'^ t. - A^^ m w ' .w •■trt»» "t^- . * ♦ A T T I DELL' ACCADEMIA PONTIFIGIA DE' NUOVl LINCEI ^ lld^.^f. ill DELL ACCADEIIIA PONTIFICIA DE NLOVI LINCEI I' U B B L I C A T I CONFORME ALLA DECISIONE ACCADEMICA del 22 dicembre 1850 E COMPILATI DAL SEGRETARIO TOMO XIII. - ANNO XIII. (1859-60) ROMA 1860 TIPOGRAFIA DELLE BELLE ART I Piazza Poli n. 91. ELENCO DEI SOCI DELL' hmmm mw\m w lovi mm DAL 3 LCCMO 18i7, EPOCA DEL SCO BISOBGIMENTO, PINO A TUTTO IL DICEMBRE DEL 18o^ IPOCA DELLA ELE7.I0NB 3 liujlio 1847 ALBORGHETTI conle GIUSEPPE. {Defunto nel 21 novetnhre 1851). 9 gennaio 1853 *ASTOLFI abate OTTAVIANO , professore dl malenialica ncl collegio di Propaganda Fide. 3 luglio 1847 *BEUTIINI P. MICHELE, chierico legolare della Madre di Dio. „ » *BONCOMPAGNI D. BALDASSARBE dei prln- cipi di PIOMBINO. „ » CAETAM commendatorc D. MICHELANGELO, principe di TEANO , colonnelio diiellore e coniandanlc del corpo dei vigili ponipieri. {Ri- mmcid nel 6 dicembre 1848, epassb fragli acca- demici onorari nel 12 gennaro 1849). » » *CALANDRELLI D. IGNAZIO, professore di ol- tica e di astrononiia ncU'universila di Roma. 13 gkigno 1848 CAPPELLO doll. cav. AGOSTINO, consigliere emerilo del supremo magislralo romano di sanila. {Defunto nel 31 dicembre 1858). 3 luglio 1847 *CARPI doll. cav. PIETRO, professore di mine- ralogia , e storia naUirale neiruniversila di Roma. » » *CA\ ALIERI SA> BERTOLO NICOLA, profes- sore emerilo di archilellura slalica e idraulica neiruniversila di Roma. 22 fcbbraio 1852 CICCOLIM cav. LUDOVICO , commendatorc deil'ordine gerosolimilano;, gia professore di — VI EPOCA DCLLA KLEZIONF. astronoinia ncll' univcrsita di Bologna. (De- ftnilo nel 24 aprile 1851). ^ luijUo 1847 *CUELLM rev. p. DOMENICO dcllc Scuole Pie, profcssorc di nicccanica e idraulica ncll'iini- vcrsita di Bologna. » » *CIUFFA monsignor LEANDBO, professore ono- rario di bolanica neiruniversila di Roma. B » CONCIOLI dolt. ONOFRIO, membro del colle- gio filosofico nell'iiniversifa di Roma. [Defimto ncl 12 febbraro 1851). » *COPPI abalc cav. ANTONIO. » » DE MATTHAEIS dolt. GIUSEPPE , gla pro- fessore di clinica mcdica nell' universila di Roma. {Defimto nel 17 settembre 1857). u » DE VICO rev. p. FRANCESCO, della compa- gnia di Gesu , diretlore dell' osservatorio astronomico del collegio romano. {Defimto nel 15 novembre 184-8). « » DONARELLI dott. CARLO professore di fisio- logia , e bofanica pralica nell' universila di Roma. {Defimto nel 23 dicembre 1851). » » FERRARINI rev. p. ANTONIO, della compa- gnia di Gesu, presidcnte del collegio filosofico nell'univcrsila di Roma. {Defimto nel 12 apri- le 1859). 2 marzo 1856 *FIORIM contessa ELISABETTA. 3 hujlio 18i7 FOLCIII dolt. GIACOMO, professore di malcria mcdica, e igiene nell'universila di Roma. {De- fimto nel 12 (Kjosto 1849). {\febbraio 1859 *LATIM VINCENZO, collaboralore di chimica e gia professore di farmacia nella universila romana; membro del collegio farmaceutico, e socio di varic accademie scienlificlie. 30 (jiiujno 1850 *MAGGIORAM doll. CARLO, professore di me- dicina polilico legale nell'universila di Roma. — Vll — El'OCA DELIA ELEZIONE 3 luglio 1847 *MASSIMO duca D. MARIO. ), » *MAZZANI canonico D. TOMMASO, professore di incccanica , e idraulica nell'universila di Roma. » )) METAXA' dolt. TELEMACO, professore di zoo- logia nell'universila di Roma. {Defunto nel 22 gennaio 1851). 6 /e66rmo 1S59 NARDImonsignorFRANCESCOgeografofisico. 3 luglio 1847 ODESCALCHI principe D. PIETRO, de' duchi del SIRMIO. (Defunto nel 15 aprile 1856). 4 febbraio 1849 ORIOLI FRANCESCO, professore di archeolo- gia nell'universita di Roma. {Defunto nel 4 no- vembre 1856). 3 luglio 1847 PARCHETTI rev. p. LUIGI, de'ehierici regolari Somaschi^ membro emerito del collegio fdo- sofico neir universila di Roma. (Defunto nel 10 luglio 1849). » » PERETTI PIETRO, gia professore di farmacia pratica nell'universila di Roma. (Rinundo nel 25 aprile 1848). » » *PIANCIANI rev. p. GIAMBATTISTA , della compagnia di Gesu, gia professore di fisico- chimica nel collegio romano. » » *PIERI GIULIANO , professore d' inlroduzione al calcolo sublime nell'universita di Roma. » » POGGIOLI dolt. MICHELANGELO, professore emerito di botanica teorica nell'universita di Roma. (Defunto tiel 4 maggio 1850). 11 maggio 1848 *PONZI doll. GIUSEPPE, professore di anatomia e fisiologia comparativa nell' universila di Roma. 22 aprile 1849 *PROJA D. SALVATORE, nominate a profes- sore future di elementi di malemalica nell'uni- versila di Roma. — VIII — rrOCA DELLA El.FZlONE .1 IvcjUo I8i7 RATTI doll. FRAiVCESCO, piofossorc tli chi- mica c larmacia nciriiiiivcrsila di Roma. (' *BEIIT()L0.'M cav. ANTONIO , piofessore di '^(? ^ l)olanifa neH'univcrsila di Bologna. £ li ma(j(jio 1851 *BETTI ENRICO, profcssore di malcinalica nel licco di Fircnzc. 5 onohrc 1848 *BIANCIII cav. GIUSEPPE, direttore dell' I. U. osservalorio aslronomico di Modena. \ fiUraio 1849 *BUIGnENTI MAURIZIO, gia profcssore di geo- inolria descriuiva nella scuola degl' ingcgneri di Roma, ispcllorc enicrilo di acque, e slra- de, cc. in Bologna. 5 ottobre 1848 *CARLINI cav. FRANCESCO, dircUorc dcH' I. R. osservalorio aslronomico di Milano. 2 magrfio 1858 *DE-GASPERIS profcssore ANNIBALE, astro- nomo a Napoli. I!) f//cm6/c 1852 *FLAUTI cav. VINCENZO, profcssore di ma- tenialiclie, segrelario pcrpelno della R. ac- cademia delle scienze di Napoli. i fMruio 1849 GIULIO cav. CARLO IGNAZIO, profcssore di meccanica nella R. universila di Torino. {De-,^ funto «.e//i859) /^^ f*^i 5 oUobre IS 18 iMAGISTRINI cav. GIAMBATTISTA , profes- ' ' sore di malemalica sublime nell'universita di Bologna. [Defunlo nel 1 novembre 1849). 11 mn(///io 1851 *MAINARDI GASPARE, profcssore di calcolo sublime nell' I. R. universila di Pavia. ' . ' 5 oHubve 1 848 *i>lARIANINI cav. STEFANO, profcssore di Hsica sperimcnlale nella universila di Modena. •7 4 febbmio 1849 *MATTEUCCI cav. CARLO, profcssore di fisica ncir I. R. universila di Pisa. II mafjfjiu 1851 MEDICI cav. MICIIELE, profcssore di fisiolo- — XI — r.POCl niCLLA F.I.KZIONE gia nell'universila di Bologna. {Defunto nel 4 nwfjcjio 1859). li scUembre\S iS MELLONI cav. MACEDONIO, direllore dello slahilimcnto fisico meteorologico di Napoli. {Ihf'unlo neW \\ axjoslo 185i). //f 4 febbraio 1849 *MEINABREA LUIGI FEDERICO, membro delia R. accadcmiu dclle scicnze di Torino. /^ 11 marjgionrA *MI>ICH SERAFINO, professore di malemati- clie siipciiori neiruniversita di Padova. /; 5 oWofere 1848 *iMOSSOrTI cav. OTTAVIANO FABRIZIO , professore di fisica matenialica, e meccanica celcsle ncir I. R. univcrsita di Pisa. ^ 4 febbraio 1849 *PARLATORE FILIPPO , professore di bota- nica , c di fisiologia vegetale nel museo di fisica c sloria naturale in Fircnze. » » PIOLA dolt. GABRIO, professore di niatema- lichc a Milano.(/)e/MHio nel 10 novembre 1850). )) )) *PIRIA RAFFAELE , prefessore di chimica in Torino. 2^0 14se«em6re 1848 *PLAi\A barone commeudatore GIOVANNI, direllore del R. osservalorio astronomico di Torino. i febbraio 1849 *PLRGOTTI doll. SEBASTIANO , professore di chimica nell'universila di Perugia. • ^ )) » *SANTINI cav. tlOVANNI, direllore dell' I. R. osservalorio astronomico di Padova. : / » » *SCACCHI ARCANGELO, professore di mine- ralogia nella R. universita di Napoli. 24- )) » *SISMONDA cav. ANGELO, professore di geo- logia , e di mineralogia nella R. universita di Torino. ' /, » » *TADDEI cav. GIOACCHINO , professore di chimica igienica e medica in Firenze. » » *TARDY PLACIDO, professore di malcmatiche. — XII — KI'OIA mXL.K F.l.tZIONE o V \ febhmio 1849 *TENORE cav. MICIIELE, professore di bola- nica nclla R. univcrsila di Napoli. „ ). *ZAINTEDESCH1 abate cav. FRANCESCO, gia professore di fisica nell' I. R. universita di Padova. SOCI CORRISPONDENTI STRANIERl / 17 novembre\ 850 *AIRY G. B., diieltore del R. osservatorio aslro- nomico di Greenwich. 10 iuglio 1853 *AGASSIZ L. , professore di sloria naturale a Boston. 17 novembre ISbO ARAGO F., segretario perpetuo deiraccademia delle scienze dell' I. istilulo di Francia. {De- funto nel 2 ottobre 1853). )> » *BIOT cav. G. B. , membro dell' accademia delle scienze dell'I. istituto di Francia. 10 hujlio 1853 BOND, astronomo a Cambridge. [Defunto nel 29 genu. 1859). 17 nove»M6>el850 CAUCHY A., membro dell' accademia delle scienze dell' I. istituto di Francia. {Defunto nel 23 mmjcjio 1857). 4 >. )) *CHASLES MICHELE, membro dell'accademia delle scienze dell' I. istituto di Francia. ^ )) » *DE LA RIVE A. , professore di fisica in Gi- nevra. 2 ma(j(j\o 1858 *DESPRETZ CESARE , fisico e membro del- r accademia delle scienze dell' I. istituto di Francia. » » DIRICHLET , professore di matematiche nel- I'univcrsita di Berlino. [Defunto nel 5 mag- gio 1859). — XIII — KI'OCA DEI.LA El.ezio>'E 10 hujlio 1853 DE HUMBOLDT harone ALESSANDRO , in Berlino. [Defunlo nel 6 maggio 1859). , 10 hujlio 1853 *DU BOIS REYMOND E., lisiologo a Berlino. ^ 1 7 novembre 1 850 *DUPERREY L. I., membio dell'accademia delle scienzc dell' I. isliluto di Francia. Cj 10 luglio 1853 *£LIE DE BEAUMONT GIAMBATTISTA, se- grctario perpeluo deiraccadcmia delle scienze deir I. isliluto di Francia. /^ 17vtove»i6>el850 *FARADAY MICHELE , menibro della R. so- ciela di Londra. / / )) » *FLOURENS G. P., segrelario perpeluo dell'ac- cademia delle scienze dell' I. islitulo di Francia, )i » *FORBES G. , professorc di fisica in Edim- burgo. » » FUSS P. H., segrelario perpeluo dell' I. R. ac- cademia delle scienze di s. Pielroburgo. (De- funto nel 22 gennaio 1855). )) )) *FOUCAULT LEONE , fisico nell' osservatorio astronomico di Parigi. ^f » ). *FORCHIIAMMER GIORGIO , segrelario della sociela delle scienze in Copenaghen. / ^ » » *FRIES ELIAS, segrelario della R. accademia delle scienzc di Upsala. » » GAUSS G. F. , professore di malemaliche in Gollinga. {Defunlo nel 23 fehbraio 1855). *GROVE G. R., professore di fisica in Londra. ♦HANSEN P. A. , direllorc dell' osservalorio aslronomico di Golha, *HENRY, segrelario dell' isliluto Smitsoniano in Washington. -^ , vr ) *JOHNSO\, gcologo a Washington.' U-f^'^^^-^ J lACOBI C. G. L , professore di mafemallche neU'univcrsila di Berlino. (Defunlo nel I S50). /^,' y'c4^-r^'c A !(^ » » i7 » )) IM » » — XIV — F.rOtA nKI.I.A ELEZtONE .; « 10 lurflio 1853 *IAC>OBI, professoro (11 cliiinica in Pielroburgo. 'to liKilio I8r)3 *kUMMKll, proiessore di iiuilcnialica ncll'uni- versitu tli Brcslavia. „ „ *kl!PFFER, (lircltorc dcH' I. R. osscrvatorio cli s. Pielroburgo. I" novcmbre\S50 *LAM1"] G., mcnibro deiraccadcmia dclle scienzc deir I. istiluto di Francia. p//10 liKjlio 1853 *LIFBIG baronc GIUSTO, profcssore di clumica in Monaco. „ » *LITI\OW , direllorc dcU' I. c l\. osservalorio aslronomico di Vienna. q f^ rt » *LIAIS E. , gia ncU' I. osservalorio di Parigi aslronomo asgiunlo. „ )) *L01\E1\TE, professore segrelario della R. ac- cademia dclle scienze di Madrid. i febbraio 1849 *MALAGUTI M. J., professore di chimica in Rennes. ^0 hujlio 1853 *MALMSTEN dolt. C. G. , professore di mate- malica neU'universila di Upsala. 7 )i )) *MURCHISON cav. R., presidenle della sociela gcologica a Londra. „ » *MITSCHERLICII R., professore di chimica in Berlino. » )) *NEl]MA]NN, doll, professore di malematiche, e fisica neU'universila di Ktinisberg. .) » *OSTROGRADSKY , membro dell' I. R. acca- deniia delle scienze di s. Pielroburgo. •■» // D » *OHM dolt. M., professore di malematiche nel- I'universita di Berlino. •/ " ^ ^-v^ *POINSOT L. , membro dell' accademia delle ^^ '' / X — scienze dell' I. istiluto di Francia. y/- o Cw » *POUILLET C. , membro dell' accademia delle Z*^ 5^ scienze dell' I. istiluto di Francia. 'f — XV — Ci'dCA DF.I.LV lI.E/IONE n novemhreiSljO *QUETELET cav. A., segrclario perpetuo della 11. accadcmia dclle scicnzc, lellere, e belle aril (lei Belgio in Brusselles. 10 Imjlio 1853 *REM0>1 ZARCO DEL VALLE dolt. ANTO- MIO , presideiile della R. accademia delle scienze in Madrid. 10 liujlio 1853 *REGNAULT V., membro deiraccademia delle scienze dell' I. istituto di Francia. )) » ^ROBERTS G. , professore di matemalica nel collegio della Trinita in Dublino. 4-C ^ tnagfjio 1858 *SABINE, fisico e membro della R. Sociela dl Londra. ^'^ » '> *STEINER I,, professore di malemalica in Ber- lino. » » *TII0iMS0i\ G., professore di fdosofia nalurale ,^ ncll'universila di Glasgow. » >' *WEIILBERG , scgrelario della R. accademia . delle scienze di Slockolm. 4-9 \1novembre 1850 *WHEATSTONE, membro della R. sociela di > Londra. / .y, -^^ 3rf/cewi6rel854 yOEPCKE F., malemalico di Berlino. / /^ 4Z SOCr ONORARI 12 gennaio 1849 *CAETANI commendatore D. MICHELANGELO, principc di TEANO. 16 (jennaio 1856 *RATTI doll. FRANCESCO, professore di chi- mica, e di farmacia nell'universila romana. — XVI — SOCI AGGIUNTI KrOCA DKLLA ELEZIONK 3 Iwjlio 1847 AStOLFI abate OTTAVIANO , profcssore di malemalica nel collcgio di Propaganda Fide. [Passato fra i soci ordinari). 25 maggio 1848 *BETOCCHI ALESSANDRO, ingegnere. „ ), CAVALIERI SAN BERTOLO GIOVANNI, in- gegnere. {Defunto nel 23 dicembre 1857). » » *CUGhOiVI IGNAZIO, ingegnere. 1 aprile 1855 *DELLA PORTA conle AUGUSTO. {Succedtito at sig. Ottaviano Astolfi). 3 luglio 1847 *DES JARDINS dott. FELICE MARIA. I aimle 1855 *FABRI dott. RUGGERO. {Siicceduto al signor prof. D. Salvatore Proja). 25 maggio 1848 *PALOMBA dott. CLEMENTE. 3 luglio 1847 PROJA D. SALVATORE, nominato a profcs- sore futuro di eleinenti di matematica nel- I'universita di Roma. {Passato fra i soci or- dinari). 25 maggio 1848 *VESPASIANI abate D. SALVATORE, gia sup- plente alia catledra di fisico-cbimica nel se- minario romano. MACCHINISTA \i settembre \SiS LUS\VE1\GH ANGELO, inacchinisla del gabi- binetio di fisica nella universila romana. (De- funlo!-nd 21 febbraio 1858). ■^ A A T T I DELL' ACCADEMIA PONTIFICIA DE' NUOVI LINCEI $E$sio!iii [■• DEL i mmu m PRCSIDENZ« DEL SIC. DIFCA U. MARIO M*«Sin» MEMORIE E COMUNICAZIONI SXX SOCI ohdihari k dei cob.ilispo>identi AsTRONOJiiA. — Misure delle slelle doppie. Mcmoria del R. P. A. Seccjii. D, 'acche il grandc rofrattorc di Merz t'u collocato ncirOsservatorio del CoU. Romano derinitivamciilc leltificato, il principal lavoro con esso eseguito e stata la niisui'a delle slelle doppie. Negli Atti deH'Accademia de' nuovi Lincei (I), e nelle memofie deH'Osservatoiio pel 1852-56, ne abbiamo date un primo saggio e fino al memento presenle per qualtro anni consecutivi, e stato incessantemente proseguito, e trovasi condotto tanto avanti chc ci pare ormai non dovere piu dif- ferirc a comunicarlo agli astronomi. Lo scope chc ci eravamo prefisso era quello di rivcdere tutta I' immortale opera di Struve Mensurae micrometricae, per ri- conoscere i moli di questi sislemi ncl corso de' 25 anni passati dopo quelle misure : ma per diversi molivi abbiamo dovuto limitarc per ora il campo delle noslre osservazioni, e restringerci ai primi 4 ordini delle slelle da lui inisurate, e delle allre solo esaminare le piu importanli. Tale reslrizione, derivo dalla vasta natura slessa del soggetto, giacche essendo lante le slelle doppie, e quelle degli ordini superiori ai suddelli es- sendo piu facili e polendosi osservare anchc da (juelli che sono provveduti di strumenti inferiori al noslro, era meglio circoscrivcre quesle ricercbe al grado piu proprio del noslro strumento. Pero abbiamo compensato le slelle degli ordini superiori da noi non osservale con quelle piu difficili scoperle a (1) V. Ic memorie su diverse osservazioni fatte al Coll. Romano che stanno inserili nei fascicoli spcUanti I'anno VII sess. 1," 18S3 e seg. 1 2 Pulkova e rcjristratc nel catal. di r»! i slelle pubblicato a Pietioburgo nel 1843, le iiuali tutle sono al limite delta massima difficolta di osservazione. I'na soi'ouda restrizione abbiaino I'atto altresi fin ora al nostro lavoro, ed 0 stata I'esclusione nei prinii -4 ordini slessi di quelle stelle la ciii compagna c di 10' oil' giandezza. La ragione e stata la ditficolta di otteneie finora una soddisfaccnte illuminazionc de' fili a campo oscuro , cosa che spcriamo poter condinrc a line fia non molto- Noi abbiaino geneialmentc parlando (tianne in podiissimi casi) operato sempre a campo illuminato, perche siamo persuasi che cosi si ha niolto maggior precisione, e stante la purezza del clima ro- mano, e la forza dello strumento, si sono potulc misuraie tutte le Ileliqiiae IVa la 9' e la 10' grandozza; le altre piii piccole o si misureranno a campo oscuro, 0 le lasceremo a chi fornito di piu forli strumenli potra meglio ese- guiie questo lavoro- Riniettendo il leltorc alle Memorie suddetto per la desciizione del no- stro strumento , ricoideremo qui soltanto che esso ha 9 pollici francesi di apei'tura libera e 14 piedi di lunghezza locale, onde esso b identico a quello di Dorpat con cui fu eseguito il lavoro primitivo. II metodo pure di misu- rarc i; stato quello gia usato da Struve e accennato da noi nelle Memorie so- pracitatc onde a quelle rimettiamo il lettore ricordando che il valore di una rivoluzione della vita e stato assunto dietro i passaggi della polare, R = 15",458B8 — (r - 14." R) O."002. Nelle riduzioni di queste stelle tanto vicine non si e avuto riguardo alia variazione della tcmperatura l° nelle diverse stagioni, essendo questa insen- sibile nelle dislanze di cui parliamo, ma se n'c lenuto conto nelle stelle spet- tanti I'appendice e che sono piii lonlane di 1' ove occorre di avere misure esaltc. Tutle le misure sono stale fatle a strumento trasportato dall'orologio, e a cupola mobile complelamente aperta onde evitare diversa temperalura d'aria dentro e fuori. L'angolo di posizione si misura al solito nel circolo annesso al micro- metro , il cui piano u perpendicolare all' asse otlico del cannocchiale e puo girare altorno di esso in ogni verso: il modo ordinario di prenderlo, e stato di coprire col filo i centri delle stelle quando erano grandi, e se crano pic- cole o mollo disuguali metterle fra due fili distanti fra loro circa 2 o 3 se- condi di arco. Per convenzione si e stabilito clic 1' angolo di posizione si misuri rapporto al circolo di declinazione condotto per la slella principale in M — 3 - guisa, clie « per due slelle della stessa ascensionc lella sia zero cjuaiido la )) ininore sta dalla parte del polo Nord, e per due stellc di cgual declina- » zione sia 90." qnando la Stella sta dalla parte seguentc nci molo diurno, » contando sempre nello stesso verso da 0°. a 3G0.° « Noi abbiaiiio scin- pre seguito questa regola chc e quella di Struve stesso bcnchc aitri prima conlasso diversemente: (juindi ci vuole la debila attenzione su queslo punto nel paragonarc le osservazioni di diversi astronoini. II nostro circolo di po- sizione e fornito di due nonii , e sempre si legge per primo quello che sta dalla parte della Stella piii piccola. Esse e graduato in guisa che se ii te- Icscopio sta air Ovest del pilone , la lettura del 1.° nonio da direttamente I'angolo di posizione: sc il telescopio sta all'Est , bisogna aggiungere 180.' alia lettura. Lo zero si fissa facendo scorrere sui iili una stclla, c nolando la ditferenza del nonio ov'essa entra nel campo da 90.° se il teleseopio e al- rOvest, e da 270." se e all'Est. Tal differenza e I'errore dello zero, che sem- pre si e aggiunto col suo segno agli aogoli letti , e si e deterininato non solo ogni volta che si e sniontato il micrometre, ma anche piu spesso. Per le stolle vicine la lettura si e fatta solo a decimi di grade, e a minuti per le piu lontane. L'angolo di posizione pero e soggetto a una piccola variazione dipendente dal moto apparente delle stelle dovuto alia precessione degli equinozi, per la mu- tazione che subisce il polo dell'equatore sulla sfera celeste, questa correzione 6 piccola e trascurabile per le stelle assai lontane dal polo, ma e sensibile quando si tratti di stelle molto vicine ad esso , e di epoche assai lontane : essa e data dalla formola AP = »)tsCC. s [T—t] dove T e i sono le due epoche di osservazione: la quantita m si ha da que- sta tavoletta che deduciamo da Struve (C. I), introd. p. CCVII) 23 22 21 2I( 19 18 La correzione come si vede non e trascurabile per le stelle molto vicine al polo e ncmmeno per le altre se le osservazioni nostre vogliansi ridurre al- a= ni. = O'i -+- O.'OOO — 1 -1- 0. OSli — 2 -h 0. 107 — 3 ^ 0. 230 - 4 -f- 0. 290 — a -t- 0.323 - 6 + 0. 333 — a^= jn = » = 0* -4- 0.'333 - 18* 7 -+- 0. 323 — 17 S -H 0. 290 — 16 9 -+- 0. 230 — 15 10 + 0. 107 — U 11 -K 0. 083 — 13 12 -4- 0. 000 — 12 I'cpoca di Struvc Hi circa 25 nnni fa: le variazioni anniiali sono infeiiori ugli errori probabili di osservazioiie oltie i.° dal polo- Una simile conczione ha luogo pel moto [iiopiio dclla Stella; ma di tuttc questc corrczioni e loro ap- plicazioni paileicmo in fine nella discussione delle misuie. Una coiTCzione simile devc applicarsi alio osservazioni, sc il polo dcilo slrumento equatoiiale con cui si osserva non e diretto al polo vero. Nelle nosti'c osservazioni la doviazione non ha superato pochi secondi cio6 15", tal- ch6 la correzione e trascurabile per tutle le stelle. La posizione del polo sti'u- mcntale si e csaminata almeno una volta I'anno e non si e mai trovato chc cccedesse la suddetla quantita: il che e dovuto alia buona costiuzione della macchina, c alia solidila della fabbrica- Yi saicbbo ancora da tcner conto della refrazione, la quale alzando le stelle camhia la loi'o posizione, ma in quelle del prcscnle cataiogo, essendo tutte di piccolissime distanze, tal difTerenza e insensibile. Varie cautele si sono prese in queste misure, onde evitare gli error! si- stcmatici. La 1." £ di stare nella posizione piii comoda possibile onde I'occhio operi senza sforzo- 2.' Di osservare Ic medesime stelle nelle varie parti del cielo , cioe a diversi angoli orarii , afVine di eliminare ogni influenza accidentale di posi- zione dcirassc deirocchio dell'osservatore e anche gli errori provenienti dalla flcssibilita del cannocchiale. 3.' Di non osservare che con quell' ingrandimento che porta I'aria : se (juesta non o buona sara impossibile avcre buone misure, e quindi molte volte si e lasciato di misurare anche a cielo chiaro, pcrche d'aria cattiva. 4.' Usare il campo chiaro e i fili scuri, quanto si e potato per la de- bolezza degli oggetli. 5-' Di non fidarsi mai di una sola osservazione, ma almeno almeno averne due iu due sere distintc. 6.* Se gli oggetli erano lucidi, si e preso I'angolo bissecandol col flio, se erano deboli, si e preferito metterli tra i due fdi collocati tra di loro a piccola distanza- 7-' La vite si e sempre girata nello stesso verso per evitare il passo perduto- 8.' Se le distanze sono state notabili, si e tenuto conto della sua tem- pera tura- 9.' il inoto ilcH'oioIogio che porta il cannocchialc e sempie il piu esatto possibilc, senza clie era impossibile aveic buoni risultali. 10.' L'ingranclimento e stato scinpie il massimo che Paria poteva por- taie, ma noii mai infeiiorc a GOO p6f Ic stelle vicine. La speiieiiza avendoci moslrato che la vera sorgente delle irregolarita nei lisultati 0 la cauiva forma dcllc imagini dipendente dallo stato del cielo, ab- biamo ciedulo indispcnsabilc notare io stato deH'atmosfera ciaseuna volta. Per norma di giudizio in qucsta materia assai vaga, diremo che : Oaima e 1' aria quando permette misurare le stelle di distanza minorc di 1" c i loro dischi si vedono netti e precisi, senza raggi alTatto : queste giornate sono assai rare e solo si hanno a tempo bello e fisso da 2 o 3 giorni. Bmna, quando si deve andare a quelle di 1" o 2" e che vi si vede qual- che raggio attorno. Mediocre, se i raggi sono moiti, e un poco danzanti. CaUiva se sono indecise ed irradiate da confondersi due lucide a 3" di distanza. In tal caso non si sono mai proseguitc le misure in quella parte di cielo- Alia fine del catalogo daremo alcune considerazioni sui limili pro- babili di prccisione di questa osservazioni- 11 frutto che si potra raccogliere da questa revisione , sara come spe- riamo molteplice, cioe : 1.° Di scoprire con una seiie sistematiea di osservazioni quelle stelle die avessero maggior moto, e sulle quali d'ora innanzi si deve portare V atten- zione degli astronomi. 2°. Di fissarc i limiti degli errori pcrsonali nelle stelle di cognito moto orbitalc : pcrcio si e fatto un confront© delle misure attuali con quelle di di- verse altri astronomi. 3.° Di estcndere anche alle regione dell' emisfero australe il lavoro di Struve; il che nel clima di Roma puo farsi fino ad un limite sicuro di al- tri 10° piu al Sud; onde si aggiungono le stelle di Herschel, aspettando che sia compiuta la zona di ricerche cominciata dal — 15° al — 25° australe- Resta a dire poche parole per I'intelligeuza del catalogo: Lc stelle sono disposte coH'ordine stesso delle Mensurae di Struve, e di- slinte col mcdesimo nuniero e vi si e aggiunta anche la pagina dell' opera ove sono registrate per poterle ritrovarc facilmente- L'asc. retta e la declinazione sono riportate al 1860,0. L'epoca delle osservazioni e data in anni e frazione di anno: il numero del secolo c ommesso, non potendovi esser confusione; cosi 1857 e solo in- — 6 — dicaio 57. Dianio qui sotto una tavola per trovarc la data comune del giortio del mesc coirispondente alia t'razionc dell'anno- Sotto la media dcllc noslre osservazioni e data la differenza con quelle di Struvo : quando non vi c segno s'intende -(-. II /ic.so ciot> il giado di l)onl;\ altribuito a ciascuna osservazione c in ge- nerale dcsunto della concordia dello niisurc parziali dclla mcdesiina stella nella slessa sera: siccome ogni stella si c misurata ciascuna sera almeno tre volte in direzionc c altrettanto in distanza doppia, la bonla deH'osscrvazioue si de- duccva dalla concordia delle cifrc, assegnando il massimo peso 5 quando per lo stelle vicine la divergenza nelTangolo di posizione non supei'a un grado, e nella distanza 1, o 2 centesimi di rivoluzione della vite: il peso 4 e una aber- razione doppia di questa, c il peso 3 una tripla- Sotto al nuinero 3 poche volte si c dato il peso essendoci riserbati i numeri 2 ed 1 per indicare una inisura approssimala e di pochissima fiducia per osservazioni fatte come pas- asndo, ma che puo esser utile in qualche caso I'averle; tale p- e. e il caso di certc stcllc piccole lontanc dalla coppia principale. Nella linea del medio M e di Struve 2 , la cifra di questa colonna indica il numero complessivo delle osservazioni. 1 colori sono indicati colle solite abbreviazioni latine per compendio: ruf. = rufa rossiccia alb. = alba bianca fi. = (lava gialia aw. = aiirantia lanciala rub. = rubea rossa DiV. = viridis vcrde caer. = caertdea azzurra viol. = violacea violelta cin. = cinerca cenericcia pall. = pallida smorta la lettera s significa sub e indica tinta smorta e poca decisa ; la i> , valde e accenna tinta pura ed acccesa. La scala delle nostra grandezze e la slessa di quelle di Struve, ne poleva esser altrimenli avendo noi da principio fatto I'ahitudine di giudicare dietro le sue indicazioni. Quindi per le piccole diffe- renzc che vi si trovassero non si deve fare gran caso. Se pero lalora se ne trova qualcheduna assai notabile c cio indizio sicuro della mutazione della grandezza delle stelle. Tali casi sono pochissimi- Piu frequenti sono le di- vergenze de' giudizi nostri da' suoi rapporto ai colori, nel che in alcuni casi e ditlicile il negare che non abbia luogo qualche illusione di conlrasto, spe- cialmente nelle sidle vicinissime- Lo stato dell' aria ^ indicato colle letteie iiiiziali 0, b, m, c, secondo ic dcfinizioni date di sopra. Pei nomi degli osservatori. V e sempre W. Struve padie; 0. 6 Struve figlio Ottono; n. I 0 II, Ilerschol padre W, o il figlio Sir John. U. Dawes: Sm; Smith Cael. Cycle. Spesso abbiaino ricorso al bel lavoro di Maedler - Vbersichl-Tafel der dojipelsierne pubblicato a Dorpat nel 1850 che contiene moiti risultati di un epoca intermedia tra le nostre misurc e quelle di Struve, fatte con lo stesso struinento, e che serve mirabilmente a confermare i moti peogressivi delle stelle mutate. Riserbiamo ad altra epoca il confronto delle nostre misure con quelle de' contemporanei Dawes, Fletcher, Bond, Dembowski ed altri. mm. Mensurac micromelricae di 2. C D. Catalogo Dorpa tense , cioe 1' opera intitolata = Slellarnm fixa- riim . . . Positiones mediae pro anno 1830,0 Petropoli 1852; il n." romano e la pag. dell'introduzione- Nelle orbite delle stelle doppie si usano le indicazioni seguenti a = semiasse maggiore e = ccceutricita w = longitiidine del periastro Q = longitudine del nodo ascendente » ■= inclinazione T = Tempo del passaggio al periastro \ = distanza del periastro dal nodo y= Periodo in anni. Ho creduto far cosa grata agli astronomi il raccogliere parecchi di que- sti dementi come pure que' dati piu importanti che possono far distinguere se la variazione sia meramentc apparenle ovvero fisica, per lo che come e nolo si ha il critcrio de' moti propii comuni ad ambedue le stelle- L'indole della presente pubblicazione non pernietteva di introdurvi tutto cio che e stato falto in quesla materia da tanli altri distinti astronomi, il che anche volendo non avrei potuto fare per mancanza di molti document!, ed opere, onde sono pcrsuaso che I'omissione di qualche lavoro importanle e che non avrebbe do- vHlo ommettersi non sara certamente attribuita a mancanza di stima , raa — 8 — piuttosto a (lifclto di int'ormiizionc Del lesto non cssciido qiiesia, die la pu- blicazione dc' iioslri lavoii, I'orse anche troppo vi abbiamo iiiscrilo dell'altrui. P. A. Secciii. TAVOLA DEI GIORM DEL MESE ESMESSI IN FHAZIONE DELL AMSO, PER IROVARE LE El'OCUE DELLE OSSERVAZIONI (8). Data per I'an. Com. Biss. dono febr. Gen. Febr. Marz. April. Mag. Giug. Liigi. Agos. Sett. Olt. Nov. Die. 1 0 0.000 o,os;; 0,102 0,240 0,329 0,414 0,490 0,381 0,060 0,747 832 0,914 j 1 (103 OSS 104 249 331 416 499 583 608 730 833 917 3 ■a 000 091 107 232 334 419 302 580 671 733 838 920 i ij OOS 093 170 233 337 422 304 S89 073 733 840 922 5 i Oil 096 173 238 340 423 307 592 675 738 843 923 1 6 .') 014 099 173 200 342 427 309 594 678 760 843 928 7 6 017 10-2 17S 203 343 430 312 597 681 763 848 93 li 8 7 019 lOi 181 200 348 433 313 000 684 700 831 933 <,» 8 022 107 184 209 331 430 318 002 687 769 834 930 10 9 02o 1 09 ISO 271 333 438 320 603 689 772 836 939 11 10 028 112 189 274 336 441 323 608 692 775 859 942 ii 11 030 113 192 277 339 444 320 610 093 777 862 944 13 12 033 118 193 280 302 447 329 613 698 780 863 947, 14 13 030 120 197 282 304 449 331 010 701 782 867 930! 15 li 039 123 200 283 307 432 334 619 703 783 870 933 16 Id 041 123 203 288 370 433 537 622 706 788 873 933 17 16 044 128 200 291 373 438 540 623 709 791 876 958 18 1" 04C 131 208 293 373 400 342 627 711 793 879 901 19 IS 049 134 211 290 378 463 343 630 714 796 882 964' i 20 19 032 137 214 299 381 463 348 633 717 799 884 966; »1 20 053 lio 217 302 383 408 331 636 720 802 887 969 44 21 037 142 219 304 386 471 333 638 722 804 890 971 23 22 060 143 222 307 389 473 536 641 723 807 893 97 i 9i 23 0G3 148 223 309 392 476 339 644 728 810 893 977 25 2i 066 131 227 312 393 479 502 647 731 813 898 980 26 23 068 133 230 313 397 482 564 649 733 813 900 983 27 26 071 136 233 318 400 483 567 632 736 818 903 983 28 27 074 139 230 320 403 487 370 633 739 821 900 98S 20 28 077 162 239 323 400 490 573 637 742 82i 909 991 30 2!l 079 241 326 408 493 573 600 744 826 911 994 31 30 0S2 2'ii 329 411 490 378 063 747 829 914 997; 1 31 246 414 381 666 832 000 (a) Estralla dalle lavulc solari di DelamlHi'; la cbla noll.1 |irima colonna serve per (uuigll aiiiii Indi-lliilamenle, ma nei
  • . 73. Androraeda36.«=0.''47"',3.$=22.''49'. pag. 1. c 302 iM. y 56.928 57.128 .57.840 340." 821 .338. 10 338. 66l 57.275 32.44 339. 19 307. 80 l."290 1. 226 1. 107 , 1. 202 0. 847 0. 361 5 5 4 6, //. 6,5 //. 1 6, .t.ft. 6,5 s.ft. 6, .i.ft.^l.Tt s.ft. 3 3 6, «./!.|6, s.ft. 6, ar. 6,2 ar. [a] D. 24.98 Vi 6 moto certo, e trovasi confermato dalla osservazionc di Struve a pag. 302. delle rnm. che e la scgucnte ; an- chc Maedler trova .%.90 40.35 .320." 471 322. 43 0."937 1. 069 il che combina neirandamenlo, ondc non vi e dubbio del moto. Costruendo pero la figura si vede che per era I'arco apparente e poco divcrso da una retta. [a] Belle assai. 2. 115. a = 1.'' 14"',5. o = 57.° 25'. 57.128 7.958 327." 03 153. 73 0."847 0. 757 .M. V 57.543 31.87 150. 38 149. 60 0. 802 0. 810 u. 25.67 0. 78 -0. 008 7,2«/6. 7, 7, alb. l,3s.ft. 7,2 pag. alb.'.o. (a) 0. (b) 7,2 alb.\ 7,0 s.ft.\ Le difl'erenze sono insensibili: malgrado la diflicolta dcl- I'oggetto le misure sono precise, e non vi e moto allatto. ((}) Ben separate, probabil. -*- 180". (A) Ben separate, poco piii d'un filo. 3. «05. 7 Andromeda; « = 1.* 55. "'3; 5 =41." 39'. B.C. pag. 138. N.B. Qup>ui stclhi lienrlie di allro ordinc si colloci qui per la sua 2* ci)ni|i,i!;nii chf iipijarlicne a queslo. M 56.093 109. 86 0. 401 5 6, i.ciV 8, no/. b. a) 56.766 108. 78 0. 5 4 b. b) 57.845 110. 62 0. 4 5 0. («) 58.950 109. 40 0. 40 0 8, s.v. 9, s.viol. 0. id) 59.014 100. 11 0. a"; 0 8, m- s.purp. 0. 59.017 110. 05 0. 40 0 0, .?.». 9,5«.i'io/. n. 50.901 109. 75 0. 468 '8,5*.f. 9, s.viol. 58.993 108. 52 0. 45 I 42.92 125. 48 0. 4 10 ; Epoca I 1800 Posiz. Distanza Maio Graiul. c Colori d'aria c note L'osscrvaziouc del 1842 e del sii:.' Dawps (Smitli Gael. Cycl. p. 31) onde vi sarcbbe iiolabilc luoviinenlo. (a) Aria buona. Dislauza=i diaiu. dc'lib: lien separate. (ft) Ben separate: aria oscillanlc, ma ben dccise. (c) Oss. certissima ad aria ottima: sono cosi distinte che soqircndc chc siano per altri ditlicili. (rf) Aria stjuisila: separate pin di un lilo, colori diversi cerlaraente. A.B 57.845 58.898 59.017 62. 01 03. 13 03. 25 10. 377 10. 179 10. 354 5 4 5 i. t 7, »«>. 7, s.vir. 7, s.f. M. V 58.580 30.02 02. 79 02. 4i 10. 303 10. 332 D. 28.56 0. 35 0. 029 {e) La 2.* non si divide qucsla sera. Sislcma celebre per la coiiipagna doppia che era sfug- gita a Struve nellc prime misure, c che pero nc annunzio la diiplicitanel 1842, ma chc ora e di cosi facile risoliizione da potcrsi presupporre qualche uotabile mulazione dallcpoca delle osscrvazioni di Dorpal in poi. Ogui sera di aria huona si vedouo i dischi netlissimi e ben separati da un liletto nero. V. »I6. a = 2.''l.'" 1; a = 61." 41'. ;57.128i202."32 157.843 207. 80 107.917257. to 0."4 0. 4 0. 302 3 5 5 8, 8, 9, 8, 0. 434 0. 593 3 3 8, 7,7 II. 8,5 8,2 fl. -0. 139 0. ( *• I* 0. (c 1. M. '57. 029 202. 41 I. 31.23 j270. 47 I). 20.40 I- 8. 06 Allesa la piccolezza dei dischi e la loro precisione pare rerla una mutazione in distanza. Quella dell' angolo pare altresi sicura, quantunque oscillino le singole osservazioni anche di Slruvc. II minimo suo valore e ngualc al massi- mo uostro. »i Appena separate; dillicili assai. ,6) Quasi si toccano, ma hen separate. (c) Piccole, ma ben separate. 237. y. = 2.'' 15. ' 2i 0 = 60.° 55. 157.128 180." 09 157.843 180. 10 )M. 57.483 183. 34 V.J30.53 164. 93 D. 126. '.15 18. 41 0."5sc, 0. 3 0. 40 0. 00 -0. 20 7, a/A. 7,5 alb.Uu. 7, /?.'8, caer.lb. 1. 7, s.fl. 1,13.11. 7,8 a/6. c. IJa.s.fl. Forte aumenlo di aogolo e piccola diminuzionc di di- .stanza. Qucsto concorda colle scguenli osscrvazioni di Mae- Jler (tav. citata nell' introduz.). Epora 1800 Posiz. Distanza Grand, e Colori Stato d' aria 0 note 37.38 1170. 9 52.0 185. 5 0. 503 0. 52 forse pero il suo angolo e un p6 forte rapporto al nostro, il chc spesso trovo accadcre. i. 333. c Arielc. «=2.*51."'2; (■5=20.°'l7"'. pag. 1. M. V 1). 55.799 55.977 57.939 50.571 30.10 20.41 190. '90, 0. '082 197. 29; 0. 858 190. 00] 0. 909 190. 73 1 0. 877 188. 87| 0. 0. 547 330 7. 4o; 5, 0, III. h. 5, ;o, 5,7a/«. 0, 0 all). La Concordia delle siiigolc osscrvazioni noslrc c di Stru- ve fa vedere che il niolo e certo in angolo e distanza. Macdier trovo 40.02 1194. 35| 0. 714 che comhina bene: il moto angolare c diminuilo col crc- scere la distanza. Pero I'angolo di Maedlcr semhra in pro- porzione troppo forte, e infatti le sue osservazioni poste- riori darebbero 53,09 |200.nO| 0."947 che sarebbcro piii forti dcllc nostre in tutti i riguardi. 2. 346. 52 Arictc. a = 2.''57"'. 5=24.°42'. pag. 2. e 303. A:B 55.977 55.997 57.939 207." 05 200. 44 207. 40 0."577 0. 007 0. 788 M. 50.038 32.01 207. 10 204. 15 0. 057 0. 730 U. 24.03 3. 01 -0. 072 0, s.fl. C, fl. 0, s.fl. 0, e.a. 0,3 0,5 s.fl.l [a) 0,4 0, s.fl. e.a. Piccola mulazione che pare sicura atlesa la concordanza dcllc osservazioni parziali. Struve pag. 303 da un'altrase- rie trova i valori segucnti 30.95 1207. 0. 743 ma qucsta e mono concordc dell'altra. In quesle stcllc cosi vicinc pero non e prudenza tcncr per sicuro un moto sc non ccccde 5." in angolo, parcndo qucsto un limitc a cui spesso arrivano le cquazioni pcr?onali nclla stima. (a) Grosso come i (ili. CAT A LOGO DELLE STELLE DOPPIE OSSERVATE AL COLLEGIO ROMA>0 OROINE 1." D.» 0." A 1." STELLE LLCI[)E Epoca ISlK* I'o.-iz. (Uislanza Stato Grand . e Colori |d'aria e note Epoca I 1800 Posiz. ;Distanza 1 'y 1 Matu \l Grand. e Colori 'd'aria '^note 2. ». Cefeo316. a=0/l-,5. 3=78.°56'. pag. 1. 37.128 57.917 57.322 30.83 26.57 1S6.''62I 0." 33 li3. 33' 0. 4 c. 32i. il7 3U. 30J -167 331-0. 43 0. 0. 38 81 6,3*./I.|6,3 sfl. 3,5j./f. 6. vir. 6,3.s./l. 6,3s.ll. m. la) 0. (ft) Vi e molo cerlo. Nel medio si e aggiunto 180" all'an- golo, percbe la piii smorta e litala stimata la piii piccola, e che forse Struve prese per la piii grande. Le noslre os- servaziooi seiubrano abbastanza sicure. L'osservazione di Macdier da 38,63 |338. 14| 0. 694 che mostra il mote relaliTo: il loro m. proprio pero e pic- colissimo. La coslruzione fjrafica delle 3 osservazioni non basta a dccidcrc se il molo sia curviiinco ed orbitale. (a) Separate no: certo allungate. (b) Aria vcramente esimia. 2. 1». Cefco 318. a=0.''8-,3. o=76.°10'. 37. 128! 282." 36 57.917 102. 20 0.' 0. 72913 366 3 6.3a/6. 6, 6,3 alb. 6.3 M. 2. 57.322 31.50 26.02 102. 28 12i. 02 0. 0. 697 2 332 4 6,»a/6. 6.6,y./I. 6.5 alb. l,U.s.fl. D. -21. 74 0. 163 pag. 1. e 281 0. (a) 0. (6) Le dillerenzc sono certc in angolo, e incerlc in distan- za. Polrelili'esservi la variazione di 180. • ma le sialic ap- parendo talora cguali c forse di splendore relalivo un poco Tariabilc. non giaslificano tale aggiunta: quindi nel medio si fc badiilo solo alia dirczione della 2." osservazione. Se- condo Maedler si ba 40.82 1118. 01 ! 0. 324 niulazione certa e progressiva cbe pero fuiora non basta a decidcre della natura del moto. (a) Appcna separate. (6) Distanza appena egiiale ai fili. 1. It. Andromeda 36.a:=0.*47'",3.o=2-2.<>4H'. paj. 1. e 302 5]6, /1. 6,3 fl. \a. 136.928 340." 82 l."290 |37.128 338. 10 1. 226 37.840 338. 66 1. 107 3 16. s./T. 6.3 #./f. 0 4 6, i./l. 7.3 ,«./!. rn M.'37.273 339. 19 1. 202 3 6. «./!.,6, s.fl. Z. 32.44 !307. 80' 0. 847 3 6, ar.:6,i ar. ]). 1 24798" I 31. 39 \ l)T~36r Vi e moto certo. e tronsi confermato dalla osservazione di Struve a pag. 302. delle mm. che e la seguente ; an- cbe Maedler irova .36.90 40.33 320." 471 322. 43l 0."937 1. 069 il cbe combina neirandamento, onde non vi e dabbio del moto. Costruendo pero la figura si vede che per ora Tarco apparente e poco diverso da una retta. (a) Belle assai. 2. 113. « = 1.* li"',5. 0 01." pag. 1. 157.1 281327.' 03 I 7.958 133. 73 M. 37.343 2.S31.87 0.123.67 130. 38 149. 60 0. 78 0."847 0. 737 0. 802 0. 810 -0. 008 3 7.2a/A.I7,2 aib.[a. 2_l, !".- 10- 2 7, alb. 7,2 3 w.ir./l. 7,3 i I alb. Le dillerenze sono ioscasibili; malgrado la difGcolla del- I'oggetto le raisure sono precise, e noa vi e moto affatto. (0) Ben separate, probabil. •+- 180*. (b) Ben separate, poco piii dun filo. I. «05. 7 Andromeda; 2 = 1.* .55.-3; 5 = «.♦ 39'. B.C. pag. 138. N.B. Quefia Stella benrhe di akro ortliue M colloca qui pn Ja hu i^ tom[a^ia che appartiene a rjueflo. M 36.093 36.766 57.843 58.950 59.014 59.017 5«.901 109. 86 108. 78 110. 62 109. 40 106. 11 110. 03 401 3 4 40 53 40 109. b8.903i108. 32 i2.92 123. 48 0. 468 0. 43 0. 4 5 6, i.cir 4; 3 3 8, i.e. 3 8, tir 3 5, s.t. 8. tiol. 9, s.ti«l. t.purp 9,»j.rio/. 6. *. 0. 0. 0. 0. 8.5*.c. ! 9, *.i:io/. (ft) (e) 10 — lEpocal J I I 1800 Posiz. Dislanza Grniul. c Colori Stalo d' aria 0 IlOtl' L'osscrvazionc del 1842 e del sig.' Dawes (Sniitli Vael. Cycl. p. ul) onde vi sarcbhc nolabile movimciilo. (a) Aria buona. Dislanza-- ^ diain. de'lili: hen separate. (ft) Ben separate; aria oscillanle, ma hen dccisc. ((■) Oss. cerlissiina ad aria otliiiia: sono cosi distiiile die sorprende che siaiio per altri difliiMli. ((/) .\ria squisita; separate piu di uii lilo, colori diversi ccrlamcuie. .\.n m. (f) S7.810 58.898 59.017 58.586 30.02 62. 01 63. 13 63. 25 10. 377 10. 179 10. 35i \ 0 2. 2, 1 7, vh: 7, s.vir. 7, s.fl. .M. V 62. 79 62. i\ 10. 303 10. 332 D. 28.50 0. 35 0. 029 1 [e] La 2.' non si divide qucsla sera. Sislema oelebrc per la compagna doppia ehc era sfug- jiila a Slruve iiclle prime misurc, e die pero iie anminzio la diiplicitancJ 1812, ma die ora e di cosi facile risoliizioiic da polersi presupporrc qualdie notabilc mutazione daH'cpoca delle osservazioni di Dorpal in poi. Ogni sera di aria buona si vedono i dischi netlissimi e ben scparati da un lilelto ncro. I. D.i'O.iO I- 8. 06 Altesa la piceolczza dei dischi c la loro prccisionc pare lerla una mutazione in distanza. Qnella dell' angolo pare altrcsi sicura, quaiilunqiu'. oscillino Ic singole osscrvazioni anchc di Strnve. II minimo sue valore e uguale al niassi- mo noslro. '-(a) Appena separate; diflicili assai. (6) Quasi si toccano, ma ben separate. ' (f) Piccole, ma ben separate. »S7. « = 2.'' IT)." 2; 0 = GO." 55. pag- 1. 57.128 186." 69 57 S ',3 ISO. 10 M. 57.i8o 183. 3i v.[30.53 16ii. 93 n.i26.95 18. 11 0."5sc. 0. 3 0. 40 0. 60 -0. 20 517, a/ft. '7,5 alb.\m. S|7, /?. 8. 2 |7, s.p. 7,8 o/ft.c. 3 n.is.fl. 7,7 «.«./!, ft. Forte aumenlo di angolo c piccola diminuzionc di di- stanza. Queslo concorda colle segucnli osscrvazioni di Mae- dler (tav. cilata nell' introduz.), Epoca I 1800 Posiz. Distanza Grand, e Colori Slato d' aria 0 note 37.38 o2.0 170. 9 185. 5 563 52 forsc pero il suo angolo e un pi) I'orle rapporto al nostro, il die spesso trovo accadcre. i;. »33. c Arictc. a=-2.''51."'2; 3=20.°47"'. pag. 1. ;i;i.799 ;i;i.977 57.939 ;i6.i)7i 3(1.16 20.41 196." 90 n."0S2 i 197. 29 0. 858 5 196. OOj 0. 909 5 5, 6, 196. 73, 0. 877 3 ISS. 87 0. 547 4 tjalb. I: 0 alb. 7. 46 0. 330 La Concordia delle siugole osscrvazioni nostrc c di Stru- vc fa vedorc die il nioto e certo in angolo c distanza. Macdlcr trov6 40.02 1194. 35| 0. 714 che combina bene: il moto angolarc e diminuito col crc- scere la distanza. Pero I'angolo di Macdlcr scmbra in pro- porzionc troppo forte, c infalti le sue osscrvazioni poste- riori darclibcro 53,09 |200.°inl 0."947 che sarebbcro piii I'orti delle nostre in tutti i riguardi. :£. 346. 52 Arictc. « = 2. ''57" A:B =24. "42'. pag c 303. 00.977 55.997 .57.939 50.638 32.01 267." 65 266. 44 267. 40 0."577 0. 607 0. 788 M. V 2(i7. 16 264. 15 0. 657 0. 730 -0. 072 D. 24.63 3. 01 i) 5 0 0, s.fl. 6, fl. 6,3 s.fl. 6,5 s.fl. 3 3 6, s.fl. 6, c.a. 6,4 s.fl. 6, c.a. (a) Piccola mutazione che pare sicura attesa la concordanza (Idle osscrvazioni parziali. Struve pag. 303 da un'altrase- ric trova i valori seguenti 30.95 |267. 0 | 0. 743 | ma c|ticsta e nieno Concorde dell'altra. In (piesle stelle cosi vicine pero non e prudcnza toner per sicuro un moto se non cccedc 5." in angolo, parendo questo un limilc a cui spesso arrivano Ic cquazioni personali nclla stima. (a) Grosse come i lili. — II IKpocaj I IqI I SUilo 1800 l>osiz. Uislanza c fjrand. c Coluri il' aria -+- \^\ i; Hole i (A-+-B): C M. V 55.997 57.90!) 50.9.'i3 32.3(1 350." 09 354. 03 5."070 5. 233 5 4 10,5 11, 355. CO 357. 2 5. 151 5. 207 3 10,7 10,8 c.a. 21.59 -1. 0 -0. 050 Nulla di ccrto inlonio ai mnli di G. 1. 367 1. 3.° G",8; a = O." 12'. pag. 2 57.125 2CC. 52 101. 4 0."S9C 5|8, alb 31.72 0. 95 3|8, s.fl alb, 8, a.s.fl. Oggetto dillicile, ma chc in distanza non e mutato, salvo per6 I'errore di 180.° i'angolo sarebbe niutalo di 15.° I. 412. 7 Toro. a = 3.'' 2G'. 3 = 23.° 59'. pag. 2 A:B 155.9771259. 20 155.997:250. 38 157.077,254. 70 M.|5C.350|25«. 78 V. '30.38 1209. 92 0."4 0. 43 0. 4 0. 42 0. 092 alb. alb. alb. l)M-fl- alb. alb. alb. 0,7 .s./;. (''] 1). 125.97 1-13. 14|-0. 27 Moto certo in angolo e distanza ; la scconda i; sicura- mcnle variata percbe sc fosse come qiiella di Slriivc si ve- drcbbero piii disgiunte cbe non si vcdono: .Maedler trova 39.7G 1205. a | 0, 555 c ncl 1852,1 ha 250°, (senza distanza) : 6 d'accordo con noi. (o) Appcna separati i disehi. (*) Appcna separate. A: C pag. 2 2. D. 55.977 55.997 58." 03 02. 12 2 2 55.987 30.92 CO. 07 03. 02 22. 407 4 25.07 -2. 95 10 Non si e presa la distanza dalle altre due. i. 453. Allanlc delle Pleiadi a==3.''40."'8;o=23.'37'. pag. 2. 0. 57. 30. 31. cc. 107.''5 29. 2 semplicc 5 0.''79 0. 35 semplice | IE|io(.'ii I I 1800 Poi>iz. ! - Stato Distanza ^ijGraud. c. Colori d'aria ~ |e note Qucsta Stella e stata csaminata molte volte ogni auuo al meridiano nclle circostaiize le piu favorcvoli dcH'atmo- sfera, e semprc e stata ritrovata scmplice ; il chc c nota- bile, perche se si fosse verlficato 11 moto sospcttato da Struve si sarcbbero dovute separate nuovanientc. Forse qui abhiariio un caso simile a 51 | Libra, dcU'occullazione di una Stella dietro I'altra. 460; /|9 Ccfeo. «=3.''46."'8; 5 = 80.° 18'. pag. 2. 157.843 57.958 M. 57.900 I. 30.89 D. 27.01 10."37 11. 22 10. 79 352. 50 18. 23 0."711 0. 734 0. 722 0. 888 5 5 5, ulb. C, alb. 0, alb. 7, alb. 0,5 alb. 0,1 s.car. 0. b. 2 i>,'oalb. 5,2 11. -0. 165 11 moto in angolo 6 sicuro altesa la bonta delle osserva- zioni e Maedler trova 30.76 1336. 75| 0. 875 il che combina con un aumcnto osservato da Struve mm. pag. 283. V Sitt. « = V 6'"2; 5 = z= 58.°2'6 pag. 2. 57.9.';SI.301."42 58.07i|302. 02 0."3 1 5 0. 45 5 alb.c. 0, II. 7, alb.c. s.vir. 0. [a) 0. ib) M. 58.010 29.52 302. 02 320. 00 0. 343 D. 28.30 -18. 00 Malgrado due sole osservazioni, credo sicuro il moto. («J In contatto: azzurrine. {b} Un lilo di dist. dc'centri. L 520. « = 4.* 9'",9; 3 = 22.» 28'. m Differenze insensibili; bcnclie una sola sia I'osservazionc pure attesa la bonta dell'aria, e la piccolezza dcgli oggetti non vi e probabilita di moto. 57.109 102." 92 0."029 1 5 8, alb. 8,2 alb. 32.20 104. 00 0. 823 1 3 8, alb. 8, alb. 1. 749. cc = 5.'' 28"'3 0 = 2(i." 50.' pag. 2. 57.109 190.°40 29.48 23. 45 0."633 0. 070 6.SaM.|6,6 alb.lo. {a) 7,1 7,2 Tolto I'errore di 180.° non resta chc poca probabilita pel moto in angolo di questo oggetto. [a] Distanza poco piii dci lili. — 12 — ,E|)oc.i 1800 Posiz. Distanzn Grand, c Color! Stato d'aria 0 IlOlP Epoca 1800 Posiz. Distanza £ Graud. c Colori Oh Stato d' aria c note 2 C i. S8I. 1 Lince a = 6.*9."' 6; 5 = 59.026.' pag. 2. 58.074 94.° 00 0."834 6. 11. S, ft- 30.28 88.97 0. 815 6,1(1/6. 7,9 alb. IVr dccidcre il inolo si esisono ullorioii usservazioni. i. 963: 11 Liiui'. a=G.*40-7; 5=59.' 40'. pag. b. (a) a.b. ((•) 56.153 57.378 58.074 54." 97 60. 45 54. 50 0."S06 0. 500 0. 926 5 6 rub. 6, rub. 6. aur. carr. 8, caer. l,as.purp .M.,57.i02 i. 30.88 56. 64 51. 61 0. 764 0. 897 3 7 6, rub. 5,9 am- 6, caer. 7,1 purp. I). 25.88 5. 16 -0. 137 I colori mici sono niolto divcrsi da qticlli di Slruve. II ninlo e Iroppo piccolo per dirsi cerlo in tai oggctlo. E iino dc'piii belli del ciclo. La dilTerenza di moto beiichi; pic- cola e conrcrmata pure da .Macdicr. 38. 41 I o3. 22| 0. 862 (o) Bel colori. (f) Colori rcrli. 1316. u = «.'■ H.'-2; 0 = - I." y. !57.344|I47.°991 0."4 = 1. 31.21 115. 17| 0. 432 7, a/ft.|74 0/6. pag. 3. la) 7,5a/6. 8,2 a/6. La distanza i; rc^lata come prima; e variato molto I'an- golo, ma I'oggctlo u assai diflicilc. Macdier si irova d'ac- cordo col moto 37.60 1130. 29| 0. 465 'a) Talora .^oparatc. i. I»56: 4, Leone, a =9.''20'",9; 3 =9.°40'. pag. 3. 1.55.2881 0. >-t- oblonga 56.153 356. 50 0."333 4 '6, II. 8. b. '56.167 359. 20' 0. 36 taio Distanza iGraiid. c Colori ,d' aria i"^ I 'e note •i (.V^B): C M. V 1). 55.997 57.909 50.9;i3 32.:(0 350." 09 354. 03 5."070 5. 233 5 4 10,5 11. .{55. GO 357. 2 5. 151 5. 207 2 3 10,7 10,8 e.a. 24.59 -1. 0 -0. 050 1 Nulla di ccrto inlorno ai mnli di C. 1. 867. a = 3." 6"',8; 5 = 0." 12'. pag. 2 57.125 200. 52 0."89G 0. 95 5 8, alh. 8, alh. 31.72 101. 4 3 8, s.fl. 8, a.s.fi. 0. Oggcllo didicilc, ma chc in distanza non i; mutalo, salvo per6 I'crrorc di 180.° rangolo sarcbbe mutalo di 15." 1. 41». 7 Toro. a 55.9771259. 20 55.997 '250. 38 57.077|254. 70 3.'' 26'. S = 23.° 59'. paj A:B 50.350!250. 78 30.38 209. 92 25.97 1-13. 14 0."4 0. 45 0. 4 5 5 5 "3 5 alh. alh. alh. alb. 0. 42 0. 092 alh. 6,0*./?. alh. 0,7 ,y./?. -0. 27 ('') H. 2. D. Moto certo in angolo e distanza : la scconda e sicura- mcnlc variata pcrchi; se fosse come (juclla di Slnive si ve- drcbbcro piii disgiunte che non si vedono: Maedler trova ■ 39.76 1265. 5 | 0, 555 t; ncl 1852,1 ha 256°, (senza distanza) : e d'accordo con noi. (o) Appena separati i dischi. (6) Appena separate. A:C pag. 2 65.977 55.997 58." 03 02. 12 2 2 55.987 30.92 00. 07 63. 02 22. 407 4 10 25.07 -2. 95 Nou si e presa la distanza dalle altre due. 2. 453. Allaiilc dellu PIciadi «=3.''40.'"8;5=23.*37'. pag. 2. 57. semplice 0.' /9 5 57. 107.''5 30. 29. 2 0. 35 31. ec. semplice Questa stella 6 stala csaniinata moite volte ogni anno al meridiano nolle circoslanze Ic piii lavorevoli deiralmo- sfera, e semprc e stata ritrovala semplice ; il che e nota- bile , perchc se si fosse verilicalo il moto sospettato da Struvc si sarebbero dovutc separare nuovaniente. Forse qui abbianio un caso simile a 51 J Libra, dell'occultazione di una Stella dictro I'altra. 1. 460: 49 Ccfeo. « = 3.''/,6.'"8i 5 - 80.° 18'. pag. 2. 57.843 57.958 10."37 11. 22 0."711 0. 734 0. 722 0. 888 M. V 57.900 30.89 10. 79 352. 50 D. 27.01 18. 23 -0. 105 5 5 5, alh. G, alh. 0, alb. 7, alb. 0. b. 2 '6,Salh. 5,2 ft. 0,5 alb. 6,1 s. car. 11 moto in angolo e sicuro attesa la bonta delle osserva- zioni e Maedler trova 36.76 1356. 75) 0. 875 i! che combina con un aumento osservalo da Struve mm. pag. 283. 1. ff,U. a = 4.'' 6-2; S = 58.'>2'6. pag. 2. M. V D. 57.958 58.074 58.016 29.52 28.50 301." 42 302. 62 302. 02 320. 00 -18. 00 0."3 0. 45 0. 545 alh.c. 6, ft. alh.c. s.cir. (a) (ft) Malgrado due sole osservazioni, credo sicuro il moto. [a] In contatto: azzurrine. (h) Un filo di dist. de'centri. 3. 520. CC — 4.* 9'",9; 5 = 22." 28'. pag DilTerenze insensibili: benche una sola sia I'osservazionc pure attesa la bonta dell'aria, e la piccolezza degli oggett non vi e probabilita di moto. 57.109 102." 92 0."029 1 5 8, alb. 8,2 alb. 32.20 104. 00 0. 823 1 3 8, alb. 8, alb. 1. 749. u. — 5.'' 28"'5 0 = 26." 50.' pag. 157.109 2. 29.48 190.n0| 0."633 23. 451 0. 070 6.5o/6.]6,G alb. 7,1 7,8 (aj Tolto I'errore di 180.° non resla che poca probaLilits pel moto in angolo di queslo oggetto. (a) Distanza poco piii dei fili. — 12 — C|)0C<1 Posiz. Dislanzn Grand, c Color! SliUO (I'aria 0 mite A — R :C i. SSI: \ I-inco « = 6.*9."' 6; 5 = 59.»20.' pag. 2. 158.0741 94.°00 0."834 6. /(. 8, //. 0. 81u 6,4(1/6. 7,9 atb. l.,m.i^ I 88.97 Per dcciilcrc il molo si csicoiio iilloriori osscrvazioni. 1. 9«S: 11 Liiice. «=C.M0'"7; 5=59." 40'. pag. ii«.|j3 57.378 58.074 S4. CO. Hi. '97 45 50 .M. V j7.i0i 30.88 43.88 •66. 51. C4 51 D. 5. 15 0."806 0. 5C0 0. 92C 5 j rub. 5 'C, rub. 0 iC, aur. carr. 8, caer. "i, OS. purp 0. 764 0. 897 3 i6, rub. 7 S,9aMr 6, caer. 7,1 purp. -0. 137 h. (a) a.b.ic] I oolori niici sono mollo divcrsi da qiielli di Struvc. II inoio 0 troppo piccolo per dirsi ccrlo in tal oggcllo. E uno de'piii Iti'lli del cielo. La dilTorenza di moto bcnche pic- cola e conferniala pnrc da Maedlcr- 38. 41 I 53. 32| 0. 8G2 (o) Bei color! . (<•) Color! ccrli. I«I6. 2 = ».'' li. ass 3i.il li7.°99; 0."4 2; 0 = — 1." 9'. pag. 3. =fc:| 7, o/6.]7.i alb.\{a) 115. 17, 0. 452 5 7,00/6. 8,2 alb.\ La dislanza e restata conic prima: i- variato niolto I'an- golo, ma roggcllo c assai diOicilc. Maedlcr si Irova d'ac- cordo col moto 37.C0 1 130. 29] 0. 465 'n' Talora separate. 1. 1M6: (a Lconc. a. ==9.''20 ',9; 8 =9.°40'. pag. 3. |.'>5.288 0. '-»- ohlonga .'JC.I53 35fi. 50| 0."333 4 6, It. 8, .56.167 3.59. 20 0. 36 4' 56,186 4. 17 0. 40 4!6, 7, 5e.38e357. 651 0. 45 5 .57.342 2. 68 0. 35 u '57. .378 5. 7oi 0. 35 u l58.323> 0. 78 3|6,2 7,2 58.367 357. 30i 3 .58.370 2. 701 3 M. 56.425 0. 99 0. 358 7 6,1 /f. 8,5 fl. V .33.29 172. 80, 0. 4i7 1 ~ 32.25 163. 40 0. 515 25.21 153. 941 0. 970 n. 04.09 130. 88, 1. d. 95.30 \\.d. ,82.87 ,110. 90|>|v d. h. h. b. 0. u. m. rn. c. b. if) 8 (•) Kiioca 1800 Posiz. Dislanza Grand, c Color! Stalo d' aria c note («) Disclii appena scparati. (6) Non si vedc troppo bene. (r) Quasi separate, solo ad intervall! si vedc bene. ((/) Aria buona: distanza = 1 filo, separate. (f) II disco dclla niinorc e appena fuori delta maggiorc. (/■J Saltano. (7) Talora separate si vedono poco bene per I'aria. (//) Si vcde male. (1) Aria bnona, nia non si vedono staccate. (/i) Lc tre ultime sono escluse dal medio essendo poco sieurc. Maedler trovo 43.408(280. 18| 0. 850 ([uesta Stella e periodica c notissima. Ecco gli elcmenti di diversi autori. Klinkerfues Maedler. T = 1876. 43,9 1849. 76 a r= 111." 51, '3 135.011' \ = 217. 21,7 185. 27 i = 57.13,96 40. 33 e = 0.36047 0. G433S a = 0.7030 0. 857 Period. 133«"35 82. 533 Gli dementi di Klinkerfues (A.N. 990). sono calcolati sulle osscrvazioni di South: quelli di Maedler meritano piii li- ducia. 2. 1457. « = 10,'' 31'". 4 0 = 6.° 28'. pag- 56.153 309." 65 0."402 5 7,5 8, ,56.186 307. 45 0. 893 5 7, alb. 7,5 alb. 56.186 307. 6(1 0. 928 0 7, alb. 7,5 alb. 56.315 298. 42 0. 837 !) l.ns.fl. 8,5 s.fl. 56.386 304. 45 0. 744 5 IJis./l. 7.5 .V./7. M. 56.245 3115. 55 0. 761 5 l/.is.ll. 7,8a.,v.//. 1. 29.55 287. 85 0. 712 4 lAs.fl. 8,4 a.4-.//. D. 26.69 17. 70 0. 049 (a) (6) 0. ic) 0. Ul) L' osscrvazione 4. e un poco irrcgolare: tuttavia si ri- tiene c ne risulta esscre indubitato il moto in angolo: la distauza scmbralastessa. L'osservazioncdi Maedler lo con- ferma. 37.53 |299. 511 0, 749 {a) Ben separate. [b] Altra osscrvazione alcnno ore dopo. (e) Aria esimia: disclii ben separali. id] Distanza piu d'un tilo: aria buona — 13 - ISUO I'osii;. Dislauza Grand, e Colori Slalo d'aria e nolo E|)Oca 1800 Posiz. Uisianza S Grand, e Colori .Slalo d'aria e iioti! 2. 1400. « = 10.'' 52"'.'J; 0 = — 2." 43'. pag. 3. («) !)6.1E;.') .")6.:ti;; 320." 08 3 IS. 02 310. o;; 0."9u6 1. 103 1. 000 5 I) i 7,S,s-./7. 7, /?. 8,« s.fl. 8,u s.fl. 7,5 /7. M. V ;i(i.28,j ;iioo 3 IS. 3;; 3il. il 1. o;i3 0. 007 3 0 7,3*./?. 7,6*./?. 8,2 s.fl. 8,2 *./?. D. Si.l9 -S. 12 0. 086 La diderenza supera appena gli crrori probabili dellc osservazioni attcsa la dillicolta dcH'oggeUo. (a) Distanza poco prccisa. V. leJO: 7 Vcrgine«=12.''34"'6;3=-0.°4l'. pag. 4. 55.282 55.285 55.i08 55.185 )5.400 56.200 56.380 50.380 50.397 50.403 56.410 57.302 57.342 57.383 57.403 57.414 57.410 57.455 58.3i5 58.425 58.410 58.422 50.430 59.430 59.449 55.300 56.382 57.388 58.300 S9J38 57.308 170.' 173. 175. 172. 100. 171. 173. 172. 170. 171. 171. 170. 100. 171. 172. 170. 170. 168. 171. 172. 172. 172. 108. 170. 108. '403 407 003 243 112 518 510 501 588 515 504 822 709 783 725 740 451 843 604 601 501 002 857 043 835 4, s.v. 3cguali 3.- Vos.fl. 3, 3, alb. a.s.e. 'il'.'fl. 4,0 a.s.v. 3." eguali 2,6 s.fl. 3, 3, alb. 3, fl. (a) (b) id) b. if) 0. !/-) 0. 0- ig) ii>) (0); (A); (c); (rf); (/) nolato ISO.o di piii, forsc per la va- riabilila loro. (?) Oltima vista. if) La Stella di sotto pare piii piccola. {g) Quclla di sopra pare minore, ma scmhrano variubili. (A) Medio generale. Le stclle I'oimmementc soiio eguali di 3.\ maspcsso una pare iin poco minore, c .sovcnte sono di splendore altcrn.i- .\(>la pag. preccd. 40 col. I.' non ci va: e crrore tipografico. in. 1.' r A; .\ (U-hC) livamante diverso. E noli.ssiiiio il rnoty orbitule di (|uesta Stella: cccone gli dementi. Ilerscbel J. 3. "580 0. 87052 5.''33 Macdlcr Fletcher a = e = n = X = J =: Pcriodo = 313. 45 23. 30 182.°" 120 0. 80815 6«.''37,'6 78. 21, 1 24. 39, 145.' 400 1836. 313 0. 8704 10." 7 295. 13 27. 36 184. 53 1836. 40 micr. a. doppia int. di Amici micr. fllare. Pass, periel. = J 836. 43 Ecco due osservazioni favoritemi dall'egregio sig. Dawes. 153.33 |171.»18i 3."302|4 155.46 |171. 17| 3. 308| 5 11 sig. Barone Dembowski trova 56.40 |170. 42| 3. "608 V. le altre Astr. Nach. n. 1111. p. 107. Queste misurc s"accordano assai bene colic nostra. E sin- golare la specie di regrcsso nell' aiigolo cbe trovasi net 1838: in un oggetto ora cosi facile, sembra che tali discor- danze siano eccessive: tultavia cio non deve fare meravi- gliu: lo stesso osservatore da uu anno aH'altro puo variare notabilmente la sua maniera di giudicare, e formarsi come si dice, una diversa equazione personale, e in fatti queste discordanze sons dell'ordine di quelle che trovansi Ira os- servalori diversi. Eccone un saggio dato dal sig. Smith nellc Month, nolic. Astr. soc. v. XVll p. 203. M. 56.96 173. OQ- 56.97 173. 36 57.35 170. 08 57.42 169. 93 57.41 171. 00 57.18 171. 54 3. "040 3. 665 3. 586 3. 561 3. 537 3. 398 Airy Wrotteslij Dames {aopp. im.) Dawes {mic. /?/.) Fletcher Qucsto medio non dilTerisce che pochissimo dal medio generale di tulte le noslre osservazioni, e da tutte si de- duce la posizione normale seguente probabilissinia risul- tante da piii di 100 confronti diversi. 57.279|171.<'43| 3. "017 1. 1728. 42Chioma. «=13.''3. '2;3=iS.»lG'. 6,5 M .•16.315 56.386 57.342 .■i7..378 :i7.383 ;i8.389 .'iO.OOl 27.83 20.40 33.37 34.43 30.41 191.° 193. 192. 102. 102. 102. 1927 0. 11. 170. 288. 190. 0."45 0. 45 522 537 40 3 0. 471 0. 040 appi'ii. lailung. 0. 303 fl- o, 5,3 /?.i5,7 fl. g. 4. 288. w Id) IV — E|)(ica 1800 Posiz. Dlstanza Grand, c Colori Slato li' aria i- liok- L osscrvazione ora c facile: per animcllcre la posizionc -lol 1S31 hisogna siipporre con Slruve die la slella sia slala ilallallra parte c divcnula seniplice iiel 1833 e 1843 (CI). p. CCXV); pero di ipiosli) putrolibe roslar dtililiio essendo le slellc quasi eguali. Ora laumcnlo dellan^iolo »• pocliis- simo, onde sarebbe probahilc cio che dice Slruve, che 11 pianrt dcll'orbila passi per la lerra. Le grandezze sono po- cliissimo diverse. [a] Dislanza dei centri = 1. lilo. (6) Dischi grossi come i tili e appena separali. (r) Distauza come i tili — dischi separali. (d) Ben separate. {e) .Mlungata; ar. ottima squisita; tig. come un 8. (e cu- rioso che questa sera non vi c separazione). i. m4; « = la.MS.-G; 5 = 3." 41'. 3«.3l3 5fi.3S(; 198." 23 198. 82 0."843 0. 791 M. 3r..330 30.33 198. 33 198. 10 0. 817 0. 733 D. S6.0U -0. 43 -0. 082 5 3 7, alb. 7. alb. 8, s.fl. 8,3 caer. 9 4 7, alb. l^alb. 8,2 s.fl. 7,9 alb. pag. 5. 0. <>■ (a) Nessun nioto certo: pare cbe i colori siniio variabili. Ill) Colore dclla 2.' ccrtamentc diverso daH'ailra. ISI9: ot = H.*8.-3; o = 3." M'. pag. 5 e 289. 136.381 '36.403 42.-98 44. 49 0."860 1. 018 3 3 7, alb. 7. alb. 7, 9, alb. alb. .M, 36.392 1 39. 452 2.136.43 30.39 43. 73 39. 43 76. 12 84. 90 0. 929 1. 004 1. 127 U. 983 2 4 4 4 7,3a/6. 8, alb. l,<)s.fl. 8, 8, 8, alb. alb. s.fl. l).!26 90 -41. 17 0. 036 (a) b. Motu ID orbita indubitato, benche non sia oggetto facile, (a) .\ria esimia nioto cnorme. L'orbita sarebbe gia curva nn le distanze non sono abliastanza sicurc. IHM: a = H.* 33.'"3; 5 = 52.° 12'. pag. 5. ISO. 3181101. 3 I 0. 772 1317. alb. 7,2 alh.\b. (a) i.|30.14 |l09. 75| 0. 633 |4|7,U.//. 'Aa.s.fl.\ NeH'osscn'azione di quesla stclla, che pure sembra nvere un moio. sono semprc stato contrariato dall'atmosfera per Mngolar combinazione: Maedler Irova 38.94 1104. 1 I 0. 608 e combioa sal moto. Un'alira nostra osservazione mconi- pletn qucst'anno diede I'angolo 96."nia I'aria era catliva. j lipoca ! ISOO Posiz. I Distanza firand. e Colori Stato d' aria e note i. I86C: « = 14.*34."'9; 5 = 10.° 8. 3(i.3S() iio.ius; 23." 73 23. 07 23. 71 19. 20 0."788 "07788" 0. 917 3 3 2 3 8, 8, 8,2 8,2 30.393: 29.00 8, 8,2s./;. 8,2 H.ipmsfl. 20.79 j i. 31 -0. 028 pag. 3 c. (a) b. (ft) Moto dulibio, perche piccolo c non confermato da Mae- dler: e oggelto difficile: esso trova 38.44 I 24. 10| 0. 803 (a) Omessa la distanza per I'aria catliva. (ft) Bene staccato: poeo piii d'uii (ilo. 1937: vj Corona «==15.''17.'"4; 5=30.°48'. pag. 5. id. 6." ecuali 6, fl 6,5 (•) La forma delta stclla e quclla di un » rovescio: noii sono staccate. (a) Pill separate di f Libra. (A) Decisamcntc separate: distanza = 1 lilo scar.'^o. (c) Distanza == agli assi de'lili giustamente. ((/) Distanza —= 1 lilo scarso ie) Ben separate, (e') Aria saltante. (/) Distanza poco mcno dei lib .33.302 .324. "i 0."3 33.490 327. 08 0. 35 30.400 341. 88 0. 5 30.403 343. 83 0. 46 36.400 343. IB 0. 43 .30.000 343. 77 0. 43 30.733 340. 88 0. 3 30.738 346. 77 30.760 344. 0 ,37.416 380. 03 0. 801 .37.430 332. 11 0. 38 .37.4.33 349. 81 0. 43 .37.433 .)31. 98 0. 398 87.463 347. 87 57.490 330. 04 0. 718 37.711 383. 72 0. 823 58.419 339. 92 0. 440 88.313 339. 60 0. 636 38.537 3. 93 0. 800 89.438 4. 22 0. 7 39.432 4. 3 39.302 4. 6 0. 45 39.303 33.396 4. 7 0. 60 M. 323. 04 0. 32 30.392 344. 30 0. 47 57.483 331. 00 0. 878 38.813 339. 19 0. 833 39.477 4. 80 0. 638 V 20.77 33. 28 1. 073 .34.84 09. 10 0. 700 36. 8S. 77 0. 50 la \b) ic) (d) (0 le') (/■> (ft) [k) (J) (/) in) (/<) — 1") — Kpoca I 180U l'o.siz. Distaiizu Grand, e Colori Slato d' aria V. Hole ig] DislaDza = 1 filo. (A) Dischi ben separati quanto i lili. (i) Hen separate: dist.uiza = 0.!i (ilo. (A) Qua.si in contalto; dislanza appcna - 1 iili). (/) Dist. minore dci lili, hen separate. im) Si lascia nei medio aniiuale ijucsta osservazione. (n) La dist. 6 = 0,7, un poco csagerala. {p) Non si puo prender la dislanza. {q) L'oss." del P. Rosa darebbc lutte Ic sere li." di piii: cscinpio di cq. pcrsonale non piccola c (juasi costante. Le stcile da principio eraiio unite come la lig. <», ma talora parevano separate: in questi ultimi anni sono piii separate assai. Gli dementi di questa doppia sono cono- .sciuli cd eccone alcuni: gli ultimi sono di Winnecke che sembrano i piii prohabiii: vcggasi la bella memoria di quc- sto autorc Ve Stella ■» Coronae Bor. Beiol. 1830: I'cire- nicride da esso calcolata darebbe pel 0."64C 0. 747 0. 8/iO 07.5 350.° 13 .•J8.;> 357. 38 1)9.5 3. 20 Ic dilVerenze tra (|uesta e I' osservazione sono nei ordinarii per questi dilBcilissimi oggelti. II periodo e di circa 43 anni e si i; vcrilicato il avvicinamcnto predelto da Struve. MacdIer Villarceau Winnecke. 1.018 0."9SC7 0..i743 0. 2805 10.»31 227. 9 65. 39 42. 50 1848.17 liraiti jrande a = 1. 088 e = 0. 3370 a = 24. '18' X = 261. 21 t = 71. 8 Per = 43. "■'240 T. = 18U .23 22.-18' dal merid. 1850.°0. 215. 29 60. 40' 43. 115 1850.329 II sig. Villarceau si e occupato di nuovo di questa Stella, e ha creduto possibilc un altro periodo; ma Winnecke ba rimosso lulli i dubbi sul periodo di 43 anni, che trovasi infatti rapprescntare assai bene le anliche osservazioni di Hcrscbel I. del 1781, e 1802. .i. 1967: 7 Corona a=15.''36."'9; 5=26. "-■i3'. pag. ii. 50.403 50.400 50.419 50.000 50.003 50.00,t 50.755 50.700 57.430 57.4H3 57.490 57.711 »8.490 3, /?.9.' 3, fi. 9, purp. 3, ft. 3, s.fl. 7, 8, purp. ia) (6) [d) (<•) if) (?) (A) (i) (A) I E|)0fa I 1800 I'osiz. I Dislanza Grand. I Statd Colori W ariii e uoli- Stella doppia molto diflicile per la disuguaglianza delle grandezze: muto certo, ma difficile a calcolarsi per la ine- sattczza delle misurc : nei 1830 si ha I' esempio di una Stella occultala da un'allra. MacdIer da M. 56.591 57.510 288. 97 289. 32 111. 05 105. 8 scnipl. 0. 45 1 0. 30 ! 1. 20.75 33. 30. 0. 725 0. 4 allungata 4, s.v. 7, ptirp. 1 141.44 40.72 334. 04 1295. 44 0. 188 0. 530 Dairandamcnto degli angoli si vede che ora la Stella mi- nore sla dair altra parte. (V. Maedler osser. di Uorpat 9. nand 1840 e 1841). (a) La minore e separata; ma i' difficile per I'aria. (i) Dislanza non maggiore di un flio. (c) La piccola e appena fuori della grande. ((/) Dislanza poco piii di 1 filo: ben separate. M Dislanza slimata. (/■) Coir ingrandimcnto 1300, la piccola ha disco largo, e luce debole. (g) Appena separate: I' aria non perraette buone osser- vazioni. (A) La piccola appena esce dalla grande: e come un <» ; ar. esimia. (t) Discbi atlaccali: ar. esimia. {k) La piccola appena fuori della grande. :i. 1938: presso p. Boote: a=15.''19. M. 56.42 57.52 58.530 230. 47 231. 67 225. 87 57.449 231. 33 33.85 ;319. 7 26.71 327. 0 0. 45 0. 53 0. 43 0. 48 1. 190 1. 383 6, alb. 6, alb. alb. 0, alb. 0,3,$. D 5; 5=37.^^7'. pag. 2'2. b. 0. a.m. (a) caer. s.rub. 8, s.rub. 7,3 s.vir. Questa Stella il cui moto fu riconosciulo da Struve, e ora fuor di dubbio ingrandilo: la dislanza e diminuila assai, lalchi; si e mulalo I'ordinc. Struve nolo che queslo siste- ma e congiunto col moto a fi Boote, da cui disla KiS " 1. 1989: ;:" Orsa min. a = 15.'' 47."'4; o = 80.°25'. pag. 5 c 291. .M. 37.594 59.586 .590 3. 32.68 20." 401 O."4o 15. 75| 0. 730 21. 071 0. 600 24. 07 0. 707 'i.ljalb. O^J?. 6, s.n. 7, alb. alb.\a.vna) rub. 9, *.ni6. 8,1 alb. Molto dubbin e il nioio di questa Stella: benche sia vi- cinissima, ia dislanza parrcbbe diminuita. (a) Dislanza poco piii de' fill. If. ' Epoia I , 1800 ■ Posiz. Distanza ' Oriiiid. c Colori Stalo (I' aria 0 mile i. «044. 99Dragoiic.a=16.*2l."'9; 5=62.*r.pag. G. 57.K91 57.887 3."*S t. *l 0."8;i0 1. 043 S 5 6 alb. 3 //. 6,5 8, afb. M. 37.740 7. 43 0. 948 0. 903 6 3,3,v./?. 3,7,v./J. 7.* 6,0 s.fl. D.jij.ui -5. iO 0. 013 Molo picrolo: ma pare sieuro in angolo: Macdlcr iK-Haii- solo ronrorda; 33.76 I 6. I I 0, 936 i, Wii ). Oliuco. a=li;.''23'",8; 0=2. "IC. pag. (1. e 292. ao.aCJl 18. -40 '136 33.3Sfi 17. 60 487 !33.5S9 17. 90 477 i;i6.33li 18. 11 1 4*0 '36.63* 18. 33 3*1 37.490 ii. 30 42* i;i7.;>09 19. 30 293 37.3*9 18. 83 ' • 283 M. :i3.:i79 17. 97 1. 367 ;i6.;;9r is. S3 1. 371 37. .309! 19. 88 1. 333 i- Jo.3l 331. 80 0. 837 ,34.4* 330. 60 0. 987 36.30 |3o3. 38 0. 014 4 3 5 (5, ^.7, fl.vir. 4 4, /?. 6. cin. 4i4, fl- 6, fl. 0 I... 4 3, alb. S| 3 2 3 5, ft- dybs.caer 0 (4, //. Ij,b s.caer 3 I Siclla riconosciula per hinaria indiibbiamcntc. Distanza crcsciula e angolo assai varialo: Ic os.servazioni di 0 da- rebbero 173.' pel 1783 secondo la correzione di Struve. V mm. paq. 6. i. »0S4. ?Ercolc. «=16.''35."'9id = ai.'Sl'. pag. 6. 13.3.490 '35.312 1 33. 362 36.403 36.4061 63. 36.419, 63. 36.334 .36.632 68." 70. 70. 70. 36. !.).> 59. 62. 63. 37.433 37.309 37.589 .37.711 1 37 37.890 38.422 .38.537 39.302 .39.345 61. .39. 62. SO. 48. 4t 41. 57 "634 17 331 40 .374 29 33 33 41 409 47 378 23 338 70 383 09 180 37 290 !I0 406 70 921 05 383 84 228 90 205 28 0. 93 60 33 0. 6 4." 4. alb. 3. alb. 4 3. fl 3i 5! 7.3 caer. 7 ro*ca 7 ruf. viol, caer. viol, viol. m.{d] m.{e) I Kpoca 1800 Posiz. Distanza I Grand, e Colori Sialo d' aria e nolo M. 33.521 69. 71 1. 320 3 36.328 64. 11! 1. 411 ti 37.594 39. 49 1. 289 6 38.479 54. 39' 1. 002 2 51.62 86. 3 1. 47 31. 2S s(>mpli. 26.03 23. i 0. 91 81.55 69. 30 Fletcher (fl) Bene staccate: ma i'aria non iascia niisiirarc. (b) Si vedono male: aria mediocre: ben sejiaratc. (c) Aria squisila : il disco della piccola pare poco mi- nore dell'altra; ma assai meno lucido. ((/) Si Iascia la dist. per I'aria (c) Aria mediocre: dist. slimata. Di qiicsta Stella orbitalc notissima, basta riporlare gli elemonti sesnenti : Maedlcr 1."I89 0.4343 39.°20' 262.40 50.25 31.46 1829.50 Essa fii osservata da U. ncl 1781 c da quel tempo fiiio al prcsente avrebbe fatto due rivoluzioni , nell' inter- vallo di 74 anni; dubitava Struve se fosse daammettersi il periodo di 14 o 28 anni {mm. pag. 7) ma ora non resta piii dubbio: I'orbita di Villarceau soddisfa alle osservazioni attuali assai bene. Gli elemenli di Fletcher (Ast. Soc. XXII p. 183)discordano da quellidi Villarceaunel posto del piano. Villarceau a = 1 ."234 <> = fO. 4482 n = 34.''2I' \ =.104. 54 i = 43. 43 P=,36'"'.337 T =1830.38 0. 4381 217. "14 200. S3 140. 39 .37. 21 1830. 50 i. 2118:20 Dragonc. a=16.''55."'2;3=65.°23'.pag. 7 136. 8401242." 40 '37. .320 242. 33 57.8871 .33. 08 M. D. 57.350 240 32.38 ]240 237110 ■0. 30 0.".3S 0. 4 37 848 6 05" 6,2 0,4«/A. 7,3 6,9 alb. {a) (*) Oggctto dilTicile: la di -0. 48 in esso certamente e diminuita stanza c anche I'angolo probabilmente. (fl) Si vedono male (ft) Dischi non .^eparati, forse per I'aria mediocre. (c) Aria buona: dischetti in contattocosi oc; forse nel- I'auHolo va -h-180". 1.2173. « = 17.'' 24"'.2; 5 0.° 58'. paj! 7. 294. 36.534 .39,386 38.360 30.84 36. 327." o; 323. 901 325. 92 323. 80 '933 75 0. 842 0. 022 scmplice 4 3 0 fl 0 //. 0,3 fl. 7. aur. 2 5 6 /;. 5,8c/?. 0.8 aur. 6,1 e fl. — 17 — Epoca 1800 I'osiz. Dislanza r.nind I Stall) c Colori tl' aria 0 nolo Vi saix'blie (|ualclie aunienlo di di.slariza, ma |)oco nmla- zionc di angolo. i, curioso chenci 1836 eseniplicca Slruvc: Maedlerlia come appressoilchesiipporrehbe im moto.aiiche aimnesso uii errore di -i- 180" neH'aiigulo; 1843,7|166. 6 1 0. 771 1. t«03. «=17.''3G'",8; 5=/il.°43'. pag. 8. S6.840 57.320 3.30." 98 327. 70 0."643 0. 618 0. 631 0. 720 3 3 7 alb. 7 alb. 7,3 alb. 7,3 alb. M. 2. 57.180 30.18 329. 34 333. 77 3 2 7 alb 6,3a/4. 7,3 alb. 7,8 alb. D. 27.03 -4. 43 -0. 089 Poco 0 niiiii moto. tai5. «=17.''40"'5; 5= 17." 47'. paj 36.331 304. ■3! 36.671 302. 77 37.373 306. 66 M. 33.923 304. 63 V 31.33 310. 63 37.99 307. 80 0."G39 0. 643 0. 718 0. G67 0. 747 0. 817 G /?.|10 cm. 6s.vir.\li, caer. G 18,3 C/?.oir.!8,8 3,9art.|7,9 I'iccola imilazioiic; ma |)ai'c siciira per raiidanicnlo i:. t»15. 452Ercole:a=18''19"',4;o=27.''19'. pag. 8. 56.537 57.373 i>7.033 30.74 27C.»30 245^00 260773 281. 13 alltingata cuneo 0."387 6. fl. G. fl t. alb, i8 alb. m. b. (fl) (a) Aria pero insuflicicntc. Accaiuo vc n'e iin' allra ce- rulca clie pare bislunga. Molo indiihitalo in dislanza, ma incerlo in augolo per la dilTicolla dell'oggelto. Maedler Irova: 38.40 1273. I 0. 48 :i. «422. K= 18.''31,"'4i 3 = '23.° 55'. pag. 8. 56.531 SC.537 57.573 56.880 32.10 24.78 111).", 57 11)3. 01 107. 00 0."728 0. 700 0. 985 5 3 5 ¥ 7, alb. 7, alb. 7, 7, alb. 7,5 7,2 7, alb. 106. 86 106. 05 0. 834 0. 985 -0. 017 7,2 alb. -^0. 81 (*) (a) Ben scparalc: oltimi dischi. Piccolissimoo niun moto sicuro: oggetto bello. (*) Eguali c biniichisslme. 1 Epoca 1800 Posiz. Distanza .Stato (jrand. c Colori d' aria e note L 243S. « = 18.'' 55'",1; 5 = 38.02' )aj! M. }). 56.840 336." 40 330. 80 334. 88 330. 88 37.334 .37.887 37.911 .57.543 32.33 23.01 333. 24 340. 60 ~7~36 0."4 0. 3 allung 0.3 0. 4 0. 722 -I). 322 ft- alb. 7 alb. 8 alb. 7 \b. jo. 7.3 alb.m. 8 alb. 0. 'la.s.jl. 7.3 alb. 7 a/«.;7.G alb. [a) (*) (0) Moto cerlo spccialnientc in dislanza. (ff) Appena separate. [b) Allungate, non ben separate. (c) Discbi in contatto: moto forte in dist. 3. 2509. z = 19.M5"',5. 5 = 62.°57'. pag. S. .36.840 37.334 37.911 337.030 343. 44 337. 89 0."711 0. 618 0. 738 3 3 4 7, alb. 8,2 iipiirp. Hsub.vir. M. 1. D. 37.428 32.30 23.13 340. 28 333. 00 -12. 72 0. G89 0. ,320 0. 169 3 G, 3.p.;8,l 7, s.fl. 8,1 *. fl. Moto sicuro in angolo e dislanza. (a) Dislanza =1 filo, poco piii. I. 255r6. X = 19.''3.3'".4; 0 = 21. "55'. 36.331 36.337 57.573 M. V I81.''38 180. 31 173. 47 0."4 0. 770 0. 3 179. 19 188. 40 0. 490 0. 363 -9. 21 -0. 073 5 5 0 IMlb. 7, fl. 7,3 alb. 7 fl. 3 3 G,8 fl. IMlb. 6,8 a. 7,3 alb. pag- b. 56.880 29.83 27:03 Moto poco sicuro per la diflicolta della misura. • (a) Aria buona ma insuflicicnle: appena separate. ib) Dislanza <1 lilo. 8. (a) (4) :•. 9574. « = 19.'' 3S"',8; 3 ^ 62.» 20'. pag. 8. M. 57.334 37.911 .37.722 .:•. 32.23 D. 123.49 133.° 22 134. 6i 1.33. 93 129. 40 +4. 53 0."683 0. 680 0. 082 0. 960 -0. 27! 8, alb. l,balb. IJalb. 8,5 fl. 8,3 alb.'o. 8, .V. caer 0. 8,2*. caer 8, s.fl. ADgolo cresciuto un poco, e dislanza diminuila ccrtamente. ■fola. AvverlasI i|iil una volla per ^empre, rlie i medil delle ilUtiinzc snnu slali calcolali a i cifrp declmali , ma che poi sono -lali ridolli a Ire «oli airallii della i.lampa: quindi puii ef^er chc i.nlura I'lillima eifra del medio non rihatta con quelle che ci Hm.i rilenuic, di|)cndendo e>sa dalle rigellale. 18 - Eiioca 1800 Posiz. Distanzn Grand, e Coiori Slalo d' nria 0 IlOlC Epoca 1800 Posiz. Distanza Grand, e Coiori Slatd d' aria c noti' i. 2652 x = 20.*6.'7; 3 = 61.">40'. pag 56.SJ0 56.974 .■;7 911 277 ."03 0."3 nllung. 0. 3 5 i 5 2 3 7, fi t> 980. 93 h. .M. 57.375 i. 32.0* 278. 93 980. 33 0. 3 c. 0. 32 c. 7,3(i/ft. 7,6 atb. 1). 21.75 -I. 35 -0. 02 8. («) iNcssuu luoto in tanta viciuanza ! (a) K forma di cunco. i. 2«95. 'J4 Voliic. u = 20'-i3'",9;5 •-- 25. ' 20'. pag. 8. 55.802 56.537 57.573 56.637 31.78 21.85 75." 28! l."022 10 74. 45 1. 040 I 4 76. 29 0. 960 | 5 75. 32| 1. 009 "6. 52 0 -1. 20 0. 211 7,5 7,5 ciner. 7,5 caer. 1,'is.caer. 8,0 alb. Qualrhc niolo in distanza. ma ncssuno in angolo i. «J«9. 4Aquario.a = 2U.M4.'"0;5=-C.°9'.|>ag. 8. scmplire 0"3 all. 0. 743 5 5 1 56 810 107 "86 5,0 fl. :::::: :::::i i. 29.76 24. 52 7,2 fl. 1). 27.05 1 83. 34 -0. 443 II Moto c ccrto in qucsta stclla, ma Ic osscrvazioni sono diQicilissimc. poichi- prima piii voile con aria ollinia fu \c- dula scmplicc, ora linalmnntcparc allungala. Coiifrontaado le osscrvazioni di H. I. e di Slruve, cioe: 11. 1783.36 351 ."5 V 28.77 94. 59 36.05 46. 4 0."74 0. 41 c ngctlando I'osscnazioue di II. ncl 1802, tuUo comhina bene col motodircUo (v. Struvc mm. p. o 298). Cosi I'aii- polo sarebbc cresciuto in senso giusto dal 1783 in poi. Sistema ccrlamcnte binario. Moto proprio sec. h- 6."1 in AR V ■+■ 4. "3 in declin. (a) Scmplicc moltc volte in ar. ottima. i.. «SJS. X = 22.''3.""J 0 = 58." 36.' BC .56.998|335.°47 ':;6.974 321. 15 .\1. 56.951 1. 33.63 I) I23.32 328. 31 334. 47 -6. 16 0."4 0. 4 0. 4 0. 643 -0. 14 8. 8.2 8.1 p. 8. e.al. 8. 8,5 8.2 Hegr alb'. pag. 9. 0. la) 0. ib) {a) Ap|)ena separate, (b) Ar. ott. ben separate. Assai didicili , ma certo nicno distanti che da Struve I'angolo pare poco un mutalo. A:4(B-hC) V 86.928 33.84 316.°96 316. 42 2l!'''283' 1 6 7,2 1). 23.08 -f-0. 63 1. 2879. a. = 22.''6."'7. 3 = 62°./(3'. pag. 9. ;56.928|130.»46| 0."6 |5I I \o. {a\ i:. 33.60 1227. 30| 0. 770| 3 |8cj/.(i/.|8 ejr.o/6.| II moto par certo, la distanza k diminuita, ma si esig^ oontcrma. [a] In contatto: forse -t- 180." 1. 2924. « = 22.''28."'9 3=69.°11'. pag. 9.1 159.542 S. 131.70 263."50l 0."842 1317, a/A.tS, alb.lb. [a) 257. 30| 0. 843 0,8«/6. 7.3 alb.\ (fl) Ben separate; aria un poco tremola; qualche moto in angolo. 1. 3056, a = 23.'' 57. A:B "5; 3 — 33.'' 29'. pag. 9. («) 56.810 56.928 156." 53 151. 90 0."6 0. 4 5 5 2 5 6 aur. 7,6 fl. 6,6 aur. •?,7 fl. M. 2. 56.869 34.32 164. 21 15S. 17 0. 45 0. 550 6,8rt.a. 7,31//. 1,ifl.aur. 7,4 s.fl. D. 26.55 -3. 90 -0. 10 (a) Appena separate. (ft) Non separate completamenle A:C 56.810 60.928 368." 43 367. 15 21. "101 4 4 9 b. 0. M. V 56.809 31.64 357. 79 355. 40 21. 1011 20. 480 0. 621 2 6 9 9 D. 25.53 -t-2. 39 Sc vi sia f|iialciie moto e inccrlo. I. 3062. a. = 23.''58.'9; 3 = 57.''39' M. V 66.928 67.917 57.901 252." 10 252. 42 255. 57 l."1S3 I. 300 1. 242 1. 252 0. 557 57.002 33.71 253. 39 108. 67 S6. 00 36. 70 320. 70 .■tl.08 23.81 82.65 0. 80 n 6 fl. Us. fl. IMlli- G.lis.fl. 6,9 fl. aur. s.fl. fl- IM'isfl. 8.0 fl. 7, 8,0 pag. 9. «, 0. a. r. a. 0. — 19 — E|)oca 1800 Posiz. Ulstanzn Grand, c Colori Slalo d'aria c note Stella chc ha certamcnle nioto orbitalc: ecco le osser- vazioni raccolle da Struve c gli dementi di Macdler T= 1837.414 e = 0,449 n= 13."2', «-= 1,"235 i = 33. 31 P= 94.^0 X = 135. 27 1782.05 320.° 7 1 1823.81 30. 7 l."2o=t 31.7! 87. 5 0. 120 33.71 108. 75 0. 57 3091 59.50 243. 5.'' 'i'j."'; 0. 3 3 6 7, fl. 3." 19'. 7, fl. 32.30 227. 3 0. 5 7,7 fl. 7,7 fl. pas 10 («) (0) Dist. slim: oggetto dilficilissimo: pare mosso. i. 3105. « = 16.''24."'1; 5 = — 6°43'. pag. 10. 137.5731 58." 031 0."734 :i. 130.91 I 59. 4 I 0. 405 3 17,4 ■illjs.fl. 8. .\b. 7,7 s.fl.\ NessuQ moto sicuro in angolo: forse in distanza. [a] Ben separate: poco piii d'un (ilo. DOPPIE MiNORi (Reliquae) 1. 284. « = 2''7.'"i; 5 = 60.°42'. pag. 11. 37.843 37.917 37.961 07.907 31.33 26.55 233." 70 228. 88 231. 30 231. 36 239. 23 -7. 87 0. 080 0. 733 0. 621 0. 837 0. 210 5 7,5fj/ft. 8,5 alb 4 8 alb. 8.3 alb 4 8,5a/4. 9 alb 3 8 alb. 8,7 alb 3 "tfialb. 8,7 alb [a) Distanza i|iianto i tili: ben separate. .Moto sicuro. i;. S36. « = 2*7.'"9; 5 = 5i.°49.' 13.yi7|258."8l! 0."5 31.87 239. 07: 0. 810 3 5,0 pag. 11. 0. («) 9,3 (a) Appena separate. Moto in distanza sicuro. i. 1-iH. « = 2''23.-6; o = 68."41.' .M 37.917 57.901 57.939 i. 30.77 U. 27.17 69." 25 66. 10 0. 0. '4 4 07. 07 82. 03 0. 0. 4 430 ■14. 38 -0. 03 8 alb. I pag. 11. 8,5 alb. 0. (fl) m. (a) Moto in angolo: ben separate. 531. 4''13."'5; 0 ^ 55. "16'. 57.917 58.950 58.425 30.33 293." 13 298. 48 l."122 0. 341 M. V 290. 83 291. 90 4. 95 0. 832 0. 797 u 27.90 0. 033 7,5o/ft. 7 fl. 7,5 alb. 9 caer. 1,Ulb. P"S m. b. 12. 8,0 alb Oggcllo difficile: pare poco niutato. Epuca 1800 Posiz. Distanza £ Grand, e Colori c Stato d ana e iiDtf i:. S40. B:C. «= 5.''58."'7; o — 10"46.' pag. 57.109 57.125 180." 35 183. 05 0. 43 0. 049 0. 349 0. 917 0. 368 M. 1. D. 57.117 30.89 20.227 181. 35 183. 47 -1. 92 'i,s.Tub 'J,s.rub 'J,s.rub 8,5 7,3i-.r»6. 9,5*.ru6. 9,5«.ru6. 8,7 12. (a) Distanza diminuitacertamenle: Tangolo senibra lostesso. [a] Appena separate : distanza stimata. [b] Difficile: distanza due terzi di secondo. A:4(B-+-C) 1. ori09 30.45 247." 09| 247. 20 21. "145 7 a/4. 1 \o. 6,2.j./?.i I 2. 849. « = 5.*0,"'6 S=17°23' 57.109 57.125 245." 25 241. 10 0."846 0. 843 0. 845 0. 912 5 5 2 4 8 aur. HMlb. 8,2 fl. 8,5 fl. 8.8 aur. 9 alb. 8,9s. aur. 8.9 fl. M. V 57.117 32.21 243. 17 244. 12 D. 24.90 -1. 03 -0. 000 pag. 12. 0. (a) b. (b) Nessun moto. (flj Si osserva il trapezio d' Orione: la O.^'non si vede, pare invece di vedere una stelletta nel centro. (4) Ben separate, ma difl'use. 910. a = 6''9.'"5; 5 = O^Sl.' B : C 37.109 37.123 57.117 29.53 27.59 166." 80 164. 42 0."6 0. 6 5 3 2 3 8,5 9 M. I. 163. 61 170. 93 0. 6 0. 070 8.3*.^. 8.8 s.fl. D. -7. 32 -0. 07 1 pag. 12. («) Si e lasciato di misurare la terza A. [a] Distanza stimata, non misurabile per la piccolczza. {b) Ben separate, ma difficili per la piccolezza: distanza un filo. 955. a. = 6''34"',5; 5 = — i°52.' A:B pag- 57.109 57.123 30.05 (a) 270." 27 272. 60 l."094 4 9 0. 880 4 8,7a/6. 9,5 alb. 12. (A» (a) Doppia, ma non si puo misurare per I'aria. (b) Aria dill'usa e insufficiente per questi oggetti. 4(\-.-B):C 9 57.125 188." 70 31.41 188. 40 11. ''263 11. 442 3 4 9 9 alb. 25.71 0. 26 -0. 178 8,5 alb. — 20 — Epoia 1800 Posiz. Distanza Stato Grand, e Colori (I'aria |e note N. B. - Tra quesla c la scgucntc nc sono 3 di Slruve molto boreali, che non si sono linora poUile misurarc: e in genorale si sono oninipsse per ora alciine delle piii bo- reali (lie possono piii comodamcuteniisurarsi negli osser- valorii piii seltentrionali; ma che daremo appresso. :i. 1S?«. «= 9.''29."'4j 0 = 16.°5r 56.184 56.315 42.»95 50. 57 0."43 0. 589 5 5 8 alh. 8,5 alh. M. V 56.249 29.6(1 46. 76 52. 97 0. 579 0. 487 2 3 3 8,3 alb. D. 26.65 -6. 21 0. 032 (ff) 0. 12. Altesa la didicolUi dell'oggetto, il moto e inccrto. (fita solo di ISO." iiella pcisizioiK'. C. P. *0. « = 4/ I'i."- 32.'; 5 = 42.° 2.' ;)'J.03e|10i.°aal 0."4i lul7 17 (a) Appena separate. 0. (a) C. P. 83. X = 4.'' 20."' 23.'; o = 32." 5'. |rj'.).0!J2| scniplice: aria ollima grand. 7.' C. P. 8«. « = 4.*27.'" 9.'; 5 := 19.° 26.' |o9.05»|iC6.''00| 0."3 14 18 18 \o. In contattu con aria ollima. t;. P. 91. a = 4.* 47."' 49.'; o = 2.°r)6'. jo!).03»|*48.°72| 0."4 [5 17 18 lo. Quasi in conlatlo. C. P. 139. «= 6.'' 1.5.'' j\.', 0 — -22. " ;?2'. |:>C.JI0|*13.°6 I 0."3S 15 »8.o>i«)Ui3. 87 0. 4a U 7 |9 lo. (a) m. a) Oggello comodo, si vcde bene. C. P. tSS. u = 7.* 49."' 0.'; '5 = 1.° 33'. |3o.i85{26o.»0 lapp. spp. E|ii)ca I SOU Posiz. Dislnnza Grand, e Colori Slato d'aria c note C. P. 187. « = 1.'' 54."" 0.'; S = 33.° 27'. |au.28or-2u0.''4 I 0."8.i6 \ i \1 17, \b. C. P. 195. « z= 8.'' 45."' 23.'; 5 = 9.° 1.' j57.3.42|119.°45| 9."329| 5 |7, «/i.|8, alb.lo. (a) (a) Moto insigne in dislanza, sc ti cssa del die si dii- bila. C. P. 197. « = 9.'' l."'M.'; 3 = 3.° 35'. 157.3421 57.''02l l."213 i 5 |7, a/6.|8,5 alb.,o. C. P. 808. = (p Orsa maggiore. « = 9.'' 41."' 10.'; a = 54.° 49.' 157.3421 30."60| 0. "3 lajG i lo. (a) (a) Rapporto dei diamelri come 4:5. Le altre slelle viciue suuo tutte rotoude e seinplici. C. P. 215. « = 10.'' 7."' 32.'; S = 18.° 32'. |57.3i2!2i3.°50| 0."41 I 5 |6,5 /?.|8, aur.\o. [a] Limite dcllc distanze iin lilo. C. P. 911. a.= 10.'' 18."' 13.'; 5 = 18." 2'. i57.342.141."37| O."40 i 5 |7, «/i.i7, alb.\». [a) Uislaiiza iin puco mono dci lili. {«) C. P. 218. « = 10.* 19."' 13.'; 3 = 4.° 22'. ;i7.342l 05."22| 0."90'J I 5 |7, a/ft.ilU, alb.o. C. P. 220. « = 10.'' 20.'" 43.'; o = 10.° 58'. 157.3421 03.°17l 0."708 15 7, a/6. ,9, cacr.\o. C. P. 224. « = 10.'' 31.'" 18.'; 5 ~- 9.' 41'. 157.3421 3."0ai ciinco I 4 I Pare alluogala. 2:j Epoia ISdU I'osiz. Uistaiiza firaiul. (' Colori Stalo d' aria i> note C. P. ««6. « ^ 13/ 20.'" 33/; o = 16.° 34'. |iifi.444|33:(.°52i i".70- |:H8, //.|S,;i /?.|o. Itcllu assai. C. I». 273: a = 13.* 48'" 14.'; 5 = 6.° 2'. III Ml I Dislaiiza quaiito i lili appcna. C. l>. 977- «= 14.'' 5.'" 18.'; 5 = 29." 28'. |oG.444j3i2.''70j 0."4 I o |7 |7 1 («) 1 (li.schelti si loccaiio; -*- ISO.? C. P. «»9. « = 14.* 6.'" 3.'; 5 = 12." 45." 136.444 250.°77| 2. "133 1417, a/6. 1 10, caer.\ C. P. asi. « = 14.* 12.'" 2.i^; a = 9." 19'. loG.444 IGO.^SGI l."406 14 17, 110,5 (a) La distanza c poco sicura per la pii'roiozza. (a) ■-.pijca 1800 I'osiz. Di^laiiza (Jrand. e Coiori Stalo d' aria e note C. P. «78. a. = 14.* 5'". 24'.; 3 = 44." 57'. |57.523|127.°27| 0."ii9G |5j8, //.|8,2 //.I ia) (d) Dislaiiza poco piii d'lin tilo. (a) C. P. 2S5 ^ P XIV 182. a=14.*39.'"29.'; cJ=43.°3'. |37.a231 6o.°So| 0."4 \\i\l |7, | (a) (o) Dischi in conlallo. C. P. 292 = P XV 24. «=15.*7".33/; o=32.°23'. |")6.4u;)l 57.523 seraplice I 5 I | \o. scmplice | 4 | fl C. P. 303. u = 15.* 53.'" 23.'; 3= 13.* 44'. |57.u73ll19.°iy| 0."4 |5|7,!i 18 \o. [a] {a) Ben separalc disianza = 1 lilo scarso. C. P. 315. == 21. Ofiuco «(^IG.*43.'"17.'; o=l.'';3U'. I («) 107.4331100." b7.bG3 IGO. 0."2 15 0.2 I 4 G, fl. (fl) Pare aliiiiigata in direzione di 100.°. C. P. 3t». a= 10.* jO.'" 5'('.; 3 = 15.° 24'. 157.0001 G5.°87l l."066 14 17, /?.|8, caer.\h. 57.338 G7. 15 0. G87 1 5 |8, 19, alb.lb. C. P. 321. x = 16.* 52."' 10.'; o = 14." 33'. |57..')73| 1."10|alliiiisalal 4 I 57. GOO 8. 14 0."25 5 («) (a) E appcna allungala. C. p. 325. ct = 17.* 5."' 15.' 5 = 7.° 57'. 1.57.6001202." 131 l."4G3 I 4 i7, alb.ld, caer.l .57.638 203. GO 1. 293 3 8, («) (fl) Piccole c dillicili per la nebbia. C. P. 331. =P.XVI1I 135. a=:17.*24.'"8.'; o=2. |oG.o34|333.°09| 0."81G i 5 17, 19 |57. 5731336. 85| 0. 842 5 |7, a/6.|9,5 caer. (fl) Ben separalc. '3/ . (fl) C. P. 337.=P.XV1I. 2C0. «=17.''42.'"53.';o=7.°18 \ii.'.'.'.'.'.'.'Ab. 156.5341295." 181 0."45 5 7.5. 57.373 300. 97 0. 4 I 3 |7,5. [b) (fl) I dischi sono minori di V' in diamclro. (4) Esuali. C. P. 33S. «= 17.* 44.'" 43.'; o = 15." 22' 156.534121 2." 171 O.'MS 15 57.573 213. 85 0. 707 I 3 0. /I.16,7 [o (a)' [bi (fl) Disianza = 1 fiio grosso. [b] Aria Tcramente esiniia. — 2i Epoca 1800 Posiz. Dislanza Grniul. e Coloii Slalo d' aria (' note Epoca 1800 Posiz. Distaoza Grand, e Colori Stalo d' aria c note C. P. 341. «= 17.* 58."' 55.*; 5=21. "20'. |u6.;i3i|2"".''4S| ill I I |o"."ll|2"G. Si, 1. 86i 1 ii 8, all>.\9, alh.'ur. ol. E la prima di Iro clie soiio m-l caiiipo del rercalore. C.P. »4«=72. S.'Ofiuco. a=17.*59."M6.';5^9.'32'. 'ii6.o3i| sempl. I I 3 ' liiiMTi :ti;i.'Oo aX p. o7."in scnipl. !... |;i9.GI0l 3.. 7a| 0. G08 ! i 1. //. 7, caer. 7, ""a/ft.' o. b. 0. {a) c. [b) {a) Dislanza ad una di 10."= 3ifl."S cioe = -1 canipo del (n." 8). La diiplicila di qiiesle slelle e multo jioco si- ciira ncllc prime osscrvazioni. (i) E cerlanientc doppia, c hen separata, vediila pure losi ieri due volte. C. V. 346. a= IS.'' 8.- 29.- 0 = 19." iV. 137.507 32fi.''801 o."28i 3 7, alb. '57.600 3*i. 12 3. 320 ;; 7, alb. 1 59.397 328. 86; 3. 587 0 7, alb. 7,5 alb. 7.3 alb. h. b. 7,3 alb. 0. So e dessa vi e molto molo in (list, cssendo slimata 3." da Oil. Struvc. C. P. 350. a =^ 18.'' 19.'" 4'.; 5 = 6.-20'. |o7.o07|170.°93| l."7C9 \i\l,ialb.\\Os.caer. b. l57.71l|l67. 97| 1. 301 | 3 |8, fl/A.|9, alb. o. («) In uii ;:riippii. (a) C. P. 333. 9 Dragonca=t8.''23."'10.'; 0=71.-15'. ;o9.397|»70." | molio incerta. C. P. 354. cc = 18.* 24.'" 15.'; 5 = (■>.' W.' 156.671|159.°23| 0.".i3 I 3 17, a/6. 19, racr.\b. [a] |.H7.638lli6. | |2| I \m. [b] (a) Disl. UD lilo, ben separate. (b) Aria insudicicntc oss. poco sicura. C. P. 353. y. = 18.'' 2.J.'' U.'; o = 8.° 9.' 157.7111 isenipliciM C. P 357. « = 18.'' 28."' 29.'; 5 = 11." 35'. |3(l.(l7l|271."(i-| 0."23 13 17, 17, 1 37.711 2(it;. 321 0. H) 15 I (0) (i) la) Allun.^'ata ingrandiinento n. 1300. (6) Dislanza = 1 filo scarso; aria otlima. C. P. 35iS. « = 18.'' 28.'" 4ti.'; o = 16." 52'. |37.711|2H.°22I l."3i7 13 17, a/i.17,3 alb.\o. (a) la) Aria csiiuia; i)elle a.ssai. C. P.S59.=P.XVlII.132.«=18.''28."'53.';d=53.''29'. [3(i. 0711339. "991 0. "3 15 10, |7, ,b. (a) |37.71l|353. 221 0. 059 |5|7, |7,y eii.\o. [a] In conlalto. C. P. 36S. u = 19.'' 8' 45"; 3 = 15.° 53'. 5 8, aiit'.b' 'alb.\o. 1 30.071 1 Iscniplice 37.711 217." 10 0. 790 [a] [a] Forse non e cssa. C. P. 371. « = 19.''9.'" 31.- 0=27.° 10'. I30.832|151.<'66] 0."727 13 17, I \o. [a] |37.71lll33. 32| 0. 739 | 3 |7, alb.\l, alb.\o. [a] Direzione ad una piccoia = 200." Distante ,^ cam- po n." S. C. P. 375. « = 19.'' 27."' 30.'j d = 17.° 5G.832ll30.°59| 0.".i 1 3 j7, a/A.llO, caer.lo. 37.71lll37. 70l 0. 379 | 3 8, a/A. 9, jo. [a] (a) Appcna separate. C. P. 3SO. = /^ A((uila. «=19.''35.'" 5.'; 0=11. "27'. A.B 0. 343 56.832 57.711 39.010 74.°02 77. 79. 71 0,7 caerul. i \o. (a) 10 \b. («) (a) Triplicc. (i) Allungala. A : C disla un lilo e mezzo in direzione 346." 89. — 25 — Kpocii 1800 I'osiz. Distanza Grand, c Colori C. P. 3S2. a = 19.'' 35.'" 22.'i 5 = 27.° 0'. 157.7111 (i.^-iO u9.U02'3;i.i. liH allung. I 5 17, a/ft. I alb. o. 0. ;i i |7, alb.'i,') b. (a) [a] L'aria e ccxellente e apparc solo allungata. (ft) Allung. in contatto: dist. '[j di sec. al piii. C. 1'. 8S3. a = I'J.'' ;37."' 2"J.'; (5 = /lO." 20'. |.'iU.s:ii| \:i."U'H 0."773 I ;; 17, a/ft.lil,;; cafr.lft. yy.iiio 27. osi 0. 75 u 7 7,u ft. [a] Bciroggelto ben separate. k:C|o0.8;i2|'i!I.S. 10|o8. VJ5 | 2 |.. C. P. S84.=P. XIX 26.«=19.''38."'4.- 5=37.»56. A . B j 66.832 '5'.t.002 59.010 B9.602 2 II. "08 0."S(i0 i l!)9. 10 0. S.'iO i H)8. 21 0. 809 0 19ti. 73 0. 7a7 7 7 7, alb. i,i> la. 8, caer.l 7,5 fl/ft. (a) C. P. 386. u = 19.'' 42.'" 28.'; 5 = 36." 45'. SO. 8321 80." 10 0."8/i0 5 17, a/ft. 7,2 a/A. 0. SO. (102 77. 93 0. 833 S 8, /. 8,H ft. 0. 59.6I0I 81. iiS 0.83;; 3|7, a/ft. 7.5 a/ft. ft. (a) Bella coppia. (a) C. P. »87. u= 19.'' 42.'" 47.- 5 =: 34." 54'. |5C.832| 91.''90| 0."3inclS|7, a/ft.|7, a/ft.| la) |5y.610|l98. 2l| 0. 2o I I | | (o) Eguali: helli oggclli. La distanza data da O. Struve esscndo prossimani. 1." vi sarcbhe un gran niovimcnto. C. P. 395. 16 Voipe « = 19.'' 55.'" 16.'; S ^ 24°30. |59.l)02|seniplic.l(i.''. aria catliva | I 159.010] 93. 14 1 0."2;i | 3 10, !o,o |ft. {, (fl) Allungata c iion soiiarala. C. P. 410. x-=20.''33.'"41.'; S^W.'S'.' |S7.o3.il20i."70l 0."/iO I 3 ,0, a/ft.jO, a/ft.lft. C. P. 4t3. = X Cigno«:=20.''41.'" 9.'; o=35.°55' ft- 50. 8321101. »:iO 59.010 101. /iS 59.815 277. 08 0."7 0. 05 0. 57 0, 0, 5, alb. 8, caer.\m. (a) 7, ft. (ft) 8 fl.\h. (a) Dist. stimala ar. mcd. (ft) Diffcrcnza di 180." Stalo Epoca d" aria 1800 Posiz. Distanza e note -4- 1 ^ Grand, e Colori Stalo d' aria e note C. P. 418- « = 2U.'' 48.'" 15.'; d = 32." G'. |57.S3illl4.''8GI 0. "772 1517,5 //.|7,8 /l.lotl. |59.610|ll0. /j1| 0. 727 |3|7, a/ft.l7, alb.\ (a) (a) Forse -*- 180.° in anibeduc le osservazioni. C. P. 483. = 52 Pegaso c<=22.''51.'"10.'; 5=:10.°53'. 150.8321203." I Ill 1 1 (a) |57.85ll203. 44| 0."959 | 5 |o, a/ft.|8, a/ft.|o«. E doppia; ma non si puo niisurare per l'aria. C. P. 497. « = 23.'' 22."* 48.'; 5 = S." 36'. 57.845|210."27l l."391 I 4 18, a/ft.l9. a/6.|o«. 57.8571208. 74 1. 647 | 5 |8, a/ft.|9. alb.lott. C. P. «oa. « = 23.'' 33."' 57.'; 5 z= 19." 26'. |57.845|131."2o| l.'-670 i 4 18, a/ft.|8,5 a/ft.io<. |57.837|131. 50| 1. 300 [ 5 |7,5a/ft.|8, alb.lot. C. P. 505. « = 23.'' 37."' 19.'; 5 = 19." 32'. 157.8451 5y.°27| l."5 I 4 |7, 110,5 I (o) (a) Conipagna troppo piccola: distanza slimata. Nova t. (X — 18.'' 17.'" 0 <= — l.°39. j59.005|175.<'00l 0."3 I 4 lO, //.|7, //.Iftuon. (0) (a) Allungata, ma non separata: aria buona. Scoperta a Anierhesl in America V. Loorais Recent progress in astr. Xova 2. « = 19.'' 50.'" 35.'; 0 = — 2." 38'. 'o9.e05;335.°0 I 0."811 I 5 10,5 /7.|7, a/ft.|ft. (a) [a] Loomis, ibidem: ben separate. Nova 3. « = 19.'* 5."" 2.'; S = 38." 33.'. |5C.832| 93."37| 0."i I 5 I8,5a/ft.[9, a/ft.lo. (a) (a) E la compagna di 1. 2481 scopcrla doppia al Coll. Rom. li 31 oltobrc 1856. — 26 Epoca I 1800 Voiii. Uistanza o I 1 Slato £ Graiul. e Colori id' aria >ova 4. Weisse XIX. 1273. u == 19.* SO."- 6; 3 = - 2.» 38'. |o7.8ul 282.°7i| 2."199 i 4 j9, «/i. 9,G alb. lb. [a] (a) V. la lisla di Dawes nelle Month. Notices XVI. delta Soc. astr. pag. 2o7. Epoca 1800 Posiz. Uistanza Grand, c Colori Nova 5. « = 17.'' ^S.■" 7j 5 =29.° 51'. o7.8oll ol.»74| 1."094 I 4 |9, 19,2... (fl) Vedi la lisla sopra citata. ORDINE 2.° DA 1. A 2." Slalo d'aria e not(! STELLE LUC IDE i. lis. = .V2 Balciia « = l.''r2.'"8; 5 = —{.'■ 15'. pag. 14. c 302. bo. 9o;i'3il.°90 0.''963 o 1. x.fl. 'l,^scaer. 00.977 342. 14 1. 282 ii 0, alb. 6,5 30.979 338. 10 1. 277 4 7, alb. 7, a8.000'33(). 77 1. iri3 4 6, alb. 9, M. 1. D. 56.482,339. 75 31.61 1333. 62 1. 169 1. 245 ii.87 6. 131 0. 076 7,5 0,2n/i.,7,2 Apparisce nioto ccrlo in angolo, quauluiiquc lento; esso e confermalo da Maedier: 137.52 1 335. SI| 1. 235 1. ISH. X = 1.''28."': 57.8 iO 57.845 58.000 208." 87 209. 04 209. 40 l."466 1. 551 t. 354 57.895 30.93 209. 10 20. 00 1. 457 1. 467 27.66 9. 10 -0. 010 = 6.° 56 pag. 1^ .4 17, alb. 7,0 alb. b. 4 17, alb. /.o alb. 4 !7, alb. 7,5 alb. 0. 3 [7, alb. 7,5 alb. 3 7,3 7,3 NcUc nostre osscrvazioni pare die vi sia difTcrenza di 180.° solo per la diversita delle grandezze: del reslo cresce I'angolo. Ecco I'osserv. di .Maedier 139.25 I 23. 20| 1. 493 1. 162. 1.'' .10.-0; 0 = 47.° 1-.; K : B 57.917 57.9', 2 226.''90! l."808 223. 14 1. 991 M. 37.929 31.76 225. 02i 1. 900 225. oOl 1. 860 D. 26.17 -0. 4S; 0. 040 6,0 II. l.ealb. 7, /?• 8, 7,0 7,5 ealb. pag- or. ar. 14 ot. ol. A : C |57.942I179.°651 2."023 (3 1 19,3 alb.\ 2.131.76 |179. 20| 2. 000 I | | | Non Ti e alcuna diniinuzione deHaugolo iu A;B e com- binerebhe con Maedier: 136.98 I22i.73| 1. 873 186. = P. I. 209 a = 1.'' 47."' 0; 3 = O." 59'. pag. 14. 135.077 37.845 38.000 57.92 31.12 D. 26.80 264.° 22 269 ! 22 264. 82 267. 32" 64. 72 262. 70 0."606 0. 4inc 0. 43 0. 42 1. 232 -0. 812 3 5 4 7,3 l.aalb. 7,3 8, 8, alb. 7,5 2 4 l,'6alb. 7,2a/6. 7,5 alb. 7,2 alb. («) (*) (fl) Vi e grande diversita. L' angolo e preso bene dalla parte della minore benche differisca da Struve. Osserv. conferniata 1859. 84, pos. 263.° dischi in cont. [b) I dischi si toccano. II moto e indubitato anche per Struve. C. D. p. CCVllI die la trova seniplice nel 1831. 1. 228. a. = 2.'' 5." 1; o = 46.° 50' 6,3fl«. 37. 085287. "75 37.845,285. 77 57.942 287. 07 M. V D. 26.16 37.624 31.46 286. 86 262. 14 24. 72 0."971 1. 030 0. 973 0. 991 1. 080 7, alb 7, alb. 0. 089 Moto certo in angolo. (fl) Belle inimagini. Ecco I'osserv. di Maedier. 136.61 1267. 181 1. 036 2. 262. = I Cassiopea. st=2.''8'6; 5=66. °46'. pag. 14. A :B b. (fl) c. b. b. 37.083 57.128 57.843 .57.917 57.493 29.66 266.° 45 260. 55 268. 73 205. 78 l."774 1. 860 1. 850 M. 266. 88 276. 68 1. 830 1. 862 0. 032 D. 27.83 -9. 80 5 4 3 3 4, fl. 7, 4, alb. 4, fl. 7, 7, 4 5 4, fl. 4,2 fl. 7, 7, Moto certo in angolo: D. nel 1782 dava 290.° 2. (fl) 11 disco della niaggiore lalora non pare tondo in di- rezioue di 130.°, aria buona ma nebbiosa. Maedier ba 131.64 1275. 33| 1. 884 Epocii 1800 Posiz. Diiitniizn Slulo Grand, e Colori d'aria e note e combiua nella diminiizione. II moto sarcbbe enornie se- condu Slruvc C. 1). pag. CCIX die da 143.20 1269. 0 148.33 261. 4 1. 97 1. 73 ma non pare animissibile rultinia osserv. e sembra chc ie ( osscrvazioni po.storiori I'atlc a Ptiliowa abbiano delle dil- jferenze sislcnialicaniciiU' alcjiianto diverse da quelle di iDorpat. Le slelle peru sono cougiunle fisicameute. 37.083 57.128 57.843 37.917 1. 57.493 29.85 D. 27.64 I0S.°78 110. 23 108. 88 107. 01 7."682 7. 710 7. 688 8. 293 7. 844 7. 626 108. 88 107. 30 -1. 58 -0. 218 7, alb. 4 5 8, alb. 5 4 7,5 8,1 3 ^essun moto sicuro: Struvc da pel I'll. |108. 4 I 7. 46 .Mai'dler ha 131.86 |107. 29| 7. 734 Verilicato 1' angolo di A : 15 nel 1839. 845 e trovalo = 203." 2: .\ ; C-= 103." 3. 1. 272. « = 2.'' 22."'9; 5 = 37.° 50'. pag- 13. 87.917 87.942 38.106 37.933 30.87 220." 08 219. 60 40. 80 l."872 1. 924 2. 036 M. 2. 40. 16 42. 33 1. 931 1. 727 D. 27.08 -2. 17 0. 224 4 4 4 8, alb. 8, alb. IMlb. 8, 8, 8, alb. alb. alb. 3 3 IMlb. 8,2a/«. l>. alb. alb. Attesa la quasi cgualc grandezza si puo dccidere che non vi e moto ma solo diversita di 180.°. (a) Forse e lui poco variabile la grandezza: questa sera pare sieura una difTerenza. 1. 285. a = 2.''a0."'l; 5 z= ,32.° 50'. 37.843 37.942 174." 11 170. 07 l."8S8 1. 928 .3 4 I 8, /?. 7, alb. 8, s.caer. 8. s.caer. 37.893 32.11 173. 39 177. 46 1. 908 1. 832 7,34'./?. 7, fl. 8, s.caer. 7,7 fl. 23.78 -2. 07 0. 030 pag- 0. b. 13. Nessun moto ccrto. [a] Bcllissimc imniagini. Epnca 1800 Posiz. Distanza 2 Grand, e Colori State d' ariu e note 305. = 114 Ariele. «=2.''39." 6; 5=18.° 46.'. pag. 13. 57.843 37.942 324." 08 320. 38 2."430 2. 074 5 4 7, alb. 7, alb. 8, 8, alb alb M. .37.893 V. 130.93 322 23 330.' 87 -8. 04 2. 562 1. 388 3" 7, alb. 7,3 fl. 8,2 alb fl D.;26.94 0. 973 .Moto che pare sicuro e notabile. 2. 314. = 35 Perseo. u = 2.'* 42.'" 9; 37.083 57.843 37.917 37.010 30.46 303.° 27 298. 74 300. 28 l."433 1. 481 1. 474 5 5 3 T 4 7, alb. 8, alb. 7, alb. 7,3 alb. 8,3 ulb. 7,5 alb. V 300. 76 293. 43 1. /i64 1. 437 l,3alb. 6,U.' pag. 15. {a) 59.845 38.006 301." 03: l."690 300. 061 1. 787 4 3 J i 6, 3, J: 9, caer. 8, caer. 8,3 7,4 38.924 29.79 300b 33 1. 739 311. 40 1. 383 10. 8i -0. 134 3, M 27.86 M. V D. (a) Colori egregi e sicurissimi. Vi pare cerlaniente moto in angoio, chc sarebbe diminuito, anclic secondo Maedlci'. |34.96 1309. 22| 1. 357 :>. 5J7. « = i'' 32."' 8; 3 =37." 14', pag. 15. 137.12o'266.''23 157.845 271. 34 138.006,266. 37 M. '57. 6.59 267799 2. 29.57 278. 88 l."605 1. 589 1. 718 1. 634 1. 583 -0.051 3 7, fl/6.I7,5 alb. 5 8, rt/A.;8,2 alb. 5 ;7,3a/i.;8,3 alb. 3i7,3a//».i8, alb. 3,l,'6alb.\l,l alb. Piccolo moto retrogrado in angoio confermato daMaed- ler. 133.81 |274. I9| 1. 643 Epoea 1800 Posiz. Distanza Grand, c Colori Stato d' aria e note M. 652. a ^5.* 4.'" 6; 5=0.° il.' 3j6, ft. 4 J7, aur. J'^,'is^fl'. 3 \6,3s.ft. 50.102 57.077 .36.589 30.18 20.41 185." 10 184. 50 1.'781 1. 617 1. 699 1. 710 -t-O.Oll 184. 83 184. 33 -0. 50 8, caer. 8, caer. pag. 1 b. b. 8, caer. 7,8 alb. 15. Ncssun moto. 657. « = 5.'' 4."'6; S = 52.° 41'. pag' 15. 38.000 59.845 274.° 84 278. 88 l."113 1. 736 3 3 3 2 8, alb. 8, alb. 38.485 29.91 276. 82 273. 87 1. 426 I. 393 8, alb. 1,'Mb. 28.10 2. 97 0. 033 9, 8,3 S,o alb. alb. alb. alb. 1. 694. « 1.57.123 29.31 5.'' 15."' 4; 5 = 24.° 49.' pag. 16. 27.61 l."300 1^343^ ^0. 042 8, ffl/ft.l8,5 8,2a/alb. 6, alb. 7,3 7,3 alb. D. 23.97 L'angolo pare diminnito: la distanza e la stessa. 1. 748. C( = ').'' 27. 50.131 .57.125 37.266 5 = _ 4.° 29.' 36.847 30.70 278." 83 277. 32 282. 47 l."663 1. 574 1. 963 1. 713 1. 820 279. 33 277. 77 1. 78 -0. 106 26.15 Ncssun moto sicuro. 7, 7, alb. 0, alb. ftjalb. 6,'Jeg.a 8, 8,3 alb. 8,5 caer. pag- b. b. b. 16 8,3 8, egr.al. 29 — Epoca 1800 Posiz. Uislanza Grand, c Color! Stato d'aria c note £. J5J. c 758. a = 5.''30."'9; 5= 1.° 13.' 59.154 241. "30 1 ."530 3 7, alb. 8, alb. 297. 31 10. 859 3 8, alb. 8,1- alb. 80. 33 51. 481 3 Vi e poco nioto in qucsto sistema; le osservazioni nostre iiiu insullicic'iili. 2. 795. 52. Orione. a = = 3.'' 40." ' 5; 5 = r 2. P- 6G.093 58.240 202.''42 l."843 204. 94 1. 835 5 3 2 3 3 7, alb. 5, s.fl. 6,a.s.fl 6,'is.ll. 7,5 alb. 7,3 s.fl. C,2a.*./Z. 6,2m * //. 57.109 31.23 203. 08 200. 10 1. 849 1. 747 25.94 H-3. 58 0. 102 6.° 21' pag. 16. oil. b. ! Nessun moto ccrto; e ci6 fin daH.I.c!ieha200''pel 1781. v E assai singolare la dislanza postcriormente trovata nel 1849.24 chc i- l."14 data da Struve ncl C. D. pag. CCXI e non so conic conciliaria colle nostre osservazioni. Del rcsto il sistema e lisicanienle consiunto. Y. Ibid. S61. a. li :C G.'' 2."'lj d ^ 30.° 44.' pag- 16. .•i7.241 :i7.2C6 ;;7.233 30.93 320. 310. »27 38 1. 1. "477 524 \1. V 318. 318. -f-0. 191 22! 03, 1. 1. 501 387 y. 20.30 -0. 080 8, alb. 8, alb. 8, alb. 8, alb. 8,3 alb.\oit. 8,5 alb. ott. 8,5 alb. 8,2 alb. Nessun moto. Maedler da 137.23 |320.10| 1. 303 pero dimanda nuove c migliori osscrTazioni. 2. »«. H. I. 84 «=&.'■ 28." 8; d=41 .° 42'. pag. 16. /7.!8,5 caer. (i,rubr. 7, caer. 0,6 ru. 57.241 57.206 79." 70 81. 72 2."042 1. 987 57.233 30.29 80. 71 77. GO 1. 930 1. 950 26.90 3. 09 -0. 020 7, a.c. i,a caer. 8,a.pnrp. Moto non ancora ben delinito : bei colori e cerli , ma sembrano applicati oppostamente da Struve. 2. 94*. « = 6.'' 29."' 5; 3 = 41.° 5.' pag. 17. 57.241 57.302 200." 10 237. 80 0."919 0. 782 4 5 2 6 7, alb. 7, 9, alb. 7,5 67.271 30.77 238. 93 219. 00 0. 851 0. 057 7, alb. l,lalb. 8,2 alb. 8, alb. 20.50 y. 93 -0. 206 (a) Epoca 1800 Posiz. Distanza J^ Grand, e Colori 1 Stato id' aria e note Moto cerlo aliueno in angolo: Maedler da 135.38 |251. 19| 0. 997 e combina bene col moto progressive. («) Diflicile: appena separate. I. 94S. 12. Lince. « = 6.'' 33. A : B 37.241 57.302 57.378 142.''35 141. 60 142. 85 l."817 1. 561 1. 667 4 5 5 S' fl- 3, fl. 6,s.vir. 6, alb. 6, fl. 1, ft. M. 2. 37.307 31.20 142. 27 153. 70 1. 685 1. 532 3 5 3,3/Li). 5,2«.». 0,3 s.fl. 6,1 s.vir. D. n. 26.11 70.75 -11. 43 181. 39 0. 153 1 59.° 35.' pag. 17. b. ott. b. Piccolo moto ccrto in angolo , conferniato da D. e da Maedler; benche a poca distanza da Struve Maedler ha 134.62 |152. 26i 1. 572, e Herschel ISl."! pel 1781. A : C 37.241 1306.» 43 8."610 8. 662 8. 726 8. 660 8. 670 4 4 5 3 5 7, caer. 7,5 aur. 8, alb. nft 57.302 57.378 306. 57 304. 48 nit m M. .37.307 31.10 305. 50 304. 20 7,5 s.c. 7,4 s.c. y D. 26.21 1. 30 -0. 003 Moto appena sensibile, ma probabile perche II. pel 1780 da 302." 55, e Maedler 134.62 i305. 16| 8. 707 ondc si ha un sistema triplice certamente. 2. 987. a=6.''47."'3; 5 = — 5.° 40.' pag. 17. 56.093 57.109 162." 73 162. 35 l."461 I. 113 1. 287 1. 130 4 5 3 7, alb. l,alb M. 2. 50.601 31.49 162. 65 103. 47 -0. 92 7, alb. 1,'alb. 7, alb. 7,8 alb. D. 25.11 0. 157 1 med. b. Nessun moto : la 1.^ raisura e un poco incerta in di- stanza; belia coppia. 2. loss. « = 7.* S."" 6; 5 = 52." 47.' pag. 17. M 57.241 57.302 37.271 29.84 280." 02 278. 50 279. 29 282. 03 l."305 1. 375 1. 370 1. 440 27.43 -2. 76 -0, 069 7,5a/A. 8, 8, fl. 8,5 alb. fl- '.os.n.\s,i s.fl. 7,4o/6.l8, e alb. Nessun moto evidente. — 30 — Kpoca 1800 Posiz. Distauza Grand. Slatu e Colori d'aria e nolo 1. 1037. « = 7.*.i."*l; 5 = 27.° 27.' 6. pag. 17. 56.102 57.251 323." 76 322. 38 l."286 1. 211 5 '2' 6 7, alh. 7, alb. 7,5 alb. 7,5 alb. 8,5 alb. 7,2 s.ft. M. 56.671 30.42 323. 07 332. 67 1. 248 1. 113 7, ulb. 7,h./7. D. 26.25 -9. 60 0. 136 Moto cerlo in angolo confcrnialo da Maedler. 1 51.80 1 33 1. 10| I. 333 1H6. a 56.102llOS."32 57.125 107. 98 58.246113. 56 ■.* 26."' 7; 0 = VI." -^G: 4. pag. 17. M 57. 1 ,57 i 109. Oil :;. 28.05 111. 00 D.,28.10 1 -1. 05 Non ri 6 nioto abbaslanza sicuro. l."490 1. 770 1. 658 I. 639 I. 793 -U. 154 5 7, alb.'H, alb. 5 :6,5rt/A.]8, e alb. i 7, (j/6.18, alb. ott. b. oil. 2l6,7fl/*.i8, e alh. 3|7, rt/6. 7,7 alb. -. 1126. cc .56.0931135.° 30 56.102 139. 60 57.125:136. 70 .58.246 1.37. 05 l."237 1. 240 I. 220 1. 383 M. 2. ,56.641 137. 38 20.43 |132. 01 1. 277 1. 464 D. 27.21 1 5. 27 -0. 187 7.* 30.'" 8i 5 4 5 4 i_ 3 11 7, |8, 7, alb. 8 7, alb. 7, alb. 7, alh. l,%s.ll. pag. 17. \b. alb.'b. 7.2 alb.\b. 7.3 alb.'oll. 7,7 alb. 7,5 s.fl. nerschel ha pel 1781. 91 Tang. 117." 85 il che combina col icnlo aumcnlo: le osscrvazioni di Maedler sono troppo vicinc a quelle di Slruve, ma danno pure un moto. 130.09 1132. 3 ! 1. 409 1. 1157. « = 7.* M.' 5; (J — 2.° 26.' pag. 18. 56.115 57.170 .57.125 2.58." 45 255. 70 256. 17 l.'-'Sl 1. 196 1. 429 M. V 56.470 31.20 256. 44 267. 27 ^40783 1. .303 1. 500 U. 25.27 -0. 287 4 5 5 8, alb. 8,1rt/A. 8, alb. 8, alb. 8,5 8,5 alb. 3 3 8, alb. 8, alb. 8,3 alb. 8, alb. h. ott. ott. Moto relrogrado certo. 1. 1187. 8j Lincc. u = 8.'' 0." 1; 0 = 32." 37.' pag. 18. 36.315 50.90 61. 61. "65 65 l."730 1. 731 M. 58.21 29.50 61. 71. 63 00 1. 751 1. 614 V 26.81 -9. 35 0. 137 7, alb. 7, alb. 7, alb. 7,la/fr. 7,5 alb. l^_alb. 776 alh. alb. ott. ott. Epoca 1800 Posiz. Distanza Grand, c Colori Stale d' aria e note Vi c moto e rosservazioncMi Maedler lo conl'crraa. |37.09 I 68. 23| 1. 622 1. 1196. ? Canero. « = 8.'' /(.'" 2 ; 3 = 18." 4.' pag. 18. A : B M 55.140 314. '7 l."077 5 55.151 313. 8 1. 096 5 55.280 30S. 5 1. 028 5 50.153 307. >.) 0. 870 5 56.345 307. 18 0. 659 5 57.100 303. 45 0. 072 !) i ,57.125 299. 20 0. 772 4' 57.241 300. 50 1. 017 4i 57.206 301. 90 0. 664 5 57.342 303. 20 0. 718 3 57.383 303. 12 0. 810 3 58.246 299. 312. 37 33 0. 502 1. 067 3 35.100 36.240 307. 19 0. 769 2 37.280 303. 92 0. 777 6' 0,t). .... i),Sj., ■./?.:5,5 ...//. 5, /?. 3,3 alb. 5, *./L[3,B s.fl. 3 |5,3 5, *.«. 3,3 5, ;j.^.l3,3 s.fl. s.fl. ot. b. b. ot. b. b. m. m. ar.ot. m. b. ib) («) (rf) (({) Aria mediocre e irradiata, auchc uella seg. oss. (i) Distanza poco piu d'un filo. (c) Prese a luce dal crepuscolo. (d) Basse c tremole. Stella periodica nolissima: non dispiacera vcdere I'an- damento di questo inleressante sistcma dato dalle osser- vazioni anteriori. s. 57.280 303." 02 0."777 33.100 312. 33 1. 0()7 V 35.27 18. 40 1. 135 31.28 20. 80 1. 048 26.22 27. 03 1. 140 n. 81. 3. 47 Di questa Stella si hanno g\k gli elementi notissimi , e sono i segiicnli. Gli elementi di Maedler sono tratti dalle osscrvazioni diDorpat 1840. Qiielli di Villarceaudal Cosmos di Humboldt pag. 237 tom. 3 ed. franc. Maedler Villarceau a = 1. 292 0."034 e = 0. 23486 0. 3602 n = l.''28' n-n = 266.°0' . . . 1 = 63. 17 Periodo = 38.a"91 58.59 Pass. periel.= 1853.37 La distanza e raolto diminuila. ma il niodo di misurare devc avervi grande influenza e il case presenle giustifica I'opininnc gencralc che le distanze sono poco sicurc. — 31 — Epoca 1800 Posiz. Dislanza Grand, c Colori Stalo d' aria e note Kpota 1800 Posiz. Dislanza Grand, e Colori .Slalo d'aria (' null' M 33.140 141."9 4."810 35.131 33.280 5. 016 L 959 140. 5 .30.133 141. 05 4. 767 36.345 142. 37 4. 940 57.123 144. 53 S. 008 57-266 141. 57 i. 982 37.342 141. 88 4. 923 57.383 144. 43 5. 049 38.246 144. 45 4. 799 55.190 141. 20 4. 929 56.249 141. 70 4. 834 57.289 142. 86 4. 991 5,5 5,5 5,5 fl.s.r. 4, s.caer. 6, s.fl. 5 s.ft. 3 s./l. 5,0 s.fl. Conl'rontando le osservazioni anlcriori si ha quanto se- gue. I. 63.190 141.°20 4.' 929 31.28 148. 57 3. 402 27.60 157. 6 S. 47 1736. 205. 4 3. 3 1778. ISO. 0 7. 7 1781.9 181. 7 8. 0 1802. 171. 6 B Per — ~ — ■• C c singolarc la piccola dislanza un se- colo fa : r osservazione k di T. Mayer. 11 molo non e proprio nia relative, cd e un sistema ccrlamcnle triplicc. II sue nioto e retrograde. V. Slruve {CD pag. CCXllI) il quale congcltura die non fu veduta doppia da Bradley forse perche allora erano vicinissinie le componenti. 1. 1291. [.' Cancro. a 8.'' 45.' 8; 5 = 31. pag- b. b. ot. 6.' 19. 56.167 56.299 56.343 333." 22 334. 08 332. 05 l."504 1 222 1." 294 3 4 3,5a/«. 6, fl. 3, /;. 0, 6,3 3,5 alb. M. 2. 56.270 29.71 26.56 333. 78 333. 30 1. 340 1. 310 3 3 5,5 /?.[6, 5,9 fl. 0,4 fl- fl- D. 0. 48 -0. 170 Molo poco 0 nulio. 11 trovo 338." 2 pel 1782. 17. con ■variazione compresa entro gli errori d'osscrvazionc. 2. l»«2. a = 9.* 3.' 2; 5 = 17." 13'. .36. 16' 30.61 25.56 52." 07 52. 03 0. 04 l."630 1. 707 -0. 077 7,5aM.|8,5 alb. 7,7p.a.|8,2 alb. 1 I pag. 19. b. Non vi e molo nolabilc. Macdler ha 140.23 I 34. 59| 1. 725 1333. 9.* 9.'" 7; 5 =35." 57 pag. 19. 36.299 56.343 36.322 28.59 44." 20 42. 90 1 ."477 1. 379 3 3 "2" 4 6, alb. 7, alb. tiMlb. 6,6a/i. 6, alb. 7,5 M. 43. 36 39. 40 1. 428 1. 420 6,8 6,9e.a/ft. D. 27.73 4. 16 -0. 009 b. ot. Piccolo molo sicuro in angolo. 1. 133S. 157. Lincc u = 'J.'' 12."' 2; o=38." /(G.'/. pag. 19. 56.299 .36.313 136." 73 137. 63 l."393 1. 678 3 5 2 5 6,5a/6. 7, alb. 7, v.alb. 7,3 alb. M. 56.307 29.33 i:J7. 18 121. 14 1. 6.37 1. 762 -0. 125 ajalb. 7, alb. 7,2 alb. 7,2 alb. D. 26.77 16. 04 Molo cerlo; e confermata la previsione di Struve: coni- hina anche Maedler 138.10 1127. 1 I 1. 699 I. 1348. 110. Idra. « = 9.'' 17." 1; 5 = 6.° 57.' pag. 19. b. b. 36.133 37.331 36.742 31.02 23.72 327." 93 327. 47 l."463 1. 338 4 5 7; "aib. 8,3 fl. 7,9 alb. M. V 327. 71 334. 30 1. 413 1. 097 2 4 IJialb. IJialb. 7,3 alb. 7,6 alb. -6. 39 0. 328 JIolo certo in angolo c dislanza, confermato dalle osser- vazioni inlcrmedie di Maedler 140.38 |331. 32| 1. 27 La 2. 1386 non e slala ancora osservata. I4J6. oi^lO.'' i±'" 2; o = — 3.°17.' pag. 19. M. D. .36.186 337." 10 57.236:358. 45 36.711 32.61 337. 77 333. 67 24.10 4. 10 l."781 1. 833 1. 818 1. 890 -0. 072 5 7, alb. 8, alb. b 4 8, alb. 8,5 alb. b 2 l,aalb. 8,2 alb. 3 1Mb. 8, alb. Piccolo molo. Bella coppia. 1504. P. X. 229. a. = 10.'' 56.'" 8i 0 = i." 23.' pag. 20- .57.331 29.13 28.20 284." 44 275. 68 8. 76 0."987 1. 076 -0. 089 5 7, alb. l,5alb. 7,2 alb. 7,6 alb. olt. Vi pare molo, ma ci vogliono allre osservazioni. I — 32 Epoca 1800 1 Posiz. Distanza Grand, e Color! Slalo d'aria e note V. ,MT. a = ll.''6.'3i5 = 20."5.' pag. 20. 56.299 57.302 57.331 287." 35 287. 75 287. 17 0."904 0. 695 0. 744 6 3 5 8, alb. 7, alb. 8,2 alb. 7,2 M. 1. 56.977 29.70 287. 42 287. 80 0. 781 1. 052 3 5 7,3«M. 7,3»-./?. 7,7 a..i. 7,3 s.fl. D. 27.28 -0. 38 -0. 271 b. (lit. b. Fissa in angolo, ma dimiiiuila in distanza : tuttavia il moto proprio indica che sono lisicamenle connesse (C. D pag. CCXIV). 1. I52S. I Orsa Maggiore. «=11.''10.'7; S^S^.-IQ.' pag. 20. 33.291 11 4." 3 2."933 36.107 114. 67 3. 013 36.184 114. 99 3. 274 36.223 113. 09 3. 038 3(1.470 110. 81 3. 133 37.331 109. 23 3. 043 37.383 33.291 110. 23 3. 176 M. 114. 30 2. 933 36.203 113. 89 3. 126 37.337 34.44 109. 74 3. Ill V 184. 10 1. 873 26.20 238. 73 1. 747 4 subjl. 4, alb. 3, alb. 4, fl. 4, s.fl 4,0 4,5 s.fl. 4, 3,3 4,3 alb. fl- 4,5 4,9 /» b. m. b. b. ot. (a) Nolissima binaria. Le due osservazioni di Struve sono solo per un confronto generico dcirandaiuento dellc rau- tazioni. Ecconc gli elenienti del piii rcceuti calcolatori. 11 sig. Viliarccau ha raccolto (nei C. R. toni. XXVIH 1849 pag. 601) una lunga seric di osservazioni di (pieste stelle: gli angoli ne'suoi elcraenti sono ridotti al nicdesimo modo di conlare di Maedler. Maedler Villarceau. a = 2."417 2."439 e = 0.41330 0.43148 0 = 98.0 52 93.»60 n-n = 130.48 128.37 i = 54.36 82.49 Periodo = 61. o" 464 61.'" 876 Pas. periel. = 1816.a 1816.86 Anche gli elemenli piii anlichi di llerschel c di Savary non si scostano mollo da quesli : onde la prescnlc e una dellc orbile nicglio assicurate. Sfortunalamenle I' nsserva- zione nostra del 1835 e unica e delle prime. (a) Osservazione a fili chiari. [b] Aria cattira. Epoca 1800 Posiz. Distanza Grand, e Colori Slalo d' aria e note 2. 1555. « = 11.'' 28."' 9; 5 = 28.° 33.' pag. 20. M. D. 33.167 33.345 37.331 33.948 29.12 26.83 339." 02 339. 28 338. 83 0."833 0. 788 0. 798 5 5 5 7, alb. 6Mlb- 6Mlb. 7, alb. 7, alb. 7, alb. ot. h. b. 339. 08 339. 36 0. 800 1. 246 3 3 ajalb. 6,4o/ft. 7, alb. 6,8 alb. -0. 31 -0. 440 La distanza k molto diminuita. 1. 1606. a = 12.'' S-",?. 5 =40.° 40.' pag. 20. 87.331 37.383 344." 45 344. 90 l."188 1. 269 3 3 7, alb. 6, alb. 8, 7, alb. alb. M. V 37.337 31.48 344. 67 348. 37 1. 228 1. 390 2 3 6,3o/A. (},dalb. 7,8 7, alb. alb. D. 33.88 -3. 90 -0. 161 ot. b. [a] (a) Pochissimo raolo; belle imagini. 3. 1689. 68 Chioma. « = 12.'' 17.' 4; 5 = 26." 41.' pag. 20. b. ot. 86.476 37.331 288." 10 283. 83 0."873 0. 842 4 3 ¥ 4 6, alb. 7, alb. 7,5 8, M. V. 36.903 28.80 283. 82 290. 03 0. 887 1. 180 &,}ialh. 6,7a/*. 7,7 7,9 D. 28.04 -4. 23 -0. 322 Le osservazioni son poco concordi in angolo; la distanza pare diminuita. >. 1647. 191 Vergine. « = 12.'' 23."' 5; S = 10.''49.' pag. 20. 36.299 36.419 56.339 30.07 209." 98 213. 37 l."176 1. 203 3 3 7, alb. 8, alb. 7, alb. 8,1 alb. M. 2. 211. 67 202. 04 1. 191 1. 188 2 7 7,3a/6. TMlb. 7,6 alb. 7,8 alb. D. 26.29 9. 63 0. 003 Moto dirctto indubitato. Qui abbiamo anche il suffragio di Maedler: 135.06 |204. 231 1. 203 2. 1668. 270. Vergine. a = 12.''33.'5; 5 = 9.''36.' pag. 20. ot. ot. 56.299 30.419 196 ."27 197. 03 l."740 1. 692 3 5 7, alb. 7, alb. 7,5 alb. 7,3 atb. 7,8 alb. M. 2- 56.339 30.02 196. 66 196. 90 1. 716 1. 697 2 3 7, alb. 7,5a/6. D. 20.34 -0. 24 0. 020 i Belle: nessuQ moto. 33 — Ejioca 1800 Posiz. Distanza I Stato Grand, e Colori d'aria e nott; 2. 1687. 35 Chioma. a = 12.* 46."- 4; 5 = 22.° 1.' pag. 20. A : B. 35.288 50.313 56.403 30.419 56.419 56.476 33.288 50.400 29.99 37." 53 40. 09 40. 43 41. 98 42. 90 41. 23 l."291 1. 316 1. 218 1. 292 1. 332 1. 377 5 4 6 4 4 5 3, f 3, alb. 6, alb. 8, caer. 8, alb. 8, pall. 0, fl. 8, caer. M. 1. 37. 55 41. 45 23. 30 1. 291 1. 311 1. 432 -0. 121 1 3 5 '6,l)S.fl. 5, s.fl. 8,5 caer. 7,8 caer. D. 26.42 16. 13 (a) Molo fuori di dubbio, e grande, onde raerita attenzione. Macdiur ha 134.51 I 29. 45| 1. 425 (a) Distanza poco sicura. A : C 1. D. 35.288 56.403 36.419 36.037 30.13 23.90 123.° 3 123. 12 124. 53 124. 98 124. 71 0. 27 28."185 28.' 71 4 28. 450 28. 605 -0. 155 4 caer. 8, alb. 4 4 3 8, s.caer. 9, 4 La Stella C non pare niolto mutata; al piii sarebbe di- minuito I' angolo , sc fosse esatto quello di II. I che da 126." 85 pel 1783. 2. 1699. « = 12.'' SI."' 9; 5 = 28.° 14.'0 pag. 2L 36.476 57.331 56.903 30.41 180.°03 183. 23 l."388 1. 230 5 3 3 7, alb. 8, alb. IMlb. 7,Sart. 7, alb. 8, alb. M. 181. 64 1. 17 1. 212 1. 473 7,5 alb. 7,7 alb. D. 20.51 0. 47 -0. 200 oil. cat. In StruTC vi puo csscre diversita di 180.°, e allora non vi e moto. 1. 1T42. a 13.'' 15.' 5; 5 =2.° 17. pag. 21. 50.403 30.406 330."81 349. 23 l."103 1. 332 3 5 2 4 8, 7, 8,5 alb. 8,5 alb. 8,2 alb. l,9a.s.fl. M. V 50.404 31.85 24.33 350. 03 331. 10 1. 218 1. 297 7,3 1). -1. 07 -0. 073 b. csim. (a) Aria squisita. Nessun moto sicuro. lEpoca 1800 Posiz. Distanza Grand, e Colori Stato d' aria c note 1. 1768. 181 Levricri. «=13.*29.'9i 5 = 37.°11'. pag. 21. 56.487 37.592 57.039 31.51 25.° 73 allung. M. allung. 70. 50 2 10 3,7a/6. 7,0 caer. V l."072 Questa stella mcrita attenzione. Esaminata due volte, ma in circostanze non soddistacenti, si e solo veduta al- lungata. Una volta si nolo un puntino azzurrino vicino , ma che non puo essere la compagna se non e variabile. Maedler ha |39.25 I 71. 30| 1. 069 | onde non sarebbe irapossibile il moto, tanto piii che neile prime ricerche Struve non si accorse che fosse composta. 1. 1770. « = 13.'' 32.'" 1; a= 51. "26.' pag. 21. 57.348 37.392 118.°C0 117. 90 l."729 1. 611 M. 57.370 31.80 25.77 118. 23 120. 97 1. 670 1. 790 D. -2. 72 -0. 120 7, aur. 6,5 jl. 8,5 8, auT. fl. b. b. 6,7 /?. 0,4 fl. 8,2 7,9 fl- Nessun raoto. 1. 1781. u = 13.'' 39."' 1; 5 = 5." 49. 56.386 36.403 30.394 30.31 246.° 58 246. 55 0."883 1 1. 103 0. 995 1. .337 M. V 246. 56 240. .37 D. 26.08 4. 19 -0. 362 Piccolo moto in angolo e distanza 21. 2. 1816. 14.'' 7."' 7; 5 = 29.° 46.' 36.403 30.419 80." 27 80. 47 l."362 1. 015 4 4 7, alb. 7, alb. 7,2 alb. 8, alb. M. V 36.411 31.33 80. 37 80. 10 1. 488 1. 868 2 3 7, alb. 7, s.fl. 7.0 alb. 7.1 s.fl. D. 25.68 0. 21 -0. 379 pae- b. b. 21. Piccola diminuzione di distanza nessun moto in angolb. 2. 1834. X = 14.'' 15." Ij 3 = 49.° 9.' pag. 21. 57.548 198.° 70 57.592 290. 87 0."837 0. 982 3 5 4 7,5 fl. 8. 7,2 11- 57.570 294. 78 31.20 113. 72 0. 919 1. 302 i:!"- 7,0 7.2 fl- 26.37 1 1. 00 -0. 443 I - 34 - Epoca 1800 Posiz. DistaDza Grand, c Colon State d' aria c note Oltre la diversita di 180.° vi 6 una piccola diminuzione in distauza. i. 1865. ? Boole, a = 14.'' 34.' 5; 5 = l'i.° '20.' pag. 21. 33.302 55.490 55.499 50.487 M D ,308.° 1 300. 5 304. 90 303. 20 55.090 30.47 25.23 305. 70 309. 17 -3. 47 0."788 1. 245 0. 909 0. 979 0. 995 1. 189 -0. 194 5, 4,3 3,5(7rt. 5, cguali. 5,3 4,5 4, II. 4 i,i(ilb. li;3,5a/ft. olt. oil. med. b. 4.8 fl. 3.9 alb. Piccolo niolo cont'ermato da D: 1790 aug. 313." : Mae- dler ha |37.41 |309. 411 1. 195 1 che poco din'criscc da Struve, ma al prcsenle pare sicuro. Spicndore alquauto -variabiie. Coppia insignc. V. 1867. 260 Boole. « = 14.*34.'"7; 5 = 31.'54.' pag. 22. 56.4871 20.°.30: l."255 ;J7.594 17. 98 1. 120 .57.040 19. 11 1. 187 31.84 21. 83 1. 030 23.20 -2. 69 -0. 442 4 4 7. 11. 8. alb. 7,5 8. s.fl. 3 -.ns./t. 'ylalb. 7,8 s.fl. 8,2 alb. b. ot. Poco 0 niuD moto, tranne in distanza. Epoca 1800 Posiz. Distanza Grand, e Colori Slato d' aria c note I8JI. X — 14.'' 30.' 'J; 0 = 32." 0.' 57.348 37.594 37.572 29.10 283." 70 200. 07 287.^88 283. 20 l."713 1. 052 5 5 3 7, alb. 7. alb. 7,3 7,3 alb. alb. M. 2. 1. 083 1. 820 -0. 137 7, alh. 7, alb. 7,5 7, alb. alb. D. 28.47 4. OS pag. 2' ot. ot. 22. «) (a] Belle. Nessim raoto certo: peri) si riosservi. I. issa- « = 14.M1.'9; 5 =6." 33.' 30.400 56.422 264.° 63 0."930 200. 78 0. 970 3 5 7, alb. 7, alb. 7,3 alh. 7,3 alb. M. V 56.414 30.37 205. 01 0. 930 271. 90 1. 237 3 7, alb. 7, s.fl. 7,4 alb. 7, s.fl. D. 26.04 -0. 33-0. 287 pag' ot. ot. 22. II moto pare sicuro anche dietro rosscrvazione interme- dia di Maedlcr: 138.39 1 269. 8 I 1. 071 1. 1884. 286 Boote. « = 14.''42.' 3; 3=24.°57.' pas. 22. 36.471 50.487 49." 22 43. 30 l."315 1. 235 1. 273 1. 230 M. V .50.479 29.28 40. 20 32. 20 D. 27.20 -3. 94 0. 04S 0, fl 0, fl. 7, caer. 7,3 alb. 7,2 caer. l,8a.caer 0, fl. (,,'i.s.fl. m. b. Questc osservazioni sono dlscordi tra di loro c con quelle di Maedler che non si corrispondono, avendo esso 139.43 1 54. 051 1- 19^ onde ci voglioQO nuove riccrche. 10»2. 1 Corona. « = 15.'' 12.'^; 5^27.° 21'. pag. 22. M, D. 30.381 50.422 50.401 28.28 20.12 i05.°es 103. 10 283. 37 273. 85 11. 52 l."035 1. 202 1. 149 1. 022 -0. 473 3 6,. 0,. 6, Hfialb. 6,5. 0,3. 0,5 0,1 calh. olt. [a) Distanza poco sicura. Tolta la dlllerenzadi 180.", vi e moto in angoto, e dimi- nuzione di distanza: anche qui conibiua con Maedlcr che ha: [39.52 1278. 47| 1. 530. 1. 1938. La vicina a a. Boote. a = 15.''19."' 2; 5 = 37.°50'. M. 50.422 230. "47 57.520 231. 07 234. 07 0."45 0. 55 0. 50 3 1 6, alb. 5|6, alb. 2 6, alb. 8, caer. S,s.rubr. pag. 22. b. b. 8, s.caer. 11 moto suo e certo ed insigae : dalle osservazioni del moto proprio il sig. Struve conclude (CD. CCXVI) che qucste stelle sono congiunle colla y.. Di questa si hanno i seguenli valori. Ilcrschcl. I. 1782.68 3!)7.°23 1802.00 340. 23 20.77 327. 00 1. 385 33.85 319. 7 1. 190 41.37 181. 8 1. 32 Dorpat. Beob. 1830. L' ultima e di Maedler ma non comhina. Forse 'iSl." 1944. « = 15.'' 20.'" 8: 0.°36.' pag. 22. 50.422 50.455 333.° 00 335. 80 33.5. 73 341. 02 l."210 1. 151 5 5 7, alb. 8, 8, alb. 8,5 M. V 50.437 .32.40 1. 183 1. 3.37 2 4 7,3fl/A. 7,5a/i. 8,2 alb. 8,1 alb. D. 24.04 -5. 89 -0. 153 .'J5 Epocu 1800 Po.siz. Disianza Grand, e Colori Stalo il' aria c note Piccolo nioto: combina con Maedlcr che ha 139.03 1339. 35| 1. 33 V. 1998. 31 ? Libra, a = 15.'''56."'7i S — — 10." 59.' pag. 22. A :B 35 35 55 55 50 56 56 56, 50. 56. 56. 36. 56 36 36. 56. 57. 37 57. 37. 37. 37. 38. 518 320 .370 .573 381 38:) 400 406 419 433 331 333 339 603 603 603 342 430 433 490 321) 537 4 41 67 71 50." 4 33. 6 33. ■ 54. 233. 203. 233. 237. 92 230. 73 236. 05 244. 00 248. 28 242. 17 249. 82 257. 04 249. 33 292. ... cunco 280. ? senipl. lie form, scnipl. scnipl. separate 0 "420 3 3 3 5 3 4 5 5 3 5 5 3 4 3 5 3 6 fl. 7 e alb 0. 5 0. 304 0. 33 0. 4 0. 4 0. 31 0. 4 0. i 0. 3 0. 3 ft. alb. 5 4 0 4 alluneata cattiva ol. la) ot. (*) ot. ic] m. id) ot. ie) (/) (?) ot. (A) ot. ii] (/.■) (/) m. ott. C) m. cat. esim (m) b. in] ot. lo] m. ip] h. (?) (a) Limile di misiira coi lili. (A) I disclii si loccano. (c) Dislauza = al raggio de' tiii. (rf) Allungala. {e) Ovale chiusa. (/) Ovale, gli assi sono : : 1 : 3/4. (j) La minore pare dalla parte di C, che sarebbc strauo. (A) Cunco opposto alia C. (•') E allungala, i diainetri sono : . 2 : 3. (A) Paiono talora separate. (/) Ovale in direzione quasi di C. (/') Al di solto la parte e bianca brillaute onde la pic- cola e opposta a C. Ripetuta piii volte I' osservazione a ore diverse: quindi pare che la piccola passi davanti alia grande. (m) Pare un poco poligona. (n) Vi pare una prominenza, ma non e certo. (0) Disco tondo, forsc un p6 angoloso. (p) Disco non tondo: nia aria che salta. (7) Aria buona, nia la stella e seniidicc (r) La sii'lla pare allungata; ma qucst'anuo sempre con I'aria cattiva non si pote vedere che due Tolte e male. Epoca ISOO Posiz. Distanza Grand, e Colori blato d' aria e note M. 1853.547 53." 60 0."473 4 h. 33.30 10. 07 1. 58=fc D. 34.5 7. 12 I. 66 4 V 33.91 3. 83 1. 213 23.4 i 333. 97 1. 223 1782.36 187. 94 llerschcl I. II ncsso lisico di qucstc due stelle fe sicuro, atleso la loro continuata vicinanza con moto pr. sec. — 10. "3 in AR e -f- 10. "3 in s. II moto orbilale pare fortissimo e cresciuto fuori d'ogni limite, onde promette buon successodi calcolo. L'angolo si dubito dapprima se fosse in errore di 180."; raa dopo riveduti i registri original! si concluse di no. Anche la distanza e assai diminuita, essendo stata nellSoo al limite delle misurabili e poscia e svanita. — L'osservazione di /« e ridotta supponendo le frazioni dccimi di grado- L'osserva- zione di Dawes encllc iMem. della Soc. Astr.XIXpag.199. Ivi l'osservazione di Oerschel I dicesi diversa solo per la notazione , e si da 82."2 da ridursi a 7.° 38 con -h 180. Dietro cio l'angolo nostro e regolare. Non vi e dubbio che qucsta Stella ha falto negli ultimi anni come gia y Vcrgine, c una compagaa ora occulta I' altra. Anche nel 1839 e sembrata semplice ma sempre si e avuta aria cattiva. A-t-B „ 33.318 70.''7 7."663 35.518 70. 33 7. 305 33.326 71. 10 7. 730 33.570 53.373 69. 80 70. 20 7. 312 36.381 69. 73 7. 226 36.389 70. 37 6. 930 36.400' 70. 17 7. 039 36.406 70. 59 7. 072 56.433 69. 30 7. 161 M. 33.341 70. 47 7. 503 34.33 77. 12 6. 82 V 32.96 76. 00 S. 82.36 88. 6 6. 4 Anche questa c in moto, onde si ha un sistema triplicc sicuro, e da calcolare appena riuscira la piccola. :i;. 2027. « = 16.'' 8.'" 3; 0 = 4." 37'. pag. 23. M 36.422 36.339 36.590 31.38 23.lf NessuQ moto. 72." 08 72. 80 •."015 I. 943 72. 4i 73 20 1. 979 1. 980 0. 001 -2. 76 4 4 8, alb. 7, alb. 8,3 alb. 7, alb. 4 3 7,3a/*. S,28/ft. 7,8 alb. 8,8 alb. 36 E[)uca 1800 Posii. Distanza Grand, e Color! Malu (]' aria e note . S03«. ff Corona, a = 16.'' 9.' 5 ; 5 = 34.° 13.' pag. 23. A : B M 55. ,562 n9.°3 2." 333 3 55.625 182. 3 2. 260 3 3, ft. 0. p. 55.627 180. 7 2. 303 .) 3, II. 0, ft.rubr. 55.647 180. 2 2. 270 i> 0, alb'. pall. 56.406 183. .57 2. 383 5 3,5 caer. 56.4.58 181. 20 2. 325 5 5, fl. 5, alb. 3, caer. .57.520 182. 37 2. 393 5 0, alb .57.711 181. 77 2. 478 ••> T 4. ft. 0, fl. 55.013 180. 82 2. 307 56.432 182. 38 2. 455 4 37.615 183. 57 2. 427 J h. oil. ntt. b. b. olt. oil. nit. II moto di quesle 6 nolissimo, cd ccco alcuni clenienli. Klinkerfucs n =20.° 43.' 9 n-n = 63. 54. 1 • = 40. 52. 2 e = 0.58990 a = 2."3851 P. = 420.O-24. T. = 1825.316 Powell Macdler Ilind. 3.»8.' 90.33 43.0 0.3887 2. "94 240. 1829.7 2S."7' 64.38 29.29 0.69978 3."918 608.<"'45 1826.00 21. "3' 69.24 25.39 0.72560 5.194 736.«"88 1826.48 .lacob. l."57' 101.57 40.47 0.309 2.719 195.12 1831.17 Klinkerfues (A.N. 990). li ha dedotti dalle osserv. di South. Powell; Astron. Soc. Monlh not. XV. Jacob; ibid. month, not. XV. 180. Si vede pero notabilo discordanza nei period! c qiiindi non e ancor tempo da dare quest! clcmenti come dclinitivi. A : C 58.562 89." 3 49."501 5S.62S 88. 9 49. 271 55.627 88. 9 49. 271 33.647 85. 9 49. 772 M. 55.615 88. 25 49. 454 1. 36.109 88. 49 43. 75 5 4 10.= 9. 10, 3 4 4 Sccjndo lo Tleduzioni di Struvc la C e solo otlicameute congiunta colic altre due cd ha solo ua piccolo moto pro- prio (CD. CCXXXI). L'aumenio quindi di distanza da A e dovuto al moto proprio della primaria. V. 2049. «= 16.'' 2'2."' 1; 3 = 26.° 17.' pag. 23. M Z. 36.438 56.553 56.505 29.61 212.° 21 214. 15 l."106 1. 097 5 4 2 3 6,3 ft. 6, fl. 0,2 n. 6,'6alb. 7, caer. 7, caer. 7, caer. 7,5 alb. 213. 18 215. 23 1. 101 1. 070 26.89 -2. 05 0. 032 b. [a] b. (a) NessuD moto sensibile. Colori certi. K|)oca 1800 Posiz. Distanza Grand, e Colori Stalo d'aria e note 1. 2091. « = 16.'' 37.' 5; d = 41.° 28.' M 57.. 520 300.° 02 57.589 302. 75 l."076 1. 184 5 5 2 3 7, alb. IMlb. 7,5 alb. 8, efi.alb. 57.354 304. 08 30.09 302. 17 1. 130 1. 287 1,ialb. IMIb. 7,7 alb. 8, alb. 27.40 2. 61 -0. 155 pag- b. oil. 23. Ncssun moto sicuro, quantunque Macdler abbia I'augolo intcrmedio. 137.43 1303. 51 1 1. 170 2. 2094. a = 16.* 38.'" 3i a = 23.° M.' pag. 23. A: B M 56.455 56.458 56.493 56.469 31.41 80. 80. 78. °.35 28 92 85 84 1.''507 1. 474 1. 347 79. 82. 1. 509 1. 028 7,5 7,7 6, alb. 8, alb. I<,lalb. l,3s.fl. 7,8 alb. l,Ga.s.fl. b. b. olt. Moto 0 nullo 0 piccolissimo. La C si vedc appena in di- rezione = 311.° 9. 2. 2101. 167 Ercole. a = 16.'' 46."' 3; 5 = 28.054.' pag 23. diffic. b. call. 56.458 56.553 56.738 174.° 00 177. 32 174. 97 175. 43 148. 03 l."047 0. 896 1. =fc 3 5 3 G, alb. 8, caer. 9, caer. M. V 50.598 29.91 0. 972 1. 127 3 3 iJ,Ss.fl. 0,3*./Z. 8,5 caer. 8,5 caer. D. 20.68 26. 80 -0. 155 Moto notabile e merita attenzione: Macdler lo conferma. 142.10 |161. 70| 1. 033 2114. a = 16.* 55.'"3; 3 = 8.° 39.' 56.458 50.487 57. .575 146.° 82 144. 77 144. 15 l."319 1. 317 1. 035 1. 257 1. 336 M. 2. 36.840 30.97 14». 25 135. 67 D. 25.87 9. 58 -0. 079 3 5 5 6, alb. 6,5a//;. 6, fl. 7,3 caer. 7,5 s.fl. 7, caer. 3 7 6, alb. 6, alb. l,%s.caer 7,4 alb. pag- b. oil. b. 24. Moto certo: Maedler ha I'angolo intcrmedio 140.01 |141. 63i 1. 231 — 37 -- Epdca 1800 Posiz. Uisianza Grand, c Colnri ■Mall) ', 72 230. 74 37.234 31.82 25.41 227. 02 228. 77 -1. 75 0. '878 0. 987 1. 143 1. 003 1. 123 -0. 120 6, alb. 7, alb. 6, alb. 7, alh. 7,5 alb. 7,5 cafr. a.-.lalb. 6, la lb. l.is.caer 7,2 alb. h. m. b. 26. Nessiin niolo certo. I. 27SS. a = 21.* 10.'" 3; 5 = 57." 43.' pa 20. M. 36.840 56.974 56.887 57.911 39." 80 39. 61 40. 84 40. 98 1 ."0.30 0. 983 1. 1.53 1. 159 4 3 5 T 3 7, alb. 8, alb. 8, alh. 8, alb. 8, alh. 8, alb. 7.2 alh. 8.3 alb. 8,3 alh. 8,3 alb. 8,5 alb. 8, Hi. alh. 57.128 31.79 25.31 40. 31 43. 17 1. 081 1. 333 -2. 70 -0. 257 Distanza diniinuita. Ncssiina dilTonMiza sicnra in angolo. 2799. 20 Pogaso. « = 21.*22.'"-4; 5 = 10.''28.' pag. 26. M. 55.782 55.793 56.608 50.928 S'L^OO 321. 18 319. 48 321. 52 36.279 2. 31.82 320. 70 332. 88 -12. 09 l."230 I 5 7, n.\l 1. 119 3 0, alb.'fi 1. 507 '5 1. 006 5 1. 230 4 1. 35 I 6 -0. 122~ a fl.\b. 0, a/i.,6,5 alh. .oft. 6, /?.Ui,2 ft.^m. 7. alh. 7,3 alh. b. 0,3.?.//. 0,6.v.//. 7,4 s.ft. 6,7 s.ll. 1). 125.46 Molo indul)itcito in angolo, cho reslava diiiihioso dalle osserv. di Maedler falle a Iroppo hreve distanza da Slnive. 133.81 1332. 9! 1. 39 2S0I. a = 21.* 23.''- 9; § = 79 ° 36.' 59.925|279."421 l."133 32.38 273. 10 1. 423 8, 0/6.17, alb.lm. 7,3 /?.18, fl.cin. (a) Piccole incomodc. DilTercnza dubhia. 2S25. a = 21.'' 39."' 7; o =- 0." 12.' |,ag. 26. 55.782 56.833 57.843 M. 2. D. 56.820 27.72 29.10 107.-^7 107. 76 104. 24 0.'948 0. 857 0. 897 0. 901 1, 093 106. 57 100. 17 1-6. 40 -0. 192 5 |8, alb. 5 malb. •A_\lJ)alh. JlfMlb. 3 8, .v./?. 8, alb.b. 8,3 alh.h. 8,5 alh.'oll. 8.3 8,2 alb. s.jl. Altcfa la diflicolta della slella , le distanze non sono torse in niodo siciiro nmlate. .Ma non vi pare diibhio snila direzione : Maedler a dir vero la farebhe troppo mutala trovando 138.25 |106. 9 I 0. 989. Epoca 1800 Posiz. Distanza Grand, c Colori State d' aria t; note "9; 0^ — 4.°i9' pag. 2G. 33.802 35.835 300." 04 302. 34 l."079 1. 082 1. 080 1. 214 5 4 8, 8, alb. 33.818 31.93 301. 29 290. 56 2 5 8, alh. 1,6s. fl. 23.87 -^4. 73 -0. 133 8,5. 8,3^ 8,4 8, ../!. ott. b. Pare cosa sicura che quesle stelle doppie piccole, siano solo olticaniente congiiinte, ovvero se lo sono fisicaniente, esse siano a periodi assai lunghi. Altra prova, benche in- diretta cbe le stelle minori sono le piii lontane. II nioto in angolo acquista probaliilita da Maedler. 136.30 1298. 8 I 1. 189 I 287S. 1//8. Pegaso. x = 22.* 7.'" 5; 3 = 7.° 17.' pag. 26. M. V D. 35.793 57.843 ,36.818 30.31 26.51 132." 40 129. 78 1307T2 130. 80 -0. 08 1. '535 1. 347 iT 441 1. 303 0. 076 5 3 7, 11 7, ft. 8, 8, caer. caer. 2 4 7, /T. GMlh. 8, caer. alb. ott. ott. Nessun nioto sicuro: avendo Maedler 139.7 |132. 6 I 1. 343 Colori bellissimi e certi. 2881. «=22.*8.'2: 56.903 57.843 57.887 28.' >■!.' 37.344 30.46 27ir8' II nioto 107. »07 '321 103. 03 674 104. 88 623 1 05. 19 500 111. 40 763 -6. 21 -0. 257 7, ft. 7,5 /?. 6, s.fl.'l, caer. 7, alh.\~,\\ alh. pag- h. ott. h. 26. 6,1s. jl. 7,3 s.fl. 7,7.?./;. 8,2^. caer lare certo. 2912 37. Pegaso. « = 22.* 22'. 9 ; 5 = 3.° 43.' pag. 26. 30.692 ,36.903 50.928 57.845 37.092 31.12 25.97 121. "20 119. 55 113, 93 113. 65 117. 56 112. 63 4-4". 93 fl."014 0. 798 0. 788 0. 772 743 160 -0. 417 6, 6, 7, 6, alb. 6, Is.fl. 5,8fl/i. caer. incerta. di/pc. in. ott. 8,2.?.co«) 7,2 alb. E curiosa la diminuzione degli angoli scmpre accostatisi a Slruve secondo il migliorc stato dcM'aria. I. a distanza e certo diniinuita, ma restano ancora dci dubbi. .Maedler trova 1.39. 'i9 1 117. 8 I 0. 908 . Moto proprio coniuno : il rclativo pare nullo allatto (V. CD. pag. CCXXI). La 1. 2961 piirvc doppia ma non si e potiUu aucora niisnrare, c cosi pure la 3115. [Continm] — 41 — Chimica. — Ulteriori sludii xulla ricerca c vahitazione delV lodio nelle acque minerali e potabili del prof- B. Viale. I I sig. Morin distintissimo chimico di Ginevia nella sua diinora in Roma faceaci conoscere le difficolla, che s' incontiano nel disvelare le minime par- ticelle d' lodio co' metodi conosciuti; sendochfe codesto metalioide or apparisce, or ne fa rimaner giandemente incei'ti di sua presenza. Gli suggerivamo il mezzo da noi pioposlo e pubblicato nel 1856-, avvertendogli, che le reazioni di questo corpo allora si hanno nette , quando mediants lo spirito di vino anidio vengan tolti di mezzo gl' iposolfiti- Or ecco, die in una lettera indi- rizzata all' illustre nostro segretario sig. prof. Voipicelli, nel nngraziarci del suggerimento , esprimesi ne' segucnti termini. « Lorsque vous verrez M-'^ le » prof-'' Viale, je vous prie de lui dire, qu'a I'aide de son precede mon Neveu est » parvenu a deceler d'une maniere precise des quantites d' lode fabuleusement )) petites. » Nel giornale di farmacia e di chimica difalti del novembre teste decorso sono riferiti i risullamenli oltenuti dal sig. Piramo Morin nelle acque di Saxon , ov' e dello che il nostro metodo gli ha potuto palesare di gramma del metalioide- 20,000000 Con costanza abbiamo proseguito le nostre ricerche, le quali ci hanno condotto ad alcuni fatti, che non saranno senza un qualche interesse; e di- remo innanzi lutlo come da noi siasi preparato il liguore di pruova, e valu- tato quindi 1' lodio. Abbiate un litre di acqua stillata; tuffate in essa tanto d' loduro di po- tassio, che porti in peso un milligramma d' lodio ; sia gram. 0,00132. Di cede- sta soluzione facciasene cadere una gocciola in un vasello di porcellana. Pren- dete ora un milligramma di amido, ed anche manco, e messelo nel centre della gocciola attendete a farla bollire pian piano, e asciugarla a lieve calore, e che '1 vasello raffreddi ; dissi a lieve calore perocche e a divietarsi , che I'amido anneri e carbonizzi. Cio veduto e fatto, con fuscello di vetro madido in capo di acido cloridrico toccate il centro della gocciola risecca, e interne intorno apparira un'alone di un bel violate, di sei millimetri di diamelre o in quel lorno, che vi daia pruova della presenza dell' lodio. Fatta e rifatta I'espe- rienza vedrassi sempre nel fenomeno un corrispondersi ad egualita I'effetto. E poich' h bisogno di dieci gecce per fermare un millilitro essia un cen- timetre cubico, ne avverra che siasi dimostrato in una gocciola . . nnnniux di gramma d' lodio. Questo e per noi il termine di paragene. Direme per- — 42 — tanto , se vorrassi valiitarc 1' lodio in un'acqua inineralc o in altio liqiiido , die Ic rca^ioni iiiostieramio con 1 1.- (loccia lodio 10,0()0()0() 1 2. 20,000000 1 3. ........... 30,000000 1 4 40,000000 1 5. . 50,000000 1 6 60,000000 1 7 . 70,000000 1 8 • . • . 80,000000' 1 9 90,00000¥ 1^ 10. 100,000000 I 100. ■ 1000,000000 1 500. ossia oncia una e due ottave ciroa 5000,000000 1 10,000. Goccie ossia un Litro . . 100,000,000000 I.e qiiali quantita superano veramcnte qualunque cspcttativa. Ncl ripetcre piil e piii volte la prouva, ripeteasi anche il fenomeno dcl- I'aione violacoo, alle margini pcro non mai ncl ccntro. L' lodio per la decompo- sizionc deil'Ioduro di Sodio opcrata daifacido cloi-idrico e clie foi'ina un cloruio di sodio, costituivasi alio stato di acido idriodico, di cui V idrogeno cotnbi- nandosi con Tossigcno deii'aria foiinava acqua, c 1' lodio con I'amido coin- poncva lo loduro di aniido. Ncl ccntro poi non puotc cio avvenire, perocchc I'acido idriodico trovasi solto alia gocciola di acido cloridrico, chc lo parte 0 lo divide dall'aria. Mentre slavasi intenti a mirare il fenomeno c ad ispiegarlo caddeci in — 43 — pensioro il sospctto, sc co'soli vapori di acido cloiidiico fossersi potute ren- der manifcste quelle piirli del mctalloido , che I'acido ne le avea celate. Si ritorno alia mcdcsima espericnza, ed operando su di una nuova gocciola di- sponemino la cosa nel modo seguente. In un vetro da oiiiiolo fuion messe aiquante goccie di acido cioiidrico, c su di esso fu arrovcsciata la cassolina, affiii che la goccia da cspiorare ri- cevesse i vapoii di quello. Fu ben giande la nostra sorprosa nel vedcre di coloi- violato non solo il ccntro c le margin! , ma fino i minimi spruzzoli , che balzali nel bollire eransi appicciali qua e la sulle parcti del vasello. Non ima ma piii fiate fu ripetuto resperimento, e semprc die il medesimo risul- tamento- Avverliscasi pcro , che la dimora del vaso a ricetrere i vapori di acido cloridrico non debb'esscr troppo prolungata, poiche corresi rischio di non veder piii il fenomeno. I sig." Ossian Henry padre e figlio, gia somma- mcnte benemoriti della scienza per le molte loro ricerche intorno all' lodio nella bella opera pubblicata nel 1858 (1) sull'analisi delle acque mineral!, ri- t'criscono a p. 360 ch' e' si son valuti del cloruro d! calce asperso nel con- cave di un vetro d'orologio. No! siam l!et! che ! nostr! esperiment! sian con- cord! con chimic! di tanto valore. Cid diedec! occasionc di osservare alcune altre singolariti. Nel 1856 spiando 1' lodio nella nostr'acqua acclosa, avevamo osservato, che la reazione normale veniac! somm!n!strata da tre gocce, le quali equivalevano a ^ nnonnn d! gramma , or bene quesla medesima acqua serbata in un fiasco dope tre ann! c mezzo non ci ha dato la reazione normale se non in 40 goccie, cioe ci ha disvelato .,. »/wwim> • I*er ispiegare questo fenomeno fa d'uopo am- metlero la decompos!z!onc dell'acqua nc'suo! princip!! costitutivi, e dire che il Sodio con cu! era combinato I' lodio per im'equivalente di ossigeno tolto aH'acqua sia passato alio slato di protossido d! sodio, mentre 1' lodio appro- priatosi 1' idi-ogeno nato dalla dccomposizione dell'acqua stessa abbia formato I'acido idriodico !1 quale faciimente si volatilizza. II medesimo fenomeno essi osservato anehc nel licpiore di pruova , ove 1' lodio e dissoluto nell' acqua slillata. Le reazioni non piu con una goccia sola apparivano ma con G, 8, 10, secondo che la soluzionc era rimasta a dimorare piu o manco di tempo nel vaso di vetro. Una mollo sensibile dimitiu/.ionc d' lodio I' abbiam avvertita que- ll) Trail6 pralique d'Analyse chimique des eaux minerales. Paris 18S8. — 44 — St' anno nella inedosima acqua acetosa tratta allora allora dalla fonte. Noii abbianio difatti soorlo, come giJi nel 1856 loazioni di Iodic sopra tie gocce, 1 ina si bone sopra 24. Cosich6 nel 1856 davaci qq 000000 '^' ^'''"'''""^•''' '"^"" 1 lie ill quesl'anno ci dava ^/nnQoooQ • ^' '''peterono quesle pruove sopra varie aequo csplorate in quel tempo, e la proporzione trovossi nella maggior parte di essa diminuita. Non debbo pass:ire sotto silenzio un'ulliino fenomeno. Spesso aweniaci con un dato numero di gocciole di non aver reazioni di lodio. Ma so nella cassolina voisavasi poc'acqua esse comparivano vivacissime. Codesto fenomeno del rendersi piii sensibili le reazioni lodiche col ver- sarvi acqua pu6 trovar la sua spiegazione dacche 1' acido iodidrico allorche i> condonsato non e tanto facilmcnte decomponibile dall'amido- Parrebbe adun- que ch' e' si trovasse in questo stato quando gli e in quantita infinilesima. L' acqua versatavi sopra lo fa rioonoscere alia caratterislica del suo colore s'egli e in contatlo coH'amido. Se ne deduce da tutlo cio 1.° che per la valutazione dell' lodio 6 piii ngevole farno la stima a occhio che a bilancia. Le bilancie per quanto sien sestate e bilicate a dovere non danno , che un dieci millesimo di gramma. 1 1 Col nostro metodo al contrario puo disvelarsi da 77777777^777^7: ad 10,000000 100,000,000000 di gramma e anche piij. 2.° Che nelle acque se lungamento stanno raccolte in un vaso avviene semprc una pcrdita d' lodio, poicli6 codesto mclalloidc costituiscesi alio stato di acido idiiodico c si volatilizza, e si decompone per coinbinarsi poi 0 con acqua o con nliri principii organic! o minerali , che si trovan sospesi nel- ratmosfera- La qual cosa spiegherebbe in qual modo 1' lodio possa e debba trovarsi necessariamente nell'aria come Chatiu ha dimostrato. S-' Che tanto nelle acque minerali, quando nelle potabili or si Irova in maggiori ed ora in minor! proporzioni. Con questa osservazione collimano pei- fettamcntc quelle rccentemente fatte dal sig- Piramo Morin di sopra lodato il quale ne fii conoscere (1) in un suo pregiato e intcressantissimo lavoro sullo acque d! Saxon che la quantita di questo inetalloide in quelle acque e sog- gclta anche da un momento alKaltro a grand! variazioni. (1) lousnal de Pharmacie el dc Chimic. Nov. 1859. — 45 - AsTROPtoMiA. — Teoria dclla comclu V delVanno 1858. Memoria del prof- 1- Calaivdreih. \.° Lia comela fu scoperta nella sera del 2 giugno dal sig. dott. Donati astronomo di Firenze. Con dispaccio lelegrafico ne furono avvisati gli astro- nomi di Roma nella sera del giorno 9, e siccome nel dispaccio ei'ano date le posizioni osservate in Firenze nei giorni 7 ed 8, cosi fu facil cosa di po- terla rinvenire- La cometa, atteso il piccolissinio suo movimento diurno in ascensione retta, e in declinazione, si trovava prossimamente nel luogo in- dicato dalle posizioni dcirastronomo fiorentino. 2.° La cometa appariva alJora come una piccola massa di nebbia ba- stantemente lucida, onde potere essere osservata anche con telescopi di me- diocre ingrandimento ; la sua figura non era ben terminata : il nucleo non era visibile : qualche volta appariva nel mezzo delia nebulosita un punto piu lucido. Quesla irregolarita di forma non puo certamente contribuire alia esat- tezza delle osservazioni e specialmenle di quelle sulie quali sogliono gli astro- nomi basare un primo calcolo dell' orbita parabolica. Non ostantc pero la notata irregolarita di figura, la cometa fu immediatamenle osservata in Roma, e a mano a mano che rapidamente sc ne propagava la scoperta, venne essa osservata in tutti i piii ceiebri stabilimenti astronomici, e con tale impegno che si puo con verita asserire, non essere finora apparse comete delle quali si abbiano tante osservazioni di numero quante se ne contano di questa. 3.° Nello osservatorio delia romana universita la cometa fu osservata dal giorno 10 giugno fino agli 8 di luglio. Occupato in seguito in altre os- servazioni , le quali cadevano precisamente nel tempo in cui si poteva os- servare la cometa, mi vidi costrctto a sospenderle : furono pero riprese nel giorno 3 settembre, e furono continuate fino alia mattina del giorno 29 in cui doveva partire da Roma. Le due seguenti tavole piesentano la serie delle mie osservazioni. 1 tempi sono ridotti al meridiano di Parigi. — 46 — TAV. I. Posizioni apparenli della Comela. Mcsi e giorni .\R apparentc D apparcnte bor. t. 111. a Parigi (a) Giugno 10.382210 9.'' 25.'" 8.^95 24.- 40. '55. "97 1 1 . 3.-)G879 9- 25. 13. 57 24. 57. 9. 05 (a) 13.400289 9. 25. 32. 98 24. 59. 49. 50 [a] 21). 397235 9. 30. 23. 96 26. 31. 46. 79 {{') 30. 377236 9. 30. 50. 03 26. 37. 13. 88 (^) Luglio 1 . 372250 9. 31. 18. 21 26. 42. 42. 67 (i) 3. 364250 9. 32. 17. 25 26. 53. 43. 21 C*) 7. 369227 9. 34. 35. 26 27. 14. 45. 83 (c) 8.371923 9. 35. 7. 10 27. 20. 50. 93 (c) Scitem. 3.311798 10. 43. 54. 18 34. 38. 5. 45 id) 4. 297250 10. 46. 16. 63 34. 48. 34. 04 (d) 5. 300908 10. 48. 51. GO 34. 59. 0. 33 {d) 9. 301982 11. 0. 13. 90 35. 39. 23. 23 [e) 10.299987 11. 3. 25. 29 35. 48. 28. 50 (e) 1 1 . 298290 11. 6. 47. 30 35. 17. 7. 65 (c) 16.290019 11. 26. 44. 20 36. 26. 0. 64 if) 19.283274 11. 41. 51. 09 36. 23. 43. 85 id) 20. 2943.52 11. 47. 38. 69 .36. 17. 37. 54 (/<■) 22. 289236 12. 0. 12. 96 35. 54. 24. 83 (') 23. 290432 12. 7. 11. 09 35. 35. 44. 56 (/) 27. 284310 12. 39. 41. 20 33. 18. 7. 98 (m) 28.285310 12. 49. 17. 76 32. 23. 41. 06 (") 28. 707292 12. 53. 7. 00 31. 56. 46. 14 ip) TAV. II. Posizioui nppai'ciili dcllc stellc di confronlu c dijfevenza Cuincla-Slella. Mesi c gioriii Giugno 10 Luglio Sett. e Leone II 13 ■29 13 Leone 30 1 3 7 Lalande 8 3 47 Leon. m 4 5 9 Lalaade 10 11 16 Zon. Bessel 19 20 22 23 27 28 («: (0) d) {d) {d) ('■) (c) [e] (f) (d) W (0 (/) (m) (") 28 37 Chioina (p) (lor. Caroli Can. da Caccia AR apparente 9.'' 37 ."'48.' 55 9. 33. 29. 07 9. 38. 34. 59 10. 47. 5. 77 11. 4 18. 90 11. 11. II. II. 12. 12. 12. 12. 12. 12. 31. 8. 38. 9. 48. 40. 59. 23. 14. G. -iO. 16. 53. 40 53. 31. 49. 25. 50. 40. 27 82 89 99 44 01 15 33 63 91 Dec), apparente 24.°25.'36."05 26. 33. 32. 81 27. 34. 42. 22 34. 47. 18. 09 35. 46. 34. 05 36. 36. 36. .35. 35. 33. 32. 31. 39. 46. 22. 48. 43 40. 39. 92 7. 39. 65 54. 23. 55 28. 23. 55 20. 34. 04 32. 36. 08 '32. 59. 73 4. 58. 50 56. 43. 00 Cioineta-Slclla in AR -12-39. ■12. 34. •12. 15. ■ 3. 5. ■ 2. 39. 2. 10. 1. II. ■ 3. 59. - 3. 27. ■ 3. 11. • 0. 49. 1. 45. ■ 4. 5. 0. .53. ■ 2. 28. . 4. 24. ■ 3. 41. - 1. 2. - 0. 48. ■ 6. 55. . 0. 34. - 4. 22. ■ 0. 24. 60 98 57 11 04 86 82 3.? 49 59 14 83 00 61 40 07 27 20 97 35 81 39 33 in D -15. -+-21. -34. - 1. - 3. - 9. ■20. — 19. —13. - 9. - 1. 11. — 7. 1. •10. 3. —16. -+- 9. -13. ^ 7. — 2. • 8. -h23. 19."9-2 33. 00 13. 46. 41. 9. 10. 56. 51. 12. 15. 42. 10. 54 33. 12. 56. 57. 14. 21. 26. 55. 46. 02 07 86 40 39 29 64 95 24 82 45 60 21 07 89 90 01 06 02 41 — 48 — 4." £ cosa molto difTicilo, c tutti gli astronomi sono persuasi di questa verita , che Ic osscrvazioni dclle comete licscano di quella esatlezza , e di quelia precisione, che suole aversi nelle osservazioni dellc stelle, dei pianeti, e dei piccoli asteioidi. Dcsscl nolle sue ricerclie suli'orbita delja cometa del 1807 cita due cause di quosla dirtlcoll;\ , cioe 1.° pcrchc c raw il caso in cui le comclc prcsenlino un unclco ben dclcnninalo : 2°. perche la delerminazione delle posizioni delle comete non si pud in generale oUenere per mezzo di stru- mcnli I'lssi, ma solo di mohili- Lasciando da parte la prima causa, la quale ccrlameute si oppone alia csaltczza dclle osservazioni per la cattiva lermi- nazione della figura dell' astro , egli e certo che dalT epoca in cui scriveva Ikssel fine ai nostri giorni non si conta slabilimento astronoinico , il quale non sia fornito di ollime macchine equatorial i colic quali sogliono detcrmi- narsi le posizioni delle comete. h vero pcro che con queste macchine, per quanto sieno giandi, non si otliene immedialamenle la posizione dell'astro, quale suole aversi col grandi circoli mcridiani nello istanle che I'astro passa al meridiano , ma bcnsi inuiiite che sieno di micrometro , colle (nacchine tisse equaloi'iali si hanno Ic posizioni cost dclle diff'erenziali, le differenze cioe di ascensione retta, e di declinazione fra la cometa e una stella di nota po- sizione. Accade spesso pero che le stelle di paragone non si trovino notate nei recenti cataloghi : dovendo necessariamente ricorrere agli antichi, le po- sizioni delle fisse non sono del tutto esatte, non si conoscono i moti propri, le precessioni annue non sono rigorosamente calcolate. Nel giornale astro- nomico di Altona num. 1181 sono registrate le molle osservazioni di questa cometa fatte dal prof. Lullier astronomo di Konigsbergh. Le posizioni ap- paronti dclle stelle di paragone sono tratte dal catalogo di Baihjs Lalande, e dalle zone di Bessei L' astronomo di Konigsbergh prende la media delle due posizioni, e con questa paragona il moto della cometa. Ora e ben raro il caso in cui le due posizioni diflferiscano di pochi second! in arco in ascen- sione retta, e in declinazione- Le differenze sogliono montaie agli 8," 9"... ed anche ai 15." Se dunque un astronomo si serva esclusivatnente della ima o delPallra posizione nclla riduzione delle proprie osservazioni , le posizioni della cometa proscnteranno le stesse differenze. Ecco dunque, a mio parere, una causa che rende difettose le osservazioni delle comete fatte anche agli siromenti fissi. L' altra causa e I'uso dei micrometri, la loro rettificazione, e la varieta delle riduzioni che sono necessarie onde ottenere con esattezza la differenza di ascensione retta, e di declinazione fra la fissa e la cometa. — 49 — 5." II micrometro usato nelle mie osservazioni e quello ad angoli sc- miretti- Micrometro semplice , di facile retliticazione , di faciiissima e bre- vissima riduzione per Ic osservazioni. Profittando del lento inoviinento deila comcta dal giugno lino ai priini giorni di settembre, e del campo del mio stromento, ho potuto scrvirmi della medesima slella per vari giorni conse- cutivi. Verso la meti di settembre, atteso il movimento piu celere della co- meta, e attesa la mancanza di belle stelle, sono ricorso alle zone di Bessel e mi sono attenuto a quelle stelle delle quali hanno fatto uso gli altri astro- nomi. Le posizioni apparent! delle stelle sono date pel girono stesso delle osservazioni- Ho procurato, per quanto e stato possibile, che la cometa per- corresse il parallelo- In tal caso 1' appulso della cometa al centro dei fili dava lo istante della osservazione, e gli appulsi della stella ai due fili obliqui superior! , o infciiori , e all' orario davano immediatamente la differenza in tempo di ascensione retta, e di declinazione- Ho cercato anche che la co- meta evesse miiiore ascensione retta della stella , e cio per evitare quella piccola correzione che si deve fare, quando, attesa la celerila del moto della cometa , questa giunga all' orario molto tempo dopo la stella- Non ostante tutlc queste cautele son di parere, che per le addotte cause, le osservazioni delle comele piu o meno saranno sempre inesatte. Si potrebbe sperare mag- giore esattezza quando quest! astri si potessero osservare al meridiano. Questa circostanza e rarissima , e si e verificata in questa cometa- Abbiamo sette osservazioni fatte nel grande osservatorio di Pulkova al circolo meridiano di Repsold nel suo passaggio inferiore- Cblle mie osservazioni non posso para- gonare che quelle dei giorni 11 e 16 settembre- Le osservazioni meridiane di Pulkova sono Mesi T. m. a Parigi Ascens. retta Declin. bor. Sett. 11.411647 16.411913 11.* 7."'11.'98 11. 27. 17. .50 35." 57.' 59." 8 36. 26. 12. 0 Dalle osservazioni di Pulkova dei giorni consecutivi 11 e 12; 16 e 17 sett, ottenni i moti diurni della cometa in ascensione retta, e in declinazione, cioe 8 — 50 — Molo (limno fia 11 c 12 in AR= -+-213/80 in 5 = -i-4()7."21 Molo diuino IVa IG e 17 in AR = -+-286. 55 in 5 = -H 77. 85 l.c niie osserva/ioni (tav. I num.°3) sono pei tempi di Parigi sett. 11.298290, sett. 16.290019, c sup[ionenilo die il molo sia ptoporzionale a! tempo, cogli indicali nioli diurni Ic osscrvazioiii meridiane di Pulivova ridotte ai tempi dclle ossorvazioiii micromeliiche di Roma, danno Mcsi T. ni. a Parigi Sett. 11.298290 16.290019 Ascens. relta 11.'' 6.'"47.'74 11. 26. 42. 57 Deciin. bor. 35." 57.' 6."84 36. 26. 2. 51 Se paiagoniamo qucste posizioni colle osservate della citata tavola I num-'S, avremo le diffeienzc R — 0, cio^ ridotte - osservate Sett. 11. 298290 R — 0 in AR^-^ 0.^44 R — 0 in a = — 0."81 Sett. 16. 290019 R — 0 in AR = — 1.'63 R — 0 in S = ^l."87 Eccetluando la differenza in ascensione retla del giorno 16 sett, la quale su- pora il secondo in tempo , le altre diffcrenze sono insensihili e neiie decli- nazioni I'aecordo e animirabiie. Cio proverebbe ciie neilo slato presente del- I' astronomia collo macchine ei(ualoiiali si possuno fare eccellenti osserva- zioni delie comcte, nelia ipolcsi sempre clie sia esatta la posizione della stella di paragone. Fin (jui delle pocbe mic osservazioni. 6.* Per stabilire una esatta teoria delle comete noii bastano poche os- servazioni. E vero clic per la soluzione del problema Ire osservazioni sono suflicienli, ma queste debbono suddisfare ad alcunc condizioni, le quali gc- neralmente parlando, non si trovano facilmente in un piccolo numero di os- servazioni fatto da un solo astronoino- fi appunto nella moltiplicila delle os- servazioni faltc da diversi aslronomi in lunglii diversi con diversi stromcnti : — 51 — b ncl paragonc che si |iuu islituire fi'a questo ossorvazioni, clio si (lehi)ono ricavaro i dati necessari alia soiuzione del [Jioljlema , scetjiiendo quelle che vidolte al medesimo tempo di un dato meridiano daiino prossimamcntc la stessa posizione della conieta- Cosi, per csem|iio, si e giii notato ciie le os- servazioni meiidiane di rulkova dei giorni 11 e 16 setteinl»re lidolte ai tempi dello osservazioni di Uoina degli stcssi giorni ()oco dilferiscono dalle dirette ossorvazioni micrometiiche- Ma nel giorno 1 1 settembre si hanno altie tre ossei'vazioni di Kiemsmunstcr, di Ginevia, e di Konigsbeigh : nel giorno 16 selteinbre si hanno altrc sei osservazioni ili Kremsmunster, di Bonn, di Fi- renzc, di Konigsbergh, di Leiden, c di Cambrigde- Se dunque dal medio di tulte (picste posizioiii ridotte alio stesso temjio risuiti una posizione che poco dilToiisca dalhi nieiidiana di Pulkuva ridotta alio stesso temjio, si avi'anno due eccelleriti osservazioni- Dal calcolo ottcnni Mesi T. m. a I'arigi Sett. 11.298290 Medio Sett. Sett. 1 1 . 298290 16.290019 Medio Sett. 16.290019 Ascons. I'elta 11.'' (l-il/li 47. 67 47. 30 47. 87 47. 64 47. 74 11. 26. 42. 57 43. 29 41. 34 43. 29 43. 33 40. 84 46. 55 43. 03 42. 57 Dcclin. boi'. 35." 36, Oi. 0 3 8, 9, 7, 6 26. 2, 25. 56 25. 41 26. 2 25. 56 25. 46 26. 6, 25. 56 26. 2 "81 79 22 87 13 84 51 72 03 09 82 72 35 03 51 Luoyhi dell'osserv. Uorna Kremsmunster Ginevra Konigsbergh Pulkova Riima Kremsmunster ISonn Firenze Konigsbergh Leiden Cambrigde I'ulkova Con questo mctodo non 6 ditlicile trovare in una lunga seriedi osservazioni, molte posizioni le quali sieno delate di quella esattezza e di quella preci- sions che si richicde pel calcolo degli elementi deH'orbita, e senza la quale non puo sperarsi cUe I'orbita soddisfaccia a tulte le osservazioni individuali, — 52 — le quali piii o nicno ridotte alio slesso tempo sogliono differire le une dalle altrc, come si osscrva negli arrccali esempi. 7.° La nostra coinela , contando dal 7 giugno in cui cbbcro principio Ic rcgolari osscrvazioni , fine al giorno 25 ottobre , fu visibile nel nostra emisfero per giorni 141. I giorni pero nei quali si e potuta osservare sono 109, c Ic osscrvazioni che sono venute a mia cognizione sono 315;quindi il nu- incro delle osscrvazioni tripio del nuniero dei giorni nei quali si e potuta osservare. Nella tavola prima riporto qucste osscrvazioni originali, e i luoghi in cui sono state fatte. La riduzione pero dei tempi c al meridiano di Parigi — 53 — TAVOI.A I. Posiiioni apparent* delta Cometa osservate colla riduzione dei tempi at meridiano di Parigi. Mesi c giorni Giugno 7.410706 8. 37G586 9. 429409 10.368335 10.390440 10.382210 1 1 . 356879 11.409734 12.375895 12.416227 13.377209 13.405567 13.432663 13. 395867 13.400289 14.410672 14.416085 15.422686 15.406747 17.392604 19.374294 19. 384495 28. 382928 29. 382245 29. 397235 30. 376690 30. 385771 30. 377256 Luglio 1.372250 2.378160 3. 364250 7. 369227 8.381597 8.371923 9. 3832.37 9. 607888 10.593i32 10. 593432 10.37333 11.595759 .Ascens. retla app. 9.* 24."'59/ 33 25. 2. 40 25. 5. 34 8. 26 9. 63 8. 95 13. 57 15. 84 25. 21. 90 25. 25. 06 25. 25. 25. 25. 25. 25. '25. 25. 25. 25. 25. 25. 25. 25. 26. 30. 11 28. 70 30. 79 30. 11 32. 98 39. 70 40. 86 50. 31 51. 77 17. 92 26. 46. 63 26. 44. 38 29. 57. 47 30. 23. 56 30. 23. 96 30. 50. 85 30. 49. 44 30. 50. 03 31. 18. 21 31. 47. 64 32. 34. 35. 35. 35. .35. 36. 36. 36. 37. 25 26 53 10 14 41 22 57 87 5. 75 17. 35. 7. 7. 42. 50. 27. 27. 19. Declin. bor. app. 24." 21. 27. 34. 40. 40. 40. 47. 47. 53. 53. 58."60 27. 40. 36. 40. 58. 55. 9. 38. 34. 59. 70 50 49 30 97 05 40 20 90 25. 26. 26 31 59. 25. 50 60. 18. 10 59. 47. 40 59. 41. 98 59. 49. 50 5. 48. 60 5. 54. 30 12. 1. 40 23. 23. 20 35. 29. 40 35. 35. 40 9. 50 44. 60 31. 46. 79 37. 9. 50 37. 20. 90 37. 13. 88 42. 42. 67 48. 15, 20 53. 14. 20. 20. 26. 27. 33. 33. 32. 38. 43. 50. 42. 52. 12. 14. 1. 47. 21 83 40 93 30 94 13 91 20 70 Luoghi dell'osserv. Fircnze Firenze Firenze Roma. Colleg. Rom Firenze Roma. Campidoglio Roma. Campidoglio Fiienze Padova Fiienzc Padova Fiienze Berlino Roma. Colleg. Rom- Roma. Campidoglio Berlino Vienna Berlino Vienna Fiienze Firenze Padova Firenze Fiienze Roma. Campidoglio Firenze Vienna Roma. Campidoglio Roma. Campidoglio Fiienze Roma. Campidoglio Roma. Campidoglio Firenze Roma. Campidoglio Vienna Washington Washington Washington Firenze Washington [Contimia la TAV. I-) Mcsi c giomi \sccns.iettaapi>. 1 3cclin. bor. a[)|t. Luoghi deH'osserv. Luglio 12.371437 9.*37.'"35.^88 27°. 43.' 11. "50 •"irenze 13 37158(i 38. 17. 45 48. 44. 80 ""ireiize 14 3(i87i)(i 38. 58. 16 54. 16. 40 ^'irenze 14.585342 39. 7. 28 55. 34. 74 Washington 15.58803(1 39. 49. 81 28. 1. 15. 22 Washington IC. 580275 40. 32. 96 6. 57. 68 Washington 17. .581351 41. 17. 45 12. .52. 37 Wasliington ID. 3(i4lH;5 42. 40- 57 22. 33. 10 Fircnze 20. 358553 /i3 25- 72 28. 44. 90 Fifcnze 21.580170 44 24- 46 36. 4. 51 Washington 24. 583618 46. 55. 41 .54. 22. 93 Washington 25.578158 47 47- 46 29. 0. 34. 48 Washington 27. 5788.57 49 35- 00 13. 9. 83 Washington 28. 574(i50 50. 29- 89 19. 41. 07 Washington 31.350748 53. 4- 30 37. 54. 00 Fiienze Asosto 4.351874 57. 16- 18 30. 5. 7. 20 Fiienze 4 5(i!)*)97 57. 30- 36 7. 6- 33 Washington 5. 348275 58. 21- 70 12. .54- 60 Fiienze 5. 34002 '• 58- 19- 93 12. 38- 20 Krenismunster 6. 340486 59. 25. 68 19. 45- 40 Firenze 7. 362073 10. 0. 34 77 27. 27 60 Berlino 7. 565611 0. 48. 29 28. .56. 46 Washington 8. 560036 1. .57- 20 36. 34. 81 Washington 10.561194 4. 18- 92 52. 4. 00 Washington 10.337055 4. 3- 86 ,50. 2. 30 Krernsninnster 11.3308.57 5. 16- 66 .58. 10. 70 Krenismnnster 12.33952! 6. 30. 47 31. 6. 15. 00 Kicnismunster 12.590780 6. 50. 08 8. 7. 70 Ann Aihor 13.586339 8. 5. 86 16. 9. 10 Ann Ail)or U- .572697 9. 23. 68 24. 29 70 Ann Ariior 14.341301 9. 4. 97 22. 46 40 Krenismunster 15. 5566.57 10 43. 40 32. 58" 73 Washington 15. .579099 10' 44. 91 3.3- 18' 00 Ann Aihor 16.329861 ir 45. 42 39- 22. 30 Fiionzc 16. 5.5008( 12- 4. 66 41- 38. .59 Washington 17.541I7» 13" 27. 89 50- 18. 91 Washington 17.33518:^ 13 8. 99 48. 29. 20 Kien)sinnnster 19. 544951 16" 21. 26 32. 8. 34. .53 Washington 21.33019( 1 19' 4. 31 25. 19. 80 Kipnisinnnstcr 1 22. 53950^ i 20; 38. 66 36. 39- 06 Washington [Continua la TAV. I. Mesi e giorni Ascens. rctta app. Declin. Lor- app. Luoghi deH'osser. Agosto 23. 545()fi2 10/22. "37. 30 32."4G.'25."IG Washififfton 23.341243 22. 17. 37 44. 2. 40 Konigsberg Washington 24. 538(;32 2i. 17. 59 50. 25. 10 24. 328080 23. 50. 19 54. 2. 80 Konissbei'L' 25. 530908 2G. 1. 14 33. 0. 18. 21 Washington 28. 320801 31. 7. 54 34. 42. 00 Ginevra 30. 301)525 35. 2. 23 55. 21. 90 Firen/e 30. 29'J302 35. 2. 10 55. 35. 20 Kremsmunster 31.319002 37- 9. 94 34. G. 15. 90 Kiemsmunster Seltem. J . 3203G3 39. 19. 71 10. 50. 00 Bonn 1.309504 39. 18. 10 10. 49. 20 Kremsmunster 1.295083 39. 10. 24 10. 31. GO Firenze 1.203185 39. 15. 04 10. 39. 10 Roma. Colleg. Rom. 2. 327372 41. 30. 02 27. 43. 20 Ginevra 2. 298884 41. 31. 72 27. 18. 80 Kremsmunster 2. 350029 41. 38. 79 27. 53. 50 Konit'sberi' 2.301503 41. 31. 12 27. 24. 20 Firenze 3. 530239 44. 25. 3i 40. 32. 71 Washington 3- 322580 43. 55. 72 38. 12. 40 Ginevra 3-311798 43. 54. 18 38. 5. 45 Roma. Campidoglio 3. 292558 43. 51. 94 37. 52. 00 Firenze 4.270198 40. 14. 78 48. 22. 20 Kiemsmunster 4. 289505 40. 17. 03 48. 28. 50 Kremsmunster 4. 308923 40. 20. 22 48. 48. 90 Ginevra 4. 297250 40. 10. 03 48. 34. 04 Roma. CamtiidoL'lio 4. 300382 40. 18. 30 48. 39. 20 lirenze 5. 529908 49. 20. 70 3.5. 1. 29. 83 Washinirton 5- 054780 49. 40. 42 2. .57. 40 Durham 5- 300908 48. 51. 00 34. 59. 0. 33 Roma. Gam|ii(1ogIio 5- 2(53032 48. 50. 10 59. 18. 49 Roma. Colleg. Rom. 5.293191 48. 49. 27 59. 15. 70 Firenze 6.52i.-.23 .02. 5. 03 :35. 11. 57. .33 Washington 7.5li9.-)0 54. .54. 58 21. 40- 79 W'asliinaiton 7. 354983 54. 27. 92 20. 37. 10 Cambrigdc 8. 3i030l .57. 17. 07 30. 4. GO Konigsberg 9. 523002 11. 0. 50. 28 U. 28. 04 Washigton 9.312210 0. 10. 19 39. 27. 00 Bonn 9. 2999(i4 0 13. •io .39. 22. 50 Ginevra 9.302118 0 14. 45 Firenze 9. 301982 0. 13- 90 39.' 23. 23 Roma. Campidoglio — 56 — {Continua la TAV. I.) Mesi c giorni Ascens. rctta app. Declin. bor. app. Luoghi deli'osserv. Seltem. 9.315285 11.* 0. "'16. '38 35.-39.' 33."00 Konigsbei'g 10. 520H61 4. 9. 64 50. 31. 99 Washington 10. 628708 4. 31. 30 51. 26. 50 Bonn 10.263710 3. 18. 06 48. 9. 50 Kremsmunsler 10.294311 3. 24. 15 48. 25. 10 Kremsmunster 10.284502 3. 22. 65 48. 24. 70 Firenze 10.325052 3. 30. 65 48. 44. 10 Konigsbei'g 10. 299987 3. 25. 29 48. 28. 50 Roma. Campidoglio 11.2809.58 6. 43. 97 56. 55. 70 Kiemsmunster 11.301897 6. 48. 07 57. 9. 90 Ginevra 11.298290 6. 47. 30 57. 7. 65 Roma. Campidoglio 11.325961 6. 53. 79 57. 22. 80 Konigsberg 12.519159 11. 12. 63 36. 6. 39. 14 Washington 12.612848 11. 31. 11 7. 16. 20 Bonn 12.261118 10. 12. 66 4. 39. 60 Kiemsmunster 12.321419 10. 26. 55 5. 13. 00 Liverpool 12.295462 10. 20. 17 4. 53. 80 Ginevra 12.306909 10. 23. 02 4. 56. 90 Ginevra 12.287257 10. 18. 57 4. 48. 20 Firenze 12. 293530 10. 19. 83 5. 3. 70 Konigsberg 13.516266 14. 59. 92 13. 22. 00 Washington 13. 277208 14. 1. 26 11. 50. 60 Kremsmunsler 13.294964 14. 5. 18 12. 1. 00 (iinevra 13.291267 14. 5. 00 11. 54. 20 Konigsberg 13. 3.50017 14. 18. 25 12. 19. 25 Leiden 13.322IOi 14. 1.5. 03 12. 15. 00 Cambiigde 14.273290 17. 58. 81 17. 48. 80 Kremsmunsler 14. 307221 18. 6. 69 18. 1. 40 Ginevra 14.288002 18. 2. 60 17. 54. 20 Konigsberg 14.316529 18. 10. 00 Leiden 15.3.305.38 22. 26. 13 22. 51. 70 Liverpool 15. 299247 22. 17. 09 22. 43. 50 Ginevra 1 15.308390 22. 17. 33 22. 42. 90 Ginevra 15.299116 22. 18. 23 22. 55. 70 Konigsberg 15.337492 22. 27. 56 22. 48. 70 Leiden 15.323.590 22. 27. 60 22. 53. 55 Cambrigde 16.282019 26. 41. 00 25. 56. 10 Kremsmunsler 16.290019 26. 44. 20 26. 0. 64 Roma. Campidoglio , 16. 6.38836 28. 21. 39 26. 11. .50 Bonn ^ 16.289861 26. 43. 33 26. 2. 10 Firenze 1 — 57 — {Conliniia la TAV. !•) Mesi e giorni Ascens. letta app. Declin. bor. app. Laoghi dcll'osseiv. Scltem. 16.305300 11. ''26. "47. 71 36". 25.' 58. "00 Konigsbergh 1G. 357898 27. 0. 29 25. 52. 00 I.ciclen 16.342007 27. 1. 45 26. 10. 40 Cambridge 17-264150 31. 20. 37 27. 27. 00 Ki-efiismunster 17-282347 31. 27. 63 27. 30. 70 Konigsbergh 17-346854 31. 49. 22 27. 29. 50 Cambridge 18- 328089 36. 42. 37 26. 45. 47 Liverpool 18-287933 .36. 30. 38 26. 46. 50 Konigsbergh 19-515182 43. 8. 67 22. 37. 48 Washington 19-272470 41. 47. 25 23. 46. 80 Kremsmunstei- 19. 283274 41. 51. 09 23. 43. 85 Roma. CiUDpidoglio 19.289686 41. 53. 37 23. 42. 10 Ginevra 19-290000 41 53. 31 23. 42. 90 Fironze 20.510140 48. 55. 24 15. 44. 59 Washington 20.515789 48. 57. 57 15. 48. 07 Washington 20. 265572 47. 27. 94 17. 45. 20 Kremsmunster 20. 294526 47. 24. 56 17. 52. 50 Firenze 20. 544376 49. 13. 13 , , Durham 20. 500362 . . , , , 15.' 42. 05 Durham 20. 294352 47. 38. 69 17. 37. 54 Roma- Campidoglio 20.336961 47. 53 26 17. 8 00 Gottinga 21.299038 53. 46. 19 7. 53. 20 Bonn 21.319344 53. 53. 69 7. 41. 00 Liverpool 21 . 299605 .53. 47. 34 8. 1 20 Ginevra 21.317365 53. 52. 20 7. 45.' 60 Gottinga 21.351883 54. 6. 59 7. 19. 40 Leiden 21.311520 53. 51. 49 7. 43. 10 Konigsbergh 21.351582 54. 13. 97 7. 13. 00 Cambridge 22. 294876 12. 0. 15. 18 35. 54. 17 80 Bonn 22. 287326 0. 12. 51 54. 26. 50 Kremsmunster 22. 289236 0. 12. 96 54. 24. 83 Roma. Campidogho 22. 298254 0. 16. 59 54. 16. 35 Gottinga 23. 26(5453 7. 0. 54 36. 28. 80 Kremsmunster 23. 290432 7. 11 09 35. 44. 56 Romn. Campidogho 24. 328940 U. 58- 81 10. 35. 30 Cambridge 24.290128 14. 35- 61 12. 2. 70 Liverpool 24. 290973 14. 35- 62 12. 4. 80 Konigsbergh 25.261186 22. U- 31 3i. 42. 47. 50 Kremsmunster 25. 285934 22. 28- 81 41. 39. 00 Liverpool 25. 292233 22. 29. 49 41. 42. 60 Konigsbergh — 58 — (Cotuintta la TAV. I) Mesi e giorni Asccns.retta app Declin. bor. app. Luoghi dell'osser. Seilcm. 25. 644898 12* 25. -"30.' 95 34. •28.'5I."00 Durham 25. 273854 22. 20. 25 42. 12. 25 CotUnga 25.312799 22. 45. 21 40. 42. 50 Cambridge 20. 527307 33. 39. 79 33. 54. 16. 84 Washirigloii 2(). 318029 31. 12. 40 , Durham 2().33.JI49 34. '1.43'. '16 Durham 2(i. 30(i383 ■ '31." O. 27 3. 24. 30 Bonn 2G. 298853 30. 55. 36 3. 37. 90 Ginevra 27. 279345 39. 40. 66 33. 18. 27. 50 Bonn 27. 242309 39. 19. 96 20. 21. 30 Kreinsmunsler 27.307941 40. 3. 52 16. 20. 00 Cambridge 27.2931(i0 39. 46. 50 17. 42- 60 Liverpool 27.286214 39. 44. 06 18. 1. 50 Ginevra 27. 284310 39. 41. 20 18. 7. 98 Koma. Campidoglio 27. 278056 39. 38. 37 18. 23. 60 Firenze 28. 506642 51. 19. 02 32. 9. 51. 82 Washington 28. 279188 49. 5. 58 22. 44. 30 Bonn 28. 259637 48. 54. 29 23. 54. 70 Kremsmunster 28. 285310 49. 17. 76 23. 41. 31 Homa. Campidoglio 28. 707292 53. 7. 00 31. 56. 46. 14 Roma. Campidoglio 28.313218 49. 33. 37 32. 19. 55. 50 Durham 29- 505309 13. 1. 21. 93 30. 59. 26. 35 Washington 29-260513 12. 58. 50. 48 31. 17. 33. 10 Kremsmunster 29- 323969 59. 29. 03 12. 41. .50 Ginevra 29. 284942 59. 4. 76 15. 50. 30 Firenze 29. 268423 58. 55. 23 16. 53. 50 Konigsbergh 29.281317 59. 3. 66 Leiden 30. 257995 13. 9. 15. 57 29. 59.' io'. 70 Kremsmunster 30.280104 9. 25. 66 .57. 48. 14 Liverpool 30. 270034 9. 31. 01 56. 56. 95 Ginevra 30. 308948 10. .5. 32 52. 32. 90 Cambridge 30.310123 09. 57. 46 , Duriiam 30.321912 '52.' 31'. 90 Duihain Otlobre 1.300840 ' 20.' 39'. 0.5 28. 23. 0. 20 Gollinga 1.311237 20. 46. 18 21. 5.3. 60 Ginevra 1.. 507696 23. 56. 86 27. 54. 8. 10 Washington 1.268003 20. 17. 18 28. 26. 11. 50 Kremsmunster 2.268118 31. 39- 69 26. 39. 32. 90 Kremstnunster 2. 509941 3i. 28. 82 11. 33. 20 Washington 2. 263881 31. .36. 81 40. 9. .50 Konigsbergh — 59 — {Conlimtu la TAV. I.) Mesi e giorni Asccns.iclta app. Declin. bor. app. Luoghi deli'ossei'V. Ottobre 2. 304989 13.^32."' 5.-87 26." 35.' 22. "90 Fiienze 2. 295282 31. 58. 81 36. 24. 00 Ginevra 3.299814 43. 48. 14 24. 33. 14. 20 Ginevia 3. 284527 43. 37. 58 35. 23. 90 Bonn 3. 530868 46. 34. 46 2. 42. 24 Washington 3. 270G37 43. 27. 42 37. 7. 80 Kremsmunster 4. 2G2835 55. 27. 00 22. 20. 6. 70 Kiemsmunster 4.283125 55. 42. 12 16. 57. 50 Cotlinga 4. 287546 55. 45. 74 16. 26. 00 Leiden 4. 265449 55. 29. 31 19. 38. 40 Liverpool 4. 242848 55. 12. 03 23. .39. 60 Roma. Colieg. Rom. 4. 303888 55. 52. 64 13. 53. 80 Ginevra 4. 295225 56. 0. 85 Durham 4.295301 13.' 25. 70 Durham 5.300014 14. 8.' 24*. 71 Durham 5.311945 19. '35.' 38'. 06 Durham 5.276104 ■ ' 7." 56'. 51 43. 34. 55 Ginevra 5.217763 7. 13. 49 53. 1. 40 Konigsbergh 5. 275980 7. 56. 85 43. 38. 50 Bonn 5. 234920 7. 46. 12 50. 18. 40 Gotlinga 5. 289030 8. 16. 72 39. 12. 00 Cambridge 6. 259646 20. 14. 37 16. 56. 29. 10 Goltinga 6. 292059 20. 37. 48 50. 48. 80 Kremsmunster 6.271509 20. 22. 97 54. 21. 10 Ginevra 7. 294968 33. 24. 94 13. 43. 26. 50 Durham 7.284351 33. 6. 67 47. 41. 25 Ginevra 7. 252772 32. 43. 02 53. 36. 50 Kremsmunster 7.291878 33. 12. 37 46. 18. 10 Goltinga 7.299375 33. 19. 28 44. 15. 30 Firenze 8. 268788 45. 28. 04 10. 34. 16. 53 Roma. Colleg. Rom. 8. 285785 45. 50. 24 28. 18. 30 Cambridge 8. 279855 45. 36. 38 Leiden 8.311344 , 25.' 48. 90 Leiden 8.276019 45. 32. 55 32. 48. 50 Fircnze 8.264180 45. 24. 25 Gottingu 8. 27.')55l 32." 49. 90 Gottinga 8. 243545 4i3. 1>." 25 39. 26. 40 Bonn 8. 279728 45. 35. 81 32. 0. 10 Altona 8.231318 44. 59. 91 41. 57. 30 Kremsmunster 8. 280977 45. 36. 80 31. 55. 10 Liverpool — 60 — [Continua h TAV. I.) Mesi ;ioini Otlobit «). 275636 9.263195 9. 495923 9. 265602 9. 266891 9.299176 10.267572 10.254571 1 1 . 238789 1 1 . 300436 12.269379 13.255045 13.488816 13. 245556 13.270214 14.261038 14.248190 15.249229 15.243989 15.298064 15.273264 15.256354 15.244255 15.499104 16. 257211 16. 257477 16.242332 16. 234475 16. 501780 16. 245879 17. 258599 18.250687 19.494892 22. 239005 25. 227396 \sccns.rctln app. 14.*57.'"57.'86 57. 48. 16 15. 0. 42. 49 14. 57. 41. 03 57. 51. 16 58. 22. 66 15. 10. 4. 15 9. 54. 85 21. 39. 63 22. 32. 64 33. 37. 06 44. 38. 18 47. 12. 03 42. 23. 02 44. 57. 47 55. 26. 92 55. 17. 19 5. 37. 33 5. 34. 19 5. 40. 80 16- 17. 5. 59. 5. 41. 5. 34. 8. 15. 15. 15. 15. 24 97 72 15 34 7, 38 31. 57 19. 70 17. 77 17. .50. 34 15. 24. 80 24. 51. 37 33, .38. 76 44. 1. ,57 4. 32. 02 23. 40. 15 Declin- bor- :ipp. 7." 7. '29. 10. 20. 9. 8. 59. 38. 40. 11. 4. 9. 40. 48. 2. 48. '40 00 14 90 20 30 90 20 14. 70B 49. 80.^ 3. 26. 34. 90 6. 49. 40. 10 7. 36. 52. 83 6. 25. 56. 50 6. 55. 20. 70 10. 9. 2. 60 6. 2. 95 13. 14. 46. 55 13. 50. 00 16. 6. 50 21. 43. 60 16. 8. 00 13. .56. 25 14. 0. 3. 02 16. 14. 56. 00 13. 2. 00 10. 24. 90 8. 52. 40 53. .57. 76 10. 34 90 18. 57. 9. 70 21. 27. 52. 65 24. 19. 55. 06 29. .39. 0. 70 34. 7. 2. 30 Luoghi dcH'osserv. Ginevra Altona Washington Gottinga Konigsbcrgh Cnmbridgo A I Ion a Krcmsmunslcr Ivremsmunsler Cambridge Altona Ginevra Washington Fii'enze Liverpool Kiemsmunstcr Ginevra Ginevra Kieiiismunstei' Livei'pool Cambridge Firenze Gottinga Washington Cambridge Fiienje Gottinga Bonn Washington Altona Ginevra Ginevra Washington Firenze Firenze [Conlinua) — 61 — AcusTicA. — Siti suoni di combinazione. Nola del doll. R. Fadih. 11 fenomeno dci suoni di combinazione , o di ballimcnti, lisullanti da duo suoni simultanci, lia ricliiainalo recentcmcnte Taltenzione di taluni fisici ; j!iacch6 mentre si liene per indubilata la loio oiigine nella coincidenza delin vibiazioni dei due suoni , queili di comI)inazione che risullano dal calcolo applicato all' ipotesi deile coincidenzc, in molti casi, non sono uguali a queili che hanno riconosciuto al)ili speriincntalori. In fatli seoondo la teoiica in uso, se m ed n cspiimono in numeri in- tieri i due suoni, od f il ioi'o inassiino cotnun divisoie ioio, il suono risullante sara espresso da f, e quindi nel caso di m, n prind fra loro , il suono li- sultante sarst indicalo coli'unita. Al contrario le speiienze di Iliillstroin hanno nioslrato che il suono di combinazione e in — n, poslo »»>.?{, e che vi ponno esserc anclie altii suoni risultanti piii difllcilmente riconoscibib', come ■2n — m, 2m — »i, cc. In scguito il sig- Heiinholtz, dope aver verificato, queste speiienze, ha trovato allri suoni di combinazione, che esse chiama di som- mazione, i quali sono indicali da m -t- n, 2m -+- n, ec. Senza venire a discuterc Ic nuove ipotesi, che si sono ripoitate per ispie- gare questi fenomeni, creduti incompatibili coiia antica tenrica, lo scopo di questa nata e di provarc, che lutti questi suoni di combinazione si spiegano benissimo colic coincidenze delle vibrazioni, purche si interpreti convenien- temoiile qucslo fenomeno. Non e diHicile il vedere che, volendo il suono risultante sia 1, nel caso di );i,)ipiimi fra loro, e differenti Tun dall'altro piu della unita, si ammetle implicilamenle che le coincidenze non producono efFelto sensibile , tranne quando si succedono, dopo un numcro intiero di vibrazioni di ciascim suono. D'altronde nulla ci fa supporre che una coincidenza non debba produrre un rinforzo di suono in qualunque punto avvenga , e se vogliasi che solo le coincidenze corrispondenli alia massima fase delle vibrazioni sieno ca- paci di produrre un battimento, anche col principio ammesso, non si intcr- prelerebbe esatlamcnte il fenomeno , perche convurebbc aggiungere un"altra condizione , che cioe i due corpi sonori cominciassero le loro vibrazioni in guisa, da produrre la prima coincidenza nella massima fase delle due vibra- zioni , senza di che non si udrebbero no batlimciiti , ne suoni risullanti ; cio che I'esperionza moslra non esser vero ; giacche quando due corpi so- — 62 — nori hanno prodotlo un reito suono di combinazione, lo producono sempre (lualunque sia lo stalo ini/.iale rclalivo dcllc loro vibraiioni- SiiiMo ,a, V i numcii dcllc vibrazioni di due suoni m, n, comprese fia una coiiicidenza e Talli-a ; o sia r il numero di queste coincidenze comprese neirunila di tempo, sari »• fi = HI , rv = n- Volcndo che fra le [x vibrazioni del 1 suono , e fra Ic v del 2 suono non esista alcuna coincidenza, dovra esscre [I — y = 1 . Dopo cio, il suono risultante r sara date dalla formola seguenle. ru. — rv in — n r = — *- = ^= m — H. Se m ed n sono primi fra loro , [i , v saranno frazioni , ma non per questo la condizione /x — v = \ sara men giusta. Questo suono risultante di differenza , sembra essere il solo chc siasi trovato, combinando due suoni scevri affiUto di suoni armonici- Se poi insieme ai suoni m, ed n esistano anche gl'armonici 2m, 3m 2n, 3n, .... , vi potranno essere dei suoni di combinazione 2m — n, 2jj-m, ec. Di piu il suono di combinazione m — n, puo combinarsi coll'armonico 2m, c formare un nuovo suono 2m — {m — n) = m -+- n : ugualmenle si avranno i suoni di combinazione che il sig- Helmholtz chiama di sommazione di second' ordine, come 3m — (m — n) = 2m — n. Finalmente osservero che esiste una diversita notevole fra i suoni di xommazione , e quelli di differenza ; perch6 mentre questi provengono dalla combinazione di due suoni, quelli, a stretto rigore, hanno origine dalla com- binazione di tre suoni. In falti p. e. il suono m -t- » = 2m — (?n — n), nasce dalla combinazione dei suoni m, », 2m. — 63 — FisicA TEnRESTRE — Escuvsioue scienlifica (alia a Norcia ad occasione del let- remuli del 22 Agoslo 1859- Del P- A- Secc/ii. INTRODUZiONE. iicl giorno 22 agosto alle ore 1.* SG"" pom. io slava osservando gli stmmenli inagnctici del Coll- Rom-, e mi accorsi che essi erano peiturbali in una guisa assai strana : slelti per qualche tempo intento senza scoprire donde venisse (juella agitazione, e solo vidi che sul finire delle vibrazioni del bifilare, queste si lianimarono alquanto- Tali singolarila, mi tennero un poco sospeso, perche sul moiriento non mi corse al pensiero che fosse cio effetto del teiremoto, i! quale fu scnlito da moiti in Citia e di cui io non mi accorsi giacch^ alia prima scossa stava caininando per andare ali'Osservatorio. Presto si seppe che in quel medesimo istante , la cilta di Norcia coi paesi circonvicini era stala distrutta da una furiosa scossa- Passali i primi lerrori di quel flagello, quando si vcnne a tratlare di ricoverar la popolazione e in qualche modo metteria al copcrto,Monsig. Luigi Pericoli delegate di Spolelo,e la magistratura di Norcia, credeltcro opporluno invitare con un ingcgnere ed un archiletto anche una per- sona istruita dei fenomeni fisici peresaminare gli cffetti del terremoto,e giudicare se i danni arrecati al suoio dclla citta fossero tali da comproinelterne la riedi- ficazione, c si)ccialoiente se il timorc popolarc di un prossimo vulcano che ivi fosse per iscoppiare aveva qualche fondamento- A tal fine il giorno 22 set- tembre, Monsignor Delegato medesimo scrisse una obligantissima lettera al M. R. P. Generaie della Comp- di Gesu, informandolo che la scelta era caduta sopra di me, e pregandolo a volcrmi inviare sul posto per tale disamina. Una SI inaspeltata interpellanza mi fece restare non poco sospeso, giacche la qui- slione era di materia non strettainonte di mia fiicolla , non avendo io col- livato gli studi geologic!, che come un soggetto di crudizione nei miei viaggi : ma le mio scuse erano gia state preoccupate e non mi potei ricusare alia gentile richicsta , onde mi accinsi subito a dispone quanto era necessario perchii qucslo viaggio, oltre alio scopo suo principale, riuscisse anche utile ad altre riccrche scienliliche. — 64 - Lasciato pcrtanlo da piiile cio clic riguarda gli altri lavori della coinmis- sione(l), io csporro in qucsla mcmoiia (|iicllo clie spella le licerclie scicnlifichc oscguiic ill quesla circoslanza , por la quale ho ciedulo dovcr seguilarc le vesligia dclla spodizioiie falla per rAccadcinia di Napoli dai sigiiori Palinicri e Scacchi nel 1851, per simile disgrazia aceadula in Meiti, della quale quegli scicnziali mi avcvano iiiviato gentilnicnte la relatione (2). 1 lavoii falli allora da quei due valeiilissimi eiano per me il pid opportuno modello al caso pie- sente, essendo I'uno (isico versalissimo ne' fenoincni del vulcanisnio, e raltro un geologo sommo, oiide io non avea elie da cammiiiaic sulle loio orme. Tut- lavia pereio clio liguarda la parte geologica diro solo quel poco e piu ovvio ehe a tutli puo esser faoilmenle accessibile, lasciando i punli piu astmsi iiitorno alia natura de' lorrciii ad allri piii perili, che spero vorranno cola poitarsi e ehe se uon fossei'o allora slati fuori di Koma, sarcbbero stati ccrlamente invitali. I pochi cenni che ne daro inostreranno, se non erro, la somma importanza di stu- diare que' siti col lunic della moderna scienza.e mi traltero poi alquanlo piu su la parte fisica, e su gli esperimenti ed osservazioni fatte in quesla circostanza. Siccome il sullodato rapporto napolclano indicava come soiiimamente in- leressante I'uso degli strumenti magnetic!, cosi io a questi mi appigliai e cio feci tanto piu volenlieri che questa occasione mi parve propizia per fame uso anche per esplorarc la forza inagnetica nell' Italia interiorc al Nord di Roma, od estendere cosi la piccola ispezione magnetica che pochi giorni prima avea fatto al Sud di essa nei colli Alhani e a Porto d'Anzio. Gli strumenti pertanto messi in ordme furono i seguenti : 1.° 1/ inclinometro magnetico coi suoi accessorii per determinarc I' in- icnsila del magnctismo terrestre. 2." Un declinometro portatile che sospeso a un Filo di seta avrebbe an- che fatto scrvizio di sensibilissimo sismometro. 3.° Una bussola ordinaria a traguardo- (1) II sig. com. Poletti faceva parte della Commissione in qualil.i cli architelto inge- gncrc ispcUore. Un rapporto circostanziato do' danni recati da iterreraotn alia Citta, non che dei rimedii che parevano piii opportuni, tanto per sollevare i bisogni present!, quanto per pre- vcnire quanto era possibilc i danni avvenire, fu stcso dalla comniissinnc c prescntato a S. E. Mons. Minislro dell' inlerno. (2) Della reyione vukanicadelM. Vulture e del terrcmolo ivi avvenuto net 14 agosln 1851 relazione per incarico della R. Ac. delle scienze di Napoli di L. Palmieri e Arc. Scacchi 18o2. — 65 — 4." Un biirometro aneroide, per lo studio non solo delle variazioni atmo- sfei'iclic, ina specialmente per la misura delle altezze, strumento divenuto di soinina importanza in gcologia e dal quale ne ho avuto grande vantaggio. 5.° Un teriiioinetro per esplorare la tomporalui'a delle sorgonli. Per guida nelle ricerche gcologiclie oltre la citala relazione del signori Scacchi e Palmicri, ebbi la descrizione de' noslri terreni appennini fatta dai signori Spada-Lavini e Orsini , e i lavori del prof. Ponzi nei contorni di Roma. Pnrlito da Roma li 25 settembre arrival a Spoleto la matlina appresso, e prodttai di due giorni di dimora per visitare i terreni circostanti , e per determinarvi 1' indinazione e V iiitensita magnctica, essendomi questa stazione sembrata di molla importanza, perche e posta quasi sotto il mcdesimo pa- rallelo geografico di Norcia , onde le costanti magnctichc- non molto dove- vano diCferire, tranne per circostanze locali proprie di quest'ultima citta, giac- che a Spoleto non v' e vestigio alcuno di terreno vulcanico. Quesli due elementi erano sufTicienti a riconoscerc le irregolarita locali ed anche di osservazioiie piii facile che la determinazione assoluta della declinazio- ne onde li prefeiii : avrei volulo pure determinare questa, ma non polei arrivare a tempo a melter in ordine per cio tutto roccorrente. II giorno 29 parlimmo da Spoleto per Norcia insieme con Monsig. Dclegato, che gentilissimo e attentissimo come e in tutto, cosi in questa mia piccola fatica, voile farm! avere tulti que' corn- modi e facilitazioni che la sua cortesia somniamcnte intelligente gli suggeriva. In nostra compagnia vi era anche un compilissimo giovane e molto istruito il sig- ingegnere Achille Bianchi, secrelario degli affari della provincia : la sua dotta conversazione e le sue cognizioni Jocali mi furono di non poco sussidio : po- chi giorni dopo sopraggiunse il sig. com. Poletti la cui pratica cognizione de" corsi di acqua mi fu pur(j di grande giovamento- Rcstammo in Norcia fino al giorno G ottobie, abitando in Citta nell'unica casa restata quivi quasi intatta, cioe quella del sig. marchese Cipriani, che avendo un annesso giardino, fu coniodo assai per le ricerche magnetiche : ad onta che nei primi due giorni si avesse qualche liltrexzo ad abitare nella casa per le frequenli e sonsibili scosse di terremoto , pure il limorc presto svani , e la sicurezza sottentrando , si ebbe agio a fare i nostri studi a mente tran- juilla, onde benche tenui siano i risullali ottenuti, spero che tutto il viaggio non sia state alVatto inutile alia scienza. Benche sia insufficiente cio che spetta la descrizione fisica dei luoghi , e quauto ho raccolto rapporlo ai fatti 10 — 66 — geologic!, non I'ha volulo oinnioltcrc, rinelteiido chc quesli siti sono ancoia quasi ignoti agii scicnziali c puo csserc cho dal pochissiino die io ne dico, ailii pill cspei'to sia cccitato ad andaili a visitarc c sludiaie con piii scien/.a c profitto, onde nella speranza die cio avvenga, non iio volulo lasciare di accen- narc quanto mi c scmbrato notarvi di inteiessante. Sc cio polrA ottenere non saia qucslo I'uilimo fiulto del niio lonuc lavoio. §■ I- Aspctlo (jenerale dc(fli Appennini nel viagrjio a Norcia. Chiiinquc abbia aviito occasione di attravei'saro lo Stalo Pontificio dal versanic di un mare ail' altro , non avra potato a ineno di non restar sor- preso alia vista dellc enormi masse di slei'ili niontagne chc si peicorrono- Lo stradc apcrte per lo piii liingo fiunii e toricnti alpestri, passano per un' im- mensa formazione di calcare stratiforme di color bianco sporco o rosato, chc forma montagne scoscesc e quasi affatto nude a punte aguzze e di dif- licile acccsso, e gli angoli per lo piii si ingranano tanto strettamente da non lasciar largo alcuno alia coltivazione, tranne in alcune poche aperture, ove scarsi palmi di terreno vengono con somma cura coltivati da poveri niontanari. Talc c r aspetto delle parti central! piii note dei nostri Appennini per- corsc dalle strade postal! , ma ben piii orridi siti ess! nascondono nel loro interno restato accessibile finora soltanto con disagiatissimi mezzi , ma che d' ora innanzi saia commodamente pervio, mercfe le nuove strade carrozzabili che vi si stanno aprendo. Pochissimo conosciuta, ma molto importante e ap- punto (lucila legione dove risiede la citta di Norcia, ed e percio che ciedo utile toccarne qualche particolarita, al che presta favorevole occasione I'attual circostanza della bella via aperta recentemente tra quest! difTicilissim! monti, che con niolli tagli ha svelato la struttura di loro formazione. La nuova via per Norcia si stacca appena usciti dalla porta di Spoleto che mette a Foligno. Quesla incomincia a salire immediatamente la mon- tagna che scpara la valle Umbra dalla valle ove scorre il fiume Nora ; il punto culininatilc della catena detto Forca di Cerro si elcva sopra il piano della porta suddelta di Spoleto di m. 390 molto prossimamente e 671 sul livello del mare. — 67 — Tulta queHla montagna c rifeiila dai gcologi ai terreni giurassici, ed e formata tutta di caloare compalto a strati di varia spessezza tra 10/'"""' c l." Essi paiono in gcnerale lilevali verso la valle di Spoleto, ma vcnendo ai singoli punti trovasi cosi variahile la loro inclinazione da un sito all'altio che e impossibile definiria da quel solo che si puo vcdeic lungo la stiada. La natura di questi strati, benclie come dissi per la maggior parte compatta, pure in alcuni siti (e non nei piu alii) essa 6 friabile e come composta di dotriti angolari cementati assiemc, onde la giudicheresti un semplicc conglomerate, e sopra del quale ritorna la roccia compatta. Essa qui non e diversa dalla calcaria del Monte Luco di Spoleto il quale appartiene a qucsta stessa ca- tena, e bene esaminato presenta le stesse, varieta. (1) La composizione geologica di questo lato della valle Umbra contrasta a meraviglia con quclla del lato opposto, il quale e quasi tutto di calcaria niarnosa , o piuttosto marna calcarea, ossia della 2' categoria delle forma- zioni appennine come le distingue lo Scacchi, cioe secondo altri del cretaceo superiore ; ivi i monti sono tulti a colline rotondate e steiili tranne ove e I'arcnaria calcarea rossa, foi'se pel ferro che contiene (2). Sorpassala la Forca di Cerro si entra nella valle Nerina, e per tutto un gran tratto di discesa continua la stessa roccia calcare, ma giunti piu basso della forca suddetla di 150." si vedono comparire, non senza sorpresa i cal- cari alternant! con sottili strati di marna, e a 230 metri sotto di essa forca, la cal- caria prende I'aspetto di una semplice marna indurita. I suoi strati, che sono in- clinati verso il Nera, non sono quasi nulla disturbati, e tutti stanno in stratifica- zione concordante con quelli su cui riposano. Discesi alquanlo piu basso al luogo delto Pie di Paterno, la formazione cainbia affatto, non peio per salto, cio che (1) Salendo questo nioiite si vede che gli strati inferiori sono compalli c continuali senza fessura ne rottura al fondo del burronc dove scorrc il lorrentc sotlo al famoso ponte, che lo congiungc colla forlczza : ma a mezzo la salita la roccia si vede direi quasi infracidata e come decomposta senza esser marnosa, nienlre piii alto sopra di essa in ciraa al romiloriu rilrovansi novcllamenle gross! strati di scoglio compattissimo. II prinio falto fa vedere che 10 scoglio di Monte Luco 6 conlinuazione di qucllo della fortezza, e che la valle 6 di mera erosione: il secondo nierita I'attenzione dei geologi. (2) Simili terreni si ritrovano al line della valle Umbra sopra Foligno dove riposano sopra i calcari compalti con stratilicazione concordante, come si vede salendo a Col Fiorilo. 11 fondo della valle Umbra e lutto pieno di detrit! di alluvione portativ! dai torrent! Tesino 0 .Maroggia, e sembra anch'essa un mero lavoro di erosione. come lo moslra la continiiita degli strati nel fondo del fosso tra Spoleto e montc Luco. — 68 — e notabilc assai , ma per giadi rapidi c conlinui si arriva al calcare com- patto (lei (leposili liassici. In <|ucsto iiiogo clie e precisamente al livello deiia Porta lii Spoleto, o non inolto sopia il Nera, la strada comincia definitiva- mentc a scguire qucsto fiump. In una delle voltaic si veggono gli strati per- fcttamcnlc vcrlicali, e colla faccia parallcla alia strada stessa, come un mmo di scoglio continiio, ma fatti pochi passi al voltare deila strada, quasi ad an- golo retto, gli strati ci si mostrano per costa, come un libro messo in piedi. Tale conformazione pero non dura gran tratto e presto si ripiegano in mille modi inclinandosi sotto tutti gli angoli con bizzarric chc e impossihile de- scrivere. Poeo piii ollre pero si hanno due forme di tali piegature die sono intercssanti: la prima e quella di zigzag ad asse verticale, 1' altra di alcuni strati piegati ad angolo acuto, fino strapiombanti, e cio a poca distanza I'uno dall'altro. La figura qui annessa da una idea della disposizione di due sit! vicini presso Borgo di Cer- rclo, e che meriterebbero di esser disegnati con piii esattezza. Le curvature in molti siti sono cosl acute chc mostrano qualche ve- sligio di roltura al vertice: in altre sono a sinuosita sommamente rientranti. Ma quel che h piu singolare si e che tutto questo scompiglio regna nclla in- ferior parte della montagna c che il tormento e la piegatura svanisce a poco a poco nelle parti piu alte talche le stratificazioni mutandosi a poco per volta esse si conservano realmente concordant!. £ inutile il dire che queste sono le Jmpronte delle forze sotterranee che hanno agito sollevando queste masse mentrc erano ancora flessibili, ma quando giii erano arrivate a notabilc con- sistenza. Non puo meglio paragonarsi Taspetto di questi strati che ai fogli di un grosso libro compresso per melh. In diversi luoghi variano non solo le fes- sure di larghezza, ma anche gli strati di spessezza, attenuandosi verso I'alto: circostanza di molto momento per la teoria della loro formazione. Negli strati superiori le fessure sono in alcuni siti piene di marna o materia estranea , 6 nei piii bassi vi sono fdoncclli di pietra focaia. Benche io abbia piii volte at- travcrsato gli Appcnnini facondo qualche attenzione alle loro formazioni, non — 69 — mi c venuto fatto di vedere in nessun sito esempi di strati piu tormcntati e piu istruttivi di questi. Tale c la formazionc dclla vallc in cui corrc il Nera per tulto il tiatto chc si costeggia : le montagnc per lo piu non lasciano altro largo che quanto b suftlciente per la corrente delle acque, e solo nelle insenate qua c la tro- vasi qualchc poco di suolo coltivato : la strada stessa e tutta tagliata in cur- nice sul sasso vivo- Le montagne, tranne il sito sopra indicato, ove gli scogii sono quasi a picco , nei resto hanno un angolo di pendenza di 45 in 50,° giaccl]6 i due versanti presi insieme chiudono ad un angolo di 100" lo era inollo sollecito di riconoscere V indole di queste valli, e rintrac- ciare se esse fosscro corrispondenti ad una frallura originale nel suolo, ovvero fossero di semplice erosione; ma fu impossibile il trovare qui un argomento decisive nella corrispondenza degli strati, giacch^ sono essi cosi sturbati che il mancarc di essa a poca distanza non pu6 esser prova di dislocamento 0 fenditura. Un argomento pero abbastanza sicuro della continuita della massa, mi parve la assoluta identita della roccia simile da ambi i lati, cioe di un calcario color di rosa a strati simili e sotlili e similmente tormentati che se- condo i caratteri indicati dallo Spada sembra appartenere ai terreni liassici. Ma vedremo appresso che la questione che qui puo restar dubbia ricevera prove piu positive. Passato il Borgo di Cerreto che sta in un piccolo largo sulla sponda del Nera, (il paese di Cerreto restando in cima d' uno scoglio a volo di uccello sul Borgo), dopo due miglia incirca di cammino si arriva a Triponzo, luogo dove il fiume Conio entia nel Nera. Prima di giungere a questo sito cominciano a com- parire vast! depositi di acque minerali : stalattiti e incrostazioni in grande quan- tit:"^ coprono in questo poco di largo tutta la formazione calcarea inferiore Kno ad un altezza di ben 30"" sopra la via, cioe ollrc 60 sopra il fiume. Questi depo- siti sono prodotli dalle acque sulfuree che sgorgano poco sopra Triponzo nella vallc del Nera. Noi deviammo alquanto onde vedere queste sorgenti che ora si I'ominciano a utilizzare per bagni. Le acque sgorgano dal piede della montagna alia dcstra del fiume, c molte sono le polle e ricche, noi (mancando il ponle per andare alia principale) esplorammo la temperatura di due minori di queste presso il Ponte Nuovo. Essa fu trovata di 30.°0 in una e nell'altra 30.°1 C. i,>uella del Nera Irovossi 14-.°1 e dell'aria .......... 26. 5 Barometio 73G,"""5: term, bar 29. 8 _ 70 — Qucstc acqile sono sulfurce c si aniiunziano da lonlano col forte odore di ac. solfidiico, o una gran quanlita di zoifo gclatinoso 6 dcpositato sulle pietre da cui sgorgano. II lor colore c verdiccio, c entrate nci Ncra io tingono di color biancastro, onde gli antichi Io dissoro : Sulfurea Nar albus aqua. Oltre dollo zolfo esse contongono moiti sali calcari e tutti i contorni sono copcrti di tali depositi, clio prcsso Io sorgenli si trovano in grandi banchi, e di uno singolarmcnte h viniarchevolo la forniazione,ora visibile benissimo mercc il taglio fresco della nuova strada. Questo banco 6 formato tutto a strati concentrici e i)arallcli convessi a modo di oupole, prodoltisi attorno un masso cascato dalle imininenli scoglierc, dei quali massi moIti vedonsi tuttora pendcnti e niinac- cianti di cadcro ed altri di fresco caduti. Tale disposizione 6 notabile, percho polrcbbe allribuirsi erroneamenle ad un sollevamento , che qu\ cerlamente non ha mai esistito c puo essere che altrove abbia la sua applicazione. La gran massa di stalattiti quivi c a Triponzo a livello cosi elevato mostra che il Nera qui allre volte avea un lelto assai piii alto e forse faceva una ca- duta, e che i tre corsi di acqua, cioe il Nera superiore, il fiume Corno e il Ncra inferiore, che qu\ si uniscono ad angoli quasi eguali di 120° I'uno col- Taltro, non erano alio stesso livello. Per andare a Norcia lasciata la valle del Nera (la quale per la nuova via che si sta costruendo porta a Visso), si segue il Corno, fiumicello di pochi inetri di larghezza (circa 4), ma di acqua perenne. Poco oltrc il ponte la valle 6 abbaslanza larga, e i depositi di acqua ivi accumulati e franosi assai, salgono a grande altezza , ma ben presto la gola si restringe tra due muri di scoglio a picco, tia i quali con gran pena si e dovuto aprire la nuova viacarroz- zabilc- II pill angusto passo e quello cosi detto di Sasso a prima e che la niassima parte delle fabbriche mostra i maggiori danni dal lato o[)posto a Monte Pattino, onde vedendo una fabbrica, puo an- che prima d'esaminaria, prcvedersi, dietro la sua orientazione rapporto al Mon- te, quale sia la parte la piu danneggiata; nelle case isolate della campagna, delle quatlro facce, quella che e caduta c ordinariamenle I'opposta a Monte Pattino. 2.° Se quella faccia non e caduta la casa 6 pero sempre molto piu dan- neggiata in quella direzione, e quel muro ne e infallibilmente staccato con una crepaccia inclinata aH'orizzontc di circa 60 gradi , che separa un triangolo dc' muii lateraii col vcrtice in basso e la base in alto. 3.* Tutte le costruzioni fatte in pendio e su i fondi acquistrinosi presso (1) Mentre ora raando questo foglio alia tipogralia mi si scrive chc non sono ancora cessati [il dec.) — 79 — le soi'gcnli, ovvcio su tcncno di rieinpiliccio, o scarico vecchio, sono slate rovitiate ; quindi le parti piu offesc della cittii soiio il lato di porta Pattino nel vcrsante urientale della collina, c inolto piii quelle del lato occidentale, ovc il pendio e maggiore c ininorc la scarpata, e ove sussiste un gran deposito di roviiic delle precedenli catastrofi. Lo stesso si avvcra per le fabbriche di cainpagna. Le piu illesc sono quelle del centro della Citti 'suH'asse della collina , 0 nel fondo dclle valli se crano piantate sul conglomcrato tufaceo ; onde si vede die la condizione del terrcno ha pure avuto una grande influenza su i disastri : quelle fabbricatc su i tcneni inobili o di scarico sono tutte pe- ritc. Diverse fessure si sono aperte nel terreno, ma cio e accaduto soltanto ove era suolo di riempitura, come appunto avanti a porta di Spoleto e sulla nuova via cbe porta a s. Scolastica chc e tulto terreno di trasporto o scarico di anticbe rovine- Qui pure si c rinnovato in piccolo quanto in grande si ve- rified nelle Calabrie, che i terreni smossi o di alluvione, sfranarono tutti, e irassero seco le case : cosi qui il terreno debolmente sostenulo da insuffi- cientc scarpate, assestandosi, per la scossa ha atterrate tutte le fabbriche (1). Fu ossei'valo che le aequo delle fontane della Citta per alcun tempo ees- sarono di sgorgaro, ma presto ritornarono torbide e terrose, il che senza dub- bio 0 avvenuto per ragione deiragitazione del suolo, che deve avere per un memento otturato in qualche parte i canali di scolo , e che la pressione dell'acqua ha potuto sgomberare colla sua forza. II fin qui detto spetta a Norcia sola, e alle poche case circonvicine, ma i danni in maggiore o minore grade si sono estesi a moiti paesi contermini posti a notabilc distanza di cinque in sei miglia e specialmente dall'altro lato della montagna di Patlino su terreni pure in declivio. Dair informazione dell' ingcgncre govcrnalivo sig. Kibel risulta, che in proporzionc della loro imporlanza i paesi di Cainpi e Casali , il /laese di Capo del Coile e la Villa di s. Angelo, hanno soflferto quanto Norcia: Abeto, Todiano , e la Villa d' Ancarano Capo del Colle e a pi6 del Colle circa la nicta ; Frascaro poco piu di un terzo. Dalla distribuzione di questi siti danneggiati , sembra che la scossa abbia avuto per centro monte Patti- no, e i contigui e che abbia danneggiato cotanto Norcia per la natura della sua base , poco stabile- Del reslo la scossa e pure stala forte e sensibile a grandi distanze e fu , come gia dissi inlesa fino a Roma da una parte , c (1) V. Dolomicu relazioue dei terremoti della Calabria dW 1883. Pag. 63,64. Ed. Rom. — 80 — a Camerino, e Pesaro dalPalira. Cascia ha avuto qualche danno, ma in pro- porzionc assai leggicro, Irannc il convcnto dc' Franccscani, che giJl fatiscente Miiclic prima, iia ora molto patilo, c si e rcso in alcuiic paiti inabilabilc. E da notaisi che Cascia fu spesso rovinata con Norcia, come nel 1703 in cui con cssa fu affatto distiutla. La differcnza de' danni di questa volta, oltic alia minor forza della scossa, si dcvc forse alia miglior coslruzionc e al piii sodo i'ondo (Idle case della nuova Cascia- Visso che soleva esser compagno di Nor- cia nelle rovine ha poco soffcrto. Descritto cosi brpvcmentc il luogo c le circostanze principal! del fe- nomeno veniamo alle ricerchc scicntifiche fatte per riconoscernc i particolari. §• III. Ricerchc jhiche fallc ad occasione dei tcvrcmoii di Norcia. a) Fenomcni mcccanici. Dai suindicati terribili effetti prodotti dal terremoto nella Ciitta, si pos- sono trarre diverse conseguenze interessanti alia scienza- Riferiscono tutti con- cordemente che airatto del terremoto la prima cosa a sentirsi fu come una grande cannonata, seguita immediatamcnte da tre scossc sussultorie e altret- tanle onilulaloric sempre secondo la direzione di monle Pattino , cioo dal N.E. al S.O. II moto sussultorio si manifesto nel rovesciamento di oggetti ad ample basi come grossi sassi preci[»itati dai monti, e nelle case particolari da ro- vesciamento di tavolini, e nel subbalzarsi che si sentivano sotlo le persone. Varie porzioni di muri isolati, come camini, campanili ecc. si sono trovati spo- stati orizzontalmcnte ove di 4 ove di 5 e fino di 10 centimetri; quasi che lanciati in alto siansi rimessi al posto malamente all'atto della ricaduta. Viene arrecata come prova di qucsto moto sussultorio il fatto di una campana uscita fuori de' suoi cuscinetti e caduta sulla soglia del finestrone del campanile ; ma essondosi apcrto I'arcone del campanile stesso, puo esser che in quel moto uno de'suoi periii sia uscito lateralmente seiiza che la campana sia stata real- mente lanciata in alto, e fuori dell' imposta. II fatto pero mcglio avverato c quello gia da noi descritto , dalP esser cioe le case tutte lesionate obliquamentc nella parte opposta a monte Pat- tino, onde resta certo che da quella parte provenne I'urto principale. Tal ge- — 81 — nere di lesione sembra provarc die la velocita dell' uito fu giaiidissima , e cho cssendo state le hasi delle case spinte rapidamenle avanti e poi ritirale subitamenle indietro, il inoto non ebbe tempo di comunicarsi dall' imo al som- ino, e la parte superiore vcnne cosi a cascaie avanti- E cio non solo si av- vei'6 delle ease che aveano le faccc parallcic al monte, ma anche per quelle cbe aveano la diagonale ad esso diretta : in questo caso e lo spigolo su- peiiore che trovasi tutto staccato c viene a finire a piiamide triangolaie col vertice al basso. Non 6 da ometteie che qui in Noicia vestigi di simili le- sioni s' incontrano fatle da allri ten'emoti nello stesso verso. Eia impoitante conoscere la distiibuzione di tali guasti, e facemmo per cio varic ricerche: ma la conclusione fu, cho il terremoto cola avea fatto piii danni ove le fabbricbe erano men sode e il terreno piu sciolto. Molto anche avea contribuito la direzione del declivio del suolo su cui crano messe le fab- bi'icbe , e cio sembra esser slata la cagione delT aver patito meno le case nel versante della vallata opposta a Pattino, perche tutte fabbricate in suolo acclive e che dava loro un appoggio precisamente dalla parte verso la quale erano sbalzate, ondc non e meslieri ricorrcre per cio ad altre cagioni, co- me di soluzione di continuita nel suolo dei due lati o altro. A primo aspelto reca meraviglia il vedere in uno stesso luogo delle case diroccate ed altre quasi intalte, ma sparisce la sorpresa guardando la natura della loro costru- zione e il suolo su cui sono basate. Laonde in tanta irregolaritii di modo di fabbricare che ivi si usa, era inutile fondaie uo argomento da valutare sicu- ramente la forza maggiore o minore dello scotimento , deducendolo sem- pliceinente dal diioccamento dcllc fabbriche. 1 siti che piii hanno sofferto sono quelli che posano sopra la stessa catena de' monti a cui apparticne Pattino, cioc le ville di Ancaiano ecc. Era mio desi- derio il visitarli, ma il dillicile accesso di tutti quest! siti e la brevita del tempo c' impedirono di esaminarli. Cascia che altre volte avea sempre avuto con Norcia le scosse fatali, questa ne e stata quasi escnte, ma essa e fabbricata in sito diverso dall'antica, su fondo piii sodo, e meglio assai di Norcia. Meritano grande attenzione i rumori o colpi sotterranei, che nei priaji giorni si sentivano quasi continuamente, c che comunemente parevano aver origine solto monte Pattino, e Capregna. Erano si frequenti che in una notte se ne con- tarono piu di 40. Da questi moiti conclusero esistere sotto quel monte la causa immediata e il centro delle scosse : ma a dare una idea di quanto sia facile lo sbagliare in tale giudizio, cio6 di argomentare la scde del terremoto dalla 12 - 82 — diiczionc del runiorc o dcll'urlo, diro clic sccndcndo noi dal monte Ventosola pel fosso tletto dell' Inteiiio, si scnti un foi'le colpo, c iitimodiatiimente ti'cino lorle la terra, talclio lulli lo sentimino beiielio stcssidio a cavallo e camini- nando- Noi credeinmo per ccrto clie quello scuolimciito avca per centro la inontagiia Capreyiia , ina noii era vero : fu esso invccc fortissimo a s. Pel- le^rino cioe in un punto della valle diametralmcntc opposto a 5 miglia di distanza. Quello ehe d certo si o che i rumori spesso sono concentratissimi, cio6 si sentono in sito niolto ristretto , e sui monti di N.E. sono piu frequent! che a Noreia: pcro polrebbc cio esser in parte effotto del niaggior silenzio della canipagna, che nicglio favorisce il sentirii, oiide uno studio accurato di tali ininori rimboinbi non e mono interessante, che quello delle maggiori scosse. Sono pure in qucsli rumori notabili Ic seguenti circostanze. 1.° Che il colpo non e contemporanco alio scotiniento del suolo, ma lo precede di qualche frazion di secondo: 2." Che lo scotimento e seguito ordinariamente da un cupo rumore co- nic di tiiono lontano, che pare il rumore della scossa che si propaga e ri- verbera per I'aria : 3.° Che 11 rumore sotterraneo ha piuttosto la somiglianza coll' urto di una massa solida che urti la terra dal sotto in su che di una esplosione or- dinaria. Cio pero non vuol dire che sia rcalmente tale il caso ; anche un getto di vapore caldissimo che entra in un recipiente d'acqua fredda , (come ac- cade nei teuder delle locomotive) al condensarsi produce un urto secco e un tremito che ha molta somiglianza con questi colpi. Lo studio esatto di tali fenomeni sarebbe importantissimo, ma bisogne- rebbe potcrlo fare con calma e con quella Iraiiquillita die non si ha mai durante questo fenomeno , giacche non si sa mai quale possa essere il fine di uno scotimento qualuuque , e in tali estremi di uose , ne sulle montagne DC sotto le baracchc si e piu sicuro in aperia compagna die nelle case stesse. Del resto non si sono avverati qui no i grandi scosceiidimenti del suolo osservaii nelle Calabrie, ne vaste aperture, o altro fatto die mostri nel ter- reno stesso una eslrema violenza nclla scossa. Solo alcuni sassi sono stati precipitati dalle cime de' monti, il che prova non esser stata la scossa esclu- sivainente nella valle come credono alcuni. Se cssa quivi ha avuto piu ter- ribili risultati deve altribuiisi: 1° alia maggiur facilita di rovinare gli edifizi che di produrre altri cffetli: 2" alia poca solidita del fondo della collina stessa, - 83 — niinata come A dappertutto da sorgciili di aequo. Del resto e falto costante che i Icrrcni leggieri di alluvione sono quelli in cui sempre si manifestano i maggiori guasli pci tenemoti , come appiinto avvcnne nelie Calabtie, e a Lisbona. E inoltre si capisce che un uilo violento ciie venga dal sollo in su deve iinprimeic maggior vciocita ove trova minor massa : ora questa e certo minoie nella vailala , ove manca tutto il caiico delle montagne , che cei'to non sono cose di leggier momcnto a sollevare ne anche per Ic forze sotterrancc bcncho sieno enormi- 11 Caslelluceio piccolo paesc distantc 5 miglia da Norcia posto sul sasso vivo fu scosso, ma non danneggiato. Campi e le ville di Ancarano sono invece assai danneggiate e stanno in parte almeno sul terreno di alluvione. Sembra quindi die per cio tanto non vi sia ragione da credere che la cagione sia meramente locale della Citla come si sospettava, da alcuni, ma che essa rienlri nella classe gcnerale delle grandi forze sotterranee a grandi profondiia, e che mentre in alcuni siti d manifesta per le boccbc ignivome, quivi come in tanli altri siti rcsti occulta cd invisibile. Era mollo im|iortante sapere lo stale del Vesuvio durante questi scoti- menti : ne chiesi pertanto per lettera il chiarissimo prof- Palmieri il quale gentilmente mi rispose quanto appresso : « 11 Vesuvio trovasi in continue emissioni di lave dalla base del cono fin del mese di maggio dello seorso anno 58, le quali ora sono poco con- siderevoli , ma tuttavia durano- Ora riscontrando il mio giornale trovo che verso il 15 agosto di questo anno parvero quasi finite, perch6 appena luc- cicavano un poco nel buio dclla notte, ma verso il 18 divennero piu copiosc e crescendo sempre fino alia meta di settembre recarono danni gravissimi. II 26 agosto fu uno de' giorni di maggiori ruine. In maggio il sismografo segno due scosso ne' giorni 2G e 28: in giugno 3 corrispondenti a' giorni II, 14 c 29 : in agi»slo non ve ne fu alcuna, in ottobre una il giorno 2 molto forte, cd in novembre anche una il di 22 di mediocre intensita. Ho due o tre esempi di un certo affollamento di scosse al Vesuvio che ban preceduto di giorni un grande tremuoto lontano per lo quale poi il vulcano non si e scosso- — II mio sismografo segiia le scosse di qualunque bencbc minima in- tensity dandone una certa misura, dice 1' ora e la durata del tremuoto , ne indica la natura e registra tutte le rcpliche che avvengono dopo la prima agitazione del suolo. « Cosi Egli" — 84 — L dcgno (li osscrvazione clie proprio ncl inesc piii funesto a Norcia c il successivo iion iiiuno pauroso, il Vcsu\ io fu senza scosse, ma cho le eru- /.ioni crebbero appunto iicIPcpoca dei terrcmoti di Norcia. II meteoiografo del r.ollegio Roinaiio iiidico pur csso la scossa di Homa bcnche piccola. Fcro la giMinIo concciitra/.ione dc' piccoli vutnori senibrava [)ci'suadei'C lion psser essa a giande profonditii, ondo vi era ragione da tentare se le in- dicazioni niagnoticlic dcsscio piova alcana di inatcriali vulcanici assai pros- siini alia supcilicie. b) Osservazioni magnetichc- ft nolo da gran tempo che le materie vulcaniche, bcnche in leggier grado feiTuggiiiosc hanno una grande influenza sugli struinenli magnetic! (1), onde se tali materie si trovassero a piccola profondit^ sotto del suolo, non sarebbe difticile Io scoprirle. Cosi per eseinpio nei monti Laziali si trova una enorme irregolarila nella posizione deil'ago di inclina/.ione, che sale a non meno di 3.° sulla cima di Monte Cavo, antico cratere vulcanico. Lo stesso si e os- servalo sul Vulture in Calabria, sul Vesuvio in Campania e sull' Etna in Si- cilia e allrove; e riferisce Humboldt che dopo i terremoli di Cumana esse avea Irovata variata di 1.° la inclinazione magnetica. Io nutriva quindi speranza che qualora il suolo di Norcia celasse al di sotto qualcbe massa vulcanica, non sarebbe mancato un tale indizio. A dir vero tale perturbazione poteva derivare semplicemente da materiali ferrugi- nosi, e non vulcanici: tutlavia siccome la presenza di questi sarebbesi forso per altro verso potuta distinguere, e perche quando nulla si fosse trovalo di ir- regolarilJi, era manifesto che nc Tuna ne I'altra delle due cause avea luogo, e cio bastava al nostro scopo, percio feci diverse ricerche a questo proposito. Le csperienze magnetichc erano anclie consigliate per un altro motivo. 1 membri della commissione istituita dalla Accademia delle scienze di Napoli per esplorare il terrcmoto di Mclfi nel 1851 fecero diverse ricerche con que- sti stramenti, c credettero vedcre talora che I'ago di inclinazione posto in un piano pcrpendicoiare al meridiano magnctico avea coi suoi movimenti indi- cate le scosse alcun tempo prima che avvenissero (2), onde nutrivano spe- (1) V. Scacchi ccc. Rclaz. cilata. Melloni mem. sul magn. delle rocce. (i) Relaz. cit. pag. 149. — 85 — ran/.a chc questo strumento potessc utilmentc impiegarsi in queste riceiche, e aversi con esso que'sintoini foricri delle scosse che sembrano esser privi- Icgio quasi esclusivo de' bruli. Fcrlanto prima di airivaie a Norcia, essendonii feiinato alcuni giotni a Spoleto dclerininai nel giaidino del nostro coilegio I' iiitensita e 1' inclinazionc da servile come lerniine di confronto con Norcia. Ivi il terieno ciiconvicino 0 lutto caicario e nessun vusligio vuicanico esiste in que' conlorni. La po- sizione dcllo sliunicnto fu scelta in mezzo al suddetto giardino, che resta ele- vato sul livelio del marc di metii 283. La sua iongitudine ali'Est di Roma e 10.' 52" Latitud. 42.»14.'6." L'ossei'vazione fatta coll'ngo n.° 1 e rovesciando i poli, diede:* A di 27 8bie. 1859 S.""-' antim. Inclinazione =^ 59.''47.' 3 A d\ 28 8 30."' Forza totale == 1. 1581 piendcndo per unita quella di Roma, che in misura di Gauss = 4. 4079 Arrivali a Norcia la prima cura fu di trovare un luogo opportuno ai nostri strumenti. La casa del sig. maichese Cipriani offriva in cio un com- modo silo nel giardino contiguo, nel quale anche fu progettalo di fabbricare una capanna di legname per uso di osservatorio magnetico : ma riflettendo che non si avea persona idonea da vegliare costantcmente gli strun)enti du- rante la mia assenza, e che I' osservazione loro principale saiebbesi dovuta fare di nolle con molto incomodo e non senza pericolo di salute, credetti mi- glior cosa, almeno per le ricerche preliminaii trovare un sito piu commodo, e tale mi parve nella mia stcssa camera il vano di una porta avente al di sotto un muro pieno e largo, nel quale collocai V inclinometro in plana terra; e in un simile vano sotto una finestra posi il piccolo declinometro, posandolo an- cor esso sul pavimento. La posizione di questi strumenti era cosi un poco incomoda, ma era la sola che si poteva loro dare, mancando opportuni trep- piedi, c a dir vero era anche la piti sicura, non potendo cosl esser rovesciati dalle scosse che fossero mai potute accadere. .Appena collocato rinclinometro esaminai con una osservazione approssi- mata se vi era grande differenza da Spoleto, e trovai che non era molta; onde riserbando a tempo piu comodo le osservazioni nel giardino per I' inclina- zione assoluta e per V intensita, mi accinsi alle osservazioni differenziali. Di- sposi pertanto 1' inclinometro verticalmente nel piano perpendicolare al me- ridiano magnetico, e il declinometro nella sua regolar posizione. Per le due prime notti fu da me quasi continuamentc vegliato alio studio dell' uno e — 80 — dell' nltro sliumento. 1/ inclinometio lesto tiitta la nottc pprfettamente im- mobile, bciiclie col suo microscopic possa coiioscersi la vaiiazione di '/j,, di ininulo: non cosi il doclinomeli'o, che (juasi scmprc cbl)c una piccola trepi- dazione nelle prime ore dclla nolle, ma per molle ore a nolle avanzala fa in porfplta (]uietc- Le pritnc oscillazioni erano regolari cioo coslantcmente di una (t due division!, siccbo altesa la somina sensibilila dello strumento non polevano derivare da altro che dai trcmili leggieii a cui la fabbrica slessa della casa era solloposla pel moto delle persone dcnlro c per la vicina via al di fuori. Essendo accadule alcune scosselte all'atto che io stava ad osservare, il declinometro fu grandemcnle agilaio , ma solo come da urto meccanico vi- brando da alto in basso per 1' elaslicita del lilo di sospensione , e movcn- dosi la sbarra parallclamcnle a se stessa , ma non deviando angolarmenle come avrebbe dovuto fare per corrcnle eletlrica. L' inclinomelro fu Irovato due volte nelle prime seie un poco sposlalo, e siccome realmenle si ebbcro delle scossc, cosl fu cominciato ad aver qual- chc fiducia in tali spostamcnti, come segni di scosse avvenire; ma siccome in altre sere mostro moli consimili senza die seguisse scossa alcuna, c vice- versa le scosse avvennero senza osservare tali segnali, cosi vi si iierdettc la fiducia. Da questo lato adunque il problcma riinasc insoluto, e per decidere qualche cosa sarebbe state bisogno costruire in luogo apparlato una capanna c farvi una lunga serie di osservazioni, ma i! tempo ci manco a tale cffctto: se pero vorranno istituirsi nuove ricerche sara mestieri assolulamenle comin- ciare da questa costruzione- Del resto puo esser che in luoghi non vulcanici le indicazioni trovate dal Palmier! possano mancare affalto. Le oscillazioni del declinometro furono osservate per varii giorni alle sue ore criliche quanlo piu si pote, e si vide che esso seguitava le sue varia- zioni diurne come era solilo f;irc in Roma. Essendo poche quesle osserva- zioni stimo inutile il qui trascriverle. II giorno 4 di ottobre nel giardino di casa Cipriani fu detcrminata 1' in- clinazione magnelica coll'ago n.° 1 rovesciandone i poll , e si trovo a di 4 Ottobre 4-'' pomcridiane- Inclinaz. 59° 56.' 3. La differenza di 9-' tra Norcia e Spolelo e (piale si deve aspcttare dalla divcrsita geografica delle stazioni , restando Norcia di 25.' 49." all' Est e di 3' piu al Nord di Spolelo. 11 giorno seguente fu fatta I' osservazione in aperla campagna nel cosi detlo Fosso di Patlino a 2 miglia circa al N-E. della cilia sollo al silo detlo Sasso — 87 — Carnalc ove piu frcquenti si scntivano i colpi c i rumori solterranci. L' in- clinnzione fu trovata ivi inaggioic di soli 2. '5 cioe = 59.° 58.' 8. La diffc- renza e in parte dovuta alia diveisitu gcogiafica de'siti o in parte non cc- cedc i limiti degli enoii di osseivaziono. La forza totale si trovo esscre 1,1()G5 rapporto tloma prcsa per unita- La differenza con spoleto = 0,0084. La conclusione che si tira da queste ricerche 6 che nulla di irregolare si mostra a Norcia ncirandaniento dc' fcnomeni magnetici, e che se esistono inalcric vulcaniche esse sono a grande profonditii. Non cade qui inopportuno il far vedere I'andamento vcramente irrego- lare di una rcgione vulcanica, e percio estraggo dalle escursioni magnetiche fatte nclle vicinanze di Roma il quadro scguente : Inclinazione (Settembre 1859) Roma (*) • 59."'12.'1 Fraltocchic (a) . . . GO. 13. 7 Monte Cavo [b) . . . 62. 50. 2 Galloro (c) 59. 22. 8 Porto d'Anzio {d) . . 58. 43. 5 S. Pastorc (e) . ... 59. 31. 6 Spoleto (/) 59. 47. 3 Norcia (g) 59. 50. 3 Fosso di Pattino (h) 59. 58. 3 {*) A S. Sabina in aperta campagna, piii al Sud dell'osserv. di melri 1853 e pill air Est di mctii 218. (a) Al capo deiia via Appia contro il monumenlo termine della base; sopra una correnle di lava Long. 8', 5 Est Lat. 41.°46.'Le longitudini sono contate dall'Osserv. del Coll. Rom {b) Sul piazzale contro la porta della chiesa v«rso Rocca Piiora. Long. 13.' 44." Lat. 41.° 45.' 4. (c) Al fine del viale della vigna sotto la casa verso mare. Long. 1 1.'5 Est. Lat. 41.° 43.' 5. (J) Porto d'Anzio, sulIa tcrrazza della casa del sig. Pollastrini. Long. 9-' Est. Lat. 41.° 24.' (c) S. Pastore al lato N. E. di M. Cavo presso gli Appennini di Palestrina. Long. 21.' Est. Lat. 41.° 51-' 5. — 88 — if) Nell'oito (id Collcgio altitud. 305.'" Long. 10-' 5i Est- Lat. 42-° 44.'4. (g) Nell'orto dclla casa Cipriani ait- 592 "' Long. 3G.'i3 Est. Lat- 42.°47.'27. (h) Fosse di Pattino a due miglia N- E. di Norcia. Intensita Fosso di Pattino- I 1665 Spoieto 1.1581 Roma 10000 Galloro . 11538 S. Pastoie. 1.1522 Nell' inclinazione su Monte Cavo si hanno quasi 3 gradi di piu clie non porta ia latitudine la quale invece portcrebbe una diminuzione, restando al Sud Est di Roma , e un giado alle Fiattocchie : a Porto d' Anzio essa cala re- golarmente e ivi non sono depositi vulcanici tufacei che in minima quantita lontani assai dal sito d'osservaziono; Norcia e Spoieto crescono per la lati- tudine geografica piii boreale- c) Fenomeni almosferici. £ opinione del volgo che certo stato di aria, e certo tempo specialmente sciroccoso influisca ne' teriemoti : I'osservazione generale pero non e favo- revole a tale opinione, c i terremoti accadono in qualunque vicenda atmo- sferica- Egli e vero pei'6 che ove la causa e molto supetficiale un tempo cat- tivo puo esser concomitante al terreinolo, perche esso e accompagnato ge- neralmente da una grande diminuzione di pressione atmosferica, che non e senza influenza nel permetter piu o meno libeio 1' esito alle foi'ze elastiche de' gas condensati in seno alle lave e sotto leggieri pressioni. Ma dove i ter- remoli hanno sede profonda, tali vaiiazioni sono troppo piccola cosa per esser InQuenti (1). 11 tcrremoto di Norcia accadde dopo alcuni giorni di tempo caltivo, e gia le piogge erano passale da qualche giorno , c lo stato del cielo ripi- gliava il suo sereno noraiale. II giorno stesso durante il terremoto cranvi qua e la sparse varie nubi, ma presto svanirono, e venne appresso una magni- fica serie di bellissimi giorni ; provvidenza molto opportuna per quella po- (1) V. Lyell principles of Geelogy. ch. XXXU. pag. 661 Ed. 1853. — 89 — vera gontc die obbligata a stare alio seopcrlo non ebbc a sofTrire dalle in- lempcrie c dalle pioggc. All'atto della scossa non e avverato che si osservasse nessun fenomeno straordinario, benche se ne siano sparse voci : Paver prove di queste meleore ci (i stalo iinpossibile, non cssendosi mai potuto Irovare il primo anello di quesla indetinita catena di testinioni, nessun dei quali avea veduto, ma solo sentilo dire da chi non si e mai potulo scoprire chi fosse. Tali indicazioni, anche stravaganli, pureho provenienti da testimonio oculare sarebbero slate per noi interessantissinie, so non altro [)er vedere a che si riduccvano quei I'alti die aveaiio lanlo del maraviglioso, ma ad onta di molte diligenze falte per rinvcnire tali testimoni e le promcsse avute da diversi con grande asseveranza (li inviarceli , linora nessuno e coniparso. La sola cosa probabile e quclla di cerla nube vedula sopra Norcia, e di un progrossivo cadere di case durante la scossa cbe pareva seguire la nube. Cio puo esser stato vcro, e la polvcre destatasi alia caduta di ([uelle eia sufticiente a spicgarla, benche paia poco probabile che nessun osservatore siasi Irovato cosi caimo e pacato che al sentirsi sotto sbalzare il terreno, potesse Iranquilla- inente star contem()lando le oscillazioni delie case : a noi piu piacque I' in- genuo racconto d' un pastore di Monte Paltino , il quale ci disse aver ve- duto sbalzare in alto un sasso, come lancialo da una mina, ma che pel li- more , esso non bado piii che a scappar via : le fiainine e le colonne di i'uoco, le metteremo tra i soliti racconti popolari prodolti per lo meno del- la fantasia esaltala, non essendovi testimonio autentico in prova ; lanto piii e che impossibile vedere la fiainma a distanza in pieno giorno come era allora. Durante la nostra diniora a Norcia vi fu tempo beliissimo c le piccole scosse di lei'remoio non cessavano mai , ma non fu possibile scoprirvi pe- riodo- Una sera avemnio un tempo brutto assai con temporale, ma non venne accompagnato da lerremoto- Piii lardi scrivono di cola che dopo la metii del- r Otlobre pareva aver preso un periodo prcsso la levata del sole. In quei giorni il barometro era molto basso, e irregolare onde potrebbe esservi qual- che relazione colla pressione atmosfei'ica. Sarebbe sommamente desiderabile che si tenesse nna lista esatla de' ter- remoti a Norcia o a Spoleto (ovc sono non meno I'requenti benche piii in- nocui, 6 Monte Luco sia pegli Spolctini cio che M. Pattino e ai Nursini) e si confrontasse col molo del barometro e degli altri strumenli meteorologici. Fu osservalo che il lerremoto di Norcia accaddc alTultimo quarto delta 13 — 90 — Luna il che nh anclie combina colla idea dellc maree interne del globo Icr- restrc. Vi e chi riferisce come durante uno de' minori terieinoto slando esso nel bagno a Tiiponzo, gii paive senlir I'acqua calda oltro modo, ondc no fuggi spa- venlalo- Siccomc tal lempcralura non seiubra esscr stala presa che col lermo- inelro delia iniaginazione, clie in tal iiiomenlo non dovea esser basso, cosi non avreiiio coscienza a metier ancbe (piesto tia I'atli che meiitano nuova osservazione- Corlo peio un regislio dciio temperatnie di qucste acque nelle epochc dp' lerromoli, come pure di (|ueilc delle sorgenli di Norcia sarebbe desideral)ilissimo , e potrei)bo far vcdcre se reaimcnte vi ha rclazione tra i luochi interni e (luestc sorgcnti, cosa ccrtamente non improbabile : ma fmora mancando ogni base di osservazione tulto sarebbe vana congettura, e inutile il trattonervisi sopia ultorioiinente- Sicxbo si vede die nessuno doi fenomeni almosferici e stato di particolare natura durante il lerrcmoto. Restava dunque ad esaminarc il suolo circostanlo e vcdcre so potevasi avere qualchc indizio di causa prossima e locale clio istruisse nella natura del flngcllo. Durante la nostra permanenza a Norcia fuiono fatle mollc osservazioni barometriche alle oi'e solite in cui si osserva a Roma, e stante la bonta della stagionc, credo che il risultato nieriti liducia- Calcolale queste colle solite ta- vole di Oltmans banno dato I'altezza del 1-° piano della casa del sig. M. Ci- priani di 592."' 01. Marieni da 625"' pel campanile del palazzo del comune che e pill alto onde non vi e notabile differenza. Cosi pure nel viaggio e nelle escursioni ai siti circonvicini fu spesso osservata I'altezza del barometro , e i risultati si ritroveranno in fine riuniti in una tavola. §• IV- Esamc de' contorni di Norcia. Rechera cerlamente maraviglia che nel centro degli Appennini nel mezzo d' Italia e lontani dalle coste de' mari e dai vulcani conosciuti, possano domi- nare si spessi e violcnli i terrcmoti, c. cio non solo in Norcia avviene, ma per un tratto ben piu vasto. Sono noti e famosi i tcrremoti di Foligno, di Assisi ed altri che devaslarono I'Umbria, e Spoleto stesso e puo dirsi abituato a con- tinui scotimenti. Tuttavia in lutti qiicsti siti non e vestigio apparente di vulcanismo propriamenlc detto, ne mai si 6 avuto timorc di probabile eru- — 91 — zione ; eppurc questn volta in Notcia cssa potea dirsi I' opinione prcvalcnle nclla popolazionc dopo la tcrribile rovina della citta : ne ariecavano in con- j,'eUuia Ic vaste grotle clie dicevano dovere osisterc solto la citta, c tutti i nionli circonvicini, onde esser possibilc uno sprofondatnento : i frcqucnli colpi die si scntivano rinibombare, non esser che giandi innssi caduli dalle loro volte incdosinic, onde queste assottigliatesi a mano a niano, quella ciosta un gioino o Taltro doveva si'ondaisi e subissare la citta : altii ciedeva que' colpi esplo- sioni accadute nell' intcrno di queste grottc ecc (1). Per vedei'O fino a qual panto tali preoccupazioni fossero giuste era ne- cessario tare un ragionevolc studio del ciicoudario, quindi si intrapresero alcune escursioni nelle viciuanzc ad oggctto di studiarvi gli efTetti del terreinoto e vciificare le relazioni esagcrale che correvano. Dopo il piano stesso di Norcia la regione la piu importante da rico- noscero era il piano del Castelluccio, ove si dicevano accaduti grandi spro- fondainenti, la valie di Pattino e dell'lnferno , ove sentivansi spessi colpi, e il lalo opposto a questi verso Cascia. Abhiam giii detto come la pianura di Norcia d tutta cinta da inonti di cal- caria appcnnina, e altra roccia non si inconlra in verun silo, e che il suo fondo 6 tutto copeito di dctrili di queste stesse roccc, rotolati dalle circostanti mon- tagnc e ridotti a forma di brecce e di sabbia. Le pietre cercate con diligenza non sono die o calcari o marnose o silicce, e mancano affalto materiali vul- canici e perfino i plutonici o serpentinosi. Lo strato superiorc c un masso di terra vegetalc e breccia ininuta alto appcna un metro, e solto il quale trovasi una breccia assoluta unita a sab- bia; qucslo miscuglio e in niolti siti conglulinato da un ceinento calcare che da al sodifnento Taspetto di pietra soda e congloinerato. A ridosso di M. Pat- tino questo congloinerato trovasi fino ad un altezza di 40 in 50 metri sopra la citta e piu su di questo e scoglio nudo calcare. Tutto il piano di s- Scolastica e pur esso pieno di questi ciottoli e brecce, c non vi e dubbio che tutta ([uesta pianura non sia stata altre volte un anipio letto di una forte fiuinara, ben- che ora non vi resti traecia di corrente pei'maiiente, e perfino le acque delle piogge si trovino inghioltite dal terreno breccioso appena sono cadule, sicchii nemineno danno sensibile autnento al fiumc Sordo che nasce in quesla stessa valle. (1) A Spolclo sono quasi periodic! ogni anno nell' inveruo; pcr6 alcune torri alte e sot- tili ivi sussistenti, moslrano che sono deboli, o che almeno gli urti hauno poca velocila. — 92 — La valle di Paltino. non 6 chc uno scosccso burronc die sbocca nella valle di Nnrcia o che divide il niontc di quel nomc dal vicino Caprcgna. Nulla ill cssi cvvi di viilcanico e tutto 6 dei soliti cnloaii die qui si vcdono magiiitiuaiuenle scliierali iino sopra dclPallro , variando progress! vamcnie di natura, finclie dal coinpallo o dolomilico si trasforinano in uii calcare mar- noso , e che alia snmmita de'monti e disposlo in aiternalivi lelli di maitia c calcaria, quelli di inarna osscndo seinpre lenuissimi- l^a lista de' Icrrcni clic daniio i sig- Spada-l>aviiii c Orsini nella salita dal piano di Norcia per la Ventosola cheelastcssa come salendo per valle di Pattino, andando da! basso alPalto e qucsla !a. Dolomite (strato alto quanlo la mela della montagna). l>. Lias inferiore c. Lias medio C . i- i- , , . . ( btrato di mediocre spessez/.a a. Lias supeiiorc) ' rr |... 1 Calcare a laslre c marne lerreno oolilico /c. . <• ■ i ■ . i i • i i /- . 71 ■ ( (strato superliciale nel versanle del piano del Lastclluccio ove la pendenza c assai minorc chc dal lato di Norcia). La stratificazionc goneralc c sempre concordante, c mollo legolare iielle parti supcriori, ma non cosi nelle inferiori, ove si hanno evidcnti conlorcimenti e di- slocamenti, ai qiiali prendono parte a tutli gli strati sovra incombenti fino a certa distanza, come abbiam descritto gia per la via lungo il Nera. Gli strati in gcnere sono rilevati verso la valle Nursina ove i monli sono anchc assai sco- scesi, ma non e facile definire la vera loro direzione giacche varia assai da iin luogo airallro, e da uno all'altro monte, senza nessuna legge ed insensi- bilmente da una all'altra. A mcta della salita di Paltino si vode un cambiamcnto abbastanza di- stinto di due formazioni tra Ic quali trovasi una seric di strati irregolari c confusi di breccc c congloinerati; nel fondo dei burroni, e alle /"orc/te o ihal- wegh ove si trova la divisione dei monti, gli strati sono tutti continui senza dislocazionc 0 fenditura- Da tutto il complesso si vede esser la valle eviden- temente tutto lavoro di erosione di acque, la quale precede anche attualmcnte con grande rapidita. Puo vedcrsi nel letto stesso il vario lavoro dellc acque e i pezzi di roccia calcareo-marnosa che angolosi alia cima, trovansi lidotti in breve tratto a breccia minuta alio sbocco della valle. Qucsla erosione pero si fa in vari siti in modo molto ineguale, essendo essa piii ellllcace negli strati caicareo-marnosi che e roccia piu friabile c soggetta all' azione dell' acqua — 93 — die nei calcarei piii compiiUi , onde si vcdono spesso gross! eiglioni quasi veitic;ili sporgere diil rcsto del pcnd'io genomic dei monti che sono eoin- muiieiiicnle inclinali solto iin angolo di iO in (jO.° Talc 6 per csenipio il luogo detto Sasso Carnale, dondc appunto dall'alto ad occasione del terremoto sono cadiili inolli sassi di pielra eccellen(e a fai' calce. Quest! luoglii sono assai intcressanti per la qualifica dcile formazioni gcologice di (jiiosle niontagnc ; apparisce da questi che gli stessi strati nel senso orizzontalo non sono punto oinogcnei, c che masse piu compatte sono quasi ineastonalc nclle piu tencre, henchu sopra e sotlo ed intorno abbiano rocce pill fViabili e siano con esse concordi in istratilicazione. Questo fatto sernbra niolto da tencrsi in considerazione, perche fa vedere come alia me- dcsima cpoca geologica in varii punti de' fondi de' mari , e a poca distanza r una (iair altra si liovino deposit! di matcrie che a stretto senso vedutc- f'uor di posto si direbboro csser rocce distinte. Notabili oltic modo sono le masse, che separano le due formazion! principal!, la compalta c la ten- dcnte al marnoso, le quali consislono in brecce, e sabbie o detrili impastati da cement! calcari, sopra i quali si stendono gl! strati regolar! di calcaria mar- nosa, ma generalmcute concordant! con ess! in stratilicazione- In alcuni punti tali conglonierati hanno piuttosto I'aspetto di masse inform! ivi racchiuse in mezzo alio altrecliedi vera stralificazione. Tale formazione sembra corrispon- dcrc ad un epoca assai dislurbata e tocca a! geoiogi il dednire quali serie essa divida (I). AITallo (lella salila scntimmo parecch! di que' soliti rimbomb! sotterranei, ma pi'jcoli.e c! parvero come mine scoppiate sotto al monte dal lato di M- Caprc- gna. Qui fu ove incontramnio quel pastore che ci I'acconlo deU'enorme sas- so staccato c spinto in alto come da una [nina, che venne rotolando a pre- (1) II Uitto pero sembra indicare deile agitazioni e degii sconvolgimenli solo parziali, perche la stralificazione geiicraie sussisle senipre concordantc, e non e iniprobabile che moltc di queste irregolarita siauo efTelto della scniplice conipressione accadula all'alto dei solleva- mcnli. Senza supporrc che tntto sia piegatura avvenuta posterionnenle, non si polrei)be am- mcttcrc che a quest'cpoca il fondo del mare fosse mollo irregolaro pei sollevamenti dei Lias e die i nuovi deposili in parte si formassero segiiendo le curve de' precedenti? Cio non e iniprobabile giacehe qiiesta supposta orizzonlaiita do' deposili non e necessaria cd e smen- lita a Triponzo c allrove, specialnienle se le acque sono di nalura piuttosto incrostantc che sedimcntosa. — 91 — cipitaro al basso si presso a liii die ne rimase somiuaiiiento spaventato. Ri- chieslo se avessc veduto fumo o altro segno al luogo ove ciasi staccato, disse non aver fatlo avvertcnza a nulla, ma solo coicato cli fuggire, tanta era la sua paura. Noi in fatti trovamino pai'ccclii (li tali sassi e uno non piccolo cio6 di oltre 5 mcti'o cubo sulla via, staccato di fresco e die mosti'ava il bianco della frtccia con cui adoriva alia loccia: segno evidenle del forte urlo che avea li- cevuto, e che I'avea schiantato dalla sua sede. Se cola fossero stale case, non so come saiebbeio stale acconciate. Scavalcata la forca di Pattino alia metri 1550 sopia il niat^ , c 958 soprn Noi'cia, la montagna prendc un andameiito assai doicc vciso la di- scesa del Castolluccio, e apre di contro la inagnifica catena del montc Vottoi'e e Sibilla uno dei punti piu aiti deH'Appennino, e di la si va Icntamenle seen- dendo per gran trallo accostandosi al Piano del Castelluccio, presso al quale il pcndio diviene piu ripido assai. II suolo 6 invariabilmente composto di calcari marnosi a lastre (I) o sottili strati di circa un deciinetro di spcssezza con qual- cbe stralareilo di marna frapposta , ma non senipre. La superlicie di questi monti bencb^ dappertulto piu dolcc cho non dal lalo di Norcia, pure ancor essa mostra tracce non dubbie di profopda denudazione, la quale si maiiifesta sempi-e pii'i (juanto piu si accosta al Piano. Questo Piano c una grande valiata longitudinale e parallela alia catena principale di Sibilla e Vellore, lunga dal Nord al Sud presso a 6 Chilometri e larga .'J che dicesi Piano grande ■ al N.N.E. del piccolo monte su cui si innnlza il Cnstel- luccio che gli ha dato il nome, e un altro piano detto Piano piccolo di circa un cliilomclro (|uadrato. lia siluazione di qiiesta piccola popolazione di circa 500 anime, quanto b ridenle nolla state tanto e una delle pm infclici neirinverno. Ivi la neve per le bufere di tramontana si accumula ad altezza quasi uguale a quella delle case, ed invariabilmente per piu mesi doiraniio il primo piano vi resla sepolto sotto , e la fincstra del secondo si ti-asforma in porta- Nel piii inlerno deH'abitalo, lo comunicazioni si fanno da casa a casa per cuuicoli cavati sotto la neve stessa, e vi si rinnovano spesso ncll' invcrno le scene solitc avveniic nelle piu recondite alpi. II Castelluccio 6 fabbi'icato sul vivo scoglio, c quivi in molli siti gli strali sono assai rilevati e duri. 11 piu mirabile di questo luogo si c, che lutta quesla grande valiata 6 senza scolo apparente per le acque, onde non niolto tempo fa essa era permancnlemcnte un lago e ora pure lo c nella (1) Calcaires a dalles. — 95 — stagioiie (lolla fiisioiio dollc ncvi, c in alcuoi siti e coslaiiteinonle acquistrinosa e paludosa. Lo scolo, tanto per la vallc die pei' le circostanti monlagiie, si fa per canali soUerranei- Alia eslicmila meridionale doi piano grande al luogo detlo dei iMergaiii, sono pareceliic depressioiii nel suolo fatle a iinbuto nel cui I'ondo vcggonsi le t'ossuie do' sottoposti slrali calcari copeitc da mucclii di sassi, c iielle qiiali si inliltra lacqua. II piij grande di qucsti detti iiKjIiiol- titori, trovasi airestrcmilil di un canale clie raccoglic la maggior parte delle acque del piano, e avn\ circa 40."' di largli- c 00 in 70 tli lungh., c 10 di profon- dila: la I'orina b irregolarc ed ha al t'ondo paiecchi di lali buehi. Gli altri in nil- inero di dodici o tredici sono sfondi conici del diainetro lutto al piu di 20 a 10 metri alia bocca, e 3 o 4 di prol'ondita. Noi nc trovanuno uno di recenle fonnazionc, nel cui fondo e pareti non era ancora nata crba , an/.i da alcune zolle frcscbe ivi precipitate si vedeva essersi esse forinalo ad epoca assai recentc; cercammo se cio fosse avvenuto air occasione del tPrremoto , ma non fu polulo averne sicura informazione. Ancorclie si fosse formato in (lucsla circostanza, era cosa di lieve nioniento, essendo un foro rotondo di appena 4 metri di diainetro e 2 di profondilii, e solo capaee a mostrare che il fondo di questo silo, e mal sodo e minato da tutte lo parti dalle ac([ue- II restare il piano in parte innondato anche at- tualmente per alcun tempo dcll'anno, mostra che gli inghiottitori sono insuf- ficient! a licevor tutta V acipia della fusione delle nevi , che qui o enorme. L'altezza a cui arriva in medio e quivi da circa 1 metro e in niolti siti an- che maggiore per le folate delle bufere terribili che ve la portano- Pero dalle epoche storiche del IGOO in (|ua lo scolo |)are piu coinpleto , assendo stati allora ambedue i piani laglii pcrmanenti come consta dalle antiche storie ma- nuscrilte. La vegetazione nell'estate e nell'autunno vi 6 bellissinia per gli eibaggi da pascolo, ma il grano non vi niatura solo, e percio vi seminano segala ini- sta a qualche grano di frumento, e questa unione arriva generalmente a nia- turitii, qualora abbiano ravverlenza di seminarla per I'anno prossimo prima di mietere quella dell'anno antecedente, onde nasca il grano nuovo prima delle nevi che quivi cominciano a mezzo ottobrc, altrimenti non nascerebbe- I pa- scoli durante tutto Testate sono fertilissimi e numerose greggi si vedono per tutto, e il tcrreno e grassissimo e nero per la gran copia di stabbio ivi la- sciato dagli armenti. Al Castelluccio benche alto solo 1250 metri sopra il li- vcllo del mare, pure I'aria vi e si [lura che il sole era non poco incomodo. — 96 — II piano e 200 melii circa soilo la gola piu bassa o 1150 sopia del miie il suo fondo 6 di alluviono ina non apparisce averc inolla breccia, e il suolo ehe inoslravasi ncl suddcllo st'ranainonto ; era quasi luUo terra vegetale : non sono qui stall falli tasti in ncssuii silo cbc io conosca per sludiarnc la na- tura. Tuttc Ic aequo cbe spariscono nei Mergani dove vanno ? Talc 6 la que- slione cbe tulli fanno; c si crcde cbc esse diano originc alle sorgenti di Nor- cia. La cosa non e iniprobabile , essendo la distanza in linea rotla solo 8 chilometri, o si dice csservene anche delle prove positive, che de' semi mi- nuti geltati cola dcntro i mergani siano riuscili a Norcia- Qiiello che c certo si b cbc le acquc di Norcia sono sommamcnle grasse al gusto, e sono fe- condanti oltre ogai credere , onde ^ segno che contengono molte mateiie animali sciolte dai concimi, cbe per la molta pastorizia ivi diffusa abbondano in tutte le circostanti montagne, ma specialmente al Piano del Castclluccio. Si 6 anche dovulo disconlinuare una cartiera percbo I'acque si dicevano cal- livc : forse per la stessa cagione. Mancano pcro analisi ben cscguite o esami fatli da persona pralica, e lutlo questo e congeltura. Fainosa come abbiamo giii accennato fi'a tutte le sorgcnli di Norcia 6 quella del Torbidone cbc scorro come si e dctto per alcuni anui e per alcuni resta asciulto. II Torbidone 6 propriamcnto il primo tronco del liunie Sordo che si estende da Vallacone lin presso la cittii ove inconlra altre sorgenti pe- renni : ma quelle sorgenti non sono sole ad esser intermittenti, anche altre ve ne sono soUo Norcia, ma mono riccbe cbe banno la slessa curiosa pro- priety, e al loro appaiire annunziano quelle del Torbidone. Qucste sorgenti appunto danno un forte argomcnto a credere cbe vi siano cnornii caverne sotlo Io montagne , ove possano stare raccolte le taole acque che siano suiricienli ad alimentare quesle vene per parecchi anni. Questa congeltura riposa suUe note leorie dci sifoni coi quali si s()iegano tali inlcrmitlenze- Ammessa come vera ([uesta Icoria (1) , non sarebbe difficile calcolare che capacita debbono avere quesle caverne per supplire le acque a lale cffelto- Ma credo inutile entrare in calcoli numorici mancando i dati precis! fondameatali della portala delle sorgenti e del pe- fiodo della inlermiltcnza. Tuttavia cbe vasle grotte debbano esislero sotlo (I) Qucsta a dir vero Don s6 se possa esser runica vera perchfe in paese si soggetto u terrcmoli allre potrebbero csscr ic cause. — 97 — colcsti monti, non potrebbe negarsi dietro la sola considerazione delle eio- sioni che devonsi esser piodolle dalle tanle accjue che nei Mergani si ingol- fano sotterra, e die ivi devono esser non meno attive al loro lavoro che alia superficie del suolo, quantunque manchi loio il giande aiuto dcgli agenti at- inosfprici- Sulla loro forma e impossibile pionunciare allio che dielro I'ana- logia di simili caverne, le quali sono formate comunemente di vast! riceltacoli comunicanli tra di loro per ampi canali , quali si conoscono nel Kentnchi, nella Sardegna cc ec fi opinione di molti che i colpi sotterianei che si sentono abitualmente siano prodolti da esplosioni che accadano nelP inlerno di queste grotte, nia che cosa possa opinarsi su di cio e assai inceito. Quello che credo circostanza degna da notarsi e il nome di fosso dcW Inferno dato al burrone pel quale dalla Vcntosola si scende alia valle di Norcia, il che e indizio ceito osser ivi conosciuti ab antico cotali rumori. Proscguendo la discesa pel fosso dell' Inferno, ricompaiono Je stesse for- mazioni vedute nel fosso di Pattino, e all'aUezza di ciica 50 metii sul fondo della valle riappariscono le brecce, e i conglomerati lacustri. In mezzo a questa valle quasi isolato sorge il Monte Vallacone, ancor esso della stessa calcaria rosata che coirisponde agli strati piii bassi di Pattino e Capregna, e tali pure sono quelli che si vcggono dalla parte opposta della valiata, e che si passano per andare a (^ascia. Tocca ai geologi il definire a quale delle molte forma- zioni in cui si suddivide questo giande deposito calcareo , appartengano Ic varie sezioni, ma quel che e certo si e, che in nessun sito esiste roccia vul- canica n6 plutonica, e che le formazioni dai due lati della valiata sono della stessa categoria, onde non puo ammettersi faglia o dislocamento notabile, e le rocce che si veggono ad eguale altez/.a sono sensibilmente della stessa struttura e composizione- Cos! passando ollre e andando a Cascia per Fo- gliano si Irovano calcari alternant! con marne e analoghi a quelli che for- mano la cima delle forche di Ventosola e Pattino. La distinzione de' terreni esige esame profondo de' fossili, e lunghi studi che io non potei fare, ne vi e in Norcia chi siasi occupato di raccoglierne : tuttavia se avessi ad accennare V impressione che fanno quest! monti al viag- giatorc , potrei esprimeria col dire, che questo grande deposito non sem- bra per la sua struttura meecanica variare dall' imo al sommo per altro, che per la diiTcrenza prodotla dalla diversity di prcssione a cui furono soggetti gli strati secondo i loro livelli- I fossili nel contorno di Norcia sembrano es- 14 — 98 — ser piuttoslo scai'si , pereho ad onln die io cd niti'i no corcassimo nessuno ci vcmic fatlo di linvcninic ; ma la classidcazioiie di qucsli e gia stata cgie- giatnente eseguila dai piu volte lodali Spada c Orsini. §■ V. Conclusioni. Dalle cose finora cspostc risulta che in nessuno di quesli gioghi appa- risce vcstigio di vulcanismo sia recenle sia antico. Lc grandi forze die ri- siedono nelT inlerno deila terra lianno qui immensamente operate, a soiievare e tormentare la crosta tcrreslre , e dislocarnc gli strati inferiori per tutti i sensi : ma dall'epoca in cui questi tcrreni gradatamente emersero dal fondo de' mari non sembra clic mai le materic fuse dall' intcrno siansi aperte un varco aircsteino- II solo indizio die trovasi de' fuoclii interni sono le sor- genti tcrmali a Triponzo c le altre ora perdute sotto Norcia : ma son bene poca cosa. Le altre sorgeiiti sono alia tempeiatura solita delle ordinaiie pic- cole profondita- Alcuni baiino altribuito i rimboinbi sotterranci ad esplosioni di vapore fatto nelT inteino dclie grotte : cio non e iinprobabilc, e il rumore secco di tali colpi favorisce laic opinione come si e detto sopra. In tal caso uno studio accurate della temperatura delle acque sarebbe di grande impor- tanza- Ma riUcltendo alia grande facility con cui gli urti si propagano pei so- lidi, e come il colpo in questi resli assai concentrato, talche attraverso gros- sissinie mura pud talora definirsi il luogo preciso del colpo dato dall' altra parte, si vcdra che la creduta superficialita della sede di tali colpi puo essere alTatto illusoriu. Le forze de' fuochi sotterranei certo non sono eslinte e i frequenti scoti- menti del suolo che infestano non solo Norcia, ma I'Umbria tutta e le contigue porzioni del Regno di Napoli e , trovasi un csemplare manoscrillo in lin- gua ilalinna di un' opera, chc nel codice medesimo (carta 12 redo, col. 1, liri. 1-lti) b intitolata: » Juchominciasi illibro delta chompo » sizione del mondo colle sue chaijionj » Composto darrisloro darezo enque » lla nobilissima citla en due libri. di » uiso la qual cilta. eposla fuori- del » zodiacho uerso la fine del quinlo » CHma ella sua latitudine dalle » quatore deldi e quaranla due gradi )) c quindici miiutli Ella sua. longilu )) dine dalla parte doccidente e Iren « ta. e due grudi euenti minuti (T )i Libra, primo del trovamento del )) inoiido e della forma e della sua )) disposizione )) Chapilolo primo e prolagho e » andamento allibro. » Questo esemplare nel detto codice Cliigiano (carta 119 uerso, col. 1, lin. 33-44) finisce uosi : )) (T E. finito. e il libro de » lla conpositione del mondo colle sue » cagioni- conposto da listoro nella » nobilissima citta darezo di toscana (T A » dio sieno laude e gratie infinite. » (T Conpiuto e questo libro sotto li anni. di » xpo nel mille dugiento ottanta » due- Ridolfo inperadore aletto {sic) 15 — lOG — » Martiiio quarto papa residcnle » Amen » Finito il libro (icila conposizione » del mondo. » Tutto cio die ti'ovasi nelle dette carte 12 redo - 120 redo del codice suddetto trovasi interamenle stampato nolle pagine 175-317 di un volume intitolato La Compos izione del mondo di Ristoro d'Arezzo- Testo ilaliano del 1282 iinbblicalo da Enrico Nardticci. Roma Tipografia delle scienze matemaliche c fisiche Via Lata num.'' 211. mdccclix. , in-8vo. Ho I'onore di presentare all'Accademia un esemplare di questo volume. Neila delta impressione e stata mantenuta I'ortografia ed ogni altra par- licolarita del detto esemplare , salvo le abbreviature , che nella impressione medesima trovansi sciolte. La suddctta opera intitolata Libro delta Composizione del mondo di Ri- storo d'Arezzo non e stata mai interamente stampata, prima della pubblica- zione del detto volume. Alcuni brani d'un esemplare manoscritto di quest'ope- ra, contenuto in un codice della Biblioteca Riccardiana di Firenze contrasse- gnato n." 2164, trovansi impressi in varie opere, stampato prima della pub- blicazione medesima. 1! detto volume e composto di pagine 431, numerate, salvo le prime 2, e le 40% 42s 82% 84% 258% 404% 408% 428% 430% coi numeri in-xxxix, xli, xLiii-Lxxxi, Lxxxni, 1-173, 175-317, 319, 321-323, 325-343, 345, 347-348- f^e pagine numerate iii-xxxix di questo volume contengono una erudita pre- fazione del sig- Enrico Narducci divisa in tre parti: nella prima delle quali egli da varie importanti notizie inturno ai brani hnora stampati del detto co- dice Riccardiano, n.° 2164, ed intorno a varie opere, nolle quali trovasi men- zionato Ristoro d'Arezzo. Nella seconda parte della prefazione medesima egli dcscrive accuratamente cinque esemplari manoscritti ora esistenti del detto Li- bro della Composizione del mondo, uno dei quali e il detto codice Chigiano- La terza delle parti medesime contiene varie erudite e notabili osservazioni in- torno alia grafia del detto codice Chigiano. Le pagine xlui-lxxxi del volume suddetto contengono un' appendice in- titolata Appendice di docmnenli, nella quale trovansi 1°, sedici passi di quat- toi'dici opere, ne' quali trovasi menzionala la Composizione del mondo di Ri- — 107 — sloro d'Aiezzo; 2°, i risultamenli die il sig. Niuducci ha otlcnulo dai scgui-nti cunfi-onti, ch'egli ha fallo con sominn accuratczza. 1." Confronto di un passo del codice Riccaidiano n." 2164, con un passo deH'opcia del proposlo Anton Francesco Gori inlilolata Difesa delV Alfabeto degli Anlichi Toscani. 2." Confronto del medesimo passo del suddelto codice Riccardiano, con un passo dcli'opera del sig. professoie Vincenzio Nannucci intitolata Manuale delta Lelleralura del prima secolo della Lingua Ilaliana. Nelle pagine 1-172 del volume sopramnientovato resemplare, che di so- pra si c! delto csseie conlenuto nelle carte 12 recto - 120 recto del codice Chigiano M. VIII. 1G9, tiovasi ridolto a miglior lezione, per cura del detto sig. Narducci- Egli nelia detta parte terza della sopraccitata prefazione espone Ic noime da lui seguite in questa riduzione. Nelle pagine 325-338 del medesimo volume trovasi un Catalogo intito- lato Catalogo compilato da Enrico Narducci di locuzioni e significali che tro- vansi ncl Libra della Composizione del mondo di Risloro d' Arezzo mancanti nella quarta imprcssione del Vocabolario degli accademici della Crusca. Le lo- cuzioni e significati che trovansi in questo Catalogo sono 239. Le pagine 3-5, 7, 12, 23-26, 73-74, 113 del volume stesso contengono undici annolazioni del sig. Enrico Narducci. In tali annotazioni trovansi al- cune nolizie intorno ad alcuni uoinini illustri menzionati nella suddetta Com- posizione del mondo, che sono i scguenti : Tolomeo, Giovanni Damascene (Jahja ben .'\bi Mansur), Almamun, Albumasar, Aristotele, Algazel, Alfragano, Aver- roe, Avicenna, Artefio. Nel volume sopraccitato trovansi anche due altri indici compilati dal sig. Narducci, uno de'quali e una Tavola intitolata Tavola dei personaggi citali da Ristoro d' Arezzo nella sua Composizione del mondo (I), e I'altro un indice intito- lato Indice geografico relativo alia Composizione del mondo di Risloro d' Arezzo (2). Tutti i lavori del sig. Narducci mi sembrano sommamente utili ed im- portant!, e pero degnissimi d'essere approvati dall'Accademia. (1) La Composizione del mondo. Testo italiano del 1282 pubblicato da Enrico Nar- ducci, pag. 319. (2) La Composizione del mondo. Testo italiano del 1282 pubblicato da Enrico Nar- ducct, pag. 321-323. — 108 — A fine di mostrare 1' imporlanzn dell'aiuidelta opera di Ristoio d'Arezzo intitolata La Composizionc del mondo riporlero qui appiesso due passi di que- sta opera che seinbrano meritevoli di una paiticolare attenzione. In uno di tali passi Ristoio d'Arezzo liporta le osservazioni da lui fatle intorno ad un eclisse solarc avvciiuta in un vcnerdi , ch' cgii per allro non dice a quale anno o niese apparlenesse. Queslo passo b stato dato in luce dairabalc Francesco Fonlani , secondo la Iczione del codice n.° 2164 deila Biblioleca Kiccardiana di Firenze, nel suo scrilto inlitolato (1) : Sopra un vcc- chio inedilo icslo a pcnna di Ser Risloro d'Arezzo. Nel codice delia Bibliotcca Chigianadi Roma, contrassegnato M. VIII. 169 (car. 19 recto, col. 2 — car. 19 verso, col- 2) questo passo si legge nel inodo seguente : « E trouiamo lepclisi » cioe loscurationc del sole che non comincia .xij. gradi di lungi da capo et « da coda di dragone. Kt (|ucsto c per clia la uia del sole ct dela luna si » uanno apressando et congiugnendo insieme anbindue et in quelli due punti » li quali sono chiamati Capo et Coda di dragono et quando noi et equamo » (sic) il sole et la luna Cioe di trouarc lo luogho la ouelli sono Et troua » i dodici gradi di liinga dal capo o dala coda di dragone trouiamo iscurato » il sole dele .xij. parti luna Essennoi. lo trouiamo. vndici gradi di lungie » trouiamolo- schurato dellundici parti, luna Et questo ordine seguisce per )) fine a uno grado- Et se noi il trouiamo di lungi .vj. gradi trouiailo oscu- )> rato mcco. Et quando noi lo trouereino congiunto o con capo o con coda )) in uno grado trouiailo oscurato tucto. Et stando noi nela citta dare(;?o » nella quale noi. fumo nato nella quale noi. faciemo. questo libro nel con- » uento nostro la qual ciltade e posta uerso la fine del quiuto Climate cl l;i » sua latitudinc dele 4 Hore (sic) del die e 42. gradi e quarto, e la sua lun- » giludine da occidente. e 32 ct terfo. vno. uennrdi nela sexta oia del die » stando il sole .20- gradi in gemini stando il tempo screno et chiaro inco- » mincio lairc a ingiailare et uedemmo coprire a passo a passo ct scurare » tutto il corpo del sole et fccesi nocte Et uedemo mercurio presso al sole » et uedeansi tulle le slelle le quali orano sopra quello orifonte Et li ani- n mali spauentai'ono tulli e li ucelli Et le bestie saliiatiche si potcano pic;- » dere (sic) ageuole mente Et tali furo che presero deli ucelli et dclli ani- » mall a cagione cherano ismarriti Et uedemo stare il sole tucto coperto per (1) Alii dell' Imp. e Reale Accademia della Crusca. Tomo Prima. Firenze Dalla stam- peria Piatli MDCCCXIX, pag. 200 e 201. — 109 — » spalio cho luomo potesse bene aticlaie 250. passi- Et laiia et la terra si » coinincio a rafreiiaie ct cominciossi a copiiic et discopriro dalato docci- » dente Et adequaiiio et trouiaino il sole ct la luna in unu grado Congiuiiio » con capo di dragone ct allic uoite laueino uedute Ma non tiitlo Ma la ina- » gior parte coperto Coino dele 12 parti le -O- Et adc(iuamo ct Irouaino la » luiia ct il sole Congiunti a -3. gradi presso a coda di dragone. Et anche » laucino ueduto oscuralo nievo- Et auoni uedulo quando la luna uienne al- » loppositionc del sole cssei'C chiai'a Et quando ella uieiic ailopositione diiitta » douenlarc osciira et nora tutta- (T Et aucnio adequate et auenio tiouato il » sole in uno grado con capo di di'acone. ct la luna et loposilo con coda di )) dragone. Et loscuratione dela luna e segnio chentra ncl corpo del sole e » col corpo (Ida luna sia un altro corpo oltuso lo quale non lascia passare )) la luce del sole lo quale impcdimentisce il sole et stagii dinan(,'i da non » polcre aguardarii et alluminare la luna. Et non trouiaiiio in quello spatio 1) nullo corpo die non si lassi passare ala luce del sole se non se il corpo )) dela terra adunquc pare die la terra sia (|ucllo corpo ottuoso lo quale si » pari dinan(,M al sole Colla sua pyraminyde. cioe dionlla sua ineriggie Et » non lascia aguardarc et alluminare la luna et questo si uede manifesta- )) tnentc et in questo sacordano tulti saui dastronomia » (1). L'altro dci due passi sopraccitati (2) contienc una indicazione 1.° della polarita delfago niagnetico; 2", deH'applicazione di quesla proprieta dell'ago niagnctico alia diiezione deiie navi. In uno dei cinque eseniplari nicnzionati di sopra (3) deH'anzidetta opera di Ristoro d'Arezzo, cioe neireseniplarc di quest'opera contenuto ncl codice della Bibliotcca Chigiana di Roma contrasscgnato M. VIII. 169, questo passo si Icgge cosi (4) : « CT E trouiamo tali, erbe e tali, fiori cheila. uirtude del » ciclo si muouoiio e uanno riuolti tutta uia verso la faccia del sole, e tali- » no. e anche langola che ghuidi li marinari che per la uirtu del cielo e tratta » e riuolta alia stclla la quale c cbiamata tramontana ». (1) La composizione del mondo di Ristoro d'Arezzo teslo ilaliano del \2^i pubblicalo da Enrico Narducci. Roma tipografia delte scienze malematiche e fisiche via Lata num." 211 MDCCVLIX, pag. 183, col. 1, iin. 12 — col. 2, lin. 44. (2) Vcdi sopra, pag. 108, lin. 1—3. (.3) Vcdi sopra, pag. 100, lin. 28. (4) Codice della Bibliotcca Chigiana di Roma contrasscgnato .W. VIII. 109, carta 70 recto, col. 1 — 2. — La Composizione del mondo di Ristoro d'Arezzo, ecc. Roma MDCCCLIX, pag. 264, col. 1, lin. 17 — 24. — 110 — In un aliio di quest! cinque esemplari , cioe in qucllo die Irovasi nel co- dice Baibciiniano controssegnato n.° XLYI. 52 , il passo medesimo si legge COS! (1) : « (T Et trouiamo » tali crbe c tali fiori die la viilude del cielo si muouono , e vanno li- )i uolli lucta uia in uci'so ia faccia del sole, et tali no et anclie langhola )i die guida li niaiinari clic per la uirtude del cielo e tracta e liuolta aia )) Stella la quale c chiamata tramontana. ii In un altro dei cinque suddetti esemplari , cio6 in quello contenuto nel co- dice Riccaidiano contrassegnato n.° 2164 queslo passo si legge nel modo se- guentc (2). « C^ E trouanio tali er » he e tall fiori ke la uirtude del Cielo se mouo » no c uanno reuolti tutta uia enuerso la fa » cia del sole. E talino. E ancolaco ke guida » li inarinari ke per la uirtude del Cielo e tralta » e reuolta la Stella la quale e clamata tramontana- » In un altro de' medesimi cinque esemplari , cioe in quello die trovasi nel codice Magliabechiano contrassegnato Classe IX, palchelto 7, )i°- 136 ( gia Strozziano, n°. 461 ) questo passo trovasi scritto come segue (3) : « Et trouiamo » tali eibe et tali fiori che per la uirtu del cielo sempre » uanno mouendosi riuoiti in uerso el sole coe uerso » la sua faccia , et tali no- Et anche lo ago die guida » li marinaj die la uirtu del cielo e tratto e riuolto » alia Stella la quale e chiamata tramontana. » Posseggo due esemplari del testo francese d' un' opera di Brunetto F^atini intilolata Le livre du Trcsor. Uno di tali esemplari e un manosciitto del se- colo XIV. % gia appartentc alia Biblioteca Albani di Roma, e composto di 177 (1) Codice della Biblioteca Barberiniana di Roma contrassegnato n." XLVI. 52, pag. numerata 179, lin. S — 9. (2) Codice dclla Biblioteca Riccardiana di Firenze contrassegnato n." 2104, carta nu- merata 41 recto, col. I, lin. 2.'J — 30. (3) Codice della Biblioteca Magliabechiana di Firenze contrassegnato Classe IX, Pal- chelto 1, a." 136 (gia Strozziano, n." 491); carta numerata 132 redo, lin. 7 — 12. — Ill — carte tuttc carlacce, salvo le carle IJ, 28, 29, 46, 47, 64, 65, 84, 85, 102, 103, 120, 121, 138, 139, 158, 159, e 176 che sono membranacee (1). In questo esemplare si legge : « Et les gens qui sunt en Europpe. et en celle » partie. Nagent a celle de niidj- El so vous voullez veoir la veiite. prenez )) vnc picrre daymant- Vous tiouuerez quelle a .ij- faces vne qui va ala ties- » montaine. Et laulre vers, laulre- Et chascune des faces Alice la pointe dc )i laiguillc a celle trcsmonlaine a qui celle face gisoit. Et pour ce. seioient ly marinier dcceu sc lis ne sen pienoient garde » (2). L' altro dei due esemplari sopiaccitati del Livre dti Tresor di Brunette La- tin! 6 slate possedulo dal sig- Guglielmo Libri- Questo esemplare e un mano- scrillo del secolo decimoquinto, composto di 181 carle tulte carlacee , nu- merate tutte nel redo (salvo la prima) coi numeri a lapis 1-180- in queslo esem- plare si legge il medesimo passo cosi : « et les gens qui y sont en europe » et en cesle parlie nagent a medj Ce vous veullent ouir la verite prenez vng » dyamant , el trouuez quelle a deus faces vne qui gist vers vne Iramonlaine » ct laullre vers laultre et chacune des deus faces allile do pointe dune esguille )) vers celle Iramonlaine a qui celle face gisoit el pour ce seroint les mariniers » deyceuz se lis ne sen prenoint garde » (3). (1) Lc suddeltc 1"" carle sono lutte numerate nel recto, salvo la prima, coi nume- ri 1—170. (2) Codice gia apparlenentc alia Bibliolcca \lbani, citato di sopra (pag. 110, lin. 20-30) carta numerata 41 recto, col. 1, iin. 15 — 26. (3) Codice gia apparlenentc al sig. Guglielmo Libri , citato di sopra (iin. 9-10 deiia presente pagina 111), car. numerata u2 rec^o, iin. uilima — verso, Iin. 6. — In un Cataiogo in- lilOialO CAT.4L0GUE [] DE LIVBES || LA PLUPART RABES ET CUBIEDX \\ PROVENANT DE LA BlBLIOTnEQlE || DE M. LIBRI CARUCCI, || DONT LA VENTE PRESCBITE PAR DECX OBDONNANCES || DE M. LE PRESIDENT DU TRIBUNAL CIVIL DE LA SEINE || dcs 30 avril ct 1" juillcl 1853, II ADRA LIED |1 Lc jeudi 12 avril 18oo ct jours suivanls, || a 7 heurcs precises du soir, 1| ad depot domanial, codr des barnabites, || place DD PALAis-DE-JLSTiCE, 3, A PARIS. |1 Par Ic niinistcrc da m.'^ florimond-lev£qde, |1 Commissairc- priseur, rue d'Eughien, 44, 1| Assistc de M. Victor tilliard, iibraire. |] paris || victor tilliard, LIBRAIBE, II RDE SERPENTE, 20, 1| ISou. (pag. 100, iin. 1—14, MANDSCRITS) si ICggC : » 1849- Le livre du tresor, lequel translata maislre Brunei Latin » de Florance, de latin en franczois Pet- in-fol. , v. br. Aitx » amies du due de Roxburghe. B xiv' siecle. 177 ff. Le litre de celle copie annonce une traduction ; n mais on sail que Brunetlo Latini a ecril son Tresor en francais au » xiii" siecle pendant le sejour qu' il lit en France. 11 le dit lui-nic^rae a — 112 — Queslo passo del prccilalo Livre du Trcftor trovasi anclic nell' opera intito- lala : Lcltcrc a M. Ic liaroii A. De Humboldt, stir V inveiUiuii de la Boiissole, Par M- J- Klaprolh- Paris , a la Librairie de Prosper Dondcy-Diipre. rue Ui- chclicn iY.° 47. bis. 1834 ( pag. 45, lin. 5-U ) (1). Biunctto Laliiii, aulore del siuldetto Livre dn Trcsor, inoii in Firenze ncl 1294, iM)iiic allesta Giovanni Villani nella sua Cronica, scrivcndo (2): « Nel detto » anno 1294 niori in Firenze uno valenle cittadino il quale ebbe noine ser )i Brunetio Lalini, il quale fu gran fdosofo, e fu soninio maestro in rotloriea, )' tanlo in bene sapcrc dire come in bene ditlare. E fu qucgli che spuose la » Reltorica di TuUio, e fece il buono e utile libro detto Tesoro, e il Teso- » retto, c la ein'ave del Tesoro, e piii altri libri in filosofia, e de' vizi e di )) virtu, c t'u dittatore del nostro coniune ». Nel passo soprarrecato del Livre du Tresor di Brunetto Latini trovasi una indicazione 1°, della poiarita dell' ago magnelico; 2°, deil'applicazione di que- sta proprieta dcU' ago magnetico alia direzione delle navi- Puossi adiinqiie as- serire che qucsta proprieta e quest' applicazione furono conosciute da du3 illustri Italiani del secolo Xlll.°, cioe da Brunetio Latini e da Ristoro d"Arezzo » la fin (111 preanibule : « Sc aucim dcniandoit pourquoy cest liiire fist » escrit en roinans sellon le patois dc France, pays que nous suymes » ytalien, je dirois que cest pour deux choses et raisons, June que nous » somnies en France, I'auUre pour ce que Ic parler est plus delitable et » plus comniun a lous langaiges. » « Malgre l' importance et la celebrite do eel ouvragc, Ic texte original » est restc jusqu'a present inedit. II n'cn a cte imprime qu'une traduction » italicnne tris defectuensc. » II manoscritto di cui trovasi una descrizione in qucsto passo del suddetto cataloode e quello stesso menzionato di sopra neile linee 30 — 33 della pagina 7. (1) L'opera menzionata nclle prime quattro lince della presente pagina 112 fe un volume in t.° di pagine 138, dcllc quali Ic prime 5 non sono numerate, e le altre sono numerate 0 — 138. Nella pagina terza del medcsimo volume trovasi il titolo riportato nelle suddctte prime quattro linee. (2) Cronica di Giovanni Villani a miglior lezione ridotta coll'aiuto de'tesli a penna. Firenze per il Magheri 1823, otto tomi in-8.'', Tomo III, pag. 22; Libro ottaoo, cap. X. — 113 — COMUNICAZIONI II prof. Volpicolli comunico le seguenli notizic biografiche, relative al- r illustie prof. Giulio di Torino, gia iioslro corrispondentc italiano, che cesso di viveic il 29 giugno del 1859, dopo due mesi c mezzo circa di malattia. Nacque Carlo Ignazio Giulio nell'll di agosto del 1803, e fin dai primi studi elemenlaii si mostrd fornito d' ingegno non coniune. Riceve la educa- zione scientifica nella scuola lobusta c severa degP illustri Plana e Bidone. La cliiinica, la storia naturale, non die la pubblica economia, formarono czian- dio Toggelto de' suoi sludi da giovane; pero la sua riputazione presso il rnag- gior numero dei doUi consisteva nelle scienze esatte. Incaricato nel 1844 del giudizio sUlla esposizione industriale, feco conoscere a tutti die oltre ad essere valente matemalico, era pur anco erudito e profondo economista; cosicche fin da queir epoca il suo consiglio fu di tratto in tiatto ricercato dal governo. Quindi e che alle sue proposte si debbono in Torino, e 1' Istituto lecnico, e r invio di piu ingegneri all' estero; i quali, fatto ritoino in patria, poteronu utilmente costruire le numerose ferrovie da cui si trova il Piemonte solcato, e che tanta piosperita oggi arrecano al inedesimo. Le serali lezioni del Giu- lio in qucir istituto , assaissimo contribuirono a svolgere il ben essere matc- riale e civile della societi, cd a proinuovere le industriali speculazioni. Accop- piava egli alle dottrine tanta chiarezza, eleganza, e purezza di stile nell'esporle, che a niuno in cio era secondo; cosicche riesciva con siffatti mezzi efficacis- simi, a fare intendere un congegno, quanto si voglia complicato, ad un udito- rio per nulla o poco edotto in simili inaterie. Fu essenzialmente partigiano di ogni liberta civile ed economica, coadiuvando molto, e cogli scritti, e colle parole, c coU'opera sua il governo, specialmente in questi ultimi anni, per le utili sue riforme tanto economiche quanto daziarie. La sua vita fu tutta spesa per la patria con un'attivita, intemeratezza, e lealta senza pari; queste virti'i accoppiate ad una dottrina e ad una erudizione vastissima, resero il nostro Giu- lio uno dei cittadini piti benemeriti dell' Italia, la perdita del quale vennc da tutti lamcntata, cd ispecie dall'accadeinia nostra, che perdetto con cssa uno de'suoi pill onorevoli corrispondenti. Qucsto illustro italiano consegui la patente d' ingcgnere nella university di Torino I'll di luglio del 1823; fu aggregato alia facolta di scienze e lettere in delta universita nel 19 luglio 1827; fu incaricato deH'insegnamento di inec- canica ncU'anno medesimo; ed ebbc la noinina di reggente nel 13 aprile 1830, 16 — 114 — e (li professore nell'ottobrc del 1832, die lilcnne sino all'cpoca in cui fu pro- inosso a consiglicre di stato. il 9 api-ilc 18jl»; fu cictto iiictnbro della R. ac- cadoinia dellc scicnze ncl 17 novembie 1839 e della coininissione supcriore di statislica nol gennaio 1840. Si mciito la decorazione di cavaliere del ss. Maurizio e Lazzaro no! 23 fohbraro 184i ; divcnne rettote della univcr- sita nel 24 oUobio ; nieiribro della caineia di coininercio nel 23 diccmbre dello stesso anno; e consiglieie di S. M. nel 15 apiile 1845. Noniinato pro- fessore di ineccanica npplicata alle aiti nolle scuole tocnichc ncl G maggio, eonliniu) in questo inscgnamento fino agli ullimi giorni di sua vita; fu mcmbro della coinniissionc di pesi e niisure ncl 19 soUembi'c dell'anno suddetto; cava- liere dcH'ordine civile di Savoia nel 1846; consiglierc della pubblica istruziono nel 30 dicembre 1847; e primo olficiale del minrstcro dei lavori pubblici nel 1848, la qual carica fu da csso lasciala dopo breve tempo per malattia. Fu proinosso a coininendatore doH'ordine dei ss. Maurizio e Lazzaro ncl luglio del suddetto anno; a cavaliere della legion d'onore nel 28 novembre 1855; a consiglicre di stato nel 9 aprile 1856 ; a direttore dell' istituto tecnico nel- I'anno stesso ; a senatore del legno fin dalla formazione di quel corpo ; e fu membro del Giurl internazionale della esposizione universale di Parigi. Moite accademic scientifiche onorarono il nostro Giulio colla nomina di loro corrispondente: fra queste noi ricordiaino quelle di Pistoia, di Bologna, di Venezia, dei 40 della Society italiana, la commissione centrale di slatistica di Brussclle, e la pontifieia de' Nuovi Lincci. Le opera pubblicate dall' illustre defunto sono mohe, ed in esse mag- giormente risplende il merito suo: noi qui riportando i titoli delle inedesime, crediamo far cosa utile alia repubblica letteraria, affincb^ ognuno possa va- lersi dei lumi sparsi da questo scienziato co'suoi lavori. Memorie pubblicate daW accademia delle Scienze di Torino. Surla determination de la densild moyenne de la terre deduile de I'observa- tion du pendule faite a I'Hospice du Mont Cenis par M."" Carlini en 1821-1840. Experiences sur la resistcnce a la flexion, et sur la resistence a la ru- pture des fers forges dont on fait le plus d'usage en Piemont (1) Experiences sur la force et sur relasiicitc des fils de fer. 1841. (1) Face anche sperienze analoghe siii legni noslrali, le qiiali non piibhlico mai. — 115 — Sur la torsion des fils melalliques, et sur rclasticitii dcs ressorts en he- lices 1841. I)i una propiielil meccanica del circolo, e di altre figure, c deH'uso di •juesta |)io|)riela per la costruzionc dei pendoli compensaloii 18W. Hechcrclies experimentales sur la icsislence de i'air au mouvemenl des pendules 1852. Sulla intensila del luine, teoiemi 1852. Alire pubblicazioni. Sulle leggi del movimenlo deila popolazione negli stall di S. M. il Re di Sardegna- Osservazioni estratte dalle infonnazioni pubblicate dalla conimis- sione superiore di statistica 1843. Quarta osposizione d' Industria e di Belle Arti al R. Valenlino-Giudizio della R. Camera di Agricollura e di Cominercio, e Noiizie sulla patria indu- stria, compilate da Carlo Ignazio Giulio 18'i-4: sono principalniente dirette a dimostrare i cattivi effetti del cosi detto sistema protettore. Qualtro lezioni sul Sistema Metrico dccimale. Appendice sulle varie unita di Misura usate ncl Regno per la distribu- zionc delle acque correnti. Nozioni elementari sulla misura delle forze, sul lavoro e sulla utilila delle macchine, capitolo aggiunto alia Iraduzione ilaliana della meccanica di Lardner, di C. 1. Giulio. Della tassa del Pane a Torino. Relazione compilata nel 1846, e pubbli- cata nel 1851- Fu redatta per ordine della Commissione istituita nel 1846, per istabilirc su nuove basi la tassa del pane- Menlre giustifica il nuovo si- stema proposto, come meno imperfelto, dimostra pero la mancanza di un cri- terio sicuro per regolare siffatte tasse, e quindi la lore inopportunila ed in- giustizia. Pcrcio il Municipio dovendosi di nuovo occupare nel 1851 della tassa del pane, che soppresse, ordino la pubblicazione di questa Relazione. Sunti delle lezioni di meccanica applicala alle arti, lette I'anno 1846-47 nelle scuole lecniche di Torino: sono istituzioni di Cinematica, la qual dot- trina non era ancora stata esposta in un trattato ne in Francia, ne in Italia, e che ha cgli corredata di molti nuovi teoremi. Elemcnti di Cinematica applicata alle Arti- Torino 1854: e una 2." edi- zione dell' opera precedentc molto ampliata, e riformata : ha lasciato inoltre parecchie note con cui si potrebbe eorredare una 3." edizione. — 116 - Prograimni o Sunti delle Iczioni di Mcccanica razionale, e Macchine. Autografia dellc lezioni fattc nella Universila di Torino. Teorica matematica del ponti pensili di Bavies Gilbert, tradoUa cd ac- crcsciula di molte note. Torino 1851- La Biinca cd il Tcsoro. 1853: c un opuscolo d« circosfanza; combatle una legge presentata dal govorno, c reictla dal senate. Lezione proemiale per 1' apcrtura delle scuole di Meccanica e Chimica applicatc alie arti, 1846. Vi sono inoltie nioitissime relazioni al senato cd ai vari minister!, delle quaii molle vennero date alia stampa: si notano. Rapporto per Tesame delle macchine inventate dagli Ingegncri Grandis, Grattoni, o Sommciller pel pcrforamento delle Alpi, 1857- Relazione sui progctti di legge par I' approvazione di trattati di com- mercio col Belgio e T Inghilterra, 1851. Relazione sul progetto di legge per modificazioni daziarie sui cereali 1854. Di un caso particolare dell'efflusso dell'acqua dai vasi. Torino 1839. Sur les centres de Gravitc. Paris torn. IV. Journal de Mathematiques de Liouvillc. II prof. Volpicelli comunico il seguentc necrologico cenno per la per- dita irreparabile di Alessandro Humboldt- La morte Irionfa indistintamente della vita, sia dolata o no d' intelli-' gpnza ; e se all'umana famiglia fosse concesso non soggiacere a questo trionfo, r individuo in ogni epoca, ed in breve ora dev' esserne vittima senza ecce- zione. La morte ha in poco tempo mictuto assai nel novero dei nostri cor- rispondenti, e vi ha lasciato de'vuoti difTicili a riempiere ; fra questi uno la- griinevole certo e quello prodotto collo spegnersi dell' illustre scienziato di Beilino. Gli uomini spariscono dalla superficie terrestre, ma la scienza vi resta per sollievo della posteritii; la scienza eterna, ed intinita come Dio da cui cmana. II migliore omaggio chc noi possiamo rcndorc agl'illusti'i dcfunli, non 6 di pian- gerne sterilmente la perdita, ma bonsi di progrcdire nel sentiero che ci banno tracciato , coinpiendo so sia possibile quello chc hanno cssi cominciato , ed amando la scienza come da loro fu amata. Non e delle mic forze tessere come qui si dovrebbe una biografia di questo grand' uomo ; per cssa fa d' uopo di cognizioni mollo supcriori alle mie : ho solamente in animo di rendere omaggio alia mcmoria di Humboldt , a juella vasta intelligenza — 117 — che fece progrediro quasi ogni raino dclle uniane cognizioni fisiche , oggi tanto numerose e tanto vaiiate, lasciando por ogni dove monumcnti non pe- rituri dcll'attivili c pcrspicacia sua: la botanica e principalmenle fia Ic scienze iiaturali queila, che gli dcve notabili progrcssi. II caralteie deli' intelligcnza di questo giorioso scienziato, consisteva principalmenle nel bisogno da Jui sen- tito, di abbracciaic colic sue ricerche la natura in tutta la sua eslensione, 11 Cosmos- Di buon ora datosi a tutte le scienze fisiche, Humboldt le aveva tutte approfondite.spaigcndo colla capacity sua maiavigliosa nuova luce su quei punti, che avevano fonnato roggetto speciaie del sue studio. La fisica generale del globo era sopra tutto il suo vasto campo di meditazioni, ed il suo spirito es- senzialmentc universale, trovava in questa scicnza, che legasi a tutte le allre insiemc riassumendole, continui e nuovi orizzonti. Ma la storia naturale, special- mente la botanica era come indicammo, Toggetto di sua costante predilezione. Fa natnralista nel senso piu amplo e piu nobile di questo vocabolo; e dalle ne- bulose da noi lontanissime, le quali contengono migliaia di mondi, da cui la luce pergiungere a noi deve impiegare secoli, sino al piii minuto sviluppo della or- ganizzazione del vegetabile il piu umile, niento neH'universo era troppo grande per la sua intelligcnza, niente cosi piccolo da sottrarsi alia sua considerazione. II doloro per la perdita di questo luminare deve per tutto il mondo civiliz- zato diffondersi, ma specialmente nell'Alemagna e nella Francia, ove ha lun- gamenle vissuto, e lavorato- Le opera sue piu importanti furono sempre pub- blicate a Parigi, ed egli era intimo dei piu illustri scienziati francesi del suo tempo, in ispecial modo di Arago ; percio amava egli la Francia, quanto il suo paese natale. Negli uomini la nazionalita diminuisce al cresccre della rinomanza loro ; cosicch^ gli uomini grandi non hanno piu patria , essi appartengono allii scienza , e questa uon riconosce frontierc di sorta. Forse il sentimento (k'lla patria per tutti diminuira col propagarsi e col progredire dei me/.zi che rendono piii facile , e piii celere il comunicare fra lontane regioni. Non possiamo qui dispensarci dal riportarcil seguente brano del chiarissimo prof. A. De la Rive (I) relativo aH'indole deirillustre defunto uL'universita, carattere distintivo dall'ingcgno di Humboldt, ha nociuto alia originalita del medesimo ? Cio e possibile; non si puo ad un tempo essere Humboldt e Volta. Ma i suoi la- vori, e tutta la sua vita, ebbero tanta influenza nel mondo scientifico, da cir- (1) Rapport sur les travaux de la society de physique el d' hisloire naturelle de Geneve par M.' le prof. De la Rive; Genfeve 1839. — 118 — condarc di gloria iminortale il suo nomo «. In falti cgli faceva giungci'O I'anior della sciciiza sino aH'adorazione, cd al fanalismo; e (|uantuii{|ue possedcssc una fortuna rclalivamente modcsla, giammai fece dolla scicnza un incsticie, una spcculazione, un mezzo per giungcro ad altro, fuorcho alia scicnza slessa- Tanlo in lui potcva il bisogno di sapere non solo, nia e il dcsideiio di airicchire la scicnza collo fatiche sue, clio quando Galvani c Volta scoprirono lo rclazioni iVa la elettricitii e la scnsibilili, Humboldt ebbe la soireienza ed il coiaggio, di sperimcntarc qucstc rclazioni sopra se stesso- Egli si fece applicarc dei vcscicatori sul dorse, c toltanc I' epidermide, fece comunicare lo piaghe coi roofori di un elelti'Oinotorc voltaico ; quindi sloicamente sopportando Ic con- trazioni muscolari, e i dolori non liovi che risullano da quesla sperienza, dett6 le sue sensazioni agli amici che con edificazione lo attorniavano. Sessant'anni dopo, quando il suo corpo disease nella tomba, questo martire della scicnza por- tava le gloriose stimato di quella sua volontaria tortura- Nacque a Berlino nel 14 setlembre del 1769: mori egli nel 6 di maggio del 1859, avendo 90 anni, c consei'vando la pienezza delle sue facolta morali. Che Humboldt abbia vis- suto 90 anni c sloria ; ma chi conosceva le sue abitudini puo dire, che il medesimo visse piil di un secolo. In fatti mentre nella geneialita il sonno dell" uonio e da otto a sette ore, qiiollo di Humboldt fin da' suoi giova- nili anni non eccedt! mai le ore quattio. I volumi del suo Cosmos , opera grandc , nella quale si riuniscono gli studi di tutta la sua lunga vita , ed alia quale ha egli consacrato i suoi quindici ultimi anni , provano che r energia sua intellettuale non era punto dall'eta menomata. Crede il De la Rive (I) di non poter meglio carattcrizzare questo scienziato, che ricordando il giudizio dal medesimo protTerito sopra se stesso. « lo non sono uno scienziato diceva egli al fisico ginevrino; e questi gli rispondeva; dunque il mondo si e ingannato sul conto vostro ; riprese allora subito : io non sono uno scien- ziato come il mondo 1' immagina ; le mie principali scoperte consistono in avere scoperto dagli scienziati , ed il mio principal merito e di aver fatto amare la scicnza. Forse aveva egli ragione di riguardare questo genere di gloria, come il primo suo merito per Tammirazione e per la riconoscenza della posterita. Vi saranno sempre, continua il De la Rive , dei dotti per I'avan- zamento della scicnza, ma degli Humboldt, e dei de Candolle che la fecero progredire ad un tempo ed amare, che incoraggiarono i lavori altrui coH'esem- (1) Luogo citato. — Ill) — pio dei propii, sono esscri prc/.iosi e lari , clie quando si eslinguono , deb- bono esseic pianli non solo dalla scicnza, ma e dai cultori di essa. » Uno dei primi lavori chc pubblico Humboldt fu lo specimen Florae snblerraneae freineiqensin, opera riniarchevole so[n'a liitlo per un'epoca, ove la cri|)togMmia eia quasi nclla infiinzia. Piii tardi no! suoi Tableaux de la nature ha tiacciato in giande la fisonomia dei verjelabili, che aveva egli contemplala 0 studiala su tutle le zone del nostro globo- Viaggiando lungamcnlc, non senza grand! peiicoli, per Ic contradc del nuovo inondo, che niuno fia i naturalisti aveva prima di lui visitalo, fecc una immensa raccolta di nuovo piante, riu- nendo i material! per una nuova flora. Per la pubblicazione di quest! pre- ziosi material!, egli sceise a collaboratori prima Bonpland, suo compagno di viaggio, poscia Kunlh, ed ! nom! di costoro saranno semprc unit! a quello di Humboldt. Consacio Kunth quattordici anni continui per questa pubblicazione, e dieci volumi in foglio, che vennero in luce a Parigi dal 1815 al 1829, ac- compagnati da 1100 tavole, costituiscono il frutto del suo personale lavoro, coscenzioso, cd eminente. I settc primi volumi - Nuova genera el species - di cui Kunlh pubblico inoltre una Synopsis, contengono piii di 4500 specie, di cui quasi 3600 nuove- Gli altri volumi racchiudono la monografia delle me- lastoniec, commentata da Bonpland, c delle mimose, come pure delle gra- minacec- Niuno piu di Humboldt stesso ba reso giustizia al merito insigne del suo collaboratorc coscenzioso Kunth; cd ecco in qual modo egli si espi'ime, dopo avvenuta la morte di questo, nel Monitore prussiano del 9 maggio 1851. « Chi mai potrebb'osscie piu profondamentc di mc penetrato da questa per- >) dita prematura, che per trcntasette anni ho vissuto col mio amico Kunth, » in una costante comunione d' idee, e di sforzi. A lui debbo una gran parte )) dei riguardi c del lavoro che il pubblico ha si largamente accordato alle » mie ricerche, ed a quelle di Bonpland sulla vegetazione della zona equi- » noziale. Le grand! opere di Kunlh, pubblicate con una rara magnificenza, » e riguardate da lungo. tempo nella scicnza come classiche, non hanno bi- )) sogno di nuovi elogi. Humboldt inoltre ha, per cosi dire, creato nella botanica una scicnza nuova; poiche deve considcrarsi come il padre della geografia botanica, che oggi e la piu attraente parte della storia dei vegetal!, e la piu ricca in utili sviluppi, ed in pratiche applicazioni. Nel 1805 pubblico il suo Essai snr la geographic des planles, cd apri ai botanic! una via nuova, che il solo Linneo col suo genio aveva indicato vagamente. Fu anchc il genio che ispiro Humboldt, quando ve- — 120 — dendo nelle alte montagno cquinoziali compresa tutta la scala della vegcta- zione, pot& scoprire le Icggi fondamcntali die piesiedono alia distribuzione dei vegelabili su tutto il gloho. Da quest' cpoca la geogiafia botanica ebbe sede fra Ic scicnze, ove risplende ora maggiormenle pel successivi lavori di A. P. De Candolle, di Rob. Brown, di Meyen, di Schouw, di Tburinan, e dei piu rccenli Alf. de Condollo, cd Enr. Lecoq. La morte di Humboldt dice il sig. Fould, in un suo rapporto all' Impe- ratore Napoleone III, e un lutto pel mondo seientifico. Ma dope I'Alcmagna, di cui r illustre defunto b una delle maggioii glorie , la Francia si laltrista piu profondamentc per cosi fatta perdita. Questo uomo di genio ha passato fra noi molti anni , egli ebbe per collaboratori le prime nostre celebrita scien- tifiche, ed ha pubblicato in francese le sue piu importanli opere. Egli pro- fessava pel nostro paese una simpatia ed un attaccamento, che lo fanno con- siderare nostro concittadino. lo propongo a Vostra Maesla di onorare la me- moria di Humboldt con un omaggio degno di lui, e di decidere che la sua statua sia posta nelle gallerie di Versailles : cost la morte non lo separera dagl' illustri personaggi, che furono i suoi ammiratori ed i suoi amici: il de- creto fu emanato. I funerali di Humboldt ebbero luogo nel lOmaggio, a nove ore antime- ridiane. II convoglio funebre che riuniva quanto in Berlino avvi di notabile nelle scienze, nelle arti, e nelle profession! liberali, si rese alia cattedrale. Tre ciamber- lani con abito di ceremonia precedevano il carro funebre, e portavano su cuscini le decorazioni dell' illustre defunto, il carro era tirato da sei cavalli della scu- deria di Sua Rlaesta : il ferelro era coperto di fiori e di lauri senz'altra de- corazione: ai lati del medesimo progredivano con esso venti studenti, con in mano delle palme : il principe reggente cogli altri principi, e principesse della famiglia reale, aspettavano il funebre corteggio nella cattedrale. Humboldt Federico Enrico Alessandro (Barone di) ebbe origine da una antica e nobile famiglia della Pomerania. Suo padre, il maggiore di Humboldt, assistelte alia gucrra dei sette anni, aiutante di campo del duca di Brunswick, e fu in seguito ciamberlano del re di Prussia. Sua madre, cugina della prin- cipessa di Bliicher, la quale aveva sposato in prime nozze il barone di Hol- w^cde, discendeva da una onorevole famiglia francese di Borgogna, detta di Co- lomb, che abbandono la Francia per la revoca dell'editto di Nantes. Alessan- dro Humboldt fu educate al castello di Tegel presso Berlino, sotto gli occhi de'suoi parenti, e la direzione di Campe, autore del Robinson Allemand, e di — 121 — Kunth (lislinlo naturalista, il quale fin die visse resto I'amico il piii affettuoso del suo ullievo. Circa il 1783 si porto con suo fratello Gugliclmo a Berlino, per terminarvi gli studi ; ed invece di seguire le scuole pulibliche, riceve lezioni particolari dai piu distinti piofessoii di quella dotta capilale, di Loefller e Ficlier pel grcco, di Wildenow per la botanica, d'Engel, Klein, c Dohm per la eco- nonn'a polilica, c la filosofia. In scguito, dopo aver passato due anni alia universita di Francfort suli' Oder (178G-1788), si rose nel 1788 a Gotlinga, ove Blumenbacli, Heine, ed Eichhoin davano nuova iinpulsione agli studi delle scienze naturali , alia li- losolia, ed alia stoiia. La egli sciisse nel 1789 una menioria, sulla manicra colla quale i greci lessevano le loio stolTe. Questa memoria, che non fu pub- blicala , ei-a il suo primo apparire in qualila di autore. A Gotlinga divenne intimo con Giorgio Forster, che aveva accompagnato il capitan Cook nel suo secondo viaggio attorno al mondo , c che gl' ispiro il piu vivo inlcresse di visitarc le contrade tropioali : fece intanto col inedesimo nel 179U il suo primo viaggio di esplorazione, pel quale pubblico egli I'opera - Sur les basalles du Rhin avcc dcs recherches sur la syenite el la basanile des anciens (Ceber die Basallc am Rhein, etc ; Berlin 1790). Alia fine del medesimo anno Humboldt passo in Hambourgo, per perfe- zionarsi nello studio delle linguc straniere, secondo i desideri di sua famiglia, e si destino allora per I'amministrazione. Ottenne cio non ostante da sua madre di andare a Freiberg, per seguire in quell'accademia il corso di Werner, ove si lego in amicizia con Lcopoldo di Buch. Sostenne in seguito per molli anni, elevate incombense neil'amniinistiazione delle mine, nei principati di Bayreuth e di Anspacli, e raccolse i mnteriali dcile sue opere, una - Flora sublerranea Fribergensis , el ophorismi ex physiologia chimica plantaruin , I' altra - Flora Fribcrgensis prodromns (Berolinum 1793). La prima di queste pubblicazioni, che richiamarono I'attenzione dci dotti, conteneva le sue idee particolari sulla fi- siologia chimica delle piante, che doveva piu tardi servire di base ai suoi con- cetti arditi sulla struttura geognostica del globo. Portando poscia I'attenzione intorno ai piu intimi fenomeni della vita degli animali , pubblico le sue Experiences sur V irrilalion nerveuse el musctdaire, etc. (iiber die gereizte, etc. Berlin 1797-1799). Tre anni dopo la morte di sua madre (20 novcmbrel796 ) Humboldt stabili d' intraprendcre un gran viaggio di esplorazione ; e dopo avcre ven- duto le sue proprietii, si porto in Italia per farvi lo studio dci vulcani: quindi 17 — 122 — si diede per un inverno con Leopoldo di Buch, alle osservazioni metcototo- giclic, poscia parll per Parigi ad acqiiistarvi tutti gli stniincnti necessari alia esecuzione dc' suoi piogelli. 1 dotti IVanccsi gli feccro le piii onorevoli ac- cogiienze; ed il direttorio lo autorizzu ad unirsi alia spcdizione di Baudin, con ftcoitu di sbarcare a suo bell'agio. Inipazicnte dei ritardi che incontrava questa spcdizione, ando a passarc 1' invcrno in Ispagna, e ad imbaicarsi por I'EgiUo, conducendo scco il giovanc , poi eelebre naturalisla, Bonpland, cbe aveva egli conosciuto n Parigi, e che associavasi ai suoi lavori, ai suoi pericoli, ed alia sua gloria. Humboldt trovo a Madrid la influontc protezione del bai'one di Forell, e di Don Mariano Luigi di Urquijo, minislro della coi'tc di Spagna- Prcsentato al Re, gli espose i vantaggi che potevano risultare da una seria esplorazione falta nei posscdimenti spagnoli neU'America , ed ottennc per lui , e pel suo amico la facolta di liberamente visitarli. Essi abbandonarono Madrid nel inese di niaggio 1799, s' imbarcarono sulla Garonna il 5 giugno nella fregata Pi- zarro, evitando felicemente la flotta inglese che bloccava, e dopo aver visi- talo il picco di Teneriffe, arrivarono a Cumana il 16 luglio del medesimo anno. 1 due viaggialori osscrvarono in questa citta un terrcmoto, e consacra- rono moiti mesi ad esplorare le provincie che compongono attualinente lo stato di Venezuela. Dopo aver navigato per settantacinque giorni sopra un canol indiano, si fermarono in giugno del 1800 in Angostura per pi'eiidervi riposo. La delei'minazione astronomica della bil'orcazione dell' Oi'inoco, fu indipendcnte- iiiente dalle loro osservazioni botaniche, rnineralogiche, geologiche, fisiche, e sta- listiche, il risultamento piu importaiite di questa prima grande escursione. Fe- cero nuovi studi sul terrilorio di Oumana, ove il blocco inglese li trattenne per due incsi e mezzo; e passarono alia fine dell'anno all'Avana, in cui soggior- narono piu mesi, raccogliendo le osservazioni, loro cd insegnando ad un tempo agli abitanti di quel paese, alcuni metodi, per la fabbricazione dello zucchero, e per diverse altrc utili mateiie. La falsa notizia che il capitano Baudin, cui Humboldt avea promesso di riunirsi, avea oltrepassato il Capo Nord, e costeggiato il Chili ed il Peru, de- cise i due viaggialori a diriggersi presso Cartagine, per passare al di la di Pa- nama : ma costrctti ad aspetlare una stagione piu favorevole , ritnontarono essi per cinquantaquattro giorni il fiume delle Amazzoni, e dopo avere tra- versato regioni assai fra loro differenti, arrivarono il 6 gennaro 1802 a Quito- Consacrarono cinque mesi nella esplorazione dei contorni di queste citta^ — 123 — 0(1 cseguirono il 23 giugno, aciom[);ignati da Carlo Monlufar, la famosa asceri- sione sul (>liiinboiaco, sino a 6072 inelri sopra il livello del mare- Fra i pa- limcnli die loio apportava una si t'alta elevazione, la piu giande die I'uomo abbia (inora osato raggiungere, conservaiono tutla la calma necessaria per Ic osservazioni loro, c ne discesero dopo avere preso con ogni esattezza lutte le dctcniiinazioni di ciii abbisognavano. Si diicssero quindi veiso il Peril, e si liposarono per alcuni giorni a Lima; sul finiro del dicembre 1802 s' imbarcarono per Guayaquille, discesero il 23 marzo seguenle in Acopoico, passaiono per Fasco e Cuernaraca, ed arrivarono di aprile nel Messico- In poco [liu di un anno percoisero tutlo questo paese, t'acendo sulJa natura osservazioni da niuiio fino allora tenlate- Nel mese di marzo 1804 Humboldt torno in Avana, per completaie i materiali della sua opera sulT isola di Cuba; fiiialmente dopo aver visitalo Filadelfia, e Washington abbandono questi TAmerica il 9 luglio 1 804, ricco piii assai di qualunque allro viaggialorc chc lo avca preceduto, di collozioni di ogni gencre, di fatti nuovi o nuovamente verificati, di osservazioni important!, di disegni e manoscritti pre- ziosi, arrivando a Bordeaux nel 3 agosto 1804. Si porto immediatamente a Parigi, ove reslo sino al mese di mnggio 1805, occupalo a meitere in assetto Ic sue note, ed a fare chimiche ricerche sulla composizione deiratmosfera con Gay-Lussac : insieme con esso esploro di nuovo ritalia, visitando Roma. Torno a Berlino, e nell' autunno del 1807 a Parigi, ove ottenne da! suo soviano Tautoiizzazione di trattenersi per sorve- giiare la stampa della lelazione del suo viaggio ; ivi dimoro per venti anni, malgrado le sollicitazioni pressanti, e le ofterte lusinghiere del governo prus- siano. Sulla line del 1807 comparvero due cdizioni, una in foglio, I'altra in quarto del priini fascicoli del Voyage mix regions equinoxiales du nouveau continent par A. de Humboldt, el A. Bonpland, uno dei piu belli monumenti della scienza e della letteratura moderna- .\ questo immenso lavoro, scritto parte in latino, parte in francese (le due lingue universali) hanno contribuito moiti distinti scienziati di vari pacsi, cio6 : Oltmanns per I'astronomia ; .\rago e Gay-Lussac per la chimica e per la meteorologia ; Cuvier e Latreille per la zoologia ; Vauquclin e Klaprolh per la mineralogia ; e Kunlh per la botanica. Esso e di- viso in sei parti, che alibracciano in ogni aspetto i paesi visitati; e ciascuna si suddivide in sezioni, che sono altiettante importantissime opere. La sesta parte, consacrata alia botanica, non comprende meno di venti volumi, c circa 1200 — 124 — tavole; cd il piczzo di questa sola parte e circa di 10000 franchi. Nel 1827 Humboldt ccdettc finalinentc allc sollicilazioni del suo sovrano, cui non aveva I'm qui accordalo die visile brovi , privandosi del suo predilelto soggiorno , c della conversazione dci Cuvicr, Arago, e Gay-Lussac. Mel 1827 cgli stabili la sua residcnza in Berlino, ove divenne favorito di Federico Gugliclmo 111, e quindi del presente sovrano di Prussia. Taluni lianno lamentato, che quel filosofo in lale occasione si fosse convcrtito in un corli- giano; ma queslo giudizio non ha fondamenlo. In vero cgli trovo nel Re Fe- derico Gugliclmo IV, laic una leciprocanza di senlimenli, ed un amoro per la scienza , clie colla sua influenza efricaceinente incoraggiava quelli seriamenle impegnali nelle riccrcbe scienliliche. Pcnelralo dall'ardenle desiderio di pro- teggcre ogni uomo, cbe avessc mcrilalo della scienza, ogli fu in vero forlu- nato di esscre Tainico inlimo di un benevolo sovrano, il quale invariabilmenle rispose ad ogni sua chiamata. Nessuno di colore i quali furono testimoni della libei'a conversazione tra Humboldt ed i! suo Re, pole menomainenle dubitare che quegli recitasse giammai la parte del cortigiano, ma lulli lo videro sempre adopcrato presso il medesimo in raggiungere qualche utile e nobile scopo. A Berlino durante Tinverno del 1827-28 fece il suo corso sul Cosmos, ed intraprcse nell' anno seguenle il secondo suo gran viaggio scientilico nelle l)rovincie orienlali della Russia, e dell' Asia centrale. Nel 1812 il governo Russo r aveva invitato a visilare I'Asia, e il Re di Prussia si era offerto a contribuire per cio 1' annua somma di fiancbi cinquantamila, per una colle- zionc, e per le spese della spedizione, che pai fi!i abbandonala per politici avveni- nimcnli. Nel 1829 lo Czar Nicolo fecc all' illustre viaggiatore proposizioni piu seducenti; egli voile sostenere solo lutte le spese della spedizione, per la quale Humboldt si associo due dolti, Gustavo Rose, ed Ehrenberg, e divise con loro i lavori. Esso prese a se le osservazioni aslronomiche, magnelicbe, fisi- chc, e geognosliche, aflidando al sig. Ehrenberg la botanica, e la Zoologia , al sig. Rose la chimica, e la mineralogia, colla redazione del giornale di viag- gio. Accompagnati da un ingegnere russo sig. Menschenin, il quale dovea ser- vir loro d' inlerpetre , parlirono essi da Pielroburgo il 1829. Esplorarono con ogni cura piani , monlagne, lagbi, vulcani, deserti, spiagge, mine, corsi di acqua.fenomeni e prodoiti natural! di ciascun paese, vegelali, animali, eclimi. Raccolsero le determinazioni le piu esatte, ed arrichirono diversi musei, fra gli altri quello del giardino delle piante di Parigi, contribuendo cosi a complelare le grandi opere, come quella di Cuvicr c di Valenciennes su i pesci- Essi ri- — 125 - tornnrono a Pictroburgo, dopo aver peicorso in nove mesi una immensa cston- sione tcriestre fra queste citt^, la fiontiera Cinese, ed il mar Caspio. II ([uadro di cosi bella spedizione, die conlribui sopra tutio alia scoperta delle Ic^rgi del magnelismo terreslie, si trova ncll'opei'u del sig- Rose : Voyage mincraloyicjne el geugnostique a FOural, a V Altai et a. la mcr Caspieniie (iMinera- logisch-gcognostischfi Reise nach dem Ural deiii Altai und dam Kaspischen Mere; Rerlin I837-I8i2, 2- vol) cd in quella di Humboldt stesso : Asie ccnlrale, re- cherches sur les chaines do Monlaynes el la climalolo(jie comparec. Paris 1843 vol. 3-1 la quale fra gli ailri vantaggi produsse quelle di fare stabilire in Russia gli Osservalori magnetici e metcorologici- 1 suoi viaggi in Sibei'ia detlero prin- ciple a qucir influenza, che costanteinente esercito ncgli anni successivi, ec- cilando i vari governi europei a stabilire osservazioni inagnetiche in paesi lon- tani, e particolarmente in Russia, America, ed Inghilterra. Allorquando I'As- sociazione Britanica inauguro la formazione dell' osservatorio fisico a Kew , che el)bc si belli suecessi , tutti sanno bene quali vantaggi si oltennero ap- pellando ad Humboldt: dappoicb^ fu allora cb'egli eneigicamente sostenne la necessita di rendere gli osservatori fisici indipendenti dagli osservalori astro- nomici. Sappiamo altresi quanto questi osservatori ovunque, abbiano coadiu- vato r illustre Sabine, nostro corrispondente, ad invcstigarc le leggi dei feno- meni magnetici. Dal 1830 al 1848 Humboldt visse alternativamente a Berlino ed a Parigi; e scbbnne amassc non immischiarsi di politica, la confidenza che per la sua dot- trina ed onesta ispiravano al Re Federico Guglielmo HI. i suoi giudizi , lo fecero incaricare piu volte d' imporlanti missioni- Alcuni de' suoi viaggi a Parigi ebbero per oggelto comunicazioni diploinatiche, tra il governo francese ed 11 prus- siano. Dopo la rivoluzione di luglio, fu a lui dato 1' incarico di riconoscere, per la corte di Prussia, il nuovo Re Luigi Filippo. Nell' 8 aprile 1835 Humboldt perdettc suo fratello Guglielmo, che mori fra le sue braccia, cagionandogli un profondo dolore, perche fu egli sempre il suo migliore amico: I'Alemagna pianse nella inorte di (iuglielmo uno do' suoi piii gi'andi scrittori- Alessandro Humboldt venne a Parigi perTultima volta nell'ottobre del 1847, ed abbandono definitivamcnte la Francia, (jualche settimana prima che avvenisse la rivoluzione del 1848. Da quest'epoca egli visse nell' intimita dell'attuale Re di Prussia, continuando, non ostante la sua mollo avanzata etii, i suoi lavori scicnlifici, con vigore e lucidita giovanile, e prodigando i suoi consigli a van- taggio delle intraprese di csplorazioni, tentatc dai piii celebri viaggiatori mo- — 126 — detni. Conosciuto peisonalmcnio da tulti gli abitanti di Boilino, c di Potsdam, ove s' iiiconlrava sovcntc neile pubbliclio passcggiale, lo stranici'O riconosccvalo I'acilmcnto dall' ammirazionc cho si atlirava lungo il suo cammino- Negli ullimi giorni della sua vita Humboldt foce un supremo sforzo, a riunire in un vasto quadro tulti i tcsori dci suoi lun^dii sludi, donde nacque 1' ultima opera sua, una duili! piu giandi opei'c di quusto secoio: Cosmos, Essai tVune description physique dn mondc (Kosmos , Entwurf einer physischen Weltbes - chreibung ; Stuttgart el Berlin 1847-1851). Queslo iavoro e un vero pano- rama del mondo , un quadro grandioso di lutta la natura , col suo duplice rapporto IVa Torganizzazione fisica e morale dell'uomo. II Cosmos b slalo tra- dotto in francese coi consigli dell' aulore, ed il concorso di Arago, dai signori H. Faye, el C. Galuski (1848-I857. vol. 4. in 8-°) Numerose pubbiicazioni se ne intrapresci'o in Alemagna per isvolgcrne le idee: I' opera stcssa diede occasione a f'ondare un giornale, immaginato c compilato dal dotto sig. Abate Moigno, col litolo stesso dell'opera su indicata, c col patrocinio dell' illuslre autore della medesima. Membro dell' I. istituto di Francia, colla gloriosa qualifica di associato straniero dell'accademia deile scienzc, dove successe a Cavendisch nel 1810, Humboldt fu membro eziandio dell'accademia dellc scienze di Berlino, ed ap- partcnne a tutte Ic scientifiche piii illustri societa del globo ; fu inollre ono- rato delle piii distinte decorazioni dei diversi ordiui, c fu grande officiale della legion d'onore. Fra gli altri scrittidiHumboldt che giustificano i due titoli chegli hanno date, uno dieCreatore della geografia comparata » e I'altro di « Rinnovatore universale delle scienze naturaii » si debbono pure citare: Essai sicr Vanalyse chimique de I' atmosphere, elsur quelques objects rf' hisloire nalurelle (Versuch iiber die che- mische Zerlegung des Luflkreises uud, etc. ; Brunswick , 1799 , gravures) ; Physiognomouiqite des planlcs (Ideen einer Physiognomonik der Gewaechse ; Tubingue, 1806); Melastomatoloqia, sive descriptio Melaslomali et (jenerum affi- nium (Cassel et Paris, 1808, gr. in-fol., Fasc. I-VII); Tableaux de la nature (Ansichten der Nalur ; Tubingue et Stuttgart, 1808; 3." edi., augni, et cor- rigee, 1849), tradolti piii volte in francese (Paris, 1808-1828-1851, 2 vol. in-12) ; Conspectus lomjitudinum et lalitudinnin gcographicarum per decursum annorum 1799 ad 1804 astronomia observalorum (Cassel, 1808 , in 4); Essai sur lespoissotis electriqucs {\evs\ich iiber die electrischen Fische; Erfurt, 1808, in-8) ; Essai sur la geographic des planles , ou Tableau physique de regions — 127 — equinoxiales fonde sur des observations el des mesures fakes depuis le 10.' de- (jre de latitude boreale (Idcen zu einer Gcogiaphie der I'flanzcn; Vienne, 1811), li-adotlo in francese; De Nalurali familia graminum (Paris, 1817); De dislri- tnitionc gcographica plantantm sectindi coeli tempericm el altitudinem monlium prolegomena (Paris, 1817 , in-8 ) ; Des lifpies isolhermes el de la dislrilni- tion de la chaleur sur le (jlohe (Ibid-, 1817, in-S); Essui geographiqtte snr le gisemenl des rochers dans les deux hemispheres (Paris et Strasbourg, 1823, in-8); Oh.iervations sur qucUpies phvuomenes peu connus quoffre le goitre sous Ics tropiques dans les plaincs el les plateaux des /inrfes (Paris, 1828); fie la co- stitulion el des effels produits par les volcans en diverses parties du globe terreslre (liber den Bau und die Wirksamkeit dei' Vuikane in, etc-; Heidelberg, 1824); tlvaluation numeriquc de la population du nouveau continent^ consideree sous le rapport de la difference des cidtcs, des races el des idiomes (Paris, 1825, in-8); Comple flendti du voyage scientifique de MM. Ehrenberg et Hemperich a Iravers r Sgijple, duranl les annees 1820 fi 1825 (Bericht fiber die naturhistorischen Reisen von E- und H. durch Aegypten, etc-; Berlin 1826), coli'associazione di (]ualche altro scienziato ; Essai politique sur Vile de Cuba (Paris 1827, 2 vol- in 8) estratto dal Voyage anx regions e(jf!iiHoa;ia/es, cotnpletato dalle consi- derazioni sopra la popolazione, la ricchezza territoriale, ed il commercio delle Autille e della Colombia; Des principales causes des differences de temperature sur les divers points du globe terreslre (iiber die Hauptursachen der Tempera- turverschiedenheit auf dem Erdkoerper, Berlin, 1829); Fragments de geologic et de climalologic asiatique; (Paris, 1831, 2 vol- in-8); Tableau statistique de r lie de Cuba, pour les annees, 1825 d 1829 (Paris, 1831 in-8); Bases astro- noiniqtics el hypsomelriques de la geographie (Astronomischc und hypsome- trische Grundlagen der Erdbeschreibung; Stuttgart et Tubingue, 1831), pub- blicate da I- Oltmunns ; Examen critique de /' hisloire de la geographie du nouveau continent et des progres de V astronomic naulique aux XVf el XVI.' siecles (Paris 1836-1838, 5 vol- in-8); Petrifications recueillies en Amerique, decrltes par Leap de Buch (Berlin, 1839, In-fol-) ; Souvenirs geognosliques et physiques ((Jeognostisciie und physikalische Erinnerungen; Stuttgart, 1853, tome I) ; etc- etc. etc. senza contare moltissimi Rapporti, Gonti Resi, e Di- scorsi, pronunciati nelle diverse riunioni scientifichc. 11 presidente per interim della repubblica messicana, sig- B. Juarez, voile solennementc dimostrarc a tutti, la gratitudine cbe nutre (jiiesta parte del nuovo njondo, verso 1' illustre prussiano, pei servigi scientilici da esso resi alia — 128 — mcdesima- Decreto cgli per lanto , cho a spesc dcllo slalo si erigga sulla piazza (iella scuola dcllc ininicrc del Mcssico , una statua rappresen- lante Alessandro Humboldt- Noi per onoraro maggiormcntc la mcmoria del nostro conispondenlc straniero, vogliamo qui riportaie i documenti, coi quail a tutle le sociclii scientifiche fu parlecipata quosta pubblica ed onorevole te- stimoiiianza di liconosccnza, verso il piii gi'ande naturalisla deH'cpoca nosli'a. LcUera dell' incaricato di alTari del Mcssico a Paiigi sig. Lafragua, di- retla al segrctaiio deiraccadcmia dei Nuovi Lincei- Paris, Ic 4 Octobre 1859. Monsieur. Son Excellence M.'' Melchior Ocampo, secretaire d' Etat et ministre des aflaircs etrangercs du Mexique, a bien voulu me communiquer, dans sa note n" 12 en date du 12 juillet, ce qui suit. « Monsieur le Ministre. « Par la note de Votre Excellence n.° 7, en date du 12 Mai dernier, Son » Excellence le President de la Rcpublique a appris avec le plus profond » regret , la perte irre'parable que le genre hnmain a faite par la mort de » Monsieur le Baron Alexandre de Humboldt. « Pour honorer la memoire d'un savant si illustre , et pour recompen- » ser, autant qu' il est possible, les services que le Mexique lui doit. Son Ex- » cellence conformement a ce que Votre Excellence lui propose dans la note » sus-mentionnee, a bien voulu donner le ddcret ci-joint, dont la copie est » legalis^e , et par lequel on declare Monsieur le Baron de Humboldt Bien n meritanl de la Palrie. « Jc renouvelle a Votre Excellence Ic Idmoignage de ma consideration » ires-distiguee. » En vous envoyant , Monsieur , le decret , que je vous prie de vouloir bien conserver dans vos archives, j'ai I'honneur et la satisfaction d'etre charge d'offrir a cette honorable societc Texpression de la reconnaissance nationale, et le tdmoignage de la haute estime que le gouvernement constilutionnel de la Rcpublique avait pour 1' illustre savant, dont la perte ne sera jamais assez 66p\ov6c. .'\grCez, etc. ... J. U. Lafragua- — 129 — Lelleia circolare del segretario di stalo, minislio degli affari stranieii del Messico, sig. Melchione Ocampo, nella quale si contiene il decieto sopia in- dicate. Secretariat d' Etat au Ministire des affaires etiangeres. Son Excellence le President a bicn voulu m'adresscr le present decret. « Le citoyen Benito Juarez , Picsident constitutionnel par interim des Etats Unis aniericains :i ses hnhitnnts, sachez. M Que, desirant rendre un tcmoignage public do I'estime que le Mexique a, ainsi que le inonde entier, pour la inenioire du savant utile el iliustre voyageur, Alexandre Baron de Humboldt, et voulant lui teinoigner la gratitude sp(5ciale que le Mexitjue lui doit pour les cjtudes serieuses qu' il a failes dans ce pays, sur la nature et les produits de son sol, sur les elements ^conoini- ques, et sur tant d'autres malieres si utiles, que sa plume infaligable a pu- bliees au profit el en I'honneur de la Republiquc, lorsqu'eile s'appelait encore Nouvelle-Espagne, j'ai bien voulu arr(}ler cc qui suit : » Art. 1/'' Monsieur le Baron Alexandre de Humboldl est declare Dien-me- ritant de la Palrie. Art. 2/'"" II est ordonne de faire en Italic, aux frais de la Republique, une statue en niarbre de grandeur naturclle, representant Monsieur de Hum- boldt, laquelle, une f'ois porlee dans le Mexique, sera placee dans I'ecole des mines de la Ville de Mexico , avoc une inscription convenable. » Art. 3."" L' original de ce decret, sera envoye a la famille ou aux re- presentants de Monsieur de Humboldt; ainsi qu'un exemplaire du dit decret a chacun des Corps Scientiliques auxquels il a appartenu, en priant les secre- taires de le conserver dans les archives. » En consequence j'ordonne que ce ddcret soit imprinie, public, communi- que, et mis en execution. Donnd au Palais du gouvernement National, i\ 1' H^roique Veracruz , le 29Juin 1859-(Signe) Benito Juarez etc--Au Citoyen Melchior Ocampo, Ministre de r Interieur, charge du Ministere des affaires dtrangeres. Ce que j'ai T honneur de porter a votre connaissance- Veracruz, le 29 Juin 1859. (Signe) Ocampo- In qucslo cenno biografico ci siamo principalmente vaisi dello storico elogio, compilato dall' iliustre botanico sig. Schoenefeld, segretario della socicta 18 — 130 — I)oliiiiica ili Francia, c colliiboralorc del jiloi'ioso dct'unlo. L'elogio medcsimo sciitlo con soiiuna doUrina cd cicgaiiza, si prctige lo scopo di ricordare i scr- vijii scientifici icsi dall'llumboldl alia botanica; cd e inlitolato //om»naj/e ren- du a la memoire de M. Alexandre de Ilmnboldi par la socielc dc bolanique de Fyancc dans la seance dn 13 mat 185'.). Un altra simile l)ioginfia non mono iiileicssaiile , queila e pure ciic lesse il celcbie sig. Murchison nulla sedula anniveisatia del 23 maggio 1859della R. Sociela gcografica di Londra- Questo elegante c dolto lavoro, per onorarc la mcnioria del giorioso dcfunto pi'ussiano, sparge nuova luce sulla vita scicnlifica e domeslica del niedesitno ; c trovasi pubblicato ncll' Address at the annivcrsarij meelmj of the Royal geographical Sociciy, 23rd May 1859, p. 10... 20. Tei mincremo questo tributo.ben umile in riguardo alia grandezzadel sogget- to, con ap|)laudii'c anclie alia R. accadeiiiia dellc scienze di Berlino, chc secon- dando reseinpio geneiosainenle dato dalla ropubblica messicana, invio all'ac- cadeinia delle scienze dell' I- islituto di Francia, per mezzo di uno de'suoi se- grctari il sig. Encke, la proposta di una fondazione tale, che ad un tempo e onori la meinoria di Humboldt in una maniera degna di lui, e perpetui quel- r influsso benefico, cmanato da esso durante la sua vita, spccialmenle a van- taggio dei cultori dclla scienza. Si propone adunque di realizzare sotto il no- me di Fondazione llumboldl una congrega, che abbia per iscopo di venire in aiuto efticace agl' ingcgni sperimentati, ovunque si trovino, e qualunque sia la direzione che quesli uomini illustri daranni) ai lavori, ed alle ricerche loro scienlifiche , quelle in ispecial modo che abbisognano di lunghi viaggi. Si voile allidare questa fonda/.ione alia rcale accademia delle scienze di Ber- lino, come queila scientifica sociela cui appartenne Humboldt per circa ses- sant' anni , e nella quale risono la sua pai'ola vivificante poche settimane prima della sua morle. 1/ accademia stessa , per tale Klantropico incarico si dichiaro pronta nel secondare I' invilo che le veniva , nel tracciai'C un piano con regolanienti opportuni, neiraccoidarsi col comitato slabilito a (jucsto fine, nell' incaricarsi delle cure pei' impiegare convenientemente i'ap- poggio suo, a vantaggio tanto degli uomini di merito stabilito, quanto di quelli che si promcttono un chiaro avvenire. il comitato inentre la un appello ai capitali ()cr mandare ad elTetto la Fondazione Humboldt, invita i contribuenti a spcdire i fondi alia casa di banco Mendelshon e C. di Berlino, e ripromette un primo pubblico rapporto, dopo decorsi sei mcsi. A questo prospetto, in- viato in alemanno ed in francese, si unisce una circolare diretta a tulte le — r.n — socieli\ scicntifiulie, inediante la quale si chiede in [tarticoiar modo 11 concorso delie medesime per la fondnzione stessa. Migliorc partito non potova iinmaginarsi pef conservai-e ne! mondo scien- lifico la memoi'ia o lo virtu di Humboldt, Ic cui grand! gcneraii/zazioni hanno indolto no' suoi contemporanoi ro[)ini()nc, che do{)o Aristotilc, solo egli sin resempio di tanta dotlrina. Cio non pertanto in lui non diminui mai I'abituale sua inodostia : ne abi)iamo un ultima pi-ova nella segucnte lettera del general Sabine , pubblicata ncli' Atenco inqlcsc « Sono infoi'inato da una lettera del generalc von Ilendcman, chc in conformita dell' ultimo desiderio di suo 7,io Alessandi'o Humboldt, un piego suggellato fu rimesso nelle sue mani al suo indirixzo , scritto di mano doll' illustre defunlo. Con questo piego egli chiede istanleinente, chc non si pubblichino le Icllere private c confidenziali scrilte da esse alle sue conoscenze. Inollrc Humboldt manifesta foi'malmcnte la sua volonla, che non si faccia veruna riproduzione di rpieilo che nella sua gioventii ha egli scritto- II gcnerale von Hendeman nella lettera particolare che mi ha scritto, ed anche in una circolare stampata, emette il suo desiderio ben fondato, che il conoscere questo ultimo desiderio di Humboldt, sia pivi che sudiciente a farlo riguardare come sacro, e che niuno ardira contrariare un volere si nobile , si legittimo , e con tanta solennita espresso ». Questo grand" uomo non solo era benemerito per le sue riccrchc e per le sue pub- blicazioni, ma eziandio pel favore col quale veniva in soccorso dei dotti, e per I'ardenle zelo ed instancabile col quale li secondava in ogni luogo. Non avvi oggi alcuno che possa ed insieme voglia pratiuare questa nobile virtu di Humboldt, incoraggiando il progresso scientifico sotto qualunque aspetto; percio 6 desidera- bile che la concepita fondazione possa com])letamente mandarsi ad effetto dal- r illustre corpo di scienziati, che se ne voile (iiantropicamenle incaricare. La mortc dell' insigne gcometra Pietro Gustavo Lejcuno Dirichlet, avve- nuta il 5 maggio 1859, era in questa sessione ricordata dal prof. Volpicelli, che si onorava conoscere questo nosfro corrispondente straniero > quando nel 18-i4 fu in Roma co' suoi amici Jacobi, Steiner, e Borchardt. Nac(pie il Dirichlet a Diircn ( Provincie renane ) I' 1 1 febbraio 1805 ; e nell" eta di anni 17 si condusse a Parigi, ove converso coi piii distinti matematici fran- cesi- Dope tre anni, la sua dissertazione - Siir /' impossibilite de quclques equa- tions indclerminec-1 du cinquietne deare ( 1825 ) , gli procuro la riputazione di un distinto geometra. Tornalo in Alemagna, riceve i gradi ncll'universila — 132 — di Brcslau (1827), c poscia divennc professorfi ordinaiio di scienze inatema- tichc in Bcrliiio (1828). Qiiiridi fu nominato incinbro dclla R. Accadcinia dclle scienze in ciuella doniinantc (1832), e succcsse al gron gcoineli'a Gauss nella oaltodra di matematiche a Gattinga. L'accademia delic scienze dell' I. istiluto di Francia lo ciesse corrispondcnte nel 1833, quindi associalo stianiero per la inoilc di Leopoldo de Buch, nel 1854- II DiiicIiKH giiinse alia rinomanza di uno dei primi geometri dcU'epoca sua : dotato d' ingegno penctranle poleva seguiie il fdo delle analisi piu ele- vate, ad onta dei calcoli complicali chc le accoinpagnavono. Esso arrichi ic scienze matenialiehe di niolle scoperti;, e si occupo particolai'mento della leorica dell' equazioni a diffcrcnze |)ai'zia!i, delle serie periodiche, degli inle- grali definiti, e del ramo piii difficolloso e piii elevato delle scienze inaieniatiche, la teorica de' niiniei'i. La maggioi' [)aite de' suoi lavoi'i so|ira gl' indicali ar- goinenti, si tiovano inseriti nellc memorie dell' Accadcmia delle scienze di Ber- lino, nel Journal fur die rcine nnd angetvandle McUhemalik , etc, von A- L. Crelle,o\e dal tomo 3° fino al tomo 47 si trovano venlisei memorie del medesimo, e nel giornale del sig. Liouville, ove sc ne trovano altre sei. Non avvi al certo no universila, ne accadcmia clie abbia tanto profondaniente sentito la peidita di que- sto illuslre analisla , quanto la universila e l'accademia di Bcrlino , le quali vidcro spegnersi una cosi grande inlelligenza quando meno se lo aspeltavano, c nel vigore della eta sua; che di 54 anni circa fu rapito alia scienza ed agli amici II chiarissimo nostro collega sig. prof. Don B. Tortolini , ha redalto un articolo biografico di questo geometi'a, ne' suoi eccellenti annali di inate- malica pura, ed applicata (v. T. 2°, N". 3- pag. 196. an. 1859). 1 titoli delle principal! opere dell' illustre defunto sono i scguenti : Re- cherchcs siir Ics divisenrs premiers c/' une classe de formules du qualrieme de- gre; Demonstration nouvelle de quelques problemes relalifs atix nombres; Question d' analaijsc indetcrminee ; Notes sur les integrates definies ; Sur la convergeanee des series trigonomctriques qui servenl a reprcsenler une fonction arhitraire en- tre des limiles donnces; solution d' une question relative a la thcorie rnaihcma- lique de la chaleur; Demonstration d'une propriete analogue a la loi de recipro- cite qui existe cnlre deux nombres premiers quelcouques; Demonstration du iheo- rcme de Fermal pour le cas des quatorziemcs puissances ; Sur les integrales eu- leriennes ; Sur les series dont le terme general depend de deux angles, ct qui servenl a exprimer des fonctios arbitraires cntre des limites donnees ; Sur Vusage des integrales definies dans la sommation des series jinies on infinies ; — 133 — Sttr I' tisatje des series infmies dans la ilieorie des nombres ; Recherches sw diverses apjAicalions de Vanahjse infinilesimale a la theorie des nombres; liecher- ckes stir la iheurie des nombres complexes; Recherches snr les formes qttadra- tiques a cocfjicienls el a indclerminees complexes; Sur les Premieres demonstra- tions de la loi de reciprocilc donnees par Canss dans la theorie des residus quadratiqucs ; Sur im probleme relatif u la division ; De formarum binariarum secundi gradns composilionc, etc-, etc. II prof. Volpicclli , presenlando le memoiie della R. Accademiu delle scienze di Amsterdani, inviate ai Lincei dalla medcsima, fece notare che nella quarta loro parte (1858) , si tiova pubhlicata la piegevolissima opera del- r illustic jicometra sig. b. Bierens do Ilaan , cornposta di XXXI e 572 pagini, la quale ha per litolo vTables d'inlegrales definies.y> Questo gigantesco ed utilissimo lavoio, sara inolto appiezzato e giadito dai geometii competenti; e tutti (luelli che si occupano di analisi infinitesiinale lo tioveianno iiuiispen- saliiio. Esso e piu oidinalo, piu mctodico, c piii coinpleto di tutli gli altri pub- blicati di (jueslo gcncre; anzi per taluni assai repulati analisti, esso ha il bel difello di essere anche troppo coinpleto. Quest' opera non e una semplicc cornpilazione; poichii fra gli otto mila e piu integraii contenuti nella nicdesima, superano i due mila quelli che sono stati calcolali dall'autore; percio dovra riuscire molto utile ai geometri, che nel tempo stesso debbono esssere assai grati alTillustre malematico di Amster- dam, per le lunghc, diflicili , c laboriose riceiche intiaprese da esso, a fine di raggiungere il suo nobile e dotto scopo. L' opera stessa redatta in fran- cese, risulta di 447 tavole, dislribuite in 572 pagine in 4°: ciascuna pagina e nu- merata in fine, porlando in prineipio: 1° la nalura dell' espiessioni da integrarc (algeb. , tiascend. ecc): 2° il nuincio della lavola : 3° i limili della intcgra- zione- CI' integraii definiti sono accompagnati dal nome del calcolalore da cui furono trovali, o dell'opera in cui furono pubblicali: fra questi dislinti nomi, che sono circa 68, figurano per I' Italia Lagrange, Maschernni, Plana, Bon- compagni, Tortolini, Libri, e Cisa di Gresy. Nella prefazione 1' autore indica i qualtro scopi che si propose raggiungere, e che sono i seguenti- 1° disporre i diveisi risultamenli con iiietodo bene ordinalo: 2° otfrire i diversi metodi coi quali questi risullanionli si otlengono, c eio indicando le opere nelle quali si possono trovare : 3° dare un quadro storico e bibliografico di questo ramo di analisi matematica : pero s\ fatlo terzo scopo non pote raggiungersi completa- — 134 — inente , causa la mancanza di lisposle alio licbicslc falte dall' autoie per mezzo dei giornali scientilici : V V osainc di (|upgrintcgrali definili, clie non sono ancora sicuramonte acccttati, e Tautore indica tultavia quest! risultamenti senza pennpttersi di giudicarli, anclie alloi'cli6 abbia egli fissale le sue idee sui inodesirni. 1 calcoli dog!" inlograli cogiiiti t'urono da lui vciilicati, ed egli cbbc cura d' iiulicarne gli eiTori e di correggerii ; inollre col motodo degl' in- tegral! parziali I'autoro forniscc nuov! integral!. I risultamenti sono circa 3200 ; lo correzioni o le osservazioni critiche, le qua!! ascendono a circa 780, oc- cupano 8 paginc. ^Jucsta collezione contiene trc parti, ciascuiia delle quali h divisa in se- zioni, sccondo che le funzioni sono algebriche, csponenziali, logaritiniche, circo- lari, direttc o inverse; e ciascuna s'czione viene suddivisa secondo cbe le fun- zioni sono monomie, binoniie, polinomio, razionali, irraziouali, intere, o frazio- narie , ed ancho secondo i limiti degl' integrali- I professor! die insegnano troveranno in quest' opera un ubertoso campo di esercizi di quadrature, da propori'e a! loro allievi. L' opera inedesiina da occasione a sentire maggior- mente !1 bisogno di una simile collezione per grintegral! di equazioni differen- ziali, classificat! per ordine, grado, numcro di variabili, numero di equazioni, tanto a differenze parziali, quanto a differenze finite. Sono le accademie che debbono proinuovere qucsti utiii lavori, ed i govern! dobbono loro accordarc i mezzi per eseguirli, a line di bone meritare della scienza- II sig. Bertrand, giudico compotente, dopo avere molto lodato questa rac- colta d' integral!, non a bastanza raccomandabile ai geomelri, considerando che un lavoro tanto utile dovra in seguito piu volto riprodui'si, fa sul medesiino le treseguonti osservazioni. l.''Fra gl'integral! menzionati se ne trovano molt!, cinquecento almeno, che ofPrir non possono dilficolta di sorta, neppureagli stu- dent!. Ess! da tutt! si conoscono, e pcrcio rendono inutilmente I'opera piu vo- luminosa, e le ricorche in essa mono facili : 2." Non approva il sig. Bertrand I'ecccssiva modostia che ha impodito all'autore di sopprimore delle formule, che sono cvidcntomente impossibili: 3.° Egli trova in fine che il prime nome citato per ciascuna formula, non e scmpre quelle del suo vero inventore- Termineieino (juosto breve cenno suM'opera del dotto geometra olandese, ricordando che fra gli aiitoi'i che lianno parlato della medesinia, si puo consul- tare ulilmente la nota del sig. Bertrand inserita nel T. 47. p. 434 an. 1858 dei Complca Reiidus ; I'articolo del sig. Terquom inserilo nei Novelles Annales dc inallicinaliqncs Biilledn de bihlioffraphie . . . . T. V, an- 1859, p. 29 ... , — 135 — 35; e la liclazione del cliiiin'ssiino prof. Beliiivilis, inscriia negli Alti dcU'I. li. islilulo venclo di scienze, Icllere, ed arti, T. IV. scrie 1858-59, lerza dispensa, V. pufj. 413. . . 420. Questa rclazioiie molto sviluppata, contiene una dotta ciitica (icir opera in proposito, t presenta inleressanti osservazioni sagl' into- grali deOniti, ed utili modifica/ioui alle tavoie del sig- Bierens de Haan; co- sicche la lettura di essa giovera moltissimo per conoscere bene lo spirito e I'liso delle tavoie niedesiine. II prof. Volpicelli mostro un pregevolissimo autografo di Gio- Keppler o Kepler, invialogli gentilmcnte in dono daH'illuslre geometra sig- Chasles, il quale mentre fa tesorodi manoscrilti dci somini scienziati, accoppia la rara qualita di csscre generoso di siffatte jireziose reliquie coi suoi amici. Qucsto autografo, ben conservato , consiste in due pagine in foglio , che contengono alcune delle risposte fatte dalf immortale astronomo di Weil (Wurtemberg) al Cal- visio, dotto cronologista tedesco di Grosleb nella Turingia, le quali riferiscono all' cpoca della nascita di Gesu Cristu- Lo slesso autografo si trova per in- tero |»ubblicato nell' opera intitolala - Joannis Keppleri malhemalici Eclogae Chronicae etc Franco furli 1615/3. 14 , la quale si conserva nella doviziosa biblioteca Barbcrina in Roma. CORRISPONDENZE Accompagnata da un dispaccio del pontificio ministero del commercio e lavori pubblici, diretto al nostro sig. presidente, giunse in dono all' acca- deinia una copia deH'opera intitolata u Sehiaiimenti c direzioni per accompa- gnarc Ic carte dci vcnti e delle correnti, approvati dal capilano D. N. Ingrahani, e pubblicati d'ordine deH'onoievole Isacco Taucey segietario della marina, dal sig. M. F. Maury. Washington 1858 Vol. due in 4," ottava edizione, accre- sciula e corretta «. Quest'opera fu inviata dall' osservatorio astronomico di Washington aH'accademia nostra. II segretario perpetuo della R. Accademia delle scienze di Napoli, sig. eav. Vincenzo Flauti, ringrazia per gli alti de Nuovi Lincei giunti alia me- desima. — 136 — II segietario generale dciraccadcinia Giocnia in Catania, sig. prof. D. Fran- cesco Tornabene casinesc, a nonio della niedesiina ringiazia per lo slesso inolivo. II sig. W. Vrolik, segrctario della R. Accadeniia dclle scicnze di Aiiister- (lain, ringrazia siniiliiicnte. Lo slesso ringraziamento e giunto da parte dcirAccademia dellc scienze di Vienna, per mezzo del sue segretario generale sig. D/ A. Schrotler. La R. Accademia delle scienze di Berlino, mediante 11 suo segretario sig. F. Encke, ringrazia [ler gli atti deiraccademia nostra da quella ricevuti. Con una lettcra molto cortese, al nostro sig. presidente diretta, da Don Vasquez Queipo, il medesimo aceompagna in dono all'accademia una copia deH'opera da esso pubblicata in tre voiuini in 8,° cho ha per titolo - Suggiv sui sislemi di inisiire e di moncte degli anliclii popoli a cominciarc dai leinpi slorici sino al tcrmiiiare del Kaliffalo di Oricnte- Senza preoccuparsi con vcruna ipotesi, I'aulore di quest'opera si e uni- camentc appoggiato ai monumenti ed ai testi autorevoli; e con questi niezzi, congiunti ad un'ammirabile perseveranza, e giunto a ritrovare i sistenii tanto metric!, quanto monetari degli antichi popoli. Cio lo ha condotto necessaria- mente a conosccre pur anco la storia della civilta degli egiziani, degli assiri, e de' fenici; per la quale conoscenza I'autoro pote conseguire prove incon- cusse a dimostrare, che la civilta medesima, presso queste tre grandi nazioni deirantichitj, fu molto avanzata. I sistemi irietrici di questi popoli sono fra loro simili, e presentano una semplicila, eleganza, e perfezione ammirabile. La base dei tre sistemi e il piede ; il cubo di questo c la misura di capacita ; ed il peso del medesimo cubo, tutto di acqua, forma il talento, vale a dire la unita superiore ponderale. Anche nel moderno sistema metrico il peso di un cubo d'acfiua c I'unila ponderale, ma di piii quest'acqua dev'essere distil- lata, ed alia temperatura corrispondente al maximum di sua densita, onde il peso medesimo sia costante. Pero la civilta di quelli antichi popoli, comecche avanzata, non poteva certo esseie a tale giunta, da riconoscere la necessita di queste due condizioni, per la esattezza dell'unita dei pesi. L'unita lineare nei tre indicati sistemi, per gli usi della vita, e il ciibilo; ed i sistemi analoghi delle — 137 — altie nazioni posleriorincntc civilizzate derivano da quci tre, che sono da coii- siderai'c pcrcid come primitivi. L' accademia riunitasi Icgalmente a un'ora pumeridiana si sciolse dopu tre ore di seduta. Soci ordinari presenli a qitesta sessione. M. Massimo — P. Voipicelli. — S. Proja. — V. Latini — G. B. Pian- ciani. — N. Cavalieri — B. Toiloiini. — G. Ponzi — 0. Astoifi- — B- Vialc. — A- Secchi. — C. Maggiorani- — F. Nardi- — A- Coppi. — L. Ciuila- — I. Calandrciii. — E. Fiorini. — B. Boncompagni. — C. Sereni. Pubblicato il 19 gennaio 1860. P. V. OPERE TENUTE IN DONO Happorlo alia R. Accade.via delle Scisyze di Napoli inlonio a taliini alberi irovati ncl Dacino del Sarno, redallo dal sig- prof- M- Tenohe- Napoli 1859 nn fasc. in 8.° liendiconto delle Sessioui dcW Accademia delle Scienze dell'Istitdto di Bo- logna- Anno accademico 1858-59- Bologna 1859 un fasc- in 8." liegistratore mcleorolofjico ElcUro-scvivenle del Padre Don Timoteo Bertelli Barnahita. Bologna 1859 un fasc. in 8.° Soluzioiie di un quesilo eliologico del D/ Douehico Bomb a- Bologna 1858 un fasc in 8.° Nevralgia solCorbitaria curata con la escisione dal Dolt^ CosTAyzo Mazzom. Memoria del D' Domenico Bomb a. Roma 1859, un fasc. in 8.° Relazione ed analoghc riflessioni di un raro e maraviglioso Aneurisma Aorlico- Del D"^ Domes ICO Bomb a. Roma 1859, un fasc. in 8.° Giornalc del Gabinetto Lellerario dell Accademia Gioema- Nuova Serie Vol. V. fasc.' II. in. IV. 1859. Sopra i pretesi specifici della Rabbia, e breve storia di una prelesa guarigione 19 — 138 — ottcnutain Russia nelVaww 1857. Pensamenli di Luici Toffoli. Padova 1859, uii fuse, in 8.° // Nuovo CivEXTO giornale di Fisica , di Chimica e Scienze afftni compilato dai prof.'' C. Matteucci e R. PiniA. Tomo IX, Maggio c Giugno. Sidla uolizia di tin viaggio del sig- Mailly (alio in Sicilia, e uel tnezzogionio dciritalia. Nota del sig. prof. V. Flauti. Note - Nota sopra il calcarc fossilifero del forte de V Esseillon , vicino a de Modane in Mauricnne- Eslratlo di una leltera del nig- prof. Angblo Sismonda at sig. Elie de Beaumoxt- Torino 1859, un foglio. Canlica con conienti sul principio e nobile scopo delV inclito ordine GerosoUmi- lano di S. Giovanni, etc. etc. Scritla nel maggio 1858 dal Commendalore Sal- v.iToitE Fe.mcia Napoli 1859, un fasc. in 8.° // primo hlihttore de' SordomiUi - Parole del Cav. Direll- Abate Gio- Batta: CosTARDi Milano 1858, un fasc. in 8.' Elogio delV Abate Carlo Micuelb de L'Epee fondatore delV istituzione de' Sor- domuti, Ictto in occasione del saggio annuale 1859, dalV Abate Gio- Batta : CosTAitDi. Milano 1859, un fasc. in 8." Relazione dei lavori scieiitifici eseguili nelVanno XXXIV delVAccADSMiA Gioenia DI SciEiyzE NATURAL! i\ Catania, scritta dal scgretario generate della med."^ Fra.\cesco Torn ADEN e- Catania 1859, un fasc. in 4.° Atti deU'I. R- Istituto Lomhardo di Scienze, Letters ed Arti- Vol. I. fasc. XV e XVI. Vol. Vlll fasc. I. Milano 1859, tre fasc. in 4.° Relazioni inlomo alia malatlia dominanle ne' Bachi da seta neU'estate del 1 858, in risposta al programma nel di 8 aprilc 1858, pubblicato dal R. Istituto d' iNcoR.iCGiAMENTO ALLE SciENZE NATURALi. Scritte da' siioi soci ordinari Oronzio G. Costa, e Francesco Briganti, e dal socio corrispondente Achille Costa- Napoli 1859, un fasc. in 4.° Memorie delVAccADEinu delle Scienze dell' Istituto di Bologna. Tomo IX fasc. 3. Bologna 1859, un fasc. in 4." Neue - Nuovo metodo per abbozzare i disegni prospeltici , unitamente ad una sevcra scientifica esposizione della prospeltiva in generate di Giovanni Au- gusto Grunert professore in Greifsivatd. Un fasc. in 8.° On the - Sopra l' influenza eteltrica netla luce polarizzata di W. R. Grove. Londra 1858, un fasc. in 8.° On the - Sopra te strie vedute netla scarica elettrica nel vttoto di W. B. Grove. Londra 1858, un fasc. in 8.° — 139 — Koninklijk - Rcgio decrelo sttlla formuzione delV Accademia dells Sciesze , rcijoliimciUo organico, cd allrc nolizic delVAccAucviA di A.usTEnDAy. Amster- dam 1855, un fasc- in 4.° Allgemeine - Gazzetia universale per le scienze , redalla , con la cooperazione di inohi doUi, da M- RtEuvvALD. Vienna 1859, N." 1. in folio. Malhcmalische - Gonclusioni malcmalichc delta /{. Accadehia delle Scienze DI BERLiNo delVanno 1857. Bcrlino 1858, un fasc. in 4." Proceedings - liuUeliini della R. Societa' di Lo.\dea Vol. IX N.° 32, 33, 34. Londra 1858, tie fasc.' in 8." Philosopliicai - Tiausazioni filosofichc della R. Societa' di Lo.\diia per Van- no 1858, Vol. 148 parte I e H. Londra 1858-59 due volumi in 4." SidV Archimede e U Apollonio di Maiirolico, osservazioni siorico-critiche di V. Flauii. Napoli 1857, in fogiio. Per la XIII' cdizionc degli elemenli geometrici di Euclide, e del libra de' leo- remi di Archimede Nota del rnur. V- Flauti. mezzo fogiio. Elemenli di geometria di Euclide emendali, e restiluili al loro prislino splen- dare da V- Flauti. Ventilreesima edizione. Napoli 1856, due volumi in 8.» Memoires - Memorie dell' Accadeuia di Stanislas anno 1858. Nancy 1859, un volume in 8." Censo - Censo della popolazione della Spagna secondo il rapporlo approvato it 21 maggio \8ol dalla commisaione di slatistica generate del Regno ; pub- blicalo (/' ordine di S. M. , non comprcse le provincie di America cd Asia. Madrid un grandc volume in 4." Nomenclator - Nomenclalura dei popoU della Spagna formata dalla commi's- sione di slatistica del Regno ; pubblicala d' ordine di S- M. ; non comprese le provincie di America cd Asia- Madrid 1858 , un grande volume in 4.° Essai - Saggio sopra i sislemi metrici e monelari degli anliclii popoli da i jmmi tempi slorici, fmo alia fine del Khaliffato d'Oricnle, di Don V. Vazquez Queipo- Parigi 1859 Ire volumi in 8." Explanations - Schiarimenti e direzioni ai marinari per accompagnare le carle dei venti e delle correnti ;approvali dal capilano D- N.lNGRAHAu,e pubblicali d'or- dine deironorevole Isacco Toucey, segrelario della marina dal sig. M. F- Maury- Wasington 1858 Vol. I, c II in 4.°, oltava edizione accresciula e corretta- Verhandclingen - Alti della Reals Accademia delle Scienze di A.vsterdam pane II, III, IV, V, e VI. Cinque volumi in 4-° Monalsbcrichl - Rapporlo mensile della R- Accademia Prussiana delle Scieszs - 140 — i,v Berlixo. ScUembrc e diccmbre 1857 gennaro .... deceinbre 1858. Comptes - Conti rest dcWAccADEiuiA dellb Scieaize dell' Istituto di Francia ; in coiTcnte. Vei'slagen - Prospello delle comunicazioni delta R- Accadehia delle ScieiSze DI Amsterdam ; sezioue notizie leilemrie- Parte 1." fasc' 1.° 2 ° 3.° parte II." fasc." 1.° parte III" fasc-' 1." 2° 3." Ainsterdam sei fascicoli in 8.° Sitzungsbei'ichtc - Alii delle sessioni della I- Accademia delle Scieaze di ViE.WA. Classe di matemalica e fisica n- 10 del 1857, e dal n. 6 al n- 29 1858. Vienna, 26 fascicoli in 8° Sitzungsbcrcchlc - Alii delle sessioni della I- Accademia delle Scienze di ViE.syA- Classe fdosofica islorica dal n- 1. al n. 8- 1858- Vienna 8 fasci- coli in 8." Catalogus - Catalogo della libreria della R- Accademia delle Scienze , re- dalto in Amsterdam- Dislrib. l."efasc. 1° della 1." parte. Amsterdam 1858, Un vol. ed un fasc. in 8." Vcrslagen - Prospello delle commtmicazioni della R. Accademia dblle Scienze DI Amsterdam. Parte 2." fasc" 3.°, parte 3." fasc* I." 2." 3.°, parte 4." fiisc' 1." 2.° e 3.°, parte 5 " fasc" 1,», parte 7." fasc' 1." 2-° S". Undici fasc' in 8.° laarbock - /lii«a/i (/e//a R- Accademia delle Scienze di Amsterdam. Aprile 1857 un fasc. in 8.° Anleitung - Guida alle osservazioni magneliche di Carlo Kreil- Vienna 1858 un fasc. in 8.* Notizenblatt - Giornale supplemento alVarchivio di notizie delle sorgenli di sloria auslriaca, edilo dalla commissione storica delV Accademia Imperiale delle SsiE.yzE di Vienna. Ottavo esercizio 1858; 24 numeri. Vienna 1858 un volume in 8° Archiv - Archivio per le cognizioni delle sorgenti sloriche anstriache delV I. Accademia delle Scienze di Vienna 1858, tre fasc' in 8.° Fontcs rerum austriacarum - Sorgenti sloriche aiislriache- Commissione storica delta I. Accademia delle Scienze di Vienna- Volume XVII. Vienna 1858, un vol. in 8." Lijcidas ecloga el musae invocatio carmina quorum auctoriJonANNi Van Leecwen, E Vico Zegvaart. Amsterdam 1856, un fasc. in 8° — 141 — Annali lU malematica ptiia ed applicala pubblicati da liAnjvABA TortOlim. Dal gcimaro aU'afjoslo 1859. /?oma, 4 fuse.' in 4." Atli dcir I. R- ISTITVTO V£,VtTO Dl SciEMB, LETTEHE ED ARTI dul llOVCmbre 1858 uW otiolire 1859. Tomo 4." serie teiza : dispensa 6." 7." 8." c 9." Ve- nczia 1858-59; 4. fasc' in 8." Mcinorie delV I. /?■ Istituto .vedesimo- Vol. VII, parte III. e Vol. VIII parte I. Venezia 18.59, due volumi in 4° giandc. Memorie delV Osservatorio del Collegio Romano- Nuova serie dalV anno 1857 al 1859, pnbblicalc dal />• Amjclo Secchi, diretl- del med- Osservatorio: dal i\.° 1 all'8; in 4.° i IMPRIMATUR 5 Fr. Th. M. Larco 0. P. S. P. A. M. Socius * IMPRIMATUR Fr. A. Ligi Russi Ord. Min. Cony. Archicp. Icon. ' Yicesaerens. A T T I DELL' ACCADEMIA PONTIFICIA DE' NUOVI LINCEI sessiotiE ir' deli; 8 mum i860 PBESIDENXA DEL SIG. DCC* D. MARIO MASSIMO MEMORIE E COMUNICAZIONI DEI SOCI ORDINARI Z SXI CO&HXSPONDXIfTI Geograkia. — Sni piu rccenti progressi delta geoyrajia- Memorio di Munsignor FnAycEsco Nardi- N, lei progresso anzi nel volo spiccato dalle scienze fisiche , iiessun' altra a mio avviso passa la geografia- I suoi conquisli possono diisi quotidian! , le region] inesplorate del globo vanno ogni di piu restiingendosi , e in brevi anni la terra non avrii piu verun suo tratto notevole, che ci sia ignoto- lo mi limitero ad accennare quanto di piii notevole si e fatto nelTultimo Iricnnio, ed anche in questo breve inlervallo la messe e cosi vasta, che mi conviene see- gliere i fatti principali> Terre polari artiche. Dope che Mac-Clure avea sciolto nel 1855 lo sterile problema del pas- saggio Nord-Ovest, ed Elia Kane svernato due volte (1853-55) alia spaven- tosa latitudine di 78° 47' a Rensselaer-Haven , parea che il ciclo delle spe- dizioni polari artiche dovesse esser chiuso. Mac-Clurc, sebbene compiesse il famoso passaggio, entrando per lo stretto di Behring, e uscendo per la Baja di BafTm, avea colla sua stessa navigazione dimostrato il sommo pericolo, e la spaventosa difficolta di quella via affatto inutile ai commercii. Elia Kane soggiornando due anni nella Groenlandia scttentrionale , e sfidando inedia , solTerenze, e pericoli senza numero, avea raccolto ogni piii desiderabile dato sulla povera fauna e flora di que' tristissimi luoghi, e inoltrate le sue ricer- chc sino alio spiagge di quel mar polare , che giusta la sua asserzione , o meglio quella d'un uomo deila sua spedizione, si aprirebbe libero da ghiacci 20 — lii — aU'estreniila del canale di Smith e Kennedy, oltrc I' 81° di latitudine. Dopo quesli due gran viaggi poc'allio sembrava rimaner da csplorarsi in quo' Icr- libili mari. Pure v' era un fatto , clic inlercssava allamcntc tulto il mondo civile. Trallavasi di scoprirc, so non le persone, almeno i resti e i documenli della infelicissiina spediziono di (^iovanni Franklin, uno do' tanti martiri della scienza , uccisi dall' inedia e dal ciiina. Dopo 14 anni di silenzio trascorsi da! 15 inaggio 18i5, in cui avea salpato dal Tamigi, era inipossibilc trovare allro che cadaveri e scritti. Pure la piela degl' Inglesi, deH'americano Grinncll, e niassinie della vodova deilo sventurato capitano, non aveano cessalo di man- dare es|)loiatoii , che invesligassero Ic costc , e i meandri di quell' inlrica- tissimo Oeeano. Ma ie 45 navi spedite dal 1848, e le ripetule spedizioni ter- restri, aveano date ben povere notizie. Le maggiori e piii esatte le dobbiamo alia recenlissima spedizione di Mac-Clintock, il quale ncgli ultimi mesi del- Tanno scorso, trovo sulla punla Vittoria della Boothia un rozzo monumento sepolcrale, e in esso uno scritto, da cui si seppe che le due navi di Franklin, Erebus c Terror, aveano passato il primo inverno (1845-6) ne' gbiacci a 70° 5' lat. 98° 23' long. occ. Greenwich ; che a primavcra risalirono il canale di ^^ellingtou sine al 77° lat., indi poggiaroiio verso sud lungo la costa di Corno- vaglia. L'anno seguente (1846-7) aveano svernato all' Isola Beechey, e preci- samenle a 70° 43' 28" lat., 91° 38' 15" long. occ. Grecnw. Cio gia si presumeva, perchc parecchi anni prima eransi nell' isola Bee- chey scoperti i sepolcri di tre marinaj della spedizione. Nell'estate 1' infelice Franklin cerlamente affranto dai disagi, mori (e precisamente I'll giugno 1847) a hordo del suo legno, preceduto, o seguito da 44 de' suoi. I 105 superstiti nell'aprile del 1848 abbandonarono le navi per tentare qualche via che dal capo Herschel li menasse al Fiume-del-gran-Pesce, e alle tcri'e della Compa- gnia della Baia di Hudson, dove speravano trovar provigioni. Non si raccol- sero ulteriori notizie, ma conciliando queste di Mac-Clintock con quelle gia prima dateci del dott. Kae, il quale nel suo viaggio del 1855 presso Pelly-Bay (a 69° lat. sett. 72° long. occ. Greenvv.) avea sentito da Eschimali, che 40 uo- mini bianchi a 10 in 12 giorni di cammino all'ovest, erano morli di freddo e di fame, troviamo che la spedizione dove perire, parte nel tremendo tra- gitto, parte presso le rive del Fiume-del-Gran-Pesce, dove forse non trovo ne le provigioni, ne i soccorsi spesso promessi, e non tenuti da quella famosa Com- pagnia piii sollecila di vendere le sue pelliccie, che di favorire ie scienze. — 145 — Con queste ullime spcdizioni polaii , io diceva, potcrsi sperare che sia cbiuso il loio cicio, esseiido che una lunga e fatalR espericnza aviebbe do- vuto diinostraine 1' inutilita. Ma nol crediaino. E foisc , che Io stiano as- sorto di Kane esservi oltre 1' 81° di lat. un mar polare libero da ghiacci, ec- citeri 1' inslancabile ardore degli Americani, o degPlnglesi, pei quali la dif- licolta e il pericolo sono insiiperabili attiattive. II fatto, benclio singolare, e contradelto da celebii viaggiatori polari tra i quali Ominaney, non 6 impos- sibile, e possono imaginaisi cause che Io spieghino. Al polo auslralc non si son falte scoperte di rilievo, ne nolevoli spe- dizioni. Asia. dome gl' Inglesi stanno quasi soli ncila gcografia dei mari polari , cosi quasi soli stanno i Hussi nel settcntrione d'Asia- La massiina tra le loro coii- quiste geografiche , c politiche , f'u la coinpiuta navigazione del gran fiume Amur, certamcnte fecondo per la Russia di un grande avvcnire. L' illustre inio amico signor Dottore Petermann nell' annata 1857 deile sueCoinmunicazioni geografiche, e piii recentemente la spedizione geografica con- dotla da Liihdorf, posero in plena evidenza i vantaggi, che 1' Impero puo rilrarre da questo fiume. E invero e nolo, che tulti i corsi d'acqua di Siberia vanno da sud a nord, onde sono chiusi tre quarti dell'anno, e mettono ad un mare anche esso cbiuso ed inutile- II solo Amur si volge ad oiientc , bagna per lunghissimo tratto la Siberia oricnlale tra i gradi 48° e 52° di lat.; ha corse placido, poche cateratte, e foce larga, c profunda oltre 14 piedi, che si apre nello Stretto Taitaro, in faccia all' isola mezzo russa e mezzo giapponese di Sachalien. Sino al 1849 il fiume vagava incerto sulle nostrc carte; d' allora in poi Pokciurieff, Pernikio, Schmerin, e Schrenk, e piu recentemente, come dissi, Liihdorf Io descrissero sott'ogni riguardo geografico, geognoslico, ctno- grafico e politico. Gli Americani diedcro mano ai Russi, e nel 1857 un loro vaporc VAtnerica, condotto dal capitano Hudson , monto a ritroso , sino ad Ajan nella Manciuria, cio^ 14 buoni gradi di long- entro terra, provando cosi col fatto la facile navigabilita del gran fiume. Ed ecco una bella via comoda e sicura, aperta sei mesi dell' anno ai conimercii d'Asia orientale, col Giap- pone ora aperto anch'esso, colla Cina, coll'.^merica d'Orieute, in fine con lutle le spiagge del Pacifico, chiamato forse ad essere il gran mercato dei popoli futuri, come fu il Mediterraneo degli antichi, e I'Atlantico dei moderni. — 146 — Dovendomi limitare a cenni, m'e impossibile trattenervi sui lavori geogra- fici dell' Accadcniia iniperiale russa di geogiafia per quanto siano imporlanti e bcllissimi. Ma non posso taceic di quelli che riguaidnno il mare di Aral, r istmo Ust-Urt , la catena degli Urali , e la cosla Pay-Choi, e le re- gioni intcressantissiinc, che ciicondano i due laghi Bajkal e Baikasc. Tultu (juestc tcrre, cd ac(]uc, o ignolc o inal note, ebbeio per oi)efa deirAccadeinia iniperiale dcscrizione, o carle prcziose , c a quanto so ne puo giudicare da confront!, ricche e accurate- Eci:ellentc e pure il recenle lavoro di Scmenow intorno al lago alpino Issik-Kul , alle frontiere Russo-Chiocsi, e alle Mon- tagnc celesti, ossia Tian-scian, dcllc quali ci diede prexiose notizie geografichc 0 geognostiche, colla niisura di moiti [)icchi. Lo stcsso lavoro compi Chodzko, Capo dello stato niaggiore russo nell' esercito del Caucaso rispelto a quesla gi-ande catena, e di pratica utilita furono i rilievi d' Iwanoff, e Nasaroff nel- ravvallainento tra Caspio c Nero al nord del Caucaso, per tracciarvi un ca- naie, cbe unisca quel due gran bacini tra loro, e coll'ainpia rete dci canali russi. fi dilTicile immaginare una inaggiore perfezione di quelia cho presen- tano i lavori cartografici, etnografici e statistici usciti da questa insigne Ac- cadcmia, a cui la geografia d'Asia settcntrionale deve la presentc sua luce. Lc regioni dell' Asia niinore ebbero ed hanno un diligentc esploratore nel sig. Kotschy , e in sommo grado interessante e la plena descrizione da lui dataci del gran vulcano Demavend, che visito nel suo viaggio da Sciah- Meran all'Argco. Le regioni dcirHinialaya, del Thibet, di Kascmir, e Karakorum, non erano ignote, ma incertissimc. Mancavano sicure notizie geografiche, geologiche, e poco sapevamo della loro fauna e flora- Inglesi e Tedeschi empirono questo vano , c ci diedero grandiosi risultati. Si 6 agl' Inglesi colonnello Weigh , colonnello Everest, e tenentc Montgomcrie, che noi dobbiamo le migliori no- tizie rispetto alia elevazione , direzione, posizione e geologia di quelia mas- sima catena del globo- Everest con ripetute misure tiigononietriche , che si presentano come assai attendibili , fisso la misura della piu alta cima , la quale ora porta il suo nome. Ella sta sotto il 28° lat. sett., 89° 27' long. or. Greenw , e sorge a 29,002 piedi inglesi , pari a 27,212 di Parigi. Onde 1' Everest tolse il primato al Kancinjinga, come questo I' avea tolto al Davalaghiri. L' Everest rimane quindi la massima altezza esplorala del globo, e vince la massima altezza del nuovo mondo, che e pur sempre I'Aconcagua, di oltre 7000 piedi. I due fralclli bavaresi Schlagintweit espio- — 117 — rarono invece con sommii ciir.'t la sloria naliiiiile delle stesse region!, aii-ic- chcndola, anzi in parte cieandola. Sventuralamentc teste perirono vitlinia del loro ardoie per la scienza. Benche non appartengano alle vere scoperte, pure non possiaino taccre le belie osservazioni futto da Roth in Paleslina (1857) , e parlicoiarmcnte nella famosa valle Kl-Araha, eiie unisce Tcstremita ineridionaie dell'Asfaltite colla scttenlrionale del Mar rosso. Oia conosciamo la vera allczza di quclla valle inediante esatle e frequenti misure ipsomctriche. Ella ascende a circa 900 inetri sopra il livello deH'Asfaltite, ond'6 vana 1' ipotcsi, chc le acque del Gior- dano polessero inai scaricarsi per essa nv.\ Golfo di Akaba dell' Eritreo , la cui superficie gia sapevamo superiore di iOO metri quella deH'Asfaltite. Da parecchi anni Tattcnzione dei grandi Stati navigatori e rivolta alle Coste cincsi. Quelle di Canton, di Tien-cin, del Golfo Fe-cie-li, c massime la focc dell' importantissiino Pei-ho, via piu diretta a Pechino , fuiono stu- diate con inleresse, che non credo puramcnte scienlifico. I paraggi dclla Man- ciuria c dei golfi di Leantong, di Victoria e d'Anville furono esattamente rico- nosciuti dairanimiraglio francese Guerin,e da llauqucinorel comandante dclla Cu- pricieiise ; quindi dalla fregata russa Pallas, e dagl' ingiesi Hill e Freeman. Ne puo dubitarsi, che la novella spedizione, che sta preparandosi dalle due maggiori po- tenze niarittime contro I'linpero celeste, non sia per conipiere col cannone quelle scoperte, chc noi dobbiamo finora quasi esclusivaniente all'opcra paciGca dei missionarii e dei viaggiatori. 1 lavori dei Francesi, e sopra tulto gli scandagli della Capricieuse , olTrono quanto potea desiderarsi di piu esatto. Solo , se ci fosse permosso un dcsidcrio , vorrcmino che gli scopritoi'i o descrittori , cercassero di meglio accordarsi sulle nomenclature. Cosi p. e. i Francesi, come gl' Ingiesi, aveano tutto il diritto di non dinienlicare nelle denominazioni i loro sovrani, e i grandi uoraini delle lor patrie, ma c certo che ne usano assai lar- gamente. Onde troviamo dal 42° al 43" .\rcipelago Eugenia , dal 43° in su golfo Napoleone , dal 42° al 40° Rada JNapoleone ecc ed e quello stesso mare , che gl' Ingiesi aveano prima detto Baja Vittoria. La scienza perfet- tamente neutralc si limiterebbe a desiderare almeno un'accordo nei nomi, e possibilmcntc una maggior varieta, perche non e certo utile alio studioso, ne credo al navigante, incontrare ripetuti nella stessa carta gli stessi nomi. Dove cio avviene piii spesso, e nelle carte dei mari polari. In essi leggerai da selte od otto volte i nomi di Melville , di Nelson , di Herschel , di re Guglielmo , e dieci o dodici quelli di regina Vittoria, di Parry, e di Franklin. Peggio poi — 1-48 — accade, quando la gelosia nazionale mula quest! nomi, dando alio stesso Capo od isola, 0 golfo un nome francese ed uno inglese. Un campo novdllo si apcisc testo neli'Asia oriciitale alJe indagini della scienza. II fiiappoiic chiuso ali'liuiopa da 20(1 anni, picgossi alia potentc do- iiianda degli American!, Inglesi, Frances!, e Russi, consentcndo piu port! a li- ber! commeicii. Sinora quell' liii|)ei'o venno esplorato quasi furtivamente, prima da missionari! poi ncgli ultimi due decennii, con niiracolosa perseveranza dal ba- varesc Siebold, che ci passo sctte anni. stido pericoli gravissimi, e face per quella teira, quanto forse nessun viaggiatore lia niai fatto per verun allra , descrivendone la geogi'afia, la geologia, la storia nalurale ne' suo! tre regni, c pcrsino la climatologia. Piu recentemenle le coste venivano atlentamente studiate c rilevale da Inglesi , Frances! , e American!. Ora , tolto il di- vieto , un facile e ricco mercato e oiTerto a! popoli d'Europa e d'America , in un Impero di 40 milioni d'abitanli, d! civilta maggiore della cinese, con un teireno ricco d'ogni prodotto. Possa la concorrenza esser sempre pacifica ? Affrica. Questa gran terra cliiusa tutta in se stessa, in nessuna parte frastagliata da profondi sen!, e solo in pochi punti percorsa da gran fiumi, contiene an- cora i maggiori secret! del nostro globo. Collo sventurato Mungo-Park co- mincio una seric di generos! esploratori, ai quali, se manco spesso buona for- tuna, non mancnrono ai'dimcnto e perseveranza. A ti'e region! dell' immenso conlinente si voisc sopratutto la mente e il passo dei coraggiosi viaggiatori, c sono 1) le region! del Niger e del lago Ciad, 2) quelle dell'alto Nilo, 3) quelle del Zambese, e del Loango- In quest! ultimi anni i maggiori merit! per I'esplo- razione della prima , cioe del Sudan occidentale, spettano scnza dubbio alia spedizione del dott. Barth compiutasi in vero dal 1849 al 1855 , ma resa interamente nota al mondo scientitico solo da pochi mesi. fi impossibile com- pendiare ! merit! d! questo viaggiatore in pocbe linee- II regno di Air, e di Sokolo, il Bornu, il Gando, Sonrhay, Tombuctu, il Bambara e il Vangara ; quindi ! pacs! afTatto ignoti di Fumbina c Adamaua al sud del lago Ciad, quell! pure ignoti di Masena e Baghirm! al suo orientc , la plena descrizione del lago istesso, I' ipsomeiria de' terreni, la climatogia di tutto il gran viaggio, molt! troncbi ignoti o malsicuri del Niger (Quorra o Joliba) Ih dove il suo corso e pii mediterraneo, il corso del suo influente il Binue o Ciadda, furono — 149 — pei ripcluli viaggi e lunghi soggioroi del doltoie Barlh, picnamente e t'edel- mentc descritli. E fu pur esso, clie raccolse la trisle eredita de' suoi coinpagni Richardson cd Overweg uccisi dal clima , e in parte pur quella dello sven- luralo aslronomo Vogcl, eaduto viltima del suo amore alia scienza per niano deir avido e crudelissiino rcgolo del Vadai. Lc region! direttamenle o indi- rellamente csplorate da Barth abbracciano 1' iinmenso tralto da 4° long. occ. (ireenw. al 18" long, or-, c da G" a 28° lat. sett. Pero il inassimo risuhalo, o come ainano diilo, la conseguenza piii pratica, dei viaggi deli' illustre dottore, fu senza dubbio il corso del Binuo. Esso e la sola via, che ci sia data a pe- netrarc nel centro dell'Affrica, senza incontrare le terribiii sofferenze e i pericoli di tre niesi di deserlo, trascorso dapopoli bnrbari e rapaci.Questo gran fiunie, che si scarica nel Niger (Quorra, o Joliba) a poca lontananza dalle foci di questo nella Baja di Benin, ha inolte acque, facile corso, sponde ricchissime e abitate, c quel che piu monta procede quasi direttamcnte da est. Onde un baltello a vaporc puo in due niesi trovarsi dalle sponde inglesi al cenlro dell'Affrica sotto la longiludine del lago Ciad, e al suo mezzodi. Ben lo sentirono i missionarii e conimercianti inglesi, e Baikie nel 1854-5 risal'i e discese facilmente il fiume sino a longitiidini non prima raggiunle. Invece anche le piii recenti spedi- zioni sul Niger fallirono coinpiulamente. La scconda regione doUe recenti scoperte africane fu il Sudan orientale, ossia le region! del Fiume-Bianco. Le spedizion! di Mehemet-AI! e d! Russegger, aveano piantato le bas! della geografia di que! paesi, ma i nostri bravi missionarii la perfezionarono, ret- tificando , e aggiungendo continu! dati- Altamenle benemerito fra loro fu il pro-vicario apostolico monsig. Knoblecher , che accostossi all' equatore afri- canu pill d'ogni altio europeo. Esso non solo fondo la stazione principale di Charluni al 16° di lat- dove affluiscono i due Nili, ma pur quelle di S. Croce al 7° e di Gondokoi'o al 4° di lal., ed anzi colla sua Stella tnaltulina giunse nel 1854 sino all' isola Lumutut a 3° 41'. Piii oltre sino al 3° penetro, o disse almeno d'esser giunto. il solo Brunn-Rollet vice-console sardo a Chartum, ma |)oca o ncssuna utilita puo trarro la scienza dal suo lavoro : Le yH blanc el le Soudan, al quale manca ogni base di calcoli matematici, e ogni sicura notizia di scienze nalurali. Qual sia I'ulteriore corso del Nilo e del tutto in- certo, c r antica e famosa quistione del quacrere caput Nili e ancora intera. II conle di Escayrac che nel 1856 s'era proposto di scioglieria con una spe- dizione, alia quale avea associato degli scienziati di varie nazioni, dovette per — 150 — (liscordic, e altrn ragioni cessar dull' impresa , clic non cbbc allro risultalo fuorche mostfarc la possibilita di valicare anclic a ritroso le i)iiine caieratle con bnttelli a vapoi'C. Da una serie di congctturc fondatc sulla direzione dei nionti e relazioni dei Negri, sembia chc la famosa soigenlc possa con qual- che vcrosimiglianza coilocarsi fra 11 2° c 3° lal. mcr , c ncl Gioinalo di Pc- terman so n'cia tenlalo uno schizzo. Del rcsto I'opeia dei noslri inissionaiii non 6 finita, e ne fanno fede qiieste due carte lecentemente da loio speditemi, in cui tracciarono con rnolla accuralezza un tratto notovole del Fiumc Bianco, e del Sobat (o Sebat) suo aflluenie, di corso prima assai inccito, anche sulla carta di Kusseggcr, e di Wcrne, ch'6 I'ultima. Sembra, a quanto mi scrivono di Ih i missionarii Kirchner, e Bcllrame, cbe un luogo presso al Fiume Bianco a 32° 16' long- or. Greenw., 11° 12' Int. si presti otlimamente alio scopo della missione, ch'essi hanno intenzione di fondare, dove non manchino loro i niezzi Di la si propongono di far cristiane e civili le prossime tribu de' Dinka o Gien, e de' Kic fort! tribu non afTatto digiune d'ogni idea religiosa, come si rileva da due dialogbi avuti coi Kic alia slazione di S. Croce, e che annetto alle carte. A ri- ceicare la prima origine del gran flume si lento un'altra via procedendo dalia cosla del Zanguebar , e da Melinda , ma sinora la scienza non raccolse che deboli risultati. — NeH'Affricaaustrale.comparativamente ancor meno conosciuta della boreale, giandi problomi riinangono a risolversi tra i quali il maggiore e Pesistenza d'uno o piii grand! lagbi tra il 5" c 20°. Le carte di alcuni anni fa, coinprese quelia di Berghaus e di Bitter, ne ponevano due, che dicevano N'yasi e Avilunga. Dal priino facevano uscire il Tubiri, che poi diviene Fiume Bianco, cd e il vero Nilo, dal secondo un'afflucnte del Coango. Poi ogni carta muto forme e grandezze dei laghi, ne io stanchero la vostra pazienza col ripelervi dei dati o del tutto, o in paite immaginarii. L' illustre Petermann ammise pei' mollo tempo un lago enorme, specie di Caspio interiore, detto Ukerewe, ed altri tre minori, forse comunicanti con esso. Delle quali conlradizioni nessuno si stupira quando rifletta alia barbarissima nalura di quel luoghi, dov' e som- mamente dillicile, e pericoloso penelrare, e alia mancanza di grandi catene, anzi a quanto pare, di gran ditferenze di livello, per cui i corsi d'acqua nella stagione delle piogge si confondono , moltiplicano e stagnano impaludando vaslissimi tratti, che poi la stagione secca prosciuga. Di qui relazioni de' Negri contradiltorie, bcnche veraci, che or trovano or non trovano vasti laghi, e questi ora congiunti oi' divisi. Pcro il problema si approssima al suo scioglimento per la odierna spedizione di Burton e Spcke, che ncgli aimi 1857, 1858, e 1859 — 151 — percorse, e lultora percone quei luoghi. Ebhimo leltere il 14 maggio di que- st'aiino- I laghi son due ; uiio ad ovcst detto Tanganyika; ovvcio Ujiji, rlie si stcnde niente ineno clie dal 3° all'S" lat. mer., e dal 29° al 30° long. or. Gieenw- Prende quindi 5 gradi in lunghezza, 1 in laighezza, forma slrana che forse non ha I'uguale sui globo. Seinbra lago chiuso, e riceve due fiumi alio due eslremitu. La mela setlentiionale e licinla da mediocii altuic ; il li- vello del lago venne calcolaio in 1800 p. ingl. su queilo del maie. h lago d'acqua dolce, ha pesci copiosi ed ottimi, coccodi'ilii, e ippopotami frequenli, c rive popolatissinie da veri Negri, che vi commerciano di avorio, e collivano assai bene il lerreno con riso, canna di zucchero, e cotone. La slagione deiic pioggic e, come al solito della estate australe, dal 15 novembre al 15 maggio. Burton e Spcke visitarono le due sponde nel marzo del 1858. L'altro gran lago N'yasi, o Nyanza, e a nord-est, e sulla carta si stende a tratti incerti dal 3° lat. mer. al 2" lat. sett., e dal 32° 20' al 33° -10' long. or. Greenw. E opi- nione di Burton, che il Tubiri, e quindi il Fiume Bianco, traggano origine da qucsto secondo lago , e realmente stando alia posizione segnata da Werne nel 1841, il Tubiri al punto estremo da lui raggiunto, a 4° lat. sett-, scor- rei'cbbe sotto il 32° 30' long- or. Greenw., longiludine assai viciua a quella del limile seltentrionale del lago. Pero giusla 1' indicazione, che ci sembra ac- curatissi[na di monsig. Knoblecher, rultimo punto da lui raggiunto nel 1854 sul Tubiri, ch'6 1' isola Lumutut a circa 3° 40' starebbe 4 gradi di long- piu all'oc- cidcnte, cioii sotto il 28° 30' Greenw- Forse la plena conoscenza di questa notevolissima parte di Affrica ci sara data al ritorno dei due celebri viaggiatori. Piii basso, verso il Capo, ci diede preziosissime scoperte il gran viaggio dell'intrepido niissionaiio ingiese Livingstone, cbo fu il primo a traversare tutto il Continente d;i un oceano aH'allro, dalla focc dei Zambese a S Paolo di Loanda. Quest'uomo coraggiosissimo, geografo,geognosta, elnografo, naturalista, viaggio 16 anni in quelle immense regioui, raccogliendo in due gross! volumi lanta copia di nolizic da potersi giustamente chiamare il Barth (leH'Africa australe. I inassimi risullali sono la conoscenza quasi plena del corso del Zambese, qucllo del suo influente il Liambese, che piu alto a nord-ovest e dctto pure Loiba, 0 Liba. Seguendolo, Livingstone giunsc al lago Dilolo 22' 20' long- or. Greenw-, 11° 30' lat. mcr.Quel lago sembra formar le lari tra il sistema fluviale del Zambese, e queilo del Coango (Congo o Zaire), poiche qui comincia il Cusai afiluente di quesl'ullimo. Quindi procedendoa occidente, visilo Labango e Njambi, incontro il corso superiore del Coango, ed entro a Cassangc nel Regno portoghese 21 — 152 — d'AiigoIa, che pcrcorse sino a S.Paolo di Loanda sull'Atlantico.Di lal guisa fuiono esploiali 24 gradi di long, dal 37° a! 13.° Groernv., ch'e a dire riinmcnsa legione del Makololo e dei Baionda, c studiata in quel lunghissiino tiatlo la rigogliosa llora e fauna iropicale atlricana , la naluia goologica dol leireno, la cliina- tologia, la idrogialia, c massinie la iaiportanle navigabilila del Zambesc, che solo porgeiebbe fauilo modo di entrare nelT interno del Conlinente australe- Pre- zioso sovra tiiilo ci parve il lavoro otnografico, dove i trc popoli |)iincipali Ot- tentoti, CaftVi c Negri, sono analizzali nolle loro vaiic suddivi.sioni e inesco- lanze- Noi speiiaino di vedore presto il prczioso lavoro fatto ilaliano. - Le re- gione dei Namacjua ^ ora percorsa dal Bar. Ilahn, e da Rath. Essi viaggiaroiio dal 22°, al 18° lat. innr. I8''-2I° long. or. Greenw., pcrcorrcndo i paesi degli Ovaljimha, e Ovikuangara, dalla stazione renana Ncu-Barmen, ovvero Otjicango a 18° hit. mar., sino a Ovandonga capitale degli Ovambo a 22° lat. mer. II viaggio non e ancora compiuto, c se no aspettano i particolari. Allantico. Prima di traversaie 1' Atlantico tocchiamo pure di lui , perche anche in esso si sono fatle scoperte. La impresa della corda telegrafica ando fallita, ma pero diede alia scienza dei risultati f'elici. L' inglese Dayman, e ramericano Berryman scandagliarono il fondo del- I'occano, giovandosi dell' ingegnoso apparato di Brooke, che lascia il peso in fondo al mare, e mediante il cuccliiajo, in cui termina il tube che locca il fondo, riporta alia superficie alcun saggio del medesimo. Sveuturatamente le due misure non s'accordano, ma nioiti risultati sono gli stessi. La esplorazione venne intrapresa sopra il cost detto Banco lelcgrafico, altopiano sottomarino, che traversa I'ocoano tra Europa ed America, sul quale dovea adagiarsi la corda, tra Valencia-Bay in Irlanda, e Trinily-Bny in Terra-Nuova. II capitano Dayman trovo da prima presso la costa irlandese fondo sabbioso, inclinazione crescente a gradi. Un po' piii avanli, a 12° I. occ. Gr., terieno scogiioso, poi fangoso. Un inlero grado da 13° 30' a 14° 30' era tutto sabbia, poi scogli e fango. La maggiore profondita era tra 15° e 45°, e il limo raccolto coll'apparato offriva da per tutto la stcssa sostanza quasi farinacea, viscosa, biancastra, che Dayman cbiama fango, ma esaminata col microscopio presenta scaglie o gusci d' in- fusorii, che scmbrano coprirc il fondo dcila gran vallc oceanica. Gia da 10,590 p. ingl. di fondo si trassero conchiglie, vissule sotto queH'enorme pressione. Le — 153 — inassime profondita liovale sono presso Tcria-Nuova, poco lontano dai famosi Banchi , ne seml)rano superaio li.iOO p. ingl. In gPiieralo Ic variazioni del fondo sul gran Danco telegra(ico, slanno tia gli 8,700 c 14,400 p. inglesi, e qucste dilTcrcnze sono liparlitc su grandi dislanze. II fondo piu difficile per adagiarvi la corda fu suoporlo piesso Terra-Nuova , dove Ic profondita ciin- giano irregolarrnentc, e il letto c di silicc c roccie, ma (|uesto tratto , os- serva il capitano, potersi evitaie , ahbandonando il circolo inassinio, su cui suol navigarsi, per tenersi a noi'd, dove il terreno e assai migliore. La scienza, cotne nola Maury, non puo piu ammeltere le favolose pro- fondita Irovate p. e. dali'aininiraglio Paikcr presso la costa deirAmcrica nieridio- nale. i suoi 52,800 p. ingl. (ciica 10 miglia inglesi) furono da niigiiori scan- dagli ridotli a tneno che ^/j. Le corrcnti soUomarine, die sviano, piegano, e ripiegano la corda dello scandaglio , fecero apparire quella fallace profon- dita. Maury stima , che il tnassimo fondo dell' Atlanlico sia da ricercarsi a sud del Banchi di Terra-Nuova dal 35° al 40° lat. sett. , c quindi fuori del- r altopiano telegrafico. .AH'occasione di questi scandagli, belle osservazioni si sono pur falte sulie correnti, lanlo della superficie , quanlo soltomarine , dove si confermo il falto di quella, che dalle coste di Terra-Nuova, si di- rige verso mezzodi , Iraendo seco cnormi inontagnc di ghiaccio , pericolo anche questo non lieve alia integrita della corda- La temperatura del fondo fu trovata assai piu bassa di quella della superficie, e la differenza starebbe tra i 12° c i 15° Fahr. Alia massiina profondita esplorata di 13,920 p. ingl., la superficie segnava 54° Fahr. ; il minimo del fondo 39.", ma devo aggiungere che poca fiducia m' ispirano quests osservadoni termometriche, perche assai irregolari, con saiti inesplicabili, ed eseguite con istromenti imperfetti. Preziosi studii vennero pure fatti sulle correnti da Beechey, studiando i viaggi delle bottiglie galieggianti; da Maury nella sua preziosa geografia del- I'oceano; c da Ohlers, che recentemente riassunse quanto era piii notevole a sapersi. I vcnli, e i cicioni, furono studiati da Maury, da Johnston nel suo magni- fico atlante iisico, e piu recentemente dal Commodoro Wiiilerstorf comandante della frcgata austriaca la Novara, colla quale compiva teste la navigazione del globo. La leoria di Wiiilerstorf per ispiegare i cicioni, e il loro progresso, e alquanto diversa da quella di Maury , su di che ebbe luogo tra questi due insigni navigatori e matematici un carteggio, che non puo che illuslrare la scienza. Kodgers, e Schonborn studiarono specialmenle i cicioni del Pacifico — lot — occidentalc. - Lc tcoiie e gli studii siii vcnti oceanici furono molto abilmente riassunteda Miiliii di Goltinga, chc divise il suo lavoio in due sezioni. 1." venli liopicali, dove Iralto dollc calmc, degli alisei, e dei monsoiii; 2." venti ectro- picali, dove ragiono dc' venti subtropical!, o dcgli altornanti. Fuo dirsi chc il suo lavoro raccolga quanlo di pin ccilo la scicnza ha sinoia fissalo. Rispctto aH'csplorazioni nel Pacilico, inipoitantissimi furono la navigazione e i liiievi del coinandante Denham, ma di lui parlerenio in altra tornala di- cendo del Pacifico, c dclia Polincsia. America. II gran Conlinenle vennc gia esploiato cosi da iasciar ben poco hiogo allc scoperte.Oltre la beH'opeia di Andree ^Hierica rfe/ iVocrf, citiamo come degno di somma lode il riassunto falto da Warieii di tiitle le indagini, e scoperte piu re- cenli avvenute nel Contincnte sino al ISSfi. [ lorritorii della Compagnia della Baja di Hudson, dove 247,000 Indinni, e 11,000 Bianchi, vivono su d'un ter- litorio di 50,000 leghe g. q., e quasi il solo, che offra vere novita geogiafiche. Hodgins ce no diede recentemente la descrizione e la storia in un opera no- tevole, e curiose notizie aggiunse il Gioinale dei missionarii ingiesi [Church missioners inlelligeiicer). Colla piii singolace diligenza fu descrilta dal ten. col. Grant 1' isola importantissima e bella di Vancouver, chc ora forma sog- getto di litigio Ira la Gran Brettagna, e gli Stati-Uniti. La giovane e gigantesca Confederazione inoltra ogni di piu avanti le sue ricerche, e lc sue conquiste. I suoi 32 Stati e Territorii, e i 2 Distretti, ora gia occupano un terreno di 135,300 leghe g. q. ,ch'e a dire Vj d'Europa con 27,000,000 d'abitanti di un' infrenabile allivith. Essi gia percorsero, e descrissero quasi tutto il loro territorio dall'Atlan- tico ai Rocciosi , e da quest! al Pacifico. Fra le opere piii nolevol! recen- temente comparse, noliamo quelle che pubblico il governo stesso in magni- fiche edizioni, come p. e. la importantissima spedizione astronomica di Gillis, che fisso i punt! precipui dell'ampio territorio ; quella di Emory sulle fron- liere tra Messico e Stati-Uniti, quella sulla Costa del Paeihco e i mod! per condurvi la via ferrata dall'oriente, e quella pur bellissima di Schoolcraft sulle tribi'i indianc, le quali gia vanno scomparendo, decimate ogni anno dall'ac- (juavite, dalla sifilide, dall'inedia, dalle deportazioni in massa a mille miglia dalla loro patria , c al caso di resistenza , dalle stragi col cannone. Bu- — 155 — schinann ci dicdc un bol lavoro sui popoli e lingue di Nova -California , c Oicj,'on ; De Cordova sul niagnifico State del Texas , ovc si vasto campo 0 offeilo all' emigraziono da Luiopa ; Green c Schiel sull' Utah , dove i Mormoni fondarono quella loio niatla icpubblica, e Schmidt alia descrizione (iella Vallo del Lago Salalo, aggiunsc quella della via che vi guida tra 11 41° p '1.2° lat. sett. Ritchie trattcggio lo stato del Wisconsin, Miinch quelle del Missuii, I'clz qucllo del Minnesota. Ma i piu im[)orlanti studii geografici, che siansi fatti sul vasto tcrritorio, sono a inio credeie, qnelli di Marcy inlorno al bacino di sorgente del Wilchita, e del Brazos, dci quali il primo e tra il 34' e il 35° lat. sett., il secondo intorno al 33.°; poi quello di Warren che abbraccia nienle mono che tutlo il tratto, che corrc dal Mississip'i sino alio Yellowstone, e al Platte-Rivcr 0 Nebraska, cioe i tcrritorii dei Dakota, o Sioux, degl'lndiani del Corvo(Crow-indians),e dei Gros-Ventres, campo smisiirato,ora quasi desertod'abi- lalori, ma suscetlivo di accoglierne e nutrirne parecchi milioni. — Nel Messico si scopersero due nuovi vulcani- II primo da Saussure nell'agosto del 1855, detlo San .•\ndres,a 19° lat- sett. 97^ 20' long. occ. Greenw. E un monte trachitico, con filoni d'ossidiana, nella |)iovincia di Mechoacan, poco lungi dal villaggio Maxi- mana, e dalla frontiera. In fondo al cratere e uno stagno di cento metri di giro, in movimento conlinuo di ebollizione, che manda vapori sulfurei. L'altro vulcano, non bene accerlato,e sul monte Sant'Anna, 10 leghe a nord di Hostotipa, tra il Maddalena e il Rio-Grande, e sarebbe assai notevole, perche starebbe affatto f'uori della zona vulcanica messicana, e in un luogo che appariva scevro da vulcanismo. Dei vulcani gia noli il Popocatepetl e I'Orizaba, furono stu- diati e misurati, il primo dal barone Miiller, il secondo da Labarriere, capo della commissionc scientifica della valle del Messico. i.c re|)ubbliche divise e suddivise d'America cenlrale ebbero pur esse i loro descrittori, principalmente rispelto al taglio dell' istmo. Intorno al quale tre progetti principali vennero proposti. II primo da Myonnet-Dupuis, e ora da Belly, pel fiume S. Juan e il lago di Nicaragua ; il secondo da Porlo-Belo 0 da Chagres pel fiume dcllo stesso nome a Panama ; il terzo che vorrebbe giovarsi dei fiumi Atrato e Truando, e tagliare I'listmo presso il Continente meridionale. Belly gia stipulo un contratto colle repubbliche di Nicaragua, e Costa-Rica, e gilto a S. Carlos I'anno scorso la prima pietra del suo lavoro, al quale dice bastare novanta milioni di franchi. L' esito mi pare inccr- tissimo. Gli Stati-Uniti mandavano una spedizione condotta da Craven negli ul- timi mesi del 1857, che faccsse i necessarii rilievi pel terzo progetto, cioe di — 15(i — condurre il canale per I" Alrato, c il Truando, giusta il piiino e piu antico pensiero di Hjinboldt. II piogcilo da Cliagies a Panama non so chc si sludii eflicaccmente, bencho sia ii pin breve, o apparentomente il piu facile. Forse la scarsczza d'acqua del Clingros, c la pessima aria di Porto-Belo ne sono le cause. - II lago Yojoa, o Taulebe, a 15° lat. sell. 90° 25' long. occ. Grecnw., fu visitato nel 1858 da Stauton, c da Edwards, anzi pu6 dirsi da Joro quasi sco- perto, inenlre prima assai poco si conoscea. Ancb'esso, come gli allri laghi piu noti dell'America cenlrale, oceupa un bacino tra monti- E notevole per la strana particolarila di avere molli omissarii, scnza che verun fiume v' immetta. I viaggiatoii ne scopersero dieci, del quali uno sovraterra, gli allri piii o meno sotterranci. L'America del Sud, nulTostante il suo mirabile clima, e la rete quasi con- tinua de' suoi Ire gran sistemi fluviali dell'Orinoco, Amazoni, e Rio della Plata, e forse ancora men bene conosciuta della settcnti-ionale. L' occidente della Giijane, le provincie piu mcditerranec del Brasilc, il dcserlo d'Atacama, le rc- gioni cisplatine, e i Pampas, furono invero esplorati, ma il da farsi supera di gran lunga il gia fatto. Sommamenle degni di lode fuiono i viaggi di Schomburgk nolle Gujane, di Piickler nell'Ande di Catamarca, di Tschudi e Burmeister nel Brasile. La importantissima e vasta provincia di Minas-Geraes, vasta piu dell" Impero Francese, fu da Tschudi percorsa c descritta con esat- tezza , reltificando le carte intorno ai corsi d' acqua , e alle direzioni delle Siei're, e dando curiosi I'agguagli slatistici e geognostici sulle cave de' dia- manti, dei quali stima il prodoUo annuo in cii'ca novanta chilogrammi di peso. AIlio lavoro sopra il Brasilc , e le parti pii ccnlrali del Continente ame- ricano, fu quello della spedizione francese condotta dal C. Francesco di Ca- stelnau dal 184.3-47 in una grandiosa esplorazione da Rio de Janeiro a Lima, e da Lima al Para. Non ci fu possibile esaminar I'opcra che e costosissima, ma i gioi'nali non ie attribuiscono che un merito mediocre. Degno invece di molta lode e il lavoro sui vulcani delle Ande fatto da Karsten. Egli descrive tutta la gran catena dal Tolima sino al Sangay , che sembrano i due estremi della seric ; nola la differenza fra quesli veri vulcani , e quelii che giltano fango, come p. e. quelii di Turbaco , e dipinge sopra tutto coi colori piu vivi il gran giganle de' vulcani , il Cotopaxi , della cui eruzione fortunatamenle lo scrittore era stato egli stesso testimonio. II Paraguay venne rilevalo nel suo eorso inferiore dal tenente inglese Day, e rUruguay inferiore da Sulivao, e Sidney dal 1847 al 56. Anche Burmeister — 157 — pcrcoi'se , e descrisse la vasla Hcpubblica , ed e a lui che dobbiamo delle otlime carte di un paese prima quasi ignoto. Lo slesso lavoio rispetto alle re"ioni della Plata venne condolto a fine negli anni 1853-1856 da! lencnte Page dclia marina degli Stati-Unili. Attslralia. Dopo il viaggio di Gregory , ch' esploro buona parte del Conlinente australiano scttciitrionalc, e principalmcnte il corso del Victoria, e quel tratto che sta IVa Moreton-Bay , e Adelaide, dandoci preziosi ragguagli geografici , zoologici, etnografic-i e geognostici, v'ebbe altia pur notevole spedizione in questi ultimi anni, condotta dal conte Slrzelecky, che esploro le Alpi australiane, mi- surate in seguito da Clarke. La loro altezza sta fra i iOOO a 7500 p. ingl. La cul- iiiinazione scmbra esscre il monle flolhain di 7500 p., e non il monte Kosciuszko di 7.'{80p., come finora credevasi.Una lerza spedizione nelTinterno del Continente, e I'ullima che noi conosciamo, fu quella condotta piii recentemente (1858-59) dai signori Stuart, Babbage.e VVarburton,e f'orse e pure la piu complessiva,e che diede i maggiori risultati. II maggiore di essi fu la conoscenza del gi'an sistema lluviale I'ormato dal Murray, e dal Morrumbidgee navigati a vapore per 2450 jniglia enlro terra. Aggiungendovi le 1150 miglia, che danno gli altri gran Gumi, Darling , Wakool , ed Edward , si ha una linea di navigazionc veramente enorme di 4 in 5 inila miglia ingl. 1 punti principali , clie la spedizione esploro con maggior cuia, I'urono il lago Gairdner visitato da Stefano Hack nel 1857, da Warburton e Babbage nel 1858, quindi il gran lago Torrens gia prima nolo , ma meglio determinato. La spedizione giunse fino al nonl del lago Campbell. Riunendo i risultati, distinguero gli scicntilici dagli economici. Quanto ai primi molto ci resta ancora a conoscere del Continente australiano. L'esplorato e circa 4 gradi di long.,e 4 di lat., cb'e a dire circa un '/, della distanza tra il golfo Spencer,o quelle di Carpentaria. Ma se ci e leeito argomentare dal nolo all' ignoto, sembra non doversi piu ammettere V ipotesi, che dell" interno Australia faceva un uniforme dcserto di sabbia, e pietre, con molli tratti d'acque, e terreni salsi. Invece e un' alternarc di terreni sleiili , e di utili al pascolo , e alia coltura , e quindi atti alia colonizzazione. Per quanto possiamo foimarci un idea, .sembra che dal golt'o Spencer verso nord non si stendano, che tratti bassi e poco elcvati , divisi da altipiani. Una bassura e occupata dal bacino Tor- — 158 — lens; un'altra dalla scrie di laglii, che cominciano con quelle di Dutton ; una terza e il lago Gairdner , od altii chc stanno con esso in unionc. II livello di qucslo ultimo lago c si basso, die Warburton lo crede inferiore a quello del marc , ma la cosa e dubbiosissima , percho Gregory calcolo die il ba- cino Toricns, il quale vicne riguardalo come il punto piii basso del Continente nolo, e dccisamente supcriore al livello del mare. Quesli laghi, e molti altri, oc- cupano un tratto notevole , e gii il solo Gairdner misura 400 leghe geo- grafichc quadrate di cslensione. La parte mcglio acccssibile alia colonizzazione, scmbra doversi collocaie nei monli Gwalior, dove ha estese campagne, acque dolci, terreno fertile, e poca distanza della Costa. A sud, e ad ovest nella terra di Nuyls, stanno quegli orribili dcscrti dove Stuart, e Forster per poco non perirono di fame. A oi'iente del lago Torrens manca di nuovo I'acqua dolce, la quale pero verso T inter'no scmbra ricomparire- Quanto alia colonizzazione in genere di questo nuovo Continente, Warburton la stima oltrcmodo difficile , e pericolosa, men Ire i .suoi compagni sono d' altro avviso. Intanto jjcro Australia va ricevendo di anno in anno un aumento di circa 100,000 coloni, trattivi non dalle bellczze del tenitorio , o dalla sua fecondita , ma da quel metallo giallastro che si trova SI copioso, e quasi a (ior di terreno nei campi di Melbourne, e di Vit- toria. Novelle spedizioni stanno preparandosi nelP interno, sopralutto in traccia di pascoli, che alimentino le gregge, le quali sino alia scoperta delle miniere auiifere, fornirono ad Europa la migliore , c inaggiore copia di lane. Invero se c' e permesso esprimcre un dubbio sortoci dal confronto fra le re- lazioni di Warburton e quelle de' suoi compagni , crediamo , ch' egli ve- desse le cose troppo sinistramente , e corte difficolta ch' egli trova alia co- lonizzazione p. e. del territorio tra il golfo Spencer, e il lago Campbell non siano gran fatto invincibili alia perseveranza ingleso- L certo che attorno al lago Campbell, ed anche al suo nord, egli stesso annunzia buoni pascoli, acquc dolci, molti uccelli e kenguiu, quindi una notevole popolazione indigena delle due stirpi dei Wheeleros e degli lltaree. La distanza poi dalF eslremili del golfo Spencer, ch'e circa a 32" lat. mer., al lago Campbell a 31" e 20', non e si grave da formare serio ostacolo. Un' importantissima osservazione faceasi dal geologo Hochstetter, che a bordo della frcgata austriaca la Novara, visilava al 18.5!) I'Australia. Osser- vando in quel suolo la mancanza quasi totale de' terreni sccondarii, e come ai primitivi e cristallini, od al piu al siluriano, si sovrappongano subito le slra- — 159 — tilicazioni tcrziaiie , pregne di reliquie d'aniinali fossili ideotici , o assai vi- cini alle specie vivenli, ne concliiiidcva, chc il Continente auslraliano giudi- ciUo finoia come assai rccciitc, doveva invecc stimarsi il piimo ch'emeigesse dairacqiie. (N. B. Delia Polincsia e del Pacilico tratlera un altro arlicolo) Due (lialoglii avuti dai Missionarii veronesi del Sudan, alia Stazione di S. Croce, coi Negri della Tribii de' Kic net ISoD. DIALOGO 1." SULLE HALATTIE E MORTE. Dom. Quando uno fra voi e niolto amnialalo che cosa gli fate? Risp. Procuriamo di assislerlo in quel che possiamo. D. E se vedele ch'cgli sta per niorire, clie cosa gli dite? N. Nicnle; ma aliora rliiaiiiiaino il nostro nieiiico, Tiel, 11 quale lo esamina allcntamentc, e ci dice con sicurezza s'egli moririi o no. Quindi ci ordina di ammazzare un hue, cello stereo del quale gli stropiccia il corpo, perche il Demonic si parta da lui, e non lo conduca nella sua casa. D. E chi mangia poi la came di queslo hue? R. Ne diamo un pezzo al Tiel; il reslo lo mangiano^i parcnli c gli amici. D. E sc ramiiialalo niuore? . . . R. Gli si radono suliito i eapelli,lo si ranniccliin, c si nictle nella buca cosi come or noi scdiamo [erano accosciati), e poi si copre colla terra. />. E do\e fate il scpolcro? R. Semprc vicino alia capaiina del trapassato, perche non sia troppo facile alia jena di man- giarsclo. D. E perche scavando la fossa per scppellirlo, fate che gli altri si turino le orecchie con quella terra ? R. Perche quella terra impedisca di sentire i gemiti dell'estinto. D. Ed i parenti lo piangono per niollo tempo ? R. Tutti i suoi parcnli lo piangono, ed i piii Irisli stanno 3 giorni senza mangiar nulla, se il niorlo e un uoino; che se e una donna 4 giorni. D. E passati questi giorni? . . . R. Passati (]uesti giorni tutti i parenti, cd il Tin, si fanno al scpolcro con un raontooe; ac- cendono un gran fuoco sopra il sepolcro slcsso; ed il Tiel, tenendo il montone per una corda, fa con csso niolti giri intorno al fuoco, e poi lo lascia andar ncl deserto per esser divorato dalle bestie. D. E perche tutta questa ceremonia? R. Perche il Genio cattivo si plachi sopra quella famiglia, alia quale appartencva il morto. D. E poi che cosa fanno i piii stretti parcnli? R. Svestono tutti i loro ornanicnti, che consistono in anelli di rame o di ferro alle gambe, alle braccia , ed agli orecchi ; levan di collo le pcrline di vctro, e vi soslituiscono corteccie di albero intrecciatc. Femnio altre dimande in proposito, alle quali altro nou risposcro, che non sappiamo. 22 — IGO — DIALOGO 11." SUL MATBIMONIO. D. Quando un giovanc si viiolc sposarc con una fanciulla, die cosa fa piiiiia di tutto? R. Prima di tutto giiarda sc la fanciulla (■ conlcnta di sposarlo ; poiparia ai suoi genitori per farnc il contratto, c convcnirc siil nunuTO dellc vacclie, ciic dovra dare ai ge- nitori medesiuii per aver la fanciulla. D. E non i; fra voi siahilito un prezzo senza bisoguo di conlratlare ? R. II prczzo e slabilito, ([uando un gran signorc [Bajn-did] prende la fanciulla di un gran signore. Allora lo sposo dee dare 10 vacclie ed un loro al padre della sposa, e 1(1 vacclie alia niadre ; e se ha i'ralelli, ne da B a ciasclieduno ; alio sorelle poi regala qualche anello di rame, o perline di velro. D. E se 11 giovanc, che vuol maritarsi non avcsse vacche ? R. Ccrca una sposa di una famiglia die pur non ne abbia. D. Potelc voi prendere piii mogli ? R. Quante ne possianio niantenerc. />. E le donne ?... R. Non possono avere piii di un niarito. D. Se la donna fosse catliva, e facesse torli al niarito?.. R. II niarito la percuote , la discaccia dalla sua eapanna , ed e malveduta da tulti e disprezzata ; ma se vivono ancora i suoi genitori, se la prendono in casa, e ritor- nando essi al niarito dclla liglia tentano di placarlo coi regali. D. E sc vi riescono ? R. .\llora il niarito ridiiania la nioglie ; prende un gran vaso di acqua , ne spruzza lei ed i suoi parenli ; poi le dice di jsedere , uiangia insienie e fa pace. D. Ed II cattivo che la sedusse ? R. II cattivo dovra dar 10 vacche al niarito in pena del suo delitto. D. E sc non ne ha ? R. Procurcrii di trovarle, altrimenti avrebbe senipre un gran ucmico, e la sua vita uon sarebbe sicura. D. Se niuorc un uomo niaritato lasciando sola la nioglie senza figliuoli, a chi restano le sue sostauzc ?... forse alia nioglie ? R. No , rimangono al [parenle piii vicino , il quale deve sposare la vcdova. E s' clla avessc ligliuoli da questo secondo niarito, ad essi appartengono i bestiami del prinio niarito. Quesli ligliuoli fatti grandi piantano la loro slazione vicina al sepolcro di colui, dal quale ehbero I'eredila. D. E se II primo niarito avesse lasciati ligliuoli ? R. Se dessi sono grandi, la cosa e presto finita; si prendono la sostauza del padre c pensanii a mantenere la niadre. Ma se sono ancora piccini, il piii slretto parenle chiama scco la vedova cd i figliuoli, linclie questi sieno capaci di niantenersi da se. D. E sc morendo avessc lasciate piii donne, c piii ligliuoli? //. In <|ucsto caso avrebbe dislrilniita ogni cosa avanti uiorire , perdie non sorgano \m litigi. D. E se rcstino sole figliuole ? R. Le vacche allora sono del piii strello parente, che si prende cura della vedova finchc le figliuole siano fatte grandi ; ma il resto del bestianie riniane senipre a lui. — 161 — I). Quando i voslri figliuoli cominciann a parlari' c ad intcndcre , che cosa dilc loro, e ((iiali cose iiisepnatc ? H. liisL';,'iiiaiiio loro 11 niodo di allevare bene i bcslianii, e diciamo: (|uando voslro padre sara iiiorlo fari'lc cosi e cusi ; unirelc a imicchi ([iieslo stereo per appiccargli il Cuoco la nolle, e dil'endcre col I'umo , che n'cscc , le poyere iiestic dalle zauzarc; porlerele questa pallia ccc. I'er aizzare gli aiiiinali al pascolo e alia bcvaiida, taretc questi balliniani, c queste voci; perche piej^hino a dcstra o a sinistra zurolercle in (|ucsia niauiera o liseliierete in ([uest'altra, e cosi via via; in somma I'arete quelle, che vcdele fare no! adesso. D. Non date loro altri inscgnamenti; non parlale loro di Dio? R. Ncssuno usa insegnare altro che quello , che noi dicemnio. E clie cosa dovrem dir loro di Dio? anche i noslri niedici, Tiet , nc saiino poco. Sanno pero bene parlar col dcnionio , e intcnderscla con lui. Dal dcnionio provengono tutlc Ic avvcrsita , e conviene placarlo con sacrilicii; ma Dio non la che il bene, e quindi non lo le- niianio. D. E qtiaudo vcdestc in Ciclo quclla stclla dalla coda lunga , che cosa avete dello , e che cosa avete fatlo ? /^ Tutli noi temevanio, perch6 la 6 un scgcalc di gravi malattie e morli. Ma i noslri gran signori [Beyn-did] dal nionicnto che I'lianuo veduta, si sono ragunali insieme.e sa- crificarono biioi al caltivo fienio e cosi In jilacato, (iVoi abbiam veduta questa me- ravigliosa cometa soltanto at 1.° di ottobrc ISoS, nn'ora dopo calalo il sole, ej era al- I'ovest, 0 mnlto virina at tramonto. Ci scomparve inturno la meld di novembre, dopo es- sersi alloiitanata dal sole. DIALOGO III.o DEM.'lDEA CUE ^A^^0 DI mo, DELLA CKEAZIONE, E DI UNA TITA FCTUBA. D. Chi ha create il Ciclo, la terra, il sole , la lima, le slellc , le pianle , le bestie , gli uoniini c tutlc ((iiante le cose? H. Den-Dial, (cioe piogyia (jrande); con queslo nonie esprimono la Divinita. D. E conic t'ece Iddio a crear tulle queste cose? H. Noi noi sappianio; ma lo sapele voi Bianclii, ai quali soli Iddio parlo. I). Noi udiniiiio, che nclla voslra lingua avete il nonic di Angclo; e dove sono gli Angeli? R. (ili Angdi irovansi nclla casa di Dio. D. E (|uali ne sono gli ollicj ? R. Essi una volla parlavano coi noslri grandi; ma ora non parlano piii. D. E donde viene il demonio ? R. Non sappiamo; queslo solo sappianio, ch'egli abita entro alia terra. D. II Signore ([uando creo gli uoiiiini li creo Bianchi o Negri ? R. I Bianchi Iililio li creo in un luogo nelto; ed i Negri in mezzo al carbone, e per questo noi siaiiio Negri. D. Quanli uomini creo Iddio da prima ? R. Non sappianio. D. Che cosa fa il demonio entro la terra ? R. Fa a noi tutto il male che pu6, sc non siamo pronli a placarlo. D. E dove abita Iddio? R. Sempre nella casa del Cielo. D. E che cosa fa ? — 162 7? Ogni bene vicne da lui. D. Dio e sempre stalo ? R. Non sappiamo. D. Dio morira mai ? R. Mai. />. Dio e in ogni luogo ? R. Dio e in Cicio; ma dal Cielo vcdc, c scnte ogni cosa di qucsto mondo. D. Dio iia corpo ? R. Non sappiamo pcrche noi non I'abbiamo vedulo. D. Dio puo tar tutto ? R. Si, puo far tutto. D. Anche il male ? R. No, n6, il male lo fa solo ii demonio; Iddio non fii die il bene. D. Quando rauore uu uomo, i-lic fu catlivo in queslo mondo, dove va? R. Morto cbc sia, vicne dal descrlo il demonio, c di notte porta I'anima di quel cattivo nella bragia del fuoco. D. E se qucH'uonio fu buono ? R. S'egli fu buono, la sua anima va con Dio nella casa del Cielo. D. E quanto tempo dovra starsi il cattivo nella casa del fuoco , ed il buono uella casa di Dio ? R. Non sappiamo. Noi non avrenimo crcduto mai che questi barbari con si bella conoscenza, cbe baiiuo di Dio, non riconoscano la neccssita di un culto verso di Lui, e non abbiano (piindi alcun segno estcriore, cbe lo manifcsti. Sapendo noi cbe gli anlicbi usavano di esprimere moltc volte coi canti le loro idee religiose, un giorno cbe un drappello di Negri ci stava d' intorno, gl' interrogammo, se avessero nessuna antica canzone ? A questa domanda senz'altro cominciarono tutti d'accordo a dondolare il capo, a dimenare le spalle, c intuonarono il cantico seguente: Quando Iddio creo le cose, Cre6 il sole, e nasce, e muore e ritorna Creo la luna, e nasce, e muore, e ritorna, Creo le stclle, e nascono, e muojono, e ritornano; Creo I'uomo, e nasce, c muore, e non ritorna piii. Questa, ci dissero essere la piii antica, canzone, che si avessero. Beltbame D. Giovanni M. Ac. — 163 — Sui caralleri della slirpe cinese, cenni del prof- C. Maggiorasi. Vja ofTerta che per mio mezzo fa oggi alia accademia il sig. dolt. Nicolucci della sua cruditissima opera Sidle razze iimane mi purge occasione di pre- sentare alio stesso conscsso i disegni di un cranio cinese, e una breve an- notazione sui caralteri del medesiiiio, da servire di coiniiiento alia descrizione che nel lodato libro si riferisce delle general! apparenze del capo negli abi- tanti del celeste im[)et'o. Le niic nolizie dipendono specialmente dalT esame di un cranio cinese datomi a studiare dal nolo viaggiatore Martucci, il quale avendo dimorato lungaaiente in Canton, alia larga supelletlile di arnesi, vest!, ulensili , libri , disegni istromenti dei cinesi da csso raccolta , e offerta poi per molto tempo alia nostra curiosita qui in Roma, potc unire anche il cranio di un malfattorc punito coll' ultimo supplizio, che e quello espresso in terzo A ed in profiio B nolle due tavole annesse. La descrizione del cranio cinese di Emilio Blanchard, riportata dal dott. Ni- colucci, e concepila nei scguenli termini « Veduto dinanzi la sua parte an- teriorc si mostra allungata e gradalamente ristrelta verso la sommita ; di pro- fiio la fronte compariscc assai dielreggiante, sicche I'apertura dell'angolo fa- ciale 6 sempre inferiore a quella degli europei. II mascellare superiore e stretto ed allungato ; i' inferiore cgualmentc stretto in comparazione della parte su- periore della testa ; I'occipite compresso e poco o nulla sporgente. « A queste apparenze, che sono certamente veridiche, aggiungendo quelle che risultano dall'esame del cranio Martucci , e di altre teste cinesi da me vedute io ml affido di poter ampliare il quadro del cranio cinese col novero dei seguenli caratteri. 1.° II cranio cinese rolondeggia similmente a quello dei turcbi i quali appunto procedono dalla stessa razza, cioe dalla Tartaro-Sinica. 2.° Le region! temporal! protuberano notabilmente, e piu che non suole nelle altre stirpi. Ove e a notarsi come gi! antich! scultori prestarono tal con- formazione di capo a Mercurio , che la favola c! rappresenta qual maestro d! astuzie e ministro di inganni. Pertanto i viaggiatori e ^1! scrittor! tutti che descrissero ! costumi e il carattere dei cinesi li dipinsero come seguac! dell'araldo di Giove. « Di sottile ingegno (cosi li giudica il Bartoli), scaltriti, finissim! aggiratori, e gran maestri di fingere , e atteggiare il volto in tut- t'altro affetto di quello che si nascondono nel cuore. » — Uii — 3.° La fioiilc non solo indielrcggiii nia e pur bassn. I sommi artelici dell' aiitichila alloi'cli6 vollero ciligiarc I' idcale dclla potciiza inlcllelliva al l>iu alto grado allril)iiii'oiio luolto si)azio alia frontc come lo vodiaino inp- pieseniato nolle teste di (iiovc ; oia i cinesi sono piii opciativi che specula- tivi e si distinguono piu nclle arli mcccaniche cho nolle fdosofiche discipline : Ic gcneralila del sa|)eic, e le astraltezze della scienza non furono mai con- scguilc da quel popolo, o aimcno non costiluirono il lalo spicndido dello mciiti cinesi. Cosi la f'ronte bassa e sfuggcnle all' indielro va d' accordo cou una iimitaia intcllettivilit. 4." La radice del naso c niolto infossata come nella stirpe isilaelitioa ma Ic ossa nasali sono meno protubccanti che non sia in quella slirpc ; anzi ot- fronsi aiquanto scliiacciate. 5.° Le orbile sono molto distanli fVa loro, c situate obliquamente ; la loro larghezza eguaglia V altezza ; i contoini ne sono piii tosto rigidi cbe dolci. Cosi i maigini supci'iori rapprcsontati dalle elevazioni sopraciliari, in- vece di offriie un segmento di circolo come nelle slirpi europee, decorrono in linee relte o quasi tali. 6.° La faccia c grande, piana , e tutte le linee che la coslituiscono si avvicinano al retto andamento : ossia i contoini tutti deile ossa faciali non sono si dolci come nei ciani modeini europei, e specialmente come si scorge nei teschi antichi degli etruschi, e dei gieci. 7." Le ossa zigomatiche son niolto gi'andi, spoi'genli e invece di offerirsi di figura lomboidale si stringono aiquanto verso le oibitc, e nei margine in- fcrioro piuttostocho staccarsi rotondoggiando dal mascellar superiore , se ne dividono in modo reciso, e formandovi un angolo. 8." i mascellari superiori non solo grandeggiano nei diainetro tiaversale a livello delle eminenzc malari in modo di dirigger queste all' infuori , ma sporgono anche in avanti , se non in guisa da produrre la inclinazione dei denti, cerlo pero a bastanza per indurre un lieve grado di prognatismo ; tale almeno apparisce il cranio iMartucci, osscrvandolo di profdo (B). 9." La distanza fra il centro delle ossa zigomatiche c il forame auri- colaie riesce nei cranio cinese molto minora di (juella che intercede tra questo forame e la protuberanza occipitale, fatto confronto coi teschi di altre stirpi : di manieia che conducondo una curva la quale da un orecchio all'altro pas- sasse verticalmente per la volta parietale , ne risulterebbe ncl cranio cinese una tal divisione da attribuirne circa i due tcrzi alia parte posteriore c un — 165 — solo terzo all' anlorioie. E siccomc la linca che congiungc i meati aadiloiii esterni iiella base del cranio lasenta il maigine anteriore del foiame occipi- tale , cosi dec avvenirne che il ca|)o non sia ben c([uilibialo siilla colonna verlebiale , e tendcndo qucsto a porlarsi all" indiclro icnda necessario uno sfoi'zo per condurlo in avanli. Queslo continue istinlivo csercizio ci spiega in parte la nota niobilita della testa in quella stirpe d'uomini, e il costume dei continui suoi movimcnti dali'avanti ail' indictio, e dall' indietro in avanti in ogni incontio ed in tuttc le ceicmonie. 1 costumi banno quasi seinpre a fon- damento una condizion di natura. 10.° Questa posizione del foro veitebrale molto in avanti trae anche seco la necpssilii anatoinica di un colic piu slretto , cio che in falti si veiifica spesso nei cincsi , c cio che pui tende ad acciescere la mobilita della testa sul ti'onco. 11.° L'osso occipilalc, come ben si vcde nella nostra tavola (B), sporge poco air infuoii e mostrasi quasi taglialo a picco. 12.° L'apertura dell' angolo faciale avvicinasi piii al settantesimo giado che aH'ottanlesimo. Ecco i piu distinti caratteri del cranio cinese per quanto mi fu concesso il raccoglicili. .V colore che dcdicandosi di pioposito a questa maniera di sludi banno anche la cominodita di attingcrc a piii larghe foriti di osscrva - zioni e riservato di giudicarc fino a qual punto il mio quadro sia conforme al vero. Debbo intanto confessare come alcuni fia i caratteri da nie annotati differiscano soslanzialmenle da quelli die furon raccoiti da Pietro Camper il quale trovo che nel cranio cinese le orbite erano poco elevate, molto ravvi- cinatc , e assai p\ix larghe che alte ; cio che spiegherebbe secondo il citato autore, il mclanconico sguardn dei cinesi, e come l'apertura delle loro pal- pebre sembri naturalmentc allungata. Ncl cranio Martucci al contrario le or- bite sono fra loro molto distanti, e i loro foiami sono egualmente larghi che alti. Noto pure il Camper come nei cinesi i condili dell'osso occipitale siano (|uasi equidislanti dai due estremi limitati dalle tangenti dell' oecipite e del mascellar superiore, di modo che il capo si trovi ben equilibrate sul tronco cioe non inclini alio innanzi come nei calmucchi ; ne riesca pesante all' in- dietro come nei negri : ed in vece nel nostro cranio il foro occipitale e si- tuate chiaramente piu verso la faccia di maniera che ne sbilanci I'occipite. Dal che puo raccogliersi come la Cina debba essere abitata da varietii della mcdesima stirpe , ove pero semprc predomina il carattere della razza — 166 — nioiigolica cosliluito dalla faccia larga c dcprcssn, dalla rogionc malaic assai spaziosa c spoigonto all' ii)fuoci, dalla glabella schiacciata. I^a natuia |>oi dopo aver impresso in iiii laiiio dclla specie alcuni caralteri fondainentali e cospicui noM riCma dalT inscrii'vi qua c cola delle apparcnzc diverse c |tiu o men ri- levanti. Cosl il cranio Martucci, indabitataiiicnlc cinesc, lia foi'iiia rotondeg- gianlc, meiitrc i due aiunni cinesi del Yen. Collcgio per la propagazione della fede hcnno il capo di figura piramidale- Cosi nel nostro cranio la glabella c un p6 dcpressa, ma le ossa nasali spiccansi avanti notabilnicnte quanlunque i viaggiatori attribuiscano tutti al naso cincse la forma schiacciata. Nel cranio Martucci e I'imarchevoie la obliquila delle orbite che ben si accorda colla nola obli(iuita die offre quel popolo nelle pnlpebre dal basso in alio , e da fiiori in dcntro ; c pure i nostri aiunni non degeneri dalla stirpe quanto alia pic- colezza dcgji occhi e alia figura elliltica del canto nasale , gli hanno pero situati in linea retta. Pallas ne informa che le orecchie dei cinesi sono lar- ghissime , e Barrow annota il mento aguzzo come carattere essenziale della lor faccia : ora niuna di quesle apparenzc si vcrifica distintamente nei eitati aiunni. Pertanto non 6 da fare le meraviglie se Spurzheim, esaminali in Londra dodici cinesi, li trovo different! gli uni dagli altri, e conform! solo nolle con- dizioni degl! occhi. Eliminando adunque le apparcnze piii variabili e raccogliendo le piii co- stant! pud dirsi che la stirpe cinese nel vivo si distingua cosi : « fronle poco elevata, faccia larga sotto gli occhi c che dalle ossa malari va stringendos! fino al mcnlo ; occhi piccoli , molto distant! fra loro , bislunghi, addentrati nelle orbite ; palpebre formanti nell'angolo maggiore un soico profondo ; gla- bella dcpressa, naso breve, rotondato ; occipite poco protuberanle. « I cinesi offrono i contorni della testa conform! a quell! degl! olaiti, le ossa malari sporgenti come i negri, gli occhi stretti, distant! e coll' angolo interno rotondato come gli ottentotti, la sommila del capo foggiata talvolta in piramide come gli arabi, il naso schiacciato come i calmucchi , i capcll! neri e gross! come i giapponesi, la fronte bassa, le orbite oblique, la barba rada , il color della pelle giallognolo o rossiccio come gli americani. E cosi vie meglio confermasi conic le varieta della nostra specie non siano per ca- ratteri nett! e recisi separate I'una dall'altre, ma, come nelle facoUa moral!, cos'i nelle fisiche condizioni con fraterni vincoli di somiglianza vicendevol- mente congiunti. — 107 — FisicA CELESTE. — Iiilomo ttW almoxfera solare , e ad alcune propvield olliche della luce rijlcssa dalla Luna. Del P. A. Seccih. C oH'avvicinarsi della grande ecclissi die si aspetta nel prossimo 18 Luglio a- c., si sono risvcgliali gli studi rclalivi alia cosliluzionc fisica del globo solare , e i! signer Fayc iieirAccademia di Parigi ha livocato foitemente in dubbio I'esistenza di un tale inviluppo tiasparenle, quale gli viene attiibuito dai moderni fisici. Lc ragioni piincipali da lui arrecate si riducono : 1.* Alia nelte/.za grandc colia quale si vedono gli orii delle macchie an- cho quando sono vicine al leinbo solare. 2." Crede insufTicienle a diinostrare tale atmosfera 1' assorbimenio della luce e del calore che ha luogo ai lemhi del disco, potendo cio nascere dalla semplice legge di cinersione de' raggi dalla fotosfera stessa, tanto piu che la Icggc di I^aplace non combina cogli spcrimenti. 3.° Finalmenle, la corona c le prolubeianze rosse vedute attorno al Sole durante I'ecclisse possono secondo lui attribuirsi a un qualche effetto di ini- raggio 0 ahro simile fenoineno piodotto sui raggi solari al radere che essi fanno I'oilo lunare. Siccome la discussione in tnlte le materie fisiche difficili S sempre utile, COS! io ho riassunto a questo proposito le mie antiche ricerche, per vedere se nulla vi trovava da aggiungere o modificaie dietro Io studio e la pratica ulteriore acquistata negli ultimi anni ; ed ecco quanto parmi peter dire su questo proposito. Primiciamente in quanto alia precislone di visibilita delle macchie al centro e all'orlo del disco, essa non si puo asserire essere rigorosamente la stessa : giunte all'orlo sono esse sempre un poco piu sfumate ed indecise, e non si vedono mai in esse que'veli leggieri o cirri che si spesso si osservano nellc macchie grandi, quando sono nel mezzo del disco; ne cio puo attribuirsi solo alio scorcio sotto cui si vedono, rcstando talora larghe abbastanza per distin- guere una vasta area nera nel nucleo. Di piii si deve aggiungere che Teffetto dell'atmosfera trasparente deve esser massimo agli orli o in somma vicinanza ad essi : ora 6 nolissimo che in tal posizione le macchie non si vedono che eccczionalmentc e solo quando sono grandi ssime e con somma diUicoItii : co- munemcnte si attribuisce I' indecisione al tremolio della nostra atmosfera, ma 23 — 168 — e ben difficile distingucrc cio clic sia dovuto all' una e cio clic spelti I'altia causa. Di piu se anclie ratmosfera solarc pioduccsse una indecisione, per csscr sensibile qui da noi , cssa dovrebbe esseio enormc , cioo pidduire variaxioni non minor! di 90 in 100 iniglia, per esscic pci'ccttihilc, altcsa la grandc di- stanza , cd i mutamenti niinoii di questi non si scoi'gerebbcio. L'aliegai'e in cio I'offetto dolle almosf'cre di Giove e Saturno che rendono invisibili i corpi solidi di que'pianeli, non giova, giaccbe nessuno ha detto (inoia chc lali al- mosf'cre siano traspai'cnti, ondc non vaircbbe la par'ila : an/.i abbiaino dellc prove per questi due piaiioti che tali atinosfeie sono analoghc alio noslro nui)i, come vedre(no in appicsso. Per cio che riguarda I'assorbiinento della luce e del calore, rargomento del Sig. Faye si fonda su cio chc la legge dell'assorbiinento data da I.aplaco non combina colla estinzione osservata da me pel calor solare, c da Chacor- nac per la luce. Cio e vero, ed io I'avea gia notato (ino diill'epoca de' miei prim! lavori (1851): e tale appunto deve essere il fatto, giaccho quella legge non combina nemmeno colla osservazione nel dare I'eslinzione de'raggi solaii neir nltiaversare 1" atmosfcra terrestre, altro che quando il Solo e assai alto. Quella legge in somma e fondata sulla medesima teoria su cui si appoggia il calcolo delle rcfrazioni astronomiche, e tutti sappiaino che essa non vii piu in la di 78 in 80.° di distanza zenitale- Essa dunque non varra nemmeno per I'assorbimento deiratmosfera solare che fino a certi limiti di distanza dall'orlo. Siccome si poteva sospettare che le esperienze fatte da me col cannocchiale di Cauchoix potessero esser soggette a qualche eccezione per le minor! di- mensioni dello slrumento, cosi ho voluto ripelerle col grande equatoriale di Merz, e benche i risultati siano dati per esteso nelle Memorie dell'Osservato- rio pel 1852-56 , non sara inutile il qui riassumerl! , potendo essi servire a ch! volesse confrontare I'osservazione colla teoria. In una serie fatta li 8 giugno 1855, 1' immaginc proieltata su di un car- tone perpendicolare all'asse del cannocchiale avea 220 millimetr! di diamelro, e la pila un' apertura quadrata di 12 millimetr! di lato- Le temperature os- servate a different! distanze dal centro furono le seguenti. Distanza dal centro. ) 0. 10."'" 30.""" 50.""" 70.""" 90.""" 104.'""' Intensitii in gradi ) rp j 5Q 2 50.0 49.8 48.9 46.8 440 galvanomclrici. ) La stcssa in gradi ) 121. 0 122.2 120.0 119.0 114.0 101.5 85.5 proporzionali. ) — i(;9 — Lc intensita sono slate osservate sempre sopia quattro punti siminelriei posti su due (liamelri ortogonali. Al centio si liova qualche cosa di meno per la prescnza di una piccola inacchia. I/andamento della diminuzione e assai lento presso 11 centro e tino a ^|^ del raggio, ma a '/jj del raggio, il caloie di- venta 0.7 soltanto della forza centrale. Pero la grande a|)eiluia della pila iiascondeva in gran parte la diminu- zione reale e ra[iidissima clie si ha presso agli orii, quindi io ho rifallo in ollime circostanze atmosferiche una secouda serie di espericnze il 12 Giugno dando all' immaginc un diainctro di 330 inillim. e alia pila una apertura di 4 inilliinetri solamcnlc. II (|uadro seguenle inoslra la diininuzione osseivata, ope- I'ando scmprc su qualtio punti simmetiici. Distanze alTorlo in ) - . n i/ t/ j i . , , ( 1. centro '/,. ' ,. V„„ del raggio parti del raggio ) '^ '" '82 «^- Gradi galvanometrici. ) 40.6 38.8 36.2 28.9 Gradi proporzionali. ) 71.0 63.5 57.0 36.8 ''"''''Tcnsita"' '"' ) '-0*' "-^^ ^-^^ ^•^- ^' 1"^"^ ''^' ""'■•«• L'apcrlura della pila corrisponde a una zona di 24." circa, onde si vede che su quesla zona la forza e ridotta alia nieta. Ora e nolo che in questi estremi le inacchic lungi dal vedersi nette sono sempre molto confuse, onde reEFetto della atmosfera solare si vede anche nella indecisione delle loro imagini. E vero che il detto finora c solo proprio del calore, ma si sa che in generale la conclusione vale anche per la luce, e io prima del Chacornac avea dimo- strato ncl IS'uovo Cimeiilo (Agosto 1858) che usando un prisma birefringente col quale si facesse proiettare 1' imagine deH'orlo vicino a un punto della pe- nombra di una macchia grande, la luce di questa era sensibilmente cguale a quclla deH'orlo, e si sa dalle riccrchc fotometriche di Herschel, che la luce della penombra c circa la meta di quella del fondo luminoso del Sole. Se r esistenza dell' atmosfera trasparcnte resia cosi comprovata , non e percio che sia coinpletamente spiegata da essa la corona che cinge il Sole nolle ecclissi tolali. Essa vi deve certamenle contribuire e non poco, ma se lotto sia sue effelto nol credo provato, e in cio il Sig. Faye ha molta ra- gione- .\nzi ai suoi argomcnti uno nc polrei aggiungere, ed e, che la grande — 170 — comcla del 1843 ed altre ancora si sono nel loro pcrielio accostate al Sole ben piu che non e il raggio della corona (1), onde so qiiesta rapprcsenlasse I'atniosfera, qucgli astri si sarobbcro imincrsi dcnlro di essa non poco; o in tal easo non so conic avrebboro potulo usciinc- Di piii si tiovano assai di- vei'si i liiniti flssali dalla corona secondo la chiarezza del cielo, e i testimonii di veduta notarono scmpre in essa un movimenlo, o che ha I'aspetto come de' raggi che sono vibrati da un pezzo di vetro rotto su cui batla il Sole (V. Baily ccciisse del 18i2 Mem. U. Astr- Soc. di Londia)- IjC irrej^ohnita inollre ossei'vale nella grandezza e dirczione de' fasci di luce tanto dal sig. Moesta che dal sig. Liais fan sospetlaro che la cosa non e lutta dcii'auno- sfcra solaro. Mi e quindi venulo in tncnle di ricercare se la Luna vi poiessc aver qualche parte , e percio mi sono niesso a studiare Ic modificazioni subllc della luce che e riflessa da quest'astro. La piu importanle di qunste b la polarizzazione: questa fu negata da alcuni e sostenuta da altri , ma cio fu solo per ragione di avcrla osservata in fasi differenti. Per studiare questi fatti ho applicato al grande refrattore di Merz un polariscopio sensibilissimo e un polarimctro. Il priino consiste in una lastra di quarzo perpcndicolare all' asse, della spcssezza di 8.'""' circa, con un prisma pure di quarzo birefiigente, acromatizzalo con vetro; combinazione conosciuta solto il titolo di polariscopio di Arago. La lastra di quarzo e di una spcs- sezza tale che i due colori rosso e verde sono vivacissimi , onde ogiii |iic- cola quantita di luce-polarizzala si rende sensibilissima. La lastra I'ho collocata prima della lente dell' ocuiare piii debole tra gli ingrandimcnti del cannoc- chiale di Merz, e il prisma sta fuori dell'oculare affatto. II polarimctro consiste in una [lila di 3 laslrc di cristallo a facce parallele collocata tra il quarzo e 6 r obieltivo del canocchiale presso all' ocuiare. Questa pila puo ricevere i moli attorno all'asse ottico del canocchiale come un micrometro di posizione, per disporrc il suo piano di refrazione nel piano di riflessione de'raggi river- (1) La distanza pcrielia di questa cometa veduta dalla terra avrcbbe sotteso un angolo di 2, '3: ora la corona si estcndc |)er lo nicno a mezzo raggio solarc cioe 7. '8 ed alcuni I'hanno veduta in regioui cliiare di circa mezzo grado. II Sig. Faye allcga come giusto ar- gomento del poler dipendcrla corona da qualche cosa di piii lucente che stia presso il Sole, il fatlo osservalo al Brasile della luna veduta come corpo oscuro prima che si I'acesse il contalto e riuscisse ad esserc intaccalo il disco solare : cio c slato asscrito anche da altri , e merita atlenzione nellc future osscrvazioni. — 171 — bcrati dnlla Luna, e puo riccverc tutte le inclinazioni rapporto all'assc ottico del canocchialc , chc sono misuiate per tnczzo di un ciicolo ^'I'^Jualo. La mancanza di una lastra di quarzo paiallellii all' asse che ordinata da gran tempo a Parigi ncjn 6 ancor giunta , mi impedisco di poter ridurre a cifre assolute i risultati finora ottenuli, onde mi contenlcro di alcune coiiclusioni general!. 1." La luce della Luna 6 polarizzata diversamente sccondo la fase. Nelia luna plena e nulla , e massima nel 6.° o 7° giorno di eta quando I'cloDga- zione del Sole e da 80 a 90 gradi : il piano di polarizzazione o qucilo di riflessione die passa nel Sole come lo mostra il polariscopio a bande o strisce colorate. 2.° La quantita di luce polarizzata varia grandemente nelle diverse re- gioni: in quelle che diconsi mari e sono paiti liscic , essa e grandissima ; e minitna sullc montagne: i fondi piani de' crateri sono polarizzati fortemente, mentre i loro bordi se ne staccano come isole bianche sui fondi colorati verde e rosso sui cainpi lisci. 3.° Anche nella fase di massima polarizzazione Ic parti lisce presso il liinite dcH'ombra, e quelle presso I'orlo del disco banno a un dipresso la stessa quantita di luce polarizzata. Ecco alcuni numeri a questo proposito. 1° Gen.° 1860; 8.* pom. Mare Serenitalis : (quasi nel mezzo) angolo massimo della pila in cui svanisce ogni polarizzazione. . . . =53.° 5 Marc crisium (presso all'orlo) angolo 53. 3 Parti montuose presso Ticone ...... 36. 2 31 Dicem. 1859 7/ pom. Mare serenitalis . . . . 50. 0 Mare crisium ......... 50. 1 Presso Ticone e Maurolico ....... 38. 0 Mare Iranquillilalis ........ 52. 5 Pero presso al cerchio terminatore dell'ombra, la polarizzazione sembra alcun poco diversa, ma non ho potuto esaminarne bene ancora tutte le circostanze; la differenza h pero piccolissima. 4." Se la regione e mista di montagne e di pianure come presso Ticone, ne risulta im medio generale mediocremente polarizzato, ma se sia una isolata montagaa in mezzo a una pianura, si c sicuro che la montagna resta sempre bianca. Tale 6 il caso de'monti Appennini e Caucaso e di alcuni mezzi circhi che stanno presso i limit! de! man". — 172 — li poI;irisco|)io necessaiiamentc ammcltc tin piccolo canipo, o cio e assai giovcvole, per esaminaro lo piccolo porzioni soparatamentc, e il cannocchiale col suo forte ingiaiulinieiUo c {jrandc luce laseiando assai iiilense le due ima- giiii, pcrinelle ili scparaie le parti cd csainiiiailc in confionio i'una dcH'altra, e cosi si possono ben vedere tultc queste divcrsita che sono (inoia sfuggite alia comune degli osservatoii. 5.° Giovc , Salurno c Martc non sono polaiizzati piu che riol sono le noslrc nubi, nb le nostre I'ahhiiche o lo monlagnc co|)Cite di neve, cioe nulla allatto. Venere non I'ho ancora esaminata in posizione conveniente. I fatti tinora descritti, seinplici in apparenza, non sono tali se si con- siderano in lullo il loro coiiiplesso. Infatti, la polai'izzazione della Luna non e quale sai'ebhe quclla di un corpo lucido speculare , che se b di figura cilindrica ha una sola linea di polarizzazione massiina, e se 6 sferico un solo punlo : qui invece abbiamo dollc superficic assai vaste con equahilc polariz- zazione, malgrado la divevsissirna inclinazione de'piani sotlo i quali il I'aggio incidcnte e il ^•i^esso ti'ovasi lapporlo al piano tangcnte il globo lunaie, onde non pud applicarsi la tcoria ordinaiia. Supponiamo infatti la luna in quadra- tura e consideriamo due raggi uno all' oilo del lenibo , e I' alti'O al limite dell'ombra: nel prinio il i'aggio liflesso c parallelo al piano langeute la Luna, nel secondo gli e perpendicolaie onde la polarizzazione dovicbbe esser nulla se la luce si polarizzasse come sui coi'pi sferici lisci, e dovrebbe esser nnas- sima a un punto intcrnaedio. Dopo aver cercalo variamente qual polesse es- sere la spicgazione di questo fatto ho trovato che la polaiizzazione lunare e solo comparabile a quella che si ha da una superficie coperta di piccole fac- celte riflettcnti , e dirette in tuUi i sensi qual e un ammasso di cristalli , e specialniente la caita snierigiiata e la carta di velro usata nelle aiti, a pulire legni 0 metalli. Infatti faccndo I'esperienza ho veduto che un cilindro coperto di questa carta ed esposto convenienlenriente al Sole in modo da imitare le fasi della Luna presenta una polarizzazione quasi uniforme in tulta la sua superficie. Una tale coincidenza puo portare a varie ipotesi sulla costituzione lunare che io ometto pel momenlo, solo diro, che ho voluto tentare qualchc ajjpli- cazione alia spiegazione della corona delle ecclissi. Percio ho fatto una ec- clisse artificiaie occultando I'imagine solarc fatta da un obiettivo con un ci- lindro coperto di carta smerigliata, disponendolo in guisa che il suo bordo ap- pena coprisse I'imagine focale: guardando I'orlo di questo cilindro con un can- — 173 - nocchialc a distanza, sono restate sorprcso al vedere realincnte che la line a tenninatrice non 6 piu netla come quando il corpo e liscio ed opaco , ma 6 sfrangiala, e si vede una forte linea splendenle che la teimina, e sc la caita e a grossa grana anciio qualche raggio dilFuso. Dictio cio non mi pare im- possibilo die la superficic scabra e ii'iegolannentc liflettente della Luna possa avcre qualche influenza nclla t'ormazione della corona. E da desiderare che quelli che hanno veduto la coi'ona si prendano la pena di rifaie I'esperiniento suindicato per vedere se vi puo csser paritii- Per Ic proluberanze rosso non saprci che ipotesi proporre : ma nossuna di esse finora o stuta vista ecccdere in allczza il limite dei porieli cometari indicati di sopra, e piii d'uno le ha distintaincnto vedule coprirsi gradatamcnte al moto della luna , e scoprirsi dali'altra parte: onde e sommamente probabile die esse appartengano al Sole. Ma ritornando alia Luna e impossibilc determinare di qua! natura siano queste faccette riflettenti potendo essere mineral! e vcgetali. Cosi per esem- pio i nostri terreni vulcanici che I'iflettono su i molteplicl ciistallini di mica, e di pirossenc i raggi solari , sono un esempio inolto simile a questo della luna : un ammasso di gbiacci potrebbe produrre lo stesso eEFetto , ma puo produrlo anche un ammasso di foglio vcgetali a superficic della pagina su- periore lustra, come sono quelle dell'alloro , dell'elcc ec. ec. onde cosi non resta sciolto il problema se vi sia nella Luna vegetazione. II punto piu cupo e il piii polarizzato che ho ti'ovato finora nella luna crescente e il mare se- renitatis. La catena degli Appennini si sollcva bianca sul fondo roseo e verde della prossima levigata pianura c la diresti coperta di neve; cio non dipende certo dalla inclinazione de'raggi, giacche sul quadrante lunare vi sono certo de' piani lisci che possono trovarsi paralleli alle faccette di quest! monti e che sono polarizzati, onde la mancanza di polarizzazione sui nionti dipender deve dalla natura stessa della superficic. Sara possibile riuscire giammai a conoscere se la materia rillettente e vegetale o minei'ale ? io non lo dispero : uno scrupoloso studio dell' angolo di massima polarizzazione potrebbe rilevai'c Tindice di refrazione delle sostanze e forse la loro natura. Le ricerche cosi divetitano delicatissime e richiedono inezzi di precisionc die pel momcnto non sono ancora a mia disposizione. Richiedono sopratutto gran pratica di esperimenti ottici, e un esame accurato dei mezzi altraverso i quali si guarda. Per ora mi sono limitato a ricono- scere I' inlluenza deH'obiettivo, ed ho trovato essei' cssa minima cosa e tale da non viziar punto sostanzialmente le conclusion! arrecate di sopra. — Hi — Dal fallo chc Saturno, Oiovc e anchc Marte non sono polaiizzati, potrcbbc (ledui'si chc I'atiiiosl'ci'a ili ([ucsti piaiieli e aiialoga a quclla dcllc noslie nuhi. lo li ho osservali quando stavano in quadratura col Sole, ma anchc in quosto caso I'angolo del raftgio incidento scmprc tanto poco si scosta dal riflcsso da farli stare quasi scmpre conic ncl caso della Luna prossiina al plenilunio, e percio da qucslo solo non si potrcbbc concludcre rigorosamcnte talc simi- glianza- Peio la vaiiabiliti deile fascc specialinente in Giove lo mctte fuori di dubbio. Singolare b quclla chc si osserva attualniente (Cennaro I860) , cioo di una /ona di color rossastro carico assai larga c suddivisa in 3 ncl- remisfero australc, il qual colore si riproduce presso il polo borealc con forte intensita mentre la regione equatoriale intermedia mostra zone tinte di non dubbio gialio, vcrdino e bianco. Tali colori nelle fascc sono nuovi per me, avendole per lo innanzi veduic semprc di color cenericcio. Roma 8 Gen. J 860. — 175 — AsTRONOMU. — Teoria della cometa V dell'anno 1858. Memoria del prof. I. Cnlandrelli. (Continuazione) (*). 8." In (|iiesla prima tavola delle osservazioni oiiginali si scorgc senza dubbio una ccrla unifoitnitii e rcgolaiita nelle osservazioni i'alte nello stesso giorno dai diveisi astronomi. I^c ascensioni relic vanno semprc aumenlando , ed o ben raro it case in cui ad un lompo piu grande o piu piccolo non conisponda uii auinenlo , o una diminuzione nclla asccnsiono relta. Lc dcclinazioni au- rncntano fino ad una data epoca, quindi diininuiscono: dalle boieali si passa alle austiali : qucste crescono rapidamenlo : 6 anche laro il caso in cui alie piccoic dilTcicnze del tempo non corrispondano in piii o in nicno le differenze delle dcclinazioni. Sc dunque in quci giorni ne' quali si hanno inolte osser- vazioni si prenda il medio dei tempi, e delle posizioni osservale, si avra per quel dato giorno una sola osscrvazione : in la! maniera le 315 osservazioni sono stale ridoltc a 109, cio6 a tante di nuinero quanti sono stall i giorni nei quali fu possibilo rosservazionc. Queslo 109 osservazioni che si presentano nella seguente tavola seconda non hanno pero tulte lo stesso peso. In alcuni giorni, e in modo particoiare in quelli dei mesi di Giugno, Luglio e Agosto non si ba che una sola osscrvazione isolala , in allri giorni se ne conlano due 0 al piu tro. iVei mesi poi di Seltcmbre e di Oltobre si hanno per lo stesso giorno 4, 5.. ..7,8, II osservazioni come appunto nei giorno 8 Oltobre. 9.° Con quesla prima riduzione le 109 osservazioni corrispondono a di- vers! tempi : sono pero tali che fncilmenle , con un melodo d'interpolazione si possono ridurre in ciascun gioino alio stesso tempo. In tal modo si viene in cognizione del moto diurno in asccnsione rotla e in declinazione. II tempo scclto da me e 0'' 4 corrispondente alle 9.* 36. "'0' della sera al mei'idiano di Parigi. In tal maniera le posizioni della Cometa formano come une elTemerldc dedotta dalle stesse osservazioni per lc 9* 36."" 0.' della sera al meridiano di Parigi. Le trc ullime colonne della lavola seconda presentano quest'allra ri- duzione. (*) V. Sessione I. 4 Decerabre 18B9. 24 — 176 — TAVOL.X II. iMesi c gioini .\sccns. etta ap. Declin. nppar. c o O Ascens.rettaap. Declin. appar. Giugno 7.410706 9.* 24.' '59.^ 33 24.°21.'58."60-H 7.4 9.* 24. ".59.-28 24.°21.'55."02-f- 8.376586 25. 2. 40 27. 40. 70 8.4 25. 2. 46 27. 49. 96 y. 429409 25. 5. 34 34. 36. 50 9.4 25. 5. 25 34. 24. 84 10.380368 25. 8. 94 40. 51. 58 10.4 25. 9. 02 40. 59. 38 1 1 .383,307 25. 14. 70 47. 23. 72 11.4 25. 14. 86 47. 30. 20 12.396061 25. 23. 48 53. 47. 05 12 4 25. 23. 50 53. 48. 46 13.402319 25. 30. 54 59. 48. 49 13.4 25. 30. 51 59. 47. 73 14.413378 25. 40. 28 25. 5. 51. 45 1 4.4 25. 40. 15 25. 5. 46. 27 15.422686 25. 50. 31 12. 51. 77 15.4 25. 50. 08 12. 41. 68 17.392604 26. 17. 92 23. 23. 20 17.4 26. U. 55 23. 22. 65 19.379394 ■ 26. 45. 50 35. 32. 40 19.4 26. 45. 79 35. 32. 27 28.382928 29. 57. 47 26. 26. 9. 50 28.4 29. 57. 92 26. 26. 15. 23 29.389740 30. 23. 76 3!. 45. 69 29.4 3(t. 24. 04 31. 49. 10 30.379906 30. 50. 11 .37. 13. 76 .30.4 30. 50. 63 37. 20. 38 Luglio 1.372250 31. 18. 21 42. 42. 67 1.4 31. 18. 72 42. 51. 47 2.378160 31. 47. 64 48. 15. 20 2.4 31. 48. 3! 48. 22. 37 3.364250 32. 17. 25 53. 43. 21 3.4 32. 19. 43 53. 53. 23 7.369227 34. 35. 26 27. 14. 45 83 7.4 34. 36. 20 27. 14. 57. 32 8.376760 35. 7. 32 20. 52. 67 8.4 .35. 8. 10 21. 0. 90 9.495562 35. 46. 27 27. 17. 62 9.4 35. 42. 69 26. 47. 14 10.520066 36. 24. 89 32. 49. 41 10.4 36. 20. 37 32. 9. 98 1 1 .59.5759 37. 5 75 38. 47. 70 11.4 36. 58. 56 37. 40. 37 12.37l.i37 37. 35. 88 43. 11. .50 12 4 37. 37. 97 43. 20. 99 13.371586 38. 17. 45 48. 44. 80 13.4 38. 18. 59 48. 54. 25 14.477069 39. 2. 72 54. 55. 57 14.4 38. 59. 50 54, 16. 33 15.588030 39. 49. 81 28. 1. 15. 22 15.4 39. 41. 75 28. 0. 1 1 . 34 16580275 40. 32. 96 6. 57. 68 16.4 40. 25. 05 5. .54. 78 17.581351 41. 17. 45 12. .52. 37 17.4 41. 9. 32 11. 47. 44 19.364965 42. 40. 57 22. 33. 10 19.4 42. .42. 10 22. 46. 43 20.358553 43. 25. 72 28. 44. 90 20.4 43. 27. 65 29. 0. 13 21.580170 44. 24. 46 36. 4. 5! 21.4 44. 15. 57 35. 0. 89 24.583618 46. 55. 41 54. 22. 93 24.4 46. 45. 91 53. 14. 62 25..578158 47. 47. 46 29. 0. 34. 48 25.4 47. 38. 08 59. 29. 20 27.578857 49. 35 00 13. 9. 83 27.4 49. 25. 13 29. 11. .59. 55 i 28..574650 50. 29. 89 19. 41. 07 28.4 50. 20. 87 18. 32. 46 31.3.56748 53. 4. 30 37. 54. 00 31.4 53. 6. 71 38. 10. 99 .\gosto 4.460935 .57. 23. 27 .30. 6. 6. 76 44 57. 19. 38 30. 5. 38. 24 5.344599 58. 20. 81 12. 46. 40 5.4 58. 24. 98 13. 8. 96 6.3t0486 59. 25. 68 19. 45. 40 6.4 59. 29. 49 20. 12. 01 ! 7.463857 10. 0. 41. 53 28. 12. 03 7.4 10. 0. 37. 18 27. 42. 76 - 177 — (ConUnun la T.\V. 11.) Mesi e giorni Asccns.relta ap. Declin. appar. o O .\sccns.iettaap. Declin. appar. Agosio 8.5(>0036 10.'' 1.-57.' 20 30.'"36.'34."81-^ 8.4 10.'' 1."'45.'16 30." .35.' 13."17-+- lo.iumi 4. 11. 39 .51. 3. 15 10.4 4. 7. 77 50. 39. 32 11.339857 5. 16. 66 58. 10. 70 1 1 .4 5. 21. 07 58. 39. 62 12.465150 6. 40. 27 31. 7. 11. 35 12.4 6. 35. .39 31. 6. 41. 50 13.586339 8. 5. 86 16. 9. 10 13.4 7. 51. .52 14. 32. 79 14.457000 9. 14. 32 23. 38. 05 14.4 9. 9. 60 23. 8. 57 15.567878 10. 45. 16 33. 8. 36 1.5.4 10. 32. 04 31. 45. 84 16.439970 11. 55. 04 40. 30. 44 16.4 11. 51. 74 40. 9. 23 17.438176 13. 18. 44 49. 24. 05 17.4 13. 15. 33 49. 3. 54 19.544956 16. 21. 26 32. 8. 34. 53 19.4 16. 8. 32 32. 7. 12. 83 21.330190 19. 4. 31 25. 19. 80 21.4 19. 10. 89 25. 58. 79 22.539508 20. 58. 66 36. 39. 66 22.4 20. 45. 63 35. 23. 14 23.443152 22. 27. 36 45. 13. 78 23.4 22. 22. 42 44. 47. 53 24.433356 24. 6. 89 55. 13. 98 24.4 24. 3. 48 54. 53. 82 25.536968 26. 1. 14 33. 6. 18. 21 25.4 25. 46. 81 33. 4. 56. 03 28.320861 31. 54. 33 34. 42. 61 28.4 32. 3. 77 35. 32. 84 30.304413 35. 2. 16 55. 28. 55 .30.4 35. 14 04 56. 29. 61 31.319002 37. 9. 94 34. 6. 15. 90 31.4 37. 20. 23 34. 7. 7. 24 Selt. 1 .308537 39. 18. 02 16. 45. 60 1.4 39. 30. 11 17. 44. 55 2.319612 41. 34. 41 27. 34. 92 2.4 41. 45. 56 28. 26. 04 3.364294 44. 1. 79 38. 40. 64 3.4 H. 6. 88 39. 3. .54 4.292463 46. 17. 40 48. 34. 57 4.4 46. 33. 69 49. -43. 50 5.408376 49. 8. 84 35. 0. 24. 35 5.4 49. 7. 57 .35. 0. 19. 04 6.524523 52. 5. 63 11. 57. 33 6.4 51. 44, 61 10. 43. 84 7.434966 54. 41. 25 21. 11. 99 7.4 54. 35. 39 20. 51. 25 8.340304 57. 17. 67 30. 4. 60 8.4 57. 28. 39 30. 40. 15 9.350608 11. 0. 23. 24 .39. 50. .56 9.4 11. 0. 32. 46 40. 18. 33 10.373804 3. 40. 25 49. 10. 06 10.4 3. 45. 49 49. 24. 15 11.301776 6. 49. 78 57. 9. 01 11.4 7. 10. 08 57. 57. 41 12.362213 10. 35. 57 36. 5. 26. 32 12.4 10. 43. 90 .36. 5. 43. 31 13.342138 14. 17. 44 12. 17. 01 13.4 1i. 31. 20 12. 39. 83 14.289504 18. 2. 70 17. 54. 80 14.4 18. 29. 75 18. 31. 2i 15.316395 22. 22. 32 22. .49. 01 15.4 22. 44. 15 23. 8. 89 16.357992 27. 2. 77 26. 5. 82 16.4 27. 14. 56 26. 12. 09 17.297784 31. 32. 41 27. 29. 06 17.4 32. 2. 14 27. 32. 37 18.30801! .36. 36. 34 26. 45. 98 18.4 37. 5. 22 26. 34. 65 19.330204 42. 6. 74 23. 10 63 19.4 42. 21. 60 22. 53. 26 20.394531 48. 12. 91 20.4 48. li. 86 20.388243 16. 48.' 28 204 16. 42." 26 21.321477 53. 55. 92 7. 39. 50 21.4 1 54. 25.' 50 6. 45. 26 — 178 — (Conlintia la TAV. II.) Mc Sett. 22.2'):>423 23.27.Sli2 24.303;}i7 25.345 IT) I 26.3(i26'.3 2G.3(5()123 27.281011) 28.391881 29.328631 30.285441 .Vscens.reltaap. Olio. 30.287799 1 .346944 2.328432 3346461 4.277269 5.26.-^635 5.267624 6.271071 7.28 i669 8.265577 8.272.562 9.311070 10.261072 11.269612 1 2.269379 13.317408 14.2.-J3II4 15.293040 16.2898.-)9 17.258599 18.2.10687 19.494892 22.239005 25.227396 12 13. 14. 15. 16. * OrU.^l 7. 5. 81 14. 43. 35 22. 58. 17 31. 41. 95 39. 42. 04 50. 12. 84 59. 32. 29 9. 37. 00 21. 24. 82 .32. 22. 00 44. 21. 90 55. .38. 53 7. 55. 73 20. 24. 94 33. 9. 26 45. 28. 14 De olin. ;ip|)iir. 58. 23. 9. 59. 22. 6. 33. 37. 44. 47. 55. 22. 6. 2. 15. 50. 24. 51. 23. 32. 40. 89 50 13 06 67 05 20 42 37 33. 38. 76 02 15 35." 54.' 21. "37- 36. 6. 68 II. 34. 27 34. 39. 39. 14 0. 45. 53 33. 18. 12. 07 32. 16. 8. 96 31. 12. 28. 95 29. 55. 48. 12 28. 16. 23. 35 26. 32. 36. 50 24. 27. 7. 03 22. 17. 43. 96 19. 44. 13. 85 16. 53. 53. 00 13. •47. 3. 53 10. 33. 15. 67 6. 59. 25. 99 3. 39. 25. 55 0. 3. 12. 45- 3. 26. 34. 90- 6 56. 57. 53 10. 7. 32. 77 13. 22. 21. 99 16. 18. 37. 99 18. 57. 9. 70 21. 27. 52. 65 24. 19. 55. 06 29. 39. 0. 70 34. 7. 2. 30 c 22.4 23.4 24.4 25.4 26 26.4 27.4 28.4 29.4 .30.4 30.4 1.4 2.4 3.4 4.4 5.4 5.4 6.4 7.4 8.4 8.4 9.4 10.4 11.4 12.4 13.4 14.4 15.4 16.4 17.4 19.4 22.4 25.4 Ascens. rella ap. 12. 13. 13. 15. '* 0.' 7. 15. 23. 32. 40. 50. 0. 10. •57. 58. 27. 26. 0. 47. 17. 16. 53. 83 5 50 20 73 63 55 34 24 Declin. appar. 21. 59. 42 33. II. 92 45. 0. 36 57. 10. II 14. 9. 35. 35 22. 2. 21 34. 36. 69 47. 8. 48 59. 29. 46 II. 40. 32 34. 58. 35 45. 45. 89 56. 54. 11 16. 7. 26. 85 16. 53. 22 26. 8. 20 .34. 15. 72 43. II. 00 17. 5. 39. 08 24. 40. 36 35.° 52 33. 8. 34. 37. 33. 59. 12 32. 15. 31. 7. 10. 6. 3. 0. 3. 7. 10. 13. 16. 19. ' 37."28- 1. 98 56. 38 47. 64 19." 92 16. 65 38. 71 12. 84 29. 45. 52. 49 28. 11. 8. 32 26. 24. 19. 97 24. 20. 3. 95 21. 59. 29. 96 19. 22. 35. 42 16. 33. 4. 11 13. 24. 55. 04 7. 39. 9. 25. 52. 14. 35. 41. .37. 19. 17. 44. 52. 2. 37. 21. 44- .55. 13. 21. 54 52 76- 30- 47 80 44 14 34 73 21. 49. 25. 51 24. 07, 34. 84 29. 55. 31. 04 34. 16. 21. 36 — 179 — 10.° Uidottc in tal modo Ic nostre osscrvazioni, si vedc chiaiiimcnte chc in ogni inese si ha una serie di posizioni che si succedono di giorno in gioino; cioe dal 7 al 15 Giugno; dal 8 al 17 Luglio; dal 10 al 17 Agosto; e finaimente dal 30 Agosto al 19 Oltobre. £ questa /a serie piii lunga, c da questa come dalle altre piccole serie si potranno ottcnerc i nioti diuini dclla Comela in ascensione retla, e in declinazione, i quali, se per un niomento li supponiamo proporzionali al tempo, possono utilmcntc servirc ad uno esamc delle nostre osservazioni. Esame delle osservazioni. 11.° Molii valenli astronomi hanno volute calcolare gli element! deli'orbita delta nostra Cometa. Lasciando da parte le prime orbile paraboliche calcolate colle prime osservazioni dei mesi di Giugno e di Luglio, mi fermo all'orbila parabolica del sig. Watson, c alle due orbitc eilittiche dei sig. Bruhns e Searle. Le posizioni normali di WaSson sono le seguenti : Giugno 11.22051GI. m. a Parigi \K = 9.'-25.'"li/ 06 D = -^2L%6.' 25."i Luglio 13 9. 38. 11. 31 . . 27. 48. 0. 8 Agosto U 10. 8. 56. 80 . . 31. 21. 47. 9 se coi moti diurni in ascensione retta e in declinazione riduciamo queste osservazioni al tempo fissato nello tav. II del num. 9," avremo Giugno II. 4. t. m. a Parigi AR = 9.'' 25."' 1 5.' 61 D = -t- 24.° 47.' 33."3 Luglio 13.4 \ . . 9.38.18.83 . . 27.48.58.6 Agosto 14. 4 10. 9. 11. 59 . . 31. 23. 20. 7 queste posizioni poco differiscono da quelle che sono nolate nclla citata tavola 11. 12°. Le posizioni normali di Bruhns pel calcolo degli elementi ellittici sono le seguenti Giugno 14. 410673 /. m. a Parigi AK = 9.* 25."'39.' 76 D = -(- 25.° 5.' 49."2 Agosto 7. 362074 10. 0. 34. 73 .. 30. 27. 27. 0 Settem. 21. 335395 11. 54. 0. 20 . . 36. 7. 28. 9 coi moti diurni in ascensione retta e in declinazione, riducendo queste posizioni al tempo fissato nella nostra tav- II. si ha — 180 — Giugno 14. 4. t. m. aParigi AR = 9/ 25.-39.' 65 D = Agosto 7. 4 to. 0. 37- 35 . . Seilem.21. 4 11. 54. 25. 54 . . 25." 5.'44."77 30. 27. 44. 12 36. 6. 34. 12 Ic quali auchc csso poco dilFcriscono dalle nolatc iiclia tav. II. 13". Pieiuiiamo adcsso ad esame le osscrvazioni nioridiane di Pulkova; in quesle si ha il vantaggio che i tempi di Pulkova lidolti al meridiario di Parigi differiscono dal tempo fissato nclla tav. II nelle ccntcsimc del giorno, per cui la supposizione del moto proporzionale al tempo non [luo altcraie sen- sibilmcnte Ic posizioni. Ecco per tanto Ic osscrvazioni original! di I'ulkova. Osservazioni meridiane di Pulkova. Settem . 2. 418641 1. m. a Parigi AR = 10.* 41 ."'48.' 81 D = h- 34.''28.' 43."2 11.411647 . 11. 7. 11. 98 . . 35. 57. 59. 8 12.411397 . .... 11. 10. 45. 73 . . 36. 5. 46. 9 16.411913 . .... 11. 27. 17. 50 . . 36. 26. 12. 0 17. 412492 . .... 11. 32. 4. 22 . . 36. 27- 29. 9 18.413288 . . . . . 11. 37. 9. 80 . . 36. 26. 30. 1 24423533 . . . . ; . 12. 15. 36. 73 . . 35. 8. 19. 8 coi moti diurni in ascensione retta e in declinazione presi nella tav. II , si riducono alle seguenti Settem. 2. 4. t. m. a Parigi AR 11. 4. . 12. 4. . 16. 4. . 17. 4. . 18. 4. . 24 4. . se paragoniamo queste posizioni con quelle della nostra tav. 11- troveremo che le differenze in ascensione retta nella sola osservazione del giorno 17 Sett, supera il secondo tempo, e che le diffcirenze in declinazione sono piccolissime, e compatibili cogli errori delle osservazioni. 10. HI. '•46.M8D = -^34. °28. '31. "32 11. 7. 9. 49 . . 35. 57. 54. 37 11. 10. 43. 90 . . 36. 5. 42. 15 11. 27. 14. 07 . . 36. 26. 11. 04 11. 32. 0. 44 . . 36. 27. 29. 18 11. 37. 4. 58 . . 36. 26. 33. 06 12. 15. 25. 47 . . 35. 9. 3 56 — 181 — 14.° Con queslo bicvc esame ci sianio assicurati che alcune posizioni delia noslia tav- II, sono sullicientcmenle esatle , esse infatti collimano con altre posizioni, c in mode paiticolare colle mcridiane dcgli aslronomi di Pulkova, Ic quali a mio paieic, debbono piefcrirsi a tutte ic ailrc. Ma siamo poi sicuri che lutte sieno egualinenlc esatte ? Le nostre osservazioni delia lav. II. lidolte alio stesso tempo sono quelle che dagli astronomi si chiamano normali : esse pero risuilano da quelle delia stessa tav. II, non ridotte alio slesso tempo , c sono slate combinalc a tre a tre ncl modo seguente. Dalle osservazioni, per csempio, dei gioini 1, 2, 3 Solleinbre ai tempi l,° l', t" si o colla inierpo- lazione dedotla la normale del 2 Setlembre al tempo l = Sett. 2,4; collo slesso mctodo dalle osservazioni dei giorni 2,3,4 Sellemb. si c ottenuta la noimale del Sell- 3 , 4 e cosi snccessivamente. Le posizioni dei giorni 1,2,3 Setlembre delia tav. II, risuilano ciascuna da quattro osservazioni delia tav. I. del num." 7," dunque la normale del Sett. 2 , 4 risulla da 12 osservazioni : ma non sempre nella lav. I. si ha un gran numero di osser- vazioni per lo stesso giorno: in qualche giorno non si ha che una sola po- sizione, in altri appena due: se dunque una o due posizioni non sono mollo esatte, Terrore influisce sulle posizioni normali, e spesso accade che sieno piu esatle le posizioni della lav. I, che Ic normali delia tav- II. Prendiamo, per esempio, la posizione della Comela del giorno 5 Oltobre, in cui tutti gli astro- mi paragonarono la Comela alia stella « Boole. Dagli astronomi di Pulkova si a la scguenle posizione micrometrica Oltobre 5. 218238 l- in. a Parigi AR = 14.* l.'-W 10 D = ^ 19.* 52.' 55."9 colle normali dei giorni 4, 4; 5, 4, 6, 4 Oltobre, si domanda la posizione della Cometa pel tempo I ■■= Oil. 5, 218238. Dal calcolo si ottiene Oltobre 5. 218138 t. m. a Parigi AR = U-'T. 19.^ 77 D = ^ 19.° 52.' 2."88 la qual posizione differisce troppo da quella data dagli aslronomi di Pulkova. Viceversa se ci fermiamo alle osservazioni del 5 Oltobre della tav. I. num°. /, noteremo: che I'osservazione di Pulkova collima nel tempo e nella posizione colla osservazione di Honigsberg: che le osservazioni di Ginevra e di Bonn sono quasi identiche, se dunque I'inlerpolazione si faccia colle posizioni della lav- I, si avra Oltobre 5. 218238 t.m.a Parigi AR = 14.*7'"14.' 61 D = h- 19.° 52.' 56."92 la qual posizione collima con quella degli astronomi di Pulkova. Ma cio non basta : le normali della tav. II. presenlano come una effemeridc non dedotla da un sistema di elementi, ma dalle slesse osservazioni. Ora se da qualunque — 182 — effemeridi ricavata dagli elcmenti si prendano le differenze diurne in ascensione rctta e in dcclinazione si trova sempii' nci movimenti diurni una certa leggc la quale se si inanifesla ncl nioto vaiiai)ilissiino della Luna, dcvc anche ma- nifestarsi nel moto variabile delic Comclc. Ma so in una scrie di giorni con- sccutivi picndianio i nioti diurni in ascensione rctta c in dcclinazione nolle nostrc osservazioni norniali , si presentano dei salti i quali lurbano la leggc chc di sua natura dcvo csistcrc. Qucsti saili provano evidcnlcinento che le po- sizioni noimali non sono tutle esalte, e che percio nella nostra serie di posizioni non possiamo sceglierc a capriccio quelle sullc quali si possa stabiliic una plausibile tcoiia di questa Cometa. 15." Sicuro della csattezza di alcune posizioni resterobbe a vcdere in qual modo sieno queste rapprosentate dagli dementi parabolici di Walson e dagli dementi ellittici di Briihns. Lungo saiebbe il calcolo , ma questo si rcnde facile dictro Ic effemeridi presentatc da questi astrouomi calcolate sugli de- menti medesimi. La efTomeride di Walson e calcolala per la mezzanotto al incridiano di Waahinglon corrispondente alle 17/ 17."" 32.' 6 di tempo medio al meridiano di Parigi. Le posizioni normali della tav. II. sono per Ic 9 •'' 36.'" 0 al meridiano di Parigi, dunque se dalia posizione della effemeride si toglie il moto della Cometa per 7*. 41."" 32.^ 6 si otterranno le posizioni della tav. IL Si prenda I'osservazione del giorno 11 Sett, la quale si 6 veduta esatta per molti confronti, e dal calcolo risulta Osserv. Sett. II. 4. t- m. a Parigi AR = ll.''7.'"9.' 0 D = -i- 35.° 57.' 57"9 Effem. Sett. 11. • 11. 7. 7. 0 • . 35. 58. 58 0 Calcolo - Osserv. = — 2.* 0 in AR — 61." 0 in D la effemeride di Bnihns e pel mezzogiorno di tempo medio a Berlino. Sulla esattezza della osservazione del 5 Ott. non puo cader dubbio, e dal calcolo si ottenne Osser. Ott. 5. 218238 ^m. a Parigi AR = 14.* 7.'"14.' 6 D=-i- 19.° 52.' 56."9 E^em. Ottob. 5. 218238. . . . ■ 14. 7. 20. 7 • • 19. 49. 18. 0 Calcolo - Osserv. ^ -+- 6.' 1 in AR — 3.' 38." 9 in D sembra dunque che n6 gli dementi parabolici di Waston, nh gli elementi el- littici di Bruhns possano soddisfare a quelle osservazioni, le quali dopo una discussione, debbono meritare la fiducia degli astronomi- (Conlinua) — 183 — Sul modo col quale procede la dissoluzione dei corpi crislallizzaii. Memoria del dolt. R. Fadri. Oono noti ai chimici molti csempi di soslanze, che si compoi tano in modo assai diffcrcnte col loro dissolventi, secondo che sono amorfe o cristailizzate. La silicc nc prcsenta uno dei singolarissiitii, giacchc quando 6 stata fusa per efTetto di una altissima temperatuia, si riduce ad uno stato vitreo dei tiitto simigiiantc a qiiello del crista! di monte , mcntre che poi 6 incomparahil- incnlc |)iu di queslo intaccabile dai dissoivcnli, acido fluoidrico, potassa, etc. Anche il rendcrsi appaienti certe cristalJizzazioni di aicune sostanze mctal- liche mediante soluzioni acide, come si osserva facihiiente nelle lastre di ferro stagnate, prova che quelli acidi trovano maggior faciiita a disciogliere le por- zioni inctallichc interposte fra i cristalii, clie i cristaili stessi, benchc format! dallo stesso mctallo. Questi fenomeni fanno cvidentemente presentiie che quelle stesse forze che delcrminano Ic molecole di un corpo a disporsi piulloslo in una posizione die in un\tllra, quando vcngano abhandonale da un liquido , agendo dirci quasi in senso conlrario, oppongano una resistenza maggiore in una direzione, minors in wiallra , al dislaccarsi dcllc molecole medesime, quando il corpo crislalliz- zato vcnga poslo enlro un liquido capcice di discioglicrlO' Sembrandomi c!ie il soggetto sia moito interessante, in quanto che puo por- tare nuova luce suila costituziono dei corpi cristaliizzati, esulia natura delle forze molecolari ; ho percio intrapreso uno studio sperimenlaie , destinato spe- cialmeiito a confermare la judicata legge- A questo fine ho preso molti cri- stalli di diverse sostanze, dei piii perfelti che ho potuto avere, e li ho im- mersi entro liquid! capaci di sciogiierii , cercando di osservare il modo col quale proccdevano le dissoluzioni, se non che mi sono accorto che diiricilis- simo riusciva il riconoscere ove questi cristaili erano stati maggiormente in- taccati , specialmente per le prime, e piccolissime corrosion!, le qua!! sono Ic pill preziose, perche meno delle altre affctte dalle numerose perturbazioni, come ! diversi movimenti del liquido , la non sua omogeneita per la mag- giore, o minore quantita di materia solida disciolta, etc. Ho duncjue dovuto pcrsuadermi cssere indispensabile un mezzo sensibilissimo, che potesse mi- surare le corrosion! sino almeno ai centesimi di millimetro , ed 6 stato per questa ragione che ho pensato approfittare della proprieta che ha la luce 25 — 184 — polarizzala di mostrare diversamento coloralc Ic lamine di sostanze bircfran- genti parallele ai loro assi, a soeonda della loro grossezza. L' apparecchio di polarizzazionc chc inoglio degli altri si d prcstato a qucstc licciclic u stato quello di Noroinbcrg. Al di sopra del cristullo incli- nalo poI;u'iz/.alorc di queslo strumcnto, lio poslo una laslra orizzontale di cri- staili) , e sopra di cssa un bicciiierc pure di crislallo , avente il fondo ben limpido, c di grossezza uguaie in ogni parte (I). Entro questo biccbicre ho messo i cristalli birefnuigcnli, immersi noi iiquidi cbe dovevano disciogiierii, ed ho potuto toner diotro coniodamente alio fasi della soluzionc, osscrvando le vai-iazioni di tinta. I cristalli die ho sottoposto ad esanio sono stali di solfato di calce , perche con quesla sostanza si oltengono facilmentc col clivaggio dei ciistalli laminari, che danno una tinta perfettamente uniformc. Per dissolvent! ho ado- perato ac([ua distillala , acqua acidulala con acido niti'ico , acqua con acido cloroidrico, acqua con acido acctico. Airincbo poi rapparccchio sia maggior- iiienle sensihile, ho scclto fra i cristalli laminari , quelli che davano la cosi delta linta sensihile bleu-violacea, ben nota ai fisici: con questa linta mel- teiido il bicchiere direttamente sullo specchio dell'apparecchio di Noremberg (2) col che si raddoppia la sensibilitii dello strumento, ho vcdute delle variazioni di colore che calcolate corrispondevano alia diminuzione di ^/looo ^' f"'"'" metro in grossezza. Oisposte le cose in quesla guisa , e messo tanlo il bicchiere quanto il poliiiiscopio nella posizione piu vantaggiosa per avere la tinla pii^i viva, ho ve- duto che i primi cambiamenti di colore incominciavano ai termini della laslra, e che a poco a poco gradatamente si avanzavano verso il mezzo , cosicchS quando la corrosione e un poco avanzata, essa prende una forma direi quasi Icnticolare , cio^ col maggiore spessore nel mezzo , che poi diminuisce an- dando verso gli estremi: in questo caso si vede nel mezzo una piccola por- (1) E molto essenziale osscrvare scrupolosamente il fondo del bicchiere , giacchfe non t raro che vi si Irovino forli indizi di hirefrangenza, i qnali inodilicano la tiuta della lastra sovraposta. Se nel ripctere questo spcricnze capilcra uq bicchiere che abhia qucsti indizi, do>ra esserc tostamcnle sostiluilo, benche avesse il fondo limpidissimo, cd a superfici perfcllanicntc parallele. (2) Cio puo senipre farsi, purche il raggio polarizzalo cada ben perpendicolare sullo specchio. — 185 — zione della linta originaria, ed atlorno tante fascie di altre tinte conispon- denti a tulte le grossczze piu piccolo : se poi la soluzione conlinua , anche nel mezzo la tinta originaria sparisce , dando luogo successivamente a tutte quelle dfillc diverse fascie. Questo spcrimento prova ad evidenza che il liquido incoiitra una inaggiorc dillicolta ad intaccare le superfici di clivaggio orizzon- tali delle laminctte, die le lalerali. Per diinoslrare quanto sia grande questa diffcrcnza , basti ricordare] che in una iaminetta romboedrica di 7 milliinetri circa di lato, si vedevano ancora alcune parti nel mezzo colla tiiila scnsibilc primitiva, dopo quattro giorni d' immersione nell'acqua distillata, mentrc che alle estremita era fortemente corrosa, ed anzi scomparsa quasi per meta. Piu le lastre sono grandi , e piii tempo si continua a vederc la linta primitiva, per cui puo dirsi quasi che nel sense del clivaggio parallelo agli assi il gesso 6 insolubile ncH'acqua distillata. Cio non si verilica negli allri piani di clivaggio pcrche come si e detto le laminelte vengono fortemente corrose nel contorno loro. E nolo che nel gesso vi sono altri due piani di clivaggio normali a quello principale, nel quale si distaccano le lamine. Quest! due piani si so- gliono dislinguere coi nomi di clivaggio vilreo c di clivaggio fibrosa, per la di- versa apparenza della frattura dei cristalli secondo quesli clivaggi, i quali for- mano fra loro un angolo di 65,° 5.' I dissolventi si comportano ben differen- lemente con questi due piani di clivaggio : in fatti si osserva costantcmente la corrosione progredire rapidamentc partendo dal clivaggio flbroso, tenendo una direzione paralella al clivaggio vitreo, senza pero che per questo manchi mai una qualchc corrosione anche dalla parte di questo clivaggio, specialmente quando si adopera per dissolvente una soluzione acida, in vece dell'acqua di- stillata. Se con uno strumento taglicnte si fa nella lamina di gesso una se- zione, in direzione diversa da quella dei piani di clivaggio fibroso 6 vitreo , si osserva facilmente in essa una corrosione intermedia fra quella dei due piaoi di clivaggio , ed in grado maggiore o minore, secondo che si accosta alia direzione del clivaggio fibroso, o del vitreo. Da tutto cio quindi si conclude che il gesso crislallizzato e inlaccato dai dissolvenli in grado maggiore nei piani di clivaggio fibroso ; in grado medio in quclli di clivaggio vitreo ; e finalmenle in grado minimo nelle superfici di cli- vaggio principale. Per le sezioni poi arlijiciali differenli dai piani di clivaggio V inlaccabililu e intermedia., e dipende dalVaccostarsi di qiieste sezioni piiUtosto ad una direzione di clivaggio che ad unallra. — 18G — l)\ tulti i dissolveiiti adoprali, (luello chc mostra nicglio i fenomcni in- (licati e rac(|ua distillata, benchi! richiccia molto inaggior tempo dclle soluzioni acide : in genere poi ho trovato scmprc indispcnsabile chc lo scioglimento venga cffcttuato in mezzo ad un liquido tianquillo ; cd in questo evvi una coincidcnza coi fenomcni dclle cristaliizzazioni, Ic quali come d nolissimo, ric- scono confuse quando il liquido 6 in movimento. Prendendo una lamina gia in parte disciolta , ed csaminata nella parte corrosa col microscopio , semprc usando la luce polarizzata (I), si vcdono tanti solchi chc partono dal lato del clivaggio fibroso, e si avanzano verso il mezzo della lamina, seguendo una dirczione peifcttamentc parallela al clivaggio vitieo. Questi solchi non sono foimati da una superficie curva , ma da due piani fornianti un' angolo diedro , uno de'quali o parallelo alia sezione del clivaggio vitrco. L'indicata direzione de'solchi e tanto piii osservabile, in quanto che nelle laminette di gesso si vcdono di frequente molte fenditure parallele al clivaggio fibroso, chc si producono con un'estrcma facilila per poco che si contorca la lastra, le quali fenditme non impediscono che la soluzione pio- ceda per linee quasi ad esse normali. Sembra quindi che le forze che contrastano il distaccamento delle mo- lecole nel caso di un' azione meccanica, diversitichino da quelle che operano nel caso di un discioglimento entro un liquido; mentre poi e anche probabile che queste pure cangino natura, od almeno si modifichino quando il liquido dissolvente abbia azione chimica sulla sostanza che si discioglie , come puo sospettarsi dall'aver osservato delle notevoli perturbazioni ai fenomcni indicati, quando i dissolventi erano soluzioni acide, benchc allungantissime. (1) Non e necessario per vedere questo fenonieno di usare della luce polarizzata , solo si riconoscono nieglio i solchi con delle differenli colorazioni, che per mezzo dclle deboli ombre, le quali sogliono indicare i piccoli rilievi degli oggetti osservati col microscopio. E per questa ragionc che ho continuato a sperimenlare colla luce polarizzata mediante un ap- parecchio poco differente dal microscopio polarizzalore di Amici. — 187 — FisicA — Formule pel cangiamenlo , eke neUe dimensioni materiali avviene , cangiando la temperatura ; ed applicazioni delle medesime. — Mcmoria del prof. P- VoLPicELLi. (Conlinuazione) (1). ribbiamo veduto dalle formule preccdcnti, che I'altezza del cilindio, sia di mercuric) sia di zinco , per ottenerc la compensazione del pendolo costiuito neir indicato modo , e indipendente da! raggio del cilindro medesimo. Pro- poniamoci ora di stabilire la condizionc, afnnche un pendolo cosi fatto, non ccssando punto di ossere compensato, debba oseguire ogni oscillazione in un secondo di tempo. Vediamo percio in piimo luogo quale debba cssere il peso del cilindro , sia di mercurio sia di zinco , pcrch6 il pendolo stesso batta il secondo; e cio non avendo per oia riguardo alia compensazione, ovvero al variare della temperatura: vedremo in secondo luogo come la compensazione possa conciliarsi col determinato peso. Per brevita di espressione , diremo pendolo senza piu, tutto il sislema oscillante, non compreso il cilindro, sia di mercurio, sia di zinco; e diremo cilindro senza altro, sia quello di merciuio conlenulo nel vase cilindrico di ferro, sia quello di zinco, applicati come fu dcUo alia estremita inferiore della verga oscillante. Cio premesso esprima : L la lungbezza del pendolo semplice che balte il secondo, la quale a Parigi 6 di 0,- 99390017, r il raggio del cilindro, p il peso del pendolo, ;)' il peso del cilindro, h la distanza del punto di sospensione dal centre di gravita dal pendolo, h' la distanza medesima pel cilindro, / la distanza del punto di sospensione dal centre di oscillazione del pendolo, /' la distanza medesima pel cilindro, k il raggio di girazione del pendolo relativamente ad un asse, che pas- sando pel centro di gravita, sia parallelo a quello di sospensione, k' il raggio di girazione simile pel cilindro- (1) Vedi quesli Alti, vol. XII, pag. 349, ao. 1859. ^1 — 188 — Esscndo MA^ il nionionto d'inoizia di uii corpo rappoito ad un asse, clie passando pel suo centro di giavita sia parallcio a quelle di sospensione del coipo mcdesimo , ed espriincndo 2j»R^ una scconda espicssione di questo momenlo di incrzia; la lunghezza k sara speditamentc dcterminata dalla (77) A' = 2i5!. nella quale rapprcsenta m I'elemento qualunquo infinitesimo della massa fi- nita M, cd R la distanza di questo clcmcnto dali' asse , rispelto al quale si piendono i inoincnti d' iacrzia. La lunghezza k fu chianiata dai meccanici al- cune voile raggio di girazione. La formula prima dclle (43) ci somministra pll -^ p II ma per la lerza delle (42) possiamo (1) stabilire h'^ -4- k"^ = I'll' , percio, soslituendo questo valore di /' nella (78), avremo la (79) ph{l— L)=;/ [h'{L — /i')-k'2] . Dicasi p la gravita specifica del metalio da cui si forma fcilindro sia di mcrcurio sia di zinco, ed u la distanza del punto di sospensione dalla superlicie inferiore del cilindro indicatoi sara p' = 2m-'^p(u — h'), essendo cliiaramente 2 (u — /(') 1' altezza del mcdesimo. Inoltre il mon)ento d' inerzia 2'nll^ di questo cilindro, preso rapporto ad un asse, chc passando pel suo centro di gravita sia parallelo all'asse di sospensione' (2wftrra espresso dalla (1) Vedi anche Poisson - Traite de m6c. Paris, 1833 Tom./, p. 10*. (2) Vcnturoli Elem. di mec. Vol. I.°, Roma 1826, pag. 1S6, 1." ./p. 102. Z^- I i' — 189 — esscndo M la iiiassa del cilindro; percio mediante la (77) avremo Dal trovato valoie di P' abbiamo h' ^ 2nr^pu — ' '2npr' P' chc soslituilo nel vale lie di k'\ ci forniscc fc'2 = SnVp'- -+- P" Sostiluendo questi valoii di h' e k''^ nella (79), olterremo la (80) ;/3_ ? nr^p{2,t — L)p'' — 7 nh-'p''[in{L—it)—r^-\p' ^ 'inhyph{l—L) = 0, equazione di terzo grado, che percio avia sempre/una radico reale; laonde quante //Ut^' C^ n^tw vollo sia cognilo r, poticmo dalla equazione mcdesima conoscere il peso del ' ciiindio, sia di mercurio sia di zinco, afiinche il pendoio compia la sua oscil- lazione nel tempo di un secondo. Se il pendoio di peso p batlesse presso a poco il secondo, si potrebbe il melallo aggiunto, sia mercurio sia zinco, riguardare come una lamina cir- colaie scnza spcssczza; nel qual caso il secondo teimine del primo valore di k'^ sarcbbe tiascurabile; cio6 si avrebbe sensibilmente I 1 -(« — hf=. 0 , donde h' = u , quindi k'^= - r' o •+ quali valori posti nclla (79) ci forniranno la U{1 — L)p ..2 (81) ;/ = 4„(L— !()— r^ II valore di;;' ollenuto dalle formule (SO), (81) varia col variarcdelle quanti- ty h, /, r, H, le (|uali variano col variare della temperatura; dunque se un pendoio cosl fatto potra oscillare alia tempera tura t il secondo, non oscillera piti in questo medesimo tempo ad una temperatura divcrsa t. Che se il pendoio medesimo rie- sca per tal modo compensate, allora il tempo di ciascuna oscillazione sua sara sempre il secondo, comunquc cangi la temperatura. Inollre gia vedemmo per le formule precedent!, che la compensaziono di un pendoio del genere di quelli che — 190 — oia considoriamo, non dipendc affalto dal raggio del cilindro, ma bensl dall'al- tezza X, del medesimo; la quale aftinchi il pendoio sia compcnsato, dcv'csseic una detcrminata funzionc di quanlila note , come prescrivono Ic indicate formulo, secondo i diversi casi. Da cio discendo chc so il peso p' tiovato dalia (80) eosliluisca un cilindro di rijigio r, e di altezza x, , in tal caso il pendoio non solamente oscillcra il secondo, ma eziandio sari compensato; laonde perchfe ci6 avvenga dovrii veiificarsi la idcntila seguente // = nr^px, . Se poi fosse // dedotto dalla (81), allora chiamando p" il peso del ci- lindro, sia di mercurio sia di zinco, gia contenuto nello slato primitivo del pendoio , e compreso in />, doviebbe per la sua compensazione verificarsi la identita p" -(- p' := nr'^px, . Dopo esposta la tcorica della compensazione, che riguarda il pendoio a mercurio, ed a zinco, passiamo a svolgere quella die si riferisce ai pendoli formali senza piij con verglie metalliche, ovvero solidi onninamente- Sebbene dalla teorica fosse ccrto clic le oscillazioni di un pendoio, il quale si muovc in una cicloide sono perfeltamente isocione, e misurano giustamcnle il tempo; cio nulla ostante la sperienza fece conoscere che pendoli cosl falti avvanzavano in inverno, e ritardavano in estate, qualunqi^e fosse il metallo itnpiegato a co- struirli. Gia vedemnio che per ovviare a qucsto inconveniente Graham immagino il pendoio a mercurio, cui giunse incoininciando con adattare un termometro di mercurio al pendoio. Con questa ingegnosa idea si proponeva cgli di con- servare costante la distanza fra il centro di oscillazione, da quello di sospen- sione in un pendoio; poiche quando il calorico allungava il pendoio abbassando il centro di oscillazione, saliva il mercurio per la stessa causa nel tubo del termo- metro, ed il centro medesimo doveva salire anch'esso; e cosi otteneva che que- sto sempre si manlenessc ad egual distanza da quello di sospensione. In segiiito Graham immagino un pendoio tutto di verghc metalliche, il quale dalla sua forma dicesi a graticola, od anche a telaio; cio per allro non impedisce che moiti attribuiscano quosto pendoio ad Harrison'. Gerto 6 che Graham , sia per poca fiducia nella dilazione uniforme dei diversi metalli, sia per la scm- plicila maggiore, prefcri a coi'reggere le dilatazioni dell'acciaro, impiegare il — 191 — mcrcuiio,
  • - porti chc csistono fra qncstc opere , c i lavori matemalici dcgli arabi ; del siq. F WoEPCKE- Roma 1859; nn I'asc. in 4.° Inlonw a tre prohlemi proposti nella raccolla intitolala « NouveUes Annales de mathematiqncs » e piiblicata dai sifig. Ti;rquem e Geiwko. Nota di /'• Siacxi Homa, 1859; un fasc in 8-° A T T I DELL' ACCADEMIA PONTIFICIA DE' NUOVl LINCEI SESSIONE STR/VORDINARIA del 29 gennaio 1860 PRESIDEIWZA DEL SIG. DUCA D. MARIO MASSIMO COMITATO SEGRETO f 1 sig. presidentc riferi, die il comitato accadcmico,straordinariamente riunilosi nel 28 gennaio 1860, avea stabilito, dietro la proposizione del presidente ine- desiino, di convocare in via straoi'dinaria raccademia, proponendo che lo stesso comitato si rechi ai piedi del Sommo Gerarca, e vi deponga i sentiment! di tutlo il corpo linceo nel seguente modo. )) L'accademia pontificia de' Nuovi Lihcei, risorta per munificenza del re- gnante sommo pontcfice Pio IX, manifesta nelle atluali circostanze il desideiio, da lei sempio nudrito, di vedeie allontanata qualunque cagione che potessc mai turbare I'animo benevolo della Santita Sua. » Quindi I'accademia stessa fa voli, afTinch^ la felicita del Santo Padie sia percnnc, la pace ne' suoi dominii sia ristabilita, e i diritti della S. Sede sieno rispcttati. » In tale giunlura i Lincei rinnovano per sua Santiti i sentiment! di gra- titudine ossequiosa, e di venerazione profonda. Queslo indirizzo, letto ai soci ordinal! legalmente liuniti, fu per accla- mazionc approval© dai medesimi, ed il comitato ebbe dall'accademia I'ono- revole incarico di presentarlo. Soci ordinari presenti a quesla sessione straordinaria. P. Volpicelli — M. Massimo — N. Cavalier! — G- Ponz! — V. La- tin! — A. Coppi — P. Carpi — B. Tortolini — 0- Aslolfi — B. Viale — E. Fiorini — C. Calandrell! — A- Secchi — L. Ciuffa — C. Sereni — P. Sanguinetti — F. Nardi. Pubblicato il 1 marzo I860- P. V. IMPRIMATUR Fr. Hieronymus Gigli Ord. Praed. S. P. Ap. Mag. IMPRIMATUR Fr. A. Ligi Bussi Ord. Min. Conv. Archiep. Icon. Vicesgerens. > \. 4- % c^ CRANIO CINESE A . nq ''4 I CRANIO GINESE A ii-' c^^'-^^ y J,' kDoleb **t<«*I* <-'** -4>VM-<*fl« 11 n[ tTvliVM.*-. Vn I'titui't^i'M^, vM a, o*t r ^*- dt'Ct'Ui M-fo . *.* X' te^t/(t^%*0 ■^iX/CtAf^t^' 3<- t«, fc>a-«^e-^ n.-bitrt-te ^i c*'hxv*uK' ^Sj-w** , , 30' \ m I CRANIO CINESE A. ■■^f^^t^-sit.. CRANIO CINE 5E A T T I DELL' ACCADEMIA PONTIFICIA DE' NUOVl LINCEI ^""'~^"'^' !— SESSIONS III-' DEL 5 FE6BRAR0 I860 PBESIDENZA DEL SIG. DCCJl D. MARIO MASSIMO MEMORIE E COMUNICAZIONI DCX SOCI ORDINAai S DXX COAHISFOHSSNTI Sulla critlogama degli Olivi. Avvertimenli di Monsig. Leamdro Cioffa. ilella Sabina , e precisamenle nel territorio della Fara , in vari poderi , e segnatamente in un vasto tenimento olivato , spettante a S. E. il sig. Prin- cipe D. Alessandro Torlonia, da qualche mese si b sviluppata sopi'a gli olivi un' infausta e fiera Critlogama ; molto consimile all' Vredo Carbo , soiita ad attaccare le piante cereali. Questa malallia incominoia dalla base del tronco; e lesto si propaga nei rami tutli e nelle foglic : investe altainente il parenchima : minaccia quindj i'esistenza stessa della pianta ; di poi ratiofizza interamente ; in fine la di- strugge. Fu triste spettacolo vedeie nel breve spazio di un mese , distrutte nciraccennato tenimento , e deperite molte centinaia di piante dell' eta non maggiore di venti anni ; giacche sembra, che questo morbo prescelga, e pre- ferisca le giovani , alle vecchie piante. Ed accioccb^ quest' insigne consesso conosca di quale malattia precisamente si tratti ; presento alcuni saggi del- I'olivi cosi dannegaiati. Questi saggi dimostrano; che la Crittogama ad ouchio ntido riguardata, si presenta sotto I'aspetto di un tomento nero-fuligiiieo, molto aderentc alia pianta. Riguardata poi ad occhio armato, presenta I'aspetto di una Uredinea; molto rassomigliante aWUredo Carbo. 27 — 200 — 11 volgo chiaina communcmcnte quesia rnalattio Carbone; ed anchc Car- honara deWolivo. Gli autoii antichi, sembra chc piu dci modcriii conoscessero qucsta ma- latlia. La chinmavano Carhuncidus - Carliuncnlalio - cd anchc carbunculare - Quiiuli Plinio ci lifcriscc (}ili- 15: 2. i : num. 5) ; chc allora - carbunculare dictmlur - <^\'\ albcii; quando cioe, si presentano - h< (uti-veluti) quodam nre- dinis carbone exustac. -Ed in allro luogo lib. 17.24: 21: num. 4.) esprimesi, che - in vilibus ipsa carbunculalio, carbunculus appcllatur. - Similinento espo- ncndo qua! csser potcssc I'opinala, o crcduta causa dclla maiatlia [lib. 18 : 28: 68: num. 3) dice - Rorem inuslum sole acri, (loribus rubiginis causam esse; ct carhuncuU vilibus - \n fine nell' istesso libro (29. 70) ci lacconta peifino (jual fosse il prcsunto nictodo curative; diccndo - - Cancros cremari iubent in arbuslis, ul carbunculi non noccanl - Di questa malattia li posteriori e piu recent! scrittori ne diedero indizi c ragguagli niolto piii scarsi ed incompleti. E lo stesso Tavanli nel suo - Tral- talo leorelico pratico complete sh//'o/«)o - accennando appena aile altre maiat- lie deli'oiivo chiamate - lirucia - e - Rugcjine - , paila di questa malattia in mode poco soddisfacente : siccome in modo migliore non fu trattata ne dagli au- tori che esse cila; ne da aitri autori cogniti e riscontrati finora per quanto permisero le teste incominciate indagini. Fattami nota e da quindici giorni verificata appena la malattia; fu mia inlenzione di subito occuparmi di questo flagello, che compromette la rac- colta di un genere di pi'ima necessita, col ricercare - Prima - a quale specie appartcnga precisamente la Critlogama , che invade gli olivi - Seconrfo - In quale e spccifico modo agisca sugli olivi - Tei-zo - Quale sia il modo o me- todo da tenere, se sari possibile ; onde prevenirla; e prodotta, distruggerla. Le occupazioni pcro, alle quali pel niio officio debbo attendere, non mi permisero di dedicarmi subito e seriamente a queste indagini , percio dif- ferite finora. La notizia pero icr I'altro recatami e verificata dell'apparizione di que- st' istessa malattia in quasi tutti gli alberi di Fico, Ficus Carica, viventi nelle vignc del vasto Quarto, chiamato - Bravella - localita non molto distante dalla Porta Aurclia o S. Pancrazio; mi dette nuovo incitamento. E per sollecitare e facilitare il mio divisamento , pensai di associare alle indagini e studi da farsi , il collega sig. prof. SamjuineUi ; il quale ha gentilmente acconsen- — 201 — tito alia mia domanda; godo percio di annunziace a ijuest' iosignc accadcinia, che ainbedue sopra le accennate ricerche e basi , andiamo ad occuparci di questa non del tutio nuova , ma da lunjjliissimo ternpo presso noi noti pill comparsa, tmlallia segnatamente degli olivi; ncila lusinga e speranza di riuscire in parte almeno utili alia societa ed alia scienza, con darne quindi uo pubblico discarico. — 202 — Nota delta conlessa Elisabetta Fiorini-Mazzanti, riguardo agli avvertimenti die precedono. Aj'onorcvole Monsig. CiulFa no paitccipava il piogresso e daono di quel- 1' atro microficelc dcgli olivi , chc in piii rislrcllo spazio io uvea osservato e comunicato a quest'accademia con figura, nella tornata del dicembre 1856. Lc poclic parole che iic diccva non avevano avuto altro scopo chc d' in- formarla della sua apparizionc presso di noi , ed avea stimato non com- mettersi la nota nc' suoi atti, perclie Crittogama di gia conosciiita, di che solo apparve un sunto nelle coinunicazioni degii atti stessi. Ed infatti essa fu priniamente osservata in Perpignano neU'anno 1829. dal chiarissimo Mon- tagne , il quale sollecito se ne giovo a studio , dandole vicende di vario noma. Impcroccho da prima la riferi a! geiiere ToriUa, indi al Cladosporium, ed in ultimo ail' Antcnnaria , e la nomo Anlennaria cleoplnjla. E cio espo- neva in suo rapporto alia Sociela Imperiale di agricoltura; ne di poi si tacque intorno altrc infesle patassite a danno dell' utile pianta, sicconie nelle foglie ingiallite il Cyclogoniiim oleaginnm a guisa di njacchie orbicolari; e la Coulurrea Castagnei var. eleanema a concettacoli puntiformi; e il Fusariurn Microphliclys sui frutti, il quale accoppiandosi alia laiva Dacm olea ne acceleravano il cor- rompimento e la caduta. E richiamandomi ora su tale argomento, mi cade neH'animo un dubbio, quale si e quello che i due ultimi nostri infelici rac- colti sieno andati in gran parte perduti per cotal causa, eludendo la fondata espettazione di un prodotto proporzionato alia quantita che ne offerivano gli alberi , quando intempestive e marcie cadendo le olive ne han distrutto il profitto. E mentre questo dovra formare oggetto di osservazione a nuova sta- gione, non taccio che nella scorsa estate mi occorse in alcuni luoghi gramo e giallognolo I'aspetto delle piante, e le foglie vedeva cader di frequcnte con la Coulurrea eleanema nella lor pagina inferiore. E a notare che il Micelio si di questa , come del Cijcloconium oleaginum siede nel tessuto ; laddove nel- VAntennaria eleophyla si spande superficiale e secedente quale atra crosta. A cosa degna della nostra accademia, io esorterei gli egregi colleghi sig.' Viale, e Latini, quali esperti chimici , a ricercare mezzi curativi , ed anco profila- tici della epidemia, per modificare almeno, a somiglianza dell' infesto Oidium della vite, gli oltraggi, o di viziate costituzioni atmosferiche, o di altrc ignote cause , produttrici di tanta calamita. In pari tempo il lodato Mons. Ciuffa adoperandosi a conoscerne I'andamento di progresso, o regresso, perito qual'egli — 203 — e nclla conoscenza degli antichi scrittori dellc cose nalurali, potra derivaie dalle loro operc quanlo cglino sciissero sui malori degli ulivi ; e col con- fronU) de' carattcri, slabilirc con sicurezza sc sieno diversi o idenlici agli ai- tuali, per quindi redigeinc utile stoiia. Confide non esser grave ai chiari colleghi questo inio suggerimenlo, tcn- dente si ad onore deli'accademia, come a promuovcre un pubblico bene. — 204 — FisicA — Formule pel cangiamcnto , che nelle dimensioni materiali avviene , cangiando la tempcralura ; ed applicazioni delle medesime. - Memoria del prof. P. VoLPiCELLi. (Conlinuazionc) (1). Per venire alia teoiicadellacompensazionedeirindicatopendoloatelaio, fa d'uopo mandarc innanzi la seguente desc.izione di questo sistema. Nella (fig.4.)si rappre- seniano le due parti estieme del pendolo a telaio di G. Harrison', composto di nove verghe cilin- driche, uguali fra loro, e tirate per la filiera , di cui cinque sono di acciaro, e quattro di ot- tone, alternativamenie disposte fra loro. Le due verghe este- riori di acciaro aa, bb, sono fis- sate in 1 ed l,mediante i due fori espressi nella traversa su- periore A. Queste due verghe di acciaro , perfettamente ret- tilinee , debbono formare un giusto angolo retto con la tra- versa indicata, e quindi essere paiallele fi'a loro, perche la re- i^olarila di tutto il resto dipende da queste due prime verghe, le quali sono fissate solidamente, e senza giuoco veruno, soltanto nella traversa loro superiore. Le medesime cogli estremi loro in- feriori, sono collocate nei corri- spondenti fori 2,e 2, della tra- versa inferiore B; ma in guisa, che nel caso di una ineguale dilatazione o conlrazione delle (1) Yedi sessione II, dell'8 gennaio 18C0, pag. 187, vol. XIII. — 205 — vcrghc stcsse, la B possa cessare di essere alia superiorc A parallela, scnzu forzare Ic cleltc vcrglie iiell'aggiustamento loro inferiore, no cagionaie fles- sione alcuna suUa lunghezza delle medesime. In una parola e neccssario che la iravcisa B possa inclinarsi leggermente e i'acilmente , in caso d' inegua- glianza di allungamento dclle due prime verghe; lo che lichiedo solo un quarto di linea d' inclinazionc. Nelia tiavcrsa B inferiore, sono pure aggiustatc liberamente due verghe di ottone in 3, e 3) che sostengono dall' alto la traversa C, ove introduconsi nei rispeltivi fori, e sono pure incavigliale liberamente in 4 e 4, senza impedire che la stessa traversa possa un poco inclinarsi per la gia indicata ineguale dilatazione. La medesima traversa C, e incavata negli estremi per modo, che puo liberamente abbracciare il semidiametro delle due prime verghe di acciaro, sulle quali deve potere scorrere liberamente: a questo modo la traversa C colle indicate verghe di ottone, si inanterranno sempre nel piano del telaio. Nei corrispondenti fori 5 e 5 della traversa C , sono liberamente con- oesse due altre verghe di acciaro, Ic quali vengono tirate in basso dalla tra- versa D, mediante le cavicchie corrispondenti ai punti 6, e 6, applicate colla medesima liberta delle precedenti. La traversa D sostienc similmente in 7, e 7, le due ultime verghe di ottone, le quali sostengono in 8 ed 8 la traversa E, guernita delle sue cavicchie, e mantenuta essa pure nel piano delle altre, per mezzo delle scanalaturc praticatc agli estremi di essa, le quali abbracciano la semi- circonfeicnza dclle due piu prossime verghe di acciaro, come avviene riguardo altre due traverse C. e D. Dal mezzo della traversa E scende la quinta verga di acciaro, libera- mente incavigliata, la quale trapassa le due traverse inferiori D e B, ma senza caviglie, per giungere .sino al centre della lenle del pendolo, in cui si trova una madrevite divisa; e per tal mezzo la lente viene a tutto I'insieme del telaio sospesa. A questo modo il peso lira le verghe di acciaro , e preme quelle d! ottone , lo che bene si ravvisa incominciando a considerare la verga di acciaro d, la quale viene tirata della lente; le due verghe di ottone lete- rali 8 ed 8, sono mediante la traversa E premute da questo peso; quindi le seguenli verghe di acciaro 5 e 5 sono dal corrispondente peso, mediante la traversa D, tirate ; le verghe poi di ottone 4 e 4 vengono per mezzo della traversa C premute; finalmente le verghe di acciaro hb, ed aa sono mediante la traversa B tirate da lutto il peso del pendolo. Per quello sappiamo riguardo alia variazione del volume dei metalli , ^ piu vantaggioso impicgare I'acciaro in vece del ferro, per coslruire le ver- — 206 — ghe del pcndolo, tanto pcichi! il primo si allunga mono degli altri metalli, quindi potra mcglio cotnpcnsarsi la sua dilatazione prodotta dal calorico, quanto perche avendo esso maggior durezza, savk meno suscettibile di flettersi, e di stendersi, per la trazione cagionata dal peso. Da questa desciizione disccndc, che la verga di mezzo dD, formata del metalo meno dilatabile, porta la lenle, ed b fissata sulla travcrsa E, che poggia sulle due verghe 8 e 8 , ambedue del metallo piu dilatabile. Queste sono stabilite sulla traversa D, e cosi formano il primo telaio 8,7,8,7. II secondo telaio 5,6, 5,6 formasi con verghe del metallo meno dilatabile, in guisa che le 5,6 e 5,6 sono, come indicammo, raccomandate alia C, e D. Inoltre la tra- versa C poggia sulle 4,3 e 4,3, ambedue del metallo piu dilatabile: queste perche stabilite sulla traversa B, formano il terzo telaio 4,3,4,3. II quarto telaio hhaa b Ibrmato con verghe del metallo meno dilatabile, cioe colle verghe bb, aa, stabilite come gia indicammo, nelle traverse A, B ; e cosi appresso dovrebbe procedersi, quante volte si volesse accrescere il numero dei telai, da cui deve risultareil pendolo. AU'ultima delle superiori traverse A del sistema, e fissata la sospensioue a moUa PK, la quale si forma pure del metallo meno dilatabile- Questo genere di sospensione per lunga sperienza riconosciuto pre- feribile a quello che dicesi a coltello, qualunque sia la natura e costruzione del pendolo, sembra incominciasse dal fine del secolo decimo settimo- La sospen- sione a niolla era in sulle prime furmata di una sola e sottile lamina di acciaro, lunga qualche pollice, e di una grande flessibiliti, che allora credevasi essen- ziale. In seguito fu riconosciuto piu vantaggioso impiegare per la sospen- sione medesima duelamine,bastantemente lontane fra loro.per conservare tutto il pendolo sempre nello stesso piano delle sue oscillazioni. Le sospensioni a molla sono di varia costruzione: fra queste si debbono ricordare principalmente quella di Berlhoud, I'altra di Martin, e la terza di Winnerl- Fa d'uopo essere molto scrupolosi nello scegliere una convenientc sospensione pei pendoli, qualunque sia la forma e costruzione dei medesimi; poiche la buona sospensione in quesli, e importantissima per la liberta delle oscillazioni loro. Ponendo l)ene mentc alia costruzione, ora dcscritla, del pendolo a telaio, si vede che il numero delle verghe, per formare siffalti pendoli, dev' essere uno di quelli compresi nella serie degl'impari 5, 9, 13, ... . ognuDO dei quali i rappresentato dalla formula — 207 — in H- 5 e non fra quelli compresi nella serie 3, 7, 11, . . . di cui la 4n->-3 lappresenta il termine generale, essendo n un intero posilivoi per ambedue le in- dicate formule, non escluso lo zero. Chiararnente apparisce che con uno qua- iunque dei numeri di questa seconda progressione aritmetica, non potrebbe aver luogo la costruzione indicata. Percio il nuinero dei lelai che possono iin- piegai'si per questi pendoli, e dato dalla espressionc 2n, denotando n un in- tero positivo qualunque, tranne lo zero : cosiccho sarii 5 il minor numero possibile di verghe pel pendolo a telaio. Poiche le dilatazioni ed i ristringiinenti , operati dal calorico, debbonsi manifestare sempre da quella parte, da cui non s'inconlrano resislenze invin- cibili; cosi per un aumenio di temperatura le verghe ;•', r", .... piu dila- tabili, dovranno alzare il centro della iente, giacchc in esse la dilatazione non puo seguire dell'alto al basso per la resistenza invincibile che vi oppongono le allre verghe, ma bensi dal basso all'alto, nulla essendovi che a cio si ap- ponga. Nel tempo stesso le verghe f',f", f", • • ■ del metallo meno dilatabile, dovranno abbassare il centro medesimo; poiche la dilatazione di queste verghe non puo seguire dal basso all'alto, impendendolo la resistenza invincibile pro- veniente dalla sospensione del sistema, ma bensi dalPalto al basso, cui nulla si op- pone. Se poi la temperatura diminuisca, i ristringimenti della r', »•", r'", . . . do- vranno manifestarsi dall'alto al basso, cioe dovranno produrre I'abbassamento del centro della Iente; poiche il peso loro le costringe a rimaner sempre sulle inferiori traverse cui sono poggiate- Nel tempo stesso i ristringimenti delle /> r > /"» • ■ ■ • debbono produrre I'innalzamento del centro indicate, perche si debbono esse manifestare dal basso all'alto, e non in opposto, per la in- variability della sospensione. Dunque mentre, variando la temperatura, tutte le verghe di un metallo tendono a portare il centro della Iente in un senso della verticale che passa pel medesimo, tutte quelle dell'altro metallo, tendono a portarlo in opposto sulla verticale stessa. Quindi, poiche i due metalli adoperali sono dilatabili di- versamente , percio si potranno in ogni caso determinare le lungbezze op- 28 — 208 — portune delle verglie, affinch6 il centro della lente rimanga scmprc alia ine- desima distanza dal centro di sospcnsionc , ad onta del continuo variare di temperatura- Essendo la leiUe per costruzione assaissimo pesante, potremo senza er- rore sensibilc eoiisiderare il centro della incdesima, come posto assai vicino al centro di oscillazione del sistema; quindi tiascurando gli effetli delle vai-iazioni di temperatura sulla breve distanza che intercede fra quesli due centri, avremo assicurata molto prossimamentc la compensazione del pendolo, quando sieno soddisfaltc le condizioni, die assicurano la invariabilita del centro della lente, rispetto quello di sospensione , ad onta delle variazioni di temperatura. In fatti r attuale pendolo essendo terminalo da una lente metallica pesante , di cui la massa e maggioro assai di quella spettante al resto di esse, deve per (jucsta disposizione il centro di gravita di tutto I'istromento, ed anche il suo centro di oscillazione, trovarsi vicinissimo al centro di figura della lente, nel (juale consiste pure il suo centro di gravita. Da cio consiegue che la compen- sazione potra ottenersi, quante volte giungasi a stabilire le condizioni, affin- che quest'ultimo centro si trovi, per qualunque temperatura, sensibilmente alia medesima distanza dall'asse di sospensione. Ora vediamo come si possano determinare queste condizioni , seguendo il terzo dei metodi, gia in questa memoria esposti, per la compensazione dei pendoli; cioe procurando che riesca sempre costante la distanza dell'asse di sospensione, non gia dal centro di oscillazione, od anche dal centro di gravita di tutto il pendolo , ma solo del centro di gravita della sua lente, il quale consiste nel centro geometrico della medesima. Chiamando L questa distanza, sieno t, t due diverse temperuture qualunque, avremo Je ( L, =a, -+- fj ^ f," -H r^ ... — (r/ ^ r," -^ . . .) , (82) ( U= a^^fr' -t- f," -+- fr"'-+- ... — {rr' ^ Vr" -H . . .) , nelle quali a rappresenta la distanza K A dell' asse di sospensione dalla prima traversa superiore del pendolo ; ed inoltre il numero delle verghe meno di- latabili gia indicate cogli f, deve sempre superare di 1 quello delle piu di- latabili gia indicate cogli r. Quindi fatto per compendio X, = a, -^ /•,' ^ /•/' H- /•/"-+-.. . , X/=r/-f-r,"^-... , (83) — 209 — avremo tj/ At •■" A t y Lj- At — A r 5 cosicch6 per la indicata compensazione dovia verificarsi la (84) L, — L, = X. — X'. — X, -+- x; = 0 . Dicasi /3 il coeificicntc della dilazionc spettante al metallo meno dilalabile, di cui sono formate le verghe a, /", /"', /"'", . . . , espiimendo con 5 il coelTicienle lelativoalladilalazione del melallo piu dilatabile, foggialo nelle verghe r',r", . . . ; sai'ik Sostituendo quesli valori nella (84) avremo, a riduzioni eseguite, la (/5X, -+- /35iX, _ liSll', — 3X',) (r — /)= 0 ; e siccome questa condizione deve soddisi'arsi, qualunque sieno le tamperature t, t, cosi dovra essa ridursi alia piu semplice seguente /3X,(l -1-50— 5V,(1 -(-,'3()=0. Da questa, mcdiante le (83), eliminando le X, , X', , avremo /3(i ■+- ^ (a, H- f.' ^ (," -H /■/"+ . . .) = 5(1 H-^0 ('•-' -+- »•'" +■••). cioe (85) r,' H- r/' -(-... /3(1 ^ a«) ' vale a dire, aflfinch^ abbia luogo la compensazione in questo genere di pendoli, qualunque sieno le temperature < , t , dovra la somma delle lunghezze delle verghe foggiate col metallo meno dilatabile, quale viene indicata nel primo an- tecedente della (85), stare alia somma delle lunghezze spettanti alia meta delle verghe piu dilatabili, nel rapporto costante e cognito 5(1 -f- ^t) : /3(1 -+- 80 . Inoltre, poich6 dalla prima della (82) abbiamo L, -^ r/ -+. r," -^ = a, h- f/ -^f," -*- /"/"-H . . , cosi sostituendo nella (85) otterremo la r.'^r." — 210 — _i3(1^6-<)L, donde (86) . . . . L, : r,' ^ r," n = 5 — /3 : /3(1 -t- ^t) ; cio6 in altri termini, per la compensazione deve la distanza L,, misurata alia temperatura qualunquc t, essere alia somma delle lunghezze dclia mela delie vcrghe meno dilatabiii , misurate pur esse alia temperatura t , nel rapporto costante e cognito 5 — /3 : /3(1 ^ 5<) . Ponendo t = 0 nelle (85) ed (86), avremo le ( ao-^A'-^/'o"-H/;'"-t--^3_ (87) r.' -f- r;' -+- . . . /3 ' ( L__: »■„'-+- ro"H-.. = 5-/3: /3, vale a dire, se la temperatura iniziale sia 0°, si otterra, mediante la prima dalle (87), la compensazione del pendolo, facendo che la somma delle verghe meno dilatabiii, come ivi sono indicate, e misurate alia temperatura 0°, stia alia somma della meta di quelle piu dilatabiii, misurate alia stessa temperatura, in ragione inversa dei rispettivi coefficienti della dilazione- Si otterra poi la stessa compensazione mediante la seconda delle (87), quando la lunghezza del pendolo, compresa fra il centro di sospensione, ed il centre della lente, misurata alia temperetura 0», stia alia somma della meta delle verghe piu dilatabiii, misurate alia stessa temperatura, nel rapporto cognito Dalla seconda delle (87) abbiamo (88) r.'-+-r."-f-...=^L,, formula che coincide con quella data da Biot (1), riportata da molti altri fisici nelle istituzioni loro, e che noi deduciamo qual corollario della (85). (1) Trait6 de physique, Paris 1816, T. 1, pag. 177, lin. 16. — 211 — Dobbiamo inollrc osseivare, che tiannc il centro della lenle, ogni allio punto (lella lunghezza od asse del pendolo compensato, rimarra per due di- verse temperature, a diverse distanzc dal centro di sospensione. Ed in vero essendo m (fig- 5) un punto qualunque della lun- ghezza sc del pendolo, facciasi sm=: x^, he = /„ , Inn = /„' , alia temperalura 0°, avremo per la temperatura l le scguenti sm = x,, /ic=:/„ (1-+-/3/), /jm=:/„' (1 -H/5<). Inoltre, la temperatura essendo qualunque, abbiamo sc=:sm-h- mc, mc =:hc — hm donde sc =sm-+- he — hm ■ Sostituendo in questa equazione i trovali valori per la temperatura t, avremo X, = 5C — /, (1 ^ /30 -H /„' (1 ^ /3/) , e per la temperatura t' sari x/ = sc — /o ( 1 -t- fit') -+■ IJ (1 -H /3<') , avvertendo che la sc e costante per la compensaziooe. La differenza fra queste distanze del punlo m daH'asse di sospensione, verra espressa dalla (89) xr — x, = fi{t' — t){h'^L). Ora e chiaro che questo prodotto non puo annullarsi, altro che per 1' an- nullamento di uno de'suoi fattori; ma n^ /3, ne t' — t possono riguardarsi nulli, dunquc il prodotto medesimo si annullera solo per la condizione I', — /„ = 0 , ossia hm = hc , cio^ solo quando il punto m coincida col centro c della lente. Percio qua- lunque altro punto dell' asse del pendolo , variera la sua distanza dalK asse di sospensione col variar della temperatura, secondo quanto fu asserito; inoltre, come gia k detto, la differenza fra queste distanze verr^ data dalla (89). — 212 — Esempi. 1." Vogliasi costruirc un pcndolo ii due soli telari, cioe con cinque sole verghe (Fig. C-), tre di fciro, e due di zinco: aviomo /3 r= 0,0000125833, ^ = 0,0000294ir)7 (1) /3 donde 5 = 2,337/3 , c percio = 0,747 (Juindi per la (88) si avra in questo caso zj = 0,747 L„ , cio vale a dire che, nel caso medesimo, dovra ciasc.una dello due verghe di zinco uguagiiare circa 75 centesimi della di- stanza L„ cosa possibile ad eseguire. 2° Comunemente pcro i metalli che si adoperano sono acciaro non temperate pel nieno dilatabile , ed ottone pel piii dilatabile ; per tanto avremo /3 =. 0,0000107880 (2) d = 0,0000187821 (3) quindi J = 1,741/3, laonde e mediante la (88) sara (90) »•; ^ ,„" 5-/3 1,349; = L„-t- 0,349 L„ La somina dunque della meta di tutte le verghe di ottone , qualunque sia il numero delle medesime, dovra, onde si abbia la compensazione, uguagiiare la nota distanza L„ fra i centri, udo di sospensione del pendolo , I'altro di gravila della lente, piu circa 35 centesimi della distanza medesima, in ac- ciaro non temperato- (1) Trail6 de la chaleur consid6r6e dans ses applications, par E. P6clet, Paris, 18G0, pag. 448. — Elements di physique par M. Pouillet, Paris 1856, p. 204. (2) Ph6noraencs de la nature par Zimniermann, Paris, 18S8. T. 2, p. 479 — Peclet opera citata. (3) Zimmermann, Peclet. e Pouillet, operc citate. — 213 — 3.° Quando nella costiuzione del pendolo coinposlo a telaio, si voglia far uso di feno e rame, potia stabilirsi piossimamente e (inalinentc per la (88) sara (91) 2»V -1- 2r." -^ . . . = 3Lo , iormula che coincide con quella data da Biot (I). Dunque in questo case per la compensazione, dovia essere la somma di tutte le lunghezze delle verghe di lame a zero giadi , eguale al tripio dolia lunghezza di feiro a zero giadi, clio intercede fra il centro di sospnesioiie del pendolo, cd il centro di gravita della lente, qualunque sia il numero deile verghe. Questa regola molto sem- plice, riesce pure assai coinoda nella pratica; e per essa potranno cangiarsi a volonti\ le lunghezze delle verghe, ed il numero loro, accio possa la comodita unirsi alia eleganza- 4." Supponiamo che si voglia costruire un pendolo col minor numero di verghe possibili, cioe con cinque di esse, tre di acciaro non temperato, e due di ottone, cio che pure vale a rappresentare la (Fig. 6,): in tal caso della (90) avrenio ,'„.-= L„-^0,349L„, vale a dire ciascuna delle due verghe di ottone dovra uguagliare in lunghezza il secondo membro di questa equazione. Ma cio come ognun vede non potra eseguirsi; giacche per la forma che deve il pendolo avere, fa d'uopo che le verghe piu dilatabili sieno ciascuna minore non solodi L^ , ma eziandio di /"o" Dunque impiegando sia ferro, sia acciaro non temperato, ed ottone, non puo co- struirsi un pendolo a due soli telai, vale a dire con cinque sole verghe, tre del primo, e due del secondo metallo. Pero sostituendo all'ottone lo zinco, il pendolo a cinque verghe potra costruirsi perfettamente compensate , come gia indi- cammo. (1°) 5°. Potremo invece costruire un pendolo a quattro telai, cioe con nove verghe, cinque di acciaro non temperato e quattro di ottone, come ordinaria- mente suol praticarsi, e come vedesi nella (Fig 4"). Mediante la (90) avremo r'. -H r." = L„ ^- 0,349L<, , condizione cui la pratica facilmente soddisfa. (1) Traite de phy., Paris 1816, T. 1., p. 177, lin. 83. — 214 — Sul pritici|)io di questo secolo si e riconosciuto preferibile alternare le verghe di acciaro con quelle di zinco, a fine di evitaie quelle irregolaiita troppo tpmibili per parte di certe qualita di oltone. Lo zinco se condotlo per la irafila, possiede una dilatazionc, presso a poco tripla di quella dell' acciaro sotto il peso della Icnte; percio il pendolo a teiaio coinposto per tal modo, comprende (Fig. 6) cinquo verghe, tre di acciaro, e due di zinco. Questa o la inigliore combinaziono che possa escguirsi con siiratli metalli, cd il pendolo cosi costrutto non ha bisogno di tanta lungliezza, come sarebbe necessaria, se invece dello zinco s'inipiegasse I' oltone. Lo cinque vergbe di questo pendolo sono inan- lenutc fra loro unite per me/.zo di due slaffe orizzontali , che non veggonsi nclla tigura, le quali peru non impediscono le dilatazioni fd i ristringinienti (lelle verghe stesse. Un altro modo per valersi dei metalli acciaro, e zinco nella compensa- zione dei pendoIi,e quello indicate nella (Fig. 6a), in cui la sola verga di mezzo e di zinco, ed e piu grossa delle altre quattro di acciaro; essa porta in alto un elastico, dcstinato a sollevaria: ma il pendolo a due verghe di zinco e tre di acciaro, come quello della fig. 6, e sempie preferibile nel caso in cui si voglia ottenere la compensazione con solo cinque verghe. Sebbene il pendolo compensatore , anch' esso tutto solido, proposlo dall'orologiaro francese Giu- liano Leroy nel 1738 (Fig. 7) , non siasi adottato comunemenle , pei difetti che lo accompagnano , dei quali appresso daremo un cenno ; tuttavia noi qui esporremo la descrizione e la teorica del me- desimo, tanto perche il nostro lavoro sia completo quanto perche il pendolo stesso dette occasione a costruire I' altro a teiaio , di cui gia parlammo. Questo pendolo risulta di un ori/.zontale sostegno S S, perfettamenlc fisso, che sostiene un tubo verticale di ottone AC. AU'estremo superiore A di questo tubo, h fissata una verga di i'erro verticale A, B, E, L, ed air estremo inferiore della medesima 6 annessa la Icnte P. Una fessura S R — 215 — posta nel mezzo dell' indicalo soslegno, ri- ceve il lelaio BBDD, che si forma delle due ti it- verse oiizzontali BB,DD,lequalisonoduesbaiie di rume bastantemenle solidc, e delle altre due BD, BD vei'ticali, costituite da due lamine di acciaro inolto sottili , ed elastichc. Queste passano per la fessura orizzontale S R in guisa, che dentro la medesima eziandio scoirono , ma con attrito. Da cio si comprende che la lungbezza del pendolo non u da contare dal punto A, nia bensi dal punto C; laonde quando la Icntc comincia le sue oscillazioni, di tuUa I'asta veilicale, la parte inferiore C L, coin- presa fra la lente e il punto C della fessuia, e la sola che oscilla ; cosicche i bordi della medesima debbono riguardaisi come I'asse di sospensione del pendolo. La dilatazione piodutta dalla temperatura, si esercita su tutla la lungbezza L C A, ed il punto A essendo perfetlamente fisso, la lente P discendeia o salirii, secondo che la vev^a L C A si allun- gheia 0 si accoiceia, per effetto della temperatura. La dilatazione poi del ci- lindro di otlone A C, contraria questi effetti; peiche quando la temperatura s' innalza, il punto A s'innalza pur' esso, e pel contrario quando la tempe- ratura si abbassa , il punto medesimo discende : dunque si possono insieme combinare questi effetti contrari pei- modo, che il pendolo sia compensato ; ed ora vedremo quali sono lo condizioni, che a questo fine debbono essere sod- disfatte. Essendo G il centro di gravita della lente, dicasi t la iniziale tempera- tura, e pongasi AG = Lt AC = A, , CG = d, ; sai-a e per un'altra temperatura d, = L, — X, , avremo dr = L. — h; cosicche, per la indicata compensazione, dovr^ rerificarsi la 29 — 216 — (92) dr — li, = L. — L, -+- X, — X, = 0 , Ma sappianio csscre '■^-mhH\^>' nellc quali ft c 5 rapprcsentano rispettivaiiicntc i coelHcicnli della dilatazioiie lineare deH'acciaio, o deH'ottone; in genere dei due metalli uno meno, rallro piii dilatabile. Sostituondo qucsti valori nella (92), avremo (/3L, -4- ft$lU — iS5/X, — 3X,) (t _ /)= 0 , donde la condizionc fil, -H /33tL, — ftBiX, _ 5X, = 0 , ossia ed anche (93) h:l,=ft{\-i-St):S{-^ftt), e cio qualunque sieno Ic due temperature considerate. Se la temperatura iniziale fosse quelia del ghiaccio fondente, sarebbe t^O, e la condizione in lal caso per la coinpensazione sarebbe X„ : L„ = /3 : 5 , donde (94) X. = |l. . Questa formula, che noi deduciamo per corollario dalla (93), coincide con quelia data dall'illustre Biot nel suo « Traite de physique experimentale et mathdma- tique (1) » e dal sig. Daguin nel suo « Traite el^mentaire de physique thdori- que et experimentale (2). » Dalla (93) deduciamo che per la compensazione, le lunghezze del tubo e della verga, qualunque sia la temperatura iniziale, deb- bono essere in ragione coniposta dalla inversa de'coefficienti della dilatazione, corrispondenti ai loro metalli, e della diretta dei binomi 1 -4- Si , 1 H- i3< , relalivi ai metalli stessi. Dalla (94) poi si deduce che le lunghezze del tubo e della verga, prese alia temperatura 0°, debbono per la compensazione, seguire il rap- porto inverse dei coefTicicnti di dilatazione, che riguardano i metalli di cui sono esse formate- Ognuno poi vede, che la condizione per la quale viene assicurata la compensazione di questo pendolo, si potra sempre soddisfare. Infatti, sebbene il tubo di ottone sia piii corto della sbarra di ferro, pure dilatandosi o restringen- (1) Paris 1816, T. 1, pag. 174, lin. 11. (2) Paris 1835, T. 1, pag. 788, lin. 1. — 217 — dosi piii di qaesta, pud compensare le vaiiazioni della niedesima, piodotte dal variarc di tcmperatura; e puo la variazione totale del primo, eguagliare quella che si riferisce alia verga- Pero dobbiamo riflettei-e chc, per la compensazione di queslo pendolo, abbiamo seguito il lerzo dei inelodi che in principio pro- |)onemmo ; abbiamo cioe solamenle procurato di stabilire la immobilita del ccntio di gravitu della lente, lasciando che la immobilila del centro di oscil- lazione del pendolo stesso, venga procurata pei' esperienza, collo spostare la lente per mezzo della vite, che trovasi nella estremila infeiiore- Le cause per Ic quali non fu adattato il pendolo di cui parliamo sono principalmente le due che sieguono: 1°. 11 tubo, e quella porzionc di verga compresavi, elevandosi ainbedue sopra d che gli effetti prodolti dalle variazioni di temperatura, sulle lunghezze della verga e del cilindro sopra indicati, sono contrari fia loro, e pos- sono compensarsi: cosi puo il centro della lente, ad oota delle variazioni di temperatura, sempre conservarsi alia medesima di- stanza dal centro di sospensione, come facilmente si riconosce dall'esame della figura- II sig. Enrico Robert ha immaginato un pendolo, che non diversificando essenzialmente dai due precedenti, riesce piii seni- plice dei medesimi , ed anche piu comodo. L' asta di questo pendolo (Fig.9.), che dall'inventore fu costrutta in platino, so- stiene coll' estremita sua inferiore una lente di zinco, di un, raggio a sufficienza grande. L' asta medesima traversa il dia- mctro verticiile della lente, cosicche le variazioni prodotte dalial lempcratura nolle lunghezze , sia della verga , sia dell'indicato diametro, possono effettuarsi senza ostacolo veruno, e sono una ia senso contrario dell'altra. Da ci6 deriva che il centro doll;i lente, ossia il suo centro di gravita, puo rimanere sempre alia medesima distanza del centro di sospensione del pendolo, non I — 218 — osianle il variare della tempcratura. Ed in fatti se le indicate lunghezze si vo- gliano in giusa, die la diiatazione della vei'ga di plalino eguagli quella del ruggio della Icntc di zinco, ciu che ha luogo quando qucsto laggio sia lungo circa un tcrzo della verga medesima ; il centro di gravila della lente con- seiveia scnipie in tal caso la medesima distanza daU'assc di sospensione. Non occorre per quest! due pendoli composti, ed ora descritli, ricercare algebricamente le condizioni di compensazione; giacche questc sono chiaramente contenute iielle formulc gia da noi calcolate, per la compensazione del pendolo di Leroy (Fig.7.); e dalle medesime discendono per corollario senza diflicolta veruna. Questo pendolo fu modificato e reso piu comodo, medianle una dispo- sizione diversa delle sue parti , per cui le lamine di acciaro che traversano la I'essura in cui consiste I'asse di sospensione, possono scorrere scendendo, e salcndo ciitro la medesima , senza che I'orologio abbia maggiore altezza , e sia deformato. Le lamine flessibili di acciaro che soslengono il pendolo , traversano una fessura praticata nel pezzo a(Fig.lO.), c sono fissate all'estremo c del braccio c o di una leva rettangolare cob, avente il centro del moto in o. Per effetto del peso di tutto il pendolo, Testremo b deir altro braccio o b , si appoggia continuamente sulla testa di una forte sbarra metallica n b oriz- zontale. Questa variando la sua lunghezza per la va- riazione della temperatura , fa ruotare la indicata leva intorno ad o suo fulcro, e fa salire o scendere il punto c; cosicche puo compensare gli effetti delle variazioni, prodotte dal calorico sulla lunghezza del pendolo. Quando la temperatura s'innalza il pendolo si allunga, ma la traversa n b si allunga pur essa, urta I'estremo b del braccio o h della leva, c fa innal- zare il punto c: il contrario avviene per I'abbassa- mento di temperatura. La lunghezza del braccio di leva 0 b si regola per mezzo di una vite b, la quale puo accrescere o diminuire la lunghezza medesima, e cosi completare la comfiensazione. Ora vediamo quali sono le condizioni da soddisfare, onde il pendolo de- scritto sia compensato- Per qualunque tempcratura t, e per qualunque posizione 219 — dclla leva a squadi-a, si abbassi dal punto o (Fig.l 1 .), la perpendicoiare op sulia b n, si cotiduca inoilio la oriizonlale o d ; quindi per I'asola o lessuia a, si fc'uidi I'allra orizzonlale a m, e da m s'innaizi la perpendicoiare m q, essendo ft il cenlro di giavita della lente. Avremo ah = ch — ca = ch — qm — cd , ma pel triangoH simili abbiamo inollre quindi oh = l/'[o/J* -(-(6« — pnf] , co{bn — pn) cd = \r[op''-^{i"'—p»fy e sostituondo sara ah = eft — qm co{bn — pn) \/^[oii'^{bn—pnf] Per maggiore speditezza introduciamo le letteie analitiche, osservando che le lunghezze pn, op, qm si ritengono essere sempre le stesse, qualunque sia la temperatura; quindi poniamo p}i= a, op=^h , qm==^h , cft=L, , ah^^d, , /'«==/, , co=Xt ■ Sostituendo questi valori nell' equazione piecedente avremo, per due qualun- que temperature t, t, le Ml, — a) , , , X.(L— a) d, = L, — ft — f;.=L,— ft— Quindi la condizione generale per la eercata compensazione sara (95) L.— I,— nella quale dovremmo sostituire 0 L- = i^r^T L, , 1.=^ /, . lr = M essendo al solilo P ij coefTiciente della dilatazione lineare della verga eft, for- — 220 — mata dal metallo meno dilatabile, c d quello si riferisco tanto alle due braccia della leva reltangolare, quanto alia sbaira orizzontale che fa ruotare la squadra. Peru abbiamo eziandio COr = -. — \co, , bot = \ z :- \boc donde COt CO, bor hOc Cio equivale a stabilire Xr X, CO quindi la condizione (95) liducasi alia seguente en U-L,- £ (J,- /,)=-. 0 . Sostituendo in questa i valori di Lt ed U , avremo (96) io/3L,(l -t- 30 _ coM,(\ -i- /Sz) = 0 ed ordiiiando per t, avremo (97) (L,bo — /,.co)/35.t -+- L,.io./3 — co.§h = 0. Essendo il prodotto /33 quantita piccolissima, questa equazione sara prossima- mente verificata, sebbene il suo primo termine si ometta; cosicebe avremo la (98) L, = 52i.,,, equazione comoda per la pralica, e coincidente con quella riportata dal sig. Daguin (1)> che noi deducemmo per corollario della (97), la quale racchiude tutta la generality ed esattezza possibile. Volendo che sia ^ = 3 , cioe che i metalli di tutto il pendolo composto abbiano la stessa dilatazione , allora la condizione (97) diverra (Li.bo — l.co)^l -t- Lc.bo — co.l. = 0 , ehe sai-a generalmentc soddisfatta dalla (99) ^'=r^' ■ 00 (1) Traile 616mentaire de physique, Paris 188S, T. I, p. 788, lin. 20. — 221 — Se il braccio bo = jco, aviemo da questa la cio6 per la compensazione , in questo particolar caso , la sbarra orizzontale Im, devc avere il quarto di lunghezza deH'asta ch del pendolo; quindi sara il viaggio fatto daU'estremo urtante della sbarra, un quarto di quello t'atto dal- estremo c del braccio superiorc di leva, come appunto riferisce I'illustre Pouil- let (1), nel dare un breve cenno di questo pendolo. Se pongasi essere la temperatura iniziale 1=0°, la condizione (97) sark soddisfatta esattamente dalla (100) •-=f:i'- che deve riguardarsi come un corollario della (98). Ponendo nella (97) co = bo, ed anche /3 = 5, vale a dire tanto le brac- cia di leva, quanto i coefficienti delle dilatazione uguali fra loro, essa verra soddisfatta dalla (101) L. = h, corollario della (99) ossia dovra in questo caso, per la compensazione, la verga del pendolo uguagliare in lunghezza la sbarra orizzohtale. Risolvendo la (97) rispetto ad L, avremo _ co.5( l-t-/3<) ' 6o./3(l-+-50 " valore che non essendo indipendente dalla temperatura iniziale t, soddisfa sol- tanto ad una compensazione relativa, e non assoluta. Del resto in cosi fatto pendolo, che fu destinato ai grandi orologi pub- blici, tre sono i registri per la compensazione; cioe fig. (10, 11) la vite in b, colla quale si fa variare la lunghezza del braccio di leva ob ; la vite in h, coUa quale si fa variare la distanza del centro di gravita della lente dall'asse di sospensione; finalmente la vite all'estremo del pendolo, colla quale si pro- duce refifetto medesimo. Da quanto precede possiamo concludere, che in questo pendolo, puo la compensazione ottenersi, anche senza impiegare metalli di- versi nella sua costruzione. (1) Elem. de pby. Paris 1856, T. I, pag. 208. — 222 — Vn peudolo compensatorc assai scmplice, si deve liconoscerc in quelle del sig. Regnauld, oroiogiaio a Chalons; c consiste (fig. 12) in un asta metallica G, fissata nel muio verlicale AE, la quale sostiene in G la verga del pcndolo FH. L'ciastico F che so- spendc quesla verga, passa fra due laminc di acciaro, insieme congiunlc nolia testa del pezzo B , le quali dcteiminano il centi'O del inolo. Egli u chiaio che quando il pendolo varia la sua lunghezza in un senso pel caloi-ico , 1' asla metallica che gii d paiallela, varieru di alticttanto la sua lunghezza in senso contraiio pei" reffetto medosimo; quindi potia oltenersi facilmente in esso la compensazionc, la quale potrik eziandio raggiungcrsi costfuendo le indicate parti con uno stesso ine- tallo. Pero questo generc di compensazionc se da una parte presenta molta semplicita, dall'altra include molte cause d'ine- sattezza, una fra le quali e che il niuro non puo considerarsi esentc dagli effctti delle variazioni di temperatura, malgrado | il sue peso: un'allra e che il centro del moto per le varia- zioni medesime, dovendo cangiare fra le due lamine di acciaro, presenta fra esse dei punli, che avrauno elasticiti differente, per la inevitabile r" "i variazione della temperajwa: una terza che le aste di compensazione non deb- bono essere mai piegate a squadra, e questa la e in due luoghi. Inoltre I'asta compensatrice dev'essere della stessa grossezza di quella del pendolo, perche con eguale prontezza sieno ambedue sensibili alle variazioni di temperatura; cir- costanza che in questo pendolo non puo verificarsi esattamente. A cosi fatte inesattezzo va oziandio piii o meno soggetto anche il pendolo precedentemente analizzato fig. (10). Ha pure costruito Leroy un altro compensatore, formato di tre verghe (fig. 13), una di acciaro ab, V altra di rame cc', arrestata in c, la terza gk, di acciaro ancora, che porta la lente. Queste verghe sono congiunte con una leva o traversa c'a, di acciaro pur essa , ed articolata colle medesime nei perni c', b, o. Si vede che la verga di ranoe cc' dilatandosi, abbassera il pun- to c', e porcio innalzera il punto o con la lente, mentre che la dilatazione della verga di acciaro ab fara discendere tutto il sistema: le staffe p, q ser- vono a mantenere il nesso del medesimo, senza impedire lo scorrere delle verghe che lo compongono. Questo pendolo, il quale sembra essere stato im- maginato da Graham, ha 1' inconveniente di subire ne' suoi movimenti delle irregolarit^ subitanee. — 223 — Oi'u vc(li. ^-K^)- "-(l-^:)'- essendo /3, 5 rispettivamente i coefficienti dclia diiatnzione lineare dcH'acciaio, e del rame. Sosiituiti quesli valori nelia (103), essa, dopo fatte le liduzioni, ed oidinata per /, diverra 30 — 224 — (104) /3d[(/, -I- (^,)^, — {h; — li,)^,]i ^ /3A,(/, -+- d,) — oX,{k ,— /i,)=0 . II cocflicientc ili I csscndo in (jucsta equn/.ione molti- plicato pel pi'Otlotto /35, tVazione piccolissiniii, siua la (104) prossimaincnte soddisfatta dalla condizione /3A,(/, -t- d,) — 3A,(A-, — /(,) = 0 , che ci porge la (105) /, -^d,: /.-, —Ih =5X, : fiA„ ovvero, con lettere di figura, la ab -+■ ok : c'n = S.ob : (i.bc'. Che se le braccia ob,hc' della leva oc', sieno fra loro eguali, cio che in pratica generalmente si verifica, sata \, = A, , ed in lal caso la condizione (105), per la compensazione di questo pcndolo, si riduna piii semplice alia /, -+- d, : A-, — /(, = 5 : /3 , ossia ab -+■ ok : c'n := 5 : /3 ; e siccome nel caso modesimo abbiamo eziandio c'n=om; cos'i avremo ancora Taltia equivalente condizione (106) (lb -t- mk : c'n = 5 — [3 -. jg. 11 principio su cui basa la costiOzione del pcndolo che oia considerammo, serve pur anco a costruire queilo che vedesi nella (fig. 15); e questi due pendoli diffei'iscono I'uno alPaltro, solo per la disposizione diveisa di alcune loro parti. Sono ac, ed sk due verghe di ferro, fra le quali sta una verga di raine bd, che poggia sulla piegatura dc di una delle verghe di ferro, mentre I'altra sk sostiene la lente del pcndolo. Le tre indicate verghe sono unite insieine per mezzo delle due staffe /',)•, che pero non impediscono I'allungarsi e I'accorciarsi di quelle, se lo esigga il variare di temperatura. Le stesse verghe agiscono Tuna sul- I'altra, mediante una terza statFa;j(jf, alia quale sono raccomandate per mezzo di treperni.che formano altrettante snodature,da permettere il dilatarsied ilristrin- gersi delle verghe stesse pel calorico. Quando si allungano le due verghe di — 225 — IciTO ac,sk disccuilc l;i Icnte, ma contomporaneainente si al- lunga in opposto la vciga di ramc l/d, la quale percio in- naiza Tailia verga di f'cno sl< die porta la lentc Quiudi i; facile coinpienderc che, pioporzionando le lunghczze delle verghc dipendentemente dai loro coeflicienli della dilatazione, si puo raggiungerc la compensazione anche in (luesto pendolo; cioc si puo riescirc a icndcic costante la dislanza del centio Ai della Icntc, dal centre a di sospcnsione, ad onta dcgli cHelti flel calorico. Per dclerniinare le condizioni, onde sia cotal pendolo compensalo, fa d'uopo ricoi-rcie alia (fig. IG), nella (|uale colle stesse lettere della precedente figura, sono indicate quelle parti soltanto del pendolo in proposito, necessarie e suffi- cienti alia indicata determinazione. Per tanto condotte lo orizzontali ah, yq, inn, zk, ollie ai prolungaincnti vci'ticali sh, cz, sai'i\ ( 1 07) Ilk = Uj) -H )//. — mp . Inollrc pei' la tcmperalma l iniziale, facciasi hk = L, , np = /, , ((A: = d, , op = ),, r/o = /(, , ilrj ^=: k, , iiq =^ ^, , avremo qn = grf — od = k, — /(„ ed anche qn : qo = mp : op, donde qn.op {k, — /j,)X, 7np = qo A, Oin fatte le sostituzioni nella (107) olterremo la A, c per un'altra lenipeintuia (pialunque ?, sain (A-, — /(,)).r 1,.= /. — (/-_ A^ — 226 — Quindi per la compensazione incontieremo di nuovo la (103), dalla quale, pel calcolo gia istituito sulla mede- sima, otterremo finalmcnte la (105). In questa sostituendo allc leltcre analiliche, quelle conispondcnti nella (fig. 10), otterremo (108) ap-^uk : qn^^.op : /3.og, die sara la coiidizionc cercata, la quale nel caso di op = oq, si riduce alia piu semplice op ■+- nk : »'. Le masse m, m .inche in qucsto caso possono av- vicinarsi od allontanarsi dall'asta, median- te le viti che le traversano, per le quali sono annesse alia traversa bimetallica. Quindi per tentativi sperimentali pos- sono, come gia indicammo, fissarsi a tale dislanza,che il pendolo riesca esattamenle compensato. II sig. lillicott pur esso ha I'ornito un metodo per costruire pendoli com[)ensati (1). (I) Philosophical Transactions and 17ol), vol. 47, p. 4"9 — A Description of Two Me- thods, hy which the Irregiilarily of llie Motion of a clock, arisin;; from the Inllucncc of Heat and Cold upon the Rod of the Pendulum may he prevented; hy .lolin Ellicotl. F. K. .S. Dalle vert;lie o laminc himelalliche di'pende anclie la compensazione degli orologi di marina e dei cronometri porlatili, nei quali un hilanciere circolare, detto compensatore, percht; fornilo di (piesle lamine, serve a mantenere costanle la misura del tempo. Esso, per mezzo di una elaslica spirale, die di conlinuo si avvolge c si svolf;e, concepisce attorno un asse che lo .sostiene, un molo oscillalorio in un piano perpcndicolare alt'asso medcsimo, ed allernativamente in un senso e nell'altro. La rapidila di queste oscillazioni e dipcndenle da una cerla perileria, il raiifiio della quale variacolla temperatnra. II hilanciere cosi falto deve riiiuar- darsi comel'organo il piii dillicile ad essere hcne costruilo nei cronometri, e si compoiie di iino 0 due diametri, connessi fra loroad anf;olo retto, ad ogni eslrenio dei (piali e lissato un ario cir- colare himetallico, separato, e lihero da una eslremila sua. Si puo anche coniporre il hilan- ciere da un inlero circolo, colle indicate lamine circolari lissale sopra gli eslremi prolungati di alcuiii dei raggi del circolo slcsso. Questi archi esser possono due, tre. o qualtro, e co- slituiscono la pertferia del circnlo corrispondente ai diametri sopra indicali. Ogni arco e formato internamenle da una lamina di acciaro, ed esternanieiite di ottone, saldate insieme, o chiodate I'una sulliiltra, con cliioili assai vicini fra loro. Oueste laminc portano delle masse conipcnsatrici, e lormano cosi una specie di lermomelro solido, in gnisa che si avviciuano esse al ccDlro del circolo, tpiando aumcnlando la lemperalHra la spirale s' indeholisce, ovvero perde un poco della sua forza elastica , ed i raggi del hilanciere accjuislano maggiore lun- ghezza: cio farchhe ritardare randamcnlo doH'orologio , se quelle masse ncl tempo medc- simo non si avvicinassero al centro delle oscillazioni, per annullare I'opposlo effello.Questo — 228 — Si e crctliito chc alcuni Icgni, dopo clic fuiono pic- parali all'uopo, abbiano la facolla di conscrvarc scnsi- bilmenle invarialo le dimensioni loio, ad onta del va- riaic dclla tempcralura; c di quesli Icgni si sono coslruili pendoli, chc iurono da laluni liconosciuli compcnsati a sufllcicDza. 11 fisico Pielro Van Mussenbroek, dice di aver per mezzo delia spcrienza riconosciuto, chc il legno obano, (luaiido sia niolto stagionato, iion c sensibihnenlc susccltibile alio variazioni del caldo c del fieddo: co- sicche iinmagino chc sarebbc statu utile costruire con qucslo Icgno un pendolo, il quale sarebbc riescito molto esatlo. La caulela principale a pienderc in tali cosliu- zioni, c quella di arsicciare ben bene il legno, e poscia verniciarlo, per guarentirlo dalla umidita, che potrcbbe nllorchc diminuisce accorciailo, ed allorche cresce al- lungarlo. Fu eziandio impiegato 1" abete ben secco per la coslruzione dei pendoli, ma u da temere la sua diversa toisione a diverse temperature. Questa causa perturba- trice si previcne il piu possibile, dividendo per lungo in due parti eguali , la spessezza di qualtro linee di una verga di abete, larga due pollici e mezzo, quindi voltando in dentro Ic due facce cb'eran di fuori, e por- taudo restremo supeiioi'e dell' una conlro 1' inferiore cenlro consistc nel centro di gravitii del bilaiicierc tutto, c dcve star scmprc sull' asse del nioto; cjuindi si comprende racilmcntc chc il contrario ha luogo per la diminuzione di tem- pcralura. Ognuno poi vede che la durata delle oscillazioni del liilanciere , dipende dalla forza dclla elaslica '^pirale , dalla niassa ruolantc , non che dal raggio di rotazione. Non e senza dilTiciila oiteiicre chc le lamine ii/nictalliche del bilanciere , si avvicinino e si al- loiUaiiino dal centro del niolo , ciascuu/ della stessa quantita, per non far perdcre al bi- lanciere il suo necessario cf|uilibrio in ogni sense. Condizionc indispensabilc , sopra tulto nei cronometri porlalili, e che si rende piii difllcilc ad essere soddisl'atta, per la forza cen- triluga delle masse conipensalrici , la quale in ogni oscillazione continuamenle sollecila le stcssc lamine arcuate atl aprirsi. L' elfelto di qucste lamine bimetalliche di conipensazione dipende chiaramentc dal rai)porlo delle indicate masse fra loro , e dal sito nel quale sono esse collocate; pcrcio le medcsime si possono irasportarc piii o meno vicino alia estremita libera dell'arco sul quale stanno. Si iisa pure.onde pcrfczionare la conipensazione, aggiun- gerc alle slessc lamine arcuate delle viti con grossa testa, e di un nictalio piii o meno pe- sante: inoltre si aggiungono eziandio, agli eslrenii dci raggi del bilanciere, delle masse dette regolalrici; c reffotto, sia delle une, sia delle altre, dcve moderarsi sccondo I'andamento M\ iTonomclro. In sonima lullo I'artilicio di (juesla compensazione, consistc a combinare I'elTetto (legli archi bimelalhci, colle variazioni di elasticitii della spirale, ondc le oscillazioni rie- scano perfeltamente isocrone, malgrado Ic variazioni di temperalura. Queste inodificazioni co- slituiscono I'opera piii delicata, e piii importante, atlinche un cronometro divenga pert'etto; c I'csperienza dimostra, chc non 6 apprezzabile nel moto del bilanciere la resistenza dell'aria. I — 221) — (leiraltra. Si colla il tutto cosi disposto, c si preserva daila umidila mediante una vcrnicc di gomma copale. Un cosi fatto pendolo c in uso neli'osscrva- torio astronoinico della universita romana, diiclto dal chiarissimo sig. prof. D. Ignazio Calandrclli. Chi poi volcsse conoscere pii"! sviluppato il mctodo pei' la preparazione dei pendoli di abete del Noid, potn'i utilmente consultai'c I'opera del sig. Barone di Zach, intitolata « Deiratliazionc delle montagne, T. 1°, pag. 2C}0 )) ove questo illustre astronomo espone I'operato da lui per siffalta pre- paraziono. La pretesa inallerabililii delle dimension! di alcuni legni, come busso, ebano, noce, abete, ccc, opportunamcnte preparali, fu cagione che nel 1764, un ceito abate Giovanni Alberti Colombo veneziano (1) , immaginasse una compensazione , costrutta nel modo seguente. Sopia una base BE s' innalza verticalmente una colonna DE di noce compalta, e ben picparata (fig. 19); la quale neU'estiemo superioie porta ben fissa un asola metallica AD. Nel- r intcrno della colonna sorge verticale un'asta di melallo, che ricurvandosi in C porta un parallelogrammo, di cui sono i lati verticali fomiati da due lamine di acciaro, le quali passano a tiaverso la fessura AD. La verga del pendolo, colla lente alia estremita inferiore, pende dal perallelogrammo stesso; quindi e chiaro che il centro di sospensionc consiste nella indicata fessura. Per tanto, sc il legno di cui si fortna la colonna, rimane impassibile alle va- riazioni di icmperatura, e di umidita; e se le dilatazioni ed i restringimenti, dal calorico prodotti nella verga del pendolo, e nell'asta collocata dentro la colonna sono eguali, certo questo pendolo sara compensato. Si vede poi fa- cilmenle che tale compensazione, somiglia molto a quella sopra descritta, del sig. Regnauld (fig. 12), ed e probabile che abbia data origine a questa. II Mussenbroek dice (2), che si pretende avere il sig. Ridot immaginato un pendolo ancor piii semplice, rimandando percio al « journal des savans, an.l758,septcmbre, p. 103. » Avendo, io consultato questo giornale nella biblio- teca Corsini, ho trovato che nel citato tomo, ed alia indicata epoca, ma non alia pag. 103, bensi alia pag. 624, il sig. Kidrot figlio (non Ridot), costruttorc di orologi, avcva prcscntato, nel 3 giugno 17.j8, alTaccademia delle scienze di (1) D. loannis Albert! Columhi vencti casinensis abbalis, ct in palavino gymnasio or- dinarii primariiquc philosophiae, ncc non exlraordinarii expcrimcnlalis physicae public! pro- fessoris Acroas!s — Patav!! 17fi4 ex typographia cominiana. (2) Cours do phy. exp. et malhe. Paris 1790, p. 279. — 230 — Pari^'i una sua meinoria iiUitolata « Sui- unc noiivdlc construction dc pen- (lule tres-comoile, ct bicn plus simple que toules cellos (jui ont paru jusqu'ici n. Pci'6 I'oggetto di quesla memoiia non c la couiponsaxionc del pcndolo, ma soltanto la semplificazionc dcgli artificii, pei quali gli orologi battono le ore, 0 le ripetono. Piobabilmentc la Icltura del solo titolo, c non dclla nicmoria, fece su|)povre al Mussenbroek, clio nella mcdcsima it sig. Ridiot comunicasse un qualchc nietodo piu semplice, per la compensazionc do! pendoli. La teoiica della compensazionc dei pendoli non potrebbe cerlo esserc compiuta, senza ricordarc un lavoro fatto dall' illustrc Carlo Ignazio Giulio, relalivo alia medesima (I). Questo dotto italiuno riconobbe ncl circolo una propiieta meccanica, non prima osservata, per la quale se una circonferenza osciili a guisa di pcndolo intorno ad uno de' suoi punti, nel proprio piano, c carica di pesi comunque distribuiti sulla medesima, la durata delle oscil- lazioni, e sempre ugualo a quella cbc compete ad un pendolo semplice, lungo quanto la corda che, condotta pel punto di sospcnsione, si trovi cssere verticale nelTequilibrio della circonferenza, carica nel inodo indicato. I pendoli conside- rati da Giulio in questo suo lavoro, sono generalmentc formati di due o piii masse, le quali al variare della tcmperatura, cffcttivamente mutano la distanza dall'asse di sospcnsione, senza cbe tuttavia per nulla si cangi la durata delle oscillazioni loro, per la riferita proprieta del circolo. Lo stesso autore ha esposto nel medesimo scritto alcuuc sue ricerche, sopra un altro sistema di compensazionc , fondato sopra un principio che differisce dal precedente. Cio consistc ncl rimcdiare aU'effctto delle variazioni di lunghezza del gambo, che sostiene la lento principale del pcndolo, mcrce la diiatazione di un altro gambo, direlto all' insu, secondo il prolungamcnto del primo , formato di una sostanza meno dilatabilc di esso , e caricato di una seconda lentc. Questi pendoli a due lent! hanno cosi la medesima di- sposizione, adottata da Mai'lzel, per variare a piacimento la durata delle oscil- lazioni del suo metronomo. Andiamo per tanto a determinare, con una gene- ralita maggiore di quella fmo ad ora ottenuta, quali condizioni analitiche si debbano soddisfare per la compensazionc dei pendoli , formati coll' asse di sospcnsione fra due lenti; cd in questa disamina verri^ compreso anche 1' in- dicato strumento. (1) Memorie della R. Accademia delle scienze di Torino, serie 2,*T. XI, an. 18i9. [Continueru^- — 231 — FisicA — Alcune ricerche meleorologiche sidle lempesle occorse nel 1859-60. Mem. del P. A. Secchi. 1 ra gli studi meteorologici qucllo che spetta la fonnaziono e il corso (Idle tempeste e forse il piu importante, non solo sotto I'aspetto della scienza, ma sopratutto per la pralica utilita; quesla colloca giustamente la meteoro- logia acoanto all' astronomia , perclie sc I' una da al navigante il modo di conoscere la sua via nella immensita degli oceani, I'allra gli addita il modo da sceglicre il corso piu breve, a meno niolesto, profittando dei venti e delie correnti, e cosi prevenire e sfuggire i pifi Iremendi pericoli che lo minaccia- no (1). Queslo studio ha ricevuto in questi ullimi tempi un impulso tutto nuovo merce la grande opera americana Sui venli e le correnti dcW Oceano pubblicata dal Maury direttore dell' osservatorio di Washington , nella quale mediantc lo spoglio di moltissimi giornali marittimi, si trovano ridotte a re- gole ccrtc e sicure le traversate do' piii vasti e difficili maii, e i viaggi tro- vansi immcnsamente accorciati. £ stata tanta 1' attivila e lo zelo di questo illustre scienziato, il quale merita veramente il nome di benefiUtore del ge- nere umano, che I'opuscolo intitolato Sailiiuj Directions cominciato nel 184-7 con 4 fogli di stampa, in 12 anni e cresciuto a due grossi volumi, e va lut- tavia aumcntando e perfezionandosi, merce lo zelo de'suoi connazionali, e di tutte le popolazioni marittime e navigatrici che senza rivalita coocorrono ad arricchirlo (2). In questa grand'opera pero I'autore stesso confessa esserc assai imper- fette le nostre cognizioni sopra varii punti capitali della meteorologia nautica; cio6 non solo su la vera origine delle tempeste, ma perfino (cio che piii im- porta) su la natuia de' moti dell'aria che vi rcgnano dentro, e il loro modo di girazione. Molto certamente si e progredilo, e molto si sa, ma anche nel punto il pill studiato, cioe sulle tempeste a vortice o cicloni, resta un dub- bio fondamentale che lascia il navigante in una crudele perplessitii. Due in- fatti sono le teorie piu ragionevoli che si sono proposte a tale eifetto: una (1) E antico uso che negli ossewatorii astronomici si tcngano anche regislri mclco- rologici: queslo costume, per il principio della divisione dei lavoro, va ora abbandonandosi, raa credo male a proposito , cd c cerlo che a molti raarinari inleresserebbe assai piii co- noscere 11 giro delle tempeste che certc (inezze del corso della luna. (2) Negli annali di scienzc lisiche c materaalichc del prof. Torlolini vol. 1. demmo un ccnno di qucst'opcra allora sul coniinciarc. 31 — 232 — die ha per iitilori c difensori Redficld, Reid, Piddington ed altri illustri ma- rini , come anche il celebrc metcoiologista Dove , c questa riducc tutte le teiiipeste a giandi cicloni o lurbini, attiibucndo alia foiza centi-ifuga gli ab- bassaincnti baromettici chc in esse si ossei'vano. L' altra 6 quella di Espy secondo il quale noii si avrebbe il voilicc clic in poclii casi, c le tempcste comuni non saiebbero che grandi discquilibiii almosferici prodotti da conenii ascendcnti generatesi neiratmosfcra, che a guisa di vasti camini aspirercbbeio I'aiia tutto d' intorno: la forma del vuoto parzialc sarebbe piuUosto iongitu- dinale, e a foima di lungo solco anziche circolare con traslazione. La soluzione tcorica del problema qui non c punto indiffciente per la pratic.i, anzi e I'essenzialc, perche secondo un principio o TaUio, il piecelto dato al navigante per fuggire il centro della tempesta deve esser divcrso. Nel caso ciclonico il vento diiigendosi perpendicoiarmente al raggio del cir- colo che congiunge il centro del vortice , per sfuggir questo si deve tenere una via; e nciraltro cori'endo il vento secondo il laggio, se ne deve tenere una diversa: sicche a norma che il capilano si regolera su I'uno o I'allro prin- cipio la nave puo esser salva o perduta. Ma il dubbio non sta solo nella teoria : i falti stessi non sono ancora bene accertati, c molto ancora resta a studiare, e nessuna delle teorie secondo Maury stesso soddisfa a tutti i fatti osservati finora (1). I moti secondo esso sono piuttosto spiral! che circolari , e cio deve accadere per la legge della composizione del moto traslatorio del vento colla rotazione terrestre, a cui hanno dato tanto lume le recenti ricerche meccaniche sui problemi di questo genere (2). Questo moto deve pure esser accompagnato nel centro da una corrente ascendentc come si vede anche nci piccoli vortici di polvere o di neve, e quindi si trova anche vero cio che assume Espy del progressivo sa- lire deH'arla non solo per il calore sviluppato nella condensazione de'vapori, ma anche per I'azione meccanica. II vento deve sempre sofliare verso questo centro, ma non vi puo andare in linea retta, e la teoria insegna dovervi ac- correre per curve spirali. Pero attesa la piccola spessezza dello strato atmo- sferico in moto, sembrano improbabili i cicloni si vasti quali dovrebbero es- (1) V. Maury 's Sailitig Directions. 8 edit. Vol. I. pag. 262, Wi e Vol. II. iSO, 431. e specialmenle T. I. pag. 266. §. 2o2. c pag. 275. §. 261. (2) V. Comptes Rendus de Cac. des sciences 1859 una lunga e interessante discussionc a (|uesto propoailo. — 233 — sere alIorch6 ricurvatisi dopo il 25.° o 30." grado di iatitudinc, piegano il lor corso dall' Ovest all' Est; e i Icntalivi fatti per ridurre varie bunasche nolle latitudini superiori alio slesso voilicc sono slati inutili, pcrcho foisc pii'i voi'tici rcgnano nella stcssa tompesta. Uno del punti fondamentaii di falto da ehiariio 6, se il corso dell'aria sia diretto verso il centro della massima deprcs- sione barometrica, come vuole Espy, o normalmente ad esso come vuole I'al- tia tcorica, o obliquainente come vuole Maui-y. Che nei marl equatoriali I'aria girl ill cicloni non vi e diibbio, ma se cio avvenga coslantementealle alte lalilu- dini e ancora incerto, e a questa ricerca devono tendere le nuove osservazioni. (Jrande importanza ha un tale studio per la completa somiglianza chc si rav- visa sui moti del barometro qui da noi e quclli dcscritti dai navigatori come COS! capricciosi attorno al Capo Horn neH'emisfero Sud (1) e la legge trovata in Europa sarebbe valevole anche neH'emisfero australe colle debite e solile modiHcazioni. Una dcllc ragioni di tulte queste incertezzc sul vero moto intestino delie tempestc specialmente fuori de' tropici, e che le osservazioni futte in mare sono troppo incomplete ed imperfette. Ed in fatti e troppo critica la posi- zione del marinaro in vista a si tremendi pericoli per potersi occupare colia necessaria freddezza di tutte le circostanze minute che possono dar lume sii questa materia. Spesso anche 6 incerta la posizione de' bastimenti, ed e sem- pre un caso che piu navi si trovino in posizioni relative opportune da dar Jume sui veri moti dell'aria e della lor successione. In conseguenza io credo che questa sarii la volta in cui sara mestieri ricorrere alle osservazioni fatte in terra. E vero die quivi le tempeste sono molto modificate, ma veggo che esperti marini credono che esse si propaghino anche sui continent! con sufTiciente regolarita per poterne jopportunamente conoscere gli andamenti (2). Se non che , pure anche in terra lo studio loro non e facile. L' attenzione d'ordinario non viene attirata sul fenomeno che al memento in cui esso gia infuria e devasta; ma allora e gia tardi, ed erano certamente parecchi giorni che si andava preparando. Inoltre per ravvisare nettamcnte le fasi di una tempesta sarebbe nccessario fare osservazioni frequenti e minute specialmente nelle vicinanze del massimo suo furore; cio avviene spesso in ore incomode, talche anche nei luoghi ove sta chi ha cio per uffizio esse vcngono om- (1) V. cio clic ne riporta Maury dcUo da Janscn op. cit. loni. II. p. iiJI lin. 7. (2) V. Reid. Delia leijge delle tempeste ecc. ed. mallese pag. 300. — 234 — niesse; onde per tali difficolli poco si puo avvanzaie nella scienza. Le os- scrvazioni ordinarie fatte 3 o 4 volte al ^iorno sono preziose , ma lasciano tioppi inlci'valli vuoti che interrompono il corso delle meteore. Nulla dieo di quelle fatte una sol volta al giorno che appena possono dar notizia all' in- grosso dei fenomeni piii lunghi e violenti. Saiebbe desiderabllc alineno che chi fa atlenzione alle osservazioni meteorologiche , all' accostarsi delle bur- rasche inoltipiicasse le osservazioni, e sarebbe questo un caso da organizzare societa di osservazioni come furono quelle pel magoetismo terrestre, fatte con tanto frutto, e profitto della scienza. Ma anche spesso ove non mancano le osservazioni, come in certi osser- vatorii che si fanno ad ogni ora, la loro discussione e un immenso lavoro, e I'effetto finale si e che si empiono gli archivi meteorologici di cifre e nulla piu. Quindi mi e sembrato che sarebbe benemerito della umanita e della scienza chi somministrasse uno strumento che adempisse alle due condizioni seguenti: 1 ." Descrizione completa di luUi i fenomeni che accompagnano le tempesle e in generate rcgistrassc tntte le vicende almonferiche : 2.° Che queslo registro fosse fatlo in gnisa da rendere facili le riduzioni, e comparabili a solo colpo di visla gli andamenti di tuUi i fenomeni almosferici e spcciahnente delle lempeste. Questo ho io cercato di fare da due anni a questa parte colla costru- zione dello strumento che ho intitolalo Mcleorografo, e che registra automa- ticamente su di un medesimo foglio di carta tutti i fenomeni atmosferici , uno in corrispondenza deH'aUro, talche a colpo d'occhio puo rilevarsi I'an- damento di una tempesta qualimque, e ravvisarvisi tutte le circostanze che 1 accompagnano. La sua descrizione corredata di figure trovasi nelle Memorie deir Osserv." del Coll. Rom. pel 1859. n.° I. e i perfe/ionamenti inlrodotti si hanno nel n.° XIX. Qui diro soltanto che esso ha due quadri dotati ciascuno di movimento verticale e regolato da un orologio, e che nel primo, il quale dura dieci giorni a fare la sua corsa di 36 centimetri, viene segnata 1." la curva rappresentante la pressione atmosferica mediante il barometro a bi- lancia (1). 2.° la velocita oraria del vento con tante linee disposte per ogni ora come le ordinate di una curva, e che ad ogni 5 millimetri di lunghezza rappresentano un miglio geografico di velocita del vento di 1852metri. 3." La direzione del vento direttamente pei 4 rombi principali, e indirettamente an- (1) V. la mia descrizione. Atti dell'accad. de' N. Lincei. — 235 — che per i 4 intermedii a quelli. 4." La vaiiazione della temperatura mediante un icrmogiafo mctallico di Kreil. 5.° La pioggia nell'ora in cui cade e nella duiala, e piossimamentc anche in quantila (1). Questc indicazioni postc una in contio aH'altia colle ascisse corrispon- denti rigorosamente alle stesse ore di tempo e raccolte per 10 giorni con- linuati nello stesso foglio senza intenuzione, fanno vedere a colpo d' occhio la succcssionc c concalenazione di tutti i fenomcni , che saiebbe diiTiciie a riconoscere quando fosscio scgnati sparsamente in fogli diversi, come fanno la massima parte dcgii altri strumenti. Nci miei viaggi e nella visita fatta a diversi osservatorii ove si e introdotto il metodo del registro grafico , mi ha sempre colpito questo gran difetto di tali strumenti, che se ricordano liuti i fenomeni non li ordinano, ne li confrontano, talche se si voglia passare alle discussion!, e mestieri prima ridur tutto a cifre, e poi da quesle ritornare alle curve comparative: questa sceonda parte e quelia che e nuova nel mio meteorografo e la slimo la piii necessaria e la piu utile , ed e stata quelia che ha portalo diversi congegni non ovvii ad imniaginare. Tuttavia perche moiti fenomeni esigono uno studio piu minute e parti- colareggiato, e nel breve spazio di curva occupato nel quadro precedente da un giorno che e di millimetri 36 non e facile rilevarli , a cio supplisce un secondo quadro che puo raccogliere le osservazioni di uno o due giorni, se- condo che piu place diavere le curve allungate o accorciate. Questo contiene i regislri seguenti. 1.° Una ripctizione del barometro perche ne' grandi temporali le oscil- lazioni sono spesso rapide dentro pochi minuti e interessa conoscerne I'ora esatta. 2." Ripetizione del termografo ma in iscala di ordinate piii estese. 3.° Ripetizione della pioggia. 4.° Registro completo del psicrometro cioe dei due termomelri asciutto e bagnato che compongono questo strumento. 4." La pioggia in piii larga scala. II vento e il psicrometro sono segnati colla elettricita, pel gran vantag- gio che ha questo agenle di trasmettere i moti a grande distanza, onde gli strumenti misuratori possono collocarsi nelle piii favorevoli posizioni: perche le lore indicazioni siano sicure, e non dominate da cause locali, il che pur troppo e facilissimo rapporlo vento: insieme con cio la macchina registratrice puo collocarsi nel sito, che torna piu commodo per I'osservatore, e che sia di fa- (1) Quest'ullima misurasi meglio in un ordinario pluvioraetro. — 23G — cile accesso per sorvcgliare lo struinento c i'liivi qucllo studio die serve a fonnare il vero concetto deirandamcnto de' fcnoineni inateriali, e clio nessuna macchina, ma solo r intelligenza puo fornire. Cosi da iioi il imilinoilo del vento (che e (lueilo di Robinson) o la bandei'uola stanno su la cima dolla torre dciranlico osservatorio, luogo aftatto libcro da ogni parte, alto 48 mclri sul piano dclla strada, mentrc la macchina sta nel centro del nuovo osservatoiio a 90 metri di distanza, e i terinonietri stanno a distanza di 6 metri esposti al nord in ottima posizione. L'attenzionc che si richicdc pel mantenimnnto della pila, o la sua spesa 6 ridotla a minima cosa, per una felice modilicazionc intio• 3 ES! -< irezionc al minin S. 0. c allora si ta. 'ento slraordina rasca locale, lampi e luoni. ndata: insigne. za abbassain. burr a doppio minimo Ciclonc del vent on giro conipleto Jura 20 ore. Temp . Continuato ncl Iza. cssione poca pio iress. con gran della burrasca. Irenio della burr doppio minimo dopa salito. esa. grado alia salit ressiene. apida depressio ^ ^ L. . n « S "= 0-'^ ■ : ^ . ea re t- 0 tu «i « = .£ •- D ■ i". n ^ 0 " 0 u'. ^ 2 cj 'r — -t: re 0 ci 5 -a -S -3 « 1 a re - re 0 1 • t re rand urras I'alt iilon 1 dci Full on s ran ccol rima inim urras ramo ccol cnlo ccol rand 1 'i'. OCuh-O 0 M C_- -J ^ 0 (i- c ^ ea He->=-c OpiMrijIUOO 0J10UI0IIIJ0X 0 00 ^ iO <=. 0 m 0 = =0 CM ;^ "^ 'Tl (?i *5* :n f.- ^s? t?! 0 '3 : ffi 00 00 0 OC -5? -j; 00*!* 00 CO CO o ■r. 0 — '^rt :f5 ; -H ■!? ^s" f?l : to ■^ fsi ^- ^-, fM ^^ r^i c> so C3 0 0 'Men •r- .0^0 ^ — 0? 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Un certo numero di questi posti a 2 o 300 miglia di distanza I'uno dair altro sarebbero sufficicnti , e allora gli altri osservatori intermcdii che facesscro le loro osservazioni coi metodi correnti sarebbero utilissimi. La macchina attuale del meteorografo complela in tutto e alquanto co- stosa, ma dopo computala in tutte le sue parti, ho gia cominciato a rivol- gere I'attenzione alia costruzione economica, e sono certo di poterla ridurre a tal costo di spesa che sia alia portata anche de' privati amatori conservan- dola egualmente giovevole, benche non cost completa. In un altro lavoro daro conto piii minuto dei risultati medii similmente dedotti da questo strumeiito per tutto il tempo da che sta in altivita. Sog- giungo qui appresso la lista delle tempeste osservate iia I'anno che saranno come spero di eccitamento a piu d'uno a studiarle meglio in avvenire. — 250 — LISTA DELLE PRINCIPALI VICENDE ATMOSFERICHE REGISTRATE DAL METEOROGRAFO DAL 1 " r.ENNAlO 18ii9 AL 10 FEBRRAIO ISfiO. 1839 Gcnnaio 8. Min. bar. 7S6,'""'o a !'■ pom. Comincia la disccsa a mezzanottc del C al 7 da 768,"'"';i. Piovc. (lennaio 13 iiiin." bar. '!i7.""";)a 3. pom. 11 barometro comincio a disccndere a mczza- nolle del gionio 12 al 13, e da 7fii),;> a cui slava disecsc con vclocita quasi iiniformc di 15"""' in 39 ore. Sali poscia con moto unilornie (ino a mczzodi del 1!) in cui (u a 770.0. Febraio 3. Min. 745.0 a 10 ore pom. con pioggia c neve ai nionti. Comincia la di- cesa a niezzodi del i da 702.1 Febbraio 10. Prime prove dciranemografo. A di 19 Fohbraio. mm." barom. 2'' pom. 7ui, 0 (rid. a 0°= 752.1) dal giorno 18 a niezzodi comincio a calare stando a7(ii.l, pcrcorrendo in 20 ore 92""". — Venlo forte N-li chc comincia poco prima del minimo , e continua per trc giorni velocita media del venlo = 18 migl. mass. = 22: il barometro sale pcro lenlamente c arriva al 22 a niezzodi a 706,2 (r. 763,7). II venlo piii modcrato 10 migl. continua lino ai 23 a 8'' pom. 27 e 28 delto. Minimo ".')'», 0 (rid. =7i;i,4) allc 3 i)om. Da una altczza straordinaria di 766."""2, verso mczzanoUe del 20 comincia a disccndere rapidamcnlc di II, """2 in 18 ore, resta basso cosi per 24*, e ri rialza lenlamente con venlo N: vel. ni. 7 migl. mass. 14, per- corse 10""" in 48 ore nella salita. Dal 2 al 9 .Marzo. Giornale calme con vcnto dcbolissimo di nolle e cbe nel giorno ha per periodo I'alzarsi alle 8 ant. pcrcorrendo circa 2 migl. I'ora, indi calmarsi a mczzodi, e crescendo al massimo di 4 migl. lino alle 3 pom. Bar." rid. normale a mczzodi = 702""", 32. Dalle 2 anl. del 10 comincia una forte Iramonlona di vel.m. = 24"' e mass, di 30 cbe porta il barometro da 701,0 a 768'""'. in 24 ore. Marzo 16. min." 4* p- Bar. = 738'"'", (rid. = 733.0). Dal giorno 14 a mezzodi comincia una Icnla discesa dicbiarata da 708.7 epercorre 10"'-",7 in 32 ore. Tempo caltivo in questi giorni ma chc non si risolve cbe in piccola pioggia, e venti incerli. Marzo 23. min. 1* pom. 750,9 (rid. = 747.9). La discesa fe cominciala dalle 10 anl. del 21 colla oscillazione diurna, partendo da 764.8 c in SI ora ha percorso 13""', 9 6 cu- rioso che cala col Nord, ma che sul line si volla al Sud. Piccola risalila fino a 758,2 che rcsta (piasi cosi per un giorno: po.scia va lenlamente salendo, fino al 29: bella serie di 5 giorni normali. Nella salita vcnto N-E di v. m. 4 miglia. 30 e 31 Marzo. Seria burrasca e caralterislica. Prirao minimo 750,0 a 4* pom. (r =747.0): da 764. 5, facendo li.'""'5 in 33 ore. Risale un pocoverso mezzanotle, maricade a 749.8 alle 4 anl. del 31: forte venlo Sud-Ovesl cbe comincia alia meta della disccsa baromctrica. v. m. -= 12 migl. mass.= 16. Sale poscia lenlamente fino a 763,3 con Nord v. m. 14, pcrcorrendo IS.'^'O in 54'': il venlo N. linisce un giorno e mezzo dopo. Aprile. Dal 2 all'S serie di bci giorni normali. Solila calma di nolle, e venlo S-0 di giorno con mass, verso le 3* di 3 in 6 migl. Media Barom. rid. = 763"''"63. Aprile 10. Burrasca in regola. Min. 748.0 (rid. = 744,7). La calata comincia dal mcz- zodi deirS e percorre con vclocita uniforme la discesa da 767,4 percorrendo 19'""', 4 in 3 f,'iorni 8 ore. Vento S-0. vol. m. 7 niiglia , comincia 2 giorni dopo. II baromclro basso coiiliniia per piii giorni con forte veiilo S-0. v. ni. 0 niigl. mass. 10, rhe s'indeholiscc assai la notte. Dura cos! lino al giorno iO in cui comincia a calare anclic di piii. jMedio rid. dal n al iO -- 15Q,-°'"U. Aprilc 21. Min. 8'' pom. = 74C.O (r. = 742. ii). Dopo diversi giorni di scirocco cd afa. Sud forte durante il min. die rjsale un poco a niczzanolte, poi si caima. Alio "> ant. nel 22 corniiieia a salire e seguila lino al 2i a 8 ore ant. L' accompagna vento S. S-0. v. ni. G niigiia, mass. 10. Aprile 28. Min. 730/1 (r.=^ 753.0) piccola dopressionc a o'' pom. con forte vento S.E. La matlina era cliiaro verso le 10 ant. si formarono dei cumuli , poi vento E. forte assai, a niezziidi annuvolaniento : verso le 3* pom. lemporale da iungi scnza tuoni e lutto co- perlo lino a sera. Fn (|uella certamcnte una hurrasra che passo al N. deH'osscrvatorio. Maggio i. V. Mm. a 2'' ant. 7'iG,y (r. -=742,8) poi si rialza un poco e ricade a 747,0 (r. =744,1) allc 8 ant. indi risaledelinitivani. Comincio a calare alle 8 ant. del 3 stando a 7i>9,7 e percorrendo 13, """4 in 18 ore; il vento dal Nord ando all'Esl , e al Sud, poi rclrocesse al N. per I'Est , e nella seconda ripresa di burrasca ripiglio il giro e ando lino aH'Ovest. Dalle Si ant. dei 4 risalc fino al mezzodl del ;j in cui e a 7.')9,3 percorrendo 10""" in 28 ore, vento V. m. 0" mass. lO", un poco piii forte nella salita dal lato di Ovcst. 11 vento ha coulemi)oraneo andamento del baromclro e volta all'Ovesl alia salita definitiva. Maggio 7. Altra burrasca doppia: 1" min. a 1'' ant. 748,2 si rialza ud poco a 8*4 indi rlcadc a mezzodi min° = 749,2 (r. ^ 745,0). La discesa comincia da 759.0 percorrendo lO'"- in 24 ore. Tutti i venti in nioto, ma prcvale I'Ovcst e il Nord. II giro e al Sud per I'Ovest (|uesta volta. L'andanicnto del vento accompagna il harometro; vel. med. 10 miglia, mass. 10. Si rimette a poco a poco. Alii 8 si ba un temporale cbe lascia una Iraccia di nubi a cercbio in cielo prova del suo corso. 13 al 10. Giornate sconcertale; min. al 10 alle 4 ant. 752,0 (r. = 748,8) con vento S. e 0. vel. med. 7 mass. 10 salita del bar. di 0""' in 30 ore. Maggio 17. E seguenli fanno una seriedi giorni normali,con al piu qualcbc temporale locale. La variazione del vento ha un pcriodo diurno: la notte. e poco e sempreN: al giorno rinforza e va all'Ovest c S-0: la velocita comincia a crescere dalle 7 lino alle dieci ant. in cui cala un poco, poi ricresce, alle 2 pom. e il massimo di 0"' al piii. La mattina non arriva a 4 Dcl massimo dellc 10 ant. Uno sconcerto in qucsto periodo annunzia un prossimo sconcerto ncl tempo. Giugno 17. Min. a mezzodi 763.8 (r. = 749,8) temporale cbe si preparava fino dal giorno precedente in cui dalle 7 ant. comincio a calare da 700. II temporale comincia al N. con vento N. iN-E; in 24 ore e gia risalito il giorno appresso a 700,0 (r. =7500) Vento durante il temporale 12 miglia. Durante la risalila non si ha il S-0 ma solo N. Giugno 22. II baroiuetro che e stato basso alquanto questi giorni con tempo inccrto si rialza dopo la pioggia, si niette il N e risana il tempo dopo di che si banno niolti bei giorni. Luglio 2 a 3. Giorni caldissimi con vento N. dominante, e barometro altissimo, media di questi giorni (rid. = 701,2). Luglio 7. Temporale: forte onda baroinetrica passaggcra con giro N. 0. S. E. N. ven- to 15 miglia alle 4' e 5 pom. — 252 — Luglio 10 c 11. Tcmporalc similmonte alle !•'' c alio 7 poin. Lii^lio 12, Vi c 17. Forli vonli N. scnza aliassanipnlo ill baroniciro corrispondcnte. Solo il 10 si nola un miuinio di 7i>8,0 nia die in 14 ore risalc a 7(i:},7(r. = 739,2). Indlzio di qiiaii-lie hurrasca al Slid dell' Osscrvatorio. Vciiti N. cosi forli accompagnati da grand! calori alluali ci I'anno i-ouoscere esscr cssi doviili all' cnorinc. sollevamenlo di aria chc si devc fare in .Xl'rioa. Vel. media 8 mass. 10; diminuiscc la nolle, ma non cessa. Baromclro normale dall'll al lii (rid. = 700.0). In quesli il vento ha j^eneralmenle un periodo hen delinito;leg^iero la nolle, rinl'orza la mallina eon nn minimo sccondario Ira Ic 11 e mezzodi, indi crescc lino alio 3 o 4 della sera arrivando a una vel. mass, di ti in 0 miglia, e non rare voile 7 e 8, ma qiiesto ecccsso di forza e indizio di prossimo sconcerlo. Luglio 20, .Mill. liar. 7iJ'i,0 (r.= 749,!i), la discesa comincia assai lenlanienle dal 23 in eui si inetle venlo Slid mancando il Nord la nolle: giorni sciroccosi c umidi con lempo- rale alle 0 anl. del 20 suddello , hencho piccola lal variazione pure fu seguita da forle vento N. che comincio a niezzanotlc del 27 al 28. Vel. in. = 8 miglia, mass. 14. Agoslo dal 1 al 10. Giornale normali: soiilo periodo di venlo. La mallina N, o N,E c la sera O.S.O. col miaimo secondario verso mezzodi; vel. med. 'i miglia per circa 8 a 10 ore, niassima 0 miglia. La curva lermonietrica e assai regolare, ma calda assai mass. = 35° C. Agoslo 17 c 18. Tempo catlivo con pioggia e abhassamento di lemperalura che era divenula enorrac: pero il baromelro non cala che insensibilmentc e moslra solo sconcerlata la variazione diurna. A mezzodi del 18 si aiza forle Iramonlana senza sensibile salita , e conlinua lino al 19 a 4 pom. v. m. = 5 miglia. Agoslo 22 calala min. alio Ji. pom. = 7!)4,0 (^ 7o0,2). Terremolo a Norcia sensibile a Roma: indi il venlo si rimcllc al nord risalendo il barom. in due giorni a 762,3 venlo conlinuato anche di nolle 4 giorni: v. m. 5 miglia niassima 10. Fino al 29 bellissimo tempo, ai 29 Aurora borcalc maguilica alle 3 ant. Rarissima in Roma, perturb, magnetica. ScUembrc 1 min. 7 ant. 7i)4,0 (r. =749,9). Cominciato a discendere da due giorni con lemporalc in molo e pioggia e il 30 alle 7 ant. pioggia pure il 31. Rimonla pian piano il baromelro (ino al 3 arriva a 703,8 (r. = 7t)9,y). Ma questa volla scnza vento appresso, meutre si era avulo nella discesa. Aurora boreale di giorno e vedula lino all'Equalore alia Guadalupa c nell'cmisfero Sud. perturb, magnetica. Sellembrc 0. Min. a 0.'' ant. 730,1 (r. =733,0) con lemporalc locale verso niczza- nollc. Venlo N. alia salita vel. ni. 8 miglia 11 ore, massima IS miglia, nella discesa vento S. per 5 ore vel. mass. 8 miglia. Seltembre 12. Piccola calata con pioggia : il giorno prima era calalo il solito vento diurno. Vento N. 24 ore vel. m. 8, mass. 14 miglia: segue una serie di giorni sconcerlati. Seltembre 13. Tcmporale min. 731,3 (r. = 740,8) a !.'• pom. Seltembre 17. Min. a !.'• pom. 747,5 (r. = 744,0). Dal giorno 14 domina unicamente il venlo S. eO. Oggi forte S. per 24.'' col mass, di 12 miglia contemporanci al min. Barom. vel. med. 9 miglia: risale lenlamente e ripiglia il N. al 18. Segue quindi tempo huono e normale lino alia metii di ottobre. La variaz. diurna del vento conserva sempre il suo doppio periodo col min. alle 11 anl. ma al pom. non arriva nel massimo che a 4 miglia al piii vel. med. = 2 per 8 ore. La mallina N. dopo mezzodi Ovcsl con pochissimo S. 0. Ottobre 20. 9.'' p. min. 748,0 [v. = 744,0) preceduto da pioggia e grandine comincio a calare alle 7 pom. del 19 da 739,7 pcrcorrendo 11, 7 millim. in 20 ore. Vento furio.so di — 25;i — S. 0. vcl. iiu'il. l^riiigliii per Ifl ore, mass. IC. Seguono continue hurraselic con S. 0. lino al giorno ii alle (i pom. allora prevale il N, e risalc il l)ar. ma scnza vnnto. II venlo S.S.O di qucsti 4 fiiorni 6 slato con vcl. m. continua di 7 in S niiglia ondc i; passala una cnormc niassa d'nria. Oltohrc 29. Forto uratrano al mczzodi: bar. 7u:>,l venlo S.S.O conlinuo , vel. ni. lii i mass. I" calata di ll."""t) in 24 oro. Rcsta quindi stazionario per iO ore poscia ricala: allc 8 anl. min. 748,0 (r. = 744,5) con pioggia. Risalc quindi un poco, colN.O ma non si ri- nicttc bene il tempo. Novcmbre 4. Minimo relativo di poca conseguenza 7 anl. 7!J8,5 (v. = 7o'(,o) convcnto Sud. Sale qiiiiuli lino a 7fiS,2 ove arriva a niezzodi. Novcml)rc 10. 4 ant. min. 74S,'J (r. = 74ii,u) forte calata e burrasca in regola. Co- mincio a disccndero rapidaniente dalle 3 pom. dell' 8, e ai bei giorni anteriori succedette una nottata nuvolosa con un poco di pioggia. Nei giorni precedcnli nianc6 il solito venlo diurno (|uasi all'allo. Cominciando dalla mczzanotte del 0 al 10 ba niesso un lortissimo N.N.E cbe ba duralo per Ire ginrui furiosamente sofliando con veloc. media di i;t niiglia e mass. di iil assai tVe(iuente, durante il quale il baromelro sale Icnlamente a 703, :j faccodo lii""", 4 in 02 ore: nclla discesa area pcrcorso 12.'""'0 in 20 ore. E state singolare questo vento per la durata c intcnsita che mostra una somma rorefazionc al Sud; qui era coperto. Novcmbre 10. Piccolo minimo con pioggia c poco vento: bor. 7oO,U: cosa locale. Venlo N. S.O.N' vcl. med. 7 per i ore. IN'ovembre 18. Teniporale con lampi e luoni lino a {.'•'■iO"' pom. replica alle 3.* 4;i."' Vento S. E. concomitante vel. m. 10. mass. 13: calma quindi un poco, e alle 11 pom. del 18 mette forte iramontana che dura tutto il 19, salendo lentamente il bar. Novcmbre ili. Min. di onda lunga e poco riscutita 7u8,l (r. = 7t>0,l) nclla discesa di 8"'" in 30 ore venlo E.S.E forte v. m. =0, mass. II: risale quindi a poco a poco, ma senza vento forte e con dcbole vel. girando a rovescio. Diccmbre i. Min. 1.* ant. 739,2 {r. = 727,3). Burrasca in regola e calata slraordi- naria. Coniincia a sccndcre dal mezzodi del 29 novcmbre e con velocita uniformc partcndo da 704,0 (r. =700,8) percorre 23.""" o in 00 ore: ijucsta c la calata piii grande avvenuta in inodo continue cbe siasi avuta <|uesl'anno; durante la calata si ebbescirocco di una umi- ditii straordinaria cosi caldo, die fu insopporlabilc: la velocita media del vento fu 4,u miglia la mass. 8, talora coU'oyest, al momenio del minimo volto deflnitivamcnte all'D. S. 0 con lemporale e frcddo c salita non interrotta del barom. cbe percorse 21,'Jmillim. quasi in al- trcllanlo tempo cioe iniJOore. Vel. contemporanea del venlo med. = 7 miglia mass, llnii- Jilia. Uopo I'Uvest venue il N. debole (di v. m. 2 miglia) per alcuni giorni normale: tanlo qucsta clie iiiulle altre voile la calata del barom. comincio a mezzodi. Fu questo un uragano terribilc e fece molli danni in mare. Diccmbre 9. 10, 11. Burrasca di vento non annunziala dal baromelro. cbe passa al Sud dell'oss. baaria da neve, ma senza pioggia, indi mclle a Iramontana fortissinia di 10 miglia e per due giorni con medio 8 miglia. Calmata qucsta burrasca comincia N.E e coniincia a calare il baromelro. Diccmbre lii, e 16. Burrasca doppia: 1". min. 740,9 alle 8 ant. del 15 (r. 738,6.) 2." min. alle 7 anl. del 10. Bar. 739.0 (r = 737.3) acconipagnata da forte S.S.O. con veldi 18 niiitlia per ."> ore durante i niassiuii abbassamenii: vcl. med. 12 per 30 ore. Calata bar. di 17" jfim — 251 — in 40 ore anlecedcnti. Salita allrettanlo rapida nclle 10 ore scguenli: il 2°. niin. con vcnto modcrato. II vento ha percorso lulta la rosa da N.E.S.O. Una rapida fiirala di luUa la rosa allc 10 anl. del 17 porto la neve. Dicenibre 19. Altra burrasca caratterisliea: min. bar. 7il,0 (r. =738,6) a 10.'' pom. II barom. comincia a calarc a mozzodi del 18 e in HO ore percorre 15, """0, c in 38 ore apprcsso risale di 21.""" 0. II venlo e Est prima die coininci a calare, poi Sud nella calata; v.ra.=5 raiglia; S.O al line dclla discesa: v. m. 10, mass. 12: Ovest nella salita v. m. 13, mass. l(i, indi N. v. m. 8 mass. 11. 22, 23, 2i Decembre. Tempo caltivo: minimo il 23 a 3'' pom. 737,2. II vento gira da Est al Sud 0 prepara la burrasca cbe comincia il 2K. 26 Calata rapida di bar. lu""" in 30 ore: Sud vel. ni. 6 miglia che comincia a mezzodi il giorno apprcsso, alle 6'' pom. minimo 746.0: tcmporale con tuoni e scoppio di fulmini vento V. mass. 23.11 baroniclro dura basso (r. •=743,7). Tutto il giorno apprcsso tempo orribilc con grandine. II 27 risale il barometro coll' Ovest mite , ma non risana il tempo ; pioggia a 3'' pom. Segue quindi una salita med. del barometro di 12 millim. con vento v. mod. 7. mass. 14 del N. E. 30 Calata breve con pioggia da 3* pom. lino a nottc. 1860 Gennaio. 1.2. 3 giornate strane di calma singolarc: umidissimo c venlo N. incerto: barometro alto 766,4 (r. = 763,00), ma con nebbie straordinarie in Roma per tutto il giorno. Ai 3 comincia a calarc il barometro, il vento volta all'E. indi al S. Gennaio 4. Primo minimo 2* pom. 7530 (r, = 751,5) ha disccsolO""" in 24 ore: forte Sud Tcl. mass. = 12, med. 11 miglia per 18 ore. 5 Gennaio. 6'' pom. altro minimo piii basso. 648,0 (r. = 745,2) venlo 0. v. m. 6. per 20 or. mass. 10; dopo risale fmo al 9 gennaio coll'Ovest. che diventa N. il giorno 12 a 3'' ant.arrivando aH'aUezza straordinaria di 772,5 (v. = 770,0} v. m. per 4 giorni 5 mass, al 9 = 12 miglia. 11 minimo osservato il 10 Decembre fu 737,3 onde si ha un cnorme escursione di 32'""7 a pochi giorni di distanza. 12 c 13 Giornate piovose con vento che passa dal N. al E. e ritorna al N. barometro poco calato di circa 3""" per giorno. Vento N. E. forte: v. m. =5 per tre giorni. Fino al 17 vento N. vel. M. 4. 19 Gennaio. Minimo piccolo relativo (r. ^ 738,3) con vento che fa il giro rovescio N.E. S.O.S. E.S. 22 Gennaio. Piii burrascbe successive delle quali questa e la prima, minimo 73I'>, (r. =748,2) a 2'' pom. calato da mezzodi di ieri di 9""" in 26 ore. Furioso vento S. E. 0. vel. mass. 8 miglia per 23 ore, e risale un poco al N. Indi torna a calare girando nel verso regolare fmo al scguente 23 Gennaio a 4'' pom. Min. straordinario di breve durata 741,° (r. =738,4). Questa e la discesa piii rapida osservata cioe in 5 ore di 7"'"'3; ma se si conta dal principio della discesa in 18 ore fecc 13""". La salita fu rapida e continua e in 20 ore fcce 13"'"'0. Vento 0. e N, V. m. 11 miglia per 28 ore. Questa burrasca fu furiosa a Parigi la maltina dal 24; e si vede che ha camminato dall'Est all'Ovest, e passo sopra Montpcllier cc. 24 Gennaio. A mezzodi massinio del barometro (r. = 752.4) che ricomincia a calare rigirando il Vento N. E. S. 0, die ha il minimo al giorno scguente — 255 — Gcnnaio 25. Minimo 748,2 (r. = 745,6) a 3'' pom. Vento concomitanlc v. m. = 10 mass. =16. Risalc quindi lino a 7C2,0 ovc arriva al mezzodi del 27, poi vi comincia a disccndcrc. vol. di salita 22""" in ili ore vento N. v. m. 7. mass. 13. per 18 ore. 26 Gcnnaio. A 8* ant. uragano con neve ai monli : vibrazione rapida del barometro di 2"' indi comincia a salire rapidamcnte percorrcndo 8""" in 24 ore. vento N. v. m. ■= 8 raigl. per 12 ore. mass. 12. Gcnnaio 28. Altra hurrasca. Minimo bar. a 4 ant. (r. = 749,0). Fin dal 27 cominciu a disccndere a mezzodi percorrcndo 10""" in 0 ore. Vento N E. S. chepoi rivolta indictro per S. E. N. e si prcvede pcrcift un altra burrasca: vel. m. nella discesa 4, mass. 12 per 14 ore: a mezzodi dei 28 sale quindi colla stessa velocita della discesa. Vento S.E.N, v.ni. =7,!] mass. 12. 31 Gennaio. Minimo allc 9 ant. e dopo piccola satita alle 3 pom. 744,6 (r. =741,9). discesa lenta di 14"'"' in 30 ore. Vento N. E. S. 0. a periodo diurno csagerato ed instaiiile V. m. ■= 5 per 2 giorni, mass. 12. Dopo le 3 pom. del 31 risale con passo incerto per ricadere. 2 Febraio. Minimo a 2'' pom. 747,6 (r. =745°,) accompagnato da vento feroceE.S.O vel. mass, al momcnto del minimo = 17 ; med. 10 per 12 ore, la discesa e solo di 5""", 3 ma fc I'atta in i.* appena, onde risuita una veloc. di 1."'"'61 I'ora che e straordinaria. II bar. risale dalle 3 pom. lino alle 12 pom. del 3 arrivando a 761,0 percorrcndo 13"'"', 4 in 33 ore. Fino quasi al line della salita il vento era debole v. m. 3 : ma finita essa si scatena un forte Nord per 48 ore v. m. = 9; mass. 17 quasi continuo per 20 ore. Febraio 7. Min. alle 2 ant. 753,2 (r. = 730,9) con lenta calata. Comincia a risalire accompagnato da un furioso N. di v. m. 17 per 24 ore e un massimo per 5 ore di 23 miglia, che e il piii forte visto finora. La corsa del bar. durante questo vento e fino a 703,1 (r.=702,7) percorrcndo 12 millim. in 36 ore, c poi comincia a ridiscendere per quest' altra burrasca. Febraio 10. Min. 1. pom 739,5 (r. = 730,9). La discesa forte comincia da mezzanotte dair8 al 9 da 701,0 pcrcorrendo 22,5 migl. in 48 ore; vento che gira per N.E.S.O e segue alia salita per S.E.N retrocedendo. vel. m. per 3 giorni = 8, mass. 13, ma risale lentamcnte per preparare un altra hurrasca in qucst'anno che puo dirsi veramente ciimaterico. Nota. // pozzetlo del barometro ha un allezza di metri 49.24 net livello del mare , ed ha un errore di zero e capillaritd di 1,'°'"11: cio serva di norma aintendcre quelle cifre barometriclte che non sono ridotte a 0.° k ridotle sono corrette di que.ita ultima quantita ma non ridotte al livello del mare. 34 — 256 — COMUNICAZIONI II sig. Presidente fcco nolo, che la Santili di N. S., nel 1 di febbraio lest6 decorso, aveva riccvulo in udienza il comitato accademico, incaricato di piescntaie ai picdi della Sautita Sua I' indirizzo dei Lincei tutti, come risulta dagli alti dclla prccedentc scssionc; che S. Bcatitudine si dcgno gradirc colla benignila consucla qucsto doveroso tributo ; c che il sommo Ponteficc ac- cogliendo graziosamcnte il comitato, voile dimostiare la stima e la benevo- Icnza sua per I'accademia nostra, da Esso ristabilita. II sig. prof. G. Ponzi comunico quanto siegue « II Sacerdote D. Carlo Rusconi, di cui altra volta feci parola all'accademia, aggiunge nuove scoperte gcoiogiche alle tante altrc fattc nel tciiitoiio di Monlicelli. Questo indefesso osservatore il giorno 13 gennaio del passato 1859, nella cava dei travertini detta del Beinini, nella contiada le Caprine, posta all'estremo settentrionale delle pianuie tiburtine, rinvcniva due denti umani, insieme ad altri rest! or- ganici di diveisa natura. Tali reliquie di antichi esseri eran compresi in un traveitino lossastro, analogo a quelle delle caverne ossifere , costituente un banco di qualche metro di spessezza , ora litoide, ora tpiroso, e intercalate a quel potcnti Ictti pleistoccnici di travertine bianco e compatto, che viene eslratto per usi ecenomici. La niedesima roccia, cogli stessi resti organic!, e stata quindi rinvenuta in altre localita prossime, specialmente entro le larghe fenditure che attraversano le calcarie giuresi c liassiche dei monti Cornicolani, in modo da rappresentare polenti filoni di riempimento, e la cui cstensione, numero, e qualiti di fossili, non puo essere ancora deterininata, perclie in via di scoperta. Molti sone i resti organici raccolti fin qui in quel travertino, i quali per ora uon possiamo che accennare. Essi sono denti e ossa di Carnivori Hiaena, c Vulpes: di Ruminanli, Uos e Cervus: di Omnivori, Sus, di cui taluna specie scnibra non essere stata ancora bene studiata. A quest! vertebrati si aggiun- gono conchiglie di Molluschi, specialmente terrestri, spettanti ai generi Helix, Btilimus, Cyclostoma, Clausilia, PoUphemiis, ecc. Cio bast! per ora a manifestare alia scienza un fatte, che potrebbe riu- scire ferace di seric deduzioni nella storia iisica del nostro paese. Tosto che nuove ispczioni local!, e il numero sempre crescente dei fossili, ci avranno — 257 — posto in grado di publicare siiTatti lavori, sar^ mio dovere informarne I'ac- cademia, con una piu sviluppata descrizione. COMITATO SECRETO Secondo quanto b proscritto dagli statuti, titolo III, §§. 11 e 12, doveva il comitato accadcmico essere da capo eletto pel nuovo triennio ; percio ii sig. presidente invitava i suoi colleghi, a prosentare le schede, afiinch^ po- tesse questa nuova elezione aver luogo. Risulto da tale squittino segreto, che i signoii professori B. dott. Viaie, e G. dott. Ponzi, furono confermati membti del codiitato accademico pel nuovo triennio; e che i signori professori Ab. D. Ignazio Calandrelli, ed Ab. D. Sal- vatore Proja, furono i nuovi eletti a far parte del comitato slesso, il quale, per ordine di votazione, viene costituito nel seguente modo : prof. B. cav. Viale, Confermati prof. G. Ponzi. prof. D. Ign. Abate Calandrelli, Nuovi eletti " prof. D. Salv. Abate Proja. L'accademia riunitasi a un ora pomeridiana,sisciolsedopo due ore di seduta. Soci ordinari presenli a questa sessione. k. Coppi. — G. Ponzi — C. Maggiorani — A. Secchi. — N. Cavalieri S. B. — M. Massimo. — E. Fiorini. — V. Latini. — P. Sanguinetti. — — 258 — L. Ciullu. — S. Proja. —0. Astolfi. — B. Vialo. — B. Tortolini. -^ I. Ca- landrelli. — F. Nardi. — C. Sercni. -^ P. Volpioelli. Pubblicato il 28 Aprile 1860. P. V. OPERE TENUTE IN DONO Descrizione di atcime specie malacoloijicke nuove che vivono tiel nostra liito- ralc, Memoria 2." per Salvatoiie Biondi Giunti. Catania 1858, un iasc. in 8.» Di un graffito stiWavorio descritto ed illtistrato da D/ego Bongiii. Napoli 1859, un fasc. in 4." SidVuso delta Calamila Armata in tahine nevralgie, osservazioni del dollor G lu- SEPPS Ardini. Catania 185'i, un fasc, in 8." Sulla possibilita di contrarie correnti elettriche simultanee in im medesimo filo condiittore, considerazioni del prof. G. Belli. Pavia 1859, un fasc. in 8.° Sopra 7m passo di Dante Alighieri; di G. Gucoletti. Mezzo foglio. De Vapore, specimen poeticiim Josephi Jacoletti e scholis Piis. Pisauri I860, un fasc. in 16." Comptes . . . Conli Resi delV I. Istituto di Francia in concnte. Mimra della base irigonomelrica eseguita sulla Via Appia per ordine del Go- verno Ponlificio net 1854-55 dal P. A. Secchi d. C. d. G. (Da parte del ministero del commercio.) pag- ERRORI CORREZIONI 188 lin. 2 (salcndo) Tom. 3 Tom. 2° 194 lin. 9 Nicolini Nicolucci 222 lin. 20 tenipcratura tempera 228 lin. 29 blimetalliche bimetalliche » » 40 dal del IMPRIMATUR Fr. Hieronyraus Gigli Ord. Praed. S. P. Ap. Mag. IMPRIMATUR Fr. A. Ligi Bussi Ord. Min. Conv. Archiep. Icon. Viccsgerens. A T T I DELL' ACCADEMIA PONTIFICIA DE' NUOVl LINCEI sessioNE IV.' DEL i um <8C0 PRESIDENX4 DEL SIG. DVCA D. MABIO M48SIMO MEMORIE E COMUNICAZIONI DEI 30CI OHSIMA&I Z SEI COBHISPONSENTI De novis microplujceis comitissae Elisabetuae Fiohim-Mazza.mi. 0 EDOGONIUM Montagnei Fior-Mazz. Mss. Pallide lutescens; fills cylindraceis rectis aut flcxuosis subachromaticis, vel substantia gonimica ii'icgulaii repletis; articulis diamctro 0""" 020 — 28, sub duplo triplovc longionbus ; fruetifei-is intlatis, clliplicis ; sporangiis globosis, auianliacis ; diam. 0'""' 056 — 60 mc- tientibus. Fig. 1 I.' 2 2." 5. Clarissimo viro Montagnc grati auimi ergo hoc genus dicatum velini. Anxure in oliveto meo Sloniicchio nuncupate reperire est hyeme in to- raminibus saxorum humo repletis. Articuli perraro striati- In sporangiis est inclusa materies liquida auran- tiaca, in qua endochroniata et spermatia foventur. Ipsa facile deconiponitnr, et turn saepius celluJosa tantuni spoiifcra exhibetur. Obs- Oedogonio enjlhrospermo Montag- quoad retulit ex summis Andibus ailine, at tamcn distinctissinium. OEDOGONIUM Monticchii Fior-Mazz. Mss. Aureo-llavcscens; filis cylin- dricis iinbricatis , hie illic cingulo calcareo verrucoso conformi concoloriquc incrustatis; (ut in Psieormio) articulis diamctro O"""" 006 — 8 triplo quadruplove longioribus ; sporangiis depresso-sphaericis ilavescentibus ; diam. 0"'"" 02i aequantibus. Fig. 3. 4. 4." 4.' 35 - 260 — Hab. Ill supra. Descr. Phycomatis fila implicata, flaccida, plus minus aureo-flavcscentia. Subslantia gonimica intra articulos turn nitida, turn dcnsa, umbrata, aut Ic- viter flavcscens; aut in gonidia sporasquc collapsa. SCYTONEMA Asphaiti Fior-Mazz. Mss. Filis rigidis simplicibus ad instar straguli supra rupes protensis; vaginae diam. 0""" 024. materie gonimica raul- tiformi, bine inde anuiis spermaticis distinetis. (sub microscopio color mclieus) Fig. G. G." 6.'' Supi« rupes exsudantes Asphaltum lata picea strata conficit ad Filillimim in Apennini Montibus. Egicgius D.'^ Hector Rolii detexit. Fig. amplificatio diametr. 325. ,i — 261 — AsTHONOJiu. — Teoria delta comela V delVanno 1858. Memoria del prof. J. Calandrelli. (Continuazione) (*). 16°. Passo ora ad esaminare gli elemcnti ellittici del sig. Giorrjio Searle. Uasano questi sulle seguenti posizioni noimali date per la mczzanolte media al nieridiano di Vashinglon. ]858Giugno 13, 720516/.m.aParigiA = Ul°22'i8"3 0 = 2.5" 1'57"6 (-(-) Agosto 14 152 23 29 7 .. 31 26 8 3 (-f-) Ottob. 15 242 34 33 7 . U 39 40 4 (— ) Le posizioni sono riferite all' cquinozio medio del 1° Gennaio 18.58 : sono conette dalla paralasse e dalP abenazione. Lo stesso astroiiomo ha calcolato una effemeride dal giorno 7 Giugno fino al 17 Dicembre del 1858. Le posizioni calcolato sono pel mezzodi medio al meridiano di Wasldnfjlon, cioe per le 5* 17"' 32^ 6 di tempo medio a Parigi- Dal calcolo risulta che la cometa si trovo alia massima distanza dalla terra (log. A == (). 3997) nel giorno 2! Giugno, e alia minima (log. A = 9. 7308) nel giorno 10 Ottobre. La parallassc dunque orizontale varia da 3"50 fino a 16"35. Similmcnle prendendo nella effemeride prossimamente la minima e la massima variazione diurna m ascensione rctta e in declinazione, i limiti della aberrazione in ascensione retta sono dai 4" ai 33", e in declinazione dai 4", 9 ai 39", 25. Volendo dunque confrontare qualcuna delle nostre posizioni apparenti osservate colle calcolate nella effemeride, era necessario tener conto di tuttc le correzioni, e in modo particolare della riduzione delle posizioni all' equinozio medio del 1" Genna- ro 1858. Dal calcolo fatto con tutto il rigore mi sono avveduto che gli ele- menti ellitici di Searle rappresentano molto bene le osservazioni. Confronlo delle osservazioni cogli elemenli ellitici. 17.° Tentare un cenerale confronlo di tutte le 109 osservazioni della nostra tavola 11 colle calcolate nella effemeride sarebbe stata una fatica im- proba: sarei poi stato certo che non a tutte avrebbero soddisfatto gli element!, altese quelle piccole anomalie che esse presentano in alcuni giorni, anonialie che furono gia da me indicate num-° 14. Ho dovuto dunque limitarc il calcolo ad alcune osservazioni prese nei diversi punti dell' orbita. Le prime tre os- — 262 — scrvazioni sono Ic posizioni noimali di Waison sullc quali come dissi num." 11, qucsto aslronomo I'ondo il calcolo dell'orbita paiabolica. In qucste osservazioni avea due vanlaggi : 1° che Ic posizioni noimali sono date per lo stesso tempo, cioe a! mezzodi medio di Washington pel qual tempo sono ie caicolate nella otVemciido : 2.° clic I'osscrvazionc del 14 Agosto forma parte negli eiementi paiabolici c ncgli eiementi eiiittici. La quarla osservazionc k quella del gior- no 11 Scttcmbre: quesla difforisce dal tempo della effemeride di -(- 0.179484; finalmcntc la quinla c quella del 5 Ottobre la quale differisco dal tempo della ed'emeiidc di — 0.002278. Per ottcncre in qucste duo ultime I' cguaglianza dei tempi 1° colla interpolazione , dalle posizioni caicolate dei giorni 10, 11 e 12 Seltembrc al tempo medio 0,220510 al mcridiano di Parigi, ottenni la po- sizione calcolata pel giorno Settcmbre 11, 4: 2° colla interpolazione, dalle po- sizioni caicolate dei giorni Ottobre 4, 5, G ebbi la posizione calcolata pel giorno Ottobre 5.218238. Ecco dunque cinque posizioni osservate delle quali le prime quattro precedono I'epoca del passaggio della cometa al perielio , la quinta e dopo questa cpoca; di piu Tosservazione del 14 Agosto o vicinissima alia congiunzionc della comcla col Sole. Date dunque le indicate correzioni alle posizioni osservate , c riportando le une e le altre al piano della ecclittica , ottenni TAVOLA I. T. m. a Pariei Oiuuno 11. i!i>0;i1(i Luglio 13. im'A\(\ .Agosto 14. 220;jI(; Sett. 11.400000 Ottohrc 5. 218238 Posizioni Osservate Longiludine Latitudine 13o".!il'.44".fi 137.39.48. 4 142. Kl. 42. fi i;)2. 52. 4fi, fi 201. 46. S)8. 1 - 0". "'. 4"3 12. as. 18.1 18.36.41.1 23.43.20.0 30.36.tJ7.2 Posizioni Caicolate Lon^itudinc Latitudine 138°.Sr.32".8 137. 39. 42. 0 142.81. 39.7 182. «2. 49.4 201.47. 6.7 - 9". 6'.52.9 12.SS. 6.7 18.36.28.8 27.43.12.4 30.36.51.7 0 — C in long, in lat. -l-ll-"8 4- 6. 4 -I- 2. 9 — 2. 8 — 8. 6 -11".4 11. 4 12. 3 13. 6 B. 5 18.° Gli errori sono ben piccoli; quelli in longiludine si debbano attri- buire piuttoslo alle osservazioni che agli eiementi ; quelli in latitudine che sono sempre nello stesso senso, e prossimamente eguali polrebbcro indicare un piccolo difelto nella inclinazione ; ma d'altronde essendo anche essi pic- coli, mi sono determinalo a ritenere questi eiementi nelle mie ricerche, tanto — 263 — piu chc Ic osservazioni dal giorno 11 Giugno fino al giorno 5 Ottobre ab- hiacciano un sufficiente arco dell' orbita di 133% 18'. Gli elementi dunque sulli quali basano le mie ricerchc sono i scguenli 1858. Passnggio al peiielio 272.^ 972816 n = 294°. 25'. 11 '.0 Q = 165. 18. 46. 2 i = 116. 57. 46. 1 l.a = 2. 2459521 1.5 = 9. 7622362 l.£ =9.99857.18 Le indicazioni di cui faio uso relativamente alle posizioni geocentriche cd eliocentriche dclla cometa , sono A ascensione retta della cometa D declinazione L longitudine geocentrica h latitudine X longitudine elio centrica (3 latitudine S longitudine del Sole T longitudine della terra R distanza del Sole alia terra N argomento di latitudine V anomalia vera r raggio vettore A distanza della cometa alia terra r', A' le distanze accorciate. Le V sono contate dal perielio secondo 1' ordine de' segoi da 0° fino a 360* come nei plane ti. — 264 — Congiunzione delta Cometa col Sole 19." Dalle osservazioni dei giorni 15, 16, 17 agosto si ottiene TAVOLA 11. T. m. a Paiigi L b S log. U Agos. 15. 220516 16.220516 17.220516 143°. 4'.57M 143.18.32. 3 143.32.2.5. 8 ^ 18".50'.39".0 19. 5. 6. 8 19.19.53. 1 142".30'.39".l 143.28.21. 8 144-26. 5. 5 0.0053186 0. 0052325 0.0051450 Con questi dati si trova il momento delia congiunzionc Agosto 15. 996391 t. m- a Parigi. Per questo istante si lia X = S = 143'.!5'.25".5 /»= 19. 1.52. 3 (-t-) l.R= 0.0052520 Gogli elementi si ebbe V = 272°. 40'. 34". 9 l.r = 0. 0428350 N=41''. 46'. 59". 7 ^ = 36." 26'. 0." 0 X = 143. 15. 25. 5 Essendo nella congiunzione a' = R-i-»' si trova A'=: I. 90011, e avendosi , »seD./3 . tang, b = — ^7 — si ebbo /.= 19°. 1'. 55". 3 l.A = 0.3031924 La cometa dunque nel momento della congiunzione distava dal Sole di 1. 10366, e dalla terra di 2.00998. — 2G5 — Deviazione della coda delta cometa dalla parte direttamenle oppusla al Sole. '20". La comcfa dall'cpooa della scopcita fino ai primi giorni di Settem- l)ic niantcnnc quasi sempre Tappaicnza di una massa nebulosa. Qiicsta nc- l)ulosila crcsccva di giorno in giorno , ed auinenlava di luce ; nel gioino .'j SellcMibrc la ncbulosita si era talmenlo dilatata, e la sua luce lalinente vivn, die dopo la luce crepuscolarc la cometa si dislinse ad occliio nudo- Riguaido a (jucslo aumcnlo o diininuzionc della ncbulosita coinctaria che comunemcnte suol chiamarsi atmosfcra cotnetica , gli aslionomi hanno nolato : che quasi tulte le coniete diminuiscono di atmosfeia al cicscere della coda . e vice- versa: che le alniosfere iiicdesime auincntano al cresccre del laggio vetlore, () distanza della cotncta al Sole. Ora e un fatto che la nostra cometa dai primi di Scltembre fine al suo passaggio al perielio aumentava la coda , e si avvicinava al Sole , quindi la sua atmosfera doveva diminuire come rcal- mente accaddc appena si sviluppo la coda. La ncbulosita si concentro a forma di chioma, e nel ccntro appariva un nuclco ben distinto. Nella sera del gior- no 28 Seltembre la coda era sensibilissima. Una favorevole circostanza mi dava il mezzo di misurarnc la grandezza con metodo sicuro ed astronomico: generalmcnte parlando la lunghezza delle code suol stimarsi ad occhio , ri- fercodone le cstremita a qualche Stella vicinn. 21." Nel mezzo circa della coda 0 sull'asse della medesima brillava la Stella doppia cor caroli (« dei cani da caccia), c verso I'estremita si nolava un'altra piccola Stella della medesima coslellazionc. Nel foglio num. 1172 del giornalc astronomico di AUonasl porge il disegiio della cometa pel giorno 28 Settcmbrealle 7*. 20'" della sera(F/f/.A). Fosta questa apparenza , poleva col solo moviinento del circolo di declina- zionc oltcnerc I'arco della coda com- prcso i'ra il nucleo, c la [liccola Stella. Ponendo il nucleo nella intersezione dei lili , e chiusa la vitc , nel ciico- lo di dcclinazione leggeva 32°. 25'. — 266 — Aperta la vitc , e mosso il circolo lii dcclinazione incontrai la bella stella doppia, e distinsi anchc la piccola. Collocala nel centio leggeva 39° circa : finalmente seguitando il movimcnto incontrai la piccola slella clic deviava apparentemcnte all' owesl di poco , c nella macchina leggeva circa 47°. Le posizioni appaienti dclla coineta c delle slelle sono Sett. 28.285310 A coineta 12*. 49™. ^^ 76 D = 32». 23'. 41".l A « Slella 12. 49. 2.'). 63 D = 39. 4. 58. 5 A Stella 12. 50. 40. 91 D = 46. 56. 43. 0 Dal nucleo dunquc alia piccola stclla situata vciso restremita della coda si contava Tarco di 14°. 33'. 2". Gli astronomi di lircmsmiinter nella stcssa sera danno la lunghezza della coda di 16° , e il sig. Planlamour di Ginevra la stimo di 18° in 19°. Cio non c lungi dal vero, se si rifletla che nel disegno la piccola stclla era distante dalla eslremila della coda , per cui ho fissnlo lunghezza delhi coda di 16°. Ma cio non basla ; si puo con tutto rigore de- durre che la dirczione della coda era nel giorno 28 Settembre perpendicolare al parallelo, o in altri termini coincideva col circolo di dcclinazione. Se la coda fosse stala direttamentc opposta al Sole un arco di circolo massimo condotto dal centro del Sole al eentro dclla coineta, sarebbc stato perpen- dicolare al parallelo, e prolungato avrebbe combaciato col circolo di decli- nazione. La coda della comela del 1807 nel giorno 30 Settembre coincideva col parallelo , ed era percio perpendicolare al circolo di dcclinazione II prof. Giuseppe Calandrelli profitlo di questa circostanza [opuse. aslrun. 1808) per dcterminare di quanto la direzione della coda deviava dalla parte diret- tamcnte opposta al Sole. Usando di questo metodo ho potato determinare I'angolo di deviazione della coda della nostra cometa. 22°. I dati per la soluzione del problema sono i seguenti 1858. Sett. 28.220516 t. m. a Parigi A = 192°. 8'. 9".2 I) =. 32. 26. 13. 5 (-h) h = 176. 28. 49. 5 /, = 34. 14. 27. 3 (h-^ S = 185. 15. 26. 5 — 267 — Sia E ^^- E' I'equa- lore {Fig. D.)L -^ S I'ecclittica, C la co- meta, c condotti i circoli di declina- zione e di latitudi- ne, sara CD = D , CL=I), c dalla os- servazione sara CC la direzione della coda. Dal centro S del Sole si conduca r arco di circolo massimo che passi pel centro C delia cometa, saiii CS' la direzione che do- veva avere la coda, quando fosse stata diretlaniente oppo- sta al Sole. Si cerca r angolo CCS' = SCD. Si prolunghi il ciicolo di dccli- nazione in M sulla eclittica, ed essendo ^ D = 12." 8.' 9." 2; cognita I'obbli- quita della ccclitlica, avremo DM = 5.° 12.' 15" 0; e quindi CM = D -i- DM 37.° 38-' 58." 5. Nel triangolo rcttangolo CLM, data I'ipotenusa CM, e il cateto CL si dctermina Tat^golo MCL al centro della cometa formato dai circoli di declinazione c di latitudine: dal calcolo si ha MCL =28.° 5.' 4." 4. Finalmente nel triangolo rcttangolo CLS, dati i cateti CL = 6, LS = S — L, si determina I'angolo LCS al centro della cometa formato dal circolo di latitudine, e dal circolo massimo che unisce i centri del Sole, e della cometa : quest'angolo risulto di 15." 20. '38- "8: dunque MCS=C'CS'=MCL— SCL=12.°44.' 25"6. L'angolo di deviazionc della coda della bella cometa del 181 I nel giorno 6 Ottobrc si trovo di 12.° 23' 16." 6 (opusc- astron- 1813). 36 — 268 — Velocilii dclla comcm iicl peiiclio. 23°. Risulta dalla Icoiia chc la volocila di una cometa in un date punto delPorbita 6 alia vclocita ncl peiiclio nella ragionc suddiiplicata della distanza pcriclia u della distanza data : si conosco ancho clic le vclocita di duo coinete ncl pciiolio sono in ragionc inversa suddupiicata dcilc nicdcsinic distanze pe- rielie. II citato profes. Calandrelli nella sua memoria sulla cometa del 1807prova chc ncl pci'ielio pcrcoireva in un sccondo 162330 jiicdi, csscndo (y = 0.64834, mentre la cometa del 1680, posto (y = 0.00592, ncllo slcsso tempo pcrcor- reva 1644329 piedi. Cio posto, esscndo nella nostra cometa (/ = 0,57841, era facile determinarc la sua vclocita ncl perielio- Nulladimcno ho voluto tenere un mctodo dirctto , dctcrminando cioc la vclocita della nostra cometa nel giorno 28 Settemhrc , vicinissimo al perielio. La soluzionc diretta di qucsto problema mi porgeva niolti dati per determinarc la lunghczza della coda nel giorno medesimo, nella ipotesi chc deviasse dalla direzione direttamente op- posta al Sole del trovato angolo. Lc osservazioni scelte da me sono quelle dei giorni 28 Seltembre e 5 Ottobrc, lc quali comprendono I'cpoca del pas- saggio al perielio. 1 dati del problema sono le seguenti posizioni geocentricho ed eliocentriche della cometa e dpi Sole. TAVOLA III. Sett. 28. 220516 t. m. Ottob. 5. 218238 L 176°. 28'. 49".5 L' 201°. 46'. 0".2 b 34. 14. 27. 3 b' 30. 37. 3. 5 S 185. 15. 26. 5 S' 192. 9. 3. 4 log. R 0.0005402 log.R' 9.9996808 N 12.3°-34'.23".2 N' 145°. 29'. 0".6 V 354. 27. 59. 0 v' 376. 22. 35. 8 log. »• 9.7632558 log. p 9.7711528 log- A 9.8837620 log. a 9.7674298 log- r' 9..5891492 log. o' log. h' 9.7072087 log- A' 9.8010989 9.7022237 209 — Siadunque(F/V/.C.) YSI'ecclittica.YE I'equatoie, P e P' i luoglii della come- tii sull' orbita , T e T' i luoglii dclla terra. Abbassiamo (la P, e P' Ic per- pendicolariPC.P'C sul piano dell' ec- ch'ttica die chia- meremo /, I': note le distanze TP.-=:A, T'P' = 3dcllaco- meta alia terra, e gli angoli in T e T' t'ormati dalle lati- tudini geocentri- chc I) e b', avrcmo log./=y. 63401 89; log. /'=9.4744090. Dai dati superio- ri conosceremo SP=r, SP'=p, SC=r', SC'=p', TC=A', T'C'=5', TS=R, T'S=R'. 11 triangolo PSP' e sul piano dell'orbita, e i triangoli TCS, T'C'S, CSC sono sul piano della ecclittica, nei primi due sono cogniti anclie gli angoli alia terra , essendo T=S — L , T'=L' — S,' nel terzo si deve determinare I'angolo al Sole, e quindi il lato CC, il quale esprime il molo della conrteta sul piano della ecclittica dal 28 Set- teinbre al 5 Ottobre- Dal calcolo si ottennc angolo CST = U°. 23'. 37".l angolo C'ST'= 9. 30. 18- 0; essendo poi TST' = S' — S = 6°. 53'- 36".9 sara TSC = CST' _ TST' = 2. 36. 41. I e tinalmente CSC = CST -t- TSC = 17°. C. 18".2 — 270 — Qui si |)Ui) iiotaic ciie sc la Icna in 6^997722 dcscrive intorno al Sole un sctlorc di G". 53.' 36".9 la nostra coineta sul piano deU'orbita della terra de- scriveva nelle vicinanzo del perielio intorno al Sole un scttore di 17°.0M8".2. 2'i°. Cognito qncsto angolo si trova log. CC = 9.2.%7120. Dal punlo P' si conduca P'M parallela a CC, e potrcmo dclerminarc VV, csscndo P'M^CC, c MP === / — I'. Dal calcolo lisulla log. PP' = 9.3501298: (juesto lato esprime il inoto della comcta sull'orbita nello intcrvallo di 6^997722; in un giorno dunque la conieta dcscriveva sull'orbita lo spazio 0.032002; nia la terra nella sua orbita alia distanza I dal Sole pcrcorre con nioto medio parti 0.01720 in un giorno , dunque la vclocita della nostra cometa sull' orbita sara alia velocila dclla terra come 1. 8605G: 1. Determinato questo rapporto, se po- niamo che la distanza media della terra dal Sole sia di Icghe 3922900: chc la lega siadi tesc 2000 (aslron. di Santini torn. I.) si trova che la cometa ne! giorno 28 Seltembrc percorreva in un secondo di tempo 56631"'. 3. Nello slesso giorno era log. r = 9.7632558; ma log. q -^= 9.7622362, dunque nel perielio descriveva nello stesso tempo 56697". 8. Lunghczza dclla coda ncl giorno 28 Sellemhre. 25°. Se consultiamo le osservazioni dei diversi astronomi, i quali hanno dato la lunghezza della coda della nostra cometa troviamo che nello stesso giorno le misure sono ben difl'erenti. Da cio che ho detto num- 21 mi pare che la lunghezza della coda da me detcrminata nella sera del 28 Settembre sia al di sopra di qualunque misura che suole ottenersi a slima d' ocehio : benche dunque la coda nelle sere successive andasse aumentando, e che moiti la stimarono anche doppiamcnte piii grande , nulladimeno mi sono voluto tenere alia lunghezza di 16° la quale si puo stimare prossimamente come la media fra la minima di 3° e la massima di 35° (Cosmos. Varietes, 15 Oct- 1858). Coi dati del precedente problema nel triangolo CSC situato sul piano della ecclittica , e del triangolo PSP' situato sul piano dell' orbita abbiamo i trc angoli S= 17°. 0'. 18".2 S = 22'. 2'. 28".5 C = 124. 23. 29. 7 P = 81. 38. 59. 3 C= 38. 36. 12. 1 P' = 76. 18. 32. 2 — 271 — E qui si osscivi che 1' arco dclla ellisse compreso fra i raggi veltori rep e realincntc. N' — N = 21.° 54.' 37. "i, e iioi col prendcrc PI" come una letta, abbiamo oltenuto S = 22.° 2.' 28." 5. Ora c chiaro che sc prolunghia- nio i lali FP' , CC, ({uesti concorreranno in un punlo N, o node piossirno, ii quale nel nostro case sari il nodo discendente , essendo PP'N sul piano doll' oi'bita , c CC'N sul piano delia ccciittica. E poi facile di vedcrc che i liili P'N , C'N che diremo k cd h' si ottcngono dai lati cognili PP' , PM , .MP' = CC, e P'C = /', dunque ie distance PN, e C'N saianno scmpre quan- tili^ dale. 26°. Prepatate in lal modo Ie cose per i dati del problema precedente se la direzione dclla coda fosse stata PR direltanicnte opposla al Sole, dalla risoluzionc del triangolo TPS nel quale sono cogniti i tie lati TP = A, PS = r, TS = R si avrebbe 1' angolo esterno RPT, e congiunta restremita R della coda colla linea RT , essendo 1' angolo allii terra misurato dall' arco visuale della coda di IG', e il lato TP = A si avrebbe il lato PR o lunghe/za della coda di parti 0.214692. Deviando pero la coda di un dato angolo dalla di- rezione direttamente opposla ul Sole , s'immagini prolungata la vera dire- zione R'P fino alia linea SN che unisce il Sole col nodo N facendo Tangolo SPQ= 12°. 44'. 25".6- Nel triangolo NPS siluato sul piano dellorbita sono dali i lati NP e PS, e I'angolo compreso P = 81°. 38'. 59" 3 num- 25, e avremo gli angoli S=56°.39'. 19".4 N=41. 41. 41. 3. Allora nel triangolo PSQ situate anche esso sul piaano dell'orbita dalla co- gnizione degli angoli SPQ, PSN e del lato PS = i; avremo i lati PQ ed SQ cioe log. PQ = 97138.480 log. SQ = 9.1354413. 11 lato SQ si trova sulla linea dei nodi, o sul piano deU'ecclittica: sullo stesso piano giace il triangolo CSN nel quale sono cogniti i lati CN, ed SC = r', e Pangolo compreso C = 124°.23'.29".7 num. 25; dunque otterrenio gli angoli N=21°. 33. 19 '.2 S = 34. 3. 11. I. — 272 — L'angolo TSN al centra del Sole e formalo da TS = R distnn/.;i del Sole alia terra nel giorno 28 Scttembre, e dalhi linea del nodi SN. Lo stcsso angolo TSN si conoscc ed cguaglia la diffcrcnza dcgli angoli CSN = 34°. 3'. 11".! e CST =14'. 23'.37".1^ num°. 23 , saia diiaque TSN = 19°. 39'. 34". 0. Sul piano della ecdittica si congiungono i punti Q c T colla retta TQ, ed otter- remo il triangolo SQT in cui TS = R, SQ lato gi^ detcmiinato, c l'angolo compreso TSQ =^ 19°- 39'. 34". 0 o polremo determinare il lato QT, cioti log. QT =9.9414216. Finalmente nel triangolo QPT cogniti i tre lati QP , QT , FT si trova an- golo QPT = 83°.29'-53".2: il posto accanto TPll' = 96''.30'.6".8. Se dunque congiungiamo restremila R' della coda colla torrn in T, cognilo anclie l'an- golo visualc in T di 16°, c il lato TP = A avicmo log. PR' = 9.3584909, ovvero PR' di miglia romane 23,545,815 delle quali ognuna e di 1489.'" 4788. Distanza di Vcncre dalla Comela- 27°. Una singolare appaienza che mostro la nostra cometa nel giorno 15 Ottobre e nei giorni successivi ha dato luogo a questa mia ricerca. Parlo ciofe di quella specie di raggio a virgola che fu nolato dagli astronomi del colleggio roniano , e che si ti'ova disegnato nelle figure date dai medesimi dal 15 al 22 Ottobre (Atti della accademia dei nuovi Lincei anno XII, sessione 1" del 5 Dicembre 1858.) II chiar. P. Secchi nota (pag. 10.) che lo svilnpim delVaureola a forma di virgola combina colVepoca della pro-isimila della cometa (1 Venere, e saviamcnte conchiude : non essere improbabile che come la vici- nanza del Sole produce tanti cambiamenti nelle comele, non ne possa produrre qiialcnno anchc la vicinanza de'primari pianeti. Afferma finalmente che il mas- simo svUuppo della virgola ebbe luogo nella minima distanza da Venere, e che la virgola mostro tendcnza a richiudersi qnando se ne allonlano. 28.° Nella parte teoretica della nostra cometa ho creduto di trattenernii su questa ricerca, e tanto piii volentieri perche 6 fondata sugli elcmcnli el- liltici del sig. Searle i quali debbono giustamente meritare la fiducia dcgli astronomi. 29°. Nel risolvere il problema ho stimato di attenermi a quel metodo che si usa nella teoria delle perturbazioni , riportando cioe la posizione di — 273 — Vcneic (pianeta (jcrturbalore) al piano dell'orbita della coineta (peilurbala). In questo caso data Tanoirialia vera v, e il laggio vetlore r della comcla, si lianno iiiimcdiatamenlc Ic coordinate x , y della eometa contando le x sulla linea dcgli absidi, o sull'assc maggiofe dell'oibita positivameritc verso il pe- rielio, e Ic coorditiate x', y', z' di Venerea, rispelto al piano mcdesimo dcH'orbita della eometa, si hanno dalle note formolc- x' = r' cos.y cos.p' — r' scn.y cos./3 sen.y' y' z= r' sen.y cos.93' -+- r' cos.y cos./3 sen.'p' z =r r' sen.9' scn./3. \n questc fonnolc gii angoli /3 e 7 sono costanti per un dalo pianeta per- turbatore e una data eometa 0 pianeta perturbato: essi dipendono dagii ele- iiienli delle loro orbite, fissi per una data epoca; Tangolo poi 9' e variabile giaccbe dipcnde daH'anomalia vera v' del pianeta pcrturbatore la quale varia da 0° a 360,' e da quantita costanti; finalmente r' e il raggio vettore cor- rispondcnte alia data anomalia. Era dunque necessario eonoscere gli element! dell'orbita di Vcnere riferiti all' cquinozio medio del I'gennaio 1858 per la quale epoca sono dati gli elcmenti della eometa- Gli elementi di Venere di cui faro use sono i seguenti Long, del perielio n'= 129°. 37'. 49".I Long, del nodo Q'= 7.5. 24. 6. 6 Inclinazione i' ;= 3. 23. 32. 4 log. a' = 9.8593378 log. c'= 7.8340836 a' ed z' sono prcsi dal quadro di Le Verrier (annales astronom. torn- II.), e r eccentrieita e stata corretta deIJa piecolissima variazione annua. Riguardo gli dementi n', Q.', i' non volli consullare i quadri cbe sogliono darsi nei corsi di astronomia: le quantita medesime n', 2', i' riportate alia stessa epoca sono molto differenti , e le loro variazioni secolari sono molte incerte : quindi daH'almanacco nautico dcdussi i' nello istante che Venere si trovava nella massima latitudine eliocentrica, otlenni S' nello istante che Venere si trovava nel nodo, e finalmente potei avere n' nel momento che Venere era nel pe- — 274 — rielio , riportando la sua longitudine eliocentrica X' sul piano dell' ecciiltica al piano dcU'orbita colla nota fontiola tanff. ^}lSZ^ = tang. N' , e quindi n' sull'orbita = Si' -h N'. cos.i' 30°. Ci6 premesso , indicando con U. , a , i lo analoghe quantila della cometa, colle note formole da me gia sviluppate (Atti dcIPaccademia de'nuovi Lincei, anno V, sessione sesta del 15 Agosto 1852) trovai ^ = 116°. 55'. O'.O 7 = 234. 41. 51. 9 ^' =v'— 33. 57. 31. 2. Con questi semplicissimi dati, si puo calcolare la distanza di Venere da! piano deH'orbita della cometa cioo la 2', c la reciproca distanza de'due corpi in un dato islante, conoscendo le anomalie vere is c «;,' e i raggi vettoii r, >•' della cometa e di Venere. 31*. Nel giorno Ottobre 5.218248 t. m. a Paiigi si ha Cometa ?;= 16°. 22'. 35".8 log. r = 9.771 1528 Venere 1;' = 201°. 14'. 5".2 log. r' = 9.8620838 Sara dunquc 9' = 167°, 16'. 34". 9; quindi X = 0.5664553 (-h) a;' = 0.351 0947 (■+■) y = 0.1664656 {-+-) ]i' = 0.621 4204 (^) 2'= 0.1429578 (^) e A = 0.52326- Bench6 la s' c la A abbiano piccoli valori nulladimeno nelle figure notato dai diversi astronomi , e nelle figure date dagli astronomi del collegio lomano pel giorno 4 e pel giorno 8 Ottobre non si osservano notabili cambiamcnti. — 275 — 32." Essendo 095179. Veneic dunque si avvicino alia cometa, e dail' andaincnto dei vaiori delle coordinate si vede chiaramente che dopo quest'epoca il valoie deiia rcciproca distanza A devc aumentare. Dalle cose esposte si puo inferire essere molto probabile che quci gctti di materia luminosa sicnsi trasformati in quella specie di spirale o virgola a inisura che diminuiva la distanza dei due corpi celesli. 35.° 11 tempo notato di sopra Ottobre 18. 492228 e indipcndente da qualunquc osservazione. Stando scmpre ai fissati elemcnti ellittici allro non e che lo istante in cui la cometa si trovava sul piano dell'orbita dclla terra o ncl nodo discendentc. Dipende dunque in tutto dagli dementi dell' orbila. Da quest! risulta che la longitudine del nodo discendente e di 345." 18. "46. "2; quindi 1' anomalia vera della cometa nello istante in cui essa era sul nodo discendente sara t; = 50." 53. '35. "2. II tempo dunque impiegato dalla cometa a percorrere questa anomalia aggiunto al tempo del passaggio della cometa pel perielio dara il tempo in cui la cometa si trova nel nodo discendente. Dal calcolo fatlo con tuilo il rigore spingendolo fino alle millesime di secondo neir angolo dclla piccola anomalia eccentrica c < = 18.^ 519412- La cometa dunque si trovo nel nodo discendente nel giorno dell'anno 291.492228, ov- vero 1858 Ottobre 18.492228 t. m. a Parigi. 36.° Dalle posizioni dclla cometa calcolate con questi elemenli e date nella effemeride citata si trova Ottobre 16.220516 t. m. a Parigi lat. geoc. /^ := 5." 4.' 50."6 (-(-) Ottobre 17 A = 2. 45. 6. 1 (^) Ottobre 18 6 = 0. 33. 54. 2 (^) Ottobre 19 6 = 1. 28. 29. 2 (-) » — 277 — dalle quali si scorgo che nel giorno Ottobre 18- 5." il." 32.' 6 di t. m. a Pa- rigi , la lalitudine dovcva ancora diminuire di 33.' 54." 2 e prossimamente dopo C."' 37,"' la Jatitudine sarebbe stata nulla. 37.° Dopo cio ho voluto dedurro lo isiantc medesimo dalla osservazione del giorno 15 Ottobre. Da questa osservazione si ha Ottobre 15. 720516 t. m. a Parigi L = 243." 22.' 0."3 h= 6. 17. 42. 4 ed essendo per lo stesso tempo S = 202.°33.'l.' 2 log. R = 0.9983605 col metodo di Guiiss ottenni N = 173." 53.' 8." 7 La comela dunque doveva percorrere un arco dell'orbita di 6.° 6. '51. "3 per giungere al node discendente. II tempo c 1 = l.» 934982, e il passaggio della cometa pel nodo sara Ottobre 17- 655498. Questo tempo differisce da quelio che si I! ottenuto di sopra indipendentemente da ogni osservazione. Dopo cio bisognerebbe conchiudere o che gli elementi di Searle non sono del tutto esalti, 0 che la vicinanza di Venere alia cometa ha prodotto qualche sensibile perturbazione ncl movimento di questo astro. 38." E pero un fatto che cogli elementi ellittici di Searle si rappresentano benissimo le osservazioni della cometa dal mese di Giugno fino ai primi del mese di Ottobre, come ho fatto vcdere num." 17. Ma si puo provare questa verita nel modo seguente. Dalle osservazioni dei giorni 13 Luglio , 28 Set- tembre, e 5 Ottobre, nella ipotesi che Q ed i sieno ben determinati, si possono calcolare le elongazioni eliocentriche della cometa dal nodo , e le disianze della cometa alia terra. Dal calcolo si ottiene Luglio 13. 220516 t. m- a Parigi N = 22.' ().' 15."6 log. A = 0.3875286 Sett. 28.220516. . . . N'= 123. 34. 23. 8 log. A = 9.8837620 Ottobre 5.218238 . . . . N"=145. 29. 0. 6 log. A = 9.7674298 Si osservi intanto che nella effemeride calcolata dal sig. Searle si notano le medesime distanze ritenendo nei logaritmi sole quattro eifre, cio6 log. A = 0.3874, log. A = 9.8838, log. A = 9.7674. _ 278 — r~^^ Dagli ottcnuti valori di N, N,' N" si possano avcrc le anomalie vere v, v,' v" introduccndo I'altro elemeoto IT, cioc la longitudinc del periclio. Si avri dunquc I' = 252/ 53.' 50."8 v' = 354. 27. 59. 0 i»" = 37(). 22. 35. 8 Queste anomalie dipcndono duiique dalic trc osservczioni, c dagli clcmenti n,J2,i, e siccome le diffcrenze N' _ N = „' _ „ N"_N =v" — v N" — N' = i;"— d' si verificano esattamentc, cosi si dcve inferire clie ic osservazioni, e gli ele- menti n, Q, esono esatti. Le anomalie medesime v, v' ?/'dipendono dal tempo del passaggio della comcta pel perieiio, e dai paiametri dcU'orbita. Se dunque dalle date rimontiamo alle ccccntiiche e alle medie, c indichiamo con l,t,'l" i tempi delle osservazioni , con T il tempo del passaggio della cometa pel perieiio, con /j." il moto medio diurno, e con 6 V anomalia eccentrica, deve verificarsi I'equazione C — £sen.(5=(T— «y. Dal calcolo si ottiene Luglio 13. 220516 (T — «y = 1 19."43 9_-£sen.9 = 119. 43 Sett. 28.220516 (T —<>'' = 2."6588 6 — £sen.e = 2. 659 Ottobre 5.218238 (t" — T)/>^" = 7."9.59 e — £ scn.e .= 7. 96 Gli elementi dunque ellittici sono esatti per un arco deH'orbita di 123." 28' e piu. Questo accordo, che e ammirabile, non e cosi esatto nelle osservazioni del mese di Giugno, e si vide gia che la normale di Waslon del gioino 11 Giugno num." 17 differiva dalla calcolata di 11" in longitudine c in latitudine. Diffatti dato il valore di N dedotto da quella osservazione, e licavato il valore di V nello stesso modo, si trova Giugno 11. 220516 (T — <)/x" = 168. 047 e— esen.6= 167. 34 I — 279 — La diffcrcnza di 0." 7 nell'anoinalia media porta una sensibile variazione nella eccentrica e nella vera nella nosini comcta, per la quale pi" =: 1." 5108. Si dove peio notare che le osservazioni dclla coineta in qucU'epoca non potevnrio essere inolto esalte, altesa la sua apparenza in foima di una massa ncbulosa non ben defmita. Hi)." Avcndo dcllo di sopra nuin.° 37 essere prohabile una perturbazione ncl nioto della comela per la vicinanza di Venere, perche colla osservazione del giorno 15 Ottobre nelle vicinanze della comcta al node, si trovava una notabilc differenza fra il tempo gia determinato, basando il calcolo sugli ele- ment!, c il tempo cbc si aveva dal valore di N dedotto daH'osservazione, non intendo di asserire positivamente la vcriia di tale perturba/.ione. Un piccolo errore ncl valore di N basta per annullarc questa differenza. Diffatti se dal valore di N e 17 si determina I'anomalia vera, sara v == 44.° 46.' 43." 9 e da questa si avra cogli dementi B — e sen.9 = 23. 901 ma e {t —T)(Ji" = 23. 8944, 0 la piccola differenza 0." 0066 porta I' osservazione al giorno dell' anno 288.'- 724863, essendo il tempo dclla medesima 288.' 720516. Cio dipendc dalla piccolezza degli angoli 0 nclie vicinanze del perielio. Massa, densild e volume della comela. 40.° De quel ordrc de grandeur est la masse des comeles ? Cos\ domanda il sig. Faye (Cosmos 17 Dicembi'c 1858). Sur ce point les renseignemenls out manque prcsquc tolalcmcnt jusq'ici. Vedremo in seguito che questa risposta non e del tutto vera , che anzi proveremo die la rccente teoria del sig. Roche della quale Faije ha f'atto una heureuse apjilication alia cometa del sig. Donati t'u immaginata per la prima volta da ui] aslronomo ilaliano sul principiai- del noslro secolo facendone una heureuse applicaliou alle comete del 1807 e del 1811 e a molte altrc comete osservate in altri tempi. Laplace, segue Foiye, a conclu, pour la comcle de Lcxell que sa masse devait elre iuferieure a la cinq millicme parlic de celle de la tcrre. Sir J. Ucrschell se demande , au conlraire , si la maliere qui coslituc les queues giyanlesques de ces austres ne se rediiirait pas a quelques livrcs, on meme a quelques onces. M. Bahinel a exprime une idee analogue en disant que les comeles sont des riens visibles. — 280 — La cometa di Lcxcll deve essere quella del 1770. La storia di quesla cometa h ben nota agli astionomi , e se stiamo al parcre di quelli i quali pcnsano clic il moto di qucsta cometa sia slalo iorteinentc perluibalo dall' azione della terra e di Giove , dove dirsi die la inassa di quesla cometa fosse ben piccola. Lcxcll pero si occupo anche della fainosa cometa del 1769, e I'astro- nomo ilaiiano col suo metodo trova clie la massa di t|uesta cometa rispetto alia massa solare era 0,000000207, e relativaiiieiUe alia massa della terra 0.0758. Osscrva peio die questi valoii dipondono dalla misura del diametro del nucleo. Ora e piobabiloche questa misura noii sia esatta,giacch6 ratmosfera piii donsa che circoiida la cometa si suol confondere e si suol piendere per il nucleo nicdesimo. L'idea di IlcrschcU non e nuova. Nei principi di Neivlon lib. III. pag. G'i8 si nota cbc tutta la materia che produce la coda la piCi estesa di una cometa non riempircbbe che pochi poUici di spazio. Intanto termina Faye : Enlre ces deux extremes Fespril resle dans un vague complet, car a s'en lenir a la Umilc supcrieure de Laplace, les comcles seraienl dcs uslres assez rcdoiuables, tandis que pour ceiix qui admellraient la dettxietne limile elles seraient presque des fanlomes opliqucs. La veriie est quelque pari enlre ces deux opinions. 41.'' Dopo eio che ho esposto non poteva dispensarmi di dire qualche cosa intorno alia massa, densita e volume della nostra cometa. II sig. Laurent Heqner astronomo di Upsal aveva gia proposto un metodo per determinate la massa delle comete. Se dicasi m la massa della terra , p. la massa della cometa , K il raggio della terra , r il raggio del nucleo , g la gravita o lo spazio percorso in un secondo sulla superficie della terra, e g' lo spazio per- corso nello stesso tempo sulla superficie della cometa , si avra dalla teoria ^- mr^ ' c ponendo R = l, e 3= 15.'' 1 si ottiene t^K = 0.066225 g'rK m Se si voglia K rispetto alia massa solare sara 3 = 433." 8, e K = 0.0023052 3 V^. — 281 — Lo stesso (licasi se si voglia K relalivo alia massa di qualunque pianela , piendentio il y lispetto a! pianeta niedesimo- Indicando poi con a la distanza del cnntro del Solo dal cenlro della cometa, e con a — r la distanza del cen- tre del Sole dalla superficie della cometa, rastionomo svedese pensa che la cometa venebbe a dissipaisi , se lo spazio (j' fosse minore di quelle che in virtu della forza solare si percoiierebbo alia distanza medesima a — r, o cio ripugnerebbc alia infinita Sapienza del Creatore. 42.° II profes. Giuseppe Calandrelli nella cilata memoria sulla cometa del 1807 riporta il mctodo di Rctpier e si permctte di osseivare 1 ." Che sc alia superficie della coincla le opposte forte di gravita sieiio eguali, da cio non deriva la dissipazione. La comela inlanto non cade nel sole a motivo della forza tangenziale. Ma (ptesla medesima forza hanno i corpi posli sulla sua superficie , dunipie quesli dchbono descrivere la medesima orbita senza timore die cadano nel sole. Cio die si dice dei corpi posli alia superficie della cometa, non polrebbe poi applicarsi aW almosfera se a questa non si accordi come ul nticleo nn molo comune di translazione. 2." Che r applicazione della formala di liegner ad alcune comete delle quali si e misurato il diametro del nucleo porta a masse troppo grandi re- lativamcnte a quella della terra. Diffatti per le comete dal 1680, \lii, 1769 si avrebbe /i= 5.01, k = 4.42, A; = 8.33. Se le masse, dice il lodato prof. di qucsle Ire comete risultano cosl grandi, quali mai sarebbero state le perlur- bazioui prodotte in tiitlo il sistema planelario ? Queste delerminazioni basano su i seguenti dati. Pet' la cometa del 1680 Ma?raH assicura che la cometa era prossimamcntc una parte setlima della terra : Per la cometa del 1744 il dia- metro del nucleo osservaio da Cassini era di 5' ; 6nalmente per la cometa del 1769 il diametro del nucleo osservaio da Messier era di 4.' 43.° Fu appunto nella stessa epoca che rastronomo romano rivolse il sue studio alia determinazione delle masse delle comete. L'atmosfera , cos'i cgli nella citata memoria, die circonda le eometc gravita in tulli i punti verso il cenlro del nucleo. Prescindcndo da qualunque causa perturbanle , /' almosfera cometica deve premiere una figura sferica racchitidendo nel cenlro it nucleo della cometa. Nonosianle che il moto della cometa sia rapido , V almosfera accom- pagna il nucleo benche immerso nel fluido elereo, e benchc risenla quella mi- nima resislenza che ielere mcdesimo pud opporre. La cometa iufalti del 1807 nel giorno 24 Novembre alia distanza dal sole di 1.4395 compariva quasi senza codn, mu circondata da una atmosfera molto sensibile e prossimamente — 282 — rotonda. La nostra coincta ptesonto questa apparciiza nol i,'iorno i Settcni- bre come puo vcdci'si nolle figui'C date dagli aslionomi del collegio romano (atti dell'accademia dei nuovi [^incei luogo gia citato), (^^ucste atmosfere im- n)erse nel tluido cterco accompagnavano il nucleo solido non oslante la re- sislenza minima die ad esse opponeva il fluido mcdesimo. Qiiostc appai'cnzo sono state osservatc in alti'C comcte. Si polrchhc dire che il vcro nucleo delle comcte non sia visil)ile, e che quello che si osseiva altro non sia chc I'atmo- sfera piu densa illuminata dai laggi solari che molto si picgano ed in- curvano attesa la forte rifra/.ione cho sotrrono. Ma per quanto voglia dinii- nuirsi il diamctro apparciitc del nucleo, sara sempre necessario che Ic coniete debbano avere una massa sensibiie tanto piii se debbano I'itenei'e intorno a loio una sensibiie atmosfera. Ma queste atmosfere debbano avere un cerlo limite , oltre il quale pievalendo la foiza di gravita verso il sole , le parti tendcrebbero verso questo, e non verso le comete. Ecco dunque I'idca dell'astro- nomo romano : egli pensa che ratmosfera comelica sia diffusa fmo al limiie fleiraUrazione compreso Ira la cometa, e il sole. Che poi questa idea siasi per la prima volta affucciata alia mente di questo fiiosofo, si puo dedurro da queste parole. Sc ncl tempo dclle osscrvazioni {de\U\ cometa del \ii01) prescnlala mi si fosse Videa di un limiie, opporluno sarebbc slalo misurare di qiiando in quando ranijoh soUo ciii appariva ratmosfera : angolo che nella cometa del 1807 fu niisurato solamcnte nel gioi'no 30 Scttembre, ma che nella cometa del 1811 fu misurato tre volte cioe nei gioini 13 Scttembre, 6 Ottobre e 7 Novenibie. 44.° Fissata questa idea, quando, sicgue a dire, la cometa sempre piit si avvicini al sole , finalmenle colla sua atmosfera ollrepasserd il limite delV at- trazione. E evidente in questo caso che luttu aid cli e oltre il limite dovru dis- siparsi e cadere verso il sole , quanle volte la gravild dell'etere verso il Sole superi la gravita dei vapori coslituenli Vatmosfera cometica. Che se al contra- rip la gravita specifica sia minore, dovranno i vapori sollevarsi nella parte op- posta. La dispersione delV atmosfera sard sempre congiunla col conlinuo ristrin- gimcnto dell' ovale , sotto la eui fignra deve comporsi ed cguilihrarsi il fluido circondante il nucleQ della cometa. L'ovale avrd sempre Fasse maggiore rivolto ed opposto al Sole, e non potrd ollrcpassare il limite di altrazione. Conlinnando dunque la cometa ad nvvicinarsi al Sole , il limiie similmenle si accosla alia superficie, dunque sempre I'asse maggiore deWovale diverrd piit piccolo. 45.° Queste modificazioni sul diametro del nucleo a misura che la cometa si avvicina o si alloniana dal Sole furono osservate nella cometa del 1811. — 283 — Sett. 13 diametro del nucleo 1.'45" laggio vettorc r= 1.034829 Nov. 7 diametro del nucleo 2.' 15" raggio vettoie /• = 1.384864. La nostra cometa passo a! perielio nel giorno 30 Sett, circa, e per ronse- guenza nello stesso giorno si trovava la cometa nella minima distanza dal Sole, nci giorni successivi si allontanava dal Sole. Dalle osservazioni del sig. John Jlaiiuuj) fatte al grande cquatorialc di Liverpool sisulta Sett. 30 diametro del nucleo 17" Oit. 11 23 Le misurc del diametro del nucleo date dai sig. Donali e Maedler sono molto piu piccole di queste , ma vanno colla stessa legge, crescendo cioe dopo il passaggio al perielio. Lc misure pcro date dagli astronomi del collegio ro- mano , e dal sig. Plantamour astronomo di Ginevra mostrano apparenze del tutto contrarie alle accennate. Dai primi risulta DaH'altro si ha Sett. 30 asse maggiore del nucleo 8. "72 Ott. 15 , , 5. 60 Ott. 6 diametro del nucleo 12" Ott. 15 10 In tanta verieta di misure, nella ipotesi anche die I'atmosfera cornelica si dif- fonda fino al limite dell' attrazione , come venire in cognizione della massa delle comete ? L'ipotesi a sentimento dell'astronomo romano sembra del tulto verosimile : diffatti , cost si esprime nella memoria sulla cometa del 1811: se si prescindn daW attrazione solare , i vapori che continuamente si sollevano dalla cometa devono formare prossimamenle una sfera atmosferica, nolando nel jluido etereo specificamente piii grave. Posta pero V attrazione solare , /" aimo- sfera non potra oltrepassare il limite: dunqtte dalla parte verso il sole, i vapori tendendo nel sole medesimo, e notando ancora nello stesso fhiido specificamente pill qrave, dovranno liingo la superficie della sfera atmosferica sollevarsi, dalla parte opposla al sole e potranno liberameule salire e formare la coda, lo non conosco affatlo la memoria del sig. Roche: dall'idea pero che ne ha data Faije, la recente teoria del profes. di Monlpellier basa sulla stessa ipotesi immagi- 38 — 284 — nala dall'astronomo romano nel 1808 cioo un mezzo secolo prima, c ambedue, come ^ naturale, sono condoui alia idciUica formola finale , con questa dif- ferenza pcro die il calcolo deiraslronomo romano e scmplicissimo more antiquo, e qucUo del profes. Rocltc sembra un poco piu complicato, e cio per servire alia moda di rcndcrc difjicilc cio chc e facile. 46.° Sia m la massa del Sole, R il raggio, (j la forza acceleralrice nclla superficie del sole , la quale equivaie alio spazio di 277.'" 2748 doscritto in un secondo con nioto equabile, sia anche a il raggio vettorc o la dislanza del centro del sole dal centro della cometa, r la distanza del limite dal centro della cometa , e fx la massa deila cometa. F^a forza di gravita solare alia dislanza a — r del centro del sole al limite, sara ; -, . Dalla leoriasico- nosce che le forze di gravita die esercitano le sfere ad eguali distanze sono come le masse; dunque la forza di gravita della cometa alia distanza R dal centro del sole , sara — , e alia distanza r, sara ^^^—5- , ma nel limite que- rn mr' ste due forze debbono essere eguali, dunque (g — rf mr^ dalla quale si ha ,.\2 • m (a — r) A questo medesimo risultato conduce la formola di Regner. Si ha infatti (num.» 41) q'= -^—^ ; ma alia distanza a — r la sravila solare alia superfi- cie della cometa e —^ -„ , e questa da Rentier si disse g', dunque elimi- (a — ry nando g', si avra (a — r)'^ mr^ come ,sopra. Qui pero I'astronomo romano osserva che quella equazione non e rigorosa. II limite esistente nel raggio vettore a e molto prossimo alia co- oR2 meta, e molto distantc dal Sole. La graviti dunque del limite- -^ deve — 285 — diminuirsi dclla graviti o attrazione della cometa verso il sole , la quale e — T-, avremo dunque a' ovvero (a — r)'^ a* mr'^ mr^ {a — z)^ a^ Se si sviluppino i termini di questa equazione, e si rifletta che fj. e picoolis- sinio rispetto ad m, che r 6 piccolissimo rispetto ad a, tiascurando i termini in cui si trova— r ed r* rispetto al termine 2ar^ si giunge alia semplicis- sima formola — a' = 2 r^ c falto m ■■ m si avri -Vi £) questa la formoln del geometra di Monlpellier; le iodicazioni sono le me- desinie ; 6 dedotta, come sembra, da un calcolo piu esteso, ma il principio o r ipotesi e la medesima. Cio si deduce da questa espressione (Cosmos luogo citato). Or, parmi les surfaces de niveau, il en est une qui alleinl celte sur- face de separation, ce sera la surface Untile du noyau cometaire. Au dela, les surfaces de niveau s'elendent en nappes infmies el laissent perdre dans I'espace^ par les deux bonis de I'axe de la surface limile, les couches de matiere quelles cornprennent enlre elles. Get axe R a pour espression 3 R = .|/| ((oontinua) 1*) V. Sessione II. 8 Gennaro 1800. — 28G — AsTRO.NOJiu. — Risposla ad im articolo inscrito nel mim.° 5 del volume XX delle notizic meiisili delta reale Socicta Aslronomica di Londra comunicaia dal prof. Ig.\azio Calandrelli ncUa sessione VI deWanno 1860 delVacca- dcmia Poutijicia dc'miovi Lined. I .° \^ollocato appena in qucsto Pontificio osservatorio il gian circolo incri- (liano di Erlel , fissati gli clemcnti nccessari pel caicolo deiic osscrvazioni , sul torminar del 1854 intrapiesi una lunga serie di osservazioni di mollc stelle, tanto dalla parte del sud , quanto dalla parte del nord , per determinare la rifrazione a piccola altezza suU'orizzonte. La posizione deH'osservatorio si presta inollo bene a questo gcnerc di osscrvazioni. Dalla parte del sud si puo os- servare mezzo grade circa sotto 1' orizzonte , dalla parte del nord due gradi scaisi sopra 1' orizzonte. Per ottenere la quantita dellc rifrazioni osservate a diverse altezze , bisogna conoscere colla massima precisione le declinazioni niedie per una data epoca delle stelle cbe si vogliono osservare: queste de- clinazioni con caicolo rigoroso si riducono da medie in apparenti pel giorno della osservazione. 2.0 imitando V esempio di altri astronomi , i quali si sono occupati di questa delicata ricerca , non volli prendere a capriccio le declinazioni delle stelle in un dato catalogo , ma consultando i piu antichi e i piii moderni pensai di formare un piccolo catalogo delle stelle da me osservate c presene le medie declinazioni date per le diverse epoche, le riportai all'epoca da nic fissata 1.° Gennaio 1855. 3.° Fu pero nella formazione di questo catalogo che ebbi luogo di notare ehe nelle declinazioni medie di alcune stelle fondamentali riportate alia stessa epoca si trovavano sensibili differenze le quali montavano dai 3" lino a 5" e 6." Nella mia ricerca spinta fino all'altezza ai)|)arente di 51' sopra I'orizzonte, tali differenze erano nocive, e doveva assolutamente evitarle. 4.° Una delle stelle da me notatc e Sirio. L'incertezza del suo moto pro- prio in distanza polare e capace di dare, dopo un secolo, due distanze polari niedie di questa stella che differiscono di 16." Faceva poi notare cbe due distanze polari medie di Sirio , una pel l.° Gennaio 1840, e I'altra pel 1." Gennaio 1845 ridotte alia stessa epoca differivano di 3." Queste due distanze polari risultavano dalle osservazioni di Greenwich dall'anno 1842 fino all'an- no 1847. I — 287 — 5.° Tulli gli astionomi hanno semprc pensato, e giustameute, che debba tenersi conto del numcro delle osservazioni dalle quali risulta la posizione media notata per una data cpoca , ed e pcrcio die accanto alia posizione si suol mclterc il numcro dclle osservazioni aflinche I'astronomo possa attribuirle 11 giusto peso. Ora relalivamente alia distanza polare media pel l.°Gen. 1840, Icggeva numero di osservazioni 234, c lelalivamenle airaltra, leggeva numero di osservazioni 58, dunque nel fissare la distanza polare media di Sirio pel 1.° Gennaio 1855 mi atlenni a quella del 1840. Qualunqne astronomo avrchbe fatto lo stesso, se e vero, come e vcrissimo, che il medio di un numero qua- druplo di osservazioni si debba preferire ad una osservazione isolata , quale si deve stimare quella del 1.° Gen. 1845 rispetto a quella del 1.° Gen. 1840. Aggiungeva poi che neH'appcndice al catalogo di Madi'as trovava per la stessa cpoca 1." Gen. 1845 tre distanze polari medio di Sirio, le quali differivano da quella di Greenwich di 2" in 3." La prima risulta dalle osservezioni di Taylor , le altre due ei'ano dedotte dalle osservazioni di Greenwich degli anni 1827 e 1838. Se poi da una parte si rifletta che Telemento della riiia- zione puo mollo influire sulle distanze zenittali meridiane di Sirio osservate a Greenwich: che questo elemento poco influisce sulle distanze zenittali me- ridiane di Sirio osservate a Madras : so dall'altra parte si rifletta che dalle osservazioni di Greenwich dall'anno 1827 fino al 1841 ridotte all'epoca 1.° Gennaio 1845 risulta una distanza polare media di Sirio sempre piu grande di 2" in 3" di quella che c notata nel catalogo di Greenwich si dovra con- venire che giustamente mi doveva riportare alia prima del 1°. Gen. 1840, e non alTaltra pel 1. Gen. 1845. 6.° Questa mia avvertenza sulla distanza polare media di Sirio pel l.° Gen. 1845 e stata da me notata nelle altre mie memorie che ebbi T onore di presentare negli anni 1857 e 1858; ne avrei mai creduto che potesse dar luogo all'articolo accennato di sopra. L'autore n'e il sig. Main presidente della reale sociela astronomica di Londra. 7." Stabilisce V autore 1' annua precessione di Sirio in distanza polare , I'annuo moto pioprio, e la variazione secolare della precessione: fin qui siamo in un perfelto accordo: che anzi sono ben contento che I'annuo moto proprio di Sirio in distanza polare sia quello stesso che risulta dalle mie ricerche , e non quello che fino al 1845 si trova nel catalogo di Greenwich. La dif- terenza di 0." 1 che esiste fra T antico 1". 14 e 1' adottato 1". 24 porta gia dopo 10, 20, 30 anni la differenza di I," 2," 3" nelle distanze polari medie - 288 — (li Sirio. Stabiliti qiicsti dementi , riporta all' epoca 1.° Gen. 1845 tutte le distanze polari di Sirio osservale da! 1755 fino al 1859. E qui piova osservare che la media dalTanno 1822 lino al 18iO inclusive dedotta dalle osservazioni di Greenwich e A ^ 106.° 30.' 30." 37 precisamcnte queila che io avcva de- dotta da quclla data nel calalogo di Greenwich pel 1.° Gcniiaio 1840. Dopo questa epoca non puo ncgarsi che negli anni successivi si manifesta una sen- sibile diminuzione nella distanza polare media di Sirio , per cui e ben vcro cio che asserisce il sig. Main che dal medio dellc osservazioni di Greenwich dal 1842 fino al 1847 inclusive, la distanza polare media di Sirio e A = 106.° 36.' 27." 02 come viene notata nel catalogo di Greenwich. Dopo cio il sig. Main conclude che la differcnza dei risidlali dellc due epoche da me indicate e rcale, ma che non ha la sua online nc in crrorc di osservazione , ne di riduzione , ma dipende da ima jluUazione reale imporiantissima e interessanlissima che fard il moto di questa stella un soggelto di studio pel resto di queslo secolo. 8." La differenza di 3" fu da me notata nel 1854, e venne in seguito di una discussione sugli errori inevilahili dellc osservazioni che volli premetteie alle mie osservazioni fatte col circolo meridiano, persuaso che anche coi grandi stromenti non possono evitarsi quegli errori che non dipcndono ne dalla loro rettificazione ne dal caicolo, ma da cause accidentali le quali sono ben note agli astrouomi e furono da me indicate- La discussione terminava con queste parole: lasciamo questa argomento, e siamo contenti di fissure che dalla mol- tiplicitd dellc osservazioni polrd sempre aversi una compensazione, e che allora solametile si pud essere sicuri di ottimi risidlamenti, giacche e prohabilc che gli errori non sieno sempre ncllo slesso senso. £ questo un canone di pratica astro- nomia: canone tenuto da tutti gli aslronomi, altrinienti qual vantaggio si po- trebbe avere dal moltiplicare le osservazioni ? Quando duoque notava queila differenza di 3," io mi appellava a questo canone , risultando una distanza polare media di Sirio da 234 osservazioni, e Taltra da 58 e concludeva cio conferma quanto ho detto sugli errori inevitabili delle osservazioni, 9.° Queste mie espressioni sono citate nelParticolo del sig. Main e forse potrebbero essere interprotate nel senso che avessi voluto intaccarc in qualche modo Tabiiita nolissima dei dotli astronomi di Greenwich e nell'osservare, e nel ridurre le osservazioni : interpretate pero nel giuslo senso altro non sono che una conferma del citato canone, tanto piu che io le scriveva in una epoca in cui e si dubitava fortemente sulla variabilita del moto proprio di Sirio in ascensione retta scoperta dal celebre Bessel , e niuno pensava che anche la — 289 — ilistanza polarc di Sirio potessc csseie soggella a scnsibili variazioni , osciN lazioni, llultuazioni; o in altri termini niuno in quell'epoca sospettava che il inoto piopiio di Sirio in distanza polarc fosse anche esso vaiiabilc. 10.° lo sono stalo il priiiio a sospettarc qucsla variabilita di molo neiia distanza polare di Sirio. Dalle mie ricerchv (cosi icggcva in questa accademia nel giorno stesso in cui il eel. 4jrj/ diictlorc del icale osservatorio di Greenwich voile onoraria di sua prescnza) risuUa evidcntemeiite una varialnlita nei movi- mcnti di Sirio tanto in ascensione retta qiimito in distanza polare. (.\tti dell'ac- cadeniia 185G-57). E in aitro luogo pailando del moto proprio di Sirio, dopo una discussione sulle distanze polari di Procione e di Sirio cosl conciudeva. Se dunque liesscl ha poluto sospettarc una variahilila nel molo proprio di Pro- cione rispelto alia distanza polare, perchc non deve egualmentc asserirsi di Sirio? Forse la mia idea emessa nel 1857 fu affeirata dal sig. Lawjier il quale in una nota communicata airaccademia delle scienze di Parigi nel 12 aprile 1858 sostiene che il inovimento proprio di Sirio in distanza polare e soggctto a .scnsibilissinie variazioni. 10.° lo pero dovetti in seguito rinunziare alia idea sulla variabilita del moto proprio di Sirio in distanza polare per le seguenti ragioni. 1." Dalle mie osservazioni fatte al circolo meridiano di Erlel negli anni 1854, 1855, 1856, J 857 trovava 1.° Gennaio 1857 A = 106." 31.' 24." 75. Ora e un fatto che coil'annuo moto proprio in A di 1 ." 23 da me fissato, io posso esattamente rappresentare le osservazioni di Bradley 1755, di Bessel 1815, di Pond 1822, di Struve 1825, di Argelander 1830, di Henderson 1833, di Taylor 1835, di Airy 1839, di Grecmvich 1840 La media e A:=106.''3I.'24."66. Lo stesso Lamjier in una sua lettera confessa questo fatto. Voi (cosi mi scri- veva nel 23 Agosto 1858) rappresentate benissimo col vostro moto proprio la posizione del 1775 e le altre che si debbono slimare esalle dal 1815 a/ 1840: ma dair anno 1842 fmo al 1855 le differenze sono sensibili, o conservano lo stesso segno. 2." Tutti gli astronomi conoscono che W. Sruve se loda il metodo tenuto da Bessel neila ricerca del moto proprio di Procione, lo crede difettoso in quanto che le osservazioni delle stelle di confronto si dovevano fare in opposte sla- gioni e quindi le distanze polari osservate potevano andar soggette a'piccoli errori per la diversa rifrazione dipendente dal forte cambiamento di temperatura. — 290 — Usando pero di stelle di conlroiito osservate nello slesso tempo die Sirio, e quasi lutle alia inedesima distanza meridiana o allezAa meridiatia suH'orizzonte la media rifrazione era la stessa per Sirio, e per Ic slelle, e lo stalo atmo- sl'erico il medcsimo. Oia c un allro fatto clic esplorando io il molo proprio di Sirio in distanza poiai'C relativamentc alle sleUe (i, v,' v'' . . . y delia stessa coslellazione , da! medio risulta clie il moto proprio di Sirio nella distanza polare in 102 anni e di 125." 955 e quindi Tannuo di l."235. 3." £ questa la cagionc principaie clic mi fece rinunziarc alia idea della variabiiitii del moto proprio di Sirio nella distanza polare, cioe di non poler dar ragione, come con un moto proprio costante annuo di l."23 si potessero rapprcsentare le osservazioni per un intcrvallo di 85 anni, e quindi con un brusco salto di 2" in 3" turharsi quella uniformita clie si era mantenuta co- stante per 85 anni. Questo salto mi pareva incompatibile con una continua variabilita. Prendiamo lo osservazioni isolate di anno in anno, ed avremo 1." Gen, 1840 A =106.' 30.' 6" 62 1841 .... 11. 11 1842 .... 14. 77 1843 .... 18. 15 dal 1840 al 1841 preces. totale 4. 49 1841 al 1842 . . . . 3. 6(i 1842 al 1843 .... 3. 38 quindi il moto proprio e sparito affatto dal 1841 al 1842 e dal 1842 al 1843. Incapace di spiegare queste anomalie rinunziai alia mia opinione. 13.° II lodato sig. Main termina il suo articolo concludendo che il moto proprio di Sirio trovalo variabile in ascensione reiki, deve dirsi tale nnche nella distanza polare : volentieri mi sottoscrivo al suo parere purche nelle parole real fluctuation s'intendano salti e non mai una variabilita continua; salti che si succedono qualche volta di anno in anno, e qualche volta dopo un periodo di 4, 5, 6 anni. Tutto cio risulta dalle distanze polari medie di Sirio pel 1.° Gen. del 1845 inserite nel detto articolo. 13.° Sono poi ben contento che la mia avvertenza sulle distanze polari medie di Sirio, e i miei piccoli studi suiraslronomia stellare possano aprire un vasto campo di studio, c di meditazione agli astronomi del nostro c del future secolo. I — 291 - AsTRONOMiA — Sopra alcune teorie del sig. Faye relative atle code delle Comete- Nola del prof- A- Secchi. Lie code delle comete, diceva il celebie Delamhie, sono un'oggelto fecoiido di discussione per quelli che desiderano piu parlare che operare: questa seveia ciitica e giusta certamente , ma pure bisogna talora occuparsene per sod- disfare alle tanle domande del curiosi. Era egii possibile passare su la coiiicta del 1858 senza dir nulla delia sua prodigiosa coda ? Ora ecco che si dice forse Iroppo e molte discussioni sone tullora aperle da tutti i lati : mi displace di dovervi rientrare, ma non 6 cio per proporre nuove ipotesi da spiegarle, DC per difendcre cio che mi venne detto su <]uesto proposito un anno fa, ma solo per far notare che un mio illustre oppositore e venulo completarnente nel mio sentiinento. Nella memoria che e inserila ne' nostri Atti su questo soggetto dissi : (anno XII pag. 12) che 1". La gravitazionc , 2° il calore polevano spiegare lutti i fenomeni delle forme cometarie, se fossero convenienlemenle analizzali e che noo dovea Irascurarsi la resistenza di un mezzo. II sig. Faye nell'articolo inserito uei Comptes rendus vol. XLYIIl pag. 420, passando in rivista le varic ipotesi, della mia si sbriga in poche parole e dice: che essa e gia dimostrata assurda e insufficiente dal sig. Roche. Pero il sig. Faye con omissione un poco singolare si ferma cola solo alia gravitazionc e air effetto comparabile alle maree , e nulla dice delle allre due cagioni e singolarmente del calore, su che io ho inolto insistito : la memoria del Roche non I'ho ancora potuta vedere, ma credo che questo autore sia stato preoc- cupato in gran parte dal fu illustre prof. Giuseppe Calandrelli : checche ne sia io non assegno solo la graviia per causa del fenomcno, come dice ivi il sig. Faye : io dico che sono pure da invocare le due altre cagioni. Dopo cosi spicciatosi dalla mia ipotesi segue a confutare le idee di Newton e di Bessel sulle polarita delle molecule, nel che io credo ha molla ragione; e a queste ipotesi finalmente sostituisce una impulsione proveniente dal Sole di un caratterc che Egli non difinisce nettamente, ma che sembra derivare dair azione luminosa o calorifica per via di impulse- Tale impulsione a me parea assurda giacche nella teoria ondulatoria della Tuce, messa oggid'i fuor di ogni conlroversia, non si capisce come possa aver luogo, appunto come i 39 — 292 — tiemori aniioiiici noii sono capaoi di scuolcic nessun corpo in inassa e Ira- S[iorlarlo di luogo- Or ecco che in un ultimo articolo lecentemente pubblicato noi Comptcs Rcndiis spipga in die finaimenle secondo iiii consistc (|uesta forza, ma cosa assai singolatc per me, vienc a dire che in somma non e che il calore che dilala i gas c gii aitri corpi. lo riportcr6 ie sue parole perche senza cio appena crederoi agli occhi miei : « Celte force dependrait mon pas de VemiS' sion litmiiicHsc de In surface solairc coinine le pensaienl Kepler et Eider el eomtneje I'ai cm moi mcme tin instant, mais de SA HAUTE TEMPERATURE. Ce serait dans les espaces celestes la manifestation de la force reptdsive qui regit autour de nous le phcnomencs jihijsiques de la dilatation des corps, des gas, de /' elat spheroidal des liquidcs places sous V influence incundcsccnlc , de ineme que ratlruction IS'ctinonicnne est la manifeslation celeste de la force qui produil autour de nous les faits de la pesanteur. It) non so se possa dirsi in termini piii cliiari cio che dissi io stcsso un anno fa , e che passo sotto gii occhi del sig. Faye senza farvi attenzione , iiupressionato come era aliora della injpulsione che Egli ciedeva emanare dal Sole. A questa sola sua preoccupazione si devc il non aver considerato con attenzione questo soggetto , ma passato quel momento , la verita che si fa strada da se e gii si 6 svelata dinanzi probabilmente, senza che io vi abbia punto contribuito. L'amicizia di cui mi onoia il sig. Faye e tale che esalta anche troppo le mie deboli faliche, onde sono sicuro che se vi avesse fatto atten- zione non r avrebbe passata sotto silenzio. Godo pertanto che io abbia ora a patrocinatore della mia opinione chi io credeva di avere contiario, e sono persuaso che trattato il pi'oblema sotto questo punto di vista da abili ma- lematici condurra ad una adeguata spiegazione delle forme di questi corpi bizzarri. Ainsi, concludero col dotlo Francese, aitisi cetlc theorie tie met en action que des forces comities, V attraction du Soleil, celle que la comele exerce stir ses propres particules, la chaleur du Soleil et la repulsion due a celte chaleur. ec. — 293 - Agdstica. — Intorno ad alcuni fenomeui die presenla la riflessione moltipla del suono. Nota del Dolt. sig. R. Fabbri. Kcv le leggi ben note della riflessione del suono, alloiquando si ptoduue un niovinienlo vibralorii) fra due superfici piane, o paialleie, le ondc aeiee gene- rate da esso appena hanno laggiunto una delle supeifici, si rifleitono linvolgen- dusi Tcrso T altra , la quale alia sua volta le rimanda alia prima , e cos'i di seguito , sicchi quantunque sia cessala la causa delle vibrazioni , pure ncllo spazio compreso fra le due supeifici riflellenli, conlinuano a passare le onde aerec per un certo tempo. Questa e la ragione dei cosi detti echi multipli, nei quali un suono vienc udito molle voile, in tempi peiiodicamente propor- zionali alle due distanze delle supeilici riflettcnti, abbaslanza lontane fra loro, percho possono essere I'ipetule diverse sillabo senza confusionc. Quando le due superfici sono molto vicine , le ripelizioni si succedono rapidissimamenle, ed il numero loro aumenla; e se tanlo rascoltatore quanto il corpo che eccita !c vibrazioni si ti'ovano nel mezzo esalto delle due superfici, le ripelizioni si succedono ad uguali intervalli di tempo, per lo cbe un unico colpo polra essere seguito da un suono musicale perfettamentc determinato prodotto da lutti i colpi successivi ed isocroni, che riceve Torecchio per le successive riflcssioni. Perche riesca bene il fenomeno, bisogna che le due superfici riflellenli abbiano una certa altezza , e siano ben piane , senza alcuna interruzione di parti rilevate od incavate. lo ho trovato opportunissimo un luogo ove sono due muri paralleli, privi aftatto di finestre ed ornament!, distant! C^SO I'uno dair altro , ed alti circa otto metri ; ed 6 state semprc di nolle e coll' aria quieta che I'esperienza 6 riuscita perfetlamente, perch^ di giorno il suono mu- sicale era molto meno sensibile. Essendomi recato molte volte in questo luogo , ho sempre riconosciulo che o^ni piccolo colpo prodotto, o colle mani , battendolc una sull'altra , o con un piede sul terreno, era generalinente seguito da un suono di intensita decrescenle, ma sempre dello stcsso tono, die aveva una qualche somiglianza con queili che si ottengono pizzicando colle dita le corde di un contrabasso. Paragonato questo suono con altri suoni di uno strumento accordato perfet- lamente con un corisla la^ di 880 vibrazioni per secondo, I' ho trovato essere circa il /a*_, , ossia un mezzo tono al di solto del suono della corda piu bassa del contrabasso ilaliano, il che importerebbe 105.60 vibrazioni per secondo. Se era si calcola che ogni onda, partendo dal mezzo, percorrera 3"*, 25 a rag- giungere i muri stessi, e poscia altri 3"*, 25 a rilornare nel mezzo , e se si - 29 i — calcolano, come nelk sirena, due vilirazioiii per ogni colpo, ossia una pel colpo, e I'altra in senso contrario pel silenzio , prendendo per la velocita del suo- ;uo no 340 metri per secondo, aviemo —-—= 104,01 numero, poco dilfeiente da quello rilrovalo sperimentalinente. Con questo mezzo ho polulo coinodainenle Irasformaie in suoni musi- cal! , dei coipi quaisiasi isolati, come se avessi avuta una inacchina che li avesse ripetuti I'apidissimamente od isocionamente, cd ho poluto riconoscere, che a seconda della diversa nalura di ess! cambiava sensibilnicnle il timbio del suono prodotto , sicche parmi poterc stabiiiio che la diversa naluia dei coIpi elemenlari, ossia delle vibrazioni, ha un' influenza sul timbro o molaiio del suono I'isullante, senza pero con questo escludei'e che possano contribuirvi anche altre ciicoslanze. In quesle esperienze ho nolalo che molte volte con certi colpi quasi islantanei, non si udiva suono, ma bensi una specie di tremolio, ossia una serie di rapidi battimenti , confermando con cio quello che osservo Savart colle ruote dentate, che cioe con delte vibrazioni di ugual durata, si potevano produrre ora suoni, ed ora battimenti secondo le circostanze. E anche osservahile la notevole diminuzione d'intensita del suono, quando il terreno fra i due muri era ricoperto di neve, il che prova che anche que- sti suoni a soiniglianza di quelli degli altri corpi sonori , vengano rinforzati da quella specie di riflessione che ordinariamente si chiama risuonanza , la quale come ^ noto riesce quasi nulla, quando le onde sonore percuolono corpi non rigidi, come sarebbero, a somiglianza della neve, gli apparati, Ic tappez- zerie, ec. che si suol dire abbiano la facolta di assorbire il suono. Da tutto I'esposto si comprendera facilmente, che un luogo ove si tro- vano due muri parallel!, che riproducano bene il fenomeno ricordato, puo con- siderarsi come una macchina la quale puo servire a conoscere. 1.° I numeri assoluli delle vibrazioni dei suoni, quando si conosca esat- tamente la velocita del suono nelle condizioni dell'esperienza. 2.° La velocita del suono allorquando si abbia un suono fisso, di cu! si conosce precisamente la durata delle vibrazioni, col quale paragonare quello dell'esperienza. 3.° La temperalura dell'atmosfera, giacche e nolissima la influenza che essa lia nella velocita del suono; cosicch^ questi due muri possono considerarsi an- che come un termometro acustico, di cui la sensibilita dipende da quella del- rorecchio dello sperimentatore, per distinguere le minime di£ferenze di tone, la quale in alcuai individui, molto esercitati nell'arte musicale , e grandissima. — 295 — Seconda leUera delle lie aulle maccliie solari di Galileo Galilei a Marco ViisERi, nuovamenle pubblicala dal prof. Volpicelli, con osservazioni che la precedono, e note che la seguono, del medesimo. OSSEKVAZIOM ll motivo pel quale oia tli nuovo pubbliciiiaino (juesta iellera del sommo fi- losofo cd aslronoino italiano Galileo Galilei, che noi possediaino sottosciitta dall'immoilale autore, consisle nelle variant!, e ne'parecchi brani che si conten- {{ono in essa, non pubblicali nella stessa leUera, gia venuta in luce in tutte le diverse edizioni delle opere sue. Da cio pare che il Galileo due volte abbia scritla questa lettera , per farvi quei inulatuenli die ora noi facciamo co- noscere intcgialmente, anche pel rispetto dovuto a lanto nome. L'ultima di (]ueste edizioni, certo la piu pregievole per ogni riguardo, e quella inlitolata « Le opere di Galileo Galilei, prima edizione completa, e condotta sugli au- (( tentici manoscriiti palatini, e dedioata A. S. A. I. e R. Leopoldo II Granduca « di Toscana » (Firenze 1842 e 1856, in 8.° vol. 15, ed uno di supplimento). Questa eccellenle edizione si ebbe a patrono lo stesso Granduca , sovrano che sempre favoii le scienze , e coloro che le coltivano : si ebbe poi per , — direttore il chiarissimo sig. Eugenio Alberi , coad^ato in cio dal sig. Ce- / " lestino Bianchi , i quali meglio non potevano corrispondere all' incarico loro aflidato , ed alia fiducia che il Granduca stesso ebbe riposta in essi , per siffatta opera laboiiosa , ed universalmente desiderata. In questa edizione la lettera che ora , pei motivi sopra iodicati, rechiamo nuovamente in luce, cor- risponde a quella del T. III. p. 400,... 424, ed e la seconda delle tre celebri lel- tere del Galileo a Marco VflJseri, sulle macchie solari. Queste furono stainpate in Homa per la prima volta pei tipi di Giacomo Mascardi, 1613 in 4.°, dal prin- cipe Federico Cesi , fondatore dell' accademia de' Lincei. Siffatto libro sulle macchie solari contiene un discorso di .Angelo De-Filiis, che i Lincei vollero posto in fronte all'opera medesima, della quale decrelarono la stampa, per essere (juelle tre letlere di sommo pregio, e per la novila della scoperta che conle- nevano, alia quale ingiustamente secondo essi prelendeva il (into Apelle. Nell'ac- cademia del 20 fubbrajo 1613, furono di quesl'opera distribuitc le copie fra i Lincei, una delle quali subilo dalio stesso Galileo fu spedita in dono, nel 14 di Aprile 1613, al cardinele Maffeo Barberini, allora legato di Bologna, e poi — 296 — Uibano VIII. Cio risulla clalln leiza dclle olio lelleie di e\ dialogo dei massimi sistemi , pubbiicato nel 1632, ove la sloria dei progressi del nosti'o accadcmico, intorno aile osservazioni sue sulle macchie solari tulta si rie[)iloga , esso il noslro Linceo > parlo di macchie che si generano e si dis- solvono sulla faccia del sole; di macchie solari maggiori di tuila I'Affrica e r.Asia ; diedo le opinion! diverse circa le macchie solai'i ; dimostro esser le medesime conligue al corpo so!are , strelte verso la sua circotiferenza , non di (igura sferica, ma distese come falde soUili, e soggette a stravaganti mu- tazioni; dimosiro che i passaggi delle medesime due volte all'anno solamente polevano apparir fatti per lince relte : ma non troviamo che abbia egli niai toccato la influenza dei piancli sulle macchie stessc, fuorcbe nol brano di lel- tera, che ora si pubblica per la prima volta. Affinche chiaramente si scorga quale sia la diversita fia le due lellere , quella cioe gia pubblicata, che indicheremo con (H), e Taltra che ora pubblichia- mo , che indicheremo con (K) , ci serviremo di questo caratlere londo per quanto avvi di comune alle due lettere, del carattere corsivo corris()ondente per quello si trova nella (K) e non nella (H), e del corsivo maiuscoletto per r opposlo , cioe per tutto cio si trova nella (H) e non nella (K). FiO note a pie di pagina, serviranno a fare avvertire Ic variant!, e ad altre osservazioni. — 297 — Seconda leltera di Galileo Galilei a Marco Vdlseri , inlorno le macchie solari, /j^ lllusti'iss. sig. e Padrone Colendiss. Iiiviui pill gioroi sono una mia lettcia assai lunga a V. S- illiTiu, sciitta in |iroposito delle cose contenule nolle ire Icltere del finto Apeile (1), dove promossi (juelle difficolta che mi riliaevano dal piestarc assenso alle opinion! di quelle aiilorc, 0 pin ie accennai in parte dove inclinava allnra il mio pensiero; dalla quale inclinazionc io non pure da quel teni|io in qua nun mi sono i'in)osso, mu lotalmentc mi vi sun confermato, mostrundomi le continuale osservaziuni di giorno in giorno con ogni tincontro pussibile ad aversi , e col mancamcnto di qualsivoglia contradizione, essersi la mia opinione incontrala col vero ; di (.lie mi e parso darne coiito a V. S. coll'occasione del mandargli alcune (igure di esse macchie con giuslezza disegnate , ed anco il modo del disegnarle , insiemc con una copia di un mio Trattatello intorno alle cose , che slanno sopra I'acqua, o che in essa discendono, che pur ora si e finito di stampare. Replico dunque a VS. Illrna, e piu resolulamenle confermo, che le macchie oscure, ie quali col mezzo del telescopio si scorgono ncl disco solare, non sono allramente lontane dalla superUcie di esso, ma gli sono contigue; o separate di cosi poco intervallo , che resla del tutto impercettibile : di piu non sono stelle 0 allri corpi consistenti , e di diuturna dura/,ione , ma continuamente, altre se ne producono, ed altre se ne dissolvono, sendovene di quelle di breve durazione, come di uno, due, tre giorni, ed allre di piij lunga, come di 10, 15 e per mio credere anco di 30 e 40 e piu, come appresso diro: sono per Io piu di figure irregolarissime , le quali figure si vanno mutando continuamente alcune con preste, e differentissime mutazioni, ed altre con piu tardezza, e minor variazione ; si vanno ancora alterando nell' incremento e decremento deir oscurila , moslrando come laloru si condeiisano , e talora si disliaggono e rarefainio; oltre al mutarsi in diversissime figure, frequentemenle si vede alcuna di loro dividcrsi in tre o quattro , e spesso molle unirsi in una , e ciii non tanto vicino alia circonfcrenza del disco solare, quanto ancora circa le parti di mezzo : oltre a quesli disordinati e parlicolari movimenti , di aggregarsi insieme, e disgregarsi, condensarsi, o rarefarsi, e cangiarsi di figure, hanno un massimo, comune, e universal moto, col quale uniformemente, e in linee tra di (1) Vedi uola (A). — 298 — loio [jarallele, vanno discoirendo il corpo del sole, dai pailicolari sintomi del ijual nioviiiietiio si viene in cojjnizlone, prima che il corpo del sole e assoluta- ineiite sfurico, secondariamente, che egli in se stesso, e circa il propiio centro, si raggira, portando seco in ceichi paialleli le detle macchie, e finendo una inteia conveisione in un mese lunaie in circa, con livoigiinento simile a quell o degli oibi dei pianeti, cioe da occidente verso oriente. Di piu 6 cosa degna di essei' notata , come la moltiludine delle macchie par che caschi sempre in una striscia , o vogliamo dire zona del corpo solare , che vien conipresa tia due cerchi , che lispondono a quelli , che terminano le declinazioni dei pianeti, e f'uori di questi limili non mi par di aver fin ora osservala macchia alcuna, ma lutte dentro a tali confini, sicche ne verso borea, ne verso austro mostrano di declinar dal cerchio massimo della conversion del sole piu di 2S 0 29 gradi in circa. Le loro different densita e negrezze, le mulazioni di figure, e gli ac- cozzamenti, e le separazioni, sono per sb slesse manifeste al senso, senz'allro bisogno di discorso, onde basteranno alcuni semplici rinconlri di tali accidenti sopra i disegni, che gli mando, li quali faremo pii!i a basso: ina che elle siano contigue al sole, e che al rivolgimento di quello vengano poriate in giro, ha bisogno che la (1) ragione discorrendo lo deduca, e concluda da certi partico- lari accidenti, che le sensate osservazioni ci somminislrano. E prima il vederle sempre muoversi con un moto universale e comune a lutte, ancorche in nu- mero bene spesso siano piii di 20 ed ancor 30, Iva faremo argomento una /^ sola esser la causa di tale apparente mutazione , e non che ciascheduna da pe rse andasse vagando, nella guisa dei pianeti intorno al corpo solare, e molto meno in diversi cerchi e diverse distanze dal medesiino sole; onde si doveva necessariamente concludere , o che elle fossero in un orbe solo , il quale a guisa di stelle fisse le portasse intorno al sole, ovvero che le fossero nelTistesso corpo solare, il quale rivolgendosi in se stesso seco le conducesse. Delle quali due posizioni questa seconda per mio parere e vera, e I'altra e falsa, siccome falsa ed im|iossibile si trovera esser qualsivoglia altra posizione, che assumere si volesse , come tentero di mostrare col mezzo di manifeste repugnanze, e contradizioni. All'ipotesi , che elle sieno contigue alia superficie del sole , e che dal rivolgimento di quello vengano poriate in volta, rispondono concor- demeniente lutte I'apparenze , seoia che s'incontri inconveniente, o diflficolta (1) Nella lettera (H) dice — dalla. — 299 — vcruna. Per lo cho dichiarare, e bene chc detei'iiiiniamo nel globo del sole i poli, i cerchi, lo lunghezze, c Ic larghezze confonni a quelle chc noi inten- diamo nella celeste sfera. Perd dunque quando il sole si rivolga in se stesso, c sia di suporficie sferica , i due punli stabili si diranno i suoi poli , e tutli gli altri punti notati nella sua superficie, descriveranno circonfei-enze di coi'ohi paialleli fra di loro , maggioii o minoii sccondo la maggiore , o ininore distanza dai poli ; e massimo sara il cerchio di me/.zo egualmente distantn da ambedue i poli ; la longiludinc o lunghezza della superficie so- lare saiii la diincnsione , che si considera sccondo I'estensione delle circon- ferenze di detti ceihi ; ma la latitudinc o larghezza sara la dilatazione per i'altro verso, cio6 da! cerchio massimo verso i poli ; oiule la lunghezza delle macohie si cbiamera la diincnsione presa con una linea parallela ai sopraddetti cerchi , cioe presa pei' quel verso , secondo il quale si fa la corversionc del sole, c la larghezza s'intendera esser quella , chc si cstende verso i poli, e che vien determinala da una linea perpeudicolare alia linea della lunghezza. Dichiarati quest! termini, cominceremo a considerar tutti i particolari nc- cidenti, che si osservano nelle macchic solari, dai quali si possa venire in co- gnizione del sito , e movimento loro ; e prima il inostraisi generalmente le iliacchie nel lor primo apparire, e neH'ultimo occultarsi vicino alia circonfe- renza del sole, di pochissima lunghezza, ma di larghezza eguale a quella che lianno, quando sono nolle parti piii interne del disco solare; a quelli che in- tenderanno in virtu di prospeltiva, cio che importi lo sfugginiento della su- perficie sferica vicino aU'estremitJi dell'emisfero vedulo, sara manifesto argo- mento si della globosila del sole , come dclIa prossimita delle macchie alia solar superficie , e del venir esse poi portate sopra la medesima superficie verso le parti di mezzo ; scoprendosi sempre accrescimento nella lunghezza, e mantenendosi a medesima larghezza ; e sebbene non tutte si mostrano , quando sono vicinissime alia circonferenza , egualmente attenuate e lidotte a una sottigliczza di un filo, ma alcune formano il loro ovato piii gracile , ed altre meno ; cio proviene perche elle non sono semplici macchie super- ficiali, ma hanno grassezza ancora , o vogliamo dire altezza , ed altre mag- giore, altre minore, siccome nelle noslre nugole accade, le quali distendendosi per lo pifi , quanto alia lunghezza e larghezza , decine e talor centinaia di miglia, quanto poi alia grossczza son ben, or piii ed or meno profonde, ma non si vede , che tal profonditii passi molte centinaia, o al piii migliaia di 40 — 300 — braccia (l);cosi potendo csser la {,'rossez/.a delle macchic solari , ancorche pic- ciola in comparazionc licirallie due diinensioni, maggiorc in una tnacchia, e ininore in un'altra, accadoia , die le macchie piii sottiii vicinc alia circon- fei'cnza del sole , dove vengono vedute per taglio, si inostrino gracilissime (e niassiiiie peiclie la inctii intcriore di esso taglio vienc illustiata dal lirine [)rossinio del sole) , cd altre di maggior profondita appaiiscono piu grosse : ma che inolte di loro si riducesscro alia sottigliczza di un filo, come I'espe- i'ien/.a c'insegna, cio noii potrebbu in conto alcuno accadere, so il movimento col quale inostiano di traversare il disco del sole, Ibsse fatto in ccicbi lontani, bcnche per breve inlervallo , dal globo solarc , peiche la diminuzion grande delle lungbezze si fa sullo sfuggimento tnassimo, cio6 sulla svolta del cerchio, la quale verrebbe a cascar fuori del coipo del sole, quando le maccliie fossero poi'tate in ciiconferenzc per qualcbe spazio notabile lontanc dalla supeificie di lui. Nolasi nel secondo luogo la quanlita degli spazj apparent! , secondo i (juali le macchie inedesime mostiano di andaisi movendo di giorno in giorno, cd osservasi , che gli spazj passati in tempi cguali dalla medesima macchia, appaiiscono sempre minori quanlo piii si trovano vicini alia circonferenza del sole; e vedesi, diligentcmente osservando, che tali diminuzioni ed incrementi, notati Tun dopo I'altro coH'interposizione di tempi eguali , molto proporzio- natamente rispondono ai sini versi, e loro cccessi congruent! ad archi eguali, il qual fenomeno non ha luogo in verun altro movimento, che nel circolare contiguo alio stesso sole ; perche in cerchi , ancorche non molto lontani dal globo solare , gli spazj passati in tempi eguali apparirebbono pochissiino tra di loro different! incontro alia superficie del sole. II terzo accidente , che mirabilmente conferma questa conclusione , si cava dagli interstizj che sono tra macchia e macchia, de! quali altri si mantengono sempre gli stessi, altri grandissimamente si augumentano verso le parti di mezzo del disco solare, 1! quali furon avanti , e son poi dopo brevissimi , ed anco quasi in- sensibili vicino alia circonferenza, ed altri pur si mutano, ma con mutazion! differentissime ; tuttavia son tali , che simili non potrebbono incontrars! in altro moto che nel circolare, fatto da divers! punti, diveisamente post! so- pra un globo, che in se stesso si converta. Le macchic, che hanno la me- (IJ Ecco cbe aacbc la profondita delle macchic fu presa Iq considerazione la prima Tolta da Galileo. 1 — 301 — desima declinaziono , cioe chc sono poste nell' istesso paiallelo , nel primo apparire par quasi chc si tocchino , quando la lor vera distanza sia breve ; che so sara alquanto maggiore , appariianno ben separate , ma piu vicine assai chc quando si trovano verso 11 mezzo del disco solare, e secondo che si discostano dalla circonferenza, vengono separandosi ed allontanandosi I'una dall'ultra sempre piu, sin chc si trovano con pari distanze lemole dal centro del disco , nel qual hiogo 6 la lor niassima separazione ; d'onde partcndosi lornano di nuovo a ravvieinarsi ira di loro piOi c piu , secondo chc si ap- pressano alia ciiconfercnza ; e se con accuratezza si noteranno le proporzioni di tali apprcssamenti e discostamenli si vedr5, che parimenle non possono aver luogo , se non in movimenti fatti sopra Tistessa superlicie del globo solare. E pcrchc questa ragione c potentissima, sicche essa sola basterebbe a diino- slrar I' essenza di qucsto punto , io vogllo dare a VS. un metodo pratico , che gli dichiari pii^ apcrtamente Tinlenzione mia, e neiristesso tempo gli ma- nifesti la verita di essa. E prima deve VS. notare, che essendo la dislanza tra il sole c ooi gran- dissima, in proporzione del diametro del corpo di quelle, I'angolo contenuto dai raggi prodotti dalPocchio nostro airestremita di detto diametro vien tanto acuto, chc ben possiamo senza errore sensibile prender tali raggi, come se I'ussero linee parallclc. In oltre , essendo che non qualsivoglia due macchie indifferentementc prese sono accomodate a far T espericnza, che io intendo, ma solamento quelle che vengono portate nell' istesso parallalo, pcro doviamo fare eletta di due in tal guisa condizionate; le quali conosceremo essei' tali, tuttavolta che nel lor raovimento passino amendue per 1' istesso centro del disco solare, ovvero da csso egualniente lontane, e verso I'istesso polo. Tale accidenle alcune volte s' inconlra, come avviene delle due macchie AB della figura del di primo di luglio (fig. I.) delle quali la B passa il di secondo vi- cino al centro, e la A passa in simil distanza il giorno 7, ed amendue con inclinazione boreale; e perche tal distanza dal centro e assai picciola, il pa- rallelo descrilto da loro 6 quasi insensibilmente minore del cerchio massimo; pero s' immagini primieramente VS. la linea GZ (fig. II.) la quale ci rappre- senti la lonlananza del sole; e sia Z Tocchio nostro, e G il centro del sole, circa il quale sia descritto il mezzo cerchio CDE di semidiametro eguale , o pochissimo minore del semidiametro dei cerchi, nei quali io noto le mac- chie, sicche la circonferenza CDE rappresentera quella che vien descritta dalle macchie AB , la quale all'occhio lontanissimo Z, e che e nell' istesso piano — 302 - del cerchio CLE, si rappiesenleii'i leilii, e la inedcsiina die il diamelio CUE (e questo dico, perche dalle osservazioni che ho poliile far fin qui, non com- preiido che la conversione delle macchie sia obliqua al piano deli' Eclittica, solto la quale e la terra) ; prendasi |)oi la dislanza dclla macchia A dalla circonforenza a so prossiiiia , e si trasporli in CK, e pel punlo F sia tirata la perpendicolare alia CG che sia FII , la quale sara parallela alia GDZ ; c sai-i il raggio visuale, che va dairocchio alia macchia A, la quale apparen- doci ncl punlo F del diamelio del sole Cli, vcrrii ad esser in II ; piglisi di poi r intervallo ira Ic due macchie A, B, e si trasporli nel diamctro CE da F in I, e similmenle si cccili la peipendicolare IL, che sara il raggio visivo della macchia B, e la linea Fi la dislanza apparente tra le macchie A, B, ma r intervallo vero sara determinato dalla linea HL suttendente all'arco HL; ma come quella che vien compresa tra i raggi FU, IL, e vien veduta obli- quamente mediante la sua inclinazione non apparisce di altra grandezza, che la FI; ma quando per la conversion del sole i punli H, L calando verso E comprenderanno in mezzo il punto I), che all' occhio Z appar V istesso che il centro G, alloia le due macchie A, B, vedule non piu in in iscorcio, ma in faccia, appariranno lontane quanto c la sottesa HL, se pero il sito di esse macchie e nella superficie del sole. Ora guardisi la figura del quinto giorno, nella quale le medesime due macchie A , B sono quasi egualmenle lontane dal centro, e troverassi la loro distanza precisamente eguale alia sutlesa HL il che in modo alcuno accader non potrebbe, se il rivolgimcnto loro si fa- cesse in un cerchio quanto si voglia remoto dalja superficie del sole, il che si provera cosi. Pongasi per esempio I'arco MNO lontano dalla superficie del sole, cioe dalla circonferenza CHL solamente la vigesima parte del diametro del globo solare, e prolungate le perpendicolari FH in N, e /a IL in 0 , e ma- nifesto, che quando le macchie A, B si movessero per la circonferenza MNO, la macchia A sarebbe apparsa in F quando ella fosse stata in N, e similmente LA MACCHIA B per apparire in I bisogneria che ella fosse in 0, onde il lor vero intervallo sarebbe qnanto e la retta suttendente NO, la quale e molto ininore della HL; pei' lo che trasferite le macchie N, 0 verso E, fin che la linea GZ segasse in mezzo, e ad angoli rctti la sutlesa NO, sariano le macchie nella lor massiina lontananza vera, ed apparente minore assai della sutlesa HL, al che repucna I' esperienza, la quale ce le mostra distant! tra di lore secondo la retta HL. Non son dunque le macchie lontane dalla superficie del sole per la vigesima parte del suo diametro. E se con simile esame osserveremo le me- — 303 — dt'sime macchie del giorno otlavo, dove la B e vicina alia circonferenza , e traspurteremo la sua distanza da essa ciiconfercn/.a dal punto E nell'S, tiiando la perijendicolare ST sopra il diainetro CE, saia il punto T il sito di essa inacchia nella supcifieie del sole, e trasportando di poi la dislanza BA in SV, e pioducendo similmente la perpendicolaie VX, troveremo 1' intervallo TX , (clie e la vera distanza delle macchie 6, A) esserc I'istesso di HL ; il quale accidente in inodo alcnno non puo aver luogo quando le macchie B , A piocedesscio in cerchi scnsibilmente lontani dalla superficie del sole. E no- lisi , che quando si pigliassero due n)acchie meno dislanli Ira di loro , e piij vicine al termine C ovvero E , tale accidente si farebbe molto piii no- labile. Imperocche se fossero due macchie , delle quali una fosse su il suo primo apparire nel punto C, e I' altra apparisse in F, sicche la lor distanza apparente fosse CF , il vero intervallo Ira esse , quando fossero nella superficie del sole , sarebbe la suttesa IIC , maggiore selte o piii volte di CF. Ma quando tali macchie fossero state in K, N, la loro reale distanza .saria stata la suttesa RN , che e meno delta terza parte della CH ; laonde trasferite tali macchie intorno al punto D , quando 1' csperienza ci rappre- sentasse la lor distanza eguale alia CH, cio6 maggiore sette volte della CF, e non eguale alia RN , che o appena doppia della medesima CF , non ri- marria luogo di dubitare, le macchie essere contigue al sole, e non remote; ma si averanno esperienze , le quali ci mostreranno la suttesa CH , cio6 la vera distanza delle macchie , quando sono vicine al centro del disco solare, contenere non solo sette, ma dieci e quindici volte la piima apparente distanza CF , il che sara quando le macchie siano realmente meno e meno distanti tra di loro, che non 6 la suttesa CH, il quale accidente non potria mai accadere, quando bene la circonferenza MNZ fusse lontana dalla superficie del sole la centesima parte del diametro solare , come appresso dimoslrero. .\dunque per necessaria conseguenza ne segiiila la distanza delle macchie dalla superflcie del sole non esser se non insensibile. E la dimoslrazione di quanto pur ora ho detto sara tale. Sia per esempio I'arco CH gr. 4, sara la relta CF |)arti 24, di quali il semidiametro CG e 10,000, e di tali sara la suttesa CH 419, cioe diciassette volte maggiore della CF. Ma quando il semidiametro GM fosse maggiore solamente la centesima parte del semidiametro GC, sicche di quali parti GC e 10,000 GM fosse 10,100, si trovera I'arco MR esser gr. 8. 4,' e I'arco NRM gr. 8. 58,' e 1' arco RN gr. 0. 54.' e la sua corda 94 . di quali la CF era 24 , cioe maggiore di lei meno di 4 volte; dal che discorda lespe- — 304 — ricnza non nieno che si accordi coH'altra posizione. Polremo anco coll'istesso metodo veder di giorno in giorno gli accrescimenli e le diminuzioni dei me- desimi intervalli rispondonti alle conveisioni faltc solamentc sopra la super- ficie del sole ; impcrocche piendasi la figura del giorno terzo di lufslio , e posta la distanza P C cguale alia rcmozione delia macchia A daila circon- ferenza del disco solare, pongasi poi parimcnle la linea PK eguale alTinter- vallo AB, e prodotte lo duo perpendicolari VQ, YK, troveremo la sullesa Q Y eguale alia HL , argumcnto irrefragabile dclla conversion falla nclla stessa superticie del solo. Dico di piii , che lali macchie non solamnto sono vici- nissiuie, o forse oontigue alia superficic del sole, ma oltre a cio si elevano poco da quella, in quanlo alia lor grossezza, o vogliamo dire altezza ; cioo dico clio sono assai soltili in comparazionc della lunghezza e largliezza loro, il che raccolgo dall' appariro che fanno i loro interstizj divisi e distinti ben spesso fino airultimo lembo del disco solare, ancorchi si osservino macchie poco tra loro dislanti, e posto nell' istesso parallelo, come accade delle 2 Y del giorno 26 di giugno ; le quali cominciano ad apparire , e benche molto vicine aU'estrema circonfercnza del disco, tuttavoUa Tuna non occupa Taltia, ma scorgesi tra esse la separazioae lucida; il che non avverrebbe, quando esse fossero assai elevate, e grosse; e massime essendo molto vicine tra di loro, come dimostran gli altri disegni segucnti de'giorni 27 e 28. La macchia M parimente , composta di una congerie numerosa di macchie piccole , mostra le distinzioni tra esse sino all' ultima occultazione; benche tutto I'aggregato vadia molto scorciando mediante lo sfuggimento della superficie globosa, come si vede nei disegni dei medesimi giorni 26, 27, e 28. Mu qui potrebbe per avventura cadere in opinione ad alcuno , che tali macchie potessero essere semplici superficie, o almcno di una sotligliezza grandissima, poiche ncl ritro- varsi vicine alia circonfercnza del disco , non piu scorciano gli s|)azj lucidi , che tra quelle s'interpongono, che si diminuischino le iunghezze loro proprie, il che pare che accader non potesse, quando la loro altezza fosse di qualche notabile momento. A questo rispondo, non esser tal conseguenza nceessaria, c questo perche quando bene la loro altezza sia notabile in comparazione della loro lunghezza, o degli spazj trapposti tra macchia e macchia, tullavia potra apparir la distinzion lucida sino a gran vicinanza alia circonfercnza, e cio per lo splendore del sole , che illustra per taglio Ic stesse macchie. Impcrocche se VS. inlendera la superficic del sole secondo I'arco AFB (Fig. Ill), e sopra di quella le due macchie C , DE ed il raggio della vista secondo la linea — 305 — leltii OC, die veiijja cosi obliqua o incliaata, che noii possa scoprir punto la superlicie del sole segnata F, che lesta interposta ira le due macchie, tuttavia le potia scoiger distinte, e norj continuate come una sola, in viitu del canto U dolla macchia DE, il quale vicnc sommamente illustiato dal prossimo splendore della superlicie F; oltie die I'occhio cosi obliguo scuopre alcuna parte dclla superficie del sole, cio6 quella che vien sottoposta alia macchia DC, la quale non vedeva mentre i raggi visivi andavano diictti. Avvertisco di piu, che non tutte le macchie tra di se vicinissimc si mostrano separate sine all' ultima circonferenza, anzi alcune par che si uniscano, che pud accadere talvolta, per essere la piu rcmota dalla circonferenza piu grossa ed alta della piu vicina : oltre che ci sono i movimenti lor proprj irrcgolari e vagabond!, che possono cagionaro varie apparenze in questo particoiarc; ma nolo bene universalmente, che la negrczza di tutte si diminuisce assai assai quando son vicine all'estremo tcrmine del disco , il che accade per mio pareie dallo scoprirsi il taglio il- luminato e dall'ascondersi moito i dorsi oscuri delle macchie, le cui tenebre reslano assai confuse agli occhi nostri dalla copia della luce, lo potrei ad- durre a VS. moiti altri csempj , ma sarei tioppo prolisso , e mi riserbero a scriverne piii diffusamenle in altro luogo , e voglio per ora contentarmi di avergli accennalo il mio parcre; nato dalla continuazione di molte osserva- zioni, che e in somma, che la lontananza delle macchie dalle superficie del sole sia o nulla, o cosi poca, che non possa cagionare accidente alcuno com- prensibile da noi: e che la profondila o grassezza loro sia parimente poca in coinparazione deiraltie due dimension!, imitando anco in questo particolare le nostra maggior! nugolate. E quest! sono gl'incontr! , che abbiamo delle macchie , che si trovano nell'istesso parallelo. Le macchie poi che sono poste in divers! parallel!, ma sono per co.si dire sotto il medesitno meridiano , cioe , che la linea che le congiungne , taglia i parallel! a squadra e non obliquamentc , non mutano distanze fra d! loro, ma quella che ebbero »ie/ (1) loro primo comparire vanno mantenendo sempre fino all' ultima occultazione : le altre poi che sono in divers! pasalleli e in divers! meridian!, vanno pur crescendo e poi diminuendo i lor intervalli; ma con maggior! differenze quelle che si rimirano piii obli- quamentc, cioe che sono in patallel! piu vicini, ed in meridian! piii remoti , e con minor varietad! ; allincontro quelle che meno obliquamente sono tra (1) Nclla Icllera (H) dice— col. — 306 — loio situate; e clii bene amlrii coininensurando luttc le siinili diveisita, tro- vera il tutto rispondeie , e con giusta siininetria concordai' solaniente con la nostra ipotesi , e discordar da qualunquc altra. Devesi peio tuttavia av- veitire che non scndo tali inaccliie totalmentn (isse ed iinmiilabiii nella faccia del sole , anzi andandosi conlinuaineiite per io piu inutando di figura , ed aggregandosi alcune insieine , ed allre disgiegandosi , puo per siinili picciole mutazioni cagionaisi qualche poeo di variela nei rincontri precis! delle narrate osservazioni, le quali diversita per la lor picciolezza in proporzione della inas- sima ed universal conversioiic del sole, non dovran partorire scrupolo aicuno a chi giudiziosameute andra, per cos'i dire, tarando I'eguale e general moviinento con queste accidentarie alterazioncelle. Ora quanto per tutti quest! rincontri I'apparenze, che si osservano nolle macchie, puntualmente rispondono all'esscr loro contigue alia superficie del sole, alTesser quella sferica e non di altra figura; ed all'esser dal medesimo sole portate in giro dal suo rivolgimento in s6 stesso, tanto con incontri di manifesto repugnanze contrariano ad ogn! altra posizione, che si tcntasse di dargli. iinperoccli^ so alciino volesse costituirle nell'aria , dove pare che altre impression! simili a quelle continuamente si vadano pro- ducendo e dissolvendo, con accident! conform! di aggregarsi e dividers!, con- densarsi e rarefarsi, e con mutazioni di figure inordinatissime, prima ingom- brando esse molto picciol! spazj nel disco solare, mentre fra I'occhio nostro e qnello s'interpongono, ed ossendo cosi vicine alia Terra, bisognerebbe che die fossero moli non maggiori di picciolissime nugolette, poiche ben minima domanderemo una nugola, che non bast! ad occultarci il sole ; e so cosi ^, come in si picciole moli sara tal densita di materia che possa con tanta con- tumacia resistere alia forza de! raggi solar!, sicche n^ le penetrino col lume, ne le dissolvano per molt! e molt! giorni colla loro virtu ? Come generandosi nelle region! ciiconvicine alia Terra, c s'io bene stimo per detto altrui, forse delle avaporazioni di quclla , come, dico , cascano tutte Ira il sole e no!, e non in altra parte dell' aria ? poiche niuna se ne scorge solto la faccia della juna illuminata , ne si vede separata dal sole in aspetto oscuro , ov- vern illustrata dai suo! saggi , come delle nugole accade , delle quali con- tinuamente ne veggiamo dell' osoure e dell' illuminate intorno al sole , ed in ogn! altra parte doll' aria ? Piu , scorgendo no! la materia di tali mac- chie esser per sua natura mutabile , poiche senza regola alcuna si aggre- gano fra di loro, e si sopinano, qual virlii sara poi quella , che loro possa comunicare e con tanta legola contemperar il movimento diurno, sicche ma! — 307 — preteriscano di accompagnare il sole, se non quanlo un movimento comune a tutte c i-egolato , le fa trascorrere in 15 giorni in ciica il disco solare , dove che I'altre aeiee impressioni trascorrono in minimi momenti di tempo ni'n pur la faceia del sole, ina spazi molto maggiori ? A simili ragioni, co- me molto pmbabili, lispondcr non si puo scnza inliodur grand! improbabi- lita. Ma ci reslano le dimostrazioni necessarie, e che non ammettono risposta veruna ; delle quali una e il vedersi quelle nel tempo medesimo da diversi luoghi delia Terra, c molto tra di loro distant!, disposte coll' istesso ordine, e nelle parti medesime del sole, sicconie per vari rinconlri di di.-«egni lice- vuti da diverse bande ho potuto osservare ; argomento necessario della lor grandissima lontananza dalla Terra; al che con ammirabil assenso si accorda il cader tutte denlro a quella fascia del globo solare, che rispondc alio spa- zio della si'era celeste, che vien coinpreso dentro ai tropici, o per meglio dire, dentro ai due paralleli, che determinano le massime declinazioni dei pianeti. II che non debbo io credere che sia particular privilegio della cilta di Fi- renze, dove io abito, ma ben debbo stimare che dentro ai medeslmi confini siano vedute da ogni altro luogo, quanto si voglia piu ausirale o boreale. Di piii il non fare altra mutazione di luugo sotto il disnu solare, che quella uni- versale e comune a tutte le macchie , colla quale in 15 giorni in circa Io Iravcrsano , e quelle piccolo ed accidentarie , secondo le quali talora alcune si aggregano ed altre si separano , necessariamente convince a porle molto superior! alia luna, perche altramente, come ben nota ancora Apelle, bisogne- rebbe che nel tempo tra il nascere e il tramontare del sole , tutte uscissero fuori del disco solare mediante la parallasse. E se pure alcuno volesse allri- buir loro qualche movimento proprio, per Io quale la diversila di aspetto fosse compensata, non potrebbono le medesime macchie, vedute oggi da noi, tornaro a mostraisi dimani; il che e contra I'esperienza, poicho non pure ritornano a a fars! vedere il secondo giorno, ma il terzo e quarto, e sino al quartodecimo. Son dunque le macchie per necessarie dimostrazioni superiori di assai alia luna, ed essendo nella region celeste, niuna altra posizione che nella superficie del sole, e niun altro movimento, fuori che la conversion di quello in s6 stesso, se gli puo scnza altre repugnanze assegnare. Imperocche tra tutte rimmaginabili ipotesi, la piu accomodata a soddisfare alle apparenze narrate, sarebbe il porrc una sferetta tra il corpo solare e noi , sicche I' occhio nostro ed i centri di quella e del sole fossero in linea relta, c piii che il sno diametro apparenle fosse eguale a quel del corpo solare, nella superficie della quale sfera si produ- 41 — 308 — cessero e ilissolvessero lali inacchie, e dal livolgiinento della inetlcsiiiia in so stessa, venissero poitalc in volla : tai posizione, ilico, die soddisfaiebbe alio sopraddeUe apparenze , quando pcio se le assegnasse luogo tanto supciiorc alia luna, clie fosse libero dall' oppuijnazionc delle parallassi , cosi di quclla (;he di[tendo dal niolo diurno, come daH'altra die nasce dalle diverse posizioni in Terra: c queslo , accioedi6 a tulte Tore, e da lutti i riguardanti i centri di delta sfera e del sole, si niantenesseio ndla inedesima linea rclta; ma con lulto queslo una inevilabil ditlicollii ci convince , cd 6 die noi dovrcmmo vcdere le macdiic muoveisi sotto il disco solaie con movimeiili conliarj ; imperoecbo quelle che fossero neU'emisfero inferioro della immaginata sfera, si moverebbono verso il lermine opposto a qucllo, verso il quale camminas- sero I'alti'e postc neU'emisfero supcriore, il die non si vcde accadcre: oltre che siccome agl'ingegni sjieculativi e liberi, che ben intendono non esser mai stato con cfilcacia veruna dimostralo, ne anco polersi dimostrare, che la parte del mondo fuori del concavo delPorbe lunare, non sia soggelta alle mutazioni ed allcrazioni, niuna diflTicolta o repugnanza al credibile ha apportato il vedor pro- dursi, e dissolversi tali niacdiie in faccia del sole slesso; cosi gli altri che vor- rebbono la suslanza celeste inalterabile, quando si vedano asiietli da ferme e sensate esperienze a pone esse macchie nella parte celeste, credo che poco faslidio di piii loro dara il porle contigue al sole che in altro luogo. Convinta ch'e di falsita I'inlroduzione di tale sfera tra il sole e noi, che sola, ma con poco guadagno di chi volesse rimuovere le macchie dal sole, poteva soddisfare a buona parte dei fenomeni, non occorre che perdiamo tempo in riprovar ogni altra iinmaginabil posizionc, perchfe ciascheduno per so stcsso immediatamente incontrera impossibili e conlradizioni manifeste, tuttavolla che sia ben restato capace di tutti i fenomeni che di sopra ho I'accontali, e che veramonle si osser- vano di conlinuo in esse macchie. Ed acoiocche VS. abbia esempli di tulli i pai'ticolai'i, gli mando i disegni di 35 giorni, cominciando dal secondodi giugno (Fig. 1), nei quali VS. primieramenle aviii esempli del mostrarsi I'istesse mac- chie piu brevi e gracili ndle parti vicinissime alia circonferenza del disco solare, paragonando le macchie notate A del 2° e 3° giurno, che sono I'istessa; le B C del giorno 5° colle medesime del 6;° le A del 10 e dell'll; le D parimente dei giorni 13,14, 15, l6;leCdei 14,15, IG; le B dei 18, 19, 20; le C dd 22, 23,24; le A del 1,° 2,° e 3° di lugiio; lo C e B del 7° ed 8°; ed altre anoora, che per breviiii iralascio. Quanto alia seconda osservazione, ch' era che gli spazj passati in tempi eguali sieno sempre minori quanto piii la macchia e vicina — 309 — alia circonfeienza, ce ne danno ovifJenti eseinpli le macchie A del 2° e 3° di giugno; le B, C del 5,6, 7, 8; le C, A dei gioi-ni 10, 11, 12, 13, U, 15, 16; le F, G dei 16, 17, IS, 19, 20, 21; la C del 22, 23, 24, 25, 26; Ic A , B del 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 di luglio, e moke altre. Che poi gli spazj traversal! tra maccliia e macchia si mantengano sempre gli slessi , che era la prima parte della terza osservazione , scorgcsi delle macchie B, C, dal d\ 5 di giugno sino al 16, e dalle macchie F, G, dal di 13 sino al 20, dove in ultimo il lor intervallo diminuisce un poco, perche elle non sono giustamente locate sotto I'istesso cerchio massimo, che passa per i poll della convcrsione del sole. E Tislesso si scorge negl'intervalli tra la mac- chia A ed il centro del lamacchia F, dal di 2 di luglio sino agli 8, li quali vengono aliiuanlo crescendo, perche detle macchie si riguardano ohliquamente, e I'istesso fanno le macchie E, F, dei medesimi giorni, ma con minori differenze, rispon- dondosi meno ohliquamente. Ma che gli intervalli delle macchie che cascano sotto il mcdesimo parallolo appartcnente si mutino, diminuendo sempre quanto piu sono lontanc dal centro, lo mostrano apertamente le macchie B, 0, dal giorno 5 di giugno sino al 14, dove la lor distanza vien crescendo sino ai giorni 8 e 9, c poi cala sino all' ultimo. Le tre macchie H del giorno 17 erano nel pre- ccdentc molto piu separate, e I'intervallo F H dal di 14 sino al 18 va sempre diminuendo, e sempre con maggior proporzione. Circa poi agli altri accidenti , vedra primieramente VS. gran mutazioni di figura nella macchia B, dal di 5 di giugno sino al 14; variazion maggiore vedra nella G dal giorno 10 fino al 20, con incremento grande , e poi di- minuzionc. La macchia M comincio a prodursi il giorno 18, ed il giorno 20 apparse grandissima , ed era una congcrie di moltissime insieme , ando poi mutando figura, come si vede sino alia fine. Le macchie R cominciarono ad apparire picciolissime il giorno 21, e poi con grande augumento e stravagan- lissime figure si andarono mutando sino al fine. La macchia F si produsse parimente il giorno 13, non si essendo veduta cosa alcuna in quel luogo i giorni avanti, ando poi crescendo, ed in fine diminuendosi, e variamente mu- landosi di forma. La macchia S comincio ad apparire il 3° giorno pur di giugno , e furoii due piccole macchiette, le quali crebhero, e formaron allra (igura, c poi andaron anche diminuendo, come si vede nei disegni. Del gruppo 0 delle macchie P, cominciate ad apparire il di 25 di giugno , si vede con- scqucntemente gran mulazione ed augumento in numero e grandezza, e poi anco gran diminuzione dell'uno e dell'altro sino ai fine. La macchia F, co- — 310 — minciala a scopiirsi il 2 di luglio , fece , come mostrano i disegni , strava- ganli a giaii inutazioni nei giorni st'guenti. Nel giomo 8 di giugno si videro di nuovo le macchie E. L, N, deiie quali ic L presto si disfeccro, c la N crebbe in mole e numero ; le i* del giorno 11 , scndo compaise allora, due giorni dopo svanirono. La Q, appaisa il di 21, si divise ii seguentc in fre, e poi si consumo. La C, pniimenic del gioino 25, il seguente si divise in tie, e nel medesimo gioino si videio prodotte di nuovo tulle le X. La macchia G del giorno 27 si divise in inolle nel segucnle giorno, ed altrc divisioni e muta- zioni di siti focc negli allri giorni; come anco si vedono nei giorni medcsimi gran mutazioni nelle macchie intorno al P. Le 7 macchie M, N, del 3 di luglio apparveio quel giorno; e le N, il seguenlc, si ridussero a due, esscndo prima cinque, c le M cicbbero prima in numero , e poi si aggregarono ; ed in ultimo lornarono a dividersi ancora. E da tuUi questi accidenti e da allri, ehe VS. polra nei inedesimi disegni osservare , vcdesi a quanle irregolate inutazioni siano tali macchie soggelte, la somma delle quali, come altra volla gli ho accennalo, non irova csemplo e similitudine in niuna delle noslre ma- terie , fuori ehe nelle nugolc. Quanlo poi alle massime durazioni, delle maggiori e piu dense, benche non si possa affermare di cerlo , se alcune ritornino 1' islesse in piCi di una conversione, rispetto ai conlinui mutameuli di figure, ehe ci tolgono di po- terle raffigurare, lultavia io sarei d'opinione, ehe alcuna rilornasse a mostrarcisi piii d' una volla, ed a cosi credere m' induce il vederne alcuna comparire grande assai ed accrescersi sempre , sin ehe 1" emisfero vedulo da volta ; e siccome e credibile ehe ella si fosse generata mollo avanli la venuta sua , cos'i e ragionevole il credere ehe ella sia per durare assai dopo la partita , sicche la durazion sua vcnga ad esser molto piii lunga del tempo di una mezza conversion del sole; e come questo e, alcune macchie possono senza dubbio, anzi necessariamente esser da noi vedule due volte; e queste sarebbono taluna di quelle ehe si producessero neU'emisfero vedulo vicino aH'occultarsi, e poi |)assando nell'altro seguitassero di prender augumento, ne si dissolvessero; sin ehe toinassero ancora a scoprircisi; e per cio fare basta la durazione di Ire 0 quattro giorni piii del tempo di una mezza conversione; ma io di piii credo ehe ve ne sieno di quelle , ehe piii d' una volta traversino tuUo I' emisfero vedulo, quali son quelle, ehe dal primo comparire si vanno sempre agumen- tando sin die le veggiamo , e fannosi di slraordinaria grandezza , le quali possono continuar di crescere ancora mentre ci si occultano, e non 6 credibile, — 311 — clic [)oi ill pill bievc leinpo si diininuiscano e dissolvano, perche uiuna delle giandissitne si e osservalo che i-epenliiiamente si disfaccia; ed io ho piu volte osservato dope la partita di alcunu delle massime, setido scorso il tempo di una inez/.a conversionc, lornaine a compaiire una, ehe era per mio credere I'istessa, e passar per I'istesso parallelo. Dalle cose detle sin qui, parmi, s'io non in'inganno, che necessariamente si conchiuda, le macchie solari csser contigue o vicinissime al corpo del sole, esser materie non permanenli e fisse, ma variabili di figura e di densitii, e inobili, ancoia chi piii e chi meno, di alcuni piccoii movimenli indeterminali ed inegolati, ed universalmente tulte produisi e dissolversi, altre in piu brevi, aitre in piu hiiighi tempi; e anco manifesta ed indubitabile la lor conversione intorno al sole; ma il determinare se cio avvenga perche il corpo stesso del sole si converla e rigiri in so stesso portandole seco, o pure che restando il corpo solare immoto , il livolgimento sia deH'ambiente, il quale le contenga e seco le conduca , resta in certo modo dubbio, potendo essere c questo, e quello; tuttavia a me pare assai piii probabiie, che il movimenlo sia del globo solare che dell'ambiente, ed a cio credere m'induce prima la certezza che io prendo dell'esser tale ambiente molto tenue, fluido e cedente, dal veder cosi facilmente mularsi di figuia, aggregarsi e dividers! le macchie in esso conte- nute, il che in una materia solida e consistente non potrebbe accadere (pro- posizione che parra assai nuova nella comune filosofia) : era un movimento costante e regolato , quale e I' universale di tutte le macchie , non par che possa aver sua radice e fondamento primario in una sostanza flussibile, e di parti non coerenti insieme, e pero soggelte alle commozioni e conturbamenli di moiti altri movimenti accidentarj; ma bene in un corpo solido e consistente, ove per necessila un solo e il moto del tutto e delle parti; e tale e credibile che sia il corpo solare in comparazion del suo ambiente. Tal moto poi par- lecipato alTambiente pel contatto, ed alle macchie per I'ambiente, o pur con- ferito per Io medesimo contatto immedialamente alle macchie, le puo porlare intorno. Oltre a cio pare che VinlelleUo inconlri almeno gran durezza, se non impossibilild in apprendere, e figurarsi che un (jlobo sospeso, e da niuno oslacolo impedilo, possa resiare immobile in uno ambiente, il quale con velocild se gli raggiri intorno, perche in effetto una sfera di qualunqne materia similare col- tocata nel suo luogo nalurale, non ha principio alcuno intrinseco , che repugni air csser mossa intorno al suo proprio centro , essendo che per tal conversione non ne seguita mutazione alcuna tra le sue parti , tna tutte restano nella me- — 312 — desima coslituzione sempre; ohre che dilJicibnenle possinm comprcndere die un corpo naturale abbia inlrinseca repugnanza a qualchc movimcnto, se ci non ha proporzioue interna al molo opposto, ondc (iritnpcdimcnti non possono csser se non csterni, ma (jrhnpcdimcnli cslerni non si vcde, die opcrino scnza contallo (1) (se non forse ropcrazionc della calami(a) qnnndo dwupie tuUo qncllo che este- riormente loccasse una lale sfera si inovcsso in 2, si legge : essers! per olto giornj(}'continu! vedula dal popolo di Francia una macchia nera nel disco solare , della quale I'ingresso o I' useita per I' impe- dimenlo delle nugole non potette esser osservata, e fu creduta esser Mercurio allora congiunlo col sole. Ma queslo e troppo grand'errore, essendo che Mer- 42 — 310 - cuiio iioii i>ii6 resUir congiunto col sole in- iiin'o per \o spazio di oie sette, tale c il suo moviinento, quando si vicne a inlerporre tra il solo e noi (1). Fu dun- que lal Icnomeno assolutamentc una delle macchie grandissiina ed osciirissima, c delle siuiili sp nc potianiio incontraro ancora [ici' I' avvcnire , o forse ap- plicandoci dili^eiito osscfva/ionc, no poliemo vcdcic alouna in I)revc leinpo. Se (^WHSTO SCOPRIJIEyTO fOSSE SBOUITO ALCUNI AA'jV/ AVAi\TI , AVEUEBBE LE- VATO AL KepLERO LA FATICA I)' I i\T E B l'ttET\n E SALVAH QUESTn LUOGO COLLE AL- TERAZIOM DEL TESTO, ED ALTBE EME.\OAZI0i\l VE'tE.VI'I: SUPBA DI CUE 10 KON ISTAHO' AL PBESEIVTE AD AFFATICABMI , SICUBO CUE DETTO AUTOBE , COME VEBO FILOSOFO E .\oy BEMTEXTE ALLE COSE MAMFESTE, jVO,V PRIMA SEATIRA' QUESTS lUIE OSSEBVAZIOXI E DISCOBSI, CUE OLI PRESTEBa' TUTTO l'aSSEJVSO. OrA per RACCQR QUALCIIE FRVTTD dalle INOPIA'ATE MARAVir.LIE, CUE SIKO A QUESTA \OSTRA ETA' SO.\t) STATE CELATE, SABA'' BE.\E CUE PER l'AVVEMRE SI TOR Nl A POBGEBE OBECCHIU A QUE! SAGGI FILOSOFI, CUE DELLA CELESTE SUSTAA'ZA DIVERSAME.VTE DA AbISTOTILE GIUDICARONO, E DAI QUALI AriSTOTILE MEDESIMO iVOiV SI SAREBBE ALLO.\TA.\ATO , SE DELLE PBESENTI SENSATE OSSERVAZIONI AVESSE AVUTA COXTEZZA: POICHE EGLl i\ON SOLO AMMESSE LE MANIFESTS ESPE- RIENZE TRA I MEZZt POTENTI A CONCLUDER CIRCA I PROBLEMl NATURAL!, MA DIBDE LORO IL PRIMO LUOGO. OxDB SE EGLl ARGOMETO' l' IMMUTABILITA' De'cIELI DAL A'OiV SI ESSEB VEDUTE IN LORO Ne'dECORSI TEMPI ALTERAZIONE ALCUNA, E BEN CREDIBILB, CUE QUANDO IL SENSO GLI AVESSE MOSTRATO CIO'CUE A NOI FA MA- NIFESTO, AVREBDE SEGUITA LA CONTRARIA OPINIONS, ALLA QUALE CON Si' MIRABILl SCOPRIMSNTI VENGUIAMO CIIIAMATI NOI. AnZI DICO DI Piu', CIl'lO STIMO DI CON- TRARtAR MOLTO MENO ALLA DOTTRINA DI AbISTOTILE COL POBBE {STANTE VERB LE PRESENTI OSSE BVAZIONl) LA .VATEBIA CELESTE ALTEBABILE, CUE QUELLI CUE PUR LA VOLESSERO SOSTENEBE I N ALT E BABI LE: PEBCUE SON SICURO CUE EGLl NON BBBE MAI PER TANTO CERT A LA CONCLUSIONS DELL'iN ALTS BABI LIT a\ COME QUEST A: CUE all' EVIDENTE ESPSBISNZA SI DEBBA POSPOBBS OGNI UMANO DISCOBSO ; S PEBO' MEGLIO SI FILOSOFERA' PRESTAN DO l' ASSENSO ALLE CONCLUSIONI DEPEN- DENT! DA MANIFESTS OSSERV AZION I , CUE PEBSISTENDO IN OPINION! AL SENSO STESSO BEPUGNANTl, E SOLO CONFEBMATE CON PBOBABILI 0 APPABENTI BAGIOM. QUALI POl E QUANT! SIENO I SENSATI ACCIDENT!, CUE A Piu' CERTS CONCLUSION! C' INYITANO , NON E DIFFICILE l' INTENDERLO. Ora chi sard, che vedule, osservaie, e considerate (jueste cose, vo(jiia piit persistere in opiniotie non solamenle falsa, ma erronea, e rcptignanle alle induhi- tabili vcrila dcllc sacre lellere ! le quali ci dicono, i cieli e lullo il mondo non pure (1) Vedi nola (D). — 317 — csser gencrabili, e corruuibili, ma generali, c dissolubili, e iransitori. Ecco la bontd diviutt per irarci da si gran faltacia, inspira (I) ad alcuno metodi necessarj, onde s' intcnda, l;i fieneraziori dellc comcte esser nella regione celeste : a qucsto, conic testiinoiiio die presto tiascoire e manca, resta rilroso il nutneio majj- giore (li quelli che inscgnano agli altri: eccoci mandate nuove fiamme di piu luiiga durazione in figura di stelle lucidissinrie, prodottc pure c poi dissolutcsi nello reinotissime parti del cielo : no basla qucslo per piegar quelli , alia incnte dci quali noii airivano la necessitii dclle dimostraxioni geometriche : ecco fiiialmento scopcrto in qiiella parte del cielo , che meritamente la piii pura a sinceia slimar si dee, dice in faccia del sole stesso, prodursi conti- nuaincnte , e in brevi tempi dissolversi irinumerabile moltitudine di innterie oscure, dense e caliginosc: eccoci una vicissitudine di produzioni, e disf'aci- mcnli , cbe non flnirfli in tempi brevi ; ma durando in tutti i futuri secoli , dara tempo agi'ingcgni umani di osservare quanto lor piacera, e di apprendere quelle dotlrinc, che del sito loro gli possa render sicuri, benclie anco in quesla parte dobbiamo riconcscer la benignila divina; poiche di assai facile e presta apprensione sono quel mezii, che pei' simile intelligenza ci bastano; e chi non 6 capace di piu, piocuri di aver disegni fatti in regioni lemolissime, e gli con- ferisca con i I'atli da se negli stessi giorni, che assolulamente gli litrovera aggiu- starsi con i suoi; ed io pur era ne ho ricevuti alcuni fatti in Brussellos dal sig. Danielle Antonini (2) nei giorni 11, 12, 13, 14, 20, e 21 di luglio, li quali si adattano a capello con i miei, e con altri mandatimi di Roma dal sig. Lodovico Cigoli (3), famosissimo pittorc ed architetto; argomento, che dovrebbe baslar per se solo a persuaderc ogn'uno, tah macchic essere di lungo tratto superioii alia Luna. Beslerd per Vavvenire campo ai fisid di specolore circa la suslanza, e la maniera del prodursi, ed in brevi tempi dissolversi moli cosi vasle, che di limga mano superano alcime di loro in allora si trovera esso al massiino di sua elongazione 7 gradi. II sig. Lescarbault che ba veduto nell'S maggio 1845 Mercurio passare avanti al sole , sliina che il diamctro del nuovo |)ianeta, sia appena un quarto del diametro di Mer- curio, 0 0,255 del diametro del medesimo, essendo qui preso per unita. Sebbene questo pianeta siasi veduto prima della leitera, colla quale il sig. Le Verrier notificava al sig. Faye la necessita della sua esistenza, tuttavia la gloria della scoperta di esso non rifletterii meno suH'illustre direttore dell'osservatorio astro- nomico di Parigi, come (juello che ne ha provocato la scoperta, la quale offre la chiave delle anomalie apparenti riconosciute nei moti della Terra e di Mer- curio. II sig. Le Verrier depositando all'accademia delle scienze il suo lavoro completo, sulla necessaria esistenza di uno o piii pianeti fra Mercurio ed il sole, ha voluto provare che le sue conclusioni teoreliche sulla esistenza mede- sima, sono indipendenti da qualunque osservazione anteriore. II sig. Le Verrier riducendo in numeri ed in tavole le formule della sua teorica di Mercurio, ne ha concluso la esistenza di masse perturbatrici fra questo pianeta ed il sole. La stampa di questi suoi la vori, sebbene terminata il 19novembre 1859, vale a dire un mese prima dell' annuncio del sig. Lescarbault , tuttavia si tro- va implicitamente fondata suITazionp dei pianeti intra-mercuriali, e la sco- perta dei medesimi non vi arrechera senza dubbio altro che insignificanti cangiamenti. Considerando le masse come proporzionali ai volumi loro par- rcbbe che la massa del nuovo pianeta, esser dovrebbe 1/17 di quella di Mercurio. Questa massa secondo Le Varrier e troppo tenue, perche alia distanza ove si trova possa produrre la totalita dell'anomalia constalata nel perielio di Mercurio. Cio porta il sig. Le Verrier a credere che vi >lovrebb'essere un gruppo di pianeti, e non un solo, fra Mercurio cd il Sole. Questi pianeti fino ad ora po- trebbero essersi manifestati agli osservatori sollanto in forma di piccole macchie solari; giaccheia luce da essi rifle.ssa, essendo molto debole, non deve sorpren- deie che non sieno stati ancora vcduli diretlamcnle, per la troppo breve loro distanza dal torrente immenso di luce solare. Supposta vera la esistenza del pia- — 32G — neta, Vulcano, Ic inleressanli osscrvazioni seguenli, valgono a diinoslrarc clic le projczioni di un pianola infciioic sul disco solare, possono a prima giunta t'otnparirc per inacchie real! sul disco inedesiino, c clic per conscguenza pos- sono i pianeli, anchc in questo mode, influiic nelTapparizione dolln mecchie stpsse, come implicilamcntc lo ha detto Galileo nel brano inedito pag. 317 lin. 25, t! scg. cui si rii'crisce la nota (G). 1! sig. Wolfdi Zurigo in falti ha pubblicalo, in una ilcllc piu rccenti sue comunicazioni, relative allc inacchie solari, quelle osscrvazioni antichc, Ic quali egli credo sieno coirispondenli ai passaggi del nuovo pianeta intra-mcicuriale sul sole. Queslc osscrvazioni di macchie apparenli sono quelle del sig. Scheulen di Crefeld, del 6 giugno 1764 -del sig. Staudachcr, verso la fine di feb. 1762- del sig. Lichlenberg, nel 19 novembie 1762 - del sig. Hoffmann sul cominciare di maggio 1761 - del sig. Dangos nel 18 genuaro 1798 - del sig. Fritsch, nel 10 ottobie 1801 - del sig. Staik, nel 9 ottobrc 1819, ecc. Ciascuno di quest! osservatori ha vcduto una piccola macchia rotonda , tcrminata netta- incnte, di un diametro prcsso a poco egualc al diametro appaientc di Mcrcurio, iraversare il disco del sole in un inlervallo di tempo, che ha variato da due a tre ore. Tenendo cento altro che delle osscrvazioni esattissime del 18 gen- uaro 1798, del 10 ottobre 1801, e del 9 ottobre 1819, il sig. Wolff trova ossere quaste niolto soddisfacenti per un pianeta, di cui il tempo di rivolu/ione attorno al sole sarcbbe di 19,25 giorni. L'accordo di questo numero coirallro 19,7, che il sig. Le Verrier dedusse dalle osscrvazioni del sig. Lescarbault, e molto rimarchevole. Dalle precedcnti osscrvazioni, relative ai passaggi delle indicate piccolc macchie rotonde sul disco solare, si conclude, che se le medcsime provcn- gono dalla projezione di Vulcano sul disco medesimo, questo pianeta dal 18 gennaro 1798, sino al 26 marzo 1859 (Lescarbault), sarebbe passato 1064 volte sul disco medesimo, essendo stato osservato solo cinque volte. Se il pianeta Vulcano non esistessc, come taluno propcnde a credere, spe- cialmenle il sig. Liais (1), in tal caso le piccole macchie rotonde osservale sul disco solare, e riguardante come passaggi di questo pianeta sul disco me- desimo, sarebbero probabilmente alliettante macchie reali di esso, od altret tante projczioni di altri /steroidi, esistenti fra Mercurio ed il Sole (2). (1) Giornalc astronomico del sig. Peters di Allona. (2) Tulte le pubbiicazioni sino a qucst'epoca, relative alia scoperta del pianeta Vulcano, si ritrovano nell'Inslitut 27' annee, pag. 293, 502, e 28'' annetS pag. 2, 11, 76, 91, 130, e nel Comes vol. 16. pag. 19, 22, 50, 83, 116, 147, 170, 210, 269, 299, 397, 408, 411, 473. I / — 327 — Noia (E). II conte Daniello Antonini cli Udine, fu dei mollo illutii disccpoli di Ga- lileo in Padova. Milito nclic Fiandre come venluriciy': lipatiiato nelia slate , 'g del 1612 cadde, coinbattendo gli uustriaci sulie live dell' Isonzo nci 1616. La sua conispondenza ecu Galileo fa testimonianza de' suoi grandi studi , del- I'acuto ingegno sue , non che dell' affello vivissimo che conservava pel suo iinmortale iiiaestio, che nc voile pcrpeluare la mcmoiia, coila mcnzione che lie fa in principio del seslo dialogo delle nuove scienzc, chiamandolo tiomo acchie, con quello delle varia/.ioni del inagnelismo twrestre. Lasciando a parte le pubblicazioni del sig. R. Wolf intorno agli argomenli sopra indicati, e relativi all'astronomia tisica , oggi tanto utilinente studiata ; noi riporteremo in questa nota soltanto quello che dei lavori medesimi con - cerne la influenza delle masse dei pianeti sul fenomeno delle macchie solari, lisscndo unico nostro scopo rilevare il nesso fra I'interressante primitivo con- cetto galileano, che noi qui dammo in luce per la prima volta sulla indicata influenza , ed i lavori concreli ed ingegnosi del sig. Wolf sulla medesima, i (juali si trovano specialmentc nel num." 8 delle sue citate comunicazioni (Miltheilunrjen). Suppone il citato autore per ciascun pianeta essere I'azione, che si pud presumere da esso, essercitata nel fenomeno delle macchie solari, proporzionale alia massa m del pianeta, cd in ragione inversa della sua distanza r dal sole, considerando Venere , la Terra , Giove, e Saturno come capaci di esercitare soli una sensibile influenza, e trascurando la piccola eccentricita delle orbite loro. Ed affincho abbiasi riguardo alia rispettiva posizione di questi pianeti, I'autore moltiplica il valore — , relativo a ciascuno di essi, per un fattore della forma senf ^j^SGO" ) , essendo < il tempo contato in anni, ii partire dall' epoca dell'azione media, e T la durata della rivoluzione siderale del pianeta, espressa piHT in anni. Oltiene cosi egli, a rappresentare I'azione planetaria totale, una (*) L'cstratto di questi lavori fu conipilato con molta esattezza e doltrina da! chiaris- simo sig. Alfredo Gaulticr, distinto astronomo in Ginevra, e si trova pubblicato negli Archive.' des Sciences phys. et nal. dc Geneve, T. V. Nouvelle pdriode, 20 Aoilll859, pag. 289. . 303. — 32y — formula A -(- Ba , composla di un tcrinine costante A, e della somma a di quattro termini variabili col tempo, moltiplicata per un fattorc costante B; mentre ciascuno di quest! termini esprime Tazione di uno dei quattio pianeti no! modo che fu difmita. II sig. Wolf ha ridolto in una lavoia il fattorc va- hiabilc a col tempo I per argomento , ed ha rappiesenlato graficamente in curva una parte della tavola mcdcsima. Questa figura fa ben conosceie che '* 7- tissimi scienziati. .//■ Per corrispondenli italiani i signori. ' ^... ^A. ^ '*• Savi Paolo — Paleocapa Pietro — Lombardini Elia — Trompeo Benedetto — Sismonda Eugenio — Meneghini Giuseppe — Del Grosso Ab. Remigio — y^ Moris Giuseppe — Villa Antonio — Palmieri Luigi — Brioschi Francesco — etcr Bizio Bartolomeo. V e.ii^'--^ * Per corrispondenli slranieri i signori Becquerel Antonio — Tyndall Giovanni — Waltershausen — Lyell Carlo - Soret Luigi — De Candoile Alfonso — Riess Teofilo — Brewster David — Montagne Gio: — Moigno Ab. Francesco — Masson — Du Moncel Teodoro — ' Grunnert Gio. — Serret Giuseppe — De la Provostaie-Lissajous J. L'accademia stabili che in una delle prossime tornate si sarebbe proce- duto per ischede alia elezione dei corrispondcnti, sulle proposte ora fatte dal comitato. I/accademia riunitasi legalmente a un' ora pomeridiana, si sciolse dopo due ore di seduta. Soci ordinari presenti a qtiesla sessione. S. Proja. — M. Massimo. — N. Cavalieri S. B. — B. Viale. — V. La- tini. — A. Coppi. — P. Volpicelli. — L. Ciuffa. — G. Ponzi. — A. Sec- chi. — p. Sanguinelti. — E. Fiorini. — B. Tortolini. — I. Calandrelli. — 0. Astolfi. — C. Sereni. — G. B. Pianciani. Pubblicato il 9 Giugno 1860. P. V. — 333 — OPERE TENUTE IN DONO Atti del I\. ISTITUTO LOMDARDO Dl SCIENZE, LETTERE ED ARTI. Vol. I fuSC. XVII- XVIM Milano 1860; uii fasc. in 4." Rarild zoulogica, ossia Jloubara venule nel terrilorio romano neW anno 1859. Relazione del prof. Cav. V. DioRio. Rotna 1860 un fasc. in 4.° Veriiandelingcn . . . Aui della R. accademia delle scienze di Amsterdam. Vol. I. lelteratura. Vol. VII. Scienze. Amsterdam 1858-59 due vol. in 4." Versiagen . . . Prospello delle comunicazioni della R. Accademia sud. Sezione nolizie letterarie. Parle IV. fasc. 1, 2, e 3. Amsterdam 1858-59. Versiagen . . . Prospello delle communicazioni della R. Accademia sud. Se- zione. Scienze naturali. Parte VIII Parte IX fasc. 1, 2, e 3. Amsterdam 1859. Taarboeck . . . Annali della R. Accademia sud. per l' anno 1858; un fasc. in 8." Coinptes . . . Conti resi delV Accademia delle Scienze dbll'Istituto di Francia in correnle. // problema del quadrilalero da coslruirsi con quattro relte date etc. etc. un fasc. in 8.° Nuovo prospello ragionato delle opere matematiche altre volte pubblicate , che ora si ristampano, e da pitbblicarsi, del Fergola, del Flauti, e di loro scuole, un fasc. in 8." ERRATA CORRIGE Pag. 293 lin. i Fabbri. Fabri . Invece di Valsero, o Valseri, si legga sempre Velsero, o Velseri, /; 298 lin. 22/era. ora 314 lin. seconda salendo/ii al IMPRIMATUR Fr. Hieronynuis Gigli Ord. Praed. S. P. Ap. Mag. IMPRIMATUR Fr. A. Ligi Bussi Ord. Miii. Conv. Archiep. icon. Vicesaerens. V ■ ''.- ) { A T T I DELL' ACCADEMJA PONTIFICIA DE' NUOVI LINCEI SESSIONE V' DBl {■' mu 1660 PRESIDENZA DEL SIC. MIC* D. MARIO MASSIIHO MEMORIE E COMUNICAZIONI DEI SOCI ORDIMARI E DEI COELRIBPONDENTI AsTRONOMiA. — Teoria della cometa V delVanno 1858. Memoriu del prof. I. CalandreUi. (Continuazione e fine) (*). 47.° J I sig. Faije dopo di aver detto che il sig. Roche desiderava savoir si Vapplicalion de sa formtile a la grande comeie de M. Donati donnerait des re- sidtats acceptables, cosi si espriine si I'on admet que la surface limite deter- mine alors pour nous le contour d'ailleurs un pcu indecis du noyau, la mesure de son diamelre, donnerait, a Vaide de la fornnde ci-dessus, ttne valeur pour la masse de la comcle. II desideiig del sig. Roche era stato gia appagato da mezzo secolo a questa opoca, e i'applicazione della sua formola e stata falta :i molte comete, o in modo parlicolare a quelle che per special! circostanze si sospeltava, che, attesa la loio iiiassa, avessero potuto tuibare quell'ordine soiprendente ed ammirabile stabililo con leggi eterne ed immutabili dalla in- tinita sapieaza c piovvidenza del supremo Creatoie dell'universo. n V. Sessionc IV. 4 Marzo 18li0. 45 — 330 — i8.° L';islionoino romano nclle molliplici iipitlicazioni dclla sua forniola considcra ii raj^gio c non il diametro sia del nucloo, sia dell' atiiiosfcra co- metica. Quaiido sia data la misura delPatmosfera, il suo laggio dcve piefe- rirsi al raggio del nucico: la misura di queslo e setnpre incerta. Usando pei'6 del raggio del iiucleo piendc in luogo del raggio vetlore a la dislanza pe- rielia q. In ogni modo peio la massa che si ottiene dalla formola non potra mai csserc csalta. Diffalti esscndo per una stessa cometa y. costanle , dalle inisuie del nucleo, o deiratniosfeia si dovrebbe avere ,. ^ ,,' ^ ,." T ~ 7? ~ ^ ■ ■ ■ ■ Oia quesli rapporti non sogliono |)ienamente verificarsi dalle osservazioni. Quindi c che neila memoiia sulla coniela del 1811 non vedcndo veiificati dalle osservazioni quel rapporti , cosi sciiveva il lodato astronomo. Sia pur (/(((into si vnole diniante dal cenlro della cometa il limile di atlrazione, c molto vieiio dal cenlro mcdesimo disti il tcrmine a cui (jiimge Vatmosfera osservala. Potrantio duiique i vapori, qnatnnqtte ne sia la causa, soUevarsi alia parte op- posta anche molto prima di giungere al limile di atlrazione determinalo dalle masse atlraenli della cometa e del Sole. Immaginando pero che il termine del- Valmosfera osservala c conosciula per Vosservazione coincida col limile di at- lrazione, potra, la massa centrale cosliluente il nucleo di atlrazione supcrare la massa proveniente dal supposto limite, ma non mai essere minore. Potra essere maggiore, tnenlre si suppone che i vapori possano sollcvarsi alia parte opposia prima di giungere al vera e piii dislante limite di atlrazione. Non potra la massa essere minore, ripugnando evidentemente che i vapori si sollevino verso il Sole ollre il vero e meno dislante limite di atlrazione. Benche dunque per mezzo deWaimosfera non possa delerminarsi con precisione la massa delle comele, pud pero sempre per mezzo del supposto limile coincidenle col termine deW osservala almosfcra delerminarsi una massa. La cometa dunque potra avere una massa piu grande, e non mai piu piccola di quella che si ha dalla formola. 49.° Le npplicazioni sono le seguenti. Comela del 1680. Raggio del nucleo. a = 0.0000001013. — 337 — Comcta del 1744. Raggio del nucleo- li = 0.0000000786. Cometa del 1759. Haggio deH'attnosfeia. ;j. = 0.000000000093. Comela del 1769. Raggio del nucleo. ^ = 0.000000207. Cometa del 1807. Raggio deiratmosfera. fx = 0.000000038. Cometa do! 1811. Ilaggio dell'atmosfera. ix = 0.0000003. 50.° Molto si e parlato sulla massa delia cometa periodica di Ihllcij. Euhr (Alberto) iiegli atti dell'accademia di Pielrobunjo anno 1762 dimostro che r azione della terra aveva turbato in modo la comcta del 1759 che il suo grandc asse veniva diminuito di una trecentesima scssagesima parte : ii ritorno dunque avrebbe anticipato di quattro mesi nel 1836. Lo stesso Euler dimostro che se la cometa avesse avuta una masSa eguale alia terra, molto avrebbe pcrturbato la sua annua rivoluzione. Euler (Carlo) nel tomo VIII delle memorie premiate dall'accademia reale di Parigi provo che se la massa della cometa medesima fosse stata 27 volte minore della massa della terra, I'anno si sarebbe alluogato di 27."' Colla nota formola cessano tutti i timori di tali perturbazioni. Dalle osservazioni di Lalande si hanno i seguenti dati 1759 Aprile 1. Diametro del nucleo 20" Diainetro deiratmosfera 120" log.A = 9.9084829 log.a = 9.8692317. Dal calcolo, nella ipotesi di ;• ;=: 60", si ha fi = 0.000000000093 H = 0.00003 rispetto alia massa della terra presa per unila. Nclla ipotesi poi che la den- — 338 — situ media deilti terra sia alia densilii dcll'aria prossimu alia supciFiuic della terra come I : O.OOOi, si trova die la densitn dell* aria c alia densila della cometa come 1 : 0.075. Le dcnsilJi dclle altre eomcte sono ben tenui, e per- eio dobbiamo concliiudere che usando del mclodo fissato I'isultano nello co- mete masse cosi |>iccole, c densita cos'i icnui die cessa ogni tiiiiore di per- turbazione ncl sistema planclario. Si puo aiiche aggiiingere che se per la co- meta, per csempio, del 1759 vogiia usarsi il raggio, o anche il diamelro del iiucioo, il valore di fx risulteiebbe soi volte o tre volte piii piccolo ritenendo i valoi'i di A ed a c (juando anche in luogo di a=0.74 si volesse porre q=0.5H poco si polrebbe acquistarc. 51." Prcmesse brevemente quesle cose passiamo a parlare direttamente della nostra cometa. Fu gia dal giorno quattro Settcmbre che in mezzo ad una massa sferica ncbulosa si dislingucva il nucleo molto piu lucido dell'at- mosfera che circondava la cometa. Nel giorno cinque Settembrc misurai il tempo che impiegava il diamctro orizontale a passare il lilo orario, e lo tro- vai di 2.' Ija cometa intanto si avvicinava al pcrielio, la coda si andava svi- luppando , c nel giorno 28 Settembre vicinissimo al passaggio della cometa al perielio, il tempo fu notato dil.^8. Da queste due osservazioni ottenni il diametro cquatoriale orizontale del nucleo di 25." 06 ; di 22." 54. Aggiun- gendo a queste misure quelle ottcnute dagli astronomi di Liverpool, avremo Setlembre 5. Diametro del nucleo 25."06 28 22. 54 30 17. 00 Ottobre 4 20. 00 8 22. 00 M 23. 00 U'leste misure combinano colla legge osservata in altre comete , cioe che i diametri dei nuclei cometari aumentano a misura che le distanze dal Sole diventano piii grandi. Se stiamo alia formola stabilita dal Sig. Roche, e pren- diamo per R il diametro del nucleo misurato nel giorno 28 Settembre, es- sendo log.a = 9.7632558, log.A = 9.8837620, avremo IX -^ 0.000000000006097 la massa del sole presa per unita; e se prendiamo per unila la massa della terra, sara — 33«J — 1^'= 0,000002162 e la density relativa all'aria atmosferica (/ = 0,0054. II Sig. /'flj/e prende K ;= 3", e tiova ij,'^ o,oooooo(io;{9 (I = 0,009. 52.° Gli aslronoini di Liverpool danno le scguenli inisure dei diametii (loiratmosfera cometica. Ottobre 8. Diametro deiratmosfera 5.'37" 11 5.43 Per gli stessi giorni si ha log.a = 9.7834959 log.a'z= 9.7922586 log.A = 9.7375470 log.A = 9.7358778 Qui si puo notare die fi essendo la slessa per una medesima cometa, deve essere — =: — ^ , e qucslo rapporlo si vcntica quasi esattamente, avendosi ■^ = 0.9824 ; -, = 0.9808 r a e cio prova, die quando le niisure sono esatte, le dimensioni delle atmosfere conieticlie aumentano a misura die aumenta il raggio vettore. Nella formola deiraslronomo romano r rappresenta il raggio deH'atmosfera. Se dunque pren- dianio la misura del giorno 8 ottobre, avremo fjL = 0,000000000778 ^'= 0,0002758. 53.° II diametro della terra veduto dal Sole si pone di 17." 15. Se pren- diamo , come e solito per unita la distanza media fra la terra e il sole , il diametro del nucleo e quello delTatmosfera misurati nel giorno 8 Ottobre , mentre la cometa distava dalla terra di 0.54644, veduti alia distanza media della terra dal Sole diventano di 12." 02 e di 184." 15. Sara dunque. Volume sferico della terra al volume sferico del nucleo come 1 : 0,34489. Volume sferico della terra al volume sferico dell'atmosfera come 1 : 1239.98. — 340 — Se si prenda per unita la dcnsita dclla terra; sara la dciisita del nucico alia densiti della terra come 0,0007997 : 1; la dcnsita deH'atmosfera alia densitii della terra come 0,0000002224: 1 ; ma si ha densita dell' aria alia densita della terra come 0,0004:1; dunque tinalmcnte Densitii dell'aria alia densita del nucico come 4:8 = 1 : 2. Densila dell'aria alia densita deH'atmosfera = 400000 : 222 = 1 : 0,000535. 54.° Tutto qucsto calcolo suppone che il diametro del nucico, e quello deU'atmosfera sicno veduti dalla terra a quella inedesima dist.anza dalla (|ualo dal sole si vede il diametro della terra. Che se in questa stessa ipotesi si voglia la massa della cometa relativamente alia massa del sole presa per unita, si avra ix = 0,000000002 (r = raggio del nucleo) !j. = 0,00000000000007 (r = raggio deU'atmosfera). Quesle misure , e le altrc che sono slate date provano I' infinita sapienza e providenza del Supremo Creatore: mentre questi corpi, i quali non cessano ancora d' incutere un qualchc timore nel volgo, sono animali da una gran- dissima velocita e tale che sc le masse , c le densila dei medesimi fossero molto grandi polrebbero , urtando gli allri corpi celesti , produrre sensibili effetti, il Creatore dell' universo nella sua infinita sapienza e provvidenza ha volulo che qucsli corpi medesimi dotati fosseio di masse presso che insen- sibili relativamente alle masse del sole, e degli altri corpi celesti, e di una densita la quale nella parte la piu compatta, e la piu brillante dinicilmenle supera la densila dell'aria atmosferica, ed e quasi sempre niinore di quesla. 55.° Finalmenle se prendiamo la massa della cometa relativa alia massa so la re /x =0,000000000778 troveremo che la massa della cometa relativamente alia massa di Venere presa per unila sara ^"=0,000312 ma si trovo la mnssa della cometa relativamente a quella della terra presa per unita fJ.'=^ 0,0002758; dunque la massa della cometa relativa alle masse di Venere e della terta e quasi la medesima cioe „ ., . Cio dipende dal- — 341 — I'essere quasi eguali fra loio le masse di Venere e della terra relalivamenle alia massa del sole (Le Verrier torn. 1, pag. 59). Nel giorno Ottobre 18.492228 la cometa era nel node ascendentc, quindi X = 345.° 18.' 46." 2 log.r = 9.8517109, e ic coordinate sul piano deila cuclittica saranno a; = 0.687516 (-f-) !/ = 0.1 80202 (— ). La posizione di Vcncrc relativamente alio slesso piano e X'=35I.°59.'47."5 ,3'= 3. 22. 11. 8 (— ) log.r'= 9.8615111 e Ic coordionatc eliocentriche saranno a;'= 0.702277 (-+-) iy'= 0.100996 (— ) ='=0.042732 (— ). Per lo stesso istante la posizione eliocentrica della terra e T= 25.M8.'14."8 log.R= 9. 9980156 c quindi X = 0.899930 (-4-) Y = 0.425474 (■^). Con quest! dati si trova la distanza fra la cometa e Venere A = 0.09120 fra la cometa e la terra A'= 0.64228. Che poi Tazione di Venere e della terra colle masse come 1 contro una massa ,. 3 iOOOf) ^"""^ po'uto perturbare il moto della cometa e trasformarne I'ap- parenza in una maniera singolare , e una questione che potranno trattare i — 342 — geoinetri del nostio secolo. Ho voluto leiilare questo calcolo per confeiinarc 1' allro, in cui la posizionc di Venere si avova rispetto al piano dell' orbiia della comela , c sicconic ne! giomo 18 Ottobre si tiova piossinianienlc il valore medesinio di A, cosi sono sicuro clie i miei dati per la soluziono del proposlo pioblcma sono csalli. Qucsti inedesimi dati possono servire a quelli asti'onomi die brainano invesligare le perturbazioni piodotte dall' azione
  • — la) -+- E(b -h r) questa formula coincide con quella data da Euler (1) (1) Theoria niotus corporum solidorum, Gryphiswaldiae 1790, p. 214, lin. 13. — 361 — Se il pendolo abbia il centre di sosponsionc 0 nell'estremo suo superiore D, cosicch6 lo due sfere annesse alia sua lunghezza si trovino ambedue collo- cate sotto questo centre , e di pii'i la sua rigida verga DB sia lanto te- nue, da poteine trascurare la massa , dovremo neH'ultima dellc (113) poire zero in luogo di A, ed F{d -+- »•') in luogo di — F((/ -+- >■'). Per tanto nella mcdosima intioducendo anche i valori delle I.^, z,, avremo pel caso che oia contempliamo '^ b;{i-f-r) -4- F(rf -(-»•') ■ E[(iH-r)V ? r^] ^ F[(f/ -t- ,•' )V| r'O E(i!< -+- r) -+- l<{d -(- ;•') Ma essendo in questo caso D il centro di sospensione, saia DB -+- BG = DG = 6 -(- r = u, D1-+- IK = DK = f/^ >■' = q, ed avremo per corollario quinto dalle (110) la seguente e(„'+2 A^ /,_^2 „\ che si confonde con quella data da Euler (1). Ora proponiamoci la determinazione del punlo K sull'asta DB, nel quale debba fissarsi la lente scorrevole HI, affinch^ il pendolo batta per ogni mi- nuto un numero dato jj di oscillazioni. Dalla meccanica sappiamo essere ma per ipotesi abbiamo nt= l'=60", dunque sara . 3600"!7 quindi posto OH -(- HK ^ rf -(- t' = X , ed indicando rispettivamente con P, P', e /; i pesi delJa lente inferiore, del- (1) Opera citata p. 215, lin. Hi. — 362 — I'asta, e della lenle supciiorc, rultima (110) si trasformera neH'altra do'' 2 , ,2 1 2\ ^fs^^SsV^lOe" -, i= - ''^'^ — P'(ia — ft) H- P(ft -H c) — px ■+- 5s'-'c'^-4- 1 10(V^^3e'2; ts ■•-+- OS 'C '-f- 1 Oc'*' j-i — P'(^a — ft) -^ l>(ft -H e) — pa; ' ovvero * Suppongasi che tutta la massa della lenle superiore scorrevole, si riduca nel suo centi'O K di gravity, e poniamo a = DB = DO -+- OB = ft H- ft; sara s, = c, = 0 , quindi se facciasi per brevita 7 2 A2 o/ s*^-15cV-^40e« t 2 *•- 3 dalla (116) avremo per primo corollario la (1 17) x-'-h te -+- ? {k^- /(ft -4- e)) H- ^' p,^-H (^-^y -*- -J c^] = 0 . Quante volte poi si voglia che I'asta DB sia tenuissima, in tal caso il suo rag- gio c, sara una frazione trascurabile rispetto le altre quantila, quindi ancoi piu lo sara — , cosicche si otterra dalla (117), per secondo corollario della (116), la (118) x'^-h Ix -^ -^(k^—l{b^ e)) -4- -[V^ (c-^) '1 = 0' la quale, bene riguardando al significato delle lettere che la compongono, si confondc con quella data dal chiarissimo padre M. JuUien, alia pag. 141 lin. — 363 — ultima, della sua eccellente opera intilolata « I'robl6mes de mdcanique la- tionnelle, Paris 1855 ». Dopo stabilile \c precedent! formule gcncrali , relative alia distanza del centre di oscillazione dal ccntro di sospensione in un pcndolo a due lenti , potrcmo, scgucndo il priino dei tre metodi che indicammo sul princi[)io di questa ricerca, stabilire ie condizioni, dalle quali conoscere se un pendolo cosi fatto, possa o no essere coinpensato. Per valerci delle formule precedent!, dob- biamo supporre I'asta BD tutta omogcnca, cioe composta deiio stesso metallo, affinche possa ne! mezzo di cssa consistere il suo centro di gravilii, come le stesse formule suppongono : in fine poi di questa ricerca prenderemo a con- siderare due casi particolari per cosi fatto pcndolo. Ma quante volte si vo- lesse per la compcnsazione costiuire I'asta medesima di due inctall! etereo- genei fra loro, in tal caso farebbe d'uopo di formule che dovrebbero, come chiaramente appariscc, avere per numeratore la somma di quattro momenti d' inerzia, e per dcnominatore la somma dei relativi quattro momenti static!. Quindi e che il calcolo, per la compcnsazione di quest! pendoli, sarcbbe in ge- neraie ancor piu complicato, ma del tutto simile a quello che ora indicheremo, e certo non piu difficile del medesimo, come si vedra in altri due casi par- ticolari suirultimo del presente lavoro. Sujiponiamo, per maggior semplicita, essere le due lenti formate dello stesso metallo di cui risulla I'asta BD; inoltre chiamiamo (3 il coefTiciente della dila- tazione lineare comune a tulte le parti del pendolo. Volendo procurare al- r attuale indagine tutta la generalita possibile , dovremo ricorrere aile foi'- mulc (110); quindi per a = /t -(- i», e per la temperatura l, si avranno le for- mule stesse ridotte alle I,' == A [1 c\ -^ 4"(''' ~ '''^' ^ ^'')] ' -' =1to( 7:^:^3^^ — )-^{i^'-^c,)-^^ ^' ^'^LtoI VMr3^7^ )^(d-^e.f], donde — I \[h,—b.) ^ E(6,^e,)— F(t/,-+-e,') ' Inoltre, ^ essendo divcrso in t, dalla teorica delle diiatazioni dei solidi abbiamo lo - 364 — =( S T 'ih"H\^>'"-i^)'- Mediantc qucste relazioni, e trascuiando i termini moltiplicati per ie potenze (lella piccolissiina frazione /3 superioci alia prima, Ie (110) per la tcmperatiira t si ridurranno alle I ^•■=^(T^i[i '■■*!("■'- "■-'•■)]• I," = E[(l, 4,Stx 1 {s,_ W To 5s,V^-10c/) (120)< •"■="[([■ 4/3rv 1 {s,"-^-5^'.%'' 4/3JiO/1^2/St (iii) ('■•'- ^-"1 \ laonde avremo ■V — i \{hr— br) -+- E{br-h Cr) — F{dr ■ quindi per la compensazione di questo pendolo sara O' che si dovra verificare indipendentemente dalle temperature l, t. Ordinando percio quest' equazione per Ie potenze delle temperature medesime , quindi eguagliando a zero i loro coefficienti, avremo Ie condizioni per Ie quali co- noscere se il pendolo potrti o no riescire compensato. Nello sviluppare i cal- coli per Tordinamento indicate, potremo, senza tenia di errore sonsibile, conti- nuare a non tener conto dei termini moltiplicati |)er Ie potenze, superiori alia pri- ma, della frazione piccolissima fi. Pero quantunque la mancanza di qucsti termini porti una considerevole abbreviazione di calcolo, esse tuttavia ci conduce a formule ancor troppo complesse, ma senza vcruna difTicolta per essere dedotte. - 365 — Possiamo intioduirc unii maggiore seinpliciti in talo licerca , suppo- nendo t = o, cio6 zero la tcinperatura iniziale, vale a dire quella io cui le dimensioni di tutte Je parli del pendolo sono stabilite. A questo fine dovremo inlroduiTc nelle uitime forinule < =■ o, e considerare t per una temperatura qualunquc. In tale ipotesi le (119) si ridurranno alle 2; =x[lc.'^~(K'-hX^K')] , (121) 2." = 1'" = 0 donde - ^ A(/*„- 6J -^ E{b„^ e^)- F((/„-4- O Inoltrc dalle (120) avremo le '2,'=A(1 -H2/3r)[lc/^i (V-/a.S-0] . (122) ."=Er- quindi (l-^4/3T)l(0-f-5.sVo^-+-100 (l-f-2/Sr)(5;^-H30 ~ (1 -^ 2;St)(s;2-H 3e„'2) v^V 2,"-H 2-'" (l-^2MV-^0-^], ^(l^-2i3T)(rf^+e„y], — I A(/j. — br) -+- E(6. -t- e,)_ F(rf,-Her') ' essendo per questo caso /l.=:(l^/3T)ft„. 6r = (lH-^r)6o, e.= (l-H/3T)e,, cJ = (1 -t- |3T)e; , ci. = (l-H/3-)(i„ . Finalmcnte sara /. — /„ = (), I'equazione che si dovra verificare indipendentemeote dalla tamperatura t, per vedere se il pendolo possa 0 no essere compensate Ordinando la equazione — 366 — mcdesima per le potenze ili t, quindi eguagliando a zero i coelicienli dellc po- tenze mcdesime, avremo meno coinplcssc die nel piccedente caso le condizioni da soddisfarc, onde eonoscere se abbia luogo lale compensazione. Deve inoltre osservarsi che, a rendeic miiricricho qacste foimule, debbono eliminarsi Ic masse A, E, F, dell'asta, della lenlc inferiore, e della supcriorc, mediante i rispet- tivi loro pesi P' , P , p , gii introdotti nella (116). Trascuriamo per un primo caso particolarc la massa propria della verga, supponcndo inoltre le masse delle due Icnti riunite ognuna nel centre loro di gravita : dovremo porre A = 0 , s = c=:o , s' = e' = o, OH = OK = rf„ , OB = OG = 6o , quindi le (121) si ridurranno alle 2„" = E6„S 2„ = Frf„^ (123) /» = Pi. ■pcL' Pto - pd, Siinilmente le (122) ci daranno Ir" = E(l -H 2pz)b,\ iJ" = F( 1 H- 2i3T)(/„2 (l-+-2/3T)(Pi„^^K2) _ quindi avremo I'equazione (l^/3T)(Pio-K) Ij h = 0 , che verificar si deve, indipcndcntemenle dai valori della temperatura t, per ve- dere se possa o no cssere il pendolo compensato: pertanto dopo cseguite le riduzioni, ed ordinate per le potenze di b« , avremo la seguente condizione (124) ho'-Pi'b.^. pd\ pH, p o pa — " Le tre radici /''„ , b'\ b"\ di questa equazione sono b\ " = "('.)' ]^—\ , bo"' = -d. K-1, la prima delle quali soltanto potrebbe soddisfare all'attuale ricercarpero sostituito il valore di //« nella ullima (123), abbiamo /^ = oo ; percio concludiamo non essere possibile con un solo metallo costruire un pendolo, della forma che ora considerammo, il quale riescir possa compensato; giaccb6 il valore di b'„ im- porterebbe, cosa impossibilc, che cioe questo pendolo dovesse oscillare intorno — 3G7 — nl suo centpo di gravila, dovendo le distanze hj, rf, essere in ragione inversa dei conispondenli pesi P, p. Del reslo questa impossibilita di coinponsazione anche risulta, e piii speditamente, da! riflottpre che la U — /„ per questo caso liducesi alia /3r :=: 0. Lo slesso |)otrcmo concludere se risolviamo la (124), lispetto al rapporto dei pesi -=^1; ed in falti aviemo dondc le due radici 2 / o o I,, <> ^=.-f. M b. rf ' '^ rf, 2 2 Tiascuiando la seconda, peiche non acconcia , deduciamo dalla prima valore clic , sostiluito nella seconda (123) , od anche nelT ultimo valore di /t , ci fornisce /„ = Z, = 00 , Supponiamo per un secondo caso particolare che suH'asta cilindrica BD non esistano piii le due lenti, ed inoltre che il raggio c del cilindro mcdesimo sia Irascurabile rispetto le allre quantila, dovremo porre e dalle (121) avremo qui/d i / 1^ mJ^ 3V h^ - /;„ Questa formula si puo anche ottenerc, consideiando a parte i moment! d' inerzia So', ^„', delle due porzioni //„ e h^ del cilindro BD, presi ognuno rispetto I'asse orizzontale , che passa pel centro di sospensione 0 , e trascurando il laggio della base. In fatti abbiamo i momcnti d' inerzia medesimi dati (!) lispetli- vamente dalle (t) Venturoli Elem. di mec. , e idr. T. I. Roma 1826, p. 150. 49 — 368 — S,'= So -+- t"'''o^ = -T-mho^ -+- ymli/ = rzinh.^ , 4 12 i J i:= v„-^ \nK' = Y^ nb^^ ^ \nb^' = ^«6o^ , essendo m, n le rispettivc masse; per conseguenza sara 'o ■ hiba — 5'n/»o 5«*„ — ^m/jo ' nii) dunque <|r«i/o a"«"o 2'*^o /(„ : 6o = ?n : ;/( z= — >n K^ Clime gia tiovammo. Similmente dalla prima ed ultima deiie (122), avre- mo le IJ = A |{1 H- 2iSr)(//„2 _ hX ^ 6„^) , /.= 2(1^-2/3t)(/»o' — M„^ft„2) 3 (l^^r)(6„ — /,„) e I'equazione di condizione It — Io = o, si ridurra nelia ovvero dalla quale nasce la irnpossibilita della supposta compensazione. Ora passiamo a considerare due casi particolari, nella ipotesi che I'asla cilindrica DB risulti di due metalli diversamente dilatabili,ei'iuniti pei loro estie- mi nel centre di sospensione 0 dcU'asta medesima. Supponemo, pel primo caso, che la niassa piopria di tale asta sia tiascurabile rispetto alle masse E, F delle due lenti , una infeiiore , I'altia superiore , annesse ail'asta medesima ; — 369 — e che ognuno dei pesi loro sia raccollo nel centro di gravita della rispeltiva lente. Aviemo pure per qucsto caso OH = OK ^ do , OB = OG = i„ A = o , s=e = o, s' = e'=^o, quindi per le (121) sara /„ = Pio — Prf„ Inoltre /3 c d cssendo i coifTicicnti della dilatazione lineare pei rispettivi me- talli di cui sono formate le l>o , d„ , aviemo dalle (122) le l"r = E(l -H 2/3t)6,^ 2/"= F(l -I- 25t)(/„2 P(l -^ 2/5t)6o^-^ P(\ -+- 2gT)rf,^ (\-i-fir)Pb,— {l-^dz)pd,. ' e percio la condi/.ione /^ — /,, = 0 si converlira , dope tutte le riduzioni , nel la (125) i„3^|l°(S_2i3)fc„^-^^\2a-/3)A„_^' = 0, che per lo meno ammette una radice reale e positiva. Dalla (125), facendo in essa 5 = ^, tornasi ad avere la (124); percio questa 6 un corollario della prima. Nella (125) pongasi ^ = ^. ^(3-2/3) = a,,^(23-/3) = 6,,^=c, x = |/-l«„ avremo dalla medcsima 1 9 1 y'-^ (^— 3 <) y -^ 27 "'' ~ 3 ^'''~ ''"""' quindi fatto 1 2 1 sara i/'h- Hi/ -4- K = 0 , dalla quale, per le note formule, avremo le sue tre seguenti radici — 370 — 1^3; \r— 1 2 — 1 — 3: !/■— 1 «- 2 ' 2 Per mezzo delle indicate formule, sara facile trovare in ogni caso le radici della (125), le quali saranno 1 1 1 da qucste, facendo in esse (3 = 5, ed eseguite le opportune riduzioni, e so- stituzioni, si oUeiTanno per coiollaiio le tre radici della (124). P^ Dividendo la (125) per do', quindi moltiplicandola per — essa divena p' dj "^ A ^ Jdo' ^ P\ ^ Jd. (i ° ' e fatto fc. . P i3 do p 5 sara S— 2/3 1 — 2« 2a — /3 _ 2 — M percio avremo (126) (^i>.%^ -t- fx(l — 2a))i„'' -+- u(2 — co)/(„ — 1 = 0, cquazione che puo risolversi rispetto ad una qualunque delle incognile h, fJ., per quindi conoscere se possa 0 no aver hiogo la compensazione' Risolvendo per tanto rispetto alia /x, sara primieiainentc — 371 — r(2i)_|)/,„^a>_2-| /^^ - L :j^^ > (iondc 1 = 0 l^ ■l^K -[(2« ~ l)A-„ + „ _ 2 ^ tA([(2« — 1) A-„ -^ 0. _ 2]' H- 4«A„)] , nella quale abbiamo ritenuto solo il segno positive, perche rallro segno rcn- deiebbc /x negativo. Inoltie si vede chiaro chc il tiovato valore saiii sem- pre I'calo e positivo, poiclio tali anchc (iebbono essere quelli, (]ualunquo sietio, alli'ibuiti alle /.„, cu. Da cio siegtie, die san^ in piu modi possibile, la coin- pcnsazione del pendoio in pioposito, pui'ch6 il li'ovato valoie di [j., sostituito in qiiello di /„, non lo renda negativo. A (|uesto effotto dovia essere il coef- ficientc (5 della dilalazione lineare, appaitenente al metallo, di cui si conipone la parte infcrioie dul cilindro B D, niaggioie dell' altro coefTicentc 3. Inf'atti se inlioduciaino fji neirultimo valoie di /„ , avretno quindi 11. Y — I > 0, ovvero fx/f„ > 1; peicio potremo stabilire fJiA„ = 1 -i- « . Wo Ma dalla (126) abbiamo ^_ 1— /xA-.2_2,xA'„ _l^Ajl^«)-t-2(l -^«^ l.ek\ — 2[iko^ — fAA-„ 2A„( 1 ^«) - (1^A-„)(1 -^«) (A„-+-l)(l^«)-A-„a(l-H«) ^ / A-o. 1-+-A-0 e siccome la quanlita «, a, A„, debbono essere positive, percio sara cj > 1 , ovvero /3 >■ 5 , vale a dire afilnchc possa verificarsi la compensazione in questo pendoio, il coefTiciente jS della dilatazione lineare, spettante alia parte inferiore OB della verga meiallica BD, dovra essere maggiore di quello 5, nhe appartiene alia sua parte superioie OD, come fu asserito. Supponendo sempre I'asta BD composta di due mclalli diversamente di- latabili, come ocl casu prcccdenlc, suppouiamo allresi, per un secondo caso — 372 — parlicolarp, che inancliino in essa 1" una e 1' altia lente. Avi-enio per questa ipolesi. E = 0, F = 0, essendo OB = bo , OD = /(„ , quindi 6 die i momenli d' inerzia Il„ c K„ dei due cilindri, uno inferiorc I'altro supcriore, die compongono I'asta BD, trascurando il raggio della base dei me- desimi, saranno (I) lispetlivamentc 1 1 t esseudo m, n le masse lispetlive; quindi avremo 1 1 to ;:=- 1 1 in cui ;>j , p^ rappresentano i pesi dei cilindri slessi ; e per la temperatura qualunque t similmente si avra I [;jj(l -+- 2 /3T)ft„2^ p,(l -+- 2 dT)/io^] E poiche I'equazione di condizione h — L = 0, da soddisfare indipendente- mente da! vaiore di t, onde un pendolo cosi fatto riesca compensatorc, si ri- duce dopo eseguito il calcolo, ad essere del tutto simile alia (125) ; percio nei due casi ora contemplati, le condizioni per la compensazione sono le slesse. Passiamo dopo cio a considerare particolarmente la dilatazione dei liquidi. [Conlinuera). (1) Venturoli iuogo citato. — 373 — COMUNICAZIONI II K P. A. Secchi espose i risultameiiti otlenuli nelle osservazioni delle macuhie solari, indicando il melodo di liduzionc da esso tenuto, per tiovaie le longitudini e le latitudini eliogialiche dellc medesiine; e presento sollo t'oi- ina graGca Ic conseguenze di 17 rotazioni solari, dalle quali si conclude. 1." Che io inacchie non sono costanli nel medesimo sito rigorosamente, ma peio si foimano in alcune regioni a pieferenza di alcune allre. 2.° Che le latitudini inulano simmetricamente nei due emisfeii solari. COMMISSIONI Sopra un nuovo congegno per rilevare le piante dei sotteiranei ed anche di un edificio qualunque immaginalo e descrilto dal sig. Miciiele De Rossi. RAPPORTO (Coinrnissari sig." prof." N. Cavalieri S. B. ed 0. Astolfi relalorc). A tutli e nolo quanto sieno intricati ed estesi quei solterianci lahirinli, famosi sotlo il nome di Catacoinbe, che nel furore delle persecuzioni presta- rono ai cristiani dei prinii secoli un facile e sicuro ricovero; e percio di quale iniportanza sia il poter con esalte/.za rilevare le piante di (juei veneiandi luoghi. Esistono pur Iroppo inolle di quesle piante, ma le lenebre, I'angustia dei luoghi , il continue intrccciarsi a deviaie dagli anibulacri, la molta ine- guaglianza del suolo, rendono taimente incomodo I'uso ed il maneggio degli istromenti soliti ad adoperarsi in tali circostanze, che quelle piante per parte di giustezza , e di precisione , non corrispondono convenientemente n& alio scopo prefisso, ne alia fatica sostenuta per ottenerle. Egii e percio che il sig. Michelc de Rossi, cercando togliere tante dif- ticolta nel rilevare le piante delle Catacombe , ha immaginato , costruito , e messo gia in ofiera, un nuovo istron)cnto grafico di piccola tnole, il quale forma da se il disegno delle lunghczze , che I' operatore inisura su i muri , — 371 — (Ipgli ;iiij;oli die lisulUino ilallo conlinue lorUiosita di quelle vie solterranee, c finalineiUe anclic ciclla inclinazionc del lerieno su cui Topeiatore camrnina; e ci('> in un modo semplioissimo: poielie I'operatore non dove fare allro che |ii'og;redire a pin lipiosi' Iniigo ii imiio da rnisuraie, sostcnendo con una mano ii piccolo islronionto loggeimente appoggiato al inuio mcdesitno , e coll'aiti'a distendendovi una I'eltuccia, che e annessa airistromento per quel piccolo Iralto ohe gli permeltc I'aperlura delle sue braccia: questa oporazione deve ripeteisi (inche siasi esaurita la lunghez/.a del iniiro che vuole niisui'arsi. Ora neiralto clie vienc a distcmlersi questa fettuccia, nasce un lenlo niovimcnto progressivo in una carta distesa sopra un telarino orizzontale, la quale riceve una irnpressione conliriua da una punta melallica che e sempre ferina. 1 cambiainenti poi di direzione nei iniiri, derivanti dalle torluosita degli anibulacri, o dalla esisten/.a di cri|)te sepolcrali, vengono egualrnente espressi in luatrice, medianle I'uso di una bussola annessa all' istrornento medesimo; dalla quale pero potendosi con fondamento sospctlarc qualche |)iccola sorgente di eri'oie , il nominato sig. de Rossi ha mostr'ato col modello la maniera , indipcndt-nleinente dalla bussola, di ottencre in matrice non solo qucsti cam- biainenti angolari di direzione niediante I'uso di un tiaguardo, ma di cono- scere altresi il valore assoluto degli angoli, a guisa di un pantometro. Similmonle in una dcllo paieti vcrticali dell'istromcnto si olticne in altra carta, mobile anch'essa| e distesa sopra un altro telarino, la irnpressione fatta da una punta metallica, ondc rappresentare la inclinazione del suolo, su cui cam- rnina i'operatore, che misura soltanlo colla fettuccia la lunghezza dei muri. I disegni cos'i forinati nelle due matrici, cioc nella oiiz/.ontale che indica la pianta, e nella verlicalo che indica la inclinazione del suolo, sono in ge- nerale ad 1/500 delle distanze vere; riduzione che pud nell'istromento stesso cambiarsi ad arbilrio deli'operatore, e cosi avere matrici a 1/400, a 1/300 ed anchc a 1/200 delle distanze vere. Finalmente in un'altra parte verticale dell'istromento, v'e il mezzo per conoscere anche il valoie assoluto delle distanze rnisuraie daH'operatore colla fettuccia, e cio medianto due contalori, forniti di mostre divise in modo, che mentre I' indice deli' uno con un giro intero indica una lunghezza di 100 metri , I'indice dell'altro con un giro intero indica 5000 metri di lunghezza. II movimento di quesli contalori, come tulti i movimenti qui sopra esposti, dipendono unicamente dal movimento che fa I'operatore, nell' applicare la fettuccia per la misura delle luiighezze. — 375 — Dopo qucsla breve relazionc, che i soltoscritti commissari incaricnti dal comitato accademico hanno potulo cotnpilarc, dopo un atiento csame del mo- dello, dci regolari discgni, e di una chiara o sviluppata descrizionc, non du- bilnno cssi di dichiaiarp : 1° nuova e conispondenlc alio scopo la iiigegnosa invenzione del sig. Michele de Kossi, come istromenlo di piccola mole, co- modo pel maneggio, spedito c giusto nellc opeiazioni, e ricco nei movimenti. 2" di espi'imcre parole di particolare lode, per aver egli diretto tutte Ic sue cure a finedi ottcnere csatli disegni di quei venerandi luoghi, ove dormono 11 sonno di pace i piij grandi campioni di nostra Santa Religione. CORRISPONDENZE II R. P. Angcio Secchi comunico una lettera dcirastronomo di Madrid, sig. A. Aguillcro, colla quale a nome del governc spagnuolo vengono invitati gli astronomi a recarsi nel prossimo mcse di luglio in Ispagna, per osservarvi I'ecclisse solare che ivi si verifichera totale. L' accademia Gioenia di Catania, per mezzo del suo segretario generale sig. abate prof. F. Tornabene Casinese, ringrazia per gli atti de' Nuovi Lincei da essa ricevuti. Lo stesso ringraziamento 6 inviato dall' accademia R.' delle scienze di Stockolm, per mezzo del suo segretario perpetuo sig. P. F. Wahlberg. COMITATO SECRETO L'accademia, dietro la proposizionc del comitato, e per mezzo di squittino segreto, noinino suoi corrispondenti italiani, i seguenti distiiiti scienziati fra quei gia proposti dal comitato stesso nella precedente sessione : Sig. PiETRO Paleocapa ingegncre idraulico in Torino. Sig. Gius. Me.neciiimi gcologo in Pisa. Sig. A. Villa geologo in Milano. 50 — 376 — 1/accadeinia liunitasi logalmentc a un' ora pomeridiana, si sciolse dopo due ore di sedula. Soci ordinari presenti a quesla sessione. M. Massimo. — C. Maggiorani. — G. PoDzi. — P. Volpiceili. — N. Ca- valier! S. B. — B. Tortolini. — A. Coppi. — A. Secchi. — L. Ciuffa. — 0. Astolfi. — C. Sereni. — I. Caiandielli. — P. Sanguinetti. — B. Boncom- pagni — Monsignor Nardi. Pubblicato il 31 Luglio 1860. P. V. ERRORI pag. 29S lin. 18 coadivato 321 » 15 altro che 322 » 19 rimarcabile 324 » 24 per durata 326 » ult. esieroidi 327 » 3 venturiero 331 » 13 debbano id. » 18 otlengano if? II 1^ ^VM A CORREZIONI coadiuvato affatto considerabile per la durata asteroidi v^nturiere debbono ottengono IMPRIMATUR Fr. Hieronymus Gigli Ord. Praed. S. P. Ap. Mag. IMPRIMATUR Fr. A. Ligi Bussi Ord. Min. Conv. Archiep. Icon. Vicesgerens. A T T I DELL' ACCADEMIA PONTIFICIA DE' NUOVl LINCEI SESSION W ML «. IIAGGIO I860 PRESIDCNZA DEL SIG. DVCA D. MABIO MASSimO HEMORIE E COMUNlCAZIONI DEI BOCI OHDIKA&I S DXI OOHaiSFONDENTI DelVampiezza delle romane catacombe e d' una macchina icnografica ed orto- fjrafica per rilevarne le pianle ed i livelli. Memoria di Michele Stefa.\o DE Rossi, presentata dal prof. P. Volpicelli. r acendomi a pubblicaie I' invenzione d'una macchina alta a rilevare e di- segnare contempoiancainente piante e livelli, stimo opporluno premettere alia, descrizione di questa alcune parole sulla cagione, che mi Iia condotto ad in- ventarla; onde apparisca meglio lo scopo dell' istromento e I'ulilila scientifica, che ne puo derivaie. A tutli c nolo in quanto numcrosi , cslesi ed intricati labirinti sottcr- ranei siensi svolti in Hoina i priniitivi cemetori de' crisliani, famosi sotto il nome di calacombe. Al rilevare le complicate piante di quoi sotlerranei io destinai ii mio grafico istromento. Ma prima di venirne all-'i descrizione paimi quasi necessario, almeno utilissimo, brevemente ragionare sulla quantita del- I'area ocoupata dalle catacombe e di quella, che nelle pianle fino ad ora trac- ciate e descritla; sulle difllicoka, che hanno impedito il progresso di questa impresa; e finaimente sulle nuove condizioni, che ora la scienza richiede in questo lavoro, divenulo percio vieppiii diflicile e lentissimo ad eseguire con i noti metodi atti ad operazioni topografiche. Questo argomento non sara , spcro, privo d' importanza, come ccrto non e di novita. 51 — 378 - Niuno finora ha assegnato ginmmai i limit! all'cstensione delle catacotnbef n6 ha dato un'adequata idea del loro intreccio spavcnloso; benche il deter- minarc qucsli limit! c (jucstc idee fosse cosa di grande moiiiento per la scienza. Quant! scrissero prima do'noslri giorni dcH'origine c doll' istoria de'cemeteri cristiani hanno cciebrato la prodigiosa vastita di qucHi,scnza accennarne in inodo veruno i confmi. Non io credo, ch'essi partecipasscro alle volgari opinion! del poters! per que!!! andirivien! toccare Ic rive del marc, o come un autore fran- cese romanticamente narro (1), passare solto il Ictto del Tevere, dove aitri disse aver osservalo un banco d'arena di color lurchino: ma piultosto mi sembra, ch'essi non abbiano stimata possibile una cotanto ardua ricerca, per la quale neanco trovarono negl! antichi documenti Iraccia veruna, cbe fornisse loro un dato qualuncjuc. E vcramente niun antico scrittore di cio fa menzione; sol- tanto in una delle ultime compilazioni dei mirabilia urbis Romae del secolo XIV io leggd, che le catacombe romane exlemlebantiir per tria miliaria (2). Questo e r unico testo spcttante in qualche modo all'antichita, che dia un termine anch'esso ben vago a! nostr! sotterranei ccmeteri: no tale 6 Tautorita del do- cumento, che debba csserc accettata senza esame. Cosi no il Bosio, grande maestro della Roma sotterranea, ne il Boldelti, n6 il Marangoni, ne il Lupi, ne il Bottari dove parlano di tal vastita ardiscono far motto sui limit! del- I'ampia necropol! (3). Ad entrar nell' idea, che d! tal vastita si formavano i nostri maggiori, mi piace riferire il detto del colebre Ennio Quii'ino Visconti, il quale nel paragonare le catacombe al sepolcro degli Scipioni dice di (juelle, che si estendono sottcrra a maniera di provincie (4). In tale oscurita trova - vansi cotest! autori riguardo all'estensione, o per meglio dire riguardo ail'area solterra occupata dagli antichi cemeteri de'cristiani. Ma non cosi incompleta era in loro la cognizione dell' interno svolgimento ed intreccio di quegli ipo- gei. Benche eglino neanco su tale argoniento determinino mollo le loro no- zioni, pure chi li legga attentamente, massime i piii accreditat! e prattici, co- me il Bosio, il Boldetti ed il Bottari, facilmente si avvedra, che quantunque non conoscessero i confini, ne la precisa dislinzione dei singoii cemeteri, non li credcvano al certo una rete continua nelle viscere di tutto il suolo ro- (1) Viaggio alle catacombe dun socio deH'accademiadiCorlona, Milano 1835 p. 47,72. (2) Montfaucon, Diarimn Italicum pag. 280. (3) Bosio, Roma sotl. pag. 1 ; Boldetti, Osservazioni sopra i cemeteri pag. 8 ; Lupi , Dissertazioni T. I pag. CI; Bottari, Pitt, e Scult. dclla Roma sott. T. 1 pag. 8-14. (4) Visconti, Monuraenti degli Scipioni nelle Opere varie, Milano 1827 T. I pag. 10. — 379 — mano. A giorni noslii poro il Raoul-Rochette ragionando sui cclebri puticoli dell'Esquilino affermo, chc qucsli fonnano una concatenazione di sotterranei comunicanti con le catacoinbc dellc vie Nomentana, Tihurtina, Prenestina e Labicana , e fondo I' assei'zione sull'aulorilii del Boltaii, il quale a dir vero gianitnai non fu in quella sentenza, come polra chiariisene chiunque il vo- glia (1). II I*. Giuseppe Marchi teste defonto grande rinnovatore degli studii della Roma sotlerranea avverli per il piimo dover necessaiiamente quegli ipogei esser collocati sopia al livcllo dellc ailuvioni, cui va soggetta la cam- pagna romana. Quindi dichiaio impossibile la escavazione ccmeteiiale nella valle Tibeiina ed in tutti gli altii maggioii avvailamenti, c la leslrinse alle sole colliiie , dalle quali e ondulato il suburbano di Roma. Cionullaostante non ardi tolaimente contraddire aila opinione delle estcse cominunicazioni sot- teiranee, c soltanto divise le romane catacombe in due sistemi, il cistibeiino ed il trastiberino (2). Percio sulle tiaccie dei punti fissi , che la storia e resperien/.a gli davano a conoscere, seguendo Tandamento dellc colline, cerco deleiininaie i luogbi, ove le sotterranee lamificazioni potesscro collegare cia- scuno dei cemeteri di diverso nome coH'altro contiguo (3). Ma nel sislema cistibeiino ammette due interruzioni cagionate dai tioppo profondi avvaila- menti tia i monti Parioli e quel colic sulla Flaminia , ove e scavato il ce- nietero di S. Valentino. Tranne 1' esclusione ilelle valli , non di egli altri limit! a! cemeteri cristiani, ne deteimina il raggio dcntio il quale si dilun- gano quest! dalla chlh. Nuovi studii e sedici anni di escavazioni, bench6 sieno ancora ben lungi dalPaver mcsso in vista una mediocrissima parte della Roma sotterranca , hanno pero fornito molt! elcmenti per lo scioglimento di questo problema. Ora dunque brevissimamente ragioneio sui nuov! dati ed esaminero al- cune condizioni , in chc dovettero esser posti cotesti cemeteri, acccnnando solo i punti necessari a determinare I'area occupata dalle catacombe. Questo argomento csigerebbe una lunga trattazione , massimatnente quando volessi trarne le debite conseguenze ed applicaile alia storia; ma per non dipartiiini dalle nozioni strettamente legate all' invenzione dell' istromento , chc poscia (1) Raoul-Rochetle, Lc catacombe di Roma, Milano 1841 pag. 18 e 23; Botlari loc. cii. (2) Marchi, Monumeati dellc arti cristiane primitive pag. C9. (3) Marchi, pag. C8 c scg. — 380 — desciivcro, io debbo qui contenlarmi di segnare i liiniti alia vastila ed all'in- treccio della neciopoli sotlcrranea cristiana. L un fatlo oggi per noi incontrastabile c spciiincntalo, chc Ic Ire miglia accennatc dai mirabilia, sono un cstrcmo limite, al quale quasi mai giungono Ic catacombe roinanc ; talcli6 ollre questo raggio cessa affatto quella con- tiiiuita di sotteiranei compresi tulti in un sistcma , che dec diisi quello dei ccmetcri della citli di Roma. Al di la dellc due o tie miglia moiti sottei- ranei cristiani appariscono, ma disscminati a tanta distanza Tuno dall'altro , tanto angusli e poco svolli nello spa/.io, che oucupano, tanto irregolari e varii nelle lor forme, che di per se dimostransi diversi ed indipendenti dal grande sistenia de' cemeleri propriamente lomani. Essi o sono no' terrilori de' pagi e dellc piccole citla del suburbano di Roma e a quelle appartengono, o sono ipogei di dritto privato o quasi privato. Ognuno vede ed intende, che questo limite e esattamente concorde anche alia ragione del non dovere i comuni cemcteri esser posti troppo lungi dalla citta. Un' altro fatto , che io reputo innegabile, percho costantemente da inc osservato, e che i cemeteri cristiani non solamente non discendono sotto Ic grandi valli, ma neanco s'internano negli avvallamenti minori fra Tuna e I'altra altura. Per la qual cosa diviene pressoche impossibile il trovare fra le ciine dei colli legamenti tali da aver permessa la comunicazione de'sottcrranei fra loro, E puranco facile ad intcndere come il restringersi aUe somme alture fosse prov- vida e necessaria cautela de'priini fedeli , i quali per adempiere ai loro re- ligiosi riti volendo avere cemcteri quotidianamcnte [n-aticabili, dovettero evitare non solo le alluvioni, ma puranco i grossi scoli delle acque, che in tali seni sogliono copiosamente adunarsi. Quindi gli abbondanti infiltramenti ollre al renderc poco praticabile il sotterraneo doveano tanto accrescere la putrefa- zione de' cadaveri , da ammorbarne I' aria , inalgrado Ic chiusure dei singoli sepolcri. Che cio sia vero ce Io dimostrano i molti stillicidi , che trovansi nelle catacombe , i quali corrispondono appunto alle declinazioni ed ai seni delle colline impossibili ad essere evitati anco fra le alture (1). Alle ragioni natural! si aggiunge finalmente un altro fatto , avverato dagli scavi a bella posta diretti , e concorde ai documenli storici , sui quali poggiano i nuovi studii della Roma sotterranea. Questo fatto e questi documenti d' accordo ci persuadono, che ciascuno de'grandi cemeteri aventi (1) March!, pag. 7o. - 381 — iioinc ed csislcnza propriu e diviso ed iiidipcndente dairaltto contiguu, (|uando allelic tiovisi nclla inedcsinia altuia, e dove niun fisico impedimenlo si op- poricbbe alia loro fusioiie. Che se anche dovesse concedersi V esistenza di qualche vera coinunicaziooe fia 1' uiio e I'altro de' cemetcii vicini e quasi contigui, questa sarebbe sernpre una comunicazione irregolarc isolata , e di eta assai tarda , che non daiebbe mai rintreccio di due o piu ceineteri di- stinti in uno solo. Uidotti cosi i sotterranei ciistiani alle sole alte cime del colli, potreino cci'care un' altro elcmento soslanzialc a determinare i nostri limiti nelT os- sei'vazione delle loccc , che possono esscisi pieslate alia cscavazione ceine- teriale. L'espcrienza ha dimostrato, che i ccmcteri ciistiani tiovansi ovunque la roccia ptio sopportaie il vuoto di gallerie e stanze deiraltezza e larghczza necessaria al praticarvi dentro comodamente ed insieme capevoli di spesse sepoiture per liane il maggior partilo possibile da tutto lo spazio iinpieso a discavare. inoltre dovea la roccia csseie ad un tempo solida e teneia al taglio. Quesle condizloni si trovano per eccellenza riunite in aicuni strati delle forenazioni vulcanicho, delle quali puo dirsi tutto ricoperto il suolo ro- inano, ove percio facilmente assai piu, che altrove, sonosi svoiti i sotterranei ceineteri cristiani. Cotesli strati nellii roccic vulcaniche di Roma e dell'Elruria luarittima sono quelli, che il Brocchi cliiama strati di tufa (jramdare (1). Ma poiche per Ic diverse epoche di lor formazione (2) Irovansi variamente n\c- scolati ed aiteinati o con altre roccie paiiinenti vulcaniche talvolta piii dure e talvolta piu friabili, o con le semplici ghiaje e sabbie plii)coniche, non in ogni parte egualinente, nu sernpre tino alia medesima profundita si sono essi prestati all' uso di che ragiono. Quindi avviene d' incontrare anche ne'luoghi aiti ed atti alia escavazione cemeleriale , le deposizioni marine e fluviali di lor nalura disadatte ad esser forate in gallerie. Pure quante volte queste forma- zioni marine e fluviali furono sperimentate sufficientemente solide, gii anlichi cristiani non le evitarono, ma ne sostennero I'escavazione con costruzioni, e modiOcaroiio secondo il bisogno le ordinarie e normali forme dci lor cemeteri. (lio posto con un brevissimo esame e dell'andamento, e della natura del suolo roinano , potro assegnare limit! piii precisi alio spazio occupato dalle cata- coinbe , escludendo quelle parti di suolo dove la contrarieta della nalura e (I) Brocchi, Stalo fisico del suolo di Roma pag. llJi. (8j Collomb, Bullettin de la Societi geologique de France i' Serie T. XI feuilles 4-10. — 382 — confermata dal fatto del non esservi giammai apparso adito a sottcrraneo cristiano. Cosi facilmente conosceremo non solo le aree piu o meno o nulla occiipato dalle catacombe, ma verremo a detcrminarne con maggior esattczza ii laggio d'esterisionc sopia ciascuna dcllc antichc vie. Chi volesse seguirmi sopra carte geologiche vcgga , ollrc le notissimc del Brocchi, le oltime del cii. prof. Ponzi e gli spaccati segnatainente dei colli (Hanicolensi, Vatican! c del monte Mario (1). A renderc piu breve e conforme al niio tenia questo compendioso csame non seguiro, come soglion faie gli autori della Roma sotterranea, I'ordine delle antiche vie, ma mi lascero piut- tosto condurrc dall'andamento e natura del suolo. Primieramcnte ho gia detto come debba cscludcrsi tutta la valle Tiberina, la quale si per la bassezza del livelio, come per esser ricoperta dalle arene lascialevi dal Tevere, quando tutta I'inondava, non poteva prestarsi ai nostri sotterranei. Lasciata la valle e mon- tando i colli, che la fiancheggiano, troviamo quelli, i quali formavaiio Targine destro del primitive letto, essere appena ricoperti d'un breve slrato di tufa granulare. E questo stesso d' una natura , a me sembra , molto diversa da quella delle altre rcgioni, perch^ svariatamante mescolato e composto forse per effetto del tempestoso mare , che ivi piii agitato fra quelle proininenze dovette deporre in minor quantita e meno regolarmente le materie erultate dai sottomarini vulcani. Questo stralo meno degli altri compatlo e poco profondo non pote esser atto alia escavazione delle catacombe, se non dove gli sotto- stava altra roccia, che potesse sopportarla. Ond' e che ne' colli Gianicolensi due soli cemcteri a qualche distanza I'uno dall'altro appariscono, quello ciou di S. Ponziano e quello di S. Pancrazio. Quello di Ponziano collocalo sull'antica ripa del Tevere e cavato quanto fu possibiie nel tufa suddetto; la massima parte pero di esso e in uno strato arenoso mescolato di brecce e fossili, il quale presenta solidilii sufliciente (2). (1) V. Ponzi, Memoria sulla storia fisica del baciiio di Roma cstratta dagli annali di Scienze matemaliche e lisiche pubblicate in Roma Liiglio 1850 ; c Mcmoire sur la zone vnl- canique d'ltalie publi6e dans le Bullettin de la societe geologiquc de France, Seance du\^ Avril I8o0. Quest'ultiraa carta e slata riprodottadaich. DeJardins, £■««( sur la topographic du Lattum pag. 45. Per gli spaccati dei Monti Gianicolo , Valicano c Mario , vedi Ponzi, Nota sui lavori della strada ferrata di Civitavecchia, cd il Catalogue des fossiles du Monte Mario pubblicato dai signori Vandcn-IIecke, Rayneval e Ponzi. (2) Marchi, pag. 7. — 383 - I piani piu infcriuii ora non accessibili tornano ai banclii del tufa gra- nulare; cosi questo e uao dei piu belli punti geologici della Roma sotlcira- nea , dove ci 6 dato attravcrsaic strati diversi dei deposili subappennini. II cemetcio di S. Pancrazio 6 lutto nel tufa , ma d' una escavazione quasi eccezionale regolata forse secondando 1' invito della roccia. Dopo il Giunicolo nella nostra linea deH'argine, segue il colic Vaticano, la formazione del quale 6 ben nota come unica nel suolo propriamente roinano e come facente parte d' uii quasi sistema di tal formazione (1). Ivi al piccolo cappello lufaceo sottostanno strati di un sabbionc siliceo calcare e di marne , i quali poco sembrcrebbero atti da cavarne gallerie: pure avverte il Brocchi aver questi strati talvolta solidita di arenarie (2). Celebrc e il cemetcro Vaticano , ma poiclio ([ucsto non puo riconoscersi pcrcbo dcmolito ed occupalane I'area dalla giganlcsca basilica, non possiairio vcderne ne le forme, ne ramplezza, ne il niodo d'esistere. Del lirnanenle la solidita osscrvata dal Brocchi nelle roccie del Vaticano puo darci argoinento, che I'esislenza del cemetero ivi non ri- pugna alia natura del suolo. Viene appresso il monte Mario, dove non e trac- cia di sotterraneo crisliano; il quale infatti qui ripugnerebbe alia qualilii dcgli strati di poco tufa e di deposizioni marine niente consistenti. Dietro quesla linea di colli dal Gianicolo al Mario, che forma I'argine destro del tiume, nella |)arle dn noi percorsa appariscono a qualchc distanza dopo il monle delle crcte i grandi banchi del tufa granulare, c non mnncano ivi infatti nellc allure inoiti cemeteri cristiani, che sono i piii lontani delle vie Portuense, Aurelia e Trion- fale fino circa ad un miglio e mezzo dalle mura di Fioma. Passando ora alia sinistra della valle, prima di trovarc ia catena dei nionti Parioli, si presenta sulla via Flaminia un colle distaccalo, quasi fosse stato isola, la cui sommita e di tufa, il resto e un variato ammasso d' arena, di ciottoli e talvolta anche di grandi niassi durissimi. Quivi e il cemetero di S. Valentino slimato dal Brocchi il solo non discavato in tufa granulare , ma in tofo di dcposhione (Invialile (3). Cotal cemetero e I' unico , che ha avuto ingresso sulla via Flaminia, ed ora 6 pochissimo accessibile a cagione delle franc c degli nilcrramenti, ma e assai notabile per !o studio con che ivi hanno i fossori scguito le vcne meno disadatte al loro uso. Questa via, come ognun (1) Brocchi pag. ICi. (2) Brocchi loc. cil. (3) Brocchi pag. 98. — 384 — sa, coi'i'c tiiUii iiella vallc c lungo il taglio a picco dci monli Parioli fatto ad arte quando il console Flaminio la tiaccio: percio le ciiiie di questi colli sono quivi inacccssibili a cagione dclla scoscesa rupe : oltie a cio il grande incrostamcnto di travertini formato dal fiume (1), dovea rendcrne assai maiage- vole il taglio : cosi sulla via Fiaminia le cataeombe cominciano e finiscono al primo miglio dalla citta. Tutta la parte di suolo, che e alia sinistra del Tevere, perche forse pin depressa, prima di emcrgere dalle acque ha ricevuto in maggior copia le dc- posizioni vulcaniclie. Percio in tutta questa regione vastissimi e profondissimi sono anche gli strati del tufa granulare. Onde 6, che tutte le somme alture, le quali si succedono dai monli Parioli lungo le vie Salarie, Nomentana, Ti~ burtina, Prenestina, Labicana, Asinaria, Latina, Appia cd Ardeatina, fino al- r incontrare nuovamente la valle Tiberina sulla Ostiense, sono atte all'csca- vazione cemeteriale, ed in gran parte a quel fine vuotate. Quivi inoltrc la pro- fondita di quel banchi e perforata talvolta in quattro, e forse anco in cinque piani I'uno all'altro sottoposti di gallerie. Ma se in questa regione gli strati si trovano quasi indefinitamente idonei, I'area occupabilc dai cemeteri cristiani o limitata dali'andamento del suolo. La valle dell'Aniene impone i suoi limiti circa alle due miglia sulle vie Salaria e Nomentana. Piu prossimo alia citta apparisce il- confine d'una grande valle sulla via Tiburtina dopo la basilica di S. Lorenzo innanzi forse al primo miglio. Sulla Prenestina e sulla La- bicana la natura apparente del suolo sembrerebbe permetterc molto svolgi- mento ai nostri cemeteri, ma questi non compariscono che a considerevole distanza dopo il grande avvailamento, nel quale scorre la Marrana, e hanno il lor termine poco dopo Tor Pignaltara, forse al cominciare del tufa litoide ivi dal Brocchi verificato (2). Prima di quell' avvailamento il solo cemetero di Castulo ci e noto dalla storia; ma questo benche ora inaccessibile fu riu- venuto dal Fabretti e descritto dal Boldctti (3) ; dalla cui descrizione rag- guagliata all' esperienza , che ho di simili luoghi , mi sembra rilevare esser questo cemetero eccezionale si nellc forme, e si nelie condizioni del suolo. Laondo entro in sospetto essere 1' interno della roccia quivi poco atta alia escavazione , e che da questa cagione Hsica dipenda la mancanza di cata- (1) PoDzi, Memoria citata sul bacino di Roma pag. 17. (2) Brocchi pag. 202. (3) Boldctti pag. 100 e 563. — 385 — combe osservala in quest'allura piu prossima alia ciltJi. In fatti sulla via Pre- nestina ed in alcuni sotterianei da me visilati della Labicana ho osservato un esleso banco di tufa litoide , nel quale non 6 stata niai falla I' escavazione ceinoleriale romana. Fra la Labicana, I'Asinaiia e la Latina un immenso av- vailamcnto tocca quasi le muia di Roma ; e quivi in fatti niuna traccia di sottcnanci cristiani. Le vie Latina, Appia ed Ardeatina sono quel campo va- stissimo dove fin' oltie Ic due miglia ogni altura accenna d'csser vuotata e forma il piii celebrc gruppo di vasti e spcssi cemeteri. Questa regione si con- giunge novamente alia valle Tibeiina presso la via Ostiense, dove neU'estreme colline prossime a! Teveie sono i cemeteii di Commodilla c quello, che e al ponliccllo di S. Paolo. Fin qui inteirogando la natura del suolo e Tespeiienza ho assegnato il laggio d'estensione all'area occupata dai cemeteri cristiani in ciascuna via , e dentro i limiti di quel raggio ho escluso tutti i luogbi, che hanno difetto delle condizioni necessarie alia escavazione. Ma a conoscere la vastita delle catacombc mi si chiedeia se tutte le allure atte a tale scopo sieno slate dagli anlichi cristiani occupate , e se una volta occupate le abbiano perforate in ogni senso secondo 1' intiera ampiezza deU'esterna superHcie. Per rispondere pienamente a questo quesito dovrei uscire dal mio proposito di dare soli cenni, e dovrei entrare in triiltazione storica ed archeologica. Imperocche sarei co- strctto a minulissimamente esaminare ogni varieta di strati negli stessi ban- chi del tufa ed in ciascuno dei colli, onde piu precisamentc escluderne al tutto 0 in parte quelli, che sono di natura disadatta alia escavazione cemeteriale. Inoltre dovrei cercare storicamente di quale c quanta superficie esterna siensi potuli impadronire i cristiani. Ma poiche questa ricerca pende anco molto dall'osservazionc del fatto, suH'esperienza finora avuta posso assicurare, che grandissima parte dei colli rinchiusi nei confini determinati presentano in- gressi a sotterranei cristiani: di modoche questi massimamente sulle vie Salaria, Latina ed Appia vengono quasi a contatto Tuno dell'altro sotlo tutta la su- perficie. Quanto poi all' aver occupato il cemetero tutta o parte della som- mila una volta impresa a discavare, moiti indizi m' indurrebbero ad asserire I'altura, nella quale apparisce il solterraneo, essere tutta perforata fino a quel punlo, ove il mancare la continuaziono dello strato idoneo od altra locale cir- costanza impediva I'estenderlo maggiormente. Senza enumerare i vari indizi, che mi condurrebbero a questa conclusione, tolgo ad esempio i dati, che me ne forniscc conformi all' accennata sentenza , la mirabile estensione di soli 52 — 386 — quattro grand! ccnieteri dell'Appia o dell'Ardealiiia, quclli cioi di Pretestato, di Callislo, dolle Calacombc c di Domitilla. Quivi il cemetero di Preteslato alia sinistra deirAppia occiipa appiinlo il into sinislro della collina, clio dalia celebre via e bipartila in due parii incguaii, Iracciando la linea di separa- zione iVa i sotleiranci della destra c (juclli della sinistra. Questo cemetero e ancor tanto pieno di macei'ie , tciie c lovine , chc pochissiino k dalo ag- girarvisi inteinainente. Ksso peio in vaii punli e accessibilc per modo, che nel quasi Iriangolo t'ormato da queiraltura eon 1;> linea dell'Appia i limiti in due lati sembrano certamente vcrificali, cioe neila crepidine della via c ne' de- clivi della collina verso la valie della Caffarella. Dal lato dei prati di S. IJi- bano, dove conlinuano le apparenzc di suoio idoneo , ci inancano accessi ai sottcrraneo. Quivi peio gli anibulacri cemeteriali ri|)ieni di lerre attentamente esaminali nelle loro direzioni accennano tuUi di estendersi nel senso della col- lina. .'Vila destra dcU'Appia qucsla rncdesima altura e circoscritta dall'anda- nicnlo della via, chc conduce a Tor Marancia, fino al liinite della gola, che separa questa altura dalla basilica di S. Sebastiano. Questa iinmensa area , eve ha sede il grande cemetero di Callisto, e tutta sotteira escavala, ed in molla parte accessibile. Dove oggi ancor non si penetra, sicure meinorie at- testano il prolungarvisi del cemetero. Cosi in quesl'area i limiti della collina e della via Appia coincidono coi limiti del sotlerraneo. Assai angusta e poco elevata e la sommita di S. Sebastiano, ove e famoso il cemetero delle Cata- combe , del quale appariscono gl' indizi anche oltre i limiti di quella breve cima: onde qui vediamo non solo raggiunti, ma oltrepassati i termini natu- ral! deH'escavazione. Finalmente togliendo ad esame il cemetero di Domitilla sulla via Ardeatina lo troviamo collocato in una immensa altura , la quale benche s'addica a vastissimo cemetero, pure sembra troppo eccederne i limiti approssimativamente verificati. La parte nota ed accessibile forma un quasi quadrato , che si presenta ad oriente con un lato parallelo alia linea della via Ardeatina , dove anco declina alquanto la sommita della collina. Verso questo lato declinante trovo manifest! ! limiti deH'escavazione. A sinistra d! questo , lungo 1' altra linea del quadrato a mezzo giorno , osservo del pari ! limit! del cemetero malgrado il molto prolungarsi della collina. Ma da questa banda piecisiimente c' imbatliamo in un copioso banco di pozzolana friabi- lissima, tanto che iiumerose cave vi sono praticate, le quali piu che altrove continuamente rovinano. L'altro lato, che segue parallelo al primo verso po- nenle , csaminato si trova assai lung! dal deelinare dell' altura , ne sembra — 387 — quivi il variare della roccia aver potato impcdire I'eslendeisi della calacomba. Iiit'alti se in qucsto punio non ci c dato inoltrarci piu avanli, non e perclie cessino Ic galleric : lutte continuano e P inlenameiito solo ne vieta il pas- saggio. Concoidc a quesl' invito del solleiianeo e la ineinoiia lasciata dal Maiangoni dcIT essere apparsa nel 1742 una grandiosa scala omata di mu- saici, la quale dava adilo ad ampio sottenaneo, nell'alluia di Tor Marancia (1). Ni! di qtiosta scala, nc di questa regioiie sottenanea abhiaino noi alcun sen- lore ncH'ainpia parte ora acccssibile del cemeiero. Hitnaiie il quarto lato ri- volto a tramontana, ove la collina e gli strati puranco chiamavano il sotter- runeo ad cstendersi; nta fin ad ura nc- vi si penetrava, n^ la slrutlura degli anibulacri dava indizio d'accc^so a penetraivi; ne le niemorie scritte o tra- dizionali tie poigevano traccia, clie la ci conducesse. Laonde (jui veramente sembrava apparire un limite non imposto da ragione fisica: e neanco mi ve- niva indicata alcun'altra causa locale, che avesse ivi impedito lo svolgimento del sottcrraneo. Percio persuaso, ch'ivi dovesse esistere il cemetero cristiano, volli introdurini sottcrra nolla vigna Saci'ipanlc , cbe occupa qucsla altura. Ora immagini il lettore quale fu la mia gioja, quando trovata una frana dopo poco lavoro apparve un pertugio, il quale mi mise denlro una magniQca scala tulta rivestita d' intonaco ornato di piltura a fresco. Questa scala sccnde ad un'aniplissiiiia via cemeteriale, che poi lateralinente iiiette ad altri ambulacri, j)er i quali il sotterraoeo in gran paite interrato si dirama in ogni verso (2). Innanzi a cosi lurninose esperienze potrei dire aver prove evidenti non sem- plici indizi, ciie i cemetcri si estendono fin dove un limite viene loro imposto da insuperabile impedimento. Ma pure poich6 le aree , sotlo le quali ancor non penetramino, sono assai vaste, majgrado i buoni indizi non vorrei assi- curare esser' esse per ogni verso vuotate. Questo fatto e di cosi alta im- portanza e di cost gravi istoriche consoguenze, che io non debbo affermarlo prima d'averne riconosciuta la certezza per prove irrepugnabili. Ora dopo tali premesse a completare inaggiormcnto 1" idea deH'ampiezza delle catacombe posso tentare di ridurla a calcolo di numeriche quantita. Iin- perocche parte dal ragionare, che fin qu\ ho fatto, e parte da altri capi, che (I) Marangoni, Cose genlileschc trasportate ad uso delle chiese p. 4(il. (S) Questa scoperta e assai iniporlante non solo perchfe falta con dali unicamente geo- logici scnz'alciin aitito di meraorie istoriclio , ma anco per il singolare valore archeologico del moDUDicnto rinvcnuto, del quale nou e questo il luogo di ragionare. — 388 — accenneio, ho tiatlo element! da calcolare in modo, che non andro certa- mente assai lungi dal vero. Tre dati risultanti da moltc osservazioni , con- ducono a trovarc appiossimativamcntc la quanlit;\ deH'area sotto la quale si diiaaiano tuttc le catacombc lomane, c la quantila metrica delic gallerie ivi soltcrra pralicatc. Piimiciamcnte daH'csamc gcologico e speiimcntale, di che sopra ho toccato, io otterro in inctri c miglia quadrate la quantitii dell'area consideiata in un piano, che ha potuto preslaisi alle catacombc. In secondo luogo suir espcricnza e sull'esempio dci quattro ceinelcri dell' Appia ed Ar- deatina ora esaminati (esempio, che dimostrero soddisfaccnlc alio scopo) cal- colero quanta parte dcH'area atta 6 a nostra notizia, che sia stata vcramente escavata. In terzo luogo finalniente dal paragone di parecchie piante di ce- meteri divcrsi e lontanissimi trarro in metri la media delle gallerie svolte in una data area quadrata. Potro allora concludere il mio calcolo applicando qucsta media alia totale area occupata dai sotterranei cristiani ; onde avro r approssimativa somma della quantita di gallerie, che s'intrecciano in questa necropoli. Per quanto spctta al primo dato dell'area semplicemente atta, il raggio dell'estensione riconosciuto in ciascuna via mi determina i lati d'un poligono, nel quale valutare la zona di suolo esterna alle mura Aurclianee, ove han sede le numerose catacombe (I). Facilmenle da questa zona polro sotlrarre la valle Tiberina, la valle indicata fra la via Labicana e la Latina, la vasta regione esclusa sulle vie Prenestina e Labicana (2) e quelle parti dei colli Gianico- lensi col monte Mario , che ho dimostrato estranie al nostro campo. Inline (1) Queslo poligono ho io misurato suUa pianta del Censo costruendolo dai segucnli punt! scelti in ciascuna delle antiche vie, dove ci son noti ingressi ai sotterranei cristiani. Essi sono sulla via Portuense, il pozzo Panlaleo; sull'Aurelia, il casaletlo di S. Pio V; sulla Flaminia, il colle nella vigna degli Agosliniani, ove e il cemetero di S. Valentino; sulla Sa- laria, la valle dcll'Aniene a villa Chlgi; sulla Noracntana, la valle dell'Aniene; sulla Tibur- lina, ravvallaraento dopo la basilica di s. Lorenzo; sulla Prenestina, la Torre de'schiavi; sulla Labicana, la vigna del Grande; sulla via Latina, Tor Fiscale; sulla via Appia, nn punto medio Ira la basilica di S. Scbastiano ed il circo di Massenzio ; sull'Osliense, il Ponticello di S. Paolo. (2) Con questa regione sono slato costrctto ad cscludere I' unico cemetero accennato dal Boldetti presso Tor de'schiavi sulla via Prenestina, cd al quale io alludeva, quando su questa via ho detto apparirc le catacombe a grande dislanza. Questo cemetero ora inacces- sibile dalla descrizione del Boldetti sembra aver poca estensione , onde ho creduto poterlo trascurarc in un calcolo, nel quale amo meglio a ristrelti, che a larghi termini attenermi. — 389 -^ suUa piu recente pianta del Censo da me a bello studio verificata e perfe- zionata in vari punt! sceiti, posso stabilire la proporzione dclle alture idonee alio scopo di che ragiono , veiso gli avvaliamcnli in tutto ii rimanente del suolo onduiato (1) Da tal proporzione ognuno intcnde dovermi risujtare I'ul- tinia (jiiantita d'avvailamcnti da sottrarre alia zona di superficie prima deter- minata (2). Cos) calcoiando la somma dalle aree alte, nelle quali lo stato fisico del suolo sembra dare invito al cemetcro cristiano giunge a poco piu di cinque niiglia geograliche quadrate pari a mctri 11, 100, 500. Qucsta cifra ci rappre- senta la quantita del primo dato, che mi ero proposto di determinare. Passando ora a rintracciare il secondo, a stabilire cioii I'area formata dalle alture, ncllc quali appariscono catacombe, dobbiamo trovnre una nuova sottra- zione alTarea semplicemente idonea, nella quantita contraria dellc alture, ove a nostra notizia non csiste sotlcrraneo, ed in quella, che risultercbbe da niinuti impcdimenti locali, e da altri ostacoli indipendenti dalla natura, dci quali dissi non peter io in brcvi cenni tener conto. L'ossorvazione ed il calcolo mi hanno persuaso in assai piii dei due terzi dclle alture apparire traccie deU'escava- zione cemeteriale. Onde attenendomi sempre al minimo a noi noto, d'un in- tiero terzo diminuird quegli 11, 100, 500"'''- riducendoli a 7, 400, 334(3). Ora resta a vedeie in qual proporzione siensi estesi i cemeteri sotto quelle allure, nelle quali essi ap()ariscono; per la qual ricerca io credo potermi valere dell'esempio teste esaminato dclle quattro grandi necropoli dell'Appia c del- r.'Xrdcatina. Nelle alture, ove esse hanno sede, I'area che per il suo livello e per r apparente stato fisico sembra atta al sotteiraneo cristiano , ainmonta a 1 , 295 , 2G0 metri quadrati ; e I'area da noi verificata come cerlamente (1) Qui debbo dolernii che sia ancora inconipleta la meravigliosa pianta, che il ch. Pietro Rosa va tracciando del suburbaao di Roma, c dove e nolalo esaltaraente I'ondulare dellc colline. Avrei potato su quella senza ricorrere a calcoli di proporzione precisamcnle conosccre I'area, che ccrco. La parte di questa scientitica pianta, che comprende la zona di terra ove c la via Appia, messa in luce ne'Monuraenti inediti pubhiicati dall'lslitulo di cor- rispondenza archeologica vol. V. tav. LVII-LX, dopo averia io medesimo verificata ed adattala al niio scopo, mi ha servito a calcolare le aree dei cemeteri dell' Appia ed Ardcatina , che prendero poi ad esaniinare. (2) A stabilire la proporzione ho scelto quattro aree di un miglio quadralo per ciasche- duna in punti carattcristici di inassima arapiczza nelle allure c di massima frcquenzadi valli. Doudc ho avuto 873 millesimi di basso verso i27, di alto in ciascun miglio quadralo. (3) Ho determinalo la riduzione del terzo calcoiando sopra i gruppi piii considcrevoli di allure prive a nostra notizia di catacombe. — 390 — escavata, non i che di 436, 275 nietri qiiadrati, poco piii cioe di un terzo di (|uella, che sembrava poteisi prestare alia escavazione. Vero h, che noi non pcnfitriaino fino a lulli ^li cslrcmi limiti di quel quattro ceincteri, di j!;uisa che potrcbbo quosto sembiare esempio di non niolta autorita; ma egli e pur anco notissinio, che poche altre parti del suoio, cui sottosta la Roma sotter- ranea ciistiana , sono tanto atnpiamente cscavate quanto questa, che com- prende qualtro de'suoi piu celebri c vasti cemeleri. Onde 6, che riducendo su queslo esempio ad un terzo della idonea, I'arca in fatlo occupata dalle ca- tacombc, polrci forse temere di peccare piutiosto in ingrandire di quelio che in soverchio restringere I'ampiezza delle catacombe. Ma dopo mature esame io sono persuaso , che molta e Tautorita ed il valore dell'esempio allegato. Imperocche il grade d' escavazione, per quanto ci e dato conosccre, qui ed altrove torna sempie simile proporzionalmente alPampiezza delle allure. Inol- tre I'esatto calcolo dell'estensione di quel sotterranei presi a norma non rag- giunge, come dissi, tutto il loro svolgimcnto ma solo il verificalo ; e come ognun vede dalle cifre I'area escavata ivi otlonula e maggiore del terzo del- r apparentemente idonea. Laonde non credo essere ardito se fondato sopra quesle osservazioni io suppongo per un terzo escavata 1' area riconosciuta a tal uopo occupata nel suburbano di Roma. Cosi calcolando dei 7, 400, 334 metri quadrati reslano alle catacombe soltanto, 2, 466, 778; poco piu cioe di un miglio quadrato. Qui potra forse sembrare a taluno talmcnte impiccolire il campo della Roma sollerranea cristiana, da scemarne il grande concetto, in che tutli fino ad ora giustamente la tennero. Io pero ci'cdo al contrario, che quel concetto nulla perdera della sua meraviglia, e foi'se crescera neil'animo di chi esamini quanto 6 I' inlreccio delle gallerie e quanto svolgimento abbia avuto il sot- terraneo soito quell'area in apparenza mediocre; che e il terzo dato da me promesso, c nel quale parmi essere giunto a plena certez/,a. A chi non sem- brera cosa stupenda , che la media dell' escavazione in un area quadrata di una pressochc irecentonovantacinquesima parte del miglio quadrato , giunga a svolgere ben 1000 metri di gallerie? Ne cio basta; cho ognuno sa come nelle catacombe si sovrappongono per Io piu due , spessissimo tre , talvolta quattro e forse cinque piani di escavazione; di maniera che quelli 1000 metri potrebbonsi spesso triplicare e talvolta quadruplicare. Attenendoini pero a mo- destissimi termini, poiche i tre ed i quattro piani e forse neanco i due rag- giungono scmpre i medesimi limiti nell'estensione, voglio considerare la me- — 391 — dia escavuzione in soli due piani. Avio adunque sotto quclla piccola tra/.ione
  • oi- zionale disegno, ora con la mia macchina oltre all'aver con celerita somma (|uelle niisurc, io ollengo meccanicaniente ridotla e deline.Ua la pianta nel- Tatto slcsso del misurare. No cio solainenle , ma se prima alira operazione era necessaria a conosceie i livelli divcrsi , dalla quale noii si avevano die note in isciitto, oia contcmporaneamente alia pianla ancor questi vengono in altia carta disegnati in una linea come il tcrreno ondulala. L'aspelto geneiale deir istrumento e rappiesentato nclla lig. 1/ nella sua veia grandezza esso 6 tale da poter servire nei luoghi piu angusti, sol che possa penetrarvi con la mano di chi !o sostiene ; come anche pud esser adoperalo a modo degli altri slrumenti matematici, fissato cio6 e livellalo regolarmente sopra un la- volino a tre piedi. DESCRIZIONE DELLA MACCHINA ICNOCRAFICA El) ORTOGRAFICA. Tutte le difTicolla, di che sopra ho ragionato, io volli supcrare con una macchina, la quale se non avanzasse i conosciuti metodi neU'esallezza , al- nieno accelcrusse tanto I'operazione, da togliere il grande fastidio ed incomodo dcllo lunglie dimore poco premiate da copioso lavoro in luoghi tenebrosi , uniidi, angusti ed ingombii. Peicio mi posi io animo di ottcnere meccanica- mente, che nell'atto medesimo del misurare gli spazii e determinarc gli an- goli forrnali da quelle sotterranee vie, questi e quelli fbssero in carta deli- iieati c ridolli a ([uella proporzione, che stabilire si volesse, e in pari tempo nella medesima proporzione venisse deiincato il discendure o I'ascendere del suolo. Cercai insomma un quasi pantografo , il quale disegnasse riducendo , non da altro disegno, ina d;i! vero e sulla faccia de' luoghi. Prima di pro- cedere alia minuta descrii^ione delT istromento , dove dovio rcndere ragione di molte sue parti accessorio, mi piace per aniore di chiarezza indicare i so- stanziali element! della mia macchina icnografica ed ortografica. Per otteneie adunque Io scopo inimaginai , che una fettuccia F (fig. 7) misuratrice degli spazii fosse avvolta alia circonferenza d' una ruota U , la quale giiasse pei' Io svolgersi di quella nel misuiare. Una vite V di brevissinii passi gira con la ruota e porta un dado D , che per la rotazione della vite e coslretto ad avanzare lungo la direzione di questa a passi tanlo piii brevi di quelli della ruota , quanto piu grande e la differen/.a tra i passi della vite e la circon- ferenza cui sta avvolta la fettuccia misuratiice. II dado trascina una carta C — 398 — facendola passare sotto una punla scrivente P , la quale segna su quella la medesima linea, chp viene percorsa da) dado. Per questo mezzo il girare della ruota con la vite ed il proocdere del dado con la carta sotto la immobile punta scrivente sono movimenti simultanci alio svolgersi della feltuccia. Quindi quosla neH'atto, clic inisura gli spazi, riporta e quasi svolgc in un piano pa- rallclo a quelli la circonferenza della ruota. Questa poi girando insiemc alia vite continuamcnle e proporzionalmentc per i pic(!oli passi fa procedere il dado unilo alia carta, talcho ripctc sul piano di essa la sua stcssa circonfe- renza ridotta in proporzione minore. Ottenutc cosi le linee proporzionali agli spazii misurati, perclie esse co- slituiscano una vera pianta, conviene deterininare le loro giacituie sulla carta in angoli eguali a quelli , die formano gli spazii mcdesinii in fra di loro. Oiiesto soopo puo esser laggiunto ncl mio istronicnto si per mezzo (lell'ago magnetico, che del traguardo. La costantc teodenza al Nord dell'ago mi da un piinto fisso asportabile da sostituire al punto fisso immobile , clie si ha ne' pantografl ordinari. Percio preparata la carta con molte linee parallele, ho immaginato di farlc coineidere con quella dell' ago ogniqualvolla colloco la carta ncll' istromento presentato alia linea da misurare. Con questo sistema viene detcrminata la posizione di ciascuno spazio separatainente verso il Nord magnetico, e per conseguenza ciascuno spazio viene riporlato sotto I'angolo, che ha rispetto al suo vicino. Per adattarvi poi ancbe il traguardo ho con- gegnato, che la linea medesima delle pinnule rcchi seco la carta nel miio- versi, che fa a determinarc gli angoli. Dovendo il niio istromento servire in que' sotterranei, dove oltre I' in- treccio orizzontale delle gallerie v' c I' intreccio verticale de' diversi piani di escavazione, e poichfe lo studio di quest!, come prima ho detto, e di grande momento, io volli, che la mia macchina aiiche queste ditferonze di livolli de- lineasse in una carta a quest' uopo destinata. Le differenze di livello, die qui cerco di ottenere, altro non sono, che un dipartiie dell' andamento del suolo, fiii 0 meno dalla linea orizzontale, quando con essa non coincide ; quando esisto cioe un angolo fra la linea oiizzontale e la giacitura del suolo. Deter- minato quest'angolo e sott' esso procedendo sulla cai'ta una punta scrivente condotta dalla misura orizzontale, egli 6 evidente, che la punta descrive I'an- damento del suolo. Percio rappresentando la vite V la linea orizzontale, che viene tracciata da una punta Hssa sul dado, da questo ho fatto pendere ver- ticalmente una colonna L (fig. 7) cou esso mobile dirimpetto alia carta C. — 399 — Lungo la colonna scone libero uii" aiiullo N, die porta da una patle una punta scrivente contro la carta, dall'altra opposta un piccolo boltone, il quale deve passare dontro raportura iongitudinale S di una riga R' niuniia di traguardi t allc eslrcinita, o mobile in un piano parailelo a qucllo delia carta C Cotesta riga rappresenta I'andamcnto del suolo, quando per mezzo de' traguardi e collo- cata parallcia al medcsimo. Avanzandosi il dado o con esso la colonna L, I'anelloN c la puiila scrivente proccdcranno anciressi : e poiche sono rinchiusi ne' confini dcli'apertura S, per mezzo del bottono saranno guidali neH'andamento di essa.se- gnando sulla carta una iinea ascendente, discendeote od orizzontale, secondo la varia posiziono della riga R.' Si ottengono insomnia cosi graficamente due lati d'un triangolo rettangolo, del quale un cateto h la Iinea orizzontale di misura, r ipolcnusa I'andamcnto del suolo, I'altro cateto non viene delineato, ma de- terminalo; ed indichera quanto I'andamento del suolo e giunto a dipartirsi dalla oi'izzontale. Quesli generali dementi atti a formare una macchina icnografica ed or- tografica erano da cungegnare e rendere di agevole uso neii' istromenlo, che bo I'onore di sottoporre a! giudizio di quest'accademia. Esso e statu eseguito in proporzioni piu grandi del iiccessario cd in disposizione di parti diversa (la ({uelia, che descrivo, poiche f'u ristroinenlo di prova a poco a poco ino- dilicato c svolto nelle varie applicazioni del primo principio. L' istromenlo cosi costrutto ha dato gia molt! risultali soddisfacenti alio scopo, uno dc' quali t; il saggio , che presento a quest' accademia , nelle carte mcdesime graf- lite dalla punla scrivente della machinotta. Se ha dato buon efTetto I'istro- mento gia costruito, non e a dubitare, che una migliore disposizione di parti in proporzioni pii comode sia per facilitarne di molto 1' uso , e diminuirne nnche la spesa di costruzione. Percio avendo gia eseguito un modello servi- bile della nuova piu semplice disposizione, slimo mio debilo esonerare i chia- rissimi accademici dal tedio di esaminare 1' istromento piii complicato- La figura 1" rappresenta nella sua naturale grandezza I' aspetto generale della macehiiicUa. Ivi sopra mi piano quadrilungo BGFIF lungo circa 12"" e largo circa 3"" posa una specie di scatola , la quale nella sua parete po- steriore QBtlU sostiene per una cstremita la vite V lunga 10"", e nell' an- teriore CED'O ha una larga ed alta apertura a, per la quale passa la vite V prima di unirsi come asse alia ruota R ed appoggiarsi al soslegno 0. La ruola K ha 12"" c mezzo di circonferenza, la vite V ha un passo per ogni quarto di millimetro; di inodo che ad ogni giro della ruota, facendo un giro — 400 — anche la vite, il dado D avanzera di uii passo, cioe di un quarto di millimelro. Di sopra ho moslralo come la fetluecia involta alia ruota nello spiegarsi lungo gli spazii svol^'P pgiialnicnlc a se stessa la circonfcrcnza di quella. Questa essendo di 12'"' c mezzo, do via fare otto giii intiori per ogni metro di fet- tuccia, che si trae lungo la parete da misurare; cd olio girl ancora facendo la vite, di olio passi avanzera il dado eguali ad otto quart! di millimelro, cioi di 2 millimolri. II dado traseina la lavolelta T , la quale incaslra negli orli QCUE, formando quasi un copercliio scorridorc della scalola. Sulla lavolelta sla dislcsa la carta, che si avanza con essa, sotto la pressione di due cilindri rolanti SS,' i quali impediscono il movimento irrngolare della carta in ogni spnso, aiulandola a rimanere aderente alia lavolelta e ad avanzarsi con essa. Fra i due cilindri sta collocala la punla scrivente P, che traccia sulla carta una linea lunga quanlo e la porzione di essa carta, che sotto le passa. Ho deUo , che il dado si avanza due millimetri per ogni metro , c con csso la carta. Per conseguenza la punla segnera due millimetri per ogni metro, dando la proporzione ridotla di '/,„^ . Volendo avere una proporzione piii grande , si deve diminuire la differenza tra la periferia della ruota ed i passi della vile. A questo fine la ruota R ha piii incanalaturo formanti circonferenze sempre minori, sulle quali facendo avvolgere la fetluecia piutloslo che sulla prima , la riduzione crescedi proporzione e sara di 7400 ''' Vson ^^ Vaoo- Queste pro- porzioni possono rimanere eguali o variare, anche in macchine coslruite con viti di passi diversi da quelli, che io propongo; purche ne sia regolata, come e evidente, la diflferenza con la ruota. £ da osservare il giro della fetluecia, onde vodere come essa non mai viene a mancare; e benche avvolta alia ruota, non nc accresco la circonfe- renza. La fetluecia e di seta ben forte lunga ciica 2."' .50.'"'" con le due estremitii riunile insieme quasi fosse un anello ; cosi disposta sla avvolta di un solo giro alia circonferenza della ruota R , dalla quale staccandosi va ad allortigliarsi ai due cilindrelti lalerali giranti sulle estremita FH del piano della macchina. Dai due cilindri pende la parte lunga della fetluecia, che sta lesa per la gravita di un peso a, atlaccato ad un anello F' di vetro libero a scorrere lungo la fetluecia medesima. Nel misurare gli spazii colui, che opera, dovra portare con la mano deslra per il manico M lutla la mac- chinella, e con la sinistra prendere la fetluecia all' usciro del cilindro in H, e fermaria con la mano al prineipio dello spazio da misuraie. Quindi aprendo il braccio destro, e facendo avanzare la macchinelta lungo la parete, finche — 401 — h possibile, la feltuccia per rnttrito, che ha ne' suoi giii, trascina seco la ruota, e per conseguenxa il dado della vile , come sopra abbiam veduto. Fatto il primo passo si tiene fenna I'estrcrnita H in quel punto di parete, dove era giunla , e si lascia cadere la felluccia , che ha misuiato. Questa pei' effello del peso unito all' ancllo scoiridore F' torncia a pendere sotto la macchina, come prima si trovava; e nuovamenle prendendo la feltuccia con la sinistra, si conlinua la misura. I cilindrelli ed il peso hanno I' uHicio di frenare la corsa dclla felluccia e di im|)edire cosi , che la ruola R per molo di rola- zione prcconcetlo alleri resallezza della misura. 1 piccoli anellelti di vetro e collocaii avanli i cilindri servono a dclerminarc il punto di uscita della fel- tuccia, e per conseguenza il principle della misura. Sopra ho accennato, che la lungliezza della vile e di 10. '^"', i quali nella proporzione di "j^jj daranno alia vile una corsa di 50." Quesli vengono ben presto csaurili, e Irovandosi il dado D a contalto della ruola R, sari impe- dito di prosegnire piii innanzi. Sarebbe d' uopo allora respingere indietro il dado e la tavolelta, sospendendo I'azione della punla scriventc, onde poi con- liniiare la misura. M evilare questo non leggero incomodo e sciupo di tempo, ho disposlo tutto I'apparalo mobile nel centre K sopra un piano I X, cui ade- risce il manico M. Per effello di questa mobilila potremo girare tutto I'ap- parato in modo, che reslrcmita F venga a presentarsi alia parole da misu- rare e-la feltuccia avra il punto di partenza dal cilindro F invece, che dal cilindro H; e fara necessariamente girare la ruota R in senso contrario, re- spingendo il dado e la tavolelta. Mediante questo giro dell' apparalo si uti- lizza il retrocedere del dado a continuare la misura. Non basta , che gli spazii vengano in carta delineati e ridolli , e utile ancora sapere istantaneamenle, quanto e lo spazio percorso: la qual cosa pud ancheservire di risconlro, onde verificare I'esaltezza dell' istromento. A questo e destinata la front* G U E 0' della macchinelta, che viene rappresentata dalla fig. 2." Due contalori sono ivi disposti capaci di contare fino a 5000 metri senza che debba atlendervi I'occhio di colui, die opera. II piu grande Q conla fino a 100 metri, I'altro piu piccolo 17 fa un passo ogni 100 mctri, ed es- sendo capaee di 50 passi puo indicarne 5000. II meccanismo di qucsti con- lalori si vede nell' interno della fronte GUEO' (fig. 6). Una sbarra .\'B' sostiene gli assi cenlrali dellc due ruole C'Q', le quali recano al di fuori gl' indici delle moslre Q. 0. La ruola C destinata ad indicare i 100 metri, ha la circonfe- renza di 10*"": e egualo cio6 alia lunghezza della vile. Una catena m la cir- 5i — 402 — conda, e passando per i due anelli o cairucolc nn' fissati dietro la mostra Q, ha le due eslremita feriiio al principio e fine della tavolelta T. Ognuno in- tende , che al muoversi dclla tavolelta , dovra anche giiaie la ruota C per ralliito dcila catena. Questa avra compito un intcio giro dopo un intera corsa della tavolelta col dado, compiuti 50 nietri. Onde 6, che partendo il dado daiio zero, cio6 dal punlo ovc si tiova a contallo della ruota R, avri compito il pritno giro allorchc giungc a loccarc il lato UG della macchina. Allora gi- rando I'apparato, come sopra lio descritto, continuera la misura ed il cam- mino dclla tavolelta T col dado, rclrocedcndo verso il punlo primo di par- tenza. La ruota C sari coslretla ad un nuovo giro in scnso conlrario, di mo- doche segnera altri 50"' con cammino retrogrado e sommera i suoi 100 me- iri. Dopo lOOmetri deve fare un passo la ruota Q', la quale 6 munita di 50 donti inclinati. II dado della vile reca un denlino molleggiante a nasetlo 0, il quale prende il dente della ruota Q', che Irovasi pm in alto, e 1' obbliga a seguirlo di un passo. Nel retrocedore del dado il nasetlo 0 per effelto della molla passa sopra il successive dente della ruota, senza muoverlo punlo. I..a ruota Q' ha 50 denli, de' quali un solo si muove ogni 100 metri di misura; ne segue percio , che per 5000 metri i contatori non ritornano al punlo di partenza. Volendo si potrcbbcro collocare altrc due mostre piu piccolo , le quali indicassero, 1' una le migliaia di metri, e I'altra i ccntimelri; ma ben- chS facile sarebbe Toltenere anche questo, pure non mi sembra necesswio alio scopo di leggere misure, delle quali nulla monla conosccre sempre le piccolo differcnze, che poro non sono certamento trascurate neH'csecuzione del dise- gno, mediante la continuita della vile. I contatori descritti danuo le misure della proporzione '/soo • quai'^o si operasse colle altre riduzioni, gl' indici gi- rerebbero nel medesimo modo , ma non corrispondercbbcro loro le divisioni dclle mostre. Percio i ccrchi graduali sono mobili c non si deve aver allra cura, che di cambiarli quando invece del ^/soo si adoperi la riduzione del '/^oo 0 del Vsoo- Sopra ho detto, che una punta scrivenle Iraccia sulla carta le linee della misura. Queste linee dovranno essere sospese quante volte I' incontrare porte od imbocchi d'allre vie osige 1' indicazione d'un vuolo; inoltre essendo le sot- terrance gallerie ordinariamente formate da due pareli parallele , a rendere piu sollccila roperazionc desiderai oltencre contemporaneamente ambedue le linee collocate a proporzionale distauza 1' una dairaltra. Nella fig. 3". e 4." viene rapprescnlato in grandezza alquanto maggiore della vera il sisteina — 403 — tlella punta sciivente, la quale pendo dal lungo braccio $. A questo sta for- lemcnle unito iin asse verticale A, il quale sostiene un'aliro piccolo orizzon- tale B lungo circa i-"" e graduate per 8, 10 o 15 mclri secondo le diverse proporzioni, die |)u6 daro V islroinento. I-uiigo I'asse H scorrono due dadi DD' ed il lore cammiDo e a norma della giaduazione regolalo dalle due vili VV, chc li irapassano neila parte supcriore, e si appoggiano nli'asse verlicale A. I due , e sla ordinariamente ncl- r incastro G' del piatto N' onde mantenere i cilindri paralleli al corso della tavoletta, viene prennuta in IT. Questa molla escc allora dal sue incastro G' e pennette il girare del piatto intorno al centro deH'asse A. Contemporanea- inente essa innal/a la leva H', la quale pei'cio fa discenderc i freni F" sopra i cilindri. Cosi menlre li lascia girare col piatto, ne arresta la rotazione, onde trascinino beasi esattamente la carta, ma senza farla punto progrediie lon- giludinalmente , lo che le spostercbbe il vertice dell'angolo. La leva H' ler- mina in una forca, che preme sopra un anello o' molleggiante, il quale com- munica questa pressione ai freni; cosicchfe quantunque I'anello a' giri col piatto, e la forca pcnda immobile dal braccio 'I', sempre csercita la sua pressione a conservare V immobilita dei cilindri. In tal maniera il centro di movimento delta carta, e per conseguenza il vertice degli angoli, ^ sempre nel centro del- Tasse A. Percio dissi prima dover in quelle coincidere la punta rappresenlanle la parele.che si segue, o starnc equidistanti ambedue le punte, allorche la misura segue I'asse centrale della galieria. Per questo mezzo si gira la carta, finch6 no- vamcnte porta le sue linee parallel* a convenire con quella dell'ago. Quivi al- lora se si vuol sapere quanli gradi ha I'angolo, che si va a descrivere, la gra- duazione, che 6 sul piatto, facilrnente P indichera servendo di indice la stessa molla n rimasta immobile. Quindi a conlinuare la misura debbono tornare i cilindii al loro primo posto, lasciando la carta nella nuova posizione. Cio si ottiene premendo leggermenle la carta con un dito e sollevando i cilindri dalla pressione mediante rdaslicita del braccio $: cosi conlinuano il loro giro senza piu recar seco la carta finche tornando a cadeie nelT incastro G la molla H, si trovano pronti a rotare e spingere la carta secondo il corso della nuova misura. Avrei trovato modn di esonerare I'operante daH'osservaziono dell'ago, lasciando all' istromento la cura di rilevare meccanicamente anche gli angoli; ma non parini doverlo preferire alia sicurezza d'un meludo, il quale riportando — 407 — ciuscuna liaea sempre al inedcsimo punlo Nord, non inolliplica gli crrori aiiche piccoli, oho possono divenire sensibilissimi neirappoggiaisi di una liuea allaltra per loiza unicainciite meccanica. Qucsta osscrvaziono dcH'ago, benche possa seinbraio alquanto coniplicata , nella piatlica riesce agevolissima , come me nc ha pei'suaso I' espericnza. Quante volte si desiderasse un' csaltczza piu scrupolosa , u si dubiiasse di perturbazione magnctica, possono gli angoli csser determioati col tiagiiardo. A (luosto eirelto I'asse A (fig. 1.°) nclla parte supeiiorc, dove si unisce e gira entro il suo soslegno (J, porla una linea di traguardo A"B". Quesla dopo coi- localo I' islroineiilo paiailcio alia linea da misurare si pone nella direzione dello spazio gia misurato. I^ssendo qucsto traguaido unito aH'assc A, e paraliulo alia corsa dclla tavoielta c della caila, ondc possa girace e collocarsi nella nuova direzione, sara necessario il medesimo processo sopra descritto, e la oarla sara mcccanicamente girala nell'allo slesso del Iraguardare. In questo caso la bus- sola (quando non sofTio perturbazione) puo servire di modo di verifica; osser- vando , se la carta girala dal traguardo ha iiieccanicamente preso colio sue parallelo la direzione dell'ago. La grandezza della carta da adoperare in questo istromento e quasi illimitata , cssendo per ogni parte libera ed indefinila I' area , chc essa puo occupare. Solo il braceio 0 , che sostiene la punta puo dare un confine a tal libertii ; e percio esso e assai lungo ed alto in modo, che non solo puo ricevere lunga lisla di carta, ma permette ancora I'avvolgerla. Fino qui ho delto della parte icnografica del mio istromento , debbo mostrare ora come vi sia congegnala la parte ortografica. Deve essa tracciare sopra altra carta a cio destinata Ic linco perfettamente parallele a quelle deirandamcnto del suolo. Cio si olliene, come ho detto prima, per mezzo del traguardo , il quale determina la giacitura della riga di guida R.' Ognuno intende percio, che ad avere per meizo del traguardo neiristroiuento la vera parallela del suolo due sono le condizioni necessarie : 1° avere la mac- chinctta perfettamente liveilata ; 2° avere i! punlo di traguardo nella mede- sin\a distanza dal suolo, in che sta il punto traguardato. Un piombo P' (fig. 1." 2.") frenato da un anello serve a livellare; e potrebbe cio farsi ancbe con la bolla d'aria. Un allro lungo filo con piombo, che partisse dal manico della machinetta, potrebbe delorminaine la costante distanza da terra. .Ma poiclie il rilevarc i livclli non e cosa di uso tanto frequente, quanto quello del tracciare le pianle , si puo in questa operazione usare qualche niaggior — 408 — diligenza c servirsi dei due tavolini a tre piedi (fig. 8"); i quali debhono g\h molte volte esser necessari anche nel trarciare la sola piaiita, massime quando voglia adoperarsi il traguardo nella detennioazione dcgli angoli. Supponiaiiio di voler traeciarc 1' incliiiazione della linca A B, ncll' alto medesimo, clie se ne rileva la pianta. Colioco il tavolino T con il suo punto centraie nella di- staoza dal suolo, die viene determinata dal piombo P. La macchinetta vi sta posata sopra una palla come un grafomctro , che facilmente ne peimette la liveiiazione. Nel punto B si colloca un egua/e tavolino T' regolato da! piom- bo P' con una lanterna L, la quale lascia passai-e la sua luce per un quadii- lungo di vetro smeiigliato, formando cosi , quasi direi, una piccola colonna luminosa. L' aitezza de'tavolini per mezzo de' piombi deve porlarc' ad egual distanza da terra il punto estiemo o della colonna luminosa con il punto a della macchina. Fra quest! due punti si stabilisce il traguardo con la riga R', la quale dovia fermarsi nella linea a o parallela airinciinazione A B del suolo. Si osservi ora come sia congegnato il movimento della riga R' nella macbi- nelta, e come questa regoli il disegno sulla carta per qualunque giacilura si trovi obbligata a prendere. Nella fig. 1." il lato UGBQ della scatola presenla una fessura m. Questa fessura continua orizzontalmente nel piano della mac- cbina BD', e forma un canale per introdurre una tavola con la carta verti- calmente collocata, che viene ad empire Tintflrno del quadro BQCD', e che ho dovuto omettere nel disegno per non coprire 1' interno dell'apparato. Dal dado della vite partono due colonne LL', le quali benche unite ad esso, si trovano avanti la carta come apparisce dallo spaccalino di questo apparato (fig. 5.°) L'uflicio della colonna L e di recare I'anello scorridore N e con esso la punta scrivente conlro la carta da una parte, dalTaltra un braccio o bot- tone, che s' introduce nelT apertura della riga regoiatrice R.' Dal medesimo anello parte un'altro piccolo braccio X' (fig. 1.") terminante in una piccola ca- vita , che va a combaciare con la convessita della colonna L.' Questo fk il doppio servigio, t° d'impedire aH'anello di girarsi in modo da distaccare la punta dalla carta, ed il braccio dall' apertura della riga, 2° d' indicare sulla graduazione gg' I'ascendere od il discendere dalla punta scrivente. Finalmente la riga R' si trova pronta a prendere qualunque posizione impostagli dai tra- guardi mediante I'essere essa unita mobilmente all'iipparato da due viteielle >t' libere denlro I' apertura longitudinale di quclla. S' inlroducono queste viti dcntro duo bottoni // liberi anch'essi lungo il canale, che gira tutt'attorno il quadro BQCD' (fig. 9.°). £ facile comprenderc il movimento, che risulta nei — iO'.> — boUoiii colic vili per la doppia carceic in che si tiovano, e come si possa stringendo le viti rr' fissarc la riga sotto qualunque angolo debba formarc con la vitc V. Cio posto s'intcnde come nell'esempio, clie abbiamo preso a consideiare, la riga R' si feimi nella giacituia AB. Per mezzo de' traguardi inleini all' istiomento ff si dispone la carta della pianta, come giik si e detto, e si precede alia misura, la quale deve con grande accuratezza essere man- Icnuta semprc orizzontalc. Ad agcvolare ancbc questa parte deH'operazione, ho preparato una lunga asta Z ben bilanciata sopra un bastone, che viene sostenulo da un ajutante e puntato in terra (fig. 8."). L'asta Z quasi di per se si colloca in piano orizzon- talc, e vi si puo tosto porlaie dandone la regola il piombo, che vi sta sopra in z. Colui,che opera, dopo avere preparato la macchinetta regolarmcnle, puo con que- sta in mano, misurando l'asta, percorrere a scaglioni tutla I'inclinazione AB sicuro di misurarne la linea orizzontale, ed alio stesso tempo di delineare la pianta e I'inclinazione. Cotesta riga e necessaria anche quando la rovina delle pa- reti obliga a misurare I'asse centrale della via. Giunto in B dovrii continuare il lavoro; percio senza perderne il punto B, togliera dal tavolino T' la lanterna sostituendovi la macchinetta, e portera il tavolino T in altro punto C collo- candovi la lanterna. Qui e da notare , che sulla carta la punta scrivente e scesa proporzionalmente come la linea A B, c che volendo da B delineare la giacitura BC sulla carta come sul luogo, deve la punta scrivente partire dal punto B, e da qucsto dovra stabilirsi il traguardo per la direzione in linea pa- rallela a quella del suolo; percio essendo discesa la punta in B, essendo cioe diminuita la distanza da terra del punto di traguardo, anche Tapertura lu- minosa deve egualmente discendere. A tale efTetto il vetro smerigliato ha una graduazione corrispondente a quella gg', che sta a lato della colonua L' nel- Tistromento; e veduto coll'indice su quella, quanto si e discesi, altrettanto si copre con un cappuccio appositamente fatto I'apertura luminosa, mantenendo COS! r estremo di questa ad eguale altezza da terra dal punto di traguardo. Fermata allora per mezzo della viterella s, che stringe I'anello N alia colonna L, la punta scrivente in B, si allontanano Ic viti rr', trovandosi libera la riga R' a collocarsi neila nuova giacitura BC; ma partendo sempre come centre di mo- vimento dal punto fissato B. Ma poiche spesso avviene di dovcr prcndere i soli livelli senza la pianta, quando per esempio volessi soprallerra tracciare con esattezza I' ondulazione d' una collina, possrt valermi con molto maggior celcrita di quella parte del meccanismo, che ordinariamente h deslinato alia pianta. In questo caso I'ope- 55 - 410 — razionc sari^ agevolala 1° dal noii doversi piu attendcie a rcgolare I'altezza da terra del segno di niira, poich6 essa altezza diviene coslante: 2" dal niun uso, che si dee fare del meccanismo destinato a tracciare le linee dei livclli. Im- perocche cosl operando, le fiinzioni ordinaric dcllc varic parti si cambiano, e la vito segue gli andamenti del terreno, mentro la carta riinanc scnipre orizzon- lale. Quindi gli angoli fra le inclinazioni del suolo e la orizzontale immagi- naria soiio egiialmcnlc determioati. Pcrcio colloco 1' istromento sid tavolino inUomeltcndo nella palla di qiiesto quella delie punte A, che parte dal centre K, cosicch6 rimanga verticale alia terra la tavoletta e la carta. La macchina ossia la vile resta seinprc mobile nel centro K. In questa guisa una volta delcrminata per mezzo del pionibo 1' altezza da terra di quel centro K, essa rimarra costante ; e costante percio potra rimanere anco quella del segnale di mira. Data questa equidistanza da terra del centro K e del segnale, non d difTicile coHocare la vite pavallela al suolo traguardando nelle pinnule f, f p fissandono la posizione cou il fermaglio )?.' Ognuno ricorda dal detto, nel parlar della pianta, die la carta 6 mobile con i cilindri nel centro dell'asse A, c che ivi la immobile punta P traccia le linee sulla carta solto scorrente e determina ivi ancora i vertici di tulti gli angoli. Un piombo od un livello a holla d'aria unito al meccanismo motore della carta puo costantemente faria tornare alia medesima posizione orizzontale, come nella pianta in altro senso fa I'ago magnetico ; ossia, per meglio spiegarmi, cambiano cosi le posizioni della carta verso la direzione della vile e della tavoletta. E evidente come in questa disposizione dell'apparato rappresentando la vite i movimenti del suolo, la misura debba seguir questo e non mantenersi orizzontale. In tal modo in somma col medesimo meccanismo o.ttengo una pianta verticale in luogo della orizzontale. Ecco quanto bo potuto ricavare dal mio grafico istromento , il quale benche possa sembrare una complicata applicazione di un semplice principio, pure a cagione delle molle difficolta prattiche e de' molti partiti, che ho vo- lute Irarne, non credo, che sara capace di grand! miglioramenti. E qui stimo mio debito dopo descrilto un istromento, che ha sortito il desiderato effetto, dare le merilate lodi al meccanico, che lo costrusse, il sig. Ermanno Bras- sarl. Egli con singolare inlelligenza ed amore, e con maeslria ammirata da quanli hanno vcduto ([uesto lavoro, ha oondotto a buon terminc I' istromento, che prima di giungcrc aile forme descrittc, lia dovuto passare per una serie di complicatissimi esperimenti. Debbo inoltre fare osservare , che se questa » — 411 — mncchina icnog.aQca ed ortografica riesce tanto utile nelle catacombe, per le quail I'ho inventata, ove ogni altro metodo era lento e malagevole, deve es- sere utile anco nelle minicre, die tiovansi in condizioni simili di tenebre di angustia e d'irregolariti. Tarito piu, che per esse vcggo faisi tentativi d oLni inaniera a raggiungeic quello scopo medesimo, che io ho avuto in mira nella niia mvon/ione.di riunire cioe celeiita ed esattezza nel rilevare piante e li veil.. Commodo forsc anche sarcbbe Tadopeiailo ovunque la brevita e la va .■iota delle hnee obbliga a moltiplicare le operazioni geometrichc : come per esempio avviene nel far piante di cUth o di abitazioni , dove poi Ja ciiiara luce (lei giorno favorirebbe grandemente il lavoro. — 412 — Sulla origiue delV acidila in alcuni prodotti morbosi. Osservazioni del prof. C. Maggiorani. Lia prevnieiiza acida o alcalina de'nostii umori cosi nello slato sano che ne/ inoi'boso ha seinpre eccitato la curiositi dei medici, c piii specialmente dopo i lecenti progrcssi della chiniica, e i maggiori diritti da essa affacciali nella inteipietazioue dei fenomeiii orgariici. La fisiologia si k giovata a suo luogo deile notizie raccolte su tale argomento, ma quelle che si possicdonu finoia dai patalogi non sono cosi numei'ose , ne tanto ordinate da riuscire ad utili applicazioni. Nel dcsiderio di contribuire per la mia piccola parte aH'aumento di questa doltiina presento oggi all'accademia due osservazioni di acida pro- valenza che non mi sembrano vane , tanto piii che collimano al punto me- desimo. La prima osservazione riguarda fintonaco della lingua. £ nolo come in alcuni individui la superficie superiore di quesl'organo sia abitualmente spal- mata di una vernice biancastra o cenericcia , la quale h piu cospicua e piii densa a stomaco digiuno, e prima che siansi fatte le solite pulizie della bocca. Tali persone a rigor di teimine non sono ammalate , e presentano anzi I'aspetto della pii florida sanita : tuttavia se ben vi si attenda vedrassi come in alcuni offrasi pigra la pelle ne'suoi aUi di eliminazione , in altri proceda stentatamente il processo della digestione, ovunque il cibo non sia leggieris- simo ; in certi la bile si segreghi in copia maggiore dell'ordinario , in certi altri ascondasi la diatesi podagrosa che non ha ancor fatto la sua esplosione. Varie potendo esscre le condizioni aile quali collegasi I' inlonaco sabuirale della lingua, e chiaro come diversa ne possa anch'essere la natura. Ed infatti io mi sono imbatluto in una di queste panie linguali ahe abbondava oltre- modo di un acido grasso, e di tal corpo non fa menzione alcuno degli au- tori, che hanno esaminato Tintonaco in questione. II quale alle indagini mi- croscopicbe offri cellule deli'epitelio e vibrioni in gran numero ; ai processi analitici cede muco e fosfato calcico e carbonato della stessa basse, ma so- stanze grasse, per quel ch'io mi sappia, non mai. L'intonaco invece che tolsi ad esaminare, procuratomi raschiando con apposito, e nctto ordigno di tarta- ruga la lingua di un' individuo digiuno , e appena risvegliato mostrava una — 413 — dislinta reazionc acida , c ai pin scmplici esperimenti iiidicava la prescnza di una quantity notahil di grasso. Imperocche questa pania introdotta in un tubo di vetro con alcool puio, e questo scaidato, ottenevasi colla evaporazione del liquido filtralo un deposito bianchiccio, c untuoso. Tale deposilo veniva Iratlalo coil'ctere limpido, e falto ovapoiaie spontaneamenle lasciava una pa- tina iintuosa che non s* inumidiva per aggiunta di acqua , fondevasi a lieve colore, e fusa impiimeva sulla carta bianca una macchia giallognola, diafana e persistente. TriUtando (|uesta palina con ammoniaca diluta formavasi un liquido leggiermcnlc opalino, il quale aggiungendovi una soluzione di cloruro di sodio lascio deporre dei fiocchetti bianchi. Esisteva dunque nell' intonaco sudetlo una materia grassa, e probabilinente I'acido butirico, poiche saponi- ficata colla potassa , c trattala con acido solforico allungato offriva alia di- stillazione un prodotto che reagiva da acido, e che rammentava 1' odore dei burro rancido. Questi esperimenti furono ripetuti piu volte, solto circoslanze diverse di aliinenlamcnto doH'individuo che soinminislrava la pania linguale, e sempre coi medcsimi effetti. Quale 6 roriginc, quale il significato di cotesto acido grasso neH'intonaco della lingua : serve esso di mezzo ad iniziare le trasformazioni del bolo ali- nientare , o iinpaslato con questo contribuisce a favorire la fermentazione stoniacale ; ovvero la natura lo ha dcstinato a lubricare le vie della degluti- zione ? Ma in tali casi la presenza di tal materia grassa dovrebbe esser co- stante ; cio che non sembra avverarsi. Sarebbe essa stessa un prodotto di fermentazione de'rimasugli del cibo ? ma allora una pin studiata nettezza della bocca innanzi di coricarsi avrcbbe dovuto impedirne la formazione : cio che non fu confermalo dalla esperienza. Parmi piii verisimile che trattisi di una secrczione vicaria. E noto che un acido grasso fa parte della materia secreta e traspirata dalla pelle : ove adunqne I'organo cutaneo non si presti con suf- ficiente energia alia sua opera di eliminazione organica , vi suppliranno le membrane mucose, segregando gli stessi materiali che avrehbe dovuto secerner la pelle, e con lo stesso fine di spogliare il corpo delle particelle rese inabili a vivere- La seconda osservazione si riferisce alia reazione acida degli escreati nella consunzion polmonale. La dcplorabil frequenza di tal malatlia mi ha offeria occasione di verificare spesse volte un tal fatto: cio6 che in periodo avanzato dalla medesima le carte di tornasole stropicciate sui ridetti escreati arrossano — 4l.i — pronliiincnle, c di un colore si carico, come se fosscro immerse in un acido mineiale. La reazione acida dcgli sputi in gia veduta da Rcale nella pneu- monite passala in epalizzazioQe e auiibuita ad un ecccsso lelativo deiracido del polinone. Allri notarono la rcaziono acida degli escieali nella broncliite, e la riferirono alia prcsenza di un acido grasso. A me pai've die Tarrossa- mento dclle carle negli sputi del tisici fosse troppo pronto c vivace per as- segnargli tale oiigine, e vcnne in sospetto die nelle cavorne polmonari le la- cinic dclla materia organica facessero rodllcio di corpi porosi, die a contatto dell'aria atmosferica dassero campo ad una specie di nitrificazione , ma le esperienze istituite in proposito esclusero totalmente la presenza dell' acido nitrico. Ho potuto invece assicurarmi die la reazione acida di qucsti escreati dipcnde dall' esistervi un bifosfato. Ed infatti diluiti gli sputi in sulficiente quantita di acqua dislillata, coagulatana la parte aibuminosa colla ebullizione, coDcentrato il liquido e corretlane I'acidila colla potassa se ne ottennero rea- zioni bastanti a segnalarvi la presenza di un fosfato solubile. Coll' aggiunla cioe del nitrato di barite inducevasi un prccipitato bianco abbondantissimo , e con quella di limpidissima acqua di calce risultavane pure un precipitato bianco insolubile ; cio che escludeva Tacido idroclorico e il lattico quali ca- gioni possibili della reazione acida , come quelli che formano sali solubili colla calce. La decozione sudetta di sputi traltata con qualche goccia di ni- trato d'argcnto offriva un copioso precipitato che si divideva in due strati, uno bianco avenle origine dei cloruri degli escreati , 1' altro color di paglia prodotto dall'acido fosforico. Una porzione di sale precipitato, cioe il cloruro d'argento, scioglievasi neirammoniaca, I'altra vi era inrisolubile e scioglievasi iovece netl' acido nitrico. Questa soluzione nitrica allungata precipitava in bianco per aggiunta di qualche goccia di perdoruro di ferro. Le predette reazioni comprovanti negli escrati in questione la presenza di un fosfato so- lubile si oltengono egualmente allorch^ questo morboso prodotto sia stato esaurito prima coH' etcre. Vi si conserva la qualita acida , e vi seguono le stesse precipitazioni colla barite, colla calce e col nitrato di argento, quan- tunqiie siascne estratta la materia grassa , e questa in copia notabile. Dee credersi in tine che trattisi del fosfato acido di calce, se dimostrata la pre- senza di un fosfato solubile con gli opportuni reagenti, rinvenutaci la calce coll'ossalato di ammoniaca , eliminate le altre origini dell' aciditi si prenda anche a calcolo la umidita in che si mantengono per lungo tempo essi sputi dovuta per quel che sembra alia nota qualita igrometrica di quel sale. — 415 — La prefata osservazione della csistenza di un fosfato acido ncgli escreali dei tisici in periodo inoltrato di malallia polrebbe essere interprelaia colia segucnte leoria. L'azione piv'i rimaiciievole doi fosfiiti sui gas della respirazione consisto neli'assorbimenlo ilel gas acido carboiiico in virtii di una vera aftinila cbiinica che si aggiunge alia forza dissolvente. E nolo poi che gli acid! an- corcb6 doboli hanno la facolta di sottrarre ai sali neutri o basic! una por- zione del loio ossido col quale essi combinansi. II sale neutro alia sua volta divieno acido. Ove adunquc nel polinone sian gia deposili di materia organica contcnenle fosfati alcalini e terrosi puo avvenire che I'acido caibonico sot- tiagga porzione dclla soda e della calce ai fosfati di queste basi convertendoli in fosfati aeidi, e dando luogo alia formazionc dei caibonati. Quindi la pro- duzione del carbonato di soda, 11 quale colla sua azion dissolvente favorisce la fusione tubercolare, c la oiigine di fosfati acidi atti a spiegare la potenza acre e corrosiva sulle paiti in cui si producono , o su quelle per le (juali transitano. Quesla teoiia va d'accordo col nolo fatlo die I'angustia dell' abitazione sta fra le cause piu efficaci della cousunzion polmonale. Ed in fatti per tal cagione non solo difctta aH'uomo per molte ore il pabulo necessario del san- gue, (na, per le note leggi dello scambio dei gas, s'impcdisce anche all'acido carbonico prodotto dalle dccoinposizioni organiche di esalare liberamenle al di fuori ; sicche questo gas debba accumularsi nelle ultime diramazioni dell'ar- teria polmonala, e favorire la genesi dei fosfati acidi. Dalla presenza di fosfati acidi, c dalla cognizione della ficolta acre dei medesiini viene illuslrata la vastita delle coi'osioni nelle caverne del polinone, assai rneglio die nol sia col scmplice processo flogislico. La teoria puo anzi allai'garsi a inolli altri casi in cui i tcssuti organic! si esulcerano profonda- inenle , senza che il niero fenomeno deirinlianunazione ne illustri a bastanza il processo. Basta che allato dei fosfati neutri svolgasi un acido libero : sia il butirico, o il lattico, o Turico o qualunque altro, perche diasi luogo all'ec- cesso di acido fosforico nei predetti sali, e possano per conseguenza mani- festarsene gli ctfetli acri e corrosivi. Cosi se V intonaco dclla lingua , come fu esposto di sopra, contiene ad un tempo e fosfati e un acido grasso, non dovremo maravigliare se in circostanze favorevoli alia lore scambievoi reazione erompano ulcerazioni nella inuccosa della bocca , quantunque nell' universale non esistano indizi di una discrasia del sanguc. — 416 — Non sapcndo militaie solto le insRgne di Loahig, di Lchinann, di Mo- lesehott , chc inlendono cancel laie la forza vitale dal novero delle potenzo dclla nalura, soitoponcmlo ogni fcnomeno organico aH'impcro dclle foize fi- siciie e chiiniche , stiino peio chc esse dehbono accogliersi come cittadine nel regno della vita, e accettarne volentieii I'aiuto, ove ci prestino una lo- devole interpietazionc dei fatti che avvengono neU'oiganisino vivente. — 417 Del moto retlUinco lumjo tin sislema di piani (liversumenle inclinali, c contigui. Memoria del prof. /'. Volpicelli. INTRODUZIONE ISTORICA. §. 1. Il piimo a fondare non solo, ma ed a svolgere assai distesamento la doltrina del inolo asccndente e disccndente, sia per un piano inclinato, sia per un sistema di piani contigui fra loio, c divctsamentc inclinati aH'orizzonte, fu Galileo nel suo tiatty- De motu naturaliter accelerato - che i'onna il soggcUo delta terza gior- ii;Ua dei « Discorsi e dimoslrazioni maiematiche inlorno a due nuove scienze, allencnti alia meccanica, ed. ai muvimcnli locnli « altritnenti « Dialoijin delle nuove scienze: opera pubblicata dall'autore ncl 1G38, e che trovasi nel lomo Xlll della prima cdizione delle opere complete di Galileo Galilei , Fircnze 1855, pag. 148. La slcssa niateiia 6 pure trattata da questo sommo filosofo nella sua o[)ei"i « Sermonea dc molu jrayHim, pubblicala nel 1590, al capitolo - f>c mon* nnlttraliier accelerato -, ma con assai minorc sviluppo, che in quella gia rifeiita: r opera medesima, Sermones etc., si Irova nel lomo XI della oia citala cdi- zione di Firenzc, pag. 9. La pubblicazionc di questi oiiginali lavori, oltrc a sod- disfare (|uel natural senlimento di veneraziono, che tutti nuliono per gli uomini sommi, 6 utile molto agli studi filosofici, faccndo conoscere i primi passi, ed i grandi progress! di Galileo, nel fondare una scionza del lulto allora nuova. II cele- bre Lagrange, cui la geoinelria italiana e debitrice dcllo stabiiimento di sua superiorila in Eiii'opa, nella grande opera della Meccanica Analilica, riconosce Galileo come autore, non solo del principio della composizione delle forze, ina pure di (juello delle velocita virtuali ; dai quali principj , e dalla esatla nozione dei niovimenti, dovuta non mono a Galileo, la scienza dell' equilibrio dei solidi c dei fluidi, acquisto un proccdere uniforme, e indipendente dai vari sistemi, e dalle incerte direzioni che seguirono i successori di Galileo, fino a tanlo che non comparve la meccanica di Lagrange (1). (1) G. B. Viviani nel line della seconda parte delle sue Memorie. c Lettere, ecc. 56 /■ — 418 — Una delle prime criliclie ingiusle alln icorica di Galileo sulla discesa dei corpi lungo un piano inclinato , fu quoilu clie coiiipaive nel 1645, vale a dire (|u:ittio aniii dopo la sua inortc, neH'opeia inlilolala « Petri Casraci (\) c socictalc Jcsu, iiliiifiica dononslmliva, qua ratio, mcnsiira, modus, atque potcnlia acceleralioiiis motun, in uaturali descensu gravium delcrminanlur, adversus nuper excogilatam a Calilacd Ci(dilaei florcnlino de eodcm molti pscudoscientiam. Ad Clar. Vir. Pclrum Gassciidum Ecclcsiac Diiiiaisis Pracpositum. Parisiin fi." «. Cosl f'alte criliclie se da una |)arlc non mancano di (jualche acuine, (laH'altia sono prive di verita ; giacche rautorc delle incdesime non seppe affatto scegliere destranienle il soggetto da censuiare in quelle doUrinc di Galileo, ma invece piese di miia cio che in esse non puo inconliare obbiezione di soita. Ed in- fatti Id stesso Gassendi, celebie filosofo ed ecclesiastico dislintissimo, nato a Champtercier presso Digne ncl 1502, e niorlo a Farigi nel 1655, rispose vil- li) Eoco la hiogralia clic Hi qucsto rcligioso fu piihblicata iiella » Bihliotlicca Scri- ptorumsocictalis Jcsu. Roiiiac 1076, p.CC6 ». Petrus Casraeiis (altri scrisscro CazrAum] natione gallus,patria Rhedonensis in Britannia Aremorica , natus parcnle sitpremae curiae Rltedo- neiisis senalore , anno sectdi transacti 89. Deo se in Societale dicavit verlentis 8, et vo- lorom 4, professionc se obstrinxit. In ipso Religionis tirocinio, periculosa aecjriludine cum laboraret, ex lumore insolilo in altera genu, agebatur de eo ad paternam dnmiim rcmittendo, sed abstilit Provincialis Jiartliolomaeus Jacquinotius, qui pluriinum ob amabilitatem morum ilium diligebat , atque ita adhibita diligenti mcdicorum cura convaluil. Docuit in Societale humaniorcs Utteras , turn septcnnio philosophiain, qnadriennio mathesim, in qua excelluit, el altero quadriennio Theolngiam Scliolasticam. Regimini admotus gnbernadit collegia Metense, Divionense, Nancaeinnum, et Uomum ibidem prnbutionis, et demum totam provinciam Cam- paniae, magna laude prudenliae, modestiae, et integritatis. Electns ab ilia prooincia inler- fuit Congregalioni general! octacae, Romae, et ad nonam quoque atque decimam congrega- tionem tamquam Provincialis accessit, atque ab Itac in Assistentem Praepositi Generalis pro Gallia est constitutus. Vir mitissimi ingcnii, observanlissimus religiosae disciplinae, pauper- talis apprime studiosus, superiorum recerenlissimus, erga Sanctissinmm Sacramcntum, Dei- param Virgincm, Sanctosque Ignatium et Xacerium, mira pietatis suaoitate ferebatur. Pu- ritatis dono adeo singulari praeditus a Deo fuit , ut audilus sit aliquandn ingenue faleri , ■ie quamcis impurisslmis hominibus in foro poenitcntiae aures praebcret, nulla tamen unquam carnis litilla/ionem fuisse commotum. Redux Roma , in Gallicam post undecimam Congre- gationem Generalem , dum Provinciam Campaniae iterato adniinistraret , gravis annis , et a/feclae valcludinis, post biennium iUius officii, liberalionem ab eo enixe petiit , ut se ad mortem, proul diu exoptaverat, praepararet ; qua obtcnta patdo post , ad laborum praemia evolavil, Dirione die 20 Aprilis 1604. Scripsit docle et accurate multa de disciplinis Phi- losophicis, Theolngicis, Mathemalir.is, Phijsicis, quibus plurimum delectabatur , sed nihil pub- blici juris fecit praeter. <• Demonstralionem phi/sicam, qua ratio, mensura, modus , ac po- tcnlia accelcrationis molus in nalurali discensn gravium delerminatur (qui e sopprcssa rultinia parte di qucsto titolo, che cosi conUanT. adversus nuper cxcogitatama Galilaeo Galilaei flo- rcnlino de eodem motu pscudoscientiam ). Parisiis apud Jacobum de liruil 16iu,i« i.°i>. — 419 — toriosamente n quelle ingiuslo critiche, con un;i sua |)ubl>iicazione, la quale s'in- lilola {{Petri Gassendi Ecclcsiae Dinicnxis Praejwsili, Epislolae tres de proporlione, qua (jravia dccidentia ncccleiantur , quilms ad tolidetn epistolas Petri Casraci e Societate Jesii respondclur. Qucsli^ rispostc si irov;irio in - Petri Gassendi opera omnia. T. VI , in fol. LiKjduni 1658, T. Ill, p. 5(ji. - Molto curiosa ed assai sviiuppaia e tale conti'oversia fra i nominnti contendenti, niuno del quail pero si da carico di esaiiiinarn ii caso della discesa ()ei' una seric di piani contigui, Del quale il nominalo leligioso della compagnia di Gesii avrebbe po- tulo trovare migiior argomenlu, ulle sue critiche ricerche contro Galileo. §. 11. Per tanto e da osservare che Galileo, nello svolgere la teorica della discesa e salita di un grave per un sisteina di piani diversarnenlc inclinati e contigui, non ebbc riguardo alia perdita di vclocila, che il grave subisce ncl passare da un piano all'allro seguente; cosicche le sue conclusioni non si accordano in cio col fatto, e debbono riguardarsi vere nella sola ipotesi, che quella indicata per- dila non abbia luogo. Primo a fare questa osservazione fu il distinto geo- inotra e sacerdote Pietro Varignon, nato nel IG.oi a Caen, e morlo a Parigi nel 22 diccnibre 1722, il quale ncl 31 dicembrc 1693 lesse neH'accademia reale delle scienze di Parigi una sua inemoria, intitolata - Z)es poids qui tombenl on qui moment le long de pleusieurs plans conligus (1)-- In questa inemoria I'au- toro fa osservare non esscre vero, cornc Galileo pel primo aveva crcdulo, c gli allri matcmatici fino a quel tempo avevano consentito, che cioe quando un corpo cade per piani contigui , la velocilu da esso posseduta ncl con- corso di quesli, uguaglia secondo la direzione del piano sul quale il corpo cnlia, quella die il medesimo aveva secondo il piano che abbandona. E per indicarc uno dei luogbi nei quali Galiloo insinua questa supposizione, cila la dimostrazione del teorema X (potrebbe citarsi anche il teor. XI), del suo Irat- tato - De motn naturaliter accclerato - c precisamente la frase » quod idem est » della dimostrazione medesima (2)- Sebbcne questa reltilicazionc del Va- rignon, formi uno dei principuli suoi meriti scienlifici, e fissi ud epoca nel 7^' (1) Mem. de Taccad. R. des Scicn. T. X. Paris 1730, p. 301. (2) Le opere di Galileo, prima ediz. completa, Fircuze 18bS, T. XIII, p. 189. A ~ 420 — progresso della scicnza del moto ; tuttii via non fu essa mcnzionata, ne dal Montucla, ne dagli altri cho scrisseio biogiafie di quel valenlc gcometra. Ilsecoiido a fare una simile reltificazionc, fu Guido Grandi, celebrc inalcma- tico e monaco camnldolesc, iiato in Cremona nel 1681, e morlo in Pisa nel 1742. Questo dotto rcligioso, nelle sue Note al tratlato di Galileo del moto naluralmenle accelerato , compreso uella terza giornata che sopra indicammo , pubblicate nel tomo XIV della prima edizione complela delle opere di Galileo, Fiienze 1855, si esprimc, al §. 25, pag. 132 di queslo volume, in cosi fatta guisa « Tutlo quelle pero che dice it Galileo del moto per I'orizzonle, preceduto da una ca- duta per la perpendicolarc, o per un piano inclinato, e quanto asserisce del passaggio da un piano ad un altro, dove intendersi non assolutamente, ma ex htjpolesi che ritencssc il mobile ncH'orizzonte, o nel nuovo piano inclinato, tutta quella velocitJi, che si era acquistata colla caduta; e faccndo conto della diminu- zione di velocila, che secondo le cose sopra dimostrate debbe seguire, si dirh ecc. )) Chiunquc voglia leggere queste dotte osservazioni del padre Grandi al trat- lato di Galileo Del molo naluralmenle acccleralo, si convincera che le mede- sinie non diminuiscono punto il merito sommo, che a quel gran fisico mate- matico si appartiene, per aver egli fondato i prinii veri cardini della meccanica, e specialmcntc del moto. II Grandi con quelle sue note voile giovare alia scicnza, ma non depr^mere il merito del Galileo, il quale se in alcunc cose non vide giustamcnte, non e da maravigliare; cb6 la umana ragione anche negringegni superior! si mostra labile, come la storia sovcnte insegna. Se I'argomento delle reltificazioni fatte dal Varignon, e dal Grandi a quel trattato del moto , avesse attirato I'attenzione del celebre Arago, quando egli scriveva la biografia del filosofo toscano, che trovasi nel tomo 3° delle opere sue complete, pag. 240, e quando dettava i due primi tomi della sua popo- polare astronomia, certo egli avrebbe avulo, per soddisfare alia voglia che ivi mostra di attenuare il merito del filosofo stesso, materia meno impropria di quella dal medesimo assunta , per criticare ingiustamente il Galileo. Quindi non sara mai bastantemente lodato il chiarissimo sig. Eiigenio Alberi, che nel tomo di supplimcnto alia edizione completa delle opere di Galileo, Firenze 1856, seppe con salde ragioni, ed irrefragabili testimonianze, vittoriosamente ribat- tere quelle acerbe censure dell' illuslre Arago, e dileguarle del tutto. — 421 — § III. Ad oiila (Idle osservazioni giusiissime, pubblicatn per Ic slampe, dal Va- rijiiion e dal Grandi, non poclii furoiio i lisici matematici, ciie nclle opere loio liascuraiono le osservazioni medesime, i quali percio neila teorica del molo dei gravi lungo i piani contigui, non avvertirono alia pcrdita di velocila, che un grave subiscc ncl passarc da un piano, aH'altro immediatamente seguentc: noi fia qucsli riportiafno qui appresso ({uelii die tcniamo sotlocdiio, e die certo non sono tutti. Cours eleinenlaire de mecanique par M. Ch. Ddaunay, prcmiiirc partie, Paris 1851, p 110; ovo la discnsa per una eurva si fa dipendere da quella per piani contigui, senza la condizione die gli angoli fra i niedesiini sieno in finitesimi. Physique mecanique par E. G. Fischer, avec des notes par M. Biot, Pa ris 1830, p. 43. Elemenli generali deile principali parti delle malemaliche, ecc. del sig. abate Deidier ; traduzione dal francese di Arduino e Matteo Dandalo, Vene- zia 1762, T. 3,- p. 190, coroll. 2." Christiani Wolfiii Elementa matheseos universae, Genevae 1746, T. 2,° p. 57, coroll. IV. Cours de physique par Desaguliers, traduit de I'anglois, par le R. P. Pezenas de la compagnie dc Jesus, Paris 1751, T. 1.°, pag. 355 (planche 25, fig. 14). R. P. Claudii Francisci Milliet Dcchaics, e Societate Jesu, Cursus seu mun- dus nialhematicus, Lugduni I64O, T. II, p. 302, prop. XXIX, coroll. 1. / Joannis Keill Introductiones ad veram physicam, etc. Mediolani 1742 , ^ pag. 157, teor. XXXVlll. Iluygens ndia prop. VIII dell'orologio oscillatorio, come osserva il Frisi alia pag. 17 delle sue istituzioni di niece, idrost. ecc. Milano 1777. In tre classi possono dividers! gli autori fisico-matematici, rdativamente alia teorica dei moto rettilineo di un grave, animato da una forza sollecitante seinpre la slessa, nelio scenderc 0 satire per una scrie di piani conligui. La prima classe comprende (|uelli autori che suppongono il grave non subire ve- runa perdita di velocila, nel passare da uno neiraitro piano contiguo: il primo a fare (juesta supposizione, che non si accorda colla realta, fu Galileo. La seconda comprende quelli che non considerano allro, fuorche il moto sopia un solo piano inclinato. La terza classe appartiene a coloro che , nel con- — 422 — sidernrc 1' indicato nioto sopra una seric di piani diversamente inclinati al- rorizzonte, prendono a caleolo la perdita di velocita die il grave subisce, sia salendo sia scendendo, ncl passare da un piano all'aitio contiguo, e fra cssi pare clie, a fare quesla giusta considerazione, Vaiignon sia stato primo, c Guido Grand! secondo. Pero a ine sembra chc niuno abbia trattato I'argomento con quelia generaiiu^ ed eleganza di chc il medesimo 6 capace : niuno in fatti ha de- dotto la teorica del moto rettilineo di un grave, che scendo o sale lungo una serie di n piani contigui , dalle formulc gencrali del moto vcrlicale unifor- memente vario, supponendo nel grave stesso una velocita iniziale. Questo e il punto di partcnza il piu analitico, il piii generalc, oltre che il piii scmplice, per esporre complctamentc, senza soccorso di figure, I'argomento che ora vo- gliamo trattare, considerando pero soltanto i corpi duri, e non riguardando ne alia resistenza dei mezzi, n6 airattrito. Moto discendente. §. IV. Dalla teorica del moto rettilineo uniformemente accelerate, avendo il mobile una velocita iniziale, sappiamo che le fonnule da cui questo moto 6 definito, sono le sejjuenti : v'- = 23s -t- C*, V = C -In gt, s = ct -^ -^~ . Ma essendo 9 I'angolo che forma un piano inclinato coll' orizzonte , la forza soUecitante costantcmente il grave, sara cspressa da (jsentp, in vece che da g; cosicche le f'ormule stesse, riferite a questo piano inclinato, diverranno : (1) v^ = 2gssen!p -+- c'^ = 2gh -\- c^, i; = c -t- (//sen? , QtHena s = cl -\- — ^ — , h = ssenp , ove g esprime la gravita, t il tempo della discesa , v la velocity conseguita dal grave nel tempo medesimo, s lo spazio percorso da esso in questo tempo, ed h I'altezza del piano. Le formule qui riportate rappresentano il moto per la discesa, ma le medesime si riferiscono al moto per la salita lungo il piano stesso, quando in esse pongasi — 3 in vece di g. — 423 — Supponiamo una serio di n piuiii uiiiti I' uno all' altio , e diversamente inclinati all'orizzontc : un coipo non clastico abbandonato sul primo dci piani medcsinii, e pcrcio scnza velocita iniziale al principio del molo, discenda per cssi, nun incontiando nu lesistcnza di mezzo, ne attriti. Sicno ■ ■ ■ , (p.. , gli angoli cbe i rispettivi piani inclinati fanno coiroiizzonte : «, , «2 . «3, • • ■ . «,._, , gli angoli che i piani medesimi fanno ciascuno col prolungamento del sue conliguo pieccdente: '', . ^'2 ' ''3 • • • • » ft« » le rispettive altezze dci piani stcssi : Ic lispctlivo lunghezze lore Sn Vn le velocita che il grave, scendendo lungo i piani, acquista per avere percoiso uno,' due, tre, . . . , » di essi : finalmenle sieno Cj [^^ 0) , Cj , Cj , ■ . ., c„ , le rispellive iniziaii vclocila del grave al principio di ogni piano, secondo la direzione del nicdesirno. Supponendo che la velocita iniziale al principio del motu sia nulla, per la prima ed ultima dellc (1) avremo Ci = o, v^ = (2gs^sea ^MA ' 5^?i ' * Ssen^j ' ' gsenyj ' " * ' ' ' " ^seny,, ' Percio fatto « •= «i -I- ^2 -t- . . . ^- <„ , si oltena il tempo tolale t, impiegato dal mobile a discendere per tutlo ii si- / sterna dei piani contigui, espresso d^Iia (10W=- -J 1 ^H-...H ! — H- ^ ... — f 9\sen?, seoipj senyy.j senp„ sen^.^ senpj sen?,, Nel caso in cui fosse ciascun piano egualmente inclinato all' orizzonte, cioe nel caso di un sol piano , si avrebbero le 9i = y.2 = • • . = 9'. (= ?). 2 = 1),, Cj = 1^2 , c^ = tij . . . c„ = i;„_, , Vn (= t)), c e la (10) si convertira nella jsenj),. gsenp formula gia cognita pel caso medesimo. Mediante la quarta delle (1), potremo anche avere dalla (10) la nella quale se poogasi si avra chiaramente ?i = ?2 = ys = ■■• = ?"( = ?) ♦ — 429 cioh pel caso di un sol piano sar^ S„V„ Vn t: gh„ j/seny,. jseny Inoltre daila seconda delle (1) abbiamo pure v^ = gl^sen9^ , t)j =: Cj -I- gl^ seng)j = v^ cosa, -+- gl^ sen^j = gt^ senipjCOSaj ■+■ gl^ senip, , Vj = Cj -f- 3«3 sen?3 = v^ cosotj -I- gt^ sen?, = = gt^senzzi, i Morghen, da far conoscere la varietu dei colori degli og- getti rafligurati, il sagace chiosatore pose ogni cura pcrche il icttore dalle au- notazioni potessc riconoscere gli svariali colori della pianta litiatta nclla cor- rispondente incisioue (12). Cosi arduo e penoso lavoro fu dall'autore com- piuto in meno di un anno, che tanto c non piu fu il tempo in che cgli il- lustro col suo nome e colle sue dotte fatiche la nascente Accademia : vi era stato aggregato sul principio del 1611, ne usci sul Unire dcH'anno medesimo avendo deliberato di far parte della Compagnia di Gesu , e di andare alia Cina, teatro a que' di del martirio e deile apostoliche fatiche de' Lojolesi. Sono degne di essere ricordate le parole allusive a questa risoluzione del Terren- zio scritte dal Galilei al principe Cesi in una lettera dei 29 dicembre di detto anno : « la nuova del sig. Terrenzio mi e altreltanto dispiaciuta per la gran » pcrdita della nostra Accademia, quanto alT incontro piaciuta per la santa » risoluzione e per I'acquisto dell'altra Compagnia, alia quale io devo mol- — 446 — » to (13) ». Le quali brevi, ma succose parole, mentre onorano grandemente Gio. Tenenzio, rivelano I'aniino gentile, riconosccntc, e inchinevole alia pieti del sommo Tosco. Senza nieno V Accadcmia fccc una gran pcrdita per la partcnza del Terrenzio; nomlimeno 6 ccrto clic questi continue a manlencre colla medesima buor)e relazioni, ed a coltivare gli studi delle cose natural!, per quanto la novella vita abbracciata glicl consentiva (14). Secondo a scendere nel nobilc arringo proposto dal Cesi a' suoi acca- demici fu Gio. Fabri da Bamberga, medico anch'egli uscito dalla scuola del gran Cesalpino , e uno dei piu illustri primarii del romano archispedalo di S. Spii'ito in Sassia : era altresi valoroso botanico , c pero dcgno di asccn- deie all?, caltcdia del Bacci nell' universita romana , e di soprantendcre alle cospicue collezioni di piante , che ebbero sempre nei loro giardini i lomani Pontefici : si conosceva assai addentro nella storia, nella geografia, nella let- Icralura, e fu prosatore facondo, c vccseggiatore gradito. Con questo coi'redo di cognizioni il Fabri tolse a comentare gli altri animali aggiunti dal Recchi al IX libro; quindi avvenne che non istette strettamcnte tra i limit! di chio- satore , ma spesso se ne allontano , e intramettendo molte osservazion! sue proprie, massime di notomia comparata, adornando il suo dire con ogn! ma- niera di erudizione, raddoppio di dieci tant! Targomento da !u! preso ad il- luslrare. Perche alcuni lo appuntarono d' intemperanza e di soverchia licenza; ma cb! potria contenere tra gli argini un fiume ingrossato per via da mille influent! ? Oltreccio no! dobbiamo essergli grat! per aver lasciato ne' suoi Co- mentarii tante notizie degli accademic! Lincei e dei loro lavori da poterne fare una storia, come oonfessa lo stesso Giano Planco (15), bench6 non sa- pesse abbastanza giovarsene. lo ho avuto gia occasione di citarne parecchi pass!, e piu altri dovro metterne in mezzo nel decorso di questa dissertazione. Di un'altra cosa siamo no! obbligati al Fabri, ed e di averci posla tra mani un' arma assai poderosa per difender lu! ed i suoi commilitoni dalle accuse della bassa invidia, quasi avessero rinnegato I'antico adagio « a Jove principium » o piuttosto I'avviso del Re Profeta « inilium snpienliae timor Domini «. Chiun- que si fa a leggere la sola conclusione degli animali Messicani, non puo non rimanere altamente penetrato dell'esimia pieti dell'autore in quel vale, can- dide lector , ct diulurniorem mild a Deo vitam precare ; o in quel dabam ex Musaeo meo ad Beat. V. supra Minervam die 16 martii, An. Redemploris no- stri 1628; o in que' dovuli rendimenti di grazie , Deo Deiparaeque Virgini — 447 — Mariac, die gli scrittoii d'oggidi, benche si dieno vanto di aicicaltolici non usano punto. Del resto non si creda chc il Fabri trascurasse ii soggello principaie del suo lavoro per tener diutio a cose acccssoric : egli con diligenza pari alia dottrina dcscrisse cd illusti-6 tutti c singoli gli altii animali iMcssicani , che ne il Recchi avea descritti, bcnch^ ne avesse ricopiatc le figure, n^ il Ter- rcnzio avea dichiarati, a segno die spesso mancavano anche del nome; pro- leslando ad accalto d' indulgenza , so mai in aicuna cosa avesse errato , di aver a tutto sopperito del suo : oro atqne exoro , lectotem benevolentissimum sono sue modcslissimc parole, ul si quern a me commissnm errorem compe- rial , auimo suo prudente perpendal quod animalia haec sine ullis hisloriis ac descriplionilnis, qiiin imo uominibus non raro quoquc suis destiiuta, meo matte describenda susceperim, dilucidaverim, ac propriis incnnabulis, quan- tum per me fieri potuit , resliluerim (16). A dir giusto poi i Comentarii del Fabri non sono proprianiente note o glosse, ma ognuno b una vera disserta- zione , e potrebbe formarc cio che nelle noslre accadeinie diccsi Memoria : periodic con tulla ragione portano piu strettamenle il titolo di Sposizione (17). Sono dedicati al caidinale Francesco Barberini socio anch'egli, come e nolo, c proteltorc deH'Accademia (18). Dal fin qui detto si pare che il Libro Messicano anche nella parte scien- tifica cbbc vita e alimento da quattro illustri medici del secolo XVI al ve- nire del XVll ; no debbe far meravigiia ()cnsando cho « quasi tutti i me- » dici di quel tempo, uiassirne in Italia, come lo ha detto e piovato il ch. De » Renzi ^19), erano filosofi, e rappresentavano le parte piu eccelsa dalla col- » tura delle nostre genti, e grande percio ne risultava la medicina ». Non- dimeno a maggior contentaniento di chi pensasse che I' iniperio delle scienze e come quello della Terra ripartito tia tanti piccoli Regi, chc seppcro im- padronirsene, mi e gralo di poter aggiungere che dette Tultima mano al Te- soro Messicano un ingegno veramente sovrano, un eminente scienziato, forse il primo a' suoi tempi, e oggi non saria secondo ad alcuno. E chi non fa di cappello al nome di Fabio Colonna ! Omnium bolanicorum primus , come lo appeila Linneo (20), si conobho per inodo in fatto di storia naturalc che al dire di Tournefort (21) nihil profecto adeo absolutum, nihil in hoc genere atm tanti viri operibus comparandum est, sive iconcs aucforis manu exaratas, sive descriptioncs el discrtationes aiticns spectes. Per le qunii opere il Colonna era gia venuto in gran fama quando a premura del principe Cesi anch'egli si ac- — 448 — cinse ad arricchire di nuovi coineiiti tulto intoio il Libio Messicano gia ab- bastanza accresciuto e dilucidato da suoi colleghi; quindi e facile raigoiiien- taie qual maturita di doUiiria, qual copia di crudizione, qual finezza di cri- tica si ritiovi nel suo lavoio. II inetodo che tenne fu il seguente: giustifico in molli luoghi il testo del Recchi; in altri ne riempi lo lagune, lo dichiaio, 0 corresse; liporto molte voci alia classica noinenclatuia ; descrisse con piii accuratczza paiecchic piante c animali riproducondone Ic figure discgnale di sua niano , e spesso ritralte dal vivo coH'aiulo di esseri analoghi fatti alli- gnare nei nosti'i clinii; corredo il trattato doi minerali di notizio iniportanti intorno a quelli, di cui abbonda il vulcanico suolo di Napoli; dapeitutto in- ti'odussc maggior filosofia, e piu verita, portando in queste annotazioni i piin- cipi lun)inosi gia stabiiiti nel Phitobasanos , nell' Ecphrasis , e ncgli insigni tiattati de aqualilibus conchis, et de purpura. Desiderio di gratiflcare al card. Barberini, al Cesi, e al suo dolcissimo amico Fr. Stelluti, lo indusse ad in- titolare del loro nome tre piante magnifiche dette in lingua messicana Ca- cavaxochitl, Tuzpallis, Arbor Chilli, cbe egli chiamo lispcUivamentc, planla cardinalis Barberini, planla Caesia, arbor Slelhila (22), ina la posterita diffi- coltosa I'icuso quesli allegoiici nomi. Non sia che si ricusino da noi nei no- slri annali ! Comecch^ il Terrenzio, il Fabri, e il Colonna si travagliassero separa- tanienle nel comentaie il Tesoio Messicano, pure vi fu tia di loro una certa comunanza di studi, quclla che si voleva dall' Istiluto Ijinceo, e I'uno prese parte al lavoro dell'altro. Difatti il Terrenzio nella nota al cap. XVIll dichiara espressamente che i suoi Conientarii nati sunt in aedibus et conturbernio D. Joan. Fabri; e il Colonna inviando al Fabri alcuni schiarimenti intorno al- I'animale Zibelico, gli dice : quampriinum, vir clarissime, el communium slu- diorum collega, ab Illmo nosiro Principe Caesio cerlior fui [actus, to operi hnic egregio insudare et symbolam quoque tuam Mexicano isli Libro conferre, gavi- sus non parum fui opella mea , licet exigua, te juvari posse (23). Tutti e tre poi alia lor volta consultnrono or queslo, or quello, tra i conoscitori e pos- sessor! di cui'iosita natural!, e spesso si giovarono di questo secondario sus- sidio nello sporre i loro comenti. Dico secondario sussidio, mentre non sono giJt paite primaria e integrale deU'opcra le poche relazioni p. es. del P. Gre- gorio de Bolivar Min. Osservante rifcrite dal Fabri: ed io credo che il Cuvier mirasse a sminuire il pregio di questo Libro, benche lo dica mile, quando asserl doversi in esso distinguere quattro cose, cio6 1." i inateriali forniti dal- — 449 — r Hernandez, 2.° I'nsselto ad essi dati dal Recchi, 3.° i comcnti dei Lincei, 4.* i lacconti del monaco (24). Quesio monaco forni al Fabri alquante no- tizic e schiaiimcnti intorno a ceiti ariimali, dei quali il Recchi tie (jnj qui- dem (25) avca lasciato sciilto: e potea ben darglieli un uonio, die avea di- morato cinque Juslii in Airierica, et lUrumqiie regnitm Peruannm el Mexica- num , plurimasque adliuc incognitas aliis nee descriptas novi orbis provincias peragravil, come naira I' istcsso Fabri, il quale quasi presago che un gioino saiebbe cgli slato accusiito di tioppa credulita ai racconli di un povero frate, aggiunge: nc quis vcro retidisse hunc exislimet quaecumque in buccam ac men- lent venerant, scial industrium ac rcUgiostim vintm a generali Ordinis sui An- tistitc 7nagni fieri, et Itisioriam Amcricani oihis uon uiodo adfcctam in scriptis, sed pcnc jam confectam habere, qua, Deo volente, propediem fruemur. Hie enim autopsia plurimorum mores animalium, propriclales, ac membrorum constitutio- nes exacte adeo didicit , tit juste ac mcrito pinribus ipsum praeiulcrim anclo- ribtts , qui . . . . « Sapiunt alieno ex ore petunlque « Res ex audita potiiis, qnam sensibits ipsis ». La cosa clie bisogna veramenle dislingucre nel Libro Messicano dal Icsto originate e dai comentaiii aggiuntivi sono le Tavole fi- losofiche di Federico Cesi, delic quali passo a diie un noiinulla. Queste Tavole, venti di nuniero , sono come il nucico di un'opeia va- slissima, che il potcnte ingegno del Cesi andava meditando di dare in luce col nome di Theatrtim totius naturae; ma la breve vita che vissc non gli baslo al grand' uopo, c smcttendo dal desiderio del colosso intelleltuale, ch' ei ci avria framandato, noi dobbiamo esser contenli della minialura, la quale ce n'6 pervenula, benche anch'essa imperfella (26), grazio alio zelo di Francesco Slelluli, che ne fece corona al Libro Messicano colla seguente intitolazione: PIIYTOSOPIIICARUM TABULARWM ex fvonlespiciis iWaluralis Theairi prin- cip.s Fcderici Caesii Lijncei , S. Angeli et S. Poli princ. J , march. Montis Coeli, ec. baron. Rom. desumpta Pars Prlva, in slirpium scientiae ac studio- rum instiliuionem, lotiusque rei herbariae sijnlaxis prospectum, post Mexicanas Recchi , quae ceteris cum omnibus plantis in ea eopulam inire debcant , nunc primitm a Lynccis edita. Giusto tilolo egli e quesio per accennare alia parle principale di esse tavole , e al fine per cui le medesime furono annesse al Libro Messicano, ma la vera loro indole c natura bisogna desumeria da piu alto principio. Iddio , I'uomo , il mondo, i tre capitali punti di tutta quanta la filosoda, sono pure il soggetto delle tavole, o frontcspi/.i Cesiani , ma non in modo che ciascuno di essi resti isolalo nella sua ccrchia , bensi conside- 60 — .150 — rati ncllc loio scambievoli rela/.ioni, e nel maraviglioso coiicalenamcnto, die uniscc il vermc piii vile, che striscia sulla Icira, col Grande che siede solto la tenda del sole. In questo I'aulore colloca saviamenle il primo aneilo del- Timincnsa catena scendendo da Dio agli angeli , ail' uomo , al mondo , dove giunto e spaziando pel tie regni della natura , rivcia cose non credibili in quell'eta tenebiosa, divulgate per nuove alia luce dell' eta nostra. In somma Ic Tavole Cesiane dcbbono considerarsi come un veio jxiicrocosmos, o se piii place, come il disegno, I'abbozzo, I'oiditura di un Cosmos, quale saria stata la grando opera « Theatrum lotius naturae » , se aH'autorc fosse bastata la vita per inearnarlo c pubblicarlo. Perloccho mi fa somma mcraviglia cbe Alessandro De Humboldt nell' ultima e insigne sua opera, (27), quadro sor- prendente dell' immense sue conoscenze , non abbia punto rammentato Fe- derico Cesi ne dove (28) parla della Collezione di Fr. Hernandez , nc dove (29) accenna a tutti che lo preccdettero nci tentativi di un Cosmos da Ruggero Bacone fino a Cartesio passando per Alberto Magno e Giordano Bruno: quel De Humboldt , cbe ebbe sempre in istima la istituzione Lincea falta da quel magnanimo principc, e si pregio dcH'amicizia dello Scarpellini, che la fece rivivcre (30), ed ebbe a gloria di essere nuovo Linceo, come noi ci riputiamo assai onorati d'averlo avuto a collega. Par proprio che gli strani invidiino alia avite glorie nostre ! II Linneo, il lussieu, I'Adamson e altrettali trassero dalle Tavole del Cesi i semi dellc scoperte , onde vennero in fama di grandi botanici, e pure non lo retribuirono della beuche minima lode, e spesso si passarono anche dal citarlo. Tal sia di loro : ogni accorto leggitore del Libro Messicano stampato un secolo innanzi almeno , trovera indicate nei frontespizi Cesiani il doppio sesso e la congiunzione delle piante , il fe- nomeno delle piante meteorologiche ed eliolropie , e persino I'aprirsi e chiu- dersi che talune fanno in certe determinate ore del giorno , quasi a segno di veglia e di sonno , onde ebbe origine il famoso orologio bolanico , detto abusivamente Linneano , grazioso tema colla denominazione di Orologio di Flora alia musa leggiadra di Lui, che » Canto pastori, e duci, armi ed amori )) Le are, i claustri, le tombe, i fior, le concha » E agli Itali sposo German! allori » (31). Dobbiamo buon grade al Duca di Cesi D. Baldassarre Odescalchi per aver — 451 — inserito nclle sue Memorie storico-criiiche dell'Accademia dei Lincei (32) una dolta e copiosa analisi delle medesiine Tavolc, e altrcsl per averle fatle ac- curatamcntc trasciiverc daU'egicgio dottore Niccola Maitelli. Un lavoro assai piii utile intrapresc il nostro oiioievole collega prof. Michelangelo Poggioli, da cui chiaramcnte sarcbbesi conosciuta la inolta sapienza botanica contenuta in ogni tavola e neH'insieme di esse, so fosse stato inleramente pubblicato; ma delle otto disserta/ioni di cui si componeva, lette tulte neH'accadefnia nostra (juando era di privala isliluzione, due sole no furoiio st;impate, una cioe nel vol. VI. del Giornale Arcadico, e I'altra nel vol. I.degli OpuscoH scienlilici di Bologna. Mentrc gli Accadcmici Lincei si travagliavano in cotal guisa e meglio intorno alle oi)ime spoglie dell'opera di Vv. Hernandez raccolle dal Rccchi , apparve nel Messico quasi primo saggio tipografico di quel paese, un libro del genere analogo al compendio Reccliiano sollo il nome del P. Francesco Xiine- nes missionario spagnuolo nelle Indie occidentali. II Linneo dice nella sua Bililiotcca botanica die tnl libro era in lingua inessicana, o lo stesso par voglia insinuare il P. Plumier con quelle parole : Reverendus P. Fr. Ximenes Hixpamts Onlini.i Minonim nicxicanum idioma cum apprime calleret, scripsil de natura el virlutibtis plantarum novae Hispanae . . . Ubros quatuor in Urbe Mexicana im- pressos an. Chr. 1615 (33). II De Laet pcro, che fu il primo a dar contezza di quest'opera in Europa, la cita come scritta in lingua spagnuola eon questo titolo : Quatro librofi de la naturaleza y virtudes de les plantas y animales que estan recevidos en el uso de medicina en la neuva Espana par Francisco Xime- nes, en Me.vico (3i). .\nche Pietro Hotton nel Sermone accademico pag. 31, la rammenta come scritta in questo idioma, avvertendo che e un epitome dell'opera deirilernandez, e non un lavoro originale : Snperbit Ili.ipania . . . Francisco Hernandez ejnsque cpilomatore Fr. Ximenes, cujus opus hispanice scriptum in Urbe lanlum Mexicana prelo fuit subiectum. Ma quest'epitome fosse o non fosse quello stesso del Recchi senza dilucidazioni , e senza figure, fu poco cono- sciuto , c meno apprezzato dai dotli eiiropei , e a nulla valse per isminuire in essi il desiderio di veder pubblicato il Tesoro deirilernandez al modo ri- dotto dai Lincei, c secondoche da piii anni se n'era divulgatn la fama. Sol- tanto duro lore sembrava di aspettare piti a lungo, e ne menavano lamento con Fabio Colonna, il quale lo ripeteva con calde lettere al Cesi, e alio Stel- luti (35), quegli primo motore, qucsti leva principale della ruota, che andava a rilento; ma niuno dei due avea colpa a questa lentezra, bens\ la pigrizia — 452 — degli intagliatori dclle figure, il bisogno e la didicoiti di premunirsi di licen/.e e di privilcgi, e soprallutto le domesticlie sciagure , ciie di conlinuo afflige- vano il nobilissimo Principe. Or iiLiando cessaroiio quosli ostacoli ? Quando fu stampalo il libro dal lungo desideiio ? Eoco la principuic riceica, di cui .dobbiamo occuparci. Ncl IGll il Tcncnzio, come giii dissi, fcce e conscgno i suoi comcnti. Nell'anno seguenlc eiano slate ricopiaie cd incise parecchie figuie delle piante, conic si raccoglie da un saggio offeitone a Gio: GoUifrcdo vcscovo e principe di Bambcrga ambasciatore di Mattia I. presso la S. Sede. Del qual saggio esiste tullavia un osemplare nella Biblioteoa Bai'beriniana con in fi'onle la sc- guente sci-ilta : Illmo ac Rcvmo D. loanni Gotifrcdo Einscopo Bamhenjensi S. R. J. Principi Caesareo ad Paiilum V Legato, lilcraruin palrono cdeberrimo, ut se devoli animi affectu dedilos aliquo qnamvis voluntali imparl officio lesUi- rciilur, paucas liasce Mexicanarum planlantm imacjines e renim medicaviuii novi oil/is Tlicsanio suo dcpromplas, Lyncei Roinae ohlnlerunt. Deve credcisi cho la cosa fosse bene avviala a segno di peter fondatamente sperare che pieslo sariasi posto mano a'lorchi, avvengnache nell'an. stesso 1GI2 lo Stelluti ot- tenne da Paolo V il piivilegio per la slampa, che fu il primo ; ma in pro- cesso di tempo nacquero le anzidette ditlicolta , che delusero le concepile speranze. Arroge che il principe Cesi forte desiderava che I'opera fosse riuscita la piu perfetta possibiie, come quella che dovea piii di tutte procacciare ri- nomo alia nascentc accadcinia; quindi non solo voile che ci lavorassero sopra anche il Fabri e il Colonna, ma di continue insisteva perche a mondarla da ogni scoria si vagliasse e rivagliasse. Cosi inter piclorum el sculptoram moras, el commenlaloritm ohservaliones scriplionesque, come narra I'editore, passarono parecchi anni senza che la niedesima si fosse pubblicata. Intanto era stata chiesta la licenza per V imprimalur, ed erano stall oltenuti altri privilegi pel diritlo di proprietd, cio6 da Cosimo 11 gran Ouca di Toscana nel 1618, da Ferdinando II imperadore nel 1623, da Luigi XVIil re di Francia nel 1626, e nel 1627 Urbano VIII avea confcrmato quello concesso fin dal 1612 da Paolo V, e il gran Duca Ferdinando avea fatto altrettanto per quello accordalo dal suo augusto genitore Cosimo (36). Giovanni Fabri e Fabio Colonna aveano anch' essi diffinitivamente compiuti i loro comenti nel 1628 (37), anzi il Fa- bri avea oltcnuto ipso die Parasceves di detto anno dal P. Abramo Bzovio dot- tissimo Domenicano Polacco I'approvazione parziale de'suoi Aniinali Messicani, come pochi mesi dipoi, cioe XV Kal. novembris I'ottenne lo Stelluti dal ce- — 453 — lebre P. Foilunato Scacchi Agosliniano per le Tavole fiiosofiche del Cesi. Ambcdue ({ueslc appiovazioni sono accompagnate liaW imprimatur del V. Gia- citito Lupo socio del Rino P. Maestro del S. Pala/.zo Niccola Roduifo. La prima non b insorita come i'altia ncl Libre Mcssicano, ma la si trova neU'esein- plarc a parte della Sposizione del Fabri , di cui si conserva parimenli una eopla nella FJibiioteca Laiicisiana. Duo aiini passarono da questo slate di cose al fiincstissimo e sempic depiorabilc avvenimento della precoce morle del principe Cesi (38), alia quale successe la ruina e la distruzione delTAccade- mia dope brevi sforzi fatti da Cassiano del Pozzo per serreggcrla. Vuoisi che anclie (juesti due anni docoircssero infruttuosi per la stampa del Libro Mes- sicano, e die maucato il maguanimo Signore , che I'avea promossa , nen si penso pill ad attuarla, fino a che lo Stelluti ebbe Irovato un altre Mccenate per sopperire alle spese in persona di Alfonso Tiirriane, e cio fu nel 1G5I. E per verila chiunque si fa a Icggcre le prime paginc degli csemplari piu gencralinente reperibili non puo che pcnsare a questo mode : di repente s' imbalte nel frontespizio a pi6 del (juale c scritlo Rumae ex tijpo(jraphia Vi- talis Mascardi MDCIJ ; poi in una appmvazione e licenza in data dell' anno stesso; da ultimo nella vanilosa dedicatoria di Alfonso Turriano, il quale si gloria di non aver perdonato ne a falica, nc a spese, perche al postulte uscisse in luce un libro di tanta ulilita per la scienza, di tanlo onore alia sua na- zione. Cosi fu che accreditati bibliografi , rispeltabili scrittori di letteratura , di mcdicina , di botanica , e perfino lo slorico delle nostra Icttere Girelame Tiraboschi (39), e i due benemeriti storici dell'antica Accademia dei Lincei, il Planco (40), e TOdescalchi (41) ricolmarono di lodi I'ambasciadere spagnuole, e divulgarono che il Libro Mcssicano fu stampato a cura c spese del mcdesimo nel 1G5I col seguente tiiolo : « RERUil MEDICARUM ,\OVAE IIISPAMAE THESAURUS, seu PLANTARUM, AMMALIUM, ML\ERAUUM MEXICA- i\ORUM IIISTORIA ex Fr. Hernandez novi orbis medici primarii relalionibus in ipsa Mexicana uric conscriplis ; a Nardo Aulonio Reecho Moiileeurvinate calh. majest. medico, el Neap, regni archialro yencrali, jnssu Philippi II. Ilispama- rum, Indiarum ec. Regis collecla ac in ordinem digesla; a Joan-Terrenlio Lijn- ceo Coslantiense Germano philosopho ac medico notis illustrala; nunc primum in naturalium rerum shidiosornm graliam tucubrationihus Lynceorum publici juris facta « Quibus jam excussis (a) accesscre demitm alia quorum omnium Synopsis (a) Per excusis. — 454 — seg. patjina ponilitr. Opus' dnobus vohtminilms divisum PhUippo IV. Re(ji ca- ibolicu, maijno, Hiapaniae ulriusqiie Siciliac, cl Indiarnm ec. Monarchae dica- tum. Romae , supcriorum pcrmissu , ex Typograpliia Vilalis Mascardi MDGLI. Cum piivilegiis. Non mi porito di confessaro cbe questa 6 1' inlitolazionc da me veduta negli esnm[)Iari csistoriti in Roma nclhi biblioteca dcila Sapicnza , nelTAn- gelica, nella OasanatCDse, nella Corsiniana, c nelic private bibliotcche del Col- legio romano, c dell'Eccino nostro Prosidcnle sig. Duca Massimo ; e tale la si trova negli esemplari della biblioteca di Breia a Milano, della Marciana a Venczia, della biblioteca universitaria di Pisa, c della Magiiabocchiana a Fi- renze, come ho a[)parato da lelazioni venutemi da dotti amici: ma tale iioii 6, per cio che riguarda t particolari bibliogiafici , il titolo del volume Lan- cisiano, come fin da principio vi diceva. Lo pongo o signori con tutto il vo- lume sotto gli occhi vostri, accio mi siate garanti appo i lontani d'averlo io t'edelmente tiasciitto « RERUM MEDICARUM NOVAE IIISPANIAE THE- SAURUS, seu PLANTARUM, ANIMALIUM, MINERAHUM MEXICANORUM IIISTORIA ex Fmncisci Hernandi ec. ec. Nunc primnm in nalumliiim rcrtim sludiosorum gmliam el ulililalem studio ac IMPENSIS Lgnceorum publici juris facta » Reliqua volumine conlenta versa pagina indicabit « Cum privilegiis S. Pontif., S- Cues. Majest-, Christianissimi regis Galliae,el mag. Ducis Helruriae » Rotnae Superiorum permissu, ex typograpliia Jacobi Mascardi MDCXXX- In alcuni esemplari vi e un secondo fiontespizio, stando al quale ne al Turriano, n6 ai Lincei si apparterebbe il meiito di aver fatto le spese della stampa , ma si ai librari Biagio Diversini e Zanobio Masotti. Ecco come il medesimo 6 concepito « NOVA PLANTARUM, ANIMALIUM, ET MINERX- LIUM MEXICANORUM HISTORIA a Fr. Hernandez medico in Jndiis praeslan- lissimo primnm compilata ; dein a N. A. Reecho in volumen digesla ; a Joan- Terrentio , Joan- Fahro , el Fabio Columna Lijnceis notis el addilionibiis longe doctissimis illustrnta »• Cui demum accessere aliquot ex principis Fed- Caesii fronlespiciis thealri naturalis plujlosophicae tabulae ima cum quamplurimis iconihus ad octingen; quibtts singula conlemplanda graphice exhibentur, Romae MDCLI. « Sumplibus Blasii Diversini, el Zanobii Masotti bibliopolarum ». Ttjpis Vitalis Mascardi- Superiorum permissu. Con questo titolo, che a dir vero nella sua maggiore bvevita meglio lisponde alio scope, rOpera fu citata dai nostri chiari colleghi D. Baldassare principc Boncompagni (42), professore D. Luigi Rezzi (43), i quali commendevoli scrittori furono assai fodeli nellc loio citnzioni, e non v' introdusscro adulterazioni di sorta, ci6 che non fecero piirecclii altii, dei quali pailcio a suo luogo. Qui e mesticri discutcrc quul piii di coteste intitolazioni meriti fcde per ciu che conccine nomc dello stampatoie, epoca c spesa dclla slainpa. A due diiTerenli cdizioni non puossi ricoircr-e stantc 1' csplicita dichiarazione che si Icgge ncl fVontcspizio principale di ambe le date, vale a dire « nunc primum (non niai sccundo) in naluialhiin rentm studiosorum ijratiam . . . publici iiiris facia n; la quale avvei'tenza trovasi ripetula nel fmntespizio dellc Tavole fitosofiche. Dice pertanto e sostengo che all' esemplare Lancisiano calza a capeilo I' intitola- zione, che porta in fronte; non cosi agli cscmplari colia data dei 1651 cal- zano i rispottivi fionlespizi. In altri termini : tutto quello che si conlieno nel- rcsemplarc Lancisiano fu propriainente stampato da Giacomo Mascardi in vita ed a spese di Fcderico Cesi a nome de'suoi Lincei; poche giunte solamente da Vitalc nel 1G5I a spesc del Turriano. Dei libiari Biagio Diversini e Zano- bio Masotti non occoire pailare, cho cotestoro non ispesero un soldo, se cio non fu per asseinbrare c cuciio i fogii, o per istampare Ic poche righc, onde si conipone il frontespizio a pie del quale posero il loro nome, e la loro im- presa, o piuttoslo cifra (44). Per fortuna niun bibliografo delte fede alia loro iattanza, anzi il Lindenio (45) losse apnd Bias. Diversini ec. invecc di sjim- ptibus Bias. Diversini ec. Ottimamente, fosse per equivoco, o perconsiglio (46). Ecco che cosa si conticne neli'esemplare Lancisiano: il leslo originate del Recchi diviso in dieci libri : i comenti fattivi dal Teircnzio; la sposizione de- (jli Animali Messicani di Gio. Fabri ; le Annotazioni di Fabio Colonna ; Ic Ta- vole fitosofiche di Federico Cesi daWa prima alia dec/mo terza; parecchie poesie encomiastiehe in greco, ed in latino. Le quali cose, che sono il piu ed il meglio, occupano un volume in foglio di 936 pagine splendidamente impresse in caratte- re silvio unitovi il corsivo ed il garamone- Le figure 800 di numero, incise in le- gno, ma con molta finezza e precisione, sono intarsiate nel testo. L'ornato del frontespizio e forbito lavoro del celebre incisore Gio. Federico Greuter, e rap- presenta una porta, o arco di trionfo soslenuto da due pilastri accompagnnto ognuno da due statue d" indigeiii Messicani, che portano cibe e frutti del loro paese : esso arco ^ poi sormonlalo dall' arme della real casa di Spagna con ai fianchi due altre figure allegoriche, una cio6 a destra, e I'altra a sinistra, ed all'alto il motto <( El plus ultra » scritlo sur una fascia sostenuta da due puttini alati, allusivo ai generosi conati degli Accademici Lincei per allargare i confini della scienza. II vacuo lasciato dall' arco e dai pilastri e occupato — 456 — dal titolo dell'Opoia, e da una carta geograiica dei possedimenti spagnuoli iu Aniciica a que' tempi, la di cui storia naturale e il soggetto principale del- r opera. Altre vignette e incision! adornano il principio o il fine dei singoli libri c capitoii, in una dolie <|uali, piii volte ripetula, si vede ritratta I' in- segna dell'Accademia (la Lincc contornata di lauro) solto la quale anche noi ci gloriaino di niililare- Evvi pure al fine della Tavola X fitosofica lo stcniina gentilizio del Cesi adorno di alcuni siinboli accademici , guari dissimile da quelle, clie vedesi efiigiato nelle sue medaglic. Tuttocio trovasi idcnticainente colla stcssa numerazione di pagine, e persino colle slesse mende tipogtafiche (47) negli esemplari colla data del 1651, e cos'i resla nuovamente csclusa la plu- ralita dcH'cdizioni, a cui qualclie autore ha sembralo di accennare; se non die in questi ultimi esemplaii, oltre il secondo fiontespizio, vi e di piu I'appro- vazione del eensore coll' imprimatur lisguaidante il solo testo del Recchi il- lustiato dal Tenenzio , la dcdicatoria di Alfonso Tuniano a Filippo IV di Spagna , una sinopsi , parecchi indici , la continuazionc dclle Tavole Cesiane sino alia vigesima, e finalmente il Liber unicus hisloriae Animalium el Mine- ralium novae Hispaniae in sex Iraclalus divisus Franc. Fernandez Philip. JI. primario medico auclore- Non cade dubbio che questi accessorii, o paiti se- condai'ie che dir si vogliano , furorio stampate piii tardi , e non iintnediata- iiiente di seguito alle parti principal! noverate di sopra : cio e avvertito nel fiontespizio inedesimo con quelle parole quibus jam excutis, alle quali non si c fatta bastevole attonzione. Chi poi si conosce alcun poco di arte tipogra- fica, lo scorge a colpo d'occhio, poiche nel Libro unico di Fr. Fernandez ri- comincia la numerazione dclle pagine , la quale si estende dal 1 al 90 ; la sinopsi poi, gl' indici, ec. sono scrilti in caratteie corsivo in fogli talvolta al principio, talvolta al fine del volume, e senza numerazione di sorta ; altret- tanto e a dire del secondo fronlespizio non sempre posto al suo luogo, cioe immedialamente avanti al lesto del Recchi. Quanto alle Tavole fitosofiche la cosa si pare piii chiaraiiiente daH'avvertimento premesso alia Tav. XIV « quae sequuntur Tabulae posthumae sunt, el nondum ab auctore recorjnilae nee com~ plelae «: donde conseguita che le precedenti erano state stampate assai tempo prima , vivendo ancora 1' autore. E poiche le Tavole Cesiane sono come la corona di tulta I'opera , c continua in esse il numcro progressivo dclle pa- gine, convien dire che anche il testo del Recchi, in cui comincia la nume- razione, e i comenli dei Lincei, nei quali prosiegue, erano stati alia stessa. epoca stampati. — 457 - Mandali cosi avunli qucsli l:iin|)i a lischiararc il bujo dclla quistione , vongo alio piove che la meltono in cliiaia luce. Chi propiiainente fu lo stampatore del Libro Messicano ? Chi fece le spese occorrevoli per la stam- pa ? So bene che una e inedesima I'u la lipografia che pei' piu generazioni s' intitolu dai Mascardi ; dico peru che quando fu cominciato a slampare il l.ibro Messicano, n'era C.iacoino il vero e principalissimo padrone (48). E chi se non egli, paila al leltore inlorno aU'originc, alle vicende, e aH'utiliti del piestanle volume ? Chi, se non egli, dice di essersi piu anni affalicato sopia i tip! del medcsimo ? In qnal modo Vitale nel 1651 avrebbe poluto far colpa del lungo lilardo, di cui i dotti menavano lanicnto, alia pigiizia degli inta- gliatoii, cd alle seinpre ciescenti osservazioni dei comentatori, sapendosi che i medesiini o non erano piu in vita, o eiano lonlani da Roma ? Non mi sa capiie in animo come si possa credere al frontespizio degii esemplari eolla data del 1651 per cio che concerne nome dcllo stampatore, epoca e spesa della stiimpa, quando, poche carte rivolte, subito si trova il discorso del li- [jografo, il quale si annuncia al lettore col noma di Giacomo - Jacobus Ma- scardi Lectori S. - Poscia comincia a dirgli : Ul summatim nunc quidem ego qui inter piclonim el sculptoruni moras, el coinmenlatorum observationes, scri- plioncsque , multis annis circa hujus voluminis typos versor , tibi indicavero ul exantlati hujus in Tliesaurum laboris cognilionem praesumere queas. E cio fa uoverando e magnilicando le siiigole parti , di cui il Libro si compone , e sono quelle stesse da me raminemorale dell' esemplare Lancisiano. Cclebrn principalinonte la grande Raccolta di Fr. Hernandez, e il Compendio fallone dal Recchi, ne si passa dal raccontare chi furono i generosi che si iravaglia- rono per accrescerlo, illustrarlo, e darlo in luce, altribuendone il merito agli Accadcinici Lincei : cujnsviodi insignis utilitatis et admirabilis uovilalis opus , annum jam fere quinquaijesinium delilescens, Academici Ltjncci juxta proprium inslilultim, Fed. Caesii ope et auspiciis, EDENDUM, illuslrandum, el augen- dum suscepere. \Sb mia ! o Giacomo menti per la gola, o mcntiiono Vitale Mascardi usurpandosi nc! frontes|)izio il titolo di stam|)atore di lulta I'opera, e .\lfonso Turriano gloriandosi tielia dedicatoria di averne promossa e fatta cseguire la stampa a sua cura e spesa. Se non che era interesse de' medesiml Accademici di Iramandare alia po- sterity questa lor gloria, e bene il fecero- Giovanni Fabri ncl prologo de'suoi Animali Messicani ricisamente afferma: opella haec meajussu Illmi et ExccUen- tissimi principis Fed- Caesii est edolata, cujus sumptibus omnis hie Liber Mexi~ 61 — 458 — canus Uuerariae reipublicae bono comunis est facius. Ouantunquc a iioi sia solo ne- cessario e sulTicicnte il sapcro clie cio avvcrinc in vita ed a spcse del Cesi, pur giova avveitire che il prologo o dedicatoria , chc dir si voglia, delta Sposi- iione Fabriana, porta la dala del 1 gctinaro 1625, onde sin da quel tempo il Tesoro del Recchi colle chiose del Teiienzio {omnis hie Liber) era stato siam- pato pei tipi di (liacomo. E poiclio la sliHn|)a pioccdeva lenlaniente, cio che ncl 1625 era linito, dovea ossersi couiiiiciato a stauipare piu aiini innanzi, massime riguavdo avulo al quantitativo, alia diHicolta del lavoro , e ai fre- quenti animendainenti; quindi di leggeii si comprende conie il tipogiafo quan- do scrisse la sua rolazione potesse esciio in qiio'piati mullis anuis circa hti- jtis vohiminis tijpo.i versor. A ineglio scerneic quanta impoilanza anneltesse il Fabii alia stampa di questo Libro per 1' onore deil'.Vccademia, vi ricorda del Libro di genei'o analogo stanipato nol Messico I'anno 1615 dal P. Xiinenes, e della voce cor- sane cbc fosse il Conipendio stesso del Recchi- A smentiria , alto levo la voce sua il Bainbergese, dicendo : niuno ci ha preceduto in questo arringo: (]uesta e ia prima volta che il volume del Roccbi e fatto di pubblica rngione la nostra merce : nunc primum {Mexicanum Recchi voltimcn) mundo publica- mus (49)- E altrove (50): dopo quaranta e piii anni di abbandono, alia fine il MS. del Recchi ha veduto la luce : I'autore ha ottenuto 1' onore da lungo tempo dovutogli, stante la generosila e ie veglie del principe Cesi , e mie : practer ipsas a nostra principe collalas expensas el operas, nostras qiioque cum principe lahores, vigilias el sudores proprios . . . conlribuimns, ul tandem ali- quando, haud exigno philosophorum bencficio, opus hoc minime sepullum am- plius ant cassum , perditumque remanerct , cum ultra quadragcsimimi ah ipsa conscriptione annum lilteraria respubblica eo carucril , alque liecchus demum ipse debitam sibi jamdiu gloriam el honorem indispiceretur. L'epoca d'oltre quarant'anni ab ipsa conscriptione, a cui accenna il Fa- bri non differiscc gran fatto da quella dei quasi cinquanta noverali dal ti- pografo , e ambi erano a portata di sapere a qual tempo il Recchi avesse terminato il suo lavoro, massimamente il Fabri amicissimo di M. Petilio, che avea conosciuto e riverito di persona lo zio suo Nardo Antonio, e che n'era stato I'erede. Perloche rclrogradando di oltre quarant'anni dal tempo in cui il dolto medico da Bamberga scriveva la sua Sposizione (1625-28), si appara che il Recchi , e mollo piii I'Hernandez aveano terminato , 1' uno la grande opera delie cose natural! Messicane, Taltro il compendio della medesima pri- - ifjO — ina del 1590. E come no, se I'Acosia pole dame contezza ai dotli nella sua Sloria nalurale delle Indie stampala in Siviglia appunlo in quciranno (51)? Se a lanio avcssc posto menlc lo Sprengel, non avrel)l)e dcllo nel suo Trai- lato « De re herbaria » (52) die riiernandcz compiio la sua immensa rac- colta, compendiata poi dal Recchi, circa I'anno 1G00, cioe dal 1593 al IGOO. Ma riloiniaino al nostro principale subbietlo- Niuno per avvcntuia dira che la slanipa del Libro Messicano al modo ridoltu dai Lincei , coinincio cogli Aiiiinali del Fabri , i (|uali nauiralnicnte presuppongono il teste originale del Reccbi , a cui servono di dichiara- zioiie e di cliiosa. Ora la stainpa di qucsli Aniinali puo diisi (|uasi coeta- nea deli' autograt'o , cioe cuatinciata c finita quando I'autore ebbe coinioeia- to 6 finito il MS. Di fermo nell' ottobre del 1625 il Fabri awisava il Cesi che per conlcnlare lo slampalore era pronto a dare alciini fogli delle sue a«- nolazioni (53), e , come vedenuno , le avea coininciate a sciivere al prin- cipio deH'anno stesso. Quel clie avvcnisse in seguito non occorre investigarlo: il cerlo si e che ai 16 marzo del 1628, il Fabri avea terminate il suo la- voro, e se non per la prossima Pasqua (a di 23 Aprile), come aviebbe de- siderate (54), pochi mesi dipei, cioe denlro I'an. medesimo 1628 ne fu an- che compiuta la slampa. Ne sono prova incontestabile le molto copie a parte, che a noi ne sono pervenute, con una speciale iatitolazione, e colla data di detto anno (55). lo ne ho veduto piii d'una: quella che possiede la Biblio- teca Lancisiana , gia appartcnuta ud un tal Gennaro Giannelli , e legata in perganiena a bordure di oro con in mezzo I'insegna del Card. Francesco Bar- berini , a cui forsc era stata dall'autore presenlata. Un altra ne possiede la Biblielcca Corsiniana legata in modo simile , e fregiata di un altro stcmma cardinalizio , che parnii del Card. Emmanuele Pio da Ferrara ; il che dove fosse vei'O , avvalorerebbe la prova , peiche (juel Cardinale morl decano del S. Collegio ncl 1C41, ed era slalo gia vescovo di .\lbano nel 1630. In som- ma il Fabri adopero al modo che noi siam solili per le nostra IS'ote, o Me- morie inserite negli Atti, cioe, giunta che fu la slampa alia sua Sposizione, ne fece separatamenle imprimere piii allrc copie col lilolo di Parle del Te- soro Messicano , come noi diciamo da queslo o quel volume degli Atii ; anzi lascio la numerazione stessa che il suo lavero riteneva nell' inlero volume , talche la prima pagina di quelle corrisponde alia -159 di queslo, c i' ullima del primo alia 840 dell'altre. — 460 - Adunquo non c' illudiamo: qual che si fosse la cagiono di muniie il Cotn- |>cn(lio Recchiiiiio di una spcciale approvazione c licenza (56) nel 1651, non dcve per questo crcdcisi cho non fosse stato gia da piu anni slainpato- Forse rivis- sero a quell'epoca, o si volieio meglio dissiparc Ic diflficolla incontiate nel 1628 per Wptiblicetur (57): forse si penso che un'approvazioue, o piutioslo elogio scrit- to da un confessoic dclla duchessa deU'Iiifantado (P. Baldassare da liagunilla) avrcbbe resa piu accettevolc a Filippo IV la dedicatoria del Libro. Ad ogni modo queU'espressione poteril igilur praeclarum opus lypis mandari usala dal RiTio PadiD, e troppo manifestamente falsa: diviene poi ridicola quando la si legge negli esemplari inarchiati colla data del 1648, o 1649, del quali non man- oano esempj (55). Che se taluno non si conlentando di plausibili spicgazioni pretendesse risapere da me la vera cagioue di questa surretizia approvazione, io dimanderei che egli mi dioesse innanzi ti'atto perche il Lagunilla non ap- prove anche le altri parli del Libro, se lutto fu stampato dopo la sua re- visione? Perche alia Tavole fUosofiche del Cesi, benchi aumentate di ohve sei non niai rivedute, fu lasciata I'approvazione e la licenza, di cui erano slate inunite nel 1628? Fortunatamenle nel frontespizio di tulli gli esemplari e scrilto « Siiperiorum pcnnissu » per non ci'cderli stampati clandeslinamente. Vengo ora a Fabio Coloona altro canipione di quesla letteraria impresa. La dedicatoria che precede le sue Annotazioni non e la medesirna in tutti gli esemplari; in alcuni vi e quella al Card. Francesco Barberini, in allri un altra al principc Cesi; cosa misteriosa anche questa, di cui non si saprebbe ridire la ragione (59). Faltosia che ambedue rivelano a maraviglia che la slampa del Libro Messicano a quo' giorni progrediva incessantemente- Di fermo nella prima il dedicante dice aU'esimio Cardinale: niiimis fateor parvum est, el opusculum non qiiam vellem salis limalum, sed quod hoc solo nomine placilurum spcrem, quoniam a TYPOGRAPHI PBELO inler foiensium litium molcstias tumuUuario expclilum , alque a calente animo ad Te velnli excusstim el directum est. Da banda le molestie dei litigi forensi , e fissando I'attenzione ail' altro motivo che impedi all' aulore di meglio limare le sue annotazioni , chiaro si soorge che quesle slavano a que' di sotto i torchi. La lettera poi intitolata al Cesi presuppone cho il Colonna fosse stale da essolui richiesto a dire sollecita- mente il suo parere sul merito dell'opera, perch6 n'era vicina la /^ut/'/Zcaiione: Litlerae tuae vix acceptae, Excme Princeps, meam inclinorrunl adeo volunla- lem, ut quod posccbas prolrahere nedum poluissem per exiguum horae spaliutn, DE ILLO OPERE MEXICANO lAM LUCE DONANDO, quid sentirem, dum — 461 — rofjarcs, una imperando. Non occorie riclire quante lodi glie ne facesse coine di cosa nobile, utile, graude, e con quanta modestiu j^li |)arlasse di se, c delle sue Annotazionc : bcnsi b degna di essere ben pondeiala la [nima Nota , o |>ieamb()lo, il cui argomento h propiio quello , che da noi si sla tiattando, cio6 quo opere medica novi orbis volumina pnblici juris facta? L'inchiesta gia dice abbastanza: ella supponc che i dotti volumi a cuminciaic dal testo del Recchi (vero volume dclle cose mediche) si t'ossero giii slampali , e si di- nianda chi ne fu rautoic, il pionioloie, I' cdiloie- Neila lisposta sono rain- memorali i meriti di Francesco Hernandez come piimo autoie, e di Filippo II , che ebbe il nobile pensiero di dargliene I' incaiico, e lo foini generosa- mente degli ajuti occorrevoli- Quanto alia slainpa propriamenle delta, di que- sta se ne attiibuiscc esclusivamcnte lutto il merito a Fedeiico Cesi: quae [me- dicnrum rerum volumina) nunc in matius omnium Illmi et Excmi Principis Fed. Caesii liberalilate, munificeulia, ac sedulilale perveniunl, cujus eliam jussu haec nos qualiacumqne sint lilienler Jiotavimus. A pag. 874 , oltre il mezzo del lavoro , il Culoiiiia ribadisue il sue as- serto, e torna a magniflcaie i giusti titoli acquistali dal Cesi alia riconoscen/a dei postci'i per questa, ch'ei giudicava grandissima, e utilissima impresa della stampa del Libro Mcssicano. Cio fa in proposito della pianta Cesia cosi da esso lui appellata la pianta messicana Tuzpallis, (|uasi dir volesse a sua giu- stificazione e difesa: o voi schitiltosi, che non von-este accettare questa de- noniinazione da me data ad una sola pianta, sappiate che tiilto quanto e il libro dclle piante messicane, non altrimenti che Ccsio lo si dmiebbe appel- lare: neque haec tanlum Caesia Pianta optima jure, scd et reliquae quaecum- que istius ampli voluminis, el ipsum volumen Caesium ferre nomen, Caesium- que dici deberet, cum nostri Principis Caesii sedulilale, maanauimilale, ac li- beralilate , studiisque simul ac SUMPTIBIS ET QUIDEM iyGE.\TlUUS , quibus ipse late prospicerc publico omnium voluil bono in mortalium manus edi- turn producalur. Questa ragione coincide con quella addolta dal Terrenzio (60) per giuslificare il nome di fiore e pianla Lincea, onde egli pure appelld un altra pianla tnessicana; ma il Terrenzio scriveva nel 1611 quando il nostro Libro era una speranza , e pero ne parlo come di cosa a farsi , e non gia falta, e ad incoraggiamento piuttosto che a rimerito dell'Accadeinia, che avea risolulo di pubblicarlo .... Tolum hunc mcxicanarum plantarum novum et curiosissimum Librum, UT LUCE)I ASPEXEHIT, Acadcmiae Lynceorum debt' — 462 — uius, citi augurvr cc. Ognuno dunque dci chios:Uoii discoise con luUa lealtii lo slalo, io cui I'opera si rilrovava al suo tempo (61). Pill aiti'C tcstiinonianzc sul incdesitno assunto polrei proffecire del soinmo botanico napolilano trattc dall'aniinato carleggio, ch' ei tonne co' suoi collo- ghi, ina per non abusare dciia vostra pazienza col moltiplicare testimonianze idcntiche, ne riferiro sola una cbe conccrnc in ispezialitii la stainpa delle Ta- vole litosoficlio , vera cagione pec cui la sianipa di lutto il l.ibro , non fu terminata, c alia fin fine rimase diserta. h a sapere che sullo scorcio del 1629 Francesco Stclluti era sul punlo di dare in luce il suo Persia; di che avendo fatto consapevoli! il Colonna, questi con lettera dei 15 novembre di detto anno gli rispondeva : bitona cosa che V- S. slampi il suo Persia, yniche il signor Principe va troppa dilatanda di (inir di slampare le sue Tavale , come V. S. mi accenna, dislralto da cose domesliche, calVuscire il sua Persia pare che I'Ac- cadeinia non dorma (62). Non accade fare comenti : il fine suppone il jirin- cipio: se le Tavole fitosofiche net novembre del 1629 si doveano /JH/'r di slam- pare, e manifesto che a quel tempo se n'era gi;"i stampato un buon numero. L'anno seguente 1630 venne veramente a luce in Roma il Persia tra- dollo in verso sciollo e dichiarato di Francesco Slelluti: se nel Satiiico di Vol- lerra vi era parola a cui poter rannodare gli sludi e le scoperte dei Ijincei, I'amorevole collega nen tralascio di failo. Quindi eccoti a pag. 36 una nola per la Lince Che Menade ministra di Lieo .... Guidav qual folle ed ebra Con le bacche dell'edera dovea. Eccoti a pag. 46 una lunga digressione sopra gli emblematic! insetti (le Api) dei Barberini signori di Ereto (a), e gli studi microscopici, onde egli stesso li avea illustrati. Eccoti nel prologo, alia voce psittaco, rinvialo il lellore a quel che avea scritto il Fabri su questi uccelli, lore istinto, e docilita mira- bile nal prima Tamo delle cose medicinali Messicane. Tanto saria slato basle- vole a far conoscere die quest'opera era stala gia in gran parte stampala; ma Id Stelluti voile alticsi che si sapesse. a cura ed a spesa di chi, onde soggiunge: il quale (priino Tomo) ora vien fuori con molta falica, slndia, e spesa delta na- (o) Eretum , cilia sabina (oggi Monterotondo) , per Arrethm (Arezzo) , come vuole Taitra Icziooc. — 463 — stra Accttdemia, die conoscendo la notabile utilild, e novila di dette cose , ha piemuto die sicno falte pnblidie con le stampe, e particolarmente con T hm- stenza e Ubcralitd del noslro Eccellenlissimo signor Principe Fedcrico Cesi Principe di S- Angela, chi ha volulo ch'anicchilo e illuslrato uscisse fuori per heneficio de' studiosi di tali scienze, consumando molti anni in far disegnare e inlagliare ccnlinara di figure nnove, c agginngerc commcntarii, e note all'opera- Non vi faccia maraviglia I'appcllazione di Tomo prima, quasi mancasse qtial- clie ahre grosso Tomo a compier V opera: anchc nel fiontespizio principale da me trascrilto degli esemplari compiiili nel 1651 e detto « Opns duobtis valuminihiis divisitm « c pure non csistono quesli due volumi separati , ne quelle die esiste 6 bipartito. iMi adopreio alirove di spicgaic che cosa possa c debba inlendersi per Tomo secondo. Del resto poco dope la comparsa del Persio avvenne la sempre deplo- rabile moite del principe Cesi, rAccademia caddc eome corpo, cui sia reciso il capo, e la stampa del Libio Messicano limasc diserta. Or che cosa man- casse, e quale spcsa occorresse a linirla, ce lo dice il medesiino Stelluli in (|uella patetica e commoventissima leltera, cbe sciisse a Cassiano Del Pozzo da Acquasparta , calde ancora le cencri (16 agosto IG'SO) delP insigne suo Mecenate : « il povero signore (cosi lo Siclluti) avea intcnzione di lasciare 1) airAccadeinia il suo museo, la libreria, e il riuatto dal Libro Messicano » ... ma non avendo fatto alcun teslamento, nemmeno delto a me una mi- » nima parola, il lutlo reslera nelle mani deile signorine sue figlic, di cui » la signora Duchessa ba preso la tutela. . . . Quanto al finite la aianipa del » Libro Messicano, per non Icner morta cosi bella falica e cosl utile, e la- » sciarvi quelle poche Tavole delle pianle Slampaie dal signor Principe, che » le restanti non mi dii I'animo che altri le possa compire, e ora che non » vi e altri di me piii informato, la signora Duchessa non credo che vorra » per due o trecento scudi, che vi andassero di spesa per finire la stampa, » aggiungendovi gl' indici, prefazione, e letlera dedicaloria, restare di farla, » per cavarne piii migliaia di scudi per le signorine sue figlie «. Ma falli alio scrivente la speranza : la signora Duchessa non voile faie spesa di sorla , e la cosi bella falica e cosi utile rimase come morfa fino a che nel 16">I Al- fonso Turriano spese . . . . e che cosa ? due o trecento scudi secondo il cal- colo Stellutiano per la stampa degli indici ec, e sia anche altrettanto per la superflua giunta del Libro nnico di Fernandez, e lettera dedicatoria a Ferdi- nando IV di Spagna. Se questo sia poco o molto rispelto alle ingenti som- — 46.i — me prodigate dal Cesi; se per ijuesto possa dirsi che il Libro Messicano fu stam- pato nel 1651 a spese dell' Ainbasciadore Iherico , ognuno sei vede di per se : e mi sorpicnde come nol vedesso il Duca di Cosi D. Baldassare Odclscal- clii, i! quale ripiodusse testualmente e interamente la lettera dello Stelluli (63). Ma si che vidclo, o almeno I' inlravide, benche bendato gli ocehi dalla dedi- catoria del Turriano , p daiP appiovazione del l^aguniila : (liij volte pailando del Libro Messicano ci lo dice puhblicalo da IJncei, slampalo dai Lincei, o toccando delle occupazioni del Cesi nell'anno 1629, rifeiisce che il medcsimo a que' di era interamente rivollo a compire e a slampare le sue Tavole (ito- sofiche. A dir vero io non credo die la stampa dell'Opera Messicana riinancssc incompiuta dopo la inorle del Cesi, perche la vedovata Duchessa si resU'i dal fare la si tenuc spesa di poche centinaia di scudi : piu alta e piii imperiosa lie fu la cagione. Bisogneria non conoscere le svenliire alior allora sopraggiunte al Galilei, la guerra fatta a" suoi trovati, la condanna de' suoi Dialoglii, per non sospettai'e che allreltanto temessero di se , e delle opere loi'o gli Ac- cademici Lincei, per non addarsi che lo Stelluli rimellendo dal caldo suo zelo, prudentemente avvisasse di nascondere piuttostocht) divulgare un libro ridon- dante dello lodi del somnio Tosco, e improntato delle sue dotlrine. Caitesio glie n'avea daio I'esempio, rinunziando alia pubblicazione del suo Tratlato del Mondo (64) per non parere irriverente verso le decisioni della Suprema In- quisizione col metlere nuovamenle in campo il movimento planetario del globo terrestre. Solo dopo il lasso di venli anni (dieci dalla morle del Galilei) il suo spirito intimidito riprese lena per aver trovato in Alfonso Turriano uno di que' rari e generosi uoinini, che usano della polenza, che loro deriva dal- I'altezza del grado a benefizio della scienza c della timida virtu. Questa c la vera lode, di cui e meritevole I'Ainbasciadore Spagnuolo, cioe I'aver fatto ri- vivere alTombra del suo patrocinio un'opera rimasa sepolta da oltre venti an- ni , e non quella esagerata o falsa d' avei'Ia fatta stampare a sue spese : in questo senso sono ad intendersi quelle sue parole, nee lahoribns, nee sumpli- bits tnihi parcendum duxi , ut haec naturae arcana tandem aliquando evulgata hononim votis faverent satis. E qui sollevate per un momento il pensiero a piu alte considerazioni, e benedite alleconomia della divina Sapienza, che com- mette I'apoteosi degii Accadcmici Lincei ad un rappresentanle di quella stessa Corte, che pochi anui innanzi avea fatto bandir loro la croce nella citta di — 465 — Napoli (65). Dove ogni altro monumnnlo inancasse, eol Libro Messicano fatto rivivere dal Tuniano, passeiii ai piii tardi posteii la inemoria dci Lincci ! Nella lettera sciitta da Fr. Stelluti a Cassiano Del Pozzo , della quale tosl6 vi ho parlato, le Tavolo dalle piante lasciate ineditc dalTautoie, vi sono rammcmoiate come quej^ii abozzi di Raffaeilo , e di Michelangelo , chc niun dipintore, per valoroso che fosse, dopo la lor morte oso inai di coloiire. Quando qiicslo Tavolc furono stampate nel 1G51, I' illustre Fabiianese, fermo nell'an- tico sue avviso, le fece imprimeie siccome le avea trovate nel riposte archi- vio del suo compianto ainico e signoic : e a fame accorlo il lellorc, ea sgan- nare gl' ingannali dalla data del IVontespizio di tulto il volume, appose alia Tavoia XI II queH'avvertenza : quae sequiintur Tabulae jioslhumae sunt, el non- dum ah anctore recognilae, nee completae. In questa occasione voile altresi gra- tificaie a Roderico Do Mendoza Legato straordinario del medesimo Re cat- tolico al Sommo Pontcfice Innocenzo X, nel quale par che avesse trovato un alti'o nume tutelaie del Libro Messicano guari dissimile dal Turriano. Cio fece colla lettera dedicatoria posla in fronte alle Tavole Cesiane, togliendone quella, che [irima vi era, al Card. Barberini (66), il cui patrocinio era venuto meno nel niaggior bisogno. Non nascondo chc la inedesima risente dello stile del secolo turgido e nianieralo, o piuttosto dellalterezza di un Grande di Spagna, cui doveasi piaggiare; ma a noi non dee calere di cio , bensi dell' utile che possianio trarne per il nostro scopo. Tulto il discorso del sagace dedicante volge a ([uesta conclusione : quaproptcr planlarium hoc, quod jam diu con- clusuiii el a neinine visum sub tenebris latebat, nunc Excellentis- Piinceps lu- lelae luae jubare ac auspiciis libere pandetur. E dunquc vero quel che poco di sopra io vi andava dicendo come semplice congettura, cioe che lo Stelluti anziche promovere il coinpimcnto della stampa dclle Tavole Cesiane, e quindi il divulgamento di tutto il volume Messicano dopo la galileana tempesta, si adopero di tcnerlo ascoso e quasi sotto lo tenebre, fino a che I'orizzonte si fosse rischiarato, o aimeno avesse potuto liberaniente spanderlo e divulgarlo sotto la tutela di un gran nome. II qual tempo arrivato, ei giubilo del giubilo di chi dofio lunga burrasca approda del peiago alia riva , carca la nave di ricchezze opime , e ne racconta a chi fassi innante la provenienza e i fati. Tant' e ! Francesco Stelluti nel 1651 lieto di veder coronate le sue incessanti e diutuinc prcmure per il compimento e la pubblicazione del Libro Messi- cano, tiarra ai Icttore come e per opera di chi la republica letteraria si ar- 62 — 466 — ricchiva di qucsto fcsoro : Quid ad uctcniain mcmnriam commendatius, quam scditia ilia Principis {Caesii) lihcralilale ac slndio exquisitnm piodiisse opus Mexicanae naluralis liistoriac , quam Fernandez prinmm inviclissimi Phil. II. Hispaniarum regis in Indias prolomcdicus delegatus {etsi tumuhuarie satis , nt primis assolct ingcnii pavtuhus) illustratam oculis, manibusque contractam in ipso nalali solo contc.Tucrat; quamque postca N. A. Rccchus iwlis illuslrem nobili- hus ex vulgari hispanico latinilati reddiderat, et delitcscebal in musucolo M. An- tonii Petilii ipslusmet Nardi turn vita fundi haeredis : wide nonnisi sagaci iirhanitale Principis hujusmodi thesaurum educi ncc facile fuil, ncc licuil, adeo- quc nee cxpoliari, vcl doctissiniis Lynceorum communiri cotmnentariis : quibns pro coronidc Principis aceederct prodigalilas tol figurarum ex aequo similariuni caelandis itnaginilms, ejtisdcinque docla dexteriias, ordini [qui est opevis spiri- tus) tncliori pracscribcndo : decranl aulem studiosorum comoditati phglosophicae, quibus clcgantcm navaverat operam , Tabulae , quas el dabal el proprii largus aeris praelo commiltebat : dum vera cum vita simul rem impcrfeclam dcseril, Fr. Stellulus Lynccus ex ejusdem larario posthumas deprompsil, ac versatissi- morwn consilio digcslas ceteris allexuit. Ecco la vera cronaca del Libro Messicano scritla dal testimonio piu fe- dedegno Francesco Stelluti, nell'alto slesso che ne divulgava i compiuli esein- plaii col patrocinio e I'ajuto degli Arnbasciatori Spagnuoli : di poche Tavole in fuori , tutta la spesa per ricopiare e incidcre lo figure , per istampare il Rlanoscritto del Recchi con i comenti dei Lincci c le Tavole stesse filoso- fiche dalla prima alia decimaterza, era stata gia fatta da Federico Cesi. Or vedete in qua! pregio si debbe tenere I'esemplare Lancisiano, in cui si trova incarnate il raccoiito Stellutiano ! Ma a costo di scemarne questo pregio, devo dire che esso non i ii solo manco delle ultiine Tavole eo. e colla data : Ro- mae 1630 ex typographia Jacobi Mascardi.W Vandelli nelle sue Considerazioni sopra la Nolizia degli Accademici Lincei di Gio. Uianchi da Rimini (lano Planco), e 1' autore deWEstralto della medesiina Nolizia stampato nel Gior- nale del Pagliarini an. 1745 , altestano di averne veduti altrettali. E qual altro potea averne veduto il celebre Leone Allacci amico del Cesi e del Card. Barberini, quando nel 1633 a gloria di Urbano Vlll (67) pubblico sotto I'al- legorico titolo di Api Urbane quel tnaraviglioso catalogo dei nomi e delle operc di oltrc 450 scrittori, che dal 1630 all 633 fiorirono in Roma all'om- hra di quel gran Papa ? Appunto in questo catalogo a pag. 90 trovasi scritto ; Federiciis Caesius dux Aquae- Sparlae ec. Academiac Lynceorum princcps pri- ~ 467 — mus, cl iufililitlov, cdidit. \.° Apiarum ec. Romae 1625 in ful. tnagno expunso; 2." De Caelo impressum cum Rosa Ursina Chrislophari Scheineri; 3.° Ta- hulas pliijtosophicds, ubi de nulnra planturum luctdcnter pertraclal tma cum plnii- (is Mexiciiius. Siegiie I'di'Mco delle opcre ineditc, e sono 1.° Mctalloplitjlon ; 2.° Plitjsca-mathesis; 3.° iSaturae tliealrum, opus ingens ex quo Apiarum de- aumptum; 4." Universale ralionis speculum (68). Viene da ultimo un breve elo- gio deirautoie, il quale con desidorabile liberalita faeeva stamparc a sue spese anche Ic opeie alUui. E (jui propriainonle TAIIacci oslenta piena consapevo- lezza del I.ibio Mcssicano, dicendo : Tandem latilanlem novae Ilispaniae rerum medicarum N. A. Recchi lUilissimum hominum sanitali volumen a plurihus Lxjn- ceis, ct a se comcntariis animadvcvsionilnisque illuslralum, el vario iconum ge- nere comlecoralmn, mUli parccns sumptui, L\ PROSPIiCTUM OiliSILM TY- PIS DEDIT. Poffaic il mondo ! Factum infeclum fieri nequil ! Si poteva bene quest'opera ristampaie a capo nel 1651, ma non si dica che Don era slata stanipata ne punto, no poco in vita dal Cesi. E non si volendo, ne si poten- do amnieltere una scconda cdizioiie, c foiza conchiudpic, clie gli esemplari portanti la data del 1651 allro non sono che gli esemplari stessi imprcssi circa il 1630 a spese di Federico Cesi , raffazzonati e accresciuti di poche cose a spese del Turriano, cambiatovi il frontespizio nel da canibiarsi. Non esagero punlo cbiamantioli raffozzoiiali, ch6 indarno si cercherebbc in essi quelia regolare e simmelrica disposizione di parti, la quale d'ordina- lio presentano tulli gli esemplari di un opera stampata senza inlcriuzione da un solo e medesimo tipografo , a cuia e spese di un mcdcsimo editore. Basta sciorinai'ne pareccbi (69) per accorgersi, che grindici qua sono al prin- cipio (70), la attergati alia fine del volume (71); questo ha un solo fronte- spizio (72), quello ne ha due (73), I'altro li ha pure, ma il prime vi diviene secondo (74) ; dove manca la dedicatoria del Turriano , dove la prefazione delleditore, o Tuna e I'altra insicme (75); in alcuni vi sono inserile appen- dici e lavole di piante riformale [accuralius delineatae) (76) , e in allri no ; in alcuni il Fabri diiige al lettore il discorso preliminarc de' suoi Animali Messicani (77), in altri quel discorso medesimo diviene dedicatoria al Card. Barberini (78), e non e dilllcilc che t' imhatta in un terzo, in cui vi si trova in ambeduo i modi (79); altrettanto avviene della lettera dedicatoria di Fabio Colonna, che ora e al Cesi (80), ora al Card. Barberini (81). Arrogc che seb- beno i piu abbiano la data del 1651, pure qualcuno porta quelia del 1648 (82;, c tal allro quelia del 1649 accompagnata dal nomc del tipografo, non piCi — 468 — Vilalc, ma Giacomo Mascardi (83) : u foituna che sieno cli quelli die difet- tano deir approvazione del revisore , diversamente vi si vediebhe lo sconcio di un libro approvalo due e piu anni dopo csscrc slampato. Or dilcmi, die il ciel vi salvi, o signori, e voi massimainente die sictc auloii di opeie pre- giate 6 voluininose, avresle mai tollerato die gli esemplaii dellc inodcsiirie si fosscio divulgali con si strane varianti , che in tempo piu o ) Eseniplarc dclla Bihliotcca Alessandrina dcll'Universita romana. (7(i) Eseiiiplare del sig. Duea Massimo pag. 4U7. (77) Idem, e altri. (7S) Esemplari dclla Marciana, dclla Magliabecchiana, deirAlessandrina. (7!)) Escniplare dclla Corsiniana e dcH'Angellca. (80) Esemplare dclla Casanatcnsc, dcll'Angclica, del sig. Duca Massimo. (81) Eseniplarc dcH'Alcssandrina. Aiitlie Giano Planco nella vita di Fabio Colonna pre- mes, _ (21) s^-+- 7 ; 5-j $ H Y-i r-i r-r=0; \3seny sen? jsen''? j sen'? j/senp (/sen-9 — .480 — e se inoltre abbiasi o = p', questa diveira (22) s'^ ^- s'2 — 2ss' = 0 , che viene soddisfatta da s ^ s', coinc anchc senza calcolo si comprende. Pongasi nella (20) c = c'= o, avrcmo la „ 2s'sen(j> s'^sen^m s' — r- « -^ Ti = 0, senfi senV donde (23) s=i^. sen? Questa formula c' insegna che nel caso dei due piani ora da noi considerati, se daU'estremo inferiore della lunghezza s, che supponiamo cognita, si guidi una retta incontrando I'altro piano in guisa, che faccia col medesimo I'angolo 9 del primo, la lunghezza s' compresa fia qucsto incontio, e 1' origine comune dei due piani, sara percorsa in tempo eguale a quelle, impiegato dal grave stesso a percorrere la lunghezza s sul primo. Nel caso di 9' =: 90°, avrcmo dalla (23) la (24) s = s' seny(:= /isen?) , che appunto si riferisce al caso comunemente considerato nelle istituzioni di meccanica, il piu semplice fra quelli compresi nella (20), ora da noi dedotta. Dalla (24) si deduce, che in un quadrilatero con due angoli rctti, uno in- contro I'altro, quante volte la diagonale che ai medesimi si oppone sia ver- ticale, un grave discendera per uno qualunque de' suoi quattro lati, nel tempo stesso in cui discende per la intera diagonale medesima. Cio vnle a dire che qualunque delle corde di un circolo, congiunte fra loro ad angolo retto, ed in- sistenti sul suo diametro verticale, sara percorsa da un grave che scende per essa , in un tempo eguale a quello che impiegherebbe il grave medesimo a cadere per tutto quel diametro. Inoltre poiche questa verita h indipendente dalla lunghezza della corda percorsa, cosl dovra sussistere ancorch6 la corda medesima divenga infinita- mente piccola; e per conseguenza dovra in questo caso, la componente della gravita che agisce secondo questa piccolissima lunghezza, non essere piii quan- tita finita. Si deduce altresi dalla stessa formula, che il tempo impiegato da un grave a discendere pei due lati contigui di un quadrilatero, congiunti fra loro ad angolo retto, e doppio di quello impiegato dal grave stesso a cadere per la 1 — 481 — diagonalc verlicale dello stesso quadrilalero, sulla quale insistono quei due lati. Ciu divienc chiaio quando si riflctta, die giunto il grave alia fine del primo lato, ivi perdera tutla la velocilu che acquistato aveva nella discesa mcdesima, e pcrconeia il secondo lato conliguo al piiino, partendo seiua velocila iniziali-. Si abbiano due piani inclinali AB, BC (fig. I), i quali facciano una I'an- golo 9, Taltro I'angolo y' coH'oiiz- zonle: sia BD ralte///,a comunc di questi piani; se da un ()unto (|iia- lunque Pdi quest'altezza, si guidi- no sopra I'uno e I'altro ledue letto PM, FN, perpendicolaii ai piani medesimi , per la (24) gli spa/.i BM, BP, BN, saranno percorsi nel medesimo tempo da un giave che cada per essi. Ma daila (23) ab- biamo BM : BN = senp : sen^', e per la trigoooinetria BC : AB;^= sen9 : seny', percio BM : BN = BC : AB . Dunque i triangoli MBN, ABC sono simili fra loro, perche hanno un angolu B comune, foimato da lati proporzionali. Ui qui si conclude il seguente leo- reina di geometria : Se da un punto qualunque^P dell'altezza BD, comune a due triangoli rettangoli ABD, CBD, si conducano suile ipotenuse AB, BC due perpcndicolari PM, PN, e si guidi la retta MN, il iriangulo ABC sara simile all'altro MBN, formato sulle ipotenuse medesime. Puo dimostrarsi questa verita senza il soccorso della meccanica, ma colla semplice geometria, nel modo seguente. Dal punto I* sull'altezza comunc ai due triangoli rettangoli ABO, CBD, si guidino le due perpcndicolari P.M, l*\ sulle rispettive ipotenuse, si conduca la MN, si prenda BP come diametro, e con questo si descriva un circolo, il quale passera pei punti B, M, N, P; giacche gli angoli in M ed in N sono retti per costruzione, ed insistono sugli estremi del diametro BP. Si guidi la MQ parallela ad .\D; I'angolo BMQ viene misurato 64 - 482 — dalla meli dcIl' arco BQ = BM , non altrimenti che I' angolo MNB ; dunque avremo !\1NB=:BMQ=:BAD = 9) . Inoltrc, poich6 I'angolo MBN si trova essere comune ai due triangoli ABC, MBN; percio sari eziandio BMN = ACB , ed i inedesimi due triangoli saranno simili fra loro, come ci potrcmmo di- mostrare. Nel caso di «, = «,.= ... =a„_,(=a) « gi;\ piii volte contemplato, avremo eziandio ?! = « -I- Pa » 92 = « H- 93 . • • • . 9''-i = « -H yn dalle quali si ottiene (25) « = ^__^ (^^_y„); e mediante questo valore potremo eliminare 1' angolo « dalle formulc (3) , dalla ultima colla quale si assegna il valore di v„ nel §. IV, da quclla che da il valore di 2 nel §. V, dalla (13), dalla (16), e dalla (18), le quali tutte si rifcriscono al caso qui contemplato. Sara poi facile ad ognuno riconoscere, che le formule dei precedenti pa- ragrafi, comprendono anche il caso in cui la discesa del grave cominci eon una data veloeita iniziale c^- Bastera per questo, che nelle formule stesse fac- ciasi Vj = 0, ritenendo h^ ed otj tali da soddisfare alia equazione c^ = (29/«j)'cos«j . In tal caso i piani contigui saranno di numero ti — 1 invece di n, cioe in- cominceranno dal piano s^ , e termineranno col piano s„. MOTO ASCE^DEl^TE. S- IX. Le formule del moto verticale uniformemente ritardato, sono, come sap- piamo dalla dinamica, le seguenti jt;2 = /_2(?s , iv = -i — gt , s = -^t— —, dalle quali, se porremo in esse j/sen? in vece di g, avremo le — 483 — w^ = 7'^ — 2j/sseny = y" — igh , (26) { qt^seno ' w=:y — gtscn^ , s = 7/ — , che appartcngono al moto ascendcnte di un grave per un piano inclinato , essendo 7 la iniziale velocita, c tv la finale pel tempo t. Incomineiando sempre dall'ultimo piano inferiore s„ , sieoo 7.. » 7'.-, . 7"-2 . • • . . 7, le velocita iniziali del grave al principio della salita pei rispettivi piani, di cui le lunghezzc sono come prima e rappresentino rispetlivamente w„ , w„_^ , w„_, , . . . , w^ ; le velocita del grave stesso, all' estremo superiore di ciascuno del piani me- desimi, le quali polrebbero anche dirsi velocita finali. Ritenute nel resto le denominazioni giii slabilite, per la discesa lungo que- sto sistema di piani contigui , supponiamo che un grave colla velocita ini- ziale 7„ incominci a salirc, percorrendo prima il piano s,., poscia il suo con- tiguo s„_j , e cosl di seguito , sempre piii avvicinandosi ad ascendere per Tultimo piano s^. Giunto il grave al sommo del piano s„ , primo in questo caso ad essere asceso, la sua velocita w„ , per la prima delle (26), verrii espres- sa da w,. = (7^, — 2(/s,.senp„):= (7^ — ighn)' . Si decomponga questa velocita w„ in due, una y„_^ parallela al piano s,._,, I'altra perpendicolare al piano medesimo, sara 7'.-i = «i',.cosa„_j = (7^ — 2gh„ycosa„_^ ; laonde il grave incomincieri la sua salita pel piano .s„_j , animato dalla ve- locita iniziale 7„_j , e percio la sua velocita ^t^,_, , alia tine di questa salita sara, per la prima delle (26), rappresentata dalla w»_, = (y\-i — 2gh,._J' = (7'*,.cosV._i— 2r//i„cosV_,— 2<;/j,._,): , Si decomponga questa velocita ^v„_^ in due, una y^_^ parallela al piano s,_,, I'altra perpendicolare al medesimo; sara y,.-2 = '<''.-|COsa„_j = (v\cosV._i — 2gh„cos'(x„_^ — 23/i„_,)'cosa,_j , — 484 — che dara la velocita iniziale del grave per salire lungo il piano s„_.^, e la ve- locitii H',._j alia fine della salita per questo piano, verra, per la prima delle (26), rapprcscntata da «'.._2 = (7'..-2 — 23')„_2)= = = (7*„cos*a,.-iCOs''a,._2— 23/i„cos^a,_jCOs^«,._2— '2gh„_^cos^«„_^— '2gh„_^Y ■ Operando similmcnte avrcmo la componente 7„_3 di 2y„_j , parallela al piano 5„_3 , cspressa da 7'._3 = ty-._2COSa„_3 = =(7*,.cosV._,cos''a„_j-23/i„cos''a,._iCOsX_2-2(//i„_iCos2a„_,-23/i„_2)'cosa„_3 ; quindi la velocita jv^_j , alia fine della salita pel piano s„_j, sara espressa como siogue (27) 7„_m= w»_m+iC0Sa„_„= = [7^.cos"^a„_iCOsV„_2Cos^a,._3— 2(ji(/!„cosV._jCosV,_2COsV_3 Ora potremo stabilire generalmenle che al principio del piano qualunque s„_„ del sistema, la velocita iniziale y„_,„ sara espressa dalla [7\cos^a„_jCos^a„_2 . . . cosV„_„+, — 23(/t„cos^a„_jCOS^a„_2 • • . cos^a„_„+, -4- /i„_jCosV._2Cos'^a„_3 . . . cos^a„_„,+, ■+■.■■ -\- ?t„_m+i)]'cosa„_„ , nella qual formula il numero dei termini sari m -t- 1, e potra m ricevere i valori tutti da 1 sine ad n— 1 inclusivamente. Dando ad m il valore di n — 1, avremo la velocita iniziale 7j del grave ascendente al principio del piano ul- timo superiore s^, espressa da [7'^„cos^a„_iCOs'^«„_2 ■ • • cos'^aj — 23(fc„cosV._iCOs'*a„_2 . . . cos^'aj -t- ft„_^cos''a„_2COs'^a„_3 . . . cos^«2 (28) 7^ = «;2C08a,= — 485 — In simil guisa troveremo generalmcnto che, alia fine del piano qualun- quo s„_„, del sistema, la velocili finale u)„_„, sari espressa dalla [7\cos''a„_jCOsV_2 . . . cosV_™ (29) w„_„. = (7*„_„. — 2gK_„)- = — 2g{ll„cos\,_^cos^a„_^ . . . cos'^a^_,„ ■+■ '',._,cos*a„_2Cos^«„_j . . . cos^«„_„ nella quale il numero dei termini sari nn-2, potendo m ricevere i valori tutli da 0 sino ad n — 1 inclusivannente. Quando facciasi m:=n — 1, si avri la ve- locity ^v^ corrispondente alia fine dell' ultimo supcriore s, dei piani contigui, espressa dalla [7\cos''a„_,cosV_2 ■ • • cos^oti (30) «;,=(7i^-23/..); = — 2^(fc„cosVi_iCosV._2 • • . C0S^«j /i„ _ jCos^a„ _2C0S^a„ _ 3 cos^aj K)]- •> ognuno poi vedc che qualunque di questi valori sara immaginario, se il primo suo termine positivo, riesca inferiore alia somma di tutti gli altri ncgativi. §• X Supponiamo che la velocita iniziale y,. primitiva del grave , sia quella che il medesimo avrebbe acquistata, scendendo per tutto il sistema degli n piani contigui, sino alia fine del piano s„; cio equivale a supporre Sostituiscasi pertanto nella (30), in luogo di y^ , il valore di v^^ della secon- da (2), troveremo / [2g{K ■+■ /in_iCOs^a,_j -t- /j„_2COsV_iCosV_j w. = { -+- hiCos*«„_jCosV,_2 .— cos^aj)cos*iJf„_jCos*a„_j .... cos^a^ — 2(?(/j„cos'a„_jCosVi_2."COs'a, -t- 'i„_iCOS*a„_jCos''a„_,...cos\-l- ... ■+■ h^)]• , — 486 — cspressione immaginaria, poiclie la somina dei termini positivi, clo5 di quclli che nascono dal nioltipiicare il valoi-e di v^„ per la fiazione cos'''«„_iCos^a„_2 . . . cos^ftj, evidentemente risulta minore della sonima di tutti gli nllri negativi. Da cid si conclude che so un grave scenda per una serie di piani contigui, e quindi colla velocita che acquisto alia fine di questa disccsa, volta in contrario, fac- ciasi ascenderc per la serie dei piani medesimi , non potra csso giungcre a percorrcrli tutti; giacchi la sua velocita ascendente sari estinta prima di avere percorso I'ultimo superiore s, di questi piani. Per assegnare il valore della velocita iniziale primitiva 7,, tale, che ab- biasi u>^ = 0 , cioe che la velocity del grave salente , si annulli neU'estremo superiore del sistema, dovremo annullare il secondo membro della (30), dal che avremo cos^a„_jCOs'^a„_2 "" ■ cos'^«„_,cos^a:„_2COs^a„_3 ' ' " cos'^a„_jCos^«„_2 . . . cos^xj Paragonando quesla espressione colla seconda delle (2), si avra chiaramente y„>v„ : cio conferma che , onde il grave salendo possa percorrere tutto il sistema degli n piani contigui, dovra la sua primitiva iniziale velocity, essere maggiore di quella che il medesimo acquisterebbe se , partendo dalla quiete, discen- desse per tutto il medesimo sistema, come gia osservammo. Sia k un intero qualunque, poiche abbiamo dalla trigonometria cosKiz = (1 — senya)" , percio sostituendo questa formula tanto nella (31), quanto nella (30), quindi osservando che per qualunque curva il senw.a e un infinitesimo di second'or- dine, avremo in questo caso dalla (31) la I 7„ =m(K -+- K_, -H K_, ^ . . . -f- h^Y= {2gHy . e dalla (30) la (32) { w, = [7^,- 2g{K-^ ft„.,-^ h,._, ^ ... -4- /«,)]: = (f „- n\):= 0, perche dalla (6) abbiamo anche — 487 - Dunque per Ic (32) conosciamo clic : Se un grave saiga per una curva , con velocilu iniziaic primitiva, uguale a quella chc avrebbc se disccndesse per la medesima, pailendo dalla quicte, questo grave salira sino al principio della sua discesa, ed ivi la sua vclocitii diverr^ nulla. Se it sistcma degii n piani contigui si riduccsse ad un sol piano, si avrebbe «,,_i = «„_2 = 1, dondev, >7, . 7„_« 7i cos^a^ Da cid si conclude che nel sistema di due piani , la velocita finale discen- dentc v^ nel vertice dell'angolo da essi formato, sta alia velocita iniziale ascen- dente yj nel vertice stesso, come il seno totale, sta al coscno quadrato del- l'angolo medesimo; purche la velocita iniziale primitiva 7^ del grave ascen- dente, uguagli la velocita finale ultima del grave discendente. L'indicato rapporto e assai semplice nel caso di due piani, lo sara meno nel caso di tre , e diverra sempre piu complesso crescendo il numero dei medesimi. Sieno in fatti AB, BC, CD tre piani contigui, e formino il sistema, pel quale deve tanto salire quanto scendere un grave: cerchiamo il rap- porto fra la velocita finale discendente i'^, e la velocita iniziale ascendente y.^ nel vertice B. Avremo per questo caso n = 3, m = 2, e dalla seconda delle (2) sar^ v^ = (2(//tj)- , v^ = (23)"(/jj -+- fegcos^a^ -+- /«iCos^a.^cos'^«j)^ ; cosicche dalla (27) dedurremo 7i = (V^jCos^a^ — "igh^cos^a.^ — 2gh,^)'cosoci . Ma per ipotesi abbiamo 1^3=73, dunque sostituendo nel valore di y^, ora tro- vato, quello di v'^^ invece di y'^j, avremo 7j = [2g{h^-+- hjjCosVj-l- feicos'^a^cos'^ajcos^a^ — ^gh^cos^a^ — 2gk^xosc(^ ; laonde il rapporto cercato, sara per questo caso 7,._m 7i [(ft^cos'^a.^ -H /i^cos'''a2Cos"''aj)cos^a2 — /j^J-cosa^ che molto piii 6 complesso del precedente. Mediante la quarta delle (1), possiamo dalle formule precedenti eliminare h, similmente a quanto si e indicnto pel moto ascendente (§ lV,Q/fV), introducendo cio^ nelle formule stesse, gli angoli delle inclinazioni dei piani all'orizzonte, colle lunghezze dei medesimi. Eseguita questa eliminazione, la (27) si ridurra nella — 489 7„_m=»*'„_m+,cosa„_„, = (33) \ ''■' I"'"*'", sc fosse [7^cos-^«„_,cos*a„_j . . . cos^a,,.^^, |— 2j,(s„senp,.cos^«„_ cos««„_, . . . cos^a ■ •"'..-,senp„_,cosV,_2CosV,_3 . . . cos*« , '^"-i — *"-2 = ■ . . = «„_„,(= a) , divorebbc y„_». = ?«„_„.+,cosa = [72„cos2""-"« — 2 41 Prof. D. Ignazio Calandrelli, socio ordinario cd astrononu) - Tcorica della comela V-" dc IV anno 1858 » 45-175-261-3.35 D."" RuGGERO Faiiri , socio aggiunlo - Sui snoni di combiiiazione . » 61 Prof. R. P. Secchi Angelo, - Escursione scienlifica (alia a Norcia, in oc- cassione dei lerremuoli del 22 agoslo 1859 » 63 Principe Boncompagni D. Baldassarre , socio ordinaiio, bibiiolecario, ed archivisla - Rapporlo inlorno ad tin opera di Risloro d'Arezzo, com- posta nel 1282, c pidiblicala dal sig. Enrico Nardvcci . . . » 105 iVIonsignor F. Nardi , socio ordinario - Sui piii recenli proyressi della geografm » 143 D/ Maggiorani Carlo , socio ordinario - Sni caralleri della slirpe ci- nese » 163 Prof. R. P. Secchi Angelo - Intorno aW almosfera solare, e ad alcune propriela olliche della luce riflesm dalla Itma » 167 D."" Farri Ri'GGERo - Sul modo col quale precede la dissoluzione dei carpi cristallizzali , » 173 Prof. VoLPicELLi Paolo, socio ordinario e segretario - Formule pel can- giamcnlo, die nelle dimensioni miileriati avviene, cangiando la lem- piiatura ; cd applicazioni delle wec/es/me ^Contiouazione) » 187-204-357 — 494 — Monsignor Ciuffa LEAnono, socio ordinario - Avverlimenti salla crillo- gama degli olivi « 199 Fioni.\i-MAzzA.\Ti Contessa Elisabetta , dei soci ordinnri - Nola sugli avverlimenti pvceedenti « 202 Prof- R- P. Secchi Angblo - Alcune ricerclie meteorologiclie sidle tempestc occorse nel 1859-60 . . -. » 231 Fiorisi-Mazzasti Contessa Elisabetta - De nov'xs micvoiihijccis . . « 259 Prof. D. Ia.\Azio Cala.\drelli - Risposla ad wi arlicolo inserilo nel N." 5 del vohimc XX delle nolizie mensili della reale Sociela Aslronomica di Londra , comunicata nella sessione VI delV anno 1860 . . » 286 Pi'of. R. P. Seccjii Ai\gelo - Sopra alcune Icoriche del sig- Faye, relative alte code dellc comcle » 291 D/ Fabri Ruogero - Inlorno ad alcuni fenomeni che presenta la riflessione mollipla del suono » 293 Prof. VoLPicELLi Paolo - Seconda lellera dellc trc snllc maccliie solar i, di Galileo Galilei a Marco Vclseri, nuovamenle pubblicala, con osserva- zioni che la precedono, e note che la seguono, del prof, medcsimo- » 295 De Rossi MicuELE Stefaxo - DeWampiczza dellc i-omane catacombe, e di una macchina icnografica, cd orlografica, per rilevarne le pianle ed i livelli. (presenlata dal prof. Volpicelli) » 377 D."^ Maggiorani Carlo - Osservazioni sidr origine delV acidila di alcuni prodotli morbosi » 412 Prof. Volpicelli Paolo - Del molo rcllilinco Imigo un sistema di piani diversamenle incUnali, e conligui » 417-478 Prof. Proja D. Salvatore - Ricerche crilico-bibliografiche inlorno alia Storia naturale del Messico, di Fr. Hernandez, esposla in died libri da N. A. Recchi, cd ilhislraia dagli accademici Lincei ...» 441 COMUNICAZIONI Volpicelli prof. Paolo, Nolizie biografiche relative al prof. Carlo Ignazio GiULio, socio corrispondente italiano » 113 II medesimo - Necrologico cenno per la morle del celebre Alessandro Barone Di Humboldt, socio corrrispondente straniero . . . » 116 II medesimo - Ricorda la perdita fatta per la morle di Pietro Gustavo Lejeohb Diriculet, socio corrispoadente straniero . . . . » 131 — 495 — II medesimo - Prcsenta in dono ropera del sig. D. BiEiiEys de Haas, inti- lolala - Tables d'intugralcs definies » 133 II medesimo - Prescnta un atUografo di Kepler » ISfi II sig. prcsidentc iiiforma sulla sultite del R. P. Piasciani . n 192 II prof. VoLPicELLi ricorda il defunto geomelra Luict Poisont, coriispon- dentc straniero « id. II sig. principe D. li- BoycomPAGyi,reca in dono ire puhblicazioni . » 193 II pi'of. VoLPicBLU presenta la sua sesla comunicazione sulla eleltrostatica indnzione » id. II medesimo - Fa nolo un dono di Sua Santita.\ fatto al museo fisico della univcrsild romana » id. II sig. presidente parlecipa rudieuza, che al comitalo accademico da Sua Sastita' venne accordala » 256 II sig. prof. Po.yzi , comunica lalune ricerche geologiche del sacerdote D. Carlo Rusconi n id. Sperienze suU'eletlricila atmosferica del prof- P. Volpicelli ...» 330 Carta geologica e monlaiiistica dci monli di alhimicre e di Tolfa, con di- scgni di denli fossili, prcsentati dal prof- G. Ponzi, socio ordinario, e membro del comitato » 432 Sid molo proprio di Sirio, uota del prof. D. Iqxazio Cala.\drelli . » id. Nolizic inlorno alia spedizione del cap. Cio. FnAXKLiy , comwiicatc da mousignor Nardi » id. COMMISSIONI Rapporlo sopra un nuovo congegno per rilevare le piante dci solterranei , ed anche di un edificio quahnque, immaginaio e descritto dal sig. Mi- chele De Rossi » 373 Rapporlo sopva un orologio idraulico, ed un nuovo ingcgno di scappamenlo, applicahile a qualsiasi orologio, immaginaio dal R. P. Gio. D- En- BRIACO » 433 CORRISPONDEISZE // ministero del commcrcio e lavori pubblici fa giungere in dono V opera del sig. M. F. Maury, intitolata - Schiarimenti e diiczioni per ac- compagnare le carle dei vcnti, e delle correnti, ccc » 135 — 496 — Ringraziamento della R. Accademia delle scienze di Napoli . . » 135 Uaccademia Gioenia in Catania ringrazia « 136-375 Ringraziamento della R- accademia delle scienze di Amsterdam . » 136-331 » delta R. accademia delle scienze di Vienna » 136 » della R. accademia delle scienze di Berlino » id. II prof- VoLPicELLi prcsenla in dono V opera del sig. Vasquez Qoeipo intitolata - Saggio sui sislemi di misuie, o di monete degli antichi popoli, ccc » 136 Ringraziamento della R. socicta di Nancy » 194-436 » della R- eccademia delle scienze di Copenaghen » 194 )) del sig- Kvppfer « id. Lettera del sig. dott- G. Nicolucci « id. // R. P. A. Seccui comunica una lellcra delV astronomo di Madrid, si- gner A. Agoilero » 375 Ringraziamento della R. accademia delle scienze di Slockolm . . . » id. » della R. accademia di scienze del Belgio .... « 436 II sig. D."" WiLDBERGER uccompagna con lellera alcune sue opere in dono » 437 COMITATO SEGRETO Indirizzo a Sua Saxtita' » 197 Nomina del comitate accademico pel iiuovo triennio » 257 Propesta di corrispondenti, parte italiani, e parte stranieri . . . . » 332 Nomina di Ire corrispondenti italiani, salva Vapprovazione sevrana . » 375 Nomina di tre altri corrispondenti italiani, salva Vapprovazione sevrana » 436 Nomina di due corrispondenti stranieri, salva Vapprovazione sevrana . » 491 Approvazione del consimtivo accademico relalivo al 1859 . . . . » 491 Apprevazioue del preventivo pel 1860 » id. Soci ordinari presenti alle diverse sessioni » 137-194-197-257-332-376-437-491 Opere venute in done » 137-195-258-333-437-491 Indice generate delle materie conlenute neWattuale volume XIII. ■ . » 493 Errori, e correzieni die si riferiscone a queste volume » 497 pag- — 497 — ERUOIU COUUEZIONI 188 lin. 10 si forma cilindro si forma il cilindro 1) )) '^ (salendo) Tom. 3.° Tom. 2." 18'J » 9 seiii|)re una sempre per lo nicno una 19i n 9 Nicolini Niccolucci ^22 » 20 Icmpcralura tempera 228 a 29 blimctallichc bimctalliche > n 40 dal del 293 > 2 Fabhri Fabri » u 1 fenomeui Invcce di Valsero, o si legga sempre Valseri, fenonieni Velsero, o Vclseri, 29S > 18 coadivato coadiuvalo 298 n 22 , era ora ■i\i u 2 (salendo) , a al 321 u 3 eaurum earum » » 15 allro chc alTatto 322 D 19 rimarcahiie considcrabile 324 » 24 per durata per la durata 320 » ull. csleroidi astcroidi 327 » 3 venturiero venturicre 331 » 13 debhano debbono U » 18 oltengano oltengono 307 » 20 qui di quindi 441 («) Lanciana (ilosofichc Lancisiana fitosofiohc 447 lin. 11 prudentc prudcnter 471 !) C documenlo, da cio documenlo da cio 488 )) 3 (salendo) (§. IV c IV] 1 (§. IV e VI) I I IMPRIMATUR i'"r. llieronyinus Gigli Ord. Praed. S. P. Ap. Mag. IMPRIMATUR Fr. A. Ligi Biissi Ord. Min. Conv. Archicp. Icon. Yiccsgercns. ,«^ :««. "' ^.t :> .%:i i^>; ^ \. j'-'-j ^^^'-\ f^ > .^ MV w r m ■>-'-■ 5j^