li^ «^ <^ CMC c«ic: MS c^ ^^^<^ o^-^s^-^^^; V DELL' ACCADEMIA GIOENIA DI SCIENZE NATURAL! VOLUME XIII. — SEMESTRE L /^/ T^ i^e*^p^^tJ^ ^ie4<^-tl*^^ A^ ^, ^S^ /S-f^iM " DELL' ACC ABEMIA GIOENIA DI SGIENZE NATURALI DI CATANIA TO MO XIII. CATANIA DAI TIPI DI AGATINO LA' MAGNA; MDCCCSSXIX. GATALOGO DEI SOCJ BLLETTI NBEL ANNO XIII, P^'OME, COGNOME, Pa.THIA GradoAccad. GlOUNO DI ELEZIONE Principe di J^alsavoia Soc . Attivo 5 Maggio i836 Catania Dj Ignazio Foti Pa- Soc. Corrisp. 23 Fchraro i83j lermo Sac. DJ Tgnazio Ba- ratia Ucria cc « J) J Lorenzo Maisa- no Messina tc cc Prof, Giovanni Bri" gnoli Brunnlwjf in Modena « tc !).'■ Antonio Ferrara Palermo cc « Lettorc Domenico Cur- cio Siracusa cc H D.^ Leonardo 'Barac CO Palermo cc CC D.'' Domenico Pispisa Messina cc «c II Sig,'' Sartorio Bne Wallersliausen Got- tinga cc «c J).^ Giovanni Bene- detto Listing. Frank- fort sill Meno K •c CATALOGO DEJ SOCJ hLETTJ NELL' ANNO XIIJ. Nome, Cognome, Patria Grado Accad. GlORNO DI ELEZIONE Pompeo Tnterlandi Si- nigo Pre di Bel- laprima Caliagirone Dj Paolo Di-Giacomo Casioriaa Catania Giovanni Piazza Cian- iar Catania Dj Luigi Condorelli Catania Giuseppe Zurria Ca- tania J}.^ Antonino Soniina Mascalucia Pre D.Francesco Tor- namhene Cassinese Catania D/ Michele Rizzo Catania D.r Vilo Pappalardo Mascalucia Giuseppe Maravigna Catania Monsignor Giuseppe Crispi Palermo Pre I^ettore D. Fla- CoUaboratore passalo a Soc. Corrispondente cc « u inniaso An- zalone Abate Cas- sinese Catania Pre D. Benedetto Bri- gandi Messina E S T E R I D." Francesco Valori Roma - Presidenle della Societii medica Chirur^ica di Bo- logna Prof. D.r Ubaldo Da- neri Vicepresidente come sopra Bologna prof, D.r Luigi Mez- Soc. Onorario cc u te Soc. C orris p. K « s3 Fehraro i83y CATALOGO DEI SOCJ ELETTl NEhh ANNO XIJJ. Nome, Cognome, Patku Grad.Accad. GlORNO DI ELEZIONE \ zaiti Segrelarlo co- \Soc. Corrisp. vie sopra Bologna Prof. Dj Luigi Mcz- %alli come sopra Bologna Prof.D.'' Malteo Ven- iuroli Bologna Prof. I).'" Vaolo Ba- rone . . idem Prof. Criam BaUista Bellciti . idem Prof. D.'- Vincenzo Daveri . idem Prof. D.^ Gaetano 'Sgurzi . idem Prof.D.^ Micheh Me- dici . • id^m Prof. X)/ Francesco Mannini . idem Prof. D/ Antonino S. Agala . idem II Conte del Rio Pa- dova Xficcoh Prestandrea Messina cc iC u tc a ec C A T A L O G O DEI SOCJ ELLETTI NEEl' ANNO Xlll. Nome, Cognome, PAxr.iA Crado AccAD. GlORN'O DI ELEZIOKB Etnmanuele de Rivels [SocCorrisp, NapoU Francesco Avcllino Se- gretario Arcolanese NapoU Vilo Capialhi Segre- iario Fiorimonlatio Monteleone Clemente Cardinali Velklri Girolamo R.C. Smitth Boston Marchese Albergo Pa- lermo (C (C u CJRICHE DELL JCCADEMIA DELL ANNO XIII. Al\>'iro Paternb CasteUo Principe M in;:^a'ielU. ...i° Direttore J).'- Ro .... Direttore della stampa Prof. Carlo GemmeUaro Direttore del Gabi- netto di Sloria Naturale riA' Di nsk embRe Baroinelr cocreUo),Ot)i) iTernioniei)i" ' 4 Jibeio >",000 )°,000 Lianorneli ' ' 3 h ivapora ziune I 3 Vcnto ]ouiiuaute 3S0 Forzi (Jei venij ),5 ',3 ',337 i836.] nes re- naturaa les . JUS 9.; nente I na- velo le es- itarali COQO- inio, ! delle ti ri- jbbesi .3 tutr sulla BELLE OSEHVAZIOM METEOKOLCIGIGHE BELL^ ANNO 1857. FATTE WELLA. REGIA UNIVERSlTA' DEGLI STUDJ DI CATANIA. Saromciro 'ernionielro j libeio j gromclro .lanoraelro • 'luvioraelro Dim. iitcd. DKlSS. mill, mcd. mass. mill. mcd. mass, rain. I raed. f pollici ^ Ijoee GENNAJO (') FEBSRAJO UARZO APRILE MAGCIO LCGLIO AGOSTO SETTEMERE (^) (4) OTTOBRE (5) NOVEMBRE DICEHBRE Ev.n ollici i'npora ziuiie ^ Jiuee Venio lomiuaute 3o,432 29,538 29.700 59°, 000 43°, 000 5i%329 • 68°,ooo 5o°,ooo '9 16 )7,a85 3 G a 8 OKO VJnli mass, luin. 0,5 o,a 0,345 3o,o4S 29,538 29,890 5b°,ooo 44°, 000 5o",o43 59°, 000 39°, 000 48'',565 16 i5 i4 1 10 3 7 KKE 0,5 0,2 0,243 3o,i4a 29,4t9 29, 9t)' 66°, 000 56", 000 G2°,647 53°, 000 32°O0O 48°,i76 '9 '7 17,645 n 10,75 3 9 SO 0,5 0,2 0,243 29>9yo 29,725 29,S85 64^,000 5i°,ooo 59",9G2 49'',ooo 39°, 000 44°,259 20 16 17,3 5 ENE- 0,5 0,1 o,a33 3o,o74 29,701 29,882 74°50oo tJo",ooo 55°, 000 44°iOoo 49°=69> 20 16 '7:9'9 1 3 ENE 0,5 o,a o,33o »9>978 39,t>74 i9,8Go 85", 000 7 i'',ooo 79°>259 55°, 000 30°, 000 5o°, ia5 «9 '7 '7>742 4 7 ENE 0,3 0,3 o,ao6 30,02 1 29,692 ^9,^.^2 99°, 000 79°, 000 84°, 000 f c o JJ ,000 3o°,ooo 43°,547 20 16 18,071 39,990 29,7Ho 29,893 89°,ooo 80°, 000 84°,566 5:)°, 000 43°,ooo 49°, 000 '9 i5 17,858 ENE 0,3 0,3 0,309 ENE 0,4 0,2 o.jSi 3o,o25 29,838 29,932 84°,ooo 75°, 000 77°, 862 60", 000 49°, 000 53°,i38 30 16 17,593 «. 5 3 Q ESE 0,4 0,3 0,307 39:9*^7 39:933 29,548 8.°,ooo 6o°,595 68'', 000 66°,ooo 42'',545 58 18 i5 16 6,5 a 1 1 ENE «,5 0,3 0,345 30,093 29,405 29,814 60°, 000 55°, 1,00 62°,-293 66°, 000 46°, 000 55»,5i7 20 16 17,400 u 9 a e oso 0,5 0,2 0,337 S 'T A G I 0 N I 3o,oi4 39,526 39,853 66°;5oo 58", 000 6i°,587 62°,3oo 42°, 000 56°,437 18 16 •7 3 10 OSO 0,4 0,2 0,387 INVERNO PRIMAVERA ESTA 3o,432 '■9^4-19 39,832 68°, 000 43°, 000 6 4" ,67 3 6b°,ooo 32°, 000 5o°,ooo "9 i5 16,474 6 30,074 29,674 29,875 85°, 000 5i°,ooo ! 65°,o6o 55°, 000 36°, 000 48°, 027 20 16 17,673 ONO 0,5 0,2 0,396 ENE c,5 0,3 o,i56 AUTUNNO SUNTO DELLINTKBt ANNO 0 S S E n V A Z I 0 N I 3o,o35 39-^9^ 29,889 gt)°,oui> 84°,imo 6' 2", 258 60°, 000 3o°,ooo 48°,7o6 20 l5 17,834 '4 4 ENE 0,4 0,1 0,389 39,093 29,465 29,838 8i°,ooo 55°, 000 64°, 325 66°, 000 4 2°, 000 56°,866 30 i5 16,8 6 1,5 5 5 OSO 0,5 0,3 0,383 30,433 39/149 29,863 99°,ooo 4.i°,ooo 66°,579 68", Olio 3 3", 000 5i°,i64 20 i5 '7)'95 '4 2,25 43 ENE 0,5 0,3 0,307 L I iiMltina del ^iorno 3 gennaio pochi fiocclii (li (leve sofliaiiilo Nlie sej;iiaudo il tcriiuinieH'o espoalo airuna libera 43 .°F1I, L.l iiuUe rlcl ""^'^'« riatracciaado dalU pe oaa s tessa che nferi ia allora il fcno.neno al Geoi- inellaro lu rapportato all' accade>nia (.) come nel pia- WI n"" ' "^ "^''^"^ di novemila piedi circa dal losi nn Tr' ™f"^? Vincenzo Carboaaro da Nico- le uno rL-lle g,ude de' viaggiatori all' Etna , aCcom- pagnaado due negoz^anti inglesi nel mese di giugno 18x4, a un colpo preso da nn senso di fonnicolamento ne'ca- cotnnentt T/^^.''^^^^^ f"^ ^«^ta , verso la fronte parti- orercM ^^.'^^^f'^ ^opo quel senso in te.teniio di orecdne m.tossi , che , pi(, che a.1 akro, a grida fanciul- lesche agguaghavasi :_^ej^odo istcsso ^apprendevasi helazione da' due vlagglatorl , i quail seguendo il cammino , al- zantlo fortuitamente un braccio udirono un suono pia- cevole tutte le volte die il braccio colla mano aperta rlalzavano : e coa vera sorpresa ne tlravano distinU SLioni masicall , come da tasti di ua piano-torte , se vaiianiente moveano le dita . L' atraosfera era allora nuvolosa : la temperatura non moUo bassa ; gV impetuosi nordici venti , ivx quasi pefenni , si tacevano j nevicava leggennenle , e quel fenonieno dopo un mezzo miglio di stiada noa era piil sensibile , . • 1 -U NoQ esita un istante il nostra socio a^ ngnardar o corae una delle meteore elettriche , a cui T altezza e la paiura del sito , ove il tuono il fulmiiie e la grandine sono cosi frequenti , avra tanto contiibiiilo . Ma per essere cos\ singolare duolsi a ragione della non curanza di que viaggiatori , clie piu esiese e replicate osserva- zioni potevauo farvi , da cui piu saldo rag.onamento si fosse potuto stabilire sopra questo fenomeno . Maggiore di molto , a quanio generabnente stimasi, sarebbe al certo la utillta die la scienza ricaverebbe, se ■perenni e costanti osservazioni de fenomeni meteorolo- gici si facessero dappertutto. Una gran somma di pre- 2osi fluti si verserebbe in ogni anno nel coraune era- rio dd sapere . Dd che persuasi noi abbiamo , 5ono gik tr> anni , avuto i risultamenti di quelle eseguite nel- r osservatorio di questa R. Universita di Studi -, e noa poco giovamento ne abliiam ricavato , nd togUere spe- cialmente taute false idee sulle accresciute acque del- r Amenano , calcolaado sul totale dell' acqua caduta nel pluviometro (i) . (i) Awj Accad«iaioi vol. xx. pag- 3i3. ACCADEMICA. 5 In quest' anno i collaborator! dell' osservatorlo , « 50C1 nostri corrispondenti , Mario Distefano e Carmelo Ferlito , col smito de' loro travagll (i) ci ban falto co- noscero die nel corso dellanaa i83j, il masshno del terinotnetro libero >e stato 88, 5oo nel raese di agostoj il minimo ^6 la dicembre , ed il medio 67 , 582. II baroinelro corretto segno il massimo in gennaro a poUici So, 3303 il minimo in otlobre 29, Soo^ il me lio ri- siillo ^9, 836. II massimo dell' igro metro fu 70 in gen- naro, 32 il minimo in felibraro sotto ilso'Iio dell' OiO, ed il mjdio fa calcolato l^g, o65. II vento duuilaante fu r ENE ^ la massima sna forza stimossi 0, 8 in mar- zo , la minima , o, i in ottobre e o, 3o la inedia. II massimo azzurro del cielo segno nel cianometro -20 la gennaro, aprile ed ottobre 3 i3 il minimo in gennaro J il medio 37,417- I ^iorni si distinsero in 70 lucidi, iGi belli, 52 jjiovosi, ed in 82 nuvolosi •, fra i quail tre ve ne furono ne" primt giorni di ottobre con Iblta nebbia , che mostravasi pria del levare e dal tramontare del sole 3 e nell' ulinau lilomu ua bolide luminoso si vide scoi)piare - Quella nebbia fu straordinai-in nel nostra bel clinaa , ove appeiia-:si conosce_ Air atimento d 11a fisica scienza non solamenle ■ntili sono le meteorologlcbe osservazioni , ma alia geo- lo"ia giovano ancora moltissimo , Che se dallo studio de" fenomeni attiiali , saldi argomenti questa scienza de- duce a diuiostrare i probubili avvenimend cbe ban mo- dilicalo la crosta del globo , non possono senza detri- mento delle teorie geoiogicbe trascurarsi quelle osserva- zioni cbe la quantita delle piogge , la forza de' venti , le elettriche combinazioui , i tremuoti , e qui da noi (1) Leito a 14 aprJa »836. *» RELAZIONE le vnloanlche convulsioni rlguardano . Che altro presents in effetto la siiperficie della terra al geologo sin' oggi , clie rlsultainenti della potenza delle acqiie e di quella del fLioco? Che altro se non fenomeni che si sono ap- pellatl nettimici e plutonici ^ ed hanno divlso percio ia due oj)poste scuole la moltitudine de' naturalist! ? La considerazione di queste due potenze e qnindl la base della geologia: e uelle memorie nostre di questo anno degU effetti dell' una e dell' altra si e tenuto ra- glonamento , descrivendo geologicamente vari punti della beir isola nostra . Recandosi in Avola il socio coUaboratove Pompeo Interlandi principino Bellaprima , gli venne fatto di esa- minar diligenteniente quel terreno , che di sette forma- zioni parvegli costituito . Nella relazione che egli ne die air accadeniia (i) , cominciando dall' jnferiore roccia , distinse il calcario ibleo come base di quel terreno , a continnamento della gran formazione del val di Nolo : }\. calcario terziario grossiere ; il calcario brecciato del littorale di Avola , fonn^io in gran pane dal tritume delle precedenti rocce , carico di conchiglie, di cui dieci specie ne acceuiia appartenenti tutte a tesiacei attuali abitatori del nostro mare ; un terreno fluviatile a strati di grossi ciotloli e di tufo calcare j un altro dell' epoca istessa a terriccio ; il terreno alluviale marino che occupa il basso della spiaggia , e finalnipnte le fonnazioni sta- Jattitiche della grotta di Marotta . Dopo il rapporto topografico e geognostico di que- Ste forniazioni passa il gjovane socio a delle geologiche riflessioni sulla origine di esse j e riandando le piu am- missibili teorie della successiva sovrapposizione degli strati (i) Lett4 a 1/ marto t836. ACCADEMICA y terrestrl sl ferma alquauto a ragionars sulle orlzzontali stratlficaziolu del calcario ibleo , suUa causa delle grotte stalattitiche , sulIa proveiiien/.a d.'iracllo carbonico die dovette contdbuire alia S(ilidiGcaziotie de' materiali cal- carei sospesi , o sciolti ntjU' acrjua e depositati ne' foaJi^ suUa causa del rinveaiin.mto delle spogUa di orgaaici fossili marinl , e siil loro stato di trituram^nto in incite roccie - Da spiegazionefde' due slstoini del tarrono allu- viale lluvlatile e loarino ., e ragiouando senlitaoieate sullo stalattiti , cliiude il suo prima lavoro gealoglco , cha alte speranze ci da di altri piu elaborati in appresso. Un terreao piu estaso e di som U3 rilievo nella sicula geogn 'sia era stato trascirataui3n!;e ricercato sino a pocbi aniii adlletro , quanJo, da q lel cha prasanta nel suo termine orlentale , io mi parsuasi a riferirlo al periodo seconJario , piuttosto die a qaello sin allora creduto di transizione , ed alia giurassica fonnazione trovai cha spattar dovea . Era q lasio il terrano di Faa- roinina , di cui i caratteri pnncipali vi accenuai , son3 oraniai due anni (i) . Ad assicuraruii vieniaiaglio dell' epoca di sua for- ■mazione , io volli nel setteinbre del i83j partannl nuo- vamente a visitar quelle raontagne , ed i vicini terreni di Gallldoro , Liuiina , Forza e S. Alessio ( poco con- tan Io par mlo costuina sopra le relazioui degli altri ) j e do^io accarato esana soao stato in grado finalinente di riconoscere die 1' ordine sagiito nella succassione delle rocce , cominciando dalle piii recenti delle falde dell' Et- na sino a Limina, par cha present! la seguenta disposi- zione (2) i.° II terrono alluvlale dalle falde dell' Etna, (i) Memoria sulIa casta meridionale del Valle di Meisina. Atti Accade- piici vol. X. (a) La memoria tu letu ncIU (omata del 17 mano i33&. 'B llELAZlONE 2." della plana cli Caliabiano , e le correnti Vulcaiilcli TJn Iralto tli siiolo diliiviale presso i miiliiu di Calta- tiaiio e ne' fianrlii della fiamnra di Agio. 3.° 11 calca- rio terziario di Caltaljiano , Miioscio ec. 4'° H calcario arenario -del I'logo stesso. 5." L' argilia plaslica secon- deli' Ouolaola. 6." II gres giallastro co' fi- loai di gesso die accoinpagnasi sino ai coiitorni di Gaa- gi. 7.° L' argilia bin S3;nig!iante ad uno scisto argilloso docomnosLo presso a' Giar liiii. 8." La mania blaaca che foriiia le coUine laterali delle riiontagne di Taoruiina . 9.° II calcario grigio snperiore di Taonnina , il quale costititisce la massa di talte le niontagne della forma- zione . lo." La mania bbi , o calcaria a granJi lastroni alternante coll' ii.° Arenaria brona conchiglifera. 11° \\ calcario rosso a belemiiili del capo S. Alessio e capo S. Andrea. i3.° II calcario grigio ad entroclii del capo S, Andrea e capo S. Alessio. i4-° La pudinga siliceo-cal- fcarea di S. Alessio. i5-" La gran fomiazione dello sci- sto del terreno antraclfero die contiene filoni di calscisto, banciii di scisto carbonifero , ainpelite, gres rosso , gra- >vacca , carbone ed antracile . Volenrlo poi riferire le rocce di queslo lerreno al tipo nonnale di Ingliilterra , ho trovalo una sola del piano inferlore , o sia calcario grigio ad entroclii , che alia inferior oolite possa riferirsi . Del piano m:dio il calcario rosso a belamnid coll' alternante marna bla , ed il calcario grigio snperiore appartenere al forest marhla il primo , el al cornhrash il secondo : ed ia seguito f oi air Oxford day la marna blanca, al cgralrag il cal-r pario ad encriniti e coralll ; al Kimmeridge clay V ar- gilia di pietra oolite , ed al Portland stone finalmente il calcario ooUUco tiaacastro , del piano supenor& . ACCADOUCA g Tevreui di tal natura non riconoscoiio che il mare per origino e silo di loro formazlone. Tutti i vari pia- nl del giurassico noii sorio che saccessivi deposit! di mateiiali sospesi in prima nelle acque, misti a degli al- tri che in esse avevaiio eslstanzaj e la massiina parte della conosciuta crosta terrestre di tali depositi, di si- mili straliflcazioiii, abbenche di epoche e piii antiche e piii moderne, e fonnata. Ma non per questo minore influenza, nella modi- flcazione di sua superficie vi ha esercitato la potenza del fuoco. Lo studio de' vulcani attivi, e lo esaine de loro prodotti e della loro giacitura han fatto riconoscere per pirogeniche mokissime rocce, che a depositi marini erano state per lunga pezza attribuite: e la geologia die- Iro tali scoperle ha in oggi elevato molto i suoi voli, que' fenomeui mettendo in chiaro che la natura sem- brava voler nasconderc nella teoria della terra. Per lo che non puossi preterlre senza pregiudizio della scienza uno studio, che sopra i fenoineni vulcaaici attuali versando, vada poscia per analogia a conapren- dere qiiali dovettero aver luogo una volta, nelle epo- che prime del nosiro Globo. Cio non .ha ommesso r egregio socio nostro corrispondeute Leopoldo PiUa da ISapoli, che portatosl a b.dla posta a visitar dav- vicino i tre vulcani ardenti d' Italia, dopo lo esame del suo Vesuvio e di Siromboli, il nostro Etna ha percorsoj e pregiato douo ci ha fatto della lettura di una doita meiuoria, che il paralello stabilisce fra que- st! tre stupendi oggetu (i). Nel dare un sistesna al suo lavoro si propone Atti Ace. Vol. XIL 1 (i) Lett* oWJa seduU del di lo »eUcmbce i335i lO BEL\ZIOKE fare ragionaniehlo I ." del suolo Immezzo a ciii si ele- vano qiiesti vulcani , i° su'slstemi a' q a all si riferi- scono , 3.° sulla forma de lorp crater!, 4-° sulf azio- ne loro, 5.° su' prodolti diversi die dan fuori, e 6." sulle cagioni de' loro incondi. Ancorche persiiaso die poco monti a stabllire la profoudita del focolare vulcanico il terreno immezzo a cui sorge il cralere , egli situa il Vesuvio come sporgente da un suolo di calcario secondario , diramazione Hel- r Appennino di Campania . Stromboli gli sembra ele- varsi da un terreno di gneiss , e 1' Etna da' jnonti pelo- ritani di scisto e di gneiss : tutti e tre pero ban rigget- tato delle rocce inferlori alia formazione del carbone: per cui la teoria della combustione di quel materiale, come causa de' vulcani, resta ancbe perquesta pruova smentita. Raglonando sopra i sistemi a' quali riferlsconsi, egli divide i vulcani in tre^ cjuelli, cioe a cratere uuico ( mo- Eostomi ), quelli a crateri concentrici (i) e quelli a cra- teri aggruppati ( polistorai ) . Stromboli, fra i vulcani attivi, e situato fra i primi, pel suo unico cratere al- r apice del cono, da dove soltanto scaturiscono le sue la- ve, fra gli spent! fa ligurare in questo sistema il lago di Bolsena, cbe egli riguarda come uno sterminalo cralere. Fra quelli a cratere concentrico, ossia attorniato dagli orli di ahro piu vasto e piu antico, annovera il Vesuvio, r isola di Vulcano ed anche 1' Etna, ove crede di osser- vare gli orli dell' antico intorno al cratere attuale, e nella valle del Bove, Gli cade in acconcio favellare de' crateri di sollevamento, teoria del Sig. de Buch, e cosi amplia- ta in oggi dal Sig. Elie de Beaumont^ die in succinto (l) L autore non ci ha data greca denominazione per quest! crateri. Noi gh sommeltiamo che la parola perivalloslomi spiegherebbe la ciiconval- jazione che divide U nuovo dall' antico cratere. ACCADEMICA 1 1 fjnadm (fdl csponn, iu;i clie piu per ingegnosa clie per iiiiifornic a' fatli egli stiina, Facondo ua diligente esarae doUa slriittiira tiel cratcro vulcaiiico, ia nulla lo trova diil'erentc d;d prcteso di sollevainenlo: per lo die non vedo ragione pm- crederlo prodoLto in altra maniera che nella conosciutissima, con cul i vulcani in attivita for- mano sotto i nostri occbi il loro cratere : e conchlude poi che se il sollevamento preceduto avesse la comparsa tlel vulcano, quel prime cratere esser dovria di tutt' aU tra roccia che pirogenica. JVel descrivere la forma de' craterl de' tre vulcani II Sig. Pilla una viva pittura ne porgc, che poco lascia a desiderare trattandosi principalinente del Vesuvio e di Strombolij e felice scrittore ed osservatore attontissimo si appalesa, come lo e n6l parage ne delle loro azioni , ove la violenza di quelle del Vesuvio, la continuila di quelle di Slromboh', e la grandiosita ed il piu lungo in- tervallo fra l' una e 1' altra di quelle de]!' Etn,a sono bea calcolate. In qnattro class! divide i prodotti che dan fuori: ossia I." sostanze gassose, 2.° sostanze sublimate, 3.°so- stanze rigettate dalle esplosioni: e 4»° lave. lo non po- trei in pochi periodi qui lestringere quanlo egli diffusa- mente rapporta di questi pi'odotti del suo Vesuvio j di che con altri snoi dotti lavori, ha gia informato il pub- blico. ]\on ha potuto con altrettanta distinzione ragio- iiare di quelli di Stromboli, per non aver molto dimo- rato in quell' isola; ed in quanlo a quelli dell' Etna e anche ammiral»ile che nella brevissima sua dimora abbia saputo tanto diiae. L' ulilina parte finalmente della memoria ha per og- getto la riceica delle cause de' loro incendi: qui comia- cia dal far rimarcare 1' iulluenza che vi possa ftVCf T ac>« 1 2 RELA-ZIONE qua, tanto pella viciiiaiiza tie' vulcaiii col mare, rjuanlo pe' vaporl aquosi, per 1' acido miuiatico libero, pe' clo- ruri ed idroclorati e per il gas idrogeno che tanto in essi fignra. Fa ricordare che il silicio e la base della gran parte de' minurali die costituiscono le rocce vulea- niche: rainmenta l' azione dell' accpia sopia i laetalli del- le terre, e gli effetti di quest' azione, e si accorda col professor Maravigna nella teoria delle accensioni vulca- nicbs. L' idea del Sig, Pilla sulla valle del Bove non mi sembrava intierainente consentanea a' fatti, ed avenJo io letto oltramonli una memoria sopra qneslo subjetto (i), ho volute jnostrare all' accadeniia. con un breve ragiona^ mento (a) , che la costituzione flsica della valle del Bo- ve, ben altri caratteri apjiresenta. Questa valle che interrompe per oriente col sue scavamento la convessita del gran cono dell' Etna, es- sendo stata poco visitata in tutti i suoi punti da coloro che n8 ban ragionato, ha fatlo dire ad alcuni che pote- va un tempo essere stata un cratere, A toglier" una vol- ta per senipre questa poco ben fondata idea ho voUito miniitaraente fare rilevare, che la intlinazione dalle ap-. parent! slratificazioni delle roateiie vulcanlche de'siioi lian- chi, la quale diniostra evidenteiijente la disposi/ioas loro a manldlo: la direzione delle di]'ke, o hloiii di lave ba- saltlche compatte, clie a gnisa di raggi, dal centro della gola del vulcano si vedono divergere verso l' ambito ester- no della raontagna: la irregolarlta della valle intiera del Trifoglietto, e la piix bassa situazione di quella di Ca- lanna, ed in fine 1' altezza dell' ]'Ltna e del suo cratere (i) De vallis Bovi? in motite iEtna geognostica constitulione , oiatio , liabita in general! physicorum Gcimanicoiuin concione. SluUgardiae i8. lept. 1834. (3) Letto nella tornala del 17 Dicenibre i835. ACCADEMICA l3- auiiiile, ciie noii potova mat a taata elevazlone pervealre seuza die milca ne fosse stala sin dal principio la gola. .... tutto fa conosceie die quella valle non gia ua cra- tere, ma uno s profunda me alo di suolo nel fiaaco della iiiontagiia si fosse plu tosto, Credei opportuno ragiouar per incidenza suUa for- mazione dc' cuaieri de" vulcani onde ribatter V ammesso jiriiicipio di alciini « die piu vasti esser dovevano quelli liegli aiitidii vulcaqij che il lago di Bolseaa ed altri si- inili dovessero fra qnelU annoverarsi, e che la valle del Bove si fosse andi' essa uno di tali crateri, n ed ho cre- duio provarlo ramnientando die alle piu violente eruzio- ni wu oi'tlinario cratere e piu che sulficiente: che maa- cano intoruo al lago di Bolsena gl' impresciadibili ma- teriali clio niosirar devono la esisteoza di un cratere: e die la valle del Bove non circonda aflatto l' attuale era** tere, come si e a'oUuo pretendere, 11 Professor INIaravigna, che di alcuni mlnerali del- r Etna dovea far parola, non era anche egli di accordo coir egregio geologo napolitano, in quanto alia forraazio- ne del nmriato di ammoniaca. Espone in prima nella sua memoria che ))resent6 all' Accadeqaia (i) , come dopo aver parlato altra volta del solfato di calce degli scogU de' Ciclopi, di forma trapeziodale e per la via umida pro* dotto, era beni; che di quello formato negli orU del cra- tere e de' fumajoli dell' Etna tenesse anche conto . EgU lo crede formalo dai gass che soUevansi dal vulcano ed attaccano le pareti de' suoi sventatoj. Trovasi in uno sta- te polverolerilo bianco, ed in cristaUi indetcrminabili f come egli dice, in fiocchi o in fascetli e qualche volta, anche in inassa, a frattura compatta terrosa. Si acciuge (i| Kdla toioaU del ij dicembre i835. l4 RELATIONE a provare colla chiinica die questo sale provenga i ad oziose spectilaiioiii concepite nel gabinetto, e non rassomigliano a cosa alcuaa ia natura. Armati di lutti i coroUari con- ■tenuti ia quote fabbriche vijiooarie qual conto pub darsi , se si dimanda della costituiione fi>ica di u» priese 0 delle condiiioni geuerali delle raasse «Dormi di eui il globo e coraposlo? Ponete uno di quesli specolaiori in si- mile circostania , e scoprirele tosto la ualura delle sue conosceaze ; ed egli stesso trover'a che non sa nulla ; che e stato vagando iij una folia di errori , e che qnantunque avesse potuto spicgar faciliucute a suo niodo la forraazione /lella terra , e doll' nniverso inltro , egli non puo tutlavia dare un ragione- vole o soddisfacentc spiegamento di una sola montagna. Jameson , System of mineralogy. Elements of geognosy — vol. III. p»t, |I. of tlie system, ec. pag. ^1. i8 ^ RELAZIONE I'aiOiliuciite concepite;, e nou mcrliano f[ulndi Y attenzloae di coloio die sono al fatlo della scienza. .t;;?r_)p Ma il professor Maravigna zelante delle verita scieri-r fificlie, lia voluto esporre le sue osservaziooi sopra al- cune teorie avanzate iiel libro del geologo francese^ e tla quelle che ha prodotto nel principio della sua nle- nioria (i) , die fara parte de' lavori dell' anno Vertturb, si scorge 'che piu esatezza egli desjdera nella teoria dc| calore centrale, attesoclje la base su di cui poggianb i calcoli del sig. Cordier sull' aumento di quel calore pro- porziauale alio a])bassamento sotterraneo, il nostra socio •crede inesatta^ e le osservazioni di quel geologo non serio -tfrnfonui a quelle di altri, specialijiente del sig. D' AubissoQ . Sdoia pcitanto incerte le illazioni che neir interuo della tei'ra ed alia profondita di qo o i5 ieghe uon vi sia roccia o inetallo che pbssa restare nelto stato solido, e cio puossi appoggiare ancora alle ricerche del Sig. Ampere, suHa inanira'issibilita dello stato Uuido d«lla massa luteina del globo, Quindi uon puo staljilirsi per base della geologia il calor centrale gradaato come preteude il Sig, Boubeej e crede pure il nostro socio che jiou possa ne anche sostenersi la teoria de' soUevamenti poggiata su tale preteso stato di fusioue, Noa e perp La sola miijeralogia che assiste 11 geologo nelle sue ricerche^ iiioUo vi contrjbni^ce anch' essa la zoo- Jogia con lo esanje do' resti orgai:fici die gU strati terrestri in mille guise presentano, L stato questo ramo della stof via naturale che esaniiaando gli orgauici fossil], e cQui-r .parandoli cou quelli viyenti, in esso caratterizzati e -diT stinti, ha saputo deternjinare le specie noa solo, ma quelle ha separatamente descritto che or piu non esistoaq (i) Lciu ueUn toinaU del 14 aprik i«36. '/ *»**'••» •'' ACCADEMIC.\ • If) viv«H!i^ reran;lo cosi vautagglo Iiiiinetiso alia geologia iio'Ilo assi'gDai- le cpoclie a' torreni (.liversl. Talclje la zoij- logia iiidis[)uasal)ile stiulio .so[)ra tutti divieue nella sto- ria naiaiale^ e|)|iero 1' accaduinla nostra lia veduto in que- st' aiiiio iiit)lti de' suol soci occiipar-si jirecisanieate e del niaiiiinifui-i d^ll' Etna, e ile' viventi del nostra marc-in' 11 socio Galvagni volen lo compilare i materiali dA-. la zoologia etnea, nella prima tneinoria, clie serve di proe- mio a tiitte le snssegnenti (i) tratta in gener.ile dello stato della; vivenza aniniale nelle tre regioni del moute: le quali per le loro condizioni geognostiche, meteorolo- giche e (itologiche le riescon propizle, ed abljondano di specie aniniali. Gjn Una vista generate va cennando par- titainente q-.ielli die plu fre pienti staii/Ziano nella, pie Je- montana regioiie, nulla nemo.rusa e nella deserta, sia del- la classe de' niainniferi, eome di quella degU uceelli « della vastissiuui degl' insetti, ■ '-,/ zri'.. ■ Di pill serie considerazioni egli fa uso nel ragioaare sulla lisiologica costituzlone degli ,aainiaUj sopra la qaale tanta influenza aVer debbe la varia teniperatura delle tee regioni. Un certo rapporto In efFcitto legar deve questi esseri alluniliiunte die li circonda, e' uiodificazioni dif- fereuti ricever debbono i loro orgaiii da' ittodidcatori ester- ni, alle diverse altezze del nionte. Ci ha fatto presents il noitro socio conje gli aniniali oUrepassino i liiuiti delU vegetazione, la quale piii in la del piano del Lago non estendeslj nientre alciine specie di aniniali sino ne' fuma- juoli del so.mno cratere luuina stanza, tanto vuol dire ad una bassa te:n[)eratura in cui il vegetablle non puo vi- vere^ e chiude il lavoro rapportaudo non poco numero di anioiali indigeni die dan pruove di fatlo in f'avore de' suoi argonienti. 3 2 (i) LeU« Bella toruata del zS giug'io 1^35. [^tO • RELVZIONE j;*;."' Nellii seconda iliem&ria (i) qiipsto labon'oso socio aHo fsiuiie itidividiiale degii arjiniali deli' Etna comincia a (lisicndere, e mostrando in nrima 1' ntile particolare chc dd' mainmiferi e dallo slndio delie loro faniiglie la scienxa ricava, all' ordino de' dilahiatori si frirnia, e dl qneiti a' carnivorl. Segnendo il pro;io^to piano di tiUt> rapportare ne' siioi laVori alie topograildie condizioni del- PEtna, fii 'Hii' suoiraglonailKMiti'piiVchiaro coinparira il rap- po'rto degli esseri die desqrive col sito die lor serve di diniora; e. scendendo in fi-fie al minutio iiKlividual raggna- gUo della niartora deli' Etna ei ha d'ato precisa descri-- zlone nella parte- del suo diseorso che ha potuto leggere fiu' ora, e che altri dieci animali abbraccia di quella fa-* miglia. ' SicGome la topografia delle regioni dell' Etna dove- va precedere la desccizlone degli aniniali che 1' abitano, cosi, trattar voleudosi della zoologia del golfo di Cata- BJa, nn ffuadre- di sua topografiii geologica esporsi pri- ma' doweva^ E volertdo assunienni io stessp non poca part© di (juell' inipresa, ho oreduto dalla descrizione fi- siea e geologica del nosti-o- golfo incouaiBciare (2) , Considerati nfeU' iosieme geograficaniente la sua esten- sione ed i suoi liuiiti ho, dclto eonto delk triplioe natu- ra del litlorale che- io racchiude:- vutcanica, cioe dal Ca- po de' mulitii sino a Catania, sabbionosa da fjui sino al- r Agnone, e calcarea da c|i>el punto al Qa[x> di S. Croce. Ragionando in seguito de' fondi piii & nie«0 pfoppi alia ^'ivenza degli animali marini, ho immagiivkto per un istante che il mare abbassato pet Hiille piedi dalf attual suo livello, ci mostrasse la fisica soUoinarina costitazio- ne di questo golfo. Ho pqluto cosi segUiire di passo is (i) Lctta nella tornala del i4 apiUe i836. (2) La memuija I'u letla ncU* loinata del 23 feaUo iS^S. ACCADKMICA 3 1 ]),iss() r ar^illo-;n forido ripleno dl rotolatl massl vulcanici tlol litloialo delle pitlrazze dal Capo de' luiilini alia Trez- za:j la siibltaiiea carluta dello scaglioiic al di ciii orlo stan- no f;li scogli de' Ciclopi^ gU scogU vulcanici clie da qui imiaiizi sono cuperli dal luarcj le «cosce.se, il piede delle ■colllue, il doka del Simcto, e quello del Teria, ed i va- ri fundi del calcario inisto a pirogeniclie rupi fli S. Ga- logero ed Agnuiie. Dietro di che ho potuto dire in ge- nerale come gli annclidiy i mollusclii gasteropodi i cro- stacei e muUi generi di pesci preferlscono il littorale vul- canico, a causa de' foodi algosi c delle rupi coverte di idroflii clie porgon loro aliniento, o per se stessi o ali- nicntaudo u)olti esseri clie servoao ad altri di cibo^ co- me netla spiaggia di arena abitassero esclusivamente i nt')llusc/u mull, gli nnru'lidi, i tuhicolati, gli acefali, gU pteropodi ed i cefalopocU: e nel littorale calcareo, oltre air abbonJevol nuniero di pesci stanziano sedentari i mol~ IukIlI litofugi, liLodoini e rupicoli, non che una quantita di conchiglie bivalvi. Fatta xa seguito considerazioue sul mare stesso del golfo^ la natura delle sue acque ho esa- minato, iion tacendo de' loro elTetti sopra il littorale me- desimo: ed ad^litaudo i venti cui piii frequentameate sta esposto ho dato tenniae a quella prima memoria. Una introduzione a particolari sue ricerche sopra i moUuschi del goU'o di Catania lesse il collaboratore Gio- vanni Piazza (i) *^ scorgesi in essa come questo giovane fervido p.;r lo studio della zoologia , non si fosse in nulla risparniiato perche colle propria osservazioni venisfie a capo di corapilare ua esatto catalogo di mollusclii cho abitano il rioslro lido, da lui stesso esa- minati viveuii e raccolti con raolta diligenza. EgU conot (i) Leila a 21 tlennaro j836. la RH.AZIOKE ice i vari siti del nostra pulto, e 1 <; in caso tli jjoter ' ciare jirecise notizic degU animal! die iniprende a descri- vere. Ma j)ia esteso lavoro vu meditando il dotto profes- sor ]Maravigna, che io varie meniorie per quanto ci an- min^ia, comprender debbe tntta la wa/aco/o^vrt siclliana: ed eyli, ricco com' e di una scelta coUezione di testacei e di classiclie opere, puo coniodamente lavorare in una inaturata compilaziono. jNella prima memoiia (i) che ha letto all' accade- mia, e che serve d' introdazione a tanta opera presenta il piano che sara per seguire in essa, che riducesi nel rifondcre intieraraente la grande opera del Poli ( su' te- stacei delle due Sicilie ) , sollevarla alio stato attuale della scienza ed arricchiria di nuove scoperte e di specie non rapportate in quell' opera. Seguira il sistenia del Ba- ron Cuvier modificato pero ne' generi, che moUo eslesi cgli reputa in quell' opera, c crede di seguire I' esempio <(el ])rof. Blainville, rcstringendo questo eccessivo numero di generi, avvicinandoli per quanto il comporta lo stato deUa scienza, alia semplicita Linneana. E qui passa a dar conto delle fatighe e delle considerevoli spese da lui sostenute nel procurarsi una coUezione di conchiglie, ed «n corredo di analoghi libri, oude meglio basare la lo- devole intrapresa. Seguendo una via sicnra, quella cioe delle minute ricerche e diligenti osservazioni assiduamente eseguite, la gentil madama Giannetta Power nostra socia corrispon- dente, anch' essa versatissima nella conchiologia e nella en- tomologla, ha saputo trovar finalmente il vero metodo di accertarsi, se la conchiglia dell' «rgo«auto a/^o appar- (i) Letu Bella tornata del 3 Mauo i836. ACCADEMICA 23 teoesse. In realta al ccfalopede che 1' abitaj coine In una Jbreve ihemoriii (i) inviaia all' accacleinia cl fa sapere. Viarie erano state siu'ora le opiniuni do' naturalisti a que-' sto ri^uarJo: e tali esscr dovevaiia p-jrcha maucanti per lo pill (U propii espetimentiy ed appogi^iate in massirna pacte- alle ivlazioni altxui'y e qiiindi per natnralissltna con- sfegiienza de' celebri malacologisti del secolo han dovuto cedcre questa voUa alia verita scoperta dalle sagaci inda- gini. di una Itiborlosa ed accurata donna. i! . In un recipiente a bella posta costriiito, ove del- r acqua marina e della sabbia aveva riposto, lascio M.* power ventisei polpi di argoriauta GoUe loro spoglie, ali- luentandoli di rnoUoschi marini, che ■ ella stessa raccoglie-^ va alia spiaggia del mare per mezzo del rastello. Ad on- ta di talle le cure pero pochi sopravvissero del numer* anzidetto. La ingegnosa naturalista che concepito avev» la idea di vedere, se rotta la conchiglia calcare potesse r aniiaale rifarla, esegiu lo esperimento sopra uno di quelll irimasti in vita: e con sua dolce meraviglia vide in effet- to, dope giorni tredici rifatta la spoglia gia rotta da lei a bella posta. Mi di cio non contenta replico con ugual successo r esperimento: e volendo aver l' ultima e con* vincentissima pruova^ dopo rotta la spoglia andava dd os- servare ogni mattina^ il processo di restaurazionej e poti assicurarsi che dapprima un leggiero velame glatinoso r>- para lo spazio maucante della ro^ta conchiglia, e quest> poi gradatamente piu denso e piii soUdo diviene fincbS dopo pochi glorui e della stessa solidita e bianchezza del-» la spoglia, a nieno pero di una carta irregolarita al ja- jagone del resto di superficie. Questa menioria I'u accompagnata all' accademla col fi) Letu neUa lonuu del 2(» Novembre i836. 2 4 RELiZTONE doDO (II jnoltc delle spoglie poste In espeiimento, e del- lo picciole nova dello stesso inollnsco", siille quali aven- do fatto M." Power le sue osservazloni trovo che 11 mol- lusco noil coniincia a formare la sna piccola spoglia, che dopo poclii giorni tlacche discliludesi dall' novo. Lodevole ed utile lo studio della zoologia esso non potiebbe a felici resultainenti candurre senza cpiello delhi lisiologia uinana, da dove pronianano que'lumi che moltl fe- nomeni zoologici rischiarano nella comparativa disainina degli esseri. Sfornito delle conoscenze fisiologlche puo it zoologo animirare soltanto i fenonieni della vita animale, senza poterli ne comprendere, ne spiegare. Ma che sa- r^bbe la stessa lisiologia senza gli altri SGliiariraentI che le presta di continue la perscriitazione delle absrrazioni, the offre la natura, delle stesse sue leggi generali nei mostri? 1 Piu di una volta cl e toccato riassumere i lavori teratologici del socio Galvagni, che u no de' particolari og- getti di sue scientifiche occupazloni ne ha fatto, e che il liauso han riscosso dell' immortale GeofFroy S. Hllaire (i)', Oggi possianio noi con piacere annuuzlare una sua nuova .;mpresa suU' assunto, di cul i primi cenni ascoltaste, (2) vale a dire la Teratobia che della particolar vita de' mo- stri esclusivamente ragiona, e di cui non ha alcuno dn era trattato. Espone egli in prima fjuanto abbiano contribuito iUa spiegazione delle organogenie de' mostri, la teoria t]ella unita di composizione organica di Geoffroy S. JHilaire, le leggi di formazione di Meckel ed i principi di anatoraia trascendente di Serres j scendendo poscia £1 (i) Giornale del Gabinetlo Gioenio fasc. XI. Novembre l836, (3) Wdla lotBftU del 31 Geuparo i836. ACCADEMlCA 25 Irattare il so^^getto prova che la fisiologia di questl esseri mostniosi raoclii'.irlesi sotto l' aiiil)ito della fisiologia ge- neraie; ed appoggiato a moUi fatti, ed alle teorie die tia qaesti resiiliaiio diinostra che la organizzazione de' mostri e suscettil)ile di im esercizio funzionale stabile, seguito e costaritf} che fissa la fine di essi particolannente come no rt'golari, ne detcraiina il moJo di esercizio funzionale e liinlta la loro esisienza era a certi spazi della vita in- trauierina, ora a tuito il corso della gestazloae ed ora alia vita atmosferica la proliinga. Volgesi poi a stadiare pei mostri la Seconda coadizione fondainentale dell' esercizio fuiizioaale, e l' azione de" modificatori, e fa rilevare la iiecess'ua priinlera di essi negli esseri aberrati, conside- rando che nelhi vita intrauterina di qiiesti gli organi noa .«' impressioaaao che degli stiiuoli dell' ossigeno del calo- rico, deir elottrico, del sangiie arterioso , della innerva- ztone continna, mancando degli stiinolanti fuazionali, a riserba di quelli che il tatto pone ia esercizio^ e nella vi-: ta atmosferica si fa a meditare ilraeccamsmo fuazionale, sotto la inQiicnza degli agenti esterni. Discutendo i fenomeni fondamentali dell' organismo de mostri vi dislingiie fenomeni fisici' chimici e fisiolo- gici: nel trattar di qucsti ultinii studia luire de cetle conquille pourrait se liover loil eiiibariasse p .iir le lappuiler a ina espfice, trnt celle-ci e«t variable: au,si les auieurs clilTerenl iis beaucoup daui lei de=ciplious « les Jjgurej ^u lis en dooaeut, Parle di soj.ra citata. SULLA PATTELLA RADIATA." AQ altre diverse, e frartanto class! Qcate le troviam psr Patella vulgata, e liportate solanaenle tutte cone una varietl. lo non so parsuadenni psrche qiesti diligintisslai autori abhiano coa tanta generoslla dato a q'lesta specie tanti individii, che inanifestamante diffiriscono fra di loro non per il colore soltanto, ma per l' altezza, la densita ed il niodo di disiribuzione degli angoli del inargine, che Linueo stabilisce al nuinjro pre^iso di qiiattordici. Per veriia ognuno, ancorche dilettante di qiiesta sublime natnrale scienza, chiaramante discerne, co na vi abbiano nella specie djlla PaLella vulgata lanti jadiviJui da farsi disiinguere da qntlla a prima giunta. Ed in effjtlo entrando in esarae descrluivo, ve ne sono certune di una forma ovale q lasi rotonda, ma an- gol.ita, di uu colore unico cerideo, e nel di d.-ntro si osser* vano di un colore cinericioj la forma dell' attacco m i- scolare somiglievole al mollusco, eJ hanno utja onggiora grandcjzza; nitintre in Vtre di essi la f>rma piuttosto h allungata nonliinsnp yariabile 9 s3Con la de'-la sjtuaziona del 1 logo dove crjscono e si attaccano, e tinte sono di Irti rJmarcabilissirai colori, cioe il biao-o, il grigio ed il ce- rul.'O a strisce in giisa di raggi-, aiizi di qiellacerdei r orlo muore in nn colore di caffe cotlo; e benche elle sieno di picciola fonni, hinao tuttavia la doj)piezza al pari dille prime, e forse piii, G'jina mii adimque si possono cblamare Patella vulqata allorquinJo n)n soiu lo siess;; e-^oin^ niai dirsl di esser tutte una varijla ? Si sa ch-' in ogni spscie dLcon- chiglie esiste una miltitidine di varieta^ \m nulladimino si rendono vislbili e nate a q'lalunque ap )ren lente della scienza. Ora da caratteri pro;)ri di quiste diflferenti conclii- glie, che io deb ■! nente ho potuto notare, rilevasi potersi ben distinguere in due specie alineao,la Patella vulgata de-» ^- ■ BRKYI RIFLESalONl igUautori, laschmdo la descrlzione flifora amaiessa ,i quelle prime, che so;io pin piano, piu dilatate nulla base, e delle quali gU angoii del niargine sono piii precisi, e dare a qualle, che io vorrei distinguere, la seguente de- scrizio.ie, che soininetto al giadizio di questa illustre Societa . Essen lo il pin sensibile carattere distintivo di que- ste patclle il loro interno Incido, giallo in fondo, e striato di dieci doppi raggi di color grigio, ceruleo e bianco si potrebbero da questo chiainarle Patella radiata. Testa solida siihconica aequaliter striata, costis tenuibiis sub- ancrulatis, intits laevls alba radiis decern subcaeruleis duplicatis, fundo Jlavo. Non dobbianio frattanto passarci dal far menzione della varieta esistente in quesla stessa specie, che io vi ho somtnessa come naova. Questa consiste semplice- mente nell' essere la conchiglia piu allungata, ed altresi un p6 pill grandej ma conserva tuttavolta la caratteri- stlca de' Golori predetti, qnantanque qnalche poco sco- loriti, che cio eertamente proviene dall' eta. Ma nell' in- sierae pu6 sempre a colpo d' occbio distinguersi dalla Patella vulmta, Io non ho stiraato riempir di parole qnesta mla qualnnque siasi osservazione nel presentarla ad una Sot cieta, che all' aumento delle scienze tenJe soltanto coi suol applauditi lavori: ed ho pienamente soJdisfatto ai miei voti, se bora beaigaaiucate accoita dai suoi saggj cyuipyueuti. S 0 P R A' ALCDNE 0S3A. F03SILX SGoVIRTE IN SIGIL'IA! MEMORIA. DEL SOCIO ATTIVO C4T. GIUSEPPE C41V. ALESSI PROMOTOIIE DI DRITTO CAN0!. AUi Ace. Fol, XIIL S r^li4 RECESSTEMENTE SCOPERTE m SIClLlA. fcUoo -questa scoverta, tiitti gU Aromatari se ne providero come di una grhn droga^ omlo io a steato potei ottenerne un pezzo, die poco a poco e stato impiccoUto, per secon- dare i desidei'i de' geiiLili viaggiatorl, » Tal' era la coinune opinione del tempi-, tna ecco poi come S[)arse un raggio di luce fia rfuelle teaebre: « Qiiello che gli Aromatari chiamaao naicortio fo.ssIle,vien crednto dal naturalistl avorio petrificato, ed in verita, comparandosi qiiesti due pezzi, bisogna confessate, clie sono somlgliantissimi col solo divario che cagionar suole la petrifiicaiione-, imperciocche entrambi coslano di tante corteccle concentriche, ed ogai corteccia e formata di filamenti dritti paralelli. Nel cen- tra poi contengono la siessa sostanza di tllamanti paralelli, ma tutta unita senza esser divisa in cortici. Da quale analogia si conchlude dai Naturalisti, di esserc i divisati fossili, un avorio petrlficato w (i). " •^'^''^. »^"''o'" ''■• •^■''^'*'- Cio detLo si ride delle virtu attribuit6dV[a6i' fossUi'; e solo vi riconosce una certa stitlicita, onde si attacca alia lingua al pari delle sostanze bolari. Questa proprieta derivava al certo dall' allumina ritratta dall' argilla ov' essi giacevano. La descrizione del suolo a strati regolari e molto diligente pel templ^ e quella farina fossile un carbonato di calce polveroso piuttosto che il caolino, mi sembra: quel paragone dell' avorio fossile con quello' degli animali viventi, a corteccie filamentose concentriche, non lascia luogo a dubitare, che avorio non fossej e se nel cferiird Hon sembragli foliato, cio dalla compattezza d6rivava; e quella forma colonnare di palmi sei, convenir non"piid, che alle difese di:graiide Eiefaiite',co ne getlan lo linb sguardo Sulle graodi difese elefantiae che possediamo, restar don- (0 Giuseppe Recupero Storia NMU..u^i, 'e^„arale MV F<« vobmo I. paguu |6, 73. Caktuiu i8i5. S»^rR\ ALCUME OSSA. FOSSILl 9(5 vliiii S.I pu6. Ed egli e considerevole, clie In qttesto Siiolo da correnti viilcaniche iiigombro, sia riraasto taoto leneiio intatto dal fuoco, clie la priiniera struttutra se ne ofTra; e che appunto qua a pie dell' Etna l' avorio fossUe trovato e ricoiiosciuto si fosse da piii di mezzo secolo addietro, e che siasi poscia dimenticato da chi megUo ricordarlo dovea. Convcniva visltarsi quel suolo ed indagare se conte- nesse altre ossa, noa vi si pose allor cara, ne unqua mai ad esperiinento si e posto. Ma vedi fortana! La natura, che a Qostro dispetto ci avverte delle dovizie che qaesto classico suolo asconde, oon guari ove da cento passi dal JLaberinto, comiQcia ad apparire il tempietto della Mer- ce, cavandosi le fondamenta nella casa Gagliani, in Ulia pozzanghera della lava stessa, e noa so a quale pro- fondita, ma non molta, trovossi una costa di Elefaate lunga palmi seij il scno della cui cavatura e palmi quattro, da due sino a quattfo pollici larga, intera nel capo minote che alia spina dorsale attaccavala, poco logora al raaggioc capo estrenio, onde la sostanza spongiosa dell' osso appalesa Integra aell' esterna superllcie compatta, e bea bene levi- gata. Mani imperite, ma oon crudeli, quinci intera la esirasseroj e se in tempi piu antichi rinvenuta si fosse, aecreditato avfebbe la. favola di Polifemo e la di lui gigan- tesca statura, o collocata sarebbe in qualche tempio, come quelle che a Randazzo a Petralia a Troina ed altrbve conservaasi^ esposta all" acqua ed al vento nel giardinetto yicino, sepvi di trastullo, tinche giunse per sorte in mano del savio noslro Socio Di-Giacomo, che l' ha destinato alia nostra Acca» E qui anaovera le migliaja di denti di cavallo, ael celebre deposit.o di ossi di ele- fanti di rinoceronti di Rjene di tigri scoverte nel 1700 in Wittemberg, quelle a Tide presso Wolfeabiietel, le «entinaja di ossa e denti di cavallo ch' ei co' propri occhi «avar vide dal Canale dell' Oureq, donde ossa di elefanti ricavansi, e fra quei di cavallo taluno veramente pietre-- fano ven' era. E dope averne molti e molti annoverati e veduti unilaniente ad ossa di elefanti e di altri animali, .; ; ^ .:,, ,„ „ ,, Da clo ricavo l' importanza della nostra scoverta, dappoiche seinbrami iudubitabile, che il dente molare che vi of)'ro sia tli cavallo, paragonato avenJolo noa so;' lo con quelli della raascella inferiore de' cavalU.ylventi, descritti da Cuvier con qnattro mezze lune alternative, di cui il primo bordo interno corrisponde all' intervallo dei due bordi esterni, le cui lune crescenti e le concavita ioro rivoltate sono al di dentro, e tutta la coroua allon- tanasi da quella del rinoceronte, per una collina longi- tudinale esterna, e due trasversali, clie inviano ciascuna tin uncinetto indietro, florae sta ben delineato nella ma- scella del puledro alia lavola secooda flgura seconda del- r iramortale sua opera (i)-, ma inoltre paragonato l' ab- biamo coi denti molari iuferiori dei puledri viventi^ e superandoli il nostro fossile in graudezza, scoperto abbia- mo, die eranvi nelle epoche immemorabili, cavalli non solo uguali a' viveati di alta taglia, ma piu. alti ancora. Go ch' e pill, rilrovato 1' abbiamo in questo suolo , ia im deposlto di argllla, iutatto dalle correnti di fuoco che il circondano, in mezzo a concliiglie ed ossami dispersij e dobblamo la conservazlone del medesimo al cennato si- gnor Marietta che generosamente ce 'I dona. Iguoriamo se le altre ossa disperse, ad elefante, o ad altri aniinali apparlenute fosseroj ma e cerio che al Jjabirluio ed alia (i) Cuvier Recherches sur le ossemens fossjles t. ii.p. i. pag. 98. se(j. fails i8i5, troisieine edilion. _ ' . CU aDciaetti soao alquaato ro>i dal tempo nel nostro dente molare. SOPRA ALCDiVSr OSSA POSSILl'i 39 Merce, rion giiari lungi fra essi, costa e difese elefantine rinveniite ric;ivansi: onde argomeiitasi che le disfatte mem- hra del cavallo e degli elefanti, non raolto luagi fra lo- ro dis]>erse, sep>Ue firono dalle acque nel seJimeato detr argilla, del snolo a gres ed argilla, e nella pozzan- gliera della lava. Ma giiesta precedette o segui I' iaooda- zione? Non aveudone osservata la glacitura , difficile e quel problenia a risolverej e pure alcua che ne direaio. Or sitcoine co' dauti di cavallo in VVittemberg os- sa di tigri si riavennero, M/ de Bourlenus faceiido ca- vare uu pozzo uel seuo di Parigi raccolse ml medesiino letttJ ossa di cavallo ei un deate canino di tigre ben caratterizzato, cosi giova all' intrapreso argoniento il direj di ossersr ritrovaie delle brecce ossose all' Agnone, noa piu di aooo passi lungi da questa citta al levante, d' onde il nostro Gemmellaro acquisto un dente canino di orso, spuutato all' estremita, coperCo di smalto per la lunghez- za quasi di un pollice, tre poUici circa luago^ svelto dal iiostro bravo collaboratore Call da un masso di calce carbouata, die sembianza di antro disfatto offriva. Ed io tralascio di narrare quanto il celebre Guvler su tale argomento cl ba tramandato, le varie specie di orsi viveuti, i fossili ai vivenli paragonati, le ossa ritrat- tene dalle caverne di Alemagiia, descritte dagli Ancichi per unieorno fossile, gli abbagli degli scrittori di storia natuiale su i medesimi, chi priniainente meglio descrit- te le abbia, qual era lo stato della lore scieiiza pria di quel somrao; quali i soccorsi cbe ei ricevette dai Voden- tuomini e da' Gabinetti di Londra e di Parigi, onde fii in grado di scriverne accuratainente^ or questo e tut- t' allio traUsciando, solo al uosLro preposito narro quan- t' egli osservava, cioe: » che non solainente nelle caver- no hanno lasciato gli ©rsi i lore ossami, ma ch« ve ne 40 REGSNTEMEiNTE SCOf'EaTE iiN SlClLU Souo altresi, ma ia piccok qiiantita, negU strati mohi- li^ » ed ei veduti ne avea inolti pezzi cavali in val di Aroo nel gabinetto di Targioni Tozzetti e di>M. Tartini in Firenze offerti glie ne aveano degl' indubitabili, ma di una specie dillereute di quelU delle caverne', qiiindi M. Buckaad trovo nel gabinetto del Gunyento di Rreins- Miinster null' alta Austria crani ed ossa, cli'.ei gindico del grand' orsi a fronte caicata, disotterrati li presso in una cava di sabbia cousolidata in pudlnga. Dalla quab narrazione io ne cavo aigomento, che il dente canino, che possiede il socio Geniinellaro sia verauiente di orso, come paragonandolo a quei descriiti e delineati nel Cuvier osservar si pu6 che sia uno di quelli, che o nelle caverae o nei massi di calce carljonata del nostro suolo ritrovisij che raancando noi di soccorsi di ogni genere, di obbjetti di paragone, ed isolate essendo il dente privo della man- dilbola e del cranio, detenninar non si possa a quale Specie appai'tenga^ se non che dalle osservazioni e dalla tavola delle dimensioni iramandataci dal celebre Cuvier, afFermar si puo, ch' ei suped in grandezza i canini del pid grend' orso vivente (i). Comunque cIo siasi dob- biamo a quel dente la scoperta di un altro aniinale car- nivoro tra i fossili di Siciliaj o se altro argoinento trar se ne puo, io l' abbandono al valente Professore che il possiede, il quale ha piii di nie veduto e meditato, e che la porterassi dove si rinvenne il dente. E giacche quest' oggi stabitito abbiaino qnesto suolo, come centro di oostre ricerche su le ossa fossili, tralasclar non voglio, che inuUrandoci dall' Agnone ad Agosta non piii di dieci juile passi lungi, in quel terreno terziario di calce car^ (i) U. t. lY. p. 347, 3^3. SCM'RA AI^CCNE OSSAi/FOSSH.C /, i boHata (Ji s\ari;ile spogiio marine caiica, Irovaasi delle brecce ossosej le quail scbbuiie da me e da altri accen- nate fossero, Ignunaiiio jiui-l; a quale specie appartenghino, ^iucclic in dxjno ai viaggiatoii oflerti, e qiiinci altiove Iraspoitali mica descrittl noii fiiroao. Alia uarfazione del corlesti giovane uomo Francesco Daniele, aniator di Sto- xia Naturalc, seiul)raini che ai riimiuand ed agli animali jiacliidermi apparteauti biano. Oltre cio per tortnna ei -gentilmenle donoinini un pezzo di inandibola iuferiore Col donti, che io souiplicemente annotai come deati di x:ervo nel luiu discorso su tutte le ossa fosslli trovate in Siciliaj ma la cosa rlchiede allro die ua cenno. Dap- jiolche fra le raoltiplici specie di cervi, damme, capri- Jioli ed allri raminaati di siaiil tempra, dagli Storici Katarali descrltti, semljraumi quei donli alia maadibula altaccati una copia fodele, o meglio il modello, d' oade 111 duliu'jata la flgura quiuta della tavola ottava del quarto .volume del Cuviur a cui corrisponde la narrazione dei ilenti fossili d-'lla cava di Moatabusard, appartenend ad ima specie iaconosciata di cervo, della taglia quasi del tapriuolo (l). Da qaella cava calcaria di acqaa dolce estrasse M/ Defay moke ossa di animali apparteneati al genere Lnp/iiodonte ed al Mastodonte, frammend di cor- •iia e di mascelle somiglianllssime a qaella del ca- priuolo, ej allre della medosima ualura M.'' Prozet ne ilono al consiglio delle miniere, ed una parte coaside- xevole di mascelb iaferiore Cavier istesso ne ricevette da IM/ Bigot^ od era dessa cosi somigliaute a qaella del ca- priulo, clie si trovo troppo iaibarazzato da pria a discer- nerle. Era appanto quclla ch' ei fe delineare alia tavola Jill Ace. Vol. XI I L 7 (i) Cuvier I. cii. v\ 1. viii. p.ig. loj. — io3. Arlic. vu , ,, ,.,, . „ ^a Rtt(^UNTEMENTE SCOPEltrE 1!V SICM.lA eifdVa fet;. 'f; iha foiftinatameute il clislngaiiiio !a ini'- S'lt^lfa sirpt^ribre. S'T'inbglinndo la fif^iira tie' fleiiti trilo- btiti, €* c|rf(?i fuotkri a Imi'a falcata, inseriti j^lf iini negli altrJ) fe si, ch' e' iloti solo flisting'iesse qfnesto piccolo cervO (fcIla cavA di I\Ioiit,abusarfI dal caprinolo , ma Vi'cfe 6li' ei cfiffi^ri'va era tutti i cervl connsciiui, per un carattere quaisi gCfyerieo', ond' el reslo pago della sua sco- verta medcslma. Noa abbianio la mascella co* deiiti mo- lafi sifp'eriori, liia e cosV niarcata questa mandiliola infe- riofe con sei denti trilobati a luna falcata, iiella parte Supfe'riore' gli uril ftegU ^Itri inserti, doppiamente aC'imi- h'atf in ptinta, cbe diibblo non re'sta'mi: di appartenere il cefvo fossile di Agosta al srngolar cefvo di Montabu- sard (iella comuHe d' Ingre (i). Da Agosta poftandoci lateralmunte a Seovdin 5ooo ^'aSsi indi Inngi, e ptefcisamente snl fnonie del Casale che sorga Ael podere di Castellana, narrarvi i d' uopo, cfie iiello SCOrso novetfllire fil cola da tin masso di calce carbonata SVe'lta tolle proprie mani dal nostro socio Roc- c6 PugUese una (iiiesa di elefaute del diametro di pol- lici qnattro e delLi liingbezza di palWi quattro circa ^ benche della ba^e e dell' eStrfemM' priva, ed in piti pezzi rotta- ia qiialtf fu inViata in dono' al degno socio Di-Gia- como uriitamente ad Una Ostrta diluviatis svelta da esse medesifrio, cblla speraiiza di poter ivi cavare ed inviaieli 1' altra difesaj e speriSfrio cbe nOn andrafifto a Voto he le di Iiii pfoniesse nh fe di htt cWe* degfie da • (i'\ Vich* la GrotW di Palajietti^ liitigi oUaiita pa^si cJroadalla tiva del njare tre mielia Iudeji da Agosta, in direzione della Costa Monit, tiovasi uno strato di brecce ossose d' onoe ci colbboratori, che a tale uonorla tuttu r isola scelti alib'iamo. •"'" iQaindi loJe morita il nostra dlletto socio Pavolo Strano, il (jiiale ricevato aveorlo da Eminanuele Sarri da Viitoria qu'jsta grande scheggia di libire lunga otto, larga sei, alta pollicl qiiattro, strappata da un masso calcario nella coatrada djlla coinuue d'l BIscarl 18000 passi liin^ a mezzo giorao, dilla quale 1' iianani graadezza delt'eler- faate misdrar si pno, ce 1' ha geuerosainjate dormtaj e cosi im altro slto di brecce ossose ritrovato abbianio. E giacciie dal socio Strano si a fatta parola. tra- lasclar noa vogllo, die el -vida co' propri occhi ail Co- miso, sette raila passi liiugi da Biscari maTclaado al Sud nel podere di Pietro Lsori^ contrada di Garnazza, in un piccolo antro sinisnrate ossa fossill, cbe di aminirazione e di tra«itullo sefvirono. Le trascuro allora, era a mia iiichiesta ricerrandole, gli fu risposto, che quel podere a ciilti vi^neti rldotto, V antro distratto, disperse le ossa rostarono oade sVanl la speraaza di qiiinci acquistarne, ma non gia ia certezza, ehe cola ne -esistessero- Quindi rinculando su i nostri passl, e da questa citla fatta centro di nosh'e ricerche, camiu facendo sino alio terre fofti di Catania misto di gres e di argilla, risovve- nitevi clio nel podere di Costantino proprio della fami- glia Gagliani una difesa elefaiitina ed ossose brecce poi si riiivetincro (i), lo che richianio al peusiere, per con- tinuar le traccc delle disperse membra degU animali pa- chidermi, die quindi e quinci iron molto di^taiiti fra loro iliraniansi. In falti tra Paternty 0 Lirodia da' massi calrarei svelte furoiio qrtelle grandios« difese elefantine una delle (i) V. Discnrso tii h ossa hWili p. ^■^. {■^4 ll^iL;^p^T^iME^xE scofKiiTE m sic;m\ qaali intera al di la dl ;Si?tte pledi o 1' altra .d'f'^'^zzata possedianio. INon gnarl liiugi da Paterno, dove I'alaba- stro vario-tiiUo diafano riiiviensi, iiicorporata a (]iicllo stava una veitebra con parte della costa, e cpiesta dal coUaboratore Call donatanii al vostrq cospetto esposi. Or sapijiale die Call stesso moke brecce Dssose incorporate; a qneU" abljaslro rinvenne , e ne fu prodigo verso gli stranieri, pria die da noi conosciiite fossero. e descritte. Coa pari generoslla ci dono de' legni piotrefatti in cpiel- r alabastro, dove talora sassi vulcanici incorporati soiio, lo die tenere in mente conviene. E qui ruaiinando quanto in quella Memoria siille ossa fosslii ritrovate in ogni teaipo in Sicilia e sulla to- pografia de' niedesiaii esposi, e quanto dalle dotte nie- morie serine dal cliiarissiuio Monsignor Sciaa e dal va- lentuomo Baroue Bivoua sulle ossa fossili dl Palermo e sul riconoscimeato lattone dai somnii Cuvier, Jussieu e Laiigier, ivi accennato abbiamo, ricordarci bisogna clie oltre de' luoglii or ora descrilti, dal punto ove arrestati siamo ver ponente e ver selteutrioue inarciando, trova- ronsi ossa fossili a Judica, Randazzo, Troina, Nicosia, Enna, Caltanissetta, Pelralia, Calatrasi, Solanto, Palermo dalla grotla di S. Giro sino a Billiemi, ai Colli, a Monte Pellegrino e al Pisano nel monte Longo a Carini, ad Erice, a Trapanij e di la volgendo nelle piagge nieridio- nali ed a levante se ne rinvenuero a Mazzareao, Nisce- mi, Mineo, Gran Micliele, Melilli, Agosta, Siracusa e Messina. Ne altri sono i terreni dove si rinvennero die grotte o rocce calcarie ed arenarie, terreni terziari di gres e di argilla, terre alUiviali e campi argigliosi. Fra i generi e le specie degli animali fossili ricoiiosciutivi, fra i ru- minanti anaoverar possiamo 1' elcfanle primigenio, quelle SOPKA. ALCUNE OSSA FOSSILl 4^ di Asia, (li altre specie e di varie eta, 1' ippopotamo luag- giore minore e medio, il tapir, il cavallo, il biie, il cervo gigantesco, il piccolo pari a qiiello di Montabusard e 1' Elasmoterio^ e fra i carnivori 1' orso ed una specie tra il lupo e il cane. Le s-)oglie marine fossili che in quei massi ritrovansi ai noitri miri appartengono, come prin- cipalmente ossei-varono i due valentuomiai Federigo Mof- fman da Hall negli strati delle ossa fossili di Siracusa; ed il nostro Gemmellaro portandosi per la via di Pa- lermo al congresso dei geologi in Stutgard (i), le quali ci ha appalesato e conserva. Atti Ace. Vol. XHL 8 (i) Ouellc dpscriUe da HofT^nin sono diTisate nella csonata memoria iulle ossa fossili pag. 23, aveajoci egli corlessmenle descritU ed iovialaci 1« geologia del luogo: onde noii e nei^essario qui ripelerla. Quelle oaserrate nella ^rolu di S. Giro dai Gemmellaro, e di cui Uajporto q>i'i i modeUi soao i scguenti: 1 Macti'a corallina 1 Corbula ■i Tclliua iactea 4 Donax r> Cyiheiaea lincta t> Venus j^allina 7 Cardiiim lubercuUtuin ii - - - laevigatwm g Area babaU ■ o - - - Nohae 1 1 Pectuuculus maimoralui 11 - • • pilo6us 1 3 Mytdui edulis 14 IVcten i5 Naljca itj Trochof •'7 Tiirrilella levebra Trt Cerilium vulgatum Jt) JBuccmiua muUbile '•'o Scalaria coiuuiuui* '■•*2 Cariophillu 2J Scrpulu 46 RECENTEMENTE SCOPERTE IN SICILIA Dalle qiiali osservazioni io torno qui a cbnferiilare e ripctere qiauto allora argoiuentai, e qiianto dalle re- ceiitl scov^rte . ilcavo, cioe: clie se q'i^e ia dispersi. quasi per tutta Sicilia qiiegH aniuiali sepoltl negli aiilri, nelle diseccate lacunc, ne' massi cilcarel dall' una all' altra esire- mita e nel ceiiLro dell'Isola ritrovaiisi, bisogna dire die essi ill quest' Jsoli uu di stauziavanoj che le rocce terziarie, con gli aatri ove sepolti- so no presa aveano gia quella fonua in cui staunoj che le spoglie marine miste a quelle ossa e seco lore in vari strati sepolte, appartenendo al nostro mare, dall' onde del nostro mare seppelliti furonoj ed appartenendo quelle spoglie a' viventi e nessuna a specie estinta, coufermasi, che all' ultimo periodo delle catastrofi di Sicilia, ed alle ultime inoudazioni 1' epoca di loro esistenza riferir si debba, Questo suolo allor vegetava e percio legni pietrefatti con quelle ossa rinvengonsi e forse forse eruttato avea 1' Etna quando nelle pozzanghere delle lave stanno ed incorporate le lave sono coll' alabastro, dove ossa fos- sill iaij)iantate sono e confuse se dir non vogUano che ondeggianti in preda all' acqua ed al vento qua sepolti, e la composti e ricomposti coi sassi si fossero. Molti di quegll aniniali pachidermi ruminanti vivon tutt' ora ia Africa", alcunl del genera dei cervi della specie de' ca- priuoll sono all' Africa ed a Sicilia tutt' ora comu- nij in quest' Isola e nella penisola di Italia gli elefanti gli ippopotami ed altrl animali asiatici ed africani mi- neralizzati sono, Clo non da' indizio che Sicilia Italia ed Africa formavano un di un continente e che i cateclismi del globo, dojjo aver devastate colle onde 11 nostro suolo e sepolto quasi quanto vegetava e vivea, tranne forse quel poco, che suUe cime degli alti monti salvossi, se- parato abbiano Sicilia dall' Italia e dall' Africa ? Vecchie SOi'RA A-t,CUNE OSSA FOSSIL! fyj tradizioni, auliche storic, le squarciature del monti e delle sponcle, gli angoli iiiterni cd esterni opposti, i sotniglianti terreai, le isolelle tra mezzo disperse, aununciano che uri di fu da lui diluvio inondata Sicilla, e separata da Italia e dall' Africa. Cio renderebbe lagione della geolo- gia, della geognosia, della mirieralogia di Sicilia, legherebbe r antica alia moderna zoologiaj e ci guiderebbe ad altre piu vetuste catastrofi, che le interne viscere del nostra suolo e piii antichi aoimali marini ivi sepolti appale- sano. Cio solo a rae di argomentare e coacessoj tocca a voi sapieutissimi Soci giudicarae e decidere. PARALEPIS HYALINUS I QUILCHE SCHrARIMEKTO DEL PROF. ANASTASIO COGGO DA MESSINi. SOCIO CORRISPONDENTE y, Pretetttato aW Accademia ti 5 agosto 1 836 Letlo nella tomata dea-] agosto dello stesto anno. i^t:oprIva il cKiarissiino Raphlaesqiie ne'mari dl Sicllla utt pesce, die forse ia Palermo addomandano Adduzzu im^ jfu-nali, 0 collocavalo nell' ordiae degU Esocidc, assonai- yliaudulo alia Sphirena. Faceaue allora il suo ganere Sudis, e dalla trasparenza del corpo appellavalo Sudis Hjalina, dandone una cortissltna descrlzione, ed uaa poco Iwdevole %ura. ( Vedi. Garatteri di alcuni nuovi generi tli aniinali e piaate della Sicilia. Gener. XLIV spec. l58< pag. 6o. Tav. i. fig. 2. Palermo 1810). >v -sq A me iritervenue di veder questo pesce per la prima' volta iiel magglo del i833, ma non avendolo potato atteutaiueiite disamiuare, tenni insin d' allora, che il genera 6udis potesse essere ammesso dagli Ittiologi. Noa po5- sedeva in quel tem[)o la grande opera dell' iiumortale Ga- vier,e del claarissim3 mio amico sig.Valencieanes (Histoire- natorelle dc-s poissons)j ma come prima veanerai aUe maai, tr«i»vai die quei due somrai giudicarono, essere il pesce,. «Iicdii traiiiuno, un vero Paralepis, che addomaadaroncj Jtii Ace Fol. XIII. 0 5o SUr> PARA.f.EP;S riYA.L!!^DS Paralepis Hyalinus (op. cit. Vol. 3." pag. 3i6). QuasLo lor giudizio per fermb ed aggiiistato che paresse, niiio- veami noadunanco iiell' animo alciiia diibljiezza: dappolche quei saplenti mai non vlder9 il pesce in dlscorso, facen- dosi par fino a dire, che « dans le cas ou en e!T;'t il « n' y en aurait point, ( e qiii intendono de' dend della « mascella siperiore ), il conviendrait de laisser subsister »« le genre Sudis etabli par ce naturallste ( Raphiacsquc ) « (op. cit. ibid. ) Oi'i avendo tivnto il deslro di pro- cacciarml irel maggio di questo anno ..tre. ., buUi individui del pesce in quistione, penso, c!ie a, darne una accurata e diligente descrizione, ed una esatta fignra, no andrebbe sgombrato ognl dubbio, ed anzi alia sclenza ne verr^!])be quella 'certezza, che in cosilTaLti stud! si conviena. Dice aduuque cheil genere Sudis debbe esser messo da bandaj perciocche al nostro pesce non mancano i , denti della' mascella superiore, e 1' ala Seconda dorsale, che pure a vedere, senibra adiposa, ; ha de' raggi pur mezzo, cIil; se non potei esattaniente noverare, ho potuto pero discernere agevolmenle. Per tutto questo. d' ora in avanti' scnza pnnto di- partirci dal giudizio de' due sommi ittiologi Francesi terrenio per vero Paralepis Hyalinu^ il pesce, dicche sanza frap- porre altro indugio ci facciamo a darne la descrizione. Il corpo di questo bellissirao Paralepis e allungato, fusiforme, alcun poco conipresso a' lati, nudo in tutto, eccetto nella regione soprascapolare, e lungo la linea late- rale, trasparente da far discernere le viscere, la colonna ■vertebrale, il cervello ed in qualche luogo anche i piccoU vasi. La sua lunghezza misurata dalla estremita del muso a quella dell' ala codale supeva di oltre a dieci vohe la lar- onAIiCnE BCHfARlME.XTO Si gH vz/.i ne'la 'Jire/;io;ife verlieile'VTelf^'^ ale p3ttoralij c la spessaz^.a aggiaglia la meta ddla larghezza. .....ILcapo e allungato, c'Jaeifdfrtle, campresso. La saa li|i;'ijz/.a tlalla e^trs'nirii d'l miso all' aagolo postsriore diiU! p;J2rcoio e di tre voka pid graaie dell' altezza io dire- zians yerticale delti ti'ica, ed e co:npreso nella luaghezza d' corpD p3r tre. volte piu il doppid circr djlla limgliazza dell' alii C3 laL', II SLi:) profib s'tpdrlore dlsoeiiJe fiiio alia ejtremita d A inis") alciii poo d'rjclive e va ad iucoatrare la estrainita del profilo iaferiore ii r[u4le ascende dolcemante. Dae solchi s^'orrorn sulla frontc, c^i ^ coagiungorisi in an angolo antcriorinsate, e divcrgoao n-illa parte posterlore. Uu solc3 pill aiiipio parte dalla iiaci, e proliiagaaJosi in avanti divldesi in due piu. piccoii,ch^ conglangonsi anterior-, in3ut3 ad angolo ac^iito, e nel m?zzo di essi elevasi uiia sottllo cirena. Dae altri solchi laterali partono dalla estre- laita.del m'JSo, e giungono -fioo lalle narlci. Le tniscelle sono alliingafe, la superiore non e estea- sibile. : La sua estrenita antcriore e troacata per ricevere in se la parte ascendente della inferlore. I mirgini della mascella inforiore soao in tutto formatl dallo intennascel- , lare, die scorre Inngo tutto il margins del mascellare,sorpas- sauiolo appeal, ed allargandosi alcaa poco in avanti. La jjiascella superiors e po3o piii langa d^Ua superiore, e_ nel s^ito anterlore incirca rivolgesi in alto, terjainando in una p;inta ossuta. Le due braccia di essa mascella nel margina inferiora si avvielnano per tiitta la loro lunghezza, e foraia^no una carena longitndinale, tagllente, cha sta tramizza £i dwR solchi laterali. DIscostandosi poi le due bracciei allargano, e rendono assai ampia 1' apertura delle branchie. La massimi apertura della bocca e eguale a due dia:netri djgliouclii, ma la sua articolazione rispoude SUL PARALEPIS HYALIMOS 5a verticalinente alcun poco indrietro del margine aiiterlore cli esso. La distanza de' due margin! suporiori delle orbite e ugiiale a' due terzi del diametro dagll occhi. Quest! sono rotondl, ed il loro contorno superiore tocca il mar- gine esterno del frontalo. I due terzi anteriore e poste-"^ riore del bulbo degU occhi son coperti da una mc'ml)rana ' densa trasparente, e 1' apertura di mezzo e allungata, ver- tlcale, e piii allargata nella parte superiore. II diametro'' degli occhi e alrjuanto meno del sesto della lungliezza ' del capo, e poco meno di due terzi delF altezza in dire- zione del diametro, verticale deir'occhio. La distanza compresa tra il margine anteriore dell' occhio e 1' estre- mita del muso e poco piii di tre diaraetri e un terzo deir occhio; e quella tra il margine posteriore di esso al- 1* angolo posteriore dello opercolo un diametro ed un terzo alio incirca. U sottorbitale prolungasi anteriormenle e termina ad angolo aciito poco discosto dalla estrerafta del muso: T altra parte discende obliquamente, passa sotto il margine dell' occhio dove ristringesi alqiianto, quindi ascendendo posteriormente va alcun poco allargaudosi. La superllcie del sottorbitale e segnata d' alcuni raggi obli- ■ qui. Tra V occhio ed il muso v' ha uno spazio triangolare, * V ricoperto da una membrana densa trasparente, ed e cir- ' coscritto anteriormente ed inferiormente dal margine p6- stico-superiore del sottorbitale anteriore, superiormente dal margine esterno del frontale, e posteriormente dal lembo anteriore dell' occhio. Le due narici rotondate, di cui I' anteriore e piii piccola, sono equidistant! dalla estre- mita del muso, e dal centro della pupilla. I dent! della mascella superiore sono piccolissimi, acuti, rivolti in dietro, in una sola serie, e scorrono lungo lutto il margine dello intermascellare. Tre deati iaeguali, sottili, acuti, incurvi QCALCBE .SCKUniM&NTO 53 lio^o iinpiantati sulla Gstre.aiti anteriore dl ciascun paIa-» titiu, e:L(i ^isi i due pDstcjrifJii soiio ni)''iU. Nju cleriti n^ asprezze yeggpusi iu sul vjiujre, ae sulla Uiigiia cIi' ^. stretta ed ottusa ra i i tiiljarcoli farlngei sano sparii. cli Hiiissiaie paate. Dj' doiiti Jo-lla msscelli iiiferiorft quei della sua estreiuita aateriore soao i piu piccoli, e m jbill. Alouu poco inilietro (L'lli curvatura della miscella ns s jrn gono de' piii graudi, (ortl, al juanto iiicurvi, aculi, coi inargiai taglieati i deriLollati: e deuti fissi sdiij tra se ilistlrici e tra mezzo di essi vo n' ha de' inabili, coatof-; mati come i priiui, corlcati, e rivolti coll' apiee poUtjrior- niiiQte. Ad ogui doiite mibile iie corrispoude uuo fiwqi nel lato opposLo. L' apurtura delle braucliia e ampii golare. 11^ pieojiercolo sale oljlitjaain^ute, terittina superiorjaiiite iu uu angolo rotondato, e nella parte iaferlore saldatl iu tutto coir iutiifo pjrcolo. L' op^rcolo, ed II subopar- colo distiuti per una .specie, dl sutura allargausi a modo di iiua traspaiGute laiulua, ed il margioe postfcriore e augolato* La. uiembraua biaacbialo noa sorpassa il margiae U.bero del pewi opercolari, ed i ciarglrii di essa ripiegaodosi aaterioo maote gli mv sugU aJLtrl cougiungousi ael terzo a.Uerlore ddUa CiiSceUa Iiiferiore. f raggi braacIiiaU sou?! soaill, laiuellari. Xie braccia delle ossa I)i-aQchiali sono iueguali, V orizzoutala c assai luugo I' ascendente riplegaas' iu avaati fonuiada utt augob, ed e coilissiino. La parte coicava degli arclii Ijrauchiall e sparsa di una serie di miautlisit'^e i^irxt^;, e" la. conyessa da una fcaogia di sottlli e rossi filamjati. Tro, o piattro graudi scjaame.alluugate, al<|'iattto rotoa- date alia estremita libera vestouo U regioue spprascapulara, e sossantotto iucirca, cbe gradatampute iiupiccoliscoao veR» la coda, &e ne contano luugo La liuea laterale, graqdt inegualiuente rotoudate, angolate, coa ua piccolo iofjjs- fcain^uto sulla base. L' osso scapolaxe asceade obliqua- AtU Acci Vol. KllL fo 54 STX T>J!RkLBPIS''ltrA-Mt«TS mente, tontleggla nell' angolo postlco-Infertbfe, ' ie 'nerpo-' stico-snpcriore termiua aciitamente. La linea laterale e retta, l' ano oblongo, sitii:!to nel terzo posteriore del corpo non compLSa T ala^corlaleV;'"; '■; ' ' ■''■\ ';"-^" *-; *'™ isxiji L' origine dcHa piitna'ala dorsale comsponde in diri4* zi6ne Ve'tiosld appena piu indietro dell' apice delle ven-' trail ed al tfrr.o posteriore del corpo, se iie togU 1' ala eodale. La iunghe/za della pr.imai doi^al'e e quasi ugualti^ a quella de'le veatrall, e 1' altez7a avaniza di poco la Iuut ghezza. 11 prirao jaggfo di essa e circa la meta del se- condo; gli altri decrescono in hinghezza gradatamentej i tre pritni soao serajilici, e tutti gU' altri bipaftiti. La seconda ala dovsale e densa, come adiposa, 6 discosta^ dalla prima per uno spazio eguale a quello, che si frap-! pone Ira 1' estremita del rauso ed il centro delle pupille,. La sua lungbezza agguaglla quella del priino raggio della' prima dorsate: e I'istreHa, appuntata all' apice, col mar- gine superiore alquanttf connesso e X inferipre alcun poco co'neavo: i taggi di essa distinguonsi appena, Le ale pel- torali sono triangolarij la loro maggior lunghezza e eguaPe alio spazib compreso tra la estreraitsi del miiso e il mar-' gine sinteriore dell' dcchio: i raggi superiori sono i pi6^' hinghi, e decrescono quiridi In lunghezza gradatamenteV le estreniila di essi sor^passano di molto la inerabrana. "* ).'i-:ir,Le ventrali sono situate alquanto in avanti della prima,, dorsalej la loro lunghezza e uguale alio spazio compreso tra la estremit^ posteriore dell' ala anale, e la base della eodale: son mblto ravvi6inate tra se nel punto di loro inserzione, ed hanno tramezzo una squanja allungata, che termina colla estremita libera in un' angolo acuto, I due primi raggi esteriori di esse sono semplici, quasi uguali, piii lunghi di tutti gli altri^ che sono ramosi. L' ala anale // /yC^. Lt . ^f//m/fW /^ ..^i C/ -C'-^t-t'i^Ce^ *^-^ iv^ ' ^^^-g^...^^^ .«^^ as4 ^^^^^, ^'^'i^t.-i^^ ^Sl^v'^ g (P ■ «s»^t^ ^ 'f-^i!^<3-z>-,,e^ •--^^ .s^-^J^^'i-ci^**, Ai.-<9~-r -^■^^^-^^ A- •.•UALCIIE SCiilARlMEtlTO 55 'ns-.ore dell' ala coilale e^ uoualp /^ M ^^^r I'inghezza q-irui circa delb lu. 'C ^ TrT^'T "^"'^^^ ^ 'I^^^^^- meno i marginal!. ^ '''"• ' "Sgi i essa soao ramosi, C. a?; MB. 7; '*' '^' '^' ^' 9' A. ^.• Tuuo i.uicro tjaesto pesce ^ crIstalHnr, T,. „ hannoil colore (Jeiriridecar-lnnrr ^ ™* ••"« gi^aace rale. L' ir£ e dofar. .71 -'' '^'-^^"'^ ^^"^ ^'"^^ I^^ dicclo: il se'.neato s.,n "^ ^"'^'^ *'"^^^"^«' «^«- renle, Le ale peTora uC"' I ''•"' ^"'''^^ ' ^---P*- si mostrano -rH L J^'r ^ "^'T'^'^^' P^^^'^ ^^^^'^ -I'iale e bianca co^e la t:.u ^" ^^ "^""^-^^^ ^^*«" poco^pi^d-t";^ i;!-"^' ^;i' ^' 'J--- <^ graade SPIEGAZio.NE DELLA TAVOtA ^. ParaUpis hyaUnus * «-'• a iJJHl \-xfS. „ -,1. .(> .^ .^J -"i iiv ^ ...I albb o.^. lb ''V^-«\^,SS . .^^l'^ -t lid b sisiiJ'* ;- /iTiu astrusi argornanti tlelle fisiche discipliiis non si liiuitano soltaiUo ail' esposizione delle nornie re- golatrici, e de' priiicipl, ma si estendoiio aneora all' ese- €ii7,io[i3 di cio die essa ha in mira. lo saro istancablle nella criruiiuiazlone delle rale assidae preinure. Abilitato diUe attrib uioni della inia carica ad umiliare appie del Real Tix>:io tiittocio die p'lo accresccre la prosperita del fedalissinii siidditi diil Kk iVostro Sigaore, io non cessero
  • ' ahe^L, »"^ ed i curiosi ad ^^ ^t""""' '=''« attira d7nl P "S"*"^' '" ^icilia nel -Q -• hapi'orto Alia groUa dugV Inglesi, antico ricovero de' vlaggiatorl sino al i8o4', in ciii Mario Genimellaro fabbrico il primo presso la ciina dell' etna un ricovero detto Graiissima, esistouo aricora molte iscrizioni incise nelle scorze dei faggi, e delle querce, ma assai diminuite in nuniero, per essere stati qaegU alberi, ed altri moltissinii di que' con- torni battuti al suolo dalla scure di quei pastori. Alta- meute meravlglioso e poi il prospetto che la SIcilia meri- dioniile oflfre a quel sito e se e soltanto sorpassato da qiiello che si scorge dal cratere, basta pero senza alcun dubbio a co.npansare la pena del viaggio. lo ho fatto gia redigere dall' ottlnio Ingegniere nostra accadeinico Gapitano Laazaiotti la distinta perizia della spesa abbisognevole per qaesta strada, e malgrado che si avvolge per luoghi abbastanza ardui,non richiede una soinina roaggiore di onze 3,820. La sua lunghezza sara di miglia iiove divisa in tre tratti, di cui il primo avra la lun- ghezza dl canne r,4oo, il secondo di i,goo, ed il terzo di 3ji8o. La pendenza di tutte le linee sara regolata se- condo le localitaj ma avuto riguardo alia differenza di livello de' due estremi dell' intera strada, la pendenza me- dia non eccedera il rapporto del 7 per 100 incirca, che iivra poi particolari variazioni ne' diversi tratti. La sua larghezza saxk di palipi a 2 nel due p'rimi tratti, e di palmi 20 nel terzo. Da questi rapidi cenni si puo argo- mentare che verra a sufficienza comoda, ed agevole. A totale compimento poi di un' opera cotantQ utile assai opportuno riuscira un fabbricato da innalzarsi presso la mentovata Grotta delle Gapre a ricovero de' passaggieri, con un grande spazio all' intorno per riposo e giravolta tkViQ carrozze. £ ia tal gulsa uoa avrem piu nulla da SULL\ IRRTGAZIONE DF.L SFMEta 69 ,ta, ben- cbe irregolarmente. A 1 3 setteinbre feci lo stesso cimanta su di uu altro triton^ del quale feci la Sgura. c./ar^^io il tentacolo riprodotto giungeva a tre iinee (Veai ia 112. Q al numero i ). 11 6 di settembre presi to mureX truncu'^S dellaf (1) Ho voluto sperimentare in mia casa su di questo anin.-Jc al oggetta( «]i couoscere per ijuanto tempo poteva mantenersi m vita privj ^i fuc-lunijue cibo, ed ho vedulo die piio restare nelF actjua marina p.?r }n •pr.rio di tre girimi, con la sola precaiuioae di cambiarla ogai giono. Ho voluto fare ua simile teutalivo con de' .ffurey, de Fuius de Centhiuin de Conus -A ho ot- teuiitu i me.lesimi risuliaiuenii, ami alcuni hanno vissuto un poco piu lunga- mente. Accortorai che uno de' laiei triton operali, tenuto per alquanto tempo ID mare, non ho alccin segno lii vita, lo trasporlai in mia ca^a, e dopo qual- che teiuiK) lo vidi comparire fiiori della conchiglia come 5e nulla avesse Sof- ferlu, i(uariiunnue nutrimento gli evessi SoiBluiautfato. Jui Ace. Fol. XIll, }5. 74 SULLA, U1PR0I)LZ,10.NE lunghezza di i4 a i8 linet; tagliai le loro leste, e sliap- pai i loro operculi. 11 I o ottobre ne ti'ovai otto vivi, cki quali sei aveano riprodotto i loro o])erculi, e qualtro aveano riprodotto la loro testa iusieiue co' tentacoli. Agli 1 1 settembre tagliai la troiuba ed i tentacoli di un conus della luugbezza di i4 Hnee. A di 8 ottobre lo visitai, e vidi, cbe usclva la sua nnova troiuba, ed i suoi tentaculij i sjuali erauo perfet- tameute somiglianti agli altri. Li 6 settembre feci la stessa operazione su due altri triton nodiferum e dei fusus lignanus, la quale ebbe lo stesso risultato delle prime. In prova delle mie osservazioni lio iuviato all' ac- cademia questi animali viventi, ed altri nell' alcool, clie corrisposero a quaato asserisco di aver osservato in qiie- sta breve niemoria. Sto faceudo delle altre esperienze, " le quali se mi riescono, mi faro un dovere di darne parte a cotesta ilUistre accademia. Se la mancanza di notizie relative all' obbietto di queste mie osservazioni, mi hanno fatto credere nuove le mie esperienze. voglio sperare che quando pure nol sieno, abbia ad essere compatita, trovandomi sfornita di tutti quei jRCzzi, che avrebbero potato rendermene certa. FISIOLOGICA E MEDICA DEL VILLAGESE DELL' ETN4 DELD«. GIUSEPPE-ANTONIO GALVAGNI Socio attivo, Segretario alla sezione delle scienze fisiche. B lt(«|»»« STORIA NATURALE FISIOLOGICA Letta nella tornata dei 2 a dicenibre i836. L" Homine ri' est point tsoU dans Id nature. Le sol et les eaux du pays "7" H habile., et f air qii' il respire sont autant dei conditions d' existence pour lui, et ces conditions sont tantot Javorables laiUot nu^ sibles, Hici, AuaEG.DES SC.UED.ittT.ToPOCRAPn^ Jjirigendo il peiislere alle regionl differenti del glo-« bo, ed unilicaQdoae il tutto come in vastisslma tavola, ; per abbracciarne e 1' universalita e il moltiplice insieme, .: a priino punto rilevansi le dissomiglianze che vi staiino diverse, le gradazioni e le differeuze infxQite, e le variety innuuicf e> oil che iiryfoudameflliC le disUDSoiiQ troppo,, .76 STOP.lA. FISIOLOGICO-MEDICA. VedesI chiaro che clasciiiia latltudine ha niarciu Jif- ferenziali a se propri, ha ogni clima la sua divisa dislinta, e in ciascuna zona la natuia e la natnra viva in ispecie, mette innanzi una fisionomia deterininala del tutto, e ileiie meraviglie peculiari e distinte.La vogetazione, clie sotta la linea equinoziale vigoreggia pomposa e la geografia bo- tanica di tutti qiiei hioglii, di gran lunga-si svaria di qiiella dell' algente cielo dei poli^ 1' aniinale vivenza e le faune delle meridionali contrade, differenziansi troppo di quelle delle regioni boreal!^ ogni paralalia un complesso parti- colare ci offiv di produzioni viveiiti, e la specie ottentotta, cafra, Golooibiana, a malgrado del cosmopolisnio dell' uonio e deir unita del genere umano, al tutto variando dall' iper- Loreana dalla scitica dalla japetica, ci porgono la iinmagine particolare e distinta del tratto del globo che abitano. Ma questi influssi potenti che in ogni zona moJifl- cano tanto e dominano quasi la intera natura, non ve- donsi solo in questi grandissimi trattij rilevanti difFerenze Biarcansi pure in una regione che serba circostanze fisiche peculiari differenti d' un altra die le si tiene vicina, e jnette in cliiaro F osservazion diligente che la postura I'e- sposizione ed il grado d' elevatezza del suolo, la sua fe- racita o la sua sterilezza, 1' asciuttore o la umidita sua, non che la fattura geognostica, le condizioni jneteoriche dell' aria, la natura dei cibi, il genere di vita e la specie di professione, sono potentissime cause attive per render ragione delle differenze dei caratteri fisici morali ed intel- lettuali, che si rinvengono fra gli uoniini di due regioui, che in vicinita troppo si stanno. K pero venni in voglia ed in proponlmento di stu- cllare gV influssj del suolo e del cielo etneo sul villaggesa DEL VlLLVr.ESE DELL ETN\ ^7 tlellc sue elevate giogale, rilevare I rajjporti che qucsto gica e di maschia e completa salute. La digestione gli assorljimenti 1' ematosi, che coi lavorl loro i materiali piu acconci mettono innanzi ad edificare e a rinnovare i tessuti con attiva potenza i loro^'uffici reggono. L' assiniilazione natridva che sta ia tntti gli organi a fondaraenlo priraiero dell' energia di sa- lute, con vigoria si esegnisce e con finitezza marchevole, e r intero organisnio cosj, rigoglio mostra e vegetaziona completa. Le funzioni di relazione i lore esercizi esercono l>ene, e le sensoriali e le loccjiotrici, e le intellettive (inanco: Gli atti della propagazione felici si mostriino negli effetti che ,51 promanan da essi, e la fecondita regna da ovunque uei flintorni del nionte. In somma da quanto rilevar ne po- trebbe una fngacissima indagine, le azioni funzionali del naturale del moute quella vigoria fisiologica mostrano, quel proporzionevole accordo, e quell' unita di prodotto, che sorge a sostegno della floridezza maggiore della vita del- V uomo. Se mettiamo mente in effetto ai prlmordiali fattori delie funzioni diverse, ed agU fitimolaoti ed agli organi, DEL ViLLAGKsE DELL ETNA. 79 U(» vieiie in palese die teiigoiio essl le piii vantaggievoli oi»riJizioui a coslituire la piu ferma salute, e la piu flo- ritla vegetazioiie aniinale. Che se a considerare s' imprende tlap|inma I'organico misto che si fa a sostegno delle azioni del tossuto, lie scende in aporto, clie gli eletnenti costi- tutivi dclla oiditiira organica, i iicrvi i vasi la cellnlare ed il tessuto proprio dell' organo, [)i\;sentano uniforme e pro- p;)rzionato svlldppo senza osIsLeie rpiella predorainanza di vigoiia organica in uno di qnosti pIuttosLocclie in altro; i tessuti il volnms e la massa diiiiostrano clie e piii confa- cavolc alio stalo normale, e stanno alP ordinario sitoj gli organi cavi presentano la naturale capacita senza mostrarsi n-; rislrotli ne ohliliterati ne in atresia; e la congrega de- gli apparecchi e degli organi da che assomnia l' organisuio finilo, lia tuitn le speciali nornie di fabbrica e di sim- mHtrica corrispondenza a sorreggere quello state di equi- libre Concordia che fonda e costituisce la salute fisiologica, L' attenzionu volgendo all' assienae esteriore della or- ditura dt-U' Etnicola degli alti villaggi, e all' armonia delle proiiorzioal che presenlano del sno corpo le parti, bene ri- ievasi che il sno organisnio non evulgando ne asimniettrie ne sqnilibri organic!, da i marchi di quella sodezza di co- struttnra, che inette base a finita salute. Che se l' altezza verticale del tutto poco o nulla nel generale sormonta la ordinaria taglia, lb sviluppo pero della faccia e del cra- nio, la largliezza come del torace cosi delle spalle, 1' esten- sione dei feinori, la formezza delle carni, la solidita delle DS§a, lo sviluppo dei muscoli, i rapporti di volume fra gli addominali e 1 inembri toracici, e fra tutti essi ed il /tronco forniscono luniinosissirae prove sulla potenza, sullo sviluppo, e sul concoide equilibrio dell' csercizio organico. J8o STOUIA IISIOLOOIGO-MEDIGA La siiniiieuria dci tessuti e degli organ! post! a do- stra e a sinistra della liuea niediana, la retliuuline- d«l racliis, e le sue curvature antero-posterlori cosi b^'ii df(i- nite, rilevauo cluaro l ossificazioue essere fisiologicadifnte avveimtaj la forma e la pro[>orzione del cranio, la lun- ghezza e il volume del collo, la sonoreita di tutte le parti toraciche, lo svilujipo e la cedevolezza del v„'ntre, la co- lorazion dei capolU & dsi peli, come dei leguuienti, la loro deiisita e la temperatura, la feriiiezza del tessuto cel- lulare 1' abbondanza del grasso relative all' eta cbe l' iiidi- viduo iudossa, rilevano di tulto punto quauto 1' intoro organismo dell' Etuicola delle alte giogaie abitate, sta pie- no di sodezza di costruttura di sviUippo di raacchiua di flnitezza di proporzioni. E feraiando lo sguardo a tuito il di f lorl die rlr- cuisce ed avvolge il Villaggese dell' Etna, studiandone con mcditazione profunda, e con vedute filosofidie gli agentl lisici e i inodificatori naturali, le condizioni d esistenza, e gl' ioflussi, die inducono agU abitanli del monte, per ogai, dove rilevasi chiaro die serbano essi tutti quei disiinti caratteii accoaci a sorreggere una pienezza di salute etl una vigoria d' organismo. L' atmosfera del monte, quel- i atmosfera die da ovunquj ci circnisce e c' investe ch© jiei vacui si addentra e nella compage degli organi nostri, e clie e il primordiale elemerito di funzioiii interessanti ei nioltiplici, e della i-espirazione palasemente, e della circo-* lazioue venosa e dell' assorbimento secondo Barry, l' at-« mosfera dell' Etua porge tuLti i marcbi della salabrita piii flnita. Un atmosfera impero clie si posa all' alto sito di niille Q di tre mila piedi siiianco sul maie, uq atmosfera pu-< DEL VILLAGKSC DKl.L KTNA 8 1 rissiiiii e sgombra di esalazioiii maleliche di ogni ragione e
  • nte secca 1' aria delle alte plaghe del monte, sfornita d' uini lore del tutto, e non mai presen- tanle una cosiituzione igroscopica, che debilita e atfievo- Jisce mai sempre, poiche all' igrometro orJiuariamente uoa Ml* Acoad. f^oh *Y///- t/^ >8la .STORIA J-JSIU^OGICU-MICDICA marca cKj pochissiiui giaJi, iaduce nella jiiatx-liiua viva una potenza organica pincdie luarchevole, e tiutl i tessiui e gli orgaui tutti i loro uflizi fisiologici i'aniK) con eccedeiite vigoriaj nei snoi vani sgoiiibra al tutto e iscevra di mia- smi di effluvi di qualunqiie sorta che s' eraanan dal suolo, poiche (juello ove essa si posa e terreno iuteramente viil- canico in vario grado d' alterainento, che non porge acque alia sua superficie, ne acque fangose paduli, o acque njar- cite, r aria del monle in suo seno non ascoude in latenza quelle micidiali per quanto inossei-vate potenze, che agenilo sempre sugli organi ne alterano la congrega norraale, ne peruirliano il funzionale esercizio, e cosi pIii a piii tra- Bintando la crasi fisiologica dei flnidi circohinti, e le con- dizioni dell' innervazione, deteriorano tanto la macchina viva e 1' assoggettano a gravissimi mali. Cosi sotto gl' influssi di un aere saluljerrinio tanto puris- siino secco le funzioni tulte dellEtnicoIa prosperano ollre ogni dire, e segnano una vigoria fisiologica molto mar- chevole e la digestione gli assorbimenti 1' assimilazion, jiutritiva, con attivita si eseguiscono e con singolar finitezza. Levandoci a dire alcun che sul potentissimo elet- trico che si grandemente concorre a metter cagione ad ogni ienoiueno dell' universale naturale e die influisce vie- Jiiolto negli esseri vivi alia produzione del fluido biotico, Eta esso in moltissima copia nell' alta atuiosfera che re- spira I' Etnlcola. Un assieme di condizioni moltiplici, che in quelle alte giogaie si aggrappano e 1' insigne eleva- tezza sul livello del mare, e il gran numero di coUine
  • l graade Dili VILLACBSE DKLl' ETIfA 83 viilcano, la cui vicinita non so qiianto serbasse di possa alia evoluzioa sua, faiino questo iinponderabile molto at- tivo -copioso possente in quelle regioni elevate. E di vero se le condizionl predette fanno figurare il fluido elettrico sebbene in proporzione equilibre nei vani atmosferici stasse, come intercssante modificatore della florida vita dei naturali dell' Etna, gli squilibramenti fre- tjiieiiti di questo iinponderabile come dai tuoni rilevasi, clie vi fanno un pauroso sentlre in ogni stagione, e dal saeltare spesso del cielo, e dall' istante passaggio dal se- reiio, al ctiperto, alia nebbia alia pioggia all' acquazoae, alia neve, alia grandine, e dall' assieme di moltissimi fe- ijoineiii nieteorici, mettono in lucida evidenza i cumuli grandi di esso nell' atmosfera che V Etnicola avvolge, e ia lucida evidenza mettono pure vantaggevoli influssi che questo iraponderabile sommo da agli abitanti di quivi, E i' iraponderabile magnetico alia vigoria dell' Etni- cola concorre forse si pure, che con pi'obabilismo in qual- che copia pure si sta nell' alta regione dell' Etna^ e quan- t.unqne privi fiuoggi d' osservazioni e d' esperienze siamo die sarebbero su cio a rischiararci, potrebbe 1' antedetto siipporsi, e per la colossale grandezza del monte, che fi- gura cotanto fra le eniinenti alture del globo, e per la iiatura ferrigna delle roccie pirogeniche, di che esso si fa, e per I' altivila incessante e possente di tanto maestoso vul- cauo, coudizloni vautaggevoli tutte all' evoluzione magne- tica, e a fissarne un intensita rimarchevole. '<■ La luce che medcslmamente aggrega nei suoi diversi rlcmenti l' azione degl' imponderabili tutti secondo i fisici i pill insij^ui del giorno,- quella lace che un ruolo cosi i^upo^lanle manticne sulla creaziouti degl' iudividui orga-^^ $Jj STOttlA FlSlOLOGICO-MKDJCA nici seniplici, secondo Priestley Tngenhouz Sennebier Fon- tana .loblot Degleiclien Needham Fray Bory, e die ha una relazione si intima e un cosi iinmediato rapporto, colle esislenze di tutti gli esseri vivl, abbondevole troppo ritroxasi, e per il suo sito montano, e per noii venirne di nulla Inipedita, e per la riflessione della colossale inon- tagna sovente iaibiancata di neve nell' alia regione abitata dell KtiiA. Non appena l' aurora Y oriente rosseggia che molto cbiaiore rlfl^Ltesi alle alte giogaie del moiite, e non si tosto il sole suir orizzonte si mostra che i stioi prirni raggi irragyiano di bello splendore le abitazioni moniagnose ele- vate, e cosi avvivando sempre 1' Etnlrola per tuite le ore del giorno degli ultinii suoi raggi ancora lo irraggia, qnantio all' occaso cadente va del nostri sguardi a privarsi e laddove il cittadinizzalo individiio mostra q lella pie- ghevolezza di carnagione quella dellcatezza, e quello sbia- daiTicnto di cute, per la inopia di luce che quivi per i' altezza delle fabbriche sempre vi sta, e per la sua di- xncra sempre al coperto, 1' Etnicola di torrenti di lluido lumlnoso irraggiatOjC dardeggiato dal sole,e per la postura dei siti che abita, e per starsi tutto il giorno all' aperto, forte di complessioae si vede, colorato, abbrunito, e vigo- roso di forme. E il calore di quest' alta regione abitata del monte, in apertissimo avvicendamento si mostra, e piucche mat in altro sito nelle differenti stagioni dell' anno. Elevatis- simo in luglio ed in agosto a tale di segnare il grado J 5 a6 27 28 della scala reamuriana, e molto maggiore di quelle della citta di Catania, perche non affievoiito iiel ^icyTno dal fresco giecale e aggraadito oltremodo d^6 DEi VILLACESS DELt/ ETNA.' 85 l-Iflessionii calorifiche che ernanansi da iin suolo nerlssimo e fosco, air ap;);irira dei verai si sbassa sino all' inio livello delLi gralua/^lona tennometrica, e nalle epoche di algsaza magglore, scencle spesso S[)asso alb zero, e talvolta si pure va oltremodo piii sotto di cjuesta linea stessa. Le stagioni mcdie di primavera e d' autunno mo- strano una teinporatura m ;zzana; ina e in esse a preferimento secondo il doiuinio divei-so dei vonti, in che la teinpera- tnra avviconda dagl' iini livelli ai pid aid nella guisa piii. strana, che in cortissiini spazi si trapassa da una teinpe- ratura piacevolc, a stempsratissiini caldi, o ad un' algente freddnraj pure assouiando la tein[)eratura di tutti i mesi deir anno e fissan lone il medio grado, potrebbe con as- seveianza afTinnarsi, che esclusa la stagion dei calori, ael inaggior tempo dell' anno regna in quei sili una tempe- ratura piuttosto frodJa che calJaj dappuicche fin dal mesa seltembre comiiiciando a senlirsi cola senso di freddo si jirosteiidono i rigori invernali di poi da novembre a tutto r aprile, ed e in maggio ed in giugno talvolta, che va a; statuirsi una versatile primavera sotto i domioi di procel- losi venti, di marchcvoli scjailibri elettrici, e di continua vicissitudini atmosferiche. Volgendo la mente a dire alcun che sulle me- teore tutte che nell' alia reglone abltata dell' Etna av- vengoDO, un sito cosi. elevato e sublime, che da ovun- que si fa, si circuisce e s' accerchia, di fondnre e da alture diverse, di vallicelle, di valli, di poggetti, di colli, di nionticclli, di monti, un sito cost pieno d' alberi d' o- gni nianiera, e cosi propiuquo ad estesissimi boschi, ua sito ove uiostrano cosi estesa potenza gl' imponderabili tutti, ^ r clcltrlco niassimamente, al sicuro dovrebbe esser quello JuiJccad.Vol.MIL *S 86 STORIA FIS10LOGICO-MEDiC4 ove i fenomeni meteoric i e numerosi e posseiiti osservar si dovrebbero. 1\ meltendoci al fatto, e a dir primamente delle me-« teore aquose, il cielo frequente tiensi coperto di mibi, e I'atmosfera di vapoii s' ingouibra,la pioggia or profusa ora poca, quando placida e procellosa sovente, e comune nel- r alta regione abitata del nionte; vi sono sempre piovosi gl' iaverni, ed ogni nube die forinasi spesso da vapore ri- mutandosi in fluido, scende in acqua alia terra^ i giorni di primavera sono aquidosi a nou loiitani intervalli e le piog- gerelle le aquerugiole le pioggie e gli acquazoni si pare, ia- terrompono spesso il sereoo di quella bella stagione dell'anno. L' esta non raramente da acqua, e se alcun anno si vede di assoluto asciuttore, clie mette tanto patire a qaei terrazzani per raancanza di acque sorgive, gli anni vi sono rnea rari in che piove o a rotta, o a rilento, a brevi intervalli sovente. L' autunno di poi e fecondo di piogge, che sul meriggio o suU' asserare quasi ogni giorno, ogni nube cola rimutasi in pioggia, e spesso 1' atraosfera s' in- fosca, e nugoloni neri vi sorgono che riversano acqua con tanta furia, che par che venga dalle grondaie, come rile- vasi chiaro delle pluviometrlche osservazioni fatte dal di- ligentissimo ed insigne Mario Geoimellaro in Nicolosi die e uno dei piu alti villaggi sui dossi del monte. Le nevi non sono infrequenti nell' alto abltato del monte; nei verni spesseggiano troppo sotto il soflio algente dei venti^ son tenere e molli e si riducono in acqua tan- tosto, ove che scendono sotto i sofli ventosi dell' ovestj ma sono a dir cosi secche, e agevolmente impietriscono e gelano, e si duran piu tempo, quando si formano sotto gl' influssi deli' estj e talvolta dopo le nevi cadute 1' atmo-^ ' fiEU VlLLiGESE DELI,' etna; 87 sfe.M purlfloasi ritraai'iillasl il clelo e sorgono luciJi glorai bjUi sereni seaza spiro veatoso di soLta, che calefanao e rattepiJiscoao V aere. IMa non pero e avvcniiueato siagolare oltremodo, che r aprile di primivera, il mjse ova di fiori il prato si smalta e di verdura rinverdisce e s' abbella la iatera cam- pagiia desse neve ia qui slti. E la granJiae noa e rara in tutte le stagioai dell' aano, e in priinavera e in autanao naassimainente, in clie le nubi aggregandosi in forma tein- poralesca, fulinlnaati e roraorose procelle poi danno, che mettono il guasto in ispazi stretti e a fiori, e alle frutta, e ai cainpi sativi, e ai vigneti. L' atmosfera degli alti abitati del rtionte e spess9 Spesso in movimento psranne, e pero i venti ia violenza fe in grade diverso vi doiniiiano con continaanza, e coa costanza costante. Nella stagione dell' autunno e dei verni spirano con solFi secchi ed algend, gli aquiloni molesti, con infliisso d' u;nidore signoreggiano anche l' inverno Test o levante e il nord-estj il ponente secco soventi doming pocoj ma imperversa mai sempre e potrebbe dirsi antesi- gnaiio costante di nevi nella stagione iemale, il maestrale o nord-ovestj e in generale e da evulgarsi che ogni spiro d' aria e in quella stagione rigoroso ed algente. La primavera presenta spesso gli utili soflfi del po- nente, e dijlla traoiontana, che portano cosi vantaggievoli eiretti, e agli alberi, e ai vigneti e alle piante, laddove r est e il nord-est, perch^ umidi, si mostrano cosi nocivi e malefici. II cuor della state vien reso bruciante talvolta dagli spiri calorosi dell' ovestj la notte inipero vi fauao venti piacevoli e freschi, e sempre a un di presso scende dairalto del inontc il raflrescanlissimo borea, che oe ri« 88 STORIA MilOLOGICO-MED CA 6orge a vita novella e che c\ dispone a pad fico sonno. Vo- desi adunqiie cosi che i venti vi possono e intollerabilmen- te talvolta in quelle posture montagnose, e non vi sono in- frequent-i i venti biirrascosi, quelli in forma di uragani e le bufere si pure, che dove menano il turbine schiantano ra- mi, gli alberi annosi fin dall' irao fondo divelgono, il tetto delle abitazioni portano in aria, e a longinqne distanze, e i villaggi in talguisa e le campagne disertano. E le meteore elettriche e le luminose meteore, sono an- cor frequent! snll' Etna, che sempre oltre il saettare del cielo, nelle procelle e nei temporali fulminanti, balena a secco e largamente la sera, che senza il pauroso sentire dei tuoni muove in tutti diletto di curiosarne il fenotneno E le bo- lidi e i globi di fuoco in isvariatissime guise e le stelle ca- denti, presaghe di serenita che scorroqo 1' atmosfera si osser- vano spesso sul monte. Cosi muovendo parola delle stagioni suU' Etna, sebbe- 'me gli estivi calori per ispazio breve riescono travagliosi e molesti, e sebbene le medie stagioni una qualche versatilita presentassero e nei verni medesiini le vicissitudini atniosferiche siano semjire frequenti, che travalicasi spesso dal serenq alle nebbie, alle acque, alle nevi, alle grandini, alle pro- cellose bufere, pare la temperatura generale tieae una certa costanza di freddo. Pero le azioni moltiplici di tutti I modificatori ante- detti tutte infine si adunano e metton capo verso il puntp jnedesimo, e sotto la prevalenza di cosi potentissimi in- flussi, degl' iinponderabili tutti e d' una freddura cosi deter- minata e costante, che in quelle alte regioni campeggia, gli organi acquistano vigore piu grande le azioni fisiologi- che si mostvaoo anive^ e 1' iiatero organisiuo si affortifica DEL VIT-LAGESE DELL* ETNA. 89 inolto, e assMine vigorosa e solkla tempraj le trasformazloni fliiino^e e cliilifere soiio istaiui e finite, la etnatosi del jliiidi clicolaiiti complela del tiuto, e domina in tal modo noir ccouomia viva dell' Etnicola, abbondevole copia di mate- riali assiinilahili e di iiutritivi principi. E preiidendo a dire alciin die swlla postura elevata che r Etnicola abita, sta essa fra il grado 82 e 33 di lon- gitudiiie, e 3^ e 38 di latitndine settentrionale^ ed elevasi da cin:{ueconto a mille e duecento piedi sul livello del mare. l)i esposizione aprica svelta del tutto, sotto ua cielo lucentissinio clilaro, posasi tutta sopra un piano piu, o nieno forteinente inclinato, poiche esso si fa di coUIne, di monticcUi, di monli, di valli, e di tutte quelle inegnaglianze marchevoli che presentare potrebbono i dossi di si alpestre ed acclive vulcano. La fattnra geognostica del suolo su cul si posa, e vidcanica al tutto, ma le roccie vi si mostrano in vario grado d' alteramento^ la parte meridionale e orientale, che puo dirsi 1' Etna antico presenta delle lave alterate oltre- inodo e decomposte in gran parte*, laddove 1' Etna mo* tleriio o I'Etna occidentale, e settentrionale ove di frequente ne;4ll ultiini teihpi hanno infuriato i fuochi del inonte, porge (Idle roccie vtdcaniche recenti con poca o senza altera- zione di sorta. Nondinianco tutto il suolo di questi alti villaggl e asciutto, arenoso, spugnoso, sicche non solo succia in un momeato la pioggia che si riversa dal cielo, ma traa-* ghiotlisce si pure le acqiie che scendon dall' alto, priacche per diritto corso s' avviino al basso. La potenza adunque d' un cosi elovatissimo sito, e d' un suolo cosi secco e spu- gnoso, induce ncgli abitanti di quivi profonde e duxate _^_ Jul Accad. Vol. XIII. 09 f)0 STOniA. FlSlOLOGrCO-MEDlCA impressioni saloltri die si fauno sentire in tutti i punci della macchina viva. E |ier6 dal tutto insieme potrebbesl dar dritta senten- za, e alia ricisa concludere, die circuito da cosi influssi felici tutto sorride al naturale del monte perdie la sua mac- diina lenesse e forza e vigoria somma, e sotlo il cielo del- I'Etna quiudi, e per i vividcanti inilnssi d' an aria die tiene nn complesso di cosi salutarl attriuuti, e per la prevalenza in ispecie delle condlzioni di siccita di freddura, e di sa- lubrita,e per esser niai sempre rinnovata e sominossa dai ven- ti, e per 1' azione degl' imponderabili tutti, e per 1' altezza ove si sta, e la fattura geognostica del snolo ove si posa, il villaggese dell' Etna vigoreggia di forze, e di salute fa poiiipa. Gli uffizi degli organi tutti dell' organismo viveule, si reggon con forza, con attivita,con vigorosa energia, e le fun- zioni di nutrizione in isjjecie, con fiuitezza s' esercono, e danno movenza a tutte quelle trasmutazioni fisiologlchs dei modificatori nutritivi che inducono poi quella salute- vole crasi del sangue, e quel vautaggioso complesso dei fluidi circolanti. L' azione si complicata della digestione, che mira alia conversipne dei cibi in sostanza novella, e la elaborazione diiraosa e cliilosa sono complete e finltej questa trasmutazione digestiva dei corpi alibili, cosi attiva e continua, senza interruzione fornisce al sistema sanguigno, e al vascolare torrente, materiali animalizzati abbondevoli a metter l)ase a rigogliosa nutrizione. L' ematosi dei flui- di circolanti si fa con pienezza di vigoria, e con tutta linitezza. 11 sangue questo fluido animatore, die tutti i tessuti redintegra soggiacendo ai lavori di nutrizione, e che uei vasi scorrendo sotto la forma di fluido potrebbe dirsi il rappresentante della materia orgaoica fissa, e di tutti i DEL VILLAGESE DELL ETNA. gi t;!>s-ati, vi si ve le abljoiKlovole,e ininifestn una rlcdiissliai complcssione. L' elaborazione nutritiva quell' azione arcana iiialecolaie che tieae all' essenza inedesiina dello stato di vita, porge un esercizio regolarj el atlivoj e cosi il vil- laggese del moiite noinpeggia di farze, lussureggia di vita, di salute dovizia, acpiista e si fa una costituzione vantag- gievole troppo, e mt?ita in mostra la vigoria la piu. forte. So in tal guisa l' Etuicola dilf3risce degl' individui dalle regioni polari dei Lapponi doi Sainoe li degli Ostiachi dei Sciuscki (r) i Gr»riaclii (2) i Glukagri (3) gli Esqui- iiiali (4) i Ranitschadali (ji) che sono dei piccioli uomiai mouihrutl apj)eua alti di quattro piedi, e a cosi dir rag- griocliiati per il rigore eccessivo di cllini cotali, se dit- ferisce cotanto dagli abitanti dei cieli equatoriali, se dista oltreniodo dai Barl)etti delle Alpi, dai Miqueleti dei Pire- nei dai Ligurlaui, dai Marsi degli Appenini, e dei Tiro- lefi che sono dei piccioli e corti individui, la maggior parte secchi, magrissiuii, attivi a saltellar sulle roccie come le capre, dilFerisce in alcua modo sibbene dei popoli com-' presi fra il 35 e 4^ grado di latitudine settentrionale, poiche un assleina di condlzioni cosi particolari che si riu- niscon sul monte danno all' abitante dei suoi alti dossi ua complesso di qualita e fisiche e morali e intellettuali di- verse vieraolto. L' Etnicola dell' alto abitato per la nutritura che sie- giie potrebbe dirsi a ben ragione polifago poiche usa le (i) Tschoutchi] (1) Koriaijiies (3) Joiikagrei (4) Esquimaai (5} &iu»tcli3dtilci. Q2 STORIA. FISIOLOGICO-MEDICA. cami come I vegetal! e le frutta. La dieta anlmale iia- pero, e la creofagia seguesl piii dagli agiali dei villaggi, e dai ricclii laddove la fitofagia a luttl i vlllerecci i boscai- iioli e ai viguaiuoli, die soiio il niiinero maggiore s'esteade, e iisansi con generalismo da questi i cibi flirinosi, i maci- laginosi, i zuccherini, e I vegetal! eccitant!*, ma trascendono raolto neir ordiiie pi-!ino dei c!bi, e mangiaao a tutta gola. e sempre ogiii g!orno le fabe p!acche i fag!aolI o I ceci, usano niolto del pane che ord!nariamente h di s!gra, tr!- tano !1 framento ed !1 friiinentone per farsene ziippa, tra- sniodano nell' usar de! lup!iu, e aliiaento clie loro tioppo attalenta e 1' agl!o e la c!polla che ad oltranza li inangiano e vanno in busca spesso di fmiglil, d! che tanto pnllnla tutta la regione nemorosa del inonte, e ne usano le specie tutte, e le velenose sinanco, che le accagionan lalvolta sinlstri accidenti. Nella stagion d' autunno divengono al tutto carpofagi e nutrisconsi quasi solo di frutta, ti'oppo ec- cedeudo negli usi delle uve, dei fichi, dei fichl inJiani, delle castagne delle noci delle pere delle raele delle susine e di quei tutli di cui tanto abbonda 1' Etna intero. K sotto\tale riguardo possono dirSi gli Etnicoli in molta parte e per alcun tempo crudivori e si avvicinano trojipo ai Fe- nicl (i) agli Egizi (2) ai Persiani (3) ai Greci (4) ai Ghi- nesi (5) e ad altre nazioni (6) anche dei nostri giorni che vivouo senza 1' use del fuoco. ^ ^-^— — f (i) Secondo Sanconiatoiie dans Eusebe Preparat. evangel, p. 34. (?.) Diod. Sicul. Biblioth. 1. i. (3) lianier Expl. del fables t. 3. p. lor. (4) Dio;l. 1. V. Plutarch. Morel, t. a. p. 86. (5) Marliii. Chin. t. I. p. 20. (6) Vitruv. Archil. 1. 11. Pompon. Mela Situs alb., pag. 296. Ilislor. gcuer des voyages t. n. P- 219. Horuius orig. amer 1. i, c. vin. 1. n. c. IX. Cherlevox. nouv. Francia torn. I, p. ^o. P. Gobiea Histoire des ilea laariancs Paris 1700. ia 12. ■BEL VILI/M.ESi: l>KI.L,' ETNi"' 9-^ Con taiito seinplice regune dietedco, che la ghiottO"^ neria si scoaosce cola,ne vi stanno famosi coltivatori del ven- tre, il Villaggese dellEtna in salute si prospera, la sua com- plessione s' iuvigorlsce di forte energia, e porge il sno fisico itnuiagine di floridezza finite. Cotali cibi comeche non avesseio inolta stimolahilita, e resti si tenessero un poCo a ricevere le trasfonnazioiii fisiologiclie di digestione, pure subendo un alterazione gastrica la piu corapleta, per la vi- gorla ventricolare dell' Etnicola, danno molta nutrltivita, c le funzioni liitte del naturale del monte avvengono con finitezza e con atliva azione. E qui cade In taglio il riflettere suUa potenza nutvitiva dei cibi ziiccherini,coglienda\dsi bell' argomento all' idea, che qiiesti una propiieta nutrltiva posseggbno, e die va al- quanto a ritroso dell' opinione di Magendie il quale non piegasi a teuer fede lo zucchero e tutti i corpl ove predo- luiua esso realnie;ite nutriro^ dappolcche la bassa gente del villaggi deir Etna neirautuuno per tre, mesi a un di presso,di sole iVutta si ciba privandosi ancora del vinoj e tuttavia e r autunno fra tutte le stagiofii dell' anno quella vieppiiX in c'li tai Villaggesi prosperano nella salute oltre ogni dire, e pompeggiano di vigoria fisiologlca. Mettendo a paraggio in tanto l' Etnicola cogli uoraini di tutte le parallolle e di tutte le zone riguardo alia nu- tcitura che tengono, sc gl' individui del cielo polare soao creofagi al lutto, quelli del cielo equatoriale fitofagi e in- teiamente carpofagi, e quelli delle medie zone consociano con teniperanza iu assieuie, questi due gcneri di cibazione, e in proporzioni diverse, secondo il grade di calore Q._di freddo, il verno o 1' esta, e qualche altra condizione di simil JtU Jccad. Fol. XUL £.6; Cf\ STORiA risrOT^O'^J'cn-Mi r>'r;\ nat»ira e in tal modo si ved )nooniiivonjseb:sog'i9 d?l gra-^sr) Hi baleria e del sevo cli veochla sujj;na di i^ )rco ai Lap- Dooi, ai Groelandesi, agl' Islandesi (i) a^l' [rocclipsi, e ai Caniidiani naturali dell' America st ttentrionale (2); del- r olio rancido e fetido d' orso marino ai Samoe li, agli Ostiachi e della came pesanle e coriacaa cli porco marino e del sant:;ne di foche die caldo caMo si bevono^ se b:- sogna Uella carne alio Svedese e all Aie.naniio^ del pane e noca carne al Franceses della jiolenia tiei macaroni e dei legumi airitaliano-, poco d'orzo e di riso al Levantim^e (p)nl- che fico e pochissiina gom na ara!)ica al Mauro e all' Abis- sinoj se i Persiani gli Egi^i sussistono di Jalteri di angaria, i Californiani usano il frntto del nopzl ::altus- i Brasiliani /' acaj-nu, i Peraviani e i Me!^sicaIli la taniocca ed i pomi di terra", e se gli Otomafjui sono Geofagi, che di terra argil- losa si cibano per mancanza di viveri;, e Piscivori o It- tiofagl I limitroll dei bacini e dei mari, ed Entomofagi ■ qli Arabi i Siri i Frigi gl' Indiani^ l' Etnicola serapre carpo- fago, sjjesso crudivoro,e piu fitofago che mangiatore di cariii, e sempre trascende nella rmtritdra sustanziale die delia si^ra dei legumi e del friimento si trae,a dillerenza dell' Asiatico che si nutrisce di riso, dell' Africano che si contenta tlel ciiscus e del mlglio, e del naturale d' America che vive del cibp pesante del raais. Un regime particolare e distinto rilevasi adunque pres- so le diverse razze umane dagli Esqulmali e i Ramtscha- dali viventi di pesci crudi e imputridili, in una stessa Iruogola coi loro cani, e beventi 1' olio rancido di baleaa. (1) Pechelin obs. phys. et med. pag. 58. Anderson Islanda p. a47- (2) Denys v°y*'S^c. XJtiii.p. 36a. Laffitcau Moeiirs des sauvag. t. 2.p.f)l, ''««,, e .,n reglne parted I'l'"'-' P^^^'^'^^i sorl nco SI vantato da Gocch; H ' t"" '^ '' '"^girae Pitaao- ;^;^^» nex sai nordici del do'.o n' ""^''"^ " ^^'-''^g^'- '« ^^.'«sso annaazi da Tyson Ant d '"^''^^ »»«« aaiaiale ^ ^'"^ «/aoqua plovana e I ''^"7"'^ ^^'^''^^^ del- ]''«^l^ara dull' uve. L'ac^ua di " ^^'^'■" '^^"^ ^' ^P-'e^e e si J^-^ qu^rzosf, e dalle roccfe di . '''"^^^"^ ^''^^''^ ^^ t«'- J^;vo,s,er e d'alpaatf G fal I df'' '""'^'^ ^ d«"- di -»e assai P'^r.! p,,^,.'^^;^,^^^J-^^^^ puo rlguardarsi - ^^ e poco pia ;,,,,,^ del r'acrtTn,'^^^ ^pen.naad si " '^"li'.'ie asciuga.al„i%, •' 'I''^^''' nversata dal cielod onn ^'» "-'di.;e tute' t^LX^"' 'ir'"^'"' '^ ^--^^o deSa o;,rco-Mi:DIcV mostra, e c' Insogna che i modificatori nalurall non nu- tritivi non concorron per nulla alle assiinilazioni degli or- gan!, cjie a liingo uso non ne fanno che deteriorare i tes- siiti, e aflievoliscono ancora e aniiientano la nutrlzione e inducono un manifesto marastno^ 1' azione del vino sul Villaggese dell' Etna si travolge in azione salntare niitri- tiva, e in gran quaiitita usato, e con pochi aliinenti sor- regge le forze, induce vigoria organica, e sempre a lungo andare palesa i niedesimi efFelti, senza osservarsi giamniai i malefici risultamenti dell' uso seguito degli stimolanti non nutritivi. Mettendo in calcolo le professioni come stimolanti funzlonali degli organi, di prime punto conoscesi che noa stanno suU' Etna quelle variate e moltiplici che la gente cittadina assume ed eserce, e che sia per la somraa azione in che mettono taluni organi, lasciando altri in mar- chevole inerzia, sia per i raateriali malefici die maneggiano, arrecano cosi detrimento notevole alia loro salute^ non ve- desi ivi la professione della meditazione e dello studio, in che mettesi tanto sbilancio nello assieme delle azioni or- ganiche, ed ove uno stato d' eccitazione cerebrale continua coesistendo coll' inerzia degli organi di nutrizione e di lo- cdmozione, spesso la vertigine induce, la ipocondria la follia la tisichezza le fisconie viscerali, e tutta la congerie dei mall che affligge la gente scienziata^ non vedevisi la professione di orologiaio e di gioelliere che in somma azione ponendo 1' organo solo di visione, mette cagione aU'amau- rosi, alle oftalmiti complesse e a tutti i cattivi risul-r tamenti che ne provengonoj non vedevisi la professione di cantore di oratore di suonatore di struraenti di fiato, in che venendo incessantemente irriiati gli organi vocali per il DBL VlLLAOESE DELL ETNA. JOt pulare oJ il cautare eccesslvo, turljando le funzioni del polinoiie per le ispirazioai eJ espirazioni pervertite, di liequente cagionano le laringiti l' afonia le pulnioniti I'a- nearisma le erniej non vedavlsi la professioiie di doratore dl metalli che maneggia anche il mercurio e che il tre- jnore inercuriale cagiona, ne vedonvisi tutte quelle molti- ])l!ci die la civilizazione {iiioltrata e il liisso eccessivo tnet- tono in vo;^a, raa solo vi stanno le professiooi di moto e quelle di j)astore, di boscaiuolo, di campereccio, di vi- gniiiiolo, di villico, vi si notau soltantoj tutte le persona agiate si dauiio sempre ad una vita attiva, mettentlo cura ai loro interessi, e gli arlisti, che ancora son pochi, in- terroiupono sempre gli esercizi della lore arte coi piacert delle cacce e col dilctti della cainpagna. E le donne dell' alta regione aijitata del monte seguono ancora uu attivissitna vita, dapnoicche oltre dl occuparsL inai sempre in casalingbi lavori che sono faticosi oltremodo, in molta parte divldono ancora cogli uomiai le nidi e Ian boriose fatiche dei vigneti dei boschi e del campi. Dair antedetto rilevasi adunque che il genere di vita,, che deir Etnicola seguesi e quello eve il sistema mil-' scolare e messo in gran movimento, ed e questo ap- punto quella sorta di vivere,. che vita attiva si appella.. Sconoscevisi ivi la vita sedentaria, e molto piii la vita oziosaj ne vi si osserva quell' abito e quella consaetudine di vivere; in che lo stomaco vien troppo stimolato dai cjbi ne quell' altro ove 1' apparacclxio genitale sede diviene di .somnio movimento. j Cosi Del naturale 'del monte tal gefnere di vita at-' tiva vieppiu le sue funzioni, ne aggrandisce la vigoria or- ganica, e la poteuza vitale, e reads assai forte maschi<^ Jtti Accad. Fol, XIII. 44 102 STOarA FlSlOlOGICO-MEDICA e robusto il sno congegno organico. E nel vero mettendo mente agli etTetti dell' esercizio, e della vita attiva nella macchina vivente rilsvasi chiaro, che essa ricondnce all'e- sterno le forze che nello stalo di riposo tendono a con- centrarsl mai sempre negli oi'gani interni, e ne fa una pid uguale partizione,accelera la circolazione, provoca le funzloni organiche della cute e la traspirazione in ispecie, aggran- disce la calorificazione, e attraveisa e ammiserlsce mai sempre la preeminenza del sistema nervoso cha e raalellca tanto agli esercizi d' una vigorosa e conipleta salute. Sotto la nrevalenza di raodificatori cosi potenti sa- lubri attivi che largisce il suolo eJ il cielo dell' Etna, e colle condizioni organiche premeatovate non puo non e- mergerne un esercizio funzionale oltremolo finito, e piena di vigoria fisiologica e di floridezza e rigoglio. E nel vero so prendonsi in esaine le fan/.ioni tatte dell' orginizaziorie" vivente e ciascun ordine parlicolariiiL'ntc, le nutritive eome qusile di relazione e di generazione, aperta neiUe si scerna che indossano tutte una vigoria funzionale ed una liuitezza negli uffizi loro. Tutti gli atti e tutti gli stadi della digestlone sono fa- clli prontissimi attivi. La elaborazione dei materiall a llmentizi, e le loro successive trasmutazioni fisiologiche, avvengono con vigoria e con finltezza marchevole. L' a- zione organica ventricolare, e i lavori della chiniosi danno laai sempre quel misto vantaggievole tanto alio stato fisio-p logico, ne mai vi si notano le degenerazioni acide, che inolestauo la gente cittadina , e che sono i rudiinenti primieri d' uoa e»tuva crasi del saogue. L' azione intesti- DEL VlLLVcfeSE HELL* ETXA Io3 naL." trassero, che sebbene procere e in alcun mo lo elevata, poco differenziasi e dista dal- V or.iiiiaiia altezza, alquanti se ne Irovano pure che indos- saii^ nuu corj)ulen/a gigantesca, ed \\n erculea robustezza. Rilf\.in.->i a preferimento cotal! nella classe dei pastori, dei Jlti Jccatl. Jul. XIIL ^4 JIO STOP.IX FISIOLOGICO-MEmCA toscaiuoli, cho freqiientano e stanziano sempre nelle ne- morose regioni, anzlche presso i vignaiuoli e i camperecci, die ai lavori si occnpano del vlgnetl e del cainpi. Di corpo largo e quadrate, e sempre di florida e bella salute segnan 1' altezza di circa sei piedi parigini e s' assoinigliano niolto nella nostra Europa agli abitanti della Polonia della Li- vonia deir Ukrania della Prussia, comeche distano dai Chiliani e dai Patagoni clie passano per i piu gran corpi, e i piii vigorosi della specie uinana. Cos! la legge di progressione costante osservata mai sempre, che partendo dai siti ove il fi'eddo e assai inode- rato, per noa opporsi per nulla alia liljera cr-iscenza del corpo, e discendendo la scala dei climi nuri iioaali, sino a quelli avvicinati vieppiti della linea equatoriale la sta- tura umana diininiiisce sensibilniente, cosicche in quel con- torni aveano supposto gli anticlii i loro ti'ogloJiti, i loro pigmei, piccioli uomini disseccati, e accorciali d.ii fuochi concentrati del solej la legge di progressione costaiite, viene a violarsi suU' Etna per 1' assieme delle circoslanze locali del colossale suo corpo, seBbene questa eminente montagna, in una latitudine stasse piuttosto calorosa che freiKla. E la longevita osservasi in qualch'e modo sul monte e vedonsi taltini decrepiti passare il secolo, molti trascor- rere 1' epoca nonagenaria, e moltissimi per non dir tutti pervenire all' ottantesimo anno. Prendendo a descrivere adunque nel generalismo la effigie deir Etnicola, e come illazion conclusiva del qui antedetto, potrebbe assentirsi, che il Villagese dell' alta re- gione abitata dai monte, e fornito di complessione ferma e d' ua misto temperamento, che nella macchina sua i si- stemi fondamentali e gli organi tutti, uguale grado d'** DBL VILLAGKSE DELL ETNA' III zione presentano e mostra una statiira piuttosto vantaggiosa che media e un esuberante corpulenza. Le parti del suo organismo, seinpre eccedenti in gran- digia, indossano delle proporzioni e degli sviluppi perfetti; le sue articolazioni sono cedevoli, rUevali i suoi muscoli, e ipersviliippati d' alquanto , la sua pelle e colorita le attitndini sue evulgano la soUdila di sua macchina le attivita degll organi locoinotod sono incessanti, e lungL di torpir nei riposi neUe fatiche trova piacere e diletto, che molle di sudore e spessevolte di pioggia, non si sente gravato dalle graudi fatiche ccftitiaue che ogni glorno vi dura. Slegue una regola esatta nel suo rogima e dai rei appetlii liiirisl svestito dalle vogUe disconcie, e da tutto il gran fascio delle terrene capIJita, che il cittadino brama ed anela, refocllla le foize plu. fiate ia un giurno, quando ai lavori caiiaperecci sta addetto, ma non prende il suo pranzo sempre frugale che nelle ore di sera. I suoi aU- meati soao in gran parte tirati dal regno vegelale, e noa Tnangia che rare volte la carne*, beve del vino, ma sco- nosce del tutto i liquori spiritosi, il calTe gli aromi di- versi e la varieta nioltiforrae delle stimolanti bevaale; non da covso ai capricci dt;l gusto, m trascorre alia crapula, all' in- temperanza nei pranzi, alle consuetudini d'un libero gozzovi- gliarc, e agU abusi di ogui maniera del coadiiuenti inoltij)licij tutto glorno sta aJdelto alle rurali fatiche, che perche vigoroso con piacjnteria se in occupa. Djrine ore otto e se- guen lo la legge fisica della nalura si adagia ai sonni coins le tenehre sceujon sul globo, e sveglia^l e i lavori rlj)igliit come albeggia T aurora, temp^raute nju te:ii;; le laa- lattie^ robusto non svigorisce e tiene co:ne a diletto U tfivagUy, ci)raggioso ei ijupavido, uon. scoraggia auai lia STORIA FJSIOLOGICO-MEDICA disprezza i pciiicoli^ di allegro e festevol morale con una sereiiita di peiisieri sempre costante preiide saviainente la fortuna el il mondo come le viene e senza alterazione di sorta. Ecco il Villaggese dt-H' Etna seeondo la natura e la lisiologia. L' assieme delle azioni del suol tessuti si avvicina a quel tipo d' eqnilibrio die indica la inisura del tono che gli orgaiii debbono avere per atleinpiere gli ullizi loio con liriitezza mirabiie, e si avvicina cosi a q lell' assiene equi- libre di fiinzioaaie essrcizio che fonda e costiluisce il b^Uo ideale della salute. " lii iseorcio la iininagine e qiiesta o direl meglio la idea deiia Storia Naturale Igiologica dell' Etnicola d.-lf alta regioue abitata del moiite, e dei beiisficl influssi di quel saluberriino clima, che variauo e si distiiigouo taiuo da quei delle regioni ime e dei bassi cantoni del inaesto Vul- earjo. Cosi se uua fisionoinia naturale esclusivamente con- viene a ciascnua zona, come ad ogni qnalunque isolato in- diviJuo, una certa fisionomia particolare e distinta, si com|)ete all' alta regione abitata, dell' Etna", e questo carat- lere locale della natura, che fa dire natura di Svezia, e eielo d' Italia, potrebbe dirsi ancora per 1' Etna, che la natura ha ancora sul monte, il suo carattere locale come dai marchi e dai caratteri differenziali rilevasi che gli abi- tauti presentano di quelle elevate giogaie. Un complesso di tanti pregi elevano 1' Etna abitato e tutti i villaggi della sua alta regione che ivi si stanno dair altezza di aoo piedl sino a 3ooo pledi sopra il li- Velio del mare a stupenda rinomanza di salubrita, da farlo reputare 1' emporio della salute, come lo e di naturali do- vizie, e da farlo riporre nel novero dei gioghi piu salubri dd glcdjo, e fra qaelli dell' Arcadia, dell' Olimpo, del t)EL VILLAGESE DELL ETNA Il3 ViiUese, e d' altreltali piii celebrati e piii insigiii. E peio con Virey jwtrobbe concludersi, che tale e 1 uuijio siilla terra in mezzo alle sue innumerovoli pro- tluziorii, divenute la sua inesauribile eredita. Se egU e il doniinalore di tutte esse a un di presso, e cosi egli mo- diflcato piu o raeno dall' uso di tutte, comunicaadogli di- versamente alcun che della lore particolare natura. L' aria, il suolo, il calore, la freddura, il giorno, la notte, la carne di quadrupede, di pesce, la fecola dei cereali, il frutto zuccheriuo delle palme, il liipiore fenaentato della uve, o r infuso delle foglie del te, i vestinienti di seta, o i tessuti di cotone e di lana, tutto vi muta, eccita, ral- lenta, altera ancora, il concerto delle sue fauzionij e se noi consideriamo pure che tali piani fertili soqo propri air agricoltura, alia vita civilizzata, laddove taW catena arida di monti o cotale deserto di sabbie o d rocce, noa possono nutrire che delle tribii erranti o dei ponoli selvaggij che le rive pescose, le isole degli arcifelaghi, portano ad una vita commerciante e raaritiraa libera, agi- tata come le tempeste e le oade, compreiiderein noi come r uomo non e sulla terra che cio che l' ha fatto la natura stabilisce secoado essa le sue istituzioni, modifica le sue leggi secondo le condizioni ove essa lo situa, prova le affezioni endemiche circoscritte ir. ciascun luogo, ha diversi generi di sanita, come di malatti^;^ se traversa una zona per abitarne un altra, e sempre fo"zato di accUraarsi o soc- combere, e questa pianta umana aa dovuto esser forraata la piu flessibile la piu molle la pii variabile, di tutte le altre produzioni del globo, per naturalizzarsi cosi univer- ialmente alia superficie del nostro pianeta (i). (i) Virey Dictionnaire des sciences Medicalsi UU Geographic Mcdisal*. Atti Accad. p^ol, XIIL a 5 A T T I G I O E N I A DI SCIENZE NATURALI .VOLUME Xm. — SEJIESTRE a." SULTERRENO BELLA PIANA DI GATAMA Letto nsllu sedutn ordinaria del 19. Gennaro iQZn. DAL SOCIO rnoFESSORE CARLO GEMMELLARO \j?L vasta pi.inura cono?ciLUa softo il noma di Piand di Catania, non e clie la parte piu bassa dell' esteso ba- cino idrografico del fiuine Simeto, il piu grande fra tutti quelli clie scorroao in Sicilia. Dal versante raeridionale delle alte montagne di Caronia derivano le principali sua fond, che riunlte in un sol letto presso Bronte prendono il nome di quel fiume. Fra Centorbe ed Aderno, e nel feudo appunto di Aragona viene ad unirsl a questo fiume il Salso, detto Cimarosa, ( cyanosurus ) proveniente esso .pure in parte dalle montagne di Caronia, ma che riceve ancbe le acqne di quelle di Nicosia e di Troina. Fian- cheggia il Simeto le falde occidentali dell' Etna, sino a Paternoj da indi in poi scorre, descrivendo quasi uti seniicercbio, per mezzo alia plana di Catania. A cinque niiglia circa prima di sboccare in mare accoglie le ac({«e tlel Dittaino, ed un migllo e mezzo piii in basso quelle del Gurnalonga. 11 primo di questi fluuii deriva da Le- ■onforle c da Assaro, cd (i . ingrossato in inverno dalle Am Accad. rol. Xfll. 26 Il8 CENKO GliOLOGlCO arqne rle versanti orientall di quelle montagne, noii die di quelle settentrionali di Srnlpello, Judica, e Torcisi;, (*), ed II Gurnalonga pi'oviene dalle montagne di Caltagiroue, Raiaacca ed Aidone^ poco ricevendo dal versanle settea- trionale della catena Ihlea. Accresciuto nella inassa dalle acque di qiiesti tre fiumi scorre placido in ainpio letto per piu di tre miglia immezzo la hassa pianura sino alia sua foce, die si apre quasi nel centre del golfo di Catania. La estesa superficie della Plana e circoscritta da una serie di coUine die la circondano per tre lati, restando limitata dal mare per quello solo di ievante, I colli delle terreforti di Catania e della Motta sino a Paterno le stanno per tramontana: quelle meridionali di Centorbe, colle orlen- tali di Torcisi e di Ramacca formano il suo lirnite occi- dentale, e quelle di Gallura, Carmito, Castellana, SIgona, Bagnara, Galenno e Primosole, ne costituiscono il meri- dionale. Dando quindici miglia per uno a' due lati di set- tentrlone e di mezzo glorno, secondo le plii accurate carte geografiche, ed otto a quelli di occidente ed oriente, I'a- rea della Piqna di Catania viene a resultare di cento venti miglia quadrate. Questa pianura manca poco ad esser perfettamente orlzontale: se non clie un leggiero scaglione presenta a qual- che distanza dal piede delle colllne circostanti che gli va in- torno quasi paralleloj e da qui in poi con insenslbile in- clinazione scende sino alia riva del mare. 11 letto del Si- meto, e quelli de' due fiumi DIttaino e Gurnalonga, for- niano la sezlone naturale del terreao di cui e formata, e (') Parlando delle montagae noi comprenderemo sotto il loio nome anche tutte le braccia e It basse coUioe che vi apparteogoao. SLLLA PIA.NA DX CA,T\N1A II9 (Idle -iialificaiiitMii niiiaerosu ilu; ue palesano la struttura* PriMiileiiilo acl ossurvaie lu sjjoude del Dittaino iiella parte ])iu alia (liAIa Pinna, taiito viiol dire a Fondaco miovo, l)rosso la CalUira, si coiitano sino a dicclolto inanifeste stra- lificazloni, die poco una dall' altra dificrlscoasi, e possono jidiirsi ad uua argilla mista di areiiaria selciosa e calcarea, a resti di vegetabili, ed a piccoli ciottolini di varia aa- tiira: ed essa ha sempre p3r base in ogni strato una stri- scia pill o meiio deasa di ciottoli rotolati, di varia gran- dezza, apparteneud per lo pin al gres, al cidcario secon- dario e ter/iurio, alia selce focaja ed al diaspro. Fra tutta qiiesta (juantita di ciottoli che occupano la parte piu bassa di ogni stratificazioue, non osservasi che rarissiiiie volte qualche hlocco, essendo,, quasi senza ec- cezlone, tntti rotolati e saiussali negli angoli e negli spigoli inegolari, e ridotti in massima parte alia figura rotondata. jLe stratificazioni superiori sono sempre piu cariche di ter- riccio, a misura che si accostano alia superllcie del suolo, generalmente sempre coltivato nella Plana di Catania. Mancano a poco a poco di numero le stratificazioni come questo flume si va accostando al Simeto: ma esse pero sono piu potenti, e piii cariche di materiale argil- loso ed arenarlo: ed all' iacontro gli strati di ciottoli di- vengono gradatamente piu sottili. Le sponde del Gurnalonga sono meno cariche di ciot- toli, e le stratificazioni vi si osservano piu argillose, e pid .potenti: per cui alia stessa altezza in cui il Dittaino ne presenta qualtordeci, il Gurnalonga noa ne ofTre piii di sette o otto ben manlfoste. Come si va accostando al Si- meto le sponde del Gurnalonga sono state scavate, artifi- ^iahuente, in linee rette per opera di Pietro Galletti Ve- ^ovo di Catania, il quale volcndo riparare ai danni ca-- 120 CE.N«0 GtOLOCiCO ^ionali da' qnesto fiume, clie quasi in ofjni anno Irailpanflo dfiHantico lelto inondava le vicine caaipagne, fece scavare d;^gli ainpi canali, ne' qiiall imbocato nna volta il ihiuio, vi stahili fl' allora in poi suo letto, elargandovi le sponJe e scavandone II fondo. Le riviere del fiume Sinieto, dacclie dopo di avor lasclato Patenio, entra nella piana di Catania, ofFrono moke vaiieta di altezza, di naLiira e di struttura^ ampio, serpeg- giante e vario e il sue letto sino alia Giarretta, le rive souo distantissime una dall' altra, ad uno spazloso terreno resta a' fianclii del fiume di qua e di la die porta il no- iiie di dn'^dla. Queste da^ale in tempo di plene vengono spesso inundate intieramenlej ma incostante nel suo oorso ii fiume ora lascia*^ una da^nla in una sponda per moltis- slmi anni, ora la t'oglie di nnovo, e vi stabiiisce il sno lettoj ora si alloatana da una sponda per avvicinarsi alia opposta clie rode nella base e fa cadere in frane, e se:i)- pre poi va lasciando nelle darrah i ciottoli di ogni gran- dezza, che sino a quel punto faclhnente trasciua seco. Dalla Giarretta in poi, verso levante, il letto del Si- jneto e piu ristrettO e pin profondo, e le iXagale vi sono pia rare e di poca estensione. Siccome pero il snolo della Piaiin^ come piu si approsslma al mare, va diminuendo di altezza cosi le sponde del fiume sono gradatamenle meno altej e verso il luogo del tragitto, detto harca di Catania, sono cosi basse che facilraente il fitinie vi traripa nelle piene, come arriva quasi in ogni anno, alle prime piogge autunnali. Imperciocche trovandosi in esta molto ridotta ia massa delle acque del Simeto, e per conseguenza rig- }j;ettando il mare contro la sua foce 1' arena del fondo, vi la una specie di argine sottomarino, il quale impedisce a j>rima giuata il libero passaggio alle acque del fiume nelle SILL\ PI ANA DI CATANIA I2l Jii-ime pienc di aiitnnno, e non trovando queste niolto alte Je sjionde iiella bassa Pinna di Catania traripano facilraente, ed inondano gran tratto delle limitrofe campagne. Di varia natura e il leneno per cni scoronno le acque .\ CENNO OKOf.OGlCO Si b. 'ii sopra notalo clic qiie^li strati sono coraposti di ciottoll lotolali, d' argilla inisla a.1 areuaria, ciottolini, tritii'iiie calcareo, vesti di vcgelabili e terriccio^ e quest! materiali van eangiando di natnra a seconda de terrenni da ciil provengono: perleche nelle basse pianure presso Aderuo, Paterno e parte della Pinna, fra i materiali di gres, argilla e terriccio trovansi de' tritiimi, e rotolati pezzi di rocce vulcaniche, die dalle correnti piu prossime vi ven" gono trascinate nelle alluvion!, dalle falde dell' Etna^ in quelli pero fra Centorbe, Torcisi e Palagonia i ciottoli di gres, di calcario secondario ed areaario, e di marne sono piii abondanti. Nella parte piu interna della Pi'ana di Catania, nulla si scopre nel piu profondo letto de' fiumi, che ad un de- poslto marino si possa riferire; pero dalla barca di Catania sino al mare I' arena marina scorgesi occupare il basso delle spoude, ed il terreno alluviale si va a grado a grado cumulando sopra di quella. Ed invero ad una djstanza di quindlci miglia dal mare, ancorche dar non si voglla al fiume che scorre piu di mezz' oncia a canna di inclina- zione, cioe trenta palmi a miglio, il piu basso del letto del Dittaino, p. e. & fondaco nuovo resta sempre palmi iSo. sopra il livello del mare, e per conseguenza 1' antica spiaggia marina non puo per nulla osservarsi. Ma presso all' attuale lido dd mare e facile lo sco- prire la sabbia sotto i pochi strati delle sopravvenute de- posizioni aliuviali, essendo essa molto alta a causa delle dune che van formandosi sempre lungo la spiaggia, prima che le alluvioni giungessero a depositarvi i materiali argillosi i ciottoli, il terriccio e simili. Anlichissime sono le dune che si frappongono fra il mare ed il terreno coltivato di Vill'al- legra ed Ar^na di Catania, al di qua del fiume Sinaeto, SULLA. riANA. Dl Ci^XAMlA.' laS c fr;i il mire e Vaccarlzzo al dl laj eppure II miteriale (Ji alltivioue no:i e gluato a coprirnj cho piccioUssiiua por- zioae clal lato occideatale. Per cui abbenche sia chiaro die il mire occupasse una volta tutto 1' attuale sito della Plana, avraa dovuto scori-ere paro bea de' secoli, prima che si fosse all' altuale liaea rltirato . Voleiido noi tentare di venire a questo calcolo, ab- biarao miUe dillicoUa a suparare; noa e anzi da stupire che di molte non potrenimo sbrigarci del tatto. Gli ele- meati sopra di ciil potessero stabilirsi i nostri argomenti sarebber le somina de' materiali trasportati dalle allavioni alia spiaggia del mare, o da partlcolari torreati, o dal fiuine Sitnsto: ma per istabilirae approssimativaoiente i dati blsogaerebba sapersi l.° La qnantita di pioggia ca- diita sopra I,i siiperficie degU elevati terreni d' onde trag- gono origine i torreati . ed i fiunii cli^ avraa dovuto tra- sciuare i materiali ia mare, a." La qualita di queste piog- ge, ossia il grado di violenza coa cui sono cadute, perche egli e naturale il comprendere che la stessa quaatita ca- diUa a piccole e diuturne pioggerelle, noa produrri mai rui- nosi torrent! , flgli delle piogge dirotte, e soao queste esclu^ sivamente che traggon seco piu quanllta di materiale strap- pato dalla superllcie dal suolo. 3.° La qualiti de' terreai sopra de' quali e caduta la pioggia, ed il rapporto di loro cstensione fra 1' uuo e 1' altro: che vario e senipre 1' effetto delle piogge sia per la natura delle rocce, ora bibule, ora sciolte, ora resistentij sia per la forma dclla superllcie ora plaoa, ora moatuosa, ora alpestre ora agcvole 4'° La pro- porzione de' terreni boschivi ed iucolti coa quella de' ter- reni coltivati: e di questi stessi la dlstiuzione in colti- vati a cereali, a vigne, e simili, 5." II vario fondo del male ove sono andati adepositare i l,rasport-iti piateriftlij Ani Accai, FoL X///, ' -^n, 125 CENNO GEOtOGICO imperciocch^ lung!iJssImo tempo deve scorrerie in effetto prima die questi jwateriali si cumulassero in tanta quan- tita da rienipire il fpndo del mare, e far figura di spjaggia j fid oltre a cio la jrjcertezza sulla possibile ineguaglianza del suolo di questo foudo sara sempre un forte ostacolo al calcolo, il meno approssimativo che si voglia, 6,° nella Plana di Catauia poi e essenzialissima la considerazione del pronto evaporamento delle acque, a causa del clima e deir aperta sua superficle; poclii sono in fatti gli anni iQ cui Don si desideri la pioggia, non che abondante, nja suf- ficiente appena all' aliniento 4elle piante cereali, che sole qui si cokivano. Per tanto la somnja difficolta di stabillre quest! dati, per mianqanza di una Junga serie di osservazioni raeteoro- Joglche, geografiche e geognostiche ml ha fatto rinunziare a seguire un calcolo approssimativo basato sopra mere sup* posizioni, ed incertissimo per conseguenzaj e mi sono di-^ relto pill tosto a de' dati, i quali abbencbe rjon fossero certa- inente sicuri, ajttese le sopracennate dIfEeolta che militano per ogni qualunque argomento di probabilita, hanno tuttavia tin tal qual fondamepto di arjalogia da non meltersi ia non cale, Nel iSSa, regqando Carlo V. imperatore si fab- bricarono intorno al Jittorale dell' Isola ed a determinati punti alcune stanze di guardia dette Galitte o Garite perche non venisse sorpresa dalF aggresso subitaneo dei pirati che tanto infestavano i marj in allora. IXella spiaggia del golfo di Citania, per mancanza di solido terreno, si fabricarono quests stanze di guardia sopra le dune, che come si e detto, stanno fra il mare ed il terreno poltivato. Queste dune percio esistevano belle e formate pel i552, e dovevano essere lontane bastantemente dal mare, per due sssioniii la pwqaa si e che il mare nelle forti tempeste SLLLA riANA DI CATANIA ta^ spinge le sue onde, dllatandole su quest! spiaggia, sino a ciiiqiianta canne da dove ordinariameate battej e quindi le ceiinate stanze dovevano essere a cluquanta canne al meno dal mare di alloraj la seconda si e che non si pos- sooo fonnare delle dune se noa esiste un ampia spiaggia di arene seccbe ed abbandonate, sopra di cui agendo il vento vada a formare di qua e di la de' monticelli cono^ sciuti souo quel nome. Per consegiienza le dune ove stanno fabbricate le garite, fan conoscere che in tempo della loro costruzione il mare vi stava ad una signiflcante distaazaj oggi ne e lontano canne l3o. II principjo delle dune dall' attuale linea del mare nella spiaggia dista presso a poco di un medio di canne 42; e qualche frazione di palmi^ e volendo anche supporre che il mare ivi bateva nel i552 abbiamo che la spiaggia da queir anno sino al i836, spazio di anni a84» e cresciuta Idi canne quarantadue: d' onde resufterebbe che essa v* crescendo in ogni anno di un palmo e '^,. ' Presso al Vivajo di Blscari pero ove viene a scaricarsl il torrente della Limoslna, che trasporta dclla sabbia, dalle colline di gres ed argilla di una parte delle terre forti di Catania, la spiaggia cresce di piu; e nella curva che essa descrive dalla sciara di Blscari alia foce del SImeto, si osserva che presto al muro raeridionale del Vivajo, la spiaggia si avanza sulla curva con una mnves^ita che sporge circa canne quattro. I dati dell' accrescimento qui variano, perclie irattasi della foce di un torrente; ma volendo noi met- terlo anche in calcolo, ed unirne i resultamenti, a quelli del prinio date, abbiamo da una mano, che se nel 178S il mora battcva sul termine occidentale del muro del vi- vajo, ove sono fabbricati alcuni sedili dalla parte del pas- saggio interno: ^ resto del muro essendo fabbiicatQ a crude? T?.8 CENNO CEOLOGICO suU' antica spiaggia: come si licava da quel die ne dlsse r ingegoiere Zhara (Piano del molo); qnesta distanza inoggi dal mare attuale e di canne 44 circa: (*) tanto vuol dire essere cresciuta In anni cinquarit'uno, canne 44? ossia a palml ^ 5*1 i'^ ognl annoj ma questa misura e incertissima non potendosi veramente stabilire qnale si era il vero principio della spiaggia nel 1785, avendo il Zhara detto in generale del muro del Vivajoj ed abbiamo dall' altra mano, che nel 1806 il mare giungeva al principio di levante del prinio sedile di detto muro, ed oggi ne resta distante canne tredici circa: per questo dato la spiaggia e cresciuta di palml 3 ^^ in ognl anno*, finalmente nel i83o il mare lambiva una data pietra.di lava, da me segnata, di antica scogliera di quel muro, che oggi e lontana dal mare stesso canne due e palmi quallro, lo che dimostra che in sei aani la spiaggia e cresciuta di palmi 3 |i in ogni anno, Questa ineguaglianza dl dati dimostra che il magglore o minor trasporto de' materlali di questo torrente dipende da tutte le circostanze di sopra enumerate, e quindi non si potra mai asserire con certezza il vero accresclmento della spiaggia ove sbocca. Ma lasclando da parte tutta la esatezza che richledono i calcoli sul medio che ogn' una di queste misure ci darebbe, e volendo ^nche contbndere il parziale accresclmento della foce dl an torrente situato appunto neir angolo che forma la spiaggia coUa sciara del >Tivajo di Biscari, con quello piu lento di tutta la estesa curva del nostro littorale di arena, avremo che col medio de' quattro dati di sopra riferiti, verra a corrispondere a (*) Si caplsce, clie e difficile il misurar con preclsione la distanza in una Sfiaggia «ve il mare npn batte sempre sulla stessa linea. SULLA PIANA DI CATANrA! la^ l);iliiil 3 — «, per ogni anno Y accrescinaenio della spiaggia del golfo di Catania. Per crescere quindl di cento can- ne avran doviito passare anni 266: e perche la spiaggia j?iungesse all' attuale punta della sciara di Biscari, che ne e lontana canne aSo, vi abbisogneranno per consegaenza anni 665. Or se da questo calcolo volessimo noi dedurre quanto tempo sia scorso perche 1' attuale pianura formata si fosse nel luogo die ocupato esser doveva dal mare una volta, e che oggi Plana di Catania si appclla, troveremo in pri- ma che per formarsi uno strato di palrai sei di arena, ( qual' e per \ appunto 1' altezza della spiaggia attuale al principio delle dune, sopra di cui abbiamo poggialo il uostro argomento) , per il tratto di un miglio, avran do- vuto scorrere 1870 anni: e conseguentemeute per miglia quindici, che e presso a poco la lunghezza della Plana passar dovevano non meno di 28,o5o anni. Ma sarebbe egli da starsi a tali calcoli, in geologia ? Vorremmo noi prescrivere un limite alia potenza de' feno-" meni naturali ? L' attuale accrescimento della spiaggia del golfo di Catania ci fara credere che sempre con egual proporzione si sia verificato quello di tutta la Plana'i E noi non abbiamo calcolato che 1' accrescimento di uno strato di soli palmi sei d' altezza: cosa resulterebbe mal se andas- slmo calcolando tutto il materiale che nel principio della pianura, come si e delto ascender deve a palmi i5o? Aui Accad. Vol. XIIL sg l3o CENNO GEor.OGlCO Ginfessiamo piuttosto, che rutto qnello che volesse stabilirsi col calcolo ne' fenomeni geologic!, non sarebbe che iputesi. La natura, ancorclie osservato avesse sein- pre le leggi stesse ctie oggi sono in vigore ne' suoi feno- meni, non le ha seguito pero sempre con ugnale energia, ne possiamo conchiudere clie c}L'bl)a ngnabnente in futuro seguirle. La crosta (Jel globo presenta tali inegnagllanze, e tali varieta di superficie clie non possono altrinienti spie- garsi che ammettendo grandiose I'ivolnzioni del globo. La Plana di Catania, clie secondo i nostri calcoli non poteva ibrmarsi in meno di 28 mila anni, sara stata forse 1' ef- fetto di un sol Cataclismo, clie avesse prodotto lo sbocco di tante successive alluvioni per quanti sono i diiFerenti strati di materiali di cui si compone. Col lento progresso de' fenomeni attuali non si dara mai ragione di quelle grandi rivoluzioai del globo, che costarono un solo istante al supremo Autore dell' universe. Quanto si fosse poi il materlale che il Simeto depo- slta in ogni anno in mare; quanto quello che vi vien tri- butato da' torrenti non potra mai, ne anche approssimati- vamente calcolarsi, 1 ." senza la perfetta conoscenza de' ter- reni, (come abbiam detto, e che giova ripetere) , da dove i materiali son tratti dalle acqne, da cui soltanto potrebbe dedursi quale si fosse la probabile quantita che giunge In mare, quale quella che si sparge sopra le planure, e quale quella che si va arrestando nell' ampio letto del SIraetoj a.° Senza una lunga serie di osservazioni meteorologiche istuuite in vari punti del bacino idrografico, per ottenete il medio della pioggia che cade in ogni anno e dell' eva^ porazione rispettiva. 3.° senza gli idraulici esperimentl sulla varia portata de' flumi nelle diverse stagloni dell'an- no, e finalmente senza mille ricerche particolari iadisp«a^ sv^^.^ PIA^'A ni cataxia i3i sabili pei'clie il calcolo abbla un' apparenza alineno cU approssiinazioiie. Qiiello clie nol possiam conchliidere per ora in una vista geologica, della Plana fli Catania si e, che essa c da capo a fonilo un terreno alluviale, stabilito nclla parlc piii inteina del golfo che oggi di Catania si appella, co' mate- riali di grandi alluvioni da principio, e che graJatainente e cresciuto poscia sino al punto in cui a' glorni nostri si osserva, per mezzo de' lorrenti e do' fiumi del bacino idro- grafico del Simetoj e che il suo accrescimento da 284 anni a quesla parte, per quanto da alcuni dati appros* simaiivainente puo dedursi, non e stato che di palmi tre» circa, in ogni anoo* NELL' ORGANISMO INTROMESSO E SUI SIN'GOLARI FENOMEXI I.VDOTTI MEMORIA DEI. SOTTOH GIUSEPPE ANTONIO GALVAGNI Socio ATTIVO SEGnETAEIO ALL4 SEZro:(K DELLE SClENZG riSlCHB Letta nella iornala d*i }<)'gennah 1337 f iomeche numerossisimi slano i falti di corpi estr*- nei neir organisino adJeatrati, e del piii curiosi e straor- dioari piene ne vanno le opare di Villars Scheack Four- tnier, e gU arcliivi e i giorn.iU di Cllnica msdica, 9 co!n3che pur io una Mainoria su tanto argomento negli anaali Gioeni (i) avessi eviilgato, pure ogai ca'so con- genere che nel campo dell' ossjrvazioae si coglie, svaiie- voli iramaglai vestea Io seinpre, e peregrine singolarita, molto va puuzecebiaodo I'atteuzione del ^leiico, onde ne (l) Su di due infermira accagiinate da corpi rslranei adJentrati nell'orgs- Atamo e venule a buon fioe per la loro ef,u' ORr.YNISVlO INTROMESSO 1 35 vo ritorno, sempre mostrando il morbo la slessa forma siotomatica, un tumore videsi di volume di Una noce alia regione dei lombi, che senza dar mutanza di colore alia pelle sovraimposta, molestava 1' egroto per solo senso d' addoloramento. E fattane un esplorazione ce- rusica iteratam,ente, fnvvi chi per cisti lo tenne, chi per tnmore freddo che dovea suppnrare, e chi per tumore scrofulare, e pero si diede di inano via via ai topici rlso- lutivi, ai narcotici, e poi i suppuiativi esclusivaiijente si usarono. Ma non era scaduto V ottavo giorno della manife- stazione primiera che il tumore dopo aver porto piu segni del lavorio pnogenico, aprissi da se, e pntidissime mircie venne fuori dapprima, e poscia per entro di esso un corpo estraneo videsi sito in triiverso che presssi per osso di pesce ma che poi meglio riosservandosi e niesso fuori per una spiga di frtimento riconobbesi come pure io vidi dei grani manchevole di che suolsi investire, che preseatava a un di presso la langhezza di pollici quattro. Tuttavia l« ioaojagini di cosi proteiforme raorbo rifi- well' ORGANISMO JNTROMliSSO iZj nate non erano, die se il tunioie dopo aver dato non parco, gocciainento marcioso venne a fine all' ottavo di siio ap- j)ariniento, segnavasi gia il di venlisotte ne pure II inorbo mettea fine al suo corso* che anzi' sempreppiii peregrine forme vestendo e semliianze sintomatiche strane viemolto ai nicdlci il cervello facca lanibiccare, e agli astanti stra- grande nieraviglia niuovea", dappoiche al dissipar del tu- more la piressia pur susseguendo a rilento per lo lasso di ffuindici gibrni, si vide a tal epoca ingigantirsi di guisa che rese l' infcrmo alle uUinie agonie. Miravasi esso profondaniente letargico, e agitato da convulsioni con iairaniessa di poco intervallo, e tiitto co- sparso di freddi sudori, e quasiche senza polsi, qnando data opera, alle potenti rivulsioni, e alle indicazioni pia eroiche, e vedeudo tutto senza ellicacia, che anzi piii il morbo asperavasi, si congedo come perduto. Dopo tre giorni di cosi lagriraevole stato, ove sem- brava ciascun momento linfausta fine avvenirne, un vomito di raarcie manifestasi abbondevole troppo, che avea sof- focato r infermo, ed una diarrea puogenica medesinia- menle, che continuatisi poco men d' un giorno senza in- cessanza, via via scemaron di poi, e ricondussero salute al fanciulloj che non molto guari disparsa la febbre e tutto il slntomatismo a che s' aggregava, si svesti dal marasmo in che era caduto, e in non lunghi spazi presento nuova- mente le forme di florida nutrizione e di salute completa. Prendendo a dichiarare la proteiforme congerie dei saminentovati fenomeni, e la mutua successione come I'un r altro seguivansi, e da recarsi innanzi 1' idea, che il tran- gugiato estraneo muovendo in regioni dell' organisnio di- vei-se, era cagione di tutte le turbazioni morbose, e che la spiga venuta nello stomaco aprissi via traverse le sue AtU Accad. f^al. XIII . 3i 1 38 'SOPRA tjN ESTP.ANEO . pareli, e nclV aildomine cadde, ove nei vani cellulosl muo- vemlo alia rcgione dei lombi mano jiiaiio perveone d'onde poi venne ftiori. E di vero se ]irendesi conto di tutte le manifesta- zioni fenomeniche che si vestiron dal niorbo, e da con- venirne con sicurla sempre, esser I'Estraneo che I fenomeni di sofTocazione produsse, e le lipotiniie, e il sincopizzar deir egroto, allorche nelU istmo della gola ingolfandosi correa timore di dar giii nella laringe, esser I'Esiraneo al ventri- colo sceso che accagiono la forma sintomatica d' una fehbre gastrjca initativa, i punzechlanienli venlricolari piesi di verminazione ad effetto, e la gastrorragia traumatica, il cui sangue venue fuori, e per la bocca, e per il retto, e le niarcie che ne vennero poi, ed esser I'Estraneo an- cora che indusse nei lombi il tumore eliminatore da ove poi aprissi via, E cogliesi pur di tal fatto bella conferma all' idea, che il sintomatismo dei morbi menoche promanarsi del tutto dalla diversita delle cause, dalla varia orditura degli organi prende ancora cagione e dalle svarievoli funzioni specifiche da loro indossate^ e die una causa stessa dif- ferenle fenomenalismo produce, come mette sede e indi- versi organi, e in tessuti diversi^ che se all' istmo della gola la imqiagine di sofTocazione indusse interessando il laringe, nei ventricolo ad una gastrite a forme di gastri- cita diede cagione, e nelle cellulare ad una flemmazia flemmonosa fenomeno cola tanlo ordlnario. E qui svegliando la mente a considerazioni di piii elevato argoraento, potrebbesi con verisimiglianza assentire, che le lesioni fisiche dei tessuti, comeche gravi e positive si fossero, e significazioni fenomeniche aprissero pericolose
  • bene da violent! cause indotte, lo sono direi cosi per la prima volia, ove gli organ! passano dallo stato saiio alio stato luorboso tantosto. E di vero nei vnal! gravi da cause dinamiche ef- fetto, r azioiie still' organo del naovente occasionale, die determina la manifestazione niorbosa potrebbe in qualche modo siniigliars! alia sopravvegnenza a una nialaltia lieve in un tessuto, ove da fondo un posltivo giiasto organico, rilevandos! cliiaro die se nel tessuto da cronicismo affievo- lito ed invaso, una snperficlalo turbazione trascorre cola appicandos! al terniine il plu sinistio, ncgli organ! in lunga imminenza patologica sibbene, una dejjole causa occasio- nale porge incentivo a gravissimo niorbo. E pero ove yogliasi metter richianio gngU effetti or- gaiiici, sulle mutazioni di nutrizione, sulle alterazioni di contestura, die la llevole nia lunga azione di cause dina- miche, in un organo crea per metterli indi a confronto cogli effetti nieramente fisici, e coUe lesion! meccanlche, che un agente yulqerante v' induce, onde ferraar la ragione del felice esito di queste jtalvolta, e dell' infausta fine di quelle, con probabilismo m'avviso clie la lesione organica nel mail per causa dinamica, serba a diritto la ragione del peri- colo del morbo, che non che la lesione fisica, e niera- mente meecaoleaj dappoicche la prima da fondo nell' ima base de\l' organica compage, ed agisce dire! cosi per intu- suscepzione sull' organo, e la seconda agisce all' infuori, e si iiniita a manomettere solo le piii grand! fibre del tes- suto^ quella da fondo forse uella massa intera dell' organo, e questa si circoscrive unicamente a qiiei punti ove 1' a- gente fisico agi, h dinamica infine a rilento e lieve lieve minando i lavori organici arcani dell' assimilazione, di- well' ORCANfSMO INTROMESSd l4l spone il tessiito cosi a manifestare svarievoll e pcrlcolose reazioiii all' azione di lievissima causa, die come la scin- tilla ne tira T incendio, e la causa fisica interessando mec- canicatnente un organo del tutto sauo non ha valenzia seinpre di vincere la forza di conservazione vltale e cosi iudurre la distruzioue e del tessuto e dell' intero indlviduo. Di che viene che i patologistl a ragione e sempre e ovunque, il pericolo d' un morbo riposero raeglio nelle disposizioni iisiologiche e patologiche degV individui come degli organi, che nel grado d' azione delle cause morbose. E qui un valore assegnare volendo al terraine predisposi- zione morbosa, bisogna seguire Y idea che la fa consistere in una mutazione nell' intima contestuva avvenuta e nelle crasi dei lluidi, e nelle coadizioni del solidi, e nei poteri vital! degU orgaai, dietro ua cangiamento del lavorio nu- tritive, potendosi marcare una graduazione ed una scala ascendente sibbene, fra predisposizione lisiologica, e pato- logica, che si difFeriscon solo nel grado, quantunque gli effetti siano gU stessi, e la natura intima ancora (i). Cosi tenendo fine su tanto argomento mettiarao in- nanzi le idee evulgate coll* accento del solo probabilismo e del dubbioj dappolcche se b proposto sublime dei la- vori scientifici, la scoperta dei fatti-principi sarebbe avviarci a ritroso del retto fdosofare, oveche si elevassero a leggi general! del vivente organismo le indnzioai che poche os- servaziooi e pochi fatti ci danno. E pero metteado insieme le deduzioni che sorgono dall' antedetto, e poco piu studiaado i fatti dei corpi Estra- (i) Sorreggecdo siSatti principi non ci scostiamo dalla Teorica che Uffl' JOette Ic prcdiiposiiioni che prendono genesi d? cauie specifiche. Atti Accad. Vol.. Kill. 3i 14^ SOPRA UN ESTRANKO Del nell' organlsmo intromessi, e facendo sempre del nuovl dovizia, potrebbe tenersi per fermo, che apriranno essi campo vastissimo di stupende indagini e dl profonde me- ditazioni al Medico filosofo, ove viemeglio stenebrar si potrebbe, 1' intrinseco della predisposizione morbosa, la sua possente influenza nei morbi, e il disagevole come Van iavorandosi nell' ima r otnpage degli organi, i seuiiiu del nosU'i malorif S©'^E4 4^®ir®i tut Tt DI ANATOMIA E FISIOLOGIA VEGETAIiE MEMORIA 1/ SULl'dMORE CRISTALLINO NELLE FOGLIE SEMINALl DEILE PlANTE. Del Socio Corrispondente P. FRANCESCO TORNABENE CASINESE Letta nella seduta ordinana del a3febbraro iSSj. JI presenle perlodo dellc naturall sclenzft comecche a ckssificar non solo gU obbletti si versi, ma per gli aiuti della filosofia trascendente e della analisi con plii levatezza ed acurae nell' esporre la struttura interna, le fuuzioni orga- niche e comparative si avanzi, ed addentri, e mio pen- samento, lUustri Consocl, unir serapre lo studio dell' amena Botanica coll' apprendiniento sevcro dell' Anatomia, e Fi- siologia Vegetale, la quale se mal non mi oppongo, allora piu agevole si rende tornarla a vantaggio ed utile altrui per 1 lumi die sparge suU' agronomia, e 1' arte salutare. I progressi in fatto che puo vantar la Botanica, 1' epoche cioe di suo perfezionaiuento sempre luroao accompagnate l44 NELLB fOGLlE 8E11JNALI dalle ossei'vazioni pii\ acute, e dallo studio dell' Anatomia, e Fisiologia Vegetale (i). Aristotile jiresentando nuovo aspctto alle umane cono- scenze a' suoi di delle piante a dlletto, e della loro struttura tiene discorso; ma a Teofrasto doljbiamo i priini germi deir una, e 1' altra scienza presso i greci^ inentre il La- zio conta nei suoi priiui fasti Gatone Varrone Plinio e Columella, i qiiali 1' agronomla alia fltologia consociando delle funzioni che tra i vegetali avvengono resero laude- volmente conlezza; quando il siculo Dioscoride, i nostri Apulejo Valente e Flacco i pregiudicl dell' et^ loro vin- cendo e 1' ignoranza de' lempl spaisero lumi, di die gli arabi Mensue Rhasis Avicenaa ed Averroe poterono pri^ mi giovarsi. Appo queir epoca i progress! della Botanies, Anato- mia e Fisiologia Vegetale al par di tutt' altre naturali scienze s' animutiscono, e tacciono; fiache le fazzioni cessate alia tarbarie la civilezza succede, ed il ferro della guerra saU lontana dalle contrade europee: pertanto il secolo decimo sesto apparisce, e lo scettro posto all' ombra della pace piii arnica rigogliose le scienze si mostrano, e la Botanica coltivata con felici successi da Brunfelsius Gesnero Fu- schio Lonicero Dodoneo Bauhiao Gesalpinio, la Notoniia e Fisiologia Vegetale vanto i Dodart Grew Malpighi e Dedu, che primi senza tema d' inciarnpo o di fallo le vie alio studio interno accurato micrpscopico delle piante se-! (i) M. Liok conojce i prinji scrittori nel secolo XVI. d' Anatomia e Fi- siologia "Vegetale, sicche nascente questo braaco di naturale sapere viea giudi- cando; Ann. du Museum, v. 19. fogl. 307. ma le scienze d' osseryazioni, e inicroscopiche anco piu derivano come tutte altre |dalla piii remota antichita: abbeiiclie tenui sieoo i primi sforzi ota per k uaacaaia degli $(ruiaenti| ei pra pei^ r iiuttitodiiite df <9>^TaW« SILL u.\iORi; cnibT\LLiNo 145 gaaroiio. Robinio StapsHo Morisom e Capaiil iiel settiino tleciino secolo il sisteini BjUuico sapra piu salle iacoii- cnsse fon;Iainjnta asso.lau lo, cedcvain) ai Millingtoa Gx- mejuorari VVall)aiiiu Kiiiglit la c.)roiia dell' oiiorc il serto del priiaato nolle scoverU', e lui sisle;ul dello studio, clie r orgauismo vegetale p/esenta. Mi gia i J)dlein i due Tusslei I GjOilVoy i ValUiiit i B )erli;iavt; si injsti-aiio sal teatfo sciuntirico, ed i D iliaiul la nalura disvelana, e la costituzione degli albjii: la statica la potenza le furze dellij piaute con roitei'ate oss3fva,^LOiu Hiles dispiega alia letteraria repubblica. Questi della chiiuica e doUa flsica sp^riinsiitile utile traea lo e vautaggio, otteiiuero maz^i piCi pronti, risultati piu certi per lo scuoprlineiito di nuovi feiioin;ui cli.) nella vita vegetale si veggoiu: essi apriroao niiova via piu ivtto seutiero additarono, oade l' arte djlla cultura, e gl' iugegni curiosi, e'filosoli attendessero piu sagaceuiente a questi ainenissliui studi. AUora l' eruditis- siino ed elocjueiitissiuio BulFon co aparve, [' iagegnoso Boa- net fu allora, che le piu brlUanti descrizioai, le piu oc- culte, e profonde ricerche venue a capo eseguire. Da quel tempo r iramortale Linneo portava bel ballo dalle idej di Teofrasto sulla fecondazioue delle piante, cone Virgilio dal fuino di Ennio, nuovo metodo rivoluzioue novella col slstema sessuale alia Botauica, quaa lo Loewenhoek arin.\- va il suo microscopio Ilill scuoprlva il soario, e la veglla delle piante, e decomponeva la corteccta dell albero: e s il grato e svariato feraoineno della florescenza A iains Trevv Corti Spallanzani Foutana Lu hvig Jussieu M irray scio* privano quanto la natura avea siu allora velato;, Prietiey conoscendo il vitale principio dell' aria spiegava il secreto della respirazione, e traspirazione dell' eibej Senebier final- Jlti Accad. Vol. XUL 23 "l46 NELLE FOGLlE SEMIiN,\-L[ meiite qiiesio geiiio nel 1751 e 1800 sail' Anatoniia e Fisio- logia Vegetale ci die 1' opera piu completa slii allora e perfetta: tiUlo da lui e all' esame sottoposto, il nettarlo ed ii seme, il fasto e le foglie, i vasi ed i loro liiifatici ninori descritti esaininati scomposti ne' loro chlmici agenti. Sul comiiiclar del secolo deciinonono dovrei alia lumiriosa comparsa dei Lamark Heriter De-CandoUe Hoffman Tar- gloni Savi Hnmbolt' Guillemin Brogiiiart portare pIu a mi- mito r aiialisi per mostrare come quest' uomini insigai iiuovi lumi conoscenze piii esatte piii belle ed irapor- tanti scoverte airecando alia Botanica, abbian dato mezzo alle opere trascendenti di Hedwig Mirbel Relcbel Gaertner Lancry Daubenton Tollard Treviranus Comparetti Sprengel ed alia fin fine di Schultz di Buzareingnes del Linck Datro- cliet Rudolfi Corratlori Raspail Mohl Slack e doU' imraortale Turpin^ ma la dottrina voStra Consoci, pu6 agevolmente sup- plire al sJlenzio die la brevita della materia m' impone: siami permesso solo cennare che vista sul ilir del presente se- colo la bisogna dello studio anatomico e fisiologlco nelle piaiite i trattatisti tntti di Botanica ed Agronomia da esso diedero cominclameato e principio alle opere, avendo glu- dicato non sommo un botanico privo dell' acuzie delle nozioni fisiche vegetal! . Da cio indotto mi soffermero sa tanto studio alcun puoco presentando taluni miel sped- menti. Or se ad opra tale accingendomi d' un lavoro co- tanto non sono, ove i concetti spalleggiatl vengono dalle osservazioni, le sperienze precederanno le ipotesi, laude alcuna non merito ne sogghigno di biasimo parlando da se stesse le cose. In varie Meinorle duhque partiro 1' intrapreso lavoro, ed ora m' accingero a spiegar le cause dell' Unior Cristal- lino nelle seminali foglie delle piante appo brieve descri- zione Anatomica e Fisiologica dell' erbe nello stato loro SDLl/ UMOHE CRISTALUINO l^-J piImlLivo. Felice se corn[»Ito il mio intiero auspicato la- voro agglungo una fronda di plii alia corona die fregiavi Illustri Consocl. Coinecche la Statica dello svlluppo d' un seme (l) unicotile lone, o dicotiledone (2) si pone nello sprigiona- m3nto deir einbrione della foglia oviilaria,contenente cioej la radlclieita la j)iunietta i cotiledonl o lobl cosi coUa comnne de botanic! etnini venuto acconcio le piii flate osserviire i periodi della germinazione seminalej (3) con- ciosiacche ripieni di vegetali succhi i vasi raamiuali del seine, e di qnesti ancora le cellule della piunietta, radi- chetta protofilli ( cotiledones ) allora diceva la vegetazioae coniincia. Dodart e Bonnet naove Ipotesi arclietarono, onde ve- filre a ca[)o spiegare il fenomeno come la radicola alia terra s' attaccha e profondasi indi lungo essaj raentre la pliimula, o piuraetta per 1' orizzonte si leva e s* inaalza. Appresso lo Dulrocbet tentando sperlenze ingegnose sul Phaseolus Vulgaris nell' attrazione questa causa motrice del caiidcx ripone, cloe conosce una leadenza verso il centro di gravita nella radicola caudex descendens ed una attrazione opposta nel {i\s\.o,tige,o caudex ascendenSm Tali sono gli effetti della nervomotilita propria ad ogni ve- (1) RI. Miibel appella Statica rlplln rvi'Iuppo ne' vegetabili la forra o d'ac- crescimeiilo o dinerzia o retrocessiooe delle diverse parli d' un seme; cosi come r Ovuh dalla primina si no alia quintina giuoge a pieoder la forma di graao Ortoiropo o Analri>po o Campuliiropo, e SI pure la germiaazione de' semi la Stalica sono de' divcrsi sviluppi, Ano. des Scieuces Nat. Tom, ai. fogl. 236. (2) Le osservaiioui di cui e parola stale non soao seguite sulle acotile- doni; mciitre i primi sviluppi dei gondii sono per lo spesso iupercettibili;ort4ate le sole foglie icmiuali. '1^8 NELLE lOGLIK SEMINAU getabile, e che gli agenli nervotnotori sviUippano. Dapoiche mentre la radicola per la terra s' interna, il caule vincendo ogni ostacolo, die il tenace suolo vi oppone, verdeggiante apparisce fino a die ralForzala la radicola aperte elargate ed aggrandite le foglie seniinali il parendiinia tutto perfet- tamente verde addivenendo tale per 1' epidernie delle due seminali foglie traspare. Cos\ l' afllnita al centro ter- restre sente oinai la radicola, perclie bianca incolora come r esperienze a raoti di rotazione reiterate volte provarono al Datrodiet, invcntati un di dai KnigL e Munter, e le colorate foglie col fusto rivolgersi verso 11 cielo per 1' op- posto. Credo percio, senza sprezzare dell' attrazione il pa- rere, appena per gli agent! nervoniotori dassi moto all'at- titudine mobile dei semi,agirsi entro 1' erabrione delle to- naclie, anzi entro la foglia ovulare una cliinilca operazione, ove le parti piu crasse, ed I cui cliiailci agenti anno af- finita niaggiore colle acide alluminose e carboniche tendere al suolo, le piii lievi pero piii ossigenate ed aerifonni spingersi verso 1' atmosfera. Se attendiamo alle foglie senalnall, esse come tutte al- tre rivoltano una parte all' orizzonte, e l' altra seinpre il suolo risguarda, piu colorata della seconda e la prima pid briUante piii verde, e pu6 cio facilmente vedersi nella Rosa, Gallica Euphorhium Nereifolium Asclepias Nigra Psjdl- urn Piriferurn Mtspylus lapponica. Ne cio accaggiona la luce, come opina il Bonnei, uja I'lucugnita legge attrattiva della radicola e della piumetta. II sonao e la veglia delle foglie di Hill e Bonnet ad- dimostrati con accuratezza dal De-Candolle, 1' incurvarsi la sera, lo drizzarsi aU'atmosfera il mattino per esosmose ed endosmose son tutti fenomeni che nelle seminali foglie si avveranoi da cio pare ragioaevolmente coachiudersi, che i moii spontanei, i quali nel caudice o fusticello avvengono SCLJl' UMORE CHt9TALLlMO l49 e quel pure delle seinlnali foglie paste ia moto or dalU graN'ila ddlla terra ora dall' attrazioae ataiosferica, cl spin- gono ad asserir con fraachezza, la fisica potere accontare iin feaomano di pu\ nella storia delle polaritaj cioe il cau- dic3 e le foglie seminali preseataao due poll dei quali negativo quello appellando, die il suolo risguarda, positivo ^ I' opposto: cosi la radicola al nsgativo polo s' addice, al positivo il caole o fasto erbaceo. La parte delle foglie ove sporgente daU'epiderme si mostra la costola guardaado il suolo e al negativo ed al positivo spetta quella di riacou- tro: o rneglio la piii o ineno colorazione del caadice e delle foglie costituisce la polarita la piu o meno di esse. RIa queste osservazioni fisiologiche accorapagaate dalle anatomiehe faranno pid chiaro l' obbietto delle nostre ri- cerche. Con ago la fatto (laissimo tratta la pellicola oX epidenne, ehe la ralioe nello stato semiuale riveste coins pur quella delle foglie e del caole, e postala sotto il mi-» eroscopio e bel vederia uaa reticola diafana corticale incoy lora d' iafiniti pori crivellata. Soggettando poi al micros 6coj)Io la piantaclna cosi spoglia dell' epiderme scorgesi una! cellulare sostanza ove vedesi il priaclplo di alquaate ceU lule or cireolari ora ovali angolose qualche fiata, ed esa- gone forse coma taluni autori ci attestano. Ogni cellula una vessichetta contiene forse di doppia membrana nelle pareti coperta diafana e trasperente come la vide lo Du- trochiit adllieudo 1' acldo nitrico nella midoUa della Mi' inosa Pudica, ma io non ho avuto di veder cotanto h sortej polclifi la membrana seminale aoa soffre 1' incontro dello rcdattivo sopra detto. A questo punto dovrei nella compllcata disamina entrare della materia che la sostanza delle cellule in quistione contiene, ma dopo i lumi della anatoinia comparata non resti alcun dubbio che la cellulare Jul Accad. Fol. XIII, 34 l5o NELLK FOGLTE SEMINALl sostanza dei vegetablll e a quella simile del moUaschi e molto piu alia inidolla de' gasteropodi^ cioe una materia nervosa che all' accrescimento della pianta concorrej ed 1, moti d' irritabilita compressibilita e quanto nella motilita vegetale conosccsi e ad essa dovuto. Or i foricelli dell' epiderme nelle foglie semlnali sono le aperture degli stoinati giusla le osservazioni di Bro- gniart (i) di Hedwig Rrocher Jurine Kieser Treviranus De-CandoUe Arujci (2) essendo 1' epiderme una membrana isolata a tripllce strato non di raro come Adelfo Brogoniart sul Neriiim Oleander osservo, (3) ma le semiiiali fogUe una sola ne presentano sendo piioco fibrose ed incomplete. II parenchims di esse e del fusticello e composto d' utrlcoli anastomasl. Pare non tutte le osservazioni tentate dal sommi studiosi della Orgaoografia Vegetale eseguir si possono in questo tenero stato della pianta, ma ben si scorgono gli eetti e quasi i llneamenti di quanto e stato veduto fin 'og"I nelle piante adulte e svilappate. (4) Cos! veggonsi le nervatare abbencbe esilissime ed a mala pena visibili ad occhio nudo e puoco o nulla sporgenti dalla costola, ma scor- gonsi le vere trachee aggirate da lunghe cellule ed accanto della nascente midolla locate. Le false trachee o propri vasi puntati accorapagnano le fibre legnose ed occupano il centre del fusto. Finalmente le clostre di Dutrochet o fi- (1) Ann. ifles Sciences Nat. Tom. ai. fogl. 429- J : (i) Raspail £ Turpin diligentissimi osservatori uiegano 1' apertiV8 degli sto- mali, e Rlirbel e dubbioso sulla struttura di quest! corpi. (3) Ann. des Sciences Nat. Tom. ai. fogl. 4^8. intorno la etruttura delle foglie. (4) Ho voluto osservare per quello mi e riuscito quanto t! & scoverto fin'ora » viene scritto da Turpia Mem: Moseura d' Hist: Nat: T. 14. fogl- '^- " ^* Dutrochet Idem Tom. 7. fogl. SjS. Idem Tom. 3. fogl. loi. fogl. iSj. Link Idem Torn. 9. fogl. So;. scll' cmoke cristallino i5i lire clie (levono servire al Liber ed alia scorza legnosa noa iiiancaiio. La cellulare sostanza nella radice e traoiezzata e ve* stita da moltissiine fibre scenJeoti dal caule, e nel filiforme la stessa a I' epideriiie attaccata a finissiine fibrllle, che appello termlne delle fibre vegetal!. Gircoiidano il caule (pieste fibre cilindriclae vascolari iacolore diafaae longitu- (linalinente locate e che per la trasparenza coU'epiderme e te- nacita con cui sono ad essa attaccate sembrano formar })arte d-'l sistema corticale. Nel centro del fusto qiialcha fiata eyvl un corpuscolifero vaso cillndrlco diafano, il quale alcune volte ne contiene altro esUissitno, ne man- caiio (lelle piante ove qiiesta tubolosa membraaa trovasi do[)pia coine nelle Calenclide. Nello stesso teaero stato se- mlaale si fa chiaro e six fondamenta piii salde raffermasi il principio, che da successivi strati di fibre formasi il Liber, (i) la fatto la corticale cuilcola del caudice sera- pre plu s' indura sviluppandosi e moltiplicando le fibre altorno il parenchlma. Di piii i prlrnl periodi della pian- tlcliia danno addivedere ben manifesto come la cellula e r organo generatore d' ogni vaso. Per lo mezzo del pezlolo le trachee delle foglie com- jnunicano come per valvole al caudice, e partlcolarmente con quelle vascole che prime sono a divenire legnose fatta grandicella la piauta, vascole da Sennebier Mirbel Teodoro tle-Soussure Ingenhouz fibre legnose da altri fill corticali appellati e da JM/ Schultz vasi lattiferi. La presente mia sjjosizione anatomica conferma e vera rende 1' ipotesi di M/ Mirbel in una Memoria ietta all' accademia delle (i) (^ut'sto i: il parere di Amici Atti dell' Accademia di Modeaa il -j. niagi;io 1S19. opiiiioup fu queila del Malpighi dichiarala da Du-Pelit-Thuan Treiviraiius, ed ora dul soniiBO Mirbel iu uua Mem. du Muteum. d' Hist. Ifat. i^a MELLE tOGLlE SfiMlNALI scienze 61 Parigi nel due marzo l835. ove asserlva, che i fill cortlcali trovarsi dovevano nei fiisticelli tiges ne' gio- vani rami e non sempre ne' veochi. (i) Ricercheranno gli esperti in questo genere dl stndi nell' anatoroica descrizione presente che io numerassi come i corpuscoliferi tubi, ed ancor le trachee formate sieno di tenaclssimi fill a spira ravvolti, e come i primi seminali da inorganici globuli, ma ^ uopo mi taccia ove la imperfezlone degli strumenti r inattitudiiie a decomporne le parti la tenuita delle fibrine non mi han concesso tutto cio di vedere. Ora osservando le foglie seminali im p6 svlluppate, come considerate le abbiamo,in eerie ore del glorno come nel meriggio, nlciine ad occhio nudo altre con ordinaria mi- croscopica lente mostransi sparse d' un Iiicido umore dia- fano argentfo die io ITmore Cristallino vengo appellando: tlesso la prima v(jlta piu la mia visia e 1' attenzione colpi sendoccho ben di leggieri si pno ravvisare splendente e pin bello nelle seminali clie neW^i prlmordiali e le aduliejo- i^lic^ percio divisai premesse qneste nozioni fisiologiche cd anatoraiche gingnere alia causa d' un tale fenomeno. Non confondansi questi punti brillanti impertanto coa qiielli di Soussure descritti, colle glandule di Ray Malpi- ghi Grew Pontodera Guettard Hedwig Sennebier Laraark Mirbel Girau-de-Buzareingcies, giacche queste sono quei fori antidetti cogli stomati comma nicanti a tutte le foglie propri: 1' Umor Cristallino e un liquido sparso in tutte le seminali foglie come quello in molti messembriantemi e molto piu nel cristallino visibile. Intanto per rintracciare la causa e 1' origine conoscere di qust'£/>«ore, in quale oscuro laberinto noa bisogna inol- (>) Asn. in Sciences Maturelles >tto sul Mesemhriantlienmm Cristallinum mi ♦lie simile risukato^ ma in qaesta bellissima pianta cer- caiido scaoprire la comraunicazione e la corrispondeazii deir umore cristallino con il parenchima, vidi ai luccicantl globetti rispondervi de' pori, o faricelli della reticella cor- ticale comniiuiicante cogli stomati o vasi respiratori. Fi- nalmente roinpendo vari erbacei fasti, e raccogliendone la seva, e postala a paraggio dell' Unior Crislallino rac- colte dalla Cristallina erano incolori ambidue brillanti diafane. Ma la linfa, dir si potra, salendo per il caule colo- rata pn6 tingere del pari le foglie come quelle della Tra-^ discantia Discolor Ainaranthiis Bicolor Dracena Ferrea Duranlha Ellisi- perche dunque argenteo sempre quest'u^ more si mostra ? Quesia obbiezlone rilieva paoco, considerando che il colore della seva e bianco, ne viene mutandosi che fatta grendicella la pianta e giiinta alio stato di propria ed in- dividuale solidita. Non torna qui in acconcio raziocinar con Mistris Ibbetson la quale niega la traspirazione alle piante, poiche 1' autore dell' Anatologia Sig/ CoUa qiial delirio botanico (i) voile stimolarlo. II trasudameuto dell' Umor Cristallino nelle seminali foglie per la maggior parte delle piante ad occhio nudo invisibile per innumerevoli pori s' avvera da cui crivellat? (0 Colla Antolog. V. l. f, i5. 8CLL' CMOBE CBISTALLIIfO ^g sono le pareti delle quasi arleriacce od orifizi di vascoli cha distribuisconsi ne' teguinanti e trapela negU interstlzi delle sr[iiani3 dell' eplilennide*, lo strato d' aria, die la piao- ticiaa invlliippi abitiialineiite se ne iinpre^^na a inlsara che SI rianova, ed e allora clie diciamo quest' uinore ^assifi- carsi o adilivenire aerifonm, e la correiite aerea ossigenarsi. La capillarita dd' vasi linfatici, o ddi tabi corpusco- liferi attraeiiti la seva hanao for^a a prodarre la traspira- zlone d^'ir umor cristalliiio nelle foglie seininali. II grato e vago foiioinano di capillarita di cui i fisici si soao gio- vati fia' ora, che pe' calcoli del La-Plaee, 1' espsrienze di H.iiiy di Tre:ii3ry di Biot di Pessutl utile e adiivenuto e celebre, questo fenoineno e per l' acuine ora deU'ingegaoso Yung resf) sospetto nelle fisiche scieuze^ ma noi non pos- siauio spiezzare un sisteina che tiene delle approssiinazioni alio reale ed al vero: ])er cui cousidHraado I' aflinita come la prina causa prodattiva la capillire attrazione ci gode r animo asserire, che quanto maggiore e l' affiuita tra i II- qiiidi ed i solidi tanto piii l' attrazione manifestasi, il li- q lido al tubo s' attacca. L' esperimento fa chiara l' ipotesi: qiniido immerso un vitreo tubo unto di grasso njU' acqua quesla sul proprio llvello si abbassa alia ragioue inversa del diametro del medesimo tuboj ma secco il cilliidro psro e privo d' ogni eterogenea sostanza 1' ac|ua eutra nel tubo, e la forma concava prenden lo levasl sul proprio livello, giu5ta i calcoli alia ragioae iuversa del dia;netro del ^^caDillare cilin iro. Of siccome l' abbassauiento, o 1' eleva- zioiie diil livello d' un liquido ue' capillari tubi dipen^e dalla couvessita die prende il iluido e clall' attrazione del tuboj cioe dlpendendo dalle due furze del tubo on' flui- do, e di questo con se siesso, ne awieae ch^ essendp AtU Accad. Fol. XllL , 3e l5S NELLE FOGLIE SEMINALI neir espressione analitlca del La-Place - 9' (i) ove dair aiimento di ? dipende la concava forma presa dal flui- do, che essendo 9 (2) attrazione del tubo non uguale a zero ne ralnore ma maggiore di - oco; qnando in pninavera vicina ai parti- ritrovasi s' arrampica al nido dei nibbi o invade le bncha annose degll albeii d' onde sloggia le gazzere boscherecchid e vj ripone i siioi figli che sono al numero di due o di tre. Kssi coineche crescessero in breve te npo ricevono dalla madre e dal padre afi"eltuosi$sime cure; dopo avi^rli coo tenerezza iattalo gli recan dei cibi a nUrirsi, poi li coadu* cono con loro a predare, e dopo on vivere alcun tempa in comune si lestan divisi. La Martoi-a etnea vive itj ina« riraggio, iion e affatto poligaaia, e notavisi pure una qual- :- «ibe sociabiliia nella comuuanza rhe i genilori per molto tengon coi figli-, e 1' aniiuale di che favellasi ha 1' istinto dilaiiialore svilnppalissinio e nntresi solo seinpre di carni. Mostra molto svilnppo nelie funzioni di locoraotilili «d k eelere ed agile Iroppo nei snoi moviirientij va senza posa lanciandosi fra i rami d' un arbore da uno a J un altro € da qiiesto ad un altro ed indi ad un altro ancora, a qnando stanno molto propinqui fra due arbori saltella si pure; trasraodando oltre il convenevole in lunghi cammirU pas&a la notle esplorando svarievoli luoghi perche vive al "(Caccia, r' arrampica ■« lale meglio di t/ecento qu'ercit du- rando le tIan dole -nei circuiti e nei tanti giri e raggiri c\}e fa 1' animale salendo e discendendo dagli arbori, finche si stainisce e si conosce la huca ove si e intromessa e si sla, in allora si scorteccia I' al- iw;ro se non torna difficile, o si mette in opera il fumo a cni sensibillssima troj)po e piu di qiialsJvo^Ua aoitaale la un atr tinw cade asfittica e seaza esistenza. LA DOKNOLA MfTSTEI.4 VDLGARIS Lilffifo E qnesto us tniinalft che si dimora n«Ut plemoaitesa I5TJ1EA i6gi ' j)iucche nella regione selvaua e passa i verni In viclnita I'a-' bitato gli eslivali calori nei Inoghi sllvestri e nei cam- pi; e non si conosce appo noi che la specie ordinaria co- meche proscntasse un qualche divario nella graudezza. Ha fiuilezza nell' odoiato e mobile oltre ogai credera saltella piu die caramina, tiene la spina flessiblle troppo, fassi pieghevole d' ogui maniera e spingesi nei piu pic- cioli buc:hi nei vacui dei muri, alia meglio adagiandosi ^lle loro direzioni distorte; ha una peluiia morbida e fina, mostra colore rossigno unifbrme eecetto il ventre e la gola cht Biiransi bianchij la sua limghezza maggiore e di sette pollici, la siatura non piu di due pollici e sei liaee la coda fca estensione di tre poUiei quasi; e cosi l' aniraale presen- 1-e forma bislunga ma non inelegaole che anzi porge un? ^iialche avvenenza ma spande sgradevoie puzza che si dif^ foniit; a dislaiize e che si emana dal traspiro e V uriaa, Neir abitato nei granai dimora nelle caaline nei ca^ fiolari disabitati diruti, e fa il suo domicilio sempie nel^ f interno dei muri; nei vigned e nei campi s' adagia nel- le tane dei sorci fra mezzo le macerie i dirupi, e nei mu- l4ccioU di spaftimento iu che s.tassi negU spazi che vi si^ irovan per erilro. L' isiirito dilanialore primeggia ed e 1' istlnto domlnantt presso la donnola; e dessa il vero carnivoro per eccellen-* za perche abborre di nutrirsi di piante. Caccia gli uc celli sugli albei'i, i topi le talpe i conigli i lepraLti suV piano, assale le colombaie l' uccelliere i pollai e la sua sfon« data voracita resa paga uccide a piacere e a capriccio na si sazia nella crudelta e nella sirage a siraigliare 1' ham* ster e la ligre mostrando sempre aceesa voglia di sangue,i Non corre molta ragione di farsene caccia d' allron* de difficile clie m^n mettesi in alcun usoj e pero la spe^ Aid Accad. f^ol. XHl. 3g 1 7© /TADNA cie moltij)li'ca liberamente j quanJochesia &i ncclde al tiraf d' archibuso. FURETTO ■; MUSTELA FURO LlNX, Fra la tribu digulgrada degli animall cai'nivorl e neX genere delle mustele del legislaiore svedese alle nostre os- servazioni ancor si presenta il Furetto che nei dintorni ^eU'Etna e nella Sicilia tutla ad esso si vede domestico. Da tutti i zoologist! si assente die 1' aniiiiale di che trattasi origina dalle region! africane e dalla Barberia a j)referimeato e a delta di Strabone di cola si trapianto nel- li Spagna^ ma non torna iraprobabile per quelli delle no- stre contrade mettere innanzi 1" idea che originassero dal- r isola stessa che nei tempi prischi vi etavano alio stato sslvatico mettendo ia cale e la vlcinlta che qaesta tiene foll'Africa e la medesiraezza di latitaJine e di temperatura. Tiene il furetto corpo allungato e sottile tesla stretta snuso aguzzoj variando come tutti gli anitnali domestici fer il colore della sua peluria ordinariaraeate presenta un colore bruno gialliccio, ed ha le pupille rosse del tutto. La sua totale lunghezza e un piede e nove pollici tiene la statura di cinque pollici e la coda non oltrepassa quattro pollici e mezzo. Vedesi in domestlclta dapertutto nei con- tornl deir Etna e massitne negli alti villaggi del monte che circuiti da terreni recenti pirogeni sono abbondevoli di co- aigli per la cui caccia s' impiega, Sta io casse di caane ffnai sempre al buio die la .luce U oIFeadc « passaoo la i'onno la maggior parte del tecnpo. Cibasi il Furelto dell' Etna di pane grattugiato dl ca» cio di riso, le talenta viemolto il fegato di coniglio, noQ Ic e sgradevole la carne dello stesso aniinale, ma le torna ja moltissiino daniio la carne d' ogni qualuD(jue altra spe- cie per quanlo degli esperli cacciatori si asseate. II senso deir amaliviia e sviluppato oltrernodo nell'aal- raale suddettoj quando la feminiua jie resta invasa m da iilla cerca del inaschlo con indicibile brama; geaeraao uaa volta air anno, la gestaziono aoa oltrepassa le rei s«tliHiaa9 e ai loro parti mcttono ia luce cinque otto e undici figli financo. L' islinto della difesa e il senso dilaniatore «viluppatls- sinii nel furelto si mostranoj attacca con foga ed uccide il coniglio le galline eJ ogui qualsivpglia degli iinimali pic- cioli e deboli, e come a satisfare il *uo inalefico istinto che poi jion e iroppo yoglioso idi carni. lojpiegasi appo noi solaiuente ad attaccare i conigti e tiensi i?.i dilettosi 4di caccia. E qui e da mettere innanzi la carattir' ticu del- r animale sudetlo d' iutroraettesi nelle piii profbnde e nel- le piu inie caverne a differenza della donnola della Mar'i ^ora che caccian la preda aU'Jnfuori pressocche sioipr*. LA LONTIU MUSTBIA LUTRA LtMJf, Comcclie quest' animale pertenesse alia feeconda tribu del Carni vori anzicb^ agU cswri anfib5» tattavia f alkiogt- ^7 a fkvvk ibetito giande del corpo, !e palrae del picdi d' innanzi che come qneUe di dieLro sono natatoie a un di presso, e in gnisa formate che alia natazione ssivissero, e la loro coda appiatlata orizzontalmente, ue famio degli animali aquatici al tntto. E la Lontra dell' Elna un vorace mammifero die pre- diligge il pesce a suo cil)o, i gamberi le rane e i ratti iacjuatici, e stanzia sgmpre nelle adiacenze dei fiumi e dei laghi die trovansi nella regione piedeiuontana del maestoso ■Vulcauo. Ha la testa cotn|)ressa dalla parte posterior sopra- tutto, le oreccllie site moUo in basso, gli oechi coperti e assai jjiccioli la fislonotnia cupa. La sua lunghezza mag- giore dal muso ail' inizio della coda, e di due piedi pa- J"igini e quattro poUici, la statura iion oltrepassa i sei pollicj, il coUo compresa la testa raarca I" estensione di tJove pollici, e la coda presa i solatamente tiene la lun- giiezza d' un piede e sei pollici. Mostrasi di peluria bru- na carica al di sopra, al di sotLo d' un griggio brunastro coUa gola e 1' eslromit^ del muso d' un griggio chiaroj i innstaccbi sono formati per lunghi peli bianchi o bianca- stri e tutti a un di presso hanno uu ceffo sviluppato pii o meno. Manca del tutto la Lontra nelle regioni caldisslrae e assentiva BufFon che nell' Europa trovavasl solo dalla Sve- zia a Napoli; ma essa esisie appo nni nei contorni del- r Etna « nelle adiacenze di Catania die segna la laititudine di 37 gradi e nella Sicilia lutta che e una delle isole piii meriglane e piu calde della bella Europa stanziando sempre nelle adiacenze dei fiumi e dei laghi. Sviluppasi il senso dell' amativit^ nella Lontra nella stagione dei verni e mette fuori i suoi parti in nuraero di quattro o di tre al mese di jooarzo. L' istinlo dilaniatore vi gta. piolto sviluppato che penetrando in una peschiera ET."<£A QV vi reca la medeslma strage die caglofla lo ua poUaio la ipii/.7,ola; ma noii pero vi assoiaiglia del tutto che come r lia falto rilevare Givier il sisterna deatario delle Lontre messo a paraggio coa quello delle Martore cl fa coaoscera chlaro che nelle Lontre ha piu scopo di triturare che dl tagliare, e che esse soao ineoo dilaniatrici e piii frugl- vore forse come dall' osservazioae confermasi che le Loatre talvolta di vegetali si nutrono. E assentivasi pria che la Lontra noa era d^edaeazioa uiscettiva ma da quanto ne dice il Marchese di Gourtivran isserire potrebUesi che agevolmante in domesticlta si ridac^ c indi a poi raalti altri fatti coiifermaroao iafaUaateineiite la doiiiesticila e l' educabilita del summeatovato animale. Dietro le acqiiislzioni fatte iu piii puati del globo da molti viaggiatori dlstiiici e da Delalaade a preferimeoto Da- vaiical Diard Leschenaiilt de la Tour Augusto de S, Hilaira Lerminiei" distinguer si possono piu. specie diverse di Loa- tre e Federico Guvier giange ad amtaetterne undici di cu» tre s[)ettano all' America meridioaale, tre alia settentrioaaleg tre alle Indie orientali, una al sud dell' Africa, ed una aU r intera Europa, che e quella che sta appo Jioi 4ett9 iiOQlXt iyolgare Mustela Ludria di Liooeo, I iililiBlHili I > 1 CANT CJJSriS LIN. IL CANE DOMESTICO CANIS FAMtl» X. Ormandoci siil calle zoologieo di quel sonWJo def Barone Cuvier, siegue al genere delle Martore il genera dei Cani, che hanao tre falsi molari in alto^ qaattro in ,basso e due tubercolose dietro l' uno e l' altro dilaaiatorre^ Aid Accad. Vol. XIll. 4^ 174 i"ArN\ la |jiima •siiperioVe di queste tubercolose e asj-al graiule il lo>i'o dilaaiatore s'lperiore non ha die un picriolo tuberculo hH' iiideatfo ma r.iaferiore ha la sua paste posliiiiorc i.'ile-? iMinente tiiljcrculosa, in tntto vi assommano Ireutolio denli. liA loro liiig'ia niosti'asl ilAce i loro piyli d' ioiiasizi haauo cliique dita e quattro quelli di dietro (i), E il Cane per la sua distribuzione geoG;rafica il vera cosinopolita del globo, e 1' animale di ttuie ie ciirque gar.ti: dc'lla terra; e le sue specie trovansi e selvaggie e doaie- •sliche ill Euiopa in Asia in Africa in America nell' Ocea- nica, e trovansi iiella Lapponia come all' Isola di Mada- j)iascar, neile reyioiii desarle dell' Asia come alia te?ra del FuocQ. E animale sels'aggio, e vive in nnmerosissime triippe agguerite, che sommetLonsi a regole fisse sia per l' attaccp oiper la dif'esa, sia per la caccia delle bestie selvaggie. E animale domestico per eccelleaza, che per ingsnita pi'dpensione, e per pen resistibile spinta di natura, piuc- the per r Intelligenza dell' uonio, trovasi a piena domestic cita. In Egitto sebbene non si prende alcuna cura dei Gani, .che per immoudi vengono tenuli, errano in irnppe iielle citta e nei villaggi, menlre la Tigre di Tipoo-Saib dopo cure moltissime e dopo essersi educala alle cacce s abbandooa e riprende i suoi jslinti ilialefici. E r animal finalmenle che ha recato tanto utile al- r uorao la cui merce molli altri animali ridusse domestici, s' impadroni dell' universe vivente, e fece conquista puci- fica di tutta la terra. '■''■■ Si consocia nel Cane ad una vista suificieute e ad uq (i) Cuv. op. cit. V. I. p. j4^ ETWEA 1^5 udlto mezzaoo, un olorato finissunD che del grattle svl- lii|)j)o proniana dell' apparecchio olfaltivo ma il seaso del gusto e assal pdssimo, che preferisce le carogne e il camaine piu stomachevole alle carai saae freschissime ed ha il tatto |)ressocche nnllo. L' istinlo deir a.nativita ia esso e potente oluemodo che nappure si sce;m nella decrepita; i masclil si ma- straa seaipre disnosd alia copula ma la femniiia sentb la foga aiiDrosa ia alcuui lesnpi dell' anno e noii plu di due volte, piu spesso ia inverno che nella stagiou dei calori. 'E qui e da njatter parola sulla tessitura della verga dul cane ioduceate la prolungazione della copula che avverasi ia quesla specie, come nell' Isatis per quanto ne dice Ginalia come nel Giacal a detta di Guldaenstedt e come nel Lupo secoudo A.ristoule e Gilbert. 11 centro della verga ecco che ne dice MageaJie uel suo Gioriiale di fisio- logia spjrIiniQule, il centro dilli verga e formato da ua osso scauuellato la cui cavita coacieae l' uretra*, interna quest' ossp ritrovansi tre parti cavernose o erettlli di- stiote: 1' una appartiene al corpo della verga ed e jjjco su- scetiva d' estensiouej la secooda che farma il glande e r urelra in avauii puo acquistare una dimensioae consi- derevolo durante 1* erezione*, la terza e cio che chia;nasi il nodo della verga j si gonfia' questa durante il colto in modo che il suo diainetro sorpassa tre volte quello del resto deir organo e s' oppone alia sortita della vetga dalla vagina. Quesii tessuii diversi couiunicano visibllmeute colle vene^ e il lore gonfiameuto tiene a cio che le vene che ne sortono subiscono delle compressioni forti duraudo 1' e- yezione edurando il coito (i). (i) Magendle Journal dc physiolegie experimenule t. 4. l-jf) FAtN.V Porla ia Gigiia cinque o sel figU e la sua gestazione ivon okrepassa due mesi. i\Iostra sviluppalissiino 1' istinto ^I'-ella filogeniuira, lecca costantemente i suoi parti ne in-. f^z'/.A gli escrcinenti 1' urina, onde stasse sempre pulito il lettieciiiolo ove dimorano li alatta con affezjone moltis- sima e gli profonde tnlte le cure d' una tenera madre. Quando gli si tolgono i figli con premura s' interessa a cer- c^ili, colla buccH li prende, con precanzione li ricon- duce al covaecio, e piange e s' aJira e rainacci* se nelle cerche resta delusa. Quest' istinlo la naadre sola palesa, die il genltore finita la copula da essa si parte, e afiatto non conosce i suoi figli. Ma uon pero il Cane non mostra attacamento amichevole, clie e 1' emblema dell' amicizia cogV individui della sua specie , con altri aninjali, coll' uomo e ve- desi sociale di troppo chc nello stato selvaggio sempre vi- vesi in ttuppe, e io sociela stabili conieche noa vivesse in coppie e fosse aainiale poligamo. L' istinto della difesa e sviluppato oUremodo nel mam- mifero di che favellasi. II Carje nello stato selvatico e ani- male feroce die fa guerra al lupo e all' uomo financo. nello stato domestico e vigile sentinella fedele e per I' uomo e per le pastoi-erie avverso i Jadri I Inpi e contro tutti gli animali nocivi. E in alcune specie g in alcuni individui dei Caul e cosi sviluppato l' istiijto sudetto Gomeche do- jnestici fossero che tengono guerra iijc^ssarjte e agll esseri della loro specie e ad altri aniraalj. Ma r istinto dilaniatore presso i CJani a preferlmento esiste mollo decisoj poiche il Caoe p sempre carnivoro e rare fiate di vegetali si ciba eccettocche apraalasse d' un ^ttalche malore. E da convenirna pero che questo istinto mostra nei vari individui e nelle S[>ecie varie diversi gradi di vigoria, e di sviluppaiuento, che alcnni 5o»o aoioajili al tutto pacific!, allri inclinazione invlnclbile tengono per Rr venazione, eJ altri ancora una passlone piucche efTrtnata palesano per ucciJere ogni raaniera d' aniinali, e rettili e uccelli e sorcl lepri volpi e quadrupedi simili. II senso delle iocallta sembra possedersi di troppo dal mamniifero di che si tratta, e il Cane dei coatorni del- lEtna pur ne fornisce dimastranta assertiva. Accade mai sempre die i vaglii di caccia iagolfandosi a.d insegulre la selvaggiiia nel piii fitto del bosco talvolta smarrissero al- cuno dei Cani che portaa con seco e messi in dispia- cenza credono essersi al sicuro perdnli, e tatttavia non ap- pena son giunti al loro villaggio che lo vedono tosto redire. Gli esperti ed itnperterriti cacciatori del villaggio di Nioo- losi che nelle loro cacce si estendono fin oltre 1' Etna medesinnio valicando la grande erta del cono, e nelle sue regioni posteriori e nortiche, o nei boschi foltissimi di Bronte, qualora in luoghi cosi romiti infrequentati e Ion- gincjui alcun Cane smarriscono, in casa lo veggono ritor- nare mai sempre dopo uno o piu giorni, tuttocclie queF cammini e quel luoghi fosser per esso inconosciuti del tutto. Ma se le facolta e gl' istinti predetti inanifestano un qualclie svilupamento nel Cane, vigoreggia ollre ogni credere e tocca la piu alta cima di e levazione, il senso dell' edu- cabilita e della perfettibilitaj 1' istruzione che ad essi si da, e la propria esperienza e le riflessioni che fan da se stessi, tutte assommano insieme e son poste a concorso onde ne fluisca la perfettibilita che essi presentano. 11 Cane di cortile sempre dimorante in catene, indos- sando solo 1' uffizio di abbaiare agl' inconosciuti e ai vegnenti^ presenta poca elevatezza e poco sviluppo nei suoi inleleiti. II ~ Cane di pastore occupato piii sempre d' un mestiere che fsige tragrande attivita incitata viemdto dalla voce del suo Atti Accad. Vol. XI IL 41 178 KitlflA ' padrone, aperta'iTiente fliniostra intendiineiilo niafsj^lore. Ma c .nlla caccia a prefciimento che quest' animale (lispii*ga g!i svila|)pi e la perfcttihilita della sua inlelligenza come ampiamente noi ne fliremo favellatulo delle sjiecie che a qiiesto inesliere s' addioono, e come noi ne direino favL-l- lando del Cane barhone die serahra maniL'Stare la inlel- ligenza maggiore fra tnite le specie dei Cani. II Cane adumpie cosi diceva lo sioi-ico eil il pittore della natura il sommo Bnflbn, il Cane indipendentemeiite della bellezza della forma della vivacita della forza del- )' agilita possiede in grado eccellente tntte (pielle qn alila interior! che nossono attirare su I'd gli sgnardi dell'iio un (i). Nnmero-ssime sono le varieta e le specie multiforrni di Cani e disagevole torna il ffrmare il caraltere della razza primitiva origine di tulle le altr^; e se da unico ceppo priinordiale pro nanano coine lo sosteneva B ifTon o da un origine midtipla di Cani selvatici fra loro diversi tome i natiiralisli del glorno e DesmoMlins a preferiuento lo vogliono^ e pero tralasciando qaesta malagevol ricerca solo ad enumerare rar limito le varieta che si trovauo n^ contorni dell' Etna, CANE CIRNECO (2) CAXIS ETNEVS NOBIS Ha la testa sprolnngata e non molto grossa, le orec-j chie tese ed elevate, il corpo lungo e gracile, la pebiria finissima, liscia, folta, di colore bianco, biancaccio, fnimeQ- tino, il miiso allungato ed acute, le narici larghissime, la ,f«) B. p. t V. 1. p. 5:o. ^i) La deoomiuaiione di Cirneco deriva d»l latipo cernin. KTNSi «79 coda stnilza pi'ittosto, e ua poco lanita alia base della par- te 'li sotta. h\ Sin Iin^he'.za rm^^iare dil iniso all'inuio della cola e di dn; pijdi (jiuttro pollicl e Sdi linie, la sua alte^za dalla so:n aila delli spalla all" eure lu del |)ie le d' iuniuzi e ua pie le tre pollici e n3ve liiisi il in iso pre^a ita la liiri^h'z/.a di ti'e pollici e das lliiee, e la cola consll^rata isolata njnle preseuta la lon^iluliiii di pollici dieci e sei liaee. Q lesta Spe ;ie e sensibile troppo, e porge luinirjosls- simi fatCi di muka intelligeaza. Q lan lo caccia il coniglio s' avvicina alL' vai-ie hocche della caverna ove sta, e col- r o lorato distingue di qoale delle aperture moltiplici deS venir faori la jireda. E uietteiulo mente a conslderar per minato le carat* terisliche distiulive di;ll' iudiviJuo di die fivellasi, e della tesia proliingata, e gros^a non molto, e delle oreccliie tess, ed elevate, e del innso allungatOj ed acute, rilevasi cliiaro che e-^so sta lualto vicino, e sceude diretta nente dal cep- po |(rinordiile die e il Cane da pastore dhe .tutti rluultl presenta tali caratteri- E una specie d' altroQ le costaute, che costanteiiiijute propagasi per via di generazioue rego* lare e non i bri la, ess/^nduue oltidi e cbiari i caratteri dif* feren/.iali rnai seinpre. Si trova in una quiche abbon lanza nei soli coutorni deir Etna, da Aci sluo a Bronte, nal v.il di Njto e nel Aral di MjRzara ove i levrieri v' abbo:ida lo e nel rjito del- r isola noti ve ns staniio par ndla^ inpie^isi a cacjiara i conigli, s^'lvagina .cosi abiian levde nal circo ilario deirEtqi che si fa d' ognl inaniera dl lave ove tali aniaiali s" alber-. gano. E se a cio si arr<)ge che no.i eslste in ale m altro p into del globj e non sta descritto da tdiino zool);;o il Oane Cirn^-co a ragio.ie potrebbe arrogare il tilob di Caiie £tDeo polche esclusivo ai coiitorni d^l nionte' !fi). (l) II ehiariiiiino Prnfonor Osmmrllaro cbe Ti taato per I4 maggiore io J 8a FAliRA MASTINO Cj4MS mjstivus Linx, Ha la testa ottiisa corta e lucente, e la peluria tiene del color cJnerlcio, il muso e nero nja grosso piiicclie allungato, le orecchie staiino coU' aj)ice pendente, le narici medie e proporzioijate del tutto,e l' iutelligenza e assai poca. Per propension natmale s' addice ad insegulre ed a prendere gli aiiitnali da raacello i bovi i porci i viielH di- gujsache il litolo arrogano ancor di CanI da macellaioj in clinazion cosi aperta sembra caratteristica della specie di che favellasi che un altra (juando anche si voglla noo puo educarsi a tale mestierej* ed i Cani da rnacellaio al-» I'incontro invitati alia caccia degli animali selvatici non y| mostrano taluno pendio, Sono pochissimi non ne stanziano nell' alta regione abitata del monte s nei siti piu freddi, si troyano nell^ regioni calde e nella citta di Catania. llftUMUmilMHJ ^ LEVRIERE O CANE DA LEPRI CJyjS lEPORARIUS CAN IS GRAWS L, Presenta la testa acuminata e lunga viemolto, tiene le orecchie solevate ed alte coUe apici al tutto pendenti; messo in agguagUo della testa ha il torace e il resto del fatto di Naturali Scienza e di Geologia e di Zoologia e dalle cui direzioni scien- xifiche e conosceaze vasti>sime migiovo ed ho tralto e sempre traggo mollo vantaggio avvisa ancor ferniamente die il Caoe Ciraeco e esclusivo ai coatorai dell'Eln? • che puo arrogare a beo ragioo il tiwlo di Cane Etneo. KTlftA iSl .eorpo volumiooso d\ troppo, e le estiemila slaaciatissime e svellej inr)Slra iliversa pelurla IVnineiilina biaacaccia, e ia allezza eJ in taglia tutti i caiii soipiissa. Stanziaiia in poro nutnero nei conlorni dell' Etna e piu in f[uei villaggi alia plana di Catania proprinqui che in qiiei montnosi ed alpestri ove non ve ue stanno per nulla, e a ben ragioiie ])oiche essi si addlcono ad inseguire la lepro, e solo al corso nei vastissimi trattl della piaaa. CA.NE BRACCO CJNIS INDAGJTOR BETTO A^CHE CANK DA FtRMA CJJVIS SAG AX L. La testa e assai grossa, raa le orecchle lunghissirae e a tale prolasse che sono piii estese del muso. La sua pe- Imia e era grossolana, era fina di colore vario, ma spesso di cade con rnacchie bianche nere, e di tinle diverse^ • qui e da dire che per la Innghezza della peluria potrebbon- sene distinguere due variefi, il bracco a pelo lungo detto bracco peloso, che vaca all' uffizio solo di portare in boccaj il biacco a pelo corto clie s' impiega alia venagione, e caccia talvolta II coniglio, raa a preferimento le per- nici e le quaglie che le porta senza molestarle al pa- drone seraivive o morte che slano. Molt- fatti rilevano chiaro l' intelligenza della specie di che favellasij quando ferraa la pernice o la quaglia resta in quella posizione me lesima ove si trova, e resta a cosi dir catalettico or con un pieJe alzato, or col collo ri- volio di quella direzione ove stava la selvagginaj e q^ianJo carco di preda torna al padrone si ferma come Aai Accad. Vol, XI ff. j^ ..,;.jj 4^ ■Ma c ailalto nan nauovesi se viene avverdto dalla presenza •ile essere fra gli animali carnivori, e il piii sangninario di' cpiani' altrl ve n' abbia nelle adia- cenze del monte.'" ^^"•' Slanzia es^o riel hoschi, e in q"ei pin folti a prefe- rimento, emeno freqnenlati dagli ijomini^ dalle selve pero la nolle spesso slontanasr, e scorre gli spazi della regione sublime, e di IVequeute quel della pioniontese a procacciarsi la preda, e talvolta pure dilungasi smo alia plana di Ca- tama dai boscosi asili in ispazio poco piu dl trenta miglia discosta , e d' oud« pria di raggiornare si fa reduce al •bosco, ietaHcalille essendo e per natnra e per consuetudine ai cammini longinqui coine alle celeri corse. Pifiseata il Lupo dell' Etna la statura di piu di due piedi, la sua Imiohezza raagglore dal mnso alia radice della - ••^>^1 '•• 1 86 FAUNA 6ola, e in jnaritaggio vive raai sempre, e nei tempi d' amo- re, e in tulte le epoche dell'anno. L'attaccanieiito amlche- vole fra moglie e raarilo nei Lupi e niaichevole, ma piu die mai nella Lupa si nota violcnlo, e vedesi essa del nia- rito a tal segno gelosa che mette con furibondo iiiipeto a morte ogni altra Lppa conoscendo clie potrebbe usare con esso,. E la viven;za maiitale del Lnpo elneo da molli fatd ri- levasi; quando si vedon orme di Lnpi siille nevi, vedonsi sempre andarne due insiemej il Lupo inseguiio va sem- pre a prevenirne la Lupa, per melleria in salvo avvisandor le di darsi alia fuga, e nei suo predare sempre caccia in insieme con essa.Vedeyisi pure una sorta di societa di fa- miglia per la nutrizione, e per reducazione dei figli, che dura poop piii di qiialtro mesi, psserv^si una specie di sociabi- lita fra v.arie coppie di questa specie aniniale,e iu una ca- verna ne all^ergano molti individui talyolta^ ma questa soci«ta e temppraria 9 accidentale del tu^to, ha j)er mo- veote il bisogno d' assalire e di predare in assiciiAe, a cede coifia cede questo bispgno njedesimo. Ma r istipto della difesa di se medesimo e poco svi- luppato Bel Lupo dall' Etna, ed esso ijiostra poco coraggio; chp mettesi subito in fuga appena esiste pericolo, esclusi i casi quando la fame orribilmente lo strazia,. Ed e da convenirne pero che cdsi feroce non sia - come quello dei climi caldissimi^ quanto da quell' ardin^ien- toso uomo di Giuseppe Rapis^rda si parra che srpijzo e gracile della persona, nia gigante per coraggio, piorale gji slragrandi pericoli aflrontava imper^errito, e die sepz? miefter paura come pdte il meglio carpone s' introniise >P ypp speco ove stavj^i un Lupo per legarlo ad ujia fu.pe come egli diceva, e poi tirarlo all' infuori, e tutlo riuscirle ^ buon fiue senz* soffrirne molestia, e senzache 1' apiiuale lo iiial- ET.NEA. 1^7 meiiasse per nulla, e bella coiiferina, e della poca ferocia del Lii|)o ilelie nostre selve, e del maschio coraggio del lerrazzani dell' Elna. Jl. da (liirLTeriziarno da ffiiesti il Liipo biajicaqcio del nioii- te, obe ci purge una qualclie idea, comech^ daLingi, ,di qiielli delte liestle di Gevaudaii o di cotale oUre pgfii dire feiQce cLe si uccise ad Angouleme. Esso come dai pasto- ri si asseiUe e coraggiosissiino, e senza nietter tiinore di loro preseiiza e di loro ujiaacce,assale il parco, e inipqrterrito gli ruba le pecore. II Lupo mostra svilupa,tissinio 1' istinto di,laniatorej' per natura del tutto caruiyoro attacca con foga i deboli aniinali a cibarsi, le orde d'aniiiiigli domestici di gluo^ep- te, di luuli, di bovi, e le mandriie ass£(le, ove sempre am- niogliando la criulelta la Vfindetta a .qv«auto t^eae di P<^g~, gio uel sue callivo n^oraje, dopo d' avere ucciso per fame, e squarciata e messa in braoi la preda, e fatto satoUo noa poiersi pill in gola cacciare tutta qnella che vede, lungi di farvi man bassa uccide per collera, e per ^atisfare il ma^ letico istinlo, e I'occasion consenteadolo ia un attitao fa sen- za vita sill suolo, e senza esistenza meglio di trenl,a e di quaranta pecore, e talvolta quaiido caccia in ;Congr^ga ster- miua e da il giiaslo in poco d' qra ad un iute^fi n^andria. E cosi ad'licesi non pure a qnalnnqiie genere di caccia, nia ad iisare la carnaiue, eccetto i yisceri tutU che sem- pre ricnsa, a cibarsi di vegetali di ffjiii, e per estramo di necessiia aucora di terra, quandp JU feifte lo tqrmeaU e lu strazia. i\ talonio pero dell" astuzia vedesi manifesto oltremo- do nei Li'pi pei niezzi che itupiegano a procacciarsi le pre- de, e per scappare sibbene ai loro polenti nemici. Ove ch? uieltonsi ad assalir le inandrie caccian talGata in cpQ^reg«l jcon altri,e colla Lupa piii spesso,come dai pastori si fisseutej l88 FATOA. si mostran in allora partecipi d' una qualchc intelligen- za nelle pratiche die metton in piedi, sembra che fra lo- i"o niantenghino commercip mirabile, e una sorta di lia- giiaggio forse posseggono che metle insieme le loro idee, e tutte le voglie loro faccia vicendevolmente palesi. Vedesi la Lupa ai cani flu-si innairei imperterrita, e poi dandosi al corso veloce, dalla mandria li slontana a Itinga distanza, " e in questo luenlre il Lupo dali' aggnato^ inuovendo ove per iscaltritezza giaceva, sanza ostacolo. c6-' glie la preda e seui^a tioiore. '■'■'"' ''3 E giacche ho toccato di qnesto argomento uon sari fuor di proposito metter parola sul talento di circospe- zione e suIla previdenza dei Lnpi dell' Etna. Messo il Lupo in accorgimento ehe dai cacciatori s' insegue, va a jireve-o nirle la Lupa comecche in qualche iina valle o in ripo- ste recesso discosta se ne stasse di troppo, e cosi atnbi in congrega si danno solleciti al corso, ed eleggono il nieglio di quelle elevate costiere, clie signoreggiano il piano, onde esplorarne con diligenza i dintorni. E porgono bella riprova, e della finitezza del loro odorato, e degli esercizi dei loro intelletli, le pratiche di previdenza da essi sieguite, ove il cacciatore discoperto il covile in che stanno i loro figli, senza vedersi in agguato si mette ad aspetlarli cautamente. Rilevasi chiaro In allora che awertili di esso stante r odorato flnissimo, coineche non lo vedesser per nulla, non metton ardire d' avvicinarsi al covile, ma nei dintorni si stanziano gemendo di grave passlonaniento, ed uhdando di forte dolore^ nia non si toslo dall' agguato i cacciatori si sviano che in un attimo corrono alia tana, ne awertoa la Lupa, i figli ne prendon, e si fuggon di la, e li tras(jortan con seco in siti longinqui- e i cacciatori all' agguato tor- nati e a dilungo d' aspettazione delnsi del fallito avvedi- inciiii) si siiiag.uio awicuiatnio naovauieulu 11 rovilo die lo tiuvaii ^.■lC'lo tli tutto. Cailr in concio qui n »iire, per segii.tre viopplu la clrcospL'zioiu; del Luj;o, cho a cansare il pericolo ili venire il sno covile scoperlo, iion raai tivolge teatativi di pieda alle inaiidrie clio vi slaniio vicine. W.x sovra ogiii quahinqne altra o])erazioiie da aperlo argonieiiio degli esercizi di sua menle, e dell' astuzia e dclla ciicospe/Jonu iu insieme, qiialoia il Liipo entrato in iiti parco di notte a predare, s' accurgc die le sue posse noii soiiu da lanto da uscirne liherarnenlo; soHoca e frena in allora il sno sauguinario islinto, c sdjhene circoiidalo da ovunque di abbond«vole jircda, mctleiido innauzi gli esercizi deila ragione, senza far imlli s" adagia fra tuua la greggs, s' ingegna di nianlellare <;on ai'tificiale niaiiicie la sua uialedca indole, si contrafFa hi auiniale inn iclvo, e indossa l' inimagine della dmidita, della patiPica luoJestia , della stessa ianocenza , e cosi colli diinoraudo, metle sforzo di restar al pastor incono- scinlo, e liberarsl di poi all' usclr della gregge, ravviliip- pauflosi con infinla rnansuetndine fra mezzo le pecore, e spesso nori cade a vuoio il suo circospelto ed astnto ope- rarej ma |)ure plii spesso se ne accorgono i zelanti pastori the meltouo tuUo in esauie al priino romper del giorno, e die r os[)ellano, e 1' uccido.io all' iisdo djl parco a colpi di bastone. II senso del linguaggio della parola sembra esistera nel jnlifero di die si flivella a siniigliar molti altri ani- jTiali, co:ne vi esiste e vi si trova il liegnaggio aflfettivo, e il linguaggio d' azione. Qnando due Lupi cacciano insie- me, e si palcsano il piano delle astute praliche predatrici, qaando un Lupo iiiseguito va a prevenirne la Lupa, al sicuro conviensi che insntlicicnte a tutto cio si rilrova il JtU Acccul. Vol. XIJI. " 44 19" fadna iitiguaggio (T azioue, e a coinunicar tali idee, coine a falsi ■coin m J il bro opcrare e necessario il liiiguagglo della pa- rola (i) . II Lupo deir Etna intanto coineclie per gl' iiifliissi (i) Ecco qvunto dice il L*roy snU" aisniilo nelle s le liUIere siili" intelli^e 17,1 ,mo che la ripelizione coiiitaute dei siioni raedesimi, da ,ci6 si e genera I mente concliiuso che le bestie noii liaanu linguaggio propiia- Bienle detio, che Ja paiola appartierie al gpnere umano solamente; ma noi siamo assai superiori alle bestie per cercire di sconosceie quello di ciii esse godoiio; e r apparenle iiiiiforraita dei saoni che ci colpiscoiio iioi) dee imporci: imper- ciocche quaiido parlaii in nostra presenia una liagua straniera, crediarao in- tendere la ripelizione degli ste^si siioiii, 1' abito e '1' intelligenza del liiignaggio sono le sole che c' insegtiano a giudicar dcUe differenze; quelle differenze che gli organi delle bestie meltouo fra e>se e uoi debboiio reuderci ancora ben picj stranieri ad esse cd al loro liijguaggio. E certo che gli animali disiiugono fra essi i suoni cbe a noi sembrano con- fusi; distingono niolto benj il sentimento del terrore dai gemiti amorosi, una madre ora avverle ai suoi figli d" occnUarsi, era di fuggire, e quei suoui che c' esternano quei senlimenti variar debbono, II linguaggio nou suppone che un seguito d' idee, e la facolta d' arlicolare; or Doi abbiamo veJulo seuza poter dubilarne nelle lettere piecedeuti che le be- •tie sentono, couiparouo, giudicano, riflettono, conchiudouo, hanno dunque succes- sione d' idee, condizione oecessaria per parlare; nguardo alia facolta d' articolare Ja piii parte dimostrano che posseggono quella facolta; si sa che gli uccelli si differenti di noi giuogono a fonnare dei suoni aiticolati simili ai noitrij le bestie dunque hanno tulte le condizioni necessarie per il htiguaggio. Se piu da viciuo osserviaino in detlaglio le azioni loro, ci accorgeremo bene die essi coiamuuicansi una parte delle affezioui e delle idee, per il soccorjo delle parole, Le loro diverse agitazlini hanno delle intonazioni diverse che li caratteriz- zano; se una madre sorpres.i per la sua lamiglia non avesse che un grido per avvertiria dei pericoli a cui e esposta, si vedrebbc che la fainiglia a quel grido farebbe ssmpre gli stessi movimouti; ma allorche osscrviarno quel movimenti rariare che laiitosto si danno alia fuga, altre volte s' occullauo, un' altravolta cotnbattono, couchiuder couvienc che necessariaioeute gii ordini d*lla madre torio diversi. Si pub credere elie le intonazioni e le espressioni non siano diverse tra un jnaschio, e una fernrain» durante i loro amori, quando iu e^-i riinarcansi dei movimenti di diversa uatura ? pr«inura della parte del maschio, riserba riliuti >iniulati gelosie della parte deJla femmina; si potia credere che yari uoQ siano 1 Juoui che accomjeugaano quel mo\imeuti? ETiNFA * 19 [ flella (lo!co/.za del clinia, e per le coiiili/.ioni topograficln? (lei n (Slii contorni, i siioi isllnti nialeilci venissero adievo- liti olirem kIo, non presenta sviluppata la educabilita a tale di ridiirsi in interezza fatniliare dornestico^ e tut- tocclie uno ridotto in domesticila piessocche per un anno abitnasse costiimi diversi di (juelli die avea, e a tale si fossj. aiTi.nansiio che iin villico qnando usciva alia caccia portaval con seco, noa sveeti la sua innata ferocia, ne pero snatuio la sua indole malefica llera, che portaglisi occasion favprevole a dare sfogo al suo istinto, inentre il villico sotto tin arhore adagiavaii al sonno, lieve lieve avviciaandol di dietro, e di furore investito gli da adJosso con foga, e gli si attacca al collo in atto di graveniente ferirlo^ ma in tal contigenza il coraggiosissiino villico sdossateselo come meglio rapidamente il pole, diede mano alio seoppio e losto lo ridnsse senza vita prosteso alia terra. La pochezza dei Lnpl del moate a sterrainarli non fa metter pensiero di porgere insidie, di raanipolar esche, di aj)rire dei fossi, o di seminar dapertiitto veleni^ ma gli esperti caccialori dei villaggi del monte, e quelli vieppici tiel villaggio di Nicolosi che estendono la loro norainauza, ])er tutto il dintorno, si danno all' utile caccia di questo nocevole stennlnator dei viventi, a ripararci dal guasto che reca alle mandiie, e a tntti gli animali doraestici, e non indarno chj lalvoka parecchi ne nccidono, e pure taUolta della Lnpa e dei nsonali Lnpacchini fan caccia. E a non tornargli nulla difficile, gli prende vaghezza
  • sinio, die sente da distanze longinque, il canto del pol- lirai, e dlrlge coU i suoi cammini di polj oltraccio stst r organo vocale ben organizzato da einettere svarievoU suoni secondo le passion! die la pongono in moto, t abbala, guaiola, e da fuori 1' accento del dolore. S' invade dell' istinto dell' amativita una volta irf ogni anno, enlra in amore nella stagione iemale, e dal dicembre al febbraio. La gestarione si potrae quaranta! gioiui per quanto si dice, e i suoi parti al nuoiara di quattro cinque sei, vengono in lace al mese d'aprilcw L' istinto della filogeuitura sentesi troppo dall' animal di die trattasi. La madre per molto tempo non si scostaC dai figli p-n- iuipartirgU adettuoss care, aniorose ed in que-* sto tein[)o il mascbio la fornisce dl tutto il convenevole. La sola passione che rende la Voipe dimentica della sua circojpezione eccessiva, e la teuerezza pei figlij la ue- eessita tli nutrirli la rende ardita oltreinodor c taato ardi-^ AtU Accad. VqL XIIL 41 \ -' tff\ falm IrieHlo' 1a e.spone ad iucontrai'e pericoli; ne II maschio dl ittt'ezion cosi fatta va iscuvro, clie nccisa la niadre^ couji? dai cactiatori dell' Etna affcrmasi, il padre prende incam- lienza. di dar nutritura ai neonati jnodotli,- e coraeclie qualche volta la pofta dello speco chiusa al tutto trovasse per opera dui cacciatori, s' ingegna alia , meglio di aprirsi una via,.e taiUo faiica finche vi riesce. SenifTki-e amoroso alia prole in repentaglio vedendola la trasporta sollecito akrove, e in plu slciiro recondito speco. I Volpiccini stanno in tana due mesi o j)oco piii. jiosti in moto, alcun tempo si dimoran coi genitori dio- troccbe se ne disgiungono e se ne sianno divisi. La Volpe Etnea vive ia maritaggio^ vedesi sempre il maschio andar presso alia femniina, e in qiialunque sia- glone deir annoj e rilevavjsi pure una specie di sociabilita nella societa di faiuiglia che i genitori per oltre quatlro mesi fanno coi figli. L' istinto della difesa e poco attivo nella Volpe^ fa- mosa per circospezione e per le sue astuzie facendo vena- gione piu per intelligenza per sagacita per pazienza, che j)er ardimento e coraggio, e non mal venendo a fiera tenzone con aniinali di pari o di forza maggiore, essa non porge un eccessivo sviluppo dfell' istinto di che ragionasi, come ne danno nitide prove molti mammiferi e il gallo la co- lomba il rcattino ed altri volatori, che oltre di respingere e mettersi in guardia contro gli atlacchi degli animali iiono in una asprissima e continua guerra colla propria specie e con tulte le specie diverse. L' istinto .dilaniatore vedesi oltremodo altivato nel- 1 animale di che- fa'Vellasi, araa esso le carni, da attraverso jiellii sue prede a qualunque animale debole, mammiferi, iiccelll rettili, insetli, senza impaurire assale i pollai, e sitii)oada di sangue fa di tutto crndele raacello^ ne i i ETNEi igii pero lascia ill uiosirarsi avicia di latte di uovi dl miele di frutta, e sopramrnodo di uve come di gelsi, che a t:oa- cervar tutto in un vocabolo solo potrebbe dirsi l' animalc polifago per eccellenza. La Yolpe ilell' Etna porge i fatti d' una qualche in- telligenza, e niostrasi senapre ainmirevole, sagace, ingegnosa, plena di ciicospezione, d' astuzia , in ogni operare che sla di I)ase ai suoi accpiisli. Caccia come 1' uomo seguendo sulle nevi le orme animali, dei conigli, delle pernici,* dei lepratli, peculiar- nienle, scava la terra vestita di neve fin oltre la profon- dita di tre piedi, per sorprendere il verrae 1* insetto che merce l' odorato ha antiveduto di starvi, apre tutte le canne che nei vigneti a sostegno delle vite si usano,quaado concepi- sce il pensiere die cola dentro il calabrone sta, di cui ersa si ntitre, inostra desterita aJ evitare gU inganni che potrebbe tenderle l' uomo, e con sagacia nasconde la preda qusado le ne sorvanza di troppo. E qui di enarrare oraetlendo che a simigllanza del liipo trasporta con circospezione allrove i suoi figli, i. co- vile credendo scoperto, sta all' nopo il membrare ut fatlo avvenuto ad nn vlllico, in un campo satlvo, a provare 1' a- stuzia di quest' animalej che mentre il villico scoperto un morto coniglio interrato in un elevate poggetto, e poi cosi ben raggiustato die in nulla si vedeva sommosso e av- visando esserne la Volpe il movente, si stava asp ttandola messo air agguato, l' astutissima Volpe con iscalti itezza si fa innanzi dalla piu alta muraglia, per esplorane tutto il contoruo, e messa in dubitanza di alcuno cola, perchd il viUico iminubil si stava, senza gualolare,cora'e sun us^za^ metteva fuori uuo strepito, che diffsriva dai tuoni ^^« "sa seconJo le passioni diverse, e colui inconsideratS'-iente fa- jcendo dei moti, [lerche non raveva per niente vtduta, la * ' ■ • • ^ . "^^olpe coi/Jorata dcl!a irama d' un qualche nocevole lu- £aano diede la volta, e diressesi altrove. Coiiieche celere nei suoi catniniiu viemolto, ha la riicospazi )ne di farsi un asilo o una galloi ia clia s' inoltra alquanto sotterra, che ha piu apernue, ove aggnatasL tjuando 1' occasione lo vuole, ed ove alberga e poige cure "alia sua famigliuolaj e talvoUa tialasciaiido tale t'alica mette ac^uisto delle tans dei conigli o di alcun altro aniinale. L' esistenza d' »na facolta per il linguaggio articolato "sombra nella Volpo notarsi^ ovech& inettesi coasIJeraziona alle istruzioui che i geailori comunicano ai figli onde evi- tare gl' inganni, e oveche raettesi considerazlone al fatto costante che le gioviai Volpi all' uscir la prima volta dalLi .ana sono piu accorte piu diffidenti nei luoghi ove seni- pre gli si son tesi degli agguati, che non lo siano le vecchie jjei siti ove noa le si c fatta la guerra, Mostra altitudine alia educabilita, scappata una volta alle trappole, se ne scaltrisce in lal raodo che piu non le cade. Si riduce in qualchemodo a viver domestica, e i vogl'.osi di caccia si prendoa vaghcz,z,ci, coineche non ope- lasse per nulla, di portarla a guiazaglio fra i caui con seco ad uccel'are a predare. Ke cosi iugentilita si snatura o s' infrena la sua in- clinazhne malefica, che quando le cade buon destro tutto sfatando uccide per fame, e satolla uccide a cappriccio spesso a moite inetlendo un intero poUaio. Si sorprende in varle guise la Voipe dai volenterosi di cacciaj con longanimita e con iattura di tempo si aspetla I'fli campi a semina di fabe, e si uccide al tirar d' archi- i>usc- si caccia nelle valli sprolungate e ristrette jjer gli estrem'i c pei fiauchi, che da una parte mettendosi in fuga dair altVu dai cacciatori si aspelta ad ncciderlaj si attacca coi"^ cant ndU cxYera* ove diniora in che d«po uu coa- ETNEA." 197 tender con liingi e faticosa tcnzorie U cane spcsso la vinc«; e la classe falicatrice clic tlimora serapre nei carnpi, lal- volta da pensiere all' iiiganno, e vi leude i lacci le trap-« pole coa felice riuscimeuto. -> i>»aM'» I GATTI FEUS Linn. Sono (li LuttI i dilaniatori i piu. fdrrtemente arraati. II loro luuso breve rotondo, le naascelle corte, e mas- s-ime le loro unghie retratlili, che raldrizzaiidosi al cielo, e occuliaiirlosi iVa i did nello stato dl riposo, non perdono giaminai la loro ptinta ne il loro tagliente, ne fanuo degli animali pericolosi nocivi. Hanno due false molari in alto, due in basso, la loro dilaniatrice superiore ha tre lobi, e nil lalloue ottuso all' in leiitro, 1' inferiore ha due lobi acuti e taglieiui senza alcuno talloaej iiifiue essi noii hanno che wn assai piccola tubercolosa siipedore, seuza che alcuo* cosa gli corrisponda in basso (i). Uno dei generi detennliiati molto delio zoologico regno, die si costituisee di caratteri differenziali naoie- rosi distinti, e il genere dl che si traua, ed e questo fra i dilaniatori tnni il pin forlemente e annatoj nel cosino- polisnio aniniale e il plii singolare fra gli esseri molti- plici, die estendonsi a tulte le regioni del globoj 1' au- stralasia oinniessa ogni parallella e di qaesta ogni regions disiiiita lia le loro specie di Gattij mostra T America coaie specie a se appattenente il Felis pardrdis'^ preseata l' Africa il Fclis sen>al di Giiielln; nell" Asia indigena il Felis rnanid di Pallas il leoparJo la ligre e qualche altra specitf j{i) CuviiT op, cit. V,' r. p. iGo. Atti Accad. Vol. Xlll. p. i03 FAQHA. ndl' Enropa si vede il Felis catus ferus gatto Selvnggio die nci conlorui dell' Elna porge parlicolari e dislinti ca- ratteri. Soggiorna nei boschi e della piemontese nelle coi- renti pimgene del silo detto della Copnr.n, con iiKiggiore frcqnenza annidandosi sempre negli antri^ non abbonda iiiollo nei dintorui einei, pochi individui nei nosui bo- schi ne stanziano, e in quei di Mulelto, di CoUebasso, di Bronte, e poco piu nei Iratti lavosi della regione pri- miera. Alberga appo noi la sola varlela comnne, presenta un colore griggio, inclinevole al nero, iufraainiezzalo di lisle pressocche nere, il ventre il coUo, niostransi pallidi, r interno delle coscie delle gambe giallaslro , i pledi tiuli di nero e la coda inanellata di strie pur nere. II Gallo deir Etna ha la stalura di pollici nove, la lun- ebezza maggiore del corpo dal uiuso alia coda, e di due piedi pariiiiiii, la coda considerala in disparle ha l" esiensiou di sei pollici, e il peso tolale dell" auiniale, i visceri esclusi, e di rotoli cinqoe, di rololi sette, e finance di rotoli nove. EJ e da rllevarsi altresi che il Gallo selvalico mon- g^ibellese uiesso a paraggio del gallo donieslico, non mai ])resenta piu di tre variela di colori nella peluna sua, e c!)o questa triplice variela esclusivauiente a un di presso iielia lemmina sempre rilrovasi, e quasi mai nei maschij e r aperiura della palpebre e j>iu slargau d' assai, piu quadrala la faccia, l" aria piu fiera e il miagolare dil'- I'erente vieuiolto, piu interrolto, piii suidulo, e non cosi conlinualo sonoro, come quello del Gallo douieslico; e hella coda ha un aneUo di piu di quelii che presenta quest' ulliuio. Delle funzioni sensoriali diverse, 1' audizioue si vcde iu uu qualche sviluppameulo nei Gallo, luessa a paraggio cogli altri iiiammileri , poiche ode chiararaenle , e a ETNE\ '09 <1isl.inze lonpinqiie. II {jnsto pero sem])ra avere un azione fjsiolofjira rndiuieulaie tli troppo, e la loro lingua un or- gariu (Ji iiiovimenlo si moslra, anziche di a/iooe senso- riuli-- un toccare sensihilissimo slede nei loro inustacchi o inefjlio uei loro Jjulbi, poiclje le barbe non fanno che trasmetterc soltanto le azioui d' iinpresslone che i corpi cirfumstauli sopra essi dditerraneo, I' oceano in liano, il mare rosso, il mare equatoriale, come 1' oceano artico ed antartico stanziano gli esseri del gruppo delle Focacee. E da rilevarsi pero che le Foche che sotto l' equatore e fra i due iropici stanno non sono che delle specie isolate e solitarle, rare fiate si consociano iusieme, meutre le Foche che yivono nei contorni del polo boreale, o sui limiti del polo anstrale, s' aggregano in compagnia, e formaao dell* legioui iuDumerevoli. (i) Peron Voyag aux Terrei Auitrsle* T. lit. p. 61. •Jit, id 8. (|a) Gut. o[>. ciutt. r. i. p. i66. weg. 204 rAUNA Nel nostro medilerraneo e a prefenmento nel mare Jonio, clie bagtia 1' estrenio confine della base dell' Etna, lion slavvi die la specie ordliiaria di Foca delta Phoca vilu- iinn, che acchiudesi nel genere Calocephale dei sette ge- neri Stenorinque Pelage Stemmatope Macrorhin Arcloce- j)hale Platyrhynqiie che sUibilisce Federico Ciivier. Presenta la Foca del mare dell' Etna la lungliezza «Ii qiiattro picdi parigini un poUice e sei lioee, la sua coda e di un poUice ed otto lineej la limghezza delle bran- chie o alette anteriori, e poco piii di sei poUici, mentre le jnnne posteriori non eccedono pollici otto. E d' nn giiggio giallastro, piii o meno variegato, o macchiato di brunastro, con picciole macchie neraslre. La pesca di questo mammifero anfibio non si co- rosce nel raediterraneo; dai marinai talvolta nelle reti si trova raentre si sono dirette ad altre sorte di pesche ma se ne conservano vari iudividui ne^ Museo del Principe di Biscari e alcimi bensl in qnello dei PP. Benedettinij par quanto si dice la pesca di questo animate era men rara in tempi piii prischi, come ancora rilevasi dall' nso che si faceva della loro pelle in allora per foderare le casse di viaggio. L' anfibio di che favellasi oltr(?modo distingiiesi per la eminenza che loccano le sue funzioni intellettive, come- che le funzioni sensorial i, e quelle del talto fossero in couip'Ietti d' alqManto^ ('i) e cio da bella regioue per spcr- perare vieppiu il concetto di Gondiilac Builbn Darwia Virey che dal lalto rip^tono la genesi primordiale delle funzioni delle mente. (i)- Rosenthal des organes del seus chez les chiens ile nier travail jiiserd deus le tonx xii. p. 675. des memoircs de la Sucietu de Bona. e ETNEA 205 E jnetleiido a paraf^gio i falll clie presta tale farnl- glia osteozoaria, coa quelli di tutto il regno animale e delle classi infciioii paiticolaiineiite, per elevarci ad una qualche vediita di gijneralisiiio in zoologia filosofica, rilevasi nltida- mente die i Canilvori e i catii ed i gatti, gli ucce!li assoni- gliano solto il rignardo del canale u liLorio esterno ossoso che assai corto si osserva, e la inancanza della cornea presso le foche le {ovtae orgaiiiclie ripro luce dej^li iiccelli dei ret- tili, die se ne trovano piivi^ la lingua d' tin gran niimero di gatti e armata di denti coriiei quasi come presso i pesci e taliiui volanti, e la lingua bipartita presso la foca ri- diiaina la coiforniazione della lingua die si nota presso piii retlili-, la lingua del cane dell' orso, e d' aliri carnivori, mu- nlta djl ligatnento elastico olie sta alia sua faccia inferlore senibra mi rudlinento dell' osso o della cartilagine lin^'uale che esiste ordinarianiente nei pesci nei retdli uegli esssri aligeri. E alcuni carnivori co.nt; la inartora la dounola eJ altri rinnovauo il lipo della inaggior parte dei rettili sotto il rapporto die l' intestine tenae e il grosso intestino noQ sono quasi distiuti I uno dall' altro o lueglio non soao se- parati da un cleco di cui non esiste vestigio, ma d' una valvula anulare soltanto. Cosi r esisteu/oa di queste analogle generali la teadeaza universale mai sempre palesa degli aniuiali verso un piano co.nune di organizazioiie o uuita di coinposizioae orgauica base della zoologia filosodca, cha concepita dallo stagirita, veduta in barlu ne da Belaju e Bacoue, fondata da Bull'on e Bonnet, l"u a nplaineule sviluppata da Lamarck e Geof- fro-Saiut-llilaire. Atli Accad. Vd. XIll. 48 «ELLA FOSSA BELLA CRETA E StTP . ^A E SUE ADUCEJfZE PRESSO CATANIA B.L SOCIO CORRiSPoiVOEiVTE -03IPE0 r.x.KL..., , 3,;,^^ . ^'"^ ""'"' 'ornate ordinane de , , i- gennaro i83y. '"' '' k?^io ,836. e ig Dopo ciie, dottissfmi sorf n^ Jela natan, e vi cadde accoadr'' M-P^'^'^''^ ^"-^"^'o i'^tanica, la sclen.a del' , "' ^'^'''^'f^ '^ geolo^h l! cenza a si orrcvol consesso Lctro ' ' ''''"^'^ ^^ °"°'-i/z- fiche conoscenze, po„ga ' -n^s e ' '" ^ ^'"'^"^ ^-"-ti- S-^-^^-dee,eff-ra?::;^Sir f "cyir^^J^/- --^U ^ sco^e . „.,ea.ssI.o reno Che da un canto c! JT T'T '''''''"' "'> '^r- «^ers, formato con ,.lacid.vl\ "'' 'j- '^'"^''^'"^ ^' ^''ea di ^J^'l.altra ci fa scorLe d tv '"< ''^""^'"° « nel mare Jel tempo va , chiare cif sta ' ,7',"' ^°^^ '^ ^"^^"^'^ 80^R^ 1^ TEIVP.EW aoS ., jgsta certamente ^^. T"'"' desc vevlo, ed a VO^^^^'^, cbe riguaaU ^^'^^^■^°' luulere qualche ^o^^ '^^\7 Che se tale si pve- losiudio •^'-^^^ do quel suolo di ""^l ^J ,\W,s^menW; sendo che i ,^ ricavarsv u-^ . ^i toite tuL-a, e V f ^^«^^^'J,\la nostra topograaa. m ^ .^^,^^^. :ua.olo a -andave ad^^^ ^^^^^ ""^ J^n bene si scorge q»anto le acqu ^^^^.^ ^^^ qaeUao.o, eli occbi nosiu p ^ ,;naoie si e di a^ ^ ^ .lano contempt- ^^ s. Gregono e d. ^\^ ,,,, di Cifali, della Ca^; P ^^^^ „,,„e contrade do ^^ ^ ^^^^ ^o per r inuero al covefto- Gb -^ « ^ ^^^^^^ ,,acce metterlo pei v^^.^a,enU dei bami m ^^^^;^|e, "U ,i osseryano ancor ^^^^^^^ ^^^^^,^e di ve ^^^,^^^„,,. altro alluviale, ed « ,^^ j, '""'^.r' Lpa i^' ^''^^^^'^'^ 1 da s^sud.-, ^P-ef ;lS.a, con. ^or^J^ ^ colbne di figura con ca o ^^'^^o f\G;^ ,, Mezzocampo aUa pa^^^e^.^^; j^^ B^^.^e Mnunziaia alia p tramontana, e del i ^^^^^^. DELL\ FOSSA DKLL.V CRETA a 09 lo che ml lia fatto per le mie osservazioni deteggere, es- sere di triplice soFta quell' argillaj blu, gialla ed impura e quest' ultima sotto tal nome da me designata per non aveie una oinogeneita nella sua pasta. Tutta questa for- maziorie arglllosa e traversata da filoni di gres od arenaria sclolta, la quale non conserva la stessa proporzlone in tutto it terreno, ed e di un color rossastro che da nel glallo ed inlierameute selciosa^ perche composta di piccoli granelli di qiiarzo ialino e di minutisslma sal)I)ia. L' argilla blu occupa il centro della fossa della creta, ed e li:incliegg!ata da ambi i lati dall' argilla gialla, stando sojira di quest' ultima un terreno diluviale di non molta estensiono, che si fa scorgere in quel punto dove si scenda per la fossa an/Jdetta a man sinistra, ed alia direzione di ovest mrd-ovest. Questo terreno poggia dal lato inferiors sopra r argilla impura, la quale giace in banchi come siana della larghezza di un palrao e di poca profoudita, ed ha nell.i sua pasta dei rognoni di una roccia di color bian- castro, friabile, untuosa al tatto, di struttura spongiosa, e nello stato di decomposizione, che dal socio professore Geminellaro e stata pria di me conosciuta per una specie di dolomite propria di quel luogoj e per maggiormente chia- rire la verita del fatto ecco le parole del prelodato pre- stantissimo socio. « Una roccia, egli dice, propria di que- « sto terreno argilloso si e il carbonato di calce e ma- tt gnesia nello stato spugnoso che in piccoli strati, in ar- « gnoni, o disseminato vi si osserva, e che si riconobbe *i per molto tempo dai nostri naturalist! sotto il nome di « marga (i). '"1 (t) Mem. jopra le conJirioai gcologiche del irallo terreitre dell' £tna. Ar«i deir Ace. Gioen. V. i." Aiti Accad. Vol. XIIL 4g 210 SOPP.A IL TERnENO L' argilla glalla che legasi con quella Mu dalla partf <3i sud e sud-est, legasi ancora con la sabbiosa o impiira, la quale prosiegae per un certo tratto, ed e divisa dal pic- colo torrente che vi passa nel mezzo, per un' apeitura da circa a due canne nella supcrficie e di paluii tre quasi nel basso fondo. L' argilla blu presenla una varieta nel suo colorito, cssendovene di quella carica e di quella di un blu chiaro. La prima contiene jjoca dose di saljbia quarzosa sendoche la seconda mostra di averne maggior quandta: quella ne ha semplicemente alia superficie e questa ne serba ancor nella pasta. L' argilla blu se ne sta a giacere in banchi oriz- zontali, e viene soUo il nome di argilla plastica nella geo- gnosia designata. L' argilla di color giallo ha molta dose di arenaria, sia nella superficie, sia Jiel mexzo della sua pasta^ ma con questa differenza che nella sicilifera, la sabbia e irregolar- mente alia stessa frammistaj quando in questa si ritrova in certi pnntl sollanto e disposta a guisa di piccuil filoni. Questa, ove che e unita all' argilla blu pare a me clie occupi un posto piu alto e si presenti in banchi perlop- piu inclinati che orizzontali^ allorche poi non le si sia con- giunta, nel suo regolare modo di giacimento si osserva. La materia colorante dell' argilla gialla e un idrossido di ferro che comprende tutta la massa svarlataniente. Le strisce di qnesto minerale idrossidato che la coloraiiOj sono vaghe, e prcsentansi a guisa di una feltuccia die nel basso della roccia vanno leggermente a svanire. La sua pasta e omogenea di struttura compatta disposta a guisa di pic- coli strati, e dotata nel romjiersi di un certo grado di tenacita. L' argilla inipura per ultimo mostra nello insieme una differenza dalla jirima, e dalla seconda, perche piena tutta di gres quarzoso e mescolata a maleriali terrosi, e jion ha DELL.V fOSSA. DELLA. CHflA all la piirezzd til entraml)e due sendoclie la sabbia e piena di sostanze eturogeiiec die ne occiipano in tuttl i modi la sua pasia nm le daiiiio quel colorko, e quella unifonnila di tessitura die nelle due precedeiui rlnvieusi. MoUi resli di orgauici si vegetali die mariiji alio slato fossile contiene iu se quesla formazioue terziaria, dei quali mi e stala presentata 1' occasion j di fare riaveai- meuto. II Icguo secco die passa alio stato di lignite si trova in tutta li forinazione argillo-sabbiosa di quel diatorni. II modo di giacitura die ivi occupa e varlo, ora se ne sla a giacere in poslzlone orizzoutale, e confonna alia direzloue dei banchi dell' arglUa, ed ora in senso tntto aflalto diverso. Le parti fibbrose di quel leguo coaiia- ciano a sparire e spedabnente nei suol tagli, dove si vede in alcuni punti una densila tale ddla materia le- gnosa da non fare scorgere alcuna fibra di sua tessitura. Le condiiglie fossili del nostro terreno terziario sono tutte di quelle die vivono nel Mediterraneo, e conservano nella loro superficie un lustro tale die seuibra di essera dair argilla recenteraente coraprese. Soao esse per la mag- gior parte non fralturate, e non mancano di quel caratteri decisivi cbe alle loro rispattive specie possoaj fade ap* partenore. Pria pero di darvl lista di quelle condiiglie da me rinvenule, bis^gna die abbiate per fcrino die in tutta la forniazione argillosa indistiutaniente quest! organici vi stanno, diuiododie e l' argilla plastica e la impura hanno iu se bnona dose di organici inarinl, oltre di quelli die nei filoncelli dell' areuaria loro sede locarono. Tutto cio em- mi stato cliiarito dal fatto nel percorrer silFatti luoglii non solo, ma la terziaria formazione del poggio di Gifali, dove io amcndue le argille dei resti organici da ma si riavea- Iia fiOPRA IL TEUREJ^O rero, come ancora assicurato mi viene dall' egregio noslro socio professore Gemraellaro, il quale in quel punto detto la catira presso S. Gregorio, in cui appare il teneno di gres ed argllla lasciato alio scoveito dalle lave del iiostro vulcano, vide delle conchiglie fossili appartenenli per la raaggior parte alia Nudda raargarilacea di cui bel dono graziosamente mi ha fatto. E qui non so se torni al bene qnanto dice un dotto di oltremonti parlando dei terreni che si riferiscono al periodo cosi delto Satiirnio (*), di aver ritrovato delle conchiglie fossili neir argilla impura e plena di gres qiiarzoso soltanto e non mai nell' argilla plasiica, e di aver cosi sentenziato che r argilla plasiica di questa formazione non contiene afiatto resu organici fossili marini. lo non voglio alcerto urtar di fronle a quanto scrive un geologo di tal nome, ina non posso omelter frattanto, che il fatto mi fa scor- gere la cosa diversaiuente di coine pensolla quel valen- tuonio, cui forse idea non pervenne dei fossili del nostro terreno terziano, e del modo di come si giacciano, o che questo terreno fn da lui forse veduto sotlo altri caratteri geognostici diversi da quelli che realmente al sagace natu- ralista si mostrano. Le conchiglie fossili da me in quel luogo slnora ri- trovate, sono. i.° Corbula rugosa, 11.° Cythaerea lincta, 3.° Venus gallina, 4.° Cardium turberculatum 5.° Pectunculns marmoratus 6° Ostiea mediterranea 7.° Nalica solida 8." Scalaria communis g.° Turrilella lerebra 10. Buccinum gibosnlum 1 1 .° Deutaliuui entails 12.° « elephautinum l3.°Una spina di Cydurites. (*) Bioguiort Dif, di Scieoic Naiurali V. Theuiia des terraini. DKLLA FOSSA I>ELLA GRETA 2l3 Si lega iininetlialaraetito, come pocli' anzi esposi, alia parte superiore delb fossa fl<'.Ua creta con 1' argilla gialla oti ill sej^tiito con qiiella irapura U. terreno dlluviale, che sebbene sia ili poca estensione, pur nondimeuo non io credo di minor conlo in fatto di geoguosJa. Qiieslo terreno si compone di varie deposizioni di clot- (oH di gre>^ e di calcario con noduli di selce piromaca, e di qiiarzo lattiginoso frammisti ed altenianti con un tri- tume argilloso e sabbioso. La sabbia e di un color ros- saslro che da nel giallo, siniile a qiiella della formazione di argilla: i cioUoli di gres si riferiscono nella massima ijiaite al periodo terziario, dei quali alcuni sono di un co- lor giallo, erl altri di un color rossastro. Qiiello che d' interessanle qui puossi rilevare si e ch« a ciottoli stanuo tumukuariainente disposti con la sabbia e 1' argilla, e che nel mezzo di qufisti deposit! si veggono Jlti 4ccad. fol. XllL 5o. il4 SOPRA IL TERRENO 11." Terreno alluviiJe fangoso. III." Terreno alluviale fitogeno. I." II prirao sistema di questo terreno occupa il hasso fondo deWi fissa della creta per lo spazio di loojo canne quadrate circa, fiancheggiato da nord dal viotlolo clie con- duce al giardino del sordo, da oyest e sud-ovest dalla for- niazione argillo-sabbiosa die legasi in linea retta con le col- liue di Mezzocampo, e da sud sud-est dalla fossa anzidetta. Qui in un batter di ciglio viene dato di scorgere qnauto sono efficaci le acqne in ogni tempo a trasoinare sostanze di altri terreni e formarne dei depositi, cambiando cosi la fisonomia delle rocce che subiscono tutto giorno un cerio detrito, I ciottoli di questa deposizione alluviale sono interes* santi a vedersi ed a minutamente esaminarsi, per indi non andar falliti nel dare spiegamento dei fenoraeni attuali cui va di tralto in tratto rigorosamente soggetta la superficie del nostro pianeta. Essi sono di forma ovale o sferica per lo rotolamento sofierto,e della grandezza di un' ovo di polio ad una testa umanaj quello pero che pii c' interessa si e che questi ciottoli provengono da Vati^ rocce tutte dif- ferenti fra loro; ne abbondano e vero di un gres terziario grossolano, siraili in tvitto a quelli del deposito diluviale, ma ve ne sono ancora di una selce impura, di diaspro, di carbonato calcare compatto, di lave Jjasaltiche e di altri lerreni che al periodo secondario si appartengono^ e vo- lendo pill oltre estendere la potenza delle alluvioni io sog- giuTigo di aver colk riuvenuto pezzi di un granito gros- siere e quasi deconiposto, roccia del periodo primilivo, e che si avre'bbe la pena a distinguere se la lucidezza del mica e la compattezza del qnarzo gli opportuni schia- rimenti non ci arrecassero. I depositi dei ciottoli del terreno alluviale non vanno DELLA FOSSA DELLA CBETA 2l5 esenli di soslaiize argillose e sabbiosc, e di un certo ter- riccio, ma coine olie gli iini anzicbe gli altri marcano quel pcriodo, cosi non credo all' uopo di far parola di un materiale che non si mostra a potenti deposizioni, « cli£ casualinente viene ad essev mosso e maadaCo via dalle acqiie di tjiiel torrente. intere^santi si sotio ancora i conglomerall di qnesto sislema, i quali hanno per pasta un arenaria impura o dclle sostanze argillose » noduli di ciotloli rotolati ^ili giiarzo, i.li gres e di calcaiio. La sabbia che fa la pasta di qiiesla specie di piuldinghe e tenace e compatta, non lo e cosi r argilla die forma gli altri conglomerati: i ciottoli che servon loro di noJuli sono di vario volume e di non niolta ([nantitri. Tali conglomerati pare a me che legano il primo si- stema del terreiio alliiviale al secondo, il quale altro non e che un tiifo di seJimento, e ne fanao per cosi dire il passaggio, a." II tiifo di sedimento ossia il terreno alluviale fan- goso occnpa i bordi del primo sisteraa. L' argilla e la sabbia compongono qiiesto tufo, il quale e di un color biancastro che da nel grigio, friabile, secco ed ha del cre[)acci nella massa^ la quale da un lato poggia sopra r argilla terziaria, e dall' allro e fiaacheggiata daU' aazi- detto terreno a ciottoli. Le parti min'Ulssinie dell' arenaria frammiste all' ar- gilla impura e ad alcuni resti vegetali, ci fanno consiJe- rare il deposito alluviale fangoso come un prodotto dei fiumi, che passando sopra il terreno di argilla ebbero r a^io di trascinare la sciolta sabbia con delle sostanze argillose e mescolarle in tal moJo da formarne un tufo di sedimento. Per poco che darassl la pena di vedere qucsto tufo 5l6 50PRA IL TERBENO si potia cletermlnare la proporzioiie Jci suoi coniponenti, r argilla ne forma per 1' iiitiero la base, 1' arenaria e in dose minore, e la terra vegelale non e che di un terzo di meno dell' arenaria^ la sua giacitara e in banchi di non molta spessezza ed eslensloue, ed alle volte pare die af- fetti una certa stratificazione come si e il tufo dell' acqui- cella die jier la nauira dei suoi componend non va molto a differenziare da qnesto. 3.° Entra per ultimo nella dassificazione dei depo- siti alluviali il terreno fitogeno, vale a dire quel terreno mobile formato di resti vegetali decoraposti che danno opera alia vegetazione di quel dintorni. II terriccio oc- ciipa quelle pianure le quali modificate ed abbellite dal- r arte, distintivo dell' umana potenza, pompeggiano di ri- gogliosi vigneti e feracissime son.o nelle produzioni agricola industriali. Sen giace altresi questo terreno sopra la lor- mazione di gres ed argilla, mentre noi veggiamo che quelle coUine sono tutte coperte di ridente verdura e si lanuo piacevoli alia vista di chi da lontano cosiifatli spettacoli pro- fondamente contempla. II colore del terriccio e nerastro, la massa non e conforme nei suoi componenti facendovi parte la sabbia, 1' argilla e piccolissimi frantumi del terreno vulca- nico. Egli e nei suoi dcpositi di molta compattezza fornito. Ecco dunque pervenuti, o signori, merce l' aiuto della geognosia a quel periodo che manifesta i fenomeni attuali, ma quanto grato e piacevole non sarebbe per noi se ci addentraussimo a dar ragione delle cause di quei grandiosi fenomeni, che ebbero origine in epoche molto loutane, e di quel che ai giorni noslri si manifestauo. Questo ci inculca lo studio della geogonia, ed a questo ancora la volenzia dei dotti di Europa ci spinge^ da poi- che se le osservazioni e le disanaine, che si fanuo sopra di un };eiTeno e )Ji una forniazione ci mupvono a vedere DELLA FOSSA DKLLA CRETA 3Iy i (lifleienli caralteri delle rocce dci ilcpositi, e dei gruppL tli uno stesso terreno, pare a me clie gli stessi elementi ci sono air uopo per dare spiegameoto deila loro oiigiue e della loro natura. Essendo dunrpie uecessario alia bi- sogiia di vc lere un tcrreao, di conoscerne i caratteri, di esaminarne i coaipoaenti e di afformar le somiglianze o le diflferenze c!ie ha coa un altro, uon e state fuor di pro- posito che io pria di dir qualche cosa sidla formaziorie terziaria della fossa dcUa creta, e sue adiaceoze abbia pre- messo qiianto si compete alia parte pratica dl questa scienza. Essendo poi convenevole ancora che dietro i fatti si po- nesse mente a tutto quanto appartiene alia parte teoretica, stimo pregio dell' opera di esporvi qui le mie opinioni geo- loglche sii quanto ho avuto il bene di dirvi. Dando per poco uno sgiiardo ai terreni di gi^ de- ficritti siaino forzati di ricouoscere in entrambi la potenza delle acque da cui qiiesti traggono nascimentoj ma se jiero ci faccianio piu addentro a riflettere siamo costretti £l\. ravvisare epoche differenti, e fenomeni non poco con- siderevoli che han dato origiae al gruppo di terreni che presenta nell' insieme qu«lla contrada. A viemeglio potei'^i sommettere le mie rlflessioni, torna a sesto di sapere che sotto doppio aspetto ravvisarsi possono quei fenomeni che tolsero a dar principio a quel terreni di cui ci occupiamo. I primi si devono alia po- tenza del mare, ed agli eiTetti di un cateclisrao avvenuio Della superficie della terraj i secondi alia sola ed esclusiTa forza delle alluvioni. E primamente non possiamo mettcre in bando che le acque marine siano stale quelle da cui furon prodotte le fonnazioni terziarie di Sicilia c tra queste il terreno di ^res ed argilla di cui fo parola. K di vero chi polratXd- Alii Accud. Vol. XI n. 5i 2l8 SOPRA IL TEnRENO scendere di dire clie cosiffatto terreno riferii- si puo ad un epoca terziaria sendoche i caralteri essenziali che il fiitto ci soiuiuinistra, e quelli che all' uO()o la geologia ci va ap- ])restando sono cosi chiari, da non fare juetter piu in dubbio r epoca di sua formazione. Dopo che un dotto socio Gioenio (i) si die a d'l- rate fatighe a descrivere minntamente la to])ografia fisica del nostro paese, e saggi risultamenti e felicissime conse- guenze a pro della scienza geologica addusse, ci fa fetto di conoscere, lo che tuito potrassi rilevare da chi vorra mettere questi miei concetti a rigorosa dissaraina, che il terreno di gres ed argilla terziario e il piu antico tra la serie dei circondanti terreni, e si per la sua estensione come ancora per i fenomeni che presenta allorche con altri vassi mirabilmente congiunto. La contrada delle terreforti da parte di mezzogiorno, le coUiue che si estendono per ponente, sino a Paterno e piu oltre ancora, quel vasto tratto che per setlentrione viene occupato dall' Etna e si dilata dalla parte di levante sino alia coUina della Trezza, altro non e che un terreno di gres ed argilla simile a quello della fossa della creta, essendo che i rimarchevoli distintivi che nell' uno e nel- r altro adequatamente si osservano ci fan tenere in capo di avere entrambi la stessa data da tempo in ordine di loro formazione, Quanto tempo in vero sia scorso da che 1' argilla mescolata all' arenaria dell' antico lido abbia formato un terreno sediraentario a banchi quasi orizzoutali e pieno di (i) V. Gemmellaro. Meuioria sul tralto terreslre Jell' Etua, Alii deirAec. Gioenia Vol. i." DELLA FOSSA BELLA CRETA alQ •spoglio (II moluschi e dl conchiferi luarlni, rileverassi lien l)fiie ila clii non e clisuvvezzo a vedere in grande le ma- giiifiche prodiizioiii della natiira^ da|)poiche un terreno co- me il uoslro clie nel vari punli dl sua foruiazione si mo- stra a 3oo piedi circa sopra il livello del mare, e una prova hastevole per farci vedere quanli anni siano ])assati da clie verificossi grado grado Y abbassamento del livello del mcditerraneo, oade uscir fuori delle acque ed occupar noil lievi allure uell' ordine geognosdco di quel materiali che conipongono la crosta del nostro pianeta. Ma tostocbe ci volliamo a guardare con occliio sagace l' amrairevole lega- mento di questo terreno terziario con il vulcanico dell' Et- na, poiremo scorgere ancor di leggieri quanto all' antiehita jsua si appariiene. Se egli e probabile che 1' apparizlone dei vulcanl si fosse verjficala in quel periodo die terziario addimandasi, come par clie dimostrino quelli del val di Nolo, i quali coiiiparsi sono nel punto die era stato formato il cal- cario lerziarioj possonsi in ugual modo riferire alio stesso periodo le prime correnti di lava che sbucarono dall' Etna. E veramenle se le prime eruzioni del nostro vulcano si avverarono nell' epoche immeraorabili, quanto piii crescer dee la nostra meraviglia che queste si poggianp sopra la formazioiie argillosa e la coprano tutto afFatto in qnei puuti in cui altro non vedesi che antichissime produzioni vul- ca niche! L prova di cio la ghiaia rossa ossia una specie di Ternianlide che si trova nel fondo di molte lave del- r Etna crullute, le quali ridoLta hanno quell' argilla ad uno stato di cottura, facendole subire un color purameaie rossastro. Valevoli riflessioni all' uopo ci appresta il dotto socio Gemniellaro nel suo cenno sopra le couchiglie fossili del Poggio di Cifali, dove egli imprcnde a sostcacre con fa- aao sorRA. il lEiiRfiNO cile argomento die quel poggio simile In tutto alia for- mazione argillosa del terilorio sia dl un' aha andcliita (i). Kon la fiuirei ceitamente se io irnprova di cio mi facessi ad addurre le valevoll e pesate ragioni di quel sommo da cui moUo splendore ricava la geologia di Sicilia solamente per6 fo lecito a dirvi die ove 1' argilla e gres terziario signoreggiato sono dal terreno vulcauico, mostrano u:ar- catameute di esseie stato quel solo elemento sopra vi si stano i prinii: raateriali dell' Etna, i quali allorche com- binali si sono a formare per la violenta azione delle acque terrestrl • ahri depositi che si veggono star di molto superiori al livello del mare, prova irrefragabile sono della vetusta del nostro terreno. I fossili fnialmente die trovansi in questa fornia- zlone non sono di poco interesse per consolidar mia mente iji quanlo io mi credo. Le condiiglie si nnivalvi che bi- valvi riuveuule nel gres ed argilla terziaria sono tutte del nostro mare e trovansi non I'ratturate per poco. Or le con- diiglie deir antico lido mescolate in tal modo all' argilla ed air arenaria da non essere infrante, ma serbarsi per r andar di niolli secoli sane ed intatte, prova evidente ci danno che quel terreno formato siasi per sedimento nel fondo del mare. E divero se i terreni formati con placi- dezza ed in modo sedimentario, ed aventi seco degli or- ganic! animali fossili nello stato di loro naturale forma e struttura sono il piodotto delle deposizioni sottomarine, iiegar non puossi a buon dritto che il mare si sia esteso a formar quel terreni che sono ad un tempo rt^moto e die sino al periodo terziario si estendono dimodo che tutte le formazioni nettaniche die vanno classificate in ordine di loro antichita sono antldiluviane e per fare usanza di quel (i) GeiD. Cell, sopra le contliiglie Ibssili dd Poggio ili CiOili Aui dcU ]" Accadciiiia Uioeuiit Vol. 7.° nSLLA FOSSA {^ELtA CRKTAi Slto Herinlai die megllo alia scieuza si addicono, sono di grao lunga \n\i anlidxi dl quel periodo in cui per un cataclisoio genciale venae la lerra ad essere dalle acqae inomlata. A. vista di cio confessare svelataniente convieae che il gres « r aigilla di tutto questo territorio si apparteoga all' epoc* terziaria. IMesse in campo sIfFalte vedute generall stimo propria ^i venire a particolari conseguenze dedotte dai fatli cha r insieine di quel terreno rai venne di presentare. Si sa da pertuito che l' aigilla e un sillcato di al* lumlne con del ferro ossidato, sj)esso con della calce ej acq'ia, si conosce ancora che q'lesta sciolta dagli aqusi umori e facile ad essere di nuovo impastataj rai resta a rahiltnente, avvegnacche in elk ancor tenera, fosse dalla morte |)rivato dalla vigile assistenza, e dal fermo sostegna del getiitore. Le uniane lettere, e la filosofia trovarono in lui ua pronto, e valoroso seguace, e non fu d* uopo die i suoi precettori niolti siidori spendessero purche a quella meli arrivasse d' onde agli occhi della raeate il vasto cainpo si apre delle scienze. Ma alio studio di quale scieuza il suo sj)irito principalinente si appiglia? A quello che fisso il suo merito lelterario, ed in cui sin dai giovanili suoi anni lo vide la patria distinto. Studio egli in effetto le raa- teniatiche, e le scienze naturali in conipagnia dell' esiraio Dottor Francesco Gambini, il prediletto discepolo, ed aoiico del chiarisslmo padre Piazzi, V ottimo professore di astronomia in questa illustre Universita, uno dei promo- tori beneuieriti di quest^famosa Accademia. Se il Gulli fosse slato alia fortuna piii accetto avrebbe in teatro plii grande raanifestato il suo non ordioario valore negli studi che professava, conciosiache una trista esperienza c' insegna, che il genio si manifesta in proporzione delle grandi oc- casioni a cui la fortuna lo espone. La rapidita con cui Sebastiano s' impadroni delle parti piii dilficili, e compli- cate della scienza del calcolo, e la pronta applicazione, cho ne fe ai vari rami della fisica indizi certi in lui fu- rono d' uno spirito nato alia meditazione, capace delle piu alte astrazioni, e facile poi a ricoraporre le proprie percezioni. E se quaudo fu adulto, la sua invincibile ec- cessiva modestia, nou lo avesse, per cosi dire, fra le do- mesliche mura ristretto, la sua fama ne sarebbe piii estesa. Tuttavia le sue ])rivate lezioni recaron tanto utile a quei discenti ch' el)ber la sorte di ascoUarle, quanto all' uma- liita ae reca la ste&sa scieoza. Itnperocche voi b«a sapete. a 4° ELOGIO fcliiarlssiml soci, che 11 maggiore, o minor vantagglo delfe naturali scienze in gran parte dipenrle dagli uomini, che le professano, inguisacche essendo secondo 1' ottinio divi- samento dell' illustre D' Alerahert, la sioria delle une a quella naturalmente legata dell' altre, fa di mestieii con- fessare, che i' incremento, e lo splendore dell' nmano sa- pere sono in ragion diretta della profonda perspicacia nofi solo, ma ben' anco dell' arte dialettica de' suoi coltivatori, II Gulli in effetto sapeva livellarsi cello spirilo del suo al- lievo, interessanle gli rendeva ed amabile lo studio anche piii serio ed astratto, le difiicolta gl' indicava per animarlo a vincerle, e la mano opportniiamente porgevagli, in breve anatoinizzanlo per cosi dire il di lui spirito, gli appli- cava con accorta discrezione le materie, lo sosteneva con artifi^i sempre utili, lo consolidava con lumi soddisfacenti, e reali. I suoi discepoll che gliene sanno assai buon gra- do, coir onore, che arrecano alia nostra patria, rendono la pill alta testimonianza all' iesimio raerito del loro pre- cettore. Me lo confermano nieno quelle dotte carte net di lui forziere trovate alia sua morte, in cui sebbene sle- gate, e volanti, nuove maniere moito spedite, e chiare leggonsi luttavia per la soluzione de' piii complicati jjro- blemi. Qiiesti scritti da mano maestra ordinati, se vedessero la luce, attesterebbero come il mio ottimo prerlecfssore air elevatezza dell' ingegno la chiarezza univa dell' espies- sione, alia profondita del pensiero, la semplicita del ine- todo, agli oggetti di mera curiosila i^ necessario scopo deir utile comnne. Non gia che privi noi siamo di qualche finite lavoro del fecondo suo spirito ma pochi ne abbiarao in propor- zione del di lui alto sapere. Due ne esistono, de' qnali X imp e ua pario e&te^iporaneo, ua classico prodotto i r altro dl profbnfia meditazione sopra le opete ilella na- tura; ed in cui ha parte una immaglnazione vivissima. Si deve il priino ad uii concorso di Aljjehra da lui soste- mito nelia gran sala di quest' Universita, e nell' Arcbivio [di- cazioni con cui coliivava gli studi asironomici " . Laonde inancando allora di professore la caltedra di astronorai^t di questa Regia Universila vi fu elelto Ganibiqi, nel I794» dair ai'giisLo Ferdinando Prinio. L' Universila era priva a qnei di nonche di specula astronomica, ma di un osservalorio e di strnmenti ezian- dio. 11 degno akuino del Piazzi rivolse le sue cure ad ot- tenere questi indispensabili mezzi d' islruzione, e con tniio zelo ne fe conoscere la necessita. Pero, le ciicoslanze politi- che die vessavano la intera Europa fecero si che neppure in Sicilia preslar si potea cura al progresso delle scienze. Qiiindi- il nost^o professore non pote giaiuniai far sludiare ai siioi allievi in via di osservazione gli astri^ ma dovelte limitare le sue lezloui alia fisica malteuialica alia sialica alia dina- mica ed alia astionoujia applicala alia geodesiaj e, biso- (i) Munter t Sciua. DEL PROF. FRANCESCO GAMBINI o4^ gna fame onorata ricordanza, v' istralva slffattamente 1 dl- scenti clie taliini di loro ottenriero a coiicorso posli dlstlati nei corpi facoltativi di arliglieria ia ■Na[)oli. E qui, se ia una citia marittiiua, qiial' e Gitania, in cui in altre epo- che esisieva, pria di coiioscersi n\ Hoina, lo Gnoraone e vi fioriva im Tominasu Gallina, fa dispiacere il non essersi pottita sL\iiliare pradcaiuente l' astrono;nia in qaesti tempi, nei qiiali sarebbe riuscita di soinoia uLilila a taate cono- scenzj scienlifiche ed al coininercio esterno, e ani;nirevola pero come il prolessore Gambini siasi sap ito versare nei farli conoscere teoreticanaante alia gioventn stadiosa, ed abbia co^i contribiiito a nan far mincare del tutto sKTatti stndi presso di noi. Liot le, deliberatasi, pochi anni sono, dalla Djputazione dell' Universita, la costnizione dell Os- servatorio initereologico n )n vi fi daflcienza di uomini istraiii e 1 i loaai a dirigerlo, a firne fabbricare presso noi i necessari stramjnti a trovarne modilicazioni e ad eseguirii con tntta esattezza le osservazioni ed i calcoli. Okreche, Francesco Gambini era piacevolmente elo- qnente, versatlssimo nella storia genarale e specialmjnte tl«lla sicillani e I amante del proprlo paase. Pertanto, al- lorche (ii egli dall' anzidetta Depntazionc iaviato presso I'ouiiQj R; Fjriinin 1) Prima oltenne, in compeaso di al- ciine perdite avute dall' Ateneo, due miUe oncie sul regio •erario. E studio slftatto a lopro sempre nelle altre occa- sioni in cho fa iiicaricato dalla patria, nelle p ibbllchj an- bascerie, nji co nizi del Ri^nj, nei disiiupegno di alcune iCaricha e niagistrature (i) che ouarato ei ilUistre lo ivsero. (i) Egli fu avvocalo fiscal*, Giulim di lerzi aula ncl iSi5, Deputato nei parlaraento del lSi3; ed m quest' ullitui leiupi Coiisiglieie della secoiida ca- mera del coiisij^lio d.-lla luteaJeaza e merabro della De^uta^loae delle opera yubbliclie di Catania. , ^ Alti Accad, Vol. XUU ^g a 5a ELOGio e, per faveliai Ji noi, nei grarJI di socio attivo e cll se- condo Direltore della nostra Accademiaj al di cui incre- meiito se Don coulribii! co<^li scrilii, die meditava, con- corsevi almtuo cogli ottinii consigll e con indefesso zelo. Tutto ;- iieslo Francesco Gamhini esercilo siiio al cin- qnantesiiQo .oqo anno di etaj quaado avvenuiogli breve ed irreparabJe morbo migrava da qnesta vita, nel mese giugno del i834 lasclando raoUo desi lerio di se. Adunqn-, dj. qnanto ho cennato si puo conchiudere che, se il nosiro socio si riguaidi qual caltedratico non puo negarsi di aver ademjjito al sno dijvere piu di qnanto pella mancanza di mezzi poiea^ se si considera accade- mico dee con'joirsi che fn operoso ed amorevole-, se qual citladino deblo dirsi ntilej se qnal magistralo incorrotto, giusto, prndenij;, tralasciando di consideiarlo qnal bnon marito, pio giiiiiora, diligeate padre di famiglia, fedele amico, oltimo cvistiano. Qnindi e giusto che dopo raorte gli si dia V o'nag- glo dovutogli e se ne- faccia in qnesta dotta assemblea rammentanza; ed lo che seggo nel di lii posto, fortunato mi reputo di aver per legge satisfalto a tal debilo coq qnrfto mio breve cenno-, il quale varra, se non altro, ad appak'Sare la niia gratitudlne verso di voi |)restantis- simi soci pec a.oiuii elevatp ad occupaie qLiesio grado subliuae. . RAPPORTO SULLO STATO DEL CLIMA DI CATANIiJ dell' ANNO l836. BICAVATO DALLE OSSERVAZIONI METEOROLOGICHB fATTE ^ELLA REGIA DNIVERSITA' DEGLI STODJ B£L SOCIO COREISPONDENTE JURIO DlSTCrAaO-CA&UJ3 Jjiceva un dotto haliano all' accademia Ai Padovat cTie tulli i lavori delle scientifiche sociela ridurre si cleg- giano ad osscrvare dcdurrc cd appJicare'^ ecco il marcbio clie debbe disiingnere tulli i travagU accadeinlci', occo I'li- tile divisione del lavoro delle applicazioai di uaa dotla sociota^ cbi ad osservare i fallij chi a dedarne delle illazioni a formariie le teoiichej chi ad applicare tutto alle scienze cd alio vantaggio di nostra societa niirar debba ciascua mcmbro ili una accademla. Ma qial' e il punto di par- tenza di ogiii Ia%'oro scientirico? Qual' e la base sa cui debbe erigeigi il grande edificio delle scieuze ? La difficile arle di osservare i fluii: senza stabilire pria d' ua modo certo fisso i.nmiitabile l' esistenza dei falli e le pecuUarl vicissitudiiii cbe li accompagaano noa si puo indi passare alia forniazioue delle tcoriche ed all' applicazione. L per cpiesto clie noi studiando il clinia di Catanfa ci diauio la cura di raccorre ed auiinassare, quaiilo piu si puo, delle osservazionij onde in seguito dire qualche cjosi di ccrlo siiUa naiura e cosdtuzlone atruosfcrica del no- i%2 )h\PPO!lTO »tio cllma (i): desideriamo pero, cli. soci, ( vel dissi altra volta ) clje le nostre osservazIoQi fossero paragonale ogn'aniio ;ii fenoinenl dei morbi die banno piii di lutti dominati, e fame vedere le dipendenze e gli effetlij cosi pure per r agronomia: non ci dimentichiamo die il punto fioale cai fleggiono miiare i travagli de' dotti e 1' utile ii bene il vautaggio dell' uomo. I fenonieni delta pressione o deosita attiiosferica indicati per il haromelro hanno presentato le seguenti particolarilaj le piu grandi vailazioni ossia le oscillazioni masiglori si sono osservate nelle stagione d' inverno: difatto il niiiiuniun di densita come il maximum dell' anno si trovano in qnella stagione raostrando la diffarenza di 0,983. val quanto dire un pollice circa, e cio in corrispondenza ad altre osserva- zioni da me notate e rese -di pubblico dritto nei sitnti degli andati aniii: cd in generate la densita atmosferica si e niantenula pin elevata nelle stagioni di priinavera ed esta in cotifronlo delle stagioni d' inverno e di ntnnno. II massimo grado del termometro in gg.° f'H. si e osservato in luglio soffiando il OSO che recar snole il piii grande calore dell' annoj il minimo si e osservato in gen- jiaio cioe nella matlina del giorno 3, cadendo dei fiocchi di neve, e soffiando il vento NE: non giunse pero che 43. "FH, 11 medio calore annnale ricavato dalli medi delle sta- gioni si calcola per qoesl' anno a 66," 5'jg. cioe poco meno della media generale ottenuta dal decennio di osser^ vazioni del professore Gemmellaro. la ordiut; alio anJa- (1) Col decerjpio delle osservazioni fade dal professoie Cailo Gsmmellaro publ>licale nel siio Saggio sopra il clima di Catania, e con quelle da noj eieguite e pubblicate iiegli Alti di nostra Accademia da! i852. a quesla parte saremo fra nou giiaii nel caso di poler stabiliie qualche cosa ili cerlo sulla na- tura e caralleii fi^ici del oo^tro cliiiia Se le foize iioii ci veuybino raeno, e la ioituua nou ci sara oemica speriamo di poter rienipire una graude lacuaa eli» piesenU 1» Topografia Jlsica del nostro paese. KAPPORTO 2 53 menlo tlel calore Ira \ina staj^ione e 1' altra si puo osservare che la clifferenza ossia il passaggio tra il medio calore della primavera all' esta e tli qnella alle stagioni d'ioveriio, sono niii marcate a qiiello tia 1' ioverao e la primavera . In rapporto aU'umidita atmosferica possiamo notare che essa c stata piu bassa nella etagione di primavera che deir esta , sebbene il minimo in 3o.° si sia os?ervata in quest' ultima stagione , il massimo pero in 68." si osservo nella stagione d' inverno . -\\'',W La quantita di pioggia caduta in tnlto I'anno ron ammonta che a pollici i4, a, 5 assai poca paragon facendo con quella negli scorsi anni, epperooggi si puo bene osservare chela pioggia degli anni i832ei833 fnrono eslraordinarie al nostro clima ^ come puo osservare allora discorrendovi de' fenomeni atmosferici dell' anno i833 , ed ecco come si verilica , che le osservazioai Tipetute rettilicano quelle antecedenti , e formar fanoo il vero e reale concetto de' fenomeni . Di tutti i tnesi pero il pill piovoso e stato il mese gennajo, viene ia seguito dicembre ed indi ottobre 3 ed e da osservarsi in rapporto alle piogge cadute in questi mesi , che in ottobre piove poche volte, ma fortemente e spesso con \ento forte e tuoni — in dicembre e gennajo piove spesso — e pure da notarsi che ne' mesi di gingno-,, luglio ed ,agosto non si e raccolto nessuna quantita di pioggia . Fra tutti i venti che haniio solUato 1' en Ee stato quello che ha dominate To so pero ha pure sotliato pep un grande numero di volte die ha dorainato in jiovembre — dicembre e molte volte in marzo — I'oNO pure e stato il predorainante della stagione d'inverno . La lavola generale qui annessa, e per come e stata da me formata quest' anno vi presentera in un raodo concise e laconico tutte le singolari particolaiita mo- strale dal nostro clima nell' anno i836. a54 I N D I C E DEL TOM. Ill mHUBWll'li" Semestre Primo Relazione Accademica per V anno xii, del socio Carlo Gemmellaro Ses^etario Generale deW Accademia , profes- sore di Storia naturale . . Pag, #i 3revi Riflessioni dirette ad istahilire una nuo^a specie di patella che con- Jiisa trovasi con la vulgata di Linneo e lamarck , del socio col- lahoratore Salvatore de Cicero » sT Sopra alcune ossafossili scoverte in Sicilia ' ^ Memoria del socio attivo Cav. Giu- seppe Can. Alessi promotore di dritto Canonico, e Catechista nella regia Universita degli Studii ec. per sen'ire di continuazione alia Me- I Tuoria sidle ossa fossili ritrovate in ogni tempo in Sicilia^ inserita nel '' '--^ volume rii de^li adi accademici « 3t SvZ Paralepis Hjalinus qualcke schiari- mento del prof. Anastasio Cocco '■ da Messina socio corrispondente presentato all' Accademia li 5 agosto iS36 i ^ « •. . .• ', '»» 4$, / c«nf' 'jtiOiip jiJennc'l o. j i.'i iu3 o'jioooiJ y Oil • i55 Jiapporlo sulV esecuzinne del progeiio con- >. cernente V Irrigazione de carnpl che attoriiiano il Sinieto , con nn breve cenno sidla niiova slrada da constrnirsi da Nicolusi alia grolta delle Capre ossia degli Inglesi , di Giuseppe j^haj'o Paternb Ca- \ Stella Principe di Sperlinga Man- ganelli, Diretlore delt Accademia^ Intendenle del valle di Catania . )> 5/ Osservazioni dirette a conoscere se alcuni testacei marini ahbiano la proprieta di riprodurre le parti troncate, di Madama Jeannette Power socia corrispondenle delV A ccademia Gioenia . . . . 3> 7/ Sloria nalurale fisiologica e medica del villagese dell' Etna del dottor Giu- seppe Antonio Galvagni socio at- ti\>o , segrelario alia Sezione delle scienzejfisiche, Memoria t. Storia naturale fisiologica . . » 7J SeMESTRE SECOrVDO Cenno Geolnglco snl terreno del/a piana P di Catania letto nella sedula or- dinaria del tg gennaro i83y. dal socio professore Carlo Gemmellaro ^> fif Sopra un Kslraneo neW orgaiusnio intro- messo e sui singolari fenoineni in- dotti mtimoria del doltorc Giusep- P e Antonio Gah'Oiini socio attn'O segrelario alia sezione delle scien- ce Jisiche » . . . » / 5 r 2 56 Sop/a alcuni fatti di anatomia e Jisiolo- gia vegeiale Memoria i . sulV Jimo- re CristalUno nelle foglie seminali delle piante del socio corrispon- dente padre Francesco Tornahe- ne casinese . . . . -» 1 43 Fauna Etnea o materiali per la compi- lazione delta zoologia dell' Etna del socio attivo Giuseppe Antonio Gah'agni segre'ario alia sezione di scienze fisiclie — ISIemoria ter- za sulla terza famigUa del dda- niatori — O Carnivori . . yt i63 Memoria sopra il terreno terziario dell a Jossa della creta e sue adiacenze \\ • presso Catania del socio corrispon- dente Pompeo Interlandi e Siriigo w 207 ELOGJ Elogio del dottor Sebastiano Gulli reci- tato da Carlo Gravina principe di Valsavoja socio attivo . . :» sag Elogio del prof. Francesco Ganibini re- citato dal Dottor Euplio Beina socio attivo ... w s47 Rapporlo suUo stafo del clima di Catania deW anno iS36. . . . » 25/ yJ \ ERRORI CORREZIOm 'g- 25 i 12 funziovalc funzionale > — » 16 inncrvarlooa innervaziona > 33 » 8 spronava id' invogliaya 3 36 } 9 argifrlioso argilloso » — » 18 ossosse ossose » 39 » 3i preposito proposilo * 4o 9 8 del grand' orsi de' grand' orsi » 5i » 18 estensibile ostensibile » — > 2i pill lungadcllasuperiore della inferiore » 62 ) 27 r operpetiio 0 perpetuo . 73 ) b'(no/a)Murcy...Cenlhium Murex...Cerlhiura > . — » 8'no/a)Don ho alcun non mostrava alcun » — » i3^ virsitarlo Tisitarlo > — )> 32 da i marclu da i marchi J — ) 18 iraggia irraggia > lOI » 21 deir Etnicola*. dair Ktnicola » — > ult. e fclice e felice » 107 ) 2b' della natura dalla natura i no » 29 dal moate del monte ) 112 « 16 maeslo vulcano maestoso vulcano J 14.0 » 10 ove da fondo da fondo ) til * 24 del rello filosofare dal retio Glosofare 1 liH » 3 Camemerari Camcrari Tpr ' A T T I DELL' ACCADEMLV GIOENIA TO MO XI F. SEMESTRE I. e II. m ^ t t ^ r'h ^^h 5^^ ^ ^ .^ f^ ■ ,vl A T T I BEILTL* AECi^BIEMlA ©ItDIEUA DI SCIENZE NATURALI DI CATANIA ToMO XIV. CATANIA DALLA TIPOGRAFIA DI RIGGIO MDCCCXXXIX CATALOGO Dei Soci eletii nell" anno XIV. Nome,Cognorne, Pattia Grado.Vccad. Giorno di elezione Dotlor Giuseppe Gatto 1 Boiisignore da PatliSoc. Onorar.\ixS Gennn Dolt. Gioacchino LaLu- mia da Canicatti j Cav. Giovarmi Paternb Caslello da Catania! Dott. Antonio Orsini da\ Catania \ P.D.Giovanni Corvaja Ahh. casinese da Pa- lermo Dott.P'ietro f^entimiglia da Messina P. D. Filippo Cullrera da Chiarainonte ilass Cav. Capitano Giiisep pe Garofaro da Pa- ler ni 0 Soc. Corrisp . Doit. Filippo Parlatorc da Palermo Dott. Giuseppe Melodia da J\'oto Dott. Giuseppe Scapil lato da Lentini ]Vome,Cognorae, Palria GradoAccad. Giorno dl elezione Dott. Giuseppe Leonardt da Cattolica Soc . Cornsp . 2 5 Gennaro i S u 5 Dolt. S(dvatore Sciideri da Catania M ■» P. D. Giovanni Mnsr- giore da Fizz ini Cass. SocCoU. Cav. Giuseppe Zappa- lli Fiaocchiaro du Catania Dott, Vincenzo Fisichel- la da Viu'^randi Sig. Paolo Ferlisi da Catania Sig. Alessandro Rizza da Siracusa Sig. Mario Zuccarello'. da Catunia Sig. Giuseppe Orsini da Catania Sig. Canidlo Biida da CastigUone Sig. Luigi Garnfalo da Catania Cav. Antonino Giavi na da Catania Si'^- Giovanni Gaglia- no da Catania IjjIliev.deh'Ac Nome,Cognorae, Palria Giado Accad . Giorno di elezione r Cav. Giuseppe Gravina AlUev.deWAC Cruyllus da Catania] Sua Ecc. II Cav. D. Soc. Onora- 9 yfprile i838 Niccolb Santangelo rio per accla- Ministro Se^rctario niazione di Stato degli njj'ari inlcrni, da NapoU. Doll. Carrntlo Maiivra- na da Palermo Soc. Onorar, Dolt. Gincomo Tofani da Napoli Barone Giacomo Oliva da Napoli Cav. Liidovieo Bian- thiiii da Napoli Professore H.Lccoq da Clermont Ferrand. Soc. Corrisp J. B.Botdlktda Cler- nwnl-Ferrand Tcnente colonello Mar- co Antonio Costa da Napoli Pi o/issore Onorar. Ga- briele Costa da Na- poli Barone Rosario Venti- glia da Vizzini Nome,CogQome, Patria GradoAccad. Giorno di elezione P. D. Giacomo Mag- ' giore CasinesedaViz- zini Soc.Corrisp. 9 Apr He 1 838 Doit. Francesco Lizio da Napoli M M Dotl.Sigismondo Graf da Luhiana M M Sig. Giuseppe Crisa- J'ulU da Catania Soc.CoHabor 3J CARICHE dell: ACCADEMIA PER L'ANNO XIV. Principe di jManganelli... Vrimo Direttore J'Ott.Fos. Scudcri Secorido Direttore Pnf. Aiit. Di-Giacorno .Segretario Generale Dott.D. Orsini Segretario alia Sezione di Sto- ria Naturale Dotl. G. A. Gah'dgni Segretario alia Sezione di Sci- enze Fisiche J^rof. C. Maravigna :» (]. Gemmellaro :» F. Cosentino i,, i • i i /^ ry ,, n B J- )31embri del Lomitato Liott.B. Bapisardi 3j A. Lo Giudice M E. Rcina »S'g. G. Gambini Tesoriere 3j S. Leonardi Bibliotecario Pnf. A. Di-Giacomo...T)ivenore deile stampe >j C. Gemmellaro Direltor del Cabin, di St, Nat. A T T i DELL ACCADEMIA GIOENIA DI SCIENZE NATURALI . VOLUME XIV—SEMESTRE I. PER L' ANNO Xlll. DEL SOCIO ANTONIIVO DI-GI4C0M0 Segretauio Generale dell' Accademia prof: di patologia generale KEGIO PROTOMEDICO GE.V. DI CATAMA EC. Letta jiella tornala orcUnaria del 2S maggio 2837. /Joe tnmcn bonl assecuti i'ideintcr^ ut en Ulteris mandaremus , qucv nee sati'i erant acta noslris ct eninl co- g/iitionc dip^idssimn — quorum stii- i/iurn qui vituperate haud sane in- telligo, quidmim sit , quod audan- dum piitct. Cicero de Ofllciis lib. 2. Ij'Accadkmia Gioema di Scienze Nalurali sorta in Catania nel 1824, ad imitazione della Sekcsbergiana dei furiosi (Iclla Natiira di Frankfort sul Meiio, ebbe sin (lai suoi piimordi sempre iu niirail jirogredlmento della Scienza; ed La incessanlemcnle travagliatu per lo inlero j;iro di tredici anni, ondo illustrare sopiatutto il suolo iSIciliano. Molte cose infatto o non tratlale , o iguote 4 RELAZIONE dell'intiitto al nosui predecessor! noi abbiamo creduto degne di porsi in chiara luce, e di molte abbiamo fallo scoperta. E qui e d' uopo ch' io \i ripeta piii estesa- inente cio, di die nove anni or sono, io vi parlavo (a), Conciossiacbe di anno in anno videsi sempre megb'o e con piu di accuratezza delineata la Geologia quasi in- tera dell' Isola^ disccperta ed equiparala alia Mineralo- gia vesuviana quella gia oscura dell' imponenle e mae- stoso Dostro Vulcano, e de'Carapi flegrei della Sicilian lUustrati con topografica ricerca i fossili del regno ve- getabile ed animale diffusi nelle viscere di Trinacria tuUa, che 1' indice formano meno dubbio de' vari ca- taclismi della natura j descritte le boscaglie del nostro dintorno, e la Pomona in parte illus'rata^ la Malacolo- gia dei nostri raari, e la Ittiologia con utili osservazioni e scoperte attentamente ricercata; la Fauna etnea per la prima volta cominciata ad assembrarsij e sin la Terato- logia studiata ossia la scienza dei moslri, che nello statu innormale la vera organogenia ci disvela , e la natura deir uomo. Arroggi molte discussioni scientifiche poste inanti, molti errori abbattuti, molti utili progetli promossi , molli buoni esempi presentali, e piii di tutto Io spirito di Sana osservazione posio in campo, che come raggio atlivo di Sole penetra addentro, ed infonde nei petti ■ degli studiosi fuoco aniraatore per il sanlo amore della scienza. Ecco come Voi progrediste per quelle vie, cui il (a) Vedi Aui dell' Accad.Giocnia Vol. 5. Relazione accademica. ACCADEMICA siculo ingegno non erasi prima appositamente indiretlo: (juas nee satis erarA acta nostris, et erant cognitione di- ^nissirna. Egli e percio cbe in questo giorno solenne , sod- (lisfaceritlo al noslro institute, nel richiamare alia voslra ]ii(;iile le durate faliche dell' anno, due soli oggctti io mi prefiggo: il primo si e quelle di ponderare con esatta hilaocia innanli a' vostri propri occhi il progresso che falto avete nella Scicnza della Natura, e la laude che oUeDuto ne avete dai saggi delle dotte razioni- ed il secondo di indicarvi i niezzi onde serapre rneglio pro- gredire al perfezionamento della slessa, e diffonderla in- hlcme ai vostri allievi, ai vostri compagui. Cos) il presente ragionamento non sara un sempli- ( e novero di faticbe passale e di vani plausi , ma ser- Aira ACCADEMICA 9 composto di vane deposizioni di cioltoli, di gres e di calcaiio con noduli di calce piromaca, di quarzo latli- ginoso franimisto a triuime argilloso e sabioso lumuluia- liamente dispostl^ ove pure dei massi di gres di figura angolosa si osservano, ossia Blocchi, caraltere disliiuivo di quel terrerio diluviale . Ci descrive indi il terreno alluviale, ed in tre division! eel presentaj a ciottoli cioe, Jangoso, filogeno. Portando finahnente uno sguardo Geo- gnosia sidla oiigine di tali terreni, cliiaro rileva come lulta la base nieridionale dclT Etna , uon che dello oiiente o dell' occidenle, piesenti la foimazioiie terzia- ria argillosa e di gres, sopra cui sono j)oi corse le lave dei moltiplici vnlcani aperli nella parte siiperiore del- r Etna, clie ban lasciato discoperte soltanto in alcuni siti le cresle delle collinelte argillosc ec. simili a qnel- le delle terre Jorli. Quindi sembrano esser le accjiie qual- clie tempo stazionale all' altezza di dctte colline, che si elevano adesso a 3oo piedi circa sopra il Hvello del jnare. Per quesli calcoli e per qneste conjelture delle va- rie ibrmazioni del Globo, assai nionla nelio stato altua- le dclla Geognosia la conoscenza dei fosslli, avanzi fe- deli del regno organizzato, clie commisli alia rocce , i temiii quasi ci disvclano delle grandi rivolnzioni terrestri. L" inl\ilicabile ed erudite soc. Can. G. Alessi che vari lavori sni fossili siciliani aveva letto all' Accademia, un allra niemorietla ora ne ha agglunto quasi compli- mcnlaria in qucslo ranio di ricerca (a). Altri siii non (.i) Mcmoriii sopra alcuue ossa lossili rccculcraculc scovcrlc in JtU ^ccad. Vol. XI F. a ro EELAZIOSE descril'ti egli viene additandoei ed allorno: Catania e fuori, ove pregevoli avanzi di autkhi pachiderrai,. e di altrl animali ora ignoti all' Isolai, si rinvengono. Quindi una difesa elefantina nel cosi deitlo hablrinto di Biscari, villa di quel cliiarissinio Ignazio prijacipe di Biscari che ]a palria nominera sempre con sentimenli di rispetto e di gratitudinej una eosta di Elefante lunga palmi sei, che io coRservo all' Aceademia, rilrovata nelle vicinan- ze della cliiesa della Merce,- delle varie concliioliti ed una grossa niola di Cavallo al Baslione Grande del Sal- vatore. E qui I' autore ama osservare col Cuvier , che le mole fossili di Cavallo piii grosse del vivente, e die ad una razza certaniente piu vantagiosa delle conosciu- te si appartenevano, giacciono spesso in quel stessi siti ove le ossa di Rinoceronte, di Hjene, di Tigri, di Ele- fanti, sendo il Cavallo di questi ultimi fedele compa- gno. Cosi sempre rilrovaronsi ed in Wittemberg nel 1700, ed in molti altri celebri depositi fossili. AU'Agno- ne poi lungi di Catania, nn dente d' Orso snocciolalo da un masso di cake carbonata ci novera, che conser- va il soc. professore Gemmellaro; in Agosta una man- dibola inferiore con sei denti che porta i caratteri ia- teri del singolar Cervo di Montahusard descritto dal Cuvier,- a Scordia e precisamente al Casale, una difesa dl Elefante di 4 palmi circa rotta in pezzi svelta dal- la calce carbonata, dove la compagna vi sta, fra niolte Sicilir, per servire di conlinuazione alia memoria suUe ossa fos- sili litrovate in ogni tempo ec. inserita nel vol. vii. degli Atti Accademici. Letla iiella tornala de' 24 novem. i836. ACCADEMICA. 1 1 conchloliti, che a me invio in nostro soc. cor. e mio amico Dottor Pugliesej nella contrada della Comune di Biscari una di Elefante ec. talche non vi ha sito in Sicilia dove fossili di runiinanti e di carnivori e spoglie marine, che ai aostri mari si appartengono, non esista- no, e sempre in grolte o recce calcaree ed arenan'e, in terreni terziari di gres e di argilla, in lerre alluvia- li, ed in campi argillosi. Quindi conchiude il nostro socio che detli animali abitavano 1' Isola intera, che fu- ron sonimersi dalle ac([ue del meditcrraneo, e che cio dovette aver luogo nelT uliinia, ossia nella piu recenle catastrofe del nostro suolo. Ma ritornando noi ai terreni terziari, d' onde per poco ci dipartimmo, ed alle colllnetle che la Ijase f'or- mano dell Etna, e piu sotto discendendo , rifroviaino una vasta pianura di cni ci ft un ceniio gcologico il chiarissimo, ed infaticabile geognosta prof. C. Geniniel- laro (a). Essa e interamente coslituita di un terreno al- luviale, ove il glauco Sinieto scorre superbo, e porta- iio a lui tribularie le acque il Salso, il Dittaino, il Gurnalonga, nonche tutti i vari torrenti, che dalle Je- scritte coUinettc discendono, Qui noi stazioneremo qual- che poco. 11 letto de' llunii, j)resentando come una se- zione veitlcale, discopre un uumero varlo di stratifica- zioni marcale da una quantila di ciottoli rotolati imniezzo all argilla mista di arenaria. e di terriccio. Dando il no- stro Gcologo uno sguardo a questa pianura ci fa cono- (a) Ccnno Gcolos;ico sul tcrrcno ilella Piana tU CiUainu. Le-t to nella loiuata t!ci 19 gcnuaro iSS;. I -i RELAZIONE scere come occiipl essa uno spazio, che un di non era clie un golfo circoscritlo daile falde dell' Etna per tra- montana, da quelle delle montagne di Centorbe, Judi- ca c Ramacca per ponenie. da quelle di Palagonia, Cal- lura, Caslellaua, Bagnara, Galermo e Primosole per lib- beccio e mezzogiorno. Le grand! alluvioni, strappando dalla superlicie di questi terreni lutti i materiali mo- bili, e facile a cadere in fatiscenza, hanno poco a po- co riemj)ilo quell' antico golfo e formate col volger di secoli la piana di Catania. E qui 1' autore volendo dal- r attuale accrescimento della nostra spiaggia, detia pra- ja di Catania, dedurre un calcolo approssimalivo del tempo che ebbe dovuto scoi-rere per tale formazione , ha stabilito per punti fissi le distanze che separano la attuale linea del mare da alcune stanze di guardia al- zate nel i538^ e da allri punti da lui marcati nel i83o. Da questo calcolo e risultato il medio dall' accrescimento della spiaggia di palmi 3 in ogiii anno. In guisac- che per lutla la estensione di i5 migb'a, die forma la lunghezza della piana sudetta, avrebber dovuto scorrer "nou nieno di 28, 000 anni, e cio per un semplice slra- to di due o tre ])iedi soltanlo. II saggio geologo pero conchiude che tali calcoli non ban molto appoggio in geologia , quando ci facciamo a considerare , che una sola catastrofe geologica ])ossa produrre, ed in poche ore cio che in cento secoli non avrebbe pel corso regolare dei fenomeni naturali. Ma nel mentre che il geologo coutempla la nalu- ra di questa vasta lenula, e ne studia le interne viscere e le sue lenle formazioni, il saggio economisla specola ACCADEMICA l3 semprc piu sul miglioraniento delle sue produzloni, e r obliga, anzi la forza a centiiplicargli i suoi prodoUi j)fl niaggior utile della societa. Quasi non curando clie la nalura abbia volulo spontaneainente doviziaici , po- iiendoci da un lato il fciacissimo vulcano, e dalT altro la vaslissiiiia piana dl clic e discoiso, d' onde abbonde- vo!i sconono le derrate d' ogni sorta uella nostra citta, 1 uouio iiidusliioso, clie lia conosciulo di essersi ferli- Jizzati i piu ingrali lerreni del nord, agogna tanto me- glio a meliorare a piu non posso i rldenli ed idjerlosi campi dei noslii clinii feh'ci. Ecco do che si prefigge il benemerito nostio Dirillore Principe di Sperlinga IMangauelli Jntcndenle indicare la utilita o danno di essi^ il mode di rin^ venlrli, e gli strumenti che a tale oggetto usa la noslri gente^ il tempo piii opportnno ed il locale particolare eve si rinvengono. Egli studia piu il testaceo che k ronchiglia, meiio che questa non presenti diflferenza ri- marclievole tra le specie identiche di altri mari. S, trattiene pure sul mode di viver projirio a cadauna spe- cie; ed arendo cio osservato suH' animale vivente faci- le gli e riuscilo d.\ scoprire 1" uso vero di diversi loro or- gani, e rilevarne ie false ed inesatle idee che sull' uso di essi e §ul costume dell' animate da molti naturalisi si tenevano per ferme. Cosi questo giovane mnlacolog;- sta batle la retta via dell' osservazione, che gli ridon- dera a molta lode. E passando, soccmdo il piano propostoci, dalle rl- cerclie dei testacei a quelle dei pesci , un iiiteressante schiarimenlo ci abbiamo dal nostro socio corrispoudeii- te Anastasio Cocco da Messina ottimo rultore dello stu- dio iltiologico sul paralcpis hyalinus, lavoro presentato n\ RELAZIONE air Accademia il primo agosto del i836. (a) Scopriva il naturalisla Rapbinesqiie Sinaltz, troppo avido di no- vita, nei luari di Sicilia un pesce , die amava addi- raandaie surdis hjalina ( forse adduzzu 'mperiali di Pa- lermo ). Venne per la prima volta questo pesce soUu r osservazlone del nostro socio Cocco nel 1833, ed av- vegnacche noii avesse cgli potato per aliora esaminai lo con tiitta esattezza, pure tenne fermo il nostro iltiolo- 50 uon ])otersi al genere Sudis appartenere. Considtato I'ndi le opere classicbe del Cuvier e del Valenciennes^ chiaro rimase essere un tal pesce il parahpis hyalinus, e solo dubbiava se queglino mai lo avessero avuto sot- t' occbio. Presentossi linalmenle al Cocco la opporluni- ta di acquistanie tre individul nel maggio del i836; e ne voile egli dare un accurata e diligeute descrizioue onde togliere ogni dubieta, ed invio tantosto i suoi scbia- rimenli all accademia. Diraostra egli erronea la dena- minazione del Rapbinesque non mancando il pesce in disaraina de' denti della mascella superiore, ed avendo- si r ala secouda dorsale de' raggi per mezzo alia 'stessa abbenche sembri adiposa^ ritiene quiudi e riconferma la denominazione di paralepis de' celebri francesi. 11 pesce e tutto intero cristallino, le guance hanno il colore del- r iride cangiante, una fascia ugualmeule colorata scorre lungo i fiancbi al di sotto della linea laterale, 1' iride e dorata a riflessi variati amaranto e verdiccio, il segmen- (a) Sul Paralepis Hyalinus qualclie schiariiuento, Preseiilato all' accademia il primo agoslo i83G: e iello nclla tornata dei 27 agosto dello stfsso anno. ACCADEMICA 25 to superlore e senza colore, trasparenti le ali peltorali sparse di minulissimi punti foschi che si moslrano gri- gi, le ale veutrali le anali e le dorsali trasparenti sen- za distinto colore, la couale griggia nericcia nel mezzo ed ai lati della base, la membrana bianchiale bianca come la lingua. L' individuo e grande poco piii di ua palmo siciiiano. Ma quanto piu la naliira organizzata va a compli- carsi negli aniraali piii perfetli, tanto piii arcana si ren- de, e tanto ineglio atlira alia sua conterapiazione il guardo del lilosofo, che studiandola vi atnniira la ina- no faljbricatrice del Supremo Atefice, Quiudi lo studio de' maramlferi , che forma la seconda memoria della zoologia etnea dcU' attcmtn ed eriidito Galvagni. merita- va una particolare dilucidazione, Iraltando egli ])rinia- luente della f'amiglia fie' cbiropteri (a) evulga come que- sti animali bizzarri, mancando di alcniie coiulizioni di orditura , presenlansi in moUe parti abberrati dal ti- po della tessitura e della conformazione normale del mammiferi. Falto indi 1' elenco de' zoologi che cosi male li classilicarono , come di Arlstotile , Plinio , x\ldrovando, Scaligero ec. presenta le idee di Geof- froy S. Hilaire , e di Desmoulins i quali applican- do le leggi dell' anatomia trascendente e della filosofia anatomica ai tessuli ed agli organi dei cbiropteri, rile- (a) ^latcriali pet la compilazione tlella Zoolonia Efnen. Me- moii.i terza suUa classe dei mammil'eri, e sulle famiglie dei clii- ropleri, c degl' inseltivori particolanneiite. Lctta ntlla lornata dei 23 Hjbljr. 1837. Atti Jccad. Vol. XIF. 4 a6 RELAZIONE van chiaro che il tullo del loro organisino sta ia lap- porto col raro ainbienle, dove debbono immorare ed esistere ^ e qiiindi le due grandi menil^rane, pin estese delle piu grandi ale degli uccelli , e la facolia di ri- gonfiarsi d' aria come quelli. Presenta indi il lipo del- la teslnra del pipistrello, ed an' idea delle sue funzio- ni fisiologiclie^ e fatto rapido novero de' pipistrelll co- Eosciutl, ci viene descrivendo le specie cbe appo i con- torni deir Etna esistono|| cioe a dire: il pipistrello or- dinarlo ( \^esperlUio murinus ), hi serotina ( scretiniis ), la nottola ( noctula Lin. J, il pipistrello ( pipistrellus Linn, et Genel: ), i rinolofi ( rhinolophus Geoll'roi et Cuvier ), e con ilnitezza zoologica ne presenta le di- menzioni ed i caratteri particolari che vestono quesli aniniali nei conlorni del vulcano. Passa indi alia I'ami- glia degl' insettivori • e detLagliati i caratteri gcnerali della stessa, scende a descrivere il riccio ordinario (eri- naceiis europeux Liu. ) , e la talpa ( tnlpa Linn. J, so- li aniinali di qnesta classe mammlfera che stanziano nei contorni del nionte; e le particolarita ne dettaglia. Chiu- de infine il suo lavoro riconfermando dall' osservazione di cpeste due famiglie di mammiferi quel principio fon- damentale in zoologia, che i complicati organismi cioe, ed i tessuli piu semplici di ogni specie animale sono stati creati onde mettersi in |rapporlo ed in armonia con i mezzi eve si stanno, e coi nalurali modificatori che su di essi aggiscono^ e quello altro comune all' or- ganisnio vivente, che le formazioni superior! le inferior! coinplettono in se, e che la classe grande mammifera dee ripelere senipre tutte le formazion! essenziali, ed il tipo delle altre classi di animal! piu seinplici. ACCADEMICA 27 Ci paila poi in una qiiarla memoria de' mamrnl- feri lodeiili (a) seguendo scrupolosamente il suo piano genorale. Ci descrive la letargia perindica o conserva- liice, cui in alcune stagioni soggiacciono- e ci pone in deltaglio quci jioclii generi clie nei contorni dell' Elna litrovansi, come il lejire ( lepus Linn.^, il ralto (inus Linn.^ la cavia ( myopotnmits Conimcrson ) , Parlan- (lo tra i ralli del ghiro ci dilinea i fatti dell' ibernan- lisino selvaggio nei boschi elnei, coine pure le pioprie osservazioni f'alte sopra un gliiio, che teneva in dime- stichezza. E sceudendo al lepre cliiiide quell' articolo descrivendoci col penello di Walier-Scholt, la caccia che danno a quell' aniniale i robusti ed esercitali etni- coli nella seconda e nella terza regione del monle, nieitendo in non cale i positivi disastri del rigidissinio verno. Ma per qnanto varl sieno i tipi degli animali , una e pure la natura organizzata vivente, e pochissinii souo gli ordegni e le funzioni necessarie die la costi- tuiscono^ clie se mirabilmente si complica in mille for- me ineslricabili all' osservatore , non abbandona pe- ro il suo niarchio priraordiale. QuiudI come gli aui- niali ne' diversi sili , cosi la razza umana, unica nella sua origiue, si affella, si conforma, direi si mctamorjiz- za a seconda della influenza dei climi , ossia del vari rapporli che si ha coU' intera cosliiuzione del globo,- ([uiudi r uonio vivendo dal Gronland sino alia Terra (a) Memoria quarta dei maramifcri rodenli. Leila nella torna- U dti 3o marxo iSSy. aS RELAZIONE del Fuoco, dallo Spilzberga sino al Capo dl Buona Spe- ranza degenera dalla razza primltiva, che che ne dica- iio il Bluraembach, il Duineril, il Cavier, il Desmou- lin, il Bory de s. Vincent ec. Quindi fa d' uopo stu- diare 1' uomo in rapporto del clima che abita , e ben si avviso il nostro soc. Galvagni nel trallare della Sto- ria naturale fisiologica e medica del T^illagese della re- gionc meriggiana delV Etna. Egli in una sua prima jnemoria su questo argomonlo ci intertenne sulla Storia naturale fisiologica dell' Elnicola (a) tenendo fermo esi- stere nei contorni dell' Etna delle condizioni fisiche speziali, che influiscono particolarmente sugli abitanli di quelle alte giogaie. Trova negli esterni agenti, i primordiali modificato- ri degli organi, onde n'petere la piu ferma salute, e la piu florida vegetazione animale di quelli abitantij quin- di r uniforme e proporzionato sviluppo, e la robustezza originaria della fdjra e l atletica costituzione. E qui si pone a narrarci e la natura dell' aria secca, pura, ven- tilata; F elettriclta abbondevole^ la luce vivaj un suolo asciutto, arenoso, spugnoso, elevalo, aprico, merigiano; una teniperatura atmosferica meglio fredda che caldis- sima; 1' uso di cibi naturali piu vegetaljili che anima- li, farinacei, zuccherini, succosi; le bevande di acqua piovana, e di vini leggieri, neri per la maggior parte, poco alchoolizzati abbenche ingozzati in abbondanza per il freddo e per la eccessiva fatica che di rado per- (a) IHemoria prima. Storia naturale fisiologica deU'ElnicoIa. Letta Delia tornata del sa diceubre i836. \ ACCADEMICA 29 tano alia briachezza^ i niestleri semplicl, boscalni, mec- canici anziche no^ la vita campestre attiva anche degli agiati; il sonno profondo soddisl'acente; 1' inlelletlo poco Jravngliato, ed i piaceri semplici, interi, a sazleta, che leiulono gii abitatori di quel Vulcano sani, longevi, e beall come i primi semplici figli della natura , e che lanno stimare quella regione come una delle piii salu- liri del Globo. Che di mali e piena la cosi dalla culta societa, e ym i piaceri si aflbllano per colmarci di felicita appa- rente, piu ci pressaiio, ci gravilano per schiacciarsi sol- to il lore peso. Pure vi haDUO dei mali nalurali, che da cagioni flsiche proraanano, c che riescono inevitabi- li. A qucsta classe si appartiene quel particolare feno- meno morboso alquanto rare, di cui ci intertenne lo stesso soc. Galvagni , cagionato da una spiga di fru- inento ingozzata da un bambino dell' eta di un anno circa , in cui sintomi spavenlevoli di soffocazione di asfissia di refrigerazione e presso a poco di morte apri- rono la scena (a). Sgombrato il pericolo come 1' estra- neo cadde giu uel ventricolo, una forma di febbre ga- strica si pose in piedi per lo spazio di i5 giorni, indi gastro-enlherorragia osliuata e poscia un tumore appar- ve alia regione de' lombi della grossezza di una noce, che dopo olto giorni suppurato cd aperto, felidissime luar- cie mandava fuori. Fu allora che in fondo'del cavo suppurato un estraueo apparve nicchiato a traverso , (a) Sopra un cstrarico nell' orj!;anismo addeutrato ecc. Meraoria lelta nclla tornata di:i 19 gennaro iSS-j. 3o KELAZIOJdi clie lirato fiiori per una splga di fiumento riconol)beir luancanle dei grani e lunga non men di sel poUici. Guarito il luiuoie, tutlavia il naorbo iniperversava , ed il giorno 27 la febLre minaccevole pose 1' egroto al- r orlo del sepolcro . Un voniito quindi dl marcie abbondantissluio fe piegare la xnalallia, che da li a non guari si condusse a buon termine . E qui 1 au- tore si porta alia filosofica spiegazion dei fenoiaeni morbosi, e da a divedere come una semplice cagione meccauica mentisce qualche (iala alcune forme di ma- lattie, che da tuu' altre cagioni son solite aver nasci- mento. Un simile case, di molto piu coniplicalo in nna donzella di Ilaunia ci descriveva il dott, Herlioldt (a) testimoniato da 87 dollori Alemanni, la quale dopo luu- glii cruciati caccio per vari tumori dalla periferia un iiumero strabocchevole di aghi da cucire ossidali in gran parte. E vidimo noi pure sotto i nostri occlii un ago da cucire ossidato, piu di due poUici di lun- gliezza , a sortire tra la quarta e quinta costa del lorace destro di un banbino lattante, che lo aveva in- ghiotlto dal seno della madre mentre il poppa va. Tra le fisiche cagioni tutte pero che raagagnana la salute dell' uomo, le piu permanenti, e le piu pos- senii sono 1' atmosfera ed i fenomeni meteorologici, che ci circondano, ci invadono, ci soprastano. Essi merita- no quindi tutta 1' altenzione del filosofo. Pure se la Si- (a) Observatio de' afiectibus morbosis virginis Hauniensis cui plurimee ecus e variis corporis parlibus excisae cl extractae sunl^ Auctore I. D. Herboldt. Hauuiae 1822. ACCADEMICA 3 1 rilia e temperata generalmente, il nosiro clima non e I' ultimo tra i piii felici. Dalle accurate osservazioni moteorologiche dcH' anno scorso, raccolte all' Osservato- rio della nostra regia Universita degli Studi dal due di- ligenti soci corrispondenti Mario Dislefano-Caruso e Car- nielo Fcrlito-Faro, ne risulta cliiara una tale verita (a). Conciossiache il massimo calore eslivo giunse al 99. del T. Phar: ed il massimo freddo d' inverno al liS. 11 liaronietro segno per massimo 3o, 49° ^^ '' minimo -T9, 4^0. L' igrometro segno il massimo G8 ed il me- iionio 3o. La pioggia si in i4 pollici e 'j linee^ e la evaporazione 4^ pollice ed 8 linee. I venti spirarono snlnbii* per sette mesi coslanti da aprilc ad ottobre il doniinante e stato 1' E, NE^ nei soli mi si novembre e dicembre spiro 1' O, SO5 in gennaro 1' O, iSOj in feb- brajo il N, NE-, ed il micidiale scilocco (SE) non fu vislo spirare per nulla . II solo giorno del 19 oitobre ltYgGri>ss!ma neblia ; e scorrono degli nnni interi cbe queslo f'enomeno non appare. E qui permettelemi cbe io lo dica contro 1' asserzione di taluno, cbe fiancamenle ba osafo gridar per fermo essere il nostro suolo neb- bioso. 11 3 di gennaro pocbi fiocchi di neve, segnando il tcrmometro il grade 43. Ed il cielo perlopiu fu ni- tido ed azzuro. In tali pacifici sludl jirogrediva la nostra Accnde- mia neir anno ora scorso, ne della dovuta lode defiau- (a) Osservazioni mcleoiologitlie fatle noli' osservatoiio della re- gia Universita degli Studi di Catania ncU' anuo i83G. Lelle nella lornata dc' i5 apiile 1637. 32 RELAZIONE dava i suoi figli, die piu non essendo, pure e sudalo si ebbero per 1' onore della stessa, ed impresse ci Iian- no lasciate le loro orme onde noi ricarcarle. Quindi il socio principe di Valsavoja 1' elogio profferiva del sua predecessore Sebastiano Gulli (a) e bea ce lo dimoslra- va lilosofo di spirito e di cuore, che la scienza colti- vava per meliorare i costumi, e che ricercava la veri- ta per avere in maggior estimazione la virtu. Valenle matematico, ottimo e sano precettore, profondo scrittore il Gulli conteuto del poco visse a se stesso ed alia scien- za. Diede egli all' accademia un suo dotto lavoro: So- pra la J'ormazione, e la profondita dei vulcani, inserito iiel vol. XI dei nosiri atti accademici. Ugualinente il see. Euplio Reina il dovuto serto di lode intesseva all' estinlo nostro soc. professore di astro- nomia Francesco Gambini (a). Dotato quegli dalla na- tura di spirito svelto e peuetrante gli studi filosofici, e le matematiclie discipline approfondito si avea^ e la sci- enza astronomica possedeva profondamente a testimoni- anza del ciiiarissimo Piazzi sommo fra gli astronomi. Molto egli in pro della nostra Universita di Studi su- dato si avea,- e da secondo Diretlore della nostra Ac- cademia e cura prendevasene amorevole, e zelo ispira- va ai soci della stessa, Ma comeche i buoni ed i scienziati si muojono piu fa- cilmeute degli ingnoraati e dei raalvaggi, cosi i bei gior- (a) Eloqio del socio attivo dott. Sebastiano Gulli. Lelto uelia lornata dc' 2} luglio i8 6. (b) Elof;ii) del socio attivo professore Fraacesco Gambini. Lel- to Qfjlla toniu'ii dei 23 giugno i835. ACCADEMICX 33 accademici spesso vengono ad imbrunirsi dal tramonio degli astri maggiorij e questo stesso giorno di gloria per r accadcniia non puo andarsi disgiunto dall'iDfausta no- lizla del Commendatore fra Cesare Borgia. Ci scrivea egli amorosameale da Roma la prima del passalo apri- le, e ci inviava i suoi consueti doni di libri e le cor- rispondeiize delle dollo sociela della Leila peuisola j i^iungevano a noi cari questi doni sugli ultimi di quel jnese, e la di lui lettera ci empiva 1' auimo di leoera e riconosccnte amicizia; ma menlre i suoi doni cari ci giungevano, cgli non era ])iu. Un colpo fatale e sol- lecito lo aveva slrappato, la sera dei i5, dal novero dei vlvenli ;, e gia a gran passi la nolle del dolore si didbndeva sopra i suoi cari comi)agni , e snlle societa cui egli ]ier molli titoli si apparteneva . La nostra si ha perdulo colui , cui i suoi fondalori ebbero prima- niente ricorso, e che accetto, sosleiine, protesse sin da lontano^ il suo primo Diretlore, 1 amioo pieno di zelo per lo augumento della stessa. Essa non lascera di tri- butargli 1' onor dell' clogio in rontrassegno di dovere e di incancellaliile riconoscenzaj ed il racconto del di lui operate ed il di lui esempio alimentera sempre meglio iiei vostri cori ^ o Accademici, il sanlo amore della scienza. Ne mentre la nostra Accademia onori impanisce ai suoi figli, lorna scarca di lode dalle cuke nazioni , e dalle dolte societa cui si ebbe ottenulo corrispondenza e fratellanza. E senza ridir tutto cio, che in bocca di un socio potrebbe tornare a presuntuosa jattanza, solo \i Lasii jter tulla lode il rammentare, che I" accademia JlU Jccad. Vol. XIF. J 34 RELAZIONE Gioenia fa qiiclla clie diede la prima spinia nelF isola alle scienze di osservazione e di fatto, periodiclie fali- che isliUiendo; ed inalzo il segnale alle altre aniitqe accademie e sul lelto seiiticio le indiiizzo (a) 5 e che finalmente furono i soci della Gioenia cliiamati ai con- gress! delle pill insigni sociela geologiche di Eiiropa: il socio Carlo Genimellaro a Strasburg ed a Stutgard: ed il socio Carmelo Maravigna in Me!z al congresso scien- tifico di Francia in qiiesto anno. Porlera qiieil esimio professore a qiiella dotla adunanza i suoi lodevoli tra- vagli in un prospelto di Orittognosia etnea dove indi- ca le principali rocce clie vi apparlengono, con una nola pregevole sulle specie minerali da lui scoverle nei vu!- cani eslinti della Sicilia; portera il suo catalogo raglo- nato e sistematico di raalacologia siciliana ; la sua mo- nografia delle forrtie regolari delle cristallizzazloni di zolfo nelle ab! ondantissime miniere della nostra Isola con le corrispondenti figure delineate^ noncbe una me- mcria suUa qui?tione: se possono Irovarsi tra il Basalle e la Tefrina, iiierce lo esanie dei caralleii oriltognosti- ci e la giacitura , i rapporti onde poter concbiudere sulla lore idenlica origine e modo di formazione. Talcbe, a rtstringere i nostri ragionari sembrami (a) L' accademia di Scienze e belle lellere di Palerino, e rjiiella di scienze medichc furoue riformate oel i83o'. L' accademia reale di scienze di Messina ncl 182-. L' accademia di Aci Reale nel i833. L' accademia della Civetta di Trapani presio a poco nella slus- sa epoca. I ACCADEMICA 35 adesso f)oter bene addlrsi ai tiavegli Giociii fjiieU' opl- grafe di aver trallato di cose , o non prima delte , o ignote deir inlutto; quae nee satis erant acta iioslris, ct erant cogrnliorie dignisxima. Eppure, illuslrlssinii Soci, rnolto ancora ci riniaiie di faticlie e di sofFerenze. Conciossiache 1' amore clie iioi nutriamo per la scieiiza della iiaUira, i siidori spar- .si iiel coUivaru la slessa , e so osiaino anclie dirlu, il norne cbc ci ahljiam gi'.adagn;Uo presso le culte nazloni, non deve rimanersi sterile ed [iinprodiUtivo , ne finire con noi^ uia da noi ai nostri allievi , ai noslri concit- ladiiii, ai noslii poslcii deve aver passaggio e difibn- dersi. Qiiindi le congreglie de' dolli , ed i travagli in societa, come Uitla 1' Europa lo diniostra, ad altra fine iion lendono, die a farci sempie p!u progredire nelle cognizioni, ed a rendere j)iii aggevole e piu diffuse ai nostri siiiiili lo apjirendimento della scienza della natii- la , die diritlo conduce al posscsso della veiilii e della sapienza. Or non puossi rendere piu agevole e piu diffuso lo sUidIo delle cose nalurali che presciilandone gli og- getli agli occhi del ciuiosi ed amorosi osservatori. E percio clic i gabinetti ed i niusei di storia nalurale, ove gli oggetti tuUi si assenibrano, mcno al faslo di uonio ricco e potente o di rinoniata societa, die al progresso della islruzione inservirono. E di veio qiiahinque si fos- scro i libri raccolli e figurati c dipinti e studiati nelle scienze nalurali, non possono unquarnai presentare esatta e soUecita islruzione agli allievi di quanto gli stessi og- gelti che cadono solto i propri occhi e che passano sot- lo la rivisla di tutii i nostri seusi. I musei arclieolo"i- 36 RELAZIONE ei cd i gabinelti di sloiia naliirnle sono il vero serbalo- jo del sapere, piu ulili ed inleressanti di mollo delle vaste biblioteche dove le opinioni degli uomini infatio si apparano ( e cjuanlo insiabili iion sono le umane opi- nioni ! ) , ma non gia gii oggelli delle naturali ricer- che, saldi e durevoli quanlo la stessa natura. I gabi- netli per fine, certamente piu che le suntuose bibliote- che, o le voci vivc da' sapienti la scienza diffusero, Qiiindi e che fu nosiro istiliilo di formare iin mu- seo di storia natiirale ed a pieferenza di ogelli della nostra Isola. Ed a compir qiieslo Iravaglio ora io vi esorto, illustri Compagni, in qiiesto anno accademico 5 ne Iradir posso il mio sentire che non lo esjionga a chiara voce a voi tulti in questa solenne adunata raii- iiati. Ne cio di ranipogna vi serva ; che si bell'opra voi cominciaste sin dal cominciar dellAccadeniia^ che se loco oportuno, ed agevolezza voi avreste avuto , forse a quest' 01a sarebbe a colmo il voslro lavoro. Io il primo portal al nosiro nascenle museo le con- chiglie fossili tralte dal calcareo lerziario del valdiTSo- to, nonche gli esemplari di anlithc lave dai vulcani estinti dei contorni di Militello ^ il cav, can. Alessi inoltre altra collezione di conchiolili e di minerali dtl dintorno dell' antica "Enna, e molii silicali di Sicilia vi ragiino. Indi il socio padre^ L'a Via cassinese allri fos- sili ed allri pezzi di rocce dai contorni di Nicosia vi aggiunse^ come e facile il vedere dal primo volume degli alii accademici. 11 Gemmellaro esimio cultore del- la geognosia, dalla valle di Messina pregevoli rocce ed osservazioni ci presento. il soc. principe di Valsavoja i marmi Sicilian! ci raccoglie. II benemerito e faticoso ACCADEMICA. 37 soc. confc Beft'a-Negrini una preziossissima raccolta di rocce del val di Mazzara ci addusse dal [suo viaggio ))er la Sicilia^ ed un' allra completa e forse unica di rocce pirogcniclie dell' isola Panlelleria , 'pregevolissimi duni ambi dal nostro zelante soc. C. Geminellaro di- liicidati, da far desiderar poco la conoscenza della na- lura geognoslica della nosir" isola, Allre raccolle ci eb- bimo pure dalle isole Eolie e precisamente da Lipari piccolo vulcano, ma abbondantissimo di prodotti salinij cose tulte che la liatura della Sicllia e delle isole ad- jacenti ci disvelano. Cosi niano mano vari socl attivi, e corrispondenti, nazionali e stranieri, oltre ai doni di libri pregevolissimi, vollero ancora il noslso gabbinetto doviziare. (a) Le rocce infatti del mezzogiorno del- la Germania ci si inviavano da Stutgard. Ed il sig. benza siciliano al servizio dell' arniala Briltannica", di ritorno dalle Indie oriental!, ci dirigge da Londra una pregevole collezione geologica di fjuclla parte del moiido. Ne i soli minerali, ma le pianle, e gli animali noi assembravamo. 11 soc. professore Coscntini una comple- ta collezione a secco della famiglia delle felci, raccolta in (piattro epoche difierenli della pianta, dall' iiifanzia sino alia fruttificazione, ci regalo^ ed un orto bolanico a secco egli ha travagllato e conserva per deslinarlo al- le iiostre raccolle. II celebre Philippi da Berlino le (a) La Socicta Brillannira per 1' aumen'o dclli; scirnze ri lia iivialo da Lnntlin la Rtlaziiiie ilella quinla (ornat.i annu^le dil- o sue falitlie, per la via del nostro socio foriispoiideiile Thomas llcd^Kiii, iniliiellaci dal Couiitilo di tjuiU' illustic sociela. 38 RELAZIOiNE plante secclie di quei contorni ci inviava. 11 sig. Rup- jiel vari jiesci ed uccelli dalle coste dell' Afiicaj e mol- (i crostacei e lestacei dei noslii mari per noi preparava pure il Coseritini. Questi doni ed altri piu pregevoli an- cora clie inokl soci benemerili dell' accademia, come il seconuo direttore Scuderi-Bonaccorsi, I'Alessijil Cosentiul, il Gemmellaro, ed io aLLiatii conservato per la stessa, ingrandiraniio certamente il uostro gabinetto,- che posti in ischlera e classificali formar polrebbero uii Museo di oiiore all' Accademia, esponeodoli ai forestieri, che dal di la dei inari vengono nell' Isola del Sole con braniosia di coiioscere le cose nostra j e di sommo utile riuscirebbero a coloro fra noi che progtedir vogliono uelle scienze della natura: cosicche il Miisco Gioenio siaonimo diverrebbe di museo siciliano. Pure pochi altri inezei si richieggono onde con- durlo a perfezzionc, purche si mantenghi dai soci uiii- forme il sisteraa una volla slabilito . I prinii tempi deir accademia nostra si ebbero in mira partlcolare questa forraazione , e fu organizzata una Deputazione dl soci attivi all' oggetto in di, se fossero caduti inolli gli udI sopra gli altri, eil in " questf) caso l.i direzione del jirisini vaiia e la scorza 5J velrosa uoii !i accompagoa seinpre (aj.» Provata cssendo, a quel die io mi creda, 1' origl- ne del htsallo globulare e la difierenza che verte ira ([uesto e quello prismaiico, cretio mio debito 1' intrat- teuervi di volo, doui Cousocii, sulla maniera di giaci- tura di queste rocce basalliche deil' Agnone. Ho preriiesso che la loccia predominante di questi luoghi si e il calcario terziario compatto e di ua color biauco carico; noii ho trasandato essere i basalti glo- biilaii fianimisli col calcario in una maniera tale che farc-bbero sorpresa a chi non mostrasl avvezzo a ve- dtr con occhio sagace le svariale formazioni della scor- za del nostro pianeta • mi resta finalmente a determi- nare, in quella maniera che sa di qualche probabilita, come i basalli globulari possano trovarsi nel mezzo del calcario ^ essendoclie opposli ambi i terreni in quanto alia loio origine ritrovandosi, uno vale a dire formalo da marine deposioni quale si e il calcario, e I altro voraitHlo da un vulcano quale si e il basalto, non si pos- sono ben bene portare a lucidezza le cause di lai fe- nomeni, se al fatto incessantemente non rlcorriamo. Faceodosi atlenta disamina sull' estesa formazione del calcario lerziario di quel dintorni, sulla nalura del- lo stesso e sugli organic! marini fossili che racchiude , (a) Gemmellaro Mem. sul Basaite. Atti dell' AceaJemia Gioe- r.ia vol, i. pc^. 58. DEL MORGO 55 si piK) assegnare I' epoca di sua formazione e supporsl die dietro 1' abhassamento delle acque marine nelle ca- vita sotlerranec c dietro die fa inessa al conlatto del- ]a luce Ja formazione del calcario ibleo, dejionevansi le Jiiolecole di quesla addentro le acque e cosi formavasi il secondo periodo del terreno terziaiio di Sicilia. Presa avendo la sua consislenza e la sua fisonomia la tcrziaria formazione del I\Iorgo, s' accesero nei pene- trali della terra malerie conibuslibili, atlaccarono le roc- ce piroidi, quali si crano i 1 asaiti prismalici, e facendo- si strada per tulti i soprastanli terreni , spezzarono il livello del calcario del Morgo, per cui , a dire di un valentuomo, si aprirono le iiionlagne, i fuoclii sotterra- iiei divampaiido scaturlrono , fiumi di lave roventi le (erre inondarouo, ed in mille direzioni quei luoghi per- correndo, tutlo diedero in preda alle riauime, ed il tut- io devastarono ad una volla e distrus«ero (a),- donde rade in acconcio il detto di un poeta non men die fi- Josofo, media cle clade conrta Flanimce fempestas sicfilos d< minnia per agms (]>). I basalli globulari adunque del Morgo veniiii nicrce V eruzione di un vulcano ivi acceso, posteriori sono in ordine di loro anlidiita al carbonalo calcare terzin- rio. Ma qui potrel^be da qualcuno obbicttarsi, die cnsi fatli liasaUi sono della stessa epoca e coevi purandie al carbonalo calcare lerziario- mcntreclie frammisli es- (n) Gemmcliarn Mf>m. i. sopra. i viilrani rstinii del ^ il
  • ) clie la decomposizione del basalto varia a tenore della sua slruttura, dimodoche se il basalto e di una strnt- lura pill compatta si altera seniplicemente alia superli- cie divenendo a fraltura terrosa, se pero e di una mi- nor compattezza si altera dippiu e forma, a mcnte di come dice il signor Brogniart, una specie di scor- za intorno la propria sua massa. Che se per V ossida- zione del ferro ed a tenore della svariata compattezza tlella pasta del basalto prismatico si avvera grado grado ed a tenore di quanto ho preraesso la sua decomposi- zione, con pill di facilezza ancora cio avverar puossi nel basalto globulare, il quale come fuso nel focolare (a) Diz. ili Scienie na/iirali V. Basalie. (b) Beudant. Voyage WintT.ilogiqm; , et GcoIoEjlfjuc en lion- grie pend.iui i'aiinl'e j8i8 vol. 'i. cap. 6, p.ig. Oio, DEL Monco 63 vulcanlco perJiUa avcndo la sua compatczza e dlla- lala essondo la sua pasta , si decom])one agevolmente posto che sia al contatto delle incleinenze atmosfericlie. La scorza velrosa del ])asako globulare e la prima porzioiic, clie sofi're 1 urio dell aJniosfcia , e cosi de- coinpt'ncsi, e dappoi mano raano si va decoinponendo la pasta tulta di queslo e quella con tania prestezza, clie 1)3 sofTerto di ])iu 1" azione del fuoco del vulrano. I basalli globulari decomposli possono niostrarsi o eon tracce anrora della roccia che va decomnonendosi, oppure senza trovarsi alcuna traccia di questa. Si c nel j)rimo case clic il Ijasalto globidaie si fa vcdere ])ieno tli cellule, tenero friabile, come si e per 1' appiioto una jiarle di quello del Morgo. Nel secondo caso peio, quan- (io vesllgio alcuno di questa roccia non rimane, allora non allro si ia presenle all' occl.io dcH'accuralo osser- valore clie nn Uifo di sostanze luccicanli e nerastre, verificandosi la decomj)osizione nella S'.orza o velro del liasallo gloluilare^ ma un'aminasso pero dl sosJanze ter- rose 6 rossastre, avendo luogo la decoaiposlzlone nella ])asta di f[ues!a roccia. Jlollissime riflessloui cadon sompre In acconcio so- jira till minerale, o cbc si consiilerl nell' orlglnc di sua lormazione, o nellcj stnlo di sua glacitura e nel niodo di sua decomposizione.Utilissimi raglonametui j)ossono al- r uopo mandarsi ad effetto e dotii precetti fpiccciare, qua- lora nostra niente coglicr sa ncl linjo la verlta deile cose^ nin se (Iiiarl non slamo del falti , se di lieve peso i noslri sperlmenfi si sono, se mal fondate lo teorie, bi- sogna allor:i, o confessare i Iraviamentl di noslro j)en- sjero, o farci arrendevoli a coloro cbe ci prendono nel- G4 SOPRA I BASALTI GLOBULARI r enore: cosi io duaque a vol mi prolesto, illustri cou- socii, ed appello il vostio giudizio su di quaoto vengo di scrivere per cio che riguarda V obbietlo di mia me- inoria. I vostri amlchevoli avvisi saranno a me di soiii- mo placere, quali io avro per sempre nel cuore scol- pili come verace segno di amor filantropico, die rattein- prando il focoso spirito dell' ardente gloventu, sa C!>a- durla con mano espertu per Io seiuiero della verita. I MEMORIE DI GEOGRAFIA FISICO-MEDICA S U L L E PRINCIPILI ACQUE STAGNANTI DI SICILIA E SULLE FEBBRI INTERMITTENT! A CHE METTON CAGIONE DEL D r GIUSEPPE ANTONIO G4LTAGNI SOCIS ITTIVO SEGR. ALLA SEZ. DELI.E iCIEHZE FISICBE MEHORll PRIM4 DELLE ACQUE STAGNANTI DEI CONTORNI DELL" ETNA E DELLA PUNA DI CATANIA Le sol «t r Iiomme sonl unis par i' in- limei rappsrts; il exisie uae dependaiice nj»- nifesle enire les coiidilioii^ de 1' uue el let modifications de 1' orgniisme de 1' autre - MOHFALC. pag. l4l. Jt ra le malattie innumerevoll che 1" nomo inole- stano tanto, e che pericolante la vita ne riducono sein- k pre, feimano 1' attenzione sagace e dell' osserva tore pro- H londo e del dommatista £losofo , la classe dei morbi B jitti Jccud. Vol, XIF. 9 66 MEMORIE DI GEOGRAFIi. febbrili e i continui come quelli ad intermettimento. La freqiienia con che mai sempre campeggiano , le variatissime forme che ostenlaDo, e il pericoio a che si consociano spesso , furono potenlissime cause che divemnero argomento prescello di osservazioni solerli pei medici di tulte le eta, che Iravagli moUiplici da Ga- lenO' 'sino a noi versaronsl su questo solo subbietto, e che la pirelologia surta fra le tenebre dell' ignoranza e successivamente assumendo il caraltere di sinlomatica, di metodica, di lisiologica, si e messa in tanto lume per gli interessariti travagli degli scienziali del secolo, per le idee raadri che ne ha concepito Broussais, come per le niodilicazioni fondale che vi hanno recato i sen- sati ecclettici, e i diligenziosi osservatori del giorno. Ma la famiglia delle j)iressie periodiche come quella delle febbri continue occupa seggio distinto nei lavori piretografici , e fu mai sempre lo assunlo pre- diletlo gradito di celebratissimi medici, 11 vedersi mai sempre in tulti i clinii e in tntte le zone, nelle latitudini varie e nelie stagioni diverse , la scnrila delle forme e la lisionomia mascherata clie mostra- no, le commiste anomale e strane complicanze che ve- stono, la somma pernicie che indossano, sj)esso corren- do a rcsecare la vita massime nci contorni paluslri , e il possedersi un eroico farraaco che tosto tosto la salute ridotja quando ben si prescrive , furono le molle ef- ficaci, e nelle epoche tulte, e dallo scoprimento del corlice in poi che clinici di somma rinomanza diedersi a tutto potere alio studio di tali morbosita, e a quel- lo delle paludi e delle acque stagnant! da cui viem- maggiormcnte promanano. m riSICO - MEDICA 67 La Slcilia intanto comeche tiene posto distinto fra 1« regioni salubri del globo, e per il clima e per la la- litudine sua, e per la poslura che tiene, e per essere in molti siti vulcanica, e in estensione illimitata di vege- uii fornita, e perche ventilata e ad atmosfera movevole, oei tralti monlagnosi che ofFre, pure iion sono nei punli di essa infrequenli i vari gcneri di mali endemici, co- stitu/.ionali , epidemici di cui bisogna tenere ragione. Fra qnesti pero tengon luogo disiinto le febhri e le malaltie jieriodiche die di tuUe specie osservansi e di tutti gradi, che traggono origiiie da inoUipIici cause e dalle vicende meteorologiche e dclle emanazioni delle acque stagnanti a preferinienlo, e che merilano di es- sere studiate e descrilte come quelle dell isola di Cor- sica di Saidegna e di inolti altri piinti della nostra Europa. E pero traeva al pensiere di meltere irinanzl un seraplire abhozzo sulla Geografia fisico-medica delle acque stagnanti in Sicilia e delle febbri perjodicbe a che ijietton cagione; e a dar online ad argoiiietito siflfalto 0 niio proponimento parlirne il lutto in due sezioni in partu lisica e in parte patologica , tralleggiar nelld prima la ftoria delle acque slagnanti e quella degli eflluvi tultl che vi prendon cagione, e scendendo ai jiarllcolari de- lineare betisi la desrrizione delle maremme delle pabi- di e del corso del llumi che lungo le rive inducono fondure nielmose, e la descrizione delle ac({ue stagnanti arliliciali. 0 quella dei laghi degli siagni, dei cainpi r(■^i irrigui dall" arte, e del raacero invalso di niuhe nijli piaule, e volgerci in ultimo ai fatti particolari della storia di (juebli effluvi slessi, e dell" azione che (anno 68 MEMORIE DI GEOGRAFIA suir iionio, delineaie nella seconda e nella parle palolo- gica poi la storia generale delle forme delle febbri pe- riodiche delle benigne delle pernicios* delle larvate e di tutte le malattle iutermilleiili, le proteiforini Imma- ginl ridurre in palese, e il loro dominio eiideuiico co- stituzionale ejiidemieo. L' acqua questo elemento poteute dell' universale natura, die nei vaciii aeriferi stanzia vesleudo di va- pore la iramagine, die sotlo forma di neve e di giac- cio solida perennemenle si posa sulle piii insigni emi- iienze del globe, solto le apparenze di fluido estesameiite carapeggia e domina 1' intero create, e sotto quello di acqua marina, di acqua dolce, di acqna mineralc, di acqua stagnante. E di vero ammassi numerosi di copiose acque stagnanli frequentano in tudi i siti , e in lulte le regioiii del gloho ^ ne abbonda 1 America segata di larghi e moltiplici fiumi, ne 'mostra dovizia 1' A- frica die porge piii esalazioni tti efiluvi per la potenz.i del forte calore, e fra ( ui llgurano tanto le acque sla- gnanti del Delta, del Nilo, di Alessandria, di Daroietta delle coste di Barbaria, del basso Egitto, Ne tiene il regno dell' Asia e delle prodiglose e tragrandi nei diutorni dell' Eufrate, della palude Meolide, e nei punti diversi della Tartaria , e molte ne tiene la bella Europa cui iioi spettiamo. iSe slanno gran numerp nelle regioni del nord, nella Danimarca la Russia l|i Siberia, delle ample ne ha r Ingbilterra nelle provincie di Cambridge , d' Essex, di Huntington di Lincoln^ ne serba nei suo interno la Ffancia, e figuran fra queste vieraolto quelle di DouaVj i nsiSO - MEDICA 69 d'l Laonnais, della Vendee, le vaste di Beauvoir , di T.iicou di Brouage delia Tomaine, della Bressa , dell* iSologna, della Plana di Forez. Piu region! della dileltosa I(alia lie presentano ancora, il Maiitovano , 1' agro di Koma, le lacune di Venezia , il golfo di Terraciua e ♦li Gcriova, e 1' imboccalura del Tevere. E 1 isola che noi abitiamo coniecche fosse un pic- clolo Irallo di terra niessa a paragglo dei gran contr- nenli , pure presenta le sue acque stagnantij uu' isola jiifalto a suolo ineguale e a costituzion montagaosa, per cui si allirano e agevolinente i vapori congregansi e frequenli fanno le pioggie e le nevij un' isola in molta pane a faltura geognostica di terreni terziari, dell' ar- gilla bleu, e di terreni ailuviull die producono, agevo- liuio e invigoriscono tanlo le sorgive di ogni manie- ra , i rivi le polle i torrenli irigagnoli ^ un' iso- la irrigata di fiujiii cbe spesso ridondando d uinore porlaiiu piene violonte e alluvioiii e allygamenli dislesi die prnducoiio e lasciano a brevi intervalii stagr:i di accpia nielinosa cbe infraclda ed luipuzzolisce^ un isola agrioola ove il niacero iuvalso dei liiii del canape ed il modo di collivazione dei risi dan niolto campo alle forniazioni palustri ^ un isola insomnia clie riunisce c raccliiude cosi propizie condizloni inolliplici a nietter cagione all impaludar delle acque non potoa non esser- nc magagiiata e ripiena in lunghi Iratti ed estesi . E pero studlando la Sicilia in questa jirima ineiiio- ria nel contorno dell Etna e nella j)iaua di Catania segui- remo via via l' ordin preposto e jirendendo le niosse dalla storia delle acqne slagnanli naturali ad est nurd est della celebrata Lentini discosto poco men di otto 70 MEMORIE DI GEOGRAFIl raiglia un vaslo padule sta detto volgarmente li Panta-' ni che « come a prototipo delle paludi del nostro din- torno. Presentante il circuito pressocche di sei miglia e la longitudine quasi di due miglia da setientrioiie a merlggio sorge sopra ua bacioo a natura di terreno al- luviale del tutto. Prendendo la origine dalle acque del fiiime di Lentini e S. Leonardo da qualche polla che sgorga in quel sito e da molli rivi e rigagnoli rhe nel dinioino si vedono, si accresce di poi per molte correnlle di acque che vengono dai monticelii e dalle allure vicine di S. DImitri e del Morgo . Nella stagione iema- le grandemente si spazia e presenta una ampiezza vieaiiiiaggiore, per essere il cielo sempre piovoso e per i turgidi rivi colanii dalle eminenze del viciuo conlor- no ed estendesi firio al casamenlo di Baccarizzo\ e ri- Uringe il suo ambilo poi nelle asciugaggiai estive e si abbassan le acque ma non pero viene manco del lutto. In pill traiti pullula la foodura del padule di molli arboscelli acqualici, e alcuni a fior d' acqua si elevano e la parte maggiore presentano alto rigoglio e a pre- lerimento vi abbondano le life e le canne. Oltraccio molle piaute della famiglia delle critlogarae vi si osser- vano in tulle le stagioni, delle alghe , numerosa se- rie di esseri vegelo-animali compresi nel genere Oscil- latoria, die sono specie di conferve e particolarmenle la Chairansia e la Vaucheria, che formano la soslanza di questo tappeto verde che vi si nota alia superficie perennemente. E volgendo lo sguardo agli esseri della divislorie inverlebrala della catena animalt;, si trova cola inimen- L FISICO - MEDICX 71 surahile numero degli indlvidui della serie protogena e molli infusori che sembrano concorrere pure per la loro agglomcrazione in miriadi alia massa della sostan- /a organizzata nella palude ondeggiante. Abitano quei luogbi mollissiuii insetti le aracnidi aqualiche le idracne gli acari nuotatol i coleopteri acqua- lici i ditischi i girini gl' idrofili le libellule le friganee e ira i vermi anelidi elminiidi, che in ispecie niiinsrose vivon nelle acque stagnanli , si distingue la sangaisuga molto . Alquanti molluschi vi abitano , e fra i batra- chiani vi siede il rospo verde e il bruno e le rauoc- chie vi stanao ovvie Iroppo e la verde e la rossa e la gracidante in nuinerose legioni. Stanziano nella mei)tov;ita palude dei pesci che tntti a un di presso vi si osservano quelli di acqua ilolce (he spetlano ai fiumi, cosi vi stanno uua molti- Inrline di pesci di nielma e vi si vedono come specie principali le anguille le tiiiche il mugi;ii)e o cefalo. JMa sovra ogni qualunque classe aniinale in dovi-' zia i volanti vi slanno, a prefeiimenlo i Palmipedi i Trambolieri e i Razzolatori, e alcuiii vi abitano peren- iienienle e si perpetuano colla generazione, e alcuni ai tempi convenevoli si emigrano per rtgioiii jiiu tempe- rate e per climi piu dolci. Ma sempre in ogni slagione numerose schiere di uccelli vi melton diniora, die pre- 5entan in ogni tempo divertita piacevole ai ^nghi e ai diletlosi cli caccia che dai contadi dai villa"£;i e dalle citta circontermini vi si portano a metier pate alia loi- passione^ e della classe manimifera la lonlra e il solo abitante di questa palude. Un acqua peio cosi moi ta e slagnante , senza al- 7 a MEMORIE - MEDICA cuu moviraento, tanto di vegetabili e dl animal! ripieaa clie non si tosto della vita si svestono che si disfaana corroraponsi e infracidano ed impuzzoliscoQO,Ia reiidono di qualita callivissima^ ma e preferimenlo la primavera e ]a stagion dei calori quaiido piii il sole cuoce saetta e che invigorisce e agevola tanto la decomposizion vegetale, che il padule siede diviene e foniite pestifero di micidiali niiasmi ammorbanii T aria di tutlo il dintorno, che par r influsso dei venti si trasporlan ad una qualche distan- za e che nietton cagioae alle periodiche d' ogni ma- iiiera e alle perniciose e maligne in ispecie. Si osservano ancora come paludi distlnte e mar- chevoli nel tratto della piana di Catania, il Fiumazzo basso lerieno antico lelto di fiume presso la fooe del Simelo, adesso paliide di un quarto di miglio quadra- te circa, e che si fa dalle acque venute dal cielo, e dal- le allure \\c\no:^S .Giuseppe V Arena palude di poca esten- zione nel mezzo del basso terreno dall' arena , vioino Catania', Porcile picciola palude presso la Zialisa, che prende genesi dalle acque piovane e da quelle di qual- che toirente che accorre colaj e Primosole umile terra paludosa per le acque del fiume Minante che non ani- vano al Simelo. Siede a merigglo di Paterno, iu un piano che in- cupasi alquanto un picciolo padule a base aigillosa, a forma quadrata anziche bislunga non a molla fondura, e che non ollrepassa il circuito di cento piedi comec- che si ristringesse viemolto nelle arsure estivali , e si slargasse a piu ampio perimetro nella stagion delie piog- ge. Le sponde ed il fondo del padule son sede di pian- le aqualiche varie e u" oeni intorno di esso pulUdaiio # FUICO - MEDICA 78 cespl dl varia sorla piu verso terra the per aria. Ne qiie- slo v^ privo di pesci o di aligeri, poiche nella sua pic- ciolezza offre delizie di uccellagioni ai passionati di cac- cia. e offre copiose prede di ogni inaniera a quei die esercilano il niesliere pescbereccio. E le acque di che si costitiiisce e si fa, preudono genesi dai campi irrigui di Paterno o meglio considerar si polrehbero come parte di scolo delle acqiie clie vengoDo dai campi antedettij ma r aria trovasi ingiiinata da soflii micidiali die la rendono insalubre alquanto. Neir agio di Mascali discosto dall" abitato tie mi- glia a un dipresso e cento canne dai mare in contrada fondacIicUo una palude sta che da quei terrazzani Urna di pane e \'ino si dice ^ ha un picciolo perimetro di cui la estensione non okiepassa una salma di terra adorna nel suo lembo di vegetali larustri e delle tifa inassimaraente^ si fa delle acqe cadute dai cielo ma esala aria infame e pestilenziale nelle stagioni dei calori, ed i camperecci che in quel dintorno si recano a lavorare la terra amaiorbano tosto di malattie inter- niittenli. j4ifzijii coslituiva un alfro picciolo marese discosto due miglia da Mascali centoveuli canne dai mare di estensione non oltre due salme di terra j era questo sor- gente malefica di mofeta palusire che ainmorbava grande estensione di terra e che estendeva i suoi aliti maligni all" abitato di Mascali e nelle, stagioni d' esta di autunno fra cento individui novanta aramorbavano di ptriodiche febbri^ ma da un decennio in qua I'industria agricola dando scolo a quelle acque e prosciugandolc ri- Aui Accad. Fol. XIV. lu 74 MEMORIE DI GEOCRAFIA muto quella seccagna in ameni ridenti giardini ed ha sterminato si possente cagione di morbi inlermiUenti. II lago Azzanetto o capo di Cottone e una palude fra Schiso e Fiume-freddo presso la spiaggia, che pren- de engine dalle acque piovane ivi adunate e raccolle, da alcune poUe che hanno genesi la, e dal ristagnar dclle acque dfl fiume summentovato, Sta circuito di piop- pi , e di molti vegetali lacustri , il fondo del lago si fa a sostegno bensi di piante della medesima specie e il padule lutto puUula delle variela milleformi de- gli entomozoari che dimorano nelle acque stagnanti, i quali tutti come della vita si svestono, si putrefanno, marciscono per cui le acque divengono verdi corrcUc. Pero le esalazioni pestifere che si elevan da qiiivi magagnano l' atmosfera di lutto il dintorno per ispazio lungo , riducono solitaria e di abitanli sfornita qucsla bella regione orientale dell' Etna, e quando soffia il ven- to marino estende le esalazioni mofelithe a ])iu lon- ginque distanze e infetta lulte le villc e i villaggi vicini. E le truppe francesi indirigrndosi avverso Ca'ania nel 1677 solto il comaiido del Duca di Vivonne ac- campandosi nel conlorno del padule perderono per 1' in- fluenza del micidiale miasm:\ i5oo soldati e gli avauzi cosi travagliati del niorbo a mala pcna si ricondus- sero alia citta di Messina. Primeggiano ancora come a centro di acque sta- gnanti naturali nella piana di Palerno la regione delta della Fata, che tiene la estensione di non meno di ot- tanta salme di terra , ove lulti gli scoli si accolgono degli abbeveraticci, k regione delta passo del Porliav riSICO - MEDIC A. 75 clie nou ampliasi piu della longitudliie di quatlro sal- rae Ji terra , serbante parecclue fondure di acque per gli straripamenti che sodre il fiume Simeto dal suo letto , e dalla sua giacitura, e che poi divengono no- citive melinose^ alcuni tratti di terra pantauosa nel feu- do detto di Schetlino:, il cosi noinato Juiunazzo nelle terre di Nicola; il sito detto teniita della Finoccliiara e la regione distinta col titolo di Vola di Kinucuccii ove le acque del Simeto del suo letto travalicano sta- gaano e divengono morte malefiche. Origine in fine di paludi rnolliplici sebbene di picciolo tralto si fossero e di esteiisione assai parva con- siderare si debboiio i liunii clie, e per le piene Irari- pano dal loro letto e iielle cosi delle da^alc danno niovenza ad acque stagiianti^ cosi niettendo parola sui fniinj dei dintorni dell Etna e dei noslri campi sativi vedesi il Simeto il Salso il Diltaii)o il Giirnalonira e Minanti spcsseggiate di picciule ])alu(li hingo le loro correnzie , come anche il fiume Freddo e 1 Onobo- la, che le acque slagnanti che stanno hingo il suo corso rendono insaUibre 1' aria di Fraucavilla e di Cal- tabiano. E come siti maremmani, se non di palndi positive rcali in tutta la esteiisione della ])iana di Catania che •laniio pure cagione ad efHuvi infetli bisogna conside- rare alcnne regioni ili f^illallegra del feudo di Sari' (timiiri J accarizzo S . Leonardo Cnrmilo BomHciiio Forc'ilo Ba"nara Siiiona Arcimisa S. Gio\'anni Sciiirn- ni Caddiira Cunalotlo Ciicco S. Giorgio li Griitli Capizznnn Spilalotlo Occhiali ove fluiscon le acque e jnarciscono per cagion delle piogge, pei rigngnoli e pei ^6 MEMORIE DI GBOGRAFU torrenii che scendon dai raonti, e lalvoUa per gli al- lagaraenti e per gli stravasi a cui nel loro corso vanno soggetti Gurnalonga Simeto ma a preferimento Minanie il quale esseudo nn finnie soperficiale oltremodo, e sen- za klto, le sue acque allagano agevolmente nelle cre- scenze fiumane, e quando i torrenti s' iDgrossano, E leneiido favella delle acque stagnanti arlificiali fissa la nostra aHenzion primamente lo stagno di Lenlini e da qneslo prendiamo le raosse. A sud ovest del cosi detio Paiitano e a vicinita di Lentini pressocche di due migiia uno stngno spazioso vi sorge e araplissimo trop- po detto volgiirmeiite Vivaio o Biviere il cni ambito e di duodeci miglia a uii di presso. A bacino artefatto trae \ oiigine ilalle sorgive di tutto il contorno e dalle acque venule dal cielo e da quelle della valle di Loddie- ro e del fiume Reina massimaraente deviato in quel silo dair arte • sorge sopra un terrene alluviale del tutlo, e le adiacenze del suo intero circulto presentano un suolo molle gliiadoso soprahondevole d acqua che ristagna infracida e lussnreggia di inolii vegetal! lacustri. Le acque ne soho linipide pure, di nn qualche moto si agitano, increspano la superficie spesso, la flultuazione del mare talvolta vicinano, ed e percio che non si mo- stran corrolte, e non presentun per nulla il fango ver- de che a caratterislica sta delle acque paluslri. II lago alimenta una moltitudine di j)esci poiche vi trovan esca abbondante e gradila al loro soggiornoj vi si pesrano cefali tinche alose nia feracissimo a preferimento si raostra di anguille che sono di doppia falta^ altre dette anguille fine, altre distinte col titolo di capitoni alqiianto piu grosse, e queste vi stanzianq nSICO - MEDICA. 77 in maggior quantita e piu aggradevoli tornano al guslo per la delicatczza e deliziosita delle carni (a). (ili iiccelli arqiiaiuoli y\ soggiornan niai sempre e vi nuotano a galla in istormi , e vi survolano a nu- \ole nell.1 stngione iemale a j)referimento^ e re abbon- rla vieppiii cLe il Pantano ove si tragiltaoo sptsso per ridiiisi niiovamente al sito piimiero. L' evapoiazione d' un cosi grande superficie di ac- (pie cagiona iin csiiberatite iiinidore in quell' acre, e le csalazioni malefiche clie da esso ancor sorgono , dalle acque liinacciose di lutto il dinlorno, e della spiaggia ridiicorto 1' atmosfera inalsana ed insalubre^ le abitazio- ni vicine se lie niolestano alqnanto e Scordia e Len- lini vieppiu, non trop[)o discosta , sita in una valle a cielo senza orizzonte e ad atmcsfera poco movevole. Al piede nieridienale riella cilta di Calania in esJeu- sione di mezzo nilglio a un ilipresso, ma di poca laii- liidine e di non molta fondura, una collezione di acque slagi;anli slax'u di ctii adesso un qnalclie vesligio solo ne I sistc. Per 0{>era dell' arte anziche di nalura e per cn- (i) I.a ] esca \i si cfcrcila in rgiii stiigioiie e da moJli die lie abilaiio il coiilorno c die iiiiiosfann jl ineslitr \w- sdiei'cccin. Considcrevole ne e lo sm«Tif) ii ppscc vendesi fie- -ro in iiiolle lilla di Sicilia e sc ire fa la s-datina e cosl Iraspor- tusi ollrcinarc in ^Napoli in Iloina. Lh jic.-ca vi f\ fa di dcp- jiio uiodo |itT via di graliici si rolgon li; Angiiillc e iitr tj i (ii liaiclie c di reli .si pii'iidoii le allio nianierc di }iC5ci. Srellc adilo col lago un c.inaie d' luia qualche giaiideiia dttla pcstlvicr.t poiclic Ic Anguillc prcsc iiel isgo vengono iu essa iinprigionate e ;iir occ.'isionc si usino. 78 MEMOniE DI GEOGRAFIA. ra costniita del principe di Biscari Ignazio Paterrio Ca- stello a diletto peschereccio, teneva un fondo di teneni alluviali comeche le membrature superiori in alquni sill erano di terreni pirogenici dell' eruzione del i66g. Un stagQO e queslo che si fa d' una mislione di acqua marina, die merce un apertura vi ha ingresso ed et^resso, e d' acqua dolce venula dal cielo e da un qual- clie rivolelto ivi conente nei tempi piovosi. Quesla col- lezione di acqua e nociva oltremodo essendovi in mol- ta parte 1' acqua marina facilissima a corrompersi per la immensurabile quantita di materia organiche saline the tiene in dissoiuzionej e pero nei calori estivali, i suoi infliissi malofici estendcvansi troppo, e davano il gnaslo Lensi a due quarticri della nostra citta detto r Angelo Cnslode e S. Cristofalo che venner disabitali in parte, e adesso notansi degli avanzi di casamenti ab- baudonati logori e diruli dal tempo. E usanza campereccia nelle plane, e massimamen- te nella piana di Catania, cosi raanchevole d' acque sor- give, di cavare de' bacini artificiati per ricevere le ac- aue nelle stagioni dei verni, a servirsene poi uelle ascjugaggini estive, detti dai villici gorglii . Son questi degli stagni artificiali, ove 1' acqua nella stagion dei ca- lori si altera si marcisce , e T aria rende infanif; pe- stilenziale, e come essi sono numerosi cosi le loro nio- fele palustri magagnano tutto il dintorno. Ma la Sicilia e un' isola agricola al tutto, e oltrei terreni boschivi i terreni a pianlagione di alberi a frutio, i terreni a vigneti, vi sono abbondanti i cainpi salivi, ove con tanlo utile e con lanlo vantaggio vi si cohiva ogni sorta di biade e di cereali , il canape, FISICO - MEDICA 79 il lino, il cotone, la soda. E a formare un utile piu estfso piu giande colle acque s irrigano i campi e cosi pill feraci si rendono e danno prodolto maggiore. Qiieste terie impero cosi inaffiate dalle acque, per gli slagni e gl' impaludamenti di che divengono sede, e ])er i sediiuenti di acque marcife in alcuni tralti jiossono considerarsi a ragione come paliidi o acque stagnant! artifi- ciali, clie svajiorano infettissimi aliti, e rendono laere mi- cidiale catlivo;, e qiiindi clie gli alilieveraticci a Irumento, a legnini, a canape, a lino e le cottonaie le risaie in ispecie figmano fra le potenti cagioni delle periodiche di ogni inaniera, delle perniciose delle larvate che resecano la vila in ispazi brevi. E ad istoriare alcun che del campi irrlgui del din- toino etneo , e ad appuntare in ciascuno di essi i piu memorablli siti a hiogo a hiogo f'ermandovi , e da dir primamente che la piana di Aderno i conlorni di Car- caci, e gli abbeveralicci di Biancavilla e Licodia, come- che non occupassero un ampio spazio , pure sono ric- chissime d' acque sorgive che rendono tutii i sili del loro territori , abbondevolraente irrigui di umore , ed ove a piene mani si colgono copiosi prodotti di biade, di legunii, di canape, e di cotone niassimaraente , dl che se ne fa semina larga. E non ha guari le campagne di Carcaci presenta- vano parecchie risaje clie poi si risteltero, per i mici- diali e ))estiferi eflluvi a clie metleano origine, ma di- jnostravano esse pero a meraviglia le ampie risoise de!- r arte agricola a meliorare i terreni, e ad avvantaggiarsi della condizione delle acque che vi corrono dentro. I no spazio amplissimo di dislesi piaiii , inirame^T 8o MEMOBIE DI GEOGRAFU ,zatl ad utt qualche intervallo di umili colli di alture di valli clie presenlante bastevol larghezza, si proslende iu longiludine da mettere cooflne colle lave e col ter- reno pirogenico di Lentiui , e cio che costituisce la jjiana delta di Paterno . La tessitura geognostica costa di terreni lerzian, di terreni diiuviali e alluvial! , ma oltraccio si vedon cosparsi di ciottoli quarzosi, di pez- zi pirogenici, e di lave antiche dell' Etna che in niol- ti siti vengono ancora dall' argilla coperii. II lerreno di cui si favelia mostra quantita insigne d' acque d" ogni maaiera, che lo fli vieranaaggiormente ferace, e fa lenderli con moltipHcata usura i semi ch« sono sparsi per esso^ al basso dell' allura ove siede il villaggio di Licodia sgorgano di ricchissima vena acque abboudevoii limpide pure , che dopo aver messo mo- venza a parecchi mulini e ad una macchina per soli- dare gli albngi si scompartono per larghissimi spazii di ter- re, che tutte li corrono e 1 inaffiano, doviziandoli con pill maggioranza d' una fertilita che non hanno. E nell interno della citta medesima di Paterno e in tutto il dintorno che la circnisce, stanno spessissime e abbondanti sorgive di acqua viva , che sgorgano da moltissimi siti^ all' infuori pochi passi oltre Paterno in di- rezione nortica vedesi una sorgiva d' acqua della Saja gronde , sessanta passi in la sfende il suolo argilloso un alira sorgiva comeche meno abliondante e a trenta passi di distanza sgorga la fontana della Grascia-^ a mezzo miglio da questa trovasi 1' acqua di Patelhna e moltissime altre sorgive di minor conto ma che assom- mate in assieme rendono maggiormente aquidosi quel luoghi . Di qui e che 1' interno della citia in alcuni FISISO - MEDICA. 8l tratti c moUe fangoso , il viciiio contorno abbonda troppo ia giardini di agrumi , in ortaglie di pianle culin«ri ecoooiniche fruuifare , e ancora avvanlagiase- ne r arte a tritar i gram", e piii tratti di quella carapa- giia vengono irrigati di acque moltissime ad aggrandire i prodolti che da essi si tiaggono. I campi satiri di Pateino ridotti irrigui dall' arte dette gli ahbeveraticci corrono per ranijno spazio di piii di tre migiia ove traesi grandissimo utile dal collivar la bamliagia, che occupa T esteusione mgggiore, il canape il lino il friimento, ma figurano essi troppo come re- gioni clie sorgono a centro d' acque stagnanti che sva- porando cattivissimi elHuvi ammoibano subito i villici che vi lavorano per entro. E fra questi, alcuni tratti a preferimento sonopiii iioceToli j)er la copia niaggior delle acque, e per quelle che topicamente vi sgorgano, e per i torrenti , e per le correnzie d' ogni specie che dalle allure vengono al basso, e per gli allagamenti fiuraani, che succedono diguisache osservansi ghiadosi, moUi , e piu genesi danno alle esalazloni pestifere. Comechf; la piana di Belpasso fosse un ampia cam- pagna ove ancora sta gran colto di spazii larghi, e seb- beae per la sua distesa non sta da sezzo messa a pa- raggio della predescritta di Paterno, pure e un terreno che d' acque sorgive non sovrabbonda d alquanto, come saremo a descrivere ^ oude non e molto framezzata di campi irrigui abbondanti. La regione di Valcorrente pero si mostra feconda di acque che vi escono di ampia vena, in sili e in puQ- Aiti Jccad. Vol. XIF. ii Sa MEMORIE DI GEOGRAFU ti diversi , e riducono piu di un miglio quadrato di spazto a cainpi irngui di frumento di bambagia, a cam- pi ortalizii , ove mettesi a coltivamento piu esteso la cipolla r agllo, piu mulini ricevono da quelle le raos- se, e r utile occasione porgono ancora d' imbiancare le tele, e di macerare i lini ed il canape^ quindi in Uifto quel dintorno, le acque impaludano e si corrompono 1' atmosfera d' umidore ridonda, e caricasi degli eilluviali svaporamenti di tali fondure; e fra queste figura a cen- tro d' acque stagnatui , il sito detto dd Portiere , iu che le acque vi vengon dal fiunie Simeto ove collivasi Ja bambagia , e la regione delta f^otadi Anania che sta fra mezzo la tenuta del Praino e Pri- mo Sole, Pochi passi al sud oltre Valcorrentc in un pia- no aprico ed aperto si veggon molli casamenti e xavl edifizi logori fra che pocliissimi con pie robuslo si reg- gono, altri mostrano la loro ruina , e altri caduti in parte e in parte cadenti, la minacciano a chi lor passa vicino^ dove i vestigi d' un casaineuto ricamato di rau- schio, e dove lo scheletro d' un sagio edifizio inerpi- cato di ellere , e dalle cui larglie I'euditure spuntano erbe nascenti, con un misto di ruina atto a formarne una vittoria del tempo. Fu questo sito detto Fenice Moncada ad abitazio- ne prescelto dal popolo di Belpasso quando il foco vul- canico del 1669 rovesciandosi a fiumana, ingoio e som- merse questo villaggio come molti altri e le loro late campagne; ma i malefici influssi che vi porgeva il terreno e r aria cosi nociva e malsana gli tolsero ogni speranza di piu permanere in quel luogo , e lo abbandonarono MEMORIE DI GEOGRA.FI\ 83 tlietro due anni di dimora , traggittandosi nel sito ove adesso Belpasso si sla. Ma di tutti i campi resi irrigui dall' arte tenuli da Rochoux per delle arliticiali paludi di fugace eslstenza, «! di durala teniporaria, a tiUta ragione questo titolo ar- logano quelli inessi a coltivalura di canaj)e e di risi j>eculiarnienle. Le rlsaje porgono sempre ua impaluda- inenlo di acfjae perenni , che putiscono e divengono marcesreiiti melmose , quando le inutili erbe che vi pullulano Iroppo, finito il corso della vegetale vivenzoi di cadiicita logori s immergon nelle acque e si disfan- ;io coiTomponsi^ poiche questa praziosa gramigoa, e uq vegetale aqualico al tuUo , che dai primordii di sua esisleiJ7.a [)ersino alia fiorilura , e alia messe peran- co, si coltiva e vegeta sempre nelle acque, E gli uo- iiiiiii che ne faiiiio la coUivazione doveudo sempre te- nersi a gamhe ignude nelle acque sono cacheltici e si travaglian di cronicismi tenaci, di fisconie viscerali, e di discrasie umorali, di frequente amniorbano di acu- tissimi njorbi, e di periodiche peiniciose oltremodo, di- guisache reslano vitlima sempre di questo inalefico rae- j>tiere. E le osservazioni relative allassunto falte nelle ampie rlsaje del Piemonte del Milanese in Italia e delle Caro- lina neir America Men'dionale, apertamsnte couvincono ciie la popolazione viene deciraata ciascun anno per que- sto iifllzioj malefiche troppo erano esse in ragione della poca loro estensione nei contorni di Carcaci e pe- ro che se re impedi la continuazione e furono proibite di mctlersi in jiiedi a Valcorrctite. E qui ci sostiamo suUe risaie dovendone dire piii distesamente ia allra 8^4 FISICO - MEDICA meraoria descrivendo le acque stagnant! del Vftl di Nolo. A finire il novero dei principal] campi resi irrigui dair ai'te di tutto il circoridario dell Etna e da nietter parola tli quelli del territorio di Aci Catena Aci Pa- taoe Aci S. Filippo Aci-Reale, a cultnia di orlaglie nnmeiose, di lino di canape di plante ortalizie di agrumi, e quelli dello stesso genere della piana di Mascali e dei contorni di Caltabiano, Ma fra gli elementi antedetti di acre malsano fi- gtira come palude artificiale oltren^odo pestifera il macero che fassi nelle acque , del lino della disa del canape. L' immersione di tai vegetali fassi nella stagion dei caiori , e perdiira cinquanta giorni 9 un di- presso ^ dassi opera a cio nella lunghezza di tutti i iiumi predetti del Simeto. del Salso , del Dittaino, del Gurnalonga , dell' Onobola nelle acque di Valcor- t-erite ■, negli stagni vicino Paterno Aderno nel Cutei- to entro il territorio di Aci, nei dintorni di Patane nelle acque stagnanti artificiali detti Gorghi, e finanoo fortivamente talvolta negli stagni artiliciali clie stanno nei delizlosi giardini che abbellano il nord ovest della nostra cittaj e in tempi piu prischi questo macero face- Vasi ancora nell' interno di alcnni villaggi in qualche coUezione d' acqua che stava cola. II macero intanto di tali vegetali sostanze nell' ac- qua che quasi ad una putrefazione perviene , nei tem- pi ove piu cuoce ed accende 1' estivo raggio, riduce la decomposizion vegetale piii completa , piii rapida , si corrompon le acque, si vestono di ree qualita, e coin- guinano 1' aria di pestiferi effluvi , che metton cagio- ne alle periodiche di piu insfdioso e sinistro andameo- ME.MORIE m GEOGnAFIA. 85 to. E pria (11 (liparlirml dl tale argomenlo, volea dire d' iin osservazioneche comprova le condizioni pessime che coimiiiica quest oniacero allacqua, die per lulto il lasso del tempo die dura T ininiersione delle piante aritedet- te iielle fondure dei campi irrigui di Paterno, che scen- dono alia palude sottnstante di poi , le carni dei pesci die a quei tempi dai pescatori si prcdano sono di cattivo sapore, uocitive, e alia salute malefiche , e dolori , e correnzie di ventre cagionano, e vomiti e sparsioni di bile, e altre cose di lal fatta , diguisaclie sebbene si vendouo a prezzo assai basso nemnieno si comprano della gentaglia la piu bisognosa. Peru a mettere alia somma quanto abbiamo fin qui tralteggiato e descritto, molte regioni del dinlorno ba- so deir Etna, e il dintorno occidentale e sud ovest ove corrc il Salso e il fiume Simeto , e il dinlorno orien- lale e sud est, ove giace il fiume Freddo e 1' Onobola si niostran sede di paludi varie e d' acque stagnanti^ ma Ira questea preferimeuto primeggia la piana di Catania che ossendo un terreno di alluvione, e il bacino idrografi- co del fiume Simeto, cojiie dottamente ne scrisse il geo- gnosta valente prolessor Gemmellaro , sede perenne si mostra in raolli punti di estesi paduli e di acque stagnanti. SULLE RADICI E FORMAZIONE DEGLI 13ULBI MEMORIA III.A DI ANATOMIA E FISIOLOGIA VEGETALE DEL SOCIO CORRISPONDENTE P. FRANCESCO TORNABENE CASINESE St'bbene la scienza delle piante corresse a gran passi per lo peifezlonameiito doviziandosi ogni di con fatli seinj)rc nuovi e j)arlanti, pure ad aggiungerne rpialcuno (ion hene ancor note pensai le varie forme descrivere delle ])arli organografiche negli Ossalidi e inolto piu nella specie Cerniia o Pendente, assal volte da me ve- (lute con amnn"razione siccome (piella che nello sviluppo delle sue radici luLero-fusIforini c de suoi bulhl, ed in gencrale d" ogni Lulhifera forniazione nella organogenia, non e abhastanza chiarita ed aj)|)ieno alia verita con- forme^ perloche, giovandouii de' lunii denotomisli e fi- siologisti del giorno, mi diedi a notare tiiUi i falli nel corso di tre anni a compilazioiie del presente lavoro. Deir Oxalis cerniia il caudice ascendcnte ponendo a disainina, le foglie sono d' un verde cliiaro glabre quai 88 SULLE RADICI fetofife, radicall peziolate a tre sessili foglloline clascuna, o meglio a foglie ternate piu larghe che lunghe, cilia- te e Ifsce di sopra cordate al di sotto quasi lobate, da tre a quattro linee lunghe. Pezioli fillforrai deboli retti e lunglii da 6-7 poUici. I caoli cilindrici flessuosi por- tanti umbella coraposto da 5-i5. Fiori gialli belli e che ad uno ad uno sviluppansi. Due braltei tiene 1' umbella, ogni fiore ha unpeduncolosemplice dilicato glabro un pol- lice lungo, pria della florescenza pendente eretto dopo che sbuccia. II cilice cinquepartito con foglie lanceolate verdi biancheggianti agli orii . La corolla campanulata cinque-partita allungata, ritte le unghia d' un colore gial- lo pallido, piu che estese le lamine de'sepali, ovate ro- tondate latee e piatte. Le flla degli stami connate alia base, articolale alio interno, eguali lisce. Polline a for- ma ovale. Antere lunghe e prostrate, stile brevissirao con peli irsutelli. II seme e verde pallido ed irsuto. Fiorisce appo noi in gennaro e febbraro: in Parigi, al dir di lacquin, solo in febbraro; al capo B: S: da mar- zo sino giugno: al Messico da giugno sine a luglio: tale addiviene per la variazione di latitudine l' efflorescen- za (i). (i) Bea si avvisarono Colia cd Edwards ad uguale terape- ratura rispondere uguale vegetazione : come di alcuni rereali se- miuali id Parigi itt Egitto nelle cordigliere Ira Vera-Cruz ed Aca- pulco si eerziorarono, giovandosi delle relazioni di Boussiogault , Alexandre e de Humboldt, Roullin, Auguste-Saint-Hilaire. Ann. des Sciences Nat. 2. serie T. i5. f. 5. Vedi Raspail Nouveau Systeme de Phisiologie Vugetale f. 3o5. ove la Geografia Bota- nica c su queslo priacipio di temperatura poggiafa. dell'oxalis cernda. 89 Gli Ossalidi died stanii e cinque pistilli portaudo si appariengono alia Decandria Pentaginea di Liuneo (i) Persoon (2) Wildeuow (3)j di Jussieu alia classe decima terza a stami ipoginii oidiiie terzodeciino Geraoei (4) : di Wernisclieck classe decima seconda a fiori polipetali di cinque petali e dieci stami: Oxjs di Tonrnefort (5); DecandoUe Ira i dicoliledoni ordine oUantacinque Ge- ranii ff Pianle aflini ai Geranii 799 (6): di Savigny Encyclopedia Metodica tra la famiglia delle Ermanne (7), Riccliissima coUezioue di llore europee benche le- nessi avendole tiitte pero spicolate nessuna gode la no- stra ossalide s|)onlanea , ])eio acclimata, e presso noi cme osserva il Tineo ({).'iil oj). cil. f. i3i2 c scg. 93 SULLE RADICI discendente appello ; dilungazione del primo , dlafano hianchissimo velluselto'e bello, il quale ahreltanto si pro- fonda e si allunga ail' ingiii , rjiianto piu V ascendenle caole s innalza, i quali caoli sono capillaii esili lilifor- mi ne'primi periodi, cbe pol s'liigrossaiio intnrgidiscorio iiegli iiltimi vicina 1' efflorescenza- qtritidi mal si avvisa il lacquin (i) sempre esili stiniandoii, che anzi secondo me alia genernzione bulbifera della pianta bisogna della radice ingrossarsi diassai, come diremo fra puoco, no-< zione qiianlo importanle tanto d;igli autori (rasandata. Pervenuta la piauta alio stato di sua perfctta ela v6 di- re a sostentarsi capace non tarda a pensare per la pro- pria successione, la quale nel seguente modo si avvera. Le scaglie ossaliche chiudonsi quasi a due a due altac- cate ed incastrate ad un punto tuUe dello anlecma. Or tia le seconde e terze scaglie frauiezzasi un filiciuo, il quale contiene lo geime di altri due, o ire bulbetli, dalle terze passandosi alia quarle scaglie ivi ai^coia trovasi un file con larve per dir cosi di bulbi, dalle quarte alle quinle altre se ne rinvengono, ma qiialcbe liata un filo solo si trova e di raro ni.'-suno in un bulbo , e questi fili con altaccate larve di bulbi pare po'.ersi parago- nare all' ovajo nel regno animale collocato in sacco o bacino per ricevere uniore ed essere predisposlo alia fecondazione 5 ed in questo mentre si e che lo bulbo generalore se contiene tai larve per 1' antecnia caccia un filo prolungamento di qnello , die porta le larve , il quale si allunga si inlurgidisce , e prendendo la forma (1) Moil. oxal. f. 16, dell" OXALIS CERNtJA g3 cli una radice tubero-fusiforme alliingnta, per il stio estre- iiio sltiicciano due fuglioline lamellar! tliafane hlanchissi- iiie, eiiiro a. qneste altre due ])iu piccole e come s in-- grandiscono ([ueste cosi si va formando lo Ijulboj se ])e- rc) altra larva liulbosa coiUcnevasi nello hullto maUrno, allor ne prinii istaiiti della furmazlono di queslo nascen- te bulbo esce lo reslaiite del filo ciie si allunga ollre rnodo portando attaccali quel bullii the teneva nel bul- bo inatrice, cd ancora tulti altri fili rontenuti in quel- le, per tal luaniera Iia fine la radice bulbifera della ])iai)ta. So peri) lo bulbo j)riniitivo o luatrice non con- liene geruie di altri allora la radice quasi a se tullo il carnoso lirando del priiuo lascla vuole le tonache av- ^i^7.ile. IV-r la qual cosa bene spesso agli inesperti suc- cede trarre questi bulbi dalle dette radici inetterii in terra e rinvenirii vuoti , L da nolare qualche liata con bastare alia ])ianla lo rissugamento di uno bulbo , si die altri ne dissuga e cosi due bulbi danno ■vita ed increinento ad un solo scapo: cio si vede ben ihiaro qu ando dallantecma del primo bulbo esce una radice te'minata nel secondo bulbo, e qucsia inembra- na fra mezzo non I'usI forme ma cilindrica. Ecco impor- tautissinii falti, i quali, se al vcro non mi oppongo, altra nianiera di orgaoogema o formazione bulbifera aggiun- gono a ([uanto ci laseio scritlo il cele! re ed iinmortale Raspail (i) cd il doUo Senebier (i), poiclio non esier- (i) Opera cit. §. 836. f. laS. Ivi 1' .iiilnre vcjc i bulhi Ibrniarsi dii un follicolo u>l(.Tiio tra la r.idice ed il caole c la sua liirnia priini uon dilFeienzia da un giovane grauo o Stinc- {i) Plijsiologie Vegcialc T. i . f . Sao. 94 SULLE RADICI na alio bulbo per tubercoli o follicoli, ma interno per uuova organizazione si genera lo bulbo novello. La ciilicola di questa radice tu! ero-fiisiforme e bian- ca conlraitile a gramaglia angolosa irregolare , cio ben conferina il jiarere del Pollini contro jNlirbel , il quale non vuole esagoni regolari le cellule vegetali. Divella la pellicola evvi la parte carnosa a cellulare sostanza cori- crescii)ilc, cellule irr«golari vessicolose , forse di fecola o globulina ripiene. Tutti i fili della cellulare gramaglia co- inunicano fra loro con i vasi che al centro si stanno, e qualclie fiala con gli stomati, i quali sono rotoridi isoiali e non raro annodati, cilindrici e vuoti nel centro. La radice e veutiicosa al pare che quella dello RnpJinnus riisticamis, Daucits carota, il formato del vuoto e en- noagono , e da ogni angolo partonsi raggi ossia fasci di iibbre o meglio gruppi di vasi quali per la pianta tut- ta diraniansi , e qiieslo foro dall' anlecma sino al fine della radice lubero-fusiforme mantienesi. I lili o vasi della slessa radice nel mezzo ad occhio nudo sono vi- sibili ed il microscopio armato li raostra vasi spirali : come vasi spirali son pure tulto 1 intiero caudice asceu- dente, ed i lili portanti le larve de' bulbi^ vasi cosi bel- li congegnali non mi e loccato mai di vedere. 11 sapo- re della delta radice e acidulo, ma sebbene nieno che il caole e le foglie. La radice tubero-fusifcrnie e in- tanlo il fittone quasi della pianta, e la madre da cui Iraggono umore i nascenii bulbetti, sicche senza questa non puo darsi generazione bulbifera. Veramenle tanti bulbi ove polrebbero attignere cotanto umore, quanto ne abbisogna, ad un filo talmente fenue altaccati 'i La ra- dice del nodo vitale e assai debole per apprestare tiino- dell' oxalis cerkua qS re alio scapo ed ai nascenli hulbettij quindi l)isognava im organo, the contenesse uiuore soverchio da poterne ;i;^Ii ill III dlflondere. Alqiiante anomalie in questo mentre dobbiamo no- tarc per coinpiere piu esteso il nostro obljietlo. E pri- inamente la radice tubero-fusiforme slaccasi dallo bulbo gcneratore qiialche fiata ed allora lo estrenio di anella e agiizzo, pero 1' allro estremo emeUe uno del fill por- lalori di larve e gli altri })are sortissero dall antecma sen- za coiiinnirarvi, questo dubbio vioti dileguato al veder- si lulli i fili suddetd j)er unciiicui quasi adereiili ad un ])ordo dell aatecma^ cosi fassi cbiaro quella radice co- iminicare con luUe lo larve bidhose , quantunque in diverse staglie si Irovassero. Vedesi aucora qualrhe volla granulala di larve suddclle la radice, nella parte ])ro5sInia al caudice asceiidente, cjo avviene clie nel dis- siigarsi il corpo del bulho lualrice per forinarsi quel can- dice corsero a luedeiini usi con (jtiello ad nn tempo uno o piu fili portanti quci bulLelti, ed iu lal case ho ve- dulo in fallo dall" ecuia spuntare quel lilo , fenomeno coutrario al consuelo inodo di ojMare. La serie de falli nella gcnera/Jone bulb'fcra dcgli ossalidi veduta, rai va a sanj^ue far passag;^io al secon- do obbletto delle nostre ricerclie, cioe di purl.re inlor- no alia forinazione du'i bulbi piu estcsainente ed in ge- nerate, servendoci a norma i falli soj)ra iiolati. I bulbi, die a brieve discorso , in caolini, ramci, e florali si dividono dai bolanici, sono dal ToK.zetli (i) (i) Targioni Toiz. Eciic. Bol. T. i. f. iji'j. Ediz.Firen- zc lb 1 3. gO suLLE nxDici conslderali lal die ingrossamenio del fusto e delle foglie; anzi de' hulbi vestiti , dei quali e nosiro assunto, cosi la discoire « I bulbi vestiti o sqnamosi sono il pro- dotto dalle foglJe dell' anno scorso , le quali dopo il tem])o della ftiitlificazinne appassiscono e seccano inco- niinciando dalla cima, e fanno scendere il nutrimento loro al basso della foglia per formare altrettante tiiniche, o sfoglie capaci di coprire e difendere il germoglio del- r anno avvenire come puo vedersi nei cepn negli hiacin- t/iiis nella scilla e qiieste sfoglie sngose e palpute si dis- sugano di nnovo, e divenlano sotlili membrane ailde e senche per trasirieliere il proprio nutrimento al germo- glio, qiiando sviiuppasi in foglie , ed in fiore «. (]osi ■•incora la jiensava Ciro Pollini (ij quando debnlbi ra- dical! diceva « I bulbi radicali sono di varie maniere. I pill comuni sono composti di tante tonaclie earnose coijcentriche piii o meno distinte , clie si ricuoprono a vicenda, e rbe acchiudono nel centre 1' embrione del- la j)ianta novella, onde dicesi bulbi tonacati ^ cosi la cipolla comune, la squilla. Tali tonache sono la base delle foglie dell" anno antecedente turgide d" nmori e succose 5). Achille Richard ("2) ])ens6 altretlanto quando egli scrisse jj. Un Bnlbo e sempre comi)oslo di scaglie variamente configurate dalla faccia superiore del ])iano ( anieoma ) portate, e nel centro racchludono gli rudi- menti dello stelo delle foglie e dei fiori. Ques'e scaglie devono, siccome quelle degli altri getti veuir considera- (i) Elcm. Bot. T. I. f. io3. (2) Did. Classiquc d' llisloirc NalurcUe T. 2. f. 5u5. DELL OXALIS CEHNUA. 97 te tale die feglie abortite. Esse quando piu sono interne trovansi piu dense e carnose, e quanto piu estcrne piu dilicate e papiracee, come la cipolla " In cjiiesto pen- siere tornar qiiello di Haspail si vedu, dicendo cc I biil- bi sono lo risultato dell' addensamento delle jirime fo- glie, le quali ricuoprouo, ed involgono lo stelo ( come nelia cipollaj jj Se a tali autori qnei arrogar si voglion die lo bulbo, a ragione, nel sno essere lisiologico ad una gemma paragonano, allora si aiimentano le antorita cre- ilendosi le squanie e le scaglie abortimento di foglie di slipule e pezioli, son questi iJecandolle (i) Loeflitig (2) Cavanilles (3) Gaertner Pelit-Tlioiiars (4) Blalpigbi (5) Dubaniel (C^). jMa se in cose a scienze naturali spet- tanli il I'.ilto piglia Inogo al delto, credo non saia di- sraro diu notassi quanto bo \edulo; jirenieltendo die i liuliii lonacali o scagliosi send) iiuti daila loio piu in- terna tunica o scaglia sino alle piu i-sterne ngualmente fijimate, sicdie detoUe le foglie ad una cipolla coraune ad una scilla, ad un giglio, le tunache e le scaglie in- terne configurate in simil guisa cbe le prime rilrovi, cos) pcnso die i bulbi non si appellano tonacali o sca- gliosi dalle esterne lor foglie ed accessorie, ma si dalle interne^ vere e propiie or qucste diceva , non sono il (1) Fl. Fiaiicesc T. i. p. 101. (2) Linnco Amoen. Acad. T. i. p. 18G. (3) Liiiti. Aniwin. Acad. T. 2. p. 49- {.'•) Essais lie vcg. p. 383. (5) Anal. pi. p. 47- e 102. (G) Fisc. T. I. p. 88. yliti JccaiL Fol. XIV. i3 98 SULLE RADtGI prodoHo di foglie anl^iiori e prlicae ipm ijiinj(q)ipe iretro,- cesso, ne abortimejato dl quejle, iie siwiiii cQCghiifiUm'-e, ehe i fatti sono tutli' al(U:o , come ^m quai^ra ta/gJQiii verro confermando. 1. A cbe monta questa eapressiono; d* esg^i't. la.sfo- gliatura o scagliosiia de' hulbl aJuilimttiiiio. di Jfeglifl ? L' aborto e lo stato abnormale in cbe' a.sisf8. naluna, ; e puo mai dirsi tiborlo j Come lo bullio. non fosse generalo j)er relrocessio- iie d' iiiiioje sevoso, e come la piaota lo j^enerasse pri- inilivamenie da s<3. colie sue sca;ille e colle sue lunache ancor lo fa cbiajo Senebier (2), scrivendo « I Imlbelli soiio j)iccoIe cij)olIe cbe nascono da piii grossa j essi scaj)pano da uua specie di vuoto tia la cipolla e le ra- did, o niegilio si fonna- un tulierculo Ira le scaglie , o le lujiacbe delia- cip^yllaj (j^ieslo lidieicolo pitnde incre- jueiilo a spcse dtlla cipolla cbe diegli nascila, la quale jierisce in ak;ui}&. sjJecie" allora che il neonalo Aicne a .'>vIiup])o. I- bulbetti seinbrauo in alciine cipolle al prin- cipio dcllii. vegctaaone similia grajii di biada ». Nello Gigtlio vidi sp^sso genm-arsi lo bulbo alia parie superio- re d una scaglia menire per 1" iuferiore cacciava una carnosa radice, ed in queslo nientre il suo fiore grnla- meute olez,zava. 11 luiiiio dell Ilieiiianthus coccineti \ idi generarsi nella florescenza e nel getlar le foglle ^ anzi ijuesto bulbo liorilomi nello scrigno senza aver cacciate ()) Opera cil. §. 807. f. ia5. (2) Oj)era cit. T. i, f. Z20. lOO SULLE RA.DIC1 le foglie, s ingrosso alloraclie comincio a mostrar le sue largbe foglie e ad un tempo a prolificare. I bulbetti ossalici osservava in tempo die la pianta era in fiore generarsi ben formati dl scaglle tra quelle dello bulbo matre attaccali , mi si permetta 1' espressioiie , ad un corclone ombelicale, scaglle cbe trovansi in quei pn'nii stessi giorni di esistenza perlucide bianohe d' alcune ve- stigia di vasi cosparsi ed incavali non che palpusette e a due a due addossate. 4, Molte biilbifere piante generano ove non refio- cessione ma innalzaniento solo puo esservi di seva, cioe, sotto r ombelHfero scape, cosi Bivona (i) Tozzet- ti (2) Savi (3) Bertoiini (4) , furono dell' Allium rjseum testimoni; e Senebier (5) scriveva « sonvi dei bulbi che formansi alia testa della pianta e nesuoi fio- li;, esse possono moltiplicare la pianta , come nell' Al- lium sativum , scorodoprasum arenarium , carinatum , vineale, oleraceum, canadense. Veggonsi ancora i ])ulbi sopra gli steli, come Davall e Curtis osservarono iiello Banunculus Jicaria " Se cio e pur vero come lo e nei faiti non saravvi alcuno dir ■volesse per la turgescenza 6 retrocesslone dell' uniore foglioso essere stati detti bul- bi gene rati. E Togliendo a direalcun die della formazione bulbo- sa, poiche il cellulare sislema e tipo generatore di tulto il (i) Sicularum plaiilaruin Cenluria i. f. 18. (2) Isi. Bot. ed. 2. T. a. p. 242- T. 6. f. 3o4. (3) Duecent. p. 87. (4) PI. Gtn. p. 5i. (5j I'liysiologie VJ-gctalc T. i . f . ?>iZ. nr.LL OXL^LIS CERNUA 101 sistema vegetale faiipgoraino e crittogamo come lo e for- se di tutti i coipi viveiiti ^ poiche ua vessicolo al- luiiganJosi a dire del Dairocliel e del Link, format puo un vaso, ua tiibo, an nervo nelle piante , cosi alcuni di questi vessicoli, a mio avviso , sono stati da natura detail della i'acoUa generatrice per bulbi, siccorae ve ne stanao ad emettere il caole ed il fiore ^ perloche soavi gruppi di vessicoli propri a formare de' bulbi ora sot- terra ora su i steli ora sullo scapo. I fatti della natura quantunque si studiano con im- pegno presentaao ancora dei dubbi profondi ed oscufIs- simi. Le diverse parti che costituiscono gU esseri ed i caratteri di lor separazione non appieno si conoscono,, Cio che li distingue e disgiunge noa e la nota esterna ma r iaterna proprieta, die coaosciamo d' esistere , ma ignoriamo quale sla; per la qual cosa ogni braaca di na- tural sapere vien quasi classiflcata da esterne proprieta che veggiamo, e nou esseado le vere, or 1' uno or 1' al- tro sistema si loda si sprezza s ammette: la distinzione sicnra e interna: se giungessimo a conoscerla giunges- sirao ad un punto sicuro di vedere il tipo normale di ogni specie in ogni corpo: allora senza tema d' inciam- po senza teatenuare di pid scovrendo il carattere pro* prio d' ogai inJividuo sapesslmo avvisarci perche un cor- po forniato in questo ed in quell' altro modo si fosse, come congiunto o separato dagli altri si stesse per lonta- ne o viciue rassomiglianze, che anzi degli esseri VO dessimo sempre il vera carattere la norma distiata. A T T I DELL ACCADEMIA GIOENIA DI SCIENZE NATURALI VOL UME XIV — SEMES TRE II. CONTINUAZIONE DEL TSlfHH® SIT K 10 o y r E Rn STAFULEGRAFIA STORIA DELLE VARIETA' DELLE UVE CUE TROVANSI NEL D' INTORNO DELL' ETNA dill' abate ■ [ p^edi il K'ol. XI. pag. 24 o- I 36. MARTILLATA E di un colore , die dal rosso inclina al nero , ([uando e perfeltanieiite luatura, di ])acclie ben grosse, ovali e coasistenli , cllluia a inangiure in lavola , di epidenne dclicata, pi^^ne cilindriclie e grandi, e nialura lia le ])rijaej lia pampani aiDjii e aciui in fine, se ue trovano a quattro lobi ed inleri, nodilargbi, un aciiio, e ne la in copia; prospera ovunque e specialmente in Ca- lanla, ed ha picciuolo pingue, breve, razzato rosso: in sonima e carattere dclla Martillata moslrare niolte I'ac- celte e fbrji\aic del poligoui, donde ba preso il noma. 4 VERTUNNO ETNEO 3;, Altia sorte di MARTILLATA piu grossa os- servafa in Caiania. E questa una delle piii belle varjeta e delle piii rare , di una grossezza anco niaggiore della Trevol- te , simile nella forma , e costiluente un poligono , come sopra ^ allorche malura e perfettamente oscii- ra, fa bacclie cosi serrate, clie si comj)rimono 1' una con r altra, la loro drupa e consistente e leggiera alio stomaco, le pigne sono gi'osse, eccellente per tavola, di poca durata , ed e T ultima a maturare. Ha pampani interi, a sega, aculi, rabescati, gemnie strette, due se- mi cinericei, ne fa in copia ed a pergola, prospera nel giardino del Principe Cerami, ma non e universalmente conosciuta. In Piedimonti il dire Martillata, Mandorla confeUa, Zuccherina, Zuccaro e Cinnamella e tutt' uno^ ma veramente qiieste uUime dilleriscono dalla prima, talclie sembrami una soti.o va.-ieta del Marco Catalano ^ dapoiclie la Mandorla confeUa, Zuccherina ec.e acumina- ta in fine non solamente, ma e quasi della grossezza dt-lla Minnella, di color rossiccio, ha due acini, di epidcrme gentile, resisle al dente, ed e da pergola. Ivi ne vidi pure rossiccia e bianca, la quale e assai rara, della slessa forma della rossa, avenle un picciuolo molto lungo. In Aderno si confonde colla Zuccherina, fa le bucce ovali, c corrisponde alia da me descritta; si osservi pero die non resiste a lungo alle piogge , e vnole terra pingue ed arenosa. In Biancavilla la Zuccli»erina e somigliante olla Mandorla confelta, ha foglie distinte rossicce al di sopra, gemme a media distanza, di poca durata, ma- tura air ordinario ed ha gambo corto e pingue. In Pa- tcrno le ossservazioui corrisposero a quelle di Catania. O STAFULEGRAFIA 3 38 MARVACIA. Vitis praecoqua, longo holro , late baccato, hacci- tih fla^'is, cicer magnum hand cxcellentibus , cgregis sfi/)u/is, ventrem suhducentihus , vinumquc exquisite Ja- cienlibus, Misilmcris Malvacia. Cup. E rosaceo assai sfumalo il colore della Malvacia, la })icca rolonda, dol diamotro di dodici linee, tra le inigliori di quelle a vigua per qualita, dolcc al gusto cd a!)bondante di niosto , fa i capi alati o cilintrici, e priinaticcia. ha foglia vellutaU ed intera e qualche volta a due lobi, gambo nericcio breve e grosselto, nodi del serineuto alia distaiiza di tre poUlci e mezzo, due acini cinerlcei, cpiderme consislente , potasi a tre occhi, fa il vino assai generoso ed odorifero , cd era dagli antichi assai apprezzato, io dinominavano vinuin creti- cum ar^usiurn-^ convien dire pero che presso noi non lussoieggia cosi bene, come allrove, vegota in Giarre ed in moke parti . Vedesi quest' iiva con pampani quasi arid!, produce a vicenda, e matura per le prime beve^ suol csscre rara nelle contrade etnee , non cosi pero alia Molta, ove ha njigliore vegetaziont, c da vino ec- cellente. In Casliglione vi it la Malvacia nefa, delta La- crima di Madonna. In Randazzo ve n' ha biauca e nera, la biauca ha le suddelle pro]>riela , vegela nelle terre ])Ingni, ed in geiierale ama il clima caldo ed il terre- no asciullo. 39 MARVACIA NERA. La nera poi ha pigne piu dense, e piu sclpila al gusto, ama le stesse terre e fa il vino debole. Quesla uva e dovun([ue omoniraa. L' Enciclopedia la dinoini- na uva bigia, Dalla descriziune , che ne fa si deduce VERTUJVSO ETNEO die conviene con noi, non solo riguardo al nome, ma pure intorno il significatoj ne distingue dae sorta, bianca e rossa che chiania bigia, e soggiuoge che la prima e piu rara e meno precoce, e che la seconda o la bigia e la piu bella. II Sig. Chaplal la distingue col nome di 31alvacia moscata, che con altro nome chiama ^oj/r- guignon o Tresseau ^ dice essere uva nera assai grossa, migliore a far vino clie a manglare , e soggiunge che carica di piii e fa dei grossi grappoli, il che indica co- me ivi il suolo la favorisce a preferenza. E ancor da liii detta Griset hlanc le Joli le Qenettin fremenseau. 11 Sig. Bidet la caratlerizza come bonoriva, buonissima a mangiare. Dal Tozzetti poi fu detta Malvacia grossa di Castello. Mic. e distingue un' allra Malvacia piccola, tonda. Mic. vitis viniferae varietates. Ed il Trinci la fa sinonima del Grechetto, la novera tra le bianche, e sta- bilisce 1' epoca della sua maturazioae circa alia meta di Agosto. E dicendo che giunta alia sua perfezione partecipa del giallo , mi confermerebbe nell' opinione chi fosse la nostra Malvacia ^ ma me ne fa dubitare allora quando si lascia dire ch' e di granella piccole uq poco bislunghe, nel raentre che parlando dei pampani conviene essere un poco vellutati al disotto j ma forse non la osservo atlenlamente, ovvero e un' altra sorte di Malvacia, Da quanto ho lelto nel Gallesio, mi j)are che que- sta uva si faccia appartenere alia famiglia dei moscali. ME^■^CLA CCA'FETTA V. Martillata. Ml>NAVACCHIi\A, O MiKWA DI VaCCA V. PiZZUTELLA. 4o. MUSCATEDDA Bianca. 4t. MUSCATIDDUIVI BrA>cu. O STAhXLi;{;RAIlA 7 iy,.. MUSCA'JIDDUJNI Niuni. T'ltis hifcrn aniniii/n f>raeciirsor, acinis: e viritii Jla^'is^ tiitidis, inediis, siiccosis rotimdis, pracssitlis, nunc raris, nunc dcnsatis, praesuavi muscato sapore , vitis ajyiana, Pliiiio C. 1). P. Var. 298. Vitis inuscaleUa Petri Ca~ stelli Jlort. Hies, i^'ulgo INIuscateddu biancu. Eadeni acinis coracinis, tripla majoribus, raris ad- modiini minusvc sapidis, Miiscatcddu nimu. Cup. 11 Moscatello altro o l)ianro cd allro iicio, sicco- rae neio e bianco ti del pari il Mos(alolIone. E prima- menle il colore del moscatello bianco iiiclina al biondo ed e trasparcnte, il che io intcndo pure del moscatel-' lone bianco, lo bacclie sono rolondc, olio lincc di dia- melro , a difl'eronza del nia^giore , il quale e ovale, venti linee di longlludine sopra dodici di fliamotio , ;iuieiidue di otliuui qualila, ma la piu piiigue e assai adaUa ad uso di lavola ed a fare V ouimo vino detto moscalo cli' 6 il ]Mii generoso dei nostii vini, mollo piu tli quelli die si fauno nolle tcrre forll. Dice il Baccio al lib. 5. pag. 29.G. » II vino di moscatello non e ammesso dalla medicina, ne coiicedulo ai malali o ai convalesccnli , e vino da crapoloui e da tavcrnanti , • piando e ben falto e puo soslcncre la state si iisa ])er ve/.zo nelle merende, e anclie nci conviii, ma ap- ]icna per assaggio c al primo servllo: semprc c scliivato dalle personc sobrie e dagli sliidiosi, come un \inoin- salul)re, insomnia le uve moscate sejiibrano fatlc per diletlare conie iVullo piultosto , clie per deliziarc col vino. 5) ( Tr. del Gales: ) Quclla cbc ])iu si adalta a far vino si o la piccola , la quale e piu succosa iu proporzionc del volume^ la polpa n" e dolce zucclicrina 8 VERTUNNO ETNEO clellcata, floscia con odor di mosco; i capi dell' una sono piu toslo brevi, quelli deli' altra ben grossi, e maiurano ambedue in Agosto^ la prima ha pampani a tre lobi , gemme spesse e tumide , e conviene alia seconda nel color cinericio degli acini; la bianca da tavola ne fa in copia pill della piccola, la nera ne produce meno di amendue. II moscatello potasi a due occhi , scone in- sieme al moscatellone, laddove non abbia buon terreno. Son nemiche delle terre salse, amano le pingui^ la pic- cola si distingue 'per lo serniento rossiccio, il gaiubo lungo, il picciuolo breve, il grappolo denso e qualche volta geminato. II moscatellone bianco e piii raro , ed in Piediraonti e detto zibibo', o moscatello-insolia. Ed in riguardo al moscatellone nero : ha esso la bacca di media grossezza, e di figura rotonda , ottiraa a mangiare ed a far vino eccellente, ha epiderme gen- tile, ma acerbo al palato , sicche in isquisitezza cede alia bianca, non ha pigne grosse , ma dense ; matura dopo la bianca , ha foglie a quattro piccoli lobi ed a due, acuminate in fine, ed ampie ai lati ; nodi a me- dia distanza e rilevati, due acini cinericei, ne fa in po- ca dose, potasi ampiamente , ama in peculiar raodo il clima caldo. Ove abbia ottimo terreno e clima eccel- lente e susceltibile di moltl melioramenli 5 difatti in Mascali ne trovai qua'nto il Trevolle. Nei coufini di Ca» tania quasi non mi e caduto raai di vedere il mosca- tello piccolo di eccellente qualita, e ne pure nelle terre forti, laddove il terreno fosse salso. In Biancavilla chiaman moscatellone il nero sol- tano, e danno al bianco il titolo di moscato doppio. In \dern6 si e osservato che scorre, allorquando O STAIULEGRAFIA sia posto in Icrrcno magro. In Randazzo iicn porta il \ino (li (pallia, siccome presso noi. I Forestieri c molto piu i Fnmcesi ne abbondano in modo , clic ne ho niiinerato sino ad otto varicta jHcsso di loro. 11 Dn-IIanicl nclla sua iconografla descii- ve il I\Iiiscat cU jdleocandric il quale a nie sembra es- seie r istesso del nostro inosradelloiie bianco. Di quesla uva, egli dice, clie raranienie maUua ncl sno cliina. La dinominano jiure chasselas vitis iiva j)erar/ip/a, altri- inenli I\Iiisca(lct o Barsitroiihc I>lanc , ed e descritta qual ma grossa bianca, ccceilente a maugiare, a vede- re a scccare, a fare bnon vino. L'Enciclopedia ragiona ancora della njoscata Ijianca di piu sorla, vvV/^ apiana G. B. P: dice esser buoua a fare dullo confolture , e conviene con noi suUe qualita del vino. Ed accenna la moscada rossa o di corallo, di ciii Jioi nianchianio per quanlo io mi sappla, con grano piu serralo^ viiole a preferenza il sole pei' malinare, ed e la vitis acinis tubris, nigrantihus dulcissimis di Garidel. Dice in seguito della moscala nera, clie carica molto, il che presso noi non bene spcsso succede. Ed a me pare the manclii a noi la moscada violella , la quale indica con grappoli assai lunghi , bacche grosse dolci, ed e delle uve migliori. E non meno ancora il moscato di Rize- hate, il quale non lia seme, e da bacclie jjiccolc e suc- co dolce. Piu il moscato lungo, o jiassamoscado d' Ita- lia, assai grosso, assai moscato, eccellente in confettura ed a mangiare, con grappoli grossissimi e lungjiissimi, raro, curioso, c vuole maggiormente il sole. E final- raenle il mos;ato di Madera di Gesu, il quale h una Aui Acccid. Fol. XI r. :>. lO VERTUNNO ETNEO specie (li vino bianco, ^eneltin, detto di Orleans e S. Meramino. Gli Italiani lo cliiamano moscadello, Rheims dino- niina il nero Aleatico. E osservabile che la grossezza del moscadello nero da noi rapportato corrispoude a (juella del Sodei/Ini , il quale descrive di grosso gra- nello e tondo. Di piii opino die il noslro moscadello bianco piccolo corrisponda alia Ciraiciattola o volpola. Mich. Cimiciatlola moscadella , Mich, vitis viniferae K'cirietafes . II Targioni ripone nel quarantesimo sesio luogo r uva lugliola moscadella Mic: vitis viniferae va~ rietates. In Napoli presso 1' orlo botanico se ne contano cinque sorta. II Columella al lib. 4" c i" non ne avea nove- rato che tre, due a foglia vellosa cd una a foglia seni- plice, ed e questa la miglioie, la quale a noi mauca , al dire del 13ne S. Giaime . Egli la fece corrispondere air uva apiana di Pliiiio, dagli aotichi colanlo celebrala. II Sig. Gallesio pero nella sua Pomona ilaliana forfe- roente vi si oppone. Ecco come egll la discorre « Gli eruditi hanno disputalo sul nome dell' uva moscata pres- so gli antichi^ e di fallo fra le tanle uve citate dai Geoponici Lalini non se ne trova alcuna indicata in maniera da poler essere rapporlata alia nostra mosca- della, ne un viuo, che corrisponda al moscato dei no'^ stri tempi. Non e gia nella crassezza delle sape di Catone e di Plinio, no sul loro colore nero ( che Galeno pre- tende esclusivo a vini dolci ) v.h sopra alui indizi di quesia nalura che io mi appoggerei , come il Baccio , O STArULEGRAFJ.V II per cscliidere la pretesa conlspondenzu del nosfro mo- soato col vino greco, col Scybellite, col Theieo, o col Carino. Sono desse proprleta die dipendono special- ineiile dal modo di fare il vino , e percio potrebbero associarsi facilmente anclie coi nioscatelli, i (jiiali sono LiniK'hi, o neri, o crassi, o linipidi, secondo la manl- ratliua, clie subiscono^ invece la fraganza, clio li dislin- giie , e die lia colplto , e colpisce i uioderni , e una proprioti che non poteva esseie senza iinportanza pres- so gli anlidii, ne pare possibilc che non 1' abl)iano ri- levata, e non se ne siano fatli capo, per distinguere il vino di (jueste uve dagli altri. E qnesto a niio giiidi- zio il solo argomento , die indebolisce la forza delle congelture degli eruditi , i quali si contorcono iniuil- nieiile, per riportare la uioscadella all' uva apicia di Catone , cangiata in Apiana da Pllnio , die vogliono cosi diianiata , perclie appetita dalle api ( Bac. pagi- nu 224 ) ". Ed in riguardo al numero delle moscate italiane , secondoche ne dice V A. medesinio, e indcfinito 5 pero ne sceglie quallio principali, due die si distinguono pel colore, ch' e ncro, e sono la mnscadella comune e la lialica, le allre due sono bianclie, e si conoscono sotto i nonii di moscadella bianca e di moscadellone di Spa- gna o di Salamanna. Ed altrove dice « L" Italia e piena di nioscadelle, e la nera e fra le piu cornnni. j^ E volendo risalire alia sua origine li fa venire dall' arci- pelago greco. 43 NICER A. Qnesto vocabolo NIcera e slalo da me solamenfe in-* teso in Randazzo , in cui significava iin uva nera, di 12 VERTUNNO ETNEO figara somigllante ad iin grosso nirello , e huona a far vino gagliardo, soave e generoso , quantunque le bac- che fossero acerbe al gusto ^ ba capi lungbi , ne fa in Hiolta dose, e prospera in tutte le terre. 11 suo vino c di assai lunga durata, 44 NIREDDU. 11 Sig. Cnpani novera la seguenli sorta di nirelli. 1 . T^itis vinifcra praefalae pene eqnali ac concolore Jructu (intende del moscadellone nero );, non tamen ita saturate, chinde, delicati saparis teriero racemo , vidgo Niuvidduui. 2. Eadem fertilior paulo niinore racemo ac Jructu, mimiteque hreviter tenninatur , caduco , acido dulci, vulgo, Niuridduni ordiiiariu. 3. E nel supplimenlo aggiiinge: T^itis atro fructu rotundo medio, vulgo Psiuridduni njinzana. Parla eg!i poi del Toccaiino il quale io sospetto essere una spezie di nirello, e lo descrive cosi. !\, Eadcni acinis omnium minimis sole siccari slatutis , vulgo Tacarineddu , o niuriduzzu, cbi e sic- catu, cioe inipassito e vien chiamato passulina di lu nostra resnu. 5. T^itis acinis glohosis , mecliis nigerriniis , cadi- nis, dulcissimis, vulgo Tuccarinu. 6. Eadem acinis miscellis , seu magnis el parvis, vulgo Tuccarinu con cocci grossi c minuti. VIdi qui a Catania presso 1' orlo dei PP. Cappuccini un nirello cosl detio da loro , a ]iergola, di un nero cbiuso, ba baeclie all' ordinario, di figura rotonda, dolce al guslo, capi di considerabile grossezza, vegeta lussuriosamenle e nc fa in copia. : . O STAFULECRAIIA I 3 Un niiollo inascalese io nolai in lerre arglUose pies- so Catania, ha bacche tli ordiiiaria giossezza, e rotonde, iiva ouima, adatta a flir biioii vino di mediocre durata, fa i capi conici densi , gemiuati ed alati, matura piii tosto tardi, perclie il nirello generalmente suol essere lardivo, ha foglie a due h)bi, ampie vellutate al disollo, nodi alquanlo densi , acini nericci, e ne fa in copia. In terra vulcanlche osservai il nirello calabrese di iin colore piucchc nero, di media grossezza, ollimo a lare Ijuou vino di durata, dolce al gusto, abbondante di succo: fa i capi di media grossezza , tra i nirelli matura il primo, La foglia quasi rotonda ed a due lo- bi, chiudcsi , ed incrociacchiasi al di soUo, ed e ben ampia^ nodi a media distanza , un acino rossiccio. II sugo di qucs' uva e tale , die piu di ogni ahra tinge d un color rosso ^ per cui sospelto essere il tentiiricr dei francesi: ha un legno consistente e iitTiocio;, in Pie- dimonti il vidi con foglia vellulata a due lobi ed a grappoli spargoli. E non e da trapossare del jiireddu minntiddu, il sermento 6 dclicalo, nodi densi, matura tosto e fa le bacche assai piccole,- ed io ojiino essere uva del Cupani qui in quarto luogo riposta^ fa vino gagliardo sicche in alcuni luoghi a dar forza maggiore al vino ne ripongflno molii grappoli non pesti nelle botti, il che lo rende piu robuslo e di durala, si mettc in luoghi montani , a preferenza , perche piu facile a lualurare, e perche resiste ai ghiacci. Havvi in Treccastagni il nirello manliUato masca- leso, di un colore piu clilaro dell' ordinario, alquanlo, allungato , abbondevole di succo . £d in Viagrandc osservai una diflerenza tra il nirello ammantillato, ed l4 VERTUN^'0 ETJJEO il mascalesej poiclie il prinio avea una figura piii ovalo del secondo. In Linguaglossa vi e una sorta di nirello deito landazzese a foglia vellutata, a quatlro lol)i ainpi e di- stinti, a gambo delicato e rossiccio. Moke e molte sotto variela pero io nolai nel ter- rltorio di Castiglionej poicbe oltre il nirello mascalese e calabrese distinguevauo gl' indigini il russiltu a grap- poli piccoli non alati, e piccolo bacche oblunghe, nere non perfettamente dolce al gusto, mostoso, buono per vino di qualila e ne fa in poca dose. II inuitanu, di cui se ne osservauo tre sorla i'. a grappoli grandi uno per serraento 2.° a capi piccoli con piccole bacche 3." con due pigne per sermento, di un color non perfettamente nero dolce al gusto, di figura lotonda, come sono tutti i uirelli, fa il vino di buona qualita ed e di breve durata suUe vite. II rappareddu a grappoli piccoli , il quale corri- sponde al jniniitiddu da me accennato qualche volta deeenera dal nirello, siccome il bianco dal carratto, vien denominato rapparello, in Mascali chiamasi da ta- luni guarnaccia nera. La 5'ca^^fl- to«e, a grappoli brevi e pieni, bacche pingui, dolci, e mustosi, buona per tavola e per vino, e si conserva per tutto 1' inverno. 11 nirello femina di- stinguesi in Randazzo per le piccole bacche , o dolce al gusto e copioso, di vino soave e robusto , e potasi stretto. Ivi trovasi il rapparello di sopra , o si osserva eh' e facile a maturare ed indi a cadere, prospera nelie terre asciutte e leggiere, ha foglia vellutata, gemme den- O STAFt7T.F.GI^AFIA 1 5 se, pouisi stretto da, vino eccellente, ma poco, ed al- lora quando tro\asi in terre leggiere. 11 migliore di tiuti i nirelli , ed il capo razza e nonn si per tavola, ronie per vino. Ivi nolai una diflerenza Ira nirello inascalese, calabrese ed animaulellato^ il prinio e pin rotondo e pingue del secondo, 1' ullimo supcra ambedue in grossezza^ il nia- scalese, secondo die mi fu rapporlato in Biancavilla alia Calannuccia , terra clie guarda V occidente, e co- ])ioso in ogni anno, e fa le baccbe dense. Ove ])ure disliuguono una S2iezie di nirello delto parliciano , il quale lia c])ideritie assai gentile , nero, succoso, foglie vellutate, a due lobi , nodi densi , baccbe di diverse grossezze, come quelle di cui parla il Cupani qui in sesto luogu, ed e questo un legnaggio degenere, abbondante di grappoli , e corrisponde al ddtichitc , o minuiiddii. Ivi il nirello giunge anco sino alia grossez7a del mo- siadtllo nero , sicclie c v|ucufiitati\o', ainume lo souo tulti i nirelli in generale ad eccezione del cosi detto mascliio. Delia slessa grossczza e un' altra sorla di nirello ivi ancor detto raarlillato , il quale ba fogbe alquanlo vellose, fa ccppi e seimcnti ben grossi, baccbe pingui, rolonde, serrate, ed e di durata. JNIa vi e ancor di piu. Oltrc il nirello, cbc in Aderno mauifeslasi con jG vertunno etneo Jjcicclie grosse medie, e piccole nel niedesimo grapjio- lo , e ch' e alquanto ^^recoce: vantasi ancor ivi il iii- lello liianco, uou a lutti notoj ha tbglie a tie lobi, vel- lose al disoUo, nodi lunghi , fa buon vino di dmaia, Ijacche amljiale, jiiccole e quasi ovali, capi brevi, c iiia- Inra all' ordiuario, e tra le altre cose dillerisce dal neio, ])er aver quest' ultimo le foglie piii piccole, piu delicato il sermento, ]mu deusi i nodi, ed i capi piu brevi. lo non so se quesla sla una specie di carricanti . Ivi IrovasI pu re II iiirello ammantellato , il quale lia bacclie assai piugui, capi geminati ed alali, per cui prese il noine di ammantellato. Che che ne sia io comprendo che fra tutte queste sotlovarieta ve ne sia qualcuna ripetuta che in diversi climi abbia nome differente , quantunque in sostanza fosse r istessa^ siffatte ricerche devonsi riserbare al tem- ])o ed alle fatiche non gia d' un solo individuo, ma di inolti insieme, e questi stessi abbisognano degli incorag- gimenti. I Francesi hanno pure il loro nirello iioiraut detlo teinturier, oii planle cl Espagne pianta di Spagna, spezie di Borgognone nero, dicono avere i nodi densi, rosistere piii di ognl altro al ghiaccio^ ed e osservabile quello che aggiuugono, cioe che se ne fa anche del vino, per lin- gere i drappi. II quale a niio parere corrisjionde a quello che dice Chaptal t. i. che nel duodecimo luogo anno- vera il Teinturier, cui in itallano corrisponde il Tinto di Alicanto , che i francesi denominano pure Tinteau, Gros noir, IMoure, Noir cT Espagne, Teinturin, JVoi- reaii , Moricii , Portogril, Alicante. Presso gli Italiani O STAfULECRAFIA I 7 havvi una spezie di nirello, il quale dices! ad occhio di pernice. Ai dire di Rlieiins c un iiva passa del trebiano iiorenlino, delta uva passeiina. E ad un altio nirello da lui alia mia presenza osservato , diede il noma di Ca- Jiajuolo, clie corrisponde al nostro nirello comune. Noi pero in generale col nome di nirello intendia- nio una gran parte delie uve da vigna di color nero, che serve a fare buon vino , clie malura lardi , e co- plosa ncUe vigae , poiclie rende utile ai proprietari ; il vino che se ne trae e di lunga durata, anzi gl' indige- ni se ne servono a rafibrzare ogiil ahro^ per cui e stato da noi anco dinominato conciamosto. E pero saggia- menle gli etnei lianuo rlpiene le fa'de dell' Etna di questo nerello^ e niolto piu le terre di Mascali die souo fertili e clie all uopo si aJaltaiio^ da poichc ivi il vi- no destinasi alia navigarione , ed in conseguenza deve essere di durata. 45 NUCIDDARA. f'^ilis hngo racenio, dtnse granaio, rotundis gra/u's, inediis suhduris alho viridulis , riiediocriter sapidis , Mi- silmeris Canina, JMj'ttt nuciddara, e forma, quam prae- sefert. Dalle osservazioui falte in Catania risulta che il suo ( olore e lia bianco e verde , ha bacca grossa ])iii del medio, lotoiida, venata dentro e fuori e lucida, e pren- de la sua denoniinazione dal nocciolo, cui assomigliasij ha epidemic gentile, dolce al gusto, buona per vino , di durata ove non sofTra le piogge, le sue pigne sono dense , niatura all ordinario , ha pampani a tre lo- bi e qualche volla interi anipi , acuraiuati in fine, i nodi densi, da due acini a quattro cinericei, ne fa in Aui Accad. Fol. XIV. 3 I 8 VERTUNNO ETNEO buona quantila, nel climl freddi da vino caltivo, ed ama le terre pingiil . Taluni sogliono confonderla colla Pa- Innimara, senonche qiiesla ofire sjiesso le foglie piu vel- liitate al disotto , e sovente da vino piu leggiero. Al- cune volte si ripone a pergola . Generalmente ho os- servato una differenza tra la nuciddara dl vigna e tpella a pergola, doe clie quella di vigna ahbonda di parti zuccherine piu di quella a pergola, ha guscio piu tenace, colore piu vivo, e inclina piii al biondo. In Randazzo si nianifesta scipita al gusto, e facile ad infradiciare. In Bronte comunamente e delta no- cillatn ivi fa i capi a due , detti a bertola , e gl' indi- geni asseriscono essere una specie di duraca. Da taluni si crede die fosse 11 canino, il quale trovai in Aderno, ed avea i seguenti caratteri: foglia di un verde oscuro di mezzana grandezza, dello stesso colore disopra, a pi- gne per lo piu uon alate, bacche rotonde, succosa, non moltodolce, e ne fa in copia, e buona per vino e la forma del grappolo e soxuigliante a quella del nerello mascalese, 46 NZOLIA NiuRA. f^itis mediocribus baccinis, durulis oblongis, can- dido fuhis, sapidis, vulgo nzolia bianca. Endeni racenio et granis majoribus JIavescentibus sapidioribus, vulgo nzolia imperiali di Napuli. Eadein majori, nigro fruciu , suavi in ore ac li- (piabili, vulgo nzolia niura. Alibiamo noi la nzolia nera e la bianca, la prima e pingue bislunga, buona a mangiare e si ripone cosi a vi- gna, come a pergola^ e squisita al gusto, di epiderme forte, ha pigne di media grossezza, e ve ne sono mag- giori, cilintriche, alate^ matura all' ordinario, e spesso va ■.y. b O STAFCLEGUAFIA i (j tra le prime alia malnrazione, foglla a clue ed a tie lo- lii, nodi strelti , ne fli in gran copia, ha da due a tre semi, potasi ampia c fa l)uon vino^ arna i terreni vul- canici, arenosi, pingui, e prospera nei vulcanic! misti di argilla. 47 NzoLiA BIANCA. La nzolia l)ianca poi c di un colore tra Liondb e verde, la bacca pingue ovoide, spargola , un pollice e due linee di lungliezze su nove di diametro, ottima a mangiare, a dar vino soave e di durata, allorche si disec- ca al sole, e se ne fa uva passa: ha capi lunghi, e nia- tura coUe prime bevc, le foglie non sono mollo gran- di, ma pcro acuminate, porta uno a due acini grossi ci- nericei , e potasi ampia^ la sua produzione n' e piii fe- lice, allora quando collivasi a ])ergola. A Picdimoiile si lia la Nzolia di Pakrnio, a capi e j)igne grosse , meno aliurjgata dfilla ordlnnria, bionda iiella malnrazione, dolce al gusto con odore di moscato, leggiera e buona per tavola. Eravi pure un'uva, dicui da})|>rima non ebbi contezza riguardo al nome, ma poi da un certo sac. Privitera di Linguaglossa fu denomi- uata nzolia moscatella, allorche di la passando gliene feci parola, ed era cosi da lui denoniinala, pcrche par- lecipa dell una e dell altra . Avea dunque un colore rosaceo, maiura assai taidi , ]ier cui era immalura negli ullimi di sellemlire ^ trovasi ncl fundi delfot- timo sig. D. Doinenico Voces, e squitisissima al gusto, e succosa, ha le foglie a due lojji c due acini. In Lin- guaglossa eravi una nzolia di Li]iari, la (jualc, allorche jnalura si fa bionda , appesa dura anche sino alia pri- mavcra, ha i capi grossi, e a jiergola, se ne fa uva pas- 20 VERTUiVNO ETNEO sa, abbonda di sncco dolce, ha peio la baccia acerba, le bacche di media grossezza, due acini cinericei e duri, e la foglia a qualtro lobi distinti. In Castigbone nolai che Ivi banno una uva detta S. Conu , e che rassomigbasi molto alia nzolia nera di Mascali. Trovasi pure la nzolia nera, di flgura rotonda, la quale non rassomigbasi niente alia biancaj riguardo al sapore e dolce, eccetto la buc- cia , la quale riesce aspra al dente , sa del catarralto delle nostra teri-e forti, avvicinasi nella forma al bar- barosso o pure moscadellone nero, ed e succosa. La nzo- lia nera ia Randazzo produce a viceuda , i capi sono brevi, ma pingui, ha epiderme dura, araa le terre, di cui sopra si fe parola, e le foglie al([uanlo lobate. Ivi se ne trova detta iniperiale bianca della stessa forma, leggier- mente scipita, sdegna le terre arenose e secclie, non pro- duce bene a yite siccome a pergola, e di breve durata, ma non matura perfettamente. Da ultimo contano an" nltra nzolia imperiale, somigliante al uostro marco catalano. In Biancavilla trovasi pure la nzolia imperiale, la quale rassomiglia a quella di Piedimonti, di dura drnpa, no- di a media dislanza a foglia intcra. Secondo Rheims la nzolia nera corrisponde al ca- najolo e la bianca alio zurcaccio dolce. 48 NZUNZA DI TROIA. Trovasi a Palerno , e un' uva bianca , oblunga, a buccia dura, dolce sino alia nausea, buona per tavola, ve n' e pure in Piedimonte, ove osservasi durissima, ba foglia quasi intera, due acini bianchi ben grossi , dolce al guslo, di colore e figura somigliante al Tiro \ , \ O STAFULEGRAFIA 21 49 OLIVEDDA. V^itis racemo omm'um tenerrimo, acini's, olivi mino- ris nigri Jcrnia, riibris nigrescentibiis mcequalibus darn- lla ac pracdidcibus, K'ldgo Marsiggldana, Myrti Olived- t!a a forma (juain tenet. E nel siippleraento: V^itis Jructu olivari minon\ nigro diiro vulgo cur- rijiila minuri, comii olivuzzi pidicudtlaii o picciriddi. Ho vcdiite niolte e molte uve, alle quali han dato il nome di Olwedda, ma qiieste non sono state che razze degeneii^ la sola e vera olivella da me veduta fn quella, ch' io Irovai ia Linguaglossa presso II conv: dei PP. Cappuccini, la quale al colore ed alia forma ras^ somiglia all' iiliva. Essa e consistente, dolce, di lunga durata, vegeta assai bene a pergola, e fa I capi grossis- simij non cosi se e a vigiia, siccome nel medesimo luo- go Qotai; matura alquanto lardi, ha foglia quasi intera, tre acini rossicci durissimi, i buona per tavola, in Bian- cavilla ed Aderno I' olivella spesso confondesi colla min- nella ( M. Sic jMinnedda ). 50 PALUMMARA. La Pahimmara e bianca , fa le bacclie grosse ehe inrlinano ad un vcrde fosro, di forma quasi somigliante 'A Tiro, ma al quanlo piu allungalo, lia pignc alale, Luo* na j)er tavola, fa vino mediocre, ottima a conservarsi, e dolce al guslo, piccante, polposa, di guscio fortej fa le pigne grandi, alale. matura alquanto tardi, ha foglie pic- cole, nodi rari a media dislanza, Ire acini, ne fii in buo- na dose, ama Ic terre pingui ed arenose. In Pedara si denomina Uva signora, ed in Bronte Minicuccara, 22 YERTUJVNO ETMF.O PANDOLFINA V. Nireddu. PASSULARA. Questo vocaljolo appartlene ad ogni sorta di uva, la quale fosse adattata a divenir passa^ presso noi si fa dalla nzolia, dalla coda di volpe ec. Le uve passe si lianno generalmente per espettorand , in Italia il succo di siffatle uve e repulalo antiputrido , ed andscor- biidco, e secondo cLe nola il Targioni 1st. Bot. i Iralci o sarraenU seccaU macinad o bagnati hanno servito jier cibo dei cavalli, ed anclie per nutrimento degli uomiui Belle carestie. In Biancavilla notai die lapassulara dif- ferisce dalla pulummara, essendo la prima migliore per la sua squisitez^a, quautunque si fosse della stessa for- lua e grossezza. PILUSA. Quest' uva e soinigliautissima alia INicera, ma pero alquauto piu pingue, potasi stretta, lia la foglia mag- giore ed i nodi del sermento piu lunglii , prospera in Randazzo. Pisciacunigghiu. Pcssimo leguaggio, si perde alle prime piogge. 5 1 PITRISI. P'ltisjriictu rotujido, albo ^'iiiaceo, medio, dtiriusculo duici, 31isUineris Pitrisi Vrancu , Myrti Pitrisa janca. Eadem Jiigro fractii, raceino spisso acinato , Mi- sdmeris Pitrisi niuru, Myrti Pitrisa iiiura. Si osserva la biauca in Randazzo, la quale lia bac- ca rotonda, pingue di media grossezza, ma e piu piccola della nera, dolce, resiste al denle, otlima per appendere, buona a far vino, lia cnpi medi, alali, maiura all'ordi- nario, le sue foglie non ofiVono nulla di jiarticolare , O STAFULEGRAriA 23 notll dcnsi, no fa in copia, nolla pota/ione ama i tral- ci lunj^hi, piospera nellc teire arcnosc e pingui, e sa del inoscalo. 52 NERA. La ncia poi fa ivi le bacclic rotonde c pingui, e dolce al gusto, da vino buono, 1' uva 6 di durata , fa 1(! J»igne di media grossezza, matura all' ordinario •, ha foglia di nn verde oscuro, cliiusa al disollo, nodi a me- dia dislanza, ne fa in sufficiente dose , ama del pari i Iralci hinglii , come la Lianca e le terre vulcaniche e pingui. In Maretto e di forma alquanto allungata , ha bacche dense, matura tardi. II Pelrese nero e jiiii pic- colo delia corniola ( Sic. curriula ). In Bronte ha mi- gliore vegetazione e fa le pigoe alate, vino gagliardoj r uva serve ad appendcre , o ovata e somiglia all oli- vella. In Aderno si confonde col barbarosso, ed il ne- ro a Paterno e copioso. Taluni erroneamenle lo confoD- dono col vespajo. 53 PIZZUTELLA detta pure Minnavacchina. T'^itis fritclu jiarilcr ohlongo , medio , alho fiik'O , molliolo dulci insulsulo nirJuro ct immaturo in codice, passum fieri siihdito , unde dicitiir Misilmeris viapa- rola, 3I)-rii vero a forma dicitiir Minnavacchina Cup. II mcdcsimo Cupani altrovc accenna le seguenii uve. yilis ex Candida paululiun Jlavcnte , diiriusculo Jructn mojori^ lon^o, curva cuspide , vidgo Butluni di gaddu, Messance Curriula. lo opino die tra le due varicta dal Cupani indi- cate quest' ultima sia queUa, ch'io slo per descrivere ^ poiche jier la prima me nc fa duljilare quclla espressio- o4 TERTDNNO ETKEO passum fieri suhdilo, iiel meatre da noi non si ricono- sce title la ])izzutella da poterne fare uva passa. 11 co- lore della pizzutella propriamenie delta e bianco tinto di verde liicido e giallo e qualclie volta aureoj avendo inisurato le sue bacche 1' ho trovato quindici linee di dia- metro e venli in venliselte di lunghezza con un midol- lo in niezro^ e Ijuona, anzi squisita a mangiare, di gii- scio gentile^ ha capi lunghissimi e spargoli^ matura alle prime beve, laddove miri il sole, foglie a due piccolis- simi lobi ed a quatlro ed alquanto vellutate, nodi pin tosto lunghi, e spesso quallro pollici; im sol acino ben grosso e lungo, e qualche volta ne conta insino a ire , ne fa in copia, polasi ampiamente, con gambo piccolo, terde, lungo un semipiede, prospera in Catania. E os- servabile che quest' uva ne fa anche a tre mani, e che dal volgo e stata qua e la dinoniinala BiUtuni di addu coniuleUa^ curriida, e minnedda. 54 PIZZULELLA di Viagrande. Sotlo queslo nome in Viagrande infendono un" uva la quale dura anco si no a lutio niaggio e della stessa forma della nzolia di Palermo, di Piedimonte, della figu- ra di una botte e dolce al gustoj ivi in una allra vi- gna la pizzutella era delta cuore di colomba. In Aci e IMascali ne vidi una sorta, la quale rassomiglia alle jiri- 3ue alia nostra pizzutella, ma osservala da vicino vedonsi le bacche piu rilevate e plu pingni alia parte supe- riore, simile ad un capezzolo di zinna , e pero gen- tile al pari della pizzutella , dello stesso colore , del- la stessa lunghezza , grossezza ec. e conta due semi cinericei . In Castiglione la minnstacchina e quella che olirove dicesi Eppula quasi della figura del mon- O STAKULEGRAFIA 3 J tonico eel e Lianca c ncia . In Randazzo poi e Leu altra cosa la Mianavaccliiiia;, poiclie non lia di co- mune the il scmplice color bianco , del resto pro- duce le pigiic or<.Iii]arie , la bacca jnii pingiie dell' Ep- jioia , biiliinga, dolcc al gusto , atla a farscne uva jvisi^a, prende un color biondo, allorche e rnaturaj ania le Icrre pingai, potasi auijiia ha nodi Innghi, di -poca durata e non e adalta a vino. In Bronte cliianian Miunavacchina un uva che po- co o nulla didcriscc della Eppola, In Palerno e an- co dinomlnala Cornutella. Ed un" altra Pizzutella io osscrvai ivi delta Mi/ma di wicca^ di cui le bacche pic- cole, che qualche volta si rinvengono nel grappolo so- migllano a quelle del Bultiuii di addii di Cata:iia, e le ])ingui sono della siessa lornia djUa yzolia nera di Ma- scali, di forma ovoide , ed io opiuo che ajiparlcoga alia I'aniiglia dcUo uve niartellate. 55 AEIIA. In Catania havvi pure la Pizzutella nera presso il ^iardino del fu sig. Emnianuele Rossi. E quasi della stessa lunghezza e dello stesso diametro della bianca, ha due acini blanchi, un midoUo allungato in mezzo, resiste al dente , ma non e cosi squisita, come la bianca, ed ha hnccia lorle. II inetlesimo D. Emnianuelo mi assicurava .ivcr vedulo in Roma una bellissima varieta di Pizzu- tella nera, di cui ivi si fecea gran commercio, ed era (li gran lunga assai migliore della nostra . Quella j)oi che in Paterno dicono Jlin/ia di vacca nera e ben dii- ferente, essa rassomiglla a\ Biiilu/ii di addu di Catania. Ed in Biancavilla Minna di schiava inlendono uva ro- jAti .head. Vol. XIV. 4 • ■2b VERTCNNO ETNEO luiicla nera, somlgliante nella forma al moscatcllone ne- ro, dolce al gusto, di durata, lia foglia neiiccia, e ma- tuia in oltobre. L' Enciclopedia par che voglia indJcare la nostra piz/.utella, allorclie descrive la Pujuant Paul chiaman- dola becco di uccello, in italiano pizzutella, cioe a dire ]>inra, e dice essere assai dolce. E prosegue : ve n' ha violetta cbiamala dente di lupo, a grano lungo, ma meno acuminato, hellissimo, di limga durata, la quale sembra la nera anzidelta. 11 Du-Hamel misuro la bianca da 14 a 1 9 linee, sopra sei di diametro, e dice che iu Francia non vicne a perfetfa maturazione , e che la sua foglia e si poco profondamente lagliata, che sembra quasi in- tera il che corrisponde a qnanto io ne, ho dello. II sig. Paolo Giam]iaolo la chiama nelle sue lezloni Zinna di vacca, ed anco il Dizion. Francese alia parola Moroquin la corrispondere la Minna di vacca, che al-' trimenti e delta clagl" hahani brnmaste e niangialiva;, e fratlanto i Francesi la fauno anco equivalenle alia duraca di Plinio , nel che dev' essere un qualche er- rore. Fiualmenle e la galleUa del Rheinis, Raclua di S. Vennira. 11 suo colore e biondo alquanto, le sue bacche di forma somigliante al Tiro, della grossezza al disotlo di nn poUice, otlima a mangiare, ed a fare buon vino, di guscio genlile, sicche alle prime piogge, allorche e ma- lura si perde^ fa i cajn densi cilindrici e brevi, ha fo- glia intera, e vellulataj nodi alquanto densi, due acini bianchicci-, ue fa ia sufiicienle dose, prospera in Giarre r <5 STAFULECr.AFIA 27 e Piedimoli, e qualche voUa si fa siiionima della nocil- lara ( sic. nuciddara. ) Racina di tavula. Qiiesto vocabolo e generico, e comprende tulte le uvc die sou atte a mangiare , pure per essa qualche volta s' intende particolarmente la Gerusaliraitana e la Salinitrana. Racina a Cantai'u V. Centurrotula. "^ . . Racina di Natali V. Iniperiali. 5G RACINA DI VIGNA O RAPPAREDDA. Colore alrpanto verde, ha bacche ])iLi tosto piece-' le, rotonde, di cattiva qualila, di breve durata , dolce ed abhondante di succo, di pigne brevi e dense , ma- tura Ira lo prime, ha pampani rotondi interi j)iccoli, nodi a media disianza, tre acini cinericei, ne fa in buo- na dose, e potasi slrelta . Nou resiste molto al sole, e pero sovente ne resta bruciata, talche rare volte giunge a raccogliersi per la vendemmia; prospera ovunque, ma non e universalmente conosciiita. Rosa. Si dcsidera die si facesse venire da Malta, ovvero da Napoli 1' uva Rosa, la (juale secondo che mi si ri- ferisce, matiira in dicembre. Racina a quintali V, Centurrotula. 28 VERTUxNXO ETNEO^ :;n RUGGiA. Rosso carico e 11 color di qnesl' iiva, che io osser- ^ai la prima volta iti Aci^ ha liacclie al disopra del me- dio ed alqaanto allimgale, e si viiole che fosse vemila da Calabria, Luona a inangiare, di buccia assai tenace, fa le pigne grosse, e va tardi alia mulurazione^ ha foglie piccole a qiiattro lobi, gemme distant! , tre acini cine- ricei, ne fa in bnona dose, potasi ampiamente , ed e poco conosciuta:^ dilferisce dalia Gerosolimitana, e Sali- nitrana per iu sua piccolezza. In Giavre e Randazzo col vocabolo Ruggia s' in- tende un' uva a cajii alali, di color rossiccio, di bacclio rolonde e pingui, di lunga dnrata, ove si lasci sul cep- po: semlnM alia vista essere semj)re acerba, nel mentre e dolce al guslo. ■ ■' "^ . . Salinitrana V. Gcriisalemitana. 58 S. CONU. II S.Conu G un nome che raro suona nell' Etna, s ode solo in c[ualche parte del lato orientale, di color iiiarrone, dolce al gusto, ha bacclie ovali e ])ingui, ed e mangiareccia, di non molta dnrata^ niatnra all' ordi- nario:^ potasi ampiamente, ha foglia a due lobi, e serve per tavola. , 5g SCALIDDA. Al rosso ed al 1 iondo , e spesso al giallo avvicl- nasi nel colore la Scalidda, ha bacche al disotto del me- dio, dense, dolci, snccose, e serve a for vino, il sugo I 0 STAFULEGRAIIA 29 lion t- aspro al gusio, hensi la l)nccia', fa pi'gne di me- dia giossezza, ciliiulriche c sovcnlc jnccole, c spargole, inaUira tiica alia meta di ngosto ^ lia le foglie a due j)iccolissimi iobi, nodi propoiv.ionali, acini a duo cine- ricci, nc fa in niolla dose, e potasi al solito;, fa il vi- no dolce, e prospera in Giarre , IMascali , e Cainporo- , tondo. In Piedimonli e dctta uva di s. Venera. Sciaccavenlu. In Patorno al piano delle cnnne io intesl per la prima volia qiicsto nome di uva Sciacccweiitii, dal chmo Ah. D. Giovacchino Russo, alia cui amicizia son grato ])or la necessaria guida clie cola alluopo rai porse e bian- ca,ha liacche somiglianii al Tiro, squisita al gusto, di buc- cia gentile , e nelle Inbbra sa del vespajo, succosa, fa i capi di media grossczza cd e rjpusta a vigna^ matura Ira lo prinialicce, ba foglie vellulate al di sotto , uodi densi, due semi, potasi a tralri lungbi, e da vino buo- 110 cd in copia. Vidi in seguilo 1' uva medesima alia conlrada dell" Arena prcsso Nicolosi , laddove guarda mezzo giorno in un fondo del sig. Cara, ed ivi notai ch' e meno precoce, e die ha alcuiie proprieta comuni alia Faccia lorda di Randazzo. f . Solima. *^. . . . Mi si rlferisce die quest' uva si rinvcnga alia Da- {r;era come sopra, potasi slrella , la i nodi propor- y.iouati, e da vino assai leggiero.In Malelto bi deuomiua ducignola, e fa i capi assai raii, in 13ronle si dice Lo~ risi, I'A in Aderno osservai nolle sue Ibglie sino a cin- que lobij dicesi visparola, fa vino di miglior condizione, mal" uva, ed il vino stesso lian breve flniata-, ivi ancli' e tia le prime a inainrare. In Paterno dicesi V^azzaiiu, e quanlilativa, ancor primaticcia, e polasi stretla. Se il mo- scadello non e la vite apiana degli aniiclii , dovra es- serlo ceitameute il Vespajo. Rlieims Trebiano dolce. Ziildara. Ziddara in Piedimonte vale un' uva , la quale ha bacclic rolonde Ira bionde , e verdi, ha dieci linee di dianictro, di pigne grosse non alale , clic sanno un poco deir acidetto, di gusto genlile, sugosissima, ha niolti acini, geninie dense, il pamjiano a trc lobi, ed a sega con gambo lungo , ])agina inferiore velhuata. buona a. far vino copioso, ma non gia eccellcnlc, ' 66 ZINEURU 11 Bne S. Giaime ne numeia quattro specie. La ])rii!ia, cgli dice, e con giani assai neri, rolondi, medi, che matuii laciliuenle cadono , dolcisbiini , e (juest' uve in INicosia frammischiate con vernacce bianche, o altra uva buona bianca fanno il miglior Aino , e di maggior durala. Delle alue due una fa gli acini della grossezza della prima, e parte minuii assai ^ F altra gli fa tutti minuli, dolcissimi scnza vinacciuoli , e non Jjuoni per 36 VERTUNNO ETNEO vino; ma atti a fare'uva passa, chlamandola passolina, ed iQ Nicosia uva da signori. La quarta e di niuii frutto, nienlre fa assai grap- poli senza grani. Amano il terreno pingue, sciollo e mediocremente uinido. Quella che fu da nie osservata in Giane era di un color nero cliiaro, ha bacche rotonde otto linee di dia- metro ottima a mangiare, ed a fare del vino dolce, di lunga durata, capi alati, ha pampani a due piccolissimi lobj, gemme brevi, nn seme, e ne fa in copiaj le qua- li osservazioni corrisposero a quelle di Castiglione. In Piedlmonli la uolai con foglia vellulata al di sotto, ed avea i capi piccoli, del resto non e universalmente co- nosciuta. Si vuole che fosse il canajuolo dei toscani. 67 ZUBIBU. 11 zibibo e bianco o nero.Il primo e detto dal Cu- pani: f^itis ohloiigo fruclii majori, itirulo, calloso Jlavo, siiavi giistu, ac non nihil museum sapientc. U\m passa major Bouniastos grcecis'^ C. B. P. fA'ce zibiba' Ihb, vulgo zubibu, II zibibo e d' un colore Ira bianco e biondo, le sue bacche sono quasi rotonde, tredeci linee di diametro, e assai dolce e buono a mangiare , di lunga durata, con capi alali qualche volla geniinati, e spesso solitari, ma- tura tra le prime, ha foglia a due piccoli lobi, gemme dense e due vinaccioli, ne fa in copia, jiotnsi ampio, dk buon \'ino, e vuole il clima da mezzo giorno, la terra nlquanto uniida e j)ingue: in Paterno si dinomina pure angiolelia, ed allia, E qui e danotare una circostanza par- licolare. la quale c che quest" uva ne fa spesso a Ire O STAFULEGRAFIA 3^ mani, come la Trevolte, lo die a me slesso in piu luo- ghi c' intervenuto di vedere. Di pru ha gli acini irop- ])() teneri c facili ad essere nella bocca compressi, onde conviene jnangiarsi con prccanzione, poiclie altrimenii lasciano un callivo sapore, il quale si opponc alia sua sfjuisilezza. 68 INERO. Ed il zibiLo nero e rotondo, dieci linee di diame- tro, e dolce al gusto, pero fa il vino dolce e spiritoso, ha cnpi grand!.* foglie maggiori del bianco, gemme a media distanza e due vinacce; matura aU'ordinario e ne da in buona dose. In Randazzo si fa grossa quasi piu del dop- pio, confondesi colla moscadella nera, e polasi slretta. Is on cosi in Palerno, dove suol essere di catliva qualita. Soderini il chiama pure zibibo , e lo ripone Ira le uve grosse, e tra quelle , die si adoprano a sferde- re ed a seccare; e novera pure il zibibo bianco ed il Jiero, di cui il Cupani non fece menzione alcnna. Ts'e accenna pure il sig. Paolo Giampaolo nelle sue lezioni di agricollura, noverandolo Ira le uve da lavola. Z.uccherina. La zuccherina comiinemente 6 la stessa della ge- rosolcmilana ( vedi Gcrusalemiiana )5 ma pure bisogna iiotare in riguardo alia sinonimia del linguaggio, die in Piedimouic dicesi zuccaro e cannelia, e corrisponde a quella die comunemenle si dinomina martillata, ed alia zuccherina corrisponde la gerusolcmilana di Aci.Randazzo lia una zuccherina, la quale confondoiio coll'iiva passa, e diiferisce dalla gcrusalemiiana di sopra per essere rolonda, somigliante in vista alia Duraca, sebbcnc fosse alquanto piu allungata, e buona a maugiarc, di lunga dnrala, fa 38 VERTUNNO ETNEO i cap! grossl e malura all' ordinario^ ha foglla spaziosa nodi 1)1 evi e due vinacce, ne fa in copia, e potasi am- piamente. In Palerno la zucclieiina corrispoiide al Mar- co calalano di Catania, ivi pero il clinia lo produce di una grossezza inferiore, molto piu sea vigiia, e vei- so r Arena ne vidi una sorta, che somigliava alia no- stra gerusalemitana. Ma ollre alle succennate uve, alcnne aitre ve ne souo di nn indole assai differente,- perocclie oltre a quello che si dice cssere la natura varia nel suo andaniento, offre lalora delle anonialle, che scoraggiano, e confon- dono il diligente natnralista. Or mi sia perniesso il nu- merarne alcune, giache fonuauu auch' ess"- parte delle etnee dovizie. Esiste nel noslro borgo presso il fa sig. Marchese Sorrentino un' uva anon i ma , la quale ha le bacche minulissimo, ad eccezione di alcune che le fa quin- tuple, con foglia ampia a due lobi principal!, chiusa al di solto, i granelli sono assai duri consislenti rotondi e nericci, ed ha nodi proporzionali. Quest' uva e di molta durata, ed alle notizie che ne presi rilevai che fu fatta venire da Calatagirone, ove vegeta meglio, e fa piu gros- se le bacche^ ivi si appende per la sua lunga duraia e con- listenza , ed ha il nome di nzolia nera . 11 iiostro so- cio Dr D. Ferdinando Cosenlini ne liene una pergola, e ne fece venire il sermento da Triesli ;, e vi osservai che le bacche piccole ancorche mature , sono rotonde , e le grosse alluugale, al pari della nzolia bianca: le api ne vanno assai ghiotte, talche ove uon s' involva iri carta, si perde, quantunque fosse di Innga duraia. II can. niensionario Lovenia di Biancavilla ha fatlo O STAFULEGRAFIA 3g venire due sorta cli uve da Malta, anonime amledue , ]e qiiali sono di kinga durata j 1' una ha foglia rossic- (ia 111 di so])ra simile a quella del moscadellone, 1" al- iia 1 lia a due lohi distinii, hinga ed acuta in fine. Si- iiiilnicnte il can. Portal anco di Biancavilla ha molte \'ni da jieri^ola fatte venire da Piazza, e da Leonforte, ma Inlte (peste non ancora hau dato prodotto. Ed una parlicolare anoniraa ii)i fu mandala con iin messo da jVicolosi, da me appositamente richiesta, jierche mi si disse che era questo legnaggio fatto venire (iallalta ItaL'a:, la persona che me la invio avvisommi che Er.ic:CE ROSSICCE Acilana Boccarisa Carlcanle Calaratto Coda di vol pi ColoiuLaja Cuore di Co lombo Dionis.di Piaz. Dolcegnola Duraca Eppola Faccia loida Fendl-venlo GInstolese Greca napolitana di Termini Lagrima di madania Americana Barljorosso Legnaggio Bizzocco Manlon. bian Cala'urese MarcocatalaniCatalano Malvacia iCentorotoli Moscadcdlo iCorniola ^„ Nocciolaja iCuore di turc Gerusalemitan IBarljorosso Centorotoli Corniola Cnore di Co- louiljo iCuore di Tiir- co Marlillata di due sorta iRnggIa Onza d'oro [Eppola Petrese jGrecace PiazzesG jlmperiale Pizzutella Inzolia [Sparadraga Rapparella Mantonlco jTrevolte Scala piccolaMinnella Vernaccia Siignadiuoja Malvacia jjpQ jMoscadellone Uvadls.VenI ^'il•elli Verdese Lianca e aVernaccia croce jVespaJG di Palermo ^Zibibo Grecanico a gi-,Zillara rimoli IZuccarina Indiana Inzolia Imperiale Minnella Petrese Pizzutella S. Couo Testicolo Gallo Vernaccia Zibibo Zinegro DELLE CVE CUE SONO Al. DINTOK.NO DELL EX. \\ iO A liUCCIAGE.N- TILE I) I_NCEr,TA varieta' CAlO-r.AZZA DELLE UVE Cenlorotoll Dolcegnola Fendi-vento Geiiisaletiiltan Grecace Indiana Marcocatalano Martellala Moscadello Nocciolaja Pizziitella Rapj:)arella Spaiadraga Tesllcolo di Gallo Tiro Americana Catarrallo Coda di volpe Corniola Ciiore di Co- lombo Danese di Piazza Dnraca Eppola Giustolcse G rcca IinpcFiale Inzolia Malvacia JNirello Acitaua Ciminnita Centorotoli Americana Barborosso Bizzocco ( una razza^ Calabrese Uva di S. Ve- Onza d' oro Piazzese Petrese neia Vernaccia Vcspajo 'Zillaia \ Ruggia Scala ])iccola Trevolte Verdese Zibibo Danese di Piazza Dolcegnola li})poIa Fendi-venio Grecignola Boccarisa Legnaggio Onza d' uro Peloso Petrese Caricante Catalano Catarratto Centorotoli Ciniinnita Coda di volpe Colombara Corniola Clio re di Co- lombo Cuorc di Tui- Siigna di troja co Sparadraga .Dolcegnola Uva di S.Ve- Duiaca di I Piedimonle nera nera Zillara Ziiiegro Zuccarina Jlti Jcxad. Vol XII jFaccia loida jGernsalemitan iGiustolose Greca Indiana Inzolia bianca JO QUADKO SIXOTTICO STATISTICO CArO-RA7,ZA OELLE UVE CVE IJA TAVOLA! SiNOINJMIA Impeiiale Di cinque sorta Lagriraa dl I^ladonna Manlonicobian CO Marcocatalanp Martellata di due sorta Malvacia bian- ca nera Moscadello Moscadellone bianco iSicera Nerello JNocciolaja Obvella Piazzese Petrese bianca lie I" a Pizzulella , o minnavacLiiia'Piazzose di Via<:;raiide Pizzutella nera Eappavello lUieoia Ceiitorotoli C.iniinnila Corniola Cuore di Tur- co Cuore di Co- lomljo Danese di Piaz za Duraca Gerusaleniitan Greca napoli- tana fmperiale Indiana luzolia Lagrinia di madonna Marcocatalano Marlellata di due sorta Moscadellone Acitana Coda di Ruggia S. Cono Sparadragu mper Ahr.a /Piscja Coniglio !IST01l.\0 DEL L, ETNA OJ Capo-razza niCLLK UVE SOTTO A'ARIETa' UvE Delleqiiali ec. UVK FUGGITE ALLE RICERCHE DEL CUPANI Inzolia Mantouico 3fartellala no Neiello U va prunia- la , Ja ([iialc parmi che si avvicini al'a nostra Tre- Di Palermo Iniperiale ' Moscadella rlMascliio liScro \ Ammanlillat. volte 'Rossiito jBisacciara (Di due sorla Trojuano W. , JIancloila nicocatala-/" r V conietta Di Pergola I Mascalese JMiniUillo [Kandazzpse ^Jiossillo ' Scassahottc Pandollino Pailiciano Aminautellat Calal.rese Tievoltc (Pi'uncsta j Onza d' oro Rapparella Iluggia S. Couo Scala piccola Sparadraga Sugna di Troja Uva di S. Ve- nera Divigna o Rap- paiello Zillara Zi negro Zuccarina ed altrc nxolte. 54 QUADRO SI>OTTICO STATISTICO UvE PELLE QUALl PAULA IL S. GIAIME C0RRISP0>DENZA THA LE UVE ETNEE, A NOI SCONOSCIUTE E LE SxRAJNIEP.E Ala Barliorosso (Barborosso Arvina Calabrese (Teniurier Bisacciara (Fovseiicorhi- Calabrese \te hlajic del Durisa Caricante < Dii-Hanicl Fomosa rosa iUva jiassadel Mainione ' Trebiano Rotolaja CatanaUo (Tieb.di Fran Sciocca Tropiano , il Duraca j Corniola Du- jracina Duraca quale forse cor- risponde al Tiro Eppola I Cornichon < hlanc Veriiiilla f Pignolobianc /Uva (li Geru- Gerusaleiol- ■ J salemme tana JDi Egitto ( Meraviglia Ginstolese (Toccai R li. Greca (Grcca Guarnaccia )S. Giovese j Vernaccia • • Imperiale ncr(GalleUa nera' .. _ ^ .- Indiana ( Cioutat ) Indiana .. ;'.•;'■'' ' Inzoliabianca(?:"'=^'?J°. 1 iGanajuolo j , DELLE UVE CUE S0>'0 AL DINTORNO DELL ET>"A :)'■> CoRRISPODEiNZA TRA DELLE ETiNEE, E LE STANIERE Malvasia Moscadello Nerello INoccIuolaja Rapparella Tiro Trevolte Verdese Pizzutella Testicolo di Gallo y„. espajo rlMalvasia Tres- seau Jiourgiti^iion Grisset hlaiic Joli, Ge?ietti/i, Froineiiseau Malv.di Castel. iGrechelto. (MuscliadctMosc ( Noireaut \ jVerello (Canino (Tiebiano Rh, (Uva Sapa 'Trevolte Tre- 'nianijdieci ma- ini , due volte scconda ( Verdese Verdea P iquaiitpunl Zinnadi Vacca Gallctta Cornichon Bognon de con Gallelta Forsc la p^iti's ylpiana di Pli- □io APPENDICE AL VERTUN.NO ETNEO COKFROMTO TAA. LK OVE ETNEE E QUELLE D£ NAPOLl HON CUli lALUNE DAL GALLESIO DESCRITTE. Una delle piii dlfTicili cose a tialtare in questa mia fatica, era al certo la sinonimia, clie ])rincipalmente ten- deva a meltere in rclazione le uve Elnee con quelle di Napoli e deir alta Italia. Onde sin dal momento ch' io mi accinsi al mio lavoro, couoLbi la necesita di un viag- gio, alnieno sino a Napoli- poiche non eranii ignoto che cola nell' orto Ijotanico se ne trovasse una buo- na coUcv.ione distinla con nonil e vocabili italiani. A dar quindi tennine ad una fatica sin da quattro anni incominciata, come giunsi in quclla Capitalc, diedi prin- cipio alle mie osservazioiii nel real orlo botanico. E poitandomi inscguito alia biblioteca dcgli studi, la dotta opera del Gallesio consnltai, ed alia leltura le osser- vazionl aggiungendo, qualche cosa riovenni da servire di Appendice al Verlunno. Vidi non meno die il calalogo delle uve del real orto botanico era digia rin- novato ncl corso di poclii anni, per ojjera dell oltimo professor Tenore. iNon oslante il mio slndio pero e la mia diligenza, dcvo iiigennainente confessare di non avcrne snpcrato del tiuto le dilUcolta^ die, la di\ersit;i del clima e del terreno, il vario metodo, onde le viii si educano c crescono, scoraggiano i migliori nel giudi- Jlii Acaid. Vol. XIJ\ 8 58 APl'EiVDlCE care e decidere e nel ravvlcinare i caralterl delle va- riela. Ei convenebbe fare un passo di piii, approssimando i legnaggi delle differenti provincie e dei diversl regni, nel suolo stesso piantarli e nella stessa e])oca, e di auni e di caratteri egviali^ ed allora solamente potrassi decidere suUa loro omogeueita. Che clie ne sia pero, il mio viag- gio per qiiesto riguardo non e siato del tutto invai)o,ed io confesso di avervi ritratto qualche milita. Eccovi quindi nn catalogo delle uve ritrovate in quell' orlo botanico, comprese alcune tratle dall' opera del Gallesio, di quella parte ch' e sinora incompleta: ed ecco pure il confronto, die io ho potato fame. Le uve che appartengono alia Pomona del Gal- lesio saranno indicate colle lettcre iniziali dello slesso noma ( Gal. )• lutte le altre appartengono al R. orto botanico. Laddove taccio sul confronto, egli sara segno, che i caratteri bono slati cosi parlicolari e propri da non poter del tulto reggere al paragone. Agostigna, cosi delta, perche matura in Agosto, eccellenle pef vino, roloiida, dolce grossetta, succosa, con sermenlo rossiccio c pampano intero. Agliaiiico spezie di INcrello Aleatico, uva alquanlo ailimgala, nera, spezie di olivelia, ve n" c rotonda. Alemmina e ima sorla di Zibibo sic. zuhihu con bacche piu pingni del nioscato, corrisponde per niolti canUteri al inoscadellone bianco di Sicilia, lia pampani piccoli, intere, serraenlo biancbiccio, e genime a me- dia pro])orz,ione. Vi n e similmenle nera a bacche rotonde, di me- b Kh VERTUNNO ETNEO Sq dia grossezza, rotonda, con nodi proporzlonali e sermeuto ciriegiuolo. Antica^ succosa, scipita, verdaslra, alquanio allun- gala, sermento bianchiccio, Ibglia cpasi lotonda e sen- za lobi. Asprigna a piccole bacche, da vino bianco e leg- giero, alqiianto acerbo al guslo, fa piccoli racemi e ma- tura in otlobrc. Se ne fa un vino die piende il nontie dell'uva, e ne ha il vero signiGcato;, perche vi siapprossima al guslo, come che in Aversa ed in niolti alui luoghi iia comuuemente bevuto dalla classe degli indigenti. Babera ( Gall: ) corrisponde nelle forme alia Ep- pola dl Sicilia, somiglia all ovella (sic oZ/VcrA/^)^ nel ri- mancnle o \iolacea, alliuigata, di breve dianielro, con no- •di alqnanto dislanti ed e bnona per vino. Bdrborosso uva durissiraa, rossa , della grossezza della Jjparota di Sicilia , della pure Curriula, e del- la sua forma. Non e certamente il Barborosso sici- liano, il quale, secondo il mio avviso, accostasi al neb- biolo canavesano, o uva spana del Gallessio , almeno Ja Ibrma cd il colore sono gli stessi. Bianco al sono, uva bianca , rotonda, succosa, a foglia inlera quasi rotonda, nodi proporzioiiali. Bordeuu. E di un colore e saporc somiglianle al- ia nioscadclla di Sicilia, e ve n' ha di tre sorta, delle (piali una ii nerissima ed assai succosa , porla nodi di- slanti e sermenlo bigio^ cd e nolal ile die la sua fo- glia ill oliobre si fa rossa, la quale ha due lobij e dol« (c e di mectia grossezza. Bordcau bianca piccola, squisita, a picollissime pl- gnc. Go . APPENDICE Borgogna nera rotanda, dl media grossezza, a fo- glia inlera e sermento bianchiccio. Campana bianca pari alia canipanella. Canipanella bianca, ura grossa dolce, rotonda. Altra Campanella nera spargola, rotonda, di me- dia grossezza, con sermento bianchiccio. Complessa bianca di media grossezza, abbondante di parli zuccherine, Canajuolo ( Gall: ) spezie di Nerello feraina, con sermento uericcio, nodi spessi e pampano intero. Cannamide dolce, rossa, di media grossezza, ro- tonda, coa sermento bigio, pampano grande ed intero. Chasselas. E uva grossetta bianca, rotonda con pam- pano lentiginoso, sermento ciriegiiiolo a nodi proporzio- nati, con picciuolo luugo. A me pare che corrisponda al noslro Vespajo, si nella forma e colore, che nel gusio e nella grossezza, solo le gemnie sono proporzionate, nel mentre il Vespajo le ha jiiu vicine. Chasselas nero somigliante al Nerello per la sua forma. Id. di Fontoinehleau succoso. Castagjiara, fuugosa perche resiste al denle, dolce, })ingue, con pampano a due lobi, assai distinti, e ser- menti lunghi: ha taluni caratteri somiglianli alia Nucid- dara siciliana. Castagnara nera, dolce, grossetla con pampano a quattro lobi distinti, sermento ciriegiuolo, CatalcmcsrM nera, o S. Anastasia dolce, grossetla, alquanto allungata con sermento bianchiccio e nodi pro- por/.ionati. C<7fa/a7ZC5Cfir bianca tardiva, copiosa, spargola, dolce AL VERTUNNO I-T^EO 6 1 asfiulla, alciaanto allungata, somigliante alia Inzolia. Caval/a uva da me vediUu a Porlici, era una spe- cie di Caricante. Coda (U cavnllo nera colic pigne somiglianli alia blanca. Coda di cavallo bianca, corrisponde alia coda di volpe di Sicilia. Cola-barbicre nera di media grossezza, a bacclie rotonde, pingni, spargole, a lungo picciuolo", sermento bianchiccio, foglia a due lobi. Cola-giovanni nera succosa, copiosa, di media gros- sezza, sermento bianchiccio, nodi proporzionati, Cola-s,iovanni bianca, assai copiosa , rotonda, con bacclie di media grossezza. Colorino ( Gall. ) ha la forma del nostro Nerello calabrese, nodi strelli, pampano a quattro lobi. Corniola nera e la Pizzutella nera da me descritta. Id. Bianca e la meta della suddetta Pizzutella , delta pure Cornicella;, ma della stessa forma, e una spe- 'zie di botton di gallo, rognon de coq dei francesi. CroK'ino nerissima, da vigna , con sermento assai delicato, grossa al di la del medio, rotonda, con pani- pano piccolo ( Gall: ). DokincUa nera a grappoli c bacche raezzane. Jd. Baslarda. Duraca somigliante alia siciliana. Falaiighina bastarda bianca, dolce, asciulla, Falaiighiiia prima piu copiosa della suddetta. Fi'iranta uva nera, di media grossezza, buona })er vino. Forcilla di Somma, nera in tulto proporzionata. 6:J ■ APFE^DICE Forci/iola piccola nerissima, con bacche di ordina- lia giossezza, succosa, pampano a quattio lobi, velluta- ta^ sermento ciriegiuolo nodi ordinari. Fra rosano nera, dolce, buooa per vino, assai co- piosa, lalche ogni gemma ne produce anco siiio ad un- deci pigne. Glianico bianca, acerbelta, succosa, di media gros- sezza, sermento ciriegiuolo, pampano intero, nodi assai distanli, sermento ciriegiuolo. Greca bianca, rotonda, a buccia spessa , poccole bacche, gemme distant!, sermento biancliiccio, pampano alquanto allungato e quasi intero, non e quella di sicilia. Greca nera succosa, pingue, rotonda, matura tardi, ha pampano a due lobi, rassoniiglia al Barborosso. Laciniosa, cosi detta per la forma della sua foglia, grossetta, scipita, e la indiana di sicilia. Lagrinia dolce ( Gall. ) somiglia moltisslmo al nostro Ziuegro, ha gemme spesse, e sermento verdiccio. Latina bianca, copiosa, di media grossezza. Laurenzana nera di media grossezza, uva eccel- lente, buona per appendere. Lugliese, uva cosi detta, perche matura in Luglio, bianca, a vederla e simile alia Eppola di Sicilia, ma di una squisitezza particolare. Lugliese nera con bacche di media grossezza, co- piosa . Altra bianca simile al Marcocatalano di Sicilia, seb- bene sia alquanto piu piccola. Malaga rossa rotonda pingue , sa del Moscalo cd k succosa. AL VERTUNNO KTNEO 63 Mahasia hastarda, bianca, rotonda, siiccosa, gros- sella. Mahasia di Lipari^ non avea ancora fruttificato. Allra Mahasia e quella di Sicilia. Marocca bianca, uva tardiva. Ncra tardiva, pingue, rotonda, di media grossezza, acidelta al gusto, sembra il Barborosso di Sicib'a, Morocco iiva d' inverno , bianca , di media gros- sezza copiosa. Minestra rossa rolonda, pingue, copiosa e da vi- jiu oltimo. Moscailella di Posibpo e un medio tia la romana c 4a vera. Moscadella romana bianca, grossa, dolce come il vcspajo e col vero sapore della Moscadella, ha un ca- 1 attere tutto proprio, qual e quello di indurire sul cep- ])o contro la natura delle aide Moscadelle. Moscadella nera di media grossezza somigliante alia siciliana , e 1' istcssa e pure quella rapportata dal Gal- lesio, il quale la dipinge con sermenlo robusto , nodi brevi, bacclie grosse, nere rossicce. Moscadellone bianco tardive, compresso alia parte superiore ed inferiorej ha pampano intero, sermenlo bi- gio, nodi proporzionati, e parmi differente del Mosca- dellone di sicilia. Morreale nera, rolonda , pingue, dolce al guslo: ba j)reso il nome dal luogo d' onde fu falla venire. Nero pizzulOy specie di Nerello, di ordinaria gros- sezza, rotondo, con sermenlo bigio, e pampano intero. Nocclla, somigliante ad un nocciuolo uva dura, rotonda, bianca, si accosla alia Nuciddara di Sicilia. 64 APPE>"mCE Oihrosella nera, spargola, assal tardiva, buona per \\no. Oliva nera consi'stente, dolce rotouda. Olivella uera, somigliante alia Liparota. Altra rotonda, grosseUa, matura tardi. Pa^a-debito nera, grossa, come la Tre voile con pampauo quasi intero e nodi densi. Paga-dehito biauca, e copiosa, di media grossezza. Pollino bianca, malura uu poco tardi, e una specie di Vespajo, rotonda, alquanto piccola, con sermento bi- gio, nodi proporzionali, [lanipano a quattro lobi. Polagndlo nero spezie di Nerello. Passolara, o uva passa asciutta, bianca, di media grossezza ha preso quosto nome dall' uso al quale serve. Pergolese, uva bianca tardiva, asciutta e fungosa a cagione del sao saporej e detta anco Groja. Persona nera, pingue, buona per lavola, somigliante alia Ruggia siciliana. Piccotetla bianca, allungata, siipita con nodi a me- dia distanza. Piccolito di Friuli bislunga, verdiccia, con piccolissi- me bacche, come il miuutillo gemme distanti, sermento ciriegiuolo. Piede di Colombo nero copioso, rotondo, dolce, ab- bondante di mosto, di media grossezza, sermento ros- siccio e pampano quasi iulero. Pignolo di S. Colombaro ( Gall, ), della forma del nostro Nerello, al di la delia media grossezza, assai nero, con pampano piccolo tiuto di un verde cliiaro, di pigne brevi e sermento marrone. Porcella io vidi quest' uva a Porlici, e una specie del siciliano Catarratto. •tf' I AL VERTrNNO ETNEO 65t Piigliesc, uva rossa, pingue, rosacea, siiccosa, ro- toncla, di media grossezza con sermento bianchiccio. Prima, rassomiglia al Marcocatalano iiero da me dcscrilto, ma e alquaiito piu allungaia. Ragusana , specie di INerello pingue, dolce, roton- .. ■■ ■■r^-- ■ . I AL VERTUNKO ETAEO C"] Uva della terra promessa nera , a grappoli gcmi- iiatl e spargoli, copioslssirna, c; la Ceiitoroluli di Sicilia, Z/va della Bastia biauca, con pigne come la cen- torrotoli sino al peso di nove libre per ogni grappolo, ilolce, succosa: se ne trova in copia alia riviera di Chiaja. U^a di Siracusa nera, biiona j)er vino, a Jiigne e bacche grosse, dolce al guslo, lardiva ed alqiiauto ovale. Marocca quasi soniigliante a quclla del Vasto, ma pii'i rotonda e con acino pinguc, a dilTcrenza della pri- ma che lia bacclie assai grosse. Marocca simile al nostro barborosso, all' uva Spa- na del Gallesio al Maroquin francese U\'a f>anc cosi delta perclie senza buon sapore ed asciulla, malura tardi, Iia bacche rotonde, bianche e di media grossezza. E forse Tuva pane dell Etna, ed ap- parliene alia sua famiglia? Certanientc il colore e lo istesso , la Ibrma no, jjerche la nostra e piu allnngala dolce 6 precoce, il chc piio csserc en'ello del clima. Uva pane bastarda. Uva signora bianca copiosissima , dolce, un poeo tardiva, di media grossezza. T^crdisciana o Verdesc uva assai ilolce, lentiginosa, pill losto piccola, bianca, squisita al gusto . non e la Verdese di Sicilia. Zinna di vacca, grossa a proporzioiie die va a ter- minare, bianca, tardiva, con gemtne proporzionatc, ser- mento bianclilccio, dolce al gusto, come la Corniola, ras- somiglia all' uva di natale di Piedimonte presso 1' Etna. Zucchcrinn rossa, squisita, pingne, ma meno della slciliana, sebl.cne delio stesso sapore, senncnto ciriegiuo- APPENDICE lo, nodi proporzionati e panipano tinlo d[ im vercle chiaro (*). (*) Avendo consultato alcuni toscani sulla corrispondcnia Ira le uve etnee e le loro, cd aveudo mostrato le figure miniate clie conserve per gli aruatori dalla scienza e del bene pubblico siciliano, quanta volte vorranno pubblicarle, furono di accordo nel dars il seguenle resultamento : Tribola Vi corrisponde 1' Agresto. Uva anonima, secondo mo Boltoa di Gallo nera - Rafiajone. Zinegru Canajuolo. Mtiscatidduni Salamanna. Minnedda Gallettina. Nuciddara Colorabano. Nzolia Dolciano, e Znccajo doice, Minnedda niura Ambrusco. Nireddu Mascalisi S. Gioveto. SULLA CAUSA GEOGNOSTICA BELLA FERTILIT4^ Dl SICILIA I'RESE.NTATO A SUA ECCELLENZA m I^llJNlSTKO SEGRETA]UO DI STATO ALTO COMMISSARIO DI S. M. COLL' ALTER-EGO EC. EC. EC. DAL PROF. CARLO GEMMELLARO KtLLA rORNATA. STRAORDINARrA DELL'ACCADEMIA GIOENIA il (ii 2 novcnibre 1837. #5 I IN CATANIA c^Q- 9^^oOo>»^*"nSSIMO ffilGNOFxE Un' Accademia noii ad allro intesa fuorche alia cul- liira clelle scienze naluiali mancava nella Sicilia non solo, ina desideravasi dalla dolta Ilalia ella pure, e par ch' era queslo il suolo debtinato a dar nasciincnto alia prima. II piu anlico fra i vulcani ardenli, il classico monte Etna, nierilava uno studio ancor piii jirofondo, una piu accurala descrizionu: il piu vetusto i'ra' ginnasii, I'Ateneo catanese, impicgar doveva a tant' uopo i suoi scienziati: r immorlale nosiro Gioeni il siio nome preslava, come rolui cl)e seppe il primo guardar con occliio sistematico i vulcani: ecco da quali Ibnli cbbe origine 1" Accademia Gioenia di scienze naturali in Catania. IN'ula solto gli nuspicli del gran FiiUDiNANno I, un Jiume acquistossi nolla colla Europa rcgnando FRA^^l> sco I, ed i> salita oggi a gran fania net mondo Iclte- rario dacche V augusto FKimiNANDO II si e degnato vol- gere a lei clemenle lo sgiiardo cd avvivarla della So- vrana sua prote/.ione. 72 SDLLA CAUSA GEOGNOSTICA Si, Eccellenlissimo Signore, ut^Ii e in seno alia pa- ce cd air ombia secura del Trono die j)ossono le sci- enze cumulaie i loro tesori, estendere il lorg iinpero e spargere i loro benelici influssi siil benessere degli uo- mini: e mentre il provvido Monarca armata la inaria della spada di giustizia abbatte il ribaldo il profano, sol- leva coir altra lo scieziato, e lo rianinia a nobili iiitra- prese. Prova sublime di cio oggi ne 'porge IE. V. che occupata di mille rilevantissimi Incarichi, non ha sde- gnato di onorare di Sua alta presenza queslo slraordina- rio ragunamenlo dei socii Gioenii, uoa ad altro fine or richiamato se non perclie possano eglino tributare alia E. V. piii davvicino dovuli oniaggi di riconoscenza. Ma qual pegno di gralitudine puo ella oftVire, una accademia al rappresentante del Sovrano die la jiroteg- ge, 56 quel non si fosse di recargli in voto qualch' uno dei resultamenti utili delle faticlie di cui si e occupata? Nel tempo che potenti cagioni trattengono in Si- cilia r E. V. non sara forse del tutto inutile alle prov- vide Vostre mire il conoscere la causa geognostica della fei'tilita di Sicilia, di cui, come in miniatuia, qual or- gano ed interpetie di questo corpo accademico aU' E,V. oso tener brevissimo ragiouamento^ ed Ella voira, iioi lo speriama, col superiore Suo iutendiraento, propone air Augusto Monarca i valevoli niezzi onde a tanta fer- tilita di suolo, vada conglunta per sempre una felicita maggiore dei suoi abitanti. A tale e giunta a' di nostri la geologia che non avvi terreno di cui per di lei mezzo conoscer non si possano le vere condizioui. Ha sapulo questa nobile I nELLA FtnXILITA' VI SICILIA 7.3 scienza ravvlsare nella crosta del gloJDo le tracce evi- deuti delle varie cataslrod a cui e andalo soggetto, e qiieslc hen distinte ha poluto a quelle ejioche riferire iielle quali, quasi dubbio nou resla, dovevano elle com- binarsi. Al periodo aiiLeriorc alle organiche fonnazioni, fa succeder cosi un' altro che serve di passaggio a quel sccondnrio, quaudo gli esseri organici vennero avvilup- pali neile rocce, che solto lo iinpero dclle acque for- mavansi. Un nuovo ordine di terreni distingue nel j)eriodo terziario, che quindi separa da quegli altri che tlebbonsi alle parziali alluvioni. Di alte e scoscese mootagne costltulto il priino periodo un suolo poco atto aUa vegetazione presenia ^ che mal si preslano a cio i tritumi di rocce quarzose cristalline e micacee. Meno sterili sono le iuterniedia- rie, pill fertili le secondarie formazioni, lincho giunli al periodo terziario ed alluviale i carapi diletli da Po- inana e da Cerere d' ogni intorno si estendono. A colpo d' occhio istruito cosl il geologo se scone un paese conosce tosto la causa del grado di sua fer- tilita. Che se scarse montagne, ainpie vallate, facili col- line, orizzontall terreni ed estese pianure rincontra po- trk senipre asserire che, ove il clima \i corrispouda, sa- ra quello senz" altro un suolo bealo per la induslriosa agricoltura. E tale in eflfetto e la flsica struttura della piii fer- tile isola del Meditcrranco, dell antico granajo d Italia, dt;lla felice porzione de domini di FERDf.\.\Mio II. che il Faro divide dal continente, E tolto il picciol braccio della catena degli Appennini di Calabria, che si rivol- Alli Accad. Vol. XI F. lo 7 4 SDLLA CAUSA GEOGNOSTICA f^e a formare il terifino elevato della parte settentrionale
  • ano il siiolo secondario; che ben adalto all' alta ed an- nosa vegelazione e il terreno di qnesta naliira j e ver- deggianti da capo a fondo esser dovrcbbero le nostre 7^ SULLA. CAUSA GEOGNOSTICA montagne, clie oggi in gran parte , a danno di nostra prosperita, nudo e sterile preseatano il dorso. I fiuini deir isola tulti da queste montagne deri- vano la origine loro, e scorrono ad irrigare i posteriori terreni. Questa formazione inoltre ci appresta il bel mar- mo di Trapani, la lumachella di Cefalu , il giallo di Castronuovo, e la pietra di Tauromina tanto usati nel- le architettoniche decorazioni. Ma appena un sesto della superficie di Sicilia cc- cupano, come dissi, i terreni fin qui descritli. II resto del suolo ferace che la distingue e tutto di terziarie roc- ce in cui 1' argilla ed il gres argillifero sono predomi- nanti: e questi terreni per fisica costituzione sominamente adatti per se stessi alia vegetazione , perche di molta allumina e sillce forniati, sono coverli poi di terra vege- tabile clie viemmaggiormente ferlili 1! rende. Quivi inol- tre lo zolfo, it sale, le ligniii, 1 asfallo, il petroleo con altre utili minerall sostanze si ricavano in copia. Ne solamente la terziaria formazione nella j)arte meridionale della Sicilia si contiene, ma tutle occupa le vallate del- le pill antiche montagne, per lo che feracissime si os- servano anche ai fianchi dello stesso suolo intermediario e primitivo. Sorgono a traverso di questi terreni le rocce vul- caniclie, da quelle sottomarine cominciando , sino alio ardente jnont' Etna. La catena del calcario ibleo e in- terrotta di tratto in tratlo dalle operazioni dei \ulcani sottomarini, clie continuarono ad agire sino alio innal- zamenio del suolo siciliauo e poscia si estinsero. L' am- masso amigdaloide basaltico dell'Agnone, il gruppo dei basalli di cui facean parte i famosi scogli dei Ciclopi , I DELLA FERTILITA DI SICIUA 77 e l imnienso cono dell' Etna formano una serie di ter- reni vulcanici e di pirosseniche rocce : mentre le isole Eolie, Uslica e Pantelleria circondano quasi due lati di Sicilia coi loro trachitici prodotli. Ma ne per esser d' ignea formazione soa percio nieno I'erlili i terreni vulcanici, tosto che la prima sco- riforine ed aspra loio superficie vien dimesticata dal tempo, e scoraposta nei priiicipii che le terre alte alia vegelazione contegono . Che se dal solo numero , dalla vicinanza e dalla popolazione delle comuni si volesse giudicare della benignita del suolo , certo die le falde dell' Etna guardarsi dovrebbero come il piu fertile terrene di Sicilia. II distretto di Calania infatti , die il solo moul' Etna racchiude fra il flume Onobola ed il Simeto, conta non meno di 87 comuni, ed una jiopolazione di aSo mila abilanti. * Per tulti i rigardi quiiidi il suolo di Sicilia e cosi rinomalo in Europa, ed ha richiamato sempre 1' alten- zione e le ricerche dei fisici, per iudagare la causa na- tiirale di tanta fertilita. Ma e oggi appunto che la sola geologia ha potato a queste indagini corrispoudere col- 1 esama della natura, del glaciraeuto e dclla estensione dei vari terreni di cui quest isola e coslituita. E quan- do in null' allro contribuito avesse fin' ora la Gioenia alio aumento delle scienze naturali, sempre ntili riguar- dati verranno i di lei lavori sulle condizioni gcologiche del nostro suolo. Le contrade di Enna, di iSicosia di Caltanissetta, di Sommatino , di Contessa , gran parte doir anlico Val di Noto, la costa mcridionale del valle di Messina e tulto il distretto di Catania sono stati de- scrilli minutamente da noi , e ci resla al compimento 78 SULLA CAUSA GEOGKOSTICA della Siciliana geognosia il nilniito ragguaglio d' una porzione del teneni del Peloro e della giurassica set- tentrionale formazione. Da quel clie si conosce fraltanlo , suUe generaK osservazioni volendo concepire quale poteva essere stata probabilinenle la successioue delle rocce, quando sollo r impero delle acque formavasi la Sicilia, asserirsi po- trebbe, con quel grado di ceitezza di cui son capaci i geologi ragionari, clie dopo gli ammassanienti dello gneis del micascisto e dello scisio argilloso delle montagne del Peloro, la grawacca formavasi ai fianchi di questo ultimo, ed oggi scorgesi piii clie allrove a Capo grosso di All: che la roccia granilica di Aspramonte in Cala- bria sellevando seco queste formazioni primitive, lascia- to avesse in seguito tanlo di riposo alle acque, quanlo bastato fosse a permettere le deposizioni del terreno guirassico , dell' arenaria e delle altre secondarle rocce. Sollevato poscia lutlo questo tratto di suolo, o abban- donato dalle acque sino a cerla sua altezza, ebbe luogo lo ingrandimento della eslesa formazione terziaria, I fiioclii sotterranei accedendo i sepolti zolfi cangiarono forse in gesso il carbonate calcareo del Val di Mazzara, ed i vulcani sottomarini alteruavano intanto le loro oor- lenti colle calcaree deposizioni nelle vallate della cate- na Iblea. ITn nuovo abbassamento di acque ])repar6 il suolo ai terreni alluviali, divise la Sicilia dalla Calabria, ed in quella trlangolar figura, e nella estensionc in cui oggi si osserva lasciolla. Tale si e il ragionamento clie fa il geologo allor che osserva la giacitura dei nostri terreni in generale, la di cui geognostica costituzione e la vera causa della DELLA FERTILITA DI SICILIA 79 fertilita cho II distingue. Le diligenli ed ulteriori sue osservazioni gli fan qiiindi scopriie i filoni metallic! di JVovara, di Fondachelli e di Ali: i letti di carbon fos- sile e di lignite di Limina, di Calvaruso, di Mili , di ]\Iessina e di Salemi ; il sale di miniera di Castrogio- vanni, l' abbondantissimo zolfo del Val di Mazzara, il solfato di alhiinina di Rocca alkimiera, i inarmi , gli alabaslii, i diaspri, le agate, le ambre del terreno se- condaiio, e lutti i tesori minerali che la Sicilia racchiu- de. Mentre resta all' agronomo il destinar le montagne alia vegetazione delle piaute boschive, lo irrigare il basso delle valli colle acque perenui clie scorrono in esse, e far J)Iondeniare deali ubertosi doni di Cerere i vasti campi del terreno terziario ed alluviale. ECCELLEMZA Dalla natura delle rocce di che son forraali i ter- reni di questa porzione dei Reali donilnii di Ferdiaan- DO II. e dalla I'ispettiva loro estensione chiaro si appre- senta alio intendimendo dell' E. V. di quanto sia ella susceltibile, sotto le savie leggi del gran Re clie Voi rappresentate . Che se felice e state il suolo siciliano daccho nienioria storica si conserva fra gU uomini , se il clima beato e la fisica struttura del terreno ne sono le prime nalnrali cagioni, le cure dei saggi Governi, e r industre genio degli abitanti vi ban contribuito an- cor pill. Quindi e che seiiza dubblo ritornera 1' isola nostra a quel grado di fclicila e di opuleuza di cui go- 8o SULLA CAUSA GEOGNOSTICA deva nei gionii dei Greci e del Roniani , sotto il go- verno del noslro amatissimo Monarca , ciii assistono la saggeaza , la cleraenza e la giustizia: e iioi rinnovato vedrenio nel Suo regno quello di Gerone il gvande, die la istoria desctive come il piu saggio e piii potente re di Sicilia. E promossa in tntli i punli dell' isola la agricollura, incoraggialo il commercio, ristanrato il lustro inililare, preniiale le arli e prolette le leUere , accanto al nome di quell' autico Sovrano sara scrllto ne' fdsli della sloria il noino glorioso dell' Augusto FERDINANDO IF. I SOPRA TALUNE FAMIGLIE TERATOi^OGICHE DEL D OTTO II GIUSEPPE ANTONIO GALTAGNI SOCIO ATTIVO SECRETARIO ALLA SEIIONE DELLE SCIENZE FISICHE MEMORIA PRIMA SULLA FAMIGLLA DEI RINENCEFALI Lelta nella tornata del 16 no\'emhre iSS?. Les Monslniosites firmeiit aujourd' Iiui une riclic mine a exploiler an jirolit des re- cherchei pliiloiopliiques, quaud ellcs don- iiaieni lieu auirefois a uu slupide eloii- nement ou plulot qii* eJles I'euiplissaieat de teneur V eiilaiice du ^cnre huuiain. Geoffrey Saiiii-Uilalie An. des sc. ual. V. ^. p. 3bo. ^?aantlo metodi miovi, e juiiicipi sublliul e novel- li, niirono un incoiiosciiito seuliero all' investiganienlo Jolio \etila scienliiiL-lie, iia orizioiile 11011 vuduto c di- veiso nel camjto delle osservazioii bl presjiita , conso- « laiisi i f'alli coordiuarisl da loro luedesiiiii, se nc bco- ])ron dct;U allri clie dali iiiiovi foriiiscono, quelli leiuili allia volta come sleilll iiisuflicleiui o tuilli del tutto si Jul A cecal. / W. XI F. II 82 SOFRA T.VLUNE FAMIGLIE fan scaturigine cV indnzioni moltiplici, e la intera scien- za si rimonU e si eleva cosi al piu gran punlo culmi- nante di perfezionamento. Appariva Cai tesio Galilei Bacone , nel mondo in- telieltuale, e coll' arte sublime di j)ensare in grande, e di pensare da loro , fissando e uietodi e nuovi principi, insUevano le hasi delle scienze sopra solido piede, e ne ampliavano 1' andito vasto. Appariva Newton, Lavoisier, Volla, Raspail, per le scienze Fisico-cliimiche, e queste salivano la finitezza piu insigne. Appariva Geoffroy Saint- Hilaire nelle scienze Zoo-l)ilogic!ie, e col suo novello me- todo di determinazione degli organi, siliiudendo un cam- mino vastissimo alle deduzioni scientifiche, creava 1' Ana- tomia genelica, la sublime Analomia comparata, 1' Ana- looiia irascendantale, la Teralologia fiilosofica , e fissa- va un era luminosa e novc4!a per le discipline T-oo- antropologiche. Allora fh che il recrno aniniale in intero, conside- rossi come un uniia organica diversificata in mille for- mi inaniere per la diversita di vita di ogni gran se- zione degli csseri, e die 1 individuo zoologico si ten- ne come composto di materiali dati d' un modo inva- riabile calenati gli uni cogli alti, obbedenti a delle af- ijnita elettive, e non sviliippantisi cbe in risj^ellive pvo- jiorzioni, cosicchc vi sta sompre fra essi un qualclie equilibrio. Allora fa die lAnaiomia generale comprese iu assieme gli studi , c dei regolari e degli anomali, e dei traviali organlsmij e fu allora che si convenne in aperto che nulla e mostruoso nei fatti della natura \i- vente, e delle organizazioni irregolavi, che le leggi che li reggono d un' inlelligenz.a superiore pronianano, che ■ TERATOLOGICHE 83 mette in tutte le opere la stessa saggezza e la stessa ar- monia, e die i raosiri cop.siderar si doveano coine sog- geito d' islruzione scIentiCca grande. 11 metodo novello di determinazione degli organi fissava r atteuzion generale degli osseivatori del secolo, ai vari casi teratologici, e gli esseri abenali ed ano- luali, die davan luogo altra volta ad nno stupido sor- jMeiulimento, che empivano di terrore stragrande 1' in- iansia del genera umano, e per cui concettizzavan gli antichi trovarsi fiiori il doniinio delle cose iiaturali, gli esseri anoraali la cui storia flsiologica non consisteva che in lui assicmc iucoerente di narrative bizzarre , di de- scrizioni inesatte , d idee superstiziose , e di pregludizi assiirdi, in gran parte svestendosi del meraviglioso e del- r incompreeusibile forraavano per i naluralisli e pei li- siologi, una miuiera ricchissima ad esplorare, a profillo delle ricerche fisiologicbe , e spande\ano il piii grau giorno suUa scienza dell organizazioue vivente. La Germania e la Francia si spingevano e s' emu- lavano a gara, a correr 1' arduo calle della Teratologia, e i Meckel, i Tiedinann i Carus, gli Okeu, i Brescliet, gli Andrals , i Serres , e i due Geoffroy Saint-Hiiaire massimaraenle, nulla omnieltendo nelle luciibrazioni di fatli cotanto iiitralciali, malagevoli, nuovl, e riconoscea- do negii oggetli i piu soiniglianti, le differcnze piii nii- uime, che e dell' ingegno (ilosodco, mettevano la scien- za nei reali camniiiii dei suoi piu solidi progrcdiinenli. L' Autore della lilosofia aiialomia aiicora nou jta- go di coglicre i moltiplici fatti delle mostrnosila, die le era agevol d' avere per le sue immense relaziotii scien- tlficlie, di stenebrare i disordini i piu incompreensibili 84 SOPRA TALD^E FAMIGLIE nelle piii implicate e confuse deviazioni, che presenla- vano tanli element! contradittori e disordinati viemolto, d illustraie coi siiblim'i prlncipi i casi teratologic! evul- gnti dai suoi conlemporanei, orienlaudosi sempre col no- veilo metodo di determiuazione, imprendeva 1' utile esa- me di tuui i mostri cosi mal osservati e peggio descritti dagli anatonaici dei tempi andati , e dalle niummie di Egilto financo , e fllosoficamente fissando colla nuova teorica il posto che occnpare doveano nella storia delle cacogenesie, applicava alia classificazione dei mostri le forme e i principi delle classllicazioni linneane, la no- menclatura teratologica non piu irregolare e sistematica la inclinava a ridursi metodica, e stabiliva in tal mode Del regno della mostruosita i generi Coccicefalo Criplo- cefalo Anencefalo Cistenceialo Derencefalo Podencefalo Notencefalo Eraiencefalo Rinencefalo Stomencefalo Trien- cefalo Sfanencofalo Diodoncefalo Tlispencefalo Aspalaso- me Ipognate Eteradelfo (i). L' insigne e celehratissimo Isidore GcofTroy Saint-Hi- laire un opera completa evulgava di Teratologia ove stanno delle ricerclie siii caralteri la classificazione 1' in- fluenza fisiologica e patologica, i rapporti generali le leggi e le cause della mostruosita, e delle varieta o vl- zii di confornjazione, ed ove assembransi tutti i falti conosciuti della scienza (2); un nuovo metodo fdosofi- (1) GeofTroy Salul-IIilaire Pliilosopliie Anatomiquc torn. 2 mon- striiosiies humaines - Dictionaairc classique d' Histoire naturelle v. 1 1 . art. moiistriiosifes. (2) Geofi'roy Sainl-Hilaire (Isid.) Histoire Generale el parti- culierc lies iincmaiies de 1' organisation chcz T horame et las ani- inaiix o liaite de Tcratolo^ie. TERATOLOGICHE 85 CO propone va pei' ordinare i mostrl per eccesso, (i) e sponeva indi alle societa di scienze naturali di Francia le divisioni jirincipali di una nuova classificazione te- ratologica completa (2). La nostra Sicilia e il noslro Consesso Gioenio iiz questo movimento cosl gcneiale per la Teratologia, noa lasciava cadersi di mano gli esempli di aberrazione or- ganica che 1" osservazion presenlava, e trovansi conse- gnali negli Atli Gioeaii moltiplici storie di mostri del genere Anencefalia (3), Anofuiltnia (4), Bicefalia (5), Tricefalia (6), Eterotaxia (7). Coitivando io con ardore gli studi teratologici , e zelando oltremodo alia ricerca dei fatti organici delle (i^ Geoflroy Saiul-Hilaire (Isid^) De la neccssile et des moyens tic crecr pour le Monstres une nomenclature rationelle et nielodique Paris i83o. («) Lo stcsso Bases et divisions principales d'une nouvelle clas- sification Tcralologifjue Aper9u des travaux pendant les ann^e (833 34 - 35 de la socieli' des sciences naturellos de France. (3) Ccnno sopra un ftto umano senza les'a e senza collo del soc. corrispondenle Abb. Salvalore Portale da Biancaviila all. ace. V. I. pag. 309 Sopra tre feli uniani mostruosi niemoric analomico fisiologiche dei soc. corr. D.r Euplio Reina e D.r Giuseppe Antonio Galva- gni alt. ace. v. "j. p. 79. (4) Relazione di un f'elo umaiio Anoftalmo del soc. Carlo Gem- mcllaro all. ace. v. 4- !'• '43. (5) Descrizione di un felo Eicellilo Seltimeslre del soc. corr. D. Luigi Gravagna da IMalla att. ace. v. 4- P- iS/. (G) Sopra un feto unwno tritefalo ineino.ie due dei soc. corr. Euplio Reina c Giuseppe Antonio Galvagni alt. ace. v. 8. p. 3o3. (7) Sopra un mosUo [)cr singolarc trasponimcnto di organi del soc. altivo Giuseppe .\nlonio (jalvagoi all. ace. v.ii.pag. ii5. 8G SOPRA. TALUNE FAMIGLIE cacogenesle, seguendo I' impulso possente del secolo fis- sava la mia aUenzione cosl sulle collezioni di oggetli na- lurali die questo suolo preseata, per meltermi in cono- scenza degU indlvidui mostiuosi che cola si Irovavano E peio a crescere la massa dei fatti delle deviazioni or- ganiche, era iiiio intendiinenlo occuparrai di alcuni casi di Teralologia zoologica e aiitropologica , che conser- vavansi nel museo Biscaii piu come pezzi di gabinelto a provocar la sorpresa, che come soggetto d' istruzione scienlifica, raentie coi pn'ncipi novelli illustrati gl' indi- vidui anomali, avvAntag^iano lanto la 7.onhiologia e la Fisiologia generale. E a metlere spartimento, ed ordine in cotale ma- teria veniva al pensiere seguendo la divisione delle fa- niiglie Teratologiche di Geoffroy Saint-Hilaire prinui- mente fissarmi sopra tre fatli di Rinencefalia avvenuti nei generi zoqlogici Pachidermi e Ruminanti e formai- ne di essi 1' argomenlo di una prima memoria. Se favoleggiavasi, in railologia e da Omero, e da Virgillo, come da tutti i poeli, dei Giganti ammettendo detli Ciclopi, poichc tenevano ua sol occhio in mezzo la fronte si assente ad un fatlo piucche mai dimostrato in Teralologia, e nella storia delle Cacogenesle, quando tale vocabolo applicasi a dei vizi di conformazione degli occhi, in che i due globi piu o meno in insieme coale- scenti e confusi, senibrano non formare che un occhio soltanto. Questo caso ne singolare ne iiuovo in Nosolomia poiche osservato e descritto nei tempi andati da Hallei Littre Lediic Soemering Mezerai Tenon ed altri mol- lissimi, e nel sccol corrente da piu auatomici insigni , TERATOLOGICIIE 87 vedesi ripelulo in tre individui zoologici nel museo Biscari, ed eccoci ai particolari della loro descrizione. Primo Fatfo ^^ Porco Rinencefalo (*) Monopso (1). L individuo che primaniente fissava le mie licer- che anatomiche era un feto mostruoso dell' ordine dei Pachidernii di Cuvier e del gencre Sus scropha di Lin- iieo e conservasl a secco in quella ricca collezione. La luDghezza maggiore dalla testa all' origine della coda e di sei pollici e tre lineej dall' occipite alio stre- nio della mascella inferiore due pollici e nove linee, dair occi})iie al fonte due pollici, dal sinclpite al mento due pollici e otto linee, e la testa in intero la circon- ferenza moslinva di cinque pollici circa. , (^uatiro denii notansi alia niascella inferiore senza incisivi , due canini alia superiore , e un incisivo nel mezzo della linea del rafe^ al loro site ordiuario luan- ca del tullo le orbite, che riunite si vedoiio in una sola sila nel ceniro che contiene un sol' occhio. Rilevasi una prominenza osseo spongiosa alia base (*) QuanUinqiie vi slia pciTclla somiglian/a fia la tlenomina- zions di Riiieiicefalo c di Monopso, pure io lio crediilo convcne- vole di adollare il termine Riaciicefalo per fi>saic il cavaltere gcncrico di quusia famiglia Teralologica, e i Icnniiii Monopso e Semi-Mcr.opso per carat ttrizzarne dislintaiiieiile le specie. (() Vidi la figiira prima. 88 SOPRA TALUNE FAMIGLIE dell osso fioiitale, e propriaraenie all" arco della glab^^lla, coperta d' iin appendice culaneo prolungalo alia lunghezza di un pollice, che osservati con diligenza , con vero accertamento iscoprissi esser gli ossl uasali ludimentan deviati di sito. 11 rimanente del lessuti degli appaiec- chi e degli orgaui era alio stalo normale. Secondo Fatto Pccoia Rinencefala Semi-Monopsa (i). 11 secondo individuo clie presenta la Ciclopia di clie trattasi aj)[)aitiene all' ordine dei Ruminanli al ge- iiere Ovis di Linneo si ciistodisce a secco in quello scaf- fale, e la testa soltanto senza il rimanente del coro. La lunghezza di questa dal sincipite all angolo del- la mascella inferiore, e cinque pollici e due linee, e dal- r occipite al sincipite qnattro j)olIici soli. La mascella inferiore, la quale sj)orge innanzi la superiors per iiii pollice e quattro linee , presenta a un dipresso la lun- ghezza di quattro pollici e mezzo, e tiene sei soli denti. Le ossa nasali in intero niancavauo, ma le orbile, come- che ravvicinate fra loro , si mostrano distinte, e sot- to la forma rudimentare, ma i bulbi per nulla esislono. L' osso fronlale sporgeva dalle ossa mascellari per un pollice quasi, che tirando una linca da quest' osso alia mascella inferiore tutta la faccia restava infossala per un pollice e quatlro linee; nessun vesligio vedeasi di prominenza della mascella su])eriore, e 1' apertura della (i) Vedi la figura scconJa, ^ TtP.ATOLOGICHK 89 bocca segnava un ])ollice e due liiiee di diamelro; mo- stravasi inlanto come ncl juedescritto moslro uua pioini- nenza di sostanza ossca spoiigiosa , con un appendice cutaneo frontale di due pollici e mezzo di lunghezza. Terzo Faito. Caprelta Rinencefala Monopsa (1) II terzo fatto di Kinencendia presenlasi da un es- sere zoologico dell' ordine dci Ruuiinani del genere Ca- pra di Linneo. •" Dair assieme dei suoi organi , e dalla fisionomia eslerna rilevasi cliiaro esscre un feto messo in luce all" ej)oca fisiologica della parturizione , dielro una ge- stazione finita e complela. Le ossa nasali miucan del UUlo , presenta due orljite jjerfeltameiUe coni])enetrate in una, ove blassi un solo bulbo munito di palpebre ornate di peli j la mascella supeiiore termina in un ])iccIolo rostro, e la inforiore a forme norinali, sfornila di denli si osserva j e ambe colali si vedeano ornate di j)eU a guisa di setole. La jjocca ])resen(a una larga apertura, e la lingua si nota slragrande , le orecchie al loro sito ordinario moslrano sviIup])o normale. Se i fatli the 1' osscrvazioue raccoglie sono le nia- lerie prime, e della aslrazioni e delle idee generali, e ^e r astrazione in giusti liiniti messa, o 1' arte di osser- vare in grande, fu quella che creo le scienze, e potra fi) \'cdi li figura tcrza. --//// Accad. rol. XIF. ir>. 90 SOPRA -TALUNE FAMI&LIE elevarle alia piii alta cima di perfezionamenlo, noii bi- sogna depor nudi del tiitto, e svestiti ed iscevil d' una qualche rlflessione, i falti teratologic! summentovali, a fluirne viemmagiore vantaggio a quel sublimi pensatori e a quel grandi intelletti, che mirano all' ardua e mala- gevol scoperta dei prinoipi general! nelle natural! scienze. p] pero mettendo mente a rifleltere negli ind!v!- dui aaomali sopradesoritti la morfologia dei lore orga- iiismi, per rilevar cbiaramente in che il sistema della nio- slruosila che presentano dista dal tipo fisiologico delle organizazioni normal! , la mancanza dl ossa nasali in lull! e tre ess!, ci fa convenir nell' idea d' un arreslo avvenuto nelle fas! dell' evoluzione organica^ e V avvici- iiamento delle due orbite nell" individuo Pecora e la fu- sione completa delle due orbite in una, negli altr! due Mostri, ci dichiara in aperto il vizio d! conformazione delto Sinfisia dai Teratoiogisl! oel giorno. La prominenza di poi di sostanza ossea spongiosa os- servala in tutti e Ire ess! iv! al sito della fronte , che rilevas! bene allro non essere che le ossa nasali in islato ru- dimetitale, confernia il principio slatuito da quel soramo di GeofiVoy Saint-lKlaire, ciie in queslo genera di aber- razione gli ossi proprl del naso abbandonano il loro sito ordinarlo, ed esistono al di sopra dell' apparecchio oftalmico aggruppati e prominenti in mezzo la fronte. A fissarc impertanto le leggi secondocche tale mo- slrnosila si produsse ed avvenne , e da convenirne in aperlo che la teoria dell' arresto degl! svilnppi, che por- ta il susgello deir osservazione degl! sperimenli e dei I'alti. ci inette in chiaro la mancanza delle ossa delle naricij e a tnlti e ire ! casi teratologic! sopradescritti po- TERATOLOGICHE gi trebbe ancora applicarsi quel piincipJo d" Anaiomia filo- sofica, die cparido un organo cade nell' atrolia o viene interamente a sparire tiuii ijiielli del suo sistema sono \ia via risospiati dalla ciicoiilerenza al centre, si appog- giano gli uni sugli allri, enlrano in connessioni novelle e danno cosi nascimento a dci nuovi composti, e a for- me singolarl curiose stranissime. Cosi niancando nei tre casi desciitti le ossa delle narici, avvicinansi gli occhi, si meltono in contalto, e si confondono poi siilla linea mediana in tal modo, da rostitiiire uii sol occhio complesso, seguendo senipre il j)rincipio delle connessioni e la legge delle affinlta elet- tive di Geoffroy Saint-Hilaire, e qiiella di conjugazione e deir associamento degli organi di Serres. II Bilancio degli organi da spiegamento della pelle cosi prolungata e pendente, e 1' aggruppamento delle os- sa nasali in vestigi, riuniti con costanza costante sulle lionte in tulti e Ire questi moslri, melte meglio in pa- lese che le dcformita nelle abberrazioni medesime sono soggelle a delle regole quasi, e questa forma mostruosa come una moltitudine di altre anomalie organiche, av- vlene costantemenle a un dipresso, in dei siti speciali, e con delle iramagini determinate^ avvalida oltremodo la legge cbc presso gli e.sseri deviali dal lipo normale dell organizazionc della loro specie, il principio delle connessioni, non e giammai violate a grado, che i ra])- poi'li delle jiarti fra esse siino completaraente mutati , e che non possonsi dislinguere piii per la postura die occu- panoj e da conferma, e riceve spiegazione dalla teoria deir unita di composizione organlca, e dalla teoria de- gli analoglii massiniameute, che se cangiano le forme ed 92 SOPRA TALUNE FAMIGLIE il sito dei tessuli, e degli organi, se mostransi essi piu o meno arrestati nei loro sviluppi, i niateriali organici pero esiston mai sempre, e nou retrogradan per nulla secondo 1' espressione dell' autore della fdosofia anatomi- ca sino alio zero dell' eslstenza, E qui ci so&liamo d' addenlrarci a scrutare le pri- Tnordiali cagioni dell' arresto di formazione degli organi, nella mostiuosila di die trattasi, per mancanza di fatti anatomici, e per non aversi pntuto osservare i centri nervosi, e il sistema vascoloso del cranio, degli organi dei sensi e del viso^ e non pote stenebrarsi pero se la evoluzioiie organica delle ossa delle narici cosi arreslata, e sospesa, proveniva d' un qualche ramo mancante della carotide esterna, o dal non sviluppo piuttosto dei lo])u- li olfattivi come spesso in quesi.i casi succede. A porgere intanto agl' individni anomali summento- vati un posto nella categoria degli ordini teratologic!, se della ciassificazione di Breschet appartengono alle mo- struosita per mancanza di sviluppo, e a quelle per nnio- ne o confusione di parti, cioe all' ordine delle Agenesi, al genere Sinfisia, ed alia specie Sinfisopsia, di quella di Geoffrey Saint-Hilaire si accludono fra gli esseri mostruosi a testa contro regola, e in quelli a tromba o Monopsij cioe fra 1' ordine delle Anomocefalie e nella famiglia dei Rinencefali. E ad assegnar con finitezza i caratteri teratologici generici e specific! di tutti e tre i descrltti individui a seguire I metodi delle classificazionl zoologiche polreb- be dirsi in brevi delti in tal modo. TERATOLOGICHE 93 Piirno Mostro Porco Rinencefalo Monospo Caralteii generic! Una sola camera oculare, im solo bulbo, gli ossi deir ap])arccchio olfattlvo hanno lascialo i mascellari, e si sono riuniti proniinenti sul mezzo della fronte ^ da questo punto i legumenti si prolungano in tromba. Caralteri specifici Qualtro denli alia mascella superiore, senza incisi- vl, due canini alia superiore ed un incisivo nel meziio della linea del rafe. Secondo Mosiro Pecora Rinencefala Semi-monopsa Caralteri generici Le due orblte sono a contatto, comunican fra esse, ma vedonsi interamente distinte^ mancario i bulbi, man- ca la chiusura intermedia che vi fanno le ossa delle na- rici, che esistono al disopra dell' appareccbio oftalmico, aggruppati e promineuti nel mezzo dell' osso frontalej di (juesta radice ove sono implantali gli ossi, i tegumenti nasali sono prolungati in iroraba. Caralteri specifici La mascella inl'eriore e V osso frontale sporgono mullo innanzi nessun vestigio dalla mascella superiore. g\ SOPRA TALUNE FAMIGLIE Terzo Slostio Caprelta Rinencefala Monopsa Caratteri generic! Mancanza assoluta delle ossa nasali, die si trovano traspoilati al centro della fronte, una sola cavita oibita- lo, uii solo bulbo ; prolungamento cutaneo in tromba Cull punto ove slanno imjiiaQtati gli ossi nasali. Caratteri specitlci La niascella superiore termina in un piccciolo ro- stro, la bocca osservasi spaccata viemolto, le due rna- scelle e le'palpebre sono ornate di peli. E a Irovar un qualche analogismo fra gli indivi- dui teratologici sopradescritti, e gli esseri zoologici della formazione nonnale , potrebbe asserlrsi con GeolTroy Saint-HIlaire che quesli acefali a tromba ricliiamano ])iu casi permanenli dello stesso ordine Y Elefante, il Tapir la Foca a tromba , e qualche Chiroptero, marchevoli esempi ed ove ha falto meslievi che lo stesso modo di orgaulzzazione fosse stato reso possibile e perseveranle al di la della vita fetale per 1' addizione d' un sistenia ner- voso olfallivo che manca ai Rinencefali^ e queslo modo di organizzazione, siegue I' aulore della fllosofia anatomi- ca, nei suoi atti regolarl porta a far concepire le ano- nialie del cranio dei Crostacei, e di quello degV Insetti si pure, e piu pavticolarmente a comprendere la compo- sizione delle antenne e 1' analogia di queste parti cogli organi dell' odorato degli alti animali vertebrati 5 distac- h TERATOLOGICHE q5 cando In eflelto 1' uuo dall' aluo i due tubi della Irom- ha sla deir Elef'ante e del Tapir, sia del Rinencefali, esat- tamente si avra la disposizione che presentano le anten- iie delle famiglle Entomologiche. Se la nalura in tal modo a ciascun passo e di nii- steri ripiena, e il contemplalore di essa si trova impe- dito di ostacoli, e ravviluppato resta di folta caligine, pure osservandosi riosservandosi, e quasi direi violentan- dosi ancora, cede alle nostre istanze, e non immora gran fatto ad aprirne i suoi arcani piu appartati, e segreli. I mostri dilalti considerali nei secoli prischi come delle deviazioni inesplicabili, die mettevano stupore e spa- venlo, al secolo decimonnnn divpnnpro "^nggfitto d' istru- zione scientifica somma; si conobbe in allora la loro or- ganizazione, e la morfologia loro, e chiaramente si vi- de che la somraa degli organi componenti le cose della moslruosila. forma iin' opera a parte hen limitata, ben tircostrilta, e secondo leggi stalulta e fondataj videsi in essi una certa fissita di caralteri analoniici, e delle ca- legorie diverse fissaronsi per melterli in una qualche classificazione^ e notossi bensi clie le specie teratologiclie delle serie formano die s elevan via via dallo slalo nor- male alle deformazion le piu grandij si fermaron le leg- gi della loro forraazionc, e del loro svilnpjjo, e la Etio- gnosia in alcun niorlo indagossi del loro accadimcnto^ e slu«liando.sI ancora 1' esecizio funzlonale dei loro traviali organisnii si e messa nei rami della fisiologica «cienza un C)G SOPRA- ALCUNE FAMIGLIE Huovo ramo dl Fisiologia la Fisiologia, leratologlca o la Teratobia (i). Cosi tuuo e grande ed ogni cosa e ammirevole jielle opere della natura quando \ idea sublime si attin- f^e di queir ammirevole unita, di cui essa non si alloa- taiia die per delle gradazioni tutte rigorosamente pre- scritte in mezzo alle aberrazioni medesime^ ciocclie vi si vede, d' imperfelto e d irregolare talvolta, suppone le- gola e perfezione, 1' ordiue e nel disordine, e i Mostri die davan luogo altra volta ad uno stupido sorprendi- jiiento e die riempivan di lei rore 1' infanzia del genere iiraano formano oggid'i una ricca miniera ad esplorare, a vantaggio delle ricerclie filosofiche. (i) Teratobia o Fisiologia dei Mostri del socio altivo D.' Giu- seppe Antonio Galvagni alt, accademici v. 12. pag. 84. I SULLA MOTILITA DEU-A DI ANATOxML\, E FISIOLOGLA VEGETALE DEL SOCIO CORRISrONDENTE P. FRANCESCO TOillVABErVE C4SIIVESE LetUi nallu tornata ordinaria del 16 novcmbre iS3j. In scieniM naiurali pniicipja vcnlalis observalinnilius coiiliimari ilebetu. G. E. Gilibert Excrcitia I'hylologica vol. 2. pag. 656. vPsservazioni )ion luolte puoclic sjxTi'eiJze alcu- i)i concetti i)aslano ai i;eui per toglierc il velo alia uatura le leggi conoscere, com' essa opera ordiuatamente e costaute ^ poich<; sau preslo afferiare <[uel filo, che 1 escila loro assiciira dal labeiiuto nello studio delle cose natiiiali: ]ierci6 quesle leggi nel huio in cui sianio, sono simili a fiaccole, che ncll oscuia nolte rischiarano, e ci dan mezzo riconosccrc dal lalso il lotto scntiei'o calcato: Aui Accad. Vol. XIV. i3 g8 SULLA. MOTILITA.' e uopo quindi giovarcene per non cadere tra falli, cioe le loro traccie seguire rislampare le orme di essi ^ di- ceva corredarido le loro osservazloni dl pruove le leorie di fatti, ed estollendo il tuUo a grado di sperimento, e certezza. Camminaudo in tal modo 1' errore occulto si sveia, la verita si conferma;, mentre operando altrimenti col nome degli autori le scoverte s' annienlano , e lo scientifico lume si spegne. Invano il siculo Niceta (i) difatto la rotazione del globo nostro scopri, al Galileo fu serbato coglierne palme d' immortalita e di onore;, con- ciossiaclie la scoverta del ])rimo contestata non venne da' falti del secondo. 11 nome e le leggi di Rleper sprez- zate o sepolte si fossero, se Newton all' astronomla in- numerevoli applicazioni non ne avesse fatte. Per me le leggi sulk motilita dei vegetabili stabilite tra cjuanti pri- ma dal Dutrochet,(2) laudevoli al progresso deU'Anatoraia e Fisiologia Vegetale sembrandomi, ed andandomi a san- gue consociare 1' esperienze alia sua bella teorica, m' in- gegnai riconoscere le stesse sulla Porlieria Hygrometra, pianta non delle idtime negll speciosl fenomeni di mo- tilita vegetale. Cos'i queste brievemente sporro , ed al- quanti tenui miei concetti sullo stesso subbietto, affin di mirare plu esteso 1' orizzonte della Fisiologia Vegelalej avvegnacche le leggi del Dutrocbet inferman di fatti, anzi tentate vengono sole nell' esame d' una pianta la Mimosa Pudica dello imraortale Linneo. (i) Cic. in Lucullo suU' aulorjla di Teofrasto e Laerzio Vi- lae Philoplr. (2) Mem. du Museum Hist. nat. sulla Mimosa Fudica ed Ann- des Sciences nat. t. 6. 1836 f. 177. Du rcveil et du iommeil des plantes. DELLA PORLIEUIA HYGROMETRA 99 La Porlieria Hjgrometra di Persoon da Ruiz e Pavoii nel Prodromo delle nuove piaute scoverte al Pe- ru ed al Cliili (i) Turocasa apj)ellala, c nel Sislenia Vege- tabilinm Hygrotnetra apparlienc all'Ottandria Tetraginia del sessuale sistema linneano. Diimont-Couiser nel xxi ordine la colloca anzi nelle Rutacee a foglie alterne nude. Bosch 1' appressa alia Galvezia Galvases (2) genera alia Didinamia Angiospennia di Jussieu nella faniiglia delle Personate rispondente. Questa ]iianla da colui si no- mala, che prinio irovolla Antonio Poilier (3) fu ignota a Linneo, e nell' edizione Madrid 1791 pag. 4o8 della Filosofia Botanica di quest" insigne antoro rinvienesi qual insertavi nota da Casimiro Gomez Ortega, per cui mal s' avvisa il Coursier scrivendo Poiiierki H) grcntetfiisa Lin. (4) ll rAlii:e til questo sullrutice ha quattro uguali fo- glioline, i petali ovali e conniventi, nettarifere le scaglie, uguali gli slami inserti sul dosso delle medesliue scaglie, e quattro congiunti. Alate sono le foglie dapj)oi, senza dispari, a lineari fogliette, e sul suolo attaccaudosi pe- renne verdeggia. II peruviauo nelle halze, e nei prati indigena la vaglieggia e la gode. II Coltivatore Bota- nico (5) in calidario o stufa vuole si tenga come in Or- leans a'suoi di, ed in Madrid ai tempi di Ruiz e Gomez, (.) Fol. 4|. (2) Diflerisce dalla Gah'ezia la Porlieria Jel calicc tctralillo, e del nettario ad olto squarae. (3) Prodr. 11. Peruv. et Cliilensis fol. /\5. Antonio Poilier de' Marclicsi di Buxaraar Invialo del Re di Spagaa nolle Indie, (4) Colt. Bot. V, IX f. ac'^ (5) Duraont-Courscr, opera dcgna di raolii cncoBii. lOO CLTLLA MOTILITA per me (]a Tnolti anni posseduta nelT orlo all' aria libera esposta dominata da veiili rigogliosa vegeta e Ijella, co- me ia Messina pur vidi. Persoon ia essa conoLbe un mezzo onde promuo- ver sudore, ed allontanare lo reumatismo, ma quelle piii ia prcgio la rtmde e il fenomeno della sua raotilita. JJella ])ianta in discorso e la scorza del ramo di bianco cinericio colore, composla di cellulare tessulo e di clostie, die a somiglianza di quelle del Sambucus Nigra aggramagliate si veggono, e T acido nitrico strug- gendo il cellulare tessuto le addimostra chiarissirae: in- dl succede il verde parenchima ancor di cellulare so- slanza e poscia un fascio di corpuscoliferi vasi com- ponenti il legno della pianticina suddelta. Questi vasi saran certamente formati di arronditi corpufcoli lena- cemente adGronil 1' tm 1' ciliioj polclio a luala pena 1 aci- do nitrico a temperatura d' acqiia lollente li discioglie c separa: la midolla alia fine al suo verde cliiaro e Lrillanle s' avvisa col cellulaie tessuto, la quale ha cel- lule longitudinalmente disposte, essa infusa nel potente redattivo antidetlo fa galleggiare qualcbe gluboloso ve- scicolo, ma la jiocLezza e tenacita della stessa mi ban proibito osservare quanto vide il Dutrochet coutro Grew e Mirbel nella sensitiva, la cui midolla e di qualcbe volume (i). Essa infatto tutta si distrugge e si dissipa per (pianta diiigeuza s impiegbi e s' adojui, cosi il Sola- niim Tuhcrosiiin pole cerziorarmi delle false tracbee di (i) Dutrocliet anlicilale Mem: du Musuiun d' Hist: Nat. DKLLA I'OHLIERIA HYGROMETR.V lol Link; la iiiiclolla intanto della Porlieria e formata da coucrescibile materia. Lu Iracliee, che or 1' una or 1' allra j)arle serpeg- giano (lella vugetale strultura, se in acuta spirale dian lerniine, od in cjualclie cellulare vessicolo ahbian prin- cipio non so farla da giudice, ma bene conohbi acuirsi air avvicinare la gemma e con difficilezza scuoprirsene il principio. Sj)untano i rami irregolarmente dal fusto co- jne nelle Amorplie; le foglie attaccate vongono ad un lungo peziolo locato in protuberanle tessulo da due sti- jiule difeso , che il Duirochet per la sensitiva scriveva fc alia base del peziolo evvi vm pezzo rigonfio >j che chiamo ccrcine. E cjueslo arcuato di die la convessita il suolo sempre risguarda: <;respa e 1' epiderme die cuojirelo e contrattile nelle azioni di motilita, la Iraspa- rciiza del suo parencliima uu vaso ci mostra die lo irnvLMsa e jier la costola della foglia dilungasi, vaso a cui tulto communica 1' apjiarecchio noiomico delle fo- gliolino , le (jiiali con allri piccolissimi arcuali iiezioli alia coslola prima si slanno aderenti. Abbcnclic Duhamcl e Dufay a siisdiar la sensiliva siensi imjiognali da vantaggio sino al Dutiochel s' igno- rava , se la iicrvoraotilita e locomotilita diversa avesse- lo r origino e la scde nella sensitiva, e ne siam de- bitori alle sedule kicubrazioni alle accurate ricerche di ([uest" insigne naturalista franccse , per cui suUe orme bue diligente eamminaiido giugncro toslo alia meta. L' anatomia comparata c' insegna al nervoso siste- ma addirsi e star fermo il principio della ncrvomotilita. Or se i corpi ban qualdie cosa di comune c d' uguale, cioe se la natura tiene rapporti tra 1' animale, ed il ve- 102 ■ SULLA MOTILITA getablle dover c' impegna a conoscere nel sisteraa ner- voso bene sviluppato della Porlieiia la sede della moti- lita vegetale. I muscoli del sisteraa animale come che della locomozione la causa uel mote lore contraggonsi, e coirugansi le fibre delle qiiali sono formale, per tra- verso s increspano, nelle loio eslremita si ravvicinano, e come elastiche s' allungano per appressarsi di nuovo. Iinpertanto questi nioti siam certi avvenire per rapidis- sime oscillazioni ondulatoiie, come siara cerli del paro alloia goufiarsi il muscolo iudurarsi e trarsi iu una delle streme parll del tendine. Eqiiesta I'azione del vegeta- le sisteina nella Porlieria Hys^ronietra, allorche per vivo calore o sensibile raffreddamento almosferico o per avvicinar della sera si muove e si cliiude : allora come r esterua cuticola s' avvicina e contraesi, la parte addivenuta gia crespa perde la primitiva traspareuza, il tubulare sistema s' inarca, ed in qiiello stato cosi vi ri- niane tenace, clie piiittosto si rompe che cedere , ta- I'e r incurvazione sinuosa, che avviciua ed appressa il sistema nervoso arcuaado i corpuscoliferl tubi, E qui torna In acconcio uotare, che come sogget- tando la sensitlva ad esame si formo l' ipotesi uou do- versi la motilita attribuire alia midolla aU'epIderme del suo ramo ne al suo verde parenchima, cosi sulla Porlleria un giorno estrassi dun ramo tutto intorno intorno coll'epi- derme il parenchima, le foglie restar facendo a quello ai- taccale: in altro la superiore parte recisi, ed in un terzo r Inferiore soltanto, allora le funzioni di motilita delle foglioline alterazioni non sublrono, ma la costola lungo il ramo non si curvava di piu; passai quindi a recide- re cou accuratezzti 1' iofeviore parte del peziolo , e la UEI.LA PORLTERIA nYGROMETRA Io3 superioie dappoi in un altro, cioe tagliai la cuticola col verde parencliima: ed anco iion interruppe sue funzioni, la foglia c le pinnule costanleniente s' aprivano e chiu- flevansl, solo nella prima foglia la costola rilta e verti- cale rt'Slava, nientre nella seconda sempre dimessa non potevasi ripiegare snl raraoscello: dopo tali sperienze ed esainl rccisi un ranio, n' estiassi diligente la midolla ed ininierso nell' ac<{ua ne tenni 1' ostiemo: visse sei giorni e le foglie altaccate al parenchima le motilita propria seguivann perfettainente, e con quella esatezza di pianta cui gl organi Sono beu composli ed Inieri: com la cu- ticula il parenchima il cellulare sistema del ramo e del peziolo, ixe nianco la midolla alia uiotilila della Porlie- rin, come suUa Mimosa osservo il Dutrochet, producono mutazione di sorta. Dove aduiitpie punemo la sede del- la motilita vegetale ? Credo solo nel tubuloso o vascolaic sistema, reci- so o divelto tpesto dii'atlo la nevomolilita e locomo- zione llnisccno. Or clil ([ucsto molo sviluppa? Gli agenli nervo- inotori quai suno? Esser ])ropri d' ogiii vcgelale alquanti moti r esjjerienza tulto di ci conferma, ma alcuni spe- ciali pill o iiieno raltengono 1 atlenzione dei rimiranti accurali. L' irritabilila, o iiieglio la sensibilita nella Mi- mosa Puclica liene primato, piu dir voleva e visibile che liella Dioncn Muscijjula nella IJyppomcea SensiliVa nello Hedisarimi Girajis, e piu che nella Porlieria ancora. Le foglie deir Hygromelra sul far della sera si chiu- dono del pari, che .quelle della Scnsitha della Gorle- ria Rigens appo il IramClilo, e della Calendula PlmnaliSy cioe una fogliolina sulf allra sen giace alia parte supe- I04 SULLA MOTILITA' riore, restando sempre diretta al suolo 1' infefiore per lesercizio del sonno e della veg'lia proprlo a tutte le pianto; le foglioline irapertanto si beeo s' adattano ai ra- mi che nudi e di foglie prive ci sembraiio . Allorche e molto urnido il giorno o inargenta i canipi la piog- gia qualclie fiata stanno chiuse le pinuule, cos\ a 3o marzo il i. e 2. aprile , ed agli 11. e .1 2 . dello stes- so vidi starsi chiuse perche giorni piovosi. 11 3. e g. pero cbe vario il cielo, il sole da mivole or dense or fosclie cuoprivasi scliiudevansi mediocrehieiue le pinnule. Era siccome ceunai a So. marzo chiusa la Porlieria neir orlo, quando la introdussi in camera riscaldata dal fuoco, conlava allora circa le undici antem'feridiane e nou erano le duodcci, die mediocremente si apri ;, ma di bei nuovo si cliiuse allorquando la riesposi all' aria libera. La notte s' incurva e invano ho lentato con ar- tificiale calore farla aprire e starcarla dal ramo. Allor- che nelle rigide e severe giornate di gennaro, e febhra- ro il sole nel roslro ridente clima dardeggia schiudesi, abbenche le foglie non molto distacchi dai rami. Lungo esame ed ancor dibgente nei freddi mesi ed esti<%'i mi han cerziorato abbastanza la Porlieria ver- so il mezzo della notte star piu raccolta, che al decli- nar del sole, cioe nei periodi primi del suo chiudimen- to, e starsi spalniata piu quando il sole saetta, che do- po il crepuscolo, cioe nei primi periodi d aprimento di essa. Ed a far ])arole ancor piu su gli agenti nervo- motori della Porlieria /fygronietra, e da notare che la Sensitiva al semplice incontro d' un corpo esterno si chiude, la Porlieria pero fissa resta ed immobile qna- lunque urto si facci^ no 1' acqua la chiude ^Ja. che vie- IJELLA PORLIEUIA HYGROMETRA Io5 no ella ad aprirsi : Infalto replicale volte snlle foglio aperle posi dell' acqua , e vidi in equilibrio restarc il fliiido senza chiuder le foglle, e solo per la fbrza del corpo incur vavansi. Ai i3 aprile aperte sendo le foglie ne presi giovani alrune non che delle adulle , e ten- fando a qual grado di calorc chiiidcie omai si poleva- no non seppi mai giungervi , se sopra anoventata lava soprapposte non le avessi il cui eccessivo calore a mala pena sofiViva la mano, e chiudere le ^idi ajipo brievis- simo tempo comiuciando a carbonaisi^ menire teiitandole a tomperatiira del diaccio fondente dopo non molto lasso di tempo raccoglievansi. Qiianlo poi scritto viene dal Gomez (i) chiudeisi la pianta un' era pria che la pioggia il siiolo bagnasse falto veruno non mi contcslo tntto cio, anzi il 3. e 9. .iprile die un forte guazzo avvennc alle uiidici antc- ineridiane la pianta in verun conto diiranle il gnazzo, ed anco dopo si cliiiise, ma impa\ida pareva non a% ere ♦ cnranzu delle atmosfericbe \icende. L" appareccbio intanto notomico nnn differcnzia mol- to da qnello dolla Mimosa Pitdica sicche agevolmente (1) Genus noviiiii Flor. Peruy. quod in Hoit. Rrg. Madid calidario hosjiil.ilnr, niiiaridi) sjicclaculo sci fiiitaipin, c( iiluviam inullo aiiU' |ii:rm('slrat. Nam (]uolirsciitiu|ue (blia contrJiit lioia solit-i, idcsl paido ante ottiisuiii solis , iiidicat sercnitateni diii sul srquciilis: ct rursus si ca conlraliit lioia una aiile illud Icrn- pus [ilmiam prostridic t'uturam pm teiidit, tt ill i die serins eti.iiii ibiia cxplical )j In T.lnii. riiilo>,uf. Bolaa. Annol. edit. Matiiii 1791 pag. 4'1^' u4lii Jccacl. Vol. XI F. i\ loG SULLA MOXILITa' ooiichiudersi ])u6 dalla simililudine delle strutture pari olteiicre gli elFetti. I cercini d ambidue negli acidi age- vohnenie disciolgonsi: le clostre che 1' esteriore lessulo <:umpaOgono immerse nell' acido nitrico, del paro che neli.t sensitiva, veggonsi composli d' innumerevoll ner- vosi corpuscoli a'taccati alia ramiflcazione delle trachce. i luhi corpiiscoliferi della radice e del caule pareggiau di J'onna, solo a disciogliersi ed a rnoslrare i loro te- niii fili ag^iranli suno I primi plu tenaci e piii forli ,, ed e queslf) il mouivo per cui il Dutrochet non rico- Hobbe mulii nervosi corpuscoll nei lubi della radice della sensitiva. Alia fine contro Link e Treviranus a conferma dell' insigiie sopracitato autore, la midolla e le trachee non fan no pane della radice legnosa come in ogni plania, e quesfe soltanlo bo viste nelle diafane blanche e sotterranee radici de\l Oxalis Cermia. Deir esposto fin qui , panni sara facile conoscer gli agenti nervomolori della motilita nella Porlieria Ily- frrometra, die io non amnielto altrimenli die nella no- tabiie variazione di lemperatnra. L' atmosfera, la quale di finissimi strati 1' uno soprapposlo all' altro format a snpponesi, e dall' addensarsi ed accoppiarsi piu di essi la varia temperaliua derivare si sa, e questa variare al- le svariale altezze del sole nel superiore e 1' inferiore emisfero ^ auzi vcggiamo la lemperatura di im giorno q:;asi seguire Io stesso giro del sole modificata da me- tereologici agenli: la temperatura diceva, die agisce su luUa r eslesa natura muove trasforma e trasmuta gli organici, non che gF inorganici corpi, ed un' essere or- ganico sara altreltanto piii modificato, quanlo piu sen- sibili sono i suoi organi, ed i nevvomotori agenti pin BELLA. iOHLIElUA IIIGUOMETRA. I07 gagliarJi c vibranti. Cosi nel culrninarc del sole in maggio e giugno veggonsi aprire la Gorieria Jl/gens eel il Meseinhrianlhemuin Tcnuifoliuni , lo Hedisxtum Gi- rans ajjgirarsi sul caole, al suo tiauionto all' incontro la Jppumea Bona - J\ox e lo Mcscinbrianlhcinutn No- ctijlorum si aprono ed olezzano, ed il Thygridiian Pa- voniian, che pria del crepuscolo si apre arido addi\ie- ne e vizzisce spuntato il sole sull orizzonte. La Mi- mosj Pudica apresi alia puiila del giorno a cielo sere- jio e cliiudesi al far della sera ed anco ad un lieve spruz- zo dellacipia. Pertarjlo l apparecchio fibro-Iegnoso dei rami del peziolo della foglia sendo conosciuto qiial sede della molilita nelle piante, e comunicando qiicslo co' sislemi iibroso e cellulose delle foglic, ben si rilieva iiel legno della pianta star 1' organo dell' endosmosc e dell eso- smose. InfiUlo lo Diitrochet trovo con espcrienze reite- rate sn i llori e suUe foglie, die 1 endosmose o 1 ec- cessivo riempimenlo di liqnido nel cellulare tessulo fa le corolle dei fieri aprire e le foglie, 1' esosmose o lo rienipimoato d" ossigeno ossia la ossigenazione dei vasi nel tessuto fibrose avverare la curvatura interna delle corolle e delle foglie, cioe lo aprimonto o cbiudimento delle foglie sta riposto nei sistemi cellulose e fibroso (1). Le cause die oprano lo spalraar delle foglie so- no al certo una quantita di seva che ascende e s in- troduce pel tessulo cellulare facendolo inturgidire per (1) Pulroclict dii revcil ct soniincil dcs planlcs Aim: c!es scienc. nat. I . ijot. i3?)G f. 1 17. Io8 SULLA MOTILITA' r azicne della luce ^ menlre la diminuzione del succo vegetale sevoso o 1' ossigcnazione avvera iiel tessu- to fibroso una forza d' incurvazione durante la nolle; nel prirao caso la seva eccessiva arreca 1' endosmose del lessulo cellulare, nel secondo caso rossigeuazione del tes- suto fibroso vince la forza del lessulo cellulare. Cosi per r azione della luce il lessulo celluloso resta vincitore dell'azionedel fibroso sistema, e quest'azione venendo me- no coUimbrunir della sera cessa coUa maucanza della luce, e coir appressarsi del giorno \ ossigcnazione a poco a poco mancando cede dell' inlutto allorche ascende la seva il malliuo o I' esosmose vinla \ieut; dall' endosmose, Dippiu come da bel principio nolai il gonfiamento peziolare o cercine della foglia dell' Igromelra e simile a quello della sensitwa e pari ne ha i moli, cioe la sua molilita e diversa che qiiella osservata nel sonno e la veglia del Phascohis Vulgaris Glj-cyrliiza Glabra Le- ontodon Taraxacum-^ imperocche U lessulo fibroso tende a curvar la concaviia delle foglie verso il centro del peziolo neir Igromelra come nelle ])ianle tutte cilale: ma air incontro il sistema celluloso nelle foglie della Por- lieria rivolla la sua curyatura verso il centro del pe- ziolo nou come nelle allre pianle^ locche ripongo nel sistema cellulare, che tramezza ancora il fibroso (2). Da cio pare che questi due sistemi il celluloso ed il fibro- so hanno due facolla una d' incur%mbilita ed un' altra di (2) Dulrocliet loco citato f. 188 ricouosce pero la causa di f|uesto efl'elto fisiologico pella sensitwa nella opposta posizione del liito predomiaante il tcssulo cellulare. DELIA rORUERIA HYGROMETRA I 09 ccciiahililu, cioe una disposizione a curvarsi ed un' alua a ricevere 1' iiiflueaza degli eccilanti. Gomecclie antico e il conoscimento di tal fenomeno ])resso Plinio (i^ Acosta Alpino Linneo (a) Bonnet (,j). Hill (l\) Sprengel (:!) DecaudoUe (G) Lamark (7) de- la- Metheiie Tierabley (8) Vau-Mariim Humbolt (9) cosi vari e niolti stati souo i paieri a spiegare inlesi cotale fenomeno. 11 calore e 1 umidila non operano sulle piante tropiclie, come la Porlieria, molilita alcunaj j)oiclie ha essa period! indipendenti dal caldo e (\v\\'umi- ditli come lo mostreremo in progresso della meraoria. Decandolle con luce ariificiale sulla Mimosa Pudica tenlo d avverare la motilita tenendo tale pianla aper- •0 la nolle, e chiusa al giorno coliocandola in parte oscuta e di luce priva. (10) La-Melheiie e Van- Mariim nella traspirazione attiva e passiva dell' ossigeno Humbolt negli agenti csterni collocano i movimeii- li della sensiliva: Decandolle (11) e Lamark (12) (i) Nni. lust. 1. i8. cap. 35. p. 5oi. v. 34. (2) Amoen. Accad. (3) Oeuvrcs V. 4. p. ,5G. (4) The Sleep of plants. (5) Haniii, Couis de Botan p. 137. (G) Fl. Fr. I. p. 1G4. (7) Journal de Pliys ni.vosc an. 7. p. l^^. (8) Bonnet Ocuvres t, 6. p. 157. (9) Jourii.il di Piiisique, nivose an. 7. pag. ^"i. (10) Rappoi'lalo r espeiimcnln da Ollaviano Targioni Tozzettj ^st. Bot. t. I. t". 2x6. Ediz. Fiienze 181 3. (11) Journal de Pliys. nivose an. 7. 42- (13) Fl. Fr. I p. 164. no SULLA MOTILITA cieJouo piene tV uno fluido elastico le cellule della sen- sitiva, il tpale scappando per 1' azione di qualche agente esterno produce il inoto spontaneo. Certauiente nella cndosinose ed esosmose, ossia nell' aLbondante quanlita di seva, e nell' ossigenazione dei tessuti cellulare e fl- broso sla riposta la motilita. Awegnache vidi alia tem- peratura del diaccio fondente chiudersi la Porlieria men- tre al giorno stavasi aperta, ne I'accessivo calore pote pie- garla se non carbonizzata col soprapporla ad arroventaSa la\a:^ cioe la deilcienza del terraico causando la non azio- ne della peva nel sistema cellulare diede moto al siste- lua fibiobo,quuijdo poi iavano con arlificiale calore ho tentato farla aprire la nottej cio prova die non poten- do espellersi 1' ossigenazione uoupolevacouiuiunicaisi la seva, quindi non riusciva lo aprirsi. Ho dovuto cerziorarmi impertaato dell" anatomica costruzione delle foglie per veder se ben corrispondono le funzioni all' organico tessuto;, cosi divelta con diligen- ziosa cura la incolora cuticola d' alcune foglioline dalla parte die risguarda il cielo, reciso con temperino il verde parenchima viddi la costola da trachee formata vegnenti dal peziolo dalle quali molte altre diramansi per tutta la foglia formando un tessnto celluloso. Alcune cellule di globoli piene altre agli stomati dicale o vasi aerei^ dallo rovescio di essa foglia divellendo parimenti r incolora pellicola ed il parenchima couobbi succedervl a queslo un sistema tutto celluloso niente fibroso. In siffatto niodo il sistema fibrose e dalla parte chc la foglia si chiude ed ove per esosmose od ossigenazione collocasi una foglia su 1' altra e sul peziolo incurvasi, UELL.V I'ORLIERI A HYGROMETRA J 1 I jiienlie il sisteraa celluloso c nell" opposta faccia delta foglia ove per oiiclosinose dcve aprirsi. La nostra Porlierla alia fine esaininata col terraometro u vislo gradatainente essa chiudersi o riaprlrsi alia no- tabile variazlone atmosfcricaj cosi al 3o. marzo il i. 2, II. a])ril6 il termomotro di Farina it z esterno, dal mat- lino alia sera sempre tiguale la tenipeiatura teneva, ed al 3o inarzo quando da cliiusa nell' orto aperta stava nella stanza ben riscaldata variazlone grandissima legge- vasi al termonaetro. A 12. 17. Inglio dell' anno cor- rente leggendo 1 anlidelto termometro esterno a'llo spun- lare del sole, nel piu elevato sno punto, al Iramonto , cd alia mezza nolle mi cerziorai nel mio pensamento. In quesli giorni il minimo alio spuntar del sole era 70°, il jnassimo a mezzo giorno 82°, al Iramonto 73" eia il minimo, ed il massimo a mezza no'te fu 71°, inlanlo la pianla trovasi apertissima al mezzodi : perfctlamente chiusa a mezza noUe coinincia pian piano ad a])rirsi dopo levalo il sole, e cliindesi per grado al Iramonto. Uno scemamento cosi di 2." alia melta della nolle vie- meglio la cliiude, alia metta del giorno 1' aprc e la scliiude uno anmcnto di 12°. la piega cd a chiudere la •lispone dal mezzodi alia sera iin abbassamento di altri (j". Ecco la viva forza dei metereologici agenti^ ccco co- me la nolabile variazlone almosferica e lagente prima- rio nella molilita della Porlicria Hygronielra, ecco co- me c saggia naturaj menUe colla kue apre la superio- re parte della Ibglia nel giorno, qucsta la nolle si chiu- de per i;edere all inferiore il tempo onde scguire le sue lunzioni. Alcun fisicoso polra oppngnare impcrtanto: a che Iia SULLA MOTILITA. dunque mutare alia Poiiicria \o specifico dl Turoca- sa ill qusllo di Hygronietra, quasi misura dell' umido? A rispondere ad obbiezione cotanta ho venuto os- servando, che la Porlieria non e Igrometiica, ne Ter- inometiica ^ cioe non siegue le vicende dell' umido o quelle del caldo e del freddo^ ma piuttoslo ha un pe- riodo prodolto dalF ososraose ed endosmose, che fa aprir- la e chiudei'la: talche se qualche fiata , come a' 3o marzo ho nouito e interrotta iiel suo periodo cio ad- diviene per notabile variazlone atmosferica, o per viva eccitabilita prodotta a' suoi nervi. E psl vero. II di i\ dicembre iSBy alio comiii- ciare delle ore pomeridiane diedi priucipio ad una os- servazione comparativa tra 1' Igrometro di Saussure II Termometro di Reaumur a lol: perg. e la pianla in discor- so orariarnente, protraendo le osservazioni sino alle do- dici ponier, del 27 dello stesso mese: coUocando Ii pianta alia fiaeslra riparata dalle piogge occorrendone, e gli strumenti nellu camera esposti alia -sicina corrente atmosferica. I glorni delle osservazioni furono, per lo stato del tempo, sereni menlre erano placidi i venli ed il cielo a tepore vatteneva )e acque: allora osservai uu costante periodo*, cioe alle due pom: cominciano a chiu- dersi le foglie e lo sono totalmente ^lle selte ed In tale stato ^perdurano sino alle cinque antemer. in cui co- minciano ad aprirsi ed apertlssime restano alle novo, s'l rimanendo sino alle due pomeridiane, ore nelle quali cominciano ad aprirsi le foglie restando totalmente chiu- se aile sette, o raeglio ricomincia II periodo. Tal' e l' ob- hietto della prima tavola estratta dalle orarie mie os- servazioni. Pure mentrc periodo scorgesi nella moliliia DELLA PORMHRTA HYGRO.METK.V I 1 3 della pianta, lo stesso non vedesi nell' Igrometro e Tei- mometro (t). Le foglie della Porlieria in fatto cominciano a chiudersi allorquando alle 2 pom. 1' Igr. segna 54, o Terra. 10, 3. reslano tulte chiuse alle 7. pom. quando 1' Igr. 55, i. Term. 11, i Inlanto mentre resla chiusa la pianta e r Igr. mass. 55, i. min. 54, 4- ^i *-"''• ^4> 7- il Term, mass. II, I. min. lo, 2. raed. 10, 5. Cominciano le foglie ad aprirsi alle 5. antem. quando 1' Igr. 54, 7. Term. 11, o. ed aprendosi totalmente alia 9. antem. quando l' Igr. 56, 4. Term. 9, 9. intanto mentre re- sta aperlissima l' Igc. mass. 56, 4- min. 55, g. med.55, o.Term. mass. 10, S. min. 9, 9. med. 10, 2. Ricomin- ciano a chiudersi alle 2. ])om. e segna 1' Igr. 55, 9. Terra. 10, 5. e restano tntte chiuse alle 7. pom. quan- do r Igr. 56, o. Term. 10, 5. in questo mentre che la pianta e chiusa I" Igr. mass. 56, o. min. 54, 6. med. 55, o. Termom. mass, i, o. rain. 10, 2. med. 10, 5. Nella tavola prima si oiiieltono dell' Igrometro e Term, il mass. med. rain, poicho dal fin qui detto chiaro emerge non il grado di calore o d' umidila agire imraediato sulla molilita della Porlieria, vedendola co- rainciare a chiudersi a vari gradi dell' Igr. e Term, cioe d) Non inlendo far parola di quel periodo dagli astrononii c tisici osservalo a diverse laliludiui ogni giorno, ogni anno, del quale alia iHliludinn di Catania spero ancora farlo nolo averi- dolo gia ritrovalo dopo lungliissimc osservaiioni, ma intendo es|)riiiiere con cio clie il periodo Tcrmometrico, eJ Igrometrico non c quello della piaola nella sua luotililii. Atti Jccad. Fol. XI F. '^^ I] 4 SULLA MOTIUTA <[uando e F Igr, 54- o Term. lo. 3 non che pure se- t;nanflo 1 Igi". 55. 9. Term. 10, 5. e finalinente allor- che segnasi clall" Igr. 54, o. Term. 10. 5. Visto ab- biamo di piu essere totalmenle chiusa ancora a diver- si gradi di questi due slrumcnti ;, cioe segnando I'lgr. 55. I. Terru. 11. i. Igr. 56. o. Term. 10. 5. Igr. 56. 6. Term. 10. 5. cominciare ad aprirsi segnando r Igr. 54. 7. Term. 11. o. Igr. 56. o. Term. 11,0. Igr. 55. 9. Term. 10. 5. ed essere finalmente aperta la pianla tulla segnandosi dall' Igr. 56. 4- Term. 9.9. Igr. 54. 6. Term. 10. o. Igr. u. 2. Term. 10 2 Da cio aucora ben di leggieri rilevasi non avvenire principio, e tolale chiudimento delle foglie porlierie ad nguali mu- tazioni almosferiche , senza questo avverarsi sul prin- cipio e tolale aprimento della pianta in discorso. (1) Seguile tulle quanle quesle osservazioni, rimanen'- do in me stesso alcun dnbLio per non essere stati I'lgr. e Term. esj)osli del pari die la pianla all' aria libera voUi ripelere Je slesse orarie osservazioni, locando alia finestra accanlo la Porlieria gli slrumenti , e mutando lo lermomelro a 10 1: per g. in 5 1: per g. e comechfe la pioggia era vicina cosi local i rami della pianta a mode da reslarne alcune alio scoverlo. Ebbero le osservazioni prin- cipio alle 7 pom. del 28 diccmbre 1837 sino al 3o stes- so mese. TuUocche or forte fu la pioggia , or il sole dardeggio, or medio il tempo si godetle, in quei gior- (1) Vedi Tavola i." in line della memoria ove le osservazio- pi prcdettc sinotlicamenle sono esposte. DELLA rOlUJERl.V HYGROMETR.V -1 1 T) 111 il pcriodo della inotillta della Porlieria prosiegue e vit'iic solo alterato nolle ore : cosi comiricia ad aprirsi alle 9. anieiii. ed e totaliuetitc ajjerUi alio 11. anlem. a cliiudere si dispone alle 5 pom. ed <"• dair intullo chiusa alle 8. pom. Iinpertanio simile pe- riodo non scorgesi nell' Igr. e Term, die anzi come Delia prima cosi nella secorida Tavola cbiudersi ed aprirsi veggiamo la ])ianta scnza seguire legge alcuna tra rigr. ed il Term. Avvcgnacht; coiiiincia a chiiidersi se- gtiaiidosi dair Igr. 60, o. Term. 12, o. Igr. 58, 9. Term. 1 1, a. Igr. 66, 2. Term. 10, 2. e lolalmente cln'iisa quaiido 1' Igr. 60, 5. Term. 11, /f ^S''- ^4i 8. Term, lo, 5. Igr. 67, 8. Term. 10, o. comincia ad aprirsi qiiando 1' Igr. (J7, 9, Term. 10, 5. Igr. (35, 1. Term. 10, 5. totalmente aperta 68, 1. Term. II, I. Igr. 65. 5. Term. 10, !\. peicio non e la va- riazione Termomelrica ed Igrometrira in quesla secon- da osservazione, no anco lo stato del cielo sereno j)Io- \oso sulescente che fa cliiudere o aprire la pianla. Con- ciossiaclie nella seconda Tavola leggiaino esser lutta a])er- ta la ])iaala nella jiioggia, anco nel sola cominciaie a cliiiidersi, ed a ciel sereno restar chiusa lolalmente, non che jiure aperta in alcunc ore. Sotlo silenzio jiassar non dcggio che le foglie da liel mattino cliiuse soprag- giunla pioggia nelle ore del periodo die dovevansi schiu- dere, se venivario colpiti dall' acqua restavan chiuse sino alia sua cessazione, e quelle che n erano al coperto si aprivano come abblam detto di sopra. Ecco quanlo as- scriv.i da bel principio che la notabile vaiiazione alnio- sferica producendo 1' esosmose c l endosmose avvera lo nprimento o chindimenlo della pianta; qnindi ne Igro- Il6 SVhhA. motilita' Mietrlca o Termometrica specificameule puo appellarsi a mio avviso. (i) Finalmente non e da mettersi in non cale, quan- go il Gomez dice chiudersi a' suoi di la Porlieria alio avvicinarsi la pioggia , che le piante dalle parti in- digene passando nell' esotiche , abbenche s amicano col suolo stranicro raancan pero di qualclie cosa nel- r esser lore primitivo. La Ceritonia Siliqua, si rigo- gliosa neir indigene parti della nieridionale Sicilia, pic- colo arbusto si vagheggia in Berliuo , per quel mi di- ceva lo illustre Professor Link, (2) la Cydax Revoluta la Ficus Elastica la Callicarpa Americana si tarde a cre- scere ed innalzarsi nel mio orto sono rigogliose in quel- le parti d' America o d' Africa eve son communi ed indigene. La Coffea Arabica lo Schinus Molh si fragran- ti ne' luoghi nati presso noi quasi perdono o illan- guidiscono I' odore e la fragranzaj parimenti dir si po- ivk r elasticismo e la motilila della Porlieria esser me- glio nelle indigene parti, che appo noi: ed in modo siffatto le piante col cambiare di si to mutano colore non solo ed odore, minuiscotio la medicinale virtu, ma at- tenuano ancora la propria incurvazione sinuosa o ner- vomotiiita. In fatto le piante in un luogho spontanee nel grado meridionale ove stanno godono d' una fisio- liomia, e d' alquante fisiche proprieta che latitudine mu- lando spesso derivane cio che appellasi varieta in bota- ('() Vedi Tavola 2.* in fine ove in breve il tullo viene espo- slo con distinzione. (2) L' anno i333 venne in Sicilia facendo alquanli giorni di- Biora a Catania, pria di portarsi sull' Etna. nELLA POHLIERIA HYGROMETHA. If; nica. II calore ii suolo o meglio il coiiiplesso de' chi- mici agenti in ua dalo spazio dl terra non souo dovun- que gli stessi. Ecco adunque la causa di tall cambia- inenti e siffatte mulazioiii. E notissimo ancora goder le piante di una geograllca disirlLuzione, per cui si ad- dicono a svarlate regioni ad elevazioni diverse: le piaule alpine, e quelle d' un basso suolo, le nascenti nel pro- fondo oceano e quelle alle rive alle sponde, sono dei siti c delle siazioni assegnate a questo branco di esseri dalla natnra. Qual dubilanzu fia dunque se alterate le leggi, o meglio i limiti mutali dall' autor del tutto vo- luti qualche fisica proprieta nei vegetabili si venghi al- terando? Qual sorprendiniento se la molilita porlierica la stessa non e appo noi, che negli indigeni prati del Peril e del Chili? ecco un principio, che posso confermare coi fatti; ma volendone solo inferire da cio potersi chiu- dere o aj>rire la Porliera nelle parli indigene ad una variazione atniosferica nilnore di quell.i negli orti nostri e nel nostro clinia si richiede; poiche la natura non al- tera mai sue leggi, e costante e sicura slampando sue orme sempre opera come opero nel primo di e dovua- que la slessa. Il8 SULLA MOTILITa' TAVOLA I.* PeRIODO 1° OSSERVATO NELLE ORE DEL GIORNO SULLA motilita' DELLA PORLIERIA HYGROMETRA Stato Mese GlORM. OnE DELLA PIANTA Igrom. Term. Tempo ECCEZIONI -^ o Comincia a chiudere B/l.o ' • 1 10,3 0 1 11 mmie- ro denlio CN - Totalmente chiusa 55 ^ 11,1 t il segno ( ) j'udica )e ir\ C5) Comincia adaprirsi34'7 /q, Totalmente aperta 56,4 11,0 t oreanieme- 1 idianc cos'i 14) a; St) 9'9 0 (2) ]e due aiuemer. 11 § ^ Comincia achiudere 55 q 1 10,5 0 N.°cJie n' e O seiiza pome- c^ 7 Totalmente chiusa gg 1 ' 10,5 t iidiane;cosl 7. le selle O (5) 1 Comincia ad apiirsi 56, 0 11,0 4 1 ponierid. H segno ()e- spiime sole M (9) Totalmente aperta 5/J^ Q ' 20,0 0 'fr ' 1 — pioggin r-~ 2 Comincia achiudere 545O Io,5 C) f ciih sr- f1 7 Tot.ilraente chiusa 56,6 io,5 t VftlO . I>ELI-A I'ORLIERIA nYGROMETHA IKJ TAVOLA II.A PeP.IODO II. " OSSERVATO NELLE ORE DEL GIORNO SULLA motilita' DELLA PORLIERIA HYOROMETRA I Mr.sE GiOBN. Ore Stato ' IcaoM. Term. Tempo ECCEZIONI DELLA PIANTA I 1 00 ,8 Comincia a chiudere 60,0 Totalmente chiusa^^J^ 12,0 11,4 t t 11 nume- ro denlro Jl segno ( ) significa le a> (9) Comincia ad ajirirsi t)7,9 10,5 oreanleme- o (") Tolalmenle apertaG8,i H,I ridiaiie cost (2) le due S 1 anienier. il 50 5 Comincia acLiiulere ;78 0 II,. r) N." chen' e 8 Tolalmente rliiiisa^4)8 10,5 t scnza pome- ridiane;cos'i Q ") le selle c^ (9; Comincia ad aprirsiGj,! Totalraciite aperla Gj 5 10, J lo/f t t pomer. 11 segno ( ) e- sprjme sole — P'ogS'" O J Comincia a cliindeie/:^: _ Io,':< t t f cielo sc- reiw. 8 Totalnicnle diiiisa ^7,8 1 0 , 0 SULLE CONCHIGLIE FOSSILI DEI CONTORNI DI MILAZZO DliLLA. SOCIA. CORIUSPONDESTi: Leila nclia iomatu ordiiiaria del 16 noi'embre iSSf. iji (juaTilo jiroiitto si fosse lo studio de' fossili alio avaiizaiuento della naturale istoria e specialinente della Geognosia iion lia duopo che il rainnienti, essen- tlo di gia una verita Jjcn conosciuta^ inipercioccbc la sola giacilura di un lerreno inolte volte non e sufTiciente j)er islabilirscue la eta, jneulre lo rinveniraenlo di al- c'une specie organic-lie e sopialutto di concliiglie, che so- 110 sliniate caralteristiche, basia d deierniinarla. Dol)biamo veranieule niollissiriio alia sauacita del celebre Coute Brocclii, che il piiiuo ira i nioderui I'ccc couoscere T utilita di questo studio, descrivendo lutte quelle conchigiie che Irovansi alle falde degli Appenniui, cou isquisita diligeiiza discgnate ed incise nella di hii clnssira opera Co/ic/iio!o^iu Jossilc sul'-appcririi/ut. Da ([ueir epoca iu poi i uaturalisli di lutte !e ua- zioni lianiio a gara travasliato per iscovn'rc e descriver- Jtli Accad. Vol. XI F. iG 122 SULLt CiUAClilGLlE 1-OSSlLI ti noil che le conchiglie ma i fossili di ogni classe di tutte le contiade delia terra, pubblicando delle opere classiche e di elcrna rimeinbranza ne" fasli della scienza come un Cuvier, i due Brongniart, Lamarck, Desliais^ Bronn, Risso, Phillips, Mantel, Bucklaiid. Dacclie 1' accademla Gioenia ha cominciato sin dal 1824 a travagliare indefessamenle nelle scienze naliira- li, non han mancato i di lei soci di rammentare e de- scrivere le conchiglie ed i resti organici fossili de' ter- reni di Sicilia sopra i quali hanno pubblicato delle rae- morie: ed il can. prof. G. Alessi nella descrizione fl- sica e geologica di Enna, ed il prof. A. Di Giacomo in quella de' contorni di Militello, ed il psof. C. Gem- mellaro in quella del distretto di Catania, (a) nella se- conda memorja sopra i vulcani eslinli del Val di Nolo (b), nella descrizione delle conchiglie fossili dell' argilla di Ci- fall (c) ed in altre meniorie, di im significante numero di testacei fossili e di ahri resli organici han fatto men- zione. A tali pregiati lavorl vengo anch' io, illustri So- ci, ad aggiungere un calalogo di fossili che mi fu con- cesso ritrovare in Sicilia, sono scorsi pochi mesi, e pro- priamente verso il centro del capo di Milazzo^ e se es- so non potra uguagliare in merito i lavori di cosi illu- stri professori, sara pero utile, io mi lusingo, nel solo ri- guardo almeno di avere aggiunto non picciol iiumero (a) Alti deir Accad. Giocn: vol, 1, (b) Op. cit. vol. 10. (c) On, cit. vol. 7. DEI CONTORNI DI M)L\ZZO 123 di specie al catalogo tlelle conchiglle fossili di Sicilia (a). Portaliuni dunque in Milazzo a causa di secondare la mia passione di raccoglieie oggetti alia ualurale isto- ria appartenentij mi avvidi della csistenza di un depo- silo di testacei fossili nella strada pubblica uel cenlro del capo di Milazzo circa raezzo miglio dislante della cillh, ed ill un locale clie conflna con iin podere del sig. D. Salvalorc Lisi, il quale gentilmente condiscese alia mia diniauda di poter stabilire un profondo scavoj il quale falto eseguire, osservai die quel ristretlo locale forUuialamente era la tonil a (li) per cosi dire, di una quantilii di specie di concliiglie , che nella maggior parte da me determinale esporro in un calalogo qui nppvesso. (il) Ho avuto il piacere di i'are osservare lutle le specie poslo in catalogo all' illustre e celebre Naturalista il Professorc D. Car- mdo Maiavigna nel tempo della sua diraora iii INIessina ; a cui drlibo alcuiii stliiarimeiili sul teircno in cui que' fossili si liiivou- goiio. (1>) he niic ciicoslanzc nnn mi hanno penncsso di osservare e descrivcrc clie Ic sole concliiglie fossili di qucslo locale; ma per quanlo ho jiotulo osservare tutii i coutorni di quolla citia e del Ca- j)0 ahliondaiio di fo.ssili di simil classe, e (juiiidi iiivilo i iiatu- ralisli della Sicilia, e specialmente i doUi mici cqllegbi Giocni a volere stiidiare qucUa regioiie, sicuri clie troveraimo ampia messc da niiclere in queslo gcncre. Ollre delle concliiglie die Irovaasi segnale iicl catalogo, io iie jiosseggo iiiolle allio s])ecie fossili, circa a aoo, di queslo stesso luogo ed in (iilto ne ho com- prcse quelle dellc altre parli della Sicilia e specialmente de' cou- torni di Messina, die descriverb in altrc occosasioiii se le inic ciicoslanzc rael permcttcrauno. ia4 SDLLE COKCHIGLIK FOSSILI Mi si'a pero permesso, pria dl venire alia esposlzio- ne dellc specie ritrovate, di soinmettervi, illustri Collc- ghi, le seguerjti osseivazloni rigiiardanli la giacitura e la eta di questo deposito di testacei. Giacciono essi in una sabbia calcare format.a da picciolissiijii frantumi di altre conehiglie, le di cui spe- cie non erano determiuabill. Vedeasi pero di quando in quando qualche piccolissimo buccino , de' trnchus dei turbo microscopici interi o rotti, qualche cerithiitm, un qualche dentalium, de' frantumi di serpulae ec. c questa medesima sabbia calcare, nella quale giacciono le con- chigiie intere che esporro in catalogo, era quella che serviva di ceniento per unire in gruppi i medesimi te- stacei conservati nello state d' inlegrita , e quegli altri rotti o ridotti in frantuine, che in masse legate dal ce- mento calcare osservansi in quel locale. Tanto la sab- bia perOj'quanto le conchiglie deierminabili o alterale, rinvengonsi unite a dei frantumi rololali di gneiss ed a delle lamine di mica, provegnenti dalla distruzione di quella roccia primiliva. I testacei determinabili sono moltissimi nello stalo di freschezza, puo dirsi, come quelli che trovansi nel mare Siciliano, ed appartengono quasi lutti a specie vi- venti ed esistenti nel medesimo mare^ cio pero non irapor- ta che molti individui non si rinvengano rotli ed alte- rati nella loro superficie. Queste osservazioni mi portano a credere , che i fossili da me ritrovati appartenghiuo ad un periodo piu recentc del terziario, e senza molta difficollu riferir pos- sonsi al sabbione conchiglifero ( gravier coquiUicr ) dei moderni geologi francesi. DEI CONTOP.M 1)1 :\m.AZZO 12.) Qucsto dejwsilo di fossili pero giace sopia un cal- care ccrtamente piu anlico, non solo per I siiol caral- teri oiillognostici e per la sua giacilura, nia per i fos- sili die coiitienc, i qiiall alterati ivi ritrovansi al segno chc per lo piu di essi il solo interno modello ne esiste^ in guisa che tale calcare compatto, di un colore grig- gio, a grana grossolana anzi clie no, appartiene sicura- iiiente al periodo terziario, non avendovi poluto scovri- re ne concbiglie ne modello inferno, ne impressione ester- na di lestacei appartenenti a terreno di altra epoca. Qiiesta roccia calcare istessa, di cni venghiamo di occuparci, giace sopra lo gneiss a cui trovasi fortemente nnita, in modo che alio slaccarsene de' pezzi , la roc- cia ])riinitiva teste cennala vi resta spesse volte aderente, come chiaramentc mauifeslasi in niolti saggi da me con- servali. Dopo di avere sommariamcnte descrillo il terreno ove rinvegonsi i tesiacei, oggetto di questo breve cenno passo alia numerazione dcgli stessi. CATALOGO Dei testacei rilrovali al Capo di INJilazzo in Yalde- mone di Sicilia. Classe de" Gasleropodi Succlnea amphibia Drap Lymncus paluslris Draj) Kissoa acuta Desm cc cancellata Desm cc Bruguierii Pay: Bulla lignaria Lin: i conuloides Lam. 35 umbilicaris Lin. :>i Pharaonis — Lam. Solarium stramiQeuni Lam, Turbo rugosus Lin. Pleiirotoma Vauqiielini — Pay. D> interrupta Lam. Turriltella terebra Lam. Scalaria comniiinis Lam. Monodonta fragarioides Lam. Phasianella Vieuxii — Pay. Natica glaucina Lam. 3) millepunctala — : Lam. M canrena Lam. 5j casta nea? _ Lam. Navicella lineolata ? Lam. Calyptrea Conus mediterraneus — Brug. 33 franciscanus — Brug. Cyprea lurida ? Lin. 33 pediculus Lin. 33 coccinella Lam Colunibella rustica Lam Volvaria trilicea Lam Mitra caffra Lam Buccinum mutabile Lin. 33 reticnlaliun — Lin. 33 serralum Lin. 33 nerileiun Lin, DEI CONTORM DI MILAZZO la' w gibljosuluni Lin. Cassidaria echiuophor a — Brug. Cfiilhium vulgatiim Brug. )j rail II la Brug. » Lalreillii — • Pay. JMiirex. hrandaris Lin. J) trunculiis Lin. 5j Blainvillii Pay. Triton nodiferum Lam. " scrobiculator — Lam. 5) cutaceum Lam. Ranella pygmea Lam. Fasciolaria larentina — Lam. Fusus syracusanus ■ — Lam. " lignarius — Lam. Rostellaria pespellecani — Lam. Vermetiis gigas BUnma Haliotis tuberculata Lin. Fissurella nimbosa Lam. 3j crassa ? Lam. jj greca Lam. Emaiginula fissura Lam. Patella cochlear Emel. " vulgata Lin. >j punctata Lam. >> Bonnardii Pav. 3> Lamarckii Pay. Classe degli Acefali Peclcn lacobeus Lara- i' ]>lica Lam- varius Lam: laS - suLLE cojfc HIGl 5:> sanguineus Lima squamosa Anomia cepa Spondilus gederopus Pinna nobilis Nucula niargaritacea — Area rfohe 3> Barbata 33 antiquata — Pectunculus glycimeris — » pilosus Mylilus edulis Cardita crassicosta — Chama gryphoides — 33 unicornis . — Cardium ecbinatum — 33 sulcatum — 33 laevigatum — Tellina virgata — nilida — Lucina reticulata — 33 lac tea — Venus verrucosa — 33 rugosa — 33 disera — Cylherea cbione — 33 exoleta — Lam. Lam. Lin. Lin. Lin.(a^ Lam, Lin. Lin. Lin. Lam. Lam. Lam. Lara. Lin. Brug. Lia. Lam. Lin. Lin. Poli Lam. Gmel. Lin. Lin. Lam. Lam. (d) Noil ho rilrovalo clie de' fiantuiiii Ji rjucslo gciicre clic ho cieduto rapportare n qiicsta specie. .sni.T.F. CONCHIGLIE FOSSILI 1 29 Mactra stuUoruui — Gmcl Crassatella douaciua • — Lain. Ami)hidesnia donacella Lain, Lutraria solenoides? — Lain. Solen ensis? — Lin. Psammobia floiida? -— Lam. Classe de' BracbiopodI Terebratula vilrea — Lam. 3> caput scrpentis — Lam. j» truncala — Lam. Classe de" Cirropodi Balanus tiulinnabulnm-- Lam. N. B. Oltre de' testacel auuotali nel catalogo, lio liliovalo in quel locale alcune specie di dcntaliuni, molle astree, alcune madrepore e millepore, \ari echini e degli Spa- tang us. jiii Mead. rot. xrr. i: I DESCRIZIONE DEI MARI DI MESSIKA Del socio corhispondenie NICOLO PRESTAWDREl MESSrKKSK Ixtta fiella tornata del 21 Diccmhre 1837. JLiO aver non maj negletlo in taliinc ore del gior- 710, che (lallo esercizio della fannaria ini si coiiccdono, ]a ricerca dei crustacei per r|uesti anienissimi lidi pei- luslrando, friUtavanii la conoscenza di non jioclii indi- vidiii anTallo in alloia conoscinli. II pcicliu ne descrissi taluni, cbe pubbllcai nell' Effcmcruli scwiitifuhe c ht- tcrarie per la Sicilia, Niimero 16, aprilc i833. E poi- clie tra mollissinii altii, clic da qnindi iiinanzi mi so- no ])er niaiii venuti, t;bbi la bnona veutura abbatfeimi in due al Inlio nnovi, estirno percio di qui darne na- turale descrizionc, iicrcbt" possa, clii alio studio di tal lamo di scicnza si addice, aggiustalc ronoHenze af([ui- starne. Porlinenle ai Poriunidi <■ il juinio, ciio f[ui ven- go descrivcndo. E ])iaccmi Poviunns Mnnis^ii^ttd ap|iel- larlo. iSa DESCRIZIONE DecapodI Bracliiuri Porlunus Maravigna -- Testa granulata, corallina, macidis albis rariter consparsa - Fronte quatridentata ,• dentibus crenidatis, intermediis angustioribus - Postico dente antico - laterali utroque latere validissinio, oriz- xontali, spiniformi - Brachiis spinosis. Kosso-corallo chiaro, con alquante raaccliie blan- che raramente sparse sul torace, e il color! to di queslo elegantissimo crustaceo. E macchiate parimente di bian- co sono r eslremila delle articolazloni dei piedi canimi- natori. Assai bene indicate e sparse di minutissime gra- nellature sono le regioni del torace*, di cui il margine posteriore e rllevafo crenulato. E quatridentata la fron- te coa i niargini dei denti crenulali ancora: sendo pe- ro di questi gli inlermedi piii ristretti , ma lunglii quanto i laterali. Le anlenne esteriori, piu lunglie di quelle di mezzo, sono formate di molti piccioli artico- li, ed impiantate sul lato interno alia base del pedun- colo degli ocelli^ ed agguagliano per due terzi la lun- ghezza del torace. Gli occhi sono sferici, nerastri, so- stenuti da grosso e corto peduncolo cilindrico. II mar- gine superiore ed inferiore delle fossette oculari e cre- nulatoj pero il superiore a due fenditurej 1' inferiore por- ta due aculei, dei quali quello del lato interno e cre- nulato^ quello del lato esterno e piu picciolo, non cre- nulato. Mnnlli di cinque acutissimi denti sono i raargi- ni antico-laterali del torace, il primo dei quali ed il secondo sono fra loro piu vicini , e si diriggono con- vergentementej il lerzo ed il quarto impiantati piu distant! r uuo dall altro, s' incliinano in verso la fronte^ il quin- to, lungo di otto liuee, a sernbianza di forte spina, e si DI DUE NUOVI CRCSTACET 1 33 »liiigc afl'aUo lateralmenle. Sono tulli del colore del lorace con 1" estremlta color cafTe cotto. Piedi-mani Iiie- ^iiali, sendo la dritta piu grander di loro il terzo ar- licolo c prisrnatico, assai ])rofondarnente inciso sul lato iiifei-iore jiclla inscrzione del corpoj e porta sii gli an- goli siipcrioii due Ibrli spine, ciou una suU' angolo in- terno, sull" angolo esterno 1 allra alquanto incurvata. II corpo e sparso siipcriormentc di moke spine, tre delle fjuali, piu grandi delle altre Irasversalmente disposte in su r istessa linea ed irapiantale molto distant! 1' una dair altra, sono una sul lato esterno, T allra nel mezzo; e la terza sul lato interno, lunga di quattro linee, piii grande di tutte, porta verso la base due altre picciole spine: e inoltre il carpo nel lato inferiore assai profon- darnente inciso pella inserzione dello articolo prccedente e della mano. Le mani anno cinque costole rilevate cioe; due superiormente, delle quali quella del lato in- terno e tuLeicoIata sino a due terzi della sua lunghez- za, laddove porta una forte spina lunga di tre linee; siegue quindi la costola assai meno rilevata senza tu- bercoli, e termina in una spina molto piu picciola: la costola del lato esterno comincia con un grosso luber- colo, e porta per tutta la sua lungliezza fovti spine incurve, tramezzate d' altre piii picciole: le altre tre co- stole, due laterali ed una sul lato inferiore, sono piu o meno tubercolate. Tutte le spine dei piedi-mani sono bianche colla estremita color cade cotto; pero quella del lato interno del carpo a una banda bianca^- quindi una rosso-corallo cliiara e la estremita come le altre. So- no fortissimo le dita, costolate, solcate, incurve, verso r estremita brunastre: e inoltre il dito mobile superior- 1 34 DESCmZlONE meute ])i-denlato alia base; codesti due denti formano jl cominciamento di due costole. I denti molari della dritta souo molto grossi ed assai ottusi: quelli della si- nistra pill piccioli ed alquanto acuti. I piedi cammina- tori sono lunghissimi e compress!: il terzo arlicolo di ciascuno di essi e nel lato inferiore molto jjiofoDda- luente inciso pella inserzione del quarto^ e sul lato sn- periore i: trasversalmente inciso: inoltie quello del quar- to pajo lia la lunghezza del torace. Gli uhimi ire ar- llcoli del secondo, terzo e quarto pajo sono assai com- press!, solcaii superiormente e lateralmente: e lo estre- jno ('unghiaj e anco solcato inferiormente, incurvo e lungo quanto lo articolo precedente. 11 quinto e sesto articolo dell' ultimo pajo sono compressissimi, cigliati: e solcato il quinto e lermlna in un dente: e leggermente costolato il sesto e porta alia estremita ima spina assai sottile. E assai raro I individuo, ne mai ilnvieusi insieme agli allri Poj'tunidi. DifFerisce al tutto del mio Porlunitx i?ia- cropipiis ( Ejfemeridi n. i6 pas,, 4 )• '^^ P^'" al'''o asso- mlglia al P . longipes (Risso ), die per avere i piedi cam- ijiinatori assai lungli!. Gredei, intitolandolo al chiarissimo professore Ma- lavigna, dargliene un segno di stima e di amicizia. Al genere Cryjdophtolmus, slabilito ])er il Eafi- yiesque, spelta altro nuovo individuo, clie io, pel ine- ritissinio professore di Zoologia in ([uelia R. Universita di Napoli, volli Crfptop/italiniis Costa appellare. Dcra])odi IMacruri Cryptoplilalnius Costa - Corpore oln^Dccn: anlcjinis interioribns hifidis , exterior ibiis siinplicihus , loiigissimis. DI DUE NUOVf CntJSTACEI 1 35 basi appefidici spiniforme instrucfis: thorace, utroque la- tere, iilira frontem globuloso et in spinam producto, ocu~ losque tcgcntc: frontt spina altera loiigiore mimita. Ha il corpo questo crostaceo color di olivo , col- r eslreiiiila delle dila ed i cigli delle appendici codali color arancio. 11 corsalelto si proliinga in su i lati ol- tre la fronte, coiiformaiidosi in due globoli, che ricuo- ]irono perl'eltamente gli occhi, ofTrendo solo una angusta apertiua al di sotto, e portano ciascuno sul davanli una jiicciola spina: tra i prolungamenti del corsaletto , Ini- j)iantata in suUa fronle , stassi una spina piu forte 0 ])iu hinga. Antenna di mezzo a due fili incgnali: antenne lateral! seniplici assai lunghe, e fornite alia ba- se di un' appendico spinilbrnie. Mani ineguali, sparse di iorti e iunglii jjeli, protondamente verso T estreniita e irre^VJl'iruientc solcate; secondo pajo di pit'di didatlili, di undici articoli |)Iu liinghi e j)iu gracili degli allri , Sqtiame caudali cigliate, di qiiesle due di ciascon lato so- no sostenute da un peduncolo comune, ilie porta due S|)ine superiormente; la sqnama esteriore a sulla estremita esterna nna picciola spina: la sqnama cenirale c ses- sile cunciforme, sendo piii larga alia base e piu strella all aplce, ed e superiormente niunita di sei picciole spi- ne simmetricamente disposte cioe, (\un alia estremita, due nel mezzo ed allre due verso la base. Questo crustacco dimora jier ordinario nolle fendi- lure delle pietre, die rattrovansi nel mare, alia j;rofoQ- dita di i8, a ?.o braccia, in sull'enlrare nel porto di Messina, ed assai di raro rinviensi sbalzato dalle onde . in snlla spiaggia. ^^ivo ]icr molte ore ancbe fi:ori del- 1 arqua. Tra gli individui, che polei proccur.rmi , a 1 36 DESCRIZIONE questa specie pertinenti, non ve n' ha alcuao che oltre- passi ill luughezza le dodici linee. Differisce dal Cryptophtalmus ruber R. per aver le antenne anteriori a due fili: i prolungamenli del corsa- lelto miinitl ciascuno di uaa spinaj e la squama cauda- le centiale fornita di sei spine simnietricanieote disposte. La differenza del numero dei fili dalle antenne an- teriori, assegnata dal Raliaesque come carattere generi- co, fecemi assai tempo stare ia fovse, dovessi di questo mio crtistaceo fame un uuovo genere, oppure come uaa nuova specie di quel genere descriverlo. Per la conslderazione di bene indicare quel noma i prolungu- iiienti del corsaletto, clie ricuoprono gli occhi, il che, a quanto parmi, debbe fofmarne il carattere solo esclusi- vamente generico , fecemi il mio crustaceo come una Buova specie di quel genere ritenere. Queste mie, coniunque si fossero, scoverte chiaro addimosirano, di assai presentare acora la Sicilia oggetli iiovelli in fatto di scienze naturali, a malgrado delle spesse ricerche, che vi si sogUouo praticare dalliSlranieri. I 0 MATERIALI PER LA COMPILAZIONE DELLA ZOOLOGIA DELL' ETNA DEL DOTTORE GIUSEPPE ANTOMO G4LTAGNI SOCIO ATTIVO SEGRETARIO ALLA SEZIONE DELLE SCIENZE FISICHE sull' ordike DEI MAMMIFERI RODENTI J^e la Zootomla e lAnafoinia trascendeiite, con- teniplando filosoficiiinente gli esseii tulti del vasto regno animalc , e le forme diverse che indossauo, seguendo ogni lessuto ed ogni organo nei loro vari gradi di sviluppamenlo , e fissando le leggi della correlazione dellc lurme , della generazione della subordinazione e deir associazione progressiva dei diversi sistemi di or- ganizzazione fra loro, j)osero in chiaro in zoologia dei gruppi d' individui che si rassoniiglian per il jiiano dei loro organismi, e die a ragione dir si potrehhero delle Alii Jccad. FoL XI f. 18 1 33 FAUNA natmall famiglic^ si predistingue perC. fra tuUe esse vie- niolto r ordine clegli animali Rodeiili, che per la fini- tezza dei caralleri zoologici, a 'diiilto dir si polrebbe l,t seconda fra le natmali faniiglle del regno animale. Qiiantuiiqiie l' uiiita di composizione organica ci fa enunciar francamente con un insigne zootomista del se- colo, cbe il regno aniniale e uoicaraente l' idea dell' aiii- malila dispersa nello spazio e il tempo, che ogni ge- nere, come clascuna specie, le fiinzioni d' un organo nel gran tulto riempie, e che la railieforme organizzazione animale ad uu solo e medesimo tipo |)rimitivo riducesi, mai sempre pero in fatto di morfologia zoologica , vi son delle forme fondamentali di troppo, che indossano immagine propria e particolare del tutto. K torna agevole infaiti far rilevare i caralteri dif- ferenziali dell' ordin predelto, che sono degli animali ijngnicolati, rjiiasi sempre di picciola taglia , nella cui forma del corpo ia parte di dietro sorpassa qnella di innanzi, in modoche sallano piucche iion camminano, e che hanno agli eslremi dell' nna e deU' altra mascella denti fori!, assai liinghi, detti incisivi, e dei molari di- \isi per nn intervaUo deciso. A porgere quindi negli esserl zoologici di che si iralta, il modo di rinniono, !a ]Moi)orzione di sviluppo, il numero e la lignra degii organi loro, per nietlere in chiaro la cftigie organica cite veslono nella catego- rla della serie mammiiera, e a meltere innanzi alcun che, snllu modificazioni che 1' esercizio fiinzionale in cssi rivesle, o raeglio snlla loro lisiologia speciale, e da dir primamente, cho i Rodenii son dei inammiferi di parvissima mole, c il loro corpo come il loro organi- F.TNE\ 1 3g smo iKjii presenta lunglie dimensioni tiagrandi . II nu- mero niaggiore di essi non isloulauasi dalla grossezza d' un sorcio. eccelto il casloro T istrice il lepre , che sono i piu giandi individui di quesla lamiglia animale. Presenlaiio il loro corpo slrello alia region delle spalle, e rigondato all indielro, e la forma di esse tale si mostra che la parle posteriore lanteriore sorpassa ol- Ireniodo, e gli aiti conispondeuli la stessa prej)onde- ranza dimoslrano^ digui&ache essi cos'i conformati salta- jio piutloslo di quanta camminano, e piu agevol le toi- na a slaluir 1' uguaglianza delle lore zampe di senipre salire come fa il Lepre (jualora viene inseguUo dai cani. La testa ossca di <|uesli aniniali e sem])re ]iiatu ed arcuala dall' iiinanzi all' iiidietro la mascella inleiioie si articola per un coiidil.i longiludinale, mode d artico- lazione che le permelte un dopjuo moto in avanli c in- dielro, neccssario (roj)|x> jier la specie di inaslicazione che essi fauno dei cilU- ETNKA J 43 calissima dei riiininanli, che sono i mammiferi che len- ^ono r apparecchio dell' assurzioue aliraentare, al piu al- io llvello di sviluppamento, e di complicazione ia tut- ta la catena aiiiiiialo. Le I'unzioni dell' asse cerebro-midollare degli ani- mail Rodeiiti e la'llsiologia del loro sistema nervoso, in alcun modo fii niessa in hime, polclie i fisiologisti del giorno, assai piu di quelli dei secoli scorsi, e Ma- gendie Desinoulins Floiirens Serres Lacrampe-Loustau Foville Pjnel Grand-champ Coster Rolando Tiede- inann Meckel Cams ed altri mollissimi, sui mammi- feri rodenti, e sui conigli, e sni porcelli d' india, hari- no operato le loio sperienze fisiologiclie col nietodo co- tanto invalso dcUe vivisezioni, per determinarc « loca- lizzaie, per (^uanto era possibile, le diflerenti funzioni specifiche dei vari gangli nervosi di che assomma 1' asse cerebro-midollare in interoj e fissare cosi come rilevasi nelle opere di zoobiologia e di iisiologia anlropologica, le azioni peculiari, e gli nffizi funzionali dislinti , che indossano le circonvoln/ioni rerebrali, il corjio calloso, i corpi slriati, i lalarai dei nervi ottiri, il cercbello e le sue parti diverse, il lobo del quarto ventrirolo , la midolla oblongata, e la sj)inale midoll;). E qui tenendo conlo dei fenomeni fisiologici del cenlro nervoso dei mammiieri di che .si tralta, noii dovrebbe aegligersi di metier parola sui fenomeno del- la letargia periodica e conservatrice, di die qiiesti anima- li in alcune stagioni s' investono , e clie a diflerenza deir istupidimento in che vivori piu tempo molti zoo- fili, e pill inselti, e piu vermi e altretfali congeneri, dei dermo-vertebrati, dipende da cause dilVerentissime, 1 44 FAUNA I Rodenti, gV insettivori esclusi e qualche altro dila- nlatore sono I soli degli animali mammiferi clie presentaao il feaomeno fisiologico dell' ibernantismo. Negli animal! antidetti, il sonno questo stato fisiologico cosi necessario in tutti gli esseri vivi, alia conservazione dell' esercizio ofganico, ed alia continuanza del fenomeno misierioso del movimenio vitale, bastevol non mostrasi a restaurare le forze fisiologiche gia use dagli ufiizi funzionali diversi, ed hanno mestieri pero di assounarsi piu a liingo e piu tempo cadendo cos'i nella lore letargia conservalrice. Mettendo parola suU' esercizio delle loro funzloni fisiologiche in tale specie di sonno, dall' asseadrnento Concorde di vari osservatori , e diligenli e preclari si vien di conoscere die la circolazione non esiste che nei soli grossi vasi, che parlon dal cuore. La fiinzione di respirazione, e scemata per qnanto ne ha sperimen- tato Saissyj consuniano questi animali nello stato letar- gico meno dose d' ossigene, e a dilungo possono vivere in un aria alia combustione inadatta; e senza dar peso alia osservazione di Sultzer che pretende che l' Hamster non respira per nulla, si e convinto Mangili, situando una Marmotta soplia sotto una campana, che invece di centooinquanta ispirazioni in una ora, non ne aveva piu di quatlordici. La funzlone delle calorificazioni ri- ducesi quasi ad inerzia intera, e la loro temperatura sta in ragione diretla di quella dell' atmosferaj osservava Reaumur una Marmotta colla sua agilita ordinaria, come- clie un freddo sofTriva di cinque gradi sotto lo zero. La respirazione pero come in tutli gii esseri zoologici. ha ancora molta influenza sulla temperatura degli ani- mali ibernanti, slanteche sperimentava Saissy il calore KTNF.A. 145 giunto solto lo zero elevarsi a trentasci gradi, per la so- la accelerazione dei moti icspiratori eccitati da un azio- ne meccanica. E le funzioui di locomozione , e la funzione del latto sono sospese quasi del tulto, ma non pero mo- slrasi estinta la lore irrital)ilita, poichi; notava Man- gili che il freddo clie uccide gli animali ibernanti li ri- sveglia dapprlma, II grado di letargia conservalrlce non e in tutli gli esseri ibernanti unlforme e lo stesso ^ che se bisognano nove o otto ore alia niarmolta per riprendere la sua temperatura ordinaria, non bisognano die sei ore al ric- cio, ([uattro ai cliiropteri, due al niartoggio, come rile- verenio scendendo ai parlicolari della descrizione zoo- logica di questi individui. Gli esercizi della funzione til generazione negli ani- mali Rodenti, qiiantunqne non potrebbero stare a paro per nulla colla fecondita dei reltili dei pesci degl' in- SL'tti, sono forse pero i pin prolifici , e i piu fecondi di luttl gli individui della classe mammiferaj c che av- visarono a male \uart, reputando i carnivori piii ])rolI- fici degli erbivori, e Virey enunciando che i carnivori contcntandosi ordinariamente d" una femmina una figliuo- lanza copiosa produjono, e che la carne somministrando piu sostanza nutriliva che i vegetali gli animali car- nivori presentano numeroslssima prole mentre gli erbi- vori non danno che uno o due figli^ dappoicho mctten- do a paraggio e gli animali Rodenti che sioguono una nu- tritura per lo piu vegetale, e gli animali carnivori cbe si cibau di carni, rilevasi rhiaro che le lepri che mettono in luce da otto a quindici ligli in ogni anno, i sorci co- Alii Accad. Vol. XIV. 19 J 46 FAUNA muni die ne procreano da trentasei a cinquanla, i por- celll d' India clie ne producono siuo a cinquantaqualtro, i couigli die ne partoriscono annualraente, da dnquan- ta a dnqnantasei, come diremo facendo la sloria zoo- loglca di dascuno di essi individualmente, sono assai pill fecondi della ligre e del lione, die non ne fanno die qiiattro o cinque in ognl anno, e del gatto e del- la talpa, die sebbeue i piu fecondi fra gli aniniali cai- nivon", non arriva il prime die a diciotto in ogni an- no, e la seconda a dieci individui. Delle numerose famiglie dei niammiferl Rodenti non stanno nei contorni dell' Etna, ne gli scoiattoli, animali snelli come vivaci, emblenia finito di altivita d' indu- strla di pulitezza indicibile , die vivon sempre sugli alberi saltando di rarao in ramo, come gli uccelli; ne gl' intelligenli caslori tanlo animirevoli nelle opera loro, che stanziano alle rive dei fmmi: e vi si trovano po- chi individui del genere lepre, ratii, e cavie, die scen-^ diamo a descrivere. LE LEPRI LEPUS Linn. II genere di die si favella il yia nalurale, e il piii variato in ispecie di tutto Y ordine degli animali Rodenti, tiene un caraltere differenziale oltremodo distinto, nei suoi incisivi superiori al numero di quattro , men- tre gl' inferiori sono al numero sempre di due. I loro molari al numero di cinque, vengon formali di due la- mine verlicali congiunte insieme e Irovasene in alto ETNEA I 47 una scsta e picciola e seinpllce. Hanno cinque did cli innanzi, ([uallrci di dietro, Un cieco enoime, sei volte piii grande die lo stoinaco, e munito all' indentro di una lamina splrale, che ne percoire la lunghezza. L'in- terno della bocca e il disotto dei piedi sono fornili di peli come il rimanente del corpo (i). I loio caialteri secondari peio cosi costanti assi- milandosi ai loio caratteri generici, rendono assai ma- lagevole la distinzione delle specie. I zoologi intauto dair accurate e diligenlissimo esanie delle loio teste os- see, sono giunli a caralterizzarne dieci specie distinte cioe il coniglio Lcpiis cuniculus la lepre conuine L. timi- diis la lepre variabile L. variabilis la lepre nioricolle, L. nigricollis la lepre d'Egitto L, egyptlus la lepre del capo L. capensis la lepre delle rocclie L. saxalilis la lepre bra- siliense L. brasiliensis la lepre d' america L. budsonius. jVei contorni dell' Etna pero non ne stanziano die sole due specie il coniglio e il lepre limido, IL CONIGLIO Lkpcs Cuniculus Ll?.'>EO Pulbila ovnnquc dei contorni dell' Etna, ed.e la specie la piii unnierosa dei mamniiferi del nionte. 11 bosco non ne alljerga multi, ma il tralto piemoutese ne porge gran mimero, ed in ispecie le correnti pirogene piiiccbe i vigueti e le terre a coltivamento. Ha il Coniglio dell' Etna sempre a iin dipresso co- (i) Cuvicr op. cit. v. i. p. 2i5. 1 48 FAUNA lore griggio, e rare fiale vedesi nero, o di peluria mi- . sta, lieue 1' ingiu della coda il ventre il pelto ed il collo biancacci, e le sommita delle orecchie che sono nude tinte di nero. Preseniasi di mole varia troppo, d' onde 1' opinione e prevalsa , ma non pero vera, deir esistenza di specie diverse. Ma conviensi al sicuro, che quei delT erle pendici della zona sublime, e della regione selvana, sono men grandi di quelli che ada- giaiisi neir inia caloiosa regione e presenlano un pelo alquanto piu foltoj dignisache quelli del bosco presen- tano la lunghezza di poUici i3 la slalura di poUici 7, e la loro coda mostra 1' estensione di pollici 2: trat- lantoche quei della regione ima lianno la lunghezza di pollici 14, la staLiira di pollici 9, e la coda e piu liinga di pollici due e mezzo. Qiies!a discrepanza di taglia sorregge meglio l idea che sifTatto animale, co- meche sparso nellu temperala Europa, dai climi calo- rosi originario fosse, e dalla Spagna secondo Cuvier, e dalla Spagna e dalia Grecia secondo Buffon. E meglio cio ravvalorasi se vi si arroge, che nelle regioni nordiche e in Isvezia, jl coniglio non vive che per enlro le case , e muore meltendolo in selva, rnentrechc esisLou all" apcrto dipoi nelle contrade Afri- nc e uell Asia. A differir dalla lepre il coniglio si adagia in sicu- ro riliro sotterra, e porge i falti d' una qualche intelli- genza e di circospezione ed'astuzia, nel variare i suoi asili al volger delle etagioni, e nelL' adagiarsi in luoghi monliiosi , aerati, e in spaziose tane negli estivali ca- lori, e in sili j)iu riparali, e copeiti e in cavi meno ampt, e piii merigiani, ed apiichi, ail' infierire dei verni. ETNEA 1 49 Cotali riliri solterra nel conlorno del monte, per quantn dai villicl etnei e dal cacciatori si assenle, pas- san dai padri ai figli ai nipoti, e si trasmettono di di- sccndeiUc in discendenle, senza iiscire dalla famiglia, cccello il caso, di aggrandire c di accrescere gli ap- ])arlaincnli, qualoia qnesla piu mimerosa diviene. Cosi la projiriela clie e un isliliizione della natura presso gli animali, nel Coniglio dell' Etna mirasi pure, come nella martora nella volpe nel lupo, die jier quanto dai di- lellosi di caccia si alTerma, occupano un silo peculiare niaisempre, ove la nulritura piu abbondevole mostrasi, e d onde tutti i novelli vegnenli, e gli estranei sono fu- gati air istanle, Dai uatLiralisti conviensi che tale mamraifero vive uelle tane in compagnia ed in truppe, ma nelle adia- cenze delT Etna come la lepre il Coniglio vive isolate eccetto di viver in famiglia e per ispazio breve a por- gcr soccorsi ai neonali suoi figli. Non mostra svilnppato per nulla 1' islinto dilania- lore, c erbivoro al lutto, e si nutre di foglie di se- menli come di fnUla. II Coniglio senle vicmolto 1 istinto dell amativita, e mostrasi oltremodo fecnndo, e piu assai che la leprej si sgravida piu di sette volte in ogni anno , mettendo in luce in ognun dei suoi parti tre quattro e sei figli. La geslazione dura giorni veutinove, e la lattazione non oltrepassa ventiuue giorni. E qui sta all' uopo il iiotare i Conigli selvalici Etnci coi domeslici raetlere insieme, e produrre, che non e infrequenie, nelle case pnglia- resche dei rampi oveclio la coppia viene a smem- brarsi, accorrer jier enlro di quivi, un qualche mascliio i:)0 FAUNA o femmlna selvatica, secondocche la bisogna lo vuole, e amicarsi, e prGiiiicar tosto toslo; e bene spesso succede che il Conlglio domestico divenghi selvaggio , e lasciala r abllazlone dell' uomo, corresse all' erma campagna , a scavare e ad adagiarsi iu un ritiro solterraj e 1' inselva- ticliimento particolaimente s avvera qualora accade rni- schianza, e feconda e produtliva inischianza, tra il sel- Yaggio e il Coniglio domestico. La caccia di questa specie animale nelle adiacenze deir Etna e troppo agevole e di vario modo ^ si fa colle reli, e coi cani, che lo riucacclano fuoii la tana, col lacciolo fra luoghi strelti , ove suole esso passare, coa longanimita aspeltandolo al covo, ove a saltellare SI porta. Ma quale che siasi il vario modo di caccia, eccelle fra tutte, quella che nei rigldi verni si fa sul- le nevi, e quando queste anziche impietrirsi e gela- re, restansi tenere e serbano illese le orme che vi si sono impresse. Seguonsi con diligenza in allora le ve- stigia die i Conigli coi loro cammini lasciano sul mol- le, e cedevole suolo, e in tal modo vanno diitti e sicuri sullo stampo nevoso delle orme di qnelli, e sorprendonsi subitameute e raai ne fallisce il rinvenimento. Tal sorta di caccia da moltissirai fassi, e da guada- gneria sospinla pure la minuta gentaglia dell' Etna se ue Uiette alia cerca in tutli i luoghi , e nei siti diversi, senza scoraggiare ai rigori del freddo. Ma fra tante malagevolezze le voglie loro rendonsi pienamenle soddi- sfe, e stanchi e infiacchiti delle membra, riedono one- rosi di prede di guisa , clie per approssimazione dir si polrebbe che si dibtruggouo meglio di cento conigli ogni voita. 11 Coniglio porge alle arti malerie, e colla ETNEi. l5l pelle e col pelo, c al coltivatoii del venire piacevole cibo. A differenza del lepre niostra il Coniglio dell'Etna sviluppala ollremodo la educabilita, e vive domestico in tiilla la regione abltala del montc^ e in allora e per il calor piu elevato del lor domicilio, che ben piii si afTa alle condizioni del loro organismo, e per la nuiri- tura pill abbondevole e agiata le funzioni di assimila- zione loro prcsentano Yiemmaggiore rigoglio, la loro taglia o poco piu grande, la pekiria loro piucche mai svariala, notandosene dei giiggi dei bianchi dei mac- cliiali dei neri dei gialli, e vestono tutli iin indole molto pill ingentilita^ le funzioni di procreazione maggiore at- tivita lie dimoslrano, e cosl fecondi si vedon che in un anno niettono al giorno piu di sessanta figli. LA LEPRE COMUNE LEPUS TIMIDUS Likn. Difiiiso a tnlta la supeificie del globo il Lepre co- inune polre])be dirsi abbondevole tropj)0 nelle plaghe deir Etna e in lulte le sue regioni. Prediligge a sog- giorno la regione silvestre, alberga vieniollo nei boschi piu folti piu solinglii e piu nordici e nolle baize iua- cessc e deserte, e nella piana di Catania si dimora ben- si che limita col canlone piu basso della regione pie- denionlana dell' Etna. 11 Lepre Etneo nella mole moslra poco divario, e tiene sempre una stessa grandezza, nia quei di monla- gna ]iiu grossi si vedon di quci della regione prima. Qiiolli che slanziano nei ridossi dell' ignivomo monlc tSa FATTNA porgoiio il peso di piii di tre rololi, e spesso di quat- tro , laddove qiielli dei campi sativi e della plana di Catania iion oltiepassano il pondo di rotoli tre, sempre osservando uua difl'erenza di peso , a vantaggio della femraina, clie inostrasi piu grossa viemolto,- falto cosi clie ravvalora 1' idea queslo vivente dai cllmi freddl origi- narsi, anziche dai temperati o dai caldi come il coni- glio. ¥^ tattavia o fosse per la deserla soliludine, e per la diflicilezza di fame caccla, a mancanza di nevi, o fosse pel nnlrimento abbondevole, o qualunqae la ca- gioii se ne fosse questo aulmale frequenta vieppiii nella calorosa regione della piana di Catania, che nei gioghi alpestri dell' Etna. Mostra questo mammifero dei nostri contorni, pe- Imia griggia nell' interezza del corpo, colore cenencio air insii della coda, che biancheggia al disotto , e le orecchie della testa assai piu lunghe della estensione si vedono di quattro pollici e tre liaee, ceuericie indietro e alia sommita nere. Ha statura di undici pollici, dalla sommita delLt spalla air estremo del piede di innanzi, e di uii piede e due pollici dai lombi al piede di dietro,- la lunghez- za maggiore e di un piede, e otto pollici, le oreccliie hanno la lunghezza di quattro poiiici e sei linee e la coda corta di troppo, appena segna la estensione di tre pol- lici^ gli arti posteriori sono degli anteriori piii luiiglii di- guisa , che i primi segnano la lunghezza di uudici pollici, laddove i secondi non oltrepassaiio pollici otto. E pero che le torna jiiii agevole il salir che \o scendere comeche fosscro gioghi inacessi o erlissime baize. ET.NEA 1 53 II manimlfcro di clie si tralta avvcrte senza in- cessanza 1' istinto della jirocreazione, e resta niai sem- jire invaso di amore, comeche lo fosse con jiiii violen- za in genuaio , in i'ebbraio, ed in maizo, e siegue il maschio lunghi camniini sino a conere dodici miglia, come dagli etnicoli dicesi , per trovare una femmina la quale stanzia sempre nei sili medesimi. Oltremodo moltiplica, e a fecondarsi perviene, me- glio di cin({ue volte in ogni anno, mettendo in luce due tre e qualtro lepralti, dojio la bieve gestazione di di ventinove, dietrocch^ si congiunge losto col maschio e si congiungoii bensi quando son pregne. II senso del- la filogenitura e sviluj)pato in alcuna luaniera, e la ma- dre allalta i figli con cura ma per venti giorni soltauto o jioco piu, ed indi si ciban da so. Non mostra svilu])pato per nulla 1" istinto dilania- tore, abborrisce la carne, e si nutre di foglic, di semi di radici , di I'rutta, e nei boschi dell' etna preferisce la seinente dei pini e sempre mostrasi erbivoro. Privo del tulto del senso della meccanica, e della costruzione, non si editica alcuna tana sotterra come uno asilo piu sicuro, e a cielo aperto si sta sul covo sempre sul pianoj si adagia fra due zolle di terra, ac- canto un cespuglio, vicino una macchiaj e secondo le slagioni muta 1" alloggio, presceglie le posizioni meri- giane nei verni , e le posture ventilate, negli estivali calori,- ma non pero ])aventa dei freddi, clie quando il suolo lutto si riveste di nevi sopra queste dorme e ri- jiosa. Prende sonno di giorno, c la notte mctlesi in liiolo e lascia 1' alloggio. JUi Jccad. Vol. XI y. 2 0 1 54 FAUNA Non vedevisi svilnppata di troppo la facolla di educarsi, e sebbene il lepre selvaggio si riduce domesli- co, sempre miiasi liinido, e non amicasi troppo col- r uomo. L' asluzia non e poca nel nianimifero di che si tratta, e i dilettosi di caccia conoscono i capziosi rag- giri che fa per evilare ed ingannare i caui che lo inseguo- no tanto. Questi colla scorta del loro emiiiente odorato le vanno dietro reggendosi cogli effluvi che si emanan- da esso. 11 lepre impero baite qualche tempo il sentiero medesimo, poi si riconduce sui propii passi, devia di fianco, addenlrasi in un cespuglio, e vi si apjMatta; i cani seguono il senlieio, ])assano inuanzi la lepre, e fal- liscono: come questi si slungano nei loro camniini esce dal sito ove giaceva, ritorna al sentiero confonde le orme, e raelto gl' inseguitori in iiigauno. Cangia mai sempre di astuzie, e secondo le bisogne, e le circostanze reggesi sempre; quando, esce dal covo, si slarga a dislanze longingue, e in un cespuglio s' immelte, quando s' iramischia ad una gregge di pecorej quando, si nasconde solterra;, quando salla sii di una prisca nuj- raglia e framezzo 1' edera ascondesi ; quando obbliga un altro lepre per abbandonare 1' alloggio, ad adag • giarsi cola. Cos! va lorna gira volteggia a confondere la direzione della gita , cogli op[)osli movimenti, ed inganna tolle sue astuzie sempre variale e novelle i cacciatori ed i ,cani. Di cotaLe mammllero se ne Irae vanlaggio di piu cose e distinte; con sommo gusto si raangia la carne; si iisa la pelle a svarievoli uffizi, e si melle ad ntile il I'clo per costruire i cappelli. I KTNKA lO:) La caccia del k'prc dell' Lina fassi nei bassi din- torn! del nionfc, e ncHe estesc [)iamne col levriere, e coilo scoppio uelle peiidici erte della regioiio selvana, e seiupre in ogni stagione dell' anno. 3Ia sovra ogni ([iialunque, ad tiuinenza piimeggia e trascende, 1' ulile per quanto inalagevole caccia, clie mellesi innanzi quan- do r enorme montagna, Jiei rigid! verni vestesi di densi slrati di neve. In allora ailanti di ardire , come di forza e destrissiuii delh persona, i volenterosi di cac- cia, deir estiemo confine della rrgione abitata e del villaggio di Nicolosi in ispecie, s' incitano a vicenda e s" avviano al fatichevol viaggio, nel ruor della notte, e scorli soltanto dal lievol barlume di luce languida e sniorla, 'N. E un genere di rodenli mammiferi caralterizzali e disliuli per due incislvi superiori assai forli levigati an- teriormenle lerminali in forhice e due inferiori forli e lui poco compressi laleralmentej per quattro molari di tiascun lalo e a ciascuna njascella^ tntte sono di forma cilindrica e marcale sulla loro corona di quattro o cin- que iinjiressioni infossate^ lianno una testa assai forte, il uiuso grosso e rigonlialo, lo oreccbic corle rolonde, l6o FAUNA Id lingua erla di scaglie spinose, i pledi anteriori a quat- tro dita, i ))osleriori ordinariameute a cinque , tutti armati d' unghia robuste, e moslrano ua rudimento di pollice con unghia ottusa nei piedi d' innanzi^ sono ar- mati di pungoli duri e puntuli infraramezzati di peli. Vivono colali mammiferi nelle tane come i coni- gli ed liauno molte delle abitudini di essi e la denomina- zione lore provieue dalla voce grognante unita al rnuso grosso e troncato che 1 ha fatto comparare al porco. Comprende il genere di che si favella nello stalo pre- sente della scienza cinqne o sei specie ben determinate e due o tre allra assai oscure. Appo noi non vi sla che il Porco Spino d' Italia , Hyslrix cristata, che scendia- mo a descrivere. PORCO SPINO D* ITALIA HYSTRIX CRISTATA LINN. Comeche originario dalle regioni merigiane cal- dissirae pure ha indigenatn nei climi temperati e tro- vasi in Italia in Ispagna come in Sicilia. Dei dintorni neir Etna prediligge la regione ima piucche le selve stanziando in ispecie nelle correnti lavose di verde eta ove s' adagia in delle caverne o nelle tane costrulte a piu uscitej ma essi son pochi a raffronto del numero grande che ne stanziavan quivi in tempi piu prischi. La specie sola che presso noi si conosce ha la lun- ghezza media di due piedi la sua altezza e di oltre nu plede ha la testa corta,due gran denti incisivi chesporgon fuori d' ambe le mascelle, e senza zanne, ha il muso fesso come la lepre le orecchie rotonde e piattej nei ETNEA iGl piedi anlerloii ha qualtro dita cd in vece del pollice un picciolo rillevoj nei posteriori ne ha cinque le un- ghie soDO corte e tutli essi fornili si vedono di picciole selole rudi brunastre. I pungoli che coprono la parte superiore del corpo sono colorali jjcr delle graudi zone di Lianco e di ne- raslro e presentano delle strie loiigididinali ^ sono aculi assai forti e molto luuglii al dorso massiinaiiiente ove presentano nn piede di lunghezza : le spalle il col- ic il torace il ventre e le gambe non lianuo che dei pungoli assai corli tenui colorati, e istessamente di co- lore bruno nerastro e lerminali da flessiliilissiiuo fila- mentoj pungoli simili, ma piu lunghi viemoho, si tro- Aano cosi franimiscliiali con un grandissinio numero di setole assai lunghe sulla nuca e sulla somniila della test.'), ove cosiiiuibcono una soria di criniera o meglio una cresta o ciufletto che ha piu d' un piede di lunghezza. La coda e munila di lulji ca\i Ijianchi a pareli tenui lunghi di due pollici circa, tagliali irasversalmenle alia loro estremita , e sostenuti alia loro base da un pedicolo delicato e che lanno scroscio come urtan nel- r erbe. E prendendone a considerar la tessitura e da con- venirne in ajierto con Buffbn e con i zootomisli del secolo, che i pungoli del Porco Spiuo considerare si pos- sono come dei tubi e dei gambi di penne privi di barbe e coperte d' un denso inlonaco cornco, ne differiscono solo poiche non racchiudono priuiilivajnentc dei gernii vascolaii nel loro interno e chu lui tessnto corueo assai lasso rierapie la loro cavita inlera, la radice esclusa che Atli Jccad. Vol. XIV' 2 1 162 FAUNA non ne conliene pe* nulla ^ e in quanto alia tessitura sembian compost! di due malerie l' una interna 1' altra corticale ; la prima molle midollare incolora la seconda molto pill densa al tulto cornea, e colorata nella mag- gior parte dei casij e quest' ultima invia nell' interno deir altra dei prolungamenti in forma di chiusura. II gioruo sta adagiato sotterra e solo esce la nolte ad andare in busca di radici di erbe di semi di frutti selvatici. Si mette in calore al declinar di priinavera e dopo una lunga gestazione mette in luce due o tre novelli. Non mostra segni di alcuna sociabllita die sem- pre dai cacciatori vedesi solo. Si crede clie fosse mam- mifero ibernante , ma spesso gli etnicoli ne seguon le orme nel rigidi inverni sulle teiiere nevi, fatto die ci rileva in aperto che il sonno di questo animale, quan- dochesia, e lieve di curta durata, e iDfianiezzato d' in- t«rvalli di veglia. Presenta una qualcbe edncabilita , e alcuni dilet- tosi d' animali selvaggi nei villaggi dell Etna s' impe- gnano a farlo vivere in domeslicita. Si ricerca con brar- mosia e con piacevolezza dei cacciatori del monte perr che la sua carne si gradisce viemollo, i RATTI MUS Linn: t un genere dei mammiferl dell' ordine dei Ro- (lenii a clavicole complete. I caratteri differenziali cbe ])redistinguono il genere Ratto sono il prcsentare sedici denti, quattro incisivi e dodici molari, la cui corona e tubercolosaj lianno quattro diti, e un vestigio di pollice ETNKA. 1 63 alle zampe anleriori, cinque dila iion ])almali ai {)iedi di dietro, coda piu o inerio lunga pressocclic nuda e presen- tanle delle fde trasversali miineroslssime di picciole sca- glie, dal disollo delle qiiali sortono i ])eli lalvolta fioccosi alia flue, e i pcli delle jiarli superiori qual- che volta dnri e spiiiosi. Le niarnmelle variano di qualtro a dodici, la taglia e mediocie e sovente pic- ciola, Queslo nome di ralto e slato applicato, e con- tiene molte specie distinle. Appo iioi pero ne stanzia- no pocLissime die imprendiamo a descrivere. I GHIRI ( MYOXUS Gmkl.) " Hanno degl' incisivi inferior! ])uiiliiti qnaflro ma- scellari a semicoioua divise per delle liiiee rientianti di smaho. Sono dei giulivi animali a ]>elo dolce a coda pe- losa e folta peranco, a sguardo vivo, clie si tengoii siigli alberi come gli scoiattoli, e si nutriscon di IViitti^ nello ordine si numeroso dei Rodenli e il sulo soltogenere clie inanca di ciecc, e passano il tempo fieddo come Ic inarraoUe in iin soitno letargico molto profondo (i). IL GIIIRO MUS Li»: E queslo iin animale di clinia lemj)eialo, iion (lo- vcisi nei climi nordiii ne uegli africaiii caldissiini, Delia (i) Cuv. op, cit. V. 1. [i»g. 19-. c sog. l64 FAUNA regione nemorosa dell' Etna soggiorna nelle selve p'lu folte di Bronte Collebasso Longi Maretto e noa mai in rjuelle di Belpasso Paterno Nicolosi, comeclie vi staa- ziassero e in numero ingeute, per quanto dicesl dai no- stri maggiori in tempi piii prischi , quaudo i bosclii vigoregglavaito con maggiore rigoglio, ne manomessi si erano dal braccio distru^gitore degli uomini. Stanno sui faggi e sui cerri die di questi arbori si fanno i boschi antedetti. S' accovacciano il giorno in buche ampie piii meno, chc trovano flute negli alberi annosi o die essi niedesimi pertugiano e fanno nel le- gno piu litto pill forte piii verde coi denti indsivi, die r hanno taglientissimi piii puntuti e piu aguzzi che mai, e la notte ne escon fuori e si stanno sui rami ove sal- tano arrampicano corrono e si irastuUano insierae, mettendo fuori delle voci e un rumore die assorda. Talvolta sceodon dagli alberi a terra per salirne dei nuovi in cerca di cibo, si slontanan alia distanza di cento passi e piii aucora, e riedono indi all' albero dec- to a domicilio lore. E il loro numero e ingente e tra- grande nei boschi, giacche in un albero solo ve ne stan- no quattro sei otto o poco piii, e il loro incessanle ron- zio si fa molesto a coloro die ivi si recano a dar di mano al lavorio del carboue. Mostra il Ghiro una peluria griggia cenericia al di sopra biancastra al di sotto , ha la coda della lua- ghezza a un di presso del corpo, e come quella d'uno scoiattolo coperta di peli lunghissimi. Ha quattro mo- lari di ciascun lato e quasi come tulti gll altri rodenti due incisivi a ciascuna mescella,- sono quest' incisivi liinglii forli alia loro parte anteriore e compressi e ETNEA. i6ji angolosi alia jiosleriorc, i superiorl sono lagliati In qua- dra to e gl' inleriori sono puntuli. Presentano i membri iiguali a un dipresso: il po- sterioie e lerminato da cinque diti armati di nnghie acute c conipresse, il pollice corto oltremodo e capace di nllontanarsi dcgli altri diti, ed e anche un poco op- ponibile in alcuna circoslanza. L'anteriore non e per con- trario die telrarlattilo , il pollice non consiste che in un tubercolo allungato sul quale ancora vedesi sem- pre un vestigio d' unghia; i quattro altri diti sono di una langhezza media. La palma e nuda ed ha cluque lubercoli, la pianta nuda peranco prcsentane sei : e tutte quests parti e il disotto dei diti sono coperte di una pelle assal dolce^ la lingua e moUe e assai lunga, lo orecchie sono corte membranose e semicircolari a un di presso, la pupilla rotonda molto contrattile, e vi sta fra le due narici un pieciolo uiuso^ presentano mustac- rlii assai lungi, ed e il solo sottogenere nell' ordine si immeroso dei Jlodenti rhe manca di cieco. La sua lunghezza media dal muso all' inizio del- la coda e di pollici cinque, la sua altezza e di i:)oI- lici due e sci linee, e la coda considerala in dispar- ts e di pollici quattro, tuttavia presenla "di versa gran- dezza e mostra nel pelo un qualche divario. INd bosco di Collebasso sono piccioli come un sorcio, e il peso loro non oltrej)assa tre oncie e mezza; nei bosclii di Longi BrontoMalclto ve ne stanno di diverse grandez- ze, jier cpianto si dice i maggiori danno il j)cso di on- cie quindici quando si trovau piu grassi," io non bo osservati che quelli di mole piu picciola venutirai dai boschi di Collebasso; ma per quel che si narra dai bo- I 66 FAUNA scaiuoli di Bronte LongI Maletto polrebbe assentirsl alia idea di specie diverse e die forse medesimatnente vi stasse cola e il Ghiro e il Ghiretto. E animale nolturno come gli scoiatloli, vive sugii alberl, e saltella in alcun mode com' essi di un ramo ad un allro. S' investe del senso di amore nei primor- dl d' agosto ; ma non appena salisfatto il vote della na- Inra clie il inaschio si disgiunge dalla femmina e si lestano sempie divisi: raenlre dura in gravidezza la feni- xnina acquista un antipatia e un cos\ grande disdegno pel maschio cbe se per avvicinarla si muove ne viene sanguinosa lenzone, cbe sempre finisce colla fiiga o col- la morte del maschio. E tuttavia e i mascbi melton congrega fra ioro e si stanno insieme al nuraero di quat- tro sei oUo in una buca medesima, e le femmine pnre gestanti si amicano insieme e nel cavo stesso si appiat- tano, per quanlo si dice. La gestazione uel Ghiro si prolunga poco plii di wn mese , e all' epoca dei parli cbe avviene in esla melton in luce non men di sei figli , e talvolta otto dieci e undici ancora. L' istinto della fdogenitura si mostra sviluppato nelle madrij con cura allattano i fi- gli per due mesi continui, ne in questo tempo usano cibi, si stanno sempre con essi e le imparlono larghe cure amorose; il padre non si conosce da Ioro ue esso per nulla conosce i suoi figli. 11 Gbiro e poligamo ma non pero e anlniale lui- sanlropo, ama di viver insieme con altri della specie sua, e da aperti segni di sociabilita, poicbe e nei tempi di sonno e nelle epocbe di veglia si lien sempre in- ETNRA 167 sieme sui rami degli alberi, e nelle buche con altii numerosi suol Minili. 1j dal qui detto una bella riprova ne emerge, che r origine dell' attaciaraenlo amichevole non puo i-ifondersi come lo pensava un qualche filosofo dal- 1 islinto di amalivita , che il Ghiro vive in anii- cizia e in societa con altri maschi e coUa femmina slessii in altri tempi, mentre non si avvicinano e non convivono insieme durante la geslazione : cio assomi- gliasi al falto del cane lascivo e modello d' altaccamento e pur non vive ne in maritaggio , ne durante la sola gestazione colia cagua^ del cavallo disposlo ad afiezio- Jiarsi e che vive mai semj)re isolatoj e della pernice rossa, che sebbene sociabilissiina, perche vive in truppe , il iiiaschio pure si separa dalle femmine dopo la copula. L' istinto della difesa c sviluppatissirao nel Ghiro, e animale coraggiosissimo, difende la vita sino all' ul- timo respiro e con invitlo ardimento , lenzona colla donnola cogli uccelli rapaci, comeche non possano sfug- gire gli artigli dolle rnartora e del gatto selvalico. 11 mammifero di the si favella e frugivoro al tutto, c non mostra alcuno svilupjio dell' istinto dilaulalore, st'bbene per quanlo si dice dai boschiaiuoli del monte sorprenda talvolta un qualche uccello nel nido : si nu- tre di ghiaude di caslagne di noci verdi e di lulti i frutti silvani e dclle foglie degli alberi ove essi si stanno. Presenta il Ghiio dell' Etna i falli del piu finito ibernanlismo alia scadenza di oltobre e nelle priraizie di novembre, come coniinciano i rigori del verno que- slo maramifero sceode dagli alberi, ove dimoravasvegliato, e si adtigia in luche piu cav.lelose e piu appartate del I 68 FAUNA freddo clie essi medesimi spesso si fanno nel tronco basso e nelle radici dell albero, e messovi quivi per en- tro del fogliame e delle provvisioni di cihi cola si ada- giano al sonuo in assiemej ma la coogrega non oltre- passa il niiraero di ire o quattro per ogni buca. Di- morano in sonno sette niesi a un di presso e svegliacsi nei primordi di giugno^ quando s'assonnano sono grassi, durante il sonno ingrassano piu, ma quando si svegliano si trovan grassissimi per quel che si dice dei carbonai e dai boscaiuoli dell' Etna : e quivi da uotarsi die le femmine perclie piu sensibili dormicchiano e si metto- Do in torpore prima dei maschi, e in questo lungo spa- zio di sonno letargico hanno solamente, per quanto si dice, alcuni intervalli di veglia per clbarsi e raddormen- tarsi un" altra volta di poi. Messi in veglia stanno in societa compagnevole senza difFerenziarsene i sessi per oltre un mese e sino al punto che sentesi il senso d' amativita, in allora adom- piuto il vote siegue la societS, ma fra gl' individui del sesso raedesinio, maschi con maschi e fammine con fem- mine. In settembre e in ottobre al maturarsi dei frulti selvatici mangiano oltre ogni dire s' ingrassano troppo, che cadeudo in questo tempo dagli alberi si fanno in piu pezzi e cosi ben pasciuti e nutriti si adagiano al sonno. ■' ' II Ghiro mostra sviluppata in alcun modo la edi:- cabilila e vive talvolta .domestico comeche tenesse del sno naturale selvalico . Eb])i io il piacere di aveie non ha guari dai boschi di fiume di Nisi un Ghiro femmina ed ebbi il piacere di notarne lulte le sue abi- tudini di cui eccoci alia narrativa. Fu prescelto a sua ETNEA 169 Stanza un clllndro i'l argilla della lunghezza di tre pal- mi del diametro di due, chiuso da un lato per la me- desima aigilla dall' altro con un graticcio di ferro . Si osservava mai sempre che il giorno stava rannicchiato ed inerte o dormicchiava sovente, non si nauoveva non laanglava per nulla la sera usava dei cibi ^ la nolle metteasi in movinicnto e ginccava e trastullavasi tulto S0I05 la sua cibaria prediletta si faceva di ghiande, usava talvolla le castagne, si abituo indi a nutrirsi di mele e di torsi. Non piglio mai bevande per piii di un anno e mezzo che stette in domesticita, e laceva urina tullocche noa beveva. Era discreto nell' uso degli allmenii, stava sem- pre pulito nel suo abitacolo, nt; immagriva nello stale di caltivila. Alia scadenza di novembre, dopo aversi lamentato plii giorni, assonnavasi via via mentre la temperatura atmosferica in Psicolosi segnava il grade i4di Reaumur, ma pria di assopirsi muta, a simigliare le abitudini del- lo slato selvalico e di natura, il suo silo di rjposo in questo picciolo ambito ove sta, e menlre nell' epoche di vigilia adagiavasi in un nido fatto di stopple dall' ani- male medesirno disponeiidosi ai sonni ibernaii s' inlos- sava fra mezzo la creta e si circuiva di piccioli pezzelti di legna, che trovavausi nella sua stanza, si nddornienta e sta in sonno otlo giorni, poi spoutaneamento si sve- glia e licnsi in vigilia un giorno o poco piu; in questo spazjo mangiava ma assai parco, cibavasi non piu di due ghiande: cadeva in sonno di nuovo e dopo avcivi du- rato altri otto giorni o poco mcno alia voglia rediva per un sol giorno e poi raddormentavasi, e cosi con que- Jlti Jccad. Vol. XIF. 0.1 170. FAUNA slo avvlcendamento di liingo sonno e di poco spaziu di vigilia perduro poco men di due mesi. Osservatolo con diligenza nel tempo del sonno iber- nale il suo corpo faceva iin ciicolo aggomitolato e la sua coda cuopiiva il naso j tutto il suo corpo allesterno era assai iVeddo, preso e tenuto fra le mani per piii di un quarto di ora non si svegliava non muovevasi ne ri- metteva per nulla la sua postura ordinaria, ma vedeasi in alcun modo sensivo toccandosele il muse,- e nei tem- pi di tale sonno vedeansi sempre, coraeclie pochi e a secondo dei cibi che usava, degli escrementi nella sua abitazione: queste osservazioni non si polettero rifare, poiche dopo un anuo face irapeto e distrusse il gratic- cio di ferro e uscendo fu preda dei gatti domestic!. Cost vedevasi in domesticlta il suo ibernantismo segui- re maisempre, e comeche dormiva, sempre lo faceva a spezzoni ed era inframezzato d inlervalii di vegliaj os- servazione che ci confernia vieppiu che nello stato sel- vaggio il sonno letargico viene interrotto di spazi di vigilia lunghi piu o mono. In tempi piu prischi e quando la regione merigia- na deir Etna oltremodo afl'oltavasi di alberi e tali ani- inali iu quel boschi stanziavano, ivano alia caccia del Ghiro lulti i viUaggesi della regione abitata dell' Etna e molte ])ersone dislinte della citta di Catania,- questa riusclva deliziosa oltremodo, perche facevasi nei forli calori di Agosto o nei tempi dei chiarori lunari, e Jor- nava utile aocora perche ne venivan tutli carchi di prede, che a delta dei nostri atavi e dei nostri maggiori, se ne uccidevano piii migliaia in un' anno e si mette- vano in vendita per la ciua e per tutti i villaggi con EXJNEA. 1 7 I una qualche civauzaj adesso impero colale caccia non fassi che dagli abitanli di Bronte Loiigi Maletlo, e met- losi ad efietto scoi tecciandosi 1' albero e sorprendendosi i ghiii nella buca medesima ovc si slanno. La came del Ghiro 6 aggradevolc al gusto, e usasi con piacen- len'a da tuui i villagesi e da tulli gli abitanti delle inie falde deir Etna. IL SORCIO MARTOGGIO MIOXIS PsITELA GMEL. Soggiorna in ambe le region! dell' Etna e nella nemorosa e nella piedemontana, adagia'ndosi quando su- gli alberi o sopra i rami o in alcuna bnca del Ironco, quando nei cavi dei muri e quando fVa mezzo i cc- spugli sul suolo. Presenta il Sorcio Marloggio dell' Etna dal niuso air inizio della coda la lunghezza totale di sei pollici, liene T allezza di un pollice e dieci Hnee, e la coda isola'aniente considerata vedesi di quattro pollici ineno Ire lince, la sua peluria presenta colore griggio al di sopra colore biancaccio al di sotlo; 1' occbio sla circuito di una gran maccbia iiera cbe si ])rostende sino alia spalla. La coda bianca al disollo nera griggia al di- sopra nei suoi ulliiui tcr/.i e tu'ta bianca e folta nel- la sua eslreiuita. Gli etnicoli die le campagne fre- (juentano vanno alia cerca di qiicsto nianiniifero, poi- clir i^c usano la carne per cibo cbc le loina place- vole al gusto. 172 FAUNA I RATTI PROPRIAMEMTE DETTI MUS CUV. Hanno dapertutto tre niolari di cui 1' anleriore e k piu grande e di cui la corona e divisa in tubercoli ottusi die usandosi gli dauno la forma d' un disco di- versamente iucavato 5 la loro coda e lunga c. sca- gliosa^ fjuesd aniraali sono nocivi viemollo per la loro fecondita e la voracita con cui rossicchiano e divorano le sostanze di ogni natura (1); delle ire specie ammesse da Cuvier noi non ne abbiamo che due il sorcio ed il ratto. IL SORCIO O IL PICCIOLO SORCIO DOMESTICO MUS MUSCULUS Limn. E questo il ciltadlno di tutti i luogbi dell' aDlico coulinente e la specie trovasi inollo diffusa in Asia in Afri- ca in Europa^ avvegnaclie non se ne Irovasse in America quaudo venne scoperta. Si sta serapre uei sili abitati e fug- ge le campagne ove 1' uom non albergaj pullula prodigio- samente^in ogni casameuto del contorno abitato deU'Elna. Presenta una peluria di diversissimo colore, ma general- menle sono biancliicci soUo il venire, conieche fossero (i) Cuv. op. cil, V. I. p. 200. £TNEA 173 intarsiati di macchie iii altre regioni del corpo. II sor- cio deir Etna presenta dal rauso al principio della co- da la lunghezza di poco piu di due pollici e la sua siatura, non oltrepassa un pollicej e dannosi?simo, e per- che parvo di mole introducendosi ia piccioli buchi di- strude lutto e porta grandi interessi. . 0-1' IL RATTO 0 IL GKAN SORCIO DOMESTICO MUS RATTUS Linn. Abita sempre nei casamenti e non mai lungi da luoglii abitatij adagiasi nei granai nell^ cantine nei ri» jiosti e passa successivamente da un luogo di questi ad un altio: mette sempre tulto a soqquadro^' rode la la- na le slofie, trafora i Icgni piu duri fa dei buchi nei iiiurij e nel conlorno dell' Etna si stermina con mollis- simi mezzi, colle Irappole coll' esche coUe donnole coi i^alti. E un animale di clima teniperato comeche si fosse adesso difiuso piu per le calde che per le fredde regioni, e sembra esser penelrato in Europa nel medio evo slanleche gli aniichi non no fanno menzione. 11 Ratio del Circondario dell" Etna dal muso all' origine della coda presenta la longitudine di quattro pollici e mezzo la sua altezza e di poUice Ire, la pe- luria e gviggia a un di presso e biancastra verso la ra- dice dei peli. 174 , FAtnvA I CAMPAGNOLI ARVICOLA LACEP. Hanno come i Ratti tre mascellari dapertutto, inn senza radici e formati ciascuno di prismi triaogolaiL situati alternativamente sopra due linee (i). Nelle adia- cenze dell' Etna si rinvengono i seguenti. I CAMPAGNOLI ORDINARI ARVICOLA CUV. HYPUD^US ILIG. Kei casamentl e nelle abitazioni non si albergano mai e slanno esclusivamente nei vigneli nei campi nei boschi, e pero sono ovunque e da pertutto diffusi e nei siti monluosi massimameule. Vengono predisliuti per gU occhi grossi e prominenti per la coda vellutata della lun- gliezza del corpo a un dipresso senza palmatura ai piedij la peluria del corpo superiormenie e rossiccia bruoa bianca nei ventre e sul mezzo del dorso talvolta una strlscia assai scura si vedej tnoltiplicansi e sono assai piii fecondi del sorcio domestico. Presso noi esistono le specie seguenti. IL CAMPAGNOLO O PICCIOLO EATTO DEI CAMPI MUS ARVALIS Linn. Trovasi in tutli i punti della reglone piedenionla- (i) Cuv. op. cit. vol. I. i>, 2o5. \ ETNEA. I7D na e dclla nemorosa tlell' Etna, e si adagia solterra iu dei buclii di varia grandezza che fora nel suolo e sot- to in cespiigli talvolta. La sua longitudlne dal muso all' inizio della coda e di tie poUicI e due linee la coda sepaiataniente con- siderata e di tre pollici e sette linee^ la sua peluiia e cene- riclo-rossastra al di sopra e di colore bianco sporco al di sotto e sul veulre. La femmina presenta la parte posteriore e superiore del dorso alquanto piu bruna del niascliio, e la coda piu lunga tiene la longitudine di quattro pollici. Sono carpofagi e frugivori, recano no- tevole dauuo ai seiuinati, ed entra nella loro cibaria r usar di alcuni uccelletti talvolta che nelle reti ritro- vano, J Di questi mamniiferi ne ho avuto di lutti i pun- ti deir agro etnco, ma questi descritti erano stati presi alia trappola nci contonii di Nicolosi in un mio vigneto McUa carapagna del piano d Erasinio. »i^'i'l»Ha»l»«»r.ia. IL CAAIPAGNOLO DEI PRATT MUS ECONOMUS PALL. Stanzia nelle adiacenze dell' Etna e nei campi in ispecie ova coltivansi ponil di terra *, vieppiii ([uindi si osserva nell' iiuo della valle del niunte Moupillcri e nella pianura incrigiana che sta all' ima base del monte S. Leone La sua lunghezza maggiore dal muso al principio della coda e di pollici due e dicci lince la sua allezza c di pollici due, e la coda considerata in disparle e di 176 FAUNA due pollici e otto liaeo. La peluria e ceaericia scura dimora sotterra costruisce con arte i cavl ove sta, e da il guasto alle frutta degli alberi silvani o dotuestici alle castagne alle noci ai pomi di terra. E a dedurre una qualche induzione di Anatomia trascendente dagli animali descritti ia questa memo- ria se 1' alto rango d' un organizazione qualunque dee annuDciarsi niaisempre per una piii grande varieli ritenuta pero nei litniti d' ua piano iinico ben de- termiaato e di cui le traccie dapertutto ed ovunque nelle organlzzazioni animali si trovano. le organizzazio- ni speciali che vestono gli animali Rodenti come ogni allro ordine degli animali mammiferi in mezzo alle piu gran varieta ^i configurazione manifestano delle analogic evidenti coi pesci coi rettili cogli uccelli e in generale cogli esseri degl' inferiori organism!. Nel Ratto in tal modo non vedesi alia volta gut- turale che un semplice foro ovale conducente nelle ca- vita nasale senza velo del palato libero conformazione che riproduce il rapporto organico esistente fra le na- rici posteriori e la glottide degli uccelli, alcuni Rodenll e il moscardino e il ghiro a preferimento riproducono il tipo della maggior parte dei rettili sotto il riguardo che r intestino tenue e il grosso intestino non sono qua- si distinli 1' uno dall' altro o meglio non sono separali da un cieco di cui non esiste alcuno vestigio ma so- lamente da una valvola anulare. La forma esteriore leviga'a degli emlsferi presso i Rodenti senza circonvoluzioni di sorta traduce iiei!a classe maramifera la superficle perfettamente liscia degli emlsferi presso gli Qccelli. II volune considerevole dei ETNEA 177 gangli superiorl degli eniisfcri ( corpi stiiali ) presso i Roilcati ia proporzione di quello fk-l rprebro inette in- iianzi un qualche analogisino colla conforniazione or- ganica di quesla parte prrsso gli uccelli. L' abbondevole copia di grasso che s ammassa nel grande epiploon del rnaiuiniferi ibernanti priacche s' in- Tadessero della loro letargia conservatrice riproducc lo siesso fenomeno fisiologico che iiolasi nel corpo adipo- se degli insetli ed in qnello del biuco clie avverasi pria della sua metamorfosi. E la letargia periodica dei Rodcnti inammiferi I'istu- piditnento ibernale di molli aniiiiali irivertebrati ripete e a preferiiiienlo 1' ibernazione dci rettili che e iin ca- rattere speciale e dislinto di qiicsta classe zoclogica (i). (1) Spcro di fine pill esallc c piii suralc ricerclic siigli aiii- iiihII roilcnli cleU' Elni e inassiiiiu sui Ilatii piopiiainento dctli .sui Gliiri suite loro varie specie e sul loio ilnTiuiilismo clic sa- raiiiio poi esposte coiue in appcnilice alli line dcllc lucmoiie di t' Manimoldgia. J til Jci-ad. Fol. KIV. '^'^ S€L TERRENO DEL SOC. CARLO GEMIMELLARO Lctta ndla tornata del 2» Dicembre iS3-, r ra il lerreno terziaritt del Val di Nolo, e la catena de' Monli Erui , si iutcrpongoiio il gri]j)po di Jiidica, i colli di Centorbe e Hegalbnto, quelli di Car- i;aci e Placa, o Ic tcrre di Troina. Inleressanle era per me la ispezione di siffatti luoglii, piii che allri in Si- cilia, avvegnaclie essi compiscono le serie intermedie de' teiniiiii geognoslici frapposti a due conosciiite loi- Diazioiii: quelle fatte nel corso di tanti anni da' di lui antenalij c solto la cura di [questo degno noslro socio, lo statu di Carcaci e mlgliorato del quadruple di qiiello che era diciotto aoui addietro. Un' opera piii magniilca al fine niedeslnio di tra- sportare le acque in bassi terreni, si lu quella eseguila nclla opposta spoiida del Siinelo da Ignazlo Paterno Castello Principe di Biscari ; perclie obbligalo trovossi ad alzare un Jungo ed allissinio acquidolto attraverso la valle clie separa le falde dell' Fina ddl feiido di Ara- gonaj e questo acquidolto, sojira il di ( ui arco maggiore In appoggiato un ponte per comodo de' viandanli , e cos'i nolo pel suo prinio diroccaniento e }!er la seconda sua fabbrica, che non otcorre dir allro in questa riie- inoria. 11 terreoo alluviale che serve di base alle lave pri- smaticiie nella sp(.)nda drilta del Salso e nieno caiico di ciottoli di gres, di (pianto lo e <[nello delta S|:onda op- posta sotlo il fendo di Aragona. Esso e piu argilloso ed i cioUoli sono di una sjjecie di nwUasse\ la roccia alme- no e di un gres calcalifero di grana ])iu rnvidii, e con- tiene de' granelli di calcario secondario framnilsto a' si- licei. Proviene evidenteniente dalle frane della monta- gna di Centorbe, la (piale nella 1 ase e costituila dal gres di Carcaci, vunalo della solida ])uddingaj nia scpra queilo stralo una I'ormazionc di gres piu nioderno cal- carifero, a laslroni alternanli con })Iccoli strati di argil- la silicilera e di arcnaria sciolla, s' imialza ad una gran- de altezza e forma la massa della montagna di Centorbe, e delle sue braccia occideiitali verso le allure di Bruca, Cresciuna e Rei>albuto. Negli strati superiori una serie Jui Jtxad. Vol. XI F. 24 1 86 SUL TERRENO di piccoli noduii di dolomite spongiosa siegue sempre la liuea orizzontale degli slraticelli di arenaria sciolta. 11 ferro idralo Don e raro ia quesla foimazione e gli sirati di argilla ne sono per lo piu impreguati. Tulta la massa di questa siralifica/.ione e inclinata da N. a S. con un angolo pressoche di gr. 22 e mezzo. La gran formazioiie dell' argilla blu di Sicilia, col gesso e lo zolfo si appoggia per S. E. e S. al- ia moiKagna di Centorbe : ed un braccio ne circon- da pur' anclie la plaga seltentrionale , e la fisono- mia di quel lerreno e ben niarcata in qnella parte, da- gli angoli salieiiti delle coUine gessose, e dalle frane e §coscese solcate a guisa di una inversa ramificazioiie in quelle argillose. II suulo poi ove sono aperle le solfare e quasi spianato, poitando delle basse ma spesse con- vessila: menlre le scoscese delia montagna di Centorbe formano delle (oncavita a semicerchio, cbe ad un tea- tro ben si rassomigliano-, e tale e il prospetto di E. di quella citta. Alpestre ne e stata per consegueuza la sa- lila da ogni punto, sino a due aoni addietro , ma gia un' ampia strada rotabile e stata coslratta a spese di quella comune, che agevole rende lo accesso ad una delle piii anliche citia di Sicilia, rinoraata in tutte le epocbe della patria storia, e rirca al giorno d' oggi di rilevanti resti di velusto splendore. Oggetto di geologiche ricerche, che andro moti- vando in fine di questa memoria si e nella montagna di cui e parola, un calcario che cavasi ad uso di pie- ira da calce nel sito detto S. Giovanni nella plaga set- tentriouale. Esso e compatto, bianco, e contieue della calce aolfata in minute lamiue, e qualche piccola geode Dl CARCACI E DI THOINA 187 con deDti'o della strontiana soUata e calce caibonala in crislalli. Nessun' indizio di resto organico e in esso visi- bile: la sua giacilura e ad evidenza siiperiore alio stesso gres di Carcaci, che serve di base alia formazione del gres pill moderno di cui abbiamo fivcllalo. Qtiello di Carcaci, come acrennai, siegue abbenche inteiTotlo dal corso del Siineto, nclla collina di Aderno e forma la base alle correiiti dell Etna per UUlo il trat- to, che da Adcrno siendesi sino a Licodia. Le anliche lave di questo volcano vi si veggooo come un' argine di roccia prismatica sovrastare a giii^a di uuo tlrato a tulla la collina [Kir me/.zogioiiiu. Dalla parle di ponen- te pero la forniazione e inlieramente coveria , a forma di manlello, da inmimerevoli corrcnli di lave, erultate da tanli inonliceili conici cbe slanno quasi 1' un sopra r allro nella plaga occidenlale dell' Elna , fra' quali toneggia monte Minardo, e scnibra es£cre stale uno del piii bassi crateri di enizione che l Elna abbia mal fatlo. Tutto questo suolo di lave estendesi sino alia cilia di Bronte, e la gran parle di esso e di proprieta del Mo- naslero di S. Lncia di Aderno-, poco colivalo per con- seguenza e quasi inrniUifero. iSessnn ruscello o vena d" acqua iiicontrasi Ira tiiUo queslo sfafciume di aride lave, e presso al fu-nie sollanio van sorgcndo le acqiie <[uando inconlrano il suolo argilioso the le ferma; e sein- brano allora scaiurire da sollo le lave. Lasciando quesli siti che tanlo "ocrupano V osser- %atotc j.c'l rapporlo drlie locce vnlcanirhe colle precsl- stenti nclUinichc|| e ilallo slalo di Carcaci incllrando.'-i verjo TroJna, la formazione del descrilto gres conlinun a sinistra per lutto il feudo di Miraglin, Porcello e Pie- l88 SUL TF.RRENO Iralunga, ed a deslra per la plaga occidentale del pog- gio del Seggio, de! fuedo di Spano e di Castello. Que- ste alture sono divise da iin avvallamento infondo al quale scoire il fiumicello di Troina, e separa la forina- zione del gres cennato, clie contiima dopo Pietialiinga a formare i raonli boscosi di Biiscemi, di Mulera, di S, Viio , di Salice e qiielli stessi di Troina, da alire clie anderemo mano a mano acrendando. Trascorso un mezzo miglio circa da Caslello, co- steggiando il fiume di Troina sine a S. Paolo, le colli- iie a man driiui presentano in niolti piinti nna mnrna carica di arenaria fatiscente di un color rosso hninastru clie affetta una slralificazione ondeggiante. Qnesla roccia estendesi per tuttte le alture verso Siinci e Canale, e. va sine alia vallata che separa quel colle ( Canale ) dal- la Placa detto vallone di S. Crisiofero. Presso S. Pao- lo scorgesi una formazione di arenaria compatta con pagliette di mica e vcnafa lutta di spate calcare, che la riempie ne crepacci non solo, ma iie ricuopre la su- perficie: affetta questa arenaria una struttura scistosa: e da grossi lastroni di un pietle di spessezza ])assa per gradi ad una struttura cosi foslieltata clie pno dividersi in 'ti pno larglie lamine non piu doppie di mezza linea, come in tutta quell' altura, e principalmente la dove il site ha no me Zoite di Lupa. Un' arenaria piu calcalifera clie potrebbe rassomi- gliarsl ad una mollasse altraversa in liloni vertical! le colline di gres e di argilla che a nord di Scahi e del Giiniato, cominciando dallo Scalinazzo sino al pie del Colle del Canale formano la jiarte deslra del vollone cennato di S. Cristofero. In molti punti quei filoni so- ni CARCACI i: DI TROINA 1 89 no cosi contiriuali c vcrticnli clie sembrano iiu' alto mure di separazione di icrrenj , ed impediscono in ef- fello j'l JIbero passaggio ^enza abbaUeili e nielterJi al siiolo. Sopia il colle del Canale (jiiesla arenaria e sci- stosa non solo ma si roiiipe nalnralmeute in piccoli la- slroni di varie fignro, cd ordinariamenle in quadietli : e menlro il coloiito della lastia e pallido e bianco sporco, tutt' in giro poi i. alloiiiiata da una specie di cornice di color bluastro di nn poUico di largbezza. Inferiore a quesla arenaria ad occliio aperlo si sco- pre una marna fatiscenle in masse, ed in cumuli jioten- ti con irregolare disposizione: e raentre piccole colline ])resenla dallo Scaliiiazzo al colle del (>anale , si ani- inonta poi in elevali poggi a lorniare tutto il tralto di lerreno, clie delT alveo del torrente di S. Crislofero, vieiie a riunirsi per iramontana al I'eudo di Sjiano j e Inngo il flume Simeto olFre quel luiii^o soguilo di frane o di scoscese conosciute soUo il nome di Diriipala. Quivi a maggior pruova di sua inferiore giacitura .ngli stati del gres, come essa e stata tagliala nella base dalle acqiie del Simelo, ba trascinato seco nelle frane colossali masse e blocclii di gres clie si sono s])arsi iiel luodo degli erratic!, per tutto il letto spazioso del fiu- me, e molti sono giunti sopra il snolo dell" opjiosla ripa. 11 colorito di quesla inarna e ora blnaslro, ora rosso, ora violetto ■ ed essa contiene molti iiloni di marne assai cariclie di calcario, di cui molte non sono Ijntane ])er strultura della j)ielra litogradca. Dal di- sfacimcnto della marna fatiscenle si va formando un terreno argilloso poco j)ropizio alia vegetazione, per la 3§0 SDL TERRENO aridita c!ie acquisla in esta e per la troppo acqua che tratdene in inveriio: difficili oltre a cio e pericolosi so- no i cammlni in tiitto il Iratto di quesia forrnazione , la quale conu'nua al di la del lorrente di S. Cristofe- ro ne' teneni della Placa, e principalmente nelle coUi- i!e appie del poggio di Gioilto e di quello di Cacine. ll'ssa presenta iriol'ae in alcuui punti ove le acque ne han logorato de' buoni Iralli, il sotloposlo calcario oolltico, coine al sito detto il Gumato, fra S. Paolo e Scalinazzo-^ e di queslo calcaiio ricavata si e per in- liero tutta la pielra bianca di cui e fabbricala la fac- ciata clelia chiesa madre di Troina. Quesia cilia famosa ne prinn tempi de' Normanni, e fabbricala sopra il dorso di una moulagna di gres, della nalura stessa di quella di Mulera di S. Vjto e di Salice: come lo sono del pari i due prossirai poggi di Scalvi ])er levanle, e di Santopaito per mezzoggiorno. Le colline pero che le stanno intorno sono argillose, jniste di arenaria, e servono bene alia coltivazione: la (juale dagli industrlosissimi e laboriosi abilanti di Troi- iij e porlata al non plus ultra di accuralezza. Ma che pro? se vasll iralli di suolo ferace, immense eslensioni di terreni ulilissimi sono in mano di frati, o di monia- li di ricchi monasleri ! Poco coltivalo per conseguenza, e quasi abandonalo scorgesi meta del terrilorio di Troi- naj poverissimi sono da cio i non possidenii di qnella comune, e lo squallore de' loro volti corrisponde a quel- lo del veslimenlo e delle case, o piu losto de puiill loro abituri. In fondo alia valle ove piccolo e nascente il. ^i- meto scorre fra Troina, S. EHa e Cesaro, una specit' DI CARCACI E 1)1 TROINA 19 1 di grossolana puddinga sorge dal suolo argilloso in for- ma di scabre rupi, e masse staccate. La pasta rassomi- glia ad un macigno, ma vl si conliene qualche pagliel- la di mica, ed i noduH die racchiude sono frammen- ti di quarzo, di j)ielroselce , di calcano compatto e di pezzeiti di marna hiancastra. Nella salita del feudo di Pardo, al piincipio del- le nominate Foreste di Troina, avvi un' allra carriera di calcario, che all' oolilico puo ben nferirsi: e di que- sto si fa USD in Troina e lie' vicini villaggi per pietra da calce. Esso e nolle medesime relazioni geognostiche, di quelle del Gurnato , vale a dire sottoposto alia for- mazione della marna bluastra fatiscente, Riunendo ora con ordine le gia descritle recce, iocominciando dalle piu recenli abbiamo in prima i un suolo di argilla, arenaria e terriccio che cuopre le correnli vulcaniche dell Etna, sia nello stato di Carcaci e in tulto il feudo di Aragona, sia nella porzione di basso terreno appie della moniagna di Centorbe per le- vante ir. Le cennate correnti vulcaniche, di lave quasi lulte prismaliche iii. II suolo alluviale , cosliiuito in gran parte di arenaria e di cioltoli del gres di Carcaci di Centorbe, e seguilo della formazione, cd in parte di argilla jv. 11 gres gvossiere di Carcaci con filoni di puddinga v. 11 gres calcarifero a strati alternanii col- r argilla silicifera di Centorbe e sue braccia occidenlali, e poscia di Mulera Salicc Troina ed allri luoghi de- scritti VI. Ores ed argilla con filoni verlicali di gres calcalifero vii. Marne in filoni venate di spalo calcare, con gres laminare a lastroni ed a piccole fogliette, gi- raio inlorno, in alcuni luoghi , da una siriscia blua- 192 SUL TERRENO stro VHi. Mama fatiscente di tutto il territorio di Troi- na e Placa, noa die di Spauo e parte settentrionale di Carcaci ix. La puddinga grossolana nella valle setlen- trionale di Troiiia, e x finalmente il calcario oolilicu di Giimato e di Pardo. Non sembra credibile, che per quante ricerclie io fatto avessi a rinvenire de' resti organici, non mi fosse riu- sclto di (rovarne in poslo die la sola numniulite. Nel terreno del gres vi in qualche piccolo alveo di torren- te ho raccoUo le seguenti specie, nia non avendole trovato nella roccia stessa che dovea contenerle, non mi sono per nulla giovato di loro; esse sono UriAslrea, delle spine del Cidariles claviger, due Ammoniti, uti Pecten quinquecostatus, due Trochus cyrroideP. una Tar- ritella, un Cerinthium, una Cassidaria ed una T^oluta. Non e poco il tenure di assegnare il posto nei termini geognostici, alle sopra descritte rocce senza lo ajuto de' resti organici fossili^ i (juali di questi tempi sono riguardati come la piii sicura guida al geologo neir assicurarsi dell' epoca dei terreni. Ma se questi re- sti ci mancano si sostera percio forse dal servirsi di Leii allri caratteri, tratti da una non men certa guida quel- la cioe della giacitara delle rocce? Io ardisco intrapreu- dere questo tenlativo colla speranza di potervi riuscire, perche finalmente il terreno di cui si tratia e frapposto a due altri ben conosciuti, co' quali intimamente legau- dosi da una banda e dall' allra puo faciluiente dar ;i conoscere se la serie delle sue rocce corrisponda a quel- la conosciuta di altri luoghi, ove piu forlunati osserva- lori hanno avuto una sicura guida nei resti oganici, Dacche nelle coUine di Grammichele , Mineo e \ ni fHUCACI i: Dl TROINA ] g3 PalagMiia ccssa |)er qutl Inio la vasta forniazlone ter- ziaria del ralcario ibleo, il teneiio secoiidario rli Judi- ca coiuincia a venire alio scoperto iiella iiioiilagiia di ]{amacca, in quella di Jiidica e Torcisi. e jioscia nel- r allra di Scalpello. Qiieslo leireno pe' siioi geognosliti caralleri ])iu clie per le sue scarse concliiglie fossili, e sitalo da noi riferito alia forir.azione della cieta. 11 siio calcario bianco, abbenclie in gran parte inclinanle nlla strullura scistosa , di graiia fina ed unifornie , e the raccbiude fra uno stralo e 1' altro de' rognoni di selce piromaca , di diaspri e di agate, ba falto ancbe di- venire a caratterizzarlo per tale , il telebre signer Constant Prevost, che da nn punto Len dislante lo la coDtiuuare siuo a Judicaj dal njonie S. Giuliano di Ira- pani cioe passando per la base di M. Inici, Sfirracavnl- lo, Caputo, Mezzojusso, Caslronuovo, Caiiantnro, Scla- fani, Golesano Cahaniiseita e Judica: e secondo le mir osservazioni, nel val di Noto scopresi sotlojos'.oal < a!- cario ibleo nel Boschitcllo di Vizzini: e v' e da snspel- tare che il braccio di Capo Pacbino ne fosse il tcrminc. Se questo terreno di Jndica dunque e lifcribile alia formazione della crcia, e se la pane selli iitriotiale della Placa presenla il caUario ooliiico e le inarne del Giura, tutta la formazione di aienarie e maine, comin- ciando da Ceniorbe, ed includendo (ntio il desiritto territorio di Troina non puo non riferirsi a quella del Qundersandstein ed alia niarna argillosa di llonfleur : le quali a mente de' moderni geologi polrebbcro rife- rirsi la prima alle inferior! rocce della crcta , e la seconda alle superior! del Giurass.'co. Esaniiniamo di jtti jccad. Vol. XI y. -j.S 194 SUL TERRENO volo i caralteri che sono slati assegnati a queste for- inazloni c veJiaiiio se dal confronto col noslro terreno in di^amina, un' nuatogia possa rilrarsene. II cehijre Onialius d Halloj dice ( pag. 206 ) « clie molt I geologi tapjiorlano oggi al lerreno cretaceo ua polente auunasso di gres che estendesi in Sassonia ed in Boeniia, e cha va figurato nella geognosia di Ger- mania soKo il nome industiiale di Qiuidersandslein: che ii sig. Hnniboldt dosigoa col nome di gres di Koening- steiiiy e che e sla'o sovente situalo alia parte inforiote de' terreni ginrassici. Esso e generalmente liiancastro c assai piiro; qualche volta diviene un poco argilloso : i siuoi grail i soup fjni; in qiialclie silo e friahile e si ri— duce in sabbia: in aliri lunghi e coerentissimo e da ec- cellenli picire da laglio. Qnesta roccia e in istrali ori- zontali sovenle uioito spessi, e tiaversate da nn gran nu- mero di fissure che tjigliano Ifi ginniure di siralificazio- ne ad angoli rettij e f'anno qualcfie volta prendere alia massa del gres I' appareiiza t;olonnare ». Non abbiama forse in quesca dess rizione la pltliira del gres di Carca- ci e dalla catena delle allure di Miraglia , Porcello, Pielralunga, Mulera, Scalvi ec: di cui abbiarao di so- pra riferito i caralteri di strultura? Vediamo ora come vengono descritte le marne di ffojtjleur, che riferir si pflssono al Kinin:)eridge clay del piano superiore giuras- sico. Lo stesso autore (p. 219) si esprime » che que- F.lo sisteraa argilloso e prjncipalmeote composto da una marna argillosa bluastra, che passa sovente al bianco sporco, e racchiude banchi sottili di calcario marnoso «»erentissimo: vi si trovano anche piccoli banchi e no- duli d| lumachella e di brecci? a frammenU compatti. DI CAnCACI E DI TROINA 1^5 Questa inaroa divieri sahbiosa nclla sua parip inferiors, e raccliiude tie' hanclii
  • piu tosto raoliasse ». Noi abhiaiiio nolato come la marna da mc deUa fatiscenle aliMa tiitli quesli raralteri d! qiiella di /fonjieur. II color Lhiaslio, i bancJii di marna blanca, le sabbie, qualche rollaiiu; di Lrercia, e per questa poi moMra in luogo, nella vallala di Troina, quella puddin- ga grossolaiia die iiivece di avcic una pasta cakarea , r ha costituita di arenaria a graneUi ine^'iiali e grossola- nij possono finabi^eute le luiiiaLhelle venir rappiesenta- te dalle iiuinMiMlIii in qucs'a marna. Fapporlandosi qiiindi il noslro terreno al piano inferiore della acta ed al snperiore del Giiirassico, ab- bianio, senza timoie d' igannarci, in questa parte di Si- cilia la non inlerrotia scrie del termini geognostici, dal calcario terziario alia creta cd al piaiio snperiore della formazione del Giura," e rinnendo qneste osservazioni alle tante fatte sopra gli altri terreni, un' idea ben cliia- ra forniarci possiamo della distribuzione delle rocce nel- r jsola nostra, per coiifermare (jiianio si e ])iii d una \olta snir assunlo da noi dello finora. Fd a maggior- juenle basare i dali del geologico ragionamento clie sa- reni bievemenle per fare, sara utile dare un colpo di occbjo alia direzione fd inclinazione degli strati nelle rocce de' lerrcni or ceonati. Quasi orizzonlahnente sou disposli quelli della grr.n formazione del calcario ibleo: e se qualcbe incHna/ione par rbe vofessero seguiiein alcnni pnnti si e quella di IN'ord a Sud. Marcalissima pero . e questa inclinazione slessa, e con un' angolo di 33 gradi circa nellu inonla- gna di Pamacca la quale, chiaro si S'orge e^^i-ert: infe- igG SDL TERaEiN'O vioie al calcario iWeo. La inclinazione con angolo pres- soche ngiiale siegne negli strati del calcaiio secondaricn (II JmJica, ossi pero inclinano qui da S. a N. Da Jtidica in poi in tntta la catena delie altnie di Centorbe, Bruca, Gresclnna c Regalbuto, e poi quelle* del monte di Carcaci, Miraglia, Pietralunga, Biiscenii, Mulera, Salice e S. Vilo, indi qnellc di Tioina sino al colle di SLncie di Cnnalc tutte ban no la loro inclinazione da N. a S. e sembraiio appoggiate le nno all' altre, essendo gli strati diret;ti da Est ad Ovest, corns moslrasi altresi il terreno delia Placa sopra qnello delie foreste di Troina e di Cacon'ia. Da qaeslo panto a manca ed a dritta la forma- zione ginrassica forma una linea di levante a pvinenle, cominniando da Tauromina sino a S. Giuliatio di Tra- pani. Ma da Tanromina al Faro le rocce sieguono tu!- t' altra linea, ed esse slauno appoggiate una all' akra longitndinalm3nt.e da N. a S. intlinando alcnn poco da E. ad O. Dal cbe si puo oraniai facilm uie scopriro che lo Gneiss, il Micascisto, lo Scito argilioso, la Gra- vacca, ed il Gres antracifero della provincia di Messina non formano cbe una serlj di rocce paraHelle a quelle della Calabria: cbe il terreno giiirassico e venuto ad appoggiarsi a ioio con uno dei suoi capi, quasi ad au- {^lo retto, ed ba foraiato 1' alto terreno di Sicilia, man- dando in piu di un luogo, verso !;nd, qualche braccio di continuazlone: cbe ia forniazione della creta e stata 1.1 prima ad appoggiarsi longiludinahiaente da Ovest ad Est alia base della superiore roccia giurassLa : che a questa creta finalmente sono venuti sopra, per mezzo- gioruo e levante, il calcario terziario ibieo, e per mez- Dl CARCACI E 01 TROINA 197 zoggiorno e parte di ponenie la gran I'oniiazione del- 1' ai'gilla bill di Sicilia. Fin qui il geologico raggionamanlo e inlierarnente app«gialo alle geognosticlie osscrvazioni , che versano sopra dati certi; ed allora solo saia stimalo pocu sod- disfac»=nte, quarido gli attuali sislemi di Geologia saran- no fondati sopra nuovl piincipi. Ma io non so poi lint- alia presente memoria senza dar sfogo a delle specola- tive ricerche, onde venire alio spiegamento tlelia natii- ta del calcario di S. Giovanni che ;ibbIaiiio inarcalo ni sopra, irattando della montagna CeiUorhiana, il quale corilieoe , conoe si e deito, della calce solfata in lamine nella raassa, e delia slrontiuria solfata c calce carhonata in cristalli nelle piccole geodi che racchiude. Noil e questo un fenomeno tanto ovvio da passar- vi sopra: e, se pur non m' inganno a me rilevaniissimo sembra, perche tranne de' rarissimi esempl di calce sol- fata niista alia carbonala in lerreni priiniiivi delle alpi | di Savoja, e raccolte piii come nainerali che cq/ne roc- ce dal sig. Barelli, in lutto il Iratlo poi occupato in Sicilia dalle formazioni calcaree nel val lii Nolo, non si ' incontra giammai della calce solfata e del soifato di strun- tiaua, e raolto meno miste al calcario. Sono que?te dellc iniaerali produzioni de' terreni ove lo zolfo giace sepolio; comunlssimi percio nella forina?ione dell' argilla bin del val di Mazzara e nei siii ove apronsi le solfare : nel ipsto pero de calcari si ricercherebbe invano 1 uno 0 1 altro soifato. Ed in vero dand > un pensicro al raodo di formazloiie de' deposiii calcar.i, non setnbra che per tomo alcuno si:cceder potesse una mistione di cnlce sol- iAta ill lamlae C9I resto de! mnteriale rnlcareo il quale 198 SCL TEURENO qiiando noii fosse iin tufo o on luaSeiiale di uasporlc, ba hen luli:' altra origiiie, sia die dal uitunje concliij^lia- re ripeler si volesse, o dalia calce scioita nelle at.qae (leiraiiUco mare. I sediraenli calcarei marini, quelli clu; formaiio delb estese deposizioni slralificatc/jlinoslrano uiia oraogcueila di principi da non far supporre alciia eou- lemporaneo fesiomeno, die non potea far a meno di dislurbare il placido andamenlo della calcarea precipUa- zione. La calce solfata non poteva esislere senza la pree- sistenza del materiale da cui provenir doveva 1' acido solforico. InoUre quasi inipossibile rendesi il poler con- cepire come simiillaneamente agir potessero i aci(!o car- bonico ed il solforico per giungere a formare una ruc- cia, la quale di ambedue qiieste combinazioni mosirasi costituita. Che dirassi poi delle geodi con de" crislalli di stronliana solfaia e di calce carbonala? Se diflTicile riesce lo spiegare come la slrontiana trovar si possa nei letti dello zolfo e nelle conligue cave, difficillssimo riii- scira il forinarsi idea della nascita di essa nelle geodi di un c;ilcario di origine maritiinia, AH'incontro servandoci della teoria cbe la solter- ranea accenzione de' zolfi avesse poluto cangiare in sol- fata la calce carbonata, agevole riesce il persnadersi die r acido solforico formato da qiiesta conibuslione soller- ranea degli zolfi , andasse ad atlaccare il sovrapposto stralo del calcario , e combinandosi coll cake niei- lesse in liberta, I' acido carbonico^ e qnesf acido ne siti ove libera non avea la uscita, come nelle geodi , liat- taccavasi, per la forza della grande compressione, alia ihI- ce e la ridiiceva in cristalli. Agevole riesce allresi io spiegaie come in alcuni pezzi del nostro calcario di S, Dl CAaCACI E DI TROTNA. 199 Giovanni siano piii spesse le lamiric della calce solfata,. in allri si osservano raramanle, ed in alcuni poi il cal- cario e piiro e nello stato rli sua primiera compattezza. Cio avvenir poteva benissimo da' punti piu o raeno csposti air azione dell' acldo solforlco. Talclie con que- sla vediila iin fciiomeno clie farcLlie iriutilmenle scer- ■vellare per esseic spiegato in qualunque altra maniera, riesce di facile soluzione quando ammeller si volesse qnella teoria , die del tutlo ipotelica non si e potuto provare fin' ora. Resta pero a dimoslrare che quel calcario di S. Giovanni avesse nelle vicinanze degli indizi di prossimi letti di zolfo; ed allora si avrebbe un' appoggio di piii al nostro geologico ragionamento. Ma questo per 1' ap- punto non e difficile a provarsi. Jniperciocche, come di sopra si e detlo, suUa base della montagna di Centorbe pnsa per raezzogiorno la formazione de I argilla bin col- ic zolfo: e molte solfare sono aperte a S. E. di quella montagna. Or quest' argllla blu dalla parte di ponente, fra Centorbe e Bruca si avanza e passa dalla parte op- posta, circondando quasi la montagna di Centorbe: e la cava del Calcario di S. GiovanDJ e in mezzo a questa formazione, conie abbiamo gia delto. INon e difficile per consegnenza che essa si tiovasse sovapposia a Ictto di zolfo, come lo e in gran parte il terreno stesso della parte meridionale di Centorbe. Se con una certa pnjbabililii ho potuto, prima di questa osservazlone^ pretendere che tanie colline di ges- so nel Val di Mazzara polevaiio over origlne dalla cal- ce carbonaia investita dall acido solforico die sotioi ra- oeamente altaccavala,oggi col calcario di Centorbe, il qua- 200 Sttt TERRENO le, coUa mislione del gesso e colle geodi di solfalo di stronliana e di calce carbonala iu cristalli, il principio di questo fenomeno ad evidenza par che dimostri, non trovo piu difficoUa ad abbracciar quel niodo spiega- mento , finche non incoerenll e vani ragionari , ma solidi argomenti basati sopra certi e veri fatti, non mi faran conoscere chiaramente che mi sono ingannato. I SU DI Ui\ COLEOPTEUO xM E M 0 R I A DEL SOCIO CORRISPO^iDEiMK CIOVAIVNI PIAZZI CIAINTAR Li.ttci netle loniata del tPi tS Aprils iS3y. (') i^elle ricerche cnlomologiche clie lio fallo, e the cto faceiido, per amn)assare il maleriale della descrizio- iie dei Coleopteii dell Etna, lavoro the lio incominciato e che mi cone per le mani, facile mi venne il destro d imbalteimi in oggetli the per nulla registiati io vidi lie! lihii della storia naUirale, per quaiilo almen d in- dagiiie rai e riuscilo di fare. Intatito perche lardi di as- sai e lion tutte ci pervengoiio le scoperte niinierosissime the tiilto d"i nel Conlinenle si fanno, e suU" eiitomolo- gia princij)alnjente, mi sarci dovuto astenere dallo ap- pellare inedila qiialutupie si fosse cosa. Si e stata que- sta ragione appunto che per piu anni mi tenne perples- so se pubblicare doveva io mai quanto di nuovo ciedei (*) Quesla memoria lelta in Aprile iSSy, per molivi fipo- grafici lia dovulo situarsi in <|ucslo poslo. Jlti Jccad. Vol XIV. 2G 202 SU Dl UN COLEOPTERO essermi pervenulo nelle mani. Tuttavia convinto appie- iio, che i veri scietiziali compaliscono gli errori invo- lonlaii, e die quaiilo si dice dai zoili in nessun conlo abbiasi a ten ere, voglio per ora. faivi curiosare, Socii or- natissiini, un colcopUro dei rinoceronti, che inedito me lo ban confermato ancora naluralisli, che nella entomO' logia sono maesln. In veio questo rinoceronte e uno dei jiiii curiosi. Lo insieme del siio corpo piii cbe ad altro approssiniasi alia forma di una pera, ma sopra e alquanto appiatlito alia base degli elitri, e soUo convesso. Una pehiria fi- iiissinia ed assai corta lo copre tuUo quanto dal roslro o prolungameuto fronlale in fiiori. Un pajo di ale gran- di lo rendono ben sicnro al volo. 11a le antennespez- zate ad angolo, assai luiiglie, gracilissime inserite poca pill in sollo dei dii« lerzi della liingbezza del rostro, an- dando dall' apice alia base; desse sono di 9 arlicoli, dei quali il j)iinio, ch e lunghissimo, retto, gonfiato a pun- to alia soniinila, e loica gli occhi, cosliluisce solo un lato deir angolo die tuui insicnie ne formano; gli allri otto che sieguono fanno T altro lato, dei quali il seguen- te al prirno articolo ne ha quasi niela della sua lun- ghezza^ e gli altri, eccelto 1' ullimo, sen vanno man mano diminuendo, e suno allungali, poco ingrossati aK la sommita, ove terminano con due setole, che si ren- dono impercetlibili negli arlicoli che piu al primo ne slanno davvicinoj 1' ultimo articolo e disiinto , molto grosso, ovale, setoloso, e piu grande del penultimo. II roslro e quasi allrellanto bingo che il corpo, avendone dol!a sua lunghezza sette oltavi^ e cilindrico, filiforme, direiio in avaiui, retto fmo a due terzi della sua lunehez- <, l^,L„V^ W.,V^ ^ >.l..v. .^.^. V.>,..« -J,. RiNoci-noiVTr 2o3 za , d' oiidc leggcrmentc va incurvandosi all' ingiii. La testa e j)iccolissima, circolare, sessile al corsaletlo, superiormenie quasi per inlero occupata dagli occhi e dalla base del proliingamento IVonlale, prcsso la quale sono gli ocelli, per altro grandi , convessi. Le niandi- biilc ed i palpi non descrivo perche, essendo lientrati ed uniio individuo posscdendo e sid dubhio che sia inedito, temo che si guasti nel maneggiarlo volendolo osservare. 11 corsaletto, poco ]>iu strelto degli elifri , e globnilforme, rotondato, scanelato liuigo la circonferen- za della testa 3 e lo segna iiri semicercliio di rui ne fa diametro la sua base su gli elitri. Un jiiccolissimo scudelto punliforme alliingalo lo inunisce. Gli elitri, scanalati o nieglio , grossolauanierite juarcati a solchi, sono appianati lungo la base e per la niela della luu- ghezza della suluraj si rivollaiio ovunque sul rorpo e coprono 1' addome. Lo addome poi e ovale, acuraina- 10 air estremila , di i) seguienti , dei (juali 1" ultinjo lerrnina con due paja di piccole appeiidici aliorno r ano. I priini qiialtro juedi sono awiciiiatissinii: le co- scie hanno la Ibrma di una clava,- una grossa ed ottiisa spina le munisce interiormenle , la quale " I Corsaletto 1^ » 2. 4 Elitri :» :» 5 4 Cent. 1 5 L 2 Dal modo di come mi veune nelle niani questo Insetto ho detelto, che e notturno , e sea va volando e corre incontro al lume^ poiche trovatorai a villeg- giatura a S. Agata Li Battiati nel mese di ottobre i832, verso le dieci della sera, e socchiusa essendo una fine- stra, entro nelle caraere e si mise a girare il lume a gulsa delle Falene. Non mi venne fatto osservare nei snsseguenli giorni alcun altro, per cui nulla saprei di- re per era sulla di lui storia naturale. (a) (a) Questo cenno e stato qui iuserito in segno di rispedc al- ia memoria del giovane Autore, il quale zelanlissimo per Ic scitn- 26 naturali nel fior delle speranze e stato immolato dal Cholera nel (837. DEI MOLLUSCHI DEL GOLFO DI CATANIA DEL SOCIO COL LA BORATORE GIOVANNI PIAZZA CIANTAR PRLSENTATA ALL ACCADEMU NF.L NOVEMBRE 1 835; £ LETTA NELLA SEDUTA DEL 21 DEL 1 836 . H^a zoologia, avendo Ira noi prestala rara occupa- /ione a qualche socio, e rimasla tra le cose bisognevoli a il polipo, 1' elcdone cirrcso, le aplisie, varie monodonte, e molle specie liltoralij e rinverra piu pres- so tra gli scogli, che il terziario ed il decoraposlo ba- salte costituiscono, le bulle, i dcnlali, piii card!, ed ove JI mare nel fondo la sabbia va ad accumulare osservera araildesme, veneri, buccini, natiche, e tutt' altre specie che vivono nell' arena. Inoltrandosi piu dal littorale pe- schera nella base degli scogli pinue peltunculi ec. Piii DEL GOLFO DI CATAMA 211 in sopra lo spondilo la lima la cama V ascidia pctlini arche cardite. JVei loro crej)acci, ove per la decompo- sizionc del hasalto, della inarna e di altre sostanze ve- gelano bene le idioflli, osservera allaccati su le gorgo- gonic r avicula il balano il le])ade, e qua e la sulle piantc sparsi la fasciolaria tarentina, fiisi, ])Itiirotome cc. die vi ananipicano a succhiar nuuiiiicnto (!alle avicule dalle lepadj , e dalle nova principaliiieiite do' selogia- ni che nei lunglii loio viticci veiigotio ad avvolgeisi iiou che di vari coiidropteiigi. Vi si oHViraniio iiella jiarte degli scogli, da piesso la superficie dell acqiia clie i'u vegetate molli fucoidi, 1" ovula la colonibella alcuni buc- ciui doiidi piccoli niurici Ir.iljini feri/.i coniniitre cii)iee e del restaiile numero dcu gasteto|>odi liuoiali del inc- diterraneo gran parte. Sfanle la natuia di questa parlc del golf'o favorcvole tanlo ai mollusilii come ai trosta- lei, alie pianl' animali ai pcsci sassaiili cc. ( csca di pe- bci noti liitorali e di testiuiiiii )' trovera di taiKo inlan- to con sorpresa nei primi conchi^iie di alio marc come nnciile corbule ed ialee, su le allre la coromila e vari cirropodi, e su le spugne Leliissime e ujiiuilc concbiglie. Da Aci Castello incominciando ad innalzarsi le lave leiidono ollremodo alpeslre il littorale die giuiige sino a cento palnii di allczza al salto d<^llo del Coibo, dove il marc e proioiidissimo, e nei quale vivono le cassidi il dolio il murice il tritone la ranella. Indi caminin la- cendo la prcdetia lava, lascia ])iccolo residtio del Porto di Ulisse e del terziario lerieno, ove in graii pane rin- vengonsi i nioUuschi iriedesimi del Capo dci Molinl e di Aci Castello, oltre le spoglic nunietose dei piu ini- L'uli testacci die si annidaiio nei sabbiouc condiiliare di ai2 CATALOGO RAGIONATO DEI MOLLUSCHt esso seno. Dal Porto di Ulisse al vivajo di Biscari la lava era bassa era alta va serpendo in mode che negli angoli e nelle cavita che forma, gli enormi macigni che tratto tratto da essa si staccano ne van rolmando i! fon- do sino alia superficie delle acqiie, nei quali moiii[j|i- cansi ad enorme numero le saporose patelle, patelloidi ed allotidi squisit!, e orichidi ed oncliidi ed i molluschi littorali. Cessano qui le onde di battere le resistenti lave^ un terreno alliiviale segue, che costituisce la piii ferule ed eslesa pianura della t^iciiia, la Piana di Cata- nia, fino air Agnone formando una spiaggia di un con- tinualo fonJo di arena, hingo la quale 1 argonauta la nalica glaucina ed il buciino inuiabile numerosissimi sirisclanoj ivi i cardi piii veneri teliine lucine soleni mallre la pandora ed ovviissimo il doiiace infondati giacciono. Dall' Agnone al Capo S. Croce, eslremila del gol- fo , si osservano lave antichissinie di estinti vulcani, calcareo e rocce pirosseniche, e nella maggiore eslensio- ne calcareo solamenle. Essa, parte di golfo, forma dei piccioli seni con fondo basso nel principio, ma che poi gran profondita in inoili kioghi acquistano cosi come il littorale piu si inoltra verso il Capo sudetlo; si han- iio ivi scutihranchi ciclobranchi ostriche molluschi litofa- gi, Ira il conchiliare, e lestacei littorali. Ma non meno della nalura geologica del golfo concorrono ad aumentare il numero delle surriferrite specie mollluschi e conchiglle priticipalmente la sua si- tuazione geografica, il flusso e riilusso delle correnti e la giacitiira dei due ])romontori che ne marcano 1' uno c r ahro estremo. La corrente che viene dallo strello DEL GOLFO m CATANIA ai3 di Messina nel golfo agendo con forza conslderabile da N. a S, non ne ha all' incontro veruna in senso retro- grado. II Capo dei Molini e tutta la costa dell' Isola da t[uesto punlo alio stretto summenlovato non presentan- do promontorio alcuno da romper la forte direzione della coiTcnte sudetta, ritrova questa soltanto nella pro- ininenza del Capo S. Croce un' ostacolo die ne rompe il corso; ed in conseguenza fa divenire il nostro golfo un' immeso deposito di molluschi pelagic! e conchiglie ivj tratte dal flusso e rillusso dei due man" lonio e Tir- leno. I mollusclil pelagici s' incontrano abbondanti per- cbe non sono nel golfo dl breve passaggio come altrove, jua ahri vi dimorano a lungo ed altri sonosi tratto trat- to su per le rive geltati. Ma la piii [)arte dei cefalopodi decapodi, la clio, la cleodora, il glauco ec. aggirandosi seuipre piii o meno lungi dal lido evilano di esser cac- ciati ronlro la spiaggia e rimangono nel golfo per tutto il periodo dell' azione e reazione della corrente, fl.nche in alto mare fossero secondo la loro indole risosplnti. La iaiea la jantiua 1' argonaiita i iiiuliusciii attac- rali ai corpi galleggianti, o jierche vaniio a galla ab- bandonali al corso della corrente, o perche dal lido non si discostano cbe poco, li vediamo sovente sjiarsi per le ripe e nel fondo dei seni e lungo 1" arena priiicipabnen- le, gettalivl dal respingimento che la corrente incontra ill Capo S. Croce, in cui essa rompesi. Le conchiglie (iipoi vi si trovano in grandissima qnantila, oltre quel- le che vi sono come si e detto trascinate dalla correntej re ue ha di quelle che le terapesle vi cumulano asporta- 2l4 CATALOGO RAGIONATO DEI MOLDSCHI te dai due marl lonio e Tirreno (i).Ei sembra comprova- re viemmaggiormente questo trasporto di concliiglie talora •dalle tempeste diretlamente, e sovente dalla correnle, il (i) Veggo che a taluno parra impossiblle poter le conclii- j;lie scorrere uu trallo si luiigo di mare senza tiovar argiiii iii- .soriuontabili. Ragionevole sarebbe quesfa didicolla non consider rando cbe, quandu non altrs, i tnateriali terrosi die i fiuuii iiii- meltono iiel mare; lo sgretolamento dcUe rive per 1' azione del- le onde su di esse; la decoiiiposizioiie dei prodolli organici elf vi si deposits cc. sono delle cause conliiiue di allerazioiie e di alzamento del lello dei mari e qnindi di livellamenlo. Tralasciando di parUre del deposito delle soslanze aniinaii, clie della sola classe dei mollusciii i testacei solameiile bastarono a formare con le loro spoglie uuo degli slrali piu considerabili del globe; e clie la sola madrepnra muricata s' ingigaiitisce a formare degli immeiisi scogli sotlomarini: tralasciando di parUre delio sgre- lolaraenlo delle rive, che in una sola lempesla vediani sovenic tolli da iin lido dei Iratli considerevoli e trasporlali ad appianar- ne un seno di un altro; e gia certo die la Senna in un giorno de- posita nel niare 80000 meiri di forbide , e die allri fiumi vi getlano cbi la centesima parte, clii la cenloveiitesima dii piii dn nieno di sostauze slraniere, e cbe per dei situili calcoli , cono- scendosi approssimalivanienle la quantita delle torbide die vi si immellono, si pub araniellere, dice M. Berlrand, rhe U soniina delle materie slraniere trasporfate dei fiumi nel mare pub csserc sufficiente ad elevare il suo fondo piii di 5 cculesimi per anno o sia di 5 metri per secolo. E verb che per devarsi il fondo dei mari da eguajliarne le eminenze dovrebbero corrcre secoli e sc- coli; eppure, ollre die e da rifletlersi, che se le lerreslii eleva- zioni, non travagliate come quelle in mare , tendono continui;- menle al livdlameulo, le marine, quando non allro, per le sol.- azioni delle tempcsle e del flusso e riflusso dovranno pordere con- llinuamente dtlla loro altezza; ben credo, che non vi voria mol- o a supporselo, che il det lo alzamento se e iaconsiderabile ud- DEI. GOI.FO DI CATANIA 21 5 rinvenii&i dessc in casi rarissimi col testaceo, ed allora e o niorto o semivivo. Sicclie le onde, quaiido fortemente •jpinte, incalzandosi 1 una 1' altra con celerita in tempo Lrevissimo seco loio trasporlano, quindi e facile in que- bta furtuna riucontrarsi ancora nel uicchio il testaceo. Pero accadendo di rado die possano le conchiglie ])ercorrere per iulero quel tralto da ove furono svelte iioo ad ove le onde infrangonsi, senza trovare fra via cosa che il loro andare molestasse, e naturale che co- muneraente dovranno iotoppare ncgli inciampi. Si e la rorreote che da li le avvicina al littorale, sia perche da }»el principio sono gettate nel letto ch' essa percorre, sia » he le acque agitate in vario senso indi ve le apporta- iK). Frattanto per arrivare in questo modo la conchi- j;lia volgendo gran tempo , in cui il testaceo movendo V Oceano, la cui profonclita h iuimensurabile, nel trnllo di marc .Irl niiiile io jiiirl'i, Hon dico jut isserc di una ]!ri>lbiidila sciiza jicmiiicuo idea di paragoiie iniiioic; ma per Irov.irsi Ira terra, le lorbide i crollamcnii dtlle rive, e le dfconiposizioni orgaiiit'h<: .sono (ansa considorevolc di jivcllainciilo. Ma a <;lic ricorrr-re ad uno iiccuiiiuhinieiilo t.'ilc da elevarue il lijiido, da iif;iiagliar(; pei- ogni ilove le L'ievazioni, <]u.indo la correnle si fa pioprio il letto per »love corre onde trascuiaivi gli oggelli? Dt-ssa coirendo pereiitio HI direxionc immutabile, ogiiun vede flie roiilinuaiucnle devr .-immuccliiarc lutle le meiiziotiale sostanze sollo le ctninciizc die le vengono [>er istrada, jicr qiieila parte tbe ad efsa oppniigorisi, lino a lanto clic aiiuulliiio fjuaiilo le Ojipoiuvano d' ost;icolo, iielle la.>ciaiido pel detle cminenze per lu parte clie uon guarda il piin- lo d' onde dessa viene. Ora basta per polere arrivare le conclii- glie con la corrcDle , Irovarsi il caminino d' onde partouo ad live bono .spinte seiiza insormoutabili clevaiioni, le baize nou eiscodo loro di oslucoio, ■2 1 6 CATALOGO EAGIONATO DEI MOLLUSCHI per non trovare favorevoli gli agent! fisici e le circo* stanza del locale ualio, ordinariamente succede cbe essa sola si rinviene era conservata talvolta scolorata , so- vente da serpule coperta e spesso mulilata , e cio se- condo la diniora e gli accident! del cammino. Finalmente in riguardo all' ottima quah'ta dci cen- nati molluschi e da osservars! che la situazione geogra- fica e topografica vi contribuisce, se non siane anzi la causa primaria. Poiche il golfo avente una forma c!r- colare e costituito da due promonlori: V uno il Capo dei Molini, per eve strisciando la corrente del Faro di Messina viene a rompere, come, poco pria abbiamo esposto, neir allro Capo detto S. Croce, e retrocedendo aggirasi in se slessa con perpeluo niovimento ^ movi- Kienio, cli' e propizio alia vegelazione delle idrofiti ed alia vita degli aniinali cbe 1' abilano non meno di quan- to lo e 1 aria aperta e ventilata per que! che la respi- rano in terra. Ecco percbe il pesce il molusco il cro- staceo, che pescasi dal Peloro al Tauro e saporosiss!- mo, e nelle rive di Augusta scipito e mollej e cbe con- dito portalo su le nostre inense a prinio boccone si fa cliscernere se di queste o di quelle rive si fosse j onde e che il primo al secondo si preferisce in mercaio, e si cbe il pescivendolo ad invogliarne il compratore per quello di Catania o della Trezza lo spaccia. Ragionato avendo della causa della quantita dei molluschi del nostro golfo, come puredelio squisito lore sapore, ci rimane a cbiedere per ultimo, d' onde viene, che i lestacei littorali cbe vi abitano nella costa setteu- trionale altri hanno la coachigiia cbe supera nella grau- DEL GOI.FO DI CATAiMA 21' d^zza c neir iiKensita del toloiilo, cd alui cLe supera neir intenslla del coloiilo e cede nella grandezza a quel- la dci testacei della cosia meiidioiiale,- e clie quest ul- tijni haniiu poi la coutljiglia che in lucentezza fpleii- de vicppiii che quella dei testacei della cosla iSord? Rifleltendo su di quesla domanda, sicurainente, Soci or- nalissimi, la vostra curiosila saranne sliiiiolala, Essendo un assioma generalmente siabililo, clie Jl calore Iia di- relta azione sullo sviluppo e sul coloiilo dti molluscbi; essendo un principio diinostrato, die la luce agiscc co- me il calore sulla supeilicie di quella parte della con- chiglia che e in contallo con essa: ed essendo divulga- ta opinione che quel (isici elenieiili che hanno efllcacia sullo sviluppo l hanno del pari sulla colora/.ionej iicl golfo di Catania , olire gli aliri fenomeni si osservera quolio curiosis-siino , the conchiglie piu colorate sono ininori di allre idenliche meno coloiite. Noliamone Ic circoslanze die diverse sono nei lit- torali di ambidue Ic coslej indidiianione 1' indole degli eleinenii che vi agiscono diversamcnle come sono di- verse le circostanze; e rileviamotie le varie azioni e la lore forza die 1 indole di essi o combinala o sola eser- «ila sul lidi^ acciocdie osservando quale sia la influenza » lie hanno su la \ila e su la tmidiiglia dei lestaiei in discorso, con probabilila aluieno, si discenda alia rispostn. Ragionatosi della causa della quantita dei luollu.'chi, e dtl'e conchiglie die sono nd gollb, come june del- lo squisito sapore delle specie che tra di essi sono nian- gercccic, ci rimane ad esporre per uliinio, die in esso golfo, in priino luogo le conchiglie dei testacei lillorali JlU Accad. Fol. XI F. x^ 2l8 CATALOGO RAGIONATO DEI MOLLVSCIII rlic-abifano il suo lato sellentrlonale supeiano nella giau- ifciVyla e uclla intensita del colorito quelle clie vivono nella c^^'.z rneridionalej secoudo clie di quelle del lalo set- iernrioriak isiesso ve ne sono che, tulloche su])erano i>e]!a iiitei(>ita del colorito le identiclie specie limi- li ■' \i I'ed'ino nella grandezza ,• e terzo che le con- chigli 'lijioi cA lato Snd sfoggiano j)iu che quelle Ic quali a:jitatio 1 op|>oslo lato. Diatno bicve idea delle circostanze che sono nel liltorali di ainhidue le cosle, notiamo 1' indole degli de- menti che diversamenle cssi sviluppauo iielle diverse circostanze, acciocche osseivando quale si e 1' influenza della loro azione e dei loro eilelti su la vila e su la conchiglia dei teslacei in discoiso si possa, almeno con probabilita, discendere alia lisposla. Volgiamoci dapprima su quel trovaisi le conclii- glie del lato seltentiionale del golfo pin giosse e piu co- lorite di quelle che nel hilo uieridionale iie vivono. E Irascorrendone le ciicoslanze, die esistono nell' uno e ueir altro lato, vedo nel seltentiionale, da alcuni linii- tatissinii punli terziari in fnoii, una costituzione vulca- rrica, e di un vulcano ancora altivoj ed una esposizione ai venti S E. S S E. in nessun conto fatta meno per lo correr della costa ad angoli e seniicerchi ottusis- MHii da Don fare seni, se qiiei di Catania e del Porto Uliss3 eccelluansi: mentre che osservo il littorale della costa Sud aflatto calcareo, solo da poche vestigia di val- cani estinli da piil migliaja di anui, interrotto per breve tratto ver la Agnone,e per intero esposto ai venti N E. N N E. e dippiu lutto alto e sinuoso per la massinia ])aite di si!a esleusione. Da cio facile si scorge che il primo lit- uEi. Gouo 1)1 «;ATAr(i\ 219 torale, per la sua costituzione, dovra contenere un co- lore intrioseco minimo qualunque si fosse , aiimenlato pero (li mollo per quello che prolifico vi diflbndano i raggi del Sole cLiU' alba al crepuscolo, insieme ad una luce vivi.ficantissinia: e che 1' altro litorale rigido per !a iiatura e la compage dei principi chimici die ne costi- tuiscono la sua massa, e assai poco riscaldato dal sole, che percotendolo da dietro, non ne indora il lido che in pochi tratti del giorno , perche elevaia essendo la costa, i suoi raggi non possono spandere ne calore ne luce in qualche niodo dimorevoli da non sorpassare la ineta del giorno, che in quei pochi punii che tra il serpeggiare della costa guardano 1 E. o 1' O, Cio posto andando di accordo con lo assioma che il calore faci- lita la circolazione, ed accresce la secrezione, e che la luce cio adjuva o iigendo come il calore od altrimenli, e confacente a nalura, prime che i lestacei litlorali del lato setlentrion.ile devono sviluppare perfelte !e ftinzio- jii del meccanismo organico, e che quindi ed In gran- dezza ed in colorito devono avere il guscio di nientc meno degli altri identici cresciuti in pari clima ed in sl- mili favorevoli circostanze; sccondo che qnei del lato nieridionalc eserciiar dovendo e j)iu tardi e piu Icntc le lunzioni del meccanismo organico, dovranno sviliij)- parsi tal che la coiichiglla cedendo in peifezionc a qucl- la della identica spt-cie dell' altro lato, ne innJca i[ ri- sultamenlo della differenza delle circostanze in riii \i- vono le unc c le altrc nel paragone. Passianio a qucgli altii testacei liltorali che nella costa setlenlrionale hanno il uicchio che, Iwltochc di pin intense colorito, ai liinitrofi ne cede pero neila gran- 2 20 CATALOGO RAGIONATO DEI MOLLUSCHI dezza. Sicuramente, Soci ornatissirai , queslo fenomeno (lovra rjscolere la voslra attenzione. Desso mettendo (la r un dei lali 1' esposto assioma che il calore la lu- ce ec. agiscono sui corpi organic! nello sviluppo pari- inenti che nella colorazione, ci fa divedere che mal si avvisa colui che leggi prescrive per le quali spiegare ne jireteiide le cose della natura. Si mil fenomeno oltre che e ammirevole per 1' eccesione sudelta lo e pure per servire quale dalo ad additarci come nell' isola nostra si carabia nalura sovente da un breve tratto all' altro. E per lo appunto tanto si osserva nel corso di poche miglia che fa la costa settentrionale del golfo. Intanto causa, pri- niaria almeno, di tulto cio ne e il continao variar del fondo del mare lungo il lido, che diversamente modi- ficando le azioni in esso del fisici agenli e delle fisiche circostanze diversamente vi si sviluppa natura. Cosi il fondo che lambe il lido Etneo talora e altissimo non di rado alto a seconda che la lava od a piombo o piu o meno obliguamente vl discende^ pero basso o bassissi- mo lo e sovente, perche ove si addentra il lido, facil- niente si eleva desso fondo, e si per i macigni e le soslanze diverse che vi apportano le alluvioni e vi sbal- zano le tempeste, che per lo sgretolamento e la de- comnosizione ove delle lave ove del basalte, ove del lerziario, ed ove di piu di queste o di altre sostanze, A megllo rilevare le circostanze del littorale, il luodo di agire degli elenienli ed il grado di loro azio- iie iielle due coste del Golfo, ho stima?o opportuno ri- durli nella segneule tavola. ^ J o - » ? -1 "i ■< H ■< '■J 1^ O •J O u K u u< ■< a O o a o H O O o u H 2 J « S u ° O ° M S J o O u -«; -J Q J 2 K K « o 5 U Q -" 3 3 ^ s K O " 2 ^ M Q t« 3 o S a ^ £ •J -15 = ■^ (^ o 3 a -a a. w &■ /; - ra 2 t^ S5 s-s a o 3 «^ n 3 DO o N ec ca -a .5 — 3 cu li _o J5 ^ a 1- S) 9t >■ Ui tfi u o. 5 L^ o V u a; wi u. tio •2 o 2.2 ^. - - .sr-3 w o ._ w o ,-e a □ >■ ^ _ 'O o C -, ■• > o — • - •5 o o =* OJ ■ " 2 s S-g*- ss " "J 2 ~ :3 ^ C ■_ o O -^ c 3 u o a; -o u _ o -a ,1) O 3 CC.S ^U CS > O U a s n ._> 3 i 13 ii VI H 05 " S 1) a -a BOB 3 = 0 cj ca 3 a U w N '? U ^ ^^Utii'l ITTTB— '^'■~ \ c ; , r (c G 1 e c ;^ 1 1 c ^ • t i ij no o e c arte del su a pcrcuofe d clic csscnd 'li'i II' onibta,pc arte del gior 3 .2 « £P 2 g^ 2 ■ a.- o u (/) — ' o o c- cj 1 .9 S.5i a.si..s Cf: C -3 c -a c -= ; ; -^ r . .. w c c; § c s S! c tA — n rr 11 '^ '.^. Z c o SOUb" l; C3 c ij n U 1st a o t:'^ 'w W E-S I Ji c " •-3 C c u i; ^ I/: ^ ^ t« ' _< re w u cc H f. r-" *; o U' -< S Q •1 o Q >4 a O Q u f^. s < u a 1;; c u .■3 0'^ Q ... -a •- Oi a ,-3 • - = ■5 -2 S - § 2 "■ = -3 2 - y O 2 " ^ ° O C^ ' d. S . ~ ~" 5; - •" c ■ QJ a a) _. ij a ce ■- H 3 - ■^ i> a ■0 5/ Jx « O O "^ -^ "^r ^ o ij:-a a ^ q ~ V ^ '- — ^ . o o ° ~ 2 a ^ = 5 "O P L_ -3-3 =_S = X U-O CSC = = S 3 « is = C „s "1 2-z; s a p or= i,^ -a'o -3 5^ '^ .L' o £ w o H O o ■< o (^ o u Q J R -l H a a — rmrfe-!. ■ i .wj*» .r— «t tjiiith-i ^ 3 '2 A J-. -2 =1- o cj H o o " — c t-. re a. o := i; o i- - -= « — .— j- 500 -n w _ ~i C IJ "I — ' n o -^ (u .- - 9 — 3 c ct, o JS C in u — o _y — s£ _S C i) c = r-' c3 - i- o c 5 5= '3 o c. o o o 1 1 1 C 1 I e ca o o r. o o c o - — U C — C £ c Ci- 3 o C e3 « — ^ 2 « u '^ 3 E _w U « 0^ o &. « s'S .^ i s ra Ci. 1- <-- o c t/"- — o re 3 _ _ , f • M ■ n S 'a o u u c to "o c o V. C3 "^3 o 5 7c c^ o 'u c ^ 0 > n o o F C3 o CD w ^-< ■^ c o a c/ c. o :: -■ c o — o o o -< •J o o H 1 a u ^ N o a M ■< o IS P 3 a »(necaj(«v-; aO--' Q H a (4 S u H > s Q o % H J U &> ts u a t§ Sjs o-^-S g;5ir:5 .'.=_, to s "o O Q^ J^ S ^^ S^ S.S o 3.1 1.-^1 >J U H >J N i4 ' M B K ■< H i v> H 8 a o; n u o ■< U a >J o a •< >-] c o M ts a o ■< ^ -< O •-< g u o Q a: 5 •< a & u u "3 -a o ta O 1 T> if l^iii-i 1 i .1 1 1 § ■ H z c M o V) eft 3 o ?i S sX 6J3--5 c u, a. c :: sc.S ■ b to <; to O a o M a 5'3 a „ « i« cr cuJi « "^ = r* w a ^ bc^o □ M •« S-i'7^ " ;^- rr 3 (3 _: .— t- >^n . t^ -^ -^-* _ v oj <■ c o ' • o > n o • ^■» £ g, g- 2i « S3 _S a a ra 4) o -S . a.-2 i « S "^-S .t; w g; ftj o) :i3 M •^ 3^t2'n5 3*3 _S J5 -g .£ § d ° R 5 :1 g 2 ffi W J S) ■-H CO OJ .IPJl.Q...^ ,. ..1, „,...**rflt«. 1 ■J o ^ -< cn '^ o < o S £ 2 • J, « :^ a _ O u 1— 1 3 •"• Q 1 2 = 53 H en O w ° ^ « — '5 ■- S:^^ g.S >-l u u i -' S -J R -: S S^8 8»H H S J 1 u i (^ o < „ a O J o s 5 S g e « w ° 5 0 0 "^ < 1^ -^ — — o <5 O £ H si ^ H 5 o « H M C „ tb 2 s^ tn ^S ^ « a to O u -^ « Hi ►J R < ►J w -? 1 cs u DEL GOLtO DI CATANIA P. 3 1 III cfuesli locali bassissimi poi i dettl macJgni essendovi ammonticchiali , le decoraposte sostanze o le (i) (-redo prezzo dcU' opera farnc descrizione delle sorgenli the iifl golfo a tcm[ieriile imincttoiisi a lu graudi acque in seno, per potcisi giiulicare vie nieglio ia difleienza della tcmperaUira del mare dei liUorali chc sono ncl jiaiagone. Incominciaiido dal Capo dei Molini, si trova la foce dejlc aequo provciiieiili dal colle ilella Reilaiia, clic ()ria di perdrrsi in mare movcndo altuni molini, ne piende da loro nonie il ca- po. Dalla coliina di Aci CaslcUo e Trezza scatiniscono varie lim- pide sorgenii, die Irasciirale si perdono nel liltornle di amhi [ villaggi. Rarissirac e scarse scaturigini inconlransi correndo il lido dai Caslelli) a Lognina; da qui poi peri) fiuo a Catania, sebbene pic- coli, IVtqucnti lusi.ellelli inconlransi, clie lianno origine o poco liiiigi dalla foie o nel uiare isless<5, clic si concscono facilmentc per la iicdda sensazionc elie apporlano a elii dapjjre.'-so \i miota. Jn mezzo al seno della cospicua Calania in due braccia lim- pido e placido imiiictlesi 1' Arnenano. Jjisogna caunninare 4 miglia c niczzo, scnza inronlraie sea- tnrigine alcuna, per vedcrc maestoso immellersi il JN'ilo dell.i Si- tilia, ( il Siiiitlo); allretlanio per vedeie il Lcntini, e piii di (i ini^Tn per inconlrarc la bocca dello s'rcpiioso Panlcgia, solo dal- r Agrmni al Capo S. Crocc inconlrandosi innoli ruscilli. Dallo esposlo si lianno le loci di due fiumi considerabili ncllo ?p»7.io di quallro miglia c mezzo, e varie torgenli clie ad- tlizioMiila la (|iinnlila parzialo di loro aequo ammonlano ad una .Miiiuna di volume uguale a qnella di un piece lo llumc, del rpia- Ic td.stitueiii la maggior parte 1' Arnenano. tbbcne, vorra fbrsc tlirnii taluno, consenlo clic tolli i delli due' liumi piccolo vo- lume di acque dolci tempera la salseditie del uosiro mare, nnzi VI aigiungo pure nella delta addizionc il fiumc Lcnlini, o sem- j)re considero piccola ed insufliciente la sornnia tolale dellc aequo dfici, prodolla da quelle die jerdoi;si per Ic due cosle o pii'i a32 CATALOGO RAGIONATO DEI MOLLUSCHI sabbie tra di essi si accuraulano , sicche le acque re- stanvi come ia baciui, che scompariscono o se ne foi- meraano a seconda che le onde ve le spingono. E da cio Ji volume delle acque essendo assai piccolo e limitato tra argini ristrottissimi , il calore solare vi eleva i'acll- mente la temperalura non solo di molti gradi piii di quella che regna sovenle da li ad un piccolo Iratlo ap- presso, ma nella calda stagione pur fino alio eccesso. Rilevate quali le azioni, e quale il loro grade, che i fisici elemenli nelle varie circostanze dell' una e del- r altra costa diversamente esercitano , andiamone or.i osservando la loro influenza su la vita dei teslacei. Parliam dapprima di quei testacei littorali che nella costa N. hanno la conchiglia maggiore e piii co- quelle del Lentini ma come potrete mai considerare incalcoiabih quelle del Simeto; fiume che in grandezz? ed in eslensione su- pera quant' allii mai sianvi nell' isola, e che una focedi canne63 di larghezza, una profondita al minimo di palmi tre in quatiro, che tocca li palmi nove nello staio di piena? Una cotale oLjezio- iie a prima visia pare dovere illudere chicchesia ; pero ponendo mente ad una parlicolare ciicostanza, svanira non meno toslo di come la e presta ad iuibarazzare chi non vi riflelta, alia correnle io dico, del faro di Messin», che dal Nord spingendo al Sud, fa che tutle le accque marine dappresso il lido, giacenii *» tramoii- tana delle foci, non si mescolano con le acque dolci che vi traL- boccano accanlo. Quindi senza diflondermi ad addurre' lanii ru- gionamenti per persuadere della verita di mia opinione, baslamj solo il farvi riflettere, che la costa settentiiunale del golfo nmane sgombra e nelta delle torbide che seco lui trascina nel vasto ele- menlo il Siraelo quando furioso sbocca perche ingrossato dalle pienc; laddove la meridionale ne ha di esse torbide appianata non solo la profondita, ma fin rialzata la piaggia. DEL GOI.KO DI CATANIA 233 Ivorlla (li quella clellc ideiitiche specie della costa S. Ah- blamo rimarcalo nella costa settentrionale, im calore in- trinscco ncl littorale, non vciuito mono (ia attirala umi- ciita, ed ua calore ed una lace viva rial sole diretta- nienle infiisevi: viciversa nella cosla iiieiidioiialo un lit- torale da sc fresco, diveiuito ligitlo per 1' muidlta clie per sua formazione attrae, ed il caloie e la luce del sole dimorarvi solo per mometui, da non cccedere la me- ta del giorno. Cio posto, andando di accoido con lo assloina, die il calore facilita la circolazione ed accre- sce la secrezione, e die la luce vi coiitribuisce o agendo come il calore o altrimenii , come siillo piantc od al- tro, e naUirale die i niolliisdii del lato settenlriona- Je devono sviluppare j)erfelle le funzloni del niecca- nismo organicp, e die cpiindi ed in grandezza ed in colorito non devono cedcrc a quelle dci mollusclii die sono sollo lo stcsso clinia cd in siiiiili favorevoli circo- stanze; menlre quel del lalo meiidionale essercitando tarde e lente le f'unzioni del meccanismo organico, si- curainenle dovranno avere la concliiglia die nel para- gone cede in perfezinne a quella della identica specie deir op]iosto lato. Passiamo a quegli altri teslacei del golfo die nelle idenliche specie presenlano nella costa settentrionale le condiiglie niinori, ma piu colorile dl quelle della iiicridionale, 11 littotale di quest' ultima costa, per dif- ferire poco o nulla la temperatura delle aequo die il lambiscouo da quella delle acque die da essa distanno, e per cssere riparato dal furore delle tcmpcste e dallo agiiamento periodico del fkisso e rillusso, deve presea- Aai yJccad. Fol. XI P'. 3o 234 CATALOGO RAGIONATO DEI MOLLUSCHI tare una tcmperalura coai:c- ptili' r^;i|ii'li })art. a. \'ii i. png. (j. (b) Moiigilore della Sicilii nceicaia v. i. (>. 34 J. (c) Pindaro od. 1. Olyni- tt Pvl ol. 1. 2. 3. Aui Jccad. Vol. Xfr. 33 2.58 FAUNA. no Diodoro (a) Plinio (6) Solino (c) Alcssanclro di Alessandro (d) Gulhero (e) Cimarelli (f). Predislinguonsi oltremodo sibbene i c»valli Elnei che agili cd aiilmosi riuscivano di gran forza e tenevano velocissimo corso, per quanto dicono Celio Bodigino (g) PJeUo Carrera (h) Massa (i)^ e in generale i Cavalli del- la Sicilia lutla nei tempi andati tenevansi in rinonian- za moltissima, come ci si dichiara in aperto dell'asser!- limenlo concorre d' insigni scrittori e di Appiano ( j) Al- drovando (k) Vegezio (I) , che spesso furono i Cavalli siciliani ricliiesti onde pomjjeggiare e spiender vieppiu i cerchi romani colla luro velocila celebrala (m)^ e cn- (a) Diodoro lib. i3 num. 83, (b) Plinio lib. 8. (c) Solino cap. 47- (d) Alessandio d' Alessandro Dier. gcncial. lib. 6. cap. i/j. (e) Gulliero dc Jure manium lib. 2 cap. 3^. fol. ^O"] . (f) Cimarelli rh. fiiosof. cap. \/\ f. 116. (g) Celio Rodigiiio lib. ai cap. a3 quia Elnei Erjui babean- tui' praecelercs e in currendi cerlaminilius inclyli. (b) Pietio Carrera nel Mangibello lib. i. cap. 3. f. ig. e Belie meraorie di Catania vol. i. lib. 2. cap. 2. fol. j38. (i) Massa Sicilia in prospetliva part. i. f. 3o. (i) Oppiano de Venat. lib. 1. (1{) Aldiovando Je quadriipedibus solipcdibus Bononie i6()4- pag. 53. cosi dice Equi siculi in magna sunt esislimalionc e po- co appresso pag. 61 siculi Oppiano probantur ct celeberrirai liabenUir, cedunt tanien Partis tt Arraenii.';. Interpres icddidit Sicanos. Sicania enim Sicilia pars est in finibus agrigentinis, quo- rum equi pre ceteris laudabanlur ut dictum est. (1) Vegezio arlis veterinaria; sive mulo mcdicince lib. 4 cap. 6. (m) Dempstero in supplem ad Rosinum lib. 5. cap. 5. Onofrio Panvino de Ludis Circpnsib. lib. i. cap. i3. Giulio Cajiitolino. ETNEA 2^9 me ne convlcne in palese Dareau de la Malle al se- colo (lecimonono , che dalle descrizioni e dai monu- inenti riconoscendo presso gli antichi qiiattio razze di- stintc di Cavalli di corsa, di guerra, di tiro, dopo I'A- iVicana , 1' A{)uliana, la Tcssaliana vi ineltc ancor co- me quarla la Siciliana (ii). Adesso pcro i Cavalli di Sicilia non figuran per uulla nelle razze dei cavalli , f;issi j)arola difani delle razzc Barbare, Ispaiie, Inglesi, Napolitane , Arahe, ma della Siciliana non si dice alcun clie^ cosi se il Cavallo doniestico vivesi in alcun modo nelle citla alia base dell" Etna, e nella cilta di Catania, sono tutti venuti d' oltralpe, ne cl appartegon per nulla. Vedonsi in stor- mi numerosissimi cavalli nei cainpi sativi sino al nu- mero di 4oo Goo dcsiinate alia treb'.iia dei grani e vie- maggiormente alia generazione dei figli^ mJi pocchissi- mi se ne vedon jjcro nei villaggi dell' Etna e non si impiegano a trasportare dei pesi j i Cavalli selvatici poi nou vi stanno per nulla e j)er quanto si dice era loro stanza gradita della Sicilia intera T angolo il piu romito e deserto fra la monlagna di S, Vito ed II mon- te Erice. ■« I «» .>»&«<•*• ' — L' ASINO Eqvus Asinus Linn. In tutti i villacgi di Moncibello c in abbondevole (a) Considerations gcnerales sur la domestical ion dcs aniraaux Par. M. Dureau de la Malic; aanal. dcs sc. oslur. torn, i-j au- uo liii. 2 Go FAUNA numero vive r.omestico Y Asino il quale adempie al piu interessanli e variati bisogni del contadino e nel villag- gio, e alia rampagna. La natura geognostica dei ter- reni e le alj)estii strade di tntto il dintorno vulcanico senibra cue non poteano finora essere valicate cbe dal- r asinello die uel suo andatnenlo posato, bene si adat- tava a quei malagevoli camini, e a quelle impraticabili Lalze. L'Asino sta nel genere dei maramiferi solipedi ma scarabiasi e difreiisce assai del cavallo* e piu piccolo. di mole, ba piu giossa la testa, e piu lungbe le oreccbie, e si differisce inollre per la forma della groppa, per la coda non guarnita di crini se non nell' estretno, e per- tbe nel dorso porta ima maccbia nera conformata a foggia quasi di croce. t, queslo animale per nalura umile, paziente, tran- quillo, sofiVe con costanza e con coraggio direi i casliglii ed i colpi, ed u sojjrio riella quantila e nella qualila del- la cibaria. Tiene in molto sviluppamento gli organi tutli sensoriali, ba acuto vedere allivo odorato linissimo orec- cbio 5 s' invade troppo dell' Islinto dall* amativita, e si mostra affezionato oltremodo pei figli, non raostra pero alcun segno delT islinto della difesa, poicbe iu tenzone non viene giammai, ne dell istinto dilaniatore per esse- re erbivoro del tutto, ne del senso dell' astuzia cbe e animale interamente pacifico; ma presenta in alcun mo- do deir educabilita poich^ si affeziona insignemente al padrone. Originato per quauto si narra dall' Arabia , dallo Onagro o Asino selvatico, che ancora rinviensi in Tarta- via sollo il norae di Rulan d' onde esce in truppe nu- ETNEA a6l merosc in tempo til autunno In ogni anno per recarsi .1 svernare nelle regioni piu mcridionali dell' India orien- tale e della Persia, passalo indi in Eglito, in Grecia, e j)t)i neir Italia, e nella Sicilia nostra, c di qua a climi piu scttentiionali, e piu nordici , sembra che appo noi lion ne stassero clie due varlela l' Asino morello, I'Asino iiaduino degli antichi, e I'Asino ordinarlo, che e I'Asi- iio arabo, quantunque ne csistessero inliDiti, e di ta- gh'a e di colore, e di grandezza, e di forme, originate dai vari uffizi che indossano, e dai vari usi a che im- piegansi, e dall' usarli in freschissima eta , per cni re- stano piccioli troppo di mole. E a delineare i caralteri propri e diflerenziali dal- le due varieta raenlovate^ 1 Asino morello o lAsino ba- duino, che e 11 piu comune e ordinarlo, presenia una ])eluria inleramenle nera, eccello 11 ventre ed il petto, una coslituzione piu forte, una statura piu alta mentre lAsino ordinarlo o 1 Asino arabo, vesle una peliiria ce- ncricia, por^je una lunga slriscia ncra a forma di crocc dai collo itUa coda e lungo le spalle, e mostra le gam- ] e zcbrate di strisce nere, la sua taglia e piu piccola ; e la sua costituzione men forte. DEI MULI K DELL IBRIDITa" NEI MAMMIFERI SOLII'EDI Mentre il fisiologista filosofo considerando siibllmi- uiente tutte le fiinzioni dell" essere uniniale, non vi rilcva che le laodificazloni di una sola e mcdesima, die po- 20 9. FAUNA trebbe dirsi fondamenlale del tulto, rileva ancora pcro die la lunzione medesima, comeGhe nello scopo finale fosse sempre la stessa, diversissima mostrasi nel suo rncc- canisiijo, e nel suo modo dl esecuzione, negl' individui vari del vasto zoologico regno. Fra la niilleforme varieta dei processi per cui si procrean le specie vive nel generalismo degli organism! degli esseri, e oltre la generazione equivoca , comune oltremodo negli individui semplici dei primi anelli del- la serie organica , la generazione fissipara che negl'in- fusori vedesi, la generazione gemmipara che si nota nei polipi , la generazione erniafrodita comune a lutte le piante, e a molli moUuschi , la piu eslesa a delta di Bonnet in tutta la catena animale, nella generazione a sessi separati in due distinli individui, oltre la varieta di generazione senza o con intromissione dei sessi, rac- chiudesi la generazione ilirida o la procreazione dei Muli, che e ancora mezzo di mettere in luce taluni vlventi. Quanlunte la saggia natura nel vastissimo campo degli esseri vivi, e in tutte le specie della gran serie fito-zoologica, abbia slabilmente e con kvaitzza. ilssalo, i tij)i fondamentali della procreazione vivente, onde per- nianessero maiseinpre le slesse le famiglie nell' ordine successivo dei tempi, tuttavia ha pure permesso una fe- condazione ed un accoppiameuto Don sterile, fra le spe- cie aniniali e vegetali vicine spettanti alio stesso gene- re natnraie, cosicche il .fenomeno dell ibridita si altesia oggidi come un falto fisiologico piucche mai dimostra- to, nei moltiplici modi, mercecche viene a vita 1' indi- viduo organico nel regno vivente j che anzi cono- ETNEA 263 srcndo i fisiolo<^isti e i zoologi, clie la predominant s'.a relaliva delle forzc d un sesso generatore sull' al- tio corrispondenle otliene degli individui del suo ge- iicrc, e che del masclii robusli con dclle femmine de- holi procrcano piii di masclii , e che lo sperma del rnascliio infliiisce piincipalmcnte siigli organi estenori 0 corlicali , mentre le parii interne conispondono di vanlaggio alio forme malerne, merce delle generazloni successive nclle quail si fa jHcdoniinare costantemente 1 nno dei sessi d' uti ahra specie, si otterranno degli in- dividui di quesla stessa razza^ e ne e da cio nala una nuova industria creatrice a nobilitare le razze e a nae- liorare le specie domestiche. Qneslo fatto e evidente in eflfeUo prcsso le razze ibridc incrociate del negro e del bianco, e per quelle dei inuli e degli animali ibridi, e delle piante pelorie che conservano la facolla di generare e di riprodursl. Cosi se non ammcttesi 1 ibridita del'a donna col- la scimia Jocko, e quclla del cavallo colla vacca, e del gatto col gliiro, e pero piucclie inai dinioslrata quella delle piante pelorie, degl'insetti del genere islcsso , dei pesci di specie vicina, quella fra T anitra e la gallina, il canario e la feininina del fanello, il fagiaiio e la galli- na, c quella fra il lupo e la cagna, il giacal e la vol- pe , il leone e la ligre, il lepre e la coniglia, il cam- mello e il dromedario, il becco e la capra , il cavallo e r asina, e 1 asluo colla cavalla. Ma a rimettenni nnovamcnte in senliero , nella faniiglia dcUo slesso genere Equus, c fra quelle drU'/i- qmis cahaUns, a deW Eqiiua (tsiniis, di frcqiicnte la gc- nerazionc ibrida avviene, e di freqnenle si detcrmina Ii6/j FAUNA ad arte, Ja clie provengono una specie dl animali niii- li ulllissimi, e all' agricoltura, e alia arti, di clie si ab- honda vienioho nei contorni dell' Etna. E risalendo alle epoche piu tenebrose e vetiiste della storla delle cose umane, la prima notizia del Mu- lo rinvieiisi nei salmi di David e ia Omero, laddove nori fassene menzione per nulla nei Penlateucoj non e I'uor di ragione pero come pensavalo Bureau de ia Mal- le , che fa nell' inlervallo compreso fra il secolo di Moise e quello di David, che si avra permesso 1' incrocia- menlo dell' asino colla giumenla e si aucora ridolti do- meslici i loro prodottij d'alironde una Icgge del Levi- tico difendeva espressamente queslo incrociamento di specie (a). Dopo il decimo secolo avanti I'llra cristia- na usavasi il Mulo per la monta per carico e per tiro. E nei tempi della guerra di Troia non impiegavasi chje per tiro e !a cavalleria essendo allora inconosciulo od inusitalo nei combattiraenti,- e gli scrittori Ebrei poste- riori fanno tutti menzione del Mulo. 11 Mulo in tutti i villaggi e nei circondario di Mon- gibello sovraLonda oltremodo, die se ne contano pid di 3oo nei piu picciolo villaggetto, che appena assomma a due mila abilanti. Esso aderapie bene a tutti gli uf- fizi dei 1 oschi, e dei campi, e al negozio e al com- inercio. Tutte le numerose derrate che si traggouo dal- le campagne dell' Etna, e dei suoi contadi adiacenti, si traspoitano sempre a schiena di Mulo, i vini , i grani, il cotone, la silice , il legno, il carbone, le IVutla co^i (a) Levitico xix 19 Jumentum tuuiii noa admitles aiiimalibus lielerogeneis. f ETNEA 265 si tia£;ittano ad eccezlone di qiiei punti ora divenuti rotabili clie si trasportan sui carri seniprc tirati dallo stesso aiiimale. Questo niainmifero ibrido che sembra nato a bel- la posta a portar pesi onerosi, e ad avviarsi sicmo fra- mezzo If inacerie piu sassose hene si afFa alle alpe- stri e impraticabili vie di tuUo il dintorno niongibelle- se iilo di freschissime lave, di ciott<;li , e di congerie vidcaniche che rendono cosi malaj^evole il passo, e be- iie riesic per gli alTari del corila lino e per quelii del comnierciante. II faticoso e Jravagliato viaggio clie irn- prendcsi per salire e godere ii terribile e niaestosissimo Etna, nou fassi che a scliicna di Mulo, e di Midi che stauziano ncl villagetlo di Nicolosi, clie sono i soli abi- tuali a Tare tale malagevole sirada, laddove quelii del- la ciltii di Catania sposso vengono nianco e soccomiiono. E a dime qui in piu particolaie dettaglio, la spe- cie Asino accoppiandosi colla specie Cavallo, ne origina- no due sorta di bastardi pieni ad oltranza e di vigorla e di forza, che reggono troppo allc piii dure fatiche. In Italia e in Sicilia indisliulamente si dicono Muli, men- tre il vero Mulo e il figlio d' un Asino e d' una Caval- la, e il liglio del Cavallo e dell' Asina dicesi Himnus. o Bardolto. A delineare inlanto 1 cfligie che presentano iiei coiitorni am])i dell' Etna il Mulo presenta la sta- tura del Cavallo e proprlamenle di sci piedi pari- gini, la lunghezza maggiore dal muso all inizio del- la coda e di otto ])iedi a un di|)resso ; la polu- ria comeche propria, di versa da quella dei suoi ge- AUi uiccad. Vol. XI F. 34 a66 FAUxNA nilori, varia nel culore si vecle, morella castagna garo- flila Lianca e di color! diversi riunili in inescuglio^ lia la lesta plu corta e piti grossa che il Cavallo, le orec- chie piu lunglie, la coda quasi nuda, q le gambe secche come quelle dell' Asina, gli zoccoli molto piu stretti e piu piccioli che quelli del cavallo,- cosi dal qui detto rilevasi cliiaro clie il Mulo liensl vicino piu alle condi- zioni ed alia conformazione organica dell'Asino, ma pec la sua taglia si avvicina alia Giumenta^ presenta svilup- patlssimo I'isllnto della amativita , in tutti i tempi si mostra in caloie e iuclina al sesso della Giumenla , an- ziche a quello dell'Asina. E qui e da meltere innanzi il fatto ovvio troppo nei conlorni dell' Etna che il Mu- lo accoppiandosi con una Giumenta sempre per acci- dentalismo e furtivainente la Giumenta per quanto si dice, lion puo piu fecondarsi, ne coil'Asino ne col Ca- vallo, che anzi si ammala e muore talvolta, diguisache ogni fiata che questo sinistro accidente succede, ii pos- sessore del Mulo dee pagare la Giumenta come ])erduta^ forse la disproporzione del genilali di quest! due mani- mifeji e tale che gli organ! maschili del Mulo nialme- nano il sesso femrainile della Giumenta da renderla ste- rile. L' accoppiamento della Giumenta coll' Asino si fa sempre ad arte , onde nascesse tal specie di Muli cosi vautaggiosa ed adalta ai nostri traffichi e ai nostrl bisogni, e quindi questa sorta di bastard! sono nume- rosissimi in tutlo il nostro contorno j ed e da rilevare pure che nella generazione dei Muli di che si favella, prepondcrano molto le femmine sui masclii colla pro- porzione di uno ad otto a un dipresso 3 le fdzp nu- ETNEA aGy inerosc di Mule difatto, clie tiasportano i goneri e le (lerratc nei punli divorsi dell' isola e (iallaljitato della Etna occidenlalc all' orienlalo sono lenimine e non inasclii. 11 Baidollo ( lliiiiiiis dcgli anliclii ) ])resenta la statuia (li cinque j)icdi a un di dij)resso , la sua lun- gliezza niaggiore dal mnso all' initio della coda e di piedi scUe, uia talvolta e piu picciolo assai, che se ne vedono liieno grandi dell'Asina siessa, ha la tesla piu lunga e piu teuue a proporzione , le orecchie un poco piu corte, le gambe piu pieiie c nudrite, la coda forni- ta quasi come qiiella del Cavallo ; e sempre j)iu pic- colo del i\Iulo, ha laspello |)iu sollile la spina piu pro- miuenle, la gi'oppa j)iu taglienlc, cosi in tntte le sue fat- tezze ofganiche, nel viso, nei menihri, nel tronco, ras- somiglia e all' Asina e al Cavallo, i rapporti di ibrina sono piu identic! al Cavallo e la sua statura e ravvici- nata a quella della madie o dell' xAsina. I Bardotli sono lari oltiemodo, polche tale sijc- cie di fecondazione ibrida e nialagcvole niolto per la disproporzione. dei sessi , e per la ])reponderanza del sesso niascliile sul feniniinile , diguisaclic non tutte le Asine e solo quelle di gran corpulenza, possono venir fecondate dal Cavallo ^ e merita attenzion speciale nel Bardotto Etneo il suo caiattere morale, die e piu ma- ligno, e nieno docile cd cducabile , c sempre da dei niorsi c lira dei calci di quanto lo faccia il Mulo pro- priamenle dclto. I ]\Iuli lianno come gli altri animali tutti gli or- gani propri alia generazione e si iianno degli csempli che il !>Iulo puo generarc c la Mula puo produrre. 268 ' FAUNA Frattanto non hanno essi generato nei climl freddi di- ce Buflbn, non e clie raramente die prodncono nei cli- mi caldi, e piii raramente ancora nei climi temperati^ cosi la loro infecondita senza essere tolale puo pero es- sere considerata conje poslliva , questa infecondita e inolto piu grande nei BardoUo che nei Mulo; e qui sta bene il notare che fin oggi non si e potuta diraoslrare per nulla 1' esislenza dei zoospermi nei lluido sperniati- co del Mulo a cui sta direltamente legata !a facolta fecondante per quanto sperimentarono Gleichen Bory Duma? Micrografi di altissimo grido. Appo noi e nell' epoca nostra non si e osservalo giammai aloun fatto di simile specie intorno la fecon- dita del Muli, tultavia IMongitore alcuni falti riferisce accaduti nei vari punli dell isola nostra di Mule che si sono fecondate ed hanno partorito di poi che egli li cre- de niolto veraci ed autentici (a). E gettando lo sguardo sulle parlicolarita di orga- nizazione e dell' esercizio funzionale clie presenta il gruppo dei mammiferi di che si favella e primamente un fenomeno fisiologico ollremodo niarcherole nella va- rieta di conformazione e di orditura degli animali or- ganismi la concetrazione dei due sensi dell' odorato e del toccare in un solo organo, la troniba, nei Porco che e un organo cosi ricco in nervi e in fibre muscolari e che liene grandissiraa mobilita, che dee procuraile no- zioni variate ed esalle sul di fuori che lo circonda co- (a) Mongllore dell.i Sicilia ricercata nelle cose piii memorabili V. I p. 253 e seguent. t) ETNEA. 269 nic nclla Taljia e nel Toj)orango, c sollo questo n'guardo il Porco ripcte la slessa riiinione sensitiva degli animali inferior! come ne' gamberi. E bisogna noverare fra i inammiferl i meglio organizzali per 1' olfazione i Porci (he non solo banno la cavila iiasale ripiena di conielti assai grossi c molto divisi nia tbe presenlano inollre dci sini })iu eslesi die quclli di alcuna altra specie ; poi- die quesle cavita si cslcndono in tulla la cassa crania na nello sfcnoide posteriore nelle apofisi plerigoi- di neir apofisi molare del teniporale e fin nell osso /i- gomatico e la niejiibrana sonsibile ove ramificansi i fdi dei nervi olfattori e quelli del qiiinto paio ba ancora una straordinaria estensione. La forma delio stomaco sempreppiu complicandosi iiei mammiferi erbivori oflVe appendici considerevoli nei Pacbidermi per giungere cosi via via alio slomaro dei Kiiminanti cbe con quelio di alcuni Celacei 6 il piu romjiiicato di tutli^ presso il Porco il vasio liasso fon- do girato a sinistra e provveduto d un appendice in for- ma di sacco e si trova iiella meta ])ilorica iin prolun- gamento carnuto cbe serve a cbindcre il %iscere j e Gurlt (a) ha descritlo nel Cavallo una valvula spirale particolare cbe scpara lo sloniaco dall' esofago e ])er la quale spiega perche tale animale non ha la facollJl di vomitare. Ma la famiglia dei Pacliiderrai era as?ai mimcrosa nei tempi piii velusli in Sicilia, e nclle adiacenzc del- r Etna, come chiaramentc rilevasi dalle ossa fossili di (a) FazcUo De leb. sic. 270 FAUNA tali animall riiiveiiuli appo noi in tempi vari , e in re- gioni diverse . Cosi per quarito ne dice per le epoche piu rimole Fazello (a) Veutiiniglia (b) Mongitore (c) Cupaiii (d) Scilla (e) e per quaiito ne hanno delto og- gidi Bivona (f) Scina (g) il professore Maravigna die ne- ha fallo r analisi cliimica e il cav. Canonico Alessl nias- simamenle clie ha con singolar maestria delineata una specie di topografia dei luoglii ove quesli avanzi fossili di Elefanti di IppopolamI di Mamut stavano e nei c'ontorni dell' Etna e nei vari punli dell' isola, con niolto probabilisnio avvisare potrebesi che la Sici- lia fu un tempo ahitata di cotesti animali e che for- se un alluvione o nn dihivio , eslinse e ne deposito i carcami in quelle lagnne in quelle caverne (h) ove rl- trovate si sono (i). fa) Venlimiglia ( Carlo) presso il Kircherio. (J)) Mongiloic Sicilia ricercata torn. i. (c) Cupani Pampliylon siculum sive hist, natur. de animalibus slirpibus fossilibus quae in Sicil. vel in circuitu inveniuntur opus postum. A. R. P. Francisco Cupani imaginibus Ereis n. 700 e vero tractis et graphice incisis Pan. ex typ. reg. anionini Epiro. (d) Sicilia De corporibus marinis lapidesceatibus que de fossa rep.eriunlur. (e) Bivona Giornal. oflic. di Palermo. (f) Scina Rapporto sulle ossa fossili di Mar-dolcc altri conlor- ri di Palermo. (g) Alessi Alii dell' accademia Gioenia v. 7. p. memoria sul- le oss.i fossili Id stesso v. i3. (li) Guilt arcliiv fur Phjsiologie t. 6. pag. 53g. (i) Alessi Alti Ace. mem. cilala p. y36. o MATERIALI PER LA COMPILAZIONE DELLA ZOOLOGIA DELL' ETNA DEL DOTTORE GIUSEPPE ANTONIO CALVAGNI SOCIO ATflVO SEGKETARIO ALLA. SEZIONE DELLE SCIENIE FItlCBE - i-»'»a>«'«»« — PER SERVIRE DI I'ROEMIO ALLA ORNITOLOGIA DEI CONTORNI DEL MONTE Lelta nella seduta del a 2 aprile i838. Le seiil moyen pato, laddove quelli die dei piedi molto si servono anziche delle ali, come lo sLiu/.zu, una dispozioue in^ versa jjresentano. Prendendo a discorrere del tessnto pnrenchimatoso, il polmone a prclerimento di qtialiuupie allra serie osleozoaria, notasi in predominanza negli esseri aligeri. L' organo di che si f'avella non e libero nella ca- vita del Ironco, ma due masse rappresenta sliacciate, e spongiose di un rosso carico, fissale alia parte lergale di una cavita peltorale, che si pioslende sino al bacino. La sua superficie lungi di chiusa moslrarsi,aj)resi con jiiu uri- fici negli spazi circonvicini di modo, die 1 aria puo pas- sare, e nella cavita del Ironco e in quella delle ossa medesime. E Retzlus fa marcare in qual gnisa, a parlire dal- la dilatazione di ciascun bronco , nella compage della 178 FAUNA sostaiiza polmonare s" addentra una serie di tubl aerel , d' onde s' on'ginano ramificazloni moltissime, formanli piccioli cariali ])arallelll, continuantisi sempre con altri, che si piegano, e si curvano in modo, clie dalla trachea sino air aperture esterne del polmonare tessuto, vi e co- inunicanza d una cavila all' altra , e libera cixcolazione deir aria. Olttaocio vari jMohingamenti del .polmone una se- rie di cellule formano, le quali abbracciando le viseere tutte possono i penniferi comjiararsi assai I ene all' aj)- pendice membranoso del polmone degli ofidii, che sot- to tale rapporto presso gli uccelli gli altri visceri conte- nuti si trovano uel jjolmone medusimo, e ogni viseere jmportaiite 0 avviluppato da una ed anche due cellule par- ticolari: cos'i vi sla una cellnla cardiaca anteriore e po- steriore, due grandi cellule laterali , che accerchiano il fegalo , due vasli sacchi addominali die circoscrivono gl' iritestini e gli organi di generazione. Esistono cellule distinte beusi che si estendono sino alia snperflcie este- riore del tronco, e che conducono l' aria alle clavicole agli omoplati agli omeri, ai femori , e alle verlebre del collo^ laddove gli altri ossi del tronco sono imniediata- menle provvisli del fluido atmosferico per i sacchi ac- re! del tronco medcsimo. E tutte queste cavita comunicano si complctaniente, e si bene fra loro, che spingendo dell' aria in una sola di esse, per una apertura all' omero o al femore iatta , gonfiasi intto il corpo in intero, e puotesi la respirazion trattenere per questa via inversa, come Vrolik ed Al- KT.NEA 179 l)L'rs lo dimoslrarono , con' esperimenll moltiplici (a). Ma gli organ! costitnenli la coiiformazione eslerna, e la lininagine projiria , (1)6 gli iiccelli presenlano nel jnondo aiiiinale, e (.he j'anno coslituiigli una classe in- (lij)t'n(Jeiite dalle aUre, sono 1 avere due ali, due piedi, un hecco'o roslro. die sovenli e corneo al lulto, un largo sterno careuato, delle clavicole riunite in forcina, c 1 iivcre il corpo coperto di piuine. L' eslremila anleriori o le ali si costilulscono del liraccin , dell avanbraccio, della mano, e di alcuni ve- sligi di dili, di cui non ])ossoiio usaine come organi di ])icensione ma sono i Jl]ez^i piu prjncipali della locojno- y.ione volante. Le cstreniila Inferiori ofTrono una coscia costanle- menle nascosta dalla pclle, clio iici)])re 1 addoine, una gainba tenue, elevala piu o mono, un dorso j)iu allun- galo, che in alcun allro osleu/.uario , teiniiiialo da un ])ieiie composio di dili il cui numeio e la lurma sono susrellivi di variazloni imporlanli. \'i stanno soventi tre dili in avanli, e il paliice indietro, sebbene qnesto man- etiiosi io aniore, e pieni di liasporto d afifetto per la lor figliuolanza. II seoso della ineccanica e della co- struzione n«l nuaiero piu grande e ollremodo marche- ■vole, massiine in cpelli die coslruiscon dei nidi, e dei iiidi complicali iulessuli con arte. II seuso dei rapporti dei tuoni , e il lalento della iniisica predomina negli uccelli uiasclii anziclie uelle feni- luine, che canlano o podiissimo o nullaj e dei naaschi negli uccelli somm^niente cauori . E 1 oigano del lin- guaggio e taiilo piu sviluppaio quauto piii auitudiiie al- le lingue e a rileneie le ])arole dimostrano^ cosi sviluppa- io si moslra nd pa|)pagallo, nello storiidio, nel passero, solitario nel grau corvo. 11 ^auso dalle loculiii , e dei rapporii dello sj)azio e sviUippato di iroppo, nei p?n- jiileri che euiigrano, e i^.\[yj^jli piassjijfli^meute che iin- ])readono lunghi viaggi. ,r „; .v,;..^ ,. L isllnto dilanialore eccdic nel volanti carn,ivoAi, quello della sociabiliia nel pennali che viaggjano a, liup- pe, il senso dell orgoglio nel pavone si nola pel gallo, il seuso della propiiela nelle rondini che tornano ad abitare i siti niedesiwi , e l asluzia nelU passera nel piccQ verde nelle auilre osservasi. A]^a la fuuzione multipla della locpniotiliiu e s\i- l8G FAUNA luppala ad ollranza altlva potente, negli osleozoari ali- geri. Le condizioni organiche dello slrumeoto, che ne e r immediaLo fattore, e 1' apparecchio atlivo, come I' ap- parecchio passive del movinienli sono assai ben dispo- sti a presenlare il nieccanismo e gli uffizi piu finili del- ]a fiinzion nienlovala, Lo sclieletro acconcio viemolio ai loro movlmenli variali moltiplici, il sistetna nervosd cosi sviliippato e 1' asse niidollare piu lungo, i muscoli piu rossi, pill fermi, numerosissimi, che secondo i tra- vagli di Kitzscli presso essi, e massime presso i palmi- pedi, ciascuna penna e inunita di cinque piccioli mu- scoli destinati a meiterla in moto, ciocche fa ascende- re il nuinero di essi per I'intero animale, a piu di do- dici mila, rilevauo chiaro quanto di finitezra altinge la loconiolilila presso gli uccelli. I loro niovimenli sono celeri, vigorosi, polenli, dn- raturl, prouaiti a lunghissirao tempo, e son sorpren- denii amrairevoli sempre, se camminano in terra, se arrampicano, se nuotano, e massimamente se nell' ocea- no aereo si slanciano , e saliscono e scendono , e vi si aggirano , e vi si soUazzano , svolazzandovi istan- cabilmenle , e colgono la preda volando senza travia- re senza fermarsi , e quando si congiungono si ur- lano e sembrano unirsi in aria, e quando imprendono lunghi viaggi, percorrono enormi dislanze, e irasvolano i mari nelle loro migrazioni periodiche, volaiido senza incessanza, e niostrandosi infalicabili al volo. La slazione il riposo e per essi slato molesto, g!i torna in piacere passare la vita in altivita e in movi- iiienlo perpetuo, e con probabilismo si assente cbe rue- cello percorrc piu di setleceoto cinquanta lose ciascuno ETNEA 187 luiriiito, venti lejjlie in un ora diiecenlo leglie in iin i;i()irio (a). La iunzione di esj)ic'Ssione o dei linguaggi die piu o rneno seniplice, comj)Iessa piu o ineno, in lulti gli es- SL'ii zoologici esiste, negli individui ornitologici vedesi in ([iialcbe svilnppamenlo , e ometlendo gli altri fenomeni di csprcssione, e di qiielli dicendo che in dei suoni con- sisioiio e che raccoglie 1' oreccliio, Ja voce in essi degU aligeri e facile e forte oltremodo, poiclie sono cssi che lianno la piu graride estensiune di torare e die tengo- 110 ])oImoni vasliiisinji in proporzlone deila lore taglia j lua la condizione organica piii essenziale alia produzio- ne d' una cosi forlissima voce e in essi Y esislenza di un secondo laringe delto laringe inferiore o bronchiale cbe e rorgano essenziale, che produce la voce laddove il laringe siiperiore non ne e die 1 organo modificalore, Peru rilevasi chiaro che la voce degli aligeri messa a paraggio degli animali j>ilileri e qnattro voile vieininag- giore e piii forte^ ma essa vnria mosirasi ncll' individuo slesso nelle diiferenti eta e nelle difierenli stagioni del- r anno^ varia nei sessi e nelle specie diverse e le mono- game hanno una voce dolce melodiosa j)iu flessibile in ionfronto delle poligame sebbene in tulti la voce esprl- (a) H cervo il ronni! 1' alcf non possoiio fare piu di rjiia- T«nla leglic in un di; il lenne atlacralo .nlla .sfilta nc I'.i livnti i- puo regger« a questa lifilica ))iu giorni di seguilo; il caincllo puo iiire trecento leghe in otto giorni, il cavallo rru^ciuto ul corio e ^cello fra i piu leggieri e piii vigorosi non pui) fare rjualiro icglm in un ora ne piu di trenta legiie in un giorno vudi Jiulibn blo- fin Qatur<)Le degli uccclli v. 1. p. ^S. 1 88 FAUNA me bene e gl istinto e i bisogni e i aesmen di cTie agi- tatl si trovano (a). ' Volgendoci alle funzioni dl niUrizione, e teriendo principio dalla digestione, lo stomaco degli aligerl coin- poslo presentasi di Ire parti distinte , del gozzo cbe e un rigoafiaiuento dell' esofago, del ventricolo succentii- rlato o stomaco membranoso , nelle sue pareti rij^ieiio di uioltissirae glandule, e del ventriglio fornito, di due vjgorosissimi muscoli, cbe uniscono due tendini tapez- zati air iiidentro d' una membrana carlilaginea. E qui e da meltere innanzi che nel numero mag- giore delle specie creofage e ittiofage che escluslvamente si cibano di carne di pesci , i muscoli e la membrana del ventriglio ridotti si vedono ad una massima esigui- ta , sembrano fare un sacco medesimo col ventricolo succenturiato , e la dilatazione che costituisce il gozzo manca talvolia. II meccanismo della funzione di digestione si di- stingue e si varia nelle due famiglle dei volanti grani- vori, e dei volanti carnivori. Nei primi in che il ven- triglio e un organo di trilurazione, che quasi eseguisce un azione maslicatrice interna, la digestione si opera piii per azione meccanica, che per azione chimica, tutloc- che r azione dissolvente dei succhi gastrici vi si effeltuis- se mai senipre, secondo gli sperimenti di Spallanzani , e i grani che sono la piii comune cibaria di questa fa- miglia sono pria triturati, e poscia rammoUiti e chimi- camente disciolti. Ma il ventriglio degli augelli grani < (/i) Du|iont de Nemours e guiato a cOfirepire cioGche espiinie il canto deirUsigQUolo Adeion Physiol, v. s. ETNEA 289 vori e tlotato di forza potente , spezza le inonete i corpi pill cluri, srnussa gli strumenli acuiti , rompe i tubi di feno di rame, usa e distnide i tubi di piornbo, come Borelli Duverney Fonienelle sperimentarono. Nei volauti carnivori V azioiie di^estoria costitiien- te la trasformazione (isiologica degli aliinenti in chiino, e pill alliva piu ropida, e 1' avveiarsi in dei tubi resi- stenii, ripieni di fori , die 1 iiitroduzioiie jjermeltono a I'l'conda/.ione doll novo v. il lua- gistero del liquore seiniiiale del inaschio, lueico 1 accop- ])ian)enlo, ina ordiriaiiainenle suii/.a iiiHomiMsioiic^la mag- gior parte degli uccelli difaiio nun liauiKj alcuii orgaiio visibile per una vera cnpida/.io- sarsi nenianco. Gli uccelli die jiotrebbero dirsi esotici, a parago- ne di quelli die diinoiano sempre appo noi , e che fanno il nido nei nostro conlorno, vengono in marzo e parlono in seltembre, come la bubbola lo strillozzo r nslgnolo il maggior numero delle qnaglie e altrettali di siiuil fatta. Degli uccelli esotici che non fanno nido , alcuni vengono in settembre e partono in marzo, come il peitoros- so il beccaccio il nialvizzoj alcuni vengono in agosto o 3oo FAUNA settembre, e parlono in ottobre o in novembre, come il beccafico il codirossone ed altri volanti, passando a cli mi piu merigiani piu caldi. E gli uccelli esolici di passaggio vero , die non fanno che una posa di giorni, o non posan per nulla, sono la gru la rannocchiala la garza ciuffetto, ed allri moltissiini dell' ordine dei tramLoIieii, e dei palmi- jiedi. Cosi la Sicilia e 1' ampio dintorno dell' Etna, apro- no carapo vastissimo colla loro popolazione ornitologica alio zoologo laborioso zelante, ove mietere belli trovali e osservazioni piu belle, come ne diremo distintamente in dettaglio nelle susseguenti memorie, ed aprono cam- po vastissimo a raccogliere solidi falti per aggraudir maggiormente i materiali numerosi moltiplici, che ognl nuovo glorno vieppiu ampliano l' anibito della ornitolo- gia descritliva, e della speciale zoologia geografica. I sisrsD DE LLE OSSERViZIONI METEOROLOGICHE PER L' ANNO 1837. DEL SOCIO CARMELO FERLITO-FARO Si itaque fit aqua ex aire, et aur ex aqua: propter quam quidetn causam non cogunlurnubes in superiori loco? Arist. in Met. 1. i. c. 4' Persuaso cIi. socl, clie ragionare sulla causa dei fe- nomeiii incteorologici, nello stato altuale della scienza e un \aiio dir di parole senza poterne raccorre il desi- derata friUlo ; che sebbene la lisica merce le coadiuva- zioni della chimica e della inatematica abbia fatlo voli da seuibrare taccasse 1' apice di sua perfezione ; jiwre taluui fenomeni atmosferici soiio cosi svariali e bizzari, da far coiicepire , che impossibil e alia mente nmana poterne rintracciare le vere sorgeiUi d onde scaturiscono. Sembra che il crealore abbia voliilo lijnitarci ad osser- vare e ad ammirare silTalti fenoineni die ci sorprendo- no, 6 non altro sono per noi cbe un niislero. Solo dunque osservando accuratamente i falli possiamo per induzione tpalche volta j)ic6agiiue dcglialtri, equesto 30 2 SDNTO DELLE ('■ a raio credere I'unico giovamento che ne possiamo rl- trane per tutli gli usi sociali. Qnindi vi presento quest' oggi ornatissimi soci il sunto delle osseivazioni meteorologiche fatte nella no- stra regia universila per 1' anno ora scoiso 1 837, sicco- me i nostri pocbi slrumenti ci hannu fatto marcare. Gennaro II primo gioriio del nuovo anno di cui e parola moslrossi accompagnato da una picciola eruzione avve- nuta nel cralere dell' Etna, mentre era ONO il ven- to, alto il barometro che indicava densa 1' atmosfera, e niolto bassa la temperatura. I venti per tutto il mese furono occidentali spirando un sol giorno il NNE ^ il dominante fu 1' O, che soffio n. lo volte 5 selte il ONO con forza mas. di o,4; sei il SSO, ed otto liate r OSO^ la minima forza si fu di o,3, e la media si cal- colo o, 3i5. 11 massirao del Bar. corretto fu pollici 3o, 23o; il min. p. 29, 700: veneudo calcolato il medio pol- lici 29. 9G1. La mass, temperatura fu di gr. 61, Fah. la min. 49 col venlo OiNO; e la media calcolossi 55, 394- L' Igrometro segno 64 nella massima umidita, 53 nella minima, calcolandosi la media 56, 879. Scarsa e stata la pioggia in questo mese non som- mando che linee 5, 25; delle quali, 4 linee ne caddeio nel giorno 10 col vento SSO. L' acqua evaporata nell' atraid. ascese a poll. 3, e lin. 8. OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE 3o3 II mass, colore blu del ciclo paragonalo col cianoni. graduate secondo Soussiire ci diede 20 j il min. 17, ed il luedio j8, G3o. Si contarono 1!^ <^mvn\ belli, 3 liicidi, vale a dire nllalto sgombro T acre da qnaliiiK[ue sorta di vanori j due niivolosi ed allreltanti eoperti roii pioggia, Ff.bbrajo Spirarono inlerjiolalanienle vcnii orienlali cd oc- ( identali; I" ENE ne fu il domiiianle foriero per lo spesso ill ])ioggia, che sommo poll, i, e linee 5. II detlo venlo soffio jier n. i3 fiaie; IE si fece sentire per n. 5 volley 2 1" ESE^ 3 1' O^ e G. lOKO. La mass, forza fu di o,5 coll' ENE^ la min. o,3j c la media fu calcolala o,3;4' L' evaporazione ascese a poll. 2, e lin. 1. II Barom. nella mas. densita atmosferica segno pol- iici 3o, 3oo. nella min. poll. 29, liio: calcolandosi la media poll, -jg, 920. 11 Term, esterno segno f>8. nella mas. temp- gr. 48 Ji'ella min. e gr. 53, 524 *' calcolo la media. 11 mas. di umidita fece se^jnare gr. 46 all' Igrome- tro^ il min. gr. 45,' ed il medio 57, 214. II cianom. segno 20, nel piu liello azzurro celeste, gr. 17. nel min. ed il medio gr. 18, 600. I giorni belli furono iindici^ i lucidi 3j i mivolosi 9^ ed i coperli con pioggia n. 5. jVIarzo I venti clie spirarono in questo mese furono mul- .•^o ',_ SUNTO DELLE tiplici, e per lo spesso veeraenti^ i merldlonali sopraltuUo ijiedominarono, cosa non ordinaria in questo suolo. La lemperatiiia fa piulloslo hassa, ed il cielo quasi sempre coperto, clie con diversi venli jnandava continuate ed iibboridanti piogge. E da rimarcarsi die nel giorno g, circa le ore 17, oLbc iuogo una ])icciola scossa terreslre da lutti avver- tita cd a%'endo fatte le osservazioni mezz'ora dopo, tro- vai, il Baiomelro a pollici 29, 38o, presso a ])oco, a quanio si era nianleniUo nei giorni precedenti; ma nella seconda osservazione, in quella cioe delle ore 23, 3o, trovai alzato il detto striimento a poll. 29. 900, dififeren- za in 5, o 6 ore di o, Sao. In seguito conlinuo ad alzarsi pervenendo al mas. (li poll. 29, 990,- il min. si fu poll. 29, 33oj ed il me- dio poll. 29, 690. I giorni precedenll al 9. erano stall piovosi sotto il dominio dell OSO^ dal 10 sino al 17 le piogge fu- rono abbondanli coi venti di S, E, ed ESE, e ques'.o ultimo vento il giorno 16 si levo impetuoso. La notte del giorno 16 ed il 17 cadde tre pollici, e due linee di piuggia , ed in lutto il mese sonimo a poll. 29, e lin. o 5. onde pochissima, come esser do- vea, si (u Y evaporazione, non ascendendo che a polii- ce J, e lin. 9. L' Igrometro, sebbene spesse fiate si mostrarono i venli meridionali , che sogliono essere qui appoilalori di va|)ori, e tengono quindi umida latmosfera, nel mas- simo di umidila non segno che gr. 69, mentre qualche volta e ariivalo al di la del gr, 90; nel minimo segno gr. 4Hj ed il medio fu calcolato 5-], 091, OSSEKVAZIONl METEOUOLOGJCIIE 3of> II Term, libero marco gr. Gr nella mas. tcmpj nel- la mill. 4<): ^ 54, '56i ne lii calcolala la media. II vcnto prcdominante fu OSO die spiio n. 8 vol- lej 1' Er>(E 6 voltoj r ESE ciuqiie:, tie il SSE^ una vol- ta il S ed il SOj tie I'E^ e per n. 2 fiate il SSO e rO. La mas. forza fu di 0, 6 con 1' ESE,- la mi- nima o, 3 con vaii venti, e la media si calcolo o,J49- 11 cianom. segno 20 ncl massimo colore blii del tieloj iG nel min. e 18, Syi nel medio. I giorni copertl con jiioggia turono i5 i mivolusi senza pioggia d. g, e i belli num. 7. Al'RILE Gli stessi venti occidcniali che spirarono gll nllimi giorni del mese prcccdcnte seguilarono per poclii gior- ni in queslo mesej leniiero 1 aere bello con qiialche sva- liati cirrnslrati sparsi in esso. Dal giorno 4 sino il \S flomino 1 EiNE, die per lo plii tenne coperto il cielo ladendo G linee di ])ioggia nel solo giorno 11. Un grande alone attorno la luna si fece vedeie la sera del giorno 14, ed una pioggerella segui il giorno apjircsso. Sebbene si conlassero qnasi scdici giorni tra ingombri, nuvolosi, e coperli,piire la pioggia non fu mica in gran quanlila^ essa sommo lin. 10, 5, che come abbia- nio dcUo, lin. G cadt'ero nel solo giorno ii^dieci giorni furono belli, e tre lucidi. L' evaporazione , come suole cssere in ragione in- versa della pioggia, sommo poll. 3, lin. 5, 5. 11 ventq predominante fu 1" E^'E, che spiro per Atti Aaad. FoL XIV. 'i^j 3oG SUNTO DELLE n. I a volte; per 7 fiate 1' O; tre il NE5 4 'E, ed una volta per uno 1" OSO ed il SO. La mas. forza di essi fu di 0, 4; '^ niin. di 0,2, e la media di 0, 3i4- La temperatuia fu propria della stagione di pri- mavera, segnando G5 il mas. 5G il min. e gr. 61 il medio. La densita delT aere fu di pollici 29, 880 nel mas; di poll. 29. 610 nel min. e di jioll. 29, Gh'o nel medio. L' atmosfera si manlenne pinlloslo secca clie uml- da, abbassandosi nel min. d' iiniidila V Igr. a gr. 89; il mas.fu di gr. 60, edil medio venne calcolalo gr.Si, G28. II colore del cielo si mantenne per lo spesso blu chluso; segno 21 il clanom. nel mas; 17 nel min; ed il medio si valuto 18, 961. Maggto Benche 1' ENE sia slato il predominanle in qneslo mcse, pure i venti occideniali si niostrarono spesse fiale; il dominante ha spiiato J 5 voile, ed il INE 5; otio volte r O; G il SO, 7 r OSO, e tre voile 1' ONO ed il I\0. Le piogge in questo mese sogliono essere brevi e non frequenti, portali per lo spesso dall' O, o dall' OSO; ed in eftetto in quest' anno nel solo giorno 19' di esse mese caddero in poche ore 4 liuee di pioggia solto il do- minio dell' 0. Altre picciole spruzzaglie ebbero hiogo in aUri giorni, in guisa die tulta la pioggia non ascese che a lin. 5. L' atmosfera si e mantenula bella c serena senza forti OSSEtlYAZIONI METF.r.EOLOGICIlE 3o vcnti, e con uiiii piuUoslo doico temjieratura, percioc- (lie II medio del Ternionjelio si fii 63, 975. il mas. 78, cd il medio ^(j. II giorno 3 la matlina nol hrove spazio di qualclie oia meiJtre il vento era SO caloroso, il Teniiometro sct j^nava 79, c 17 l' Igromctio, cangio in NE il veiUo, die icce abliassare di molti gradi il TermomeUo, facendone Kdire 1 Igrometio. 11 tialere dell" Etna ne'giorni precedent! vomitava intenso fiimo, e la sera di esso giorno 5 era accornpa- giiato dal fuoco j si fece vedore con intcrmiltenza per qualclie Ire sere, ed avendo cessato per 4 giorni, nel- r undici riconiparve. Ua bellissiino alone allorno il sole si e osservato la luallina del giorno olto, avendo precediito una piccio- la spruzzaglia^ il cielo era ingombro di vari vapori, clie Tion impedivano di farci vedere quell' astro. La media densila atmosforica segno poll. 39, 75o: la mas. poll. 3o, 020. e la min. jioll. 29, 620. L uniidita lii di gr. 60 nel mas^ di gr. 3o nel min. e di gr. 5o, 952 il medio. L' evaporazione sommo poll. 4 lin. 3, 3oo. 11 massiino del cianom. 19^ iG il min. e 17, 970 il medio. 11 hicido del cielo fu per n. 8 giorni, il bello per i.'l," lie giorni nuvolosi^ nno coperto, e n. j misli. GlUGNO Assai moderata e stata la temjieralura con liei e lucldi giorui j e come i venti , per lo jiiu occidentali, 3o8 SCNTO DELLE spjrarono ancora serapre leggermente, cos'i poca e avve- nuta r evaporazione sommando poll. 4? e linee g. La sera del giorno nndici, circa le ore dodici del- la notte, si videro dei paraseleni , cioe ahre due June attorno la vera;, la raallina' del giorno seguente essen- dovi nebbia, si osservo iin beilissimo alone doppio ai- torno il sole, fenonieni a dir vero, die ci empierono di gioja , perciocche rarissimi nel nostro clima e da noi pria d' ora non mai vediiti. E da rimarcarsi percio la segnente interessante notizia: essendoci pervennto giorni sono il siipplimento al nii- mero 220 del foglio llsliuit di Parigi, con mia sorpre- sa rinvenni qiianto segue: »M. Quelelet comunica una lettera del sig. Humboldt, ove fa conoscere clie il gior- no undici giugno 1887 il Sole si e mostrato a Breslau accorapagnato da due Soli ajjparenti , posli simultanea- mente a dritta e a sinistra del vero. Cio die e soprattutlo rimarchevole si e clie il inedoslmo giorno si sono vedule tre lune a Postdara," II cralere delT Etna lia proseguito a cacciar fumo. Nessnua goccia di ynoggia si ebbe dall' aere , tranne qualclie picciola brina alia niatiina. La densita atmosferica segno il suo mas. jjoll. 29 (j4o, il min. poll. 29, 840, ed il medio poll. 29, 860. II medio termometrico fu di gr. 82, 278,- il mas, di gr. 875 ed il miu. gr. 72, II vento dominante fu OSO, che spiro 18 volte, due fiate I' uno I'Oed il SO; 5 volte 1' ENE; tre il NE; 4 1 E; e una volta il S ed il SE (scirocco). Spirarono come ho detlo sempre moderati non 0SSERVA7J0NI METEOROLOGICIIE 3o9 essendo che una sola volta il loro Jiias. di o,4j il nii- nimo poi fn di o, 3, ed il medio di 0, .333. Quasi non inai I'u iimida ralinosfeia, scgoando lo igromt'tro ;>3 nei inas. a gr. 37 si abbasso nel min. col vt-nto dominante- e ^1, 861 fu calcolalo il medio. 11 cianom. nel mas. a/.ziino celeste segno 20; nol min. gr. 1.^^ e 18, 17G fn calcolato il medio. Eccello un sol giorno di nebbia, e due altri che furono nno ingombio, e T altro misto, il reslo avvennero e belli e hicidi. LuGLiO II caloroso O non si fece sen tire che per raezza giornata in UUlo il mese luglio, e si levo vicino le ore sedici del giorno 5 precesso da uno spruzzaglione mentre spirava EIN'K. Le giornate per lo plu furono belle e lucJde con dolclssiiua tempera turn.; che a dir vero la stagione estiva per qnesto bealo suolo puossi rhiamare una conliriua primavera qualora 1' urenle occidenlale vento non sof- iia-, il quale poi non suole aflliggerci che per due o Ire giorni. 11 cralere dell' Etna seguitando a gellar fumo, ci foce vedere, il giorno i5, un' altra picciola eruzione. 11 vento che domino si fu 1' ENE, che spiro per quasi sedici giorni interroltanienle , e per altri tre il !NEj e son qnei, che, come le tante voile si e det- to, passando per il mare rinfrescano , periodicamenle relle ore mcridiane come i venti alisci , il nostro aeie^ qnesti vcnli da noi son cliianiali volgarmente le 3lO SUJN'TO DELLE grecalate. Soflio tre volte 1' ESE, e due il SE^ 5 fiate r OSOj tre il SO, e due 1' O, dei qiiaii vend occiden- tali una volta il solo O fu caloroso , raa non urente , clie soilio con forza di o, 5j la minima forza di tuiti i vend si fu o, 2^ e la media si calcolo o, 297. Non avvenne di pioggia clie quel solo spruzzaglio- ne del giorno 5, in cui cadde lin. o, 10 di aequaj on- de r evaporazione e stata poll. 6, e lin, 3. L' igroni. ci andunziava piuttosto siccita che umi- dita; gradi 47> 97^ ^" ^^ medio di esso, il min. gr. 3i, ed il mas. 55. La densita dell' acre fu di poll. 29, gSo nel ma^. jiel min. poll. 29, 780, ed il medio barom. si calco- lo poll. 29, 804. 11 term, segno gr. 90, 5oo nel mas. per poche ore solamenie pero, e spirando come ho detlo 1' O,- nel min. marco gr. 79: ed il medio calcolossi 83. Agosto Questo mese non fu clie la condnuazione del prece- dente in riguardo a temperatura ed a serenita di atmosfe- raj il solo giorno 19, circa le tre p. m. pero ebbe luo- go un forte turbine nella bassa regione dell' almo- sfera col vento SO, il quale ingonibro di polve e r aere e le strade. Esso , perche fra noi son rari simili uragani sembro foriero di quell' altro turbi- ne che giornl appresso ebbe Inogo, e che colpi sgra- ziatamente gli abitanti di questo snolo. Ma non rian- diamo scene si truculeuti, un velo piuttosto si dri a cio il bujo per sempre le coprisse^ e voti facciam che simili OSSERVAZIOM MF.TEOIIOLOGICEE 3l I Iciniicsle ritornassero al lele d onde si diparllroiio, ed a^sollltalnente disparisscro da iin dolce clima, per cui j)are ilalla iialiiia non losscro desliiiale sIfFatle procelle !! 11 vcnlo clie j)rc(lomino lb 1" ENE; ma per lo spe»so si o.ssorvaroiiu due direzioni, una iiiferiore ad- dilalaci dall' anernoscopio, ed un' altra superiore per Jo che si portavano il fuino dell" Etna, e i cirri sparsi neir acre all' E^ vale a dire era i) il vento della su- periore direzione; osservossi cio jier tiitlo il mese, tran- lie il giorno 3o in cui si neila superiore die nella in- feriorc regione il vento fn O inolto caloroso. L' ESE, il SSO, ed il NE spirarono una volta Y uno nella l)as- sa regione. 11 giorno 21 T Etna mnggiva, e dopo il fnmo con- tinuato, e qualche pirciola eruzione precedente ci facea temore di una forie eruzione, quale poi non verificossi. La mas. densita almosl'erica I'u poll, 00, 010^ la min. ]H)1I. 2(), y3o, o la media pull. ac). ouo. La mas. tcrmomelrica lU gr. 97 per gli ulliiiiidue jliorni di esso mese col venlo O^ la niin. gr, 71), e la jDcdIn 85, 237, L' igr, segno 5o. nel mas, di nmidila, sejjbene non so a die grado siasi innalzato la sera del giorno 20, allorquaiido eravamo circondati da una follissima dcI)- Lia^ si abbasso a gradi 4G nel miu. ed il medio fii cal- colato gr, fii), 3Gy. La pioggia fu di 0, 5 di Jinea, che segui il sum- menlovalo turbine del giorno 19. L' evaporazione fu poll. 5, e Iin. 8. 3l2 SUNTO DELLE Settembre Bisogna avvertiie che leosservazioni regolarmenle si fecero sino il giorno 24 Agosto: da questo sin tutio il mese ybre, feci io le osservazioni in campagna come potei senza strumenti , osservando la direzione e la for- za apin'ossltnatlva dei vend, e lo stato del cielo. Per la direzione mi servi del grande anemoscopio del cratere dell' Etna, die in tutto qnel mese fumavaj e per la forza usai del metodo del prof. Cacciatore, di- ■videndola da un o,i, che e secondo lui il raovimento di aria appena sensibile, sino all' intera unita che sono i piu forli uragani. Quindi per questo mese posso asserire: che nei primi 4 giomi il vento fu O caloroso, e il cielo bello con vari cirrostrati sparsi in grandissima altezza. Un Cirro-cumulo la mattina del quarto giorno sta- va al fianco orientale dell' Etna, ed una grande eruzione di nerissimi globi di fumo si elevava dal sommo crate- re di esso. II quinto e sesto giorno il vento cangio in ESE5 do- pe le ore meridiane pero in esso sesto giorno era USO; il cielo s' ingombro, e la sera nelle parti orientali si os- servarono grandi baleni con tuoni e fulmini. I baleni si ripetevano in corrispondenza alia parte opposta cioe al- r occidente. La notte quel temporale si approssimo a noi, ed ebbimo pioggia con forti venli. 11 giorno appresso il cielo era misto di cirri , e cirro-cumuli, e la sera agglomerossi nel N una gran fascia ossE^YA^lo^l mktkoroi.ogiche 3i3 di cumuli, dielro ciii i Ijaleni seii)bravaiio uscire dal craleie dell Etna. Dal giorno 7 sino il dodici il cielo era or l)€llo, cd or misloj la Icmperalma modorata, ed il vento ENK intennezzalo una sola volta dalT ONO. La sera ])oi di (|ueslo uliinio giorno cadue mediocre ploggia , si udi- roiio luoni cupi al N, e si osservarono quindi delle Julgoii, Nel giorno Irrdici il cielo era bello, due grossi lir- rocumuli stavano allENE dell' I'Jna , i quali ])oi la matlina del 14 si videro riuniti in un solo grandissimo cirro-cuniulo, menlre sj)irava 1 O, die per le prcceden- ti pioggie non era caloro«o. In somma per non piu dilungarmi, perclie nel re- gislro delle noslre osserva/cioiii miiiulanienle di giorno in giorno scrissi tullo cio die osservai in cpicslo mese, dico: die in seguito il cielo si inantenne e hello, c nu- voloso e coperlo, e negli ultimi con abhondanli pioggie^ il vento doniinante si fu 1 EiNE, inlerroUo qiialdie volla dair O. E volendo approssimativamenle misurare la ploggia si polrehhe calcolare per poll. 1, e lin. C, e ])er poll. 5 T evajiorazione. Ottobre Apparve oscuro 1" acre la mallina del jirimo gior- no di esso inese, ed avendo piovulo la nolle precedente coiiliiuiando in jiorzione del giorno si conlarono 8 li- iiee di acqua nel pluviomelro. La sera si fece hello il cielo che continuo cosi per altri due giorni. Jtli Accad. Fol. Xir. 40 3l4 SBNTO DELLF Nel terzo di essendo la matllna bello 1' aere, la sera la pioggia ricomincio coii tuoni, ed osservammo un bel- lissimo Arco-baleno all' E;, 1 aqna misnrata fu poll. 3. II giorno appresso 1' atraosfera era serena;^ dopo le ore meridiane s irigombro e caddero altri poll, 2 di acqua; la sera indi luccicavano i baleiil. Dal quinlo giorno sin luUo il reslo del raese il cielo si inantenne e bello e lucido, e qualcbe volla nu- voloso ma senza pioggia ; onde essa soinmo un pol- lice ed una linea. L' aere in riguardo a denslta si mantenne sempre in equilibrio non essendovi forti venti che 1 agitavano- il massimo barometrico segno poll. 29, 940; i' niin. pol- lici 29, 8oOj risultando il medio poll. 29, 890. II mas. del termom. fu gr. 755 il min. gr.S; ed il medio si calcolo G7, o3i. L' igrometro nella mas. umidita segno 5"]'^ nella min. 4^^ ^ ^^ media risullo 53. 094. II predominante del mese fu 1' ENE, cbe soffio 19 giorni intermezzato per 5 giorni daliS'E^ per 4 dailONO; e per due fiate dal SE. La loro mas. forza fu di o,4» la min. o,3 e la media o, 307. II cielo in generale si mantenne pluUosto bianchic- cio^ segno 19 ii cianom. nel niasj 16 segno nel min^ ed il medio si calcolo iS, o34. NOVEMBRE •Nulla ci present'j dl rimarclievole questo racse on- de fissare la nostra atlenzione; I" atmosfera per lo spcs- go seropie placida e serena con una mite tciupe- OSSERVAZIOMI METEOROLOGICHE 3l5 ratara cl fece contare numerosedicl glorni lielli, e qual- tro lucidi^ cinque furono inisti ed aUieltanti con piog- gia, la quale fu in tiUlo di poll, i, e lin. '^,']^). L' acqiia evaporata nell' atmidomelro fu poll. 3, e lin. 5. I venli clie piu si fecero sentire furono occiden- lali^ per n. 8 volte 1' uno spirarono 1' E^SE, e 1' OISO, i quali predoniinarono soj)ra gli ahri^ per 4 A^le spiro 1 O, per due volte il JNO, ed il SOj ed una volia il INE, ed il SSE. L' ultimo giorno solamenle fu forte 1 O, clie si calcolo di o,5 la sua forza j raentrc la media risulto 0,327, e la min. si fu di o,3. L' almosfera per lo piu essendo serena si manten- iie in un istalo di densila, che fece innalzare il nier- curio del barometro a poll. 3o, 200^ negli idlimi due giorni poi tssendo piu agitata lo fece abbassare a poll, aq, 33o; onde il medio si calcolo poll. 29,930. La tempevatura fu di gr. G7 mas. di gr. 58 min. e di G5, 821 la media. Gradi Go segno 1 igrom. nel mas. di umidita, nel minimo gr. 87, ed il medio si calcolo 48, 821. II colore del cielo fu di 19 mas. blu, 171! min^ cd il medio si valulo i8,i4- DiCEMBRE Proseguirono a spirare i venli occidental!,- I' ONO ne fu il predominante, clie sofEo per n. i4 giorni iu- terrottanienle; l ENE soffio per 10 giorni, e per Inn- go periodo;, qualche volta venne interrotto dall" ONO, dal- 10, dal NO, edalNE^ quesli ultimi tre spirarono per 3l6 StNTO DBLLE due giorni I' imo. Mantennero sernpre sereg^ I'atmGsfera pfrciocche spirarono con egiial molo legpjpro di o,3. Lii plofigia soairno poll, 2, cadnla quasi sempre sollo 1 ENE, ppca ne fu T evapoiftzipqe aseendendp a poilici 2, e lin. 4- La mas. densila dell" aere fu poll. 3o,o4o^ 1« min. poll. 29,4^0, oiule la media venne calcolaU poll. 29,800. La mas. termome lica fu di gr. 63^ la mio. gra- di Sa, e la media si calcolo gr. 59,125. La mas. umidiia fu gr. 67 igrometrlchp, la min. 47, e la media si ottenne di gr. 5(i,65g. II mas. ed il min. colore blu del cielo rlqsci idpP- tico a quello del precedeole mese , essendo gr. 19 il primo, 17 il secondo, e 18, 314 il medio. Si coDtarono 12 giorni belli, unp lupidp, R. 6 nuvolosi, en. 12 pievosi, se'ilpne 1^ pipggla q4t»lche volta non fa per 1' inliera giornata, RUSSUNTO GENERALE DE1,l' 4|)Np Rapportali , come meglip per me si c potuto, i sunt! mensili dell' anno 1837, vengo brevemeqte ad esporre il riassunto generale di esso anno. La media termometrica si fu di gr. 64, 449i PO" ca dilferenza essendovi da quella degli anni scorsi ; la massima fu di gr. 97 nel mese luglio col vento O, e la minima gr. 48 nel mese febbraro. La mas. barometrica fu poUici 3o, 3p9 in deUP mese, la minima poll, rjg, 33o in marzo e noveoifere, e la media annuale, calcolata da tutti i rqedi peiisili ( come lia pratlicato Bouwajd per il riassunto delle os^ 05SERVAZI0NI METKOROLOGICHE 3lJ fei'vazioni meteor, fatte all' osservaton'o di Parigi. Bul- lettino cli scienze nialcin.) si fu ]!o!l. -iCj. 817. I vapori nell" alinoslera non sono stati tali da far innalzare troppo T igroinelro ^ il mas. di esso arrivo a gr. 69 nel mese mar/.o ^ il min. a gr. 27 nel mese giiigrio, ed il medio si calcolo gr. 52,58G. La pioggia in rai)porto agli anni scorsi e stata mol- to scarsa not) sommando die poll, i^, lln. i, 7.1^ o siccome possiamo diic essere stata temperata 1' atmosfera in riguardo a calore, non sofliando quasi per nulla quel- r urente 0^ e die se qnaldie volta spiro, il calore pa- ragonato a quello delT anno i834 non fn eccessivo, quin- di non e sLata niollo anche 1' evaporazione , die soni- mo poll. 46, e lin. 7. II vento predorainante fu V ENE , e die domino sopra ogni altro nel nostio siiolo, Esso siguoreggio nel mese febbraro, aprile.jmaggio, luglio, agoslo, seilemSre, ed otlobre; fn inleriolto due niesi dail' OSO in marzo e giugno- l' ONO predoniino in novcmbre, e dicembre, e r O in gennaro. I giorni luddi in tutto 1' anno ascesero a 75, i bel- li a 167, i nuvolosi misti e coperti a 73, i piovosi a ^o, e due sole fiate il nostro acre si raostro nebioso, una voha nel mese giugno, ed un' altra di sera nel me- se agosto. II tulto meglio si rilieva dalla qui a^ness£^ tavola. INDUE Shmf^tre punia Relazione Accademica per I anno xm.dti Secret. Gener. prof. Anlonuio Di-Qiacnmo. pcig. • Sopra i hasalli i^lohiilari del 3Iorgo 3Ie- rnoria del soc. corrispondenta Puinpco Irilcr- laiidi e Si/ ugo » 4 " Memorie di Geograjia Fixico-DIcdica sid- le principali acr/ue stagnanti di Sicilia etc. del socio attivo Dull. Giuseppe A. Galwigni. Mc- rnoria prima detle ' acque stagnanli dci conlorni dell' Etna e della pinna di Culania. . . » 65 Sulle Madici dc If Ox.Alh cerruia c forma- zione deibidbi. jMenioria iii. di ylnntoniia e Fi- siolo^ia vegetale del socio corrispondeutc P. Francesco Tornambene Casinese . . . '. » S 7 SeHLSTRE SECO.VDO Vertunno Etneo owero Sl^fulegrajla, Sto- rm delle varietci dclle uve die trovansi nel din- torno deW Etna del soc. corr. abate Gioachino Gereniia coiillniiazione » 3 Sulla causa geognostica dtlla fcrlilila di Sicilia Cenno del socio attivo professor Carlo Gernniellaro » 69 jMemorie sopra talune famiglie Teratolo- giche del soc. attivo Dott. Giuseppe A.Galvagni Memoria prima sulla famiglia dci Hinencejali » 8 r Sulla motilild 'della Porlieria hygrometra Memoria 11, di Anatomia e Fisiologia vegetale INDICE del socio corrlspojidentc P. Francesco Tornam- beiie Casincse '^97 Cenno sidle conch'igUe fossdi dei contorni di Mdazzo della socia corri'iponde/itc Madama J. Power 5) 111 Fujina EtneJ- o MateriaU per la compi- lazione dclla Zoolcgia dell' El^ui del socio allku) Dottor Giuseppe A. Gohugni. Memo- ria qunrta sidl orfliiie dei M tniniiferi Rodent i.:» 1,37 Sul lerreno di Careaci e di Troina Blemo- ria del socio attivo projessor Carlo Gamniellaro ^ i~(j Su di un Coleoplero Rinoceronte Memo- ria del socio corrispondenle Giovanni Piazza Ciantar "201 Ca!alo:ro ra£rionato dei Molluschi del Gol- fo di Catania del socio collaboratore Giovan~ ni Piazza Ciantar. Inlroduxioue. . . . 207 Fauna Elnea o MateriaU per la compi- lazione della Zoolo^ia delf Etna del soc. attwo Dott. Giuseppe A. Gahagni. Menwria cjuinta suW ordine dei Manuniferi PacJddermi . a 241 Fauna Etnea etc. Mentor ia sesta per ser- vire di proemio alia Ornitologia dei contorni deir Etna, del socio uiii\'o Dott. Giuseppe A. Galvagni ^j 2 7 1 Sunto delle osservazioai Meteorologiche per f anno 1837. del soc. corr. Carmelo Ferlito Faro 3) 3oi Ennoat CORREZIOKI SEMESTRE I. Pas-- >J I. 3. 3. 1 liii. ■» 24. 8. ,4. i5. Onorar 2537 andaiidum Eta OroDzio 1837 laudatiduni Etna 9 u>. 3> 9- 21-. J Seogrosia Sicilir geognosta Sicilia 5j » 1 1 . : 1. i8. 30. » I . 36. i5. 6. >2. in avrebbe da se luibulare Atefice il avverrebbe dal tubulare Artefice )i 2(7. » 9- datta detia » yj 32. 24. 36. 3. ginra anticque giorni antiche 47- 54. Go. M .4. 31. »7- com pee dcpobioni cale compete deposiiioni calce » (12. » satto state 3J 85. U 3. quest maccro qucsto marero 5J ». JJ ,4. baso bisso 3J 97- '9- I. dicosi quaiido dicoiisi qnaiilo 3) >j. >J 1 • anogar arroger >^ lOI. )) 1. f'aiiegoramo fancrogamo SEMESTRE II. 34. » 18. rizzuklla Pizzutella >>. 50 27. analomin aiiatomica 99- 3J 14. Coursier Coursct o5. » j4- pria pria al tramonlo del di innanzi ». » 17- conic conto il giorno avanti o Errohi Com- lOD. 111. 112. J17. I 23. 140. «4S. i63. 1G7. 177. 258. 279- '7- Dell' G. Faiinait 12. veio. 11 8. sono 3i. occasasioni 3. CO! at toll 24. Ai'n 2. asseole 9- Mus 24. Loshiaiuoli j5. surale 7- scliiaiiraeeli 3. preclistingonsi i6. dorso dair lareiilieit vero il soiio in occasion i sco'i'alloli Africa- assi'risce Mus Glis boscHJuoli siidale schieiamenli predislingueansi Tarso ^ » CATANIA I 837 v\V^ w^ ^ m 'g't^^:^"^^^^ ^^^^'^v^""^;^ -^^If^W!^ *^^:^ % ^ f 3» i smla.-!) .^^ Pi;}Bal^yijl j»». rii^^M^mB^ -i^ns^^i^ i^-