*»^ ■ \ \l ,' "5^^^"T^ rir -ar f /-Ai ^'^éi^y > 1 '//^ i^ -' ' 1' . 3-. %è * \^} r ■ ' A ?« h ',:^ .ì^ \h' '^^<'-\ ^\\.. -^ì r :• y^ ATTI DELL'ACCADEMIA DI SCIENZE E LETTERE DI PALERMO ^- ìli 2, ATTI SELLA ACCADEMIA SCIENZE E LETTERE DI PALERMO NUOVA SERIE TOIiiniE II. ìmsd ■ PALERMO STAMPERIA DI MICHELANGELO CONSOLE 1853 "T ELENCO DEI SOCI SOCIO MECENATE S. E. D. CARLO FILANGERI PRINCIPE DI SATRIANO Duca di Taormina, Comandante in Capo, Luogotenente Generale DI S. M. lE Re N. S. (D. G.) in Sicilia. SOCIO PROMOTORE S. E. D. Antonio Alvaro Paterno Principe di Manganelli, Pretore di questa Capitale, e Gentiluomo di camera di Sua Real Maestà. PRESIDENTE Monsignor D' D. Giuseppe Crispi Vescovo di Lampsaco professore di lingua e letteratura greca nella R. Università degli Studi. VICE-PRESIDENTE P. Benedetto D'Acquisto Ex-Provinciale dei Minori oss. riformati, professore di Dritto Naturale ed etica nella R. Università. SEGRETARIO GENERALE P. Alessio Narbone Seniore della Compagnia di Gesù. TESORIERE Marc D. Federico Lanza e Grassellini Duca di Castel-Brolo Senatore, e Presidente della deputazione delle scuole di mutuo insegnamento. SOCI ATTIVI PRIMA SEZIONE ■1. Di'. D. Pietro Cilcara professore di Storia naturale nella R. Università, segretario della Commissione d'Agricoltura e Pastorizia, e direttore delle scuole hncaslriane. Direttore. 2. D"^ D. Federico Lanza Duca di Castel-Brolo Segretario. 5. D' D. Domenico Ragona Scina' primo assistente del R. Osser- vatorio e professore sostituto di fisica sperimentale nella R. Univer- sità, Vice-segretario. 4. D' D. Filippo Majorana Cav. del R. 0. di Francesco 1^ Gon- siglierc della Corte Suprema di Giustizia, presidente della Commis- sione d'agricoltura e pastorizia. Anziano. b. D'' D. Giuseppe Albeggiam professore interino di matematica sublime nella R. Università, segretario della Commessione deilavori pubblici. Anziano. 6. D'' D. Giovanni Gorgone presidente della R. Accademia di me- dicina, professore di clinica chirurgica nella R. Università. 7. D' D. Giov. Batt. Gallo professore di anatomia descrittiva nella R. Università. 8. D^ D. Agostino Todaro dimostratore nel R. Orto Botanico. 9. D' D. Giuseppe Insenga direttore dello stabilimento agrario di Castelnuovo e professore sostituto di agronomia nella R. Università, 10. D'' D. Mariano Pantaleo vice-cancelliere e professore di Oste- tricia nella R. Università. ^\. h' D. MicuELE Zappulla professore di matematiche miste nella R. Università. .11 42. Abate D' D. Ignazio Salemi. •15. D' D. Filippo Mangiacomo professore di geoinelria nella R. Uni- versità. 4 4. D' D. Giuseppe Bandiera. 45. D' D. Giuseppe Biundi uffiziale del R. Ministero. 46. D' D. Salvatore Cacopardo professore di medicina legale nella R. Università. 47. D' D. Nicolò Cervello professore di materia medica nella R. Università. 48. D' D. Francesco Caldarera professore onorario di geodesia nella R. Università. 49. D' D. Giuseppe Coppola professore sostituto di algebra nella R. Università. 20. D' D. Nicolò Turrisi-Colonna Barone di Buonvicino. SECONDA SEZIONE 4. D' D. Ferdinando La Lumia Presidente del R. Instituto d'In- coraggiamento, Direttore. 2. D. Salvatore de Paolis uffiziale del R. Ministero, Segretario. 5. R. P. Giuseppe Romano D. C. D. G. professore di filosofia nel Collegio Massimo e prefetto del Museo Salnitriano, vice-segretario. 4. D' D. Gaspare Parlatore Anziano. h. Rev. Sac. D. Francesco Bagnara canonico della Metropolitana Chiesa, Anziano. 6. R. P. Alessio Narbone D. C. D. G. 7. R. Sac. D. Gaspare Rossi canonico della Metropolitana Chiesa vice-bibliotecario della libreria del Comune, ispettore delle scuole. 8. R. P. Benedetto D'Acquisto. 9. D' D. Giovanni Bruno professore di economia civile nella R. Università. 40. D' D. Giacomo Giordano giudice supplente di circondario. 44. Marchese D' D. Giovanni Maurici. 42. Rev. Sac. D. Domenico Turano professore di lingua ebraica nella R. Università. vili -1 5. Rev. Sac. D. Salvatore Ragcsa professore di canonica nella R. Liniversità, canonico della R. Cappella Palatina. ^4. D'' D. Girolamo Scaglione professore di procedura civile nella R. Università. io. W D. Luigi Mazza giudice del C.oolenzioso amministrativo. -16. D' D. Nicolò Mdsmeci professore sostituto di Dritto Commer- ciale nella R. Università. i7. Rev. P. Vincenzo Garofalo D. C. D. G. preposito della Casa Professa. -18. R. P. Paolo Bottalla D. C. D. G. professore di Storia. -19. D. Giuseppe di Menza. 20. D' D. Gaetano Del Tignoso. TERZA SEZIONE ^. D. Agostino Gallo uffiziale di carico del R. Ministero, Di- rettore. 2. Rev. Sac. Pietro Sanfilippo canonico della Metropolitana Chiesa, membro della Commessione di pubblica instruzione, Segretario. 5; Rev. Sac. D. Nicolò SpiTa Vice-segretario. 4. Rev. Sac. D. Pasquale Pizzuto Direttore delle R. scuole nor- mali, Anziano. o. D'^ D. Giovanni ScaiRÒ, Anziano* 6. Mons. D. Giuseppe Crispi. 7. D'' D. Gaetano Daita. 8. D. Giuseppe Bozzo professore di eloquenza italiana nella R. Università. 9. D. Filippo Villari. -IO. Rev. Sac. D. Nìcolò di Carlo professore di eloquenza latina nella R. Università. li. D. Giuseppe Caruso professore di lingua Araba nella R. Uni- versità. ^2. Cav. D. Giuseppe De Spuccues Principe di Galati Gentiluomo di camera di S. R. M., deputato della R. Università. -13. R. P. Pietro Fontana D. C. D. G. IX •14. D. Filippo Stcrzo. 15. D' D. Francesco Crispi. i&. D. Saverio Cavallari professore di Architettura decorativa nella R. Università. 17. D' D. Isidoro La Lumia. \8. Cav. D. Francesco Landolina Paterno dei Baroni di Rigilifi. ^9. Cav. D. Ludovico Landolina Paterno dei Baroni di Rigilifi. 20. Cav. D. Francesco De Beaumont uflBziale del R. Ministero. SOCI CORRISPONDENTI Rev. P. Anselmo Adorno Catania Abate Giovanni Corvaja /^_ Cav. D. Giuseppe Cordaro Clarenza . . . . Id. Prof. Carlo Gagliani Id. Prof. Vincenzo Tedeschi jj Prof. Carlo Gem.mellaro jd. Prof. Francesco Cambino /f/. Prof. Emmanuele Taranto Caltagirone Rev. P. D. Gregorio Barnaba La Via . . . . Cutania ly D. Vincenzo Navarro Sambuca Cav. D. Leonardo Vigo a,ì jieaie D. Raffaele Politi GìV\a sctw. ma noi di queste non faremo parola , perciocché il nostro socio Federico Lanza Duca di Castel-Brolo^ Segretario della prima Sezione e Tesoriere dell'Accademia, ha già renduta di comun ragione per le stampe la Relazione generale degli ultimi due anni, e dato conto minuto dei nuovi Soci ascritti , e delle Corrispondenze nazionali e straniere, e dei Defunti accademici, e della nuova Magistratura, e infine delle Memorie lette da lui medesimo e dai Soci Pietro Cal- cara^ Domenico Ragona^ Ignazio Salemi^ Filippo Majorana^ Giuseppe Biundi, Gaspare Par latore j Pietro Sanfilippo, Nicola Spala ^ Giuseppe di Lorenzo. Ai quali eran certo da aggiugnere i nomi del Direttore Agostino Gallo\ del p. Giuseppe Romano^ del D'. Francesco LongOj che lessero posteriormente. Gli argomenti da loro trattati fino al di d'oggi (per toccarli sol M'ovì discoi- di sfuggita) sono « L'origine o i progressi dell'agricoltura e pastorizia in Sicilia; Utilità dello studio delle scienze agrarie; Sopra il com- mercio dei grani in Sicilia ; Sopra la cultura dei pomi di terra ; Sulla pescagione-delie alalunghe in Sicilia; Cenno storico della clinica medica in Palermo; Sopra le febbri intermittenti e perniciose; Sopra due generi di febbri infiammatorie; Sul coraggio e '1 modo di per- petuarlo in una nazione » ; e ciò per conto di naturali scienze. Al ramo di belle lettere fanno i Discorsi sulla antica letteratura sici- liana, e quei su alcune Medaglie inedite sicole , e le Istruzioni da raccogliersi nei viaggi. Dei quali ragionamenti alcuni già videro la pubblica luce, ed altri vanno compresi nel presente volume. Gli ultimi due discorsi rammemorati dal Brolo furon da me letti Due uaunsi.-i i primi : nell'uno dei quali, allorché si riaperse questa Compagnia, dava conto dei suoi passati lavori, come praticato abbiamo colla Annuniii. Diadema n. 1, 2. .Mecenate. AtTfipIirnza. 22 RELAZIONE presente rassegna : l'allro metteva in veduta i lavori venturi, e ne sconoparliva i rami, e suggerivane i modi da immegliarsene l'an- damento, onde procedere con più felice successo e rendere frutti non perituri. Imperciocché le Accademie allora soltanto sono sli- mabili, qualora si rendon utili; ed utili non torneranno , se noa quando e sopra materie interessanti si versano e con metodo re- golare progrediscono. Oltre a questo (per non tardare di troppo il far consapevole il pubblico , che prende interesse ai letterari stabilimenti), due arti- coli venni sul conto nostro inserendo nell'unico giornale letterario che qui avevamo al 1851, diretto da un nostro collaboratore. Nel primo, premessi brevi cenni storici dell'Accademia, annunziavamo i nomi del nuovo Magistrato, e i sunti dei letti discorsi davamo : nel secondo pagavamo un tributo di gratitudine a quei generosi che furon cortesi all' Accademia delle opere da lor pubblicate , notan- done i titoli classati per le diverse materie. Questa primaria Accademia della Trinacria pregiasi di contare a suoi mecenati i Governanti supremi dell'Isola. Ebbelo fin dalla prima restaurazione in persona di S. A. R. il Principe Leopoldo , Conte di Siracusa, il quale e n'approvò i novelli Statuti, e nominonne i Soci primieri, e durante sua presenza fra noi il rimodernalo Istituto favoreggiò. Venuto testò a prender le redini di questo governo il tanto benemerito Principe di Satriano, degna progenie di quel Gae- tano P'ilangieri che seppe a scienza ridurre la Legislazione; nostro primo pensiere, nostro voto uniforme fu di partecipare all'onoranza di averlo per capo , siccome già da più anni lo contavamo tra i più illustri Soci Onorari. In adempimento di quella unanime deliberazione , il Magistrato Accademico introdotto all'udienza di S. E., gli presenta il Diploma con esso il volume degli Alti, pregandolo a voler di sua prolezione onorar questo Corpo scientifico della Capitale, come fatto si avca a più altri dell'Isola che del suo nome si adornano. Accolse l'ottimo Principe colie più cortesi maniere e il dono e i donatori e la inchiesta : nò contento alle gentili significazioni di affetto e di umanità, onde rispondere al nostro riverente omaggio. ACCADEMICA 23 degnava esprimere i grati suoi sentimenti con un foglio steso tutto di proprio pugno^ e tale che non sappiamo se torni maggiormente ad onore del Corpo a cui va diretto^ o a testimonio della benignità che l'ebbe dettato. Stimiamo pertanto convenirsi a decoro dell'uno, a riconoscenza dell' altra , che gli sia data la maggiore pubblicità, rendendolo a notizia dell'universale, perchè tutti sappiano di qual nuova onoranza si allieti l'Accademia Palermitana. Stimatissimo Signore 0 L'Accademia Palermitana compartendomi 1' alto onore di chia- uuna. marmi a suo protettore, non certo per mio merito, ma qual rap- presentante del Re Signor Nostro , ha voluto mostrarmi che sotto il benefico governo di Ferdinando II il culto delle severe scienze e delle umane lettere è tornato in onore, e che le condizioni dei tranquilli tempi in cui viviamo danno allo svolgimento delle utili discipline un fecondo impulso: del che mi porge anche irrecusabil prova il bel volume degli Atti accademici che mi offrì a nome di quell'illustre Consesso. « Io sono certo che i dotti lavori dei nostri Consocii cresceranno sempre più quel retaggio di glorie scientifiche e letterarie , delle quali va a giusto titolo superba questa Terra che fu culla al gentile idioma sonante e puro; e sarà sempre per me argomento di onesto orgoglio il pensare che mi vollero essi compagno , segnando fin dall'anno -1833 il mio nome nel loro Albo accademico. « Ella intanto vorrà farsi interpetre con l'Accademia Palermitana di Scienze e Lettere di questi miei sentimenti, assicurandola che non trascurerò di leggere il suo Statuto ora ridotto ad ordine migliore, sicuro come sono di trovarlo rispondente al suo scopo. (I Gradisca, Signor Segretario Generale, le assicurazioni della sen- tita mia stima e della considerazione mia ». Palermo 4 maggio ^852. Carlo Filangeri Principe di Satriano All'Egregio p. Alessio Narbone Segretario generale dell' Accademia Palermilana. «sìdenlc. 2i RELAZIONE Rimaneva che l'onore da Lui compartito per iscrittura si rendesse visibile dalla presenza; nò tardò la occasione di farlo. Il degnissimo Presidente can. Alessandro Gasano, non per anco compiuto un biennio di sua gestione, con grave perdita delle lettere chiudeva la mortale carriera. 11 Corpo accademico si recò a debito di pagare al venerato suo Capo un tributo di onore, e stabili un giorno per satisfare a tal atto di pietoso ufficio. Fu questo il di 19 dello scorso settembre, nel quale l'Aula senatoria si vide nel suo ingresso apposta una ben lunga Iscrizione funebre che latinamente sponea le virtù dell'estinto, dettata dal socio prof. Nicolò di Carlo : in fondo poi il ritratto del defunto da sperto pennello, pendente in mezzo a pregevoli drappi. Strepi- toso fu il concorso, e questo de' più qualificati personaggi: tra cui distinguevansi l'Intendente della Provincia, il Pretore della Città, coll'Eccelleutissimo Senato, il Direttore di polizia e parecchi maggiori Uffiziali , senza dire i Canonici del Duomo e i Professori dell' Uni- versità , venuti gli uni e gli altri ad esequiare un loro Collega ca- nonico e professore. Ma lo splendore di tanta corona venne super- bamente accumulato dalla presenza dell'esimio Mecenate novello, che in compagnia dell'esimio marchese Arrigo Forcella, Amministratore di Casa reale e nostro Socio onorario, e d'altri Gentiluomini di Ca- mera, recossi a udire l'Elogio funebre, letto dal prof. Giuseppe Bozzo, che qui ora si rende di pubblica ragione. Tal si era il corso che in questo ventennio ha tenuto la nostra Accademia. DESCRIZIONE DELL' ISOLA DI PANTELLARIA DI PIETRO CALCARA DIRETTORE DELLA PRIMi SEZIONE DELL ACCiDEMtA, PROFESSORE DI STORIA NATORALE NELLA R. UNIVERSITÀ* DEGLI STUDÌ DI PALERMO, SOCIO DI VARIE ACCADEMIE NAZIONALI E STRANIERE, EC. EC. Memoria comunicata dall'autore in gennaro 1853. PREFAZIONE Essendo slato mio proponimento dopo le piii attente ricerche natu- ralistiche eseguite sopra una contrada qualunque quello di tesserne una apposita memoria, e conoscendo che ciò influisce a sommo utile per il progresso della storia naturale della nostra Sicilia^ è mio pensiero oggi inserire negli Atti accademici la descrizione dell'isola di Pantetlaria^ la quale per gli svariali obbietti che contiene e per la mancanza di analoghe descrizioni la reputo di sommo interesse per coloro che cer- cano delle nozioni statistiche di una regione così ammirevole nelle sue naturali produzioni. Il metodo da me adottato è pressoché conforme a quello posto in uso per le descrizioni di altre isole, cioè Ustica^ Lampedusa e Linosa; quindi dividerò la memoria in nove capitoli^ nel primo tratterò della .Geografia fisica, nel secondo dell' Idrologia ^ nel terzo esaminerò i minerali e concerne l' Oriltognosia ^ nel quarto le rocce ed i terreni per cui verrò esponendo la Geognosiaj la trattazione della Gcogonia 2 PREFAZIONE formerà lo scopo del capitolo quinto; in seguito tratterò nel sesto ca- pitolo della Botanica, nel settimo della Zoologia, nell'ottavo della Agri- coltura, e finalmente l'ultimo capitolo abbraccerà la Storia civile del- l'isola a cui fa seguito la carta topografica della medesima. Nello sviluppo di siffatti argomenti, se lo scopo è in parte raggiunto, spero che ini saranno indulgenti i benevoli lettori, affinchè possa con alacrità istituire simiglianti lavori sulle altre isole adjacenti alla Si- cilia tutt'ora non convenientemente illustrate (i). (1) È uopo tributare i giusti encomj all'ottimo mio amico Dr. Alfonso Errerà, il quale molte agevolazioni e notizie mi ha somministrato circa la descrizione dell'isola di Pantellaria sua patria. DESCRIZIONE DELL'ISOLA DI PANTELLARIA CAPITOLO I. GEOGRAFIA FJSICA. Nel mediterraneo ai gradi 56", 30' di latitudine e gradi 9°, 4i' di longitudine E per Parigi, sorge l'isola di Pantellaria altrimenti detta Cossura dagli antichi. — Essa dista, in direzione NE 4 N, dal Capo Granitola 50 miglia marittime, che è il punto più vicino alla Sicilia, e qiiglia 57 da Capo Gobia nella direzione 0, punto più pros- simo all' africana costiera. Dall' isola di Lampedusa si discosta per 7G miglia nella direzione SSE, e per miglia S8 da Linosa da SE l al S. La forma in generale dell'isola di Pantellaria è pressoché di un ellissoide irregolare allungato , stretto alquanto nell' estremità che si dirige al NO; il perimetro si reputa di miglia 56 e mostrasi fre- quentemente sinuoso. La maggior lunghezza di quest'isola si è da NO a SE, cioè dalla Cala di sa» Leonart/o all'altra dell'arena che si può calcolare ^ 4 miglia siciliane , e la sua massima larghezza apparisce tirando una linea diagonale dalla Punta Lunga all' altra della Polacca , e la minima si rimarca dal lido della Pozzolana a Suvachi. È osservabile che il centro dell'isola ed il suo lato diretto a SE mostransi elevati e montuosi; mentre bassa ed a piani inclinati si osserva l'isola dal lato opposto. Per offrire un' esalta descrizione fìsica di questa estesa isola ho 4 DESCRIZIONE divisato considerarla per la varia gradazione dei terreni rispetto al livello del mare, riserbandonii in fine del presente capitolo la con- siderazione geografica del suo perimetro. Riguardandosi dal geografo l'isola di Pantellaria dall' apice della montagna grande affine di conoscere le varie graduazioni del sot- toposto suolo, può facilmente dividersi in quattro parti distinte cioè: ■ì. In suolo basso che poco si eleva dal livello del mare. 2. In suolo medio elevato, nel quale s' includono le colline e le braccia dei monti. 5. In suolo alto, rappresentato dal corpo della montagna. 4. In littorale. Per riuscire meglio coll'analisi geografica ho giudicato dividerla in quattro sezioni, tirando due linee rette che formano angolo di coincedenza sulla vetta della montagna grande, le quali dirigonsi la prima dal punto del paese al Corligliolo^ e l'altra dalla Cuddia di Semai al lato opposto Gadir. §1. Suolo óasso che poco si eleva dal livello del mare. Parallella alla linea da noi indicata per circoscrivere la prima sezione del suolo basso e poco elevato dal mare si appresenta la contrada detta Gadir (I) diretta a NE 4 N il cui suolo sulle prime è orizzontale ma che poscia si vede elevare laddove si continua colla contrada denominata Khamba (2); vetroso e scabro offresi il piano situato nella linea che giugne al limitrofo sito della Cala Cot- tone continuandosi sino al /lAa^mr (5) il quale mostrasi bastantemente elevato con ripido aspetto; avvicinandosi poi lo sguardo verso la pendice della montagna si scorge la suddetta contrada di Khamba il cui suolo quasi piano si estende in pianura allungata. — Prose- fi) Nome di arabica etimologia Gadir che significa stagno, palude. (2) Nome anch'esso di arabica origine che vale Khannab canape, cioè silo ove un tempo collivavasi tale utile pianta. (3) Questo nome \ iene da Ilarjìuy che vale pietra, per cui sito piclioso. DELL'ISOLA DI PAMELLARIA 5 guenclo ad osservare tale regione dell'isola e passando dalla parte periferica verso il centro, succedono le contrade di Ii/iafar{\] e Bu- geber (2) , la prima olTre il terreno avvallato che avvicinandosi al littorale si eleva e poi si appiana inclinandosi al littorale medesimo; la seconda contrada mostrasi a piano inclinato verso il lago. Il lago detto impropriamente Bagno da quegli isolani è scavato e circoscritto da un regolare cratere di circa tre miglia di perimetro for- mato dalla contrada di Bugeber , Kharlibiigal e dalli Zinedi (5). Le coste di questa escavazione craterica sono in parte conformate a salita murale, altre tagliate naturalmente a scarpa, e piano mostrasi il fondo, in gran parte coperto d'acqua alcalina, la cui circonferenza si è calcolata circa un miglio. Ho inoltre con varie sperienze baro- metriche calcolato che la linea di livello dell'acqua del lago coincide perfettamente a quella del mare vicino la spiaggia di hliartibugal. La contrada detta del Lagnosi presenta tult'aCfatto piana e ben col- tivata; alla parte superiore della costa del lago a NE succede Kliar- tibugal la quale mostrasi di poca estensione data interamente alla cultura e riconosccsi tal suolo per la sua orizzontalità, sebbene esso elevasi alquanto con dolce inclinazione nella costiera del lago e più d'ogni altro nella parte che si continua con Cumbà. — Nella direzione NNE di Cumbà offresi la contrada di Campobello che ò piuttosto piana presso la spiaggia ed elevata eoa angolo sagliente verso Khadiugia (4) che mostra la slessa natura di terreno. — Suc- cedono poi, avvicinandosi al paese, le contrade di Zìjlon (o) e Kha- ruscia (C) che sono presso che piane con dolce inclinazione verso il mare, e fanno seguito alle stesse Zubebi, (7) Masara, Saniac/tiara, (1) Dall'arabo Ila far pozzo. (2) Da Obugeber pane. (3) Da Zincd, pietra focaja. (i) Proviene dall'arabico Jladag coloquintide o melone velenoso, sito ove a pre- ferenza nasce spontanea la coloquintide. (5) Da Zitun oliva. (6) Proviene dall'arabo Harasehia che vale sito aspro o scabroso. (7) Da Zubeb the vale mosca o ape, sito ove dimorano le pecchie. 6 DESCUIZIONE Bovimarino, San Leonardo in cui apresi quella valle circolare ove trovasi fabbricato il paese. A sinistra Jel paese, percorrendo la strada che si parte dal suborgo, s'incontrano le così dette Malarelle, quindi il Cado che è piano e si continua con Arinella e Baiali, così detta quest'ultima contrada, perchè si possono ivi estrarre lastroni di pietra con molta facilità; presso le indicate contrade altre se ne rinvengono anch'esse quasi piane e sono K/iasen {\) Mursia Dliaklialè (2), Farkhicalà è Midichi (5); è nole- .yole che le medesime trovansi circoscritte e limitate dal mare e dai monti di Sant'Elmo, e Gelfikhamar (A). Dopo che il geografo ha precisato tutti questi indicati siti del suolo die poco si eleva dal livello del mare e che stanno compresi in questa prima sezione , ripiegando novellamente il suo sguardo alla parte posteriore del monte di Gel/ili/iamar vede in altro orizzonte la vasta ed elevata contrada detta Cimillia che signoreggia l'altra di Suvachi (5) la quale offre un suolo basso, piano , ma però di pic- cola estensione che va a terminare col propinquo mare: al di sopra della slessa e collaterale a Cimillia trovasi Novriciòì signoreggiato da Tricòonstilton e Scirafi (6) che verso il mare presenta una piccola collina che scende per la contrada di Salaria; dopo Scirafi succede alla parte superiore la vasta contrada di Buccurami '(I): è rimarchevole in quest'ultimo sito, precisamente nel fondo del signor Gaetano Valenza collaterale al casamento, una buca diretta a maestro incavata nella roccia vetrosa; per essa esce un'aria freddissima (8) la quale diviene costantemente più intensa allorquando nella calda stagione spira vento (1) Proviene da Hasen che vale colle arenoso e alto. (2) Da Dahala cioè pozzo coll'imboccatura streUa. (3) Da Medili luogo angusto. (4) Si riferisce all'arabo Gelf-Hamar cioè asino scorticalo. (5) Da Suvàch cioè terra molle, lutosa nella quale vi si immergono i piedi. (6) Proviene da Schiarif luogo alto e nobile. (7) Da Abu Curam cioè padre generoso e nobile. (8) A 22 giugno 18'(-6 ed alle ore 23 d'Italia quando la temperatura atmosferica segnava gr. 26 R. l'aria della buca faceva disceodere il mercurio del termometro a 15" R. DELL'ISOLA DI PANTELLARIA 7 di ES; gli abitanti di quelle campagne espongono alla corrente niolte vivande le quali dopo poco tempo divengono anch'esse freddissi- me.— È probabile che siffatta buca peri moltiplicied interni an- dirivieni dei suoi canali comunicasse con altri opposti orifici che raetton foce in siti lontani esposti ad altri venti, e che la mancanza di comunicazione della temperatura dell' aria esterna nella circostanza di trovarsi elevata non potendo esercitare azione di equilibrio con quella interna producesse l'importante fenomeno di sopra indicato. In continuazione di Biiccnrami succede Scirafi sito piano che va a terminare colla Cuddia [\) di Salaria (2) e Venedisè; quest'ultima contrada confina con Sciuvec/ii (5). — In continuazione di Salaria si apre la vasta contrada di Scauri che per la sua conformazione dividesi in alto e basso; a piano inclinato essa si prolunga verso il mare mostrando per limite la roccia disposta a costiera che chia- masi Zie/lidi la quale viene limitata dalla Cuddia di Scauri che è appunto il confine assegnato dalla convenzionale linea retta divi- soria dell'isola. Epperò se il geografo dall'apice della montagna grande percorre coU'occhio quella linea mediana che dal paese conduce al corpo della predetta montagna , in ordine di successione potrà comodamente osservare, presso a poco in questo raggio di visuale, oltre del paese, ItrtOj Luvedi, (4) Velcimursà (o) contrada piana e di notevole estensione; indi San Marco che estollesi in forma di collinetta quasi tondeg- giante, sito, ove gli archeologi rinvennero i ruderi dei monumenti dell'antica Cossura; alla cennata collinetta si succede Sa?i Francesco, Marfjana, Mngnia^ Rucliia, Santovito disposti in unica pianura; quindi seguitano hltaiuiachi (6) e K/iufirà (7) in cui il terreno mostrasi (1) li vocabolo Cuddia proviene dall'arabo Cudia che vale terra dura o cumoln (2) Si chiama con tal nome per l'abbondanza del timo capitalo, pianta che da quei naturali si denomina Salaru da cui Salaria. (3) Dall'arabico Schuk, che vale sito ingombro di spine, (i) Da Luved presidio, luogo sicuro. (5) Probabile che proviene dall'arabo Velgintarsa, cioè ingresso del porlo. (6) Dall'arabo Chanak che vale luogo anguslo, (7) Da Uafar fosso. S ^ DESCRIZIONE iiìolto avvallalo; queste contrade confinano con i siti di Geljiser , Sciuvechi^ Khafefi (I) punti che Irovansi collocati in linea mediana del paese ; adocchierà inoltre il geografo Siòà (2) che elevasi sul livello del mare secondo Hoffmann 965 piedi parigini; tale contrada si congiugne col corpo della montagna grande, in modo che l'os- servatore dirigendosi verso il paese sulla diritta di Siòà troverà la piccola contrada detta Tri/chiri/ilii (0) ene\ lato opposto 0 sinistro l'ubertosa contrada di Munasler disposta a forma di ampio bacino della circonferenza di circa due miglia. Dopo di avere descritto il suolo basso e poco elevato sull'attuale livello del mare di questa parte anteriore dell'isola di Pantellaria limitato dalla linea retta che unisce il Gadir aMàCuddia di Scaun^ l'osservatore dal silo alto della montagna potrà descrivere le altre contrade basse situate nella parte posteriore dell'isola medesima, il che lo eseguirà dirigendo 1' oc- chio olla Cuddia di Scauri., cioè a sinistra ove troverà la vasta jiianura di Scauri soprUj limitala verso la montagna coli' altra di Kliarebi (4) che confina con Cassa e nell'altro lato con AVcà la quale è signoreggiata dalla vasta pianura di Rikhaii{b) detto fuori e dentro. In Nicà scorre un piccolo torrente che nasce dalla Serraglia e si alimenta dall'acqua piovana che si cumula dentro taluni fossi: chia- masi esso impropriamente fiume di iYf'cà il quale dopo poco serpeg- giare scaricasi nel mare prossimo — Da Ri liliali Aenivo sino al punto del Corligliolo si scorge la vasta ed ineguale contrada delta dietro l'isola, confinante colla Kliania{&)e da questo sito uscendo per linea mediana s'incontra quel piano scosceso inclinato verso il mare che diccsi Tracina e quindi la Kliamba che si limila col Gadir. In linea medesima poi dal Corligliolo che lambe il mare, avvi- cinandosi la visuale al corpo della montagna grande, succedono le contrade dietro l'isola e, quindi TricnalJialè, confinante col piano (1) Da Chaffcf, venditore di gambiere. (2) Da Sita leone. (3) Tracrili silo ove non spira vento. [k] Da Cliarè.b cioè luogo vasto ed incolto. (5) Da Dihali vento inipeluoso. (6) Da Ilania vino, cioè contrada di vigne. DELL'ISOLA DI PANTELLARIA 9 orizzontale dai lati craterici della Ghirlanda, a diritta della quale sta giacente la Serraglia che offre il lato diritto circolare ove s'innalza un lembo craterico, ed a sinistra Movegen. §11. Suolo di media elevazione ove descrivonsi le colline e le braccia delle montagne. Il suolo che coraprendesi in questo paragrafo è in gran parte rappresentato da piccole collinette che Cuddie si chiamano da quei naturali, e si rincontrano in quasi tutta l'estensione dell'isola cosi nella sua parte bassa e anteriore che nella parte posteriore ove il suolo è molto ripido ed elevato. — Cominciando l'osservatore, dall'apice della montagna grande, ad esaminare tali geografiche particolarità, pria d'ogni altro potrà marcare la Cuddia del Gadir che estollesi in quel piano in forma conica poco elevata; a questa collina per al- quanto tratto vedrà succedere le tre collinette dette Cuddie delli Fcr/t dirette a NO tra le quali quella di centro è più grande; però sono tutte e tre di forma pressoché conica e sormontala ciascuna dal rispettivo cratere di eruzione : inoltre alquanto a sinistra nella stessa direzione rimarcherà la Cuddia bruciata che discostasi circa »/< di miglio dal paese; essa ha forma ovata, all'apice della quale una prominenza divide le due bocche crateriche ovate che la termi- nano; il cratere che guarda il NO nella base ha un diametro di canne 21 siciliane e l'altro cratere diretto a SE presenta presso a poco lo stesso diametro. — Addippiù osserverà nelle vicinanze del paese verso NO, scorrendo la piccola e scoscesa contrada della Fac- ciata^ uaa. catena di piccole collinette che chiamano Mo»^^ le quali, appresentano un cratere vulcanico ellissoide diretto a SE, ed altra serie di colline dette C«t(/(/('e di forma allungata di disuguale altezza, che possonsi riguardare quale unica elevazione di terreno. Indi si ravvisano le Cuddie rosse dirette a SSO con un cratere vulcanico ovato, situalo in una incavatura fra queste due collinette, che a ri- gore non risultano che di una sola collina allungata da E ad 0 e 10 DESCRIZIONE va quello a metter fine nella sponda del mare vicino: per ultimo in questa parte dell'isola si trovano le Cuddie d'Almanza e le altre di Cufirà^ che sono cinque, molto avvicinate fra loro, dirette a NO delle quali quella che più primeggia è detta dello S/jesm/e; l'ultima col- lina che mostrasi nel punto opposto al Gadir è la Cuddia di Scauri o di San Gaetano che si eleva a cono con base larga dirigen- dosi a SO; se questa collina si esamina dal mare vedesi allora di aspetto piramidale la cui cima poggia sopra un sistema di strati che ofifrono colori vaghi di giallo, rosso e bigio da poter essere imitati nelle tele dal pennello dei paesisti. Altre ed interessanti colline si possono notare nella porzione po- steriore di Panleliaria, fra le quali meritano tutta 1' attenzione del geografo li Cuddioli dielro V'isolai, dirette a SE 4 S, la collina detta Cuddia Spalacliiatla di forma conica però con base allargata. Merita di essere ancora annoverata la Cuddia AUalora^ conica e larga alla base, formante una linea semicircolare che riguardasi come lembo del gran bacino di Serraglia e Ghirlanda e si estende sino a Capo e Serra punto il quale si eleva in prominenza circolare costituendo barriera colle pareti del bacino suddetto che si può considerare come il più grande cratere di sollevazione dell'isola. Finalmente l'osser- vatore avvicinandosi al Gadir scorge la collina detta Cuddia della Kliamma diretta a NNE di forma conica, e presso il corpo della Mon- tagna grande troverà due ripide collinette le quali sono di poco mo- mento a paragone di quelle da noi qui sopra descritte. § IH. Suolo allo rappresentato dal corpo delle montagne. Di molto interesse sono per la scienza le speciali osservazioni geo- grafiche da potersi istituire sui monti dell'isola di Panleliaria; poiché la loro esatta oreograBa spiega rapporti positivi sulle condizioni della loro genesi e sulla loro struttura geognoslica : eppcrò onde più coni- modamente offrirne un esatta conoscenza mi fo ad esaminarli noli solo dalla sommità della Montagna grande per vederne la loro DELL'ISOLA DI PANTELLARIA 11 topograCca giacitura rispetto ai terreni su cui si ergono, ma altresì li descriverò dal sito ove si trovano percorrendo sulle loro balze e notandone i loro più essenziali caratteri. 11 primo monte che trovasi circa ari un miglio distante dal paese, ìAsanfEimn. percorrendo la linea in direzione SO^ si è appunto Sant'Elmo, il quale veduto dalla sommità della Montagna grande mostrasi in direzione NO e di forma conica, terminato da un semicratere di sollevamento ed altro vulcanico con profonde solcature. Quest'unico monte è chiamato dagl'isolani con due nomi, la parte anteriore che corrisponde a NO la chiamano Sant'ElmOj mentre Cuddia del Calt [\) dicono la parte posteriore, cioè quella che guarda a SE la quale lateralmente presenta un piccolo cratere. Tale montagna con- siderata da vicino presenta varie forme; infalli osservata dal lato an- teriore offre la forma conoidea allungata alla base verso NO, guar- data da SO presenta la forma bislunga, da SE è rotonda, e finalmente da NE è semicircolare con raggi del semicerchio corrispondenti al centro della Montagna grande. Circa a due terzi della sua altezza nella parte che guarda SO avvi una grotta di pietra rossastra poco profonda e di non molto interesse per la scienza; la sommità di Mfinle Saul' Elmo si eleva sul livello del mare secondo Hoffmann 674 piedi parigini. A SSO, lungi un miglio e mezzo circa dal paese, elevasi la monta- m. cctfihim- gna di Celfikhamar , di forma irregolarmente circolare, e nel suo apice trovasi un vasto e profondo cratere che appellasi Vallone rfe/- /'4éa,766 0n>,762 0",762 0"',762 On',762 0»,762 0-,69V32 0">,6985 On',7154 0'n,7555 0">,7408 0'",7429 0"',7450 0"',7490 250,55 26o,66 27»,22 29°,44 27o,77 28°,33 28»,88 28",88 29o,44 27",77 320,22 300,55 27",77 28o,88 31o,66 32o,77 3lo,ll 30o,55 831 '",9 8I2">,3 576'n,0 l'il-n.O 252'°,6 232'",0 208n>,8 205"',2 156mO 3222,3 3146,0 2232,0 4G8,6 979,8 898,5 809,0 791,0 604,1. Cuddia delli Ferli. . . CuDDIA BRCaATA. . . . • 18 DESCRIZIONE CAPITOLO II. IDROLOGIA. §1. Acqua potabile. L'isola di Pantellaria al pari delle altre isole e terre vulcaniche, sebbene non presenta scaturigini di acque dolci e potabili, purnon- dimeno perla sua grande estensione e perchè montuosa, nella sta- gione delle piogge da luogo qua e là a delle conserve d' acque da servire, per molti mesi, a dissetare il bestiame ed ai differenti usi domestici: — gli abitanti però onde ovviare ad un tal naturale di- fetto suppliscono colle cisterne ed in molte case ed in vari siti del- l'isola, ove presentansidei piccoli abituri, si raccoglie, in serbato] bene intonacati, l'acqua piovana ottima per gli usi della vita. Non ostante la forte penuria d'acqua potabile naturale, pure l'isola offre in alcuni punti dei pozzi, e l'acqua che se ne estrae non è mai esente di sostanze saline in dissoluzione, e si può riguardare come passabilmente potabile. L'acqua del pozzo collocato presso la piazza del paese è poco pro- fonda e leggermente saporosa. — Taluni naturali asseriscono che spi- rando il vento di sirocco, quell'acqua fa esalare odore di un gas sol- foroso, ma attesa la natura geognostica di quella isola, sembra che tale osservazione non è da ammettersi. Su questa acqua istituii talune speciali ricerche, e scendendo dentro il pozzo per un andito contiguo allo stesso , notai che dalla su- perficie dell'acqua quando è tranquilla si esalano delle bolliccine di un gas che per l'odore credo essere l'acido carbonico. La medesima acqua si osserva nella contigua spiaggia detta Dav- riva collocata a diritta del porto , e sorge rimovendo il terreno sassoso e ciottoloso ; di essa se ne servono le donne per nettare la biancheria. In prossimità del Lago nel fondo di Bocca?iera si è di re- cente discavafo un pozzo il quale somministra acqua potabile alquanto DELL'ISOLA DI PANTELLARlA 19 alcalina poiché partecipa della composizione dell'acqua del Lago, che è quasi allo stesso livello : finalmente altri pozzi con acqua pota- bile s'incontrano vicino le spiagge, ed il livello di essa coincide a poca profondità con quello della superficie del mare. Nella parte posteriore della montagna grande salendo ad una certa altezza si giunge al ripido sito detto li Fonlani;\e piante che vi soggior- nano atte a vegetare nei luoghi umidi, come l'Adiant/ium capiUusvenerif; e molte altre crittogame, indicano che appunto colà si trovi uno sgorgo d'acqua fresca e potabile, come infatti succede di rinvenirla scarsa- mente, trapelando da quella roccia, poiché è originata dalla pioggia che si raccoglie nei recipienti fatti dalla natura e collocati in siti so- prastanti: la quantità media di tale acqua che si può raccogliere in un'ora è di quartucci 40; taluni però asserivano che erasi molto di- minuita in confronto a quella degli anni precedenti, attribuendone la causa alla estraordinaria siccità delle stagioni' di quell'anno. Un tal fenomeno io credo che nell'isola di Pantellaria sia proveniente dal quasi totale sboscamento del sito centrale della stessa ove eravi folto bosco che rinverdiva quelle nude ed inaccessibili rocche e ne attraeva le nuvole che scioglievansi in copiosa pioggia. i II. Acque minerali termali saline. Molto comuni sono in Pantellaria le acque minerali termali: esse appartengono tutte alla classe delle saline, poiché contengono per prin- cipio mineralizzatore il carbonato potassico; poche variazioni pre- sentano in quanto alla condizione dei loro componenti , a seconda delle varie località dalle quali sorgono. La maggior copia d'acqua minerale salina si osserva nel /a^o detto impropriamente Bagno, che come dissi parlando della geografia fisica, è di circa un miglio di circonferenza: riguardato il lago a diritta sotto Biigeùar trovasi, che per circa un ventesimo del suo corrispondente contorno, dà origine a varie piccole sorgive dette li Caiidareddi di In ^a^ftu alla temperatura di 5-4 a Ao R.,ladi cui acqua termale, pia- 20 DESCRIZIONE cidissiraa scorre nel Iago ed è meno alcalina di quella del lago stesso ove discaricasi. — È da rimarcarsi che in queste scaturigini vi si tro- vano depositi di silice idrata o opale di consistenza varia, talvolta molli o quasi plastici , di un bianco sporco o bigiastro, contenenti vari avanzi organici vegetali. Giova molto il manifestare che nel perimetro del lago, ove pullulano le acque termali potrebbe comodamente fab- bricarsi un piccolo stabilimento bagnarid che sarebbe assai vantag- gioso alla cura di non poche malattie ; e mi lusingo sperare che sitTatto salutare disegno fosse tra non guari posto ad effetto, onde gli abitanti in quella terme si avvalessero di un tanto utile ritrovato. L'acqua del lago non contiene ne pesci né conchiglie fluviali: essa sebbene non sia affatto termale, salvo nei punti del suo contorno vi- cino le sorgive poco innanzi descritte , pure mostrasi più alcalina della termale, poiché contiene molto carbonato potassico disciolto ; nell'està restringendosi la sua massa 1' acqua lascia le eiflorescenze di quel minerale nel lembo del lago, mentre viceversa il perimetro di questo sensibilmente cresce di estensione e le acque sono meno cariche di materie saline per la caduta delle abbondanti piogge in- vernali. La superficie dell'acqua del lago è di color ceruleo nel centro, ove appunto l'acqua è molto profonda, e di color cinereo rossastro nella circonferenza; siffatto fenomeno ottico dipende interamente dalla ri- frazione e riflessione della luce e dalla maggiore o minore profon- dità delle acque del lago istesso. Il passaggio immediato dal basso all'alto fondo del lago è stato cagione dell'annegamento di molte persone. Nel Iago descritto taluni naturativi si immergono durante l'estiva Stagione sensibilmente marcando un forte peso sopra le spalle; que- sto fenomeno pare che non dipenda dal peso di tal fluido, la cui densità poco differisce da quella dell'acqua potabile comune, ma piuttosto che sia proveniente dall'azione chimica che esercita l'acqua alcalina sulla sensibilità della pelle, e quindi è un fenomeno chi- mico-vitale e non già meccanico. Nella contrada detta Gadir presso la spiaggia sonovi varie sorgive d'acqua termale alcalina la quale non differisce molto da quella delle DELL'ISOLA DI PANTELLARIA 21 Caudareddi del Iago. La temperatura è di 30° a 44" R. La stessa qualità d'acqua minerale mostrasi in grande abbondanza nella grotta di Nicà j, ove si cumula perchè il fondo di questa è conformato a riceverla siccome vasca: è notevole che la scaturigine è guarnita di dense conferve radicate sopra la silice idrata la quale è come pasta gelatinosa plastica. Sendo la temperatura media dell'acqua di gradi circa o8 U. produce vapori , scotta la mano che vi si immerge e fa separare momentaneamente l'animale delle patelle dal guscio calcareo che lo ricopre. Presso il porto di Scauri òasso esiste altra terme con la silice gelatinosa ma non così abbondante d'acqua e così intensa di calore che quella sopra descritta di AVcày mentre la media temperatura ri- ducesi a 46" R. Altra grotta finalmente trovasi in Salaria nella me- desima contrada di Scauri basso incavata in quella massa, di figura semicircolare diretta a SE, che sta a livello della spiaggia dalla quale dista pochi palmi : tale grotta sembra a prima giunta scavata dalla mano dell'uomo e mostrasi scompartita in due anditi; nel suolo di uno di essi osservasi un fosso allungato d'epoca molto antica, che credo aver servilo di bagno ai romani o agli arabi. L'acqua termale alla temperatura di 34° circa R. non differisce mica da quella da me poc'anzi descritta e si riguarda come efficacissima contro le ma- lattie croniche della pelle; generalmente gli abitanti ne fanno uso ottenendone in breve spazio di giorni la guarigione. Però riesce molto malagevole l'uso di questa terme per la diffi- coltà del viaggio, alpestre per terra e pericoloso per mare, a causa dei continui marosi quando infuriano i venti di SSO che hanno luogo nella spiaggia cagionando allo spesso la traversia ; colalchò gli ammalati non potranno accedere in quella grotta se non a grande stento col pericolo di urtare nelle costiere mal sicure all'approdo. Avendo riguardo poi alla mancanza di commodi per la dimora degli ammalati e all'orizzonto poco dilettevole alla visuale degli stessi, per cui potrebbero aggravarsi dalle sofferenze per patemi d'animo che li soprafacessero, essendo obbligati a passare i giorni come il Polemone della favola, la terme di Salaria non arreca quegli utili che sarebbero da sperarsi. 2i DESCRIZIONE § IH. Acque vaporose. Tutt'ora nell'isola di Pantelleria si scorgono qua e là fumajoli che rimontano ad epoche bastantemente rimote; essi sono resti del plu- tonico lavorio che produsse la sollevazione e la creazione di tutte le masse dell'isola medesima : siffatti fumajoli risultano dall' acqua nello stalo di vapore ; fra quei che si rimarcano uell' isola se ne offrono alcuni specialissimi per i loro fenomeni. L'acqua vaporosa che esce dalla stufa di Kliasen nel centro dell'ul- timo scaglione fa segnare gradi 26 e 'A del temometro di R., mentre nell'iaiboccatura della stufa la temperatura per irradiazione calori- fica segna 27° cioè mezzo grado di più. Nella valle di Serrar/Ha in direzione dell'ultima Gioele imponente è la vista dell'acqua vaporosa che alto si esala da un monticolo di pietre detto li Favari. Appressando l'orecchio in tale sito odesi un forte rumoreggiamento come di ebollizione; ma il calore estuante del vapore obbliga l'osservatore ad allontanarsene. I naturali di quell'isola per mezzo di fascine poste sull'imbocca- tura da ove esce il vapore raccolgono un'acqua potabile alquanto stittica ed alcalina. Questa possente esalazione di acqua vaporosa per la forza impellente alla sortita potrebbe servire di motore a varie ruote di macchine utili all'industria, molto più se l'imboccatura fosse più ri- stretta e concentrata mercè apposite muraglie di fabbrica. Altri fumajoli si osservano poco discosti dalli favarL ma di minore importanza, reperibili presso la così detta mo»/a/a dello zolfo. Sulla montagna grande nella contrada detta Russasi osservano fu- majoli della temperatura di Ai" a 53" R. e vestigi di taluni altri spenti per il corso del tempo; anche alla Cuddia di Midasuìla. stessa montagna grande scavando il terreno escono vortici di vapore acquoso molto alcalino della temperatura di 55° a 40" R.; a Munaster vi è una esalazione di vapore acqueo della temperatura 52° R., nel sito detto da quegli isolani bagno secco, il quale non è che una grotta DELL'ISOLA DI PANTELLARIA 23 larga 4 canne diretta a SSO coU'apertura longitudinale di 4 palmi di media larghezza; la volta di una tal grotta è coperta di musei cospersi di goccioline d'acqua, il fondo è mollo umido. § IV. Acque del mare. Il mare che circonda Pantellaria per la sua geografica posizione è di quella parte del Mediterraneo che appellasi altrimenti africano. — Profondo si appresenta in questa regione e vi si scorgono pochi bassi fondi algosi; le acque sempre trovansi agitate dalle periodiche correnti che vi giungono dal canale di Malta e dalla costa vicina dell'Africa. La natura delle acque del mare di Pantellaria è quasi l'istessa di quella degli altri siti delle coste di Sicilia e di tutto il Mediterraneo; esse presentano in abbondanza idroclorato e solfato sodico, vari joduri e bromuri, molto più ove le acque poggiano sopra bassi fondi che contengono fuchi ed animali medusari e molluschi. CAPITOLO IIL ORITTOGNOSIA. Scarso numero di minerali presenta l'isola di Pantellaria: a mal- grado delle più attente ricerche altro non si rinvengono che minerali costituenti l'impasto meccanico delle rocce trachitiche e tefriniche che colà si rimarcano. Per offrire una completa enumerazzone delle sostanze orittognostiche da me rinvenute, tenendo presente le loro proprietà fisiche e chimiche, mi avvalgo del metodo di classifica- zione dagli autori adottato. DESCRIZIONE FAMIGLIA I. IDRlDh Genere I. Idridi ossidati. Specie. Acqua. 1. Sottospecie. Acqua minerale. 1. Varietà. Acqua minerale salina termale. Limpida, inodora, sapore alcalino, contiene per principio mineralizzatore il car- lionato potassico ed altri principi variabili nelle quantità. Si osserva tale acqua in Nicà, Salaria, Gadir, alti (laudanddi del Lago. 2. Varietà. Acqua minerale salina fredda. Contiene essa il carbonato potassico in maggiore quantità ed altri principi. Si trova nel lago volgarmente detto Bagno. Sottospecie 2. Acqua dolce. 1. Varietà. Fluida. Limpida, inodora, quasi insapora, però talvolta è alluminosa o tal'altra alcalina. Si trova nelle cisterne, alli Fontani, il pozzo presso il lago e vicino il littorale e nell'altro dentro il paese, ed alli Favari. 2. Varietà. Vaporosa. Si osserva nei fumajoli delli Fontani, Russo, Cuddia di Mida, Khasen, Munaster, Montala dello zolfo e:. PAHIGLIA 2. SOLFORIDI. Genere II. Solforidi solfati. Sotto genere. Solforidi solfati alluminino — potassici. Specie Alunite — KS' + 3 Al' S' + 9 Aq. Sostanza minerale la quale diviene in parte solubile per la calcinazione, la solu- zione dà un precipitato gelatinoso coU'ammoniaca. E suscettibile di cristallizzare nel tetraedro semplice e spuntato , e nelle forme derivate. 1. Varietà. Alunite fibrosa bianco rossiccia. 2. Varietà. Alunite terrosa bianco rossiccia. Ambidue queste varietà si trovano in una specie di fosso trachitico della Serraj/ia come incrostazione la quale col tempo si riproduce — Si trova ancora nella Montata dello zolfo. FAMIGLIA 3. CAOBONIDI Genere III. Carbonidi ossidi. Specie. Acido carbonico C' Gas incoloro, quasi inodoro, non infiammabile, solubile nell'acqua, precipita l'acqua di calce. DELLTSOLA. DI PANTELLARIA 25 Si sprigiona in abbondanza nella gi-otta della pernice dallo fenditure di un terreno Irachilico (1), si trova pure al Khagiar presso il fondo del signor Girolamo Errerà. FAMIGLIA 4. SILICIDI. Genere. Sil'eidi ossidi. Specie I. Quarzo Si.' Sostanza minerale comunissima in natura la quale nell'Isola di Pantellaria si rin- viene con moltissime varietà. 1. Varietà. Quarzo jalino. 1. Esaedro trasparente in cristalli isolali della lunghezza di uno a Ire linee. Si iroTa abbondantissimo nelle arene del torrente dello fiume di Nicà. 2. Esaedro bianco-violetto, sulla tracliite della Baiata dei Turchi, Coste del Lago e Cappella. 3. Esaedro deformalo bianco-bigiaslro, sulla Irachite della Balata dei Turchi, neUa. quale anco si rinvengono le varietà qui sotto riportate. 4. Esaedro violelto colla jalile mammellonare. 5. Esaedro bianco-rnssicrio colla j:'.lìc iiinnimellonare, Cappella. G. Esaedro bianco-verdiccio colla solila jalile. 7. Esaedro rossiccio colla solita jalite. 8.. Semieristallizzato fosco fatiscente. 9. Compatto bianco — Zinedi dietro l'isola. Baiala dei Turchi, Cappella. 2. Varietà. Quarzo agata calcedonia — Masse bianche colorate, semitrasparenti e nebulose, con ispezzatura concoide; si rincontrano le sogucjiti principali varietà. 1. Bigio-compalta; si trova nella Balata dei\Tiirchi e alti Zinedi dietro l'isola. 2. V'iolelto-compalla con quarzo jalino in goedi. Balata dei Turchi ove si osser- vano le altre varieli qui appresso enumerate cioè: 3. Bianco-rossiccia compatta. i. Rosso-scura compatta. 5. Bigio-fosco compatta. 6. Giallo miele compatta; quest'ultima rimarchevole varietà si trova sotto le allure della Cuddia di S. Gaetano. Specie II. Opale Si.'-{- Aq. Si può riguardare l'opale come una silice idrata, infusibile, che s'imbianca al fuoco; dà dell'acqua colla calcinazione. f. Varietà. Jalile. Aspetto vetroso e trasparente; questa specie l'hanno ancora chiamata Geyserlle o silice concrezionata, o quarzo agata termogenito. Le principali varietà che si trovano in Pantellaria sono ; i. Mammellonare-bianca, si trova nella Costa del Lago. (i; Con reiterali esperimenli si é slabllllo che l:nnierg,inilo in iiiesla mefite un pulcino ili gallina ri mane asfissiato dopo lo scorrere di un (Ipcinro ili tninulo primo 26 DESCRIZIONE 2. Mammellonare-rosso scura, alla Balata dei Turchù 3. Mammellonare-bianco violetta, nello slesso sito. 2. Varislà. Resinile. Sostanza d'un aspetto più o meno resinoso facilmente traslucida ed opaca; si tro- vano in Panlellaria le qui sotto notale varietà. 1. Rianco-sudicia fatiscente, nella Montata dello zolfo. 2. Bianco-gialliccia compatta, dentro la grotta della Cuddia di S. Gaetano. 3. Bianco di latte con macchie bigiastre, dello stesso silo. 4. Bianco di latte compatta, nelle coste del lago. 3. Varietà. Resinile gelatinosa. Questa varietà é stata conosciuta nella scienza col nome di Randanite, Maltaeile e di Michealite; essa TÌsnlla di silice idrata terrosa ogelatiniforme depositata dalle acque termali che contengono della potassa o della soda. Comune si rinviene in Panlellaria una tale varietà e si riconosce pei seguenti ca- ratteri fisici. J. Bianco-terrosa, al Candii di Nicà. 2. Bianco-terrosa mammellonare, nello stesso sito. 3. Bianco-terrosa scomposta, alla stufa di Munatter. 4. Gelatiniforme, al Gadir, Nicà, Salaria, Coste del Lago, Munaster ee. 2. Genere. Silicidi silicati. \. Sotto-genere Silicati-alluraino-potassici. Specie 1. Feldspato ortosa. K' Si'-f-AP Si'. Fusibile al cannello in ismalto bianco, inattaccabile dagli acidi. Nelle rocce trachite di Panlellaria è molto comune questa notissima' specie di feld- spato chiamato da Rose feldspato vetroso o riacolite ; radi sono i casi in cui esso si rinviene in cristalli isolati e determinabili ; le varietà che più s' incontrano sono : i. Prismatico bianco-gialliccio vetroso. 2. Prismatico fosco- nericcio matto. Le pomici, le ossidiane, la perlite e la trachite non sono che dipendenze di questa specie di ortosa. 2. Solto-genere. Silicati-allumiao-sodicì. Sjìecie. Labrodorite. Questa specie di feldspato è stata chiamata ancora col nome di feldspato opalino, essa è comune nei terreni vulcanici come sono quelle dell'Etna e del Vesuvio. Nell'isola di Panlellaria si trova nelle rocce laviche o tefriniche e la varietà prin- cipale è il prisma esagonale; si trova principalmente alli Cuddj di li Munti alla Cuddia bruciala e di li Ferii ed in altri siti. 3. Sotto-genere. Silicati ferro-magnesici. Specie. Peridoto. Mg' Fe.-j-3 Si'. Questo minerale detto altrimenti crisolito dei vulcani mostrasi infusibile al cannello ed inattaccabile dagli acidi; si trova nell'isola di Panlellaria nelle lave vulcaniche e sulla trachite ed è di color verdastro in cristalli pertinenti al prisma rettangolare. DELL'ISOLA DI PANTELLARIA 27 Si trova rclle sabbie del mnre in granelli ed in piccoli frammenti incoerenti, avvi una varietà bruniccia senza splendore. 5. Sotto-genere. Silicati magnesico-calcici. Specie. Ànfìbolo orniblenda. Sostanza nero-verdiccia, fusibile in ismalto nero; per lo spesso trovasi nell' isola di Pantellaria in geodi sulla trachite. Sotto-genere. Silicali-ferro-caicici. Specie. Pirossene. Ca' Si'-j-Fe" Si'. Minerale fusibile in vetro nero, il qaalc si trova cristallizzato nel sistema del prisma obliquo esagonale; la varietà che comunemente trovasi in Pantellaria è 1' Bugile ed è la base delle rocce laviche — Si trova altresì sulla trachite. Le varietà principali sono: Prismatica nero , cristalli deformati acicolari. Si trova nella contrada Tri Cruci nella quale pure rinviensi il prismatico nero-matto, e quello nero resinoso. FAMIGLIA 5. FEBR1DI. Genere Ferridi ossidi. Specie. Oligisto. Infusibile al cannello colla fiamma d'ossidazione, nientrcchè con quella di riduzione si fonde diffìcilmente in globo non magnetico. In questa isola trovasi a piccole lamine splendenti nella grotta della Cuddia del Catt sul Monte Sant'Elmo, ed alla Serraglio presso la Montata dello zolfo. CAPITOLO IV. GEOGNOSU. Dopo di avere esaminato le differenti specie dei minerali dell'isola di Pantellaria è uopo istituirsi le ricerche sulla condizione della struttura della stessa. Nell'eseguire ciò ho tenuto presente le varie rocce che nelle diverse contrade costituiscono la formazione ed i terreni e piìi la differente giacitura dei medesimi. In generale nell'isola di Pantellaria si riconoscono due specie di terreni, il primo costituito dalla trachite che è il più antico ed esteso, e l'altro è rappresentato dalia lava o tefrina. 28 DESCRIZIONE §1. bella (rachile e della struttura del terreno che la presenta. Da replicate osservazioni risulta che l'isola che sto descrivendo è quasi in totalità formata della roccia trachitica, mentrechò i terreni che la presentano da cima a fondo sono di omogenea natura; però sono notevoli le metamorfosi cioè i passaggi che allo spesso ci dà a di- vedere questa essenziale roccia, poiché or essa si mostra con i caratteri propri della trachite, talvolta con gli altri propri della domite, cosi dell'ossidiana, della perlite della pomice ec, in modo che tali fi- siche apparenze possono far cadere in inganno qualunque super- ficiale osservatore che scorge linee di demarcazioni fra una specie di roccia con altra che a prima giunta fanno vista di essere di dif- ferente natura che poi alla fin fine non sono che della stessa indole e tutte pertinenti al medesimo terreno trachitico. Poste tali riflessioni è giusto premettere il catalogo di tutte le sopra indicate rocce reperibili nel terreno trachitico di Pantellaria per poi cosi passare allo sviluppo della struttura geognostica della stessa. /. Specie. Tkachite. lìoccia d'aspetto semplice, ludo al tatto, che sembra riacolite modificata dal calo- rico dei sollevamenti. 1. Bigio-porosa con orlosa pomiceo bianco. Sitlumi e co&le (ìe\ Lago, Baiati, S. Elmo Cuddia della Khainba, Capo e Serra, Ghirlanda Novricibi, Buccurami , Khartibugal , Murduomc, Baiala dei Turchi. 2. Bigiù-fosca compatta con quarzo incrostante. — Sillumi e Coste del laij». 3. Bigio-verdiccia compatta con anfibolo aghiforme verde in geodi. Idem , Salibi Santo Nicola, Balata dei Turchi, Zinedi dietro l'isola. Duci. 4. Bigio-verdiccia compalla con pirossene in geodi; la stessa col solo antibolo; la stessa con pirossene ed onfibolo in geodi; esse si trovano nelle località sopra rifcritei e alla Montata dello zolfo, Favori, Cuddia di Mida, Itria, S. Elmo, Vetcimursà Saliti 5. Bianco-verdiccia compatta con anfibolo in geodi Idem. 6. Bianco-gialliccia compatta con anfibolo radiato. Idem. 7. Bianco-gialliccia terrosa — Luvcdi, Cuddia di S. Gaetano, Duci. 8. Biancobigiccia con pirossene, la stessa con pirossene, ed anfibolo; la stessa col solo anfibolo scomposto — Salibi, Coste del Lago, Fontani, Khafar. DELL' ISOLA DI PANTELLARIA 29 g. Bianco-rossiccia compalta con anfibolo. Idem. 10. Bianco-rossiccia schistoide col quarzo. Salibi Sillumi, Coste del Lago. 11. Bianco-rossiccia compalla, alia Cuddia di San Gaetano, Balata dei Turchi, Zi- nedi dietro l'isola, Malunomu. 12. Bianco-rossiccia granellosa con grossi cristalli di feldspato. Idem. 13. Bianco-rossiccia scomposta incrostala di jalile bianca, alla Serraqlia. 14. Uosso-bigiccia compatta. Balata dei Turchi. 15. Rosso-bigiccia con cristalli d'olivina in geodi. Salibi e presso S. .Vi'eo/a. 16. Rosso-sbiadata compalta con quarzo e resinite. Sillumi. 17. Rosso-mattone terrosa. Grotta delti Marsi. 18. Rossomallone sfogliosa. Sillumi. 19 Rosso-mattone oompalla con quarzo. /rfem, Luvedi. 20. Rosso-fosca scomposta. Serraglio, Coste del Lago, Luvedi, Fontane. 21. Rosso- fosca scoriacoa. Balata dei Turchi, Kliasen, Luvedi, Zighidi, Ruehia. 22. Rosso-fosca foglieltata con quarzo. Coste del Lago. 23. Rosso-fosca compalta. .Serraglio. 2i. Rosso-fosca eoa grandi lamine di feldspato ortosa. Sillumi, Serraglia, Costi del Lago. 25. Rosso-fosca compalla con geodi di quarzo. Ivi. 26. Rosso fosca compiila con lamine di feldspato ortosa e geodi di quarzo. Ivi. 27. Rosso-nericcia scomposta. Ivi e Salibi. 28. Rosso-nericcia compatta splendente. Salibi, Sillumi. 29. Rosso-nericcia porosa con feldspato cristallizzato. Sillumi. 30. Rosso-gialliccia granulosa friabile. Ilria. Luvedi. 31. Bruno-rossiccia foglieltata. Sillumi, Luvedi. 32. Bruno-rossiccia compalta scomposta. Ivi, 33. Bruno-rossiccia scomposta incrostala di resinile. Balata dei Turchi. 34. Bruno-rossiccia scoriacea con olivina. Ilria. 35. Bruno-bigiccia compatta con feldspato. Ivi, Sillumi e Luvedi. 36. Bruno-bigiccia compalla incrostala di quarzo. Zinedi dietro l'isola. La stessa varietà con opale mammellonala. Baiala dei Turchi. 37. Bruno-nerastra compatta con anfibolo acicolare. Sa/i'Jt e presso Santo Nicola. 38. Verdiccia-scoriacea. Zinedi presso Sillumi, S. Elmo, Bovemarino, Campobello, Ruehia, Khasen Farkikhàlà. 39. Verde-turchiiiiccia compatta splendente. Coite del Lago, Balata dei Turchi. 40. Vcrdicci.T-compatta splendente. Ivi. 41. Verde-bigiccia con quarzo bigio. Balata dei Turchi. II. Sjìecie. Domite. Roccia d'aspclto semplice che sembra una riacolile modificala friabile e terrosa. Bianco-terrosa. Grotta di San Gaetano. III. Specie. Ossidiana. Roccia d'apparenza semplice semivelrosa o vetrosa che sembra essere una riaco- lite modificala. 30 DESCRIZrONE 1. Nera-compatla feldspalica. Sopra la Balata dei Turchi, Zinedi, Campobello, Coste ilei Lago, Malunomu. 2. Nera-compalta e lamellare con feldspato. Coste del Lago. 3. Nera-granellosa feldspalica. Ivi e Duci, Khagiar, Khamba, Gadir, Gel/ìkamar Miignia, Cu/irà. i. Nera-gialliccia compatta scomposta. Balata dei Turchi e Zinedi dietro l'itola. 5. Giallo-miele compatta. Ivi. IV. Specie. Peblite. Roccia d'apparenza semplìee d'aspetto parlino e fragile^ 1. Bigio-resinosa con feldspato ed olivina. Ilria. 2. Bigia celestognola granellosa e compatta. Sillumi alle coste del Lago. 3. Bigio-gialliccia con feldspato ed olivina. Ilria, S. Elmo. 4. Bigio-fosco oolitica con ferro oligisto, Sillumi alle eoste del Lago. V, Specie. Pomice. Roccia d'apparenza semplice vetrosa e cellulare. 1. Rossiccia porosa. Kkafe/i, Balata dei Turchi, Malunomu. 2. Bianco-cinereo porosa. Sillumi, Kltafefi, Zinedi, e Trikhiriki, Pozzolana. AvenJo iadicate le singole varietà delle rocce che costituiscono il terreno trachitico, passerò ora a riporlare le particolarità di strut- tura che presenta il terreno stesso, le quali verranno esposte nel modo come sono state da me osservate nelle varie peregrinazioni falte nell'isola suddetta. Considerando geognosticamente il Monte Sant'Elmo e con precisione il lato diretto ad Oriente rilevasi costituito dalla trachite bigia feld- spatica: è rimarchevole che la trachite mostrasi con gli strati incli- nati a ^05" da 0 ad E e presentano delle fenditure longitudinali cospersi di sostanza biancastra che sembra silice idrata — Presso la sommità di Sant'Elmo accanto lacasuccia che allora serviva alla guardia mostrasi la trachite bigio-verdiccia vetrosa con gli strati che nella frattura appariscono con clivaggi di forma regolare romboedrica; gli strati superiori di questa trachite sono della larghezza di circa un palmo, mentre che gli altri sottoposti sono meno vetrosi e più sottili. Sotto la scorza trachitica dell'apice di questo inonte hanvi varie cavità probabilmente prodotte della forza espansile dei gas che ven- nero fuori nel sollevamento della trachite. Succede al monte Sant'Elno l'altra montagna Getfikhanar tutta ri- sultante da masse di ossidiana e nella porzione diretta ad 0 apresi DELL'ISOLA DI PANTELLARU 31 il cratere di sollevamento ove l'ossidiana prolungandosi si protende sino a Frani; di ossidiana inoltre sono formate le contrade Schiu- vechij Gelfiserj Cutlmar, Currilia e Khagiar, e delia roccia (rachitica bigia stratificata risultano Arinella e Baiati, Nel sito prossimo alla contrada di Cimillia si osserva l'ossidiana che anch'essa si prolunga sino a Frani , questa parte dell' isola è molto ripida e scoscesa e mostra nei limiti la roccia trachitica leg- germente inclinata ed in parte alternante con l'ossidiana. La trachite si osserva ancora col terreno tefrinico presso il paese, nella spiaggia diretta al N; nella cala del Bovemarino mostrasi stra- tificata alla parte superficiale e nel taglio degli strati che formano barriera col mare si vedono colonne prismatiche , i di cui pezzi sono articolati fra loro ; simile struttura mostra la trachite del Murduomo, ed è da notarsi che nella grotta di tale spiaggia negli interstizi degli strati avvi materiale feldspatìco molto carico di idros- sido di ferro. Presso il paese nel taglio collaterale alla strada di San Giacomo, avvi il terreno trachitico congiunto all'altro posteriore tefrinico; perù la trachite suddetta è stratificata con masse regolari prismatiche e più si osserva molta pozzolana. Passando alli Zinedi si mostra la trachite prossima alla roccia di ossidiana ; fa rimarcare la contrada della Pozzolana la roccia tra- chitica scomposta con strati compatti e fasce di ossidiana ; un tal fatto è più sensibile nella spiaggia di Campobello confinante con Kkaruscia , ove oltre della trachite si trova sovrapposta la te- frina e si scorgono tutte le varietà che sono proprie di una tal roccia. Di trachite sono formati i bordi ed i lati del gran cratere di sol- levamento del lagoj e la trachite presenta la serie di tutte le varietà da noi descritte nel precedente catalogo; la più predominante si è la bigia e la rossiccia; la costa trachitica del lago diretta a NO ed al NNE presenta longitudinalmente le colonne prismatiche sormon- tate da strati regolari ed orizzontali di trachite ; talune parti del contorno di questo cratere sono ripide e scoscese , ciò pare che fosse stato dipendente dalla forza perturbativa del sollevamento; vi 32 DESCRIZIONE sono però punti del cratere medesimo pianeggianti con poche an- frattuosita, ed in direzione del prossimo mare il cratere è molto abbassato sui lati. — I punti più alti del margine del /«r/o sono di- rotti airo e la superficie trachitica è ridotta in detrito dal tempo; in questa costa del cratere trovasi la pozzolana ricoperta dalla solita Irachite la quale mostra il passaggio d'ossidiana che si continua colla contrada Bugeberi e colla trachite di Cumbli di K/iuddiugia e Kliarlihurjal. Finalmente il lato del cratere diretto a SSO che sta prossimo a Gelfìser addimostra l'ossidiana. Da Sillumi si può meglio notare la continuazione della ossidiana la quale è' carica di feldspato e mostrasi anche sfogliosa nera con direzione regolare nelle lamine. Il gran cra- tere del lago appresenfa il segno più marcato del sollevamento e la ossidiana ivi si unisce colla trachite rosso-fosca compatta la quale contiene in geodi il quarzo cristallizzato e la jalite mammellonare. La stratificazione della trachite del lago, quantunque allo spesso trovasi orizzontale, pure succede rinvenirla inclinata con direzione da S'al N e contornata ondulata con lasuperficie degli strati rotti ed addi- mesticati per l'azione degli agenti atmosferici. Da ultimo è da riguardarsi il suolo bagnalo dall'acqua del lago, che per lo più è poco ciottoloso e fangoso; vi ha ancora un depo- silo di sabbia che per la silice i granelli riduconsi agglutinali come ad un materiale gresiforme friabile bianco-fosco. La roccia ossidianica si fa vedere estesamente al Kliagiar ed al Kliafar ed in questo sito nonché a Bugeòeri trovasi consociata alla trachite con masse molto vetrose zeppe di ornibicnda; è rimarche- vole che sul terreno vegetale della possessione del sig. D. Girolamo Errerà si sollevano, con buchi in centro, cumoli di una terra cene- rognola finissima collaterale aduna estensione di ferra vegetale bian- chiccia ammassata e resa solida dallo acque piovane; dalle mie osser- vazioni risulta che la sostanza gassosa che produce tali cumuli si è il gas acido carbonico che ivi lentamente esalasi, non differente da quello che nella j^-ossima contrada del /a^o rinviensi di cui ho fatto cenno nell'orittognosia. Presso il mare vicino a quest'ultima contrada si osserva la solita trachite, alla Khtimòa fuori si vede inoltre l' os- sidiana colla Irachite e la perlitecelestognola. DELL'ISOLA DI PANTELLARIA 33 Al Gadir si osserva la trachite con l'ossidiana e pomice nella li- nea di terra che {]iii{]ne aK liiiiiirofe silo della Cala Coltone. La Kliamba di deutro è tulla risultante di trachite, la stessa roccia si adocchia a Tracina ove alterna con l'ossidiana. La Cuddia della Kliamòa risulta essa pure di trachite, e parimenti le contrade del liltoraledi Tracmo; cosi la Calcila Trapanese, (\ue\\a. del Quadararo, la Zeglevia, Macjasiinazzi, ove quella roccia è nel- l'alto concentricamente stratiGcata ed il terreno si allunga a modo di collinetta; tale speciosa osservazione si ripete in tutte le colline di formazione trachitica dell' isola che furono elevate dalla forza del sollevamento — Nel basso delli Magazzinazzi s\ scorgono le colonne trachitiche inclinate obliquamente da sopra verso sotto in direzione SSE, e sono collocate a guisa di pilastri architettonici che sosten- gono le volle irregolari. La stessa trachite nel modo sopra descritto si osserva nella Calcila delle Chiappare, ed avvi in questo sito la medesima roccia fatiscente e terrosa. In continuazione delle descritte contrade, inoltre nel lit- torale, si rimarcano vie meglio, per la conformazione a salita murale gli strati orizzontali della trachite compatta, dura, alternante con gli altri fatiscenti in cui i primi per 1' attrito sonosi ridotti in piccoli pezzi prismatici che sembrano tanti cunei che danno spinta agli strati superiori, i quali sono ordinariamente semi-vetrosi, compatti e pa- rallcllamente disposti a strati concentrici. La Calcila ie\ Duci e la Guardia offrono la stessa trachite con gli identifici caratteri di sopra descritti e solo al Faraglione vi si os- servano esempi di trachite colonniforme; ivi si rimarca negli inter- stizi degli strati trachitici inferiori la sostanza feldspatica molto ab- bondante di idrossido di ferro, mentre che la trachite degli strati superiori è zeppa di quarzo bruno. Il geologo attentamente osservando questi siti del littorale dell'isola, attenendosi alla conformazione geografica ed alla loro struttura geo- gnostica, potrà facilmente inferire, che 1' isola nella sua primitiva formazione doveva essere certamente più estesa, molto più in questa parte del suo perimetro, la quale coll'andare del tempo e per l'in- giuria delle onde si è ristretta, come tutt'oggi Io provano i blocchi 34 DESCRIZIONE erratici caduti ed nccostati nel lido del mare sottoposto, non ciie n così detto Faraglione che per molte braccia discostasi dall'odierna barriera dell'isola cui gli strati di esso conservano parallelismo colla barriera stessa. Di roccia trachitica risulta il littorale detto delia il/ar/m^niia, della Finestra ode\ Porlo dietro l'isolay essa, alterna cogli strali della solita ossidiana; alti Marsì si osserva la trachite orizzontale' nell'alto soste- nuta dalla stessa roccia colonniforme incrostata dal quarzo, e nel basso vedonsi moltissireii pezzi angolosi caduti dall'alto. La Balata dei Turchi presenta le colonne prismatiche della trachite vagamente colorata e di differente struttura, incrostala, di quarzo, bianco, verdiccio, celestognolo, con geodi di bellissime forme cri- stalline di tale minerale ed anche da mammelloni della jalite — Siffatti minerali sono più abbondanti nella parte inferiore della tra- chite, mentre sono più radi negli strati superiori; da tali osservazioni è facile il conchiudere che la intrusione dei minerali silicei sia stata avvenuta da posteriori sollevamenti; della trachite è formata la grotta del Cartigliolo. Di maggiore estensione si è inoltre la trachite della Ghirlanda in cui si ravvisa il più grande cratere di sollevamento che si congiunge coU'altro più centrale della Serraglia ; la trachite mostra la stessa struttura di quella da me precedentemente annoverata. Trachitiche parimente sono le contrade Capo e Serra^ \\ Gioele,, la Cuddia Attalora colle collinette, che Cuddiole vengono volgarmente addimandate; la Montagna grande che presenta un notevole solle- vamento alla Cìiddia di Mida,o\e la trachite si trova per effetto dei fumajoli modificata in una specie d'argilla di color rosso mattone, plastica, e se fosse discavata a maggior profondità, potrebbesi impie- gare pella costruzione delle fìgule. Da vicino esaminata la trachite della Serra^/m e del G/^e/« si vede essere rossiccia e con grossi cristalli di feldspato; però quella della Montagna grande contiene molti cristalli di orniblenda. La trachite della Serraglia che trovasi esposta ai fumajoli è di color rosso-mattone colla superficie nero-lucida che sembra limonite. Le Gioele sono essenzialmeate formate di trachite e di ossidiana DELL'ISOLA DI PANTELLARIA 35 colle solite modificazioni di tessitura , lo stesso apparisce nel con- torno craterico di Serraglia e di Munaster in cui trachitico è il sito della stufa. Nella stessa contrada si ravvisano gli strati obliqui della trachite colle colonne prismatiche della stessa roccia, e verso il corpo della Montagna grande si vede un numero di blocchi erratici di grande dimensione caduti dall'alto, come ripetesi nell'estesa pianura di Rhigati e Nicà. La Cuddia di Scauri è formata di trachite e ossidiana con infil- trazioni di quarzo e jalite ; e parimenti il prossimo littorale dà a divedere la stessa roccia nella Baiala dei Turchi sino a Scauri^ Sa- taria e Bucherami; Siòà è essenzialmente costituito dalla solita tra- chite coll'ossidiana feldspatica. Altri siti dell'isola presentano la trachite, l'ossidiana, la perlite, la pomice come sono Zylon^ Zubebi, Mursia, Dakhalé^ Falkhicalà , Midichi, Sciraji, Cuddia di Salaria, Vènedisè, Zighidì, Khania, Cuddii di Almanza, e dello Speziale; non che la Cuddia della polverista presso il paese, e le contrade Uria, Velcimursih Mugnia, Ruchia, S. Vito, Khannachi ec: e siccome tali rocce sono simili nei caratteri di strut- tura e di esteriori apparenze, quindi tralascio di annoverare per bre- vità le loro particolarità geognosliche. Della tefrina e della struttura del terreno che la presenta Di poca estensione mostrasi in Pantellaria, a paragone dell'altro tra- chitico di sopra descritto, il terreno, detto dei moderni, di eruzione, tefrinico o lavico, che fa parte della categoria dei pirogenici. — Que- sto terreno occupa sempiicemenie gran parte del basso dell'isola e si riconosce facilmente dal colore nero dei suoi omogenei materiali; esso giace sul terreno trachitico, e svariatissimi si offrono gli esempi di modificazioni che denotano le rocce trachitiche per il contatto della tefrina. — Prima di accingermi a descriverlo passerò a farne la enumerazione delle sue più precipue varietà. - S6 DESCRIZIONE Specie. Tefriì^a. Roccia compilila o cellulare, rude al tallo, a base d'apparenza semplice e sembra un feldspato iabrodorile inudiCcalo. Varietà. ■ 1. Bruno-i'ossiccia con lamine di feldspato Iabrodorile; si trova a Khasen, San Leo- nardo, Cuddia abbruciala, i. Bruiio-iossicci.i porosa con jalile mammellonare e terrosa, Khasen presso !a stufa nel fondo di Errerà — Cuddii di li Munti e Cuddii rossi. 3. Bruno-rossiccia scomposta. 4. Bruno-rossiccia porosa. Khasen, Vaìcimursà. 5. Nero-bigia porosa feldspalica. San Leonardo, Kharuscia, Zyton, Mursia, Cuddii di li Munti, Strada delle Croci. 6. Nero-bigia scorìacea. 7. Nero-bigia scuriacea e vetrosa. 8. Nero-porosa e scoiiacea con feldspato, sopra la Grotta del Murduomu, Cuddia abbruciata, rossa e delti Ferii. Dopo di avere fatto l'enumerazione delle varietà della lefrina, pas- serò a rimarcarne con gli esempi i risultati delle mie osservazioni relative la sua geojTnostica struttura. Pria di ogni altro è da notarsi che disposto a corrente mostrasi il terreno tefrinico di Panlellaria, e che sonvi dei punti in cui esso risulta dall'ammasso di ciottoli e di pezzi angolosi, comesi rimarca a diritta del porlo nella spiaggia Davvìva, ove la tefrina si scorge nera, bigia, porosa, col pirossene, l'olivino, e la labrodorite. Si osserva la tefrina nera, scori.icea, rossastra e compatta disposta a corrente nel liltorale che corrispondo alla Pania delle Croci; tale tefrina venne erutlala dal cratere circolare abbassato della Cuddia di li Munii e mostra per limile VArinella^ spiaggia mollo bassa e tutta trachitica; però si osserva la linea di demarcazione tra il congiun- gimento di questi due terreni; la stessa giacitura mostra la tefrina in San Giacomo ove sono più ostensibili le alterazioni della trachite. Nel margine del cratere di sollevamento del Manie Sant'Elmo avvi ancora la tefrina in forma di scoria oltre di quella compatta disposta a corrente che vi giace subordinata, come meglio si ravvisa nel lato di ponente e libeccio, ivi inoltre si osserva la scoria rossastra che riveste come crosta superficiale la trachite sottoposta. Il littorale di San Leonardo è tutto in esteso formato dalla tefrina DELL'ISOLA DI PANTELLAIUA 37 nero-bigia colle lamine di feldspato e con cristallucci di scarsa oli- vina; tale (efrina di rado è compaUa, spesso si adocchia porosa con pori poligoni, o esagonali d'un pollice di diametro, anche si osserva la tefrina cordiforme simile a quella del cratere del Vesuvio; è da no- tarsi che laddove il litloraleè basso la tefrina non copre la trachite, quindi questa resta allo scoperto, e nei siti in cui si marcano le linee di congiunzione di questi due terreni si osservano le solite modifica- zioni di sopra annunziate; ciò si può eoa agevolezza notare al Bove marino ed al Mordtinmu. La Cuddia bruciala che si appresenta dal lato di N di forma ovale, coir apice terminato da due crateri di figura circolare offre la te- frina nera e scoriforme — La Cuddia delle Ferii mostrasi di terreno te- frinico sormontatada tre crateri; però attentamente esaminando la pasta della roccia tefrinica, si vedrà zeppa di cristallucci di peridoto o olivina; per questo essenziale carattere possonsi chiaramente distin- guere le correnti vulcaniche di questa collina dalle altre vicine della stessa natura. Ai monti si osserva la tefrina scoriacea bruna-rossa- stra e nerastra; nell' apice della collina di centro avvi un potentis- simo ammasso di tefrina compatta a cui sta sovrapposta la scoriacea. Alla kharuscia ed a Mursia si osserva la tefrina disposta a corrente però sovrapposta alla trachite che ivi in maggior estensione abbonda. Inoltre si scorge altra collina formata dal terreno tefrinico in dire- zione della Cala di Modica; dessa si chiama Cuddia rossa e presenta un cratere di figura ovata, la tefrina di questa contrada è compatta, scoriacea e rossastra, quale ultima varietà diede il nome a questo colle vulcanico — La Cuddia nera presso il lago è costituita di te- frina che si protende verso il mare, e si ripete al Coda, Musava^ e S. Chiara. La tefrina di Pantellaria sì appartiene ìnferamente al sistema pi- rossenico e non offre quei passaggi al basalto che sono sì frequenti nelle altre terre vulcaniche; la tenacità di questa roccia la rende adatta a molti usi economici. Però è da rimarcarsi nel terreno te- frinico la quasi assenza assoluta delle rocce conglomerate e mobili, cioè di quei tufi, ceneri ed arene vulcaniche, non che di quei ma- teriali variamente ammassati e riuniti con frammenti di rocce miste ad idrossido dì ferro. 38 DESCRIZIONE Pria di conchiudere questo capitolo ho voluto oÉfrire in un quadro i principali crateri che si trovano nell'isola di Pantellaria, affinchè ne fosse agevole il modo di studiare, col favore delle osservazioni geo- gnostiche, l'origine di sua formazione. CRATERI DI SOLLEVAMENTO 9- Ghirlanda. 40. Monte Gioele. -1 . Monte Sant'Elmo. 2. Monte Gelfikliamar. crateri vdlcanici 5. Monte Sciuvechi. \. Cuddia rossa n. i. 4. Monte Gelfiser. 2. Cuddia bruciata n. 2. 5. Cuddia di Mida. 5. Cuddia delti Ferii n. 5. 6. Lago. 4. Monte Sant'Elmo n. 4. 7. Munaster. S. Cuddia di li munti n. i. 8. Serraglio. CAPITOLO V. GEOGENIA. Nella composizione mineralogica e nella struttura geognostica dei terreni ignei, se non si offrono accidenti che ne indichino l'età re- lativa delle loro parti, pure nel loro insieme ben si rimarcano tali caratteri da rendere distinte le epoche successive della loro genesi; epperò questi non sono tanto evidenti quanto i caratteri che si de- sumono dai resti organici nei terreni di sedimento. Ordinariamente in un terreno di origine ignea, vi si scorgono i basalti colla trachite , l'andesinite e la tefrina, e nei grandi conti- nenti ove si rinvengono, tai prodotti ordinariamente poggiano sopra terreni stratificati fossiliferi, come a cagion di esempio presso Cam- piglia, ove la trachite è posteriore al calcareo giurassico fra gli strati del quale si è fatto strada. Mollo caratteristici sono i terreni di origine ignea dei campi fle- grei che circondano Napoli, appunto per la predominanza delia tra- chite di struttura tufacea, contenente pomici, dioriti e calcarei; ai DELL'ISOLA DI PANTELLARIA 3S> Camaldoli in Astroni ed alla Solfatara si osserva il tufo trachitico in posizione inclinata e l'interno dei loro crateri è tutto affatto tra- chitico ; l'isola d' Ischia j il monte Somma presentano la trachite colla predominanza del basalto fiancheggiato dalla lava del Vesuvio. Le isole Eolie (I) nel loro insieme mostrano il terreno trachitico sul quale in gran parte sta addossata la lava, che nella composi- zione può riguardarsi quasi simile a quella dell'Etna e del Vesuvio, vulcani ardenti, i quali ambidue considerati perla natura geogno- stica delle rocce, possonsi riguardare come i centri delle attuali e frequenti eruzioni. Gli altri terreni pirogenicì di Europa presso a poco conservano con questi molta analogia, cosi i basalti di Rocca Monfina, dei monti Berici sino ai colli Euganei, le trachiti di Alvergna, di Clermont, di Cantal, Ungheria, Sassonia, isole Canarie, di Santorino e della Islanda. Tutte le osservazioni eseguite finora sui terreni pirogenici ci por- tano a stabilire che essi risultano da azioni vulcaniche analoghe ad alcuni fenomeni dell'epoca attuale. I basalti sono usciti dalla terra in uno stato di perfetta fusione da ricoprire spazi estesissimi, ove si adagiarono a modo di letti orizzontali ; negli intervalli fra le eruzioni dei basalti si produssero le ceneri , le scorie e le sabbie che costituiscono gli strati di eperino che alternano col basalto. La trachite è sgorgata dall'interno della terra alle volte liquida , ma più spesso in masse pastose semisferiche, in cupole più o meno elevate; in ambi i casi l'apparizione della trachite dovette necessa- riamente essere accompagnata da una quantità di materie incoe- renti e vetrose. Però hanno riguardato i geologici la trachite come più recente del basalto e per l'epoca della sua comparsa quella più antica la credono coeva al terreno terziario miocenico. (1) L'isola di Lipari presenta la trachite e la lava poggianti sopra un nucleo di rocce stratificate di psammite e selce alterale dal fuoco, le quali spellano ai terreni «edimeiilarj dell'epoca terziaria, siccome lo provano i resti organici vegetabili tro- vati in san Calogero, la prima volta da Spallanzani e poi da Huffmann , ed or di recente dallo spagnuolo Villanova, e da me insieme col Trof. Antonio Preslandrca da Messina i quali verranno tra non guari descritti in un apposito lavoro. 40 DESCRIZIONE GÌ' indicati terreni dopo i lavori speciali eseguili dai più egregi geologi, precisamente del celebre de Buch, mi giova sperare che fos- sero riguardati come unico sistema, e mercè i rapporti che fra loro spiegano nella struttura, se ne indicasse l'origine di loro formazione, coll'ajuto della teoria del calore centrale e dei sollevamenti. Ritornando ora al nostro assunto, cioè allo sviluppo della geogenia dell'isola di Pantellaria, è uopo avvertire che da quel che si è esposto nel precedente capitolo, si rileva, essere la stessa costituita di due ben distinti terreni, il più esteso trachitico, e l'altro meno esteso vulcanico; ambidue però presentano in quel tratto montuoso del- l'isola i loro rispettivi crateri che denotano di un modo facile i pro- gressivi accumuli dei materiali pirogenici. Però da replicate osservazioni l'isola si vede che non poggia sopra terreni di altra natura, né su i prodotti del fuoco avvi soprapposi- zione di terreni sedimentari pliocenici o del gruppo moderno, come si rimarcano in moltissime contrade, ove appariscono simiglianti ter- l'eni pirogenici ; in tal modo la prima idea che si può ammettere circa la geogenica origine di quel!' isola si è che la medesima da cima a fondo, nel centro e nella sua periferia altro non manifesta che terreni surti dal fondo del mare per opera di sollevamento pro- dotto dal lavorio del fuoco interno del globo. Nell'annunziare le mie idee geogeniche su tale isola non ho vo- luto seguire che il filo delle mie osservazioni, evitando quanto è stato passibile, di annunziare quelle strane ipotesi che si hanno nella scienza relative siffatti terreni. Mirando quindi alla spiegazione dei fatti sorge spontaneo lo am- mettere che pei caratteri geognostici l'isola offre chiaramente la serie di due terreni, di più antica data il trachitico e di posteriore il vul- canico. Nel terreno trachitico tutt'ora si scorgono i crateri, taluni dei quali sono bassi, ed appena apertisi, rimasero con i loro bordi liberi sottoposti all'ingiuria degli agenti esteriori; altri viceversa dopo che si estolsero furono ricoperti da masse stratificate di trachite, che tratto tratto formarono le più ardue eminenze montuose del- l' isola parlanti seco altri crateri di sollevamento trachitico ma di un diamslro più piccolo. Dal che si rileva che nel solo terreno DELL'ISOLA Di PANTELLARIA U trachitico si devono riguardare tre sorta di crateri; la prima di quei senza addossamento di materiali posteriormente sollevati, come sono i bacini imbutiformi pressoché allungati di Serra^r/w^ GA?V/anrfa^ del Lago, di Munaster e di altri siti; la seconda degli altri che sui bordi hanno sovrapposti materiali trachitici sorti lentamente o con im- peto in epoche posteriori : avvi un magnifico esempio di questa specie di cratere nel perimetro del corpo della Montagna grande del Gioele, delle Gibilè, cioè in quel sistema interno di alte montagne che a guisa di cercine sono circondate nella base dai bordi di un antico cratere di sollevamento; finalmente la terza comprende piccoli crateri di sollevamento trachitico fra i quali avvene taluni che tutt'ora mandano fuori prodotti gassosi. L'obliquità e l'orizzontalità degli strati trachitici, la loro varia coe- renza e durezza indica un secondo fatto per giudicare che l'opera del sollevamento trachitico è stata accompagnata da speciali fenomeni che produssero tali notevoli effetti nelle masse sollevate. Ed in vero l'orizzontalità degli strati trachitici è un argomento certissimo che l'opera del sollevamento dovette agire in essi lentamente da formare le bassure trachitiche dell'isola, che in parte poi per l'uscita di ma- teriali gassosi prodotti dalla rottura degli stessi, si conformarono con direzione varia, formando delle cupole trachitiche simili a quelle dell'Alvernia e di altre località; ove poi il sollevamento fu rapido le masse incandescenti staudo molto influenzate dal calorico si vetrifi- carono, divennero nere, porose; leggiere per l'uscita dei materiali gassosi, e giunsero al punto di ridurre la solida e massiva trachite in ossidiana come si scorge a Gelfser, Geljikliamar, Gibilè, coste del Lago , Kliagiar, Khafar, Punta Framm ed in altri siti. Il rinvenire inoltre l'ossidiana alternante cogli strati trachitici come a Campoòetlo, coste del Lago, Balata dei Turclii, ec. ci indica che il sollevamento lento, brusco e tumultuoso avveniva a riprese nelle masse, che oggi si trovano giacenti insieme tra loro. Altro fatto interessante che concilia l'attenzione del geologo si è quello dei filoni ed incrostazione di specie minerali nelle masse trachitiche differenti da quei che formano l'impasto intimo e mec- canico della pasta trachitica, e sono l'opera^ come cennai nella geo- fi 42 DESCRIZIONE gaosia, del sollevamento di questi materiali deatro le masse già belle e formate, cosi il quarzo, la jalite, il ferro oligisto, l'anQbolo a mio avviso dovettero avere la stessa origine. E per ultimo la scaturigine dell'acque termali saline, 1 fumajuoli potentissimi; l'emanazione del gas acido carbonico che hanno luogo al presente, sono sollevazioni di materiali che si partono dall'interno della terra e che mostrano i vestigi dei grandi avvenimenti a cui un tempo dovette esser soggetta l'isola. - Epperò difficilissimo a chiarirsi si è la determinazione dell'epoche da riferirsi ai diversi sollevamenti delle masse trachitiohe , poiché tai materiali trovansi cosi poco modiQcati e così strettamente uniti fra loro da presentare all'occhio del geologo uu insieme vagamente omogeneo, che imprime solamente all'intelletto la ragione del loro assoluto sollevamento. Dopo la genesi del terreno trachitico successero le eruzioni vul- caniche i di cui materiali occupano pochi punti dell'isola e trovansi cumulati in forma di correnti soprala base trachitica che ne venne alterata nei punti di contatto colla tefrina come si scorge nella con- trada di S. Giacomo poco distante dal paese. 11 terreno vulcanico di Pantellaria fu originato in diverse epoche dai vari crateri di eruzioni e la tefrina di eterogeneo aspetto mostra che si può riferire ai dif- ferenti monticelli vulcanici da' quali venne eruttata; cosi si rimarcano le tefrine della Cuddia bruciala, delti Ferii, nere , e delti Monti, ec. Tai crateri vulcanici oggi sono interamente estinti e la storia non ci fa menzione alcuna di loro attivazione (I). Seguendo la teorica del de Buch sono partiti in due serie tutti i vulcani finora conosciuti, cioè in centrali e in linea retta; l'isola di Pantellaria sembra di appartenere a quelli della seconda serie (1) Il terreno vulcanico di Pantellaria si può paragonare a quello della prossima Linosa, di Ustica, di Alicuri, Filicuri, Vulcano, Lipari e delle altre isolclte del gruppo delle Eolie, non che dei vulcani estinti del vai di Noto ec, similmente puossi pa- ragonare alla eruttante Elna, ed all' isola Giulia o Ferdinanda the nel 1832 surse nel mare tra Pauteilaria e Sciacca che dopo elevatasi alla altezza di piedi 160 si abbassò; essa venne descritta da HaUinana, Prevost, Gemmeliaro, Sclnà ed altri non pochi iialuralistiv DELL'ISOLA DI PANTELLARIA 43 mostrando essa continuazione in linea diritta cogli altri contigui, ed offrendo gl'intervalli coverti dall'acqua del mare la quale è da sup- porsi poggiare sopra le basi vulcaniche sollevate in un livello in- feriore; che non giunsero giammai sopra la linea dol nostro orizzonte. Però non sono dell'iritutto estinti i fenomeni dell'attività vulcanica in Pantellaria, poiché le emanazioni gassose e vaporose offrono l'at- tività debole del lavorio di uscita di prodotti delle viscere della terra. Varie ipotesi si trovano registrate nella scienza intorno la eausa dei vulcani ; taluni per la rassomiglianza dei fenomeni vulcanici con quelli che si osservano nella fusione artificiale, e nell'accensione spontanea delle miniere delcarbon fossile non tardarono ad ammettere che i fenomeni vulcanici sono da attribuirsi alla combustione di materiali che ne sono capaci, la quale è cagionata dalla decompo- sizione analoga a quella che si avvera nelle piriti di ferro; ma oggi si è convenuto di metter in non cale tale ipotesi mentre la geognosia con esattezza e precisione ci ha fatto conoscere la natura dei ma- teriali usciti dai vulcani che è tutt' altra di quella dei materiali imaginati, e perchè la combustione delle materie che ne sono a- datte non può aver luogo senza il contatto diretto dell' aria. Altri geologi fondandosi sulle scoverte chimiche del Davy delle basi me- talliche delle terre e degli alcali, supposero che metalli inossidati si trovassero sotto la scorza ossidata del globo, in tale stato da mostrarsi avidi a decomporre l'acqua per impadronirsi dell'ossigeno; il calorico sviluppato nell'atto di detta decomposizione si è supposto esser ca- pace di fondere i miscugli terrosi vicino i luoghi ove si genera siffatta decomposizione, dando origine a gas ed a vapori, che facen- dosi strada nell'atmosfera, lungo il loro passaggio, rompono e solle- vano la scorza del globo cacciando e alterando altre materie con loro. Questa ipotesi sebbene sembra conforme ai lumi della chimica odier- na, pure a rigore merita di essere confutata, poiché non si conosce come si può stabilire la comunicazione dell'acqua nell'interno della terra; e però supposto il caso che una cagione qualunque ne abbia stabilito la comunicazione, dovrebbe tosto verificarsi sulla superficie dei metalli inossidati una crosta ossidata, la quale dovrà ivi impedire la continua- 4i DESCRIZIONE zione dello immediato contatto dell'acqua. L'ultima delle ipotesi oggi corauneraeate ammessa dai geologi si è quella del calore centrale la quale è subordinata alle osservazioni fatte sulla interna temperatura della scorza del nostro globo, che mostrasi indipeqdente da quella prodotta dall'azione del sole; stabilendo che l'aumento della temperatura terrestre è a misura della profondità ove si rimarca, come lo provano i calcoli fatti dal Cordier che nella profondità media di circa dieci miriaraetri, il calore è capace di fondere la maggior parte delle rocce che formano la scorza del globo. Da questi dati si deteggono due illazioni, cioè, la prima che si tro- vano nello interno del globo, masse con fluidità ignea, e di un volume considerevole; la seconda che la massa esterna del nucleo fluido tende continuamente a passare nello stato solido elevandosi sotto la scorza della terra. Le due illazioni teste ammesse quantunque sprovviste da osservazioni dirette provano a far conoscere, che il punto di partenza dei fenomeni vulcanici è nella parte superiore della massa fluida ten- dente a passare colla elevazione nello stato solido, come si desume dalla maggior parte delle particolarità, che caratterizzano i fenomeni vulcanici, e dalla somiglianza dei prodotti che li costituiscono. Quindi le cagioni che produssero l'uscita dei materiali vulcanici nell' isola di Pantellaria fu appunto l'azione del calore centrale che primitiva- mente ivi avea sollevato il terreno trachitieo. I sopradescritti terreni trachitici e vulcanici di Pantellaria si tro- vano potentemente modificati per l'azione dei fumajoli , dell' uscita delle acque termali, dell'ingiuria degli agenti atmosferici e delle colture e nelle costiere dell'isola dall' impeto delle acque del mare: tutt'ora questi agenti della natura non tralasciano colla loro influenza dì cancellare le sembianze esteriori delle masse che divengono rotte, terrose fatiscenti e di vario colorito. Continua CATÀLOGO UCCELLI DELLE MADONIE DI FRANCESCO MIWA-PAIil'MBO _^ ^y Qui sono uccelli indigeni, qui riruggiano gli uccelli passeggieri , die cercano un più mite grado di calore di quello delle regioni d'onde provengono. Elogio Storico di BIVOMA. -«■^«- CENNO STORICO DELLA ORNITOLOGIA IN SICILIA - <» lyi O-O ® 0-0-*?"C-« — Fra l'immensa serie degli oggetti della natura, che ci circondano, gli uccelli son quelli che maggiormente ci dilettano, la varietà dei colori, l'armonioso canto, i semplici costumi, l'amorosa cura dei pulcini sono delle qualità ammirevoli, che ci forzano ad amarli ; con ragione Mauduyt esclamò: «Oh popolo amabile! mi duole il ve- derti cadere sotto i miei fatali colpi , io non tenderò insidie alla tua esistenza, rispetterò anzi le tue abitudini, che mi richiamano l'idea de' piaceri più dolci, esse me ne offrono almeno l'apparenza, mi compiaccio soltanto di osservarti, l'idea vera o falsa, che tu sei felice, e lo sei per le affezioni, di cui i tuoi movimenti lo mo- strano esternamente, mi fan provare un vero piacere, quell'idea mi consola, e mi occupa piacevolmente alcuni istanti, distraendomi dagli effetti di uno spettacolo opposto, di cui l' incontro forzato so- vente mi attrista. » È d' uopo studiare i costumi degli uccelli nel loro slato selvag- gio per conoscere le loro passioni, se mi si permette questa espres- sione. Noi vediamo difatti, che quel calore, che nella primavera 2 CENNO STORICO dà forza e vita novella ai vegetabili, risveglia parimente negli ani- mali l'istinto della riproduzione, e gli uccelli ce ne danno l'annunzio : mentre la natura dorme ancora, ed il soie sta per varcare l'occaso, e le tenebre della notte si avvicinano, e c'invitano al riposo, in questo momento fra il silenzio della natura e degli animali, un canto melodioso, lugubre, prolungato ci scuote, e richiama 1' attenzione no- stra; un Merlo sull'alta cima di un albero ancora sfrondato, salutala prossima primavera, ed il cominciamento de' suoi amori. Ma quanto ò più soave ancora, quello dell'Usignuolo che divide i suoi af- fetti e le sue pene coli' amabile compagna, e coli' armonioso suo canto cerca di diminuire la noja dell' incubazione , e co' suoi va- riati gorgheggi ridesta sempre un ardente amore, ne stancasi la sera dalle diurne fatighe, anzi nel più bujo della notte fa sentire il suo canto a grandi distanze per animare quell'affezione materna che s'indebolisce, e risvegliare la natura che tace. Quanto sono dolci le notti di maggio nell' aperta campagna ? Quanti pensieri tristi, e lieti non desta quel vario-modulato canto? L' uccello nell'epoca de' suoi amori sente vivamente questa interna passione; il canto non è che una semplice espressione, le sue ge- losie, le sue lotte, il suo abito di nozze sono qualche cosa da ri- chiamare la curiosità del naturalista: i vantaggi che recano all'agri- coltura gli uccelli insettivori hanno fissato 1' attenzione dei geopo- nici scrittori, perciò sotto vari aspetti lo studio dell' Ornitologia è utile. La Sicilia non ò l'ultima in questo studio; sin da vetusti tempi curiosi, e naturalisti si sono versati a studiare i costumi degli uc- celli , ed a far conoscere gli uccelli sdlentarii, o passaggieri , che Irovansi nell' Isola nostra; ed ecco un breve cenno di coloro , che più ne hanno scritto. Feder[go secondo Imperatore, scrisse un trattato di Falconeria De arie venandi ciim avibus, questo fu poi accresciuto da Manfredi; a giudizio dei naturalisti è un vero trattato di Ornitologia mirabilis- simo pel tempo in cui fu scritto, e pieno di belle osservazioni, e di utili precetti. Questa opera trovasi stampata colla Falconeria di Tardif, Venezia VòQQ, e Basilea ^567, e con quella di Alberto Ma- DELL'ORNITOLOGIA IN SICILLV 3 gno ^u96 ; Scheider ne ha dato una edizione annotata Lipsia -1 783-89, in quarto, in due volumi. Dallo stesso Federigo abbiamo un altro trattato De natura., et cu- ra avium : trovasi citato da molti sforici siciliani, ma non conosco dove fu stampato. Federigo non era siciliano, ma diHohenstausen, e siccome la Sicilia fu per molti anni sotto il suo dominio , così possiamo enumerare, come siciliani gli scritti da lui lasciati. Francesco Russo , visse prima del Cupani , e lasciò un mano- scritto di Ornitologia, il quale passò nelle mani di Boccone, poi di Schiavo, ed attualmente trovasi depositato nella Pubblica Biblioteca di Palermo, il titolo e così concepito : Breve descrizione di tutte sorti di uccelli cotiosciiiti nella Sicilia cossi di canto, come di acqua^ e di rapina ponendosi per piii profitto il luogo in c/te sogliono abbitare, e della loro passa^ e ritorno, opera di Francesco Russo. Dobbiamo allo Schiavo l'annunzio di questo manoscritto , nelle sue Memorie per servire alia storia letteraria di Sicilia, e poi ad Andrea Bivona nel prospetto delle scienze e della letteratura del secolo xix in Sicilia. L'autore divide gli uccelli in più note, come uccelli di canto, di rapina, di acqua, di ripa ; di ciascuna specie ne dà il nome siciliano italianizzato, talune volte per distinguerla dalla specie vicina vi ag- giunge una breve frase non sempre sufficiente a mostrarne i carat- teri specifici, indi fa conoscere l'epoca del passo, il luogo dove di- mora, ed il cibo di che si nutrisce, il tutto brevemente: da que- sti scritti rilevasi, che doveva conoscere la cacciagione, e la scienza. Questo manoscritto è interessante non solo per la sua antichità, ma per le molte specie che vi sono enumerate, e per mancanza di ca- ratteri specifici non possono classificarsi, e forse talune sono nuove. Per quanto rilevasi dalle Memorie dello Schiavo il Russo lasciò ancora una lettera sopra (jli uccelli di rapina, che io non ho potuto trovare. Silvio Boccone, morto nel 1704, avendo nelle mani il mano- scritto sopracitato del Russo lo corredò di molte note, ed alla fine vi aggiunse altre specie di uccelli dell' Isola nostra. Francesco Cupani, morto nel ^704 , cominciò a pubblicare il l'ampliiion Siculum, che dopo la sua morte fu continuato da Bo- 4 CENNO STORICO nanno, nel terzo volume conservato nella Biblioteca dei PP. Gesuiti si trovano num. 88 figure di uccelli, la prima tavola raffigura lo Accipikr Minia, e l'ultima il 6«^o Jacoùi similis, queste figure sono accompagnate da una breve descrizione. Il Cupani nel ^696 scrisse un trattato di Storia Naturale, ed uni- tamente agli altri oggetti vi sono descritti pure gli uccelli, la lin- gua con cui è scritto è la latina frammista all' italiana, ed alla si- ciliana, il carattere è poco leggibile : questo manoscritto è depositato nella Biblioteca di Palermo. Il Cupani medesimo per quanto si legge nelle Memorie dello Schiavo lasciò un trattatello degli uccelli di rapina, e domestici, nel quale si spiegano con ogni accuratezza le diverse specie di Falconi, la maniera di addimesticarli, e di nutrirli con non poche altre par- ticolarità degne da sapersi dai più accurati filosofi naturalisti, e lo stesso fa degli uccelli domestici più singolari. Francesco Paolo Chiarelli, lasciò alcuni manoscritti sopra gli uc- celli, a me non è riuscito leggerli, ma il sig. Palazzolo ben il co- nosceva. Per una di quelle disgrazie, che sempre ha accompagnato i nostri naturalisti, questi materiali ornitologici sono restati inediti e perciò presso l'estero ci è dato il rimprovero di non conoscere i nostri uccelli. Giuseppe Sinatra da Noto, il quale mori nel -1768 lasciò dopo la sua morte una buona raccolta di uccelli preparati, che aveva clas- sificati col sistema Linneano; disgraziatamente non esiste più. Il signor GioENi nel suo Gabinetto raccolse molti uccelli siciliani, ma nulla ci lasciò scritto de' loro costumi. Giovanni Cancilla ne' suoi Elementi di Storia Naturale 1801, vo- lume 2, rapporta alcune specie di uccelli additandone il nome si- ciliano. DoMEivico SciNi' nelle annotazioni alla sua Topografia di Palermo, dà un Catalogo degli uccelli del suolo palermitano notando sola- mente il nome scientifico, il siciliano, e l'epoca del passo. Baldassare Palazzotto nell' epoca medesima scriveva un Trattato di Ornitologia siciliana secondo le ultime classificazioni, egli fa una esatta descrizione dell'uccello, che spesso arricchisce di riflessioni; DELL' ORNITOLOGFA IN SICILIA 5 non è completo per gli uccelli acquatici ; questo manoscritto buo- nissimo per coiìsultare fu donato dall' autore alla Biblioteca di Pa- lermo, di cui ne ò bibliotecario. 1^0 sfesso autore nel -1826 pubblicò una lettera Su di un uccello di singolnr figura nella conformazione del becco , dove mostra , che r ipertrofia della mascella inferiore, e la sua forma anormale, co- stituivano la particolarità di quell'uccello, detto Corvus graculus L\a. FRA^'CF,sc1 Ferrara nella sua Storia Naturale assegna poche pagine per gli uccelli indigeni, ed emigranti della Sicilia. Michele Azzarello da Palermo conosceva bene la dermotassia, per cui preparò molli uccelli nostrali, ed alquanti oltremare ne spedì, raccolse i materiali per redigere un catalogo ragionato degli uccelli dell'Isola, l'immatura morte ne impedì la pubblicazione, ed il ma- noscritto si ò smarrito. Giuseppe Mercanti, e Paolo Mercanti di Castelbuono miei concitta- dini sin dal -1824 cominciarono a raccogliere degli uccelli delle Ma- donie, ed a prepararli, ma limitaronsi agli uccelli di rapina, e ad altri grandi uccelli, ne fecero le descrizioni, ma dopo la loro morte gli scritti si smarrirono, e gli uccelli divennero preda del tarlo. Jannetta Power neìV Itinerario della Sicilia 1859, assegna una ta- vola pel catalogo ornitologico siculo, dove vi è il nome scientiflco ed il nome vernacolo, senza alcuna altra indicazione interessante. Ldigi Benoit nel -1840 diede alla luce Y Ornitologia Siciliana, que- sta può riguardarsi come l'opera più completa, che si è pubblicata sugli uccelli siciliani, egli merita degli elogi pel modo di classa- zione, e per l'ordine dato a tutto il Catalogo; vi sono noverati ta- luni uccelli siciliani sull'asserzione di straniero scrittore, che forse mai visitò la Sicilia , questa classica e fertile terra ; un libro nato in Sicilia dovea andare esente di tali asserzioni, del resto è esalto per le descrizioni, e per l'aggiunta de' nomi vernacoli; merita più d'ogni altro la stima del pubblico per aver complimentato la sua raccolta al Gabinetto di Messina. Pietro Calcara da Palermo nella Descrizione dell' isola di Ustica, ^1842 noverando le varie produzioni di quella terra vulcanica enu- mera diciotto specie di uccelli da lui seduti nel breve soggiorno 6 CENNO STORICO in quell'isola, nella Descrizione dell'isola di Lampedusa ^847, ne rapporta altre dodici specie, e richiama particolarmente l'attenzione su i danni recati dalla Grux cinerea Lin. in maggio ai campi di fru- mento ; altri venticinque ne enumera nelle Ricerche sulla storia na- turale dei dintorni di Nicosia ^85^. Giorgio Graf nel -1842 dirigeva una lettera al dottor Scuderi su Di un Picchio mur aiuolo rinvenuto nelle vicinanze di Messina j dove dà una esatta descrizione di questo uccellino, e dice che non era stato trovato da alcuno in Sicilia prima di quella occasione. Nel -1844 diresse altra lettera a Landolina, Lettera^ e descrizione di un Avvoltoio grifone , il quale fu preso in Messina nella prima- vera del -1842, la descrizione de' caratteri è molto precisa. Mariano Zuccarello Patti da Catania nel 1844 pubblicava una let- tera diretta ad Alessandro Bhia, Ricerche ornitologiche in Sicilia, do\e descrive cinque varietà della Sylvia stapazina Lath., cinque del Va- nellus cristatus, Mey(|r, dona delle notizie òieW Erismatura leticoce- phata Bonaparte, e della Ciconia Nigra, Bellon, entrambe trovate in Sicilia. In altra lettera, Continuazione delle ricerche ornilologiclie in Siciliatih. delle interessanti osservazioni del Vultur fulvusLìn., del- VAf/uila Bonelli Bonap., deW Aquila Fulva Meyer, del Falco cinera- ceus , Montag. , del Falco lilhofalco Lin. , del F. vesperlìnus Lin., del Merops apiaster Lin., della Tichodronia phoenicoptera Tarn., deWa Turnix andalusica Vieill., della Limosa rusa Briss, e della S/er«a «n'- nuta Lin. Pubblicò alcune notizie suU' Aquila Bunelli nel Giornale Scilla e Cariddi. Lo stesso Zuccarello lesse nell'Accademia Gioenica alcune Osser- vazioni^ e descrizioni ornitologiche ^ che poi furono date alla luce, dove descrive l'abito del nidiaceo , del giovine di un anno, e dei costumi del Falco Bonelli Tera., che nidifica in Brnnle, fa conoscere una varietà deW'Emheriza miliaria Lia. e del Numeììi:i!< phoepus iMh., affetti da albinismo, parla del passo accidentale delia Ciconia nigra Bell., e de]Y Anas olor Lin., sin'ora non riportala quest'ultima fra gli uccelli nostrali, finalmente dà una descrizione Ji un giovine della Ardea cinerea, e di sette varietà riguardanti il sesso, e l'età dell'/lnrjs BELL- ORNITOLOGIA IN SICILIA 7 Leucoeephala Lath. comune nei pantani di Catania da novembre a gennaro. Fosteriormenle pubblicò le Osservazioni^ e ricerche su di un vago uccellino siciliano appartenente al gen. Sylvia Lath., dove descrive una rarissima varietà della Sylvia alricapilla\Mb. eoa una macchia l'iallo canarina nella gola osservala sopratre femmine. Le silvie van sogfrette all'albinismo, ed al melanismo, ed a variare nelle grada- zioni, e neir intensità dei colori nella epoca degli amori , e della muta, 0 secondo l'età ; la varietà riportata non si può riferire a nessuna delle anzidette, e sembra costituire piuttosto un carattere di specie nuova, che di varietà. Gaetano Nocito da Girgenti nel ^8•4■4 nella Topografia di Girgenti e suoi contorni dà un catalogo degli uccelli di quel territorio, i quali furono classificati da Giovanni Caruso. Emmanueliì Taranto Rdsso di Caltagirone nel ^1844 diede alle stampe un Discorso per l' inagurazione del Gabinetto ijd Storia Naturale di Caltagirone alla fine del quale aggiunse un catalogo degli uccelli del detto territorio additando il nome scientifico , ed il vernacolo, tali uccelli ben preparati furono da lui generosamente donati al Gabi- netto, quanto sono rari questi esempii di patrio amore nel secolo presente ? Galvagni da Catania descrivendo la Fauna Etnea nella Memoria se- sta per servire di prodomo all' Ornitologia dell'Etna enumera molte specie di uccelli, che trovansi su quel monte ignivomo. Fra gli stranieri, che han contribuito ad illustrare la nostra Or- nitologia è d' uopo rammentare Rafanesque che descrive quindici specie di uccelli nuovi raccolti la maggior parte in Palermo, e tro- vansi nella sua opera intitolala : Caratteri di alcuni nuovi generi, e nuove specie di animali , e di piante della Sicilia , nel giornale che dirigeva, Specchio delle Scienze: scrisse un articolo Arrivo delle Lo- dole vicino Palermo nel l' autunno. Heciiel girando la Sicilia nel 1819 trovò qualche cosa di nuovo, ed al suo ritorno in patria scrisse le osservazioni da lui fatte sugli uccelli nostrali. SciiEMimi nel suo Quadro geografico ornitologico, ossia quadro coni- 8 CENNO STORICO ec parativo le ornitologie di Malta, Sicilia^ Roma, Liguria^ Nizza e la Provincia di Card assegna una colonna agli uccelli siciliani. Savi neir Ornitologia Toscana fa menzione di qualche uccello nostro ; Teminck nel suo Manuale di Ornitologia riporta pure qualche specie nostra ; Bonaparte nella sua superba Iconografia della Fauna italiana dona delle belle figure di uccelli siciliani. Tra i gabinetti ricchi di uccelli di Sicilia ricordo solamente quello del gabinetto di storia naturale di Siracusa, di Messina, quello della Accademia Gioenia di Catania, quello di Caltagirone, e dell'Univer- sità di Palermo. Taluni dilettanti hanno pure delle raccolte di uc- celli, ma queste son sempre di breve durata, perchè periscono colla morte del dilettante, che con tanta cura l'ha raccolto, e preparato. Eccomi giunto al termine della storia, e de' progressi degli studi ornitologici in Sicilia, in questo prospetto sono riuniti tutti i lavori che ho potuto raccogliere , se ne ho omesso qualche altro il mio silenzio s'incolpi a mancanza di mezzi, e non a volontà. Nella redazione di questo catalogo mi sono limitato di dare il nome scientifico, la frase diagnostica, gli autori che parlano dello uccello riguardante la Sicilia, qualche parola su i costumi, una si- nonimia siciliana per quanto il mio lavoro sembri proprio della terra in cui scrivo, ho tralasciato dare la descrizione, perchè sarebbe una noiosa ripetizione di quanto han detto gli ornitologi. Gli uccelli acqua- tici vi figurano poco, perchè in questo gruppo di monti mancano i laghi, ed i larghi fiumi, come ho mostrato nella Introduzione alla Storia Naturale delle Madonie, i pochi che enumero sono stati uccisi nel Monaio, e nel!' Imera settentrionale; per completare il catalogf) aggiungo in appendice gli uccelli domestici. CATALOGO DEGLI UCCELLI DELLE MADONIE ORDINE PRIMO — UCCELLI DI RAPINA Gbnebe VULTUR Linneo. 1. Vultur rulvaa (Lìn.) V. lemirjibus quatuordecim : nartbus lurtulatis : lingua margine aculeato. Savi, Orn. Tose. v. ì, p. 4— Graf. Di un Avvollojo grifone, Mesilna, 16«'i. — Zuccarello, Ric.orn. lei. J, p. 1. - GalvagnI, Mem. 6. Atti dell' Accad. Gioenia. Il Grifone è sedentario nelle Madonie, presceglie i monti e le rupi inaccessibili per sua dimora; la mattina al levar del sole va a posarsi su i balzi de' Monticelli, nei ciglioni della Valle di Atrigni , e Juntera , nelle alte cime del balzo di Conato , e della Canna, dove dimora quasi immobile circa due ore per riscaldarsi con i tepidi raggi del nascente sole, e per far la sua toletta pulizzandosi le remiganti , le timo- niere e tutte quante le penne dalla polvere e dagli insetti, indi a branchetti di sei ad otto si slanciano nell'aere facendo delle lunghe corse per andare in cerca di cada- veri loro cibo ordinario. La regione che, si può riguardare come soggiorno abituale del Grifone è a due mila piedi, di là si slancia nell'Oceano aereo, e si eleva ad una grande altezza; sa- lendo sulle alle vette, che elevansi sul livello del mare palmi siciliani 1180 (Malvica, l'iraino), si vede il grifone fare de' grandi cerchi e sembrare un piccolo uccello, tale è r elevazione straordinaria a cui giunge; qiial è dunque la pressione atmosferi- ca che può sopportare, mentre lo vediamo scendere nelle più profonde vallate, sino ai bor- di del mare, e poi salire quasi il doppio sull'altezza delle Madonie? A venti mila piedi di elevazione i sacchi membranosi aerei, che si sono riempiti nelle basse regio- ni aeree devono prodigiosamente gonfiarsi; ed intanto senza nulla soffrire, anzi per solo diletto percorre in pochi istanti tutti i climi, e da quelle alture vede i tre an- goli della nostra Triquelra, e l'alta cima fumante del Mongibello. 2 10 CATALOGO 11 Sarcorampus condor Dum., cuntur de\ OnVi, Il ij'U''*"'^ degli avvoltoi coiiosciuii , le cui ali estendonsi quattordici piedi si eleva pure ad una grande altezza, ed Hum- boldt calcolando 1' altezza della catena delle Andes del Quilo, che sul mar Pacifico elevansi piedi 14958, a cui può giungere, conchiuse di averlo veduto sino a 218^'^ piedi di elevazione. Or il nostro Grifone la cui femmina può anche avere l'estensione delle ali sino a tredici piedi e pochi pollici, può paragonarsi al cowrfo/' dell' America, ad elevasi quasi alla medesima altezza, mentre 1' uomo salendo a certe altezze si stan- ca pe' sforzi muscolari, e trovasi in uno sialo di astenìa penosissimo, il Grifone ed il condor respirano con egual faciltà a ventotto ed a dodici pollici di pressione. 11 Grifone può restar digiuno per molti giorni, ma quando trova una carogna di- vora tanta carne da non poter prendere volo da' piani: allora corre saltando, finché trova una prominenza, che gli facilita il primo slancio. Quando è affamato librato nell'aere fa de' grandi cerchi [ler mirare se negli armenti o nelle greggi vi ha qual- che animale malaticcio, allora scendono varii riuniti sull' adocchiata preda, la spa- ventano con una stridula voce, e col battere le ali, e facendo de' semicerchi vi dan- no delle beccate, finché a terra stramazza; allora tutti vi piombano addosso, chi svelle gli occhi, chi lacera il ventre, chi le interne viscere ne strappa, ed in pochi momenti quell'animale ancor caldo di vita é interamente spolpato. Talora per far la preda prescelgono il punto, ove qualche pecora pascola nell' orlo di un precipizio, allora volandovi vicinissimo la spaventano , e 1' animale intimorito si precipita nel sottoposto abisso dove i grifoni 1' assalgono. Il Grifone si difende con forza, mentre sembra un vile animale, quando trovasi allo strette si getta supino, coli' adunco becco e co' forti artigli lacera chi si presenta: ha un odorato finissimo, una vista acutissima, costruisce il nido nelle crepacce delle rupi inaccessibili, e ne' buchi che presentano lo salite murali della parte settentrio- nale delle Madonie; la femmina partorisce due uova molto grosse, bianche, senza mac- chie, ordinariamente non alleva che un solo pulcino, il quale vola all' età di sei mesi circa. Sinonimia Siciliana. Vuluru, Vuturazìu in tutta Sicilia. Genere NE0PHI50N Savigny, 2. Xeophron iieriiopterue (Savig.j N. carpare albo, helvolo vel brunneo: remigibus priinariis niyris. Savi, Otii. Tose. V. 1, p. 6. Calharles pernopterus, — Benoit, Orn. Sic. p. 3. — Schembil, Quadro geogr. orn. p. \. — Fultur pernopterus — Voyiit , lUn. della Sic. p 200 —Palazzotto, Orn. Sic. Mss. — Galvagni, Fauna Etnea mem. 6. Il Capovaccajo è di passo periodico, viene fra noi in aprile, e propriamente dopo la pasqua, da cui prende forse uno de' nomi volgari; in tal epoca frequenta le man- dre delle vacche e de' vitelli . e prende diletto posarsi sulla schiena de' medesimi né DEGLI UCCELLI DELLE MADONIE 11 gli animali si spaventano, né se ne inquietano. E un uccello molto vignante, quindi diffìcile ad essere ucciso, i nostri pastori Io rispettano credendo, che cibasi di alcuni in- setti che sono sulla schiena degli animali hovini. La maggior parte seguitano il loro viaggio, pochi nidificano sulle Madonie, una coppia ha molti anni, che costruisce il nido in una crepacela del balzo di Conato; nella fine di Luglio ho veduto questo uc- cello nelle praterie della Canna, e di Pomieri tra gli armenti di vacche. SlNOMMIA SlClLUNA. Vuturu, Catania, — Vuturu jancu, CastrogioTanni, — Aciddazzu di passa, Messina, Albaneddu perdi-jurnaia, Palermo, — Pasqualino, Castelbuono, s. Mauro, Collesano. Genere GYPAETUS Storr. 3. Ciyiiaetus harbatus (Cuvier). 0. gula pennis selons in fasciculum digeslis, nigris, antrorsum fersis. Savi, Orn. Tose. v. 1, p. 9.— Benoìt, Orn. Sic. p. 4. — Scheml)ri, Quadro geo. orn.p.i. — ^«/(wr iario/H* Power. Itin. della Sic. p. '■200.— Ossip/tagits foemina tarvatus , Cupani. — 6»j.w^A«^«ì barbatu^, Cupanl. — Ossiphagus mas, sive inuscatus Cupanl. L'Avvollojo barbuto è di passo accidentae, ed è molto raro: perle molte' indagi- ni da me fatte ho saputo, che una coppia negli anni 1839-40 nidificò nella rupe so- pra le cartiere, Vausu di Gonatu, luogo inaccessibile e pericoloso, che mi ha impe- dito a far prendere il nido. Sinonimia Siciliana. Aciddazzu barbatu, Sicilia, — Vuturu tu petiu russastru, Castelbuono. Genere FALCO Linneo. 4. Falco biiteu, (Lin.) F. tarsis tiudis, parie antica et superna teda scutis parvis : loris pilosis. Sari, Orn. Tose v. 1, p. 29. — Benoil. Ornil. Sic. p. 8. — Power, Itiner. p 200. — Taranto, Gabin. p. 83 Schenibri, Quadro geogr. orn. p. 2 — Palazzotto, Orn. Sic. Mss. — Accipiier minia fulgo. Cuponi, Mss — ' Viii/a, Russo Mss. — Minia Cupani, Mss p. 72, US della storia Naturale. Il falco cappone è comune tanto ne' boschi, quanto nelle falde delle Madonie, ni- difica ne' boschi, ne ho trovato in varie livree, nell' autunno e nell'inverno è gras- sissiniù. Ho prescelto il nome specifico di Falco buteo tralasciando quello di Falco pojana Savi, perchè questa specie presenta molta varietà nella disposizione e nella 12 CATALOGO gradazione de' colori, nelle varie età, nel differenie sesso, non potendo fare dei con- fronti per le due specie ho seguito gli altri ornitologi. Sinonimia Siciliana. Fatcunazzu, Castrogiovanni, — Albaneddu Miula, Palermo — Autunni Caslelbuono — Falcuni, (;altagirone. 5. Falco aiilvorns (Lln ) F. tarsis nttdis : loris plumosis. S>vi, Orn. Tose. v. 1, p. 31. — Scbembri, Quadro gcog. orn. p. ì. — Benoit, Orn. Sic. p. 8. — Power, Itlii p. 300. Il Falco pecchiaiolo è piuttosto raro nelle Madonie, come nel rimanente della Si- cilia; l'individuo che posseggo è femmina, differisce un poco dalla descrizione data dal Savi, e si avvicina piuttosto alla varietà da lui riportala. Becco nero colla base della mascella inferiore più chiara, cera ed iride gialla, re- dini fittamente coperte di piccole penne di colore scuro nerastro. Fronte biancastra, le penne hanno lo stelo bruno. Parti superiori scuro-cioccolatta, base delle penne bian- ca, steo nero, o pure una striscia .nera sul medesimo, quelle del vertice, occipite, nuca, hanno l'estremità più chiare. Regione auriculare scura; penne della gola bian- castre con stelo scuro, baffi lunghi, e neri ; gozzo, petto, parte superiore dell'addo- me colore scuro marrone con una striscia stretta lungo lo stelo, parte inferiore del- l'addome, regione anale, sottocoda color di nocciola, calzoni grandi del medesimo colore un poco più chiaro. Le remiganti di colore scuro quasi nero superiormente, inferiormente grigio-cenerine con delle fascie bianche screziate di scuro ; copritrici medie con Io stelo nero ; le barbe esterne scure le interne color castagno, le piccole hanno il bordo più chiaro. Timoniere superiormente scuro nerastro, inferiormente bianco-cenerino trasversalmente fasciato di cenerino, le fasce sono disposte irregolar- mente ora più larga una e più stretta l'altra, l'estremità delle timoniere è cenerina. Viedi gialli, unghie nere. Prima remigante più corta della sosta; terza, quarta e quinta le più lunghe. Dimensioni lungh. tot. braccio 1, soldo 1. Apertura del becco quattrini 3, piccoli 2. Tarso quattrini 5, piccoli 2. Coda soldi 9. Le dimensioni riportate dal Savi sono lungh. tot. brac. 1, soldo 1. Apertura del becco quat. 3, pie. 2. Tarso quat. 6, pie. 2. Coda soldi 8, quat. 2. Sinonimia Siciliana Arpegghia di passa, Sicilia — Falcvnazzu, Castelbuono. 6. Falco mllvus (Lin.) F. eorpore lacle fulvo : cauda valdeforficata. DEGLI UCCELLI DELIE MADONIE n Savi, Orn. Tose. v. 1, p. 35. Benoit, Orn. Sic. p. 9. — Power Itin. p. 900. — Taranto. Dlic. in.ig. p. S5,— Schembri, Qua. geo. orn. p. 5. — PalazzoUn, Orn. Sic. Mss — Niglio pollicinaro, o Miglio chiamato forlìs- tia. Russo Mss. Il Nibbio reale è comune nelle Madonie in tulle le stagioni , e si avvicina molto ai luoghi abitati, facendo de' grandi giri osserva dove far preda, ed adocchiatala vi piomba addosso: ì^ galline, e le colombe co' suoi artiglile trasporta nell'aere, poco curando nell' atto della preda la vicinanza dell' uomo. Nidifica ne' boschi , dove fa sentire la sua voce, come un lamento di fanciullo; nell' inverno è molto grasso. SmoM-uiA Siciliana. yfgghiu, Messina — A't'i/ZiM, Castrogiovanni, Petralia, Palermo, — Miliuni, Catania, — Viceìiiazzu, Nirjghiu, Castelbuono — Muschitta Caltagirone. 7. Fnlco prrei^riuHS, (Gmel.) F. alis caudam aequantibus : vittis genalibus magnis : dorso brìineo nigrescente, rei coeruleo cinerascente, jasciis transversis saturatioribus notato : pedibus lutesceri' tibus : unguibvs nigris. Savi, Orn. Tose. v. 1, p. 40.— Dcnoit, Orn. Sit. p. 10. — Power. Iltn. p. 900. — Scliembrl, Quadro geo. orn. p. 2. — Palazzotto orn. Sic. Mss. — Taranto, Disc. Inag. p. ^!\.— Falcone peUtgrìno^ Russo ÌSii. — Falco monfanus Siettlus, Cupanl. — Falchettus Cupanì. Lo sparviere peregrino è molto raro nelle Madonie, e forse di passo accidentale; si trova nella regione nemorosa, giammai scende nel piano: ne sono stati uccisi nel bo- sco di Conato nella slagione invernale, non ho trovato mai il suo nido, né ho veduto r uccello in està. SitiOPiiMiA Siciliana. Alhaneddu, Messina, Caltagirone — fn/funt, Siracusa — Fa/cwnj piddirinu, Paler- mo — Falcuni raru Castelbuono. 8. Falco tlnnanculua (Lin.) F. alis eauda quadrante brevioribus : vittis genalibus vix conspicuis ■ dorso spadi- eeo unicolore, vel ni grò -maculato: pedibus luteis : xmguibus nigris. Savi, Orn. Tose. v. <, p. 45— Nocito, Topog. p. J*. -Benoit, Orn. Sic. p. 12. — Power, Illn. p. 200. — Schem- bri, Quadro geo. orn. p, 2. —Taranto, niscor. inag. p. 84.— CristaredJa, Russo, Mss. — Accipiiei, Crista- redda \iulgo dieta Cupanl, — Galvagni, Fauna Etnea Mem. 6. Questo falcone chiamato Gheppio, è il più comune fra noi, abita negli antichi fab- bricati, nelle crepacce delle rupi, nelle salite murali; nidifica ne' luoghi medesimi, i pulcini si dimesticano facilmente. Nelle antiche fabbriche del castello di Castelbuono ne nidificano in gran quantità unitamente alla Strix flammea, alla Columbia livia, alla Fringilla petronia, allo Sturnus unicolor, alla Sylvia solitaria. U CATALOGO Sinonimia Siciliana. Tistaredda, Cristaredda, Palermo — Cernivienlu (Jastrogiovanni — Cazsavenlu Si- racusa, Caltagirone — Cacciaventu, Messina, — Cacciaventulu e Cristaredda. Catania, — Crividda, Castelbuono, s. Mauro — Ticcia, Cristaredda, Girgenti. 9. Falco vespertinus (Liii.) /•'. alìs caudam subaeguantibus : vittis genalibus nullis, vel brevibus : dorso cine- reo unicolore, vel fascis transversis undulatis notato : pedibus croceis, unguibus Iv- tescentibus. Sari, Orn.Tosc. v. 1. p. 50. — Schembri, Quadro, geo. orn. — Benoit. Orn. Sic. p. 13. — Galvagni, Faun» Ktnea, Mem. 6. — Falco cTjthruros, Rafanesque, Caratteri ec, — Zuccarello, Bicerche ornll. leti. 2, p. 6. Il falco cuculo è il piti bello falchetto che noi abbiamo, è di passo accidentale; nel maggio 1852 molti neerano in una prateria vicino Castelbuono, e vi dimorarono più (li olio giorni, poi continuarono il loro destino , non ne ho mai veduto negli altri anni. Il sig. D. Antonio Guerrieri che possiede alquanti disegni di uccelli delle Ma- donie ne fece disegnare e colorire un maschio ed una femmina, che sono veramente belli ; tra quelli che »i uccisero in Castelbuono ve ne erano di varie livree, e di dif- ferenti età. Sinonimia Siciliana. Falcu palumbu, Palermo — Albaneddu a causi russi, Messina, — Cuecareddu, Ca- tania, — Falcimi frusteri o di passa, Castelbuono. 10. Falco ntsiia, (Lin.) F. carpare superne cinereo-coerulescenle, abdornine albido tnisversim spadiceo-fusco striato (adullus) : vel superne brunneo-griseo, abdomine brmnco striato (juvenis), tar- sis gracilihus : alis chias trientes caudae aetpianiibiis : statura Picae. .Savi, Ornit. Tose. v. 1, p. 57. — Galvagni, Fauna Eln Mfm. 6. — Bcnoil, Orn. Sic. p. 14- — Powf r. Ilin p. 300. — Taranto, Disc. inag. p. 84. — Scliemtiri, Quadro, geo. orn. p. 2— Palazzotto, Orn. Sic Mss— i/"-i- irrf, Ru.'-so y.it. — Jccipiti'ìfnngiUiiritts, Nocito, Top. p. ì?,. ~ Fnlcltettn, Cupani, Mss. 1.0 sparviere è comunissimo nell'autunno nelle basse regioni delle Madonie parti- colarmente nei piani, e nelle valli delle falde , vi dimora i" inverno e pane ;illo ap- prossimarsi la primavera. Fa preda di uccelli pretaioli , è mollo veloce nei volo ed insegue il tordo, il merlo, ed anche il colombo; più volte mi è accaduto vedere, fal- lendogli il colpo, urtare per terra, far due o tre capitomboli, rimanere come stordito colie ali aperte ed i suoi grand' occhi scintillanti , e poi riprendere il volo : questo uccello tramanda un odore particolare : il sig. Guerrieri ha il maschio e la femmina ben disegnati, e coloriti. DEGLI rCCELLl DELLE MADONIE f-5 Si.vjMiMiA Siciliana. Spn'veri, Palormo, Catania, Caliagirone, — Spraveri, Messina — S'alchettu, (Castro- giovanili, — Farchìcliu Castelbuono. 1 1 . Falco cyaneus, (Montag.) /'. recliiciòus et scapukiribus cinereis : emula cinerea vel albido fasciata (mas. aduli.) reotricibus, et scapularibus biunneis fulvo maculatis : cavila fascis latis lulescentibus et brunneis notata (l'oem. et mas, juven.); alis cauda quadrante brevioribics : remiyi' bus 3, et 4 subaerjuantibus. SaTl. Orn. Tose v. \,jt. 63. — Denoll, Orn. Sic. p 16. — Power Illn. p. 200. — Schembrl, Quadro geo. orn. p. 3. — Palazzotto Orn. Sic. Mss. — Atbanetlo, uccello perdi-jumata? Russo MSS. — AlbanclUn criìgingeftisctis Cuponi, (feniinai. — .iccìpiter. cristarcdda femminara, vulgo dieta, Cupanl, (maschio). L' Albanello reale è molto raro, è di passo accidentale, un maschio fu ucciso al Finale nel marzo 1851, non l'ho trovato in altri luoghi. SlNONLMIA SlCIUANA. Albaneddu jancu, Messina — Albaneddu , Cristarcdda Jinuninara , Palermo — Fal- cufii biancu, Castelbuono. 1-2. Fulco clneracens (Montag.) F. reclricibus, et scapularibus cinereis : cauda cinerea , vel cinerea albo fasciata (mas. adult.) reclricibus, et scapularibus brunneis, fulvo vel helvolo maculatis : cau- da fasciis latis lulescentibus et brunneis notata (foein, et mas. ]u\ .) : alis caudae ae- qualibus : regime tertia longiore. Savi. Orn. Tose. r. 1, p. 65. — Bendi, Orn. Sic. p. 16. — Schembrl , Quadro geo. orn. p. 3. — Zuccarello, Ricer. orn. lett. 2, p. i. L'.Mbanella piccola è molto rara, di passo accidentale, l'individuo che posseggo è nna feinina molto vecchia con varie fratture consolidate ne' femori ne' cubiti e nei radii, differisce dalla descrizione degli Ornitologi. l'arti superioii, ali, spallacci scuro nerastre, l'orlo appena più chiaro , una mac- chia bianca sulla naca, fronte, fascia sopraciliare, penne della palpebra inferiore e gola biancastre, redini scure, regione auricolare scuro rossastra, cerchio ceciato, mar- gine delle penne sopra la fascia sopraciliare lionato, vertice scuro rossastro con mar- gine ceciato, sopracoda bianco, l'estremità delle penne senza barbe; vi sono i soli steli, petto ceciato con lo stelo cenerino egli orli biancastri, addome bianco senza macchie, fianchi colore isabella collo stelo cenerino. Cuopritrici superiori dell'ali scuro rossastre con l'estremità appena più chiare, inferiori bianche con una macchia longitudinale scura, o cenerina. Kemiganli scuro rossastre con lo stelo cenerino, eie fasce trasversali scure, scapolari unicolori scuro rossastre, le due timoniere medie sono del colore del dorso, 16 CATALOGO r esterno cenerino rossicce , basi bianche tutte traversate da quattro fasce nerastra eccetto le due remiganti esterne che divengono quasi lionate , calzoni bianchi con leggiera sfumatura ceciata senza macchie, piedi gialli^ unghie nere. Uccisa in marzo, non ne ho trovato in altre stagioni. Il sig. Scigliani parla di questo uccello col nome di Albanella reale, nome che appartiensi alla specie precedente, e lo Zuccarello riporta la lettera dello Scigliani parlando di questa specie cui appartiene la varietà che descrive. Sinonimia Siciliana. Albaneddu raru, Messina. — Farcuni, Castelbuono — Ttgnusu, Catania. Genere STRIX Linneo. ' 13. StPlx otus (Lin.) 5. pennis auncolaeformibus : abdomine helvolo , macìdis longitudinalibus nigris, Iransversìs angustioribus : dìgitis pennatis : statura Cornicis. Savi, Orn. Tose. v. 6, p. 70. — Bcnoll, Orn. Sic. p. 18. —Power, llin p. 200. — Schembri, Ouailro geog. orn. p. 3— Palazzone, Orn. Sic. Ms». — Taranto, Disc. inag. p.S^. — Jacobusjaciilanis, /ojfon, — Cupani. Galvagni. Fau. Eln. M. 6. L'Allocco abita la regione nemorosa e del castagno, il giorno è occultato nelle crepacce delle rupi, ne' folti macchioni, nidifica ne' luoghi medesimi, trovasi fra noi in tutte le stagioni. Sinonimia Siciliana. Guftt, Castrogiovanni, — Fuganv, Caliagirone, Palermo, — Fagiiana , Castelbuono, — Cucca, Catania, e Jacobu, secondo il Galvagni. 14. Strix brarliyotiiB, (Lin.) S. pennis auriculaefonnis brevibus : abdomine helvolo , maculis longitudinalibus nigris : digitis pennatis. Savi. Orn. Tose. v. 1. p. 12. — Benoil, Orn. Sic. p. 18— Power, Itin. p SCO. — SihembrI, Quadro geogr. orn. p. 3. — Atucus alius paliidus , orva vulgo, Cupani, — StrU ulula, Scina , Tnpog. — Orl-a , RUSSO, Mss. Orra, Cupani, Mss. p. 78. L'allocco di pedale è meno comune della precedente, nelle valli ed in vicinanza de' fiumi delle basse regioni selvose nidifica vicino le cartiere e nel bosco di Ca- stelbuono. Sinonimia Siciliana. Leu, Fiume di Nisi, — Orva, Palermo, — Varvajanni, Castelbuono. DEGLI UCCELLI DELLE MADONIE 17 15. Sttrlx scopili, [Lin.) S. pennis auriculaeformibus viediocribus : abdomine albo subjulvo , slriis nigris lonyitudinalibus, transversisque coneoloribus ienuissimis, punetisque minutissimis ci- nereis notato : diyitis nudis. Savi, Oro. Tose. V. 1, p. 7». — Nocito, Topogr. p. 35. — Galvagnf, Fau. Eln.M.C — Benoil.Orn.Sic. p.20 — Power lUn. p. 900. - Scinà, Topog. annoi. — Calcara. SI. Nat. di Nicosia, p. 20. — Schembri, Qua. geo. orn. p. 8. — Palazzotto, Orn. Sic. Mss. — Taranto, Disc. inag. p. S4. -- Jaa'bo Russo Mss — Jacobu, Cupani, MSI. p. 72. L' Assiolo è un uccello di passo, viene verso il quindici marzo, nidifica nelle basse regioni delle Madonie, e parie in autunno. Nella primavera e nella estate fa sentire per tutta la notte il suo monotono canto ; si ciba ordinariamente di piccoli coleotteri, i pulcini difficilmente vivono in iscbiavitù. Nel tempo della cova il chiurlare dei ma- schi è più continuato. Si.N0M.MiA SiciLi.vMA. — Scvpiu, Cucca di rosea, Messina, — Cvcca di ruccaru, Sira- cusa— Jaeobbu, Palermo, Girgenli, — Chiù, Chiovu, Chiuzzu, Catania, — Chiò, Ja- cobu, Castelbuono, — Chiii, Caliagirone — Chioli, Nicosia. IG. Strix nocttia, (Retz.) S. pennis dorsalibus cinereo lutescentibus maculis albis rottmdis notatis : iride lu- tea : cauda tnmcata, digitis apice subnudatis. Savi, Orn. Tose. v. l,p. 76, voi. 2, p. tts. — Strix pasterina, Benoit, Orn. Sie. p. 20. — Calcara, St. Nalur. di Nicosia P. 29. — Power, Ilin. p. 200. — Taranto, Disc. Ina»g. p.84 — Calvagni, Fau. Etn. M.6. — Schem- firi. Quadro geo. orn. p. 3. — Palazzotto orn. Sic. Mss. — Cucha, Russo Mss. — Cucca, Cupani , Mss. p. 31. La civetta è molto comune nelle campagne e credo che sia sedentaria; trovasi nella regione nemorosa ed anco ne' luoghi abitati ; nidifica ne' luoghi medesimi, i pulcini si allevano facilmente per servire di zimbello. Sinonimia Siciliana. — Cucca, in tutta Sicilia. 17. Strix alnco (Lin.) S. dorso cinereo, fasciis latis longitudinalibus, transversisque angustis, undulatis: cauda rotundata: iride nigra. Savi, Orn Tose. v. 1, p. 80. — Benoit, Orn. Sic. p. 21. — Power, Itin. p. 200. — Schembri , Quadro geo. orn. p 3. —Taranto, Discor. inaug. p. 84.- Galvagni, Fau. Etn. M. 6. — Piiganti, Cupani, Mss. p. U6.— l'Iuta inustetina fusco striata, vulgo fugami, Cupanf. Il gufo selvatico è la specie più rara di questo genere, presceglie la regione ne- morosa per sua dimora, nidifica ne' buchi degli alberi, e qualche volta nelle grotte. 3 18 CATALOGO SiNOMUu Siciliana. — A/occM, Catania, — Cucca di passa, Hessioa — Faunu , Ca- tania, — Fuganu, Palermo, Caitagirone, Siracusa, — Fugnanu, Castelbuono. 18. Strlx flammea (Lin.) S. dorso helvolo-lutescente hinc inde minutissime cinerea-striata , maculisque exi- guis albis, et nìgris notato : iride nigra. Savi, Orn. Tose. v. 6, p. 82. - Beiioil, Orn. Sic . p. 18. — Power, Itin. p. 200. — Galvagni. Fau. Etn. M. 6. Schembri, Quadro geog. orn. p. 3. — Taranto, Disc. inag. p. 84. — Scinà, Topog. ann. p. 82. — PalazzotlOt Orn. Sic. Mss. — Calcara, St. Nat. di Nicosia p. 20. --Barbagianni di color bianco adiorato pinta. Russo, MS5. — Bubo Sicuias, sciUcet aure cinere maculatus, Cupani. Il barbagianni è uccello comune negli antichi castelli , ne' tetti delle chiese, negli alti campanili, per il che forse prese il nome di civetta delle chiese; allo imbrunir della sera esce dal suo nascondiglio , e va a posarsi su i tetti e su i campanili , e di là fa sentire il suo monotono cauto, se tale può chiamarsi , perchè rassomiglia al rus- sare di un uomo dormente. Nidifica ne' medesimi luoghi dove abita, è sedentario, i pulcini si dimesticano facilmente e prendono grande amicizia coi cani. SiNONi.iiiA Siciliana. — Striula Barbagianni, Messina, — Fuganu, Palermo — Rusei, Nicosia, — Piula, Catania — Varvajanni, Casttogiovanni, Girgenti, Palermo — Fuganu, Castelbuono. * Posseggo un uccello di questo genere, ma non appartiene ad alcuna delle specie descritte dagli ornitologi, forse è una varietà o una nuova specie , finché non ne trovo altro individuo non voglio dare il mio giudizio, né tampoco la descrizione. ORDINE SECONDO — UCCÈLLI SILVANI Gbnere LANIUS, Linneo. 19. liRiUus rusns, (Briss.) L. fronte nigra: vertici, occipite, cervice fulvo castaneis (adult.) : scapularibus, rectricibus parvis, et tectricibus supercaudalibus albis, maciilisque brunneis, semilu- naribus nutatis (juven.). Savi, Orn. Tose. v. 1, p, 98. — Nocito, Topog. p. 34. — Benoit, Orn. Sic. p. 14. — Power, Illn. p. 200.— Schembri, Quadro, geo. orn. p. 4. — Testa grossa ordinaria russa, cioè palina la testa. Russo, Mss. — Testa grossa, Cupani, Mss. p. 113, 136. DEGLI UCCELLI DELLE WADONIE 19 L' Averla capirossa è comune in tutte le campagne situate nelle falde delle Madonie; viene in primavera; nidifica sugli alberi, costruisce il nido di piante del G. Filago. Si posa ordinariamente sulle cime degli alberi prossimi alle praterie, da dove fa sen- tire la sua voce. Sinonimia Siciliana. — Testa grossa, Palermo, Casirogiovanni, — J /stazza Pappa, jaddiscu (giovine) Messina — /«/ta^M, Catania, — Partatiasu , Cas\.e\buouo, — Cuttu- nara, CoUesano, — Testa russa di maggiu, Girgenti. 20. liBiiins collnrio, (Lin.]. L. pileo , cervice , uropygio cinereis : dorso scapularibusque castaneo-lutescentibus (in masculo aduli.) ; carpare superne griseocastaneo, transiersim brunnto striato (in foemina et juven.) Savi, Orn. Tose. v. 1, p. 100. — BeDoit, Orn. Sic. p. 16.— Pow er Ilin. p. 201. — Sehcmbri, Quadro geo. orn. p. 3. — PalazzoUo Orn. Sic. Mss. — Testa grossa gurgana. Russo Mss. — Testa grossa, o murgana, Lanius ty- rannus ? Siinà, Topogr. L'Averla piccola ò meno comune della precedente, abita nella regione nemorosa, o nelle contrade prossime ai boschi , cioè Montaspro , bosco di Casielbuono , Conato, Ferro, Pomieri. Viene in aprile, nidifica sugli alberi, e parte dopo il 15 settembre. Sinonimia Siciliana. — Tistazza nica, Messina — fw^JcarM , Catania, — Partarrasu di voscu, Castelbuono, — Testagrossa, (adulto) Margone, (giovine) secondo Palazzotto in Palermo. Genere CORACIAS Linneo. 2). Coracias sarrula^ (Lin.) C. capite, collo, abdomine tectricibus majoribus glaucis ; dorso , scapularibusque spadiceis, remigibus infeme azureis. Savl.Ornit. Tose. v. 1, p. io;.- GalvagnI , Fauna Etn- Meni. 6.- Beno», Orn. Sic. p. 25. - Palazzotto, Orn.Sic. Mss. — Power, llin.p. 201.— Calcara, Storia Kalurale di Ustica, p. 69. — Sctiemliri , Quadro geo. orn. p. 4. — Taranto, Disc. inag. p. Zi. — dai, o Carragiai, Russo Mss, — Carragiaju, Cupani, Mss. p. 72. Pica manna, Castaneo marini, et cyanei colori, Cupani. La Gazza marina è un uccello di passo periodico; viene in aprile e parte in set- tembre; è raro nelle basse regioni delle Madonie, più comune nelle Petralie; non l'ho veduto mai nella regione nemorosa. 1 pulcini si domesticano facilmente. Il sig. Guer- rieri ha un bel disegno colorato del maschio. Sinonimia Siciliana.— Cn/vojr/à, Messina, Siracusa, Caltagirone, — Carragiaju, e Carragiai, Catania, Palermo, — Giajn, Castrogiovanni, Petralia, e Palermo, secondo Palazzotto — Sco;-«o(7ic?M, Castelbuono — CornajrtaJM, Collesano, — 4ww, Cefalù. 20 CATALOGO Genebe CORVUS Lw.^eo. 22. Copvns corax, (Lin.) C. atro-violaceus : rostro capitis longitudinem excedente, fornicato, apice subadimco: cauda elencata : remige seeunda sextam superante. Sari, Orn. Tose. t. 1, p. 112— Galvagni, Top. Etn. Mem.G. - Benoil, OrnSic. p. SS. - Power, Ilin. p. 201. Calcara, Storia Naturala di Ustica p. 59 — Schcmbri, Quadro geogr. orn p. 4. —Palazzotto, Orn. Sic. Mss. Taranto, Disc, inaug. p. 84. — Corto, Russo, Mss. — Corco, Cupani Msj. p. 49. II Corvo imperiale è molto comune , non emigra, nidifica nelle rupi inaccessibili e qualche volta sugli alberi di alta cima, si domestica facilmente, non teme la vici- nanza dell'uomo, è molto vigilante, si nutrisce di cadaveri di animali e di frutta, è onnivoro ; tra tutti gli uccelli il Corvo imperiale è il vero cosmopolita, uccello se dentario che abita in tutti i climi, tanto nell'Africa nell'Asia, che nelle parti più settentrionali dell' Europa, si trova nella Norvegia, nella Lapponia , e sin vicino il polo; ed;è cosa ben curiosa, mentre la maggior parte degli animali^ che vivono in queste regioni gelate nell' inverno cambiano di colore , e tanto i peli che le penne divengono bianche, il Corvo resta sempre nero, ed il volgo giustamente dice, che restò nero per prendersi l'altrui pensiero, perchè non cambia di colore: anche gli al- bini in questa specie sono rarissimi, ed il volgo stesso dice : è rani, comu un corvu biancu. Sinonimia Siciliana. — Cuorvu e Corvu in tutta Sicilia. 23. Corviis eorulx, (Lia.) C. dorso abdomineque cinereo: cauda, alis, capite, colli antica parte atro -violaceis: rostro apice subadunco : remige sexta secundam superante. Savi, Orn. Tose. v. 1, p.ll5- — Power, Ilin. della Sic. p. 201.— SchemUri. Quadro geogr. mn. ;p. 5. — Taranto, Dise. inaug. p. 84 — Cornix cinerea, vulgo Cornacchia, Cupani, — Cornacchia cinnirusa niura con penne pavonazze, RUSSO, MSS. — Cornix cinereo, NoCito. Top. p. 34. — Cornacchia, Cupanl, Mss. p. 42. La Cornacchia bigia è meno comune della precedente specie , vive a coppia o a piccoli branchi; nell'inverno abita nelle praterie aperte ed umide, nella calda sta- gione vicino i torrenti ed i fiumi. Se no vedono in tutti i mesi, ma in primavera è più frequente, probabilmente alcuni sono di passo in tale stagione. Sinonimia Siciliana. — Cuorvu jancu, Messina — Corvu marinu, Castelbuono, Castro- giovanni — Ciavula maltisa , Catania, — Gnarnaccia , Petralia, — Cnivacchiu, Calta- girone, — Ciaula grigia, Girgenti. 24-. Corvus frugilesas (Lin.) C. Atroviolaceus : rostro conico capite sublongiore, versus apicem compresso, aeu- DEG!.! UCCELLI DELLE MADONIE 21 minato ìion adunco : cauda rolundata , reinige secundu sextain, niperuntem. Sari, Oin. Tose. v. 1, p. 117. — DenoiI, Orn. Sic. p. 27. — Schembri, QuaJro geo orn. Il Corvo nero è di passo accidentale nelle Madonie, uno ne fu ucciso in novembre 1846 e sembrava smarrito da' suoi compagni perchè su di un albero dove era po- sato non temeva affatto la vicinanza dell'uomo. SixoxiMi.i SiauAyA.— Curvacchiu, Catania, — Corw!* di sinteri, Messina — Comi di passa, Sicilia. 25. Cor VHS nioiiednla, (Lin,) C. carpare atrocinereo, pileo, alis, caudarjue atroviolaceis, remige secunda quintam aeqnanie. Savi, Orn. Tose, v. i, p. 121. — Galvagni, Fauna Etnea, Mem. 6. — Benoit, Ornit. Sic. p. 28. — Power, lli- ner. p. SOL — Taranto, Disc, inaug- p. 84. — ScheniDri, Quad. geo. orn. p. 5, — On«/a orrfinan'n, Russo, Mss. La Taccola è molto comune nella regione selvosa e scoperta, abita nelle rupi e nelle balze, vive in branchi numerosi, nell' inverno scende nelle falde, nidifica nelle rupi- In luglio ed agosto se ne vedono branchi numerosissimi nella valle della Juntera e di Atrigni. Si domestica facilmente anche adulto, cibandosi di frutti e di semi ed anche^i carne cotta, nello stato di schiavitù prende diletto a lavarsi spesso le penne. Sinonimia Siciliana. — Ciaula, Messina, Castrogiovanni, Catania, — Ciaula, Castel- buono, Caltagirone. S6. Corvus glautlarius, (Lin.) C. iectricibiis superioribus externis coerulets, nigro striatis. Savi, Orn. Tose. v. 1, p. 122. — Nocilo, Top. p. 33, — Galvagni , Fauna Etnea, mem. 6, — Power , llin. (Iella Sic. p. 201, — Benoil. Oro. Sic. p. 28, — Scinà , Topog di Palermo, — Schembri , Quadro, geo. ornit. p. 5, — Taranto, Disc, inaug, p. 84, — PalazzoUo , Orn. Sic. ìin. — dai dì bosco. Russo. Mss.— Cw/*, Cupani, Mss. p. 30, 121, ~ Pica glandaria altera transitoria, seti cnigineo violaceo, colore pietà, Cupanì, ri- portato come sinoDimo da Beooit. La Ghiandaja è comunissima ne' castagneti ed in tutte le campagne attorno dello Madonie, è più comune in està che in inverno, nelle Petralie è rarissimo. Si ciba di frutta di grano di semi d'insetti, nidifica sugli alberi, i pulcini si domesticano fa- cilmente ma non vivono lungamente. Sinonimia. Siciliana. — Carragiau , Palermo (Scinà) — Tiruni , Messina, — Giaju, Castelbuono, Palermo, — Pica, Cefalù - Giai, Catania, — Raja, Caltagirone — Corvu carragiau Girgenti. «. 22 CATALOGO 27. Corvus pica, (Lin.) C. pennis abdominalibus, et scapularibìts albo-niveis , eeterum a(ro-viridis, vel atro violaceis, Savi, Orn. Tose. v. l,p. 124.-Galvagni, Fauna Etnea Mem. 6, — Calcara, Storia Naturale di Nlcosla, p. SO, Benoit, Orn. Sic. p. 28 — Power, Ilin. p, 201 — Taranto, Disc. Inang. p. 84 — Schemtjrl, Quadro goo. ornlt p. 5 -- Palazzotto, Ornlt. Sic. Mss. — Carcarazza, Russo, Mss. La Cazzerà è la meno comune di questo genere, rarissima In Castelbuono, comune nel lato meridionale di Petralia dove nidifica costruendo il nido sugli alberi , è se- dentaria, i pulcini si domesticano facilmente perchè nutrisconsi di tutto. Sinonimia Siciliana. — Carcarazza, Messina, Palermo, Ustica, Catania, Caltagirone, — Carearazzu, Castelbuono — Pilarra, in altri punti di Sicilia. Genere PYRRHOCORAX Vieillot. 28. Pyrrliocopax graciilns, (Tem.) P. rostro arcuato capite longiore. Savi, Orn. Tose. v. 1. p. 130. — Corras ^raciito. Palazzotto, Ornlt. Sic, Mss. — Ciaa/n ftmijma. Russo, Mss. Il Gracchio forestiero è comunissimo nelle alte regioni , presceglie per sua dimora i balzi e le rupi, molti ve ne sono nelle salite murali vicino Isnello e nella valle della Juntera, nidifica ne' luoghi medesimi, vola a branchi numerosi, è molto leggia- dro ne' movimenti; quando è posato spesso fa sentire una voce acuta, e fa vicino la sua compagna i semi-giri come i colombi; spesso scendono nelle valli e ne' piani ed il loro volo è come quello degli Storni. Sinonimia Siciliana. — Ciavula cu hi petttt nissu, Castelbuono, — Ciavula tunisina, Palermo. Genere SITTA Linneo. 29. Sltta Earopaeae, (Lin.) S. corpore superne coeruleo-cinerascente , infeme helvolo, urepygio fulvo Cattaneo, et albo. Savi, Orn. Tose, v- 1, p. 135. -Benoit, Ornlt. Sic. p. 30— Power, Itin. p. iOl -•Schembrl, Quadro geo. ornlt. p. 6 — Ficedula cinerea recto rostre se unostraiis, Cupanl. DEGLI UCCELLI DELLE MADONIE 23 Il Muratore è comune no' nostri boschi di querce particolarmente in quello di Casielbuono, Culla, Montaspro : continuamente è in moto arrampicandosi sopra i tron- chi, ed i rami delle querce visitando tutte le crepacce per beccarne gl'insetti, spesso fa sentire una breve ed acuta voce , nell' està se ne prendono molti colle paniuzze nelle acque dei boschi. Sinonimia Siciliana. — Brancicaloru , Messina. — Piszula zucchi, Catania, — Piz- zulia zucchi, Castelbuono. Genere FICUS, Linneo. 30. Ficus major, (Lin.) P. vertice nigro : dorso nigro : pennis analibus rubris. Savi, Ornit. Tose v. 1, p. 142--Galvagnl Fauna Etnea M, 6 — Benoit, Ornit. Sic. p. 32 --Power, Itln. p, i01~Scinà, Top. di Palermo —Scliembri, Quadro geog. ornit. p, ì — Lingua longadi Tardi? Cupanl, Mss. p. 75, 90. Il Picchio rosso maggiore abita ne' boschi di querce , mentre non ne ho veduto nei faggeti , nell' inverno scende nel piano sino dentro i verzieri di Castelbuono, ni- difica nelle buche degli alberi, non vive nella gabbia, si nutre d'insetti, e da lungi si sente il suo martellare ne' tronchi per farne uscire gl'insetti, o per fare dei bu- chi per andarli a sorprendere nelle loro invincibili gallerie. Sinonimia Siciliana. — Lingua longa, Palermo, — Lingua longa di turdi, Catania, — Serra chiavi, Polizzl, Pizsulia zucchi russu, Castelbuono. Genere YUNX Linkeo. 31. Tunx torquilla, (Lin.) F. corpore cinereo, nigro maculato. Savi, Ornit, Tose. v. 1, p. 146 — Galvagnì, Fauna Etnea M. 6 — Benoit, Ornit. Sic. p. 33 — Power, Itin. p. 201,- Scinà, Topog. annot. — Sctiembri, Quadro, geog, ornit. p, 6 r- Palazzotto, Ornit. Sic, Mss. Ta- ranto, Disc. ìnaug. p, SS-- IHotacilia torguilla, ì^ociio, Top. p. d^--Litix cinereo-fusco vulgo linguci longa di turdi, Cupani, — im^Ha longa di turdi, o furmicara, RuiSO ìlss. — Lingua longa furmiculara, Cupan), Mss. p. 90, 137, 75. Le tre specie descritte da Cupani, l^ Ficus major, 2° Ficus medius, 3" Ficus va- rlus [minor vertici rubei coloris. Tab. 534, e Ficus minor albo nigroque varius vertice rubro, crisso testaceo, lingua longa cu lu plnnaccheddu russu e testa russa, sono state considerate dal Palazzotto come livree delle varie età e nelle diverse sta- gioni della Yunx torqullla. 11 Chiarelli (Mss.) crede che la terza specie si deve rife- rire al Ficus minor Lin. 2* CATALOGO Il Torcicollo è di passo alquanto raro; in marzo ed aprile se ne vedn qualche- duno nelle falde delle Nebrodi vicino Castelbuono, non nidifica fra noi. Sinonimia Siciliana. — Furmùnlai-u, Messina, — Furmiculantcinnirisu, cvoddu tiior- tv, Catania, — Furmiculuoru, Castelbuono, — Lingua longa, Palermo, — Fttrmiculuni , GiTQGatì, — Furmieariu, CnhaQirone, — Carpinteri, in altri punti dell'isola. Genere, CUCULUS, Linneo. 32. C'uciilus canorns, (Liit.) €, abdomine albido, transuersim striis nigrescentibus notato. Savi, Ornlt Tose. t. 1, p. 140, — Benoit, Ornit. Sic. p. 34,- Power, Ilin. p. 201,--Schembrl, Quadro Seo. ornit. p. 6, — Palazzotto, Ornit. sic. Mss. — C"e/'o di passa , Russo, Mss. — C//ch/«5 transitorUis bar- beris ^ Cubani — Cuculits africxnus fasce dilutits.,. atis concoloribiis ad multariiin pliimarum extreiniint candido giutata, ec. Cupani, Mss. p. 80, il Palazzotto irede, che sia il giovine di un anno. — Cacca Ji/jn«a, Cupani, Mss. p. 48, 80. Il Cuculo viene in primavera, abita nelle foreste, in aprile e maggio fa sentire per tutto il giorno il suo monotono cu-cu, cu-cu^, parte in settembre, l'ho trovato in tutte le^livree; il sig. Guerrieri ha un individuo dell'anno superbamente figurato. Sinonimia Siciliana. — Cucii turturaru, Messina — Cuccù di passa, Palermo, Sira- cusa, Catania, — Cztccu bieddu Catania, — Citccu di niaju, Castelbuono, — Cwppan Fiume di Nisi. Genere, CAPRIMULGL'S, Linneo. 33. Caprimulgua curopaeus, (Lin.j C. pilen, vertice, dorso, uniformiter cinereo nigroque variegatis. Savi, Ornit. Tose. v. 1, p. lS8,-Benolt, Ornit. Sic. p. 36, -Palazzotto Ornit. Sic. Mss. -- Power. Itiner. p. 201. — Scinà, Topog. annoi. — Sctiembri, Quadro geo. ornit. p. 6, — Taranto, Disc. Inaug. p, 85, -No- oito, Topog. p. 34, — Galvagai, Fauna, Etn. M. 6, - Ingannafoddi, Cupani, Mss. p. 104, Stultm pallem, Cupani. Il Nottolone viene in aprile, ed emigra in settembre, abita nelle contrade basse al- berate e cespugliose, all'imbrunir della sera l'ho veduto taciturno vagare per ogni dove in una prateria al nord di Castelbuono in cerca d' insetti , non ho inteso ma il suo canto, nidifica fra noi. Sinonimia Siciliana. — Curdaru, Messina, Castelbuono, Collesano, Catania, Castro - giovanni, — Gaie?» foddi, Catania,— Tudii, PoUzzì, ~ 'Nganna foddi, Palermo, Gal - tagirone, Girgenti. DEGLI UCCELLI DELLE MADOiNlt, 25 Genere IIIUL'NDU, Lim>eo. 34. Hirundo rustica, (Lin.) //. dorso, uropygio, caudaqve nigro-violaceis, cauda albo maculata. Savi, Orn. Tose. v. 6, p. 161 Nocilo , Topog. di Pai. — Galvagni.Fau.Eln. M. 6 — Benoit.Orn.Slc. p 37. — Power, lUii.p. 201. — Scinà, Topngr. di Pai. — Calcara, SI. Nat. di Lsliia p. CO. Dtstr. di Lampedusa p. 30. --Schtmbri, yuadro geog. orn. p. 6. — Palazzone, Ornit. Sic. Mss. — Taranto, Disc, inaug p. 8b.— Htnninu di color ntgro pagonazzo, RUSSO, Mss. La Rondine domestica è rara nelle Madonie, qualche coppia nidifica sono i tetti delle chiese, in alcuni anni non se ne vedono affatto, è più comune in Palermo. Sinonimia Siciliana. — liinnina di caia, Castrogiovanni — Hinnina, Palermo, Messina Caltagirone, Girgenti, — Martidduzsu, Catania, Castelbuono. 35. Hirundo urblcn, [Lin.) H. dorso caudaque nigro-violaceis : uropygio albo. Savi, Ornit. Tose. v. 1, p. 164. — Benoil, Ornit. Sic. p. 38. — Power, Itin. p. 201. — Taranto, Disc. Inaug. p. 8ò. — Scbembrl, Quadro, geo. orn. p. 6. — Palazzotto , OrnlL Sic. iUs. — Martilluzzo di RimUna, Itusso, .Mss. — Rinnina a groppone bianco, e piedi irsuti, Cupani, MSS. — Iliiiindo pectore, et uropygio albis, pe- dibusgne hirsuiis, Cupani, Pampbilon. 11 Balestruccio è comunissimo in està; viene in primavera , nidifica nelle fabbri- che delle cartiere in Geraci, nella casa di Porrivecchi in Sottana , in molti dirupi e balzi vicino Isnello e Collesano ; alcuni partono nell' autunno , altri svernano fra noi ed abitano nelle contrade basse , ed allora sono riuuiti a branchi a Marca- tagliastro, Fiumara de' mulini, luoghi più caldi. In aprile 18i5, per più giorni si videro in Castelbuono in maggior numero, cosa mai osservala. Smo.MMiA Siciliana. — Martidduzsu, Palermo, Castrogiovanni, Castelbuono — £ar- bollula, Messina, — Curidda janca, Siracusa, — Binninedda , — Petralia — Cudidda bianca, Caltagirone, — Binninedda, Catania, — Munachedda, Castelbuono. 36. Hiruiiflo rupestri^, (Lin.) H. dorso, vrupygio, cauda griseo-cinereis : cauda albo macvlala. Savi, Ornil. Tose v. 1, p. 152 — Galvagul, Fauna Etnea M. 6 — Benoil. Ornil. Sic. p. 39 -- Schembrl, Quadro geog. ornit. p, t-- Hirundo m<;«tó«a. Palazzolo, Ornit. Sic. Mss. — ffi™» di li Turdi, Cupanl , Mss. p. 77. In tutte le stagioni ho incontrato la Tordola, credo essere sedentaria, nello inver- DEGLI UCCELLI DELLE MADONIE 31 no abita negli oliveti. nell' està ascende ne' boschi dove nidifica. In giugno ho veduto i giovani dell'anno al passu di la vutti; costruisce il nido sugli alberi, si nutre dei frutti del vischio, per cui questa pianta parassita ha preso il nome di cacazzi di turdi. Sinonimia Siciliana. — A/amzsanì, Messina, — Twdulici, Palermo — Re di li turdi, Girgenti , Palermo, — Turdu, Castelbuono. 49. Sylvia musica, (Savi). S. corpore griseo-olivaceo: Jascia supercilìarì vix perspicua: teetricibus inferioribus pallide luteo-ocrageis. Savi, Orn. Tose. v. i, p. 211. — Turdus musUus, Benoll, Ornlt. Sic. p. 63, -- Power Uln. p. 901. — Scliem- bri , Quadro geo. orn. p. 8 — Palazzolto, Ornlt. Sic. Mss. --Taranto, Dlic. Inaug. p. 84.-- Turdo, Russo, yLii^—Turdus erugineo candidi macitiis, Cupanl. Il Tordo comune viene in settembre, sulle prime abita ne' boschi, e nelle colline pieni di macchieti, raifieddando la stagione scende ne' piani , e popola tutti gli oliveti cibandosi del frutto. Il Tordo è cosi abbondante nelle campagne di Castelbuo- no come il Rondone nell' està dentro 1' abitato ; alia fine di marzo tutti emigrano. Sinonimia Siciliana. — Marvisza Messina. — Marvizzu, Catania, Castelbuono, — Mal- nzzu, Caltagirone — Turdu, Catania, Palermo. 50. Sylvia volitarla, (Savi). 5. cauda nigro-coerulescmte : corpore plus minus azureo. Savi, Ornlt. Tose. v. 1, p. ìli,-- Tiirdiis cyanem. Power Uln. p. 20!, — riirrfaj solitarim, Benolt, ,Ornll. geo. ornll. p. 52, — Schembrl, Quadro geo. orn. p. 8. —Taranto, Disc. Inaug. p.U — Turdusiolltarìutcya- ntus. Palazzotto, Ornlt. Sic. Kta. — Panaro solitario. Russo, ìiii,-- Patsaru sulitariu, Cupanl, Mss. p. 95. La Passera solitaria è sedentaria nelle Madonie, nell' inverno abita nel basso, e la notte va ad occultarsi nelle buche delle fabbriche , la mattina posandosi su i cam- panili 0 gli alti alberi fa sentire il suo fischio che modifica in diverse guise. Nidi- fica a Passo scuro, nel castello di Castelbuono ed in altri siti montuosi ed alpestri. Adoprando la civetta per zimbello è facile prenderle nella pania. Ne ho veduto una con alcune penne bianche in un' ala. Nelle tavole del sig. Guerrieri si trova figurato un maschio ed una femmina egregiamente. Sinonimia Siciliana, jtfi'err» di rocca, Messina, Castrogiovanni — Passaru sulitariu, hi Sicilia. 51. Sylvia «axatllls, (Savi). S. cauda fulva : abdomine luteo fulvo unicolore (in masculo) vel striis transversis nigris notato (infoeniina et juvene). 32 CATALOGO Savi, Ornit Tosf. v. i, p- 218,-- Turdus saxatilis, Benoit, Ornit. Sic. p. 51, --Schembri, guadra geog. ornit. p. 8, '- Lynci affini! vuigo Cudù russimi, CupaDi, — Palazzotto, Ornit. Sic. yUi. -^ Ctuia nissuni, Rus- so Mss. Il Codirossone vago uccello è di passo accidentale, uno ne è stato ucciso iti pri- mavera, ed altro ne ho veduto a' Monticelli in tempo d' està, forse nidificava nella vicina rupe. Nelle tavole del sig, Guerrieri si trova figurato un maschio, ma la mac- chia bianca sulla schiena è interrotta, questo disegno è egregiamente colorato : que- sti disegni sono stati fatti da un giovine dilettante mio amico Rosario Drago che generosamente si prestava e si era cosi bene esercitato pe' disegni di oggetti natu- rali che nulla lasciava a desiderare, nel fiore degli anni un acuto morbo prematu- ramente lo rapi agli amici, e la scienza ha perduto molto; si versi una lacrima per questo disgraziato giovine da' dilettanti di scienze naturali. SiNoiviiMiA JiciLiANA. — Mcnu (lì possu, Messina, — Snlitariu di rocca , Gastrogio- vanni, — Cudurussuni, Palermo. 53. !§ylvia oenantlie, (Lath,) ,!>. corpore superne cinereo: gìila albo lutescenfe: remige secunda quinta superante. Savi, Orn. Tose. v. 1, p. 221, — Benoit, Ornit. Sic. p. "3 — Power, Uin. p. 202 — Calcara, Storia Naturale lii L'stica , p. 60 --Schembri, t'uadro geog. oriit. p. 8 —Taranto, Disc. Inaug. p. 85 — .«ofociV/a oenam/ie. Scinà, Top. — Palazzotto, Ornit, sic, Mss. — Galvagni, Fau. Eln. M, 6. — Cuda vranca, Cupani, Mss. p. 113 Albidos major alter cìneracetis, Cupani, Pamplliton. Il Culbianco viene fra noi in maggio e si ferma nelle praterie delle falde nebro- densi, nell' està ascende i monti ed in luglio ed agosto si vede nelle campagne di • ieraci di Petralia e di Polizzi; è il solo uccello che ho veduto posato sulle alte vette del Pizzo delle case e dell' Antenna : in settembre scendono nuovamente e volano a branchctti ne' luoghi medssimi. E stato ucciso un individuo perfettamente albino. SiNO.MMiA Siciliana. — Cuda bianca, Palermo, — Cuii J/anc/i/, Castelbuono, — Cu- da janca, Castrogiovanni, Siracusa, — Mataccimt, Culli jancu, Messina, —Cuda bian- ca, Culu jancu, Massajola, Catania. 53. Sylvia Bta|iaziiia. (Lath.) S. carpare superne albo cinerino, vel badia lielcoln, regime quinta secuudam supe- rante. .savi, Ornit, Tose. v. 3, p. 206 — Itenoil, ornit. Sic. p. 73 -- scliembri. Quadro geog. ornit. p. 9 - Omda «Irta /nns.Cnpani, — Galvagni , Fau . Etn. M. 6 Zuccarello, Rie. Ornit. Leti, 1, p. 3, --Taranto, Disc, inaug. p. 85, — ^fotncilta stapazina, Palazzotto, Ornit. Sic, Mss, — Cuda vrattca, Cupani, Mss, p. 113. La Monachella non è molto comune, è di passo accidentale, se ne videro diverse nel 1813. Nella raccolta delle tavole di Guerrieri vi é ben figurato un maschio. Que- sto uccello varia molto nella disposizione e gradazione de' colori della testa e del dorso. Sinonimia Siciliana, — Mataccimt, cu l'ali n'mri , Messina — Ali niuri, Castelbuo- no, — Caca sciara ? Aciddazzu parrinu, Catania, — Munacheddu, Caltagirone. (Continua) SULL4 RISOLUZIONE DEI TRIANGOLI SFERICI 1 LUI LATI SONO PICCOLISSIMI IN CONFRONTO DEL RAGGIO DELLA SFERA MEMORIA DEL SOCIO ATTIVO FlSAlVCESrO €Al,nA1%£;RA (Comunicala dall' Aul. In giugno 1S53;. ^. A lutti è noto il prezioso (eorema sulla risoluzione dei triangoli sferici pochissinu) curvi ennn<'into por la prima volta dal celebre Legendro nelle Memorie deli'Arcademia delle Scienze di l'ari!,;i per l'anuo I7S7. L'I dimostrazione dala iu se;;mt() da quest'autore nella sua Memoria, die precede 1' opera del Didambre intitolala Metod analilici per la determinazione d'un arco di meridiano, è ablmstanza sodisfacente, ma ella non pone soll'occhio i termini di qiiarl'ordine, e potrebbe essere più semplice e cbiara. Poco tempo dopo Larjrange nel 6° (|:iaderno del Giorniile della Smiola Politecnica ha da(o un'altra dimostrazione dello stesso teorema, la quale partecipa dell'eleganza ed evidenza che dislinnuono tutti i prodotti di quell' insif;ne geo- metra; egli però non lia consideralo che i soli termini di secon- d'ordine, e quando di quei di ordino superiore vorrebbesi tenere conto perderebbe quella dimostrazione un poco della sua semplicità, e richiederebbe l'impiego del metodo delle approssimazioni succes- sive, 0 di allro equivalente. •2 SULLA RISOLUZIONE Dopo tale epoca gli scriUori non hanno fatto quasi tutti che ri- petere la dimostrazione flel La^ranfre , e quella riferita dal sif^nor Sahieuve nel suo Corso di Topojjrafia e Geodosia corno dovuta al Colonnello Puissant non è^ eccetto alcune poche variazioni, che la stessa del Legendre. Buzentreiger nel giornale che puhhlicossi in Tubinga dal barone di Lindenau sotto il titolo Zeitsciirift fiir Astronomie , und ver- wandte Wissenschaften. B. VI, S. 264 , ha discusso il teorema di cui è parola ed ha fatto rimarcare che egli è applicabile alle più estese operazioni geodetiche già intraprese; ed il prefato sig. Puis- sant nel suo Trattato di Geodosia (2" ediz. voi. 'I , pag. 229 e seg.) non ha trovato che la differenza di 4 centesimi di tesa sul mag- giore lato del grande triangolo misurato in Ispagna da Arago e Biot avente per vertici Iviza, Montgo, Desierto, tra il risultato ottenuto dal considerare tale triangolo come sferico, e dal ridurlo a rettilineo per mezzo del predetto teorema. Il chiar. astronomo Santini nella prefazione alle sue tavole di logaritmi impresse in Padova (2^ ediz. pag. 58 e seg.) dietro avere rapportato la dimostrazione del Lagrange ha voluto tenere conto dei termini di ordine superiore al secondo, trascurali da quel geo- metra, protraendo il calcolo e servendosi di una delle formole del prof. Molweide da lui dimostrate nei suoi eccellenti Elementi d'A- 'stronomia (2'' ediz. voi. I, pag. 2 e 3) poggiando sul teorema di Taylor e sul metodo del regresso delle serie. La considerazione di essi intanto si rende indispensabile allorché si vuole rendere com- pleta la dimostrazione , sia per vedere più chiaramenre ciò che si trascura, come altresì per conoscere la modificazione di cui abbi- sogna r enunciato teorema del Legendre qualora i termini in di- scorso avrebbero un'influenza sensibile nei risultati. Io mi propongo di darne qui una novella ponendo in evidenza la successione di tutti i termini sino al quarto ordine inclusivarneute, e procurando, che insieme al rigore abbia semplicità ed eleganza. 2. Siano A, B, C, gli angoli ed a^ b, e, i lati ad essi rispettiva- mente opposti di un triangolo sferico pochissimo curvo descritto sopra una sfera di raggio r: un triangolo simile descritto sopra una DEI TRIANGOLI SFERICI 3 sfera di raggio eguale all'uiiità avrà gli stessi slu^oVi A, B,C^ e per , u b e lati ->-}-. r >■ r Supposto a, b, e piccolissimi in rapporto ad r, -, -, ^ sono delle quautilà assai piccole, e posto - =ai possono rappresentarsi con acù, bcc,c co, la piccolezza loro dipendendo così da «a, che si ri- guarda come piccolissima in confronto ad a, b, e. Ora si sa che per un triangolo sferico appartenente ad una sfera di raggio ^ di cui gli angoli sono A^ B^ C ed'i lati di «, j3, y^ havvi la relazione sen- («-)-^_fi)sen-()sen- (;3-f ^_«) quindi pel triangolo da noi considerato si ha sen- (a -|- e — 6) ^X sen -(a + 6 — e) « fan'li= - ^ 2 1 1 J sen- (o + 6 + £■]-.' Xsen -(6-j-c— a)« ovvero supposto per brevità a-T-r — b a-\-b — c a4-b-{-c bA-c — a ,,, —2 ='»^ — 2— = «^ '^V^^/'. ^S =7 ('). , il , sen M w X sen n » ,~, tan T, A= 2 , . 2 sen p -0 X seni/ « \ i' * per mezzo della quale si può valutare l'angolo A essendo conosciuti i lati ttj b^ e ed il raggio r. Ma poiché a> si suppone assai piccola in rapporto ad a^ b, e vale meglio riguardare l'angolo A come una funzione di a e svilupparlo in serie ordinata secondo le potenze ascendenti intere e positive di quest'ultima quantità, impiegando a tale oggetto il teorema di Stir- ling, con cui si ha : .4 = 4'-h^'^-iì. + fflV+t^^^+f?4)-^ + ecc (h). SULLA RISOLUZIONE . il valore di i e dei suoi coef- indicando con ^^l^j ) , ({J'j) , • ficienli di {Fere oziali per la supposizione di m—O. 3. Affine di ottenere più facilmente A', U— , [- — , noi svilupperemo in serie i seni contenuli nella forinola (2) secondo quella conosciuta sen x ==x 1 ; — 2. 3. ^. 5. 6. 7 + . ed osservando di essere 7U a>, noi, p v. tj m, delle qiiaiitilà mollo pic- cole ci atterremo a conservare liilli i leriiiini di[iendeiili dalla prima fino alla quinta potenza di a inclusivameate; così a\ renio m 6)] 1 lan - .4 = 2. 3. 4. a X « « I 1 - -TV- + 2.3 '2. 3.4. 5 la quale espressione dietro avere tolto i fattori comuni al nume- ratore ed al denominatore si può presentare nel modo seguente: tan'i i^'-^^M 2 p q 2.3 2. 3. 4.0 )\ n- -.)" w a 2. 3 "* 2. 3." 475 '"^ 2. 3 2.3.4. 5 J '>^\ 2. 3 2. 3. 4. 5 Sviluppate le potenze — I dejjli ultimi due fattori, effettuale le moltiplicazioni imlieale, ordinati i termini secondo le potenze di a>, trascurando que' dipendenti dulia sesta e dalle più alte potenze di tale quantità, si avrà tan" i i = 2 m n P ? + I Hi jr — m'y — m' q—n p —n q ^f q) ^^Ti' DEI TRIANGOLI SFERICI 5 eJ osservnnfloche m' n' — m'// — in q' — n p' — ti' q'-^p' q' puossi tra- sformare in - l?)!' -\- n' — p' — q')' — - [m' + n -{- p'-\- q'] , la precedente espressione di tun' 1 As\ può presentare sotto la forma Ititi 3 ì \ A_-P , 1 / 3 , : -j 3 \ a 6?* —{m +n—p—q )__ -{- _ [ni +n —p —q ) —- tan'i/l=^'i^ 2 pq 15 ^ ' ^ ' ' 2.:ì.4 4. Per renderla vie più semplice si riprendano le relazioni {\) e si ollerrà m' — p'z= (m + p)(m — /?) = — [e -\-c) ù =: — a ù — t> e , n — q' := [il -\- q][ n — q] — ù [a — c):=a ò — ù e , m + // = - [a'-]- b' -\- c')-\-ac, ì k' + 9'= i («= + 6' + c') — a e, m —p:^[m'-\-f][m—p]=—'^^[a+0'-\-c'][ab-\-bc] — a e [a b -]r b e ] , n' — q- = [n'+q ]{n' — y') = 1 (a' + b' + c'){a b — bc) — a e (a b — b e) ; epperò m' — p' + n' — q' =— 2 b e , m — p+n' — q' = — (a'+b'+c)bc — 'Ia'bc = —bc{óa' + à'-\-c). Quindi si avrà per tan' _ A l'espressione assai semplice lan - .4 = ^ b e ^ 4- - b e 2 p q ' 3 p q 2 ^ 3 p q 2. 3. i ^ ii p q ' ^ ' 2.3.* ^ ' 6 SULLA RISOLUZIONE 5. Differenziando quest' equazione per rapporto ad A ed o-\ ram- mentando che A=/'H,e dtan i i= if ^ +taa' L A]^dcc, si otterrà : tanli + taa' ^- k\AA-=l 'JLIL b e ce ^ \ ^^^'c'-^ 2 m n + !ii^Ac(5a' + ó'+c^ 15 p 9 * ' ' 2. 3 1 f I + 4 tan' L X+3 tan' i A ][-^+{ tan 1 A + lan' i .4 ì i^ 'à l> q ^ P 1 2 Ì5 p q i (2 tan ii + 5tan' 1 i + 3 tan' 1 iìfli-T l, 2 ' 2 2 j[d <« ) + ?- f I +4 tan' i i + 3 tan' i i ÌÌA i^lA. 2\ 2 2 jd «> d «' + f tan U + tan^l iìi?^=*-^^é'c'« \ 2 2 } d a' 3 p q ^ + t' tan' i i+ rò tan' i i+ *i tan' 1 ^ Y-li-ì 2 2 ' 22 2 j\d 0, ] + 6(2 tan ii + 5tan=l i + 3 tan' i i V^LAT f51i. + -f i + 4 tan' 1 4 + 3 tan' 1 a]Ì^A 2l ' 2 2 Jl(/«' + 2(^ + 4 tan' ± A+o tan' 1 i 2 2 d (a d'j' d A d'A + ftan * i + tan' L 4)-^= i ^JL ^'c' i 2 2 d ;>' 3 V a 15 p 5- DEI TRIANGOLI SFERICI T Si potrebbe similmente continuare la ricerca di quest'equazioni differenziali, ma ci arrestiamo alle precedenti perchè avuto riguardo alla picciolezza di as noi vogliamo conservare nella serie (li) sola- mente tutti i termini dipendenti dalle potenze di questa quantità sino alla quarta inclusivamente. 6. Per ottenere i valori di i4 e dei suoi coefficienti diflerenziali per l'ipotesi di « = 0, bisogna nella serie (i) e nelle seguenti equazioni differenziali supporre a3 = 0. Con tale supposizione la serie (i) dà -yitt+':-b)X-^(a+b-c) (an' i i = i!L!L = i " P'J :L^a + b + c]X~[b+c-a) Donde ne risulla, come ognuno sa, che i' rappresenta un angolo del triangolo rettilineo avente i lati di eguale lunghe/za a quei del triangolo sferico proposto , come altronde dovea accadere per la supposizione di «3 = 0, cioè di r = x , la quale fa trasformare il triangolo da sferico in rettilineo. Si osserva poi facilmente che A' è l'angolo opposto al lato a. La medesima supposizione di fan'li'Vj?ii-ì = 0, SULLA in SOLUZIONE f ^ + L'tan" 1 i' +15 tan' i A +'' tau' 1 iìfli-Y la 2 2^2 2 )[ da j + 6(2.»„l4+3U,„-.+3l.„'l.|44.J(^) + f taa li' 4-taa' *.i'Yillì= * .!!LA 6' e' \ 2 2A'^",/3p^ -. 0 c (o a 4- 0 -\- e ). io p q ^ ' ' ' Da queste relazioni dietro oppurtune riduzioni si ricava -; — = 0 , i — = I ^ e sea L A' cos 1 A = - bcsenA' , di d'A\_^ /...„„„ i i- „„„ 1 i-(. = 1 O'c sen 1 i cos i A' I — 2 sen' ' A d(a' I 'i 2 2 V 2 + ? i c sen 1 A' cos i .1 (3 (i + 6' + cM = - i'c' sen i cos A -\- - ò e seu yl (5 a' -f- é' + e) ; e poiché per una proprietà del trianijolo rettilineo si ha cos i = T'^JUii, quest'ultimo coefficiente differenziale :jì può ri- durre alla forma assai semplice J^ì= LieseaAiT^' + Tc^-i-a ). DEI TRIANGOLI SFERICI 9 7. Sostituendo ora le trovate espressioni di I -li J, f_^j, f^ì, _4 nell'equazione (li) si ha À = A' + - ò e seiì A X +-1^ ù e sen A' [7 ù' + 7 e + a')®' (k), serie esalta sino alle quantità di quarl'ordine inclusivauieule , di- stinguendo l'ordine delle quantità il l'alloro ». Come per le ipotesi di sopra onde ottenere la serie (k) non vi ha Ira le quantità a^ l>, c^ A^ altra condizione se non che o^ b, e sinno i tre lati del trianjjolo proposto, ed 4 l'anjjolo opposto allato Oj ne conseguita che debbonsi avere delle equazioni simili rclativa- naenle a^jli altri due angoli, cambiando solamente /l in fi od in C, purché si cambii nello stesso tempo a in é od in e; epperò indicando con 6' e C gli angoli del triangolo rettilineo, i cui lati sono di eguale lunghezza a quei del triangolo sferico, rispettisamcnte opposti &() e e, e che sono i valori di 6 e C per l'ipotesi di relazione esatta sino alle qnantilà di second'ordine inclusivanaenle. Sostituendo quest'espressione di 0 nell'equazioni (1) si ricava A=A' + ^ 1'+ J_ I(ò' + c'—2a' ^ 3 r I8U r' ^ C = C+^ r + _JL_ J(a' + ^= — 2c" '■ir' 180 r' ^ lo quali forinole sono molto semplici per le applicazieni, e dimo- strano il teorema conosciuto per la misura dell'aja di un triangola sferico qualunque A + B + C—2Q= J.n 9. Resterebbe a vedere quale modificazione soffrirebbero queste relazioni allorché per valutare l'eccesso sferico secondo la consue- tudine si ri(;uardano i lati ay b, e come costituenti un tiian[]olo rettilineo a\eiile per anjjoli quelli slessi del trianijolo sferico; ciò che solo è permesso allorcliò si trascurano le quantità di quart'or- {') Il celebre G.mss nella sua eccellente Memoria iniiiolata Disquisiiiones generales circa siippifìcips ciirvas ari. XXVII, perviene |ier luU'allra via alle forinole (I)'. Era già pieseiiiata all'Accademia questa mia Memoiia quando, per ragione del conside- revole rilardo con cui mi è pergiunto, mi fa concesso conoscere per la prima volla cosi prezioso lavoro del Gauss come seguito alla quinta edizione dell'Applicazione del- l'Analisi alla Geometria di Monge. «2 SULLA RISOLUZIONE (line. Ma noi sappiamo ciie queste sono sempre trascurabili nelle operazioni geodetiche, e che in esse il teorema del Legendre è ap- plicabile tale quale egli lo ha enuncialo, per cui non entriamo in. ulteriori considerazioni. Ci fermiamo solo a fare rimarcare che scor- gendosi chiaramente dalla superiore dimostrazione la mancanza dei termini di terz'ordine nelle relazioni (1) si vede legittimo un fatto, ed è che non vi ha etereogeneilà di operare allorché si applica il ridetto teorema del Legendre alla determinazione delle distanze re- lative tra i vertici dei triangoli geodetici di -1" ordine, e che poi nel calcolo delle loro posizioni geografiche si ha riguardo alle quan- tità di terz'ordine; quantità indispensabili a porsi in calcolo nel caso di grandi triangoli, come ne hanno provato il bisogno nella deter- minazione dell' arco di meridiano fra Monijony e Formentera il precitalo sig. Puissant (Memorie dell'Accademia Ueale delle Scienze (li Parigi tom. ^6, pag. 472), ed il defunto prof. Amante (Memoria letta all'Accademia Pontaniana nella tornata de' 25 gcnnaro 1846). DEI TRIANGOLI SFERICI 13 NOTA Qualora per oggetto d'istruzione vorrebbesi una dimostrazione del teorema del Lc- gendro diversa di quelle conosciute ed indipendente dal calcolo differenziale, ecco l'an- damento da seguirsi : Stabilite lo relazioni (1) e ('i) come nel § 2 si sviluppino i seni contenuti nel se- condo membro della (2) trascurando le potenze di « superiori alla terza, e si ha m^vìt -~- X « '■' 1 — 1 \ 2.3j\ 2. 3 tan' -j4 := -, s -, ['^:tj^ ''"['- -271 ovvero 2 77\ 2. 3 A 2. 3 Tv 2. 3J -^ i 2. 3^ Sviluppate le potenze — 1 degli ultimi due fattori, effettuate le moltiplicazioni in- dicate, omettendo i termini dipendenti dalla quarta potenza di », si ricava tan' - A : P 1 1 — ( m' -|- 71- — p' — g' ' 2. 3 espressione esatta fino alle quantità di quan'ordiue esclusivamente ; e per essere »i'4-n' — p' — y'=— 2 6c ( § 4) ne risulta Siano ora A', B', C gli angoli di un triangolo rettilineo avente i lati di eguale lunghezza a quei del proposto triangolo sferico, e rispettivamente opposti ad a, b, e. Poiché il triangolo sferico si suppone pochissimo curvo A de»e differire poco da A' , onde posto A^ziA'-{-x,x sarà una quantità piccolissima. Per una proprietà del trian- golo rettilineo si ha , 1 ., m n tan' - 4 = -, a pq' così alla relazione (V) può darsi la forma tan'|(i' + ;r) = tan'lA'X(l-f- \bc^'); ed essendo tan - A ' + tan — ar 1 -f- cot - 4' tan - x tao - (A 4-0?)= j j— = tan - A ~ —, 1 — lan - 4' tan - X 1 — tan - A' tan - x li SULLA RISOLUZIONE DEI TRIANGOLI SFERICI si ha [ 1 -|- col - A' tan - a; ) (1 — tan - A' tan —x) -^i l -\- '^ b et 1 >— ' . . 1 3 Si sviluppino le potenze 2 e — 2 dei faiiori dei primo membro di quest'equazione, 1 1 •i trascurino le potenze di tan - a; superiori alia prima, e si ponga - a; in luogo di 2 2 tan -T 07 , ciò che si riduce a trascurare delle quantità di quart'ordine e di ordine più elevato, giacché come si vedrà x risulta di secood'ordiae, si ricaverà 1 +cot - A'.x-^ tan - 4'.a;= '-hi: bea''. ovvero ,1 . ,1 cos - A' -{• sen" - A' x=. — beai'. ed sen — A cos - A 2 2 .T — - b c sen .4 «-= - - . 6 3 r indicando con 9 l'aja del triangolo rettilineo e rimettendo il valore di ». Si ha dunque A=^A'-\-~ -, ed in conseguenza o T S = B A ^,,C=:C'+ - -, ; dalle quali tre relazioni sorge il teorema in 3 r" or parola. ELOGIO DI PIETRO CALCARA PER FEDERICO LANCIA ; Lello nella tornata dei 19 novembre 1854 ). Vi\oge d' UD bomme de leltres doli Ciré le récil de ses travaux. D'AleMB. refi, sur tes elog. Da quando noverava i Soci spenti nel biennio -1830-5'! [\) altri colleghi vennero perduti da noi , ma ninna voce s' è levata a tri- buir loro l'encomio dai statuti prescritto; ed essi per isciagura tri- stissima della patria letteratura, che vieppiù immiserisce né bene è supplita né sempre, sono stati tanti in quest' altro triennio, che a me non lice farne cenno di volo : e come infatti senza fraudare la fama che a buon dritto completo ne pretende 1' elogio , potrei profferirlo del I'. Guglielmo Turner, di cui la -1' Sezione deplora la perdita funestissima e precoce (2) o dei varii aggregati in questo (t) V. Relaz. Accad. l'ai. 1852, 8° p. 17 e seg. (2) Nato il 12 agosto 1807 da ricco trafficante inglese studiò amene lettere nel convitto delle scuole Pie, e poscia matematiche sotto il prof. Batà. Entrato già sacerdote nella Comp. di Gesù vi sostenne ufficii e gradi cospicui , essendo 'stato ancora Preposilo della casa dei professi, ovunque lasciando desiderio di sé e meraviglia; conciossiachè fu di vita si esemplare e si pia , che potrebbesi meglio dir santa , e a modello 2 ELOGIO DI PIETRO CALCARA cortissimo intervallo rapiti, conquiso come sono dalla copia dell' nr- gomento e smagato dall'inadatta facondia? (1) Però ad inaugurare il porgere di cristiana perfezione per le evangeliche virtù, miste a dolcezza d'animo e a fran- che e ingenue maniere, onde era meravigliosamente fregialo; le quali egli all'umana sapienza seppe accoppiare con raro innesto, avvegnaché per tristo vezzo moderno essa che prima indìavasi ora con superbo divorzio comunemente ne è scissa. Lesse lun- gamente matematiche elementari nel Collegio Massimo , e ne pubblicò le isiiiuzioni di Algebra e di Geometria ; comparvero quelle nel 1830 in unico volume in 8", e queste prima in due altri ricchi di tavole , ove se è diffuso anzi che nò , e alla sintesi inclinante più che al metodo analitico, l'ordine, il vigore, e per molli teoremi la novità delle dimostrazioni, 1' esattezza del linguaggio , la precisione rigo- rosa con la quale procede nei corollarii, e la chiara facilità con che sono dettate le rendono assai pregevoli, e molto proficue per lo insegnamento. -Altre opere lasciò ma- noscritte, fra cui un trattato teorico pratico sul calendario e un altro delle sezioni co- niche e della cicloide, che uniti alle note della Geometria doveauo formarne un terzo volume, oltre il corso di Aritmetica già co npiuio che forse vedrà in breve la lu- ce. Altri materiali ragunati avea per un corso di fisico-matematica ad uso delle scuole sue, che meditava compilare sopra un fare più analitico e completo dell' altro dello Scinà, eh' è monco nelle formule e talvolta inesatto nel calcolo che la fìsica gene- rale soffolce, meno ristretto del Baumgartner, e più scientifico e moderno dello Cerbi che per ora vi si leggono. Scrisse pure una memoria contro alcuni principii di Gian Domenico Romagnosi che trovasi inserita nella Scienza e la Fede di Napoli , e una difesa della Compagnia poco avanti del suo sperpcramento, in brevissimo tempo me- nata a fine con quella rapidità creatrice che manifestasi nell'ansia di gravi pericoli; i quali non avendo potuto scongiurare, anzi vintone, esulò in Malia riparandosi per un anno in quel Convitto moderato dai Padri. Affetto lungamente da tisi polmonare soggiacque alla micidiale infermità , placidamente cessando il IO giugno 1852. Fu altamente commendato dai prof. Carafa Tortolini Arago ce, e in gran conto tenuto dai nostri Muzio Gasano ed Estiller che nelle sue braccia cristianamente spirò. L'Accademia lo ascrisse tra i Sodi collaboraiini nel 1845, e ai 4 d'aprile 1850 lo promosse ad attivo della prima Sezione sulla mia proposta. — Unico omaggio lui vivo, come queste parole dopo estinto, che ho potuto offerire alla indelebile ricordanza del mio caro maestro e padre di spirilo! (1) Essi sono r Ab. Giuseppe Berlini socio emerito, Mons. Demi onorario, l'Ab Di Lorenzo 0 il prof. Scaglione attivi, Giuseppe Patania, Valerio Villareale, il canonico Vaccaro col- laboratori, l'Ab. Di Leo, il Dr. Di filasi, Comm. Migliore, avv. Marocco, cav. Inguaggiato aggiunti. Michele Rizzone da Modica, Carmelo La Farina, Antonio Arrosto, Anastasio Cocco e Carmelo Pugliaiti da Messina, Antonino Di Giacomo e P. Gregorio Barnaba La Via da Catania, Vito Capialbi da Monteleone, Cataldo Janiielli, l'Arcid. Cagnazzi, Giam-Baiiisia Quadri, Francesco Maria Avellino e Macedonio Melloni in Napoli, Sil- vio Pellico, il Cardinal Maj, Ducrotay de Blainville, Polidoro Uoux, Francesco Arago e parecchi altri stranieri. ELOGIO DI l'IETUO CALCAKA 3 nuovo anno accademico che par con lieti auspicii s' inizii , in mi- glior modo credo non si possa nò in guisa più giusta riaprirlo, che uno d" essi almen commemorando, sulle ceneri sue tepide ancora e sull'urna appena socchiusa deponendo una lode ed un tìo- re : ufficio doloroso ma pio , il quale si mestamente oggi adem- pio, che non so se debba desiderare il silenzio in che da più mesi mi tacqui, impedito dalle pubbliche cure che m' impacciano ed assorbono, ostili sempre alle lettere e più adesso che tanta prova testé traversarono, o se alla frequenza del ragunamento odierno ab- bia meglio a preferir la lacuna trascorsa. Però uno scopo mi spi- gne e conforta a sperare che per l'amicizia verso il Professore Cal- cara la bontà del proponimento sopraffaccia e vinca la restia e di- savvezza parola, voglio dir la lusinga d' infondervi ammirazione sin- cera per una vita si giovane e pur cosi piena di virtù e di lavoro, vittima della indica epidemia, che immolando altresì Domenico Te- sta H) parve ferire con irreparabile colpo gli studi naturali , di cui amendue erano fra noi gli antesignani ; vuoto qua più difficile a ricolmare che altrove, sembrando oramai disertino dai siti ove alle- varonsi rigogliosi con Boccone Cupani Bivona Scinà e sul versante (1) Nato in maggio 1785 visse sempre tra iifficii municipali con integrezza ed abilità; la quale monotonia e il fasliilioilclla golia quasi perenne alleviò collo studio della concliiglio- logia, adunandone per trenta anni collezione ricchissima per generi esotici per quan- tità di individui per rarità di specie, e ciò che più monta, ben nomcnclaia, e como- damente in ampi! scaffali schierala, in che spendca tempo e fatica lunghissimi e non poco danaro. Ad aumentarla fé' molle escursioni , e parecchi insetti ed uccelli assai leggiadri aveavi aggiunto, e monete, anticaglie e miniature finissime. A se rivendicò la priorità delle scovcrie fossili d'Altavilla, di che io non dubito punto, e vi trovò il Pectunculus Arudasii ; determinò la Pleurotoma Lameae e la Plevr. Trec- chi, che non è slata più ritenuta, e l'Helix Zanellia, che è la Deshayesii Cale, come la sua Hidnula sicnla affatto esotica stimo, qua \enuta forse aggrappata alla chiglia di qualche nave, e il Cerithiwn Uliìncsii-Kiliconlii una mostruosità del vul- gare. Vanno col suo nome il i'ec^en Teslae dedicatogli da Philippi, il Buccinvm Te- stae da Aradas, e la liissoa Teslae da costui e da Maggiore. A lui si dee il vanto, del quale gli si dee sapere buon grado, di aver dato la spinta primiera a Bivona ed agli altri che sulle tracce sue dieronsi a raccogliere conchiglie, pria come sempre avvien per diletto, poscia per istudio. Fu membro della Società Cuvieriana di Parigi e di paiecchie del regno. Spento dal contagio mori il 26 di agosto. 4 ELOGIO DI PIETRO CALCARA orientale dell'isola tramutino invece, dove, sia pel monte arcano e terribile che v'arde, pei vortici del garofalo e la morgana del faro, pei vulcani non bene spenti o da poco di Pachino e di Noto, per le trachiti i basalti le tefrine in cento maniere alternate e converse, i faraglioni dei Ciclopi, i picchi talcosi a gneis e micascisto della catena Pelorica che è ultima coda dell' Appennino, asse e spina d'I- talia e fronte orientale dell' isola, loro apprestasi campo più adat- to, e agevolati son dall'accademica coorte che l'intento unicode! Gioeni prosegue con alacrità pertinace , e da entrambe le vetuste Università, e dal vivere queto e dal silenzio dei luoghi che prestano agio a colali discipline per se romite e solinghe. Or poiché la vita del nostro sodale che encomio povera di fatti esteriori va tutta compresa nelli scritti, alla foggia di quelle esistenze che ad essi la sacrano , fedele all' epigrafe scelta mi farò senz' altro ad esporvene un cenno, e siccome il demanio incommensurabile di Natura in due grandissimi regni è partilo l'organico e l'inorganico, io d'essi parlando che entrambi li corsero, con siffatta divisione ne verrò dando contezza anziché colla cronologica che tutti per filo enume- rar li dovrebbe. Nato in Palermo il -16 febbraro -1819 da Gioacchino e da Anna Garigliano, fu messo bentosto a studiar medicina in questa R. Univer- sità, dove insignitosi della laurea nel 1858, fu eletto conservatore sostituto del museo geologico. Una affastellata e monca congerie di produzioni naturali eredata dall'antica Accademia avea titolo di gabinetto, cui l' Ab. Cancilla dalla cattedra che sin oggi accoppia tutto ciò che natura riguarda tranne la Botanica, segregatane con savio intendimento dal viceré Caracciolo nel ^799, recò verun lume collo sue informi aggiunzioni; accrebbela Scinà nel 1852 colle ossa fossili di Maredolce e Billiemi, poscia Pacini colla serie di va- ghissimi cristalli di zolfo e di salgemma , e la raccolta dell' abate Ferrara fu pure acquistata ed annessavi. Tanta farraggine in arbitrarli modi disposta e senza terminologia moderna egli imprese con ardua fatica a riordinare da me collaborato, e ne pubblicò (I) l'elenco della (I) Palermo IS'fó, 8°. ELOGIO DI PIETRO CALCARA 5 parte che l'orittognosia comprende, col sistema d'Omalius d'IIalloy, sotto ogni genere delle famiglie in che da costui son divisi i mi- uerali metallici e metalloidi numerando le specie, colla formula chi- mica i caratteri le varietà e i luoghi donde provvennero; con più arti- ficioso disegno è schierata la parte oreognotica che non riusci dare in luce, conciossiachè con isquisito ingegno in doppio modo è col- locala, la generale col metodo di Omalius e di Cordier in base allo elemento delle molecole integranti, e la topografica delle rocce di Sicilia per epoca per sito e per origine, poi le vesuviane, delle eolie e delle altre isole adiacenti^ i saggi zotiferi del bacino nettuniano e ninfeo di Parigi, dei sopracretacei subappennini, dei secondarli ec. ; ma re- stano tuttavia senza ordine e nome gli esemplari dei fossili degli uccelli dei molluschi e dei zoofiti, i quali dovrebbero per altro se- pararsene affatto, e il nucleo costituire di un gabinetto zoologico in appendice alla cattedra peculiare che è mestieri disgiugnerne^ superar alfine dovendo l'infrenabile slancio della scienza che in cen- t'altre s'è venuta moltiplicando e la comodità dei discenti le an- gustie finanziere che sin qui v' hanno opposto ostacolo ed im- pedimento. Né più felici trovò le condizioni della scuola cui fu nominato Professor sostituto nel d843, nel I84G interino, e nel ^850 titolare: dapoichò cotest' altra disavventura appena cre- dibile e rara ha patito questa scienza fra noi, cioè che le sorelle sue non ha seguito, ne è progredita con esse; infatti mentre Puri- tano la chimica, Scinà le fisiche. Cacciatore 1' astronomia , Tineo e Bivona la botanica venian levando iu ulto stato, non solamente al livello dei tempi ponendole ma bensì nuove scoverte e niuiva la- ma aggiugnendovi, la mineralogia colle sue affini e dipendenti in si bassi) loco giacque anzi a ritroso da separarsene affatto, non reg- gendo al paragone di quei valentuomini uè il Cancilla e il P. Eli- seo che leggevaule pria, Uiò Ferrara che mai non dettò regolar corso di lezioni, né Pacini che poco sedevvi , e da pensamenti disparati molto e sempre distrattone; cosicché al Calcara quest'altro vanto è bene concedere, aver tratto origine sol da se stesso, per propria forza d'ingegno, che in noi Siciliani é facile e comune, e per af- ietto d'iustiuli in natura apparando, e ciò che essa ne cela , ai li- 6 ELOGIO DI PIETRO CALCARA bri eJ oltremoiiti con pazienza e pena cliiedèndo, cosa che quanto vi accresca merito per la difficoltà sua non è chi non veda. Fu laudabile ancora oltreraodo il duplice intento in che si volle circo- scrivere e sempre fermamente segui , cioè a dire l' insegnamento degli allievi e la illustrazione del nativo paese. Col primo scopo redasse un trattato elementare di fìsica (I), prima parte di un corso compioto di scienze naturali che avea in animo di compilare, pro- ponimento restato solo a quel tanto, che pure è con metodo chia- ro facile e preciso esposto, fornito delle più utili novità ed espe- rienze, e molto completamente maneggiato in ciò che ha riguardo agi' imponderabili, quantunque ogni calcolo siane bandito. Compilò pure varii brevi trattati delle rocce e terreni (2) coi loro principali esempii nostrani, che pure teste replicò volendo porgere le basi sulle quali stabilir la statistica agraria e di pastorizia in Sicilia (5), in modo però che appena e inesattamente al titolo risponda, da- poiché se queste sono le oreologiche solamente , molte altre ve ne ha e più importanti che le modificano, e alle quali debbesi at- tendere eziandio se vuoi raccoglierla in modo pratico e generale. Lunga attenzione pose nello studio dello zolfo che è precipuo ele- mento della nostra litologia e dei siculi terreni, nel cui centro con immensa fenditura ò deposto in forma di un ellissi irregolare che ne occupa circa la quarta parte, come d'infinito vantaggio sotto il lato economico è produttore ; ne illustrò quattro forme nuove di cristalli e una del gesso e quattro della celestina , che non tutte per tali si debbono ritenere benché da Maravigna non riportate (4Ì. Statuitane dal R. Governo la fusione per via dei calcaroni, cono- sciutosi quanto le calcarelle rechino nocumento alla sanità e alla agricoltura, ei fé' parte della commessione ita ad esaminarli e le sagaci osservazioni di che fé' tesoro pubblicò in ragionati rappor- ti (9) , ove descrive il foramento di quelle miniere, le prattiche (1) Pai. tSW, 8". (2) Dizionario ragionato ec. nell'arni, del R. Osserv. di Pai. 18'(-6. — Esposizione me- todica ec. Pai. 1849, 8°. (3) Giorn. delia Comni. d'agric. e pastor. 1853. (4) Ani Acc. V. 1, 1845. (5) Giorn. il Diadema, Pai. 1852, f. 1, 2. — Giorn. dell' Isl. d' Incorag. Pai. 185-2. ELOGIO DI l'IE'iRO CALCARA 7 adoperale, rarchiloKiira colla quale le sotterranee gallerie vengono tagliate , savie regole dettando per ovviare ai danni che la scienza sola prevede o ripara; poscia mostra i caratteri di quel minerale, le for- me poliedriche dei cristalli, i modi di giacitura e le zone in che stendesi, seguendo taluna volta, oppugnando tal altra le idee con dotti ma discordi pensamenti palesatene da De Buck , Paillet , Constant-Pré- vost, Hoffmann e Gemellaro; e ne fissa l'epoca nel periodo terzia- rio e al piano medio eocenico di Lyell assegnandola , opinione molto probabile rafforzata com'è dagl' ittioliti e dalle impronte di vegetabili dicotiledoni nella roccia che gli serve di ganga dal dottor Nocito rinvenuti al Priolo : il tutto òsi esatto e completo che io estimo questa una delle migliori sue cose (i), e ora lavorava alla descri- zione delle più grandi solfare in attività, che inedita e solo abboz- zata è rimasta. Quella sta nel giornale del II. Instituto d' Incorag- giamento di cui fu socio ordinario, direttore della ^'' classe, e già di unita al prof. Fodera compilatore del catechismo pel rinveni- mento del carbon fossile (2) ; il cui terreno mountain limeslone o del gres rosso e inferiore, qua a me sembra mancare, e repu- tando meglio ligniti quei saggi sospettati carbone, tra cui va com- presa quella di Calvaruso che egli esaminò, oltre dello scisto bi- tuminoso della Piana dei Greci, in molti altri siti ancora esistente come l'asfalto ed altre rocce tiognotiche (5). La scienza che la natura investiga nel suo svolgimento al cam- mino medesimo somiglia con che questa procede : conciossiacchè dalla sintesi discende all'analisi, e da questa di nuovo nella sintesi si ripiega in essa i frutti assaporando delle indagini sue ed i me- li) Io spero avvalermene, se dal tempo m' è concesso e dalle forze, nei studi i stii terreni sopracretacei di Sicilia intorno a cui da più anni mi affatico; dove forse la cu- riosa attenzione attirerà la carta che ne è 1' epitome finale, delineata sul fare di quella di Lyell pei terreni slmili e di De Beaumont per lo periodo carbonifero del mare cre- taceo della Francia, e sulla quale scorgesi che, l'isola ora triquetra, ma a quell' epoca geogenica, in cui abisso erane la meridional parte, né Malia era emersa, né ergevasi Mongibello, in molte era divisa. (2) Pai. 1845, 12o. (3) Tal. 1841, 8". S ELOGIO DI PIETRO CALCARA ravigliosi risultameiiti cogliendone. Cosi il mineralogo dalla cogni- zione delle specie dei loro caratteri e proprietà spignesi a più va- sto orizzonte che mira all' oreognosia, da questa alla geonomia, quindi alla cosmogonia, e cosi mano mano a quelli arditi concetti che le scienze sperimentali volgono alle speculative, colle quali in novo connubio si sposano ed ammogliansi tra regioni sublimi ove è lecito a pochi genii venire addentrandosi e volando. Veramente ninna contrada e niun tempo sembra piìi acconcio a tali lucubra zioni di questa epoca e di questa isola nostra, che pur di tal vanto per fenomeno rarissimo si fregia, che ella stessa è gabinetto o mu- seo, i tipi porgendo d' ogni terreno dagli agalisii e gli amnionea- ni, tranne qualche piano degli emilisii e il penèo, sino ai clismii ai madreporici e posdiluviani del periodo gioviale, oltre la completa serie dei pirogenici; ciò pure va detto coi fossili, pei politala- mici microscopici da Hoffmann riportati, la lumachella giurassica di Cefali! , gì' ittioliti di Bisagno e di Castro, i conglomerati moderni zoofitici di Tremonti e gli ossei di Pirainito presso Carini, e le brecce diluviali degli antichi mammiferi di che van zeppe le caverne per lunga età credute sepolcri di aborigeni giganti, dalle quali trassero tanto partito i poeti e i nostri storici che dai poeti dissomigliano appena; mentre la Otologia ancora e rappresentata dalla Dissodile papiracea dei colli iblei e da cento torbe e ligniti : né tal dovizia a ciò solo restrignesi, non meno splendida o parca Natura mostrandosi in ogni branca di zoologia e di botanica ancora, e veramente con influito nostro disdoro , avvegnaché tanta abbondanza onde è prodiga dai stranieri é stata usufruita più che da noi , volli sinora alle dottrine empi- riche 0 a quelle che il passato ritraggono , quasi le naturali alle civili sottostiano e posposte vadano ad esse , da cui niun verace profitto ricavato par n'abbia l'età volgente, che anzi a quelle deve potissimamente ogni immegliamento d' arti di commerci e di tro- vati onde con volo stupendo s' estolle; Spallanzani infatti Dolomieu De Borii Brocchi HofCmann De Beaumont Christie ec. per la mine- ralogia e la geologia, Gussone per la botanica , Bafinesque per la ittiologia. Poli e Philippi per la malacologia , De Jean Grobumann Escher Dhall Lefebwre Mikan ec. per l'entomologia, (anta luce balena- ELOGIO DI PIETRO CALCARA 9 ronvi e tanta messe v' hanno falciato , che a noi resi ora più ac- corti è tolta irreparahilmente la palma. Il Calcara un campo speciale volendo esplorare imprese ad illu- strar le isole che nel sistema geografico son parti della nostra cui corteggiano, di Ustica (-1) di Lampedusa (2) di Linosa (5) e, in unione al prof. Preslandrea, di Lipari e di Vulcano (4) in succinto , e di Pantelleria di cui la prima parte è posta nel volume presente, ol- tre la spontanea sua flora (5). Belle sono colali monografie si per le osservazioni su luoghi di rado visitati come inospiti e remoti, e per l'ordine uniforme e completo. Ne descrive prima minutamente la topografia dichiarata da una carta, quindi la geognosia colle spe- cie e varietà di ogni roccia o minerale, la florula locale , le prat- tiche agronomiche in uso, e la fauna degl' insetti dei molluschi dei cruslacei e dei pesci degli uccelli e d' ogni altro vertebrato , non che dei fossili onde il seno va pregno , e chiudele infine con un compendio della storia loro civile. Pari condotta seguì pei dintorni di Termini (6) e di Nicosia (7). Delle Madonie Quo mons Sicania non surgit ditior umbra costituenti il gruppo nebrodese od Erèo, che sotto 1' aspetto oreo- diacritico biforcandosi a mezzodì col Sancalogero di Sciacca, spro- lungasi a ponente fino all' Erice che ne è l'ultima cresta, e di cui la creta è la formazione, la marna e la calce la struttura dominante, e il sollevamento coevo alla giogaia Alpica cui è parallelo , espose la topografia determinandone i limiti estremi le rocce e il loro rap- porto colla serie dei terreni, un elenco aggiungendo dei siti più (1) Giorn. leu., 1842, n. 229. (2) Pai. 1847, 8o. (3) Pai. 1851, 8". (4) Breve cenno sulla geognosia ed agricoltura di Lipari e di Vulcano. Pai. 1854, S-. (5) Giorn. della Comm. d' agric. e pastorizia, 1854. (6) Giorn. Empedocle. Pai. 1851. (7) Ivi. 2 10 ELOGIO DI PIETRO CALCARA importanti (I). Del fianco occidentale dell' isola s' occupò nella escur- sione fatta a pubbliche spese di cui die per le stampe il rap- porto (2), e con brevi ma esatte osservazioni illustrò il tufo conchi- gliare del delta d'Oreto (3), che ei giudica spettare alle antiche pla- ghe del La Béche, e le condizioni paleontologiche della conca su cui adagiasi Palermo da uniformi ma uon coetanei detriti riempiuta (4); la dolomite del Landro che stima giurassica, e precisamente del pe- riodo coral-rag del Cornybeare, e quindi la più antica fra tutte per la sua elevazione e pella natura dei frantumi madreporici che vi si racchiu- dono (5); una giacitura novella della calce carbonata contenente fra le geodi sue purissimo zolfo (6) ; la arragonite di Girgenti già dal prof. Casoria annunziata ; le montagne di Caltavuturo che nel remoto liasico ei rinculò per le spoglie dei bivalvi trovatevi che credette Gryfee : però essendo esse piuttosto exogire o meglio li- me come Villanova asserì, è d' uopo venirla avanzando ad un tratto più superiore trai calcarei ; il terreno donde rampollano le acque ter- miche e idro-solforose di Sclafani (7); le chiocciole fossili dei contorni di Nicosia (8) , e il greto che impasta le ossa fossili di Mare dolce e Billiemi (9) che ei con nuovo pensamento avvalorato come attesta dal VValtershausen a duplice epoca attribuisce : alcune mende vi rilevò nelle quali prese abbaglio Scinà, qualch' altro genere di ruminanti notovvi , e un elenco alfabetico in calce v'aggiunse di tutte le lo- calità di Sicilia che ne porsero , e quelle di Mastodonte presso l'acqua dei Corsari appena .cognite prima (IO). Questi moltiplici la- ti) Empedocle, 1851. (2) Pai. 1846, 12". (3) Osservatore, an. 1 (Vivi, (5) Atti Acc. V. 1, 18t5. (6) Ivi. (7) Ivi. (8) Osservatore m. 1. (9) Ivi. (10) Effemer. 1839. ELOGIO DI PIETRO CALCARA Jl vori in gran conto si debbono tenore perchè elementi preziosi ag- giungono alla calta geologica che dell' isola si va tracciando; ripe- tuti se vuoi e 1' un e l'altro sovente copiandosi, iorse talvolta trop- po minuti, leggeii, zoppi nello siile, e scarsi d'idee e di teoria, ma di paiecchi ed originali falli doviziosi con sedile allcuzione ammas- sati, conciossiaché nella diligenza e pazienza di esaminare, e l' inda- galo ed osser\ato descri\ere ebbe genio e lena laboriosissima e non ordinaria : e un altro merito, come sembrami , vi balena, cioè la progression loro ascendente nel graduato miglioramento coli' e- poca in che furono scritti, il che se la soverchia intemperanza della pronta stampa fa più lamentare, è insieme argomento e preludio della perfezione cui sarebbonsi spinti con più maturo studio dalla età e da viaggi reso più illuminato e più sobrio. Nella zoologia il Calcara a preferenza pese animo alla malacolo- gia, di tutte sue parti la più allellalrice ed amena per la novità misteriosa degli organi la varietà di lor funzioni e la leggiadria in- definibile delle forme; dai cirropodi che dai crostacei discendono sino ai politalamacei e i cellulacei che giù agli anelidi ed ai radiarli si annodano abbracciando tanta e sì estrema scala di vita incipiente e incompleta, e pur motrice di corpuscoli, d'ogni altro con accorto compensamento più gai vaghi e gentili per 1' induslre iiivenzion delle membra loro gittantisi a fiocchi o a pennacchi come nelle ana- tife e le veneri, o a vele come negli argonauti le eolie i glauchi, a rami come nelle loligini ed i polipi ; e per la bizzarria delle chioc- ciole entro cui i più avviluppansi o serrano, che ora s'inarcano oi'a spianansi o appuntansi o s' attorcono con volute e spire e cre- ste e scaglie e sproni e nodi ammirabilmente disposti, e con tinte invetriale imperlate inalterabili, onde son ora screziale ora addogale or chiazzate or granite or pezzate, in modi che sembran arte ed è miracolo di natura da arte umana impossibile ad emulare. Essa è madre della paleontologia, e base al dire di Humboldt della con- solidazione del primitivo mare geogonico : tesoro dei nostri lidi, dove sia pella tricuspide forma delle sicule coste che rompo- no il fiotto onde son girate e battute con mille fila di correnti, sìa per la mite temperatura dell'onda, o per la subacquea piaggia 12 ELOGIO DI PIETRO CALCARA bassa e pescosa, la vita è più turgida più svariata e feconda che in ogni altra baja rada o pelago dei mediterraneo ; e delizia dei nostri che là convengono ove più i sensi si pascano : il che ha fatto che di fresco nata fra noi, mercè lo Scilla , Cirino, Chiarelli, Recupero, dal minoratico sortendo, per nuovi lavori per per ampli gabinetti e per generale diletto è ora adulta e gran- deggia. Per gli apparecchi respiratorii e quindi per 1' ambiente in che vivono i malacozoarii, lo studio in due parti se ne suole dividere, laonde io cennerò prima i suoi lavori sulla malacologia terrestre e potamica, oggidì tanto in Bore che non v' ha regno o provincia la sua peculiare non si goda illustrata, e infine gli altri sulla marittima. Della prima egli descrisse la Spirorbis nautiloides Lk. e la Succinea amphibia Drap. [\) ; e le clausilie e i bulimi (2) con 7 specie delle prime e 4 4 dei secondi, i quali nel confronto non trovando differenze di rilievo colle achatine e le auricole vuole, come opina pure Deshayes , riunite in un solo. Dei molluschi delle campagne Pa- lermitane contò 9S specie, dichiarandone la frase la sinonimia le condi- zioni di abitazione il nome vernacolo in guisa completa e tale che amo questa memoria ad ogni altra sua di tale scienza anteporre (3); vi fa se- guito un catalogo di tutti gli altri di Sicilia sterile però anzi abbozzato, cosicché rimane ancor desiderio che vogliasi trattar di proposito, co- me Mandralisca ed Aradas da molti anni han promesso. Stendesi nella contrada d'Altavilla, a mezzo la via di Termini, un banco ar- gilloso di tanta copia di conchiglie per entro il terziario tritoniano eocenico sepolte, che ti rammentano i deposili calcarei gessosi di Grignon di Contorgnon di Montmartres illustrati da Deshayes di unita a Cuvier , o i depositi subappennini investigati da Brocchi ; chec- chenesia del suo scopritore, causa di rancori che la tomba simul- taneamente rappaciò, Ei nel \S'i\ si fé' a pubblicarne la illuslra- (1) Pai. 1841, 8". (2) Pai. 1840, 8". (3) Atti Acc. V. 1. ELOGIO DI PIETRO CALCARA 13 zione alla signora Gargotta dedicandola (ì) , die gran parte prese nelle ricerche sue , e ne fu prima raccoglitrice pel proprio gabt- netto, il più bello di quanti in Sicilia dopo quello di Testa; e ora ambedue per infausto disegno forse sparpagliati e perduti,' ad in6- nito cruccio dei scarsi cultori, che conscii come dess] di ligenlia pò- lius qunm predo si vadano lungo la vita intera raggranellando, ne piangono il mercato, e quando vi s' espongono con apprezzo in cui pure il valore e la pazienza del proprietario son calcolati a gua- dagno, augurano almeno dalle patrie mura non sortano, anzi a più universal profitto si volgano. Nel 1843 espose le Tliraciae Leac/i e le C/avagellae Lk. (2) in unione al prof. Aradas, con bello esempio oltremoati comune e di bei parti fecondo, ma qua, per sorda ge- losia 0 per renitenza ad ogui associazione, rarissimo; vi de- scrive o delle prime, tra le quali due nuove intitolate a Ma- ravigna e a Gasano, e S dell'altre, [.e pleurotorae viventi nei mari di Palermo o fossili dei terreni circostanti, ad esempio del Bellardi descrisse, contandone 19^ oltre 5 novelle (5). InBne all' opera del be- nemerito prussiano che la sicula malacologia tentò d'esaurire ei die (1) Teresa Gargotta ingentili con modi al suo sesso peculiari lo studio conchiolo- gico tra noi applicandolo con isquisiti lavori di musaico alla imitazione di quadri e di vasi a fiori , con nuova arte 1' un sapere con 1' altro sostenendo e abbellendo in guisa tanto perfetta che fu premiata con medaglia d'argento dal U. Inst. d'In- coraggiamento nel 1836. Da cotesto diletto ebbe inizio la sua raccolta fornita di spe- cie peregrine venutele, colla comodità dei traffichi che il consorte sopravvegliaya pel fisco, dalle Antille le Filippine e le Americhe, di molti e grandi isidi madrepore gorgonie asiree ec. oltre di parecchi crostacei, e belli coleotteri e vaghissimi lepidot- teri. Delle conchiglie terrestri e fluviali formò la più ricca serie speciale che io m' abbia visto , ed era impresa proficua , come io ne l' incuorai sovente, che se ne pubblicasse il catalogo. Fra tanta dovizia studiò lungamente Calcara, e vi scoprì cir- ca 15 specie. La Salinas una paludina e una bulla ebbe dedicata da lui, e una pleu- rotoma da Aradas trovata in Catania, e VHelix Gargottac offerse Philippi al fratello Antonino anch' egli amatore naturalista. La numismatica coltivò eziandio e moltissi- me monete greco-sicule e romane familiari e imperiali comprò e riunì. — Nata in Ter- mini il 1798 impalmò nel 183't il cav. Em. Salinas, che lasciò vedovo il i- apri- le 1852. (2) Cat. 18i4, Atti Gioenii v. 1. (3) Pai. 1811, 8". 1* ELOGIO 1)1 PIETRO CALCARA ua' appendice che a me volle dedicare (I), ragunandovi le specie tralasciale, le fossili della creta, e le introdotte da lui : tutte som- mano a 237, oltre 5 cirripedi (2 aneiidi e 2 ecliinidi, tra cui 123 fossili. Delle nuove che ei creò (2) io non voglio qua tesser l'arido elenco, in due parti essendomi piaciuto darne il catalogo in fine; la primi di quelle che io credo varietà solamente, e perciò da sopprimersi per non ingarbugliare con troppo sottile analisi la sinonimia abbastanza confusa, dopo la corriva larghezza di Risso Defrance Megerle Costa ed altrettali rei di sconcia presunzione, che la scienza non tollera e repudia: la seconda di quelle nuove affatto, se pure altrove non siano state scoperte, e divulgate in opere qua non pervenute o tardi, il che non fa rimprovero a lui ma ai lenti commerci librarli onde muovesi comune lamento (*). Die pure un cenno sulla profondità e i siti in che vivono alcuni generi, elementi, se- condo W. Broderipp e Cuming che primi vi s'accinsero, indispensabili alla conoscenza delle epoche dei terreni izemiani o di sedimento. Nò la botanica trascurò, anzi un orto secco serbava di ben -14 volumi chiudenti molte migliaia di specie indigene per lo più. Oltre delle florule delle isole che espose, e tra quella di Linosa trovò il tritico che Tineo elevando a genere nominò Cas^e//m ) ne' codici dell'attuale incivilimento. — Che più? l'emancipazione della donna è uno scopo verso cui tende la novella teoria so- ciale ; ma la donna greca , o romana era la cosa di cui il marito avea la proprietà, era la schiava del tiranno domestico ; ebbene il Cristianesimo identificando l'unione conjugale col Sagramento della Chiesa, fa divenirla compagna dello sposo, ed allora il matrimonio, questo primo anello dell'umano consorzio, questo fuoco elementare della civiltà, sottratto dal barbaro materialismo pagano, sollevò la donna da quell' abbiezione ov'era tenuta nell'antica Roma, da quella esistenza letargica e straniera al movimento sociale , ed invece le dà come 1' uomo una missione sulla terra. Essa va a conoscere il foro ed il pretorio, una volta interdetti al suo sesso, ella vergine o madre, vedova o sposa ha novelli doveri a compiere, novelli dritti a conseguire. E finalmente il dispotismo paterno venia spogliato dall'esecrabile dritto di vita e di morte ch'esercitava sui figli, e da quell'altro che gli permettea di venderli tre volle in ischiavitù. — L'abbandono slesso dei fanciulli del povero , lungamente tollerato come un costume, scusato dalla miseria, venne riprovato dalle idee, e punito come de- litto.— Il Lattanzio a questo proposito manifestava un principio tutto economico, che più tardi dovea formare il perno del maltu- siano sistema. — Difatto egli scrivea : tanto vale uccidere il suo fi- gliuolo, quanto esporlo ; egli è vero che questi padri parricidi si dolgono di lor poverlà, ma in questo caso quelli che per la loro indigenza non possano nutrire i figliuoli astengansi dalle loro spose. Ciò vai meglio che portare l'empie lor mani sull'opera di Dio. — Ecco le parole stesse di Malthus; il quale scosso parimenti dal ra- pido incremento del poverismo inglese consigliava agl'indigenti : se non avete mezzi di alimentine i vostri figli astenetevi dal procrear- li ; al banchetto della vita non vi ha coverta per loro. Intanto quella rivoluzione riformatrice che adduceva il Cristiane- simo non poteva operare un subitaneo e deciso rinnovamento delle istituzioni. — Noi sappfamo quanti ostacoli, quante opposizioni, quanti perigli s'incontrano quando si (ralla di correggere viziose istituzioni che si trovino inviscerate nei costumi dei popoli, o mantenute dal- 20 SULL'ORIGINE l'interesse dei poteri culminanti; sappiamo che si oppongono sem- pre gagliarde resistenze, finche non si comprenda l'utilità che una riforma può addurre, o finche almeno una forza maggiore della resistenza non astringa gli oppositori ad abbracciare come benefica quella riforma dalla quale ripugnasi. Ed invero il paganesimo , avvegnaché negletto come culto , vi- vea nei costumi , e perciò avanti di convertire gì' istituti era me- stieri intendere a modificare le pubbliche e domestiche assuetudini; poiché le morali rinnovazioni sono mature quando le idee e i fatti sono preparati a ricevere novella direzione. — Il tempo non era per anco arrivato in cui potea scomparire la dura proprietà del- f uomo sull'uomo; il difetto delle industrie, e le ricchezze concen- trate nelle mani dei padroni toglievano allo schiavo affrancato quei mezzi di sussistenza che traeva nella casa del suo signore; per que- sto fu visto sovente, doloroso spettacolo, che si ripete nelle colonie americane dei nostri giorni, fu visto l'affrancato rinunziare alla sua libertà, e correre spontaneo ad incontrare la servitù onde alimen- tare la vita. Epperò se nella brevezza di quest'articolo potessi manifestare tutta intera l' influenza che esercitò la Chiesa Cristiana in tutti i muta- menti della vita pubblica e privata, tenterei di provare come tutte le verità economiche si trovino registrate in questa sovrumana dot- trina; e quantunque delle altre circostanze avessero potuto secondare, 0 anche predisporre le sue pratiche, essa ha sempre il merito di essere stata la piìi pura espressione delle tendenze e dei bisogni della civiltà. — Il Cristianesimo, a detta del celebre filosofo Cousin, è troppo poco studiato, ed anche meno inteso, e per questo io penso, ei si considera soltanto come elemento religioso, e poco si cura come elemento scientifico , o tutt' al più si riguarda come influente al morale svolgimento degli uomini, e non già come sapienza filoso- fica statuente le leggi del nostro perfezionamento. Anzi io porto opinione che tutte quante le scienze sociali, il diritto, la morale, l'economia, la politica scaturiscano da unica fonte, dall'augusta ve- rità del Vangelo; non èvvi regola di virtù, non òvvi sanzione giu- ridica , non èvvi teoria economica , non évvi norma di una sen- DELLA ECONOMLV SOCIALE 21 sata ragion di stato che non trovis scritta in quelle pagine ispirate. Diguisachè se tutti gli uomini si fossero ad un tempo penetrati delle rivelazioni ilol Cristianesimo, se tutti avessero coevamente, e costantemente compreso ed operato le grandi leggi del Signore , queste scienze non avrebbero avuto l'uopo di un'esistenza scevera e distinta dalla legge divina, perchè allora i principi eh' esse con- tengono trovandosi connessi e tramisti nella convinzione di tutti, e regolando gli atti spontanei delle nazioni, sar&bbero confusi tra gli impulsi naturali della razza umana, ed il rispetto mutuo della per- sona e dei beni, base costitutiva di ogni sociale disciplina, sarebbe inteso come la necessità di alimentare la vita, di vivere in comu- nione, di dormire, come le centinaia di verità e di fatti che noi sappiamo, e pratichiamo senza ricorrere agli oracoli della scienza. Laonde cosiffatte dottrine furon create e formulate, secondo io credo, perchè le passioni umane derogavano le divine statuizioni, come appunto lo studio della medicina fu stimolato da quella forza distruttiva della natura che disturba ed affli;;;]e 1' umano organismo nel corto periodo della sua durata. — Talché mentre la novella re- ligione aggiustava i costumi e riformava le credenze, la scienza mi- rava a guarire lo spirito per contenerne le viziose tendenze dentro i limiti della giustizia naturale predicata da Dio. — Egli è per que- sto cb'io volendo ragionare sull'origine della scienza economica mi sono trasportato all'epoca del Cristianesimo; poiché sembrami che le successive conquiste operate dalla verità scientifica nel mondo delle nazioni, non sono che i trionfi della verità cristiana. Ed è per questo altresì eh' io veggo i germi della civile filo- sofia in quei sintomi di sociale riordinamento che sono piutto- sto dispersi nei libri della giurisprudenza del tempo, anziché rac- colti in un corpo distinto di economia pubblica propriamente detta; dappoiché s'egli è vero che queste leggi primitive si collegano più presto alle vicissitudini del dritto, che alla genesi e progresso della Economia , non è raen vero che le teorie di questa scienza sono i canoni del dritto adatti ai bisogni delle convivenze ; talché fino a quando il dritto, la giurisprudenza, le istituzioni legislative in- tendevano a migliorare le società , 1' economia non avea provalo 22 SULL'ORIGINE il bisogno di una esistenza peculiare perchè le scoverte di codeste altre dottrine, quando miravano a raddolcire la sorte degli uomini erano invenzioni di patrimonio comune a tutte le branche della scienza sociale ; e quindi se noi abbiam visto che la giurisprudenza cristiana comprendeva l'importanza della libertà personale, riformava il regime della proprietà ; riordinava il metodo delle successioni, sono questi elementi essenziali che costituiscono la nostra migliore conservazione ed il nostro perfezionamento ; e sebbene questi ele- menti comparissero segnati ne' codici delle nazioni , pure appar- tengono simultaneamente alia storia del dritto, dell'economia, della morale, della politica; poiché la libertà, la proprietà, l'ordine delle successioni sono le basi che stabiliscono una differenza di civiltà fra i diversi popoli, sono il tronco intorno a cui si avvolgono tutti i problemi della società, lutti le discussioni e gì' insegnamenti della civile sapienza. Epperò r unità comprensiva di questa sapienza civile dovea ne- cessariamente dilaniarsi quando una legge di repulsione sorge- va tra lo iilee meditate e i fatti impulsivi, tra la teoria e l'em- pirismo ; quando il dritto naturale restò una voce debole sof- focata tra il tumulto delle passioni politiche, e la morale cristia- na divenne una forza languida schernita o contaminata dalle sor- dido brame degli uomini ; in quel giorno in cui l' economia stimò doversi circoscrivere nel campo degl' interessi materiali ; ed in cui la politica dimenticando un istante la missione di moderare i destini dei popoli, volle ingrandire la sua sfera di mo- vimento, considerandoli talvolta come strumenti meccanici dell'am- bizione di pi)clii. Allora fu forza che queste scienze si smembrassero per correre una linea diversa d'investigazione, e per compilare uu corpo speciale di leggi eterne immutabili indipendenti dai vertiginosi tentativi che si facevano oltre il recinto del loro dominio; ed è al- lora che la storia di ciascuna di esse dottrine non dee più spigo- lare quei raggi di verità sperperati fra la moltitudine delle istitu- zioni umane, ma si dee solamente rovistare in quei libri che vol- gono su di una serie di fenomeni di pensamenti che da se soli possano essere materia degna di uno studio sceverato ed atteso ; DELLA ECONOMIA SOCL^LE 23 ed è allora per ultimo che la storia d'una data scienza si sbarazza di tutto ciò clic può sembrare straniero al di lei svohjimento. Per tal modo se noi volessimo trascorrere tutta la storia dell'eco- nomia movendo dal Cristianesimo, dovremmo travalicare per molli secoli pria di {jiuugere a quell'età in cui ella possa offrirci un do- cumento che dimostrasse, dirò così, la sua emancipazione delle altre dottrine, la sua prima voce deliberante, la sua prima formola scientifica, non per anco affievolita per mutare di tempi, di condi- zioni, e di civiltà. A dir breve dovremmo da Costantino e da Giu- stiniano spiccarci verso il tramonto del secolo XYI per trovare nello Scaruffi, 0 nel Davanzali i primi saggi di verità coordinate a scienza, e se vuoisi anche Iramisle di errori, ma che pure costituivano l'atto solenne dello stato civile della economia politica. Epperò quest'atto quantunque ne contestasse 1' origine civile , non ò da considerarsi come la prima indagine scientilica , come la prima luce che lam- peggi fra l'assoluta caligine di ogni nozione economica; difalti scor- rendo il periodo che s'interpone tra l'epoca riformatrice di Giusti- niano ed il secolo XVI, noi rileveremmo non pochi materiali sparsi, e confusi qua e là fra la farragine di leggi ed istituii dei popoli, che pure di quel tempo convergono verso la barbarie. Noi trove- remmo qualclie monumento economico nei capitolari di Carlomagno, nelle costituzioni feudali, nelle ordinanze dei re, negli statuii delle repubbliche italiane, nel patto federativo delle città anseatiche, fin- ché si giunga a quell'epoca in cui il genio italiano svegliossi a re- dimere la vulnerata libertà delle persone, e delle sostanze, incul- cando la necessità delle riforme, e dettando sotto il velame d' una dottrina addimandata economia politica, quei teoremi fondamentali che temperavano l'arbitrio e diffondevano i semi della moralità della ricchezza e della potenza degli Stati. Per questo due periodi segna la storia dell'economia politica, l'uno è quello in cui molte della sue teorie furono congenite ai codici ed ai civili ordinamenti dei popoli che vissero dall'era cristiana agli estremi confini del medio evo; l'altro è quello che descrive il di lei cammino dal sccoioXVI alla presente stagione. Lo storico dee trattare di amendue, perchè Ila lo svolgimento della legislazione, e quello della economia pub- n SULL'ORIGINE blica avvi un' intima corrispondenza; ciascun atto governativo ad- ducente un novello vantaggio sociale, è un atto che deve compren- dersi nei fasti dell' economia politica , la quale per noi resta defi- nita come la filosoBa d' ogni umana legislazione. Questo è il mio pensamento sulle regole che deve osservare uno storico nel narrare i fasti della scienza economica; io non ira- presi già nella presente memoria ad intesserne la storia; il mio scopo fu quello di manifestare le mie idee intorno alla teoria che dovreb- bero osservare coloro che voglion dettarla, e di rivendicare a prò del Cristianesimo l'origine della scienza sociale — Se il tempo e lo spazio concesso a questo lavoro me lo avessero permesso avrei potuto dare maggiori sviluppamenti a sostegno della mia opinione; però se il detto fin qui mi ha fatto raggiungere la meta prefissa è que- sto un giudizio che mi attendo dai miei lettori. STORIA DELLA LETTERATURA SICILIANA DKl CANONICO PIETRO SANFILIPPO SEGRETARIO DELLA SECONDA SEZIONE LETTA RELLA TOBNATA DEI 28 SETTBUBBE 1851. INTRODUZIONE La Sicilia manca di una storia completa della sua letteratura ('!). Molti lavori parziali sonosi pubblicati finora, e, pregevolissimi fra tutti , quei dell' abate Scinà. La storia letteraria di Sicilia , scritta dall' abate Ferrara e contenuta nel sesto volume della sua Storia generale di Sicilia compresa in nove tomi, non piace e per buone ragioni. Io mi sono accinto a scriverla, giovandomi delle opere già pubblicate, aggiungendo i fruiti dei miei lunghi studj su tale argomento, allon- tanandomi talora dalle altrui opinioni , quantunque di personaggi forniti di mente e dottrina lungo tratto superiori alle mie. Ho procurato d'illustrare principalmente l'epoche men conosciute, ed (!) Quando cosi scrivea, non era stata ancora annunziata la S, ma in loro vece l's e \'o il che è segno di quella rimota antichità, in che la lingua eolica era barbara. Cosi osserviamo an- cora la desinenza in ,t Toùs Xóyous, x»t iir(3T*i(it«s '■^X''*^ ''^ 'Ax»5ri.ast«J ^ffi5T»Tris «urflv àXiuntpìjvsy sUóvx rxiirr\v toO «iSioy tjropriwi àyijSry ttu^ij nrivil^ovres oi awyyiveh kxl oì ^t'Xot èuvoixs é'yexey. 'Exorii/tri^Yi Tri 7- 'Vi St^x» Fa/ityiXta'yos ('yAexepi/3piou «»y») 'E^riisy èrn ^/3. X«7p£ Xpri5T^. LIBRI RECENTEMENTE VENUTI IN DONO ALL' ACCADEMIA Auiiunlre de l'obsérvatoire royal de Bruxelles, années 1850 et 1851, tom. 2 in 12o. Annuario del reale osservatorio astronomico di Palermo per l'anno 1851 in 8», ■I libro di Giobbe riprodotto in versi italiani per Francesco di Beaumont. Pa- lermo, 1851, in 8°. ^ipuches (Gius, de) Liriche. Palermo, 1853, in 12". — A'ersioni del greco. Palermo, 1852, in 8°. Oiovannl (Vinc. di) Sullo stalo attuale e sui bisogni degli sludii filosofici in Si- cilia. Palermo, 185i, in 8o. Acquisto (Ben. d") Sistema della scienza universale. Palermo 1850, in 8°. — Corso di filosofia morale. Palermo, 1851, in 8°. Crisarulli (Vinc.) Studii dell'apostolica legazia. Voi. l" Palermo 1850, in 8». Zurria (Gius.) Esercizii di analisi sublime. Catania, 1836, in 8°. liC Odi di Aiiacreonte recate in versi italiani dal cav. Fil. de Jorio coli' ag- giunta di poche poesie del traduttore. Napoli, 1853, in 8°. Turncr (Gugl.) Istituzioni di algebra elementare. Palermo, 1850, in 8". Iie Morali di Seneca il filoeoro in italica favella traslate e fornite di note e schiarimenti. Noto 1852, lom. 2, in 8". Colanieo (Luigi) l'uomo educato sin dall'infanzia. Napoli 1854, in 8°. — Su i costumi attuali. Napoli, 1854, in 8'. melodia (Gius.) Elementarii istituzioni della lìngua francese, in 8°. Galbo-Patcrnò (Giov.) Di Elpide poetessa siciliana. Palermo, 1846, in 8°. — Di un' antica medaglia greca. Palermo, 1846, in S». — Sull'arte ceramografica in Sicilia. Palermo, 1847, in 8'>' liongo (Agatino) Sopra un basso rilievo modellato in creia dal prof. Morello. Pa- lermo, 1853, in 8». 2 Cwlbo-Pateriiò (Gio.) Di una nuova scoperta presso l'antico teatro siracusano. Noto, 181-5, in 8°. minervinii (Julii) In quatuor graeca diplomata nunc primum edita annotationes. Neapoli, 1810, in 8o. Villa (Ant. e Gio. Bat.) Catalogo de' Coleopteri della Lombardia. Milano, 184*. IVoeito (Gaet.) De' fossili incontrati nelle miniere di zolfo. Palermo, 1852, in 8°. Rosa (Vinc. La) Elogio di Pietro Giordani. Cat. 1851, in 8°. — Elogio di Francesco Paterno Castello Duca di Carcaci. Catania, 1854, 8". — Elogio di Michelangelo La Rosa, in fol. 1854, Catania. marzo-Ferro (Jljirol ) Elogio storico del can. Alessandro Gasano. Pai. 1851, 8». STavarro (Vino.) Il Torquato Tasso poema. Pai. 1854, in 8". — Ma.ssime e pensieri. Pai. 1850, in 24». — Versi per Napoleone. Pai. 1854, in 8°. — II Calvario di Sambuca. Inno. Pai. 1854, in 8°. — A Santi Sipione. Canto. In 8". Rosai-Bonanno (Salv.) 1 Treni di Geremia in lingua siciliana. Aci-Reale, 1853, in 8". — Versione poetica in lingua siciliana della buccolica di Virgilio. Aci-Reale, 1845, in 8". liancia (Fed.) Al P. D. Ottavio Lanza di Trabia il giorno della sua prima messa, in 8°. IHorrione [Lion.) Il sepolcro paterno, carme. Pai. 1850, in 8». Basso (Ant. Luigi] I crociati in Palestina, versi in 8". Saya Cìatto (Pasquale) Pochi versi. Messina, 1851, in S". Piaggia (Gius.) Versione siciliana degl' idillii di Teocrito. Pai. 1851, in 8». Per la nascita di Angiolo Bandiera, poesie. Pai. 1854, in 8°. Rendiconto dell' accademia palermitana di Scienze e Belle Lettere per gli anni 1850 e 1851, per Federico Lancia Duca di Brolo, Tesoriere della medesima. Pai. 1852,8°. Statuti novelli dell'accademia palermitana di Scienze e Lettere. Pai. 1854, in 8°. liOrenzo Calandrino (Gius. Di) Discorso sopra i grandi tesori d'istruzione che raccogliere si possono da un accurato e diligente viaggiatore. Pai. 1850, in 8°. Drago (Bald.) Atti della società economica Girgeniina. l'ai. 1852, 8°. Cali Sardo (Antonino) Relazione accademica de' lavori dell' accademia de' Zelanti di Aci-Reale per gli anni IX, X, (1841-42). Catania, 1847, in 8°. Mandarini (Salv.) Discorso pei beneficii sovrani largiti alla Calabria citeriore. Co- senza, 1853, in 8". Creeo (Luigi M.) Notizia dei lavori dell' accademia cosentina, 1852-53. Cosenza 1854 in 8». Viti (Franca Rendiconto amministrativo del 1851 del distretto d' Isernia in provin- cia di Molise. Napoli, 1851. Fapporto della commissione dell' accademia medico-chirurgica di Genova. Geno- va 1851, in 8". Rendiconto de' lavori scientifico -pratici fatti dalla società agraria del gruppo di Malta, 1845, 1847, 1848, in 8». 3 Mevvett (Charles C.) Noiices of public libraries in the united staies of America. Washington, 1851, in 8«. Villa (Ant.) Degli insetti carnivori adoprati a distruggere le specie dannose all' a- gricoltura. Milano, 185'^, in 8". Blasl (Antonino De] Giornale di vaccinazione per la Sicilia, voi. vii. Palermo, 1853, in 80. Kicciardi (Vinc.) Discorsi sulla lingua italiana. Palermo, 1842, in 8". lianriceila (Gius.) Disse rl;izione sulla storia del panteismo. Palermo, 1851 , in 8». KuHb \(i. B.) i'rincipii filosofici dei diritto. Palermo, 1846, in 8". S^alomoiie (Eugenio Santi) Breve esposizione de' sistemi filosofici del prof . d'Acqui- sto. Palermo, 1852, in 8". Brizi (Oreste) Sulla piissima fraternità de' laici di Arezzo. Arezzo, 1853, in 8». Sriuto (Gasp.) Sulla distinzione della morale dal dritto. Catania, 1854, in 8". liorenzo (Gius, di) e Calandrino. Quanto è obbligata l'Europa del suo incivilimento agi! ordini ecclesiastici. Palermo, 1840, in 80. — L'alleanza e la perfetta amicizia tra la filosofia e la religione. Palermo, in 8°. ^Seconda raccolta di bellezze rettoriche e di quadri poetici sublimi nelle di- vine scritture. Palermo, 1847, in 8°. — Discorso sulle bellezze epiche di Virgilio. Palermo 1840, in 8°. — Considerazioni intorno alla pericolosa influenza morale e letteraria dei novelli romanzi. Palermo, 1845, in 8°. liancia (Federico) Duca di Castel-Brolo. Sulla convenienza ed utilità della fusione (Ielle tre nobili compagnie Pace, Carità, e Bianchi. Palermo, 1851, in 8». Villarrale (Mario) ^uli' insegnamento. Palermo, 1852, in 8". Saya Gatto (Pasquale) Sui teatri. Messina, 1853, in 8». " liongo (Agat.) Sul carattere constitutivo della scienza geonomica. Pai. 1853. Coco-Cirasso (Lor.) Della vita e dell'opere del prof. Francesco Ferrara . Palermo, 1850, in 8°. Galbo Paterno (Gio.) Elogio funebre del marchese Tommaso Cargallo. Noto, 1843, in 8". 'l'roja (Salv.) Sopra la vita e le opere del P. Andrea Carafa. Roma, 1846, in 8°. Eiaucia (Federico) di Brolo. In morte di Giovanni Galbo Paterno. Palermo, 1850, in 8". Roux (P. M.) Éloge hislorique de Polyd. Roux. Marseille, 1834, in 8". Cenno biografico di Teresa Salinas nata Gargotta. Palermo, 1852, in 8°. ZVobili (Gius, de) Programma del genio di Ferdinando 11. Napoli, 1851, in 8». Sannicola (Giov.) Vita e ritratto del cav. Benedetto di Virgilio. Napoli, 1851, 8". ATotizie bioerafè. Giornale della commessione d' agricoltura e pastorizia, di Sicilia. Anno n, fa- scicoli 4, 5 e 6, 1854. — Straordinarii fase. 1, e 2. liongo (Agatino) Discorso preliminire della geonomia. Palermo 1851 , in i". — Dell'erroneità dei sistemi. Catania, 1850, in 4". Calcara (Pietro) Ricerche sulla storia naturale de' dintorni di Nicosia. Pai. 1851, in 8". Ragoua (Doni.) Notizie scientifiche pubblicate uell' annuario e nel calendario astro- nomico del 1851. Palermo, 1850, in 8". 6 Benedetto (Alb.) Discorso preliminare allo studio della chimica. Catania, 1851, &«. Messina (Pietro) Ragguaglio storico-scientifico sopra 1' elettricità metallica. Cata- nia 18J2, in f". — Altra copia. Navarro (Vinc.) Sulla petrificazione degli animali. Palermo, 1853, in S". Bandiepa (Gius.) Delle acque termo-minerali di Termin- Castroreale. Wess. 1858 8". Condorelli (Pietro) Modificazione alle dimostrazioni di alcuni corpi combustibili. Catania, 1851, 8". fjeniniellaro (Gaet. Giorgio) Sopra un gallo mostruoso polimeliano. Cat. 1851, 4". Prestandrea (Antonio) Relazione di una deviazione organica della Hijoseris ra- diata. Messina, 1813, \n 8°. Pochi articoli letti nella sezione di botanica e fisiologia vegetale nel vii congresso scientifico di Napoli. Napoli, 18V5, 8". Zantedeschi (Frane.) Esame del cenno storico del prof. Bari. Bizio. Padova, 1851 in 4". Villa (Ant.) Osservazioni entomologiche durante l'eclisse del 9 ottobre 1847. Mila- no, in 8°. — Comparsa periodica delle efimere nella Brianza. Milano, 1847, in 8°. — Disposiiio sistematica concliiliarum lerrestrium, et fluviatilium, 1841. datale (Gius, de) Su pochi crostacei del porto di Messina, Napoli, 1850, in 8°. Brizi (Oreste) Sulla composizione dell'esercito pontificio. Firenze, 1852, in 8°. Proia (Salv.) Della divisicme del tempo in giorno ed ore e degli orologi cosi detti italiano e francese. Roma, 18V7, 8". — Sopra lo stato in che al presente si trovano in Roma lo malé"Siatiche. Roma, 1843, in 8". — Storia dei nuovi pianeti dal 1801, al 1851. Roma, 1852, 8°. !!$ull'ani|telopatia dominante nel territorio di Caltagirono nel 1852. Pai. 1852, in 4». Stupzo (Fil.) Orazione funebre del principino di Linguaglossa. Pai. in fog. Zurria (Gius.) Esercizii di analisi sublime. C.atania, 1810, in 4". — Memoria iv e v. Catania, 1543, in 4". RufTo (Antonino) Il Contemporaneo, 1850, dal n. 1, al 23. Kiaudolina Paterno (Frane, e Lodov.) .Monografia delle monete consolari-sicule. Napoli, 1852, in ho. melloni (Macedonio) Considerazioni ed esperienze intorno al magnetismo delle rocce. Memoria, in 8o. — Ricerche intorno al magnetismo delle rocce. Napoli, 1853, in 4o. 'Volpicelli (Paolo) Estratto di queste due memorie. Roma, l85i, in 4». — Sul ragionamento calorifico diretto del sole. Roma, 1852, in 4''. — Sui criteri d' integrabilità delle funzioni differenziali. Ivi, 1852, in 4". — Sull'accademia de' Lincei dal 1795 al 1847. Roma, 1851, in 4». — Solution d'un problème de situation, in 4°. — Descrizione della lampada elettro-dinamica, in 4". — Rettificazione delle formole per assegnare il numero delle somme ognuna di due quadrati nelle quali un intero può spezzarsi. Roma, 1853, in 4». 7 Atti dell'accademia pontificia de'nuovi Licci. Anno v, sezioni ii, ni, ive v, 1852, in 4". Reiidieonto delle adunanze e de' lavori della società reale borbonica delle scienze, nuova serie, 1852, n. 1, 2, 3, 5, 6.— 1853, 3, 4, 5. lia Canipaitla industriale, voi, i, quaderno ii, in 4°. Ppojn (Salv.) Elogio funerale del prof. Feliciano Scarpellini. Roma, 1853, in 4". Perla (Nic.) Sul trattamento fisico e morale della follia. Napoli, 1854, in 4". Bulletiiia de 1' accadèmie royale des sciences des leitres et des beaux arts de Bel- gique, J849, 1850, 1851, tom. 4, in 8". Bulletliis de l'accademie royale de Bruxelles, 18'<1, n. 9, 10, 11 e 12, io 8". Catalogue des livres de la bibliothèque de 1' accadèmie royale des sciences, des lettres et des beaux arts de Belgique. Bruxelles, 1850, in S". a.a Rive (A. de) A. P. de Candolle sa vie et ses travaux. Paris, 1851, in 8". Iie Docte (Henri) Mémoire sur la chimie et la physiologie végétales. Bruxelles. 1849, S". — Espose general de 1' agricolture Luxembourgoise. Bruxelles, 1849, in 8». Aiinnal roport of the commissioner of palent for the year 1848. Washington, 1849,8". ÌKéiuoircs de la sociélé des sciences naturelles de Cherbourg, 185a, voi. 1, livrai- son 1-4 in 8". Proceedings of the American association for the advancementof the science, 1850, Washington, 1851, in 8». Iilavinsky (M.) Extrait des obsérvations faites à l'obsérvatoire de 1' accadèmie im- periale des sciences à Vilna pendant les an. 1839 et 1840. Vilna, 1S*2, in 4». Plana (Jean) Memoires sur le dècouverle de la loi du choc direct des corps durs publièes en 1667 par Alph. Borelle, eie. Turin, 1843, in 4". Qaetelet (A.) Annales de l'obsérvatoire royale de Bruxelles. Tome tiii, 1851, ìni°. Jtiéuiotres de 1' accadèmie royale des sciences des lettres et des beaux arts de Bel- gique, tomes XXIV et xxv 1850, et 1851, tom. 2, in 4°. ]fIénioires couronnès et memoires des savants étrangers publiés par 1' accadèmie royale des sciences des lettres et des beaux arts de Belgique. Tome xxiii an. 1848-49. Smithsonian contributions to the knowledge. Washington, 1848, 1851, tom. 2, in 4°gr. Sclioolerast (Henry R.) History condition and prospects of the Indian Trihes of the United States. Philadelphia 1851, in 4» max. SKzuiiseberiehte der Philosophisch. Historischen classe der kaiserlichen Akade- mie der Wissenschaften 1849, 1851, del voi. 2 al 6 in 8° gr. Sitzunssbericlite der mathematìsch-naturwissen schafilichen, classe der Kaiserli- chen Akademie der Wissenschaften, 1849-51, dal voi. 2 al 7, in 8" gr. Annnaire de l'obsérvatoire royale, 1848, in 24". Aunales de l'obsérvatoire royale de Bruxelles tome vi, 1848, in fog. Denkschrirten der kaiserlichen Akademie des AVissenschaften. Philosophisch. Hi- storische classe. Tom. 2, in due volumi in fog. Wien 1851. — Matheniatisch-naturwissenchafiliche classe. Tom. 2, in due voi, in fog. Vien 1851. Elogio di Michelangelo La Rosa. Catania, l85t, in f. 4°. («lornale della commissione d' agricoltura e pastorizia di Sicilia. Auno secondo fa- scicoli I, II e III Palermo, 1853, in 8". 8 Itlastroplerl (Gius.) Rapporto dell'esposizione degli oggetti di belle arti e manifat- ture. Pistoja, 1851, in 8°. Iflisartl (Greg.) Biografia di Gregorio La Manna. Napoli, 1854, in 12". Sul Ideato chironomico nell'antico ballo pantomimico, di Roberto Sava. Catania. 185i, in 120. I funerali dei Romani, cenni del dottor Vincenzo Scarcella. Messina, 1847, in 12°. Adagi, motti, proverbi, e modi proverbiali siciliani dal dottor Vincenzo Scorcella. Messina, 1845, in 12°, Sul Politeismo e i suoi riti, poche idee del Dr. Vincenzo Scarcella Mess. 1853, 8° Discorso inaugurale per l'apertura dello archivio della provincia dì Messina letto dall' archivario Dr. D. Vincenzo Scarcella. Messina, 1854, in 4°. — Idem del 1854. li* Eco Peloritano giornale di scienze lettere ed arti. Anno 1855, in 4". 1 fase. I sudetti libri sono stati depositati nella Biblioteca comunale di questa città, ove esistono altresì gli altri di proprietà dell' Accademia medesima. I I 1 à ^ '7v'y. /s •\k..4 .1 <»/ / / ' 4?-.' //■ / x^'i'/^ >.v< y* t ■'^^>' : \ T^. t:'// •>*' «C»'^ •>--v^'