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DELL' ACCADEMIA GIOENIA

SCIEi\Zli: ^VTllUALl

SERIE SECONDA— TOMO XIII

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DELL' AGGADEMIA GIQENIA

Di SGIENZE NATURAL!

11 iiriii

SERIE SECONDA TOMO XIII.

CATAiMA

TIPOGRAFIA DELL' ACCADEML\ GIOENU

DI C. GAIATOIA

1837

CARIfJIE ACCADEMICIIE

PER L'ANNO XXXir DA LUGLIO 1855 A GIUCNO 1856

i . Primo Direttorc D. Aiigclo Panebianco Intcndcnte della Pro- vincia.

2. Secoiido DiiTltorc Prof. D/ Carlo Gcmmellaro.

3. Segrelario Goncrale Prof. Padr. D. Francesco Tornabene Prio- re Casiiiese.

4. Segretario di Scionze Aaliirali Prof. D.' Eiiplio Reiiia.

5. Segrolario di Scicnze Fi!.i(lic I'rof. I).' Igiiazio Landolina.

6. Cas.^iore ]).' Gaclano Ito-daelani.

1. Dircltore delle SUimpc Padr. D. Giovanni Cafici Casinese. 8. Dircltore del Gabinelto Prof. D.' Andrea Aradas.

mmWl DEL t0.1ilTAT0

1. Prof. D.' Carlo GaijIinDi.

2. D.' Bar(olonieo I!ii|iisardi.

3. Prof. I).' .Mi(lifliiii|^clo lionaccorsi.

4. Prof. I).' Giiisi'iiiic Zurria.

5. Prof. !>.' Andrea Aradas.

6. Prof. D.' Mario Di-Slefani Caruso.

DEI

TRAVAGLI SCIENTIFICI

ESEGUITI iJSLL'AMSO XXXii

DELL'ACCVnKini GIOEMA

BI SCIEgZE BATPRlLT TH SlTiSTi scrilla

DAL SEGBCTABIO GENERALE DEIXA MEDESIUA.

Francesco Tornabene

CASISTESE

Profeasore dt Botanicn e Slaicria MoHira nella II. UniTCrsiti'i dcgli studt in Catania; Socio di Taric Acc^idemic IVaxioaali, ed tistere.

XETTA

mu lORHATA OmiilARU DEL 12 GIDGSO 1856.

ATTI ACC. TOl. XIII.

(^^ f^kf' r^'r r^^r^ (^^/-)

<^'JoN e la sapienza un i^ran mcrilo , qiinndo alloiilana i siioi passi da quel fine verso cui la sua missione e dirolla. Avvoila tra la nolle degli crrori , circondala da incaiilovoli oggelli, die resi igiioli cd osciiri la faimo cu- riosa d'osscrvazioni c di falli, la sapienza dcve tendere al nol)ile assunlo di dissiparc i priini, cd indagnre la na- Itiia (lei second!, sc hrama giungere alia cognizione di pill alle , ed inlcrcssanli novilii. ; .. i i

Allora la sapienza divenlera opcralriee di cose gran- di e suiilimi; allora non curera i disagi, affronlcra i peri- coli, rideia della lenlezza del Icmpo, la si vedra in sor- prcndonlc gnisa invenlare, iiiodificarc, scoprire.

Vj (piesla la sloria delle invenzioni, c dci pcrfezio- namenli dello spirilo iimnno, e (piosla la scric delle azioni deH'iimano pcnsierc , qiiaiulo dalle semplici idee passa alle concrete , ed alfrancalo il passo nella via dci giii- dizi , corre spedilo e sicuro [ter la slrada dei raziocini.

_4_

lo non ai'flisco tracciarc in qucslo momento Ic pri- me linee tlolla sloria (rogiii ailc o scionza per compro- varc il niio assunlo, cib sarehi)e dnr luininosc prove come la sapicnza jiosla nell'impcj^'iio di giiini;Tre ad una mela gloriosa, o di Irovarc novelle verila, o di progredire nel ijcl scnliero Iraccialo , al)l»ia sempre raggiiinio il suo scopo (piaiido s'impegno in lali riccrche ; niai no, hasla che io fcrmi il pensiere ai lavori scienlifici doll' anno xxxii del- raccadeniia Giocnia ; poiclie nn assenibranienlo di dolli inlesi a promuovcre le nalurali scicnze, una rinnione di ardili, e coraggiosi indagalori dell 'oscnra c variala na- lura , non liau sapulo in (picsl' anno meglio conipicMe la loro missionc, die prcscnlaiido al secolo dei lunii novila, e progresso : ed io non lenio ripelcre clie la Gioenia in quesl'anno al vccchio e nnovo mondo, ovc Ic scicnze oggi han sede, offre un volume d'Aui die allro lilolo , allra epigrafe a huon drillo non porta Iranne quello di Novila e Profiresan.

La cliiinica, la holanica, I'oriUognosia, la fisico-ma- lemalica, sono esse die nel csm|)o dcllc novila inleres- santi, e delle scoperle scienlifidie si prcsentano in que- sl'anno negli Alii Gioeni. La lisiologia , la niedicina, la chirurgia, la geognosia, la gcoiogia lanli lavori ci offro- no d'applicazione scieiililica, (pianlo possa dirsi, die ognu- na d'essc e nn passo a novelli progressi , ad ulili ed inleressanli conosceiizc.

We reclii sorprcsa se nel breve corso d'un'anno lanle novila, Innli progressi ci presonli nn solo corpo scienli- fico; poiclie, se all' ombra dclla pace, nel sileiizio d'un gabinello, nelle soliludiiii d' una campagna, le scicnze na- lurali Irovano i niczzi opporluni alle scoperle, ed i nia- leriali convenienli alia conleniplazione severa , diro che sono le Accademie le (piali offrono spcsso quesli elemenli, e rappresluno ai dolli agcvolinenle. Impcrciocche la calda

.•>

enuilazionc spcsso rilira i Soci dal lumnllo del nonolo li sj.inoc ira lo sale dcll'csperimonlo, li Irasforisce nclle vcrgmi campnonc , su le ripi.lo rocco , e q„asi a viva lorza h lacchmdc cM.lro Ic Iranqiiille pareli della casa , ove la nuMilc Irova quasi nascosli gli o-elli , e pronle Ic necossanc nflessioni |.cr io avaiizamonlo delle scienze niedcsime.

Ed ai piodi dcll'Elna dove I'dcllrico dell' alia inon- lagna par d.e si dillbnda per le vene dei suoi abilalori, qnesia calda eniula/ioi.c nei dotii s'accresce, queslo im- pegno per le scoperle e per lo progresso scicnlifico si ingiganliscc e agila, iiuiove, solleva , spinge i Gioeni in ogiu aiiiio ad oflViic iin volume, cumido di novila , rac- colla di lavori clic teiulono al progresso di belle ed in- teressanli vcrila.

Io lion polro die esporre ogni cosa, ma la frcdda parola dqiingera Faniiiia di ciascnn aulore? IN'o, amali colieg in; pur mi conlorlo, io parlero di sapicnza a dolli J qua 1 sanno, c possono supplire allc mancanze deH'iril letondo dicilore.

LE NOTIT^

§ A. Fmco-Matcmatica

Applicarc il calrolo a !uUi i fenomeni fisici, die nre- senla la dijfrazionc Mia luce (1), c moslrare con I'e- leganza della formula algebrica le variazioni cui vanno soggetle le frange generate dalla luce su i corpi opachi piccoli, e grandi, c su i fori angusli , ecco un tenlalivo

(1) Lena nella scdula ordinaria del 27 aprile 1856.

0

che pose il Socio Professorc Ziirria ncl case di scoprire e sliil»ilire dellc niiovc foriniilc iieirinleressc dclla fisico- inak'iiiiiliia.

Qiieslo lavoro del nosiro Socio sulla diffrazioiK! dclla luce piio dirsi coiik; diviso in due paili. Nella prima lo niiloic si propone d'assegnare i valori dei due inlegrali dcfinili, dai qnaii dipcndono tulli i calcoli relalivi alia dif- frazione suddcUa. Egii, opcrando alia sua maniera seni- plice, e chiara , con melodo i)ieve e facile pcrvicne alle due scrie gcnerali assognale con diverso procedimento dal Caucliy uel qnindicesimo volume del Reddiconlo del- I'Accadomia delle Scienze di Parigi , nc moslra 1' ulilila neir iiilcgrazione delle due etpiazioni a dilTerenziali lincari di secondo ordine a coellicieuli variabili, c discule in un modo assai eleganle il grado d' approssimazione che le serie acccnnale possono somminislrare nella valuluzionc dei due inlcj^rali. Indi comprovando con casi parlicolari le conclnsioni alle quali e i»ervenulo, da Icrmine alia pri- ma pai'le della sua Menioria con la coslrnzione d'una tavola numerica dei due iategrali, assai estesa, onde po- tersi calcolare con molla facilila , ed csallezza I'inlensila della luce relalivamcnle ai vari punli dell' onda luminosa, dalle vihrazioiii dei (juali si riguardano prodoUi , giusta la leoria delle onde, i fenomeni della diffrazione.

IXella seconda parle I'Aulore imprende a discutcre per mezzo leorico i Ire principali fenomeni, di cui si oc- cupa fjuesla imporlanlissima branca della fisico-malema- tica. 1" Le frange generate daila luce, che rade gli orii dei corpi opachi. 2" Le frange generate dalla luce, che passa per fori mollo angusli. 3" Le frange generate nel- I oud)ra dei corpi opachi di piccole dimcnsioni.

Sotloponcndo al calcolo resprossionc deirintensila della luce relaliva al primo caso , il Socio Zurria Irova con molla approssimazione , che puo riguardarsi come

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csnilii, la Icjrgc socondo la qiialo proceclonn i valori dolla

variuljilc, clio roiidonu iiiassiiiia, o iiiiiiiina riiilciisila ddla

luce, e dipciulonlonionle da laic iilio\al(), liiivicnc la Ico--

ge con ciii aiimcniaiio lo dislanzc dci piinii piii oscJri

d('ll(! Irani-o osciiro, e dc'pimli piu hrillaiili dclle fraii'^e

lumiiioj^e all oilo doll'omljia gconidiica, noii die la Ic-o-e

con cm proccdono i-Ii nssi Iravcrsi ddl' iporbolo, sceondo

If qiiali SI propa-aiio Ic Iranj.c aiizidcKc. Tali lci."-i vcn-

goiio coiircniialc dal Ziirria didro raccoido, (puisi pcr-

Icllo , die e-li ha Irovalo , del risnilall dd s.ioi calcoli

con qudli ollenuli da Ficsiid , lanio per inoz/o dd cal-

colu, (piaiilo per via (Idle sue acnirale espen'cnze.

I'na di lasciare (pieslu j.iimo caso dei leiioiiieni ddla dilliazionc, si fa a discnleie le forninic cui c pcrvenulo, c piova in modo -encralc , e riooroso , conroniiemcnlc all espmeiiza, die ndl'inlerno ddl'uniljra oTOineliifa non liavvi alcuna franoia oscira , o li.mii.csa ,"c die la hice non ispansce suhilamenlc sul conline deH'ombra "eoiiie- Irica ma penoliando in essa , va conliananieiile^ dimi- miendo d i.Keiisila a lui.sura the allonlauasi dal tonline anziddlo.

Passando ad occnparsi ddle frangc uencrale dalla Jucc die passa per foi'i iiiollo anotis'i , c di (pidle pro- dollc nell ombia dd coipi opadii di piceolc dimensioni Oi-li Iruva lanio per ruiio, .p.anio per Tallro caso die Aalon ddla vanahilc , i q„;,li rendono iiiassinia e nii- niina I inlensila ddla luce sono lappresenlali in parte da una progTossione arilmelica, cd in parle da una scrie di loggo inco-nila. INel caso in cni i valori d.'lla variaLile procedono secondo la pr(»-rcssionc ariinu lica , lanio le (lisianzeallaprojezione dd mezzo dciraperlnia o del corro 0|iaco , del pni.ii pji, oscnri ddle siriscc oscure , e dd punli pm hrillanli ddle sirisce Inminosc , q.i.nio "li assi iraversi dell iperLole con cui si propagano le Iraiiyc ,

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procedono pure sccoiulo una progrcssionc arilmetica , e nell'allro giiisla una Icgge lin'oii'i'i incognila alia scienza. Pria ili dar Icrmiiic a queslo suo lavoro I'A. non lascia d' inda"are merce la discussionc dclie forniule le niodilicazioni die prova la luce ncl produrre il fcnonicno delle flange nel caso del fori iiiollo angusli, e in quello dei corpi opaclii a piccole dimensioni. Talclie il calcolo uovcllo del Socio Znrria slahililo nel suo laconico lin- guaggio dinioslra cio die sla nella ragione fisica dclla luce refralla; e se I'algorilnio algcbrico nelle ahili mani del noslro Socio gode del |)Olei-e di tradurre i fenonieni della vaga iialiira , <piesla va licla d' essere cspressa la merce di cifie le piii belle e parlanli.

§ 2. Botanica

Vnsia c diroi impossihile a possedersi picnamenle da un solo spirilo e la scienza dei vegolabili, qnando si considera la iiiolliplicila delle specie, e delle vaiicia die la cosliUiiscono, e quandosi riflelle alle estese applicazioni verso cui radiansi le conoscenze del vecfelabile.

E |)ur, se niimerose sono le specie, non si dicano esaurile le ricerciie, c descriUe le varie forme dei vege- tali, di cui la crosla del glolto e coperla. Dnpoiche, ap- pena un bolanico si fa a raccogliere allenlamenle le va- rie specie d'una regione non mollo eslesa, scuopre e de- scrive obliielli non niai nunierali nel calalogo della scien- za medesima.

Ed io, die di tnl verila fui seniprc ben pcrsuaso , non mi sorpresi quaiido coniinciai a descrivere le specie di AspamijHti dcH'Elna, c scopersi una specie novella, e vidi delle variela non inai descrille dai diversi filologisli.

Peregrinando in fallo per I'Elna^ e raccogliendo , c frugando , in ogui anno qualche cosa per I'inleresse scien-

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Jifico, somprc fui lido di irovarc in qnosl'mirrolo di Si- cilia in .|ii.-slo quasi eslrnno pnnlo ,1' Kali;,, una qnan- Ula .li s,„,Tic ink-.Tssi.nli, e.l o-i ho IrovaO lanlc sno- cic <l AsjHirafjm da ugnaglinro il n,„nero di qiianlo ne possicd. mila I Isola, od ancora il bd conlinenlo; cioe so scllc spocio SI onunierano per I' Ihdia , o sei per la Jicdia , pur T Eina no presenla anco sci, e !rc varinii A visia (II (pioslo scionlilico inleresse inlraprcsi la Descri- zione d,lull<^ le specie (V Asp„va;im sponfanoe sid- t Llna (I). L siccomo i caralini dclla Fanii-lia, del Ge- iiere, c dclla Specie prodolli dai vari Auloii non mi an- (iJivano a sanjiue peiciie cliiare non offrono quelle di- sliiile piopiiela per cni un individno veoeiahile si separa <';' •'" .'"iro, proposi fo-giare i„iio le fhisi, c le descri- ziunin. 11a lingua del Lazio, paragonare orrm specie colle sinomniie delle va.ie (lore, e le opere de'^lol^gisii diver- SI, (lelle quail Icngo gran copia, indicare d'ogrTi specie e >aiieia I al.ilazione , o luogo di provenien^aj la slazione 0 s.lo geognoslico, e geografico, il tempo della lloresccnza, e J)oi J uso econumico, il lerapeiilico , ed in generalc qiiiinlo SI sa di posilivo su Inllo il gcncre Asnanuais. I^cco inlaiilo il congegno del mio lavoro.

_ Dopo una lireve inlroduzione ilaliana scirue la frasc lalina della famiglia con ricca sinoniniia ; poi miesla viene dn.sa in due sezioui: 1/ Inmms 2/ Avmali: nella prima descrivo una specie novella per la scienza , specie ele- gane per il suo al.ilo, per la disposizioiie delle fo-Iie quale a nnomanza del suo silo nalale ho appellala .W rayus Aclnnm.,. Lo slelo di qnesla specie e dilicalo verde, erello con rami crelli, munili alia base d' una squama verde cadnca, le sue foglie lineari, penicellale, lunglic, iiguali, ma poco acuminale, ed alquanlo pungen-

(I) Leila nelln sodi.la Oidinaria del 21 Aprilc 18:i6

ITTI ICC. vol. 1111. 2

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li ; i fiori piccoli e con ijacca vorde ; il siio tiirione e Iciuiissimo, c soblicnc Iciiero, pure poco si ania a ragione di giislo 0 per nulla si conla. Un' allra specie c ancora tra gl' inernii 1' Asparo(ji(s nlJicinalis L.

Kclla seconda sozioiio del dcllo gcncre tra gli Arinati ho coilocalo r Aspurofjus Aculilolius L. c vi ho descrilto tre novellc varielii. Var. B. Brevifolius MCcmrMa, ma non descrllla dal Cav. Tineo, \ar. C. hdermedia^ Var. D. Albo-viridis ; ho fallo soguire a qiiosle la doscrizione dclla specie Aspurmjiis phjillacanlhus Lk. Asparmjus Al- ius L. Asparayiis horridus L.

Tcrniiiia la Menioria con alciine idee cenernli sul- V uso dclle specie suddelle espresse in ilaliano idionia. Possano quesli niiei teniii Irovali animare i cullori di Flora a friigare ciascuno gli angoli dclla propria ahilazione na- lale, ondo vedersi un giorno complela la vera Flora dclla nostra Sicilia ! ' , ;• , ; , , '

§ 3. Oritlognosia

Se r ardenle Vulcano prescnla al holanico inferes- santi novila e belle scopcrle, non si facili jiolra esihirle al geognosla, ed all' oritlognosia perche Ic ricerche di co- sloro da' primordii del secolo che corre, sulla scoria del Dolomieu esscndo slate continue e fre(iuenli han d" assai csaurilo le nnove conoscenzc inineralogiche ad avcrsi dair Etna. Ouindi a voler correrc per la via delle novila fu mcslieri al socio Gaelano-Giorgio Gemmellaro dcscri- verc alcuni crislalli che Irovansi ne'Yulcani cslinti di Pa- lagonia (1), essi, a dir vero, non sono nuovi nella scien- za , nia sono nuovi per 1' oritlognosia di Sicilia.

(I) Dcscrizionc d'alciinc specie Mincnili «lc" Yuicani estinti di Patagonia Menioria 2." letta nella scUula Oidinaiia del 21 aprile 1856.

H

Qiicsla (loscri/inne fa son^iiilo nd nn' nllrn del me- (lesinio atilcro pnl.hlicaia nc' iioslri Alii col lilolo « |)e- scnzioiic (I alcuii.' s|.ccio niiiuTali dci viilcani oslinli ,li 1 alap.ma ), ; nclla prrsciilc si orcnpa ilclla Cai.asia, Ano- pl'illilc, li.oi.son.l,-, Olivina, Caico rail.onala-romhoedrica Arraj-OMil,., FoslaK. di fern l,lr„ 1,'rmso, o Limonito, o.po- nendono , carall.Ti sj.rcifici , cd i rapporii ooon-noslin. i^a Lahasin, dice I auloic, si Irova iielli! (•oll"id.''dol ba- sa Ic in roinkx'dri piiniilivi, Iraslundi, o di colore l.ianco lalico, irovasi pure in ciislalli j.emini. I/Apnfillite e una specie nuova per la Sicilia, si presenia in piccoli crislalli color hiaiico-perlino die inclina al cileslre; no qui I' A Iralascia di parlaie dcija varicla alhina di Verncr, die e la specie medesima con ailoliopica disposizione divcrsa , i crislalli di qiiesia sono prismi cpiadrali era alluii'rali se- comlo I nsse pnncipale, ora appiallili. Parlando 1' aulore uclla i.alce-(.iirl)onala-roml.o(Mlrica , ora la descrive nelle lorme accidenlali per a-lomeramenlo, ed ora per forme roj-oian cnslallnie; rpiesie si rapporlano lulle ai romhoe- dnci ed ai nielaslalici. L'Arra-o„iie vi,.„e descrilla dal no- Slro iocio siccoine i.omil(,li)la nd peperiiio in masse ra---- gianli 0 in nodnii i.lo|jnlirormi a sirnlliira fibrosa com- palla fibrosa ragnianle, o bacillare. La variela areolare del Arraj.-.Miile si Irova ancwa suHa snperlicie de' noduli dolla slessa specie, e.l il (lemmdlaro si ferma a dcscri- vero (piesia imporlaiiiissima varielii, si per la rarila dello aggni|.pamenlo n.-li aricoli a zone concenlridie , si per- die noil bene shidiala da'mineralogisli odierni.

Passa a descrivere il Fosfalo di ferro terroso, die c di colore -rigio, verde, verde bleu, bleu diinso , a scconda lo slalo d'ossidazione dd lerro, e fa ved.Me q.ian- 10 fosse inesallo il melodo di dividere i fusfali di ferro Jail apparenza dd coloriio, menire si presenlano amorli. l-niulmeulc si inlrallienc a dcstrivcrc la Limonile che ab-

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bondcvolnicnlc si frova uniln con liiUe le specie di che soiio ricclii i Vulcani eslinii di Palagonia.

§ 4. Chimica

Fra liilli i progrcssi d'induslria c di nicccanica che danno ii iiome al sccolo nosiro sicconie sccoio deile graiuli scovcrlo, puo dirsi a ragionc csser la Cliimica la prima scienza che si e prcstala ai bisogni ed aile richieslo del- I'uomo. Essa ai gran ponli di I'erro , ai palagi di cri- slallo, alle ferrovic, ai piroscafi, ai Iclegrah clcllrici, alle arniale di lena e di marc ha dalo iiuovi mczzi: per ossa lia prosporalo ragricoilura, ha liiiloria ; per essa le slo- \ighe, i hinihcii, le sclerie, le coloiicrie soiio al massimo pcrreziouameiilo, essa a hiion drillo pub dirsi la scienza gencralc doll'iiniversalc progresso d'induslria.

3Ia cio non fu niai quando la chimica era scienza di pochi, scienza dilTuile, anzi impossihilc ad apprendersi da lulli ; appena essa hi resa comune , c po[)olare lulli se ne giovarono al |)roprio bene, e vaiilaggio. Frallanlo il primo elcnienlo a rondere (|iicsla scienza comune e la conoscenza del linguaggio scienlifico, il quale pienamenle dando nolizia degli elemenli com|ioneijli uii corpo, offre lulli i mezzi^ sveglia lulle le idee opporUinc alia buona applicazione delle cose. Vero che grazie al linguaggio chiniico crealo da Lavoisier, Giij'lj-3Iorveau , Fourcroix, c Berlhollel, quesla scienza diveiilo alia porlala di lulli; ma pure esso e lull' oggi imperfello perche non csprime inlera la composizione del corpo a cui s'applica.

Vart chimici ifi epochc diverse hanno lenlalo niodi- ficare il linguaggio, e renderlo piu espressivo e piii chia- ro; ma i loro Iravagli sono lornali fnlili e vani.

II Socio De-daelaiii ha volnlo presenlare una chi- mica nomenclalura novella nel solo scopo di Iradurre con

n

ordinario lingiinggio gli clemoiili die compongono un corpo. Per Inio iiiolivo ogli lia fonginlo una Menioria coi lilolo Su la Noviendulura chimica (1): cssa e divisa in trc capiloli.

IVel pi'imo si sforza ad csporrc le Icggi degli equi- valeiili, c delle proporzioni cliiiniclie con !(! varic applica- zioni ai coniposli doirossigenc c polassio, cloro e carhonio.

IVel secondo capilolo in ciii I'A. espone la Icorica del novello lingnnggio, ci presenla le seguenli novila. E- gli adolta la dcsinenza in ico per ogni sorla di compo- slo, sia (k'lla classc degli ossidi , degli acidi, dei sali , anco di cpicllo non ossigenalo.

Con le parole hi, Iri, lelra, penla clie prccedono, 0 seo'tioiio in oi-iii noine eisii inlende esnriniere non solo

o o n I

le quanlilii proporzioiiali delle parli cosliluenli i coniposli ; ma rnlVerma allrcsi, c delerniina la coiulizioiic della com- posizione forniala dagli stessi elenieiili in proporzioni di- verse, e (piaiido nessuna dellc menzionalc parole acconi- pagna un loniposto (pialunque, allora s' inlende chc que- slo risulla di nn etpiivalciile d' un corpo combinalo con un e(piivalenle d'un allro.

II De-Ciaclani non amnicllc clic i sali avessero la desiuenza in ilo , c gli acidi in oso; ma die lulli i sali si avessero la lerniiuazionc in alo.

Per dare conosceuza della condizione deH'acido con la base basla aggiungerc nella denominazionc salina le parole hi, Iri, Iclra die rispellivamenle a|)parlengono ai due coiuponenli, le quali parole esprimono iiel lempo slesso, giusta il luogo chc occupano , gli equivalenti dei corpi semplici della base , c della radicate. A far comprenderc poi sc un sale e acido o basico , la sua denominazionc porlerii, ci dice, nel mezzo se il sale e acido le parole

(1) Leila nella Sedula Ordinaria del 21 febbraro 1856.

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hi tri acido, se pero e basico, la stessa donominazione con la pnrlicclla hi iri hasico; e cio per dislingueiio ilal sale nciilio.

La desinenza in uro h slala asscgnala al primo ele- menlo positivo, nci composli liinaii non ossigenali, e la desinenza in ico aU'elenienlo negalivo , ed aggiungendo agli accennali composli le parole bi tri telra si oUerra la espressione degli cquivalenli per ciascnno degii ele- menli cnmponenli, e se le dclle parlicelle non si leggo- no, allora cio vale ad esprimcre die un crpiivalcnle d'un corpo semplice e unilo ad un solo equivalenlc d'allro corpo soniplicc.

l\el lerzo capilolo I'A. presenla un quadro ovc, cspo- sla la sua con Talluale cliiniica nomcnclaUira, fa rilevare i vantaggi delle sue scienliliihe novila.

Pare cosa dillicile poler dismcllere cinquaiila c piii anni di cliimico lingunggio consacralo in opcre di lutlo progresso ed applicazionc scienlifica ; nia le utili novila non dcvono proporsi? non conviene esibirle ai dolli ai sapi(Miti , per agevolare la via , spianare il senliero del chiniico progresso?

IL PROGRESSO

§ /. Ftsiologia

I casi rari di fccondila nudiohre , o maschile sono falli in gran copia ratcolli in lull! i libri di lisiologia , oslclricia , o di pubblica igiene; falli raccolli in ragione de' climi , delle abiludini sociali, e del vario incivilinicnto de' popoli ; talcbe la sloria di quosle anomalic unianc ha dei rapporli con le circoslanze sociali e cosniiche del luogbi.

Id

Ma la natiira scmprc proica e scniprc dirfornic non lascia di prcseiilaro lal liala dc'iiiiovi casi i (piali, avcn- do un iiiloresse per la rarilii dci^li accidciili, c dolle loro coiiiplicaiizc, cusliliiiscouo nno degli clcmcnli al progrcsso dcllc scioDzo lisioloijiciic , cd analoiniclio.

Per talc niolivo io colloco lia le 3Iomoric di pro- grcsso scioiililico (piolla del 1)/ Paoio l»errella su (tun caso di t'slrardiiKiria fccuiidila muUebre , ovvcro di 22 graridan-c (jauiclle svccossive (I); poiclic una donna di anni Ircnlollo , di lenipcraincnlo iinralico sangiiigno , di cosliliizione alliva, iiioslruala dal decimo anno, che nel corso di 22 anni ii; duo inalriinonii conla 22 gravidanzc, e (|ucslc coslanlLMiiLMilc gcmellc ; i; cosa iion di licve in- tercssc nella scicnza. Essa iiel primo nialrimonio per Io pcriodo d'anni li diode alia luce 32 figli; cioe due lenimi- ne, c Ironla masclii do'quali soi furono viventi, e Uillo il rcslo aborli a causa di lorle inipressione morale avvouula ncl len)po dolla quarla geslazione.

Col sccondo nialrimonio nel breve periodo d' anni qualiro cblio dodici prodoUi in soi parli gcmclli, uno dci quali e fominco vivenic, c gli allri undici niasclii ed a- borli. Osserva 1' A. cbe Ic Ire prime gravidanzc e la de- cinia sellima I'urorio scguilc da parlo fclicc, cd a lermi- iie, menlre le allre finirono con I' aborlo da tre a quat- tro mcsi , all' infiiori dell' ultima , die fu di due mcsi c giorni quindici; osscrva ancora clic ogni nuovo con- cc[iimciilo non ollrcpassava i quattro mcsi da die era avvenulo il parlo, o pure 1' aborlo preccdcntc. Dall'csa- nic portalo dal l>orri'lla negli ulliuii ])arli dclla donna in parola abbiamo luogo a rilcvaro clic in cssa gl'inviluppi Ictali , e la placenta crano unicbe , e 1' amnios formava

(1) Lctta nellu setluta Ordinaria del 21 febbraro ISoI.

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uno sppciale involucro ai fell , c pur coniune ai due feti furoiio il coiioii, c la cadiica.

Dopo (li cio I'A. si fa a spiogarc co' lunii islologici di Hacr, Valonlin, e Bisclioff die la coslanza dolle con- cezioni genicllc scnza s|)roporzionc no' fell c 1' uiiiformila nioi'lologica ncgf inviliippi feluli i quali Iraggono origine dalle parli coslilucnli 1' ovulo, nella donna in parola, ci fanno supporre, die le ovaie d' essa per ecccsso di po- tcnza dinamica sempre cniisero due ovoli in un solo iu- viluppo ovaiico, o ovulo Granfiano ; aggiunge die a que- sla ecccssiva vilalila f;i uopo die si addebili il suo scolo nieslruale al compire de'due lusUi, e la successiva gra- vidanza.

II noslro Socio inlcnde poi derivarc la causa fre- qucnlc degli ahorli, or dalla molliplicila dci feli, ora da una forle impressionc morale aviila una volta dalla don- na, ora in fine dagli scarsi alimcnli delTinfelice ; giun- ge ancora a pensarc colle vednle di Meckel, die 1' essere quasi lulli uiasdii i prodolli di cosici, Iranne di Ire fc- mine ccnipagnc ad un mascliio, fu cagionalo dalla ecces- siva forza vilalc, la quale diede origine a tanli avveni- menli nelle organidic nielamorfosi di essa.

lo non mi fo mallevadore delle ipolesi die nel pro- gresso de'himi possono consolidarsi , o dimeltersi ; ma animiro i falli hdlanienle dal Socio Berrella all' Accade- mia ril'erili.

§ 2. lUcdicina

Anlonino Orsini Di-Giaconio diiamava nel 11 dcl- I'anno die corre, luUa I'allenzionc ddl'Accademia ad un suo scrillo portaale il lilolo : Cenno snpra un caso di moccio aciUo ncll' iiomo osservalo nello Spedale di S. Marco in Calania (1).

(1) Lelta nella seduta Ordinaria del 11 gennaro 1836.

n

Egli siillc |)rimc racconla come un cerlo Enrico Lu- ciano niililarc del 2." sciiiadrone Caccialori a cavallo es- SPiitlo eiilralo verso il 7 Lnglio 'I8.'»') iioll'accennalo spcdale noil avvisava allri siiilonii die un dolore uuiscolare vorso la mammella dcslra, varii dolori arlicolari, un ingorgo cde- maloso con dolori al giiioccliio siiiislro , e ad un tempo febljre con polso picno, lalclie il sangiie ollenulo dalla vena lien prescnUiva la colenna iisnammaloria; lali sinto- mi dal Socio Orsiiii col metodo anlillogislico fnrono fcr- mali |)cr iiiio islanle ; ma loslo comparvero siii j)azienle de'dislurbi gaslro-inlesliiiaii , e nervosi , lalclie il Socio inclinava a credere csscr quella una lifoide ; jture, ei di- ce, die reslava mal conlenlo di (piesla sua diagnosi , c mcnlrc lenlcniiava sul metodo da inipiegare, ccco una eru- zione alia pelle a forma vajolosa , (piesta farsi ad olla ad olta pill marcala e conlluenle, talclie determinalo a viem- meglio ricercare, ed osservare, rinvcnne die gia una le- sioiie trovavasi alia mucosa interna del iiaso , e scppe es- sere il pazienle di professione maniscaico , c die era sla- te solto la sua ciira un cavallo affetlo di moccio ; allora I'A. diagnoslico con franche/.za il malore del Luciano per un caso di Moccio acute , ed ebbc a confermarsi nella sua diagnosi in segr.ilo, ora vedcndo uno scolo purulenlo dal naso , ed ora un ingorgo erisipelatoso della faccia verso le |)al|)el)re, sintomi caralterislici del dclto malore, die j)resenl6 I'ammalato tjualdie gionio avanti di morire.

Signori , non e caso nuovo alia scicnza il Moccio aculo neiruomo; I'A. stesso lo accerla nella seconda parte della sua memoria , eve ci dice die al 1811 comincio nellu palologia iimana a descriversi la Irasmissione del Farciiio, e del Moccio dai solipedi niruomo, e die da quellepoca per i lavori di Hayer, c di tanii valenli os- servalori, i I'atli sono stati numeresi, c coslanti ; ma I'A. medesimo osserva die presso iioi , presso noi di Sicilia

ATTI ICC. VUL. XIII. 3

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e qiicsta la prima fiala chc si doscrivc, c di ration pub- l)li(a si reiidc iiii caso di 3Ioccio aculo co'caralleri clie sotio ii noslro clinia si prcsonlaiio. Cusi il hivoro deU'Or- sini non e Ira il iinmero deile iiovila, nia dei progress] scienlilici^ porclio la niediciiia spcciiile pub da qiieslo gior- 110 conlarc un fallo di Moccio aculo con le sue forme va- riale alia laliliuline IVord 37." 37.'

Qui il saggio Aiilore passa a disciilcre la quislione se fosse idculico ii Farcino col 3Ioccio, c Ii trova iden- lici nella causa, diffcronii nci sintomi ; distingue come il Farcino od il Moccio ora aculo, ora cronico siano quasi idenlici in lulto ne'solipcdi e ncll' uomo.

Esaniinando il noslro Socio gli andanicnli del malore avvenulo in Calania con sngacia avvisa, clie la proprieta contagiosa del Moccio e del Farcino dai solipedi all' uomo non e nn problcma ma un fallo ben conlcslalo, conlagio che avvieiic tanlo neilo slalo cronico quanlo ncll' aculo, e nel Luciano non avvenne per inoculazione, ma per in- fezione; laiclic pensa dare de'precelli igienici a coloro i quali sono deslinali alia cura de'cavalii, [lerclie la scienza non ba rimedio, ei dice , di sorla alcuna a viiicere que- slo malore per se slesso morlale.

§ 3. Chirurgia i

Era I'anno 1853, cd il Socio Professore Reina scri- vendo delle Osservazioni c Riflessioni sulle frallure com- plicate proponeva rinleressanto problcma se nella jjm//ca c/i"<7e le amputazioni dovevano ammellersi primitive, o se- condarie nei casi delle accennale frallure. Egli increndo ai nuinerosi falti favorevoli della sua dinica si pronunziava per la ncgaliva nella niaggioranza dei casi ed in asserto esibiva alTAccademia un esleso lavoro ricco di fatli, e di palologicbe idee, cd esscndo queslo parlilo in Sezioni e

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Paraijrnfi , crr\\ no loggeva in quell' nnno al Corpo Scionli- fico (Iclla (liocnia la priiiia Sc/ionc coi Iro corrispondonti paiagrali. Oi;!;i I'opora e coniplcla, il problenia c la so- liizionc deir Anloro soiio di |>iibljlica ragiono, e noi, noi possianio proniinziarnc giudicio (I).

i\('lla prima Sc/.ionc divisa in Ire pnragrad, Iralfaiido dclle Irallnre coniplicale della niaiio, ei lapporla 12 i'alli; iiclla soconda divisa in qiiallro paragrali, dicendo delie fralliire eoniplicale deiravaniltraceio, e del cidjilo rap- porla !) i'iiUi ; nella lerza sczionc divisa in Ire paragrali , ovc ei Inilta dello frallurc tomplicale del hraccio , c dolle spalla , si ninnerano 5 falli ; nella (piarla Sezione divisa in lr(! paragrali , ove si dice delle fralUire complicate deir arlicolaziuno ilco-fenioralo, e della coscia si conlano G falli ; nella ((uinta Sezione divisa in Ire paragrafi, Iral- landosi delle frallurc eoniplicale del ginoccliio, e della ganiba si iiunierano 10 falli; nella sesla Sezione ei Iralla delle frallurc coinitlitale dcH'arlicolazionc libiotarsiana, c del piede, e cpiesla divisa in quallro paragrali conla 1 casi.

Ad ogni sezione seguono le rillessioni patologiclie corrispondenli, ove I' A. dinioslra la conq)licazione ilella frallura, Ic nialallie di cui I' individuo era, o priniiliva- nienle affello, o quelle a cui per causa sccondaria venue condollo , le ragioni uirie delle operazioui ccrusiclie da lui esegnile.

Qiial [)rogrcsso, anzi quale avanzamenio per la scicnza chirurgica sia 1' umanilario pensiero del Heina di conser- vare il piii die lossc possibile le ossa luuglie, le brevi, le arlicolazioni gravemenle e direi orribilniente frallurale, 0 da arini da fuoco, o da proieUili, o da bocche da fuo-

(1) Os^pviazirnii c nijlcufioni snllc fratUiro nviiplicdlc ditlla secnndn Scziano alia fine. Memoria lella nella seduUi oidinaiia del 15 luaggio 1850.

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CO, 0 da schiaccianienlo, io non so dirlo ; voglio solo ri- Icvarc il gran heiio uinanilario, c scicnlifico rccalo dal Ilei- na, osservaiulo i felici risnilamcnti dellc sue cure, e della sua abiic mano, nicnlrc dalla gravissinia complicazione delle frallure giusla gli alluali principii della scionza rauipulazio- ne primiliva avrelibe dovulo pralicarsi quasi in lull! i casi da lui esposli. il lolale nuniero dclle sue osservazioni e S5. Furono Irenla lutli i frallurali nclie ossa lunglie deH'avam- braccio del braccio, della coscia, della ganiba, de'quali 20 non furono ampulali ; 10 soffrirono rampulazioiie, ed in Ironla casi iO ebbero la morle per esccssi secondarii, per cancrena sopravveiiula, per infianimazionc visccrale, e slu- pcre nei'voso. Sedici casi presenia il Profcssorc Reina di frallure complicate alle ossa brevi, dei quali il non vcn- nero ampulali e cinque ampulali ; quallro ebbero la Iri- ste morle per sccondario escesso, e per telauo. Nove casi rappnrla il noslro Socio relalivi allc frallure complicale delle arlicolazioni causale, o da arma da fuoco, o da schiac- cianienlo, de' quali sei non furono ampulali, e Ire ebbero a soffrirc I' ampulazione ; ma soli Ire soggiacquero alia morle, uno per sccondario escesso, due per inevilabilc cancrena.

L'uonio della scienza ammira ncl Reina la spinta da lui dala alio scienliiico progresso, ma I' umanila Io ve- nera, qual noi lo ris|)Clliamo amico della vila, e dell'in- r infelice in preda ai piii crudi ed acerbi dolori.

§ 4. Geognosia

Dal progresso degli sludii aniropologici fissiamo un poco il pensiere a quelli della crosia del globo, c dopo aver dello dell' abilatore della terra, moslriamo anco la- vori di scienlifico progresso nella Giocnia descrivendo essa la nalura, o ragionando sull' origine di qualchc silo ler- reslre.

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Inlcrcssanlc alia scicnza per la variola delle strali- ficazioni c (Idle gincihiro, inkTcssanle alTayTicoilura ca- laiioso per la varicla delle spoculazioni geoponiche di cui il siiolo e siisccUibile, era la Iteluzione ijeoijnoHlka delle colline delle ierre forfi che si estendono ad occidenle di Catania (1) ; ed il iioslro Socio (-armelo Scinlo Palti ha i;ia ap|)agato qiieslo iioslro laudevole dcsiderio.

li' aiilore lia diviso la sua disliiilu e chiara relazione in cinque parli ; descrive nella prima la lopogrofia della conlrada della Terre-forli clie prescnla in Ire gruppi di colline a ciascuno do' cpiali segna i limili, 1' andamenlo , r allezza de'punli principali sopra il marine livello; dice della superficie iiilera della conlrada in uiiglia legali si- ciliane ; delle medie dimcnsioni in lungliezza, e larghez- za ; della esposizionc delle colline scgnando la linea di loro massima pendenza ; dice delle forme degli avvalla- menli e delle colline non die del rapporlo Ira la loro su- perficie, ed il corso de' loro principali lorrenli,

Aella seconda |)arle descrive la cosliluzione fisica delle colline ; ed ha liillo osservarc che cssa apparliene alia formazione lerziaria, o al gruppo sopra-crclaceo del sig. De la Beche, o al pliocene del sig. Lyell, quale for- mazione ha presenlala dislinla in due disposizioni d' ar- gilla, di ciascuna delle (piali ha descrillo la nalura, e la variola de' malcriali ; allresi ha falto parola degli organici fossili di ciascnn doposilo, ed in modo parlicolare di un hanco di legnile dall' A. rinvonulo nella roccia dell' ar- gilla hleu. Indi descrive un lerrono cho gli place dislin- guore in alluviale anlico , e modorno , e quoslo parlilo in Ire dis[(osizioni. 1. Alluviale a ciolloli, 2. Alluviale fangoso 3. Alluviale litogone, e di ognuno signiQca pari- nienle rcslcnsione e la nalura de' maleriali.

(!) Leila noila sedula Ordinaria del 21 niarzo 1856.

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IVella tcrza parte il Socio Sciuto ha dale una snc- cinla nolizia dclla melerpoloi^ia della conlrnda Torre-forli indicaiido la media lempornlura , i vonti doiniiianli , la qiianlila dellc pioggo , la variazione del clima nolle di- verse stagioni.

Nella (juarla parle accenna alio principali agrarie prodnzioni dclla coiilrada; e nella quinla significa lalune iniporlanli osservazioni relative al discavo de' pozzi per la ricerca delle acque, onde collivarc quelle terre , giovan- dosi della esposizione dolle ollenule conoscenzc geoguo- sliclie, lopograliche, e nielereologiclic.

. ; ' § 5. Geologia

Fn ripelulo mai sempre che la Geologia d'un pae- se, d'una conlrada, d'una regionc nou puo oUenersi clie dalla ispezione oculare de'dolli quando si porlauo a vi- silare i vari luoglii. Pure a quegli uoniini, cni sla cliiara nella menlc la posilura gcografica cd idrogralica della terra, non fu niai difficile dare una novella spinla al sa- pere, un incilamenlo al progresso, addilando un mezzo semplice c facile come dalla ispezione d'una carta lopo- gralica si possa desumere la nalura ge(dogica d' una dala i)Orzione terreslre. Ed e cii) die dobhiamo al socio benemerilo Carlo Gcnimellaro scrivendo la memoria Sulla carta tojuHjraftca della Crimea (1).

Egli dalla ispezione f'alla sulla carta lopografica della Crimea puhblicalr. in Londra e Parigi dai signori IJenoit e Ciceri nel 10 Gennaro IHoTj ha rilevato, che hen fa- cilmenle si poleva dar conto delle condizioni geografiche non solo di quella penisola, ma ancora di quelle geolo- giche, a|)pena vi s' aggiuiigevano le conoscenze geogno- sliche di cui (piella e foruiala, ed i rapporti che gode

(1) Leila nella seduta Ordiiuiria del 21 dicembre 1855.

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col vicino conliiioiilc ; c siccomc i lavori di Venicnille , Olivicri , lliiol , Diihois de .Moiilpiciix , li; Pliiy djimio coiilo sullicioiilo dcllu gcogiiosia di (jiicdla pciiisulu, cosi ei dice, iiii ijuiirdo ai lerreni del vicino conlineiilc clie allorniaiio la pcnisola, cd ai fiiiini die ivi incllono focc basloriiiiiio a dare I' idea del rapporlo gcogiioslico, e geo- log'ico di (jiiella regiuiic.

In fallo o"ii osserva the il lerreno alio della Crimea, il (|nale sla dalla parle di mezzogiorno, per la iialiira dclle roccc aiialoghe a quelle della vicina Circassia, pare aljl)ia doviilo farnc seguilo una volla, ed airinconlro il lerreno basso simile in Uillo a (jnello delle sleppc della piccola Tarlaria indiea clie Torigine di formazione in ([uesli fosse stala coiiuine ; c siccome sboccano in quella regione quallro poleiili linmi, original! dalle piii remole conlradc d'Europa, cioe il DaiHibio, il Dnicslcr, il Dnieper ed il Don nun b cosa improbabile, ginsla I'avviso del Gemmellaro, il com- prendere cbe dai maleriali Irascinati da essi nel mare si fossero formal! que! bass! lerreii! nel Conlinenle, c nella Crimea. Qiiesla doveva esscre unila alia Circassia |)er un Islmo cbe, rollo nella scrie de'lcmpi formo il IJo- sforo Cimmerio, oggi SlrcUo di Kcrlch, ed allora il mare d'Azof Irovavasi cliinso, e di basso fondo, per cui gli anliclii Puliuk' Mculida Tappcllarono.

Lc torbide inlanlo di que! fiumi rialzando il fondo del mare, nc sollevarono a lanlo il livello da spinger le acque verso 1' Islmo menzionalo, ed ivi [ler uno avvalla- mcnlo, 0 per allra favorcvole circoslanza sbocco nell'Eu- sino cbe, cresciulo aucli'esso di livello, pole formarc il Bosfvro di Tracia, e rinnire le sue acfiuc a quelle del- I'Egeo. e del Medilerraneo. Se in quell" epoca lo slrello d! Ciibillerra non era aperlo, il .Medilerraneo doveva cre- sccre di massa e rialzare ancb' csso di livello; ed in prova, il dislinlo noslro Socio, fa ben rilevare due ini-

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portanii circoslanze da lui allra fiala riferile ; le brccce ossee di Marc dolcc prcsso Palermo in una groUa sca- vala dalle Foladi c dai Milili alia 30 picdi sopra il nia- rino livello , cd un tralto orizzonlalc parallelo al nia- rino livello alio 30 picdi su! pelo delle acque Ira la cosla di Taorinina, e capo S. Alessio, sono prove lulle e due clie le acque del 3Iedilerraneo un tempo erano levale 30 picdi sopra il presenlc livello.

L'A. per le ispezioni fnlle una volla nello slretlo di Gibillerra, e nella cosla d' Aran e Tculan ap|»ie della monlngna d' Ahila , jtorla avviso clie la rollura di qnello slrcllo non pole avverarsi Ira Aliila, c Calpc; ma bensi tra quest' ultima roccia, oggi Gibillerra , e la cosla di Spagna alia quale e unila |)er un Islmo di basso lerreno formalo di scdimenli mariiii rii»ellali dall'Oceano nel ffolfo d' Algliesirez, menlrc I' evidcnte dislogamenlo, c la sepa- razione della roccia di Gibillerra dalla madre monla"na d'Abila si devc a piii anlicbe oscillazioni della crosla del giobo.

II Socio meritissimo cbinde la sua elaborala memoria con dire cbe dai segni illuslralivi piio senza ipolesi il geologo ragginngere la via probabile e vera delle cose una volta snrcesse, c puo finalmenle sulla ispezione d'una carta topografica d'un lerreno, quando sia stala diligen- temenle redalla nella disposizione delle monlagne , delle valli, nel corso dei fiunii slabilire la strullnra gcogno- slica , e la serie dei fenomeni geologic! pei quali quel lerreno e passato , solo caso, egli alterma, in cui il geo- logo senza recarsi su i luogbi, pui* dar saggio dai pro- prio gabincllo delle principali condizioni d' una porzione della superlicie lerreslre.

Sigiiori. Udisle la serie di tulli i lavcri gioeni nel- I'anno xxxn deirAccademia, ora ascoltate di srrazia quella (lei suoi generosi travagli.

2S

§ 6. GabinelU di Sloria Nahtrale

Inlenli mai scmpre al progresso sciciilifico dci na- lurali prodolli, i gioeni non solo con i^li scrilli, ma con il personale lavoro lian dale opera a grand! inlraprcsc.

iXeglclto, polvcroso , c ad universale dispregio era iiel ricco c sontuoso edificio dei IJencdellini di Calania un cos'i dello Mnsco , ove diniorava in magnificlie sale sin dalia niela del secolo xviii una collezione d' aniicaglie c d'inulili rocce , e di fossiii , e di rolle concliiglie, e d'avanzi di posci diseccali (1). Or io essendo riuscilo con-

(1) II Miiseo dei PP. Benedelliiii in Caliiiiia fu sulle |)iime una raccollu di oyijcUi di aiilicliit:i adiiiuili dal celelirc Abate Casinese P. I). Vito Amico-Slalella , sicconie rilevasi daila iscrizionc posta alia hase del di liii riliallo no! mcdesiino museo. Rev. P. I). VilKS Ularia Imico ot Skilclld CaUincitsis Abbaa Cartinas omiit Ullerarum tjenerc umyrime instnicliis scd maxiine de praeclaro (inti(iuil(ilis s<lu(tio ojiliine meriliis jicrpetuum eriidHioim si((ie posleris inoini- meithun amidinf^imum hoc mut'ocuiii cuiiiilru.fil. ornaiit, pcrfccit, reliiiuit. QiK'Slo dolto arclieoldiio. e slorico insiirne iiior'i ai lodi- ceinlire lli.)!l. l)(i|io di liii I'esiiiiio Placido Scaminacca accrebhc il dello Miiseo di altre adticlie cose e di ogLjetIi iialuraii, e dispose in niiglinr nianiera i maleriali ivi raeeolli : siccome ancor si puo rilevare dalla iscrizionc posla alia base del di coslui rilrallo, collocato nel deUo Miisco. //. P. J). Pl(icidii» Sctnmnacca Colaiieims , dn- rtniU)(. I'l Prior S. (icoryii Sacrac el ProjilKUKic >iiiH<iitil(itis mo- niuiicnU.'i itnditiiic arquisiHa, niiiiii.<in(dibtis t^(.-diil<i iiitlii^lria c(»n- puratia, cl ad ordiiiufds serial (/i.<;(((.<i7)s. rcrtDu naliiridium iiiiil- tUji'iui rariclalc (ijf(dim collecla, Mii.<OL'um ab Abbute Ainico cixi- tadim in aufiusliorem formavi redegil, et peiic iiouadcnnriiis alque coliddna l(dioribti>t ."ii/is r i////i//f///s,s/i((e romplcril. Obiit din /J Julii 0)1)10 II SI. bopo (piest amid il lliiseo iioii ebbe alriin aiiiiieiito, traiiiie di ipialclie (jiiailro. o di (jiiab lie niaiiiralUira della media ela, aii/.i i' da cDrnpiaii^cro la perdila del <la/.oliiario I'aUa verso il ISIG.

Abbaridoiialo il delto Museo divento un silo poco couvcnevole per la disposi/.ione. la niaiuilenzione, e la raccolla slessa deyli oi;- trelli: (luiiidi si udivano veri;oi;iiosi biasimi da coloro clie lo visita-

ATTI ACC. VOL. Xni. *

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vincere a qiianli si convcniva dolla impropricla di quel liio- go, mi fii coiicesso sin dal 18!ii polcr imiliirc qiieslo silo (lisprcgevole in sonluosi galtinclli d'Aiilichila, c di Storia Nalmalc , c gia iion si toslo fu da me coiicepila I'idea, die a compimeiilo fii coiidoUa I'impresa; talclie dopo due nniii con lusso c decoro de^no delle scienze che Nalu- rali si appeliano, la |)i'ima gran sala e pronla, cd or si lavora per le allre. L'imprcsa, Soci bcncmerili, puo dirsi esser di perlinenza anio voslra , poiclie e meslieri ivi adunare cpianln di nazionaie e di csolico puo aversi ia ordino alia zoologia , alia mincralogia , cd alia bolanica.

Erano pronli i maleriali, e gli ohhielli all'opraop- porluni, ma la classificazione, ma I'ordine ricliiedeva mente vasla, cognizione profonda, e vero zelo per lo progresso scicnlifico, ed ove mai rinvenirsi? Uicdi un guardo a Si- cilia, e la mia mcnle non Irovb die nella sola Gioenia le nolabilila opporUinc aH'impresa; il collega, I'amico, il zoologo siciliaiio , nolissinjo per gli scrilli, sperimenlalo per r impcguo nel dilTondcre le nalurali scienze, il Pro- fessore Andrea Aradas da me pregalo onde nella parte zoologica ordinasse i Gabineiti, non solo si preslo volen- lieri, c graUiilamenle al Iravaglio, ma ben molte specie vivcnli e fossili donii ai Gabinetli medcsimi.

E per dare una semplicc idea di quel che fin' oggi ivi ha fallo d' inlcressanlc e di progressivo nella zoolo- gia , mi gode I'animo dire ; che la collezioac conchiolo-

•"' ' ''■' '*^- ''■'«!-'■!'. r.v: :iv- ■:,:. .\;\ .'^iV.-.yi (,ii!..';^ ^^'■v^:'■: vi'.'U^.i vano, e con parolo di posilivo disprezzo gli estcri ne scrisscro quan- (io 5i oiciipaiono dclia desciizione delle cose di sicilia, e special- mcnlc di Calania.

TiiUc le pareli dei presenli Oaliinetli nella parte supcriore delle scanzic , sono oriiale di quadri S|)eUanli a lielle scHole, ed a rino- inali arlisli. Le sale dosliiiate alle cose arclieologiche conlerranno slovigjie, lironzi, inanni, istiizioni , c lavori di vario genere, ogni casa disposla secondo Tepoca, e la natura degli oggelli. " ■'"

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gica (i) assni ricca di s|i('cic n;izioiiali eil csoliclio , vi- venli c fossili, sc(!llo e hen coiisorvalo, c stala classilicala da liii col iiu'todo del sii>iior (liivior 'novamlosi dcllc mo- diliclu! (lei niodcnii zo(tloi;i; cosi i iiiollnsclii v<'iii;()iio di- visi ill (piallro gran classi; cioo (leCalopodi , IMor()|)(i(li , (loslcropodi, cd Accfali. Oijni chissc porl;i i siioi gciicri, le sue sjiccic, cd o<;ni cuncliiglia ben allof;>la e vi.sihiic sollo grand! laslrc di nilido crislallo prcsciila una elicliclla ove si Ifgge il iiomo gcncrico c spccilico, e la propria sta- zioiie.

Sii'gne una collczionc bni rara di Zooiili, c (|ii('lla dcgli Eiliinidi sarit ordiiiala col mclodo proposlo dal Pro!'. Aradas iiclla sua Monoifvafni (Icijii Kcliinidi rivcnli c fossili (.Icllu Sivilia (2,), tulli allii zooiili saraniio dispo- sli secondo le claysazioiii did celclire LanuiiTlt con If ag- giunlc di Dcsliayes, ]\liliu' Kdwars, c Diijardin. I Cirro- j)odi forineianno una collczioiie a paric, con ordinanicnlo aiico proprio,

Nclla parte Illioiogica , Ornilologica, Enlemologica,

(1) Questa coliozionc fu tsc^niila diil P. I>. Kmiliano (iiilhiihaiio Ahate (lasiiiese , die voile ordiiiarla coiuiliandu i sistemi ili Lamarck e Limieo ; ilopo la sua niorte avveniila nel ISitO, i siijnori Dollor Andrea Aradas e P. D. Giacnmo Ma.uijiore Cassinesc diedero opera ad illuslrare la delta ((dlezione pniilijiiando in pareccliie Meinorie inseiile ne|ili \tli dcM' Accadciiiia (iidcnia , iiii (lalaloijo ragioiiali) (lelle Coiichijilie esi^lcnli nella della ('.(jllczidiie del (liilladaiirn, e del Ddlldr Aiadiis ; (pieslo lav(iri) |ii)i iiMuiiidiiiialii, iioii ci reslano tlie le illiislraziiiiii di alipiaiili yeneri e specie. \edi Alii delT Ace. Gioe- nia. Meinoria I.' T. i:i pair. 181. Mem. 2.'' T. \:i p. ."J'.lt. Mem. 3." T. I() pay-. ID: Mem. 4." T. 17 pan. 13: Mem. j." T. 11 pag. K;,"}: Mem. G." T. 20. pa';. 101.

(2) La prima |iarle di ipiesla si leijiie agli Alii doir.\cfademia Oidrnia Vol. vi serie secdnda pair. .i2: la pecoiida parte nel nn'de- sinio \oliimc a pajj. 1!S!); la lerza parte iiell' appendice del Vol. mi ser. sec. pag. 2150: la (piarla parte Vol. viii ser. sec. pai;. l'»S. continiiazione o fine pa;;. ?>'l\.

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cd altro il Socio noslro Salvalore Biondi con gcncroso iinpegno , cd alacrila scicnlifica ha dalo opera alle prcpa- razioiii iiumcrosc dogli aiiiinali, c s'ordinera il Uillo, giu- sla Ic idee slabililc d'Aradas, siillo opere del (>uvier, Tein- niiiick, Risso, Milne Edwars ed allri rccciili sciillori.

La parlc Mineralogica dei Onhiiielli alle inie pregliie- rc sara classala ed ordiiiala dalTallio Socio noslro cliia- 10 e disliiilo Gaelano-riiorijio Gemmeilaro, ci^li si sfiove- la di quella del Reudanl pro[)Osla nel suo Tmllato di Miaeraloyia (1).

La raccolla del Solfo e Slronziana solfala iinica in Sicilia cd allrove per il niimero e conservazione dei sag- gi sara disposla da kii secondo le recenli vedule del Uu- frenoy cd Iliigard, ponendo in tcsla di ogni specie i cri- slalli isolali in ordiiie alia loro semplicila e cio per scni- plificarc lo sindio crislallografico (2).

Forniera iin griip|»o a sc la ricca collezione mine- ralogica dell' Eliia, ed opposla vi si vedra quella del Ve- suvio, e delle Isole adiacenli alia Sicilia (3).

Unica nel suo "enere iiileressaiile nella scienza sara la collezione mineraloifica del sislema basallico di Uilla la Sicilia coniinciando dall" Eliia percorrendo il Val di NotO e giungendo alle rocce Irnppiche di Pacliino e Conlcssa.

A presenlarc in un ([uadro la collezione geognosli- ca di Sicilia si segnira il nielodo di Orbigny c sara di- \isa la crosla di Sicilia nei periodi Azoko, Palcozoico ,

(i) Traile elemenlaire de Mineralogie par. F. S. Boudant. Pa- ris 1824 vol 1. in-8.

(2j Ouesia preziosa collezione e quella de' Vulcani cslinli di Roma fii esoguita dal P. D. Gre!j;oi-io Barnaba La-Via Priore Casi- nese, il quale prevenuto da morlc nei 2 giugiio 1854 non pole di- sporla con ordine.

(3) La collezione de' prodolli mineralogici delle isole adiacenli alia Sicilia fu da me eseguila.

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Triasico, Giurassko, Secondario, Tcrziario, e Conlcm- poraneo, e si colloclicranno ad ogni pcriodo i fossili rin- \enuti tlai giociiii in ogni forniazionc.

Finalmentc per la parte Botanica io darb in ap- posili carlolari una ricca collezione di pianle sicule ed cslerc disposlc secondo il nielodo nalurale , con la in- dicazionc per ogni specie delle slazioni ov' essa e stala raccolla.

Ecco la scric dei lavori c dei Iravagli gioeni che formano il docoro dcll'anno XXXII dell' illusire Accademia. Anno , io diio, di niassima gloria non funcstato con la perdila di qualche niendjro, sicconie in quello che volse. Si , ncir Anno XXXI piangenimo 1' amico ed il coUega Giovanni Rognlcas, ma in questo anno fumnio lieli , che il conlidenle c discepolo di lui, il Socio noslro Giusep- pe Ardini , lesse a quelia cara memoria un serto di onore scrivcndo un clogio pregialissiino , in cui esaini- nando Ic opcre e narrandonc Ic sociaii virlii Io de- scrisse iniparzialnicnlc qnal fu degno della noslra ricor- danza (1).

Collcglii, ncir anno XXXI voi proponeste a voi slessi dcgli scientiiici prohlonii e ne desle la soluzione piii Lei- la (2), iiL'ir anno XXXII sciogiicsle libcro il piede nel va- slo canipo del sapere, e camminando con franchezza Iro- vasle novila , e vi spingeste verso la meta del progress©; che si fara da voi ncll' anno XXXIII che or ora comin- cia ? ncllii mia [loclu'zza io non valgo a predirlo ; raa se la pahna della dollrina ogni anno di nuova fronda si

(1) Questo Elogio fu lello nella Scdula Ordinaria del 2 agosto 1855.

(2) Vedi In mia Rclazinnc , dei travapli scienlifici cscguili nel- r anno X\.\l delT Accademiu Gioeuia. Vol. XII serie seconda. Alti Gioeuii. Culunia 1855-

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adorna e si accresce, non dovro allenderrai allre novita, allri progressi ? lo ne vivo cerlo , io ne sono sicuro , e lietamente aununzio, che ncU' anno XXXJII saro relatore di belle scoperle , d' interessanli novita , di nuovi scien- tifici progressi.

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TERREIVO ERRATICO

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Carlo ©finmclUro

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Hiella tornala accademica del 17 luffUo 1856

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Sed prior hoe liominis est, di^otccre terram > Et qnec bujus miranda tulit Natnra, notare. CoaifHi" SiTEB. dt /Etna ^' zSo.

ill terminc del pcriodo terziario liitlo parea rassellato nclla supciilcic del Globo. Le corrcnti soUomarine che avcvano Irnscinalo in diverse dirczioni ed ammassalo i maloriali die foriiiaroii le rocce lerziarie, erano cessate: Ic porzioni sollevale deila terra avean prodollo ne' punli opposli spa/iosi abbassamenli , e le acque vi si erano precipitate con violenza : si circoscrivevan esse in mari , tanto pill vasli qnanlo piii alio era il terreno sollevato , e per conscj^iientc tunlo piii proibndo 1' ahhassamenlo, lasciando la terra, clic avoano aljbandonala plena di av- vallamenti c di solclii , prodolli dal loro ruinoso riliro. iN'clla cmersa terra la vcgelazionc e la vivenza animale erano ncl pieno svilnppo, ed i grandiosi fenouiini geolo- gici gradalamenle inaiicavano di vigore.

Tutlo cio facilmenle si coniprova guardando nclla suc- cessione delle rocce , uella loro slrulliira e giaciuienlo ,

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nella direzionc dcllc braccia delle monlagne, nella varia ampiezza e profondila dc' man", nello scavainenlo e forma delle valli, nella disposizione de' bacini idrografici; e lolti i parziali terreni di alluvione, die faciimeiilc si dislinguono dalle altre anliclie forniazioni, liillo dispicga aU'occblo del geologo il lermine delle cataslrofi avveiiule nel Globo nel- r epoche primilive e secondarie.

Eppure un fenomcno singolarc si prova aver avulo liiogo dopo il periodo terziario, nel Icmpo della forma- zione del lerreno diluviale; quello, cioe, del trasporlo, a grandi dislanzc dalla madre roccia, di bloccbi di varia grandezza e peso, non di raro di cenliniija di niigliaja di libbre! Qucsle masse, pel niodo come soiio sparse sopra i lerreni , vcngon delle Blocchi erratici ; cd a tuUo il terreno che le accompagna e slato assegnato il nome di terreno ermlieo, secondo il sig. Charpenlier (1), o dilu- vium dal maggior numcro de' geologi dopo il sig. Buck- land (2). IVon poca singolarila aggiunse a laic fenome- no la circoslanza, di rinvenirsi queslo lerreno , rimarche- volnienle pronuncialo, piii cbc in allra parle, nel nord di Europa e di America; cd e da supporre che lo fosse del pari in quello di Asia.

II piu sludialo pero e slalo quello, che dalla Scan- dinavia si accompagna sino a buon Irallo della Russia , della Prussia, del nord di Aleningna c della Danimarca; e se ne parlava gia da Pallas, da De Saussure e da de Buch, prima che il sig. Brogniart non vi avesse richiamala, con nuove inlercssanli osservazioni, I'allenzione del geologi; per cui i signori Sefslorm, Lasleirie, Silieslrom per la Sve- zia , i signori Bohl-lingk e Durocber per la Finlandia ,

(1) Essais sur les glaciers, du bassin du Rhone. Annales des Mines, 3. scrie T. VHI. 1835. p. 219.

(2) Reliqiiise diluvianae. .

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Russia c nord di Alemcif^na, Iianno inlraprcso sciciUiflcIic percgrinazioni, c dolli lavori han dalo alia luce.

Qucslo singolar fonomeno, die ricliiama, benclie Ion- ian!, anclie la nosira allcnzionc, e slalo oramai baslanlc- nienlo csploralo e descritlo , perclie non venissc confuso con quello do' terrciii di tras[)orlo in gcnerale. Conosce ognuiio coinp, per 1' azinni; dcgli agciili nielcrologici. pel treniuoli, po' fulmiiii, pc' vcnli, [)L'r la forza delle acqne masse di recce si slaccano dalle nionlagne, ed agcvolale dalln rapidila deile v dli c do' Itaizi, per mezzo delle aeqiie dc' lorrenti possua'esseie Irasporlale a varie dislanze dal primicro lor silo: sa ognuno del |)ari die nelle nionla- gne dello Alpi, de' I'ircnei, cd in Uillc quelle del INord , i gliiacci e l<! gliiacciajc agcvolano aiicor piii queslo Ira- sporlo: c quindi puo dirsi non csscrvi luogo nel mondo ore a diverse dislanze dalle monlagnc non siano venule gill delle masse di varia mole, c quasi sempre accom- pagnale di allro mal.'iiale di Irasporlo ; poro , ne' cilaii lerreni del nord di Europa, qucsle masse si Irovano Ira- sporlale a grandissime dislanze non solo . ma occupano i lianclii c ie somniila di alle collinc, conservando una li- nca di dirczione da nord a sud, che puo ben' accompa- gnarsi per ccnlinaja di leglie , andando dielro a' blocchi die formano una conscculiva zona di masse, apparlenenli a rocce die non esislono iie' luoglii viciiii a'punli ove si son fcrmale, Sono esse associale, sino ad una cerla di- slanza, da grande malcriale di Irasporlo, che forma an- ch' osso delle slrisce a guisa di diglie elevate ed estese, c nella slcssa linea della zona di blocchi. E rimarchevole soj)ralulto die riconosciule Ie masse per rocce apparle- nenli alle monlagne della Scandinavia, c che inlanlo si Iro- vano sparse nel nord dell" Alemagna, esse han dovulo ne- cessariameiile essere slale Irasporlale allraverso il mar Ballico, soguendo sempre una linea da Nord a Sud, con

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qualchc deviazione dalla nicriiliana; e con tal forza impel- lenle, clie passando snpra le liasse Icrrc non si sono ar- relrale appie dellc collinc, ma Ic lianiio inveslile, vi si sono disposle a semicercliio dalla parte di nord , sono salite lalvolla su' loro lianclii soveiile ad allezze di ccnlinaja di piedi, e ne lian, per Gnc, supcralc Ic sommila, lascian- do evidcnii Iracce del loro passaggio.

Simili fenomcni si sono osservali in Ingliillerra, cd han incrilalo la indagine di qnei dolli geologi , De la Beclic, Fillips, Lyell, Sedwiik, Hall; simili ne han Irova- lo nel nord di America it sig. C. T. lackson, il D. Big- sby; lalche e oramai indubilalo clie ad iin periodo, po- sleriore alle ullime formazioni lerziarie, iino slraordinario e singolar I'enomeno Irasporlo dal Circolo polare arlico una sorprcndenlc qnanlilii di maleriale, slrappalo dalle monlagne della Scandinavia, siiio alia dislanza di cenlina- ja di leglie verso il snd, a modo di slriscc o di zone , producendo Inngo il suo corso alcuni secondarii fenomeni.

Non sara quindi scnza ulilila I'occnparci di lal geo- logico avveninicnlo, die ci cliiama a delle indagini sopra la causa die lo produssc ; e noi fedelmenle Irarremo i falli (lal rapporlo dato alio Islilulo di Francia, sulla ine- nioria del sig. Durodier, dall' ogregio E. Do IJcaumonl; (1) e considereremo principalmenle 1.° 1' esleso spargimenlo di maleriale di Irasporlo sopra una vasla superlicie, com- poslo di sahhie, di Irilumi di rocce, di blocchi a spigoli laglienii o poco smussali, provenieiili da lonlane monla- gne. 2." La erosione, il logoramenlo e la Icvigalezza dellc rocce, sulle (piali quel maleriale e passalo; 3." la scanel- laUira ed i soldii nella superlicie di qucsle rocce; 4." la slraordinaria e grandc dislanza ia' blocchi dalle madri

(1) Voyage en Scandinavie ccc. ecc, 1840. ' '^ -

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roccc, (V ondc sono slali slaccali, c o." la coslanlc dirczio- nc da nord a sud del terreno erralico.

tt Quosli nialeriali di Irasporlo, chc sciiza giiingcre a' punli culminanli dol jincse no ciioprono una coiisidere- Yole porzionc, assuniono due modi di dislrihuzionc, chc giudiziosamonlc il sii^'. Duioclicr ha dislinlo. »

« Taivolla sono dis|)Osl in colline ailiingalo in una direzione paralicia a quclla dc' solclii e delle slrisce im- prcsse snlla su|)o(ricio delle rocce preesislenli ; piii so- Ycnle pero cosliluiscono un gran de|)Osilo uniforme , di cui la supcrficie supcriore e perfellamenle unila ».

(c II sig. Dnroclicr cila un cerlo numeio di esenipj della prima disi)osizione , ed e slalo col|iilo da' Iralli di rassoniigiianza the csislono fra quesle colline di sahhia 0 di blucchi , c le Osars dclla Svezia, clie il Sig. IJro- gniarl ha segnalato da lanlo tempo airallcnzione de'gco- logi ; le (piali sono lunglii accumniamcnli , o S|)et'ie di dighc di nialeriali di Irasporlo , piu generalmenle dal nord al snd-snd ovcst , come i solchi di crosione ».

In Finlandia quesia disposizione lineare non si os- scrva, 0 raiissime voile ; ed il deposilo e disposlo in allro modo, piii chiaramenle pronuncialo che in Isvezia. Consislc esse di sahhia, di ghiaja e di cioUoli rololali, generalmenle granilici, de'cpinii la su|)(Mficie superiorc e unila e grossolanamenle snalilicala: variabilc ne e la spes- sezza, giungendo in laluni [)unli sine a 40 piedi ; ha riempilo in molli luoglii, sino a cerla allezza , le pro- fondila esislenii fra le monla"iie, di modo die due col- line le piii basse ne sono reslale copcrle , nicnlrc le som- mila pill elevale non nc presenlano le Iraccc.

a I'll deposilo presso a poco analogo si esleude sulla

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grande piallaforma del nord dclla Lapponia, non ostante chc la sua elcvazione, per quasi tulta la cslensioue , si fosse di 730 mclri sopra il livelio del mare. Vi si Iro- vano sparse iu grande abbondanza blocchi di nalura varia provcnicnli dalle vicine rocce, uon che di quelle die stanno soUo al deposilo; sono essi qualche volta di grandi di- niensioni, mezzo infossali e spesso del lulto nel detrilo, ed appartengono al quarzite, alia diorite ed al granito clic e il pill abbondante.

« In Finlandia il deposito erralico a superGcie oriz- zonlale comincia dal pic de'iiionlicelli granilici, o di quelii dellc Osars, e va ad unirsi verso Test ed il sud, senza inlernizione o linea di separazione, con la vasta forma- zionc di trasporlo della Russia , ovc un'esleso deposito esisle , clie dalle cosle del golfo di Finlandia si pro- lunga con le sue roccc verso sud-est, e non cessa die a mezzo di di Viborg ». '< ■'•>■'■'■ ;.

« Si eslendc il deposilo erratico sopra la Lituania e quasi sopra tulla la Polonia: si Irova sparso nel sud della Podolia, nel governo di Lublin, e sul pendio nord e sud dellc nionlagne cenlrali del governo di Saudomir, snlle rive della Pilica inferiorc, c di la passa al deposito diluvialc dclla Silesia, ed a'piani del nord deirAlemagna ».

Sopra tulla la superficie della Uanimarca csistc un deposilo di trasporlo, e non ha che un piede di spes- sezza alia superficie, si e, perb, pcnelrato sino a 60 me- trl di profondila senza aver polulo giungerc al suo limite inferiore. In qucsto deposilo erralico si trovano conchi- glic modcrnc; come Balanus, Saxicava, Tellina baltica , Venus islandica ; ed il signor Beck ve ne ha riconosciuto piu di sellanla specie, di cui Ic analoghe sono ancora viventi, nella sabbia esse son meno abbondanti , e quasi sempre rolle, ma nell' argilla si trovano in perfelto slato di conservazione, e le loro valve sono spesso tutt' ora

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iinile. Un deposilo tinalogo si Irova anche in Isvczia, e hen disliiito da (juello dcllo Osars.

La erosionc e logoramcnlo dollc roccc iioii jiossono aiidar sogicgale dall' allio Cciioiiii'iin delle slriscc e dci solchi, pcrclie liilli son prodolli dalln causa slossa; par- lando quindi di cpiesli ulliini clio soiio di niaggior rilicvo in qucsta disamiiia, si includoranno gli allri due.

« La erosione die lia smaiilellato c logoralo le rnpi ha pure hiscialo sopra hi loro supeilicie th;' solclii c dolle slriscc, the iiauno da nioho lein|)0 alliralo I' allcnzione degii osservalori e hi fissano sonipre jiiu. A ([iiiiiilo se ne e dello il sigiior Durocher aggiunge il siio conlingonle c le sue osservazioiii, riguaidaiili le suiterhcie Icvigalo o le slriscc, souo cslese dalle rive del mar giaciale a'con- loriii di Allen, siiio al niezzod'i della Fiidaiidia ; o dalle rive del "ollo di Itoliiia siiio al lai»o Ladoi^a.

« l\el uord di Enropa i sidclii c le slriscc si os- scrvaiio sopra le rocce chc sono slale ahhasUiiiza dure per averlc poliilo rieevere, e rcsisleiili ahhaslanza per con- servarle lin'ora. Esse si offrono con piii o nieiio di nel- Iczza, a seconda della naliira della roccia. Cosi , sopra lo scisto argilloso c le rocce anrd)oliclie, di die sono in gran [larle cosliluilc \r, moiilagiie chc circoiidano il golfo (ii Allen in Lapponia , i solchi e le slriscc sono hen niarcale. La roccia aidiholica e dura, a graiia fina o coni- palla, e sicconie e [liii resislc.'ilc dello scislo, le slriscc, 0 piccole scanelalure cilindridie die lianno il diainclro di qualchc linea sino a mezzo pollice, vi sono riinaslc inal- Icrate , mciilre die lo scislo argilloso noii ha coiiservalo che larghe slriscc o solchi d'una profondila di 2, 3 a 4

ATII ACC. VOL. XIII. 6

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pollici, e di una lunghezza da un pollice a qualclie mezzo piedo 0 pill ».

ff Sopra il calcario die enlra neila composizione delle slesse inonlagnc, il signor Duroclicr noii ha osscrvalo alcuii solco. Questo calcario, mescolalo a crislalli di an- fibole noil e cosi adallo, come (picllo giurese, a conser- vare delle slrisce soUili. Sopra (picllo di Iransizione della Russia non ne ha neppure osservalo; sia che non ne esi- slessero mai in avanli, sia piiilloslo che fossero stali al- lerali ; giacche il signor Murchison ne ha osservalo di recenlc sul calcario dcll'lsola di Dago nel Ballico ».

« Fra le rocce piii sparse in Finlandia, i solchi sono pill generalmcnle conservali sopra il granilo, ma non ngual- menle sopra le sue varielii ; alia superficie, infalli, di qucllo a grana fina, che e il piii duro ed il meno de- componihile, i solchi son piii chiari, ed il loro conlorno e megiio desigiialo che nella supcrDcie del granilo a grossi elemenli dello liapakm; che anzi e raro il nolarsi in quesl'ullimo qualche slriscia soltilc, perche esso e piii allaccahilc, e facile mollo a fenders! c rompersi ».

(c Sulla superficie di granili di Finlandia il diamelro delle slrisce e, al piii, di qualche linea ; qucllo de' solchi varia da pochi pollici ad un piede e piii, essi sono pa- ralleli fra loro, c scanellali di piccole slrisce ; ma suc- cede lalvolla che in un mcdesimo luogo, sopra una me- desima rupe si osservano molle direzioni differenli di sol- chi e di slrisce, Qualche volla quesle seguono una dire- zione, menlre larghi i solchi ne seguono un' allra: ora si lagliano 1' un I'allro, ora Onalmenle si veggono slrisce e solchi ne' due sensi opposli. II signor Duroclicr si e pure assicurato che il fcnomeno sulle slrisce e indipen- denle dalla slraliDcazione; che anzi la loro direzione fa iin'angolo di 15 gr. con quella degli slrali ».

« I punli piii favorevoli per la osservazione de' solchi

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e (Idle slriscc sono le siiperfitic plane die coronano le monlngnc o le collinellc, se il peiulio delle prime e un poco scosccsso e piii raro Irovarnc , c qiiaiulo accade offrono minor rrn-olarila, lo die vcTisimilmcnle deriva dal- r aver, quel pendio, modificalo il fenomeno die li ha pro- dollo; ma cs>i presonlano nd tempo slosso circostanze aiitorpiu limardievoli di f|iielle ddle superfine orizzoii- tali , ed indicano, ndla forza die lia jwodollo i solclii, una lendeiiza |)arli(olare a seg-narii orizzonlalmcnle ».

« Sopra le rive dcflago Ladoga, fra Landenpoja c Heuskula vi sono monlagne di graiiito a grana lina , in forma di cii|)ole e di palloni. II sig. Dnroclior vi ha mode voile osscrvalo le Iracce della crosioiie diluviana dirella al nord 22. 23. 2H. ovesl magnclico , c vi ha nolalo una circoslanza singolare, che si osserva anche al- Irove ma non cosi marcala come in (picsli Inoglii ; e"li ha ycdulo ne' fianchi ddle riipi iiidinnle, ed anche' quasi veriicali, i solchi profondamenle incavali, che scguono la linea orizzonlale ; la loro se^ione verlicale e quasi un semiccrdiio di 1 a 1 '/, e a 2 piedi di diamdro, cosi die la faccia verlicale della rupe e scandlala orizzoiilalmenle. Qnosta disposizione, die lichiama alia menle i solchi oriz- zonlali, osservali da Saussure snila faccia verlicale dd monle Salevc prcsso Cinevra, la presumcre die la forza, la quale ha scavalo i solchi, doveva avere una grandis- sima enorgia ».

« Oiicsli soldii lalerali si comhinano, ddle voile, coi solchi ordinarii sulla superficie di una medesima collina, in niodo d' avvilnpp;irla inlieramenle; ed in Finlandia so- pralulto, come in Lajiponia, iiilie le colline di una dehole allezza, ed anche ddle allre piii devale, che non son ter- niinalc da pendii rapidi, ollVono inarche di levii,'alezza e di scandlalura sii lulla la loro superficie, lanlo snIla som- mila che ncgii slcssi pendii a qualunquc lalo csposli; ed

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allora i solclii di mezzo, die dir si potrebbcro normali, come ra|i|)rcscnlali la vera direzione , sono sempre situati ne'piaiii verlicali paiallcli , diielli da iiord-nord-ovesl, al sud-sud-esl magiielico, mcnlrc chc i solchi laleiali banno una leggiera lendeiiza a segnire la siiiuosila delle collinc, e rcslare in iiii medcsimo |)iano orizzonlale ».

(( I monlicelli di granilo in Finlandia assumono una forma ellillica, \h dove la loro siiperficie e solcala, e I'asse maggiorc della ellissi corrisponde sempre alia direzione de' solchi ; per lo chc si puo prcsumerc che la forza ero- siva del fenomeno erratico ha doviito avere una grandc polcnza, per abballcre tuUi gli angoli sporgenli della roc- cia, c darlc una curvalura allungata nel senso de'solchi (c E rimarcbevole inlanlo, chc qucsla forma rotondala c scanellata in lulli i sens! non si osserva, in Finlandia, che sulle colline poco elevate; giacche sidle monlagne scoscese che sorpassano un cenlinajo di piedi di altczza, il lalo del pcndio csposto a snd-snd-esl, non olTre alcuna Iraccia di scancllalure, e conserva Ic anfralluosila originaric; circo- slanza chc , come 1' ban rimarcalo i si"nori Sefslriim e Bollingk, pcrmclle di gindicare da qual lalo avesse agito la forza die ha Iraccialo i solchi. In Isvezia , dielro le osservazioni de'signori Lasleyrie, Sefslriim ed allri, I'an- frallnosila delle rocce si osserva dal lalo delle colline si- tuate al covcrlo dell' urlo ».

Snlla direzione de' solchi niollc accurate osservazioni si son falle dai geologi, c jirincipalmenlc del sig. Duro- cher ; il quale ha rapporlalo chc « nel nord del Finniark, sulle monlagne che circondano il goifo di Allen, si ve- dono le superficie levigate delle rupi e coverle di un gran numero di slrisce j)arallcle, delle quali la direzione ge- nerate da nord 13." ovest, a sud 15." est della bussola, 0 dal nord 26.° ovest al sud 26.* est. » Fra laulc cle- vazioni cosi raarcale, il valenlc geologo cita la sommita

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dolla nioiilagiia Raipnsvnra alia 2S00 piedi circa siil li- vollo del mare ; ovc una piallaforiiia oiululala offre delle elevazioiii di mnnlicelli, Icvii^nle c solcalc dal feiioiiieno ermticd iiella sopradolla direzione. Simile si scorgc sidle iiipi d(d lalo occideiilalc del (lolfo di Allen ; bciiche la- liiiii de' sole In iioii conservino la liiiea orizzoiilale, ma sono ahpiJMilo iiicliiiali, e l:igliaiio i primi, ccmc sc fossero slali forniali sollo una I'orza mag<;iorc,

« Nclla parlc dclla La|)|)onia, da Allen a Tornea , le Iraccc del (cfiomciio cn'atico sono ovidiMili, bcnche meiio marcale; tiillavia suit' alio di (luella vasla piallaforma, alia 750 melri, sni livello de! mare, e clic si cslcr)de sopra una gran |)arle dclla La|)po!ii:i novcrgica, il sig. Duro- clier ha polnlo nolarvi li solili solclii e le slriscc , hen- ciie direlle da nord 3' -est, a sad l}"-ovcsl ».

Presso die simili sono le osservazioni ed i rcsulta- menli do! sig. Bollingk ; o lale uiiiformila nolla direzionc gcnerah; del lonomcno si m:mliene, con piccole dcviazio- ni, sopra snpcrlicie immense. II sig. Sefslrom nella co- sla occideiilale del "nllo di liolnia , a Irovalo die le slri- sec sono direlle da nord-ovesl a sud-esl, cioe nel senso slcsso die in Finlandia; e cosi in Lapponia. Nel nord di Svezia c ncH'ovcst e sud di Finlandia la direzione e quasi uniformc , c segue presso a poco fjuella delle pricipali Aaili e de' la"lii ».

« La Finlandia e la parlc adjacenle della Russia , presenlano una folia di vallate la di cui direzione media e (piella ora indicala, ed il di cui fondo e sovente occu- palo da laghi piu o nieno allungali nella direzione slessa; quclli di Ladoga ed Onega, non ostanle la grande loro esUnsione, non scappano da lale legge ; c questa dire- zione e iin|)ressa in modo evidenle nellc denlellature del Mar bianco, ed in gran parle della valle del Dvina, die si scarita in quel marc presso Arcangcl.

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4." e 3."

Son qiiesli i falli piu inlcressanii clie il rclalore sig. de Beaumont ha ricavalo dalla mcnioria del sig. Diicocher sopra i solclii e le siriscc del lerreiio erralico ; non so- no di minor rilicvo quolli che riguardano i Blocchi; sulla loro naUira, snila dislanza alia quale sono stall sbalzali, e sulla coslanlc loro dirczione. Riferisce il sullodalo gco- logo che « suir insieme del vaslo terrene di Irasporlo , nel quale si sono considerali i fenomiui erratici, si Iro- vano (Hid' blocchi che ne han preso il noma; ed essi vi si rinvengono, ora mescolali sino a niolla profondila, ora alia superficie. Quando il suolo e orizzonlale, o quando e inclinalo verso il Sud, vi si veggono pochi hlocchi ed irregolarmenle disscminali. In Russia in Polonia in Da- nimarca c nel nord di Alemagna , come da lanlo tempo r hanno osservalo i signori de Buch, AVredc, Schultz, Bro- gniart ec. cc, i blochi erralici formano degli ammassa- mcnli sopra i punti piii clevali del paese. Sono essi or- dinariameiile aggruppali sulle collinc c catcne di colline che interrompono le pianure, e disposte in linee o zone di cui la direzione non e coslanle, ma si allonlana poco dalla linea di nord a sud. Sovenle sul pendio delle col- line formano delle fasce orizzonlali e semicircolari , che presentano il loro lalo convcsso a nord ».

» Indipendenlcmenlc da' blocchi che sono sparsi sul- la supcrlicic, se ne trovano, come si e detlo, in tutle le allure del terreno erralico; e questo fallo si e parlico- larmento osservalo in Danimarca, nelle scoscese dell'isola di Seeland, ove si e nolalo esscro simili dal basso all' alio e non differiscono da quelli che sono alia superficie; mo- no numcrosi negli strati di argilla che in quelli di sab- bia, ed il loro grande asse e per lo piii orizzonlale, ben-

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die non sompro; clio qualdic volla e |mu o mcno incli- iiato, c(l ihkIic vcilicak', come so il |,locco fosse cadulo lullo di un colpo ed iiifossalo nell' arena.

« I hlocchi crralici proprianienle delli, cioe a dire quolh di una i^raiide diiiiciisione iioii soiio mai rolondali; cd anche i piii voluininosi han gli spi-oli lanlo lagiienli^ clie noil VI SI scorge la incnoma Iraccia di sliofinio ; e lU'l caso ove <^]\ angoli sono simissali, lal risullaniento put) allnhuiis. air efTello lull' ora opcranle de-li a-enli alino- slerici ». o c

« Tal pedella consenazione di spigoli e di an«Toli de l.locclii erralici, divenla un fallo cniiosissimo, quando SI nguarda al tempo slesso, die la niaggior parte di essi e slala frasporlata da considcrevolissime dislanzc; cio chc SI vonfica racilnienle comparando i blocclii alle roccc die sole poicvano aj)proslaili, e die Irovansi, inlanio, in po- slo a dislanza di iiiollc ccnlinaja di legiic. »

« fir indizii di un li'as|)or(o lonlaiio non sono frc- guenli in Lapponia ne in Finlandia. 1 blocdii crralici so- no per lo j)iu analogl.i alle roccc delle vicine colline Irallanlo a nord del lago Ladoga, nd deposito di sabbie c coli rololale, si Irova qualcbe blocco di qnarzile, di cui non vc n lia ddl'analoga, in poslo, die a quindid leghe circa. Le prove pero di nn Irasporlo singolarmente esleso SI trovano uc vastissimi piani dd ccnlro deU'Europa, in Kussia in Polonia e nd nord di Aleinagna ».

^i iJ n"'T' ?." *'''"o'^"'-8« <^ •^I'^s^a sino al Nienien sj Jrmano hlocdi, d, varie roccc, die il signor Durocher nporla a quallordid variela dilTerenli indicamlo per ognuna 'a g.-acilura originaria die lia polulo fornirle ; e lulle quesle giacilure sono in Finlandia ; ne si puo dubilar

disii"'trr."' '"' '""''■' ^''' ^""' ^''^'-' '^' '•«

« I blocchi del rapakivi, o granilo granoloso della

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Finlandia, sono i piii abboiulanli, e dunno le prove piu evidenli ; cssendo una roccia hcii carallerizzala che iion j)uo proveiiirc da allro silo che dal Governo di \iborg, nel sud-osl della Fiidandia. Amlaiido da Pielrobiirijo a Mosca se no Irovano lungo Uilla la slrada, c cominciano sollanto a sparire fra Tver e Mosca, non inconlrandosene pill al sud-esl di qnesla cilia; misurando la dislanza dal punlo eslremo sino a quello di parlenza , si Irova , che quo' blocchi han percorso uno spazio di 140 a 150 le- ghe ! Ne qucslo e lullo ; laluni blocchi di gros , che il signor Rosumowsky cila a Momol, o che son vcnuli dal lago Onega, sono slali Irasporlali, per conseguenle, a 255 leghe I !

« In Polonia quelli di granilo sono i piii numerosi e di diverse qualila ; Ira lo qiiali si Irova seniprc il ra- pakivi di Viborg, che ha dovulo percorrero 250 leghe per giungcre sino a quel silo. Le sieniti provcngono pro- babilmcnlo, una specie dalla Finlandia, I'allra dalla Sve- zia. Uopo quesle rocco, le piii sparse sono li gneis, i porfidi, le quarzili granulose; come le ineno fre<|nenli sono li gres a gross! grani, i conglomerali, i niicascisli, ed i ba- salli. Li gneis ed i niicascisli possono apparlenere alia Fin- landia, ma Inlle le allre rocco provengono dalla Svezia , non Irovandosene in Russia.

« Passando nella Slesia e sino in Sassonia, il de- posilo diluviale e sempre accom|)agnalo di blocchi ; dei quali quelli apparlenenli alia Finlandia van cessando, e divengono dominanli quelli che provengono dalla Svezia. Alia eslroniila scllenlrionalo dell' Alemagna, ne'dinlorni di Stellin, vi e un grande numero di blocchi erralici che hanno sino a 16 meiri di circonfercnza; sono di varic forme di granilo, Ira le quali ve ne ha die si avvicinano al ra- pakivi di Viborg.

a In Danimarca pare che a giudicarc dalla lore na-

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tura, i blocclii provcngono dalla Svczia e dalla Norvegia, essendo dc' grniiili, gncis hnsalli ecc; vi si Irova pure la sicnile zircoiiinna de'diiilorni di Crisliania. Qdclli di gra- iiilo soiio sempro li piu ahhondanli e se ne veggono di ciiKjiie a sei iiielii di liingiiezza.

« i\eir iiilcino del vaslo spazio di queslo Icrreno i biocchi si osservaiio coiuo disposli a zone concciUriclie; il graiiilo e slalo Irasporlalo al di la di ogni allia roccia, e si Irova (piasi rnllimo nclla zona esleriorc. I calcarii sono slali li mono Irasporlali; (pielli di Iransizionc, slrap- pali dalla Svezia, sono sparsi siille cosle del Ballico, e vorso il sud non sono niai arrivali a quelli di granilo ; lalclie si polrebbe dire die il liniile della dispcrsionc dci blocclii eiratici, e (piello ove si sono arreslale le masse di granilo; ed il sig. Durocher ha voluto indicar qucsli liniili ijpo"Tnfici dull'inlerno della Russia allraverso lullo il nord di Europa, cd lia indicalo die la linea di quesli liniili forma un semicercliio di cui Stockolm e il ccniro, ed lia |)er raggio la dislanza di qucsla cilia a Mosca, val lanlo dire circa duccenlo ollanla leglie! »

« Oucslo lerreno non cessa coni[)Ielameiile a' biocchi venuli da nord , ma nel mezzogiorno del ceuualo limile prescnla ancora una zona, uiiicanienle formala di maleriali slrappali dalle vicinc conlrade; e Iranue i blocclii del nord, la conlinuazione del lerreno erralico consisle in masse di minuli maleriali provcnienli dalle rocce vicine, cd anche di (pielle solloposlc ».

Tale disposizioue per zone concenlrichc , unila alia dislribuzionc cbe segue una serie di linee radianli, e me- scolala di blocclii venuli da varii punli del nord, non che la forma quasi circolare del limile esleriore delle masse di granilo, sembrano ( al dir dei relalori della memoria del sig. Durocher), far chiara la unila di ovifjine del deposilo erralico die copre i piani della Russia, della Po-

ATTI ACC. VOt. XIII. '

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Ionia, del nord di Alemagna, del pari che i bassi lerre- ni di Finlandia e di Svezia. Pero e nolevolc, die lo stes- so sig. Duroclicr , esaniinando allenlamenle lanlo il ler- reno delle Osars, quanlo quelio scdimenlario dc' piani di Finlandia e di Svezia, Irova una grande differenza di epo- ca; inipcrocche quest' ultimo evidenlemente si rinviene so- prapposlo alle rocce solcate e piene delle sopracennale slrisce, ed anche a molla profondila, c slralificato in mo- de da far rilevare cssere stato formalo in acque poco agitate da impetuosc correnti, e poco dissimili da quelle del mare altuaie , che van formando lentamenle banclii arenosi. Da cib egli vuol dislinguervi due marcali perio- di; cioe. 1." qucllo che si trova rapprescnlato dallo in- sieme enimmatico delle rocce levigate, dei soichi e delle slrisce di erosione, non che de' lunghi amniassamcnti di frantumi delli Osars; 2." quelio della dispersione a raggi de' Llocchi erratici ncirinlcriore del vaslo semicerchio, di cui il ccnlro e Slockolm, e la circonferenza passa a'con- torni di Mosca e di Lipsia, e che copre in parte gli ef- fetti del primo periodo.

A quest! liitli che si raccolgono dalle indagini e dal- le osservazioni de'vaienli geologi che han trallalo di que- sto subjelto, io non posso aggiungcre o toglicre una sola parola, non essendo mai slalo sui luoghi occupati dal ler- reno crratico; richiamcrb soltanto alia vosira memoria, So- cii ornalissinii , che fan parte di queslo terrcno in lanli allri siti di Europa, anche le brecce ossee, e Ic caverne ad ossame; e quindi bisogna tcnerle prcsenti quando si Iratla di dar spieganiento al grandioso fcnomeno di quel- r epoca ; e siccorae noi non manchiamo di quesle , cosi possiamo dime alcun che se dal noslro ragionamento vi saremo chiamati.

Poco ci somminislrano i blocchi che abbiamo appie delle noslre monlagne polcndo essi appartenere tanlo al-

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Tepoca del fenomcno crralico, quanlo a parziali alliivioni, c sino ad azionc di agciili meleorologici; al pari di quelli delle Alpi , de' Pirenei e di quasi lulli gli alii terreiii monlagnosi.

Le caverne ad ossame , c Ic, brccce ossee , benche ftlTelli cnlrambc di polcnle alluvial fenomcno, sono pero ben dislinle fra di loro. Imperoccbe le prime polevaiio csser prodolle ancbe da parziali alluvioni, le quali sepel- livano nolle groUe gli animali slessi della conlrada, solili a slanziarvi; menire le brccce die racchiudono ossami di animali esolici, misli a resli organici marini, ed aggluli- nati da una pasta calcarea, moslrano un grande movimento dellc acque del mare, ed un' epoca cerlamenle piii re- mota. Ad ogni modo, siccomc nclle caverne si trovano resli di animali chc allualmenle piii non esistono ne' vi- cini luoglii, e die anzi soUo ben'allra laliludinc oggi sen vivono, come le Jene, i Rinoceronli, gT Ippopolami, gli Elcfanli ecc, cosi non e slalo del lullo improprio unirii al gnif)po del fenomcno crralico, e loglierli da quello alluvialo, die limilali cfl'elli ha polulo produrre.

Con queslc premesse passiamo oramai a ragionarc sopra i falli ])iu rimarchevoli che presenla il terrcno di cui si Iralla, Da quelli gia csposli si puo con certezza slabilire , die nel norJ di Europa cd anche di America csislono; l." un esleso spargimonlo d'un maleriale di Ira- sporlo sopra una vasla supeilicie prevcnicnle da rocce di lonlane monlagne; 2." una slraordinaria e grande distan- za de' blocchi dal silo d'onde sono slali slaccali ; 3." ero- siono, logoramenlo e solcalura dclle rocce solloposle al maleriale di Irasporlo ; e 4." coslanle direzione di nord a sud di qucslo lerreno.

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Poclie sono le formazioni od i terrcni sopra i quali non s'inconlrano amniassamenii di malcriali di Irasporto, pill 0 nieno eslesi; esscndo cssi piodolli dalle alluvion!, le quali sirappando dalle nionlagnc, dalle colline e dai piani elevali i franlunii sciolli c misli a delle masse di rocce di varia diniensione , li van dcposilando uegii av- vallamenli c nellc pianure; occupando spesso grande eslen- sione di Icneiio.

Quando si porla allenlo esame sulla coniposizione e sulla sirulluia di quesli amniassamenii , facilmenle vi si ravvisauo de' carallcii , die possono fame rilevare la con- temporaneila, o la successione; iniperocclie la qualila del malerialc e la sua giacilura sono cosi rimarchcvoli, che anclie il nieno esercilalo in qucsle osscrvazioni, dislingue- ra non esser Inlli dclla slcssa nalura c dell' cpoca slcssa. In alcuni, infalli, il nialeriale e cosliluilo di Irilumi di roc- ce e di arene sciolle di lerriccio impuro c di cioUoIi rolondali, o con spigoli ed angoli smussali, die appale- sano un hingo e reileralo lololanicnio sofferlo; la loro gia- dlura e quasi spmpre superficiale, diffusa e di poca spes- sezza; in aliri il nialeriale e di gliiaja grossolana, di Iri- tumi di rocce angolosi, poco o nulla smussali negli spi- goli, di masse di rocce di varia grandczza, spesso anche enormi, con spigoli laglienli clie appalcsano un solo Ira- sporlo, e r insieme del maleriale giacc sollo allri posle- riori amniassamenii in alcuni luoglii, menlre in allri sili, e su per le coHine si trova lalvolla a lali allezze , cui , gli allri Irasporli non sono mai giunli. Da quesli ed al- lri ben noli caralleri, cliiara si deduce I' cpoca loro di- versa, ed a ragione quesli Irasporli si sono dislinli in al- luviali e diluviali. 1 secondi lianno originc da una ca-

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laslrofe subilanea clic slra]i|)b d' iin colpo, per dir cosi, una immciisa (|niuilila di nuilcriali dul loro poslo , e li trasporlo rapidamcnlc in allri sili; i primi sono rcffello di pill It^iilt; 0 rcilcrale Irnslociizioni di inalcriali, the si son pcrcit) Irasforinali stiilolai)dosi insicmc.

INol icrrciio crialico noi vcdiaiiio cosi il caraltere del trasporlo diiiiviali' ; c la sua lanlo vasla esloiisione non ci recliercbho nicraviglia, |)Olendo cssere rclTcllo di j)iu Irasporli deli' cpoca slessa in varii sili, se non fos- se arcoinpagnalo da cliiarc prove di aniicliila di fenomeno.

Da'lalli, di sopra rapporlali, si e conosciiilo di qnali rocce son cosliluile le Osars di Svezia, cd i Iraspcrli di Finlaiidia ; gii gneiss e gli scisli dell' una, il granilo m- pakiii delTallra: I' allezza alia quale sono giunli ne' pia- ni, nclle allc pialleforme e sulle collinc quesli Irasporli: la forma di proUingali grandi aniniassanieiili: la unifor- niila delle Iracce lasciale dal loro passaggio nelle sollo- poslo rocce, c sopralullo j)oi, !a direzione de'loro corsi senipre dal nord al sud, con leggiere deviazioni causale dallo incoiiiro delle ratene di nioiilagne e delle valli, con la ininiaiical)ile presenza dc'blocclii crralici , lullo ad- dimoslra csscre slalo uno il fenomeno produllore , c di breve durala; c dopo la quasi certezza di lalo induzione la forma c la cslensionc di qucslo Irasporlo riescono piu rilevanli.

Nella Svezia Ic Osars sono di una massa e di una altezza superiore di niollo a quelle della Finlandia , della Russia cc. ec. jterclie piu abbondevole era il malerialc di trasporlo in formazioni di gneis, di mica scislo, di scislo ar- gilloso, e di allrc rocce di lransizioM(! non mollo compalle e facili a disiiilegrarsi ; menlre nella Finlandia, le for- mazioni graniliclie e qnarzilerc ne polevan poco sommi- nislrare, allesa la durezza c la lenacila loro; ma all' in- conlro maggior numcro di bloccbi preslavano alia potenza

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della correnle per essere sparsi a lanta dislanza dal luo- go nalale. Nell' insicme, la eslensione del lerreno errali- co nel nord di Europa dobbiam convenire esser sorpren- denle; c se a qucslo unir vogliaino quello sparso nelle Iso- le bi'ilannichc c nel nord di America senipre piu gran- dioso e slupcndo resulta il fenomeuo clie lo produsse.

2.° -,■

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La dislanza poi alia quale sono giunli i blocehi , slrappali dalle madri-rocce, riesec a prima giunla quasi incrcdibile, e lascerebbe un qualche dubbio sulla veraci- ta della loro provenienza, se non fosse slalo provato che la roccia che li cosliluisce non si Irova in alcuno dei luo- ghi inlerposli fra le monlagne d' onde essi provengono , ed il punio ovc si sono arreslali: se non si accompagnas- sero per lullo il Irallo di loro corso, lungo la zona che cosliluiscono con le loro masse, c se pel lungo Irallo di quesle zone non si scoprisscro cvidenli tracce del loro passaggio.

Quesla slupenda dislanza, qucslo lunghissimo corso di rocce di varia grandezza, mcravigliosa anch'essa , ri- guardala in masse svellc c (rasporlalc offrono alia raen- le deH'osservalorc , come in un quadro , la vaslila e la polcnza di una correnle di acquc, che superava le allcz- ze di braccia di monlagne, ne invesliva le rupi, le scrol- lava, ed in un col Irilume cd i fianimenli ne Irascinava seco le masse lalvolla cnormi ; e ad oiila del loro pe- so, quasi leggeri corpi organici, sospese noil' onde, tra- sporlavale sin dove un oslacolo le tralleneva, o Dn do- ve la sua violenza cessava. Cosi que' blocehi erralici, lun- go le zone del loro corso , si trovano ora franimisli al reslo del malcriale di Irasporto, ora soli sopra le coiline e su' piani arreslali dalla parle di sud , o da allre masse

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0 da avvallamcnli; ora alia base ora a'fianchi delle colli- ne disposli a guisa di semicercliio sopra la convessila chc esse olTroao a nord; ora sopra piattororinc di significan- le altezza, ora iiiialmciile ove il inalerialc di Irasporto va gradalamenle a cessarc, o piii non apparlienc al lerreno erralico.

In quanto poi a (luc'blocclii die si Irovano sopra depositi orizzonlali, nc'quali si rinvcngono delle conchi- glic delle specie slesse in oggi vivenli ne' niari vicini, e che ])orlai)0 il carallerc di sedimenli in mare Iranqiiillo, e quiiidi di epoea non niollo rcniola , non puossi far a meno di riguardarli come accidenlalila, doviite a ben' al- tre alluvioni die a (iticlla del fenomeno erralico; ed alio quali niollo ajiilo prcslar polevaiio le ghiacciaje nuolanli a Irasporlarvi i blocchi dal silo ove in avanli giacevano; cd escmpii di quesli Irasporli non ban mancalo ad es- scre addolli da' gcologi , ancbe nel secolo passalo ; ne senza ragione se n' e Iciiulo conlo dal signer De Beau- raonl nel cilalo rapporlo. Pero si deve considcrare, che per quel chc rigiiarda I'cpoca dei deposili orizzonlali con delle conchiglie moderne , non si jiuo dire essere non mollo rcmola, per la sola presenza di que'resli organici; imperocche, le conchiglie die sono slale ivi rinvenule , souo comiini ancbe nel lerreno Icrziario pliocene , che precede di lanlo quel fenomeno, ed in cui la crizzonla- lila de' Irasporli e ancbe comune; ancorche, dunque, non si volesse riguardare come accidenlalila il Irovarsi bloc- chi erralici so[ira queslo lerreno , si pud scnipre dire che polevano cssi ben occuparlo se esisleva prima del fenomeno erralico.

3."

Ma quel che sopra tulto ferma rallenzionc del geo- logo e, per Tappunlo, la esislenza delle Iracce del pas-

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saggio di quesli blocchi; il logornmenlo, cioe, la leviga- tezza e la solcaluia delle roccc sopra le quali sono pas- sali. Qiicsle Iracce mi scnibravano, io lo confesso, cosi slraordinaric, quaiulo la prima volla iic ehbi poc.o della- gliala nolizia , chc mi avvisai di nicllciie in duhbio e slimaric cffello d'imagiiinzionc, piii die realla (1). In oggi non polrci non cbinar la fronio innanzi a tanle aulore- voli asscrzioni; die anzi, siccomc lo spiegaincnio di que- sli falli non e luUavia soddisl'acenle : e gli stessi illusiri geologi non lo ban per niolto cbiaro , cosi non mi sara vielalo il Irallencrmi alcun poco a discnlere qncsli feno- nieni; e per nieglio averii presenli rijjeliamo quanlo di sopra si e delto sul carallerc cbe li dislinguc.

« La crosione che ba smanlellato e logoralo le ru- pi , ba pnre laseialo sulla loro snperficie delle strisce 0 de'soiclii, cbe seguono coslanleniente la direzioiie del trasporlo e delle zone dc'bloccbi; e quesli solcbi si tro- vano sopra lutlc le rocce cbe sono slate abbiislanza dure per averii polulo ricevere, e rcsislenli abbaslanza per con- scrvarli fin'ora. Essi appalensansi con piii o meno di nct- lezza a seconda della nalura di quelle rocce. Cosi, sopra lo scislo ariiilloso e le rocce anfiijolicbe sono ben mar- calc; in quesle ullime, come piii resislcnli , le solcalure si Irovano cilindricbe, del diamelro di qualcbe linea sino a mezzo pollice, j)arallele, vicine una aH'ailra, e si son manlenule inallerale; lo scislo ba conservalo sollanlo lar- ghi solchi, della profondila di 2, 3, a 4- pollici, c della largliezza da un pollice a mezzo piede e piii. Non se ne osscrvano ne' calcarii , cccellualo in qnalcb'uno dei gin- rassici. Sul granilo si manifeslano piii nellanienle nella variela a grana fiiia, percbe piii coerenlc, cbe nell' allra

(1) Elemcnti di Geolog. ad uso della Universilu di Catania, pag. 93 Nota. Cat. 1840.

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del rapahivi. Sopra qiicste roccc il dianielro dellc slri- scc e, al pill, di (pialclic liiica : quello dei solclil varia da alciiiii pollici a un |)iedc e |)iu. Audio qui sono paralleli fra loro, e scancilali di piccole slric. I punli piu favorcvoli per osscrvar queslc slrisce c qiicsli solchi , sono le supcr- licie piano die coronano le coilinc c Ic nionlagne, e sc il pendio di qiiesle e un poco scosceso , e piii rare il tro- varne. La levigatezza cd il logoramenlo accompagnano soiiiprc i solclii delle ru|)i ».

Or, se noi ci faccianio a considerare come succede il logoramenlo c poi la levigalezza delle roccc, Irovcre- nio scnqircpiii singolare il fenoineno erralico, perclie vie- nc cvidenlenienle a dimoslrarsi cssere slalo di breve du- rata c polciilissinio. Ognuno sa die un corpo duro slri- sciando con forza sopra uno nieno duro , da una parle no sirilola col peso la superficie c la rcnde friahile e polvcruleiila , dall' ailra con la sua j)iii dura e scahra superficie s'insiniia fra' pori dell" allra e no distacca le molecole die si oppongono alio slriscianle passaggio; fin- clic nessiin' oslacolo inconlrando, piana o Icvigala rimane la superficie della roccia men dura. Piii facilinenle cio si avvcra , (piaiido il corpo slriscianle vi passa sopra aju- lalo dair acqua ; iniperciocclie , cssa non solamente Ira- sporla via, di conlinuo, la jiorzione Irilurala die si for- ma ncir alio del passaggio della roccia piii dura , ma in- troducendosi fra' pori della jiiii Icnera vi scompagina grado grado lo aggregamenlo delle molecole, c ne age- vola il dislacco. Lo die vcijiitiamo verificarsi luUc le voile die una forza promenic o slriscianle agisce sopra una roc- cia l)agnala o nmida; e d'oiide il proverhio r/u//« caval la- jia/f/n, 0 qncirallro vernacolo « 1' acqua, leva la ruggine e non la mola ». L'n hell' esonipio di qucsia verila ne ab- bianio inCalania, negii inlagliali pozzi di lava, die for- mano 1' orlo del collo del puzzo dello nwlino; i quali ,

ATII iCC. VOL. XIII. 8

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per lo slrascico delle corde hagiialc ed inlrise di Sfd)l)ia e di terra son divenuti piciii di profoiidc solcaluro,. iion pill arapie di un pollice e viciiie im' aH'allra,

Ma perclie una roccia di pasla dura e cocrcnie giun- gesse ad esser cosi soicala, hisogna I'aiulo lungliissimo e persevcranle del tempo; come qucllo chc tacilo assisle indcfcssaraenle ad ogni decadimenlo , ad ogni scomposi- zione in nalura, e clie a ragione vcnne appellalo edoce nel linguaggio poelieo. Talciie si polrcbbe prelciulcre a prima giunla die la icvigalezza dolie recce, ove esistono le traccc del passaggio del Irasporlo erralico , moslri ad evidcnza esserc refl'ello di reileralo slrascico di ninleriale piu duri; come per allro ognuno pub persuadorsene in tulle le rocce clie servono di alveo e di suolo ai lorreuti ed a' fiumi, Ic (piali son divenulc levigate e terse. Pero per quanlo abbiamo osservalo, la polenza e la rapidila del fenomeno erralico e provala dalla zona dc'blocchi che si manliene coslante nclla direzione da nord a sud per grandissima dislanza; cib clie avvenir non poteva cbe in una sola volla, e nel cammino d' una sola correnle; ne e anche prova la forma angolosa, non niai sniussala o ro- tonda de'bloccbi slcssi, e sappiamo quanlo imperii queslo carallere. liisogna quindi concliiudere clic la polenza della correnle, carica di maleriali duri ed angolosi , unila alia stupenda velocilii del Irasporlo, era quella clie uguaglia- va negli effelli la lungbezza del tempo.

E nalurale inlanlo I'udirsi domandare, come for- mar polevansi que' solcbi in cosi rapido Irasporlo? Se le masse de' blocchi erano, se non galleggianli , sospcse al cerlo nelle acque fra gli allri maleriali, cd a tal punto da peter esser sbalzale a lanla dislanza, con quale forza avrebbero polulo agire a sekare parallelamenle le sollopo- ste rocce, senza uriar per nulla gl'inlerslizii, Inlvolta csi- lissirai , Ira I'uno e 1' allro solco? Kcco qucllo ch'e slalo

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Gn'ora dillicilc sopra ogni credere a spiegarsi. Eppiire , sc iioii iiriuganiio, io credo die d' una sola maiiiera giun- gcr si possa alia soliizioiie di qiieslo prohlcina.

It passajfiiiio de' blocclii ann'olosi, c laylieiili negli S|)i- coli, poleva henissiino produrre le slrisce iielle solto posle roccc, qiiaiidi) pel loro peso 1' acqiia li spingeva avaiili hcn- si, ina n()[> li alzava iiiollo dal suulo. In (luaiilo pero ai solclii cosi parallcli e taiilo vicini fra loro, essi crano, a credcr mio, 1' effello del passaggio delle piu pesanli masse di hlocclii, IVa i (piali e la solloposla roccia (rovavansi sparsi cd inipegnali frammenli di quarzo o di allra roc- cia silicea ugiialincnle dura , e die il peso de' blocdii faceva veeineiileiiiente iiiternarc, slrisciando, nella siiper- Ccie della solloposla roccia, per laiilo Irallo per qiianlo diiravaii fermi nella loro iigiira que'framnicnli ; ed alia ir- regolar forma di essi e doviita qiiella scaiiellalura di piii piccole slrie, clic si osserva nel cavo di laliiiii solclii, e die lion si era polulo s[)iegar fiii'ora soddisfaceiilementc. Scnza uii grave peso noii avrebhero mai polulo, essi , nuolanii e sospcsi iielle acque, e Irasporlali da un punlo all'al- Iro, forniare iion die uu soico, ma iie aiiclie una meno- ma incisionc; giungendo, iiil'alli, i blocchi ad uu pendio alipianlo scosceso , precipilavansi scnza quasi slrisciarvi sopra ; e percio in lali sili ccssaiio di coutinuare i solclii c ie slrisce. In jirova, poi, die quei lali frammenli esi- slevano ne' luoglii ove le rocce Irovansi solcate e slriale , si e clic essi apparlenevano alle lalerali del prossimo ter- reno primilivo; sopra il calcario iufalli, come si e nola- lo , i blocclii chc vi passarono nou trovando chc rolla- me calcareo, c pcrcid facile a Irilurarsi soUo il peso delle masse, iicssun solco, iiessuiia scandlalura vi lasciaroiio ; lolli i poclii eseiupii in conlrario, pe'quali puo faciliiicnle credcrsi die misli a rotlami calcarei, polevano ben Iro- varscuc di allre rocce [liu dure.

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Di qucsla sola manicra io polrci spiegare la forma- zione di que' solclii ; cd applicala poi laleralnienle que- sla pressione dclle masse de' blocchi coiitro le rocce die facevan spouda alia correnle, lasciava in esse i solchi la- terali , conic nclla sczionc vcrlicale delle nionlagnc di granilo su'bordi del lago Ladoga, ove il sig, UurOchcr li ha pill d' una volla osscrvalo , c clie richianiano alia nicntc, dice il sig. de Beaumont, i solchi orizzontali os- servati da Saussurc suUa faccia verticale del monle Sa- leve, presso Gincvra.

- ' ^ L"

La dirczionc, finalmenlc, da nord a sud del terreno erralico e la vaslissima sua eslensione ncl sellentrione del Gloho, sono Ic prove dclla grandiosila del Icnomeno che le produsse; il quale benche avvenuto ad un' epoca poslcriore allc dcposizioni Icrziaric non e slato mono po- tente e slupendo di qualunquc degli altri che formarono la scorza lerrcslre. Ne i suoi secondarii fenomeni si limila- rono al solo trasporto dclle Osars, de' blocchi , ed alle iiiarchc evidcnii del niodo di loro passaggio nc'varii Icr- reni; ma il limancnte dclla superlicic del Globo nc ri- senli gii effclli ; come lo alleslano le conlemporanee brec- ce ossee c le cavcrne ad ossame, con niolti allri depo- sili diluviani, di cui son poclie Ic lerre che ne niancano.

Io non inlendo fermarmi a lungo sopra qucste prove di general calaclisnio, Iroppo oramai conosciule e spie- gate ; diro solo, che in quanto a quelle che apprcsla la Sicilia, con le sue brccce ossee, il rinvcnirvi de'resli di Elefanli, di Rinoceronli c di allri animali, quasi lutli ap- parlenenli allc tcrre de' tropici, puo contribuire non poco a rendere cvidcnle la subilanea clevazione delle acque so- pra il livello de' luoghi ove le breccie si rinvengouo , e

Gl

la formazionc di vaslc corrcnli, prodollc dall' urio dclle acque slessc contro le monlagiic di quelle rcgioni ; esse trasporlavano in diverse direzioni quanto vcniva slrappato, e spazzato, per cosi dire, dalla superficic del suolo , de- posilandolo iielle grolle , e iiegli avvallameiili , rimcsco- lalo con altri nialeriaii inorganici ed organici marini. E qucsti Irasporli divenivano poscia hrecce ossee, nelle cave ovc il marc vi mcsceva una pasla calcarca , o reslavano sepolli ncllc grolle, o ammassavansi ncgli avvallamenli cn- tro terra. Onesla elevazione dellc accpic del mare polcva provenire da allro geologico ienonieno, come mi e toc- calo allra volta cercar di dimoslrarne (1), ma non percio qucllo crralico non poleva da parte sua in altra epoca cffettuirla.

Ma da qual polenlc causa un lanto fenomeno poleva csscr prodoUo ? Ecco uu' altra qucslionc alia quale gli accorli geologi si son ricusali a rispondere ; lo slesso Hnnd)oldl, die acccnna volcria dcrivare dalla k uscita ira- pcluosa delle acque, da' serbaloj nc'quali da lungo tempo erano state tratlenule, e d'onde crano liheratc dal soUe- vamcnlo dellc talene montagnose » concliiude k esser que- sla una controvcrsia clie probal)ilmenle rimarra lungo tem- po indecisa » : cd egli incidentalmenle, in effclto, nc fa- cca menzione (2).

lo dovrei percio con piii di ragionc, aslenermi di avanzarc le mie opinion! , ove cminenlissimi ingegni si lacciono. Del resto, die si pcrde egli mai nello indaga- re nelle forze della natura quaiulo non ci allonlauiamo dalle sue stcsse leggi, e dal carattere de' suoi slessi fc- nomeni ? Che sc non giungeremo in fine a scoprire il vero

(1) Sulla carta geogr. della Crimea, Alti Gioenii vol. 33.

(2) Result, delle osserv. del Cosmos, art. .\croliti.

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che si ricerca , possiam sempre dire col Venosino « est quodam jjrodire tenus, si non datur uUra.

lo penso, e forse allri ch' io non so avra polulo es- serc dello stesso avviso, die da due cause poteva esser prodollo i| fenomeno erralico, c per conseguenza tulli gli allri secondarii dell'epoca slessa ; o un sollcvamento di tanta porzionc delia crosta dclla terra , quanta sarebbe slala capace a rialzare straordinarianienle le acque , ed in lal volume da superaro la barriera die lor si oppo- neva dalle cosle dclla Scandinavia e di quelle del nord di America : o un passaggio di un comcta o asleroide qua- lunque, a tal distanza dalla terra , quanta baslata fosse a rialzarne, come si e dclto or ora, le acque. Esaniinia- mo brevemenle a quale di qucste due cause potrcbbe megiio altribuirsi il fenomeno erralico.

Dalla osservazione, che nellc montagne della Lap- ponia le slrisce ed i solchi seguono una direzione op- posla ne' due versanti benche nella stessa linea di nord a sud , il sig. Bolblink riguardava quella provincia co- me il punlo di partenza delle Osars e de' blocchi; il si- gnor Duroclicr pero riliene quelle slrisce formate ne' due versanti, come prodolli da una slessa correnle che veniva dal mare del Nord, al di la della Scandinavia , la quale e passata senza inlcrrompersi sopra quelle montagne. Ed egli scmbra , in cffcllo , che se il punlo di parlenza del trasporto erralico slalo si fosse nelle montagne della Lap- ponia, ivi mcno logorale dovevan esscre le colline , mc- no visibili i solchi ; per la slessa ragione per cui sem- pre pill slrcUi sono gli scavamenti delle acque ne'fianchi delle montagne, come piii si avvicinano alle loro sommila; ollreche, anche supponendo che ove son'oggi quelle mon- tagne fosse slalo mare, il sollcvamento di quelle non sa- rebbe slalo capace, al cerlo, di produrre il grandiose fe- nomeno erralico. All' inconlro la esalla osservazione del

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sig. Diiroclicr, sulla coiiliiuiazioiio dclla slossa linca da nord a siid delle sirisce e dc' solclii, ci porta a credere die, in edello, la causa jirodullricc dcbha ricercarsi al di la della Scandinavia.

Or se si polcssc provare chc il conlincnle della Groonlnndia, e Ic allrc tcrre del Polo si fossero soilevale d'nu Irallo, da sollo il mare ove polevan esser sepollc, allora il fononieno sarehiie spiei^alG, e lulte le parlicoia- rita (lie si sono riniarcale ncl lerreno erralico, ed il ri- scnlimcnto delle ac(|iie del mare di nieta del Globo , c forse ancjie di tullo, rcsnilerehhero lacili conseguenze dollo innalzaiiionio delle acque del IVord , sopra i conlinenti e Ic isole pill vicine; non clic sopra i mari stessi, clie ac- cresciuli di miovo volume di acqiic venivano ad esserc.

A provar pero un tanlo sollevamcnlo e poler render prohahile die si I'ossc vcrificato (// un colpo , bisognc- relihero accuralissiiue osservazioni , in una conlrada die podiissime ne perniette , e non occorre specificarne il pcrdie in nna inospila regione c coverla di giiiacci. Ma Tolendo andic aiiinieUcre die si possa giungcre a pcrlu- slrar (pielle lerre, per polersi credere esserc slala pos- sibilc la lore eniersione dal seno delle aequo, la superfi- cie di quelle contrade dovrebbc presentare un lerreno sedimenlario niarino delle ulliiiie formazioni lerziarie, ap- parlenenli al pliocene, iiiislo a Innghi deposili, formati da correnti sotloniarine, chc coprisse tutle le allrc anleriori formazioni ; e nel quale dovcsscro assolulanienle mancarc tulli (|uci resli organic! niarini clic si riferiscouo all' epo- che diluviane ; lo chc non e sperabile polersi riconosce- re, ovc la pcrennila dei giiiacci puo aver gia lutlo sfigu- ralo 0 delelo.

Vedianio piii toslo se ricorrendo ad una causa aslro- nomica la soluzione del problema diverrebbe piii facile.

Quale 0 quanla azione lo avvicinamenlo di un cor-

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po cclesle esercili sopra un allro, noi lo vcggiamo nella influenza della Luna sulle iiiarce e sullc variazioni atmo- sfcriclic del noslro Globo , e nelle perturbazioni , cosi delle , di allri pianeli. II soninio Humboldt diccva. « Le noslre relazioai con le region! dello spazio cosmico av- vengono solo per le ondolazioni calorificlie e luminose, e per mezzo della mistcriosa forza di atlrazionc, esercitala da lonlane masse, o celesli corpi, secondo la quanlila delle loro parlicelle matcriali sul nostro Olobo , sopra i suoi occani, e sulla sua almosfera » (1). Le acque del mare si sollevnno periodicamenle, due volte al giorno, quando la luna passa per il meridiano ; ne cio e slalo niai posto in dubbio nella teoria delle maree. Ma se cssa trascor- resse sollanto a guisa di un coniela, nella slessa influen- le dislanza , le acque si solleverebbero nel punto della convessita della terra piu vicino a quel passaggio; e tanto maggiorc sarebbe la loro elevazione , quanlo minore si fosse la distanza in cbe si trovcrebbero i due piancti. So bene die il sig. Arago non ammelte quesla idea nella considcrazione cbe « la estrenia rapidita del passaggio di UD cometa, non gli farebbe esercitare altrazione, su'punti a'quali verrebbe a corrispondere, per dcterminare una im- mensa marea (2). 3Ia si potrebbe dire cbe I'altrazione puo cominciare dairavvicinamento del passaggio e clie le acque principiano a riscntirne gli elTetli; ed allora sollanto giun- gono al pill alto punlo d'innalzamenlo quando il corpo ce- leste passa sopra la parte piii eminenle della convessita di quella rcgione del Globo. Sc poi potesse ancbe am- metlersi non un passaggio , ma una cadula diretta di un'asleroide nel mare del i^'ord, si spiegberebbe ancbe be- ne il fcnomeno ; ma lasciamo questa ipotesi , e conlinuia-

(1) Loc. cit. •' '■■ <■■'- '■■■ -''•

(2) Lecons d'Astronom. Bruxelles 1827 pag. 200.

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mo a rcgolaro il noslio ragionaincnlo sopra quel chc si deduce dalla iiiflueiiza liinare sulla Terra.

Or se un aslcroide, un corpo celeslc qnalunque, si fosse avvicinalo alia Terra a \aU' dislauza, da poler po- tenlemeiile iniluiie sulla di lei su|ieilicie, e sopra lullo sulie acque del marc, iu quel punlo clie piii prossimo sla- to fosse al suo passaggio, uou e Iroppo ardila proposi- zionc il dire, the esse, in effello, avrebbero dovulo sol- levarsi ad un'allezza, proporzioiiala alia forza clie Ic al- fraeva; c clie cedendo quesla dovevano esse lornare rapi- dissimanioiile ad cquilibrarsi. Ammellendo quindi come probahile il jiassaggio di un corpo celesle, ad una dislau- za dalla lerra capace di renderlo influenlissimo sopra di essa: e die il punlo piii prossimo slalo si fosse il polo arlico, la conseguenza ne sarebbe slala lo innalzamenlo del mare del nord; clie j)oi al cessar di quella inlluen- za sarebbe lornalo a rilirarsi con lanla rapidita, quanta gliene iuiprimeva la gravila slessa della enoruie niassa del- Ic acque innalzale.

Quali nc sarebbcro slalc le conseguenze? Cerlamenlc la divisione di lanla massa in correnii dirclle in varii puuli del Globo; dcllc quali quella die seguiva la linea della Scandinavia, ne occupava Ic cosle, ed ajulala forse dalle nuolanii masse di gliiaccio, nc smanlellava le monla- gne, ne svelleva le rocce e vi produceva lull! i fenome- ui die abbinni rimarcalo nel Icrrciui errali(!o. Uu'alira cor- rcnle audava ad cquilibrarsi con le acque di' cran nian- catc di volume net mare, pel ridiiamo cbe ne avea fallo a! nord il pas!>aggio del ceisnalo corpo celeste; pero, dal loro precipiloso rilorno nc avveniva, in prima una ridou- danza so|»ra i lerreni, e poscia un ritiro anche precipi- loso, capace di slrappsire e porlar via ndia massa gene- rale dcllc acque, quanlo si trovava sullc lerre inondale:

ATII ACC. vol. XUI. . 9

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iin'iiltra jtroiluceva siiiiili fenomcni ncllo isole del nord, iiella Gran-breltagna e nel sclleiilrione di America ;

Se diinquc non e impossibile un lale avvcninienlo, perclic aiidare a licoircre a cause, anche possibili e vero, ina pill difficili a polersi verificare? Uii subilaneo solleva- iiienlo di cslesissinio Irallo di fondo di mare e certamenle uii fenomeiio noii laiilo agevobiientc concepibile; menlre iin passaggio di un asteroide , fra le lanic migiiaja che lie van iiuolaiido nella vaslila dello spazio, cd ancbe entro 11 perimeiro del sistema solare, non sarebbe per nulla slraordiiiario.

Qualuiique slala si fosse la causa del fcnonieno er- ralico, csso ha laseialo tali Iracce sopra non piccola por- zione delia superlicie del Globo, cbe non possono osser- varsi senza slnpore; ma grandiosi per quanto si fossero i fenonuMii che si son vcrificali, daccbe la prima scorsa delia lerra si e formala; i sollevamcnli, cioe, e gii abbas- samcnli de'terreni : le correnli soUomarine che ammas- savano le deposizioni lerziarie : le aperture de'bosfori : la disccsa delle acque da alii bacini in allri di piii basso livello: la scomparsa di tcrre e la nascila di nnove allre. . . . non possoiio pero compararsi a quelli che derivano da cause aslronomiche, lanlo piii potenti quando piii esteso e in loro dominio. II ralTreddamcnlo delia crosla terreslre: jl reslringimento che nc seguiva e vi prodnceva le inegua- glianze ed il dfsordinamenlo dclla superlicie: il sedimen- lo delle roccc secondarie , i sollevamenli , i deposit! lerziarii, non erano islantanei; cssi succedevansi ad intcr- valli, con piu o meno lunghe interruzioni, a seconda delia forza del I'uoco inlerno , |)rincipale agente de' fenomeni tellurici. La subitaneila delle grandi operazioni delia na- lura e il carallere delia polenza astronomica; di quella che rompe, di un colpo, un Globo e da' frantuini ne co-

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sliluiscc cento allri : chc spingc gli asleroidi ed i bolidi J

da un sislcma di si'crc all'altro con una cclerita superiore

a quclla della slcssa elellricila. II fenomcno crratico quin-

di, chc cvidenlenientc provcnir non potcva che da una

causa islanlanca , non era di quelli , cui e andato tante

volte soggelto il Globo terraquco ; molto piu che e acca-

duto in un'cpoca qunndo i grandi avvcninienli geologic! eran

pressoche cessati, o lullo al piu veriCcavansi con quel-

la suervata energia , che acconipagna il gradual raffred-

daniento di un piccolo pianeta del niinislro maggior della

natura. ...

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COHSIDEBATA COniE U LOBO Pit SICUBO DSEZZO PBOFILATTICO

(Giuseppe vlrtiini

nOTTORE IN FIIOSOFIA E HIEDICIIVA, socio COItRISPONDEiVTE DElL'ACCADEnU GIOESIA Dl SCIESZE NAIUnAlI IJi CATASIA EC.

noils seduta ordmaria dcirAccadenha mcdesima del 9 NoTembre i856<

ATTi Acc. vol. xm. 10

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K:.!ii,; j '.y::.>v yi:. .' •m; ;MV.,'i1?'

Dno sunt medicins cardines: ratio et observa- Ho. Obaervatio Tcro est Elum , ad quod dirigi det)cnt medicorum ratiocinia.

Baoliti lis. I CAP. m.

ILc

lo sltulio (Icllc malaUic cpidcmichc, sin dalla piu re- mola anlicliitii, ha mai scmpre in tulli i liioglii inlcressa- lo noil pure gl' illuslri cullori dell' arle salularc , ma bcnancho i filosoO ed i legislalori die , animati da sen- liincnli lilanlropici , con provvidi consigli e con apposite leggi , lian lonlato di porrc iin frcno allc slragi die tali inlliionze invisibili e inicidiali esercilano su le popoia- zioni. Da cib le mille descrizioni| di qucsle geneiali nialallic ncgli aiinali dclla scienza nicdica , le quali tulte porliino riin|)ronla dcllc dirfcrenli scuolc die 1' liaiino a viccnda doniinato ; da cio le svariate Icggi sanitarie, die tulte ancir esse j)orlano il suggollo dellc opinioni de'tcnipi c del grado ddrinciviliiiUMiIo delle nazioni.

Qual sia siato T utile od il danno arrecato da tanta copia di Sloric, di Ucscrizioni e di Lcycji sanitarie fog- giate su diverse credcnzc e su vari sistemi, non e iiiio pro|iosilo di csauiinare in quesle pagine; mi basla so-

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lo il dire, die il bene e slalo sempre di gran lunga niai^giore al male, e se questo e icgalo a quasi tultc le cose umanc cd e inseparabilc in ogni sfera d'azionc, ha pero avuto scmprc un impero poco csleso e di breve du- rala , c con la sua distruzione ha reso piii potcntc ed ognor pill grandc il dominio dclTallro.

Lo studio dell' epidemic adunqne, riguardalo sollo qucsl'allo punto di visla , e, pub dirsi, qucllo della scicn- za quasi intiera. Esso abbraccia e I'uonio e la nalura in luUe quelle mislcriosc c funesle aborrazioni dcllc loro ordinarie Icggi , per cui la morlc con mille flagclli Iripudia su la miscria ed il tcrrorc delle popolazioni; esso mira a quel fine supremo d'impedire o lemperare almeno tanla Cera calaslrofe. Quindi se e imporlante per la vaslila del suo subbiello , e cssenzialmente imporlanlissimo per la grandezza del suo scopo; c allinche viemeglio progrcdi- sca e si perfezioni , ha bisogno niai sempre delle piii vigili cure de' governi e delle piii assidue ricerche dei medici.

lo pertanlo , trovandomi in un' epoca in cui 1' Idra delle peslilcnziali epidemic si e furiosamenle scatcnala ad impcrversar su lutle Ic piii belle region! d'Kuropa, ho credulo ulil cosa rivolgere le niie osservazioni su ([uelle vajolose, che in quest' ultimi anni insiemc ad altri morbi si son viste dominar fra noi ; ed invcsligando le cause pill probabili del loro frequenle rilorno, tenlo proporre un mezzo efficacissimo per allonlanarle dalle nostrc con- Irade , e, se Da possibile, scacciarle per sempre dalla faccia della terra. Coglicndo il destro ho volulo toccarc talune delle tante quistioni die si rapporlano alia vac- cinia, c con I'aiulo (leH'analilica osservazione dc' lalli , della rigorosa inlerpelrazione dc'falli mcdesimi e deH'in- duzione scientifica, mi son alia meglio ingegnalo di com-

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mcmlarc in parlc, p(!i' csscre vicmaggiormentc ribadilc ec! apprczzalc iiel loro giiislo valore.

10 11(111 ho sciillo ([iiosU^ poclic ridessioni per aspi- rarc a liiiiia scieiililica, iiia I' liu fallo iiella sola lusinga ch'csse non loniiiio, per il loro scopo alnioiio, del tiillo inulili aH'cgra unianila Eppero , o Soci preciarissimi , rassogiiaii(lolc oggi a voi , cliiciio die con il vostro sag- gio giiulizio, mi coiicediale aiicora il voslro beiiigno com- paliiiioiilo.

11 v;iji.>!o, (pieslo niorbo dcvaslalorc die, iiscilo dai coiiiiiii deli' Arabia , lia iiivaso lullc le piii reiiiole rcgio- ni del vecchio e miovo inondo , cpieslo llageilo che, piu lerribile del lifo , della peste bubonica, della lebbre gial- la c del colera, ha iiumolalo niilioiii e inilioiii di villi- me (1), c come Colgore in ogni [larle ha lasiialo inde- lebili lo Iracec Iremeiide della sua crudelc [soleiiza , non oslaiile la sublime scovcrla della vaccinia , bon di soven- le mislerioso c lerribile si moslra repeiiliiiameiile in (juc- sle Dostre ridenli conlradc; e sebbcne affralito e snerva- lo neile jiropiie forze , piu mite c men Irislo nelle sue slragi ahbia deposlo la sua priiiiicra ferocia, pur'esso non lascia di slrajipar quaklie villima dal seno dellc famiglic e seminarvi la dcsolazione e la sveiilura. iXello scorso anno IHoT), ed aiiclie fin' oggi, I'abbiam vislo vagare per lulli i (piiirlieri della nuslra cilia e ne'sobborglii, ed in- siemc alia leiribilissima Liie dell' Indie (2) facendo sceni-

(1) La slalislicu dolla niorlalilii dell'Europu, nel sccolo passato notuva aiinuuliiicnle la penlila di otlo luilioni di Yujolnsi.

(2) II Cav. Maurizio Biifaiini nelle sue Lvzioni ilello nel .Varzo IH'io iiclla tifUDln di Firciize, rodiilte per cura del Doltor Knrico Poyj,nali (Ved. Ciioniaif! di iVapoli II Sevcrino cc. Luglio, Setlcmhre, Ollobre, l.S.>"J), fa desumcre con positive c chiure di- uiosti'a/.ioni, una cerla valiilaliile analog'ia cliulogica , scincjotica o di dialesi c linaiico toritpeiilica fra la colin-a c le effvzioiii rcumato- catarrall, le fi'hbvi inleriniltenli, le forli diarvce e dis>ienlcrie estite

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pio di vile iiniane, ilispularsi I'impero dclla mortc La sorpresa loslo s' impossessa (IcH'aninio di tulli i medici, ed il Icrrorc ad un tempo si sparge in lulla la inoltilu- dine Millc slrane congcllure sorgono e s' agilano con gran conlraslo fra il volgo c fra la classc piii islrtiita del- la sociela Si grida all'impolonza della niedicina e di qualiiniiuc piii stinialo preservalivo, si sfiducia c si rin- uega anco ogni virlii dclla vaccinia , e quasi come inu- tile si ricusa di piii atlingersi.

Ma il medico lilosol'o non deve lasciarsi iniporre da concetli slolli o maligni di volgo ignoranlc, e mollo me- no da opinioni e leoriche slrane clie , per csscre stale

e la miliare, le quali per quesle ragioni facilmente dominano in- sienie. Per coniprovure 1' originale doltrina di si illuslre Clinico ila- liann posso alTcrmare , clic qucste lali aflezioni fra iioi si son viste beiianco cnesislcre insieme cpidemicamenle nel corso e do|io 1' ulti- ma epidemia colerica clie ha invaso la nostra isola. Ora, il vnjuolo die in qiiesto stesso tempo lia regnato insieme, avrebbe potiito forse partecipare di questa inedesima analogia etiologica, avrebbe po- lulo esso trarre la sua origine dalle niedcsime comuni influenze co- smicbeV... ; o a dir meglio, quella inesplicabile composlissima ca- gione e (juelle generali influenze cosmicbe clie fonientarono la co- lera, non avrebiiero potnto conteniporaneaniente esser quelle slesse clie, riatlivando i niiasmi contagiosi del vajolo e generando ne'corpi umani la speciale nnirorme predisposizione a conlrarlo, delerminarono pure lo sviiuppo del vnjolo medesinio? Esiste del pari Ira qiiesto e la colera e tutte le allre alTezioni rapporlate dal Bufal'ini, un prin- cipio della inedesima analogia di natuia, un principio della medesima analogia diatesica e lerapculica, una consimile speciale alliludine ad un analogo processo organieo-vitale:' Ho elevato a me stesso qiiesli dnbhi, mi son fatte qiiesle interrogazioni. ma non lu) trovato argo- menti sullicienli per deliberarmi ad una sobizione qualun(|ue alTer- uialiva o negaliva , perclie non possiedo lulti quegii element! neces- sari e que' I'atti clinici ed espcrimentali ciie vi si ricbiedono. I*er6 veggo ehe tal comune analogia non sarebbe moito lungi dal proba- liilc e dal verosimile: aspello dunque dal tempo e dal progresso della scienza la soluzione di sillatlo probleina.

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sosleiuile da uoniinl illuslri , si crcdono iiifalliliiii cd in- conciisse. E anzi suo dovcro di svclare gli crrori, dissipare le illiisioiii od i iJicgiiidizi, sinasclioraro I'imposlura c I'ar risploiideie in lulla la sua picnczza la luce della verila, sc per poco polcsse veu'ire ecclissala.

Esaminiaino aduii(|U(! donde iiiai polrcliho dorivarc fra noi queslo Ireciuciilc riiinovellanicnlo dclle cpidoniie vnjo- lose, c quale sarebbe il mezzo pin encrgico per valida- menlc freiiarle IN'ascercbbero forse da! neglello uso della vaccinazione, dalla mancala virlii della vaccinia uicdesiiua , oppure d' anibedue quesle cagioiii e d' allre aiicora ? La vaccinia come aniilodo non avrebbe iorse la forza di dislrnggere ncll' uonio I' allilndine a conlrarre il vajolo, e quindi a premunirlo da cpieslo morbo? Non sarebbe ve- ra qnesia sualanio dccanlala virlii, ovvero I' avessc in par- te perdula? No! ... la vaccinia possiede questa be- nelica (pialila di preservar I'uomo dal vajolo, c non I' ha all'allo perdula. La cagione dciU'epidemico rinnovellanien- lo di esso , come qucllo di lulle le allre malalfie speci- liclie, sla ne'suoi miasnii conlagiosi scmpre esislenli in ogni luogo ove lal liala lia dominalo, clie si rideslano e si riallivano in eerie loro I'avorcvoli condizioni cosuiiche a noi sconosciule, sla percbe, per niolli lunesli pregiu- dizi 0 |)er deleslabile negligenza , non da lulli ancor si allinge il salnlare preservalivo Jcnneriano ; sla perche non da lulli i vaccinalori si curano 'M' inijanni della fac- cina spuria o falsa; sla perclie il pus vaccinico, con il liingo volger di leuq)0 e per i successivi innesli, si e alquanlo degeneralo nolle sue primitive qualila, e non si h convenienleinenle rinnovalo ; sla finalmenle perclie esso, soggcllo neirnniano organismo vivenle a lulle le rivo- luzioni cd i cangianieuli del niedesiino, non sembra |)0sse- dcre so non una virlii prescrvalricc teniporanea, e (piin- di per preniunire pcrpeluamenle gli uomini dal vajolo, si

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ricliiederebbc chc sia riprodotto piii Gale nel periodo della loro vila ; talche la rivaccinazione, adottandosi conic pra- tica gcnerale d' igiene piiblica , dovrebbe alccrlo coslilui- rc il mezzo proDlatlico piii siciiro ed efficace per man- tencr scmprc lungi da noi quesla Icrribile nialaltia, o per arrcslaria di rcpenlc ne'suoi prinii passi.

Or, per proccdere con ordinc nel niio dire, svilup- pcri) snccessivanientc in lanti paragrafi queste proposizio- ni, cdin ispccialila procurero di dare una maggiore eslcn- sionc airullima, siccomc piii imporlante e perchc forma roggetlo principale delle presenli osservazioni.

§1. =: '^v:,; , •'

II vajolo , nialallia essenzialmenlc contagiosa , dac- cbe funesle relazioni lo propagarono dall' Arabia in Euro- pa , in quesla si e fermanienle slabililo come a proprio dominio, c d'ogni cilia, d'ogni villaggio, d'ogni abitazione ha fallo un lealro dclle sue ruine. Esso, una volla sviluppa- tosi in qualche luogo, cd estinlosi al subentrar di eerie at- mosfericbe e lerreslri condizioni nemiche alia sua csislenza, vi lascia sempre per lunglii anni molli germi contagiosi in- visibili, allaccali forse a'veslimenli delle personc, a'mobili, agii ulensili, alle pareli delle case e ad allri oggelli, die poi airopporlunila, quando un' influenza costiluzionale pro- pria a rideslarli ed a fecondarli si rislabilisce in queslo slcsso luogo, si ravvivano , acquislano novella energia e per diversi veicoli si dilTondono Cib e coniune a lultc le nialaUie epidemico-conlagiose La vaccinazione , quesla pralica bencfica, pi'cmunendo le popolazioni da un niorbo si crudele, ba rcso impolenli cd inerli, ed ancbe ba dislruUo nella massinia parle qucsti malagurali germi che, sparsi qua e la , formano tanli fomiti di fulure epidemic ; ma perche forse non gli allacca nclla loro inlima essenza ,

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non gli lia polulo inlicraniciile cstirpare e dissolvere : e quiiidi sempro csislcndo niuli cd iinpercetlibili, ravvivati (la ccrlo coiidizioni cosmiclie alia loro vita ed al loro svi- liippo piu idonce, ben di sovente si veggono tuUo ad un Irallo divanipare ed espandcrc. Perb , se trovassero lultc le pcrsonc prcinunile dall' egida jenneriana , e di conse- giienza non susceUive a subire la loro perniciosa influen- za, allora non riuscircltbc vana la loro risorla energia? non lorncrcbbc inutile la loro riacccsa allivila ? (lib e fuor d'ogni dubbio : ma Irovando sempre qualcuno alio scovcrlo di quesla salularc guarenligia, sia percbe giani- mai vi si abbia soUoposlo , sia percbe con gii anni il suo organisnio 1' abbia perdula , ossi lo assalgono , e spesso lo fanno loro villima. Da questo si comunicano ad allri e ad allri ancora parimcnti sfornili; e cosi Irovano cam- po di disseniinarsi e dilTondcrsi , sino a quando novelle condizioni almosferiche e terreslri a noi sconosciule, suben- trando, farau cessare il loro riacccso furore, c rinimer- gcranno in (juell' inerzia in cui si giacevano.

3Ia dondc deducele voi, polrebbc dirnii qualcbe de- trallore incrcdulo , I' csislenza occulta e silenziosa del niiasmi conlagiosi del vajolo in ogni luogo, c il ridestar- si 0 sopirsi di essi al sopravvenire di certe ignote terre- slri ed atmosfericbe condizioni ?

Per rispondere adegualauicnle a quest' obbiezione, do- vrei pria ingolfarmi in quoil' elerne indagini sempre di si poco frutlo per la patologia, ed agilare quelle quislioni stra- ne cd insolvibili the sono lo scoglio ove sempre mai si sono infraiite le piu ardile tcoriclic de'medici; dovrei cioe occuparmi a ricercar I'origine prima, la formazionc e I'es- senza dc' principi conlagiosi ; se in qualche morbosa cir- coslanza e solto slraordinarie palologicbe condizioni del- r organisnio e solto ccrti gradi di degenerazioni e pro- cess! cliimico-vilali, abbiano potuto gcnerarsi nel profondo

ATTl ACC. VOL. Mil. II

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dcllo slesso corjio vivente ; se essi disseminall qua e la ncl globo come germi di future calamila , oppure in- digeni sollanto di eerie regioni e di cerli climi , si com- pongano di sconosciule conibinazioni di comuni eleraenli , i quali acquislassero poi la propriela contagiosa , o per la miscela di una pretesa materia soltile , ovvero per il solo fatto d' un cangiamento di proporzione ne' principi die li costituiscono ; se abbiano una strultura animale e si propaghino a guisa di minimi inselli niicroscopici , oppure una strultura vcgelalc : dovrci indagare quale si fosse r influenza delle circoslanze geognostiche c topo- graCche de' luoglii , degli astri die fan parte del noslro sistema planetario, del clinia, dellc stagioni, delle acque stagnanti, dell' emanazioni putride , degli alimcnli e delle bcvandc, dellc careslie, deU'elellricita e del niagnetismo ler- restrc, delle piogge e dell' eccessiva siccita, de'trcniuoti, delle eruzioni vulcanicbe , del passaggio delle comele , delle meteore, dellc condizioni dell" aria atmosferica sotlo il rapporto della sua dcnsilii e della sua rarcfazione, del suo riposo e del suo niovimento , della sua temperatura elevala o bassa e del suo stalo igromctrico , e di tutte quanlc le variazioni nieteorologidic. Ma qucste indagini sono state tentate invano da' palologisti per appagarsiTu- iiiano intendimenlo cbc, sempre avido di rintracciar I'ori- gine prima dc'naturali fcnomeni e di rilrovar ostinatamcnte la causa d'ogni cffctlo, vorrcbbc slanciarsi in un mondo al di la della propria sfera ; sicchc fin ora lutto e avvollo di dense tenebre e di mistero, e per qnesla parte la fisica e la zoonomia non sono invero a migliori condizioni della niedicina. Che che ne sia, non e mio scopo volcre spiegare r origine e I'essenza di siffatli fenomeni, e qualunquc si fossero, i risullali pero sarebbero sempre idcntici. L' esi- stenza de' principi contagiosi e un fatto cerlo ed incon- Irastabile che si argomenla chiaramente dagli effetli con-

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sonilivi; jriacdie sembriimi impossihile supporre , come si prolende (ralcuni dolli (1), die scnza I'azioiie prinii- liva e (leleriiiiiianle d' una causa spccifica , si polessero svilupparc clTelli sempre idenlici , ben delerminati a co- slanh, die son propri dclle malallie specifidie , offelli i quali si riproducono ciascuna volla idenlicameiilc <,Hi slessi ( per quanlo aliiieno lo permettono gli accidenli della vi- talila, SI varial)ili in ra-rione degl'lndividui ). Cii'essi poi SI slesscro inallivi ed iinporceUibili in ceili tempi ed in eerie delerminale cosliluzioni almosrciiehe, e si riaccen- dessoro cd acrjuislassero piii o mcno energia in eerie allre, ( cosliluzioni piobabiimenle stabilile diil complcsso di tulle 0 in parte le sopradctle inlluenzc fisico-meleorolonidie msieme cospiianli), egli e un fallo ancora die si deduce con chiarpzza dal sorj^cre e dal ccssare di tulle Ic ma- allio cpidemi(o-coii!aj.iose, senza del quale noii si polreb- be ad'allo render ragione lanto della loro repenlina o suc- cessiya appariziono, (ailorehe non vi e verun sospetto di slraniora provenicnza ) quanlo , quel ch'e piii , del loro padualo aiimenlo, del loro gradualo decremcnlo e della loro scoinj)arsa; come ancora del loro minor o maivn-ior grado di giavezza, e della loro poca o molla durala e propagabililii.

E un fallo cerlo dimoslralo dalla pralica giornalie- i-a, die ben di soveiile in nn osjjcdale si manifeslano upon- iaimimentc alcune malallie conlagiose senza die nessuno i abbia^ porlalc dal di fuori; vale a dire, senz' azione al- cuna d'uno speciale principio conlagioso prodollo d'allri ammalali: e uii fallo ailresi iiicontraslabile che, dopo qnal- clie tempo ])iii o meno lungo, esse poco a poco diminui- scoiio, facendo talune sensibili osdllazioni e recrudescenze,

181"*^'^ l!"l":'.*— ''^"''*' ^^ J'atliologie generaie, pag. 28, IJruxelles 1bJo._Bufaiini-Lezioni .lelte nel ^laizo 1855 nelia scuola di Urcnzc, redalle per cura do! Dr. Eurico ro""iali.

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c poi lolalmcnic si spcngono. A dip[)iu e un ftiUo, die Ic slcsse nialallie or doniinano per liingo lempo , cd at- taccaiido niolli individiii, si nioslrano gravissiinc ; ed or miti, s' arrcslano, dopo aver assalilo uiio o pochi indi- vidui sollanlo A die allribiiirc il loro sponlanco svi- lii])po? a die allrihuire la loro graduala eossazioiie? a che allribuire i loro periodi c la loro varia durata ed iiitensila? E scendcndo al iioslro caso in csaiiie io cliie- do: da die dipcndcrcbbe niai lo sviiupparsi in nn dato anno piuUosto e noii in allri, 1' epidcniia vajolosa? da che dipcndcrcbbe iiiai raccnniularsi lanti individui d'ela cosi diverse per 1' cpoca dcircpidemia, menlre non nian- cano giammai fancinlli che non avcssero avulo il vajoio 0 la vaccina? Non dipendc forse da qnella disposizionc indolla loro a riscnlir 1' imprcssione de' niiasnii conlagiosi gia rcsi piii allivi c piii diirusibili per una falale influen- za cosliluzionalc? Sc causa alcuna visibile cd apprezza- biie da' noslri scnsi non polra spiegare fondalamenle lali problcmi, la ragionc trovando la sopravvenienza di lalu- nc atniosfcrichc coudizioni o cosliluzionali influcnze piu o mcno forli come niollo probabile e vcrosiniilc , non li risolve forse iiicglio d'ogni altra congcllnra? Scnza que- st'ipolcsi, d'allronde inollo saggia pcrche poggiala su le osservazioni cd il ragionaniento indnUivo , coniparsa ap- pena una qualsiasi aifczione contagiosa, per quclla legge etcrna ed universale di propagazionc a cui va soggclla , essa dovrcbbc di necessila pcrdurare quasi indclinilivamcn- te, 0 alnieno sino a (piando Irovercbbe delle pcrsonc [)rc- disposle e dclle vitlime a fare, e nioslrarsi seuipre czian- dio dclla slcssa gravezza cd inlcnsila: laddovc aninicUcu- dosi la Icorica delle inlluenze cpidciuichc o cosliluzioni al- niosfcridic, i parindi dc' divcrsi morbi po|»olari ad esse riferiti, ben vcngono a coniprcndcrsi; giacche quesle slcs- se influcnze collegalc con quelle tulle della nalura, hanno

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ncccssariamcnle in se una ragionc di pcriodo , come a j)criodo sono ordinate Inlle qnnnle le azioni cosmi- clie E|)[)ero , so presso gl' Indiani i inorbi epideniici c luUc le maiaHic in generale si crcdcvano csser l' o- pcra degli spirili maligni ; sc ncll' Egillo e nclia (Ire- cia onioiica, sciiza andar vagando i[i lantc allre congct- lure, i mali peslilenziali si crcdcvano opera de' Numi irati; se la nialallia contagiosa ciie dcvaslit 1' armala di Atri- de, si allriljui a' I'nlniini di Apollo sdcgnato; sc i niedi- ci Arabi dalT inlliicnza degli astri dcrivarono le malaltie clic in un liiogo contcmporancamcnte allaccano molti indi- vidui; sc Ippocrate mcdcsiino, non potendo spicgare allri- menli il loro svilnppo c la loro diffusionc, no ripose la cagionc al Quid divinum , nienlc di mcravinJia se noi pure di niolli sccoli piii provciti, quand' anclic la fisica e la cliimica abhiano immcnsamcntc progrcdilo c ci abbiano somniinistralo mczzi d'invcsligazionc piu pcrfczionali , non potendo sin ora [(rcscnlar falli piii posilivi, ricorriam all'ipo- Icsi dciriiilliisso inislcrioso dcllc alniosfcriclie cosliluzioni pcrriatlivare i niiasmi conlagiosi precsislenti in tanti Inoglii, la (piale per allro scmbranii d'avcre tanti gradi di pro- babilila o di vcrosiniiglianza da luaggiornienle soddisfare il couuinc inlcndinienlo. Con questa doltrina in generale pill 0 meno niodilicata, la niaggior parte dc' classici anti- chi e niodcrni spicgano il cosi dctlo (jenio dcllo, malat- tie, n la cosliluzinne mcdica dominonte, la quale vie- ne cosliluila dalfiiillucnza di qucsle tali condizioni atnio- sfcriche di cui noi abbiain sopra parlato, e sviluppano il problcnia di tulle le epidcm'ic. Ac fanno fcde le opcre di Ippocrate, Sydlicnani, llamazzini, Lancisi, Ilnxliani, 3Icnu- rct, Toniniasini, Lcpecq de la Cloture, Naqnart, Furslcr, Ozanain, Andral, Dclambcrge, Monnercl, FIcury, Hnfalini e tanti altri souuni osservatori clic si sono grandcnicntc occu- pati delle epidemic, e hanuo Uacciato I'istoria dellc cosli-

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luzioni mcdiche in rapporlo con esse, in cui lull! concor- domente atloUano come indispensahile I'esistenza di que- sle eerie condizioni atniosfcriclie per lo sviluppo ed il do- ininio delle malaltic popolari, sieno o no contagiose (1) ; di gnisa die 1' istoria dclle cpidcniie e slreltamenle le- gala a queila delle costiluzioni almosferichc c delle co- sliliizioni niediclie.

Dal fin qui dcUo scmhrarai dunquc, se non m'in- ganno, cliiaramenle dinioslrala 1' csistcnza niula ed occulta de'germi conlagiosi del vajolo araho in luUi que' luoglii in cui qualclie fiala abbia doniiiialo epideniicanienle , ed il loro rideslai'si o sopirsi per ceite date lerrestri ed almo- sferiche condizioni (2); e quindi sciolta la prima quislione. Tocclicro ora la seconda, la quale, sebbene sia stala trat- tata cosi di volo e come per incidenza in questo para- grafo , esige pure che me ne occupassi ancora di pro- posilo,

(1) Debbono distinguersi due specie d'influenze coslituzionali, cioe; I'una cbc, qii!iliiiu|ue essa sia, e da qualunquc sorpicnte pro- ceda, atlivaiido i miasmi coiUagiosi, rende ad uii tempo piii suscet- libili glindividiii a scntirne I'impressionc e ad esserne allaccati, ch"e quelia di cui abbiam parialo: I'allra, che per un'inllucnza ge- nerale, modilicando le disposizioni individuali , pioduce essa slessa talune determinale malallie in un gran numero del popolo , le quali lianno delle analogic rimarclievoli, sono del mcdesimo genio ed as- sumono in qualchc guisa una fisonomia comiine : tale e quelia cli'e fonte di certe alTezioni nervngc, di cerlc tossi, d'alcune febbri in- termiltenli, d'alcune oflabnie, del grippe, del reumatismo cc.

(2) In confernia di quanto bo asserito sul proposito , cade in aceoncio rammentare il caso falale avvenuto in Settembre 1854 alia famiglia del Baroncllo Bruca Emigrata essa da Catania a cagione del colera die infeslava questa cittii, portossi in Pedara ad abilar una casa ove molto tempo avanti eraiio stati vajolosi. Quando pocbi giorni dopo deU'arrivo tre individui delia detta famiglia furono di rcpente assaliti dal vajcdo , de' quali la liglia maggiore sventuratamente vi peri. Cdi annali della scienza non maiicano di falti analoglii , che per essere Iroppo noti e frequent! io Iralascio di rapporlare.

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§ II.

Che le epidemic vajolose, le quali si sviluppano nelle noslre conlrailc, Iraessero anclic origine dal pcrche inolli iiidividui si rimangono cscnli dal prescrvalivo d'Jciiner, e cosa laiilo conosciula od evidcnlc, clie non esigo nes- suna dimoslrazionc, dinioslrandosi da se medesima. Un I'allo solo hasla a ciiiarire splendilamenlc quest' assorzionc, ed c quclio, die i primi ad esscr assalili dal crudcle iiioiho, soiio qiicgl' iiidividui non slali ancora vaccinali ; tali sono i handiini di leiierissima eta, o le pcrsonc che, per pregindizi luncsti o per condannabiic negligenza, non lianno allinlo il salnlare inncslo.

E (jui tadreblie in acconcio far cenno dclle gravi iiupuluzioni clie dal volgo e da'nicdici si son dirolte alia vaccinia , c moslrando (]uaulo sono stale slolle ed insensate, rivcndicare i grandi honcficii d' essa lual coin- presi e mal acceltali lo assunio di buon grado que- st'esame, con la speranza di far opera utile e gradevole alia sociela, die da gran tempo ne ha risentito e nc ri- scotc tultavia tulto il "ran male.

E di vero, scmlira falalc destino di lutte le utili e salulari scovertc scienlilicha d'inconlrare semprc una slolta opposizione nogl'invccdiiali pregiudizi, ncH'incredulila e ueirigiioranza del volgo, e spcsso , cio cli'e assai peg- giore, di trovare anche un oslacolo ne'soGsmi, ne'vaneg- giamenli e nolle aherrazioni d'alcuni che, ahusando della scienlilica aulorilii, le calunniano, con Iradire la nalura, la buona lede e la ragione, e con disonorare se slcssi e la scienza che prol'essano La vaccinia, queslo sublime e generoso ritrovalo del genio immorlale d'Eduardo Jonner, la pill bcnehca delle umane scovcrle che non a torto e slata repulata divina, non ostanlc I'evidenza di milioni di

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falti c la sanzione ricevula in ogni luogo dall'esperienza c dai tempo, trova ancora de'delraitori e dcgli avversari chc la riffuardano come cosa vana c dannosa.

Si dice da taliini di cssi, cho molli individui, mal- grado di aver allinlo Tumor vaccinico, avessero poi sof- fcrlo il vajolo; e quiiuli risullarc inutile il prendcre od il lion prendcre quest'inneslo Si dice da altri che, dopo I'inlroduzione del vaccino, la giovenlii suscettibile di tra- vaglio e lulti gf individui aduiti, muojano piii precocemeii- le, e die pcrcio la popolazione avesse solTerto un notabile decremento Ua allri s'accusa di predisporre al rachiti- smo, alia scrofola, alia tisi ed a simili speciali alTezioni ; e da allri, sognandosi delirii ognor piii slrani, si prelende- rebbe quasi bandirne I' use e la pratica, siccome di mer- ce pcslifera e mnlcdelta Ma scendiamo ad esaminare suc- cessivamenle tali queslioni : esaminiamo la prima.

Se laluno per avventura abbia sofferlo un'eriizione cutanea, la quale a prima vista, per le persone non ap- partcnenti all'arte medica, sembrasse simile al vajolo, non percio nc risulla cbe quella malatlia sia in realla vajolo. II conosccre questo morbo si appartiene al medico solo, alia cui scienza c dato senza fallo il potcrlo ben diagno- slicare ; e chi sconosce questa scienza o non la conoscesse profondamenle, non puo allro cb' emellcrc crrori grosso- lani, giudicando spesso per vajolo qualunque cutanea af- fczione che nelle sue superficiali apparenze cslerne appcna gli somigliasse.

D'altra parte, ammcsso pure cbe quel dato csante- ma fosse veramcnle vajolo , non pcrlanlo nc verrebbe per conseguenza che la vaccinia non avesse la propriela di preservarci da esso; lult'al piii polrebbe asseverarsi, come diremo in appresso, di goderia limitata e temporanca ; ma che I'abbia, e un fallo assolulamente inconlrastabile per tulti coloro che non hanno smarrito ogni lunie di

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Sana logica, cd ogni senso di spassionato c dirillo ragio- namcnto.

Si conoscc chc il vajolo medcsiino inncslalo, o spon- tanoaineiile sviliippato, si coniporla neli'islcsso modo in ccrle organizzazioni nniane; ed oiinai gli annali della scien- za sono ingondtri di moili cseinpi d'individui, ne'quali un prinio allacco di lal niorho era slalo insufficienle a pre- nuinirli da nn sciondo: lalnienlcche avvienc spcsse fiate, con)c un'cccczionc |)er6. ciic una persona a cui si sia ino- culalo il pus del vajolo niedesinio, o clie nato avcsse spon- taneamente il vajolo naluralc |)ria d'cssere vacciiiata, cre- dula [)cr quesla ragioiic inrallibiiuicnlc eseiilc da ogni fu- tura aUitudiiie , lo lornasse a rinasccre ; ma per la ge- neralila cio iioii loglic, ch'esscndosi sofferlo una prima volla , non si lorni piii a solfrire per la sccoudu. Se dunipic il vajolo non e sempre un preservalivo cerlo ed assolulo per sc slesso, qual meraviglia se la vaccina non posscdosse anco la sua prcservaUice virlii perpeluamen- Ic? Ouindi sc fpialcuno vcnga allaccalo dall' araho csan- lema, malgrado d'essersi inocniato Tumor vaccinale, un tal fenonieno doriva , non pcrche queslo non possieda nes- suna spccialc virlii, ma perche I'abbia lemporanea, c per luirallrc ragioni die ampiamenle sviluppercmo ne' se- guciili paragrafi di queslo scrillo.

(losi, non InUe le affezioni cutanee clie moslrano (pialdic a|)parenle analog'ia e qualclie carallere simile al vajolo, sono verameule vajolo ; ma quasi sempre soglio- no essere o varicella, o varioloide, o mnrbiUo e simili eruzioni vescicolari o pnslolose, Inl'alli, ollre clie non ad- dinioslrano lulli que' segni cslcnii palognomonici ( pu- slole coslanlonicnle ondiclicale, d' una forma scliiacciala, d'un colore hiaiico-cliiaro perlaceo, allorniale d'ungon- liamcnlo jiiii o nieno considercvole ) , e que'sinlomi ge- ncrali ( febbre secondaria o di supporazione, plialismo ec.)

iTTl ACC. VOL. XIlI- 12

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caralterizzanli quel morbo, non addimoslrano neppiire ne lo slesso modo d'eruzionc, ne lo stesso corso, ne la slessa speciale durata, e non lasciano mai in One veruna Iraccia della loro csislenza.

Ma la varicella e la varioloide , mi senfo d' alcuni ripolere, non sono altro die varie forme di vajuolo bcni- gno, di Vcijnolo mile, ossia varieta d'una malaUia unica ed identica; lalclie lulti colore die soffrono uno di quc- sli esanlemi, soffrono sempre una delle forme dell'arabo raalorc Or, se siano malaUie culaiicc distiiilc runa dal- r allra, lanlo per i carallcri eslcrni, qnanlo per i feno- raeni gencrali die Ic accompagnaiio, e non gia delle di- verse forme o modificazioni di vajuolo nalurale , parmi y^ che che ne abbiano dello molli somini scriUori , essere una ([uislionc non ben ancora del lotto risolula nella scien- za. Tultavolla, data pure quest' ipotesi , amniessa ancbe quest' opinione come vera, a che mai potrebbe altribuirsi siffatta mitezza, siffatla, diro cosi, benigna trasformazionc deU'esantenia, se non all' uso della vaccinia, iiienlre pria di queslo gcneroso ritrovato mostravasi quasi sempre ac- compagnato da siiilonii gravi e perniciosi ? Ed in prova di cio, chi tra i medici nella scorsa e nella prescnte epi- demia non osscrvo, che tutti grindividui vaccinati i quali soffrirono dell' esanlematiche alTezioni, s'ebbero o la va- ricella, 0 la varioloide, oppure un vajuolo benigno quasi mai mortale ? Chi non osservo il vajuolo esscr all' incon- tro confluenlissimo e micidiale in tulli coloro che non tro- vavansi premuniti dall'innesto Jenneriano? (1) Quindi se

(t) Sotto questo particoiare non posso (iiii rapporlare, come sarebbe stato mio dovere. veruna prova stalislica, perche mi e slato impossibile procacciarne gli elemenli csatli: ma in ap|»oggio a qiianto da nie si e assL>rilo, Irascrivero in vece cio clie relativamente a la! qui- slione leggesi net Trallato elemenlare di palologia inlerna det Gri- solie. In esso sla scrilto k Se e vero (e ci6 e inconlraslabile )

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fosse pur vero die la vaccinia non prcservasse perpclua- nienle ed in nioclo assolulo (In un viijiiolo conseculivo, ma solo lo rendesse benigno e discrclo, non sarebbe anche qneslo in ullinia analisi nn gran boneficio reso all'egra umanita ? Non sarebbe tin argomenlo polenle ed inoppu- gnabile, una ragione convincenlissima per persuadcre an- cbc gl'incrcdnli od i solisli del supremo vanlaggio da essa arrecalo al gcMiere umnno? IVon e dunque cbiaraniente una slollozza , una follia , un'iniperdonabile ingraliludine ii riOnlarlo?

Esaminiamo ora la scconda asserzione cbe , per es- sere slala soslenula con tanla oslinazionc ed elTicacia da pill cliiari ingegni dclla Francia , Ic si e allribuilo una qualclie iinporUiiiza scienliGca.

Pocbi anni sono i Signori Eltorc ed Ippolilo padre e figlio Carnol ed il Sig/ IJajard nelle lore svariale me- morie stalislicbe ban preleso |(rovare (1), che in Francia dopo I'inlroduzione dclla vaccinia, la parte adulta c su-

« die la vaccina non melta necessariamenle al coverlo d'un va- (( joio conseculivo, e ccrto aimeno cli'essa rende qneslo henigno tt e die la morle n' e raianienle il risullalo. Cos'i , nienlre die nel c( 1841 il vajolo lia sollraKo piii d'un seltimo di coloro die avea « allaccato e die non crano slali vaccinati, la niorlalila non e slala « die di uno sopra cenlo per coloro die lian conlrallo la nialallia « dopo d' aver aviilo la vaccina ((Jaullier de Claubry). L'epidemia « di Marsi^lia del 1828 e quella die Toniplion lia osservalo ad a Ediinburjro nel 1818, Ininno anclic provalo, die il vajolo e state « raeno sovenle funeslo presso i sog5,^elli vaccinati, die presso quelli « die anleriormenle aveano avulo una prima varicella. Che die egii « sia , quasi tulli i vaccinati i quiili sono inipressionati dal conta- « </io vajoloso, sollrono una varioloide invece del vajolo ; e ne' casi K rari in cni si nasca il vajolo, s' osserva die I'eruzione nei Ire a quarti di essi e discretissinia ».

(1) Coniples rendus liebdoinadaires des seances de rAccademie des sciences Paris 1848 1849.

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scetlibilo di Iravaglio dclla popolazione, comparalivainen- te a qiiella die non pub vivcrc del siio lavoro, ahbia di niolto diminuilo. Secondo qiiesli scrillori , la liiiii'Iiezza della vila dcgli adulli, invece d'aumeiilare, s' e sccinata per r efTollo dollc iiovclle nialallic conlralle iieU' ela ma- tiira dagi' individui vaccinali. Ma Ic slranc loro asser- tive liar.no di gia ricevuto una tolnle menlita per opera (leir infalicahile e zelanlc Carlo Dupin, il quale con la piu esalta slalislica alle mani, faccndoscne il delraltore, ic ha abballuto sin dalle loro fondanienia; c ormoi i suoi lavori per comun consenlimcnto repulali eccellenli, lianno ricc- vulo I'unanime approvazionc della faniosa Accademia dellc Scienze di Parigi. Eg'Ii, prendendo per terniine di com- parazionc ic lavole slalisliclie di Duviilard e quelle di Mont- ferrand , lia ollenulo risullali tali, per quanlo , invece di provarc clie la parte produlliva della popolazione siasi in- debolila, e die la vila siasi abbreviala negli adulli c nei veccbi , provano a! conlrario in quesli un accrescimento rimarclicvolc. (1) II profondo Luigi Sacco ncl suo Trat- iato della vaccinazione sin dal 1809 aveva anco esanii- nalo sifTalla quislione vilale per gl' intercsi della socicta, c pur esso con la slalislica alle mani splendidamente ven- ne a provare, come dall'epoca dell' inoculazione vaccinica la popolazione in gcnerale avea scmpre progredilo d'una nianiera prodigiosa Ilusson c Bousquct , la cui aulori- ta e cosi rispellabile, nc deducono i niedesimi risullali (2).

(1) Item op. cit.

(2) Husson ilichiara die la vaccina rende alia popolazione tuttl quelli i quali il vajolo avrebbe tolti , e die in Francia solamenle essa puo, nello spazio d' un secolo, salvare la vita a tre milioni d'uomini. Un calcolo assai plaiisibile condusse Bousquct a slahilire clie il vajolo enlra per uii decimo nella niortalita generalc ; la vac- cina pertanto, secondo i piii giusli calcoli , conservcrebbe una de- cima parte degli uoniini La popolazione degli stati, dice lo stosso Bousquct, e retla da una legge sovrana ch' e superiore alia vicciaa

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Ond'esseiulo lal quislione gia dccisa nclla scicnza, Irala- scio volcnlieri ogn'allro iilleriorc ragionamenlo, clie pur troppo 111' alloiilaiicrelibc dal mio priiicipalc sco()0.

E chc diri) della prolcsa iiilliicnza oscrcilala dalla vaccinia iicllo sviliippo della lisi , dclla scrolola e del ra- cliilisiiio? diro, die la sloria dolia iiicdicina iiilieranien- te siiicnliscc laii asserzioiii graluilc c iiial fondalc, c ci diiiioslra d'uiia inaiiicra cvidenle, die cotali malallic re- g'liavaiio iiella slessa frcqueiiza, sc non in una niaggiore, nei lompo aiileriore alia sua universale propagazionc. L'os- senazione gionialiera aiicora sla per deporre in contra- rio a siniili arltilrarie opinioiii: essa anzi conlinuanicnlc ci fa eonoscero, die la vaccina prescrvando gli uomini dal vajolo, li gaienlisce nel tempo slesso da una folia di mali conseculivi a queslo terribile niorbo. La vaccina, dice lo illuslre llusson, non altera die d'nna maniera insensibilc Ic funzioni dcirindividuo sojira cui si svilnppa; essa non c causa predisponenle d'alcmia specie d'allezioni, e non nc coniplica alcuna; anzi si vede die niigliora le coslitu- zioni dcboli. e prociira la guarigione di diverse inalallie prcesislenli (1). Gli annali ddla scienza ci rapporlono un gran numero d' esempi di mali cronici ribelli, guarili con la vaccinazione. E in appoggio di tullo cio il Prof. Odicr asseriscc die « snpeiala la vaccina i faiiciulli rcsi piu de- K boli da cronidie malallic , si riebbero piii sani e robu- (( sli di prima ». Aiiche il Wirer di Rellembah con I'espe-

ed a lutlc Ic influcnze pnrziali ; qiicsla legge risulla dall' azione com- biiiala did lavoro, dell' induslria, del commercio, delle sussistenzc, delle ricchezze, i)otcnze cnsi assolule die ne I' epidemic piu mici- diali, ne le guerre piii osliuale possono valere ad allerarne gli ef- fetli ill iiiodo durevole. ( Ved. €omp. di med. prat. Vol. YII, pag. 105:!. Kironzc ).

(I) Diclionairc des sciences racdicales. Vol. 56, kti. Yacci- nalion e )acci;ie Paris 1815.

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rienza di 50 anni di pralica niedica diceva, k d' aver con K sorprcsa osservalo clie alcuni fanciiilli cachelici e me- « schini di forzc, allorclie veiiivano iiineslali con vacci- « no originario oppure Irallo da fancinlli robusli e sani, « cglino slessi piu forli e sani rcndevansi. Cosi pure era « meraviglioso il vedore. conic i medcsinii venivano ben « anche spesse voile risparniiali da morbose disposizioni K nolorianicnle ercdilarie nolle loro famiglie, come discra- « sie aiiriliche e scj'ofulose, c forsc anco, soggiunge cgli, (c polersi neulializzarc od cslirpare le sifdUiche ercdita « complicale ad altri mail di vario carallere, merce quel « polcntc e forlnnalo sconvolgimcnlo , clie nella niaccbina « uniana ingcnera il benclico influsso dell' inneslo vac- K cinico. »

11 Sacco assicura pure, che per gli elTelli del vacci- no avea osservalo guarirsi Ic malallie piii difficili a cu- rarsi co'sussidi ordinari della medicina: ed infalli ne'suoi lunghi anni di pralica e d'esperienza osservo mollissimi bambini affelli o da cronache malallie d'occhi, da lossi convulsive, oslruzioni, dissenlerie, mali della pelle, scro- fole e rachilidi, o da allrc cachessie diverse guarir per- fetlamenle, o riporlar miglioramenti imporlanlissimi (1).

A dippiii , in quesli ullimi tempi per cura di piii solerli nicdici ilaliani, 1' inneslo del vaccino e slalo pro- speramenle applicalo come mezzo tcrapeulico cnergico in varic alTezioni, e molli fatli clinici resi di publica ragio- ne ne' varii giornali di medicina estera e nazionale e nel- la IJiblioleca vaccinica del Regno, pienamenle comprova- no qucslo valore speciale di esso. Infatli il D/ G. Troin- bieri 1' ha Irovalo utile nella tosse convulsiva, e utilis-

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(1) Felice Spinelli. Sul virus vaccino Giorn. di vaccin. anno VIII, semestre pag. 131, 132— Palermo 1856.

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simo anzi specifico in diversi casi di tonka affezione palolof/ica (1). i ii ^

INoii perlanlo, qiiand'anclie il raciiilisino, la scrofola la tisi ec. siano a' iiosiri -ionii pii, rief|uciili, lo che non e, perchc allnhuire iin lal lalto all' opera della vaccinia e non piulloslo allc (lopravazio.ii d'nn secolo coiiollo da tanle lascivc dissolulezzc d.'onujanli la specie un.ana a tanli vizii d'nna vita sociale al.handonala a Inlle le lur- J)i(udiiu c le lil.idini die per eccilare i sensi ffia slanchi per Iroppo scnliie, finiscono per isnervare e far deper:. re un orj-anismo nialmenalo e consunlo?— perclie invece non allnhuire un lal fallo alia lerrihile sifdlidc credita- na, a (piesia proleifornic lue Irasformala e "ia incorno- rala con la nosira osislenza? (2)-perche invece nonal- Inh.iirlo all ainiso de'lanli violenii niezzi enunenaoodu oi--! adoperal. dalle madri impndiche e colpevoli per cer- cai- di nascondcre il Crnllo del loro disonore? C*}) ncr- che invece non allrihuirlo alie privazioni d' ooni ocere al snd.c.ume ed alia spavenlevole n,iseria che lo^rano qiiitsi Inlla la dis-raziala ch.sse de'prolelari, classe che iiunierosissiina nelle grandi cilia, coslrclla a so-gior^

il] i'. ?rn''"Vy"'- '• "''""«Jo-!N'apoli 1856. m iiluslii btnldii, sost.'ngonu I' opinioiK!, die h. scrofola il ra

(3) ^ono slalo cnndoKo a repiilar lulli i mezzi aborlivi nsiti da e n,adn colpevoli come cans, iniergica della sci ^e del r m ii: ""'T " "''T"'"- ^■'"' "■•"" 1'^"'"^' de' bambini n i ^a ra I . e'\',' l'';,''"''"'';."'^'''^ '"'" ■^''"'''""^■^ ^^'•^«"« "'^"n^iJe- d m . '""■•'': ':-""'' P'^ " -"''"o «>-«va.,lia.i da una

!L? " •""• ' "'•'"•^'I'^'lm'^^nte dal raciiilisino - Jio forse av-

.ene per le diverse jjravi alterazioni cbe tali mezzi quasi semnre

?o:;di'';;;;oa";?i "''"'' Tir '*-'"'' ''■''''' *i"-'« - ^^^^^

'tio, nell epoca soleune della geslazione.

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nare in abilazioni basse, slrelle, umide, fredde, prive di luce e d'aria pura e libera, a cibarsi d' alimenli insuf- ficienli, dctcriointi ed insalubri, a slarscne sempre sla- zionaria in luoghi iiigonibrali , a soffrire il frcddo e la fame, c liiUi i mali insomnia che scaliiriscono da iin pes- simo regime igicnico, si vede, sotlo I' inlluenza di que- slc cause, prcdisposta a soggiacerc alle tante cachessie, le quali poi, come per Iristo relaggio, Iramanda spesso alia sua disgraziala prole? Non sarebbe queslo un pro- ccder ciecamcnle sotlo I'ingannalrice guida della preven- zionc e dcllo spirilo di parlito, un voler per forza e, diro cosi, con decisa osliuazione dcnigrare la piii bene- Cca scoverta clic vanli il secolo XVIII impulandola di mali di cui essa e alTallo innocente? (1).

Ma passiamo ollre, e speriamo che un giorno Gnal- mente I' cvidenza de' fatli illuminasse la mente Iraviata do' lanii sloili delrallori, e che quesle verila\ superiori ad ogni ilnbbio, fossero universalmcntc conosciutc ed ac- colle Passiamo ora a dimoslrare una terza feconda ca- gione d' epidemic vajolose, la quale, ignorata dalla mol- liludinc e ncglella da' medici superficiali, forma una nuo- va fonte di error! , d' inganni e di funesli prcgiudizi.

(1) lo volenlieri non parlo delle terribili ed impiidcnli accuse state lanciate alia vaccinia dal signor Verde-Delisle nella sua ope- retta poilanle il lilolo Delia dcgenei-azione fisica e morale della sjiecie tinunia delerminata dalla Tacciiiia. Le strane dottrine in essa sostenute lianno eccitato I'indignazione di tutli i medici, i quali le hanno ripulate come un complesso di deliiii d' una mente traviata ed in aberrazione. Dio lo perdonil 11 Dotlor Burgijraeve Prof, di Clinica chiiurgica all'Universita di Gaud, non e guari lia mirabilmcntft difeso riinmortale scoverta d'Jcnner dando alia luce una sua pic- cola opera sotlo il litolo La vaccinia vendicaia, in cui gagliarda- niente si fa a confutare uno per uno tulti gl'insensati argomenti del Verde-Delisle. Che s' abbia gloria ed onore perenne! (Verf. il Severino Marzo 1SS6 ).

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§m.

Moiti individui creduti vaccinal! non sono affallo lali, perclic cssi noD hanno suIjUo la vaccina vera, ma sib- bciie quclla spuria; sicclic slandosi iiella fiducia d'csse- re |ircmuiiiti dal salularc inncsto , fanno poi le piii alle nicraviglie e Irasmodaiio in accuse impudenli conlro 1' c- roica viilu di esso, so per avventura, in tempo d' una doniinanle cosliluzione vajolosa , soggiacessero a quesla malelica influenza. Or da cio risulta, chc tulli cosloro si rilrovano nelio slesso stalo di quelle pcrsouc non slate niai vaccinate; giacche e da lutli conosciuto die la loc- cina spuria non possicde affatto alcuna proprieta preser- vatiice conlro il vajolo; onde queslo non trovando nessuna difesa die possa resislcre a' suoi altacdii, nessuna forza die, per cosi dire, reagisca alia sua ferocia, deve pro- durre gii slessi eirelli micidiali propri alia sua trista nalura.

Per ovviare inlanlo a si grande inconvenienle e non incorrcre spesso in si grave inganno , bisognerebbe cbe i Vaccinalori con la massima diliifcnza esaminassero i loro vaccinali per rinliero corso della vaccina; ed os- servando atlcnlamenle tutli i caralteri die distinguono la vera dalla spuria, non abbandonarii, come pur Irop- po sovente d' alcuni suol pralicarsi , dopo 1' islanle della cseguita inoculazione , senz' aver riguardo al modo di de- correrc cd aH'aspello della puslola , scnz'occuparsi de- gli speciali risullamcnti avvcnire, scnza verificarne insom- nia i succcssivi fenomeni sino alia fine.

Dcscrivere qui i caralteri dilTerenziali che contrase- gnano la vera e la falsa jruslola vaccinica, non scm- brami ne opportuno, ne confacente al mio scopo; nientre il' altrondc poi sono pur Iroppo noli a lulti i buoni medi-

Ain ACC VOL XJll. 13

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ci, c sarebbc fare iin grave torlo a quesli die slimo qiiali miei niaeslri. Ma mi pcrdonino, sc insisteiido seinprc iiel mio proponimcnlo, rilorno a prcgarli fervidanicnlc per lo bene deH'umanila, di volcr preslare la piii accurala as- siduila cd allenzione a liilli coloro cbe solloporranno al- 1' iniieslo Jenneriano , affin d'osscrvare lo sviluppo, il corso, le fasi e la durala inliera della puslola che sara per manifeslarsi: lalmcnlcclie nel caso s' avcssc a sof- frire la spuria , riparando al nial accadiilo con opcrare poco dopo la novella vaccinazionc, s' ovviasse non solo al gran danno di lasciare alio scoverlo degli assalli del vajolo iin individuo che facilmenle nc polrebbe soccomberc, ma ben anco s' eslingiiesse in lal niodo una dellc piit fa- tali sorgenli dell' epidemic di queslo morbo; esscndo la imperfella vaccinazione una delle prime cause che gii for- nisce il poler dominanle.

Si e da gran tempo proclamalo che, in ogni ar- gomenlo scienliGco imporlanle , quando insorgano dubbi ed incerlezze, quando si presenlino quislioni gravi a di- sculere , per dissipare 1' une e risolvere 1' allre, sarebbe necessario ricorrere loslo al melodo sperimentale , ed ascollare i voti di queslo gran Iribunale dclla verila. Tale rigoroso precello e slalo poslo in pralica nella quislione che dobbiam esaminare sulla degenerazionc del virus vac- cinico, e questo Iribunale ha gia eniesso il suo volo in- fallibile , dichiarando ch' esso per il suo Irasporlo dalla specie bovina all'umana, per il suo lungo uso c per le sue Irasmissioni successive da uonio ad uonio, siasi in qual- che modo degenerato dalle sue primitive qualila, e sia scenialo quindi di forza preservaliva. Lo provano infatti il generale dcterioramento di que' felici risultali che s'ol-

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lennero ncgli anni piu vicinl alia sua scopcria ctl alia sua prima inoculazionc ; cioe, la maggior frequcnza del- r c|)i(l('mie vajoloso e Ic sliagi maggiori da esse cser- rilalc su pcrsono vacciiiale, a misura die piii ci alloiila- niamo da qucsl'cpoca; lo provano il niigliorc sviln|)po, la niaggior lloridczza cd altivila della jtuslola vacciiiale, la (liiTcrenza nolahile deiriiilioro suo corso c di tuUi i fe- nomeiii local! c gciierali die raccompngnano e la sioguono sotlo r iiinoslo del cow-pox originario , iu confronio a (juello di gia lungaiiieiile usalo; lo provano in fine 1' ana- logs con allri virus gia aiqiianlo degenerali (1), le |)iu diiigenli osservazioni e Tespcrienze conparalive isliluile sopra gli slessi soggelli fra il novello ed il vecdiio vac- cino : lalmcnleclie la degenerazione di quest' umore e or- niai un fallo inconlraslahilmenle slabililo nclla scienza. Lo slcsso Jenner, a cui I'arle della vaccinazionc deve il suo principio ed insieme il suo peifezionamcnlo, sin d'allora lo avea riconosciulo possihile; e ad evilare un lal dauuo, avca consigliato seniprc come una necessila il suo fre- quenle rinnovanienlo. Le niolliplici espcrienze poi non e guari isliluile in Fiancia da'cclebri espcrinicnlalori Ma- gendie e Fiard, non die quelle falle pria per ordine del Governo in IJaviera, e poscia in Alcmagna, in Inghillcrra ed in Italia d' altri dislinlissimi medici, lo Iianno gia evi- denteniente coulestalo i^'l) : c se e pur vcro die certc al- Ire esperienze a tal uopo lenlate han preleso diraoslrare

(1) 11 virus sifilliliro, il peslilonziiile, il lebliroso, cc. par siano alquanlo (lejrenerali od indeholili nello proprie forze , per aver an- «or ess! col liingo andar di tempo quasi ccssato daH'csercitar quelle ficre slragi clie i)riniilivamonte cscrcitarono: iriacclie o leggc gene- rale, come molli scriUori gravissimi e resperieiiza c' iiisegiiaiio, clie i contagi liilli di mano in inano dogenerano , si rciidono piii initi e meno funesli, e fin anco perdono quasi la forza di propagarsi.

(2) Grisolle op. cil.

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UiUo all'opposlo (1), cib e avvcnuto a cagion del falso melodo in esse adopcralo, e perchJ; ncll' isliliiire tali prove si parliva dal falso principio clic il vaccino deiruomo, se mai fosse degcncrato , Irasporlalo nclla vacca dovrebbe acquislare piii allivila c piii energia : epperb scendcndo al paragone , non essendosi rinveniila nessuna nolabile differenza Ira i due virus , ma sempre effclli siiiiili ed idenlici , si e loslo coiicbiuso di non esislcrc affallo ve- run' allerazione , ed essere un errore , un'assurdila, una chimera fantaslica Y asserirc diversanicnle.

Or , siffallc pigmee espericnze direlle , come si e dello , da un falso principio , non possono rilenersi in niuna considerazione nclla prcscnle grave quislione , e non dcbbon avere alcuna imporlanza scienlifica : giacche non e clie il vaccino dell' uomo Irasporlalo nclla vacca puo acquislare una novella energia , ma la vacca rcnde sempre queslo (come in Francia I'ha provalo Bousquet colle sue svariale osservazioni ), lale quale le si e inne- slalo e con le sue slesse indenliche qualita, cioeadire, ne pill ne meno allivo ; onde se dcgencralo era il virus inncslalole, degcneralo essa pur lo rcnde.

Frallanlo , a conforlo della mia qualsiasi opinione jnlorno all' allerazione del pus vaccinico , mi giova rap- porlarvi quanlo ne ha scrillo il chiarissimo Grisolle nel suo Traltato elcmentare e pralico di imlologia inter- na. Ecco le sue parole:

« II virus vaccinico si e degeneralo dopo Jenncr ? (( La cosa scmbrami inconlraslabile. Son pochi an- « ni che il sig. Perdrcau avendo scoverlo del cow-pox « su d' una vacca di Passy, il sig. Bousquet lo raccol- ft se , r inoculo sopra un braccio d' un bambino , e con « r anlico vaccino inoculo il braccio opposto. Or di quc-

(1) Reguleas. La vaccinia alie prove Calania 184S.

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« sla comparazione ne vcnne a risullare , chc il novello « virus riusciva ovc I' allro inancava: il prinio tlava pu- tt stole pill larghe, piii belle, piii luciile e suscilava una « inlianimazione ed una fehbre piii forle. Simili esperien- « zc falle in Ingliillorra, in Alcniai'na, in Italia c ripe- « tute poclii anni sono in Francia per i Sig. Magendie a c Fiard , lian dnlo i mcdcsinii rcsnilali. La vaccinia « degenera dunquc: percio ne siogue clic debbasi, come « Jenner sin dal sue tempo avcalo consigliato, rinnovare « il piu spesso possibile (1) ».

II giiulizio d'uno scrillore di lanlo senno e di tanla fania merila ogni riguardo, c su lal soggelto mi dispeo- sa d'insistere in ulteriori argonicntazioni; e se non giun- ge a dissipare i dubbi e 1' incerlczze dalla menle dcgli increduli, e segno sicuro cbe in loro domini un' oslinata preoccupazione.

Da quel chc precede adunque si pub conchiudere : Cbe il vacciiio cssendo degcncrato, per riacquistare le sue

(1) Brissct sin dul 1818 fu il primo a forniuiare nellamenle la (loHrina delln (leirenorazioiie del vaccino, basandola sopra g\\ argo- iiionti soguenti II miincro de'ciisi di vajolo do|)0 la vaccina aumenta in propoi^ione clie aiimenla il nuiiiero delle !,'enerazioni del vaccino ec. I fenoineni locali e generali prodotli dairinoculazionc del cow-pox , 0 d'un vaccino giovane, sono assai piii encrgici di (juelli clie de- tormina rinotnlazione d' nn vaccino die gia abbia subilo un gran nunicro di trasinissioni Le cicalrici cbe succedono all' inoculazione del cow-pox, 0 d' un vaccino giovane, sono piii logitlinie di quelle cbe risullano dall' inoculazione d' un vaccino cbe abbia siibito un gran nuniero di Irasmissioni Grindi\idui stall inoculali col cow-pox, sono slati ipiasi tutli completamcntc preservali dal vajolo , ec. Que- Sta dollrina e adoUala quasi generalmente In Germania, in Ingbilterra in Krancia ed anclie oggi in Ilalia, e fra I suoi seguaci conla Goe- lis. Waller, Kanscb, J^cilcr, AVollT. Gregory, Franqiie. Meyer, Lu- der?, Mc'dicus, Oegg, Raiser, IVaumann, .Mcolai, Fiard, Bousquet, Slelinbrenner, Drera, Splnelll, Terzacbi ed allri innumerevoli. ( Ved. Comp. di med. prat. Vol. YIF, pag. 1048 1049).

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prlslinc qualila perdute, richiede indispensabilmente il rin- novainenlo, c qucslo, ncl senso puro dclla parola , non devesi e non puossi alfallo ollencre col Irasporlarlo dal- r uomo alia vacca ( perclie in simil guisa invece di rin- novarsi, esso si riproduce c si Irasmelle dall' iino all'al- tro essere senipre con carallcii idenlici a se stesso), ma sibbene con allingerlo dalla vacca niedcsima , allorquando le si c spontaneamciile sviiuppalo. Si, il mezzo di rigenc- razione piu semplice e piii sicuro, quello clie dev'cssere prcferilo a lulti gli allri, il solo ncl qnale la scienza fino a qucslo giorno puo avcre un' inlicra liducia , consisle senza dubbio ncl raccogliere il virus da vacclie alTette sponlancamenle o per conlagio del cow-jiox Cosi facen- do, col conservar sempre ncl suo slalo inlcgro cd inal- lerabile I'amor vaccinale, si verrebbe al ccrlo ad cvilare una fonle non lieve nella produzione dcU' epidemic va- jolose. ;, ■'. i .

-■ ■■.■; :• § V. '.fJ

Rcpulando sufficicnle quanlo bo fin qui accennalo re- lalivamcnte alle piii conosciule sorgenli delle epidemic vajolosc. scendo ora aU'esamc dclla /iJt;accma:;ione, che forma rargomcnlo principale del mio assunlo , conside- randola come il loio piii potcntc mezzo profilallico. For- se Ic ragioni cli' esporro, lemo non fossero lanlo sufficienli ed cITicaci da slabilirc con tuUa cerlczza una proposizio- uc gencrale : quelle peri) cbc avanzo , non sono che la conscgnenza appunio di molli falli , i quali sono caduti sollo la mia osservazione c sollo quella di lanl' allri; so- uo insomnia la conscgucnza di cio che ormai la scienza per opera di tanli illusiri profcssori slranicri ha gia sla- bililo : quindi nc lascio il giudizio al sano crilcrio ed al sapere di voi saggi Accademici, ed alia buona fcde di lulli i medici imparziali. ■; ■■. ;i^ .!../ .i,„ , .i.„.i i ...iio

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E pria di luUo per mia discolpa dcbbo promeflcre, die qiiaiilo sarb per dire, non si crcda dirello a diserc- ditar menoinanienle la propricia preservalricc che Iia la vaccina sul vajolo , ne lainpoco a sfidiiciarla , facendola credere iiii mezzo pallialivo c fiililc solainenle , die qucslo affallo, Dio mi guardi ! iioii inleiido gia io ; ma anzi liilli i miei peiisieri e lulti i miei voli mirano a mag- giormenle coiivalidare ipiesla sua eroiea virlu , opponeii- dola come per sola, siciira e gagliarda difcsa agli assalli die di laiilo in tanlo si lenlano fra noi dall' idru della Arabia. '; '<

La gravissima qiiislione della rivaccinazionc ha da gran tempo suscilalo forte nimore fra !e dissertazioni dei mcdici, ed essa sin da! 1821 posla all'ordine del giorno in (lermaiiia, in Ingliilterra ed in Francia, e slala prin- cipalmenle roggello degli sUidi e delle occupazioni della stampa niedica periodica , de' Congrcssi scientifici c delle jtiii illustri Accademie. Lc doilrine a la! uopo messe in- nanzi sono slate varic e conlradillorie, ciascuna delle quali, al solito, lia invocalo in suo favore I'ajulo de'falli. II claiiiore delli; lanle vive discussioni e le svariale opi- nioni in esse agitate, risvegliarono I'allenzione de'Gover- ni, i (piali ben loslo intorv(!nnero in nome della salute pu- biica. Si cliiamb a gindice I'esperienza ; c mcrce I' opera di quelle supreme aulorila ed i lumi coalizzati di molli sapienti , la doltrina della rivaccinazionc adotlala e mcs- sa in pratica in ])iii luoglii, e slala oggi dall' esperien- za medesima prodamata sommamente vantaggiosa. Ma pe- ro |)er moltissinii medici essa e ancora oggetto di dubbi e d'incertezze ed ha bisogno di maggiore dimoslrazione. In laluni luogiii dell' inlerno di Sicilia specialnientc, co- me in tanl' ailre conlradc, conta un numero considere- volc di zdaiiti opposilori , i quali, con la mente ingom- bra d'invccchiali pregiudizi, gagliardamenle s'oslinano a

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negarne I'ulilila; e quindi fa meslicri convincerli co'falti: perciocche la rivaccinazione, come ben s'avvisa un dollo medico slraniero, e essenzialmenle una quislione d'osser- vazioni , di falti, di stalislica. Or, sc in simil modo si perverra a dimoslrare, ch'essa ripara non solo airinsuffi- cienza ed al difello di preservazionc vaccinale, ma be- nanco rendc inOnilanienle piu rari i casi di vajolo dopo la vaccina ed arresia 1' epidemic vajolose ; se tale dimo- slrazione sara evidenle ed inconlroverlibilc , la quislione allora non sembra dover esser deH'inluUo risolula e decisa?

E pcrcio cli'io oggi, innanzi a voi o Socii meritis- simi , vengo a riproporre I'uso generale di quesla prali- ca benefica qual unico mezzo proClaltieo polenlissimo per premunirc perpetuanienle le popolazioni dal vajolo , e per limitare e distruggere ogni fomile di future epide- mic vajolose ; e brcvenienle esaminando le fulili asserzioni create in contrario per abbatterla, cerchero d'aggiungere talune criliche osservazioni alle tanle brillantissime gia pos- sedule dalla scienza.

La rivaccinazione adunque si e repulala e da mol- tissimi fult' ora si repula come un' operazione superflua , vana e fin anco dannosa: vana, perche, dicouo essi, ii vaccino ba una virlii anlivaiolosa perenne ed assolula , e per conscguenza di nessun pro la sua ripelizione; dan- nosa, pcrcbe ollrc di gcncrar vari slali palologici nell'or- ganismo umano, essa avrcbbe poi per risullalo d'indebo- lire la fiducia non abbaslanza profonda del popolo negli effelli preservalivi del vaccino medesinio.

Se il vaccino, soggiungono, simile a tutti i principii conlagiosi, possiede la forza d' annientare perennemenle quella naliva susceltibilila al contagio vaioloso die gli uomini si banno acquislata sin da cbe son venuti alia vita e si son falti abitalori di questo pianeta ; se esso in- nestalo neH'organismo umano opera il prodigio di vin-

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cere ogni sua alliludine a conlrarre il vajolo, e per cosi dire, soslituendosi a queslo ne occupa la scde per noil ahhandonarla mai piu e j^arcnlirla da ogni allacco neini- co, a che giovar polrehbe la riproduzionc dcirinneslo di qucUo slesso virus, il (piale, o esistc ancora matcrial- nienlc nell' cconomia, 0[)pnre nella sua prima inoculazione ha gia prodollo quel dale cfTollo die si sperava ; vale a dire, ha imprcsso nell' organisnio vivenle quella spcciale niodilicazione diiiamica capacc di soffogare in esse qna- lunque susccUihilila a suhirc I'arabo maiorc ? Dell' al- tra parlc, sc vorrebLcsi adollare una lal pralica, il po- ])oIo gia pieno di duhbi c d'inccrlezze, anzi quasi incre- dulo ancoia alia virlii della vaccinia, non la ricuserebbe deir inlnllo, e non mcllcrebbe in tal modo oslacoli niag- giori alia sua universale propagazione?

A quesl'ultima slrana od insensala ragionc io non ri- spondo, pcrche riprovala dalla scienza e dal buon senso, e pcrche sembranii un assurdo il credere, che la Dducia del popolo possa esserc piii profoiiduuienle allcnuala e comproniessa da una simil niisura innocenlissireia, e non piulloslo dallo sviluppo del vajolo ne'vaccinali. Rispondo peri) alia prima, che credcsi poteule, con I'analisi di la- luni falli osservali nelic scorse epidemic e nella presenle, e con I'esperienza , sola maeslra della verila: falti ed esperienza che parlano il linguaggio piii cIo(|uenle di qua- luu([uc sludiato arlilicio rclorico , che vanuo innanzi ad ogni leoria, c che il ragionamcnto solo con i suoi sofi- smi c le sue solligliezzc non polrehbe affallo smcnlire e dislrujjuere.

Nel corso deH'cpidemia vajolosa rcgnala in Calania ucl 18i8-49, le ragazze proielle recluse nell' Alhergo di S. Yincenzo a Paolo uscirono dallo slabilinienlo alliu di Jfirsi una eaniminata a diporlo per la cilia: dope pochi giorni molle di esse si videro quasi ad un tempo assa-

ATTI ACC. VOL. XIII. li

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lite da una febbrc che manifcslava lulli i fenomcni d'una foric angioleuica , e sollo qiiesrindicazioiic diagnoslica fiirono pcrcio direlle le mire Icrapculichc. Ma qual fii la sorpresa del medico curaiilc D.' Carmelo Russo mio zio c mio maeslro qiuindo al Icrzo giorno della malallia, su la faccia , sul pello , su le avamliraccia ed in segiiilo su lutto il corpo dellc medcsime si appalesarono un gran nu- mero di pnslolc, le quali poi moslraiono lulli i scgai spe- ciaii del vajolo nalurale! .... Egli era sicuro clie lullc quelle ragazze fossero stale vaccinate, pcrclie ncllo slabi- limenlo non se ne ammclle alcuna, senza pria prcsenlar il corrispondenle ccrlificalo della sofferla inoculazionc vaccini- ca. Ma r esanlema gii offriva senza dnbbio lulli i caralleri palognomonici deirarabo malore (le puslole ombelicale, la febbrc secondaria, lo plialismo ), e conlro il fatlo ogn'in- cerlezza svanisce, e quulnnque opposla preoccupazione , qualunquc idea prcconcepila non puo mai a lungo resi- slere A cbe cosa adunque allribuirc un lal avvcnimenlo? Facendo meglio piii accurate indagini, quell' espcrlo medico s'accorsc, cbe lulle le ragazze infcrme di vajuolo oilrepassavano il sccondo bistro, e cbe ncssuna di piii nii- nore ela n'cra affella (1). Yide di piii cbe, cccelto po-

(1) Vedi a queslo proposito it Comp. di med. prat. de'Signori Detamberge, Monnerct, c Fleury. vol. Ml, pag. 1043 ove si Icgge, die netle epidemic di Fitadetfia (1822-24), della Svezia ( 1823-25), di Vicenza (1825) , il vajuolo altacc6 principalmcnte gfindividui vaccinati da 10, o 12 aniii , ec. « Le stnlisticlie , leggcsi a pag. 1046, pubticate nolle diverse parli delt'Europa dimosliaiio in niodo posilivo, clie jirima del nono anno di vaccinazione i bambini di rado sono alTelli dal vajolo, e quando per caso lo sono, lo esan- lema vajoloso cli'essi preseiilano, il piii delle voile e cosi fugacc clie appena gli si puo applicare il nome di vajolo. Queste medesinie sta- tistiche dimostrano al contrario clie il vajuolo altacca di prefcrenza coloro vaccinati da 10, 15, 20 anui, e cosi di seguilo lino a c?0 0 35 anni j. , ,,; ,;> ■>..■. > , ■;,.■•;

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chissimi casi, il morho percorreva i suoi nccessari period! discrolamciilc sino alia fine, e moslrnvasi Ijonigno e mile.

Per occorrcre a laic bisogiia pciiso dapprima di mellere in opera quelle conosciiilc misure igieniclie laiilo air uopo raccomandale, alia iiicglio pero adollabili in quel silo, cioe, la soparazionc dellc inferme dalle sane , c si- mili : ma conoscendo lullo vano , e clie la inalailia , sem- hrando rilrovare un copioso pascolo alia sua ingordigia , si propagava scmpre I'un di piii clie I'allro, aflin di op- porle uii liinile piii sicuro opino di far rivaccinare gran parte di quelle ragazze piii avanzale negli anni, le quali sino a quel nionuMilo rimnncvansi immuni ; e con sua gran sorpresa vide, clie in iiiolli fra esse la vaccina hen si ri- produsse nell'inlierezza de' suoi veri e speciali caralleri, in alcnn' allre si manifeslo la puslola falsa o degcncrata segu'ila da una piu o nieno inlensa reazione fcbbrile della durala d' una o due giorni , cd in allre, senza nulla of- frirsi d'iniporlanle, Iraniie d'una leggiera reazione circo- latoria non senipre coslanle , lullo si aborli sul nascere.

Con queslo mezzo eflicacissimo sollanlo riusci egli a restringcre nolabilmenle il numero delle vajolose, e a garenlirne molle allre cerlamcnlc disposle a soffrirne I'at- lacco; come ancora riusci in breve Icmpo a spegnere in quel luogo un' epidemia die, senza di esso, Dio sa quauto avrebbe perduralo c quanle lorabe discliiusc (1).

I

(1) II vajolo, (lire Serres nel suo rapporlo sulla vaccinazione fallo airAccailcinia di nieiliciiia di Parigi, essciidosi sviluppato nel Collcgio di Soroze, allacco 10 aliinni , dc'qiiali due solamente non eraiio slali vaccinali. 11 Direltore fece rivaccinare tulli gli altri clie orano in nunicro di 300, e da quel momenlo 1' epidemia cesso im- provvisamcnle. iVel niese di mairgio 183i, il vajuolo regnava a Man- tova: esso penetro nell'ospizio de' Trovatelli , de' quali ne riniasero aUaccati 12. Furono rivuccinali gli ailii ch' erano in munero di 200, cd il contagio s' aireslo.

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Ncl principio di quesl' ullima epitlcniia, di cui aii- cora soffi'ianio liillo raiuaro, nollo slesso Slabilimcnlo dcllc projelle scUcnaric il vajolo si e sviluppalo nuovamciile, e in esso si sono osscrvati i foiiomcni niedesimi delli per qiiella del 1848 c 49, cioe ; si son visle quasi escliisi- vamenle eolpile lalune di quelle ragazzc clic nel 1848 non si soUoposero alia rivaccinazione, e lal allre di quelle clic, allora di minor ela, or gia avevano il decennio ol- Irepassalo: e perehe Iroppo lardi si venne ad adollare quell'energiea niisura della rivaccinazione dal medico rc- clamala sin dal suo primo sviluppo, il morbo vi ha fallo lunga dimora e qualclie villima.

IVcssun dubbio puo cadere su quesli falli chc, as- sicurali da un medico si esperlo per profonda doUrina e per lunga pralica qual' e il Russo, hanno lulli i requi- sili della cerlczza e della vcrila, e non polranno venire ne smenlili ne conlradclti.

Inollre, da vari medici allenli e senza ncssuna pre- venzione chc con la niassiraa scrupolosila lullo esaminano ed analizzano , in questa medesima epidcmia furono os- servali molli falli analoghi, cioe ; o die il morbo ailac- cava bambini e fanciulli non ancor vaccinal!, oppurc in- dividui che avevano gia scorso il decennio Fu osser- Talo, chc negli uni faceva quasi semprc un corso perni- cioso c moslravasi conflucnlissimo, negli allri per lo piii percorreva i suoi poriodi hcnigno c mile Fu osscrvalo, chc la varicella e la varioloide, le quali in quesl' epoca dominavano insicme al vajuolo, si sviinppavano solamenle in lulli coloro slali vaccinali Fu osservalo in fine, che la rivaccinazione operata in mollissimi individui adniti, o chc almcno s'avvicinavano a conqiicrc il secondo luslro, era quasi semprc seguila dallo sviluppo regolare della vaccina vera c legiUima; lenlala in individui Iroppo gio- vani e assai minori dell' ela di 10 anni, essa o rimancva

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scnza vcrun cfFello , o riproduccva dellc puslolc sollo la forma falsa e rarameiilc sollo la vera, cd in quest' ul- timo caso, per i caiatleri equivoci prcsiMilali dalle cica- Irici della prima inoculazione, I'aceva duhilare di avcrla que- sla |)rima volla suh'ila spuria. Clic tramie d' una piii o mono intensa llogosi erisipclalosa o gonfianuMilo sollerlo al hrac- cio d'alcuni individui die si cbbero la vaccina spuria, c di qualclie Icggicra reazione circolaloria, nuirallro d'im- porlanle fu mai osscrvalo ne'molli clie si sollomiscro alia rivaccinazione In prova di cio polrci addurre le lante cspcrienze od osservazioiii clic in quest' anno lio avuto I'a- i^io di fare, come ancora per convalidare maggiormente le inie, polrci rapporlarne mollissime di allri uicdici csperli c sennali. Ma mi aslengo di lanto dilungarmi, poiclie or- mai son cose jiur Iroppo ovvie cd a lulli comuni.

Da quesli lalli coslanli cd invariabili aduuquc si pos- sono dcdurrc Ic seguenli illazioni.

1." Clie la rivaccinazione dovrassi mcllcrc in opera in lulli gl' individui die lianiio ollrepassalo il dccennio (1), perdie in quesli pare die la vaccinia, avendo forsc sol- tanlo una virtii prescrvalricc teniporanea, piii non conser- vassc la sua priniiliva forza ed avcsse pcrdulo quasi lutto il suo natural vigore.

Questa proposizione la quale per talunl a prima vi-

(1) lo noil ])r('toiulo lissiirc a (|iiesr epuca detcrminala, coslante ed inviiiialiile il tormiiio precise in cui nell'organismo umano viene ad esliiigiiersi tolalinenle oj^ni prcservaliva virtu dclla vaccinia, c per cui deiilia adoporarsi la rivaccinazione ; ma soltanfo, avendo rl- guarilo ai lanli faiti osscrvali . ho slaliilito lal poriodo come un tcr- mine medio a|iprossinialivo, il quale, (luanlnnqne jiolrelibe bene in taluni esser |)iii o meno breve, o piii o meno limgo, tnllavia devc rilenersi come il liniile pii'i probabilc ollre di die I'organismo, re- slando privo d'ogni _ guarenligia aiilivajolosa , risenlc la necessitJi del novello innesto. K prudcn/.a (|uindi di non far mai Iroppo tra- scorrere una lal epoca, ma lueglio piuUoslo prcvenirla.

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sta polrebbe sembrar destiluila d' ogni solido fondamenlo, ollre d'essere soslcnula da' sopracilali falli (cioe, die il vajolo, rispellando gV individui vaccinali di recenle, si e sovenle a prefereiiza mostralo in queili vaccinali d' ela raaggiore al secondo luslrO; e chc la rivaccinazione si e ben riprodolla in mollissimi di essi ), viene appoggiala ezian- dio da un falto Csiologico che si succedc in Inlli gli es- seri organizzali vivenli, e dal piii logico ragionaniento.

Ed al ccrlo, scnibra cbe la faccenda dovrebbc cosi avvenire : imperocche la Gsiologia c' insegna, come I'cs- serc aniniale vivenle per le continue e successive mula- zioni che nel corso degli anni subisce a cagion dello svi- luppo e dclla graduala evoluzione degli organi c degli ap- pareccbi, in conseguenza del loro incessante esercizio, e di Uilti i can£[iamenli insonima e le rivoluzioni chc sof- fre per Tela soUo la perpelua influenza del movinien- to vitale e degli atli della forza impulsiva, della for- za plastica c della forza eliminatrice che diriggono le funzioni nieravigliose della nulrizione , delle secrezioni , delle cscrezioni ed esalazioni niollo altive e rapide nella prima cpoca della vita estraulcrina, quesl'essere, io di- ce, inollrandosi al secondo luslro, non conserva quasi piii veruna niolecola antica, perde niolli dementi, ne acqui- sta degli allri pel maggior pcrfezionamenlo del suo or- ganismo , e tutlo in csso si distrugge , tulto complela- menle si rinnovdla, Quindi nulla di nieraviglia, se atlesa qnesla conlinua e sorda azione molecolare elaboralrice di coniposizione e di decomposizione die si csercila neU'inli- ma essenza delle parli vivenli, queslo incessante e com- plete rinnovdlamenle , quesla profonda cd universale Ira- smutazionc di materia e di niolecole organiche , giunli a quell' ela , si venisse in nei anche a pervcrlire Icnla- menle, e per fine a cessarc dcirinlutlo, quella parlico- lare modiflcazione dinamico-Gsiologica che la vaccinia dis-

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scminala in luUi i tcssuli dclla nostra economia con la sua iinpressione spccilica aveva delcrmiiialo ncllo slalo priniilivo dc' solidi e do' fluid! , modilicazione die proha- hilmcnle cosliliiiscc la sua propricla prcservalrice conlro il vajolo.

La rcalila di (pioslo fallo vien desunla da' fenomeni nicdcsimi die succedonsi neirorgauisnio vivenle, anzi n'e una Icgillinia coiiscgueiiza , e vieiic coni|trovaIa pure da tanli esonipi diiari cd inconcussi , di cui sopra ho lallo nienzione, i quali sono respressionc fedele del vcro.

Vi poi sarebbe iiiai ])resuuiihile , die menlre ncli'or- ganisnio solto gli alii ddlc forza leslc accennule die pre- siedono alle funzioni vilali, lullo si dislrugge e si riuno- \ella ; incnlre I'essere auimale nelle fasi della sua esi- sleiiza, no! corso uoii iiiai inlerrollo, rapido e veioce della sua Vila die si aj)pressa alia niorle , niostra una serie dj continue e successive melaniorfosi cd allerazioni , al- Icrazioni organidie o fisidic le quali potcnlonicnle andie influiscono su Ic variazioni sensitive ed intellolluali die in ispecialila osservansi neH'uomo; menlre gli spirili vi- lali ancir essi , per lanle niclamorlbsi e variazioni avve- nule nella composizione cd csscnza della trama oruanica, SI iiiodificaiio, j)er cosi dire, ndla loro forza aninialrice di rcazione , il solo virus vaccinico dovesse rimaner illeso cd idenlico pereiinenieiilc deniro I'organisnio, senza nulla perdere della sua |)riniiliva virlii, senza inline scouiparire ed aniiicnlarsi? .Mi pare die il ragionainenlo ed i fatli concorrano a dimoslrare lullo il conlrario, e provarc die, insicmc al pcrpeliio riniiovellnnienlo avvenulo nella niac- cliiiia aniniale, insienie alia perenue dislruzionc d'ogni vec- chio clemcnlo organico, si dislruggesse pariinenti il virus vaccinico inoculalosi nella prima ela, e seco poco a poco qualunque sua cssenziale e dinamica modificazione im- pressa aH'organismo deH'csscrc vivcnlc, ciie lo faccva cosi

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resistere airimpressionc de'miasmi vajolosi, Sc piii non esislono qiiegli elcmcnli i quali dalle propricta della vac- cinia furono dinamicanienle modificati in modo da non ri- senlire 1' infliienza del vajolo , so lullo neH'organismo si e profondamcnte rinnovellalo, ncssuna ragione vi sarebbe per non credere scomparsa insieme ad essi ogni acqui- stata insuscellibilila e giiarenligia , perche una volla di- slrnlli gli clemenli modificali, si deve distruggere ezian- dio la loro modificazione (1j.

Pero non in tulli gcneralmcnle cio avviene; imper- ciocche molli sino ad un'cli« assai piu avanznia dal de- ccnnio, cd anche sino alia loro vita die piio finire nella pill tarda veccliiezza, conservano ogn'inaltitudine a con- trarrc questo morbo acquistala per opera della prima vac- cinazione. Ma quest' eccczioni ( pur troppo anche coniuni a iiioltissinie allrc specifiche nialallic ) non possono an- nientare il fatio assai pin frequente c quasi gcnerale, ,e non possono smenlire Ic tanle osservazioni diligenlenienle raccollc da niedici probi e senz'alcuna prcvcnzione, os- servazioni le quali, concordi pure a quelle falte in Fran- cia ed allrove da Harder, Ilcini, Steimbrenner , Fiard, Bousquct, Grcrsant, Blache, Serrcs, Dezeimeris, Hardy, c d'altri innumerevoli (2), sono di cosi grave imporlanza

(1) II modo d' a,;^irc del vaccino per preservare t' iiomo dal va- jolo, e uno di que' misteri clio nello slato attuale della scienza non ci e ancor permcsso di ben coinprendere , poiclie scappa a tiilti i noslri niezzi fisici d' investigazione ; com' e mislero pure il perche deir azione tcmporanea o della cessazione d' ogni sua virlu dentro I'organismo: quiiidi to mie idee su questo riguardo, debltono rite- nersi come tcndenti ad acccnnar sollanlo, cosi in gcnerale , 1' esi- slenza di quesli falli, e non mai I'intima essenza e la vera natura di quesli falli mcdesimi ; insomnia come delle spiegazioni leoreticlie clic si cercano di accomodare a'fatti.

(2) P>a gli autori clie lianno presentato osservazioni csalte e poggiandosi sopra le statisliche puljlicale nelle diverse parti d'Eu-

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da polcre ormai slahilirc come leorica fondamcntale nella sciciiza, ciie la vaccina nori possicde die una virlii pre- servalricc Icnipoianea e liinilala , la quale gradalaniente s indcljoliscc e cessa d'csislerc dopo un ccrlo tempo, e alhn di pranunirc perennemcnle gli uomini dal vajuoio , SI ricluedc di nocessila la rivaccinazione : talmenteclie la pralica dcila rivaccinazione saiehhe in ultima analisi una conscguenza del liillo necessaiia della tcmporancila dclla virtu piTservalrice del vaccino. Or, die questo I'ahhia tale, e un fatto, come si e visto, ben comprovalo dalla generale frequenza del vajuoio presso i soggelli vaccinati d una ceria ela avanzala , e forma gia una quislione , direi quasi , complelamenle risolula in mcdicina. Dun- que la rivaccinazione e ipso facto essenzialmente neces- Sana c deve ammcttersi come una pralica generale ed assolulamcnle indispensabile (1),

II. La rivaccinazione iuollre e sempre ulilissima, per-

ropa difomlono la doUrina della Icmporaneila della prescrvazione vac- cinale, do M.iamo n.uiie rnni.iMM.l.iT Widln.r, Enjreberg, Sunderland, Grc;,rory Udfcrs Hufolmul, Thompson, Goindet, Dufresne, Bouillaud, Louis, Douliie, Chomel, Gerdy, Ureschet cc.

(!)_« E coslante (cosi conchiudono gU autori del Compendio) clie la rivaccinazione pr;ilic;.la dopo il 14° anno, e susseiruita da un successo complelo sopra la lerza parte de-i' individui circa: da suc- cesso incoinple(o sopra circa la q„,-,r(a parte, e da un resullato ne- ?ativo sopra i cin.|,.e 12- circa. Tale conclusione e basala sopra cifre cnorini, delle qnali e inipossibile nei,'arne il valore Ora se si vog lia considerare il successo della rivaccinazione come prova della Jinata suscetlibilita per il vajuoio, la rjuislione c i^ia risolula cc- h diinostrato rigorosaiiiente da slatislidie iinponentiVhe, per un certo nmnero di anni, le v.jolnidi. e.l anrho i vajuoli conlluenti niorlali, nticrirono sopra un gran numero di vaccinati. 0 questo falto si deb- ba attribuire a cio die la prescrvazione vaccinaic non sia die teni- poranea, o alia degenerazione del vaccino. o a false vaccine, o al- uso d. virus alteralo, o alia distriizione delle pustule vaccinal! sotto I inllucnza di circostanzc accidenlali, o a qualiinque allra causa, cio poco imporla ; a noi basta di lener cunlo del falto assoluto ;.

.*ITI ACC. VOL. illl.

lo

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clie cssa sola polrebbe scrvire qual iinico mezzo di prova infallil)ilc per isvelare gl' iiiganni e gli errori die s'aves- sero poluto prendere inlonio al gcnuino carallcre dclla vaccina vera e quella spuria , e perclie con essa unica- nienle si polrehhc cvilarc queslo danno gravissimo, sonza cui scmbrami esserc inevilabile. Oiide, ancbe non volen- dosi ammetlere la leorica che , insicme alia dislruzione ed al riiinovellamcnlo, o riproduzionc sosliliiiliva, mi si per- metla 1' esprcssione, di lulli gli clcmcnli organici, avve- nuta col percnne esercizio c movimcnlo vilalc e con il lungo volgcr degli anni, si dislruggesse del pari ogni spe- ciale modificazione del virus vaccinico; o in allri Icrmini, che la preservazione vaccinale non fosse temporanea , ( lo die si farebbe senz' alcuna ben fondata ragione), tulta- via ripcto, la rivaccinazione dovrebbesi adotfare come pra- lica benefica ed universale, come il piu sicuro ed infal- libile rimedio proprio a far conoscere gl' inganni della vaccina spuria, che ben di sovcnle si succcdono per im- perizia o per negligenza de' vaccinator!.

III. Sarebbe a dippiii ulilissima , perclie come un termomelro ci farebbe conoscere se in un individuo du- rassc ancora o pur no quell' inaUiludine agli altacchi va- jolosi cli' erasi acquislala per opera del prime inneslo ; e se raai questa fosse gia cessata, essa rafforzandola la preverrcbbe. Senza queslo mezzo proficuo chi mai po- lrebbe conoscere, e come meglio si polrebbe scrulinare se un individuo, malgrado una prima regolarc inocuiazio- ne vaccinica, sia pur suscellibilc o no al conlagio di quel male ? Chi mai saprebbe misurar sino a qual tempo ta- luno possa restar insuscettibile ed acquistare in seguito quella I'alale disposizione? ^n ' »"

Qui frallanlo dobbiani osservare :

1.° Che nella pralica della rivaccinazione, allorquando un individuo serabri moslrarsi refrallario alio sviluppo della

Ill

puslolii vaccinalc, iioii hisogiia loslo credere alia sua in- suscclliijiiilii, e dcsislcre da ogni ulleriorc tenlalivo; ma come iiclla prima iiioculazioiic , fa d' iiopo ripclere per molle liale 1 opciazione, faccndo seorrcrc un piii o iiicno lungo elasso di lempo ; lalclie in (piesli casi di apparenlc insufccsso , val mei;lio mollipiicarc i saggi indefiiiiliva- meiilo e abhondiire di iilili precauzioni, invece di ripo- sarsi in un' ambigua sieurczza.

2." Che hisogna indislinlamenle rivaccinare lulli gli individui , senz'avcr riguardo all' aspello dellc cicalrici dclla iirima inocnlazione ; giacclie quesle, comunque belle si fossero , non indicano mai, come si prelende da la- Iniii, uno slalo d' inalliludine assolulo ed ancor durcvole neirurganismo (1).

3." Clie lulle Tela, luUe le slagioni, lulle Ic circo- slanze dclla vita, sono favorevoli a quest' operazione.

4." Che scbbenc il vaccino da qualunqne individiio s'allingcsso, ollVa sempre la medcsima eilicacia e le me- desime identiclie qualila, tnttavolta bisogna sempre rilrarlo da individui vigorosi e ben costiluili in forma salute: poi- che la jiralica giornalicra c le spericnzc falle in Francia da iJousquct hau provalo chc , presso gl' individui infer- micci e di dei)ole cosliluzionc, il virus vcdesi degenerare pill jirontamcnic.

5". " Chc lanlo nclla prima, quanlo nelle ultcriori vac- cinazioni, fa nieslieri pralicare su diverse parti del cor- po, e principalmenlc in anibo le braccia, molte punturc ( qualtro o cinque almcno sopra ogni braccio); avcndo oggi le svariatc osservazioni ripelute in dlvcrsi luoghi

(1) 11 prof. Gregory erode, clie hi perfelta condizione delle pu- stolc vacciniclie, sia un segno quasi sicuro per non leniersi una su- scellibilila all" infezione del vajolo. lo in niolli esenipi ho osservato insussistenle la tcorica di (piesto doUo scrillore, per cui mi credo nell' ohbligo di porla in duhbio per schivarsene gii errori.

H2

della GcriTiania cfl allrove cviclcrilcmcnle provalo, c!ie I'azionc profilallica del vaccino e fanto piii cciia c piii complcla, qiianlo inaggiorc c il luinKM'o dellc puslolc, c quanlo piii inlensa e la fcbhrc d'incubazionc chc si su- scila (1).

Osscrvando adunque queslc regolc fondamonlali nclla pratica dclla rivaccinazione, s' avra nella medesinia iin mezzo sompiicc, ma eflicacissimo, di polcrsi non solo ra- pidamonle arreslarc i progressi di qualiinquc epidemia va- juolosa sviluppalasi, ma cziandio s' avra uii mezzo di po- torsi sicuramenlc prevenire (2). Per lo clie la rivaccina- zione cosliluendo la piii sicura e polenle profilassi di qiic- sla epidemico-conlagiosa malallia, dovrchhesi adoUare co- me misura igicnica universale, principalmenle negli anni in cui domina quclla ccrla cosliluzione almosferica vajo- losa, della quale abbiam sopra cslesamenle parlalo.

Ed in vero, qual mezzo piii valevolc cd efficace di cssa vi sarebbe mai per porrc un liniilc alia funesla dif- fusione del vajiiolo? Le misure fin ora conosciule ed adol-

(1) Comp. di nied. pral. op. cil. Art. Vaccina pag. 1042.

(2) Serres nel suo Rapporlo su la vaccinazione fallo airAccade- mia di medicina di Parigi dice, clic la rivaccinazione applicala ali'ar- niata prussiana fine dal JS.'iS, iia cslirpato quasi inlieramonte il va- jolo; perocclie per gli anni 1836, 37, 38 e 39 la media dei casi di vajoioide per luUa I'armata non fu clic di noi'o alVanno.

Nel Regno di Wurlemherg, sopra 14384 niilitari rivaccinali, non s' ebbe in cinqve anni die vn sola caso di vajoioide , e nel nie- desirno spazio di tempo non s'ebbero ad osservare clie tre casi di questa nialatlia sopra 298C4 rivaccinali civili.

Somniando quesli divorsi risuitali abbianio clie, sopra 44258 rivaccinali, non s'ebbero in cinque anni, die qualtro casi di va- juolo, nientre in cinqne anni precedenti s' erano avuti ne'vaccinati 1056 casi di questa malallia Talclie noi concliiudiamo con lo slesso Serres, « cbe il conlraslo di quesle cifre basla esso solo, per sla- te bilire I'ulilila delle seconde vaccinazioni, le quail non si potreb- « bero mai raccomandare abbastanza ». ,

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lalo sono slnlo sunicicnli cd nhbaslnnza cnorgicho per im-

|)(Mlire i:il dilViisione ? e possedoiulo aiiclie laiila erier-

g'la, possoiisi |)oi iiilieramenlc c scrupolosainenle osscr- vare ?

Per impcdiro la difTusiono di (pieslo niorbo, la po- lizia medica, sogiieiido il vcccliio sislcma di Fracasloro, ha fin ora prcscritlo coino |)rcceUo sacro /' isolamenlo, ossia la sopiiiazionc doll'iiiferiiio da'sani; (piindi giiar- dic, cordoiii saiiilnii, lazzarctli , ospedall e qiiaraiileiie: ha proscrillo di dislriiggerc in un dalo luogo il cadavcre do! (lisgrazialo vnjoloso, e qnaliuupio avanzo della nialat- lia sicssa ; d'assoggcllare griiifermi cd i convalcscenli , gTinf'orniit'ri c g\'\ astaiili, gli ulcnsili, le abilazioni e le inlicre faniiglio a (piclle iiiisiire cd a que' process! cosi delli di disiiileUazione, incerli ncl loio ulile e di non fa- cile esecuzionc. Peri) , qneslc cose sono slale e saraniio scmpre di nessuna ulilita : poiclie faccndo anclie aslrazione dcila diCrnsioiie del miasma conlagioso sino ad una cerla dislanza dal ccnlro deiriiifeziono per via dell' aria almo- sferica , i veicoli della Irasmissione cd i mezzi di clan- dcslino contallo sono pur lrop[)0 inliiiili e spesso inos- scrvali cd occuili nel popolo ; e malgrado le piu sagge disposizioni de'magislrali iiicaricali a vegliare su la salute pubblica, la ncgligenza, il conlrabando, rincrednlila, I'ava- rizia, la ciipidigia del denaro e la mala fode li mollipli- cano ad ogni j)asso, c cosi il niorbo soUraendosi ad ogni niisura d' isolanienlo, non polendosi circoscrivere, si pro- paga ad immense dislanze e diviene fnneslo a molle cilia e ad iuliere nazioni Aondimcno (piand'anclic colcsle di- sposizioni polessero esscrc severanienlc adempiule, quan- d'anche, io dico, avessero I' elficacia di polcr inlerrom- pere repcnlinamenle e con fermezza qualunque immedia- la 0 mediala comunicaziono de' sani con gl'infermi, e con Ic persone e b; cose chc furono con essi a per-

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raancnlc conlallo , pure liillo si renderebbe vano e di ncssuna ulilila, e qualiinque vigilanza e prccauzionc ver- rcbbe ad cludersi; perche sussislcndo senipre In niolti in- dividui del popolo qiiella dclcrminala susccUivila o predi- sposizione organico-vilale, c quella coniune influenza epi- deniica, cosi allora i niiasnii conlagiosi si riacccndono ad iin tempo in molli Inogiii, e ad iin tempo indislinlamenle colpiscono niollc pcrsone.

Or, quando nelia rivaccinazione s'avra quel mezzo supremo semplicissimo clie vince qnesti foniili nelia loro sorgenle , pcrclie vincendo la suscellibilitii individuale , rende del pari impolenle ogni miasma ed ogn'influeza epidemica , s'csiterebbe forse ad abbracciarla? si di- rebbe ancora futile e damiosa? si preferirebbero tulla- via quelle misure palliative ed illusorie fin oggi adoltate, a fronle di questa ch'e la piu propria e la piii sicura?

INon fa dubbio cbe in materia sanitaria tutto debba procedere con la massima circospezione , e le quistioni che vi si rapportano, debbano cssere discussc con sangue freddo e con it piii ausloro ragionaniento lilosofico. Le leggi della Polizia medica c dell'Igicne pubblica, debbono cssere direttc da una saggia esperienza e da uno spirito eminentemcnle osservatore ; poicbe oltre cbe sono della massima imporlanza al viver sociale ed alia prosperita dei popoli, esse ci rivelano il grado d'incivilimento d'una na- zione. La gran quistione del conlagio di tanle svariale epi- demic, fin ora irresoluta , ba dalo campo a que'regola- nienti ed a quelle leggi sanitarie antisociali basale tutte sul caduto sistema di Fracasloro, che nelia mira di pre- servare un paese da una maiatlia , elevano insormontabili barrierc contro le popolazioni e Ic societa , e faniio che si relegassero inutilmente tanti individui soffercnti nelle spaventevoli cinle de'lazzarctti.

Eppure per talune malattie cib, sine ad un ccrlo

Ha

fifrado, si rcnderchlic neccssaiio cd inevilahilc; slanleche in I'alto di salulc jiuhMica le canlcle c Ic prccauzioni piii rigorosc non soiio inai riprovcvoli Ma qiiando per tali allre, sifl'allc loggi si i)Olrel)i)ero evilarc ; qiiando con la slrclta osscrvaiiza d'una pialica sempiicc cd iniiocua se ne pr(!V<'rrel)Ijc sompic lo sviliippo , c non avcndosi po- tulo (picslo impcdire, se nc impedirclibc di coito la pro- pagazionc ; quando con un mezzo iniiocenlissimo sollanlo si polrcbbc soggiogare la ferocia di qualclie niorbo slcr- niinalorc c tcnibile, c per seniprc farlo scomparire dalla faccia dclla terra, e evidenlc die cio sarebbe d'una im- mensa ulilita, cd allora si potrebbe dire, un lal fatto fls- sar un'cpoca memorabilc ncgli annali dclla civilizzazione. J^a rivaccinazione rclalivamenle al vajolo, io credo se nial non giudico , di ben adempiere a quest' imporlantis- simo obbietlo, ed cssa univcrsalnicnle accolla ed adollala, avra il vanlo di stabilire quest' era fortunata per 1' unia- nilii e per I' incivilimcnto dcllc nazioni E gia cssa, co- me la pill cncrgiea niisura d'igiene piibblica, c stala ac- ccltala nolla massima parte del conlinenle Europco ; c gia nclia Fraiicia (I), neU'lngliillorra, neU'Alemagna, nclla l)a- nimarca, nclla Baviera, nclla Svczia, nclia Prussia (2) que-

(1) L'Accadomia Realc (Idle scienze di Parigi prometle un pre- mio di dieci niiia frandii a cokii ciie dara la soluzione deile cin- que (juislioiii scgiicnli :

I . La virlii prcscrvatrice della vaccina e assoluta o tempora- nea ? 2. II cow-pox lia una virlu prcs(!rvatrice piu ccria e piu pcrsistcntc di queiln del vacciiio di gia impiejralo? '.i. Supponendo clie la (|ualila |,i'eservalrice dolla vaccina coll' andar del tempo s' in- dehoiisce, bisognerelibe liiiiiovaila ?... e con (|ual mezzo? 4. LMn- tensilii |)iii o nieno graiide de' fenomcni locali della vaccina ha qual- clie relazioiic con la qualila prescrvaliva del vajolo?— 5. E neces- sario di vuccinare piu voile un inedesimo individuo? nel caso af- fermalivo, in quanli anni bisogna rivaccinare?

(2) NlI 1836, nel Regno di Daviera fu pubblicato un indirizzo

116

sla pralica riconosciula bencfica e necessaria si va gene- ralmenle adollando per provcnire o per comballcre gli as- salli d' iin male die mislerioso e lerribile fa scempio delle popolazioni; come ancora essa incomincia ad estendcrsi in qualche parte d' Italia. Gli annali di medicina ci con- tcslano come molle epidemie di vajolo, imperversaiido an- che presso i vaccinati , sono slate ad iin Iralto valida- menle arreslale per l' opera sola delia rivaccinazione; ed infalti , allorche il vajolo infieri nellc armale di Prussia , con essa fu quasi completanienle spenio, e con la mede- sima, adopcrala come metodo generale, si spense pur quelle ch' aveva incominciato a devaslare il reame del Wurtem- berg(1). Nel collegio di Soreze ed a Manlova (1831) nel- rOspizio de'Trovalelli lo stesso morbo per I'efficacia di que- slo mezzo generoso cesso improvvisamente. Con esso i DD." Roesch, Elbe, Dauer, Kofer, ne arreslarono varie epidemic in Gerniania ; e in simil modo vari medici de- bellarono ancora quelle di Ginevra e di 3Ial(a (1832), di Slramburg (1836-37), e di Nantes fI844) (2) -Si vor- ra forse lull' ora per insani pregiudizi rigeltare quesla unica ancora di salule che ci si presenta , c privarci di lanta utile misura igienica? Si esitcra piii ad abbracciarla ond' essere ancor sempre bistraltali dal piii Ircmcndo fla- gcllo cbe tormenla il genere uniano?...Io non lo credo Gia lulli ne abbiam saggialo i lanti escmpi, e sperinien- tato i salutari effetti Dando adunque una Vvolta alle prevenzioni, a' pregiudizi ed alle false dottrine ; baudo al prestigio delle opiuioni e delle classiche auloritjj; in fac-

al popolo, net quale si raccomandava es'ordinava a tuUi la rivaccina- zione:— net 1838 la rivaccinazione fu resa oblilijialoria in Prussia ed in Russia, e gia una simile misura era stata presa in Danimarca e ne' paesi del nord dell'Europa (Vcd. Comp. Art. cit. ).

(1) drisolle, op. cit. pag. 92. ■-."".■

(2) Couip. di med. prat. Vol. VII; pag. 1052.

in

cia ill fallo ed aH'ospcricnza che, come la luce del sole, viiicono Ic loncLrc dclia nolle, i sofismi e Ic chiniere deb- bono allerrarsi ; e specialnicnle quando la quislione vol- ge sii cose di pubblica saliilc e del bencsscre delle po- polazioni, liillo dcve tacere, e lasciarsi imperare sollanlo la ragione e la verilii.

REASSUNTO

Riasstimeiulo quanlo bo fin qui delto, reslringo lullo il mio assunlo nelle segucnli proposizioni.

1." Che r epidemic vajolose doniinano sovenle nelle noslre conlrade 1" percbe i niiasnii conlagiosi del vajolo allaccali a vaii oggclti , esislcndo sempre invisibili in Uilli que' bioghi in cni qualcbe volla s' e sviluppalo , si riac- cendono e si diffundono allorche soppravvengono cerle spe- ciali e delerminalc cosliUizinni cosmirhc; 2" perche non da Inlli s' alliiii'c 1' inneslo Jenneriano, e da nioili si Ira- scurano gl' inganni della vaccina spuria ; e quindi mollis- simi individiii riniancndosi sprovvisli da ogni prevcnliva guareuligia conlro queslo niorbo, die come un desliuo fa- lale, come un trislo relaggio sembra allaccalo alia vita deir uomo, ne vengono colpili ; 3" perche il virus vac- cinico per il suo Irasporlo dnlla specie bovina all'umana, per il suo lungo uso e |)er Ic sue Irasinissioni successive da uomo ad uomo , s' e ahpiaiilo degeneralo nelle pro- prie qualila , e non s' e convenionlemenle rinnovalo ; perch" esso inneslalo ucli'orgaiiismo animale, dislrug- gendosi col perpeluo movimenlo vilale e col volger degli anni, non sembra allro die un preservalivo lemporaneo.

II." (llic per vincersi ncll' uomo ogn" nttiludine a cou- trarre il v.ijolo, olire di doversi sovenle rigenerar col cow- pox originario il virus vaccinico, e indispensabile neces-

AITI Ate. VOL. .Mil 16

H8

sila adoprarsi periodicanienle in ogni decennio la rivac- cinazione.

III." Ch'essa, a prefereiiza di qualunquc allra ini- sura igienica fln ora conosciiila, dovrebbesi adoUare co- me il solo mezzo di prova che la scienza possegga per dislinguere i vaccinali definilivamenle preservati, da quelli non inlieramenle prcservali ; ed allresi come il piii sicuro e potente mezzo proGlallico per prevenire od arrestare le epidemie vajolose.

Quando quesle verila saranno universalmente cono- sciute ed universalmenle accellale ; quando i medici lulli deir isola, illuminati da' resultati otlenuli ncl reslo d' Eu- ropa, s' avranno in cio una sola ed uniforme opinione; quando la rivaccinazione come una legge d'igiene pubblica, come disciplina sanitaria s'adoltera dal noslro Governo, e si riunira al nostro Codice di Poliz\a niedica ; quando i magislrati incaricali a vegliare su la salute de' popoli, faranno severameute eseguire quesla benefica niisura di precauzione ; quando in fine i padri di faniiglia ed i par- rochi , a cui e aflidala la privata e pubblica educazione morale, faranno coniprendere alia moltiludine la suprema ulilila di questa pratica , facendola conoscere come massi- ma del ben essere individuale e comune, e come dovere sacro ed inviolabilc verra generalmente abbracciata, allo- ra son certo che il vajolo, non ostantc d' una dominanle epidemica influenza, sara reso impolenle, ed arreslato vit- loriosaniente ne'suoi primi passi, sara discacciato per sem- prc dalle noslre belle conlrade.

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SILLA IJTILITA

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^OMEACLATIRA DEI LIGAMEOTI

PER

SALVATORE NICOLOSI TIRRIZZI

PROFESSORG IIVTERINO d'asATOJIIA DESCRITTIVA NEILA R. UNIVEnSlxi DEGII STVDJ

DI CATANIA

LETTA

aella aeduta ordiDoria del dl g Norembre zS56

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,, ;i, i.ij .•..i,.i.iiT I iii'ii.-

Won vi snrpl>be (antA coDfusIonc nclle dse, fpialoM si dotcrminassc lucglio il significato delle pnrole. G. B. F. Desccbet. mcd. delle passioni.

.Ill

ii.

kLLORCiiE gli uomini di gran merilo furoiio spiiili dal pcndio dcirisliiilo di conoscero se slossi, coiiiinciai-ono a dirigere le prime loro riccrclic alio slahilimenlo del lin- giiaggio analoniico , per cspriniere i caralleri degli ob- bicUi the si prescntavaiio ai loro sguardi scrulinalori , aU Irinienli sarehbero riniasti privi di cognizioni in siEfalte inaleric , anzi non iie avrehbero rilrallo che oscuritii c confnsione: qiiindi fu loro divisanienlo crcare lecnicbe dc- nomiiiazioni. In cH'clli imposero alie parii del corpo umano dci nomi ricavali or dal grcco, or dal caldeo, ed or dal lalino , scnza niollo occuparsi sc mai tali nomi csprimes- scro il vero signilicalo, chc si desiderava indicare: il per- chc ripclo con il signor Uescurel: « non vi sarebbe tanla conliisione nellc cose , qualora si delerminasse meglio il signilicalo delle parole » ; c a lal'uopo Uumeril , (Ihaus- sicr , Siimmcring, Dumas, IJichal, Cloqncl, Grillo, etc.

122

i cui nonii son chiari abbaslanza nclla scienza, comincia- rono sill d' allora a rivolgcrsi sopra lullo alia riforma dei nomi per essere d'infinilo vanlaggio alia scienza, e a faci- lilarne nel lempo sicsso I' inlcllii«'«nza , e a prccisione dellc idee.

Alio avviso di iin tale canibiamenlo di nomenclalura analomica , uii professorc di raro merilo , in tin suo di- scorso analomico cliiamo i neologisti novi Erosistrali , e un lale giudizio fu applaudilo dalla maggioranza della fa- colla medica ; se non die repularono inulile pericoloso o nocivo un siffallo canoianienlo di nomenclalura c fra gii allri il celebie Morgagni , quando scrisse : si nunc es- sent nomina imponcnda, non dubilo quin plura exco- (jilari possent vieliora, el cum vero mayis congruen- lia ; sell praeslal opinor, verum postea animadversum docere, vetera autem, et usitala nomina rctinere. (Epist. 66, n" 14.)

So pero si considera, dice il sigtior Dimidri, quail altcnenze csislono Ira le parole e le idee, tra il linguag- gio di una scienza e la scienza islessa ; se si riflelle quan- lo una csalla nomenclalura facilili 1' intclligenza c la ri- tenzione delle idee , e quanlo una viziosa la confonda ; quanlo ha giovalo alia sloria nalurale, ed alia chimica so- pralulto, r adoperare una nomenclalura Glosofica, non si sapra niai desidcrare abbaslanza chc la nomenclalura ana- lomica venisse depura di ogni nome erroneo, o arbilrario, per mellere le sue voci in un cliiaro ed esallo accordo con cli Oifnetli chc debbono indicarc.

Ma quale e slala mai I' opera di quesli insigni ana- tomic!?— Quella sollanlo di aggiungere, cangiare, o mo- diCcarc ; ed hanno a lale innovala la nomenclalura ana- lomica, die alcuni crcdellero doversi queslo cangiamenlo cslendcrc al lullo : allri supposero polersi fondarc la scien- za sopra nomi inallerabili e cerli ; e dei progelli per Qno

-^ 123

si fcccro noil nccoiici iitl effolliiiirc qiicsla supposiziouc nicdcsima. Or qtiiiiiliiiKpic ijiaiuli fossiwo slali i loro sfor- zi , lonenilo scnipri; in niira la pcil'dziono dclia sciciiza , tullavolla non valscro a rciidcre conciso cd esallo il iin- gnagij;io aiiatomico, non niodidcarono Inlli i sislcnii, non riforiiKiroiH) dell' iniiiiciiso niiincro di jjarli ciic olTre I'or- ifaiii.siiio , se non una liniilala porzioiio dei nonii harhari c viziosi die Iraggono origiiic da varic lingue, c doi quali al)l)oiida 1' aiiatomia. Cosi cssendo, concliiusc Biclial, die la riluinin dolla noniciiclaliira aiialoniica dchha csscrc il travaglio dolhi accadomic , da|)[)uiciic un solo gonio non polrii giammai arrivarvi , cd un dalo nuinero di iiomini soilanio ])Olraiino imprciidcM'lo c compirlo.

Or ii mio divisamcnlo solloporre a qneslo scicnliflco Congrosso quanlo debolmcnlc io pcnso su la! siibjelto. Per lo die, inlerlcnendomi seniprc in quei iiiiiiti segnati dai neologisli , mi propongo di niodificarc solo i iioini dei ligamonli ; i quali sciilo spcsso cliiamarc or dai loro punli di allacco , or dai silo , or dai colorilo, or dalla dire- zionc, or dalla grandonza, cd or finalnienle dalla ligura; nomi lulli insullicicnli da se soli ad cspriniere la cosa che si desidera conoscere sciiza il soccorso della dcscri- zione della slcssa ; inenlre la nuova sinoniinia die pro- pongo mi pare di indicarc 1' idea compiula ed esalta.

In qucsla riforma di nomeiiclatura preiido di mira gli allacclii in (pid modo die fecero i neologisli nella riforma della iioniciulalura de'muscoli, essendo piu age- vole e pill vanlaggiosa all' ajjprcndimenlo.

Prcniessc quesle idee, passo ora a cousiderare i li- gamcnli nelle diverse arlicolazioni , a cilare i nomi iisi- tali dagli aulori, e ad aggiungervi quclli die io inlcndo proporre.

1,111'

124 AIITICOLO I.

ARTICOLAZIONE TEMPORO-MASCELIAIIE

In quest' arlicolazione si considcrano Ire ligamenli , cioe: il lii!;ciincnlo laterale eslcnio, lalcrale inlcrno , c sli- lo-inascillnre.

II ligamenlo lalcrale eslerno (1) sarehbe meglio chia- marsi zujomalo-colU-musccllare , imiicaiulo i siioi punli (li allacco. e ([iicl ligameiilo die |)er la sua cslreinila su- periore si ailacca aH'apofisi zigomalica del leinporale, e per la eslrcinila iiiferiore, al collo della inascella iiiferiore. II liganienlo lalcrale inleriio (2) siccnmc si Icga in alio aH'apolisi spiiiosa dello sfenoide, ed in basso alia lin- guelta ossea dell' orificio posleriore del canaie dentario della mascella inferiore, propongo cliiaiiiarsi di spini-sfeno- foro masccUare. II liganienlo slilo-niasceilare (3) inse- rilo per la eslremila superiore all' apofisi sliloidea del temporale, e qnclla inferiore all' angolo della mascella in- feriore , sarei di parcre cliianiarsi di slilo-angoli-ma- scellare. ,,■ ,.,,., V. . n ■> . •: ■:■' .^ ••■ ^

(1) Membrana maxillae arlicularis Weitbrecii; mcmbrana arli- colare della mascella Somhuhriivg; laterale eslerno Boyer e Cloquet ; fibroso eslerno Meckel; ziiiomalo- mascellare Gorgoke.

(2) Lijramenlum maxill.-c laterale WEniTB; legamenlo laterale della mascella Sojimerr; laterale inlerno Dover e Cloquet; libroso interne Meckel; sfeno-mascellare Gorg.

(3) Legamento slilo-mascellare Boyer, Cloqiet, e Gorgojie; le- ganicnto slilo-milo-ioideo Meckel, uneadolo con il ligainenlo stilo- ioideo.

125

APPENDICE ALLE AUTICOLAZIONI DELIA TESTA

Arlicolazione deW osso ioide col teniporale

II solo ligamenlo slilo-ioidco (1) esisle in qiicsl' ar- licolazione, clie \o vorrei ciiianiare liganienlu piccolo-cor- no-stilo-ioiden, Icncndo piesenle i suoi allacclii in alio air aj)olisi sliloidca ilcl Icniporale, ed in basso alle pic- cole corna dell' osso ioide.

ARTICOLO 11.

ARTICOLAZIOINE DEI.LA COLONNA VEIiTEBRALE. /. ArUcolazioni dei corpi deUn vertebre.

Tnlli i corpi dellc vcrlebre sono rassodali da due liganKMili cioc: anleriore 1' uuo, posleriore 1' allro.

II ligamenlo verlebialc anleriore (2) lo chiarno con la slessa sinoniniia di SiimnuMring cioe: ligamento ante- riorc comuna del corpi dalle vcrlebre, pcrclie ci nio- slra cliiaraincnle il suo allacco alia faccia anleriore di lulli i corpi delle verlcbrc, cominciando dalla seconda cer- vicale al cor[)0 della prima vcrlcbra incomj)lcla sacra.

II ligamenlo verlebrale posleriore (3) che si allacca

(1) Liganienliim sospensoriuin ossis Iiyoidis Weitb. : stilo-ioi- deo Cinoi KT e ('iiirir.o>E.

(2) IJ,!,Min(Miliim coiporiliiis vertebrariim conuinc anteriiis Weit. ; legamcnlo uiil(Mi()r(! (:<iniiiiie dt'i corpi ilelle vurlL'bre, ossiu fascia loiii;ilii(liiia!c anleriore Sojni. ; leiiamenlo vertehrale comune anle- riore IJovEii e GoiiGO.\E ; Icgamonlo vcrlel>rale anleriore .Meckel e

CtOQlET.

(3) Fascia Inn^filiniinalis poslica , sen liiranienlnni coninne po- slerius Wriin. ; fascia longiluilinale posleriore delle verlebre, ossia

ATTI ACC. VOL. .\ni 11

126

con la sua eslrcmila siiperiorc piii larga alia gronda ba- silare e parle anteriorc del foro occipitaie, e dal liga- nicnlo grondO'Occipilo-assi-ccrvicale con cui s'inlreccia, e die per I'allra oslremila iiiferiore rislrellissinia si fissa alia parle posleriore dci corpi dellc verlebre sacrc, lo no-

iniiio ligamenlo-foro-occiinto-corpo-verlebrale.

- \'.' i -1

''"" ' 2. Arlicolazioni degli archi delle verlebre.

•im

Gli archi delle verlebre si arlicolano in tre piinli di- versi , cioe a dire, per le apofisi arlicolari, per le lainine, e per le apolisi spinose : laondc si dislingnono ligamenli per le apofisi arlicolari, per le lainine c per le upoBsi spinose.

1 ligamenli delle apolisi arlicolari perrhe si allacca- no in alio al conlorno dell' apofisi arlicolare della verte- bra di sopra, ed in basso alia circonfcrenza dell' apofisi arlicolare delta verlebra di sollo , sono slali chiamnli li- gamenli capsolari (1); ma io propongo chiamarsi di cir- cum-apnfisi-arlicolari. I ligamenli dellc lamine fissali per i loro margini superiori ai bordi inferiori e fiicco inlerne delle lamine delle verlebre di sopra, c per i margini in- feriori si altaccano ai bordi superiori delle facce inlerne delle lamine delle verlebre di sollo , sono slali chiamali gialli (2) dal lor colorilo, die io li diianio con il signor

legamenlo posleriore coiniine del corpi dellc vertebre Sohmerr.; lega- nienlo vcrlebrale comune posleriore Dover e GoncojiE ; legamenlo vertebrale posleriore Meckel e Cloqiet.

(1) LigamenUim capsulnre processuum oldiquoruni Weit. ; lega- menlo dei processi obliqiii delle verlebre Si'ni.n. : Icgamenli capso- lari Boyer e Meckel; fibre legamenlose Cloqiet; ligaaienli delle I'ac- celte arlicolari Goroone.

(2) Ligamenla cninim . vel arcmini subflava, sen flava Weit. ; legamenti subllavi delle verlebre Soiim.: ligamenli gialli Dover, .Me- ckel e Cloquet; inlerlaniinari Goucoise.

127

Gorgone lej^amcnli interlaminari. Le apofisi spinose l)rcsenlano due onlini di li-amenli, cioo uno superliciale I allro profondo. I ligamonli siipoifici.ili riiiamnli snpra spinost (!) die io oso chiainarli j7</^'r,s;)mos/ super ficiali SI allaccano allc sommila delle apolisi spinose delle ver- lehre dorsali e lombaii , in niodo da roimaie iin li.-n- inenlo solo. ^

1 liyarnonli profondi deiti mterspinosi (2) si cslen- dono daila ladicc delle apofisi spinose fino alle vicinanze delle ioro sommila. Qnclle fibre li-amenlose die si al- taccano alle apofisi Iraverse delle veilebre del dorse e del lomhi, li nominano lUjamenli mler-apofisi-tmsver- sali (3). ^ '

3. Irticolazioni delle due prime vertcbre fra Ioro,

os.sia alloido-ussoidca.

L'asse e Tallanlo si iiiiiscono Ira Ioro, 1" per la Ioro pane anleriore, mcr.e il ligamenlo alluido-assoi- (leo (1-), di 10 propongo meglio diiamarsi allohlo-arco- corpo-o.ssnulco, perdie impianlasi in alio al inarn-inc an- lenore del piccolo arco ddl'ailanle e discendendo si ar- resia con fissarsi alia parte onlcriore del corpo della se- conda verlebra; 2" c per la Ioro parle posteriore si con-

(1) Lii-Minonla qiK-is apices vorlobrarum conneclunliir Weitd opinenlo per mez/.o .Icl quale ^en-ono miili ali apiei .leilc ver'

tebrc feoMMEiui; lijramc.nto sopra-spinoso-dorso-l.Miii.are I}ici.\r e (lo- Qiet; sopra spnioso liovEii; sripra-siiinosi r.oiir.OAE.

(2) MemlM-ana inler-spinales WEirii.: niembrana inler-sninaie gZIom""" '""" '""'■"P'""*^ '^''^^'*'^'-; interspinosi Boteii, Cloqiet e

(■'{) I.iiramenla recia processuiini Iransversaiinm verleliraniin "seii

lebre boMM. ; le^'aineiUi inlei-dasveisali .1|i.;kel e (ioRr.o>E

orvT- 1 r'"'""*^,"'""" ''•-•""•■""" ""l,.i,lo-assoidiano anieriore Cto- QCET, aUoido-assoideo anieriore Goiico.ae.

128

giungono tra loro mediante il cosi dcUo ligamento alloido ossideo poslcriore (1) die sarehbe nieglio cliiamarsi li- gamento atloido-arco-lamina-ossoideo perche si Gssa per la sua eslremila superiore al margine inferiore del grande arco dell' allanle, e per quella inferiore al bordo superiore della lamina deH'assc. OUre quesli ligamenli e la fd)ro-carlilagine inlervelcbrale comunc a tuUe le ver- lebre, si osscrva un allro ligamento, die per il modo della sua direzione I' banno diianialo trasverso (2), ed io inlendo cliiamarsi ligamento inter-masse-alloideo perche si atlacca allc scabrosila, che sono nella parle interna delle masse lalerali dell' allanle, estendendosi trasvcrsal- mente da una di esse al punlo oinonomo dell' allro lato, passando dielro 1' apofisi odonloidea e formando in tal modo col piccolo arco dell' allanle stesso una specie di anello per ruolare sull' anzidella apofisi ; iiicrce di un al- lro fascio fibroso diviso in due brancbe dette appendici, una delle quali superiore Gssata in alio alia parle anle- riore del forame occi|)ilale, e 1' allra die discende dal mezzo del margine inferiore del ligamento inter-masse- atloideo, e va ad altaccarsi alia base dell' apofisi odon- loidea, e incrociando cosi il ligamento precedente, ne e venulo il nome di ligamento crociato, o crociforme e da Goigone cbianiato atloido-assi-cervicale, e che io oserei chiamare quesla disposizione di ligamenli ligamento-at- loido-foro-occipilo-ossoideo.

(1) Orbicolare posteriore Boyf.r; ligamenlo alloido-ossoidiano po- steriore Cloqiet; alloido-ossideo poslcriore Gougone.

(2) Li|jfamentum crucifonne Maichart; tigamenlum allanlis tran- sversum Weitb. ; legamento trasverso SoM.n. Boyeii e Cloqiet ; Ic- gamento crociato Meckel. II signor Dimidri propone cliiamarsi di li- gamenli comuni interni occipito-verlebraii ; alloido-assi-cervicale

GORCOi'VE.

-^129 ARTICOLO in.

ARTICOLAZIONE DELIA TESTA COLU COLONNA VERTEBRALE. /. Articolazionc occipito-atloid&a.

L' osso occipilale si uiiisce alia verlebra nllanle , o prima per (Iik; ligaincnli aiilnrinifi I'liiio, poslcriore i'allro.

II lii^anieiilo occijiilo-alioidoo aiileriorc (I) si allacca c a! conlorno aiilcriore del foranie occipilale , e al pic- colo arco (leir allanle , die sarohljc incglio cliiainarsi forn-occipito-arco-alloideo anleviore. II ligamenlo occi- jtilo-alloideo poslcriore (2), fissalo al conlorno |)oslcriore del foranic occipilale al grande arco della prima verte- bra , lo cliiamo foro-occipilo-arco-alloideo posteriore.

2. Articolazione grondo-occipito-assi-cervicale.

In qnesl' arlicniazionc mcdiala vi si nolano il liga- raenlo occipito-ossoideo, ed i dne odonloidei.

II legamenlo occipilo-ossoideo (U) allaccasi in alto alia gronda hasilare , cd in basso al corpo della lerza vertebra cervicale : qnindi dai suoi punli di altacco de- vcsi piuttoslo cbiamare li(jamento (jrondo-occipilo-asse-

(1) Membrana annuli anlerioris allanlis Weitd.: membrana del- r anelio aiiteriorc dcH' allunte SiiiiiiEiiiii.\G: Meckel lo considora co- me una conlinuazionc del iig.iineiilo vcrtebiule anleriore, e cio non ostanlc gli da il noinc di membrana oUuratrice anteriore; ligamento anleriore Boyer; occipilo-atloideo anteriore Cloqiet e Goiico>e.

(2) Membrana aimuli poslerioris allanlis Weitd.: ie.irameiilo pro- prio della prima vertebra SiijiJiEim.; membrana ottiiri:trice poslcriore Meckel; lef,'amenlo jiosleriore itovErt; occipito-alloideo poslcriore Clo- qiet e GoucoNE.

(3) Apparatus verlebrarum colli ligamcnlosus Weitdrech ; ap- paralo liijamentoso delle verlet)re del collo SiJ.M.MEitRLXi ; occipito-as- soideo BicHAT e Clooiet ; zimarra Icframentosa Ira la testa , e le vcrlebrc cervicali Meckel; occipito-assi-cervicale Gosgose.

130

cervicale. I due ligamenli odonloidei (1) fissali per le loro csliTmila siiporiori a ciasciino condilo dell' occipila- le . e precisamenle alle scabrosila esistenli ne' lali inter- ni di ogni condilo deH'occipilale, e per le loro eslreinila inferiori vanno ad atlaecaisi agli infossaincnli scabrosi nei lali deir apice deil' apoDsi odonloidea , percio sarebbero raeglio cliiamarii Ugamenti odonto-occipilo-condiloidei.

3. Articolazione occipito-cervicale.

Un solo liganienlo esiste in quest' articolazione, chia- malo sopra spinoso-cervicalc (2) , die si altacca per la sua estremila superiore alia cresta occipilale csterna , e per quella inferiore all' apofisi spinosa della seltima ver- tebra cervicale , cbc penso doversi chianiare Ugamento cresta-occipito-spini-cervicale.

ARTIGOLO IV.

ARTICOLAZIONE DEL TOUACE, OSSIA DELLE COSTOLE. /. Articolazione coslo-verlebrale.

L' articolazione in disamina passa dalle due faccelle delia tesia di ciascbeduna costola alia cavila angolosa for- mata dalle mezze faccette delle due vertebre unite insie- me : due ligainenti rassodano questa uuione , 1' uno e il raggianlc, e I' altro 1' inlcrarlicolare.

II ligainento raggiante (3) si atlacca alia testa della

(1) Liiiamenla epistropliffii, sen alaria Mauciiaiit; legamenli ala- li, 0 lateriili dolla seconda vRrlebra cervicale Sosihekiiinu, Micckel e BovEii: li!;nmenli odonloidei Cloqi!!;? p Gorgone.

(2) LiL;ani('nluin miciia; , seu cervicis Weitb. ; Icgamento co- mune eslerno Ira la testa e le vertebre cervicali Meckel; sopra-spi- iioso-cervicale IticiiAT, e Goiigo^e; cervicale su|)erficiale Cloquet.

(3) liijiamenluin capiluli coslarum Weitb.; legamenlo del ca- pilello dclle cosle Sojimerriing; raggiato Dover, e Cloqiet: legamenli dei capi delle costole Meckel; capi-coslo-vertebrale GoBGoriE.

131

cosla, c passa a fissarsi per un fascio di fibre al corpo della vertebra di sopra ; per uii allro I'ascio nl corpo dclla vertebra di sollo , e |)er il fascio medio alia libro-carli- lagiiie iiitervortcbralc. Or per il modo come si deporlano qne.sle fibre, nc e veniilo il iiome rai^jiiaiilc, clie sarebbe opporlniio ( liiamarsi litjunicnlo ca/)/-c'o,s/f>-c«r/K>-/i7>/"o-rer- tehvalc. II liij;ameiilo inlerarticolare (1) passa dallu cre- sta della lesla della cosla alia fibro-carlilagiiie inlerarti- colare ; per ctii oso cliiamarlo liyaineiUo capi-cuslo-li- bro-veiifbiale.

2. Artkoluzionc-costo-verlebrale,

I

Le farcelte artic(dari dclle a|)ofisi trasvcrse dellc ver- lelirc dorsali si uniscono alle tiiberosila dclle cosloie , Iraniie pero dell' uiidecinia e diiodccima, i cui parlicolari spettano all' aiiatomia descrilliva.

Quest' arlicolazioiic si maiilienc in istrelta nnione mcr- cc tre iij;iimenli: il |)rinio c slato ciiiamalo coslo-lrasver- sale posleriore (2), il quale altaccandosi all'apicc dell'a- pofisi trasversa |)er una parte , e per 1' altra diriiiendosi trasversalmeulc inl'uori va ad all.iccarsi nella porzione non arlicolare della corrispondenle tnberositii della cosla, cd io lo cliianio lujamcnlo trasrersn-luhero-roslala. II secoiido ligamenlo di (picst'arlicolazione e slato detio coslo-trasver- sule medio (3), che per il modo della sua inserzione alia

(\) LiiiaiiKMito inlerno Dover : interarlicolare Cloqiet : costo inlerarticoliire Ciohgome.

(2) LiijamL'lUuin Iransversariuin externum coslanim Weitb.; ie- gamciito lra>v(TSO esliTiio dclle cnsle S(')M.MEr.iii.>G: legaiiieiilo Irasver- so liovi.n: liiiaiiieiili Irasversaii eslerni ilclie cosloie Meckel ; coslo- trasvcrsale [msleriore Cluijiet e Goiigoae.

(3; Li^'ainciili eslerni dei colli dellc cosloie SiijiM. e JIeckel; llgaraenla ccrvicis coslaruin exlerna, coslo-lrasvcrsale medio liiciuT, Clouiet e GoJico.'VE.

132

faccia anleriore di ciascuna apofisi Irasversa alia cosla corrispoiidenlc, lo lilolo lifjamenlo inler-lrasverso-tiibe- ro-costalc. II terzo flnalinenlo e slato conosciulo solto il nome di ligamcnlo coslo Irasversnle infcriore (1), e chc io |)ci suoi allacclii in alio al marginc inferiore dell' a- polisi Irasversa della verlebra sopraslaiilc al collo della coslola immediatainenle solloposia, lo chiamo Uyainenlo super-trasverso-colli-coslule.

3. Articolazione carlilago-stemali.

I liganienii di quest' articolazione sono due: anleriore I'uno, posteriore rallro.

II ligamento carUlago-slernale anleriore (2) si al- lacca alia taccia anleriore deU'eslreinila interna della car- lilagine coslale c passando con Ic sue fibre radiate avanli I'arlicolazione , si arresta all'osso slerno infraslagiiandosi con le fibre deU'onionoino deU'altro lato. II li"anieiito car- tilago-slernale posleriore (3) e situalo nella faccia poste- riore delio sterno c delle carliingini coslali, c mono spes- so del preccdente, e si unisce del pari alia medesima car- tilagine irradiandosi sulio sterno.

II ligamento cartilago-xifoidco (4) ch' io chiamo

(1) Ligainentum transversariiim internum coslarum Weitb. ; le- gamenlo esterno del collo delle cosle Sii.ii.ii.; leiramenli inlerni dci colli delle coslole, o iegamenti trasversali inlerni Meckel ; costo tra- sversale iiifeiiore Biciiat , Clooiiet c Gohgone ; costo Irasversario

BOYER.

(2) Ligamenta cartilaginum coslarum AVeit.; leganiento delle car- tilagini delle cosle Soiti.n.; leganiento anleriore dell'unione delle car- tilagiiii colle cosle Boyer e Cloqiet; raggianle anleriore Mf.ckel; car- tilago slernale anleriore Gorgoine.

(;5) Ligamento posteriore Boyer e Cloquet; raggianle posterio- re Meckel; carlilago-slernale posteriore Goiigoive.

(4) Ligamenlum carlilagiiiis ensiformis Weitb.; legamcnli del- I'osso 0 carlilagine inferiore dello sterno Sii.iniERRiKc; coslo-xifoideo Cloqiet; carlilago-xifoideo Gorgone.

133

carlilafjO-costo-xlhldeo, per allaccarsi alia sollima carli- lagine coslale, c dirijuendosi ol)bli(|iiaiiUMilc in denlro ed ill basso va ad arrcslarsi all' ajtpi-iidicc xifuidc.

4. Articolazioni delle cartilagini Ira loro.

Qiiosli carlilagini soiio rafrcriiiale di alnino fibre li- gamcnlosc lo qiiali passano dairmia alTallra cai lihiiriiie, c quiiuii possianu) chiamarle lujamcnli-inler-carlilmjini.

S. Articolazioni sternali.

L'osso slerno per la sua faccia anleriorc c posle- riorc conlicne fibre liiianionlosc die sono slali cliiamale ligamenli slernuli anlcriore, e posleriore (1).

ARTICOLO V.

ARTICOLAZIONI DEL BACINO.

f. Ardcolazione sacro-rerlebrale.

Quest' arlicolazione e analoga a quella dcUc verle- brc, percbe vi si scorgono i inezzi die soslciigoiio i suoi rapporii aiialoglii a qiiei della «'()l()nna verlebrale , come tale non inerila una nuova dcscrizioiie , Iranue il liga- nicnlo saci'o-vcrtebralc (2) cbe s' insoiiscc in alio alia parte inleriore dell' apofisi trasversa dell' ultima vertebra lombare, ed in basso si attaica alia parte supcriitre del sacro ; per cui tencndo presente qucsla disposizione di

(1) Membrana ossium slerni Weitbrkcii; niembrana slernale an- lcriore 0 posleriore Meckel; sternali anleriorc, e posleriore, o esterno ed inlerno Goihioae,

(2) Ligainenlinn pelvis anticum inferiiis Weitdr.; legameiito an- leriorc inferiore della pelvc Sii.Mn.; lef;anienlo anleriorc infciiore Me- ckel; sacro-verlebrale <'loqiet. e Gocoje; ioterverlebrale Bover.

ATTI ACC. VOL. XUI l8 '

134

allacchi lo chiamo ligamento-sacro-veriebro-Tnargini-ira- sversale.

2. Arlicolazione gacro-coccigea.

Due ligamenli rnssodano il sacro al coccigc; cioe il sacro-coccigeo anleriore, ed i! posteriore.

II Ikjamento sacro-coccigeo anleriore (1) si allac- ca alia parte anleriore del sacro, discendc sopra la fac- cia corrispoiulcnle del coecige.

II ligameiito sacro-coccigeo, posleriore (2) siccome si fissa ill alio al conlorno del caiialc sacro, ed in basso in- vade lulla la faccia posleriore del coecige, sarebbe nie- glio chianiarsi ligamenlo canale-sacrO'Coccigco.

3. Articolazione sacro-iliaca.

Si scorgono in quest' arlicolazione cinque forti liga- menli, cioe : 1." Ligamenlo sacro-sciatico posteriore (iJ) e quel ligamenlo forle , che logasi con la sua cslremila superiore assai larga alia |)arle piii bassa del labbro esler- no della crcsla iliaca, al ligamento sacro-laleri-spini-ilia' CO, al margine ed un p6 alia faccia posleriore del sacro, ed al margine e parte posleriore della parte superiore del

(1) Ligamenlum ossium coccigis Weitb.; Somjiehiiiivg non lo con- sidera coslanle questo ligamenlo, come allres'i da Boyeii; non vien descritto. Meckel Io confonde col ligamenlo anleriore delle vertebre, CiOQUET e (joiigone lo cliiamano sacro-coccigeo anleriore.

(2) Sacro coccigeo Boyeii; sacro coccigeo posleriore Cloquet e Gokgone; SiiiijiEiiitii>G ollre queslo ligamento, animelte due allri ro- biisli ligamenli, die parlono dalle corna del coecige, e si fissano all'apice del sacro a cui ci ha dato i nomi di ligamenli posleriori brevi.

(3) Ligamentum tubero-sacrum sivc sacro-iscliiaticum Weitb.; legamcnlo lubero-sacro , ovvero sacro-iscliialico maggiorc Sli.iiMEit- iiino; Gran ligamenlo sacro scialico Boyeis; Gran legamenlo pelvico posteriore Meckel; sacro-sciatico posteriore, Cloqiet e Gorgoke.

135

coccige ; mcnlre con la eslrcmila inferiore assai rislrella va a fissarsi alia lulicrositii cleU' iscliio, or da quosli dif- fcrciili puiili di allacco sarehbc iiicyiio cliiamarsi liya- mcnlo Uen-mcro-tuhero-ischiuticu.

2. Ligamcnlo sacro-scialico anlcriorc (1) e quel liga- meiilo inciio esleso del |)rec('donlc, die si allacca con la sua base, coiifundcndosi con il preccdenle, al mari^ine del sacro , ed an p6 al marginc del cocciijc ; c per I'apjce si fissa alia cinia della spina iscliialica, da cio sollopon- go chiainarsi liyamcnlo sacro-spini-ischialico.

3. Ligamcnlo sacro s|)inoso (2) s' impianla in alto alia spina snperiorc e posleiiore dell' osso iliaco , cd in basso lermine sopra Ic parii lalcrali e posleriori del sa- cro, sarei d' upinione noiuinarsi li(j(inie)ilu sucro-kUeri- spini-Uiacn.

4. Ligamcnlo sacro-iliaco (3) si allacca in avanll alio inecuat'linnzc situate dictro la faccia auricolarc del- r osso iliaco, ed in dietro alle due prime cmincnze della faccia postcriorc del sacro, cd alio spazio tra queste cmi- ncnze, e la faccia articolare ch' e piii in avanti, ch'io da- rei la sinonimia di auricolo-sucro-iliaco.

(1) Lijrnmonliim spinnso-sarriirn. sive sacrum iscliiaticuin minus, sive iulLTiiiiiii \Vi;iT.: Icj^aincnlo sjiinoso sacro, ossia sacro iscliiati- co minore inlerno Sii.MMEiiit.; jjiccolo Icgamcnlo sacro- sciatico Boyer; piccolo Icganiciilo pclvico aiiluriore Meckel; sacio-fcialico anteriorc Cloqiet e ^IOl!Co^E.

(2) Lij^aiiicnliHn iiclvi? poslicum, sivo ossis ilci, s. siiptTficialc Weit.; leganiciilo iiDSlcriorc liinL'o ileirnspo innomiiialo Sii.ii^iERR.; ie- paniciitn sacio-iliaco ir.fcriore Itovcn ; iop:amenlo pelvico posteriore lunj,'o Meckel; sacro spiuoso Cloqiet e Cioiico.ve.

(3) Ligameiitum pelvis, s. ilci posliciim breve , s. profundura Weitb.: IcnaiDciilo pnslcriore Iirovo (Icli' osso innouiinain SiniMEiin. ; sacro iliaco IJicmat o Cloqiet ; !('p:aiiiciito pehico posleriore breve Meckel; sacro-iliuco pusteriore GoitGONE.

136

5. Finnlmcnle ligamenio sacro-iliaco anteriore (1) e allaccalo du uii canto alia base del sacro cd alia parte anlcriore dclla sua faccella arlicolare , e dall' allro alia faccia iiilenia dell'osso iliaco iiel davanii dclla faccia ar- licolare. ' .V.

4, Arlicolazione ileo-lombare '■'■

Quest' arlicolazione non si avvera per contatlo di su- perficie ossce, ma sibbene Ira le ossa iliaclie e I' ullinia verlebia lonibare si dislende il ligamenio ileo-lombare (2), cbe sla impianlalo e alia cinia deirapofisi Irasvcrsa del- I'ullima vertebra lombare , e alia spina iliaca posleriore e snperiore ; laonde essendo cosi jissalo alle ossa indi- cate, sarei di parcre cbiamarsi ligamenio trasverso-ver- tebro-spini-iliaco.

' "■■■■ '; ij S. Arlicolazione piibiana (3) - .•:-.ri I

Due linamenli rassodano quest' arlicolazione : il li- gamenio pubiiino anlcriore (4) cbe sarebbe nieglio cbia- marsi inlor-puhieo anlcriore percbe passa fra le parti anleriori dei due pubi ; ed il ligamenio sotlo-|)ubiano (S)

(1) Ligamenio sacro-iliaco anteriore Gokgoise ; fascelti Dbrosi Cloqiet.

(2) Li^iinionliim pelvis aniicum inferiiis Weitd. : legamento an- teriore sii|icii(iii (lelle pclvi Soiiiniuii. ; lii^aineiilo pclvico anteriore inferiore JIeckel; iloo-loniharc Bicievt , Cloqiet e ^lO^GOINE.

(3) Sjiupliyisis , sen conimissura ossiiiin piiliis Weitb. ; sinGsi ossia iMiione delie ossa del pnbe So.iui. ; siiifisi del pube Meckel;

(i-) V diiiino iinli'iiore Iiiciiat, Cloqiet e CoiicoivE.

(■i) Ligainculiiin aiciiahuii ossiiin pubis Mdlii-cnlioiin , questo ligameiito eil il prccedciile sono slali da alciiiii aiialoiiiiti confusi colla rd)rocarlilagine iiUerincdia alle due ossa del |)id)e, e da altri sono descrilli arlieolo siiilisi senza designarii con mmii particolari ; BiciuT, Cloqiet e Goiigoke lo cliiumaiio, sotlo pubiano.

1.37

0 mcglio inler-puhien inferiore per allaccarsi alia parte superiore oil iiilcrna ilellc due Ijranclie di quesl' areata.

6. Appendico allc arlicokizioni del Ixicino

Per compierc la noiTieiiclaliiia dcllo arlicolazioni del baciiio lion lesla a pnilaio clie del ligamciilo olluralo- re (I), il quale si allacca al conloiiio del I'oianie oUu- raloie cImo .soUonoiigo cliiainarsi li<rainonlo maryini-fo- ro-otlunUore.

ARTICOLO VI. '^

AimCOLAZIOM DELLE ESTREMITA SlPERIORl /. Arlicolazione stcrno-clmicolare

La clavicola vlone rafFiTiiiala per la sua eslrcmila interna niediaiile qiiaHio li^;imenli , cioe : I. lijjaniento sterno-clavicolare aiileriore {!), legato c alia parte aiite- riore della testa dclla clavicola , e alia parte aiil( riore dclla circonferenza della cavila corrispondenle dollo sler- no, per cui io , per (|uesla disposizioiie di allaeclii clie presenta il liganiento in parola , Io chianio capi-cleido- sternale-anlcriore ; 2. liganiento sterno-clavicolare po- steriore (!{) s' inqiianta per una sua estreniita alia parte

(t) LiijiimonUim scu nicinbrana oltliirans fnraniinis Tliyniidis ossiuni cdXic Wk.itii. ; ineinlHaiia clic alliira il I'oro liioiili'o di'lle ossu innoriiiiiate Sinpi. ; menibiana olturalrice JIkckel; olluralore Cloqiet e GimGo>E.

(2; Coiini'xio claviciilaB cum slerno et roslo prima Weitb. ; unione dclla tlavic(da C(dlo slerno c colla prima cosla So.iin.; le- ganiento lihroso anlciidic Meckel; legamcnlo anicriorc deH'ailicola- zione della clavicola collo slerno Boyeii; slcrnoclavicolare anleriore CtoyiET e GoncnsE.

{'.\) Le!,Minenlo fdiroso postcriorc Meckel; posteriore dell'arti- colazione dclla clavicola collo slerno Dover; slerno-clavicolarc poste- riore Cloqiet e Gougose.

138

posleriore dclla fesla della clavicola, e per I'allra si fissa in (liclro della circoiifeienza della cavila dello sleriio, don- de da me riceve la sinonimia di capi-deido-slcrnale-po- steriore ; 3. ligamenlo coslo-clavicolare (1) s'inserisce e alia faccia inferiore della clavicola , e alia parle interna e superiore della carlilagine della prima cosia , die sa- rebhe meglio chiamarsi carlilafjo-deido-coskde ; 4. Fi- nalmenle ligamenlo inlerclavicolare (2) si eslende da una eslremila interna di niia clavicola all' allra, ed occupa lo spazio clic quesle due ossa lascian fra loro ; cosi io sot- topongo chiamarsi lujamcnlo inler-capi-duvicolare.

2. Articolazione scapolo clavicolare

In quesla unione si osservano Ire ligamenli, cioe 1." acromion clavicolare superiore, 2." acromion clavico- lare inferiore, 3." coraco clavicolare. Ai qiiali ligamenli non trovo da camhiare sinonimia, solamenle vi e da di- re neir ultimo ligamenlo clie per essere composlo di due fasci di forme e atlacclii differenli 1' uno dall'altro, so- no slali cliiamati da"li analomici con nomi dilferenti . cioe un fascio fibroso die direlto alia parle inlerna del- r arlicolazionc di forma conica , e slnlo dello ligamenlo conoide (3), allaccalo per la sua sommilii alia faccia su- periore e posleriore dell' apofisi coracoide, e per la sua base alia luberosila della clavicola, or io tenendo conto qucsli allaccbi di queslo fascio ligamenloso , lo chianio

(1) Ligamcntum rlinniboides clavicula? Wi.itb.; lejjamento rom- boideo delid clavicola SiiiiM. ; roiuboideo Mkckel ; coslo-clavicolare

BOIER CLOyiET e GoiiGOPiE.

(2) Li|:ainenlum inter-claviculare Weitb.; interclavicolare SiJ.tiM.; BoYER Cloqiet e GoBGO^E; legamento clavicolare Meckel.

(3) Liiiamentiim scapiilare coimine conoides AVeitb.; logamento comune conoideo della scapola So.ii.ii. ; legamento conoide Meckel Boyer; fascio posleriore ed inlerno Cloqiet. - ,

130

coraco- lnho.ro -davicnlnrc (1); e I'allro fascio die di- rcllo cstcrniimciile di lorma qiiadrangolaro, e slalo cliia- iiialo Irapczzoideo (2), allaccalo iiifirioriiionlc alia parte interna dell' apolisi coracoidea , c snperiormeiile a qiiella linea oltl)li(|iia, clie dalla dclla lrd)ci'o.sila noslasi all' estre- niila della clavicola, I'aitpello Ufjamenlo comco-linei-cla- vicolare.

3. Appendiee alle arlicolazioni scapolo-davicolare

In qncsl' arlicolazione si contano due llgamcnli, iino per coiivcilire in loro rincavaliira coracoidea, cd ha ri- ccvuto il iKiine di liganienlo coracoideo (3) , allaccalo ai due maii^iiii dcllincavalnra islessa , e i'allro per coniple- tare la volla clic forniano racroniion c I'apofisi coracoi- dea al di sopra dclla Icsia dcH'oniero e slalo cliiaiiiato liganiciilo acroinion-coi'acoideo (4) il quale sla fissalo con la sua base hiii<;() il niari,nne poslcriore dcH'apofisi co- racoidc , e col sno rpici^ alia SDnimila deH'apdlisi acro- mion, (lliiaiiio il priino lii^aiiienlo inci.snra vmnjini-cara- coidho. Aniincllo pel sccondo la sinonimia data dagli au- tori , cine a dire acrdinion-cnracoidtio. .

(1) Li^:Hiu nliim coraco-clavicolare ; coraco-clavicolare Micrei

Cl.OQlET e (idUdd.MC.

(2) MiriiMiciitiim srapiiinre comiine Irapczoides Wf.itb. ; lega- menlo coinuni" Iriipczniiloo (ii-lhi siapola SiJ.MJi. ; Ir^'anienlo Irapcz- zoide Mecki:!,: IJovKri: fascio aiileriiiie cd cslcrno Ci.ooiiT.

(3) Li^atiiciiliiin pidpi'iiiin puslcrins. niiinis, ohiiipiiiin Weitb.: le- gainenlo pnslfiiiiri' pioprii) (lcll;i scapdia Si'mii. : lcL;aiiii'iilo costo- coracoi(l('() Mkckkl; ('(ii-acoidoo Ci.ooitt (! (ionr.n.M:: qiie?to lii;niiK'iito come allelic il susscjiiiciilc soiio descrilli da Dover scnza iiorni par- ticolari.

(4) Lijjamciiliim |iiiipriuin anicriiis ^^ Kirii.: lijiamniitiim coraco- acromiale, s. anli'ijus s. iiiajiis. s. triipii'liiidi da allri . k'^anuMUo scapolare aiilciiort; ()iupiio sihiM.; acromioii-coracoideo Meckel; Clo-

tttET e GoilGO«E.

uo

) 4. Articolazione scapolo-omerale .|

I r '

Trc lignmonll mcllono in rapporlo qnesl'arlicolazio- ne, cioe it lig'.imenlo glciioideo, il cassolare , cd il co- raco-omeraic. II ligamenlo iflcnoiJeo (1) sla fissalo a gui- sa di ccrcine al conlorno della cavila glcnoidea, da cui ha riceviilo il sno nonic , cii'io gli do la sinoiiiniia di circum (jlenoidlio . II llganienlo capsolare (2) e altaccalo supciiormcnte al cello della cavila gleiioidea , cd iiiferior- nienle abbraccia il collo deH'oraero; e per quesli suni al- tacclii lo chianio circum-ylenn-cnlli-omerale, II ligamen- to coraco-omerale (li) e siliialo nclla |)arlo siipcridre cd inlcrna dcirarlicolnzioiic , e disccnde dal niargino cnlcrno deH'apofisi coracoide sopia la giossa tiiborosila deirome- ro , confondendo porzionc dellc sue (ibre colia parle su- periore del ligamenlo prccedeiite c con (pielle del lendi- Be del nuiscolo gran soUo-scapolo Irocbileriano, lo nomi- no liyainenlo coraco-lrochileriano.

. > .

, S. Articolazione omero-cubiiale ,:, ,

I ligamcnli clie raffermano qiicsl' articolazione sono quallro, cioe: 1.* ligamenlo lalerale eslerno (4) impian-

(1) Lioanienluin !,'len(ii(loum, leiramenlo i^lonoideo Micrel; Clo- Qi'ET e Goiigom;; du lioviii viene doscrllto di curciae f'dirDSo.

(2) Ligamenliiin Ciipsiiliire ossi luirnori niayiiuin Wkitb. ; gran leganienlo capsolare dell' omero Sij.ii.ii.; capsola liiirosa Micckel; legaiiienlo orbicolare ItoYEi!; capsolare Cloqiet c GougojiE.

(3) Accessoi'io Boveii; coraco-oiiieiale Cluoiet e (lortr,oi\'E; que- sto ligamenlo come anclie il glenoiileo da Weitb. e So.ii.n. ; non vengono descritli, come allresi queslo ligamenlo non c doscriUo da Meckel.

(4) Ligamenlum lalerali exlernum cubiti , seu bracliio-radiale Weitb.; legamenlo lalerale eslerno Somm. Meckiil, Boveh c Clo- QUET ; omero-radiale eslerno Goiscone.

-^141

lalo c alln liiborosilu cslerna dcironiero, e al radio; ose- rci cliiaiuarlo spt'cilicaiulo inci^lio i suoi allacchi lubcru- omaro-vudiah^ 2." ligcimonlo lalerale inlerno (1) allac- calo col siio apice alia liihcrosilii iiileriia deironuTO, e colla sua haso inipiaulalo alia |)arle cnrrispoiulcnlc del cubilo, cli'io lo iHHuluo li(iam<')il(i lubero-omero'Cuhila- Ic, 3." lii;amciilo aiiloriorc (2) o nieglio intev-tubero- umoro-radiuh- per esscrc (issalo in alio alia parle aiilc- rioro dolla liiherosila inleriia dciromero, cd alio spazio tra le due lubcrosila e fossa coracoidea deH'onicro ine- desiino , cd in Lasso va ad iiitracciarsi col li(jamenlo an- <joU-si(jiao-cnbitale ove si anesla ; 4." liganienlo |)0sle- riorc ['^) Icgalo per la sua eslrcuiila superiore sopra la cavila olecraniana deH'omcro, poi discciidcndo , si fissa coll'allra cslrcniila alia soniinita 'IcH'olecrano , ch'io oseroi cliiainarlo liyumento oinero- cubilo-olecranidnu.

ARTICOLAZIONI IIADIO-CIBITALI 6. Articolazionc radio-cubitale-superiore

Un soIo ligauicnlo rassoda qucsl'arlicolaziono ch'e appunlo il cosi dello ligamcnlo aiuilan! (4), die polrcb- be dirsi unyoli sigmO'Cubitale per allaccarsi colle sue

(1) Lijjamenlum iulcrale inlermini ciiliili , seu lirachio-cubitale Weitd.; laltrale iiilurno del ciihilo Sii.ii.ii. Boyeii , Mixkel , e Clo- qiet; omcro-ttiliilale inlerno Gohgo.m;.

(2) Mfnilirana cap?olaris culiili Weitb.; ligamcnli filirosi ante- riori e posloiidii Mkckel; loLianuMilo anlurioro Clooiet: omero-radiajp aulcriorc! (lonr,o.>E; ISoyer non di'snivi' ne quoslo, ne il |iusleiiiirc.

(3) Lcyamenlo posteriore Cloqiet ; omero-cubilale poslcriorc, Cokgone.

(4) Liiranientuni anulare sive orhicularc radii Weitb.; leiraniento anulare, ossia oiiiitolare del rajrijio SibiJiEim. ; legamenlo anulare Dover, .Meckel c Clooiet; cubilale Goiigo.>e.

ATTl ACC. vol. xiii I'J

U2

eslremila ai margin! anleriore , e posleriore delln pieco- la cavila sigmoidea del cubilo.

7. Articolazione radio-cubitale -media

In quest'arlicolazione csistono due ligamenli , cioe Tinterosseo, ed il rolondo.

II ligamenlo inlcrossco (1) e quclla membrana fibro- sa legala per il siio bordo cslerno al margine inlerno del raggio, e per il bordo inlerno a qiiello eslerno del cu- bilo; qnindi por qiiosta disposizione soUopongo cbiamarsi radio-mar (jini-cubilale. II ligamenlo rolondo (2) si altac- ca in alio alia parle anleriore e supcriore del cubilo al disotto deH'allacco del muscolo omcro-cnbilale ed in bas- so si nnisce al radio , sollo la luberosila bicipitale cb'iio da qnesl'ailacclii lo ebiamo lujamento cubilo-tubero-ra- diale.

8. Articolazione cubilo radiate inferiore

Inferiormenle le due ossa cubilo e raggio si arlico- lano merce la fibro-carlUagine-cubilo-radiale (3).

(1) Membrana inlerossea anlihracliialis Weitb.; membrana inte- rossea deiruvainbraccio So.iui.; lejjaniento inlerosseo Boyer, Meckel, e Cloquct; cniiiloradiaic medio Goucone.

(2) Cborda Iransversalis cnbili Weitu.; cubili teres , membrana obliqiia sive Iransversa ; corda trasversaie del cubito Somji. ; liga- menlo rolondo Boyer Meckel e Cloqiet ; cubito-radiale superiore GoncoNE.

(3) Carlilago Iriannolaris intermedia extremitatum ossium anti- bracliii Weitb.; cartilaginc intermedia triangolare siUiata fra I'ulna ed il raggio Sii.ini. ; legamenlo triangolare Boyer ; cartilagine inter articolare Meckel; fibro-cartilagine triangolare Cloquet; ligamenlo fi- bro-carlilagineo cubilo-radiale Gorgone.

143

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9. Artlcolazione radio-carpiia

Dcnomino i ligaincnli di quesl'aiticolazione colla sles- sa sinonimia del sigiior (ioiifoiio , cioe a dire 1." liga- meiilo laleialc cslerno (1) rudia-scafoidbo , allaccalo c all'apofisi sliloidea del raifg'io, c alia paiio oslcnia dello scafoido ; 2." ligaiiiciilo laleiale iiilcriio i2) cubito-pira- midale iinpianlato in alio alia sommila deli' apnfisi sli- loidea del cuhilo, ed in basso net lalo iiileriio dt'H' osso piramidale , 3." ligamcnlo anleiiore (3) radio-carpieo palmare, iiiserilo c alia |)ail(^ inl'eiiorc ed anleiiore della eslreniila carpiea del raggio, c alia faccia anlcriore dclle prime Ire ossa del prinio rango del carpo; 4." ligamen- lo posleriore (4) radio carpieo dorsule , legalo in alto alia parle posleriore ed inferiore del raggio, ed in basso allc prime Ire ossa della prima fdicra del carpo.

(1) Lignmentuni radiale ciibito-carpaiis; lalerale esterno Boter e Cloqiet ; legainenlo Cbroso anleriore o radiale Meckel ; radio-sca-

foidCO GORGO>E.

(2) Ligamentum cuiiilaie arliculi cubito-carpalis; lalerale inter- no BovEii , e Cloqiet; fibrose posleriore o cubitale Meckel; cubito- piramidale Gorcone.

(3) Ligamentiim accessorium arliculi cubilo-carpalis palmare ; legamenlo palmare del carpo Somm.; anleriore Boyer , e Cloqiet; fibroso palmare Meckel; radio-carpieo palmare Gorgoke.

(i) Ligamenliim fibrosum dorsale arliculi cubilo-palmaris , sive riiomboidalc; legametilo coraune dorsale del carpo So.mji.: posleriore BoYEii , e Cloqiet ; fibroso dorsale Meckel ; radio-carpieo dorsale GouGONE ; Weit. uiiisce lulli e quallro legamenli in un solo cbia- raandolo mcinbrana arliculi cidtili cl carjii capsularis; e Sii.MJi. ollre quei due legamenli sopra descrilli ammetle quesl'allro legamenlo capsolare.

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U4

AIITICOLAZIONI CARPIANI 10. Arlicolazioni del rango antibrachiale.

In quest' nrlicolazionc vi si dislingiiono i ligamenli intcrnssci, o fibro-caililagini , ed i ligamenli anlcriori e posteriori.

I leganienli inlerossei (1) cosi delle per esislere nel mezzo deir osso scafoide, e semiiunare 1' nno, e tra que- st' ultimo , cd il piramidaie 1' allro , i qunii son da me dislinti coi nomi di jibro-caiiilagini-scafo-lunarc il pri- mo , c di fihro-carlilafjinc-luno-jyiraiiiidale il secondo.

I ligamenli antcriori (2) sono delle picciole fasce , clie passano dcllo scafoide al seniilnnarc, c da qucslo al piramidaie. Da quesla disposizione rhe lengono sarebbe meglio che si chiamasscro, ligamenli scofo lunO'pirmni- palmarc. I ligamenti posteriori (3) somigiiano ai pre- cedenli, con die pero le fibre sono piii apprezzabili ; quin- di la sinonimia resla la stessa, solo loglicndo palmare ed affoiiini-cndo dorsale.

L'oaso pisiforme si unisce medianle dne ligamenli, uno die lo tralliene all' osso grande , e I' allro clie lo fis- sa al qiiinto osso del melacarpo ; per cui il Gorgone cliia- nia lifjamcnli pisiforme uncinalo I'uno, e pisiforme- metacarpieo 1' allro (4). imh;;/ :i,„ ,::..

(1) Ligamenta transversa sive interossea ; ligamenli superiori Boyf.r; inlerossei Cloqikt e Gokgore ; legamenti trasversi Meckel; legamenti tra le singole ossa del carpo in ciascun ordinc Sci.iui.

(2) Ligamenli Ira le ossa del prime ordine del carpo Somm. ; legamenli palmari Meckel, Cloqvet e Goiicoine ; anleriori Dover.

(3; Legamenti posteriori Boyer ; dorsali Meckel, Cloquet e

GONGONE.

(4) Ligamenta ossis subrolundi AVeitb. ; legamcnlo dell' osso subrotondo, od orbicolare SiiMii.; mazzeUi fibrosi Oloqiet; fibre ac- cessorie Dover; pisiforme unciuato, e metacarpieo Gorgome.

145

//. Articolazioni del rango melacarpiio

I ligamonli di qiicsl'allra arlicolazione sono disposli come qiielli (leH'arlicolazioiK! prccedciilc , pcrciij si ravvi- sano due ligameiili iiilerossci , e due ligamcnli aiileriori c posteriori.

I ligamciili iiilerossei (1) sono due, poiclie iion no esiste Ira il trapczio, ed il Irajiezoidc, ma vedcsi il pri- me Ira queslo ed il grandc osso, cd il scconilo Ira que- slo c r osso uncinalo, ch'io oso chinmarlo //7/;'o-c«;7//a- yine-lropezoide-cujiiUdo il (trinio, c jibio-uirliUujina-ca- pitnlo-iinci forme il secondo.

I ligamciili aiiloridri (2) siccome passano Irasversal- ineiilo ilnl Irapczio al Irapezoide, da queslo all'osso ca- pilalo , li cliiiiino liijamenli Irapezio-trapezoide-capila- to pdlniari. 1 ligameiili |)Osloriori (l{) disposli come i precedeiili, I'appello trapczio-irapezoide-capilalo dnrsale.

12. Arlicolazioni dpi due ranghi delle ossa del carpo I'lino coW allro

III simil guisa i ligamciili di quesl' arlicolazione so- no da inc dcscrilli con la sinonimia del Gorgone , cioe a dire, 1." II ligamcnlo lalerale eslcrno (4) di sca/bi'do- irapezdidl'o, jicr allaccarsi alia faccia eslerna dello sca- foide a (juella eslerna del Irapczio. 2." II ligamcnlo la- lerale inlerno (a) di pirami-uncinalo per impiaiilarsi con la sua eslreraila superiore alia faccia inlcrna del pirami-

(1) Ligainenla transversa, sive interossea.

(2) Ligamenti paliiiari JIeckkl, Cloqiet, e Gorgo>e ; anteriore

BOTER.

(!5) Li^ranienfa inler-far|)i ossa ordinis spcunili Wkitr. ; iega- menti tra le ossa dot se<:oii(lo ordine del carpo ^()MM.; posleriore BoYEii; dorsali Mi;(:ki;l Cloqiet. e ('ioiigo>e.

(4) Uiiioiie del due ordini dellc ossa del carpo SiiiiM.; lalerale estcriio BoYEn , c Cloqiet; Meckel li confondi con i precedenli.

(o) Lalerale interno liovEn e Cloqiet.

146

dale a qiiella deH'unciiialo. 3." II ligamenlo anteriore (1) di carpieo anteriore o mcglio palmare per inscrirsi dal- le prime tre ossa della prima lilicra del car|)0 a quelle dclla seconda filiera. 4.° II ligamenlo jjoslcriore (2) di carpi eo-posteriore , o dorsale , per lenere la slessa di- sposizione del palmare.

ARTIC0L4ZI0M CAltPO-METACAIiPIANE . .

13. Prima articolaaione carpo-mclacarpiane

La lesla del primo osso melacarpiano, viene rice- vuta dalla cavila clie ti prosenla la faccia inleriore del trapezio; quesla uiiione viene rassodala mediaiilc un li- gamenlo, dello capsolare (3) cli'io propongo cliiamarsi lifjameido circum-lrapezdo-capi'inctamrpieo, per altac- carsi in alio al conlorno della superDcie arlicularc del trapezio, ed in basso a fissarsi alia circonferenza della lesla del primo osso del melacarpo,

H. VUime quatlro arlicolazioni carpo-metacarpiane

I ligamenli , rhe raffermano quesle arlicolazioni , hanno dalla maggior parle dcgli analomici ricevulo i no- mi di ligamenli palmari e dorsali , ma io Icngo presenle la sinonimia del sopra cilalo aulore , cioe di liyamenti carpo-melacarpiani palmari , e dorsali , per allaccarsi i palmari alle facce anterior! della seconda filiera delle

(1) Ligamenlo anleriore Boyeb e Cloquet ; lalerale anteriore Meckel.

(2) Ligamenlo posterioie Boyer e Cloquht; lalerale posteriore Meckel.

(3) Di qiiesto ligamenlo Weit. , Somm. e Meckel ne formano quallro porzione cliiamali ligamenlo palmare, dorsale, lalerale, ester- no, e lalerale inlerno.

U7

ossa del cnrpo, alio cstrcmila supcriori dcllc qualiro ul- liine ossa del in(;lacarpo ; i dorsali aile facce posteriori dede ossa del secondo raiip;o del carpo alle lesle dclle ullinie qualiro ossa del melacarpo.

15. Arlicolazioni metacarpiane

I ligamcnli di quosle arlicolazieni sono dclli palmar! e dorsali.

I lii-anienli palmari (1) sono cliianiaii da! Gorgone mcUivaipinni palmari; iiii|)iaiilalo il priiiio dal secondo al Umzo osso mclacarpiano, il secondo dal terzo al quarto il terzo dal quarto al quiiilo. I ligamenti dorsali (2) di mclacarpiani dorsali soniigliano perfellamcnle ai prece- denli ; (juiiidi non bisogna replicare la descrizione nicde- sinia.

16. Arlicolazione mclacarpo-faUmgiane ''''

Cliiamo anclic i ligamcnli di queste arlicolazioni con quci iionii slessi dali dul signor Gorgone, cioe i ligamenti lalcrali csicrni ed inlorni {'^) melacarpo -falniujiani-esterni ed inlcnii, lissali in alio alle parli lalerali delle eslreniita inferiori delle ossa mclacarpiano, ed in basso terininano alle parli lalerali dclle eslrcmila supcriori dclle falaiigi. I ligamcnli anleriori (4) scovcrli dal Biclial melaiarpo- fulawjiani anleriori, allaccali da ambi i lali alle ossa mclacarpiano, ed alle parli anleriori di ciascuu ligamenlo laleraie.

(1) Trasversali anleriori Boter : palmari. Meckel, Cioqcet , e GoRco.NE ; (la Som.m. sono ammessi qualiro ligamenti due lalerali , uno palmare, e Tallro dorsale.

(2) Trasversali posteriori Dover ; dorsali Meckel. Cloqiet , e Gorgone.

(3) Lalerali Cloqiet.

(4) Ligamcnli aulcriure Bicuat, e Cloquet. i

148

n. Articolazioni falangiani.

In simil raodo i liganicnli di queste articolazioni ri- pctono la slcssa disposizione delie arlicolazioni precedent!, c chiamansi percio dal (iorgone lUjamcnli falamjimii hi' terali, o mcglio esterni inlerni ed anleriori.

•--"'"'i -"i"-^- ARTICOLO VII. '!"■"«'•'•' ' ;.

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ARTICOLAZIONI DIlLl' ESTREMITA IJiFERIORI, 0 ADDOHINALI.

. , 't /. Articolazione ileo-femorale. , ., . - <

In quest' arlicolazionc si dislinguono tre ligaincnli , cioe il capsolare, il coliloideo, e i'interarticolare.

II iinamonlo capsolare (I) pro[)oni^o cliiamarsi liga- menio circum-colilo-coUi-feuwrale, per fissarsi c al con- torno della cavila cotiloidea, e alia base del collo del fe- niore. II liganienlu cotiloideo (2) sollopongo cliiamarsi di circum-coliloideo per essere silualo allorno la cireon- ferenza della cavila cotiloidea. II ligamento inlerarlico- lare (3) sarehbe meglio chianiarsi, ligamenlo incisura cotilo-capi-femoralc perclie si allacca per una cslremita airinlossamenlo scabro dell' apice della testa del femorc e per 1' allra alia parte inferiore dell' incisura della ca- vila cotiloidea.

(1) Membrana capsularis Weitb.; membrana capsolare del fe- morc Sij.ii.ii.; cupsoia librosa Meckkl ; legamenlo orbicolaie Boyek ; capsolare Cloqiet; ileo-femorale Gotigoive.

(2) Transversaie iiilernuin ct exlcriiiim Wf.itb.; legamento Ira- sverso iiilerno ed esleriio del labbro caililajiineo dell' osso innoiiii- nalo Sd.ii.li.: fdiro-caililayinoso della cavila coliloidea Meckel ; coti- loideo BoYicii, Cloqikt e Gougone.

CA) Liyamenliiin teres capitis femoiis Weitb.; legamento ro- tondo del capo del femore Sij.ii.ii.; inleiioie Boyer; rolondo Meckel; inlerarlicolare Cloqiet; colilo-femoiale Gougoke.

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2. Arlicolazione femora- libiale

Soi lijjnmonli si clisliiiijiiono in qiiesl' ;irticolazione cioe il ligiimciilo roloiieo, il liilcraic t'Sterno, cd iiileriio, il posU'iioie, ed i duo crociati.

II iigaincnlo rololieo (^1) e uii fascio di Fdjrc liga- mentosc die s' iiii|iianIano jter una loro oslreniila alia lu- [icrosila anlcriorc dclia lihia, e per I'allra eslrcniila alia parte inferiorc e posleriorc dolla rolola ; pcrcio sarebbe nieglio cliianiarsi Uijdinciilo robih-lubt'ro-UhUih. II liga- mcnlo lak'raie eslcrno [1) dcvesi cliiauiare jiiuUoslo //f/a- incnU) lubero-fcmoro-puroniero |)erche si altacta e alia tuberosila del condilo cslerno di'l feniorc, c all' eslieniila suporiorc del perdhc. II liganu-nlo lalcralc inlcrno (3) per i suoi allacchi alia lubcrosila inleina del feniore, ed alia faccia iiilerna dclla libia, dcvesi cbiainare lifjamenlo tu- bcri)-f('iiitiri)-lilti(il('. II lijianuiilo posloriorc (4) |ier eslen- dersi dalla luberosila inleina delia libia al condilo esler- 110 del lemorc, giudico cbianiarsi, Ihjamento inlerno-tu-

(1) Weitb. SibiM. e Meckel, queslo leganiento non lo descri- vono , peiclie eglino crodino clic la lolola si sviluppa iiclla spes- sezza del tendine del muscolo Irifemoro-rololicno, come tale fosse nil pioliiri.uiiiiienlo del tendine niedesinio. Leyamenlo della rotola liovEu; loliiliiiiu) Cloqiet; tihio-rolulieo ('iOiico>e.

(i) Li^,iMi('nliim laloiale exlcrnuni !.'enu WEim. Sii.nM. e Me- ckel di queslo lii^amcnlo ne forinano due, cliiamali lijiainenlo lale- rale cslcrno Inngo, e breve del ginoccliio; lalerale esterno Boyek , C CLOtjiET; femoi'o-peroniero (jOhgone.

(3) Li^anienUun lalerale internum AVeitb. ; lalcralc interne del ginoccliio J'ini.M.; lalcralc inlcrno liovEii, Meckel, c Cloqiet; femo- ro-tiliiale (ionr.oAE.

(4) Mciiilirana cajisolare dell' arlicolazione del ginoccliio Si'uiM.; ligamcnlo posleriore Bichat, c Doyeii; posleriore o popiileo Cloqiet: fcnioro-pojilili tiliialc rioRGOKE.

ATTI ACC. VOL. Mil 20

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bero-Ubio-femorale. Finalmcnle i ligamcnli crociali (1) sono due cordoni fibrosi, e forli, siluali nclla parle po- sleriore ed in denlro dell' arlicolazione , dirclli in senso conlrario in niodo di iiicrociarsi; ed appunlo per (piesla disposizione linmio ricevulo la yiiioniaiia di ligamcnli cro- ciali, clie sarebbe niei^lio iisare quella di lifjamenli femo- ro-spini-inler-condiloidhi-tibiali moslrandoci i veri suoi rappporli, cioe il cordone eslerno o anleiiorc impianlarsi iiU'iiilenli'o cd a! di dielro del condilo eslerno del lemore, doiule diiigesi obliquamenle verso Tinfossamenlo disiigua- le, cb' e avanii la spina della libia , nienlre il cordone inlerno o posleriore si flssa in liiori ed in avanii del con- dilo inlerno del femore, incrociando la dirczione dell' esler- no, porlasi obliqnanienle da fuori in dielro, verso la parle posleriore della spina della libia.

ARTICOLAZIONE PERONEO-TIBIALE 3. Arlicolazione peroneo-tibiale superiore

Due ligamcnli si osservano in quest' arlicolazione, il peroneo anleriore, cd il posleriore.

II ligamenlo anleriore (2) lo cbiamo ligamenlo capi- tubero-peroniko-iibiale-anleriore, allaccalo alia parle an- leriore della luberosila eslerna della libia al davanli della lesla del perone. II ligamenlo posleriore (3) lo nomine

(!) Ligainenta cruciata in poplite Weitb, ; ligamcnli crociali del ginocciiio S(3mji. ; ligamenli crociali anleriore e posleriore Boyeb , Meckel , Cloqiiet e Goiigone.

(2) Ligamentum capituli fibulae Weitb.; legamento del capitello delta lihola S'o.hm. Questi due anatomici insieme a Meckel, confon- dono questo iigaraento con il susseguenle; Boyer c Cloquet lo chia- raano ligamenlo anleriore; capi-peroneolii)iale anleriore Gougone.

(3) Ligamenli posteriori Boyer, e Cloqiet; capi-peroneo-tibiale posleriore Gorgome.

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capi-tnhero-pernnho-tibiale posteriorc, legato alia parle posleiiorc della liiljerosila esloriia dolla libia, alia ])OS(e- riore lliccia di'Ila lesla del pLTone.

4-. Articotazionc pcronro-libialc media

II solo ligainonlo inlerosseo (1) esislc in (iiicsl' ;ir- licolazioiic , cli'io lo cliiamo col Gorgone tibeo-numjini- pevonlio, iiiscrilo al inargiiie inlerno del perone, e al mar- giiic estenio della lihia.

S. Arlicolazione peroneo-tibiale inferiore

Qiiesrarlicolazionc viene rassodala da Ire ligamenli; 1. Dal ligameiilo inlerarlicolare (2) die per essere im- pianlalo iiel mezzo della liliia e la fihola , sopra le iiife- riori siiperlicie arlicolnri , lo tliianio liynmenlo inler-fi- bola-lihia-urUcolari inferiori. Queslo liganiento si piio bene osservare scoslando con lorza le due ossa 2. Dal ligaineiilo aiileriore {\i) cirio sollopoiigo cliiamarsi, liga- mcnlo iiiallaolo-peroutin-libinh anlcriore , inserilo con la sua base al nialleolo eslerno , ossia aireslrciiiila tar- siana del peroiie , e con il sno a|)ice legato al davauli della [torzione vicina della libia. 3. In line dal liganiento

(1) Sepluin li)n,uitiiiliiialft iiiterossctim Weitd.: meml)rana inle- rossea Sli.M.n.: Ioi:aint'iilo iiitt-rosseo Roykii, Mkckel, e Cloqiet: libio- inargini-poront'o (Ioiw.one.

(2) (loi'iio i^laniiuloso I'diiTa: suslaiiza celliiln-liliro?a IioyEn; li- gameiilo lil)io-lilHilar(' siiiipriiuc Meckei,: ligainoiilo iiifLTiorc inleros- seo Cloqiet: inler-arliciilare (ioiiGO.\E.

(3) Li|:ainenlum siipcriiis anlicuni, et posliiim iriler liliiam et peronetim Weitb.; cd i fasci inferiori Ui queslo ligainenlo li eiiiaina ligainenliim iiircrins aiiliciiin el |ioslieiiin. IJgiiiiienlo superiore aiile- riore, e posteriore ileH'tislremila iiiferiore ilelia gamba Sii.ini. : an- leriore linvEii, c (Ilooiet; libio-fibolarc anleriorc Meckel; peroneo tibiule anlcriore Gonco^E.

152

poslcriorc (1) disposlo conic il prccodenic, ma dalla parte posleriorc, lo appello, ligamento malleolo-peromo-libiale poster lore.

6. Arlicolazione iihio-tarsiana ' '

Cinrpic ligamenli dislingiionsi in quest' arlicolazione. \. Ligiiniento lalerale estcrno (2), o moglio mulleolo- pernneo-ealcanbnno allaccalo all'apice del nialicolo del pernne alia faccia eslerna del calcagno. 2. Ligamento lalerale iiiterno (3) im])ianlaIo all' apice del malleolo dcUa tibia, alia faccia interna dell' astragalo . cli'io dai snoi punli d'allacco lo chianio Ikjamento mallcolo-iihio-astra- galiuno. 3. Ligamento lalerale nnteriore posleriore (4) cirio propongo cliiamarsi vialholo-pcvonho aslrayaliano anieriore, legato alia parte anleriore del malleolo ester- no, e air infossamento deH'aslragalo 4. Ligamenlo late- rale medio (5) cli'io credo di cliiamarlo Uhio-aslnuja- liano per essere allaccalo alia parte anleriore cd inferio-

(1) Logamento inferiore anteriore e posleriore deU'eslremila in- feriore (Icila ganiha Sii.ioi. ; leganiento posleriore Boyer e Cloqiii:t; legaiiieiilo tiltio-filioiare i)osteriorc Meckel ; peroneo-libiaie posleriore GoRGO^E ; iin fascio di qiieslo ligamenlo clie s'impiania alia parte po- sleriore del malleolo cslerno , e alia tibia, \ienc chiamalo da Clo- QiET ligamenlo posleriore eil inferiore.

CI) Ligamenlum deltoides WtrrB. ; delloide del malleolo in- terno SiJM.ii.; lalerale inlevno Boyer, Cloquet, e .IIecrel; tibio larsiano

GORGOSE.

(3) Ligamenlum fibula? medium perpendicolare Weitb.: perpen- dicolare medio del malleolo eslerno Sii.ii.li. ; lalerale meilio Boyer; eslerno Cloouet; peroneocalcaneano perpendicolare medio KIecrel ; peroneo-calcaniano GorgojiE.

(4) Ligamanlum fibulae anlerius internum AVeitr. ; legamenlo anleriore del malleolo estcrno SiJuui.; uno dei ligament! antcriori di Meckel, e Bich.\t; anleriore Gloqiet. e Boyer; peroneo-larsiano Gorg.

(5) Tibio-larsiano Gloqiet; tibio-aslragaliano Gorgoke.

rc (Icllii lil)ia alia corrispondenlc faccia deiraslragalo ; o. Finalmciile ligaiiKinlo oslcriio poslcriore (1) cli'io lo appollo vKillcolo pcronen-aslnKjulimin posleriore , im- piaiilalo alia parlo posteriore del mallooLt eslcriio , e va a leriniiiarc alia parlc posloriore dell' aslragalo.

Tiillc le allre arlicolazioiii del piedo soiio da mo conosciulo con quclla slessa sinonimia del sij^nor Gorgo- nc ; quindi iion occorre nuova denomiiiazioiic.

AUTICOLO YIII.

DEI LIGAMEMI DEL LAKINCE . '

L' osso joide si arlieola con la cartilagine liroidc , qiiesia con la cricoidc, qucslnllima colle arilonoide, e qiie- slc con la liroide nicdianle fibre ligamentosc die ne raf- forniano la nnioiie.

I ligamenli sono sellc, cioe 1. •Ligainenlo liro-ioi- deo (2), die |)er ini[iiantarsi alia parte media del liordo supcriore dclla liroide al corpo dell' osso joide, lo diia- mo liyaiiutido incisura-liro-corpo-ioideo. 1. Liga- mcnlo liro-ioideo laleralc (3) soltopongo diiamarsi Ikja- menln ifvamh cnrno-tiro-ioideo per passarsi dal corno snpcrioro della liroide, a qncllo grando dell' ioide 3.

(1) Lisamenliini filiulne poslcrius Weitd. : posteriore del innl- loolo cstenio i^ilini. ; uiio dei li|jamenti posteriori di liicn'vT, e Me- ckel; laleriiie eslenio jjoslcriore Boyeh ; peroneo-tarsiano posteriore Cloqcet; pcroneo-astraiialiano posteriore TionGOKE.

(2) Li|iaineiiluiu lliyreo liyoidciim laleralc Wrirn.; legamenli rotondi PxiYr.ii: liro-ioideo laleralc MrcKri. : cordoni librosi Cloqiet; liro-ioideaiu-laleraii (ioiir.(i.\E.

(.'5) Fa^'aineriluin llijreo-liyoidcuin-mcdiiiin Wr.iXB. ; tiro-ioideo Boveh : liro-ioideo medio Meckel : liro-ioidcano mcdiano GouGOiXE; meinlirana- ioidca r.LooiT.T.

\u

Ligamenlo crico-tiroideo (1) clie opino cliianiare liga- inenlo manjini-crico-Uroidho per cssere allaccalo al bor- do inferiore della tiroulc a (picllo superiore dclla cricoi- de 4. Ligamenlo capsolarc (2) die sareblje meglio cliia- marsi piccolo-corno-cricoideo anteriore, e posteriore per i siioi allacclii al piccolo coriio dclla liroidc alia faccetla coriispondcnle della cricoidc. 5. Le fibre ligainenlose che rafforzano la base di ocrni carlilanrino ariloiioide alia faccia corrispoiidcnle della cricoidc dislinle parimeiite di bganienlo capsohre (3) e die con la sinonimia die io in- tendo darsi, dcvesi cbinmarc lUjamcnlo erico-baseo ari- ionoideo. C. I dne ligamenli supcriorc cd infL-riorc del- la glollide (4) per fissarsi con le loro cslroniila anlcriori alia parte media dell' angolo rienlranle della liroide , e con quelle posleriori alia parle anleriore della base della arilonoide li diiamo col noino di Utimnenlo mujolo-liro- baslio arilonoideo superiore , ed inferiore.

Da quanlo ho.esposlo, o Signori , non si prelende che qiiesla riforma devesi eslendere a lulli gli allri sisle- nii, ma applicarsi ai soli ligamenli e iiaiscoli ; in modo die conosciule e ben sludiale le ossa, riesca facile il loro apprendimenlo; e spero, grazie ai lumi del noslro seco- lo, die (juesla riforma di nomenclalnra , venga adoUala

(i) Ligamenlum conoideiini , sive lliyreo-cricoideuni-inedium Weit.: criro-liroitloo Boykr; piriimidnlc. o liro-i'iioidco medio Mf.crul; iiienilirimii crico-liroidca Ci.oqiet : liiD-cricdidoo-iiicdio Goikiom:.

(2) Liiiumcnliiin tliyii'<>-crifrii<k'iiMi Lilcriilc Wicitb ; liro cricoi- deo liilorale, o liio ciicoideuni Meckkl ; capscdaie B(iyer: li;iamenli anteriore e posteriore Cloqiet ; liro-cricoideo lateraii Gohgoive.

(3) Ligamenlo orltitolarc Boyer ; crico-arilonoideo Cloqiet e Gorgoae.

(4) Liganiciiluni lliyroo-arylaenoideiim siipcriiis , sive veiilriciili laringis , el liijiiini'nliiiii lliyreoarjla^noideiim iiiferius: iiiiameiili su- periore cd ini'eriore della glollide Boyeii ; liro arilonoidei Meckel Cloqiet e Gokgo^e.

135

dai dotli, c non avcrc conic a' tempi del Dumeril, Chaus- sicr, Dumas, Biclial, una repulsa gcneralo, perche , co- me bene si avvisa Piorry, « coloro i (piali gia sapevano, a lemellcro di darsi qualclie pena ad imparare , quclli « die imparavano , ccdcUcro ai sarcasm! , o ai consigli « dei prinii, ed ascollarono ancora I'innata loro pigrizia, s e lornando loro piii coniodo di servirsi dellc parole clie c( Irovavano da per lullo, posero in non cale uno studio « eniinenteincnle utile, clie avrebbe impressa I'anatomia « nclla loro niente , » e purificata la scienza analomica da lutti quei termini viziosi, di cbe essa abbonda.

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COATEVIAZIOXE

OELLA

FLOM DEI DEVTOMI D AVOLl

DEL SOCIO COBRISPOiroEHTE

HIEMORIA x/

CUE COMIEHE LE DESCRIZIONI DELLE PIARTE COMPRESE NELIA CLASSE

DLlDELPnU

Lelta nelle sedule ordinarie del 14 agosto c 4 dicembre 1830.

Atti »cc. vol. Mil 21

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DLVDELPIIIA

ORDINE 1. nEXANDniA

Tumarie (Fumanaceae DC.-Frazione delle Papaveracee , Juss. , dcllo Corydaks, Lin J

Carattcri dclla faniicflia dclle Fumaric.

Calicc a 2. sopali (bmllec? DC.-slipole , Rasp.) iiicinlnanacoi, opposli, piccoli, caduchi.

Corolla a i. polali ((/hc sopali, e due pelall di alciini Aiili»ri) irrcjjolari, liheri , o varianicntc coalili al- ia base; due iiili'iiii lalerali, scavati a cucchiaio e ade- rcnti ill ciiiia; due esterni lahiali, allernali coi sepali, e uno di cssi (il superiore) spronalo-saccato-iiohbo alia base.

Filamciiti C, saldalo-fascellali a 3 a 3, allernali coi pelali inlerni , con sole 4 anterc estrorse per cia- scuM i'ascello ((», stami diaddfi dcj;!! Aulori: 2 slam! a filamciilo foliacoo, Iravcrsati da un neno mcdiuuo, e sormonhUi da 2, anterc, Hasp.)

160

Stilo sottilc: stima 2-lamellato: ovario libcro.

Cassula {ailiqua di alcuni Autori) 1-lociilare, 2-vaI- ve, polispcrina (a jAacenia pluriovulala, Rasp.) oppu- re Carcerulo {siUcula degli Autori) iiidcisccnte, niouo- spermo (a placenta imiovulata, Ra^'ip.)

Gi'uni inunili di arillo, altaccati a trofospernii latc- rali, arrolondali : perisperma canioso (farinoso, Rasp.)

Emhrionc basilare, drilto o un po curvato, a ra- dicina siipera, colilcdoni piani, e frutlo pendente,

Piante erbacee, annue o perenni, glabre, a radici soventc rigonfiatc ; fusto articolato, succolento, e struttu- ra nionocotiledonica : foglic in spirale a cinque, decom- posto-nioltifesso, spesso cirrescenli, picciuolate, senza sti- pole: fiori bianchi, rossi, o gialH.

Propi'ieta toniche, stomachicbe, dcpuralive , per la presenza d'un succo acquoso, aniaro, non colorato, dl eui trovansi provvedutc tutte Ic parti della pianta.

Gen. 265.

Fumaria, Lin. Juss.

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(4. Fumosterno-FR.-Fumeterrc-Sic.-Funiusterru) Cal. 2-sepal(), piceolissinio, niend)ranaceo-scarioso. Pet. 4, irrogtdari, linferiore libero e lineari-carinato, i Ire superiori connali alia base, e quel di mezzo prolun- gato in gill in iino sprone oltuso-6V/rcerjf/o 1-spermo.

i 1. r ■". * A fiori biancbicci. . ,,\.

530. -F. cAPREOLATA, L., Pfesl, DC. Guss. A caide dill'uso, risorgeute o rampicantesi per mez- zo dci picciuoli cirrescenli : fogUe subglauccsceuti, 2, 3,

Ifil

pcmialo-ninHirosso, a f(»!;ii()liii(! cuncifornii , flalicllald-inci- sc: liori i>iaii(l('lli (Iciisamculc onihiiciali in (((lio racc- nio s|)i(iroini<': j;aiiil)('lli s('iii|)r(' riciirvali, i rnillilcri qua- si (l(»|>|)iaiii('nl(! |)iu liiiii^iii deiia liiallea: sc|)ali ovatobi- slimi;lii, IcmicnuMilc (Icniald-sciilicllali allc due !)asi, pin lai'i^lii (icila corolla: s|Hdiu' dilaliilo subi;iol)oso : carce- riili i^lobosi, corlissiiiianieiile a|)|)iuitali, lisci, 2-rosscUa- ti in ciiiia. (Aunua).

F. caproolala a, PnvUil. F. phraymilis , I)a- lech-F. allni, lalifolid, rc])cm, Cast.

!iT."-Kiiiiiosl('i'no , erba acelina, crba caldcrugia , Icccia, licit' dclla terra, \nh di iialliiia. 'IB Fu.-Fiimclcrir blanthe. sic.-Fiiimist(UTU.

Diccndiro-Aprilc

JXelle iiiiira c Ira le sie|)i, ma rarissinia,

Sicconie (piosla specie viene scand)iata facilniente con la F. jhilidhdu, fa d'liopo eh" io mi fermi in este- sl dellajili per dislinjiiiere I'lma dairallra.

(Jolilcddiii cos'i ill (picsla. come iielle altre specie, segnieiiti . liueari-laiiceidali, 2-pollicari.-(jVj»// irrein'olar- meiile aiijiolalo-slriali ad aiiiiidi saiilieiiti, pocbissiiiio ros- sicci alie ascelle dei lami, delle bti;lie, e dei peduncoli, iarj^ameiile diiriiso-scandenli, fragili. Fnylic 2-3-penna- to-molliCesse. siibiilaucesceiili. cirresceuti, a lojiiitdine fla- bellalo-iiicisc. seiupre decisameiile ciiiieale alia base, con le laciiiie. abpianlo jiiii sIitIIc. |)roroudaineiile divise, pro- bingale. acute. -7V(///«co// 'i-.*)-|)ollicari (non compreso lasse liorilcid. clie e liiiiiid I o '/, pollice ) sirialo aiigo- lati come i caiiii, erello-palciili.-i'w/m^e/// clavati. ricur- vi cosi col liore, come col rnillo.-/i;7///et' lanceidato-acu- miiiate. col liore siibegiiali al ganibeHo. col fnilto mel- lii piii colli di esso. -/•'/((/•/ deiisameiile embriciati a ro- Ycscio, biaiicbi con sl'iimaliira biaiico-verdugiiula, jiiii gros-

102

sctti in (liainclro, ma iiicu luiiijhi dci seguenti (liinghez- za 0 "u-l. lin. Iarp;hezza 2. Vu\.).-Sopali ovalo-hislun- glii, pill larglii del diaincln) dclla corolla, hianchi con costola verdiccia, a mari^ine ordinariaincnte rivoltalo, in- tcro 0 appena c tcniieiiicnle dciilato nclla base, qualche volla anche dcnlicolalo uel lalo cslenio inferiorc: apice oltuso 0 subacute con corlissinio spuntonc nero-sangui- ^no.-Pclali eslcnii lineari, internaniente docciati; Finfe- riore un po piii dilalalo alia base, verdi-nervoso all' api- ce, spesso sbavigiianle (nnn semprc apprcssato, Guss.) mezza linea piii lungo degii allri; il superiore coi mar- gini inllessi alia base e rivollali all' apice, verdi-nervoso nel cenlro della doccia , e con ra|)ice slesso un [lo ri- curvo, decisainentc nero-sanguigno ai margini s|)rone sac- cato, subgloboso, un po schiacciato laleialinenle , meno prolungato e piii goulio del seguenlc: pclali laterali spa- tolati, un po cuni, nero-sanguigni e cariualo-cristati al- I'apice, pur docciali dalla parte interna. Slami a Ula- menti capillari, ed anlerc Ilave. Slimma verdiccio. Carccruli subgloboso-coniprcssi come un seme di can- nabis saliva, cortissimamente appunlali, glabri, lisci. Tutta la pianta meno frondosa, e meno glaucescenlc dclla specie che siegue:

531. F. FLABELLATA, Gasp. GuSS. i. •;;)

A caule dilTuso-risorgenti, o rampicanlesi per mezzo dei picciuoli cirresccnli: loglie verdi-ghuuhe, 2-3-pennato- moltifesse, a foglioline subcuneate, llabcllato-incise: fiori lassamenle racemoso-spicati : gambciti col More curvi , e subcguali alia brattea , col I'rullo orizzontali , e quasi il dopjiio |)iii lunghi di essa: sepali ovato-acuti, irregolar- mente denlato-segheltali (tranne verso I'apice) subeguali al dianietro tbdia corolla: sprone parabolico: carceruli sub- globoso-compressi, mediocremeale appunlali rugosetli, 2- i'ossellali in ciraa. (Annua). n: i, •■

103

F. Cnproohilii, llnliiiKjl. ex Guss., non L.-F. <a- pronlula h. IhuL V(»i,(;.-(lli sicssi dcllii spcH'io procedoiile.

Gennaio-Aprilc.

Ai iiiiujiiiii (lei ciiiiii)!, sii I<' vccchic miira, ncgli or- li, uei liioi^lii ctilli cd viiiiidi lr('(|U('iitissiiiia.

Cmili spesso punlalo-rossicci da uii lalo, rossiciio- lini allc asccllc dci rami, dcllc Coiilic, c dci pcdiiiicoli : iicl dip|iiii (lei carallt'ii ((mic (piclli dclla specie! jtrcce- dciilo. FiKjIic i-ll-pniiiald-iiKillircssc ciiicsccnti, docisa- monte i>laiie('scenti , a lujiliediiK' llahcllalo-iiicisi' coiiu' in qiiolla, ma a base moii ciiiicala cd a lacinic nioii liingli(; (' pill laii;lir cpiasi iaucccdalc, spesso eerlanieiile iiilaceale aira|)iee, suholliise o cortamenle appimtale. Pedvncoli .'{-'i-|)(dlieari Oum eompreso il racenid elic e liiniio 1 'j^ poll.): uel ilippiii somii^lianli a qiiei di sdpia Gam- betli clavali, iiel lidie nieii eurvi dei precedeiiti, ((d Irullo orizzcinlali. llidltcc liiieari-s|)al(dale, aeiile, subeijiiali ai parnlielli ((d lidie, (piasi iiiellii piii corli di essi col fi'iit- to. Fiari men densi, nellalU* della leeinidazione erelli, poscia uu po pendnii, prima del complelo sviln|)p(» d'lin Liancd !iiallieei(» . indi dim liianeo lej;ii('rinenle earneo , linalmenle carneo-ntssastii, men i-rosselli in dianielro dei preeedenli, ina sihhene piii luniihi (8-lineaii). Scpali ovald-acnii. Iiianrii-nu inlnanacei, pen sl'nmali di earneo, rossi aliapire eon coshda verdi-jiialliecia, sei;lieUalo-den- lali in lullo il mar<;ine (^ piii decisamenle da iin lalo ) Iraniie verso i'apice, piu sirelli del diann-lro deila corol- la. 0 snhegnali ad esso. piii ((M'li della mellii di (jiiella. rosso-spiinhniali in eiiiia. I'fldii esleini iiileiiiiiineiile doeeiali, lineari; rinleiiore nii po piii slaiijalo iiella mella siipeiiore. verdinervoso allapice. quasi sem|)!(' sliavi!ilian- te. snhejiuale a|j,li allri; il sn|)eiioi'e eoine nella specie precodenle, ma con lapice decisamenle ncro-sangnigno

104

ai mari^ini, ver(lc£fi;ianl(' iicl niozzo: Sprone parabolico, dcprcsso ai lali. PcUtli lalorali, stanii , e slimnia so- iiiiglianlissiini ai \trejt('AUn\l\. -Career iili dclla slessa for- ma, ma seiiiprc rugosctti, ed alquanto piii appimtati , e pill grossi.

In quesla c nella precedentc Ic foglie, prima di svi- luppai'si i fusti , stanno lutte sjiiegate sopra i loro pic- ciuoli; ma come i cauli si avaiizano, i ])icciuoli si ritor- <;ono, si afferrano e si avviticchiano ai eorjti circoslanti, c lo foglie Stan qnasi rivoltatc sopra se nicdesime.

532. F. LEi'CASTiu, Yiv., Gms. Sj/n.

Vcrdi-prasina , a cauli crelli o diffusi : foglie arci- composte coa lacinie teniiissime, solcatc , lineari-subspa- tolatc: racemi corti, eoi gambetti eretto-subpatenii, sube- guali alia braltca: sepali cortissimi , OTalo-acuU su])den- ticolati, pill slrctti della corolla, siiboguali adessa:Iiori piccioli, biancbi, nero-sanguigni all'apice: carceruli glo- bosi, rugosetti, svanitamente fossettato-ottusi all'apice. (Annua).

F. parviflnra, Lam.? Presl, Poll.., e forse di al- tri. F. donsijlora b. albida, DC. Guss. prod.-F. spi- cata, Lin. synt. rey? F. flore alho. quae mas, foliis ienuissimis, floribus albis, Cup.-F. tenuifolia, flore al- ho el (lore rubro, Id.-F. minor foeniculi lortuosi fo- liis, flore albo, maeula rubenie, liocc.

voLG. sic. -Fumiis term di vigni.

I\ovembre-3Iaggio. i, i

IVellc colturc e nelle vigne dovunque.

Cauli gracili , striati , eretli o largamente diffusi , che cominciano a dar fiori quando sono appena palma- ri. Lacinie dellc fofjlie docciate, tenuissimi, lineari , un po dilalale superioi'mente a foggia di spatola , ma con i'apife subaculo, mezzo spuntonato.-G;"0])])o// corli, 1-1 '/^ pollicari, gremiti di fiori sino alia h&ia.-BraUce strette,

!(>:>

liiicari, dilalnte snilo rnpicc, clic r aciifo, rossojigianlc, iiiU'i'o (li radd (Iciilcllalo. Gdinbctii crctlo-patciili, suho g'liali alia hratlca o |)iii corli (li cssa: noii li lio inai vi- sto |>iii limj;li<'lli. Fiori |)iccoli or lutti hiaiulii, uv liiili (I'liii rosco (lilavalissiiiio. iicl scccarsi ntssirci.-Sc/H/// cdr- lissiiiii (he apiiciia si st'(>r<^(im>. hiaiicliicci , rosscj^giaiili allapicc, vonii sii la carina, riii;aci.-A|»ice dei due pelali cslcrioii jiildioso-vcrdc al di liKtri, iiilcriianiciilc ikiii co- lorilo (lie dalla li'as|)artMiza del vordc doUo due i-olihc (la goldta del pclalo iid'oriort' piii picoiola, cd esso stos- sn pill lislictto sollo lal ijohba, non peri) alia base ). Pe- lali hilciali ncrd-saiijiiiijiiii in c\m».-(j(ur(nuli jilobosi, (Mirlissiiiiainciilc ajipiiiilali, nclla pcrleUa nialiirila ottusi, riiifosolli, "labrissiiiii.

ft *

A lidii rossi

.t!33.-F. Ar.itAiiiA. Lfifi.. Giiss. syn.

A caulc raiupicaiilesi |i('r mezzo dei picciiidli siili- eiiTescenli : I'oiilie 2-;»-|)eiiiialo-resse, con le loiilioline lar- ijamente iiislniiiiu-cuneale, ilaliellalo-incise, olluse: gani- helli rnillileii eielli. ejiiiali alia bratlea : sepaii ovali. acii- li. irrei;(dariii('iile deiilalo-se^liellali. Iar<;hi (niaiil(» la co- rolla: sproiie paral»olic(»: carceruli j;lol)osi, al(|uanlo coni- pressi. nij;(»selli, ad apice siihaciilo. 2-rosscllato. (Annua)

F. media, DC. Gass. . prod., non Loi.sl. F. prachonsihili.s. Kit.? Vaill.? F. caprcolata B., J/e- ral F. major. Uadarrb. F. officinarum , major, Cant.

i IT. " Fiinioslenio. voi.G. ) Fit. P'uineterre. f SIC. Fimiiisleri'ii.

P». .irnlis<'j)l(i-\ lacinie delle foglie lanceolalo-acule.

(leiuiajo-.\|(i'i[e.

Artl IQQ. VOL. Mil 22

166

Ai niargini dei campi, su le vecchic nuira, e nelle siepi (loviinquc.

Cauli angolali, proslrali o scandcnti.-Fog/Ze non niol- lo glaiicosconti, con le ibglioline larji;anienle cuneale al- ia base, flabcllate, e grossanieiite laclnialo-oltiise ( nella var. B. acute ).-///'fli/ee acute, lineari o lineari-spatoiate.- Fiori\nu i^randetli, die nella F. Capreolala.-Sepali hian- chiccio-rosei, verdi-nervosi sula carina. -/V/«/i esterni ros- sei>i>ianti, verdi-macchiati al di fuori nellapice, ed i\ su- periore con I'apice stcsso orlato di nei'0-sani;uii;no, I'in- t'eriore ordinariamenle shadigiianle: i laleiali hianchicci, nero-saui^uiyni aH'ajiice come i martini del superiore.- Carcendi glabri , ad apice suhacuto ( non snbrctuso , dm. )

334. F. PETTERi, Uekh., B. major, Giiss. xyn.

A caule ranipicanlesi per mezzo dei picciuoli cirre- sccnli : foglie S-S-pennalol'esse o arcicomposle , con I'o- glioline cuneiPormi, subacutamente inciso-lobate : i^ambet- li frutliferi eretto-|)aluli, drilli, (piasi il dop|iio jiiii lun- ghi della bialtea : sepali ovato-lanceolati, cpiasi denlati, larglii (pianto la corolla: S|irone parabolico: carceruli glo- bosi, rugoselti, subretusi, 2-rossellati all" apice. -(Annua)

F. cupreolata d., Pailal. ined. ex Guss.-F. ca- preohda h. minor, Gms. prod., liock?

INomi Yidgai'i come nella precedente.

Febbraio-Uajii-io.

Nei luoglii eibosi, su le vecchie niura, negli orti, ai margini delle vie, su gii argini dovuntpie.

(jUuU dilTiisi, angolali, spesso coloralo-foscbi sopra gli angoli.-Fo(///e arcicomposle, a lacinie lunglie, plane, larglie 1 '/^ lin., divergriili : [licciuoli aiig(dali, cirrescen- li , palenli, i secondarii orizzonlali o eiello-patenti,-/'e- duncoH 1 '4-2-pollicari, non compreso il racenio, eret- [\.-Gainl)elti liorileri eretlo-palenli ed cguali alia brattea;

Ifil

i (Vnllircri crello-paliili, c (l(i|)piiini('iilc ]»iii liini>lii di (jiicl- h\.-Fiori dciisi, voscl.-ScixtIi ovjilo-liiiucoliili. dciiljild-so- "lit'lliili ai due niaryiiii, dilavalaiiiciilc rosn. -Pclahi iiil'c- riore lililnriiic, spalolalo in cima con maccliiu vcrde ccn- Iralc (trhila di iicrd-porporino; il sii|)('rion' rislrcllo ad una liiica ncl cciiln), di .si)|ira spalidalo acnii) con largo niari^inc nero-porpoiino c niaccliia |)iir verde ncl centre : spi'oiir paralxdico alcpiaiilo lidnlio. Vi'Uili latt'rali s|)a(o- lali. adcrciili c n('ro-sani;iiij;iii allinticc, liheri c Ijiancliic- ci alia \n\si^. -Filtiinoiili bianco-vordicci: anlere Ilavo.-Crtr- cenili sul»iil(d)osi, tin po scliiacciali ai lati, subrelusi, qua- si lisci. con corlissinio spiiiilono in mezzo.

C(dore di liilta la piaiila verde-ijlaucescenle. I fiori non mi vennero mai veduli hianeo-verdieei, come li dice il Cliiiiiissimo (iiissone. se nun die iiello slato iminaUiro.

li'Mi. F. OFFICINALIS, Lin., Icy., Presl, Gii.ss.

A caule ereUo o diffuso non lampicaiile: loiilie ar- ciconi|)Osle con lacinie larjia-o slieltamenle liiieari-liinceo- lale, raccorciiile, docciale: i^andielli rnillileri erelli, cpiasi do|)piaiiieiile piii limi;lii della Itrallea: se|(ali ovali, den- talo-sei^lieltali , larjihi (pianlo la corolla : carcernii sub- i»ioi)Osi, quasi lisci. bifossetlati o relusi allapice. (Atimia).

F. vuhjiuis, Cii)).-Fuin(tri(i. Mallli.-F. (JlJUina- ruin el Dioscorulis. jlore purpurco, C.U. i iT."-Fum(islerii(L

1 KR.-Kumelerie, lumeterre ordiiiarie , liel de ter- re. lait ballu, pied de geline, pisse-sang".

sic.-rumuslei'iii.

li.-Tcintijhii'd, (iiiss.siin.-\. lacinie delle fogiie piii lenui : liori iiiinuri e piii conipatti. (F. dciisijhn'd. DC, Giiss. prml.-F. (tlJiciiiali.s dnisi/lora, Parlal.-F. vul- (jarix. Iciniiiiri-folid . .s/re Uclphinii , Cup.-F. tninor . U'itnilhli<i, iiihid. (lusL)

Uicenibre-AIai'i'io.

168

Nei liioghi collivati (lovuiif|uc aniboduo le variola.

Cauli crctli o clilTusi socondo le circoslanze doi liio- ghi, (he liivoriscano |»iii o mono la vegotazionc iioi tor- roni siciili non piii ollro d'uu piode, e allora le lacinio dollo loglio soao larghe appona una linoa, hinghe 3-4- linoo, e piu ravvicinalo o (piasi doooialo prosso ra|)ico; nei terreni pingui, spocialnionte uniidi, il fuslo si dilFon- do, 0 i sognionli dollo I'ogiio sono anoora piii larglii o piii lunglii in ])roporziono, e mono ravvicinali o piii piaui. Fio- ri quasi della grandezza dcUa specie precedonle, ma a racenii mono prolungali. Bvnltcc somi-liuoaii in larghoz- za, ovalo-lauooolalo, acute. -St'^K*// ovali-aculi, seghella- to-doulati, pallidamonle rosai. -Corollc dun roseo indi- nanlo al cromosi verso I'apiee, con due maccliiolte con- Irali vordi risaltatc in cima doi due petali eslenii, quel- la del superioro dun verdo piii pi'onunciato: i)olalo iu- foriore socchiuso, lincari-s|)atolalo, dilalalo-sulirotondo al- I'apico risUollo alia base, di colore piii dilavalo: pelali lalerali uero-sauguigui allapice come gli orli del supo- riore. -Carccj'u// leggermenle striali in linoe vorticali, gla- brissimi, mucrouulati, nolla ])erfolta uiiiturilii smarginali. Audio i picciuoli di qiiesta specie divougouo alio vol- te cirrescenli.

La var. B. ha le lacinie dollo foi>lie liueari-lanceo- late subacute, strotte 'X/s di linoa, d'un verdo allegro subglaucesccnte: i poduncoli 3-3-pollicari, giemili di lio- ri sino ad un pollice dalla base: i liori ])iii jdccioli: le bratloo 1-' ',-lineari, piii lungliollo del ganibetlo: I'apice del petalo superiore un po dilatalo, loggoruioule smar- Ciinato.

IfiO

Ord. 2".-()cTAM)RIA

PoLiGAi.E (Polijfjah'ac, Jm.s.s, DC.) Carallori tlollu F.miiijlia delle Vol'ujah.

n

CjuJ'hc a o sopali. di ciii Ire ostcrni. e due intcr- ni pill i;raiidi e petalitidci (sliiutlc, Iki.spail).

Pcldii .*}-."> ( il medio jialeilorme) o liheri, o sal- dali per riiilermezzo del tiilio dejili slanii.

Filmnciili iiionadelli e liiliiilali alia liase. diadelfi in cinia : uiilcrc S uiiilueulari drille, deisceiUi per pori ter- niinali.

Sliln iinico ciinn : stimmn ind)iilir(trnie o 2-l(d)0.

Ovario 2-lucidare, relicolalo, orlato, appiallilo so- pra due I'aece.

(ja.ssula l-2-l(inilare a valve setliferc, o carcorulo, o dnijxi. Ill (jnino |)endeiite in ciasciina Idiji'ia. s(»veii- le velliilald e iiiiiiiitM di aiilld, con o senza pcrispenna : cinbrionc assile. a raditiiia siipeiiore. * .

Krlie (• siill'inliri, a I'ojilie in S|iirale a i.. intere. e senza slipole, a siieeo lalloso nella ladice. Fioii in ttrap- poli. Propricla toniche ed incisive per un principio aniaro ed acre ch' esse posseggono. Ad alle dosi son purgative.

266.

POLVCALV, L., JuSS.

(fr. Laitier-iTALo". Poligala)

Cal. persisteiite a "> sepali. dei quali i due inter- ni pill graiidi. ed aliloriiii. Cor. irregolare, fessa nel la- lo superiorc, lorinala di 3-5 pelali saldali insieme per

170

la base, e disposti in due lal)l)ri , I'inferiore cariiie-for- lue. Cassxda coiiipresa 2-loeidare con logi^e nionosper- me e tramezzi mediani. Semi puhescenti, slrofiolali, sfor- niti di cliionia.

riUd. 1*. MONSPELiACA, L., Uc)'., DC. Guss.

Suliglabra, a caulc crello suhseniplice : foglic linea- ri-lanceolate aciile: sepali esterni hislnii^lii venato-triner- vii, olluselli, ei;ii;di in lariihezza alia lassula, piii Inni^hi di essa e dolla corolla creslata (Annua).

P. straminca, Prosl, Spr.-P. vvlgaris , coloris obsoJoti , foliis anfiiislissimls , F. li.-P. hrovi, lan- ceolato folio, Uocc.-P. foliiH lanceolalis brovibu.s. Jd. P. vuh/ari.s , Cap. -P. purpurco-riibra , hnucolato folio, Cup., liaf.-P. acutioribus foliis, Monspcliaea. Zannich.

\ IT. "-Pol i gala. '

} fis.-IIerbe a lait de Monlpellier. i :

Aprile-.Uajjpo.

IV'ei liio"lii slerrali cd aridi deile colline.

Cauli i>racili da 4. a 10. pollici, seniplicissinii, o con poclii rami alia base o verso I' apice , con coria e rada peluria che nelle pianlc adidle qnasi sparisce. Fo- (jlio lineaii-laneeolale, le siiperioii rislrelle allapice, acii- minale (lari^he alia base 2-3 '/, lin., Inni;lie da 'j^ ad 1. poll.); le inTeriori piii coile , nieno acnie , nia non pill lai'ii;lic: tilde corlainenle cii'lioliilii-sei^liellale iiel niar- g'lac. -Infiorazione in graj)poli 1-G-pollicari , terniinali. aiqiianlo lassi. Ali o sepali inlerni del valice bislmigbi. venalo-IJ-nervii, ollusetii alle due eslremila, verdeggianti sopra le vene ed i nervi , giallognoli nel lundo , larghi quanto la cassiila, nia doppiamenle piii Innglii di essa e dclla corolla : sepali eslerni ininori degl' inlerni , lanceo- lato-liiieari , e soUo di essi Ire brallee di iigiial rornia , scariose , cadiiche. -Cofo//o creslala , biancbiccia , dila-

171

vata (li violollo , rnn la crcsla l)ian('a. Cassula sessile , i)li(-onialii-liisliiiii;a, i^lahra.

()i;i). !}".-I)e(:a>dria

(Lecimi>ose (Lcfiumitwsae, liovrhave , L'Eclusc, CH. , Moris.. Juss., Vent.-lAAAmy\, Dod.-) Papilioaceae, Miufnol., Toiirn., LZ/j.-Legiminacee, Hasp.)

A (|ii('sla faiiiinlia si rialtaccano oltre i generi liilli ili (|ii('sl'()i-(liii(' allelic VAiuifUpis e il Ccrcis da noi (lo- se ritii .s(tll(» la classc Dkcamikia ai .\iiin. 1(18. c Hi!), di quosia nosira ('luiiucrazioiic, cd aiiclic il i^oii. (jomlonia, di (Ili sara dcllo in appresso nolla Classe Dioecia.

Cai-alleri dclla faniiglia dcUc Lcyiiminose. i

Cfilicc ijaiiKiscpalo, a 3. divisioni ( raraiiicntc^ 4. ) saldali pid o iiiciio . c d'una iiianicra iiiciiualc , snvente in due lalilni, ciiine ncllc labiates, il sii|)eriore 2-lol)0, e rinlcridn' Ii-loho.

(loioUa iiamopolala alia liaso , pianlata snpra iin toro lilici'o 0 saldalo al calicc , (pialclic volla iicssiina per ahorlo ) di lado rosacea a .'). divisioni ei>iiali, aller- nc con (picllc del calicc c Aalvaii . piii ordinariainente papiliuiiacca a .'i. divisioni inci>iiali proionde, una siipe- riorc piii lari>a (vcssillo), due lalerali (ale), due infe- riori spesso saldale in una (varina).

Slaini (piasi seniprc dieci ( rare vidle in niinicro in- feriore, o Iripio e (piadiiiplo dci sepali i : jiUimcnli in- scrili sopra il calicc al di sotlo della corolla , (pialche volta disliiiii. o solaiiiciilc (piasi riiiiiili alia base, alciina volla nioiiailclli, piii spesso diadclli i^il iiiaz/.ello inreiiore per ordinario a un solo slanie o a 5., ii supeiiore coq

\u

9-13., liitfi saldali alia base in uii liilto fcssn siil davan- t\).-Anl('r(' (listiiUc, urdiiiarianicnte roloiule, alciiuc voile Lisluuijlie c vacillanti.

(ku'pdla unica per aborto: qualche volta ^-o. Ora- rio alliiiii^alo, lihcro, o rarissiniamonte circondalo alia Ita- se dal toro. Stilo liliformc con slimma scniplicc di va- ria liiiura.

Frullo rare volte cassiilare, ordinariamenle Icf^nmi- noso (hiijumc , lomenlo , o vilinoj. - Gvani rolondi, o rcnirornii , onihclicali, altaccati su gli orli dolla suUira venlrale : epispcrma liscio : cndnphnra ijonlialo: pcri- spermn nella niaUirilii nessiino. Uadicina vollala verso I'ombelico col resto dellendji-ione drillo o un })0 curvato. Coiilcdoni foliacei, applicali faccia a faccia.

Alheri, arbusti, o erbe a loliazione in spirale a 3. fogiie sli[iolale, seinplici o coniposle, con o senza imparl 0 con I'inipari trasformata in viliccio.

Pro|)riela varie secondo i varii princi|)ii sparsi nei tessuli delle Ibglie.-l'el principio nincoso le piante er- bacee di quesla faniigiia (dlrono 11 niigliore del pascoli al bestiame dopo le graniinacee. Talune abbondano in prodotli azolati. Molli semi sono escnienii jtei loro coti- ledoni carnuti pieni di I'ecnla misla a principii azolali ab- bondanlissimi. A'ella radice della Liquirizia IvoMxsi 11 prin- cipio mucilaginoso saccarino. I grani del Citiso sono ve- lenosi ccc.

Possiam considerarc qnesta famiglia solto due gran- di divisioni.- 1." Con liori a corolla regolare , o nessu- na per aborto; 2/ con lioii a corolla irregolarc (Pa- pUionacee vere).-hi\ prima branca non abbraccia en- tro di se, cbe vegelal)ili esotici. Tutti i noslri vanno ad ordinarsi nella seconda.

173

Sezionc 1."

A coliledoni MiMdi-Fillolohi'o DC.,)

* A leguiuc iiiarlicolalo-Lo/«u/ee (Lulee DC.,)

Calycotome, Link in Sclirad.

Cal. pria drlla lioritiira Iiil)ul()so, rislrcllo allapicc 2-lal)ial() , col lahliro siipcrion! 2-dentato, I" infcriore a 3..denli, iiidi dciscciite all' inlcrno e segroi>antesi , con la parte sii|>('riorc cadiira, 1' iid'orioro cainpanidala |)orsi- stenle. Vcssillo ovalo-hisiimjio. Cnrina hisliiiii^a, piii o mono dellcssa. Slaini inoiiadclli. Lpijumc alliingalo, pia- no-coniprosso, polispcrino. Semi sciiza caruiicola.

5in. (]. i>n:sT\. CtHss. sjpi.

A loj^lic Icriialc: foi^lioliiic ohovalo-cimoalc , iiella pnjiina inrciioic soricoo : pedimcoli 1-llori, ascellari, ad- dciisali : liralicc c calici scricci : leijnmi comprossi, ap- piaiiati iicl dorso , appressalaiiuMilc arg('iiteo-j)iloso-sen- ce.-(Arhit!ilo).

C. spinn.sd. Prcsl. ft. Sic. van Linh-Sparlium iufcsliim. Id. Del. imnj. -Spdrliiim sjiiiKisiun, Ivria non L.-iJijIisii.^ infi'slus, Gn.s.s. i)rod.-C. spinusus. Cup.- Acaeia II. Mdllioli. Casl.

Voi.c. Sic.-Alaslra.

Aprilc-.Majijiio.

INVi luoi^lii incidti doviinqiic.

« liaini (' spine slrialo-aiii;(dali. Pirciuoli pin oorti « 0 pill liiiij;lii drilc rojiliulinc, spcsso rasccllali accaiilo « alle spiuc : foijlioline sovcnlc siiiarginalc airapice. /^f'-

tm ACC. MIL. Mil

23

m

« (luncnli 1-2-lincari : bralloole picciole, ainplessicauli ,

(( ovate , oi^uali al calice , inscrite solto ili esso ed ap-

« pressatc, inlcre o subtrilobc. F?ori gialli, odorosi, (pial-

(c die v(»Ua solitarii. Lcfjmni piani, 8-14-lineari, larjihi

« due liiiee, 4-3-spenni, allenuati alia base, piu larglii

« all'apice, spuntonati... » Guss., collcUi-formi.

268.

OisoMS, Lin, Juss.

It.u, . -Oiionide-FR. -Bugrane-Sic .-Pulicara

Co?, persistente, canipanulato , .'>-fesso, con lacinie lineari, cd ovato-lanccolate. €ov. a vessillo giaiule slriato. Slaini per le piii monadelli. Legume lurgido , oligo- spernio. ' , - > , .■ ui

A. -A Icgunii eretii insieme al peduncolo.

o;J8.-(). Yariegata, L., Vcria. Biv., Guss.

A caule e rami I'lsoiiienti dillusi : fodie crasse , semplici , obovato-cuneale o bisliiiiglie , slrialo-nervose e pubescenli nella pagiiia infeiiore , glabre e iiitide nella supcriore, aculaineiile segiiellate cdiiie le stipole, the son grandi e giiainauli : liori pallidaniente liilei : calice pube- scenle piii corlo della corolla e del legume. (Annua).

Anonis mavilinia. lenis. rijiUliuscolo folio inlefiro, alte crenalo, (jup.-A.-niilis, marilinnt. folio lucido ser- rato, Id.-Uocc.-A. lutea , Trixmjinis folio, maritima, Barrel.

Apri[e-3Iaggio.

Nelle arene mariltime rarissima (LiHoralc di Picci )

Cauli 3-8-pollicari , cortamentc villosi , rossicci , i

n.")

coiilrali liiluna volta orotti. F»fy//V conic nclla diajinosi , lari^lu' 2.-liii., Iniiiilie 4., imbricate, ra(l(l(t[)|)ial<'. ricur- ve ; slipole pure iiervose nclla papna inl'criorc, semi-ova- te, e semprc piii iirandi della i'uj;lia slessa. Podimcoli corlissimi, 1-lineari, i-llori. lldlivc a lacinie slrcUanu'nle lanceoliile, ej;iiiili spesso punlalo-liiiealo-rosclii alia base. (jonillc d" im jiiallo non nKtIto inlcnso, a|»pena due lince piii iuniiiie del calice. Vcssillo eslernamcnle |»nbcscenfe. inter- namente i;;labro e siriato di |)orporino: tarind ed ali gla- bre. Lefjumc 4-()-lineare. bisluni>o, turgido, i-8-spenno , pubcsccnlc: somi giallicci, iisci.-Pubesccnza di lulle le parli glanibdoso-viscliiosa.

">;{!). 0. COLIMNAE, AIL, W., Guss.

INdtcscenle, a caiili in cespuiiiio : foglie a lungo pic- cinolo, tcrnalc ; Ic snpcriori sem|)lici con Ic foiiii(dinc ovali striate, aculamciite sei;lieUale: stipide acnte o acuminate, intere e sciibellate: liori llavi: lacinie calicinali lanceolate- acuminale. piii limglielle della corcdla: inlioiazione in spica fogliosa. [l{izt)((irj)i<(i. c cduiiHuvpicn alia base).

0. «/)»//«, Tcn.-O. pnnilJora, Lam., Cav., Pers.- 0. miiiulis.sima, .Idcij.. TlinUl.. nonL., et W.-O. lutea, .syhi'sln's. ininiiiid, (jilnmn.

Voi.c. Sic.-Specii di pulicara.

Hhn>"io-Sellend)re.

iVelle c(dliii('. ma rada.- (Trovata in vicinanza dello Eremo di San Conadu).

Rmlicc "Tossa, neraslra. Cauli niolli dalla stcssa ra- dice. palmari o semi|)('dali. ascendenli. fnilicnlosi alia base.- Fdijlir lernale con le logiioliiie ellillicbe ( ipiasi conu' (|uelle del (jfve). subviscbiose. coilamenle pubescenli in amendne le |»agine e nel corto [liccinolo, |)alenti. acntanuMile segliet- late : slijwli' lanceolale. acntamenle segbellale vieppiii nel margine eslenio : /r(/y//e sitju'iiori semplici , slcellissime , (piasi Iiucari-cuneate.-8yju7ie 2-3-pollicari. Lacinie calici-

176

nali lane polato-aciiniinalissinie , piu cortc della corolla , striato-iu'i'voso, oreUe, suboi>iiali.-(Joro//« llava, con le ali ti la carina alqiianto lutec (soccliiusa in primavcra, spiega- ta (la Lnglio a Scltenibre, (kisH ) .-Lcfiume corlo, suhroni- beo 0 quasi cllillico, nereggianle, subglabro, nigoscUo, piu coi'to del calicc. Semi rossicci, esilmenlo Uibcrcolali.

riiO.-O. jiiTissiMA, Lin., Bin., Gvss.

A cauli pclosi , oreKi e risorgenti: foglic superiori (esirenie) scniplici, ordinariamonti; inlero, Ic allrc IcM'nato- tril'ogliate, a fogiioline ollitliche cd obovate, aculaniente se- ghotlale, cortanienlc glandoloso-viscosc: inlioraziont' in spi- clio bislungbc: braltce slipolari superiori, ovale, veiilricose, scarioso-biancliicce, embriciate sopra i fiori in modo da co- prire il [ubo dei calici: corollc rossiccc. (Annua).

0. livadmla, Pourr.-A. alopccuroidos, milis, an- nua, puvpni'astens, DiU.-A. puvpuica, tr i folia, scrrata, hii\mta, jlorihus in Ihijmi capilula nuianlia arrectis, Cup.

VoLG. Sic.-Cimiciara.

Mannio-Giui-no.

Ai niargini dei canipi e delle vie coniunissima, special- niente nei terreni ar^illosi.

liadice lunga, discendcnte con pochc fibre laterali. Cauli molli dalla sfessa radice, il centrale per ordinario erelto e piu alto, i laterali risorgenti, 1-2-pedali, inseriti in online alterno, tutti ramosi sin dalla base , patcnteniente pelosi , tenaci , rigidelti.-Foy/('e superiori (propriamenle quelle picciolissiine alia somniita della spica) seniplici, li- neari-lanceolale, largbe appena '/z-l.-lin., lunghe 2-4 lin., sessili , luinutaniente denlellate o a niargine inlero; lulle le altre (comprese ordinarianienlc pur quelle che fan di brat- tee inleriori alia spica) dispari-pennale-in-lre, con le fogiio- line obovate ed ellilliclie aculaniente segheltale : tulle corta- mente pubescenli e giandoloso-vischiose in amendue le pa- gine : non di ratio accanto alia foglia seniplice della sonimi-

m

la nil altra piii picciola ad iin lato di ossa.-F/oH sessili o coiiaiiKMilc |M'(lim(iilali in spiclic hisliini^lic l-2-|»oIlit'ai'e , aciilc, iiiiiiiik' (li hidllcc slijiulari, ovale, vciilricoso, scario- so-biaiuhicto , lenninalo, come si e dcllo, da una foi;iia scniplicc Ic cstrcnic. c da una liiroi;iiata Ic piii i)assf : que- slo hrallcc iMubricandosi sopra i lioii nou anivauo a cojirire die il solo !ui)o dei ealici. Spica del eaule centiale seuipre pill i^raude: lulle quasi variei^ale per le brallee hiauchiece e le loj^iie wnVi.-Laciuir valicituili verdi, loi^liaree, ova- to-aeuniinale, i;laudoloso- pubeseenli iiilernainenle, sul)<;la- bre e iiiinulanienle striate aU'esterno, cii«iiatc nei iiiargini , v<'i(li col Inbo biancluccio ; linleriore carinata a base piii prorondanicnte divisa, appoiiiiiala o incurvata su la carina , pill discosia dalle altre die stanno lateralmente disposte a coppie . e ciascuna cop|»ia ravvicinata c divisa da un seiio ineiio proloiido dei Ire die separano le coppie stesse tra io- ro e dal sej^inenlo di mezzo. -6'ojo//« piii lunj^a del calice: vessillo d" wn roseo carnicino con strie porporine: ali e ca- rina biandiicce : niiUnc ]uU'V. -Lofimnc ovali-siibroinbei , rossicci, ei;iiali al calice, pel(iso-i;landolosi specialiiieiite al- lapice. Semi rossicci, subi>lobosG-reniroi'mi, tubercolati.

B.-A legumi pendenli dal pedimcolo eretto.

oil. -0. MOLLIS., Savi., Laq. , Guss., Syti., var., major.

Patentcmente pubescente, subviscosa, erbacea, a cau- Ic crcllo, semplice, e patcnlemenlc ramose sin dalla base : foi^lie lein;ilo-tri('oiiliate . coilaniente irsute, con foijlioline obovato-o l)isliiiiiio-cuncale, o stiellamente linear!, seyhet- late all'apice, ottuse, e con slipole senii-ovato-acule o sii- boltuse, esilniente denlicolate: liori in i>rap| (do subconi])at- lo , die |iroluiij;asi e divien jiiii lasso coi frutti : peduncidi l-Oori, mulici, suliegaiali alle loglic: liori rossicci: calice

178

parlito, a lacinie linoari-lanccoliilc, subeguali alia corolla cd al lei<iiin(' cilindnco.-(/lnnMa).

0. rccUnala, Vcr,, Guss. prod., non Lin.

B. Minor, il/om, Guss.-\ foglie compaltc: foi^lio-

line pill slrolle : yrappolo dci fiitri raccorcialo : lacinie

caliciuaii slrcttanicnte linoari, acute. -('O. rccliiiata. li.

Fonlancsii , Wcbh.-O.Deslonianesii, Uufour.-O. Cher-

leri, Dcsf., Reivli., e di allri.-/l»«»/.s' arvemis, hirsnta,

pimlla, visvosa, multis siUquis vcrnuis. Cup. lion.-A-

nonis tiifoliis ajjinis, minima, hirsuta, Cheiieri, Cup.?

i FR.-Ai'rece-hoeuf doiix. i-

VOLG. \ ■• I ,

/ sifi.-riilicaredda. '

Maiiiiio-Giiio'iio.

Nei colli, nei luoglii arid! (Pelrara), nei siti giiiaiosi niai'illinii , anihedue le varicla.

Cauli erbacei, gracili, palmaii o dodrantali. Foylie apprcssale o eretto-palenti , a picciuolo S-ri-lincare con le foglioiine larghe 1-2 '/, lin., lunglie 2-4, nella pagi- na suporiore oscuramente nervose: fofilii' [lorali seniplici (traiiiie le piii basse del grappolo , clie sono rpiasi sein- pre normali, ([ualche volla con una sola laterale) pelo- so-gland(d(»se-vischiose, a peli corii hmglii 1-linea: .s7/- polc luHghe 2 lin. , larglie 1. o'/^, subaniplessicauli , dentale, nelle fogiic florali assobitameule intere. Podun- coli l-'i lineari, nei fiori iiileriori un po |iiii Itingiii della foglia.-(vo//c/ nervosi, ghuuescenli sul lubo, .'»-parlili, a lacinie lietaiueiile verdi , siretle , appressate , orizzonlal- mente villosi a liinghi peli ineguali da 1. linea sino a 2-'/,_. Fiovi orh/AmlwYi-Vessillo dilavatamenle roseo ( per ordinarid allapice, ove Irovasi ascuraiuenle sirialo ) : ale e carina bianchicce.-Lej/HJ/ie sublerele, 3-4 lineare, villoso, fasco: moUi .semi leonini.-Odore della pianla rc- sinoso.

542.- 0. BUEViFLORA, DC, Guss. *f

no

Erlacca, poloso-suhvischiosa. a foijiio siiporinri som- plici con Ic slipdlc iiilciT , h; inlciiori loriiiilc-lriloj'liale (■(111 riinpari iiiajijiiorc, v Ic stijiolc scjilicllalc: lui^liolinc UiUf liisliiniid-cllillichc, (tUiisc o siiiartiiiialc, iiicjiiialiiicnte scjiliclliilc: pcdiiiicdli iiKiiKilldri, liiiiitaiiiciilc arislali, ci;nali alia luiilia : lioii lulcscciili : calico a laciiiu^ slrcltaiiiciite liiicaii-hiiiceolale, piii luiighelle della corolla, plii corto (Id Iciiiiiiic (Annua). t

0. Viscosd (►., Lin.

Aprilc-("iiiii;ii().

IVci canipi, nolle colline aride, tra le biade.

Canli orolli, l-U-pcdali, raniosi, sparsamoiilo pelosi come i pcdnnculi od i calici, a poli liini^lii palcnlissimi, con allri in mezzo piii corti e spesso ijlandolosi. Fo- (jliolinc corlanionto puhcsccnti, i;liilin(tso , (pialcho volta suiicuncatc alia base, piii (ndinariamonto (piollo di mezzo e le supcrioii (die son s(dilarie) dlillidic, ejinalnienlc ro- loiidalo alio due cslromila ; le laleiali sirello-bisluni'be , siibscssili. (pialdio volla insorilo allernamciilo, liitio ine- ij;iialiiioiile (Icnlale al di lii doi duv lorzi .supori(U'i, inlere alia J)ase, con ra|iico (piasi sciiiprc 8iiiarj;inato. Slipole (Idle loiilio iiileriori rcinoliiiiionlo dciitale. (Idle siiporio- ri, iiitoro, con i;li apici divcriiciili, nolle [)iimo aciili, nolle seconde lancoolali: tulle col maryino basilare rivollalo. I'or- zi(Mio del piccinolo sporiicnlo sopra le slipole ordinaria- iiionlo oi;iiiile in Iniiiiliozza al picciindo socoiidario dolla I'o- gli(dina di mezzo. Podiinviili 1-1 ' ,-polliiari: (mnihctti 2-2 7. linear!, (piasi mella piii corii del calico: arista sii- bricnrva. Iiin^a t-(i liiieo: |)di liilli dollo arislo. e i piu corli doi |ic(lniic(»li e doi calici, sposso iilandolosi. Co- loUc pallidamenle lulcscenli, lunijlie 3-3 linec, subogiiali al calico, ordiiiariainonto iin po piii corle, col vossillo rai;- j^ialainonlo stiialo, a strie os( iiriimonlo ranciato. piii vi- sibili alia base, e orlalo d' una linca decisanienle laucia

180

nel piinto centrale, a cui si appocfgiano Ic ali: carina flava.- Leyunie terete, imicronato, 5-(»-lincare, giandoloso-pelo- so.-Semi subglobosi (8-1(5), pallidamcnte leoniiii.

Odore di tiitta la piaiila noii deeisamcnte di Teriaca (Guss.), ma iin po soiniiiliaiit(% ed assai forte c naiiseoso.

543.-0 PKOKcox, l\ob. Giornulo del Gabin. Gioen. Tom. 1, liim. 1, pag. ^i.-Guss. Syn. 2, jj. 831, srib 0. Biflom, fi p. 890.

Erhacea, viscoso-pubesceiite a caule ranioso, erelto 0 risoru'enle: foglie ternato-trilbi'liatc , con le foiilioline bislunghe o hislungo ellitliclie, otliise, senhettate: slipole inlere o irregolarnientc dentate: pednncoli nionoflori (di rado 2-llori) sul)eguali alia i'oglia aristali: liori candidi: calice a lacinie lineari-subulate piu corte dcUa corolla. - (Anmia).

0. Biflova, Guss. prod, e Syn. 2. p. 262 non Delf. -< -

VoLC. Sic.-Ciniiciara.

Dai primi giorni di Aprile a Maggie.

Nei pascoli, nei prali sterili, ed anche nei prati pin- gui, nia lara.

lindicc ramosa, sparsa di grnmctti, c di un odore appena sensibile. -Crt»/i erbacei, '|,-2-pedali, ramosi, eret- li, palenteniente viscoso-pubescenli, a pcli inegiiali im po piegali airingiii.-/''o.7/(V»//He ad a|)icc quasi niozzo niinu- tanieiile e spessanienlc denlal(», deniaie piu larganieiitc in anibedue i margini lalerali della metta supcriore, intere quasi senq)re nella base, che ])cr ordinario e cuneata : fogli(dine di mezzo semprc maggiore: slipidc inlere o ir- reg(darmentc dentate, a margini per ordinario ripiegati.- Arisla del poduncolo 4-5-lineare , rdilonne, piii limga del gandielln o egnale ad esso : alle voile due appendi- ci fogli(dinari inlerposilive ovate in cinia al peduniolo Ira il gambetto e 1' arista. -Fiori nulanti. - Co/'o//o Candida col

181

vossilld (lilatali) (hkIiiIo iicirapicc, (-(irlanionlf imu-ronalo. s('!>iial(i liiiiiio la sua (liipplicaliiia da una slrin capillarc |i(»r|t<»riiia visil)il(' in aiiihcdiie Ic pagiiic, cd csiliiiciilc ra- (lialo (la solid iii sii con allre lincetle capillari svanile : apicc dcllc ali |((icliissinio roscccliiato, rare voile sfiiina- laiiiciilc llavcscciilc : apicc dclla carina smorlaiiuTilc por- poi'iiio.-.l/(/('/r i^hilW . - Lrffumi suhleirli. ahjuaiilo com- piTssi dai lali dcllc suliirc, irsiili. Iimjihi iiii pollico. o po- co piii. Sriiii rciiilornii 12-20.

Odorc dclla piania Iclido.

">ii. -(K IU.M0S1SSIMA. Ucsf., W., ///»•.. Ghhs.

Snirriilicosa. mezzo puhescente, a foi;lie lernat(t-lri- loj^lialc, loi^ii(dine (d)(jvale , o liisluiigo-liiicari , siibco- iiealc , deiilalo-sejilieltale (^traune alia base): stipole acu- miiialc: |icdmicoli l-llnri, piii liiiii>lii della ro<>lia: arislc subc^iiali al luho del caliee : laciiiie calicinali suhliiicari. due voile piii corle della corolla . e tre voile del Icj^u- nie : fiori lulcscciili. iSulfrulice ).

0. .\<ilri.i\ Iciiu, mm Lin.-Anonis riscasn, spi- nis carens, hili-a, major, Cup.

voLC. Sic. Pulicara.

.\prile-Lni>lio.

iVei luo"lii areuosi niarillinii, nei Icrrcni aridi. ueyli alvei dei torrenli, per Ic vie, e nelle colline, comunlssima.

Caiili cespiiii'liosi. ramosissiiiii , 2-3-])edali. FiKjIir j>iutiiioso-uilide come i canli. lulle picciuolale , con j)ic- ciuolo 2-i-lineare: I'ojiliitline di lorma variahili , or obo- vale, ora bislunj^o-ellilliche , ora sublincari , lincalo-ve- uose uella |)ai;ina snpcriore, denlalo-sei^bcUale o acula- meule sei^iicUate , non dal mezzo allapicc. ma auclie piii in gill del mezzo , sempre inlere e cimeale nella base : le inferior! abpiaulo piu lari^lie e (piasi piane le supe- rior! pill angusle , spesso raddoppiale . ricurve , olluse : spesso unica logliolina lalerale iuserila alia base della

ATTl ACC. YOl. Xtll . 2i

182

fogliolina di mezzo ( anomalia nialamente attribuita alia sola variola B.): aUpole nonose , acuminate, piii corle del picciuolo , ma non inlere , per lo piii coi nervetli prolungali sul margiue in allreltanli (\ml\ .-PedwuoU da 0 linee sino ollre ad iin pollice, persislenii: (jmnheitl 2-3-lineari : arisla cpiasi doppiamenli^ piii liinga dei gam- belli. -F/on orizzonlali col gambello piegalo ad arco.- Le due lacinie superiori del iuUcc accoslale Ira loro e subricurvc , le due di mezzo ciirvate laleralmenle alia volta delle superiori , 1" inferiore incurvata su la carina, tulle e tre queste ultime discosle dalle due prime e pa- rallele fra loro. -Colore della eoruUa lulescente, col ves- sillo striato o concolare.-Le(/i<wie lineare , pleiospernio , lungo 5-7-linee , pubescente, d'una linea di diamelro : semi subcordali , pallidamenle carnei , esilmeule tuber- colati.

Odore balsamico abpianlo disaggradevole.

Si fa grande uso di cpiesta pianta per bruciaria nei forni , e nelle I'ornaci da calce.

.>v^

2(59. .. ;.,.:.. . „'. .;..!■•■

VtLi\ERAHiA, Journ., Moench. (nouScop.) (FR.-Yulneraire.-//.-Vulneraria.)

Cal. persistenle , irregolarmente a-denlalo , final- mente ventricoso-conlio. Pclali subeijuali. Slami 1-2- adelfi. Lcijume ovalo , pedicellalo, 1-2-sperniio, coverto dal calice.

oi.K-V. uETEROPUYLiA, y]/oen/ic., Giiss.

Erbacea , a cauli proslrali e risorgenli: foglie |)u- bescenti nella pagina inl'eriore , le radicali lungamente picciuolate , bislungo-ovali ed ovate , quasi semplici : le

18:j

'•a"lin<" sessili ponnaf i„ calTo ,•„„ la foirlioliua eslrema I'l.i -laiuie: iiil.oiazion.' in .apolirii ir,M„i„a(i .'{-mMriini rinlorzali da d.ic i„v..lu,ri .lioiiad „„i|au.,ali iiicjuali K'J>uim scnii-Hliiii.i. iiioiiospeniii. (ni-omnm-a)/

\.-li,ihi/h,m.-\ calici violcMlo-porporini , coroll.- rosec. (Aulln,llis vulncnnia, L. W.. All. Unia-VulnL rana A„lln,ms, Sco/k A. h'i,unumsa , monlana, coo- ruloo /Inro. harr.-Vulnorarin ruslim. ./. n,,,,!,. Lamh - Loin ajtms r„l„n„ria i>ralis . (',. K.-V. Ihrc nnrn,,- raacente, (Zaiinich.j. ' ' '

A -a-/yr,Wo,-(:„„ I,. ,.„n>||e d'un rosco svanilissiinc li.-l'lanjlnni-.i calin per (.nlinario porpoiini iid- I ap,(T cnrull,. llavc.-(. (,///,. Iryumiima lolo allini.s (^'ilK-A.lyumim,m fhm' htm, <Jn.sL-La,iopo<lhm floro liilco lahcn,.-A. I,';,,unim,sn, hilca , 'ilaliva , Uarv - A. nrhrmU'ims taliori jnlio , pollnvMo h,,ssino Ihre ,"l'-'\: '''lliiintnosa, vuhioraHa pralnisis divla . Inlioro /[>l''>.fh>r,. hjfssino, Id.-V. pralomis luto affinis. la- liort /oh,,, jhtro aurotK lion.)

(j. Alhi/lara-X calici l)iaii(lii((i(.-vcTd('i.-iaiili : nj- '•••llc J.iaiirlic -(.(////,. Icuiuninosa /lore albo,' C,m Vul- ncruna ruslira, (lore ulho, .S>r/». j VOLG. S'j-" ^"''"*'''"iii- iiiilillidc'vulricraria.

^Fit.-Vnlii(Taiic, aniliyllidc vuliieraiir . vulnnaire (los paysaiis, lirdc jauiH'. ,,, ,'

Aprilc-iiiiipKi.

/r ?^^Y 7!"'"''.;'« !"''• »"tto, edanche nei luoyhi bassi

{Lx-jnulo (I I (hllinn.) ^

Ca „li nkm'l i-1 '/.-pcdali , n.olli ,lalla slessa la- iice, seinphn poco ram(..si.-Fo,y//> pallidainontc ver- Ui, iK'lla pa-ma superiors j-labrfi, nclla inr<"ii<.n' appres- salamcnlc pnl.cs.cnli si.rcn.' i caidi. -ri„v.diMri e.l i ca- "ti: N' radi.ali aiiclic oltovalo-clliUiclic, dispostc in ro- sa. liin-aiiKMilo piiciuolalc, col picciuolu pateiitenienle pu-

184

Ijescento; Ic suptMuori sossili, inipari-ponnalo con Ic fo- giiolino lalerali siiblinoari, lunghe 12-15, linee, eTini- pari p(M" onlinario liiicari-lancoolata , assai piii grandcl- U\.-Cfipolini geniinnii, anzi le |)iu voile a Ire a tro, inc- ••iia'ii, Finferiore alquanto dislante, lutli rinroizali da due involucri digitati (iion iino) aniendue iinilaterali, 1" inter- no [>iii piccolo H-5-parlito, I'esleriore appena una linea (iislante dal prinio e piii grandetto, .'j-7-paitito.- Ca/f- ci in A., fosco-violelli cosi all' apice come alia base, bian- chicci nel mezzo ; in B., rosseggianli per ordinario nel solo apice; in (]..biancbiccio-\erdognoli (^colori cbe in Uitle le variela si dileguano dopo la fecondazione) ; in tuUe brevenienle pedicellali, (piasi biiabiali , c(!l labln-o superiore grande corlanienle 2-dentato, I" inl'eriore 3-den- talo coi denii piccioli acuniinalo-setacei, e quel di mez- zo pill basso dei due lalerali: denli lutli c cinque villo- si. -Co/'o//e pill lungbetlc del calice, in A., col vessillo roseo, venalo leggennenle, le ali biancbiccie, sfumate nei lembi eslcrni pure di roseo, e la carina nero-porporina air apice; in A., a col vessillo d'una tiula rosea assai sva- nila; in B.. di color flavo; in C. con le ali e il vessil- lo bianchi, e le prime qualche volla un po llavescenli co- me pur la carina. -S/f/mi monmMii. -Lofpime pedicella- to, spunlonato, reticolato, glabro, 1-liiieare in dianielro, lungo appena 1-'|. lin., dritio da un lalo dellc suture, convcsso dalPaltro: (jamhelto 2-3-lineare, gracile gia- bre.-Se?;u' mezzo compressi, fosclii, elliltiche-reniformi , lisci.

546. -Y. TETP.APIIVLLA, GuS. ' ■' v,'

Pill 0 meno villosa, a caule prostralo : foglie tulle

pennale in caflb, con la logiioliua eslrema jiiii grande,

inliorazione in capolini ascellari, subsessili, paurillori : !e-

gumi bislungo-lineari, 2-loculari, 2-spermi. -(.I»ni<a).

., AnthyUis li'lmpiiijlla, />.. Ucr.-A. Impamca, Hir.-

I8:»

.{. lorjumiuosa , vpsicavia , lutca , llan.-A U'tjumino- sa, lolo a fji Ills, vesica rid, hispaniia, (hij). - Loins pen- Inplnjllos rcsivana, C. n.-Tiifoliuin linlinihuin, Cam.

Voir.. It. - Vnlncraria vcscicosa . aiilillidc vcscicosa.

.Maiz(»-A|iiil('

.\('ll(* collinc (' iici campi aridi da |)or liilld.

(luliU'dttni olxtvali, siilicaniosi, "laljri.-Cn^// iiudfi dalla stcssa ladicc , pcllicari o |)e<lali, spesso semplki.- FoijUc tulle iiiipari-|toiinat(', cariiosottc, con I' ultima fo- gliolina ijraiidissiuia ohovalo-snlicllillica , corlamonlc ap- punlala. picjiala in avaiili sopra larticolazidnc ad anijolo ([uasi rclld. Ic iatorali |>i(i(d(' , iuciiuali, altcrne, 1-3, della slessa forma o iiislungo-acute, o lancei)late, e spes- so verso la base lincari acuniiiialc picciolissime a foi>gia di hralloulinc : picciuolo t'oniuiic diliilato.- (.V/^k>//;h' ascel- lai'i, cortamonte pcduncolati (non sossili) con pcduncolo lunijo 1. linoa, 2-llori, c i liori smrolli da un "anibet- to liingo '/, linoa. -Co//</ villosi, nclla liorilura poco gon- lii, nol IVulto assaissinio voscicosi , c quasi somprc fosco- rossogjiianli con cinque liste, slretle, porporine piii pro- nnnciate sopra .'i. angoli olfusissimi : denli del calice 5., sidndati, villosi (non aiislati ) sulieguaii, linalnienle con- nivenli sui Irutlo. - Coro//e j)iii Innghelte del calice, pic- cole, a Innga iiniiliin, col vessillo hianco-llavescente, ra- dialo di linee porporine, |)ul)escenle al di I'nori; le ali tulle (|uasi sjiaUdate; la carina hiancliiccia alia base, spa- dicea nel mezzo, liaia all'aiiice, verdiccia sni dorso.-.S/o- mi diadelli. -Lefy»/«e iiedicellalo nel calice (con gambel- lo lililorme di (juasi due linee); aculo alle due estrenii- la, slrani;(dalo nel mezzo, irsuto, a bacello tcnue, e qua- si scarioso. -»//(/ subrolondi, i>rosselli, quasi leonini, mi- nulan\enle lubeic(dali.

Tutla la pianla piii o meno villosa.

18fi

270.

_,: Spartii'm. 1)(L

Cal. persistento, di sopra fesso, 2-lal)iato, spata- ceo, con Ii. dcnli miniilissimi in cinia. Cor. con vcssil- lo subrotondo-ellillico, o carina acuminala 2-petala, a pe- tal! alquanto agglutinali 2-parlibili. Slami 1-adelli : anlc- re barbate alia base. Stimma bislunno, s|)ugnoso, ade- so lonifitndinalmente sotlo I'apicc dello stiln.

Lefjume piano-conipi*esso,polispenno senza i>-|an(lole.

347, S-. juNCEUiM , L. Ucr., Guss. (Specie nnica).

Fniticoso, a rami opjiosli, vori^ali, linainienle alilli: foglie semplici, lanceolate, i;labre, slornile di slipole inlio- razione in grappoli terminali bralteali: linri llavi. (Fru- tice).

Genista, Tourn., Mallh., Duham.-G. juncea, F. B.-G. Malthioli,Cup.-G. Impanica. Uiv.-Spartium Ma- crolobUim. Veneal. - Spailianlhus juncenH , Link in Reich. Y \ Ital. - Sparzio ginestra.

*'''*^' ( Fr. -Genet d'Espagne. it . :'■.!•)'; 'i- ! ci/ifi ..; Apriie-Gingno

Nei luoglii rruticosi-(Duc soli individui esislevano nel 18S4 presso gli Orli di Cassibili).

Canli raniosissimi, 5-()-pedali, grossi qnanlo iin brar- cio, a rami tereli, vergati, llcssibili, lisci, esilmente stria- ti, a midolio S[)ugnoso, nello slato tenero glaucescenti , i pill giovani coverti di corta pube apprcssata all'insu, Goriferi noH'apice. Fofilic (appena ne lio viste due all'a- pice d'un rametto tenero) 2-lineari, liscie nella pagina superiore, appressato-pubescenti nella inleriore, dnppli- cato-ricurve lanceolate lineari : piccinoli appena lineari ,

187

incaiii, inscrili sopra un luhorcolo. Fiovi avviciiiati o di- slairti. apicilari, siiliopposli, (|iiasi s('iii|ir(' iiciniiiali, odo- ntsi. Pcdiincoli i^laliii, (•oiiico-tiiiliiiiati, aira|iicc, IJ-li- iicaii, !j;laiu('scciiti, inscrili supra iiii dciilc, (Oiilimii col calicc, sdiTcIti da i)rallc(' (adiiclic (cliio pcro iion ho viste, nia di ciii vidi ie riialrici ). fr/Z/cc ijlahro, s[)ata- ceo, apcrlo dalla parlc siipcridic , coioralo quasi come la corolla, scarioso al iiiari;iiic iidcriorc, ncrvo.so i'osco, coi iicrvi cdiivciiiciiti allapicc. .'i-dciitalo coi due denli laliM'ali iulcruicdii piu liint;lictli, il uicdio piii corto di cs- si, i due cslcrui ancora pill colli dciriulcniicdio.-Coro/- It' <;riiiidi di c(d(tr cauiiriiio : Vcssillo lilahrissinio conic Ic ali, snhi'oloiido a niaii^ini iiv(dlali, rostralo uH'apice, |ialciilissiiiio, raiii;ialo inlciiiaiiicntc alia base da lineette esilissinw, inlcnolle, ranee: ali senii-idiovale. uldiqiia- niente liciiivato-ciuivesse. uii Icizo men lun"lie del oali- ce: carina piu luuga delle ali, pochissimo piu corta del vessillo. puhescente in tulto il dorso (non solamenfe al- I'apivi' (iiiKs). e in lullo I'apice ]m'1 liallo di 1-2 linoe, palenlissinia c(uiie il calice e lasciando lilieri ncl niezzo jjli ofiiani i;enilali, cimbirornie, racilnientc 2-parlil)ile , e per ordinario semprc divisa aira|iice e spessissinio alia biise. -vS/flw/ iiuuiadelli : jUavicnli e .s/(7o peloselli ver- so I'apice, glaucescenti : unlvic liarhale alia base: sft'wi- ma spugnoso, inserilo lonijitudinahnenle sollo lapice del- lo slilo. -/-ef/i<7H} apprcssalaniente sericco-villosi, incani, ilrilli 0 i'alcali: non lio polulo vedenie la ijrandezza e la I'onna percli« ancora giovani : semi.

188

271.

Medic AGO, Lin., Jms.

( It . - Medica - Fr . - Luzerne . )

,1 €al, tubuloso-cani|)imulalo, ">-fesso, o a-tlcntalo.- Carina oUusa, suiu'eniola dal vessillo. Slami diadelli. Le- gume polispenno, Iiinatu o ralcil'orme o invollato a chioc- ciola. "

* A lenunii luiiati. Foglie conjiigale.

348. -ilf. Circinnala, L. DC. FL fr. o (yms.

Villoso, a foglie due voile conjugale in caffo, con le foglioline intcre, la lerniinalc grandissima : peduncoli 2-4-n()ri, pill lunghi della I'oglia : iiori lerminali subses- sili: legumi coriacei coinpressi: lunato-reniformi , 2-sper- ini, dentali nelia suUira esUM'iore. (Annua).

M. circinnata a, W. sp., DC. Fl. jr. '^.-M. ra- diata, Ucr., non Lin.-lljjmenomrpos circinnala, Sa- vi.-Anlhijllis hmaria, (lore laleo, ilalica, liarr. -Au- ricula muria, Camer.- Falcala folio anlhyllidis, Miv.- Medica annua, .siliqua falcala crenala, Cup. -Medica loto a^aia, Hiliquis hirsulis circinalis. Id. ;i'i)

Marzo-Aprile.

Nei pascoli mariUimi, e su le colline.

Cauli rigedelli, cilindrici, flcssuosi, ordinariamenle prostrali, qualchc volla ascendenli, niolli dclla stessa ra- dice, 3-18-pollicari, aioUemcnte e patentemente villosi co- me i peduncoli ed i calici, spesso rosseggianli da un la-

1S9

lo. Foijliolitw ora cllilliclic, ora ([nasi spalolate, or laii- fcolatc, or laiictMilald-liiicari, (|iiclla di mezzo (|iiasi sein- |)re laiiccolala iicllc luiilic siipcriori: iicllc lalcrali la cop- |)ia superiors sciiipn; piii i^raiidc tlolla inlfriori'; liiUe siibappressalanicnlc villosc, c quasi seinprc Uibcrcolatc al- ia liaso (Idiiiii pclo : slipolc lanc('()lalu-ol)li(pie.-Pr'(/»H- roli asccllaii, l-i-pullicari, s('iii|tro jdii liiiij^hi doUa fo- j;iia, solilarii , 2-'i-ll(iri, Icniiiiiali ordinariamt'iUo da una hidllcii roiiliacca (ival(t-laii<'C(»lala lalcralc all" insorzionc (lei liori. die son nuinili di corlissinio "andjcUo.-IA'/i// (:nlici)iuli linoari , slrcllissimi , inogiiali , 1" inferiorc piii corlo , incurvalo sn la carina, tutti villosi. -Coro//rt inten- sanjcnlc Inica , picciola , appena |)iu Inni^holla del cali- ce , li-'i-lincaic: vcssillo scinipalcnie : ali concave, piii corlc del vcssilhi : carina subeiiuale alle ali , ed occul- lata da cssc-^fv/in/// nicndnanacco-coriacci, conipressi . lari^lii '(-"»-lin.. tnliicidalu-rcnilornii , (piasi I'ogliacei, ver- dicci, nclla niaturita spcsso rossoggianti , coverti di pu- Ix'sccnza cuncciiliicanHMilc a|iprcssala, siniialo-ondosi r incgindnicnlc c coilanicnic aculcati nolla sulnra csleriorc. con ciascnno di lali acnici hasllalo, or 2-ii(lo or S-lidd or anclic seuiplicc c continuo, e lo punIc aridc, spine- sccnli. ricnrvalc snllorlo sicsso dolla sutnra.-S>//u' due renifornii . cninpressi, giallaslri , col dorso allilalo , cir- colarniente lossellalo di qua e di la, a fossette poco pro- londe.-l liori col seccarsi divcnsono ranci.

* * A Lecumi cocloarifornii.

Fttiilie ternalo-trifoi'liale.

o49.-M. SCCTELLATA, All., W., GllSS.

Apprcssalamenle pnliescenle , a slipole dentate : To- glioline dentato-segiicllalc , Iranne alia base : pediuicoli

*TII ICC. vol. III! ' 2S

190

t-2-llon, pill Iiinj>hi della foglia : legiinii subglohosi , sii- periormente piani o leggerniente convessi, iiiermi, obbli- quaiiienle nervoso-rolicolali , con gli aiifialli verlicali a spira loiicentrica, sollili ed aciiti iiolla siilura-(i»»»«i).

M. pohjmorpha li. saildluta. L.- M. cochleata, major, dicarpos, capsulu roiimda (jlohom NculeUafa , Cup. -Tri foil urn coclileatiim primiim, Dod.-Cochleutu I'nulu scuk'llaki, liiv. ,- ^ \ Fit.-Liizeriic en buchier.

/ hic. - lril()i>i>lmi.

Aprilc-Maggio

Tra i scniiiiati, noi prali, noi Iii(!i;hi orbusi iiiaiitlimi.

Caiili largamcnle dilTusi, robiisli. li-.">-p('(!idi. raino- sissiine.-/M>(///(>///w' iiorvosc, dcntalo-soi^hetUik', inlcrc al- ia base, nolle foi<lie inleriori obovalo-ciineale, nelle su- periori piii bisluni^bc c talora (piasi ellilliilic , (pialche volta la mcdiana ad apice aculo, le due lateral! (jiiasi seni- pre mozze, e plii niiniitamenle denlale all' apice. -Slipolc largbetle, dentate, nolle foi;lie snperiori aciiniinale, o coi denli |iiii aciili, nia non setacei {Guss. )- l^cditncoli 1- 2-nori, |)ollicari, terniinati da una resla .'»-'( -lineare, ipia- si uguale ai denti del calico, o abpianto \nh lunga, pu- bescente ancoc essa come ogni parte della \nin\\ii. -Denli caliciiuili lilirornii.-foj'o//(; picciole luteo. -/.e(/«»a" pu- Itesceiili, inenni, grandelti , asferoide com|)resso d'alto in su, 0 seniisferici, di sopra ]»iani o leggermente con- vessi, lassamonlc conconlrico-spirali, con gii aniValti ver- ticali, fogliaceo-coniprcssi, obblicpianiente reticolati, a su- tura tonne, acuta. -Sem/ renifoiiiii, bai.

I'nbesconza della intera pianta a peli esilmonto gian- dolosi, che no rendono ogni pailo snbviscliiosa al tatto.

550. -M. Okbicularis , AH., TF., Dcsv. et Spr., Guss.

Glabra, e foglioline dentato - seghettatc all' apice: sti-

101

pole sclacco-lacinialc : pediincoli sultbiflori, piu corli del- la foi!;lia: ici^iiini inormi, a S-ri-anlralli orizzontali reli- cdlalo-norvosi, lassainciilc applicali liiiio sopra lallro, c (li sopra c di soUo uri po coiivossi. -( J/i»»rt).

\.-(Jonve.rin.seula-X legumi glahri, di S(»pra e di solid III! po ('(mvcssi. slrcllaniciUc inarginali iiclla siilii- ra oslcrioic-i^ J/(*(//r« cochloala, major, dicavpus , f'lu- ctus capHtila compressa orhiculata levi, siiip oris cri- spis. Citj). -Trijhlium ctx-lilrdhdn Icco, Cast.- i^Iodiva (hhiviilalii. S. U.-M. ((nlilcula, allora, major, dicur- pos, capsula comprcusa. orhiculala, uiijra, oris Crispin, Moris. -Modi ca orhiralaUi. Zannich,-M('diva(jO poly- murpha a orliicidaris, Lin. )

l\.-Applanal<i-\ Icguiiii glahri, di sopra e di sol- lo |)iaiu. coil la siiUira osleriore largainentc niargiiiala.- ( MciliiUKp) manjinala W. -Mcdica major, divarpos. vap- sula comprt'ssa, orhinihda, uiipa, oris cri.spis , Mori.s.- Covhlcala jhichi orhiculalo, liir.)

il. -Marfjiiuda-X Icguini t'Oinc in U. col largo mar- giiic ilclla siiliira cstcrna siiljondato c ciglialo. (Mcdica- ()o apphinala. \\ . )

b.-l'ubcrala-X logmni come in A., lutti giandolo-

SO-plli)('S((Mlli.

h.-Krlia niodica fondcllo, mcdica-fondello, incdica arrull'ala. Irirogiina. Irifogiino storto, trafogiiiiolo Voi-C. i slorlo.

Fr.-Liiz(mii(' coliniacon; luzcrnc orbiculairc. Sic-Trilogghiii a riiniicddii. Aprilc-.Maggio.

I\ei cani|ii. iici prali. tra lo biadc doviin(pic : Ic va- rioUj C. e !>. iiiciio IV('(|iieiiti, anzi rarissinie.

Cauli diirusi, striati, glahri. -Fo_f;//o/me ordinaria- iricnlc ohovalo-ciincale (lalora ohcordate , o smarginalc allapice. con picciolo spuntone nel seno) dentalo-seghel-

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laic nei due lorzi siiporiori , coi dcnli gradatanicnle piii ♦lislanti da sopra in iniu , interissinie sonipre ncl tcrzo inlei-ioro , pallidamcnle vordi n(dla pagiua di solto , gia- biT in andHHliic, nclla variola D. appressalanicnlc pube- sconti. -/'(;(/»»(•«/(, pul»csrenti, aiislali, in tulle le varieta dapj)riiua lassi, linainienle accoslali.-y>P(/»/«/ l)iancheg- gianli , nella nialurila foschi , norvoscllo-rclicidati , 4-1- lineari in diamolro, in A c U.. piii slreltanientc codeali e piii convessi dalla iaccia anteriorc che da (piella per eui slaniio inseriti al piceiuolo, e |)roprianu'nle della for- ma di due pialli arrovcsciali Tun eonlro I'allro, coi luar- gini dcgli anlratli eslerui iucuivali pure Tun coniro I'al- lro, e qucUi del medians) salienii , drilli, oppurc ripie- gali air ingiii. e formanli un (uliccio concavo inlorno agii anli'aUi inleriori, i\ dando (piindi alia i'accia posleriore una lonna piii piaiieggianlc (talora lulli gii anl'ralli coi mari'ini lei'iicrmenle invollali) : nolle allre variolii con di anlValli lassissinii, alio voile uietlii concavi da un lato, e niella daU'allro , c quiudi piani in ambedue le facce, alle voile lulli convcssi dalla I'accia |)Oslcriore e concavi dal- Tanloriore, e (pundi piano-convessi : in 1).. ricdperti in- loramenle di corla poiuria giandolosa , e cigliali al niar- gine dagli slessi \)('\\.-Uo,nli cuUcinali lanceolalo-seta- cei , appoggiali.-0*/'o//(> luloo-rance, coi niargini lalerali del vessiilo ripiogati in addietro , ra|iice obcoi'dalo, ercl- lo , le ali palenli , la carina palenle , biCessa in cima, i lilamenli vordicci , le anlorc Have.

5ol.-3I. Elega>s, Juctju., Guss.

Alquanlo pubcscenlc , a foglioline villose nella pa- gina di sollo, denlalo-segbellate allapice : slipole den- tale: peduncoli 2-3-llori, |)iii corli della I'ogiia: legumi conipresso-piani, a 2-3 anlralli orizzonlali, inermi, reti- colato-nervosi nella faccia e nella sulura esleriori.-(/l/jni/a).

31. rufjosa, Lam., Desr., DC, non 1)' V will. -Co-

193

chleala fnictu rugosn, Hir.-.Medira cochlonta, major, capsula cmnpressa , orbivuhila, rinjosa, allxi , Moris. - Ulcdiva minor . scmiuitm cisla orhimldla plana , Jim- hrialis oris, pobjcarpos, (hip.-Mciliia orhicalala , di- carpoH , I'ruchi comprcsso, circum oras piloso, per ma- larilalcm alho, Id.-Kadcm plana, Id.-Mcdiva minor, si'minum capsula cotldeala plana, fimhrialis oris, po- hjcarpits, idem.

VoLO. Sic. TriCoiiiihiii.

3larz(»-3liiiii;io.

AVi Imiglii crhosi (lellc collino, eil ivi per le vie da pertulto.

(]auH risoriiciili , corlaiiiente villosi, poco difCiisi.- Foijlif iK-iitiiiiieiile (l('iil<il()-s('i>lieUate in tiilla la iiietla su- periore , nella pai^iiia di sopra glabrissime, in (juella di sollo villose. di lonna ohovata a rundxtidt'o-ciineata , c ncllc supreme ohovat(i-euneata.-/'e(/i/»eo/t ordinarianiente '.\-\\{)\\.-Li'(iami sidijilahri, o rieopeili di peli ijlandolosi sparsi , 1-1- '/^-lineari in diamctro , relicolato-nervosi al di luori , verdtijiiioli nienlre s(»n i;iovani, nella niaturita liiaMciiieci . ((in la snlnra esterna nn po crassa, la quale con la niatuiazidue j^onliandosi lascia sparire le ruglie ncrvdse chc la (■((piivano , appare solanuMile aNpianto lul)erc()lala.-.SeHu' llavcscenli, renirormi , con un dei due lulii piii acnto.

.">.'>2.-.M. LvppACKu Lam. DC, (iuss.

Glabra, a i'oiilioliiic oUiisanienle denlellato-segheltate aira|)ice: slip(de ciglialo-denlale : leiiunii piani in anibe- dne le I'acce , lassanienle cocleati , a 3-4 anlValli orizzon- lali, S(piisilanienle ed (d)lili(piainenle nervoso-i'etic(dati , col niiiijiinc snhirale eslcinit sollile, olluso , dall una e dair allra parte spinoso, e le spine drilte , diveri>enli , uncinate idl' apice.-(.l/(;i»o).

.1/.. ciliaris, Sari non W..-M.. denlicidala blap-

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^jaceo , Moris. - M. . hispida , Gaertn. . ? - M. . distans ? Poir..- Trifolium cochlealum fruciu nkjro liisjyido , Cast . .-}Iedica cnchleafa, pohjcarpos, capsida-spinosa. minore nigra , hispidiore, Morison.

B.. Pauciyyrosa, Lum..-\ legiinii con 2-3 anfratti.

Voi-G. Sic.-S|)ccii (li Iriroi^ghiu.

Aprile-Magi^io.

IVei luoghi ci'l)Osi e tra le Liadc delle colline.

II Ch." Cav. Gussone ha bene ossenalo, clie i cauli pill lunghi , i peduucoli piii spesso niollinori , e i legu- nii akpianlo pin larghelli e piii alti sono i legi>ieri ca- ralteri , die appeiia (liversilicauo dalla |)resentc la specie che sici^iie. Ecco intanlo su la specie aUiiale , o variela che si voi^lia , le niie pochc osservazioni.

- Foglioline obovato-od obcordalo-cuiieate , talora ob- cordalo-subrolonde , deiitellato-segheUale all" apice piii ot- lusameiile die nella M.. pimtacycla, o hislrix.-Pedun- coli ordinariamente piii corli della foglia , o uguali ad essa, qiialche volta auche piii liinghi , quasi seinpre 2-3- OiOri. -Corolle esattaniente siniili a quelle della seguenle.- Legumi non solo piii slrelli e meno alii che in quella. ma anclie piii lassaniente cocleati, e non seinpre col dia- metro maggiore dell'allezza : le spine piii hinghelle ( i '/,- lineari), nia divergenti come in quella. -»Semi renilormi, lulescenfi.

Srili.-VI. Ilismix, Ton., Guss., syn.

Glabra , a foiilie leiiiiermente smari>inale , aculamente seghetlate: slipole denlato-laciniatc : peduncoli 1-fi-flori, piu corti della foglia : legiinii lassaniente coclcali , sub- cilindrici , con I" eslrcMiiila |)iaiie , a cincpie anfralti oriz- zontali, sipiisilainenle ed obbliqiiamenle nervoso-reticola- ti, col margine suluralc soUile , ottuso, dall'mia e dal- I'allra parte spinosa , e le spine drille, divergenti, iin- dnate all' apice. - (Annua).

195

J/., peutacijcla, DC..?, Gus.s. pro(l..!-Medicaco- chlcald, poh/carpos , annua, capsula nifp'u hispidio- re , Moviiiun ? - (Utcldcala lonipas cchinala, liiv..-Medi- cu (flaUva , major, folia snhvardalo , una bini.'i ternis tpialcrnis sili(ptis adunalis laxe cochh'ati.s echinali.s , (lup..-}Ivdiva major, prac malurUulc luxe cochleata, ■spinosa, pitlijccrulos. Idem.

VoLC. Sic. -Spccii (li trir()iii>liiti.

Aprilt'-Miiijfiio.

Tia' sciiiinali , iici prali , iici lu()<>lii orbosi (loviiii(|ti('.

Caidi larj^aiiienlc dillusi , aii<>(»lal(i-sliiali , sparsi di (|ual('li(' cdilo pelo nolle soniinitii piii tencre, e Inngo i \\v{\y\\w{\\\.-Vo(jli(din(' (iliovato-ciincatc, loiti>'('rnieiite sniar- giiialc air apicc , i\ lalitra olMordald-ciiiiealc , con la co- slola pi-oliin<>'ata in corto s|»nnlonc , inleranicnle giabre , iiilcic alia i)as(' , aculaiucnlc scglicUal*' iiclla parte siipe- ridic, cdi dcnii iiicgiiali , gradalanieiilc |)iii lunglii e piii dislanli daHapite in giii. Lacinie delle slipole lineari- iH'UwiH\-l*('duncoli (piaklic Vdlta piii luniilii dclla fogiia, ganibclli liiil'dizali da braltcolc piccidlissinie.-/,f/c/«/e ffl- Uiinali liiieari-laiiceolatc, piii corle della eurolla , dila- lale nel riiitld.-Co/'o//e d' un hiteo allegro, col vessillo siibroldiidd. rctnsd . salienlc. e Ic ali oval(j-dbli(jue con- tave , pill iuiiglie della carina. -Lef/f/me da principio fo- sco , poi (V nn rerde allegro nella inaturila nereggiante, ordiiiarianiente liiiigo ',\ liiiee . largo 4, s<piisilaniente nerv(isd aH'eslcrno , con le spire senipre distanti I" una dair altra pcr's-'i-di linea , e la suUira esterna noii inidlo ingrossata , olUisa.-Senii renilbrnii lulescenti.-0>- lik'dani bisliinglii.

'i."i'i.-.W. IJkc.tv, IJesf., Gu.ss.

Incano-pnbcsccntc , a caiili paleiili ed erelti: foglie variainenlc (diovale: pediincoli l-iJ-llori, piii corti della fdglia: sli[)ole inlerc: leguiiii lassanienle cocleato-giobosi,

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subglabri , verdeggianli , a 3-5 anfratti orizzonlali, rego- larnienle nervoso-fossetlali nol iiiargine , con la sulura estcrna soUilissinia, dall' una c clall' allra parte spinosa , e le spine palentissinie, alquanlo niolli, scanalate dai due lati, uncinate airapice.-(14}mMrt).

M. minima B loiHjisela, DC. ex HIom.-M. mini- ma c, Mcral.-M.. hirsula, All., Thuill.., non Lin.- Medica echinala hirsula, I.. U.., Cup.. -M..cHiari.s an- nua, Id..-M.. cchinata, hirsuki, monompsulari.s, curlis paliolis. Idem.

Marzo-.Mai'i'io.

]\ei ruderati , nellc vie . nei luoglii |)ietrosi . nelle colline dovunipu'.

Cauli ordinarianicnte 4-l(>-pollicari , patenlissinii , giaucescenti , \i\\osi. -Foglie cortamente picciuolate, le ra- dical! un po meno. Foijlioline assai picciole, pubescen- ti-villnse incane , ol)Ovate , a base nelle foglie inferiori piu corta, nelle superiori gradalamenle piii allungata, e I apice ora rotondato, ora smarginato, or quasi inozzo, minulamente denlicolalo , coi dentelli s|iesso occultati dalla pubescenza appressata incana. Si i pole scniiovato-lanceo- iate, non di rado svanitainente denlellate alia base.-Pe- duncoli cortissinii, senipre piu corli della fogiia, appe- na '2-4-lineare.-Cf///(e poco piii corto della corolla, pu- bescente-villoso come b; Ibglie, a denti setacei.-Coro//« luteo-rancia , piccolissima. -Spine del lefjume piii lunghe del dianielro di esso, drille, giallicce, setacee, terminate ad uncino, molli, le (pudi nascendo, come bene osser- va Gussone, non propriamente dalla sutura, ma dai due nervi laterali , e addossandosi a (juella , lasciano tra di se quelle fossettc , che si sono notate nella diagnosi.. - Semi pallidamente leonini . obovati , con un lato piii curve. ..

.'JS.S.-M.. ClLIARIS. iW... /)C. «tm. :

107

Siil)i^lal)ra, a foiiiioliiic ohovale, aculanuMilc sejiliol- iiiW: sli|)()lo (Iciilalo-arislatc : |MMliincoli l-i-llori , siihc- guali alia loi^lia: l('i;uiiii villosi, suljapiircssataiiicnlc <•(•- clcali, grossi, ovali-i;l()liosi , a iiidlli aiitralli onzzoiilali ()lili(|iiaiiiOiit(' r('li((ilat(t ncrvosi, col iiiari;iin' siilnralc fslcriio piano, larj^o, dairiiiia e dall' allra |)arle spinoso . c Ic spiiK' coiiico-suhiilalo, solcale alia base ila duo lali, dril- Ic, j>al(Mi[i, dislicaineiite apprcssate.-(yln«u«).

Med., (jlohosd, Picsl ?-€()chl('alu cchindUi. rold- 1(1, l{ii\.-.Hcdita (iloiiK'nila, rolmida siU(jiia ucnioalu, Cup..-Medica codilcala, spinosa, major, sou capsuhi rohiudiore, majovc, spinis paucioribun ct rifiidiorilniH, Morison.

\()].c.. Sic.-Specii di Irifogghiu.

Aprilc-riiugno.

Tra lo hiadc, nci prati, ncllc collino, ma inciio co- nuine dcllr altrc specie.

Cdiili dilTiisissinii, otliisameiile aiii!;olato-sli'iati,l-2''j- |)e(lali. spesso aI(|iiaiito villosi nelle soiiiiiiila teiiere e nei pediiiicoli. -Fo////t' ohovale, uhovato-ellilticlie, rombeo-o- bovale, o liiiiiliiieiilc obovalo-cunealc , laloca sniussate o smarjiiiiale, appicssalanientc villosettc nella pagina inl'e- riore, iiella s!i[)eriore glabrc, argutamente denlellalo-se- gheltale coi deiili piii spossi all' a[)ice, gradalainenlo |)iii rari nci niargini , quasi nulli allc hasc-Stipole denlale a deidi iueguali acuniinalo-arislati (arista \n\'\(').-P('dnn- c(di l-l{-llori, ccrlainenle arislali.-/i;a//('o/(' esilissinie. - (himhdU per ordinario Ibsco-rosseggianti, piii lunghi del calice, nel IVnIlo allnn"ati.-F(«r/ i'TandeMi.-/-rtc/»j> r«- licimdi snbeguali a " ;; della coridla.- Vcssillo luleo. suli- rolondo, snbbilobo : ali c varinu '3 piii coric ; la carina bilolia coi lobi concavi, le ali [nili'nti.-Lt'fjumc del dia- nielro di (piasi mezzo pollice. il piii grosso delle specie (|n"i c(»nosciule, onlinaiianienle slerico , alle. voile un |M)

ATTI ACC. vol. XIII

■26

198

pill lungo die largo e quasi ovale, nclla inatiiritk neric- cio, a 7-10 anfralli, lassamentc cocleati: reticolali nelle facce eslerac, i;iaiulol()so-]»iii)escenli su la siilura eslerna piaiia uninenia , e su gli aoulei : peli articolati : aculei lunghi l-l'/j lin., couico-suhulali , parte disliclii, parle altcrui, un po ricurvi, e seuipre divaricali in uuulo, clie quelli d'un anl'rallo s'iucrocicchiano allernali di qua e di la con quelli degli allri anfralli. -Semi grosselli , reni- lorini-hislungln, neri.

530- -M. JinEKCvLVTA W. DC, Guss.

Villosa, a iuglioline roniboidali ed ohovale : slijtole acuniiiiaUuuenle denlalo-arislalc : peduncoli 2-7-llori: le- gunii glahri, nello slalo adullo ovalo-cilindnicci, piiuii alia base, convessi all'apice, a molte spire orizzonlali com- patte, con la sutura esleriore acuta, lacunoso-tubercolala ai due lali, linabnente crassissinia e slrellaniente tuber- colato-leprosa. - (Annua).

Cochleala, fruelu verrucosn, Riv.-31edica mayna Inrhinala, I. B.

li.. -Echinulo,m-\ tubercoli meno ravvicinafi, e piii acuti.-(M. pubesccns, DC, nun Iloin.-M.. spinulosa, (• M-c(daloniva,-Sclivank:'' ex Benlli).

VoL(i. Sic. sj»ecie di Trilogghiu.

Aprile-3Iaggio.

Tra' seiuiuali, nei prati, nei campi in riposo da per tutto.

Cauli dilTusi , angolato-striali , patentenienle pube- scent] come i pedunccdi e i picciuoli.-Fofy/(V>/(/ie irsute, obovate, rondioitlali, e ronibeo-obovate , nelle I'oglie su- perior! ovalo-lance(date, o lanceolato-bislungbe.-7*e(/jm- (•«// l-7,---pollicari, siibrguali alia I'oglia, siriali, 3-7- llori ; fiamhi'lli rinlurzali da esilissinie brattee : slipoh' a lunglii denli acuniinalo-aiislali.-Tubo del calice giabro^ giaucescenle : denli verdi , lililornii, villosi.-Coro//e lu-

m)

lec, col vcssillo al(inanlo roliiso, Ic ali e la (•.■.riiia ,...- lissimc. (. (|uesr ultima 2-|M.|ala . jalina . Ilavoscnilc - L('!,am, -...vaiii iiniialmciilc |.iani c (h'pirssi allc .lur eslmnila, ad aiilValli ikmi iik.IIo sciiali, n.l inap-inc la- ninoso, e i lul.crcoli spimilosi, sulK-iiali al iicno dclla siiliira; -li adiilli col mai-inc iiii-iossilo, v Ic laciin.- c la s|nii<".sc,.|iza (>l.lil('ratedairiiij.n.ssaiiit"iil(. del liil)('iT(di I'-i'ime nella vaHcla U.., ore i tuljorcidi manlcni.uiisi aci.li «' mi |)() s|.oio(Mili allelic a inalurazlone rouipida. Snrii conijiirssl , liiiialo-rciiiroriiii, hai.

jj7.-M..-Littor.vlis, niiodi^, Gim. Villosa, a lo-liolini" olx.vale : slipolc ciniiato-dcnla- '<•: |M'(imiroli l-(i-|],jn. pii, luiij-liclli ddla loi-lia : l,-„- "11 ijlal.n . iKdld slaK. adult,, ,iliud,.i,i , ordinarianiH.lc I"" l;iri.|ii (he alii, onibolicali alle due estremila , a .l-a spue ,»nzz(Milali compatlc , con la sulura cstcnia plana n-assa, l-ncrvia , spinosa.-(:i/ua/</).

\..-nrrci>n>la, DC..-X spine del lei<unii appcna luii- ijiie una linca , palcnii o mezzo a|)pre.ssa(e.

ll..-Loii(jiscl(,, DC, ItIori.s.-\ spine dei lei.„mi nif, '"'morose, 1 '/,-liuean , mcunv.-(.V(.dica hirsuUi, echi- nis ri!ii(li<nil)u.s, I.. I}..).

\in.i... Sic.-Speeii di Triloj;<ihiii. 3larz(»-.Mai^yi(>.

-Aei luojilii eiliosi arenosi niariftimi. (jaiili Mus\. i-laln-i 0 villoselli, oscuramenle an"o- Inh. -J'ojjlinlmc nervose e in i-iovenlu eanescenli . inleic alia base, aculanicnte podiidentate allapice, nelle ((..-li,. '"'•■.'•'(.n (dM.vale. mdle medie cum-ale , m-lle superiori ordmanamenle l.islun|.o-ruii(.ale.-yV///n(ro// pep cnlinario i-llon-|)enli ,Ie| ,ali.e liiieaii . nvnW.-CorolU' llav..-vei- "li'iinule ,„| v,..ssillo sul.n.lon.lo ad apiee un po spor-eule '•<'liis(K (icppiameiile piu liiiin|„. .j^.l r,\\\rr.-Lni,nni a :i.:i iinlralli. dappnma ahjuaulo lassi, j.oi senali '. ih.ii pro-

200

prianienle iiuini alio, due estrciiiita , ma onibelicati , a j>T(»ss('zza irregolarc, per ordiiiario jtiii grossctti nol cen- Jro d\v ainli eslremi , c ])iu laii>lii die alti (alle volte liini;li('lli coiiio nolla specie segiienU^ , ma con gli aiifralli 1101! jierreUanieiile allincali come in (piella ) nolla malu- rila I'osclii : spine snhiilale , disliclio o allerne , nascenti daH'orlo, iion dal ceniro dolla suUira, variamonle cur- ve, pill 0 nieiio piegale c iutraniosse , o seniplicomente [lalonii : la sulura plana col neno modiano deprcsso o loggornienlo proniiuente sopra tuUo nogli adulti. Semi I'onilormi , looiiini.

.>:)8.-M. CvuNDUACE.v, DC. ' r

Villosetta , a foglioline obovalo-cuneale , c stipole ciglialo-donlale : peduncoli l-'J-llori , piu lunglii dolla Ib- glia : legumi glalui , cilindrico-conici , piani ugualiiieiite nolle duo ostromita, slrettamonle codoali, a 5-0 anfraUi, con la suliiia esloiiore piana , spinulosa in amliidue i niargiiii. (Annua).

J/.. Tornala, W..?-M., (ornata B., Guss.-M. yra- cilis, Bic.-M.. litlomlis a bre'-isela, Movis.

VoLG. Sit.-Spocii di Iriroggliiu.

A[ii'ilo-Maggio.

Nei luoglii erbosi marillimi , c in tuUi i terroni apri- chi, e di'lle coliino.

€auli dilliisi, quasi glabri, o sparsi di qualclio pe- lo , cilindrici.-iwuy//o/('»e cunoale , con 1' apice onlinaria- inonle niozzo, aculamonlo dontalo (il dente cenlrale piu [liccolo), alquanio pubosconli , liolanienle verdi , piii o mono norvose: picciuolo solcato: s//jJo/e dontalo-cigiiate, a deuli rivollali. -7V(/ifj(ro// giabrolli, col lioro inciiivali, col IVullo orizzoiilali o (MeUo-paleiili.-//f/c//(/e calicinuU iinoari-aciiiniiialo, a maigino meiubranaceo , nel frutlo alquanio [)iu dilalali.-Co/'o//e dop|)ianionto piii lunghe del calico, col vossillo di color canarino ( non flavo come

201

iiclla procedciilc) quasi ovalo, reliiso all" apico , semipa- lentc ; le all un Icrzo piii corte del calicc , lulec all'a- pice; la carina suli<'i;iial(' allc ali, apcila a cuccliiaio.- Lofjumc larijo 2-2 '/, liii., alio 2 ' ,-l} liii., cilimlrico-co- iiico , cior con la base piii laii;li('tta (IcHapicc , onihcli- calo snpcriornicntc , piano alia base , strcUissimaincnle coclcalo, con la sulnra nci^li anlValli di nicz/o |i('r onli- nario (piiisi incinic o a spine corlissinic, nci^li aniralli cslrcnii rcniolanicntc sjiinulosa sopra andiidnc i niargini, (' !(' s|)in(' divcri^cnli a base conica , apjicna o^uali alia larjibczza ilclla snUira nicdesima. Semi lunalo-reniformi, coniprcssi, leonini.

'):)<). -31. 3Iii!EX, W.., DC, Guss.

A'illosclla , a lo^iio (d)ovalo-o dclloidoo-cunoatc: sli- polo dcnlalo-laccrc: |i('duncoli l-.'J-llori , piii corli dclla i'oiilia : Icjinini cilindrici , piani alio due estreniita, glabri, a '<-.') aniralli liiialnieiile serrali , con la sulnra esterna al(|uanlo lari>a, carinala, dall'uno e dallaltro lato spino- -sa, e le spine subincurve, nello slato adullo patenlenienle a|»pressale ed abpianto incrociccliiale.-(.l?iHi/«^.

i)/.. Tciilanilata, Moris Slivp.. Sanl..-M.. Irihuloi- dcs , Id.. jL. sard.., n<m lAim..-M. cmssispinu, Viv.

B..-//«/»«^/-\ spine piii forli . decisaniente incurve ed inlessule , doppianienle piii luni;lie della sutura.

(.W.. Iiuinulu , Pifsly-Coclik'uUi niriiis ecliina- 1(1, lUr..).

^ lTvi...-Sai;Tinala, Irifoiilio spinoso. VoLi;. / Sic.-Specii di liilogj^liiu.

.V|)riie-.Uaji^io.

Tra le biade, iiei prali, nei Inoj^iii erbosi da per lullo.

(aiuU din"usi.-/'"f»y/(V' |)allidainenle verdi , subeane- scenli : loiilioline piii d'ordiiiario cuiieale, ad apice (pia- si niozzo 0 sniarginalo, denlellale sopra quest' apice e lun-

202

go i inai'giui dcUa mella suporiore, con in mezzo della sniai'ininatura un dcnte piii miniito.-Nel Icgium; (alio 3- 4. Un., largo 2-'/,-3) i^li anlVatti estrenii hanno la su- tura ])iii larga, die non (jnelli di mezzo: spine conico- subulale, in A. snheguali alia larghezza della sntiira, in B. quasi piii lunghc di due volte ; tutte sempre incurve (non mai ricurve) e oscuramente uncinate all apice, ed altre piegatc patentemente e intralciale, altre inclinate Tu- na conlnt r aUra sollo un angolo niolto otiuso. Semi se- miorhicolato-slungali, compressi, pallidaniente leonini.

5(iO.-il/: Ti'ilntloide.s, Lam., Guss.

Pubescenle, a I'oglie ohovato-cuneate, acutamente den- tate air apice: stipole deutato-lacere : peduncoli l-o-llo- ri, pill corti della loglia: legumi cilindrici, ahpianto pia- ni alle due estremilii, a i-i), spire com|)alle, con la su- tura esterna carinata, larga, spinosa ai due lati, c le spi- ne crasse, coniche, dritte divergenti, o mezzo aj»pressa- t(i.-{Animn.)

Coildeala durius echinala, Riv. Y 1 IT.-Trifoglio spinoso.

( Sic.-Specii di Irilogghiu.

Aprile-.Haggio.

Tra le hiadc, nei prati, nei luoghi erhosi mariltimi.

Ccmli dilfusi, per ordinario prostrati. -7''o(///o//ne oho- vato-cuneate, o rombeo-ohovate, ad apice quasi mozzo e retuso, argulameute dentate nell' apice stesso e intorno ai due lati di esso, con in mezzo del seno un dente piii pic- colo, nei dippiii iiilere : slipalc denlato-laciniate, con le code lineari-lanceidate. -£/('«/»//«/ alii 4-.'> linee, larglii 2- 2-'/^ assaissimo serrali, con le spire non separabili sen- za sl'orzo : aculei degli anfralli estremi piii validi e piii divergenti; quelli delle spire di mezzo menu spcssi, piii piccioli, e soltanto muluanienle incliinati da un anlratto ad un altro; lulte dritte, coniche, o poco incurve alia-

2o:{

pice, solo caraUcro per ciii pan; che si tlislinj^iia ilalla precedcnlo, in ciii fill aciiici sono piii liinijhi, (k-cisanieii- Ic iiiciirvi, (' iiiciKt iiijirossali alia liaso. -iSt'w/ hislimifhi, coiiiprcssi, i;ialloi;ii(»li.

.*>(>l.-iU. SpiioEitof.ARPA, licrloL. a oralis, MoHs, Gms. sijii.

Siihi^lalira, a fctj^lioliiie ohovalc, oil ohconlalc a ba- se cuneata, aciilaiiuMitc hrevideiitalc: stipoh; laiiiiiate : pe- <!iiii(()li l-'>-llori , siihejiuali alia loftjia: Icpiiini adulti siilii-oloiido-ovali, quasi coiivossi in amljedue reslrcmita, a 7-S aiilralli orizzonlali, un po lassi ( serratissinii nei le- j>iinii i^iovani) con la sulura csteriore crassa appiatlila, 2-slriala. ((iihinicnlc spinosa in anibi i lati, e Ic spine conoidco-subiilalc drilto, e yariamente mr\{;,- (Annua.)

31. sphoerocarpa li. macrocarpa, lienlh., Guss. prod.-.y. (tvala , Carmifpi.-Modica major iliearpos, inntlitcid scminum cochlcnU) , Cap.-HIcdica spinosa, (licurpos, I'ruclu orali, duro. spinis rifjidioiihns el hrc- viovUins. Id.-Medica major, dicai'jms, scminum cap- sula coclilcala. ovata. aciilcala. Id.

Void. -Sic. -S[>ocii di Trilojighiu.

Aprilc-.)!ai;'<>io

Tra lo biade e ai inarj^ini doi campi nei luoi>lii iiinidi. Ilia raia ( Uorip'Unsa.)

(aiuH !J-l-pedali. laiiianienle dilTiisi, ottusamente an- ijolali, lilabrissiiiii. i piii i^idvaiii sparsanieale cigliati co- iiir i piccinidi. -Fofiliolinc (dMivalo-ciiiieato. niozze o sniar- giiialc, (' ctirlanKMilc spiiiiliMialc! allapice, ed aiiche ob- cordato-cuneale, sonipre aigiilanicnle soghellate, niaaden- li coilissinii ipiasi selacei. iiella pagiiia siiperiorc dun vorde ciipo o glabre. nella iiilcriorc pallidaiiicnU! vcrdi e pubesccnli: piccinido coniiine docciato siij)('riornicnte : picciiiJdi sccoiidarii a base nericcia: laciiiic dclle slipole aciiiiiiiialo-sctatcc. variaiiicnte vwrw.- Pcduncoli l-'i-tlo-

204

ri, glabri, o sparsamenlc cigliati, subcguali al picciuolo, arislali, coi fiori quasi scssili. -Z>enti calicmali selacci aj)pi'essali.-Co;'o//e ]»i('ciolissiinc lulec, appcna 3-lincari, col vessillo carinato biloho, ricurvo, foscanieutc slriato al- ia base ; le ali bisluiighe, chiiise , inetta piii corte del vessillo ; c la carina esilissima, due terzi piii corta del- le all. -Lpfjumi 7-8-cicli, dappriaia i'lobosi, vcrdi, a spi- re compalte, con le due estreniita quasi depresse, nel- lo stalo adulto subrotondo-ovali ed ovati, quasi convessi in ambedue 1' estreniita, ail anfratti alquanto lassi, aiti 3- 4 linoe, larghi 2-2-'^^, finalniente nericci: sutuni ester- na minulamente striata piatta: spine corte, solitarie e di- sliclie, 1-lineari, conico-subulate, non solcate alia base, nei legunii, giovani ordinarianiente incurvate Tuna con- tro I'altra, o in senso opposto ; negli aduiti piii dritte e pill iTlle.-Sem/ lunato-reaiformi, compressi, leonini.

')()2.-.U. OiAWE FOKHis, Gffs., 110)1 MoHs.

I'atenteniente villosa, a foglioline obovate o roiubeo- obovate : slipole denlalo-incise : pedimcoli 1-2-flori: le- gunii (;ilindraceo-ovali, ed ovato-globosi , convessi nelle due estreniita o ap[>ianati alia base, nello stato iinniatu- ro villosetti, a 4-j! anfratti orizzontali concreti , con la sutiira esterna finalmenle appianata, crassa, l-nervia tii- bercolato-spinulosa ai due lati, e le spine corte, crasse, coniche, dritte, patenti o alquanto appressale.-(^/l»UMrt, j

M. rinidnla, I)psn?-M. lurhinala, Movis, nnn W.- M. aculi'ala, Gaoii, e.r Giiss.-Modica major, echina- to suhrolondo (jlomemh fracln maxiiim hino tcrno- que, Cup.-Mcdica mnoscem , hirsutie pillulata (jlome- rata, Id.-Coihlcala frucln lurhinfdo cl echinalo, Riv.

VoLG. -Sic. -Specii di trifoggbiu.

Aprile-^laggio. -

Tra le biade, nei prati, c nei canipi, in riposo, ma alquanto rara.

205

Cuuli poco dilTiisi, conie le allre parii dclla pian- {i\.-Fo(jliolinc obovate, ronibco-ohovale, cd obovalo-cu- neatc, diiii verdc riipo iiolla iciijiiia di S()|ira, caiicscen- li in <pi(dla di sollo, ohliipianu'iite iienoso-dialaiie, den- tato nolla niclla su|)(Mior(', col seno dei donti ottuso, e il dcnlc apicilarc ordiiiarianienle ])iii aciito. Slipnle ad iiicisidni aciiiiiinalo-sclacoc, con Ic code l-'l^-iincaii, jin- rc sotacc('.-yV</(/))co// piii iuni^hcUi dcllii I'oi^lia, o nj^na- li ad ossa.-C«//(/ (lavi coi donii acnniinato-sclacei , nel frnllo aciiniinali, incnrvi alTapicc. villdsi.-f'orolla col vos- sillo ijiallu-vcrdiccio, le ali e la carina Wiwc. -Lcjimno ri- coverto, (piande ancor tenero, di pochi e corti pcli, e liclanicnlc vcrde, nclla nialnrilii piii liianchiccio, a spine 0 Inliercoli conici corlissinii, nclla niaturitii piii svanili, non sporj^enti. o a])pena sjxtiijcnli piii in la deij;li orli della sniura die nc liinane lacnnosa o fosseltata.-Sewji ijiandclli icnilonni, lisci, pallidanicnlc llavo-leonini.

.")(>;>. -.M. TlKl!l\AT\, 11'., (rtlSS.

Palenlcnienle villosa, a Ibii'lioline obovate, o ronibeo- (d)ovale: slipolc dcnialo-incise: pcdnncoli 1-H-llori: le- i;uini cilindraceo-ovali. convessi alle dne eslieniita, nello slalo inmiaUiro villoselti, a 4-5 anfralti orizzonlali con- creti, con la snUira esterna crassa, nnincnia. inerine u svanilanicnic Inbcrcolata, venoso-nii'dsa, convcssa, linal- inentc piana.-( Annua. )

M. poljiniorpha G. lurh'nmla, Lin.-M. Olivae f'oi- niis, Moris, non (lUss.-M. (hiliulu, (Uirniujn.-Mt'dicn liirsuld, incana, inonocaijKis rcl divarpos. ((ipscJIis sc- minum caniliranlihuH, slriclc vocltlealis, suhhnhinatis, lonibus, <Uip?.-M('tli((i dicoipos, frurlu.s ciipsnht Inrhi- nala, rufpi.sa. Miirison.-Cochlc(da fruvlu luit)in(do. Uiv.

Aiirilc-.Maynio.

Tra le biade, nci prali e nei campi in riposo.

Corollo picciolissinio lulee. col vvssillo abpianio du])-

ITTI ICC. \UL. Mil -7

206

plicato ill avanli a mai'iiini ricurvi, e di color meno iu- lenso: ali erello-palcnli: carina navicolare, fessa all'a- picc : anlere inleiisanuMile liilcc come Ic ali c la carina. - Legumi giovani corlaiiioiile villoselli, e d'uii verde alle- gro, nella nialiirita glabri e piii bianchicci, con la sutu- ra esterna inerme, ilapprima oscuraniente torosa, linalnien- (e spianata.

IVel di|)piii gli stessi caratteri dclla specie precedenle. : , 564. -M. Marina, L., Vcr., Gtiss.

Bianco-tomcnlosa, a foglie ol)ovalo-ciineifornii , sva- iiilanienle donlcllate allapice: slipole scmilanceolate su- bintere: peduncoli 3-r2-noii, subeguali alia foglia: le- guini cilindrici, piani alia base, a 2-3-anrratli orizzonta- li linalnienlc concreti, coii la sutiira eslerna larga, })iana, 2-solcata, spinosa da andjidiic i lali, e le spine discoste, palenli, incurvatc aH'apice. (liizocarpica). ; . ,)'

.Tlarzo-illaniiio.

.Xelie ai'one niarillinie.

Iladivc liiiigamente capellula.-Crti/// ramosi da un palmo ad uu piede, prostrali a C('S|uiglio e risorgenli al- I apice, coverii di bianco tomenlo, pero glabrissinii in (piol- la porzionc cbe Irovasi coverta dalle arenc. -For/he ezian- dio bianco-tonienlose , (d)ovalo-cun('ifornii o dccisaniente cunealc, |ialeiili, ricbinalc sopra il picciiiblo ( 1-2-Iinea- re, palcntissimo o ercUo-palenle ) non plane, ma carina- le e mezzo carnosc, con I'apice oscuraniente dentellalo, a denli otlusi occullali dal tomento, e ajipcna visibili. Sem- pre un corlo ninietlo o i rudimenli (li ess(» allascella di ciascuiia I'oglia, dondc i rami ap|)ariscono follamente fo- gliosi. Anche aH'eslremilii, ove sono i peduncoli (per or- dinario non piii lungbi di ',^ di pollice ) vedesi (pieslo rn- dimento di ramelli con una o due foglie gia svilu[)pale, e una gemma in U)m\o. -Peduncoli raceniosi, eguali alle foglie 0 pill lungbi di esse. -Ftori sulfurei, addensali, odo-

207

rosi.-Ler/WJnj lomciilosi, lunglii 2-3 lincc, lari>lii 1-' .,, m\ anlralli dappriinn lassi, poi serrali. con la sntura ester- iia 1-iiervia, 2-s(il(ala, c Ic spine coiioidcc. ora lniii;Ii('l- tc, ora brevissiinc. Spesso nclla pcirclla iiialiirila cpiosti lc»'umi pel i^ia caduto lomeiito appariscono rostlii e obli- qiiaineiite nervosi.

272.

Trigoeua . Lin., Junft. ( Fn. -TrigoncUe-lT. -Trii>onclla).

Calice tuhuloso-fampnmilato. j-fcsso.-Vp.s.S'j7/o palen- Ic eonie Ic «//, e mcnlciido con esse I'aspello d'una co- rolla ;{-|)('lala : Carina picciolissinia oUusa.-iS/flm/ diadel- (i. non dilatali i\\\'i\\n{{'.-Lo<ii(niP snitfalcalo, linoarc o hi- sliuiii'o. comprcsso o cilindricu-acnniinalo, l-locularc, po- lispcrnio.

.')(».*>. -T. .MoNsi'Ki.nr.A. Liu.. Guns.

A|)pr('ssatani('nl(' puhcsconti-incana, a canii crelli e palcnlissinii: lojilic Iril'ojiliate, con le fof>lioline ciineifor- nii. denlicolalc allapicc: stipole scniisaollale , dentate: peduncuii snhejinali alia fojilia , prolnnj>ali allapice in coila arista lililuinie: lei;iinii pedicellati , accostati in capolino. lineaii, lalcato-ascendenti o declinati , trasAersa- niente niicdhilo-neivosi. -f .!/(»»«. )

Fot'nuin (jiacvum sijlii'slvc polijceraliou, man.sjw- liacum , lirctin . -Ilcdjisarum m iuim um , Dalccli . -Foou urn firaccum poljicrraliini liir.

\(nA.. Fi!. -Tiigonelle de Montjicllier.

.Hai7,()-.Mai;i;io.

Aei pascoli aridi (Ziiccliita).

Cauli rijjidi, cilindrici, drilti, jtollicari suhseniplici

208

ciclli, 0 rainosi sin dalla base l-C-poUicari, coi rami eslcr- ni (iifliisi appressali al suolo, i ccntrali erelti, seniprc piii cor\i. -FofjUnlinc oi)Ovato-o roiiibeo-ciincato, denteilatcncl- la inollii supcrioro (col clonk' apicilarc ordinariamenlo |tiu allungato, gli allri Uitli agiizzi) nella pagina supcriore pill inlcnsanionlo verdi, lincato-nenosc, ed a peli piii ap- pressali (nun (jlahvdlc, Guss.) nolla inforiorc canescen- li, 0 di un vonic pallido, c coi pcli mono accoslali: le latorali non insecilo su lo stcsso jtiano, nia con un po d'inoguagiianza: piccitiiilo comuno docciato: il parziale della fogiiolina di mozzo csilmenlc solcalo: siipole somi- saeltalc, denlale, aciiminatissime.-F/on in capolino ascel- lare, pochi-o molti-lloro.-P<'(/(/?jco/o l-1-'/,-linoaro, spos- so ([nasi svanilo, somprc allnngato tra' lognmi in corta arisla fdiforme, villosa, linoaro: (jambcHi appona somili- neari , ginocchialo-callosi.-(vo//(i' ap|)rossatamonle piibe- sconli come lo i'oglio, coi denti acuminalo-lilii'ormi, su- hc^i\i\\i. -Corollo picciolissimc, pallidamcnlo lulosconli, ap- pena l-'/^-Hnoari. -/>('(/»/«/ 3-10., lalcrahnento compros- si a collcllo, col laglio alliiinanzi e il dorso al di sot- to, falcato-asccndonti allinnanzi dal lalo slretlo, spesso semi-stollatamente doclinali, acuti con apico duro pnngen- te, trasvoi'salmonte nervoso-roliccdali, pur canosconti.-Se- mi picciolissimi, bishinglii, giabri, osilmonli rugoso-luber- colati.

. •, . ' - 273. :■- .. ■■ .:•■

; .YIeliloti's, Jiiss. Pors.

(FR.-Molilot.-lT.-Meliloto-Sic.-Treu.)

Calico lubnloso-campanulato, persistenle, 3-donta(o. Corolla docidua: con lo ali piu corte dol vessillo. Sla- mi diadolli. Legume piii lungo del calicc, 1-oligo-sper-

20<)

mo: appona doisccnlc, p(>rmiorI'o.-(Foi;li(' Irifogliale : iii- liora/idiic in f^rap[)()li asccllari, pedmicoliiti.)

l-A liuri ill lunghe spiche liliroriui

* Coi logiinii lacunoso-rugosi.

.'»(»(>. -31. Itai.ica, Desr., A//., Pers., W. En. Guss.

A caiilc crello lanioso, coi rami erctti o ascenilen- li : I'diiiidliiio siiliroldiidt' «m1 oltovalc. iiilcic o dciilatc al- lapiii": laccmi piii liinglii della I'uglia : Icguiiii oLovalu- giohosi, siilimiilici, oUiisi, ponduli, alqiianto suberosi, sub- moiiospoiiiii.- ('.!»»»«).

TrijoUum mclildlus ilalira. Lin., lkr..-MeUlotii,'i roluiulilhlia, Ti'n.-M<'lili)lns InlijhUo, I'oUivnU) oblomjo , Ciip.-M. littca, semini.'i pevieavpio vuKjno, nujo.sn, al- ho. rohindo, hi? Tii folium ilalicum, \\. sp.

(IL-Tiilmlo. Voi,c. j Fit.-. Uriildl d' Italic.

' Si(..-Troii.

.)Iarzo-3ra"ijio.

iVt'lIc pciidici dellc Collinc.

Caulc da mezzo |ii('do sino a due, angolato-slriato insiomc ai pcdiincoli. losco-noriccio alia base. F«j///o/tne iiireri(»ii aiiclie dell(iid('u-(d>ovale ; le superior! bislungo- euiiealc ; liillc iilaliie, corlameiile ed otUisamenle dentate iiclla iiK'llii siipciiure , col deiile cculiale dcirajdce piii aculo, assai di raro mU'rc-Slipnlc iiileiiori laciiiialo-den- talc ; le sujieriori oscuramenle denlellale.-Pe(/M/U'o/t 3- 8-|)olIi(aii.-F;or/ .'5-'i-lincari. liclaiuciile liilei (mm flavi die iicllc piaiile discccalc ) con le ali eguali alia carina, 0 pill liiii|4li('tlc ' r, di liiiea . e il vessillo subeguale ad cs^c.-Lofpnni grandetii ( (juasi 2-lineari in diametro) obo- valo-globosi , slriali nella sutura esierna , peiidnli . rare

210

volte 2-s|»enni , ottiisi, non esatlaniente imitici , ina tcr- minati dalla base dello stilo, che si ritorcc in eorta pun- ta.-Semi orbicolato-conipressi , bai, svanilamcnle tiiber- colati.

Tiitta la pianta alquanto giaiicesccnte, e i^labrissima.

o67.-M..-Parviflora, D('sf.,Pers.,liertol., amoen., Guss.

A caule subcilindrico 3-'18-pollicare , ranioso , coi rami ereiti o ascendeiiti : fodioline delle foiilic inferiori variamcnle obovate siibintcre , quelle delle superior! bi- slungo-liueari , acutamente segbettatc verso Tapiee: sti- pole inlere , subulate: racenii 1-3-pollicari , piii lungbi della fogiia , nudi alia base , coi iiori apicilari minimi ( semilineari ) , addensali o un po lassi : legumi mono- spermi. subrotondo-ovali. rugosi, penduli {Annua).

M. Indica, AIL, Moris. -M. liochiana, Rnch?ex Poll., non W. En.-Ti'i folium mclilolus, indica, L. ex Poll.-r. indiciun var.' W. .^).-T. of}idnuh , lieiiol.pl.

gan.

A'oLo. Sic.-Triviceddu. ■■

Aprile-Maggio. ' '

Nei luoglii nmidi marittimi (Picci)

Caule cilindrico, oUnsamente angolalo, lisloloso-gia- bro, un po rossiccio alia base , erelto, alto da Ire |)ol- lici sino ad un piede e mezzo, coi rami ereiti, e gl" in- feriori spesso risorgenti-For/f/e giabre con le foglioline nclle inferiori obovate , obovato-cuneale , ed obovato-su- borbicolale , intere , od oscnramente denlicolato-erose , spesso cortamente spuntonate ; nelle supcriori bislungo- obovate, bislungo-lineari, o lincari-cuneate, per ordinario smarginato-reluse senza sj)unlone , seghettato-dentale in lutta la nietlii su|>eriore , a denli piii o meno aguzzi ( acuminati nelle supreme (che son lungbe 'jyj^-d'i polli- ee . larghe 2-3-linee ) Pedimcolo '/^-^-pollicare , corta-

2il

mciilc aiistato, fioriforo in ciiiia siiio alia niolla , o ai duo terzi : fiori per (iidiiiario addoiisatissiiiii , orizzontali (' quasi \\n\iu\[\.-( Ail ici col rriillo h\sshv\.-C orotic (juasi Iiiiii^lic una linca , canarinc ( "on Have ), dopiiiaMicntc piii lunjihc (lei calicc , col vcssillo piii liin^licllo (Iclla carina. - Leijumi siihuvali, coronali dallo slilo quasi lincare, facil- nienlc caduco. oscmanicnlo riij^oso-lcprosi-Se/m vcrdicci, oscuranu'ulc lidtcrcolali solto la lenle.

jG8.-M. Exaltata, iMob.

A caulc oUusauKMiU' ani;olal()-soIcato , I-3-p('dale , ^dahni , liiNKtso , c(»i rami crclli; lui^lioline dcllc i'o^We supcriori l)isliini;(i-lincari. reinutanionte segliellato tranne alia base : dolle infcriuri variamcntt' ohovate suhintcre : slipolc iutcrc , subulate: raccnii 2-()-p(dlicnri, piii lunghi dclla I'oi^lia, nudi alia base: liuri apicilaii minimi (2-li- noari) conipatti : l»'ij,umi l-spornn: subrotondo-ovali , ru- gosi, ponduli.-(.l/i?H<«).

Voi.{;.-Si(;.-Trc'u.

Aprilc-Maggio

.\ei camj)i asciutii ancho disfanli dal marc, ma al- (pianto rara.

Asccllc dci rami (irdinariamcnle macchiatc di por- \n)V{i\(\.-.\j)i((> dcllc roi;li(dinc smussato con picciol dentc in uu'/.y.{\.-Ucnl<' culicindh' infcildrc minimo . "li allri ([uallru suboi^uali, luUi ovalu-aculi.-Ley«//ti lunghi ^j^ ill linca. I : '

E specie nndtissimo vicina alia precodento , ma da essa sullicienlemenle dislinia pel ((iiilc piii alto e rossic- cio alle asccllc ; pci rami abpianto jtiii crctli : ])ci po- iluncoU pill pndungati ; pei jiovi (juatlro volte niaggio- ri, . . . . e principalmcnte per la .s7fl-/o/ie.-ll Ch." Cav. (lussone Irovasi aver iiolato, die sotto laspetto di Me- Ulolus panijloru slavano probabilmenlc confuse due spc-

212

cie ; ma nulla ha egli avvcrlito inlorno alia diversa sla- zionc.

* * Coi Legunii arcuatamente riigosi.

569. -31. Sulcata, Uesf., Pers., DC, Gim.

A caulc eretto coi rami dilTiisi ed asccndonli: foylio- Ime ai'gutamcnle scghcttale , nellc foglic inleiiori dclloi- deo-obovate, nelle altre ohovalo-cuncale, e subliiicari : sli- polc inferiori suhidalo-sotacec , cigliafo-dcntale ; Ic, su|>rc- me per ordinario interc; raeemi coi llori lassanu'iile em- briciati, piii lunghi della loglia: Icgumi l-spermi, ovali, ottusi, penduli.-(ylmma.j

T. melilotm, indica L. ex Pevs.-Tri folium mau- ritanicum. W., SchouHh.-T. melilotm se(jelalis, Urol? Dec?-Melilotus frulicosa, lulea, vulfjari.s, vel offwina- rum, Cup.- M. sijlceslris, lulens, Cml.-M. aiujusiifo- lia, repena, folliculis rolundis, Cup.-M. mihjaiis, no- strati affuiis, folio minore el amjustiore, J. li.

[h.-Loto domcslico, Liipinclla, riliirlandelta , Er- Y ) ba soloaiiiiia, Erba vclturiiia.

"jFR.-Lolicr domcslique fSic.-Tmi.

Marzo-3Ia"i'io.

l\ei campi in riposo, Ira le biade, nei j)rali , nclle vigne da per tuUo.

Caule ramoso , erello , strialo-angolalo , sparso di qualche pelo come i jteduncoli, leggermenle listoloso al- I'apiee, rossiccio alia base, alto da nn |)almo sino a Ire piedi e piii ollre , coi rami dilTnsi, o slorto-ascendenti , spcsso pill lunghi del caulc conlvixh'.-Foylioline pallida- mente verdi, o giaucescenli, argntamentc seghellate, nelle foglie basse dclloideo-obovalc, sopra tutto la media, nelle altre obovato-o bishmgo-cuncate, e sublineari: nelle cauline

21 :j

(li mezzo lunghc ollre uii pollkc, lariffic i-'i lince, o liiii- ghc 7-9 lin. , larglie 2-3, nelle suixMiori j^radatanionte pill strctio, (! ncllc piaiilc [ticcidic appcna l-liiicari: pio ciiiolo l{-<;(ni(), (dliisanj'nlo. scanalalo siipcriornicnlo.-S/j- polc siiliiilalo-sclaccc, rillcssc, ci^lialo-dciilalc alia base, !(' siiporiori iioii s('iu|)rc mW'iv. -l*('duncoli \nh liiiii'iii (Iclla ('oi;lia. i;riiiiciiin'i 2-.'>-|)olli(ai'i, i siiporiori 2-2 '/^, aiislali ( arisia ',)-',» '^'.-liiicarc) iiorilcri siiio a cpiasi uiio 0 mezzo |tollif(', dalla base , coi fiori omiiriciali \\n po lassi.-0///Vr ovato. abpiaiilo palciilc, a deiili aciili siihari- sU\\\.-i^on>ll(' caiiariiic, 2-2 'j, lineari . doppiamcnic |)iii |)i((iol(' di quelle della segueiilc , col vessillo piii corlo della carina, c ahpiaiito piii liiiiiihello delle i\\\.-Lf'(jumi ovali, suhcoinpressi, cortissimameiile spuntoiiali, eleij'an- lemenle solcali ad invo.-Scini hai, luhercolali.

")70.-3I. I.XFESTA, Guss.

\ raidi e rami erelli: f(ti;lioliiie arj;ii!ameiile sejjhel- tale, iielle loj^lie inleriori (tbovale, iielle siiperiori bisliin- i>o-cunoale : slipole inleriori subulato-sclacee, cigliato-den- lale : racenii piii Imiiibi della I'ojilia coi (iori accoslata- meiite eiiiliriciali : deiili ealiciiiali siiperiori piii limgbet- li : le|;'iimi snlideiloidei, otliisi, subnuilici, ([iiiisi discosti, iunij'amente i-ambellali, l-2-spcrmi, poiiduli.-(/lMm/rt). ,. \ It. -.ilelilolo selva""io. / Nk;. - I I'eii.

Marzo-Maiijiio.

Ill mezzo alle liiade, c nei prali. ma rarissima.

CdlUodoni ellillici , crassi.-6V/i</(; slriato-aii"()lato . lisloloso, sparso di (|iialche pelo come i pedmicoli, eref o l-.">-pedale. a rami (piasi sempre orctlo-paleiili.-FoijIi'o- liiie delle I'oi^lie inleriori assai ji'randi ( simili a ijiielle della Mrlihihis Ildliid ) esallameiile e larjiamenle obo- vale , larjilie dii .'i-linee sin ollre a tin pidlice . Imiglie 'ji pill della larijbezza . alciine (piasi siibrolonde : nelle

»TH ict. \ui. XIII -S

214

siiporiori qiiclla di mezzo obliingo-subroinben, le lalerali obovalo-ciinoatc, c bisUingo-spalobile, lungiie 12-'ir>, lar- ghe 4-8 linee: tulte (run verde allei^ro, argiilamente se- ••■hettate siiio alia base, spesso abpianto sniiissato all'api- ce, 0 scinplicemeiilc oUiise.-Picciuuki come neUa prece- dente: slipole piii kinghe, subulato-selacce, erelle , 1- nervosc, le superiori iiilen; o tenuemenle denlellale , le inferiori ciglialu-denlale alia hasc.-liacemi 1-G-pollicari (a peduncoli slriali) pocbissimo aristali all' apice (con arista appena ' ,,-1-lin. ) nudi alia base per 1 '/^-i-pol- lici , ed ancbe piii.-F/or*" accoslalanunle embriciali , in- chinali, pendeiili da yambelli 2-lineari, ed ui!;iiali in i>ran- dezza a quelli dclla 31. Italica^ ossia 3-4 lineari. -//rat- Zee sctacec , addossalc , metlii piu corle dei gambetti.- Brallee, ganibelli, calici villoso-iieloseUi cosi in questa, come nella prccedenle.-Wcn/i caUcinuli acuminalo-seta- cei a base nel frullo triangolarc , i due superiori piii iungheUi.-Coro//a canarina col vessillo subellillico, dila- talo alia base, piano, leggernicntc dupplicato-carinato nel solo ccntro, rostrato all' apice, su!)eguale alia carina e al- quanlo rimosso da essa, 2-3 voile piii lungo delle ali, e com" esse ]ydlcn[(i.-Le(jiuni doj)piamenle piii grossi che nella M. Sidcaia, Inngbi 3-3-'/3-lin., larglii 2-'/472-'/,., slorlamenle delloidei, ad apice oltuso, un po obliquo (cor- tamenle spimlonalo) lassamenle e prol'ondanienle arcua- to-rug'osi, con le rugbe non esatlaniente concenlriche, ma (jua e la abpianto tortuose ed inlerrolle, s|)esso colora- le di rancio neiravvicinarsi a niaturila: (jambciti nel Irut- lo subeguali alia mella di esso, pocbissimo piii allunga- ti che nel liorc-Semi lubercolali, neri.

2. -A liori in spigbe ovoidi.

i>71.-M.-Lii'iLi^A, DcHV., Mend /?. paris , ed. 5. Pubescenlc. a fo^lioline obovalo-cuneale, smaryina-

21 :>

lo-dciiU'llalc allapk'c: sli|M)l<' laiU'Colato-acuU; , a lari;a base quasi scmprc dcnlcllala: lioii pcdiccllali : (hiiili ca- liciiii siilH><{'iiali alia carina cd alio ali dclla rorolla : le- j;iiiiii rciiirdiiiii, iii(iii(ts|i('riiii, arciialo-iclicidali, citvcrli di |»('li ailicolali o i;laiid(d()si.-f.l/)n»«. )

}h'(liv(i(ji) luiiiilinn, Lin.-Tiijhiiiiinfiipiilimim. S(v- vi.-T. pnih'iisc, [uicum, Fiiclisi'-T. jnalcnsi', liileum, mpilnio hrcvittn, C. li.-McHlolus miiii)n(( , liiv.-M. miniina, ]iir.-iula, provuiiihciisc, spica hrciiorc dcn.sis- siinc ((ifjuisild. scininiii pcricarpio rcnoli. ilnp.-T)ijh- liiiiii pidlciisc. luli^uin, Mallh.. Ca.sl.

I lT."-TiirHj^liiio solvalicu. ,. ) rit.-.UiiudIc, niinclk'; doiTi', Liizorne hoid)liiii. Lii-

1 Zdiu' liipuiiiie, Liizonic jauiio. Migiujiiclle ,

f Mirlirot. Triolet, oc.

Aprilc-diiij^iKt

Aei lii(»j;lii sassosi o slcrili, nei caiiipi crhosi c per Ic vie dcllc ((illinc doviiiKpic.

limlici limiilic c teiiaci, nia stMnpre annue. 3lolli cnnli dalla sicssa railicc, drilli, proluniiali, coricati (o ciclli Ira lerhi') da iiiczzo picdc siiiu a diH", ligiddli. Fofilioline nci'voso-liiiealc t'(ni iK'ivi capillari (die dirig- ij'oiisi parallel! ed oiilifjtii di solUi in su dalla rcishda al- I apiee. visiliili dalla paf;iiia iid'eriore ) eoverle di |)oc]ii peli appressali, e ipiindi alle v(dle eaiieseenii : lutle ei;iial- iiu'iile obovaltt-eiiiieale, rarissinie voile lo inl'eriori ohcor- dato, alqnanto sniarjiiiialc e corlamenle s|)iiiitonale alla- piee, (leiilellate nellapiee slesso, c. spesso anelie ai luar- iiiiii jier liilla la niella siiperiore.-S/('y)o/« come nella dia- ^\U)s\.-P('(h(iic(ili lililornii. ereilo-palenli. 1 'K-'l-'j, polli- cari, coi j^ainhetti appena liMiLtlii uiezza liiiea.-/<'(»/t pic- ciolissiini addensali in spica ovoide. huiiihi per lo |)iii nna linea e nw/.M.-VjoriiUc doppianieiile piii hiniilie dei calici. (juasi snlhirec; ( uon Inlee. )-/>('(/»»// nialiiii iieri,

216

lenifonni, un po turgidi, appena lunghi una linea, spar- saniente pelosi.

274.

Trifoliim. Lin., Juss.

( It."- Trifoglio-Fu. - Treflc-Sic. - Tril'oggiii )

Cat. pcrsislcnle tubuloso-campaiuilalo, .>-(lonlalo, o .>-fesso^ a laciiiie subutale.-Cor. persislenlo, iiianila, con la carina piii corla dellc ali e del vcssillo. Stami dia- dein. Legume ovato, o bislungo, 1-7-spcrnio, covorlo in lulto 0 in parte dal calice, ap|>ena deiscenle. (Foglie ternate).

* A corolla scariosa e vessillo persistente, deflesso.

(Chrysaspis, Desvaux)

572. -T. Campestue, Schreb. in Shirm., Gu.ss.

Suhgiabro, a caule eretlo coi rami palenli ed eret- li: foglie Irifogiiale (non lernalc), con le foglioline ob- cordato-obovale a base cuneala, ed ellitticbe, denlellate aH'apice: stipole breveniente lanccolalo-caiidate : pcdun- coli abpianlo piii Innglii o piii corli dellc foglie : capo- lini ovaii coi iiori addonsati: calice coi jtiii Inngbi den- li (gf inferior!) eguali al lubo, glabri: vessillo solcalo. ( Annua.) '

T. spadiceum, TliuilL, non Lin.-T. luteum, a Lam.-Melilolus lupulimij Lam., non Desv.-Tri folium agrarium, Vcr., Biv., non Lin.-T. procubens, (i cam- pestre. DC.-T. procuheus, Moris, non Lin. ex Guss. el Ten.-T. agrarium, luteum, capilulo lupuli, majus,

217

Vup.-T. Knnomc, loiujo folio el vapilulo majorilnts , I'lananiin odore, hi.? MvUlohis, (jui Tii folium pralcn- se, lulciiin, <<ij)iliilo Liiiiiili, rol (Kjiariuni, Voill.

W.-dossijicnse.-X dcnli caliciiiali piii lunglii del tu- be, ijlahri.

V(»L(;. Fu.-Treflc dos champs, TiTflc raineux, Trc- llc paillc, 3Iii;n()nol jaiinc, Pclil niii^iuuict , IN'tit trefle jaiiiic, IMiiol. TiMlc brun, TrMlo boublon.

3Iarzo-(iiiit>n(>.

ACi caiiipi {U\\h) hi niosso, in quclli in riposo, ai niargi- ni loi'u, neiie pasture, binijo \(i vie, nelle colline, duvunque.

Cauli jtalniari o pedab. cd anche 2-"/j-pedaH, so- venle flessnosi. senipbci o laniosi, eretti o patenti, oscu- ranicnte striali, sparsi le piii volte di eorli peli appres- sati, e linti eon Tela di colore sublconino.-Fo<///e in quc- sta specie trifoi-liatc, non lernate come nelle aitre: fo- jilioline niinulanienle nervose a denti minulissimi in tut- ta la mella sup(Mioie.-/V(/M?R'o// a[q»ressatamente villo- si, |)iii binijlii della l'oi;lia, o di essa piu corti anche su lo stesso individuo, seeondo il niajigiore o minorc rigo- glio della vegelaziune ; ({uindi insussistcnti le distinzioni di varieta fondate da t<duni su questo carattere cosi equi- yoco.-Slijiolo cigliate, biancbicce, verdognole ai margini, pronunzialamente nervosetle.-Co»'o//e da principio sulfu- ree, indi paglialc, linalmente I'osco-spadicce. -Semi ovoidi, minutissimi, giallo-verdognoli, lisci.

* * A vessillo caduco, non scarioso ne deflesso.

(Trifolia vera)

A.-Coi calici fnitlileri enliati.

l.-Calice glabro, gonfio uguabnente.

373. -T. Splmoslm, Lin., Gaertn., Ucr., W., Bix>., DC. Guss.

218

Tolalincnte glabro, a caule paten tissinio : loglioline obovalo-cuncatc, seghellale: slipolc subulato-caudalc : ca- poliiii termiiiali, pedimcolali, solUarii , ovali o j^lobosi: calici scariosi, nervosi, iiel IruUo ovali, coi denli sela- ceo-siil)ulali, pateiilemeule ricurvi, sulioguali alia corolla : legunii rostrati, tetraspermi, col rostro sporto in fuori.- (Annua.)

T. Apulum, All.-T.. capilulo spumoso , aspero, majus, Cup.-T. pralense, purpuroum, follicidaceis hi- nis floribus fjJobosis striulim cuulicalis stride udne.ciH , Id. ? Bon. ?-T. praloiise, piirinn'oum cum ulriculia in spicam cumulalis, Cup.-T. apulum, annuum, rolun- difolium, (jluhrum, [oVm macula alba nolalis, flore purpurascenle, calycc vesicario, Till., Mich. y ^ Fr. -Trelle ecumeux. ^°'''^- 'Sic-Trifoggiu a vissica. Aprile-3Iag'gio.

]\('i canipi (M'hosi, e nei prali, ma non molto fre- quenle.

Cauli ciliiidrici, lisci, otlusanienlc slriati, raiiiosi , patenlissimi, scmipcdali o p('dali.-Fo(///o///i(? iiilero all'a- pice 0 leggcrmenlc smarginale, grandcllc d'un verde al- legro, talora con picci(da macchia Itiauco-verdastra sojira la coslola poco ])iu in su della |)arle cciilrale, niinuta- menlc denlatc, glahrissinio, inadiale di ncrvi capillari , le cui eslrcmila van quasi tnlle a terminarsi su gli api- ci del piccioli denli. -Sf/^w/f hianchiccio-niomhianacee a larga base niezzo-abbraciianlo, acuniinato-caudale alla- ]^\ce.-Peduncoli lerniinali, |»iii lunghi dei picciuoli, con due foglie opposte, piii o meuo distanli dal capoliuo ( da '1^ pollice sino a 3, ) e coi ganibelli cortissinii, bnillca- ti, a braltee acuminate, scariosc, bianchicce, ovato-bis- lunghe, setose all'apice, piii corle dei cnMn.-Calice sca- I'ioso, verticalmenle nervoso (con vene Irasversali), dun

219

rarnco dilaviilo alia base ( con lo vcnc caiiilliiri pin in- lonsaiiiciilc lolorilr ), vertle alia laiuc, a tloiili .sulnilatn- setacei, rigiili, diveri^onli ed anche riciii'vi, vcrdi pur es- si, o tiiili (I'liii rosso Iosco; da priiicipio liiholoso , ina con lnl)o lislrcllo nclle dvw v»[vi'm\\h {hmccolalo Savi), poscia col I'nillo ovali, 'j^ouWi. -Corolla piii liiiiiiliclla del calicc, pria del coiii])lclo svihippo carnca, poi d" uii por- |)oiliio dilavalo, dopo la rccoiidazioiic spadicoa: vcssillo li- iicari-laiiccolalo, ctrtlo, coi martini rividlali : all pur li- neari-lancoolale, picciolissime, (|uasi nu'llii piii corle del vcssillo: caiina concava. acuta allapicc, palcnlc, sul)ci>ua- Ic allc i\\'i. -Li'intiitc Ijishuii^o-lanccolalo, loruloso, coinprcs- so, chiuso dal calico, 3-4-spcnno, inunito di roslro en- silbrme, subcj^ualc al calicc. -St' jh»' sul»i;iol)oso-coiuprcssi, }>iallc-vcrdaslii, ad ondjclico concolarc, o di uii giallo piu proiiuiizialo.

2. "-Calicc villoso, gonfio storlanionlc dalla parte del labbro

supcriore.

.>Ti.-T. Fr.AouEuni, /?«//, Lin., Vcr., Biv., Gnss.

(ilabro, a cauli rcpcnli: loj^lioline bisluni!;hc, o bi- slunjio-suborbicolari , abjuauto cuncalc , argulanicnte se- nhcllalo-arislale, con apice rolondalo o reUiso : slipolc lanccolalo-caiidalc: ])0(hiiicoli prolun!>ali: capolini ijlobo- si: cidic(! coi due dculi superiori sclaceo-sid)ululi , piii corli della corolla, dcllcsso-sporjicnli.- {Hizocarpicn).

T. frafjifcnim, frisiiim, C. It.-T. capHnlo aspc- r«, minus, Id.-T. vuule nudo, (iloincntlis ijldhris, I. li.-T. aliiul pun-um cum ijlomcrulis lijinosum. Id.-T. [i'(Uji('('vum minus ohlonijo ((ipilc ildlicum. Uurn'l.-T. fraiiifcruiu ukiJus. rr/u'/i.s, minori el rolundiorc capi- ta, Id.-T. pralcnsc purpurcum jhllicaUilum , maju.s , Cup. ? T. ampultosum album . Ca.sl.-T. vt;siculi.s in

220

eapUuliim confjeslis asperis , maximum , Cup. , Raf. Bon.-T. j'rnyiforwn folio oidomjo , Vaill.-Trifolioides perennis supina (flabm, foliis .suhrotundis tenuissime denliciildtis, capilulo obloiujo crmsiore , Mieh.-Trifo- lioides pprenim supina (jlahm, foliis minnrilniti levi- lev cot'datis, parvis, Id.-Trifolinidos porennis supina, foliis minoribus sublongis, ex rotundilate acuminatis, Ipnuissimc dcniiculalis, capilulo oblomjo crassiore, Id.- Trifolioides perennis supina (jlabra , foliis minoribus tenuissime serrulalis, maculis albis, plerunu/ue eliam nigris, nolalis, eapilulis obloufjis. Id. -Trifdioides pe- rennis supina glabra, foliis minoribus subrolnndis, le- viier cordalis el lenuissime denliculalis , eapilulis ro- tundis parvis, Id.-Trifolium caule repenle, spicis gla- hris, ealgeibus serieeis ampullaseenlibus, II. M.

[ It. "-TrMlo fraise, T. fraisier, T. portc fraise, T.

} capiloii. ^'"''*^'-J FR.-Frai-oliiio.

f Sic. Tril'oggiu a Iraula.

Aprilc-Agoslo.

Nei pascoli e nci canipi iiinidi , su Ic rive (lei (iii- mi, eel anche ai margini delle vie delle coUine nei luo- ghi fresclii.

Cauli lariiainentc repenii, e inlricataniente radican- li. -Fogli(dine hisliiiii'lie o l)isliini«o-siil)orl)i(olari, al([iianlo cuneale alia base, ad apiee rotdiulalo o reliiso , argula- menle seghellalo-arislatc, coi deiili gradalanieiile piii corti dalla Itase aU'apice , e nell'apiee esilissiini , liiUe d" iiu verde allegro con la pagina sii|)eriore ohhliquanieulo hian- cliiccio-nervosa, glabra, Tinferiore quasi concolare, spar- sanieute peloselta, irsula su la eostola: picciublo sparsa- niente irsuto-cigiiato: slipole bianchicce, scariose alia ba- se ed ai uiai'gini, aeuniinale, verdi-nervose.-Pet/ifHco// 2- 4-pollicari, lalora anelie piii lunghi, eretti, oltrapessanii

221

l;i UtiiWu. -(!(ii)i)liiii (lappriniii ciiiisrcriri. ]ioi jjlohosi . li- iiiilintMilc ((tl Iriillo l<' pill vmIIc i)M[\\.-(](ilivf' iijiprcssa- tiiiiionlc villoso, vii'ppiii ncl liaiiro rispoiidciilc nlla cari- na ( rarissimc voile hi<in(<i-lii)iK'iili)s(i , Sari), col lulm Acriliccio, c i ilciili liiicari-sclarci . villiisi , arislali, piii coi'li ilclla coiiilla. iiuiiivi c I'osclii allapicc. tlopii la fe- (■(tiidazionc rijioiilialo-iiohho airiiii;iii a |(('liiria vcnli-liiaii- cliiccia sriiiiiala, ('(li (iiic dcnli siipcriori drilli. sciiiiliiici!- ri, {U'\]vss\.-( Corolla cariii'a , ii pallidaiiii'iitc nisca . col vessillo cictlo, palcnlemonle dii|(|dica1o. aUpiaiilo sinar- ijiiialo coil dciilc oUiisissinio in mezzo, svaiiilaincnlc li- ncato ailapicc; Ic ali hisliiniio-linoari, oUiisc. piii cor- tc del vessillo I, o 1 V^ lin., al(|iianto divaricato-ricurve : la carina hiancliiccia, inezza liiiea piii corla delle ali.- llratlcc o ptUjUcUc del ricellacolo picciole . lineari-lan- ceolale. arislale. lusche allapicc-Al di solio del capo- lino nil innilticrd, die, serhale le |)roporzioni, lia iiii non so die di soniij^lianle coi c.dici della (Utnjiiis iivol- Idiia. e vieiie poscia liilto occiillalo dai calici rii;(iiiliali.- Lejuiinc ovalo. coinpresso, ijlahro. cliinso da! calice, 1- 2-speriiio. ->>//(/ snlti;loliosi. pallidanieiile leonini con ra- diciiia appeiia proniinenU'.-l capolini diiiino odoce di co- coinero.

')7.'>.-T. SrvvEOi.E>s, ir. DC. (iuss.

(iilahro. a caiile lisloloso. proslralo : foj;lioliiie oho- valo-siilii'omhee. inej^nalnienle sci^liellale : slipide iiil'erio- ri iiiiijiaiiieiile lanccolalo-caudale : peduncoli |)iii hinijlii della I'oi^lia: capcdiiii c(d liore oinhrellali. col rriiMo i>lo- bosi: calici due lerzi piii corii della condla. nel I'lnllo villosi, col laldnp snpeiiore linalnienle sporjienio allnn- ijatd . e i deiili selacei divaricali: corolla resnjiinala. - (Annua. J

T. ronnitinalum. Sari, non Lln.-Tril'olium (tva- lonse. paiimrcnm. fi)llivulahnn. Cup.-T. pralt'n.sc. mi-

Jtri AC! . >l>l. Mil '-J

222

nm, jmrpin'eum, Bdlidis, flore, capite glohoso. Bar- rel.-T. joHiculaceum, sive vcsimrium, minus., purpu- reitm, I. B. T. pratonne, folliculnium, C. B.? Tri- folindcs annua, ylabra, hmnifusa, foliis, ohlomfu ex rolunditale acuminalis, pulrhrc venosis, el icmiissime denliculaiis, florilnis . . . capiluUs tomenlosis el an- gulosis, Mich.-Trij'olimdes, annua (jlahra, hriniijma, foliis (tblonffis ex rolundilalc acwninalis, puhhre ve- nosis el lenuissime denlieulalis, florilnis, ineamalis , (■apilulis discoideis, ealycibus lomenlosis et ventrico- sis, Id.

VoLG. FR.-Trt'fle odorant.

3Iarzo-Ma"fiio

Nasce gregariaincnlc nei pascoli urnidi, e ai mar- tini dclle vie umide, e dei canali d' iirigazionc dcivunquo.

Cauli i-l-'',-|>odali, lislolosi, (»Uiisain('iilc siriali, laiiiosi, |irostrati.-f'«j///o/me obovalo-cunoate o bislun- glio, roloiidalo-aculc, o sniarginalc allaiiico, argularnen- tc segiietlatc.-S//po/e connale, iiu'iiibraiiaced-biancliicce , nervose, coi neni fosco-rosseggianii, Ic iiif('ri!)ri hmga- niente caudate, Ic suporiori acule .-Peduncoli 4-lalci'i ot- lusangoli, con una stria sopra ciascun lato. seniprc piii lunglii dclla luglia.-C^yio///*/ coi lioii ccsiiic nciladiagno- i^\.-Caliei ncl Inilto gihboso-conici, mciuhianacco-dialani, per lo piii I'ossasiri , vcnosi , jiuhcsccnli . coi due dcnii supcriori sclacci linaluicnlc allungali, e divergcnii-ricurvi.- (jorolle roscc, rcsu|iino, col vcssillo rctuso o bil(d)0 , por- porino-lincalo ncila pagina supcriorc, sbiancalo alia ba- se: ali 0 carina corlissiiue, biancbiccc come la base del vessillo.-yijY<//f'e esilissimc.-Logunic ovato-conipresso, 1- 2-sj)crnio.-S('?«?" bai.-l liori odoraiio di coconiero. Tulta la pianta e giabrissiuui.

576. T. HESupnATiM, Lin., DC. Guss.

nrcvc, glalu'o, a caulo palentemenle ramoso: foglio-

22:i

line oltovato-cuiicatc, soiifhetlalc ( coi denli ariiiiti iiiciir- vi): stipolc inlcridri liiiiifaineiile laiiccdlaliHcaudale: pe- (Inncoli, piii corli dclla lojilia, o siil»('i;iiali ad cssa: oa- poliiii col lioro sidd'asccltali , nd Iriilto jiloliosi: calici niella jtiii corli dolla corolla, ncl fViillo dcnsaiiKMilc vil- losi. c(d lahltro sii|(('ri()iT s|)(trii(Md('. al(|iiaiil(i ailunjialo. e i denli sclacci, divcrisoiili-ricurvi, |iiu liiiij^liclUi die nel precedenle : corolla resupiiiala (piii j)icciola).-('/l}j- nuo.)

T. Snnvcolcns, Savi, Poir., non W.-T. pmten- se, Salinanliciun, Clus., Loh., Dalech.-T. mimia , vc- siculis paliidis in capilulos pev eauUum loiujitudinem arete mlhwrcnlihua. Cup.-T. vesicurium, Cant.

Aj)rile-3Iaggio

Nei campi in riposo tra I'erbe, cosi al basso co- me nelle colline.

S|)oci(! soniii^flianlissinia alia precedenle, e non mol- lo facile a dislinguersi a prinio as|)etlo. Pnre ne difleri- sce nolabilmenlc pei cauli piii corli, appena seniipeda- li, coi rami patcnli, conl'usi tra lerbe e non proslrati a raiigio per le vie; |)er le fixjliuline quasi sempre obo- valo-cuncate, non subrombee come in quella; pei denti di (pieste piii arniili ad apice incurvo ; pei ^)f'f/»/K'o// su- beiiiiali alia loi^lia, o piii corli di essa ; pei jiari appe- na I'ascetlati, non avendo la lornia dunombrella; pei eulici niella i non ''/3) piii corli della corolla, non ros- sicci nel rruUo. ma biancbiccio-ilavognoli ; per le corol- le pill pallidanienle rosce; e per altri caralteri, che il coniVonlo delle |iianle vivenli la ben rilevare.

'JTT.-T. To.iiEMOsiM, Lin., All., W., Uesf., DC, Guss.

Glabro, a caule |)atenlissimanienle ramose, prostralo : fojilioline (dMtvalo-ctineale. arjiiilamenle se^liellale: slipo- le lanceolalo-caiulale : peduucoli piii corli della fogiia :

224

ea|)olini i^loliosi: corolla (spesso rcsupinaj piii limglict- ta del calico : calici frultiferi loiiieiiloso-laiiali, col lab- hro supoi'ioro non isporiicnlc, c coi (icnii solacci hrovis- sinii, occullali dal lomcnto, liiialinouU' (livaricali.-(.l//>ato.}

T. Fraijifi'vum, Uiv., non L.-T. ('raijU'cmm, to- mcnlosum, Mayn., (hip.-T. fjlinnovulis ad raHlium no~ dos, frugis similil)u>i, ex airo purpttrcis. tomenlo van- dicanlibus, Cup.-T. (jloincruliii tomenlnsis per caulium lonfjHudincm, I. 11. -T. lutcum, cdpile rohindo, folli- cidoso, itaUcum, Barrel. -T. capilulo spumoso lacvi , C. B. ex Mich. , et Desf. TrifoUoides annua fjlabra humifma , folio eordato et crenato , flore piirpureo , mpihdis rolundis et iomentosis, imlgo Erba Bozzoli- na, Mich.

VoLG.-lT."-Erl)a Lozzolina.

Marzo-Man'oio.

Nei canipi e nolle coUiue arido doviinqiic.

Cauli otliisanienle 4-aiigolari o siihtoreli, S-8-pol- licari, per ordinario giacenli , talora |)atontomonle erelli tra Y erhc. -Fofjlioline ohovate (le inforiori non mi von- iiero mai vislo obcordate, Gus.s. ) acntanionio soi^liotla- lo-aristale , con le arisle provenienti dal prolunganiento doi norvotU al di la dei donfi.-vS7?])o/e corlnmento lancoo- lalo-codato, niombranacod-biancliicco, osiln)onte nonoset- te, a niargino in(oro.-/*f'(/imco/i piii corli dolla I'oglia , sposso qnasi nulli.-(>V/y)o/m/ i''lol)osi.-l?;'«//oo/(;(o, lanceo- late, quasi senipro connate. -6'oro/k' quasi soinpre (djhli- quo, anziche resupine, picciolissinie , d'un roseo diiava- tissinio, cosicclie questa pianta si rondo invisiliilo Ira le altro erhc. quando ancora non sono sviluppali i frntli.- Calici I'l'u lliroii lomonloso-lanali, goidianlisi dal lalo su- periore, ed ivi scariosi, e porporino-reticolali solto il to- niento, coi duo donli superiori selacoi, pocliissinio spor- genti, spessissimo occullali dal lomento stesso, linaluionte

22a

(livaricali.-(!\clla |)arle inroriorc rcsla il calice iimnuUilo, (• vcidc ribacco, aiiche (|iiainl() la iiicllii siiperiorc e i;ia crcsciiila in anipolla , il die da a (jiicirori^aiu) una po- sl/.ioiic ii(il)l)o-ri|iioi;ala, IciioiiiciKt cIil' pur si ossorva uclle due !S|(('ii(' prcccdcnti. iVoiravviciuarsi a inaturita quosti calici IruUircii vcuiiono spoiiliaudosi in (pialchc inodo del Idiuculo (he li vcstc, cd allora la su|)('riici(' di cssi ap- parc lusc{)-r('lic(dala-iiervosa, linclu.' i;ia inaluri c ^^(■c(•lli a((|nislaii() una linla ncraslra, sl'uinata di cinerino sopra iin Ibndd hicido: (• il corto tonienld rimastcivi sopra, clie da (jucslfi sliiuialura tincica. OrdiuaiiauuMilt' peisislonu sopra il calice gia rigoulialo i vcssilli appassili dolla co- rolla, i (piali prcndono allora una linla (|uasi i^iidlogno- la: locclic lia pululo dar occasiono alliOquivoco di Gasp. IJaliniiio. Ilarrclior, Poirol, c Deslbnlaines , chc dlssero lul('<' 0 jhtic Ic corolle di quesla specie) Leyumc ovato, conipi'esso , I-2-sj)ernie.-S('HU ininulissinii, ovoidi, coni- pressi, a radicina proniinenle, giallo-vcrdugnoli.

n.-Coi calici frulliferi non enfiali

1. "-Calico inlerainenle glabro

378. -T. Glomeratim, Lin., AIL, l)v., IJe.sf., Smith, liir., Guss.

Glabro, a caule palenlissinianientc rainoso: foglioli- ne ohovnlo-cuneale, argnlanienle segiiettate: stipole sca- riose. ner\(is(', acuniinalo-codale: capolini emisl'erici, ses- sili, lalerali e Icriuinali, dislanii: denti calicinali eguali, pill colli dclla corolla , palcnlissiinanienle ricurvi , rigi- do-arislali: legnnic l-2-s|)ernio.-(.l/(»»o).

T. capilulis llnjmi, C.Il.-T. panum erecium, po- re ijliimcvaU) cum uiiijnictilis . l.Ii.-T. cum (jhnncru- Ua lul cmilium iiodiis rolnndis , liaii . IHuk.-T. Epi-

226

thyini ((ipituUs inler (jenicula, annuum, Cup.-T. hu- mi jacens, Epithymi f'mctu, Id.

Voir,. FR.-Trell(! {i;ionicnile.

Aprilc-illajji'io.

IVcllc collinc, nei prati, nci luoghi crbosi niaritlinii rarissimo. '

Cauli cilimlrici, striati, a rami patentissimi, per or- dinario proslrati.-Fojf//je siiperiori cortamenle picciuola- le. Foglioline ovale otl obovate a base cuneala.-Stipole connate, biancbicce.-CojJo///u' piccioli, sessili, ascellari , rinforzati dalle stipole bratleanti, non ravvicinate tra loro che verso reslremitii dei cauli. -Co//ci' sqiiisilanienfe ner- vosi, coi denti Iriangolari subniati, patenti e ricurvi nel frutto. -Corolla svanitamente rosea , piccola , col vessillo dritto |)ersistentc, nel seccarsi fosco. -Leynino mend)rana- ceo, l-2-spernio.-SeJH/ niinutissimi, globoso-subcordati , iin po compressi, lisci, llavescenti, poscia leonini.

37 9. -T. Repens, liivin., Lin., Ucr., Biv., Guss.

Glabro, a cauli repenti, ramosi alia base: foglioli- ne subrolondo-obovate; o bislunglie sid)cuneate, arguta- menle seghetlate: sli|)ole aculo-codale, subguainanti: ca- polini ondirellari: calice (Inalnientc deflesso, coi denli lan- ceolato-acuminati, ineguali, dritli, piii corti della corol- la, subeguali al tubo: legumi 2-4-spernii.-(fit-oca77)(Vo).

T. allnnii, Lamk.-T. pratense. Uod., Lob.. Rai.- T. pmlensc florp albo. minm el foemina, (jiahrum, L B.-T. pratense allerum , Mntlh.-T. praleme , album, Moris., Cup.-T. pratense, palustre, saepe resupinum, majori folio subrotundo, alba macula falcata sifjnatum, Cup.-T. pratense, album, foemina, repens. Into folio maculato, Id.-T. pratense, majns. album, Cust.-Tri- foliastrum pratense, corymbiferum, lUich. N. P. Gen. p. 2G etc. ; ' ' >: '

227

' It. "-Triloglio liidiiio. T. I)iaii((), T. liiaiKo dci pra-

\ li, T. donicslico, Tralojiliolo. VOLC. <^ Fii. -Triolet, TiMlc rainiiaiil. Tirllc hlanc, Trilo- k'l, Traiisllc, TrMlc d' llollaiidc. Fin Jioiissy. Sic.-diicLiarcddii.

A|>rik'-(jiiij;iio.

.\ci piali (! paseoli imiidi, e ai niari;ini dei ruscelli e dei iiiiiiii.

Caiili eiliiidriei , ramosi alia base . lariijainenle ro- |ieiili.-Fof///V limi;aiiienl(! picciiiolale: i'oiilioline |)er urdi- iiaiio siiljioldiide. iiii po ristrede alh; due eslrcuiila , a liase pocd (( nulla ciiiieala . ed apiee seiiiplieeineiito ol- tiiso 0 appeiia reliiso, sipiisilainenle nervoselte e liicide iH'lla pai;iiia iid'eriure coi iiervi hasilari sp(iri;eiiti in cor- lissiine selule sdpra deuli esilissimi, reslaiidu il iiiargine apicilare (piasi iiilero: disco di esse d'un verde allegro (I giaiicesreiile. ((rdiiiariamenle segnaUi da larga niaecliia hiaiMliiccia ( della lunna dim lerni di Ireeeiaj nella melta inleriore: [)i(<iui)lo seiniciliinlrieo sidcato al di sopra: uti- polc lueiulMaiiaceo. l)iaiielii<(e. verdi-nervose, connate alia liase e gnainanii . ((in code lanceolato-acute intere. -/*(?- (hiiicdli erelli, piii liinglii della loglia , otlnsainente an- g(dalo-solcati, loiluosi.-Capolini gl(di(»si, densi, coi fiori iiandiellali iiandielli suliinegiiali. o-"J-lineari . cilindrici ) prima della leconda/iime erelli . poscia ricliinali.-/ira(<ee lineari. esilissinie.-dalici niendiraiiacei. liiancliicci come i gamlietii, verdi-o liaio-nervosi. coi deiili (piasi drilti. lan- (•('(dalo-lineari. acnmiiialissimi. \vn\\.-(](ir<iU(' biancliicce, poi sriimatanienle carnee, doppiamenle pin liinglie del ca- iice, col vessillo dritto. bislungo. svanitaniente siriato, e deiilellalo-r(ise((liia!o allapice: ali '. piij corte del ves- sillo; carina una liiiea piii eoila delle ali.-//(v/»Hjf' dril- l(». subcilindrico (uii |»o compresso), noduloso, (tiii lun-

228

ghollo del Uilto del calico, 2-S-s))ermo.-Se??K" sultrolnn- do-cumprossi, a radicina jtromincnte, leonini, liicidi.

TuUa la pianla glabrissiiiia. ;ii-

I pastori d'Avola, di Siracusa, di Catania, o d"al- Irovc crcdono di huona fcdc, chc (picsia specie di Iri- I'oglio, nascendo in luoglii jialndosi, acquisti lali propri«;- la Yenofichc da cagionare allc pccore chc ne niangino iinaffczionc ncgii organi polnionari , loslanienic sogiiUa da niorlc. E la seniplicila di qiicsli uoniini di j»icciola levalura giiinge sino a ritcnere, quale impronto delic fo- giie vclenosc pasciute, laliine maccliie ellilliclie iieraslre , die ordinariamente vanno osservalc in ([iiegli oi-gani af- fetti. Or nulla di vero in tale opinione. E quanttinque i! fatio della nialattia non possa mettersi in contrasto, l»i- sogna ciM'carsene Toriginc in lutt'altra causa.

:)80.-T. IViGREscos, 17):. DC, Guss.

A caule ramoso, tul>ulaIo-midolloso, asccndente: fo- clioline ohovato-cuneate e l)islun"he, ai'gutainenle dentcl- late: slipole nervose, corlamenle codalc, citi nervi e Ic code fosco-violacee : capolini nnihrellari, densi : calice finalnienle deflesso coi denii lanceolalo-acuniinali, ine<>ua- li, patcnlemenle ricnrvi, piii corti della corolla: legunii 4-7-spernii, alcjuanto salienti.-(^iimi(0. j

T. (•(K'spiloHinn, Ian . nun Rcijn.-T. hijhridnm , Rh\. non Lin.-T. minns, allnnn. Cast.-T. pralcnso , injirmum, folio suhrolundo, capitulo laxo, candido fki- ro odorolo, Cup., Raj'.

R.-Convoior a Nlipolc con(ohni-(T. hyhridum. Su- vi. DC. (' di aUri Aulori, non Lin.-T. jiohjanlhcnium, el T. Vnillantii, Ten., non Loi.Hl.^-TrifoIiaslnnn an- numn, conjmhifi'rum. albnm. el pr<i(ul)ons. jolio cor- date, suhlus alro-virenle splcndvnle, sili(jua loliuspor- ma infarne falcalim discriminula, Mich.-T. pralense,

229

corymhifcrwn , rcponfi, miiiimvm, fnliis ohhisis rum maculalis, sili(iitis IcIrasiK'niiis, stipcvna parte uefjua- lihus, iufvvnc rcluli nodnsis, Id.)

!lT."-Trirnj;li(i pallido. Fu. -TitIIc liyhridc. Sic. -Tririi^j>('(l(lu jaiicii.

Mar7.(i-.Miij>i;i()

AVi prali, iici canipi in rip()S(», nei pascoli, iielle (•(illiiic crlMtsc, per lo vie (Idviiiupio.

Caiili (la (III palino ad iiii |»ied(? o mezzo, eretti o palonlissimi, (isciiramciitc siriali ( con Ic sirio quasi sva- uilc alia base, iin po visiiiili allapicc ), non pi(»|)riamen- Ic solidi, come descrivonsi dagii Autori, ma lubulalo-mi- {\()\U)s[.-Fi)tlli()lin(' (d»ovalo-cuneate e l)isliinghe.-S/f"^)r>/f' nou niollo larglie, con le code triangolari-acuininalc, hre- vi, ad apice salaex'O.-Poduncoli 2-4-v(dle pin Innghi dei piccinidi: gambetii hrallcati (a brallec picciolissime, li- ncari-acnniinale, a|)|i(Mia lunglie una linea ) col fiore cortis- .siuii, col IVnllo prolralli, e snhegiiali al calice o i>iii hmghi di esso. -Fto?"/ numerosi, e d'odore spiacevole per troppa inlciisila soKo nn liel sole, esseiido picni di (|nesfa pianla huoni pcz/.i di (cnouo, e le vie da per [\\[U).-L(icinie C(di- cinali divaricate o ricurve, specialinente nel Irutto, le due superioii ahpianio |iiii Innglie d(d lulio, le allre subegniali ad esso.-6V(ro//c eburuee, un po llave alia base, poi gial- licce quando dopo la fecondazione cominciano a dar volta : vessillo (piasi una linea c mezzo piii lungo delle ali. Dopo la fioriliiia Inlli i liori si licliinano iulormt inlorno al |)ednnco- b), il (pialc alia sua v(dla vedesi alluugalo come un'ap|)en- dice arislilorme sulla cresta del capolino cosi rovescialo.- Lcfjiimt' lineare, toridoso, coverto da tenuissima mend)ra- na die la liaspaiire i semi, Ire voile piii lungo del lu- bo del calice, snbincurvo verso 1' apice, die e rolmidalo a punla obli<|ua con islilo |)ersistenle: suliira superiore se-

ATTI ACC. VUl. Mil

30

230

iniitireru conliiiua ed uuila ; I' inlVriore siniialo-crenata pei scni chc riinangono lia I'liiio c lallru scnw.-Sfnni |iic(io- li, giallicci, 4-7 in ogni legume (nou |)reeisanienlc 4., Savi).

Spcsso varia per liori d'un roseo ililavalo, o carnei, niiseliiati a liori ebuniei su lo stesso iudividuo.

,;t 2.-Cali(e glahro a deiili cigliati.

ji81.-T. SlUTERRA^El.M IHv., LUl., t C/'. , GuSS.

Villoso-iiuliesccnte, a cauli prostrali: rogiioiiiieobcor- dalo-cuneate : calice moUinervoso a deiiti setatei : eapoli- iii 2-(>-flori, dopo ia fecondazione ipogei : legiiiiii nioiio- spernii, rinCorzali e coverti da iin involiiero cenlrale, stel- late, rig'ido : semi graiidelli, mezzu-ovali, iieraslri, liicidi.- ( Annuo).

T. cordidum , rcpens , pediculis foliomm el flo- rum lonyissimls, PulmlUlae jmppis (jlobntii.s, Cup.-T. alhum, suhlcn'ant'um, Iricoceon, reyiiim. Id.-T. pra- lense , supinum , culhobleps , seu eapili' humimcrso , Barrel. -T. pumilum, supinum, flosculis Unifjis alhia , liaii.-T. Iiirsulum, rrpens, /o/i/,s cordalis, jhnibus ul- bis, mpilulis crinilis lomjis pedmiUs siiis, ffuibus diim semina maiuresninl in terrain se condenlibus , radi- cem ayunl, Mich.

VoLC. Fu.-Trelle entene, T. semeur. ; ; ,.;;

Aprile-.Uaggio

A'ci lerreiii areiioso-pelrosi (Pelrara). Aon vennenii inconlralo elie pocliissime volte.

Cauli tereti, puhescenli, ramosi, largamente scor- renli da iino a 4 [ninVi.-Fofjlioline pur |>ul)esceiili. pal- lidamenle verdi, o])conliile, oscuranienle dentellale alla- pice, spesso con macchia bianchiccia : /m-e/Ko/i, 2-3-|»(d- iicari, a slipole memhranacee nei'vose, subacute, solila-

231

lie, |>al('iili.-/V(/i//jr»/j' ascellari i-O-llori, dopo la fi'con- (lazioiin sliiiij^ali ( iiii mezzo picde, iin dodranlc ) fiiiche 11(111 lidviiio (ishicidi |)cr iiilnxliirrc sottcrrii i capoliiii fiul- lil'cri, <mI ivi inaliiraro 1 senii.-6V///cr' lultidoso, sul)<^lal)ro, onliiiarianuMilc! ii('ii;To-inat('hialo, a denli selacei, i Ire in- (criori |iiii hn\ii\u'\l\.-(UiroU(i lianuipolala. piii luiiiia dpi ca- lico, liiaiica 0 iiallidamcnU^ rosea. -/>('</"""' l-spcrmo, qua- si j^oiilio.-SV//)/ sciiro-l'cgatosi ad oiidiclico concoloir, pro- |»riaiiiciil(' noil ovali, ma quasi ovali , a radicina promi- iicnlc.

Sii la loniiazioiu! e la liiiura dell' involucro ceiitrale che riiilorza e copre 1 legunii , ho toMo a verilicare le osservazioiii del (ih." Savi (OltHcrr. in var. Trif. sp. pay. 1;»-1j ), e le ho Irovale esallissime. Vedi per qiie- sto, e per allri schiarimeiili il dello Aulore iiel cilato liiogo.

582. -T. Lappaceiji, Lin., AIL. Bic. (hiss.

A caiile ramoso, eretto o palenlissimo: l'of>lioline ohovale o l)isliiiii>lie, deiilellale, a hase ciiueala , oltiiso 0 sniargiiiate : slipolc corlamenle lineari-codate ; capoliiii snhji'lohosi . sidilaiii, con due foj^lie iiivolncranli siiha|»- jiressale ad essi : calicc a Inho 2(l-nervose , i;lal)ro . e denli liyidi. lineari-selacei a hase Irianyolare. Iiin"amenle cii;liali. piii hinglii di esso luho, siihei^iiali alia corolla, erolli : lejiimii 1-spermi. (Annuo).

T. ncrro.sjdu . Prcsl.-T. capitulo fjlomorato . ri- fjido, I. />.. .l/or/.s.-?'. {ilobosuin, sen capitulo Lafjopi rolandiinc. C. U.-T. nctnorosum. capilc ovato. rillo- so. ruht'svcntc llair.-T. palushe . minus. Iiirsulum . minori folio cA capilulo. Cup.-T. pralcnmi, unnuum , ereclum. folii-'i suhrolundiN, capitulo (jlohoso alho, Mich.

Apiile-Ciiiiiiiio.

^ei caiiipi dopo la inesse , in ipielli in riposo , e Ira le hiade.

Cauli cilindrici . raniosi . palmari o sesqiiipedali ,

232

ei-clti 0 giacenli, ^\ahv'\.-Fofjlio villose insienie ai picciuoli: foglioline obovalo-bisliiiigho, cil anchc obcordalo-bislunghc, (lentellate: slipole mciiibranacee venlricose, nervosc, gla- bre, a nervi vcrdi o fosco-porporini, con code brevi acu- ininale, ciglialc aW n\ncQ .-PcduncoU le |iiu voile inezzo- pollicari, ed anche di due-tre linec , ed alloia il capo- lino per lo ricbinanionto dei calici divienc quasi brallealo dalle due estreuie foglic involucranti, che son senipre op- posle , e la ciii dislanza dal capolino stesso e sempre molto variabile.-Coj)o//»f quasi eniisforici col liore , sub- rotondo-ovati col Irutto.-Tubo del calivc ramosaniente nervoso, coi denli rigidelli abpianlo incurvi, lungamente cigliati in cima, dapprinia erelli , do|)o la fe^condazione seniipalenli , ma con gli apici alquanlo incurvi. -Co/'o//a pallidanienle rosea o biaiicliiccia, con I'apice del vessillo nervoso-strialo , di colore piii intenso : la quale corolla appena ajipassila prende un color luteo, dondc forse I'cqui- voco di Gaspare Bauliino, e di ([uanli senz"altro esanie il trascrissero, i quali allribuiscono a (piesla specie i liori lutei.-Lej/MWie carlilaginoso, l-spcrnio.-Scm/ ovoidi, com- pressi, Iconini o spadicei.

383.-1. 3IAIUT1MIJI, Huds., Smilh, W., Biv., Savi Trif., Gush.

A caule erelto, giacenle o palenlissinio, quasi gla- bro: foclioline bislunyo-obovate o sublanceolale , otluse 0 smarginale, pubescenli: stipole lineari-codate, cigliale: capolini densi, solilarii, col liore ovali, eol frnllo ovali, a base Ironca. con due foglie involncranii op|iosle, piu 0 nieno dislanli: denli calicinali Iriangolari, aculi, sub- cigliali, piu corli della corolla, nel frullo stellalaniente pa- lenli, rigidi, e linlinio dei bori ini'eriori piii slungato degli altri, e volto in giii: legume l-s|ierino.-(.l«H(ff>J.

T. irreyularo, Pmirr., Spr., I)(J., Meral fl. par. i'd. S.-T. dipsaccum, Tliuill.-T. rigidum, Savi fl. pis.-

233

T. sfiuarrnmm var.% i\Ihal f\. Par. od. 1. « 2.-7'.

maritimiiin el T. rifiiduiii , I'ci.s. c.r Snvi.-T.-stoUa- /»»(, jilahntm, liaii, I'liik.-T. spicalam minus, (lore minora tlilulc purpnrao, Moris.-T. cajjilnlo iurbinaln, rohnidd. sij(l('r<tl(>, asjx'ro, prtxumhois. fidio el capi- iulo mvdio, Ihip.-T. pridcnse, (dhum, ma.s, Id.-T. la- (jop(ddes, 7ninus, folio luuto mm crcnalo, florc mino- re dilidc purpuroo, Moris. -T. pisanum , foliis ohlon- (jis acidis, capilulis suhrolitndis, jlorihus panis..., co- lycp fflabro stri(do, dcnlicidis brctibus lulioribus non nihil pilosis. Mich. A|)rilc-.Wiii>iiio

IN'ci piiscoli (' liioglii erbosi umidi inaritlinii (Picci, I'oce di (Jassibili), ma raro.

douli (lilTiisi, irregoliirincnte ramosi, seniipedali o pill liiiij;lii (11111 picdo, ciliiulrici, stiiati, sparsi di qual- che \)cU>.-Fo(jli<' due siipcriori scssili, opposte, piii o nu'iio dislaiili dal capolino, alio voile invoIiuranli.-Fo- (jliidinc (d)ovat(', o spalolale, o lanecolalo-otluse, ad api- (•(' iiiuzzo, 0 roluso, o (piasi 2-Io1m», apjicna deiitieola- 1(1. (' allc v(dte sjiunloiialo. -Sli|)ole nicmhranaceo-bian- I'hici'O, vonli-iKMVosc. \('IIos('. al(|iiaiil(i ((miuitc alia ba- se, a eodc lij;ulale, liiicari-aciiininale, eii;liale, iienoso- ver(li(ce.-/V(/H»ro// (piasi milli, o luni;hi sino ad uri polli- ce, appressalanieiile piibcscciili all' insii.-Tiibo del calice slrialo-iiervoso, biaiRliiccio, al(piaiit(» glabro, cbiuso alia i'auce, a denli Ib^liacei, sparsaiiieule eiiiliali , i due su- perioii ciialili alia base, e alquanto jiiii brevi dei due la- Icrali, tiitli e (piallro mella piii corli del tiibo : riiifiino ( iici soli lioi'i iiiieridii i piii ^laiidc, e doppianiciile piii lunj;(( (legii allri. liiialnienle dellesso e subej^uale al tu- lio: tuiti e ciiKpie 3-ii('r\ii. a iiervi biauchicci ((iii Ic val- licellc vcrdi, iiclla lidiiliira aiij;iisli vd erelli. [xiscia viep- piii dilalali e slellalaiiieiile paleiili.-C(j/'o//c' ([uasi caruee al-

234

r apice del vessillo, nol (li|i[tiii l)iancliiece. quasi doppia- mentc piii lunglie del calicc, col vessillo diip|)licato ehiu- so, pill lungo della carina. -Lpfyuj/w incinbranaccu, 1-sper- mo.-Semi ovoidi, bai, nitidi.-Tulta la pianla puheseente, e cupameiite verde.

3.°-Calice inleramciite villoso.

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S84.-T, ScABRi'M, Lin., /?/r., fritss.

A cauli erolli e paleiitissiini, villosi : fogliolinc pii- bescenli, dcuticolalc, obovato-cuncatc, Ic suporiori obo- vato-bislunghc : sli|)olc corlamenlo caiidale: capolini soli- tarii, nnmerosi, ovati, scssili, ascdlari c leriniiiali , invo- lucrali dalle slipole: dcnli calicinali lanccolali aciili , o<'uali alia corolla, linalinenlc rigidi, ricurvi all' apice, I" inlinio piu lungo degli ahri.-( Annuo ).

T. eapiiulo obhmjo, osjjero, C. B., Cnp.-T. mi- nus, capite snhrotundo, parvo, albn ot echinato, Uarr.- T., cujus caulps ox (joniculis fjlomorulos nhlomjos prn- ferunt, I. B.-T. jloscniis allm , in (jlomcrulis lonfjis asperis, cauliculis proximo adnaiis , Baii , VuiU.-T. eaulibm proslralis, rapilulis oraiis, in alis sossilihus, calycibus ricpdin tiOipnonlis reclis. Hall.

VoLc. Fu.-Ti-eile dur, T. rude. ' -

Marzo-Maggio

Nclle colline, nei campi e pascoli aridi. sn le vec- cliie nuira, dovun(pie.

Cauli cilindrici, %-l-pc(lali, ramosi , rigidi, decli- nati 0 proslrali, appressalanionte Yillnsi.-F(u//(o//»(' ugual- mente pubcscenli in anibedue le pagine, nervose, le in- feriori lalora obcoidale.-Sfi]9o/e connate quasi fino a met- ta, scariose, fosco-nervose, a code triang(dari-acuminate (uon lanceolalo-linoan. Guiis.).-Cupolini solitarii, sessi- li , rinforzati dalle slipole bralteanti. -Coiice con i due

23j

(It'iili supciiori |tiii corli, i due iiiU'riiicdii piii liuigholli, (|ucll(» (li sollo iiriuliilaiiiciitc iincora iiiii liiiigo e sube- jiUiilc ill liiho, liiUi sliclli, l{-ani;olari-ciculi , ncl frutto rifiiivali, v'iii'nW.-Cdrolh' Imiiu'lic, iiiciiolc , suboguali al califc (iioii fiiii lun(jli<' , Sarij.-Lcjuimc iiicmltranaceo , l-s|»crino.-Semi ovalo-compressi, i^iallogiioli, iiilidi.-Abi- lo (li liilla la piaiila vonli-riiicrco.

'J8.">.-T. Flavksce.ns, Tin., DC, Guss. Pubescciili-villoso, a caiili dillusi: lugliolinc ordina- riainciilo (djovale cd cllilliclic , ((ui margiiie ondato , le siijierioii doiilcllalc : slijiolc larglie, coilanicntc setaceo- codale: cajxdiiii solilarii, i^lobosi, invohicrali dalle stipole Itralleanli delle due foglie superiori: dcnti calicinali se- laeei, luniianienlc cii^liali, irsuti, subeguali : corolla ga- niopelida, navestenle, piii luiii^a del calice: seuii ovato- (•onipi'essi-(yl/i/(»f>, e nei luoyhi ximiili bienne). \].-Miinis.-(T. r/7/o.sir/n, Prcsl.)- Vdi.c;. Sic.-Trii'oi'iiiu iaiicu. A|»iile-(iiuj;HO.

.\ei pascoli erbosi, uci prali, nello colline , per le vie couuiuissinio.

daiili da uuo a due jiiedi, diiruso-aseendcnti, gla- Itrelli o luMi;anieiite villosi, sicconie i {)icciuoli.-y''ojff/oit- )H' laloia auclie obcordalc, ovalo-lauceulatc, ed ovato-cl- lilliche , lulle egualuicule pubesteuli uelle due pagine , nella su|ierioi'e verdi-paliido, nella inl'eriore »[uasi incaQe^ e sparse di uiiuuli lubcrcoli alia base di ciasruu pelo , a niarjiiue dilalalu-oudalo. le suporiori spesso dentcllate inltuuo all" apiie. e lalora luuj^o I" iutero uiarginc , ma seuipre a deiili ujiuulissiiiii.-N//j>o/e seariosc , verdicce, luscd-o vcrdi-uervose . glabre , o pelose , o cigliatc ai uiargiui, tou brevi code a inggia di arisla oigliale prin- tipabiienle ail" apice , ove spesso i cigli trovansi riuniti ill |ieuiiello.-6Vf/Hj///j/ solilarii, erelli, <(uasi sessili tra le

236

slipole bratteanti di due foglic opposte: qualchc volta Ira queste due foglie allapicc dei rami un ultimo capolino peduncolato e nudo (col peduncolo lungo quasi 'I3 di un pollice), ed un rametlo laterale con un piii picciolo ca- polino rinforzato alia sua volla d'altre due foglie opposte hratleanti: stipole delle foglie d'involucro lungamente vil- lose in lulta I'esterna superficie.-CoiJce a tuho striato, conico, bianchiccio, villoso, fosco-nervoso, sotto i velli: denti verdi, lungamente pelose, triangolari alia base, qua- si cquilunghe , subeguali al lubo , 0 piii 0 meno corte di csso. -Corolla bianco-flavescente, d'un cameo assai di- lavato air apice con strie capillari dun porporino pur dilavato : vessillo piii lungo delle ali, e queste piii della carina. -Le(/j«/ie membranaceo, l-spcrmo.-Semi subreni- fornii, compressi, nitidi, flavescenti.

E la specie dei trifogli, che offrc miglior foraggio in questi dintorni.

586. -T. CuERLERi, Lin., Ucr., Uiv., Guss.

Mollemente villoso, a cauli prostrati: fogiioline ob- cordato-cuneate, subintere: stipole cortamenle lanceolato- codate: capolini sforoidali-depressi, solitarii, villoso-ispidi involucrati dalle iiltime due slipole dilalato-orbicolate brat- teanti, una delle quali alilla: denti calicinali lungamente e densamente cigliato-irsuli. lineari-setacci , subcquilun- ghi, alquanlo piii corti della corolla : legume 1-spermo: semi ovoidi.-( inm/o).

T. fjlomerulis pcrsonatae Chei'leri, I. B. , Moris.- T. globosum, repom, C. li., Cup. -Lmjopm minor, su- pinus, molli et compresso capite, Barrel. -Layopus par- vus, spicis brevibus superiorum foliolorum appendici- bus veluli calyce ambitis, Bail.

Marzo-Maggio.

Nelle colline , e nei campi e pascoli aridi , 0 ma- rittirai. '..«.. .■..•

237

Cnnii 3-S-p()llicai'i, scmplici o ;il(|iianto ramosi, la- lora ixscowdouU. -Foiiliolinc ohconlalc a hasc ciiiieala , esilniciilc scj-licUalc aira|)ic(', o UiU'ilsslmv. -Slipole cor- lamcnlo laiiccolalo-codalc, a base coalila giiainanle, ver- (li-(i Insco-iicrvosa, <' le code v\ii\'n\W.-(Uip(ilini dcnsi, a slcroidc depresso, sessili Ira due brallee, una rif^idiaiile dalla stipola senza coda deiridtiiiia loiilia, di forma sinar- liiiiala 0 2-l()l)a. con iiiiica lu"lioliiia in mezzo, ed assai dilalala sotio il capolino di (|iia e di lit senza interanienle aliltiacciarlo; I'allia di lij^ura snbrotonda , nala quasi nello slesso |)iano , occujtando separalanienle lo spazio inl(Minedio, in ui()(b> cbe i suoi maiyini ven"dn loccati e ill parle licoveiti dai marj^iui (b'lla prima, cosicclie sem- lira a prima visia che I'involucro si componi>a di Ire pezzi. cioe d' una vera luatlea, e daUa (hipjiia espansionc lellullima slipola, ognuna deHe <piali ha una li<;ui'a subnt- londa e concava come la braUea se[(arata: spesso poi unal- Ira loii'lia cauliua piii eslerna sta a conlalto di cpiesf invo- Inci'd. e b' sue stipole servouo pur esse di riulorzo al ca- pobiiu. beiicbe nieuo dibilale tb'lb' su]»eriori; inlanlo cos'i (|uesle brattee, come Ic slipole delb' bii;lie tutte sono biau- cbicce. scariose, i>bil)re, nervose, C(d nervi verdi o fosco- porporini, e spesso losco-porporine bingo i mai'gini.-C«- //(•/ piu 0 mono densamente jieloso-ispidi e canescenii, a lance non chiiisa da peli. bencbe cigliala, con denli sela- cei, pill binglii del Inbo, rigidelti , semijiatenli , e due di essi abpianlo piii corti.-Co/'o//a ganiojietala, subeguale al calice, bianca, con I'apice delle ali bianco-carneo.-Z-('</»?Hf meiiibranaceo, 1-s|ieriiio.-SV»(/ ovoidi. compressi . Jeoni- ni.-l'iibesceiiza iielle lugiie appressala, nel caiile, uei pic- ciiiidi, e nei jiednncoli palenle.

'»87.-T. Stkii.mim, C.//.. Lin., I'cr., (hiss.

.Mollemenle villoso. a cauii erelti. deciiiiali. ed ascen- denti: biiiliidine obcordalo-cuneale, denlellale all'apice: sli-

IIII iCC. MIL. \m . ^1

238

|)()Io lari'hc, obovale , scodato-ottuse , denlellafe : capolini terniinali, peduncolati, giohosi, sforniti d'involiicrn: denti calicinali lanceolalo-aciiminali, oguali, dopo la liorilura di- lalati alia base, stellalanienle patent!, svdK'guali alia corol- la: legunii l-speriiii.-(J/j»ii/o).

T. stellutum purpureum Monspessulaniim , I.B., Moris.-T. globoso flore, Cup.-Lagopus minor erectus, capitc (jloboso, slellato flore purpmeo, Ikirrel.

Aprile-Maggio.

Nelle coUiue, nei pascoli aridi marittiini , nei terreni fiterili da per tiillo.

Caiili ciliiidrici , 3-I2-pollicari , sposso niolli dalla stessa radice, palenlciiieiile villosi come i piciiuoli ed i pe- duncoli.Foy//e inlcriori lungaiucute picciuolale, le cauline dlstanti, alterne, e quasi sessili: foglioliiie appiessalamente pubescenli.-S//yio/e concave, rolondate, coalite sino a met- la, nieiidjranacee, biancbicce, o bianco-cainee, senza coda, vei'di-norvose, con una IVangia pur verdc, c callosa lungo i margini, suboltusamcnle denlella[a(non sefjhcUala, Guss.).- Calice aculaniente conico,un jio rislrello alia lance, nervoso- striato cos'i sul tubo come su i denii, lutto veslito al di liio- ri di niolli peli, piii lungbi e piii lolli alia base : lance del tubo lineaii-coinpressa, cbiusa dun liocco di deusi velli co- tonosi: denti |)iii lunghi del tubo , internaniente subleonini glabri, o-nenii.-(,'ojo//« rosea alia base, dilavalanu'nle ro- sea all'apice, oppure iuteramenle sbiancala (variela di co- lore, cbe spcsso si osserva sopra la pianla niedesinia, e laloia su lo stesso capolino, col vessillo dritto , sovente pill lungo dei denli calicinali , subeguale alle ali e alia carina, lanceolalo-subacuto carinato.-Lei/Mme nienibrana- ceo, nionospernio.-Se/»t grossetti, ovali-coiupressi . bai. lucidi.-Tulta la pianla pallidanienle verde.

588. T. liNTEUMiioiiM, Gus., Spr., DC, Suvi.

PelosOi a caule eretlo, coi rami declinali ed ascen-

>:v,)

<l<Mili: lo-liMliiu' l.islun-lio ollnscllc. iiclh' ro-lio suporioii Jiiii(C(.l.il()-liii(.;,ii: sli|,ol(' (oiliininilo c()(lak':'capolini sni- ciloiini, InniiiKili . |.nliiii((.|;ili , r(iiiin.-l,islii,i-lii olliisi J)iii o iiiciio (lisc.Nii (lal|-.illiiiia fo-lia : calin: sirialo c j!laii(liil(.s(. coi (loiiii sclaceo-siibulali, suliomiali tra Ion. |»iu liiiin|,i ,|,.| |„|,„. ;,,,|„,„„ |,i(, (.,„.,j ,|Hla\„,„||i, (l,ia„- caj, liiialiiiciilc .s<Miiij.al('iili: Icoiimi l-.si.cniii.-r.lH/u/o). A|tnl(>-.Mai;i>i(».

AVi caiiiiti (• nei pasclii slorili ilovunqiie. ^

(Jauli lij-idclli, scinplici , o laiiiosi alia has.' ap- pressalaiiicnlc p,>|„si . alii da 4 pollici si„o ad uii pil'- iU'.-l'o!jlinl,„r aKpianto carnose, carinate, le infcriorl i.ifi iiri!'"' <' I'lii olliisc, le siipciiori ikiii piii Immlic di 10 Hire: slipolc ((.alilo-guaiiiaiili, pnljcsc'iiti o villosc. ((.ii la j^uaina un po ^oiida ( alnieno piii nstiolla alio due osliTimla), ncrvus.', odalc, a coda sctacea, polosa ai due lali, (• loniiiiiala allapicc da un ra.sccllo di sclolc: nrni e -coda fosclii: picciuido palonfc sopia la ijiiaiiiii c [alora ••om." idiallo; niciilrc le roj-lioline slaiino'crelto verlical- '""•nlc, e lalora aceoslale Iniia M'A\\r,\.-(:(,},„lino 1-1 ■- pollicare, coiiico (ooi rnilli ovali-ellillic.,) con rMJIima fo- Klia aj.peiia dislaiile da esso '1^ di pollice, allc voile cosi lavviciiiala. die con la ijiiaiiia alfpianlo aperia yli serve quasi d' iin(diicio. -(;«//,« peloso coi denii semipalenli . dopo la lioiiliira paleiili, vesliti di selole rii-idelle. ler- """al<' allapice da un lascello di peli (non yMri). "i due sii|.eiion 0 quel di solh. alqiianio piii hin-lielli d.'! due ialerali, ma in j^iiisa die aprendosi van tuUi e cin(|ue a '•"'inrsi ,„ nil piano: lance cliiusa da un anello camos(. biancliicci.. e.MiK" ndia speci(> .se-neiile.-Coro//r, l.ianca col ve.ssiilo pin |„noo del ealicc per 1-1 7; linea: ali e carina^ e<;uali ad i'sso. -Ley imio.

'»8!).-T. Ax.rsriFoi.ini. Lin., Ucr., Gms.

A caule erelU), appressalainenle pubescenle: fo«lio-

240

lino liiicnri-laiu'ooliile , iU'iite , siil)!>iabro : slipnlo luiiira- iiuMiU' cddalc cii^lialc: capoliiii si»i(ironiii, lorniinali, villo- si, (•oiiico-bislimghi aculi, non involucrati alia base: calici sli'iali, i>lan(iolosi, coi doiiti aciiminato-sotacoi, spiuesicnti airapice, nol IruUo patenli, riiirerioro \)'n\ \un^o aseeiulcn- tc, ogiiale allc ali: corolla rosea: legume l-S[)crnio.-(.ln- nuo).

Laijopus hispanicu , Itivin.-T. alopccurum , an- (junlilhlium, claliiis, liarrel.-T. montanum, mujudhsi- 7)1111)1, spimlimi, C. U., Cup.-T. alopeciiroides, Cust.- T. hujopoidcs, mifjuslil'oliu))), hirsidimi., Moiis.

iT.'-Slngi'ine, Coda di volpe. VoLG.) Fii.-TrMle a feiiillcs etroites.

( Sic-Triloggiii a foggi slriUi. ' '

Ajirile-Maggio.

Nelle collinc, e nei pascoli arid! da per tiiUo.

Caitle (la mezzo piede sino ad 1 'j^, poco ramose alia base, a rami ereUi ( non palenli come iiella s|tecie precedenle ) sparso di peli appressali argentei, lollanientc velloso alia basc.-FofjUoline lineari-lanceolati, acute o acu- minate, non (jlahfQ (Guss.), ma spiirse come il caute di peli appressali argenlco-sericei, lucidi, sebbene pin rari: le superior! semjire piii lungbe tulle slrialo-venose-dia- I'ane (non avenie come nel precedenle). -S//jio/e membra- nacee biancbicce, coalilo-guainanti alia base, verdi-o fo- sco-nervose, a guaine aperle largbe un po ventricose, con code assotligliato-setacee , cii'liate come i martini della guaina, o terminate da nn iascetto di peli: cigli tulti mo- niliformi.-Cft;)o///if7 nella lioritura conico-acuto a causa dei calici inferiormente spiegati c di sopra ancor cbiusi, coi I'rulli cilindrico otluso : liori estremi ordinariamente sle- rili.-C«//c/ men peloso-is])idi die nel precedenle, coi peli gradalamcnle piii corti da sollo in su, coi tubo nero-punlalo a I'auee, come nel precedenle, cliiusa da un anello earnoso

241

l)i(iii('lii(-L-io : (Icnti nssai i'i<;i(l()-s|)iri(isi (n |iiiii(ii iioii pc- losii), i due supcriori piii lavviiiiuili Ira loro , i Ire iii- I'eriori piii clislaiili, parallcli ; liilli |)iu liinghi e |)iu ri- ciirvi (lie iicl iircccdciilc (iioii (piasi drilli, o siiltinciirvi airapii-c coiiic in (|ii('ll()) dopo la I'ccoiHlaziono ])at("iiti.-6'o- rolld pallidanu'iilc rosciio pctrporina, biaiicliiccia scipia luii- ghia, col vcssillo sirollo dupplicato, inlero , dritto , su- bcijiialc al dciilc iid'ciion' del calice, inczza liiica jiiii forto dcllc ali c drlla carina, clic soiio Ira se yi'j^unW.-Lctjume nl('nd)^allal•('o.-^'emi l)isluni;hi ovoidi, comprcssi, miniiti,

•>iall()<>ii()li.

275.

LoTis, Lin., Juss.

h."-Lolit Fh. Lolicr.

(Uil. luboloso-canipanulato, .'i-lido, o 'i-parlilo. .1// siilM'i>uali al vessillo, connivonti in alto loniiiliidinalmen- le , spi'sso cociciili : c^iriiut idstrala. iS/«7/i/ diadclfi con !) lilanicnii piii lnni;lii , cuncilornii aira|)ic(' , inozzi , cd aiilcic pcipcndicolari. Lrfjianc l-locularc , lalora con traniczzi trasvcrsali, linoare o hisliniiio. cilindrico o com- piTSSo, assai |)iu lun<;o del calice, lalora 4-alalo.-(Foitlie Icrnale, slipolatc).

* A lopinii 4-aIati.

.>!M).-I.. Tetracoxoi-obis, Lin., Her., liiv. (iuss.

Villoso, a cauli "iaccnli : IbiiTudine obovalo-ronihe con base cuncala: slipolc slorlanicnle ((vate : pcduncoli l-2-lluri. >>ub('iiiiali alia loi^lia o piii liiii<ilii diossa: bial- Ico Icrnalo: calice villoso, a lacinic (piasi piii hinghc del

242

lubo : Icgiinii glabri, tonilosi, Iclragoni, largamente ala- ti : fiori |uir|)nreo-i»Taiialini.-(J;i}i»oj.

Ti'trafjonolohus purpureus, Moench., DC, Spr.- Lotus puleheirima telrafinnolobos, Comm.-L. lolmrjo- nolobm., flnre rubra, Wv.-L. siliqiiosiis, ruboUo flo- re, Clm.-L. olujoceratos. U'lrmjonolohos, annua, cre- Hca, flore saturale rubro, sea holosericeo eoocmeo, Cup.-Sandalia crclica, Cast.

( lT."-Piscll() da Caffe. VoLG. I FR.-Lotier ciiltive, Lotier rouge. > . , f .;ii

r Sic.-Casciloddi.

HIarzo-Magi>i() : (|iialch(' volta aiiclic in Fol)ln'ai(».

Noi prali, nei cain|ii in riposo, tra Ic vignc ec.

Cauli fistolosi. striali, iiatcnfcnienlc villosi, come i piceiuoli, i |»('dnncoli, e i calici (a pcli inegiiali) dilTii- si, giacenti, o noi luoghi ei'hosi alijuanlo eretti o risor- genl'i-PicciuoU strcltamente dilatato-snbalali all'apice: fo- (jliolino latcrali non s(Miij»re inscrilc sii lo stesso piano, ma Tuna sovente quasi allornata con I'altra; lutte c trc carnosettc , (juasi ogiiali in grandezza, ohovato-rombee a base cuneala |)rohuigata, inlerissinie, semplicemente acu- te, 0 (ascendentbi ) roslrale, poco norvose, appressata- menle e corlamente puboscenli.-S'//y)o/e stortamenle ova- te, pill corle del picciuido, nelie fogUe superiori sube- guali 0 pill hinghelle di esso , ed ovato-rostrale : tutte intere, od osciinunenle dentellale, pubescenti come le fo- glie, a margine siibondato, alquanlo membranaceo-bian- cbicce c nervose alia banc. -Pt'duncoli le |>iii voile l-flo- ri, coi fiori inv(du(rali da una brallea lernala conforme alle fogiie, ma subsessile, e con le I'ogiioline piu deei- samenle obovato-roslrate, jiiii lunghetlc dei calici, o su- beguali ad essi. -Coi/ot j-parliti oltre la mctla, a lacinie lanceolalo-acumiiiate, due voile piii corle della corolla, nel frullo abpianlo d'llixlMo .-Corolla d'un rosso granati-

2i3

no col vpssillo appenji siniiijiiiialo. c la rariiia ))iii cor- la <lollt; all c nascosla da ojisc. -/-('(//(»)/ l-2-|Htlliciiri , loiiilosi, iiu'i;ualiiienlo lelraiioni, siriali pci' lo liiiii^o, con le ali sinnalo-crcspe.-' Semi ^loliosi , non hiiinchivci (DC.) nia lc(tnin()-(iiK'i'('i Gnss.-l k'i;unii Icncri si nuingiano.

* * A Ici^unii aplori

I.-l)enti del calice eifuali.

.>fll.-/.. Edulis, Lin., Ivr., Guss. A canii jidosi, diflusi : loijlioline vilioscUe, sHbiilauce- scenli, olxivalo-cuncalc, rotondale od olluse aira|)ice: sti- jMile storliiiiicnli' cordate, olliise: pcdiinccdi ascollari 1-flo- ri (di rado 2-llori ) |)iii Iiinjiiii dclla Injiliii: Ijratlce 3-Ulle, suix'i^uali al calice '»-|)iniilo: Iciiiinii Itiigidi . carnosi, ar- cuali, glahri, nnalnionle coriacei.-(i;}jj»o.J

hnilicrid iilUjoccralm. HlooHcti.-Tiifoliitm cnrni- culdhun , vrvUcum. Alp. -Lolas pcnlupliijUos , siliqua comutti, eduli. Cup., iiuf.

I It."-LoIo cuninicslihilfi. \oLi,. j Fit.-Lolicr coMicslihlc. Sic.-Ciirainiici. f'('lil)raio-3la"<'io.

Aclle c(dliiu'. iioi canipi. nci pascoli niaritlinii, nei luo- giii |)i('lr(»si cd cibosi, doviin(|iK'.

CmiU niolli dclla stcssa radice, proslrati, spesso ri- soigciili allapicc, cilindiici c villosi (•(mho i pcdiincoli. ncl- lo slalo adidlo losclii alia hA^c.-FiKjIioliiic |)iii o nicno vil- loscllc, non scniprc glanccsccnii, e nci Icncni pingiii per ordinario snbcarnosc ; qnclla di mezzo ohovalo-cuneata, le due lalcrali (ddicpiamcnic nhovale. cioc c(d niarginc esler- 110 pill largo c iiirvo, riiilcnio slrcllissiiiio c (piasi drillo, donde la I'ogliolina prende una forma sloila: Uillc c Ire ro-

244

toiidate alKapice o seniplicenicnte ottiisc, etl alle volte an- chc relttsc. -Stipole iwn vorainentc ovale oltuse, ma piulto- sto stortaniente cordate con la base inferiorc piii prolunga- ln.-Peduncoli 1-2-[)nllieari, assai piu liiiiijiii ilclla foglia, quasi semprc lAhvi.-BraUcc 3., uguali al calice o piii corle (li esso, la [tiii iiilcnia siiManccolala c quasi ottusa , oppure obovala, le due esteriori ovato-acute od otlusc: tut- to e trc per ordinario denlellalo-cii;liate nel niarginc, spar- samente ])elose quasi come le foglioliuc: spesso sotto le Ire brattee una quarla logliolina ovato-acuta quasi sominliante alle stipole ; il die pur si osserva, ma piii di rado ad un so- lo lalo dell'apice dei picciuidi inimediatamenle solto la in- scrzione delle Ire foi^lloline. -Ca/("cJ fosco-por|)orini nel luho, con le lacinie lanceolate, piu lunghe di <[w\\o.-C<n'oUu lu- tea, quasi doppiamente piii luni^a del calice , col vessillo rotondo un [»o ripiegalo indielro ad unghia gonfia indi ri- stretta, inlernanienle raggiato-lineato di porporino, e le ali obovate, convesse sulla carina, die e giallognfda al- ia base, livida airapicc-Ltv/UHi*' 0-i4-lineari, nella lo- re iinmaturila verdicci, lucido-|)a|»illosi, tereli; nella ma- turita canaliculati per la inlndlessioae della sntura, e ser- pati csternamcnte, poi nel seccarsi fosco-nereggianti. -Se- mi verdastri, glolioso-compressi, puntato-rugosi, con oni- belico concolare.-I frutti si manmauo tencri.

092. -L. I)E(:i}ir.E>s, Pair., DC, Guss., nan Fnrsl. ' Subpeloso, a cauli dilTusi, prostrati e giacentc: fo- glioline delle foglie inferiori obovato-cuneate ottuse, delle superiori bislungo-cuneate acute : slipole superiori ovalo- lanceolate: peduncoli prolungati, unilateralmente ii-S-flo- ri: brattee ternatc, lanceolate: deuli calicinali lanceolati ad apice stretto, |)iii Innglietti del tubo, piii corti della corolla: legumi di-itli, patenti-(/?/-f>c«>7r/oo.J

L. coniiculahis, Ver., mm Lin.-L. ti'imifoUm, Pronl-L. dillnsus, Siblh ?-TrifoliummarHhnum. lutewn,

_ 245

repens, Cast ?-Loluii corniculata, siliquis sinfjularihus, bini.s, ii>miK(jm' , Cup.

H.-Glalx'i'.-X caiili, foglio, slipolc c hralloe giabris- sinic: dciili calicinali i^lahri, c cii^liale (L. Prcslii, Ten.?)

ilT."-.1Iiiilaij;lR'ra, Gineslriiia, Trifoglio giallo, ErJja oriola. tn.- 1 relic cornu. Sic.-Garainuccddi di niari.

Api'ilc-diugiio.

IVei luoghi erbosi uniidi iiiarillinii.-fCflH»i7e//o, /'/c- ci, Focc ik'll' Asinaro e (// Cassihili.)

Cmili niolli dalla slessa radicc, largaincntc diffiisi, c spesso cespugliosi, per ordinario prostrati.-F(Ky//(>///je ci- glialc al iiiariiinc, Ic lalorali oldifpic come in quasi tul- le le allre specie. -S//)>(>/t' inl'eriori ovale a base alquanlo cordala, ascendendo ovalo-acule, e linalincute ovalo-laiieeo- lale. -F/oj'i 2-') fascetlalo-uniialerali in cinia al peibincu- lo, b)('(be par ebe rorrisponda alia I'rase di Presl: capo- Uni (limc'Zzali.-lliuUeo piii Innghelle o piii corle del ca- lice, spcsso scostalc dai liori.-//«e/?j/e calicinali' cguali, lineari-subulale aH'apice, al([uanlo ricurve, coi niargini della base corlanienle ci"li(>lali.-Coj'o//« eol vessillo dun giallo carico, raggialo alia base da linectle ranee, esler- naniente sfumato di rosco; le ali gialle, c la carina qua- si llava, corlamente roslrala, subeguale allc aVi. -Lofjumi pollicari, gialiri, did diamelro di una linea, o di 1 '/^ , lorulosi, con islilo persislenle arislilornie , nella niaturila nericci.-Senii mezzo globosi, subleonini, lisci.-Fiori nel- la desiccazione verdicci come nella specie [irecedeule. 2.-Calici coi due dcnli intermedii piii corli.

.'>!)!». -L. OiiMTiioi'onioiDES, Lin.. Guss.

A|»|»ressalanienle pubescenle, a cauli dilliisi: loglio- line obovato-rondiee a basecuneala: slipole rond)eo-ova- le: |)e(luiH()li allungali o-G-llori: brallee lernale egniali

iTII ACC. vol. XIII :(2

216

al calice: legiimi lineari, torosi, comprcssi, subfalcati, §hhrel\.i.-{ Annuo.)

Loins polycemtos, annua; procubens, lal i folia , silif/uis ovnithopodii, Cup.-L. siliqna urcuata, Riv.- L. oniiiliopodii siliquis, J. B.

[ lT."-3IullagIiora, Pie di ucccllo. Voi.o. I Fr. -Lo(ier-}»ied-(:r-oiscau. Sic.-Vranca d'auceddu.

3Iarzo-3Iai>"i().

iA'elle colUiic, nogli orii, iici cainpi in riposo, iioi prali, por lo vie dovuncpie.

Cotiledoni subrulondi.-Coji// cilindrici, rigidetti, da mezzo piede sino a due o piii, ordiiiariainente asceiideii- li. iiidurili e rosso-bai alia base, ed ivi o glabri o eo- verli di corta pehiiia yelliilina.-Fr)j//je coilaniente j)ic- ciuolate, a pieeiuolo docciato, 2-o-lineare: foglioliuc gras- sett6, obovale, obovato-ronibee, e slortameiite obovate a cortissinio gainbelto appcna % di linea, e rifiallo (slaii- do esse accoslale airiusii): slipolc largbe ovalo-roinbee, disliiile alia base come se fossero un'altra coppia di fo- giiuline, mella [tiii cortc di (pieIle.-/*e(/)(»co// per ordi- aario poUicari, quasi scmpre piii corli delle fogiie, con in cima i liori e frulti unilalerali, linforzali da tre brat- lee sessili, unilalerali, opposlc ai liori, rombeo-ovale ed obovale, subeguali, somiglianli ad una I'ogiia.-i'^/or/ oriz- zontalmenle jiaralleli, erelli.-Lacinie del culive villose, le due superiori lanceolale, ricurve ; la inferiorc lineari-acu- minala, piii lunga ed incurvala su la carina, le due in- lennedie pur lineari corlissime, e (piasi adese alia infe- viore. -Corolla hiteo-canarina (non pallidamenle flava , Guss.) col vessillo allondalo, reluso, 7-slrialo di |)or- porino, semipalenle ripiegato in addielro ; le ali eguali ad esso, concave, seniicliiuse , ripiegate laleralmentc a coincidenza del vessillo ; la carina subulato-incurva, fla-

Vil

\i\.-fy<'iiinni liiiciui coiiiiircssi, ticcisninoiilc lorosi, jiiahri. 1 7.-|"<ll''iii', piilciilLssiiiii, cuii liipicc uii p(t lalcalu al- rinsii, siliiali in imica linca o al(|iiaiit() diveriienti lale- ralmciilc coinc Ic siccclic d" im vciilaiilio, i()slral(»-s|mii- loiiali [XT la porsislcnza dcllo sUlo.-<S'('»(/ Iciilicolari, di colore ollvastro, iiilidi, lisci.

oJ)4.-LoTi's CyTisoiDEs, Lin.? Vov., Guss. '

(iaiu'sccnic |)('r corlissiina peluria soriroa apprcssa- la clic cade con Icla: a cauli rainosi, dill'iisi, siinViili- cosi alia base, rialzall all'apice: foijlioline obovato-ciinca- Ic. otiiiscllc: sli|)olc ohovatc: podiiiicoli 3-fi lloii. aliiin- l^ali : lirallcc Icriialc ohovato-hisluiii^he c lanceolalc, piii corl(! del calice iiicano: Icgiimi drilli, tcrcti, palcnli.- (Suf[nitice.)

L. crclirn. marilima, foliii fflauco «c vcluU ur- (jcnlco, Tinini.-L. sili(]Ho,m, marilima, liilea . cihisi facie, liurvcl.-L. saxatilis, Coliileae scorpioidcs foliis. candicanlihiis sHifjuis, Cup.

(icniiaio-31aj;!;io.

iVclle rupi e lii()i;hi sassosi inarillinii, ncllo arciic del lilloralc. cd anchc iici i;TC|tpi delle colliiie. e in tnl- ti i Inoj^lii sassosi alqnanio discosti dal mare,

lltulicp lej^iKisa. -Fofy//e priniordiali crassissinie, con le foj^lioline hisluniio-ovalc, od ol)Ovalo-sid)acnlc, carina- le al di soKo. l-solcale al di sopra.-C«(*// molli dalla slessa ladice, da nn [talnio ad un piede, sndrnticosi e n»ssei>iiianli alia liasc, ed ivi quasi i>ial)ri.-Foi;iioline tul- le sessili.-Fo(///'o////e caratlerisliclie i;rasse[le . oltovato- rondjee. e le sn|ieriori talv(dla bisluni'0-cuneale.-N//yjo/e ovalo-lanceolate o decisanienle lanceolate, subsessili, so- niiiilianli alle roj^ii(dine.-/V(/»/i('o// lereli, due voile piii lniii;lii della I'ofiiia, erelti, nninili all'apice da Ire brattee ovalo-lance(dale. lanceidale, od obovale. soniiylianli ad una I'oglia senza slipole. -F/on ordinali in cinia al pe-

248

duncolo runo accanto all'altro, cd aperti come a venta- glio.-Calici losco-neivosi, rosseggianti iiclla nictta supc- riore, con le lacinie piii lunghc del liibo, lanceolate, le due di sopra un po ricurve, la inferiore carinata, incur- va sii la carina del fiorc, le dne laterali corle, un po slorle air insii. -C(>ro//fl lutea, con I'apice delle ali (con- cavo-cliiuse) alquanto jiiii intensamcnle colorito, c la ca- rina (occultala dalle ali) llava-verdasira all'apice, e il vessillo (ovalo-reUiso aira|>ice coi niargini un po ripie- gati) irradiate alia base da strie capillari, fosco-porpori- ne : tutla pria di appassirsi di color (piasi leonino.-Le- (lumi suhtereti, eretto-patenti o palenlissinii, dritii, 2-polli- cari. giabrissinii, qualche volta torosi per semi non ab- boniti, solcati nellc dne suture.

276.

DoRvcMoi, DC. Savi. .

Cal. subcampannlato, 2-labialo, alquanlo gobbo. Ale pill corte del vessillo : carina subnnitica. Slami diadel- 11. Lofjume poco piii lungo del calice.

:iyj. D. lIiRSLToi, DC, Ten.

Villoso-irsnto canescentc, a caule eretto patente, suf- frnticoso: foglic tcrnalo, eon loglioline nelle inferiori obo- vato-cuneate, nelle superiori bislungo-lanceolate , acnle: braltee lanceolata, ternate (lalora nessuna) eguali ai denti lanceolato-subulali del calice : peduncoli piii lunghi della I'ogiia: iufiorazione in capolino: legunii lereti-bislnnghi, turgidi, appena piii lunghcUi del ca\\cG.-(Sulfndice.)

Lotus hirsulus, L., (iuss.-L. haemorrhoidalis , Lamk.-Uonjeannia hirsula, Beieh. -Lotus incana, lUv.- L. Iienion'oidalis , {lore albo el sub rubescente , Bar- vel.-L. pentuphijllos siliquosus villosus, C. B.-L. pen-

2i9

taplnillos, lUjnmior, reeim, canior, hinutior, minu- aqua rumosm, (hip.

VoLG. FiL-Lolicr iK'niorrlioidal.

Miii'ijid-diiiiiiio.

iXollc ((illiiie, III!) nnn niolto froqiionlc.

Pianlii glaiicoscciili-iiRaiia, palentenientc irsuta nei fusli. iicllc loglic, nelle stipole, e nei calici.-6'«w/i talo- ra c('S|nii^li(isi alia hasc, 1-1 '/2-pP<l''>l': sonipliceiiicnie ra- mos\. -Foylioline tunic nella diagnosi, \>i\\{^n[\.-Slipole ova- to-storte, acute, piii larghe delle U)i<;\io\'mG. -Pedimcoli 1- 1 '/,-p<dlicari, T-lO-llini, coi llori in cinia cnrtaniente pc- diccllali, rastellali.-6V(//cc' vcrdi-i^Iauco nei lubo, coi denli suhulali, snLricurvi allapice, rossicci (i^laucescenli nei rrutlo).-Coro//fl i;labra, col vessillo bianco niezzo-spato- lalo, (ln|ipii(alo in avanli, aUjnanto ricuno, con stria por- [torina loni;iln(iinale ncl mezzo; le ali pur bianche , in- curvo-connivenli aH'apicc, quasi nielta piii corte del ves- sillo ; la carina incniva, cbiusa, subl'alcata, piu corta delle ali, 2-petala, biancliiccia alia base, con gli aj)ici inler- naniente violetti, coiniivenli , piondjino-lividi esternanien- \(i,-Filain('nli connessi ollre la niettii inlcriore, verdicci, persistenli nei Irulto: aiilere flave.-iS//7(j capilato, verdic- cio come gli siiuu'i.-Lcfjume 3-.')-lineare, glabro, crasso, nericcio. -Semt subgioboso-renilormi, lisci, verdicci o fo- sclii.

o9(i.-J). Rkctim, DC.

Appressatamente villuso-pubescenle, a caule eretto sufTrulicdsu: r()i;ii(dine bisluniio-od (dxivalo-cuneate , cor- tamenle s|)iiiil(Miiile, nella pai^ina superiore glabre: slipo- le cordald-ovaic; : pednnciiii due voile piii liin!j;lii della foglia: brallee l-ll-iille (spesso nessuna): iuliorazione in capolino: Ici^iimi iirarili. tereli-lineari. tre volte piii lun- glii del calice. dritli.-( Ni(//ii//(Ve. i

Lotus redus, Lin., Vcr., Guss.-Uonjcunnia redd,

2S0

Reich. -Giissonea recta, ParUit. -Lotus libica, Rii.-L. coroiiatus, latifolius, niliquis nigris, Barrel. -L. poly- ceratos, fnUescens, hirsula, allm, major, latifoUa, si- liquis curlis, tenuibus, erectis, Cup.

VoLC. FR.-Lotier droit. , Aprile-Sellembre. '

Ai marghii del fiiiiui (AsUiaro, Cassibili), e nel- le siepi uniide.

Cauli da 2 a 7 picdi, nello slato aduUo quasi f;la- hri.-Fo(jlioline glaucescenti iiella pagina inferiore, lieta- mente vcrdi iiclla m\wv\ov(^.-Peduncoli asccllari, col fio- re brevi, col friiUo alliingati sino al doppio dclla foglia.- Fiori a capoliiio, piccoli, crclli, nunicrosi , iiiiilaterali , gambettali, col gainhctlo pubosccnte S-U-linearc.-Brattee ovato-buiceolatc, talora discosle dal capolino, allc voile nul- le.-Dcnti del caliee subulato-selacci, rossicci, piii hmgliet- ti del laho. -Corolla bianca, con la carina ncro-sanguigna, appena curvata, oUiisa, snbcgiialc alle ali.-Le</(/m/ gra- cili, cilindrico-lineari, pocbissiino depressi, oUnsi all'api- ce, lungbi i due terzi d'un jiollice e ancor mono, appe- na 1-lineari in dianielro, glabri, sublornlosi, rugosi, pa- tenlissinii sopra i ganibelti, e rivolli per ordinario uni- lateralnientc come i liori, nella malurila n(!ricci.-Se//it pic- ciolissinii, globosi, lisci, nericci. . . :-.'il ; i ■. >•)

277. ■•-^ ■--"'■

" ' ^ PsORALEA, W.

Cat. persistente, campanulalo, S-lido, col lubo spes- so glandoloso, e la lacinia inferiore (»iii lunga. Vessillo riflesso al margine: all e cf//'ma 2-pelala libere. Stami diadelli. Leijume lungo (pianlo il caliee evalve, 1-sper- mo, sporgenlemente rostrate. i v. ,^^r v

251

.')!n. J*. nrn.MiNosA. Lin., I'cr.. Cuas.

A()|ii'('ssalaiii('iilc |)('l((S(i-ii>iila, a (aiilc aKjiianto i'ru- licoso alia hasc : loiilio liiroj>lialc, ton le fni>li(iliiio nellc iiilciidri s\il)(irlii((ilal(i-()vat(' c piii lariilic. iicllc allre ova- l(i-laii(('(ilal(', (• asi('ii(l('iiii(» soiii|in' jiiii slirllo, Uille suIj- j>lalirc lu'lla jiai^iiia dl s()|ira: jiodiiiuoli ascellari, due o Ire vollo ])iu liiiit;lii dclla I'djilia : iiiliorazione in spiclu! a caiioliiid : calici \ni()S()-iisiiti.-( S(///)«//cf?. )

Tiiliiliiim liilinniiKi.simi, Uiv.. ihtp.-T. mphalli- tes, Mallh.-T. (isplidllilcs, sire bihiminosvm odoratum, el noil oiloniluni , J. II. -T. asphullites, flore piirpii- reo el alho. Ca.sl.

It.-Auiptslil'()li(i-ti canic pin i^racile : foglioline piii slrctto 0 |iiii islahre: |iednnc(ili piii lnni;lii : coloic dclla pianta dun verdc |iiii \uU^ni^{)-( Doriplininm anfpislifo- liuni. }l<i('nch .-Tiifolinni bilumiiiosiun inoilontm, llesL- T. hihiminosuni majus et mimin, Moris. )

\ inc. Fi;.-Tr(''ll(' odoranl, Psoralior hilnininoux, Tre- llc hiluniincux.

3Iarzo-A"osto.

i\ei colli sicrili sassosi, nclle fendilnrc dellc rupi ; la var." IJ. piii ovvia.

Caiili da 1 a .') picdi, crodi (in B. piii corli e pin tenni)sparsi di corli pcli a]»prcssali (come i picciuoli , i pcduiicoli, c la pajiina inlVriorc dellc foi>lioline) sliiato- aiiijolali. come i [licciuidi e i peduiic(ili.-Fof///e iiiCcriori a luiiii(( piccincMo , le sii|)ej'ioii snhsessili : foiijliidine delle radicali (l(>|)piaiiieiite piii larjilic die nclle cauline (nclla vac' 15. scmpre piii aiii^iisle , e le eslrenie decisamenle lanceolale); Inlle sparse di j;laiidole lenlicolari lucide nclla [lajiina di sollo, con la |)ajj,iiia siiperiore progressivainente scmpre piii lilalira come vassi dallallo in li'iu.-Slipoh; ovat()-laiice(dale. aciiminale, corle, o slrelhimenle lineari- lanccolale , adese all' nllinia base del [)icciiioli. cd acco-

252

sMc.-Poduncoli crctti, 2-8-pollicai'i. -F/ori in capolino , riiiforzato da un iiivolucro monofillo , grande , nervoso , mollidenlalo , nella sua circoscrizione semicircolarc: molte picciolc brattcc in mezzo ai fiori, pure nervose, concave, a base ovata, 1-3-denfate, (non intere, Guss.) a denti aculi 0 acuminati megunli. -I nvolucro c brattee pubescenti come i calici (non ciglialo, Guss.).-Calici glandolosi , nervosi , meml)ranacco-biancbicci nel lubo , "/s piii corti della corolla, 5-fessi sino al mezzo, con le lacinie verdicce, acuminate, a base ovata (nella var. B. a base stretta) r inferiore piii larga e piii lunga , eguale alia carina. - Corolla col vessillo violelto cliiaro: all piii corte, e vio- letto-cineree : carina piii corla dellc ali, macchiata di nero- porporino all' apice interno dei due petali , onde compo- nesi.-Ler/i/me densamente irsuto-villoso, foscamcnte pun- teggialo alia ])ase , foscamcnte spinuloso verso I' apice , con 2-3 spinette bianchicce e doppiamenle piii lunghe delle altre alia ])ase, interna del rostro , il quale e com- presso, sultfalcato, pubcscentc, c sporgc dal calice pel

doppio della lungbczza di csso.-Seml -Odore bilunii-

noso nauseante, nella pianta adidta ([uasi nuUo.

' , (continua) , . ' ",,

SIL OILIVIO

PROVE GEOLOGICHE

DEI

PROF. CARLO GEflllELLARO

LETTE

Nella tornata ordinaria del 15 gennarn 18o7

ITTI iCC. TOl. nil

33

u;:

I'.ir! (v-l iMi'l'' y.' '■'! '•:■!. uV'fU r;h.|r,,.' l!^|/

SUL DILUViO PUOVE r.EOLOOIClIE

^J.

•^ i\\ gli eminenti prcgi della Geologia, quello che so- pra liilli lie dispicga la ccccllcnza , c Ic da il primato sopra lo allre hraiicho dclla storia naturale, si e appiin- t(» il pofcp validanicnte concorrere a sostenere la verita V la sanlila dollc sacre pagine de'lihri dclla Gencsi.

Luiiga scrie di anni scorrcva, nolla quale i sapienti dcir Asia (' dclla Grccia lasciavano a' posteri ncllc loro carlo i rcsidlamcnli di profondi studii nella OlosoOa na- turale ; c])|»urc . 0 die ignari dclla gcogonia 3Iosaica , t> non coniprciidcudone la sublimita la Irascurasscro , o che fastosi non la dcgnasscro di loro altcnzione , o, come pill vcrisiniilc dallanalogia delle loro tradizioni con fptclle hibliche, die lavcssiM-o sligurata, e solto allre forme espo-

2S6

sta (1), cglino poco o nulla ci han lasciato di tulto cio che riguarda le vicende cui la Terra e andala soggetla, tranne i pochi cenni chc ne faccva la dolla scuola di Pi- lagora.

Poco ne dissero ancli' essi i fdosofi latini , pedisse- qui de'Greci; e qualche pensiero espresso di volo si tro- va in Lucrezio ed in Cicerone , ne piii ricavarsene puo dal laborioso Plinio slcsso.

Dopo il risorginicnto delle leltere niolti illiislri scril- tori si occuparono de'fenonieni geoiogiii. Ma era riser- bata air eta nostra la gloria di elevar la geologia al su- blime posto di scienza.

Sopra le salde conoscenzc della natura e delle con- dizioni geognosticbc delle roccc , essa ba fondato le basi di un ediGzio scicnlifico , in cui lo spirito uniano si spa- zia nel prospetto di inelutlabili verita , e si trasporta a lenomeni stupendi , avvenuli negli islanli della Creazione, e ne' successivi reniotissinii teni])i ; e se la Meccanica ce- leste , con I'ajulo del calcolo , ba palesato le b'ggi che regolano fra gli allri ancbe il noslro pianela , la geolo- gia , con la cognizione dc' niateriali che lo conipongono , ha scoperto la loro fonnazione ed il rispetlivo posto che occupano nella scorza lerrestre , non che il modo di loro giacitura: ha stabilito quali I'urono le roccc che ne costitui- rono la prima crosta , (juali (pie' che vi si deposero in se- guilo , quali que' chc dal disfacinienlo de'prinii e de'secon-

(1) II baronc Cuvit'r nol suo Discorso sitlle rivobizioni del (iloho , parlando del diliivio di Dciicalionc fa lilovare, die Apol- Icidoro da a (jut'l figlio di Pronioloo una s])('cic di cassa , come mezzo di salvezza nel diluvio. Pliitarco paria di coldnibe per mezzo delle quali Deucalione eereava di sapeie se le ac(pie si I'ossero ri- lirale ; e Luciano di animali di ogni specie che erano con quello entrati per salvarsi. Pare cjuesta una delle prove die i Greci ncm erano intieramente ii>nari delle tradizioni degli Kbrei.

2:n

di vi si stpscro sopra ; (piali linaliiicnlc (iiiclli clio, rassel- lalo il Cil()l)(> , (lopo taiilc vicoiulc (■(•iiliiiiiaioiio a formarsi sino a' nostri ijioriii.

Sul)limo Ira le scicnze nalurali , cssa liiiiiii^c a dare spionaniciilo dc'piu i>randiosi ronoincni avvcniili iiclla Ter- ra ; (' lr((va clic (piaiilo (■ scrillo iicllc saerc ]iai>iii(' sopra fcnonieni slraordiiiarii c iiioraviijiiosi e tiiUo vcro , lutlo conrdrinc a (piaiito ha sapiilo cssa iiidaii'arc o (•(iiiosccre; ecccUiiali t\w' casi in ciii la iiiano dcirihiiiipotciilc lia ope- raln ]»orl(Mili , alia s|ticj;azi(»iic dccpiali ijiuiiiicr iioii puo scMiiprc 11 liinilalo iiniano iiilcllcllo. I'^pituro in (aliini di que- st! rcMoincni si h tcnlalo d' in(lai;ariie la causa ; c ([uando con la i^uida slcssa d(dla sana raj^ionc, si c progrcdilo nci rai^ionanicnli lilosofici sostcnuli in parte da" I'alli , sic lal- volla i^iiinio d'apprcsso a rcsullali ccrli. Allinconlro pero, (piando per vano orgoglio di non cuid'cssar la propria in- sullicicnza si nieltono in dubhio que' tali fcnonieni , allora sara sempre lalso il ragionanicnto c sconsigiiala la ini- |)resa.

I'no di qncsli straordinarii Icnonieni si e il Dilurit) univorsale; porlcntosa calastrofc di cui scrvissi I'Onnipo- Icntc |)cr punire la cnorinila dc' dclitti dcgli nondni , c di- sp<trrc la supcrlicic dclla Tcria (piasi a nuovo online di cose per la elella progenie deU'lonu) giusto. Su di que- sto avveninicnio . ricordato da Inlli i |)(ip(di clie conservano una sloiia , o una tradiziisne ( I ) , ragionando i lisici cd i geologi , in huona I'edc conic c da credere , trovano die per le leggi atluali della natura, una generale alliivionc non p()lr(d)lie avvenire; iiiiperocclie non pui) ciitier la pioggia ugualnienle e ad un lein|)o uiedcsiino sopra liitie le zone did (Hobo. I vapori coiidensali |)er la forza di vcnti e jicl gra-

(I) Ciivicr op. (il. p. tS;]. Paris. 1830 CnniboaiT Oiittin. ol' the Gfiol. of Kn;,'-!. iiitnuliu 1. Londra 1822.

(jiairo I liliii sanli vondicati . I't. .Napuli 18'("3 cc. ec.

2o8

do (li tein[ieratura sono trasportati da un punto all'altro : e se cadoiio in forma di piogi^ia in un luogo, devono nianca- re in un' aUr(j d' ondc spira il vento ; sc piove nella zona teniperala , non puo lo stesso avvenire nella torrida c nella glaciale. In quanto poi alio innalzamento dellc acqne, esse non possouo in conlo alcnno crcscer tanlo di volume da in- vadere la superficie della Terra, c mollo nieno da snperare le pill alle velte delle montagne. !\on trovando quindi nelle forze della natura, sul noslro Globo, alcuna proltabile cau- sa di un lale avveninienlo , o Y hanno posto in dubbio , o sono ricorsi alle ipotesi; cd i fisici ban fallo passare [>ros- simo alia Terra un Coniela imbevulo di vapori , cbe raf- freddali c condensali nelle alle linee deiratmosfcra, li ver- sava a torrenli in forma di pioggia : dopo di che un' altro Comela che veniva ancor rovente da banco del Sole, eva- porava le cadule acque , e rasciugava la Terra passandovi d'appresso.

Altri pill ragionevoli vorrebbero spiegarlo con lo innalzamenlo del fondo del mare , divenuto poi parte delle terre polari, o della graude catena della Ilimalaja. Altri li- nalmente con inconsiderata precipitazione , ban voluto so- stenere, non esistere sulla Terra le certe tracce di una ge- nerale alluvione. Noi esamineremo brcvemenle qnesle iilti- me projiosizioni, Irascuranilo quelle ipotesi speciose di pas- saggio di Comete, di conipressione dc'poli, di acqiia cen- trale, e siinili altre ; « La scienza nondeve » dice Humboldt (c passare dal suo dominio nella terra nubilosa di segni cos- mologici » .

Si prelcnde diinostrare che i bloccbi, e tntti gli al- tri membri del lerreno diluviale mostrano aver avnto ori- gine nnn gia da una catastrofe generale , ma bensi da parziali altuviiuii. IJisogna pria di lutto distinguere i bloc- cbi (be da perliillo si Irovano sparsi sopra il terreno ter- ziario, da quelli del Terreno erraUco del nord di Euro-

2:)9

j);i, clio lia nil carallcic ])arlic()lar(' c liislinto ; noi pro- vcreiiio (lie i |»riini, miilaiiu'iilc ai;li ullii Jiu'iiibri del ter- rciio ililmialc, sdiut cITclli di uii licncral calaclismo ; e cio ricordaiulo I'alli ilic tiitli coiioscono dopo qiianlo se lie (' dollo da" iiiodoriii ^(M)l()<;i , die unaiiiinciiiciitc am- nu'UoiKi uirulliiiia livuluziuiie iiel (ilolto ; ((iiiio il sii^nor Deluc cd Esckor, cilali dal IJarone Cuvier (1), egli slcs- so (2), con lulli (jnclli ilic sono viMuiti dopo.

IVon puclii ijcoloiii ed acturati indaijaluii, noii solo non lianno aniniesso clio il terrcno dilnviale potcsse pro- venire (la It'iioniciii jxtslcriori all'opoca linora assegnata- gli, tioe Ira il Icnciio k'iziuriu ed il giujjpo del 7/10- ileinu, ma lian duhilalo se anche ad un'epoia j»iii aniica polessc ril'crirsi, Gli organiei inarini fossili, chc si riguar-

dano conic Ic niodanlic delle eta delle forinazioni ffeoloei-

. . ... ~ . ^

die, lian diniosUalo die i leneni lerziarii, cosl delti, con-

tengono un nunicro grande di resti oiganici, delle stesse

S|»ecie oggi vivciili ne" niaii ; i teneiii di Sicilia ne conlen-

gono D.'i-per 1(10 (3). Acl Icncno dilnviale non solanien-

fe si Irovano, come nciili anzidelli, resli ornanici di si-

mil nalnra ma in talnni de'suoi menibri se nc scopro-

no di specie eslinla, e qualche volta in maggior numero

di (jiiaiito lie ollroiio gli slessi leneni lerziarii (4). Gli

organici I'ossili, per tanto, se non possono giovare nel cal-

colaic la diversa epoca di t|uesli dne terreni, sono pero

una chiarissima ]trova, die laiilo gli nllinii lerziarii quanto

i diluviali deposili si forniarono in lempo die le condizioni

degli elenienli, di die gli organici IracAano la loro sussi-

stenza, non eiaii iiudlo caniljiate; e per consegnente e piii

naluiale il ilcdurre. die il Icrreno dilnviale piii all" epoca

(1) (t|i. (it. |i. 2(5.

(•2) 0|). tit. It. 2i>0.

Ci) Lyi'll. rriiicij). (if (jcnloif. ' >• i

(i) Phillips Trat. of. Gcolojr. vol. 1. tli. VI.

260

Icrziaria dovcva esscr vicino, ili qiianto alia susseguenle, co.si (liversa pel caraltere chc iin nuovo ordine di cose vi ha iinj)rcsso.

Si vede a dippiii la inimediata sovrapposizione del suolo diluviale al Icrziario (1); c sebbene egli sia molto dilBcilc il discopiire il terniinc delle formazioni di quel- I'epoca, pure un'occhio esercilalo dislinguera, se non al- tro, il terreno chc e il prodiiUo di una hini>a diirata di feuomeni iinifonni, da (|uello chc c dovulo ad una transi- loria e ruinosa catastrofe.

La fonuazionc degli strali chc costituiscono la su- perficic dcUa Terra e tale da non potcr esscre effctto della tumultuaria c polente azionc, i di cui cfTcUi sono violenti e destrullivi; il modo stesso di giacitura e lo stato di conscrvazione degli orgauici negli slrali, sono ben diver- si da (pielli rinicscolati c conl'usi de' tcrreni di Irasporto; i blocchi (piindi, le brecce ossce, gli ammassamenii di sab- bia e di ciottoli, e simili jtarti del terreno diluviale, non possono rcsultare da (juelli stessi fcnomeni chc produs- sero i depositi calcarci; di cui le potenti stratificazioni, suc- cessivamente addossate le une suUe altrc con non inter- rotto parallelisnio, attcstano la durata di un'cpoca di tran- quillitii nella crosta del Globo.

Or sopra questi terreni appunto, i diluviali si trovano giacere, quasi da per tutto; rarissimc volte accade che gli ullinii terziarii vadano esenti di diluviali sovrapposizio- ni. La loro prossiuiitii e considerata oramai come innega- bile, e non si puo con precisione dimostrare che altro ter- rene si trovi interposto fra di loro , csscndo i niateriali di-

(1) L'oriifine ile I'alhivion ancienne , si romarcable par son etendiie, runirormile de son aspect, et son indipedence, puisquc elle recouvre indiU'eremment touts les autres depots meubles on non antericurs ii I'epoque actuelle ee. ec.

D'Archiac vol. 2. p. 146.

2(;i

liiviiini poco (lifTcrcnli (laiili alliiviali ; o se noii e la prossi- iiiila e lo iiniiKMlialo coiilatlo, per clir cosi, con Ic rocce lei- y.iaiic, clic loro alliihiiisi a imt'la divcrsa si avra a lavorar niollo, e lorso seiiipic iiiilariio, a disliiij^iierc (picsli due i^c- iieri (li Irasjjorlo; iniperocche iiclla iiiaiiijior parle di essi soiio cvidciili jili cllVlti di una pdlcntc aziouc, ciu' da! Icin- po dclla cc'ssazidiii' dcircpDca Irr/iaria, unit ha iiiaucalo di a^irc pill d'liua volla, loii piii o nicuo ili I'orza, sdpra !a su- perlicie del (llolto. Taulo sia dcllo pent |)cr li (iolrili, pci sabliioni , pc" cidUidi , pel salihioiic niislo ad ossaiuc c ad arj;iiia, clic siuio nuiiuiii aHuiKi cd allallru Irasporlu; vc- iiciido |)cr6 allc caverne ed alle hrocce (issoe , od a'liloc- rlii si vcdc di i('i;|;i('ii chc Iieii essi si alliuilaiiaiio dasum- iiiciilovali Icrrciii piii rcconli, o prcsciilano uii" aspetlo j)iu uiarcalo di aiilicliila; laliho noi ci fcrniorcmo a considerair lircvcincnlc (jucsli {\i\(' piii carallerislici nuMuhii del leireno diliivialc. pcnlK' piii raciiiiiciiU' piilcssimo disc()|)iirt' in essi gli elVflli di una poleuza superiore a (pianle ailie lianno aj^ilo , da (picU'epoea in poi sulla Terra.

Ossa di aniniali (piadriipcdi , iiiisli a leslacei lerreslii c ad allri siiiiili lesli oriiaiiici, si liovano in varii sili della Terra, iielle lande di salihioui ossiferi; e posson questi ri- ferirsi laiilo al lerreuo diluviaie , (pianio a (pielio di allu- vioiie ; con la diU'ereiiza , pero. iiolala da" i^cidoiji , vale a dire che ne'|)riiui le masse delle rocce ivi tras|»ortate non sono die lei;j;ermente snuissale iiei;li spij^uli e nei^li angoli solidi, luenlre ne'secondi sono liitte piii o lueiio rolondale, ed ajtparleiii^iuio quasi seiiipre alle rocce delle vicine con- trade, nel leinpo die le prime van niisle con allre di luo- f^hi loiilani.

3Ia iielle cavenie ad ossame, e uelle hrecce ossee ben allri caratleri sono rimarchevoli ; e pria di lutlo i sili ove (pielle si apriuio soj^liono per lo piii essere Iroppo alii so- pra il livello dej;li alvei de' lorrenli . perciie i (le[)Osili di

iTii ICC. vgi. \iii 3t

262

ossaiiic chc ill esse giacciono si possano attribuirc ad or- (linaric alluvioni. In socondo liutgo , le spocic di aniinali cui Ic ossa appartcngouo sono gencralmcnlo di ahilalori di clinii iontani , non solo , nia nnii jioc lii di loro (lovansi di specie [icrdulc. Cosi, per cagioii di es('m[iio , vi liiinno in Ingliill(;rra in Gennania cd in Prussia le ossa (\c\V Elophas y)r/srH.s ((loldCiiss), altilatore de'tropici non solo, ma di cui la specie non e piii vivenlc. Del ])ari , nel dipartiniento della 3Iaine o l^oire, rinvengonsi quelle dQWllippopolumiis inlennedim; e vicino IJordoanx V Hipp, minulus (Cuv.); in Francia ed in Oeniiania il Tapir (jiyantms (Cuv.) ec. ec. Cio serve, senza dubbio, a provare die questi aniniali apparlenendo in effello a clinii diversi vi furono tras[)ortati da straordinario calaclismo , o pure, se considerar si vo- lessero come iudigeni dc' Inoglii ovc trovansi le loro ossa , la d'uopo convenirc clic nel Icmpo di loro .vita ben altre erano le condizioni aslrononiiclie del nosiro rd(d)0 ; lo die fa rimontare ad epoca lonlanissima la causa die [lorlo nelle caverne tantc c si svariale specie di animali.

DeH'una e dell' allra nianicra il terreno diluviale , solto questo punlo di visia, nulla lia die fare con le par- ziali alluvioni ; delle quali ancorche lalune stale si fos- sero potcntissime , come dagli elTelli prodolli si rileva , pure non jiresenlano mai quella universalilii che si osscr- va ne" terreni diluviali , ne quello strello rapporto col suolo lerziario. Ma cpieslo e poco : nessuna alluvione or- dinaria , o straordinaria die si vogiia, polrebbe in Inlti i luoghi della Terra eirelluare il lras|iorlo de'blocdii sem- pre sopra il Icrreno lerziario. Ouclla cosi meravigliosa , del nord di Kiircqia, die io slesso lio dovulo ril'erire a causa astrononiica piu cbe a geologica (1), non e sempre sopra il terreno lerziario; che anzi iiiolti piaiii da essa oc-

(i) Atti Giocn. 2." Serie vol. 3." ' '■■

2G3

ciipali appiirlciii^'oiio a piii reccnlc [(ciiodo. Le masse di ciii |)iiiliaiii() soiio (|ii('ll(' clic per Oi;iii dovo si trovano , 0 lion ^iii liiiiilalc ad una s(da ((iiilrada dclla Terra ; qiiesle , secoiidd \\ i;e(>l(><;() in|j;lese Sii"". Phillips « sono h stale Irasporlalc eon lale alio slalo di I'oi'za . in lali di- « rezioni v\l a (ali dislanze , elie non possiiimd seliivaic « di senlire eslrenio sliiporc, e di i>'uardare intorno iii- « vaiio sngli altiiali jji'ocedinienli lisiel neila sii|)erficic del K filoho . per (pialehe eosa di simile x . Ed in vero, sola una iiciierale ealasliitj'e puleva dar luogo al trasporto di masse, spesso enormi , accom|)ai;natc da alfri malcriali , e coevi aile hrecee ed alle eaverue ad ossame , e sempre soUo r online slesso di yiaeiluia.

Oi'nuu si avvedc die nel riliaHer la opinione die am- melle essere il leneno diluviale nienle di [liii die il y.ro- (Inllo di parziali alluvioni , nulla io preseiito , eon le niic |»nip(isizi(ini . piii di (piaiilo si sa da tulli que" die sono al iallo (Idle i>eoloi;idie teorie , non che dclla geognosia dei lerreni ; ne eredo sii di eio esser necessario prolnirre pill ollre il ragionaniento ; sienro d" allronde elie jili au- tori , 0 sostenilori di (piella opinione, non ne sono intima- menle persuasi. Ksaminianio piii loslo sopra (piali |>rin- cipii impren<lano laluni a |)rovare, die le aUuriotii an- lidic (pidle die si eliiamano andie Diluvium, nulla lian I'lie fare C(d IHIurio bihlico (1).

In qiiesli leireni ; essi dicono ': e so|iralullo in lMiro|)a , non vi si Irovano reli(piie uinane ; le qiiali si sarelihero scnza nieno conservalc e noi dovremmo trovar- le ; eonie vi trovianio quelle dej^li Elefanli , e di liilti ijli aniniali elic perirono in (piel yran eataclisnio . Or cpie- sla proposizione , gellata cosi spensieratamente suUa ear-

(I) Elenicnls de Geologii' . pour le* l■ni^L■I•^ilcM'^ ilf la 1 run- 10 § MO.

2U

la , conticnc niente meno che tre assunti , 1." la oertoz- za (li alliivioni anlichc dislinlc dalle recoiiti , 2." I' assi- ciirazionc di assonza di rosli iimani ncl Icrreno diluviale, (* 3." che tale assenza e una piova di nun essore stato (juel talaclismo il Diluvio universale. Con tuUo il rispetio (lovulo air aul(>rev(d nome del cliiarissimo i'e(doi'() Iran- eese, io lui Itisinijo di })r()vare duhbia la prima, I'alsa la seconda, uinl fondala e dcbolissinia la lerza asserzione.

Pria di tulto se si ]»arla di alluvioni aniithe, cioe avvenulo ])rinia del periodo islorico del ndslro Globo , ve ne sono slate lanle in lulte lepoche gcologielic, (piante •sono le forniazioni sedinienlarie della sua scorza ; la gra- uvake, il gres rosso anlico , le puddingiie dell' epoca anligiurassiea, (juelle intermedie al lerreno del Giura e della creta: quesle sono veranienle anliehe ; nia certo di esse non si vuol ragionare ; si tralla di alluvioni av- venulc dopo il rassellanienlo del Globo , dopo 1' ultima deposizione terziaria ; e di (piestc la piii antica si e per I'appunto (piella che />(7Hra/m si appella. Che se in cio non si e d accordo, noi siamo luor di questione. Pure, ammettendo , a moilo di ragionamento , le alluvioni an- liehe e le recenti , come si polrehhero distiuguere in modo preeiso le unc dalle allrc , se non per qnella della gia- eitura superiore o inferiore di altri terreni , e dalla uiag- giore 0 minore antiehila de' resti organiti in esse con- tenuli ?

Or qui sta lullo il dubhio ; imperocche e Iroppo dil- lieile il dislinguerc i veri caralleri di priorila in queste forniazioni , ed in cio sono di accordo gli aulori piii illu- stri, de'quali basla citarne qualcheduno. « Aon si pos- sono )) dice il Sig. 3larcel de Serres « (1) per alcun ca- rattere posilivo distinguere i deposit! anlediluviani, giac-

(1) Goognosie des terrains ec. introducl. p. L.XXXVI.

2o:;

die i^li olTclli sono slali p,ii stcssi no' due poriodi ec. cc. » II Si"-. Dc la ncclic (1) "iusliuiicnlo diihilaiulo siillo slesso argoinoiilo, slaliiliscc (lie, luUc Ic nialcric Irasportale, che socliono (iosiynarsi connincnioiitc soUo il noiiie di di- luvio, (liiiiaiidaiKt iiiM'saiiic scvcro e cireoslanzialo » . Lo stosso auldic lu'ir allra sua opera (2) osserva die , « il !^Tii|»|t() s(i|)ra(ietateo passa cosi insciisihilnienle al prc- senlc online delle cose, die forse nessiiua liiiea di deinar- cazioiie si pnlia inai lirare Ira di essi •, ed il Sig. Pliillips j)oi (?t), erede ikhi s(d(i dillitile disliiignere le roeee di ler- reni ailiiviali e dihiviali . ina (pielli e/.iandio del diliivialc e del Icr/iario. II Coiile di Ardiiac. inline, parlando del ler- reno (iiialcrnario, o diliiviale di Ulanda, assume essere (c quasi inipossihile diseiiiiare il piinlo ove linisee il deposi- to (pialernario, e dove coniineiano le aliiivioni niodernc (4). Ad ogiii iiiodo, si pii(» ((ni (pialdie i;rado di eerlez- za dire die, i hlocvhi enalivi. le (■arcrnc mi ossame e le brecce ossee, piii die le clevazioni di alcuni ter- reni, e i drjKtsili fhiridlHi e Inciislri. iiioslrano ijii ef- i'elli di slraordiiiiiria alhivione, e snperiore a quioilo piio aspcllarsi dall" online allnale de'nalurali lenonieni. Qnan- do ])oi (|nesr online ciniiinrialo fosse nel noslro pianeta, e ciii die resta a e(nioseere. I piii aniili i;e(doi;i lian cre- diilo poler spini^ere le lore ricerdie lin nelle cause die pill leiile allnalinenle a<;iscono ; e trovare in esse i prin- cipii dello spieijanicnlo die dar si polrehhe alia ijiacitura iU:' Itlocrlii e d('i;li o,s,sY(//(/ nelle caverne e nelle lirecce ; ma lo lian lenlalo invano, per quanto appare ; « tre opi- iiioni » senile a dire De la Beche a rcynano in ou'fii so-

(1) rionlogicnl Miimiiil sec. III.

(2) Rcsciirclii's on tlicorel. (icnl. p. 305.

(3) A treatise on geolojfy vol. 1. p. 262.

(4) Vol. 2. p. 140.

266

])ra tale subjetto ; suppone la prima che il trasporto si fosse vcrificato ad una sola e stessa cpoca , la scconda ani- metle esscre I'csullainenlo di iiiollc calaslroli , e la lerza vuole cio allribuire aH'azionc proliingala dcllc forze na- turali ill oiiiiii esislonti . ...» la diversita di rpicslc opi- nioiii, noil doriva the dalla inipcrfellissiina cognizioiip die uoi abhianio linadesso defenunu'iii, su'tpiali Iciiliamo di ragionare, ed anclie daU'aver voliilo troppo afFrcllarci a gcneralizzare falti puranioiite locali ; cc e concbiudc « es- serc desidcrabile cbe i fononieni fosscro bene sliidiati , senza cercar di soniniellerli al controUo di una leoria iiii- maluramenle concepila > . Tulto e dubbio duiiquc qnanlo avanzar si vorrebbe siilla distiiizione dellc alluvioni anti- die e dellc recenti.

In (pianlo alia scconda proposizione, vale a dire, I'as- senza dellc reliquie uinane nel terreno dikiviale, voliita daH'auldr fraiicese, posso soslenere non esser vera.

Ossa umane , c talora anche resli di uinana indu- stria, rinveniili nel terreno di cui si tratta, sono oramai a notizia di luUi que' die aniano aver per le inani opere di gcologia. La cavenia di IJizc, osscrvala dal Sig. Mar- cel de Serres , e poscia dal Sig. Tournal di IVarbona, ha presenlato ossa umane insieme ad ossa di Anoylochis, di Vi'SUH anloidem, di Hos urus; ed accurali; sono sta- te le aualisi isliliiile alio scopo di conoscere, dalla presen- za di sostanza aniinale, laiilidiita di quelle ossa (1). II Sig. Schlolheim ne ha trovalo nellc biecce ossce dei contorni di Kaslriz, insieme ad ossa di Elefante, di Me- gaterio, e di Ccrvo (2). Donati c Germar di Halle, nel- le brecce ossee di Dalniazia con le mcdesimc circoslanze

(1) Marcel do Serivs, op. cil. p. LXVIl c seg.

(2) D'Auliisson, vol. 11. p. 472.

Aimal. de la Soc. Linn, de Paris 1824. p. 5.

207

(li iiiaciUira (I). Lo sicsso Sii;. dc Series rapporla os- sa iimane liiiveiuile iie' (le|)Osili di Caiistadi, ove esislono del pari ossa di iiiamniireri perdiili ; e cila il Sii>'. Chri- slel, il (piale nelle caveriie di Liiiiclvirl, di I'diidres di Sauviiii^ai'giies, IVa le (t.ssa di riiKiceruiili, di ors;i, dijenc, e di allri niaininireri lia distinto ossa iimane (2). II Sig. I'liillips, iiella eilala opera (.'}) replica essersi Irovate os- sa imiaiie in Aizza, in Dalmazia, ed in allre tavernc a Bize, Soniniieres, liancogue, I'ssar, Miallcl, Eugisscul, I'aviland. .Mendis, ec. cc. Ed il Siij". Ljell , passando in rivisia l.ili liilli. e |)onendo in disaniina le varic spiegazio- iii date dagli anlori al cerlo rinveninienlo delle ossa iinia- ne, viene a eoneliiiidero che « non e facile, dalla lesti- nionianza di tanli niescolanienii con ossa di altri animali, lo aniniellere, o lanliciiila della razza nmana, o la rcccnle epoca di lalnne |ierdnle specie di (piadrupedi (4).

Ilaslano (piesli I'alli per provarc che iassenza delle ossa iiniane sid leireiiu diliiviale non e vera.

Snila leiza propdsizione dell" alitor francese, cioe « che le anticlie alliiviinii iinlla lian che fare col diluvio Liblico » direrno : sii(ip(istu pure che le ossa nniaiie rinvenulc nei cennali terreiii appartengano in elfelld ad on' epoca piu rccente , nella quale esislevano , come da laluni si pre- tende, tnll" ora nianiniil'eri , al giorno ddjigi non piii esi- slenli in (pie' luoghi , si potreltlte egli inlerire da cio che r assenza di ossa niiiane nel terreno dihivialc sia prova deir iuileriorita di queslo siiolo alia venuta dellHonio? 0 si vorrehlie neyare che un lerreiin dovuto a arenerale alhi-

(1) Itiillotin eenoral dcs Sciences § I\ ji. 22.

(2) Op. cit. "|i. L\.\I.

(3) I\.jr. 28'i.

('4) Piiiiciplcs (if. r,.«olc.^. liii. 111. .'. \IV. vol. 3. odiz. 3.^ vedi pure la ri'cciili' oiicra I.czicnii di fisiulaiiia coniparata del Sig. I'li)iirciil ((iiiiiiilata del Sif.y. Houx Paris 1856. <

268

vione esiste inrallo sovrapposto alio ullimc torziaric for- niazioni , l)onche i liniili rioscano diflicili aJ esser deler- niinali ?

Esscndo tiitt'ora duMij i caralleri dislinlivi dojjli estre- mi dclluno e doirallro Icrrcno: ma, per 1' o|)[)(>sto , es- seiulo ccrta la prcsonza di ossa iiinane nollo slalo fossilc, perche non animcUerc piii tosto clie la poca qiianlila di esse , fill' ora riiivcmila si dohha alia scarsa popolazione degii uoinini, che iie'teiniii diliiviaiii era poco dilViisa suUa lerra : nienlre la paiie piii ahilala, come si sa dalla sto- ria, era qiiella liiiiilala dal .^ledileiTaiieo , da iiii canto, e dall'Annenia e dalla Persia dairaliro? Ed in queslo caso, quali osservazioni si sono falle nelle caverne e nc' liio- ghi opporluni di (pielle contrade , per ])rovare se relicpne umane e resli di uniana iuduslria ivi esistessero ? Fra quesli resti pero non posso persuadenni esserc sperabile il rinvenimenlo di rabhriclic a cemenlo , di colonne , di stalne , d'inlagli, di moiiele ed allro . clie vorrehbe la- luno (1) trovare, per jtrova di esislenza dell'iinian gene- re in que' lem[»i ; la civilla e le arli non essendo in al- lora nel lloridu slato a die , dopo molli seccdi, fii dalo di ffiuniicre. In(»llre la scarsa (luanlila di ossa umane, in confronlo a quelle di mamuuleri anlidnuviani , nun dee recar meravigiia sc si rillelte die in ([ueirc[ioca [siii cste- samenle regnar dovevano gli aniuiali sulla selvaggia ter- ra, e |)Oco ahitata dagli uomini ; e ben si \)m aggiun- gcre die essendo eglino riuniti in sociela, potevano piii facilnicnle essere trasporlati in un fascio , per dir cos'i . dalle correnti dihiviane nella massa delle ac(pie marine ed inabissati nelle prolondita de'mari. Se gli aniniali, linal- mente, di cui le ossa trovansi nelle caverne, ne erano gli abitatori, secondo si e pensato da'moderni geologi. come

(1) Bercley, citato da Lyeli. t. III. p. 20:5.

209

sporar di Irovarvi anclio ossa iiinano. a incno die noti vi si asjtcUasscro ([iia' icsli di jircda di (|U('1I(' Ix'lvc Icroci? Che un Icitciio ulluviale osisle sopra le ultiiiK! I'or- mazidiii Icrziaric , c dfrcaraltcii rlic porla iinpiessi , c dalla sua iiiatiluia diiiiuslri esscr dovuld ad una "oiierale alluvioiic , si confessa iiella stessa |)ro]»osizi()ne che ah- hiaino in osamc , con Ic parole lutti i^li aniniali die pe- rirono in (piel (pan cdhicJisino ■> . lo (jui non I'o die li- tliiainar I" allenzione soj)ra i i'alli die ci preseiila la i^eo- gnosia, rii>iiardiinli Ic forinazioni delPepoea in queslione. Ksisloiio i Mocdii sovra|)posli senipre alle ullinie lerzia- rie rucce , di (pialuiKpie iialura die si I'ossero ; le loro masse, la dislanza dellc rocce dalle qnali derivano , la (juasi inlegrila de' loro spii>()li ed ani^oli solidi , danno cliiara prova d' essere slali Irasjiorlali da uiiita e sola po- lenza , in avveninienlo |)osleriore alle deposizioiii teizia- rie. Le cavernc ad ossame , coeve nella giacilura de'nia- leriali die contenijono a'bloeelii, non die le hreeee os- see pidvano audi' esse yli ellelli di ipiell' avveninienlo ; e queste roece , |)cr esscr senipn? iiellc slessc correlazioni !;('(»|^noslidie eon i;li allii lerreni , non laseian duldiio sulla coiileiiiporaneila di loro lorniazionc ; lalelie la piii aniinissibile di lulle le opinioni pare doyersi stiinare, an- die ijcolo^icanienle parlando, ipiella die suppone il ler- reno diliiviale aver avulo ori^ine da poleiilissinia causa, ad una siila e slessa Cjxtca ; vale a dire da un generale ca- ladisnio. Peiclie duiupie (jueslo caladisnio , riconosciulo oraniai dal j;ian luiniero de' {^('(doiji , nun hn nulla (lie fare villi le aniivlie allaviunii' K (jueslo caladisnio non e forse cpiello die le sacrc carte ci hanno descrillo c(d iionie di \)iluvui? (ili spirili preocciipali di sistemi in jicfdojiia, possono soli presimiere di Irovar nelle alluali I'orze dellii nalura lo spieiianienlo di un I'enonieno , impossible Corse a succedcre cos\ universale sul Glolio , nello slato di sue

ITTI ICC. VOL. Mil i'o

270

aslronoiiiichc condizioni ; c , a mono chc le aequo non ab- biaii solToi'to una estraordinaria cspansionc , chc avosse po- futo sollevarle con iniincnsa I'orza , c rovcsciarlc sopra i coulincnti , i lenunioni di cui sono cfTcUn i terrcni dilu- viali, non p(»tcvano, cerlo , aver luo^o gianimai.

II Sii". De la IjccIic Aonebhe far succedcrc il diknio per lo innalzanicnlo di niontagnc ne' mari del Nord; di che le conseguenze stale si fossero marosi so|)ra niarosi, eor- rispondenti alia I'orza dislruggilrice (1) ; c quindi il gal- leggiar delle ghiacciaje , con le masse de' blocchi addos-

so Questo potrebbe lenersi presente nellc ricer-

che sulla origine del Icrrono orratico , il quale non si estende die atl abpianti gradi della zona giaciale , ma non puo ammeUersi not lerreno diluviale esistenle in ogni zona del Globo ; del reslo noi ripiglieremo ([ueslo argomento or ora, dopo aver conchiuso che « dubbia e la dislinzione fra antiche e recenti alUivioni : falsa 1' assenza di reli([uie uniano nol terreno dihniale , ed inconsiderala la concbiu- sione che nulla ha che fare il diluvio biblico con le antiche alluvioni » ; menlre , per rop[)osto, i falli dimoslrano la osislenza di umani rosti in quel terreno appnnlo , che nes- sun'altra causa polova prodiu're , fuorche un generale ca- taclismo ; e sii di cio e bello il ril'erire quel passo del- I" inimortale Cuvier nella citala opera (2). « lo penso » egli dice « co' Siguori Deluc e Uolomieu , cbe se vi ha qualche cosa di verilicato in geologia si e, cbe la superli- cie del nostro Globo e stala vitlima di una "randc e subita- nea rivoluzione , di cui la data non pub rimontare al di la di ciuipio 0 sei mila anni; che questa rivoluzione ba sepol- to 0 fatlo sparire i [>aesi cbe abilavano per lo iunanzi gii uomini, e le specie dcgli aniniali oggi li piii conosciuli, ed

(\) Researches ec. p. 390. (2) P. 290.

Ill

lia |)rcparnlo il suolo alliialincntc abitalo ; dopo qiicsta li- volii/.ionc il piccolo nuinero degli iiulividui risparmiali alia (■alaslrolc si soiio sparsi e propaj^ali sul niiovo lerre- 110 cc. cc. »

IJciiche ricoiiosciulo, (iion volendo forse Irasciirar d'iii- dagarc, pria di ricorrerc a! corlo niiracolo, se inai lE- tcriio si fosso polulo servire di niczzi iialiirali ))or |)rodur- rc ([iicl IV'iioiiUMio), ha voliito laluiio, daiido sfogo alia sua laiilasia, pirU'iidcre clio il soUcvaiiuMilo delta grande ca- Iciia dclilliiiialaja polova prodiirlo; scnza csscre oldigali a siippoirc una caclula cos'i slialihocchcvole di acqiic dal- raliiioslV'ra; poleiido piu racilmcnte le s])OState ac(pu' del j)reles() sollevaineiilo iuoiidiire la terra.

Piio ogimuo peiisare a suo modo ; cio c vero ; pero iiel niaiiifesiare ad allri i proprii pensainenli deve aspet- taisi (lellc osserva/.iniii die vi si posson fare , qiianle voile si trova clie Ic ipolesi iioii sono appoggialc sopra una ba- se, se nou eerla, j)robal)ile alnieno. l*er lo die sulla espo- sla ipolesi noi diieuio, chc le acquc del mare si I'ossero iniialzaie nel fenoineiio diluviaie. si ricava andie dalla sles- su nihitia [I), ma die il solo innalzanieulo della Ilinialaja ne avessc potulo esscrc la causa, io credo non polersi in modo al( iiiio sostciiere ; c spcro con breve, ma precise , ragi(Miain(>iilo diiiiostrarlo.

Su|q)ongliiaino die il conlinenle dell* Asia fosse slalo pria del Diluvio inlerrollo da un mare, il (piale aperlo in (pirlld (leir India per niezzogiorno, s" iideruiisse nel cuore di (|nd conlinenle, ed occu|»asse lo spazio conqireso Ira il gr. di lal. 11. " e 4j.", e fra il gr. di long. 93." e 120." dell" (sola del ferro : spazio die fornia nn" area di sopra 'i-8,J'il miriamelri quadrali, Ire voile circa la grandezza

(1) (Genes, e. VI. li.) Oiiliuct llisl. (Iell;int. Test.

til). I. c. IX. ec.

272

ilol mar Caspio; ovc sori>ono in oggi, non solamcnlc I'Hi- malaja, ma lutto il Tibet, porzionc del Beliiir e dell' Altai: in somma quasi tullo I'alto terrcno dell' Asia. K supponghia- mo olie la voce divina avessc ordinato the tutta quell' area venissc ad essere occupata da un sollcvato terrcno , e r acqua ne fosse riniossa e riversata sul resto del mare : ehe (piel soUevato torreno giungesse ad un'altezza media di 0,000 piedi p. ( ossia 11)40,04 mctri), in lal caso il volume deir acqua spostata e riversata so])ra il rimanente de' mari , considerati per trc quinii della inliera super- (icie del Globo, poteva produrre sollauto un ineremento di altczza minore di 31 metri (30. 38)! Pure in questo calcolo si sono suppostc le isole ed i continenli come se I'ossero stati barricati e recinti da baize verticali alle spiag- ge rispcllive , per cui I'altezza del livello de'mari, ac- cresciula per quel sollevamento non avesse potulo recare inondazione nelle parti basse ; il clie e coutro 1' efTettivo slato dclle cose ; imperciocclie senza supporsi ostacoli di recinti , le acque avrebbero inondato i bassi terreni , e (pielle sospinte dal sollevamento asiatico dilagandosi in jiiii estesa superficie , avrebbero I'atto di gran lunga meno ele- varc il loro livello ; cd in vecc di 31 mctri , forse ne anchc a 10 si sarebbero innalzale.

5Ia senza di questo, cosa sono mai 31 metri di al- tezza per potersi (lire die tutta la terra I'ossc stata inon- data dair ac([ua , pel sollevamento , non della sola Hima- laja (cbc elTctti poco sensibili avrebbc, in vcrila , recato nclla massa tutia dellc acque del mare), ma di gran tratto (leirAsia? Ed ancorclie si volessc valutare la prol'ondita alia (pialc stava il terreno sudelto , pria di emergere , il che aumenterebbe la massa dell' acqua il quel silo : e met- tendo anche in calcolo qualche altro tratlo di suolo che potessc superare una media altczza di 0,000 jtiedi : e che da cio ne resultasse poi il doppio di esuberanza uel sol-

27.3

levanicnlo dcllc a<'(|uo, con liillo qiicslo (12 niclri di acqiic iiiiialzatc c dilai^alc siilla siipcrlicic dclla Terra, iion pos- son dar s|»i('j;'am('iil(> do' i>randi()si cll'ctli che il Diluvio prcscnla. {]\\o si dir('I)l)(' poi qiiando laliino volosso osti- narsi a ridiiirt' il sollcvanicnlo alia sola lliiiialaja , clic k ajtpciia la tcrza |)arte dcU' area da noi fissata ?

Noil polciido |ier nossun coiilo riiiscire per qiiesta via a trovar la causa della inondazionc geiierale , c hiso- gnalo ricorrere ad altra ipotcsi ; cioc , che la Terra non si trovasse in quel tempo lanto alia sulla snpcrficie dclle acque , quanlo lo e al i;iorn(» d" oi^iji ; e jter consei>'ucnte lo iunalzaniento dellc ac(pie per la couiparsa dell' alto ter- reno dell' Asia polesse esser sullicicntc a coprir Ic j)iu alte sonimila. Ma le i^eognosticlie osservazioni provano , a dir vero , die i grandiosi sollevanieuti della crosta del Globo sono per lo piu anteriori , oh ! quanto , al periodo diluvia- le , e (piintli aiiche tale ipotesi nou e ammissihile , come poco lo sono lulle Ic allre che son I'ondate sopra una supposta incliuazione dell" asse terrostre , o sopra una inassa enorme di vapori nelle altre regioni dell' atmosfe- ra , e simili.

Fra lante che se nc sono emesse in lulti i tempi , una sola potrehbc tenersi in considerazione , ])erche non si allonlana molto dal vero sens(» della Bihhia ; di quesia |)assiaiiio hrevemenle ad occupiirci.

II divino Aulor delle cose , non adojira che un mez- zo perche iiella Terra si verilichin(» niidti fenomeni; men- Ire il gcMdoiid jier ispiegare il s(do Diiiivio ha dovulo imnia- ginare lanti iiiezzi , e (juesti slessi pruddili da allri aii- cora. Ina prcesislenza di mare nel cuore dell' Asia , ove appiinio pill elcvalo lie c il terreiio : immenso profoiido I'aciiKt . in liiuyo di iiiassa ciiornie nionlaiinosa: una I'orza iininensuraliile di potenza sollevalrice , che innalzando di

274

uii colpo vasto tralto dl siiolo, ha fatlo ridondar le acque, versandolc suUa terra . . . ! E cosi di un' evenlo succes- so per un sol cenno dclla mano dell' Onnipossente , di un fenonieno semplicissimo , se!»uilo pero da perturbazioni , da calastroli e da cani^ianienti meravigliosi , se n' e fatlo un' animasso d'incrcdihili cause, alle quali, non chc la ra- gione , ma anche il Ititto e conlrario.

Alia s|)ieg'azione , pcrlanto , del Diluvio sara oppor- tuno , a niio avviso , non aliontanarsi da quanto sta scritlo nelle sacre carte , ed ivi cercare il tenia ; polendo benis- simo una sana inlcrpctrazione , sgombrare la vera via di |)ervcnire alia scoperta della verila , di cui si va in cerca inulilmente , barcollando nel bujo senza il vero lunie ri- schiaratore. E , se pur non m inganno , pare a me chc la esatla spiegazione di quel fenomeno stnpendo ci sia data nella stcssa Scrittura , quante volte ci facciamo a medita- rc sulle sue precise parole : « rupti sunt omnes fontes (( a])yssi niagne , et calaracla> ca^li aperta; sunt » . Kon dice gia die le caleralte de' cieli si aprirono , e clie tutli i t'onti deir abisso ampianiente si ruppero , ma dislintaniente si annunzia che quest! furon(» i |»iinii a roni[)crsi , c chc inseguilo si aprirono le cataratte de' cieli. Cio imporla che poteva il secondo fenomeno essere conseguenza del pri- nio. Tanto vuol dire, che I' Onnipolenle non ebbe altro ad ordinare se non , che s" innahzassero le acque dall' inabis- mito foudo che le sosteneva , rompendo il liniile lissato daU'Almosfera; baslava a cio un' accresciuta evoluzione ed espansione di calorico sollcrraneo , chc aumenlando il volume, deir acque, sollevavale gorgogiiando sopra I'an- tico livello: e quest' istesso calorico rarcfacendo I' aria, da una parte, ne scemava il peso sulle acque: e dall' altra, riduccndone a vapore non poca porzione. la spingeva nel- r alte linee dell'atmosfera, ove addensata, iiiforma di di-

273

rollissima pioijgia radova . (•onic da sooscpso ralonilUi. A(ni (Mil ci^li |iiii lacilc <|ii('sl() avvciiiiiiciilo, prodollo da una sola o soni|)lico causa ?

Oiial' (' iiiai (|iicl (ciioniciio diliivialc die non rosta s|(i('i;al<i, cull (|iiosl() iiiodo (I iiiU'i|)('lrar(' il sacroToslo? Lo iiiiialzaiiUMito dcllr libollciili acque del mare: la cadula delle dirotle |iiojii>ie: il lras|Mirlo rapido de'materiali slrap- |)ali dalle inoiilajiiie : lo slraseicd (h^docehi : le caverne riempilc di ossaiiie: i deposili aieiiosi: le rocce eoiiglo- nieiale .... tulle, insonnua, le varie forme del terreno diluviauo siino le lacilissime e ualurali cnusefiueuze del- r auuu'ulala lemjieralura deUacereseiulo voluuie delle ac- (jU(^ del mare , e del ruinoso loro traboccamento sulla terra.

Cio sia detto pero a modo di raijionamenlo ; vale a dire, volendo ammellere die IKlerno si fosse volulo ser- vire, in queslo porlentoso fenomeno di cause nalurali, ed una sola ne avesse jtoslo in opera. 31a d' allronde io son jiersuaso die non dehha in conlo alciino lusiiigarsi la li- milala menle nmana di cssere talmentc estese le sue fa- colla, da poler preleiidere di Irovare il vero sjtieoamento di (piei fenomeni , die nelle sacre carle si anniinziauo co- me |»orlenli ojierali dalla mano die reijola lullo il Creato.

Basta al i;e(doi;o, aver verilicato con lo studio dclla fjeoiiiiosia , esservi slala una jienerale alluvione sulla ter- ra, in epoca |)Osleri()re alle ullinie lerziarie forniazioni ; e diremo col mai;i>ior i^eoloi^o d" iiiiiliillerra die « il gran (( I'allo di nil hi!u\i() universale ad iin' epoca Udii nndlo « remola. e inovalo sopra basi cosi decisive ed inconlra- « stabili. die anclie non avendo niai inleso di quell" avre- (( nimento, dalla scritlnra o da allra (pialunque anlorita, (( la "coloiiia da se slessa avrelihe ricorso ad una simile (( calaslrofe per ispiegare i lenonieui di un' azione dilnvia- (( ua, die universalmeute ci si prescnta ; e che sareblie

276

« ininlelligibile senza ricorrerc ad iin diluvio, die csercita « i siioi giiasli, ad iin jX'i'iodo non piii anlico di quello « aniuinzialo dal libro della Gcaosi » cioe II Diluvio Noetico.

E qui , al pronunciar questa parola , nou pun non presentarsi alia nioutc il quadro di quel Ircnicndo llai^ello dcllo sdcgno di Dio. Iniai-inoso tenia al pennello de' piu insigni pitlori; nobile argomento alia fanlasia degli ispirati poeti.

Decrelato lo csterininio della progenie di Caino, ri- bollcnti le acque del mare si liversano, ognor piii crescen- li, sopra le basse lerre in prima, superano poscia le col- linc, inveslono i bosclii, le selve, urlano i'remendo conlro il pello delle alpcstri montagne, ne superano le vetle ... la superlicie della terra sparisce, il piancla non e che un gio- bo di acque. Sorgono esse dal fondo del mare torbide e limacciose, e rimescolano gli sciolli materiali agii aniniali ed agli altri organici marini, spenti dall' aumentala tempc- ratura dell' acque stesse, e si van depositando sulla som- mersa terra a varie dislanze, talvolta immense, dal lido. Cade intanlo a torrent! la pioggia, ed uncndo la sua I'orza al ruinuso vortice delb; acque marine, trascinano giu gli sciolti materiali, le masse delle rocce ed ancbe le stesse rupi, e tutlo riniescolando agii organici estinti van forinan- do quel nuovo terreno, che dihiviah' ap|iellianio. Cata- strol'e dislrui'i'itrice della veiietazione e della vivenza ani- male! Abbaltute, svelte, disperse o ammassate le piante: i prati coverii di sabbioni e di bloccbi: solTocali dalle acque o sepolti nelle caverne gli animali sclvaggi: morti i domestici 0 nelle pasture, o nelle mandre, o nelle stalle : travolti ed aggiomerati dal Tango delle torbide impetuose correnti. Gli stessi volalili privi di riposo e di asilo , cadono stanchi e spiranii suUe acque; .... ed il genere umano in ((uale miseranda ferale condizione trovavasi egii mai? Inutile la

277

fuija, vano il salir sopra i colli, rarranipicarsi alle nipi, il valicar Ic ac(pic sul dorso degli aniinali; (|iiollc di eonliniio crosccnii ed incalzanli vi slaii senij)ro addosso. Lo spct- lacoK) di iiii iiiaro ricmoiilo, die oi^iior piii s'insifniion- sce della terra, c liiUo travol!>c nci-li abissi de'siioi ma- rnsi: Ic grida, i laniciili, <^li sl'orzi a siipcrarc 1' incvila- bile line. . . . iiiille riiiicslissinie dolorose coiiiniozioni af- faiiiiano il cuore dell' uoiiio sino agii idlinii palpili ; la falce delta niorle inesorahilineiile ruola per ogni dove ({ lasciando uii letro velo ov'ella passa » lo sterniinio e geucralc la teria liilla non e che Ibndo di mare.

Fra il loseo cielo, 1' orrore de'lanipi, il roniljo dci tuoni, il cader delle ])io<>ge, il fiagore delle onde agita- te, una mole galleggianle spinla daventi, trasjiorlala dal- le supcrliciali correiiti, avanzasi nella ininiensa estensio- ne delle acqiie, come un franimenlo di asleroide nello spazio, come un punlo (piasi impercellihile nella vaslita del Gloho. Ej)purc era (piello iin colossale vaseello, la pill grandiosa opera die I'liomo avcsse sin' allora lormato; die eonleneva, come in un giiscio, il nido della iiuova ri- gcnerazione, i ri|)iodiill()ri de'gernii.

Dopo lungo vagare in balia degli elementi giunge qneir Area a loccar con la carena la sommila dell' arnieno Ararat, e quivi si arresta. Al niiovo cenno, inlanto, del- r Onnipotenle, cessa la pioggia, le acque si ritirano pre- cipilose logdiando le moiitagne, le cui vetlc si scuopro- no , ed iiidi a poco i loio iiandii , gii alti terreni in- segiiilo^ le colline Ic valli appariscono ; squotono i su- pcrstili bosclii dalle loro hranche col favor del venticello le iiidnie, e raddrizzano le piegale fogiie ; si riducono le ac(pie negli alvei de" torrenti e ne' lelli dei liunii ; lorna il mare a lamhire il suo lido, i cainpi riveggono il Sole,

II Giiisto, preservalo al Ireniendo castigo, apre le fineslre dell' Area, e ne sdiiude le porte ond' escano gii

ATTI ACC. VOL. XIII 3C

—^278

aniiiiali ivi ristrelli a ripopolar la terra; si spargon'es- si secondo i loro gencri ne'lnirroni , nelle selvc , ncUe apriche coUine, nc'campi, iio'prali; spiegano le ali i vo- lalili alia ricorca del villo e (lella diniora, ove prcparar (lcl)boiio il nido a'nuovi csserl; egli stesso con la inco- luine fainii'lia scendc dal iiioiite a celebrar solennc sa- crilizio all' Altissimo in rcndinicnto di grazie , e 1' Iride di pcrdono e di pace , c d' immulabil promessa di non pill i'i[trodurrc qiiella calaslrolc, dis|tioga gia I'arco set- templice di sorenila c di calnia ; no piii ipiella cataslrofe e avvenula , ne mai sara }»cr avvenirc « Che sillaba di Dio non si cancclla. . '

Qiicstc poclic idee siil Dikivio , erano slate inscritc in tre ili- versi arlicoli, nel Giornale della Bildioleca Cattolica in Napoli , a ricliiesta di que'zelanli Conipilalori. IIo credulo ulllc riunirlc, insie- mc ad allre, in una sola Memoria, con iiiii strelto iegame, e for- niarne cosl una breve nionogralia. So lienissinio clic queslo argo- iiienlo e slato difl'usamente traltalo da uomini di |)olso, e spccial- mentc dal Prof. Glair della racolU'i leologiea di Parigi , nella sua dolla opera. / libri saiUi ceiidicaU; non perlando ho stiniato niio dovere, come cultore della scienza geologica, palcsare i niiei pen- samenti sopra questo snlijelto, c provare la vorita di quella gene- vale alluvione, coUe testinionianzc clie ci I'oruisce la geognosia.

mCGROIIE

PESCI FOSSIL!

DELLl SICILIA

DOlfOBE IS CIllnCnCIA SEl GISXASIO CATA>ESE, SOCIO OIlDI.fABIO DEll' ACCADEHIA GIOE- KU Dl SriESZE JATlRiLI IS CATAMA , r.ORllISPOXDE.ME BELLA SOCIEIA EC0X03IICA DI CAIA.MA, DELIA K. PElOlilIA.\A DI 3IESSI.\A, DE" ZELAMI d' ACI-REALE, DE' TKASFORJUII nl SOTO , BELLA SE>hESIIEIi(;lA.\A DI ULASKFOBT SIl 31ES0, BELI'aBEIISA DEL I>EIBAB- CA, DFK'AGnAlUA DI PESABO, DE' flSIO-CRIIICI DI SIE.VA EC.

Letla nella tornala ordinaria del 16 febbraro 1851

\3

■;!s? 'v-.

I

PESci fossill della Sicilia conosciuti sin da' tempi piii re- moli sttiio slali inai scinpre teniili in gran prcgio, lanlu die Senol'ane si fece a presenlarne alquanli al liranno Ge- rone (1). D'allora al secolo Will, per (pianto mi sappia, la storia nc tacc 3Ia essi non isfuanirono alle indaijini di Scilla, (lie occnpandosi/)e corporibus imirinis lapidiscen- iibus (jiup dcfossa reperinnluv, dice the le glossopetre di 31alla la passano in grossezza sopra quelle, che tro- vansi iiclla luislra Isola; e con piii di parlicolarila jiarlando della luitj proveniciiza a pag. 11 dello slesso lavoro in lal modo s' cspi'ime : Prhis iffihir dicam hujusmodi hipil- lorum siinul ciiw (ihissapclris iiuKjnmn in Sitilia' par- lilnts i)iv('nir<' (jiianlUdlcin ct prwiipm' lUnlconi , it che e slalo anche alTeiinalo da Ildccone nella iriijcsima se- conda ossenazione del suo Miiseo di Fisica e d' E- sperienza.

(n Sciiiii Priiiio prriiHlo dolla li'lleraliira grcco-sicola ( Gior. per la Sicilia N. 121>). C. Gciiiiiii'liaru Elciiicuti di Gcolouia (kil'. 128. Ca- laiiia 1840.

ATII ACC. vol. Mil :>7

282

Brocchi in un lavoro che porta per litolo Sulle di- verse formuzinni di rocce della Sicilia (1) attesla I'esi- stcnza il' iUidliti appo Palermo proprio a I>isai>no , a'con- torni di Castrogiovanni c di Siracusa. Di qiicsli ultinii siti, dico di Castrogiovanni e di Siracusa, nc fanno pur mcnzio- ne Daubeny (2), Alcssi {'.i) c IIolTinann (4); e al I'r. La Via (3) vcunc fatto trovarnc nolle vicinanzc di Callanisscl- ta. Sir C. Lyell ncl ca|)itolo Newer pliocene formalions Sicily de' suoi Principles of Geolnny, anehc cgli fa eenno d' iltioliti trovati in allri i)unli di Sicilia c I I'uund these fossil fish » dice in una nota n in great abundance on (c the road , half a mile north-\vest of Uadusa, on my way (( to Caslroi>iovanni, where the marls are fetid, and near (( Caslrogiavanni in gypseous marls, at the mile-stone i\. (( 88, and between tJiat and N. 89 » . Agassiz (6) ha pu- re osservalo de'pesci fossili di Uaddusa nella collezione di Lord Cole; e Dc lAatale , di cui piangiamo I'imma- tura perdila, nc ha scoverto altri nc'dinlorni di Messina.

Fin qui i naluralisti non han fatto che atlestare la sola esislenza de' pcsci fossili in diversi punti di Sicilia. Non COS! il Prof. Gemmcllaro c i! signor iVocito II geo- logo di Catania ne ha determinato gciiericamenle alquanli del calcario terziario di Siracusa, che trovansi nel gabinelto della nostra 11. Universilii degli Sludi, e « che possonsi rap- portare m son sue parole « ad uno spams, ad un mullus

(1) L'lridc— Giom. di Sc. Lell. e Art. Anno 1, Tom. 2, N. VII, pag. 21, Pnlci-mo 1822.

(2) Skelech of llio Geology of Sirily, pag. 27, 1823.

(3j Dc'se. lisico-mineralogk'a d' Enna or Castrogiovanni (Alti del- I'Acc. Giocnia. toni. 1, Catania 182."i).

(4) L'eljcr.schl der gpognost. Vi'iiiait von Sicilicn etc. (Arch, fur Min. di Karsten c Dcchcn vol. XIII, 183'J ).

(.1) Geognosliehe osservazioni ne'dintorni di Callanissutta Caltanis- selta 18.33,

(C) Rech. sur les poiss. foss. Addit. a la pref. tome 1 , pag. 45, tome \.

283

ed a una scionn )) (1). II secondo so ne e occiipato ex pnifi'ssd ill nil lavoro iiililolalo De' fossHi invo)itmli nolle minicrc <li Solfo oc. Palermo IS.'ii. In (jucsta scrilla j)arla Ac' jK'sri lussili dclle iiiarno sollircrc (Idle niiniere del I'riolo, c di due denli di sqnalo delle aUre di Cn- niiliiii e di (laslellei'miiii ; e, sej^iiendo le ormc del Hlain- Tille, crede vedere in quegf illicdili il mullus harhalus e il (johiiis \)(i(j(inoUus, c per i-li squalidei lo sijunlua glauvus e lo sifuuluH coinuhicus tuUi e qnallro oggimai vivcnii nel illedilorranco.

IJa (|iieslo breve eenno Lihliografico si vcdc cliiara- nicnle the, se ne logii le notizie date dal Gcmmellaro c da IVocilo , nessuno do' nalnralisti s' e fin' ora occnpato de' noslri jiesci fossili. E in vcro spinlo da tale penuria anzi da (ale delicienza di ricerclie ho intra[ireso (|ueslo lavoro, die quaiilunque in appresso eslcndendo i natura- list! quesle ricerclie , sarii considcralo come inconipleto, pure sono d' avviso die possa nel momenlo rinscire utile cd inleressanle s'l per la storia di quesli organici lossili, come ancora per la geologia slratigralica della nostra Isola.

II lavoro e diviso in due parti, nella prima tratto de' Ganoidci e de' Plaioiilci , e nella seconda do' C/e- noidoi c dc' Cichndci die lin'ora sono stall scoverli in Sicilia. In esse non mi sono allonlanato da'principi stabi- liti dal somnio Agassiz nella sua |)nrtenlosa o|)era Itech. Siir Ics piiissdiis jhssilc.s, in cui ollre alle sue dollo os- sorvazioni Irovansi svolle con quella profondilii di dollrina die lo disliugiie. le iinmeiise ricerclie pialicale siipesci da Cuvier. Valancicnnes, IJIainvilie, .Midler, lleiile , Pe- ters, |{oiiaj)ail('. 3Iaiilell ed aitri valorosissimi nalnralisti ; ne ho Irascuralo di svolgere le opere del Piclet , del Sismonda, (leirileckel, del Costa e principalmenle la bel-

(1) Op. cil. pag. 128.

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lissima Monografia suyli squalidei fossili d' America del Gibbcs, ove tra Ic tante belle cose si trovano registrate alcune correzioni fatte dallo slcsso Agassiz ad alquanli principi stabiliti nella sua opera.

iVel fissare rorizzonte slratigrafico, donde proven- gono i nostri pesci fossili ho seguito il Costanl-Pre- vosl (1), r Hoffmann (2), il Gemmellaro (3) che ban dato varie carte geologiche dcUa nostra Isola ; e qiiando so- no fra loro discordi ho adoltato ordinariamenle ravviso del prof. Gemmellaro, mio vcneralissimo gcnitore, che per ben mezzo secolo s'c dalo a lutto uomo ad illustrare la geologia di qucsta ultima Italia.

Catania 23 giugno 1857.

(1) Profil general du sol de la Sicile donnant une idee de Taspect et do la disposilion des lerraiiis dunt cetlc ile est formee, et fail suivant une ligne brisee allant de Trapani a Palermo et de celte ville au cap Passaro (Bull, de la Soc. Geologiquc de France vol. 2, 1832^.

(2) Uebcrsichl der geognost. Verliiil Ton Sicilien ec. fArch. fur Mm. di Karsten c Dechen\o]. Xlll. 183;) ).

(3) Sopra i vulcani cslinli del val di .\olo— Hem. I'' c 2"— Cat. 1827 c 1833 Dcserizione d'una nuova carta geologica di Sicilia (Qior. di scienze letlerc e arti di Palermo n. I.lij Desc. geognostica del litto- rale di Messina cc. Cat. 1834 Sul terrene giurassico di Tauromina. Cat. 1835 Cenno sul terreno della piana di Catania. Cat. 1830— Snl terre- ne di Carcaci e di Troina. Cat. 1838 Elementi di Geologia. Cat. 1840 Sulla cosla mcridionale del golfo di Catania. Cat. 1843 Sulla formazio- ne deirargilla blu di Sicilia. Cat. 1850 Sullo scislo di All ec. Cata- nia 184C.

PARTE I.

ORDINE GANOIDEI agass. FAMIGLIA LEPIDOIDEI agass.

GENERE AMDLYPTEUIS agass.

Sp. Amhlijplerus macropterus Agass.

Palcolhrissum dorsalc Agass. Cat. manusc. Pa- laconisciim inacro[)lerum Broun, Jahrb. fiir Min. 1829, pag. 183, vol. 2. Ainl)Iji)tcriis macropterus /If/ass. Rc- ch. sur los jHiiss. foss. vol. 2, pag. 31, tav. 1. lig. 4. 3. 6. 1., lav. 3, fig. 1. 2. 3.

Im))roiilalo nol Ix'l conirn d'uno sfcrosiderite il pe- scc die rappoilo nW Amhhjplents maavpterus Ayass. i si l)('n conscrvalo the fa duopo aver le Iraveggole per con- Ibiiderlu con i siioi congoneri. Esso e lungo 15,0, di cor- po alliccialo, loiidcggianle e ancor rilevalo alia nuca, die reslriiiiiesi niano a maiio tome savvicina alia coda.

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liG sqiiame piccolc c quasi uguali sono ben conscr- vale su lulta la supcrficie del suo corpo, lalclie s'osser*- vano benissinio le loro differenzi! di forma si (liligcntemcnte iiotale dal celebre Agassiz. SuTianchi elleno sono perl'el- lameiile cquilalcrali, e piii luiighe che largho al dorso, alia juirtc inferiorc dciraddome c hingo rinserzione deirana- le. Innanzi alia caudalc, all'anale e su! margine del pro- lungamento caudalc vi sono alquanlc squamc svollale, cui la forma mi o slato dillicile delcrminare, quanlmique si vedano terniinare in |)unlc jtiii o meno acute. La disposi- zione di quelle prossime aU'inserzione caudalc, Irovandosi un p6 allerale, non si nola cosi bene come ii reslanle. In tulle sono chiare Ic riglie paraliclc e Icggermentc ondo- lanli, che solcano lo smallo delle squame in direzione dal- I'angolo suiteriore e anteriore a quelle inferiorc e poste- riorc.

I raggi delle nalaloie sono finissimi e mollo ravvici- nali, di cui rcstrcmila c biforcala al Icrzo della loro lun- ghezza. Lc loro arlicolazioni trasvcrsali si vedono chia- rissime , la mercc forte Icntc, csserc direttc Irasvcrsal- menlc anzicbe obliguamente come dice Agassiz, il che si distingue ]»rincipalmcnle ne' raggi dciranale, in cui sono ben visibili lc arlicolazioni anco ad occbio undo.

Ha le natatoie largbissime con i ra^gi inlimamcnle uniti allc loro estremita, siccbe rassomigliano piullosto alia dorsale fibrosa d'alcuni pesci helcrocerclii, die a na- tatoie formate di raggi ossci ben dislinli.

La dorsale e larga quanto I'anale ; abbassando una normalc da quclla a quesla il centro della prima cade proprio in sul margine anteriore dell' ultima; il suo mar- gine anteriore non c formato da un sol raggio, ma da circa dicci, cbc vanno ingrandcndosi d'avanti in diclro, lungo dc'quali vi slanno atlaccali de'piccoli raggi a fog- gia di V iuversa, a mala pcna visibili ad occhio nudo. Essa

287

e pill larga che alta, e i suoi raggi (liminuiscono grada- liuiionlc, come dalla parlc jiiii elevala si jtorlano in ilietro per ciii i jiosleriori sono appona la iiiclli (hrpiii alii; il loro iiuiiicid, alU'sa la scoiiservazioiie d'alciiiii, non ho potuto rilcvarc deloriiiiiialamcnlc : ma gli ossicini iiiler- a|)olisari nclla jiarlc aiiterioic dolla nalaloia, al mniiero di .sclle , sono tanlo hen conscrvali , quanlo vi si nola dislinlanionto la lonna rolonda e slrcUa ncl cenlro dilalala e triangolarc aU'eslreniila. Ho lonlato conoscerc ogni os- sicino inlciapohsario (pianti raggi sosfcnga , ma in que- sla lirorca non sono slalo piii Iclice d'Agassiz, giacche trovasi giusto sul jiunlo di lor miiluo rapjtorlo ima de- pressionc, chc li allonlana dalla dis|)Osizionc normale.

L'anale (' inlicrissima, cd ha osatlaracnU' la ibrnia c la sirnllura dclla dorsale; gli ossicini inlerapofisari ncppur si distingono con la lonlo.

La candale e sviluppalissima ; Ic arlicolazioni tra- sversali dc' raggi sono piii prossime di qnanto nclle allre nataloie , e principalmenlc ncl loho infcriorc ove si ve- d()n(» cliiaianicnle ; il maiijinc cslorno dclla nalaloia e rorniatd a un dijirosso di quindici piccoli laggi, ncl loho supcriore si conlano sino a Irenla raggi, ncl superiore, Irovandovisi accollali gli uni con gli allri, e difficile slahi- lirne un del(!nninato nuniero.

Le pellorali c Ic venlrali sono grandi e larghc; pure le prime, hcnclie siano in hiiono slalo di conservazione non haiino lo svilnppo jiroprio di qncllc dcgli cscmplari rapporlali d'Agassiz; ci(» I'orsc dipcndc dal loro niodo di disporsi ncl primo pcriodo di fossilizzazione; come an- cora s'allonliinnno di lnq)po <\i\\\'Aiiihh/i)l('nis Afjassizii J/i//).s/c/', pcrclic in (picslo i raggi dcllc pclloiali sono pill hinglii di (jU(^" dcllc venlrali, nicnlrc ncU'individuo in esame al conlrario sono piii hrcvi.

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La testa presenta i caratteri propri del genere; ha la bocca dilatata e le mascclle sono ia parte I'ornite lun- g'o i loro margin! di piccoli denti avvicinati fra loro.

Si Irova uu gran nuniero iVAmblypterus macropte- rus Agass. nc' Musei di Heidelberg, di Slrassbourg e di Parigi.

Gli escni])lari osservati d' Agassiz provengono dal terreno carbonifero di Baerscliwciler e di Laibach. Dachen rapporla ancor questo pesce fra que' dello Zechstein.

In Sicilia e stato trovato in una valle a Sud-Ovest di Liniina, impiantalo , come bo delto , in uno sferosi- derite. Ivi si conosce un lembo del piano carbonifero, scoverto e descritto sin dal 1834 dal Prof. Geniinellaro in un suo lavoro inlilolato Descrizione fjcognostica del valle di Messina e die indi a poi riprodusse ne' suoi Elementi di Geo/o,^ia pa g. 233 a 238. Oueslo slesso ter- reno e stato posteriormente riconosciuto dal signor Delia Marmora (1). II geologo siciliano ha stabilito questo piano in Sicilia spinto piultosto dal rapporto slratigralico delle rocce e da quakhe traecia di carbon fossile, che dalla esislenza de'fossili. Or che s' e trovato un [)rimo orga- nico dclla fauna carbonifera, speriamo che quanlo prima rivolgendosi le ricerche de' noslri naturalisti su queste inleressantissime contrade, si potesse stabilire la condi- zionc geognostica di tal piano, la cui esistenza in esteso potrebbe far cambiare la condizione economica della no- stra patria.

(1) D' Orbigny Cours elcm. dc Pal. et dc Geol. strat. lom. 2, pag. 337.

289

GENERE SPII.ERODIS aoass.

Sp. Sphaerodua Avada.sii nobis

Tav. 1 (ig. I, Tav. 6, fig. 1.

Itiiinisco sollo il iiomc di Siiluiorodiis Avadasii due piastre dciilarie iillini dolio SplKicrodus poliodon Sism. die .scnihiiiiio a prima visla dilTcronli I' una dall'allra; ma sUuliaiidolc ncllc singulc loro parli , sono idonlichc per la dis|)(<sizi{)ne do' deiili ucl piano lihcio, per la loro for- ma 0 ])or la i)resenza dcilc lacccUc arlicolari, che sono a'lali dcllo loro radici.

La piasira dcniaria (tav. 1, fig. 1) e lunga 0,028 c larj^a 0,02(1, che porta almono ccutocinquanla denti disposti a sorie ordinate e sovrapposti jili uni su i^li altri da co- stiluire due piaui. Kssa e nella jiarlc aiiteriore curvata sopra se stessa, e pare che i denli siano disposti a tre piani come nello Sphaorodus poliodon Si.sm., ma si vede ijiuslo snl centro , ove niancano ahpianli donti del piano lihero triluranle, esservene due; iid'alli, v(deudomene Tic mei^iio acccrlare, ho distaccalo ahpianti denti del se- condo piano, di cui non mi e venulo lalto Irovar sotto altra serie.

L'altra (lav. fi, fig. 1) ha dinienzioni maggiori in lunghezza , ed e presso a poco larga quanio la prima. Ha pill di dnecenloseltanla denti, die soiio in un lato di- S[iosti regolarnienle e in serie norinali, meutre ueiraltro si yedono slogali dalla loro lisiologica disposizione. Kssa pa- re formata di tre o finatlro piani di denti . ma cio ve- desi csM'r (lipendrnlc da slogauicnlo d"essi avvenuto du- rante il periodo di fossilizzazioiie; perche, qiianliinipie ab- hiano lulli una direzione. nella |iarte eorrispoiulente al la- to in cui i denti sono regolarineule impianlali nel piano

iTTl ACC. VOL. nil

38

290

libero, si trovano solo due piani, mentrc neU'altro, ove sono slogati e inipiantati in confuso, sono a |)iu piani.

In gcnerale i denli son piccoli, principalmcnle i mar- ginali posleriori, e ancor piii nell'originalc (tav. 1, fig. 1) que' del secondo piano, die trovanvi in isUilo propria- mente rudimenlare. I piii sviluppati sono nella linea nie- diana e nel marginc anleriore , die lianno un dianietro di 0,005 e decrescono come s'avvicinano alia parte po- steriore fino a ridursi ad 0,001 circa. La forma degli anteriori e dc'mediani e quasi ovolare; ve ne sono piii 0 meno globolari, e allri ( lav. 6, lig. 1 ) hanno la for- ma semilunare, dipendentc dallo sviUqipo delle faccette articolari, die sono a'lali ddle loro radici. In ragione di lor piccolezza, eqiiivalondo I'allezza alia loro hinghezza, i denti sono alii. La corona degli anleriori e legger- mente convessa , ne' posteriori e meno, ed in tulti e di color giallo-arancio |)iii o meno carico. La radice jtrescn- ta delle pieglie verlicali, die non esisfono in que'rudi- mentari, le quali pare , esserc dipcndenti dalla coartazio- ne, die fa la radice sopra se slessa. A'suoi lati si ve- dono delle faccette articolari, die s'eslendono piii o me- no sulla corona. In alcuni denti se ne trova una sola, iii altri due opposte Tuna a I'altra, eve ne ha, die han- no quallro faccette articolari, come pure non pochi denli ne sono alTalto privi. La loro strutlura e compatta e di una spessezza straordinaria, die in rapporlo alia lor pic- colezza, hen conlrasla con quella dcllo Sphaerodus cras- sus Afjciss.

La piastra denlaria (tav. I, fig. 1)6 aderentc ad un pezzo di calcario provcnienle dal terziario suhappen- nino di IJagnara ( Prov. di Catania ).

L'altra ( tav. G, fig. 1 ) mi e stala coniunicala dair Architello sig. Trso, come provenienle dal suhap- pennino de' dintorni di 3Iilitello ( Prov. di Catania ),

291

niianin qiiosla bclla o dislinla specie SphaorodllS Arudasii in ()iiiai;!;io al (^lli. Pro!'. A. Aradas conosciulis- siiiio jicr i siioi cgregi iavori sugli animali senza vertebre doila nostra Sicilia.

, ■]

Sp. Sphaorodus mtormcdius nobis. '

Tav. 1, fig. 2, a, b, c, d, c, f, g, h.

Si Irovano ncll' arenaria torziaria di Castroeiovanni ( Prov. (li Callanissctla ) alqiianli doiili, clie hanno tale aria di r:miii;lia rlic credo iion aiidare errato rap[)ortan- doli ad iiiiica specie. Essi soiio alliui per il colorilo nero Iticeiile alio Sjtliacrodus iirofjularis Ayass. , e per la spessezza come si vede (e) alio Sjthacrodus cinctus Agaas., ma mancano degli altri caralleri propri di que- sle S|»ecie.

La forma deijli esemplari ( c , g ) e regolarmenle gio- l)osa e (pinsi einisferica; la loro allezza e uguale a' due tcrzi del diainelro anlero-poslcriore.

II denle ( f ) di forma coiiica, sarcbbe un dente an- teriore, die ho crediilo riunire a quesla specie, avendo comime con essa la ])roveiiienza , il colorilo e la spes- sezza della corona.

Sp. Sphaorodus irreyularis Agass.

Tav. J=, fig. 3= a, 1., c, d.

I'isoodon (loleanus Kdiij), Oss. foss. de Mammif. lav. l.\. Isis l<SI>i, pag. "Jj.j. Spliaerodus irregularis A- (/a.s.s. Jioch. surles })oiss. foss. vol. 2, pag. 213, lav. 73, iig. 14-81. . , , ,

Rapporlo a quesla specie due denii, benche di for- ma diversa, clie hanno la corona assai spcssa e linla di

292

un bel nci'O liicente. L'lino (c) c cllillico, convesso e leggerineule clcvato, di ciii I'altczza appcna iiguaglia il terzo del diamctro anlcro-posleriorc ; c rallro (a) si vcde alio, appialtilo c coii rajiicc dirello in avanti ed usa- to, oiide fa 1)011 credcrlo un dcnle anleriore.

Gli cscni|)lari rapporlali d'Agassiz prcvcngono dalla monlagna Icrziaria d'Oelingen ((kdingcnberg) vicino Osna- briick e dalla niollassa svizzcra. ! noslri sono sla[i Iro- vati neir arcnaria Icrziaria di Castrogiovanni ( Prov. di Caltanissclla ).

i :' : Sp. Sphaerodus cinctus Aguss. i-'

;;■.:••'■.■ . V Tav. V, %. i\ a, b, c, d, c, f, g. ■'■ ' :

Aqassi. JU'ch. siir les jjotss. foss. vol. 2, pag. 214, lav. 73, (ig. G8-70. r

Gli cscniplari qui ligurati ed altri molti, clie bo cre- duto supcrlbio rapproscnlare, danno tanlc difTerenze di colore, (juanlo ])otrebben) a jtrinia visla ingannare 1' os- servalore, crcdendoli specie dislinle, sc i carallcri spe- cifici non fossero lalinenle cubniiianli da lar considera- re piulloslo il vario colorilo dclla dcnlina come mero e semplice accidcnle. La (f) rappresenla un denle a co- lor giallo-vcrde, cui la corona Icndc a sbiadarsi come si avvicina alia radice, cbc e unirormemenle liiila in ncro per una linea d'eslensione, di modo cbe lo smnllo pare circoscrillo da una zona nera. Ouello (g), comtmicalomi genldmenle dal cb. Prof. Aradas, e di color giidlo-pagli- no, cbc presenla sulla corona, ollre a rpiclla dclla radice, un'allra zona nera, cbe gli da Taspcllo di un liel onice simile al denle niolare del sarrjo Irovato nel calcareo madreporico conteniporanco di Straoueli, cbe e slalo descriUo da Va-

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loncionnos (1); nionlrc £;li csemplnri (a,c) sono linli unilormonicnlf! in iiiiillo-sciiio. 3lii die clic ne sia del di- verso c dclla vaiia disposizioiic di ((jldro dc'dcnli in esa- nic, ossi sitno ylolxdaii, la luro allezza sujicra la niola del dianieiro anicro-posleriore, e la radice c piii o meno se- iifnala da rii;li(' verlicali, die ben caraltcrizzano lo Sphae- rodits cinclu.H Aijass.

Agassiz lapporla qiicsfa specie probabilincnte al calcareo i^rossolano di Sliria. E. Sisnionda Ilia trovalo nel- rarcnaiia iiicdia Icrziaiia dolla collina di Siipori^a e nelle sabbic Miliappciiiiiiic (k-ll' Asligiano. 1 iioslri (a, c) con de' belli oscmplaii , cbe dcvo alia gcnlilczza del Sig. A- lessi , |)i'ov('nji()nu dal calcareo aicnaiio Icrziario di Ca- slioyiovanni ( I'lov. di Cailaiiisselta ), altii mi sono slali coniiinicali dal niio aniico Dolt. Cbisari, come jtrove- nicnli dairarenaria lerziaiia de'dinlorni di Lconforle (Prov. di (]alania ) , e (piello ( g) e slalo Irovalo nel calcario leiziario di Cliiaramoule ( Prov. di Calaiiia ).

(1) Ann. des Sciences Nalnrellos rcdigees par M. Jliinc Edward et par JIM. Brongniarl cl Dccaisne, 3=seric, lomc 1" Paris 1814.

-n.-r'

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ORDINE PLACOIDEI agass. FA3IIGLIA SQUALIDEI agass.

' : -. CENERE GALEOCERDO mull, e uesie.

Sp. Galeocerdo Sismondce nobis.

Tav. 1% flg. 7^ . ... 1

-' Questa specie affine del Galeocerdo jmstodontus Agass. e del Galeocerdo E()erto7ii Arjass. la devo alia generosilii del mio dislinlo ainico Dull. Ijioiidi. Si disliii£;'iie da'congeneri per li seguenli caialleri: e uii deiile cui I'al- tezza conipresa la radice sla alia lunghezza come 3 : 2 la faccia eslerna e plana e fa vedere un piccolo riallo media- no, die dall'apice s' estende alia base della corona la interna e convessa il marginc anleriorc leggermente arcualo ed il posteriore poco convesso, da dargii un aspet- to assai svello a fronle de'qaleocerdi alfini le dentella- ture niarginali sono d' amho i lali imifonni, le qiiali in- grossano man mano s'avvicinano alia radice la base del- la corona sulla faccia int(!rna e incisa , e fa segiiito a quesla incisione uno spazio liscio e lucente non coverto di smalto.

Dc'galeoccrdi conosco quesla sola specie in Sici- lia, die allonlanandosi da quelle lin' ora conosciule, ho credulo slabilirla qual nuova sollo il nome di Galeocer- do Sisinonda; Proviene dal calcario nunimulilico de'din- torni di Pacliino ( Pro v. di iVolo ).

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CENERE SPIIYRNA bafiiv.

Sp. Sphyrna pnsca Agass.

Tav. 1", fig. 5% Tav. G^ fig. 3^

Agass. Bocli. sur lesjwiss. /bss.,\ol. 3, pag. 334, tav. 26 a, fig. 33-50.

Lo sliidio odoiilografifo del genere Sphyrna e lanto spiiioso c (lilluilc |)('r le variazioni di forma desuoi denli, quaiilo a ragion vcdiila Y illuslrc foiidalore dell' Illiolo- gia I'ossilc in lal niodo s'osprinic: la coinpamison des lig. 7, 8 e J), lie lab. K entre dies safjira pour don- ner une idee de la dilj'erenee que regne dans les espe- ces el de la diljieiille gu il y a par ronsegueul des de- terminer les esj)<>ees. Aiissi n'esl-ee pas sans hesilation que j'ai enlrepris de purler des dents fossiles de Mar- teuux. 31a avcndo paragiinalo (picsli due denli con quel rapj)Oi'lali d'Aga-s-siz , avendoli esaminali e niedilandovi sopra, lio crcdnlo di noii caderc in errore, rapporlan- (loli alia Siiligrna prisea Agass.

Dcirorigiiialc ( lav. I, iig. a ) malaguralamcnle ab- bianio la sdla corona adcrcnle ad un crcs a crossa crra- na. E di col(ir ncro Inccnle , ha la forma triangolarc , I'apicc a( iito c la base dilalala, i margini sono alia ba- se crennlali, il cbe non osservasi all' apice nenimanco la mcrce forte lenle.

(Jnelld ( tav. 6, fig. 3 ) ba il cono ondolalo o di- relto in ilielro, cbe insensibilnienle s' eleva dalla radice cbe e alia e svilnppala, le deiilelle marginali liiiissinic alia base della corona non s'accompagnano all' apice.

II primo e slato trovalo daU'esimio Cav. 15. Gra-

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vina in iin ciottolo rotolalo del qiialernario doUe torre- forti di Catania ( Prov. di Catania ) in una oscursione geologica, die fece nieco per quelle interessantissiine contrade. L'allro mi e stato conninicalo dal Prof. Dc Gae- tani d'csso non si conosce la provenienza.

)^.'^

Sjj. Sphijrna lata Agass.

Tav. 6\ fig. 6,^ , ,,; , :

Agass. Roch. sur Ics ]>o/.ss. foss. vol. 3, pag. 235, tav. 20 a, fig. S8, 59.

/■! -'n; . '; / ■. i . i; : ':.n, ' ; ■;']i:

II dente, die rapporlo alia Sphyrna lata Agass. , e di forma piramidale; ha le denlellalnre nelle ed egiiaU per hen liiUo il perinielro dclla corona; la faccia ester- na plana, leggermente convessa 1' interna ; lo smalto in quella s'arresla orizzonlalinenle sulla radice, nienlre die in questa e intiso c convesso ; la radice non e molto spessa.

I denti comnnicati da Kaup ad Agassiz non si sa da qnal parte provengano. (iihhes 1' ha rinvennto nel Sud della Carolina e nel 3Iaryland. 11 dente qui ligurato mi e slalo gcntilniente comunicalo dal ch. Prof. De Gae- tani esse e incertae sedis.

J ,. CENERE HEMIPRISTIS ACASS. , ;^ , j,,!

Sp. Ilemipristis serra Agass. '•! ' '

Tav. l'\ fig. C\ .,,,, J , ,,,;,

Agass. Boch. sur lesjioiss. foss. vol. 3, pag. 337, lav. 27, lig. 18-30.

Credeva dapprima che h nemipristisscrra Agass. fosse rara appo noi; ma ulleriori ricerche mi portano a

207

crodcrla cnrminissinia. Ojigiinai ne conosco solfc cscm- plari, (li cui iiiio Ix'ii cdiiservalo si liova lu.'l .Miisco di JJiscari, e gli allri mi soiio slati coiiuiiiicali dal sijf. Meli, dal itiol'. De Gaclani c dal cli. iiaUiralista Cav. Taran- t(i-|{()ssn.

Oiicllo die si conscrva nol 3Ius('o di Biscari e simile air cst'iiiplare lig. 4' d'Ai^assiz, clie pare provcnirc dalla iiiascclla siipcriore. Essa ha lari-a la base, la forma d'una ])iramido comprcssa e ciirvala iiidieiro, o i marijini (li'iilcl- lali (piasi siiio airapicc. L'altro ( lig. ), die ha il mar- ginc anlcriore rolh), e piii alto c conico del siiddcscrit- to, strctio alia base o mono ricurvalo aira|iifo, la qiial cosa mi piiila a crcdcrlo iiii dcntc prnvonioiiN! dalla ma- scclla iiiroriorc. Qiic'coiminicalimi dal Cav. Taranlo-Uos- so haiiiKi Ic denlcllt' del iiiarginc anloriore nicno sviliip- pale di (picilc del posloiiorc, o hanno lajjicc iin pu di- rcllu ill i'lioii ; mcnlre allcrala proscntano la superficie dclla coiMiiia (pie' die deAO al jnol'. De (laelani.

Ahpiaiili so ne soiio Irovali nella mollassa di Wur- lemherga. (lihhes I'ii riiivemilo iiel Slid della Carolina, nella Mrgiiiia c nel .llaryland. Sismonda ne rapporfa due provenieiili dallarenaria inioceiie del colle torinese. Cosla rapporla alciiiii //e;;/('/(('/.s//.s sorru Afjdss , seo- verli nel terreno lerziiirio di Letee. In Sicilia si e tro- valo iie'diiiloriii di )lonlerosso ( Prov. di iVolo ) e nel cakario mioLeiie di Callagiroiie (Prov. di Catania). Gli esemplari comimicaliini dal prof. De Gaetani , c 1' allro che Irovasi nel 3Iuseo di IJiscari sono d' ignola prove- nienza.

iTTI ACC. vol. XIII 39

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CE>'ERE CLVPillS awss.

Sp. Glyphis Scacckii nobis

. i

Tav. Og. 8, 9 I ;

Basta vctlerc qucsla dlsfinla specie per diffcrcnzlarla (lalla Ghjphis haslaUs A(jass. e tlulla Ghjpliis sithulata Gibbos, die sono le sole sjiecie fin'ora conosciulc nella scieiiza. Essa e siibciliiulrica alia liasc della corona, die s'appiallisce a parlire dal piiiilo, dove i niargiiii si fanno taglienli fiiio all' apice, die e lei;gerniciile dirello in fuori. La superlicic eslerna e coinessa anzi gihbosa nel dcnle (fig. 8)e s'appiana alia liase dello sniallo, il quale s'e- stende circa un terzo della corona [liii in basso die nella faccia interna. Oiicsla e (piasi plana. Lo sniallo inciso alia base della I'accia eslerna e poco convesso, nelT in- terna inollissinio. I niaryini la"iien!i sono ugnali d'anibo i lali e bene sviluppali, principabncnle nell' originale ( fig. 8 ) ; in qiiello ( lig. 9 ) lo sono piii di qiianto vedonsi nella sua lii<ura. La radico dal franinienlo cbc presenla la (lig. 9) e dalla sua eslcnsione snila super- ficie inlorna, si detegge die debba essere sviluppalissima.

L' originale ( fig. 8 ) mi e slalo coniunicalo dal dot- tor Cbisari come proveniente del tcrreno terziario de' din- torni di Leonforlc ( Prov. di Catania ). La ( fig. 9 ) rappresenta un Ghjphis Scacchii, cbe trovasi nel Museo di Uiscari.

Dedico questa specie all' ilbisire Scaccbi prof, di Mineralogia e di Geolcgia nella liegia Univcrsila degli Studi di ^'a|)oli con aninio riconoscenle ])er le lanle cu- re apprcstalemi in gnidarnii durante la mia dimora in iVa- poli per lo difficile senliero della Mineralogia.

299

•■{

CENEIIt; CAUCIIAKODO.N s.iimi. t

.V

Sp. Carcliavodon inegalodon Agass.

T;iv. 2. lig. a, b, c. ;

Carcliarias inacrodon ;l//«.s,s. in Evfjerton catal. Carcliaiias i;ross(;s('rraliis If/a.s.s. I. c. Carcliarias me- i>al()(loii Afjass. 1. c. Carcliaroilon incgalodon Afjass. Itccli. siir Ics poiss. jms. vol. 3, pag. 247, lav. 28.

Considcrando il (Uirclidrnilnn roctidons Afjass. co- me una variola del Carclidiodoii mcijalodon Ayass. , que- Sla e la specie piii grandc delle congoneri. Essa piio ben carallcrizzarsi iicl s('"iiciilc modo: Deiile sensibilnionte ccpiilalcrale; corona non niolto spessa; snpcrlicic eslerna j)iana ovvero nn pi) concava, interna qnasi seinpre con- vcssa; denlcllaluie marginali nnifoinii su Inllo il porime- Iro della corona; sniallo a mala pcna sporgcnle dal li- nii(e della ladice, ove e inciso <juasi ad angolo rcllo nella faccia eslerna, nienlieclie Irovasi niai seni[)re concave al- r interna; radice grossissinia , the forma piii del terzo dellaltezza totale del denle.

Conosco di (pu'sla specie nndli esemplari trovati in Sicilia, che non alloiitanandosi pmito da qne'rapporlati da- gii anlori d' Itliologia i'ossile, ho creduto snperlluo di li- gnrarli. II I'rdC. Aradas ne possiede nn hellissimo esempla- re. Ael (lahinetto della nostra It. Universita deiili Studi ve nc sono molli alli'i. e nella niia collezione ollre a (piello (c) si Irovano altri dne esemplari del Carcluiivdim meya- lon Ayass. i:., ..,.:>.- 1 •.',.■ - mm"'

llo liferilo al Carcharodon moycdndon Aynss. due grossissinii denti (a, h), che mi semhrano nn bel caso d' a- nello inlernicdio Ira la specie in esame e il Carcharodon

300

rectidcns Arjass. , die addi d'oggi vien considcrata dallo stesso Af;assiz come seniplice varieta del siio Carehavodon meyalodon. Qiicsli lianiio uno sviliippo niaggiore di quei fin'ora conosciuti. Ncl dente (a) lo smalto alia base de'mar- gini della corona Icnde ad incrcsparsi ed auricolarsi; in en- tranibi (a, b) la faccia esleina e leggonncnle ondolata, piu in qiiclla del denle (b), percbe trovasi ben scnsibile la (lepressione a ciascbedun lato de'margini.

II Lavchurodon me(j(dodon Ayass. e proprio al pia- no terziario medio Agassiz lo cila nella Sliria , a Dax , all'isoia di Malla, a Maryland, nella niollassa svizzcra ec. Sismonda lo ra|)porla nel Monlerralo e ncirargilla di Gas- sino. Gibbes nella lliva di Cooper. Costa a Lecce e a S. Giovanni in Fiore.

Gli esemplari (a, b) clie devo all'aniicizia del Sig. Biondi sono inceflae scdis. Si vede dair eliclictta di quei che sono nel Gabinello della nostra R. Universita dcgli Studi, cbe provengono dal calcario terziario di Siracusa. II denle (c) e slalo Irovalo nc'dinlorni di 3lililli, in cui il Prof. Aradas avendo ancora rinveniito il Clypeasler alius Lamak, possiamo slabilire die trovasi nel faluniano di 3Ii- lilli ( Prov. di JVoto ). Un allro mi e slalo donalo dal Sig. G. Di Darlolo come proveniente dal faluniano de' din- lorni di Ferla ( Prov. di Note).

/." Varieta Carcharodon siculus nobis

;:r Tav. 3=, fig. \',2\Z\ , . : ,■ ;

" Un lungo c dilingente studio s\i' Carcharodon me- (jalodon Aijass. rapportati dallo stesso suo scopritore , da Costa, da Sismonda c da Gibbes, e su que' dell' Isola di Malta e della nostra terra mi ha spinlo a descrivere gli esemplari ( flg. \, 2 e 3 j come appartci.euti ad una

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nuova variola, avondo]! Irovali ililTercnlissimi principalmcn- te da qiielli , clic T illiisire palconldlugislu svizzero nolle fig. 2 e 3 del suo atlante stabilisce come llpo della specie.

Kssi sono sviliippalissimi, perfctlamente equilaleiali ed avciiti la forma dun Iriani^olo isoscele ; i marii;ini della co- rona sono unilormemenle e sollilnicnle denlellali; la super- ficio eslerna e nn |)() cnnvessa, ivi lo smallo sarresta sul- la radice sullu un angolo di circa 130"; la interna mol- to convessa, e in essa lo sniallo si ferma ])Oco piii in alio di (pianio sulleslerna, lorniandovi nn angolo meno oltuso; la radice e svilu|)palissima in allezza e di vanlag-

gio in grossczza.

L' originale ( fig. 2 ) sareLbe un dente mediano della mascclla inleriore. L' allro ( lig. 1 ) , clie si nota |)er lo svilnppo considercvolc della radice, nn dente la- lerale antcriore della slessa mascella. Quello rappresen- tato dalla ( lig. 3 ) pare j)rovcnienle della parte laterale posleriore della mascella superiore.

L'esemplare ( fig. 1 ) e 1' allro (fig. 3) sono d'ignola |)r()vcnienza. II dente ( fig. 2), che devo alia genlilezza del mio allievo sig. 3Ieli, e del periodo lerzia- rio e pro[)rio del calcario laluiiiano di Jlontcrosso (Prov. di IVolo ).

2." Yarield Carcharodon suhmiriculatus Agass. Tav. 4", Cg. l^ 2" e 3.*

Agass. Uech. sur les jwiss. foss. vol. 3 , nag. 231, tav. 30 lig. 11-12.

Rapporto al Carcharodon suhauriciilatus Agass. Ire dcnli, di cui principalmeutc que'rappreseutati dalle

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(fig. 1,2) per ben hinga pezza mi han tcniito indeci- so, se dovessi rapportarli alia varieta Carcharndon sub- auriculatus Agms. del Canliarodon meyalodnn Agass. ovvero al Carcharodon pohjfiirm Agass. ; pero un piii atlento esame conipai-ativo mi lia spinto a considerarli, co- me appartencnti alia varictii di cui e parola.

L'escmplare (fig. 3) e triangolare con apice acu- to; i margini sono reiti con denlellature ugnali c fine su tuUo il perimetro della corona; la snpei'licic interna si presenla convessa, Jivente nna leggicra dcpressione al di sopra della base dello smallo ; I' esterna e quasi plana e ondolata; I' apice sla dirello in avanli ; lo smalto da ciaschednn lalo sporgc dalla radice ; qnesta e svilup- patissima e concava, sul punlo piii prominente della sua faccia interna si vedc il foranie nulritizio.

Gli allri ( fig. 1,2) sono simili a que', cbe tro- vansi nel Museo di Parigi, e che vedonsi contornali nel ce- lebre cndice su'pesci fossili Iramandatoci d'Agassiz. In quanto alia lorma, senibrano, guardati all'ingrosso, dcgli svilup[)atissimi denti del Cariharodoa produelus Agass.; raa sludiandoli minutamenle si vede d' essere organizzati su lullo altro tipo.

Agassiz ba staliilito questa varieta sopra tre denii, cui si trovano due al Museo di Parigi e I' altro a quelle di Slutlgarda. Questo ultimo proviene da Maestricbl, de- gli allri non si conosce la provenienza. Gibbcs Iba Irovato alia Riva di Cooper. I nostri ( lig. 1,2) sono nel Ga- binetlo della nostra R. Universila degli Stmli senza elichella, che possa delucidarci sulla loro origine ; I" al- tro rappresentato dalla (lig. 3) Iho trovato Ira' fossili raccoUi dal Nestore de'naturalisti siciliani, il Prof. Gem- mellaro, durante Ic sue estese e faligose escursioni per illustrare la gcognosia della nostra terra esso e de'ter- rcni terziari def Val di IN'oto. ' - ' ' 'J'*

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Sji. Carcharodon Coslae nobis

Tav. 3 fig. 1", 2'\

IIo cliiamalo qucsla disliiilissima specie Carcharo- don Cosfac ill ()iiiai;i;io (loll'iiiiisire Prof. 0. G. Costa, clie lia s('ji;nato iiii'epoca negli aiiiiali scienlifici d" Italia.

A nine del Carvhannlon Uilissimus Cost, e del Car- charodon mcijalodoii Aijossi. di leij;i>icii si distingue dal- le specie note da'sei>iienli caralleri: e un dente liingliis- simo, di ciii la liin<>liezza siipera d'lin cpiarlo I'altczza della corona iiclla I'accia eslenia; lo smallo in qnesla va pill in basso per ben mezzo poUice, e terniina (|uasi pa- rallclaincnie alia ladice, incnlreche arrestasi in alio sulla faccia iiileriui , lurinaiidovi un anijolo di circa l'»0"; la supcrlicie eslerna c jiiana, dove csistono proprio alia ba- se un l)uon numero di pieglie, in numero ininorc di (pian- to nc lia il Carcharodon pohjijiruH Afjass. , ma in lal inodo ilis])(>sle da darle un aspcllo ondolante ; 1" interna e regolarnienlc convcssa ; il margine posleriore ccncavo , ranleriore iiieno ed enlranibi sono dcnlelliiti u"iialincnlc e sotlilissiniaiiienle ; la radicc rispell(» alia grossezza del dente non e niollo svilii|)pala, jiero nellii iaccia interna e pill dun lerzo dell" allezza totale del dente.

L'eseniplare ( lig. 2') e meno voluniinoso di quello rappresenlalo dalia ( lig. I'), ma jiresenla in lullo i ca- ratleri del Carcharodon Coslae , talche avviso che possa esserc d" imlividno giovanc, principalmente die il colorito della denlina e le dontellalure maritinali non lianno (piel non so che di jiarlicolare, die e proprio dun denle, che ha loccalo il colmo (Idle fasi del suo sviluppo.

Kssi provengono dal terreno nummulilico dcdintor- ni di I'achino (Prov. di Aolo j.

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Sp. Carcharodon augiistidens Agass.

' Tav. 5 fig. C.

Aqass. Rech. sur les poiss. foss. vol 3, png. 255, tav. 28, fig-. 20-25, tav. 30, (ig. 3 ( sotlo il iioine di Carcharodon lanccolalus).

I dcnli del Carcharodon aufjustidcns Atjass. si di- stinguono agcvolmenle da qiu'lli dellc specie ci»ngencri per la forma svella di troppo cssi rnlligiirano iiii he! Iriaii- golo isoscele vcdiili di profilo son (jiiasi vertical! la fac- cia esterna plana prescnla in sni mezzo un riaito longi- tudinale, chc estcndesi lino alTapicc, e verso i margini si deprime in gnisa die la snperiicic pare ondolata la faccia interna e midlo convessa principalmcnle a inconiin- ciare dall'intaccatnra dello smallo la radice e rigonlia- ta con corna lateral! comprcsse e rotrtn:lite le orecchiet- te or linamenle denlellale ed or mammellonate I'ormano con il cono principalc un angolo aculo.

I denti di cni paria Agassiz sono del terreno lerzia- rio di Kresscnherg. Que'descrilti d' E. Sismonda ven- gono dalle argille niioccniclie de'diiitorni di (lassino. Gib- bes ha rinvennlo il Carcharodon anfjastidons Ayass. al Sud della Carolina, Alabama, 3[ississipi. Costa ne ha de- scrilto alqnanli trovati a Lecce e a Lama nella 3[ajella.

L'originale della (fig. 6'), die rapporto alle spe- cie in esanie , manca d' orecdiiette e di radice, trovan- dovisi rolte ; pnrtnttavolta si vedc chiaramenle che ap- parliene al Carcharodon anfja.slidcns Af/ass. , lanto e nalnralmenle slabilita qnesla specie, c cosi bene son cul- ininanli i snoi caratteri d' esso non conosco la pro- vcnienza Un altro . die mi e stalo coniunicalo dal va-

303

Icnte gioTane conchioloi;,o Sig, Biondi , c stalo trovato ncl piano niinimulilico dc' dintorni di Pacliino ( Prov. di

Nolo).

/." Varieta Carcharodon turgidus Agass. Tav. 5 fig. 7, 8.

ylf/f/ss. liech. sur Ics poiss. foss. \o\. 3, pas'. 256, lav. 30, lig. 8,9.

Come si vcdc dalla ( fig. 8 ) cgli e un denle nian- canlc di radice con parlc di snialto, c sebbcnc non esi- slano in lui Ic orcccliielle , die valgono a distinguere il Cairharodon luriiidus Agass. dnl Carchorodnn megalo- don A<j(isf>. , dal Carchnrodon angustidens Ayass., dal Carcharodon sulcidens Afjass. ec., credo non cquivocare rapportandolo a tale specie. E priinamcnte esso e un dente regolarissinio ed equilalerale , die ti richiama la forma d" un liian"(d(» isoscele. La faccia interna e iiiolto conves- sa , 1' estcrna |»iana e leggermcnte concava all' ajiice , die sta dirello in fuori. Le dentellalure niarginali , (piantun- que in gran parte siano alteratc e distrulte , pure quelle die esistono sono uniformi e precise.

L' altro (fig. 7 ) si allontana di pin dagli originali figurali d'Agassiz, ma cio non vale a farlo considerarc co- me lull' allra specie, jierclie in esso Iniona parte de' ca- ralteri specilici sono in presenza, c il paleonlologista sviz- zoro lia liguralo soliuiienle le forme eslreme del suo Car- charodon lurfjidus.

I denti descrilli d'Agassiz gli sono slati comunicati dnl Sig. Kaiqi come provenionti da Flolineini sullc rive del Heno. 11 Carcharodon hirnidas Afjass. (lig. 8) e ilignota provenienza, I'ailro (lig. 7) mi e stato comunicalo

ITTI iCC. VOL. nil 40

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dal Sig. Biondi, e provionc dal calcario niimmulitico dei dintorni di Pacliino ( Prov. di iXoto).

Sp. Carcharodon in'oductus Agass.

Tav. 5, Dj. 3, 4 0 3.

Agass. Rech. sur les iwiss. foss. vol. 3 , pag. 251, tav. 30, lig. 2-8.

. I- . . , •.

II Carcharodon productus a seconda i caralleri as- segnaligli d'Agassiz vicn caraltcrizzalo da donli iin p6 in- clinali in diclro c Icggcrmeiitc inecpiilalcrali, di cui il raar- ginc posleriorc e concavo c 1' anteriore lo e alquanto me- no. La faccia cslcrna e piaua e ancor concava vicino I'a- picc, attcsa la sua direzioiie in avanti. L' inlerna non e gran fatto convessa, anzi dii a vcdcrc alia base dello smalto iin scnsihilissimo appiananicnto. I margini della co- rona sono unirornicmcnto dcnlellali. La corona non e niol- to spcssa. La base dcllo sniallo si vede piii incisa alia fac- cia interna die aU'estcrna. La radice concava si rigonGa considorcvolnionic sul bcl mezzo della faccia interna, che e piu sviluppata in generale nc'denli ancor piccoli.

Dopo d'avere studialo i diversi Carcharodon si no- slrali die csteri provenicnli principalnientc da 3Ialla, che trovansi nc' Gabinelli della nostra palria, sono stato spin- to, piutloslo d'una ceria aria di famiglia, anziche dalla presenza de'caralteri dati dall'Agassiz al suo Carcha- rodon prodmlus a ra|(j»orlargli qualtro denli , die a prima vista seisiLrano iliU'erenli Ira loro. Per 1' origina- ls , die viene rapprescntalo dalla ( iig. 3 ) , credo non esservi dnldiio di sorla , crcdendolo provenienle dalla parte lalcrale anteriore della mascella inferiore. Quelle (fig. 4) e mono inequilaterale del precedente, tanlo die

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sono slalo lunga pezza a pcnsani sopra, pria di rap- porlarlo a rpiosta specie ; c ])rin(ip;iliii('iilc jicr il deiite (lij;-. li), clie c a grossc deiilcllaturc, scbbeuc liille uni- fonni.

J)a (pie' rappoilati d'Agassiz nulla puossi stabilire . di posilivo sidrctii i;ooI()iji('a di qucsla specie. Sismon- da r lia Inivalo nolle aii^ille di Gassino , clic rapporta al periodo lerziario medio. !

Del jicncre Carcliarodon questa e la specie piii co- mune in Sicilia. llo fallo solo rappresenlarnc alquanli die s' allonlanano un jioco dal lipo ordinario II dcnte (lig. 3 ) si [rova ncl JIiisoo della 1{. Univcrsita degli Stu- di di Calania , clie jn'ovicne dal calcario tcrziario di Si- racusa (Prov. di Nolo); quelli ( lig. 4, 3 ) con niolti al- tri sono del calcario faluniano di .Uonterosso ( Prov. di Nolo ) ; allri mi son vennli dal torreno tcrziario di Ra- gusa e li dcvo alia gcnlilozza del Dotlor Baglicri.

Sp. Carcliarodon lalissinms 0. G. Costa.

Tav. i\ fig. 4".

Cosla, Paleonl. del liegno di Nap., parte seconda, tav. V , fig. A-B.

II dcnle (lie rapporlo al Carcliarodon lafissimus 0. G. Cusia liii dinuMisidiii niinori di cpiello slaltililo dal IVcslore dc' naluralisli dclle due Sicilie come tipo della sua specie , ma il nostro avendo un biion iiuniero di caralleri ajiparlcnenli ad ossa, ho avvisalo rapportar- glielo.

La snpcrficic eslerna del Carcliarodon lalissimiis 0. G. Cosla, lion fissandoci allc diiiiciisioni. pcicliL' come bene avvisa il Cosla , son vutiabili , e un p6 iilc\ala sul

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piano scgnato de' margini ; ma si clcprime sensibilmcnte a dislanzc uguali , fra' margini medcsimi c la linea mc- diana ; talc depressionc scon c ugualmcntc dalla base della corona fin prcsso 1' a[)icc , ovc slargandosi scomparisce; la linea mediana presenta verso la base una leggiera de- pressionc , c non un solco come nelF originalc descrilto da Cosla, chc vicino il centro scanccllasi c si riduce a leggicro spigolo man mano s' avvicina all' apice. La su- perUcie interna c ugualmcnte lumida , e pare , per la sua minor lungliezza, maggiorc la convcssila neirullima tcrza parte apicale , mentrecbe a'lati prcsso la base si slarga e deprimcsi. Le denlcllalurc marginali sono fine ed ugua- li ; la radicc gli manca.

L'originalc descrilto dal Costa proviene dal tufo cal- care di Lecce In Sicilia c stato trovato ncl calcario faluniano di 3I(inlerosso (Prov. di Koto), csso mi e stato comunicato dal Sig. Mcli.

Sp. Carcharodon sulcidens Afjass.

Tav. i\ fig. 3, G c 7.

Afjass. Rech. sur Ics lioiss. foss. vol. 3, pag. 254, lav. 30 fl, fig. 3-7.

Gli cseniplari (fig. 6, 7) ben possonsi'slabilirc come forma tipo del Canluirodon snhidens Ayuss. tanlo sono in essi evidenti i caratteri dclla specie. Eglino mi sono stati comnnicali dal Sig. Cliisari , come jirovenienli dal calcario-arenario terziario di Lconl'ortc ( l*rov. di Cat. ); devo I'altro (fig. 5 ) aU'esimio Arcbitctto C. Sciuto-Pat- ti , del (piale non mi lia sajtulo indicare il luogo di suo rinvenimenlo. Esso, sebbenc non prescnli come gli altri (fig. 0, C) (picir estrcma dej»ressione , cbc basla a i'arli

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subilo caratlcrizzarc , si vcde di Icggiori die debba an- cor rapporlarsi alia s[»ocic in osainc ; in falli vi si nota aspelto svt'llo ; ibrnia (|uasi Iriangolarc ; supcriicic interna poco rolonda , die ha alia base dello sniallo una se- rie di piei;he , o nicglio di sokiii verticaii , di cui i cen- trali si |)rohingan() all' apice ; superDcie csterna })iana ; radice a sirulliira (piasi sponi^iosa.

Cio che bisogna lencre in considcrazionc nclla dia- gnosi di (piesia specie e la disposizione delle dentelle marginali , die sono bifide. Questo caraltere, per quanto mi sappia , iion e slalo notalo da'diversi paleontologisti , die si sono occupali del genere Carcharodon, nia Irovan- dolo coslanle ncl Carcharodon sidcidcns Agass. di Sici- lia , credo die possa servire a diflcrcnziarlo a colpo d'oc- cliio da' congencri , (|uaiitc volte si trovi talc disposizio- ne in (pie' di lulla altra conlrada.

II inaggior nimiero de' Carcharodon sulcidens Af/ass. descrilti dal Palcontoloijista svizzero sono de'terreni tcr- ziari d'llalia e con parlicolarila di Castello Arquato nel Pienionlc. E. Sismonda pero nel suo egregio lavoro ti- tolalo Descrizione dc itcsci e de crostacei fossili nel Piemonle noii rapporla quesla specie indigena per ec- ccllenza. Gibbes ne ha rinvenulo in Darlinglon,

Sp. Carcharodon Tornabenc nobis

Tav. P, Dg. 12.

Qiiesla niiova specie, attesa la sua piccolezza c la direzione dell' apice della coron;i, pare a jtriina vista die sia un denic di giovine Carcharodon produclus Ayass., purltiUavia esaniiniuidolo diligenleniente vedesi organizza- to su liiiralhu lipo.

L'uuioo eseinplare (fig. 12) su di cui ho slabilito

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questa specie manca di radicc ; ha il marginc postcriore sensibilmente concavo e I'anlcriorc quasi retlo; le sue denlellalurc sono grossissiinc cd irregolari; la faccia inter- na e rcgolarmeule convcssa ; 1' cslcrna moslrasi piana e un p6 concava in alto ; lo snialto nella faccia cstcrna si estende piii sulla radice, ovc tcrniina parallelaiiiente.

Esso provienc dalle marnc solliferc di Sicilia.

Ho chiamato questa distinta e rara specie Carcha- rodon Tomabene in oniaggio del chiarissinio P. Priore D. Francesco Tornaliene Prof, di IJotanica nella nostra R. Universita degli Studi, conosciulissinio per i suoi cgre- gi lavori sulle pianle di Sicilia e sulla loro topografia, '

' CENEnE OTODUS ACiSS.

-:-:■■■■ ,.,•■';

Sp. Otodus sulcalus E. Sism.

Tav. 1^ lig. 10. ,

E. Sismonda, Desc. do'pcsci e dc'crost. foss. nel Piem. pag. 39, tav. 1, fig. 34-36.

Sono tanlo culniinanti i caratteri di questa specie di Olodus, SI l)cne staliilihi dal valonle paleontologista di Torino, cpianto a bella prima ben si distingue dalle con- generi. E in effelli il nostro originale (fig. 10) niancan- le com'e dellc orecchiette lateral!, trovandoglisi rolte, si vede di leggieri die apparticne alia specie in esame e alia gracilezza della corona, piana alia fiiccia esterna e leggernienle convessa all' interna; e alia base dello smal- to d' anibe le facce quasi orizzonlalc; c alia lurgidezza e allitudinc della radicc; e finalinenle alia scannellatura sulla super licie esterna della radice, die la solca profondamen- te in direzione verticale.

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Non ha ffiinri mi e slalo coimmicalo iin allro dente apparlcncnlc a ([ucsla spccio, chc non lio polulo fare rap- prcsenlare nellc hivolc cpii annosse per niancanza di tem- po. Egli e pill piccolo di (pielio (fig. 10); ha per inlie- ro in presenza lulli i caralleri speciiici, e prcsenla im'o- recchiclla acula e soUilc.

Cdi escmphiri descri[li dal Prof. E. Sismonda sono stali Irovati nolle ari!;ille medie terziaric dellc collinc di Gassino ncl Pienionle. Di (piesia specie rara a|)po iioi ne ho osservalo dne eseniplari, di cni qucllo (lig. 1()) trova- si ncl 3Iuseo di Biscari, c I'altro e nella mia collczione Entramhi sono d'ignola provenienza.

Sp. Olodus pseudo-appemUculahis nobis

Tav. C^ Dg. 4.

Afiass. Ucch. sur les jmiss. foss. vol. 3, pag. 270 lav. 32 fig. ll)-22 ( sollo il nomc a Olodus appendicu- lalus).

V Olodus pscudo-oppendiculalus affinc iMYOlodiis appondiculalus Ajjass. per la ])resenza d' orecchietle lalerali larghe c comjiresse, ne dilferiscc in (pinnlo che i loro conlorni sono rolondi e taglienli, anziclie oUusi.

E nn denle con il cono largo, con la faccia eslerna j)iana e con I' interna convessa. Loriginale (fig. 4) man- ca d'nna oreccliiella; lallra e hirga, compressa , rolon- da e laglienle al conlorno ; lo sniallo eslendesi orizzon- lalmenle siilla radices ; (inesla e leiii'ermcnle rinoiiliala al cenlro, in cui vedesi il foianu; nnlritizio sviluppalissimo ; essa nianca di corna lalerali.

II ch. Agassiz , (pianlnnqne althia rinnilo all' Olo- dus uppendicukilus alquanli denli di forma afliue, pure

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non e lonlano ili considerarli come appartencnti ad altra specie. In effelti si esprime : aussi nai-je pas la pretention d'avoir dit le dernier mot sur Ics caratte- res de cctte especc si repandue ; il se pourrail surtout que les dents qui sont ici representees au trait fig. 19-25 appartissent a une autre espece. lo vedo dai ca- ratteri delie fig. 19-22 clie questi denli rassomigliano molto air Otodus pseudo-appendiculatus ; quindi ho creduto proprio riunirli alia specie in csame.

Gli eseniplari dcscrilli d'Agassiz si Irovano nclla col- lezione del Sig. Bronn, e provengono dalla creta d'Aix- la-Chapelle. Quelle (fig. 4) e d' ignota provenienza; ma dal suo stalo di fossilizzazionc si vcdc bene clie devesi rapporlare a un terreno piii autico de'terziari.

GEfiERE OXYRHINA acass.

Sp. Oxyrhina hastalis Agass.

Tav. C.» Dg. 5.

Agass. Reeh. sur les poiss. foss. vol. 3, pag. 277, tav. 34 (meno le fig. 1, 2, 14).

Quesla specie si distingue daH'Oxj/r/tina xiphodon Agass. dalla regolare convessita dcUa sua faccia inter- na. L' esterna, quantunque piana, prcsenta delle interes- santi pai'licolaiita in prima ha di ciaschcdun lato un leg- giero solchetlo, che cstendcsi per ben i due terzi a' tre quarli deH'altezza, e nel mezzo vi si nota un piccolo ri- gonfiamenlo, che dcprimesi al centro della base ; lo smal- to e leggermenle inciso alia base della supcrficie esterna e discende pill in basso, nell' interna e piii apcrto.

Da (juesla diagnosi si vedc chiaramente che il no-

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siro on'fjinalc (fig. 5) !i|)|)arlioiic aWOxyrhina haslalis Af/ass., clio avviso provciiiro dalle |iarti laterali dclla nia- scolla iiilcriiirc, avcmlo I'apicc aciiininalo dirello in fuori ed in dielro.

Ill allro sc no Irova nol Miisco di Biscari, ch' e idcnlico al dciito anlcriorc dclla niascclla supcriore rap- porlalo d'Agassiz lav. 3i, (ig. Hk

L'Oxijrliinu hasltditi s'c inconlrata nolla niollassa di Wurloniliorga o della Svizzora, nolla vallc del IJono cd a Rrosscnhorg (Agassiz). In America ;sccondt) il Sig. Gib- bes ncl tcrreno lerziario di Virginia c di 3Iaryland. Nel Pienionte s' e Irovala noirargilla dc' dinlorni di Gassino c neir arcnaria media lorziaria del colle di Torino (Si- snionda). 0. G. Gosla nel reanie di Napoli in Lecce. In Sieilia 1' alihianio nell' arcnaria Icrziaria di Lconfortc (Pniv. di Galania); Tescniplarc, die conscnasi ncl 3Iu- sco di ])iseari , e scnza elielialla chc possa dclncidarci sulla sua provcnicnza.

Sp. Oxyrhina xiphodon Ayass.

Tav. 0», fig. fi, 7, 8.

Ayass. Bech. sur les jjoiss. foss. vol. 3 , pag. 278, lav. 23, fig. 11-17.

Rapporlo a qncsla Oxyrhina niolli denli provcnicnti dal calcario nuninmlilico di Pacliino, chc mi sono stati coninnicali dal Sig. Hiondi, allri die Irovansi ncl 3Inseo di Hiscari, e iin allro die provicnc dalle marnc solUfcre di Castellerniini (Prov. di Girgcnli).

IJasIa vcdere gli originali delle figure qui annesse per snhilo rajjporlarli , seiiza duhbio d'c([uivocare, alia Oxyrhina xiphmUm Ayass., lauto sou essi appiallili alia

iTTI ACC. ^UL. IIII 41

314

base dcUo smallo della faccia interna, e tanto son cliiari gli altri caraltcrl assci^nati d'Ai^assiz alia specie in esanie.

Ollre a' denli qui iigmali e ad altri niolti, che sono quasi identici a que'rapjtortati d'Agassiz, Gihbes, Sisnion- de ec., rapporto a questa specie un magnilico eseniplare, che mi c stato gentilniente coniunicato dal cliiarissimo natu- ralista Sig. IVocilo. Esso e di straordinaria dinienzione, tanto che supera roriginalc della ligura 17 d'Agassiz, c ha la radice svilup|)alissima ; cli' essendomi arrivato un 1)0 tardi, sono dolente non averne poluto dare la li- gura.

II dente (fig. 1 ) pare un dente antcriore della ma- scella inferiore.

Gli originali delle ( fig. G, 8) credo che sicno della parte laterale della niascella inferiore.

Agassiz ne cila trovati nel gesso de' dintorni di Pari- gi, di Dax e dell'isola di Malta. E. Sisnionda nelle ar- gille niioceniche terziarie del colle di Torino. Gli esem- plari di Gihljos provengono dalla Virginia e dal illarjland. Costa ha trovato questa specie a Lecce. In Sicilia fin ora rabbiamo trovato, come ho sopra delto, nel numniulitico de' dintorni di Pachino (Prov. di Nolo) e nelle marne sol- fiferc di Casteltermini (Prov. di Cirgcnti).

Sji. Oxijrhina leptodon Agass.

- •' " Tav. G%ljg. 9, 10, M.

Afjtt^s. Rech. sur les poiss. foss. vol 3, pag. 282, tav. 34, fig. 1, 2 ( solto il nome d'Oxyrhina hastalis ) lav. 37, fig. 3-5.

Affine questa dell' Oxijrhinn hastalis Agass. e del- r Oxyrhina Desorii Agass. no differisce, scbbene abbia la

313

forma jronoralc dclla prima , pcrclie la supcrficic cstcrna c pill 0 me 110 coiivossa.

L' orii^iiiale dolla ( fij;'. 0 ) prescnla sulle facce un soIcIkMIo parallelo a'niaii;iiii lalcrali , Uillo |)ntj)rio del- VOxijiliina lidshilis .{(jass., ma il iii;()iiliamciil(» dolla fac- cia cslonia, mi la crcdoro <.lic non cada in crrore rap- poilaiulolo i\\\'(f.iijrhina IcpUnUm Afjass.

(juoslo ( liy'. 9 ) coiiu! altiini allri sono dcnii pic- coli aiizi cho no, aciiminali c drilli per cni sono davviso d'essere dcnIi anlcriori c della mascclla infcriore.

(Hi allri ( li*;-. 10, 11) sarchbej'O dcnli lalerali e forse dclla masiclla suporiorc.

Cdi cscmplari doscrilli d' Afjnssiz provengono dalla niollassa di Wiirenlos nel cantone d'Argovia c da' sabbio- ni terziari di Flonboim nella \allc del Reno. II Prof. Oo- sla r ba Irovalo in Cerisano. In Siiilia (piollo ( lig. 9 ) provienc dal calcario lerziario di Siracusa ( Prov. di IVo- to), gli allri si conservano nel Musco di IJiscari , e so- no d' ignola provcnienza.

Sp. OdL-yvhina Dcsorii Agass.

Tav. 6», fig. 12, 13.

Afjasfi. Mcch. sur les poiss. foss. vol. 3, pag. 282, lav. 37 bg. 8-13.

Come idcnlici nWDxyrhina Dcsorii Arjass. dcscrivo due donli, cbc si tollcgano naluralmenle per un certo as[)ctlo didenlicila, ancorebe un esame dc'singoli carat- leri possa I'arli (pialilicarc almeno como due dislinte va- ricta. Ma avendo, come bo dcUo, la slcssa bsionomia, e provcneiido ancor cssi d" un mcdcsimo Icrrcno, invcce di dislingucrii, par cosa piii iialuralc riunirli in una sola

316

specie, e ripetemc le niodificazioni dalla divcrsa ela, o dal divorso silo, die liaii poliilo occuparc neilc mascelle deiranimalc.

Essi mancano intieramenlc di radicc ; la corona lo- re c spcssa e (piasi scmiciliiidrica. L'originalc ( liji'. 12) ha la laccia cslerna [liana, clie fa vcdcre nel ccntro iin solchelto, ch' estoiulcsi (iiio alia iiiola del cono, c I'api- ce dirclto in fiiori. L'allro (liy. 13 ) presenta la snpcrli- cic eslerna Icgiicrmcnle convessa c I'apicc ancor porlato infuori: in cnlrambi i martini sono lai'liculi od aciili.

Quesla e una specie dice I'Agassiz Irequcnle ne'de- positi lerziaii niedi Gli esemplari da lui descrilli sono slali Irovati nella nioUassa svizzcra dOlniarsingcn e di Wii- renlos nel canlone d'Argovia, nella niollassa d'l'lni e nei terreni lerziari d'Osnal)riick c di Biinde. Giitbcs Ilia rin- venulo nel sud della Carolina, (ktsla I'iia scovcrlo a Lec- ce ed a Cerisano. Sismonda ha Irovali molli esemplari di Oxyrhina Desorii Afjass. nelle argille jnioceniche, clie altcrnano con il calcario di Gassino, e in allri Inoghi del Pienionte, che apparlengono alio slesso orizzonte strati- gralico. In Sicilia gli esenijdari qui ligurali sono slali Iro- vati nella niollassa dc'dinlonii di MililcUo? ( Prov. di Ca- tania).

Sp. Oxyrhina minula Agass.

Tav. r,\ ng. 14.

Afjass. licch. sur les poiss. foss. vol. 3, pag. 285, tav. 3G, fig. 39-47.

II solo denle die credo potere rapjtorlare all' Oxy- rhina minula Ayass. proviene dalle argille terziarie del Val di Nolo. Esso nianca conii»letamente di radice ;

317

la corona h liinga circa 0, flli, subcilindrica c svclla, con niargiiii ollnsi c con apicc sniussalo , ch' c diroUo leggernicnlo in Inori ; la base dcllo sniallo, da quanto osscrvasi, c orizzonlalc. Oiiosto dcnle (lig. 11) sono di avviso rapparUMUTC alia niasccila iiiforiore.

Ai;assiz slabilisco qucsla specie d' al(|iianli denli che conscrvansi ncl gabincUo del Conic di Miinsler come pro- Tcnicnli del lerreno tcrziario (rOsiiabriicli. Giblies descri- vc la slcssa specie Irovala ncl Sud della Candina. llProf. Cosla riia trovatoa Lcccc. Sisinonda ncUc argille Icrziarie medic di Oassino ncl Picmonle.

Sp, Oxyhii'ina crassa Arjass.

Tav. l-\ fig. 11.

Afjofts. Jiech. sitr les pniss. foss. vol. 3, pag. 283 tav. 3i lig. 14 (sotlo il nomc d'Oxyrliina haslalis) tav. 37, flg. IG. ^

Denlc robnslo, atliccialo ed cquilalerale con corona dirella in dcnlro la siqterlicic esterna e convcssa, in cui vcdesi un Icggerissinio solco, che corrc parallelamente al inarginc del cono la base dcllo snialto forma un angolo olUiso alia I'accia eslcrna , mentrcche presenla una linea rcgolarmenlc arcuata alia faccia inlcrna i margi- ni sono laglicnli la radice mollo spessa.

11 dcnle (lig, 11) ha lulli i carallcri teste cennali, di modo clic dcscriverlo sarebbe lo stcsso che frUjcre fricla. V apice del suo cono , bcnchc sia usato , si vede che leiida a porlarsi in fiiori.

Gli esenqjiari descrilli d" Agassiz provengono dal terrene tcrziario delta vallca del IJcno. One" rapporlati da Gibbes sono slali Irovali al Sud della Carolina. Quello (lig. 11) provieue dalle vicinanzc di Aidoue ( Prov. di Callanissetta ).

318

GENERE LAMNA ccv.

Sp. Lamna crassidens Agass.

Tav. C^ fig. 13, 16.

) ,, I

.1

7i;

Afjass. Reck, sur les jioiss. foss. vol. 3, pag. 292, tav. 33, fig. 8-21.;

Chiunque si Irovi familiarizzalo con lo studio odon- tografico dcgU S([iialidci, basla vcdcre qualchc denle ap- partcnentc alia Lamna cmssidens Arjass. per subito rapportarglielo scnza tema d'errarc.

II dciile (fig. I'j) e curvalo in dcutro con 1' apice direlto Ici'i'ornionlc in fuori ; ha la faccia interna con- vessa , piana 1' estcrna. 3Iolti allri sono con la faccia eslcrna leggerinenle convcssa , e mcno contorli in den- tro. In tnlli quesli denli i margini sono taglienli dalla base air apice dclla corona, e in cssi manca per inliero la radice.

L'eseniplare (fig. 16) c sviluppatissimo e ben con- servato, esso provicne dal calcario-arcnario terziario di Castrogiovanni, e mi e slalo coniunicalo dal cli. ex I'rov. Gallcrame.

Oltre a questi ne conservo non pochi nella mia col- lezionc , che non ho creduto far figurare'essendo quasi di forma ti])ica. Questa specie del generc Lamna e la piu comunc in Sicilia.

La Lamna crassidens Afjass. proviene secondo A- gassiz d' uno strato di ferro ])isolilico vicino di Moeskirch sullc rive d' Alpbach , nel dominio del Danubio superio- re. Neir America Gibbes 1' ha trovala nel Sud della Ca- rolina. In Sicilia il Doltor Chisari me ne ha conumicato

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(lal calcario l(M'ziario do' ilinloriii di Lconfnrtc ( Prov. di Calania ) , il Dollor IJidiidi dal calcario iiiimniulilico di Pacliiiio (i'rov, di lAolo ) , e I'ox I'rov. (iallcrame , co- me ho dello suporionnenlc , dal calcario-arenario ter- ziario di Caslrogiovanni (Prov. di Callanissella ).

Sp. Lamna LyelUi nobis.

Tav. 6=, fig. 17.

Qiicsla specie e rarissinia appo noi,'; Fin' ora mi e toccato osscrvaiiio iin sol dcnte, clie provicnc dairarena- ria terziaria di (Iraiimiclicle? (Prov. di Catania).

Essa facilnicnlc si distingue dalle specie congencri, perclie ha una forte depressione trasversale sulla fticcia esterna della radicc , che ben la caraltcrizza. La corona e jiiatia, svelta c direlta in dentro; i margini sono taglienli da un niillinietro soj)ia la base all' apice della corona ; la faccia interna e leggcrnientc convessa c mostra nella parte inferiore una considcrcvolc depressione ; 1' ester- na presenia (piasi la stessa conformazione dell' interna ; ha il I'oro nulrilizio bene sviluj)palo sulla parte prorai- nentc e cenlrale dclla faccia interna della radice ; (pie- sta , benclie rolta in parte , si vede dal resto , che deb- ba cssere molto dilatata come nella Lamna denliculata Ay ass.

3Ii do r onorc di dedicare questa specie al cclebre geologo Sir Carlo Ljell.

Sp. Lamna inacquilaloralis nobis.

Tav. OS fig. 22.

II dente (fig. 22) e incfpiilaterale e di media grandez- za ha la corona couipressa anzi che no , 1' apice diret-

320

to in fuori, e i margini laglicnli di troppo dalla base alia punta (lella corona la snperlicie eslerna piana presenla snlla Ijasc una dei)ressionc triangolarc e un solclictto lun- go i margini , die lenile a rondcrii taglicnlissinii c pcllu- cidi la faccia interna c leggermentc convessa lo snialto si eslcnde molto sullc corna della radice ch'e fortemcnle inciso in ambo le facco, e sull' esterna quasi ad angolo retto il foi'a-mc nntritizio si vcdc sul centro della laccia interna del corpo della radice.

Quesla specie proviene dal calcario numniulilico dei contorni di Pacliino ( Prov. di IVolo).

Sp. Lamna ( Odontuspis ) conloriidens Ayass.

., Tav. 1% fig. 13, Tav. C", fig. 18-20.

Agass. Rech. sur les pniss. foss. vol. 3, pag. 294, lav. 37fl, fig. 11-23. E. Sismonda, in parte soUo 11 nome di Lamna undnlala Dcsc. depose, e de'crost. foss. nel Piem. pag. 41, tav. 2 , fig. 23, 24.

Nel Musco di Biscari si Irovano un gran numero di denti ben riferibili a questa specie. Peru il paleontologi- sta non puo sludiarli senza rammaricarsi , vcdcndoli pri- vi d' elichelta , che jiossa dare conlezza di loro prove- nicnza, accio cosi si stabilissc approssimativanienle dal loro rinvenimento , il piano geolugico in cui sono slali trovati. Altri mi sono slati comunicati dal Sig. Taranto-Hosso come provenicnli dal calcario Icrziario di Callagirone ( Prov. di Catania ) , c un ullinio dal Dollor Biondi , il qual dente e stato trovato nel tcrrcno terziario de'dintorni di Pachino (Prov. di Nolo).

Fra' molti esemplari , che indubitatanicnte apparten-

321

gono alia Lainna (Odonlaspis) vonldilidciis Agass., se nc trovaiio al(|iiaiUi , che s' avviciiiaiio di lr()|)|to alia Lum- na umluhild E. Sisni. Cio si iiola , si pei' avere essi la faccia cslorna iiii ]>() convessa, flu; Irae oriijlno da iin rialto iiH'diaiio , coiiic aiiciira |i('i' avere tin solcliello jia- rallclo a' niari;iiii , die li reiiile pellucidi e lagllcnli dal- I'apice alia base.

Ai^assiz slaliileiido qiicsla speeie, in lal modo si espri- mc: III [lice (inloricure chI plane, mais Ics bonis nc ile- vicnncnl Innichdns (jitc. vers hi poinlc. lo dopo d' avere sludiald una Ireiilina d'eseniplari lien cdnservali, elie prc- sentano tulle le uiodilieazioni [lossihili dipcndenii da! di- verso silo , che lian ])oUilo oceiipare nella gola dcllani- inale , lin (isservalo elie in niolii sono in jiresenza i ea- lalleri slahilili dal celebre I'oiidalorc deU'lUiuloiiia I'ossile per la sua Lamna (Odonlaspis) conlorUdens ; in allri non poelii la I'aceia eslerna si fa piii o iiienn ccinvessa , e i maiiiini . senipre t;ii>lienti , s" eslendono daH'apice flno alia hase : e linalnienle in alciini si vedono UiUi i caralleri dali dal eh. Prolessore di Torino alia sna Lamna inidulala. Da cio sono spinlo a considerare la Lamna itndalal<t IJ. Sism. cpiale seniplice varielii della Lamna ( (fdonlaspis) conhnlidcns Aiiass. , come pure Msogna in |(arte UKMlilicare la diajiinisi data d'Aijassiz alia spe- cie in esioiie , perdie iin i)iion luiinero d'eseniplari ap- parlenenli a (jiiesla nlliiiia ci Ian vedere che in essi la iaccia eslerna e or plana or leiif^erinenle convessa, come del pari i niari;ini laj;lienli possonsi cslendere j)iii o me- no lino alia liase.

Agassiz rapporla qiiesta specie alia mollassa svizzc- ra . e al saldiiduc Iciziario di Flonlieiin nella valle del IJcno. liarlinann I" lia lro\ala iiel calcarid mollassico di Tliicngen in Savoja. Cosla nel regno di A'apoli la cila a

ATTI ACC. VOL. XIII 12

322

Cerisano. E. Sismontla ncllc argille mioceniche del colle di Torino.

Sp. Lamna ( Odontaspis) dubia Agass.

' Tav. G", fig. 21.

Agass. Bcch. sur les imiss. foss. vol. 3, pag. 295, lav. 37«, fig. 24-2G.

Devo qucsta specie al Sig. Taranlo-Rosso , valente natiiralisia siciliano , die genliliiienle ha volulo coimiui- carmcla.

La Lamna (Odontaspis) dubia Afjass. hh Lam- na ( Odonlaspis) coniorlidens Afiass. niancante di slrie. II palconfologisla svizzcio lia stahililo qucsta S])ccie sul- r esame delle laiiine con denti a supcriicie levigate , che noil ])reseiitano alTatto dciiti striati. lo die lio avuto I'a- c'io di stiidiaie lui gran nuniero di dcnti della Lamna (Odontaspis) contortidens Agass. non ho potuto trova- re transizione fra questc due specie alfini per eccellenza.

Ouesta specie si trova ordinariaincntc associata con la Lamna (Odontaspis) contortidens Agass. Cio e stato nolato non solanicnie dall'Agassiz e dal Sisinonda , ma ancora in Sicilia si sono rinvenutc insienie ; sii di die non cade (hiiibio di sorla esscndomi slala conuinicata quc- sta specie dal Sig. Taranto- Rosso con alquaiiti denti ap- partenenti alia Lamna (Odontaspis) contortidens Agass.

Essa e slata trovata nelhi niollassa svizzera (Agas- siz ); nelle argille niiocenidic del colle di Torino ( E. Si- snionda); in Cerisano 1' ha rinvenuto il Prof. Costa In Sicilia ne conosco un solo eseniplare trovalo nel calcario terziario di Callagironc (Prov. di Catania }.

Ai»l»E.\l)lCE

Devo alia gcnlilezza del Sig. Barone Spadaro due inagnilici deiiti dolla Lamna crassidcns A(juss. , e iin cai'cliarodon allliie al (^archarodon rcdidcns Arjass. , die provcngono dal calcario torziario di Ilagusa.

II Sig. ])arone Alossi da Caslrogiovanni mi ha gen- tilinenlc foinuiiicalo Ire dcnli a|»pai'tonenli alio Sphaero- dus inlcvmodiiis , c due al Carcharodon sulcidcns A- (fdss., die soiio slali Irovati nell' arcnaria terziaria de'din- lonii dclla sua palria.

II Si"'. Consinliere Cav. P. IVocc conserva un bel- lissimo Canhurodon mc(j(dodon Ayass. , die proviene dal lerreno lerziario di Capo-Passcro.

ALLA FlllIGLIA DECLI SQIALIDEI

APPARTEiilEKTI

I lavori ili Miiller cd Agnssiz sullc vcrtcbre degli squall, quiinliinqiie poleiilonu'iilc al)l)iaiio coiicurso a'pro- gressi dell'lUioldgia lossilc, piuc iioii sono arrivali die a far solo approssiinalivaniciUc conoscere daila loro csistcii- za a (|ua' geiicii esse aj)[)arleiigoiio ilella faniiglia degli Squalidci.

Seguendo le onne Iracdale da quesU granili uomini rapporlo con qualclic probahilila a'geiiori Lamna Citv. Acanlliiati lip. c OloduH A(ju.ss. ahpianli di qiicsli cle- mcnli di sclicielro illiologico, the liiiora lonosco essersi trovati iii Sicilia ; confessaiulo del resto, come saggiamen- le avvisa il cli. Sisnioiida , clie qiiesli giudizi avranno un valore assolulo, (piaiido la zoologia sara giiinla a co- noscere lulle le niodilieazioni, clie le vcrlcl)re siibiscono ne' differenli generi e specie d' una data faniiglia , e quelle ancora clie Irovansi in rapporlo con le varie regioni della colonna verlcbrale in uno slesso individuo.

CEMERE LAMNA ccv.

Tav. 0', fig. 2:;.

Aqass. lioch. sur left poiss. /"o.s.s. vol. 3, pag. 3(59, lav. ii)a, 16-23, tav. 40^, fig. 23-24.

1 caralleri delle verlelire a]iparlenenti alia Lamna cnr- mihica Chi;., clic oggi vivc iiel ^ledilerranco, neH'Occano

325

curojHU) c horoalo, sono i sci^iicnli. I corpi dcllc vcrtc- bre liaiiiio siilla loro perifcria dcllc fcssiirc ]iicne di ear- lilagiiii ; Ic Icssurc sono piii rrc(|iiciili in (|uellc dclla par- te addoiniiialc, di (pianlo ncilc allrc dciraiilcriorc c dclla eslreinilii postcriorc dclla ((doniia vcrlcbralc. Lc carlila- i^ini ci'urali c inlcrcrurali sono (|uasi (piadrale, chc tro- vansi ossilicalc ndla parte iinlcriorc dclla coloiina vcrle- bialc. Aon esislc caililai;inc inipare per cbiudcrc i^Ii ar- chi snpciiori. Lc carlilagini Irasvcrse al margine inlcriore dc' corpi dcllc vcrlebrc noii sono distinic lc unc dalle al- lrc sc non nclla parte anlcriorc dclla colonna \erlebralc; ncgli allri piinli d'cssa, cllcno sono saldale in islriseia con- tinna ; in nessnna |)arle sono ossilicalc. I corpi dclla vcrlebrc sono corlissinii I'apporlo al loro dianiclro verti- calc; nel Ironco la loro lnni;liezza c la niella dclla loro allczza , c ancor nieno ( 3liillcr ).

Ilappoilo a (piesto gcnerc nna vertebra rinvennla ncl caliario terziario di Caltagironc ( Prov. di Catania), cbc Irovasi ncl .^Inseo dcCassinesi in (Catania; e nn fram- nienlo di colonna vcrlcbralc ( lig. 2") ) provcnicnic dal ealcario terziario del val di Aoto, chc conscrvo nclla niia collczidhc.

\a' vertebre coslilncnii (picsto franimcnto di colonna, scbbcne siano nn |.(» alleraie. iasciano vedcrc, dal nnmc- ro considcrevoie dcllc I'essnre, die lianno snila |iciil'cria dc' loro corpi, c dalla ])iccolczza del loro dianiclro, in proporzione c (picllo dcllc vcrlebrc degli allri sipiali, che probabilinenle apparleuijano al Ldinna (jiir. Oiieslo cseni- plare e (piasi ^ilnile a (jio'llo, die si vede lid 3liiseo dedliiriiigi in Loiidra, (! die lilliislrc Agassiz rapjiorta ncir '///(/;//e ddia sua opera lii;. I't. Kin,]] viiolc, cm niol- la pr(d)al)ilil.'i. Irmandosi adereiili al rakario. in eiii si vcdc (pid IVaniineiito veitebrale, abjiianti dcnii d( Ha Lam- na elcijfins .ly«,s.s., clic esse aj)parlcnga alia slessa spe-

326

cic ; ma iioii esseiuloini venulo flilto inconlrar qucsta lainna in Sicilia, credo ciie il noslro fraiiimenlo vertcbra- le proveiii^a d' allra specie, ])riuci|)alinenle clic abhiamo fin' ora nclla nostra Isola la Lfimiia cvassidem Afjass., la Lamiia ( Odonlaspis) conloiiidens Afjass. , la Lam- na (Odonlaspis) dubia Af/ass., e Ic due s[)ecie nuove, che souo: la Lumna Lyellii e la Lamna inaequilate- ralis.

Le vcrtebre del generc Lainna Cuv. descrille d'A- gassiz trovansi nclla collezione del sig. Manlell, e pro- vengono dalla creta, cd altre nel Musco de'Chiriirgi a Lon- dra, die sono slate trovale neil' argilla di Londra Si- snionda parla d'alcunc verlebre apparlenenti alio stesso gencre , che provengono dalla niai-na terziaria media di Piere e dalle sabbie dell' Asligiana.

CE>'ERE ACAMIIIAS bp. ?

Tav. r,\ fig. 23, n.

Af/ass. Rech. sur les poiss. foss. vol. 3, pag. 370, tav. 40a, fig. 6, tav. U)b, fig. 14.

Le verlebre AeW Aeanlhias vulgaris Bp. e dell'/lcon- tkias Blainvillei liisso, cntrambo vivenli , hanno i se- guenti caratteri. La parte cenlrale inlerna dellc vertebra, ch'c in forma di dejjsidro, e semplicemente ossificata e circoudala da uno spesso slrato di cartilagine. Le cartilagi- ni crurali c inlercrurali sono in forma di triangoli inversi incaslrali gli uni negli altri. Esse conlribuiscono a chiu- dere la cavita della midolla allungala, pcro le inlercrurali vi prendono la |»iu parte ; esse sono inlieramenle carti- laginose, come le carlilagini trasvcrsali, che sono di forma quadrata. ?ic\Y Acantliias Blainvillei liisso il canale mi-

327

dollarc e inlicramcntc ehiiiso dalle carlilagini inlcrcrurali (iMuller).

Sisnionda rapporia ncl siio bol lavoro iiililolalo Desc. de'pi'sci e de ci'ost. foss. ncl Pietn. due vertcbrc tro- valc iicllc salihic Icr/.iaric sii|ioriori , chc (redo proba- biliiiciilc sieiio ap|)arl('ii('iili a (piakbc s})Ccie dogeiieri Acunlhias lip. o ScijUioduH A(jms. II paleontoloijisia sviz- zeio allelic con (pialclic diibbio ra[)porla al jionerc Spinax alcuiie cslrcmitii di coloiiiie vcrlebrali, die trovansi nel gabinello di Manlell. In Sicilia si soiio Irovale ne' dintor- ni di Pacliiiio due verlebre in parte allerale, die avendo I'ariadi (piclle descrille da'snddelli paleonloloi;isli, cre- do |irtd)al)ihnciile cbe possaiisi rappoilare a (pialcbe specie (lV Aiaiilhias lip.

Trovandosi nc' dinlorni di I'adiino ( Prov. di ]\oto) sviluppalissiino il nuinimililico e il calcario secondario ad ippiirili, iion so con cerlezza da (pial piano proven- gano (piestc verlebre; peib e piii probabile cbe derivino dal calcario ad ippurili , \)VTi:hl' V Acanlliias major (Sjii- nas) Aijass. s'e nHveiiiilo iiella crela di Lewes.

GEJiERE OTODIS igass.

Aqass. lioch. suv les poiss. foss. vol. 3, pag-. 369, tav. U)a, lig. 9, 10, 11, 12 c 13, lav. 406, fig. 10-20.

S'e diflicilc nello slalo presente poter ben delernii- nare Ic verlebre fossili de' geiieri degli Squalidei ancor vivenii , dillieilissiina vieii la diagiiosi per (piclle, cbe si sospella ap|)arlenere a geiieri eslinli.

L'iHodtiH Afja.ss. e Ira qiiesli ullinii. 11 suo scoprilore nel rap|iorlare a cpieslo geiiere delle graiidi verlebre, cbe coiiser\aiisi ne" gabiiielti di Maiilell, di Lord Kniiiskillen , di Sir IMiilipp Kgcrlon e in cpicilo di Hope, e slalo spin-

_ 328

to dair esame de' denli di diversi specie d' otodus , che per il loro sviluppo suppongono csscre stall dc'pesci di gran laglia.

Non allontanandonii da questo principio molto pro- babile rapporto all' Olodiis Afjuss. una vertebra simile a quelle figurate d'Agasslz nel suo allanlc Essa e scon- servata e in parte rolta , trovasl ncl Museo di Biscari senza conoscersi la sua provenlenza. .

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ELOGIO ACCADEiinCO

DEI

CAV.VINCENZOTINEO

FRANCESCO TORNABENE

CA8I3fS8Ii

Profassnre di Botanica e Materia Medics oella Beria DniTersitJ degli Smdl in Catania . Jegretario Geierale deU'Accademia Gioenia di sciesie islntali sella stessa Citt^ Socio di vaiia Accadenis natioDali ed esters

lETTO HRLLA SEDl'TA ORDINARIA DEL 4 SETTEaBRE 1856 DELL'ACCADEIIIA GIOENIA

ATTI ACC. VUL. XIII.

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sSji'EL (Icsidcrio ognor rinascente d'un migliore avveni- re, qiioir ardorc incslinguibile di verila e godimenli che ferve lulto di ncH' inlcllcUo e nel cuore , rivelano a luce di sole trovarsi nell' iionio un certo incomraensura- bilc isliiilo digniloso, clic aniraa le facolla dello spirito, che spinge le sue vive tcndcnze.

Ma pill che in altri e ncll' uomo dclla scienza che lal iiobile islinlo si palesa vivissimo, e in lui piii gagliar- do die in allri qucslo amor gcneroso; poiche 1' ulilila e la gloria forniano quasi due splcndide ali al sue spirito, qnando lovasi in traccia di un nuovo bene, d'un avveni- ro pill bello. Sempre sulle niosse per passare dal cognito air incognito, daH'oggetto che raggiunse a quollo che spe- ra raggiuiigoi'c , cgli e prcso al diletto incfTahilo della novilii ; appena una se nc prcscnla , eccolo in cerca di uu' altra , c dolci cd ullrcniodo gratissinii sono per lui

IV

qucgli slessi sudori , die ei deve spargerc in colali ri- cerclie.

Ed ecco, Signori, i piu cliiari Iralli clie dipingono su di Uilli il naluralisla , il filosofo , il quale non |)ago del proprio sapere e dclle coiiosceiize presciili, aspira a no- zioiii pill iiiiiversali cd eslesc , e in una verita rilrovala par die solo raffiguri il gernie di piii grande novila.

Ed e principalmcnie ncl pcnsiorc di cosliii die I'i- gnolo passa sollo il doiiiiiiio dell' imiiiaginazione , ed il cognilo ncll'incognilo si Irasfonde, il visihile neli'invisihile, foniiandosi cosi nel suo concepimoiilo un solo coiiiposto die lo diletla, lo ricrea, lo reiide in sommo grado leli- ce ; e cio non saprei se allribuiilo ad cffello dell' ollenula conoscenza, o di cio die cgli immtigina e spera ullerior- iiunle conoscerc.

E sara mai scmprc quesia e non allra la vila d'un vero bolanico , d' un vero sapiente die vive al progresso di se , della sua bella scienza , e d'ogni ramo di sapere; e cosi di falli Irascorse piii di Iredici luslri Vincenzo Ti- neo zelanle professore della Holanica e Materia Medica nella R. Universila di Palermo, merilissimo Diretlorc del H. Orlo in quclla slessa cilia , Segniario Cancellicre del- la Commessioiie della Publilica Islruzione ed Educazione in Sicilia; (picH'uumo di cui Tlsola ed i suoi dolli pian- gono la perdila inaspcllala. Egli visse senipre agognan- do e travagliaiido per i progressi della Fitologia Sicilia- na , per la diffusione della universale islruzione nell'Isola.

E qucsla , per vero , quesla e non allra io credo la inissione dala all' uonio del sapere, collocalo sopra I'al- lo seggio d'una calledra , d'uno scienlifico slaliilinienlo, c dun cenlro d' islruzione gcncrale ; e uopo die cgli I'accia splendere i liimi del proprio sapere, si avvanlag- gi degli allri, ed appresli i iiiezzi perche i propri, e gli allrui liimi si diffondano soprn luUi. r

Per talo niolivo la vita di Vincciizo Tiiipo fii la vi- \n pill cara ai iioslii i>iorni |)cr la scienza die collivi), e per la gciicralo islnizioiic clio |)rom()sso. Ki noii chhe iin'ora sola a sfe slesso ; ei visse seniprc al bene dc'cul- lori ilclla litologia siciiia , e dclle scienze tli qucsl' Iso- la IjciH'dotIa,

(ili iiomini inlanlo di siniil Icmpra cosliliiiscono un periodo nella sloria lolloraria d'liiia nazionc, pcrche rac- cliiiidoiio lie' Inro j^iorni il qiiadro deilc scienze e del sa- perc ill c'lii coiiiiiiciaroiio a lavorare, e quelle in ciii eb- liero la sorle di lasciailo , e so i progressi scicnliGci so- no e|)0clie gloriose per iiii popolo, qiianlo iioii e glorio- sa la corona per clii ne e il promolore piu degno ?

liilcvale bene da cio, illuslrissimi Soci, die, parlan- dovi di Vincenzo Tiiieo, non parlcro a voro dire dell'in- dividiio die ci ba lasciali , faro parob; delta sua scienza bolanico-siciila , del suo impegiio per la universale islru- zione di quest'lsola; mi ferniero a riflellere su d'uno dci period! della sloria lelleraria di Siciiia, d'un pisriodo inlc- ressaiile c degno del dollo secolo in cui viviamo.

E veranienle: lessere un elogio dicevole ai iiierili di Vincenzo Tinco sarebbe al di lii dellc niic lenui forze, in mezzo al concenio dei geiierali applausi, e delle piibbli- cbe e magiiilidic laudi die di liii si odono in tulla Si- ciiia, sarebbe la niia voce qiial lenuc suono di mal for- bilo siniiiieiilo, die vicne meno e si pcrde fra lo slre- pilo di cojiiosa armoiiia.

Cio die io inlraprendo ha sol di mira ricorrerc le ornie de' lavori del iioslro Socio nicrilissiino , e scol|)irc ad indelebili iiole nella menle vosira Ic idee die avestc senipre iiobili ed allissiinc del nierilo di colui, il quale visse seinpre all' indel'essa ricerca di novitii filologidic, c dci inczzi piii alii a far prospcrare I'lslruzione in Siciiia.

I.

Non e d'un valore assolulo, ma relalivo alle circo- slanze di luo£^o e di tempo il merito d' un sapienle bo- lanico: esso e simile al molo clie a lagion degii spazi die percorre, del tempo clic impiega dicesi ritardato o acceleralo. Ke io sa|)rei farmi ammiralorc di Teofraslo, d' Empedoclc, e di Linneo, die dando un guardo all'e- pociie in cui vissero, ai luoghi ove stanziarono, e alle conosccnze delle qiiali erano fornile le scuole de' lore giorni ; lalche, se volessi oggi porre a coiifronlo le opere del grande Linneo con quelle di laluni dotli botanid del giorno, tioverei molle cose a iiieglio lidire, allre a biasi- inare ; ne nioUo animirerei la Flora Lapponica mellen- dola a paraggio della Flora Excursoria Germanica di Reichenbach ; perderei gran parte di venerazione alio Sjyecies Plantarum svolgendo il Prodromus Systematis universalis del Decandolle ; ma quesle opere e quelle terro scmpre in massimo onore, pcrclie sono degne del tempo e del liiogo ove furono scritte.

Per tale ragione e uopo riferire i meriti di Vin- cenzo Tineo al tempo in cui nac([ue, alia terra in cui visse, ai niezzi di che forluna gli le dono.

Ei sortiva i nalali nella bella Palermo da Giuseppe e (loncclta Filibcrti al 1191, tempo in cui la Sicilia per le influcnze del suo Vice-Re Principe di Caramanica sor- geva a vita nuova sociale, e letteraria ; ed il padre di Vincenzo gia ne aveva sperimenlati i benefici effetti viag- giando a lungo , e dimorando a spese del Governo nei centri d'islruzione europea |»er apparare la scieuza di Flora (1) ; per tale motive Vincenzo ebbe il vantaggio di studiare sotto la direzione del padre , e dcgli amici del padre. Ei per la bolanica Tu allievo del suddetto ge-

VII

nilorc, die avcva pcrfczionalo i suoi filologici sliidi ascol- taiulo i prinii discopoli dell' inimorlalc IJiineo , e cosi giiiiiscro sino a Viiiconzo le tradizioni direllc del gran- de uoiiio d' llpsal ; (|uiiKli quella chiarczza d' idee per le quali vail disliiitc le sue botaniche descrizioiii, quindi le sue idee siilla costiluzioiie dclla specie, e de'gcneri, qiicl- lo spirilo siiilelico, e quel sevcro allaccamenlo al sessuale sisleiiia.

Ei giovanissimo veniva Iralto quasi per incanlo verso lulli i ijiini dellc nalurali scienze: la zoologia, e la ini- neralogiii egli appaio colla rapidila d' uii geiiio da Egi- dio Ijarone (2); rngricolliira da Paolo Balsamo (3), la cliiniica, poi la Osiologia, 1' analomia, la incdicina j)er ta- ceie della lilosolia, e della lilologia, tuUi qiiesli slndi ri- STegliarono la sua alleiizioiic, o a dir nieglio il suo eniu- siasmo, perclie Vinceiizo Tinco formalo al desiderio di sapere, dolalo d' immaginazioiic vivissima era naluralmente sospiiilo verso le arii e le lellere, verso le scienze aslialte e le applicale, e tullo cio senza slento e falica.

Ula la scienza collivala dal padre era giii inneslala nclla nienle del liglio , il ipialc noii niai si pnrliva dal Ganco di coloro, die a quel giorni godevano nuMilameule prinialo iielle coiioscenze Ijolaiiiche; cosi si guadagnb I'af- fello del Cappoler (4), divenne caro a licriiardino da Ucria (a), al Cosenliiii (fi), al Gulladauro {!), e su di tutli ad Aiilonino IJivona (8), ingegiio dislinlo, naluralisla profondo, Itolanico luerilissiiiio ; ma (piesia Leila amiei- zia alia iiiurle del geiiilure ])arve per (jualclie leinpo ve- nir nicrio, perdie Aulonino e Vinceuzo s'inconlrarono rivali e compelilori in gloriosa lenzone nell' esleniporaiieo con- corso per la Calledra di Jiolanica, e |)er la Diiczinne del- r Orlo Palerinilano ; ina Vinceuzo Tineo rendendosi de- gno crede delle glorie del padre corono le sue leinpia

vni

del doppio serto dl vitloria, e succcsse alia carica di Pro- fessore, e alia Direzione bramala (9).

Cio avvenne nel 1813 qiiando I'Europa e la Sicilia si volgevaiio con fermo coraj^gio e lelleraiio cnlusiasmo verso lo studio delle piante faneroganie , e crillogame.

A queir epoca gloriosa il Jlelodo aveva preso iuogo ill gran parte al Sislcnia nella redazione dcllc Flore per Ic diverse regioni: le descrizioni accurate e disliiite erano succcsse alle laconiche frasi di Linneo, e della scuola; e con (juesti priiicipi Lamarck e Dccandolle avcvano fog- giala la Flor-a Francese (10); Ilnmholdt e IJompland quella deli' America meridioiiale (il); Brown quolla della nuova Olanda (12) ; meiitre allri botanici , rimaiiendo seguaci del scssuale sistema, avcvano lien volenlieri adot- lale lulte le altre progressive ril'orine nello scrivcre le loro Flore parziali ; tale 3Iichc!e Tenore nella Flora di IVapoli (13), Smith nella llritannica (li), Donn in quella di Cambridge (15), Valil ed Horneinaiiii iiella Dancse , e nella Norvegica (IC), Cavanillcs nella S|)agnuola (11).

Su quesle idee tassonomiclie, e glossologicbe erano stale pubblicale molle monografie nelle varie regioni di Europa ; che se oggi esse sono stale riprodoUe ed accre- sciute nel numero delle specie, non baniio pcio i pre- senli botanici , vinlo il merito , e cancellalo il classicismo di cui van superbe le carle de' primi autori ; sono di lal falla la Lichenofjraphia universalis di Acario (18), le Mclastomaee di I»om(iland (19), la Muscoloyia di IJri- del (20), V Astrayalogia e le piaiUe Vrasse di Dccan- dolle (21), il Tmltato sul dims di Gallesio (22), Le fiianle rare della Siria del Labillardiere (23), le Os- servuzioni sidle specie di Trifoylio del Savi (24) ; se non che mancava alia bolanica in queslo prinio docennio del secolo che scorre, quanto si e ollcnuto oggidi dopo il periodo di 40 anni, cioe I' unione dell' organografia,

della fisiologia , alln lassonomia ed alia filografia ; nian- cava qiiella iicccssaria unioiio della gcografia e geogno- sia iiclla cognizioiic della specie ; qiiella corris|iondeiiza delle iiozioiii chiiiiiclic , lisiclic , cd agricole nello sludio delle piaiilc: unionc e corrispondenze clic coslituiscoiio r insieme del vero bolaiiico sapeie.

E mentro presso Ic scuole delle graiidi nazioni d'Eu- ropa era in laiita luce la helia scieiiza de'fiori, la Sici- lia , oso con piacere ripeterio , la Sicilia b(Mi garcggia- va con esse.

I\e qui diro come 11 sistema del celehre Linneo , portalo da Giuseppe Tinco in Sicilia , videsi adollato al caderc del sccolo Will nel suo Calalogo dell' Orlo ho- tanico di Palermo (ia) , e uella Uescrizione ddh pian- le d(!llo slcsso Orlo da IJcrnardiuo da Ucria (2G) ; diro bensi chc Uernardino aveva nel 1793 offerlo alia repub- blica delle lellcre trenladue specie di pianle non cono- sciule dair aulore della Species Pkialumm (27j ; diro che Anlonino Bivona colle sue due Ccnturie (28), coi suoi quallro MtnupoU (29), e coila Moniufvafia delle Tolpidi sino dal 18UG (30) rendea palese ai bolanici di Uille le colic regioni , che presso noi la lilogralia era all' apogeo dl suo splendore , e merce quelle scoperle di nuove spe- cie , con (pielle accurate dcscrizioni degli organi vegela- livi e riprodullivi , e (juella ricca siuouimia ora dei ve- Uisli Uoccoiic , Cupani, Uonanno , ora degli esleri filo- gralisli , egli a cliiara luce moslrava chc in Sicilia pur si avcano nel primo dccennio del iioslro secolo le menti sveglialc, gli aculi inlellelli d' llalia , di Germania , di Francia, d'Inghillcrra, e di Spagna.

Era lale lo slalo del somnio progresso bolanico , quando Vincenzo esordiva sua carriera scienlilica , (juan- do succedeva al padre nella Calledra di lilologia , e di

ITTI ACC. VOL. Sill. b

3Ialeria Modica , quaiido videsi inveslito dclla Dirczione del R. Olio Palermilano.

Addiccasi a lui daro in qiioiristanle una nubile spinta alia scienza nierce la riforma doH'Orlo giusla i liimi del tempo ; forniarsi un Erbario siculo cd eslero, di chc ave- vasi |)enuria in Sicilia, ed appronlare i maleriaii piii ac- conci per la conipilazione della Flora Siciliana.

In giorni anleriori a queU'epoca Giuseppe Tineo, die- Iro lunga dinioia in llalin, tornando in Palermo avea ar- riso ai voli del Senate di (piella cilia fondando su i ba- luardi di Porta Carini nel 1779 il primo Orlo bolani- eo (31). Ed il padre di Vincenzo aveva ben sortilo da nalura quello spirilo pronlo e coraggioso dei suoi illustri maggiori (32) : ei portava dalla culla una piacevole in- clinazione per la piii amena delle scienze, per la scien- za de' (iori , la quale sembra ispirarsi in sublime gnisa in coloro che nascono In ago le valii coperte di ridenli giardini , siccome e in Miiitello Yal di Nolo, silualo lun- go la cosla anstrale dell'incanlalrice Valle Loddicri , ove Flora e Pomona pare abbiano un di raccolto i Oori , e le frulla che porlano nelle loro vaghe caneslre (33).

IVon di meno quell' Orlo non era pari alia dignila del grande paese , ne alia sapienza di Giuseppe Tineo, per cui dal Vice-He Principe di Caramanica egli oltenne che in un silo piii convenevole, quale oggi s'ammira, se ne elevasse un allro, decoralo d'un inqiouenle ginnasio, ope- ra dei valenli ArcliilcUi de-Fourny , e 3Iarvuglia , ed au- menlalo di generi e specie di pianle esolichc dell'uno, e dell'altro emisfero (34). IVe le cure di lui lornarono va- ne, dapoiche i Calaloghi delle pianle dell' Orlo da lui pubblicali nel 1790 e 1802 , e le descrizioni di quel- le esibite da Bernardino da L'cria dal 1789 al 1793 mo- strano chiari a sufficicnza i progressi dell' Orlo (3."») , se

XI

non die quel luiinero di specie , e quel solo ginnasio era- no forse dojjni il' un ijianlino Bolanico Palerinilano ? no , 0 Signori : e (liuseiqic Tinco niorendo nel 1812 lascia- va di se vivo desidorio sul liniore die il grande Slahili- raenlo dalle sue indcfesse cure formato non perisse con liii (3G). Ma quel liniore fu vano , die appunlo in quel jtropizio istanle prese le mosse il noslro Vincenzo Tineo nolla gloriosa anzidella caniora.

Era il 1813, quando appena compiti i quallro lusfri egli accingevasi a conipiere le grandi vedule del padre. Knira ogli in quell' auguslo sanluario di F'lora, ed avvani- pando di generoso desio , pensa luUo arrecarvi il lesoro delle scopcrl'.' holanidic, le quali a quei di rendevano niirahili gli Oili d'Europa; im|)nMide acciescerlo, ador- narlo di cpicgli edilizii die a vero lilolo lo coslilniscono un Olio accademico ; e come una volta alia vista dell' arm! d'Llisse dicssi a conoscere Tanima hcllicnsa del figliuolo di Peleo , cosi alia visla di ([udl" Orto Vincenzo spiego tullo il vigore inlelNUlnale del padre, lullo lo zelo ope- roso deir eslinlo genilore. Ed eccolo nel bollore del suo enlusiasnio accingersi alle malagcvoli e lahoriose ricerche delle pianlc sponlanee in Sicilia per rindiiudcrle luUe nel- rOrto, ed eccolo frugar dollainenle le valli e le iiionla- gne iXenilirodidie, le Ililee, le Pelorilanc , quelle del ne- ro ed as[)n) Elna , c le belle pianure die da Catania si eslendono sino alle colline della vitifcra provincia di Sira- cusa c di iVoto , le incaiilevoli lande di Comiso , Terra- nova , .Milazzo. Per tal guisa giunse egli a moslrarc che quanlunquc le opere dci Boccone, Cupani , Bonaniio , Ra- linesque , PresI, Bivona esibiscano un nuniero di specie importantc e considerevole , egli aiulato dalla forza del- I'iugegno aveva sapulo raccoglierne piii die il duppio nel breve spazio di pochi anni.

Ricco di taula scicnliDca messe, offre in canibio vi-

XII

vi e discccati esemplari di quelle specie ai giardini ed agli Erbarii d'llalia, di Francia , di Germania, d'liigliil- lerra , di Russia, di Prussia, di Spagna, e fino dclla lonlana America : e da tulli oHiene un prczioso ricambio delle specie vivc e desiccate di quelle regioni , prege- voli per la rarila della produzione , belle per la variela delle forme. Cosi il nome di Vincenzo Tinco Direllore del R. Orlo in Palermo fu comune a tulli i botanici del- I'epoca; cosi egli uon fu piu palermitano , ma ilaliano, francese , inglese , ledesco, americano ugualmenle; cosi il suo nome fu scrillo nell'albo delle Accademie piu ce- lebri, le sue pianle sicule si ammirarono in Palermo del pari die in Napoli, Roma, Firenze , Pavia, Padova , To- rino, Parigi, Lnndra , Vienna, Rerlino, Madrid, Filadel- fla; cosi egli diffuse un luine generale , e I'orbita che dcscrisse la sua fama abbraccio lulla quanta I'Europa.

Ridollo il bolanico giardino di Palermo in si alia ri- nonianza , e riboccando ogni giorno di vegelali lesori , Vincenzo dispose ogni cosa giusta lo stalo della scien- za , colloco a gruppi di generi le specie , e destino agli alberi un sito , menlre un altio ne assegno ai sufTrutici^ ed ai frulici.

Ma i vcgelabili di lulti i climi per adunarsi in un suolo richiedono opporluni appareccbi per vivere; quindi le Serre , i Tepidarii , i (lalidarii , e quesli a foggc di- verse ; ed io qui dou so dire con quanla cura , e dili- genza accanlo al nobile ginnasio abbia falto costruire due sonluosi edilicii per Ic pianle di alle e basse temperatu- re; non so dire con quanla alacrila ed impegno , pre- gando i dotti , scongiurando i magnali , abbia ottcnuto una Rangiera a cristalli, magnifico dono della Regina Ca- rolina di Sicilia. Ivi le piu belle rarila sono disposte con ordine, e sinimelria; ivi su grasliere di ferro sta collo-

XIII

calo qiianlo di i)iii iiilorcssanlc si pub rinvcnire negli Orli dclle ricclie e tlolle nazioni (37).

INe (lirb niai dclla squisila neltozza, dcU'esimia cul- tura impicgala sui vogelabili: in cib cgii era dislinlo , e direi siiigolare, lalclie dimoslravasi non solo conoscilore dclla |iiaiila , ma dell' arte di I'aiia vivere , e propagare sollo il cielo di Sicilia. Da (jiiell' islante ogni amaiile di Flora, ogni diligenle holaiiico ammirb iieH'Urlo di Paler- mo uno de'piii belli leni|)li elevali dalla mano dell' iio- ino alia scienza de'vegelahili, ove le indigene e le cso- ticbe |)ianle in bellordine conlraslandosi i pregi e le bel- lezze preslano al dollo tesori scienlifici , peregrine cono- seenze su'vegetabili , non cbe osservazioni inleressanli snl- le geograliilie relazioni d'essi.

Dopo sellc anni d'assidue falighe era giiinlo quel- rOrlo a rinonianza eurojica, quando, oime! scompigliato, manomesso, disli'ullo dagli Eroslrali nelle poliliche vicende del 1820 parvc loccare I'lillima ora sua; ma a forliina del paese e del classico stabilimenlo sopravvivea Vincenzo Tineo, e quindi in breve tempo risorse quell' Orlo riordi- nato e composto (38), e a non far diibitarne, basia pa- reggiare i Calalnghi delle piante di quell' Orto pubblicati dal 1789 al 1802, col Calalogo di Vincenzo slanijiato al 1827, e di leggieri putra rilevarsi cbe al numero di pa- reccbic cenlinaia di piante, ne sottentrarono molte migliaia di rari generi, di vagbe specie, d'interessanli variela, e tra qnesle molle ulili aH'agricoltura, alia niedicina, alle arli.

Qucslo (Calalogo non e uno slcrile elenco di nomi , ma un elaborato volume, ove lutla la scienza del Direttore eminenlemenle risplende,

Le piante sicule vengono notate colla sinonimia del nazionale vocabolo, le esolicbc acclimate pure si distin- guono dal noine vernacolo, tutte poi sono contrassegnale daU'impiego cui possono deslinarsi o ad ornaraento, ad

XIV

economica o a medicinale soslanza : d' ogni specie e si- gnificalo Y abilo , se erbacea, albero, frulice o suffrutice , finabiienle e menzione del luogo iialio, ove crescc indi- gena la specie. I nomi speciflci sono Iralli dagli scrillori piu classici e recenti, ed alcune specie non bene ancora delerniinale recano una sinoniniia talvolla di siculi, lal- volla di slranieri aulori. I generi sono con nianeggio scien- lifico disposli. Quelii deirinimorlale Linneo veiigiino spesso adottali, nia coile divisioni falle agii slessi da varii po- steriori bolanici, scnza abbandonarsi ciecainente alle com- plicalc suddivisioni dei lanli novalori. Cos! quel Calalogo put) ben considcrarsi un' opera o uon mai una slerile nu- inerazione di specie Dlologiche.

Fanno parte di quello diciannove specie sicule ed una estcra dal Tineo Irovatc e [lubblicate a bene della sua amena scicnza alia Gne di quel prezioso lavoro (39); van coniprese in quello le specie da lui pubblicale nel suo opuscolo e col litolo di Puyillus Pluntunim rariorum Sicilke minus cogniiarum, ove si conlano ventiiiove spe- cie insulane (40).

Ma per un genio siffalto era indispensabile necessila il progredire , e progrcdire a gran passi.

Aunienlalo il palrimonio scientifico dell'Orto, Tineo Irovava clie niolte pianle esolitbe con apposita cultura polevano acclimarsi in Sicilia , e fornare utili a varii bi- sogui sociali. Cosi le Robinic , le Eritrine, le Kraussu- nezie, i Plalani furono da lui inq)iegati nelle pubblicbe vie , le Giorginie , le Caniellie , gi' Ibiscbi, i Melroside- ri, le Cicadec , le Sterlizie , i Rododeudron, le Azalee, le Ericbe e cento , e cento altre piante furono destinate ad adornare i giardini ; e ben si vide quaiito pregio ne acquistasse allora cbe ei visse la Villa del Papirelo, e quanto ne abbiauo al prcsente la Villa tliulia e il gran Giardino Inglese, opera grande e bella, promossa, e protelta peH'im-

XV

nutrtiilc Cnrlo Filnngori Principe di Saliiano, Duca di Taor- niina, opora dogiia dell' iiigcfrno sagace di Tineo, per la scclk'zza di'l silo, per le diHicolla topografichc cola siipe- rale, c per la variola dellc scene e degli adorni ivi fog- giali (41). Tineo colse roccasiono del suo Orlo per diffon- derc in Sicilia a bene dell'agricollnra il Citrus delicio- sa Ten. V Krijohnlri/a frofjrans LK , il Diospiros lo- tus L. il Convolvulus bolatas l\. l»r. le diverse specie di Psjjdium , di llromdia, d'Annona, ed alcune varie- lii di Trilicum, e (VOviza, non die tanle e tanle spe- cie ngricole, ma slraniere per il luogo natale; ne que- slo solo si ollenne , ma addilo pralicamenle la maniera di collivarle e riprodurlc ; addilo agli slranieri bolanici che alcune specie di iilili vegelahili male significate trovavan- si ne' Ion) Calaloglii.

K piir non baslava aver fornilo TOrto di pianle vi- vcnli , poiclie non Inlla la vegelazione del globo si pno chiiidere in iin solo recinlo , qiiiiidi I'Krbario, ossia I'orto secco fu niiovo scopo verso cui si dircsse il Tineo. Pos- sedeva, egli e vero, nell' Orlo I'Erbario del genilorc, di Bernardino, e di (](ippo!cr, ma perdulo queslo ncl 1820 111 meslieri al Tineo di nnovamenlc crearlo. Ed ci seppe bene fornirsene, come dissi, nsando de'cambi e delle in- chiesle presso i piii dislinli bolanici dei due emisferi.

E |)er vero, egli e cosa mirabile come in quell' Er- bario si Irovino le specie esoticlie d' origine slraniera, e le slessc ciille nell' orto palermilano; lalche si vcde ad un tempo r influenza de' climi, de' lerreni, e della cullura su d' uiio slesso soijafclto.

^e e da lacere dell'erbario siculo da lui foggialo in breve tempo, (piando ora accompagnandosi con gli elelli della sua sciiola Cireco, i'ruili, e taiili allri, ed ora asso- ciandosi co'lidi giardinicri asccndcva Ic piu alte e scoscese

XVI

giogaje, profondava per le eslese vallate, non iscoravasi degTinospili boschi, delle solilarie pianure per raccogliere ovuiique lesori di scicnza; qiial nieruviglia dunqiie se que- slo Erbario riiisci forse il niigliore di quanli se ne veg- gono in tulla Sicilia, e se liilto insienic I'esolico, e lo indigeno forma una vera dovizia per I' isola noslra ? Ti- ueo conseguenlc ai proprii principii lo classo ginsla il sessuale sislema Linneano, ma neU'estensione de'gcneri, nell'indicazione delle specie, e delle variela si giovo del- le modcrnc scoperte; cosi quell' Erbario e un cumulo di travanli materiali e morali del Direllore Tineo : e un mo- numenlo d'onore al suo nonie.

Cerlo a me sarcbbe bel grado darne piii minuli del- tagli, ma lungo riuscirebbe il lavoro, e lanlo lungo, quaii- to lo stcsso Tineo cbe per le slampe ne aveva comin- cialo al 1828 I'elenco, ginnlo alia pagina venli([uallre- sima I'interruppe , e non giudico piii proseguirlo.

Tanlo maleriale, vedele bene, o Socii ornalissimi , non poleva ulilnientc impiegarsi chc ncila redazione della Flora di Sicilia , unico e preci[)uo scopo di tanli desi- derii ne' bolanisti dell' Isola; ed a cio niiravano principal- niente i Calaloghi dell'Orlo Callnlico di Cujiani, il 3Iuseo delle piante rare di lioccone (42) ; si credeva raggiun- gere la mela col solo Panphyton del Cnpani, poi ripro- doUo dal Bonanni (43) , e finalmcnte riformalo col Utolo di Panpliysis da Rafinesque (44) , ma pur a nessuno di questi era slalo dalo il raggiungere la mela.

Invano alcuni siranieri venuli a bella posia in que- st'Isola tcnlarono elcvare essi il sonluoso edificio ; in- vano Presl colla sua Flora Sifiila lenlo nel 1826 scri- vere sulle pianle lulte dell' Isola: il suo lavoro e incom- plelo , e forse ridondante di errori (45).

Era serbato al Cavaliere Giovanni Gussone Direl- lore del R. Orlo di Roccadifaico presso Palermo dopo

XVII

lunglii travagli , dispcndiose peregrinazioni appreslare lut- to il matcriale opporluiio per la coinpilazione della Flo- ra Sicula cviilgaiido per le slanipe il Prodromus, e poi la Synopsis Flune Sieuhe (40). Ma quell' csimio ben conosccva clie noii baslano le forze d'un solo a scrivere la Flora d'un isola la piu grande iiel medilcrraneo, la pill variala |)('r le slazioni , e le toiiografiche circoslauzc; quindi si giuvo scnipre de'inaleriali die in lulli i tempi gli offersero i holanici viaggialori , i quali visitarono la nostra Sicilia , e clic noi siciliaiii pur volenlerosi gli co- municainino. K pur lullo cio non sarebhe bastalo, sc 1' Er- bario di Vinccnzo Tineo , e il tcsoro da lui raccullo nel- rOrlo non avesscro arriccliilo di nuovi maleriali 1' opera imprcsa dal nierilissimo (lav. Gussone.

Svolgendo iiilalli i tie volunii della Synopsis Flo- rcB Siculm scorgo ad ogni pagina, ad ogni paragrafo il nonic di Vincenzo Tinco , il (|ualc indica ora i Inoglii ove le specie souo slate raccolte , ora le osservazioni da lui porlate ai caralteri di quella vegelale variela , ed ora la scopcrla falla di quesla o quell' altra iiidividualila esibita alio scrillore della Flora Siciliaiia (4-7).

lo non pretendo in ipieslo momcnlo asserirc, die cen- to venli(piallro e piii specie sono state raccolte da Vinccn- zo pereorrcndo i Inoglii di Sicilia piii inospili con Spilt- gcrber, Alexander, Gussone, Todaro, Gasparrini, Ay- raan (48) ; non pretendo asserire che due specie c due variclii nuove per la scicnza ed otto nuovc specie per la flora di Sicilia ei Irovo erborizzando con i lodati Gusso- ne, Spillgcrbcr, Aynian , Alexander (49), no, forse que- sle nunicrose scopcrlc lurono lo studio di tulli e sei i di- stinli lilologi ; c percio non conviene inlessere una coro- na al solo Tineo , ornandola con quelle I'ronde dosliniile a ciugere le teste degli altri bolanici, ma negar non mi si puo die pereorrcndo i Ire volunii della sempre lodala

ATTI ACC. VOL. .Mil. C

XVIII

Synopsis si leggono regislrate 35 specie dal solo Tineo trovate in Sicilia , e come novelio lesoro porlalc alia flo- ra dell'isola (50); die 69 specie (51) e 30 variela nuo- ve per la scienza furono scoperte dal solo Tineo (52) ; negar non si puo die al 184C in Ire fascicoli rese ei di ragion pubblica 28 specie di nuove piante con due nuovi generi la Castellia e la Caramanica, due uovelle variela , e novo specie delle quali i siciliani bolanici non ebbero niai conoscenza (53) , quali rcndon senipre piii chiaro ne- gli annali del saperc il nome dello scopritore. E qui non saprei lodare abbaslanza la chiarezza colla quale ei dcno- ta i caratteri dislinlivi de' generi, delle specie, e delle variela; la semplicila della tccnica dizione, la cerla, ed csalla significazione delle parli nelle fasi della vcgetazio- ne, del silo naturale , c di quanlo serve a dislinguere, e deve separare I'uno daH'allro vegelabile, Ne qucsle so- le erano le scoverlc del lodalo Tineo , che di niolle al- tre avca sapulo far lesoro , e le comunicava al suo anii- co Gussone per rendcrle di ragion pubblica.

Ne vi ba cerlo cbi possa aslenersi dal far le niera- viglie come , nel nienlre la Flora di Sicilia per la coaliz- zazionc dc'Iavori filologici sui fanerogami , e criltogami coirta 128 famiglie nalurali , 711 generi, 2815 specie, 680 variela (54) , quesl' uomo solo di lanla copia di sco- perlc abbia I'alto dono alia scienza : non vi ba cbi non re- sti ollreniodo sorpreso, come, bencbe sia slala quesl' isola lullo di visilala da eslcri e nazionali bolanici, sludiala sin dal secolo deciniosellimo da profondi filologi, per cui delle sue produzioni vanno riccbi gli Erbarii e gli Orli delle culle nazioni , e per cui sino dal principio del secolo pre- senle i bolanici conoscevano 572 generi, 1040 specie, 150 variela; bencbe per le ricerche de'novelli filograli- sli noi oggi conosciamo qnesle cifrc piii alle , e nume- rose, cioe specie dicolili 2073 , monocolili 572 , acolili

XIX

vascolari 41 , e acolili cclliilari 129, (55), pure un solo holanico , il solo Tiiico ahbia potiilo formare un cuniulo di lanlc nuove specie, c variela , c due nuovi generi.

Si, meravigiic son qucsle da iion potersi spiegare se non se per due ipolesi, clie voi concederele alia niia imniaginazione tuUa accesa per lui. 0 si dira clie nclle sue bolaniche escursioni il genio lulelare della Sicilia gii si faccva d' accanlo , e lo guidava , lo diriggeva nelle ri- cerclic ; o si dira che a! lacilo senso di simpalica verga si accorgca niirabilnienle il sagace ricercalorc ove stesse pianlata la specie novella ; tanla era la facilila e prc- slezza dclle sue indagini , e de' suoi scoprimenti. !

Ma il vcro prodigio onde ei Icvo di se alto grido nella dolla Sicilia fu il possedcre in grade eminenle (|uoi pregi Inlli clie sono acconci aU'oggello ed alia (pialila di sifTalla scienza ; cioe a dire, ollre il raaschio valore della nienle, e 1' aculozza dell' intendimenlo , indispensa- bili a riuscirc eccellcnte in ogni j)rofessione , una mera- vigiiosa lenacila di menioria , un' imniaginazione vivace , una visla penelranle , una rara reniiniscenza , un posses- so di lingne , e sopraUillo ([uella inslancabile vigoria di tulle le facolla dello s|)irilo , c del corpo, che scnibra vieppiii confortarsi , e prcnder lena dalle medesime fali- chc ; la quale prcrogaliva benche ulilissinia in lulli gli sludi , nella carriera bolanica e priiicipalmenle ricliiesla.

Cosi Tineo dal 1813 al 1836 spinse lo sludio della filologia siciliana ad un progresso die forma sul capo suo una corona di gloria e di pcrpeluo onore.

Ma (piella sola corona non era Iroppo per lui. Dcl- r Elogio di Vinccnzo Tineo or ci resla, Socj merilissimi, la parle piii utile , piii intcressaiile , j)iu nobile ; c noi brevcmentc ricordoreino a sua gloria come cgli abbia aiiialo lutto il sapcre dando per tal molivo onorevole spinta alia gencrale islrnzioiie di Sicilia. .,,,.. „.-„, ■-

XX

■•>'"': .ji/ 'i;'.; ; . . J.J. iU\lo;)At:(

II

E qui per mantcnerc la brevila gia promessa, non dirb come da componcnle la Corlc Proloniedicale di que- st' Isola , e la Decuria di Palermo egii siasi addimoslrato sempre celerc c pronto a! miglior bene delle cose a lui confidatc ; per formarsi un' adoguata idea delle altc mire di lui, bastera il riguardarlo colla divisa di Scgrelario Cancclliere dclla Commessione di Pubblica Istruzione ed Educazione in Sicilia.

Nobilissimo e lo scopo di qucslo Corpo cosliluito delle notabilila piii dislinle dell' isola , reggere cioe le inlelligenze insegnanti , dilTondere i lumi piu convcnienti al progresso sociale , c Irovare i mezzi piii acconci alia pubblica e privata istruzione dell' isola.

Ma qual' era lo slalo della^ Sicilia nostra quando Ti- neo fu elcvnto a quel posto ? Ah ! che dovrei coprirc d' un velo queslo quadro disonorevole e deformc , ma il doverc impostomi di tracciare una linca di storia leltera- ria descrivcndo la vila di Vincenzo Tineo , mi obbliga a dirvi alcun che della pubblica istruzione di quel giorni.

L'insegnamcnto universitario dc' licei , dcile scuole primarie e sccondaric era retto da uomini distinti per i nalali, rispetlabili per le cariche , anziche per i merili di letteraria e scientifica istruzione; i giudizii degii espe- rimenti die si cseguivano per lo conscguimento dei po- sli scientiOci crano pronunziati dalle pcrsone che poco o nulla conosccvano le n)alcric di che si Irattava , gli ad- delti air istruzione allro titolo e rango sociale non go- devano che di soli insegnanti , e finalmcnlc a malgrado del progresso dei lumi e delle novita scientiliche il no- stro sapere era immobilmcntc fissato sopra i codici di velusta dollrina. Ed era cosa a vero dire umiliante nel

XXI

18i0 trovare a leslo dclla calledra di Bolanica I' opera di IJioscoridc Podacio , per quella di Chimica 1' opera di Rooliravc , di Vilnivio per rArcliilellura, d'Ippocralc per la Medicina I'ralica , d' Euclidc per la Gcomelria , d' A- pollonio per 1' Algebra , e cosi di ogni allro ranio dello uniano sapere. Clic se alcuni insegnanli amanli del pro- gresso cvidgavano talvolla Ic idee del giorno , se allri su'proprii cieniciili islruivano la giovcnlii, lulto cio non riusciva che ad uno slrano accozzanienlo di moderno e d' anlico , poiclie a leslo della calledra si avea uii libro \cliislo , mciilre per rinsegiiaineiilo colidiano si lollerava lo scrillo del professore vivenle.

Qiieslo slrano sislenia Iraeva taluni insegnanli a se- giiir r anlicliila, a tarparsi Ic ali per non seguire il volo delle novila iililissime, impcgnava allri a Irarsi i coniuni suffragi presenlando dalla calledra le rcccnli scopcrte. Che dir poi dc'licei e delle scuole di priniaria , c se- condaria islruzionc ovc nuincava una sicura gnida, ove non si conosccva iin senllero delerniinalo, ma da ciascuno sc- guivasi per norma il proprio capriccio? Qnesle variela ed incerlezza neirinsegnamenlo scicnlifico c lellerario loglicva ai I'rofessori il prosligio die reca I'idca d'una capacila, la quale conosce appieno e possiedc la scienza die in- segna , c si |)reseiila ogni giorno colle divise modcrne davanti gli allellali discopoli.

IVe qui, Socii merilissimi , a mc si obbielli , quasi per farmi ricredcre , die essendo le barriere della sa- pienza allerralc jier la facilila de' principii scienlifici, e per la diiarezza dclla lecnica locuzionc, c Inlli sormon- landoli in lolla piccoli e grandi, d'ogni condizione, d'ogni sesso, d'ogni ela, e il negozianlc c I'arligiano, c lalvolla lo slesso bilolco coprendosi gli omeri ancor polverosi del pallio del sapienle , oggi la giovenlii acquisla ben facil- menle un colal gergo jallanle, lilosolico, doUrinalc, che

XXII

Iralignando sino all' eccesso, la fa divenire Iroppo ardita verso i propri inscgnanli. A cotali obbieltalori io rispon- derb, die aliora piii d'oggi noi vedevanio doniinare nei nostri discenli uno spirilo esagcralo, una mania d' inno- var tulto , di tutlo riforniare , di volcre rislaurare e ri- fondcre il senno uniano; essi credevansl maestri prima di aver finito d'esserc discepoli. Quindi, io non csagero, io ricordo un'epoca di cui fummo leslinioni noi tutli , quindi alcuni fra essi , posli in dimenlicanza i principi di retlo senlire, e di modcrato giudizio, che polrebbero appren- dersi dal ginnasio, da! licco, daila scuola, sedolli da vana lusinga di farsi nonic per singolaritii di idee, ed origi- nalila di pensieri , pieni di foile entusiasmo si recavano ben volenlieri al paradosso, alle bizzaric d'un idealismo romanzesco nelle idee , e nelle parole.

Questo disordinc non polcva moglio conoscersi che da un veccbio insegnanle , da un filosofo cbe vedeva la causa del male , ed il rimedio a risanarlo. Ed ecco il Tineo , in elTcUi , inlraprendcrc il riparo di tanlo deca- dimenlo della pubblica islruzione in Siciba , con rialzare la dignila del sapere ne' Profcssori inscgnanli, e coll' av- viar bene la mentc della giovenlii sludiosa. Egii foggia a lal uopo un corpo di Rcgolanienli per Ic Ire Universila di Sicilia, in cui conlida la dirczionc scicnlifica c finan- ziera di quelle a quallro Profcssori ed a Ire eslranee iiolabilila dolle ed intclligenti. Costiluiscc del corpo uni- vcrsilario diversi corpi di Facolta, ad ogni corpo assegna il sno capo o Decano, il suo cseculore o Segrelario (S6); menlre il corpo inlero per Io adcmpimcnlo della parte islrutliva e solto la vigilanza d' uno fra' piii degni Profcs- sori col litolo di Rctlore, e per la parte organica vien diretlo da allro Profcssore benemerito cui si da titolo di Segretario-Canccllicre (57).

Un corpo de' ragguardevoli fra gl' insegnanti appel-

XXIII

lalo Collcgio de' Decani vci>Iia al progrcsso scienlifico , e lellerario (58), cd ogni anno i (^ollrgi dcllo facolla ren- dcndo di pul)l)li€a rai;ionc il proi^raiiinia delle loro Ic- zioni , inostrcranno 1' avanzamonlo tie' loro lunii , e delle loro luiubrazioni scientiliche (59).

Qucslo ben Ibndalo sislema non e serbalo fraltanto al solo utile dell' insegnanienlo delle supreme Universita; ma per ori^ano de'mend)ri d' ogni Depulazione si parle- cipa, e si diflbnde ai Licei, cd alle Scuole Sccondarie (GO). In lal guisa il Professore c un organo inleressante per i lunii che ac(|uisla , e per quelli che diffonde al corpo sociale ; cgii assume il caraltere dell' uomo di stalo che lavora Uillo giorno per lo benessere de'popoli, e col suo giudizio, e colic sue ricompense promuovc il perfeziona- menlo della nazionc. E \m nobile ullicio de'collegi delle Facolta giudicarc ogni anno del merilo de'propri discea- li, imparlirc ad cssi gradi d' onore, e di preminenza; e aggrcgarsi de inenibri, ove ne mancbi qualcuno Ira loro, e cio dielro maluri saggi , cd csperimenti opporluni ; e con lali esanii, con silfalli gradi, con quesli esperinienli di quanli nuovi proselili nou vediamo arricchite le scienze clelcllere (Gl)?

Ed era serbalo all' esimio Tineo 1' alto onore ed il merilo invidiabile di prescniare all' inlera Commcssione di Puhblica Islruzionc ed Educazione in Sicilia queslo corpo di leggi che lungo qui sarebbe dellagliare a mi- nulo. E quel conscsso di dolli osscrvandovi una bella spinla airinsegnamenlo della noslra isola, lo umilio losto al H. Trono, che si bene lo accoisc sino a dargli la sua approvazione sollecila, e jironla.

Da (pieir islante le nienli noslre quasi a nuova vila si mossero: il veccliio sapere cadde da quell' allezza, ove pill non polea manlenersi, e la scienza del giorno vi su- benlro dcI piii pieno splendore ; e per quel consuelo pre-

XXIV

stigio dellc buonc leggi, die vengono toslo abbracciale, eseguile, le Regie Universila di Sicilia si videro popolale di nobili inleliigenze nella classc insegnanle, e d'un copioso sluolo di giovani nella classe discente (02).

Da quel giorno con meraviglia e sorpresa !c scienze pill dure e dillicili , le malenialicbe pure c le niiste, I'ar- cbilellura , la lisica , le scienze analoniicbe, fisiologicbe , medicbe, naturali , e chimiche , le filosofiche pure, e le applicale al diillo cd al sociale benessere, si presen- larono piii agevoli al comune apprendiiiicnlo, e le nienli de' noslri discepoli furono quasi piu adalle ad intender- le, a manifeslai'le, a scriverle.

Oual frulto piii delizioso per Tineo dopo tanlo zclo e dopo lanli sudori? e pur pago non era. Si, 1' inlclli- genza ed il cuore dell' uonio non conoscono limili , non san soffrire barricre; piii si Irova, piii si cerca; piii si pos- siede, piii si vuolc; cd cgli giii niedilava un corpo di leg- gi a regola c norma dc'Licei c delle Scuole; ma ii su- premo regolalore dcgii umani deslini non voile! e la terra che cieca ubbidi scmpre ai voleri del suo celcsle falto- re, all'esimio, al nobile Vincenzo Tineo nel 22 luglio 18S6 spalancava un scpolcro !

Al colpo niicidialc cd inalleso la scicnza, I'amicizia, la parenlcla accorscro sollccile per rapir quel grande da- gli arligli di morlc ; era lardi! Allora I'adempimenlo del piii sacro dovere occupi) UiUi i cuori , ed i corpi scicnlibci residenli in Palermo gli resero a gara gli ono- ri, gli omaggi dovuli alia memoria d' un nomo, clie vis- se scmpre alia Bolanica, ed alia Islruzione di Sicilia.

Corse allora di lanla perdila la Irisle voce per Uilla I'isola noslra, amaramcnte ne piansero i dolli, se ne ad- dolorarono gli amici, e voi, Illuslri Accademici , volcslc cbe al voslro primo Socio Corrispondenle da me fosse scrillo un Elogio. Ed io vi bo giii compila T onorevole

XXV

inissione, c la mia voce si e Icvata a rcndorc Irihulo di aflcllo aH'aniico, cd un osscquio al corpo Gioenio, ono- rc, dccoro della palria, dell' isola, d' Ilalia.

Ma r p]logio era dei;no del Professorc, del Dirello- rc , del Scjirelario-Cancellicre Viiicenzo Tineo? All! nie- rilissiiiil Collcghi , io gia I'avca dello a principio , allra pcnna ricliiedevasi per coliii cho aveva per i suoi rari la- leiili , per Ic sue lellcrarie laliclie lirala 1' alteiizioiie dei Govcrni: di Francesco Primo delle due Sicilie die io de- coro del lilolo di Cavaliere del suo ordine, del Duca di Uavicra die Io creo Cavaliere dell' ordine di S. lAIicIiele, di Luigi Filippo Pic dei Frances! clie Io coliiu) scnipre di grazic c I'avori, e di Nicolo Imperalore delle Russic che gli largiva i suoi ricclii doni ; non era delle mie for- ze scriverc un clogio a colni , die Ic Accadcinie d' Ila- lia, di Francia, di Gerniania e di Prussia senza dire di lulla Sicilia, ed il sellimo Congresso Ilaliano, e risliUilo d'in- coraggianienlo di Palermo, e la Commissione di Agricol- lura e Paslorizia di Sicilia avevano ascriUo tra i loro iiicnibri, c decoralo d'oflicii c di caridic.

Ma per gli uoniini dolli , e sapienli e forse nieslie- ri d' eiicoinii ? non sono le loro opcre , i loro scrilli mo- nunienli perenni del loro merilo , c delle loro continue glorie? E non sarii per Tineo gloria compelente, se chiun- que si la a sludiare le pianle di Sicilia sempre s'iinbal- le nelle scienliQclie scopcrle di lui , se chiunque si acco- sla alle scuole , ai Licei, allc Universila di Sicilia legge in ogni parele scullo il suo nonie? Cliiunque salirii le a- spre velle dell' Etna vedrii sulle ncre vulcanidic rocce la mia Lccidca Tinei (G3) ; e studiando le Ordiidee di Si- cilia vcdra la Tinea di Bivona (64); cliiunque vorra slu- diare le noslre concliiglie vivenli, e fossili ivi ancora tro- vera scolpilo indelebile il nomc di lui , nella Momtdonla Tinei di Calcara, ncir.l/icyhts Tinei d' Andrea Bivona,

ATTI ACC. VOL. XIII. d

XXVI

nel Buccinum Tinei del Maravigna (65). E purVincen- zo non ha uopo di questi e di siinili clogi : basla il no- me a se slesso. Perche dunqne queste pagine io scrissi? Ho corapilo quanlo proiuisi nell' esordirc il discorso; ho traccialo una linea di storia letleraria siciliana ragio- nando dal 1813 al 1856 della Bolanica, e ddla istru- zione nella nostra fertile isola , periodo in cui visse il gran Vincenzo Tineo.

^

'^mmmmKAMMX^WiH.

mn ED ILLISTRAZIO^I

(1) Quadro storico dclla Botanica in Sicilia per Francesco Tor- nabcne della Congr. di Monte-Casino professore di Botanica nella R. Univcrsita di Catania, pag. 30, 31. Catania 1841 in-S.^—Plan- larum rariorum Siciliae aucL Viiiceniio Tineo fasc. i pag. 6. Panormi 1846 in-8."

(2) Quadro storico cit. pag. 31.

(3) Le opere di agricoitura scritte da questo esimio professore mostrano in quale progresso erano le conoscenzc di lui nel secolo XVIII. e XIX.

(4) Ouadro storico cit. pag. 40.

(5) Quadro storico cit. pag. 34.

(G) Ferdinando Coscntini Prof, di Botanica in Catania , vedi il cit. Quadro storico pag. 43, 4i.

(1) lliniliano Gulladauro Abate casinese , vedi Quadro storico cit. pag. 40.

(8) Quadro storico cit. pag. 41, 42, 43.

(9) Quadro storico cit. pag. 38.

(10) DC. ct LR. Flore Francoise 3. edit. in-S." Paris vol. 4 1805, e vol. 5 1813.

XXVIII

(11) Hiimb. ot Bompl. Plantes equiaoxiales. 2. vol. in fol. Paris. 1808 1816.

(12) R. Brown Prodronms Florae Novae Ilollandiae el in- sulae van Diemeii. Vol. 1 in-8." Londini 1810.

(13) M. Teiiore Flora ^apolitana in f. Napoli 1811 e seg.

(14) Smilh Flora Britannica vol. 3 cd. Rocmer Turici 1802 1805 in-8."

(15) James Donn llorlus Canlabrigiensis in-8.° Cambrige , ed. 1. 1812.

(10) hones plantaruni sponte nascenlium in regnis Daniae el Nortcgiae inS." auct. Yalil 1817 1805, auct. I. W. llorne- man 1806 1816 in 8."

(17) Ant. Jos. Cavanilles hones el descriplmies phintarum quae aul sponte in llispania crescunt aul in horlis hospilunlur. 6 vol. in fol. Madriti 1100—1800.

(18) Lichonograpliia unicei'salis 1 vol. in-i.° GoUingae 1810.

(19) Aime Bompland Monographic des Mclastoines et autres plantes de cet ordre. 6 lasc. in fol. Paris. 1809 e seg.

(20j Samuel Elias Bridcl Uluscologia 4 part. in-4.° Gotliae ct Parisiis 1191-1803.

(21) Aug. Bjramus De-CandoUc Planlarnm historia succu- lenlanm. Fasc. 28 Paris 1199 1803 in-fol.

Idem Aslragologia 1 vol. in-f. Paris. 1802.

(22) Giorgio Gallesio TraUato sul Cilrus 1 vol. in-8.° Paris 1811.

(23) I. I. Lahillardiere hones planlarnm Syriae rariorum decades V. Parisiis in-4." 1191— 18S2.

(24) Gaetano Savi Obsenaliones in varias IrifoUorum species. i vol. in-8.° Florentiac 1810.

(25) Index plunlarum horli bolanici Academiae Regiae Pa- normilanae, una cum nominibus pliarmnceulicis alqne vernaculis, in usnm medicae jurenhilis , anno 1190. Nomina vernacula ex operibus F. Cupuni excerpla, el a nobis usque uunc delecla exhibenliir. in -16."

Synopsis planlarnm Horli bolanici Academiae R. Panor- milanae. Anno 1S02. Dedil Joseph Tineo vied. docl. ac Bota- nicae P. Prof. Horl. Academ. Reg. Panormil. Praef. in-16.

(26) Ilorlus Regius Panormilanns aerae vulgaris anno 1189 noviler exlruclus accurate P. Fr. Bernardino ab icriu S. Fran- dsci Reformalorum in R. sludiorum accademia plantaruni de- monslralore. Panormi lypis regiis 1189 in-4."

XXIX

(21) Plnnlac ad Unneamiin opus addcndac , et secundum lAnnoA Syslamn noviter descriphie. Ycdi Itaccolta deyli Opusc. Siciliani sccoiida seric T. 0. Palermo 1793 paij. 2iS.

(28) Sicularum planlaruin Cenluria prima. Panormi apud Ph. Uiirr. ISOa in-i."

Sicularum phmlarum Cenluria secunda. Panormi ISO! in-i."

(29) Stirpium rariorum minusque cognilarum in Sicilia spon- te prorenientium descriptiones nonmillis iconibus auctae mani- pulu-1 primus. Panormi U/jns reaiis IS13 in-i-." .... Manipu-

his secuudus. Panormi (ijpix Laurenlii Ihilo ISli in-i-."

Ulanipuhi^ lerlius. Panormi tijin^ Vinrcniii Lipomi fStS in-i."

llanipiilu^ quartan. Panormi Ujpis Laurenlii halo 1816

in-4."

CM)) Monngrafia <lcll(! Tol|ti(li. Palermo 1809 in-f.

(!»l) Qiiadro sloricn della liolanica in Sicilia pag. 31 , e nota (1).

(:{2) l-a fainijilia Tiiieo Irae origine da Mililello Val di Nolo; essa fii ?oriii)re dislinta por illuslri iiorsoiiairgi, clic nelle scienze sacrc c iirnlano meiiarono vanto iioli'isnla. Klihci'o nnme nel rango cliit'siastiio due Iralelli, uno dei quali I'u parroco , I'allro vicario nel paese nalio, un lerzo frutcllo per nonie Vincenzo, divenne esl- niio nelle coiioscenze di drillo; fii qiiesti il padre di (iiuseppe fon- dalore dcir Orlo Holanico di Palermo, jirimo professorc di questa facolla nelia i{. I'niversila di (pielia tillii. Ycdi Sulla Gloria dei lelterali cd uomini insif/ni di .Uilili'llo nella xalle di Nolo. iJi- scorsi Ire di Vinrenzu di i\alale. D'ajtoli 1S37.

(.■{S) La deliziosa siluazione di Mililello Val di Nolo, per la incaiilevole vallc di Loddieri , ovc prospera ogni l)ella produzione di giardini , ed ove le pomacee ed i cedri fanno odoroso lo spi- re de'zelliri; e |)er la interessaiite postiira geogiioslica sii d'un vul- cano eslinto dove sul nero basallo giac(! una roccia terziaria ricca di paleolologici esseri, spinsc? il Dr. llolVmann c Prof. A. Di-Gia- como a rendcre di essa accurala e diligenle descrizionc. Vedi Ar- cliivfiir Mineralogie, (ieognosie. Bergliau nnde Hiiltenkunde Geogno- slirlie liealiacliluiigen v(m P^riediicii Iloll'maim pag. 042. Berlin 18;J9. iireve Helazione Tieoijnoslica de'toiilorni di Mililello Val di SdUi, del Or. Antdniiio l)iGi,iconio. Atli dell Accademia Gioenia Tomo I. Catania 182:> in-'.."

(.■$4) Quadro storico della liolanica in Sicilia pag. 31. liar. Planlar_Sic. auct. Vincentio Tineo fasc. 1 pay. S nola (*).

K da notare clie I'Arcliitelto Fourny diedc il disegno del

XXX

Ginnasio, ma che I'esecuzione si deve all' Arch. Marvaglia, e il Tc- pidario e Calidario disegnali ed eseguili da cotcstui si coraincia- rono a fabbricarc sotto Giuseppe, ed ebbero termine solto Vincenzo Tiueo , siccome ai cestui tempi regina Carolina delle due Sicilie dono la bella rangicra a cristalli, die fa il decoro dell' orto.

(30) Vedi Ic note 26, e 21.

(.36) Quadro storico dclla Botanica in Sicilia pag. 32 e nota (2).

(31) Vedi la nota 34 , la quale dichiara meglio quanto sta scrilto nel mio Quadro storico a pag. 31.

(38) Quadro storico dclla Bot. in Sicilia pag. 38. Parlatorc Prospetto della Botanica in Sicilia ncl sccolo XIX pag. 18. Vincenzo Mortillaro Prospetto delle Scienze in Sicilia nel sec. XIX pag. 80.

(39) Vedi Tav. I. .rt,,! r . . ; ,v.^. ■',:..■ -

(40) Vedi Tav. II.

(41) Nel 1834 egli riformo la villa pubblica di Palermo delta Ginlia, che si trovava abbandonata , rendendola piu variata e deli- ziosa con gruppi di piantc in vario modo dispostc.

Lo stesso dovrebbc dirsi dcU' altra oggid'i non esistcnte col titolo di Papireto; bella villetta, ove si coutrastavano il primato nella varieta delle forme i fiori delle nuove scoperte.

Ultimo lavoro del Tineo fu il Gran Giardino inglese ordinato sin dal 1850 dal Luogotenente Generale in Sicilia Sig. Carlo Fi- langieri Principe di Satriano, Duca di Taormina. Esso resta lungo la grande strada delta della Favorita. Era sterile c triste una volla quel luogo, e pure quasi per incanto infra tre anni lu niutato dal signer Tineo in ameno e variato giardino; perche ivi lulto pose a prolitto per il hello, I' ineguaglianza del suolo, le grotte, i burroni, le piazze, ogni punto fece ril)occare di piantagioni, e di alberi cso- tici e nostrali, in gradevole modo disposti. ,1 (42) Quadro storico della Botanica in Sicilia pag. 20. 21.

(43) Quadro storico citato pag. 11, 20, 23, 24.— //ortws Ca- tlioUcus\)iig. 23,24. I'anplujtoii Siculum pag. 24, 25. Punithij- ion raccolto dal Caruso pag. 25, passato al Bonanni pag. 20, co- pie che se ne contano pag. 55, 26; tavole del Bonanni pag. 21, smarrimento di queste pag. 21; scrilti e porzione delle tavole del Cupani e del Bonaniu ricuperate dal Bivona pag. 21, 28; copie delle tavole del Bonanni pag. 28, 29.

(44) Quadro storico della Bot. in Sicilia. Rami del Panphij- ton acquistali dal Rafinesque pag. 28 in lin. della nota (1) ; ivi pag. 50.

(45) Flora Sicula exhibeiis plantas vasculosas in Sicilia aut

XXXI

sponte crescenlcs aut frequanlmimo ctillas , secundum si/s/cma nalitrnle iliijeslas. Prapac 1826 T. 1 iii-8." suinplihus A. JJnr- roscli. Vcdi il niio Qiiadro slorico dclla liolanica in Sicilia pa";. 51.

(40) Qiiadro slorico della ISdlanica in Siciiia pag. 53. 5i, 55.

(41) Lc Osservuzioiii del Cav. Vincenzo Tinco sulle piante di Siciiia .sono varie, c possono le|igersi nclia Synopsis Florae Si- cidac do! Cav. Giovanni Giissonc clie, dolalo di squisita esallezza , 1(! lia iai)iiorlatc fcdclinciile ; cosi nei Chamerops hmnilis L. Gus- sonc op. cilala vol. 3 pag. 883, sviW Asparagus sullo Jiinats id. vol. 3 ])iig. 815; suW Arenaria serpillil'(illu id. vol. 3 pag. 824: suWOrcliis macnlala id. vol. 3 pag. 815; sul llanunculus ntpe- stris , c It. aufjulalvs id. vol. 3 pag. 889; ed allre mollissinie ^ clie sarclibe lungo cnumerarc.

(48) Le specie di piante raccolte dal Cav. Vincenzo Tineo cr- borizzando in Siciiia insienie al Cav. Gussonc da Kapoli , il Doltor Nyman da Slokolnia sono al nuniero di novantanove, conic puo ri- levarsi dalla Sijnopsis Florae Slailae Aitctore Jo. Gmsone vol. addenda et emendanda dalla pag. 715 alia pag. 890; qnelle raccolte erhorizzando con Spilluerbcr sono dieci e possono rilevarsi nclla cilala opera vol. 1 pag. 141. 194. 210. 423. 424 , vol. pag. 240. 247. 285. 350. 351 ; tre specie interessanli raccolse Tinco erbo- rizzando con il Dot. Todaro come ])ii6 rilevarsi dalla cilala opera vol. 2. pag. 529, 530. 531; altre nc raccolse crborizzando con il Dot. Guglielmo Gasparriiii, e ben pu6 vedersi in Guss. opor. cit. vol. 2. pag. GOO; un'inlcressanle specie trovo crborizzando con Gussone , ed 6 accennala nella costui cit. op. vol. 2 pag. 569 ; moltissime sono poi lc specie dal solo Tinco raccolte in Siciiia ed offerte aU'esimio bolanista Gussone, come bene rilcvasi percorrendo le pagine della sua opera cilata.

(49) Vcdi Tav. III. .

(50) Vedi Tav. IV.

(51) Vcdi Tav. V.

(52) Vcdi Tav. VI.

(53) Vcdi Tav. VII.

(54) Vcdi Tav. VIII.

(55) Vedi la nola aiitocedenlc.

(56) Rcgolanicnli per le trc Regie Universita di Siciiia. Paler- mo nella Ilcalc Slamperia 1841 in-8." .\pprovato da S. M. provvi- sorianiente. l\a|)oli 31 maggio 1840.

Qucsti ilegolanionti I'urono foggiati dal Cav. V. Tineo, il quale dopo avcrli prcsentati alia Comraessione di Pubblica Istruzione ed

XXXII

Educazione in Sicilia , preseduta dall'esimio Monsignor Benedetto Balsanio Arcivescovo di Monrcale , furono plauditi , ed umiliali al Real Trono per I'organo del Ministro dell'Intcrno Signer Marcliesc Nicola Santangelo.

(51) Yedi i citati Regolamenti. Titolo IV. e YIl. n. IH.

(58) Vedi i citati Regolamenti Tit. II. e III.

(59) Yedi i citati Rcgol. Tit. VI. n. 108, Tit. II. n. 41 , e Tit. Vil. n. 115,

(60) Yedi i citati Regolara. Tit. 1. n. 8, 11.

(Gl) Yedi i citati Rcgolam. Tit. IX. n. 132, 130. Tit. YIII. n. 119 e Regolamento per la nomina de' profcssori annesso agli stessi pag. 52, 51.

(62) Per quanto ci e dato raccogliere dagli avanzi de'registri antichi universitarii incompleti ed incsatti , si puo rilevare : che il numero de'discenli nclla R. Universita di Catania , ai tempi che era unica ncU'isola fu minore di quello die si conta oggidi, in cui le R. Universita sono tre, e Catania non riceve, nel massimo numero, che i naturali dellc Provincie di Catania, Noto e Caltanissetta. Pa- ragonando il numero de'discenti che accorrevano pria del 1840, e quello vi accorre oggidi questo si trova aunientato del doppio. Si puo anco osservare, che le facolta Medica, c Fisico-Matematica, contano ogni anno dal 1842 a questa parte un aumento sensibile di discen- ti , c pare vcnir meno in ogni anno quello della facolta legale.

(63) Lichenographia Siciila pag. 11.

(64) Giornale di Scienze, Lettere ed Arti per la Sicilia n. 149. Quadro storico della Botanica in Sicilia pag. 43.

(65) Yedi Prospetto della sloria della Zoologia di Sicilia del secolo XIX per Andrea Aradas. Alii deirAccademia Gioenia Vol. 5 ser. 2." pag. 18, pag. 213. Giornale di Catania 2 agosto 1856 pag. 251.

;i "i .r ili'" . / .VI..

XXXIII

TVVOLA I.

Calalofim Planlarnm Ilorli Hogli Pnnnrmilnni ad annum 1S27 a Yinconlio Tineo in licgia Siudiorum Univcvsilata Itolduicae ac iHalerkw Medicac I'rofessore el Ilorli Jiegii Praefeclo. Panormi ex liegali Tijiiogmphia 1S21 in-8.''

Infine di qucslo Calalogo dalla pagina 27iJ sollo il tilolo Adnolalionos si lepgono le descrizioni di 20 specie di pianlc, alcunc dollo (piali sono scnipliei ossorvazi()ni fiillo diill' Aiiloro per la cliiara conoscoti/.a dcllo slcs- se: imi \e cs|)ongliiaiiio luUc con sii;ni(iran' (iin'llc liccviilc, e quclli' iiori ainmi'sso per nuovo dalla scicnza.

"

Sli>0>OMIA

c

GEKEllE

SPECIE

del

LUOGO DELL' OPERA

MUUERM

\

Aocr . . .

Coramulaluni T.

Acer inonspossii- lanumL.Var. I>. vommutalum .

Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. 6Un. I. '

2

Allium . . .

Coppolori T. .

Idem.

ex Guss. Prodr. Fl. Sic. Suppl. pag. 99 Fl. Sic. Syn. vol. 1. pag. .394 n. 19. |

3

Allium . . .

Spliacrocoplialum

viiidi-album T.

Allium arvenseGuss.

Guss. index, sem. H. R. Bocc. aim. 182"> el pr. 1. pag. 403. el Fl. Sic. Syn. vol. 1. pas. 393. n. 10.

4

Allium . . .

Ti'Muillorum Ton.

Idem ....

cxGuss.'Fl.Sic. Syn. vol. 1 pag. 39Cn.24. ;

■>

Aiiiaiyllis . .

(iiiniiiao Mil. .

Idem ....

Observalio V. Tineo. Calnlogiis cil.

C

Ainbidsina.

llcUnilala T. .

Idem ....

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. li'Xi n. 3.

7

Aspcnila . .

liupcsliis T. . .

Mem ....

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 178n.4.

8

Aliiplcx . .

Arciiaiia T. . .

Alriplex Torna- beni T. . .

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. .^89. n. 4.

9

Alriplex . .

Graeci T. . .

Alriplex Rosea Liii. . . .

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. 590 n. 6.

10

Alriplex . .

Ilalimoidcs Tin.

Alrii)lex balimus L. Var. b.rer- rucutosaduis.

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 i)ag.j87 n. 1.

II

Camplioiosuia.

Yigiiilimilk'is T.

Idem ....

ex Guss. Prodr. Supp. pag. 47 cl Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 203 ii. 2.

12

Cypcrus . .

Tenorii T. . .

Cvporus aureus Tin. . . .

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. !."> n. 7.

13

Erylrina . .

(iraffcii T. . .

Plania Americae Meri(lionali> (luae iioiiii[ie

Erijlrinue speciosue V. Tineo babuil. ,

U

Gnapluilium .

Siouluui Tin.

Heliervsuin eae- spitosiim DC.

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 468 n. 7.

n

Lolirlia . .

liivonao T. . .

Idem ....

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 234 n. 1.

16

Lobelia . .

Gaspaiiini T. .

Lobelia Lauren- lia Lin. . .

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. I,i4 n. \.

n

Mallliiola . .

rndulala T. . .

Idem ....

ex Guss. Fl. Sic. Syn. <ol. 2 pag. 174 n. 1. ,

18

nosciiii . . .

Miii.Tiiiiiilala T. .

Idem ....

ex Guss. Sic. Syn. Fl. vol. 1 pag. 329 n. 4.

111

Itolhia . . .

Tenuilolia T. .

Andryala tennifo- liaT. in DC. I'rodr. . . .

ex Guss.Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 406 n. 2.

*0

Salicornia. .

Fruliculosa T. .

Salicornia Uadi- cans Smith .

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 3 n. 3.

esposti confronii da noi falli alle venii specie di pianle descrille dal Cav. Vincen/o Tineo ben si rileva: sono specie Sicule d.iH' Viilore gludicali' nuo\e e lali ricemle dalla scienza; die \ Lriitrinn Griiffcri e ie esolica, nuovo trovalo del dello Autore: clie I'Act'r roininiilnhim e rilenulo peruiia nuoxa \ariela dal isonc: c belle sono Ic osservazioni dell'Aulore su {'.imarijUis Gnninae. e sopra 1 .W/ihw li'iniiporum. ATTi AGO. vol. XIII. e

Dagli OS die nove una specie es„ ^i^. Gussonc:

ATTI AGO. vol. XIII.

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XXXV

TAVOLA II.

Plantanim rarionim Siciliae minus cognitarum Pugillus primus, Vnitersae ret litterariae si- ciliensis Iteyiaequc Panormilanae Studiornm Vniversilatis Moderatoribus primitias ingenii SKI in grati animi el rcverentiao testimonium Yince)ilius Tineo J). D. D. dabat Panormi Auyusti liakndis 1817 Typis Ileyiis in-16°

In qucsto Opuscolo I'Aulore descrive venti specie.

SI>OI\OMIA DEI MODERN

=

GEKERE

SPECIE

FAMIGLIA

e

r

LrOGO dell' OPERA

1

Kronius . .

Tenuis Tin. . .

Graminaceae.

■t

Biuinus . .

Pcnlastacliios Tin.

)i

Brachipodium dislachyumlink var. penla- slachyum Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 patr. 73. li. 0.

3

Viola . . .

Parvula Tin.

Violacoac Juss.

4

Diiucus. . .

Siculus Tin.. .

Unibellifera? Juss.

3

Klius . . .

Thczcra Tin. .

Terebinlhacea! .

Rhus pcntaplivllum Desf. Allan. Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 361 n. 2.

C

Uhus . . .

Zizipliinus Tin.

))

Rhus dioicuni Wild. en. Fl. Ber. Guss. Fl, i Sic. Syn. vol. 1 pag. 362 n. 3.

'i

Allium . . .

Siculuni Ucria .

Liliaceac . . .

IVeclaroscorduni siculuni Lind. Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 i>ag. 38.> n. 1.

«

Arcnaria . .

Barlolotti Tin. .

Caryophyllcaj .

Alsine procumbcns Var. b Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 407 n. 1.

9

Ibcris . . .

Pruiti Tin. . .

Crucifcra;.

10

Alyssum . .

Kebrodonsc Tin.

I)

II

Lavalora . .

Afiii^'cnlina Tin.

Malvacca;.

12

Lavalcra . .

Sicula Tin. . .

1)

Lavalcra cretica L. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 233 n. 7.

n

Trifoliuni . .

Flavcsccns Tin.

Papilonaccae .

u

Tril'iilium . .

CupaniTin. . .

1)

15

Trifulium . .

Gussoni Tin . .

1)

Trifoliuni speciosum Wild, ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 343 n. 40.

1C

Mcdicago . .

Miiricoloplis Tin.

»

17

Seriola. . .

Glauca Tin. . .

Composila; . .

Scriola laevisala Lin. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 422 n. 3.

18

Scriola . . .

Albicans Tin. .

»

Scriola laevigata L. Var. c. albicans Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 422 n. 3.

19

Scriola. . .

Rubcsccns Tin. .

11

Seriola laevigala L. var. c. albicans Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 2 ]>ng. 422 n. 3.

20

Carduus . .

Gigas Tin. . .

1)

Cnicus gigantcus Wild, ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 444 n. C.

Dagli csposli cnnfronli sulle vcnli specie descrille dal Cav- Vinccnzo Tineo si raccoftlic, die noTc sono gili ricevulc dal Corpo della scionza siccomc nuove , c lo allrc formano parte dolla Hora Sicula come piaiile rare; e clio la specie dall' Ucria scoperla e lull'oggi nuova per la scien- Z3, sebbene avcsse mulalo 11 nome gcnerico.

.11 Lwn:^

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iv.iii ii;';.' Mlloil l( oliJlKi; m»?,:i;:

XXXVII

TAVOLA 111.

Lc specie scoperte in Sicilia dal Cav. Vinccnzo Tineo erborizzando insieoie al Cav. Giovanni Gussone sono due

SPECIE

LUOGO DELL'OPERA

OVE SI THOVA CITATA lA SPECIE

Michranta Tin. ct Gus. NymanniTin. elGuss.

in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3add.eteraend. pag. 874 n. 1. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. .3 add. etemend.pag.860 n.3.

Le specie trovalc in Sicilia per la prima volla da! Cav. Vincenzo Tinco erborizzando in compagnia del Dot. .Vlexander, del I)ol. Kyman , del Dot. Spillgerber sono lc seguenli

i

GENERE

SPECIE

AUTORl

die

lA T110VARO.>0

LUOGO DELL' OPERA

OVE SI TROVA CITATA lA SPECIE

1

8

Asplcnium

Aira . . . Jris. . . .

Lilhospcrnium. Orobus . .

Radiola . . Saii.\ . . .

Vicia . . .

Seplcnirionale

Swarl/. . . . Globosa Tliore . Juncea Poir . .

Spillgcberi Guss. SiixalilisVenl. Fl. Cols. . . . l.iiKiidcs Geiiicl. Villaisiana Mild.

Disperma DC.

inv. Tin. ct Alex. iiiv.Tiii.ctSpillg. inv. Tin. etSpilt- ;,'('rber . . . inv.Tin.ctSpillg.

inv. Tin. ct Alex, inv. Tin.clSpillg. inv. Tin. ct >y- niiin. . . . inv. Tin. cl Alex.

in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. 88.i n.2. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. I pag. 147 n.l.

in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 40 n. 8. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 217 n. 3.

in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. 833 n.2. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 210n. 1.

in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. 624 n.3. in Gusi. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. 836.

Le varieta scoperte dal Cav. Vincenzo Tineo in Sicilia erborizzando in compagnia era del Hot. Spillgerbcr , ora di Gussone c IVyman sono due.

3

S

GEiXERE

SPECIE

VARIETA'

AITORI

die

LA TRUVAnOKO

LUOGO DELLOPERA

OVE SI TKOVA CITATA LA VARIEtI

in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. et emend, pagi- na 844.

in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 374 n. 31.

1 i

Celsia . . . Medicago . .

Crclica Lin. .

S|)liaerocarpa Bert . . .

var. Albillora. var. Incrmis .

inv. T.Nym. Guss. inv. T. et Spiltg.

'uii'ji^iii a!ii:t,>.sii'iil;'.i o-niiT os iTuii'/ .1::'.) b.ih rnVniH iii '.^hr\t\o;y< o: 'jiili (ijiiR ■,r:;jr!S!iO imii;nt!r) .if;!* li;

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XXXIX

TAVOLA IV.

Tavolu delle specie ili pianle trovate in Siciiia dal solo Cavaliere Vincenzo Tineo, e riferile dal Cavaliere Giovanni (jussonc nella Florae Siculae Synopsis.

GENERE

Adianluiu . Allium . .

Alopecurus

Asparagus . Asplcniuni.

Avena .

Carex . . Carex . . Cniciis . . Di|)lutaxis . Eliiiiiis . .

Hclichrysuin Hydrocolyle Lysiiiiacliia Liiiuin . . iVardiis . . Narcissus .

Orchis . . Orciiis . . Orobanclie. Orobanclie. Panicuiii .

Paslinaca .

Palaniogelon Itaiiiinculus Ituliia . ,

Rumox . . Sedurii . . Sem|)prvivuni Sileiio . . Slrulii)p(cris Sympliyiurii

Tanarclutii Thymus .

SPECIE

AITORE

che

LA ni.XVEKNE

LUOGO DELLOPERA

OVE SI TBOVA CITATA LA SPECIE

Braehypiiyllum Gasp. Margaritaceuni. Siblli,

Pralonsis R. S('li. s.

vci;

Tcnuilolius Lam. Scplenlriunale Svvarlz

Saliva Lin. sp. pi. var.

b. niulica. . . .

Paiioniiilana Guss. .

Sylvalica lluds. . .

EiliiiiaUis \Vil(l. . ,

Muralis DC. . . . Criiiilus Schreb .

Ilalicum Guss. . .

Vuii'aris Lin. . . .

Vulgaris Lin. . . .

Cliibnisuin Reich. .

Siriclii Lin. . . .

I'alulus Loisel. . .

Conica Wild. . . . Eusca Link var. b. . Caryophyllacca Sniitli Cuniana Wallr. . . Crucilurnie Siblh. El.

Grae

Saliva var. a silvcslris

Lin

Deiisuni Lin. . . . Lingua Lin. Tincluruni. Lin.sji.pl.

Crispus. Lin. . . . iVCglecluni Ten. . . Arbcnouni L. . . . Tcnuillora Guss. . Gcrrnanica Wildonow .Medilerraneuni Koch.

IJalsaniica Lin. Giandiflurus Scop. .

inv, inv.

Tin. Tin.

inv. Tin. inv. Tin. inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin. inv. Tin. inv. Tin. inv. Tin. inv. Tin. inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin.

inv. Tin.

inv,

inv.

inv,

inv.

Tin. Tin. Tin. Tin.

inv. Tin. inv. Tin.

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. 383 n. 7. ex Guss. Fl.Sic. Syn. vol. 3 add.etemcnd. pag. «I2, vide vol. 1 pag. 394.

exGuss.Fl. Sic.Syn. vol. 1 pag. 124 n. 1. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pas. Hl.j. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. s'add. et emend, pag. 883 "n. 8.

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. 787 n. 1 1 . exGuss. Fl.Sic. Syn. vol. 2 pag. 37Cn. 18. ex Guss. Fl. Sic.Syn. vol. 2pag. 374 n. 13. exGuss.Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 443 n. 3. ex Guss. Fl.Sic. Syn. vol.1 pag. 193 n. 4. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol." 3 add. el

emend, pag. 781 n. 2. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 4C9 n. 9. exGuss.Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. 801 n. 2. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. 793 n. 2. e.\ Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. 807 n. 2. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 33. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. et

emend, pag. 810 n. 1. exGuss.Fl. Sic.Syn. vol. 2 pag. 338 n. 20. ex Guss. Fl. Sic.Syn.vol.3pag.3jOn.l2. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. 844 n. 8. ex Guss. Fl. Sic." Syn. vol. 3 pag. 845.

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3pag. 783n. 3.

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 331 n.l. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 107. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 42 n. 7. ex Guss. Fl. Sic' Syn. vol. 3 add. el

enu'nd. pag. 289 n. 4. exGuss.Fl. Sic. Syn.^ol. 3 pag. 81 7 n. 1. ex Guss. Fl.Sic. Syn. vol. 1 pag. 320 n. 10. exGuss.Fl. Sic. .Syn. vol. 1 pag. 384 n. 2. exGuss.Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag"823n. 10. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. 884 n. 1. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3. add. ct

emend, pag. 792 n. I. ex Guss. Fi. Sic. Syn. vol. 2 pag. 433 n. 1. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 99 n. 8.

I

'ilii'ili'i .'>:)iiiT <isii-i'iii/ 'miin '(!■'> oi'^-; !i;l» i;iii;i^ ilii/iiij iij or

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> I

XII

TAVOLA V.

Tavola dcllc specie nunvc trovale in Sicilin dnl (lav. Vinconzo Tinco rapportate nell' opera Hynopsis Florae Sictiliie AucIotc J. Gusso)ie. Neapoli 1842-1845 in 8." vol. 3.

GE>ERE

I* 13 U Id 16

n

18 19 20 21 22

ii

2(

2.";

2f.

27 29

31

32

Alliiiiii . . Alliiiiii . . Alyssum. .

Aiiihrosinia.

Andrvaln .

Aiisldlocliia Aspci'ula .

Aspli'iiiiiiii. Aln|)l.'\ . Itroiiius

Campliorosma.

Cari>x . .

Oi'pliiiliinlora

r.i'|iluil;inli'ra

Cliiiiriiii'i'dps.

r.lildi-ii . .

(Iiili'liiruin.

Colcliiciim.

Croriis.

('iisriila

C.iisciila

Oypi'iiis .

Daucus. .

Ephoilra . Ili'liihrysum llii'iis . .

Iris . . Jaiiciis . J uncus.

■lunrus. I.avnlcra

LUOGO DELL'OPERA

OVE SI TROVi CITAIA lA SPECIE

Linii

ana .

Coppoleii Tin. . Vcrnalo Tin. Kebrodcnse Tin.

Hcliculala Tin. .

TcnuiColia Tin. . Sicnia Tin. . Iiii|n'slris Tin. .

Microphylluiii T. Tonialnni Tin. . Tenuis Tin. .

Viginlimilleis T.

Jnlricala Tin. . ConiDsa Tin. .Maiavijiiiao Tin. Ma<-r()carpa Tin. Siciila Till. . Ai'lnriisc Tin. . Valciy Tin. . Siculiis Tin. . . !\licranllia Tin. . Sul)ulala Tin. . (.assircMisis Tin. Siculus Tin. . .

^'obrodonsis Tin. PanorniilanuniT. Pniili Tin. . .

PsondnpiimilaT. <:a<li'lli Tin. .Miillil)raclealusT.

Sirnlus Tin. A;.'i'ij.'rnlina Tin.

Prostandreac T.

Tin. Cat. Flor. Pan. an. 1827 pag. 273 ct Guss. Fl. Sic. Syn.

vol I pa-. ;?<Ji n. 1!). Guss. IT. Sic. Syn. viil. I pag. 390 n. 10 cl FI. Sic. Syn. Prod.

Su|i[i. pag. 'Jtj. Tinco Pug. "pi. Sic. pag. H Presl. Fl. Sic. pas. ">! DC. Syst.

.\al. i pag. .'507 d Guss. pr. 2 pag. 22.") cl VL Sic. Syn. vol.

2 pag. 10:5 n. I. Tin. Cal. Ilori. licg. Pan. pag. 24 cl 176 in Guss. Fl. Sic. Syn.

vol. .'{ pag. ii'J^ n. ;5. Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 400 n. 2 cl DC pr. 7 pag. 2I;j. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. cl cniond. pag. S7H n. ">. Tin. Cat. pi. Iloit. Pan. an. 1827 pag. 270 uon Viviani in Uicli.

Fl. germ, cxcurs 1 pag. 203 el Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1

pajf. 1 7S n. i i

in iiiiss. VI. ?ic. ^yn.vol. .5 add. cl emend, pi Till. Pug. pag. 3 Guss. pr. supp. pag. 28 exclusus Syn. Saizm

U. S. vcgct. inanl. pag. 302 cl Fl'. Sic. Syn. vol. 1 pag. 81

n. 10. Tin. Cat. Ilort. Pan. ad ann. 1827 pag. 277. Guss. prod. supp.

pag. 47 elFl. Sic. Syn. vol. I pag. 203 n. 2. ill Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. ."Hi n. I V. in tiiiss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 ailil. cl emend, pag. 877 n. 1. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. clcmeml. pag. 877 n. 1. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. ct emend, pag. 883 n. 2. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. ct emend, pag. 820 n. 11. iiiGuss.Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. ct emend, pag. 818 n. 1. ill Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. ct emend, pag. 818 n. 1.

iiiGuss.Fl.Sic. Syn. vol.Sadd. ct emend. pag.884n. 1.

in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. el emend, pas. ,j80 n. 4.

ir. supp. pag. 7 el Fl. Sic. Syn. vcd. 1 pag. 32 n.

ATTI ACC. \01.. XIII

in Gus

in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. el emend, pag. 8S7 n. 3. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 atld. ct enicml. pag. 888 n. 4. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. ct emeiul. pag. 77!) n. I. Tin. Pug. pag. 0 Spr. 1 vegl. pag. 81)7 Guss. pr. 1 pag. 322,

cl Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 2.";7 n. 0. in Guss. Fl. Sic. Syn. \(>L 3 pag. 038 n. 3. ill Guss.Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 407 n. 4. Tin. Pug, pi. Sic.' p. It el Picsl II. Sic. 1 pag. 03 , cl Dec. s.

nat. 2 pag. 404 cl Guss. prod. 2 pag. 203 el Fl. Sic. Syn.

vol. 2 pag. 141) n. 2. in (iu^s. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. cl emend, pag. 778 n. 3. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. cl emend, pag. 813 n. I. in Guss. Pr. Fl. Sic. supp. pag. 1(13 el Fl. Sic. Syn. vol. I pas.

4I'.» n. 2. "

in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. ct emend, pag. 888 n. 8. Tin. Pui;. pag. 13 el Guss. pr. 2 pau'.3'i3, el Fl. Sic. Syn. vol.

2 pag. 231 n. 3. ill Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. cl emend, pag. 812 n. I.

r

XLII

GEKERE

SPECIE

LUOGO DELLOPERA

') i, j OVE SI TBOVA CITATA lA SPECIE

33

34

33 36

37

38

39 40 41 42 43 44 43 4(i 47 48 49 30

51 32 S3 34

S3 36 37

S8 39 CO 61 62 63 64

63

66 67 68

69

Lobelia . .

Lobelia . .

Lilbospermum. Mallhiula . .

Modiengo . Medicago .

Mcspilus. . Orciiis . . Orchis . . Orchis . Ornilo_ffalum Orol)iiMclic. Oiobaiiche. Poa . . . Palamageton Itaiiunculus Ranunculus Reseda . .

Rubus . .

Ruppia. .

Scilla . .

Scilla . .

Scdum . Scdutn . . Slalice . . Slalice . . Slalice , . Slalice . . Slalice . . Slcrnbergia. Sternbcryia. Trifoliuni .

Trifolium .

Verbascum Vcrbascuni Veronica .

Viola . .

Bivonae T. .

Gasparini Tin.

Lchmani Tin. L'ndulata Tin.

Decandollii Tin Muricaleplis Tin

Insegnae Tin. Aelnensis Tin. Fasciculala Tin Panorrnilana Tin Busarnbarese T Alcxandri Tin. Ncbrodcnsis Tin Kynianni Tin. Siculuni Tin. Calcarae Tin. Schowii Tin. Mucronulala T.

Francipani Tin. Depranensis Tin Sieula Tin. . I'ghii Tin. .

Aclnense Tin. Sohinlinum Tin Drepanensis Tin Gracilis Tin. Parvifolia Tin. Pignioa Tin. Tcnuicula Tin. Excapa Tin. Sieula Tin. . Cupani Tin.

Flavescens Tin.

Gussoni Tin . . Messanense Tin. PanorniitanaTiu.

Parvula Tin.

Tin. Cat. Hor. Pan. anno 1827 png. 279 Guss. supp. pag. 37

el Fl. Sic. Svn. vol. 1 pag. 231^1. 1. Till. Cal. Hor. Van. 1827 pag. 279, el Guss. Fl. Sic. Syn. toL

3 add. et emend, n. 2. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. el emend, pag. 791 n. 9, Tin. Cal. Hor. Pan. 1827 p. 279 ciGuss. pr. 2 pag. 247 elFl,

Sic. Syn. vol. 2 pag. 174 n. 1. cxGuss.'FI. Sic. Svn. vol. 2 pag. 369 n. 19. Tin. Pug. 1 p. 18'Guss. Pr. Fl.Sic. 2 pag. 362 el Fl. Sic. SynJ

2 pag. 169 n. 18. inGuss^FLSicSyn. vol. 3 add. el emend, pag. 830, n. 3. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. et emend, pag. 876 n. 20. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. et emend, pag. 873 n. 1. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. et emen<l. pag. 873 n. 14. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. et emend, pag. 813 n. 3. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. el emend. |iag. 843 n. 8. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. et emend, pag. 843 n. 10, ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. et emend, pag. 783 n. 4J ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. el emend, pag. 730 n. 1 in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. el emend, pag. 889 n. 22. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. el emend, pag. 889 n. 12. Tin. Cal. Hor. R. Pan. an. 1828 pag. 280 et Fl. Sic. Syn. to!

1 pag. 329 n. 4.

ex Guss. supp. pag. 137 el Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 567 n. 3 in Guss. Fl. Sic. "Syn. vol. 3 add. et emend, pag. 878 n. 2 in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. et emend, pag. 813 n. 1 ex Guss. supp. pag. 162 el Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 403 n. 2

ibid. vol. 3 pag.' 814 n. 2 cum observaliouibus Tinei. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. et emend, pag. 826 n. 11 in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. cl emend, pag. 827 n. 13 in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. cl emend, pag. 803 n. 3. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. el emend, pag. 806 n. 14. in Guss. Fl. Sic. Syn. v(d. 3 add. et emend, pag. 806 n. 14. in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. cl emend, pag. 807 n. 14. ex Guss. Pr. supp.'pag. 90 el Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 372 n. ISi ex Guss. Fl. Sic. Syn". vol. I pag. 384 n. 3. j

in Guss. Fl. Sic. Syii. vol. 3 add. cl emend, pag. 811 n. 1. i Tin. Pua. Planl. sic. pag. 16 cl Savi bol. elr. 4 pag. 36 el Guss;

pr. 2"pa2;. 320 cl Fl.'sic. Syn. vol. 2 pag. 343 n. 33. Tin. Pug. pa;;. 13 el Dec. pr. 2 pai;. 260, et Fl. Sic. Syn. vol;

2 pag. 33i n. 14. " j in Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. cl emend, pag. 797 n. 6. > in Guss. Fl. Sic. 'Syn. vol. 3 add. el emcn<l. pag. 887 n. 2| ex Guss. Pr. supp. pa;;. 4 el Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag, 11 n. H

Berlolon Fl. Hal. 2 pag. 226 Parlal.'pl. Pan. 1 pag. 12. > Tin. Pug. PI. rar. sic. pag. 3 Guss. pr, 1. p. 236 el Fl. Sic Syn. vol. 1 pag. 237 n. 6.

XlIU

TIVOLA VI.

favola (Iclle variclii niiovc trovale in Sic

f.'H/'i;

iM\o vancla niiovc trovale in Sicilia dal Cavaliere Vinccnzo Tineo c rannortale'neirOnera bynopsis Florae Siculae Auclorc J. Gitssone—Neapoli 1842-18.45 in 8." vol. 3.

GEAEKE

Allium . .

Alsine . .

Arislolochia Asparagus . liromus

Cachrys . Carcx . . Ileliclirvsuni Ilicraciuiii . Misolis . . Orchis . . Orchis . . Orchis . . Orchis . . Orchis . . Ophris . .

Ophris . . Ophris . , Ophris . . Ornilhogaluni Pimpinella. Polamogcton

SPECIE

VAIIIETA'

Kebrodense Guss. I'rocumbcns Guss,

Longa Lin. . .

Aculifolius . .

I)isl:ichyuinLi>ik. II. licr.

Pungcns Dec. .

Leporina Lin. .

PanormilanumTin.

Biilhosuin Wilden.

Ilispida Schlecht.

Aclnensis Tin. .

liraiicif. rlii liiv.

Fasticulala Tin.

LaxiHura Lain. .

Liin^'icornu. Poir.

Apilcra Iluds. .

O.xyrhinchosTod.

Tmllirodinifera

Willd. Fusca Linck.

Chrisanlliuni Jan.

Giissonii Hcrlol.

I.MCoiis Lin. . .

Var. b Tin. . . . Var. b Tin. . . .

Var. h Tin. . . . Var. h.brevifoliusTin.

Var. c. pcnlastachyum Tin.

Var. b hliColia Tin. .

Var. b Tin, . . .

Var. aangnslifoliiiniT. Var. b laliloliuni Tin. Var. b Tin. . . .

Var. b albifiora Tin.

Var. a donsifjora Tin. Var. b laxillora Tin. Var. b Tin. . . .

Var. a oblusifolia . Var. b aciilil'Dlia . . Var. I) briMilulia Tin.

Var. b. Tin. . . .

Var. b Tin. . . .

Var. b Inloa ... Var. .■ ililldiinis Tin. ^ar. b c d Tin. . .

Var. b Tin. . . .

Var. b lalifoliuMi Tin.

Var. 1) lojocarpa Tin.

Var. psiloslocbyum Tin.

LUOGO DELL' OPERA c

SI.>OSOMIA CO' DIVERSI AlTOni

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. el

oniond. paj;. Sl->. Arcnaria Berlololli Tin. puir. paj. 10

in Cuss. Fl. Sic. Syn. \\j\. i%air

497 n. 1. ' "

c.\ Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. cl

emend, pag. .'J.'JS. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. el

emend, pag. 81,j. Bromus pentnslachyos Tin. pug. pag.

4 ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol.'l pag.

73 n. ,1. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. el

emend, pag. 80G. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 370

n. 3. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. el

emend, pag. 467. ex Guss. Fl. sic. Syn. vol. 2 pag. 403

n. I. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. et

emend, pag. 7!i n. 3. ex Guss. Fl. .^ic. Syn. vol. 3 add. et

emend, pag. 870. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. ct

emend, pag. 332. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. ct

emend, pag. 873 n. I. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. ct

emend, pag. 333. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol.3 add. et

emend, pag. 334. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 348

n. 8, cl vol. 3 add. cl emend, na;;.

.3.-;8. ' "

ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. ct

eiiii-nd. pag. 347. ex Guss. Fl.Sic. Syn. vol. 3 add. cl

emend, ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 2 pag. 331

n. 12. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. el

emend, pag. 812. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. el

emend, pap. 804. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 add. el

emend, pag. 7'JO.

XLIV

GENERE

23 24 25 26 27 28 29 30

SPECIE

Rumex . . .

Serfipias . .

Specularia. .

Stalice . . .

Thymus . .

Viola . . .

Viola . . .

Viola . . .

Hultifidus Lin. Cordigera Lin. Falcata Alf. Dec Dubia Andr. Communis Lin Arvensis Roih. Gracilis Siblh. Panula Tin.

VARIETA'

Var. b Tin. . . .

Var. b Tin. . . .

Var. b iiirla Tin. .

Var. b elala Tin.

Var. b subliilobaTin.

Var. rupestris Tin. .

Var. c c lulca Tin. .

Var. b aelncnsis Tin.

LUOGO DELL' OPERA

c

SlIVOPiOMU CO' DIVERSI AUTORI

ex Guss

emend ex Guss

n. 1. ex Guss.

emend ex Guss.

emend ex Guss.

emend ex Guss.

emend ex Guss.

emend ex Guss.

emend

Fl. Sic. Syn. . pas. 817. Fl. Sic. Syn.

Fl. Sic. Syn. . pag. 79o. Fl. Sic. Syn . pag. 800. Fl. Sic. Syn, . pag. 880. Fl. Sic. Syn . pas. 790. Fl. Sic. Syn . pag. 790. Fl. Sic. Syn, , pag. 790.

, vol. 3 add, et vol. 2 pag. 532 vol. 3 add. et . vol. 3 add. et , vol. 3 add. et . vol. 3 add. et . vol. 3 add. et , vol. 3 add, et

"' ! Ji. I. :

XLV

TAVOLl VII. " ~ -

Planlanim Rariorum Siciliae lllinm Cognilarum Anctore Yincentio Tineo Panormi ' ex Typuyraph. ph. Itdrravecchia in S," 184-6. > a

In qiioslo lavtro rAiitore presenla due generi nudvi per la scionza, varic specie nuovo , cd alirc specie

iiilcipssanii per la

Flora Siciliana non

comprcse nella Synopsis Florae Siculae Auctore J. (Jussonc.

SLVONOMIA DEI MODERM

o

GE.NERE

SPECIE

FAMIGLIA

e

ICOGO DEll' OPERA

1

Caramnnii-a .

Tin

Composilae Lin.

1

Ciiaiiianica .

Taraxacoides Tin.

2

Caytollia . .

Tin

Gramineae L.

2

Caslcllia . .

Turlierculala Tin.

3

Onhls . . .

MacroslacliyaTin.

Orcliidcao L.

4

Orchis . . .

Sicula Tin.

i)

'■■■■■■'■

it

Orcliis . . .

iValalis Tin.

))

f,

Oicliis . . .

Markusii Tin.

»

'

7

Orciiis . . .

Ennensis Tin.

»

an Orchis conica Guss. Fl. Sic.S>T). vol. 3 pag. 338.?

8

Orcliis . . .

Parlaloris Tin.

I)

9

I'liilanlliera .

Itilolia liirli. .

))

Orchis bifolia L. ?

10

I'lalanllicra .

Cliloranllia €usl.

))

n

Scra|iias .

Tudari Tin.

»

12

Opiiiys. . .

Sicula Tin. . .

»

an Ophrys lulea var. minor Guss. Fl. Sic. Syn. pag. jjO?

13

Cuscula . .

Tinci Inscnga .

Cusculeae.

\i

I'oa. . . .

Ovalis Tin. . .

Gramineae.

1 I'i

Vul[)ia . . .

Aclncnsis Tin.

II

10

^ iilpia . . .

Sicula Link. Var. 1) l.axa Tin.

1)

17

AgropjTuin .

Scirpcuni Prcsl. Var. 1* gracile Tin.

(I

IS

Rubus . . .

ParuirinilanusTin.

Dryadeae.

lit

ItllllllS . . .

Divcrsifiiliis Tin.

))

2((

(Icraniuni . .

.Minac Tin. . .

Gcranoideae.

21

I.iilus . . .

Versicolor Tin. .

Papilonaccae.

1

22

llcliclirysum .

Errirac Tin.

Goinposilae.

23

Carcx '. . .

Sicula Tin. . .

Cyperoidcac.

an Carex leporina L. var. b spica raraosa Tin. ex Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 3 pag. j70 n. 3?

24

Saiix . . .

Pclorilana Prcst.

Salicincac Rich.

an Salix villarsiana Wild. Guss. Fl. Sic. Syn. T. 3 pag. (-.2.3?

2.">

Callilriche. .

Slagnalis Scop..

CallilrichincaeLink

Tin. el Guss. Fl. Sic. Syn. vol. 1 pag. 8 Var. 6 n. 3 crassifolia Tin.

2t;

'•iillllriclie.

Inlornicdia Wild.

))

27

Veronica . .

Pscudo-arviMisisT.

niiinanlhcac Juss.

28

Veronica . .

AnagallisLin. Var.

II

an Veronica anagalLs var. b Vahl. cnum.

b Iticlianii Tin.

')

1. pag. 09?

29

Scirpus . .

Philippi Tin.

Cyperoideac Juss.

30

Scirpus . .

Triqueter L. . .

11

an Scirpus mucronalus Host G. Auslr. 3 p. 44 T. 00 ?

31

Daucus. . ,

Lopadusanus Tin.

rmlicllifcrae.

32

Allium . . .

Acslivum Tin. .

Liliaceac . . .

an Allium arvense Lin. var.? i

XLVI

SINOWOMIA DEI MODERNI

i

GENERE

SPECIE

FAMIGLIA

e

§

E

LUOGO dell' OPERA

33

Polentilla . .

Detommasii Ten. n. Neap. . .

Dryad cae.

34

Prunus. . .

Insitilia L. . .

Amygdalcae . .

an Prunus spinosa L. var. b macrocar-

,.i ' : ' :

■?Ji,,:u'.y't

pa Guss. Fl. Sic. Syn. V. 1 pag. 553 n. S el vol. 3 pag. 829?

3r;

Hclianthemum

Allioni Tin. . .

Cistineae.

I

3fi

Hclianlhenium

Siculum Tin.

))

37

Thlaspi . .

RolundifoliumTin.

Crucifcrae.

38

Anlliemis . .

Gcmmellari Tin.

Composilae.

39

Echinops . .

Spinosus Lin. .

1)

' : . ^ ■:<:,

Dalle premesse delucidazioni da noi falte ai ijeneri ed allc specie descritte del Cav. Vin cenzo Tineo bene si osscrva , die egli lia poilato due nuovi generi alia scienza , ventotto sped nuove, due novelle variela, e nove specie lia rinvenulo ia Sicilia da nessuno botanico fino ai d lui giorni raccollc e descritte.

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,lJ 1. :1 ..

XLVII

TAVOLA VIII.

Tavola comparaliva dcllc pianle siciliaiic (rovaJc dagli anlidii o dai modorni IJolanici

Una tavola comparaliva delle piaiitc siciliane trovale dagli anlichi e dai modorni bolanici k il i)iii utile lavoro the ai noslii giorni puo presentare lo stalo delle conosccnze filoloniche in Sicilia nci secoli XVII, XVIII, XIX. Lavoro oilreniodo nccessario i)er lo studio delta Filografia e Geografia liolanica ; (piiudi mi sono impcgnato esegtiirlo, e porgerlo come un elemento utilis- simo alia storia letteraiia bolanica dei nostri giorni, di cui fanno parte interessante i lavori del cavaliere V. Tineo. I La tavola comparativa da me elaliorata prescnta i risultati numerici delle specie , e delle

I Taricla (itolugidie siciliane figurate o descritle da Cupani, Bocconc, Bonanni, Castclli . Rafine- sque, I'rcsl, I'cria, liivona, Tineo, Gussone, Tornaliene , Todaro, Parlatore, liianca , Ileldrich.

Le piante di Cupani, Boccone, Bonanno, Castclli, Rafmes(|ue , sono stale con massiina di- ligciiza stuiliale dall' esimio bolanico Cav. Giovanni Gussone, il quale nella sua Florae Siciilae Synopsiti lia Irasporlalo i velusli nomi di quclli ne'moderni, riferendoli ai generi , alio specie cd alle varieta oggidi conosciute : come le pianle descritle dall'l'cria, dai Bafincsqtie, dai Bivona da Prcsl ha parimenle trasjiorlalo sotio unica forma di linguaggio, lalclie in quell' opera si Irova un gran materiale ovc iinler desumere il lavoro (ieila mia tavola comparaliva.

Sollo il nome di aiiliclii holanici intcndo quclli die non conohhero il linguaggio Linomio di gencre e specie, e quindi Boccone, Cupani, Bonanni, Castclli; col nome poi di modern! quanli allri holanici dcscrissero le nostre pianle con il jiresente linguaggio binomio generico, e spccilico. c quindi sono da collocarsi in (|uesto range Bafines(|ue, I'ciia, Presl, Gussone, Bivona, Tineo, TornalicMc, Tarlatorc!, Tddaro, Bianca, e gli allri de'noslri giorni.

Per la facil(! iiilclligciiza dc' nomi dali alle pianle dagli anlichi holanici, e delle specie, e delle variclii dc' nioderni ho adotiato i nomi de' Geneii ricevuli dai Gussone nell' opera della %- nopsis e non ho disprezzalo le cil're delle specie e delle varieta rapportate nell' opera mcdesima; lalche, lelto un genere nella tavola, e poi consultato queslo nell' opera cilata poira d' un colpo osservarsi cpiali sono le specie c varieta conosciute dagli anlichi. e Irovate da'inoderni, c quali conosciute dagli anlichi, e non trovale hn oggi da' moderni.

Dopo la piibhiicazione di (jucll' ojiera al !84a il Cav. Tineo, Tornabene, Parlatore, Bianca, Todaro, dii'doro alia Bolanica siciliana nuovi generi, niiove si)ccie , nuove varieta ; qnesle sco- |>crle, aunienlando la cil'ra di quelle conosciute nella Synopsis del Gussone , ho giudicato op- portune inserire le stesse novilii nella tavola, richiamando nolle Ossorvazioni apposle nella stessa le opcre di (piesli scriltori. Per la qual cosa giudlcai nocessario in quella tavola non porre i nomi di'llo Specie, e ilidle Variola, ma le sole cifre di queste , poloiido ben f.icilnionle i dotli nomi (11 specie e di variola consultarsi nell'opere del Gussone, od in quelle dogli allri bolanici die san'i per indicare.

Alcuni generi poi, e molle specie tanto dogli anlichi bolanici di Sicilia, quanto di parec- clii scriltiiri Ira i moderni come llafinosque, Presl, I'cria, non essendo stall Irovali da Tineo, Gussone, rornabene, ho aperta in (|uolla Tavola la categoria de" generi conosciuti, delle specie C delle variola ciinosciiile, o di (piolle nnn Irovate dagli anliihi . ma Irovate dai miulcrni. Per la qual idsa la Tavola comparatiMi proseulorii un (piadro rislrcllo dollo famiglie dollo Pianle Si- ciliane, lie' Cicnori conosciuti dagli .Vnlichi, e da' Modorni, le cilre delle Specie, e Variola co- nosciute da questi, c da quclli rimelteudomi, per i nomi di Specie, e Variola alle operc di Gus-

XLVIII '

sone, Tineo, Tornabenc, cd allri e questi disposli secondo il melodo naturale del celebre P. A, De-Cnndolle, con qtialclie inodifica nella disposizione dello I'amiyiie, e doi loro generi.

Se avessi alio cilrc agiiiuiilo i proprii iiomi delle specie, e varietii, il lavoro avreltbe preso la forma di Catalogo, e non di Tavola, ed invece del piccolo volume clie presenla avrebbe acqui- slalo una mole grandiosa ollre il mio scopo.

Eeco pci'taiilo le opere delle quali mi sono giovalo per la redazione della delta Tavola.

Opcrc (Icgli Aisliclii Itdfaiiici

/. Icones el dnscriiHlnnet^ ranorum planlarum SicilicB , Gallioi, lUeliloe , el IlaUae ; qua- rum iinuqiuuiue propriu cliaradere signala ab alHs ejnsdem chassis facile (UstiiiguiUtr. Au- clore Paulo Boccone e Tlieutro Sheldoniann 167i in-i.° fig. n. 108.

illui^eo di pianle rare della SiciUa, fllnlla, Corsica, llalia. Pieiuoute, e Germania di D. Paolo Uoccone, ed ul presenle D. SUiio Boccone Yenezid iOOl con fig. 131, ore sono figu- i-ate e descrille 31a pianle. Vedi Quadro Storico della Bolanica in Sicilia per Francesco Tor- nabene Catania ISil pag. 21.

2. Ilortm C(dhoUcHs sen Illustrissimi et Excellenlissimi Principis Catholica> Auclore Put. Fr. Francisco Cupani Tertii Ordinis S Francisci Neapoli apud Franciscum Benzi 1696 in 4-.° alia jiag. 238. Siipplemenium /:'"" Suj^jdimenhnn (dlcru)n Paiiornii 1697.

Panphijton Sicuiiini site liistoria nalnr(dis de aniiiKdibus , slirjtibus . fossilibus, quae in Sicilia rel in circuilu ejus inreniunlur opus poslmuni ad moduin Rev. Palris Francisci Cu- pani Terlii Ordinis S. Francisci S. T. M. el Bolanici inter priinos sui saeculi celebcrrimi.

linaginibus aeneis circiter septigenlis e vera traclis. el grafi.ce incisis. Sub auspiciis atn- plissimorum Catholicoi , el Ville-francae j^rincipum do re herboria oplime inter slculos me- rilornm. Pauornd ex Tijpographia Regia Anionii Epiro 17 13 in-i."

Ouesropera e una collezione di figure, rani, e preziosa. Vedi il mio Quadro storico della Botanica in Sicilia pag. 2C, 21 e seguenli.

3. Panphylon Siculum site historia naiuraUs planlarum Siciliw continens plantas om- nes in Sicilia sponte nascenles , et exolicas eamdem incolantes. . . . opus olim inchoalum ab adm. Rev. P. Francisco Cupani Terlii Ordinis S. Francisci S. T. M. ex oppido Myrti in Sicilia, botanosopho sui temporis celebcrrimo : nunc vero perfeclum omnibus numeris ab- solulum, el in lucem editnm summo studio el laboie Antonii Bonunni et Genasi panormita- ni. Ouesl' opera c una collezionc di figure rara, e preziosa. Si consuiti il mio Quadro Storico delta Botanica in Sicilia pag. 27.

■i. Petri Castelli Romani . . . Ilortus Messanensis. Messauae 10'tO in-i."

Catalogus Planlarum aeluearum— Petri Castelli. Nella 1" Cenluria di Tommaso Bartolino.

5. Panphijsis Sicula raccolla di figure delle piarite Siciliaiu^ eseguile dal signor C. S. Ra- finesque Sclialmatz. Vedi la cilata mia opera Quadro storico delta Botanica in Sicilia pag. 50 e scuenti.

""Specchio dello Science Giornale del 1814 dirello e compilalo dal deiio Aulorc. Vedi la mia

opera cit. loc. cil.

Opere dci Moderni BolJiiiici

6. Monografta dollo Ciporaceae e Graminaceae di Sicilia di C. R. Presl. Praga 1820 in 8." Deliciao Pragonses ad liistoriam naluralem sppclautcs C. B. Presl Prague 1S22 in-S.° Flora Sicula exibeus plantas vasculosas in Sicilia out sponte crescentes , aid frequmn-

lis.^ime cultas secundum sysloma naturale digestas Prague 1S26 in 8-° sumptibus A Bor- rosch.

Circa al merito di qiiesle opere si consuiti il mio lavoro citato Quadro Storico della Bo- tanica in Sicilia pag. 51 c 52.

1. Ilortus Regius Panormitanus acre vulgaris anno 1789 nociter extructus accurate

XLIX

P. Fr. Bernardino ab Ucrin S- Frandsci Roformalorum in R. Sludiorum Accademia plan- lannn domaxfilralorc. Pdiiovmi ti/pk rcgm 11 SO in-i."

Phtnldo (id Linufunum opu» nddciitldc . el secundum Linnei systema noviter descriptae. Opuscoli Siciliaiii Serit; 2. T. G, I'nioi'iiio 11!!.'! |):i|,'. 21,">.

6'. Siculannn jdaidannn centitria prhiid Pandrmi apiid Pliilippum Barravecchia ISOO m-4.°

Siciddrum Pldiildrnm cenliiria secinidd. Pdiioniii 1S07 in 4.°

Momxjvdjid dcllc Tolpidl l*;ilcrino ISO!) inf. con cin(|ue lavole.

Stirpium vdrinviim miiiiis(itic ciifinildniin in Sicilid spontc prorpnienliiim firgrriptiones no)iH((///.s icdiiilniii diictne Mdiiipiiliis priiinis Pdndrnii liJiiix rcyiis ISI3 con tnvdif in-4." JUaniiiulus secundns Pdnonni lypis Lnvrenlii Dnlo 1814- in-4.° con lavole Iflanipidns lertitu^ Panormi lypi^ Yiiiccidii Lijiomi ISIS in-'t." con liivolc :Udnipvliis quarlm Panoi-mi /,'//"•'' Luurenlii Ikdo 1SIG iii-4." con scllc livole.

Calalogrts hcvlidrii Antt)iiini niidnde-lleriiardi Punnrmi 1S39 roilallo per cura del Dr. l'ili|)|)0 I'arlntorc. Aldine spccii' niiove lro\at(' in dcllo criiaiiu vcnntTo pnlililicale ron cfalla dcsciizionp dal liglio Andrea, c Irovansi riporlalc dal Cav. (iiovanni (Inssone nclla stui FL Sic. Synopsis.

9. Cdtalogus pldiddvinn horli rcgii pdnorviilani ad unnvm 1821 Panormi ex n-gdli ly- pogrdphia in-8."

PIdnldriim rdriavinn Sirilidc viiuiif^ coyiiildriim jiugilhis privins I'liiiersae Bci lilloraridc SicHicn»i!^ UcgiacipiL' I'dUdrmUdiiac Sludiorum I niicrsil(dis iiiod('r(di)riliu» Vinccidiu» Tinco Pa- normi lyjiis rcgiis IS II in Ki."

Planlarum rariorum Siriliao minus coynildrum Auvtore Vinccnlio Tineo Panormi ex ly- pogruphia Ph. Barraiccrliia IS'ili fasc. W. in-4 °

10. Florae SicuUw Pradromus sire pldularum in Sicilid idteriori nascentium enumera- tio seru)iilum systetud Linneanum disposild Auriore Jounne Gussone .11. I), el Praefeclo Ilorli R. B<ddiiiii in IlitccddijaU-o :\eapnli ex H. lypograpliia IS21 vol. 2. in-S °

Sujijilemeuliim ad Fl. Sic. prailramum . qtiad el specimen Florae insularum Siciliae ul- leriori ddidceitlium Auclore .Joanne Oussone FasciciUus primns el secundtis 1831 1S3i- A'capoU ex Reyia lypographia in-8."

Florae Siculae Synopsis exibens planlns rasculosas in Siciliae iyisulisque adiacentibus hue tis.que deleclas secundum syslema Linneauum disposilas Auclore Joanne dnssone. Aeapoli ex lypis Tr<im(der vol. I. 18'i2 in 8." vol. 2. pars. !. iliid. ISilJ; vol. 2. pars. 2. ibid. 1844 in-8.° Vcdi il niio (hiadro Shiiico delia jlolaiiica in Sicilia paii. ol c seguenti.

11. Flora Panormitaud sire pldularum prope Pauormum spoute nasceidiirm euumer(dio vol. 1. fasc. 1. 2. Panormi 1839 ex. lypographia Pelri Pensaide in 8." Icones Florae Pa- normildude Fasc. 1 . in 4." Panormi ex lypis Francisci Lao 1839 infol.

riora Palorinilana ossia doscri/.ioni; delle jiianlo clie crcscono sponlance nclla vallc di Pa- lermo. Firenze 1845 (.or la sociclii lipoiiralica vid. I." in 8."

Si trova inscrila per Iirani ncl (iiornal(! Holanico Italiano Firenze 1845 in-8. ° anno I. Fa.sc. 1. 8. 9. 10. II. 12. anno 2." Fasc. 1. 2. 5. G. Firenze 1S47 ovo si Irovano (inora dcscriUe 216 specie in IG jjencri.

Planleae not'ie tel minus uolac opascnlis dicerris descriptae generibu.-i quibusdam spe- ciebus iioris adiectis ilerum recignilae Parisils Gide editore 1842 Fasc. 1 in-8."

Vcdi ii niio Onadro slorico della Itotanir.i in Sicilia pajr. 5!) e sei;ncnti. I iicncri c le S|)ecie delia Flora Palerniilana slaliilile dal Pr(d'. I'.irlalorc soiio slalc lalvolla da inc Ira^pnrlalc e riferile a (|uclle lid T.av. ('iio\aiini Ciussonc ludla //. >/r. Synopsis: loncndo cmito dcile cifre dellc nnove specie die dojio la puldilicazionc d(dla Synopsis evidyo il cliiarissinio I'rol. Parlalore.

12. lAchenoyraphia Sicula Auclore Francisco Tornabene in It. Sludiorum Fniiersitale Catanac Bolanices antecessore. (Udande ISIH in 4." con Unolc incise.

Saijiiii) di Cicojiralia Holanica per la Sicilia. .\'ai)oli 181.") in fol. Parlandosi della slazione niariltinia si accennano Ic pianlc lalassiidile del triplice marc; di Sicilia.

Sopra nn niK)\o alhero del gcnere Cellis Calania 1855 In-4." con lavola lilografica.

ATTI ACC. vol. XIII g

•. Soprale Specie di/ls/Ji/iY/j/i/ssponlnnec siiU'Elna.CiilanialSSfiin i.^con cinque tavolelilograficlie.

13. I»i laluiie nuove specie di piaule per Teodoro De-IIeldreicli Napoli 1843 e 1S41 in 8." lavori clic si iepgono negli Annaii deyii Aspiranii Naluralisli di Napoli aiini 1843 pag. 283 c 292, e 1S4T iii-4.'' con tavole.

14. Orchidoae Siaikie s/re eimmeruiio orchidearum in Sicilia Imcusqiie detectanim uiiclore Au(jU)sliii<t Todaio Vunovmi ISi'2 ex Empcdorh'd offmna in 8.° con lavole.

Itarioruin jilunlunnii miinniqne recic coijiiilarmn in Sicilia sponle nascentium Decas 1. Auctore Avy. Todoro Panormi ISM in-4."

15. Flora de'dinlorni d'Avola per Giuseppe liianca Calania da! 1839 al 185(J in-4.° dalla classe 1. sino alia ciasse 17. del sislema sessiiale di Linneo iiiserila per brani nepli AlU della Accadcmia Cioenia cioe V(d. XV. XIX. XX. 1. Seiie Vol. I. II. 111. VI. VIII. XIII. 2. Serie Vedi 11 niio Oiiadro Storico della Botaiiita in Sicilia paj;. (J > e se,ir.

.\uvae pUiuturum fi/K'c/cs miiivMiiia in Sicilia cogniliie prdjio lljihlam vulgo Avola sponte proicnieiitcs Auctore Jos. liianca Giornale del (laljinetto lellerario deirAccademia Gioenia Tom. 1. bimeslre 1. e 4. Tom. 8. bimeslre 1. e 4. Tom. 9. bimestre 4.

j\\)xa Trachelii species ex nalnrali campamilaceariim Familia. Joseph Bianca. Empedocle Giornale d'Ai;ricollura ed Economia I'ubblica per la Sicilia vol. 5 pa.n. 341 in 8.

10. Cakdogus planlarum in agro CaUikikieronensi coUectariim Aitcl. X. Gerbiiio el E. Ta- ranlo. Catanae ISiS in i-."

11. 'iwW Aerosticum t'«/«)ie«se Memoria del Prof. Ferdinando Cosenlini Catania 1826 inserita neyli Alii dell' Accadeniia Gioenia vol. 2. pag. 201 con tavola.

Won rapporliamo in questo prospello le opere bolaniclie di quel valenluoniini clie lianno de- scrillu una o piii specie note, perclie quesli lavori noii ci daiino cifre d'aiimenlo ncl lavoro sta- lislico die presenlianio.

Denoliamo col segno 0 la mancanza del gcnere.

Denoliamo col segno la presenza del genere.

Tavohi coiiiparaliva dellc pianle siciliaiic Irovalc dagli aiiliclii c dai moderiii Holanici

SEZIONE 1/ DICOTILI

1 i

GEIVERE

A." DELLE SPECIE

1\.° DELLE VARIETA'

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spent, proven. A. Todaro pag.

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AolliioiKMiia.

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Planlarum Rar.

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Vclla. . .

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Sic. auclorc V.

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Suirowia. .

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Tineo paj. 46.

43

Draha . .

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Farselia. .

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K." DELLE SPECIE

N.» DELLE VARIETA'

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TBOVATO

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Aubiclia. .

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AlYSSum. .

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Cainclina .

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Sisyiiibiiuin.

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Enica . .

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Sinapis . .

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17

GENERE

N."

DLLLE SPECIE

y." DELLE YARIETA'

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COMOSCIITO

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TROVATO

COSOSCICTO

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1

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Silcne . .

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Alsinc . .

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12

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83

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12

12

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1

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1

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12

11

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Lavalora . .

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83

94

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171

81

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143

99

2

OSSERYAZIOM

i.'i;

m;!

*r.uss. Syn. cit. el Planlarum liar. Sic. aucl. V. Ti- neo pag. 43, 44.

g*

LIV

GEAEUE

K." DELLE SPECIE

N.° DELLE VARIETA'

V

RON

NON

CONOSCIUTO

CONOSCIUTO

CONOSCIUTO

TltOVATO

TROVATO

a

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OSSERVAIIOXI

a

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JiUJI.

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Riporlo.

83

94

242

418

171

81

38

143

99

2

(97

Jlelopc . .

1

1

1

1

17

Hibiscus. .

1

1

1

1

Hypericum .

7

8

1

1

1

4

3

18

1 0,100

1 (

Androsemum

1

1

1

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19

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Acer. . .

3

4

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1

1

20

1

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Cardiosper- mum . .

0

1

1

u

i

21

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Vi

Vitis . . .

1

1

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Geranium *.

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15

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3

3

•Guss.Syn.cit. ct

5 °jl05

1

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Erodium

H

12

1

1

1

8

7

Plant. Rar. Sic. aucl. V. Tineo pag, 23.

2,1

Oxalis* . .

2

2

1

*Guss. Syn.cit. el

Flora d'Avola per

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Giuseppe Bianca:

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Alii dellAecade-

u

mia Gioenia \ol.

Oi

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107

Fagonia. .

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1

3,Scr.2pag.304

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108

Tribulus .

1

1

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105

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113

2

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1

I,V

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u

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iir:

1

GEiVEUE

K." DELLE SPECIE

W.° DELLE VAUIETA'

ossERyAZioyi

MJI.

SO.ME

COSOSCllTU

COfiOSCll'TO

KOI* TBOVATO

COMOSCILTO

KOJt TBOVATO

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Hi porta.

94

105

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113

2

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Dirlamniis . Hula. . .

1

1

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2

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1

1

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1

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Sl:i|iliyloa . Evoiiiimis .

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1

1

1

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Rhiiinniis .

3

3

1

1

'27

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Zyzyphus .

2

2

28

iiw,

Rliiis.

3

3

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3

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I'lslucia . .

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2

2

118 If.) 120

Sl>''irliiini . Siirolaiiiiius. AiliiKioarpiis

0 0

1

1

1 2

2

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121

Calvculoine.

2

3

1

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HiKiiiis . .

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127

Viiljicraiia .

1

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1

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I2S

l.ll|lllUIS.

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12it

(holms . .

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130

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I.allivrus. . I'isiiiii . .

13

1

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1

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132

Vicia.

17

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M

133

Erviiin . .

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1

134

13:;

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137

Cdiipoloria"'. (iiycyi'iii/a . Ccinmilla . (>riiillHi|iiis.

0

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9 2

1

o

4

•TodaroRariorum Plardarum De- cas 1.' pag. 14 n. 7. 1

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Ili|l|lll('l'l'|lis.

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3

1

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3

4

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1

1

-

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Hi'dvsaniin.

2

2

III

Oniilirxliis.

2

5

3

3

112

Aslrajiulus .

8

13

0

1

2

1

121

139

371

439

2j8

114

jO

1(SG

139

4

LVI

GENERE

N.° DELLE SPECIE

30

143 U5

li:; i4r.

147

148 149 130 ISl 1S2

133 134 13

130 137 13S 13!) KiO ICl 102 103 104 103

31

32

33

34

ICC

KOHE

liiporto Bisd'iiilii I'soriilea. Ulclilolus* Tiiliiliuin Loins'' . Trigonella MoiJicii£;o Anagyiis . Corcis . Ceriloniii.

Mospilus.

Pynis .

Rosa. .

Aiiiyiidalus

Pniniis*.

Riibus* .

Fra;;aria.

PolriUilla*

Goum .

A.uriiiionia

Arciuoniii

AkIiOiiiilla

Polorium

Punica

1G7 Cirooa . 108 Epilobium

109 Ccralophjl- [ lum . . ~{ 170 Myriopliylliim 171 C'aJlilridic'.

( 172 Poplis >} 173 Lyiium 174 Glaux.

COfiOSClDTO

121 139

COKOSCIKTO

IVOIV TROVATO

:=-SI_ £

N." DELLE VARIETA'

COJTOSCICTO

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148

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3

3

0

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1

1

170 300

439 1 2

9 47 24

4 42

11

13

12

1

3

13

1

9 2 2 1

074

258

1 0 K. 7 2

12 1

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114

1

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30

33li 133

180 1 1

13 3

11

SOIV TROVATO

233

130 1 1

13

11

OSSERrAZIOXI

174

*Guss. Syn. cit. el Flora tl'AvoIa di Giuseppe Rianca: Alii (Ifll'Accade- niia Giocnia T. XIII 2" Scr. pag. 308.

*Guss. Syn. et PI. Rar. Sic. V. Ti- neo pag. 27.

•Guss.Syn.ctPlanl. Rar. Sic. V. Ti- nco pag. 42.

[*PIanl. Raribr.Sic. [ I AiicloreV.Tinco I p. 24 el p. 41.

' Guss. Syn. cit. ct Planl. Rar. Sic. V. Tiiieo p. 40.

* Guss. Syn. Fl. ct Plant. Rar. Sic. Aucl. V. Tinco pag. 33.

LVII

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3G

I

5.: i

I7C 177

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37

38

33

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10

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18(') 187

188 18!»

190

191

192

193

19

19

190

197

198

GErtEUK

ROME

Riporto.

Myrlus . .

Ecboliuni liryonia . Cucuiuis.

Porlulac.i riliiiiis . Munliu .

Elalinc . .

Corri^iola . Ilciiiiariii . llli'i rl)ruiil. Locflingia . Polycnrpon. Spergula . Sclcraiillius.

Sediiin . . Sompervivum Crassula. . Tillaoa . . ISulliarda. . Colyleilon . Mosomhryan- tlieiiium. .

COIfOSCIDTd

148

170

«." DELLE SPECIE

COROSCIl'TO

ROR TROVATO

Opuntia.

Ribcs

1G9

1941 o39

SOO 674

i 1

734

331 1

133

>." DELLE VARIETA'

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CONOSCICTO

TROVATO

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243

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1 ^

GEKERE

N." DELLE SPECIE

N.» DELLE VARIETA'

OSSERYAZIOiSI

NUM.

NOME

CONOSCIUTO

CONOSCIUTO

KOJi TItOV.VTO

COKOSCIUTO

KON TROVATO

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dagli Anliehi

dai Moderni

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Riporto.

169

194

339

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373

141

61

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178

4

43

199

Saxifraga .

4

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1

2

2

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200 201

202 20:! 204 20:; 206 207 208 209 210

Eryngiiim . Echiiiopliora Saniciila Poliigiiia. . Ilydrocolylc. liiiploinuiii. Ridolfia . . Pinipiiiolla . Alliiiiiianllia. A 111 mi . . liuiiiuin. .

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2

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1

1

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Apium . .

1

1

214

Plycolis. .

1

1

21s

Scscli . .

3

2

1

1

1

216

Focniculiim.

2

0

217

Itrisnolia .

1

1

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218

(Inidium .

1

1

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219

Coiiiuiii . .

1

1

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220

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1

1

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221

Ocnanllie .

3

3

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222

Aclliusa. .

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1

1

1

223

C'uicniis. .

3

4

1

1

224

Daucus*. .

8

13

7

3

3

* Guss. Syn. cit.

223

Torilis . .

2

h

3

1

1

Plant. liar. Sic.

226

Anlhriscus .

1

1

1

1

V. Tineo p. 38.

227

Cliacropliyl- lum . .

^__

1

1

228

Biilbocasla-

II U 111 . .

0

_

1

1

229

Scandix. .

4

3

1

1

1

230

Coriandrum.

0

1

1

231

Bifora . .

1

1

232

Siiiyrnium .

3 3

233

Physospcr-

111 U 111 . .

^_

_

1 1

1

1

234

Magydaris .

1, 1

233

Prangos. .

1 1

1

1

230

Caclirys. .

.y 0

7

7

237

Krubcra. .

1; 1

203

233

617

817

401

146

67

271

198

4

IIX

u

GENERE

N."

DELLE SPECIE

IV.° DELLE VARIETA

1 1 -

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1 ^ -

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COKOSCIUTO COJfOSCIUTO '""'

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1

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1

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FiTiila^'c) . Itiinaiiiiia. . Polroscliruiii

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2

1 1

1

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Aiiiiclica. .

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1

1

1

241

Las('r|iiliiiiii.

_^

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1

1

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Tliapsia . .

1

1

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Elacusclinum

2

2

45

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Ilcdcra . .

2

2

1

1

1 1

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I

4G

I- 2.

Cornus . . Lorandius .

1 1

1 1

47

i;: Q , 23.'i

2 ( 1

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Viscuiii . .

F'liloria . . Slicrardia .

1

1 1

1

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12

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7

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1

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48

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1

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3

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Uiiliia . .

4

4

1

1

1

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10

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2

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3

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5,; 204

Valeriana .

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I

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Valorianclla.

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10

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1

Fedia . .

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1

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1

I

231

202

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431

lo2

72

290

218

4

LX

1

GENERE

K." DELLE SPECIE

lA." DELLE VARIETA'

IVIJI.

NOME

CONOSCIDTO

COJIOSCIUTO

RON TROVATO

COKOSCIUIO

IVOM TROVATO

OSSERVAZIOXI

to.«

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o

o

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Riporlo.

231

202

673 903

431

132

72

290

218

4

S

I 207

Dipsaeus .

2

3

2

51

208 209

Ccphalaria . Rnaulia . .

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2

2

2

4

2

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5

^ 270

Scal)iosa. .

9

11

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3

2

2

f 271 272

Gcropogon . Tiajiopogon.

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2

1

3

1 1

27.3

Urosponiiuin

2

274

Sfoiionera.

4

0

.>

2

273

Soiicliiis

8

8

')

3

3

270

Lacluoa. .

1

3

277

Pliociii.xopus

1

2

1

278

PraiMiaiillios.

0

3

3

27D

Glioiuli'illa .

1

1

280

Loonlinlon .

1

->

2

281

Kall)riissia .

0

1

1

282

Aspacgia .

1

4

3

2

28:?

Thrincia. .

1

1

II

284

Picris . .

1

1

28,-i

lli'liiiiiitliia .

2

3

1

28{;

Iliciaciiiin .

0

10

4

3

2

2

287

Aiuiiyala .

1

5

4

1

288

Cropj,s . .

8

19

11

11

5

3

2S0

Tol|.is . .

2

4

2

r<

200

Hyoseris .

2

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Scriola . .

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294

llvpocliacris.

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2

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1

1

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Riianailiolus

2

2

297

Calananclio.

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2

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1

298 299 300

301 302 303 304

Cicliorium . Caranianica* Konlrophyl- luin . . Cardiiiiccllus Carlina . . Alraclyiis . Cynara . .

0

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*PlanlarnmRnrio- niinSiciliac mi- nus cognilarum Auclorc V. Ti- noo. Panornii 1846 in-8'^ p. 3 Fasc. 1.

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Onopordon.

2

2

300

Silybuin. .

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1

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307

Carduus. .

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Car(bjpaluni .

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309

Ciiicus . .

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Louzca . .

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Jurinca . .

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LXI

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Didlis . .

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Tanaccliini .

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Cineraria .

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Ddripiiiciim .

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I'vrclhriirii .

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Clirysaiiliir-

nmin . .

338

Ecliin(>|)s' .

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Malricaiia .

310

Anarvclus .

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Acliillca. .

312

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313

C()n>7a . .

311

Ki'iijcTon .

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I'uiii'ara. .

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Inula . .

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Cciitaiirca .

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310

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N.° DELLE SPECIE

conosciuio

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N." DELLE VARIETA'

COHOSCIUTO

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231

4

OSSEBViZIO.Ti

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33Ci 2o9

Guss. SjTi. el Plant. Rar. Sic And. V. Tiiico pair. 27.

Guss. Syn. cl I'lanl. Riir. Sic. Aurt. V. Tiiico pag. 47.

Won cretlo con- vcnii'nlc anno- voraro il Itd- iium hdlidioi- (li-s iui..»<luss. Syn. V. 3. pag. 891.

Aniuili (li Atjri- collum pfr la Sicilid anno 3." scr. 2." p. 315 e scg.

•Guss. Syn. cit. el conf. I'lanl. liar, in Sic. prove- nionliuni Aug. Todaro pag. IG

1 Decas 1.

•Guss. Syn. cit. el Plant. Uar. Sir. V. Tinco p. 48.

?iova Tracliclii species ex natu- rali Cani|)anula- eearuni faniilia .Insepti Fiiaiica. EnipeiloiU'Oior- nale il' Agricol- lura per la Sici- lia Palermo 18:iG vol. 3 pag, 241. i

LXII

GEKERE

K." DELLE SPECIE

H." DELLE VARIETA'

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CONOSCItlTO

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Erica . . Arbutus. . Pirola . .

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1

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Primula. . Cyclamen . Coris . . Anilrosacc . Lysimacliia . Samolus. . Anagallis .

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1 1 2

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.cil. J. et ani. nus . V.

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LXIII

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413

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Prunella. .

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.Melillis . .

1

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1

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423

.Miilueella .

1

2

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424

I'rasium. .

1

2

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Lyco|)us. .

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42C

Itdsinarinus.

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1

1

2

2

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427

Sal\ia . .

9

10

1

3

cutae Si/nnpsis

428

Zizypliora* .

0

1

1

to/. 2. pars /.* pa?. 98 lin. 33 an Thymus nili- dus Guss?

371

423

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5

II

LXIV

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435

Euphrasia .

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437

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Scrupliuhiria

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Cclsia . .

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443

Veronica* .

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" Guss. Sjn. cit. et Plant, liar. Sic.

444

A'erbascum .

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V. Tincopai'. 34

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Polygonum.

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Alriplcx. .

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Chcnopodiura

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13

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2

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432

Salsohi . .

3

4

1

i

1

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453

Salicornia .

1

2 1143

0

4

119

2 473

2 330

5

1

i 1

394

448

1C78

716

271

LXV

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GENERE

HOME

72

Riporto.

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74

75

43C

437

438 439

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78

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462

463

Kupliiirbia .

461

Mcrciiiiiilis.

463

Aniliaciic .

4f'>(;

Iticiiius . .

467

Crolon . .

468

Larix . .

46!)

Qucrcus. .

470

Oasianca .

471

Faj-'iis . .

472

Corvliis . .

47:i

C.ar|iinus .

474

Oslrya . .

COJCOSCIUTO

394

Phytolacca .

Laurus

Osyris . . Tliesium . 0

Daphne . Passerina

Aristolochia

448

W." DELLE SPECIE

>." DELLE VARIETA'

CO.TOSCIUTO

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TROVATO

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CO>OSCIUTO

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NO!* TROVATO

330

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273 123

14

499

OSSEBVAZ/O.TI

10

368

LXVI

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N." DELLE SPECIE

iV.*' DELLE VARIETA'

KOK

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COXOSCIUTO

TROVATO

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1199

1762

743

275

123

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368

5

473

Pinus . .

1

4

3

i 476

Abies . .

1

1

80

1 ^] 477 N 478 S i 479

Cuprcssus . Taxus . . Ephedra .

0 0 0

1 1 3

1 1

3

480

Juniperus .

^^

4

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1

81

1^ 481

Platanus .

1

1

82

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Belula . . Alnus .

0

1

1 1

1

* Sopra un nuovo albero indigeno

S /

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dell'Elnauelge-

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ncre Callit. Me-

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inoria del Prof.

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Ccllis* . .

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Francesco Tor-

nabcne Cns. Atli

1

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S= 480

Gioenia \ol. XI

84

Salix* . . Populus. .

4 3

.1 3

1

scrie scconda. Guss. Syn. cit. el Plant, rar.

"' 1

Sic. Aucl.Y.Ti-

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neo pag. 31.

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Ulmus . .

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Ficus . .

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Caprificus .

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Ilumulus .

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LXVII

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n." DELLE SPECIE

N.° DELLE VARIETA'

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COSOSCIITO

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1

SEZIONE 2. MONOCOTILI

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GENERE

«.»

DELLE SPECIE

i\.° DELLE VARIETA'

COMOSCIUTO

COHOSCIUTO

NON

COKOSCIIITO

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Alisiua . .

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liuppia . .

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Phucagroslis ZoslcMa . . Caulinia. .

INajus . .

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1

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Orchis*. .

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30

14

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10

* Guss. Syn. cil.

Tinea . .

1

et Plantar. Rar.

14

Gymnadcnia

0

...

1

1

Siciliac minus

13

Hiiljcnaria .

.—

1

1

cognitarnm Aucl.

10

Hiinanlhoylos- suni. . .

_

_

1

1

V. Tineo pag. 7 10. 29.

17

Accras . .

—"

1

1

a

18

Ophrys . .

10

13

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2

1

14

13

4

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I'J

Serapias* .

2

3

3

3

3

' Gus. Syn. cit. et

3

20

Liniudorum .

1

1

Planlar.Rar. Si-

21

Cephaianliiera

3

0

2

cil.V. Tineo op.

Epipaclis .

2

2

cit. pag. 12.

23

Lisleia . .

1

1

24

Weollia . .

1

1

2o

Spiiaiitlics .

1

1

20

Plalanthera*

0

2

2

* Planlar.Rar. Sic.

minus cognit.

5

27

Canna . .

0

1

1

Aucl. V. Tmeo

pag. 11. 12.

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28

Crocus . .

4

4

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1

1

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2>J

Romuica .

1

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30

Gladiolus .

1

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31

Iris . . .

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2

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Lcucojuiii .

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1

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33

Galiinllius .

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34

{Narcissus .

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3

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Aeavc . .

1

1

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30

Pancraliuni.

1

1

1

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37

Slcrnebcrgia

1

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1

31

36

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14

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30

30

LXIX

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GENERE

a." DELLE SPECIE

>." DELLE VARIETA'i

COHOSCHJTO

COitOSClUTO

BOJf

COffOSCICTO

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Tiiinus . .

1

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1

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Convallaria.

1

3

2

*Sopra Ic specie di

a

40

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3

5

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3

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9

2 -J

1 .tl

Siiiilax .

2

3

1

1

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) "

Kiisciis .

1

1

nicm. del Prol.

P.

' 'a

Paris

0

1

1

Franccsro Tur-

Noclaroscor-

nabenc. Alii del- i'Accad. ("lioonia

(lillMl . .

1

1

vol.XH.Ser.2.^

4:.

Allium" .

15

32

17

6

9

6

4

"C.uss.Syn. cil.et

I -ic.

Liliiini .

_^

1

9

1

Planl. rar. Sic.

u

1 ''''

1 -IS

Tulipa . .

1

1

V.Tineo p. 39.

10

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Ti-ililiaiia .

0

1

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Oi'iiilliognluni Scilla ". . Ilyaiitillius.

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Muscaii. .

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Aloe . . .

1

1

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1

Aspliodclus.

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53

1

Colchicum .

2

5

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1

1

1

1

12

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Jiinnis . . Luzula . .

7 1

21 4

14 3

1

1

13

1

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Chaincrops.

2

2

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Typlia . . .Spar^'anium.

Colocasia. .

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1

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1

13

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02 f 64

Ambrosinia. .Vrisarurii. .

1 1

3

1

2

1

1

Arum. . .

37

02

4

4

1

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154

173

127

31

13

53

42

0

1

LXX

GEAERE

K." DELLE SPECIE

N." DELLE VARIETA'

1

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COJiOSCIIJTO

COJiOSCIOTO

TROVATO

COKOSCICTO

TROVATO

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1

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62

134

273

127

31

13

33

42

0

* Guss. Syn. cit. c Giornale liol.

•<

llaliano Toin.2.

\

Fasc. 3, 4 pat;.

16

Co

Cynomorium

_

1

1

132. Fl. Paler- inilaiiadol Prof.

o c

as

f

F. Parlalorc.

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ca

1

*'Guss. Syii.Fi. ct Plain. Har. Sic.

\

V. Tinco p. .30.

F ^

{ cc

Cytinus . .

1

1

*** Guss. Syn. cil.

1 1'

elPlanl.liar Sic.

\

1

V.Tin, p. 30 37

f.7

Cyporus* .

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18

13

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1

4

3

cl Hai'.Pl.in Si-

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Ciuox**. .

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13

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3

cilia spiinlcpro-

18

3 c^

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.Scirpus*** . Scliociius .

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13

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6 1

\cniciUiuiii Dc- cas 1. Aucl. A.

cl

>*

71

Chulium. .

1

1

Toilaro pag. 13.

u

f 72 73

Isolppsis**** Lyjjcum. .

0

1

1 1

1

**** Giornale Ifo- lanico llaliano Flora Palcniii-

7.4

Ac^ylops .

1

3

2

lana del Profcs-

7,-;

.^:ir(lus . .

1

1

soro F. Parlalo-

iC

I'sillllllS.

1

1

rc T. 2 Fasc.

77

I'.ollioclla .

._

2

4

2

1

1

3, 4 pag. 140.

7S

LoUiiin .

2

6

4

2

5

3

Ic allrc" specie

7;i

riiiiiiliiiia .

I

1

sollo il Gcnerc

80

Klyimis .

1

2

1

Sciipus.

81

Iliii'ilcuiii .

4

3

1

* Guss. Syn. cil.

[

82

TriliiMiiii

3

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C

1

C

C

cl Plant, liar.

1 83

Cnslcllia* .

0

1

1

Sic. V, Tinco

b3

84

Sccalc . .

0

1

1

pag. 17, 18.

8.)

Calapodiiiin.

1

2

1

•*Planl. Har. Sic.

19

' 80

ISiacliypo-

auct. V. Tineo

i ^

(Jiiiiii . .

2

3

3

8

8

png. 22, 23 et

U

! 87

I>I'()IIIUS .

4

17

13

1

0

0

Flora Palcrniila-

1 88

Fcsliica. .

4

14

10

4

4

na did Prof. Fr.

; 8!)

Vulpia'* . .

0

4

4

Parlalori'. Gior-

1

! 00

Aj;i(ipyruiii''**

0

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I

1

nale ISol. llalia-

j

; 01

bacli'lis . .

2

3

1

1

1

no T. 1 Fasc. 11

1

: 02

Sclcnicliliia.

1

4

3

3

3

12.pag.342., 349

o.-i

IMplai'iie

0

1

1

ct Guss. Syn.

n

Splicnopus.

1

]

vol. 3. p. 890.

o:i

Pua'*** . .

3

M

8

1

2

2

"•Planl.liar. Sic.

OC

Glyccria. .

1 7

fi

V. Tineo p. 23.

07

I'jiiHi'ostis .

1 4

3

1

3

3

**** Guss. Syn. cil.

08

liiiza . .

2 3

1

1

et Plant" Rar.

100

Ecliinaria .

0

j 1

1

Sic. V. Tinco pag. 21.

i

83

97

214

444

238

39

17

110

93

0

LXXI

GE«i;iti!;

COHOSCHJTO

A." DKLLE SPECIE

COKOSCIIITO

19 5 S

liiporto.

Scslrria. Ctysiiiiis ('.Viiiisiiiiis . Diiclylodo- niiiin . . C^iiiidoii. .

I'iMliclllll

Kcljinochld,-) Srl.iiia . . I'l'iinisrluni. I.a|p|>;i_n(). . I'liiilari-;. (lliiypsis. .

I'IjIi'IIIII . .

Aliipocunis. I'lilypoiioM . Liii;iinis. Aiislida . . Sli|ia . . Miliiiiii . . (iiisliidiiiiii . A.Liiiislis . . Aiiiiiiopliilii. Aiiindi) . Mrlica* . . Ki)i'k'riii. . Aha . . . Avi'iia . . ArilliDxan-

lliiirn . AnlKMiaiillie-

I'liiii . . Hiilclius. Sor^'um . Sa<rlianiin . Andi'ii|)(>i:cin. Hell lupcigon

Tolale

83

97

0

IL'i

131

TROVATO

o |~ _^

N.° DELLE VARIETA'

COKOSCIDTO

214 iU

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2

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17

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110

1 1

30

19

93

OSSEHVAZIOXI

127 110

Flurad'Avolaper Giuseppe liiaiiea Alii dell' Act-ad. GiuciiiaToin.XX pag. 2<jl.

Guss. Syn. vol. id.vol.3p.88C. Flora Palermi- laiia ill Fil.l'ar- lalDio Giur.Bol. Ital. pag. 198.

SEZIONE 3. ACOTILI VASCOLARI

-1

o

2 -

21

GENE RE

NOME

COSOSCIBTO

IN." DELLE SPECIE

N.° DELLE VAIUETA'

Equisetum

2

Lycopodiuni.

3

Ophioglos-

sum . .

4

Bolryoliium.

S

OsniLiiula .

6

Cyinnogiam-

mc . .

7

Grammilis .

8

Kollioclaonn.

9

Polvpodiiini.

10

Scolopi'ii-

drium .

11

PIcris . .

12

Bleeiiuni .

13

Woodwaidia.

14

Adianlum .

15

Chcilanlhcs.

IG

Asplcnium .

17

AlliYi'iuni .

18

Gyslopteiis.

19

Aspidiuiii .

20

Slrutioplcris.

Marsilea

Tolale

18

CONOSCIIITO

21

NOK TROVATO

JB »= . 5

26

1 1 1 1

2 3 1 1 1 1

10 1 1 4 1

41

13

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COIVOSCIUTO

TROVATO

,

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OSSERYAZIOm

SEZIONE

4.

ACOTILI CELLULAR

GENERE

N." DELLE SPECIE

N.° DELLE VARIETA'

1 3

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HON

COfiOSClUTO

CONOSCll'TO

COflOSCHJTO

TROVATO

TROVATO

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3

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2

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0

2

2

gralia Bolaiiica

i

Spinilia. .

0

1

1

per la .Sitilia dol

4

Pi'YSSoiclia.

0

1

1

Pad.D. France-

(>

Woniisckiol- ilia . . AcanllioplKira

0 0

1 1

1 1

sco Tornabene Bcnpd. Cas. «a- poli 1840 in fo-

7

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10

11

12

UictiiiiK'iiia. l'liyllc)|i|joia. (iiali'liiupia. Jliilra . . Clirysirnenia. Cmallina .

0 0

0 0 0 0

^^

1 1 2

1 1 1

1 1 2 T

glio pag. 17 e scg. .ilghe. Li- chcnograpliiaSi- cula aucl. Fran- cisco Tornabe- ne Bcned. Casi-

a

U

Wrangeiia .

0

1

1

nensi in Regia

1

a

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Jaiiia . .

0

1

1

Sludiorum I'ni-

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13

Dii,'i'nea. .

0

1

1

versitate Bulani-

10 17 18 19 20

il 23 24

2(;

28

Giarilaria . Ciiuailitia . Cippllon Klioilymenia ricliilium . Il.vpnea . .

SpililTOCOCCUS

Polysiphonia Dasya . . Liagora . . Alsidiiim Pliuliiiiiium. Itylipliica .

0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

4 2 2

1 1 1 1 2 1 2

1 1

1

4 2 2 1 1 1 1 2

1

2

1 1 1

cesAnlecessore. Calinac 1849 in

4."

^

1 29

Cyslosira .

0

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4

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30 f 31

^ 32 33

Spliacclaria. Sargassuiii .

Flahcllaria . Biyopsis. .

0 0

0 0

1

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1 2

1

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34 35

Ciidiiiiii. . Olivia . .

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Halinicdca .

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Diilyola. .

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i:iioida . . Encoclium . Ilalyscris .

Cladophora. llva . . .

0 0 0

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43

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LXXIV

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GENERE

N.o DELLE SPECIE

«.° DELLE VARIETA'

1

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CONOSCIUTO

CONOSCIUTO

COSOSCIUTO

1

TBOVATO

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L'mbilicaria*

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cisco Tornabeiic

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Bencd.Cas.Cat.

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1849 in-4.°

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Endocarpon

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Collema. .

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Lecidea. .

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Gussonea .

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31

Gasparrinia.

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Parmelia. .

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Slicla . . Pelligera .

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Celraria. . Roccella .

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Ramalina .

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Evcrnia . .

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Tenorea. .

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Usnea . .

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GENERI

SPECIE

VARIETA'

COWOSCIUTI

CONOSCIUTE

KON TROVATE

CONOSCIBTE

so

TROVATE

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131

21

62

1252

272

26

82

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1.^

2." 3."

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DICOTILI

MO.>OCOTILI

\C0T1LI VASCOLARl . . . ACOTILI CELLULARI . . .

91

19

4

14

496

134

21

62

430 115

18 7

1834

373

41

130

784

310

13

47

278

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6

0

130 19

1

521

127

2

30

384

110 2

29

3 0 0 0

128

713

370

704 1632

2398

1136

334

150

679

523

5

^. B. 11 prespiite lavoro slalislico non era csaltamento redallo quando fu scrilto I'Elogio, quindi ' si trova qualche dillereiua in alcune cifre rapporlate alle pagiiie 18. 19.

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asjsaai^

Relazioiii' dci Trnviiiili Scioiitilici cseguili noli' anno .\.\X1I ilcll' Aicaik'niia (iinonia di Scienze Aatnruli in Cutuniu siritla dal Sogrclario Generale della medesinia Francesco Tornabenc Casincsc ......)) \

Mcmoria siil Toiicnd Kiralico del A'ord di Europa del Socio

Carlo (ioninicllaid ■.....» 33

Ossena/.ioni su I Epidi'mica Vajolosa e su I'importanza delia ri\a('(iiiazione considevala come il loro ]iiu sicuro mezzo Ijidliiattico per il Socio corrispondenle Giuseppe Ardinia (i'J

Sulla ulilila di una riforma nella INotomia descrittiva della .\o-

nifnclatura dei lig.inicnli ]ier Salvatore .Mcolosi Tirrizzi » il!)

ContiniiazidMi' della Flora dei dinlorni d'Avola del Socio corri- spoiuleiile (iiiisepjir liiaiiea: Memoria X." die contiene la deserizione delle piunle eonipiese nolla classe Diadelphia ;) 151

Sill Mluvio prove (ieologiclie del (»iof. Carlo Gemnicllaro » 253

Ricerelie sui Pesci Fosi^ili della Sicilia per Gaetano Giorgio Gem- nicllaro ........ 27!(

Elogio Accadcinico del Cav. Vincenzo Tineo per Francesco 'I'or-

nabene Casincse ...... n I

I

KRhOKl COnUEZlOM

Pa". 128. lin. 2 ossidco .... assoiJeo

T) » lin. 3 ossoideo .... assoideo

1) 3 lin. 2G ossoideo. . . . assoideo

)) )) lin. 27 ossoidlano . . . assoideano

» » lin. 28 ossideo .... assoideo

ji 129. lin. lo ossoideo . . . assoideo

» lin. 16 ossoideo . . . assoideo

» 131. lin. 11 coslo-vcrlebralc . coslo-lrasvorsali'

11 145. lin. 20 osso grandc . osso uiicinnl«

.1, .. .' )■

I 1

,<.; I

\

>

^^^a

DELL' AGGADEMIA 6I0ENIA

DI SCiENZE NATURAL!

SERIE SECONDA TOMO XiV.

CATANIA

TIPOGUAFIA DELL'ACCADEMIA GIOENIA

DI C. GALATOLl

Slrada Quallro Cantoni n." 37.

1859

/.•;,'.■■- ". I '

GARIGHE ACGADEiviiCHE

l»EH L'WVO \X\1II nv lU.Ui) 18j() A (IIIGYO 1837

1. I'riino Direltore-D. Angelo Panebianco Inlendentc della Provincia

2. Sccondo Dirctlore - Prof. Carlo Gemniellaro

3. Segretario Generale - Prof. Pad. D. Francesco Tornabene Priore

Casincse

4. Segretario di Scienze IVaturali - Prof. Euplio Reina

.1. Segretario di Scienze Fisiclie~- Prof. Ignazio Landolina 6. Cassicrc-Dr. Gaclano De-Gaclani

1. Dircltore dollc slampc-Pad. D. Giovanni Cafici Casinese 8. Dircltore del Gabinello - Prof. Andrea Aradas.

rfiErnBRi del comitato

1. Prof. Carlo Gagliani

2. Dr. Darli)l(tnR'o Hapisardi

3. Prof. .Michelangelo Bonaccorsi

4. Prof. Giuseppe Zurria ."i. Prof. Andrea Aradas

6. Prof. Mario Di-Stcfaui Caruso.

.i.'l T, /

CATALOGO

DEI SOCII E1.ETTI DA GE^.^ARO 1856 AD APRU.E 1837.

s

GRADO

4

DATA

>03I1 E COCNOMI

PATRIA

ACCADE3I1C0

a

DELIA ELEZIOB

Scduta Estraor.

1

Mariano Grass! . . .

Aci Rcale

Onorario

2G2

dcl6Aprile 1837

2

Diego Orlando Calalano

Palermo

))

263

11

3

Giovanni Zigarelli . .

Avellino

))

264

11

4

Giuseppe Zigarelli . .

1)

u

263

1)

5

Principe Guglielmo Er- nesto Duca di Beve-

lacqua

Tenezia

11

266

ii

6

Pad. Evancelisla da S.

Marco cappuccino .

S. Marco

))

267

)i

7

Cav. Orlando Turchelli

Fuccio

»

268

;i

8

Comni. Giacomo Caslel-

nuovo

Tunisi

»

269

11

0

Gaelano Margani . .

IS'isccmi

II

270

11

10

Ignazio De-Paola . .

Catania

11

271

11

11

Cardinalc AnloncUi Sc- grelario di slato pres-

so S. Sanlita . . .

Roma

)i

272

II

12

Cav. Filippo Majorana.

Militello

II

273

11

13

Francesco SlalcUa Mar-

chese di Spaccaforno

Palermo

II

274

11

14

Pad. Francesco De-Bla-

si

Alcamo

II

273

:i

i:;

Vincenzo Pcrcolla . .

Catania

II

276

1)

ic

P. D. Bernardo Gaetani

Casinese . . . .

Napoli

»

277

;i

n

Sac. MelchiorreGaleolti

S. Filippo di Agira

II

278

11

18

Vincenzo Scarcella. .

Messina

Corrisponden.

627

;i

19

Francesco diPaolaBcr-

] tucci '...,.

Catania

11

628

.)

20|Domenico Greco e Groco

Milazzo

11

629

»

2l|Cav. Giovanni Fraccia.

Palermo

11

630

.1

22

Michclc Pandollini . .

»

11

631

;i

23

Toinmaso Lcvante . .

Lorino

11

632

'1

C^J

GRADO

bATA

o

SOMI E COGXO.MI

PATRIA

is

ACCADEMICO

a

DEllA ELEZIOXE

Seduta Estraor.

24

Gaetano Tenore. . .

Napoli

Corrisponden.

633

del6Aprilel857

2j

Carlo dc-Cesare. . .

Napoli

])

634

B

26

Domenico Tarsitaiii. .

»

1)

C3j

)l

27

Pad. Giuseppe Romano

"

D. C. D. G. . . .

Palermo

))

636

)) -

28

Prof. Giov. BalUsta Bar-

- -^

resi

Palermo

))

637

»

29

Pietro Sanguinetti . .

Roma

»

638

" •', ;'■

30

Prof. Giuseppe Insenga.

Palermo

>i

639

)) ' ■'

31

Prof. Giovanni Misco .

))

»

640

» ■■"

32

Sac. Antonino Penua .

Messina

)i

643

))

33

Santoro Mirone . . .

Viagran-

de

Collaboratore

177

))

34

SalvatoreTomasclli. .

>i"icolosi

»

178

»

33

Yinccnzo D'Angelo. .

Messina

»

179

a

3G

Sanlo Rapisardi. . .

Catania

))

180

))

37

Ignazio Nicolosi. . .

Lingua-

glossa

))

181

)l ; -■:

RELAZIOi^E

TRAVAGLI SCIENTIFICI

ESEGUra NELL' ANNO XXXHi

DELL'ACCADEMIA GlOEiVIA

DI eOIBHZB HiTUBlLI rg OlTAHIt

scrilla

DAI. SEGBETA&IO GEirCltAl,C DELLA UEDESIMA

Francesco Toriiabcnc

CASlJfBSE

Prof«»re alia R. Unirer«ila, Direllore del R. Opto Botanico ia Catanui, Socio di Tarie Accademie Nazionali ed Esterc.

lEIIA

MLU lORSATA ORDIHARU DEL 7 MAGGIO 1857.

ATTI *CC. vol. XIV

n:

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r'^C^:^^^:(^'^^D(^'^QD@^

\3k la moltiplicita de' bisogni e il necessario elcmenlo percho la civilla sociale si accresca, io veggo iiel cerchio JogT istinli iiatiirali dell' iionio , c ncUa capacita di cui godc a soddisfarli, I'inipegiio iiinato d'incivilire se stesso. Iniinaginiamo per un islanlc, clie qucsl' osscre nc sia privo 0 scarsameiile ioniild, la civilla dissolverebhcsi di Icggieri, presto sarehhc ogni ollicio sociale compiulo; ma Tuonio sonle i! hisogno di coltivare se stesso jter divenlare miglio- re, seiilc lisliiito iU o|)erare sii gii esscri clie lo circonda- no per trasformarli , svolgervi nuovi lesori, e presentarvi novelle I'ornie (ratio dalla svariata iinmensila degii stessi. Or di (picsii liis(tgiii aliri si rifciiscoiio alia materia che ci circoiida , allri si rapporlano all' iiomo stesso in armoniosa sociota costituito. Fu infalli per 1' opera del priini, clie veiiiiero trallc dal scno arcano dclla natura le leggi degli aslii, le varie s|)ecie dclle pianle e degli ani- mali, de" iiic'lalli , dellc terre che coinpongono il nostro globo ; c fortunate indagini si siiccessero sulla struttnra del corpo nmano, sulla composizione dell' aria e dellac- qua, della luce, del calorico, e delleleltrico. E dal co-

_4

slanle esercizio di si cospicuc riccrche nacquero 1' indu- stria, i meslieri, le varic scienze, il bcllo dcU'artc, la conlcniplazione filosofica d' iin gran principio chc regge e govcrna 1' universe).

.Ma la civilla non si fonda sidle semplici relazioni deir uonio colla nialeria, sonvi bcnanco de'vincoli die le- gano uonio ad uonio, faniiglia a faniiglia, rcgni a regni: ed anclie lali leganii si niultipiicano per cultura di senti- menti niorali, e per quel vinculo die si richiede ncH' a- dempimento delle varie opere della socicta, e dc' rispeltivi doveri imposli a' vari nicmhri d' un corpo, die dalla con- corrcnza ordinata delle singole operazioni riceve anima e vita. Signori, ripelianiolo in una sola parola, la sociela consiste nel complesso di quelle relazioni die legano ruomo alia malcria, e ruomo con 1' uonio: complesso di operazioni intelleUive e niorali, complesso solo perfeziona- bile dagli si'orzi progressivi deirinlelligenza e del cuore. Se niancasse alcuna di queste condizioni la sociela non conseguirehhe il suo fine, e sarebbe imperfetta. Chc di- rebbesi infalli di quella sociela, ove coltivandosi 1' intel- ligenza nelle cose aslralle, non si desse niano all' opere d'industria, o dove accarezzandosi il ben' essere dell in- dividno, venissero trascurali i senlimenli niorali? Polreb- besi addimandare civilla quella semplice cura di dare pcr- fezionamenlo e lustro al corpo sociale senza por niente al- r individuo ; o al contrario darsi ogni sforzo per riforniare r individuo lasciando il corpo in oblio?

Signori , con quesli principi dando un guardo alio stato, al paese in cui viviamo io trovo 1' elenienlo sociale nel gran progrcsso della vera civilla. E qui che le rela- zioni deir uonio con la maleria fanno rapidi e porlenlosi avanzanienli ; e qui che 1' uonio avvicinandosi all' uonio lo solleva ne' niali, lo ajuta nelle riccrche, lo sospinge al fa- cile possesso delle oneste sue brame.

ti

Ed io alia prosoiizn d" iiii Direltorc siiprcnio dolla Sicilia, clio s|>iiig(^ con assidiiila, con j)rcimira, e con zelo la civilta dcllo slnlo nolh^ scicnzc, nolle arli, c nd ini- i^lioianiciilo morale i suoi aniniinislrali ( 1 j cliianialo dal proprio dovcrc a prosonlarc iin piccolo quadro di Irava-

d) La prosonle Rolaziono dei travupli scientifici per I'anno XXXIII (k'll'Accadi'inia (Jidciiia In IcHa alia occasionc flic visilava r isola S. E. U. rranccsco ^^lalolla Marclu'sc tli Spaccaloino Gcn- liliionid (li Camera di S. M. ( i>. c. ) con cscrcizio, Mrcllorc del Mi- nistcro c Real Scijrclcria di Slain presso il I.u(ii;nlcncnle (Icncrale di S. M. in Sicilia jier il Diparlinicnio dell Inlerno, (loniniendatore del R. Online di Carlo HI" di Spaj^na, Cavaliere del R. Oidine di Francesco I'rinio , Socio Oiunario della slessa Gioenia ec. ec. L' Accadeniia in tale ricoirenza ]niliblica\a la seguente cpigral'e:

IL VII )l.*r,C.IO JIDCCCLVII Sl\ F.f.f.KLLt.XZV

IL MARCHESE Di SPACCAFORNO

Diiiirnoi'.i:

DEI, UII'AItTlllK.MO DKI.l' I>Ti;il.\0 NEL MLMSTEIUI E HEAL SECIIETEHIA DI STATO

PliESSO SIA ECCELLEiVZA

IL L10G0TE!>E!ME GE!\ERALE DI Sl'A IHAESTA

l.\ SICILIA

ESIJIIO CILTORE E I'RO'IOTOIJE CALDISSIMO

DI OG.M SCIE.XTIFICA DISCIPLI.>A

!llErE>ATE DEI DOTTI

AL MOHALE E 5IATEHIALE PROGIiESSO DELL' ISOLA

OPEROSO ZELANTB liXFATICABILE

VISITA^DO CATAMA

IMERVENIVA KELLA SEDITA DELLA CIOENIA '

E

lA RELAZIOIVE DEI LAVORI XCCADEMICI

DElL'AN?iO XXXIH , . i

ASCOLTAVA . ■. , ,,

A PERPETIA IliroRDANZA

DEL RICEVITO 0>ORE

QIESTA ME.IIORU.

6

gli scientific! d'un corpo di naUiralisti siciliani in Acca- demia raccoiti, non posso altrimonli farnii innanzi chc ac- cennando quanto abbia concorso questo nobile corpo alia civilta nierce i lavori dell' anno accadcinico die volse or era. Si di quest' anno solo io parlcro , poiclie de' pro- gress! dati alia civilta in trentatre giri di sole dalla Gioe- nia, d' anno in anno pin volte io dissi, ed altri che mi pre- cessero nicglio di me in niodo leggiadro e lilosolico scris- sero e pubblicarono.

Un biso"no di mii'lioramento scienlifico-umanitario si senliva, e la civilta nostra era in quest' anno tentata a soddisfarc i voli di qiieslo bisogno. Forse questi biso- gni intelletlivi non erano uguali per tulli, o non erano in- tesi da tutli, nia venivano ricbiesli da un corpo sociale, ma i bisogui scientilico-umanitari erano da lutti inlesi, da tutti concordamenle richiesti. S'l, menlre da una parte i dotti del mondo incivilito volevano spieganienli jiiii logic! di quell! dati fin' oggi circa a' calaclisnii del globo , e quindi miglior! dellagli sulla paleontologia, e suH'esistcnza erratica d'alcnn! grand! blocchi, e richiedevano che ad ot- tenere miglior! prove delle leggi goografico-fisiche le flore parzial! dellc cosle del mediterraneo lossero cs|)lelatc; I'u- nianila dair altro canto domandava ajuli, soUecilava ! soc- corsi della scienza nella ricomparsa del deformante vajolo, nella spaventcvole malattia dell' assolula chiusura della bocca; nella facile nianiera d'apprendere la strutlura del corpo umano. Signori, questi bisogn! die e la dottrina e I'unianita a vicenda si volevano ncllo scopo d'un incivili- menlo inlellettuale e sociale , dovevano soddisfarsi , cd ecco la civilta progressiva dell" Accademia Gioenia che concorrc co' suoi travagli ad entrambi quel voti.

-7-

I.

GEOLOGIA

Sill cadore del socolo (Icciiiiolfavo la jjeolocfia, c la genijnosia allonlaiiaiidosi dall" esanic dcl'alli, o lissandosi sulle c(iiii;('llm(! c Ic ijiolosi Irasscro niolle nienli nc' so- fisiiii . c nciili errori allorclie leiitarono applicaic i sup- posli |»rin(i|ii n spicjiazionc dcllo iiannzidiii del jiiii an- lic(» e sacio liljio del iiuiiulo, della lliiiliia; di (|ii<'ile carte serine da iinmini (|iiasi conteni|)(»ranei alia I'orniazione del gioho, e delle sue parli. Xeilesordire del secolo deeinioiio- no i sa|)ieiili ((nniiicinniiK) ad avvedersi die slava loiitaiia la verilii dalle ipolesi ge(d(igielie del secolo scorso, e an- darono esamiiiando i fatti liihlici con quella sincerila die noil preneciipa la nienle . e non la spingc ad errore. E (|iii iKiii |i(itr(>i lodare aliliastaiiza Ic Ojiere di lUickland, die ridiianianiiio le osservazioni geologiche e geognosti- che a (jiiel piiiilo ove sla e risiedi; il vero (1), ne sa- prci |)i()p(ure iiiigliori lavori per la coniplessiva esposi- zioiie di liillc le o[»inioui suirassnnto di quanto Icggesi ncUe C((nreieiize del dolto e cliiari.ssinio AViseinan (2).

La geidogia e la geognosia negii anni presenli tro- vansi I'oiidale sopra falli |iiii diiari, iiieglio osservati, so- pra diligenlissinii esaini, e lor si prestarono in 0|)j)orlunG soccorsd la |iale((nl(d(tgia. la mineraldgia, la geognilia-O- sica, e la diiiiiiea per dare spiegamenti ncgrandi cata-

(1) RiicKliind VitKUdai' Gi'oJogicao Oxford 1820. Idem Reli- quiae DilinidiKic l.(in(liiii IS23.

(2) Coiircrciizc sopra lu tonnessioiie delle scieiize colla Rivela- zione teniile in lionia da Mcola ^Visenian ee. or. tradoltc dall origi- nalc inglesc da Ciiacomo Mazio della Compagnia di Gcsii. Vol. 2. MilaQo I8'J iii-8." , , ,,

8

clismi. Ecco adunquc il naUirale Lisogno sentilo dalla o- (lierna civilla di dover conoscere talune geologiche fasi sci'iUe dalla Sacra Kibhia, e lali allre circoslanze che ci avvisano degli avveiiimeiili esislcnli ora ncl scno, cd ora sulla superlicie della crosla terrcstre. E 1' Accadcmia Gioe- nia iiiteiila alio sludio dcUe scicnzc naturali doveva sod- disfarc a questo bisogno nel puro interosse di appagare il volo della coinunc civilla.

Cosi il socio nostro Carlo Gemmcllaro giovandosi dei luini che la odi(MMia geologia apprcsta allc mciiti , pro- nunziava erudito discorso cumulandovi ordinatamonlc qiian- le prove si convenivano circa al fallo del Diliivio Mosai- co (1). Ei dice siiUc prime, che sebbene noii piu con- Irastala la verila di quel grande avveniniento, pure non sono niancali geologi che avendo sistemalo a loro par- ticolare modo la successione de' lerreni hanno sfigurato in tal guisa quello diluvialc da non potersi piii riconoscere dagli altri con distinlivi caralleri, c quindi pare con cio avere essi negala al tutlo I'esistenza dell' accennato di- luvio. Segue a dire il nierilissimo socio, che se allri geo- logi amnieltono 1' universale diluvio, nc hanno poi stabi- lita la causa nel sollevamento de' lerreni, e colesloro fis- sando il guardo sulla gran catena dell'IIimalaya ban reso possibile col pensiero che il sollevamenlo di quelle masse avesse prodolto il calaclismo spaventevole. Quesle due ipotesi sono inlanto vigorosamenle allaccate dal nostro collega, poiche fissando il guardo sulla giacilura de' ler- reni diluviale e terziario, asserisce che non si poleva il primo formare se non merce d' un generale alluvione, sic- come affermano Cuvier, Buckland, Lyell. E qui fa ricor- dare i caralleri distinlivi del terreno diluviale, e d' allu-

(1) Sill Diluvio Prove Geologiche. Memoria letta nella tornata ordinaria del 15 gennaro 1857 dell' Accademia Gioenia.

9

vione, ove ha provalo la esisteiiza tl' ossa uniane ne' nia- teriali del prinio ; e sogfjiiinge la loro scarsezza derivarsi dalla poca diffusioiic deli' iiinan i;piicre a' tempi dell' uni- versale diliivio, nieiilre esseiido .selvagiiia ed iiuoita la terra piii clic da uoiiiiiii era dagli aiiiiuali coperla la su- perlicie terrestrc.

Passa ei>li poi ad idlcriore csanic, se il stdlcvameiilo deirilinialaja poleva col I'allo prodiirre (piel ealaclismo diluviale, e Irova che siipposla la sollcvazioiie della ca- tena deir lliinalayii, del Thibet, ed allri. e supposta con cio la lorniazionc dun marc piii esteso del Caspio, pine r inondazione terrestrc non sarebhe giunla che a poclii mctri d'allezza. Per le ([uali cose il socio porta avviso die se I'onnipossenle avessc voluto scrvirsi in quel cata- clismo di naliirali lenomeni , poteva produrlo aumenlando il volume dcH'acqua, e facendola versare rihollente sulla terra, come lili |»are la stessa IJihhia indicasse nelle j)a- rolc: nipU sunt uhyssi , et calcmdaa cocli apeiiue sunt (1); ma lo scrittorc sapientemente conchiude , che ])asta al geologo aver provato con lo esame del terrene diluviale, che il catadismo avvenne un di indubitatamente sulla supcrlicie terrestre.

PALEONTOLOGIA

Ma ffli esami de' terrcni non si voc'liono da' nioder- ni geologi colla scmplice ispezione d'alcune conchiglie, d'alcune ossa di quadrupedi , d' alcuni vegetabili: la it- tiologia fossile e slata giudicata uno de' fatti positivi , una delle vere medaglie che possono segnare 1' epoche geolo- giche dc'diversi terreni; per la qual cosa e un pretto bi- sogno nello stato presente della scientilica civilla lo slu-

(1) Gpncsi c. 1, verso H. ' ' ' "^

ATTl ICC. VOL. XIV. 2

10

flio di qucsli paleontologici obbiclli, e la Sicilia che forma uno de' punli piu inleressanti nella linea del Medilerra- neo per lo studio de'lcrreni, lissar dovcva 1' allenzionc no- stra su' pesci fossili come 1' ha ricliiainala da piii anni nello studio delle ossa, delle conchiglic, dcUe piante, e degli ecliinodermi fossili.

We quesla riccrca e priva d' utile risultanienlo , da- poiche se tale studio nel Torinese fatto dal Prof. Si- smonda ne' Icrreni Mioconico arcnario , marnoso, argillo- so, gessoso, c sabbioso, e nel Plioccnico sabbioso ed are- nario gii diode il destro di raccogliorc trcnta specie di pesci fossili (1), anco la Sicilia al socio noslro Gaetano Giorgio Gcmmellaro nolle formazioni del calcareo tcrzia- rio superiore, medio, scistoso, arenario, ippurilico e num- niullilico^ nel gres torziario c rpialornario, nol piano car- bonifero, e nolle marnc solforifere ha esibito trcnta specie e tre variota di pesci fossili bene determinate, le (piali in apposito lavoro diviso in due parti con distinte descrizioni ha presenlato al consosso gioenio. Egli nella prima parte, che On' oggi ha fornito , Irova undici generi cioe ; Am- hlypterus, Sphoirodus, Galeocordo , Spliijma, Ilemipri- stis, Glijphis, Carcharodon, Olodus, Oxyrhina, Lam- na, Acanthias, generi fissati da' sommi Cuvier, Agas- siz, Bronn ; trova otto specie indeterminate nella scien- za, 0 percio ei le ascrive nel calalogo delle scopertc, tali sono Spherodus Aradasii, intermndius, Galeocerdo Si- smondce, Carcharodon inaifiuilaferaJis, Costae, Tornahe- ne, Ghjphis Scacchi, Lainna Lycllii: ogii trova ancora una varieta novella il Carcharodon megalodon var. si- cuhis.

Le specie e le variola dal socio determinate appar-

(1) Dcserizione di pesci e crostacei fossili nel Piemonle. E. Sismonda Torino 1849. ,;, „^,.,,,, , ., ,,.,„.,., ,,,

11

tengono a' classic! dolla scienza Agassiz, Sismoiula, Blaiii- ville : le parli c la i;iaciliii'a di qucsli paleonlologici es- seri soiio da liii diiii>rnteiiioiilc descrillc, e (|iiesl() primo lavoro d" illiologia Ibssile in Sicilia la dogiiu di lodt; il iiierilissiiiio osservalure (1).

GEOGNOSIA

L' esimio ed iiidclcsso scriUorc Carlo (leiiimellaro aveva inlaiito fissato la iiumiIc siilla mcmoria del signor Durochcr iJioseiilala da iioii niolto all' Islilulu di Francia e con rillcssioni analoghe rifciila a (picl dotlo consesso da! signor Elia Dc-Heaumont. 1 lavori di (piesti due Irancesi gcologi liiinno per nicta la doscrizione de' luoghi occupati dal lorrono crrsilico, e de'hlocclu erralici al nord d"Eu- ropa ; ina la scienza malgrado le riccrciie di (jnei dolti non era piciiainenlc diradata da' siioi dnl)l)i c coiilcnla delle lore indagiiii, lalciie nel siio progresso di civilla la gcognosia aveva ricliieslo allre spiegazioni, ed nlUi lalli. II Genimel- laro vi si e provaln, e scrivendo su' Llocclii erratici (2) fa vedcre ci(> clic s' iiilcnda d' essi, e come lianno |»rincipal- inente allirala 1' allcnzidue dc' sapienli per la Iiinga catena che forma il terreno delto erralico, il (piale dalle nionla- gne della Scandinavia si eslonde per la Finlandia, per lo inlerno della liussia, [ler il nord d' Alemagna e Daniniar- ca ; e (piesto terreno fra gii altri singolari fenomeni pre- scnla delle zone composle di masse di rocce, die lUocchi erralici si dicono, colla coslanle direzione dal IVord al Sud, e colic tracce evidenti del loro passaggio quundo

(1) Riccrciie siii pesci Htssili della Sicilia. Memoria letla nella tornata ordiiiaria del I'J febbraro 1851 dell' Accademia Gioenia. Parle ]irima.

(2) Su i Itldcchi Erralici del Nord d'Europa. Mcmoria letla nella lornala ordiiiaria del il lui?lio 1836 dell' Accademia Gioenia.

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traversarono i diversi terreni. Dopo tale esposizione 1' Au- tore s'inlraUiene: 1" sulla grande quanlila del maleriale di trasporlo die vennc sulla superlicie d' Europa e d' A- niorica con queslo terreno crralico; 2" sulla straordina- I'ia mole, e grande dislanza de'blocchi dal silo d'onde sono stall staccati; 3" suUe erosioni e suUe solcature che si osservano lungo le rocce soltoposte al maleriale di tra- sporlo; 4" sulla coslanle direzione dal Kord a Sud di queslo terreno. Dal che ne inlerisce clie unico, subllaneo, e polcnlissimo dovctte essere il fcnomeno die iormo quel terreno, e quel blocchi crralici.

Venendo al dellaglio de' falti, ei Irova facile lo spie- ganiento di laluni fenomeni, fra i quali cmette una sua ipotcsi intorno alia formazione delle solcalure delle rocce prodolle ne' terreni dal passaggio de' blocchi.

Ma volendo indagare da quale causa potente cbbero origine il Icrreno erralico e quei blocchi crralici , ossia per qual mezzo si sollevarono le acquc del Nord sulle monlagne della Scandinavia che smanlellando la loro sii- pcrficic nc diffusero i materiali a cenlinaia di leghe verso il Sud e coslituirono quell' esleso terreno, egli a due po- tenli ienomeni crede polersi allribuire : o ad un solleva- menlo del vaslo conlinenle della Grocnlandia, o ad un pas- saggio 0 ad una cadula d' una aslcroide vicino al polo arlico: esaniinali pero i caralleri dell' uno e dell' allro di quesli fenomeni , e le circostanze che avrebbero dovuto accompagnarli, inclina a delerminarsi pel secondo, atte- soche la subilanea ed unica causa dell'avveninienlo non puo meglio supporsi che nella polenza astronomica , su- periore alia tellurica.

7. 'I! !:■ :,, -. ,,,... T' l-ilj ■: Ma:!!

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BOTANICA

Diillo coiisiilor.'izioni scicnlificlic relative al reii'no inor- gaiiico passando all" orgaiiico si ollrc priniario lo studio dcgli csseri reijctahili, e di (|iicsti quella parte die piii intcressa il sidiliine della scieiiza, c direi die tocca la vera c propria civilla del iioslro secolo.

La (l('()i>ralia Lolaiiica e iiiio studio die vanta i suoi priucipi c le sue leoridic da poclii luslri nel canipo del sapcrc, cd i uomi di Humboldt, Piramo-Auguslo ed Alfonso I)o-Caud(dle , Rolicrlo IJrown , c Fcdorico Sdiouw sono scritti a Ictlere d' oro nciili annali della scienza, per ave- re essi in (picsia parte clcvato un nQvello edilicio.

l\el IHili scrissi lopera Sa^ifjio di Geufimfia Bo- tanica per la Siciliu inserita nel prinio volume deifli Atli del sellimo Congresso Scienlilico, Italiano (1), d'allo- ra fissai il pensiero nolle ricerdie delle leggi, c dei fatti relalivi a ipiesta parte di lilologia, e giudicai die quelle pagine polevano servire di spinla ad un esleso lavoro di botaniea geogralica , poidie ivi erano distinte !e stazio- ni sotto ii rap|torlo geognostico, idrogralico, aerogralico ed crano asseguate ad ogui stazione le piante sponlanec, e secondo I' ahito pro})rio ; ivi trovavasi segnata 1' in- fluenza d(d dima su la varieta de'vegetaliili siciliani, sul- I'area de'generi e delle specie, sulle epodie della vegc- tazione, ivi si leggevano i rapporti con alcune llore con- linentali , si osservavano le specie die lianno area ristrctla in Sicilia, le I'amiglie die sono piii nuniorose cd i rap- porti nuinerici die slanno Ira 1' erbe, i suffrutici, i frulici e gli alberi.

(I) Atti della YIP Adunanza degli scieuziati Italiani in Napoli Vol. !• Napoli 1841 la-i."

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Nel 181)5 Alfonso De-Candolle deqiio ficlio del ce- Icbre Piranio Aiigiislo, piibblico la sua Ijciroijora Geofjra- fia liotanica rarjionata, o esposhinne depvincipali fatti, e delle Icfjcp che si rapporlano alia disirihuzione geo- grafica dellc pianle dell epoca attuale (1) c nic nc donava una copia, dolcnle di non avere sino al tcrniine di quel suo voluminoso lavoro conosciulo la mia gcografia bolanica di Sicilia. Ej;li si sforzava in queslo di fissare le Icggi dellc stazioni googralicbc, I'aroa delle pianle ri- guardale per faniiglia, per genere e specie, e le specie j)iu anliclie e quelle di recenlc scopcria , ma liiUo cio con tanta copia d'erudizione, e tanla esallezza di ricer- che da rendersi 1' opera degna di lutla la gloria della quale si cingc la ftonte d'un esinii(» aulore; fassi da cio manifesto a ciascheduno, 1' opera del Dc-Candolle essere come la gran lela del mio Saggio geografico. AHora io vidi il bisogno di scrivcre un lavoro slalislico sulla Flora di Sicilia, il quale completando le mie bolanico-geograliche riccrcbe, polesse con precisione esporre le cifre delle pianfe siciliane scoperle fin oggi da' nioderni , e descrille una volla dagli anliclii. Tale lavoro cbe ho lilolalo: Tavola comparaliva dolle pianle siciliane Irovate dagli anlichi e da'moderni bolaniei (2) , niostrera la vegetazione della

(1) Geograpliic Botiini(|uc raisnnni'p on exposilioii dos fails l»rinci|)aiix cl dos lois cniiccrnant la dislril)iilioii Goograidiiqiio des jdanles de repoquo arliicllc par M/ Alph. Dc Candolle ec. cc. T. 2, Paris 1835 in 8". DirccrKtii M/ Io Pnifossour Francisco Tornabe- ne ec. ec. liommage de lanUnir. Con il dono doll' opora il cliiaris- simo autore acconipaynava una iionlile letlora, nolla quale cgli si doleva die il mio Sa^jzio di (icogralia Botanica per la Sicilia erajili arrivato dopo la pnldtlicazione del suo lavoro, perclie avrebbe po- tulo giovarsi di varie conoscenzc.

(2) Klogio Accadomico del Cav. Vincenzo Tineo per France- sco Tornabono , ivi iioHo nolo od llhislrazioni pag. 41 sta la vo- luminiisa Tarola dompavaliia dalle pianle SicUiane trovale ilagli tmlichi 0. dai moderni bolaniei. '■■•u.^l t 'i-

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noslra laliliulinc Ira il j-radnSfi" .'H 38" :V. c 10"5'— 13" 20' loni]f. E. al moridiaiio di Paiiii;i, addilora la differenza 0 la coiivciMcnza clic la vcj;clazioiie di liillc Ic cosle nic- dilcnaiict' ha con (|ii('lla di Sicilia, c fara scorgcrc quaute siaiio Ic |»iaiilL' ((mosciule da'velusli e da' nioderni bo- laniei siciliani. Oiicsl' ()|)era era richiesla da'hisoi^ni del- 1' allnalc holaiiica civillii, e cosi In da me csoijiiila por- laiiild nil csaiiic sopra liillc le opere de' holaiiici scriltori deila Flora Sicida dal secolo XVII sino a'giorni presenli. La lav(da r divisa in (piatlro sczioni jiinsla le idee tas- soiioniiclic do" due Do-Caiidolio, Ic I'amii^lie sono esposle succcssivanicntc , poi i gcneri, si quelli conosciuli che (piclli ii^norali da" mo<lcriii, c daj^li anliehi. lo slesso e dcllo (Idle cilrc rclalivc allc specie ed allcvaricia con la in- dicazionc del nninero raccollo da'primi c da'sccondi, che risnila era in piii ed ora in mcno; sicche ho poUito slahilire in reassnnio, Ic laniijilic dclla nostra Flora csserc 128: i gcncri 713, cioe ">70 coiioscinli dagii anliehi, 704 noli a'inodcrni: 1032 specie essere slate conosciule dai^li anli- ehi e 2i'>!)8 conoscersi da noi; lalehe i padri noslri non giunsero a conoscerc 11. 'iO specie che noi possedianio, e noi non ahl.'ianio poliito Irovare 334 specie che essi videro, raccolsero e descrissero; circa alle variclii ho po- tuto slahilire , die gli anliehi ne descrissero liiO, i mo- deriii 070, lalehe (jnelli ne ignorarono 525 , c noi non abhianu) Irovalo cin(|ue variela gia descrille da essi (1).

(1) E (la (psscrvarc clie in qucsia tavola per equivoco si trovafto diverse oniissidiii. I:ili soim la niancanza ilclla fanii|^lia (Idle iSo/«- nacaer to'gencri. cdlle spciie e variela ((uiisiiondenli : la inancanza (iella specie, e delle variela ^U'\\ .liinj(jdiilit!< ctniuiiiinis I,, c la inan- canza (telle (pialtro variela delta Ccrilouin siliqita L. Dovendosi ri- prodiirre (piesia Tavola sara rieni|)ila la lacuna, e si ap^iiinj^eranno le specie or ora scoperle da ine, dal Cav. Gussouc, dal I'rof. To- daro, c dat si^inor Bianca.

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Ma il mio lavoro non e clie uno spoglio fatto dei pi'opri e degli allrui lavori litografici , i qiiali piii si molti- plicano, piii rcnderanno grande il iiumero delle cifre clie compongono la mia lavola comparativa.

Cosi la Flora d' Avola scritla dal socio nostro Giu- seppe Bianca fu uno de' lavori che atliro la mia attcn- zionc; cssa e foggiata suUe classi del scssiiale sislenia liu- neano, c sopra la corris|)ondenza col metodo naUiralc; prc- senta lunghe ed esaltc descrizioni di ogni parte delle }»ian- te; ma non e giunla tutl' oggi che alia descrizione delle pianlc comprese nella classe Diadellia, e queste stanno in una Menioria che ha prcsentata in quest' anno (1). Ivi egli descrive venliquattro generi, cioe : Fumaria, Poly- gala, Cahjcotome, Sparlium^ Medicago, Melilolus, Tri- folium, Lotus, Dorycnium, Psomlca, Liquiritia, Astra- galus, Diserrula, Scorpiurus, Coronilla, Ilippocrcpis, lledysamm, Onobrychis, Vicia, Pimm, Lathy rus, Lu- pinus, il numero delle specie comprese ne' detli generi e 108 , e delle varicta 19 , il chiaro holanico ivi de- scrive tre nuove specie, cioe : la Vicia leplocarpa, Vi- cia stenophylla, Melilotus exallata.

Ma e tempo oramai di passare all' esame di quei bisogni che provo I'umanita languente ne'dolori e ne'mali pill crudi, al cui sollievo diresse anche la Gioenia i suoi sforzi, e larghi diede ajuti, e profuse soccorsi.

(1) Flora dc'dintorni d' Avola. Menioria X" clie contiene la de- scrizione delle piante comprese nella classe Diadelfia. Questa Me- nioria fu letta in due tornate ordinarie dell' Accademla Gioenia : cioe 14 agosto, e 4 dicembre 1836.

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II.

MEDICINA

II trovalo di Jcniier, die tolse alia moric ed alia dclbrniila taiile viUime, quanlc rmnanilii ha serbalo me- niorie ili lode; od ossequio al nonie dell' iinmorlale sco- prilore, somhrava i>ia sul punto di perderc qucstc lodi, qucsli nss('(|iii da lulli i cuori dcgli uoniini ; jjoiclio le oniltili dofurinila vajolosc in I'orma cpidcinica i^ia erano ricoinparsc in diverse regioni di iMiiopa, e da qiialche anno Ira n((i , (piiiidi I'linianila fete appcllo alia scicnza, e la scienza in tuUi i luoi'lii di vera civillii occorse con gli scrilli, e con gli esperinicnli a consolarla, e confor- tarla.

Nel nostro corpo accademico il socio Giuseppe Ar- dini si accinsc a queslo iimanilario ajuto (1); ci con uno scrillo elaboralo ha dalo a dividere le varie sorgenti delle e|)ideniie, e delle vaj(dose in particolare, die egli rapporla: 1" alia possihile esislcnza di germi lalenli dei miasiiii conlagiosi di queslo niorho ne' luoglii una volta ahitali da tali iiirernii ; 2" alia negligenza d'alcuni per la vaccinazione, e delle jiralidie per sotlrarsi all' inipero della Icnnc; .'{" alia pnca inlelliiienza dc'vaccinalori die lal fiala niiddislinguono la I'alm dalla vera puatuUi vaccinica; i" alia degciierazione del virus racciniro non S(do ])er il Irasporlu della specie liovina alluonio, nia per il suo lungo uso , e pe' snccessivi innesti da uomo ad uomo chc hen lo degenera dalle prime proprieta. Dielro lulto cio

(i) Su lo F,[)i(loniie Vajolosc c I'iniportanza c I'litililii dolla ri- vaccinazinnc cotisidciMla coiih' il loro ))in siciiro mezzo iii'dlilallieo. Memoria Iclla iii'lla tornala ordiiiuria ilcl t> iiovenibrt' ISoG dellAc- cadcmia (liocnia. .

iTTI ACC. VOL. \1V. 3

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cslesamente ei tratla della rivaccinazionc come metodo utile, necessario e profilatlico all'invasione epideniica, e la vuole rinnovata per oi^'iii deceiinio, consolidando il suo assunto con lantc ragioni fisiologiche, e tanla copia di falli , da poter dimostrarc con evidenza inulili tuUi i preservativi igienici senza quella rivaccinazione decennale.

CHIRURGIA

Ma se Ardini ha ben merilato della patria, della Sici- lia, dell'unianila con (jueslo suo dolto e lilanlropico lavo- ro ; chc cosa dirb di cpicllo del socio noslro Professore Rcina? (pia! caraltere di civiltii non presenta I'Accadeniia quando offro un rimedio ad una malattia non descrilta, malallia orrihile , Sjiavenlevole , la permancnte chiusura della bocca per patologico stato avvenuto allc guancc (1)?

Oiiesla malallia osscrvata per la prima volla dal prof. Ileina nolla dinica chirurgica di (juesla R. Universila de- gli Sliidi e da lui descrilla, presenla slraordinari fcnomeni alio spirilo di chiunque si fa spellatore d' essa. Ed e per vero ines[ilicabibuente tristissima la visla di un uonio reso inabile a parlare, difficile al respiro, e clie muorc Icnta- menle quasi d' inedia per avcre chiusa e per senq)re chiusa la bocca; ma e cosa assai lencra, ammirevole assai il ve- dere dall' aiiile mano merce i mezzi proposli c praticati per la jtrima Aolla dal noslro socio, resliliiirsi a (piel mi- scro la loqucla, il respiro, la maslicazione c lulte le fun- zioni normali della bocca.

Qnesla malallia giusla le osservazioni anatoniico-pa- tologiclie del prof. Reina consiste nello induramenlo, ed

(1) Sulla pcrmanicnte chiusura della bocca, malallia allc guance non descritla. Osservazioni praliclie. Memoria IcUa nella lornata or- dinaria del 12 marzo 1837 dcUAccadcmia Gioenia. Sara publicata ncl presenle volume.

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accorciamonto del Icssulo moccioso di uno o di lutte e duo e nuance con-iunlo semiire alia retrazione dei niuscoli buccinaU.ri e i-lossoslafilini, i <|uali per la relrazione e lo accomanieulo hau ,.enhila 1' eiaslicila, e questa eslen.leu- aosi alia S()j)ra|.j)osta inocciosa hen anco accorciala ed in- jlnrata, da luogo alia iiiascella inCeriorc di rimanere im- wii^iiata in nianiera da nun polersi disporre ad alcun nio- vnnenlo, e cosi rinfermo perde le funzioni della lo(|uela, Uella niaslicazione, cd in gran ,.arie della resj.irazionc, e questa a ra-ione di nn allra nialallia che coesisle con lo stato patologico do' sop.adelii lessuti della guancia: cioe a causa dclle ulceri di sirdiUica nalura, che allaccano e distrudono i tessuli della <lietro-ljocca, i .,uali deforniano le losse nasali, e per cio 1' aria non cnlra lila-ra i.er le Darici, circoslanza che unila alle aderenze de' Lordi della lingua colla faccia interna dclle gcngivc aqorava ma"oior- mentc d patire degf infernii, e^oncorre^a farli morire (11 penosa c stenlata angoscia, se non viene la iiiano sa- lutare a hherarli.

K tale c stata la mano del jirof. Roina ne' tre casi a lui avvenul, ,1' individui allaocali della pennanente chiu- sura della hocca. Egli e giunto a lil.erare <uicsli ire in- «' ici pral.can.lo lunghe, larghe, e profonde incisioni nel lalo interno della hocca piu indurilo ed accorciafo, e cosi SI sono svmcolate le due niascelle da vcdersi niirahilinente reslituite le funzioni vilali della parola. della niasticazione e respirazK.ne, e (juesf ultima a causa di essersi notufe conoscere e curare nierce tale aperlura le ulceri al die- tro-i)occa che iinpedivano 1' ingresso delF aria per le na- nci, incisioni che hanno interessalo tutla la sostanza. ed II tessulo moccioso traslormato, non che i cennati muscoli Ijucciiiatoie e giosso-stahlino.

Ecco aihiiKpie in (piesto orribile morho come la scien- za medica ha lallo acfjuislo ne" (|uadri nosologic! di una

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malallia noii significata da' patalogisti anlichi e iiiodei'Di, come la chiruri>ia ha veilulo uii luiovo caso nel quale ap- plicando la niiolomia si guariscc runianiia d'lin Iristc ma- lore : cd il socio Rciiia ha la gloria davere il piimo co- nosciulo e curato una malallia giavissima che loglieva alio famiglie cd alia patria tre iiidividui, c da quest' oggi chi sa quaiili ne rendera alia socicla preseiile e fulura!

ANAT0K3IA ^

E come potremo facilmente conoscerc 1' organisnio dcH'uomo s'l facile e pronto a gravarsi di mali, per saperli scansare, o miligare, o curare alia fine? Molli aulori alia impresa s' accinsero, ma nessnno colse nel segno. Dumas, Choussier |)er raggiungcre la niela proposero un linguag- gio anatomico novello, ma esso e tutt' oggi capace d' ulte- riori rilorme, ed il socio noslro Salvatore Aicolosi si len- to a propornc qnalcuno che spetta a' soli ligamenti (1). 11 l\ico!osi adollando le divisioni analomichc del l]ichat e non quelle di (^loquet e Meckel, nella sua opera espone pria i ligamenti della regione della faccia, e poi della colonna ver- tehrale, del torace, del hacino, c delle mendjra superiori ed inferiori; cosi ei divide in settc arlicoli i ligamenti, ed un oltavo ne aggiunge ore dcscrive i ligamenti della laringe ; i nomi di Ini non sono estorti dal greco, o dalle forme geometriche, o fisiche che i corpi presentano, ma si riferiscono a'niuscoli, ed alle ossa co' (piali i ligamenti si trovano in relazione e rapporto. Per tale sistema I' ar- ticolazione temporo-mascellare che tiene tre ligamenti e slala delta dal INicolosi una Zi(jomolo-colli-mascella-

(1) Sulla iitilila d'una riforma nell' Anatoinia Dcscrittiva della nomenclatiira de'liyamenti. Mfiiioria letta nella lornata ordiiiaria del 9 noveinbre 1856 dell' Accademia Gioenia. ,

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ro. , la scconda Spini-sfeno-forn-musceUare , la lerza Slilo-atKjolo-mascelUne ; ccco in iin csenipio esposto il pensioro, del noslro aiialomisla. Ma queslo sara accollo da' dolli ? Ill' vcriii iililc alia scicnza analoinica? dara spinla alia nostra civillii? io lo spero; nia io scrillorc sara sem- prc dei>no di lode , perche la sua opera e ncll' interesse della Sfienza e dell' unianita.

Fornilo e per lanto il mio proposto discorso ; qucsli sono i>li serilli od i Iravai^li dc" (lioeni in (piest' anno ac- cadeniico trenlesiniolerzo dall'isliUizione del nobilc corpo, serilli e lravai;li die allra nieta non ebbero tranne quella di soddisl'are i bisoyiii senlili dalle scienze e dall" umanila nel seno dclla civilla europea , per cui la Sicilia c Cata- nia e la Ciidenia ban gloriosanienle lavorato in (picsl'anno.

E voi , illiistri collegbi , i^odelevi 1" alio onore e la tencra coni|»iacenza d' aver ijiovalo a voi slessi, alle scienze che ijrol'essale, ed alia sociela di cui side parle migliore. E la civilla nostra cbe losto o lardi sapra rimeritare i buoni dando a ciiiscuno i siioi drilti , e collocando oi;nuno al suo poslo, la ci\illa nostra vi rendera le sue grazic , vi colniera de' snoi d(ini accoiiliendo benevola i vostri lunii, le voslre lucubrazioni scienlilicbe.

INe (pi'i mi venni a coni|)arlirvi hisinglie. Quando Ire di noi in (pieslo anno accademico Samniarlino, Tineo, Uonanno lasciarono sn (picsla terra le spogiie mortali , non r udiste la sociela riconoscente tributare a (jiiegli il- luslri inille serti di "loria ? iAon venni io slcsso in nome di quellii a spargerc siilie toiidie del Samniarlino, e del Tineo larga cojiia di liori? S'l, al niateiiiatico soiniiio, ad Agatino Saniniaitino scritlore di lanle opere e lanlc sotto la facile e lilos(dica segiialura del Laiirangia . inlerpetre de' voti vostri e di Sicilia assciiiiai tin seij<;io tra i dislinli analisti die liorirono in queslo secolo uella bella

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penisola (1) ; io slesso (2) al chiaro Vincenzo Tinco Professorc di Bolanica, e Direttore del R. Orto di Paler- mo scopritorc di nuovi geiieri, niiove specie, varieta no- velle di pianle siciliane, esiniio zelalore del sapere e della nostra cultura diedi da qucslo liiogo il merilalo cncomio, e lo giudicai elerno onore di noi e della fertile terra di Cerere , hencmerito della fitologia, e della istruzione siciliana. Ed Alfio Bonanno medico diligentc, osservatore accurato, ed espositore fclice delle proprie ed altrui idee non si trasse morendo il noslro pianto, ii comunc do- lore , e non si avra anco da noi una pagina di lode? Ma non crediate che essi giacciano al presente nella polvcre, ncl silenzio, e neU'eterno regno dell'oldio. No, splendido e il cielo che cuoju'e il sito della nostra Ac- cademia, cielo lucido e chiaro e sparso di fulgide stel- le che a soniigiianza di Sii'io traggonsi gli sgiiardi de- gli osservalori terrcstri. Sono (piesli fnlgenlissinii astri i nostri Soci i nostri CoUeghi la cui luce non cessera di hrillare finche il sole deH'umana intelligenza scaldera dei suoi rai la civilta sociale, e tra quegli astri , tra quelle stelle non ha gnari presero luogo e splendono in nobil sito il Sanunartino, il Tineo, il Bonanno, e Voi se prose- guirete alacri e pronti ad appagare ne'hisogni la doltrina e r umanita, c sarete tra' pochi che danno spinla alia ci- vilta curopea, Voi avrete una corona di gloria vivendo, e a suo tempo un sito di splendore tra gli astri lurainosi dell'umana sapienza.

(1) Elogio Funebre di Agatino Sammarltno per Francesco Tor- nabene Priore Cas'meso. Catania 1831 in-4." Qiiesto Elogio fn reci- tato nella Cliiesa di S. Maitino nel giorno de'fiincrali.

(1) Elogio Accadcmico del Cav. Vincenzo Tineo per Francesco Tornabcne Priore Casinese. Catania 18o6 in-8." lelto nella tornata ordinaria del 4 seltembre dell' Accademia Gioenia.

FLORA

DEI

DINTORNI D'AVOLA

DEI SOCIO COBBISPOHDESTE

!

MEMORIA X/

CUE COIVTIENE LE DESCRIZIOM DELLE PIANTE C09IPRESE NELLA CLASSE

DIADELPHIA

Letta nellc sedulc ordinaric del 14 agosto e 4 diccnibre 1836.

( Coatinuaxione e fine, veiU Tom. XIQ Serie t.^ pag. 157 )

Jl. X ;* 7- v.-^ 'W-k,

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278.

LiQtIRlTIA, 3I0ENCH.

( Fu . -Be(jlisse. -It . "-Liquirizia . -Sic . -NiciiUzia . )

Cal. liibuloso, 5-fi)lo. Vcssillo drillo, ovato-lanceo- lalo: ale |»alcnli : ca/'/«« 2-fessa 0 2-pelala. Stami dia- dclG. LotjKiiie ovato 0 bislungo, compresso, l-i-spermo.

598. -L. OKFir.i>ALis, Mocneh., Pers., liuch.

A foi;lic [KMinate in calTo : iogiioliiic bisliinghe , su- bretusc, mez/.o-gluUnosc : iiiHorazionc lassa in spichc ascel- lari pcdiincolate piii cortc dclla fogiia : legume bishingo- lineare, bscio, glabro, i-^-s\)CTmo.-(Iiizocariyica).

Gljuijnlnjza (jl<ihm, Lin., IJcr., Giiss.-G. laevis, PaUas-G. riihiaris, ])ud., Riv.-G. altera, Matth.-G. si- lifjuosu rel Genmmicn, Gup.

lT."-liog(dizia, Legorizia, Liquerizia, Ligorizia, Li- quirizia, Logorizia, Gliciriza, Glicirriza, Lcgno

VoLC I ''"'^■'^•

Fu.-Reglisse, Rcglisse doux, Rcglisse des bouti- ques, Uois doux. Sic.-]\iculizia. Giueno-niioslo,

IVei leireui argiilosi (Picci). Radici lenaci, hirgamcnlc scorrenii , dolci. -Co»// crclli, |iei' ordinario seiupbci. l-i-pedab'. angolato-slria- li, scabrosolli per |»icii»>li acuh'i c(ini(i.-For///c' iietamen- le verdi, 4-7 v(dle conjugate: fogiioline bislungiie (di rado ovali ) otluse, Udora retuse, lucido-viscbiose in anijiedue

ilTI ICC. VOL. \1V.

«

so- le pagine, ina vieppiu ncUa inferiorc, raunite di corlissi- nii picciiioli sccoiularii ( 1-2-lincari ) siibtcreti, non solca- ti : picciiiolo primario solcalo supcriormcnlc, anclie sub- lerclc. -Peilimcoli scmprc piii corli della foglia.-(( Brat- « tee laiiccolalo-linoari, acute, 1-lineari, puhescciili e sca- « brose per corli e sparsi lubercoli (aculecUi) come i « calici ed i pcduncoli.-Qiialtro laciiiic del calicc son di- sposte a seinbiaiiza di labbi'O superiore, meiilrc Tunica « di soUo , libera e lincare, finge 1' inferiorc. -Fio/'i ce- « rulei col vessillo erclto a mari>ini lalerali rillessi, le ali ({ i)nl(inli. -Leyumi coni])ressi, lungbi o-12 liiice, larglii « 2-3-linee, quasi drilli, verdicci, spuntonati dallo stilo, (( spesso 1-spernii per aborto, erclli.-SV'mi coniprcssi, « neri, lisci ))-Guss.

279.

Astragalus, DC.

{h.^-Aslmyalo-Fn.-Asimgale)

Cal. persistente, tubuloso, 5'-dentato-o parlito. Ca- rina oltusa, nuitica. Slami diadelfi. Legume 2-loculare, 0 seniibilocularc per la sulnra superiore piegala in dentro, oligo-o poIispernio.-(Foglie pcnnale in calTo).

S99.-A. Epiglottis, Lin., Guss.

Appressatamenle villoso-incano, cinerognolo, a caule erbacoo, crello, coi rami aperti, o ascendenli : foglioline lanceolato-lineari, otluse, mezzo-spuntonate: stipole libe- re, ovato-lanceolale, acule: infiorazione in capolini corta- menle peduncolali : legunii cincreo-pubcsccnti, ovalo-dcl- toidei, drittaniente acuniinali, depressi, palcnlissinii o ri- flessi.-( /I nnwo).

A. hispanicus, siliqua cpiglottidi simili, flore pur- pureo, Cup. -A. hispanicus, siliqua epitjloUidi simili, flore albo minor, llerm.-Glaux minima, liiv.

27

Marzo-Aprile.

IVei pascoli aridi marillimi, nellc collinc (land).

dnili ri\\m)s\ alia base, 'l-12-|)ollicari , i |iiii corfi declinali, noii \m)i^[vi\[\. -Foylie a 3-7 co\>\)k'.-F<t<ilii)line scssili, non bisluiii^he, ma largo-siiblanceolale, ncllc piantc pill picciole quasi anceolato-lincari, esilissinic ; lullc nci luoglii aridi aiqiianlo diipplicatc, accostatanicnle creltc : le caidiiie supcriori col picciuolo comune spesso ricurvo.- Stipole trianj^olari-lanceolate, villose, finalniontc noricce.- Fiori picciolissinii.-Uonli del calice setacci, ncraslri.-Co- ivUu [\d\ii.-Le(jumi 4-lG, riflcssaniente iinbricali a capo- lino, ovalo-deltoidci acuniinati, depresso-du|iplicali, 2-lo- culari , a loggc monospei'me.-iSemi subreiiirornii , lisci , glabri, vcrdicci.

Tiitte Ic parti dcUa pianta ( Iranne i pelali) accosta- tanicnle irsuto-incane : foglie tenere nei luoghi erbosi un po flavescenli.

000. -A. Hamosis, Lin.. Vcr., diss.

Appressatamente pubescente, a caule erbaceo, diffuso: foglioline bislungo-cuncate, sniarginatc, nella |)agina supe- riore giabre : stij)ole libere dal picciuijio e subconnate Ira St! stessc : inliorazione in spighe pedunculate , ovato-acu- iniuate , 3-12-flore , quasi piii corte della foglia: Icgu- nii tereli, ainati, pendiili solcati sul dorso, drittainente su- bulati air apice, iiello stato adulto subgiabii.-^.lH/u/oJ.

A. annuns siliquis recunis, Segu.-A. monspclcu- ciis, Chis.-A. sHupia cuna, Rir.-Securhtacu hdca, mi- nor, vornirulis reciirvis, (Jitp.-S. minor, Cast, llcdysa- rum minus, cornicuJis recurvis, Idem.

B.-Fuscns-X brattec c silique loscamcnte pclose.

YoLG. Sic.-Vranca di cuccu.

Marzo-Maggio.

i\ci campi, nci prati, nelle colline erbose, per le vie dovunrpie.

28

Cauli dilTusi, lunghi da due pollici sino a tre picdi, oscuramcntc striati, aii|>rcssataraente Lianco-irsiiti all'insii come i pediiiicoli, i })iceiu61i, e la pagina inferiore delle foglioline.-Fo,f//ie a 7-13 coppie, con la fogliolina iinpari spesso ahorlita, c le cop}»ie per ordinario iion csallainente opposte. -Fo<///o/ine come nclla diagnosi, verdi-glaucescenli nclla pagina superiore, incane nella inferiore , larglie da 1 a 2 'I, linec, lunghe ^-^.-Slipole liljere dal lato esterno, coalite alia base da quello del caulc, membranaceo-ner- vose, subglabre, cigliate ai margini, ovato-acuminate, pen- niccUate airapice.-Pedimcoit ascellari, 1-3-pollicari, '/»- "/s pill corti della foglia, o di essa piii lunghi, erello-pa- tcnli. -Bratlee setacee nel fiore, lincari-filiformi nel frulto, villoso-penniccUate, subeguali ai calici, un po incurve. - Calici luembranacei, bianchiccio-glauchi , con le lacinie pill verdicce, acuminato-liliformi pubescenti, alquanto di- latale nel frutto.-Co/'o//e bianchicce, itiii lunghe dei ca- lici.-//e(/H?/w biloculari (a logge polisperme) cilindrico-acu- minali , penduli , uno-bi-pollicari , arcuato-inflessi a guisa di un amo, con 1' apicc sporto in avanli al di la della base e leggcrmenle ricurvo , sparsi , menlrc son giovani , di corli pcli appressati, nclla maturita glabrL-Semi com- pressi, ipiadrati, giabri, lisci, olivaceo-leonini.

280.

.. BisERRiLA, Lin., luss.

Cal. persistente, campanulato, S-fesso, con le due lacinie superiori piii dislanti.Fess«7io piii lungo delle ali e della carina oUusa. Slami diadelli. Legume depresso- piano, largamente linearc, 2-loculare, con le valve oppo- stc al Iramezzo, carinato-compresse , sinuato-dentatc nel dorso.

29

601. -B. Pelecims, Lin., Biv., Gwss. -(Specie unica).

Puhcsccnlc, a caulc dilTiiso, rainosissinio : foi;lic pen- nalc in calTo, slijiolalo : iiori |)iccioli ( cenilcscenli) bral- leati, laccmoso-caiiilati sopra peduncoli asccllari. (Aiumn).

Pclccinm ruhjuris, lourn.-Securidum jycrt'fjrina, Clus.-Ulrinque serrata, I{iv.-As1ra()(iluspurpurcm, an- imus, pvreyrinus, siliqnis ntrinquc scrrae simUibus, Cup.

li.-Lcuc(inlha.-\ fiori biaiichi.

V(»LG. Fii.-Polocine.

flIarzo-31ai!"io.

IN'clle colline erbose, ed anclie nei campi niaritlini, ma rara.

Cauli cascanli o risorijcnti, soniigliantissinii a quelli dolla specie procodentc, sobbene un po piii graciU, palen- lenienle peloso-irsiili, alti da un pabno a due piedi.-S/j- pole nun adcse al picciuido, ovalo-acule o triangoiaii-lan- ceolatc, niend)ranaceo-scanosc, biancbicce, verdi-ncrvose su la coslola, quasi s;\ahrc. -FiujUe 1-15 voile conjugate, pur somigiianli ( per hi forma e la disposizione ) alle fo- glic i\e\\'Aslru(j(ilus luimosus: fnijlwlinc. bislungo-cuncale e smarginale come in qucUo, ma con bi snuirginalura un pocbello pill profonda, sparse in ambeduc le pagine di breve |ieUnia a|)|)ressala all'insii. inlere, spesso corlissi- mamenle spuntouale.-/V(/»nco/t piii corii delle foglie, men pelosi del caulc. -//r«//ct' lanceolate, membranacee, piu lun- gbetlc del pedicello, 1-2-lineari, a|)pressatamente peloso- irsule come i calici e i ])eduncoli.-F/or/ 2-12, lassamenle racemosi in cima al pedniuolo.-Ca//c(; quasi conforme a quello deHM.s7;of/«/i(.s- anzidelto, con le lacinie metl.i piii corlc della c((rolla.-7>e7»;/i? 1-1 '/.-pfdiicari. larghi 2-4 linee , imberubi-cinerei, drilli o abpianlo curvi, coi seni delle due logge alterni (qualche volla quasi op|)OSti) den- tellalo-glandolosi in tutto il maigine, e vieppiii nelle spor-

30

gonze 0 parii salicnli : tramezzo streUissimo.-Semi nic- cliiati nci>li spazii tia un serio airaltro, alterni conic qiic- sli, slortamentc orbicolalo-rcnilbi'ini, compressi, piccioli, bai, lisci.

**A lomcnto, ossia legume arlicolato {Ilcdysaraee, DC.)

'• 28'1.

ScoRPiiRus, Lin., luss.

Cal. persistente, cortainentc canipanulato, 5-fido con le due lacinic superiori coalite ollre la nietla. Carina fal- cata, acuta, a due capi. Slami diadelfi. Lomcnto atlorci- gliato a spira con articolazioni 1-S|(cnne, contralte, solcato- nervose longitudinalnicntc, e i neni aculeati, o niuricati.- (Fo(jlie seniplici: aiipole adercnli al picciuolo : infiora- zione in lungiii peduncoli ascellari ondjrellati: fiori gialti).

G02.-ScoRPiiRis siRviLLos.v, Liu., Uci'., Guss.

A peduncoli ascellari 2-4-flori : loniento giabro con Ic costole interne lisce, e Ic esteriori greniitc di spine ri- gidetlc, ineguali, allungatc, subuncinalc airapice.-('/ln- nua). ;

Scorpioidcs bupleuri folio, corniculis asperis ma- (jis inter se contortis et convolutis, Moris., €up.-Cam- poides hispida, Riv.

^.-Eriocaipa-X lomenti e sjiinc allungate corlaraenle irsuti.

Vol. Sic.-Laltucliedda.

Ai)rile-Maggio.

Nei campi in riposo, e tra le biadc dovun(pie.

Cotiledoni semitereli-scanalali, carnosi. -€«»/// molti dalla stessa radice, da un palnio a due piedi, largamente slriscianti, subllessuosi, otfusamentc angolati, crbacei, gla-

31

hri. -Fofilic d' un verde allegro, Ic caulinc lariiranionte lan- coohitc (lari>ho J-li> liii., lunghe 2 '/^-3 poll. ) aUcnnalc ill liiiigo |)ir(iuolo ; Ic radicaii pin picciolc ( larglie 3-6 liii., Iiiiigiic 1 ',-2 poll. ) |)iii corlaiiienlc pieciiiolalc, quasi spalolale ad a|)i:c subaciilo: liitle a picciuolo acutamenle scaiialato al di sopra, cariiialo al di sotlo, sparse di radi pell ill aiiilxMliu! Ic pagiiie, c cigliolalc nel margino.-S/i- poh' hingaiiiciilc codalc, lincari-aciilc o lineari-aciiniinate, l-nci'vose, crbacce, col marginc nicmbranacco spccial- mcnlc lU'lla base, incgiialissinic (I'lina da mezzo jiollice siiio a due, I'altra propiuzioiiataiiieiite 3-4 volte jiiii corla): tulle subglabre o sparsaniente cigliale nella superficie esleriia e liiiigo i niargini.-/*e(/»?uo// ascellari , angolali, lorliiosi, pill luiigbi della I'oglia o subeguali ad essa, 2- 9-j)ollicari, glabri o sparsi di qualchc pelo, 2-4-llori, coi fiori [ledicellali, inserili all' apice su lo stesso piano: (jam- helti 2-3-lineari, rillessi col liore, rialzati col frutlo fo- sco-bai dilavalamenle sotlo del calicc, appressatanienle pu- bescenli allinsu, tutti rinforzati da corlissime braltec li- guliroiuii, iiienibranacee, quasi connate. -CoZ/ce nervoso, sparsaniente |ieloso come Ic foglie, a corlo tubo con le due lacinie superior! (coalite) ad apici acuminati divcr- genti, le allre Ire lanreidato-acuminatc, subeguali. pocbis- simo pill corle dcllc due j)recedenti.-6'oro//fl lulea col vessillo semipatenle, metta piii lungo delle lacinie calici- nali, ovato-rotoiidato e retuso all' apice, radiato alia base di linee pnrporino-rancc ; Ic ali un tcrzo piii corte del ves- sillo , iiuiirvalo-scmipalcnti 1" una contro 1' altra , senza quasi toccarsi ; la carina flavo-verdognola piu corta delle ali cd (Mciiltata sotlo di esse, aculo-subidata all" apice. - Onjiiiii ijcitildli llavi : lilamenii alterni, dilatali all" apice. - Lomcnii vcrdicci, variaiiiente ripiegati e inlrigati fra loro ( come le maglie d' una calza disralta) tutti costolati, con gli articoli contratti e le costole nude dal lato interno.

32

gobl)i e crestato-spinulosi su le costole dal lato esterno, a spine ineguali, piii allungate sopra il punto ove sta il seme, le laterali appena ridotte a un semplice tubcrcolo, tutle subimcinalc, nella variola B. granuloso-irsute. -Gmni seinilunalo-renifornii, compressi, nericci.

282.

^ ■■■■... •■ . -■!.■> 1-

'■ " *- , ' - t) ~ 1"

CoROMUA, Lin., luss., Endl. : k'

( It. "-CoromMa-FR.-Corim'We)

Cal. persistenle, cortamente campanaliito, 2-labiato, 5-(lenlato coi due denli siiperiori approssiniali c coaliti oltre la mcUa.-Ungbie dci potali rislrettc alia base, spcsso pill lungbc del calice: Carina comprcssa acula.-Stanii dia- delfii.-S<j7o sclaceo, ascendcnle, g\ahro. -Lomento subcilin- drico, 0 subancolato, gracilc, con Ic arlicolazioni 1-S]>er- me, bislunghe, conlralle.-Semi ovati, o cilindrici.-(Fo- glic inipari-pennate : stipole liberc dal ])icciuolo: infiora- zione in lungbi peduncoli ascellari ombrellali-: fiori gialli).

603. Cor.OMLL\ Emeris, L., Vcr., Guss.

Vci'deggianle subglabra, a cauli e rami angolalo-sol- cati : stipole picciolissime : foglioline obovalo-cuneiformi a 2-3 coppie: inliorazione in ombrelle ascellari Innga- menlc ])cdunculale, 3-8-flore : ungbie dei pelali 2-2 % voile pill lungbc del calice : lomenli lereti, appena sepa- rabili in avlkoVi. -( Fruticc ).

Emerus, Caemlp.-Emerus Cacsalpini, lourn.-E. major, 3Iill., Moench.-Colutea scorpioides, jmma, ela- tior, Clus.-C. major, Riv.-C. scorpioides, major, ela- tior, et frutescetis. Cup.

33

[ lT."-Emmero, Gineslra di Bosco.

\ Fu.-Faux Iiai^uciiaiuler, St-ne balard, Sene sauva- VoLC.< ge, securidaca des jardiiiiers, Coronille des jar-

j dins.

' Sic.-Ciiarsiinimi giarnu.

I\oveiiil)iT-.Uarzo.

Nelle riipi, e tra' roveli dcllc colline.

CauU rainosi, angolalo-sliiali, 4-12-pcdali, erctti, llcssiliili, non roggciilesi die col mezzo d' iin appoggio, i pill giovani sparsi di j)ic(i(di peli apprcssati. Foylie alteriie, patciili, pcrsislenli, inipari-pennale a 2-3 toppie, con le ligiioline |»icciuolale esallamenlc O|t|)osle (le ullime tre Icrnale, la Icrniiiiale senipre piii grandella, la coppia pill bassa senipre dislanle dal I'uslo on pollice o j)0C0 meno ). Piceiuolo coimine superiormenle solcato, sparsa- inentc pelosetio come i eauli giovani, oppiir giabro. Fo- glioline giovani lenui, giaiuescenli; le adiille subearnosc, d' un verde allegro, liilte |)iii sbiadite e di siiperficie pun- tato-subnigosa nella pagina inferiore ( ehe inollre c spar- sa di peli brevissimi, a|)|)i'essali, biancliicei, a[>pena visi- bili , e di rado assolulaniente glabra , ecccllo nelle jiiii giovani ) oscuramcnlc ncrvose nella pagina superiore, obo- vato-cuneirdiiiii otliisissinie, e (piakiiiia anebe reliisa o leg- gcrmenle smarginala, b; piii giovani poeliissinio appuntale, le latcrali ordiiiaiiamenle Innglie C-8 Iin. ( nei luogbi pin- gui anobe pollicari ) col niargine oscnranienlc roseccliiato, 0 abneiio non esallaiiienle intero. Stipolc picciuolari bre- vissimc ( poco ]»iii liinglie d' una liiiea ) e (piasi a sein- bianza di due piccioli denli, colonosi alTapice, di figura poca delerniiiiala.-/*e(/»/(f'o// 3-8-n(ii'i, ordinarianienle piii lungbi della I'ogiia, non di raro piii corii, aiigolato-slriali come i eauli: tjnmltcHi glabri lucidi, o puberuli : invo- lucvo snllo i fiori di corle braltee, corlissiniamenle ciglio- lale.-6'«//ce gobbo alia base, glabrissiuio, o sparsaniente

ITil iCC. VOL. ilV. 5

34

pclosclto, cigliolato nei denti, glauccscente, col labbro sii- pcriorc inlaccato all' apice appcna '/^ di linea, e i due pic- cioli denli divisi qiiando il fiore non e ancora sjiiegato , poi (piasi coalili o cliiusi I'uno su 1' allro, e appoggiati air iiiighia del vcssillo ; lahbro inrcriore pochissiino piii saliciile o subeguale airaltro, grossamenle 3-dentalo, coi doiili iaierari the si eonvergono, c chiudono come in un lul)o le unnliie della carina e delle nW. -Corolla lutea, Ira- granlissiina cosi di gionio come di nolle ; vessillo conco- larc 0 appona irradialo alia base da lineellc d' un giallo piu carico, smarginalo all'ajiicc, quasi eguale alle ali (ad unghia pero abpianto piii breve) coi margini rivoilati, e ricbinato esso slesso so|tra Y unghia; ali convergenli, |»ie- galc laleralmenle sopra 1' unghia alia volla del vessillo, conniveiili dal margine cbe guarda il vessillo slesso, pa- lenli dal lalo della carina; carina gamopelala, piii lunga- nienle ungiiiala del vessillo e delle ali, ricurvalo-assor- genle : ungliie dei pelali lulli assai rigide, doppiamenle o due volte e mezzo ])iii lunghe del calice.-0/'«/flnt (jenetali risorgenli, incbiusi.-//0;/M'H/o da 1-a 2-pollici, gracile, sub- toruloso, glabro, coronalo da lungo slilo ricurvo, tardi e con dillicolla deiscenle in arlicoli.-GmJW. . . non li ho veduti.

()Oi.-C. ScoupioiDES, Koch, Guss., syn.

(llabra, glauccscente, a stipole concrete, opposle alle foglie : Ibglie inlinie semplici, le allre ternate con le fo- glioline laterali suborbicolale, |)iccole, accoslale al caule, la media grande, ovale : ombrelle l-.'i-llore subeguali alia foglia: lomenli seminodosi, subarcuali.-( yln/i»«).

Teh'fjilo di Cmtena, AmjiiilL-Ornilhopus senri)ioi- des, Lin., Ucr., W., llosl., Guss., pr.-O. Irifoliiilas, Lam.-Omithopodium scorpioidcs, All.-O. iriphijllmn, Moench.-Aatrolobium scorpioidcs, DC. -Scorpioidcs por- lulacacfolio , corniculis lomjioribus , tenuioribus, ac ar-

3:;

linilaliH. (^i(i).-Scovpioides , 3luUh. , Casl.-Scorpioides Mallhioli, I hid., Itiv.

i lT."-St'()r|ii()i(]e . Pic- corvino. VoLG.^ Fu.-Oiiciic ik' sc(H'|iinii.

. 1, X U.-WUCIU. tlL

( Sic.-Vraiica di

ciiccu.

Dalla line di Folibraio a 3Iaggio ; nei liioglii iiniidi aiieliL' .siiio a Liiglio.

Acllc rolliirc (' Ira h; hiadc dovunquc.

Cotiledoni spalolali, [lollicari, carnosclli, iiiegiiali, olIiisaiiK'iilc caiiiiali iiclla j)aiiina sii|ti'riore.-FrKy/(V piimi- livo S('iii|diri, oliovalo-Iji.shiiiglio, iiii |)0 concave c ncrvdsc iiclla pagiiia supcriore. La |iriiiia I'oglia ( la quale e inu- iiita pun; come Ic allre di slipola 2-iida ) iion nasce im- iiiedialamonle allascella dei tnliledoiii, ma sopra uii fu- slo aid) 2-.'i liiiee , c aHascclla di iiiio dei cotiledoni con (pieslo I'lislo soi'ge un ramclto : cosi il f'listo e ramoso sin dalla liase. o per dip meglio sono piii fusli dalla slessa radice.-Cauli subeielli, i-10-pidlicaii, vnnws'i. -Foi/lie ca- rullorisliclK; Icniale, con le due foglioline lalerali slipu- lil'ormi, slorlainenle sidtroloiide o subreniformi, ()icciole, sej^sili , avvicinale al caule , la lenninale inassima, j»ic- ciuolala (^^a picciiiolo 2-lineare) snhelliltica, spcsso ovata, qualchc volla ohovata, per oidinario anche ohhliqua alia base, ((ualclievolta morlosizzata in dnc o tre Ingiiolinc piii piccole, ellillico-ltislnnglie, per lo piii ineguali.-/*e(/»»- coli ascellari, 1-3-flori , cguali alia fogiia o di essa piii lungiii, (pialche volla anclie piii corti.-F/o/v' pendenfi-Trf- licc corlissiino ( neppur metlii della corolla ) giaiicescente ad apicc ohhiiquo, hrevemenle denlato.-Co/o//o llava, col vessillo radialo di linee ranee; le ali Inlea allapice. |)o- chissimn piii corle del vessillo ; la carina sliiadila, occnl- lata dalle nW.-Lomculi lalcali, piii riciirvi allapice. con- tralli dal lalo interno, nervoso-slriali lossetlali . <piasi qnadrangcdari . tornloso-strozzali con le cond)aciaturc de-

36

gli arlicoli iiclla matiirita rilcvali in orlicci. -Gmnt lineari, coniprcssi, Icggcrineiilc curvati , rislrelti alle due eslre- niilu, un po reliisi allombclico, scuro-fegatosi, con ombe- lico concolare.

283.

IIippocREPis, Lin., Juss.

( h.''-SferracavaJlo-FR.-IIyppocre2yule )

Cal. pcrsistente , cortanienlc canipanulalo , 5-fido , coi lobi ineguali, aculi. Carina falcata, compressa, acuta, bicipitc. Staini diadelfi. Slilo subulalo, inflcsso, glabro. Lomento di molte arlicolazioni piegalc a ferro di cavallo, ondc il suo margine siipcriore h sinualo. Semi bislunghi, cilindracei o coniprcssi, incurvi o seniicircolari.-(Fo(/ffe impari-pcnnate : slipolc libcrc dal picciuolo: infiorazio- ne ascollare sessile, o in lunghi peduncoli asceliari oni- brellali : fiori gialli ).

GO.'i.-II. Umsiliqiosa, Lin., Ucr., Gnss.

Glabra, a fogiioline obovalo-ciineate , sniarginale al- r apice : peduncoli asceliari , l-2.-fluri : lonienti drilli o subincurvi, ispidelli lungo ambedue le suUire, o cslerna- niente so|)ra gl' islnii seminiferi : arlicolazioni inlernaraen- te subcircolari. (Annua).

Ferrum crjuimim, Uod., liiv., Cast.-Fcrrum equi- nnm vuhjarc, Cdhunn.-Fornnn equinum siliqua sin- (julari , C.B., Cup .-lledysarum mimis, Cast. Y ( lT."-S('erracavallo. ) FR.-Fer-a-cbcval.

Dalla seconda niella di Febbraio ad Aprils. ' IN'ei prali, nei canipi in riposo, nelle colline do- vunque. , .,

37

CmiU niolli dalla slcssa radice, S-l.'j-pollicari, strel- tamcnte approssali alia lerra o risori^onli, Ira Terljc, ot- liisamonlc slriiili.-Fo(//?V imiiari-pcnnalc, crollo o patenli (!(1 allelic jialciilissiinc, ion slipolc sciiiilanceolalc dciilale: picciuolo coimiiie siij)oriornieiite sokalo : Ibglioliiic non csatlaincnlc a|i|iosto, an/I per ordiiiario alterne , jiiccole , gTadalaiiiciilc piii yiaiuk'llc dalla liasc all" apicc del pic- ciiiolo (•(iiniine, inlensameiilc verdi o verdi-i^laiicesccnli , di lii;iira olnordala, ciineala, ohovato-ciineala , bisliini^o- ciineata, e (pielle dclle fcti^lie oslrenie anchc ciinealo-li- neari; seinpre jiero ad apke sniarginalo o biloLato con csilissinKt spiinldiio in mezzo (spesso svanito ) e a mar- line iiilcni, loilissiinaniciile |)ircinolale ((d picoiiiolo [)ar- ziale lercle ros^kao.-Peduncoli ascellari solitarii o ge- melli, 2-4-lineari.-Cfl/jce seniilabialo, col lahhro siipe- rioi'c alipianld piii salienle, 2-denlal() a deiiti dislinti, 1' in- Icriore W-dcuUiU). -Corolla con le ali Inlee, 11 vessillo e la carina hilco-verdasiri : nni^liia del vessillo cnrvala ad arco sopra Ic nngliic delle ali, e sorrella eslernanienle dal labro calicino snp('iioie.-/vOHie/(// rialzali allinsii, driiti o piii 0 inciui ciir\ali alia volla del I'lislo, Iniighi, 7-1. > linee, larglii nelle conintessurc dogli arlicoli 2-3 linee, S-H-sper- mi, a seni circolari-oliovati, cliinsi, cnn ainliednc le su- perlicie glal)ris>iine, relicidalo-nervose dovnnque e piii decisanienle neglislmi: aniLedne le siilnie ( o solamente reslerna al di sopra dei semi ) ispideltc, spesso nei luo- glii lerlili (iinlirosi inleraniente liscie : sntnra eslerna o su])eii(ire ahpiiiiilo serpeggianle : espansioni laterali degli arlicoli larglielle : apicc delle coniniessurc snbilobo con tennissiiiKi deiile in mezzo ai \o\n.-Grani liiieari, slret- lissimi, semilmiali, liinglii 2-2 ' ^ b"-' gi:dlo-verdogiioli, niccbiali negl" islini, ossia nella cnrvalura di ciascun ar- licolo.

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284. IIedys.vrim, Lin., Juss., {h.^-Edisaro-Fn. -Sain- foin, -Sic. -Sudda) : *

Cal. persistentc, S-fesso, con lacinio lincari-suhula- le , subeguali. Vessillo c carina graiuli, c quest' ultima troncala ol)li(|uanioiitc : ale niolln piii cortc dclla carina gamopctala. Slaiai tliailelii. Lomenlo con niolle artico- lazioni strozzate, coui|iresse, orbicolari, 'l-s|)ernie.-( Fo- fllic ini|»ari-pennate : slipole lil)cre : infiorazione in grap- |)oli asccllari , hrattcali , lungamentc poduncolali : fiori rossi, (li ratio hiandii.

60(5.-11. Cor.o>AuiL.M, Lin., I'ci'., W., AIL, Guss.

A caulc tliirusamente ramoso: fogiioline sui)orl)icola- to-ellilticlie, nella pagina siipoiiorc sui)glai)ic, nella iufe- riore c lungo i margini puboscenti : gi'a|)poli-bisUinghi, (Icnsiflori , piii iunglii dclia Ibglia : arlicolazioni del lo- niento glabre, aculeate, orbicolari. -(.lu»«o).

Onohrychis altera, Dtnl. Iledijsarum, Riv.-Onobrij- chis major, perpclua, rubicundo spicalo jlore, clypcalis niliquis per isllnnum juncti.s coaccrculi.s. Cup. lledy- mrum chjpaalum, rnhrum cl album, Caul.

ill. "-Sulla, Erba sulla, Lupinella salvatica. Fr. -Sainfoin d'Espague, Sainloin a bouquets, Sulla, Sulla de Calabrc. Sic. Sudda, Sudda caprina. :

Aprilc-3Iaggio.

.Nei lerreni argillosi (Bochini, Fiumarcdla, Palmeri, Janci, Trappclo. ec.) ma non molto frequente.

C«u/i oltusamcnte slriato-angolati, ramosi, piii o men Inngbi ( da 1 a 4 piedi ) cortamente e appressatamente

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polnsi iiU'insii. prnslrnln-dilTiisi, o rinlzali sopra 1' erhc- f(i(jlic inipaii-pciiiiiilc a !}-i coiipic. con Ic lojilioliiic op- posle 0 pill spesso alloriic, e la I'uijlidliiia inipari non niollo pill i;i'aii(l(' (Icllc allrc ; a slijiolc triaiijiolari-ariimiiiate , 2-'i-\m'i\v'\.-F(i(lliiiliiif' l(i.sliiiii;()-sul)(.'llillicli(! ail apicc ol- tuso corlamcntc s|niiil(Mial(), I' inipari per onlinario siiha- iiila, niiinila di sjninlonc conic le allrc: Inlle cnpaincnte vcnii c siilijilahic nclla pagina siipcriore, dun vci'dc piii dilavalo, Incidc c a|)prcssalaincnlc peloscUc all' insii nclla inlcriorc. c Iniijio i inaijiini. Picciuolo priniario otlusamenle anijolalo. d()(ciiil(i al di sopra; picciindi sccondarii ap|»c- na liiicaii.-/V(/i(»co// asccllari 2-7-pollicari ( coniprcsa la porzioiic lioiilcra ) slriali , appressatamcnte pclosetli conic il caiilc, accoslalanicnlc ])iii villosi nelT asse liori- lero, ercdi cd orcno-|)alcnli.-/^y'f(//ce Irianfjolari-laiiccolale ad apicc lililoinic, |)icciolc, incmliranacco-scariosc, bian- cliiccio-rossiccc, cijilialo-Aillose, subci>iiali ai calici, assai |)iii liini;lic dci i;and)clli.-F/o;'/' addcnsali in prajipolo nci due (piinli snpci'ii)i'i del pi'diincolo, crclto-palcnli o (piasi orizzoiilali. con i;ainliclli appcna lincari.-6V»//c/ jiiii luii- i^lii dcllc brallcc. snlii^Iabri, col Inbo biancliiccio, villo- sclli sojira i dciili. clic sono snbulali, vcrdi, e [liii lunglii del liilxi stcsso.-^.'o;'o//« dim rosso vivo, Incido, col vcs- sillo 2-l(d)o, riinosso dajjli allri |»clali e abjnanlo jiicgato in addieirn, jiiii limjilicllo della carina, un po sbiancato loniiiliidinaiiiiciilc ncl ccnii'o cd ivi slrialo niinnlanicnlc , col niariiiiii lalcrali un po rillcssi I' un conlro laltro; le ali (piasi sidicjiiiali all" apicc dclla carina, scnii-laiicc(date c coiiiii\cnli : la carina pic^ala ad ani;(do (piasi rclto , ollusaiiiiola.-f'//»??if'/(// <• pistillo (lavo-verdicci, ri|>ici;ali ad anjiolo sollo 1" apicc dclla carina: antore ••iallo-spor- cbc.-A()»(c/)/o a 2-l-arlicoli orbicolati , o loniiiludinal- nicnlc sul)n\ali, ( con sliclla commcssnra (piasi oibic(da- rc, minor d" una linca ) rialzalo-incrassali uoiruno e nel-

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Taltro margine', solcati nclla siiUira, gremili in anibcdue le supcrlicie tli corti aculei basilati ( qiielli del margine scmpre volti in dcnlro): I'articolo estremo spunlonato.- Grani Icnlicolari a radicina promincnte, bai, lisci, a mar- gine alquanlo rilcvato.

Non bo mai vcdulo ki variola a fior bianco.

607. -II. Capitatum, Desf., W., Guss. (non DC.)

A cauli proslrali, ramosi: foglioline delle foglic in- ferior! obovalo-relusc o snb-iobe, corlamcnle spuntonale, delle supcriori obovalo bislungbe , ed ancbe spalolate , oUuse, spunlonate o muticbc: fiori racemoso-fascellali in cinia a peduncoli asccllari piii lunglii della foglia : arli- coli del lomento orbicolali, pubescenti, spinuloso-aculcati, ad aculei undnali.-( Ammo ).

II. pallidum, Bin., non Desf. -11. spinosissimiim, W., Sibtli., DC, non Lin. -II. minus, purpureum, re- pens, siUquis clijpeatis, sparsis , Cup., Bon.-Onobry- chis clypcata, exasperala, minor, Jonrn.-O. major, humi projecia, lomjulo cordulo folio, flovibus rubris, clypeatis, articulalis siliquis, sparsis, Cup.

Marzo-Aprile.

Nei pascoli marillimi , nelle colline , nelle pcndici (I'ho trovato a Janci) sopra terrcni argilloso-calcari.

Cauli tcnui , 1-2-pedali , angoloso-striati , rossicci, ramosi sin dalla base c proslrali a raggio, covcrti di corta peluria cinerea , come pure i picciuoli , i peduncoli , e la pagina inferiore doUe [ogVia. -Fofjlie allernc impari- pennate a S-11 coppie, con Ic foglioline ordinariamentc opposle , di rado allernate , gradalamenle piii grandelte dalla base all' apice del picciuolo comune superiormenle so\caio.- Foglioline per la forma come nella diagnosi, ci- nereo-vcrdiccc o del lullo vcrdi sccondo il grado dclla pubescenza delerminalo dalla natura dei luogbi, subvillose al margine ed eslernamente su la coslola , glabre nella

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pagina siipcriorc, piii o mono puhescenli nclla iiiferiorc; quelle dcllc l'oij;lic piii basse lari'lie da 1 a 2 lince, e luiigho <la 2 a .'i, c allc voile laiito larifhc (piaiilo lim- glu! ; (piellc (lelle siipcriori liiiiii;lie 3-.') liiiee , lai'j>lic 1 %-2.-Slii)(ik' piulldslo (riangolari acute ( a Iriangolo isoscolc ) clic ovalo-acumiiiale.-A'(////)ro// ascellari, stria- ti, erello-paloiili. l-V-pollicnri, IJ-IO-llori in cima. Ilml- tee scaridse , [nil picciole die nella specie precedcnle , ovalo-lanceolale, attenualo-sctacce aiPapice, villose , ri- flcsse, pill liiiiijlie dei jiamhelli liiiigiii essi stessi appena una linea.-CV///(e iiienibranacco, bianchiccio e glabro nel tubo, a denti acuiiiiuato-selacci, irsuli, foscbi ( come gii apici delle brallee, e le slipolc ).-Coro//e rosee , niinoii delle |)rece(leiili, (pianlunipie della stcssa forma , a ves- sillo smaiginalo, subeguale alia carina , purpureo-striato con maccliia l)iancheggiante in mezzo , a! di sotto delle strie: ali lineaii, oltuse, d'un roseo piii inlenso e scnza slrie, inleriiainenle abpiauto docciale, 1-2-liiicc piii corte del vessillo e della carina, ma iiiolto jiiii lunghe del cali- ce: carina ganiopelala, violella all'apice, sbiaiicata per tullo lo spazio abbraccialo dalle i\\'\.-Slami rijuegali ad angolo quasi retto sotto I" apice tronco della carina: nove di essi ( come nella specie i)recedente ) coi iilamenti riu- nili , I'allro libero a Far le veci esso solo del sccondo fascelto.-Aomc/i/o a 2-3 arlicidi riuniti da largbe com- raessure 2-lineari, a marginc poco elevato , non solcati nella suluia, piii esatlamenle circolari e piii graiidi die nella specie preccdente, 3-i '/^-li'icari in diamelro, pube- scenti, spinulosi, con le spine basilate, moUi, iiieguali, dritle, pubescenti pur esse in maggior parte, glabrc ed uncinate air apice, salicnti dal margine: restremo arlicolo spiiiiloiial((.-^';Y(/(/ leiilicolari come nella specie preccden- te, ma a radicina piii sporta in fuori.

ATTI ACC. VOL. XIV. 6

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28S. OxoBRvciiis, Gaertn., Sjir., Endl.

Cal. persistente, S-fcsso, con lacinie subulate, sube- miali. Vessillo bisbin!>o: corina sul)ol)lii>uaniente troncala: ale corto. Slaiiii diadelli. Lomenlo 1-articolato, subco- riaceo, coni[)resso, indeiscenle, sessile, l-spermo, ecbi- nato, crislato o alalo, ncl margine superiore drilto e piii grossO;, neir infcriore convesso c j>iu soUilc.-(^Fo(///e ini- pari-pennale: infioraziona in racenii asccUari bralteali , luni>anicnle peduncolali: fiori rossi ). r ;

"^ 608. -0. Capi't-calli, ail, DC, Guss.'

A caule erello o dilTuso : foglioline pubcscenli nella pagina superiore, bislungo-lanceolale, quelle delle radi- cali obovate, tulle niueronidale : podunccdi frutlif'eri fpiasi pill lungbi della foglia : liori ( pochi ) ravvicinali : calice subeguale alia corolla : legunii |)ubescenti aculeato-foveo- lali in tutta la superlicie, coi denti della cresta interi , triangolari, ap|)untato-spinosi. (Annua).

nedijsanun Caiml-fjalU, Lin., IJcr. -Caput (jallina- ceum Bi'Ujurum, Lob.-Onobrijclm minor, siliculis echi- natis cristalis, majoribun ct cras.sioribus aculeis prae- ditis, donuta, Cup.

I It." Cresta di gallo. -'

VoLC. I Fr. Sain To in crete-de-coq.

' Sic. Kizzareddi.

Aprilc-Maggio.

Nelle coUine dovunque, negli alvei dei torrentl, ed ancbe ( sebbenc di rado e spicciolataniente ) nei luoghi erbosi niaritlinii ai niargini dei canq)i ( IhmjcUum ) .

CauU 1-2-pedali , striati , abpianto rigidi , raniosi sin dalla base, giacenli o rialzati tra rerbc.-Fo(/f<e pen-

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nalc in calTo con lo (u!;lioIinc (jnasi senipre opposle a coppio (lislanli , c il piceiuolo scaiialato supcriormente , nolle radical! piii ailiin^ald: Ic priiiKirdiali ((rdiiiaiiaiiicnlc soni[)lici , lanccolalc, luni;aincnk' picciiiolalc. FoijUoUna nolle fo"lie radicali c nolle canline inferiori ohovate ed oltovato-hislungho, nolle cauline supcriori l)ishini>(»-lanceo- lalo. linipari sposso |)iii alhinj^ala: liilte spiiiilonalo al- r apice, iiilensaniciile vordi, norvosolte e approssalanienlo pubesconti nolla pagina inforiore, lisce c (piasi i^lalire nella siiperioro, a niaryinc inlorissinui. Slipiilc sidilario. scariosc, acute, oppcislo alio foglio, suhinguainanti, 2-iier- vose, a nervi salionli: I'esistenza di due soli neni fa cliia- ro conoscore clio le slipole propriaincnte son dne salda- te in una : la rpial saldatura (pialclie volla si tiova nA- la.-Pcdinicoli ascellari e toruiinali, l-!i-p(dlicari, l-S-flori in cinia, subeguali alia foglia, striati come i cauli , c sparsi alio voile di (pialcho solola, come pur si osscrva nei picciu<di.-F(o/7 piccioli, jmico dis.lanli , da l..a2.. linee, e nei luogiii pingni ed orbosi anche un pollice , senza pero die (piosta dislanza sia nianlenula ugualinente in tulli i liori d'nno slesso ganibo.-///"a//e(' picciolissinie meinbranaceo-bianchicce, ovato-acule, fosco-l-ncrvose a ncrvo salientc.-6Vf/jce a lacinic subulate, verdi, pelose intcrnanionte od ai margini, iueguali ( i due suporiori piii lunglii, i (\uo laterali pocliissiuio [)iii corli, T ultimo ([uasi una linca ancor piii corto dei dne laterali ).-Cor()lla di un rosoo abpianto diifivato. c(d Aossillo quasi retlo ad apice subrolondo leniiinato da corla punla, stpiisitamonte radiato-lineato di porporino, snboguale ai due dcnti cali- eiiii intorniedii: ali piii corto del vossillo ipiasi una linoa. subogiiali al denlo calicino inforiore : carina (piasi ugualo ad osso , 0 di osso piii liuiga. verdastra sopra langolo ilolla lroncatura.-Lomp?j/f> piibescente, aculeafo-fossoltalo ill tulta la superlicie . ad aculoi robusti , inegnali, gra-

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datamente sempre piii corti dalla cresta al lalo opposto, ingrossato-conici alia base , quelli dcUa cresta piii larghi, 3-angolari o triangolari-lanceolati, 1 7^-2 '/^-lineari, ordi- nariainente fosco-rosseggianli. -Grojti subreniformi, ncro- leonini.

II pericarpio del lomeiUo, dopo che il seme e ger- moglialo, rimane altaccato al coUo della radice.

Sezione 2.'' .

A coUledoni crasso-carnosi {Sarcolohee, DC. ).

* A foglie cirrifcre, le primordiali allerne. Legume polispermo, deisccnle ( Yiciaee DC. )

- : ■■.> 286. '■ „■:■• ,\. .■•... '•:

i .: Yicu, Lin., Juss.

( Fr. -Vesce-Ix .°-Veccia-Sic . Vizza ) .

Cul. persislenle, tubuloso, 5-fido o 5-dentalo , eoi due dcnli superiori piii corti. Vessillo ascendeute. Stami diadclfi. Stilo liliformc cou stimma trasversale peloso. Le- (jwni> bisiuiigo o linearc, compresso o turgido. Semi cou ombelico laleralc, ovale o lineare. I /'-A (iori ascellari cortameute peduncolati, o quasi sessili.

609.-V. i\iRiJo>E.\sis, L., Vcr. IF., AIL, liiv., Guss.

A caule augolato , villoso sopra gli angoli insieme ai picciuoli : foglie iuferiori una volta, Ic altre 2-4 volte conjugate, cirrifere, con le foglioline (larglie) ovato-bis- lunghe a base storta, inlcrissime, o le supreme subden- tate all'apice: stipole concolori, alabardato-ovate, cigliate, dentate alia base : peduncoli sub-3-flori, brevi : legumi

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coniprcsso-sublcroli, pcnduli, (.igliato-pubcscenti, c den- licoliilo-staltrissimi lungo le suIuit: graiii giohosi, nero- vellutini. (Annua).

V. lalilhlia, Hloenih.-V. Nurhonenm li., I)C.-V. supina, hilissimo jhUo mm sorruto, Secju., Moren.-V. maxima, puriniroa, annua, Vup.-V. purpurea, maxi- ma, annualis, [oliis av siliquis muryine jiilosis, Id.- Faha sjjl rest lis, Dad., liiv., Malik.

i It." Fava Selvalica. VoLG. \ Fu. Vcscc dc A'arbonne.

( Sic. Favaccia.

Marzo-Aprile.

IN'oi canijii c nei prali, ma noii inollo frcquente.

Canh' ollre di 3 piedi, risorgenk! , angolato come (jiR'lIo dolla Fava comune (a cui liilta la jiianla avvici- nasi per lo porlamento) con due angoli opposti piu sa- lieiili, conflneiili nci margin! della l)asc dilalata del pic- ciiiolo, ed uno ()lliis(» c(Miliiiiiato siiila carina del picciuolo medesimo,.serialinenle jicloso lungo quest! angoli, niac- cliialo di neraslro airascclla delle luglie (e jiiire niaccluata la base del picciuolo ).-F()(jVi(' 1-4 voile conjugate, col pic- ciuolo suj)eriorniente docciato, inferiormente carinato, e serialmenle peloso bingo gl! orl! della doccia e su la ca- rina: le fhijliolinc allerne, gradataniente piii grand! da gill in su, le inl'eriori 1-2-jugbe, le superior! a 3-4 cop- pie, tutte ovato-bislungbe, intere, a base storta, aride al lalto, nella pagina inlcriore sparsamente peloselte, pre- cisanienle lungo la ciislola ed i nervi, nella superiore e lungo il margine scabrosette j)er nunierose e corle selolc adunclie e basilale ; adiiuclii pure sono ! pel! o setolette della pagina inl'eriore. ma piii rari, e non basilati, ed inol- tre pill lunglietli.-S//))t(/e cigliale (a cigii brevissim! co- me i pel! chc orlano il margine delle fogiie) dentate alia base, appunlate all' apice, alabardato-ovale.-6"/n/ 3-G-li-

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di.-Peduncoli villosi, sub-S-flori , variainente alliingati , per ordinario 2-nori.-Ca/ic/ siibpuhcscenli, a dcnii ova- to-lanccolati, cij^liali, e T inferiore assai piii strctto: col tubo spesso-fosco nclla parte siiperiore soUo i denii piii covli. -CoroUe d' tin violelto oscuro (noii poro nero-por- porine Guss. ) a vessillo poco spiegalo , e le ali bian- chiccio-ciiu'riiic dal lato clie si a|)pogi;ia al vessiUo.-Le- gumi subsessili, sus|)esi ad un sol peduncolo, 7-'»-sper- mi, lineaii, conipresso-subtcreli, cii;iialo-pul)cscenti Uingo le due suture, nella [)erfetla maluiila uerastri e neile su- ture scabrissimi, a superlicie reti('olato-venosa.-6j'«»/' per- feltamenle gbil)osi, ueri e come auiiebl)iati di luliggine , con ombelico linearc, biancbiccio.

010. V. Spuria, liuf., DC, Guss.

A Ibgiie villose, le iuferiori 3-4-volte conjugate con le fogiioline obcordate, le superior! conjugate 4-6 volte con le fdglioline bislungbe od ollitliclie, olluse o retuse: stipole minute, intere, varie di forma : corolla col ves- sillo cretto, leggermente ripiegato, esternamenle villoso, glabrato ai margini, piii corto dellc ali dilatate all'apice: legumi solitarii, subsessili, bislungo-ellittici , spuutonati, pelosi, 5-spermi (2-spcrmi per aborto). (Annua).

Vicia insignilcr cordalo folio, siliquis Pisi, ro- lundo scmine, alro, Cup.-V. insigniler corduta , sili- (fuis Pisi, Id.

i It." Veccia bastarda.

VoiG. < FR.Vesce batarde, . ( Sic. Vizza.

Fcbbraio-Aprile.

Nei luoghi erbosi, e tra le biade dovunque.

Cauli gracili, l-P»-pedali ed ancbe piii lungbi, gla- bri 0 sjiarsi di qualcbe |>elo cortissiu)o.-Fo/y//e a l»-6 coppie. FogliolinQ villose, le iuferiori obcordate, largbe !{-4 lin., luiigbc 3-(} lin.. le superiori bislungbe ed el-

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liltitlic, olliisc 0 siiunpiiale, iimnile di spuntonc. Stipoh iiiiiiiilo, ora siiliroldiKk', ora liislimiio-aniniiiiale, spcsso piilM'Scciili, intcie, rare voile appena seinisaellale, sovente iiolale (I'lina maccliia liiancliiccia, noii niai lilhifift, Guss.- Cini seniplici (i raiiKtsi, ordiiiariaincnle 2-li(li.-/V(/»/i- coli 1-2-liiieari, Sdlilaiii, jielcisi, i(tl lidie piia di spie- garsi pendciilc. ])(ii erello.-CV///r7' villoso, sidjsaccalo alia base, a dciili liiieari-selaeei, iiiegiiali ( essendo il medio inleriore piii alltini;al(»\ fosco-rdssicci allapite, quasi piu eorli del [who. -(^iiinlld a lundo pa^lialo , Imijja 10-14 liii.. Cdl ves!«ill() dilalalo-suItroUindo, lai"f) ()-8. lin., sniar- i^iiiato-suliildlxi , senipre erello e spiei^ato cdii picciolis- sinia ripiej;aliira in addieiro, eslernanieiile villoso ( i;la- hralu ai iiiaiiiini > coi pcli iiiadalaineiile |iiii colli dal cen- Iro alia perileria, iiilernaiiieiite sriiinato all" apice da una niacehia sulfuiea: le ali ohovale, dilalale all' apice, piu corle del vessillo, eolorile al di fuori dun suH'ureo stem- pralissimo : la caiina eslernaiuenle uu po I'osoa.-Leyf/me peloso, hisluuiid-ellillieo, niucronalo con punia un po in- curva, jiollicare, conipresso, larjio 4-3 lin., penduio, 3- spernio ( 2-spcrmo jier alKulo), fosco-cinereo quando scc- casi.-6'r«/(/ sidiidlondi, oscuranienle conqtressi, varieijali con niaccliie neraslre iiregolari sopra un fondo color d' o- glio, con ondielico oglialo-gialliccio , quasi concolore al fondo.

611. V. llijlnida, Lin., Guss.

A ibylie !}-(» voile conju^ale con le foijlioline smar- ginalo-sptintcnale. villose. nelle inleriori ohcordate. nelle su|)eri(iri liisliini;lie : sli(Kde niinule, seniisaellale, inlerc, jiolil'onne: vessillo eslernamenle peloso, raddoppialo, non dil;ilal((. snl:ei;n;de alle ali : legiinii solil;iiii, sulisessili bi- slungo-ellillici, spunlonali, pclosi, 10-spermi (2-5-sper- ini per al>orlo). (Annua).

Vicioides Injhridu, Muench.-Yicia lutea B., Lam.

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^ ( Fr.-Vcscc liybride. ) Sic.-Yizza.

Marzo-Aprile.

IVei liiO!i;hi orbosi e tra le biade doviinque insieme alia preccdenlc.

Caidi gracili come iiella V.. spuria, glabri insieme ai picciuoli.-Fo_(///e 3-() voUc conjugate: foifliolinc per ordinario tulle smarginale : alipolc bianco-notate, non mai ViWosc. -Pediincoli peIosi.-Ca/('t'/ subsaccali, pelosi, col dente infcriore cguale al tubo, i due intermedii abpian- to piu brevi, i (bie superiori piii corti (b^gli altri.-Coro/- le pallidameule verdi-hiteolc o pagliate, buighe 8-10 lin., col vcssillo esteniamentc peloso, sovenli drilto, subbilobo, raddoppialo, appoggialo alio ali, inlcrnamente fosco-vena- lo, non diialalo airapice; le ali quasi largbe 3. -lin., uri po pill largbe alia base (non all'apice, Guss.), nel mar- gine inlcrno quasi drilte, alquanto altondate nel niargine esterno e nell'apice.-Lef/ume come nella V.. Spuria, bian- co-gialliccio quando seccasi, coslanlemenle lo-spcrmo (2- 5-spermo per aborto).-Gr«/H' subrotondo-ovali, oscura- menle compressi, neraslro-fuligineo-niaccbiali sopra un fondo ogiialo, che qua e la Irasparisce sollo quella co- verla affumicala.

Quesia e la specie preccdenle banno lo stessissimo porlamento, e tolline i liori un occbio poco esperlo mal saprcbbe dislinguerle agli altri caralteri esterni. Inlanto Tuna e piii precocc dell'altra; e in quella i fiori sono giallicci, suliureo-discolori aU'apice del vessillo, con le ali air esterno svanilamentc sull'uree, e la carina alquanto fosca; in questa i fiori sono piu piccioll, i>allidamente verdi-gialli, il vessillo raddo|»pialo in addietro, interna- mente fosco-slriato, con le ali piii dilatalc alia base die airapicc. Pero il carattere di maggior distinzione, a cre- der mio, sta in cio, cbe nella V.. spuria i legumi sono

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cnslnnlcmcnlc 'i-spcrmi f 2-s|)('riiii per ahorlo^ , nclla V. Ihjhrida soiio loslaiilenit'iilc lO-sperini (2-.")-spcriiii per aborlo ).

GI2. V. HvRTA Balb., Pers. , var. B. coerulesccns Guss.

Irsiila, a lojilio li-IO voile conjiigalc, con le (o^lio- line nolle inrciiori hisluni'lie od obovale, olUise , nelle siipciiori lincari-laiucdlale. snhacule , spiinloiiale : slipole inrciiiiii 2-|iaiiilo, non niaccliiate , Ic siiprcine ovalo-acu- te , niaccliiale: (iori solilarii, i>laliri , lossiccio-ccrulesccn- li : l('i;nriii sessili , slorto-lanceolali, conipressi, luberco- lalo-ii:sulissinii.-(.l«ji«aJ. - V. MtilHIhlin, cum siliqiiis hitis, I. B. V. hiiea B. hiiia, Poll.-V. luloa B. pallid. Ilora, Ser. et DC.-V. hirsiiUssiiiut, (hjr. el Jen. -.' { It. "-Cicerthia i)ilosa,

( ?iic.-l'iliise(l(la.

marz()-)lai;iiin

IVelle colliire e Ira le biadc dovnnque.

Cuuli 1-li-pedali, solcali.-Ff>y//e palcnti, a picciuo- lo coniune slrialo-.iiiiidlalo, Ic iiiferiori ((in ciiri semplici 0 nulli, V. con le I'onlioline l)isluni;lie , slrelle c ap|)ena lunglu! 2-1] lin. ,• le snperiori con cii^li ii-lidi o raniosi . e con le foi'lioline lineari-lanceolate, larglie 3-U'/,, inn- gbc S-12 linee: InglioliMe liillc opposle o allerne , avvi- cinalf, nervose, snlisessili, ad apice subaculo, s|tunlona- lo.-StijwU' appena '1-2-llneari, le inleriori 2-parlile e den- tate con le lacinie acnniiiiale: le snperiori ovalo-acnle , spessd seniisaellalc, neio-iiiaccbiale. Fiovi solilarii, ses- sili.-^'rt//(;/ glabri, a denli cigliali , acnniinalo-selacci a base Iriangolarc, 2-3. voile piii corli dclla corolla, i tre inferiori doppiamenle piii liiiiglii , egnali al Inbo c tra loro.-f>'oio//(t rossiccio-cernlescente a vessillo bislungo , fosco-rclic(dato, snbbilobo, ahjuanlo rivollalo ai lali. LcffU-

ITTI iCC. VUL. XIV. 1

so- me 3-a-spcrmo, tuliercolalo-irsiilissinio Jinclie qiiando sec- casi (a Uihercoli iniiiiili, uiio alia base di ciasciin pelo) palciile 0 pendulo, nclla niaturazione ncrasiro, di luniia storlanienle lanceolata ( alquanlo piii ciirva nella suliira scniinifera ) lungamcnle rostrato-inciirvo all'apice, con le pareli inlcrne ciiieiogiiole, liicide. -(#/■«»/ subgloboso-coni- pressi, serpali di inaccliielte nerastre , leonino-scure, e giallo-vcrdogiiole : ombelico bie.ve, cinerognolo.

Tulle le parli della piaiila irsulissime, tranne il ca- lice, e la corolla, cbe sono glabri.

013. V. Macrocarpa Bertol., Giiss. En. pi. vase. Inar.

A cauli robusti, quasi glabri: I'oglic grasselle, 4-7 volte conjugate : fogliolinc sparsamenle pubescenti , spun- lonale , nolle foglie inlcriori obcordale , nelle snperiori obovalo-bislunghe a base cuneala con apice raranienle smarginalo-niozzo : stipole denlato-laciniate, le snperiori semisaetlale sanguineo-inarcate : fiori solilarii o genielli, subscssili : legunii crassi , linoari relicolalo-nervosi , sub- glabri, nella niaturita quasi tercti, bruni, patenlissimi o penduli: grani grosselti, globulosi, lisci, hui. -(Annua).

V. saliva, Guss. sijn.-V. saliva li. macrocarpa, Moris. -Vicia, Casl.-V. nodosa, Gaerln. ? V. vulfjaris, saliva, I. B. -Vicia, liiv., Clus., Mallh.-V. major, vul- f/aris, saliva, Cup.

I IL^-Veccia, Yeccia coltivala, ., j FR.-Vesce, Billon, Pesette, Vesce de pisreon, Ve- ] see cultivee.

I Sic.-Vizza.

Jlarzo-fllaggio. ,

Nei prati e nei seniinali da pcrlullo. ■,.

Cauli robusti, solcati, subglabri alia base, vcllntalo- pubescenli nella parte snperiore, 3-0-pedali. Foglie a 3- 6-coppie allernamente ed opposlamenle inserile, coi pic-

til

ciuoli puhesccnli piii che la parte siiperiorc dei cauli, c il ciiTO scniplice o coinposlo. FofjUaUnc piii n men !j;ran- (li secondo il rigoglio della piaiila, oidiiiariainciilc larghe (la .*}, a 9. linoo, Innglic da ."). a la., appressatamcnlc puhcscontc ( a pcliiria piii liinghcUa die uoii (piella del caule e dei pieciuoli), noii di rado nella jiagina superio- re quasi giahre, tutle spunlonalc, alquanlo varie di for- ma, conic fii ceiinalo nella diagnosi. Slipolc puhesccnli dontato-laciniate, le superior! denlato-seniisaellate, profon- damenle inipresso-niarcale nel deutc superiore piii grosso da una niaccliia subrotondo-appunlala , fosco-sanguigna , nera ai niargini.-F/«//' solilarii o gemelli, lunghi quasi un pollice, sonelli da peduneoli l-2-lineari.-C'«//ce tu- huloso-angolalo, (piasi glahro, pcloso-cigiialo lungo i ner- vi, e sopra i denti, die sono quasi eguale, appressati alia corolla cd al I'rutlo. con una niaccliiella nero-sangui- gna profondanienle inipressa soj»ra ciascuno, piii sposso sopra i denli inferiori piii in sii della nielta di essi, non suheguali al luho della corolla, ma doppiamenlc piii lun- ghi, lie Ira lor j)aralleli e drilli, ma i due superior! piii ravvicinati, I'inferiore piii scostato, i due inlerinedi! un po ricurvi e ricongiunii con I'apice a! due d! sopra. -Coro//ff grande col vessillo violaceo, e le ali porporinc-Leywrne crasso, linoare , lurgido-suhlerete , alquanlo compresso, patentissimo o richinalo, 2-|)ollicare o [)iii lunghcHo, lar- go i-ri-linee, nervoso-relicolato, loruloso , non propria- iiienle glahro, ma ricoi)erlo di corla peliiria lungo le su- ture, e sparse pure di corti peli nella inlera superlicie, i qiiali poi spariscono qiiando giunge a inalurilai-Gronj" majuscoli quasi della grandezza d'un pisello , giohoso- suhcompressi, haio-annehhiali, con onibelico linearc ver- diccio-cinereo.

614. -V. Leptocarpa, ISnb.

A cauli gracili, glahri: foglie 4-6-voUe conjugate:

^JS)

fogliolinc tcniii, oljcoidato-hisliiiiglie, spuntoiiate, a base ciineata, siibgiahrc: slipolc 3-4-lide con la laeiiiia supe- riore iiero-niarcala: liori solilarii o gcmelli, siibsossili, le- guini lineari , conipressi, strelli, glabrissimi , hruiiaslri: grani (Annua)

Trovalo ili ({iicsta specie un solo inilividuo iiclla Cft- va deir Amico Uillora in fiorc, c coi legunii non ancor inaUiri a 1 Giuijno 1843.

(JauU soicali, dcjjoli, allungato-dilTusi, glal)ri ( ap- pena corlanicnlc pui)escenli in cima ).-Fo(jU(i coi [licciuo- li sparsi di corta peluria , e i cirri coni|)osti. FojjlioUne come nella diagnosi, tcrniinale da spunlonc piii tenue die nella specie prccedenle, glabre nella jiagina superiore, poco pubesccnli nella inferiorc. Slipole 3-4-f'essc a laci- nie acuminate con piccola maccbia nerastra su la base della lacinia superiore altaccala al picciuolo. -F/ori solila- rii 0 gcmelli, con pcduncolo l-2-lineare.-fvV(//c<' quasi gla- bri, a denli eguali acuminato-setacei, accoslati, ncro-mar- cati come nella specie prccedenle. -Corolle bicolare come in quella, ma meno grandi.-/,er/H)m' 2 '^-l]-pollicari, slrelli 3-4 lincc, comprcssi, acuminali ad apice I'alcalo , oscu- ramenle rclicolati , glabrissimi, 8-10-spernii : non li ho visli inleramente niaturi. Grani . . .

IVon mi iu dalo raccorre di questa specie che due soli esemplari, uno dci quali Iu da me rimesso al Cav. Gussone, e 1' allro si conserva nel mio erbario. Quel Cb." Bolanico (Syn. fl. sic. 2. parj. S.to) dicevala alline per r abito alia V. Bacla, ed a ogni mode sospelto esser di- versa dalla V. saliva (V. macrocarpa di (jucsta nostra Flora) ancbe pei legunii sollili , e giudicolla degna di ulteriori osservazioni. Le quali non avendo polulo noi ri- peterc, percbe i)iu oltre non ci vcnne inconlrala, ci siani limitali a indicaria pronlamente con un nuovo nome spe- cilico desuulo dalla cpmparaliva strellezza del legume ,

53

iispptlando clio ci caila il deslro ili incglio verilicarnc lul- lallri carattori.

(Il"». V. Sativa, Lin., Jen., BcrtoL, Guss. En. pi. r«.se. hiar.

A cauli (liffiisi, cortamciitc |)ubcs(enti : foiilic 4-6- volle coiijiijialc con Ic liii^lidliiio iiarallollamculc ncrvo- sclle l(isliiiiii()-laiic(H)lak', nclle iiilcriuri l)isliiiii;o-cimcale, tiillc spiiiiloiiale, apprcssalamenle piiljcscenli: sli[)oIe se- niisacllalc con la lacinia ]iiii itrando sani;iiiiK'o-inarcala. Ic supcriori iiilero c donlale: Fiuri sulilaiii o genielli, sub- sessili : lc<;nmi crassi, linear!, toreli-coiiiprcssi, svanila- nu'nlc iTlicolalo-ncrvosi, quasi lilaitii, suLerelli o palenti, brunasiri : semi ncro-fidiiiginei.-(JH»u«).

Vicia, Jitihs.

I It. " Voccia, Veccia coltivata.

j Fr. Vcscc, Tiillon, Pesclle, Vesce dc Pigeon, Ve-

VOL

u.

) see cuiliveo.

Sic.-Vizza.

Vi.-Sjiilospci'ma, i\ob.-\ grani variegati di cinerino c di llavu.

Marzo-3Ia"oio.

Tra i seniinali, e noi prafi doviinque.

Difl'eriscc dalla V. Mttcnicarpa, con la quale e slata coid'usa dagii Aulori, pei cauli nicno robiisli, ma piii dif- fusi, e per le fodlioliiic bislungo-lanceolalc con 1' apice subolUiso ed anclie aculo senza alcuii" api)arcnza di smar- ginalura, qualclic volla Ironcalo-reluso e senipre Icrnii- nalo da spunlonc a base dilalalo-conlluente. Slipolc, co- lici c lefinmi come in (piclla, sebbene quest' ulliini al- quanlo ]iiii compress! , e non sem|»ie decisanienle neri nella loro inatuiila. (jirollc bicolori, ma piii picciole, e col vcssiilo d'un violetlo piii rossiccio. Semi globosi, sub- conqtressi , nero-Fuligginei , con ondjelico lineare , biu- niccio ; nella vaiielii U. variegati di cinerino e di Davo.

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Forsc qiiesta c le due precedenli non sono che sem- plici varieta d'una slcssa specie; ma il vario portamento di ciascuna lascia dubldi su la loro idcntitii spccilica, e ci ha obblii^'ato a descriveiic divisamente.

616. -V. CoRDATA, DC, Guss. syn.

A caule dchole, suhgiahro: foglie a 4-6 coppie, con le foglioline villoselte e cigiiolale, spuntonale, nolle in- feriori obcordate, nolle superior! bislungo-sniarginate a base cuneata: stipole semisaettate, denlato-laciniate, san- guinio-marcatc : liori solitarii o gemelii subscssi : legumi glabri, strettamcnte lincari, drilti semi globosi, varicgati.- (Annna).

V. Cordi folia, Wulfen in Sturm., et in Spr. Wald. el Kitaih. VoLG. Sic.-Vizza picciridda, ■■

Aprilo-Maggio.

Tra le biade , negli alvei dei torrenti , nei campi sterili.

"'"■ CauU angolato, J -2 pcdale c qualche volta anche pill lungo, intcraniente glabro, c coperto da corta pelu- ria. -Fofjlie a 4-6 coppie, le infcriori senza cirro, o con cirro arisliforme, le superiori con cirro seniplice, o 2-fi- do, di rado piii oltre composto. Slipole semisaettate, den- tato-laciniate, marcate di nero sanguigno nclla lacinia su- periore ; le inferiori piii streltc intere. Fofilioline infe- rior! pill grand!, obcordate, e qualche volta obovate ; le superiori bislunghe a base cuneata, ed anche linear!, tron- che 0 smarginate : tutte niunitc di spuntone quasi sem- pre salicnte da! lobi dclla smarginalura.-Perfwnco/i 1-2- ilori, cortissimi, poco piii d' una Vmea.-Calice coi dent! quasi eguali al tubo, spesso piii lunghi, ordinariamente I'o- sco-rossicci tranne lungo i margin! che restan verdi.-Co- rolla porporiiia concolare come le ali del fiore della V. satira. -Legumi slreltamente linear! (larghi al piii 2 %

:>5

lin. ) (!i(!lli, jiliihri, siil)c()in|tr('s.si, lonildsi, mi ))(» lusclii 8-10-sjieniii, al(|iiiiii[() ricurvi all' ii|iice, col nislro iiieiii- vo.-Cmnt sul)i;lol)osi , listi , I'ulvi , variegalo-oiiibrali di ncro, con omhclico liiaiicliifcio, o giallo-vcnlaslri coiico- lori con oniix'lico iieraslro.

On.-Y. Macuuta, Presl. Guss.

A caiili rii^idclli, |inl)('SC('iili a rilroso : Ibi^lie a !j-(> coppie con Ic Coj^lioline oljcordalo-llaliellalc, villosclle: sli- pole seniisacllalo-laciniale, sani;uinoo-niarcal(': liori solila- I'ii 0 genidli, siilisessili; loi^iimi linoari, drilli subconipres- si , i^lahri, crelli : semi i^lobosi, ncro-vcllulini.-(ll»»M«j.

F. nemoralis, Ten. ex Gush.

VoLC.-Sic. Vizza.

ApriIe-Maj^i;io.

■\oi pascoli aiidi, ncllc siepi, nei luoghi crbosi dolle colliiic.

€(uili sul)orclti o proslrali, rigidi, non molto pro- liiiii;ali, pid)oscenli a rilroso, (piasi ghdjri alia base.-Fo- (//('(' a i-(! coppie, Ic iid'eriori ordinariamenlc scnza cirro, le sii|)eiiori con cirro arislilormc o semplice, di rado 2- lido 0 altrimcnli composto. Stipolc seinisaeUate, dcnlato- lacinialc, neraslro-marcalc su la lacinia piii grando. Fo- lllioline ap|)ressalamcnle villosc, cigliolate, le inferiori e le medie piii largbe profondamenlc obcordato-cuncale ; le snperiori bisliingo-o lineaii-cuneatc, smarginalo-2-lobc o mozze : tulle spunlonale, con lo spuntone nelle snperiori sporgcnli dai lobi , nellc inferiori incluso o parallelo ai l(dti.-/V(/(r/ico/(' l-2-lin('ari.-(Jrt//cf' irsulo, a denii linoa- ri-acmninali, subegiiali, |iiii Uingbi del lubo, sanguineo- niaccliiati nei seiii. -Coro//a discolorc col vessillo cerulco; le ali porj)orine niacdiiale pnr di cernleo alia base ; la carina dun rosso dilavalo alia base, nero-sanguigna al- r apice. -Lej/umt I 'f.-2-pollicari, lineari, subtereli, lar-

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ghi nel maggior diamctro poco piii di 2. lince, ad apice rostralo-inciirvo, glahri, 10-spcrnii, loriilosi, cncrvii, se- niipatenli o crolli, nclla matiirila nari. -Grani giobosi^ ne- ri: ncbuloso-vclliiliiii, con oinhclico l)iancliiccio. -''»''

618.-V. Ste.\oi'iiylla, ,Yo//.

A cauli diffusi, cortamenlc piihesccnti : foglie a 2- (). coppic, coinpnstaincnlc cirrircre : foglioline pubescent! spunlonalc, le inferiori obcordato-cuneate , le superiori sfrellanieule lineari-cuneate ad apice sinarginafo o sem- plicemcnte mozzo : slipolc dentalo-lacinialo , sanguineo- marcalc, liori solitarii o gemclli: legumi linear!, compres- si, drill!, orizzonlalmcnle palenl! ; gran! orb!colalo-com- pressi-(/l»H(/o).

Aprile-Maggio.

Tra le collure e nei ]»rali, ma rara.

Cauli diffus! , 1-2-pedali , debol! , coverl! d! corta peluria, c alle volte quasi i^hhi'i. -Foijlic 2-0. volte conju- gate, a coppie alquanlo dislanli, con cirro nelle inferior! arisliformc, nelle superior! S-I'csso. Slipolc denlato-laci- niate, con la lacinia superiore ovalo-acuminala, niarcata di nero-sanguigno. FotjliolinQ delle foglie inferior! pro- fondamente obcordato-cuneate, ed anche bisUingo-mozze; nelle superiori lineari-cunealc, smarginate o mozze, di rado confluenli-acule , strelte da 3. sino ad 1 '/, lin., lungbc da 5. a 14 linee, orizzontalmente patent!, ed alle volte anche ricliinatc : tulle spuntonate, appressalanicnte pubescent! , o quasi giabre.-CVt//cc' pubesccnle , a denli uguali, cigliati, non |)arallel! , piii lunglii del tubo, i tre inferior! nero-niarcat! ollre la nietlii.-Co/'«//a col ves- sillo cupaniente violello e le ali porporine come nella V. Saliva. -Legumi linear! roslralo-incurv! all' apice, strelt! 15. lin,, lungli! 1 'j, poll., oscuramente relicolali, vellu- tino-pubesccnti, nella maturita glabri, non anneril!. -Grani

57

ijrosselli, orbicolalo-comprcssi, iKiio-ncrognoli con oinbe- lico ItiaiH'liiccio.

(tl!).-V. l*i:iii:{;i!i>A. L.. (iitsx.

(ilal)ra, a cauli dilliisi : luiilic 4-(} volte {■oiijiijialo: foiiliolinc lincari-cunoale, sU'cUissime , siiiargiiiato-hilolx; o icliise: sli|)olc liiicari-scmisacUale : iioii solilarii, suh- scssili : calico col due dcMili sii|M'ri(»ri hrevissiiiii, rialzalo- coniiiveiiti : lei;iiini hisliingo-cliillici , conipresso-lurgidi , orizzoiilali o peiidenti: grani suhglohosi.-f .l/j/i»rt ).

V. MoiKtnlhos , In'., hdh IJcHf.-Y. h>\)U)])]ujU(i . liiif., l)(j.-\. i)er(j(jiinu uiKjuslissiiim foliis, siUtjua lu- la , ylabni.

Voiji. Fii.-Vesce vojageuse.

3Iai'Z(»-Mag|;io.

IN'eile c(dliire e nclle siej)! coniunissima.

Cdiili glalM-i, brevi, 1-1 '/2-pedali, sublelragoni 0 an- i;olal(i-sliiali.-/'V>f///V a i-G coppie coi cirri raniosi. Fo- (jliitUnc slrellissime 1 aji[»eiia hirgbe una liiiea ) lunglie 1 pollice e piii, siibglabre, s|)arse sollaiito di (pialcbe raris- simo pelo ipiaudo aiicora sou Iciieri, sniargiiiale 0 rctiise con le due puule dell" inlacco un |»oco sparle iiil'uori e con spunlone in mezzo in guisa da iuiilace una eslrcuiila 3- cuspidata. Slipolc. lineari, seniisaeltale.-7%/u)ico// 1-2- lineari.-f/«//cf coi denti puboscenli, i due superiori pic- ciolissinii, alipiaulo riuu)ssi dalla corolla, divergenli ; gli allri ajipressali.-(!<'oro//rt a vessillo 2-lobo , oscuramente violaceo, con le ali e la carina cende.sceuli-cineree.-/>f^- (jumi erello-paleuli ad orizzonlali, (piidclie volla penduli, bislungo-lincari, turgidi, roslralo-incurvi, giallaslri 0 ser- pali di nero-sanguigno, (|uasi glabri nella lualurita ( sj>o- gliandosi della p<'liiria clie li copre uienlre sono iniinalu- ri j (l-spenni.-i'ijrt/(/ subrolondi, couiprcssi, variegali, li- sci, ad onibelico concolare.

ITTl ACC. vol. XIV. 8

58

2. -A fiori luni^amentc pcdiincolali.

r»20. V. IhiiivMCA, Lin., Guss.

Suijj^lahra, a caiili allungati, diffusi : Ibglie inferiori ad i-2 coppic con le foi^lioline obovale o ellitliclic, Ic sii- periori a 2-3 cop]»ic con le I'oi^lioline lanceolate o i)isliingo- ellilliche, sjiiintonalc : slipolo scniisaollal(»-liinate, irrego- larmenle dentate: pediincoli piii o meno allungali, 1-2- llori : legunii bislungo-lanceolati, conipressi, pubescent! o giabri, cotonoso-villosi su Ic suture: grani orbicolato-com- [>ressi.-( Annua).

Lalliijrus hijlhynicus. Lam., DC, len.-Vicia maxi- ma, Galt'fjae. foliifi majorihus, U'lraphtjUa vel ponia- phylla, hinatim llorihiis ex viridi purpuianUbus, Ciip.- Cracea purpurea , Galefjae folii.s, Id.-Lalhijrus Galegae foliis, lelraphyllns lel penfoplujllus, binalim flaribus e vividi purpurusceniibus, , Id.-L. lenui vaulis , anyustn folio, hexajlore coeruloo purpurascente, Id.

Aprile-Maggio.

Nelle sie|)i e nei prali uniidi, nia rada.

Cauli sin oltre a i piedi, ramosi, dilTusi, acutamente angolati, sparsi di corti peli come pure i picciuoli.-Fo- fflie con cirri sem|)lici o ramosi, Ic inf(!riori scmplicemente conjugate, raramenii! 2-jugbe, le su|)eriori a 4 coppie, raramentc a 6. Foylioline intere, giabre, s[>uutonate, le inferiori hingbe 3-8 lin., largbe 3-."i., obovale, alle volte elliltiche o subrotonde, e le piii picciole anclic cordiformi senza spuntone in mezzo ; le superior! lanceolate o bislun- go-ellittiche, acute ( raramente smarginate o rctuse) iun- ghe 1-2 poll., largbe 3-10 linee: lutte con la jjagina in- criorc sparsa di peli minntissimi. Slipole dilatate, semi- sacttato-lunatc, irregolarniente dentate ( coi denti acumi- nalo-subulati ) cigliate all'apice ; le inferiori picciolissimc

a

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apiiciiii semisacUaU!, ma non liiiialc, iie cosi tlonlalo come le sii|)tM'iori.-y*t'</(/uco// i^lahri o cuvcrli di pcli rarissimi, alliingali da .'» iiiico sino a !i jMillici , jicr ordiiiario 1- llori, arlicolali (jiiasi duo liiico sollo il calico, coi gam- belli |nil)oscoiili.-6V///ce a dcnli cii^liali , disiii'iiali , cho si riiiniscdiiii liilli in iiiio stossii |iiaiii) alqiiaiilo iiiilinalo ( i duo siiporiori \m\ corli di tluc lalorali, o I" inloiioro pin luni'o di (pio.st' iilliiiii ).-(]()r<)ll(i col vcssillo sinari>i- iialo vi(daceo; Ic ali d' un l>ianco sCuinato di violollo. co- ruloscoiili vorso Y iiiii;liia; la carina d" un i)ianc(> non pun* conio lo ali, niacchiiila di vioicllo all" apico.-iS7//o ponni- ccllalo-villoso sollo lo slininia.-//ef/m/te largo 4-')-lin., lniii;o 1-i '/^ poll., loruloso, ')-(J-spornio, roslrato a ro- slro incnrvo con slilo poisislonlo , a suporiicic osilmcnie nervoso-rolicolala-scahra, sparsa di corla pohiria, n(dla ma- lurila loonino-rosco.-6'/-om grosscUi , solilaiianionlo nic- cliiali ontro una soslanza spugnosa, snhorhicolali , coni- l)rossi, in'ro-luligginci, ad ondtoiico su|)crlicialo, ovalo, ci- nereo-pioniliino. con linoolla Itianca voilicale ncl mezzo.

021. V. Mo.NA.MHA, DcHf. , J/o/'/.s, Icu. fl . ncdp. pvod., G)iss.

(ilahra, a ibglic ()-!) voilo conjugalo: Ibglioline li- neari-lancoolalo, o linoari roluso-sniarginalo : slipolo se- misaollalo dilToinii , I'una linoaro inlorissima, lallrapal- malo-capillacoo-nudlilida : [loduncoli l-l1ori, quasi arislali, suboguali agli ailicoli dol caulc : denli calicini al(juanlo disuguali : Icgunii I)islungo-lanco(dali, tnrgidi, giabri, 2- 4-spornii : sonii glo|joso-sid»coinprossi.-( Annua).

Ervum nionanlhos, Lin., Slurm., D(l., hni. siflli- Lnlliyrns //(o//«i(//io.s. W. sj).-Viria arUiulida. 11. Hor. licr., L()i.sl.-\. nndlijiila, \\(dlr.

Voi,f.. Fi!.-Vcsce a uno Hour.

Marzo-Aprilo.

Tra lo hiado , ma rara.

GO

ComK i-2-pcdali, angolati , con due angoli piii sa- lient! oltiisi , (jiiindi quasi ancipite. -Fofy/te a (i-l) coppie, con Ic foglioiinc alternale , ascendendo piu strcttc, c col picciuolo comune scanalato superiorincnle. Cirri nclle fo- giic iiiferioi'i scmplici, nclle superiori raniosi, per ordina- rio 3-lidi. Foijlioline corlaniente picciuolate, corlissima- mente spunlonalo, le infcnori |)erfcllanicnte lineari, kinghis- siine, l-'/.-pollicari, a due coppie ; ascendendo seni(>re piii corle e piii larglie (lincari-lanceolate, o lineari-oUuse, o Ijislungo-lineari), e inaggiornienle conjugate da 3 a (5 cop- pie: lulte nella superlicie superiore glabrissiuie o d'lui verde pill pronunciato, unite, scnza luslro; nella inferiore sva- nilainente venose, sparse nientre son tenere di corii peli apprcssati, poi pur glahre come nella snperiore. Slipole come nella dhv^nosi.- PcAlmicoli i-ilori, mulici o aristati, pill 0 men lunghi, piii corti della fogiia, subeguali agii arlicoli del anxlo. -Calice coi due denii superiori corlissiini (a|ij)ena 1-lineari ) divisi da un scno scmicercolare, incnr- vati 1' uno conlro I' altro ; i tre inferiori ravvicinati a guisa di lahhro, piii allungati ; (pie! di mezzo aUpianto piii pro- niinenle : lul»o e denti coverli di peli seiicei apprcssati. - Corolla G-8-lineare , due volte jiiii lunga del calice, col vessillo eretto, 2-IoIjo ( senza spuntone in mezzo ai lobi) un po ripiegato lateralmente in dietro, porporino-violetto ai margini, un po biiincliiccio nel cenlro ed ivi relicolato di vene capillare violette; ali quasi rosee ( senza pero che si noti chiaramente la gradazione del colore ) conniventi nel marginc superiore ; carina del color delle ali. Slilo pu- bescente verso I'apice sotto lo stimnia glal)ro.-Le</i«me bi- slnngo-lanceolato, tnrgido, rostrato-cuspidato aH'apice, gia- bi'o, enervio ( nella malurita esilmente nervoso-rcticolato) largo quasi 4 lin., lungo 1 poll., o poco piii, orizzon- lale 0 pendulo.-tJrfmi snbrotondi, grossetti , ncro-lulig-

(11

ginci. iid (iniliclico hiiiiico-flavogiiolo, quaklie volln ogiiali, con larnlic iiiaccliic riilii^"iii(ise.

022. V. Hasyoahpa, Icn., Giiss.

Siil)i;lal)ra, a luj^lic (i-l(l vollo conjiijialo : foi^liolinc hisliiiiijo-liiM'ari (i Msliiiigo-laiiccolale, sul)aciil(' od otlusc;, spiintonalo : slipolc laiiceolalo-scniisactlala, c(in una (Idle line s('iii|ilic('ni('nlc lanccolala iiclic Ibglic snporiori : |)C- (Inncdli mollillDii , piii liini>!ii (Iclla i'uglia u subeiiiiali : fioii ravvieinali, nnilalciali: li'i^unii coniprcssi, lari^anicnlc ])isliini;(i-lanc(M)lali : jjraiii ijlohdsi.-r.hf/fj/tt ).

Vjiavrn cuorulca ilHulc, vcl alba, (hip.-Vicia po- hjlilnjlla, Ian. iwn Dc.sf.

3lar/.(i-3Ia<>i>io.

INCIIc si('|)i (' Ira" rovcli dclle collino.

Cuuti aui^ulalo-slriali, glahri, l-j-jiodali.-Fo_fy//e \ni- lenti, quasi seniprc allcrnaiuonle pinnalc. Cirri comito- sli, |ior ordinario 2-lt-ildi. Stipole quasi senq)rc villosc vioppiii hmjio i uiaij;ini, intcie o dcnlalo : nolle; I'oiilic supcriori una souiisactlala, I' altra hun-colala, qualchc volla andxMluc lancoolale o alahardalc. Foijimlino ([uaklic volla venose all' apiec , a|)pi'essalameule puheseenli , olluse o acute lulle corlanieule spunlonate , le inleiiuri oidiuaria- nienlc piii picciole e piii villose.-/*t'(/n/ico// angolato-slriati come i eauli. 2-i-|i()lli(ari, lioiileri in ciuia da 1 a 1 '|, poll., coi i;audielli 1-2-lineari c i lioi'i seinipollieari, gra- dalanieule piii scoslali dall' apiee ingiii, lulti orizzonlali e poscia (lellessi.-C'o//('e glahro, subsaccalo alia base, quasi inleramenle coloralo di vi(dollo. coi due denli superior! cortissinii, gli ini'eriori liiieari-setacei, quasi s(Mnpri' [liii corli dclle un"hie dclla corolla. -Coro//« col vessillo violcUo appena dilalalo : le ali e la carina biancliicce alia base, pallidanienle ceruleo-cineree all" apice.-N///o jjubesccnle verso r apicc-Leyj/me largo i-G lin., lungo 14- IC, quasi bislungo-lanceolalo ( non ovale ) rislrello lateralnienle in

62

scnso npposto nolle due cslremila. \m larglielto alia base, coniprcsso, ristrello-incurvo ail" apicc, con la suliira su- neriorc pocliissimo alata, [iciuliilo od orizzontale, i^labn*, oscuiaiiieiite o nulla ncrvoso, ri-spcrnio ( 2-3-spermo per ahoi'to ).-G/'fl/ii giobosi , nerognolo-ruligginosi ad ombe- lico linoarc, losco-rossigno.

623. -V. Lei'Camha, Biv., Gms. Sijn.

Pubescentc , a canli dilTusi : fnglie 3-t) v«dle conju- gate , con le ["(igiiolinc bisluiigo-lineari ed ellilliclie, ol- UiseUc spuntonale , o acute: stipole seniisaettate profon- damente dentate : peduncoli 3-'i-nori , ordinaiiamente piu corti della foglia ; dcnli calirinali setacei, suboguali: le- gunii 3-a-Sj(crnii, bislungiii , compressi , finabnente gla- bri : grani giobosi. ( Annua).

V. Bivouac, Spr., Gu.ss. prod.-V. Bmmea, Haf., non DC.-Ervuin Atjrujenlmam, Gus.s. cut. nem. //xY. in Bocc, ct DC. prod. .;;

VoLu. Sic.-Vizza.

Marzo-Maggio.

Nei luogi aprichi crbosi, ma rarissima. Trc sole volte mi venne incontrata , una nei canij)! mariltimi, una nelle pcndici di Janci, un'aUra j)rcsso VErcmo d'Avola aiilica.

Cauli angolati, rainosi dalla base, puberuli , lun- gbi da 4 pollici sino a 5 piedi secondo la natura dei ter- reni , prostrato-difFiisi o lampicanti , maccbiati dl rosso- sangulgno all' ascclla delle I'oglie , pelosetti lungo gli an- goli come i picciuoli. -Fory/Ze 6-9 volte conjugate , a fo- glioline alterne cd opposte , le inferiori senza cirro , le altre semplicemenle o com[)Ostamente cirrilere. Slipole se- mi-saettate, profondamcnte dentate a denti acuti, ascen- dendo sempre piii largbe e a denti acuniinali. FtxjlioUne varial)ili. per ordinario noi luoglii erbosi pingui irsuto- giaucescenli. bislungo-lineare o bislungo-lanceolalc, ed an- ctie in ellissi allungala largbe 2-6 linee, 3-12, acute ed

«:{

iinclic aciiiiiinalc, pateiilissinic o licliinale, lo inliiiio somprc iniiKiri, lo supronio scnipre piii assollii^liale, lu^lla piii;iiia sii- p(;ri(ir(' (piasi sciiipro i;lal)r('; nci liiojilii stcrili c sccclii slrolliiim'iil('-laiH<'(»lalc.-/V(///*i(«// l]-7-ll(»ri, 'j,-'--\^()\\kn- ri, slriali, ciclto-palciili, coi liori iiiiilalcrali avviciiiali , ori/zoiilali, o piMiduli, nci iiio^lii ariili jiiii corli, iiei liio- lilii (M'liosi pill liiii^iii (Iclla iuiilia, curlaiiiciilc arislali ad arista ciirva, c corlaiiu'iitc polosctli : /y«/»6c/f/ !-2-liii(ja- ri.-Fiori piccoli, appciia i-.')-Iiii('aii.-(Ja//cf col liibo nicm- liranacco. villitso, o i dcnli c|^ii;ili, .siilnijalo-liiidurnii, vcr- (licci, proliiiijiali siiio a iiiclla dclla corolla, lungaiiieiilc ci"liali.-Co/7>//« col vcssillo dilavalanu'iUc carnco o cri- dcllino, piir|iiin'o-lineato, 2-l(d)o; Ic ali hiaiiclio , siilio- {^iiali al vcssillo: la carina bianca , i^aniojiolala , 2-lida allapico, cd ivi iiolala da due niaccliicllc iicro-porporinc 0 i;ialliccc.-/<r*/H/«/ per ordinario 1-2 in ogni pcdnncolo. 3-(i-s|icrnii, liisliin^lii , olildicpianicntc roslrali all' ajiicc con slilo pci'sislcnic, siilipollicaii, lai'j;lii l{-i liiicc, coin- ])ressi e |)ubciuli nicnlrc son Icneri, nella niaUirita lui- "ido-loriilosi. c "labri, csiliiicnl(! relicolalo-ncrvosi, final- nicnlc dcl]cssi.-(j'/«/a' orbicolari, oscinaincnle coinprcssi ncro-vcllnlini, lisci, con onibelico cinereo.

(i2'i. V. Gracilis, Loisel., Giiss. .syn.

Siibi;labra. a i'ojilic inCcriori slornitc di eirro, 1-2. voile conjiii>al(' con Ic loyliidinc ovali-bislnnijlic, Ic altre a 3-4 coppic nninile di ciiro seniplice con Ic foijiioline li- iicari-Ianccolalc spiinlonalc. jiradalaiiicnlc pin scllili : sli- polc inlcrc. scini-sacllatc : pcdiincoli arislali l-.VIloii . pill Inn^lii dclla lo^lia dcnti caliciiiali Iriangolari, aciiti. inci^nali: icj>iiini covcili di corla pcluria inciilic son lo- iicri. slicllaincnic lincari. coinprcssi. loriilosi. olliisi, 3-.')- spcrnii, liiialnicnic glabri: jiraiii jilobosi.-i .l((J/(/« ).

Enitm Icnuissimnm, Pcrs., (iiiss. prod.-E. hm- (ji folium, Jen. prod.-E. lenui folium. Lag.-E.arislalum,

64

Jiaf., D€.-E. solnnicnse, JhuilL, non Lin.-E. (jradle, Savi.-E. Mmspennimi li. (jmcile , Jen. sijU.-Vicia luxiflom, Brot.-Cracca minor, scandica, dihde eoendea she incarnata, siliqnifi temiihuH, Cup.

VoLG. Sic. Yizziccdda iiiiniita. '•

Marzo-Aprilc.

iVelle sicpi c liioghi cr!)Osi marittimi.

Qiiesta speck", chc ha dcllc moltiplici altiiienze con la V. tetmspernia, c con la V. Bierbeistenii., e chc al- cuni ritengono come unica specie con quelle due , nella "uisa che ha I'atto recentemente il Kerloloni, mi venue inconlrata solto due I'orme dilferenlissime.

Alia face dell' Asinaro con cuuli hvc\i, semipedali 0 pedali , prostrati : foijlioline lincari-lanceolalc, acute , glahre nella pagiua superiore, i-iahre pure o appressata- menle pubesccnti con radi peli nella inleriore : pedunculi 2-2 '/i-pollicari, cortamente arislali : cornlle d' un ceru- leo assai shiadalo, con la carina quasi hianca.

]\el litiomle di liorgellusa con cauli gracili, 1-2-pe- dali , eretli sopra I'erbc: foijlioUnc inferiori lincari-lan- ceolale , le supcriori perleltamenle lineari slrellissime, UiUe a|tpressalamenle puhescenli o suhglabre : peduncoli 2-1-pollicari , lerminali da resta piii o men lunga , da una linea sino a quattro : corolla col vessillo violello-cc- ruleo, la carina e la base dellc ali bianchicce, lajjicedi quest' ultime slumalo d' iin violetlo-ceruleo dilavalissimo.

L' una e I' allra con foulie l-i-volla conjugate d' un verde allegro, le inferiori terminate in arista ( cirro non sviluppato), a fogliolinc opposte o alterne: slipole gra- datamente scnipre })iu slrette dalla base alia cima : cauli acutamente ancolali , quasi subancipiti , lisci , glabri o s[tarsi in cima di qualche pelo : peduncoli capillari, pu- hescenli, esilmente striati, i-S-llori, coi gainbetti 2-linea- ri, c i liori alternamentc inseriti , unilalerali, palenti o

an

jttndiili : donli del calivc e virri conic nclla V. loira- spcrma : corolla una volla o mezzo j)iii liiiij^a del cali- ce, ;i-i-Iinoare, col vcssillo concavo, appena sin;irninalo : slito jilahro ; .slf'/HWfi capilafo. pidicsronlo, poi i;lal)ralo: ijnuii j^lohosi . vcrdiccio-ogliali sciiza maiiliio , j^rossi quanlo (piclli dclla V. Tctraspcrma, ad omljclico con- colare, iiia pin dcprosso die nci jninii.

A ni(> [lare, die non siavi una prccisa nola di dislin- zione fra (piesla c la soguenle, se ne togli rombelifo dei semi in (jncsla pin doprcsso.

<)2').-V. Ti:Tr.ASPEi!M\, iVnench., Guss. Sj/u.

Apprcssalanicnlc! sidivilii-sa , a foi^lic inleriori 1-2 voile conjuijate, slornile di tirro, con le loglioline ovali e l)islnnjili(', spunhniato, ed anclic lancrolato-acule, ic su- periori '.i-'i v(»llc conjugate, tcrminale da cirro som|)lici, con Ic Coglioline lineari-lanccolale, o lineari-acuminatissi- mc: slipole somi-saclliilc, inlcrc : pcdnncoli coilanicnte arislali, l-i-floii. piii Innglii dflla I'oglia, coi liori appros- siniali, nnilaleiali : dcnli del calicc Iriangolari-aculi , ine- gnali : Icgumi slrellamcnle linear!, comprcssi, snblorulo- si, oKiisi, glahri, i-.'i-spermi : grani giohnsi (Annua).

Eniim l('lr(tspormiun,Lin., Savi, Jen. Guss.prud.- Cracca minor, sitiqnis (jemcllis, Riv. ?-Yicia minor se- ijolnm, cnni silii/nis piiiicis (jlahris, Hloris. VoLC. Sic. Vizziccdda niinnta.

Dalla line di Aprile a .Maggio.

IVei pascoli e Inogo erbosi aprichi , e negli alvei dei lonenli snl snoio arcnoso (Pilrara, Zaccliita).

iUtnli da mezzo piede sino a due , lelragoni alia base, poi lelragono-anci|)ili |»er islrella ala salienle da due lali opposli. gracili, prosliali . sjiarsi alie voile di corli [)(•!! iielia estrcinilii suj)eriore.-/''oy/(e come nclla dia- gnosi, a loglioline alterne cd opposle, e cirri (|uasi sem- prc seniplici. FoijlioUnv. sn|)eriori liueari-slrellissinie, lar-

»TTi Acc. vol- iiv, 9

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ghe 1 linea , ed anclu; "'^-'/i Ji linca, lunghe 4-10 lin., I'eslremc quasi li'iroi'ini, disccndendo seniprc [liii larifhe e men lunghe: tulle glabre, o sparsaniente e" appressa- tamenle villose. Stipule tnlte semi-aiabardalo-Ianceoiiite , gradalanienle senipre piii slrelle e piii acuminate dalia base all'apice della pianla.-Pet/jinco//" capillar!, esilmente striali, 2-:{-polIicari, per ordinario 1-3-flori , (piasi due volte pill lunghi della I'oglia, corlanienle pubescent!, ari- slali con arista 1-2-lineari : gand)etli 2-2 '/,-lineari, pube- scent! come ii pcduncolo, col tiore ricurvi, col IVutto qual- che volta erctli.-Fiori |)iccioli, lungbi 3-4 lin., orizzon- tali 0 penduli, unilateral!. -C'o/ue sparsaniente pnbcscenle, coi dent! superior! piii corli, slortamenle triangolar! acu- li; rinferiore piii lunghello dei due lateral! : tuiti e tre •piesl' ultinii triangolari-acuniinali. -fAiro//a col vessillo e I'apice delle ali e della carina |)allidanienle cerulei, bian- ca nel d!|>piii.-Le</u//it j»atenli o erelli, linear!, snbtoru- losi, (piasi attondat! alle due estremita , Inngbi 6-9 li- nee , larghi 2 , d-6-s[»ermi.-Gj'rtJit globosi minuli, della grossezza d'un seme di cavolo, di colore caslagno-scuro, con ombelico concolore o piii scurello, leggernienle de- presso appena distinguibile.-Radice sparsa di picciol! tu- bercoli bislunglii.

626. -V. BiERUERSTEiM, Guss. syn.

Pallidamenle verde, a fogiie appressalamente pube- scent!; le inferior! 2-3 volte conjugate, sfornite di cirro con le foglioliuc oval! e bislunglie, ottuse; le superior! a 4-6 coppie, terminate da cirro semplicc o ramoso con le fbglioline bislnngo-lanceolate, spuntonale: stipole intere semi-saeltate : dent! calicinal! lanceolato-acuminati : legu- mi strettamente linear! , 4-6-sperini : semi subglobosi. (Annua).

V. telrasperma, Moris, non Guss.-Ervum tetrasper- mum, Marsch.-E. varium, Brol.-E. Biebersteini, DC.

07

Gufin. ])vo(l., Ji'n.-ih-acca minor, silifpiis rjevicUis, Uh.?

\n\x.. Sic. Vi/,zice<l(la ininiita.

3ltirz()-3laj:|;i{).

INCIlc valli .sclvose dollcCollino ( Car«</f'//',J?/j/fo ce.)-

(aiuH (!('l)()li, risoriiciili lia I'tM'Le, i-aiiiidlari i>la- hv'i.-FiijjIiolinc sii|»('rioii (IccisaiiKMilc lanceolalc.-^wV/'/ iicl- lo luiilic iiilciiori riddlli ad iin'aiisla corlissinia. -/'(•(///»- cdli lililnniii. csilmrnl)' siriali jiiii i^rosselti clic iicllc due precedcnli.-WeH// culivinali iii('j>iiali , lanccolalo-acmiii- \\id\.-lj'llin)ii (•oiiic iicIN' due sjiccic iiroccdciili. <^Ialin'.- Scini iicricci, i^Iolxtso-siihcoinidessi, ad oinbcliuo liiieart', hiaiicliiccio !

287.

PisiAi, Lin.. Ji/.s.s.

Cal. pcrsisteiilc, campaiuilalo, o-fesso con \c laci- iii(! (oliacec, c le due di sopra piii corlo. Vcssillo largo, rillcsso. Slaiiii diadclli. Slilo liiaiigolarc, coniprosso, ca- riiiato , iidli'sso sin didia i)ase , ^illo8()-l)a^I)alu sollo lo stimnia. li('i>iiine liiicari-hisliinno, coinpiTsso, non alalo. Semi sid»gIol)()si.-( Slipole graiidissime ()rl)icolari ).

(i27.-P. AiiVKNsi:. Lin., It. vdricjidluin, Gus. sijn.

A caulc sul)aii"oIalo. ranipicaiile : Ibiilie 1-2 voile coi picciuoli lereli: loi-lioliiie ellillielie o hislnnglic ad apice mezzo s|)iinlonale. dcnlale siiperimiiiente: |)cdiiii((di ascel- lari, solilaiii, ]-2-ll(iii-snl)egiiaii al picciiiolo.-( Annua).

Pisum hillorum, lUif., Guss. prod. -P. varicfjuhim. Prrsl-IK .sdlinini E., Poir.-P. unijlnrum. Mofnch.-La- thijriis (ir(ni(iilh)ni.s, Sims el liC^Jcn. si/ll.. an Smith ? .- L. Urnlins. ,J<ni. sem. II. li. iSmp. I^2.'i nolle nolv.-L. odorus, Thomua ex Jen. (Tenore dislingue (jiiesla spe- ,eie dal Pisvm ai'vense).-Piiium sijlieslre. minus, bifo-

68

Hum. sermtum, Cup. -P. pulchra species , folio migu- loso, I. B.-P. sylvestrc hexaphyUum, foliolo serrato, Cup.-P. sjjhestix' folio subrolundo sevrato, Idem?.-La- thyrus olevaceus.-li. Lam.-( Anclie a 31eral, e ad altri e seiiibralo die il P. anense non sia allro, che una sem- plice varieta del P. salivum).

lT."-Rul)iglio. \ Fr..-Pisaille, Bisaille, Pois agneau, Pois coiiimun, VoLc. \ Pois de brebis, Pois de lievre, Pois de pigeon, Pois gris, Pois jarousse.

Sic.-Piscddi sarvaniii.

GO

B.-Alhillorum-X liori bianchi, ioglic edculale ai mar- gini lalerali, dcntalo-crenate all' apice. , ,

ilIarzo-Maggio.

A'elle siepi, ai margini dei canipi, ma non mollo co- munc.

Cauli rampicanli })er lo mezzo dei \iticci.-Fo(y//c' una- due volte conjiigalc, ed ancbe 3-jiighe.-/<'o_(///o/me inle- riori per ordinuiio subrotonde e piii jiiccole, le superiori di mag'gior dimcnsione, ellelliche o bislungbe, e quasi rom- boidali, ad apice niozzo, rare voile olluse, senipre niu- cronalo : UiUe denlale, non solanienlc alia base o da pcr- tuUo come osserva il Ch- Gussone, ma senipre c sollanto in ambidue i margin! per tulla la nictla superiore, e seni- pre inlere nella inferiore : tia le due o tre coppie quelle di sopra sono senipre men lungbe c men largbe e piii subrolondc di quelle di sotlo. Slipolc seniicordate o cor- dalo-slorle, piii largbe delle foglioline, dentate non pro- priamenle nella base, nia nel solo margine esterno sino ai due terzi superiori dclla loro lunghczza: 1' apice, la base e tuUo il margine interno senipre edentati : I'apicc spesso mucronato: margini esterni indossati I'uno su I'allro.-i^e- duncoli arislati (con arista breve ricurva a guisa dun cor- nelto) 3-4-pollicari, per ordinario l-flori, alle volte 2-flori,

oy

subegiiali al picciiiolo : gainhelli 3-i-lincari. Ovo avvieno (locche (li rado) clie i.l gainho soslenga due liori. cnlramhi liaiiiio nil •<aiiil)() s<'cuiidariu, I'liii ilci ({iiall si arlicola alia cslrcinila del ddlo i>iiiiil)u, o lallro [nil sullo: al jjuiilo di qiieslc arlicolazioni liiiianc come un orliccio avenle per lo j»iii iiira|)|»eii(liiella a guisa di tanincola (locche e comune ad altie lei;iiiiiiii()sc).-f«//te con le laciiiie acuniinale, le due sujieiioii jiiii largiie e quasi una liiiea piu Inngiie! con- tro 11 caraltere di queslo generc staliililo sopra le due lacinic del ealice |tiii {larlc.-Corolhi eol vessillo grande, 2-lubo ton picciolo spuntone in mezzo ai lobi, largo sin quasi due [lolliei, alio piii di uno, d' un bel colore Ira il roseo e il cremise, die passa gradalamenle al cileslro sbia- dato: le ali nero-sanguigne, di forma quasi rofonda, con- vcsse Tuna coniro lallra ed abbraccianli, anzi accavalcate r una sopra V allra pel margine inlerno, un po ajierle su la carina, die e dun bianco verdaslro s[)ruzzalo di san- guigno.-/>('(/Hmt' glabrissimo, lineare, Uirgido, 2-3-polli- care, largo 4 linec, relicolalo-nervoso.-Gr«ja' quasi giobo- si, fosco-leonini , ncro-lincali , glabri, esilnicnle punlcg- giati.

La varicla a fior bianco ha le foglioline col mar- gine quasi sempre scnza denli, e sollaulo niozzo e den- talo-crenalo all' apice, con in mezzo il solilo pungolo: i liori Inlli bianchi e della stessa dimeusione e forma: la carina bianco-verdastra.

I Cli. .Moris e Oussone non trorano dislinla questa specie dal vero /*. urvense L., allriinenli di quanlo opina il Ch. Tenore.

70

288.

LvTiivnis, Lin., Jiiss.

( FR.-Oesse-lT/'-Gicerchia )

Cal. persislentp, cimipainilato, 3-fesso, coi due dcnli siipcriori piii corli. Stcndardo piii grande die lo ali o la carina. Slami diadoKi. Stilo latin a spatola, rifrallo alia base , poi dritto , peloso iKslla parte iriteriore : Htimma dritto 0 ciirvo all'indentro. Lecjume conipresso, liisliinjro 0 liiieare. Semi i^lohusi, o angolali.

l/'-Col vcssillo senza dcnti nella base interna. »•

628. -L. Aphacv, Lin., Ucr., All., 11'., Giiss.

Alillo, giabro, a caule ranioselto scandenle , graeile, munito di cirri semplici: stipole grandi, foliacee opposle, le inferiori ovate, le superiori saettato-cordifornii, inlerc : pcduncoli l-2-nori,allungati, appressalamente pelosctli in cinia : calici piii corti della corolla : legunii lineari coiii- pressi, ( larglii 2 linee ) glabri.-(^ Annuo ).

Aphaca, DoiL, Zannich.-Pilinc di TeofvaHto, An- guill.-L. folio iniegro prodiicenlc bina folia, caprcoloa emittentia, Cup.-L. segclum, Lam. -Pisiini aphaca, lirot.- Yicia exstipiilata, Gmel.

i lT.''-Afaca, Mullagliera, Cicerchia vecciolina, Vec- ,r 1 cia lustra, Veccia bastarda, Vcccia sterile, Maie- ' ' j relle, Pitine, Fior gallelto.

( Fu.-Pois aiix lievres, Ueluiseau.

Aprilc-Maggio.

Tra le biade e nei canipi in riposo dclle colline; ra- rissimo nei luogbi bassi (liovjiollusa )

Hadiei ramose, grunioso-tubercolatc.-.IIoltissimi fusti da '/, ad 1 piede .])arliti a cerchio dal collo della radice, 0 dalla base del I'uslo priiicipale, tutli tetragoni, giacenii

71

0 rampiciinli por lo mezzo dci cirri. Cirri somplicl na- sceiili allcinaliiiiioiilc Mil caiilt' iicll aiigdia Ira I" una c lal- Ira sti|)ola, e sollo alia inscrzione del ganibo ove queslo vi si Irovi : iioii avviciu! iiiai clic il i;aml)() cd il cirro si lioviiio opposli. Due solo /'>///"' jiiiiiiordiali coiijiijialc a loiilioliiic ovalo-sidicllilliclic, anilc, con slipolc scinisacl- talo-ovale, deiilalo alia base; nel dippiii ncssiiiia I'oylia ca- rallcrisli<'a, nia lo soU; slipolc come iiolla (liai;iiosi , le inlcriori picciolc, lo siiperiuri piii lari^lie, spcsso dontalc di (pia (' di la sopra i lobi <lella base, luUe striate, glauco- V('r(l('iii;iaiiti, slrctlaiiiciile accoslate alia base rpiasi fos- sero cotiiial('.-7'e(////teo/« Ictragoni come i cauli, gracili, ])iii iirossctti del cirri, 1-2 llori, piii o men lungbi da '/. pollice sino a piii oltrc di 2, appressatamenle pclosclli j)rincipalnienle nclla parte snperiore : gaml)etti piii gros- selli del pediincolo, dial'ani, 2-3-lineari , e sposso dellc picciole bralteole setaeec alia base di cssi.-Denii calici- nali siriali, per ordinario mella piii corti della corolla, I'in- reri(»ie piii sirelto iiiciirvo.-6'o/'o//a col vessillo obovato, siibbilobo. al(|iiaiito d(i|)plicato in avanti, rancio-strialo lon- gitiidinalmeiitc nel cenlro ; le ali stortamente obovate '/j |)iii corle del Aossillo dun giallo i)iii j)allido; la carina flava, piii coria delle ali.-.S///o lilil'orme appiattilo , con slimma lineare scbiaccialo lalcralniente, otluso , incurvo, peloso iiella laccia inleiiore come uno spazzolino da denli.-Ae- f/w;»' (juasi |»ollicari, linear! (piii larglietii in cima, dritli 0 subl'alcati all' indieiro, glabri, tonilosi, 5-7-spermi, su- beretti.-(jr«»/ lisci, nero-bai, ovali, coni|)ressi.

lo non ho osserAato alciin saggio del Latlujrus af- jinis, Gils., ma I" ispezione della presenle specie, chc a buon dritio bo ritenuto pel L. Apliaca, L., mi dii sospctto che non siano stall osattameiite delinili i caralteri di disliii- zione voliiti inlrodursi Ira I'una e I'allra specie. Sembrano variabili qiielli piii di tulto, che si son tralti da! fiore,

72

giacche in qnesto nostro il calice noii e subcgualc alia co- rolla, ma mcUa ])iii corto; Ic all non sono eguali alia ca- rina, ma pill liingliolte, ne due voile piii corlc del vos- silio, ma appcna '|.. E inlanio i peduncoli non sctacei e quasi scm[)re approssiitamcntc pclosi airajjicc, la ri)rma cordato-saetlala ad a()ice aciito dellc slipole, c i linri non mollo grandi pare die non lascin dubbio d' esscre iden- tica alia specie connine.

620. -L. Spiioericis, Uclz, IK., Iliml., DC, Guss., car. B. iXcapolUunm, Jen.

Glabro^ a cauli eretti , non ranipicanli, lelragono- ancipiti : foglie conjugate con le foglioline slrcUamente lincari, ensil'ormi, nervose, spunloiiate : slipole semisaet- lalo-lineari : peduncoli 1-llori, mnlici o aristati, eguali al picciuolo 0 di esso piii Innglii: legumi norvosi, slrelta- menlelincari, abpianlocompressi : semi globosi.-(iimi(fo ).

L. nerimtus, PresI P-L. finfjidatus, L. ex Marin, non L. anijulalus, W. el lielz.-L. parviflorus, lioth.- L. coccineus, All.-L. a.rilUiris, Lam.-L. leptocaulos, anguslifisimo folio, Cup.

Aprile-Maggio.

I\ei luogbi erbosi dovunque.

Cauli palmari, o 1 '/^-ptidali, erelli, non rampicanli glabrissimi, o sparsanicnle villosi ( loccbe dirado).-Fo- glie conjugate , coi picciuoli nolle inferior! semplicemente arislali, ad arista (rudimento di cirro) fdiformi-selacea, subpollicare, alio volte brevissima, appena 1-lineare; nelle superior! cirriferi a cirro semplice o ramoso, ordinaria- menlc 3-fido. Slipole seniisaetlntc, lincari-lanceolale con la melia superiore piii larga, piii allungata, e un po fal- cala ; la inl'eriore |)iu corla e minulissinia, dritla : con un picciol (Icnte Ira I' una e I'altra melta : lulte quando piii lunghf, quando eguali, quando piii corli del picciuolo. Fo- ylioline rigidelle, giabre, larglie 1-2 lin. , lungbe 6-14,

73

|M)co divaricate. -/V(/h)K'o// «) iii;iia!i alle slipole, o (i(»p|iia~ inciile |iiii liinijlie, cd aiiclic |iiii del d(t|)|)io, (|tiasi soiiiprc arislali (rare viillc miiliiil. arlicidali ([uasi due liiicc scillo il liore.-^.V///c^' iiatcnlc iicl rnillu.-ijiKilla |iii(<ila dun liol rosso ( come i liori (Ml AnnfjaUiii phoenicoa ) a vessillo 2-l(dio, con in mezzo ai lohi nn coilo spnnlone liliCornie. niinulissinio.-/>e(y»»ic lineare. assotlijilialo alh; due eslre- niilii, larii'o iiel niajij^ior diainetro 2-!i lin., lunij;o da 1 '/^ a 2 jxdiici, e alle vulle aiu-lie [liii. lonijiludinalnienle ner- voso, torid()Si>.-^'/v/;(/ verdaslii , siiltiihdtosi. con oudielico dun vei'diccio |iiii cliiaro, piii lendenle al i>iallo.

(i!>0.-li. Setikolhs, Lin., Gnss.

(ilal)rc , a canii i;racili , leraj^oni : foglie conjnjfate con le I'oglioline lineari, slrelliss^inie, acuniiiiale : cirri su- j)Criori S-fessi : slipole sennsaellale, sirelle : pednncoli ca- pillar!, l-llori, piii Innjilii del piccin()lo : lei^unii a niezza ellissi,snervali: i;raiii i^loliosi. i'ranulalo-niuiicali( ,1hhj/oJ.

L. tcnuion' jhlio. jloiihus mbris, S. li.-L. mon- tis Ualdi, liir.-L. sylveslvis, major, arKjiistissimo fo- lio. (]\ip.

Aprile-.llaggio.

l\elle colline e nci luoglii sterili.

(Uiuli iiracili, ca^canli o rialzali Ira Terlfe. 4-'I0- p(dlicari, non di rado prohingali sino a due piedi e mezzo.- Fofjlie a corlissinio piccinolo con cirri seniplici o com- posli. FotjUolinc nelle inl'eriori lari>lio 2 lin., e ahpianlo corle ; nelle snperiori I-o ', -lineari . mollo allunijjale ; tulle loniiiluilinaluienle sirialo-nervose, erello-accoslale. Slipole ri-d-lineari, assai piii hinjJilic dei picciuoli, slriato- nervose come le loi'lie. con i;li apici falcali, converijenfi. largiii 1 lin.. allennalo-acnminali, e le code slrellissime lineari-sidinlale, drille.-/V;f/»»co// piii gnicili dei cirri, ap- pressalameiile peioselli all" insii ( come quajche volla anche i picciuoli e la base dei cirri) 1-1 'j,-pollicari, l-llori.

ATTl iCC. vol. XIV. 10

- 74 -

orelli, poi con 1' apice arciiato in fuori, e il frnllo assor- i^enle : gamhelto 2-3-linearc, ingrossalo, cnrvo.-Uonli del calice snitiilali, crcllo-palcnli , alqnanlo piii coili dclla cnroihi, die e rossiccia.-^e//Mme compresso, pollicare o al(juanlo pin iungo, larj>o i-o lin., a forma di niczza ollissi (con la suliira snpcriore drilta, rinferiore arcnata) uii po l>iii iarii;liello nella niclla snpcriore, oblirpianiente appun- lalo-roslralo ai due eslrenii , 2-3-spermo i>laltro, senza nervi, oscuranicnle nnbescenle sn le sntnre. -SeHU crossi, grannlato-nuiricati, globosi, 2-2 '(.-''neari in dianielro, rossiccio-leonini varieijati di ncro ad ond)elico cllillico- cordalo con linea lonijiludinale ijianca.

CIj1.-L. Sativls, Lin., Jen., Bertol., Giis.s. En. pi. vase. Inar.

(ilabro, a cauli subrampicanli, alalo-suhancipiti , ro- niotamcnlo denlellali su I'alc: foglic conjngalc, con pic- cinolo diialato-alalo, raniosamcnte cirril'ei'o : fogiioline li- neari-Ianceolale, palcnlissiine: sli[>ole seniisactlale, slrette, intere : pediincolo l-lloro, arlicolato soUo il liore , con due hralloole setacee : legnnic hisliingo, glahro, pendente, con la snlura snpcriore largiiiiiente canaliculalo-hialala : grani coniprcssi , cuhico-cnneifornii , bianclii , grossi.- ( Annuo).

Cieemla alala, Moench.-Emim sativum, FueJis.

I lT."-Cicerchia ini>rassabuc.

\ Fit.-Denl de brebis, Gessc doineslique, .larra, Len- VoLG. I tille Suisse, L. d'Espagne , Lcrililliu. Pois Bre-

I Ion, Pois carre, Pois gros, Pois-gesse. Sic. Cicirunii"iui.

Marzo-Ma^iiio.

Trovasi qualchc volla nei cainpi in riposo rinascendo-

vi sponlaneanienle dai semi caduli da (pialche jiianla che

vi |)rovenne framuiisciiiata in mezzo alle collure dci ceci.

€aule alalo-subancipite, coi margin! delie ali ciglio-

75

lati niraiiionl('.-Fm///V' cnnjiiiialc con picciiiolo dilatalo- alato, cii^lialo ai inari>iiii a ciitli |)iii liiiiij;lii di (jiiclli del caule c dellc slipole, Icjiiiciincntc ^olcalo su|i('riornieiile, i^rdssaiiK'iiN? cdsldlalo al di suUo. Slij)oh' scniisaeltalc , con Ic code onlinarianicnlo l-i-dcnlalc, e ijli apici acii- minali, nn po storli, a niari>ini cii^liulati, pocliissinio li- * vollali. FoijIiiiliiK' lincari-lanccolalc, (livei;;cnli o palcn- lissinic, calloso-iiii^rossalc ncllc arlic(day.ioni, .'{-norvie, a niarijinc csihncnlc ciyliolalo-dcnlcllalo -PviUmvoli lolra"o- ni, lisci, 2-p(dlicari l-llori, corlanicnlc arislali all'a|(ice, con arisla lincarc riciirva, rispoiidcnlo al doiso del Ic^^imie, cd niia l)rallcoliiia s(piainir(tinK' coilissinia iicl lalu opposto: |)('diccllo ingrossalo, \\-\\\WMc-(kdid esilmenle cigliola- lo-donlali al inari^iiic dci .sopali, die sono acutninali, I'in- leriore di mezzo c piii slrcllo, i dne snporiori jiiii corli, tulli aUpianIo v'in\v\'\.-VjnitlUi hianclio, o sliimalo di ce- Tuk(*.-L<'(linni pcndcnii o rondiei, roslrati all'apice, con la siiliira siipciion- 2-alala, docciala, glahri. rugoselti.- Sciiii anj;(dali, glahri.

liditicc Innga, allcrnanicnle raniosa, sparsa. Pic- ciiiolo k'iigernienle rivollalo ai niaryini. (^iiri .'{-fidi , solcali.

032. -L. CicEiiA. Lin.. 11. Jhihius, Guhs. sijn., el En. pi. rasf. Jn<ir.

A canii dill'iisi. telragono-ancipili : I'oglic^ coiijiigale con le loglioliiic nellc inl'ciiori lanceolate, nelle sujieriori linear! allnngate, e i cirri 2-3 Aolle lessi, nelle loglic in- ferioii nessuno, o sovenle nn' appendice rogli(dinare in vece di ciiro : slipole seniisaellalo-lanceoiale : peduncoli 1-flori, pill liinjilii del piccinolo : legnnii hislungo-lan- ceolali. snhconipressi, nerv(»si, glahri. appena iiiarginali nella siilnia scniiiiirera : semi angolaii lisci. -;,1»/(HoJ.

L. ])tiij>iu<'ii.s, Picsl.-Dcl. Pi(i(jc.-L. duhiuN. Jcn.- L. Krifllinjnus. Presl jl. sie. c (hiss. prod.-L. satiiua

76

B., Lam.-Cicerula ancaps, Moench.-Lathyrus minimus, reptilis, fusco-incarnalo flora, Cup. L. minimus, rep- tilis , fusco-incarnalo mclancolico (lore, Id.-L. mini- mus, replilis, flora puniccn, Hon. i iT."-Cicci'chiclla, Cicercliicllo. VoLC. } FR.-Snrande, Sarosse, Sarat, Gaironte, Gaurotte, ( Gessellc, Petite gessc, Petit pois cliiche.

3Iarzo-Giiigno.

Nei luoi^hi eihosi aprichi delle colline, ed anche nei siti bassi, ma non iiiolto Ireijuenle.

Cauli non eretti, 7.-2-pedali, non jihihri o sparsa- mente pelosi Guss., ma scabri sopra i due angoli piii acuti, cioe nelT ap|)endice ensiCorme, per piccioli aculei, cui son frammisti del corti pcW.-Foijlie conjiii>ate, a pic- ciuoli dilatali: picciiioli infimi spesso alilli o unifogliati. Fo(jUoline tutte J-neivie, per lo piii quasi glabre nella pagina superiore , spesso sparsamente pelose nella infe- riore lungo i ncrvi, e qualcbe volta anche su tulta la su- perlicie, a niarginc niinutamenlc deiitellalo sollo la lenle, di rado eigliolato, ascendendo piii lunghe e piu strelle, lunglie da C lin. a 2 7,-poll., laighe 2-S lin., aiislate air apice. Stipole superiori piii larglie, tutte semisaettate con la inetla superiore piii larga, lanceolata, la infcriore picciolissima : tutte cigliolatc ai margini , quasi sempre con un dente, alle volte picciolissimo, tra Tuna e i'allra nietta nel punlo opposto alia inserzione di esse stipole col fu&to.-Peduiicoli articolati 4-G-linee solto il calice, ed ivi breveniente arislati (con arista a guisa d' un cor- netlo) lunghi 1-2 pollici, coi fiori nutanti.-Crt//ce coi denti lanceolali, acuti, 3-nervosi (un solo uervo pronunciato nel mezzo, i due laterali poco rilevati) piii luuglii del tube oltre 11 doppio.-Co/'oWa d'un rosso fosco, con la carina bianco-fosca , nereggiante all' aj)ice ; il vessillo con due protuberanze alia base lineari obblique, incavale 'js di li-

Ti- nea (lalla eslcrna sii|)(Mlici('.-/,f'f/»wjt larghi 3-"> lin., lim- ghi 12- 1 (i., collellirornii, cmii la siiUira st'iiiiiiilcra siil)iii- crassata c docciala (iion alala), noil' avvicinarsi a inalii- rlla rosco-niaciilali, con i>li orii deila snlnra snperioic pur r()sclii.-6'y7(»(/ j^rossi, i;laljii, ani^olali, ciiu'roi, ad oinliclico vorditcio nolald alia base da nna inaitliiolla ncra circolare, e orlalo da due lince nor<»-|ninlal(!, die partcndo, eongiiintc dair (hI(» oslcino di dclla inacclila roslan lilipre e scnza lotcarsi ncllaltra cslicniila ; (|iial(li(' vnlla anclie lodnini, niolla men gross! , aliinanlo niaccliiali ai lali , ad unibc- lico ((intolorc ; allc V(jlle ancora rdsco-vcrdicci-anncMjiali, con onibclico niaccliialo conic (|uello dclla j»i'inia vaiicta cguali |ieri» in grossczza a (jucili dolla scconda. Sareb- bero niai dclle spccit; diverse ?

GlJIi. \j. (IdUGOM, Pailat., Gnss. A caidi dill'iisi, alali: lugiie conjugate, con loglioiine lanceolate o lanceolalo-lincari, erellc: cirri 3-(idi: slipole seniisaelli>l(t-lanceolal(!: peduiic(di l-flori, |)iu corli della I'oglia : corolle anipie, I'ulve : legunii glabri, larganiente lincari, sublereli, nervoso-rclicolati : grani angolosi, mezzo bai, n('ro-variegati.-( .l/(/)»o ).

L. incdiiis, [(th'loliiis, hjiuja siliqua, dtp. Aprile-3laggio.

IVei prali nalurali, e ai niargini dci campi (Boryel- lusa) ma raro.

Cuiili 1-3-pedali, ramosi, alalo-ancipiti ( stretlamcn- le alia base).-F«y//fi conjugate, con le luglioline erelle, poco |ialenli, sessili , lanceolalo-lineari, acuminalo-spun- lonale ( spnutone hingo una liiuii ) esilmenle denlicolate sollo la lenle, larglie IJ-(I lin., Innglie 1 ",-2 74 po"-? .i-7-nervie (i nervi salienii .1-3, c i Ire di mezzo aller- nali con allii due (piasi svanili ) inlerissime ad occhio nudo. Pivcindlo coinune corlamenle alalo, subeguale alio slipole, cirrilere all' apice, gfinferiori subalilli. Vino li-

78

liformc, prolungato all'ascella dellc due fogiioline per '/j (li liinghezza del picciuolo, poi 3-lido : nolle loglic infe- riori o nullo o semplice: base di esso ripiegala sul pic- ciiiolo ad angolo oUusissiiiio, nientre le fogiioline staniio im po voile in avanli : divisiuni palenlissinic , lililornii. Slipole semisaellalo-lanceolale, un po soniigliaiili a (piell(! del seguenle, ma di esse piii grnndi, ad eslremita acu- Hiinalo-solacee, ordinarianienle coi margin! un po livollali, e un picciol denle Ira T apice e la coda rimpoUo al punto d' inserzione col fuslo, nervose alia hase coi nervi die poi vanno obliterandosi, visibilnienle de[ilic(dalc nel niargine.- Pcdiincoli solilarii, slriati, nolle ascelle deile I'ogiie su- periori, 1-llori, un po piu corli delle foglie , ercUo-pa- lenli 0 suharcuali , articolali verso I' apice , cort;imenle arislali o lenninali da coria I'ogliolina carinala, acuniinalo- arislata, sparsanienle puhoscenle, alio voile da due op- poste (una mella piii corta): yamhello piii crasso del jjoduncolo, bianchiccio, ingrossalo-proniinonto alia base.- Ccdice a lacinie lanceolale, palentissime , subincnrve al- r apice, acuminalo-arislalc, subeguaii (la media inl'eriore appona piu slrelta e piii lincare ) nervose , due voile e mezzo pill lungbc del lubo ( clie appena e 1 '/a-linoarc) oguali ad '/s della corolla : nel frullo le Ire lacinie in- feriori ricbiuale , le due superiori palonlissime.-Coj'o//« col vossillo ainpio, ricurvo, 2-lol)o (sonza spunlono in mez- zo) , I'ulvo-cliiaro nolle due pagiiio, rolicolalo ogni dove da venc ranee, verdicce dalla parle eslerna, 2-3 lin. piii lunoo della carina e dolle ali, orlalo al mai'i>ine da nn lilello rancio un po volto in avanli : ali bislunglie rivollalo- addossalc conlro la carina, ranee nella pagina clie guarda il vessillo, luleo-chiare dalla parle cbc gnarda la carina, con vone che si moslrano piii da (piosia pagina die dal- r allra : carina llava, piii vordiccia alia base, svanilamente venala.-i'/,s////o e lilamenii Ibivi : polliiie h\lvo. -Leijiimc

c

79

•ilaliro, iiorvoso-relicolalo. siilicilindrico, linoare, Inrgn l{- .'» liiK'c. Imiiio 1 '1^-2. pullici, roslralo, con la siiliira su- licriorc scmiiiircia inj^rossata. al(|iiaiil(> piii lari^lit'lla d' una Ihrm, (l(»((iala con ncrvo in mezzo c i hordi oltiisi nia non alala, polispcrnio, piii strello e pin Inngo di ([uolli del L. (!i(('i(t, men Incido, a doccia della snlura snpe- riore men laii^a ( essendo in (pielli lin. 2 '/» ) t'<»' lionli mend aenii: in enlranihi snperlieie nii^osclla , glaljia.- Grani lisei, annolosi, mezzo hai, nero inacchiali.

()|{|.-L. A.xMis, //., If'., Udllt.. Ilii.vh., Siivi, Giiss.

(ilahro, a eanle alalo. remotamenle denlellalo nolle ali : eiiri li-lessi o allrimeiiti composti: foi>lie eonjnjiale con I'oylifdine lineari-lanreolatc , allnnji;ilo : slipolc semi- saellale, slretlissime : pcdnncoli l-;]-lliiri, piii luni-lii del picciuolo: leijnmi laiijlii. lineari-lanceolali suhtomprcssi. ncrvosi , i^i-ani ijlolKtsi, £jrannlalo-verrncosi.-(/i/??iHo),

L. Iitltnis, laUlhlius, UuJib., Zamiieh.-L. hiapa- nirus. Hi v.

VoLi;. It. ".-Gallelli, vcccia selvatica.

Aprile-.llagi^io.

Tia le l)ia(lc, e nei luoci erhosi.

Canle l-."(-|»edale, ramoso, aneipite-alalo sin dalla base, con Ic ali remolamenle cii^liolalo-denlellatc, ascen- dendo senipre piii laiiihe.-f'of///> C(mjui;ato, con le fo- liliidine lanrcdlalo-iincari, nervose erelle, pocopalenli. acu- minalo-arislale. ascendendo assai piii slrelle ed allunifate lutle inlere . aiiicolnl(»jiinocchiate sni piccino'o coiniinc ad arlicolazioni inyiussale. Picciuolo alato come il canlo. pin Inni^o delle slip(de , cirrifero aira|»icc: gl' inferiori snhalilli. Slipolc semisaellale, lineari e lincaii-lanceolale sirelte, a<iiminale. esilmente ciiilioiale ai mariiini, con la parte inlciidre piii curia ed anj;nslissima, alle V(dle jiuer- nila di (pialclie denle. Cirri angolali, li-lidi e com|tosli con la prima arliculazionc doppiamenle [liii Innga del |iic-

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ciuolo, ripiegata all' infuori sopra di esso ad angnio ot- luso e alle voile rclto. Peduncnli 1-3-pollicari, aristalo- setacei all'apice, l-S-flori, sii!)cilindrici, slriati, piii corti della fogiia, sparsi sovenle di ([ualclie polo : (juinhotli 4- 6-lineari, slriato-angolali, glahiissiini, giaiico Itianchicci.- Calici canipaiudali a doiili suboguali, .'J-angolari-aciiminali, cariiiali, appoggiali alia corn\h\.-€oroU<i col vessillo pin largo die liiiigo (non computata riiiigliia) 2-lol)o, niunilti alia base da due gobbe, d' uii giallo sniiinto, o giallo al- legro alqiianto sporco in cima, relicolato di vene porpo- rine ncl centro, verdicco liingo gli orli;lea!i gialle-alle- gre, vcrdi-venosc, storlameiilc obovalc, piii liingbeUc della carina; la carina verdi-glauca.-Slanii e pislillo llavi, antcre gialle.-Lpj/»?He lanceolato, largo i>-7 lin., luiigo 2 "|,-3 poll., con le due eslremila abjuanio curve opposlanicnte (la superiore, all' indietro, la inferiorc all' innanzi ) reti- colalo-nervoso, doccialo su la snlura seniinifera, polisper- mo, pendente. -G;'o»t subrolondi, nero-fosci, glabri leg- germente coniprcssi, lenuaniente granulalo-verrucosi, ad onibelico bianchiccio subellittico con linea bianca longilu- dinale nel mezzo.

OS.'i.-L. SiLVESTRYs Clii.s. L. Ucr., Guss.

Glabro, a cauli alali, lungamenle dilTuso-flessuosi : (bglie conjugate con fogiioline lineari-lanceolate nervose coriacee, le superiori attenuato-acuniinale, le iiiferiori ot- tuso spuntonate: slipole semisaettale acnniinatissime : pe- duncoli 3-13-llori piii lunghi della foglia : legumi lineari subtereli, esilmentc ncrvosi: grani subgiobosi a superficie nervoso-plicala.-(///:;ocwy)/co).

L. membranaceus, Presl.-L. plalijphylhis, Fl. Dan.- L. ensifolhis. Reich, et Koch ?-L. sylveslris. major. Cup.

81

lT."-Cicer(liia selvalica, Vcccione selvalico, Cesero-

nc , Cicorcliioiie, Erlui i>allella rossa , Iiigras-

Y ; salnie di I'ojilia sticlla, I'iscllo salvalico, Mo-

'j cajonp (li Ibi^lia strelta, lloviglie, Hiiltii^lio di ' inacc'liia, l{iii;lione. '"■ FR.-Penojer, Puis aiix lievres.

Mai'i>io-(iiu«'no.

INelle slope c nelle vigne in luoghi uniidi.

Cauli 2-8-|tedali, flessiiosi a zig-zag, con I'ala mi- nulanuMile dpnlclliilo-ariilcala (non soiihellala, Ouss.) co- me pur nei picciu(di, prosti'ate-risorgenti.-7*/(C('uo/< alali, erello-jialenti. Slipolc seniisaettate, acuminale, patenti o falcate, l-dentate alia base, nervose conic le foglioline, ma coi neni (or l{, or 5) meno pronnnciati: iarghe 2- 4 lin. , '/X/s pill corte del picciuolo. Foglioline 5'-ner- vose, le superiori lineari-lanceolate, appunlate ; le infe- riori otliise sjiuntonale : tulte dritle , o lalcato-ensifor- mi , larglie da 4 lin. ad 1 pollice , hinglie 2-3 pollici, pochissimo scabrose nel marginc.-/*efh/HCo/t angolato- slriali , 3-8-|)()lli(ari , S-l.'J-llori , per lo piii arislali , verlicalmenle erelti, coi lioii pcdicellali, riuniti come in fascello air estremita entro uno spazio da 2 a 3 j)o!lici: (fombcUi giahri, liicidi, rosso-fosclii nel di sopra : brat- lee lineari-selacec, Calici coi due denli su])eriori piii lar- glielli, pill corti, triangolari , subottusi, quasi uguali al tubo, e col seno leggermente macchialo di j)orporino ; i due laterali 3-angolari-aruniinati, una linea [)iii Inngbi dei due primi; Tinferiore lanceolato-acutissinio. carinalo, an- che una linea piii lungo dei due laterali. -Coro/Ze grandi inodore, rosee, con 1" apice delie ali d"un roseo piii in- lenso; la carina biancbiccia, piegata obblicpianiente; il ves- sillo subrenirorme smarginalo all" apice, purpurco-striato a raggio nel cenlro alia base e venate in tuHa la lami- na, palenle coi margini alquanto vi\()\[i\\\. -Legume linea-

ATTI ICC. ^OL. \l\.

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re, 2-pollicare , siil)ciUtidrico-conii)rcsso , aciilo iioi due cslremi , con Ic suliire risallaiili, drilto , iin po ciirvalo in (lii'lro alTapice con rostro incurvo , 10-20-spermo.- Grani niguloso-plicali, neri, con omhelico lincare n»ssic- cio 0(cii{»anle cpiasi la niella del seme.

2."-C(»! vessillo yiiernito nella l)ase interna da due gobbe conicbe.

()36.-L. Temifoi-us, Desf., TJ'., DC, Guss.

(ilahro, a cfinle aiato: picciuoli inHnii ablli , I'olia- cei, lincari-acuminati, o tcrminali alle volte da un cirro sempliec; i superior! nudi ed alati, l-G-lilli , con cirro ranioso: foglioline lincari-lanceolj'.te : stipole inlinie rpiasi nulle; le superior! larghe, seniisaetlate : [teduncoli i-i- llori ( |)iii s((esso '1-2-llori ) piii lungbi delta foj^iia: le- gumi larganicnte lineari : grani ovali, comprcssi, mozzi.- ( Annuo ).

L. TenuifoliuH, oL. alalus, Jcn.-L. alulns, Sihlh.- L. auricululus , llerlol.-L. Glijinenum, Ucr. , e forse IJn.-Clymemnnuncinulitm, i}Ioenck.-L.paluslris, Lamj ? ex Jen.-L. vieioides, purpureus, Cup.

VoLG. h.^-Climeno. Vv

Aprilc-Maggio

iN'elle colture erbose , ai niargini del canipi umidi , nelle siepi.

Cauli per ordinario ramosi alia base, e molli dalla stessa radice, l-J-j)e(lali secondo la nalura dei lerreni.- Fofjlie inferiori ridolte spcsso al solo picciuolo, le altre cou l-C-l'oglioline dispostc in online alterno : stipole den- tiile irrei>olarmente alia base: I'oniioline lari>lie l-.'J Iin., lunglie (i-2(l , ottuse con spunlone, o acuminate. -Pe(/ym- coli angolato-striali, l-'i-llori, coi liori [(enduli, arlicolati alternalamente sojira di esse per lo mezzo di (jambdli bin-

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ylii !J-'i lincc , r()ss('Hi'iiinli.-6V///(7' coi dciili laiicoolati. iiciili, ('"iiiili ill Ui\H).-(Uir()ll(i col vossillo cromisi, voiialo (li lien* con (iuc jiroliilieranzc coniclic lalcraliiiciilc sii la bast' iiilcnia ; Ic all ccriilcsccnli. piii Iiiii^Iil- (Icila carina; la carina sj;ani(>|»clala, vordasira , niaccliiala Ic^gcnncnle (li rosso , Ijianco-ijialliccia all' apicc 2-lido.-/>(!(f/u//j/ |iiii 0 mono coin|»rcssi. non csallaiiicnlc lincari, nia siililan- ceolati, <; ahjiianlo incurvi daila pailc dolla siiUira sii|ie- riore (die non s'ingrossa ne prescnla alciina doccia o soico) spesso suhnoddsi, larijlii i-.'i linoe. cnsjiidali e iin pn riciini all" apicc con la pinila incurvii , ncl scccarsi liiallaslri con inaccliie losclie sopra i scnii, a!(juanlo lorosi V(!rso la suhira suporiore c qucsia anclie I'osco, a snper- licic i>lal)i-a cd iinila.-^»ra/// lisci, uliovalo-suliiilohosi. jioco coni|)rcssi, non allallo cinerci, ma Ligi con niaccliic oni- hroitijiatc c poco discolor!, disposte come le niacdiie di una carla geojjraiica : onilielico quasi concolore o ijiallo- i>'nol().

Tnlla la piania ij;labra.

II Cli. (lussone cliiania (jucsla specie polimorfa per

mollissimi carallcri. OnahuKpic siano ]ier(i Ic varianze die

.cssa jircscnla sccondo la nalnra dci hioi;lii, non avuenc

niai die si allcri la lisononiia di essa, e die scori^cndo

i varii individiii. si duliili dclla loro idcntilfi specilica.

ii'M . \j. Ociiiiis, DC, Spr., Gitss.

(ilahro, pallidanicnlc vcrde, a caule alalo : piccinoli Ibijliacci. Iaii;hissiini, !>!" infcriori alilli, i snperiitri 1-i)- iilii: rojiiioliiic ovale ed ovali. spunlonale : cirri ramosi : pcdnncoii l-2-l1(iri, colli: Ici^iiini lincari hisinni^lii, ])oli- spernii, con la sutura seniiiiifera meniliranaceo-alala : semi ijlobosi, lisci.-i^.ljiHKO ).

l^isum Oehvuti, L., W., L'cr., AIL. SiblJi.-Ochriifi palliihi, Journ., Cll., DoiL, Loh., Pers.-Ochrns unillo- rus, :}Ioench.-L(ilhyvus varrcnlif'oUun, Lnm.-I'Jnilia st/l-

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vestris, Dod.-Arachxis nifjer, MaUh.-Cicerervinum, Cast. .,. ) lT."-Araco nero, Circerchia piselliiia.

) Sic-Favoccia.

Dali" ulliina mctla di Marzo a Maiinio.

Tra k\ hiade, e iiclle <;ollurc coiminissimo.

CauU yiacenli, o sorrelli tra I'erbc, alali , con le ali miiiiitaiiH'iilc deiitcllatc-Ptccatoii a base confluente , i^i" iiilV-riori alilli spiinlonali, o inmiili all' a|)ice di 2-3 cirri seiii|ili(i ; i supcriori l-ij-lilli (csisleiido piii vuilc sul ])ic- ciiiolo una sola foi>liolina) : con appendici sti[)ulii'orini alia base ridoUc nei ]iriiiii ad un }>i('ci(do denle in ciascun dci due lali, e nei secondi o a (jiiesli denli piii i«rossi, o da un lalo un lal denle, e dall' altro una loyliella S-dentata a denli grossi ed aculi.-Peduncoli da 1 a 2 pollici, cd alle voile anche piii lunghi.- (iVtZ/ce coi denli non niollo largbi, acumiuali, e come scariosi al inargine, ineguaii, piii lun- ghi del Uibo e alquanio palenli.-6'o/'o//a d' un bianco gial- lognob) pallidissinu), col vessillo erello , leggernienle re- luso, concolore, e sollanlo sparso di vene capillari sangui- gnc appena visibili, munilo di due gobbe a niella della sua allozza (ov'esso sta a conlallo con le ali) sl'ondati dal- r eslerna superlicie, e s|iorg<'nli inlernamente poco piii di una linea, le quali vanno quasi ad abbracciare la base dellc ali, ed a slringerle conlio 1' apicc della carina; le ali pa- lenli coi lend)i abpianlo accarlocciali in denlro, e I'ormando una specie di |»adiglione su la amwa. -Ley iiini nei sec- carsi giallaslri (color di cera) niinulanicnle nervoso-relico- lali, con le ali o nuMubrane della sulura superiore sempre verdaslre.-fi«//a" non ciiicn'i, nia bigio-verdognoli (come 1 argilla da stovigiie uniida), non esallamenle globosi, ma p icbissimo bislungbi, coinpressi solto 1' eslremita i»iii larga deir onibelico che e giallaslro.

Tutla la pianla glabra e pallidamenle verde.-La soslan- za, da cui son fnrniale le fogiioline par che si sccnii da

8:j

qiiella del j)icciiiolo, giacche qucslo trovasi scmpre piii ri- strcUo a misiira die se ne sviliippario le foi^lioline. Oiieste beiit'lie iiiserile appareiiteineiile siilla niembrana del pic- ciiiolo, lianiio senipre un ligamenlo alia base cbe Ic altacca al picciiiolo slesso.

* *-A fogiie non cirrose , le primordiali opposte :

!

Legume polispernio deiscenle (Phaseoleae, DC). >

289. LiPi.Ms Lin., Juss. '\

Cal. persistenle , profondamenle 2-labiato. Vessillo coi lali rillessi. iUniim acuminata. Stami monadelli con cin(pi(' anlcro subrolonde, piccule e piii precoci, e cin- que bisluugbe piu tardive. Slilo liliforme : slimmasuhro- tondo, bailiato. Lcfjtime coiiaceo lineare-bislungo, coni- presso, ()bl)li(|uanieiile loruloso.

(138. -L. 3licKv>Tuis, Guss. (non DoiiqI. ).

Patenlemenle irsulo, a caule breve, patentemente ra- moso alia base : foglic .t-O-nale, con foglioline obovato- spalolale, cunealc: grappoli brevi, ascellari e termiuali coi liori alleini : calici biallcolati subeguali alia corolla, col labbro superiore 2-parlito , 1" iuleriore 3-fcsso : lugumi irsnl\.-(Amuio).

L. Gu.ssonoanu.s, AfjariL-L. hirsutissimus, coern- loo-puvinirciis. Iiitinilis, sloloniferm, Cup.

3larzo-Aprile.

.\ci campi in riposo aridi : nol rinvenni che una sola volta negli (hii di Cassilnli , qiinn[mupie nel vicino ter- rilorio di Siraciisa s" iiicoiilri niullo fr('{|ii(Mile.

Cauli radical! palenlissinii , coverti di peli lungbi,

86

radi e rigidetti, patcnli, del modo slesso che i picciuoli : caulc ccnlrale corlissimo quasi col racenio radicalc, i la- terali anchc pedali.-Fof///c .>-9-natc: foyUoUne ohovato- spalolalo, carinate, appuiilale, le due piii inleriie larga- gamculc lanceolate ; tulle pelose come i cauli, ina a peli eretlo-palenti, lunghe sino a poll. 1 '/,, gradatanionle piii corte dal centro alia eslieinila, larghe al piii mezzo pol- lice : ]j/ccnjo/o semicilindrico: stij)ole lineari, iin po lal- cate, scanalate.-flrtcemo 3-0-p(dlicare, coi liori allerni, i superiori suhverticillali a i-'i, ma iion inseiili sulio stesso piano : asse irsuto come il caule.-/im//ee lineari lanceo- late, tenui, incurvo-appressalo , lungamenle cigliale.-Co- lici cortamente pedicellali ( podicello 1-2 Iin. ) coi denti appressati, lineari-acuminali, picclieltati di nero sollo lir- saiic. -Corolla lunga "/, pollice , col vessillo largo 'j, di poUice, ripiegalo latcralniente coi margini di nuovo infles- si, cernleo-violetlo negli orli con vene bluaslre, bianco nel disco con linea bluaslra cenlrale lungo la ripiegatura, e inollre Ira il disco bianco e il margine ccruleo una sl'u- malura di violelto dilavalo; le ali adese, appoggiale su la carina, ceruleo-violetle con vene bluaslre come i margini del vessillo, appena liberc alTapicc, di forma seniirombea ; la carina biancliiccio-verdiccia, esilmente striata fosco-rossic- cia air apice.-Lej/MHii, e (jrani. ... non li ho visli.

tflJU,i;:,.

(ContinvM)

^i ■' 1.

.n;^ijv(

SUL GRADUALE SOLLEVAMENTO

DI

m\ PARTE DI;LL\ COSTA 1)1 SICILIA

DAL SIMETO ALl'ONOBOLA

PER IL SOCIO OBDUAniO

(^4\iii?^^^ (^[i(>)[a(d[i(D (^a^^aiLiL^SKi)

Ti'.. 'lir <!>> i" n

I

> una (lolle niic corse alia cosia d' Aci-Trezza , iiclle vacanze alia Callodra di 3Iincralogia e Geologia , ovc da iin anno dcUo Iczioni qiial soslituto a niio padre. Professor Carlo rieminellaro , mi veniio fatlo osservare nell" hola de'Cirh)pi una breccia marina ricca di concliiglie dellepo- ca atluale. Peiisando sopra di questo fcnomeno vi ritornai nel giiigno del correnlc anno 18j7, per \iemegiin stndiar- lo; e vi lr(»vai nn deposilo calcare-silicico conchigliare iiuca- lo orizzonlalinente da concliiglie lilol'aghe, ne'cui bnchi vi slanziava ovc inlicra ed ovc rolta la Modiohi Ulopha- (fn \i. Aon lardai a concepire che un gradualc sollevamen- lo delhi costa durante I'epoca attuale ne I'osse la causa, e lenendone discorso con mio padre, mi fece sovvenire aver egli lalli* conoscere in alcune sue produzioni (1) die uu simile sollevanienlo era cliiaro su tuUo it prnmonlorio di S. Andrea e qucUo di S. Alessio per un orizzontale

(1) Sul Icrnino Giurassico di Sicilia Memorial" Sul Giurassko di Taorniina. Siillo Scisto d" All vv.

ATTl ACC VOL, Xir 12

90

scavanienlo della roccia giurassica all' altczza di circa 12 metri siil livcUo del mare.

Fu iTiia fortuna essermi acconipagiiato al lanlo ce- Icbralo in Eiiropa Sir Carlo Lycll, die venne nclio scorso ollobre a visilar di hel nuovo 1' Etna e i suoi conlorni, pcrche passando per quelle conlrade avessi potulo par- lecipargli quella niia osservazione. Egli mi confermo la idea , clie mi era formala del fcnomeno, mi spinse a nuove ricerchc c dargliene circoslanziato ragguaglio a Londra.

Son percio tomato piii volte su' luoglii fornito di mi- sure e di tutto allro , clie potesse servire all' uopo ; ed ecco quanto ho poluto raccogiiere (1),

Un terreno alluviale recenle die forma la piana di Calania, di cui gii elemcnli sono de' cioltoli di gres, di calcario e di basalle con argilla e arenaria sciolla, cor- renti vulcaniche piu o meno recenli dcU'Elna tutle augili- clie per eccellenza, basaltc sl'eroidale c prismalico, I'or- mazione pleistocene, che fa seguilo a quella delle terre- forli di Calania, correnli antiche primaliche e compatle dell'Etna, alhivioni di S. Tecla e di Mascali formati di rocce vulcaniche feldspaliche ed augiliche, ecco gli de- menti che cosliluiscono la lopograha della costa di Sicilia dalla foce del Simclo all' Onobola.

Dal Simelo alia sciara del Principe e difficile tru- vare nell' alluvione recenle i tratli carallerislici, che la- sciano il volgerc de'sccoli. La sc/om del Principe, cor- renle del 1GG9 , la marina di Catania in cui vedonsi

(1) Qucsto lavoro e slalo tradotio in inglosc dal Lycll c comunicalo alia Socicia Geologica di Londra. vedi gli Abstracts of the proceedings of the Geological Society of London. N. 11. Session 1837-38 Or- Jinary General Meeting February 24.

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ciotloli rotolali di "res, di lave recenli c di fianlumi di stovii'lie, la scinra daU'Animi, qiiolla dol (Jrocil'isso di Loffnina, coneiilo del DiSl, formaiio it lillorale iiiio alle vicinaiizc di Loi^iiiiia, ill r, slalo iiumiilalo di lro|)|)0 dal suo priniilivo aspollo, 'm/ioi;andosi Uitto di questo nia- Icrialo per la coslruzione dclla scof/lu'ra del inoio di Ca- laiiia.

IVello scolo di Lofjnina da 4 decimeiri ad 1 metro sui livcllo del mare Iru' crossi Llocclii di lava, die fanno la spiaj^gia, si iiola una bieccia marina furmala da pic- coli cioltuli di lava aiiyilica, di i^res e di rranliiiiii di sto- vii'lie leijali fra loro da ceinciito calcare-silicico.

Da Lognina ad Aci-Caslello le correnli vulcaniche , clie cosliUiiseoiio il liilo, nulla danno a vedcrc d" intcres- saiite. Qui incoiiiincia la furmazionc Lasaltica, che e ve- nula alia superlieie del j^lolio durante la formazione del pleistocene, e lino al Capo de' 3lolini e interessante sotto ogni asjiello lo studio del lillorale.

Dalla pielm delle surpe passando per il ciitelto al cannilo di S. Giuseppe il pello della corrente vulcanica del 11G9 a slrullura molto coinpalla, the lornia una costa tagiiata a picco, da a vedcrc in alquanli punli, a molli piedi d' allezza , una zona d' erosione , dipendente dair aziune cliiinico-nieccanica dell' acqua del mare. La sua base, dalla parte superiore di cui provengono la gran quanlita di hlocclii, clic vedonsi lungo il lido, si inostra con superlieie scorilicata c molto irregolare allaltezza di 8 decimetri ad 1 melro sol livello del mare; il che fa su|)porre che durante il suo corso 1' ignea corrente sia andala a lamhirlo. Oltre a questo, che osservasi in tutte le lave, die sono a conlallo con Ic accpic, puossi (jui [)ure aggiungere la prescnza di moilc serpula; , che indicano la corrente sia stala anlicameiile a livello del mare , e che si conscrvi nel suo piimilivo stalo di conligurazione.

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DairOvest del cannito di S. Giuseppe alia rupe ba- sallica, su cui sta ediiicato I'antico Castello, si vede la slessa correnle vulcanica, die copre il basalte sferoidale chc ha melamorfizzalo per 2 dccimctri ad uii diprcsso nella sua su- perlicie di conlatto. II lalo Sud delle rupe formala per intiero di basalle sferoidale e di tufo palagonilico atteso lo stato di fatiscenza per cui cade conlinuamente in frane, non da nulla d' interessanle per le ricerche in esanie. A i\ord della stessa, proprio sotlo le viandre, la medesima lava del 1169 e ancor cssa escavata c corrosa a diverse altezze; ed a I metro sul livello del mare vi si trova ade- renle un sabbione conchii«iiarc in cui ben dislini>uesi la Cypraea lurida L., il Trochus rugosiis L., il Balanus halannides Ranz., che stanno in posizione normale.

Lungo il liUorale della pielra deyli uccelli alia fiur' nazza vi sono gran quanlita di blocchi di lava prismalica, alcuni della grossezza da 4 a 1 decinielri cubi intieramen- te rotolati, ed allri smussali agli spigoli da 2 a 3 melri cubi, a cui sta aderente un deposilo calcare-silicico mari- 110 deU'epoca aUuale. Questi blocchi, cosi sniussati e ro- tolati sono ordinariamentc corrosi alia superficie, a foggia d'un vespajo, daH'azione chiniica del cloruro di sodio, i quali s' estcndono per molti nietri sul livello del mare fmo al lato Nord della sirada provinci(de proprio nel podere de'signori Zappala e Sisto. Qui essi poggiando sulla formazione ])leislocene, che fa seguito a quella delle ter- reforli di Catania e s' appalesa a Cifali , Leumtia e Calira (1) , sono generalniente da 3 a" 5 nietri cubi di

(1) A Citira conoscevasi solo la Nucula ynargaritacea Lamk., or ecco i resti organici fossili che ebbi la fortuna scoprirvi ncll' oltobre del 1836:

moLLrscHi

Aporrhais pcs-pelecani L. ... ., : ;:■: s.

Nassa semislriala Broc. ,,,^, ; .^ ,. ^,.

)) mulabilis L. ••■-'■ : '^

93

grossezza, al solito corrosi alia supcrlicie , Ira cui tro- vasi allaltczza di circa 14 metri sul livello del mare un

IVassa striata P/i.

)> Asranias Brq.

» variahilis Ph.

Fusus

Morio Ihyrrena? Gm.

Tiii'ritclla ctiiiiiiiLiiiis Risso,

Cfritliiiiin larlemn Ph.

Scalaria comiminis Lamk. '.ii!

I) Iciiuicosla Mich. Natica niilli'puiuliila Lamk.

» Olla M. de Serves,

)) macilenta Ph. Murex Brandaiis L.

.) Truncuhis L. Conus mcdilerranciis Brg. Trochus Magus L. .j

» Adansiinii Paijr.

» coniiliis L.

') an sp. 11. Galcrus vuliraris Ph. Dentalium Dfnlalis L.

;> slrani-'iilaluin Desh.

» eiilalis /..

i) miiltislrialum Desh.

11 an sp. n. Venus radiata Broc,

» fasciata Donov.

a cxolcta L.

)) vclula Bast.

11 verrucosa /..

)) Cyrilli Scac. Psaininodia coslulala Turt. Cardita lorbis Ph. Corbula jiihlia Oliii. Lutraria elliptica Lamk. Psainiiiosolcn coarclalus L. Cardium ccliinatuni L. '•

» Deshaycsii Payr.

1) sulcatum Lamk.

)) laevicaluiH L.

)) papillosum Poll, Aslarlc incrassata Broc. Pecluiiculus pilosus Lamk.

!) Glycymeris Lamk.

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blocco ovolare ben rololalo della Umghczza di 8 decime- tri e dell' allczza di 4 incrostalo di serpiilce.

Alia dislanza di pochi melri da qiicsto si vede pure un blocco dcir cnorinc i^rossczza di 1 a 8 nictri , alto sill livello del mare circa 13 melri e pochi decimelri cor- roso anch' esse alia supcrlicie da' sali dell' acqiia marina , al quale stanno allaccali alia faccia Nord delle fierpuke c in una fendilura una conchiglia, che credo esscre la Car- dita cahjculata Brug. propria del noslro lillorale. Sulla superlicie del suolo vien fallo vedere moUe concbiglie alio slalo suhfossile, secondo il Marcel dc Serres, Ira le quali sono dominanli il Donax truncuhis L., il Troehus fraga- rioides Lamk., il Troehus ariiculaius Lamk., e la Pa- tella caerulea L., che schbene sieno slate generalniente rapportate come proprie della fauna pleistocene, debbonsi piuttoslo considcrare , come bene faceami osservare il celebre Sir Lyell , dcH'epoca altuale.

Pectuculus minulus Ph. Oi;;i ;,

)) sulcatus Calc. ' . ' .

Nucula siilciila Bronn, I'.'v i, ti ■,:J iUn'c

» margaritacea Lamk. Pecten Jacobaeus L. . ^ ^ i. "

a opereularis Lamk. ,vi.>p'.' . , .; '

» palinafus La??iA-. .A (iji'i '

» polyniorplius Bronn. . ^ ' .

Ostrea. .... . .

» .... . i'' •, ' '

Anomia Ephippium L. .fv.i

)i polyniorplia Ph.

ECHnnoi

Hemiaster canaliferus d' Orb. Brissus cylindricus Agass. i

Echinocyamus taranlinus ylgnss.

zoorin

1-

Cyathina pseudoturbinolia Edwards c Haim^, >'■ Millepora y;

I'K.ll!

ns

A Slid (rAci-Trczza alzaiio le loro cfcstc sul mare nil i;nij)|io di liasalli chiaiiiali voli^aiiiionle faratjUoni o s^nxjU dc' CAclopi, di ciii il piii iiraiido a|)|)(dlal() isoln (• il faiinjIidiK' (jvumlr liaiino alia siiporlicic dcHari^illa ])iii 0 mono inclaiiiorlizzala dall" iiilrusionc del hasalle.

Incoiniiiciaiulo il loro esaiiie da Ovest ad Est ven- i,'ono priiiii i cosiddelli favotjUonoMl di passafiifio , che soiio a iiiio avviso i piii im|)orlarili iielle ricerche di cui ci occiipianio.

A' loro lali vi si Irova allacoalo a gran lemhi un de- posilo cakaie-silicico coiicliigliare dcli'epoca attiialo, di cui il massinio e alio o nielri e 6 decimelri siil livcllo del mare. Ksso e |>er inliero I'orato orizzonlalnicntc dclla Mmliola lilophafja L., in ciii spesso si rinvienc in silo in liilli i^li sladi di suo organico svolgimciito. (litre a qiic- sla concliigiia vi lio nolalo anclic adcrente la Lima Sfjua- mnsa Landv., VArra Noae L., lo Spondyhis (javdcro- pus h., il Trihin corriKjulum Lanik., il Vcrmt'liis tji- (jaa IJiv. lulle idcnticlie a quelle, che vivono a diverse altezze no! marc dello sicsso lillorale.

II fant(jli(»m dcijli uccelli presenla jiiire de' lembi dello slesso dcposilo calcare-silicico, ma niinore in esten- sione. Al lalo Est ve ne ha un inlicrninente isolalo, che dopo niolla laliga, allesa la salila niiirale e la faliscenza del hasalle, sono arrivalo a misuiarne 1' allezza, ch e di 11 metri e 2 decimelri siiirac(pia. Oueslo leniho, che segna nella nostra cosla una delle |)iii grandi allezze dell' an- lico livello marino deHepoca alluale, sla isolalo sul fian- co del hasalle, jierche la roccia essendo cadula in Irane, forse ne ahhia seco Irasporlato la parte infcriore , che facevagli da hase. il hasalle iion presenla uuca fori di conchiglie lilol'aghe, ma vedesi in ahpiaiiii piinli corroso, il che dipeiula, a mio credere, dall'azione degii agenli esterni

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e principalmente da quella del cloruro di sodio dell' acqua del mare, clie tendc continuanienle a farlo decadcre.

La pietruzza e il faraylione del mezzo sono a'fian- clii tempestati da lembi del solilo dcposilo ; cd all' Ovcst dcirullimo scogiio ve ne ha iino ben cslcso in allezza , forato a zone dalla Modiola litophafja L. , su del quale vedesi aderente uno sviluppalissinio Spondyliis yacdero- piis L.

II fjran farofjlione per le continue frane de'prismi basallici, che nc forniano la parte superiore, non ha nulla d' inleressante per I'osservazione; nientre nclla parte infe- riore si trova il deposito calcarc-silicico a lembi da 4 a 6 metri sul livcllo del mare.

NeU'wo/o s'osservano denfinteressanli fenomeni. Ai fianchi vi sono molli lembi dello stesso deposito i»iii o me- no alti, e qui I'argillolite, e la il basalte fan vcdere una zona di corrosionc a niolti metri d'altezza. Lisola ha del- le grandi I'endilure quasi tutte dirclle da Sud a Word. IVella pill occidcntale d'csse \i sta aderente a'lati gran quan- tita di deposito simile a qucllo degli altri scogli basaltici, esteso dal lior d'acipia a 7 metri e 8 decimetri il moximum d'altezza, e forato orizzontaliuente dalla Modiola lilo- pluuja L. , che vi si trova or rotta ed or intiera, (|ui individuo giovane e li adulto, mail deposito manca dalle conchiglie , che trovansi nel lillorale. L'argillolite della parte superiore del deposito calcare-silicico e jnire forata per ben altri 5 metri dalla Modiola litophaga L. , di modo che abbiamo in qucsto punlo un lalo dcWisola forato da conchiglie litotomi lino aH'alti'zza di quasi 13 me- tri sul livello del mare.

IXcUa gran fenditura orientale si rinviene all' altezza da 4 a 5 metri una breccia marina conchigliare, in cui vi hade'piccoli ciottoli di lava augitica e d' argillolile. Le conchiglie sono in hello stalo di conservazione c con il

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colorilo onlinariu, Ira di ciii iiiolu- in [losizioiie iioimalc slaniio atl(!renli alia iircqcia. Fin'ora mi (• slalo dato dc- Icriiiinaro Ic sei;neiili specie, elio suiio ideiiliclie a (jiiel- le. (lie vivuiio iiel lilloraie , ei(ie : \' Arv<i .\(H!<' L.. in CaiuUla c(ilijnil((lai\iu^.. \;\ Palclla cucnilca Laiiik., la Fissurelld (jthha Ph., la Monodonlu coralliiio L,, la /\'«.s- varidhilis [Ml., la liistiod calatliiscus Laskey, il Tro- cliUN <;inijiil<ilii.^i Uroc. , e V Adansouii Payr. , Milra Inlosccn.s Lamk., la Cttliimbdla nislivu L., il Turbo kc- riloidcs Lamk., la (Jijpvdi'a liiridnlj., il Trilon corni- (jalum J.amk., il \cvim;lui> (ji<jos Biv., ed allro.

Le pareti latcrali di questa gran fendiltira sono pu- re forale rogolarnienle e in inod(» orizzoiilalc dalla Modht- la lilopliafiah., i fori dcUc quali si Irovano circa a 1() niclri sul livello inarino.

Liingo il littorale d' Aci-Trezza al Capo de' 3Iolini vieii fatlo coiitiniiaiiienle osservarc all' altezza da 3 a 5 metri de'grossi hlocchi di lava prisinalica e di basalte rotolati e smussali, deposito calcare-silicico concliigliarc e breccia marina fornjala di ciolloli di lava, basalle, gres e franlu- iiii di sluviiilie e concliisilie (jaslcrupodi c lamellibmnthe.

Da \i ad Aci-Heale le corrcnli vulcaniche reccnli noii prcscniano lenunieni d' alciin inleresse. Alia spiaggia del balzo della .scalazza d' Avi-ltoale si Irovano grossi hloc- chi di lavji conipalta angilica ])iu o meno snuissati c ro- tolali , chc hanno generalnienle la siiperlicie corrosa dal- I'azione del doriiro di sodio, ch" e in soluzione neH'acrpia del mare. Si vede del pari in questo luogo IVa' hlocciii il deposito calcare-silicico, ch' estendesi d'unila ad essi per circa 1 a .'5 nielri (Tallezza; c la jiolenle correnle, die for- ma la liella (jrotla dcllc co/o»i/>e, da a vedere una zo- na d'erosione a piii iiieiri dal livello del mare.

La spiaggia di S. Tecla e quasi per intiero I'ormata d'alluvioni recenli vulcaniche , poscia vengono corrcnli

iTTl ICC. VOL. \IV.

98

viilcaniche augitiche piu o nieno recenli, e termina quasi al- rOnoboIa la Piana di Mascali, formata d'alluvioni recen- ti, in ciii si logge, come IVa non iiiolto (lira il cclcbre Sir Carlo Lyeil, a caralteri indelebili la sloria dell' Etna.

Or dalle sopra esposle osservazioni puossi desumere:

1" Clie lunco il lillorale dal Sinielo all'Onobola si tro- vano di trallo in Iralto de' caralteri innegabili degli anti- chi livelli del mare atlualc.

Che i grossi blocchi smussati agli spigoli , rolo- lati e corrosi alia superficie, il dcposito calcare-silicico conchigliare, e la breccia marina, die si vedono a diverse altczzc dal livello del mare, sono l' effetto dell'azione con- timiala e giornaliera dell' ondeggiamenlo del marc.

3" Clie Tesistenza e disposizione de'l'ori delta Modiola litophnyu L. , nel dcposito calcare-silico concbigliare, e la posizionc ancor normale de' gasteropodi e de' lamel- Wmmchi fa supporre un sollevamento lento e gradiiale della cosla.

4. Finalmcnlc, chc trovandosi le lilotomi e il de- posilo conchigliare ncW Isold e scoyli de (Jiclopi quasi lino all'altezza di 13 mctri, c nel lillorale della pieira deyli iiccelli vcdendosi grossi blocchi di lava smussati incroslati di serpvlae a quella di 14 melri ; possiamo sopra quesli dali cerli slabilire, quel lermine medio, d'es- serc di 13 melri e ."> decimelri la massima allezza del- r or mai innegabile graduale sollevamenlo della nostra cosla dal Simelo idl' Onobola.

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RA i nunierosi fossili del Garirano, la \m parte di Mol- luscbi npiiartencnli ai gencri Ilij)j)iiiilos, IJadiolites, Ca- jirina. iVerinaea ec. , ve no ha uiio, doiialonii da Scacchi, il quale per (|uanlo avessi riccrcato nolle piii reconli ope- re di C()ncliioIoi>ia, non ho trovalo dcsciitto. lo non dii- bilo che sia dclla famiglia dellc IN'orilido ; e per nomi- nare il niiovo gonore, dal luogo ove fu rinvenulo, lo di- rb Garfjania.

La oonchiglia della Gargania e sininienfrica, conica, con lapiee j)oco inouno ed otliiso s|)0rgentc alquanlo dal niaigine posleriore. La base e ovirornie , c dal .siio minor diamelro si |iiib inlcnderla divisa in due niela quasi eguali lima, alia (piale soprasia Tapico, o chiusa da una lamina jiiana posia sul margino 1' allra nielii o I'aper- tura. A parliro dal dello minor diamelro il margine an- teriore gnulalanienio si csfonde seguendo la superhcie conica, ondc le due niela della base I'anno augolo rien-

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Iranlc fra loro. Consegiie da cio che la concliigiia pog- giala |tor la base soj)ra iin piano lo locca solo nel mezzo dci niargini aiilcriore c [joslcrioro.

L'apcrliira o iMuxa e aiignsla, e conic in Inlla la lamiglia, [init lien dirsi semihinarc, sc non die il lahliro eslerno die e iiiirassalo, sojd'alnlto iiella {larlc inediana. ha nel iiiezz(i wii seno rolondalo, largo poco iiieno che la terza parte della inliera eiirva, cd e diviso in due da una plica longiludinale |(oco rilevala. !/insieuie delle tre curve soiuiglia a ipiel cuiUorno assai nolo c coiiiuiiissinio fra gii ornali della Golica ardiiteliura; del reslo la ligura nioslrera assai chiaranicule ([ueslo che paruii liingo e dif- licile a dirsi. il lai»i»i(> iulcrud, die e leslreiii!) della la- mina anzidelta, e inlVanlo nel mezzo nel Sido individno che ho, e jiresso ai margini laterali lascia due angusli seni 0 rime, una per ciascun lalo, le quali cominciano a moslrarsi su la lamina per due soldietti poco profondi. > . > Ovc fosse drillo c denlellalo queslo lahbro inlerno, come nel geiiere PilcoJu.s Shy ed in altri della famigiia , le due rime polrehhero aiiche essere lo spazio fra due denli ; ma io ho ragioni per non crederlo e le rilcngo co- me rime.

L' estcruo della concliigiia e ornalo da coslc , che parlono daU'apice, roUmdale , ahpianlo nodose e quasi eg'uali ai S(dchi die le sejiarano. La calcarea che ne ha riempiiilo riiilerno mi ha tollo di riconoscere I' impressio- ne muscolarc ue ho Topercolo.

Slahilisco perlanlo cosi i carallcri del genere

-I .[ : ;;. ).(i f:)f' : GARGANIA

-■•'.■ '.[■■.' :; ii- '»■:; .'...'

Tcsla cnnica, verlice imslarius iuflexo , siibmar-

ffinali. liusi oviformi, pnaiicc lamina plana, mavfjinali,

103

clausa; Dumjino (iiilico lUi pvmUiclo at (UKjuUim cum poslico olJiciiil iiilniitli'iii. AjuThiva mujiisht, Uihro in- cnissah) pnvM'ilim iiwdiu, ihiijue sinti rotuiulaltt cixu-

vuU) ; Uthia /i/jic inde a manjinc riinidu di-

sjunch). linj)i'('ssio musvulaiis '? Operculum}'

Ganiuniu Urocchii.

a. li'sla rrassd, ovifovmi, coni'exo-conicu , cosUs lon;iiludiit(ilihus roliDKltilis, apicc ohiusn luni (oroso?); hiltii) .suiro tmiitjiuuli sculpln; sinu plica loufjitudinuli U)i(>(iri hipurlild.

Tcslii /i..)""' lain, l-i,9 lowja, JO,(J (did. An- fjulus i}dnius fere IjO' ; coskc circitev i2 suhnodulosiP inlcr.'ililiu sulju'tiiiaul.

Ad Monlcm (hivijunium Appullac unicuin spe- cimeii.

E iii^cvolc osservarc come ([iioslo gonerc abbia slrelli rapporli col gcncrc Pilcoliis Sby. fossile della Oob'lc di IJalli ( WoiKhvanl ) , iloi |iiani liallKiiiiano , Cciiomaiiiano, Cdi-illiaiio 0 l*ari};iiit> ( d'Orbi^iiy ). col (iiiajc lia comu- ni aiciiiii cJirallcri, aliri gli soiiu allallo proitri.

Ilaiiiio cdiiMiiii ras|ielli) ]ialollii'uni)c , la niancanza di spira, la liiniiiia die nc cbiiidc in parle la iiasc; I'apcr- liira piccola. iVcl gciierc I'ilcoliis \un 1' apicc c siib-ccn- tralc, il iiiaryiiic dolla cdiichii^lia si cs[)amle producciulo un lari^o conliimo pcrislonia , (uido la lainiiia o disco rimancndo iicir iiilciiio del cono la base risidla concava; incnlre iiel ocneie (larj^ania lapice e ccccntrico lanio da uscirc dal niarj>iiie posleriore, il i)iari;ine iioii si ospaiide, si proliiiipa soilanio ed in parle , il die da origine al- I'anyido rienlranlo d;e lannt) la parte boccale e la po- slorioic della base; la lamina e del liilto niari!,inale. I.a forma della bocca inline e assai carallerislica di ipieslo

generc.

SPIECiAZIOM DELIA TAVOLA

,1

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Fiif. \.' e 2.° Grandozza naliiralc della Concliijjlia.

Fit!. 3." Frammenlo dimostranto la slrulliirn del laldiro cstcriio.

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SUL FERRO OLIGISTO

ni 1I0\TE COHVO SI' L'ETW

CAET.t.\0 GIORGIO GE.finELI.AltO OJ C

PEOFESSOBE SOSTlTtTO PROVTISORIO DI RITIEBAIOGU E GEOLOGU

SELLA K. r.MVERSIT.i DEGll STfOi IS CATAXIA ,

SOCIO ORDISAnro I>ELL'aCCAI)EJIIA &I0E>IA DI SCIEXZE SATrRAll,

CURRISPOSDESTE Ul VARIE ACCAUE.1I1E SAZIOSAII ED ESTERE.

ATTI ACC. VOL. XIV. 14

W

EL marzo del 1833 il Prof, 3Iaravigna leggcva a (jucsta illusire Sociola un' inleressante Memoria intitolata Cennn sul ferro oUgistn ottaedro di Monte Corvo su I' Etna (1) , in cui dopo avere descritto le varieta di Ibrina cd i caratleri csterni di qucsto corpo, lo animet- teva (jiial csenipio evidenle di diinorfismo. 3Ia puossi come tale stahilirc ? Questo e lo scopo delia presente ^'ota.

L'oIi"isto di 3Ionle Corvo e di color crieio d'acciaio simile a (piello di Lipari e del fosso di Cancherone in iVapoli ; raschia la fluorina ; la sua polvere e di color ros- so-maltone ; e leggermente magnetico ne piii ne meno di quelle di 3Ionle Calvario; ed ha la densila uguale a 5,38.

Egli e infusihile al cannello; il borace ne scioglie una buona parte in retro fosco , che tende al nero ; il vetro con minor proporzione si tinge in arancino n\ fuoco d'ossidazione, e diviene verdc-bolliglia a qucllo di ridu- zione. Ben polverizzato c messo a digerire neiracido clo-

(1) Atli dcU'Accademia Gioenia di Scienze Nalurali. Serie 1' vol. li Catania 1833.

108

ridrico \'i si discioglie lenlaraenle; la soluzionc da tulle le reazioni propric dc'sali ferrici.

Le variela di forma che preseiila, spcsso confuse le une con le allre, sono : in crislalli congiunti in forma di ollacdri regolari, e in laminc csagonc.

I. Crislalli congiuiili in ollacdri regolari. Qucsli hanno a un diprcsso un millimctro e mezzo a due di dia- melro ; si rinvengono isolali su la variela laminare, op- pure gli uni addossati sugli allri a foggia de' crislalli ot- laedri d' allumc o quelli di solfo della solfalara (1). Esa- minali con il goniomelro d'applicazione, cssendo inipos- sibile usare qucUo a riflessione, allesa la scabrosila delle facce de'crislalli, ho Irovalo approssinialivamoiile 1' incli- nazione de'due spigoli opposli dcU'oUaedro di 90", e quelle delle due facce opposte all' eslremila dello slesso asse, e delle allre adiacenli sopra un niedesimo spigolo lanlo vicine a 70", 32' c a 109", 28', quanlo vedcsi chia- ramenle d'esscre dei>li ollaedri recolari. Questo esame goniomelrico e inleressanlissimo a farsi , prcsenlandosi spesso r oligislo, come p. e. a' Blonii Rossi su I'Elna, solto la forma {P,P',a'), con il Levy ed il Dufrenoy, ot- taedro con due Iriangoli cquilaleri, e gli allri sei isosceli, ch' e forma derivata dal sistema del roniboedro, anziche rollacdro rcgolare, invariahile |)roprio del sislema rcgo- lare. Sullc facce degli ollaedri rilevano molle linee paral- lelamcnle disposle agli spigoli , che inconlrandosi , fanno degli angoli di 120" e di CO".

2. Lamine csagonc Esse sono piii o meno rego- larmenle esagonali: di modo che, in alcune vi si distingue bella e regolare la forma, e in allre lo sviluppo d' uno 0 piu lali oblilera gli adiacenli da rcndernc alquanle mollo allungatc in due soli lali |)arallcli , faccndo vista di la- mine rellangolari. Quelle clic sono in mio polere, cssendo (1) Scacchi Memorie geologiche sulla Campania Napoli 1849.

109

uii p6 dilTorniale e roltc, non possonsi ben distinguere, se siaiio tcrniiiialc o pur no a'lembi dalle I'acce lalerali di prisma esai^oiio, o da (piclle di roinI)ncdro. Le loio siiperli- cic ordiiiariamciilc soiio .s(;d>ro, e paiono scori(! ferruijiiiiose (llaravigiiai: nia j^iiardandole allciilanicnlc cd csaniinaiidoie ill akuno si nolaiio lalunc intercssanli parlicolarila. Poche si vcdoiio la iiicrcc forte Icnte Icnipcslale da pirainidi le- Iracdrc, di ciii le faccc sono ancli'csse slriale parallcla- menlc aj>li spigoli simili a quelle dei;li otlaedri ; e su le superlicie di niidte allre vien fallo osservare le scahrosi- la essere il risullato di soUilissiiiie laiinne esai^one dispo- ste paralieiainenle fra loro sulla lamina d'oligisto, die fa loro da (jaiifja.

Da (piesto osame su le propriela dell' oligisto di 3Ion- le Corvo , credo die non faccia mestieri dilungiiniiivi sopra, accio si distingua da (piello del Peril e daH'altro del Piiy-de-nome, Itaslaiido |)er ben dilTcrenziarlo da loro la inancnnza nelle reazioni chiniidie dellossido ferroso, la dcbolezza die vi escrcila I'ago magnelico e risolaniento d'ogni allro ininerale nel luogo in cui trovasi e massime de' solfuri di ferro. Perdie il prinio, dico roligislo del Peril , descrillo da Spix e Marlins qual esenipio di di- niorlismo del ses<piiossido di ferro , oggimai vien consi- deralo come sem|dice epigenia di crislalli oltaedri di sol- furo di ferro (^ Unfrenoy ) ; el' allro del Puy-de-Donie , ancor esso in otlaedri regolari, che per ben Innga pezza e passalo come oligislo ollaedro, non e allro die una mescolanza di ferro ossidulato con ses([uiossido di ferro ( Dufreiioy). Pare peri), a prima vista, cbe non vada eosi chiaramenle la bisogna nel cercar di dislinguerlo da quello di Fra.noiit, poleiido essere, a somigiianza di questo, iin esempio realc del dimorlismo dell" oligislo ( (^airrere e Dufrenoy ), principalmenle che in ambo sono idenlichc le loro proprielii chiniiche , ed analoga ne hanno la forma

no

geonictrica ; ma richiamandoci alia mcnte le propriela fi- siche e il niodo di giacitura del nostro sesquiossido di ferro, non clie Ic propriela e le condizioni che regolano la forinazione de'corpi dimorfi, sono d' avviso non potersi aninicller come tale.

II dimorfismo, o nicglio il polimorfismo, essendo oggi- mai provalo die il solfalo di nickel, il seleniato di zinco e il carbonic ( 3Iitscherlich ) e V acido tilanico ( Rose ) son capaci di cristallizzare in piu di due sistemi cristal- lini , questa propriela implica evidenlemente un cangia- menlo qualunque nella costiluzionc intima della materia, clic ha subilo queslo mutaniento di lornia-tipo. Questo e quel che resulta da' caratleri fisici de'corpi polimorfi : talnienteche, a ragion veduta i mineralogisli del giorno fanno di ciascheduna forma una specie a parte , essendo spesso tanto grandi le differenze, che si osservano fra le loro proprieta fisichc , quanto possono essere fra quelle di due sostanze di natura diversa : infatti variano nei corpi dimorfi oltre la densita, ch' e la proprieta gene- ralmcnle conosciuta e apprezzata, la durezza e la fusibi- lita ( Wuhler ) , il calore di combinazione ( Favrc e Sil- bermann ) , la dilatazione cubica (II. Kopp) e 1' indice di refrazione. Or quale cangiamento e apprezzabile nella intima composizione molecolare dell' oligisto di Monte Corvo ? Esso ha la densita uguale a 3,38 e la sua durez- za, raschiando la calce fluata, viene segnata nella scala di durezza di Mohs da 3,5; le quali proprieta son sif- fattamente vicine a quelle dell' oligisto romboedrico del- r isola d'Elba, d' Alteniberg, di S. Giusto, di Monte-Dore e di tante altre localita , che ben possonsi considerare in ambo le forme come identiche.

illitscherlich vuole che il diverso grado di calore sia la causa del dimorfismo, il che e stato confermato dall'e- sperienze di Rose e di Ilaidinger, che ci forniscono una di-

HI

nioslrazionc sinlclica ili (|iioslii iiiiliienzu, e sopra tullo ila (jiicllo (li Favre o Sillierniaiiii, clio soiio dun ordiiie pura- nienlc aiialiliio; e INickeles, poiijiiaiidosi su le ossorvazioiii di Ijciidaiit, Hose, lliiiiard o I*liilli|is, iion die sidlo j»ro- prie, soslioiic clio, le soslaiize d'inlerjtosizioiie o il mezzo die le fornisce, no siaiio la causa. Or, die die ne sia di queste due opiuioui su la causa, die j)resiede alia fornia- zione de" coipi diuHirIi, il corlo si e die I'una o laltra, 0 I'orse eutraiuljc alia vulla, modilicauo d'uua maniera qua- hinque le I'orze niolccolari die |tresiedono alia cristallizza- zioiie , daudo coslaiileniente alle niolecolc la Icndenza a disporsi suUo dale circoslaiize iin la ove v'e lornia de- terniiiiala.

E il regno niineralc ce ne fornisce niimerosi esem- pl. Le roriiic crislalline d'alcuni minerali, e Irff gli allri della slronziana solfala (Ilugard), si circoscrivono a secon- da le localila , la giacitura e le associazioni minerali. I cor|)i dimorli non si trovano mica uniti solto due for- me-lip(» diverse nella medesima condizione di giacitura , e mollo pill nello stesso aggruppamcnto di cristalli : in- fallo non si e Irovalo Iin' ora , per quanio mi sappia , grup|)o di cake carlioiiala, die presenli cristalli d'arra- gonite, ne cristalli di pirile con que' di spcrcbisa, quan- tunque la diimica composizione della calce carLonata sia aiico ncgii eqiiivalenii qiiella dell' arragunite, e I'allra della spcrdiisa tal (piale (juella della pirile ; il die dipeii- dc, 0 jierclie le coiulizioni lerniometridic non son variale ncHattd di coucretnrsi questi minerali , opjmre perdie la natura diiniica del mezzo e slala idenlica , non essendo camliiati i mezzi d' iiilerposizione.

Oil) stahilito <|nal lallo dimostrato, ammellondo die i crislalli d'oligislo di .Monte Corvo, i qiiali tiovaiisi in ottae- dri regolari ordinariamente inipiaiilali sii laniine esagone, siano nn altro esempio del dimorlismo di qucslo ossido di

112

forro , sarebbc lo stesso chc sconosccrc ncl mndo piu assoluto le leggi, die regolano le Aariazioiii di lijio in al- qiianli niiiierali ; pcrclie e incompalibilc, anzi imjxissibile polcrsi trovare in una stessa condiziono di giacilura, e niolto piu in uno stesso aggruppamento de'crislaUi d'oli- gislo ollaedri regolari con allri derivali dal sislcnia del romboedro, quali sono le laniine esagonali.

Oli otiaedi'i d'oHnisto del fosso di Canchcrone banno, come (piello oUaedro di Monte Corvo, le facce striate [laral- lelamenle agli spigoli, le (piali strie incontransi sotto gli angoli di 120" e di fiO'. Dalla disposizione costantc c de- terminala di (pieste strie il Prof. Scacchi e giunto a dinio- strare analiticaniente, che i cristalli ottaedriformi di quef- rdigisto sono il risultato dell' accozzamento di quattro cristalli roniboedri con gli assi principali inclinati di 70" 32', e le linee le tracce della loro riunione. Gli otlae- dri del nostro sesquiossido di ferro , sebbene non siano nial terminati come que' del fosso di Cancherone ( Scac- chi ) , pure sono ancli' essi internamente conipatti , e ne lianno, oltre gran numero di proprieta, le facce identica- mentc striate , che sono il criterio per ecceilcnza dell' ac- cozzamento sotto determinata legge de" cristalli romboedri.

Cos'i andando le cose , credo miglior partite adot- tare per i cristalli ottaedriformi di Monte Corvo la teorica dello Scacchi , invece di stabilirli quale esempio di di- morlismo : allora si spiega facilmente la indenlicita delle proprieta fisiche con 1' oligisto romboedro , e la presenza nella stessa condizione di giacitura c d' aggruppamcnto dcllc forme appartenenli a tlue supposti tipi diversi ; men- Ireche , ammettendoli come oligisto in ottaedri regolari semplici, si farebbe urto alle proprieta generali decorpi dimorfi, e alle condizioni chc regolano la loro cristalliz- zazione.

DESCIilZIU.VB

SPECIE M4L1C0L0GICIIE NIOVE

CHE V1V0\0 SEl NOSTRO llTTORiLE fflEMORIA 2/

DOTTOnE I.f CIimCRGIA

SOCIO COBBISPOSDEMIE DELl' ACC4DEMIA CIOE.MA, E . OELLA SOCIET.i ECONOMICA

DEllA PROVISCIA Dl CATA,'«IA EC. EC.

X.ETTA

IVella Seduta ordinariu del giorno 23 Luglio iSoT

ITTI iCC. vol. Xl». 13

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."I ■'!!; I 1/ Specie ericina aradae. i

E. Testa ovato-obloni^a, pelliicida, leniiissima, alba, laevissima: sub diafana: conccnlrice striata: sub lente, striis bingitudinalibus cxilissiniis cxornata : latere poste- riore duplo brcviorc: impressione iiiuscolare simplice, pal- learc sinuata : denies cardinales inter fovea , quae ad uso pro lijTamcnto intcrno : denlibus laleralibus elongatis.

Ouesla eleganlissima cnncliigiia e iindici millimetri c mezzo larga, cinque millimetri e mezzo alta, j)Oco piii di tre millimetri crassa nella sua maggiorc spessezza: la porzione posteriore e meta piii breve dell' anleriore ; qucsta e rotonda ;, quella angolosa c quasi troneata : 11 niargine dorsale o anteriore e rctlo, il posteriore convesso, il venlrale, ])urc convesso, trovasi insensibilmente concave verso restremitii posteriore, nella quale daU'esterno vi si vcdono trasparire tre zone o fascic ragianti, che inj- prcsse sono sulla parte interna di essa conchiglia.

I dcnti cardinali in numero di due e divergent! sono

116

siluati dentro restreinila posteriore della fosscUa del li- gainento intcrno. Piii , si scorge nella parte eslerna e po- steriore dell'apicc uii doiUe troncalo e parallelo al mar- gine corrispondcnte della concliiglia, linlerno spazio del quale scmbra una fossctia dove preudc allacco il liga- inenlo esterno.

L'o dedicata ad Aradas per confermare vie mag- giormcnle il rispetlo die nulro per si egregio professore.

2." Specie corbuu mactriformis.

C. Testa sub trigona, inaequilatera, inaequivalvi, tenui, sub roxtrata, concentrice striata, colore fulvo pallido, ca- rinata: latere postico angulato, anlico sub-rotundato : mar- gine ventrali convexo, uiarginibus rectis, umbonibus pa- runi distantibus convexis, sub acutis.

Qucsta corbula sendira una piccola mactra; lo che mi a spinto a darle il nonie dell' aspelto cbe niostra.

II diametro e :

altezza mill. 3 '-''!. '

' lunghezza 9 '!''

, lardiezza 10. ''*"

E bianca sotto un'epidermide fulvo pallido: e carenata nel suo quarto posteriore, trovandosi posteriormente ad an- golo acuto con 1' apice sniussato, lo che le da 1" aspetto di essere quasi rostrata: a il dente cardintile della val- va sinistra, o piii jiiccola, piii grande del dente della de- stra e molto sporgenle in alto, e la mela anteriore di esso e incavata per dare altacco al ligamenlo interno. Nel- la destra valva i denli lalerali sono due ; nella sinistra mancano, ed il dente cardinale e piccolo e semplice : rimpressione muscolare, 1' anteriore ovale, la posteriore quasi quadrata; la palleare I'ortementc scolpita ed un po- co sinuala nella parte posteriore.

in

3." Specie diplodoma intermedia.

D. Testa sub-orhicolari, sub-inacqiiilalera, laevi, pal- lida: versus apicom lalcralilcr fusco iiiaciilala: concenlri- cc et tenuissimo striata: apicihiis approssiiiiatis aciitiuscu- lis. Cardo hidentato, dciilibiis divorgentiljus.

Valva dextra dente posleriore, et sinistra anteriore, crassis el elevatis , atque bilidis; dcntc latcrale dextro siinplici , sinistro ludlo : inipressiones muscolares leviter sculptae , iinpressio pallearis proCunda , aria inlerinedia tenuissiiiic radiata.

Questa bella specie , del diainelro

Altezza mill. 12 Larghezza 12 Crassezza 06 '/^

mi a qualche tempo lasciato indeciso se poria dovea fra le lucine o le diplodonte.

II Signor Bron ha stahililo questo genere, cioe; ha suddivise le lucine , perche fra quesle trovo delle conchi- glie che dalle lucine propriamenle dettc dilTerenziavano, perche niancavauo dci denti cardinali per ciascuna valva, uno dci quali era Lilido ; cioe nella valva destra il po- sleriore, nella sinistra 1' anteriore.

Or, trovandosi la specie da nic descrilta con tutti i caratleri cnlininanti d' una diplodonta, cd avendo inoltre un dente lateralc nella sua parte anteriore, la qual circo- stanza ponendola come intermedia per rieiiq)ire la lacuna ch'esisle Ira le diplodonte di Iiron e le lucine di IJru- guieres, mi a porlalo a conchiudere , che la specie in pa- rola |)uo dirsi o un genere nuovo, o die le lucine e le diplodonte non deggiono dividersi; ma non posso adollare

H8

la prima di queslc idee, mancandomi I'esame anatomico del moUusco, non avendo aviito la forluna d'avcre rani- male, che forse mi avrcbbc fornito caratteri piii essenzia- li ; ne tampoco posso abbracciare la seconda, pel dubbio ancora che, come per la prima 6 detto, ranimale si possa Irovare dilTerenle di quello delle liicine.. Qiiindi dovendo venire a capo, e non volendo neirincertezza vie piii in- garbugliare le cose, mi son conlenlato mellerla fra le di- plodonle, chiamandola intermedia, per segnare il graduato passaggio che qiiesta conchigiia scgna fra i due generi summenlovali ; lasciando la cura di darne un esatto giu- dizio a chi avra la fortuna di osservarne I'animale.

4." Specie pecte.n gehmellari filii (1).

P. Testa minuta, tenuissima, sub-diafana, sub-orbi- colari, oblirpM, asipiivalve, sub-aequilatera, incolore, con- ccntrice atqiie longitiulinaliter striata: striis longitudina- libiis irregolaribus, conferlissimis : slriis transversis di- stinclis; clegaiitissirae atque minutissime squamulatis. Au- riculis inacqiialibiis (2).

(i) Quesla specie non 6 stata fm'ora trovata in altro mare fuori che in Sicilia e precisamenle in Aei-Trezza , luogo ove si trovano lutte le conchiglie che possonsi rinvenire in tnlta I'lsola, tranne alcune poche. lo forlunatamente I'ebbi da un pescatore I'anno I8j't che me ne reco in numero piii di ciiiquanta flssate su di un ramo d'anlipade, bcllo a ve- dersi, ])erche carico dell'anomia ac;ileala. che rapporla Philippi; per cui n'fcUa mia prima Memoria potei descriverne tulte le variela. Vi erano al- tre anomie, oslric, vermeil, balani, pollicepi , annlife , anellidi di vario genere, nova di pesci, ombrioni di inolluschi e lanle allre cose che sa- rebbe lango il dire e quasi fuor di proposilo, se cio non fosse per far vcdere chela forluna, per cosi dire, voile fjrnlnni In unavolla; polchfe da quell' epoca non 6 polulo plii rinvenire alcuna di tale conchiglie; solo nel 1850 ebbi un allro paclcn identico fisso in un gruppo di ser- pole e vermeti. Tale fortuna fa placere anche per i iniel ainlci raalaco- logisli Sicilian! e siranieri, perche II fornll della bella conchigiia che nel- la presente memoria vengo a descrivere.

(2) La diagnosi lalina di questo pcclen e stala scrilla dal Professore Aradas; siccome a lui la diedi per 11 primo, ml ha or dalo I'Dnore di de- scrivere insieme la conchigiia in parola.

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Con(liii>Iia assiii cariillorislica vd cleijanlc dcdicala al Prol'. daelano Giorgio Gcimuellnro per iiii coiilras- segno deiramicizia die alio slesso ci lega.

La sua Ibrina e quasi roloiida, iu alcuiii individiii pressocclie ol)ltli(|ua: la lungliezza d'uiia eslreinila aiial- tra deirorectliiclle e nella dcslra \aiva olio inilliuiclii e tre quarli, iiella sinistra uovc niillimetri; in (|uesla I'o- rcocliiella anleriore e s('ni|iliie, levigata, ibiniando iin aii- golo olluso resullato del niarginc eanlinale col niargin(! antcriore della slessa, i quali sono reiti: lo slesso puo dii'si deir oreccliietia anleriore della valva destia , la orccehieUa posteriore della quale I'oinia un angolo lello, nienlrc quella della sinistra, [icr mela scissa, e della lun- ghezza di cinque niillimetri e mezzo, longiludinalnienle e striata e da altre scaltre deenssata (1). Stiie eireo- lari circondano la concliiglia, avvicinale e quasi nellugual distanza : in alcuni escniplari quesle strie poco si scor- gono, le quali si vedono adorne di niiiiulissinie papille come punle di linissimo ago.

Guardata questa concliiglia con I'aiulo del micro- scopio si vede non piii levigata , ma digitata da inlini- te stric longitudinal!, die si anastomizzaiut lulli da lor- mare un iiitreccio inesplicaljile; le slrie concentridie si vedono bene sviluppate, e Ic papille die le adornano ac([ui- stano la forma quasi tubulosa e conica , come si vede nel pezzo ingrandito rapportato nella tavola qui annessa Fig.l/

Diametro della conchiglia :

Altezza millim. 14. Largliezza 14 ^^

(1) Mi sono a lungo trallenulo nella descrizione delle orccchielle, sol perchfe r 6 credule carallcristiche per questa specie.

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5." Specie vermetus cristatus.

V. Testa ci'islato-rugosa; rugis lanielliformibus con- ferlis impricalis: in spiram lurbinatam, laxam aiit com- pressani, per aufractibus Ires contorla: aperlura circula- ri saepe angulosa. ; ^ .

Qiiesto vcrineto c speciale perche il piii grande non giunge a quattordici millimetri nel suo maggior diame- tro misurato in niassa: avvolgimcnii costanteniente tre , distinti , ingrandendosi di niolto T ultimo.

II suo principal caratlere e I'avere una cresla lun- go il dorso, e d'essere niolto rugoso con rughe lamel- liformi avvicinate ed impricate, prodotte dairaccrcscimen- to della conchiglia: lo che fa vedere, die la sua forma coslante e una specie d'imbuto, che il mollusco come man niano va crescendO;, cosi sovrappone I'uno su I'altro.

6.'' Specie demaliim simile (1). . !

D. Testa tcreti, sah-angmta, laevigata, sub-arcuala, diafana ; sub lenie slriata; slriis numerosis, subtilissimis, confertissimis ; apex rufus aut albidus.

7." Specie de)(taliuji affine. ;• : >

D. Testa tereti, sub-lata, levigala, sub arcuata, stria- ta; striis numerosis, subtilissimis, confertissimis; apice rubescente.

Conchiglie elegantissime ; il primo di questi due esem-

(1) Si per quesla diagnosi che per la scguente mi son servito di (|uclla rapportata dal Prof. Cosla nella sua Fauna del Regno di Napoli pag. 14 e seguilo, caml)iando solo cio die serve a far marcare le diffc- renze ch' esislono tra il dcntalio deseritto dal succennalo autore ed i due individui rapporlali in questa memoria.

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plari si osscrva a prima giunta esscr levigato, ma aguz- 7ando lo sguardo si scorgc leggcrmcnle slriato; mentrc nel sccondo le stric si vcdoiio al primo colpo d'occhio: Ic stessc in ambcdiic sono per tuUa la concliiglia, ma iiella base sono un poco piii leggicrc, giiardandulc col micro- scopio non sono semplici, ma nel primo si Irovano apjiia- nale^ e fra di esse lo spazio strialo da altre infinitissinie, die parallele alle principali corrono dairapicc alia base: nel secondo si nola, die le principali o j)arle conyessa di esse e pin rilevata e piii rolonda , la parte concava pill strelta e piii profonda; inlermcdie non se ne osser- vano, se non di tralto in tratto vi si scorgono dei riidi- mcnli sparutissimi ; raa invece slrie trasverse, quasi nel- I'ugual distanza e poco supcrficiali, decnssano le jirinci- pali; mentre nel primo individuo qiieste slrie non si os«- servano , solo di rado se ne vedono delle leggiere, die anclie con rajnto del microscopio poco si discernono. Quesle disposizioni die nelle delle concliiglic si notano, possono chiaramente vcdersi nei due pezzi ingrandili nelle figure 6, e 7, nella tavola qui annessa.

La specie dcsignala lig. 7 , soniiglia nella forma al disegno die il Cliiarissimo Professorc Cosla rajqiorla nella fig. 1." Tav. 1/ ma non si somigiiano punlo i pez- zi ingrandili die nell' opera di quello e nella mia memo- ria sono designali ; giacdie in quello del succennalo au- tore si vede, a dir le sue parole « la concliiglia tutla scac- « cala di tcssere opaghe, allungate , rilondate nei due « eslremi, le quaU cosliluiscono zone Irasversali. oblique « e quasi spirali »; nell' individuo da me rapporlalo cio non si osserva, come piii sopra 6 fallo cbiaro vedere, e co- me si rileva nel disegno.

Da quanlo o delto per quesli dentalii ben si vede, che bisogna fare un accuralo csame su tuUo, per bene sUi- bilire le notabili differenze che servono a disliniiiiere le

ATTI ACC. TOL. XIV. 16

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une dalle allrc specie. L'istancabile naturalisla succennato ci da ahbaslanza carattcri per disccrnerli; ma tra il Den- talio (li Tai-anto di Lamk, tra quelle rapportato di Born. Tav. 18.' lig.^' 13.' dcnlalis, qiiello di Dshy. p. 40, var. a, come accenna Costa (1), quelle dcUo stesso ed il descritto da me che ha una somiglianza con tutli questi, quale e il Taranlino?

Quesli dubbi, o Signori, che nascono per il su de- scritto Dentalio, sono dubbi che tutto giorno si vedono, allorche si legge una diagnosi che non sia accorapagna- ta 0 dal disegno o da minuziosi dettagli, che servono a ben distinguere le specie i cui caratteri possono confon- dcrsi: ma questo inconvcnientc e difficile potersi evitare; poiche, spesso accade che due specie, che in parte si somigliano, vengono descrittc da dilTerenti uialacologisti, e che le diagnosi si confondono tanto da farli credere, da colui che le leggera, appartenere alia stessa specie. Per- ciu a conchiudcre, come piii sopra o cennato, per essere inleliigibile a lutti in fatto di malacologia, bisogna essere minuzioso e non descrivere cosa alcuna se accompagna- l;i non viene dalle figure necessarie.

(t) Opera cit.

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SPIEGA DELIA TAVOLA

Fig.

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L' Ericina Aradae.

Fig.

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La Corbula mactrlformis.

Fig.

3."

La Diplodonta intermedia.

Fig.

4."

11 Peclen Gemmellari fdii.

Fig.

5.^

11 Yermetus cristatus.

Fig.

6.'

11 Dentalium simile.

Fig.

1.^

11 Dentalium afllne.

Tittti quesli escmplari sono ingranditi nella tofalita , o in parlc col microscopio , per ossenarne con piii agio la tessitu- ra , il cardhie e la disposizione interna ed estema degli stessi.

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Fig. 4.

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L'ESSEraA E LA PATOGEINESI

DELLE FEBBRI INTERMITTENTI **

E Dl DUE CURE OPERATE NELLO SPED.iLE DI S. SPIRITO IN ROMA IHEDIAIVTE L' ELETTRO-TEIttPI.1

del OOTTORE EPA»niVOm>& ABATE

LETIA

Nell' Accadcniia Gioenia di Catania nella Tornala del di 19 Novembre 18oT

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17

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k3i e scmpre gcneralmcnle rilenuto dai palologi clie si sono faltl a studiare I'esscnza delle febbri inlerniiUeuti che un principio sui generis sospeso nell' aria alinosferi- ca sovraslanlc ai liiogbi pahidosi, fosse la causa cfficien- te di tali febbri; e variamcnle si e senipre arzicagolalo sulla natura di essa, ma nessuno a poluto voranienle con fatti decisivi diniostrarne la prcsenza , o iridicarne la chi- niica composizione. Or laiialisi chiiiiica , c quella spe- cialmcnte dci corpi inorganic! e oggi arrivala a lal segno di precisione, che non e omai piii permesso di metternc in Ibrse i risultnli: La chimica organica, se non e al- ia slessa allezza ancora pervenuta, a pero evidcnza quanto basla per polerne lirare conclusioni eerie e positive, quali si addiniandano alia scicnza dei morbi. L'analisi chimica dmique doll' aria atmosferica fatta le lanlc niigliaja di vol- te da tanli chiari nomini, su tanli punli diversi del gloho non ha mai presentalo diffcrenze mollo marchcvoli, e quel- la ullimamente fatla per ordine dell' Isliluto di Francia,

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e poco pill di anno, sc mal non mi ricordo, conferma la slessa verila. II prolodato Istituto, come gia tutli Voi sape- te , invio dei ciiindrcUi di velro a tutli i rappresentanti dell'impcro franccse in tiilti le parti del globo, e falli rieni- pirc i detti cilindrelti di aria, so li fece riniandare : Esa- minaudo qucste diverse qualita d' aria, alcuna delle (piali certamente provvcnientc da luoglii paludosi, dove sono le febbri a periodo cndemicbc, c nella stagione piu propizia al loro sviluppo, 1' analisi non dette differenze di sorta. Le proporzioni dell' azoto e dell' ossigeno restarono da per tutto costanlemenlc le stesse: non fuvvi chc licvissinia differenza in piii o in meno solamenle sulle proporzioni dell'acido carbonico, che si trovo in quanlila senipre niino- re e nell'idrogeno che tal iiata trovossi, e in quantita an- che niinore dell'acido carbonico. E pero ne all' acido carbonico, ne all'idrogeno trovato cosi raramente ed in proporzioni cos'i refralte, nessuno vorra certamente attri- buire il nialelicio di cotali febbri. Ncssun principio poi di natura diversa venne mai indicalo da osservatori abili e sulla cui autorita si potesse riposare.

Sono intanto circa tre anni chc nella Gcrraania si credette di aver rinvenuto iin novello principio non mai pria conosciuto nell' aria atmosferica, il quale venne chia- mato ozono. E pero abilissimi fisici, tra quali basta cita- re il solo Dc-La-Uive , riconobbero che questo preteso nuovo principio non era altra cosa in fondo che 1' ossi- geno dell'aria modificato daU'clettricita atmosferica, e il quale non rinviensi costantemente nella slessa proporzio- ne in tutli i luoghi della terra , e sugii stessi, non seni- pre nella stessa quanlila. Laonde tutli i fisici che si oc- cupano di ricerche metcorologiche , accanlo al barometro, al termometro, all'igrometro ec. , ed agli altri strumenti analoghi tengono la carta delta ozouometrica che serve a misurare la quanlila di ozono che ratlrovasi neU'atmo-

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sfera. Qucsla manicra di misurare I'ozono, comunque nun niollo esalla, per 1' imperfczionc dcgli strumenli da pure ri.sullati clie sono ('oni|)araljili fra loro, e lali da poterne lirare dci corollarii utili alia scienza.

Ora nel 1833 nclla 7{erue Medical di Pari"! ven- noro pulihlicali alcuni sludi sull' ozono , c venivano ])ure riferile alcunc osscrvazioni di Sciioncbhoin a Derlino e di Bcckel a Slrasburgo i quali Irovavano una relazionc fra la dclicienza dell' ozono , e le fobbri inferniitlcnii ; come allrcsi tra la inancanza di ozono e il Colcra. Vorila che io I'anno innanzi aveva gia cbiaranicnle csprcssa e pub- blicala per le stanipe, ma formulata in allri termini ; poi- che non cssendosi niai ancora parlato di ozono nel mondo scientifico, ragionando della essenza e dclla patogenesi del Colera, credetli avcria rinvenuta nella deficienza alia eletlricila atmosfcrica, cbc era pure per lanli palli con- statata.

Dimando scuse di questa breve intramessa sul Co- lera, poic'he I'animo mio e ancora rammaricato dal dispia- cere cbe Ic noslrc cose non sorlano mai ollra i monti e che nicnlrc siamo lanlo avidi e bramosi a ricercarc ogni specie di novila e di assurdila cbe si inventi dallo stranie- ro, ci curiam poi tanto poco di sapere cio che si produ- ce in casa nostra. Cosi mentre io pubbiicava le mie ricerche sul Colera nel 1834, I'anno appresso si veniva, sotto allra forma , ripelendo Io slcsso nelle gazzetle stra- nicre, e con gran strepilo alia novila e omaggio al genio degli ollramonlani.

IVissuno intanto sorgeva a rivindicarmi I'onore del priniato !

Ollre adunque le osservazioni di Schonebhcin e di Beckel che provano la deficienza di ozono noi luoghi paludosi, altre aucora ve ne sono che comprovano Io stes- so fatto.

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E per tanto die essendomi io fatlo a sludiare la patogenesi delle fcbl)ri intermittenti; e considerando le co- se e i falli su menlovati , e ad altri ancora , come la sindrome dei sinlomi di lali fcbbri, die tuU'insieinc e ca- rallerizzata da uii grandc disquilibrio di innervazione , presentando nel periodo dell' apiressia la raassima depres- sionc delle funzioni dclla vila plaslica ; c viceversa nel periodo febbrile , per reazione , il maggiore esaltamenlo di tali funzioni : alia quale reazione, ed al quale esalta- niento noi dianio poi il noine di febbre. E considerando la natura dei farniachi che riescono piii costantemcnte conferenli ed ulili; e viceversa quelli che sogliono essere nocevoli. Osservando altresi che tuHa la polifarniacia degli antichi, usala pria della scoverta della peruviana cortec- cia e dei suoi sali, e i succedanei della china, quale il ferro e 1' arsenico , il solo punto che anno di contatto fra loro , e il solo falto nel quale convengono , in mezzo a tanta variela , e 1' azione incitante del sistema nervo- so ; e die per converso , i debilitanti per costante rie- scono nocevoli. E considerando inoltre che 1' azione della elettricita sulla nostra econoniia e ([uella di stiniolare i nervi , e che questo fluido iniponderabile rallrovasi co- stanteniente sparso in proporzioni variabili iieiralniosfera che ci circonda, e per conseguenza nell'aria che rcspi- riamo. E oltreccio ritenendo che nei luoghi paludosi deb- bano necessariamente aver luogo , per effelto stesso del- r uniidita deH'atmosfera , una serie incessanli di decom- posizioni , Ic quali non possono altrimenli effeltuarsi die pel concorso dell' elettricita atniosferica ed a scapito di essa , ne conscgue che in tai luoghi debba esservi ne- cessariamente una delicienza di tale iniponderabile. E pero cotal fluido che ha pure tanta parte nello sveglia- mento della vita , e nello svolgersi di essa, quantunque volte vienc a mancare in alcuni luoghi , come sono i pa-

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ludosi , per le sii esposte ragioni , egii mi par logico appicno che la sola niancanza di essa sia baslcyole j)er produrrc il dcplorabilo iiiorbo di ciii si Iralla, senza bi- sogno di animcllore allri piiiicipi nuovi ed ignoli che nis- suno pole niai riinenire.

La cagioiie adunque dellc fcbbri intermiltenti e la ge- nesi di essa , a me pare, slia nclia deficicnza della elet- Iricila almosferica, allrimenli delta ozono, la quale viene assorbila continuamenle dalle decomposizioni che anno in- cessantemente luogo siiUa superiicie dei luoghi ])aludosi.

In conseguenza di questa niia maniera di vedere inlorno la genesi di tali febbri , la quale se non e per- fetlamentc vera , almeno pare , abbia molta probabilita c mollo rigore logico perche possa persuadere ; io andai air idea che rdcttricila applicala opporlunamente doves- se riuscire come rimedio specilico conlro tali febbri; e che finalnienle se in ogni case io mi fossi errato circa I'es- senza di lal morbo, il fluido elettiico cerlamenle, cssendo uno dei piii polenti agenli della natura, e il piii pronto di azione che non qualunque altro, avrebbe, se non com- battuta la cagione, cerlamenle recato compenso alia forma analomico-patologica, cioe I'aslenica : che pero relcltricita a su lulli gli altri incilanti il doppio vantaggio che, nien- tre per la prontczza della sua azione vince di gran lun- ga i difliisivi, per la durata poi pareggia quelli che van- no noverati nolla classe dei cosi delti permanenli. Laon- de per questa dopjiia ragione io pensai che rdettricila dovesse ancora jjreferirsi alio stesso solfiilo , che, dob- biamo pure convenire non e del lutlo scevro da inconve- nienti, e nemmeno in tutli i casi da cerlamenle la gua- rigione agl'infermi, sicche, a niio credere, nemmeno puo dirsi, in istrelto rigore logico, il vero rimedio specilico contro tali febbri, quanlunque nel maggior numero dei casi

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basti di per se solo a troncare una febbre; e che finalmen- te lo slcsso solfato, quanlunque il maggiore e il piii si- cui'o riincdio Gnora conosciuto, non riuscissc altrimenti vale vole contro tali febbri, che per la sua azione tonica, eccitaiitc del sistema nervoso: laonde se anehe io avcssi potuto inai andare erralo suUa nalura speciflca della elel- tricila per combatterc le febbri iiilerniittenti, pure mi pen- sai di trovare in essa un cniulo ed anche piii polcnte ed efQcace rimedio cbc non lo stesso cbinino.

Debbo dirlc d'allronde, o Signori, che io non ignora- va come EUeno nemnieno certaniente ignorano che I'elet- Iricilii e stala pure usala contro tali Icbbri.

E qui 0 Signori , che prego lutta la vostra atten- zione. Che vuol dire la parola elettricita? Se non una delle piu potenti forze della natnra , e di cui noi appe- na conoscianio poche manifestazioni e poche sorgcnti che la producono Anche al punto in cui e oggi arrivata la scienza , e che noi ci credianio di aver domata e vinta la nalura coU'csserci imposscssati di questa forza , sol perche ne abbiamo conosciulo poche leggi , bisogna con- venire che moUissimo altro ancora ci resta a saperne ; c pero menlre i fisici si studiano nei loro gabinetti di ab- bassare seinpre piii il velo che ricuoprc questo fluido co- tanto meraviglioso, i medici d'altra parte cercano di far- ne al lelto deU'animalato importanti applicazioni, nel fine di soUevare 1' egra unianita dalla troppa numerosa cater- va di mali che TalTliggono. Se non che tra i prinii ed i secondi, cioe tra i Fisici ed i Medici, spesso v' ha trop- po grande distacco, e deve esser necessariamente cosi ; per la liinitazione della mentc umana; in guisa che fre- quenlemente, anzi quasi sempre, i Medici non sono i piii felici cultori della scienza della elettricita ;, e gli elettri- cisti non sono Medici.

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DiT cii) conscgiie clio quelli i quali hanno usala la clcltricila conlro lali fehbri, spcsso non avcvano coscien- za essi slcssi di cio clie si laccvano, ondc nel render con- to doi risuUali oUoniili, sia afTornialivi, sia negalivi, an- no moslrato chiaramcnlc di non cssere a livello coila scicn- za, sia avuto riguardo alle condizioni dei tempi in die scrissero, sia per niancanza di conoscenze speciali della eletlricila istcssa.

Di fatto e ogginiai risapulo che quello stesso fluido elcttrico the produce neH'animale sono la paralisi di senso e quella di uiolo, lo slesso lliiido ne guarisce quelli che nc sono di gia infermi, c che quindi, sccondo che si usa la clellricita slalica o la dinaniica, la corrente diretla e la inversa , la primaria o la indotla , secondo che la cor- rente e continua o inlerrolla , c linalnicnte secondo la forza degli apparecchi di cui si fa uso, cioe di maggio- re , 0 di minor forza chimica , c di niaggiore o minor forza lisica , cioe di tensione o di quanlilii, e finalnicnle secondo la durala di ogni apjilicazione, i risultali variano pssenzialmanle , in guisa da ollcnere effelti fisiologici dia- metralnienle opposti.

Or poiche non corre 1' obbligo ai niedici di esserc tanto addentro versali in cotesli sludi , egli e d' altronde cvidentc che colali ricerclie si sieno falle con mollo spi- rilo di Icijiierczza.

I\el ritcniare adunque quesla via , nella quale mi j)ermetto di dire di essere slalo guidato da un principio lofjico, e razionalo sulla genesi di lali fehbri, e non dal cieco cmpirismo, io mi proposi di camminarc con perfet- ta conoscenza di causa e dei mezzi di cui mi proponeva di fare uso, sia profillando dei lumi di allri s|ierimenlato- ri, sia di ([uelli che aveva polulo dcsumerc da allre niie spericnzc anlecedenti sugli eflelli hsiologici dclla corrente eleltrica.

ATTI ACC. VOL. IIV. 18

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Verso la nieta del mese di Oltobre dcU'anno cor- rente cominciai aduuqiie in Roma le niie sperienze.

Princlpio inlanlo })er dirvi che rappareccliio di cui mi son servito e una semplice pila di Daniel, poiche tro- vo la corrcnte conlimia preferihile a quella intcroUa, per- che pill dolcc nella sua azione, c per nulla tornientosa agli ammalali; mcntre Ic scosse per la moleslia che ar- recano, non possono sempre applicarsi in tulle le parli del corpo, ed i pazienli slessi si rifiulano spesso di as- soggeltarvisi.

Credo inulilc di darvi la descrizione di quesla spe- cie di pila, poiche, comunque di recente invenzione, pure la si trova descritta nei Irallali speciali di elellricila ; solamenle debho farvi uolare un recente perfezionamenlo , ed e che si p«6 fare ammeno coniplelamenle degii acidi, bastando una soluzione salura di solfalo di rauie , ed ac- qua semplice per ollenere , con un cerlo numero di cop- pie , una correntc di una haslevole lensione. Nel caso di cui parlo rai son servito di num. 18 coppie.

Credo utile pero farvi nolare il vanlaggio di quesla specie di pile sopra tulle le allrc finora in uso e quali sono :

1." Una forza piu coslanle poiche li possono lenere per pill mesi in azione , senza allro fare , che aggiun- gere di tempo in tempo un poco di solfalo nuovo di rame in pietra.

2.** Sono eliminati perfellainente gli acidi che arre- cano non poco faslidio nel momento della operazione.

3." L'aver sempre una forza alia propria disposi- zione , senza bisogno di rimonlarc gli apparccchi , od essere obbligati a neltarii dopo linila 1' 0[)erazioQe.

4." Si puo graduarc la forza della pila a seconda della propria volonla , a parlire dal punto che la fibra piii squisita non ne avverta 1' azione, fino a produrre I'ustio- ne, siccome quella che sarebbe il fuoco. .tv'siiri .

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5," Finalincnlc puo dare le scossc cgunlmcnlc clic fanno ijli apparocchi comunenienlc dclli clellro tcrapcii- lici , 0 mai:;nolo-elclli'ici.

IIo npplicalo la cnrrcntc con aiiiho i poli alia re- gionc cpigastrica , iiol line di agirc sni sislonia gangiio- narc , sicconic ([ucllo die prcsiede ai fcnomeni della chi- niica vilale. Tal liala Tlin ap|dicala sii Uilla la lunghczza deir asse ccrehro-spinale , applicando il [)olo positivo alia regionc (ronlalc , e tal liala snila sola niidolla sjdnale , ogiialnicnle dirclla dal cenlio alia jieriferia; ina il |)rimo modi) e slalo (picllo die ho prd'erilo, sicconie il piii ra- zionalc nelle inlermitlcnli scniplici , e sccvrc da conipli- cazioni.

I>a dniala di ogni applicazione e slala di cpiallro niinuti c mezzo c non piii , poidie risulla dalle niie spe- rienze siilFazionc fisioloi>ica ddia corrcntc continua die essa in sino ad un cerlo lem|)0 riesce eccilanle e slinio- lanle del sistema nervoso, c die qiiando la sna azione si prolunga ollre , succedc iino stalo diamclralmente op- ])Osto , cioe quelle chc con linguaggio comune sistema- lico dicesi ipostonico : die qiicsto tempo e relativo alia (jiianlila , cioe alia f'orza diiinica della correiite, ed alia tensione , cioe a! nnniero delle cojtpie di cui si fa uso.

Epperii nel caso di cni parlo , facendo uso di 18 co[ipie , (piesto limitc era fissato a 3 minuli , laonde per tenia di eccederlo , slimai non ollrepassar niai i quattro minuli e mezzo. Oiiesli risullali da me ollcnuli sunli ef- letli lisiologici della correnle continua , sono analoghi a qiielli giii nolali da Malleiicci.

fntanlo (pialdie trallalista di elettroterapia come l)u- dienne de IJoiilogne c Hecqiierd non lengono nessun conlo della durala ddIa corrente , e della differenza die nella sua azione si osserva, in ragione del tempo die la si adopera. L'ignoranza di quesla preziosissinia verilii li mena

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poi insieme ncH'crrorc die la corrente continua fosse ipo- stcnizzanlc , c laic errorc nell' allro ancora , die cioe , quando vuole consegiiirsi l' cffelto iperslenizzaiile fosse senipre da prcferirsi la coiTcnlc indoUa , svolta dagli ap|»arecchi cleltro-magnetici , o nia^nelo-clellrid , i qiiali noil prcscnlano dislinzioiie di poll , il die per essi nionta lo stcsso. E in lal guisa sperimcntando, i risultati da es- si oltcnuli spesso sono stall ncgativi c piii spesso anco- ra conlradillori; nia do, ripelo, non deve punlo far nie- raviglia!.

In Roma ancora nello slcsso Spcdale di S. Spirito, e nella slcssa sala posla sollo la direzione del cliiaro Professore Disccndenli, il D/ Rossi, qualdic anno prima, area pure applicata la correnle elellrica alia cura dclle febbri inlerniiUenli, e ne ollcnne successi Iiaslanlemcnle fdici. Pero il Dullor Rossi , coinunque sullicicnlcmcnlc versato in molli rami delle scienzc nalurali, non ha fallo mai dclla elcllro-lcrapia scopo prcci|)uo dei suoi sludi, il pcrclie non fecc nioslra di niollo discernimcnlo ncllani- niinislrazione di lal farmaco. Laonde se i risullali da liii oUonuli non fiirono pienamenle felici, io credo non al di- I'cUo del rimedio, ma a colpa di clii lo amniinislrava deh- be altribnirsi.

II primo infermo adunque snl qnalc io coniindai le niie sperienze (M'a iin giovanc soldalo di 10 anni di Icni- peramenlo sangnigno. Egli era affello da Icrzana senipli- ce, da circa died giorni. II morbo era scevro da qua- liinquc complicazione, sicche senza allro indiigiare, essen- dogii da poco scadiila la fcbbre, gli fed la prima appli- cazione della correnle sull'epigaslrio alle ore nove del matlino. II giorno alle Ire e mezza ripelelti una simile applicazione , il mallino sussegiicnle alia slessa ora ne fed una Icrza. Ora il nuovo parossismo, die era solito di venire alle died del mallino, rilardo di circa due ore,

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ed invcce di durarc dodici ore , ne durii solamenle Ire e mezzo.

II giorno sussegucnte fece ancora altre due applica- zioni, siniilnicntc alle ore nove del niallino, ed allc ore Ire del poinorigio, e Tindoinane linalnienle un'aUra anco- ra, cosicclie lorinano inlutto scl ai)plicazioni , c la febbrc non lorno mai piii. L'iufermo rcstb ancora oUo giorni al- rOspodale, come in csperimcnlo, durante i quali, riavu- tosi inlcranientc del morbo palilo, non ne conservava nemnicno \nu le tracce: Se non die debbo confessare un niio orrorc , clie Ironcala la febbrc , io avrci dovufo ancora per qualclic giorno rciterare I'uso della corrente, aflin di jtrevenire ogni possibile recidiva. Difalto essendo passali dieci giorni dalla operata giiarigione, e rinfermo avendo riprcso il servizio delle arnii gli rilorno la feb- bre. Condollosi allora niiovanienle in Ospedale fu nienato in allra sala ove venne trattalo coi melodi ordinari, cioe col sollalo di cbinino.

Dopo ([ucslo prinio saggio mi vennero affidati due allri inlernii affelli lutti e due da (piarlana, anche solda- li. I'no era aninialato da dodici giorni, e Taltro da di- ciannovc.

Applicai la corrente al primo sei volte successivamen- te, cioe due volte al giorno, nci giorni di apiressia, ed una volla prima del ])arossismo. Alia scsta applicazione la febbrc vcniic piii tiirdi, fu assai piii mite nclla intcn- !^il<i. e pill breve nclla durata. Si noti pero chc al se- condo ciorno essendo il ventre iiinombro da saborre na- slricbe , dovctti ri|(nrgarIo jicr due giorni conseculivi. Al lermine della scsia applicazione Y inl'crnio ncU' anzia di guarire credette di accorciare la via associando all' uso deU'elettricita , quclla del solfato . siccbc alia mia insa- pula , prese una dose di cliiiiind ; al mio arrivo il mat- tino , avendomi egli stesso I' infermo fallo di cio avver-

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tito , io sospesi ogni alti-a applicazione di eleltricita , c lo abhaiulonai ai Dotlori della sala , poiche credetti che anclie una sola dose di solfato hastava per annebbiarc ogni specie di giudizio pei risultati qualunque si fossero slati. L' altro infermo avcva circa diciotto anni , cgual- nicnlc conic dissi affelto da quartana scniplice. Egli era di temperamcnlo iinfalico bilioso. I suoi polsi davano da 38 a 40 batUile per minulo. Ouando mi venne affidato mi si disse cbe non vi orano in Ini conq)licanzc di sor- ta , siccbe io riposando suUa fedc dci medici del luogo comincai ad applicargli la correnle neilo stesso modo de- gli altri ; se non che non vedendo in Ini nessuna specie di reazione suscitarsi sotto 1' uso della correnle, che ap- plicai ancora nclla direzione dell' osso ccrcbro-spinale , e indi del solo midollo rachidiano, al quarto giorno [tro- lungai Ono a circa olio minuli la durata dell' applicazio- ne aU'epigastrio. Nelle ore del pomeriggio 1' infermo co- mincio a dolcrsi di gran dolore alio stomaco, e di niolla sete. Tcmelli allora non fosse per accendersi in lui una qualche gaslrile, sicche gli feci applicare sei sanguisughc aU'epigastrio, Ic quail fecero fluire moltissimo sangue. L'indomani 1' infermo mi confesso di aver manciato il gior- ni iimanzi Ire zuppe e che da molti giorni il venire non fun- ziouava, onde avvedutomi di Icggieri Irallarsi di una indi- geslione, mi fu meslieri di ripnrgarlo per li'c giorni con- seculivi. Ho crcduto nccessario di far notare qucste circo- stanze, poiche alto a sparger luce sopra due falti il 1." cioe del ncssun' cffetto oUcnulo dall'azione della correnle sul principio della sua amminislrazione , e il 2." che non ostante le grandi pcrdite di sangue , e i ripeluli purga- livi , r infermo con allrc sei applicazioni della correnle suUa sola regione epigastrica guari complclamenle . sic- che , comunque il numcro lolale dellc applicazicuii fossero slate dodici, pure io credo di dover veramenle comin-

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ciarc a conlarc la prima dal nionicnlo chc il venire I'u coniplclanientc ripurgato. Ed in tal caso puo considcrarsi clie sei sole applicazioni Lastarono a Ironcarc una feb- bre quartana cbe conlava gia vcntotlo giorni di data.

Dopo (piesto terzo easo altre cure mi cbianiarono altrove sicche non potclti j»iu oUrc conlinuare le niie spe- rienze.

Eccovi aduncjue, o Signori, i rcsultati dellc mie poche espcrienze , i quali sebbenc fossero in cosi ristretlo nuniero da non jiermellere ancora un giudizio dcllinili- vo , credo peri) chc sono incoraggianti in guisa da po- lere ispirare Cducia in allri a ripetere gli espcrimenti , onde , inolliplicatc le osservazioni , sara possibile un gior- no di pronunziarc un giudizio piii preciso sopra queslo nuovo agente terapeuUco , il (piale io mi jtermetlo di chianiar nuovo , poiche mi pare cbe in quesla malaltia almcno , non se ne sia sapulo tirare lutta la utilitii, cd il vanlaggio di cui e capace.

Faccia Iddio cbe questc mie parole valgano a de- slare nei dolti seguaci di Esculapio cbe professano la no- bile arte di Igca, in quesla classica terra di Catania, amore e zelo per (piesta bellissima branca dellc medicbe disci- pline , in guisa cbe si possa avverarc il mio vaticinio cbe r Italia cbe fu scmpre madrc del saperc , fu ancbe la prima cbe insegni) il vero modo di curare il tetro raorbo abilalore dclle Paludi , e dellc Maremme.

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CUM BELLA BLENORREA

DEL SACCO LAGRIMALE E DKI Plimi STitDJ DELL,t FISTOLA L.tGRIHtLE

MEIIOUIA di

SA HAPOLI

lETTA REU'ACCADEIU GIOEnA DI CATiMA KELU SEDCTA OBDIXAUA DEL 19 KOVESBBE 18o7

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J\ cura ilella listola lagriniale rimasc per lungo tempo un problema non bcii risolulo in patologia eslerna , cd il nunicro considcrevole dei nietodi invcnlati dai differcnti autori, confcrma la iniperfezionc dell' arte nostra su qucsto l>unto di pratica ; ma se imperfelto e lo slato della scien- za, sollo queslo rapporlo, imperfetlissimo e pur qucllo che rigiiarda lo slillicidio la hlenorrea, I'idrope, 1 ernia del sac- co laj;rinialc ed indarno Avolio, 3Iejan, Laforest, e Gensoul si adoperarono in escogitarc novelli trovali diretti a combat- tere i primi sladj dclla fislola lagrimale; i mctodi curativi da cssi proposli rimasoro quasi abbandonali, ed i buoni jtratici si yidero ridotli in questi casi a diventare spetla- lori indifferenli del male, fincbc la fislola non fosse conipiu- ta, e gli infernii si vcdevano ridotli a dovcr desiderare il pro- gresso del male, ovvero a solloporsi prima del tempo ad una operazioue, che desideravano evilare, sc volevano spe- rimenlare rajuto della chirurgia efiicacc. In (pioslo slato Irovavasi la scienza nostra lino all' anno seorso,quando per vedcre da vicino il progress© dell' arte nostra , e per co-

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nosccriie gli esiinii cultori io mi rccava nei principal! ccn- tri della civilta Europca. Giunto in Londra il Professo- re Rosvuiann con quella i^encrosa filantropia, clie lo distin- gue mi presento i primi saggi di un nuovo metodo chc cgli spcrimentava contro la blcnorrea del sacco lagrima- le ed i primi stadj della flstola lagrimale , e sicconie ritrovai in essi una ulilila positiva, cosi seguii da vicino i suoi sperinienti, die ripetetli e modilicai in parte ri tomato in patria; e quindi su queslo articolo che ho pcnsato in- trattenervi, giudicando, che non vi sara discaro esser voi cortQ^i della vostra attenzione sii di un punto di scienza, che ahbisogna degii sforzi riuniti di tulli i suoi cultori. Per ovviare alia lagrimazione che succede alia estro- versione de' punti lagriniali avea immaginato quel valen- tuomo di spaccare il canalctto lagrimale infcriore e pre- sentare cosi alle legrime non un punto , ma un solco, per il quale esse polessero ridursi nel sacco Ora per questa via appunto egli tentava di introdurre un chiodo di argento ed ove il ristringiniento del canal lagrimale non desse adito al chiodo inciderlo con un coltellino nascosto II suo chio- do poco dissimile da quello di Scarpa e di argento, perfet- tamcnte cilindrico, che presenta alia sua parte superiore un coUo ed una estremita sottilissima , c cosi fatto da potersi ripiegare a seconda del hisogno, la sua lunghezza e variabile come quella del canal nasale sui differenti indi- vidui , di tal che, dopo averne presa esatta misura con uno specillo introdotto sino al turbinato, si puo facilmente tagliare alia lungliezza voluta ; la sua parte superiore sot- tile quando il canalelto lagrimale si piega ad angolo retto si taglia della lunghezza voluta, e la punta si ricopre di cera lacca o di gutta-perca; il collellino nascosto e una la- ma della larghezza del canal nasale, che viene celata da un i)ic('olo fodoro di argento, una molla interna ne spinge i'uori la punta , quando si e giunli sul reslringimcnto ; egli

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peri) non cnvcva in quel loni|)0 fatto clie Ire soli spcrimeii- ti, c conic dno orano leccnli, oil il terzo pralico alia niia prc'senza, cosi non ancora aveva ritralto da cssi conseguenza alcuna. lo porii fni lieto di vedcre aperla una niiovavia per curare, cpicllc inr<'rniitii, sicclie ridottonii in patria mi dct- ti a lulluuino a ripelcre i suoi sperinionti, o nol corso di (picsl'anno ho opcralo ben venii individui airetti da LlenoiTca del .sacco , ed ai piinii sladj dclla fistola la- grinialc con cpieslo nuovo niolodo, ed ho vcduto i niiei sforzi coronali da feliclssimo successo. 3Ii son peri) accorto chc in niolti casi ollre del restiinginienlo esistc- va lalora la scoverlura dell" osso per ulcera della mucosa, 0 la vera carie sia sulT l'ni;nis, sia nel corso del canal nasale, sia sul Inrhinalo, alteiazioni che sono il sostrato ordinario della lisloia, e contro le quali e niestieri ricor- rere alia cauleiizzazionc, c che anclic nci casi piii sempli- ci la mucosa presenla la vera i|)erlrolia dei suoi folli- coli , 0 la sua grannlazione , alterazionc che non puo vincerc la sola prcssione del chiodo, ma che ahhisoiina rimcdj delersivi, e talora anche de'causlici Ad inlrodnr- re la polverc causlica, mi serviva del porta causlico di Desmarres, che io qui vi presenio e che rieiiqiiva di suhlinuito, come qucllo che in poco volume racchiude molto polerc c che e slato sperimenlalo tanto utile dal noslro valeiile cfdleya Si"nor Socrate Polara.

3Ii avvidi perit die spesso la cauterizzazione era in- completa, c peiche il canstico veniva coverln dal nuico piii 0 mono concrelo quivi osistente. e percho la cauteriz- zazione si faceva da iin sol lalo; di lal che per ottenere una cauterizzazione circidaie mi era uecessario far girare il portacaustico sul proprio asso inentre stava nel canale , e (piesta pralica arrecavii grave moleslia ai miei infermi Modilicai alhira leggormonle (pieslo striiniento: feci assot- ligliaro circolarmentc verso la sua ostromila iiifeiiore lo

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slilelto inlcrno, sicclic chiusa I'apertura con la sua punta bottoiiata riniaiicssc ad csso iiilorno im vuoto circolare, aj^evol cosa o di rionipirc con uno spccillo questo spazio di siilj'imato, e sicconie I'aninia del portacaustico lo riem- pie affatlo, (piando si spingc lo spccillo inlcrno, la pol- vci'C causlica vicnc spinla da tutli i lati conic da uno stan- tuffo, c dcvc per nccessita caderc sul luogo clic si vuol caulcrizzarc, ovc per 1' uniidila die rilrova essa aderisce, ed a misura die dalle lagrime viene disciolla, essa agisce sulle ruscinie, e Ic modilica, per lal inodo, sull'osso sco- verlo si eccita (juclla salularc irritazione die lo licovre di Icssulo inodulare, c nei luoglii caiiali si distruggc la superficie, e sc nc procura la covcrlura alio stcsso niodo; il tcssuto inodulare vicnc poi ridotto sottile e levigalo dalla prcssione del chiodo, e rcplicando cost la cauterizzazione pill 0 nicno a scconda del bisogno si riconducono quelle parli al loro stato Osiologieo. lA'oi abbianio per tal mode una novella nianiera di curare la bicnorrea del sacco, lo slillicidio, Tcrnia, c I'idropc del sacco lagrinialc, al quale uielodo abbianio conservalo il nonie del suo prinio inven- torc Uosvniann, e che io (jui concisanienle vi esporro. Dalo adun(pie un caso di bicnorrea del sacco di slillicidio, di crnia, o di idrope del sacco lagrinialc, io opero nel scqucnlc niodo. Con un soltilissinio spccillo di argenlo, 0 con la parle su[)eriorc del cliiodcllo di Rosvmann io pe- nclro nel |)unto lagrinialc inferiorc, e quindi ncl sacco la- grinialc.— Su di qucslo inlrodnco un coltellino da cate- ralla, che spingo sin nel sacco lagrinialc, resta cosi in- lerainente spaccalo lullo il cannlcllo lagriniale , e mi si prcsenta una larga via per isludiare allcnlanicnle le niol- liplici allerazioni che producono le sudclte inferinila. A tal'uoiio mi valgo di uno spccillo di balena, o di uno co- nico di argculo, ed esploro Ic parli scnza Iroppo sforzar- le. Aoi casi piii scniplici di slillicidio penclro senza dif-

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ficolla sino ncl canalc nasale, replico qucslo calctcrismo per qualclic i^iorno, e poi siliio il chiodctlo iiclla maiiicra dc- scrilta piu sopra, clic ogni niallina es!ranf;o, lipiilisco, e ripongo in silo. In mi nicravigliava iiei priiiii lompi del poco fastidio chc arrcia agii iiironni la piinla su])oriorc del chiodo, la quale lalora si perviene a siluare nel canale inciso, c tal'allra volta riinane nel cul di sacco laoriniale mferiore, ma rilletlcndo jioscia , come la paljjcljra infe- riore essendo jtriva di movimento, mi avvidi, come manca lo stropiccio, il quale solo sarchhc capace di arrecare moleslia, poiclie ad un lorpo sotlile e levigalo the non soffre movimenlo alcuno , ogni moeciosa si abilua senza risentirne irritazione alcuna. Ed in tali casi dopo due, o tre settiniane 1' inl'ermo e comi)iulanicnle risanato. JVella blenorrea per conlrario e nccessario tenere il chiodo piu a lungo e replicare la cauterizzazione per due o Ire volte. IVei casi di restringimenlo del canale , di scovcrtura di osso, 0 di carie, die sono la forma anatomica patologica deir ernia, e dell" idrope del sacco lagrimale ed in qual- che case anchc dclla hlenorrea istessa convienc prima dclla introduzione del chiodo inciderc il restriniiimento e cauterizzarlo, e replicare queste due operazioni, ovvero una sola secondo il hisogno , lino a tanto che lo spe- cillo esploralore polra assicurare essere tutte Ic parti I'icondotte alio stato fisiologico. E questa pero un'o- pera non di sellimane, ma di mcsi, e deve essa essere accom])agnata da una cura generale diatesica, sulla quale e inutile die io mi intratlenga. Posso peri) garenlirvi che in tutti i casi io ho ottenuto la cuariiiione, ma non oso ancora trarre consequenze positive, peiclie sono tul- tora questi infermi per la raaggior parte sotto la mia osservazione per vcderc sc si presentasse la recidiva . essendo questo il grande ostacolo alia cura coniplela di questi morbi.

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IVella maggior parte tli questi infcrmi il canaletto lagi'imalc si rimasc aperto , e sono a credere die tale si serl)era iii avvcnire; esso pero non arreca fastiJio ve- riino alio assorl)imento dellc lagrinie, ed anzi e sempre una larga via per la esplorazioiie in caso di recidiva.

In pochi casi il canalello si e richiuso ed il punlo lagrimale si e perfetlanicnte ricostituito. Ma qui io mi fermero poiche io ho inlenzione di pubblicare tutte que- ste osservazioni estesaniente, quando dope il volgere di niolli niesi , mi sara dato Irarre delle consequenze pra- ticlie con qualche fondamcnlo posilivo. Mi place intanto aver posto innanzi agli occlii voslri un nuovo metodo operativo , die non arreca sfregio veriino , e trae seco poca moleslia , e prescnta un' altra via per la quale si potra forse un giorno curare quelle infermita die si ren- devano altra volta ribelli a tulli i melodi curativi esistenti. Io altro non ehbi in animo, die di presentarvi un' altra via alio spcrimento che fu in ogni tempo sempre nel- I'arte nostra difficilissimo.

Catania 19 novemhre 18S7. ' ; ,, ; -■. '.

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DEL PROF. CARLO GEMMELLARO

LETTO HELL'ACCADEUU GIOEKIA DI CATANIA KELU SEDCTA OBOIKABIA DEI 19 KOVEMBBE 18S7

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E'fenomcni vulcanici dcU'Efna noi non vediamo die quanlo aircslcrno essi appalcsano; di quel die accade nelle viscere della monlagna I'idea die possianio formarci non e appoggiala die a sole probabilita. Eppure scnza di queslc non si sarebhe poluto mai giungcre a dare spie- ganiento di que'fenomeni , die raisleriosi apparivano da principio , c die in oggi come effetto naturale di cono- sdule cause si ristuardano. Lo scuotimento della terra che allornia il vulcano : Ic colonne di denso vorticoso fu- nio carico di arene : gT infocali raateriali spinti a gran- de altezza , accompagnati da spaventcvoli delonazioni : i fianclii del nionle che si aprono per dar uscita ad info- cato torrenle di liquida lapidea materia, furono per molto tempo fenomeni stupendi , e stiniati incsplicabili , Gnche non si giunse ad ammellore un acceso fucolare ne'pro- fondi strati della scorza tcrrcslrc ; nel quale grande parte prcndcvano il vapore ed altrc sostanzc gassose; di mo- do che la probabilita divennc certezza : e nelle ordina-

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ric cruzioni dell' Etna le altuali osservazioni e lo studio dc'naturalisti non sono diretti clic ad indagare i fenomeni de'fcnomeni ; e se inai ([ualche nuova forma di azione vul- canica il nostro Etna ci presenta, non si tarda a ricor- rcre allc probabilita, per darne spicganiento, aspettando clic un giorno divenissero certczza. E per lo a])punto un nuovo fenonieno e accaduto , non ha guari , che ha ri- chianialo la nostra attenzionc, c ci porta a tcnerne bre- ve raflfionamenlo.

Ecco quanlo ne'pubblici fogli ne disse, il primo, un diligente, quanto chiaro scriltore noslro socio :

« II giorno di jeri (6 corrcnte scttcnd)re) con uno de'suoi esleniporanei fenomeni, I'Etna ci ha ricordato, che in sua vecchiezza e sempre vivo ed indomito. Verso Ic ore 18 del di , mentre tutto slava in picna tranquillila, fu da parecchi udita una detonazione cupa e prolungata, contemporancamente, fu veduta cmergere dal Cratere del- I'Elna grandc e vorticosa colonna di denso fumo la quale abbassando per la direzione del Pisano, venne a volgcrsi sopra Aci-Reale, ripiegandosi a libeccio. Questo fenonie- no fu accorto da pochi individui : i piii videro soltanto in acre le agglomerate nubi, e le riguardarono come pre- ludio di prossima pioggia, o minaccia di temula gragnuola. ' Scorsi poi pochi minuli, comincio a versarsi improv- visamentc sopra Aci-Ileale una larga pioggia di polveriz- zate scorie, eruttate daU'immenso vulcano ».

« Quesla pioggia duro presso a quindici minuti, e fu tale che di quelle si coprirono i pavimenti delle stra- de, i tetti delle case , e i cortili. I granelli furono ge- neralmente della mole della grossa polverc di sparo ; e I'aere ne venne irapregnato di un odore di zolfo. Si pro- vide che le polverizzate scorie avrcbbero dovuto essere di ben'altra mole nelle regioni piii alte, e alle falde del montc ; come pavimenti in quelle contrade , ove la cor-

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rente del venlo avcsse esercitato diroltamente la sua pos- sa. Infalli coiironnava la con"clliira, Sla niaiic sono stall porlali in cilia, da vaiic conlradc, aicuni piccoli mucchi dclle scoiio siiugnose ivi cadulc dalia luibinosa c sonanle nubc. Alcune di quelle della conlrada Pisano e Carico so- no della grossezza della ])ol|ia di un niandorlo (presso 14 i^ranclli ) , allrc nicno ; (|ueile piovule nella conlrada S. Antonio e Lincra, presenlano il volume di un cece; quelle in conlrada S. Tecla sono di minor mole ».

« Vario e il colore dclle cennale scorie spugnose e delle arcnc. Cenei'icce la maggior parte deU'esterno, e ncre poi alcune nello inlerno ; hiancliiccie altre si all' in- terno die aU'esterno. L' odore confernia la prescnza del- lo zolfo ; insipide al palato ; immerse nell' acido solfori- co non si e oltenuta nessuna soluzione , cadute sul bu- calo vi ban prodollo delle maccbie neraslre dilBcili a sgom- brarsi ».

« Si vuole, avere alcuno in quesla nolle osservato rosseggiante I'aere inlorno al Cratere. Cio, puo esser ve- ro. Scnza fnndamento sin'ora e pero la voce di clii buc- cina avvenula un qualcbe nuova aperlura nella parte oc- cidentalc dell' alto del nionte , e vuol regalarci con una novella cruzione. Nulla c' induce a dovervi preslar cre- denza (1).

Aci-Beule 7 seltembrc 1837.

JlAnuso Grassi

II niio caro fralello D/ Giuseppe riemmollaro, cui mi diressi per conoscere quanlo era accaduto nel Crate- re mi scrissc cbe « ncl dopopranzo del giorno 0 settem- bre il fondo del gran bacino del Cratere dell' Etna con

(1) Dal Giornalc di Catauia , anno nono , inercoledi 9 Sc». 1837 , num. 97.

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tulti i piccoli coni del 1804, 1832, c 1838, profondo nel vasto baratro dclia gola del vulcano, con parte dei raargini supcriori : e vi precipitarono pure le cresle dcllo aiilico bkorne , in modo che il Cralere non e clie una sola vastissima gola, d'inimcnsa profondita. L'aria com- prcssa dalla mole e volume dell' avvallato materiale , ac- crescendo la forza della sua claslicita, no respinsc in alto la parte piii sciolla e stritolala, e la rigclto a guisa di dcnso fumo, fnori del Cratere, d'onde fu dal vento di 0. ]\. 0. spinta sulla opposla plaga del monle sino al ma- re di Aci, in forma di scoriette e di ininuta arena hian- cliiccia. Nclla sera e nclla notte , spirando la tramonta- na, quesla ultima arena, ma ridotta a sottilissima polve- re, fu versala nella parte di mezzogiorno del cono del Cralcrc, sino a buon tratlo nel piano del Imjo , ed in tanla quantita da riempire i vani della scabra superQcie dcllasprissima lava del 1787, frapposta fra la casa in- (jlese e la base del suddetlo cono ».

« II cupo e lerribile fragore di quella rovina, fu in- teso per tutti i dintorni dell' Etna ; e lo scuotimento del suolo fu laic che la cam inglese ne resto conquassata in modo da minacciar tolale rovina, se non si occorre con ])ronto riparo ».

(( Due giorni dopo si novo, quella specie di cene- re bianchiccia, bagnala a segno da formare una melma; e questa ne' giorni seguenli divenne secca, e separavasi rappresa in grossi lastroni , come una roccia di marne. II materiale di grosse masse e di scoric, venne rigettato in massima parte verso il margine di tramontana del Cra- lere, che era in prima il piii basso , ed oggi c presso che a livello del resto del semicerchio di Icvantc, il quale e molto abbassato di quanto era prima ; come polete ad occhio nudo osservare anchc da Catania ».

(( Alcuni viasfoiatori che salirono sino al sonimo ver-

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lice, confcrmarono la vaslila deH' imita gola del vulcano; ed in quaiilo alia sua prorondila asseriscono che avendo rotolato ii;rossc masse in quel haralrn non j)olerono udire alcun suono, clic indicasse esser polule aircslarc w.

Son quesli, in succinlo, i parlicolari del fenomeno che r Etna ci ha in sellenihre prcscnlalo.

Volcndo ragionarvi sopra, e tenlar di darne una sod- disfacenle spiegazione , dobbianio ricliianiarti alia niente taluni dali sulla struUura del corpo di qiiesla colossale vukanica nionlagna, e su qiianlo avvienc in essa nel tem- po delle laterali cruzioni, accio abbia il ragionamenlo delle solide basi, e non prender Taspello di mera ipolesi.

Gli alvei de' profondi torrcnti, nclia plaga oricntale dell'Etna: il balzo della Scala di Aci e di'^S/' Tecia : la Valle di Catania : il balzo del Tiifonlictlo, che si pos- sono ri"uardarc come natiirali sezioni della niassa del- r Etna, non presenlano che correnli di lave sojira lave; IVa Ic (jiiali s' interpongono slinli di materie sciolte, che occuj)ano la siiperhcie, cd i vani , che csislono fra una lava e Taltra; ed ove questi niateriali mancano ivi, era grotte, ora Innghe galleric ora infossanicnli di ogni ma- niera si osservano. In allri luoghi , poi , le grotte c Ic sotterranee cavcrne sono di una larghezza e lunghezza straordinaria. Le (jrotlc del (jdo nel dorso occidentale della monlagua : quelle della neve presso la Calvarina : la fossa delle colombe dielro i Montirossi : quell' altra presso Torre di (jrif'o, e tanle e tanle altre, tiilte con- corrono a ))rovare che il corpo dell' Etna e formalo di addossati strati di lave, di vani cavernosi e di solterra- nee galleric. IVe puo esser diversa la strullnra di una montagna, che si e clevata a tanta allezza , ed ha lanlo accresciulo la sua mole, a via di sovrapporre lave sopra lave ; cib importa tuniche d'irregolarissima superficie, so-

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pra altrc piene di elcvazioni e di avvallamenti ; qiiali so- no le lave die da pertulto si osservano.

Per mezzo di qiiesle gallerie si fanno strada le la- terali eruzioni, come si e dovulo ripetere da noi piii di una volta, c come con evidcnti prove si e dimoslralo.

Tale cssendo la struUura della raassa dell' Etna, dalla sua base sino alia cima , se logli V ultimo cono formate inlieramente di materiali rigettati dalla gola del Vulca- no, come lo sono eziandio i coui tutti dellc eruzioni la- lerali, e facile il comprendere die profondamenli di suolo possouo facilmente avvenire ove una causa qualunque ha potuto far mancare i sostegni delle volte sotterrance.

Ne sono rari nell' Etna questi avvallamcnli ; questi abbassamenti di suolo. IVon e la prima volta che mi e toccato far menzione di quello die avvenne nel i792, nel piano del Liujo, quando durante la eruzionc di quell' an- no, parte del piano suddetto abbasso per 200 piedi circa, formando un' ampia pozzanghera di presso ad un quarto di migiio di circonferenza ; ne altro die un simile abbas- samento formar poteva la grandiosa valle di Calanna, an- cb' essa di forma circolare, e soltanto aperta ad oriente, per un quinto di sua circonferenza, e la stessa Immensa valle del Bove abbiamo sostenuto aver avuto origine da causa simile, piii che da prelesi sollevamcnti.

Se facile e dnnque questo fenomeno ove la struttu- ra del suolo puo permelterlo ; piii facile- esser debbe un profondamento ove esiste una gola d' immenso baratro, Neir Etna slesso, infatti , a' tempi di Seneca, nel 1179, nel 1329, nel 1444- , e poi nel 1GC9, I'intiero cono del gran Cratere precipiti) dentro la gola del vulcano; il quale poscia a via di rigettati materiali lo rifcce ; sebbene di mole minore ; come si vede dagli orli , an- cor manifesli , dalla base di quello antico , che intorno

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air attualc possono acconi|tai>narsi girandovi sopra; e nel 181 (», jiarlc del foiido del Cialcrc, inahhisso nella vasta gola del vulcano.

Vediamo se si puo conccpire come possa offelluirsi qneslo fenomcno, il (pial(» , pcrclir avvonisse in cU'elto , bisogna siipporrc ii I'ondo del craleie noii altro esserc stato che la parle siiperiore di una volta, aperta soUanlo air oi'ilizio della gola, o canale vulcanico; conic la volta di una nostra arliliciale cislerna.

In canale, henclie non fosse perfeltamente cilindrico ed avesse delle sinuosita c degii strangolamenti nel sue corso, non lascia pero di avcre un continuato parete; ed una grande elargazione non puo in esso vciificarsi sen- za che venisse meno parte dello stesso parete ; e se que- sla elargazione non conlinna sino all' aportura del canale, raa, invece, dopo una data altezza torna a restringersi, al- lora si che puo forniarsi una volta come quella di una cislerna ; e quando qucsla venisse a cadere, allora cerla- menle trarrebhe seco quando vi slii di sopra, tale esscr doveva ii caso nell' Etna, lanto nel lllJI, 1329, 1444 e nel IGCfl, quando nel recente avvenimcnlo.

3[a in quelle, jxtlrelibe dirsi che esistendo in alto una eruzionc, la quale sviscerava imnienso nialeriale un gran vuolo era facile, che si forniasse verso le fauci del vulcano ; ma nel caso alluale nessuna eruzionc ha avuto luogo ; c dal l.S.'ii sin' oggi 1' Etna e stato in perfetto si- lenzio. (lio non impedisce che si possa verilicarc il feno- mcno ; imperocche dopo la eruzionc appunto del 1852 poteva cominciarc gradalamenle, quello che di un colpo, forse , avvenne nelle cilate eruzioni , vale a dire la frana de'pareli del canale e la caduta della volta che sosteneva il fondo del Cratere. La strutlura a strati di lave del no- stro vulcano, puo agcvolare la frana di queste lave, lutlc

4TTI ACC. vol. XIV. 2!

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le voile clic manca loro un sostcgno ; c talc sostegno man- cava realiii(!nle dielro il formato lateral canalc, del quale si fe strada la ceiiiiala ullima cruzione. Cadeudo, duuque, il priino slralo di lava, la quale, lulti sappiamo, che non forma mai una luassa seguila c eonlinua , se non nello slalo di liquldila , nia clie si rap[)iglia raffrcddandosi in masse se[)arale, faceva con la sua caduta mancar la ba- se al sopraslanle strato di allra lava, c cosi di uno al- rnllro succcdendo le franc, sia da un sol lianco sia da tutlo inlorno il parete della gola si giungeva grado gra- do Gnalmente a lasciar sospcsa un'anipia voUa, che so- steneva il fondo del Cratere; finclic per una facilissima causa di scuolimento di suolo non fosse caduta in rovi- na, ed inabhissala ncl baratro del magno vulcano.

Alia caduta del primo slrato di lava, in tenq)o della eruzioue poteva ancbe conlribuire 1' intenso calore della fusa corrente die veniva daila gola del vulcano e s' in- troduceva nella lateral galleria; calore capace se non di fondere quello slralo, di scollarlo , al ccrlo , di ridurlo in pezzi , e mescolarlo alia rovente massa. Ma o dalla aperla lalerale galleria prodotta la caduta del primo slralo dclle lave, che soslenevano il reslo del cono dell' Etna, o daireffello dell'intcnsissimo calore, baslava quesla prima niancanza di sostegno , |)er produrre la susseguente ca- duta degii allri slrali, lino a quella della volla che so- steneva il Cratere,

A me sembra cosi facile a concepirsi questo feno- mcno, che sarei forse incolpalo di supcrfluila, se piii vo- lessi inlrattcncrvi, socii ornalissimi, sull'assunto.

Per quel che riguarda il malerialc riggcttato, esso non e che quello slesso che formava il fondo del Crate- re, i coni di eruzioue, le lave e lullo Timmenso cumulo dclle scoric, delle arene e delle ceneri che vi slava so-

ISO

]»ra ; il tiillo imhcvulo di acido idroclorico e solforico , di zoll'o c ileir clllurosccnzc di vari alliimi c di sclenilc.

La parte piii niinula pero, la quale e venuta I'ulli- nia a cadore sidia plaga iiieridionale del coiio del cra- Icre. e park' del piana del laijn , e slata della slessa (pialila di (piella eriillala nel 1822 e poi iiel lenipo della criizione del 1852. La prima si trovo bagnala e fango- sa, ma nel discecamenlo non eonservava molla lenacila, e racilmenle lornava ad esser polvere. iNon cosi la secon- da, elie aseiiigala una volla prendeva una solidila i)res- soehe lapidea; e (piesia nllinia eadula le rassoniiglia niol- to, nel colore, nella linezza, e nella lenacila.

La composizioiic (pialilaliva di quesla differiscc an- che poco da quella del I8.")2; si riduce a silice , allu- mina polassa, soda e qualchc Iraecia di ferro c di calce solfala : (piesla soslanza era piii alihondanle in quella del 18j2, c non era percetliltile nell' allra del 1822.

Se la reazione dell' aria, comj)ressa dal malerlale inabljissalo , produsse il rigellamenlo dcUe masse delle scorie di graduale grandezza e la niinula arena, la parle pill soltile peri) cadnia nella nolle, e Itagnala in segui- to, dovelle essere sjiinta dalla lorza dc'fluidi elastici, die di conlinuo esalano dalla gola dellKlna; essa inl'alli coni- parvc dope la grande esplosione , e conlinuo a cadere per lulla la nolle del 6 selteinbre, e per luUo il gior- no appresso.

La massa e la forma dellullinio cono e cangiala non poco. Tullo il margine di niezzogiorno e di Iramnnlana e screpolalo ; e dalla parle inlerna, ollre la |)rima frana di non indill'erenle parle depareli, nc va soflrendo dellc parziali ; cd e pericoloso il ferniarvisi sopra , poleudo fa- cilmente qualun(pie mininio peso ])rodurre una frana. Dalla parle di levanle c assai piii abbassalo.

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Orrido e spaventevole e il prospetto deU'interno del Craterc, divenuto un vastissimo pozzo, e di una pro- fondlta a perdita di vista ; e sc nuovi materiali noii vcr- ranno eruttati a risarcire quanto manca in quell' ultimo cono, non passera forsc guari, che profondera anch'cs- so , come nel 1179, nel 1329, nel 1444 e nel 1669; e sara diminuita di 1000 piedi incirca 1' altezza del- I'Etna.

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SOPRA UNA NUOVA FORMA

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GHIUSURA FERMANENTE BELLA BOGGA

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OSSERVAZIOXI I'RATICHE

DI ^

ITTI *CC. TOl. IIV. 22

1 EnERK nil iioiiio (livcnulo in.iljilo a poler pailare , ve- derlo slonlalissiiiianionlc i'es|iiiare e morirc leiitanientc d' iiiedia , pcrche la Lucca lolalniculc e sonipro si era chiusa , e al ccm'Io uno spetlacolo conipassioncvolc pur troppo. Yodcrlo poi dalla niano dell' uonio iTStiliiilo alia libera kxpiela, alia resjiirazione libera e alia libera nia- sticazione, vederlo in sdiniiia rilonialo all' uso della bocca, come nello slalo iiormale, e per Icrmo una sorprcsa de- gna del lilosol'o , die nnia 1' unianila c cbc apprezza il vero scopO;, cui sopralullo niirar deggiono i travagli dello scienziato; cioe: lo incremento del bene individualc degli nomini.

Or si e di sillalla malallia c della sua ^iiarinione die Oiiiii mi i'o ad inlralleiiorvi diiarissiiiii Accadeniici ; e conicche la forma ])alologica dell" alterazione dci les- suti, die diede origine alia ceniinta lolale e pcrmanentc duusura della bocca siiiora, a (piaulo io nc sappia, non e rapporlala tra i vizii actpiisili della oennala cavila, cosl

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a dare niioHor ordine al mio lavoro lo dividero In due parti; ed es])orr6 iiclla prima le osservazioni, ed i ragio- iiaineiiU palologici cliologici e torapeiilico-cliiriirgici ncUa seconda.

PHLIIA PARTE

OssEitv. 1.' Giuseppe Lojacono da Siracusa doiiii- ciliato in IVoto , dcU'ela di anni .")2 circa , fu animcsso alia clinica chirurgica di quesla R. Universila 11 di 10 di marzo 18jo , avente la bocca totalmente chiusa con la impossibilila a poler pronunziare parola, e a poter im- niettere nella cavita Ic sostanze aliinenlari, mono di po- che e fluide , die vi facea |)enelrare per mezzo di an foro Ira le mole, prodotto dalla niaiicanza della seconda niola, e die con diflicolta deglutiva; anzi parte di esse veniva fuori pelle narici. Oltre a cio egli era gracile , consunto, con febbre lenta e continua , sudore inattutino profuso, afonia, tosse secca e frequente e diflicolta som- raa alia respirazione.

La di lui mogiie e lo stesso infermo , per quanto pote, fecero conoscere die alquanti anni pria di ammo- gliarsi era stato alTetto da nialallie sililliliche di varie forme, che guarirono sotto cure locali solainente, e die il comincianiento della cennata nialaltia alia hocca datava da due anni circa addietro; a qual' epoca gli sopravven- ne risentila flogosi al dietro bocca e a tulta la faccia interna della guancia sinistra , die non tardo niolto ad esser seguita da ulceri all' istmo delle fauci ; le quali eslendendosi aveano attaccato le fosse nusali. In seguilo a diverse cure locali e cenerali la llo"osi alio interno della guancKi era venuta nicno; nia gradatamente i tessuti di cssa si crano ingrossati ed induriti e la bocca si era diiusa. K nialgrado altri mezzi terapeutici posti in uso,

ir.'j

jinco pop consi|;li() di iiicdici cslcri ;irriv;ili ,i Sir.noiisn a l)(»r(lo (li liiisliiiieiili da i;iieri'a, la cavila aiizidi'lla si era scrrala; cd crano Irascorsi quasi due aniii da cIk! i'inrcriiio gciuca sollo lo (•(mscjiucnzi; di laic rliiiisura cumidcta (I).

Esploralo ii vcslibolu si osscrvo , die a dcsira il dito rs|d!)ial()rc |)(doa i>ercorrere, come iiello slalo nor- male , Ira la i;iiaiicia e le mole , sine all' aiigolo delle mascelle. A siiiislra pero noii polea ollrepassare a! di la dclla I'oniiriissiira delle lahhra ; allesuelie era tah; o taiilo lo iii^rossaineiilo , In iiidiirimenlo e la coarlazione (lei lessuli inlei'iii della i^iiaiieia, da iioii lasciare spazio veiiiiio; ma all" esleriio della slessa iiuaiieia, ossia nella iaccia. iioii si osservava veruna allerazione.

A vista di cio coiicepila aveiido I" idea, tlie silTalto slato paloloj^ieo esser |)olea la causa die lenea immohili c come indiriiiliale le mascelle, staliilii die hmylie iiici- sioni, inlcressanli a lullti sosiaiiza i cennali lessuli, aves- sero polulo resliluire la Ixicca alio slalo uormale. E quin- di con un bisloriiio a lama slrella e rella ed a puiila ot- lusa polei penelrarc, porlalolo di ])iallo Ira la ijuancia c le mole, un pollicc circa al di la dcdl" aniiolo delle laii- bra e rivollalo orizonlalnienl<' polei esei^uire una jirima incisione , die divisc la mocciosa , ai)|)r()fondando (piasi un pollice Irasverso. TuUavia i lessuli ammalali non ri- masero divisi alalia soslanza , allesa la loro cnnsidere- V(de iperlrolia; cio iioii oslaule mi veuiie lallo osservare die, oitre alia ipertrofia, i lessuli crano talmcnte indurili, die slrideano solto il hislorino a ji'iiisa della liliro-carli- lajjine ; pero malijrado lale incomplela divisioiie si apri la hocca di alcpianle liiiee.

Dielro a ci<) la prima funzionc die si vidde rij)ri-

(I) Lo infcrino dicea cssore slato spinlo a n'carsi a Catania |i('r coiisiiltaniii dalln ogrosio Monsi^'iiorc Miroiic. da rocenle arri- valo alia sua sodo Vcscovile in Nolo.

16G

slinare fu la respirazionc ; c si pote vcrificarc la osi- sleiiza (lollc ulceri al diclrobocca, la dcstruzione tlell' u- Ji'ola e di pnrzinnc del palato mollc , e la iminohilita (lella liiinua a causa di aderoiize.

Al lasso di (piallro ijioiiii da qucsla prima incisionc, incoraiigialo dal hiumo icsuUalo , ne polei pralicarc piii agevolinenle una seconda , a cominciarc dalT ani^olo in- terno dellc masccllo sino alia prccodcnlc, clic approlbn- dai assai piii; e la hocca acquisto alli'i:! lincc di aj)erlui"a. Aliora la respirazioiic lii libera, e si viddero Ic ulccri e- slese sino allc fosse nasali; pelloche, Irovaiidosi la hocca diiusa, pocliissinia aria avea polulo passare pella via dclle narici e soslencre la rcspirazioiie; circoslnnza die aggra- valo avea inimensanicnle ic solTerenze del paziente e lo aveano spinto nel pericolo di niorirc aslillico. Si osser- varono i tessuli della guancia , e a prel'erenza la nioc- ciosa, indurili e ingrossati in luUa la loro cstensione non nieno di un pollicc e mezzo trasverso; la superlicie epi- leliale presenlava la forma granulosa propria alle llogosi croniche delle inocciose, e la lingua per mezzo del suo bordo sinislro era aderente alia I'accia inlerna della cor- rispondente gengiva ; adcronze che immedialaniente di- slrussi col taglio; e quindi la deglulizionc e la loipiela co- iiiinciarono ad esscre libere.

A quesia seconda incisionc segui llogosi nei tessuli divisi, con lurgescenza di tulla la guancia, arrossimenlo alio eslerno della slessa , aumento della febbre c della sele. E perlanlo si bisogno ricorrere allc cataplasme em- niollienli.

Ollenula la risoluzione della llogosi e rimanendo UiU' ora le nitiscelle imbrii'liato dai tessuli soUoslanti alia mocciosa e a prel'erenza did muscolo buccinatorc, anclie esso compreso nell' alleraziune , ma non ancora cadulo solto I'operazioue, repulai indispensabile merce una terza

im

incisione dividcrlo a liilla sdslanza, a coiniiiciaic dall'an- golo ilcllc inascrllc siiio nll(; viriiianze dclla cominessura dcllo laljhra.

Fallo cio la Locca si a|)ri niollo piii ; nia lilcvai cije il pilaslro anleriore siiiislro del vcio jiciulold , c I" uv\n- culare dclli! I.il)lira , aiicnr cssi accurciali cd iiidiii'ili , niellcano oslacolo alia complcia apcrlura dolla cavila. Laonde iiiorcc allre due iiicisioiii divisi raiizidcllo niiisiolo (h1 il i>l()sso-slaliliii() c si coniplclo la rcsliliizioiu' dclla bocca alio slalo iiorinalc. iVdii Iralascio di I'ar iiolaic clic, qiicsla volla I'livvi t'niorraii;ia copiosa dalla coroiiaria la- biale; uiii civ^sit sollo la prcssione locak' proliinnala.

Lanipla soluzioiie di couliiiiiila, proloiida noii mono di III) p(dlice c mezzo del [dedc [jarigino, die rcsidlo dalle descrille incisioiii, fii sciiiiila da lisciililissima flogosi ton accrcsciiila I'eldirc, e la piaija si copii di escara ; ma il mclodo aiililloiiislico concorse a resliluiie Ic paili alio slalo sano; dapoiche veimla mono la ilogosi, 1' escara al dodiccsinio i;iorii(» dislaccavasi c la ])iai;a cominciava a moslrarsi "raiiidosa. E si In all' ora die all' onitcllo di tener scoslale le mascelle e dislcsi i lessuli divisi, onde impcdire i iiovclli accorciamciiti. die avessero poliilo ri- prislinai'si col processo della cicalrizzazioiie , si teiioano irapposli alio mole dei pezzelli di siiglioro ciineironiii e a dinieiisioiii gradiiale.

Ael coi'so della ciira il lailc di asina, solo dappri- ma c poi assieme al jodiiro di polassio, ap[iorlaroiio sif- falle niodilicazioiii aH'orLjanismo, di gia iiiinacciante ro- \ina. (piaiito, di iiiiita alia riaccpiislala maslica/.ioiie , la iiulrizioue gradalamenle si riiiiesse; e (piiiidi cicaUizzaroiio del liillo le iilceri e ccssarono il siidore e la lelihre. II lessiilo iiiodiilare rieiii|)'i il coiisiderevole spazio iiilerme- dio alia soliizioiie di coiilimiila. e si avverci la cicalricc senza arrecare il miiiimo iiiccppameiilo ai imiscoli gia

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stall divisi; cioe: al Luccinalorc glosso-slafilino c coslrit- torc dcUc labbra, e gi' infillraineiiti, cbc Uitt'ora ingorga- vano i lessuli della guancia, in gran [)aile si sciolsero. Assicuralomi finaimcnlc clic la bocca era ritornala stabil- nieiitc alio slato iiurnialc il Lojacano fu liccnzialo dalla clinica il di 14 Maggio iS.').^).

OssERV. 2.'' Maria Pclrolla da Lcoiiforlc dell' eta di aiini 40 circa, iiiogiie di Giovanni Venlicinque fu amnies- sa nello spcdalc di S. Maria il di 9 luglio 18j(> nollo statu segucntc : bocca scrrata ed inmsobile a guisa del Irisnio , inipossibilita a peter intromellere in questa ca- vita le soslanze alimcnlari solide , e difficolla di {»otcrvi introdurre pel picciolo spazio di Ire linee circa tra gli incisivi superiori accavalcati agl' inferiori le soslanze ali- menlari llnide ; minaccia di soffocazionc a cagione della diflicoltosa deglulizione delle slesse soslanze; voce quasi perdiUa ; io(iuela dillicilissima , abbondanle salivazione fluente sempre dalla bocca, occbi inlossali, pupille dila- lale , caj)elli irli , narici contratte , respirazione breve stenlala inlcrrotta con minaccia di soffogazione da un moincnlo aU'allro; polsi piccioli frequent! interrotli, gra- cilezza anzi consunzionc generale. A lulto cio aggiunge- vasi brevila del sonno , inlerrollo dalla soninia dillicolta della respirazione , speciahnenle la nolle; in cni la pa- ziculc diveniva ansante e dimenavasi or sul lello or sul nudo suolo.

Istruilo dal fatto precedenle esaminai pria di tutlo le guance , e non bisognai ricercar a lungo per accer- tarnii, che il male risicdeva priucipalmentc nella guancia sinistra; i di cui tcssnli , sollostanli al comunc integu- mcnto, erano iperlrofizzali ed indurili lalmenle, da rinia- nere coarlali sulle gengive; di modoclie non pcrniettcano I'lngresso al dilo esploratore, potcndovi appena scorrere il bistorino relto a lania slrella o a punla ollusa. Per

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mezzo del niedcsimo pralicai la prima incisionc , estesa dair ang'old della mascella , sino alia commissiira dcllc lahbra, iirolonda (|uasi siiio a! miiseolo hiicciiialore; e non traiastio di far iiofare , elic durante il taylio il tessuto stridea a giiisa della lihro-earlihiijine.

Immedialamenle la Locea apn di ahpiaiile linee, e si viddc elu! la profondita del taglio era neii meno di nil p(dliee trasverso, e die liilla la superiicie inlenia <lclla giianeia era hianca liscia e liicida. La pazicnte inlaiito couiiiiciii ad iivverlire la respirazione alquanlo piii laeile, e mciio dillieile la infroduzioiic nella hoeca c la decluti- ziono d(dle soslaiize alimenlari aUpianto solide; la parola fu pill lihcra, e meiioro la salivazione.

La inferma alia meglio elie pole fece conoscere , (jiianlo sieij;iie : la oiii^iiie dei siioi niali rimonlava ad aniii eiiKpie addielro ; epoca in ciii andata a marilo In pelia prima yidla aflella da sifillide soUu forma di ulecri agli organi i^cnilali, clic i;iiarirono in lircvc dielio eiira solamcnlc locale. Tre anni dojio parloriva una bambina, la di cui pclle era sparsa di puslole; c non sopravvisse pill di sei niesi. Le nlceri riapparvcro dope abpianli mesi dalla giiaiii;ione, e delle allre se nc svilup[»aroiio al dielro-bocea. Qiiesle i'urcino |iret'essc da risenlita flogosi a liilla la faccia interna della "uancia sinistra ed alle fiuiri, e si fu in segiiito a tale llogusi, e propriamenle dojio piii mesi daclie era apparsa, che 1' ajierlura della bocca co- mincii) a divenire sempre piii dillieile , e finalmenle fu impossibilc. A vista di eio si reco alio spedale di Pa- lermo iiel mese di otlobre del 185.") e vi dinioro poco pill di un mese , esscndo stala obbligata da domesliei alTari ad iiscirne non guarila ; ed in (jiiesto stabilimenlo non feee iiso di un/.ioni ineriuriali; ma di latle di eapra con seiroppo. Eppero rimasta eolla boeca cbiusa, accre- sciuli i patimenti, c dicbiarata iiuurabilc da diversi cbi-

ATII Act:. 101.. iiv. 2o

no

rurgi, si deterniino a rccarsi alio speclale di S. Maria.

Inlanlo eraiio trascorsi dodici giorni dalla jiriiiia in- cisione e la flogosi so[iraggiunla coniinciava a veiiir me- no ; r escarc, chc cuoprivano la soluzione di coiilinuita, dislaccavansi, ma 1' aperlura della bocca rinianeva al gra- do sopradello. Laondc passai ad escguire una scconda incisione , clie partiva dal pilaslro antcriorc sinistro del velo pendolo palalino, c passando pclla incisione prcce- dente inlcressava a lutla sostanza i nuiscoli glosso-slafi- lino, e buceinalore. Diotro a cio la bocca apri di allrc sei linee ad un dipresso; c (piindi potei assicurarmi die i tessuti deir altra guancia crano ncllo stalo palologico medesimo e concorrevano a non far aprirc la bocca, nial- grado le profonde incisioni stale praticate.

Peru r allerazione dci lessiiti in (|uesla guancia non estendevasi al di la della mela di essa, a coniinciare dal- Tangolo inlerno della niascclia sino al buccinalorc, senza rcstarvi conipresi nc il giosso-slaiilino ne il coslriUore delle iabbra. E j)cr lanlo fu giocoforza praticare in quest' altra guancia una terza incisione mcno liuiga e nicno profon- da delle precedenti, ed allora la bocca apri inleramente, e si viddero le nlceri anzidelle eslese sino alle fosse nasali , e per tanto aveano inipedilo 1' ingresso all' aria con pci'icolo di sotfogazione della inferma.

In seguito la llogosi sopragiuula a quest' ultimo laglio gradatamente venue meno, c la maslicazionc delle soslanze alimentari di unila alia de"lulizione delle mede- sime riacquistavano succossivanicnte lo stato normale, e a misiira clie le ulceri al dietro-bocca, si avvicinavano alia cicatrizzazione, la nutrizione di giorno in giorno rimette- vasi, e riprislinavasi la eccessiva secrezione della saliva. II joduro di polassio di unila al latte di asina, le unzioni mercuriali agli arli inferiori e la soluzione del subliinato usata esternamcntc sullc ulceri anzidclte, conlribuivano a!

ni

niiijlioramenlo genorale c locale scmprc cresccnlc; nien- trc il(;i pczzcUi tli siii;;licro a (linicnsioni i^raduale c Irap- j)Osli ailc inolo , tenoiido apcria la bocca e clislesc le piaghc, iiii|)e(livano il iiovollo accorciamcnlo «lci lessuti. E (|iiiiuli la IN'lroUa cnlrata alio spcdalo sonza [tolcr a- |)rire la hoita e |)i'ossima a morire, per niancanza di re- splrazione e di aliineiilazioiie , ne usci rilornala a vita colla hocea e lolle anzidelle funzioni nello slato norniale il di S iioveiiihre 18jG.

(KssKRVAz. 3." La siijiiora 3Iaria Stella di Siraciisa deir eta di anni 28 circa, di teniperamento linfatico-ner- Yoso, non afPella niai da malallie nolabili, recossi a Ca- tania iiel iiiese di giii|;iio del I8.')7 per curarsi delia nia- latlia, the presenlavasi come siegue: inipossibilila di pe- ter aprire la bocca al di la di sei linec circa, inastica- zioiie di soslaiize alimeiilari solide diflicoltosissima , de- gliilizione, locpiela , soiiorila della voce nello stato nor- niale; indiirini(Mjlo con ipertrofia dei tessuli della giiancia sinistra, coii.sidercvole rcslringimento del vestibolo alia cor- rispoiidente regioiie, rimarchevole deniitrizione, e, verso I'angolo esterno sinistro della niascclla inferiore, cicatrice della liingliezza di mezzo pollice circa.

La jtazienle racconlava, che nove luesi circa addietro era stata obblinata a farsi cavare 1' ultima mola cariosa della mascella inferiore, e la nianovra era stata talmente irregolare e viidenta, qiianlo la cliiave inglesc rimase con- ficcala Ira 1' ultima mola e T anyolo interno della sudetla mascella, e da quivi slenlatamente fu svincolata, lascian- do delic lacerazioni e Iratturando non solo la niola, ma anco I'alveolo.

Al lasso di pochi giorni le parti molli contuse e lacere fiirono soprap|)rese da llogosi con gonliamento di lulla la guancia e I'ebbre; e lutto cio fu seguito da sup- purazione neile parti, che soggiacquero alia ceunata ope-

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raziono; e sicconie la niarcia crasi dcposilata solto lo in- Icginncnto dell' angolo ostenio della niascoUa infcriorc , cosi (juivi r asccsso fu apcrlo col laglio. Ma I'apcrlura, conuinicanic coll' alvcolo fralluralo , non giiari , se non quaiido furono cslratte tultc Ic scliegge della frattura, ri- niaiiendo la cicalricc chc ho I'allo notare. Fero, malgrado tale guarigione , la guancia nello inlenio riniase scniprc gonfia dolente c arrossila; c sebbenc tali fenonieni crano menorali solto I'uso estcrno cd iiilerno dei preparati di jodio, non dinianco succode rindurinienlo dei tessuli am- nialati, a cui fece scguito gradalamenlc la diUicolla seni- pre cresccnle di poter apriie la bocca, sino a ridiirsi al grado di chiusura, chc so])ia cennai.

l\e le frizioni risolventi di diversa natiira , ne gli antiscrofolosi aveano potulo a|)portarc vcrun nielioranieiito, e pertanto la paziente crasi recata a consullarnii.

A vista dello esposlo non csilai a diagnosticare la malaltia pclla chiusura inconipleta, ma pernianenle, della cavila della bocca, senza complicanza di ulccri alle fau- ci, ne di adcrcnze della lingua , cagionata da ingrossa- niento ed induriniento dei tessuti della guancia sinistra. Laond(^ senza I'rapporrc tempo, mcrce una lunga incisio- ne, a cominciare dall'angolo dellc mascelle sino alle vi- cinanze della commissura sinistra delle labbra, divisi la mocciosa , che rinvenni considerevolmente ipcrtrofizzala cd indurita a grado di fibro-cartilaggine, e a similitudinc della medesima stridcnle sotto il bislorino; ed interessai alquanto nelia soluzione di continuita il niuscolo buccina- tore, che era immedcsimato coUa mocciosa; ma convcn- ne riserbarc ad un secondo tempo il completamenlo del tagiio a tulta sostanza di questo muscolo. Inlanlo la bocca apri un dito trasverso circa.

Al seslo giorno da questa prima operazionc potei passare alia seconda, che inlcresso tutta la sostanza niu-

ns

scolarc. Sopra^iiinsc ijrave flogosi con fobbrc, clie cede al seslo i^ionio; e rilascialosi poi Ic parli soi;|>in(iiite al laiilio la boccii a|in ([nasi iiiU'rameiilo. l\oii diiiiaiico , e iiial- grado i pezzelli di siighero cuncifornii lra|)|)Osli alle mole, die disloiidcvaiio a voloiila le parli divise, I'liroiio hiso- giievoli allre Iticvi iiuisioiii or verso I'angolo delle iiia- scelle, ed ora allc viciiianze della coniniissura delle lalj- bra; c si olleiine alia line del secoiido mese, a conlare dalla prima incisioiie, il complelo slalo normale delle fuiizioni della hocca.

iVoii Iralascio di far notare che'la profondila della divisione dei tcssuli della guancia era un pollice e mez- zo circa , e cio a cagione della considerevolc iperlro- lia, clic la cicalrizzazione di siffalla soliizionc di conlinuila avvennc per intermezzo di tessulo inodularc, e die 1' uso eslerno ed inlerno del joduro di potassio mollo influi alia gnarigione.

SECOADA PARTE

Rijlessioni paiologiche ctiohxjiche e terapcutico-chimryiche

Dai falti clic vengo da csporre cliiaro emerge, die la nuova Ibrnia jiatologica della diiusura permanente della bocca consisle nell' allerazione di Icssnlo della mocciosa di una o di anibcdiie le auance e dei soUoslanli nuiscoli buccinalori coslrillorc delle labbra e glosso-stalilini, e nella forte aderenza Ira i tessuti nioccioso e muscolare; pro- dotla tale allerazione dallo ingrossaniento , indnrimento , c coartazione di essa mocciosa; c dallo ingrossaniento ed accorciamenlo dei suddclti muscoli, cd operata da specialc flemniasia, die possiamo aiinoverarla Ira Ic stonialiti.

Or, sebbene neilu lualutlia in csame la cavitii della

Hi

hocca acquisla vizio di coiifoniiazionc, allosnclie il vesli- bolo, in (jiiclla regione della caviUi die corrispondc alia guancia ainmalala, c lislrolto talmenlc, (|iianlo la i^iiancia slcssa non piio scoslarsi dalla suporlicie delle mole, |)cr- dendo cosi la cavila della hocca , a causa dello ingrossa- mcnlo della niocciosa in parte le sue dimensioni , non dinianco alio cslerno la conligurazionc della faccia non ofTrc deforniila alcuna. Cio senihra dipcndere dallo anda- menlo della llemniasia; eioe: dal suo niodo di procedere dal lessuto inlerno alio eslerno, senza ollrepassare lo stralo nuiscolarc, c lasciando illeso il coniune inlegnnienlo; il quale non perde nulla dei suoi caralleri anatomici; e seb- benc ac([uisla niaggiore aderenza con il tessulo muscola- re, Uillavolla non lo e cosi inlinianienle come tia queslo e la niocciosa. Ed essendo quesla tunica la sede primilivadcl male, polrcbhc credersi die il suo cangiamenlo dapprinia in tcssuto fibroso -plaslico , c poi nel cartilagineo innor- male, sarebbe la causa della pcrdita di elasticita del tessuto muscolare sollostante. Ma pero, siccome in queslo tessuto r alterazione patologica non si limila a talc sola perdita, ma vi succedc pure indurimento cd immedcsimazione dei muscoli colla mocciosa, di modo cbe malgrado le Innghe e profonde soluzioni di continuila a tulla soslanza di essa mocciosa, praticate nei casi cbe ho csposli, non si e av- verala la completa apertura della cavita, come e avvenuta allorquando il taglio ha diviso pure a tulla soslanza i muscoli anzidelli , cosi senibra probabile che gii eirelti della flenimasia altacchino anco i muscoli slessi.

Inlanlo sifTalta alterazione si o|)era per un processo lungo c lento, talmenteche nella signora Stella bisogna- rono olio mesi per ridursi la bocca a quel grado di chiusura, die ho notato. E tpiesto andamcnlo scmbra di- pcndere dalla nalura della llogosi , anzidie dal metodo curativo; di fallo anco negli altri due casi descritli alle

Ho

osscrv. 1.'' c 2.'' inaliiradu I'altivila del Irallamoiilo, si e vcdiilo scoiTore iiii Icnipo non mono Iiiiigo, perclie la l)Occa si f()ss(! cliiusa complctaincnte.

Cio (• una prova di niii di <|iiel jirincipio palologico applicalo alia iiiliaiuiiiazi(nic (Idle meiiihraiie inocciose ; cioc: che una delle conscguenzc della sua lunga durala si e l(t iuiiTossanieulo di esse uicmltrane.

Pure e da osscrvarsi, die uello slato complelo della malallia in esaine, lo ingrossanicnto c lo induriniento si elevano a grado lale, qnanlo (pialunquc sforzo dirello a seoslare le nuiscelle non polrolihe affaUo superarne losta- colo, Ciii iuiporla die i'allerazionc dci tessuti e profonda, ed avvicinasi alia Irasformazioue, o ad un cangiainento, da non polerc essere operato da scniplice flemniasia; ma bciisi (la lleniniasia specialc, come sarebbe la sciMjfolosa 0 la silillilica , la quale altacdierebbe anco la secrezio- ne (Idle glandnlc nuicciparc ; di modo che tra i tessuti anzidelli vi si fonuciebbero dci dcposili di sostanza piastica , la quale , perdendo scmpre piii la plaslicila , acquisteiebbe in vece niaggiore dcusita ; e contribuisce ad accrcsccrc lo induriniento. Per tanto si polrcbbc ani- mellcre un'allra vcdula oiule spiegarc nieglio lale grado (rindiirimenlo; cioe: clic allcsa la infinita dci follicoli e delle glandule mocciose che coslituiscono la base prin- cipalc dd lessnlo della tunica inlerna della bocca , cd 11 parlicolarc svilu|)po dello e|)itelio che la tapezza, cssa niocciosa abbia in ([iiesta cavila una specialc lendenza ad acquislarc lalterazione di cui si Iratla ; che riducc il tessulo moccioso ad una sostanza dura inclaslica poco sensibilc stridenle sotlo il coll(dlo a ffuisa della libro-car- tilagine o del tessulo fibroso-plaslico innormalc. VAh avesse pure in a|)poggio. ollre a taiilallri casi jiatologici , il fatlo riferito da Vclpeau, della mancanza della porzione orizzonlale dell' osso palatino c dell' apofisi palatina del

176

iiKiscclIarc, rini])iazzata dalla mcniltrana palalina , ch'era il (loppio (icila sua grossczza o dclla durczza dclle lihro- cartilagini (Anat. chir. p. 113).

Iiitanto i deposili del plasma nei tcssuli anzidelti , e gli arrcsli dci li-ansudainenli niuccipari nei I'oliicoli che li segrcgano, e che in fondo sono i niezzi cosliUicnli Tal- terazione che ho dcscrilta, non potcndosi affatlo lluidilicare lie riasorhirc nicrce i mezzi terapcutici, avvenire ne dec, che altcsa la loro tenace deiisila, sehhene in parle sono eliminali inerce le soluzioni di continnita arliliciali, non di- manco i tcssuli ingorgati dielro le ccnnate operazioni clii- rurgiche restjuio senipre infiltrali in parte dei suddctti de- posit!, e quindi conservano senipre dello indurinienio; ma luttavia si preslano alio funzioni dclla cavita se non pel loro tolale rislahilimcnto, ainieno per la novella produ- zione intermedia alle sudetle soluzioni, coslituita dal tcs- suto inodularc, che rimpiazza la mancanza di estensionc che anno perduta gli stessi tessuti a causa della descritta allerazionc.

Ritornando ora alia specialita della flemmasia giova riflellere, onde amnielterla con niaggiore |)rohahilila come una delle cause dello eccessivo induriniento della nioc- ciosa e dei muscoli, che nei ire casi so|)ra esposti non cade duhhio veruno suU' esse re slata la flemmasia il fe- nonieno primilivo, che precesse lo sviluppo della malat- lia alia guancia ; die nei Lojacono (osserv. 1") e nclla Petrotla (osserv. 2') vi fii luc sifiUilica , cagionc delle ulceri secondaric al dielro-hocca, lo sviluppo dclle quali coincise coU'anzidetla stomatile ; che per tanto quesia flemmasia nei due cennati individui ritener si dee di na- lura sifillitica, e che come tale ahhia potuto produrre la degenerazionc dci tcssuli in esame ; menlre vediamo di frequenle slomatiti generali o parziali non congiunti a sihllide guarire scnza lasciare allerazionc veruna nei tes-

m

suti animalali. Similnicnlc iioii e da dnhifarc , cho nolla siii'iioia Stella la stomatilc parziale . ossia liniilala alia sola i:iiaii(ia sinislra, slonialilo soi'iiila dalla cliiusura dolla Locca, riconosce per causa prossima la lesionc Iraumalica, prodolla dal cavaniento dolla mola; ma die ad olevarsi a grado da Irasiiuilare i lessuli della guancia nel niodo, chc ho esposto, vi abbia concorso un vizio spccialc c a pre- ferenza lo scioColoso, conlestalo dal tempernmcnto della pazieiile. neppiire e da mellersi in diibbio; dapoiche una iidiiiila di volte si anno vcdtito, e tuttodi si vedono, perfcl- tanientc guarite sifPatle flenimasie traumalicbe alia bocca, prodoUe dalle sole luaiiovre simili a (piella sofTeila dalla signoia Stella, senza rinianere nci tessuli animalali eon- segiienza verima; e cio anco nei casi in cui la suppura- zione e slata di lunga dnrala a causa della permanenza di un corpo estraneo , ossia di (pialcbc avanzo di mola iiiiasla 0 di scbeyiiia dello alveolo.

Posto cio sembra polersi fissare, come principio pa- tologico ed etiologico della malallia in esanie, cbe la causa del cangiamenlo dei tessuli della guancia, chc ap|)orla la cliinsura permancnle della cavila della bocca, si e la flem- masia speciale, cagionata dal vizio silillitico o scrofolo- so. E (\m a dir vero siffatta llemmasia, die come ben si sa ac(piisla alle volte, chc non sono frequenli, una sorpren- dente attivila disorganizzanle, put) spicgarc come la for- ma in esame della diiiisura della bocca e si rara da non essere slala descrilla, o I'orse da essere slala con- fusa collaltra I'orma piii frequcnte della chiusura dcllan- zidelta cavitii, delerminata dalle briglie solloculance.

Or cade in acconcio, per diiarir meglio la palolo- gia della nuova forma di cssa chiusura ricordare breve- menle la dillerenza cssenziale tra le cennate briglie , ed il cangiamento di tessulo die vengo da descrivcre; e cosi chiarire chc luno e le allre cosliluiscono due diffe-

IITI ACC. vol. XIV. 24

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rcnli malatlie. Di fallo si sa l)cne cssere Ic briglie soUo- ciilance delle trasfoiinazioni lihrose della fascia superfi- ciaic, 0 |)urc resiillarc dal tessiito inodularc speltaiik' alle cicalrici dcllc soluzioni di conliiiiiila, c presenlarsi iiclla forma di cordoni sollo-inlogiiniciilali i)iu o nieno estesi ill limgliczza; menlrc nolla malallia di ciii Irallasi vi e alterazionc ed inliina adesione di tessuli, ed e lutta in- tiera una guancia o la maggior parte di essa comprcsa nel male ; e fjuel che piii iinporta si e la riinarchevolc ipcrtrofia di tiilla inliera la mocciosa della guancia anima- lata. E quindi nel primo caso la malallia e circoscrilla so- lamenle soUo lo integumcnlo; menlrc nel caso in csame il male e esleso in lulti gli slrati inlerni della guancia slessa. Intanto a voler inollrare lo studio sulla palogenesi di quesla malallia delle guance conviene aggiungere die dai fatti dcscrilti si desume polersi prescnlare la nicdesima sotto due aspetli; cioe: sem[dice e complicala. Di qucsta ne abbia- nio la sloria nella prima e seconda osservazione, e dellallra nella tcrza osservazione. Le complicanze abbiamo veduto consislere nelle ulceri al diclro bocca e nelle adeienze dei ])ordi della lingua, e quindi i fenomeni clie acconipagnano quesla variela inleressano funzioni diverse: e propriamenle la loquela e la deglulizione a causa delle cennale aderenze, e la fonazione e la respirazione a causa delle ulceri al dictro bocca, eslese alle fosse nasali. iXella prima varie- la, ollre alia impossibilila di aprire la bocca, e la sola maslicazione che soffre ; allesoche essa sola rimane del lutto impcdila. iVella complicala vi e grave pcricolo di vi- ta , e raspclto degf infermi talvolta spavenla poiche, gli cfielli peniiciosi si generalizzano e si eslendono a lullo r organisnio, cbe denulrisce talmenle, da far morire gl'in- fernii consunli ; i quali da unallra parte souo minacciati di perire soffocati. Nella semplice al conlrario gli anima- lati possono viverc a lungo; dapoiche acquistano siffalta

no

aliiliuliiic a iiiilriisi di soslaiizc alinientari solidc ridollo a Iclle sollilissiiiic per iiolerlc inlrotliirrr tra Ic mole, c ina- sticarle nicrcc i soli moviiiioiili laleiali dollc nuiscclle , fjiiaiilo il loro slalo di milrizioiic <■ jiuco allcialo (1).

Dallo cspusUt sill qui seiiibra polcrsi luriiuilarc iiol iiiodo seguenlo la patulo^ia c la eliologia dclla nialaltin, di file Irallasi: alio due variela di cliiusura dolla liocca, una per Irisiiio, erallra per hriglie sotluculaneo, se ne jMii) agi^iuniiere una lerza; cioe: la cliiusura [lennaiienle della bocta prodolla da ipertrolia con indnrimenlo e ade- sione iiilima dei lessuli della iiuancia, e con accorciamento dei museoli Ituccinalore glosso-sliiliiino c coslrillore dolle lahhra ; c potrebbe collocarsi nci quadri nosologici alia classe stonialile ; variela : stoinalile cronica pnrzialo con ingrossanieiilo ed indurimenlo dei lessuli della guancia , e con cbiusura pcrmanenle della bocca scmplice o coinpli- cala; i di cui fcnonieni sono; nella j)rima, impossibilita di poler ajirire la cavita, diHicolla cd anco impossibilila della niaslirazione ; c nella seconda ; ollre a (piesle due allerazioiii di funzioni , vi e perdila dei movimenli della lingua , della loquela e della fonazione, con diHicolla della respirazione con dcnulrizione e minaccia della vila.

Volcndo era passare a ragionarc sul Irallanienlo della descrilla cliiusura perinanenlc della bocca puo slabilirsi che per (juanlo essa e grave , a preferenza nello slalo

(I I Cio mi vcnnt' liittd osservaro in iin ciisliildo ik'll' clii di anni iO circa, clic sin da I'aneiuilo portava a tiilla la ^niaiicia do- stra la malaltia in discorso con tnlli i caraltcri clic venn-o da dc- scrivere, cagionala pure da nop^osi, di cui sc ne infinorann la natiira e ie cause, cd ininiellcva mdla bocca le joslanzc alinn'iiiaii lidoilo ncl modo sopia iiidicald piT una fossura di Ire lincc circa, lorniata dallii spazio (icicrniinalo dalio accavaiianienlo dci;!' incisivi dcik' due masccllc: cd c da nolarsi die in (|uo.slo iiidi\iilM(i la ipertrofia e lo indurimenlo dei lessuli ammalati erano a grado lale <la non per- metterc I' ingxesso neppurc al bislorino a lama stretta.

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di complicanza, altrcltalo e sperabile la guarigione; da- poiclie le liingiic iiicisioni rostituiscono la bocca alio stato normale. 3Ia i falti die ho descritti istruiscono die vuolsi avere diligenza e perseveranza, anco da parte dello am- malato, a portare a compimento il proccsso curativo; at- tesoclie nei casi , in cui la ipertrolia e lo induriniento saranno progrediti di niolto potra sembrare die le ind- sioni per quanto lunghe e larghe si fosscro non giun- geranno a vincerc il male; e a dir vero, se la mioloniia applicata al buccinatore al giosso-staliliiio ed al coslriltore delle labbra non dividera a lulta sostanza qiiesli muscoli, non si riuscira inai a far aprire la bocca.

Or chiaro emerge da quesli principii pralici die le incision! si dcbbono replicare tante volte, qiiante sono suf- ficienti a non lasciare indivisa alcuna parte dei lessuti amnialali, e che, se per la natiira speciale della flogosi le soliizioni di continuita si trasniuleranno in piaghe sordi- de , allora bisognera aspettarne il distaccamento delle escare per ritornare alle incisioni , approfondandole ed estendendole quanto sara necessarlo per completarle, evi- tando di comprendcrvi il coniiine intcgnniento; loche com- plicherebbe 1' andaniento della cura. E sebbene portate a tanla profondita potrebbero esser seguite da emorragia, specialincnte dalla coronaria labiale o dalla facciale, non dimanco converra pralicarle con sicurezza; attesoche la pressionc locale seniplice o con gli eniostatici o tult'al piii la legalura saranno suflicicnti ad arrestarla.

Inoltre bisogna avverlire a tenere senipre scostale quanto piii sara possibile le divisioni dci lessuli per mezzo di corpi cnnciformi a diniensioni graduate, che polessero costruirsi di pezzetti di suglicro, da frapporsi alle mole. Finalmcnle non e da passare sotto silenzio die le inci- sioni sulle prime non potranno essere portate iiellc parti posteriori o interne della guancia , ma nelle vicinanze

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delle comniissuro dcllo lal)lira. Sl)riij,liala quosla parte ed oll(M«il(» spazio siillici(!iite a polcr oiilrarc il dilo ('S|d(»- latoie cd il liisloriiio si praliclit'iaiino suHaiigolo iiilcrno delle niascelle e suF rimancnlc dclla i^iiaiicia. Ed aperta in lal iiiodo vicppiii la cavila sara agcvolo adopraric sui piiaslri anlcriori per dividere i glosso-slaliiini , ed anco sui hordi d(dia liiii^iia , laddove qiiesli avranno contratlc aderen/.e colla siiperlicio interna delle gengive.

II piocesso operalorio rhe ho Iraciialo non e die il trallanienlo tliiiurgico locale; il quale sara niodilicato giusta le circoslanzc csigeranno e a seconda I'andanienlo dei fenonieni, chc sopravverranno alle opcrazioni ; vale a dire Ijisoi-na aggiungervi or gli animullienti ed anlifloiii- sUci, avvenendo la llogosi, cd era i risolventi ed il nilralo di argento avviandosi Ic sohizioni di conlinuila alia cica- f/izzaziono. Tra i risolvenli non si dee perdere di niira il jodio per I'lizioni; air csterno sulia guancia e la tinlura dcllo slcsso applicala con un pennclliiio sulla piaga; evi- tando gli aslringenli e gli slillici, i quali polrebbero con- correre ad accorciarsi nuovaniente i lessuli.

3Ia cio die dee lissarc vicppiii 1' allcnzionc si e il Aizio generale die abbia concorso a ]»roniuovere la ma- lallia; e ijuindi se predomiiia la silillide dovraniio prefe- rirsi i iiicrciiriali, avvertendo pcro di usarii allurclie sara ccssala la llogosi traumalica per non incorrere a so[)rair- rilare Ic glaiulole salivali: e sc vi sara predoniiiiio di vizio scrofoloso i prepaiali di jodio, per uso interno saranno adoprati; i quali anco neila silillitle, come ben si sa, po- frantio per tpialclie peculian; circoslanza essere sostituili al nierciirio.

(^ueslo e (pianio lio poluto c sapulo dediirre dai I'atli.

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LA

VULGANQLOGIA DELL' ETNA

CHE COMPnODE

l.\ TOPOGRAFIA, LA GEOLOGIA, LA STORIA DELLE SUE EREZI05I,

AO.V CUE

LA UESCHIZIOiNE E LO ESA3IE DE' FENOMENI YULCAKICI

DEL SOCIO

ATTI ACC. vol. XIV. 25

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Le assidiie ricorche ed osservazinni srdla massa ridvanicd dell' Elna : il lanio che sc lie e scritln, (jhni- <l<))i(i fmidmcnlv a far toiioscon' se lo studio sopra il pill iinlict) dc' vvlcani rammcnlali dalht sloria, nvessc conlrihidlo (dcmi che a slahilirc una soddififaceide Teo- ria rulcaiKdojiica ? I'Jcco una domanda die in fo a me slesso lulli' le volte ehe mi locea tratlar dell' Etna.

A risjuntdeve a tale domanda bisogna essere at faito delta sloiia fisica de vuleani , de fenomeni lutti vlie essi iircseutano, non ehe de' modi di spieyamento, ehe han data i vuleanoloiiisti alia stupenda loro azione cd (did causa che /' alimenta. lo non mi credo da tanlo. e non sarehbe questa una impresa per le deboli mie fhrze : potrci pcrb , dopo tanti anni di osserva- zioni sopra il vicino ruleano, rianire im huon numero di I'atti che lo riijuardano. e ra(jionarri sopra in modo da poler, se non pienamente. in parte almeno rispon- dere al mio stesso (piesito.

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Prima porb di enirare nel difficile aringo e indi- spomubUe chc (jiuslifichi il mio studio sopra i feno- mcni dell' Etna, con la testimonianza delle mie locu- hrazioni , per mostrar che non deriva da oryofjUo o da troppa fiducia nolle proprie forze , il voter inlra- prendere wi arduo lawro.

Quando la prima volta salii la cima delV Etna nel I80i , in compaynia del dotto mio mafjfjior fra- iello Mario Gemmellaro, mi tocch ossenare taluni de- holi I'enomeni di una piccola eruzione nell'interno del cratere; che aveva alzato il suo cono a via di rifjel- tale scorie cd arene; e la lava era scaturita fjia alia base di qaello, e versavasi nel fondo del cratere. Non restavano che lente esplosioni di poche infocate scorie, d' intermHtenti (jlobi di vapore carico di arene ; e T orlo del piccolo cono rovescio del nuovo monticello era ve- slito di efflorescenze disale ammoniaco, di selenite e di zolfo. Mio frutello , che a rayione il celeb. Conte Broc- chi chiumava assiduo scnilalorc do' fenoincni dcHElna, non lascif) di comunicarmi aderjuate idee sk (juei fe- nomeni. Eyli costruiva in quell' anno la piccola casa di ricorero a' viayijiatori, a proprie spese, che fu delta Gratissiina , all' altezza di 9200 p. p. sopra il livello del mare; tanto importa la ]>iu alia in Eiiropa, ed in que (fiorni che si dimorb in quell' altura, mi accom- paqnava per tulli i contorni dell' ultimo cono dell' Et- na, ratjionando sopra oyni oyyelto che attirava la no- stra attenzione.

Da quel momenio, quesla montaqna divenne per me ofjqetto d' interesse e di studio, e cominciai a per- correrne le [aide, piene di corsi di lave, di estinli cra- teri, di balzi, di avvallamenli non chit di collivali ler- reni, di boschi, di selve, e di nudo e sterile suolo vul- canico.

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J miei vi(i(}()i con Ic Inijipo hrilanuicJic, in ImjhU- Utrra, ore ncl I til I, ascollai le lezioni di Sir. 11. limy sullu Goolofjia ; in Madera , in Gihillerra nella pro- vincia di Valenza, nelle isole lialcari, nella cosla di Barharia , nelle i.snie Jnnie . in Italia, .s»/ ]V.s?m/o e nelle /so/c Eolie , mi arrieehirdua di osnenaziani , e mi trovui in islalo di poler profp'cdire nella sludia della (jeahtipa , elie aniepasi alia pralica mediea-ee- /'j/,s/frt , nan palendu ahbracciare in una volla piii di nna profes.siane senza iradirle hdle. Jtilnrnalo molle v<dle saj)ra i fianchi c svlla cimu dell' Elna mi j)i pia- eecale il Irorare . fra riijellali pezzi nel piano del la- j^o , lalani di (jraniln eon piceoli erislalli di slaipw ossidala : e nepuhhlieai una memoria nel 1 823 (I).

Alia prima lornala dell' Aeeademia Gioenia. dopo la pnbhiica .solenne inaufpiraziane, io vi lem un Pro- spcllo (li lopogralia lisica dell' Elna, per invilare i soeii a vallahorarvi , assumendane i varii rami, e presen- larsi in di.slinle monotjrajie (2). Io slenso, poeo Icmpo dopo , ne diede Io esempio eon nna memoria sullc condi/.ioni '•■cologiclic dell' Etna (S) ; erf in essa eomin- eiai a far eonoseere r.s.srj- neee.ssarie le osserrazioni yeoloijiche . sopra (pianlo il nanlro lulvano pre.senla , e non limitar.si alia sola deserizione de snoi incendii, eome si era [alio sin'(dlora. Cos] nel IS2(> presenlai nna memoria sni hasailo : nella (jnale ni' intpeipiai a stabilire. per la prima volla, i earalleri dislinlivi fra il vent basallo e le lave valeanieJie prismaliehe (i).

La renula in Sicilia del eh. Conte siy. Ileffn Ne- grini da Manlova . lalenle mineraloijisla , e nwdeslo

(1) Snprn (ilniiii ]wzzi di (iranilo, fee. Ciitaiiia 1823.

(2) A(U dcHAcntilvmia (Hueuia rol. I. .ivrie /."

(3) Ik'tlo

(4) AlU Gioen. tul. 3" see. /.'

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(juunUt dolto ffcolofio, mi rassodu nelle rjeologiehe teo- rie , vimiijiando soro nella pcrhislrnzione do' vulcani ('slinli del Val di A'olo ncl 1826. Sui rapporli o sullo slfdo di (luell' aUernalo lerreno neltimico e plulonico , io presoulai la prima memoria, alia Gioenia con 1' i- dea di conlinuare il lavorn (1); in qucUa prima ve- nivan dislinle le relazioni (jcoynostiche derjli strati del terreno nettunico , e delle correnti vulcaniche , state (fia snttomarine, e si dava nel tempo slesso ana idea del bamllo, e della sua (jiacitara in que laotjhi.

Erano questi i primi lamri die si chltero in Si- eilia di arfiomento tieolocjico. L' anno dopn lessi nna minuta deserizione ilel conriiie marillimo dell" E(na (2).

// Conle Tlejf'a di ritorno daW Isola di Pantelle- ria reeando i prineipati safjqi di quel terreno trachiti- eo, voile che io ne dessi conto airAccademia; esami- nandoli, trovai che il sistema felspatico non era il solo che manifestavasi in quell' Isola, ma che il pirossenico predominava nella parte settentrionale di cssa, ed ap- posi alia memoria la carta topoijrafica di Pantelleria, che da persona ivi dimoranle potei ottenere (3).

U azione del Salmarino suUe lave vulcaniche cel- lulari. che le riduce ad infornie vespajo, mi mosse a fame oqrjello di apposila memoria , che accompafpiai alia dimostrazione di un masso di lava , ore quell' a- zione era manifesta ne suoi effelti (4).

Nel 1831 un vulcano aprixasi nel mare Africano, fra Sciacca e Pantelleria; da pochi mesi io aveva ot- tenuta la caltedra di Storia Naturale nella li. Ini- versitii deyli Sludii in Catania c per incarico della

(\) AlU ec. vol. 3. ser. I.'

(■i) AtU oc. vol. I. ser. I. iS2S.

(:^) Alii <>c. vol. 3. ser. I. IS2f>.

(4) Alii vol. 6. ser. /. .

189

Dcinilazionc mi rocoi ad osscrvarna i fcnomcni , tlic dcucrissi in luui iiwnotjiulia jiubhlieata /" anno slesau, c chc si voile inserila netjli Atli Giooni (I).

Sulla Eruzionc del IHI}2 , inviai mauoHcrillc al Car. Lcimhard in Jlcidelhcifj , hdunc licciclw (jdolo- (jichc. lendculi a diinosliara la lalcrali' inlnisionc dclla inuleria larica neli Etna, e (jiid che pohehhe aivenire iin ijitirno ncl mo laUt occidintalc Qitcslc fiirono lia- dottf in ledc.sco, cd immiilc nel Hioinulc MinvraUnji- co, che pubbliea (jueW illushe (jeohxjo.

Scrissi nel JS,')','J, la sevonda mvmoria mvuUani eslinli del Yul di Nolo, deserivendo i diiersi vmleriali nctlunici e plnlonici di que' luofjhi (2).

lieealomi alia riimione della Soc. yeoloyica di Franvia in Slianahuvfio nel JS.'ii vi lessi una viemoria nulla foimazione della erosla del Globo ; dielro /' idea che me ne era formula, traversando (jli Appentiini Li- (juri e le Alpi ; e fu per iniero inserila nel bullellino della Soeieta, (sept. lS3-i). Presenlai, ollre o cii), a (jue'doUi Socii la mia carta (jeoloijica di Sieilia a fo- gli sopraiiposti, e ne disefpiui le formuzioni sulla La- vafjna ; di cui fu yiviiinnilo inlorcssala la sociolii (3).

Passundo, in .secjuilo, alia riunione dei fisici te- deschi in Sluttijard, ore io era principalmente diretto, lessi ill pure , in latino una breve descrizione della \alle del Hove , sostenendo dorersi considerare come «n' ubbassamento di suolo ncl fumco della Montaijua, e non (jia un solleramento (4).

In ultra ne scrissi. sidlo stesso subjetto . /' anno dopo , dietro che il prof. Pillu ed il siynor Elie de

{\) Alii vol. S. srr. I.

(2) Aiti ec. vol. 9. seric 1.

(3) Bull, de la Soc. Geologiqiw de France, ^ept. IS3i.

(4) .Uli rol. II. ser. I.

190

lieaumonl, avean puhhlimto, snpra la Yalle del hove, delle idee alle qnnli io non poleva uniforinarmi (1).

Nel J83S descrissi la Eruzione dell' Etna di quel- V anno, die fu dedicata alia Maesla di Ferdinandit II, prescnte alia letlura della Relazione (2).

In ugual modo descrissi quella del I8i2 (3) e ncUo stesso volume di quell anno , un allra memoria fu inserila sulla variola di su|icrficie ilellc lave, che de- dicai al eh. prof. Pilla; e nel /Sio, ollre alia descri- zione della Eruzione di queU anno (4), lessi all' Ac- cadeniia una memoria sulla GroUa basallica di Scila , e suUe lave prismatiche di Licodia. Nell anno stesso pre- sentai al Comjresso dcfjli ScienziaU italiani in JSapo- U, una monoijrafia sul IJasalto dccomposto dell' Isola del Ciclopi, con allre memorie (jeoloqiehe (3).

Sii' cralcri di soUcvameiito e di eruzione, inleressai I' Accademia nel l8iG ; facendone rilevare la somma differenza, e tofjUcndo rjli equimci che possono pren- dersi dello aspello della iudicazione derjli slrali (6).

Scrissi nel J8i7 sulla costiluzionc fisica dell' Etna; lavoro che verra riprodotlo in gran parte in queste pagine ; ne mancai di dare la relezione delVincendio dell' Etna del 'I8S2 (7).

Accennai nel 18o3 quel che j)ub osservarsi in una corsa inlonio alia Lase dcU' Etna (8) ; e net 18Si

(1) Am vol. 12. ser. 1.

(2) Atli vol. 1i ser. 1. ^ ',

(3) 'l«i ^-ol. 19. ser. 1.

(4) AHi vol. 20 ser. 1.

(5) Anl vol. 2 ser. 2. .Yell' anno ISO- scrissi la memoria sulla Eruzione del 18i3 Alii Gioen. vol. 20 'F serie.

(G) Alti G. vol. 3 ser. 2.

(1) Alii G. vol. 8 ser. 2.

(8} Aui G. vol. 9 ser. 2.

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presenlai (jualclw niiova idea partando dellu SlriiKura dol Cono de' 3I()iili Kossi prcsso IN'icolosi (1),

Sduo (/ucsUi Ic mcmoric da me inihhiicalc inlor- no ad aijjonindo ridcaiiolixjico, dvH' Eina principal- iitenlc. Tullo Ic allre chc riyuavdano la Gcoloijia , o la parlicolaic (jeoynmia di cuiii Inojihi, sc pure Imn quahlii' pvc(jii), si h (jaclln di polcr ranlarc di csscj-t' .s7«/(' /(• prime produzioni (jeidiKjiche , die si eraiio , sino a' viiei lemfii , puhh'.ivaU' in Sicilia da' siciliani aalari (2).

(1) Ain C. col. II s,'/-. 2.

(2) Mi'initrie piihhUcnlf noijli .illi dell' Acaidomia fiiociiia rd ill rari (lioniali di Siciliii.

Sulla jiaoiKiiiiid dcllo iiionlfifinc di Sirilia.

Sullc Coiirhifilic fos.^ili di Cifali.

SuUd fonnazione do' rognoiii silicei iiella cvi'la.

iJescvizidiic d' niia Cavln gcoUxjicfi dclla Sicilhi.

Siillo iidju.

Sill liUiiiiilc iiicvidioiialo delta Pnniiiciii di Messina.

Sill lerri'iio fiiiira.-f^iro ili Taiiromina.

Sill li'ireiio dclla Piana di Catania.

Sill Cakario di favarclla.

Sill torri-nn di Caicaci <• di Trnina.

Sulla injlueiiza del vi'i/iio ovgaiiici) nella [ormazioiif dctln rroala del Clidnt.

i'.ti'incnii di ticidiKjia, ad iiso delta I'nicpr.vla deqli Slu- dii ill ('Ailaiiia.

Sulla protesa scparazioiw di'lta Sicilia dalla (Jilaliria I'.ffemmdi per la Sicilia.

Siillc iniiiicvc di Sicilia.

Sulla ciif^la Dicrididiialc del (iotfo di (Catania.

Sultii Scifli) di Ml.

Suit' Arijilla blii di Sicilia.

Sopra due Tavole yeologiche.

Sulla vita ininerale.

Sulla Carta lopofirajica dclla Criiiioa.

Sul tciTcuft crvalicii.

Sut Dihiiii) I'liiicisatc.

La Crcazionc, quadio /iloso/ico.

ATTI ACC. TOL. XIV. 26

192

Aver noieralo tali mie pubblicazioni non e atalu in me osU'nlazionc di inolliplicitd di lavori: chl' di tanla frivolezza non mi eslvmo capace; ho crcdulo neccssario il farlo, come dissi di sopm, per most ran- clie, He mi necimjo a Irullare il dif^ieile (irrjomenlo delln Viilconologia dell' Etna , posso mostiwe aimeno di non averne trascuralo lo sindio.

Passando a quel vhe da altri si e falfo sullo slesso suhjello, sarebbe mperflao il rammentare quanii scril- tori avessero trallalo dell' Etna, e quanlo se ne fosse dello sin da remolissinii tempi; la stovia de' siioi in- cendii conta moltissimi autori, (jveci, latini e di tulle quasi le nazi(nii catle di Europa.

Era quelli ehe ho letlo o consultatn nelle mie lu- cubrazioni , tutto I' ajulo mi han preslato (jli antiehi per eid die riyuarda la istoriu delle Eruzioni ; ma nul- I'altro pnleva aspeltarmi da autori ehe scrirevano in tem- pi, ne' quuli la GeoUujia era presso ehe iynota.

lieeupero benchb si avesse la riputazione di Pii- nio dcir Eliia, non area pnbblieato ehe la storia de fe- nomeni avvenuti nell'Etna nel /7.3'j'. La storia (jeneralc di qnesto vulcano, ehe da lui si aspeltava resto ma- nose ritta.

Gioeni, ehe raeeoifliera ed ordinava le produzio- ni vuleuniehe dell' Etna e del Vesuvio pubblicf) la li- lologia Vosiiviana ; e dell' Etna, non scrisse ehe la sola relazione dell' ineendio del 1787.

Spallanzani aveva reso sernizio utile alia seienzu ne' suoi Viayji alle due Sicilie , ed alle hole Eolie, e molli fenomeni vulcaniei vennero da lui felicemen- te spieijati.

Eerrara , ehe area eompiluto il manoscritio di Reeupero, pubblico la Storia (jenerale dell' Etna, a;/-

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iliinifjcndori (pumU) area sapulo raccorro da' profjrcssi delld Ncicitza, v didlc ojicrc del Ihdiimicii.

11 nipole di Uevuptno pnlthlivando il manoscriUo dcllo Zio , lit Hhistro di nolo o di afpjiiinlc ; ma in (picl lompa lion si caiKmcrann clio la hizzairc learie di Ihdiin , sparpaijliaU' ncl Diziunaiio di Sloria na- liiralc, rislumjialo in Vfmozia dal I80i al 1808.

Proscfjucndi) i siioi sliidii imhcnilo dvllc idft' dd- t immoilale lUiJihii, Fwiara ridlc scnvorc' i siioi Caiii|ii FIciiiTi (lella Sicilia o dollc Isolo die le sono altonio ; « pni la cas) dclla iiiinoralof'in ili Sicilia , luni allio mi- iKiii monaip-ajic . (he I'urono sliiiudc in allora jircfjo- ndi larori.

Marariipm, vo' principii dclla Cliimica ed iniziato nidlv scicnzc nalnrali , ridn.ssc a larolc sinrdlichc la slaria (p-nvrtdc dell' Etna, <• si jioso a dcsrriicinc i ini- ncrali. PiofiUandn didla scopcita di Sir IL Davy sui niclalli di'fjli ahali c dcllc Icrrc, volcra applitarhi ai fenoincni rulvaniri, cd alia Icaria dclla Terra : poco icmpa dopn (jc(d(Kji franccsi palcsarono le slcsse idee, 0 i}larari(pia ne reclamit la jiriorild.

La Sicilia, per esscrc slain per mallo Icmpo pres- suclii' iijnara dc priKjressi dclla (jeido<jia ncl C.anlinen- le. divennc oipp'lla di riayfji e di nsservaziani afjli scicnziali siranicri : e j'ra le ccnlinaja di cnriasi die risiUicano il noslro nilcano, imdli le nc erano islrai- li, ed al [alia dcile scienze naUirali ; e qiiesli nun tar- darono a piihhlicarc le lorn idee riijitardanli l' Lina.

Scroopc, jirofillii di ana corsa sii (jiiesla nionlaipia per aipjiuiKjcrc niioii modi di spiefjainciilo a' fcnoinc- ni vnlcanici.

Daiilteni/ risilii piii accuralamcnic la Sicilia. e ne ric<niohlie le rarie foniiazioni. l*<nll> deW Eliia ahpianio rapidainenle . ma nc Icnnc jiiii vidle conio nclla sua

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opera sii' vulcani, la quale i' assai piii iilile di quella (li Scroope.

Sir €h.Lyell,perluslran(}n i lerreni di Sicilia con- eep) il suo nuovo sislema , di dividere, c/oe , in Ire epoche le formazioni Icrziarie , appofjijialo alia pre- setiza dc fossili di specie iuW ora vivenli, dislimjuea- do i perindi della loro prima comparsa, die chiavio Eocene ; del loro minor nnmero riapeUo a quelle delle specie anliclie, che disse Pliocene, e della loro prepnn- deranza sullo anliche specie, che appcllb Plioeeiie. Si- slema adallaUi oramui universalmenle in (jeolotjia. Con- siderb nell' Etna lo ahbassamenlo del suolo, come cau- sa della forma della Valle del bore ; e j'u sobrio, in quel tempo , nella teoria de sollexamenli ; in oyyi si allendono dallo slesso insifjne (jeoloyo nuore sue idee sul noslro vulcano, dopo il rilorno che ha [alio in Si- cilia nell' aulunno del I8S7 non che , per la lerza volla, nel JS.jS.

Federico IlolJ'mann , che sino alia sua risila del- r I'Jlna era slulo seyuace del sislema de' soUevamenli , (jiunio in Slrombtdi ebbe a ricredersi, e ne fece solen- ne rilrallazione. Dobbiamo pert) a lui una carta (jeo- loijica della Sicilia , p'l'u circoslanzialu cd esatla di quella di Daubenij.

Elie de Beaumont, cercit i sollevumenli nella valle del Bore, e nella massa dell Etna ; come ureva fatto Leopoldo Pilla.

Abich applicb la sua analisi alle lave ed ayli allri prodotti vulcanici dell' Etna , e fece cosu utile alia acienza.

II barone Sertorius di Wallershausen pussb ])iii anni a lavorare suUa carta lopo(jrafu'u dell' Etna, as- sistilo da molli valcnii jisiii : ma di questa opera sino al tempo in cut scrivo (18,'jS) non. si sono veduti che

19j

due soli primi fascicoU, onde non ho poiuto conoscenw il protjUt (1),

Dacchh apparirono nol IS23 (jli Alii deH'Accade- mia (lioonia tli Sn'enzc iialiirali in Calniiia, ]u Sicilia ccsso di ('ss('rri;ni(iy<lal(i come cslninod a' pronrcsfii dclla (Ivo- lojiia, c Ic mcinoiic di I)i (Hafomo, di Mnvavujna, di Foraru, di Alcssi, d' Inlciiandi, di Aradas, di Gid- KKpii, dc' fialclli (' jiijlio Gcinmcllaro, in arfjomcnii (jrii- '".'/"'■ jKilconhdiKjici. c ciilc(ni(d()(jici, Jian liscosso il jilaiisti dc' naziouidi c dcijli cslcri.

Iii(<)i<i(j(ji(do da (fuesli d(di, e (jiiinlo oramai ul 7 /" (iniKi di mid rila : ajiihdo jioco ihilJc mii' jhr- zc , per iidraprouk're allrt' corse in (jncsla vlussicu terra, ho rohdo lenlare di rispnndere ul (piesilo, che i(t slesfio mi son [alio z Se /' JJlna » eioii « ha conlri- « Iniilo ahun che, per lo shidio che se ne e fallo , a « slahilire una Teoria ruUamdixjica ? » ed ho scrillo (fuesle jHKjine che inlitolo Viilcaiiologia dell' Etna.

3li son (juardalo di enlrarc in discussioni sopra le idee presenlale da alh i si( qneslo aryomenlo, ed ho soUimenle volulo esporre le mic, senzu volcr pretcndere che avessi dalo nel seijuo pin che allri mai. Que- slo inio lenue lavoro sara diviso come appresso: Cenno Topojirajico . Considerazi<ni i (jeohxj ich e . Sloria deW Kruzioni. Venomeni in parlicolare. Treniuoli.

(I) // sifi. eh. l.ijcU. wl riliiruii clu' lui jallo )ii'l Is.'is. hii partato scco hi intiora ciirlo iopinirolica del horoui' Walti'ishdu- non, ('.<,•<« (' mivubilc laioro jwr la iJicci.-'ioiK-. ]ior la fi<ln'iii(i di- lUji'n:i(i per la lerila poccato che ne' itoiiii di iiiolli liioyhi iti e ref/oldto sujira quaiiln (,U MKjfjeriraiw le (juidc: k qiiali iioii esseitdo de' luoyhi iitini daiaiio nomi a eapvUvio.

19G

Fumo, cencri, avene, ccc. lidcche di Eruzinni hdcrali. Sijimjamcnlo delle laie. Varie forme di loro supcrfick'. Elemcnli c composizioni . Formazionc dei crisUdli mUo, lure. Azione de<jli u(jenli indoorohujici. Azione de rogdahili. Sollevamcnti. Ahlxisscmwnti di suoh). Craleri indipondenli. Conchiimone.

sii- iinliilis uriliir /Kliia ;

Tcrrre roraiiiiiiil>ii> vires Iraliit , tirgpl in arclum Spiritus; incciidiiini \ivil |)cr niaviiiia saxa.

Coniol. Se\orus do Jilna. v. jCS-Oi.

Perenne arile I'Elna famoso; pc'sotlerranei rislrclli nieali si rinl'nrza cd uria il vaporc , inenlre vivo iicl focolarc e I'iiicendio fra gli slrati terreslri.

CAPITOLO I. -

CE»'0 TOPOGRAFICO BELLA SIPERFICIE DELl' ETNA

JJ ETNA ! (|iiali suhlinic itlec non risvegiia alia nicnle qiic- sto iionic, iniposlo ad uu' ardente Vulcano, il piii antico (li cui faccia menzionc la storia ! II suo immenso cono : la sua altezza, cui i;iiingoiio appcna a mcla le piii alte montugnc di Sicilia: la liinga seric de' sccoli che son corsi jicr avcrc poluto essa giungcrvi , a via di soprapporsi nialcriali e lave, svisccrale da' profondi slrali della scorza lorroslrc : il pernianciilc suo acccso focolarc, dondc svol- gonsi con cslrema I'orza i vapori, die a farsi slrada ncllat- niosfera, scuotono orrendanicnlc la terra , e spingono sino air alio cratere o nc' fianclii del niontc Ic rovcnli e liqui- dc lave : i I'enonicni die accoinpagnano quesli lorrcnti di fuoco, che inondano i bassi piaui, incendiano Ic selve ed i Losclii , cuoiu'ono di aride recce i coltivati campi e i

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vil!ai''<ii, e si avanzano fin' anclic a contraslare al marc lo

inipero L'Elna! nicraviglia delle aiilichila: Icr-

rore de' vicini ahilaiill : oggello ili curiosila de'po[»oli slra- iiieri : fiicina di sUipcndi ftMiomeni : argomcnto di riccr- clie c di sUidii degli scicnziali : somprc altivu, semprc, forinidai)ile , c scinpre nuovo , iioii c aucora conosciiito abbastaiiza c valiitalo ; c lascia , e lasciera scin[»re , di die ricliianiarc 1' altcnzione c lo sliidio de' fisici , finclie le scieiize natiirali, rigcUando Ic insussistenli leorie c le nialfoiidale ipotcsi, ccrcheranno iielle opere delia natura^ atlenlanicnte e seiiza preoccupazione di spirito , il rctto senticro, che conduce al rinveniniento de' niezzi de'quali essa si serve per produrrc i pid grandiosi fenonicni.

Con queslo principio per giiida, volcndo traltar del- r Etna, noi altentanienle esamineremo quanto esso ci of- fre nella sua niassa c ne' suoi fenonieni, per cercarc di trarne, sc ci sara possibile, alcun resultaniento utile alia scienza vulcanologica ; e cominceremo dalla topogra- fia, val tanto dire, dallo csame della superficie di questo Vulcano.

§ i. L' aria rincliiusa dalla gran curva elliltica. di piccolc montagne ed alti colli , la quale coniinciando da quelle di Taorniina, gira per le altre diMalvagna, Roc- cella, Placa, Centorhc, Judica, Ramacca^ 3Iilitello , e da Lentini va a finirc, appianandosi, al ca|)0 S. ' Croce ; e occupata per nieta dalla Plana e dal Golfo di Catania , e per l' altra da basse colline di gres e di argilla, so- pra le quali, con una base di novanlatre miglia, gigan- teggia it niassimo Etna ; die conico e solo , sdegnando al dir di Bembo , la vicinanza di altra inontagna (1) si

(1) Coelebs degit, ct nuiliiis montis diguala conjugium. caste intra suos tcrniinos coiUinctur.

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circoscrivc dc' siioi slcssi confini, c s' innalza a due nii- i;lia c mezzo ncllc liiiec dell' alniosl'era Ira il firado di lal. 37, 38, e long. 32. 33.

La foriiia della sua niassa, henclie presa insieme si accosti alia lii;iira di iiii coiio, ha lullora lali scavameiili e lali clcvazioni iiella sua superlitie, clie ncl discgnarla da qualsiasi lalo , non dara niai esalla quella ligura , e riducesi piii presto ad ua' aniniassanicnto di nionlicelli , di lialzi, di j)iaiii iiielinali, di crcslc c di lupi, ebe so- slengoiio inline un alio dorso di niontagna, lerminala nella sua velta da un eono Ironcato. Dalla parle che guarda r oiieiile , poi, una cslesa vallala sccnia , di una sesla parle circa, la massa del corpo della nionlagna e cosli- luisce un'irregolarissimo terreno. Vaslo nuniero di cratcri di enizioni, gia suceesse, si eleva a cono al di fuori, cd a cono inverso al di dentro, ne' lianchi del Yulcano ; ma il solo aperlo alle pcrenni sue esplosioni e il sommo ver- ticc dellKlna.

§ 2. Cominciando ad osservarne la superficie dalla parle di mezzo gioruo, delcrminala dal quarlo di cercliio, die coniincia da J'alerno e lermina al capo dei 3I(dini , si Irova clic le lave dell' I'llua cuojirono parle del ter- reno di grcs ed argilla , terniine delle colline di quella formazione, die fan seguilo a' Pofjfji di Aderno.

Sopra di quesli appaiono laluni piccoli vulcani idroar- gillosi , 0 salse , delle sdlinella; e niolle acque niine- rali, acidole in gran parle, lianno quivi la loro scaluri- gine. I'na rupe di lave (piasi prisniatidie cosliluisee la rupe di Palerni) ; soj)ra la quale slanno la Cliiesa ma- dre, i Cappuccini e la lorre normanna, con allre ahila- zioni.

Qnesle lave prismalidie , nel basso , sono di una slrullura conipalla, e molto si avvicinano alle basallidie, Dalla parle di jKMieule della ru|)e molli blocdii di «[ue-

iin Acc. '.uL. \i\. -'

200

ste stcsse lave, ma piu celliilari, sono imprcgnati di pe- troleo, c le cellule lo coiitengono nello slato litpiiilo.

La coUina ai'gillosa serve di base, in segiiito, alle carricre di lave jjasaltiche , clie occupano tulle le allure della Scula e S. Biayfjio, e poi, a ti'anioulana. a quella di Acquarossa , sorgeiUc acidola anch' essa , ed ove in talune piccole groUe la esalazione del gas acido carbonico e polentc. Scoverla riappare la collina a Yalcorienle, ed ivi le ultime lave di quel lalo della nionlagna veggonsi sopraslarvi, e roni{)ei'si in blocclii, quando il terreno ar- gilloso clic le sosliene va cadendo in frane. In mezzo a questo terreno upparisce an gruppo di basulli globuiari, presso i molini di Valcorrenie ; e da li in poi la for- mazione terziaria snperiore di gres ed argilla resla alio scoperto, e forma i colli della 3Iotla e delle Teirefurti di Catania.

Alia Motta un' allra rupe di lave basalllche si elcva isolata immezzo alia cennala I'ormazione , e scnibra non avcre rapporlo con le lave dell' Etna; avendo tultc le ap- parenze di un vulcano indi[)endente dal gran focolare. iVella parte superiors si osscrvano i vesligi ed i mate- riali di un cratere, ed un piccolo corso di lava, die da quello dovette provenire ; del quale una porzionc resta ncl lato di poncntc, essendo il rinianentc sparso insieme alia collina clie lo sosleneva, nellc valli del terreno dei dintorni^ per la i'orza delle aequo, clie ban solcalo tulta quella eslesa i)arte della piii volte cennata I'ormazione terziaria superiore.

Dalle Terrej'urii avvicinandosi verso Catania nessuna lava s'inconlra, a riserba di un braccio di quella del '1660; ma loslo anliche correnli occupano le colline argiliose e di gres dei contorni della citla per ponenle ; e Catania e fabbricata in parte sulle lave, ed in parte suUe t'alde di quelle collinette e sulla spiaggia del mare. ,j ,,; , yX\,-i)

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Lave 0 ])oi lave costitiiiscono liilla la plaga, clie da Catania si eslenilo sino ad Aci-Ciislcllo ; si va, iion oslan- te, ora qua ora la scoprcndo la sotloposta Icrziaria for- mazionc ; conic a Cijali, al Fasano , a S. Pnalii , alia Lcucalia, al CanaUccliin, alia Calim, nWajWinziuldla, v poi nci pojigi di Aci Caslcllo c Trczza, ove e piii clie altro- ve scopcrla od cslosa. A S. Paolo e riraarchcvole iin gnip- po di |)risnii hasallici allorniali dal suolo argilloso Tulle 1(> aeipie sorgive , die scorrono in qucsla paric della base dell' Elna , provengono dal lerreno argilloso so|lo|)oslo alio lave. Lc principali sono quelle di Yalcor- renlo, di Cil'ali, del Fasano, di S. Paolo, Leucatia e Ca- nalicchio , di xicicastcUo c Trezza. Ne' contorni di Cata- nia sono incanalate in acquidoUi per la irrigazionc dcgli orli, e ()er gii usi della Cilia, indipendenlenienle depozzi che vi sono scavali sopra il sotlerraneo Anienano, e nei corlili dollc case.

La rupe di Acicastello e lulla di basallo globula- re, c peperino color lionato. I'na quanlila di grnp|)i di vero liasallo sorge per tullo il Iratlo di quella collina ; ed allri forinano. non clie la sponda del mare, iiia si bene i faniosi scoyli dc Ciidnpi.

La snperlicie del reslo della sezionc del cono, che lia j)er base il (juarlo di cerchio indicato, e terniina col- i'apice del verlicc dell' Elna, e tullo di lerreno vnlcani- co , di lave di varia epoca addossate una suU' altra , e che, a quando a qiiando, sono coverte di canipi di arene vulcanichc e di ni(»nliceHi di eruzioni coloro spenti crateri. Una gran parte e gia coltivata a vigne ed oliveti , ed e sparsa di anieni villaggi, che le lerrilicale nialerie vulca- niclie divcnule suolo I'erace , rendono iio[)olali e lloridi. La ])or/.iono |)iu alia di quesla prima zonu, della picimm- 1(1)1(1, b slata, sino a j)Oclii anni addietro, covcrta di b(»- schi di qucrce , di laggi e di pini ; che formavano , al

202

dir di Biiffon, iin collarc di verzura al capo caniilo di quel inag'iio vulcano. Quc'boschi, in quesla sczionc sono quasi inlieranicnte dislrulli dalla mano deU'uonio, non die da varic lave dcU' Eiiia stesso.

In questa sczionc e slabilita la slrada ciie da Catania conduce alia cinia della nionlagna : e qnivi si son prese pill volte, Ic iiiisui'c di clcvazione di punli divcrsi di essa; delle quali, quelle prese dal sig. Scliow e da nie slahi- liscono r altezza sul livello del niare, dc'scgucnti punti.

Fasano

p. p

. 6.^)8.

Gravina

((

884.

Blascalucia .

((

1220.

Torre di gril'o

((

1C9G.

Nicolosi .

«

2128.

Apice dc' Monti Rossi

{(

2028.

Grolta dcgli Ingiesi

((

5090.

Torre del Idosofo .

C(

914o,

Casa Gemmellaro .

((

9200.

Verlice dell' Etna . ■. . ..

«

10484.

La iempcralura media di alciini di qucsti luoyhi resuUa.

in Catania . in Nicolosi .

in Casa Gemmellaro. Verlice dcU'Etna .

Lnglio 42.

Agoslo 42.

68. farenlic. 64. » .

»

Lug'lio 38. Agosto 36.

., (1).

§ 3. Dal Capo de'3Iolini, sino a Picnionte, altro

(1) Per altro notizie meteorologiclie v. la Mcmoria sul Clinia di Catania. Atti Glocn. vol. 23 ser. i^v

203

(jiiai'lo (li cerchio, cnlro del quale conliensi la parlo oricii- lale (leir Kliia, il suolo c viileaiiico aiiehesso; Jiia e, ol- Ire a eid, il piii iiiteressanle di lullo il rcslo del suolo elneo.

I'lTssoAci Reale, c proprianienlc dalle acque (jrandi, |)assaiido ]»er Sanla 3Iaria della Scala siiio al giardino del sig. Salvalorc Vigo in Sanla Tecia, la costa die giiar- da il marc prescnla una scoscesa lagliala quasi a pic- co , nella quale possono noverarsi da sei a sclle sliali dislinli di lave ; di cui lalune cellulari nella slrullura con- lengono crislalli acieolaii di anagoiiilc ; nia la niaggior parte sono conipallc, scorilurmi alia supcrficie, cd inler- calale di slrali poco potenti, di scorie c dclrito alluviale. A' flanclii del piccolo scale di Aci, luia lava die non e delle pill aiiticlie, olTrc alia sponda del marc, una grotta di lave piisnialiclie, della delle (-'o/om^e, die per hasalti si prenderebbero a prima giunia; e da una idea, in mi- nialura , della grolla di Fingal. I prismi peri) ollre di non essere arlicolali, per averc gii spigoli assai lagiien-. ti, i laii ineguali e per leniiinare al di sopra in massa di lava die conloiidesi con qiiella del reslo della cosla siiio al Pozzillo, fan conosccrc die la loro forma e do- vula ad iin pailicolar modo di rapprendinumto della lava ncl rafl'reddarsi.

Sieguono Ic lave fin presso la Torre degli Arciira- ji, a liaiiclii del coniune lliposlo ; c vicino ad essa un banco di (rasporlo di cioUoli e malcriali vulcanici, in una specie di breccia, fa parle del lillorale. I'lia eslesa pia- nura ed amenissimi colli cosliluiscono quel feracissinio suolo die va soUo il nomc di Feudo (; Pinna di Masca- li, sino a|)})ie della salila di Piemonle, ove la collura e la vegelazione sono al jdii alio grado di lloridezza e vi- gorc. La spiaggia del liiposlo, sino a Fiiime Freddo, e un nilslo di sciollo maleriale vulcanico , di calcario , di

204— ,

ciolloli di roccc primilivc, die il mare vi rigclla. Noii lungi (la Fiume Frcddo c presso al lido, ribollo iin viil- canctlo idroarg'illoso, o salsa, clie a quando a quando ri- sveglia piii alliva la sua azionc (1). ■>

Da qucslo piinlo siiio a Scliiso , iin corso di lava provcnicnte dal lianco !\. E. del vulcano, c clic lermina al Capo Schiso e in gran parle covcrla dal terreno allu- viale della pinna di Caltabiano. II fiume Onobola la ta- glia imniezzo per nn huon Irallo sino al mare, e serve essa di spalla all' arco del ponte di Caltabiano.

In ((uesta sczione di cono s'incontrano i fenomeni piii intcressanli che I' Etna presenli ne' suoi fianclii. Sopra i colli di Zafarana c Milo , di Annunziala e di Cerrila si apre il vasto avvallanionto delto vaile del Bove. Ha esse per liniile nieridionale la schiena dell asino (2), le serre del salfizio , quelle di Calanna e Cassnne; per selten- trione le Concazze c Ic Finaite; per ponenle il balzo Trifoglictlo, la Monlarjnoki, il niargine del Piano del la- ffo Q la base dell' ullimo cono dell' Etna ; per levanle i colli di Fiori di Cosimo e M. Calialo, non die le allure

(1) Mercnrin. snlla salm di Fondacliclli ecc. Catania 1847.

(2) (Hi al)ilanli de' vari coimiiii di'll' Eina danno spesso to stcsso noiiic a diversi liioglii. La schiona <h'li (t^itio , di ciii qui si parla, c quel Irallo di parole mcridionale della valle del Buve, che delta base della inontagnola si eslcndc sino alte serre del Sal- fizio : c non gia il marginc snperiore del muro orienlale della valle del Leone, che anchc. schiena deW asino da laluni si chiama. Da qucsto cos'i varialo, e diro anche arldlriario inodo di dar nonie a' vari luoghi dell' Eina e nalo , che nella niagnifica , elahorala c diligenlissinia Carta T(qiograrica dell' Etna del Barone Sertoritis di Waltershausen, non Iroviamo ne' craleri c ne'monticclli de' suoi fian- chi i nomi che erano tanto coimuii presso di noi, e che avevanio accennato nelle nosfre pul)hlicazioni. Cifi, che talvolta pno indurre in cijuivoci, ed anclie in crrori. II riparo sarebhe quello di pnh- Idicare una parlic(dar sinoniniia lopogralica , se non di tulti , dci jtrincipali luoghi alnieno di (jueslo vulcano.

2o:j

del iMilo; ciiuiiic mijilia, in circa, e la sua largliezza, e quasi scllc la liiiii;liozza. Con csainc piii niiniito osservala (juesla valle, co' jiareli clic la circoscrivoiio , si vione a conosccro, die il piano inclinalo, ii quale dal principio tiella roi^ione discoperla tonile verso la cinia della inon- lagna, dalla j)arle di mezzogiorno, i)oi, dalle bocvarc'llo del fuoco, del ITCG, cioe, sino a! piano della Calvurina e liinpa dclh' canncUc , si clcva verso la schiout dcl- l' usino e serve del Saljizio, die lungi di coniparir di- rella verso la cinia altualc dell' Ktna, pare come se una volla fossero stale le i)asi di un cono , il di cui cenlio corrispondesse nl piano del Irifixjliello ; nia avvenulo il profondanicnto di quell" anlico lianco della nionlagna , o del supj)oslo cono, la sehiena ileW (isino e le serre del Sulfizio e di (Udnnnn , sono ridolle ad una serie d'in- cavalure e di rialli, solcale in Inlli i versi, e soniiglianli pill a colline nclUinidie clie vulcaniclie ; ed esse , dac- clie lasciano la base della inonlagnola, sino a Calanna I'or- iiiano una curva die da niezzogionio giia a levanlc , e lerinina snile allure di Cussone e Sarro, e cosliluiscc 11 parele nieridionale della gran Valle. A levanle peri) , le colline die sovraslano Zalarana e i suoi contorni , pre- senlauo degii alvei di lorrenli, e jjiccole valli, delle quali quella di S. Giaconio e piii conosciuta per la piccola sorgeiile di ac(jua acidola , die pcrcnne vi scorre. Piii in alio il lorrenle di Zalarana va rcslrinnendo il suo al- veo uel luogo dello Poiiellu di C(d(inna ; cd ivi presso si a|)re la circolar valle di Calanna die a gnisa di gran- dioso lealio, olVre i suoi nniri pcrpendicolari. forniali di nunierosi strali di lave. Suvrasia alia valle il ni(»nle Zoc- colaro, braccio del sopradelto parele di niezzogionio della Valle del bove.

lienclie iion apparisce, per levanlc, alcuii seguilo di [larete , pure il suolo di lave chc si animontaiio una sul-

206

r allra puo scrvir di liniile, per qiiesla parte alia valle; cd in cffetlo Ic acrpic clie vi piovono si raccolgono in due j)riiicipali lorrenli, per quello di Calanna e Zafarana a sud, e per quello del Milo a nord.

II parele sellenlrionale, assai piii alto del menzio- nato di niezzogiorno , e nicno tagliente negli orii , co- niincia dalla base dcU' ultimo cono dell' Etna ; interrotto poco dopo dalla valle irasversale, cui fu dato in anlichi tempi il nome di VaJle del Leone: conlinua [)osciri per le concazzc, fiaaile di Cerrila e M. Calialo , benclie di epoca meno remota, par che ne stabilisse il confine. Di questo parete il piano inclinato a Nord , forma parte del dorso dell" Etna , e vi sorgono gli eslinti crateri di M. Caldara, di M. Nero e Collehasso con altri coni mi- nori, origini di antiche eruzioni.

Serve di parete occidenlale della valle I' altissimo halzo del Trifofjlietlo, che pui) riguardarsi in continua- zione con Giamiic(da e con la ripida salita del lato oc- cidentale della valle del Leone.

Guardando , cosi, nell' insieme la Valle del Bove , con Ire alii pareti, e quasi spianata per levanle, sembra che un solo avvallamento olTrisse, da presso la cima del monte, sino al marc; imperocche iulte le ammonlate la- ve, gli alvei de" torrcnli, le collinette, gli ammassamenti di sciolti e Irasportati maleriali, che formano tntlo il va- slo terreno di Mascali e Giarre, hanno tutti un graduato pendio verso il lido del mare ; c le acquc vi ban roto- lalo sino alia sponda i maleriali vulcanici, che apparlen- gono alle roccc di quegii alii pareti.

Enlro a quesli limili la Valle del bove olTre non poco da osservare con minulo esame. Risalcndo, inl'al- li, dalla valle S. Giacomo verso il piano del Trifogiiet- to, lungo il parete meridionale, s' inconlrauo, in prima, le antiche lave vulcaniche, quasi fatiscenli, di cui quelle

207

alturc son formnlc La Vallc di (]alanna, clio vione in sc- g'uilo, si a|)jires('iila, coiiio ahhiaiii ccnnalo, con allissimi pareli , ne'(|nali si [lossono niinicraro vcnliduc sirali di lave, inlcrrolli spcsso da nialcriali |)iu sciolli e scorifor- nii. Qnesli sliali sono al(|nanl(» iiicliiiali da .\. a S. o da 0. ad I'], gtiardandd i divci'si iaii dclla vallc; lalclic cliiara si scorgc una slralilit-azionc a nianlollo ; cio)' la succos- siva S()vra|iposizioii(' di lav(! .so|ira lavo, addosso al nu- clco conico doll" aiilieo VAnn , clie il prolundanicnlo [tro- duttorc di quclla valle discopri con una vorlicale sezionc.

Hisaloiido ancora [liii in alio, per i-iungoro al ])iano supcriorc dclla i;ran Vallc. si ]iassano lave recciili asjiris- sinio c crude, dislcsc sopra allrc lave ; ed acrivali ap|)ic del nionle, di Calanna, un altro ancor jtiii j;rande anfi- Icalro prescniano le Scire del Sall'iziit, la Schiciui dcl- r asino, il Italzu del Tiifixjlictlo, il Sollo del Cairo , Giannkida , il niari;ine dclla Wdh del Leone e dclle Convazzv. II 31. Zocciddre i\ niezzoijiorno . e la Hoeea lUusaira a Iramonlana, con la vicina lUtcva della lAipra formano il liinilc oricntale del piano snperiorc della Vidle del hove , di cui il snolo e Inllo covcrto ed inijonibro di lave rccenii, e di coni di ernzioni ancora fnmanli.

In lanUi nialeriale nioderno pcro, non lasciano le an- liclie rocce di farsi vedere. I pareli sono di lave felspa- liclie. jicr lo piii, e la loro anlicliila e palese sc si guar- da alio slalo di faliscenza in cui sono. Scopronsi a cpiando a (|nando verlicalinente lagiiale da liloui di lava felspalica e pirossenica, di varia doppiezza , c a diversa dislanza gli nni dagii allii ; ina (piel clie e piii riniarclievole si e , die (juesli liloni, o diglie, riguardali nella loro direzionc par clic lendano a consorvare dclle linee . die conver- gono verso il haizo del Trir()giiello> ove appnnio la nijie ili (iidiinirota non si ridnce die ad iin aniniasso di liive laliulari verlicalmenlo disposle ; Ijendie poi nella parle

ATTl Ate. VOL. \1V. 28

208

iiiferiorc Ic lave sono orizzonlali ed inclinale da Icvanlc a |ioiiciUe, come le direlle fossero verso I'asse dell'Elna iiioderno.

Giuirdando in laliinc dclle spaccatiire delle Sorre del Salfizio, si osscrva benissimo clic ({iicste clevazioni sono fornialc anch' esse di sliali di lave c di materiali sciolti, con una inclinazione di gr. 25, e lalvolla anclie pill. Le stesse circoslnnzc si osservano in liduni scava- menli de' colli delle Finaile, e nella base della riipe di Giannicola e del SaJlo del €ono, come abbiamo detto or ora.

De'maleriali che mancano di (|uesto grandioso av- vallamenlo, e cbe avran polulo I'orniare un tempo forse un allro cono, oltre alia porzione cbe dovelle profondare nelle visccre del Vulcano, una non poca, facilmente si scorge essere slala trasportala dalle acque delorrcnli, pel pen- dio della plaga di Mascali, sino al mare di Iliposto. Si rinvengono infalU, misle a quelle del sistema ielspatico, le roccc del pirossenico sparse per lulto quel suolo: e quelle felspalicbc cbe piii anlicbe, ridotlc a ciolloli di va- ria grandezza, ed a terra argillosa, con tritumi delle pi- rossenicbe, ba formato di quel suolo la contrada piii fer- tile dell'Etna; die dal 6V/rj>me/«, ove torreggia il famo- so Caslaxjno di cenlo CavuUi, sino al mare, costituisce quella plaga, non men celebre pe'suoi vigneti, per albe- ri a frutto, e per giardini di agrumi. Ollrc alia Salza di Fondacbello, di sopra menzionata presso Fiumefrcddo, vi sono in questa plaga dclle acque mincrali, e principal- mente quella termale di S. Venera, presso Aci S. Filip- po, e quella acidola di S. Giacomo nella vallc di questo nome, presso Zaferana.

II quarto di ccrcbio di Tramontana, cbe da Piemon- te lermina a Bronte, sulla base del Cono etneo offre alio sguardo il vario rapporto del terreno netlunico con le la-

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\o. (Id Viilcaiio. Verso (liisliglioiu; il suolo socoiuliirio di arcnaria iiiicacca con liiiiiilo. c piii ad K. Id collino di S. Ella, Conca, Prainc[lo, Cidli del hosco c 3Iiloscio, Len- che soparali da lorrcnli ckdla IiasodcllKlna. ajipalcsano la inlrodiizioiic del lenriid Icrziario, iicllo valli dcd sccon- dario ; c non sono occiipalc da corrcnli vidcaniclio, Iran- no (jiicdla s(da die da I'iclni iiuiriiKi per (piaiilo apparc, liniiio il Idio (Id liimu! Onohola. (ianclici'i'ia il calcaiio ])ClliiiilVro di (lallaliiaiio. e si cslendc sino alia ])nnla di Scliisi), ulliiiio Icriiiiiic oricnialc ddlo iiiipero ddl'Klna.

§ i. lia PiciiKMilc a Haiulazzo, Iraversando Lingua- giossa, il ((MTono <■ liillo di anliclic lave covcrle di Um'- ra vcgdahilc, di arcnc (> Irilunii di lave , hen collivato c feraic. Piii di iin cdrso di lava di noii niollo anlica dala, c sin (Id secolo allualo, o giiuilo ndic torrc sii[)('riori ad in<>()nd)ranic non poca paiio. La rogione sdvosa poi e quivi la |iiii folia, c le pinde vi son niacslosc sino alia rcgione sc()|)erla nd dorso ddia nionlagna.

Da llandazzo a IJronlc sinconlra un suolo p(^r lo piu assai sterile e di poca o nessuna vegelazionc , a cansa ddlc lave, non per anco doineslicatc dalla coltura. IVel- la parte superiore pcrJ) ovc il lerreno e piii anlico e di nialei'iali piii sciolli , i bosdii occiipauo una larga zona ; cd i coni slessi di anticlii craleri , elie non son poclii, ne sono coverli. La lava del ll'i\) , varcato tutio (juel lianco dell' Elna , occiipa huon tratlo del lerreno terziario , die da liandazzo a Maldlo rcsla scoperlo in gran j)arle, non niollo Uingi dal laghello La (hivriUi ; e (piella del 1787 vi ginngcva pure, a poea dislanza da Malello. Dopo (piella correnle il lerreno nctlunico torna ad essere alio se()|>erto: le rocce del gres |)rendnno una solidilii baslevole a fame pielrc da lagiio. Ualla rupc, del- ta rocca (// Calanna, niolte grandiose masse se ne so- no slaccate ; c parte di esse sono discese sino alia has-

210

sa pianiira dcUo stcsso terreno, delta piano del Purco, die coniina con le anlichc lave dell' Etna.

Prima di giunj^ere a IJronte, la lava del 1631 di- scesa dal fianco della nioiUagna presso il M. di Malcllo occupi) gran Iratlo del terreno neltunico e giunse sino al- ia sponda del braccio sinislro del Sinieto. Parte di que- sta lava si trova ora covcrta da quella del 1832, che niinaccio di seppellir Bronte, per csser situalo nel [icndio di due colline, del MaryU) (jmnde, cioe, e corvo a N. 0. e Ad' Colli a S. 0. e I'Elna che lo sovrasta par die vogiia invaderlo ad ogni istante.

§ S. Ua Bronte ad Adcrno, e poi sino a Patcriio , di' e il rimanentc del cerchio per ponente , le correnti di lave pirosseniclie prisniatiche formano il margine della falda dcir Etna, die il Sinieto circoscrive per ([ucl lato, e che pill di una volta taglia in mezzo lasciandone parte non poca al di la della opposta riviera ; come a Carca- ci, ad Aragona, e fin solto la pianura orientalc appie di Centorhi.

Sotto Adernd e Biancavilla le lave prisniatiche pog- giano sopra colline terziarie di gres ed argilla. Superbe ne sono Ic carriere di prisnii alti e regolari di Scila e Licodia (1) ; e benche interrolte da correnti di lave di epoca posleriore, si scorge benissimo come siano esse in continuazione con quelle, gia enunciate , per ponente ; e per mezzogiorno han chiara rclazione con le altre di Scala e Valcorrente.

Questa parte della base dell' Etna e la piu abbon- dante di acque sorgive, che alimentano in csta il Sinieto, dopo avere irrigato le coltivale pianure per le quali ser- peggia. Era Aderno e Biancavilla talune sorgenli si spo- gliano da un calcario d'acqna dolce, die veste le lave di

(1) Alti Gioen. ser. 1 vol. 20.

Ill

liilla la spjiiiita oollina. Sono poi dcgni di osscrvazione i solflii (lie (|u('l liiinie ha scnvalo nclle lave deU'Etna, die lo avcaiio iiitercellalo , niolli sccoli addielro , j(ie!>s() il poiile di Carcaci ed a Pulicello, ove il liiiinc si precipi- la da 111! Iiaizo di lava alto circa oltanta piedi.

TuUa la pailc ncniorosa c deserla di cpiesta iiieta della niassa eliica e cosliluila e coveila di correnii viil- caniciie del sisleina pirosseiiico piii o nicno aiiliclie; e qiiin- di jiiii 0 meno coverlc di vcijelazionc. Plii niimcrosi son (piivi i iiioiili di craleri cslinli, die quasi addossali iino suH'altro appariscono, giiardiili a dislanza. I bosdii vi sono prcssodie distrulli dalla niano degli uoniini , c la Pincla e divenula lislrcllissinia. La regione scoperia Uilla intiera, acdivo sollanlo e men ripida dalla paile di mez- zogiorno, e piii scosccsa in qnclla di ponentc c Iranum- lana : e qui s'innalza il gobbo dorso di queslo vulcano, asprissinio di slerili lave , c quasi impralicabile. Dalla parte di Icvante come si e detlo, e scavata, quclla rc- gione, dalla vallo dol hove, e non rcsia, cosi. verso la cinia die un buon Irallo di arene del Piano del lufjo , a far base non ripida ed accessibile all' ultimo cono del cratere deU'Etna.

CAPITOLO 11.

COSSIDERAZIO'I CEOLOGICHE '

Dopo un brcvc cenno lopogralico, fa d'uopo ritor- nar con occhio geologico ad osscrvare quel die 1' Etna presenta, nella sua base; neU'intercssante scopo d'inda- gare il veio rapporto del vulcano col tcrreiio neltunico ; e rilevare poscia quant' offre la sua massa all'indaginc del geologo, senza scoslarsi da'falti.

§ 6. Si e polulo conoscere, da quanto si e delto

212

di sopra, ed in altrc meiiiorie (I), che le colliiie di gres cd argilla dclla forinazionc dc' Pofjfji di xVdcnii) e delle TerrefoHi di Calania, circondano iicila base la niassa vtd- canica dcU' Etna ; c che essa con le sue eruzioni ha oc- ciijialo in gran parte, e lascialo in alciini siti scoperte. Ri- cominciando, in falti , da Paterni), la stessa rncca s'in- nalza fra un terrcno terziario di grcs cd argilla, che for- ma il piano e la parte opposta della vallata, ove scorre il Sinieto. Quel terrcno conliene pure un calcario terzia- rio, che pill manifesto nel pendio opposto della valle e limitrofa ad una roccia di gesso, di cui si e altrove par- lato (2) ; cii) che fa riferire qucsto tratto di suolo alia gran formazione dell' argilla hiii di Sicilia (3). Qnesto gesso e tanto conosciulo nel distrelto di Catania, per I'u- so che se ne fa in architettura, e nelle arti; ed il calca- rio menzionato, che gii sla d'appresso, viene tagliato in mezzo dal liume, nel sito di Costantina, d'onde passa ad internarsi nelle colline inferiori di Patcrno. Esso si sosliene a cuisa di sco"iio nel Ictto del liume con mino- ri lalerali appendici ; ma nelle sudette colline di Pater- no e della Scala, resta coperto da quella formazione, ne pill si manifesta alio scoperto. Le acque peri), di Ader- no e di Biancavilla che van depositaiido un calcario di acqua dolce, sono la prova della esistenza di quella roc-

(1) La mcnioria di die mi son principalmenle sorvito in que- sl(i Ca|iilolo, e quolla pubidicala nogli Alti Giounii viil. III. Ser. 2." !Sn, inlitolala : Suggio siilla co>itiluz.liiiie fisica dell' Elita. II rilardo alia pubblicazioni^ del ])rcsonte lavoro poira far conipariie lolte da alli'i taliine mic idee, die (jui ho voUito ripelere, ma io rimando i lettori a quel volume deyii Alti dell" Accademia Gioenia per glusliticarnc la priorila, non die a lanti allri precedent!.

(2) Condiz. gcolog. del trallalo terresire dellEtfla. Atti Gioe-, ni vol. 1. Ser. 1.

(3) Mem. sullargilla bifi di Sic. Alii Gioen. vol. C. Ser. 2 '

213

cia^, sollo la piii rcccnlc Icrziaria formazionc si bene, che solto Ic lave.

II tcrreno ilella Scala di Vahnrrente e dcWucqiia rossa, e covorlo da uii iiavimcnlo di lave basalliclie, le qiiali so sieno dellc piii niilitlio dcirElna, o so al siiolo basallico si a[tjiarloiiossoro, bisoi^iia adosso osamiiuue coi dali slessi cbe il lerreno ci prcsta.

§ 7. Ciiiardando la nijio di Palorno, e confrnntnn- dola con (luclla dolla 3Iolla, pare non essoro inijiiobabi- le, clie fosscro enlranibe estinii vulcani, indipondenti dal- I'Klna, come jier qnoilo di 3Io(la mi trovo aver per la prima volla avvcrlilo (1); esse infalli sorgono dal suolo nclUmico sole, e senza appondici cbe all' Etna le congiun- gano. Vn craterc raoslrano enlranibe, bencbo (piasi de- lelo alia siiporlicic snporiore, ad un corse di lava si ve- do essor da (piollo scalurilo , e cbe si versa, cioe, in quella di Paterno verso S. E. cd in quella della 3IoUa verso 0. Pare cos'i cbe il maleriale vulcanico dcll'ima e deir allra rujie si sia latla slrada in mezzo alia forma- ziono nollnnica, quando non era slala per anco logorata, e Iralla giii dal riliro dolle aequo , e dagii scavanienli prodotti, in segnilo, da'lorrenli.

Polevano benissimo quesle dne rupi , quesli due , ora estinii, vnlcani aver avnlo coniunicazione, forse, col focolaro pirossenico deU'Elna, per mezzo di im parlico- laro spiraglio, ma dovellc essere di poca durata, fincbe la gola perennc , del vulcano non avessc slabililo nn piii anq)io canale Ira il sno asse ed il locolare. Re^la lut- t'ora no" conlorni di Palerno una traccia di quell' antica azione vulcanica, cbe ojierava con maggior forza una vol- la; e si osserva ne' vulcancUi idro-argillosi, nolle aequo

(1) Coniliz. gcolog. del Trattain terrcstre dell' Lliia Aiti Gioe- ni vol. 1. Ser. 1."

214

acidolc, (li ciii lalune si spogiiano di nafta alia superfi- cie , c neH'csalazioni di gas acido carhouico, lanlo co- mune nc'diiitorni di Valcorrente di acqua rossa, c del- io stcsso Paterno.

§ 8. In quanto pero al siiolo di lave basaltiche, di die si tralta, a nieno clie non si provasse aver esse profonde radici: e da'rapporti colle formazioni iieUuni- clie conoscer si polessc die siasi iiilrodoUo in (pieslo ler- reno, c cunudalosi allorno al suolo Ijasallico: daH'allna- Ic apparcnza non altro si ravvisa clie una carricra di la- ve prisniatiche la quale cuopre la soUoposta coUina , e si va lompcndo in blocdii ed in pezzi, come la soUopo- sla collina vien meno , per le acque die ne scavano la base, e ne producono la frana. Per Uillo il tralto, in fal- li, del niargine della base dell'Elna, di sopra dcscritlo, simile fcnomeno Uiltodi si vcrifica nclla cosla di Scila, di Licodia, di Biancavilla, c poscia di Aragona, sin presso Bronte; sebbene in taluni pnnli inlerrolta da qualclie piii recenle lava dell'Elna. Aggiungi allra piii irrefragabile prova della posteriorc vcnula dellc lave |irisniaticlie, qnella, cioe, deirargilla appartenenle alia soUoposta collina bni- giata e ridolta quasi a lernianlide , in niolti punli , dal calorc della corrcnle, cbe ncllo stato diguea fusione vi si e posala sopra.

Cio non oslante non manca nel limilrofo lerrcno di Valcorrente un tralto di vero suolo basallico. lo intendo parlare de' basalti globulari a superficie seniivctrificata , siniili a quclli della ru|»c di Aci-Caslello , e devnlcani eslinti del A^al di Nolo. Qnesto fallo, benche addimoslri il basallo atlaccalo nuovanienle da un fuoco , qual' e il vulcanico, e rotto nolle articolazioni primitive, rinicscola- lo nel f(»colare, e quiiuli rigeltato dalla gola di un crate- re. non lascia [lero di far conosccre essere la prima vol- la die il basallo avesse servito di materialo altacc^djile

2i:i

iiel focolaro, del vulcaiio; c si piio dire clie come ne'con- loriii di PaleriK) svciilaloj vulcanici, indipeiideiili dalla go- la dcU'Elna, rorinarono la riij)e, ed in oggi dclKdinenle maiiifcslano la , iion per anolie del fiilto esliiila, azioiio iiello iiienzioiialc accjiie ininerali c nelle salso; cosi ([iici hasalti glohiilari di Valcorrenlc «!i dchhano ad una delle prime eriizioiii die verilicavansi nella sollo|M)sla carricra l)asaUica, e iicU'ejJOca sicssa forse die si lormava (piel- la di Aci-Caslello, in mezzo a (pie'grnppi basallici.

§ 1). ImI in vcro non poleva altro avvenire la |)ri- ma volla die a|)rivasi mio spiraglio al fuoco soltorraneo allraverso di una carriern liasalliea, die il disarlicolamento de'prismi, la i'usione e la Iriliirazione delle j)arli jiiii mi- nute, die spinle per la nnova ajierUira di suolo voniva- 110 a caderc accanlo a'basalli slessi , divenuli giolnilari per gli scanlonali spigoli (m1 aiigoli solidi, e riveslili di tunica velrosa , a cni la iorza dolla fnsione ridnccva il maleriale hasallico; da iin;i parte, cosi, ammonlavasi <piel tiilnmo, die ])epprinn vogliain cliiamare: da un'allra am- massamenlo di hasalti globnlari, come mi trovo di avere ill allre meniurie i>rovato (1). 3Ia piccolo e di poca for- za (piel primo cralerc sotterraiieo, ccsso da li a poco ; ed andie perdie forsc piu esleso focolare agiva piii in la nel centro dellElna; e qiiesto assai piii vasto e potente, jtoteva non solo atlaccaro e fondere il liasalto die inconlra- va, ma con tale intensitii di calore poleva invcstirlo , da

[\) Mmmriii >iil H.-isiiltn. Alii Giocn. scr. 1.* vol. 2. Sill <(iiifiiif iiuiril. (IcU Klna « ( ;) 4.

Menioria 2." sul Val di ^'oto « u )) 3.

Fn qiicsl:i Memnria, parlando debasalti jrloiiiilari delta snlila I'cUuitrima Sdjni; .llililello, lin fatlo conoscorc ronio la tunica ve- lrosa vosli.-ssc non olo i prisini liiisallici isolali. ina come spesso due 0 Ire di quesli .enissero copeili da una tunica coniune die tiilli si contienc.

ilTI ACC. ■iOL. XIV. 29

216

ridurlo ad una niassa lutta liquida, ohlilcrandone i pri- snii, clic spiiila in alio per I'anipia gola del vulcano, ri- versava sul suolo nclla I'onna di correnle; se non die fu- so per la prima volta il l)asallo non ginngeva a perdere intieramcnle la nalnrale disposizionc delle sue niolecole, a riunirsi, cioe, in modo chc rcslringcndosi ed avvicinan- dosi, per la perdila del calore, riprendessero I'antica for- ma prismatica. E qiiindi pno bcnissimo darsi clie 11 pa- vimcnlo di lave basalliche della Scnlu, sia provcniente da eruzione di un cratcre aperlo suU'anlica formazione ba- sallica, die formava, (pianlunqiie inlrusa, parle della scor- za terrestre, in questo punlo di Sieilia , ove I'Elna slabi- liva il sue focolare ; dal quale venne ad estrarre lanta materia da poter ingrandire in seguilo la slupenda sua massa.

§ 10. liilornando alia formazione terziaria, cssa da Valcorrenle, come si e dclto, per tuUi i colli di Motta c Terreforli di Calania e alio scoperto, e non occu[)ala dalle correnli vulcanicbe. i\on cosi presso Calania , ove sono lanle spesse le lave ; cd appcna nel poggello di Ci- fali ed orli vicini, in quella di S.' 3Iaria di Gesii, S. Salvadore, S. Domenico, Rinaccio: c poi al Forlino, 3Ia- jorana, Acqnicella isolala dalla lava del 1009; e piii al- to al Fasano, S. Paolo, Leucalia ec. ec, si va scopren- do il lerreno ncUunico. Andando indi verso Icvanle , si scopre al Canalicchin, A'unziatclla , c viciuanze di 0- gnina, in piccole porzioni scanzata dalle lave, finche si giunge alle coUine cbe sovraslano Aci-Castello e Trezza, ove questo terrcno e scoverto, e moslra il suo rapporto co'gruppi del basalto, die merita farsene parola.

La rupc di Aci-Caslello co'suoi basalli globulari e col peperino, addimoslra una epoca posleriorc, come quel- la di Valcorrenle, a'gruppi di basalli prismalici, de' vi- cini colli di Calanzaro c di Rose ; i quali per tutti i ca-

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rallcii si jiossono rifeiirc a (iiicl bumllo « roccia piro- « i^ciiica, voiiula altravorso della scorza Icrreslrc , come « il porlido ed il giaiiilo, val tanto dire, noii gia da fo- « colan; vidcaiiico, ma da sotlornmea cspaiisioiii; di I'lioco, « die S(iiiige\a da sollo in s(i|»ra la I'lisa roccia seiiza il « concorso del vapore, priiici|)a!e agente de'vulcani ». Le calaslrofi goologiclie avvcimlc (jui come da per liillo, separarono i i;riip()i Itasallici, clu! I'ormaiio in oggi gii svmjli dc' Civloj)i , da (piclli della opposla collina , con lo sprtdoiidanianlo di parte di cssa ; e la I'aliscenza e I'allerazidne della su[)er(icic e de'lianchi del Itasnilo, avea jirodollo una specie di argilla la quale prima I'orse delle menzionate calaslroli erasi ragunala in I'orma di mclma, sopia ]»orzione di (piel lerren(»; ed in oggi (rovasi in- durila in lorma di roccia, piii o mcno compalla sopra V isdlu do Cklopi c snllo scoglio maggiore; e pcrche al)|jia un nome dislinlo (piesta roccia parlicolare e stata anclie da me delta Ciclopilc (1). Essa si trova nclla men- zionaia isolctla , appoggiata ad altra la quale costitiiita princiiialnienle di analcime vetrosa e triiumc Lasaltico, e stata (la me cliiamata Analcimitc. INe'lati di ponente e tramonlana si vede questa ultima essersi introdotla a gui- sa di filoni nella sovrapposta Ciclopile , che da questo conlatto e divenuta [liii compalta e piii solida ; segno e- videntc die I' analcimite vi si c posleriormciite introdot- la nello stalo di fusione, c I'lia forsc alqnanto elevala; benclie sii di cio rcsta non poco dubbio ; alteso die nes- sun resto oiganico marino, conlienc la Cklopitc ; ne sa- rebbe stalo cos'i se Ibsse clla stata mai sottomarina.

§ 11. Un alto sollcvamento e notabilc in lulti que- sli scogli, dimostralo dalla preseiiza di modiole , die a varie altezze si trovano entro alle niccbie da loro scava-

(I) Sill iiasallo deconiposto. All. Giocn. scr. 2." vol. 1.

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le ; c quesli organic! per cssere del periodo alfiiale par die diinoslrino quel sollevamento gradiialc anziche istan- taiieo (1).

Tutto questo lerrcno Lasallico, intanlo, nella niassi- nia parte, sta in mezzo a quello lerziario pliocenico; c si direhhe a prima giunla clic il basallo 1' avesse traver- sato venendo da sotto in sopra ; ma molli sono i falli chc possono provare il contrario. E prima di lullo, nessuna sensihile allerazione puo scoprirsi nel terrcno terziario cola dove viene a conlatto col basallo: c sebbene esso lerreno non appalesasse cvidente e netla stralificazione , per mezzo della quale scoprir meglio potrebbesi lo elTet- to del sollevamenlo, tuUavia nulla di disordinalo si sco- pre 0 sopra, o ne'lianclii di quesli grupj)! basallici , la profondila delle di cui radici fan manifesla i compagni scogli de' Cidopi. Inollre , nessuna allra roccia si Irova 0 sopra, 0 ne'lali, o nc' conlorni di que' gruppi, die se- co innalzar dovevano, se vcnncro dopo la fonnala coUi- na terziaria, mcnlre era soUomarina e dcposilala sopra un i'ondo di mare: che di ben allra roccia esser dove- va (2) , ed il basallo, venendo in alio, iiiancar non po- leva di portar scco allraverso doll' allra. Ouesla idea do- vrebbe lenersi presenle luUe le voile cbe si parla di sol- levamenli; i (piali dovrebbero nielterc alio scoperlo lul- to cio die la roccia pirogenica ha doviilo soUevare col suo innalzamenlo.

Di i)iii, il lerreno lerziario a conlallo di quesli ba- salt! non niostra segno alcuno di alterazionc, chc una roc- cia nello slato d'ignea fusione dee cerlamenle produrre; e finalmenle non si scopre in alcun punlo che la luassa

(1) Vedi § 103.

(2) Si (larii ;il § 101. una prova di un posteriore sollevamen- to, che ha portato in alto le preesislcnti rocce.

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basallica si fosse inlrodolla iicl rimanenlc del tcrreno in funua (li liloiii o di dii^iic; o die in altro inodo (|uuiun- que coniiionelralo lo avesse; come ha fallo i'analciniile nolla isolella deCicIojii, o allia roccia piroi^cnica in di- versi Icrreni. l*er tiilte quesle raijioni, quindi, con qnal- che sicnrezza pno dirsi clic il leneno basallico era gia bcllo c rormalo prima che il pliocenico fosse venulo a coprirlo nel seno del mare ; e che se posleriore solleva- •nento si volcsse ammellere, conlemnoraneo a quelle dc- gli scogli, di sopra menzionalo, egli ha dovulo cssere graduale anch'csso, e non gia piodoKo dalla forza di una roccia, che nello slalo di fusione veniva, per espansionc di ])olenle soUerranco calorc, a farsi slrada altraverso un terziario terreno.

§ 12. Henche un' apposila memoria avcssi io scrit- to sulla Ciclopile (1), non posso Irasandarc di fame qui menzionc, or che del terreno basallico si tien discorso. Quesla roccia fu delta per lungo tempo mama; ma es- sa era hen lungi dallo avernc i carallori: si disse anche aryilla, ma ne anche a quesla potcva rassomigliarsi. II Sig. IJrocchi non era lontano dal crcderla una cenere vulcanica ammassala, ne saprei dire sopra qua' dali po- lessc ap|i()ggiare tale opinionc : il prof. F. Hoffmann la riguardava come un banco di argilla allerala dal fuoco, vulcanico; io non poleva anuuellere ne 1' nno ne 1' altro avviso , c mi persuadeva che da altro essa non dipen- desse che da una allerazione o decomposizione del basal- lo; csscndo che un' argilla quasi aualoga alia nalura della Ciclopite io osservava w' hasalti fatiscenli del val di i\o- to. A (piesia deconqiosizione del hasallo, die ne melle- va in liherta gli elemcnti, io riferiva la origine de'tanli jninerali cristallizzati, die si trovavano in quel terreno ba-

(1) Sulbasallo decomposto. A. G. ser. 2. vol. 2.

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sallico, c la stessa^roccia analcimlte, riguardata in allo- ra da ine come roccia i'icom])Osta (1). !\uove osservazio- ni poro e piii allcnta disainiiia mi lian fotto riQcUcre die, ricomposla o no I'analcimitc, e cvidcnle clic cssa e vcnuta ncllo slato d'ignca fusionc altravcrso la ciclopilc, c vi si e introdotla in liloni, in vcnc cd in lutli i sensi, riduccndo a roccia piii solida, ad nna specie di tcrmanlide, qiielki parte die vi sla a contatto; inollre i crepacci ove la mas- sa analcimilica non e giuula, sono lapczzati di niinuti e nilidissimi crislalli di analcinie , che la suhlimazione di qndla vclrosa dclla massa infocata poteva sola produrre. Prova cvidente die la Ciclopite preeslsteva alia veniila della massa analcimilica.

Replicando le mie osservazioni sopra i gruppi de'ba- salti dclla collina dclla Trczza ivi prossima, mi vennc fallo di rinvenire la gradualc allerazione del hasalto; die da compalto, (pial' e di sua natura c pesante, passa per gra- di a divenirc ne piii ne nieno una roccia, dircmo, argil- losa, la quale in nulla differisce dalla Ciclopite, dando ambcdue all' analisi gli slessi rcsultamenti ; cioe, silicato di allumina e di ferro , massima parte : cloruro di so- dio: cai'bonalo e solfato calcare, piccola quaiitita : e ma- teria organica , qualdic traccia. Nacque , per lanto , in me naturale il conchiudere, che la superficie ed i fian- dii della carriera basaltica, cniersi dalla superficie delle acque, scomposti o alterati e ridotti a materiale tenue e Iriabile, fosse stato Irascinalo nel fondo degli avvalla- menti, ed avessc formalo un banco di melma; sotto del ([uale spinta in seguito I'analcimite vi avesse prodotto i lenomeni di sopra cennati; e cio niolto tempo prima della lei'ziaria formazione di gres ed argilla, e del prol'onda-

(1) Mem. sul basalto A. G. ser. 1. vol. 2.

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inonlo del suolo, pel (|iiiilc reslaroiio isolali gli scogli c la isolella clo"Cicl(i|ii.

La Citlo])ilc, d" allrdiidc, iion a|)|)arlicne alia Icrzia- I'ia forniazionc, iion rassoiiiigiiaiidit a roccia alcuna dci conloi'iii, (' porlaiulo iiii caialU'ic liillo inoprio. Inipor- lanle circoslaiiza c qiicsla iid dimostrarn la sua indipen- dniza dal tcirciio sudello, c la prccsislenza dc' grii|ipi hasallici ; o cio rcslera jji'ovalo sc si considcra, die taii- U) (pielli dc'conlorni qnanlo qiiolli dogli scogli, sono pri- vi di (pialiiiicpie mistiiglio, clie iiidicar j)Olessc la cocvi- ta dollc due roccc, o la procsislciiza delta lerziaria. (M- trc a cio iiella Ciclopilc della isoletla , nessiin segno di rcslo organico, come si e delto, si rinviene, nicntrc poi ne rihocca il lerrciio terziario viciiio. Per lo conlrario iiosili devulcaiii eslinli del Val di .Aiolo , sia ne'luoghi ove Ic lave Lasalliclie si son fade slrada fra Ic recce cal- caree, sia ore si son esse alternate con la formazione di (piel calcario terziario, ivi i rispeltivi nialeriali sono niisti insieme; ed in inolti luoglii si Irovano delle hrecce vulcanidie piene di pczzi di calcario, o di trilume di es- se e di concliiiiiie marine : in allri le brccce calcarec die avvolgono Iranlumi vulcanici : cola una lava venala di cal- cario, (pii un calcario con liloni di lava ; lulto insomma addiniosira la reciproca mescolauza delle ihw rocce. INien- le di tullo cio si pui) scojirire ne'gruppi hasallici di Aci- Caslcllo cTrezza; e le due Ibrmazioni, indipendenii una dair altra, giacciono a contatto fra di loro, in modo pe- nt da Car conoscere ad evidenza, die quella Iiasallica era gill helia e formala non solo, ma decrepila e I'atiscente, quaudo la terziiiria venue a circondarla c coprirla. Cio hasla per tira iiilorno a'fenomeni che |)resenla in questo lalo la l)ase dellKlna. Torniamo al seguito del raj)por- lo della iormazione lerziaria con le lave del Vulcauo.

§ 13. Diicchc la collina argillosa ahbandona i grup-

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pi hasaltici , si appalcsa sola, sopra Trczza e Saiiri si- no alle Pielrazze, e gira per 11 lalo dc'niolini dclla Ilei- tana e S."' Venera, sostcncndo al di sopra le antiche corrcnti dcU'Elna; le quali non molto diverse nella coin- posizione appariscono di quelle dclle colline del Fasano, Leucatla ec. ec, presso Catania; cd al pari di quelle si precipitano in blocclii di grossa mole come la collina argillosa clie le soslicnc va mancando per frane. Da quel punlo la formazioiie lerziaria non si scopre die di raro, ed in limilala estensione, sotto le correnli delle lave, so- pra Aci Galena, d' onde scaUiriscono le al)ljondanli acque chc inalllano i lerlili campi soUoposti. Sopra Mascali, an- dando verso Pionionle se nc scopre pure qualclie tralto, d' onde si ricava nn' argilla blu di buona ((ualila ; ma in gcnerale puo dirsi che da' molini della Reitana sino a Piemonle non prescntansi, nella plaga oricntalc dcll'Elna chc lave so|)ra lave, e materiale vulcanico sciolto, o tra- sportalo da' torrenti. La formazionc lerziaria in effello, di cui b circondala la base dell'Elna, c che e un seguilo di ([uelle Ae' Pocjgi di Aderni), non poleva perfellamente circondar quesla montagna, venendo da 0. ad invesliria: la massa slessa del vulcano, ancorche slala non fosse mol- to vasta in allora, le era senipre di ostacoln ; e poche porzioni poleva depositarne, lateralmcnte alle due estre- mita del lalo oricntalc.

§ 14. Ma siamo gia alia plaga piii interessante del- r Etna, ovc i fenomeni geologici sono molti c svariati. lo ho consideralo sempre qucsta montagna come rifcri- bilc a due epoche, o almcno come quella chc offre una porzione dclla sua massa di materiali piii antichi dell' al- tra ; cd ho assegnato per limiti alia parte antica una li- nea, che da Aci salcndo per la Timpa dclle cannelle e per la Schiena deU'asino giunge per mezzogiorno a Coslel- tuci; e 1' altra dalla base di tramontana del cono dell'ul-

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limo cratcre, scciulondo raccliiudo la VuUe del Leone, le Concazzc la Cerrila sino a' conloriii iiicridinnali di Pie- nioiilc. Oiu'st' area, (piasi Iriaiigolaro, ('; (inclla appuiilo die, ()\ln\ airaiilicliila di i^raii parlc del siiolo, prcseiila i pill iniporlaiili roiioineni i;p()io!>ici ; come si e j)Otiit() scoprire dalla succiiila dcscrizioiic lopogralica, di sopra esposla.

Cdininciando dalla base die offre al mare, e Irala- sciando (jiici liiogiii, die le nioderiic lave lianno sligurato 0 coverlo, la cosla di Aci, nol haizo dclla scala, ofl're sino a selle slrali di lave, die cosi possono hen dirsi selte niaiiilcsle strisce di lava solidissiina , divisc fra di loro da iiialeriali vulcanici sciolli, e di qiielli lalvolta di alliivioni o di sedimeiilo, die si frappongono alle solidc masse, assumciido cosi I' asjicUo di vera slratilicazione.

Qiicsle correnli die cadono a peipeiidicolo sul marc e sni giardiiii del di. Salv. Aico in S. ' Teda , e die indicano per consegnenza cssere stata roUa la loro con- tinuazione c prolondala negli abissi del mare, non poteva- no venire sopra nna colliiia argillosa come in Inlto il re- slo della base nieridionale deirElna; percbe, se fosse stale cosi, una porzione della colliiia slessa avrebbc dovuto sco- jirirsi, come in allri luogbi. i\e pui) credersi die 1' aves- sero occiipala in piinii piii indiclro , pcrclie ovc essa e in park- scoverla , cioe verso la sn|ieriore collina di Aci- Caleiia, si vcdc che lascia in diibbio sc mai ricuopra por- zione del terreno basallico o pure lave delle ]irinie venule dall'Klna moderno, (dire die essa e ad un livello supe- riore di niollo al baizo di Aci. Lc lave, qnindi, di qiiella costa sono corse in mare senza oslacolo, e si sono oriz- zontaliiKMile disposte una sopra I'allia nel seno delle ou- dc j)(>r nil gran Irallo, die iion jiiil) scorgersi in oggi, pcrclie coverlo di lave moderno nc'due eslrcmi del baIzo, ma die per la direzione di 8. Tecla cerlamenle estendc'

ATTi ACC. >0L. IIV.

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vansi a Irainonlana, e fonnavano quel gignntesco scaglio- ue, sopra di cui verdcggia il collivalo suolo, die da Aci si estende verso Oiarre, iiitcrroUi da qualclic corso di lava non molto anlica. Talclic UiUo queslo trallo, anclie Iralasciaiido di iiicludervi qiiaiilo all' azione dell' Etna mo- deino e doviilo, vale a dire allc lave di cpoca piii reccnte, die sono corse alio Slazzo, Pozzillo, e lullo il solido nia- teriale di lave da que' puiili sin presso lliposlo e tutto di potenli strati di autidic correnti; e forsc state gia sot- touiarinc, come qualdie conchiglia fra uno strato c I'al- tro, a quanto dicesi, riuvcnuta , potrebbe allcstare ; ma io confesso non averne mai osservato sul luogo.

Non debbo qui tralasciar di notare, trovarsi in una recente opera (Uber die submarinen vulkanislien ausbru che in der tertiar formation des Val di Nolo. Goltingen 184G) una osservazione , intorno a' sette strati di lave del balzo della scala di Aci, con la quale si vuol dimo- strare, non giungcr esse che solamenle a tre ; c quel che e pill, si pretendono sovrapposte ad un tufo, come a lave della parte meridionalc dell' Etna Con buona pa- ce deir autore posso francamente dire essersi egli ingan- nalo nella sua osservazione ; perche in elTctto gii strati delle lave sono sette e giacciono, ognuna, sopra uno stra- to di un conglomerato di scorie e sabbia vulcanica colta dal luoco, e divenuta rossastra; ha egii inollre, confuso le lave prismaliche della lava che, proveniente dalla 2/ regione dell' Etna, corse sopra il suolo, che forma in og- gi la coUina a sctteulrionc di Aci, ov'e la chiesa dell'In- drizzo, scese nel balzo, che dalla scala di Aci continua- va per S." Tecla, e ginnta nel marc si diffuse per buon tratto forinando un ainpio ferrcno di lava ove e in oggi it quartiere e lo scalo di S.' Maria della Scala, e per gran Iratto del froiile die presenta al mare, la parte in- feriore e tutta contratla in prisini rcgolari sino ad una

cerla allozza, d'oiidc spaiiscono, c la lava prondc la for- ma massitcia ; in qiieslo jjimlo , e piesso la cosiildclla piclra delle sarde si aprc la Grotladollc Colombo, for- mata di piisiiii di qiicsla lava. (Ir I'atilore di (piclla os- servaziuiic. ha crodulo tlic (piosla lava prisrnalica , for- massc lo slralo inlcriore del haizo dclla Scala. Lo die non trovera al cerlo, so rilorna ad osscrvarla.

§ l'>. I primi o piii profondi sirali di qiieslo soa- glioiic hail scrvito di hasc , Corse , al deposiln di gros ed arijilla, sino a quel piinio (he lo |tcrmclteva la massa deir Kliia die le op|)oneva iiii oslacolo ; e so si polessc ammellere die (piesla leiziaria formazione non si fosse estesa piii in avanii della collina di A'izzeli a mezzogiorno: 0 non ricomineiasse die n(dle vicinanzc di Piemonle, come ahhianio di sopra presnnlo , e come non e poi impossi- liile rlie cosi fosse realinente, allora noi avreninio la c- salla inisuia del diamelro della niassa dellKlna, com'cra ipinndo venue fi dreondarnc la base (piella leiziaria for- mazione. Iniperoethe egli e eerlo die una li(jnida eor- renle la quale urla coiilro una niassa non puo inveslirne chc soli Ire lali, doveudone reslare lihero il lalo oppo- sto al coi'so d(d liquido. Or, se (juella forniazioiie, spin- ta in avanii da una rorrenic sollo marina, veniva dalla parle occideiilale delllsola coniro la niassa dcU'Eliia, es- sa non avra jxilnlo niai coiirirne la base orienlale; i'. (piin- di lo sjtazio die separa la collina di Aizzeli da (|uella prcsso Piemonle sara approssimalivamenlc la niisiira dclla massa dell' Klna aiilico; vale a dire die il diamelro die aveva essa in allora non eccedeva died iniglia ; meiilrc ill oggi e di presso a venliscUe, e forse di piii se si figuarda alia eslrcmila della lava del HiliO, prcsso Ca- tania, e (piella della pKuta <li Scltisi).

}\i\ se la formazione secondaria inlorno alTalUiale base deiri'Jina, gira in seniicerdiio : e se quclla Icrzia-

_ 22f)

ria vi si deposito cssa pure, come si e detlo, lungo i niargini di quclla, da Callabiano sino a pie di Ccntorbe, e lascii) die liilto (piel tratlo di mare, da quel pmilo si- no a Torcisi e girando per Palagonia, pe' colli di Caslel- lana e Primosolc, venisse occiipalo in seguito da depo- sili dihiviali ed alliiviali, e forza concliiuderc che prima della comparsa dell'Elna e dcUa venuta del terreno ter- ziario supcriore, tullo il scmicercliio in parola era un golfo sotlomarino coverto del mare Jonio ; emerso poscia si mo- sti'a in oggi occu[iato per mela dell' Etna e dal circon- dantc terziario, e per I'allra mclii dclla vasta pianura, delta plana di Calania. Si e dimosUalo inlanto, che la I'ormazione di grcs ed argilla e posleriorc a'hasalli non solo, ma alio slesso corpo dell' Etna: qiiesta dunque , per conseguentc, spunlo nel foco settenlrionale deH'ellit- tico golfo di sopra menzionato, c fu sottomarina anclie essa per molto tempo. Elcvossi in seguito a via di so- vrapposti mantelli di materiale, svisccralo dal suo foco- lare^ c che si addossava d'inlorno, a fianchi di una car- riera hasaltica, prima dell' epuca della lerziaria forma- zione superiore di Sicilia.

§ IG. Epoca remola era questa; e se cessate era- no pure Ic intrusioni di fuse rocce, altraverso della scor- za terrestrc, come il granito , il porfido il basalto ec. era quel tempo appunlo in cui dalla infocata superficie del nucleo del Globo^ jier I'accesso dell'acqua c |)er la istanlanea produzione del vapore , si alzavano in forma di esplosione i materiali fusi, ed ivulcani, propriamen- te detti apparivano, sottomarini per molto tempo, non la- sciavaiio pcrcio di dar segni di loro azione al di sopra del livello del mare; (come si e osservato anche da noi nellc isolette vulcaniche cmerse in varii tempi), (1) fin-

(1) Sopra il iiiiovo vulcano ec. Cat. 1831.

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clir ;Hl<l(iss;in(lo lorrcnli di lavo ad allro lave, c mafcriali sciolli r scorironni sopra simili nialciiali, coiiipaiivano gia alia siiperlicic dcllc acque in forma di piccoli coiii por- lanli III) ( ralcrc ; da' (iiiali sgorgaiido seniprc luiovc cor- ronli di i'usc roccc, o jtor Uilli i lali slcndendosi inlonio, coniiiiciavano a slaLilirc isolc inleic vulcaniclie.

§ n. L' Etna era uno di qiiesti primi viilcani clie afTacciavasi gia iiol mezzo del mare, esleso lutlavia sopra non jtoea parle di iioslra Isola ; e grade grade si elar- gava nella sua mole a via di amnianlarsi di lave. La sua azioiie esser doveva polenlissima, ne"])rimi lempi, essendo prolial)iliiionle incno doppia in (pie'sili la scorza lerre- slre, e piii ahbondevolc il maleriale fuse clie il soUopo- sto incandescente niicleo concorreva a somniinistrargli; le eruzioni . quindi , esser dovevano pin grandiose e piii friMpienli; [ler lo clie non dovellc scorrer mollo tempo a lorniarsi una spaziosa isola vukanica alia superficic di quel mare; e, per quanio oso supporrc, essa doveva aver gia una circonl'ereiiza di migiia Irenla, clie c per 1' ap- punlo la base dell'Elna , ch'io cliiamo aniica; allorclie deposilavasi in marc la lormazione di gres ed argilla che la eircoiido per trc lati come di sojira aldiiani dello.

§ 18. 3hi qual' era la roccia sidla quale i I'uoclii solterrauei agivano in quc'prinii tempi dcU'Elna? Cio puit dediirsi dclla iialura di (]nclle die cosliluiscono la parte sua pill aiilica. Da esse cliiaro si scorgc clie il sislcmii l'ols]i<ili('() vi e jiredominanle; c per conseguenza le roccc clie alilxmdaiio e fornuiiio base di ipiesto niiiierale, do- vellero I'oriiire i prinii maleriali, linclie il rocolare si man- lenne fra le rocce primitive , c non si eslesc ad attac- care la prossima roccia basaltica, dalla (|uale nello scor- rer de'secoii ebbero oriijine le lave ed i niatoriaii del sislfina pirosscnico.

II granite, il protogino. la sienilc, la curile, il per-

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fido ccc, sono Ic. roccic fclspaliclic Ic quali, aUaccate dal fuoco vulcanico, polcvano converlersi in roccia fclspalica pireleroUca (1), e formar polevano del pari la Tratln- te, die qualuiKpic altra lava fclspalica die I'Eliiaantica ])resciila.

§ 19. Cade qui in acconcio una breve digressione sulia Tracliilc. « Questo nome assai vago » come lo chiama il celeb. Iluniboldl « e divenulo universale; dcve cgli rac- chiudere » segue a dire « non solo la sadinina (glaiger felspalb di de I}uch)nia ancbe il Labrador dell'Etna e I'Oli- clasc del Picco di Teneriffe e del Chiniboraco » Cessa cosi ogni idea di non allribuire a Iracbili tulle le lave lelspa- liche, con Labrador in voce di Orlosa, Albile ec. Persuaso percio da lanlo tempo ])riuia, io indistintamente lio posto nel sistema fclspalico tulle. ({uellc lave deirEtnachc abbon- davano di queslo minerale , benche non fosse T Albile o rOrlosa. Ho sollanlo dello semprc, die non vi era nell'Et- na il lerreno trachilico, come qucUo che in allri luoglii per tale si considera. Ed invero, 1' eruzioni tracliilicbe in nulla differiscono dalle pirosseniche, se se ne toglie la forma di cupola di taluni de' suoi coni, e la quantita delle sostanze velrose die accompagnano gli allri maleriali felspalici. Que- stc niancano nell" Etna, c se non inlicramenlc, vi sono in tale sparuta quantita da mettere in dubbio tutt'ora la pre- senza della Tracliite, anchc nc'luogbi di (piesla monlagna ove pill abbondano le lave fdspalidic. Uarissima e la Oli- coclase, abbondanlissimo il Labrador. Non percio non use- renio il terminc di aspcHo tmehUico per le lave, le quali pe'caralleri lisici si rassoniigliano alia Tradiile albi'ica or- tosica ; giorno verru forse nel quale tulle queslc suddivi-

(1) Ho crcdalo doversi cosi a|ipollaro lo rocce altcrate da! I'uoco come direaio al § 70 v. Elfinunti di Geoloifia ad use della R. Universila Catania" 1840.

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sioni del felspcTto saraiino rigiuirdate come seniplici mo- Uilicazioni della stossa soslanza.

§ 20. Dopo Ic prime soKoniarine eruzioni : dopo gli aiiliclii colli di onizione, e le lave corrispondciili: do- po clie osaurile oran I'orse ncl focolare Ic roccc lelspali- clie ; 0 clic rivolto si lossc il I'lioeo soUcrraneo a piii vasta foniiazioiio, (pial' era la basaltica, dalla quale |»ro- venivaii pure liilli i vidcani, nra cslinii, dal Val di Aoto e di allri sili: il hasallo, per iiii iiuovo canale, pole ap- preslarc altljondanle nialeriale al vulcano elneo ; ed esso coniincio a vestirsi e ad accresccre la vasla sua mole con lave basalliclie.

Or, (pianli sirali di lava, quanli materiali di svisce- rata fusa roccia si ricliiedovano per imialzare una vulca- nica monlagna qual' e I'Elna, aiiclie sino aH'allezza del piano della Calvarina, ossia a jOOO piedi snl livello del mare? Selle sirali ne presenla la cosla di Aci in un'al- lezza di iOO piedi : venlidue se ne conlano nella valle di Calanna in iiOO piedi di allezza : uudici nella eislerna del piano del Lago ecc. Aolendo prendere un medio, an- clie ahliondcvole in doppiezza ilegli sirali di lave, darc- mo tre sirali |)er ogni cenlo piedi di allezza, ed essen- do il piano della (laivarina a .">00 jiiedi avran dovulo am- inonlarsi cenlo cin(piaiila corsi di lava per Uilli i lali del cono oiide giuniicre a (|neiraIlozza ; e per conseguenle, conlinnandu nella slessa proporzione, per arrivarc a 10, 434 piedi, allualc elevazionc dell' Etna , vi avran voluto 314 sirali di lave, o maleiiali vnlcanici considerali sem- pre a Ire, ])er ogni cenlo piedi. Cio non vuol dir [lero, clie un lal rislrelto nuniero di eruzioni era liisognalo per I'ormare la enornie massa di quesla nionlagna ; esse avran dovulo essere senza duMjio piii del cenlupio : iniperoc- clie un corso di lava, il mayiiiore ed il iiiii eslcso die SI conosca non eccede li selle niiglia quadrate ; a formar

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qiiindi un sol mantello del graii cono dell' Etna molte e niolte lave vi avran voluto , sin da die csso cominciava ad avere una base di ventiqualtro miglia; e senipre [tiii han dovuto ricliiedcrscne, come la inassa del cono ingran- divasi.

31a lascianio questo calcolo die resta tanlo lontano da ogni approssiniaziono , quantc volte si considera die lo in"i'andinicnto del cono dell' Etna non e stato unifor- me c regolarc , e die tulle le ineguaglianze della sua superficie : tiilli gii avvallanienti e le elevazioni, die sca- bro ed alpeslre ne rendono il suolo, diniostrano die le correnli vulcaniche non sono slate addossate senipre , o in Uilli i Inonlii, le une siille altre ne' Qanclii della nion- lagna: die cid si e verilicato nella parte elevata della re- gionc scoperla e vero ; ma non son poelie quelle die sole sono restate e scoperle, prolungandosi verso le ul- timo I'alde della nionla^na. Ad o"ni modo erandissimo e

o o o

statu il nuniei'o dclle correnli e de' materiali pirogenici sciolli, die e hisognalo a formare il corpo di questo ma- gno vulcano.

§ 21. Per non istancar, forse, la mente nel conce- pire un lungliissimo corso di tempo, necessario alio in- grandimento dell' Etna, si e tenlalo di alzarne di un col- po la massa principalc ; e si prctende die essa present! un cvidenle solhivanicnlo, in quclla parte die coslitnisce lalluale sno Inislo , di cui il petto e raj)presenlato dal balzo del Trifoglietto , Salto del corvo c Giannicola; ed il dorso, da quclla parte della regione scoperla die s'in- nalza alquanto curva a ponenle , da M. rosso e M. S.' Maria sino alia base dell' ultimo cono del cratere (*). I dali cui appoggiasi qucsla opinione sono i seguenti.

(*) IJodicrclios sur ta structure ct sur V origiiic du Mout ,Etnd i'Ak de Beaumont Mom. pour servir a une description i!eologi(|ue de la France vol. 4.

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La vnllc (Id Loone, c le allure dollc concazzo nio- slrano una intlinazione di slrali da S. 0. a iV. E : addielro del cono del cratere allrc cicvazioni, clie si son dellc Cra- lore ('llillici). iiuliiiniio da S. aiV.; il jJoUostesso dolla mon- lagnola. nolle parli non coverlc di arone dolla onizione del 17()(), inclina da ]\. a S. La massa ccnlrale altorniala da qucstc cicvazioni, pare die slesse, cosi^ in mezzo ad nn cratere di sollevanicnlo, prodolfo dalla stessa sua inlrnsio- iie; vale a dire, die innalzandosi il corpo dcH'altuale parte scoperla dell' Etna fece indinare in varii sensi gli strati (Idle lave die vi slavan sojtra. Dijipiii, gli strati nella vallc di (^alanna, iiclla c/s/erJio ccc, conservano tal paralldisnio iidic loro masse, da non rassomigliare in nulla alle ordi- narie corrcnli, piene di strangolamenti, di rigonfiatnre, di grande irregolarita di siiperlicic: gli strati, linalmente, delle iiialcric sciolle die cuoprono le lave indinate, non avrcb- bero poluto conseivare paralldisnio alcuno con esse, do- vendo ccdere al peso loro stesso e rololarsi alia base.

§ 22. Aon pare a me die cosi vada la bisogna. E prima di tuUo, vi e talc distanza dalla Valle del Leone alia Montagnola : e da (piest(! alle piccole allure dietro il cono del (h'alere, die non vi si pub per modo alcuno slabilire uii anlico rapporlo; ne lo Znccolaro e la Roc- va di musarrn, die sono resti dcirantico fianco dolla nioiitagna. possono ajnlar con la loro forma c struttnra la concepita idea del sollevamenlo; inoltre , dalla parte di jioncnle il dorso della montagna, (piello stesso die si protondo sollcvalo non ha intorno alcun segno di anlico lerieno di lave, die si fosse inclinalo, conic (luc'prctesi punli di sopra cennati; c airincontro esso non resulta die di sovrappostc scorzc di lave del sislcma pirossonico, os- sia della moderna Etna. Ayuiuni-i a cio che ncssuno strato di lava, nel j)ello del baizo del Trilbglietto, (', evidenlemeii- Ic di lava felspatica come Ic antidie ; ed all'incontro so-

ATTI ACC. VOL. MV. 31

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no esse quasi tulle pirosscnichc , come quelle della par- te nioderua del vulciuio.

La inclinazionc degli strali, poi, iion e talc da uon potersi riguardare come prodolle da nalural corso di cor- renli sopra la superlicie di un cono ; il (|uale informe per quanlo si voglia non lascia peri) di csser scmpre ac- clive; quindi una lava nella parte scoj)erUi dell' Etna nou si trovera mai orizzoulaie se non nc' luoghi piani, nia se- guira poi il grado di acclivila del solloposlo terreno; cd ove si vcrilica, per causa (pialiiuque , una sezione per- pendicolare del lianco di varii strali di lava, si trova clie essi sono inclinali al grado stesso del suolo conico clie li sostiene; conic dcv'esscre la strullura di una slralili- cazione a manlcUo , (piando verrcbbe tagiiata ncl sense di sua lungliezza; allincontro la sezione ncl senso della largliezza puo dare alia slralilicazione quella orizzonlalila clie si csscrva ne'cilali luoghi, di Calanna, di Trifoyliet- to e Cisferna.

§ 23. Si vuol anco soslcnerc clic Ic corrcnli di la- ve non possono fluire in coulinuazionc al di sopra di un angolo di IG" e percio, trovando ne' mcnzionali punli del- la vallc del Leone ec. die gli strali inclinano sojira un angolo di 2a gradi, si concliiudc non poler cio avveiii- re se non per via di soilevanieulo. Coiifcsso che tanla inclinazioue di strati non e slala clie rarissiine volte da me osservala; e qiielli della vallc del Leone e delle serre del Salfizio : e piii basso verso lo Zoccolaro non sono inclinali piii di 20 gradi ; c con simili inclinazioni abbia- mo noi mille esemj)j, de'quali basla rapporlarne quello che ci prcsta la lava del 17f)2 prcsso laCalvarina, pres- so lArcimisa, ed in vari sili acclivi, scavali dalle acque in quelle colline; non che a Cassone, sopra la Zafarana. Seuza numcro poi sono tali cscni[)j per tullo il dorso deir Etna che guarda Dronlc, Malelto e Randazzo, e co-

2:{3

mc siiigohire doc riij;uarilarsi, ncl lorrenle di (kira fjmn- de, una corrciilo di lava, die discese con un Iiraccio sino al fondo doll'alvco , c ncl pcndio dclic pareli lia una inclinazionc di piii di .'{.') jiiadi !

§ 2i. Ma snpposlo die non fosscro dclla tale in- clinazionc di gr. 23, si dira forse jiercio clic qncslo av- vicnc pcrclic, conic llnidc, Ic corrcnli non possono vc- I'ilicarc un scgnilo corso sojira piii ripido dcclivio? 0 jiiii loslo clie i luoglii ove son corsi non nc offrivano uno di angolo piii olliiso? A toglicrc ogni conlraslo Jii- sogna venire al niodo di come progTcdisce la lava scor- icndo. Sia ciressa vcnga fuori dal cralcic o dal fiance del vulcano, si vcde scorrcre a gnisa di li(iucfallo mc- tallo, c, lollo nc'priiiii lenipi dclla cnizioiie, ipiaiido il sno coi'so c pill rapido, proi^rcdiscc con una ccrla len- tczza ; di niodo die non tarda a ralTrcddarsi la supcrfi- cie ed il fi-onlc di cssa ; c lo intcnso vivo colore del I'lioco non si scorge die nelle fciidilure c ne'crcpacci. La j)arle liijuida solloposia trascina seco la scorificala super- licic e la va rovesciando avanti il suo fionlc si heiie die alali, come va innanzi, in inodo da coiuparir die cam- mini S()|ira i siioi slcssi rollaini , i qiiali concoriono a rilardanie il corso cd a non inlerrompcrne la conlinuila, Supponi>Iiinino ora die la lava scorra sopra un pcndio di 3"> giadi dincliiiaziune, cosa dovrii succedcrc in al- lora ? Se do avvienc presso la sorgcnie, ivi la lava flui- da pill die idlrove si adallcrli pcrrellanicnte al pcndio del suolo, come (jiialiuKjuc allro li(piido, die avcsso jterii una ccrla consistenza come di un liiliimc, di una |)ece I'usa ec, e scmpre dclla slcssa allczza, liiidic al ironic non trovc- rii oslacolo alciino ; o fiiidic il raU'rcddamenlo dclla ])oi- zione corsa la prima non larii iiilo a fjuclla die conliniia a fluirc, (dthligandola a moutarvi sopra o a cangiar di di- rczionc. Qiiando linalmenlc la eruzione va a ccdcre, si ve-

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(Ira la corrcnte rinianer ferma nel pcndio ; perche il gra- dual raffrcddamonto noii pcnnetlera chc si stacchi in pez- zi e si disgiimga la niassa die scorrer non puo precipi- tosa, a causa dcU'uiio, clie ahhiamo considcrato, dclla parte raffreddala del fronle ; c rimarra nella stessa dop- piczza ed in solida niassa, a guisa di stralo parallelo alia inclinazione del pendio ; se lo scendcra , [)oi , quand' cs- sa scorrc lentanienle, allora pria die la parte fluida vi arrivi la supcrficie scoriiicala vi sara rovesciata, e (piella liquida lentamente calandovi non disgiungerassi per certo nella niassa ; perche la pressione impellante di quella die le vicn dielro ad ogni islanle la nianliene in una conli- nuita ferma , ajulata dal ratfreddaniento della esterna superfific c del frontc die le oppongono resistenza. Non sarclibe inipossihile quindi il corso di una lava in i)en- dio di 35 gradi ; niolto nieno in uno di 30', e cosi via via sino a quello di 23" die e il niassinio della prelesa indinazione degli strati, nella valle del Leone (1); e noi abhianio supposto il suolo acdive per cui scorre la lava, conic se fosse d' una supcrficie piana e lavigata ; die si direbbe poi se si tien presenle quali sorta di superficie suole coprire una lava ne'fianchi del vulcano? Ancordie fosscro di sole arene, basta il peso stesso della lava chc vi passa sopra per affondarle di tratto in tratto e forniarnc lanli punti di ostacolo al libero suo corso.

§ 23. Ma finalniente anche aninicttendo die le stra- tificazioni di cui si parla siano in effetto piii inclinate, di quanto , pel rcgolar corso di lave , esser potessero , ne nasce percio che un soUevamento potcva soltanto produrle? i\on potcva, all'incontro, il profondaniento del terrcno die

(1) Sulla Valle del bove, Atti Gioen. vol. 12. ser. 1.' 1837. Saggio sulla costituzioiic fisica dell' Etna Atti Gioen. vol. 3. ser. 2.' 1847 cc. ec.

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jirodusse la vallc del Uove cssernc la veia cagionc? E- saminiaino i [tarlicoluri clie acconi[tagiiar (lehhuim ognii- na di qucsle due cause.

Si suppone, come di sopra si c accennato, die il corpo della inontagna , dalla rogionc nemorosa in sii si I'ossc sollcvalo; pcrclie dal dolce pciidio dclle lalde di essa sino a ([iiella rcgione, il vasto suo corpo i)ar che s'iniial- zi ex-almijj{o, con una inclinazione de'fianchi ripida piii del doppio del liniancnlc.

(jui non si tralla di un sollevaniento di una massa nionlagnosa, che s[iinla da una piii polcnle massa soUo- posta ha rollo la conlinuazione de'suoi slrali, ed ha do- vuto picgarsi da un lalo e dall'allro per dar uscita a (|uelia che nc ha superala la resislcnza, e vi si e stabi- lila in mezzo : ma bensi di sollevare un' immenso cilin- dro di lave, aniinonlate una suU'allra, scnza sconcerlar- ne il livello ; e quel che e piii, senza disluibar per nul- la il cammino interno della gola del vulcano, la quale e rimasla nel sito slesso inallerata e perenne, come sc quel cilindro slato fosse lo slanluffo di un tubo! Non po- tro mai piegarmi ad ammeltere questa opinione, riflel- lendo, che un lal sollevamcnlo non polcva aver luogo sen- za un grandc, disordine e sconvolgiinento di luUo il Icr- reno circoslante.

Trattavasi non meno di una massa di cinque mi- glia circa di diametro , c di un' altezza di cinque in sei raila piedi, che veniva soUevala da sotto un terre- 110 di lave vulcaniche, non solo, ma che avevn e col- line e monlagne vicine; il risentimenlo, quindi, del cir- coslante lerreno doveva eslendersi a molle migiia intor- no ; e la superficie del resto del cono etnco doveva as- sumere una forma di suolo scavato di avvallamenii, che corrispondcssero alle aperture del terreno conquassato ; e questo, secondo il linguaggio moderno, dovea divenire

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stolhito di larglie fcnditurc chc aprivansi atlorno la nias- sa sollevata (1). Ma nulla di tulto questo si osscrva nei lianclii dell' Etna ; cd in mancanza di prove di tal gene- re si sono andali ecrcando gli sirali inclinati della valle del hove, e delle scrrc del Salfizio, quasi teslimonii di soUevamonto in niiniatura! Del rinianenle, se logli il gran- dc ahbassamento di suolo, o avvallamcnto qualunque si fosse, dello valle del Bom, UiUo il reslo del cor[)0 del- I'Etna non offre trallo di suolo clie possa far supporre esservi stata una volta una fenditura, o un rivolginiento di terrcno.

§ 26. Di pill, il petlo del balzo del Trifogiielto , che appalesa il tagiio di lante stralilicazioni di lave, ofTre in esse un livello ed una forma orografica tale, che se uiai questo corpo di monlagna fosse venulo fuori per solleva- mento, esso dovctte verilicarsi placidissiniainente, senza disordinare per nulla gli strati superiori, e conservandoli nella loro orizzontalita sino aU'altczza di 9,000 piedi. Supposizione che sarebbe conlraria a quell' altra, la quale alia forza del sollcvamento attribuisce i pareti inclinati della valle del Bove ; c qucsti se sono stati sbalzati a tan- ta distanza uno dall' allro , il sollcvamento avra dovuto essere subitaneo , o di una potenza supcriore ad ogni calcolo ; nientre in fatto , nel sito anzidelto , non si ve- de roccia alcuna alia quale atlribuir si potesse 1' effet- to di cosi valida c straordinaiia forza; e cola dove si vuole innalzato il corpo dell' Etna disordine alcuno non regna.

Cosa si risponderebbe poi, se si domandasse, come niai fra tanti niatcriali, pretesi soUevati , nessun bricciolo s'incontri di roccia, o nettunica, o sedimentaria, che a- vessc potuto venire in rapporlo co' maleriali vulcanic! ,

(1) Su'Orateri di Soilevamcnto ex. ( Mi Gioen. ser. 2." vol. 3.")

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nel lompo clio i lavori dell" Etna crano soUnmaiini ? K della roccia slessa lelspatk-a, d"ondc il vukaiio lia dovu- lo Irarrc la iiialcria di tanlc lave, riforibili a quel sisle- ma, conic niai ncssuna traccia nc sia venula liiori, in tem- po die nil taiilo sollovanienlo opcravasi sot to la base del vuloano? Qiud'e stalo, in line, il caratlcie petrografico della roccia die innalzaiidosi atlraverso la scorza terre- slre, lia polnto sollevare, ne' modi di sopra dcscritli, la massa centrale dell' Etna?

§ 27. Per quel die riguarda la ineguaglianza del- la superlicie e delta massa delle lave moderne, conlron- tata con quella delle lave die si scoprono nella valle di Calanna^ nel lialzo del Triroi>lietto ec. ec, ove assumo- no una tal qual regolarita di superlicie e di doj){)iezza, sehhene non lanto evidenle quanio si ])ieten(le, io non vonei allalicariiii a ricercarne la cagione ; perdie sareh- Ite lo stesso die jiresentarc delle opinioni piii o meno jirohahili ; nulla potendo asserirsi di eerto. 3Ia d' altron- de io non so quanto, questa struttura iielle dettc corrcnti, possa militaie a liivore di iin sollevamenlo. Imjierocdie, 0 questa regolarita di struttura si debbc a sottoniarino corso di lava, e cagionata percio dal peso delle acquc, ed allora, io re])lico, csser piessocdie inipossihile die non dovcsse porlar sopra indizio di marino deposilo , ed olli'irlo andie iiilerj>osto fra uiio stiato e I'altro; come r oilroiio le correnli lulte del Val di Aoto: o si dehbe a particolar modo di fluirc delle lave, c I'orse per la vi- ciiianza alia loro oiigiue, e cio poleva avveiiire in ogni tempo : ne vi e maggior ragionc di credere queslo tem- po reniotissimo anzi die moderno.

Finalmente, in quanio alle ceneri, allc arene, a'ma- teriali sciolti, die vi si voglion rapjireseiitare c<ime uno stralo parallelo alia massa delle lave die cuoprono : men-

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tre in rcalta qucsta asserzione e nata daH'csscre slato cio osservalo da lontano , bisogna essere stati presenti agli andamenti dell' esplosioni vulcanichc, per restar jiersuasi come, que'materiali vengano a cadere intorno a'coni e so- pra le lave, e fermarvisi in doppiezza presso che ugua- io, qualuncpie si fosse Tacclivita de'coni slessi, senza ob- bedir sempre alia legge che lor vorrebbe imporsi: di ce- dere, cioe, al proprio peso e rotolare, c scorrere ver- so la base come le mobili arene dclle Dune. Ma basta solo il ranimentare che que'materiali vengon fuori ba< gnali in mezzo alle ceneri, alle arene, a'rapilli, umidi di yapore e di efllorcscenze saline ; servendo quasi , sarei ])cr dire, di Icggicro ccmento a piii grossi materiali, e capaci di Irattenerli nel sito ove cadono ; a tale, che spes- so le varie tuniche formate ne' coni da essi eruttati a riprese, divengon solide , e si chiamano percio tiifi vitl- canici. Con I'andar del tempo poi, divenuti aridi e me- 110 Icnaci possono, dagli agenti meleorologici e dalla ma- no deir uomo csscr ridotti a materiale sciolto ; ed allo- ra son facili ad ubbidire alia legge e venir giii verso la base del cono.

§ 28. Uispondiamo ora alia domanda che aspettia- 1110 ci venga fatta, cioe, chi ha prodotto dunqne que'va- rii aspetli del terreno nel gran tratto dell" Etna antico ? » Uno sprofondanwnio di nn seslo, riven, della mussa supevjicUde di (piosia mnntarjna che cosliluiva la par- Ic pill, elev(da deW Elna antico, io rispondo. Vediamolo.

Tanlo materiale lavico , venuto fuori dalla gola di questo vulcano, e sviscerato da'contorni del suo focola- re. ha dovuto lasciar certanientc un vuoto ben esteso nella base dell'Etna. Una violenta e grandiosa eruzione, scuo- tendonc potentemente la massa potcva facilmente produr- re la eatluta delle sotterranee volte , e far profondare

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qudla porzione doll'anlico cono die vi slava snpra, e sconiporrc iioii poca parle (le'prossinii liaiiclii. Aoi pos- siamo cib provarc coii esenipj di siniili avvenimciili suc- cess! in tempo di iioslra vi!a, iiej^li nlliini aiini del se- co!o |»assalo. Durante, in fatti , la eruzione del 1792 , un al)l)assanienlo di suolo, di un quinto di niiglio circa di diameiro, si avvero ncl piunn del liujn , presso la 3Iontagnola, profondo 200 piedi, o piii; dalla sua forma circolaie dctto poscia Cistcrmi , (di cui lanle volte alj- biaino g\h fatlo nicnzione); c questo abbassamcnto cbhe evidenleniente origine dalla cadula della v(d!a solterranea . per la (piale si I'aceva strada quella eruzione, che a sboc- car vennc nclle sorrc del Salfizio. La valle di Calanna, in |)ro|)orzioiie niaggiore, ba gii stcssi caralteri , e non poteva altrinienii forniarsi die, j)er abbassamcnto del suolo cbe in oggi 1' attornia. aveiidola lasciala di circolar I'or- ma con iino scoscendimenlo niurale : nel modo stcsso, perlanto. tntta la valle del lioic, sia a riprese, sia in una sola v(dla dovette |)er abliassamenio f(»rniarsi.

Rolta e precipilala in profonde voragini la parte del nienzionato rono die venne giii, non poteva non i)rodiir- re nn terreno rivoltalo ed in tut'i i modi lornientato ; e rupi isolate , creslc di colline scoscese , Iratlo di su(do animonlalo in una parte, infossato in un'altra, nialeriall inescolati e conlusi, slratilicazioni di lave rotte, inclina- Ic ed ancbe verticalmente a giacere ridolle: lulto ipiel disordine in somma doveva avvcnire , die facilmenle si coniprende e dillicile riesce ad esprimere.

In questo modo io spiego 1" aspctlo della valle del Oove, ajulato da' falti cbe il vidcano stesso appresta a clii Io studia senza |)reo(cupazi(uie dello s|)ii'ilo , qiian- do, inl'alti. dallo esame di (piel die in oggi si osserva. si va rilevando quel die ba doviito avvcnire per Io ad- dielro : qiiando quesle osscrvazioni si ripetono la prima,

ATii ICC. \()i. \\\. S2

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la seconcla e la terza voUa, per meglio assicurarsene : quando servono esse di elenienti al tenlativo di spiega- ineiito de'fenomcni, non riescira allora difficile il giiinge- re a scoprirc se nou la vera causa dellc cose, la proba- bile alineno , la (piale va d' accordo con qiianlo la Geo- logia ha potulo dedurrc fin' ora, co'suoi principi.

§ 2O. La teoria de' vulcani ha cessato d' esser \a- ga e soggelta a niillc dubbj, daccbe non va disgiunta da qiiella adottata dalla Gcologia per la fonnazione della cro- sta del globo. Se questa infatli , non e altro che una scoria del nuclco incandescente del iiostro pianela: se es- sa e divenuta senipre piii doppia e profonda come e an- dala raffreddandosi, i vulcani possono considerarsi come svenlaloi del fuoco solterranco , che pub in oggi niani- I'eslarsi con minore energia, ed in pochi punti sollanto, atteso che resistenza maggiore ritrova nella ingrossala scorza terrcslre, e chiuse non poche vie che diedero u- scita una voUa a' materiali fusi che roccc jnrogeniche chia- niiamo, c soltanlo con I'aiulo dc'vapori puo manifeslarsi, generalmentc parlando, per le accese gole de' vulcani: men- tre Ic rarissirae volte, al di d' oggi, per sola effervescenza ed espansione di calore, puo il fuoco solterranco spinge- re le fuse rocce sino alia bocca de' crateri ; come si e osservato nel priucipio della eruzione del 1838 (1) sen- za r ajuto del vapore. iXc'tempi ])ero, ne'quali la scorza della terra era mcno doppia e piu facile ad esser pene- trata 0 rcspinta da'fuochi sotterranei, si formarono allo- ra le intrusioni del granito, del porfido, de'gruppi del basaldo ec. Pare in soninia potcrsi dire, altro non esse- re i vulcani che i punti pe' quali il sotterraneo fuoco si fa strada allraverso la scorza tcrrestre ; essi a scconda della doppiezza di quella sono slati piii numerosi ed at-

(1) Mem. sulla cruz. del 1838 Cat. 1838.

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tivi ne' tempi andali, eJ ora per la massinia parte spen- ti si osscrvano ; c qiiclli stessi die sono tutlavia in al- tivita, bisogna pur confcssarlo , non nianifeslano quella energia die, da (pianto si puo dediirre dalla loro stnit- tura, iiioslraiio aver aviilo una volla.

Ed in vero, se noi maturamcntc csaniinianio quanta superlicie dell' Etna e slata occiipala di lave nuove, sin da' tempi stoiici, possiamo ad evidenza dimostrare die cs- sa non ha formato die appcna (forse) una sola tunica al vasto suo cono, con le varie correnli die in tulli i sens! e per tulle le sue lalde lia versalo ; cccelluate soltanlo (juelle die nella vallc del Bote si sono una suH'altra am- monlatc, per non aver poluto preudere altra direzione, confinale enlro gli alii pareti di quella vallata. 3Iaggiorc di gran lunga esser doveva dunque la sua energia, sc po- le tanto innalzarsi cd ingrandir la sua mole, a via di so- vrapponinienli di lave, prima de'lempi istorici.

§ 'M). Poco 0 nulla di rimardievole offre qucsla mon- tagna al Geologo, nel lato scllentrionale ed occidenlale, dopo (|uanlo ha dovulo osservare e spiegare nella oricn- tale. Ed e tempo di dare uno sguardo all' Etna nascenle, accompagiiandola uelle sue operazioni vulcanichc , prima dc' tempi storici ; riserhando ad altro capitolo quel chc ci ha conservato la tradizionc riguardanlc questo vulcano.

IVoi ahbianio (piasi provalo chc il mare, prima del- la lerziaria formazione superiore, occupava 1' area di un gran semicerchio ellittico di colli secondari , da Tauromina ad Agosla. iVel foco seltenlrionale di questo spazio, il mare comincii) a gorgogiiarc, a spumare, a riscaldarsi, a for- mar tcm{)estosi cavalloni, e ad evaporar parte dellc sue acque. Dal fondo immense bolle di aria o di gas vcni- vano islante per islante crescendo sempre in numero ed in frcquenza, c dal loro scojipio a conlalto deH'almosfc- i"a , una quanlitii di vapore in Ibrma di fumo si alzava ;

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finche oltrcniotlo cresciuto lo svilupi)0 de'gas tiillo il d'in- tonio si copriva di denso funio vaporoso, chc a poco a poco di niinula cenerc si impastava cd alzavasi in volumi- nosi giobi, avviluppandosi e rololandosi sopra sc slesso. Un rumoreggiar ciipo da principio, accrcsccvasi gradata- mcnte, finche a fragoroso tuonare giungeva, clic nnilo a qucUo degli scoppj di olellricila facea ribombar Taria d'in- lorno. Inl'ocale niaterie vcnivan fuori a ripresc, mescolate col funio; e tutto era sconvolginionto nel marc Jonio di allo- ra; la superficie ne era imbratlala di gallcggianli scorie pu- niicose, c sparsa di cenerc veniva pure briiUala da grande quanlila di pesci morli e di niolluschi gallcggianli. Era il vulcano clic per la prima volla squarciava quella par- te della scorza della Terra copcrta dal mare , presso la costa della isola, chc Sicilia fn della ne' tempi posterio- ri. I vapori, i gas e Ic materic sciolte che potevan es- sere con essi trasportalc , venivan fuori dalla superficie dell'acqua; la sostanza fusa pero della roccia non pote- va con essi soUevarsi e versarsi ;, appena spinta dalla nuova gola vulcanica sopra il fondo del mare , che con la pressionc delle sue acque obbligavala a prcndere una forma depressa ed eslesa, con una superficie pressoche ondeggiante. Ma benlosto veniva essa coperta da'maleriali sciolli erutlati, i quali in parte erano spinti al di sopra della sua superficie, in parte cadevano, a guisa di sedimento, sopra lo strato della lava nuovamente corsa, e formavano insieme inlorno alia gola del vulcano il principio di un cono di cruzione , che dal ripetuto incessante fenomeno ingrandivasi a poco a poco ma sottoniarino ancora. Mas- sima esser doveva la energia del nuovo vulcano, ne'suoi primi tenqti ; e non dovelle tardar molto a crescer tanlo solt'acqua da cominciare con I'apicc del suo cono a farsi vedere sporgente dal livello del mare.

L'andamenlo di tali fenomeni non e imaginario o ipo-

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lelico. E ([iicsto per ra|)|)uiilo il corso di qiiclli che os- scrvansi al d\ d oi^gi in im vukano clio spuiila dal mare; e qucsli soiio slali i I'enoineni del vukano clic allacciossi iicl marc africano fra Sciacca c Panlcllcria , chC io visi- lai c dcscrissi nol 1831 (1).

§ 31. Slahilila la gola e formalo il cono, rorii- zioni divenncro tuttc subacrec ; e nello imnienso golfo dclla cosia siciliana, v'era gia una isolella vulcanica, ac- canlo a niolli scogii basallici , apici dei gruppi dclla e- stesa carricra basaltica soUo marina. Era I'Elna nascen- le, die lavorava ad cstcndcrc scmprc piii la sua pcrife- ria, vcrsando dal cralorc torronli di lava per luUi i lati ncl scno dolle accjuc. Chi puo dir mai quanlc migliaja ne cran corse, animontandosi una snirallra prima che la Icrziaria forniazionc venisse a circondare il vukano per Ire lati ? E (piesla Irascinala dalla lorza di una corrcnlc marina, a cui I" Etna faceva oslacolo, come si e ripeluto, in due J)raccia si divise e ne cinsc la base, tolta la sola parte di levante, cumulandonc la massa a poncntc.

§ 32. Fianchcggialo da qucsla formazione, il vulca- no non versa va tulle le sue lave, come prima ncl ibndo del marc, ma sopra il nuovo suolo eslendevale occupando- 1(» a grado a grado, luorclii' dalla parte di levanle, ove seguivano a correre in marc. Ecco pcrche la cosla di Aci lave sopra lave appresenta, senza lerreno terziano che la sosteuga ,* ed ecco pcrche s<mo esse piii pirosscniche delle allre, che sopra le colline argillose di quella plaga son corse ; imperocche nel mcnlrc che una lava del si- stcma felspalico occujiava il suolo terziario, I'allra coeva e di ugual nalura simmergeva iiel mare e scomj)ariva ; di mndo che quelle che sono sopra il livello del marc

(Ij SuKoiiouR'ni del iiiiovu vulcyuo. Cal. 1831.

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aUiialc, corrispondono ad altre superior! di molto allc prime corse sopra il netlunico tcrreno.

II marc si abbassava, o il suolo innalzavasi per 1' ul- tima volta. La formazione lerziaria superiore appariva alio scoperlo; Ic lave dcH'Elna le facevan corona in moltissimi punti ; la sola costa di Aci, assai piii estesa di come oggi si vede, presentava la massa vulcanica intejjfra ed unifor- me, dal livello del marc sino alia cima dcUa montagna; che alia gia piii d' un miglio esserc doveva in quell' e- poca.

§ 33. Intorno a quel tempo, o forse prima, i ba- saUi globulari si fecero strada attraverso la collina, sot- lomarina in massima parte, che aveva abbracciato e co- verto la carriera basaltica, co' suoi gruppi prismatic!; e (piesla, io credo, avea prcstato i materiali al nuovo fo- colare, che sotlo la rupe di Aci Castcllo accendevasi. Quei basalti globulari, infatti, non sono che prismi disartico- lati e riniescolati nclla fusa roccia pirossenica, che a gui- sa di una tunica semivctrosa invcstivali ; e cosi rotondati c vesliti, crano dalla cruzione cacciati in alto; ma rica- dendo sopra se stessi cumulavansi intorno alia gola di quel sottomarino cratere, nclla forma in die oggi si ve- (lono: intorno a quel tempo col ritiro del mare, il ler- minc dclla formazione terziaria frano dalla parte di mcz- zogiorno, in mezzo a' gruppi della carriera basaltica, e lascio isolali gli scogii dc'Ciclopi e la rupe di Aci Ca- stcllo: intorno a quell' epoca, I'lsola dc'Ciclopi venue sol- levata dall' Analcimile che s' introduccva nella cumulata massa del basallo decomposto, ossia CiclopUe, e seco por- tava sollevandosi : intorno a quel tempo, o prima finalmcn- le succeder doveltc lo abbassamento, che formo la valle del Bove ncl Trifogiietto, c poi quclla di Calanna.

§ 34. Nelle convulsion! dclle sue cruzion! il vulcano,

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con Ic scosso dc' Ircmiioli, apriva interne fendilurc cor- rispondenli alia gola, da dove innalzavansi le fuse niate- rie laviclie; e per mezzo di qiieste i'endilurc lo sgorga- iiienlo delle lave facevasi laleralnicntc, e pe' fianclii della monlagna I'ormavansi allora i lalerali craleri, e i inonti- c'clli de' loro coni s' innalzavano sopra il corpo dell' Etna. Cessata la eruzionc le fcndilure rimancvan picnc del ral- freddato maleriale della lava, ed in forma di dighe tra- versavano la slralilicazione a manlello del vulcano. Spiega- si cosi liKilmcntc come in mezzo ad un suolo vnlcanieo del sistema lelspatico si trovino taliine dighe , apparte- ncnli al pirosscnico. (1) Un ahbassaniento di suolo pote- va lanto appalesare; avvegnache senza di qiiesto si sa- rebbe creduto, che i crateri de' sopra delti monticclli di- rettamente provenissero dal gran focolare, come non man- cano laluni di credere tutl'ora. Ma la gola del vulcano at- tuale fu cd e slata sempreuna; senza di cio non sarebbe mai giunto a lanla altezza; c lungi di vedersi I'Elna una sola gi- gantesca conica monlagna, un gruppo di nionti vulcanici si sarebbe stabilito, indipcndenti uno dall'allro; o almeno niolti centri vulcanici contalo avrebbe questo suolo, come que'tanii da me noverati nel terreno de'Vulcani estinti del Valdii\olo(2).

Le eruzioni, come tutt' era si siegue ad osservare, non eran sempre di lave, I'impeto del vapore che dal vulcano si sviluppa riduce spesso a minute particelle le infocate lave che innalzansi nella gola del vulcano ; ed in elTetto noi vediamo, che ne'primi islanti di una eruzione.

(1) Sulla valle dpi hove— Atli Cinon. vol. 12, V Seric 1831. Sulla coslituzione e fisica dell' Elna AUi Gioen. vol. 3.

Ser. 2' 1847.

(2) Mem. su'vulc, estinti del V. di Nofo— Atti Gioen. Scr. 1." vul. 3.

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allorche la sua violenza e maggiorc le ceneri in prima, poscia le minute arene , indi le piii grossolanc , c ma- no niano il lapillo c Ic scorie, ed in seguito la lava co- mincia a sgorgarc. Che se nel corso delle eruzioni, nuo- va violenza essa acquisla, accrescer nuovamenle si vedo- no le esplosioni ed i gelli di arene ; altrimenli compa- rendo la lava esse diniinuiscono sensibilmente d'inlensita.

§ 35. L'Etna, perlanto, ha dovulo avere delle pri- me esplosioni di minulo materiale non poche eruzioni. La schiena deW asino, le serrc del Salfhio, i nionti di Calanna, Cassone, la Umpa delle Cannelle, e poi le Con- cazze, le fmaile di Gcrrita ec. ec. piii che di lave, son cosliluile di sciolli maleriali; e di simili formula esser doveva ugualmente la parte occidentale del dorso dell' Etna, prima delle tante lave die vi son corse sopra ; da dove trascinati giu dalle acque e da allre metcore avean la- sciato acclive di troppo quclla parte, che sino al di d' og- gi, sfigurata qual' e dallo anlico aspetto conserva pure una inclinazione di presso a 20 gr. inclinazione che ha con- Iribuito anche essa a far supporre non aver polufo aver luogo che per soUevamento di quel corpo della monta- gna. Quesla pero era, se non piii alia, piii conica al certo, se di materiale sciolto, piii che di lave era for- mata, come da quel che ne avanza chiaramente si puo co- noscere. La polente causa che fe crollar negli ahissi del focolare la volta che sosteneva la parte centrale di quel- I'antico cono, produsse la valle del Bove, e poscia quella di Calanna, con tutto il rivolgimento del suolo di quella parte dell' Etna.

§ 36. Da quanto ho finora assunto vede ognuno che io ammello un anlico cono nel sistema felspatico dell' Etna, anleriore percio a quello attuale ; e tempo ora di spiegar pill chiaramente questa opinione.

Non occorre ripclere sopra quali caratleri io appog-

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giava la niia idea di due sislemi di rocce nell'Elna; era chiaro per la naliira delle lave , per la loro fatiscenza, per ii inateriale sciollo de' luoglii or ora accennali , clic la j)arle orieiilalc dell'Klna era la piii antica, ed il felspa- tico era la base di tulte (pielle rocce. Pirossenico era il maleriale di tullo il resto della monlagna, ed esso s'in- troduceva spesso nel lelspalico, ed anclie iie occupava non ])0ca parte; non csitai qnindi, a rigiiardarlo come piii nio- derno del |)rinio. Due diversi focolari avran dovuto pre- stare le dilTerenti malcrie alia forniazione dell' Etna : il prinio, acceso fra rocce Iclspaliche, I'altro in una oarriera pirossenica. Piii energico e piii potente il prinio, in tempo di geologiche condizioni della scorza lerrestre non per anco accresciula in doppiezza, produr poteva un vaslo cono soltoniarino in parte, ed elevalo poscia a grande altezza, findie non mancava di materiale da sviscerare dalle ma- dri rocce. L'allro acceso sotto una vasta formazione ba- saltica, veniva a stabilire un altro caniniino alle fuse roc- ce accanlo all' asse dell' altro cono cbc si estingueva ; c non tardava ad uguagliarne I' altezza, non niancando di ab- bondevole maleriale.

§ 37. Mio fratello Mario Gemmellaro, col suo pe- netrante sguardo osservava che le lave felspatiche di Ca- slelldcci, della sorra della MonUKjnuola delta anche tim- pa (loir alhancllo, corrispondevano hWa schiena dell'asi- no, alle scrro di Calanua, e lormavano un seniicercbio, non gia sul cenlro dell' altuale cralere, ma sul limite o- rientale del Trifoglietto ; die 1' allro semecerchio poteva scorgersi, in frammenli nello zoccolaro, nella rocca di 3Iu- sarra, ed in conlinuazione in quella della Capra delle Con- cazze e mile del Leone; di niodo die egli riguardava la vallc del IJove non come un'abbassaniento di suolo, nia conic uno spenlo vastissimo cratere.

lo non ho sapulo mai acquielarnii a questa idea :

ATTI ACC. vol. XIV. 33

, —248

ma ho trovato senipre csaltc le prime osscrvazioni, tra- scurate da lulli gli scriltori dcU'Etna sino a liii; ed ho pero riconosciuto scnipre iin vulcano felspalico, clie ha pre- ceduto la comparsa dellElna atUialc; c riimcndo I'esalte os- servazioni del mio caro fratello, alle mie idee suU' antico vulcano, non e difficile dare spieganienlo delle stratilica- zioni inclinate, della loro direzioue, delle dighe talvolta aiiche di rocce pirosscniche che le traversano, e die chia- ramenle si scorge esser convergeuli all' asse dell' Etna altuale.

Ed invero, se non puo negarsi che le lave de'ca- stellacci fan seguito di lutto il cennalo seguito di cer- chio del sislema felspalico, I'asse di quell' antico cratere corrisponder dovcva per 1' appunto , nel Trifoglietto ; ed il cono di quel vulcano, guardando la inclinazione degli strati, doveva essere niolto piii alto di quello attuale, ed anche di quello che esser dovea piii clevato in altri tempi. Questa inclinazione , infatli , dagli strati a mantello del primo vulcano si puo chiaramente scorgere nelle serve del salfizio, ed in quasi tutti i punti del menzionato cer- chio ; ed ultimamenle da mio liglio Gaetano Giorgio e stato scoperto, che nello stesso balzo del Trifoglietto, gli strati di lave di Giminicola inclinano sotto 1' alta serie di stratificazione di lave pirosseniche di quel haizo : prova evidente della priorita di que' strati inclinati alia vcnuta delle lave pirosseniche ; e questa osscrvazione e stata ve- riflcata nell'ottobre del 1857 c 1858 dal celeb. Sir. Ch. Lyell, che in compagnia del suddetlo mio figlio , vcnnc nuovaraente a perlustrare la valle del Kove.

II nuovo Etna cosi, a fianco dell' antico s'ingrandi- va, coprendosi di mantelli di lave; le quali nella parte di levante incontrando il cono dell' antico, lo traversavano con lunghe dighe sotterraneamente, e ricmpivano di loro correnti l' intervallo frapposto fra 1' antico e nuovo cono,

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con una deholc pcndonza ; ili inodoclie alio sprofondaniento di lullo il veccliio cono rcls|>atico, che jirodusse la vallo dd liove, rcstarono come pareti di essa i resli dc'fian- clii dellinahissalo cono, ed a forma di salila niurale il halzo del TrifoglicUo, con le serie di luUc Ic lave piros- seniche, versalc, come si e delto neirinlonallo che se- jtarava i due coni.

Tale e 1' idea che mi son formala della csislenza di due assi vulcanici nella monlagna ehica, e de'due siste- mi cui riferisconsi ; e lale cpiella de' fenomeni che pre- senla la r«//t' del hove, senza licorrerc ayli imaginali soUevamenli, appoggiala sollanto a'falti che ci apprcslano, la naUua delle rocce, la loro I'orma, la estensione loro, e lo slalo alluale di loro eiat'ilui'ii-

§ 38. Si e accennalo di sopra quel che accadcr dn- veva (leir ahassamento dell' antico suolo : quali reslarono i pareli : come si scoperse da cio la slrultura del corpo della montagna: come atlraverso delle sovrapposte lave e malcriali sciolti apparvcro le diglie, che latcralmenle eransi inlrodoUe allraverso i fianchi del vulcano antico ; c dalla direzione di quesle dighe chiaro aiqjariva che a guisa di lanli raggi, non poche dalla gola del vulcano moderno provenivano, e per varii punti della periferia di- rigevansi. Quasi |)arlc di parele orienlale del profonda- mcnlo reslarono verso il 1\. E. la rocca della Capm c quella, altissima in nllora, di Miisurra; e verso S. lo Zoc- folaro era in continuazione di quel vaslo parele. Qucsta vallc, inollre, fece conoscere la oslensione del sistcma I'elspalico nella massa deU'Elna, minore, per qnanlo ne mostra alia supcrlicie, di qucllo pirossenico, di cui quasi intieranicnlc il vulcano alluale si ammonia.

II 31. Caldara ed allri craleri di lalerali eruzioni , fra'(juali .Uonle Avollojo, ^lanlVe, Sona c molli allri vicini a Monte Minardo, ed in Uilla quasi la zona nemorosa ,

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erano avveninienti anlcriori cli niolle c molte cla a qualun- que epoca storica. La Sicilia sconosciuta a'Grcci per lanti secoli, non fecc scriver nulla di sc e del vulcano che vi briigiava ; sino a' leiupi ne' quali le loro colonie veniie- ro ad abitarla, come si aiidiii iiotando nclla sloria delle eruzioiii dell' Etna die a corapilar ci affreltiamo.

CAPITOLO III.

ERl'ZIOM dell' etna RICONOSCILTE SL\ IIALL' EPOCA MITICA

§ 39. Le favole dcgli anliclii suU' allentalo de'Gi- ganti di allaccar Giove sin nell' alio suo Irono : 1' animas- saniento di monli sopra monli per iscalare il Cielo: la loro caduta e rovina : la imposizione dell' Etna sopra il capo del fulminato Encelado che eruUa il fuoco di cui ardono le sue visccre... non esprimono die griiiccndii di questo vulcano ; il quale guardalo anclie oggi ne' suoi lianclii apparisce forniato da un cuniolo di monti addos- sati uno suU' altro , che sono gli eslinti crateri di tanlc anlichissime eruzioni , e la sua cima erullar vivo foco si vede.

La nieraviglia che destava in que' tempi remoti, d'i- gnoranza e di vita pressoclie nomade degli uomini , la vista di una montagna ardente, die versa va torrenti din- focate pietre scuotendo il suolo e facendo rintronar I'aere di orrendi fragori, attribuir faceva a cause sopranatura- li , fenomeni inesplicabili per essi e spavenlevoli ; e gli stessi Poeti die piii islruiti alquanto coininciavano a mo- strarsi, non erano in allora capaci di poter far concepirc a quella rozza gente , quaiito vi fosse di naturale in tutto cib che appariva straordinario e meraviglioso ; secondan- do quindi lo stujiore degli spettatori degli incendii vul- canici, e pasceiido I'alterata loro fantasia d'imagini straor-

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dinarle e sopranaliirali, giunscro a far rigiiardare qiiclla monliigiia come sacra, conio il pcrcnnc inonunicnlo della vciulctla (Icgli Dei, e del casligo di clii ardiva insullarli.

Coir andar dol lompo la |)arlc niilica del vulcano, ne' popoli j)iii colli, conscrvossi come dilellevolc ])rodollo di j)oelica I'anlasia , e conic esscnzial puiilo ncila inilo- logica csislcnza di Giovc e degli altri Dei dell' Oliinpo.

iVon si ricuso, per (picslo, di accellar come tradi- zione di cosa possihile la prescnza di Oiganli e di mo- slriiosi Ciclopi, come disccndenli di que' primi Tilaiii, ed abitalori dc' luoghi inlorno all' Etna ; d' ondc la favola di Ulisse e di Polil'cnio, con allre non poclie. E lo stcsso storico per cccellenza, Tucididc, parlando di quesli pri- mi abitalori di Sicilia, dicliiarando di non saperne nulla, c di esscr per lui sullicienle quanlo di loro ne lian dello i poeli fii vedere non aver ragioni baslevoli per riguardar del lullo favolosa la poelica Iradizione.

Bcnclie da quanlo ricavar puossi dalle favole, si puo I'rancamenlc asserire clie i fuoclii dell' Etna furono cono- sciuli, dacclie razza uniana abilo le Icrre di Sicilia, pure di nessima distinla eruzione si e fatla nienioria da' piii anliclii scrillori ; anzi, da'prinii di loro per sola analogia fra la cadula de' Giganti ed i fuochi dell' Etna , si puo dedurre clie li conoscessero.

Onicro, fa giungere Ulisse in un luogo ove abitava- no i ciclopi, moslruosi paslori di numerose grcgic, cbc pascevansi pure di uniana carne ; nia dcU' Elna non fa menzione ; ed e lullavia incerlo il suolo cbe cssi abita- vano ; cii) che ba fallo sospellarc essere slato il vulcano non ardcnlc a' tempi del gran pocta. IVella Dalracomio- niacbia parla appena de' Giganti fulniinati da Giovc, e sc- polli nella lerra (1).

(1) « Si muova dunquc il tuo polcntc dardo , col quale an-

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Esiodo, nioUo si Irattiene suUa guerra de' Titani, e nella persona del punito Tifco die per varie bocche spirava fuoco, mostra avere idee di vulcaniclie monta- gne (1).

Da Pindaro in poi si parla manifcslanienle dell' Etna , ])enche niista senipre alia favola de' Giganti. Ma per lino scrittore die dimoro mollo tempo alia Gorte di Ge- rone in Gatania, nominata Etna da quel Tiranno , si e troppo poco incaricato dell' Etna, e non esalta die I'altezza della niontagna, die diiaiiia colonna del Cielo. (2) Que- sto modo di dire in un poeta, cui questo vulcano avrebbe

nientasti I' ardila impresa dc' Titani , e gli uccidesti , benche valo- rosi ollreniodo; ed incatenasti Encclado in un coUa selvaggia razza dc' Giganli » Datracom.

(t) Tifeo, figiio della terra con cento teste di orrido serpente, dalle- (juali fuoco emanava

Teogonia verso 823. AUora il possente Glove, prcse le armi, colp'i fra' lampi ed i tuoni coir ardente fiilmine dall' Olinipo Ic enormi teste del portentoso mo- stro; clie vinlo dalle percosse, mutilato cadde, e ne trcmo la va- sta terra. La fiamnia, intanto , prodotta dal vibrato fulmine arder faccva di vivo foco la terra per le selve degli aspri monti, e la fon- deva come to stagno ed il ferro nelle fucine. Scorreva il fuoco pe'bo- schi tutto divorando, ed il suolo liqaefacevasi sotto le mani di vul- cano. — verso 833. e scg.

(2) « II centipede Tifeo nemlco degli Dei giace net Tartaro orrendo; lo slesso die die estesa fania all' antro Cilicio; ora pero i littoraii che rcstringono il mare di Cuma, e Sicilia premono I'ir- sulo petto. Ma iisso lo tiene nel suolo la Colonna del Cielo 1' Et- na nevoso. » I'yshior, Od. 1.

Deir eruzioni parla in modo come se non ne avesse mai bene osservato.

u Da penetrali inaccessibili emanano fonti di purissimo fuoco, i di cui torrenti spargono di giorno, vortici ardenti di fumo , e di notte trasportano sassi agglomerati dalla rutilante fiamma, con vec- mente strepito nel fondo del mare; c rampicante Vulcano lancia or- rendi gorghi formidabili. Prodigio ammirabile a vedersi, ed scoltarsi da quel che vi passarono d'appresso n loc. cit.

233

dato vaslo canipo alia sua fantasia, fa credere che, co- me s' e supposlo j)er Oiiiero, 1' Etna era anchc in quel tempo in poca attivila c i' cruzioni non succedevansi a corti inlervalli ; come lo credeva Ovidio anchc ai suoi tempi.

Era pervenuta ad Iligino la notizia dell' ardente montagna Etna, allorche scrivcva la sua mitologia (1) , e ripete essere alimcntati i fuoclii, da quelle di cui hru- giava il petto del fulniinato Tifco.

Orfco, fa dire a' suoi naviganti die desiosi di cono- scere lo slrctto del Peloro non ardirono innoltrarvisi, at- terrili dalle fianinie dell' Etna (2).

E tralasciando lutti gli altri poeti, come Virgilio, Si- lio Italico, Severo ec. ec, possianio francaniente stabili- re die tutto cio che pub ricavarsi da' poeti e dagli an- lichi scrittori, si e che i fuochi dcH'Etna erano, sin dai pill remoti tempi conosciuti; e die di nessun'altro vul- cano ardente dclla Terra ehbesi notizia prima de' tempi di Plinio, quando il Vesuvio si fe a rinnovarc i suoi fuo- chi, de' quali memoria alcuna non restava. Ma che si possa, da queste Aaglic notizic, raccorre una serie di fat- ti che giovassc alia cronologia dell' cruzioni , e una in- fruttuosa ricerca , una inutile pretesa ; e quand' anche dall'epoca degli scrittori si volessc dedurre una contem- poranea accensione vulcanica, non ne resulterebbe che la sola conferma die I'Etna brugiava ; lo che d'altronde,

(1) Tifonc figlio dolla Terra, provoco Giovc a conibattcrc pel regno : ma pcrcosso ne! i)eUo dall' ardente fulmine del Tonante , mcntre brugiava fii soUoposlo al mont' Etna , clie dot di lui fuoco dices! ardere lult'ora, Mitolog. c. 152.

(2) Ma to.'^to clic giiinsinio in Liiibco desiosi di conoscere il fremente strclto c la Iriciispide isdla di Encelado, c' inipedi di pro- seguire, colle sue fiumme il nionl Etna. Argonaut.

254

senza I'ajuto della traJizione e facilo supporre in un gran- de viilcano die tutlora c iiclla vigoria de'siioi fuoclii.

Possiamo ferraarci piuttosto sopra gli storici accre- dilali, clie sono il fonte delle nolizie, riguardate come la base della sloria siciliana; Lisogna considcrare pero clie scbbenc Tiicidide c Diodoro , avessero parlato di vere oruzioni dell' Eliia accompagnatc di correnti di lave, pure hanno eglino appeiia lasciato nienzionali i nomi de'luoghi devastati dal fuoco. Ma cio sarcbbe poco : quel che piu rilieva si c che non son pochc I' eruzioni avvenute dopo quel tempo, e delle quali non abbiamo alcuna storica no- tizia ; sia che mancalo si fosse di registrarle , sia che perdute andassero Ic descrizioni.

A quando a quando sorge uno scrittore che tratta di qualchc d' una di esse ; e negl' intervalli inlanlo , tra r epoca di uno e di un'altro scrittore, ne sono avvenute di quelle non meno violente ed estese, delle quali se ne osservano tuttavia le tracce, ne' loro crateri e nel corso delle loro correnti. Cosi, per cagion d'esempio, a' tem- pi di Virgilio e di Plinio esisteva, fra gli Scogli de' Ci- clopi e Catania, un porto detlo IJlisse: e noi possiamo ben detcrminarne il sito. Oggi piu non csisle, perche co- verto di piu d'una cruzionc, di cui intanto non ci resta memoria; quella del 1381 non ha falto die venir sopra alle prime che coprirono il porto. Un occhio altento ed c- sercitato si accorge del graduale accrescimcnto del lilto- rale fra Calania ed Aci-Castello, per le lave scaturite dai fianchi dell' Etna, che si sono innoltrate nel mare. Di ta- lune di esse potrebbesi quasi con sicurezza determinare r antico Cratere, c non poca parte del corso ; ma che gio- va sc poi non si puo giungere a conoscere 1' epoca della eruzione?

Ne cii) avviene per i fuochi di remota antichila ; di

r\ «* *•

1.1,1

<jiiclli slcssi raninicnlali dagli sciiltori, vcdremo qui aj)- prcsso con nostra pcna, die poco o nulla si piio tlesu- nierc sopra i sili occnpali, cd anche sopra i ronomcni ('he li acconi|)ai>nar()no. l{isot;na confossarc, cIk; la im- porlanza di [cuov eonto dcllc cruzioni doll' Klna si co- nolj|)c assai lardi ; c qiiindi la loro storia restera soni- prc monca sino a clic non si poivienc a tpic' tempi, quan- do aicurati strillori Ic desciissero cd a noi Ic traman- darono.

.Ma venghiaino a rapporlare quelle die piii o nicno drcoslanziale ci presenla la sloria.

La jiriina l^rnzione dell" Klna , secondo la tavo- ,.,,'y lii donologica di Home de I'lsle, il quale si appoj^gia o. c. ' ii quanto ne ricava dalla Coll. Accadem. vol. Vl pag. 487 rimonla all" anno loOO av. G. C. lo non potrei asserire se corrisponda con quella pretesa dal Poeta egi- zioA'onno, clie la scriveva nel V." sccolo dcH'era volgare, la quale circa alia menzionala epoca si avvicina. Traltandosi pcro in essa di IJacco, e di guerre co' Giganli , non ci da alcun lumc ne su'luoghi, ne sulla verila del fallo; noi la seguiamo pcrche accellata da illusfri uoniini di Icllere.

niodoro, come e pur Iroppo nolo oramai, parlan- z" do della venuta de' Sicani nelle terre orientali di Tri- o. c iiacria, dice die poco tempo dopo, alterriti que"p()|)oli dagl" incendii deH'Ktna^ lasciarono le parti orientali del- risola, ed alle occidenlali trasmigrarono ; e quell" inccn- dio percio si fa rimontare all' anno 1470 av. G. C. IIo I'atto considorare altrovc- (1) die non [loteva una sola eru- zione dell't^lna, spavonlare de" Sicani, die que" soli i (piali abitavano i conlorni di questa monlagna. Iniperocclie quelli slanziati dal Peloro al monte Tauro , c quelli dal pro-

(1) Su' vulcani eslinli del Val di .\olo mem. 1. Alii Gioen. vdl. ;5. scr. 1."

ITTI ACC. VOL. \1\. 3i

3."

2S6

montorio Xifonio a Pacliiiio non avcvano certamonle a te- iiicrc di alcuii pcricoio a lanla ilistanza. l)ovrel)l)csi cre- dere [(ill loslo, ehc non solo I'Etna nia i viilcani del Val di lA'olo, colic ultimc loro eruzioni avcssero ol)i)ligato ([ucl- la genlo a cercar Itiogo \nh sicuro nello inlerno dell'Iso- la. Mr scnza trallcnerci sopra una critica, die altri lia iien nianeggiato all'iiopo (i) noi non possiamo allro se- i>nare, se non clie a' tempi dc' Sicani verso I' anno 1470 av. G. C. vi fii nna grandc ernzione neU'Etna.

i2soav. ^"^"^ slessc Collcz. Accad. YI. p. 481 un' allra ne

G. G. raccoglic de lisle, avvonnta 1280 av. G. C. della quale nessnna circoslanziala nolizia possiamo avcre; eppero ci riniellianio agli stcssi sullodali scriLlori. Polrebhe darsi che fosse slala quella stessa avvenula poco dopo la ve- nuta de'Sicoli; la rpialc e fissata ad 80 anni prima del- la presa di Troja die secondo i marmi di Paros corri- sponde all' anno 1207 av. G. C, c quindi di non moiti anni varianle dalla sopracennala.

Prima die Tucidide rammentasse quella avvenuta a' suoi tempi, ne accenna allre due, una prima della ve- nuta de'Greci in Sidlia 737 av. G. C. ed un' altra 50 anni avanti di quella da lui descritta ; cioe 477 av. G. C. (2).

Quella avvenula a' suoi tempi rimonta all' anno av.

"'. c. G. C. e di essa egli dice, die devaslo i campi de'Ca- tanesi. Ecco la prima indicazione di luoglii occupati da' fuoclii dcir Etna. Ma quali sarebbero questi cam- pi de'Catanesi devastali da una lava? Aucorcbe limitar ci volessimo alia sola parte della jilaga meridionale del- I'Etna, die sovrasla a Catania, son tante le correnti quivi cumulate, e di epoca sconosciula, che sarebbc, ardisco

(1) Alcssi Sloria' Critica dolle cniz. dell' Etna Atti Gioenii. (2j Tucid. lib. 3." line.

737 Ci.

av.

477

G.

av. C.

6. 427

a

av.

2.j7

(lire, impossihilc (leleriiiiiiaie quale si I'osse qiiella incii- zionala da Tiicidiile. Se io tlovcssi avanzarc una opinio- ne, incliueiei a creih^rc esscrc slala ([ucila die da'coutorni di .lla.scakia, si dircsse verso (lahinia: scese per luezzo- gioi'uo circoudando hi (•(illiiiclla di (^ifali, IVirniii le allu- re di Calaiiia; ove ojigi e il ntislitmc dvtjV inf'cUi, I'ospe- dale di S. Marin, il nioiiaslero de' Jk'm'dcllini sino al Foiiino ravvliiu, e di ciii ic hiaccia si eslendono a" Cap- puccini, S. Curcere, Crucil'i'ii, Geniiili, |)iazza di S. Fi- lijipo od Indrizzd

I'resso al silo del suo cralore, ;ivvi iiii |)ictiol caiii- p(» dello l^dinjun, eorrollo, come credea il min fralello illario Ocniiiiellaro, da Ciimpo pio, e lorse tosi dello dalla Iradizione de Iralelli [)ii Aiiliiiomo ed Anajiia , che salva- roiio i "Viiiluri (iaHiiicendio dell" Kliia.

Oueslo iiuendio, niiniiieulalo da Slralione, d' Ari- slolele, da Pausania ecc. si vuole da alcuiii essere avve- niilo circa 1" auiio I'M*, av. G. C. o alnieno fra questo e I'anno i.'iO, ma noii esscndo cerli dellejjoca, e Irallan- dosi di uuaiilira eruzione die dislrusse i canipi dc'Ca- laiiesi, non e dillicile cli" csser polessc (piclla stcssa del Iralelli pii, di cui raiilicliilii ha I'allo seiiipre menzioue.

Diodoro e ahpiaiilo piii diffuso iiel dar conlo del- '•' la eruzione, die nel leiiipo della ijiiierra di Dioiiisio (i.e. co' Carlai^inesi , imped'i ad Imikone di poler avanzarsi verso Calaiiia, oosleyuiando coU'escrcilo il lillorale del- r Klna onde csser seuijue fiandieggialo dalla flolla di 3Iagonc, scorrendo il Aioco fra A'asso c Calauia. (1) La

(I) liiiiicone, nl^■l■ol^(: Ic lnii)pc |)ecicslri , a ninrc,i;i isforzala giiinse a Masso, nienlre Magoiio radeva la spiag^ia (olia Utitla. Ma pcrclie lEtna avcii di rofciilc orutlatd fiioco sino al lido del luarc I'csercito iKtii polcva marciare piT lorra : onde aver scniprc a'fiaii- (lii il convojflio navale: iiiaiclie hnii-'iale e giiasle Ic spiagge, dal

2a8

corrcntc infocata doveva provenire dair alto dcUa nionta- gna, so quell' esercilo per recarsi a Catania dovellc gi- rare intorno al perinielro dclla base dell' Etna. Alihiamo dunque una corrcnte di esteso corso, die dal fianco del vulcano si spinsc sino al mare.

Credeva Recupero, e percio Ferrara, die questa es- ser doveva qucUa lava, die corse fra Giarre ed Aci, ove sla in oggi il cosi dctlo, bosco di Aci: sono tanto perb le lave die si frappongono in quella plaga dell' Etna, di ignola eruzione, quanto non v'e ragione di assegnar a questa piii losto die ad altra I'epoca, cui Diodoro fa ri- salirla.

Coniunquc si fosse, noi siaiiio pero certi die in quel tempo avvenne una grande eruzione, che scorrendo dal- r alto della montagna sino al mare, cliiuse il passaggio delle Iruppe Cartaginesi; ed essa provenir doveva dalle regioni alfe del vulcano se non permise quel passaggio, obbligando I'esercito a girare intorno al perimetro del- 1' Etna.

Sono queste le sole cruzioni che la storia ci ha tra- mandato nell' epoca greca della Sicdia. Tutte le altre che si vorrebbero aggiungere da erudili autori (1) non sono

profluvio (li fuoco dell' Etna , la necessita astringeva le squadre pe- destri a giraic intorno pel montc «. Diodor. lib. 14.

(1) It dotlo od eruditissimo Can. Prof. S. Alessi nella sua elaborata storia critica delle Enizioni dell' Etna, ollre di quelle che si sforza a ricavare dall' epoca Mitica, rapporta le seguenti , come continuazione di storia.

inO av. G. C. air epoca de' Sicani da Diodoro fra C}'iG c 45G quella di fratelli pii fra fiOO e 512 al tempo di Falaride

."JOi al tempo della vcnuta di Salio in Sicilia

fra 540 e 491 al tempo di Pittagora fra 528 e 525 at tempo di Orfeo crotoniate -

472 al tempo di Pindaro

239

die |ir()l)iil)ili Icslinioniaiizc della non inlciTolla attivila vulcaiiica (leH'Ktiia; ijiacclic si ridiicono a ceiini clu; ne haiino lascialo gii scriUori doiranlicliila, a'(juali era pur nolo die iiii viileaiio anionic esisleva in Sicilia, dcUo Elna; il quale niiiabile renilovasi pe'suni luoclii dcvaslaloii, e l)er cui lanlo canipo dalo aveva di spaziarsi in fantastidic imaniiii a'Pocli.

Ac I'cpoea roinana e piu ricca di precise nolizic, come anderemo nolaiulo ; c tranne di poclie die nieri- lano i)arlicolarc allcnzionc, le allre giovano poco alia sto- ria dclle eruzioni del noslro Vulcano.

Fa ccnno, Giidio Obscquenle (1) die soUo il con- s-' solalo di Gn. Ccpionc, e C. Lclio , vale a dire I'anno r,. c! Gli di Roma, T Etna era in altivita co' suoi fuochi; e ]>iii di queslo non si puo da cosl lieve nolizia ricavare.

Erano consoli , nell' anno G19 di Uoma , Fulvio ,3?-.,^ Flacco, e Q. Calpurnio Pisone; ed Orosio ed Obsequcn- f.- c. le (2) rapporlano aver I'Elna allora brugiato piu del so- lito. Ed ecco una graude cruzione, ma di cui null'allro si puo dire. . .i/w i '

In' allra nc rannorta lo stcsso Orosio (3) ancor.'"'

., ' ,. , ^ '^ , ,. 120 av.

j)ui vcemenle c meravighosa, avvenula nel consolalo di <;. c.

Iia 444 c 420 al lenipo di Enipedocic Ira 73C c 417 rapportalo da Tiicidide

411 1) »

421 « »

40!S al tempo di Artaserse

30() rappdrtata da Diodoro

388 al tonipo di Platonc

340 al It'iiipo di Aristolcle iiicerla rappoilata da Cicerone (Nat. Deor.)

nella quale vi furoiio in Sicilia due giorni di tenebre ec.

(1) Dc prodigiis.

(2) Op. cit.

(3) Ores. lib. 5. e 10. ' ' ■''•

260

M. Emilio c L. Orcstc I'anno C28 di Roma. E cfuesla lion iiificri sollanlo nciranihilo dell' Etna , ma per sollo- inariiio eaminino dirctto il fuoco verso Lipari, nc riscal- db a segno il mare slesso die una qiianlila di pesci ne niorirono, e i^allegiar si videro per quel Irallo di marc.

I'll simile fenomcno avvcnne nel 1831 ncl mare afri- cano presso Sciacca prima clie si manifestasse quel nuo- vo viilcano, cui gl'lnglesi Graham, i Sicilinni kola Fer- dinandea, i Francesi Me Julie, vollcro appcllare, e clie in oggi non e che una secca a poca prolondilii fra Sciac- ca e PanlcUeria. Ma cbe le acque slate si fossero calde in quel luogo , nessuno pote assicurarsene , e la niorte de' pesci poleva proveiiire piii toslo dalla emanazione dei gas solforosi ed idroclorici , che accoiupagnano le vul- caniche eruzinni. In quella eruzione , quindi, riferita da Orosio, pii(> credcrsi che per qualche sventatojo sottoma- rino simili emanazioni riuscir potevano deleleric per i pe- sci ; senza il bisogno di riscaldar al grado di acqua bol- lente le acque profonde del mare.

3Ia siamo gia arrivati a quella eruzione dell' Etna

f.. c. che ci ha dato spesso motivo di esaiiie e di discussione:

quella, cioe rapportata dallo stesso Orosio (1) ed avve-

iiula sotlo i consoli L. Cecilio Metello, e Gn. Domizio

I'anno 632 di Roma.

Rapporla I'Aulore che le ceneri eruttate durante qucl- I'incendio furono in tanta copia che 0])prcssero la citta, di Catania, e le vicinc campagnc non solo, ma che esse erano cosi calde che bruciarono i tctti dellc case , e li fccero crollar dentro a'muri. Per questo disastro impic- losito il Scnato Romano, esento per dieci anni i catanesi dalribiili onde rifarsi dalle perdite cagionate da quel terribile incendio.

(1) Lib. 5 c. 13.

11

122 av.

261

I nnslri scrillori dello cose deU'Elna, inlcM'pdrando alia loUora Ic parole ili Orosio, sono aiidali cenando iin cralere viciiio a (]alania |)er ispicgare il hruciamciilo dci lelli delle case, dalle caldc ceiieii dell' eruzioFie : c non Irovandone piii vicino die <|iieilo dcM/o;*// /l?'.s/ presso Tremeslieri, a (piallro niigiia di dislaiiza a Irainoiilana, si sono acquielali all' idea, clie polcva veramenle quel sito esser la origiiie di (piella enizione.

lo ho gia allra volla Irallalo di volo (pieslo argo- inciilo; (1) ma con buona pace di lanli valorosi vulcano- logi, Irovo die niollo \i e da disculcre sulle parole di Orosio.

II fiioco, egli dice, opprcssc Catania ed i canipi in- torno, hniciando i telti dclle case , colic calde ccneri. Cio lion vuol dire die brncio i telti di Catania , ma e naturale die intendessc de' Ictti delle case sparse ne' cam- pi. Per hruciare quelli dclla Citla dovcva essere il vul- eano cosi presso ad essa da non dar lenijto alle ceneri di raflrcddarsi nella caduta. Or, a qiiallio iiiiglia di di- stanza le ccneri, o le arenc spintc in alto dal cralere di eruzione, e trasporlate , in iin col vapore die le soste- ncva nell'aere, dal venlo, e impossiliile che cadessero calde, c calde a segno da hruciare i telti delle case. iVoi, che sianio stall osservalori di lanlc c tante eruzioni del- I'Eliia, non ahhiamo vedulo niai hriiciar dalle ceneri, non che (elli, ma ne alheri, ne erhe : c se questc sono stale lalvolla, ne' vicinissimi luoglii, allerate cd a|)passilc, cio e slalo sempre per efielto degli acidi di che sono stale le arene inlrise. Orosio fpiindi dovea intondere delle case de' campi, per le (piali v" e lulla la ragione di credere che non polea ne pur cio avvenirc: e che lo sfondaniento de' lelli era avvenuto pel peso dclle arene cadulevi so-

(1) Aui Gioen. vol. 6 scr. 1." ,.

262

pra ; e cio volendo siipporre che la nolizia giunta ad Oro- sio noil fosse slata csagcrata , come senipre suolc avve- nire, c principalincnle allorche trattasi di fenomeni slraor- diiiarii. i

La iinmcnsa qiiantila di arcnc oppressc in modo i canipi , che giustamenle il Senate Romano esento per dieci anni dal tributo i catanesi ; noi vediamo Intl' ora i contorni de' Monli Rossi prcsso Nicolosi allro non pre- senlare che vasli canipi di arenc ncre, vomitate da quel cratere nel IGGO, ma di queste nessuna traccia se ne os- serva ne' Monti arsi presso Treniestieri , crcdnli origine delhi eruzione in discorso.

E noi sappiamo che quando il vulcano erulla ini- mensa quanlita di arene, intorno al cratere della eruzio- ne si forma un nionte, tanto piii alto e grande, quanto maggiore e la quanlita dellc arene e dellc scorie. 3Ia ne'Monti arsi, non si trovano tracce di ammassate arene, ed il piccolo cono di eruzione e formato di scorie con pochissimo rapillo. Ne si puo dire che per lunga eta siano sparili i materiali sciolli, nientre ahbiamo da per lulto neir Etna coni di antichissime cruzioni e di epoca ignola che conscrvano tuttavia le ammassate arene sine ne'campi circondanti. Ma sopra tulto poi, la eruzione dei Monti arsi e di epoca posteriore, e riconosciuta per quella del 1381 (1).

Gli autori vi han ricorso, non trovando altro cra- tere piu vicino; e benche la stcssa sua lava niostra un'e- poca non niolto antica , non essendo pcranco vestita di vegetahili; pure per tradurre alia leltera le parole di Oro- sio, si vuol andare contro le leggi pe' fenomeni nalurali.

Che si puo dunque conchiudere sopra questo argo- mento? lo non tenio di sostenere che la eruzione de-

(1) Atti Gioen. vol. G Ser. 1.

203

scritla da Orosio, I'oce iiiollo danno colle ccnori che sparse sopra i cainpi de'calancsi, cd e facile che qualche telto dellc case rurali lie crollassc dal peso: die le cciieri cadde- m anclic in Culauia in grande (pianlila, ma che esse hru- giarouo col loro calore i tcUi dellc case, e niassiniamcn- tc poi fpielle di Calania e una prella csagerazionc con- traria alle leyi'i dclla fisica.

Donde ebhe orij^ine (piella eruzione assicurar iion si puo certanienle. IVon era d'uopo che 11 cratere fosse vicino perclie i canipi fossero coperli di arene. Senza an- dar cercaiulo la sloria di tanle eruzioni, noi abbiamo a- vulo nella eruzione ullinia del 18')2, iinmensa quanlita di arene che ha coperlo una non piccola parte della plaga meridionale dell' Etna, a cinrpie a sei ed a sctte miglia di dislanza dal cratere di eruzione. Basla il sofGo continua- to di un sol venlo per far coprire di arene, in tempo di eruzione, un vasto tralto di terrcno. Quella, pertanto, ram- mentata da Orosio poteva venire anche dallo slesso som- mo cratere dell" Etna; niolto piii che quciraulorc non par- la di corso alcuno di lava: e questa era certanienle piii forinidabile ai calanesi di tutte le possibili arene.

Do])0 di questa eruzione , il prelodato prof. Cano- nico Alessi, nc ha raccolto non poche da quanli autori lia poluto ; le qiiali peri) scrvono, come lante altrc gia cennate ad atlestare che I'Etna dal principio dell'Impero Romano, sine alia sua cadula fu quasi di conlinuo ar- dente, e cio coli'aulorita di scriltori sacri e profani (I).

(I) Alessi, Discorso 2. Atti Giocnii

Eruz. Ricavale dall'cpoca degli scrittori clic nc lian fatlo mcnzionc.

Da Lucrczio Caro .... « Cicerone ..... K Petronio, Lucano , e CatuUo . « da Livio c Virgilio. ., . , ,,i„ , ..

ATTI ICC. VOL. XIV.

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264

,,1^' Noi ci feniierenio alquanto sopra quella riferila

"o. c. ilal BoUando avvenula verso I'anno 253 dopo G. C. poco

tempo dopo il marlirio della Verginella S. Agala.

Le cronache cristiaiie han lasciato scriUo, die nel fine deU'impero di Trajano Dccio una nobil vergine cri- stiana fu marlirizzala in Calania, per ordinc di un Quin- ziano JPretore di Sicilia. Geltala su'carhoni ardenli quella santa, il velo die la copriva non si brugio: c raccolto in un colle altre rcliquie , da" cristiani , fu da cssi porlato contro il fuoco dell'Elna, die con una ruinosa corrente brugiava i canipie minacdava di invadere la Citta (1).

« da Appiano . . , . .

((da Dione Cassio . . . .

((da Igino . . .

(( da Cornelio Severe

(( da Ovidio .....

(( da Diodoro . . : .; . .

,:;, (( da Strabone . . .

« da Svetonio .

((da Giustiiio .....

((da Pompoiiio Mela ....

(( da Seneca .....

(( da Plinio .....

(( da Solino . . ....

(( da Stazio .....

(( da Silio Italico ....

. (( da Aulo Gellio ....

.:. (( da Pausania .....

' ■; (( da Bollando .....

(( da Claudiano. ....

(( da Macrobio e Ferviso .

(( da Olimpiodoro prcsso Fazio .

(( da Quinlo Calabro

(( da Nonno ..... (1) Dopo un'anno circa I'Elna erulUi un' incendio .

di un fiume scorrentc ; talmcnte era violento il fuoco die cendo il suolo cd i sassi si accostava alia citta di Catania .... nell'ora istessa il fuoco divisi> in due braccia arrestossi. Avendo co-

42

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5Co che li

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2G5

Una grandc cruzione avvcnne dunquc in quel tempo , c dovcUc da vicino niinacciar Catania. Sarcbbc cgli possi- bile trovarc quale si fosse slata quella lava ne' conlorni di questa Cilia?

Secondo quel clic ne dice la cronaca sacra, quesla eruzionc coniincii) a prinio febbraro, e si cslinse in cin- que giorni. E ccrlaniente che violenlissinia dovetlc esse- re, e giuslo asserisce il cronisla aver corso la lava a gui- sa di rapido liunic , se in cosi corto spazio di tempo giunsc a niinacciar Calania. ]\e abbiamo noi craleri vi- cini a (piesla Citla , ollre di qucllo di Monii Arsi , di cui ci c nola I'opoca posleriore di Iroppo. Quesla eru- zionc dunquc dovellc scoppiare uella regione boschiva del- I'Elna ove son tanto nimicrosi i crateri di anliche cruzioni.

Sc poi la lava divisa in due braccia arreslossi pres- so Calania, allora noi non abbiamo allra nelle nostre vi- cinanze che quella ove e I'abbricato il quarliere del Bor- go, la quale si vede sin'oggi averc spinlo il braccio di ponenle verso la collinelta S. Salvatore e I'allro a levante verso S. Caterina, lasciando in mezzo quel trallo di ler- reno di gres ed argilla lerziaria, che sin'oggi si chiama Binaccio. Ed in eflello, di ipic' tempi la Citta era fab- bricala sulla coliina, e dalla parte del Itinacrio c Bor- go, il suolo non era abilato. Fu percio salva Catania il giorno o febbraro, essendosi ivi arreslato il fuoco.

Ci duole pero, che un'incendio cosi singolare uon e stato che appena accennato; io non credo esscrvi sla- te mai una eruzione tanto violenta nel corso della lava, e di cos'i breve durala! Tulle le ragioni porlano a so- stenere il contrario, quando si rillelte sulle operazioni del

uiinciato allu prima di Frcbbrajo, c ccssalo nel giorno (|uinto deilo stesso mesc Ada Marlir. S." Agatha; ap. Dollandiim. Tom. 1. Febr.

266

vulcano ncl tempo della sua fervcnlc attivita ; c la espe- ricnza e essa pure conlraria. Anchc remzioni del crate- re di sole scorie ed arenc perdurano oltrc ad un mese. Che si dira d' una lava che scorre le miglia? Pare piii naturale, che la tradizione si fosse arrestala a dar nolizia a'posteri del prodigio di non aver progredilo il corso della lava verso Catania, ed avessc trascurato di riferi- re gli ultcriori progredimenti della eruzione. Nella ulti- ma del 1832 un simile caso e avvcnulo al Milo, die la lava minacciava d'invadere con due rovcnti braccia. Ncl tem- po che tutti gli abilanli sgombravano da quel villaggio , essa arrestossi, ma non cesso intanto la lava, cangiando direzione, di versarsi sopra altri lerreni, e progredire con attivita per altri mesi di seguilo.

II prelodato scriltorc della storia critica dell' eruzio- ni deU'Elna, ccrcando di far conoscere non cssere stato muto il vulcano dal sccolo \.° al 1169, ha ritratto dal- la testimonianza di varii aulori non men di dieci eru- zioni (1). INon potendo noi da quelle altro ricavare se non la pcrmanenza dell' ardcnte focolare Etneo , non ci fermererao che a quella ultima da lui noverata, del 1769.

(1) Alcssi Discorso III. dal 500 al HG9 ricavate dall' epo- che dcgli scrillori. Da Procopio

«

Grogorio Magno

((

Aiinonio

«

Goirredo da Viterbo .

((

Fozio

«

I5ollaiulo ( s. Loonc)

((

Aiinonin

«

Pier Damiano (solilario)

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(( . . ,

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Goffrcdo Malaterra .

((

Pier Blascnse .

«

Falcando

560

dopo

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1169

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2(n

I trennioli parzinli soiio quasi scniprc gV\ nnnunzii .,'1'. 0 i compiiiiiii ilclle viilcanichc criizioni. Ael nicsc di Fob- o. c. braro 110!), I' Elna avca coniincialo una violenla oruzio- nc, e la lava corrova in giii (Icvastando i canipi do" cala- nt'si ; ncl giorno 4 scoppio uno dr'piu Ircnioiidi tcrrenioli cui Sicilia v slala csposla. Crollo da capo a fondo Cata- nia colla pcrdila di quindici niila persone. Lonlini fu u- gualinonlo rovcsciala, o quasi (ullc Ic cilia o villaggi del Val di lAolo, quale piii quale mcnn, posilivi danni ebbcro a soffrire. Pier IJIescnse, Falcando, Fazclio , Filoleo, ne lasciarono lagrimevolc racconio; quosrullinio desciive lin- cendid vulcanico cbc, quasi persoguilava gli abilanli clie erano scanqiati dalle roviiie del Ireuuiolo ; Fazello dicliia- ra quella eruzione qual vera causa del tremuoto, e ne ha ben d'onde Falcando alia dolcnte narrazionc di quel flagello, nggiunge clu^. quella ])arle della cima dell'Elna che guarda Tauromina sprofondi) alquanlo. 3Iollc sorgen- li si estinsero : allre nuove nc scalurirono; uia da qual hiogo si fosse apcrlo il vulcano, qual corso abbia lenulo la lava, e quanlo duralo avesso rincendio, puo rilcvarsi dal solo Simeone da Lentini, il quale dice clie corse si- no al Caslello di Aci, e lo invcsli per la parte di ponen- te Dagli allri scriltori sappiamo soltanto die devasli) i canq)i de'calanesi , e quindi verso il mezzogiorno delle falde dell'Elna ebbe il suo corso. Ila poi di notevole quesia eruzione, cbc non gia precedula, conic d'ordina- rio, ma acconipagnata si In da orrendo treniuolo. Inq)eroc- che, dielro tanti c lanii osonipii, le scosse del tremuoto son nieno violcnle qnando il vulcano e in viva azione , quasi che aperta la via a'racchiusi vapori, ed alia forza espansiva del calorico, niinore oslacolo Irovano ncl so- vrapposlo suolo. di (pinndo cbiuso e il canalc vulcanico. INire COS! che non lutti i Ireniuoli abbian rapporlo coi vulcani.

268

1283 (li C. C.

Dal fine del secolo XII." sino a meta del XV. " non men di 14 eruzioni ha trovalo il prelodato Alessi (1).

Quelle rappoi'tate da Cesareo d'Eisterbach del 1194 1197 e 1222 non ci danno dcscrizione alcuna precisa on- de dedurne la veiila ; cpiel creder 1' Etna hocca dello Inferno : quel farvi cadere le anime di que' clie male eransi condotti vivendo, ci fa soltanto conoscere che 1' Etna era ardente quando quel monaco scriveva, dei stupendi mi- racoli.

Quella stcssa ccnnata dal Paruta (2) avvenula nel tempo che regnava Federico II e cosi inceiia, che non puo riferirsi a nessun' anno del lungo regno di quel Principe.

]\on cosi quella che rapporta Nicolo Speciale (3) ; perche si rileva da essa, che alia morte di Carlo d'An- gio, un forte tremuoto precesse lo scoppio di una vio- lenla eruzione dell' Etna, nella parte orientate della mon- tagna. La lava scorreva colla rapidita di un torrentc pel declivc suolo di quella plaga, dividendosi in molle hrac-

(1) Discorso IV. AUi Gioer

.

Alia vcmita di Enrico VI.

.

1194 dop.

G. C

Tre anni dopo .

.

1191

))

))

Dalio stcsso Ccsario d'Eistcrbacli

1222

)i

))

A tempo di Federieo II.

1250

»

))

Ill mortc di Carlo d'Angio

128:;

))

1)

Dalia Gronologia di Setoni

1323

»

))

Da Nicoli) Speciale ecc.

1329

»

»

Da Silvaggio

1333

1)

»

Da Niccforo Gregora .

1331

))

»

Da Simone Leonlino

1381

»

))

n « ))

1408

»

))

Di Darzano Fazzello ec.

1444

»

»

Da Silvaggio

1440

»

))

(( « . .

1447

))

»

(2) Presso Carrera, Mem.

istoric

L. -2

. c. 2.

(3) His. Sic. L. 1. c. 1.

(Sc

riptor

Iter. Arag

)

15.»

:i23 di

269

cia V. ilovaslaiido i cam[»i ; e giunsc sino alia chiesa del- r Kramo di s. Slefano die lascio iiitalla circondandola. Kocupcro erode di Irovarc il corso di questa lava.fra Bon- giardo c Dagala, avcndo ivi trovato i nidori di quell' E- ranio alloniiali di lava anliea, della quale il cralere rc- slava a mollc niiglia uell' alto fianco del nionle.

IVella CrOHologia di Selo, e presso Coronelli (I) si Irovan nienzionate duo oruzioni, la prima avvenula a 30 g"c giugno 1323 jicr la quale il verticc doll' Etna affondo in parle; c la csplosione dolla cenere, ossia nera arena, fu in islraordinaria quanlifa, da coprire niollc rogioni del- lisola; c spiraudo il venlo di tranionlana giunsc ancho sino all'isola di Malta. La seconda, rapporlata da Coronelli e da Gouloul, fu accoinpagnala da talc trcmuoto clie 1' Etna no fu conquassata. Questa vien riforita all' anno 1321, e puo essere die sia la slessa die la prima; vcriflcandosi in esse il conquassaracnto dell' Etna , del quale avrebbe Seto falto monzione, se di soli due anni precedeva 1' Eru- zione di cui ogli la ccnno.

Vonghiamo ora alia descrizione di una grande eru- i32Vdi zione dellEtna, di un'aulorc, altonto ossorvalore, e re- •"' ^^ lalor fido do' lonomeni accaduli sollo a'suoi proprii oc- chi. iVicolo Specialc, nclla sua storia sicola, ci ha tra- niandalo la nolizia di qucslo incendio, die rapportcrcnio come sta Iradolla dal diligonlissinio Can. Alossi.

'( Noir anno del Signore 132!) alli 28 giugno, de- clinando aH'occaso il sole, I'Etna con orrendo movimen- to troiiio; muQeliiar sombrava con fracorosi tuoni. onde non solo spavento gli ahitalori del nionle, ma atterri an- cora gli abitanti di niolli luogbi di Sicilia. Tanloslo ncl- r alto fianco dolla Monlagna, la dove mini I' oriente, sul- la roccia di Musarra, dove prima aggliiaccialc novi per-

(1) Seto Op. Chronoi.— Coronelli Cronol. f. 514.

270

peluamente osservavansi, videsi in un'istanle la terra squar- ciala affondarsi, e proroiiiperne violenlo fuoco; come ap- jialesavalo I'alra nube di telro furao, che in aria eleva- vasi. Usciva impcluosamente il fuoco, c lungi dagli spcl- talori udivasi il fracasso di un suono d' immense ruole 0 di opposti luoni. Succedendo al tramonlar del sole Ic tenebrc, elevavansi al Cielo gl' incendii, come turbini di fiamme , ed eruUavansi con terribile fragore i liipiefalli macigni, come strappate viscere del 3Ionle. L'cdace fuoco ingagliardiva, e qual torrenle impeluoso ne'soltoposli de- clivi luogbi precipitandosi, ogni cosa allerrando, qual de- vaslalrice inondazione avanzavasi. Dalla parte orientale e meridionale del monte, dove piii valido si scosse il ga- gliardo e frequente tremuolo fcndette , rovino , distrusse niolti ediGcii che la veneranda anticbila avca in quclla so> litudine eretto. La terra spalancandosi assorbi i ruscelii delle acque. IVelle vicine spiagge di Mascali i barcajuoli colpili da terrorc e palpilanli, vidcro rimbalzate dalle fre- quenli valide scosse c nolanli in marc le bardie ed i battelli, che poco pria aveano Iratto in terra. E mcntre (pieste, ed allre cose tcrribili incalzavansi, ncU'anno me- desimo, all' imbrunire del giorno decimo quinto di luglio, dopo rciterati ribombabili niugiti e veementi scosse ilel monte, non ancora estinto 1' incendio di Musarra, vicino il teinpio di S. Giovanni di Parapumetta (forse dovra dire Paparumelta) dalla |)arte inferiore, che mira TEuro-Austro e I'AfricanO; squarciossi fragorosamcnte la terra, e violcnto fuoco ne proruppe ; terrorc a tcrrore aggiungcndosi nel medesimo giorno , con istupor del popolo, ccclissar vi- desi da mczzogiorno il sole. »

« Or io, sebbene da lungi alcune di quelle cose mirate avessi, tuttavia la vicinanza del luogo c la mera- vigliosa novila mi persuase di andar da vicino a vedere co' proprj ocelli quell' avvenimento, di grande ammirazionc

271

dci^fno. Falto pcrcio da pusillaiiinio cnrajigioso, ed anlito iiulagalorc I'la il liiiiore, iie aiulai ncl liiogo slesso , ed iniprt'ssi a nieinoria ([iianlo clie la inenlc da terror col- [jila Irallcner polcllc. (luardando (liiii(|iie rincendio, ed annniraiulo lo niii;liaja d" iiifocali sassi, clic dalle viscere dcUa Icrra inlorno al iiiedesiiiio liioj^o enillavansi , iiiii validi i Iroimioli divennero, la terra i)iu voile sqiiarcios- si ; ed iiidi siililameiile vidi, ([iiallro aperture non inolto Ira loro dislaiili enillar fiagorusainente roveiili sassi, con tale e lanto strcpito e Iracasso quale non aveva udilo gianimai. E di uu suhilo la, dove poco fa |)rol'ondc valli e Ijosclii da caciia io vidi , sursero ad un tralto inonti di brugiati sassi , clie dal profondo baratro balzaudo in un luogo medesimo cadevano. Lo clic sc io stesso pre- senle, veduto, e piii vicino accoslandomi i^uatato non avessi, opra di lanlasinia creduto lo avrci (1). Sgornava da quelle aperture ardente rivo come di nielallo in lornace lique- fallo, bruciaiulo la terra die inconlrava e scio"iiendo in briccioli i;li smisurali sassi. Villi la terra chc poco fa calcato aveva rapidanuMile sollcvarsi ardente, come spiu- ma dacqua sbalzala aj^li scogli dall' onde, e ridondanle qual liunie die gonlio iiionda. Do|>o i vesligii, dirJ) cosi, di quclla alluvioiie restava un' orrida materia di scabrosi intratlaliili sassi , chc in macigni informi addensavansi. Scorso avendo la ardente alluvione con impelo devasla- tore per un cerlo spazio, alia line in tre lorrcnli jtarlis- si, due de' (piali menando alta ruina dalla parte orienlale avanzaronsi pel dislretlo di Ad, inlino a' luoglii vicino ai lidi, per lo spazio di niolli giorni ; il terzo si diressc contro i conlini dc'catancsi, c quivi arrestossi. Giaccbe

(1) \('l mannsfritlo rilatn del Rcriippro si dico v A li 1329 nixcru li xiari. si liclii iminli Hiisso e li xuri di Ju' i , ubbissau lu Ecclesia di S. Giovanni di Paporanictio a lu Fireri. ) .

ATTI ACG. TOL. XIV. 36

272

pria che nc invadossc i coiifini, opposlo avondogli a rin- conlro delle niura della cilia il velo dclla B. Vergine Agala, lo cstinse; ne devnsto un virgiillo solo al di la di qiio'confini. Or nicnlre (picsle ed altre cose piii lerri- bili di quanto descrivonsi accadcvano, iiella ciiiia del 3Ion- te ( come se allrove inceiulio noii vi fosse , e la lerra dalle viscere del Monle dalo vento non avesse), riboni- hanli tiioiii si iidirono, terribili haleni apparvero, c quasi colonna di letra nuvola, dalla cinia slessa fallasi eruzio- ne, avanzaiidosi innalzavasi al cielo; e pria che Tuna cessasse I'altra succcdevale. Da qiicste nuvole piovetlero faville e ceneri solfuree lali e tante, ( ne nicgiii fede ai detli chi non vide), quanto che annuvolasse il cielo, ne fosse involalo dalle tenebre il giorno, e coprisscro gran parle di luUa quella regione, e principalinenle de' canipi catanesi. Campi e monli coperli di cenere, gli augelli esca non Irovavano, le gregic e gli armenti non prendevano pa-

scolo gran parte de'pesci ne'fiumi, negli stagni c nel-

le paludi circostanti pcrirono .... II sollio dello spirante Borea Irasporlo quelle ceneri sino all'Isola di Malta, di- slante circa niille sladii dalla cinia dell' Etna. Moiti uomi- ni e molte donnc pel terrore spirarono (1) ».

Questa dcscrizione ])uo riguardarsi come la prima, per la notizia de' fenomeni, per la fedella dclla narrazio- ne , e per I' accuratezza delle osservazioni , fatte senza nessuna tcoretica prevcnzione, da un'uonio istruito che lulto sapea con diligenza notare e dcscrivere.

Questa eruzionc, in due tempi, ed in due dislinti luoghi comparsa, da molto da sludiare, circa agii animes- si principii sul camniino solterraneo de'fuochi vulcanici; e noi non mancheremo in allro luogo di rapportarla ad

(1) Nicolo Speciale Hist. Sic. I. 8. c. 2. p. 494. Bibl. di Caruso.

273

csompio, iiolla spioi^azione di laluiii fcnoincni. Intanlo, per ({U(!l chc rigiiarda la f(jrniazione di Mimic lepre, enlro la valle del Bove, e della lava clie iie deiivi) nel primo tem- po, noi possiaiiio sollanlo riconosccre, a' di nostri, il so- lo cilalo Moiile dielro la rocca di .Husarra luU'ora esi- slcnle ; in qiianlo peio alia lava die ivi dilalossi, nessu- na traccia ne riiiianc, dielro tanlc allrc, die vi son cor- se soj)ra, e di lante arone ivi cuniulale. Quella porb die ebbe liiogo presso il Fireri, (1) esisle lull'ora, cullivala in parte ina die inoslra liitlavia aperlamcnle il suo cor- so, da FonddchcUi siiio al mare Ira Aci e le Linere, ed il suo moiile, ovo cLlie la origiiie, die Monte rosso si ap- pella.

Essa perb non mostra essersi diretta per conlo al- cuno verso Calaiiia ; e non si capisce come si fosse nio- slralo il vdo della Ii. Vergine S. ' xVgala dalle iiiura del- la Cilta, per arreslarne il corso, iiienlrc la eruzione non era cerlaiiicnle visiliile da' calanesi , fiiordie nel riflesso die ne davano la nolle le nuvole, ed il gioriio nei globi del runio e nelle cadenli arene. E da credere die per con- fini de'cain|)i calanesi, inlendersi dcbhano le di cosloro ])ossessioni die si eslendoiio in verilii, andie al di lii del Fireri sin ((""i, e tali iiolevano essere nel 1329. ,. ,

Podii aniii dono un'alira eruzione si verilicb neU'Elna, 1333 di

I C C

a (piaiilo rilerisce Silvaggio (2), accompagnala da scos- '' se di Ireimiolo : ma jiare die fosse slala dal cralcre sol- lanlo, percbe non paria di corso di lava, ma di sola c- rullazione di sassi infocali.

Fn'allra ne vorrebbe dedurre, il (lanoiiico Alessi dalle parole di Mceforo (3) come probabilnienle avvemila ai

(1) Allri cliiani.ino questa contrada Fieri cornillo fipr.sc du Flogra. nomc piii iiiliiUo ad iiii Iiioiro viilcaiiico liruciato.

(2) De Iribus Pcregrinis . . .

(3) Aless. op. cit.

274

tempi di qiiello scriliore : ma cliiaro si scorge clic cssa e portala come una specie di esempio nc' suoi argomenti ; eccone le parole « Quemadmodiim ilia sicidi ignis spira- cula craleras subterianeorum Thyphoniim flatu accendi audivinius (1) )). is.i La grande eruzione del 1381, e rammentata nella

'f.*',.'^' Cronaca del cilalo Simone da Lenlini, come avvcnuta a 3 agoslo di quell' anno ; c registrala pure nell' arcliivio della Calledrale di Catania, solto il giorno 6 come quel- le die corrisponde alia Trasligurazione del Salvalorc, da lui cilata (2).

Carrera, Amico, Recupcro, M. Gemmellaro ban ri- conosciulo quesla eruzione nella lava presso Calania del- ta del Crocefisso , die ha la sua origine solto Tremestie- ri, ne'cosi detti Monti arsi. Ferrara, in una meinoria lelta airAccadeinia Giocnia (3), dichiarb non esscr qucl- la lava quale i cilati autori la volevano, nia ad una da- ta assai remota la fa retrocedere.

Falto stii die quegli autori non s'ingannarono, e la eruzione del 1381 c per lo appunlo quella de'i!/o?ii/ or- si presso Tremeslieri. Sebbene in quel sito aperlo si fos- se il cralcre d' ondc scalur'i la lava, pure il sollerraneo suo cammino, dairallo banco della moniagna si palesa- va per niolte ajierture a Iramonlana di Torre di Grifo , cd a fiancbi dello stesso villaggio, c poi a levanle di Mascalucia, per una lunga e quasi drilta aperlura di suo- lo, di ugnale larghezza e profondila, da comparire co- me un canale arlefallo. Guardando perb allentamenle ,

(1) Niccfori Grogonp— Hist. Bisanl. 1. 21.

(2) Anno Domini 1381 V Ansti, vinni uno focu , lo jornu di to Salvatiiri, di Monnibollo, el arsi tiiUi li arbiiri clii eranu ap- pressu ct allornu di la gilali di Catania.

Cliron. nella Bibl. di Caruso.

(3) Alii Gioen. vol. tO ser. I.

215

andio oifni, nolle p.nrcli si ossorva (|uolla specie di smal- to, die iirodiKO la fiisioiic velrosa delle precedenli lave, die cosliliiiscono il terrcno del diiitorno; e quiiidi e diia- la r azionc di un fuoeo die la |)rodiiccva.

Al termine di queslo canale , jier iiiczzogiorno , la soUerranea correiile, clio per laiili siipcriori svenlaloi ina- nifeslava il stio canimino, si apri linaliiienle una via so- |)ra il pendio della collina , c corse Ira IJalliali e (Ira- vina, e jioi Ira il Fasano e Lencalia, dislrugi^endu lutti gli uliveli e gli albeii do' contorni orienlali di Catania , c scaricossi nel marc, fra i due anlidii termini, del cre- duto porlo riisse, vale a dire Ira il Gailo e lo liotolo.

In (piaiilo alia nalura della lava, ed a qnello incre- spamento della sua superficic cennalo dal Recnpero, dal quale desunie la certa Jlnidilii die essa aver doveva scor- rcndo^ qneslo vi si osserva in podii punli sollanto; perclie in generalc questa lava rasscmhra piii ad ammassamenli (li lapillo grossolano. die ad una lava ordinaria; c debbo di pill osservarc, die quesli iiicrespamenii della super- ficic delle lave, sono comnni non solo in m(dlissiiue di esse, ma in (piesta del 1381 si osservano sollanto nei suoi martini, |)re8S0 h Udrriora, ed' a niio credere non appailciij>()iio ad essa, ma ad altra piii anlica lava so])ra la quale essa conliuuava il sue corso trasversalmenle, lincbe non si diresse a S. E. verso il mare; o\c fini di riem- pirc il citato porto L'lisse come in ajjpresso si fara piu ampiaiiiente conoscere.

Sulla esistenza di quel picciol seno, si e iroppo ora- mai detto (1). Egii e ccrlo cbe guardando i contorni di (juel sito si vede che jiiii di una corrente e manil'esla- mente dirctla verso il mare ed enlro al quale si e intro-

(\) Alii Accadoniici Gioen. vol. XV. Ser. 1.' Sloria Fisica di Catania ivi vol. lY. Ser. 2."

276

(lolla; un'anlichissima, provcniente dairallu fiaiico della iiiontagna si fcniio per poncnlc, al puiUo dello Gailo. Una allra, di supcriore origine anch'essa, i di cui margini orieiitali Ganclieggiano Ognina , si fermo in mare ove og-

ffi e II

g

Rotolo, Ira qucstc due correnli, die sono le piii nolabili, reslar dovcva uno spazio di mare non occupa- to di lave, finche non venne qucsta del 1381. Se quello spazio costiluiva un porto, come e facile, al quale si da- va il norae di Ulisse, ginslamente dissero i noslri scrilto- ri, essere slalo da quella lava coverto.

Ferrara clie fa rimontarc ad epoca remota quesla cruzione, s'inganna; ed ha voluto soslcnersi nclla sua o- pinione, per far credere essere stata quesla la eruzione di cui paria Orosio, per la quale furono brugiati i lelli delle case de'catanesi, come di sopra si e detto (1). ,f,a Riferiremo quanto dissero, Simone di Lentini e Sil-

1408 di vaggio della grande cruzione del 1408. Scrive il [trimo « nel 1408, regnando Martino e Bianca in Siciiia, nel mese di novembre, la notte di S. Uodano, vicino il mon- te Etna aprissi il monle ed eruUo fuoco in lale quantita che molli vi perirono, e niolte vigne devasto in (juelle con- trade. Copri la chiesa di S.' Maria di Bosco chiuso, e dui'6 per pill di sedici giorni, di mndo die lulli i citta- dini fuggirono rccando con esso lore i beni inobili, la maggior parte, nella terra di Lentini e di Incentrinito ( Cenlorbe?) Finalmenle per opera delle preci della glo- riosa vergine S.' Agata polente avvocala, cesso il detto fuoco, ed oltre non trascorse (2) ».

Silvaggio, rapportando la cronaca di S. M. di Li- codia dice essere avvenula il giorno di venerdi , 0 no- vembre 1408 ; e dapprima apparvero ed uscirono fiani-

fl) Eruzione XI. °

(2j Sim. Leoiit. Ciuon. inter Script. Ber. Arag. Bibl. cit.

277

iiic j)rr la i;r;ui(lc bocca del nionto. Suljilaincnte proriippe gran fiioco per diversi forami rollisi ed apcrii nuovanien- le appie del monle, sopra il monaslcro di S. IVicolo del- I'Arena, porcorrciidd lo spazio di Ire niila passi; ed al- lora lo liainme the dalla gran hocta uscivano, cessarono. II fiioco era grande alio c lerribile a vedersi in ciastnno di (pic' forami. Snltito si sparse il fuoco per diverse j)arli del hoseo : udivansi niolli tuoni , grande era intoriio ii Ircnuiolo; in seguilo usciva grande copia di sassi volanli per r aria; grandi, piccoli, infocali, accesi, liquefalli come pasta , ed il fuoco e le rocce scorrevano pel hosco a guisa di liquido piombo. Era dicci niiglia distanle dalla cilia, c cola porlossi il vescovo col popolo supplicanle... Da quel giorno il fuoco non oso venire conlro la cilia , torse il canimino verso oriente ed occidenle sempre piii niinorando. iUa arreco niolli danni, devaslo e dislrusse inolle vignc c case del villaggio di Pcdara; annichilo del lullo una (jrancia del Monaslero chc appcllavasi S. 31. del bosco chiuso , e duro quel fuoco per dodici giorni. cioe sino al 20 del mcse (1) ».

Da allra Cronaca , Carrera ricava che « per le ro- vine dolle possessioni bruciale da quel fuoco niolli abi- latori delle Conlrade di Mongibello , colla niaggior parte dc' loro niobili se ne fuggirono in Lentini , e nella terra di Centorbi » (2).

Recupcro, rajiporla le parole di nnAuonimo di Sciacca , come segue : « Parlito da Trapani il re Mar- lino . nn lerribile Irenniolo destossi in Mongibello , e ne usci fuori lanla quanlila di fuoco , cbe la lianima vedc- vasi da Catania, come in chiarissinio giorno. ^Hbi di

(1) Silvaggi (le Irihiis Pcrcgrini? cc.

(2) In qucsto niudo canibia Carrera la parola Incentrinito, di Si- rnone di Lentini.

278

fuoco apparvero dapprima , quindi si copri il nionle di oscurissiiua iiuvola , clic iiivolava la visla dello stesso fuoco ; il giorno seguenle dilcguata la nubc scoprissi di bel nuovo la fiainma chc ne usciva ; la quale verso Ran- dazzo incliiiava. AUora pel liinorc tuUi qiiei do' villaggi e della Cilia di Calania uscirono dalle loro case. La nolle sopravveniic orribile trcniuolo, che accrebbe la paura. Scoi)rironsi iiel nionle cinque bocclie di fuoco due miglia sopra il nionaslero di S. Nicolo Tarciia, buUando di con- tinuo per due giorni , con grandc spavenlo , fianinic di fuoco, di zolfo, di salnilro, e lanciando in acre graudis- simc piclre con gran runiore ed accompagnale da Ircniuo- to. Le vigne cd i giardini di lulli que'conlorni furono bruciali: e se non era il valore ed il cora"'<iio della re- gina Bianca, lasciala vicaria di Sicilia dal re suo marito, la cilia di Calania reslava allora spopolala: onde la Ue- gina non voile che indi le genii parlissero.

In (juella una lempesla dclle piii orribili die sianvi cola slale gianimai; dapoicbe per la sola cenere che usci allora dal nionle , e chc fu Irasporlala dal vento , poco nia'nco die non si perdesse Messina e lal' allra cilia di Calabria » (1).

Quesla narrazione si Irova quasi inleramonle simile presso Surila (2) e quindi non e da dubilarne, esscndo slala cosi slrcpilosa, ed una delle piii graudiose di cui ci resla menioria.

iVon lulle le cinque bocche aperle dall'allo del nionle sino alia originc della correnle sono tnll'ora visibili: ma quesla ullima si scopre dielro Monle arso. La lava poi si vede lultavia quasi incolla scenderc dal fianco orien- lalc del dello monle, dirigcrsi sopra la Pcdara, fiancheg-

(1) Anoniino di Sciacca presso Recupcro. .; ,.,.;i,i , ui ::'i

(2) Annali Aragon. 1. 10 c. 86. iKti s ;J ih •i.^!.,!

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giaria jicr orionio, passaro accanlo Trccaslagne, scentle- rc fra Maj^iaiidc e Moiilc la Seym sino a poneiito di Aci S. Antonio, al silo, dello Lavina; in akuni punli e larga sino a dno lorzi di miglio, od anclu; piii; c dalla origine sino al lenninc si puo calcolarc aver corso prcs- so a cinque niiglia.

Di (|nolla clic ncd ])rincipio correva prcsso Ilandaz- zo, non so nc puo rinliacciare vcslinio, pcrchi; covoi'la d' allre concnli, e d' arcnc venule I'uori dal Cralere , e per allro essa non poteva essere mollo estcsa se cesso appcna la lava niajj'giorc scaluri piii basso.

11 liniore deCalanesi, e di ()ue"dc" vicini villaggi, na- sceva dal vcderla dirclla in prima a mezzogiorno, ed ac- compagnala da violenli fenonieni; ed in ell'elli 1" aver cor- so per cin(|ue niiglia in dodici giorni basia a far cono- scere con (pialc celeritii ella si juecipilasse in giii; ed a ragione gli scrillori la rassomigliavano al corso di liqui- do pionibo. L'esempio finahnenle di (\\u'\\i\ {\\ }[(ml(' ros- so del Fireri, venula fnori TJ anni prima, die giunsc sino al mare a Iramontana di Aci Reale , e clic era in allora Uiliavia nrridamenU! scabra e deserla, era forlissi- \\U) arnomenlo di "iuslo liniore.

lu'ano apitena scorsi anni Irenlasei da quesla grande -'>■' eruzione; qnaiido nn allra non men grande ne proruppe c.. c. nel 1444. Tesliinoiiio ocularc nc fu un Pielro Itanzano vescovo di Liicera, e lasciii scrillo clie « Essendo nella cilia di Calania Taniio di (Irislo 144i in elii di sedici anni, ! ernltando I'Klna spavenlevidi incendii, vidi Pielro CicM-emia, uonu) [ler dollrina, per |)ieta, j)er aulorila eccellenle, die con soinma religione del clero e del popolo reco con- Iro gl' incendii il prodigioso velo, e porlandosi (lap|)rima

11 I'uoeo verso la cillii lorse iiidi il caniniino e

liiUo divoraiulo ollrapassi). e dopo venligiorni si esliiise )).

Filoleo conrerma quanlo asserisce il lianzano, ed ag-

4TTI iCC. vol. \1V. 37

280

giunge un'altra non nicno inlcressantc circoslanza, quel- la, cioe, die il iiionte del cralcre niaggiore clie forniava Taltra cinia dell' Etna sprofondo in parte, come sc ingliiot- lito dalle I'auci del vulcano. « Tiitto quell' anipio c vasto nionte » cgii dice « spavcnlosamcnte tremo: al Irenuioto grandi macigni nella somniita scrollarono, e disciolti coii amplissima ruina denlro 1' ampliala voragine inabbissa- rono » (i).

Fazello non Irascura di farne nicnzione ; e pren- dendo le parole di Ranzano e di Filoteo, dice « L'anno di nostra salute 14i4 di bel nuovo la Icrribilc Eruzio- ne di fuoco dell' Etna, preso avcndo verso Catania il cam- iiiino, Pier Geremia, uomo di singolar pieta fornito, col clero e col popolo reco solcnnemcnte il velo della U. Ver- ginc Agata a rincontro ed in opi)Osizione agfincendii, i quali, come rispettandolo, volsero allrove il cammino, e dopo vcnli giorni si eslinsero. Tremo il nionte: a quel tremito vasle rupi dalla sua cima scrollate piombarono con vasla ruina nel suo baratro stesso ; onde quella per- pclua voragine (2) vieppiii anipia divcnnc » .

II diligente Recupero, seppe acconipagnarc il corso di quosta lava , dalla sua originc , sine al termine delle sue braccia; il cralere di eruzione aprissi poco distante da qucllo del 1408 fra 3Ionl' arso e Monpeluso ; la lava si diresse fra Pedara e Trccastagne con un braccio, c coll'altro circondo Pedara per ponente. 11 primo corse fra Viagrande e S. Giov. La Punta, e giunse presso Ro- naccorsi ; 1' altro scese fra Tremestieri e la Punta, e pa- reva diretto verso Catania, ma si arresto nel quartierc del Valenli di Balliali, ove fu recato il velo di S. Agata, ed ove fu eretta una piccola chiesa e poscia un' allra cap-

(1) Fiioleo jEtny topograpti.

(2) Hiatus ille perpetuus Fazell. 1. 2. c. 4.

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jjclla, ovc arrcslossi il fiioeo; c da qiicslo fatlo prese it villaggio il iionic di S. A(jata UuUiidi.

Questa cruzionc, iioii iiiforiore alia prcccdcnlc, co- nic io diccva, voniili) una corronle di lava forsc piii c- stesa di (|uella del 1408; c la rapidila colla (]nalc scor- reva dovisUc cssere ccccssiva se in men di voiili iiiorni corse per cinque miglia e foi'se anche piii. Essa e tut- t'ora scabra od incolla nella niaj^iiior parte dclla sua sii- pcrlicic: vicino, ])cro, ai vill.iiigi la mano dell' uonio ha saputo ridurla ad una cerlu donicslicita, e la vegelazio- ne coniincia ad alliiinarvi.

Silvan'oio ci ha touscrvalo la nienioria di un" allra 21.= eruzionc, avvenula enlro la valle del hove nell'anno li46, f * 0 due anni appena doj)0 <pirlla grandiosa di sopra nienzio- nala. k Aellanno liid nona indizionc, regnando I'lllu- sfrissinio re AH'onso, alii 2") seltemlirc, giorno di Donie-

iiica sulla prima ora della nolle, il nionl'Klna erul-

to un inceudid nel luogo a|)pellalo la Piclra di Musar- m nel hanco del Monle » 1 noslri scrillori delle cose (leir Etna credono polersi riguardarc come origine di (piella eriizioiie il Motile [inoccliio , che e ])Oco dislanle (iaila liocca di Mufiurvn. Le parole pero di Silvaggio nd fiiinco del Munlc pare che dovessero persuaderci a credere |)iu toslo Monic lepve origine dclla lava, perche sla appie del lianco 0 halzo oricnlale delTElna: e I'orse Mon- tefinotcliio origine di quelia del 1329. 3Ia non polendosi per verun conlo cosa di cerlo su di cio stahilire, seguia- nio il parere de' noslri scrillori. Per quel che riguarda perd il c(»rso della lava, essa non dovelle essere di gran- de eslcnsionc, perche nulla si dice di danni arrecali, ne anche nella regione nciuorosa. Kssa quindi dovelle limi- larsi enlro la Valle del IJove : ed i\i avea sulllcionle cani- po (la spaziarsi.

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■>■)= Lo stesso Sih'ai>"io scrive esserne avvcnuta un'altra,

'^*'^'^' r anno dopo, a 21 scllembre, chc poco danno arroco , essondosi ferniata innanzi al vclo di S. Agata.

11 dilmcnlissimo Canonico Alessi fa riflcUere chc sob- bene assicurasse Filolco chc per un sccolo circa, dopo r ultima cennala eruziono, non avesse I'Elna fatlo alcuiio incendio, e chc ncssuno ricordavasi avcrla veduto in azio- ne vulcanica, j)ure si puo ricavarc dagli aiUori esservene slate due altre Ira I'anno 1447, ed il 1533. 23 , Ijcmbo ranimenta esscrvi stata una grande cruzione

1170 di pi-iiiia del 1470; e secondo i di lui calcoli, la lava che nc sgorgava pcrcorsc duecenlo stadii (1); cd a parere di Fazcllo, il corso fu ben piii liingo, facendolo egli giun- gere sino a 28 niiglia (2) e (piel che ])iii monta si e, che da questa lava, crcdc cssere stato ricnipito il Porto Ulisse.

Si e di sopra osservato che la lava chc copri quel porlo fu qnclla del 1381, per cui quanto dice Fazello non sarcbbe acceltabile: ma, ])cr amor del vero, essendo due le lave che manifcstamente concorsero ad obliterare quel piccolo seno maritlimo inlerposto fra due anlichis- simi corsi di lave, c non rcstando una precisa notizia del loro corso, si puo dubilare che quella delta del Croci- fisso, fosse quella del 1381, e non piii tosto I'altra che rimase dalla slcssa coverta ; la quale anch'essa prese la medesinia direzione;e si va scorgendo solto Ic braccia di quella del Crocilisso. Gli scrillofi che parlano di que- ste due eruzioni non ci ban tramandalo notizia alcuna che dubbia non fosse; perche in effello, eglino non ri- ferirono chc seniplici Iradizioni , e noi non possiamo (jiiindi allro conchiudere, che due lave coprirono il Por-

(i) De Elna liber. (2) Lib. 2. c. 3.

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to llisao, una nol 1381, od iin'allra iiol 1470 airincirca. Per la slossa ragiono uoi noii possianio assiciiraro la ori- giiic dolla pill aiilica dcllc diic, tlio ccrlamcnlc iioii In a 28 iiiii;lia tlalla riva del niaro, qiialmiqiie stato si fosse il jiiiiito (k'l loiKi doIlKliia d'oiido scaliiriva. 3Ia })ossia- 1110 Lciisi assiciirarci di (juclla sccoiida, clic (dibc origi- ne \icino Tronicslicri, do|)0 esscrsi nianircslala per una lunjia ajierliira del snnio delta Cavoli, come si e detto |)er la cnizione del 1381 , nel sito detto in oggi Monti arsi; Iropjto Ijen coiiosciulo per I'abbondanza delle scorie leggiero, die appresla alle costruzioni.

Interessanti iiiolto sono le meniorie a noi pervenii- 2i." le sii' f'lioflii dell'Ktna del 1494 e dobbiamo al sullodato ',f*c'!* Canonico Alessi avcrle raccolto e discusso con tanla sana crilica.

Si trovava aver detto, Filotco, esscre trascorso un secolo, dacclie 1" Ktna non avea fatto eruzionc di sorta, ne v'era persona viva clic potessc ricordarsi di alcuna « 31a qui )) dice il detto Alessi « bisogna richianiare in niente qnaiito egli stesso narrate aveva Irattando della CMizione del 1444 ». Egli assicura, e Fazello lo ripcle, clie inabliissalo il inonlicelio dell' ultimo cratere, die co- sliluiva il vertice dell' Etna, non furono bastevoli le due eruzioni del 1446 e 1447 per cliiudere 1' anipia voragi- nc die foimossi in quella del 1444. Intanlo csscndosi portalo Eiloleo, sulla cima dell' Etna nel 1533, tanlo im- jiorta 8(1 aimi dopo il 1447, non solo trovo il cratere ridollo ad altra lornia , ma osservo essersi gia formato ivi un inunlicello di scorie o di arene, alto, secondo lui, non nieno di dueniila piedi, con un apicc di quarauta jdedi di circuilo, e con una base di un migiio circa. II cratere era (piasi diiuso, non restando jiresso al centro die un buco capace soltanto di una testa uniana, esalan- te vapore di odor sulfuroo. Quella stcssa cima, non era

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falla chc poco prima, e contemporanea alia eruzionc del 1494. Crollb poi Ire aiini dopo, come vcdremo. ( i) Da eio giustamente conchiude il sullodato Alessi, chc a for- mar (juesto monliccUo conico una iion indiirerenle eruzio- nc cbbc ad aver luogo, dopo il 1447 ; ed in eiTeUo si ricava da Cembo, die visilo 1' Elna ncl 1494, aver tro- valo quel moiiticcllo non solo, ma un cralcre inferior- menle aperlo prima di giungcre alia base di quello. Ed esso era in perfetta azione, eriUtanlc scorie, sassi ed arene. E per quanlo appare, doveva esser qucslo il cra- tere di cruzione die formo quel monlicello, jircsso 1' ul- timo cono, dcUo oggi 31. Frnmento, dal pallido colore delle sue arene.

Benibo non sail sopra il verlicc dell' Etna, i)erclic ardua e dilficile ne era la salita, esscndo quel cono tutlo di scorie mobili formato. Uiferisce pero che un tal Fratc L'rbano, prima di lui era giunlo sino alia cima, ed avca ivi trovato un ampio cratcre a pcrfetto imbulo, ed erut- tanlc funio ed infocate scorie (2). Or da lullo cio si puo ben rilevare die dal 144-4 sino al 1533, quando Filotco sail sopra la cima dell' Etna, non scorsc, come egli dice un sccolo, senza Eruzioni; ma ollre a ([uelle Ire gia mcnzionale del 1446 e 1447 c 1470 ve nc fu una nel 1494 che formo il iHonte fruinenlo: vc ii'era slata un' altra che avea innalzato un nuovo cono entro quello sprofondato nel 1444, con ampio cralere come assicura Bcmbo, dalla notizia che ne ricavo da Frate Urbano ; e se e vero che lo stesso Filoleo nel l.'i33 ne Irovo un altro molto aculo, e quasi chiuso nella cima, qucslo noa poteva provenire che da una nnova eruzionc, avvenula dopo il 1494. Se dunque, dal 1447 al 1470

(I) Filoteo .'Elna? Topograph. Grev. et Gronov. ■■■.: ''

(^2_) De iElna lib. Operc di Berabo vol. 4. p. 300. i-i,/ ')>

28:;

scorsero appona vonlilrc aiini : sc dal 1470 al 1491, noil lie scMtrsero clie vcnti: se fra il 1495- c 1533, spa- zio (li auiii trcnlasci vi fu un'altra cnizionc chc rornio I'aculo cono vodiilo dallo stcsso Filolco, non e vcro che I'Eliia loslit silciiziosa per uii sccolo circa, c clic nos- suno ricordava una Eruzionc.

Ma iioi noil Icrrcmo cento, dopo quclla del 1470, clio (iella oruzione del 1494, (lalla quale ebbe origine il nionliccllo presso la base deirullinio cono dell' Etna, che nionte Frumento, abbiam dello appellarsi.

Da una Cronaca dc'PP. Casinesi, da Filoteo, da 2.;.^ Silvaggio, da Arezzo, c quel die e piii dal teslimonio ^'^^^J^' di visla Fazcllo, si ha nolizia di una grande Eruzione (lell'Elna, avvenula nel 133G. Cosi egii si esprime « L' an- no l')3(i il di 22 niarzo, solliando I'anstro, sul Iramon- tar del sole un'alra nubc copri 1' apicc del Monte e sfol- gorcggio nel mezzo rosseggiante. Subitanientc proruppe dal cralere un vaslo torrente di fuoco, e trascorrendo qual Hume, con gran mormorio e Ircmilo del inonle, sce- se verso orientc; sdrncciolando nel Lago vi liquefecc gli ammonlati sassi, c di la oltrapassando I'alcalo precipito- samenle sopra Kandazzo, subitamenle sommerse greggic ed armenti. DalT istesso somnio cralere sbocco nel tempo medesimo un prollnvio di fuoco , orrendo a vedersi , su Ih'ontc ed Adcrnd verso occideiile. 1 liquefalti sassi sulfurci bituniiiiosi, scorrevano qual I'erro liquelallo ; c menire I'un torrente induravasi, sottentrava, qual testuggiiie, tra- mezzo del priuio nn altro ed nn altro ancora, e seco trnsportavalo iMlVanlo ; ed accrescendosi cosi con nuovi toiTciili il I'uoco cslendevasi, aumenlavasi 1' incendio alia largbezza di uno stadio colla profondiia di dodici cubi- ti Crollo quel gioriio il tcmpiu di S. Leone eretto nel bosco, e crollalo, I'li dalorreiili di I'uoco ingoinbro. onde altro non vedesi chc un mncchio di aspri sassi Ian-

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ciali (lal cratere; cola intorno a' fianchi del monle apren- dosi la terra, spalancaroiisi niollc voragini , dalle quali e torrcnti di fiioco, ed inumcrabili sassi infuocali come da niacchine niililari scagliali, con gran freniilo al Cielo lanciavansi.

Ed accorso a \edere si slupcndo prodigio per inda- garne la cagionc, il valoroso medico Francesco Negro, sconsigliatamente avvicinalosi alia fornacc, cadulogli sul capo iin eruUato sasso niori » .

Filoleo parla di quesla eruzione, benclie la riporla ad im mese prima di quando nc fissa il principio Fazel- lo, cioe a 10 febbraro, mcntre quesli la slabiiisce a 11 marzo del 1836. Alquanlo enfalicamenle, Filoleo, dice, che « in quel giorno niedesimo S[)rofoQd6 I'alla cima del montc con tale fracasso che 1' Isola ed il Monle tullo crollar sembravano. Fa menzionc delle csplosioni di mas- se infocalc e di due torrenli della lava sgorgati inio dalla cima, I'allro assai piii basso nella rcgione alia del bo- sco : e qiicslo danneggio mollo il bosco slcsso non solo ma porlb la dcsolazione ne' campi degli abilanli di 3Ion- pclcri c Nicolosi, avendo allcrralo e ([uasi scpollo I'an- tico lempio di S. Leone, c dirigevasi sopra Calania, (pian- do venne arreslalo dal sacro velo di S. Agala. Happorla che le arene giunsero in Calabria c sino in Crela, e con- ferma la morte di Francesco Negro soffocato dal.fumo e dallo incendio.

Malleo Silvaggio, differiscc di un giorno da Fazello, assegnando la comparsa di quesla eruzione a 215 marzo ; ed aggiunge che vivido era lo splendore della fiamma nel cralere di eruzione ed in quello della cima. Parla inollre di un fenomeno che avvenulo in lcnq)i posteriori fu a ben' allre cagioni altribuilo « il dimani » cgli dice (1)

(1) In Iribiis Peregrinis La ilcscrizionc latina di ([iicsla eru- zione e esallissima. Si e jier intiero lapjiortata nel cenno Biografi- co (11 Maltco Silvaifffio Giornale Giuenio n. 2.

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« precipilando il rapido lorrenlc infncnlo dalla cinia, I'aii- tiqiiata novo di que" conlorni In in lania ropia licpiefatla, clie I'acqiia scorrciidoiio, qual onda di inipoluoso mare, Irascinava quaiilo le si laceva inconlro ; ne il pino o I'alla qiicrtia rosislovanlc. Sci^niva il lunco qual rapido lorrente, oiido lion niiiiore spavciilo I'acqiia rocava del fiioco ».

Narra, inollre. Silvaj>ifio clic il lorzo gioriio , dal- I'altra parle liassa del iiioiile fra I'aiislro c roccidcntc, apriroiisi ingciili successive hocclie, erultanli innumcrevnli sassi chc pel circuilo di mille passi , colla di loro alia cadula, spojiliavano di rami i;li albcri , e cessandn 1' uu Iiarairo, 1' allro con i>ran fragore a lanciar sassi iiicomin- ciava, ondc varii monlicelli si i'ccero; o finalmenlc due nno- ve aj)crlure spalancaronsi, d' ondc un tiiplice fiume di fiioco fluiva. I'uno de'(|uali verso (Lilania diriijendosi, "iun- se pria al tempio di S. Leone, divoro le amenissinie sel- ve air intorno , allerro, co|)n di combusli sassi, all' al- lezza di soi culiili il lempio ; Irascorse pclla lalihidine di due mila passi e per la longiludine di qualiro mila passi; r alfro torrenle dirello verso Palerno per cinqucmila ]>as- si, si avanzava ; il terzo finalmenlc, dirello sopra Val- corronlc con pari eslensione s'inoltrava.

IVon erano peranco spcnli i fuoclii della eruzione del j|6. l.")3(), quando a 1 maiji^io dell' anno sei>uenle 1' azione ft. c vulcauica piii violcnla aneora manifeslossi. Fazello pro- siei^ue a diie : Alle calende di inajigio l')!}?, Iremo per (Iodic! giorni Sicilia, udironsi frequenli innumerevoli rim- l)ond)i. hill iVa"orosi di iin conlinuo cannoneijniamenlo. lalclie si udirono in Catania e nelle vicine conlrade non solo, ma sino a Palermo, Trapani, Lilibeo, Sciacca, (lir- ii'cnli, neir Isola lulta. l{addo|)])ialosi il miigito ed il rim- boniho, alii 12 di masiiio anrironsi sollo la collina di Sp.irvicri insolile voragini dellc (piali scaluri tania mole d'infocala maleria, chc in qualiro giorni percorrendo quin-

ATTl ACC. vol. XIV. 38

Ij37 <li

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difi inila passi, dcsolaiulo e hniciando lutlo cio che in- coiilrava, scoi'se sino al ccnobio di S. Nicolo dell' Arena; c la conglobalosi , lascialo inlallo il nioiuistero , cd as- saliti lAicolosi c Monpelicri hriicio e sonimcrse nioUe case. Catania e le vicine cilia, dal frequenlc tremuolo furono in lal niodo scusse, die i cilladini, ahbondalc Ic niura cercarono asilo ne'campi. II popolo ed il clcro , vedendo a dodici mila passi I'inccndio die verso loro ve- loceniente avanzavasi, rifugiaronsi all' ara di S. Agata; ne presero il velo, c da lungi appalesatolo si arreslO;, indi si eslinse il fuoco, c cessi) di tuonarc I' Etna. i\on gnari dopo il soniiiio cralerc emtio per Ire giorni lanta copia di nera ccnere, die il nionte, Ic regioni linitime sino a Peloro e Padiino, cd in Calabria sino a Cosenza, le in- Icrposte cilia coperlc ne furono. Le stesse navi die da Venezia veleggiavano verso Jlessina, a trecento inila passi da Sicilia, brultale furono dall' crultate ccneri Irasporlate da'venli. Cessato di voniilar cenere I' Etna mugghio con fragoroso frcniilo , e fra' niuggili scrollalo il supremo a- pice del nionte fu dallo slesso somnio cratere ringhioltilo ».

Filotco aggiunge che « alle calende di niaggio, tre- nio, luono s'l forte il nionte che ne furono i Siciliani as- sordali; crollarono molli cdihcii, e gran parte della cilia di Corleone a cento mila jjassi lungi ; che quelle or- rende calaniita durarono per lullo il mese di Ingiio; e che passando i! sole pel segno di Leone, e loccando il meridiano, Sicilia tulta fu da dense tenebre copcrla. Da Casliglionc egii udi luonare I'Etna piii orrendamcnle, tal- che senibrasse a' siciliani di subissar I'lsola inlei'a. Ces- sale le lencbre reslo la sola colonna del fumo che le avca prodollo e che piegava verso oriente. Ccsso del pari lo Sfpiolimcnto del suolo e le delonazioni non ])iu udi- ronsi, ma la liamnia si nianteneva sulla cinia del monte ».

Silvaggio e perfettamente uniforme alia narrazione

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di Fazcllo, ed era tcstimone ocularc di qiiclln irrande Eriizionc.

Mario Arezzo, cilalo da Rccupcio, nella Churoyru- j)hia sicnla. dice » ch' ei vide nciranno prcccdcnle, e ncl niese di mai;£fio del I.jST proroinperc, da miovi cra- tcri apcrlisi ncll' Kliia, una inciedihile ingcnlc suH'iirca in- focata niassa, e da per liiUo avanzandosi, colli, hoschi, rupi, ed i due borglii IVicolosi c 3Ionpilieri hrui^iarc ; c finalnieiilc scrollalasi, per le conlinue fianimc, da una parte la cinia del nionle, rendere il cratere piii anipio. »

La cronaca de'PP. Kcnedeltini, rapportata dallo.stes- so Rccupero, dice die agii 11 di niarzo \'i'M, si apri- rono niolte bocclie sopra il nionle dello Sparvierc, e chc abbissi) la cima della nionlagna con granilissimo strepilo per liillo il regnO;, lalmenteche send)rava di csserc il fi- nale (liiidizid.

Da cii) ?i rilcva, clie lo sprofodamcnto della cima (leH'Klna, avvenne nel 1337, c non gia nel I'iSfi come voleva Filoteo. Qneslo sprofondamenlo produsse la dila- lazione della bocca del vulcano, c da (pianto si raccoglie da Filoteo e da Fazello clie vi salirono ad osservarla, il primo ncl lijiO, c poi nel l.')4."), ed il secondo nel l.">41, si piii) concbiudere clic il ccnnato cratere rcsto ampia- mentc aperlo per nove anni ; c bencbe sempre in conti- iiiia azionc, jjure non vi si formo alcun cono intorno. Da (|iiel tempo in poi, dovcttero pero le susseguenti cruzio- ni forniar gradatamcnte il cono cbe sin' oggi si man lie- ns, qnantuntpio nessuno degli scrittori ne faccia menzio- ne, sino alia eruzione del 1069.

Alessi, continnando le snc riccrcbe ; trova che dopo il 1537, I'Ktna era in azione ncl lo40, qnando Filoteo trovi) gli orll della bocca circondati di grosse masse, e -Monte Fruiiienlo lullavia erutlanle infocali sassi. Fazello trovo che conlinuava in tale stain nel l.'i'il: e Filoteo,

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loi'iiatovi ncl 1543 trovo piii dilalalo il cralcre, e vomi- laiite liamiiie cd arene. 27.1 A 30 novcmbie lo66, preccilula da-forti Ircmiioti

'a'c'.'' ^^^ cruzioiic scoppii) nel lianco sellculrionale della luoii- lagiia, sopra xlloiile forle alia sclhHla di colbbasso. (1) L'li niaiioseritto peio rapjtorlalo dal lleciipcro dice esscre cio avvenulo il di 1" novembre, e due bocche ivi si apri- rono iiienando riimore, bulfaiido accesi macigni come boUi, e ciie il lorrcnte scorsc sino anocdlili di Janazzo, iiel territorio di Randazzo.

A'e'jirinii giorni, nel bosco della Lenza , presso il Monte delle coccozze, territorio di Linguaglossa, si apri altra voragine, clie colla ingcnte (pianlita de' materiali eriit- tati in poco tempo Ibrniossi un ben'ainpio monle, il quale dalla larga sua bocca fu dello culdaja de diamli, e clie caldara tult'ora si appella.

La lava di questa eruzione si puo ravvisare fra tante altre ehe vi stanno vicine, seguendola dalla sua origine pe'fiancbi delle correnli; in altro niodo^ quando si pas- sa pel bosco di cuUc basso, non e |)Ossibile dislingueria dalle altrc. Essa pero dovettc esscre signilicante, se giun- se sino a'noccllili del territorio di Uandazzo. rY . Dagii stessi autori citali dallo Alcssi, e rapportati

G. c' da Mongitore, oltre di una eruzione rapporlata da Uocco Pirri nel 1378 (2) si ricava un'allra avvenuta I' anno do- po ; ed io ho ragione di credere chc fosse slata una so- la, non essendovi alcun dctlagiio di luoghi, e di feno- nieni vulcanici, Iranne quel die si ricava dagli annali di Ludovico crenionese (3). Qucsli dice die a 9 seltembre un treniuoto fortissimo si sciili per tutta 1' Isola ; 1' Etna si apri in cinque bocclie crullanti fuoco e sassi, onde

(t) Vedi Gli aulori ciUili d'Alessi. op. cit. disc. V. (2j Sic. Sacra t. \. pag. 533. Eccl. Cat. (3) Ap. Graev. Tlies. Ant. gr. vol. 3.

201

liriiciali ik; fiirono "li alhcri airiiitonio c nc'vicini luo- glii, con i^iavo daniio dcgli ahilaiili.

Una croiiaca rapporlala da IJt'cupcro narra cho una 2<).i enizione scoppii) nel l.">80, e la lava chc no scaluri cor- *'f!^ .'^'' sc vorsu la citia di Aci. Hocupcn) erode csscro stata qnclla die da solto iMonlc Ilici^ passando pe'coiilonii del Pisano si dirigcva verso Aci ; dislinguendola da (piclla di 3Ionle rosso di Fondachelli, chc scgui la slcssa di- rczione.

II secolo XA'll e (juello, chc dell' epoca storica ci prcsenla I' Etna in una slraordinaria aUivila. i\e prima ne dopo ha presentato minorc inlermiltenza di eruzioni, e si pno dire die dal IGOli sino al 1GIJ8, spazio di (reii- lacinipie anni, i suoi fuochi non ehbero quasi inlerruzio- ne ; e meiilre si aspellava die do[io tanlo sviscerato ma- leriale, e dopo qudio che verso nel 1G43 , c poi nel i646, e nel JG51 sino al 1054, I'Elna cessassc o di- minnisse almeno i suoi fnoclii, la Irenienda c vaslissima eruzione del 1 069 cLbc luogo ! lAe pur con essa acquie- lossi, che jier cinque allrc voile, pria chc finisse quel secolo apri i suoi fianchi ad allrc eruzioni,

Quello spazio di lrenlacin(|ue anni, come rillelte be- ne r Alessi , (' ha varii jjcriodi rimarchevoli che divisar jiarlitameiile couviene )).

Comincii) 1" Kina a niandar fianime dalla cima nel 30.^ mese di luglio 1003. Seyui per niollo Icmpo ma con in- 'If^c^' lerniissione, ed avvennero allora de'lrcmuoli non mollo veemenli. Rinlbrzaronsi gl" incendii verso l' anno ''^•OT, si'" nel (|nale proruppe dall'allo cralcrc un lorrcnfc di fuoco g. c. verso levanle, che copn un gran lago, (jnasi un inigiio al di sollo, ove ragunavausi le acque dclle sciolte ncvi. Poco dopo si apr'i, la eruzione, allro passaggio da' fian- chi del cratcrc verso ponenle, e la lava dirella sopra

292 ,

■i'.-' Atlerno apporlo gravi danni a' boschi , a' podcri cd allc

'g.*V' vignc. Hecupero trovo in iin iiianoscrillo antico (I) die

a 28 liiglio 1609 si diressc la lava verso i MonlicelJi, so-

pra Randazzo e corse da circa a Ire migiia con liime si

vivo, che fe di nottc fjiorno.

Nciranno 1610 a 6 febbraro, altra bua corse dalh) stesso fianco occidenlale verso Aderno, per iin miglio cir- ca di lungbezza e birghezza ; ed a 3 niaggio si rinnovo con pill vigore la cruzioiie verso lo slesso punto, e di- slnissc gran parte dcUa Pinela, parte del bosco Sciam- brita e vasta estcnsione di terrcno a vigna, nclla contra- da della Cistcrna. Qnella eruzione diiro Ire nicsi e mezzo. Cio cbe affermava Carrern, ed il citato manoscritto, e confermato dal fisico Scipione Porzio da Catania, che dice esser vcro quel che avea inteso da'siioi progcnitori, cioe die I' Etna dal 1607 al 1010, avea piii del solitn eruttato frequenli incendii, e che finalmente voniili) si in- gente fiumc di fuoco, di cosi meravigliosa altezza e latitii- dine, che dirigcndo verso Aderno il corso vl giiinse alia soglia, e no distrussc le vigne ed i preziosi poderi (2). 3:i.' Iltremuoto del di 23 agosto 1613, precesse di qiial-

'g.V!' *"'»e mese la eruzione del 1613 che perduro sino al 1619, rccando guasti alia contrada del Pirao e della Palomba. Carrera rapporta che nello spazio di anni died, ne'quali continuainente corse, non fe piii di due iniglia attorno di strada, c neU'anno 1619 reco non pochi danni nella contrada della Palomba (3).

Da un antico manoscritto, riferito dal Recupero, si vicne a ricavare, che ncl di 1. Luglio 1614 tremo cir- ca sei volte la terra, si apri I'Etna la dove chiamasi il

(■1) Sforia dell'Etna vol. 2. c. 1.

(2) Scip. Porzio. Ac, Elm Qiirest. 11.

(3) Carrera Mem. Istoric. 1. 2. c. 2.

293

3Ionle S.' .Uaria, coininciando a corrcrc vorso levantc; caildc allora (|U('l cdiio die si era (.'levalo a S. Giorgio nol 1607, e si bruciaroiio molli ali)cn, faggi , e boschi, (' corse (lieci iiiiglia. Ua cio rilcva Alessi (1) chc qiianlo si dice in Carrora del corso di quesla eruzione, chc in dieci anni non lu che di due niigiia, non puo csser ve- ro : e addippiii la Cronaca di 01i\icri, rccala dal Recn- pcro non la nicnzione lie dicei anni ; cd ollre a cii) as- sicura die dal inonlc S.' Maria shoccarono niollc brac- cia dolia lava, ma uno chc perdiiro piii degli allri, furio- samcnle passu |)er lo Sciambvo nol I'eudo del Pirao, con- snnio le vignc ed il bosco dclla Fiujhilu , ed ha corso sin'ora , dice lo slcsso autore per anni nove. Ccrlo che v'e ijian difrcronza fra due nii"lia e dieci niinlia: ma in quaiilo peri) alia durala di anni dieci^ non mi pare che la cronaca di Olivieri si opponga, giacche dice aver cor- BO sin ora per anni nove ; avra polulo in seguito conli- niiare il corso per un allro anno; quel sin ora non po- lendo inlerpelrarsi per ieimine della eruzione.

IN'on ancora ben cslinlo quel lungo incendio , a' 21 3i.» fcbbraro 1(533, infieri il fuoco dell'Elna, prcceduto di (• c j)Ochc ore da un lerribile tremuolo che allcrro molle case di lAicolosi ; come si ricava da un manoscrillo del Sac. Vineenzo Maori (2) « a 21 lebbraro » egii dice « alia mezzanolle di giovcdi e venerd'i vennc un lerribilissimo Ireniuuto in iMcolosi, che atlerri) la maggior parte dclle case nella conlrada del Piano, assieme colla chiesa della iMadonna dell" Idria ; e solto le pictre morirono diciassetle jiersone piccole e grandi, e molle ne lurono uscite vive dalle alienate case « all' aurora dello stesso giorno la Eruzione scopjtio, ma non si conosce, se vi fosse stato corso di lava.

(1) Op. eit. Discorso VI.

(2) Possedulo dalla famiglia tleiiimellaro.

294

:ij.^ Incendio lorribile si fu quello dell' anno dopo. Se-

T\^' condo Can-era il di 17 c 18 dicembre 1634 , tuono orribilmenle I'Etna sino alia nolle del giorno 19; alle ore iindici si apri il fianco della monlagna sopra il coUe di Sermpizzula; a niezzodi si apri altra voraginc d'on- de scaturi un infocalo lorrenle, che uiiilosi ad allri rivo- li, da altre bocclie sgorgali, scese nel piano delle roset- te a guisa d'iinpcUioso fimne ; allra scossa di Ireninolo a 22 dicembre i'e crollare in Trecastagne alcunc case. II 27 aprile un' allra bocca aprissi verso levante nel Trifogliet- 1o, a duemiglia della |)rinia c piii clevala, niandando denso fnmo che 1" allra cessb di erutlare. II nuovo lorrenle si diresse verso il Fieri brnciando boschi, vigne, biade e case, c qualche podere che ne fn risparniiato repulossi allora come prodigio. II di 1" gennaro 163.J, 1' incendio lorsc il camniino verso mezzo giorno e poncnle, ne'con- Gni di Calania e di Palcrno, minacciando d'invailere Pc- dara e Trecasla^ne coniincio allora a fiimar la cinia del- I'Elna che era restata Iranrpiilla, e rinnovaronsi i Ircniuoli; nel di Ifi di gcnnaro si divise il lorrenle in due brac- cia ; I'uno dirigevasi sopra Trecaslagne e Viagrande, I'al- tro in varie ardenli lingue diviso minacciava Pedara. ed ambi apporlavano la desolazione nc' boschi e nc'coUivali lerrcni. L'allro lorrenle del Fieri dilalalosi in molle hrac- cia, dopo il corso di nove niigiia si arresto ; e parea che lullo il vigore si fosse conccnlralo ncgli allri due lor- renli, per niinacciar la tolalc rovina a que' Ire villaggi. Si ricorsc al sacro vclo di S. Agala nel piano dell'^rfe- m, qualche Irallo di sopra Trecaslagne o Pedara, e par- vc che il fuoco si fosse arreslalo; ma esso corrcva sul piano delle Roselle c si ammonlava sopra le sue ralfred- dale braccia. Cos'i duro sino a' 7 febbraro. Nel giorno 13 nuovi Iremuoli scosscro la lerra, c vivide iiamme ri- coniparvero nel soninio cralere. lAuovo lorrenle [trornppe

29:;

verso poncnfe c scorrcva so|)ra i siioi slessi inacigni.

A' 24 trcmit lorlcmciilc la terra; la J)Occa ajieria nel Trifogliello crullava densi {i'lolii di fuino, e lanlo faceva il soinmo cralere. Neprimi di nia^gio, si rivolse il tor- rente verso ponentc e verso ievanle, e ncj^fli iiltimi del niese tralioeco di iiuovo nel piano dell' Edera l)rnciandone le I'imasle qiierce. Si accrehltero poi il (Ti 22 c si dif- I'use dalla scala del Trifoiiliello, sulla cava del Monaro, del Zapjiino, c nel |)iano del nionte Lepre. I'na larga lissura si apri per ire niiglia, dalla nnova boeca verso la eontrada del Pricoco. A ."» Iiii^lio, solto la cosUi deliA- f/uila, sprol'ondo, per ollanla passi di circuito, il lerreno, elevando neljhia di polvere, e recando alto spavento. Ad 11 agosto da solto la scorilicata siiperlicie, scaluri vivo il fiioco nel piano delle Roselle. eTindoniani replicaro- ii(» lo scosse del Ireniuoto. I^a lava del Fieri, benehe rafl'reddata nella superflcic moslrava nelle fcnditure e nei erejiacci eh'era tultavia rovcnte, ed accesa compariva nella nolle sino a luUo novcnibre. i\e'[)rimi di dicembre canipeggiando il fiioeo verso poncnte, un gran rivo por- tossi verso Pedara snl piano dcW'Ederu, e corse per niolli ifiorni, danneuyiando i;li alberi. La boeca del Trifoslietlo eessii allora di niandar funio; non cos'i 1" allra, cheaper- la fumanle ed infuocata si nianlenne jier tiillo il inese di "cnnaro e febbraro. La lava continnii a scorrcre sino nuli ultinii di "iunno ; nia reslo vivo il fnoco nel cralere di eruzionc sino a 27 aprile 1038, in cni il Carrera pnb- blicava V avveniinento per le stanipe (1).

La cronaea nianoseritta rapjiortala dal Heeupero, poco varia nel'enomeni, ne'gioriii e ne' Inoglii (2). II ci- tato manoscrilto di Magri da Aicolosi, specifica die la Scr-

(h Mom. Slorir. lor. cit.

(2i riiron. ?. Nicolui do .\reiiis Art. I. Lib. B.

IITI ACC. VOL. \IV. 39

296

rapizzuia e quclla dctla Calvarina, e nomina i luoghi ovc le diverse hraccia dclla lava cainpcggiavano, cioe la Finaita, Monle delVAlbano e PinUeUo, con tuUo il bo- sco di Catania. Si dice anclie in quel nianoscrilto, die benclie il largo lorrente di fuoco di diccnibre 1634 scor- rcsse sopra la neve, non si vide alcun rivolo di acqua venir giu; per lo che Alessi pretende che quel prolluvio di acquc descrilto da Silvaggio nclla eriizionc del 1337, c da lin allribuilo alle licjucialle nevi, si deve attribuire ad altra causa. lo pero credo che Silvaggio abbia ragio- ne ; e se in quesla cruzione cio non avvennc bisogna cre- dere che la neve in diccnibre non era mollo alia in quei luoghi, 0 che la natura del suolo non facilitassc il corso alle acque, assorbendole o prccipitandole in caverne ed ample I'cnditure di suolo. 3ga Dal cennato nianoscritlo di 3Iagri ricavasi, che nel

1640 di mese di febbraro del 1640 aprissi I'Elna verso Castiglio- ne, e fece poca lava. Recupcro crede esscre cio avvenuto nel silo dello le Canipanc, nonie derivato da quatlro ele- vazioni vulcaniche piraniidali di un vuolo inlerniinabile e pcrpendicolare, d'onde dovellero uscire quallro rivoli di lava clic non si cslesero al di la di un niiglio. 37." Recupero rapporla il inanoscrillo di un Pictro Lan-

'g^V' ^^' *^'*^ ^'^ menzionc di una eruzionc avvenula a 20 no- venibre 1646 la quale i-eco gravi danni nel Icrrilorio di Casliglionc, e che cesso a 17 gennaro 1647 dopo aver cagionalo piii di due ccnlo mila scudi di guaslo nclla con- Irada delli Gcrmaneri, essendosi inoUrala la lava sine alia via che conduce a Linguaglossa; si crede che in que- sla eruzionc si fosse fornialo il Monle nero, in quelia zo- na de' laggi deU'Elna. 38." Nel niese di febbraro 165'1 proruppe il lorrente di

^j!'"',,'^' fuoco dalla nionlagna, e prese diverse dirczioni ; una a tramonlana verso Rronle, la quale giunse sino alia pub-

297

l)lica strada, c I' allra a levanlc per la via di Mancali, coiilinaiilc col I'oiidaco della i}luccliia, o pioinbi) nel val- loiie della Macchiu slessa, come lascio rci^istralo Agatino lliisso (1). II loiTcnle dirello verso Uroiite, percorse in 2i ore scdici niiglia (2), ingojo alciine case a tranion- taiia : iiivesli la cliiesa del Piirgalorio, si avanzit iiolla sollo |)OSla plana di Bronle, ed arrcstossi a poca disUui- za dal (inine ; c cio vienc alleslato da molle iserizioni nelle cliiesc di (juella cilia. Duro (jneslo incendio , per Ire anni, come afferma il noniinalo lHagrl, il tpiale dice die la eruzione coniincio in gennaro, e clie molle apei'- Inre si fecero nella legione discoperla della .Moiilagna. Ueciipero, osservando le vestigia di quellanlica lav;i. stinii) essersi diliilala da Iramonlana e mezzogiorno per ({iiallro niigiia all' iiuirca, ed eslesa verso poncnte, per il Irallo di diciollo mi"lia.

Dair aver quesla lava dislrnllo molli tcrrcni del co- iniine di Aderni), crede I' Alessi die allra bocca si fosse aperla in (pie" conlorni ; e cio dielro a quanlo ne disse un Agalino Lancellollo, i"a|)porlalo nel manoscrillo del ci- tato Husso.

Fra Inlle Ic ernzioni dell' Etna quella die ehhe mag- :«).= gior rinonianza in al certo qmdla del KIGO. Ed iiiverila, g'c. la sua eslensione, la dnrala, i danni arrecali a lanle bor- gale ed alia slessa cilia di (]alania: il numero degli scril- lori die ne lasciarono memoiia, lullo conlribuiva a ren- derla piii che allra I'amosa. A'oi ne ra|>porleremo qui la sloria come ce I'ha lasciala il non mai abbaslanza loda- lo ('anonico Alessi : ma non [)crci(j non inviliamo i leg-

( 1) l>o(ii|)('ro slor. cit.

(2) Oiiestii e una csagerazionc : pcrclii' dal sommn cralen- a i'lioiilo sono api)eiui scUe niiiilia. Fa nieravigiia , come Rocupero avcssc anclie calcoialo per ini,ulia diriolto qwl corso!

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fritori a scorrcrc Ic relazioni chc nc dicdero Tedeschi, Maiicini, Guarnicri, Magii, Winclielsen, Monaco, Massa, 3Iurabito, Gravagno cd altri ; c sopra tuUo Rccupcro e Ferrara, nolle rispcUive Storie dell' Etna.

« Narriamo ora la orribile eruzione del 1669 dictro la scoria del celebrc Alfonso Borelli, clie venne nel 1670 a contemplare le vestigia di quelle lave calde ancora e liinianli. Ne fiamnie ne iiimo oransi veduti nel sonimo cratere dell' Etna per niolli anni, e perduro ncUa solita quiete sino alii 25 di niarzo (1) ».

« Ma agli 8 di niarzo, iin'ora |iria di tramontarc il sole, videsi in Pcdara e ne'luoglii vicini I'aria fosco-scnra, co- me avviene nelle solari ccclissi parziali. Tramontato ap- pena il sole cominciarono frequenti tremuoti, deboli dap- prima ])0scia violenti ma non da per tutto uguali sino air undecimo giorno. Principalmente nc era scossa la co- mune di Nicofosi, di cui gli abitanti non potevano reg- gersi in picdi, linchc ncH'ora di mezzogiorno crollarono deir inlutto gli edilicii (2). La mattina di quel di si of- ferse allro sorprcndenle spetlacolo, aprendosi, con gran ribombo cd ululato, una ingente fcnditura per dodici mi- glia circa, disuguale nella largbezza di cinque o sci pie- di, die cstendevasi dal mezzogiorno al setlentrione dal piano di S. Leo verso il supremo cratere sino alia pia- nura di Monte Frumento, dodici mila passi distante da

(1) Dallii cnizinne del lOol the diiro Ire anni sino a! 1G09 non v'c nicnioria cssersi manifcslate ernzionc dcU'Etna: pare cosi die per anni quallordeci fosse slata essa in siienzio ; e seiibenc la eruzione comincialo avesse atfli 8 marzo, pure ncssun segno di at- tivitii die il gran cralere dell'EUia sino al di 23.

(2) II Ms. di Magri, spellalore e parte di ([nello spavenlevole disastro, dico clie 1' iiUimo trollo avvenne alii 10 marzo, alle ore sei della nolle ; e descrive la doleiile scena dello abbaiulono della Comune.

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Catania (1). La profoiulilii nc era ingcntc; ilapoiche ap- pcna (lal languido rilxjiiibo dc' lancialivi sassi coiigolliirar polcvnsi (2). Iiiullro lu inalliiia slessa , due ore pria di sjiiiiilarc il sole, apparvc un graiide splendorc su qiiclla fondiliira ; scorsa 1' ora undccinia del giorno, dopo fre- queiili orreiidi Iroiiiili, c scuolimenli rollusi il Monle apris- si una voragine nella scaiira piaiiura solto il nionticollo dolto iVocilla, da cui prorupper da prima ingcnli fiiniosi glohi di ceneri e sassi privi di I'uoco, con grandi tuoni, I'ra- gori, c ticinuoti; c, cio che e riniarclievole, (picsla vo- ragine aprissi nella niedesima dirczionc della lunga fen- diliira clie al supremo cralerc avaiizavasi ».

({ Dopo una niezz' ora, spalancossi dalla parte me- ridionale un' altra voragine, ducenlo passi lungi dalla pri- ma, solto lo sicsso meridiano dalla precedente voragine, e fendilura; finalmente sino al tramonlare del sole aprironsi verso il niezzogiorno altrc (piattro voragini, e tulle nella nie- desima direzione, nella conlrada della Fusara, cd accom- pagnatc scmpre di uguali fenomeni. Poco dopo il tramontar del sole squarcialasi, in ultimo, la lerra solto Ic dellc eoUi- ne sj)alaniossi un"anij)issima voragine, dislanlc mille passi dalla prima e scmpre solto il meridiano slesso. Qucsta , dojKj immensi globi di fumo, orror di luoni e traballamcnti di terra, lancio a smisurala allezza infocali sassi, che qua e la crollando talc calorc mantennero die tocchi da aride Icgna cccilavano fianime. La nolle mcdesima quesia ulli- nia voragine comincio a vomitare un gran prollu\io di 11- quidi sassi, che all' aspelto dell' aria acquistando durezza,

(1) Allra csajjcrazionc e qucsta : e poi, sc M. Fruni. si pone a (lodiii niilii |Kis»i da Oalania come la femlilura, clic noii iriunfre- va alia lerza jiartc dulla dislanza, si dice essore dodici niijrlia ?

(2) A ineiio die qiiesti saggi non si fossero fatti dopo la cru- zione. 11(111 par verisiinile cbo uonio ardilo avessc di accostarsi a quella apcrtura iiel gioriiu iiidicatu.

300

e tetro rosseggianle colore di schiumoso ferro, formavano ({uel vario niislo die lava si appella. L' ampio torrente (ii fiioco occiipava due niiglia, e prccipilando verso niez- zogiorno giunse \crso la radice seltentrionale di Moiipileri, disunite 1300 passi da cpiest' ainpia voragiiic. Qiiinci ob- hliquaiiiente corse verso occidenlc, scosse, ahbalte, bru- cio molte case di caiiipagna dove appellasi la Guardia, distante atlravcrso im mezzo inigiio da Monjiileri » .

« La niatliiia del gioriio duodecimo, drizzo verso niezzogiorno il corso, e giunse lo inlbcato prolluvio a Malpasso, abitalo da 8000 uomiiii ; e nello spazio di venli ore fu Uitlo ricolmo da quel fiume di fuoco e dagli am- massali sassi ; dislante essendo dall' ampia voragine, da sellenlrione a mczzogiorno, per due niila passi all'incirca ».

« La sera del giorno mcdesimo un braccio di quel fiume devastb iiiolli altri borghi, e molle case di campa- na. Quasi al tramontar del sole nella slessa piauura apri- ronsi intorno all' ampia voragine setlc altre bocche poco distanli fra loro, le quali lanciando copiosamenle, immez- zo a tremuoli, fumo , liamnic e sassi infocali , il lerzo giorno, rolti i rccinli, spalancaronsi in una sola amplissi- ma bocca ( della circonferenza di un miglio , a quanlo ne dice Magri ) » .

(c Tramontato il sole, 1' altro braccio del (iume di fuoco urti) conlro la base del monticello Monpileri e cio che e nieraviglia, il perforo, e fallasi ampia aperlura sorli dalla opposla [tarte meridionale di esso. Lo clie avvenne, a parer di Borelli, perche essendo il monticello un muc- diio di sassi crullali deli' Etna, serbava delle cavila at- lorno, nou essendo piii di 700 |)assi alia radice. E tale lu r impelo del tragilto dello infocato fiume, per le vi- scere del monle, che nou solamente gi' inlerni argini su- perb, ma nc scosse ancor lulla la mole del moiite; rot- ti c disi'alti gl' inlerni soslegni si depresse, e formb molte

301

fondilurc nclla supcrJicic eslerna, della Lnrjiliczza di un jialiiio ; e iicl Iciiipo sicsso la parlo orioiilalo dol nionte, insiemc cogii ulivi e vcrdegj^ianli rili, In dcpressa al di lu di scUc (»d otio piedi sollo dell' alia sii|)('rficic del monlo, per iiii^culc spazio , ed appanc iiol toiiipo stcsso una luii"hissima icndiliira laUiralc da scUcnlrionc a mez- rogiurno, Ijaslanlcincnlo |)roronda, lar!;;a cinquo o sci pie- di ; lo die avvciinc con jiiiuidc slropilo c scpiolinienlo. Dalla I'dviiia e dal precipizio di 3loiipileri lii ripicno ed atlerralo il canale sollerianeo, onde scorreva cpiel liiinie di I'lioco, ed inipcdiloiili il torso, di hoi nnovo con nio- to Irasversale avviciiiossi al villaggio di Monpilcri cd at- terralolo ricolinollo (1) )).

« II gionio Iredeci, i'infocalo finme, dilatandosi per due niigiia allciro canipagne borghi e case della terra di 31ascalcia ».

« iVcl giorno medesimo 1' ampia voragine coniincio a vomilare iinmonsa copia di sassi ed arena, di diversa grandezza, clie cmnnlatisi nel piano formarono, ncl corso (iclla crnzionc, un gran monlc Licorne, la di cui circon-

(I) Trnppn si v Iralloiuito il Dorelli sii qucslo fciidincno, por- clie si possa rcvocare in ilubbio. A prima g'nmla scnibra una idea bizzarra (luolla, die pnssa un lorrcnlc di inloeala lava penelrarc un mduliccllo non d'allro fiiriuato che di sroric c di arcne; die anzi quesla slessa sua sirultura nnn potcva porniellcre die tal fcnonieno avesse luogo. 3Ia sc Monpilcri, die allro non e die un cono di anlica cruzione, aveva dielro la sua base, a tranioiilana (pialdie al- Ira apcrtura di sotterranea iialleria die traversavalo per ttitta la sua base, come vedianio al d'l doi;gi, die la fossa delle coloinlie, die- Irn i Monti IJossi ( della eruzione di die si tralla ) si prtiliuiija in ni(dte sollerranee i;allerie. diretle sotto lo slesso eono de'ccnnati Monti, allora non era diilieile ilie 1' inforalo torienle die s'inlrodu- ceva per ijuel eaiialc. avesse stosso la base di Moiipileri, e iirodolto Inlti i fenomeni descrilti da! Borelli. Senza di (|ucsto, pcro, non vi sarii persona al niondo die possa jiersiiadersi di ciuanto si preten- de esscre avvenuto.

302

ferenza siipera due mila passi, c I'altczza perpcndicolare suir orizzoiitc non eccedc i ccnlo cinquanla passi ; ciii fu dato dagli abitanti il nonic di Monte della ruina ; e pro- rompevan quindi le fiainme dellanipia voragine del nuo- vo monlc. La j)arlc di mezzo videsi poscia sparsa di co- lor aurco, bianco, rosso, verde c di altri svariali colori».

« Qucir arena, per Ire mesi inlieri, piovelle in gran copia, ed ingonibro i canipi per quindici mila passi al- r intorno, cd a tale allczza die vigneli cd arbusli coprin- ne : che anzi colnio appiano Ic antiche lave, gli antri pro- ' fondt, elcvandosi all' allczza di cinque o sei picdi. La piii soUile parle elcvossi tanlo, che da'venli mcridionalc, spin- ta , non solo il lido manicrlino , ma imbrallb ancora molte vignc di Calabria al di la dello strctlo; e soifiando borea, giunsc ncUe conlrade mcridionali di Sicilia )) .

« Menlre cio accadeva ncssuna novilii apparve nel sommo cratcre prima del giorno 23 marzo; non rumore maggior del solilo; non accresciuta esalazionc di fumo, tranne quella cspirazionc che suole [)lacida!nenle cruUare, senza palesare movimenlo ed effervescenza alcuna; come se r antro del supremo cralcre separalo fosse del tutto dagli anlri della nuova voragine ».

« 3Ia se nell'ora decima sesta di quel giorno, pri- manienle nellc citta monlanare, la Icrra Iremi) forte e si scossc dair infima voragine sino airanlichissimo cratere, nel tempo slcsso la parte supcriore dell' Etna, che a gui- sa di torre suU'ampia pianura innalzavasi scroUo ; e la dove nel mezzo spalancavasi I'ampio cralcre, pella cir- confercnza di Ire miglia, il monle fu in parte nella vo- ragine assorto ; e le allre parti squarciate con ingenle strepito c fracasso , ridotle in polvere cd in sassi innu- nierevoli sbalzate furono in alto. Neirerullarc apparve una colonna d' immensa allezza di polvcrio e di arene, la quale otlenebro intorno 1' acre, e quelle arene iiifocale

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caddcro olio miglia dislanli dal cralore calde ancora (I) » .

Qui la doscrizioiio del IJorelli non va piii iiinanzi, e noi la conliiuiercmo come vieiic raj)|)orlala dal Fcr- rara (2).

« II lorrcnlo, iiiloralo, inlaiilo, ilse erasi diviso in Ire coiTLMili se"uiva ad avanzarsi. Con imo aAcva l)nicialo !e campagiic c niollc case del pacse S. Pielro ; coH'allro le caiiipagne e case del paeso (lainporotondo, e col lerzo linalnieiile, die avea mezzo miglio di larghezza, i Icrreni

(I) II iidrolli scnlivii racnmlnrc hM\ incrcdihili, c non tcincva (li rcj^islrarli per \t'r\, c \nn' lali [iiir da' accfiliili li avcssero !,fli sfrillori the vcnncro dopo. Quel niasso enitlalo dal gran iralcre di (JO palnii di liingiiezza e sbalzato sino ad nn ini|jliii al tli la , c sprol'ondalo ncl siiolo sino a trenta palmi, e incredibilc. Falso die r aperliira del cralere era di Ire inijrlia. eonie si jiuo rilevare dalle |irecedeiili relazioni di liendio ed allri. Falsis.-ijnio elie spro- foiidiild il eonit del eratere si loriiiu una lidcea di sei niiylia di eir- cuilo: porclie tnllo Fainbilo del piano superiore dellElna, coinpreso il logo, e tullo I' opposto dnrso del ninnlc alio stcsso livello non gira al certo per sei inijjlia, e la pretesa hocra inlanlo non oceu- ])ava die il ceniro di (piesl' amliito ; e dal niarijine elie lull'ora si vede. dielro la easa iiij;lese non polea avere elie un dianieiro di due ter/i di niiglio. Aliliianio . per lanlo, laseiato ([ueste inulili esa- jrerazioni. Cerlo si e die T ultimo eono sprofondo ed in niodn, da far coniparire I' Etna senza la solita sua oonica ciina ; Tedesdii in falli siili assunlo cosi si espriine « ed ullinianienle cadde dellintullo nel riniaso del suo cralere die si vedea da Catania ; sicdie op'iri coinparisee il iiionle assai nianeo e dt forme senza il l)ello orna- menlo del suo cuenzzolo ;i.

iNessiino deijli scritlori delle cose dell' Etna, ci rapporta il (luan- do r allual eono ultimo col suo cralere fu innalzalo. Ma e^'Ii c cerlo die nelle tre eruzioni del 1682, lOSS e ION!) esso era esislente. e dal suo lianco e da jiresso la sua base sbucarono le lave. Dovet- te essa dun(|iie fdrmarsi, durante la eriizioiie del Kifi!) e nello sjia- zio di aiiiii Ircdici. die trascorsero sino al 1().S2 nel (|uale. seeondo dice il 1'. Massa, il rtioco iion fu inai del tullo spcnlo.

(i) Destrizione dell' Etna pag. lO'i.

ATI! ICC. vol. \1>.

iU

304

di Mascalucia, e del paesc di S. Giovanni di Galernio, do- ve bruciato avea mollc case, e si era appressato alia cliie- sa nianciore. Diviso in niolli rami die aveano tiilli la di-

or?

rezione a mczzogiorno, coll' affliicnza di nuova materia dal- I'alto, la lava colando sopra se slcssa, copri altre terre c case degii ahilanii di lielpasso di Camporotondo e di S. Piclro ; ed avendo acqiiistata la limghezza di (piasi qiiat- tro miglia si sparse sopra Ic sottopostc campagne, incen- diando quelle del paese Torre di Grifo. Separate in due correnli; una di esse colo ad occidenle verso Valcorrenle, devaslando molle fcrtili e coltivatc campagne, e I'altra ri- copcrsc i luoghi ad oriciile ».

« II giorno 20 di marzo, colando scnipre verso mezzogiorno, ando ad assalire il paese di Misterbianco, circondandolo con due braccia da orienle e da occidenle; e la sera del giorno appresso colandovi dentro ne brucio quasi lultc le case, non risparmiandone allora che la chicsa grande, e poclie case che subirono anch'esse po- co dopo la stcssa sciagura ».

K Dopo avere inondalo il fendo della Porcaria, per la declivila del tcrreno si rivollo ad orienle v^rso la ma- rina, e (piindi verso Catania. II |)rimo giorno di aprile fu agli AllMneUi, conlrada appena due miglia all' occi- denle della cilia. A|>pressandosi semprc [tiii, dopo avere riempiula una eslesa pianura, dove le acque ragunale formavano nn lago dclizioso, la ijiirna di Nicilo, quasi dietro le nuua, abballuli i resli di un grande acquidotlo, e di molli anliclii monumenli, superando Ic mura, brn- ciando alcime fabbriche, circondando la cilia da occiden- le ad orienle, alle ore due della nolle del 23 Aprile an- do a getlarsi ncl mare, dove si inlroduss(! per piii di un migiio di lunghczza e formando un promonlorio di due miglia di I'roule nel cospelto di Catania, e a piii di quiii-

30')

deci inijilia dolla sua sorgontc. L'incondio si ostinse ver- so la iiK'lii (li Lui^lio. (1) »

Fcrrara noii la nionzioiH; dclle opcrazioni tenlale da D. Diciio Pappalardo, per alloiilaiiarc il lorrente infoca- lo da Calaiiia. IJorolIi non lo Irasciira, come iinn lo tra- sctiro Ucciiporo e I' Ab. Aiiiico ; e iioii e iiuililo il rilc- rirlo allelic cpii faccndo esso non poea parte dclla storia di (picsto tromondo iiircndio.

Tralasciando, (piel die ci dice del colle pianlato di vili, dc'l'P. (lesiiili, die lii trasporlato a Italia dalla la- va c poi soiniiierso dallo slesso torrcnic, die altro non poleva cssere die una illusionc , ejjli passa a narrare die « Finalniente i^iunla essendu la infocala mole vicino Ca- tania, del pericolo e dalla nccessilii incalzati, non inaii- (^aroiio uoniiui die con uiacdiinc ed arlilicii i^iudicassero doveisi pnicacciar salvezza. Fiirono essi Saverio 3Iusuiiie- ci, illustrc per doltrina ed iugegno, il sacerdote Diego I'appalardo , Giacinto Platania insinne }iitlore e lal altro die sos[)ellarono nou esseie inipossiliile il deviar quel lor- rente onde non trahoccar nclla cillii, opponeiidoiili nioli, e niaccliinainenti ado|)raiido. Ed il priino fra tulli il Pap- palardo con iiicredihile audacia pcrl'oro il sasseo torren- te non lniii;i JIalpasso, vicino la sua originc occidentale, sotlo la iiuova voragine. Ei coinandi) di perquotersi e roiupersi con pesanti martelli , e di trarre con undid di lerro le sassee uioli collalerali al lorrente; e pcrdie du- rar non |)otevano gli eseculori dell" opera in quell' urcn- tissiino Imtgo seuza pericolo di soffogarsi, Lendie di |>elli coperli, allri succedevano all'uopo, tenelirando il sasseo acervo, liiidie giuusero alia inleriia jiarle lorrida-llnida- candenle del prolluvio. die erullJi dall'aperlo canale e trasvcrsalmentc scorse e jicrseverb per notaltile spazio ,

(1) L'licleci ili Luylio. iliin'i in tutto mesi quattro c giorni 3.

300

ed avrcbbc potiito caiiliiuiare, so g!i intrepidi operieri noil ne fossoro slati impiulili dagli abilatori viciiii , per tenia clie su di loro non ripionibasse il torrente ».

({ Avendo intanto quel profluvio supcrala parte delle niiira, c de'baUiardi dclbi ciUii, eon nuovo arlificio ov- viossi alba riiiiia. Opponovansi al lorrenle di fuoco ter- rapieni aniniassali da' rudcri delle case e di sassi, che ne Iravolgcvano il corso, piegaiidolo verso il marc; dove linalniente scoiTondo, vi anmiasso, al cnspello della cit- ta, un ingcnte proniontorio della circonferenza di un nii- glio ».

Dalla relaziune di Tedcsclii (1) si rilcva che dal 26 niaggio sino a'primi di giiigno parca cbe il fuoco si fos- se arrcstalo, ma a 9 di quel niese ricomparve nuovamcnte r acceso torrente dalla parte di j\esima e venne ad inon- dare il Caslcllo Ursiuo , cbe interamenle circondo; c fu allora che un braccio si diresse in mare per lungo trat- to , in modo cbe i catanesi ebbero speranza cbe si for- masse ivi una specie di inolo , e venissero in tal modo coinpcnsati con un porlo i danni solTerli , cbe secondo Aiiiico asccndevano ad onze 300,000 (2). Mn quella spe- ranza svan'i, percbe in una nolle tullo lo spazio di ma- re che veniva cliiuso da quel braccio di lava, fu cover- to di masse cnormi di lava (3).

Ferrara parlando de'conlorni della origine della eru- zione, dice. « Le niaterie eruttatc in aria dalle due piii grandi voragini, formarono attorno di esse una grossa montagna, cbe da la idea di due, onde e delta Monli Rossi dal colore delle sue labbra; ha due miglia di base,

J) Breve ragguaglio dcgl' Incenilii di Mongibciio avvenuli io quest' anno IGGO'ec. Napoli per Egidio Longo lOGO. (2j Amico Cat. illustr. lib. 8. c. IV. pag. 402. (3) Amico loc. cit. pag. 489.

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0 i.'iO piodi (li iillozzn. Airinlonio cvvi una |)ianura. ilclle ari'iic iKM'c (M'litliilc; ili circa tic niii>lia di (liaiiiclro. In (juel leinpo per Mi inii'lia airiiiloriio si forino uno slralo (li esse (li ciiicpie in sci |)io(li di allczza; I'lirono ripicnt^ Ic valli di AicdIosi c di Pidara: rcsi pianuic iiKilli hio- giii scoscesi, e i vcnli porlaruno la ccnere sino in Ca- labria ».

a (lalcolo IJorclli la qnanlilii dclla nialeria prodotla da (picsla cruzioiic. i; la Irovo di !).'•. HIJ'J.T.'JO |»assi cii- bici. Ki;li peri) da al lorrenle dclla lava 12 inii^liii di luni>liczza, nicnlrc die conipiiliuido i scrpcijgianiciili no ebl)e I'i. Le da 2 per toiininc medio della laii^liezza , mcnlre nella ijian parle del corso nc ha 4, e due o trc nel roslo : ei^li lissii la niaggiore allezza di 2.'» piedi , nieiilic die presso (lalania in alciiiii Inoiihi ne ha jO cd in allri aniva a HIO. P;ire (lun(pie die doviehhesi agi>iun- gcrc una niela di piii al risullalo di qucslo cclebre nia- temalico ) .

Di Inlle !e crnzioni dellKlna. avvenule a lempi slo- rici, e ccrlanicnie (jiicsia del HKi!) la [)iii cslesa per corso di lava, c la piii I'amosa per daniii recall, che ol- trcpassa cerlo ii valore calcolalo da Aniico, come sopra si e dello. La lava hendie in parte cominciata a dinie- sticarsi dalla niano deiruoiiio, non lascia lull' ora di rc- care orrnre a chi ne giiarda laspra ruinosa siiperlicie, e la "laiide esleiisioiie.

II I'adre Massa descrivc la enizionc del 1082. Egli ^^^^ snpnoiie die i Inodii dellKlna ' iioii i;ia cessarono. ma ifisa di die qiiieli |iosarono jiel cort^o di aniii Iredici, seiiza pun- lo Iravasare; ma nel sellemhrc del 1(182, dope sirepiloso tuonare. spaccossi il Jlonte in un fiaiico, non giiari di- slanle dall'alla sua velta » . Cio avvennc della parte di oricnte e Ira IVaiiori c le deloiiazioiii la lava corse giii per la valle ilel //ore, e dirclla verso la rocca di .!/«-

<;. c.

308

sarra la invcsli nc'fianclii, dopo aver percorso qualtro niiglia di slrada, dalla sua sorgcnte. 3Iassa vi si reco con mollc persoiic, c leineiido di andar incontro la cor- renle inlbcala, si conteiito di pcrcorrerc iin Uingo giro, per osscrvaria da vicino; egli si IraUieiic piii a'partico- lari dol stio viaggio die a (pielli della eruzione. L'essere essa avvcnula in hiogiii poco coltivati, non la fe riguar- ilarc per nolabile , e se ne fece appena menzione. ii/ Quasi da' mcdesinii luoghi sgorgo la lava del 1688.

i''8S ill p^^ ggg., |)i'cccdula dalle solile convulsion! del vulcano , e da'suoi fragorosi slrepiti per ore selle, die pareva voles- se intcramenle aprirsi ne'liandii. Dall'allo della cinia sgor- go iufocato lorrenle, die, per essere d'inverno, si fe slra- da Ira la raccolla e ben alia neve, ed ando a colare nel- la vasta valle del Dove, ove pote spaziarsi in ogni nia- nicra. i2.' Non era ancora scorso un'anno, quando suUa ora

deciniotlava del giorno 14 Marzo 1G89 il 3Ionte si apri nuova vora"inc due niiiiiia sollo lantica sua bocca ; nel- la slessa conlrada del Bom. La lava die ne sorti inca- niinossi verso Mascali per lo spazio di circa died niigiia, descrlando lenute, vigne e parle de'boschi di Calania e di Mascali; niinacciava la Macchia, ma un grande alveo di lorrenle le si oppose, e quivi arreslossi. Qnesla lava e sin' oggi aspra ancora e pressodie inlcranienle incolla : e della Sciurapizzuta, die si vede provenire da un pun- to fra la valle del Hove e la rocca di Musarra, e giun- ge a poca dislanza dalla Macchia (1).

Lagrimevole fu allora la dis"razia accadula ad al- cuni abilanli di Trecaslayne. IN'el Jiiorno 11) il I'uoco e-

(I) Jlassa Sicil. in prosj)et. Hecii|)ei'o op. cil. Magri Mss. tit. Botloiii Pjrologia lib. 3. pag. 138-39. IVeap.

16S0 d (1. ('..

309

ra i>innlo ncl l)Osco Ira .IFontc (lalialo o la Ccrritn : qiie- gi' iiileliLi so iic slavaiio osscrvantlo il progresso del luo- co, da (lidli-o una colliiiclta , quanJo da un hraccio di lava die islaiilancaiiioiile da sopra |)rcci[»ilossi, misorahil- nieiile liiroiio colpili cd arsi, un Hiagio Pappalardo , e Giusoppe Coco; allri cintpic percossi dalle pietrc cd ab- bruslolili, rcslarono uialconci in guisa, chc due di essi da indi a non pdco perirono. IJoUoni racconta anch'egli (jueslo avvonimeulo.

Auclic nel tempo deH'orribilc Iremuoto del 1(193 «.» TKliia si manifesto attiva eo'suoi luoclii. " (>iiiu(le )) dice g''*'c'-' il Canouico Alcssi (I) k la dolcnle isloria dellc tcrri- bili enizioni del secolo decimo sellimo , in cui hrucio I'Klna intciTOllamenle (piasi per lo spazio di cinquanl'anni, la lulluosa catastrol'e del Iremuoto di Sicilia dell' anno 1093, dcscrilla accuralauicnte dal IJocconi nel suo 3Iu- sco di Fisica, dal Piivitera, da IJoltoni e da molli altri, die noi acccnneremo colic parole dcU'ingenuo Alcssandro Durgos da Palermo, siilla rclazione di un testimone ocu- lato. II giorno undecimo di gcnnaro , un quarto meno dcH'ora vigesima prima, Antonio Scrvita vide » cuniularsi densa nube sulla cilta di Catania, talclic senibro annot- tarsi innanzi sera. La bocca dell' Etna vomilo rivi infiam- mati. Intrcmidi il marc con islrepito, udissi tale rimbora- Ito, quale appena produr potrebl)ero tulle le boudiarde della Terra, se scoppiassero ad un tratio; gli augclli spa- ventati fuggirono dispcrsi: gli armenti niuggliiando assor- darono il cielo : ^moutato dal dcslriero e"li I'u in alto sbalzalo due piedi da terra. Allonilo piegando Tcr Cata- nia il guardo non vide clie uu'inuucnso |)olverio c cene- re rotolante al Cielo; c cosi in miserauda maniera crollo

(1) Storia critica ec. Atti Gioenii vol. Vlll.

. 310

Calania, I'Atene diSicilia; onde non reslo di tanto splen- dore vcsligio (1) ».

« Per coliiio di sciagura per due mesi del scgueiite anno 1694 I'Elna vomito immcnsa copia di arene, onde ingonibrate furoiio le ruinalc c le sorgcnli imira di Ca- tania; il trcmuoto conlinuo a sqiioterne le fondamenta, e non cesso nel 169a, 96 e 98 di colniarla di terrore e di spavento » . ^j, A 8 Marzo 1702, nel fianco oricnlale dell'Elna,

1702" di quasi quatlro niiglia al di soUo la cima, nella conlrada ^' *"■ del Trifogiiello, spalancaronsi Ire bocche dalle quali sgor- gavano Ire fiumi di fuoco, e percorscro, in cinque gior- ni, tre miglia. Si divisero quindi in piii hraccia: circon- darono la valle di Calanna distruggendo alberi c vigne , ed una viva sorgenle di acqua, die sgorgava presso un caslagno , come asseriscono Massa (2) ed Amico ; essa cesso a 8 3Iaggio.

Uno spazio di anni venlicinque di tempo trascorse fra quella eruzione e quclla del 1727 rammentala da A- ' mico (3). I primi ordinarii fenomeni di lunii eruzioni di infocale scoric, si manifestarono a 22 IVovembre , dalla suprcma voragine, ed indi a poco dallo stesso cralere , ad occidcnle, sgorgava un torrente di lava, che rapido scorreva verso Bronte, in varie braccia, bruciando il bo- sco ieViluHi (Belula). Minacciava il torrente d'invade- re i contorni cd ancbe la ciltii stessa di Bronte, con gra- ve spavento degli abilanli ; ma rallenlato il corso, e do-

(1) Graevii ct Gronov. vol. 9. Mongilorc Sicil. riccrcata vol. 2. p. 410.

« Istoria dc' trcuuioti p. 411. Privitera Dolorosa tragcdia ec. pag. 96. Bocconc .Miisco di fisica pag. 1. e seg.

(2) Sicil. in prospetliva c. XVIII.

(3) Note a Fazello.

1727 di

C. C.

311

j)0 sci mcsi, c dnpo aver porcorso nil tratto di olio mi- jfliii, si esliiiso a 10 .Maggio ITiS. II soniino cralcrc riinasc cangialo alquaiilo di lonna, e coveilo di ofllore- sconze di zolfo a sale aniiiioiiiaco.

Passali a|t|)('iia (|uallro amii, a S Dicomlire 1732, m" dal vei'lice stesso inaiiifeslossi in prima dciiso I'uiiio e ca- ^'^'q' rico di arciic ; poscia Ic iid'ocatc scorio , die inciilivaiio vivc fiainnie. fnmiio lo aimimzialrici dcdia venula di iiii lurreiilo di I'liuco, elic dircllo, coiiu' il prccodeiilc, siilla jjiai^i-ia occidenlale, si rivolse verso Aderiii), c diviso in pill d'uii lamo daiinei;i;i(» (piel bosco, sino al raese di i,feiiiiaro deiraiiiiu seyiieiile (1).

IVon aiido jiiiari die I'Eliia, nel di ciii basso foco- ^y larc inimensa (|uaiilita di liipiida lava ciiimilavasi. iiii' al- y^-- .^i' Ira criizioiie iie apii il lianco, nel di 1" otlolire HSa. Lo sgorganuMilo dclia lava In preccdnlo da orribili iiingili nel cralcrc, da nnvoloni di Innio che si scaricavano di inimensa (pianliia di arena c da ernzioni di scorie cbe ad allezza iiicrcdibilc veiiivano lanciale. La lava aj)parve da divcrsi punli dclla base setlenlrionale del cralere, ed acc()mpa<;nala da I'orlc con(|uassanienlo di suolo niinac- ciava , ora IJronlc, ora Linguaglossa ora Mascali , re- cando guaslo nc' bosdii , cd allarnic non poco negli abi- lanli di ([ne'conlorni , per lo spazio di nove mcsi circa; e non si csliiise die alia mela di luijlio 1730 (2).

.\e" prossinii aniii 17 ii, 17 io brugii) nclla parte i«> superiore della niontagna presso alia base nieridionale "q"*^ dall" nllimo cono seiiza che la lava scorrcsse inollo in liiii; e |ter la copia dellc scorie e dclle areue, uu nioii- licello ivi forniossi (3).

(1) Alcssi Discorso 1."

(2j Alessi c. 5.

(3) Alt'ssi c. 5. "■'

ATTI ACC. vol. IIV. il

312

i9' Due anni appcna scorsi , nel seUenibrc del 1747,

'g^V' coinincio 1' eruzione ilal gran cralcrc stesso con gran- de violenza nclla esplosione ne' gelli di arcne e di sco- rie ; la lava [)rcse la dirczione di orieiilc , c si prcci- pilava lenlameiitc iiella vallc del liovc , ove prendcndo vai'ie direzioni si Iratleniie sino al niiovo anno 1748 (1). Ma non percio inlermise per liingo tempo 1' azione vul- canica , die nioslravasi non del tnllo estinla co' fumi del cratere , e con qualclie esplosione d' infocali materiali a quando a quando ; e nel 17o0 1' ullinio cono del cra- lere era piu acumlnato per la cadula di lantc scorie ed arene delle passate eruzioni ; anzi molti buchi erano aperii in varii piinli ollre all' aperlura del cratere , che niandavano finno c vapori sulfurei, c verso la base re- slavano tiiUavia ajterle le bocche d'onde erano scaturile le lave del 1747 e 1748. 50' Nel 1752 la eruzione si appaleso altivissima nel

'g! c?' somnio cratere ; le esplosioni non avevano intermitlenza; scorie di ogni grandezza , cd arene cadcvano sopra i fiancbi del cono, e pcrdurando per circa due anni, ac- crebbero in niodo la niassa di quello , cbe prese una forma piii elargala nella base e ne'fianclii, con sinuosila elevazioni cd abbassamenli, prodotli dalla quanlila del maleriale erultalo, e variamente s[iinlo dal vento; quesla eruzione si eslinse nel 1734; ma il fumo e qualche get- to di piccolc scorie e di arene si facevano spesso ve- dere (2). 5, a Ripiglio forza il vulcano negli ullimi di febbraro

"55 di 1755. A 2 marzo alle ore 22 s'alzarono dal gran cra- tere colonnc immense di fumo scoccanti baleni ; atra ca-

(1) Amico Cat. illiislr. e id. Not. ad Fazell. Recupero St. deli' Etna c. VII.

(2) Recupero loc. cil.

:ji3

lii^iiic iiuli formarono sopra Mascali, ovc il venlo spingc- valo;!! tii|iu IVagorosu o solU'rraii(;o roinorc assoniinlia- vasi a qiiello del mar lenipcsloso , o paica vulesso I'Elna roiiipcrc i siioi fianclii verso Mascali slesso. Sopraggiunta la nolle sboccaioiio dal soiinno cralore due torrenti dl ardeiite lava, I' iiiio verso laiislro, 1' allro ver I'orienle rivollo, die rapido nel corso, in venrupiallr'ore ginnse a iiionle Lepre, nienlrc 1' allro suirallo del piano d(d lago aneslossi. Kra I'Elna coperia aneora di neve (piando inlieriva quella ernzionc , e la nolle del 9 marzo aprissi una voragine verso levante, dielro Uocca 3liisarra, donde sgorgo un torrenlc inl'ocalo , die scorreiido a fiaiico di nioiile Finocdiio, (lo|to Ire niiglia di corso arreslossi ap- pife della rocca delle Capre (I).

Da nionlanari, d\v si spacciavano spellalori del fe- nonieno, si divulgava die 1' Etna in (piella ern/.ione vo- niilato avesse graii copia di acqua hollente, salsa, inisla ad arene e coiicliiglie marine; c polerono lanlo imporre so|ira la credula molliludine die i (liurali di .Mascali nc diedero nolizia al Governo, il cpiale die incarico all" abb. Aniico , di fame piii diligenlc esame. Dimorantlo qucsli in Monreale ne allido la cura al Canonico |{ecui>ero. Quc- sli si porlii su' luoglii, osservit diligenlemenle ogni cosa, e |iul)ltli(:i» una relazione deltagliala, con una carla lo- |)ogralica annessa,

IJeudie si conoscesse sin d'allora die la eruzione fu accompagnala da un grande leniporale, c die la piog- gia cadeva dirolla , per cui era nalnrale die anipio torrenlc si fosse formalo in quella eslesa valle, Egli re- slit convinlo die le acqne sgorgaroiio dalla gola c dal cralere dell' Etna, in una massa, secondo lui di due ini-

(1) Recu|icro loc. cit. Fernira Stor. (K'U'Etna, ecc. Heciipcro Eruz. del 1155 Calaii.

311

glia (li larghezza;, e di quaraiUa palmi di altezza ; c ben- che non avcsse poluto asserirc aver cgli slesso osservato conchiglie e sabbia marina, pure non e lontano dni cre- dere esser stale ([uelle acque aspirate dal Vulcano, |)er sotterranei condotti da quelle del mare.

Ancorcbe di siniili eriizioni, accompagnate di torrenli di ac(|ue, si fosse falla menzione dal Silvaggio, nella de- sci'izione dell' incendio del loiifi (I) c si fosse pro- vala la loro origine dalla liquefazione delle ncvi , pure il Ferrara consente die le acque, nel 1753 polevano in effello esser rigellale dal cratcre, tratte sii da' sotterra- nei serbaloj , non gia dal mare (2) ! Si parlera a suo luogo di questa pretesa eruzionc di acque bollenli. joi Si pub dire cbe senza interrnzione, dal 1733 sino

^J'i^'f al 1738 , r Etna continuava in vnlcanica azione man-

ill ' ». ( , . ^

dando dal cratere scorie infocale , densi fnmi carichi spesso di arene , e scuotendo il suolo piii o meno gagliardamenle. IN'el mese di ollobrc 1738, que'gelli si accrebbero; circa le ore sei della nolte orrida scossa di tremuolo spavenlo gli abitanti di Bronle, ed il nionlicello occidenlale del cratere inabbissb nel baratro dell' Etna; un rivolo di lava ne venne in segiiito fuori, cbe in va- rii juinti serpeggiando niinacciava ora un luogo ora un al- Iro, nel bosco di Castiglione. La eruzione duro sino a fcbbraro 1739 (3). ..y A \i aprile dello slesso anno, scosse di tremuolo,

1739 Ji inuofviii dell" Etna, denso fumo c celti di arene e di sco- rie, trasporlati dal venlo verso la plaga orientale, pale- savano cbe 1' azione vulcanica non era peranco eslinta, e

(1) (;ollo(iuia Iriiim periiii'inonim ec.

ItL'scriptio .Etnei moiitis cc. puii. 154 venct. 1542.

(2) Ferrara descriz. dell' Etna. (!]; liecupcro loc. cit.

(vedi pag. 200 di Alessi riguardo a Recupero.

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dopo cinqiic giorni, uella base mcridioiialc (IcH'ullinio co- nn, iin'nnipia hoccn si apiiva a ilar sfof-o ad iiii lorrcnte iiil'ocato, 0(1 nil allro nc scaturiva iicl lalo opposlo, di iKird, iicl i^iorno sfesso. Corse il piirno sino al giorno 2.">, verso inozzofsiorno ma poi piei^o a levanlc Aorso ie Sorrc del suljiziu siiio alia da(jalu di Giannicola; donde, nel di 1" maggio diviso in due rami corrcva pel piano del Trifoijllcilo. (hiello clie sgorgava dalla parte di nord, e che era dirello Ira Ilrontc e IJandazzo, e verso Malelto cesso, prima dell" allro; il quale mostrava che cessasse a 3 niangio, ma nel giorno 13 corse con lale rapidita, die ill olio ore |>ercorse quasi cinque miglia. Seguiva- no le scosse di tremuolo, avverlile anclie in Palermo nel giorno IG, c le vicendc di allivila vulcanica e riposo. A 9 giugno, infalli, si riapri la hocca di levanle, die avea vomitalo la correnle inl'ocala verso Giannicola, e nuova materia Invica tornava a spargers! in quella dayala : men- tre dagii orli del gran cralere, varii rivoli ne trahhocca- vano verso Randazzo e Kronle, non oltropassando, jiero, la base dellullimo cono. Cosi durarono questi intermit- tenti fenomeni sino a 30 Indio. Con lutto cio a 1" aero- sto, dojio mollo rumoreggiare, coverlo di denso funio r ultimo cono del cratere, si vide esso trasformalo nella sua coniea elevala figura, c precipilalo in gran parte en- Iro la grande voragine del cratere, comparve abbassalo dalla |)arle di tramonlana . ed a guisa di niezza luna, da mezzogiorno; per cui d' allora, si cbianio bicorne h cima dell' Etna (1).

Per In spazio di aiini otto, il volcano riposava. sen- ^j^. za peio mallear di maiiileslare co' perenni funii, la inter- ^J.^^'^' na sua combuslione. In effetti a 5 febraro 1763 replicate

(1) Rcciipcro loc. cit. Alessi.

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scosse di treniuolo, nel bosco di M. Rosso e Bronte, prc- cedcttcro I' apertura di una bocca di eruzione in qnel sito denoniinato poggio di feinina moHa, moUe niiglia in giii dalla cinia dell' Etna. Questa apertura assunieva una tbr- ma di sottcrranco canale che per cinque successive boc- cUe mandava fuori infocati e fusi matcriali , or tutte in- sienie, ed ora ad inlermittenza reciproca. Una lava ne sca- turiva, die a 28 febbraro cbe si divise in tre torrenti; il primo ncl piano delle ginestrc; il sccondo verso la ci- sterna de Ire frnteUi, cd il lerzo alia direzioiie di M. Rovere, che giunto presso M. Minardo si estinse: come fecero gli altri due, dopo aver pcrcorsc circa ciufpie nii- glia di canimino con una larghezza, presi insieme , di 3440 palmi (1).

Smorzato appena quell' incendio, a 18 giugno 1763 forte Ireniuoto scosse il bosco di Palerno , e con maggior veenienza i villaggi Nicolosi e Pcdara: anche in Biancavil- la se ne scntirono gli elTetli. Una forte dctonazione ac- conipagno ncl soninio cratere un denso globo di fumo, gravido di cenere biancbiccia sotlilissima , cd accoinpa- gnato da scoppii di cicttricita e baleni; il fumo ingom- brava quasi tutla la lerza regione della montagna, sine al giorno 20. Quando i getli di cenere, cambiaronsi in arene e scorie ; e I' indomani vidcsi una larga fenditu- ra da tramonlana a mczzociiorno dalla schiena dcW a- siiio , sino a montc Rosso. La sera appare un doppio vulcano , ch' erutlava scorie ed arene, c dall'iuferiore scaluriva gia una corrente infocala, che precipito in pri- ma nel vallone della pernice: poscia accompagnata da treuuioti, e da continuo rumoreggiare, e getto di cene- re bianchiccia, si avanzava in modo, che nel giorno 25 giunse dietro il monte Serra-pizzuta; dove dilatata |>ren-

(1) Recupero ec.

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dcva varie dirozioni, a sccoiula del pondio del terreno. Allcriiavasi il i;ello di nialcriali sciolli iiolla origine, col corrcr dclla lava per alquanti giorni ; laklie niciilrc ncl giorno 28 paroa ccssalo lo sf^ori^o , cd iniporversavano le onilliizioiii di arenc c di storio, unilo a runioroirgiar prol'diido c coiiliniio , rilorno in poclii "ionii a scorrcr la lava nolle fjrotle di Patcrnb, e cosi in sin'al ijiorno M hiiilio, (piando si crodeva non osser lonlana la lolale cstiiisionc. Pcro iiikivo i>ell(j di arena e denso lunio ve- nivn fuoi'i dalla grandc spaccalnra di due miglia solto il craleie ardenle, actonipai-nalo da masse rovenii , c da forti esplosioni. sino al di I" agoslo ; nel quale lorno lallernanza delle eiullazioni, e del corso della lava, e conlinuo sino a 10 sellend)re, tpiando cesso intieraniente I'incendio, dopo il corso di Ire niesi.

II braccio della prima lava clie corse a levante sino alia collina del pinllo percorse olio niiglia ; I'allro al di la di Serra-pizzula. ollre dieci niigiia in novo giorni. Dalle varie erullale malerie, I'ormossi il munla Itosso, nella Sehiena dcirusino. Immensa qnanlila di sale animoniaco si formo sulla vasia snperlicic di lulla la lava. L' arena cadnia vizio i pasroli non solo ma isleriPi i lerreni ove cad le per |iiii aimi ; e non e a dire quanlo danno rc- calo avesse a' bosdii die verdeggiavano in quella j)laga della nionlngna, cnmltiala in orrida impraiicaliile scoria.

Aon erano scorsi Ire aiini, ne' (piali il vnlcano, se ..ff.. dava segnf) di non cssere eslinlo, lo era per mezzo del c. c. fnmo clie a quando a (piando erutlava dal sommo crale- re ; quando a 20 aprile 17 (id, alia ora prima della nolle, senlironsi successivanienle diciasselle scosse di Iremuoto da IJeipasso al Pisano, in linea quasi oiizzonlale. L'aria sgond)ralasi dalle nuLi I'ece vederc aperlo il seno del volcano sojira le yrotle ili Palcmo. qualiro miglia circa al di sollo del craiere della preccdenic cruzione; c ra-

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pido infocalo torrcnte ne sboccava, diretlo a levante, chc in poche ore trascorsc iion iiicno di (piallro niigiia: indi l)assalo a fianco di Serra-pizzula Cuharina si spazib iiel bosco del Chiatlo, distriiggcndo graiide numero di (jiierce. Si divise indi, cd clargando la sua fronte con- tiniio a disli'urre il Ijosco verso ponenle, e la plena in- focata verso mczzogiorno giunse sino al monte dell' Al- bann, e nc invesri la Scarpa pel Iramonlana, sino all'al- lezza di palmi 40; ne quivi fcu-mossi, ma scendeva gia verso i terrcni collivali , ap|)arlcnenli a IVicolosi e Pe- dara La sua fronle era gia della largliezza di prcsso a due niiglia, e 1' allezza fra 40 c 30 [)alnii; ed in ore 19 avca trascorso circa a dieci niiglia, perclie era giun- 1a al piano della Cisterna, dietro Serrapizzuta e per le- vanle di ([uesto nionle si approssiniava a quello di S. iN'icoli) L' Arena.

Varii fenomeni intanto avvenivano all' anipio tralto di ((uesta correntc; nel piano del Cliiullo, a sei niiglia soHo la prima origine della eriizione, si apri un' allra bocca, dalla (piale rumoreggiando cruUavasi liimo ed arena. A 2 maggio qucsle due bocchc parvcro voler cessare di nian- dar fuoco, ma nella sera slcssa ripresero enlrambe vigo- re, c la lava ora crcsceva in vclocila ora aj)pena sembra- va scorrere. Ne queste erano le sole bocclie, o svcntatoj della eruzione: un'altra ve n'era dielro alia prima, ed altre sei se ne scorgevano da ponente a levanle sopra di (piella, le quali col funio e col geilo di arene, moslratano il sot- lerranco passaggio della li(piida lava, clie daH'allo della monlagna proveniva. Per replicate voile, queste boccbe si videro in grande attivila, e poi cadere in una inerzia, die aniniava le genii con viva speranza di prossima e- stinzione. II giorno 20 dalla parte di levanle la lava nii- nacciava di iiivadere le grolle della neve apparlenenli al vescovado catanese; nialgrado un gran niuro di pielre a

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sccco, fallovi alzaro ad iinilazionc di qiiollo ordinalo ik'1 '!()(>!> da I). Dii'go l*iii)[ialardo, die imi>cd'i la ciilrala della lava in Catania. Sci'uiva la correnlc ad invadere il piano di Caruso, v. dovaslaro il hosco di Palorno, per pnncn- le, Midline per Iraninnlana fu in poco tempo ri(;in[)ita la valle dclla Calvarina. Oiicl hraccio oecidcntalc cin^eva montc Grosso, c nc bruciava il I'olto bosco : (piello orien- tale soppclliva il hosco di Catania, e la (Irolla ileU' ac- (luu, che scrviva alia conscrvazionc dclle ncvi ; c con nn'altezza di .'{() palnii, cd una frontc di IfiOO palnii in- vasc il nioiilc o la lUista do cevfi, nno dc'piii rigogliosi nicnd)ri del bosco di Catania.

Scosse di trenuioli erano in qncsto tempo fregiicnli ne" villagiti (leH'Ktna, in Aci ed in (]atania , e principal- mente a 18 maijgio. La lava si actreblK'. e spaziavasi per tulti i lati ne'niesi di luii,lio agosto e sellembre, ma con poca celcrila ncl corso; dannosa semprc ncl bosco di Ca- tania, che (piasi inlieramenle distrusse, cd il danno ve- niva calcolalu, I'orse con (|ualcbe csagerazione, a piii di un milione di albcri (1). Ccrlo si c clic quesle due ul- time eruzioni . dopo qnella del 1(509, sono slate Ic piii dannose nella jilaga meridionale delfEtna.

Da qnesla cpoca sino al 1780 il vnlcano parve ri- jc' posare da lanla eccessiva azionc. A'el fine di ajirile di ^if^c' queH'anno, c |)rimi di maggio, mentrc lo citta di Sici- lia, e pill dogiii allia .Messina, erano agitate da tremuoti I'Etna ripre.se i suoi vnlcanici lavori, annunziandoli con nnvoloni di denso fnmo, e "clto di scorie inl'ocatc dal somino crateie. La sera del 18 maiisiio, dalla i)arle di Sud-Ovesl della regionc sn|ieriore nemorosa , si apri il fiance dclla inontagna ad nno spavenlevolc inccndio, c for-

(I) Ciu si ritava da una monKiria jirespiilala in qnii Icinpo at Trilinnaie (tel I'alrinionio dagli al)ilanli di Aicolosi (Alcssi I. c. ).

ATTI ACC. vol. \1V. 42

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niidal)ilc per la violcnza della criizione, e pel rapido cor- so dellii infocala correnle. La prima apcrtiira fu alle Tac- c/ie dc'Ua Fiiucc; rindomaiii, 19 niagirio, iin'iiilra piii grande a due iiiiglia circa piii in basso se nc apn siilla pianura del Carpenliere , iiella slessa dirczione. Osservala davvicino (jiicsla apertiira, prosenlava tre distintc bocche, delle qiiali le due superiori nnn mandavano die fumo carico di arenc, e scoiic infucale ; nicntrc dalla iiiferiore sgorgava la lava. Questa circoslanza e notovolc, perche quando si e potato avvicinarc a tali prime aperture , si e osservala in quasi tutle le eruzioni.

La lava cslendevasi in pocbi giorni a sei migiia di corso, osservando le leggi de" lluidi, precipilando nclle valli, arrestandosi e cingcndo le allure, dividendosi, ra- mificandosi a scconda della natura delle superlicie cbc andava ingombrando. Dilalavasi nella pianura del Carpen- tiere c delle mandre della fava; arrestata dal monte Avolldjo, prccipitavasi nella fossa ddla Nava; quindi cin- geva il monte de'Santi. Divisa cosi in due braccia, quelle di pononle a quatlro niiglia dal monte Arso sino al pas- 80 de Bronlesi, dirigevasi verso il feudo del Cavaliere; il secondo, |ier mezzogiorno, cingeva il monte de Pal- mintelli ; dondc scostandosi , ed ollrepassando monte D' Hid , dividevasi in Ire braccia , rincliiudeva il mon- te Mazzo, i»recii»itavasi sullc coslc di Ragalna nel val- lone a levanlc del bosco , c parca non volesse ris[)arniiar le vigne di quelle contrade. Ma i danni cagionati al bosco di Paierno furono grandissimi. La eruzionc cesso negli ultinii di niaggio ; non pero riulerna azione del focolarc vulcanico; trcmuoli si avvcrlivano nei conlorni di Messina e nella citta stcssa ; e dal sommo cratcre, per tutto 1' an- no 1781, scorie infocate ed arenc venivan fuori alio spes- so, accompagnatc da vapori impregnali di minulissima ce- nerc rossaslra. Questa, a 24 aprile di quell' anno caduta-

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in un ad una .dirotta pioggia allarmo la molliUidlne dc- gli cliiicoli, per la soniiglianza che porlava ad una pioggia di sangue (1).

Por lullo il mcse di niaggio soguirono (pu'llc pic- cole enizioni, acn)ni])agnale da violenli scosse ; ed in una di (piesle, colinalusi il cralerc di licpiefalla lava, quesla trahoccit e rapidaniente corse verso la valle del Hove (2).

A li lelihraro 17 HI* lulla Y Isola fu scossa da forte Ireinuolo : Calania tremi) ; 3Iessina e mollc cillii della Calabria, ad una seconda scossa nollurna crollarono; il rilorno del mare, ch' erasi riliralo nel tempo del Iremuo- lo, e le dirolle pioggie concorsero ad accrescere il soc- (juadio e 1' orrore. Slraordinarii fenoineni avvennero nei lerreni di Calabria. L'Accademia delle scicnze di iVapoli, ne pnltlilico la storia.

L" Klna laceva |)er (pialiro anni circa. 3Ia addi 1" .n' luglio 1787, un gello di ai-ene dal sonuno cralere , In ^1^'q^' il I'oiiero di un jiiccolo sgorgo di lava che corse del cra- lerc slesso in mh sino al "ioino 10 e cesso rindomani; ma un cu|io sollenanco niorniorio udivasi [)er tullo (piel giorno e cesso con la enizione di denso copiosissimo fu- mo. La sera del 13 si dissc, esscrc apparsa una S|)ccie di Aurora Ijoreale in ciel serene (3). Ad ore due e mez- za, d' Italia, scojipio da greco, vivo lume e difTondevasi a maestro, e bianclie strisce |)erpcndicolari all' orizzonle uscivaiw ila lorn: avanzavasi a tramonlana 11 lume, e dill'ondevasi a maestro, da (pudlc strisce accom|iagnatc: dopo dodici niinuli sembrb svanirc, scorsi vendidue mi- nuli ricoinparve [)iu debole il lume dilTondcndusi da mae- stro a greco per lo spazio di Ire miglia. La terza volla

(1) II C;iv. Gins. Gioeni no scrisse una doUa iettcra al Gav. Iluinilliiii in Aiipoli.

(2) Alessi op. tit.

(3) Alessi op. cil.

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si vide dopo venticinqiie niinuli e diiro sino allc ore cin- que e niiniiti quarantaciiKiuc dclla nolle , diffondcodosi come pria da greco a maestro; lo die senibro al volgo una eruzione avvenuta nel lalo setlenlrionale dell' Elna (i).

La sera del 13, succcsscro cupi rombi cd cruzio- ni di ceneri; la mattina del 17 i fenomeni si accrcbbero d'intensita, e la nolle apparve grandissinia la eruzione nel gran cralcre. La lava scorrcva diclro uno de' monlicelli del bicornc; la mallina del IS fece silcnzio, ma dopo il mezzodi , lornarono il rumore , Ic scosse ed il dcnso funio , ed il ciclo coprissi di nubi minaccianti la piog- gia ; essa noa fu di acqua ma bcnsi di niinula arena ; die spiiila dal vcnto giunse siiio in Malla ; cd a misura che avvicinavasi al cratere era di lapilli e gradalamenle di scorie.

Al Iranionlo del sole si vidcro dcvar dal craleri; niolli coni di fiamme: fra' quali, due, uno a mezzogiorno, I'allro a Iranionlana, con un conlinuo molo di elevazio- ne e di depressione innalzavansi ; accresccndosi a cor- rispondenza la lava die si versava per iullo il pend'io del cono in diversi rivoli, in modo da aver l' aspello d'una piramide di fuoco, accompagnala da denso fumo, e scin- lillanle di mille infocale e lucide masse con violcnza spinle in alto; accrescevano lerribile maesla al rcnomcno il guiz- zar de'lampi, ed il conlinuo rombo. Cosi duro quella nolle per circa un' ora ; replico la nolle seguenle con la durala di mezz'ora. La eruzione comincio quindi a ces- sare dal 20 al 21, e nd 22 si eslinse (2).

(1) In vcrita il volgo noa la pcnsava male ; per qiianto era facile una piccola eruzione da qucUa parte ilel nionte, clie rifletten- do il sno lunio sopra slrisce di nuvole presenlassc quellinlorniitten- te chiarore, allrellanlo diHicile era una Aurora boreale in Sicilia, nel niese di luglio !

(2) 11 Pro!'. Giuseppe Mirone si reco sul monte, finita la eru-

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Da quell' ('|ioca sino a'niarzo 1792 I'Klna iiou die .w' segno (li viilcanico iiilenio lavoro. In quel niese fra (;' o.' colonne di denso riinio si videio oriiziuni di ini'ocale sco- rie nel somnio cralere, ed in seguilo ora scossc di Ire- inuolo, ora ciqii rond)i, sino a'prinii di niaggio, quando foriera di prossiina enizione nn'alla colonna di denso fii- 1110 carico di arcne, si aizo da! cralere a gdisa di rigo- glioso pino. In effello la nolle delP 11 e 12 di (juel inese , dne lorrenli di lave Iraboccarono da quell" apice uno a jioiienle alia direzione di Aderno, die arreslossi a nionle llosso; 1' allro piii copioso nella vallc del Tri- Ihijliclh), c dopo peiTorse in hreve tempo novc niiglia arreslossi |)resso lo Zoceohiro (1). Treniava di eoiilinuo il monic dall'allo sino alia regione neniorosa, cd i nnig- gili udivansi sino a Calania, JXeoli ullinii di niag"io squarciossi la inassa dell' alto pello della monlagna nel piano (lol Laj/o, una jiorzione sprofondo a gnisla di una vasla fossa, clic dalla figura fu delta poscia Cistcr- na; (2) la lava intanto die sollerranea scorreva , niani- feslossi in prima piii basso nella conca del Sallizio, cd a guisa di un rivolo infocalo si prccipila nella vallc del Trifoyliello, dall' allra parte un allro rivolo venne fiiori

zionc, c nc scrissc una doUa miMiioria, clie lessc all'Accadcmia degli Etnei. v. Doscrizionc de'fenomcni osscrvati nella eriizione del 1187. Calania 1"I81.

11 Cav. (iioeni, no pnldilico un' allra ancor piii detlafrliata.

(1) .\on si jxissond cuniiircndcro i corsi dcllo lavp, od i punti di eruzionc, senza la loim^iiilia dcir Etna ; e qiiesla islcssa bcnrlie si fosse la piii coirclta possiMle non daia niai Cdnlo di (jiicllr mi- nute circoslanzc, clic rondono rilevanlc una cruzionc aiili aliitatori de' luoglii vieini. La sloria, per tanlo, dellc cruzioni dell' Etna non puo riustir utile alia scit>nza se non ipiando olTre partieolari feno- nieni. o die aliiieiin servir possano ad illiistnire la teoria de'vulcani.

(2) Tale spnirinidaniento ser>i a discnpiire la strultura di quella parte della massa dell Etna, couic sarii dello in appresso.

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vorso mezzogiorno chc ])re3lo si csliiisc ; ma la maggior correnle pcrmoava ancora piu in hasso, e nel di 1" giu- gno venue fiiori nel versanle menilionalc del salfizio rcn- dendosi visibile c forinidabile a lutli i proprielarti de'sol- loposli collissimi tcrreni. Rapido ne era il corso ; e dirclla a S. E. invase in poco tcMiipo il piano dell'/lr- ciinisa, investcndone quell' aulico cono di cruzione : col- mo la valle di Gioachino , divisa in due braccia eopri di orrida scoria Ic ferlili campagne di (Jassone, c niinac- cid invadere Zafarana ; avendone gia occupalo gran parle delle vigne; ma per I'orluna arrestossi in que'conlorni.

« E slata quesla una delle piii lerribili eruzioni, a I'Elna fu in gran travagiio per piii di un' anno : la « gran voragine voniili) incessanlemenle come un fiume « di liquefallo metallo, or ammontandosi , or aprendosi « canali soUerranei , or elevando monlicelli galleggianli « alia supcrficie, or colniando valli, or appianando col- « line, or trascinando gli ammontati sassi , or disfacen- (c dosi quesli fragorosamente e da per lulto lave alla- (( gando; talclie si calcola di avere imgonibralo uno spa- ce zio di pill di trenlaniigiia aU'intorno , coU' allezza di (c pill 300 picdi, oltre delle considercvoli colllne Ibrma- « tesi , e delle valli, piii di 400 piedi profondo, col- (( male ». (1) Nel mese di maggio la eruzioiie cesso. yr Entrato ai)pena il secolo decimo nono una cruzione

^fP-^.''' di scorie e di arenc , che si sparsero per gran tratto della plaga orielnle dell' Etna, cbbe luogo a 25 febbraro 1800, quasi foriera di allra di maggior conlo.

A 15 novembrc 1802, dcnsa nebbia copriva la re- gione nemorosa, non che la scopcrla, della monlagna. Un forte tremuoto scosse le due regioni, e fu anchc sensi- l)ile in quella picdeniontana; ad ore 20 il fianco dell'Et-

(1) Alessi op. cit. ■'

325

na si apri ad una •^rnndc cni/ioiic, sopra linccii Musnr- ra, accompajiiiala (la licniili. c da cdiiliniio nimorcjigia- menlo, chc da Calania avverlivasi , conie (jiiello di un riiicliiiiso laiid)iiio! Fiinio dcnsissinio carico di arcnc e di lapdld : sc^ric iidncalo di (»f>iii dimciisinne onillavansi dalhi midva liocca, cd una roiiciilc di I'lisa lava vcniva funri ((III isliaordinaria volocila, da pcrcorrcn! due niij^lia in un' oia ; ma grado i;rado andavasi lallcniando, lalclic in 18 (lie non era iiiiinla tlie al piano delli Cimni, a quallro niiglia appcna dalla soiiicnlc (1). Ivi pane; divi- (lersi in due hiaciia, ma uno si arrcslJi, e I" allio sem- l)rava dirijiersi per le Aiiiue delle (uiscllc del Milo. lal- vhb (piei^li aLilanii si allrellavaiKj ad aljLaiiddiiar le loro diniorc, alia risla delta minaeeiaiile inlocala lava ueii so- lo, ma non jiolendo reiigere alia eonlinua eadula dellc aieiie, e delle scoric, chc Iraspoiiale dal veulo pioveva- no sopra di loro a guisa di gTandiue rovinosa.

La efTervesccnte lava inlauto non iseaturiva sollanio dalla nuova aperluia, ma iunal/alasi sino alia i^ola del sonimo eratere ne veiiiva I'lKiri in iorma di scorie, di oijni i-raudezza c di arcne, e Iraboccava li(juida dal maigine del eratere, scorrendo per poclie ore sul peudio del eono stesso del cralei(;. IJreve I'u la diirala di (juesia eriizio- ne, la (juale sc fosse conliiiuala, avreLlie rccalo indici- I)ili <iniisri in (pielle ferlili coutrade elie minacciava din- vadere; iiel iiiorno 18 essa era eslinla.

Maravigna e Heeupero strissero su quesia ern/.iono, dopo essersi reeali sul luogo, sci niesi dopo, il primo,

(1) Ajpssi, riforrndo qiiaiilo nc scrisscroMar.ivignii o Heciipero, (iii|iol('.') jKnIii il I.') iiiij;liiiil ((irso (Idle |iriino ore 18 dcllii lava; inen- tre dalla llncva MuHirra, ed anciic dal sdiiimo (ralorc dell' Etna sino al lido oricnlale stesso del mare non si conlaiio i|uiiidii'i nii- jrlia. Hi laii csapcia/ioiii sc ne incoiiliaiio in ludc le relazioni de- \f\i ineciidii dell LUia.

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c pill di un anno il secondo. Da qucUa cruzione il cra- terc dell' Etna fu in conlinuo travaglio vnlcanico (1). <)0'' All niarzo 1805 la solita colonna di dcnso funio

'0%,^' carico di arene, elevossi a prodigiosa altezza dal sommo cralcrc ; dagli 11 luglio a 3 agoslo, si vedevano conli- nui gcUi di infocale scoric, c sordi muggili si udivano. II cralere, die ncll' orlo superiore era di canne 037 e delta profondila 130, presenlava, pria di quesla eruzio- nc, un I'ondo piano longitudinulmcnle aperto con lissure proliingate, e profonde ove piii ove nieno, ollrc a due gole apei'tc di poclic canne di diainelro , d' onde iisci- \ano il funio e lo scorie die il viilcano a (piando a quan- do oi'iillava. Accresciulasi la effervescenza agli il luglio, una interna cruzione successc , con lulU i fenomeni di esplosioni, scuolinienli, gclti di scorie e di arene da for- niaro un cono di cruzione, e corso di lava, clie preci- pitossi in pria iiellc aperle gole, e nclle fcndiUire, e poi luUo occupo il piano del fondo del cratere. Appena pero fornialo (piel cono, alto circa canne 12, die appoggiato al parele occidentalc del cratere vi agevolava la disce- sa, una |)i"j anipia gola vi si fornio alia Itase di quel co- no, die i)er niolti anai rcstf) aperta, c sino all'orlo dclla quale si poleva giungerc ad osservarne la ininiensa pro- i'ondila (2).

(\) Alcssi nolla ciUila opera rapjiorta tiiHe le osservazioiii falle (la Mario Gemniellaro suU'Elna per inolti c moiti anni. La eriizio- 110 die ra]>porliaino 0 lieavala da qiieslo Giornale interessanlissiino.

(2) I'^u ill (pie! loiiipo clio il iiiio Iralello Mario rieniiiiellaro costriii a sue spese una piei-oia casella presso la Torre del liloso- I'o, per coaiodo de'viaggiatori , della (jratissima. lo mi accenipa- siiiai con csso lui nell' agoslo di (|ucir anno 180j, e vi dimorainino olio gioriii per allestire del Uitlo (piel ricovero. IVoi ruinnio i pri- mi a vcrilicar (piella eruzione inlerna ncl cralere, ed i priiiii a di- scendervi, ed allacciarci all'orlo di (piella profonda voragiiie. ini- jirudenle curiosilii! salitovi iin'allra volla con niiei amici, osservai

321

Dal rogisiro dcllc ossorvazidiii del sig. Mario Gcni- r.p mcllaro coiniiiciale iicl ISO;} si ricava die 1" Elna c slala 'ff*,''' ill i)rcssocclie conliiuia azioiic sino al 1809 (I), allorche a 27 marzo, nuMilre iiiipcluoso vciilo di Sud-Ovest solfiava il ciclo fopiissi di d(Misa caliijiiic, o forlcnientc treniu la terra. Novolla hocca s|)alancossi a])|)ie dcirullimo cono deU'Eliia dalla parte di A'. E. e luivoloni di arciie e pic- cole scorie sollevavansi, die spiiilc dal vcnlo cadcvano a giiisa di coiiliiuiala piogj^ia sulla jdaga corrispondenlc di cslesa siipcrficic, c \)cv lungo Irallo dell'Isola sino a 3Ics- sina, ovc la niallina del 28 sc nc raccogiieva dclla piii

dall' (irlo (lol cratcre clio il hw^o d" ondc ci cravamo alTacciati in (|uel baralro, s' era siibbissalo, e piii larga era divcimta 1" aporlura dclla gola. Quell' inabissainento poteva avvenire aiiclie qiiando noi eraveino siil liingo !

(1) RegisUo di osscrvazioni del sig. Mario Geminellaro

A>AO

n.iii

GETTI DI SCOIIIE

TREMCOTI

1803

138 gionii

25 ott. Id nov. 11 die.

1804

47

9 Febbrajo

1803

41

28 giornl

3 Lug.(il fumo con arene dell'M marzo cicvossi a grande altezza).

ERIZIOE IJiTEr.>.V DEL 1805

180G

41

20

21 Mag. 10 (III. con continue delonazioni. (

1801

oO

2

24 25 Novcmbre.

1808

10

102

1

1800

31

31 i sino aH'cniziono del 21 niarzo.

1

Al

rri Acc. VOL.

XIV.

43

328

minula, nienlrc ncl!a seconda o lerza regione dclla Mon- tagna, misic all' arena cadevano idccolc scoric in grandc abbondaiiza; c gii abilanli di Lingiiagiossa se ne videro coperti i IcUi dclle case, Ic sirade c Ic vigiie.

Una seconda bocca si apn ncllo stcsso giorno al di- sotlo dclla prima un mezzo miglio in circa, nel silo detlo Piano dell' Elna, e prescnlava gli stcssi fenonicni della prima ; successivamcnte c (jiiasi seguendo la stessa linea disccndenlale sc ne aprono altre trc, distanli fra loro da due a trc ccnlo passi ; altrc cinque di seguito sine alle cosi delle, Tocc/te di Coriazzo, ove dalla ultima di esse, con delonazioni , getti di arene e di scoric, comincio a sgorgare il torrente della lava, die in due giorni percorse cinque miglia, con una fronte di 140 palmi, ed alta 16 cbc si diressc in prima verso il M. S. Maria, Nel giorno 29 niarzo altrc diciolto fcnditure aprironsi sollo M. Ros- so, dalle quali solo fumo vaporoso si innalzava. Questi fenonicni crano accompagnati da conlinui squolinicnti del suolo, e da niugili del vulcano , siniili a continuo can- noneggiamento; piii tardi altre bocclic si aprirono all'in- giii dcllc preccdcnli, d'ondc venivan fuori arcne c scorie, sino al nunicro di Iredici ; dall' ultima sgorgb la lava che si fe strada allraverso del bosco clic orridamente andava devastando, con una fronte di 320 palmi, alta 16.

Nel giorno 30 il primo braccio della lava si riuni a qucsto nuovo, c trabboccarono insicnie per le vigne del Piccolo c pc' Noccioli del Cerro, a' confini di Lin- guaglossa, che minacciavano d' invadere. La lava intanto avea pcrcorso cinque miglia atlravcrso il bosco di Casli- glione, quando a 3 aprilc si rivolse a N. 0. verso le vi- gne di Cagnone, a tre miglia da Linguaglossa, (1) ed a 9 aprile si eslinse.

(l)Vodiia Mem. di M. G. Messina 1809.

Le osservazioni di M. Gemmeliaro in questa Eruzione, presta-

329

Lc solilc cffloresccnzc di sale aminoniaco coprino la lava nella iiitiera sua sii])erricio, c sc iic poleva racco- i^Iiere jirodigiusa quaiilila siiio al nicsc di agoslo, quan- do eraiuj lullavia osservabili iiiolli runimajoli, die niani- I'estavauo il iioii esliiUo calore della lava.

Sollo il soflio del vcnlo S. 0. che caldo spirava r,r dal di 24 al 27 ollobrc, con cielo olTuscato, due scosse *q"(-''' di treimiolo si sciiliiono nel eiorno 5 ne'contorni di Za- larana principaliiienle; airiiiihriiiiire del di 27, sonza al- tra scossa e scnza le ordinaric esplosioni, una bocca si apri al pie S. E. doll' ultimo cono , niandando infocate scorie ed arenc, che da lungi una fianima conlinuata ap- j)arivano: pochi islanli dopo, una scconda ed una lerza ingiii se ne aprirono, che elevavansi a pari altezza; quindi una quarla ed una quinla verso I'orlo della valle del I>o- ve, dalla ullima delle qnali sbocco rapidissinia corrente di lava , agevulala dal rii)ido balzo di quella valle ; allre cinque semprc in linca discendenlale sc ne aprirono in seguilo a corle (h'slanze una dall' altra che niandavano rivoli di lava ad ingrossarc la principalc corrente, dielro

rono liitti da stahilire la sua tcoria sul CoraO solterranco dcllc lave, die luUe vengoiio in i)rinia ])Ci' la gola nia{,fgiorc del vulcano, c si fanno poi slrada pe' fiaiaiii della montagna V. N.' 8." della Me- moria.

Sc"uilo deilc osservazioni del si''. Mario Gemniellaro

AKSO

Fl.MI

GETTI DI SCOIUE } TREJIIOTI ?

1809

81

.lopo la en.zi..- ,^ ,^, j^,,.; , ne. "

1810

21

1() fcb. forlissimi in Catania Messina cc.

1811

Eruzione.

2. legfiicri in Zafarana a I't ot- toliro 0(1 altri di sesiiiito |

330

il inonle di Sciarapizzuta. Un' ora dopo la prima com- parsa di qucsta eruzione , un forte trcimioto avvciiiie, clie replico dopo undici ininiili , quasi anuunzio di niaqgior forza nel vulcano ; dalle ullime hocclie, infalli, maggior copia di lava veniva fuori, e le cruzioni dcUe infocate scorie cd arene le sollcvavano ad iuimensa altezza da giungcre al livello di quelle della bocca supcriore; due altre scosse di tremuolo avvennero alle ore 6 della nol- le ; oUenebrossi il ciclo, e folgori, e venlo, e burrasca e neve a guisa di nenibo circondarono i siti prossimi alia eruzione. La lava inlanto accresciuta da cinque rivoli con- fluenli inondo le falde del 31. Lcpre, e dirigendosi verso M. Finoccliio, niandava un braccio sopra lioccamusarra, ed un altro per le conlrade di Zappinelli e del Cirrazzo ;

Seffulto dellc osscrvazioni del siff. Mario Gemmcllaro

A.MVO

FI.IU

GETTI DI SCORIE

TRE3U0TI

1812

0

4

1813

8

1814

5

1815

42

1816

27

13 agosto, sprofondaiuenlo nel sommo cratcre.

1811

22

1818

24

18 fob. gran Ircinuoto altre 24 scosse.

1819

Eruzione.

molte I'orti scosse nel tempo del- la eruzione

331

Kra notcvolc, chc gli spazi UiUi fa una corrcntc e I'al- Ira I'lMKlcvasi in molli jiunli, c dalle fcndilurc csalava tie- jiido lunio vaporoso. 11 luinoic dclla conenle lava sonii-

Segiiito (lellfi osservazioni del sig. Mario Gcmmcllaro

332

gliava pill die ud allro a fpiello di un mare tenipcstoso, die veniva di tempo in Icmpo intcrrollo dallo scoppio Uionanle dellc es|)losioiii dell'iillima bocca. Quivi li gelli di scorie ed arciic , erano seiiza i)Osa , c. coiuindossi a lormare intorno ad essa la prima base di un cono, tulla di scorie di ogni grandezza, di lapillo e di arene.

Le eruzioni eran semprc accouipagnalc da forli esplo- sioni, le (piali, conic semprc si e osservalo, erano piii sonore e dclonanli solto il sofDo del vento di ]\. 0.

La lava inlaiilo nel Jiraccio a deslra si animontava sopra se slessa, come veniva dalla sorgente , finclie ar- restatasi verso Carlino, dcvio a sinistra in du(! allrc hrac- cia Ira M. Finocchio e Roecamusarra , e liocca delle Colombe, e a 3 novembrc dirigcvasi verso Ic fontancUe ; in tiilti i susscgucnli giorni, sino alii 9 sofliando il i\. I\. 0. Ic csplosioni, quasi periodicaincntc, di cinque in cinque minuti si assoniigliavano a spare di grosso can- none, c queste continuarono sino a tutto dicembre, e tal volta con laic violcnza da far oscillare le vclrinc delle case in Catania, con lulto cbe la lava noa faceva grandi pro- gredimcnli nel corso, ma a ripi'cse, come sorliva dal pie del cono, cbc gia cresciiito era a significantc altezza , si amnionlava sopra se stessa, quasi imilando una strati- iicazione, lenlamcnte andava sccmandosi la celerita del suo corso; cosi manifestavasi piu encrgica nel sommo cratere dcll'Etna, d'onde nuvoloni di arcne alzavansi spesso a grandi altezza, c spinti dai vcnli si scioglievano in piog- gie di calde arene c scorieltc.

A 24 aprile cesso la cruzione, c la lava non avca oltrapassalo la base di M. Calialo. II nuovo cono fu detto M. S. Sinionc, e per moiti anni ritenne intenso calore, talcbe spesso si vide funiare dal cratere non solo, ma anclie dalla estcrna supcrficie.

A 13 agosto 1810, udissi fortissimo scoppio nel-

|f»l!) (li

333

r ultimo cono dcirEliia, accompagnalo da Icggicro mo- viinciilo del suolo ; poclii i;ioriii (l(i[)o si Irovo csscrc ci(> avvoiiiilo |)or iiilcio sprol'oiidaiiiciilo ncl suolo del soni- nio cralerc. .>.

A 27 niaijgio iion niollo liingi dal |ninlo ovc apris- fis. si la hocca daila anlccedeiile ciu/.ionc, a[)[iie dell" ultimo cono dcH'Elna, dalla j)ailc di levanlc, non molto distante, dalle Torre dd Filosofo, Ire nuove hocclie spalancaronsi con forlc ticnniolo per lulla la massa dcU'Elna; co'so- lili rcnomoni di cnizioni di scorie c di arcnc , ciic si sparsei'O per tullo il territorio di Aci : poclii niinuli dopo nu' allra aprissi sul cii^lione del haizo del Trifogiiello, ed una (|uiiita piii in i-iii nel baizo di Giannicola e del (Jor- vo, dalla quale fra conlinui gelti di scorie e di arenc sgorgo un lorrenle di lava, clic ajulata dalla ripidila del haizo, scorreva volocissima in giii, c dilalaudosi pria nella conlrada del Trifoglietlo, si diresso a modo d' infocato fiume verso li Zappinelli; in 24 ore pcrcorse due niiglia. i'na colonna del solilo fumo misto di arcnc c scorie al- zavasi a grande altezza, ed abbondava di guizzanli stri- sce di clcllricila; allre due niiglia pcrcorse, il giorno 29, e giunsc al Ccrrazzo , dcvastando i campi di scgala di HI. Panlauo.

A'clla parte superiorc del piano del Utfjo una lungiia fendilura del suolo si formo sulla cosi delta Cislerna , (sprolondamcnto avvenuto nclla eruzionc del 1792) sino alia Torre del Filosol'o. Lc due prime boccbe della nuo- va eruzionc cransi lalte una ; il soninio cratere era in silcnzio.

11 di 1." f^iunno la lava arrestossi a 31. Pantano e e si ammontava sopra se slcssa nella contrada di Gian- nicola, sino al giorno 12, ([uando solto il vcnlo IV. 0. come per lo innanzi, le detonazioni si facevano piii vio- lenle , 11 giorno dopo nuovo lermenlo manifeslossi nella

334

principal gola del Vulcano,c niivoloni carichi tli arcne erul- laronsi, clic lo sparscro intorno sino a Catania : e poco dopo nuova rifusa di lava vcnne fuori dalla Ijocca supc- riore della crnzionc e trabocco nella Valle , nienlrc un gran tratlo del sno ciglione scoscese all' ingiii nel Trifo- glictto c copri le lissure clic esalavano funi();ina poclii gior- ni appresso fra cpielle ruine si formo una vasla fenditu- ra, d'onde arcne e scorie infocale miste al vaporoso fu- mo vcnivan fuori, e la lava conlinuava ad avanzarsi ver- so il nionte di Calanna, clie dopo avcrlo altornialo, giii nella Yalle di cpicl nome con orrihilc Iracasso precipila- va, e copersc di sue nialcric due piccolo sorgenli d'ac- qua, clic scorrevano nel londo di quella Vallc. Per tutti i reslanli giorni del raese di giugno conlinuarono li gelti di scorie e di arene, ora nella superiore, ora nolle inl'c- riori aperture con esplosioni piii o nieno violenle.

Nella nolle del di 1" lunlio all' ore i e niin. 50 forle tremuolo avvenne in Cutania die fu poco sensibile nelle conlradc piii alle dell' Elna. La lava nel corso del niesc di luglio andava occupando ora una parlc ora un' allra dell' alto fondo della gran Valle del Bove, ma principalmente lungo Ic serre del SaUfizio, e precipitava in quclla di Calanna, ora da un punto ora da un allro: e dal ciglione dello sallo della Giumenia, venne giu a coprire la sorgenlc delta acqua rossa , c correre verso il Cirrazzo.

La nolle del 26. due orrihili scosse di tremuolo (piasi lermine della crnzionc, spavenlarono gli Elnicoli tnlli.

Verso la sera del 31 Ollohre 1832 renlicale scosse w.',2 ill di tremuolo ne' contorni di Aderno Dronle e 3Ialello, con *'■ ^' sensibile danno nelle case rusticlie, annunziarono una vi- dua eruzionc; in effetto rup|)e il Vulcano ajipie del som- 1110 cralere verso S. E., e nel tempo slesso lunga scissura esalante fuoco aprissi nel dorso della monlagna, verso

/>/. Schinrn c pnscia ncllc hoccardle del fiinco c !\Inn- dra di Pihilenli; iicl silo stosso dclla cnizionc del Ifijl Spirava il A. 0. IV. c ila'inivoloni di (111110, da ([ucll'a- pertura a grande allczza spiiili , cadcva giii 1' arena chc spargcvasi |)or la parlc occidciilalc dclla monla- gna; nel lompo the noii ineiio di nuovc hocclie spa- lancavansi iiiloriio Ic allre aperture appie del sommo cra- tero, dairiillima dcUe quali iiii rigagnuolo d" infoeala lava dirigcvasi verso la casa Cicminellaro, 0 Inglesc come comu- ncnienlc si appella; iirlando peri) con la corrcnlc del 1787 devio da qiiella direzionc e per Icvanlc precipilossi nclla valle del Uove. Mentrc quella piii grande cominciava a shoccar con forii delonazioni, ed in vasla quanlita verso la plaga ociidcnlale ; e nella nolle spavenlevole (iuniara di fiioco vivissinio presciilava, sopra M. Lepre, a poca dislanza da (jiieslo si divise in due braccia, quelle a de- sUa Ira il/. Lepre e M. Jiosso, Y allro a sinistra fra il/. Lepre e M. EijHlo , dcvaslando la parte superiorc di que' liosclii.

Addi 1" novcinbrc un'allra bocca, a Iramontana della niaggiore di questa cruzionc, aprissi nclla scrra del lia- sojo, Ira M. Frumenlo e 3/. S." Maria, sopra il bosco di llandazzo , ed un rivo di lava comincio a sgorgarne, ma ncl giorno dope si eslinsc.

Vario era il corso della lava principalc di il/. Le- pre, ed ora verso S. 0. ora ad (). ora a i\'. 0. a se- conda del pendio del suolo, c degli urli de' colli co' quali inconlravasi ora da un punto ora dall' altro andava inva- dendo i bosclii di Aderno, di Bronte c di 3Ialello, con una fronle spesso di 1(10 palnii, alia piii di 40. Si di- rcssc quiiidi. lungo la lava del IOjI verso Bronte , e canipeggiit per due giorni nel fertile suolo di )hisa, rc- cando iiidicibilc spavento agli abilaiili di Bronte , che gia vedevano vicina la total dislruzione della loro citta;

iTTI 4CC. VOL. XIV.

44

33G

(lapoiclic a 10 novcmbrc, la lava minacccvole era appc- iia quallro iniglia lonlana, e la sua IVonlo noii era dive- mila mcno di 400 passi ili larghezza.

I solili fcnomcni, intanto verificavansi sciiza inlerru- zionc nolle Locclie della cruzioiic, die si erano gia apcrte quasi Uille in una sola. Esplosioni forlissimc, gelli con- linui di scoric di ogni grandczza, nuvoloni di fiinio ca- rico di arenc e piccole scoiiclle ; ed era principalnicnle notcvolc una verlicalc c pcrcnnc striscia di luce quasi sulfurca nel mezzo del conlinuo getto di infocali mate- riali, chc racnlivano una fiamnia.

La roltura docl' inlervalli fra 1' una hocca e I'allra della eruzione, clie le ridusse ad una sola, produsse tale fragore, clie fu avverlilo, nel giorno stesso, sine in Ca- tania, a guisa di un seguilo cannoneggianicnlo. I sflobi del nero fumo sorpassavano spesso I'allezza della cima dell'Etna, die dal punto d' onde sorlivano, poteva ben calcolarsi a piii di 3,000 picdi ; e le arene, a seconda dello spirar de'venti giungevano sino alia Piana di Catania.

La lava non cessava d' avanzarsi verso Bronte fa- cendo guasto de'coltivali canipi a levantc della cilta. II Governo ne fu intcressalo c tulte le misure si presero perclie la desolazione non avvenisse, di una popolazione di presso a 13,000 abilanti ; c niuri a sccco si alzarono ne' colli superiori della cilia, ad esecuzione di quanto si fecc in Catania nclla eruzione del '1 609, c provisioni non si faccvano mancare, c regolamenti |)er il buon' ordine.

3Ia linalnientc a 15 novenibre i fenomeni dell' eru- zione indebolirono L' esplosioni succedevansi a lunghi intervalli: la lava lenta correva ed in minor quantita, e nella contrada di Salici, il suo fronte non avanzava die pochi passi in un giorno , e gradalamente si estinse a 22 novenibre,

Se indipendenli o no dal vulcano si fossero stali al-

337

Ciini fcnomciii avvomili d(i|tn la cessazionc dolla cruzionc, noil si polrebhe dcciderc. La inalliiia del ii;iorno 24 no- Yoiiihrc una specie di lenipcsla di piogge, vcnlo impcUioso, scop[)in di luoiii ed una violenla scussa di Iremnoto ca- gionarono giavissinic l("^ioni nolle fahhriche di iN'icolosi, e i mini delle vi"ne crullaiono ((nasi inlieranientc. Conlinuo la lenipesla nel giorno seguente con niaggiorc intcnsila, die niiila ad una seconda scossa , in S. Giov. La Pun- la |)r()(lnsse liiiiglie lendiliirc neirallo campanile, die fi- nalmciite a 29 ilello slcsso novcmbre croUo con lerribile I'nicasso. Scosse di Irenmoli si avverlivano al 3IUo nei giorni 24 2.')' 2(5.

Una piccola cruzionc a 2 agoslo 1838 fu prccedu- (;.;.. ta da pochi gelli di scoric e leggierc delonazioni sin dai '^^^J" pi'imi di liiglio, piovcnienli da uiio dei Ire piccoli coni neirinlernu del cralere, die eiaiisi roniiali iielle precedenli eruzioni Qucslo piccolo cono, dello Pozzo di Fuoco, era altaccalo per melii al |)arelc meiidionalc del gran cratere. A 8 agoslo, da (picslo vemie liiori uii rivolo di lava, scn- za 1 solili concuniilanli fenomeni, a riserba di licvi scos- se di trcmuolo nella regionc deserta; la lava si dircsse ad K. Ira' due piccoli coni di eruzioni del 1819, dctti Quadarolli (piccole caldajc), c sarebbe giuiila alia Tor- re del filosol'o, se non veniva dcviala dalla lava del 1787, die a guisa di muro si alzava in (juel silo. Corse ella quindi verso il ciglione del balzo della valle del Iiove.

Sino al giorno G nessun nuovo fenomeno cbbe luogo; placidissima, e slraordinariamenle lalo In (jncsla eruzione; la lava s"iniialzava IcMilamcnle nella gola del vulcano, come sc spinla da sola espansione del fuoco seiiza 1' ajulo del vapore, die c 1' agenle de' piii marcali fenomeni in ogni eruzione. A 7 agoslo la lava sceiule per la valle del Ho- ve, ove lenlameiile scorre sino al gidino 13, (piaiulo la superlicie di cssa, presso alia base dellullimo cono del-

338

TElna, prendc la forma di un arco , e la correnle \i passa sollo a giiisa di fiiime sotto ad iin ponte. Essa divides! in due braccia dc' qiiali iino parcva dircUo verso la casa inglese, ma nel giorno 20 si arrcsla, c si coii- giunge coH'allro braccio c cosi congiunti, arginali come sopra dalla lava del 1787, vanno a sccnderc anch'essi iiella valle del Bove, coprendo in prima uno de'«/uada- rotti del 1810. Scossc di Iremuoti crano a quando a quando sensibili nell' alto della montagna per tuUo il me- sa di settembrc ; uno piii forte fu avvcrlito in tulto il tralto occupato dall' Etna a 29 di sellembre slesso.

Lento fu sino all' ultimo il progresso di questa eru- zione, cbe ccsso interamcnto nel fine di febbraro 'lo39 (1). (jG' Una forte scossa di tremuoto nella plaga meridionale

*^*-j'' deir Etna, c principalmente in Belpasso, Piano della vite, Nicolosi e Pedara, a 18 novcnibrc 18i-2, con altre sus- segucnti scosse: sotterranei fragori nelle vicinanze dell' ul- timo cono : denso fumo carico di arene , die rifletteva nella notte, il fuoco cntro il gran cratere, dopo il tra- monte del Sole del 20 annunziarono accrcsciula azione nel vulcano (2).

II giorno 27 ad ore 22 'j^ grandi csplosioni di sco- rie e di arene infocale cominciarono a venir fuori senza interruzione, accompagnale da forti rombi. Dopo mezza- nottc uu rivolo di fuoco traboccava dal margine meri- dionale del cralere, cd in poco tempo agcvolato dal pen- dio venne ad urlarc contro la lava, da fresco estinta del 1838. Si divise in prima in due braccia, uno verso la casa infjlese, I'altro fianclieggiava per S. E. la lava suddct- ta piegando verso il supcrslito craterc di quella del 1819,

(1) Ceiuio dcUaltuulc eruzioue nell' Etna di €. GemmcUaro Oat. 1838.

(2) Cenno slorico siilla eruzionc del 21 noveuibrc 1812 di C. GemmcUaro Atti Gioeiii \ol. 19 1" Scr.

339

(; ncl corso dclla giornala giunsc al marginc dclla Vallo del liovc, OYC il prinu) hraccio, lilorccndo il stio corso, vennc a rai-niuimorlo iiclla iioltc del 28 c 29 c corscro imili per qiiella ripida scosccsa.

Dalla coiilinua cadiila de' iiialcriali erullali , fornia- vasi, inlanlo, eiilro al craloro iiii tono di enizioiie, ognor pill crcsccnlc di mole , od in Ire giorni era gia a livello deir orlo inendionalc del tralere ; e riempiva lo avvalia- menlo, die laceva coni[)arir lunata la cima dell' Etna , c per cui i due [)unli piii elevali si dissero per lungo tempo la Ilkornc. Ken iioclii polevano rccarsi sulla cima deir Etna in quel tem[)0 dell' anno c ncl monicnlo che I'Etna era in tnivaglio vulcanico; pure laluni voliero es- serc speltatori di quanto avveniva in quel craterc.

« II conlinuo Iragorc e lo scoppio delle esplosioni: la violenza con die erano spinte in aria Ic scorie infoca- le cd i Llocclii , fra' globi di arcne incandescenti , che mentivano una conlinua lianima: il lento ribollir dclla fusa lava , die veniva su dalla gola del yulcano , a sgorgare dal canalc formato all' orlo del craterc : la luce vivissima che essa dava allorche rapida prccipitavasi ncl pendio del cono : la forma di cerchio die il I'nmo prendcva talvolta alio scoppiar de' gas , c che gradatamcnte ingraudivasi come ad immcnsa altczza era spinto : gii acuminati dardi di liamnia vera die il gas idrogeno a quando a quando

lanciava tutli quesli lenonu'iii, cui non vliapit-

turo che vagiia ad esprimcrc, spicgavansi alia vista de- gl' intre|)idi osservatori (1) )).

(( L' altezza della cima dcH' Etna, che avanza di due lerzi Ic piu alle montagne di Sicilia, faccva si che pria die la fania sen divulgassc , alia isola intiera era gia nota la cruzione di questo vulcaiio, per lo avviso che es-

(1) V. la delta Mcmoria, pag. 131.

340

so nc dava co'suoi fuochi. Da niollc parli quiiuli, da Palermo principalmeiUe e da 3Icssina, non poclii accor- rcvaiio ad osservaria da vicino ».

» II suo fronte principale di cannc jO circa di am- ])iczza, e di 4 di altezza era dirello verso le aperle vo- ragiiii del 1811, le quali in iiuinero di scdici scorgonsi dalla base del cralere verso il M. S. Simone d'onde la lava di qiieiranno scaUiriva ».

« A 1. dicembre il cralere avea cangiata 1' anlica sua lisonoinia, e la iigiira lunala del bicovne era spari- ta; aiizi fra i due apici elevavasi la cima del nuovo cono, cd uu allro aspello assumeva il verlice etneo dopo piii secoli. »

La lava lenlamenle scorreva verso Giannicola ; ed i curiosi non rcslavano niollo soddisfalli di quel lento procedere ; niollo piu che nel TrifofjUello , d'onde essi osservavano , 1' inlenso freddo li obbligava a ferniarvisi poco. La neve fioccava in quelle allure; c niolli conten- taronsi osservare la eruzione da Aci, da Giarre e da Ca- tania. Dopo pocbi giorni pero i fenomeni vulcanici creb- bero d'intensila e nuovo appulso di liquida lava spingen- do innanzi quella che lenlauieute scorreva, la faccva inol- trarc nel piano della Volpe, lalclie gli abilanli del Mi- lo, c di Zaliirana, cominciaroao a temerne; in elTello pero essa dilalavasi a poco a poco ed a scconda della for- ma del suolo, or elevato, or piano , or avvallato , varie dirczioni parea che prendesse.

II rumore delle esplosioni udivasi piii o meno forte sollo il soffio de' diversi venli , e fu singolarissima cosa in quesla eruzione I' essersi dislinlamenle udile sin dalla cosla di Calabria (1) , ed anche le scosse di leggiero trcmuoto ivi avvertivansi.

(1) Lcttera del Cousigliere Scipionc Sarlo al Dott. Mattco Pla- tania.

3il

Dopo vnri(^ vicondc, di accrcsciuta c diminiiila azio- iie, di i;raiulins(> orullazinni di aiTiio e di sooric , e di aiiincnIaU) o diiiiiiuiilo nialirialc di lava , (jiicsla seinpre lenla iicl corso , arreslossi linaiinonlo , dopo avcrc per- corso noil |iiii di iin Irallo di duo iiii!;Iia o iiic/zo circa, iK'Ila rei^iouc scoperla, sciiza avcro rocafo alciiii daiino; c la eruzioiic ccssi) nceii ultimi morni di diccnibrc 1841.

A n novomhre 'l<Si3 non ancora scorso iin anno cv dalla nllima oruzioiio un'ailra ne avvcnnc ncl dorso occi- ^^^^J' donlal(! dcll'Kliia a due tcrzi di migiio , circa , sopra il cralere della cruzionc del 1832, a 7000 picdi sopra il livcllo del niai'c, o quel silo ha nonic Quadarazzi (gran- di caldajo) nolla rogionc scopcrla. Scossc di Ircniuolo , 0 conlinuo runioreggiare preccdcllero di poclic ore ra|)cr- ^<y lura di iioii mono di quindici bocclic. Erano quesle cosj ^^ vicine una allallra da [)rcndcr Taspcllo di una sola in- focala spaccalura dclla nionlagna , c le scoric che veni- van I'uori, vi andavan formando ncl caderc , un clevato niarijinc die lulle Ic raccliiudcva.

Al prinio aprirsi di quelle hoccliC; a iirande altezza furon lancialc masse di varia mole, alio quali siicccssero esplosioni di scorie e di lapillo, c quiiidi immcnsa quan- titii di arena vemie fuori agglomerala nel funio, e si spar- se per lulla la plaga oricnlalc e meridionale dclla Mon- tagna.

Aon ando guari clic da quella scissura coniincio a sgorgare un fiunic di lava inluocata, die corse prccipi- toso per la ])cndicc, passando sopra di quella del 1832, non niollo alia in (piel silo, cd occtqiavala con una Tronic di caiMie oO sino a mezzo miiilio, rcslrinneiidosi ed elar- gandosi a scconda del suolo vario clic percorreva. In poclie ore eia andala due miglia; si divisc in Ire lirac- cia, fra HI. lujilln , c .1/. liovon' : quello a deslra prcn- deva la dirczionc del Losco di Malcllo, quello di mezzo

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scendcva drilto verso Bronte, I'allro a sinistra avviavasi al bosco di Aderno ; ma qucste braccia latcrali non eb- iicro moUo vigorc, e non tardarono ad arreslarsi. Quelio di mezzo pero ingrossato e minaccevole prccipiloso scor- reva sopra Bronle , fiancheggiando in prima le Dmjale dduse, cd occupando poscia inlieramcntc quelle anliche lave collivate ; ne oslacolo alcuno inconlrava dalla ine- guale ed asprissima superGcie di quella del 1832, ne di qucUa di M. Rovcre, di epoca ignota.

U giorno 18 conlinuava a minacciar Bronte, bcnche non molto rapida apparisse nel corso , mcno acclive es- sendo il tcrreno che percorreva, ed il braccio dirclto pel bosco di Aderno cominciava a fermarsi. Slraordinaric e- ^ rano intanto, le colonne del funio che dalla nuova aper- ^ tura ; non che dal soramo cralere dell' Etna, senza inler- vallo sollevavansi ; 1' intero corpo della Montagna ne re- stava ingonibrato, e pareva che enorme mucchio di nnvo- le aggiomeravasi intorno ad essa.

L'indomani il disordine cagionalo dcIF inimincnte pe- ricolo , regnava nella popolazione di Bronte , die a tre niiglia vedeva gia la lava infocata venirsenc direltaniente allc sue mura. Fortunalamentc pero la corrente venne a dar di fronle ad un alto poggio detlo la Vittoria, a due miglia da Bronte, e piegando cosi a mezzogiorno devio il suo corso, e scese ad occupare le antichc lave colti- vate dellc di Paparia.

A 23 IXovembre, dopo di aver ingonibrato il fondo detto di Fileni in conlrada Tripilo, giunse alia strada consolarc da Palermo a Messina, e la traverso in poche ore con una superficie di un quarto di migiio, di orrida lava alta da 30 a 30 palmi, fra le colonne milliarie 156. IGT. ^'el giorno 24 avea gia preso il declivio del pen- dio della gran valle, che vien formata dalla falda occi- dentale dell' Etna a sinistra, e dalle niontagne della Placa

343

a dcstra, ncl mezzo dclla (jiialc scorrc il Slmcto alfrarcr- so (Icir anlico Icrrcno secoiulario, c delle lave prismali- clie (lellEtna. La parte siiiislra, cosi, della valle per es- sere cosliluila di lave aiiliche e alquanto collivata, ben- che non niollo ricoi'linsa iie e la veticlazionc : nel basso pcro ore il lerrcno e irrigalo da actjiic sorgive, la colti- vazionc e piii innollrala, cd alberi di alio fusto c frutli- feri, e lerre da cereali ed orlaijd la rendono aniena e prolillcvolo. Lo av\icinanicnto, per lanlo, a qiiesti luo- ghi di una lava devaslalrice era forniidabile per quegli ahilanli ; e qnivi erano accorsi tulli i proprietarii de' mi- uacciati fondi. (1)

Trisle c desolante spettacolo era la vista di tanla gente pallida ne' volti , con ansante sguardo niirarc la niinaceevoie niassa della correnle ; la quale , siorificata iiella superlicie, pareva un' anlica macerie di asprissime rocce ; ma il muovcrsi di quelle , lo strepito metallico clic tal moviniento produceva , c lo andare in frana , di un colpo, tnlto il irontc dclla correnle c scoprirsi la ia- focala liquida materia sotloposta, dava a conoscere, che viva ed insistenle era la I'orza clie innaiizi spingevala , e che treniendo era il sno progredimento. Gli alberi che inconlrava divenivano in poco tempo preda delle fiara- me ; c losto gl' incarboniti tronchi restavan gomitolati fra le scoric , e dalo 1" ultimo fumo sparivano dalla vista. Ad evilarne la perdila lolalc i j)roprietarii, a via di col- pi di scurc ne recidevano, piangendo, quclli cui imrai- nente stava la infocala fiuniara , c via Irasportavanli ad uso di legna. Altri a salvar quanto potevano aflreltavan- si, togliendo dalle casucce di campagna le legole, le por- .-. i;i . ...;

(\) Vcdi Atli Accademiei vol. XX pag. 231 per inscrirvi le parole della Mfinoria di C. Geninicllaro sino alia pag. 232 « di- strello di Catania con tuUo il ririiaiienlc del fenomeno.

«ii Acc. vol. xn. 4a

3U

te, il leiifiianie: sradicanilo Ic vili, abballendo gli alberi, e tulto Irasciiiando lungi da' minacciali luoi^hi.

Inesoralule sccndeva la correutc sul pianotto e verso la conlrada di Dufjala c Barilc , e niiiiacciava altri ler* reni irrigui c feiidissinii. Un avvenimcnto, ancor piii fu- nesto [tcro , sopraggiungcva agli abilauli di Droiitc nel giorno 2S poco dopo mezzodi , ove vengono a limitare tra loro il I'undo di Fileiii e di Baslle, e prccisamente in una chiusa dell' aromatario D. Ignazio Zappia. Molta era la gente che presso al Pianotto trovavasi ad osser- vai'c il progresso dclla lava , ed a lavorar con ardore a raeltere in salvo (pianlo poleva di que' terreni coltiva- ti. La lava lentamentc avanzavasi, e dava tempo a quei raiseri di riuscire nelle opcre loro : quando di un colpo, inaspeltatanicnte una violentissinia esplosionc ebhc luogo nel IVonte della corrente ; la (jualc con imnicnsurabil for- za scoppiando, ridusse in frantunii in lapillo ed in rai- nuta arena la lava rovente; densa ed estesa nebbia di fu- mo sparse all'intorno, carica di minula rovente arena, e spinse con tal cnipito quesli material!, che non solo gli alberi e gli uomini che vi stavan presso ne furono colpiti e disfatti, ma a distanza di ben trcnla canne quali mor- ti, quali semivivi, quali ferili, sessantanove persone del solo comunc di Bronte, con altri non pochi di altri co- muni ivi tratti dalla curiosila di vedere il corso della lava.

Quale si fosse stato lo spavenlo della popolazione di Bronte a quel lagrimevole avvenimento, e facile piii ad imaginarlo che a descriverlo qui in poche parole. Le relazioni che se ne scrissero ne conserveranno la Irista menioria.

La eruzione intanto nel giorno IC cominciava a sec- mar di encrgia, e la lava lentamenle avanzavasi nella con- lrada di DcKjula e Barile finalmente a 27 Nov. le boc- che della Eruzione cessarono dalla loro attivita, e nuova

3i5

inalcria fiisa non vcnnc |)iu f'liori ; lalche il niovimonto progTCSsivo (Iclla lava era lanlissinio. Le coloniic del fu- 1110 ])cr() si lacovano |iiu vokiiiiiiiose, od a graiidi altoz- zc g"iuii<>(Mulo, spinlc dal venlo una liiii'^na slriscia for- niavano, die allraversava liilia I' Isola a 28 .\ov. la Eruzione si eslinse c la lava avea inifomhralo un lerre- no di sei miglia in lungliczza , c di 24 n 50 palmi di altczza era la orrida niassa di ([iiella.

Piinia della mezzanolle del 20 Agoslo 18.')2 sollo nn" il cigiioiie del haizo del Trifogiiello, Ira' dinipiili scon- 'f;'"^;''' sccndiiiieiili di Giannicdld. seiiza akuno desolili lenonic- iii die preccdono le Knizioni. due rivoli d" infiiocale la- ve sccsero in giii da (piel ciglionc, e cosleggiavano in podie ore la base di traniontana della cosliera del Salfi- zio (scor|)ione ). L'n" ora dopo eirea, da Viagiiialoii die salivano per curiosarc il cralere dell" Etna, iii rapportalo, die un venlo ini|)eUiosissinio di IN. 0. e scuotimenlo con- tinualo del suolo nel |)iaiio del Lago, unilo ad una eru- zione di scorie e di cenere biandiiecia dal sonmio cra- lere, li fece rcfroccderc inipaurili verso Aicolosi (1). Que- sta. eruzione dal cralere, fu monienlanea, ed unica in lutlo il corso della grande, e niaggiore die inanifeslavasi nel balzo di Giaimicola.

IVelle ore nieridiane del giorno 22, con forle scuo- limcnlo del stiolo e delonazione, si apri il lerrcno nel fon- do della valle con lunga spaecalura, d'onde scorie di o- gni grandezza, arene e gloiii di nero fiimo vemiero fuo- ri e coniinciarono ad animonlarsi, ricadendo, inlorno in- torno, preparando, per dir cosi, la base di un nuovo cra- lere di eruzione, die in due dislinli coiii coniinciava a dividersi (2),

(I) V. Mem. di C. e G. Gcinnicllaro vol. 1\ sor. 2" .Vlli Giocni.

(2; I }\. Itossi presso Mcolosi . bcnclie nciriosicmc formino

346

Minorc era la forza vulcaiiica in qucllo di sopra : ed all'incontro neH'altro era talc che in due gioriil, per la incessante prodii-iosa qiianlila di nialcriali erullati, si alzava gia maestoso cono troncato, che di era in era cre- sceva di mole.

La iiuniara di fluida lava, divisa in moltc hraccia, fiancheggiava il 31. Zoccolaro , c quello di Calanna , e spargeva I'allarme ne'viciiii conuini, di ZalTarana e 3Iilo princi[»almente; ollreche posilivo dannopalivano tuttc quel- le conlrade dalla caduta delle arene, e delle scoriette in istraordinaria quanlita. Lc piii minute poi, a seconda del- lo spirar de'venli giungevano sino a Catania e Siracusa da un lalo, sino a Messina dallallro, e Luona quanlita ne cadeva neU'inlerno dell'lsola.

La costernazione degli abitanti di Zaffarana aumen- tossi, quando a 28 del mese slesso la lava che avea oc- cupalo parte della contrada ZappinelU, correva gia so- pra Fiori di Coslmo, ed affacciavasi alia porlella di Ca- lanna, iniboccatura di nn'avvallamento che si prolunga verso Zafarana (1), con una fronte di canne 200, e da 12, a 15, piedi di altezza, ed a 2 settembre un brac- cio era gia entralo ncl cosi dctto vallone, ingombrando vigneti e coltivati terreni, e Taltro era poco dislante dal- la Chiesa.

Ma quivi arrestossi il giorno stesso ; ed all' incontro

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un cono solo, pure distintamente ofTrono due crateri, riunili poi in uno solo nella parte superiore. M' arso a N. E. di Nicolosi, offrc non meno di tre crateri nello stesso unico cono. In quesia eru- zione, se la uguale energia si fosse verificata nelle due bocclie, si sarebbe ripetuto lo stesso fcnomeno: raa piii forza ebbe il vulca- no in quclla inferiore, e quindi il maggior cono reslo diviso dal- 1' altro.

(1) Per circostanziati ricordi, vedi la citata menioria. di C. e G. Geinniellaro.

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rrosccva la piena iicl hraccio che paroa dircllo verso il Milo, (! k' CdscUc; c iiol gioriio 11 soUciiibrc iic avea iiigoinljralo le viiiiic o Ic allre possession!; e gli ahilaii- ti sg'Oiiil)ravano desolali Ic loro abila/ioni La corrcnle si (liviilcva in due Ijraccia, il iiuiiigiorc a deslra se da- va spcianza a (pie'del .Uilo, ininacciava due altri piii po- polosi villaggi, cioe S. Alfio c S. Giovanni, nella j)laga pill ridenle deH'Klna; ue niiiuire era il pericolo the so- vraslava alia Cilia di Giarre, per il declivio della falda della nionlagua, clie |)oleva agevolar la discesa della lava.

l\c' contorni, iulanlo della originc della eruzione era tcrrihile e inaesloso speltacolo nel tempo slesso, I'insie- nic de leuoineni vulcanici. Le sonore e fragorose delona- zioni, i coulinui gelli di scorie, di masse, di lapillo c di arene, the avevano innalzalo il nuovo cono a ]>iu di 400 j)iedi di allczza. Secondo il calcolo del sig. Floslev, ingegnere da Vienna, falto nel tempo della eruzione, 11 cono era alto 170 melri, SOO di diametro nclla hase , e 100 neU'aperlura del cralcre.

II mare di fuoco, clie oteupava quasi Inlieramcnle il fondo della \alle del IJove, diraniando per ogni verso le hracfia della lava, riuuendolc, inlrectiandole a guisa di rete; tullo era slupendo ed orribile nel tempo stesso.

Cosi, variando nel corse, con maggiore o minore cncrgia; minacciando ora un Inogo era un'allro : copren- do di arene gran parle della plaga orientale della nion- lagna, sino a mezzo jiiede di allezzn, e piii ancora nei siti pill pritssimi alia eruzione, continuava per tullo il me- se di setleinhre, ollohre. novenihre e dicemlwe 18.^)2 c sino al 27 del iiicse di maggio 1Hj!{, vi I'urono, ben- che lievissinii, resli di lenomeni vulcanici.

Secondo un calcolo apprussiinativo, qupsla lava oc- cupa, nellalla rcgiunc del bosco e parle della dcscrla,

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uno spazio di cinque miglia quadrate, con un'allezza me- dia di cannc due, cio die farebbc un materialc lavico di 2,634,208,000 palnii cubi. « E lutto questo materialc, « che serabra prodigioso, non e costalo all' Etna che u- « na ordinaria pircmesi, dclla quale non si sarebbe te- « nulo, forse, molto conto, se versata 1' avesse sopra « men coltivate regioni (1) » .

Presentata cosi in pochc pagine, la prima possibi- Ic origine, ed il graduale accrescimento della massa del- I'Elna: riandata sommariamcntc la storia dclle sue eru- zioni, colic quali ba sempre piii ampliato la sua mole, ed esleso il suo dominio sopra allri lerreni, noi siamo in caso di potcr ragionare so[»ra la imporlanza die pos- sono avere nella scienza vulcanologica, le osservazioni sui fenomeni che questo magno Vulcano ha prcsentato c pre- senla lult'ora.

Sorto esso dal fondo del mare tendeva a superarne il livello, prima della formazione nellunica terziaria di Si- cilia; e doviziato de' matcriali che preslava al suo nuovo focolarc la prosslma formazione basallica, veniva fuorl dal- I'acqua aumentando sempre la vasla sue mole; al riliro di quelle versava a plena luce le sue lave suirannesso terreno tcrziario; e signorcggiando sin d'allora sulla cosla oricnlale dell' Isola, e slato in tulli i tempi oggctti di meraviglia, di aramirazione e di studio. Le osservazioni, quindi, so- pra i fenomeni di un tanto vulcano dovranno riuscire uti- li, se non assai piii, non meno al certo di tutte le altre

.-■U'vi'ii; ■■.,.'■,

(1) Breve ragguaglio dellc eriizioni dell' Etna ec. Altl Gioen. vol. IX. 2" serie."

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lallc sopra lanti vulcani della Terra, a stabilire principii c Icoric Ibnilaiiienlali die possono elevare a scicnza la Vulcanoloyia.

IVoi coinincerenio dalle osservazioni su' Fenoraeni (Icllo Eruzioni, c passcremo in seguito ad altre ricerche.

( Continua )

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ELOGIO ACCADEHIICO

DEL

PROF. ALFIO BONANNO

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'Tcv^DELLrPnov^Mf"""'" """'^ "' ^""^= NATTRAU-DEllASOCETA ECO.XO-

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Nella sedula ordinaria della Giocnia del di 23 luglio 1857

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ELOGIO ACCADE3IIC0

Vedi quanta virtii I' ha fatto degno bi riverenza.

L)AWE Parad. C. VI.

SIGNQRI

I

L sacro (lebilo di onorare la nicmoria Acs\[ osimii cit

s"

tadini e do' sapicnli, mi da I'animo di dollar volonlicri rcncomio di Aliio Bonanno, die fu nostro Socio bcncmcrilo c profcssorc ollimo di clinica nicdica in qucsto fanioso Atcnt'O calancse. i\on io ccrlanicnlc dovrci Icvare la niia dobolc voce in mezzo a tanio grave Conscsso die mi cir- conda; poidie ben conosco la pochezza delle mie forze per si nobile insiemc c pictoso iiflizio. Ma non cieca bal- danza; e un inipolo di soverdiianlc afFello, iin'ansia vivis- sima die mi spinge a deporre qucsl'nmile fiorc di grati- tudinc sulla picira di colui che ne'mici giorani anni mi cbbe SI caro, c lanlo mi ffiovo di consiitii c di conforti negli angosciosi turbamcnli ddia vifa. Io parlo d'nomo che fu modello di sdiiclla modeslia c di antica scmpli- cita ne' coslumi c ncgli scrilli ; e non saprci rendcrgji

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oniaggio migliore, che adopcrando ancli'io modesle e sem- plici parole : ne faro onta alia verila. Ma se straniero , qual sono , agli sludii dell' arte salulare , non giungero a dir degnaniente di liii , die di tanla luce rifulge nel re- gno del sapere , avro ainien fidanza di non lornar discaro a Voi , onorcvoli accadeniici , il disegno a cui niiro quello cioc di proporre a' conlcnijioranci un esempio no- bilissinio da scguire nella vila c nelle opere d'un cilla- dino , chc in lanta niiscria di tempi , seppe farsi degno delia universale ammirazione e del publdico amore.

In Trecastagni, delizioso paesetlo alle falde dell' Etna, vide la luce il Donanno il di 5. Febbrajo 1789. Da Ainciul- letto moslrb inge^no desto ed arrendevolc a' buoni stu- dii; sicche in breve tempo progrcdi ncUe letterc laline ed italiane, neUa fdosolia, e sopratutto nella fisica e nelle niateniaticbe sotto la scorta del suo illustre concittadino, r Abate Francesco Ferrara, cbe qui s'ebbe stanza. L" in- dole sua dolce e pacata, o moglio la lendcnza cbe si avea ])er la vita solitaria, parve dapprima cbe lo chiamasse al sacerdozio: ma fattosi piii innanzi negli anni, penso che potea rendersi utile maggiormente alia palria in un' altra condizionc onorevole; e fernio quindi d'attendere scnz'al- tro alia scicnza d'lppocrate e di Galeno; quella scienza utilissima cbe a ragione, da tempo immcmorabile . s'ebbe gran cullo in Sicilia. Egii ue svolse dapprima le anlicbis- sinie storic ; ed cbbe il dcstro di avvisare come i greci avevano vedutc ed anticipate molte cognizioni, cbe venne- ro poscia da' successor! e da' modcrni illustrate e presen- tate sotlo nuovo aspetlo. Poi voile fermarsi a notare i progressi della medicina ilaliana dal risorginienlo delle lettere insino a' snoi giorni di quella medicina cbe in- vasa tante volte da bizzarre innovazioni o da fanatici si- stemi , seppe conscrvarsi illesa niai sempre nella via della esperienza e delta ragione. Appresc impertanlo di quante

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prcziose scovcrtc in quel ranio fii in ogni Icmpo feconda r llalia; (I) c conic lo stranicro abijia sovcnlc ila cssa ri- traUo il gran pro e scgnalamcnle nel socolo XVI. allorclic dalla Francia, dalla Gerniania c dall' Iniiliilterra s' accor- rcva alio scuole di Padova , di Pisa , di IJologna c di Pavia come a ccnlro di luce; d'onde \m vcnnero i vaien- liioniini clie si distinsero nclla niedicina c nelle scienze nalurali in allre jiarli di Europa (2).

II perclie dicssi a luUo corpo alio sUidio dclle nuo- \e doUrino; e I'ornilo il corso prescrillo della Jisica, della jjolanica, degii clemenli di sloria naUiralc, della cliiniica deU'analoniia, della lisiologia, della patologia, della ma- teria mcdica c della niedicina pralica, oltcnnc in queslo ginnasio la laurea dollorale, e con cssa fii abililalo al lihero csercizio dell' arte salntarc. 3Ia non per queslo ei si rilcnne dalle sue inccssanli lucubrazioni; poiclic ebbc a confessare, come I'illuslrc Bulalini, d'essere uscilo dalle scuole con la menle plena di confusionc c d' incerlezza inlorno alle dolUinc di quella scienza; niollo \m\ per lo conflillo dc'sislemi die fino al suo tempo dividevansi il campo della niedicina, c si aveano da una parte c dal- r allra poderosi soslenitori. Che fecc cgli dunque in lale slato? Aella sua pralica si confidu scnipre al soccorso degii anliclii osscrvalori; cd a far quielo il suo animo da tanii dubbi agitato , dicdc opera ad ordinare c meltere insienic per uso pro[»rio una scrie di niassimc fisiologi- che, palologiclic c Icrapeulichc cli'cgii pole credere al- lora meglio assicurale dal I'allo. E I'u con silTallc vedu- te cli' cgli esercilo per piii tempo le cariclic di prolome- dico e di medico fiscalc nella sua palria.

Ma non andd guari ch'egii ebbc il desiro di far jialcsi air universale i suoi profondi pensanicnli su I'arte di guarire. Era venula fuori rojicra del dollor Hamilton suirulUila de'purgauli, Egii la vide, la [icrcorsc, no avvi-

350

so i prcgi e senza por tempo in mezzo, la vollo bel- lamenle dall' inglese nell'ilalico idioma, col generoso in- tendimenlo di far dono a'suoi connazionali d'un libro per se slesso imporlanlc , in un tempo in cui molti pratici seguivano le ipotcsi e le illusioni de'sistemi. E quel libro invero era tutto appoggiato aU'osscrvazione, e contene- va assai falti chc dovcvano riuscire ulilissinii al lelto del- I'cgro. I\e a queslo solo si tcnne: volie pure aggiungere alia versionc non poche annotazioni criliche, a loggia di comenio; e con esse , spogliandosi da qualunquc preven- zione di sistenia, e cou un linguaggio adotlabile e proprio delta scienza cbc professava, valsc a riscbiarare i passi deir opera die faceva nostra; ben si giovando deU'eslesa erudizionc che lo distinse e delle osservazioni dc'classici dell'arte sua come Ippocrate, Galeno, Foresto, Morgagni, Van-Swieten, Tissot, Bordeau, Darwin, Rega, AVhytt ed altri. Per tal modo secondo maggiormente le mire dello inglese scriltore; ma nolo, ovc fu luogo e con saggia crili- ca, gii sbagli di costiii; facendo all' uopo alcunc rillessio- ni teorico-praliche tulte proprie e non ordinarie. Ond'e che per le predette annotazioni, sonimamcnle ulili e giu- diziose, il Bonanno si mosiro, com' era in effello, non so- lo profondo conoscitore delle cose della biologia e della pralica niedica, ma si ])ure die prova di quanta forza di analisi c di buon scnso eran sorrelte le sue ben acconce osservazioni; e come per la induzione de'fatti stabilili dal pratico d' Albione , egli tentasse dedurre precetti generali per adottare con piu sicurezza e fdosofia I'uso dc'purganti; e come c quando se ne possano vcramente otlenere gli effelli salulari. Parecchi giornali gliene fecero plauso; (3) ed egli divenne in breve volger di tempo 1' ammirazione de' snoi concittadini, il decoro della sua patria.

Falto queslo primo passo nella scienza chc professa- va , egli voile ingrandire la sfera delle sue conoscenze

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inuovcndo per la dolla Parlonope a far Icsoro di nuove ossorvazioiii in qiici grandi stabilimoiiti cliiiici, die lanlo j-rido hail levalo di se ollre i luari cd i nioiili. Ivi clilie il desli'o di avviciiiare i piii graiidi maesiri dclle ippoeia- tic'hc doUrine, e di slriiigersi in aniisla co'dolli, co' lelle- rali, co' pill disliiili prol'essori di (piolla nielropoli; i (piali lie conoblicro il nierilo e lo prej^iaroiio. Kppiire cola noii si arrcslo: die spinlodalla hrama di proi;redire seniprcppiii nel dilliciie ariiigo, I'ece peiisiero di condursi in Hoiiia a l're(|ueiilarc le sale dcH'osiiedale di ^Vr»/o ^'^xVjVo, la ciii diiiica niedica, con lanta (lilii;enza e scrnpolosa esallez- za da iioniini soninii dirella, lo sorprese; e della ([uale ci scppe giovarsi dappoi con lanlo seiiiio nella sua iio- liile missione. iN'oii Iralascio IVallanlo di ainmirare nella cilia clerna lullo (pianto ricordii le glorie d(!' tempi anli- dii ed i fasli de" leinpi nioderni, la nia>;iiilic('ii/,a de'Ce- sari c la liberalila do' Ponlelici, i prodigii delie arli spen- le c lo splendore delle arli riiiale, die con singoiare ed unico eseni|)io alleslaiio alio slraniero la diviiia polenza

del genio ilaliano.

Reduce alia palria, piena la menle delle piii elelle doltrinc e con Taccjuislo delle rare amicizie di noii po- chi valcnUioniini in ogni raiiio di saperc, diedc opera ii Bonanno ad nii allro ordine di sludi suH'arlc salnlare , ed inlerroijo con alln; vedule i iiiorlii al lello dell' am- nialalo. Poi scrisse nel 1831 Suliuso del pope nevo ncllc fcbhri pcriodklie; c hi cgli il primo die nii si ulile rimc- dio inise in pralica e [iropagJt nella Sicilia : .llirando il jjuon professore al dirello sollievo dell' egra iinianila, voi- le assicurarsi con le [)roprie espericn/.e, in niulliplici casi, della virlii di (piella droga e delle sue preparazioni , a Ironcar le felibri siiccennale nel modo pin pronto e piti sicuro. I risullati sorpassarono ["aspeKaliva di liii; e lo- slo ne die minuto raggiiaglio alia nostra Accademia; non

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Iralasciando da un canto di porrc a rasscgna luUe !e os- scrvazioni fatle sii tal farmaco c dagli anlichi c da' iiio- dei'iii mcdici, c di proporre dall' altro i siioi giudiziosi pensamenti suli' uso di esso rimedio; il quale ha per fer- nio esscnzialissinii vantaggi sul corlice peruviano, si per (juanto spcUa ad cconomia, a facilita di averlo ognor per Ic mani, cd a dillicolla di falsiticarlo, e si ancora per la istantanca pronlczza onde vince la febbre e ne iinpcdisce la recidiva » Ed il suo dolto opiiscolo, picno di sennate osscrvazioni, appoggiale aH'autorila de'classici della scien- za ed alio sviliippo dellc teorie piii accelle c piii solide, fu tenuto iiiiporlanlc per la clinica nicdita; sicche nella Accadcmia delle scicnze niedichc di Palermo, nel Giornale di scienze Ictlere ed arli per la Sicilia, nel Filiatre Se- bezio di IXapoli, nel Dizionario classico di medicina, di chirurgia e d'igiene, pubblicalo in Venczia , e nella Onio- logia di Perugia se ne disse il gran che, rinierilando di plausi I'aulore per aver conlribuito, col risullamenlo del- le sue ulili esperienze, a rassicurare i clinici di aver cgli veramcnte Irovato nel pepe nero, o comunc , un oUimo medicamenio per troncare le febbri di i)criodo (4).

3Ia un allro piii grande lavoro mcdilava il Honan- no vogiio dire le sue Rijlessinni mediche sulle malat- tie in (jem'rale e sperAalmcnte sidle fcbhvi Egli scris- se quell' opera con rinteiidinienlo di csaminare e discu- terc laluni punti imporlanli alia pratica nicdica, esorlan- do al tempo slesso la giovenlii studiosa a non perdcrsi dietro I'ammalianle spirito di sistema, che conduce all'er- rore con tanto danno della scienza c delTumanila. II per- che, nel prinio capitolo del suo trattalo, egli volse la men- le alia vilalita del sanguc e de^li allri umori , non che alle diverse allerazioni che potranno essi soffrire. Dedu- ce nel secondo le conseguenze che riguardano 1' irrita- zione ; e sostcnendo ch' cssa non e senipre della mede-

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sima indole da pnlorc csser Irallala con gW slcssi mez- zi, cd cssendo la rclihrc rcnVllo ddla iirilaziono, sconde ad ammoUcrc la diiroronza dclle fchhri , non dipondcnli semprc da localitii infianinialoiic o da osallalo cccilanien- lo. E sicconio Ic i'ebhri soj^liono acconipairnan) quasi tulle le affezioni niorbose, cosi credellc iniporlaiile il pailare di esse fohbri in jicnerale, ossia della loro indole, del loro progiTsso, de' loro camhianienli c dellc loro compli- canze. Inollrc, perclie le fehhri sono la base su cui sono appoggiali i divcrsi sislcmi di niedicina, si ferma ncl capo tcrzo a jtarlare di proposilo dellc principali di esse, af- Gn di soslenere con I'aulorila de'classici clie non deve allidars(»nc la curagione, secondo i sislemaleci, a mctodi esclusivi , c piii dcijii altri all' anliflogislico , si per la divcrsa indole delle lebhri, come per lo diverso carallere ch' esse ])rendono ne'loro dillerenli j)erio(li, allesa I' in- fluenza die vi lianno le condizioiii individuali, quelle del- le stagioni, del clinia e dellc varie cosliluzioni niediclie ed almosferiche. In conseguenza poi di tullo queslo , parla ncl capo cpiarlo della crisi: e finalnicnlc per vicme- fliio inoslrare ii male clie si rcca allunianila con Tain- nieltcre die la inaggior parlc dellc nialallic, aiizi lulle, sono coslanlcmenlc reffcllo d' accrcsciulo eccilamenlo , aggiunge allrc ulili rillessioni (Capo T). ") parlando di due nialaliie locali ap(tarlcneuli a due organi priniari ddla no- stra niacdiiua, ossia della peripneumonia e pleiirilide e della oltalmia, e qui fa sosla ; rileneudo di polcr servi- rc cio die lia dcUo in quest" ultimo capo per le nialal- lic dei^li allri oruiani.

Tanta jiregevole opera fii quclla chc acquisto vera- menlc gran noiiic al noslro Socio henomerilo. Kgli era tra'|irimi in Sicilia, dopo loiqjugnazione del sislema di Broussais , clie richiamava Tatlenzionc de'inediti sopra una parte imporlanle c dillicilc della scicnza, qual'e quel-

AITI ACC. VOL. XIT. 47

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la (lellc febbri; egli acccnnava a' giovani meclici con lan- to seniio e si copiosa crudizionc una via piu sicura a sco- prire il vcro , segnendo i dellanii dclla osscrvazione c dcUa cspcricnza, dcHneando, conic in nn quadro, i saggi pensanicnti di 3Iorlon, Ilallcr, 3Iorgagni c di aitri soni- nii scriltori, chc niirarono a coniballcre Tidenlita dclla ir- rilazionc voluta dal profcssorc del Val tie Grace. E fii perlanto che molli cbiarissimi cuUori dell' arte salulare, e non pochi giornali di polso, nazionali c slranieri , Ic- varono a cielo quelle Ri[lessioni come un llbro iililissi- mo air incremento dcU' arte , e sonimamcnlc ncccssario per le vcdule parlicolari , i casi pralici c lo opportune rillcssioni deU'aulore (3).

E il Prof. Gactano Algeria facendo la disaiiiina di al- cune operc di incdicina c cbirurgia, scriveva in quell' an- no queste parole « Ecco il noslro giudizio sidl' opera del Bonanno. Gran pazicnza e discernimenlo sonimo nel riu- nire sotto unico punlo di visla gl'insegnanicnli de'piii ri- pulali Ira gii anticlii c Ira i moderni scriltori; coraggio tutlo nuovo e lullo pro|)rio solo di un socio ordinario della cclebralissinia Accadeniia Gioenia di Scienze natu- rali in Catania, nciraffronlarc i prcgiudizi in medicina per additarc alia giovenlii I'ardua ma sicura via che guida , per quanto c possibile, al vero in nialerie cosi astrusc e dillicili. E se allrove corre gia a pcrdizione la nuova dottrina fisiologica, qui fra noi si conla un Bonanno, il quale ricbiama i nostri alia pratica piii fdosofica, sollraen- dosi abilnienlc cdi stesso alia scdullricc teorica del Dirct- lore del Val do Grace » .

Ed il ch. Prof. Antonino Greco in un suo opusco- lo medico, die pubblico nel 1831 giovossi dell'aulorita del Bonanno noslro in sostegno delle sue proposizioni ; e poi r annovero fra' piii grandi scriltori di medicina con queste parole « Non so capire perche debbansi cbiania-

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re rancidc lali voilulc, chc fiiron piir quelle de'primi lu- ininari dclla iiiediciiia, e clio ora lornaiio in onore per opera d'nii Aiidral, d'liii IJouIlaiid, dim .Mageiidie, (I'mi Velpoaii, d' (III IJiilaliiii, del calanese IJonaiino c di nllri ])atologisli » ImI e lo slesso Pi'iifessor (Ireco che iiella sua opera sidla lisiolo<;ia del sani^ue, dala fuori in l*a- lerino nel I^io.'J esclania cosi: « Gloria elerna allilalia- 110 IJufalini, a Geroniini, a Uoiianiio, a Magcndie , a Ga- spard, a Segalas, ad Andral, a Honllaud ed a ludi gli allri ilaliiuii e I'rancesi elie con esperienze e raziociiii li;ui sapiilo elevare una dollrina, elie avra certamenlc una vita lank) luni;a (pianlo I'liiinno aviila i due sislemi dclla iii- sione de'<piali essa vienc coslilnita! »

}\i\ non ill queslo solo, o Signori. il grande onore che s'ehlte il iioslro insigne Socio da' conoscilori della scicnza (ripj)O(rale ; I'u certo piu grande <|iiello d'aver lello ne'liltri die ci vennero dappoi, come cl.issici, da ol- tremarc e da ollrenionli, le dollrine niedesinie , e direi ])iire le stesse cs|)ressioni die Irovavansi da liii sin dal 1S32 piilihlicale in quell' opera apjdamlila. E cpiesla os- scrvazione vennc a proposilo lalla nel dollo Giornale di scienze lellere ed arli per la Sieiiia (0).

In allro lavoro deyno di coninicndazione e senza duhbio la inenioria clic lessc alia nostra Sociela Econo- inica Inlorno u viczzi d' impedire a diininuirc le ma- lallic prodolle d(dlc pahtdi. (7) E d' un arlicolo im- jiorlanlissinio di iiiediciiia pnilica e di polizia niedica die eglr imprende a Iratlare in quella scrilla: ik- si creda die I'accia progelli solaiiienle : die i niezzi liilli accenna da j)0lersi inellere [(ronlaniente in pralica da cliicdiesia a precaversi dalle l'd)!)ri niiasnialidie e da lutle le nialal- lie die dalle paludose esalazioni derivano. Se cose nuove non si rinveiniono in essa ineinoria , vc ne lianno liensi ddic ulili e sopralullo delle necessaric; e, se uoii allro,

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j)Otrel)bcro dalla niedesima, come dicca rautore slcsso, allingorsi i soli e scniplici piecolli a forma di catcchi- smo niiule, alfiii di scrvire di norma a' campagnuoli per premunirsi al possiijile dairaria malsana.

E qui e da ricordare die iiii senlimeiito tuUo fdan- Iropieo spinse il Bonanno a dellar quelle pagine. Trat- tando sin da' primi anni del suo escnizio medico le ma- lallie dc' collivatori di campagna, cgli ebbc a dolersi ben di sovenle al vcdere i |iiu di cosloro moiii da malaltie prodoUc dall'aria della Plana di Catania e di altri iuo- ghi , cagionalc in tempo della messe. Trista in vero e degnissinia di piela e la condizioiic d' un povero uomo, cbe toinando da' campi fra gii ardori di luglio per con- solare la povera famiglia col tenuc frutto de'snoi sudori, non appena giungc all' umile letto , cbe da grave febbre Iravagliato , miseramcnte inferma , c vi perde in pocbi giorni la vita!

« Si possono prevenire , diceva il nostro collcga, malaltie silTatle, cbe di grave danno alia prosperila dello slalo addivengono ? II pretendere di prevenirle con cer- tezza, estinguendone la causa intieraniente, ardua impresa ella e quesia ; ma il Irovar pero modo di prevenire o diniinuire al possibile, e per quanto e in noi, silTalti mali, e nella Piuna di Catania ed in allre contrade paludose, forniar debbe ( giaccbe riuscir vi si puo) oggetlo di no- stre premurc » . E dopo aver esposlo i suoi pensamenti suir imporlantc argomento, cbiudeva il suo dire osservaii- do die sc colorOj cui va commesso I'incarico di agevo- lare per ogni verso lo svolgimeulo della prosperity della Sicilia, ( intendcva \lelle Societa Economicbe) non s'im- pegneranno di conscrvare la salute c la vita de' poveri lavoratori, non avranno niai adeui[»iuto al proprio dove- re ; cbe la prima derrala e la piii ricca, in qual si sia nazione, e I'uomo e 1' uomo sano e robuslo e pieno

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di voglia di lavorare (8). Ond'e chc la prospcrila pub- Mica lion iiclle looric c nolle cognizioni nolo a jiothi do- ve consislere , ma si nel Irovar niodo di |)ropagarle in ]>r6 deir universale c di ridurle al fallo Cos! pcnsava J!onanno.

iMa egli non era sollanlo I'uomo profondanienle vor- salo nello studio dolle severe discipline; non niirava sol- lanlo air increnienlo della pnhltlica prospcrila col suo zelo inlalicabile neHadenipimenlo dellc cure allidalegli qual Segrelario perpoluo della Socielii Kconomica,ma si dilellava ben |)uro dellamenila delle belle Icllere, c le collivava con caldo aniore qnanto allri niai; pensando con nn anlico lilosofo die (pialuiupio disci|dina, per severa cbo sia, do- ve allegrarsi del sorriso delle Grazio, a niosccre d'alcun dolce r auslerila della vila del sapienlo con liillo cio chc c bello 0 Icfiniadro. Laondc aveinnio in lui luonio dot- to 0 lerudilo scrillore, il cpialc faceva vedero con ([uanlo sludio cd acume sapesso svolgerc le opere de'classici an- lichi e niodcrni in ogiii raiuo di loUeraliira.

Una delle suo parlicolari alTezioni era (piella dellc sce- niche rappresenlanze; e ricordandosi d' averc scrillo un dranima a (piindici anni il Damone e Pilia voile fru- garlo fra'suoi uiauoscrilli, e lo rilcsse, e so no couipiac- (juc: lalclie riloccalo (pia e la non esilo di dark) alio slampe. Era 1' anno 1839. A'a innanzi all' opera una sua lelleia scrilla nel .Maggio del 1820. In essa da egli ra- gionc ad un aniico del luodo da lui leiiulo nel condurrc quel componiinenlo; c loccandogii deirargomenlo, gli fa nolare tpianlo egli dovelle aggiungervi d' iiivenzionc per ridurlo a uu drainnia di cin([nc alii. Ricorda sul propo- silo il Soavo, die Teslcso fino a coniporne una novella, c fra'ilraminiiturgi lo Zeno che no foriuo soggello di sce- na sollo il lilulo di Meridc c Sclinunle. II noslro auto- re nou aveva aucor lella quest' opera quaudo scrissc U

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suo dramnia, e si compiacquc allorclic' 1' ebbo fra niani nell'osservarc il modo divcrso da liii lenulo in tiilto quan- lo rigiiarda 1' invcnzione. « I scveri forsc, diceva egli, noil fiiranno buon viso ail' amorc di Dainone cd Aryhie, riguardandoio come sccondario ali' azione : ma se esse, senza allonlanarc lo spcUatore dali' oljl)icllo |)rincipalc, non fa clic mcllerc in conllitlo I .amorc c I'amicizia, dan- do piultoslo a questa il vanlaggio, piio a parer mio, dirsi clic 1' amorc di ciii parlasi, sia uno di qiicgli cpisodii die s'innaUirano, per cosi dire, con I'azione priniaria ; oltre die Egesippn ed Argene non mancano di concorrcre co' loro preglii a far dctcrniinarc DionUji a dar la vila a Damone e Pitiu il die forma la catastrofe del dram- ma » (9).

Con luUo cib non piiossi, per 1' amor del vero, dis- simiilare die il Damone e Pitia del nostro autorc ha le sue buone mendc. Eppurc io Irovo die in qiialclie giornale fu commcndalo per inlercsse di drammatiche situazioni e per vivo conlraslo di affelti, oltre a'pregi di lingua e di slilc chc in esso nolaronsi. E quel che e piii lo vcggo lo- dato dairillustre Cav. Salvalore Scuderi die con tanlo onor di Sicilia scppe calzare il colurno (10).

La vita de tre SaiiU AJfio, Filadelfo e Cirino, die il Uonanno die fuori ncl ISiO, e un lavoro veramenle pregcvole e per le grazie del dire, e per la ingenuila del sacro racconio, e |)iii di lullo per le preziosc ed c- nulite annotazioni ondc va fornilo. Fu nclla slate del 1837 allorquando il trcniendo morbo asiatico infeslo la bolla Si- cilia, cli' cgii scrisse, [rovandosi in Trecastagni, la sloria di quel beati marliri, alia cui protezionc ricorrcvasi da'suoi concilladiuiin quclla s'lniemorabilc calamita.Fra'lantipalpiti di morte che opprimevano il suo cuore, e lo rendcvano im- potenle a'consueti studii, nonaliro migliorc scndo egii s'eb- bc che il dolce conforlo della religione; il perche vennc

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in sentinicnlo di mollcr niano a fjueir opcrclla, in cui po- se a rasscgiui hillo qiianlo era iniporlanlc a sapersi dei Ire SS. fraleili, scnza csscr prolisso c senza per allro onu'Uorc (scynalanionlc nolle aniiolazioni) di far cenno di alcuni allri niarliri, die nou possono al lullo disgiun- gersi dalla vila di quclli. (11)

II Uonanno adenipi con solerzia quanlo promise nel- la breve prel'azionc di quella sloria, e fece opera per o- gni lalo eccelienle. In csso liijro, dice il cli. I'roi". Lon- go, e conlempcrala la piela deU'anlore alio slile ponde- ralo c grave, c il pregio morale delle sentenzc al vigo- re e laconismo classico del dellato. Kd e vero. (I2j

Mix V amore della sua predilella scienza e lo spiri- lo filanlropico die sempre lanimava, I'incilavano ognor pill a consacrarc il suo ingegno per lo vanlaggio dell'u- manita solVercnle. II pcrclie nel 1841 evulgava talune sue Icllcre suW Ipocondria, die racchiudono, direi (|ua- si, un inlero Irallalo su qneirargomenlo. Conliila in es- se, con molla sennalezza, le o[)inioni di quel medici die inlorno a lal niorbo adollavano le dollrine di IJroussais; sccnde apprcsso a discorrerc su'sinlomi, le cause predi- sponenli ed ellicienli, l" indole vera e la cura piii accon- cia deH'indicala malallia; c da ultimo si fcrma ad esa- niinare alleiilaiuenlc c disciilere laluni falli di analomia palologica relalivi al soggello; e cosi niclle in cliiara luce non poclii punli oscnri c conlroversi die intorno a tale importanle materia csislcvano ancora nel cainpo del- la scienza.

lo non voglio asscvcrarc clic le sue leorichc sicno state su quel tenia infallibili; forse oggi i niodcrni me- dici, con r avanzamenlo de' liinii, non piii 1' abbracciano per diflerenli vednle; ma ripensaiuio al tempo in cui scris- se il Uonanno, e ritenendo le doltrine allora doniinanti, non e cgli dcgno d' amniirazionc per aver contribuito in

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gran parte a dissipar inolli gravi errori ed a condnrrc la patologia in iin piii drillo scntiero? (13)

Ma qui non han fine ancora le solerli faliche del noslro Profossore. D'allo onorc dcgnissime sono Ic Re- lazinni dc'lavori della Socicla Kconomica , ciie per ven- tiquallro anni, cioc dalla isliluzione di essa sino al 18.j6 egli fece di pubbliea ragione qual Socio ordinario e Se- grclario porpctuo della medesinia. La chiarczza, la precisio- ne del dellalo, la disinvolla francliezza di stile nil mcltcre a rasscgna le dottc fatiche de'socii, son cose in quelle scritlure mirabili. Ne puossi dire cli'ci faccia da scniplicc relalorc nel dare la soninia dc'divcrsi opuscoli di die s'intralliene; die da savio pensatore sa cogliere il deslro per dar luogo, con acume egiudizio, alio sue considcrazioni senipre opportune ed azzeccale, faccndo niostra nel tempo slesso di non ordi- nare nozioni non solo nelle scicnze cconomiche ed agrarie, ma SI pure in differenli rami d' Industrie. « Ordinarc mate- ric del tutto disparate, scrivevasi in uno de'nostri gior- nali, dar loro un nesso ed una catena, ridurle ad un punto di vedula generale, dare a' lavori diversi il giuslo aspello, prcsentarne in breve e sucoosa analisi il contcnuto, portarvi qualche crilica riflessionc in un pulito ed elegante lingnaggio, scevro d'affcllazione e con tutla propriola de'ter- mini lecnici, ecco cio che rende dilficile lo scrivere tali Helazioni, c cio clic per I'appunto ammiriamo in queste del Sig. Uonanno, die i pregi riuniscono c le qualila on- de chiamarsi nel loro gencre opera bella e compiuta)) (14)

Per lanti pregi le piii rinomate Accademie scienli- liclic, nazionali e slranicre, feccro a gara per averlo a so- cio ; ed uomini chiarissimi in ogni ramo dello scibile, si onorarono del suo dotto carteggio e della sua prcziosa amicizia. Per tanli pregi s' ebbe il distinto uITizio di Se- gretario perpetuo della Sociela Economica della provin- cia, che con tanta dignila ed alacrita impju'eggiabile so-

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slcnnc; (l^i) c da ulliino (|U('llo conscgm di Profcssorc inlerino dclla lalledra di cliiiiia niedica in qucsto illu- strc giiinasio, die a nigionc fii dello I' anlica scuola dei siciliaiii. (IG) E qui c suporlliio il dire chc nell' in- scgnaineiilo de' giovani non si seoslit iiiai da' saiii procclli c dalle raziunali tourie , e die noii piego la Iroiile all'au- torila od alia nuova dollrina della quale invccc si sfor- zo di moslrarc con gravi considcrazioni gli orrori e gli ecccssi; c supcrfluo il dire come loccando dc' danni dei sislcmi, consiglio senipre di ricorrcrc alle pure sorgenti della inedidna , a' hiioni ])rincipii aniidii ed alle opere imniorlali del vecchio di Coo, la cui dollrina, allraver- so lulli i sccoli, si conserve iuviolala in Ilalia.

Se Ic virlii soclali c niorali facesscro T uonio clerno sulla terra, quelle onde il uoslro elogialo fii adorno, ha- stcfcbbcro a conscrvarne la nicnioria quanlo il mondo lonlana. F^a viva carila die senliva pel prossinio, la fc- de cliehbe nella rcligione de'padri iioslri, Taniicizia di cui scrupolosamcnle adenip'i lulli i dovcri, danno prova non dulihia (Idle eccellenii qualila del suo cuore. fed appun- to alia ediicazionc del cuore egli rivolsc ogni cura dac- clie voile darsi all' esercizio della sua nobilissima profcs- sione, rinunciando a lulle inanierc di ricreazioni e sol- lazzi. Egli sapeva die non la dollrina e la perizia som- ma dell" arle sono Ic doli csclnsive di iin buon medico; ma die il senlimenlo diun'alla bonla morale, lo zcio di una scnlila filanlropia, o ])er dir meglio, la carila fraler- na non mensognera e disinleressala, sono gli allri pregi clie lo deltbono dislingnere dalla coniune degli uomini ; sicclie del bene degli allri debb' csser sollccilo coslui piii cbc della propria lorlnna. Ed in vcro chi fra gli sludio- si deir arle d" Esculapio non senle un caldo allello per I'arle slessa, clii non si comimiove alle svenlure del suo

ATTI ACC. vol. XIV. *S

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simile, clii non ascolta la voce dell' amor proprio, e non LTcdc alia dignila dell' anima iimana, non polra essere niai un medico perfelto : sara invecc o uno sprcgevole imposlore, die spacciando con alLagia di vincere per nuo- vi argomenti i niorhi che aflliggono l' iimana razza, av- vilisce r arle ed insozza la verginale semplicila della na- tura; o sara un dotto egoisla il quale iuimolando all'idolo de' riguardi sociali i sacri drilli dell' umanita, non vede die se solo, o a dir meglio la sua opinione', ed anziche soccorrere il suo nialalo per un senlimcnlo al tutlo fraler- no , cogliera quel deslro per far vana pompa d' alto senno e di recondito sapere, ad illiider la genie semidoUa, sen- za per allro perder d'ocdiio nella carpita congiunlura il sordido inleresse. 3Ia che fa per I'opposto il medico die vanta bonla e rellitudine di cuore, die ama piii d'o- gni allro la sua predilella dollrina, e die non fa dislin- zione Ira ricco e povero? Egli pone luUa la sua soler- zia, lullo il suo inleresse nell' inlerrogare scrupolosamen- te la naUira de'morbi, nel nietlere a calcolo ogni sinlo- mo, ogni affczione, ogni respiro del suo infernio, nelio scopo di giovare davvero 1' umanila languenle ed arric- chire di nuovi fatli la scienza die jirofessa.

II nostro Bonanno seppe in se riunire con mirabile esenipio le piu belle doli della menlc e del cuore ; com- prese I'allczza e 1' importanza del suo ministero, e I'e- sercito islancabilmenle fra ogni maniera di persone , di moi'bi, di squallore e di miscria. i\e basso desiderio di liicro, ne vanilosa supcrbia di dollrina, ne turpe ambizio- ne di onori e dislinzioni lo mossero niai, ma solo I'amor vero dell'arle e la fralerna carilii deU'evangelo.

E quale afTcllo non ebbe per la giovenlii sludiosa? chi pill di lui r ammiro, la dislinse, I'applaudi? Ei non fii di qnegl'invidi, dolli o lellcrali che sieno, i quali so- gliono mellere inciampi ed ambagi a'primi passi de'gio-

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vani inlcllcUi nella paleslra del sapcrc. I suoi liinii, i snoi lihri c lo sue valevoli allenenze giovaroiin a inollissimi ; perche scnliva die rinfonnare allrui alia virlii cd alia dot- trina e foiile (I'liielfahili conlctilezze, e seol|iisce il iioslro noine iiidelebilc in luUi i cuoii falli |)er la ricoiioscenza: laondc la sua Toce non fu die d'incora"i'ianiciilo e di esoiiazioiie pe'suoi discepoli, a iiou farii recedcre niai sconfoflali dal dillicile ariugo alia visia de'iuille nslacoli die la svenlura o la Irislizia dcj^li uoniini sa riuvcnir di sovenle per travagliarc ed ahballere il nicrito vero. Ep- pero la scolaresca veramenlc vogliosa dapprcndore (a cui raccomandu scmprc I'auior del sapcre, la lilaulroj)ia, il disinleresse c la picla ) fu per lui un ongcllo d' alto o- nore e d' aniinirazione dej^nissinio; perclie in essa vedcva cresccrc laiite care speranze della palria comune, laiili gc- iicrosi sosleiiilori delle gloric scieulilidie, letlcraric ed ar- tisliclic die a si gran lama lian levato, da tempo iiiiine- morahile, il A'ome siciiiano.

Ma era scrilto ne" decreti dell' Altissimo die giunta a lanta splendida altczza la sua Stella dovca tramonlare, c per scmpiT. I'n malore die da piii tempo lo travaglia- va, lo spinse lentamenle al scpolcro. Egli giunsc all" ora estrema della sua vita ; e la forza di tanto senno inanco ed un s'l diiaro lume (rinlellcllo si spense. Ma la forte sua aninia sovraslo a' patimcnli del corpo, come il corag- gio del nocdiiero sovrasla allc Iremende agilazioni del mare. II niondo gii fuggiva dinanzi con lulte le sue va- nila, senza di' cgli mctlesse un sospiro. Era il 20 gcnna- io 18.'»7, ed Allio iJonanno, il dislinto medico, 1" ottimo piofcssore di clinica medica, I'liomo dolio c lilanlropo, era gia una memoria. All perclie spielnia la mortc ci lo- glie prima i niigliori e lascia ingombra la terra di lanti

rci '

La sua perdita irreparabilc ha lasciato un vuoto in

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mezzo a noi, o prcstanti Accademici. Si, noi abbiamo pcr- duto un csiniio collaboralore cd aniico, la palria un in- tegerriiuo cilladino , le scicnzc e le letterc un insigne ornamcnlo. E chi polrebbe lamcnlarne abbastanza? chi saprebbe qui tultc enunicrare Ic singolari doli cbe lo di- slinsero? A'buoni fu ainico; a'malvagi mulo rimpro- vero : non ebbc rancore dellc invidic ; perdonb Ic offese ; coinpati I'ignoranza; non superb! del suo svarialo sape- re ; scrisse non per sele di gloria ma per dcsio d' esser utile. Qucslo fu Alfio Bonanno. Vedete, o Soeii, quante preclare virlu 1' ban fatlo dogno di riverenza ! E noi ricorderemo sempre con ossequio il caldo affello clie lo legava alia sua patria di clezione a qucsla Calania bella cbe I'ebbe fanciullello fra le sue mura, e I'cduco alia gloria con lanli nobili esenipi , e lo nulri di sapien- za e d'amorc; ricorderemo la purila e la saldezza dei suoi i)rincipi , i suoi buoni sludii non inlcrrolli mai per seconda o per av versa forluna, ed i suoi pregiali lavori deiringegno cbe comprendono lanla greca doUrina, e cbe diran pure a'posleri qual fosse I'animo di lui perciocche le opere della mente sono lo speccbio del cuore ; ricor- deremo infinc cb'egii non vende I'anima e la coscienza ai premii ed a'favori del mondo corrolto, e cbe seppe pur sempre anleporrc la verita alia mensogna, la francbczza alia simulazione, la generosila di sentire a tutte le bas- se e volgari j>assioni.

Si, 0 egregio noslro confralello, noi serberemo ge- losamentc nc'noslri pelti, pari a simbolo sacro, il pre- zioso retaggio dellc tue singolari virlii; e giuriamo di serbarlo inviolalo ed inviolabile sino a cbe non ci sara dalo di riporlo con noi medesimi la dove niuno osera piu d' invidiarcelo... nella lomba!

^3)33

(I) Infinite sono le scovcrlo fatlc in Italia intorno a tiitto ([iianto c relativo all' arte medico-cliinirgica ; e sarei iiiolto liingo sc tutte volcssi notarle : per dirno alcuii clio ricordo qui , come posso , clic in Italia appresc Arveo da Andrea Ccsalpino d'Arezzo, pro- fcssoro d'analoinia in Pisa, la dottrina della circolazionc ; ina qae- gli se ne usur|io la ijloria . cd il iionic ilalianu fii dinienticato ; in Italia sropriva 1' Asellio i vasi laltoi , cil il Fiorentino di Lucca nc perfezionava la scoverta, sebbene poi fossero surli a suoi coni- petitori per 1' antcriorila Rudbeck c Tomaiaso Bartoiino ; in Italia si trassc pure gran pro dal metodo clie, da un secolo, aveva gia anniinziato Marsilio Vicino, a cbiarire Aieppiu la sanguigna circola- zionc, 0 a meglio dire la trasfusione del sangue e la infusione dei niedicanienti nelle vene. E qui fa nieslieri rammentare clie di cio scrissc assai prima, cioe ncl 1(128 il padovano prorcssorc Colle: il quale precedeva cosi di ventino\e anni 1' inglese Wren, che co- me cosa nuova spacciavala in Londra nel 1 031.

E clie diremo delle scovcrle de'cclebri notomisti Alcssandro Acliillini da Bologna, Giacomo Derengario da Carpi nel modcnesc, Gianfdippo Ingrassia da Regaliiuto, professore di medicina ed ana- lomia in Padova ed in .\apoli , Realdo Colombo da Cremona , Ga- briele rallo|)|iio da Modena. Barlolomeo Eustacbio della Marca d'An- cona, Costanzo Varolio da Bologna, Gindamo Eabricio d' Acquapen- dente ? Clie diremo de' progressi di (|uella parte della cbirurgia, la quale negli ultimi tempi ha fatto tanlo rumorc in Prussia , in Ingbilterra ed in Francia, I'^arte cioe di riformare le parti mutila- te ? quell' arte prcgcvolissima fin da' tempi di Parco trovata in Ha-

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lia, c soprnatamentc in Tropoa di Calabria , c die nel sccolo XV fece protiig'ii nellc mani di Vinccnzo Viatica, di Maida, di Bajoni. de'Branca, padre e figlio siciiiani, amniirabili per la deslrczza nel supplirc al naso, allc oreccliie cd al labro niutiiali ? E qui pure e da ricordarc clie nel secolo XIV la frcnologia fu iiilravedula dal bolognesc Jloiidini, il quale coiisiderando il ccrvello come coinpo- sto di taiile celleltc, locava in ciasciina di esse una fiinzione par- ticolnre; c clic nel secolo XVII la cefalogia del Glierardelli anlici- pava le idee di Gall, poiclie commcndo f aulore sin da'suoi tempi la cranioscopia.

Ma dove trascorrerei so di tnlti i trovati italiani, intorno alle dcttc scicnze, volcssi io favellarc ? BaslcrebI)ero i soli nomi di Mor- gagni, Mascagni Rasori, Boi'da, Revia, Carminali, Berlinghieri, Gero- mini, Pivati, Tommasini, Bianchi, Halacarne , Scarpa, Speranza, Bufalini, ed altri famosi professori per far gloriosa la bella Penisola!

(2) La maggior parte di coloro clie si distinsero ncUa medi- cina c nelle scienze natural! in altrc parti di Europa, furono a stii- diare od a professare in Italia. II Paracelso infatti, osserva il prof. Cav. Do Renzi, nella sua prcfazione alia Chirurgia Grande, confessa clie studio in Italia. Cosi. pure Foreslo studio in Bologna, in Roma ed in Padova ; Solcnandro in Roma, in Pisa ed in Ferrara : Lan- gio a Pisa, dove si ebbe la lanrea dottorale, dopo aver fatto tcso- ro dellc lezioni di Leoniceno c di Vigo ; Curnio studio in Padova ed in Pavia ; Zwingcr in Padova ed in altre universila d' Italia ; Li- nacro a Firenze ed a Roma ; Brucco era allievo delle scuole d' I- talia, (|ual fu pure Dassenio prinio confutatore di Paracelso ; Roy- sler fu disceiiolo di Falloppio e di Eustacliio ; lobei't fu allievo di Argentieri a Torino ; Gaspare Baluiino dell' Ac(|uapendenle ; Eyens di Jlcrcuriale , di Aranzio , di Aldrovandi e di Tagliacoz- zi Slruzio studio e fu laureato. in Padova : anchc Erasto stu- dio per nove anni in Padova ed in Bologna, dove si ebbe la lau- rea dottorale ; Monavio studio uelle italiane univcrsita , come fece anclic Pratis, die quivi si laureu Servilo frequcnlo i dolli d' Ita- lia prima di passare noUa Svizzcra c nella Francia, indi a die fu bru- ciato vivo a ii anni in Ginevra; Parco segui Farmata francese in Italia, e da Fenii, da Maggi e da allri chirurgi italiani appresc le dotlrine die si professavano intorno alle ferite delle armidafuoco; ed ancbe Cornelio Agrippa fu in Italia, e vi guerreggio per sette anni ; ed ivi studio la lilosofia c la medicina; vi ritorno poi un' allra volta, e professo ancbe le scicnze in Torino ed in Pavia. Infine Do- doneo fu piii voile a visitarc le scuole d' Italia ; Amato Lusitano stu-

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ilio e professo in Bologna, c Rodrigo da Fonzeca fii professore a Pisa ed a Padova.

(S) Quell' iipcra vijlla in italiann fu pnbblicata prima in Cata- nia ni'l lis IS e poscia in iVapoli ncl l.S2.">. I piornali clic ne lo- danino la Iradiizionc c le note del I5onanno luroni) ([iicsti: il Fo- (jlio iiiedico-chiritr(jic 0 iV linfin'iil; n. 20 anno 1820. il Oior- nah' Eiiciclopedico di Napoll n. 20. niairsiio 1820. il (Hor- iiale medico iSapolHano n. 33. gingno 1 820. La Gnz-zctla me- dira di Roma del dctlo anno n. 13. cd il tiiornnle di Scienze Lelteri' ed Aiii por la Sicilia Palermo anno 5" lunneri 110. HI, agosto e sellcmliic I83TI.

(4) Qiiclla memoria fu inscrila nel volume 5" degli alti del- I Accademia Gioenia anno 1831. .\ella rchizione acuadeniica del 1832 c nel Prospello delle Scienze c della Lelteratnra del secolo XIX scritio dal Cav. i^alvalore Scnderi, prof, di Economia Politica fPalcrnio 1838) .si giiidieo ulilissima c degna d' eniomio Inollre il diligcnle medico signor PieliD Anliinio Rarliera in un suo opu- scolo sitir iiMt tlei pepc ncro ( Palermo 18151) si'viv(!Va <|ne5le pa- role. « II doltor (lervello, incaricato dail' Accademia di Scien/.e me- diclie di Palermo a dare rapporlo della memoria del Doltor Ronan- no, signifieava a lulto il Corpo Accademico nella sednia del 22 gen- najo 1832 tniti i pregi die raocliindeva in se la fatica del nostro Siciliano, ed animava i colleglii a secondare le (ilanlropiclic mire del Prol'i'ssiir catancse ; ed il Cervello sin d" allnra non manco di adibire il preconizzato anlilVliiirile ovunipie il destro glienc veniva: e ne restava a|i|)icno soddisl'atto, avendone ottenuto perfette guari- gioni di antichissime ed ostinate febbri di periodo. Tiitle qneste no- lizie io racroglieva in una delle lezioni particolari di medicina ])ra- tica dellate dal jircdcllo signor Cervello , C ben loslo mi nacque vagliczza di venirne al I'atto )).

(5) Le cennale Itijlcssii^ii mediche si evulgarono in Catania jiei lipi di G. Pajipalardoncl 1832. F, neilc I'-jfemeridi Srieiilifidie e Let- terarie per la Sieilia (Palermo dicembre 1832 n. 12; se ne scris- se cosi:

!( II nostro Bonanno non abbarbagliato dalla farraggine di sc- duccnti conoscenze di eni va do\iziosamenlc adorno, lia sapulo, qual peccliia induslriosa, cogliere lambrosio li(|uore di una sennata me- dico-sperimentale fdosoliii, non die da' giudiziosi classici s'l antidii die moderni, ma benandie da'.j)ericolosi I'autori d' e?dusivo siste- ma. L' opera lia per iscopo di rellilicare le conoscenze della gio- venlii illusa d' ammaliante spirito di sistenia, dimoslrandole con ma-

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turitii d' ingegno T errore die Tha prcvalso, e spianandolo una vis pill alta a rinvenirc per qiianto e possibile il campo della veritii. Invitiamo inlanto i bravi medici a leggere 1' opera del dotlor ca- tanese, perclic si addice aiie loro vcdiite, e precipuamente invitia- mo i sistematici c laddiscente giovenlii afTinclie gli uni abbando- nino gVidoii ddh biro teoric, e gli altri, scortati da si saggio mae- stro, battano il drillo scntiero della osservazione c della esperienza )). II Narbonc nclla Sloria d' ogni filosofia di Giovanni Andres, da lui compendiata ed annotata (toni. cap. medictJta sicula) I'egregio Dollor Rocco Piiglicsi in un suo Discorso Palologico- pralko, sopra duo aforismi d'Ipiiocratc (Palermo 1835) ed il Gior- nale di Scienze Letterc ed Arli per la Sicilia (1837) tributarono ancli' essi le dovute lodi al noslro Professore.

(6) Giornale di Scienze Leltere ed Arti per la Sicilia anno su- detto 1831.

(7) Quest' allro discorso fu pubblicato , per disposizione del Real Istitulo d rncoraggiamento di Palermo, nel n. 3.'i dclle delte Effemmdi Scienlifiche a Lelterarie per la Sicilia 1833 e poi merito d'essere ristampato nel torn. 8" bimestre del Giornale del Gabinelio Lclterario dell' Accademia Gioenia. Nel cennalo Pro- spcUo delle scienze c lettere in Sicilia in queslo secolo, se ne fece disamina, e si disse lavoro imporlanle ; c nel Contemporaneo, gior- nale di scienze c leltere di Palermo (n. 9 maggio 1841) toccan- dosi d' una teoiia soslcnnta dal prof. Anzaldi da Mazzarino sulle cagioni delle lebbri intermiltenti , vennc citato il noslro Ronanno insiemc ad alcuni somnii medici di Europa per 1' anterioritii della doltrina con quesle parole ». Questa teoria prima assai dello An- zaldi, era gia slata sancita da Broussais, Roclie, Bufalini, Ronanno Humboldt, Seguin, Ga\-Lussac, Lind, G. P. Franck, Morelli, Scliu- nuier ed altri. « E fmalmentc il Cb." Professore Agatino Longo in una mcmoria letta alia Societa Economica nel 1849 ne raccoman- dava come utilissima la lettura.

Mi place, a qiicsto proposito, di ricordare clic da recente si e pubblicato dal nostro onorevole socio, Prof. Giuseppe Antonio Gal- vagni, un TraUato pralico mile malaUie d' intossicaz-ione paluslre, foadalo sulle ossenazioni diiiiche raccolle In Sicilia dall' autore. Tale Iraltato, a delta de'conoscilori dell' arte, contiene molte novitii c perfezionamenli e per le une e per gli altri presenla un pro- gresso notevole, indicando il movimento attuale della patologia pa- lustre. II chiarissimo Prof. Cav. M. Semniola scrivea da iVapo/i , che il Galvagni ba trattato 1' argoraento in modo nuovo e comple-

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Irt sia ppr lo malorio. sia iter I' (irdirio, sia jxt la cliiaicz/.a della t'sposi/.ione; e I' cjircjrio I).'" M. lidiiacrorsi [ii'dI'. di I'alolojiia iH'.- iicrale c ti'ra|)('iitica in ((iiesla Hciiia I'liivei'sila di sliidii. ha prono- slicalo die la della opera, alleso il suo merilo seicnlilico ed ar- tlstico, fisserii un' era iiclla scienza, c rcstcra tra le poclie ciie slaii salde al vol^'erc de' tempi ed al rimiilnre delle opinidni.

(8) Geiiovesi Lezioni di Eeoiioniia pdlitica I'arte Cap. XXI.

(0) Kanione e I'ilia Kranima Calaiiia IS;!!* pei lipi di Pielni Giiinlini Vedi la cilala letlera del 1S2(>.

(10; 11 Caronda Fciiilio jieriodieo in Catania Anno 1. n. I,'> 1839 c n. 2" anno sccondo 1840.

(W) Vila de'lrc sanli fralelli .Mfio, Filadelfo c Cirino Scrilta (ial doltor AKio Bonanno Catania da' lipi de' Uegi Sludii 1840.

(12) L' esiniio Prof. Cav. Aji'alino Longo c sucrediito dei^na- luente al lionanno nelT onorevole nllizio di i^e^relario perpeluo della Societii Eeononiiea di (piesla I'rovincia: e neila Itelazione de lavori (ieir anno ventcsirnoipiinlo di cssa Socielu ( niaggio 1857) lia egli dato, giiista 1 regolanienti, un pregevole articolo necrologico del suo predecessorc. E una scrilta elegante c commendevole per sem- plicilii, cliiarezza di sliie e dignila di paridc.

(13) Letlere .';iiH Iporondria del D." Allio Bonanno. Calania 184] pe'lorejii d('' Itegii J^liidi.

(14) Giornale del Caliinetto Eetlerario deU' Accadcmia Gioenia n. Gel fasc. giugno e luglio 1834. .Nello Spettatore ZancU'-o, giornale di Messina anno 3" n. 33 posta a disamina una di (|uelle Rcldzioni , ill rilennta degnissima per molli cajii , riconoscen- dosi r autore inolto avanli in latlo di econoniiehe (lollrine, e degno Huiiidi del carico the indosj^ava nella ?^oeiela Econoinica di ([ucsta Pro\intia. E nelle anziddle llffciwvidi si coiRliiiideva co.s'i ). Ali- biain noi niolto a lodarei dell ingegno del Bonanno, colto ed eriidi- to scrittore, clic nclle scienzc niediclic gode d' una vantaggiosa rl- pntazionc : per cui ha mcrilato di seder Segretario presso la So- cietii Eeononiiea di Catania, la (|uale puo servire di modello a tutte le allre Societa Econoniii he della Sicilia ); Efl'. n. 43 gennajo 1837.

(1">) L' illustrc Prof. Cav. Scuderi ncl surriferilo Pcos/x'f/o dol- le sc/ejir-(! scrivcva qiiesle parole f. ()uanto alio lodevoli I'aliche del- la Societa Eeononiiea di Catania nel (|uin(iuennio corso dalla sua fondazione, se ne lia nii chiarissinio atleslato nclle cinque relazio- ni accadeniiche, giii dale in luce e prununziate nel di 30 maggio d' ogni anno dall' otlimo Segretario perpeluo Dotlor Alfio Bonanno.

ITTI iCC. vol. .\1V. W

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a ciii allribuir si dcve il singolar nicrito di un esimio saporc nclle scienze economiclie cd ngrarie, e di iin zclo iiifaticabilo nell' adein- pimento dclle imporlanlissirae cure ciic gii soiio state alTidate «. Eft', n. .')()— maggio 1838.

(16) La Dcpulazioiie di qucsta Regia Universita degii studii essendo stala incaricata dalia Commcssione di Puitblica Islruzione di Palermo a rifcrirc sii' mcriti del Bonanno (clie avcva cliiesta sen- za concorso la catledra di dinica niedica ) rispondcva al Presiden- Ic della detta Commessione nel d'l 4 dicenibra 1841 ne'seguenti ter- mini :

« I meriti scicntifici del Dotlor Alfio Bonanno sarebbcro suffi- cienli a farlo raccomandare presso il Real Governo, ed aversi per avventnra dispensato il concorso, onde ottenere la cattedra di cli- nica medica in qucsta Regia Universita. Tanli travagli da lui durali in fatlo di medicina pratica, le slanipe da lui pubblicate, il modo con die sono state accolte ed elogiatc, c grimpiegbi da lui soste- nuli, lutlo concorre a sliniarlo uno de' conlemjilati dalla legge del 1839 per cui si credo non essere bisngno di esanie od esperinien- )o di sorta ad accertarsi il servizio della pubblica istruzionc n.

Dopo alcun tempo fu nnminalo Professore inlerino della catte- dra suddotia in virtii di appnsito Reale Rescritto ed egii disim- pcxjnh indcfessametile /' inmrko con oyni zclo ed allicilk, e con moUa dotlrina ed utile della (jioventh addetta alio sludio della medicina. Cosi fu alteslato d.il Segretario Cancellierc del ginna- sio e cos'i fu da quanli il conobbero e lo ascoltarono, confermato.

Al presente qnelia cattedra e merilamentc occupata dall' otti- .mo medico Dottor Mario Geramellaro, clie qual Professore sostituto, lia mostrato esser ben degno di succedere al Bonanno in quell' im- portante ministero.

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Uclazionc doi Travajrli scierttifici escgiiili ncll' anno XXXIII del- r Accadcniia Giocnia di Scicnzc iXatunili in Catania, scrit- la dal Sogrelario Gencrale dclla medcsima Francesco Tor- nabonc Casincsc pag. 1

Flora (U'i Dinlorni d'Avola del Socio corrispondcnlc Giuseppe Bianca, Momoria X." die conlicnc la doscriziono dellc ])ian- te conipresc ndia dassc Diadclpliia (Conlinua/.ione e line) -i 23

Sul Gradnale Soilcvamcnto di una parte deila cosla di Sicilia dal Simclo all'Onobola, per il Socio ordinario Gaclano Gior- gio Genimellaro » 81

In nuovo goncre di Mollusclii dclla faniiglia delle Nerilidc dc-

scrilto da Gtigliclino Guiscardi « 99

Nota snl Fcrro Oligisto di Monte Corvo su I'Elna, per Gaetano

Giorgio Geninielluro » 105

Dcscrizione di alcune specie Malacologichc nuove die vivono

ncl nostrolitloralc31cnioria 2°, per Salvalore Biondi Giunti » 113

Intorno FEssenza e la Patagpnosi ddic fcblui intermillonli e di duo cure operate ndlo Spcdalc di S. Spirito in Koma mc- dianlc I Flellro-lorej>ia, Menioria del Dutlor Kpaniinonda Abate » 123

Intorno alia Cura dclla Blenorrea del Sacco lagrimale, Momo- ria di Alessandro Quadri da iVapoIi h 141

Sul Profondamenio del Suolo ncl Cratcrc dell'Etna. Cenno del

prof. Carlo Geninidlaro )) 149

Sopra una nuova forma di cbiustira permanentc dclla Bocca,

Osscrvazioni ])ratidio di Kuplio Ileina » 161

La Vulcanologia doll' Etna die comprcnde la Topografia , la Geologia , la Storia ddIc sue eruzioni, non die la dcscri- zione e lo esame do' fonomoni vulcanici , del socio Carlo Geninidlaro » 183

Elogio Accadeinico del prof. Alfio Bonanno, per Vinccnzo Per-

colla )) 351

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