe fopra la piegatura del gomito . In ciafcuno di quelii tagli , applica , e adatta un filo d' uguale lunghezza della predetta preparata bam- bagia . Cuopre pofcia i raedcfimi con una pezza di li- no , e gli fafcia. Trenta, ò quarant* ore dopo gli sfafcia, e due vol- te il giorno gii rivede , e gli medica , ponendovi fop- ra ura foglia d' Edera Arborea di Gafparo Bauhino fpslmata di lardo lavato , ovvero d' unguento rofato. Ei continua queOa medicazione fino all'intero gua- rimcnto de' mededmi . Ma ficcome fogliono quefti tagli frequentiflTimamen- te convertirfi in PoHema , ed aperti che fono divenire duL piaphette ,• perciò allorché le medefime nel fine • della Dell* Accademia 59 della maturazione del Vajuolo gettano aflTai , qualche volta medica le medefime colle fole fila afciutte ; e fc ancora , come alcune volte è accaduto , le due piaghette deflfero dolore , e foflero ali' intorno rolTe , ufa la doccia d* acqua tiepida pura j Ch' è quanto per maggior chiarezza, ed intelligen- za delle di lui Storie ftima neceffario faperfi . In oltre ha fatto qualche altro Innefto per la Campa- gna Senefe ncH' anno paflTato 17(^0 del quale non ne ha il giornale , elTendo egli oramai di già convinto e per r altrui , e per la propria fperienza della fìcurtà , e placidezza dell* operazione . Queli' Innefti ugualmente fono andati bene , e felicemente , le bolle fono ftate pochilTime , e di qualità groffe '. , Parimente egli sa , che un efito fortunato hanno avu- to gì' Innefti fatti da alcuni Medici Provinciali nelle Terre , e Cartella Senefi , nelle quali ^^i efercirano la loro Arte, come da alcuni de' medefìmi gì' èftato fcntto. H STO- 6Ó A T T i STORIA D' UN* INNESTO DI VAJUOLO DISTESA DAL SIC. DOTTORE SALVADORE GALLETTI CASTELLUCCI IlluftrKTimo Sig. Luigi Guillermein Capitano Comandante di quefta For- tezza di Siena , avendo veduto 1' efito felice de' Vajuoh inneftati , e la ftrà-. gè , che gì' anni avanti avevano fat- to in queita Città , ed in particolare ^^1 in certi Rioni i Vajuoli confluenti, ■-* che naturalmente erano venuti , mof- fo dair affetto , che Egli aveva per la fua unica Fi- glia , e dal defidcrio di porla in (ìcuro dalle funefte confèguenze , che da quelto pericolofo , e peftifero malore temeva , che potenTero derivare in danno del- la medefima , erano già molti meli , che penfava di fottoporla alla Inoculazione j e perche con pm fi- ciirezza vi poteffe riufcire Egli 1' aveva del tutto te- nuta lontana dal vino, e quafì dall' ufo d* ogni fot- ta di carne . Circa alla metà d* Aprile dell' Anno 17 5P. , feb- bene non mi fembralTe necefìario un grand' apparato di preparazione, perche la Signora Giufeppa , che co- si chiarjialì queiU bambina , tra neli* età appunto di 40. DiLL* Accademia 6i i^o. Mefì , ed aveva un ottimo temperamento J tutta- via per battere la ftrada più fìcura ftimai bene purgar- la piacevolmente , e le prefcriflj un vitto femplice d' erbe , e di zuppe fatte colle medefime , e per bevan- da giudicai , che fi ferviflfe d* acqua leggiermente ni- trata . e addolcita con giulebbi , che le lufingafTero il palato . Il 25. le feci cavare 4. once di fangue pel braccio , ed il 2S. di detto mefe le replicai un picco- lilTimo minorativo . Il 2$). fu allontanata dalla ca- fa paterna per timore , che il Vajuolo non fi commu- nicalTe a' di Lei Signori Genitori , i quali aflìcurava- no che neffuno di loro , né la Nonna materna erano flati fino allora attaccati da un tal malore . La mattina del 30. d' Aprile 1759. fu fatto dal Slg Dot. Francefco Caluri un piccolo taglio colla lancetta nella parte citeriore dell' uno , e dell' altro braccio del- la predetta Bambina poco fopra la piegatura del gomi- to , e vi fu inferito un filo di Bambagia tufato tre giorni avanti nella Marcia d* un Va;uolo naturale d' ottima qualità d' un piccolo Fanciullo . Il terzo giorno dopo 1' innefto fi sfafciarono i tagli, e nei medefimi non fi vide alterazione alcuna , quantunque i fili fi ritrovaflTero nella fteflfa pofitura , nella quale erano flati porti , onde fenza rimovergli vi fu applicato fopra 1' unguento rofado con una fo- glia di edera , Il quarto . I predetti tagli fi trovarono quafi afciut- ti , e nel quinto guariti del tutto , ed intanto la Signorina fi manteneva profpera , e fana . La mattina del 6. il trovò nella faccia più colorita ,' e colle carni un poco cuocenti , e fuila fera fi lagnava di un piccolo ardore d' occhi 3 Si trovò, eh' il gior- no 62 Atti no non aveva avuto appetito . Aveva i polfi un po«> co febbricitanti , e pafsò la notte con della inquieti- tadine , e della fmania . La mattina del Settimo fi trovò in perfetta calma^ e fulla fera libera affatto di febbre , come lo fu fem- pre ancora peli' avvenire , folo che 1' orine , che ne' giorni avanti erano fiate fempre naturali , quella fera fi trovarono un poco crude , e bianchette . Neir Ottavo mantenendofi la Bambina in tutto il rimanente affatto fana , s* oHervarono comparfe picco- lilTime pudule , e nella faccia , e ne' polfi , e nel dorfo , le quali nel nono fi videro dileguate . N' erano comparfe delle nuove in altre parti , le quali , neir undecimo del tutto fparirono . In queft' iftef- fo giorno per altro in vicinanza dell' Ano fulla natica finiltra fi vide una bolla diverfa dall' altre , fenza che prima ci foflimo accorti della di Lei comparfa i Que- iU era grandetta con cerchio rolfo alla bafe, alquan- to elevata , e bianca nella punta , e fi giudicò di Vajuolo . Nel .Declmofecondo quefla puftula era crefciuta dì jnole , e quafi tutta divenuta bianca. Nel Decimoterzo incominciava a rifeccarfi , e (ì trovò affatto profciugata , e guarita nel Decimoquar- to . In quefto giorno fi riempi di nuovo la Bambina fpezialmente nel dorfo d' altre nuove piccoliffime pu- iiule, che la mattina del i(5. fi trovarono affatto Sva- nite. Si continuò per più giorni di poi a vifitarla , e non avendoci ofiervato mai più cofa , che naturale non fofl'e, il 2). di Maggio le fi purgò piacevolmente il ventre , e fi rimandò ai fuoi Signori Genitori ap- preso de* quali ha goduto fempre, e gode ancora per- iettilTima faìute . Il Deil* Accademia tf^ Il Sig. Dot. Francefco Calurl ben pratico negl' In- nefti , edefattifTimo ofTervacore delle cofe mediche, e naturali fino dal 7. giorno avea prognofticato , che que- lla Signorina ayerebbe avuto poco , o nulla di Vajuo- lo , end* era determinato di pungerla di nuovo con ^n aco imbrattato nella materra del Vajuolo, per co- sì certificarfi , fé la piccola febbre , che aveva avuta nel ferto , e la puftula , che per pochi giorni s' era veduta nella vicinanza dell' Ano, e tutte V altre pic- cole bolle , che più volte erano per breve tempo com- parfe , fuirero fiate , o nò un piodotto del fermento variclofo , o per rrcglio dire foffe flato un vero , ma fcarfìlTimo Vajuolo > ma non lo vollero permettere i di Lei Signori Genitori , ed io medefìmo accordai Loro una tal repugnanza fulla confìderazione, che queffa Bambina nafceva da Padre, e Madre, che afferivano di non avere avuto il Vajuolo i che 1* avevano fino allo- ra nutrita fcmplicemente , e con pochiflima carne , e tnai le avevano fatto bevere o vino , o altro liquore, end' era probabile , che poco , o nulla aveffe in fé di fermento variolofo ; molto più che un* iftoria quafì fìmile fi legge nel Tomo io. della Società delle Scien- ze d' Hrtrlem , ed altre a quefte analoghe fi trovano neir Analjfì dell" Inoculazione del celebre Inglefe Ktrk fattili . STO- (^4 Atri STORIE D' INNESTI FATTI DAL SIGNOR DOTTORE ANNIBALE BASTIANI MEDICO IN S. CASCIANODE' BAGNI Storia h |Eir Epidemìa de' Vajuoli , da cui ^ nel 1759. furono infettate le due Terre di Celle , e di S. Cafciano de' Bagni , ove per Imperiale Cle- menza efercico la Medicina , aven- do prcfo occafione , e coraggio di perfuadere 1' Inoculazione agi* Abi- ■ tanti di quefti Paefi , e di togliere loro ogni fcrupolo , che gli tratteneva dal permettere un* operazione così falutevole, non mancai d* ad- durre ragioni, efperimenti , ed autorità di Medici ac- creditati , come Erteri , così ancora delle noftre Pro- vince : Ma accorgendomi , che prevaleva negli animi loro la forza del pregiudizio , parte non reftando ca- paci delle ragioni , e parte preftand.o forfè poca fede agi* Dell* AccADEWifA tf| agi* efempì , che in buon numero loro portava ; Sti- mai bene fottoporrc agli occhi de* nncdedmi qualche efpericnza . £ perche reRafìfero convinci deità rchiettcz^ za del mio procedere, e della fidanza , eh' avea in un rimedio cotanto efficace a prevenire gli effetti fu- nciii di una peflilenza così maligna , fceUì all' Inne- fìo una mia cara Nipote , che terminaci avea appena tre Anni . Diedi adunque nel giorno 14. dì Luglio dell* An- no 1759 a quefta Fanciulla per più mattine a paf- {are del Siero di Capra ben depurato , avendole pre- fcritto nel temp* iftefTo un vitto femplice , ed in- nocente . Otto giorni dopo le cjvai circa mezza Libbra di Sangue dal braccio, e '1 di feguente le purgai 'l Ven- tre con pochi grani di Mercurio dolce , per mezzo di CUI s ottenne uno fgravio di moki Vermi Afca- ridi . Nel vigefìino quarto del Mcfe fuddetto , avendo alle mani un* Infermo di Vajuolo diiiinco , e benigna di già Suppurato , feci prima alla Fanciulla una pic- cola fcalritura con la lancetta nella parte interna del- la Colcia delira, tre dita fopra il Ginocchio . Compar- vero da quefta poche goccie di fangue , e con la me- defìma lancetta avendo raccolta della marcia dalle bol- le del già detto Va^uolante , la iirofìnai fopra la fcal- fitura i Indi inrrifo un piumacciuolo in altre Bolle del medefimo, lo applicai alla parte ofìfcfa dell' ifteflTa fanciulla , e la fafciai , avendo cosi ultimata 1' Inocu- lazione . Sei |ore dopo cfTervata la parte , la trovai rofTeg- giantc , ed infiammata circolarmente all' intorno pec 1 r . 66 Atti r eftenzione d' un pavolo . Era già marcita nel cen- tro , e tramandava fetente odore . Ricoperta la picco- la ferita con il piumacciuolo , e colla medefima fafcia , oiTervai in appreffo gli andamenti della Fanci ulla , fcn- zà però coartarla al Decubito . Nel fecondo , e terzo giorno inlanguidì alquanta ^ e turba tetta lì vide anzi che nò . Le fopragiunfe la naufea , e finalmente una piccola febbre con del ri- brezzo . Altri fintomi , o accidenti non comparvero , che fogliono nelle "Febbri Variolofe moleftare i pa- zienti ,. Quattro giorni dopo 1* innefto , come e* avverte 1* Immortale Sydenam diligentiffimo olTervatore de* Va- juoli , e de' periodi de' medefimi , fi manifeftarono cir- ca otto Bolle rubiconde nell' Area già divi/ata , le quali nel quinto, (dìo, e fettimo profeguirono di com- parire in tutta la fuperficie del Corpo diftinte , e ra- re , com' erano quelle dell' Infermo , da cui fi pre- fe la velenoia materia , elTendofi oiìervate più numero- fe , e frequenti le Bolle nelle Cofcie , e nelle Gambe, eh' in tutto il rimanente del Corpo . Dall' ottavo giorno fino all' undecimo s' oflervò u- na collante , e uniforme placidezza , e '1 terzo perio- do della fuppurazione pafsò (^ni altro incomodo , o moleltia della Fanciulla , che di flare in Ietto , in cui Coricatafi nel quarto giorno , dal medefimo di quando in quando ancora alcun poco fi follevava . Dopo quello tempo , terminato il quat^to periodo della tificcazione s alzò del tutto di letto . Da qui in poi non fiì tenuta ad alcun rigore di dieta . Nel vigefimo appena iì conofcevano le Bolle vario- lofe , e poco dopo il pìgclimo giorno ivanircno af- . ' fatto Dell* Accademia 6-j fatto le macchie. E' rlmafta Eli* efcnte da* Butteri, e di ogni forta d* Erofione di Cute. Indi a poco tempo rifanata del tutto non rifentiva altro incomoda , che nella cofcia , ove le fu inferito il Vacuolo , nella quale le rubiconde macchie perfcvera- rono per molti giorni . Il luogo ove fu fatta la fcal- fìtura per lo fpaz.io di tempo alTai più lungo fi manten- ne aperto , quafi una piccola fontanella , da cui chiara linfa trafudava, alquanto fetente. Quefto con folo Bu- tirro lavato , diftefo fopra foglie di Cavclo , e con faldelle afciutte medicato , giulta il conh'glio del Sig. Riccardo Wolfall efpertiHTimo Inoculatore Inglefe , alla fine fece la fua cicatrice , ma rimafe la cute alquan- to afpretta a toccarfi, conforme in tutte le ferite ci- catrizzate addivenir fuole . Storta IL NEI Mefc di Settembre dell' Anno fuddetto porta- tomi a Celle per curare i Vajuoli , che faceva- no della iiragc in quel luogo , per elfervene molti de' ConHaenti , o Coerenti , che dir vogliamo , trovai gli Abitanti di quel Paefe oltinati ancora ne' loro pregiu- diij , e nemici fpacciati dell" Innefto . La buona cor- rispondenza , eh' IO avea con il Sig. Dottor Mario Bianchi Uomo facoltofo , e primario di quella Terra, e il defidv^rio di fottrarlo dalT imminente pericolo di pe-dcre due fuoi Figluijli , f- follerò ftati attaccati dall' univjifdle contagio, m' indurfero ad andare in fua Ca- i 2 fa 6% Atti fa , e procurare di perfuadcrlo alla Iiaoculazìonie" non pure colle ragioni , ma di più coir cfperienza già fat- ta fopra la mia Nipote , e rifanata perfettamente. O- fìinato Egli però nella fua opinione [ febbene vedeflTe inokrarfi di giorno in giorno la violenza irreparabile diquefta pefte] poiché avea concepito falfamente quefto rimedio , come irreligiofo , inconveniente alla pietà di Padre , pericolofo per la da lui creduta novità , noa mi permetteva , che lo praticafli ne* fuoi due Figli , e fpecialmente nel Primogenito, che amava teneramen- te , temendo non l' operazione ad eflo fofpetta gli fof- fe fatale . Non potendolo vincere colle ragioni , mi ri- volfi a pregarlo , che mi concedefTe almeno il fecon- do Lattante ancora , e nato di tre foli mefi.' Stancato cred' io dalle continue mie preghiere , ne potendo refiftere alle cortelì , e piacevoli violenze , che gli fa- cea , finalmente a gran pena vi condefcefe , e mi per- meile di fare 1' Innelto al fecondo . Per non dar luo- ^o al fuo pentimento , fubito , fenza previa prepara- zione della Balia , avendo meco della polvere di Puftu«' le variolofe , di buona qualità , e già difleccate , feci una piccola lacerazione colla lancetta nella parte inter- na della cofcia (ìniftra del Bambino . Ufcito , che fu poco fanguc v* applicai fopra non molta porzione di detta materia. Coperta pofcia con una pezza di lino inzuppata di quel poco fangue, eh' afciurtai dalla ferita , ed afperfa della Polvere velenofa , fafciai k parte olTefa , e confe- cnato alla Balia il Fanciullo, l' avvertii, che difendef- ie la ferita alla meglio dall' orine , e non la fcuo- prilTe (inchè non fedi venuto a vietarlo. Ili tornato a' Bagni per aluilerq ad ai.cunj , che ufa- vano vano dì qadle Terme mìwèriìì ^ e f^t aìtrè mJé |>à<^ tìcolarì ìtwarnhenae , «(in p^itti ;> fè n^n ^^^ «:^ift(^«^ giorni vietarlo. Giunto appena interrogai h Balia, fé aveflfb offerva-i ta nel fuo lattante inquietitiidine maggiore del folito », fé avefle fofferte convuHìoni , ò calore ft;(>ri!e > Ed ef-i fa mi affermò, che le due notti antecedenti , cioè tr© giorni dopo i* Innefto , era ftato più faftidiofo , e più caldo del folito nelle fue membra , eh' avea poppa- to meno del confueto , e avuti maggiori fcioglimenci di corpo. Scoperta la parte inne/Jata , Ja trovai , non fenza ammirazione rofleggiantc appena , con piccola Puftula di color livido . Mi cadde in fofpetto , che 1* afciutta materia variolofa non aveflfe avuta attività fufficiente di comunicarfi , ed infettare il fangue del tenero Pargo- letto , e penfai di fare il giorno dopo con frefca ma-i teria una nuova [noculazionet Ma nella notte del fefto giorno dalla operazione pul- lulò r inoculato Vajuolo , e la mattina del fettimo lì trovò la cofcia , ov" era 1' Innefto fiorita d' alquan-, te Bolle roffeggianti , e la fcalfitura non piti livida , ma fuppurata , e di fpiacevole odore. Era r Area elevata come in femicircolo , e neir ottavo leftò coperta di rariffime bolle , e. difcrete tut- ta la fuperficie del Corpo da capo , a' piedi ma più ahondevoimcntc nell' eitremità . Fin' al decimo felto corfe i tre periodi il comunicato malore , e nel vige«i lìmo primo fi vide affatto dilTeccato. Dcpoil trigefimofefto fi puh onninamente la Cutemac- chiata , fcnia reftarvi erma di deforme erofione, edendo loiamcnte rimafto aperto, ed incavato (^uel luogo, o- vs 70 ATTI ve fi fece V Inneflo, a fegno che vi potca entrare un* granello di veccia . Trafudava quefto a gulfa di fontanella , e dopo tre mefi pervenne alla guarigione , curato folo con Butir- ro lavato , e diltefo fui Cavolo , e pofcia con delle fila afciutte . ElTendo ram marginato lafciò la cicatn ce conforme s' è detto nella prim' Iftoria . Si può da quefto arguire , che la frefca materia va- riolofa è più (ollecita , e facile ad introdurfi nella cir- colazione , come fanno tutti i veleni liquidi , e che la fecca materia fa maggior corrofione , e guaftamento nel folido , per la dimora più lunga , e per la len- tezza maggiore a dilfonderfi , e penetrare nella maflTa de' liquidi , perchè nel diOTeccarfi fvapora quel volati- le più venefico, e infìnuante , fenza perdere però quel- la occulta attività d' efler' anche in tal maniera pefti- lente , e contagiofa. Non era ancora guarito il Lattante Fanciullo , che fu forprefo da Febbre variolcfa il Primogenito fuo Fra- tello nato di circa tre anni Manifeftatofi in eflb un coerente Vajuolo di cattiva indole fé gli ebbe la più diligente cura per rifanarlo . Gli fu fatta V emifTione del fangue edendo pletorico , e dopo la purga mercu- riata gli fi fecero univerfali fomenti in vece del bagno tiepido . 11 vitto fi procurò , che foffe refrigerante , e gli fi diede la China China , fecondo il fiftema del Sig. Morando . Con tutto ciò nell' undecimo dall' invafio- ne , convulfo cefsò di vivere , e fu ancor' elfo vittima di quella Felie , con amaro cordoglio del Genitore pentito troppo tardi di non avermi permeffa 1' Inocu- lazione in quefto Fanciullo , conforme io ne lo avea richiefto , e pregato. Mi Dei L* Accademia 71 Mi fu riferito in quefto mentre , che nella detta Terra di Celle due povere Donne cariche di Fami- glia fi provarono ad inneikre ( * ) il Vajuolo , co- me (•) Pare quefto il Luogo opportuno di riportare una Memoria toccante I' Inneft» del Vajuolo comunicata all' Accademia dal Nobil Sig. Antonio Palmieri Ca- marlingo del Piiffimo Spedale di S. Maria della Scala . Sapendo Egli , che la ftelfa Accademia travagliava per lo (chiarimento di quella celebre quellione , e che compilava le Storie di quegli, eh' erano Itati Inoculati in quefta Città, fti- mb bene di far prcfentare alla medefima una Lettera ricevuta da un fuo Fat- tore nel I75ó-f la quale parlava di quella medica artificiale operazione prati- cata in quel Villaggio, e nel fuo vicinato lenza muterò, e fenza alcuna pre- via preparazione . htfa è concepita rozzamente , e Icritta nello Itile proprio , e ordinano alle Perlone, eh' efercitano un tal Meliiere Da egli notizia al fuo Padrone, che dalla lua moglie, e da altri Villani di quelle Contrade s' inneltava francamente il Vajuolo . Si penlava darne il tranfunto , ma poi s'è (limato meglio di pubblicarla tal quale s' è avuta, si perche non ifminuille di fede, qualora foffe prodotta più acconcia , e fenza la fua ruilica, e naturale femplicità , sì perchè lembra , che la verità faccia più bella compa'la nuda , e difadorna , che quando fi prefenta al Filofofo in abbigliamenti accattati , e non fuoi . Non crediamo , che alcuna fia per isdegaare di ricevere un vero anche per bocca d' un' Idiota , fapendofi , che non lo recusò neppure il grand' Ippocrate , il quale dice, eh' il Medico non dee trafcurare d' informarfi ancora da- gl' Ignoranti di tuttociò , che può edere opportuno alla cura di una malattia. /Vo« tanien cunBandum ejl & ab idiatis tnquirere , fi e le orine efplorate pella feconda volta erano di color naturale , ed avevano depofitata una piccola quantità di fedimento grolTo, e biancaftro. Decimo . Quefta mattina pella primi volta fi trova- rono i polfi un poco febbricitanti i Le incifioni dilata- te , ed umide , e le puftule, che nel di precedente a- vevano fuppurato , s* erano quafi del tutto afciugare. La fera dello ftelfo giorno , nel quale la piccola febbre incalzava , s' olTervarono le orine accefe col folito fedi- mento. Undecimo . Le incifioni , e le orine di quefto gior- no erano fimili a quelle d.;l dì precedente , i polli fi trovarono appena febbricitanti . Duodecimo. Si videro nella mattina le incifioni pro- fonde , e dilatate più del {olito , e che gemevano la fopra defcritta materia fetente , ma in copia maggiore . I polfi febbricitavano ancor meno de* due giorni palfa- ti : Sulla (era incominciò 1' eruzione del Vacuolo con quindici bolle , nove delle quali erano (puntate attorno alle incilìuni, cinque nella f.iccia , ed una nel collo. Decimoterzo. Le orine olfervaronfi torbide , e pili L 2 ricche 84 ATTI ricche del folito fedlmento j Le incìfioni s* erano dila- tate ancor più , e rendevano la fteffa materia fetente . I polfì fi trovarono naturali i L' eruzione del Vajuolo feguicava , ma con rade puftule, fparfe in varie parti del corpo . Decin^oquarto . L' Orine erano intorbidate, e con poco (edimento . Le incifioni continuavano nello ftato del dì precedente.! polfi furono quieti fTi m i . Il numero delle Bolle s* augumentò di poco , la maggior parte delie quali fiorì attorno all' incifioni. Decimoquinto. Le bolle del vajuolo fi videro crefciu- te in mole, e contornate da un cerchio rofTo. Le in- cifioni , ed i polfi erano nello ftato del giorno prece- dente . Decimofefio. Le puftule variolofe fi videro crefciu- te ancor più di mole , confcrvavano alla bafe il cerchio roffo , e r apice incominciava ad inribiancare. Le orine furono torbide, e col medefimo fediraento. Le incifio- ni , ed i polfi profeguivano il corfo del giorno antece- dente . Decimofettimo. Le bolle erano pervenute alla matu- razione . Le orine s' oirervarono torbide , e con mol- to del folito redimento j Le incifioni incominciarono a riftringerfi , e migliorare , ed i polfi fi mantennero na- titrali. Decimo ottavo . Si trovò avanzata h maturazione del vajuolo, e le incifioni migliorate , il polfo continua- va ad eder buono . Decimonono. Il Vajuolo incominciò ad afciugirfi. Le incifioni {] rillrinfero ancora di più, ed i polfi fi mantennero naturali. Vigefimo . Se quindi tenuto in cura per al- tri giorni otto , fu rimandato il di due di Luglio al Tuo quartiere ottimamente rifanato - Storia IL l^'^lvca. il 20. di Maggio i7<5^o. fu prefentato ad 1- V.^ nocularfi Francefco Maria da Montegonzi d' an- ni quattro, e mefi fei , di buon temperamento, e be- ne organizzato, che ftante una rogna copiofa, della quale era coperto , fu giudicato foggetto inopportuno all' operazione dell' Innefto,fe prima non vi folle fla- to difpofto con de* medicamenti appropriati : che pe-, rò dopo averlo replicatamente purgato con de* leggie- ri minorativi , dopo avergli corretta la malfa univerfa- le de' liquidi coli' ufo del fiero di Capra depurato , ed averlo eternamente untato , con de* rimedj fulfu- rei , s* ottenne guarito dalla rogna il dì 2. di Giugno dell' anno llclTo , ed in tal giorno fiì efpoflo all' ino- culazione , col metodo feguence. In amendue le braccia , colla Lancetta gli fu dal Chirurgo incifa fuperficialmente la foftanza mufcolare, quindi afperfe le incifioni con pochidima polvere fat- ta con le eroine del Vajuolo naturale. Ter- 8^ Atti Terzo dall' Innefto . Scoperte la m«ttina le inciflo- ni , s' offervò, che la finiftra non era punto alterata, ma la deftra un poco infiammata , ed elevata al- quanto i II polfo fu naturale, ma i' orine furono copiofe , torbide , ed aveano depollo nel fondo del vaio del fedi mento grotto , e biancaftro . \k' Quarto . Le cofe tutte feguitavano collo fteflb pe- riodo del giorno antecedente . Quinto . Benché la mattina i polfi foiTero natura- li , r orine torbide , e fedimentofe , come ne gior- ni precedenti, i tagli, per altro nel contorno, erano molto infiammati . Serto . Le Incifioni incominciarono a fuppurare, e nel contorno gettarono delle puftulettinc fierofe in quan- tità . I polfi erano naturali , e 1' orme torbide , ac- compagnate dal noto fedimento. Settimo . Nella mattina s oflervarono le incifioni af- fatto fuppurate , le Puftule , che le contornavano , parte erano fvanite , parte afciugate , ed altre in po- co numero nuovamente fiorite. Le orine erano dipin- te dagli flefii caratteri accennati negl* altri giorni . Il pol- fo , neir imbrunir del giorno , fi trovò un poco fre- quente . Ottavo . Le Orine , e le incifioni continuarono nel- lo ftato del giorno precedente . Il polfo la mattina fu foltanto celere , e la fera febbricitante . Nono . La mattina erano fvanite affatto le piccole puftule contornanti le incifioni , che s' erano eleva- te in tumoretti duri, e più infiammati. L' orina fu più colorita del folito , e '1 fedimento in minor quan- tica . Continuava la febbre , ma piccolifimia . Decimo,e Undecimo. In quefti due giorni le orine, i poi- Dell* Accademia S7 i polfì , e le incifioni profeguirono , come nel Nono. Duodecimo . Si videro le orine naturali con po- chi iTimo Cedimento > fi fentirono i polfi quieti del tutto , s' ofrervarono le incifioni Tuppurate affatto , umide molto , e dilatate, e già era incominciata V cruiionc del Vajuolo , con poche , e rade puftule. Decimoterzo . Le orine furono poche , e confufc, le incifioni feguitarono ad elfer' umide , dilatate , ed a fuppurare ; I polfi (ì mantennero fani , e le bolle del Vacuolo , benché in poco numero , profeguirono a comparire alla cute. Decimoquarto . Le orine , i polfi , e le incifioni, fi trovarono , come nel giorno precedente. Le Bolle, che in tutto formavano la fomma di fedici , fi videro ingrolfate molto , e rolTeggianti . Decimoquinto . La mattina non fi poterono ofTer- varc le orme. I polfi furono ù.nì . Le bolle, che fi manten- nero in numero di fedici gettarono una veflTichetta bian- cadra full' apice , e le incifioni Ci mantennero fuppura- te molto , dilatate ancor* più , ed umide. Decimofefto . Le incifioni erano dell' indole fteffa , che nel giorno avanti . Le orine confufe con molto fcdimento biancartro , e le bolle del Vajuolo crefciute di mole . In quefto giorno s' avverti, eh' il Fanciullo era raffreddato , e di ciò fé ne diede la colpa , all' aver* egli nel corfo del Vajuolo feduto nel Letto fen- 2a ftar coperto . I polfi erano ottimi . Decimoiettimo . Le incifioni <À videro meno umide, ed elevate . Le orine fi trovarono crude , i polfi Ci mantennero buoni, e le puilule erano crefciute di mo- le , e divenute bianche . Dccimouavo . Le orine feguitarono ad effer crude, le •8? Atti ic incllìonl a migliorare , i polfì ad eflfer fani , ed al- cune bolle incominciarono ad afciugarfi , altre ad im- biancare Tempre più . Continuava a moleftarlo U Tofle . Decimonono . Le orine , ed i polfi erano naturali ; le incifìoni migliorate , e le bolle , che il giorno a- vanti avevano incominciato ad appaflire , continuava- no a vie più afciugarfi , le altre ad imbiancare. Vigefimo . Polfi , Orine, Incifioni, Bolle di Vajuolo, tutto procedeva in meglio . La cura delle incifioni fu continuata fino al vigefimo quinto , nel quale le inci- fioni erano del tutto rifaldate. In quefto giorno fi pur- gò il fopradetto Francefco, coli' Eletruario Alefandrino, e da quella purga fé n' ottenne un efito corrifpon- dente all' efpettazione , e il 3. di Luglio Francefo Ma- ria fu rimandato al fuo quartiere fano e falvo . Storta III. Glovan Favolo da Alba nel Chianti d* Anni fei, pallido nel volto , d' umori fofpetti , e conta- minati da una Rogna copiofa , prima d' effere efpofto all' inoculazione, fu replicatamente purgatoj Quindi fu egli fatto paffare all' ufo del fiero di Capra depurato , ed unto per ultimo con certo unguento boiate fulfureo , e tutto affine d' eflirpare la forgente della rogna , e di correggere i liquidi del di lui corpo infettati , per renderli così più acconci a ben ricevere le impref- fioni Dell* Accademia %^ (ioni del Vajuolo di cui fi volea fare 1* Inneftagione. Queite cautele premeffe all' Innefto produffero il buon* effetto d' uno fcarfo miglioramento, ma non fu- rono valevoli a difTipare onninamente la forgcnte , e gli effetti della Rogna accennata ; Con tutto ciò il 2. di Giugno del 1760. fu efpofto Gicvan Favolo all' inneito , avendogli il Chirurgo fatta colla lancetta una piccola incifìone nella foftanza mufcolare del braccio deliro , fu la quale fu apporto un filo di bambagia imbrattato colla marcia d* un Vajuolo naturale . Secondo dall' Innerto . Fu tolto il filo dalla Feri- ta , che s' oflervò un poco umida . Le orine furono torbidiffìme , ed il fedimento loro di materia groffa , ed albiccia , ma in poca quantità ,• 11 polfo fi tro- vò naturale . Terzo , e Quarto . In qucrti due giorni non s* oflTervarono effetti difflmili dagl' offervati nel fecondo . Quinto . Si trovò la ferita un poco infiammata , e bianche le piccole labbra della medefima , clTcndofi affacciate nel di lei contorno molte puftule efiliffime , ripiene di fiero bianchiccio . Le orine furono crude , e fani i polfi . Serto. La mattina s* oflervò, che T incifione era fup- purata , ficcome crefciute di mole , e fuppurate cinque delle predette puftule . Ertendofi le altre confervate bian- chettc, fé ne videro pullulare delle nuove. Il polfo fegui» tava ad effere faqo, ma le orine fi videro torbide con molto fedimento groffo , e biaricartro. Settimo, e ottavo. Neil* uno , e nell* altro giorno la incifione , le puftule , le orine, ed i polfi fi man- tennero nello ftaco medefìmp del giorno antecedente . Nono . Tanto 1^ mattina , che il giorno il polfo M ^- pò /\ T T I fi trovò un poco frequente, le orine benché intorbida- te , avevano deportato il noto fedimento , la incifione fi manteneva parte infiammata , e parte fuppurata , e le puftule fopra defcritte erano quafi del tutto afciugate. Decimo . La mattina fi trovò il paziente fenza feb- bre; fi videro le orine confufe , e con poco fedimen- to , l' incifione cominciava a rifaldarfi. La fera i polfi erano alquanto febbricitanti , e comparvero alcune pic- cole pultule nella faccia. Undecimo . Il polfo fu appena febbricitante , le ori- ne crude, intorbidate, e con poco fedimento, 1* incifione nianata del tutto , ed il numero delle Pullule nella faccia fembrava augumentarfi. Duodecimo. Si trovò il polfo naturale , le orine s* offervarono crude , le puflule fi videro crefciute in nu- mero , fpecialmente nella parte finiftra della faccia i per altro e' aflicurammo che le pultule del giorno an- tecedente non erano crefciute di mole . Decimoterzo fino al decimofefto. 11 prodotto di tut- ti quelti giorni fu lo ilelTo, che quello del duodecimo, fé non che le pullule accennate , fcmpre più crefceva- no in numero. Decimofcctimo . S' incominciò a fofpctrare , che le pullule , non folfero altrimenti originate dal vajuolo , ma dalla rogna . Decimottavo. Il corfo, e la qualità d-lle puflule , ci fece ad .videnza conofcere , che effe non erano un pro- dotto del vajuolo. Decimonono fino al vigefimo primo. In quelli gior- ni fi manteniìero le cofe nello (lato mededmo . . V'gefimofecondo. Giovan Favolo fu purgato con Tei ottave d' Elcttuario Alcfiandrinoj e ne nnalfe uni pia- cevole, e concludente operaziorje. Vi- Dell' Accademia .jji Vigefìmoterzo. Pafsò la notte antecedente inquieta . La mattina i poìCi erano febbricitanti, le orins torbide, e con molto fedimento biancaitro . Vigelìmoquarto. La mattina il polfo feguitava ad ef- fere febbricitante . Nel cadere del giorno , fi trovò la febbre non poco accrefciuta , e fé gli contarono nella faccia otto nuove bolle , col cerchio ronfo all' intorno, ed altre fei nel braccio, vicino al luogo, ov' era ihta imprefTa T incifione peli' innelto. Vigefimoquinto, e vigefimofefto. In quefti due gior- ni i polfi feguitarono ad clTere febbricitanti , meno però che ne' giorni precedenti, ed il numero delle bolle s* augumentò nelle mani, e nelle braccia, fino al nume- ro di ventidue . Vigefimofettimo. Il polfo fu inquieto, le bolle cre- fciute fino al numero di 36. fi videro ampliate di mo- le , con vefTichetta bianca full' apice , e le orine furo- no accefe accompagnate dal folito bianco fedim;;nto. Vigefimottavo. La mattina , e la fera i polfi erano febbricitanti alquanto, le orine naturali, e le predette bolle variuolofe crefciute nella mole , e divenute più bianche ; Elle confcrvavano alla bafe una piccola in- fiammazione , olfervata ancora nel giorno precedente. Vigefimonono. Tanto la mattina, che la fera, 1' o- rina fi trovò naturale , il polfo fano , ed il Vajuolo incominciava a fuppurare. Trigefimo. Le cofe profeguirono nello flato medefimo. Trige'ìmoprimo. S' olfervò , eh' il Vajuolo incomin- ciava a profciugarfij i polfi continuavano ad elfer fani, le orine naturali , e peli' ultima volta fi videro ricche del noto fedimento biancaltro. Trigefimofecondo. Il Vajuolo era quafi d.l tutto pro- M 2 fciugato 9^ ATTI fciugato i ì polfi , e le orine erano naturali : (ìcchè il trentefimorettimo fu rimeflTo Gio: Favolo al fuo quar- tiere Hino , e falvo^ per il Vajaolo , ma non liberato dalla rogna. Storia IV. A Liborio di Giovannina in età d' anni otto , e mefi otto fano , e d* ottimo temperamento , la di cui perfona era contrafTegnata da certe macchie bian- che , le quali comunemente padano fotto nome di vo- glie ,fenza alcuna previa cautela il 2. di Giugno i-]6o^ fu inoculato il Vajuolo, avendogli incifa colla lancet- ta la foftanza mufcolare del braccio deftro , e fopra la ferita applicata una porzione di filo di bambagia imbrattato nella marcia d' un vajuolo naturale. Terzo dall' innefto . Scoperta 1' incifione fi trovò un poco umida , e C\ vide fcorfo il filo foprapoftovi on- de fu creduto efpediente riporvene un' altro inzuppa- to fimilmente nella marcia variolofa. S' offervarono le orine torbide , biancheggianti , e con moltiflimo fedi- mento di materie grolle. Quarto . Le orine furono fìmili a quelle del gior- no precedente , ed i polfi naturali , ficcome lo erano il giorno avanti . Quinto . Le orine avevano deportato il (olito Cedi- mento , i polfi erano naturali , e s* oflervò la ferita afciugata con poca infiammazione. Selio . Tutte le cofe procedevano fecondo il folito J toltane la incifione , che s* olTervò più accefa , e con- tornata I Dell' Accademia rfr-' 9Ì tornata da dodici pullule ripiene di fiero biancaflro l Settimo. Le puftule erano del tutto afciugate, e fva- nite. Ottavo, e nono. Nel corfo di quefti due giorni 1* incifione fuppurò . Le orine , per trafcuraggine di chi afTifteva , non fi poterono oOfervare, ed i polfi furono naturali . Decimo . L* incifione fi trovò in migliore flato , e già s* afciugava . Le orine furono torbide , e con ie- dimenco , i polfi fani * Undecimo. L' incifione feguitò a rnigliorare. Duodecimo. Si trovò 1' incifione guarita del tutto J i polfi fani, le orine naturali > e munite di poca quan- tità del redimento biancaftro. Decimoterzo . Si trovò il polfo febbricitante , e le orine fi videro confufe con molto del noto fedimento . Decimoquarto . La mattina fi trovarono i polfi feb- bricitanti , le orine torbide , e col fedimento . Decimoquinto. Seguiva la mattina nello flato me- dcfimo.Neir imbrunire del giorno, i polfi fi trovaro- no fani , le orine naturali , e s offervarono nella par- te finiftra del mento quattro piccole bolle un poco rof- feggianti . Decimofefto. Apparvero nella guancia deftra altre puftule minute ripiene di fiero biancalfro , fi comprefe per altro , che dette puflule non erano di Vajuolo . Le quattro bolle oiTervate il giorno avanti nella par- te finiftra del mento , erano crefciute di mole . Decimofettimo . Le cofe procedevano col fiftema del di precedente , le pu(tuìe attinenti alla parte deftra della guancia fvanirono del tutto, e le bolle della finiflra parte del mento erano crefciute di mole, e più infiam- mate, ' De, p4 ATTI Decimottavo (ino al Vigefimo . Quefti giorni le co- fe tutte profeguirono il corfo de' giorni antecedenti , eccetto che le bolle del mento fi videro fuppurare . Vigefimoprimo . Le cofe Ci mantennero nel folito grado . Vigefimofecondo , S* ofTervarono le orine naturali lenza fedimento , le bolle profciugate affatto . Vigefimoterzo fino al vigefimofelto . Continuarono le cole in meglio . Vigefimofettimo . Sano , e falvo Liborio riportofli al fuo Quartiere . Storia V. Ili iiMliMMi— ÉMiiiilaiim «ééMT A Leonardo di Maria Livia d* anni dodici , e mc- fi tre, tinto di buon colorito , e dotato d' un ottimo temperamento , la mattina del 2. di Giugno i-j6o. fìì inneftato il va juolo, avendogli applicato , nelle incifioni imprelTe leggiermente colla Lancetta nella foltan- za mufculare dell' uno, e 1' altro braccio, un' picco- lo filo di bambagia imbrattato nella materia d' un* va juolo naturale. Terzo dall' Innefto . Scoperte le incifioni fi videro umide alquanto , e nel contorno un poco infiammate. Le orine furono copiofe , torbide , e con moltiffimo fedimento groffo , e biancaftro. Quarto , e quinto . In quelli due giorni nulla vi fu di nuovo j fé non che le incifioni erano più infiam- mate , ed incominciavano a fuppurare , fpecialmente la Dell' Accademia 95 la deftra , che più della fìniftra s' era elevata in tumore. Serto. Le orine s* oftervarono intorbidate , con mol- to redimento , rifcontraronfì i polli naturali , e le in- cifìoni fi videro più aperte , ed umide , nel contorno delle quali erano fpuntate molte pu/iuline ripiene d' un fiero pellucido . Settimo, e ottavo. Le incifioni continuarono a fup- purare , e nel loro contorno fiorirono nuove puftulc, e in quantità , ripiene di fiero . Le puftule accennate nel fettimo fi afciugavano . Le orine , ed i polfi pro- feguivano il corfo ordinario. Nono . OJcrvaronfi le incifioni più del folito umi- de , e dilatate , le pultule contornanti le dette inci- fioni erano quafi del tutto profciugate , le orine tor- bide , e con molto del noto fedimento . Neil' annot- tarfi iì rirvegliò la febbre , con un' piccolo dolore di capo . Decimo. I polfi Ci mantennero un poco febbricitan- ti . Si videro le orine in tutto naturali : Le incifioni incominciavano ad afciugarfi , e preflTo la finiftra s of- fervò una bolla rilevata alquanto, che fembrava di va- juolo. UnJecimo. Il polfo fu naturale. L' orina confufa col noto redimento. Le incifioni quafi del tutto afciugate, e la predetta bolla crefciuta di mole, ed infia.mmata alla bafe. Duodecimo. I polfi tornarono ad effere un poco feb- bricitanti accompagnati dal folito dolor di capo. Ave- va effo gli occhi alquanto rubicondi, e nella faccia (fpe- cialmcute nella guancia finiltra ) erano comparfe mol- te pulluline , eh; feinbrsvano elevate . Le orine fi vi- dero coiifùlc, e col noco fedimento . Le incilìoni ri- faldate ^^ A T T i faldate affaeto , e la bolla del braccio (ìnlftro crerciuta di mole , infiammata alla bafe , imbiancata nell' apice, con vefcichetta . Decimoterzo. Il polfo trovoflì interamente naturale, fvanito il dolore del capo , 1' infiammazione degli oc- chi , e difi'ipate onninamente le puftule , eh' il gior- no avanti erano comparfe nella faccia . La bolla del Braccio finirtro era fpellata in modo , che più non lì diftinfe di qual genere ella fi forte > L' orina fu natu- rale, con pochidimo Cedimento. Decimoquarto, e decimoquinto. Le cofe procedeva- no naturalmente. Decimofefto. Apparvero di bel nuovo nella faccia mi- nute , e numerofe puftule, e ben fi comprendeva, che non erano di vajuolo . Le orine fi videro confufe, ric- chiffime del noto fedimento . I polfi furono naturali , Decimofetcimo. Le puftule erano fvanite affatto. Le orine, ed i polfi fi trovarono in iftato naturale j fic- chè Leonardo ci fembrava del tutto rifanato . Poco H- curj , che le febbri offervate nel decimo, e nel duode- cimo in detto Leonardo fofTero un vero effetto dell' e- ruzione variolofa , e dubitando , che 1* accenfione degli occhi , le puftule , che più volte fpuntarono, e fvanirono , e nelle braccia intorno all' incifioni, e nel- la faccia, e che la bolla per tre in quattro giorni of- fervata nel braccio finiftro prefTo 1' incifione , e quin- di per r efcoriamento perduta , folle con tutti gì' al- tri fenomeni da reputarfi per un' accertato indizio di vajuolo ; per meglio affici4rarci s' creino che la fera mcdefima s' inneftafle nuovamente al foprad. Leonardo il vajuolo , pungendogli il braccio deftro con uno fpil- )o (palmato di fiefco nella materia d' un vajuolo inneli^- lo . Terzo Dell' Accademia P7 Terzo dalla puntura . La medcfìma fu fcoperta , ed oATcrvonTi un poco infiammata. Settimo. Si trovò la puntura eftinta affatto; In tut- ti quelli giorni , ficcome ne* fei confccutivi Ci trovaro- no, e poKì, e orine faniflfime i tanto che nel decimo fu rimandato al fuo quartiere perfettamente riftabilito, e noi abbiamo tutto il fondamento di crederlo. Storia VI. LA ntattina del 2. di Giugno \~j6o. In Teodoro di Giovanna in età d' anni fette , e mezzo fano del- la perfona, e di buon temperamento, premeffc le fo- lite incifìoni nella foRanza mufcolare d' amendue le braccia, fu efcguito 1' innefto, con avere fecondo il co- llume foprapollo alle dette incilìoni un poco di filo di bambagia inzuppato nella materia ài un' vajuolo natu- rale. Terzo, e quarto dall' inneflo. Nel corfo di quefli due giorni le incifioni non s' alterarono punto > i polli furono Cani , ma le orine fi videro torbide con moltif- fimo ledimento grolTo , e biancaftro. Quinto. Le orine, ed i polfi non variarono punto dal giorno precedente; L' incifione del braccio deliro appena fi dillinguevai ma quella del braccio fiaiflro, e- ra alquanto tumida , ed infiammata. Sello. Tutto mantenne il coifo del giorno precedente. Settimo. Naturali furono le orine, ed i polfi , 1' in- N cifione pS Atti cifione deflra Ci trovò cicatrizzata affatto , ma alcune puftule (ierofe faceano corona alla finiftra umida per la fuopurazione . OcLavo . Si trovò il poKo fano ; L* incifione finiftra quali del tutto rimarginata, e le puftule defcritte afcia- gatc . S' oiTervarono le orine intorbidate molto, col no- to copiofo fedimento . Nono. La mattma i polfì furono naturali, le orine crude con moltilTimo fedimento: La fera dello fteOfo giorno s alterarono i pollice le orine, che non aveva- no depoficato il fedimento fi videro crudifTime : Teo- doro pafso la notte con della inquietudine. Decimo. Si trovarono i polii appena febbricitanti , e naturali fi mantennero fino alla fera dello Uelfo giorno i le orine furono crude, ma pregne del noto ledimento Undecimo , e duodecimo. 1 polfi naturali, e le ori- ne col folito fedimento. Deciraoterzo. iVlattina, e fera il polfo alterato, ed orine naturali . Decimoquarto. Il polfo era fano, le orine un poco confufe ; In tal giorno tre puliule rapprefentanti tre vefcichette linfatiche, s' affacciarono alla gola, ed of- fervaronfi ancora due altre bolle nel Cccciae credute di vajuolo 5 una maggiore , e 1' altra minore, effendo'i dubitato raoionevolmenre , che la ma-^^iore comparfa toiic Ufi giorno prima . Ds^cimoquinco . Si vide più infiammati nel contorno, e bianca full' apice la bolla ma«-?iore del Co:cÌ5e i la minore s' olTervò rubiconda . Le pu^lule della gola e- i\^5J afciugate, i polfi fani, le orine cjnfulc , e eoa rrjolto redimento . Decsmofclio . La bolla maggiore era imbiancata , la mino^rs Dell' Accademia 99 minore fembrava che full' apice avede una vefcichetta parimente bianca» erano fiorite ancora altre pultule c- /ìlifTime nella natica deftra ; Da quefto giorno in poi, le orine , ed i polfi furono fempre naturali . Dccimofettimo. La bolla maggiore incominciava ad afciugarfi , la minore imbiancava viepiù. Decimottavo. Tutto feguitava in meglio. Decimonono . Le bolle erano profciugate affatto , e le puftule della deitra natica oflervate nel decimofelJo, del tutto fvanite . Vigefimoquarto. In quefto giorno, fu Teodoro leg- giermente purgato , e nell' ottavo dopo la purga , fa- no, e falvo fi ricommife alla cuftodia di Giovanna. Storia VIL A Domenico di Lorenza di Siena, d* anni io,, e mefi 9. d' ottimo temperamento, il 2. di Giugno 1760. fu innevato il vajuolo per mezzo delle folite in- cifioni impreffe nella fortanza mufcolare d' ambedue le braccia , e del folito filo di bambagia intinto nella marcia d' un' vajuolo naturale , e qu'ndi alle dd. in- cifioni foprapoiio. Terzo, e quarto dall' Innefto. I polfi furono natu- rali , le orine un poco torbide con fedi mento groflo, e bianco, ed i tagli un poco umidi , ed infiammati. Quinto. I Polli, e le ormi ^\ trovarono, come nel giorno prcced'ente: Le incido ii incominciavano a fup- purare , ed erano contornate da moke pulluline ripie- ne di fiero pellucido. Sedo. lOO A Serto. Le incifioni vie più s* infiammavano, e fup- puravano , e viepiù crefceva il numero delle puftule fìerofe . Le orine erano naturali . Negl' efcrementi fa- ni evacuati dal ventre fi videro quattro Lombrichi . I polli febbricitavano i il capo doleva , la perfona era tut- ta combattuta dagli fcotimenti, e dalle convulfioni , e gì' occhi , fiante 1' ardore , che fofFrivano , avevano in odio la luce . Quefto tumulto perfeverò fino alle fei della fera , dopo le quali il tutto fi ricompofe, e le convulfioni ceffarono affatto . Settimo. Nuove puftule fierofe comparvero intorno alle incifioni , e parte delle puftule fiorite nei giorni antecedenti , erano afciugite , parte gemevano del fie- ro L* incifione finiftra fuppurava ancora di più, e la, deftra incominciava ad an:iugarfi. Le orine furono cru- de col noto redimento . Profeguiva la febbre , ma con impeto minore del giorno antecedente : Il dolor di capo era quafi del tutto fvanito , ficcome 1' ardore degli occhi. Ottavo . La mattina fi trovò V incifione deftra qua- fi affatto rifaldata , la finiftra più aperta , e gemente in copia della materia purulenta . Attorno alle incifio- ni continuarono a comparire nuove puftule fierofe , e parte delle venute nei giorni antecedenti erano afciu- gate, parte fruttavano del fiero mordace . Le orine furono crude , e fenza fedimento . La Febbre in- calfava , il fonno e il dolore di capo parimente . La fera tutti gì' accennati fintomi pigliarono calma. Nono. Tutto continuava al folito, Decimo . La mattina tornò 1' orina ad efTere tor- bida col noto fedimentQ . Le incifioni , e le puftule contornanti le rnedefime erano deli' iftcfla condizionfr, che Dell' Accademia loi clic il giornno precedente . La Febbre fi trovò mino re, e la fera in tute* e per tutto difTipata . Undecime . Le orine furono crude , e con poco fe- dimento , i pol(ì naturali . L* incisone deftra , che neir ottavo era del tutto rifanata , nuovamente fi fe- ce umida , infiammata , e dura , e le puftule con- tornanti tutte , e due le incifìoni erano profciugare , fcnza che nella perfona offervar fi potefle bolla al- cuna di Vacuolo. Duodecimo . L' incifìonc fìniflra s' era ammollita , ed aveva gettato del fiero . 11 polfo fu fano , e 1* ori- na torbida con moItiHlmo fedimento. Decimoterzo . L' incifione rifanava . Decimoquarto . Tutto continuava in meglio ." Decimoquinto . L* incifione fi trovò cicatrizzata . Le orine , ed i polfi naturali , e così nel decorfo in- variabilmente fi mantennero . RIFLESSIONE I Sintomi , che accompagnarono il male di Dome- nico dal fefto al decimo, credemmo effer' originati dp Ila materia variolofa , febbene nel corio di quefti giorni non fi fofTcro olTervate nella di lui perfona bol- le di vero , e fincero vajuolo , perfuafi che la feb- bre , con gli altri accidenti aveffcro confumato il fer- mento varjoiofo . Tuttavolta per vie più aflicuraci il decimo fettirno ordinammo , che al predetto Dome- nico s* inocukffe nuovamente il vajuolo con fare in- cidere a lui la foltanza mufcolare della Cofcia fini- lira , e fopraporrc ali" incifione il folito filo di bam- bagia imbrattata nella marcia d' un Vajuolo inneftato. L* lo 2 Atti L* incisone fi confervò rolTa par giorni tre j quin- di perfetcamente rifanò né produfle nel noftro replicatamen- teinocuUto fconcerto alcuno di falute^onde il primo di Luglio fi rimandò al fuo quartiere contento d' ave- re fofferte le fole febbri del Vajuolo . Storia Vili. AGlufeppe da S. Emiliano in età d* anni fci all' incirca , fa no nel corpo , e ben colorito nella faccia , il due di Giugno 1750, fu inneftato il Va- juolo col metodo feguente . Colla Lancetta gli fuim- preHa leggiermente un* incifione nella foftanza mufco- lare del braccio deftro , e fopra a detta incifione ap- plicato un piccolo filo di Bambagia , imbrattato nel- la materia purulenta d* un vajuolo naturale . Terzo dall' innefto . Scoperto il braccio, e tolto via il filo , fi vide r incifione infiammata molto , ed umida , offervaronfi le orine torbide , e ripiene di fe- dimenco biancaflro , e tanto la mattina > quanto la fera fi trovarono i polfi alterati. Quarto , e Quinto . L' Incifione , e le orine con- fervarono i caratteri del giorno terzo j I polfi furo- no naturali . Selto . I polfi da mattina s' oQervarono fani . Le orine fi trovarono torbidifiimc , e pregne del noto fe- dimento , 1' incifione infiammata , e umida : La fera i polli erano febbricitanti . Settimo . La mattina il Fanciullo aveva la febbre , ed Dill' Accademia 103 ed aride le fauci j onde gì* ordinammo per diffetarfi dell' acqua comune della più perfetta , aggrazziatacon Sciroppo acetofo . Le orine vennero crude , e con po- co redimento , e la incisone infiammata di più , e crefciuta in tumore gli doleva un poco . La fera con- tinuava la febbre , e 1' aridità delle fauci . Ottavo . Nella mattina la fete, e la febbre era mi- nore, per altro il dolore di capo gli apportava un po- ca d* inquietudine. Negl' efcremenci fi videro due ver- mini . S* oiìervarono 1* orine abondanti , e crude , e r incifione nello flato medefimo del giorno prece- dente i e già nella faccia incominciavano a rilevarfi delle puflule infiammate , e piccole , il maggior nu- rr.cro delle quali occupava la guancia delira. Nono . La mattina s' ofiervò 1' orina torbida , e ri- vcftita del noto fedimento ; 1' incifione più accefa , ed elevata in tumore refiftente più del folito . Il pol- fo era frequente ficcome lo fu ancora la fera , e le puflule della faccia confervarono Y indole , che ave- vano il giorno avanti . Decimo . L' incifione non aveva fatto alcun divario, r orine erano le ftelTe , che quelle del giorno antece- dcnfe . I polfi furono fani . Undecimo . Nulla vi fu di nuovo . Duodecimo Le pufiule della faccia nella mattina erano fvanite affatto , 1' incifione aveva fuppurato , 1' crina fi vide torbida con moltiffimo fedimento , ed il folfo (ì trovò un poco febbricitante , che tale fi man- tenne ancora la fera di quello giorno . Lccimoterzo. Si trovò 1' incilione infiammata, aper- ta, e profonda, fi videro le orine torbide , con molto (cdirr.tnto . Tanto da mattina , che da fera trovaronfi i poi- 104 Atti i pol(ì appena febbricitanti, e fpuntarono poche bolle, alcune fopra il Labbro fuperiorc , ed altre fui dorfo* Decimoquarto , e Decimoquinto . l polfi fi fenti- rono fempre naturali , 1' incifìoni , e le orine furono dello fteffo carattere , che quelle del giorno decimo- terzo , e le predette bolle Varjolofe crefcevano di mo- le , e s' infiammavano . Decimofelìo . La mattina fi trovò il polfo febbrici- tante , la fera fu naturale . Le orine s* oflfervarono tor- bide , e fedimentofe , 1' incifione fmontata affitto di colore , avendo data fuori copiofa quantità di ma- teria purulenta . Erano approdate alla cute altre cin- que bolle di Vajuolo , quattro delle quali fi manife- Itarono nel Tarfo del pie finiftro , ed una fotto il gi- nocchio deftro. Decimofettimo . I Polfi , e le orine furono naturali i Va juoli poi incominciavano a perdere il color bianco. L* incifione non oftante , che feguitalTe a gemere , s' era di nuovo elevata in tumore . Decimottavo . Le cofe tutte feguitavano full' iftef- io piede . Decimonono . Le Bolle varjolofe del labbro fupe- riore , e del dorfo incominciavano a profciugarfi i Le orine, ed i polfi erano naturali, e tali fi mantennero ne* gior- ni fuileguenti . L' incifione gemeva al folito quan- tità di materia . Vigefimo , e Vlgefimofecondo - Nel giro di quefti due giorni le bolle del vajuolo fi profciugarono affatto. In tutte non oltrepaflavano il numero di 13. L* in- cifiene poi feguitò a fruttare per de' giorni , e nel vigefimo quarto Giufeppe purgato con un piacevole mi- norativo, il tre di Luglio fu ricondotto fano al fuo quartiere STO- «1^ • Dell'Accademia i«5 Storia IX. ACrlfogono di Calleca in età d' anni cinque , e mefi nove , di buono , e laudevole tempera- mento, il 2. di Giugno ij6o. colla lancetta furono incife ambedue le braccia nella foitanza mufcolare, e fopra le dette incifioni furono polfe due erotte fiac- cate da un Vajuolo difcreto , e naturale , Terzo dall' Innefto. Shfciatc la marcina le incifio- ni olTervaronfi trasformate in due piaghe fuperficiali , corrifpondenti nella figura alla forma delle erotte ap- plicate. I polfi erano naturali, e le orine non fi pote- rono ottervare. Quarto , e quinto . Le orine vennero torbide con poco fedimento forforaceo, e biancaftro) i polfi fi man- tennero fani , e le piaghe fi trovarono umide nel cen- tro, infiammate nel contorno , e particolarmente la fi^ nittra. Setto. Le orine crude , e fenza fedlraento , i polfi fani , la piaga finittra fuppurata , e acccfa più che la deftra . Settimo . L'orina fu torbida col noto fedimento bian-- cafìro, il poJfo batto, e le piaghe nei fuoi caratteri, per nulla dittimili al giorno precedente i per altro la lìnittra era contornata da alcune puttule minute , che fembravano infocate. Ottavo . Le crine , ed i polfi G trovarono nello fla- to del giorno antecedente, e già la piaga delira s' afciu- gavaj confervandofi umida, ed infiammata la finittra, O le io5 Atti le di cui puftule Sembravano ripiene d* un* fiero bian- cailro. Nono. Perfeverando il polfo , e le orine nello fla- to medefìmo fi trovò la piaga deftra nuovamente ac- cefa , e tumefatta , la finiftra nello flato medefimo , che nel giorno precedente ,- fé non che già le puflu« le che le faceano corona incominciavano a profciu- garfi. Decimo . Tanto la mattina , che la fera ritrovoffi il fanciullo un poco febbricitante j Le orine , e le pia- ghe non erano punto diflimili da quelle del giorno paf- fato . Undecimo . L' orina della mattina fu torbida , e ricca del noto fedimento : Le piaghe erano fuppurate molto , e la deftra più che la finiftra . Il polfo fi trovò un poco frequente . Nel cadere del giorno s* ac- crebbe la febbre con toffe , e grave dolor di capo , e già incominciavano a fpuntare qua , e là in tutta la perfona piccole bolle di Vajuolo , fpecialmente attor- no alla piaga del braccio deftro . Duodecimo, e Decimoterzo. Nel corfo di quefti due giorni s* augumentò di poco il numero delle bolle , micilfima fu la febbre . Le orine Ci mantennero tali quali erano nell' undecimo. La piaga (ìnìftra s' afciu- gava , e la deftra fi manteneva umida , e fuppurara . Decimoquarto fino al decimofefto . Ricornarono i polfi al loro ftato naturale. Le orine, e le piaghe avea- no confervate le qualità de' giorni antecedenti. Le bol- le variolofe , eh' in tutte montavano a trenta erano cresciute di mole, e travedevafi nell'apice di molte di dd' bolle una vefcichetta ripiena di fiero. Dcc-mofettirno . In tal giorno, di particolare altro non ^ Dell* Accademia 107 non s* ofTervò, che le bolle variuolofe incominciavano a Suppurare . Decim'ottavo . La fera Ci rifece la febbre non picco- la, con grave dolore di capo i. onde avuta rifleffione ali* cflTer trafcorfi giorni cinque dn che il noltro inoculato godè il benefìzio del ventre, fenia che E-^li ulterior- mente fi foUe fgravato , e fentito il corpo ripieno, or- dinammo che riceveffe un elidere , coli' ajuto del quale evacuò macerie in parte fecciofe, e in parte u- morofè, e quefta evacuazione non poco contribuì a fol- levarlo . Le orine vennero crude , la piaga finiltra fi trovò guarita del tutto , la deftra fi manteneva .per an- cora aperta , e dava quantità di materia purulenta . Decimonono. La mattina fi trovò il polfo , e 1* ori- na fana , ed il vajuolo incominciato già a profciugarfi. Vigefimo. In quello giorno, ficcome in tutti gì' al- tri giorni confecutivi , fi trovarono i polfi , e le orine in illato naturale, il Vajuolo profciugato quafi del tut- to, ma la piaga feguitò a gemere fino al vigefim' ot- tavo, nel qual giorno s' olTervò perfettamente rifanata . Nel vigefimo fello purgammo leggiermente il noflro inoculato, e da tal purga ne ritraile un foUievo confi- derabile. finalmente il 4. di Luglio riflabilito , ed alTicuracp tornò Crifogono ieliceraente al (uo dellino. Sìoria X. O ^oardo di Calleta nel Cafentino in età d' Anni i^ei , e mefi fette di temperamento piucodo indi- O 2 nante ipS A T T i nante alla Cachefsìa , oftruzionario , tinto d' un' colo- re pallido terreo , e nella fuperfìcie efterna della pelle contrafTegnato per alcune macchie di Tigna , prima che folle efporto air Innelto del Vajuolo , fu , più volte purgato con Elettuirio Alcflandtino, per de* giorni, u- so fughi d' erbe addolciti con fciroppo di cicoria , e quindi il 2. di G ugno 1760. ancor' Egli ricevè l' in*» nefio per meizo d una piccola incifione fattagli colla Lancetta nel braccio finiHro , fopra cui s applicò il folito filo intinto nella marcia d' un Vajuolo naturale. Terzo dall' Innelto fiao al Selto . I polli , e le orine naturali , 1' incilìone umida un poco . Settimo . I polli , e le orine confervandoli naturali, trovolTi r incilìone infiammata alquanto , intorno a cui , già s' erano affacciate delle pultule , che fem- bravano ripiene di lìeru . Octàvo . Procedendo il tutto col fiftema del giorno antecedente , s' oilervo , che tutte le pultule contor- nanti r incifione erano fuppurate , e che già incomin- ciavano ad afciugarli . Nono fino al Duodecimo . In quefti giorni le cofc tutte furono in calma , toltane ì' incilione la quale aveva fuppurato di più , e verfo i Labbri s' era dila- tata ancor maggiormente , e nel concorno infiammata, eOTendofi le puitule eh* avea attorno del tutto afciugate. Decimoterzo . Per la prima volta fi vide 1' orina confufa con del fedimento di materia biancaftra , 1' incifione era umida , ma non accefa , il polfo fano - Fiorirono in quello giorno alcune puftule nelle nati- che , nel do rio , e nel ventre , e lofpettammo , che follerò di Vajuolo . Occimoquarto fino al Decimofefìo . Nel corfo di que- Dell* Accademia 109 quefti giorni le puftulc ultimamente venute fi manten- nero le ftelTe , e nel numero , e nell' elevazione i ne- pure le orine Hi cangiarono , eflendo Itate confufe, ed avendo portato il noto fedimento . I polfi furono per- fettamente fani , e 1' incifione nel decimofello fi vide del tutto cicatrizzata . Decimofettimo . Altro di nuovo non s' offervò ,' che le predette pullule riputate di Vajuolo , erano fvanite affatto , ed una di nuovo più tofto groiletta che gettava del fiero s era affacciata alla cicatrice dell' incifione . Dal predetto giorno decimo fettimo , fino al vigefimoquinto Odoardo fc la pafsò cosi bene di falute , che di già , fenza che Egli foflTe flato attac- cato dal Vajuolo , penfavamo di rimetterlo al fuo Quartiere , quando impenfatamente la mattina del vige- fimofefto lo trovammo opprelTo da dolore di capo, con della febbre, la quale nell' imbrunire del giorno pigliò dell' augumento , avendo eccitati in detto Odoardo de* vomiti biliofi accompagnati da' lombrichi . Secondo dopo la nuova acceffione . Tanto la mat- tina, the la fera fi trovò meno febbricitante, il dolore del capo gì' era diminuito , aveva renduti per vomi- to altri lombrichi , onde fu creduto opportuno il far- gli ufare dell' Olio di mandorle dolci a lambire , e fare a ,lui prendete in diverfi tempi della Treggèa di feme Santo . Terzo La mattina avea nuovamente dati fuora per vomito de' lombrichi , e due ne oOfervammo nell' eva- cuazioni del ventre j onde gli dicemmo feguitare V ulo dell* Olio a lambire, e della Treggèa. Il polfo fu meno febbricitante del giorno palTato , tanto la mat- tina j quanto la fera , nella quale fi videro approdare in I IO ATTI a diverfì luoghi della cute molte bolle poco roffe, ma di vero Vajuolo ; le orine vennero colorite , e con molto redimento di materie biancheggianti. Quarto fino al Settimo . Seguitò 1' eruzione variolo- fa in tutto r ambito della perfona , ficchè il Vajuo- lo fu copiofo ma dell' indole dei difcreti : In quefti giorni le orine , ed i polli furono fecnpre naturali . La fera del fettimo ritornarono 1* orine torbide , e fedimentofe . I Vajuoli incominciavano ad imbiancare full" apice , e nel contorno della bafe erano infiam- mati j II polfo ancora tornò ad elTere un poco teb- jricitante - Ottavo fino al Decimo . Continuò la fuppurazionc de' Vajuoli , i polfi fi mantennero molto febbricitanti, e il ncflro inoculato ne' giorni predetti ebbe po- chiffiino ripofo con della fmania. Undecimo, Il vajuolo incominciandofi ad afciugare, la febbre diminuì , ma non cefsò affatto . Duodecimo fino al Decimoterzo . Le Bolle s afciugavano lentamente , e la febbre feguitava come neir undecimo . Decimoquarto . Il polfo fu alterato , ed i Vajuoli profeguivano ad afciugarfi , ficchè decrefcendo ogni giorno più i fopra indicati accidenti nel decimo fet- timo , Odoardo fi trovò del tutto guarito . Pochi giorni dopo nuovamente Io purgammo , ed il 2 2. di Luglio fu rimandato fano al luo quartiere. STO- De ll' Accademia ih Storia XL FLorenzio da Rapolano ài anni cinque , e mefì dieci pallido di colore magretto , e molto cor- pulento , fu purgato con leggiera dofe d* Elettuario AlcHandrino , polcia per giorni quindici avendo ufati decotti di Cicoria aggraziati con fciroppo della me- dcfìma , anch' Egli fu fottopofto all' Inncfto del Va- juoloil 2. Giugno 17(^0. edendo a lui flato incifo per mezzo della Lancetta nella folianza mufcolare 1' uno, e 1' altro Braccio , e foprappolio ali* una , e 1' altra incifione un filo di Bambagia imbrattato nella marcia d' un va- cuolo naturale . Terzo , e Quarto dall' innefto . I Polfi furono fa- ni , le orine crude , con poco fedimento biancaltro ,e le incifìoni incominciarono ad infiammare . Quinto , e Selto . I Polfi fi trovarono naturali , ìc orine crudilTime, prive di fedimento,e le incifioni più infiammate aventi all' intorno poca quantità di pu- lluline fierofe . Settimo . Tanto la mattina , che la fera {ì trova- rono i polfi alquanto febbricitanti Si lagnava il fan- ciullo del dolore di capo , ed aride aveva le fauci . Le orine erano crude , la delira incifionc , e le pu- ftule contornanti la mcdefima s offervarono afciugate. Le puiiule dell' Incifione finirtra infiammata , e che incomincava a fuppurare , {\ trovarono ancora frefche e in quelto giorno fiorirono altre quattro pullule fie- rofe 112 ATTI rofe attorno alla detta inclfione finlftra .' Ottavo . La febbre fu minure adai , le orine fi vi- dero accefe , ma prive di fedinmento , 1' incifionc fi- niftra fi trovò fuppurata , ed umida , e profciugatc del tutto le puftule , che la contornavano . Nono. La Febbre accompagnata dal dolore di capo,' da accaloramento d' occhi , e di fauci , fu maggio- re che nel giorno antecedente, s'oOfervarono le orine ac- cefe , e fenza fedimento , e fi vide che l' incifione fi- niltra s afciugava , e fi difponeva alla cicatrice. Decimo . bi trovò V incifione finiftra del tutto ri- faldata , le orine fi videro torbide con del fedimento di materia albiccia . La febbre , il dolore di capo , i! calore degl' occhi , e della faccia , tutti qucfti acci- denti erano gli ftefi'i che nel Nono . Undecimo . Colla Febbre diminuiti erano tutti gì' altri fintomi , e fino al Decimoquarto grandemente de- clinarono , nel qual giorno tutto fu in calma , e con quefta fi camino fino alla fera del Decimofettimo . Decimofetcimo . La fera s* accefe di bel nuovo una febbre leggiera , con un piccolo dolore di capo i le orine furono naturali . Deci motta vo . L* orina era confufi , e colorita , la febbre fi trovò maggiore , fenza che ne fofie flato comprefo 1* accedo , aveva afpra la cute , onde fu creduto opportuno il farlo ungere per tutta la perfona coir olio di Mandorle dolci , e fargli ufare per bevan- da una Lattata di fcme di Melone , addolcita con un poco di zucchero. Decimonono. Orine più colorite, febbre maggiore, cute pù afpra. Solici Imimenti , e folita Lattata. Vigelìmo . Febbre grande , orina colorita , e con- f ufa , Dell* Accademia 113 fufa , ventre gonfio , e duro , e forti dolori nell' ar- ticolazioni de' polfi i che però olcre le predette cofc pigliò Florenzio un oncia , e mezza d* Olio di Mandorle dolci aggrazziaco , con giulebbo di viole , e la fera ebbe una (carica di ventre conferentifliraa per aver' evacuate materie paniofe , gialla/tre . Vigefimoprimo , e vigefìmofecondo . Diminuì la feb- bre , le orine furono meno accefe , e '1 ventre era fgon- fìaro un poco , e i dolori dt* poHì alquanto fccmati . In quciti due giorni ebbe Florenzio altri fcarichi di ma- terie parimente paniofe , e giallalire , e feguì co' foli- ti rimedj . La fera del vigefìmofecondo gli fopraggiunfè ancora un' Emorragìa di langue pel nafo , e la quan- tità del (angue che rendette per tale cmorrogìa fu di fei in- (ett' once . Pafsò quietiTmia la notte , febbene nelle tre precedenti a quelta avelfe riposato poco , e foffer- tc delle fmanic . Vigefìmoterzo . La mattina fi trovò un poco flan- co , e con pochiffima febbre . La fera i polfì furono fani , e le orine naturali . D' indi in poi fempre mi- gliorò. Nel vige(imo(cttimo lo purgammo, con la man- na , e il di 8. di Luglio lì rimandò fano al fiio> quartiere RIFLESSIONE RFfta indecifo fé le puftulc contornanti le inci- (ìoni , fé le febbri , l' accalora mento della fac- cia , e degl* occhi , 1' aridità delle fauci i dolori del capo , e de' Polfi (ìano da riputarfi per un vero pro- dotto del Vajuolo « P STO- 114 ATI Storia XIL I N Marcello di Calleta nel Cafentino d* anni fette ^ emefi quattro, e d' ottimo temperamento il 2. di Giu- gno 1760. fu praticato 1' innetto nella foftanza mufco- Ure foUanto del braccio deftro per mezzo delia folita incilìone colla lancetta , e del folico filo di bambagia, inzuppato nella marcia del vajuolo naturale. Terzo dall' Innefto. Scoperto il bracco, e non tro-' vato il filo neir incifione fé ne fece applicare un altro. Quarto, e quinto. Nulla vi fu di nuovo. Sefto. S' ofTervò T incifione alquanto infiammata,' con molte puitule lìerofe all' intorno. Settimo. S' offervarono le orine torbide, con molto redimento biancaftro. 1 polfi erano naturali, 1' incifionc più accefa, e le pultule concornanti la medefima fi profciu- gavano. Ottavo. Tanto la mattina, che la fera le orine a- vevano le fteffe qualità del giorno precedente , la inci- fione era più infiammata , ed i polli alquanto frequenti. Nono . L' incifione nella matcna era accefa di più, ed elevata in piccolo tumo'^e refiftente , i polfi un po- co frequenti j ma la fera trovaronfi leggiermente feb- bricitanti. Decimo . Si trovò che tutto corrifpondeva allo fla- to del giorno precedente. Undecimo. La mattina febbre maggiore, V incifio- ne fuppurata l' orine colorite naturalmente , ma cari- che del noto fedimento . La fera crebbe la febbre , fi ag- DfiLL* Accademia iij aggiunfe il dolore di capo con della tofTe . Duodecimo . Il polfo fu meno febbricitante, le o- rine più naturali, la incisone più fuppurata, e già (ì vide incominciare V eruzione del vajuolo con poche bolle foarfe qua , e la per tutti la perforia j e verfo la fera fi trovò diminuita la febbre , fvanito il dolore di capo , e la tolfe , ed accrefciuto moderatamente il numero delle bolle variolofc. Decimorerzo , La mattina il polfo era un poco feb- bricitante , luir imbrunire del giorno naturale . L' o- rina fu torbida, con molto del noto fedimento , 1' in- cifione fi confervava fuppurata , ed umida , ed erano approdate alla cute altre poche bolle di Vajuolo. Decimoquarto . In quefto giorno le cofe tutte pro- cedevano , come nel dccimoterzo. Decimoquinto , e decimofelio. Crefceva la mole del- le Bolle variolofe , il polfo era naturale , ficcome na- turali ancora le orine, folo che avevano depoficata po- ca quantità del noto fedimento albiccio . Non fi vide novità alcuna nelT incifione . Decimofettimo . Le bolle variuolofe incominciavano a fuppurare , mantenendofi i polfi , le orine , e 1' in- cifione nello flato medefimo del giorno antecedente. Decim* ottavo . Le bolle del Vacuolo feguitavano a fuppurare , 1' incifione , e le orine furono al folito, ma i poHì, sì la mattina, che la fera trovaronfi un poco febbricitanti. Decimonono . Il Vajuolo incominciò a profciugarfi nelle parti fupcriori , il polfo tornò ad efferc fano, le orine s' ofTervarono naturali, e la incifione s* afciugava. Vigefimo, e vigefimoprimo. Nel corfo di querti due gjjrni i vajuoli fi profciugarono affatto, le orine, ed P 2 i polfi ii6 Atti 1 poifi furono fani , e tali fi mantennero da indi ini poi . L' iacifione njigliotò , e nel vigelinaofefto fu del tutto rifanata. Vigefimofefto . Fu purgato Marcello, con un leggie- re minorativo, e il 3. di Luglio, fano perfettanoente rimefTo al fuo quartiere, dopo aver £o6Fsrto un* vajuo«j lo benigno, e difcreto. Storia XllL Lh mattina del 2. di Giugno i-j^o. fu inneftato il Vajuolo nella foftanza mufcolare efterna del Brac- cio deftro fopra il gomito, col metod' ifteOfo, eh' agi' altri detti fin qui , a Favolo Antonio di Lucignano di Valdichiana d* Anni 4. e meli uno, d" ottimo tem- peramento , e mangiatore, fenza averlo precedentemen- te preparato, fiante la buona falute eh* egli godeva .' Terzo dall' Innefto . Scoperta 1' incifione non s* of- fervò alterata, Tentiti i polfi fi trovarono naturali, non poterono niai olTervarfi le orine di quelto Fanciullo , perche egli le rendeva nel Letto , e fino al fedo nul- la accadde , che cfigeffe una fpeciale olfervazionc . Sefto . Sj trovò 1* incifione umida , un poco accefa; e contornata da certe puftule efililTime , alcune delle quali erano ripiene di fiero , ed altre infiammate . Settimo . La Mattina s' oflTervc), che parte delle pu- flule erano afciugate , e parte fuppuraie , ficcome an- cora fijppurata 1' incifione . Ottavo . Nella mattina per la prima volta fi mani- feilò un poca di febbre con un piccolo dolore di ca- po* Deil' AgcademiX 117 pò i nella fera moderatamente augumcivtò , e la feb- bre , ed ii dolore di capo , ed oOTerv^ata 1* incisone fi vide , che continuava a fuppurarc , elTendofi afciuga-< te quafì del tutto le puftulc, che le facevano corona . Nono . Da mattina la febbre , ed il dolore di ca- po erano nello ftato medefimo, che il giorno preceden- te , e già incominciavano a fiorire nelle guance , nel mento , e nelle (palle alcune bolle di Vajuolo . Da fera, non ottante che la febbre folle piccola , era non poco augumentato il numero delle bolle in tutto l* ambito del corpo , ed in ifpecie ne) mento . Decimo . La Febbre incalzava coli' iitelTo tenore del giorno antecedente , il dolore di capo per altro era aifatto c<(Tato. Il Fanciullo difficilmente foffnva la luce , le bolle vanolofe s' erano da per tutto moltiplicate, e l'incifione fruttava non poca materia marciofa . Undecimo . La mattina fi vide 1' incifione umida molto , e rodeggiante , fi trovò pochiflìma febbre , ed ii Vajuolo benché in copia, era dell' indole de' difcreti. Duodecimo. Si trovò il polfo appena febbricitante, le bolle Variclofe erano ancora più moltiplicate in tutta la perfona , fenza aver formati de' gruppi , e la inci- fione mantenendofi dilatata , feguitava a gemere co- piofa mente . Decimoterzo. Il Fanciullo G trovò fenza febbre, il vajuolo crefceva di mole, V incifione fu umida meno del folito , e già incominciava a formarvifi (opra la crofta Decimoquarto. Il polfo fi mantenne fano , le bol- le avevano la punta bianca , ed accefa la bafe. L* in- cifione aveva formata la crofta . Decimoquinto. Le Bolle , 1 polfi , e 1' incifione fe- guitavano ii8 Atti guitavano nello flato medefimo , che il giorno prece- dente. Decimofefto . L* incifione s era fcroflata , e verfa- va quantità di materia , le bolle variolofe imbiancava- no Tempre più , e i polfì erano naturallHlmi. Decimofettimo j e decimottavo. L' incifione rendet- te quantità di materia marciofa , i polfi furono appe- na febbricitanti , e le bolle del vajuolo fuppurate . Decimonono. L' incifione era nello flato de' giorni pre- cedenti , il polfo naturale , e già le bolle della faccia incominciavano ad alciugarfi . Vigedmo . Si trovò 1' incifione migliorata , il vajuo- lo continuava il fuo periodo . Vigefimoprimo, e vigefimofecondo. Nel corfo di que- fti due giorni 1' incifione rifanò del tutto. I polfi fu- rono naturali , ed i vajuoli continuarono a profciugarfi. Vigefimoquarto. I vajuoli erano del tutto profciugati. Vigefimoquinto . Pavol* Antonio mangiatore , come fin da principio di queft* iftoria s' è detto , fu pur- gato con cletcuario Aleflandrino . Vigefimottavo . Terminato il corfo del vajuolo fu in queflo giorno forprefo nuovamente dalla febbre , accompagnata da una fiera toflTe, da vomito , ed in- fiammazione nella faccia, e negl' occhi > perciò fu cre- duto opportuno fargli prendere un lavativo , e per bocca dell' olio di Mandorle dolci aggraziato con un poco di giulebbo di viole a lambire , e della lattata fprcrnuta da' femi di melone per bevere . Vigefiaionono , e Trigefimo. In quefli due giorni feguitò il male collo flelfo p>:riodo del vigefimottavo. Trigcfimoprimo . Si trovò pieno di Rofolìa j la tof- fe Dell' Accadimia 119 fc con Ì3. febbre era diminuita . Trigefimofecondo . La faccia , e le mani erano tu- mefatte , la Rofolia fi torvo acccfa , ed i polfi furo- no naturali . Trigefimoterzo, e Trigefimoquarto . In qucfti giorni i poUì ritornarono fani , la faccia , e le mani fgon- iìarono , e la Rofolia fi difTipò affatto . Trigefimofettimo . Pavolo Antonio fu nuovamente purg'.to con Elettuario AlelTandrino, e il 12. di Luglio rimcllo al fuo quartiere perfettamente rifìabilito. Sfarla XW. ^^^l^'-^r^^^j , in cui fu ritrovata una intrufione, (*) o fia hinìagtua'z^iont , come 1' appellano, d' una parte d* elTo [•] Non di rado addiviene il vedere qualche porzione d' Interini difcefa dentro ad un altra proirima , e dalla medefma ricevuta. L' HilUr diligentiffimo Of- fervatore dice di pifi d' avere veduta una porzione di iMefenterio infiememente con una aflai lunga porzione d' Inteiìino difcela , ed attratta , com' in un tubo dentro ad un' altra inferiore , fenza che né in quello, né tampoco ncgl' altri tafi , eh' Ejli riporta gli fia avvenuto di fcorgere , che ne fia derivata ccnfegucnia alcuna , ò grave b fuoerta ; come neppure rernora o impedimen- to al pall'aggio de' cibi per quella parre d' Iniettino . Nimis enini (fon' fue pa- role ) nioLiic , & [ponte foiubiie uialma vft , Jiijiie tr.ive foret am funcflitm , vim Itutm dechrtìitt infìanimationc Jua , & ciborum ad eam parrenl intcjiini colìeclione , qiijr introfu/cipiVir . l'iritm neuirum mali gcniis unquant cu>n invntmatione (onjungi vidi. Haller Qpufcul. Patholog, Obferv. sxvii. pag. 53. Eduion. Venet. Ì3^ Atti cfTo dentro I' altra ■■, eiTendofi una porzione di circa fei dita dalli parte fupsriore introdotta nella inferiore , fenza che ivi (ì fcorgerfe lelìone alcuna ; fu lolamence OiTcrvato tutto il tratto d' elio Inteltino aitai maggio- re , e più anripio , fecondo il noltro giudizio di quel- lo , che fuoi' eifere d' ordinario . Scoperto il Torace fi vide il Polmone infiammato , ed aperti ambedue i lobi del medefimo (ì trovarono pie- ni di marcia . OiTervammo di più un tumore fuppu- rato in quella eftremità del Mediadino, ove Ci unifce col Dia- framma . Il gran fetore del cadavere noa permeffe d* ufare ulteriori diligenze. Storia Xl^IL ^hB.^g£C3B3BfìaSfifcsEBH T Eodoro del Monte Sanfavino febbcne di buon tem- peramento, tuttavia , perchè a proporzione della macchina fembrava troppo corpulento , avanti d' elfer* efpoflo all' Innefto del Vajuolo fu purgato con fci- roppo di Rabarbaro per nove giorni continuati , e do- po tal purga il due di Giugno dell' anno (opra detto fu punto nella foftanza mufcolare efteriore del braccio deftro con uno fpillo fpalmato nella materia d' un va- cuolo naturale Terzo dall' innefto. Scoperto il braccio s' ©nfervò la puntura un poco roHeggiante , il polfo fano, e le orine fcarfe con moltiilimo fedimento di materia bian- caftra ; E in tale Itato fi mantenne per tutto il fettimo. Ottavo . Si trovò col polfo un poco frequente . La pun- ,j f Dell* Accademia 137 puntura del braccio era più accefa del follto , ed ele- vata in un tumoretto duro. Le orine fi videro accefe, ripiene del folito fedimento , e fopra la puntura in- fiammata comparve una piccola pullula roUeggiante , ed elevata. Nono. Si trovò, che aveva pafTata la notte con po- chidimo Tonno, fi lagnava del dolore di capo, non fof- friva molto la luce, perchè gli occhi erano leggiermen- te infiammati. I polfi alquanto febricitavano, e la pun- tura più refiftente al tatto , e più accefa. Le orine non fi poterono olTervare , perche confufe con una natura- le evacuazione di corpo. Decimo . La febbre era un poco maggiore , ficco- me anche il dolore del capo.L' incomodo degl'occhi, r aridità delle fauci , e la pullula fiorita nelT' ottavo su la puntura era crefciuta di mole . Le orine furono torbide con molto del folito fedimento. La puntura fi manteneva infiammata, e dura. Undecimo . Si trovò diminuita la febbre, fvanito il dolore di c^po , e 1' incomodo degl' occhi . La pun- tura era nello flato del giorno antecedente. Le orine mancarono . Si videro due piccole bolle di Vajuolo nel- la guancia finiilra , oltre a quella , che era fopra la puntura. Duodecimo. Il polfo Ci trovò naturale, ficcome le orine . Spuntarono due altre bolle vanolofe , una nel braccio finiilro , e l' altra fui dorfo . La puntura era fuppurata , e gettava quantità di materia. Decimoterzo (ino al decimofcttimo . In queRi giorni le cinque puftule vanolofe crebbero di mole, s' infiam- marono, e vennero a fuppurazione, i polfi, e le orine fi mantennero fcmpre in illato naturale , e la puntu -a S k- Del L Accademia feguicò ad eflere fuppurata. Dscim' ottavo . La puntura , e le bolle erano del tut- to profciugate : Quefto Fanciullo nel vigefìmoquinto fu purgato con eletcuario AleOTandrino , e il tre di Lu- glio fano, e falvo ritornò al fuo Quartiere. INOCULAZIONI DELLE FANCIULLE Storia X/IIf. Fu punta con uno fpillo imbrattato da materia di Vajuolo naturale la mattina del 2. di Giugno fen- za alcuna preparazione , perchè era fina , e di buon temperamento Anna da Lucignano drValdichiana d' an- ni 4. e mefi 9. nella parte interiore del braccio deftro fopra il gomito . Terzo dall' Innefto. La mattina i polfì , e le orine furono in iftato naturale , e sfafciaco il braccio , ap- pena fi conofceva la puntura, tant' è vero, che nel- la medefima non vi era alterazione alcuna. Giorno quarto , fino al decimofefto . In quefto medefimo ftato fi trovò fenza aver foffer- to veruno fconcerto nella falute in tutti i detti gior- ni. Declmofefto . La mattina nacque fofpetto , o che lo fpUlo non avelie materia vanolofa, ò che la puntura no a Dell* Accademia 13» non foflfe flata fatta fufficientemente profonda , onde nella mattina fuddctta fi fece pungere di nuovo nella parte elleriore d' ambedue le braccia fopra il gomito con due fpi Ili , co' quali erano iiate forate puftule ma- ture di Vajuolo inneftato. Decimofectimo . Il polfo fi mantenne naturale , mi le orine fi videro torbe , e con fedimento rofTigno al fondo , che fembrava Tabacco Spagnuolo. Decim'ottavo. La mattina i poUì , e le orine furo- no naturali , e sfafciare le punture, la deftra fi odervò fenz' alterazione di forra alcuna , e la finiltra con un poca d* infiammazione ali* intorno . Decimonono, vigefimo, e vigefimoprimo . Si trovò Tempre nello fteffo Itato del giorno precedente. Vigefimofccondo . La mattina il polfo fu fano , I? orine torbide , e con fedimento biancartro. Vicino ali* una , e all' altra puntura , che fi mantenevano nel me- defimo itato del diciotto , (ì videro comparfe due pu- iiule groflfe quanto è una lenticchia , alquanto dure, con la punta bianca nel mezzo, ed un circolo roffo alla bafè. Nella fera di quelt' illelfo giorno i polfi le fi trovarono un poco alterati. Vigcfimoterzo. La mattina fi feppc, cheavea paflTata U notte inquieta, e fenzafonno,che avea fofferto, e fofìfri- va ancora gravi dolori di ventre. La febbre era fenfi- bilc, le orine crude, e con molto fedimento bianca- ftro, e le pultule delle braccia fi mantenevano nel me- defimo flato del giorno precedente, e i fintomi predetti continuarono ancora fu la fera. Vigcfimoterzo , e vigefimoquarto. La notte del vigcfimo- terzo lino al vigefimcquarto tu inquieta, e con delirio, il quale calmò fui fare del giornOjficcome fi quietarono ancora ii a del 140 A i 1 l del tutto i fopradetti dolori di ventre l e nell' ora fo-; lita della vilìta comparvero le orine confufe, e col fo- lito redimento in quantità. Le due puftule già defcrit- tc furono nello ftato medefimo , anzi i polfi fi trova- rono meno febbricitanti , e la fera la febbre era in de- clinazione, e cominciava 1' eruzione del Vajuolo con poche pultule fparfe in qua , e in là per la perfo- na. Vigefimoquinto. La mattina fu libera afìfatto di feb- bre. Le orine colorite, e confufe. Seguitava l' eruzio- ne d' altre poche puftule con vefTichetta bianca nel mezzo. Vigefimofefto , e vigefimofettimo. E i polfi, e le ori- ne, e le pultule del Vajuolo, le quali in tutte erano dicialTette , mantenevano il medefimo flato del giorno antecedente. Vigefim'ottavo. EfTendo il polfo, e le orine in ifta- to naturale, conforme lo furono fempre in avvenire, fi videro le puftule crcfciute nella mole , e nel nume- ro , tanto che continuando le cofe tutte al folito , G. clfervarono le pultule rciTe, e augumentate fino al nu- mero di feOanta. Vigefimonono. Le Pufiule del Vajuolo erano tutte divenute bianche. Trigefimo . La mattina fi mantenevano bianche, e fuppurate, a riferva di quelle poche, che avea nella faccia , le quali incominciavano ad apparire . Trigefimoprimo . La mattina quelle della faccia (ì profciugavano , e le altre fi appaiavano. Tngefijnokcondo, e trigefin.otcrzo . In quefti due giorni mteran-^enc* fi prosciuga; ono le pultule, e così il Varaolo ebbe il fuo iìne proiperamente , ^ = STO. Dell* Accademia 141 Storia XIX. BArbera da Lucignano di Valdichlana d' anni 4. e mefi 9. di colore pallido, e molto corpulenta fu purgata replicatamente nel mefe di Maggio con picco- la dofe d* Elettuario Alcfandnno , e fu punta nella mat- tina del 2. di Giugno in ambedue le braccia con gli Spilli imbrattati nella materia di Vajuolo naturale • Terzo dall' inneito . Sfafciate le braccia , la matti- na non fi conobbe alcuna alterazione , né nelle puntu- re , ne tampoco ne' polfi . Le orine però apparvero torbe con poco di fedimento biancaftro . Quarto giorno , (ino all' ottavo . Si mantennero le cofe Tempre nel medelìmo flato , che nel terzo , folo che in quefto giorno la puntura finiflra fi vide un poco infiammata . Nono . La detta puntura fi trovò fuppurata , e con piccole puftule fierofe all' incorno . Decimo , e undecimo . In quelli giorni (vanirono le dette pullule . Decimofecondo . Si trovò la detta puntura afciucta del tutto , e guarita , e le orine , ed i polfi fino a quello giorno furono come nel terzo , e fa la fé* ra del giorno predetto le orine {\ trovarono molto cru- de , ed I polii un poco inquieti . Decimoterzo. Fu trovata 1' Inferma un poco feb- bricitante , e fu la fera ebbe un piccolo dolore di tella. Le orine s olTervarono crude , e confufe. La notte fu inquieta , feguitando il dolore di tella, ed ebbe de' va- neggiamenti . De- 142 Atti Declmoquarto . La mattina fi trovò più febbricltan.- te del giorno antecedente ,- feguitava il dolore di tefta, ed il vaneggiamento , e fi mantenne in quefto ftato ancora la fera , nella quale comparve qualche pultula di Vajuolo nel braccio deftro. Decimoquinto . Dopo aver pafifata felice la notte fi trovò la mattina fenza il dolore , e fenza il vaneggia- mento di tefta > La febbre declinava , ed erano com- parfe altre puftule grolfe di Vajuolo , e nella faccia , e nel colio , e nelle braccia . La fera avendo il pol- fo alterato s' oflervarono poche puftule ancora nelle gambe , ed ebbe la nottata inquieta, e fenza fonno . Decimofefto . Non ollante la mattina fi trovò il polfo pochilTimo alterato , le puftule, eh* erano cre- fciute di numero fino a quarantadue avevano una vef- fichetta biancaftra nella punta, ed un circolo roftb al- la bafe . Decimofettimo, e Declm'ottavo . In quefti due gior- ni (ì mantenne nello ftato medefimo , fé non che in quefV ultimo giorno le fi erano infiammati un poco gli occhi , e gemevano del fiero vifcofo . Per quefto le furono applicate delle pezzette bagnate coli' acqua di rofe bianche , ed il Vajuolo maggiormente fi in- fiammava. Decimonono . La mattina fvanita era 1' infìamma- 2Ìone degli occhi , Ci manteneva il polfo un poco in- quieto . L' orina fu molto torba , e ripiena del folito fedimento biancafiro . Le puftule del Vajuolo tutte avevano cominciato ad imbiancare . Vigefimo . Fu trovata con le orine naturali , e co* polfi fini , e lì mantenne in quefto ftato finche du- rò di vilìtarli , e il Vajuolo fi vide tutto fuppurato . Vi- AccAbiMi/ 143 Vigefimoprimo . Incominciarono ad afciugarfi le pu- Aule . Vlgefimoquarco . Erano profciugatc del tutto , ed il trigefimofecondo giorno fu rimandata al fuo deftino Ta- na ^ e falva . Storia XX. wa iirff'r •"'"''"" MAria Maddalena da Montifi d' anni 8. in circa \ pallida di colore , di temperamento , come di- cevanj gli antichi pituitofo, piena d' oftruzioni ne* vf- fceii del ventre , fu purgata il 26. di Maggio coli' Eletcuario Alelfandrino per otto giorni confecutivi , e le fu dato tutte le mattine un oncia di Sciroppo di Rabarbaro fciolto nel decotto di Cicoria. Coli' ufo di quefii rimedi migliorò di colore , e le retto il ventre sfollato di maniera, che fu giudicato, che le (ì dovef- fe innedare il Vajuolo . II 2. adunque di Giugno fu incifi in ambedue le braccia con la lancetta , eOfendofì adattato alle incilio- ni il filo infettato dalla marcia di Vajuolo naturale. Giorno terzo dall' innefto . Sfafciate le braccia (ì trovarono le incifìoni un poco umide , le orine fi cf- fervarono torbide, ed al fondo cariche di un fedimen- to, che, e pel colore, e pella qualità fcmbrava Ta- bacco Spagnuolo . 1 poin però furono in iftato del tutto naturale . .Qu.irto . Tanto la m.ittina , che la fera fi fcntì un poca d' alteraiione ne' polli, le orine furono natu- rali 144 Atti rall , e le incifìom fi mantenevano un poco umid« . Quinto . Da mattina le orine erano torbide, e fen- za redimento , 1' incifione deftra alquanto infiammata, ed afciutta , la finiftra elevata in tumore, che già in- cominciava a fappurare . I polfi febbricitanti, ma vcr- fo la fera ritornarono fani . Sefto . Le orine , ed i polfi naturali , 1' inclfione delira quafi in iftato parimente naturale , ma la fìni- iìra gettava quantità d' umido , ed era molto aperta. Seic'.mo , ottavo , e nono . Nulla degno di ofler- vazione , perchè tutto feguitò conforme nel fefto . Decimo . Tanto la mattina , che la fera avemmo i polfi febbricitanti , mantenendofi le orine , e le inci- fìoni come ne* giorni antecedenti . In quefta medefima fera le fi fufcltò un piccolo dolore di corpo , e matì- dò fuori per vomito deli* acqua , che un poco in- nanzi bevuto avea , Decimoprimo . Per tutto quefto giorno ebbe con- tinua propenfione al vomito , e ben tre volte diede fuori dell* acqua , e del parto , e nell' ultimo get- to mandò fuori per bocca tre vermi del genere de* Lombrichi. L' incilìone finiflra feguitava a gettare del fiero molto groHb, e fetente , e la dertra era in tutto , e per tutto guarita . La febbre tanto la mattina chela fera ii trovò un poco maggiore del giorno anteceden- te. Le orine furono un poco più colorite del natura- le. Soffrì un fenfibile dolore di tefta , il quale era comparfo fino dalla notte antecedente , ed in quefta che conduceva al duodecimo aveva avuto della fma- nia con pochiffimo ripofo . Decimorerzo . Nella mattina fparirono affatto il do- lore di tsfta , ed i vomici . L' incifione gettava al fo- lito Dell* Accademia 'j/^f* llto quantità di materia fetcntifTima . Le orine compar- vero naturali, e la febbre fu minore, declinando fu la fera perfettamente .In quefta mattina nella natica dcftra n vide comparfa una pullula di Vajuolo , e nella fi- niftra una macchia rofla , e piana. Decimoquarto. Tanto la mattina , che la fera fu- rono i poUì mediocremente febbricitanti , le orine tor- bide, colorite, e cariche a diduilura di fedimento di materia furfuracea , e biancaftra , la incisone s' era di- latata di pili , e gettava quantità della folita materia fetentiflima . Si trovarono comparfc altre due puilule di Vajuolo nella natica finiftra , ed un' altra fuUa pin- na delira del nafo. Decimoquinto. Le orine fi videro tali , quali furo- no nel giorno antecedente , i polfi meno febbricitanti , r incifione più aperta , e che verfava maggiore quan- tità d' umido del folito . Le pudule crelciutc erano di numero , e di mole , fpecialmente nelle gambe , e nelle cofce , pochifTime però per le braccia , e quat- tro fola mente nel vifo, Decimofeiìo . Sul mattino i polfi fi fentirono più feb*' bricitanti del folito , le orine naturali , ma con fedi- mento biancaftro La ferita gettava al folito, ed il brac- cio ali' intorno era un poco infiammato . Le puitule crebbero di mole, con infiammazione all' intorno , e con una vcH'ichetta bianca nella fommità . Su la fera poi la febbre fu in perfetta declinazione. Deciinofettimo . La mattina , e la {era fu il polfo naturalifTimo , ed in quello ihto fi mantenne femprc fino alla fera del ventisette . La incifione feguitava a gettare al fuljto , ed in gran copia . L' infiammazione all' incorno diminuiva , le puixule imbiancavano. Nel- T le I4 l' orina era naturale , e le ineifio- ni un poco infiammate ed umide - Quinto . L' orina fu un- poco fiammeggiante , ma fenza fedimento , le incifioni fi mantennero infiamma- te, e fi videro contornate da moke piccole puilule un. poco roffe ; il polfo la mattina era fimo , ma verfo^ la fera ritornò ad efiTere leggiermente febbricitante. Sedo . Le orine furono fcarfe , ma naturali , le in- cifioni cominciavano a fuppurare, le pa/ìule roficggian- ti , che air intorno erano comparfe, fi videro bianche, e non poche di nuovo fo ne olTervarono nate delle fie- ro fé . Il polfo fu un poco più alterato fulla fera , nel- la quale la incommodava. ancora il dolore di tefta , più che nella martini- Settimo . Tanto la mattina , che la fera continuò con. un poca di febbre, e col folito dolore di tefta > avea pallata la nottata inquieta , ebbe un poca di averfionc al cibo , le orine , e le incifioni erano nello fieflo ftato del giorno precedente; Ottavo. La mattina fi trovò fvanito il dolore di te- fta , e la febbre , la quale da indi in poi mai più non- r afflide.L' orina fu naturale, 1' incifione finiftra inco- minciava ad afciugarfi , la deftra fi manteneva umida >, e le puftule, che s" erano olfervate all' intorno , tut- te fi fuppuravano . Decimo . Quefte piccole puftule erano- affatto prò- fciugate , e le incifioni miglioravano . Decimequarto . Le incifioni erano guarite del tutto." Decimcfcttimo . Elfendo in ottimo flato di falutefu V di 154 /\ i X 1 di nuovo punta nel braccio finiftro con uno fpi Ilo mol- to imbrattato nella marcia di Vajuolo d' innefto , ma quella puntura non portò né alterazione nel braccio , rè mai fece allontanare dal naturale né le orine , né I polfi , quantunque feguitanfimo a vifitarla ogni gior- no fino al 4. di Luglio , che era il trigefimoterzo dal primo innefto . Storia XXIK Mi»iir^rìnwiar-FH*'iBtitiifiii?Tr''irt-fT- «a MAria Rofa da Siena d' anni 13. ben colorita \ e florida fu punta fopra il gomito nella parte citeriore del braccio finiftro con uno fpillo imbrattato di materia di vajuolo jiaturale Ja mattina del 2. di Giugno . Giorno terzo dall' Innefto . I polfi ,ela puntura non furono punto alterati , le orine fi videro naturali nel colore , ma nel fondo avevano depofto un fedimento fimile alia terra fcura . Quarto. Non fi conofceva più la puntura, e le ori- ne, ed 1 polfi erano naturali . Quinto . Jl polio fu naturale falla mattina , ma la fera un poco frequente » le orine erano fcarfe , e tor- bide j la puntura s' era uri poco elevata , e di già la contornavano alcune piccole puftule roffeggianti . SeUo . La mattina le orine , ed i polfi furono na- turali i incominciò , ad edere inquietata da un poca di rolla. La puntura le fi vide un poco infiammata , ed umida, e fatte bianche le pullule, che 1' eranoincor- no , Dell' Accademia 155 no ] e due bolle comparvero nel polfo iìniftro , ed una nella guancia deftra . Sulla fera s' onfervò 1* ori- na con del fedimento della folita materia biancheg- giante . Settimo . La mattina G trovò 1' orina con lo ùeCCo fedimento, ed in quetto giorno i polfi erano naturali. Le puftule, che nel polfo fìniftro , e nella guancia e- rano comparfe fi videro fvanite ; la puntura era in- fiammata, e fuppurata , ed all' intorno aveva un* im- menfo numero di piccole puftule ripiene di un fiero pellucido - Ottavo . Non vi fu altro di oflTervare , che una pu/lula nel Icrr.bo inferiore della palpebra finiftra ver- fo il canto elleriore biancaftra , ed acquofa , la quale la mattina dopo era fvanita , e fulla fera ci accor- gemmo d' una piccola frequenza nel polfo > e d' un poco d* accaloramento nella faccia » Nono . Le G vide accefa la faccia , e gì* occhi ; le orine torbide . Il polfo fi fenti un poco alterato , che poi verfo la fera fu molto febbricitante , e la febbre fu congiunta con un graviffimo dolore di tef^a . In que- flo giorno ebbe frequenti vomiti , uniti ad un copio- fo fcioglimento di corpo di materie fottìi ifTime. Decimo . La mattina fi trovò la Bambina con mol- ta febbre , accefa di vifo , cuocente nelle carni , e con gì' occhi infiammati . e molto fonnacchiofi . Se- guitava a vomitare , ma non aveva avuto altre evacua- zioni di corpo . La puntura in parte era infiammata, ed in parte fuppurata , e le puftule s* erano del tut- to profciugate . L* orine furono naturali nel colore , ma cariche d* un fedimento biancaftro . La fera le cofe fi mantenevano nel raedefinio ftato, folo che avc- V 2 va 1^6 Atti va di già d^jl delirio , e qualche convulHone . Decimoprimo . Aveva paffata con fomma fmania la notte , e quali affatto fenza fonno , e non oftantcchc ancora nella mattina vomitafTe , e deliraflTe , nulla di meno la febbre era minore , anzi fu pochiflima poi fu Ja fera , in cui fi videro comparfe da trenta puitule incirca elevate, e grodecte nelle braccia , nel collo, e nella faccia . La puntura itava al folico . Decimofecondo . Si trovò Maria Rofa affitto fenza febbre, dopo avere avvito feliciffima la notte j diman- dava da mangiare , giachè 1' era palfata affatto la ijaufea ., che per quattro giorni aveva fofferto . Ave- va refa poca orina , e quelta torbidi i crefceva di po- co il numero delle pultule , che fi mantenevano ele- vate , e rade . La puntura affatto fuppurata verfava quantità di materia . Decimoterzo, e Decimoquarto. Si mantenevano le c<;re nello l^àto del giorno precedente, foloche fi vede- vano comparire altre nuove pulìule di vajuolo molto difcrete , n-entre che quelle compaife i giorni avanti Cfefcevano di mole , e divenivano rolTe , Pecimoquinto , La puntura fegue a gettare molta materia fetente lì Va;uolo nella taccia, e nelle brac- cia comincia ad imbumrariì , ed il rimanente il vede con la punta bianca? Il polfo, e l' orina fi mantiene in irtato naturale . D^cimof^ìio , e D;2cimofettima . Seguono i Vajuoli ad imbiancarfi di più , e 1' orine fi fanno rivedere ca- riche del folito ferimento di materia albiccia . Dccirn'ortavo . il vajuolo della faccia incominciava a^ app;^Oìr(i , eiTend-i tutto i' altro fupparato , e la puntura feguica a.verfare al folico» De- Deli' AccaisemiAl !57 Decimonono . Incomincia a profcingarfì quello della faccia . Si trova migliorata la puntura , la quale an* óò Tempre più afciugandofi . Vigelìmoquinto . fu guarita affatto la puntura , e profciugato quafi interamente il vajuolo a fegno , che il vigcdmonono i fuoi Balj fé la riportarono a cafa li- bera , e Tana dal Vacuolo . Sforìa XXV. ^am f^l fu il 24. di Maggio prefentata Maria Francefca \^^ da Santa Reina d' anni 8. e raefi io. perfetta- rreace Tana , e d' ottimo temperamento , acciò fi efa- rfiinalTe fé v' era bifogno alcuno di purgarla prima di forcopotla air inneltoi ma ficcome dilTe d' avere avute, cinque, o fci bolle di vajuolo nelle fpalle, ci riferbam- rno di vidcarla fpogliata dalle velli , ed ofTervatala minutamente non vi fi trovarono né margini , né al- tri fegni , ed efaminata la fua cuftode ( giachc era morta quella, che ne* primi anni ne a/eva avuta cura ) ci diffe non avere memoria alcuna, che quella avelie fof- feno il vajuolo , onde fcnza altra preparazione il 2. di Giugno fu leggiermente ferita colla lancetta nella parte citeriore d' ambedue le braccia poco fopra al gomito , ed al folito nelle piccolill'ime ferite fu inferi- to il filo imbrattato nella marcia di Vajuolo naturale. Terzo giorno dall' Innello. Sfacciate le ferite fi vi- dero pcchilfimo infiammate i le orine furcno più tolto crude, e lenza (cdimento, ed i polfi naturai ifl'im'i . Quarto ijS Atti Quarta. Fu naturale il polfo , e le orine, e confor- me mai fi trovò ne nei polfì, né nelle orine fino al decimofettimo alcuna alterazione^ fola che l' orina qual- che volta tornò ad enTerc cruda > perciò non ne parle- remo rigorofamente a diario. Le ferite fi videro am- bedue infiammate! e principianti a fuppurare. Quinto. Eranfi dilatate, ed in parte infiammate, ed all' intorno vedevanfi comparse delle puftulette ripiene di un fiero pellucido» Sello y e fetnmo . Suppurarono , e fi dilatarono fem- pre più, e fuppuravano ancora le predette puliu'e, che erano crefciute nel numero, e nella mole. Nono. Si trovò la ferita finiftra migliorata , ma la deftra fi manteneva nel medefimo flato, ed in tanto fi profciugavano le puftulettefuppurate, che le contornava- no , ed ebbe due copiofe molte di corpo ., Decimo, e decimoprimo. Sembrarono guarite am- bedue le ferite , e fi profciugarono affatto le predette puftule o Decimofecondo , e decimotcrio^ Si credettero del tutto rifanate le ferite,. Decimoquarto , Inafpettatamente incominciarono di nuovo le ferite a verfare un fiero fetente, e prelTo al- la deftra iì vide comparfa una nuova puftula » Decimoquinto. Le ferite gemevano meno, e la pu- ftula che & era offervata il giorno avanti Ci profciuga- va j ed altre molte n erano comparfe nella faccia , ed in ifpecie nel mento , le q^uali fi fofpettò , che po- teflfero effere di Vajuolo. Det.ÌTjofefto . Si trovarono fp^rite tutte le predette puftu e , e fi profciugavano le ferite . D: jaiofettimo. Si videro di nuovo guarite le inci- fioni I Dell' Accadimi A 1551 fioni , e la fanciulla eia in ottimo /tato di falute. In quefta mattina fu di nuovo punta nel braccio finiftro con uno fpillo imbrattato nella marcia del Vajuolo frefco d' innefto. Decimonono. Sfafciato il braccio, fi trovò un poco roffo il luogo della puntura , e roffeggiante G trovò U finiitra ferita , la quale tornò a gettare un poco di fie- ro fetente , ed intanto le orine, ed i polfi fi mantene- vano in iftato naturale . Vigefimo , e vigedmoprimo. Mantenendofi le altre co- fe nello ftcHo itato del giorno antecedente , pareva cftinto ogni fcgno della predetta puntura . Vigefimofecondo . Si Tenti il polfo un poco alteraroj aveva avuta ia nottata un poco inquieta, ed erano co- piofe, e crude le orine > la puntura era elevata in tu- moretto duro, e rolTcggiante , della grandezza di un capo di fpillo . Su la iera il polfo , e le orine furono naturali. Vigefimoterzo. Tutto Ci trovò come la fera antecedente. • Vigclìmoquarto. La mattina fcguitava nello fteflo (ta- to , ma la fera f\ trovò la puntura crefciuta di mole , e perciò infiammata i Ci vide 1* orina confufa, e Ci Cen- ti il polfo mediocremente febbricitante. Vigefimoquinto . La mattina il polfo fi manteneva febbricitante , come la fera antecedente, le orine furo- no accefe , e con fedimento biancaftroj fi incomincia- rono a vedere poche puftule fparfe in qua , e in là , dell' indole delle quali non fé ne diede giudizio. La fera fu più fcnfìbile la febbre , le orine più colorite , crefceva un poco il numero delle pultule , e la pun- tura C\ manteneva roTa al folito. V'i^c morclto.Si fepp>,che aveva avuta la nottata inquieta, e i(ja Atti e con pochi/fioio fonnoj il polfo però- era meivo febbn- citanre , le orine naturali , la puntura non più infiam* mata , ma ^apparata , ed erano ccfmparfe altre pullu- le (perfillendo le altre , che s* erarto vedute il giorno antecedente) ed intorno alla puntura, e sii la fronte, efu'l dorfojeci accertammo, che fofle va I. U feparato per quanta fu pofTibllr^ colando 1* orina, il fedimsnto craffo, e biancaftro della medcfima , e divi- fo lo ftelfo in più porzioni , in una vi fi versò dell' Olio di Tartaro , il quale non produflc effervefcenza al- cuna , né mutazione di colare , ma follevò folartrente uà odore ingratilTinio. Efperten!i>/f IL IN altra porzione del fopradetto fedimento vi fi raefco^ lo la tintura di Viole, e fubito fu cangiato in un colore verde cupo, il quale r/jantenne per più giorni, in cui fu lafciato efpofto alla pubblica vjfta - Efperienz^a IH. I'N altri porzione vi fu verfato dello fpirrto di Vc- , triuob , e produfTe fubita una notabiliffima effer- X. vertenza Ia V. IN altra porzione del predetto fedi mento , da cui pa- rimente era fiato fatto fvaporare 1' umido dell' ori- na a forza di fuoco , vi (ì versò un poco di fpirito di Vetnuolo. Fece pochifl'ima effervefcenza, e il colore del redimento buncaltrp mutò in colore quafi di ruggine . Effer'teni.a VI. SI mefcolò altra porzione di detto fedimento, da cui era Ivaporato per mezzo d-1 fuoco 1' umido dell' orina con un' poca di tintura di viole. Da que- llo mefcuglio ne rifuitò un colore di Tabacco Spagnuo- \o bruciato , e fi (ollevò un grato odore di viole . Ifpe. Dell' Accademia Ef^erien'z.a VII. l^ì SI prefero le orine d* un* Fanciullo fano, e fé ne raccolfe quel poco di fedi mento , che fé ne potè . Si mefcolò in una poriione di quelto V Olio di Tar- taro per deliquio, in altra lo fpirito di Vetriuolo , ma- né neir una, ne nell' altra di quefte due porzioni (ì • vide prodotta 1* eflfervcfcenza , ò alterazione di fort' al- • cuna . Unita però un' altra porzione colla tintura di Viole mutò li (uo- colore ia altra verdaltro affai , fla va- io, e chiaro ► Efperìe)ì'z>a Vllt. DA.ir orina d' un* Fanciullo fano fu fatto a forza: di fuoco fvaporare 1* umido , ed in una parte del fedimento che riinafe, verfato che fu 1* olio di Tartaro per deliquio , vi produlTe ujia continuata pic- cola effervefcenza , la quale darò per più minuti. In altra eHiendovifi infufo dello- fpirito di Vetriuolo, non produflfe effervefcenza alcuna , ma fi ofiervò fubito pre- cipitato al fondo del vafo di vetro. M^fcolata un* al- tra porzione colla tintura di. Viole non fece ebuUizionCj, ne. fi mutò di colore.. APi^ i(?4 (') APPENDICE L VajLiolo , (iccome è un male per (q ite([o gravi (Tiau , e TpclTo affai pericolofo ( ò ciò addivenga perchè lìa per sé medelìmo micidiale, ò perchè ne fucceda qualche attacco inHammatorio , coni' è affai più ve- rifimile, in alcuna delle vifcere con- tenute nelle tre cavità del corpo , oppure altrove) perciò materia di ragionare ad ognu- no peravventura n' ha tempre mai data : Oggidì non per tanto più di quello, che ne' tempi di già paflTati favellato fi (ìa per V ufo introdotto d' Inocularlo , ò insertarlo, conforme dicono, conviene che fé ne parli. Per la qual cofa fino dall' anno fcorfo, nel quale eb- bi r onore d' eflTere deitinato a profcfTare Notom'a in quefta rifpettabile Senefe Univerfità ( conciofiache ntro- valTi voi rutti. Accademici llimatinimi , applicati all' efàme d' una queliione cotanto celebre) mi vcnn* in penfiero di addoperarmi ancor io per lo fchiarimento della medefima , e farvi palefe un' Iliorja, eh? cpnfer- vava fra ie mie memorie, d' un Vi)uu!o naturale, fo- pravvenuto ad una Giovine donna, fono era mai ott* anni paifati, la quai' liioru sì per gli accidenti, eh* eflfa contiene, sì ancora per le confeguenze.che dedur- re fé ne polTono, parmi , s' io mal non m appongo , ^he degna fia , ,e di Voi, che qui adunati vi fiete per afcokarmi , e ds pie, che a narrarla m' accingo, X 2 11. La (•) Qiifjjp difcoffo fu recitato ^all' Autore in AccaJimia nell' adunanza ds dì 25. (jiuguo 17Ó1. Dell* Accademia kJj II. La Giovine adunque di cui favellare vi voglio ,' neir età fu;i di anni i8. in circa, era di corporatura forte, e pletorica , fana perciò, e bella altresì della perfona , maritata tre anni prima , e perciò fin d' al- lora madre di due Figli. Quelia il dì i8. Settembre 1752. andò per diporto inlieme col fuo marito (a) a vifitare una fua cognata lungi nove , o dieci miglia in circa. La fera iltelfa pertanto arrivpta che ivi fu (h) le fo- pravvcnne un doloretto al capo , ed alle reni , e po- co dopo, mentre era a cena fentì dei rigoretti di fred- do, che le durarono circa mezz' ora , eHendone pofcia fubentrato il caldo , chiaro indizio, come ogn' uno com- prcude , di febbre. Pafsò con tutto quefio la notte ab- bartanza quietamente. ili. Il giorno appreso 1^. detto, e fecondo del ma- le , perfeverandole il folito dolore al capo , ed alle re- ni , le crebbe lulla fera nuovamente la febbre , benché fenza fegno veruno di freddo, e la notte nondimeno riposò alquanto- IV. Al principio del terzo mantenendofì la febbre collo llclTo dolore al capo, ed alle reni , il Sig. Dot- tore fuo manto le fece una piccola, e non abondante emifllone di fangue, perche avea degl' indizj, eh' ella fofle gravida di un mefc , e mezzo, ò due al piùi vcrfo la fera poi comparvero alcune puftulette rode nel collo, ed attorno ai menno, né per quefto ebbeja notte vegnente molto inquieta. V. Il ( in fine ap- pafTirono, e profciugaron fi , quali prima, e quali poi ed in prima quelle del vifo, dopo quelle del reftante del corpo per la ragione già detta j dimodoché nel decimo(e(to erano tutte afciugatc , e fpogliate di cro- fte , dove rimafero le cicatrici, o 1 butteri, e fegnata- raente nel viTo, i quali tolfero alla giovine Donna , bella, e gentile, come fi è dstto , una parte della fua delicatezza, e beltà, con molto fuo difpiacere , com* è da credere, e del Conforte ancora ; ma pure falvò la vita, che tanto ballò, fcampando da un male co- sì peflifero, e complicato . (^) JVJa a quante giovani Don- («) Così fcrive di avere offervato il Sydenam 1. i. CéJ 11 Vajuolo complicato unito vale a dire ad altri mali , come fu per avven- tura queilp debb' ellere necelìariamente di peggio"" condizi'^.ne a'iai , e cagione {(j<\e di morti mevitabili ; anch' il Sydenam olVervò il Vajuolo complicato con una febbre coatioova , che ^regn'ì in Londra il 16Ó7, jóó8. e pan; del J669, 1. e. e, 3. Dell' Accademia "173 Donne in fimiglianti ca(ì non valendo , o facendo pro^ fitto configlio di Medico , ne virtù di Medicina alcu- na, nepui* quefta fcampare riefce? Ciò fia , o perche la natura del male noi pata , non potendo debito ar- gomento prendervi, o per lo difetto degli opportuni fer- vigj, o provenga dalla ignoranza , ( mi fìa permenb il dirlo ) d* alcuni Medicanti , de* quali ( lo dirò col- lii parole iftefle ed a(Tai proprie del grande Orator Tofcano),, oltre al numero degli fcienziati così di Fe- „ mine, come di Uomini, km' avere alcuna dottrina „ di Medicina avuta già mai , è il numero divenuto^ „ grandilTirao „ (a) XVII. E ben pervero, che avvenir fuole,che per qua- lunque metodo ordinario , che fi ufi in curarlo veru- no di que' che infermano d' un sì gran male non ne campa, che fpontaneamente, per la qual cofa il di io- pra citato Ermanno Boerhaave avrebbe voluto che 'I Medico diligente facelTe ogni poffa in principio per vincerne la fc-ocifà a cui pofcia falir fuole, intendendo Tempre del Vajuolo confluente , che chiamano , e ma- ligno , come quello , che ellendo congiunto con de' fintomi gravi (l'imi , fuol edere quafi femprc affai pe- ricolofo , e cagione ài morte ,• poiché nel Vajuolo di- fcreto , o fia benigno ne pure Medici v' abbifognano per curarlo , e guarirne ; anzi al dire del Sydenam que* che lo curano , più tolto pregiudizio ne recano agi' in- fermi {If} Il ditfìcile adutiv^ae a guarirne è il folo con- ' flu- [j] Clini in Sin^uL's ferme adibii! lafcib fcritto in querto propofito a(Tai accioncia" mente il Sydenam rcperiaiur jiolidn aliqua Mulitrctila , qux in komimirn perni- cicm , f/uam non diJicit artcm excrceat 1. e. Seft. J. e. 2- p. m. 26, ma in vano fino a qui T han- no per avventura ricercato, e da alcuni di più s è creduto, che non fia in naturai e quelti ultimi, com' io mi vado immaginando , hanno ogni ragione di così credere , e quando ciò fia vero a nulla fcrvirà il ricer-r cario . XIX. E' comune fentimento degli Scrittori che non iìa il Vajuolo di fua natura, ne pure il Confluente tanto perniciofo, che guarire non fé ne poOTa ; ma fo- lamente quelt' è micidiale, quando fa qualche depofi- zione, ò decubito, che chiamano, in qualche vifcera contenuta nelle tre cavità del corpo, cofa , che anche a me medefimo più d' una volta è avvenuto di vede- re, avendo ritrovati degli afcefl'i nei Polmoni, e nel Fe- gato in alcuni morti in tempo del Vajuolo, oltreché non fo_ (a) Si conflimnt VarioU periciiloft piena res nles ejl ; arbitrar enim ego geniis hoc ntn ininiis tib altero di/crepare , qu^im ab hoc ipja Pcjiis 1. Ct Dell* Accademia 175 fono per avventura pochi quegli, che per una depo- sizione fattafi nella gola, cioè per un angina in cert* Epidemìe micidiali fpecialmente , di Vajuolo morir fi veggono . Ora in querti cafì è verifTimo , non fono i Vajuoh la profTima , ed immediata cagione della morte , ma bensì gli afcelTi fattifì in qualcheduna del- le vifcere fuddette , al più fi potrà dire che i Vajuoli, o più tofto i {intomi perniciofì , che il Vajuolo con- fluente accompagnano , la cagione fieno degli afcelTi mcdefimi , o d' alcri accidenti , che avvenir poUono, per cui ne fia pofcia feguita la morte . Laonde favio configlio, per vero dire fcmbrami, che fia quello, che alcuni autori di buona fama danno , cioè di procu- rare , che '1 Vajuolo non faccia grave imprelTione in alcuna delle vifcere contenute nelle cavità accennate, nella gola , nel vifo , ed eziamdio in qualche altra par- te nobile , come pur troppo avvenir fuole. Ma da que- fìc colali graviffime impreflioni prodotte da un mal co- sì feroce , qual ifchermo v' ha per ifcamparne ? L' I- ftoria pertanto da noi di fopra narrata potrebbe mai dare indizio , o regola , che le abbondanti , e ripetu- te emiffioni di fangue , amminiftrate nei due primi periodi del Vajuolo fuddetto, e che giammai far non fi fogliono per tema d' impedire la tanto defiderata Ciuzione del medefimo alle parti efterne ., foflfero vale- voli ad impedire fimili , ed il più delle volte , mor- tifere iinptcfTioni già divifate ? Fu tale la copia del fan- gue , che la di (opra detta giovine Donna , oltre a quello , che fu penfato di cavarle , refe , fenza che poilibil folle di fchifarla , e feguitò parimente a ren- dere , benché andaile fempre più fcemando , dal feflo giorno dql male , come fi è veduto , fino al quarto- decimo Ij6 A T T r decimo , che fé dagli occhi di que* che furono pre^ fenti , e da mici non fonfe ftato veduto , appena io ardirsi di crederlo , non che di fcriverlo , quantunque d^ fede degno udito 1' avelli ; pur nondimeno il Va- juolo , quantunque fo(Te del genere de' confluenti fece il Tuo corfo affai felicemente , procurata all' inferma, come abbiamo narrato un' poca, di calma, mercè il Laudano che prefe fenza che ne avveniffe rifbgno mi- cidiale dentro alla tefta , la q^ale più che le altre par- ti del corpo fu min-acciata . Adedo è madre di più fi- , gli, prole bellifiima ed alla medefima affai fomigliante. XX- Convengono fra di loro gli Autori più folen- m , che di malattìa così pcfiiler^iale hanno favellato ,, che minacci il Vajuolo pencolo affai maggiore agli A- dulti , e particolarmente alle donne , attelì gli incom- modi delle gravidanze , e de' Puerperj , a' quali fona foggette . Per la qual cofa io per me farei d' avvifo, che non prima alcuna fi maritalTe, che di quello ma- lore pagato avelfe il tributo , potendo ciò agevolmen- te ottenere , quando pia le torna in acconcio , per mezzo della Inoculazione . Di quante , e quante ab- biam noi letto , o fentito dire elfer perite infieme col feto , o Te toccata è loro la buona force di fcampare la vita , aver perduta con vivo , ed am.aro difpiaci- itìeato la prole ? [a) Quanti Uomini ancora con bel- la (s) La fperania , e la premura à' aver prole regna generalmente l'fj tutte le fami- glie, a quelìo fine fi fon vedute in ogni tempo, e tutto dì fi vedono perfone molto in etì avanzate, poco fané, letterate , e cortituite ancora in Dignità ri- folverfi , e foggettarfi ai pefi del Matrimonio fulla fiducia di aver figli, preva- lendo negli uoa.ini più affai quella premura,, e fperanza , che la propria falu- te, e confervazione del loro individuo, e la credenza eziandio di potere arriva- re a maggior dignità , cole ovvie , e note ad ogtruno fenza che io ftia a rife- rirr>e gli qfcmpi, e queflo forfè è ciò che inferir volle il Boccaccio.[colla novel- la di M, Riccardo ved. Giom, z. Novd, x. Dell'Accademia 177 la moglie , e gentile in iftretto , e dolce nodo con- giunti , nel tempo appunto , che di bramata novella figliolanza {paravano vederfì arricchire , o fono {tati coltretti a piangere amaramente la perdita , e dell' a- mata conforte , e del frutto in(ieme a{pettato , o al- meno hanno avuto il perpetuo rammarico di veder{i al fianco con ammirazione una moglie non più vaga, qual {e 1' erano fcelta , ma deforme , e ributtante , quale mai non Ci farebbero immaginati di riguardarla. XXI. Nafce poi que{fione fra i medefimi Autori, fé fìa il Vajuolo un male inevitabile i fopra di che la mag- gior part' è di parere, ed io pur fon fra que/ti, che e' fchifar non Ci polfa, (a) e che in oltre a curarlo virtù di medicina alcuna ^ (s' intende fempre del con- fluente) fìvente avviene, che non {ìa valevole. Dovrà dunque di una quantità di viventi falvarfì chi può fenza trovare veruno fchermo , che polfa fcamparla dal flagello del Vajuolo ? Nò fé fìa podibile j peroc- ché i morti diffefì fulla bara (diflTe ben Francefco Re- di) fono aflai brutta cofa a mirarli , e fpccialmente quegli , che il Vajuolo ha trucidati , imperciocché più deformi a mio credere non li potrà lafciare la pelti- lenza . Niun altro fuQ'idio però a parer mio rimane a tutti in generale, giacché il Vajuolo (come {ì è det- to) è inevitabile , che il procurare che non venga lo- ro fpontaneamente , perciocché venendo quefto in tal guifa può edere micidiale per le cofe già dette ; or ciò Ci ottiene col farlo fufcitare artificialmente per mezzo della pratica falutevole d* inneflarlo , pratica og- Z giraai (il) Syiienfiam I. e. cap. 2. p. m. 21. De le Condamine fec. metn. full' Inoculi. del Vaiolo &c. p. 29. Livorn. 1759. &c. TiH'ot. 1' Inocular. juUi. §. 7. & feq. Cant\^al. dilTert. (,r l' Inocul. e. 74. 77. 17S Atti gimai per teftimonlanza di tanti celebri Autori , certa, e (ìcura , pervenuta n noi dalle parti Orientali (a) do- ve que' barbari abitatori a folo fine la praticano di falcare la bellezza delle pulzelle, sii cui fanno elTi gran- de, e lucrofb commercio (b) e ficcome al pericolo mag- giore [giufta r avvifo , che ne dà il più volte fopra- lodato Sydenham ] Soggetti Tono i ricchi , ò benefian- ti , che noi chiamiamo , per la ragione , dice egli , che quelli fono educati con maggiore accuratezza , e con cibi i più delicati , fciogliendo con ciò il problema il perchè pochi de' poveri, e molti al contrario de* ric- chi , muojano (e) j perciò queft' iitefTì pare a me che fie- no in maggiore necefi'ità di far u(o della detta prati- ca di quello , che fieno i volgari , ò plebei . XXil. Ora da ciò ricavafi quanto male a propofito arguifcano certuni , il perchè dei volgari fuddetci , per non (fl) Ridicoli a] parer mio fono quegli,! quali fcioccamente fi per'uadono non do- vetfi per quelto ufare 1' Inndio del Vajuolo, perchè provenuto a noi dagli O- rientali, e perchè da effi inventato. Quante cole utili alla umanità pervengono a noi da quelle parti; Fra quelk fi contano, in grazia d' eletnpio , la Salfa Pariglia, il Legno Gua;aco, la Corteccia detta del Ferii, ò fia la China Chi- na, quelli contro la firilide, quefla contro le febbri, Uuante coilumanze in ol- tre utili anch' effe alla Società fono venute dai Barbari? hgli antichi Romani fi vergognarono eglino fotfe di adottare le cofturr.anze medefme de" loro nemi- ci flelTi, o non più tolfo per quelto tratto di politica perfezionarcno il governo loro tanto civile, che militare.- Sallull.Catil.c.51 Majires ncfl-.i ncr^nc conJilii,ieque audaci* unquam e sucre ^ ncque fuperbia objìabiit quomìniis injìitutu alieno . Ji modo proba ersnt , imitarentur; Arma, atque tela nììUtnria ab S.irnnifbus infiorila Magìjiratitum ab Eirufiis plcraque fumpfcrunt . Pcjìremo quod ubique apiii focios , aut hojies ido- peum viàebatur curri fummo ftudio dami extquebantiir; imitari, quam invidcre bonis makbant . Vedi 1' Auteur de les Confideratvones tur les caufts de la Grandeur des Romains, & de leur decadente Cap. 2. p. ^4. e 25. (*'' De la Condamine memor. fui Inoc. del Vajuolo p. 20. trad. ftamp. in Livorno . [() Ex ditlis ... facile erit ti'.l^arc illud ptalkma fiìvere, qui fiat ut per pauci adeo è plebe hoc morbo pcreant , Ji ad eos cornpartntur qvi irittr divites eodem tru- fidantur . Quod quidam vix ad alinm csufam potcji referri, quam quod obrem dtmt lijgujl'orem , & atirejlc vivendi gcnus , vix illis fiat copia Jiii nocendt regimine mi- gis iucurat», ac delicatiori 1. Ci Dell* Accademia i-yp non effere curati, né afTiltiti di gran lunga più di que- gli , al detto loro , ne muojano , che trattati fono al- tra mente .-quindi non convien dire , fecondochè colloro ar- gumentano,cheeflrendo di quei non curaci, morti a ca- gione d" efempio un' quarantefìmo, fé Itati folTero per tanto i medefìmi alTiititi, morti ne farìano di mano, il che non fi accorda colle oflfcrvazioni del detto Syde- nhami perocché fecondo quelle di quegli, che curati, ed aflfifliti fono , più né debbono morire , e de' ricchi poi, o bene ftanti anche affai più, fé egli è vero (confor- me elfo Sydenhamlo afferma chiaramente) che di que- fli medefimi più di. quegli affai morir fi vedano ; In- oltre i fautori della pratica dell' Inneltare non accor- dano, che degl' Inneftati muoja un' quarantefimo, co- me certuni buonamente credono , e la ragione fi é 1* avere offervato morirne meno, non efTendofi fino a qui mai dato il cafo che di quattrocento per efempio in- neflati, dieci ne fieno morti, vale a dire un' quaran- tefimo. Anzi oggi di è cofa paffata in giudicato do- po più , e replicat' efperianze , che degl' Inneftati di rado avvien che muojano ed , è cofa eziandio molto dubbiofa, fc la morte loro fia {tata una confc- gucnza di quella pratica . Vedi de la Condamme 1. e. pag. 6. e la ragione di ciò par che fia chiara i im- .perciocchè 1' età affai propria , la flagione affai atta a fare ciò {a) ed il premunire, [ come fuol farli] avan- ti, gì' inncltandi [b] fcmbra per certo che fieno tutte Z 2 cofe (a) Sceglier fi poPTono ancora Te annate nelle quali il Vajuolo naturale non è d' una indole periiiciofa ed epidemica , femprechè fia vero, conferme è d' opinio- ne li S;g. Antonio le Due ed altri, che il vajuolo intiellatj par:ecipi della na- tura dell' epidemico, c.im' anco rifpetto a quelle famiglie nelle quali gli effetti dei vajuolo (ofthono ellere fuiieili . (.ù) Ved. §. XXIII. iSo Atti cofe atte a far sì, che non altramente debba andare la bifogna . XXIII. Edere per tanto quefta pratica provvedimen- to certilTmio ed ottimo a tanto male l* avvertì infino il Boerhaave (^) e dopo di lui parecchi altri diligenti odervarori 1' hanno pofcia maggiormente confermato . I.a medefiraa inoltre per comune fentimento degli Au- tori fuddetti riufcir fuole più felicemente ne' bambini, e ne* fanciulli, benché negli aduUi eziandio ficuramen- te fi poda amminiftrare,- [h] per la qual cofa una cale eù par molto al cafo , per edere prefcelta infieme col- la ftagione più opportuna , qual elTer fuole per ordi- nario, o la Primavera, o l* Autunno i ma quella par- ticolarmente perche è affai più falubre conforme il Lommio chiarifiimo Medico a Bruxelles nelle fue ele- gantiflìme oflfervazioni a noi lafciò fcritto (e) A tutto ciò aggiungere fi puote quella purga , che fuole da' medici prefcriverfi a quei, che innestare fi vogliono , confidente nell' aftinenza per lo più di alcuni cibi , e bevande , che rifcaldare pofiono , e dar moto j in di- luenti prefi in fopia , e ned' ufo altresì di qualche leu- fa] Proplùlaxis infitìvti vìdetur fatis certa, tutrtqtie Aphor. de cogn. & cur Morb. 5.140?. Farmi, che quello folo paffo potelFe ballare a M Ti (Tot per far intendere, e perfuaiìere M. de Haen , che il celebre Boerhaave fuo Maeftro era di fen- t.imeoto , che fi doveffe ufare Ja pratica dell' Tnneftare il Vajuolo. Vedi la Let- tera a M. de Haen. par M. TifTot e. 9. & feq. ((^) Gli adulti benché fieno fottopofti a foffrire accidenti aPfal incommodi , piJidi quello , che facciano i Fancilli , non per querto (ottoponendofi alla detta pra- tica fogliono pericolare della vita, né la differenza del feffo fa diverfita nell' efito della cura ( vedi Gio: Targioni Rei. d' Inned. di Vajuo. in Fioren. S757. P. à. net. 4. „ r, , ■ n ■ ^) l'ev ( quantum in fé eft ) inter catterà inni tempora Jaluberrmum ejt, mt- tì'rinenue exiiojìs morbis opportiinum , Del l' Accademia 'i8i lenitivo ] o leggiero purgante per pulire , giufta la frafe loro , le prime ftrade . XXIV. Non inutile ancora , a parer mio , farà 1* cmifTione di fanguc, per evitare al pofTibile col mez- zo di erta (rimedio cred* io il più poflente) una de- pofiiione, che nel corfo del Vajuolo mai far fi potef- fe nelle parti vitali , difpolte tal volta a ricevere una tale impreflTione in una delle vifcere contenute nelle di fopra dette cavità del Corpo , ò in altra parte nobi- le di edo , come non è fuor di proposto il fempre dubitarne, e temerne, per non eflTere di più a noipa- lefi le caufe (a) che è V unica cagione ( come fi dif- fc ) della morte di alcuni de' Vajolanti ; perciò ftimo io ottimo metodo quello che preferi ve il Boerhaave, va- le a dire di curare il primo periodo del Vajuolo, ( giuda la divisone da elfo faviamente fattane ) con que' rimedi , che fono valevoli in ogni attacco infiammatorio [ù) XXV. Or tutte quelle precauzioni ( benché fappiafi che fenza ufare cotante diligenze verun finiftro acci- dente avvenuto fiane ) pare che ufare fi debbano , per non doverfi pentire da fezzo di aver lafciato di fare cofa , che folTe giudicata in ogni evento , aver potuto contribuire alla guarigione degl* inneftandi, e per mettere in falvo la riputazione del ProfeOTore , e il credito ancora, che alla pratica iftelfa giultamente man- tenere convienfi . xxvr. (a) Vedi come ragiona sti quetlo propofito il Sig. Targioni I. i. p- io. (i>) Methodus univer/aìis [ va dicendo ] videtur hic adhtberi poffe , & experiment/S pcrfifi dcùere ìlla, qiix deprchenfa c/i it omni infiammatorio valere , e la ragione che ne aiTegna è torte, e convincente , cioè a dire: »? inflammutie in pus > fangrxnamvc abent 1. e. § 1393 e fcq. i?2 Atti XXVr. Sono gli Autori altresì di cornuti fentlmento di non efporre a qucfta pracica , fé non quegli , che fono perfectamence fani , per tema che i cagionevoli più facilmente morire ne polTano , cofa probabile , per vero dire , a poter fuccedere ; dal che nafcere pofTo- no [ il conofco pur io ] d'verfe paure , ed immagi- nazioni in alcuni , e fpccialmente ne* volgari , il nu- mero de' quali è fenza fallo fempre il miggiore, che tirino ad un fine, il quale fia di non volere poi , che fi faccia ne pure in quegli , che ad effa efporgli più iìcuramente convenga > Ma di ciò ancora , fé giudi- care m' è lecito, dirò che non può elfcrvi altro mez- zo per fare anche a queftì falute acquiftare, feppure in iftato fono elfi di ricuperarla, che fufcitare in lo- ro il vajuolo artificiale, per via dell' innelto , premu- nendogli così contro i forti attacchi dello ftelTo malo- re , i quali riefcirebbe loro cofa affai malagevole il foftenere , effendo per fé flelTi deboli , e infermi (a) qualora naturalmente , e con tutto il vigore gli aOTa- lide . Pare , che alquanto deponga della fua violen- za , e malignità , quello , che fi rifveglia per mezzo della Inoculazione , attefo che non vien mai congiun- to , giufia le tant' efperienze fatte da* più valent* Uomini , con veruno di quegl* incommodi , e rainac- cioli (a) Ne' deboli , come ha notato il Sig. Dot. Ranieri Gamucci , il vajuolo in- nevato riefce anche pm mite di quello, che avvenga in tutti gli altri f)ggetti ( novel. lete. Fiorentine 1756. a car. 8*9. ) afferma egli di più „ che mitif- ,, fima fu ( fono fue parole ) la malattia in quegli , che innevati vennero coti ,, va;uoIo d' Inneilo benché d' umori ali' apparenza non buoni . * Dell* Accademia 183 ciofi accidenti , i quali ben di rado addiviene , che dal naturale vadano difgiunri (a) XXVII. Accordo bensì eiTcre fiata prudenza 1' ave- re in principio operato in tal guifa per allettare il popolo , e perfuaderlo con felici fucceffi , onde non prtndelTe avvcrfione ad una così fatta pratica , che è di tanta importanza pel pubblico bene , giacché dall' evento fuole elio prendere regola, e n rma , anzi più fuol valutare un morto , che cento , e più , dirò così, guariti , melli a confronto i ma ora che il fatto e ap- pieno giudificato , 10 iarei di parere , che eziandio i poco (ani partecipalfero , e gode(T<;ro eiTi pure della pratica dell' mn^itare fuddctta . Mercè quefta $' ot- tiene una efpuìiione parziale di vajuolo nei contorni delle incifioni fatte per V innefto , prima che n' av- venga la generale per tutto l' univcrfale del corpo, con- forme il Sig. Dot. Gio; Targioni , celebre Medico Fio- rentino, e mio amico , 1' ha efpofta il primo e di- moitrata chiaramente [h] Avviene che fi fcarichi col mezzo («) 11 v.ijiiolo , benché difcreto , e benigno e' fia non va difgiunfo per teflimo- nian7a del Sydcnham da varj fincomi communi eziandio al connaente : funt & alia ( fcr;lle egli) adluc fymptomata , qua in quolibet morbi ftatu ocatrrunt toni difcreto varwl.irum generi, quam confluenti communia (Ice. cit. pag. ra. 2:5.) cerne è a cagion d' efempio la frenitide , le affezzioni comatofe , ed altri ivi tiimmentati . Or da quelli sì fatti fintomi reilando efente il vajuolo fufci- tato per mezzo dell' inneito, ognun vede q'ianto quello medcfinio dtbb' elTere anche più lungi dal perico.o di quel che fia 1' irtello benigno o difcreto , il quifle, giurta le o.'iervazioni del (ud. Sydenhani fuol clfere elente, e lontano da ogni pencolo : Quindi pare ihe fé ne polfa dedurre francamente in favore dell' inntlto, che il rilchio che fi corre nel vajuolo artificiale è tanto minore di quello, che fi palla nel ben;gno, o difcreto, quanta è la differenza che diftin- gue quello dal confluente, ò miligno; Adunque è si lungi il vajuolo artificia- le dal pencolo, the altro n n è (e non uno fcrupolo vano il temerlo. (i') Relajione (uiidetta d' ina. di va). Firenze 1757. p. 36., ed altrove in piti luoghi . Le pullule pcrb di que'la primaria efpuifione dice , che gli furono ad- dii,ite da un' abiliUimo, e celebre Chirurgo Inglefe , chiamato Riccardo Wol- fall , e pra.Mvhilfim 1 (cime e' dice) dcila materia d' Inncfti del vajuolo, per a\crne fatti luultiUimi si ^n Londra, che in Lisbona (1. C.S7. ) 184 Atti mezzo d'i e(Ta per le piaghe formatefì nei luoghi del- le incidoni , e per i contorni di elTe una quantità sì grande di materia variolofa , che „ può fervire [ foa „ fue parole] da fé fola per prefervare il reilante del cor- „ pò dal Vajuolo (a) o fé non è baltevole [feguc a di- „ re ] per lo meno diminuifcc notabilmente la malTa „ morbofa , (ìcche 1' efpuHìone generale f\ faccia con 5, minore incommodo. {(/) XX.V^[Il. Ed ecco il perchè la pratica dell* Innefta-' re il Vajuolo riefce così utile per 1" uman genere : pertanto fé anche a me conviene , e m* è permeilo , giacché tant' altri fi fono fatti lecito , di dar giudiiio di quefta pratica , che fpetta altresì alla mia ProfelTio- ne, dirò , feguendo le traccie di tanti valent' Uoiiìi- ni , che ne hanno parlato, con ogni fincerità , e con prove alla mano , che la pratica dell' innelkre il Va- cuolo può riguardarfi a buona equità , come una del- le più utili fcoperte , che lì fieno mai fatte in prò della Umanità , e che non fa per avventura , chiun- que ne ufa una cofa „ contro la prudenza medica , ne tampo- „ co contro la pietà criliiana „ come un certo Signor Conte Francefco Roncalli Medico per altro , [ come leg- gefi [a] Conferma egli eh con alcune offervationi di tre eccellenti inocalatori , cioè elei Timoni, del le Due, e del de Caftro, che fcrilTero di avere offervato, che ad alcuni non erano venate fuori bolle alcune di Vajuolo, e che i teli luoghi dell' innefto fé n' erano andati in Efantemi : Una tal cofa per altro potere c- ziandio avvenire nel Vajuolo naturale , 1' avverte il Boerhaave con quede Pa- role. Morbus vmwlofus fine varolis fit &c 1 e. Aforifmo I39i- fendo poi fia- ta queila propofizione del Boerhaave fpiegata chiaramente dal dottiffimo Sig. Barone de Waniwieten Medico delle LL. MM. II. RR nel comment. ali* Aforifmo Ilio, del d. Boerhaave cosi fcrivendo Qvandoqits feùres fine vario- lis continvunt quando miafma variolannn ad cutis fphacuLi dclatum exit liberi &c. [i] Vedafi il re ito , e le riprove, che egli adduce nel corfo , che hanno fatto i vajuoli in fei Fanciulli innellati in Firenze fotto ia direzione fua , e del Sig. Dot. Lodovico Scutellari 1. e. p. 3. Deél' Accademia 18} gcfì] celebre di Brefcla [a) pubblicò colle (lampe. XXIX, A quelli però per quello, che il primo pun- to rifguarda , il Sig. dela Còndamine [/>] ed il Sig. gran Marcfciallo Conte di Redeni , uno in Parigi, 1* altro in Berlino., colle loro dotte , ed eleganti rifpofxe fodisfe- cero appieno. Perciò che fpetta all' altro punto, quan- do quefto infìgne Profedore non refti appagato da quel- la ragione riportiti anche da altri, \c\ che la decifio- ne di quelto punto fpetta al Medico , non al Teolo- go , e che fé tra le „ numerofiiTime cofcienze, non di- „ rò fcrupulofe , ma delicate, e non illuminate intor- ,, noaqueita parte importantin'ima della medicina „ [^] vi fia la fua cofcienza ancora , dovrà a mio credere, in ciò da un- tal dubbio U fua mente reftare appaga- ta , e liberata dal P. Maeftro Lorenzo Berti Religio- fo Agoftiniano dottiflìmo , ed uomo, come il dicono ,^^ di una morale fevera [e) Profellore pubi i co nel 1' Uni- verfità di Pifa , e Teologo delle LL. MM. II. RR. il qual P. Berti con un fuo confulto refponfivo ali* Eminentiffimo Signore. Cardinale Neri Maria Corlini, decife in favore della pratica ifteffa dello innertare il vajuolo j contro di cui nulla fa la difcrepanza nelle opi- nioni fra i medici lilclTi , i quali ì; mai fempre di A a ra- («) Tn variol. Inocul. &c. dinTert. Epift. &c. Brixia» 4. Jan. 1759. (A) Si ha r obbligo a quefto chiariflimo Autore ri' avere promulgata , riftabilita in Europa , e ditela , unitamente ad altri diIigentilCan offervatori , da tanti avverfar) quelU sì vantaggiola pratica (f) Difam. delia differc. Epilh cent, all' Inn. de! Vaju.in Pifa 1759, (ti.) SoH parole del dottiflimo Astore delle Novelle Letterarie Fiorentine anno 1761. n. 14. col. 211., che ha fcritto quivi fu quelta materia, ed in piti altri luoghi ancora delle fue Novelle egregiamente , e da fuo pan , benché non ifpetti alla fua profeflione , ed in pochi periodi , che faranno fempre autore. voli per gli medici iftetlì [ vcd. dee. Novel. 1756. col 809. 1759 col 149. 1'??. 1761. col 90. \t\ De la Condam. fecond. mem, fui Inocul. &c. p. 1^. tradua. &;c, Livorno. 1759. Nouel. Letter. Fiorcnt. 1761. col 211. 1%^ A T T i rado avvenuto , che uniformi fieno ne' loro fentimen- ti , anche in cofe [ mi fo lecito il dirlo ] men di- fputabili di queftaj ma fenza che la verità fia già mai rimafta ofcurata. \a] XXX Finirò con dare una fuccinta relazione , non già diario completo della Inoculazione a quefti anni pafTati da me fatta a fette fanciulli , fu quali, benché io non potefTì fare le più minute offervazioni , (^) procurai però, andandoli a vifitare ogni tanto tempo, di reftare in- formato del foftanziale . Ad ognuno per tanto di quelli Ragazzi , che erano air apparenza fani , e di buona cofticuzione di corpo, e figli eziandio di genitori anch' eglino perfettamente fani , fu fatta prima una piccola emifiTione di fangue a (a) A quanti contrari €. g. andò in control' Arvèo riguardo alla circolazione del (angue, di cui a mio credere non y' ha cofa più manifefla in Kotomia? Gia- como Primerofio uno de' piti dotti fra' Medici fu il primo a contradirla, e do- po di lui parecchi altri ( ved. Herm. Boerh, , Meth. I^ud. med, emacul. &c. ab Alberto Mailer t. i. p. 585., & feq. edit. VeneC ) a dì nollri ancora. Uomo- buono Pilone Profelfore in Padova moife nuove difficolta corìtro alla medefima, avendo avuto il coraggio d' altercare col farnofo Morgagtji ( vedi il lib. deUlt. Antiquit. Crem. 1090., & de nov. difquifit. de circuii, languin Herm. Boerh. I. e. p. 386. ) i2.uanti difparcri in oltre inforfero ancora tra 1 Medici intorno al- la Ch:na China, quando comparve in principio nHl' Europa, rimedio effica- ciffimo , ed a cui non v' ha 1' uguale , il quale perh con tutte 1 oppofizioni fatte da varj , e chiarifTimi uomini di que' tempi, fu riconosciuto aliai utile dal Sydenham e dopo dall' infigne Francefco Torti ambedue Profed'ori va- lenti , oltre ad altri non pochi (vedi febris China China expugnat. Ferrar, 1700.) Il fimile è intervenuto circa 1' ufo del Mercurio, della Salfapariglia , del Legrio Santo pel Mal Francefe , portando alcuni in trionfo il primo, ed al- tri i due iecondi , che per la poca pfperienza che io ne ho, sì 1' uno, che gli ^Itri ftimo , che fieno rimedj profittevoli a quello male , lafciando ad altri il giudizio della maggiore efficacia de' fopradetti rimedj. (ó) Le Inoculazioni fatte in Tofcana colle maggiori diligenze , e le piti precife , e minute olTervazicni , per quanto ho io potuto vedere, fono quelle del Sig. Dot. Ranieri Gamucci fatte al Borgo S. Sepolcro ( ved. Novel. Lct. Fior. 1756. col. 809. , & (eq. ) quelle del Sig. Dot. Gio: Targioni qui (opra menfionatc , fatte in Firenze unitamente col Sig. Dot. Lodovico Scucellari , e per ultimo quelle fatte qui in Siena dal Sig. Dot. Francefco Caluri qui avanti regiftrate (ved. anche il fuo dilc. dell' Innclt. il vajuol. in Siena 17Ó0.) e fegnatamen- te quelie fatte neir Olpedale di Situa d il Sig. Dot. Salvadore Galletti Caftellucci , Ja ai cui acerba , ed in. 25. edit. Venet. B b IN- INDICE '?5 Accademia de' Fif]ocrit!ci di Siena p. I. IV. XVIII. XIX. Del Cimento VI. Di Berlino. XVIII. Agata da Siena Inneft. 147. Analili delle enne de' Vajuolanti 161. e (eg. Anna da I-ucignano Inneft. 138. Antonio Conradino Inneft. 17. Apollonio da Calielnuovo Innefl. 126. ( lua mone ) 154 ( lez. del Cadav. ) Appendice vedi Tabarraoi. B Bacone XVIII. Barbera da Lucignano Inneft. 141. Batìlio da S. Gemignano 82. Baftiani Annibale. 64. , e ieg.(fua Ni- pote InnelK ) ivi . Bellini Lorenzo. 13. Berna Novellirti di . 192. Berti P. Lorenzo . 185. Bianchi Mario ( (uo Figlio Inneft. ) 57. , e(eg. 190. Boccaccio Gio: 175. 1715. Boeriiaave Ermanno 168. i6g. 174' »8o. 181. 184. 18Ó. 192 Boile Roberto .VII. Bonuccelli Giufeppe 191. Bonuccelli Jacopo ( fuoi Figli Inneft. ) j88. C Caluri Francefco XIV. i. 57, 38. i8(5, i9> Cantwel. 177. Caftrn de. 184. Callellucci Salvadore ^0.78., e feg. ( lua morte ) i8ó. Caterina del Convento di mezzo In- nclK 150. Condamine Sig. de la 177. 178- 179, 185. 187. Contadini di Cafe Novole inneftano 11 ,Va;uolo. 71. Defiderio del Monte S. Savino Innefl. 125. Domenico di Lorenza da Siena Inneft. 99. 188. Donne di Celle inneftano ii Vajuolo . 71, Duc-Le 179. 184. E Efperimenti delle Orine de' Vajuolaa- ci vedi Analifì. F Fabbri Lorenzo 193, Fernelio. 192. Florenzioda Rapolano Inneft. m 188. Francefco da Monte Gonzi Inneil. 85. G Galletti vedi Caftellucci, Gambogi Girolamo, (fuoi figli innefta- ti ) 190. Gamucci . 182 186 Gio: Contadino Inneft, 15. Gio: Lorenzo da Moncione Inneft. 119. Gio: Paoio d' Alba Inneft. 88. Giufeppe da S. Omiliano Inneft. 102. Grifogono da Galletta Inneft. 105. Guillermin Giufeppa Inneft. 60. H Haen De 180, Haller. 192. 186. Harlem Società delle Scienze di. 6^, Influenza d» Vajuoli in Siena . 4. Inoculazioni fatte nello Spedale di Sie- na . ( prima ) iX. C feconda ) XI. ( ter- za ) 78., e feg. Ippocrate. XVII. 71. K Kirkpatrik . 6^, Lami Dot. Gio: 182. 185. i8i5. Landi Giufeppe Inneft. ^6. (Angelo) 38. Leibnizio. XVIII, Leonardo di Maria Livia Inneft. 94< Liborio l')^ Liborio di Giovannina Tnneil. 92> Linneo Carlo . Vedi Taenia . Lifabetta Contadina Inneli. l6, Lommio lodoco. 180. M Marcello di Galletta Inneft. 114. Alarla Caterina del Convento di mezzo Inne'l. 152. Maria Francefcada S. Reinnlnnert. 157. Maria Madda'eng da Montili Innel\ 143. Maria Rofa da Siena JnnelK 154. Mocenni Carlo irnlfano Inne(L 44. (Gi- rolaiiia ) 4Ó ( Giuleppe ) 4';. ( Orlola) 49. ( Siiveliro ) 48. ( Silvia ) 54. Montefqu:eu de 178. N Keretti fue Figlie Inneft. 190. O Odoardo di Calleta Tnnert. 107. Orina de' Vajuollanti vedi Anallfi &c. P Pagliai Alba Inneft. 25. ( Gifmondo In- nelK ) 2:5. Pagliai Leone. XL Palmieri Cecilia, vedi Perotti Paolo da Lucignano Inneft. u6, Pavolotti E!ena"'lnBP.ft. 7. ( Gherardo ) i. Perotti Buonaventura . 73. Feverir>i . 9. Piccolomini Caterina Inneft. 40. Fifone Uomo buono . i8ó. Primerofio Jacopo . \%6, R Redern Marefciallo Co. di 185. Redi hrancefco. 177. Roncalli. Co. Francefco. 184. Roviglione in Siena per Ravaglione 14. . S (191. Sailulìio. 178. Sebiiio. 192. Serviti Mari'Anna 16'^, e ^eg, .Syderiham. 166. ió8. 1Ò9. 172.173 174. 177. 178. 179. 193. 193. T Tabarrani Pietro. 164. 180., e feg. Taenia Verme . 12. Targioni Gio: 180. 181. 183. i8ó. 190, 191. 192. 193. Teodoro del Monte S.Savino Inne[ll3d. Teodoro di Giovanna Inned. 97, Timoni Emanuelle 184. 192. Tilfot. 177. 180. 192. Torti Francelco i8ó Tofi Giovanna Innelt. 29. [Francefco Inneft ] i^. [ Marco Inneft. ] 32. V Vecchi Anna de Inneft. 19. W Wallis Gievanni. VII. Wan-Swieten. 182. Willis Tommafo. VIL Wolfall. 183. Alla Pagina 6^. v. 22. in vece di Tomo io. leggi Tomo 4. X' Emen-ìazione di altri pìccoli errori , fpecialmente di virgole, pofpofizioni ài laure, lettere me /ti/cole , apnjìrofi, e fin' ili minuzie d' ortografia fi rimette ali» intelligenza , e difcretezzst del benigno Lettore . »0 DEG-1-d^7 .t\>>-.^i.i,.