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DELLA
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R. ACCADEMIA DELLE SCIENZE
DI TORINO
PUBBLICATI
DAGLI ACCADEMICI SEGRETARI
DELLE DUE CLASSI
n
VOLUME DECIMOQUINTO
1879-80
———
STAMPERIA REALE DI TORINO
DiI.G. BIN PARASYVMATRE O.
1879
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ELENCO DEGLI ACCADEMICI
RESIDENTI, NAZIONALI NON RESIDENTI, E STRANIERI
al 31 Dicembre 1879
DI
PRESIDENTE
Ricorti (Ercole), Senatore del Regno, Maggiore nel R. Esercito,
Professore di Storia moderna nella R. Università, Presidente
della R. Deputazione sovra gli studi di Storia patria, Socio della
R. Accademia delle Scienze di Monaco in Baviera, Gr. Uffiz. &,
Gr. Cord.@, Cav. e Cons. &; ©.
VICE - PRESIDENTE
RicaeLmy (Prospero), Professore di Meccanica applicata e
Direttore della Scuola d’Applicazione per gl’ Ingegneri, Socio
della R. Accademia di Agricoltura, Comm. #, Uffiz. ©.
TESORIERE
VICE- TESORIERE
Manno (Barone Antonio), Membro e Segretario della R. Depu-
tazione sovra gli studi di Storia patria, £ e Uffiz. ©.
4 ELENCO DEGLI ACCADEMICI
CLASSE
DI
SCIENZE FISICHE E MATEMATICHE
DIRETTORE
Derponte (Giovanni Battista), Dottore in Medicina e in Chi-
rurgia, Professore Onorario di Botanica nella R. Università, Socio
della R. Accademia di Agricoltura, Uffiz. #, e Comm. ®.
SEGRETARIO PERPETUO
Sosrero (Ascanio), Dottore in Medicina ed in Chirurgia,
Professore di Chimica docimastica e Vice-Direttore della Scuola
d’Applicazione per gli Ingegneri, Membro del Collegio di Scienze
fisiche e matematiche, Presidente della R. Accademia di Agri-
coltura, Comm. &, &, Uffiz. ®.
Accademici residenti
Sosrero (Ascanio), predetto.
RicueLMy (Prospero), predetto.
DeLronte (Giovanni Battista), predetto.
Genoccm (Angelo), Professore di Analisi infinitesimale nella
R. Università, Uno dei XL della Società Italiana delle Scienze,
Socio della R. Accademia dei Lincei, Uffiz. &,@©,%.
Lessona (Michele), Dottore in Medicina e Chirurgia, Pro-
fessore e Direttore de’ Musei di Zoologia, Anatomia e Fisiologia
comparate della R. Università, Socio delle RR. Accademie di
Agricoltura e di Medicina di Torino, Uffiz. £&, Comm. e.
Dorna (Alessandro), Professore d’ Astronomia nella Regia
Università, Professore di Meccanica razionale nella R. Militare
ELENCO DEGLI ACCADEMICI 5
Accademia, e di Geodesia nella Scuola Superiore di Guerra,
Socio corrispondente del R. Istituto Lombardo di Scienze e
Lettere, della R. Accademia dei Lincei, Direttore del R. Osser-
valorio astronomico di Torino, £*, Uffiz. e.
SaLvapori (Conte Tommaso), Dottore in Medicina e Chirurgia,
Assistente al Museo Zoologico della R. Università, Professore
di Storia naturale nel Liceo Cavour, Socio della R. Accademia
d'Agricoltura, della Società Italiana di Scienze Naturali, del-
l'Accademia Gioenia di Catania, Membro corrispondente della
Societa Zoologica di Londra, dell’Accademia delle Scienze di
Nuova-York e della British Ornithological Union.
Cossa (Alfonso), Dottore in Medicina, Professore di Chimica
agraria, e Direttore della Stazione agraria presso il R. Museo
Industriale Italiano, Socio della R. Accademia dei Lincei, del-
l'Accademia Gioenia di Catania, della R. Accademia di Agri-
coltura e Corrispondente del R. Istituto Veneto di Scienze,
Lettere ed Arti, Uffiz. £, e Comm. ®.
Bruno (Giuseppe), Dottore aggregato alla Facoltà di Scienze
fisiche, matematiche e naturali, Professore di Geometria de-
scrittiva nella R. Università, £.
Berruti (Giacinto), Ingegnere Capo delle Miniere, Direttore
dell’Officina governativa delle Carte-Valori, Uffiz. #, e Comm. &,
dell'O. di Francesco Gius. d'Austria, Cav. della L. d'O. di
Francia, e Comm. della Repubblica di S. Marino.
Curioni (Giovanni), Professore di Costruzioni nella Scuola
d'Applicazione degli Ingegneri, Dottore aggregato alla Facoltà
di Scienze fisiche, matematiche e naturali della R. Università,
Socio della R. Accademia di Agricoltura, *, e Uffiz. ©.
Staccr (Francesco), Capitano nellArma d’ Artiglieria, Pro-
fessore di Meccanica superiore nella R. Università, e di Ba-
listica nella Scuola d’'Applicazione delle Armi di Artiglieria
e Genio, Uno dei XL della Società Italiana delle Scienze,
Socio corrispondente della R. Accademia dei Lincei, £, e
Cav. ©.
6 ELENCO DEGLI ACCADEMICI
BeLLarpi (Luigi), Conservatore delle collezioni paleontolo-
giche presso il Museo di Geologia della R. Università degli
studi, Prof. di Storia naturale nel R. Liceo Gioberti, Uffiz. & ,
Cav. @, e dell’O. di Cristo del Portogallo, Membro di varii
Istituti scientifici.
Basso (Giuseppe), Dottore aggregato alla Facoltà di Scienze
fisiche e matematiche, Prof. di Fisica-matematica nella R. Uni-
versità, Cav. ©.
D'Ovipio (Enrico), Prof. ord. di Algebra e (Geometria ana-
litica e incaricato di Geometria superiore nella R. Università di
Torino, Cav...
Bizzozero (Giulio), Professore e Direttore del Laboratorio di
Patologia generale nella R. Università di Torino, Socio delle
RR. Accademie di Medicina e di Agricoltura di Torino, Socio
corrispondente del R. Istituto Lombardo di Scienze e Let-
tere, ecc., Cav. ©.
Accademici Nazionali non residenti
S. E. Menagréa (Conte Luigi Federigo), Marchese di Val
Dora, Senatore del Regno, Professore emerito di Costruzioni
nella R. Università di Torino, Luogotenente Generale, Amba-
sciatore di S. M. a Londra, Primo Aiutante di campo Onorario
di S. M., Uno dei .XL della Società Italiana delle Scienze,
Socio della R. Accademia dei Lincei, Membro Onorario del
Regio Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, del Regio Isti-
tuto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, ecc.; C. 0. S. SS. N.,
Gr. Cord. e Cons. &, Cav. e Cons. &, Gr. Cr. 8, @, dec. della
Med. d’oro al Valor Militare, Gr. Cr. dell’ O. Supr. del Serafino
di Svezia, dell'O. di S. Alessandro di Newski di Russia, di
Dannebrog di Dan., Gr. Cr. dell'O. di Torre e Spada di .Por-
togallo, dell'O. del Leone Neerlandese, di Leop. del Belg.
(Categ. militare), della Probità di Sassonia, della Cor. di Wur-
temberg, e di Carlo IM di Sp., Gr. Cr. dell'O. di S. Stefano
ELENCO DEGLI ACCADEMICI 7
d'Ungheria, dell'O. di Leopoldo d'Austria, di quelli della Fe-
deltà e del Leone di Zoehringendi Baden, Gr. Cr. dell'Ordine
del Salvatore di Grecia, Gr. Cr. dell’ Ord. di S. Marino, Gr. Cr.
degli Ordini del Nisham £/o0d e del Nisham //tigar di Tunisi,
Comm. dell’ Ordine della L. d'O. di Francia, ecc. ecc.
Serra (Quintino), Membro del Consiglio delle Miniere, Uno
dei XL della Società Italiana delle Scienze, Presidente della
R. Accademia dei Lincei, Gr. Cord. &, @, Cav. e Cons. &,
Gr. Cord. degli O. di S. Anna di R., di Leop. d’A., dell’Aquila
Rossa di Prussia, di Carlo III di Spagna, della Concez. di Port.,
del Mejidié di Turchia, e di S. Marino.
Brioscni (Francesco), Senatore del Regno, Prof. d'Idraulica,
e Direttore del R. Istituto tecnico superiore di Milano, Uno dei
XL della Società Italiana delle Scienze, Socio della R. Accademia
dei Lincei, Gr. Uffiz. &, ©, &, Comm. dell’O. di Cr. di Portogallo.
Govi (Gilberto), Professore di Fisica sperimentale nella R. Uni-
versita di Napoli, Membro del Comitato internazionale dei Pesi
e delle Misure, Socio della R. Accademia dei Lincei, della
R. Accademia d'Agricoltura di Torino, Uffiz. #, Comm. a.
Motescnort (Jacopo), Senatore del Regno, Professore di Fisio-
logia nella R. Università di Roma, Socio Onorario della R. Acca-
demia di Medicina di Torino, Socio corrispondente delle Società
per le Scienze mediche e naturali a Horn, Utrecht, Amsterdam,
Batavia, Magonza, Lipsia, Cherbourg, degli Istituti di Milano,
Modena, Venezia, Bologna, della R. Accademia dei Lincei a
Roma, delle Accademie Medico-chirurgiche in Ferrara e Pe-
rugia, Socio Onorario della Medicorum Societas Bohemicorum
a Praga, della Société medicale allemande a Parigi, della Società
dei Naturalisti in Modena, dell’Accademia Fisio-medico-statistica
di Milano, della Pathological Society di S. Louis, della Socredad
antropolojica Espanola a Madrid, Socio dell’Accademia Veteri-
naria Italiana, del Comitato: Medico-Veterinario Toscano, della
Société Royale des Sciences Médicales et Naturelles de Bruxelles,
Socio Straniero della Società Olandese delle Scienze a: Harlem,
ki) ELENCO DEGLI ACCADEMICI
Socio fondatore della Società Italiana d’Antropologia e di Etno-
logia in Firenze, Membro ordinario dell’Accademia Medica di
Roma, Comm. %, a.
Cannizzaro (Stanislao), Senatore del Regno, Professore di
Chimica generale nella Regia Università di Roma, Uno dei XL
della Società Italiana delle Scienze, Socio della Reale Accademia
dei Lincei, Comm. £, &, Uffiz. =.
Berti (Enrico), Professore di Fisica Matematica nella R. Uni-
versità di Pisa, Direttore della Scuola Normale superiore, Uno
dei XL della Società Italiana delle Scienze, Socio della R. Acca-
demia dei Lincei, Comm. &, &, Gr. Uffiz. ®.,
Scacc®i (Arcangelo), Senatore del Regno, Professore di Mine-
ralogia nella R. Università di Napoli, Presidente della Società
Italiana delle Scienze detta dei XL, Segretario della R. Acca-
demia delle Scienze Fisiche e Matematiche di Napoli, Socio della
R. Accademia dei Lincei, Comm. &, =, Gr. Uffiz. .
Bacapa pi S. Rosert, Conte Paolo, Uno dei XL della Società
Italiana delle Scienze, Socio della R. Accademia de’ Lincei.
Cornatia (Emilio), Direttore del Museo civico e Prof. di Zoo-
logia applicata nella R. Scuola Superiore di Agronomia di Milano,
Presidente del R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, Uno
dei XL della Società Italiana delle Scienze, Socio della R. Acca-
demia dei Lincei, Socio corrispondente dell’ Istituto di Francia,
Uffiz. &, &, Comm. &, di Sant Anna di Russia, ecc. ecc.
ScHIAPARELLI (Giovanni), Direttore del R. Osservatorio astro-
nomico di Milano, Uno dei XL della Società Italiana delle
Scienze, Socio del R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere,
della R. Accademia dei Lincei, dell’Accademia Reale di Napoli
e dell'Istituto di Bologna, Socio corrispondente dell'Istituto di
Francia (Accademia delle Scienze, Sezione Astronomia), delle
Accademie di Monaco, di Vienna, di Berlino, di Pietroborgo, di
Stockolma, di Upsala, della Società de’ Naturalisti di Mosca, e
della Società astronomica di Londra, Comm. *, &,, Comm.
dell'O. di S. Stan. di Russia.
ELENCO DEGLI ACCADEMICI 9
Accademici Stranieri
Dumas (Giovanni Battista), Segretario Perpetuo dell’Acca-
demia delle Scienze dell'Istituto di Francia, Gr. Cr. della L.
d’O. di Francia, a Parigi.
HeLwnoLtz (Ermanno Luigi Ferdinando), Professore nella
Università di Heidelberg, Socio corrispondente dell'Istituto di
Francia, a Parigi.
CHastes (Michele), Membro dell'Istituto di Francia, Comm.
della L. d’O. di Francia, a Parigi.
Darwin (Carlo), Membro della Società Reale di Londra.
Dana (Giacomo), Professore di Storia naturale a New Haven,
Socio corrispondente dell'Istituto di Francia.
Hormann (Guglielmo Augusto), Professore di Chimica, Membro
della Reale Accademia delle Scienze di Berlino, della Reale
Società delle Scienze di Londra, Corrispondente dell'Istituto
di Francia (Sezione di Chimica).
CaevreuL (Michele Eugenio), Membro dell'Istituto di Francia,
Gr. Cr. della L. d'O. di Francia, a Parigi.
Hermte (Carlo), Membro dell'Istituto di Francia, Uffiz. della
L. d'O. di Francia.
Scawann (Federico), Professore di Fisiologia nell’ Università
di Liegi, Socio corrispondente dell’Istituto di Francia (Acca-
demia delle Scienze, Sezione di Medicina e Chirurgia).
Jouce (G. Prescott), Membro della Reale Società di Londra.
10 ELENCO DEGLI ACCADEMICI
CLASSE
DI
SCIENZE MORALI, STORICHE E FILOLOGICHE
DIRETTORE
Box-Compagni (Cav. Carlo), Senatore del Regno, Ministro
plenipotenziario di S. M., Socio della R. Accademia dei Lincei,
Vice-Presidente della R. Deputazione sovra gli studi di Storia
patria, della Facoltà di Lettere e Filosofia, e Professore di Di-
ritto costituzionale nella R. Università, Gr. Cord. &, Cav. e
Cons. &, Gr. Cord. ©.
SEGRETARIO PERPETUO
Gorresio (Gaspare), Prefetto della Biblioteca Nazionale,
Dottore aggregato alla Facoltà di Lettere e Filosofia, e già Pro-
fessore di Letteratura orientale nella R. Università di Torino,
Socio Straniero dell’ Istituto di Francia, Socio della Reale Acca-
demia di Scienze e Lettere di Palermo, della R. Accademia
della Crusca, ecc., Membro Onorario della Reale Società Asia-
tica di Londra, Presidente della Società di Archeologia e Belle
Arti per la Provincia di Torino, Comm. &,=, Gr. Uffiz. ®,
dell'O. di Guadal. del Mess., e dell'O. della Rosa del Brasile,
Uffiz. della L. d’O. di Francia, ecc.
ELENCO DEGLI ACCADEMICI 14
Accademici residenti
Ricorti (Ercole), predetto.
Bon-Compagni (Cav. Carlo), predetto.
Gorresio (Gaspare), predetto.
Fagretti (Ariodante), Professore di Archeologia greco-romana
nella R. Università, Direttore del Museo d’Antichità, Socio cor-
rispondente dell'Istituto di Francia (Accademia delle Iscrizioni
e Belle Lettere), Socio della R. Accademia dei Lincei, Membro
corrispondente del R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere,
dell’Accademia di Archeologia, Letteratura e Belle Arti di Na-
poli, della R. Accademia della Crusca e dell'Istituto di Corri-
spondenza archeologica, Professore Onorario della Università di
Perugia, Membro e Segretario della Società di Archeologia e
Belle Arti per la Provincia di Torino, Uffiz. #, Comm. ®, &,
Cav. della Leg. d’O. di Francia, e C. O. R. del Brasile.
Peyron (Bernardino), Professore di Lettere, Bibliotecario Ono-
rario della Biblioteca Nazionale di Torino, *.
Varauri (Tommaso), Professore di Letteratura latina nella
R. Università, Membro della R. Deputazione sovra gli studi di
Storia patria, Socio corrispondente della R. Accademia della
Crusca e del R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti,
Comm. £, Cav. dell'Ordine di S. Gregorio Magno.
FLecnia (Giovanni), Professore di Storia comparata delle
lingue classiche e neolatine e di Sanscrito nella R. Università,
Socio della R. Accademia dei Lincei, Uffiz. &, e Comm. &, &.
CLaretta (Barone Gaudenzio), Dottore in Leggi, Socio e Se-
gretario della R. Deputazione sovra gli studi di Storia patria,
Membro della Società di Archeologia e Belle Arti e della Giunta
conservatrice dei monumenti d’Antichità e Belle Arti per la
Provincia di Torino, Ufliz. £, ©.
Biancni (Nicomede), Soprantendente degli Archivi Piemon-
tesi, Membro della R. Deputazione sovra gli studi di Storia
12 ELENCO DEGLI ACCADEMICI
patria delle antiche Provincie e della Lombardia, Membro cor-
rispondente delle Deputazioni di Storia patria delle Provincie
Modenesi, delle Provincie della Toscana, dell'Umbria e delle
Marche, Membro Onorario della Società storica Svizzera, della
R. Accademia Palermitana di Scienze e Lettere, della Società
Ligure di Storia patria, della R. Accademia Petrarca di Scienze,
Lettere ed Arti in Arezzo, dell’Accademia Urbinate di Scienze,
Lettere ed Arti, del R. Ateneo di Bergamo, e della R. Acca-
demia Paloritana di Messina, Gr. Uffiz. & , Comm. @, e Gr. Uffiz.
dell'O. di S. Mar.
Promis (Vincenzo), Dottore in Leggi, Bibliotecario e Conser-
vatore del Medagliere di S. M., Membro della R. Deputazione
sovra gli studi di Storia patria, e della Società d’Archeologia
e Belle Arti per la Provincia di Torino, Ispettore degli scavi
e monumenti d’antichità in Torino, £, Cav. ©.
Rossi (Francesco), Adiutore al Museo d’ Antichità, Prof.
d’Egittologia nella R. Università, Cav. ®.
Manno (Barone Antonio ), predetto.
BotLari (Federigo Emanuele), Dottore in Leggi, Direttore del-
l’Archivio di Stato, detto Camerale, Consigliere d’Amministra-
zione nel R. Economato generale delle antiche Provincie, Membro
della R. Deputazione sopra gli studi di Storia patria per le
antiche Provincie e la Lombardia, Socio Onorario della Società
di Archeologia e Belle Arti di Milano, Corrispondente dell’Acca-
demia storico-archeologica di Milano, della Società Lombarda
di Economia politica, della Società Ligure di Storia patria,
della Società Colombaria Fiorentina, della R. Deputazione di
Storia patria per le Provincie della Romagna e della Società
per la Storia di Sicilia, Uffiz. £& , ®.
ScuiapareLLI (Luigi), Dottore aggregato, Professore di Storia
antica, e Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia nella
R. Università di Torino, *, Comm. ®.
Pezzi (Domenico), Dottore aggregato e Prof. straord. nella Fa-
coltà di Lettere e Filosofia della R. Università di Torino, Cav. &.
ELENCO DEGLI ACCADEMICI 13
Ferrero (Ermanno), Dottore in Giurisprudenza, Dottore aggre-
gato «alla Facoltà di Lettere e Filosofia della R. Università di
Torino, Membro della Società d’Archeologia e Belle Arti per
la Provincia di Torino, Membro IR nr dell’Imp. Instituto
Archeologico Germanico, Cav. ©.
CarLe (Giuseppe), Dottore aggregato alla Facoltà di Leggi,
Professore ordinario della’ Filosofia del Diritto nella R. Uni-
i versità, Cav. ®.
Accademici Nazionali non residenti
CaruttI DI Cantogno (Barone Domenico), Consigliere di Stato,
Membro della R. Deputazione sovra gli studi di Storia patria,
Socio e Segretario della R. Accademia dei Lincei, Socio Stra-
niero della R. Accademia delle Scienze Neerlandese, Socio cor-
rispondente della R. Accademia Lucchese, ecc., Membro del
Consiglio degli Archivi, Gr. Uffiz. #, Cav. e Cons. &, Gr. Cord.
dell'O. del Leone Neerlandese e dell'O. d’Is. la Catt. di Sp. e
di S. Mar., Gr. Uffiz. dell'O. di Leop. del B., dell'O. del Sole
e del Leone di Persia, e del Mejidiè di 22 cl. di Turchia, Gr.
Comm. dell'O. del Salv. di Cr., ecc
Amari (Michele), Senatore del Regno, Professore emerito
dell’Università di Palermo e del R. Istituto di Studi superiori
di Firenze; Dottore in Filosofia e Lettere delle Università di
Leida e di Tubinga; Socio della Reale Accademia dei Lincei in
Roma, delle RR. Accademie delle Scienze in Monaco di Baviera
e in Copenhagen; Socio Straniero dell'Istituto di Francia
(Accademia delle Iscrizioni e Belle Lettere); Socio corrispon-
dente dell’Accademia delle Scienze in Palermo, della Crusca,
dell’ Istituto Veneto, della Società Colombaria in Firenze, della
R. Accademia d' Archeologia in Napoli, dell’Accademia di Scienze,
Lettere ed Arti in Lucca, della R. Deputazione di Storia patria
per le Provincie Parmensi, di quella per le Provincie Toscane,
dell'Umbria e delle Marche, delle Accademie Imperiali di Pie-
troborgo e di Vienna; Socio Onorario della R. Società Asiatica
14 ELENCO DEGLI ACCADEMICI
di Londra, delle Accademie di Padova e di Gottinga; Presidente
Onorario della Società Siciliana di Storia patria e Socio Onorario
della Ligure, della Veneta e della Societa storica di Utrecht;
Gr. Uffiz. #, e Gr. Croce @, Cav. e Cons. &.
Reywonp (Gian Giacomo), già Professore di Economia Poli-
tica nella R. Università, &.
Ricci ( Marchese lfatteo), Uffiz. &., a Firenze.
Minervini (Giulio), Bibliotecario e Professore Onorario della
Regia Università di Napoli, Segretario generale perpetuo del-
l'Accademia Pontaniana, Socio Ordinario della Società R. di
Napoli, Socio della R. Accademia dei Lincei, Corrispondente
dell'Istituto di Francia (Accademia delle Iscrizioni e Belle Let-
tere), della R. Accademia delle Scienze di Berlino, ecc., Uffiz. &
e Comm. &, Cav. della L. d'O. di Francia, dell’Aquila Rossa
di Prussia, di S. Michele del Merito di Baviera, ecc.
De Rossi (Comm. Gio. Battista), Socio Straniero dell'Istituto di
Francia (Accademia delle Iscrizioni e Belle Lettere), e della
R. Accademia delle Scienze di Berlino e di altre Accademie,
Presidente della Pontificia Accademia Romana d’Archeologia.
Canonico (Tancredi), Professore, Consigliere della Corte di
Cassazione di Roma e del Consiglio del Contenzioso diploma-
tico, £&, e Comm. a.
Canrò (Cesare), Membro effettivo del R. Istituto Lombardo,
Soprantendente degli Archivi Lombardi, Socio della R. Acca-
demia della Crusca, della R. Accademia dei Lincei, dell’Acca-
demia di Madrid, Corrispondente dell'Istituto di Francia e
d'altri, Comm. &, &, Cav. e Cons. &, Comm. dell'O. del C. di
Port., Gr. Uffiz. dell'O. della Guadalupa, ecc., Officiale della
Pubblica Istruzione e della L. d'O. di Francia, ecc.
Tosti (D. Luigi), Abate Benedettino Cassinese, Socio Ordi-
nario della Società Reale delle Scienze di Napoli.
Siorto-Pintor (Giovanni) Nobile Cagliaritano, Senatore del
Regno, Presidente Onorario di Corte di Cassazione, Gr. Uftiz. *,
Comm. a, Comm. dell'O. supremo di Takovvo di Serbia, ecc.
ELENCO DEGLI ACCADEMICI 15
Accademici Stranieri
Mowmwsen (Teodoro), Professore di Archeologia nella Regia
Università e Membro della Reale Accademia delle Scienze di
Berlino, Socio corrispondente dell'Istituto di Francia (Accademia
delle Iscrizioni e Belle Lettere).
Muccer (Massimiliano), Professore di Letteratura straniera
nell’ Università di Oxford, Socio Straniero dell'Istituto di Francia
(Accademia delle Iscrizioni e Belle Lettere):
Mianer (Francesco Augusto Alessio), Membro dell'Istituto
di Francia (Accademia Francese) e Segretario Perpetuo del-
l'Accademia delle Scienze morali e politiche, Gr. Uffiz. della
L. d'O. di Francia.
Renier (Leone), Membro dell'Istituto di Francia (Accademia
delle Iscrizioni e Belle Lettere), Uffiz. della L. d'O. di Francia.
Eccer (Emilio), Professore alla Facoltà di Lettere di Parigi,
Membro dell'Istituto di Francia (Accademia delle Iscrizioni e
Belle Lettere), Uffiz. della L. d’O. di Francia.
Bancrorr (Giorgio ), Socio ‘corrispondente dell’ Istituto di
Francia (Accademia delle Scienze morali e politiche).
Wirre (Barone Giovanni Giuseppe Antonio Maria De),
Membro dell'Istituto di Francia (Accademia delle Iscrizioni e
Belle Lettere), a Pari.
LoneréRIER (Enrico Adriano Prevost De), Membro del-
l Istituto di Francia (Accademia delle Iscrizioni e Belle Let-
tere), a Parigi.
Gresorovius (Ferdinando), della R. Accademia Bavarese delle
Scienze in Monaco.
16 ELENCO DEGLI ACCADEMICI
MUTAZIONI
avvenute nel Corpo Accademico dal 30 Giugno 1878
al 31 Dicembre 1879.
MORTI.
5 Gennaio 1879.
GastaLpi (Bartolomeo), Professore di Mineralogia nella Scuola
d’Applicazione per gl Ingegneri in Torino, Uno dei XL della
Società Italiana delle Scienze, ecc., Uffiz. &.
20 Aprile 1879.
GruiringHELLO (Giuseppe), Dottore aggregato in Teologia, Pro-
fessore emerito di Sacra Scrittura e Lingua Ebraica nella
R. Università , Uffiz. &, e Comm. ®.
8 Agosto 1879.
GareLLi (Vincenzo), Dottore aggregato della Facoltà di Let-
tere e Filosofia nella R. Università, Uffiz. #, e Comm. &.
23 Dicembre 1879.
CAVALLI (Giovanni), Senatore del Regno, Tenente Generale,
Gr. Croce £, @, ecc.
ELEZIONI.
D'Ovipio (Enrico), Professore d’Algebra e di Geometria ana-
litica nella R. Università, Cav. &, eletto il 29 Dicembre 1878
Accademico Nazionale residente nella Classe di Scienze fisiche
e matematiche,
ELENCO DEGLI ACCADEMICI 17
ScniaprareLLI (Luigi), Dottore aggregato, Professore di Storia
anlica e Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia nella
R. Università di Torino, eletto il 5 Gennaio 1879 Accademico
Nazionale residente nella Classe di Scienze morali, storiche e
filologiche.
Siorto-Pinror (Giovanni), Senatore del Regno, Gr. Uffiz. #,
Comm. @, eletto il 5 Gennaio 1879 Accademico Nazionale
residente nella Classe di Scienze morali, storiche e filologiche.
Pezzi (Domenico), Dottore aggregato e Professore straordi-
nario nella Facoltà di Lettere e Filosofia della R. Università
di Torino, eletto il 18 Maggio 1879 Accademico Nazionale resi-
dente nella Classe di Scienze morali, storiche e filologiche.
Ferrero (Ermanno), Dottore in Giurisprudenza, Dottore aggre-
gato alla Facoltà di Lettere e Filosofia della R. Università di
Torino, eletto ii 18 Maggio 1879 Accademico Nazionale resi-
dente nella Classe di Scienze morali, storiche e filologiche.
Bizzozero (Giulio), Professore di Patologia generale nella
R. Università, eletto il 25 Maggio 1879 Accademico Nazionale
residente nella Classe di Scienze fisiche e matematiche.
Carte (Giuseppe), Dottore aggregato alla Facoltà di Leggi,
Professore ord. della Filosofia del Diritto nella R. Università,
eletto il 7 Dicembre 1879 Accademico Nazionale residente nella
Classe di Scienze morali, storiche e filologiche.
Gregorovius (Ferdinando), della R. Accademia Bavarese delle
Scienze in Monaco, eletto il 21 dicembre 1879 Accademico
Straniero nella Classe di Scienze morali, storiche e filologiche.
-
18 ELENCO DEGLI ACCADEMICI
ELEZIONI DI UFFIZIALI.
Ricorri (Comm. Ercole), Senatore del Regno, eletto il
9 Marzo ed approvato con Decreto Reale del 27 dello stesso
mese 1879 alla carica triennale di Presidente dell’Accademia.
RicueLmy (Comm. Prospero), eletto il 9 Marzo ed approvato
con Decreto Reale del 27 dello stesso mese 1879 alla carica
triennale di Vice-Presidente dell’Accademia.
DeLronte (Comm. Giambattista), eletto il 26 Gennaio 1879
alla carica triennale di Direttore della Classe di Scienze fisiche
e matematiche.
Box-Compagni (Comm. Carlo), Senatore del Regno, eletto
il 20 Aprile 1879 alla carica triennale di Direttore della
Classe di Scienze morali, storiche e filologiche.
Soci passati nella Categoria de’ Nazionali non residenti.
Motescnort (Comm. Jacopo).
Storto-Pintor (Comm. Giovanni).
——_ _Q>-IE 3—_————
CLASSE
DI
SCIENZE FISICHE E MATEMATICHE
n—
Novembre 1879.
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.
CLASSE
DI SCIENZE FISICHE E MATEMATICHE
Adunanza del 16 Novembre 1879.
PRESIDENZA DEL SIG. COMM. SENATORE ERCOLE RICOTTI
Il Socio Comm. Alfonso Cossa legge alla Classe la se-
guente Nota
CRISTALLI MICROSCOPICI
DI RUTILO
CONTENUTI IN UNA ECLOGITE DI VAL TOURNANCHE.
Tra le roccie che raccolsi in una escursione fatta nello
scorso autunno insieme all’egregio collega Ingegnere Giacinto
Berruti nella Valle Tournanche, fermò specialmente la mia
attenzione una bella eclogite che trovammo allo estremo nord
della valle alle falde del versante italiano del monte Cervino.
L'elemento principale di questa roccia è un minerale az-
zurro che riconobbi per le sue proprietà ottiche e pei suoi ca-
ratteri chimici identico alla Gastaldite scoperta nel 1875 dal
Prof. StruEvER a Brosso nella valle d’Aosta e da me analizzata
(Vedi Mem. dell’Accademia dei Lincei, 1875 e RammeLsBERG, Mine-
raichemie 24 Auflage, pag. 682). i
È mia intenzione pubblicare una memoria dettagliata sulla
composizione di questa roccia. Intanto però mi preme di far
conoscere alcune ricerche eseguite sopra uno dei suoi compo-
nenti accessorili.
Quando si esamina al microscopio una sezione molto sottile
della eclogite gastalditifera di Val Tournanche, si osserva che
essa è irregolarmente disseminata di cristallini di color giallo-
bruno, birifrangenti e che presentano nella luce polarizzata i
22 A. COSSA
caratteri di una sostanza dimetrica. Io ritenni questi cristalli
come formati da zircone, ma il chiarissimo Professore H. Ro-
seNBUSCH, al quale comunicai un preparato microscopico della
roccia di Val Tournanche, con una sua lettera del 20 ottobre
1879, ebbe la cortesia di richiamare la mia attenzione su
questi cristalli, osservandomi che molto probabilmente, a suo
parere, essi piuttosto che da zircone, potevano essere formati
da rutilo, e m’invitò pertanto a fare su questo proposito delle
ricerche chimiche.
Accettai di buon grado il consiglio dell’ ottimo collega,
tanto più che dopo le belle osservazioni del Dott. SAUER
(Neues Jahrbuch fur Mineralogie 1879, S. 569) questo argomento
riesce molto importante per la petrografia.
I risultati dei saggi chimici che ora descrivo brevemente
confermarono in modo indubbio le previsioni del Prof. Ro-
SENBUSCH. A
Polverizzai finamente circa 40 grammi della eclogite di
Val Tournanche, e feci in seguito digerire la polvere con
acido fluoridrico diluito, per 48 ore alla temperatura del
bagno-maria. — Evaporai a secchezza e scomposi i fluoruri
con acido solforico diluito. Dopo queste operazioni rimase un
residuo pulverulento di un colore bianco-grigiastro, che trattai
con acido cloridrico, e dopo averlo accuratamente lavato sot-
toposi a ripetute levigazioni con una soluzione conveniente-
mente preparata di ioduro mercurico nell’ioduro potassico
(Metodo di FouqueT) (1). Così potei facilmente separare una
sufficiente quantità di una polvere cristallina di color giallo-
bruno. Esaminata al microscopio essa risultò quasi totalmente
formata dai piccoli cristalli che voleva far oggetto d’indagini
chimiche. In alcuni di questi cristalli si notano distintamente
gli indizii d'una geminazione genicolata caratteristica del rutilo.
1) Questi cristalli riscaldati ad una temperatura molto
elevata non si decolorano.
2) Gol sale di fosforo, sul carbone e nella fiamma ridu-
(1) Colgo volentieri questa occasione per dire che nella separazione
dei varii minerali componenti le roccie, il metodo proposto dal FouQuET
mi diede sempre ottimi risultati.
SUI CRISTALLI MICROSCOPICI DI RUTILO. 23
cente, dànno molto facilmente la perla azzurra, caratteristica
dei composti del titanio.
3) Sono completamente decomposti quando vengono fusi
con bisolfato potassico. La soluzione acida depone dopo essere
stata diluita e fatta bollire per molto tempo dell’acido titanico.
4) Aggiungendo a parte della soluzione acida e fredda un
eccesso di ammoniaca, si ottenne un precipitato bianco che
si scioglie completamente nell’acido cloridrico.
5) La soluzione cloridrica tinge in bruno la carta di
curcuma.
6) La soluzione cloridrica trattata con lo stagno acquista
| la tinta violacea caratteristica dei composti di titanio. Dopo
essere stata ridotta, la soluzione cloridrica non tinge più in
bruno la carta di curcuma, come avrebbe dovuto succedere sé
nella sostanza esaminata si contiene della zirconia.
7) Nella soluzione cloridrica privata della massima parte
dell'acido libero, si aggiunse un eccesso d’ossalato ammonico,
e poi del carbonato ammonico, il quale precipitò il titanio.
Nella soluzione filtrata non si riscontrò alcuna traccia di
zirconia.
A mio parere, queste reazioni bastano a dimostrare che i
cristallini contenuti nella eclogite gastalditifera di Val Tour-
nanche, sono realmente formati da rutilo.
24
Il Socio Cav. Alessandro Dorna, colle seguenti parole pre-
senta alla Accademia alcuni lavori eseguiti all’ Osservatorio
astronomico, di cui è Direttore.
Presento all'Accademia per gli Atti:
1° Le Osservazioni meteorologiche ordinarie che il personale
dell’ Osservatorio eseguì dal 1° Maggio al 31 Ottobre di
quest'anno, state redatte dall’Assistente Prof. Donato Levi.
2° Le Effemeridi del Sole, della Luna e dei principali Pianeti,
calcolate per Torino, in tempo medio civile di Roma, per
l’anno 1880, dall’Assistente Prof. Angelo CHARRIER.
Anno XIV 1879
ni —
RIASSUNTO DELLE OSSERVAZIONI
fatte nel mese di Maggio.
La media delle pressioni barometriche avutesi nel mese
è di 34,61 media inferiore di mm. 1,22 a quella di Maggio
della pressione degli ultimi tredici anni. Le variazioni che si
ebbero nel mese, non furono nè numerose nè rapide.
Il quadro seguente contiene i valori massimi e minimi della
pressione :
Giorni del mese. Massimi. . Giorni del mese. Minimi.
Digi I 39,94 TP SO 27,05
STE 3 STO 24,18
asia 39,89 O 18 na 30,8
A RR 40,34 20 ALA 28,42.
E REMO 44,08 |
La temperatura fu poco elevata in tutto il mese, avendo
una media inferiore di quasi quattro gradi alla media di
Maggio degli ultimi tredici anni. Gli estremi termometrici
del mese furono + 5°, 4 (temperatura minima del giorno), 4
e +25°,0 (temperatura massima del 23).
RIASSUNTI MENSILI DELLE OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE 25
La pioggia fu straordinariamente copiosa, sia pel numero
dei giorni piovosi (19) che per l’altezza dell’acqua caduta
mm. 341,06.
Il seguente quadro dà la frequenza dei venti:
NO NNE NE ENE E RESE SE SSE S SSW SW WSW W WNW NW NNW
MELITO n Me A
Anno XIV 1879
RIASSUNTO DELLE OSSERVAZIONI
fatte nel mese di Giugno.
La pressione barometrica ha, pel mese, il valore medio 36,88;
esso è inferiore di mm. 0,16 alla media degli ultimi tredici anni.
Le oscillazioni della pressione non furono nè rapide, nè di
grande ampiezza, come dimostra il seguente quadro, indicante
i massimi e minimi che si osservarono nel mese:
Giorni del mese. Minimi. Giorni del mese. Massimi.
fe 35,04 dia 39,25
DIE LEALE 33,62 DE ended 41,31
RA ela 36, 51 i Pret fia 40,30
inarta 30,34 7a i RIP OPIPRZIA RICO. 39, 22
OMERO 30,29 "if VIRA 41,88
La temperatura fu bassa nella prima decade ed elevata nelle
altre due, e specialmente negli ultimi giorni del mese. Essa
oscillò fra +11°,2 e + 31°,2 che sono le temperature estreme
del primo e dell’ultimo giorno del mese.
La media delle temperature è di quasi un grado superiore
“alla metà di Giugno degli ultimi tredici anni.
Si ebbero nel mese appena cinque giorni piovosi, e mm. 8,85
di pioggia raccolta.
Il seguente quadro dà pel mese la frequenza dei venti:
NONNE NE ENE E ESE SE SSE S SSW SW WSW W WNW NW NNW
2 TRE LT A ONT: DBA SILE CAR
) Lo
SX MIDI pese O È DI TORINO
3- PTONIONCRI a ni Tramon- i a mezzodì
= i meridiano tare mezzodì vero medio di Roma
h m hm. .s h m h m Ss
1 ST 1012278 4 45 |@20 2'25"7A| 18 22 58-38
2 80 23) \5I44 ITA 20 18 26 54:94
3 80 93 3993697 4 48 | 22 51 52°7 18 30 51-50
4 SNO 24 0:93 4 48 | 22 45 5500 18 34 48°06
5 8:00 24 28-14 4 49 | 22 39 50°2 18 38 44°‘61
el g ol 2454-99| 4 50|92 32384 | 18 49 41-17
I 80 25 21 ‘26 440-510] 22) 2501998 18! 046. 3773
8 SRO 25 4714 4ATCOZA) 201709457 18 50 34:29
9 7 59 260012653 ASS 1N92S61 18 54 30°85
l10| 7 59| 2637:38| 4 55|92 0454 | 18 58 27-40
il 7 58 9 081:6,7 ATO 21 AO 19.119 93:96
10) SY) 27 25:38 ASTA 21 4201259 19 6 20:52
13 757) 7 48 48 4 590) 21338686 19T 1014708
14 701537) 28 10 93 4 59 | 21.21 594 19 14 13:63
15 TRI] 28 3270 5 INCI MI5ZE 19 18 10:19
16 7 56 28 53-78 SIVORI A 1900698 00.675
17 7. 56 29 14-16 SW3320) 45%3552 LI 06 RES 3i
{{ 18 TIR5 29 33:82 5 5 | 20 36 39:63 19 29 59°86
19 no 29 52-73 5° 6| 20 24202 19 33 56-42
20 "i 053 30 10-89 5 8$| 20 11380 19 37 52:98
21 To? 30 28. 29 Ei fg 195883302 19 41 49-54
292 7 II 30 4491 ITER oe 19 45 46:09
23 7 bi SIUIOZZ75 DMAIL, SOA 19 49 42‘65
24 7 50 SITA BITS 19017066 19) 153.0399221
25 n 49 31 30-02 5I Mb 19. 124345 198/057 (3076
26 ) 49 Si 43:45 DIRI STATA 20 1. 9239
27 7 48 31 56 :07 SIRIA | ASSISI 20 5 28-88
28 7 46 32 7:89 51870181 1605565 90) 19) 95:43
29 ” 46 32 18-88 5 C190 |M 125 20 13 21-99
30 7:45 32 29 ‘06 5ARSlO I 445001 20, 17 (18-55
31 7 44 32 38. 44 DINI | MIO 200021 510
34 A. DORNA
— SOLE —
Febbraio
TEMPO MEDIO DI ROMA DECLINAZIONE | TEMPO SIDERALE
oc i — zz o DI TORINO
Passaggio |Tramon- a mezzodì
Nascere al mezzodì vero
DRSIA tare medio di Roma
|
laleni
Mese
GIORNO
=
h m hl is h m h m s
1 TICO KOS dd) 5 824 | 17011'28"7A| 20 25 11.68
2 VASZAL ri 5 25 | 16 54 20%4 2072908021
R) n Al QI O 5 27 | 16 36 54°3 20) 33. 2497
4 758) 33 7-88 5 28 | 16 19 10:8 20% 937% Mic32
5 798, 33 13 ‘27 5 30/16 MO 20 40 57:88
6 #7 436 SOM 5 31 | 15 42 52°8 20 44 5443
7 Teo 33 21 ‘63 5. 32| 15 24 19-4 20 48 50:99
8 34 33 24 ‘62 5 3490/15 503089 20/152) 47-55
9 736) 33 26 ‘83 5 35 | 14 46 25*8 20 56 44°10
10 moi dd 2824 5A 370] 14 2270615 20 0 40‘66
ski] 29 33 28 ‘89 FIAT 7A99 21 4 3721
AZ E I E TTT [2 WEÒ:,K
+ rr | —_2pusunuquuc st—————@—È4P————_—___—___——“+»é_;T_______________—
EFFEMERIDI DEL SOLE
— SOLE —
Marzo
Ba TEMPO MEDIO DI ROMA DECLINAZIONE TEMPO SIDERALE
CIUUTTOR idee 00 : DI TORINO
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Tee L mezzodì vero io di
uo) meridiano tare \ ob medio di Roma
h. m:f-h. mi s h m h m s
1 6 58/031 25-86 6 5 7° 19'38"1A| 22 19 31-74
o 6 56 31 13:40 Garda”, 6 56 43:5 229 23 28-29
Si 6 54 31 0‘48 GL 9 6 33 42.9 2929 97 24-85
4 6° 52 30 47-11 6 10 6 10 36-6 9a 21:40
5 ui 30 33 ‘34 6 di 5 47025:0 229 35 17:95
6 6 49 30 19-14 6 12 5I 24488 7 92 39 14°51
“ 6 47 30 457 6 14 50 48°‘0 22 43 11 ‘06
kj 6 45 29 49-63 6 15 MST MI SSA, Ne = 61
9 6 43 29 34 ‘33 6 16 4 13 552 991 5i 4:16
10 6 42 29 18:69 6 17 3 50 23 ‘7 sio (0672
il 6 40 99 2-73 6 19 3 26 495 23 58 57-27
12 6 38 28 4645 6% 21 di Sd 23 2 53‘83
13 6 36 28 29-90 6 22 2 39 344 93 MG. (50:38
14 6 34 28 13 ‘08 6° 24 9° 15 (544 23 10 46:93
15 6 32 DTT N02 6 25 III 23 14 43:48
16 6 31 97 38-71 6 26 DIO 23 18 40‘04
17 6 29 27 21-20 611097 1 448°5 23129 3659
18 6 26 On SIA49 6 29 0° 41 (‘58 23 26 33-14
19 6 24 26 45 *61 6 30 007SS5 93 1300.2917
20 6 23 26 27 57 61 Si 0 6%18:3 23 34 26‘25
21 6_21 296 9:39 6432 029 59:0 23 38 22-80
292 6. 49 25 DI. if 634 0 53 382 931 42 49-35
23 6° Ly 25 32-73 61 35 (ra 7 23:46 15 ‘91
24 6. 15 25 1427 6 37 TV 4061433 293 50 12:46
Ph) 6 14 24 55. 78 GI 7 9 41944 9354 9:08
26 6 11 24 3726 6 39 2 27 54°8 93.108 Ca bò
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28 6 94 01 6 42 dI 44465 0.5 ‘5867
29 (7A 31 23 41 ‘78 6 43 3 38 679 0. 9 :55:22
30 604 23 23 ‘40 6 44 A 14255 013 ‘5178
31 (Fee 93 5-13 6 45 ARSZIOIOINI 047 48:33
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36 A. DORNA
— SOLE -—-
Aprile
TEMPO MEDIO DI ROMA DECLINAZIONE | TEMPO SIDERALE
GIORNO
el Mese
E A DI TORINO
Passaggio |rramon- a mezzodì
Nascere al dì vero
be) Tasnniono tare mezzo medio di Roma
h m him Ss hiagom htm s
1 6 0| 022 46:99 6 47 4° 47! 43"3B 0 21 4488
2 5 58 22 2898 6 48 5 10 45:9 0 25 41:44
3 DIRDI DOM 6 49 DI SS 0 29 37:99
4 5 55 291 53:44 6 50 5 56 344 0 33 34054
5 bios 21 35:96 | 6 52 6 18 19-7 0 37 31-10
6 5 dl 21 18:69 6 53 6 41 58.6 0 41 27:64
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8 5 47 20 44 79 6 55 7 26 557 0 49 20-76
6) 5 45 20 28:22 6 57 7049031 0:53 417531
10 5 44 20 11793 6 57 8 11 29:5 057001887
11 5 42 19 55:92 6 59 810952307 1 1 10:42
12 5 40 19 40019 " 0 8 55 16:3 1 5 6:97
13 5 38 19 24-79 7 1 9970 1 9 3-52
14 5 36 19 9:69 MENO 9 38 34°5 1 13 0:08
15 5 39 18 54:9 TINES 9. 59 59°1 1 16 5663
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21 5 25 17 34.14 7. 11.| 12 4 46:2 1 40 35:96
292 23 17 22-10 Tio 01210015090 1 44 3251
23 III 17 10:48 ) 14 | 12 44 49:9 1 48 29‘07
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25 5 19 16 48 ‘66 Mi 160/13 247854 1 56 22‘18
26 al 16 38 ‘50 TRISTI 207 92. (0 18-73
27 Baio 16 28-84 MATTONI ARSA: 9 84° 15698
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2 4 36 16/4737} 7, 58, 22016893361 4 26 11t31
3 4 36 16 57 ‘17 7. 59.) 29 23-53c6 4; 30 E97EST
4 4 35 17087635 8° CONS 50,7 4° DS4 RACTA4I
5 4 34 17 1787 8 1022603782401 4 38 0-‘99
6 4 34 17 28-74 8 100294395368 4 41 57-54
7 4034 17 39-89 8222 49 194 4 45 5410
8 4 34 17 51 :34 Si 192) 29 (544161 4 49 350°66
9 4 34 18 3-04 SaS 2598856 4553 147092
10 4 34 18 14-98 SR OSS 4 57 43:78
il 4.33] 1807-15) 8, 493 8/80: |, (50 1 068
12) 4 33) 183947] 8 4|23 19 5-1 | 55 26-89 ll
13 4 33 18 51 :94 8 5.) 23 15.249 bi 9. 93845
14 4-33 19 4:55 8 150) 251817202 5. 13 ‘30:01
15 4:39 19017697, 8 6123 20 50°8 5I 7 26057
16 4 33 19 30:08 Sa 61/023 208565 pi N91. R93519
17 4 33 19 42-94 8 6]|23 24 38°0 5 25 19-68
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E FEMERIDI DEL SOLE
39
Luglio
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31 5 US 25 6:40| 7 45|18 7574
TEMPO SIDERALE
DI TORINO
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EFFEMERIDI DEL SOLE A:
Settembre
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492 A. DORNA
Ottobre
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31 6 58 9ZI41 97 ICROM 199259 14 21 3116
EFFEMERIDI DEL SOLE
— SOLE —
Novembre
TEMPO MEDIO DI ROMA DECLINAZIONE | VEMPO SIDERALE
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44
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52.77
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35 ‘56
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28 -67
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21-79
18:35
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11:46
8:02
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1:14
EFFEMERIDI DELLA LUNA
45
— LUNA —
Gennaio Febbraio
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30] 5 47/10 ?25| 3 7| 28] ||301| 6) 4311 113786109
31| 7 47) 0@216| 4 52|30
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Primo quarto il 9a 9 9 di matt.
Luna piena il 16 a 9 29 di sera.
Ultimo quarto il 23 a 2 55 di matt.
Primo quarto )_ 8 a
Luna piena il16 a
Ultimo quarto il 24 a
Luna nuova il 31 a
7
4
7
2
28 di sera.
25 di sera.
46 di sera.
46 di sera,
ECCLISSI 54:
ECCLISSI
(1880)
11 Gennaio. Ecclisse totale di Sole, invisibile a Torino.
22 Giugno. Ecclisse totale di Luna, invisibile a Torino.
7 Luglio. Ecclisse annulare di Sole, invisibile a Torino.
1 Dicembre. Ecclisse parziale di Sole, invisibile a Torino.
16 Dicembre. Ecclisse totale di Luna, visibile in parte a
Torino.
Entrata nell'ombra ........+..0... 2% 34%" pom.
Meta idell’ecelisse5 ME... .4.. ac E :/29%
Uscita dall’ombra
Grandezza dell’ecclisse 1,39, preso per unità il diametro
della Luna. Il primo contatto coll’ombra a 107° dal
punto più boreale del disco lunare verso Est; l’ultimo
contatto a 100° verso Ovest (immagine diritta).
31 Dicembre. Ecclisse parziale di Sole, visibile a Torino.
(LL MPA Reg a PATRIA e 22 bo pon.
Mei Len, Ripalta 3 34 »
Balli e, ALe 4 13 »
Grandezza dell’ecclisse 0,29, preso per unità il diametro
del Sole. Il primo contatto coll’ombra a 54° dal punto
più boreale del disco solare verso Ovest; l’ultimo a 34°
verso Est (immagine diritta).
92
MERCURIO
TEMPO MEDIO DI ROMA H Passaggio Dal
{ Nascere al on Nascere
meridiano
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gio |I1 10/3 40||1 20| 7 33] 1 46|| 1 54/8 22] 2 50
6 36|11 13 25||0 426 56] 1 i10|/|1 14|7 42/2 10|
geo 10 5313 13/0 4/6 1910 34/0 3517 3/1 31
55
Adunanza del 30 Novembre 1879.
PRESIDENZA DEL SIG. COMM. SENATORE ERCOLE RICOTTI
Il Socio Cav. Giulio Bizzozero presenta, a nome degli Autori,
Signori Comm. Jacopo MoLescHott, Socio Nazionale non resi -
dente, e Dott. S. Fusini, la seguente Memoria
SULL’ INFLUENZA
DELLA
LUCE MISTA E CROMATICA
NELL’ESALAZIONE DI ACIDO CARBONICO
PER L’ ORGANISMO ANIMALE
Con li bei raggi infonde
Vita e vertù quaggiuso
Nella materia sì, come è disposta.
DANTE, Rime, Lib. IV, Canz, XII, p.129.
È
Storia e posizione del quesito.
Al fatto trovato da uno di noi, fino dal 1855 a Heidelberga,
che cioè le rane alla luce esalano maggior quantità di acido
carbonico che non al buio (1), il tempo ormai ha dato sug-
gello e conferma.
Da prima le sperienze in proposito vennero avvalorate in
via indiretta. PertENKoFER e Voir, nel 1866, verificarono che
durante il sonno della notte l'esalazione di acido carbonico
nell'uomo è meno attiva che non di giorno nel più assoluto
riposo (2). E più tardi, nel 1875, Port ritrovò la medesima
(1) Jac. MorescHorT, Ueber den Einfluss des Lichts auf die Menge der
vom Thierkòrper ausgeschiedenen Kohlensiure, Wiener Medicinische
Wochenschrift, 1855, 27 October, n. 43, ed in traduzione francese: An-
nales des Sciences nalturelles, Zoologie, 4° série, T. IV, p. 209-224.
(2) PertenKorER und Vorr, Ueber die Kohlensiureausscheidung und
Sauerstoffaufnahme wihrend des Wachens und Schlafens beim Men-
schen. Berichte der Miinchner Akademie 1866, 10 November.
56 MOLESCHOTT E FUBINI
differenza fra la notte ed il giorno in un topo (1). Se non che,
paragonando la respirazione notturna colla diurna, si può du-
bitare, se non agiscano altre influenze, forse non meno po-
tenti, all'infuori della sottrazione o somministrazione della
luce, ed in primo luogo il sonno e la veglia.
Certo è che il riposo durante la notte agisce nel medesimo
senso come il difetto dello stimolo della luce, per cui la minor
esalazione di acido carbonico può dipendere dall’nno e dal-
l’altro di questi fattori. E chi avesse voluto dubitare dell’in-
fluenza della luce nell'aumentare l’esalazione di acido carbo-
nico, avrebbe potuto supporre che tutta la diminuzione‘
dell’acido carbonico, esalato di notte tempo, dipendesse dal
riposo più completo o da tutt'altra causa che non fosse il buio.
Erano dunque di certo desiderabili delle conferme dirette
di una scoperta, la quale importava nella scienza un fatto, che
a molti sembrava contrastare colle dommatiche differenze sta-
bilite fra piante ed animali, che accordavano alle prime sol-
tanto il privilegio di una diretta dipendenza dalla luce.
I primi a confermare il risultato delle sperienze di MoLe-
scHOTT, eseguite sulle rane, furono SELMI e PiAcENTINI, i quali
trovarono aumento nell’esalazione di acido carbonico per il
cane, la tortora e la gallina, quando respiravano alla luce, in
confronto di quello che esalavanò al buio (2).
Le sperienze di SeLMI e PIACENTINI però non sono scevre
d’inesattezze. In alcune delle medesime, che chiamano prove
anzichè cimenti, essi pesarono l'aumento di un apparecchio
di LieBIG con potassa caustica in soluzione, e di un tubo suc-
cessivo con potassa solida, senza separare l’acqua, proveniente
dal cane, dall’ acido carbonico. Non fanno conoscere la tem-
peratura che regnava dentro la cassetta, che conteneva l’ani-
(1) Robert Port, Vergleichende Untersuchung uber die Mengenver-
hiltnisse der durch Respiration und Perspiration ausgeschiedenen Koh-
lensîure bei verschiedenen Thierspecies in gleichen Zeitràumen, nebst
einigen Versuchen iiber Kohlensiureausscheidung desselben Thieres
unter verschiedenen physiologischen Bedingungen. Habilitationsschrift,
Jena 1875, S. 57, 58.
(2) Antonio SeLmi e Giovanni PiacentINI, Dell'influenza dei raggi co-
lorati sulla respirazione, Rendiconti dell'Istituto Lombardo, serie II, vo-
lume III, p. 51-63 (27 Gennaio 1870).
" i
e, per la rana intatta *at488k
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 85
e se mettiamo —100 la quantità dell’acido carbonico che
alla luce esalava la rana senz’occhi e senza cervello, la cifra
per la rana cieca si fa 135,
e quella per la rana intatta 159.
Poichè la perdita degli occhi in questa rana non avea de-
terminato quell’assorbimento di acqua, che senz’altro si rico-
nosce da un rapido e sorprendente aumento del peso del
corpo, non si poteva invocare questo fattore per spiegare l’as-
soluta diminuzione dell’acido carbonico che l’animale produ-
ceva sia al buio che alla luce.
Dopo l’esportazione del cervello però, la rana tosto pesava //;
di più di quanto pesava intatta. Ammesso che tutto quell’au-
mento dipendesse dall’assorbimento d’acqua, e che quest'acqua
come sostanza indifferente debba diffalcarsi dai tessuti del-
l’animale, che erano attivi per il ricambio della materia, allora
i valori diventano per 100 grammi di tessuti attivi :
buio luce buio luce
100 1204 = 51002 310872
Mentre non cambia la proporzione dei valori dell’acido car-
bonico prodotto al buio ed alla luce, cala assai la produzione
assoluta in ambedue le circostanze. Se con queste cifre sì
paragonano quelle trovate per la rana Z (Tabella 1V.. b), che
era priva d’occhi e cervello,
al buio alla luce
0,184 0,247,
allora s’inferisce che, se la perdita degli occhi per sè sola
bastava per diminuire l’assoluta produzione di acido carbonico,
sia alla luce che al buio, la perdita del cervello, aggiunta a
quella degli occhi, faceva diminuire ancora, ed assai sensi-
bilmente, l’esalazione di acido carbonico.
Ne dobbiamo fin d’ora concludere, che anche allo stato di
relativo riposo gli occhi ed il cervello contribuiscono alla for-
mazione di acido carbonico, e quanto ciò sia vero per i centri
nervosi, risulta dagli studi di FuBinI (1), dei quali dovremo
(1) S. Fusini, Influenza della luce sulla respirazione del tessuto ner-
voso ; Archivio di Bizzozero, vol. II[ (1879), n. 19, p. 23.
86 MOLESCHOTT E FUBINI
occuparci nella terza parte di questa memoria, e che prova-
rono che « il sistema nervoso esportato dal corpo animale è
dotato di attività respiratoria, e ciò in grado maggiore sotto
l'influenza della luce, che quando è sottratto all’azione lu-
minosa ». 3
Anche la rana 4, tanto al buio che alla luce, esalò meno
acido carbonico dopo la perdita degli occhi che non prima.
Ravvicinando le cifre, ammettendo la cifra più bassa (0,717),
quella cioè, che la rana cieca esalava al buio, = 100, tro-
viamo i seguenti valori proporzionali:
buio luce
dopo l’estirpazione degli occhi 100.20 CAR
prima dell’ » » 119 co Ao
Vediamo ora se le sperienze, da noi raccolte presso rane
esculente, vengano in appoggio alla tesi, che MoLEscHoTT desu-
meva dalle sue prime sperienze, che cioè la luce era più
attiva nell'’aumentare la produzione di acido carbonico, quando
dessa spiegava maggior energia chimica, tingendo della carta
bibula impregnata di una soluzione ammoniacale di cloruro
d’argento (1).
Trattandosi qui di paragonare, a condizioni di temperatura
uguale o pressochè uguale, divideremo per ogni rana, che ci
abbia fornito più di una osservazione istitmita nel medesimo
stato, intatta, priva degli occhi, ovvero priva d’occhi e di cer-
vello, le sperienze in due metà, a seconda dei diversi gradi
d’intensità di luce, aggiungendo sempre la temperatura.
Bana A intatta
LUCE MENO FORTE LUCE PIU’ FORTE
Grado Tempera- Acido Grado Tempera- Acido
| di luce tura carbonico || di luce tura carbonico
| Ill 2401050: (1000025 IV AU, dit aT929
| Ill 938 0a IV 24,9 | 0,900
II 231,8 1,077
Medie III 2206 1,019 IV 200,2 | 1, {il |
—_——
(1) Vedi sopra p. 68.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 87
Mentre le temperature medie differiscono di 0°,6, l’acido
carbonico esalato al grado III di luce, stava a quello elimi-
nato al grado IV nel medio rapporto di 100:109.
Rana B.
qa) Intatta
---_=_menkstee bs ssicoi ne sirene stese tree iii”
TE Ì
LUCE MENO FORTE LUCE PIU’ FORTE
Grado Tempera- Acido Grado Tempera- Acido
di luce tura carbonico di luce tura | carbonico
III 259,0 IV 24°,0 | 1,508
Medie III vira
C) Cieca e scervellata
| I | 802 0,713
V | 259, 6 | 1,091
Le differenze di temperatura sono piccolissime per la rana
cieca (0°,2), e per la rana che oltre gli occhi aveva perduto
il cervello (0°,4); per la rana intatta era maggiore di 1°, ma
la temperatura maggiore accompagnava la sperienza al buio,
per cui doveva tendere ad abbassare l'influenza della luce.
Ora si verificano i seguenti rapporti fra le quantità di acido
carbonico esalato a
gradi di luce luce meno forte luce più forte
rana intatta Here IV 100 : 110
» cieca III e. IV 100 : 118
» » escervellata I e V 100 : 193 .
88 MOLESCHOTT E FUBINI
Rana BA.
Cieca,
LUCE MENO FORTE | LUCE PIU’ FORTE
Grado Tempera- Acido Grado Tempera- Acido
di luce tura carbonico || di luce tura carbonico
II 25°, 3 1,834 IV 29 1,875
HI 25,4 | 1,196 |
III 26,3 1,981
Media II, 7 250,3 1,670
La differenza di temperatura non supera 0°,4, ed il rapporto
delle cifre dell'acido carbonico
luce più forte
112
per la luce meno forte
è di 100
Rana L.
Priva d’occhi e di cervello,
LUCE MENO FORTE
LUCE PIU’ FORTE
Acido
carbonico
Grado
di luce
Acido
carbonico
Tempera-
tura
Grado
di luce
Tempera-
tura
III QI 0, 211 F3 | | 0, 283
Qui per temperature sensibilmente uguali, troviamo il rap-
porto fra le quantità di acido carbonico al grado
III
100
X
134 .
E schierando vicini i rapporti trovati:
gradi di luce
TI “ec AV
TH SediN
rana intatta
» »
» cieca
» »
e scervellata
» » »
og mDvA
=
i
gÉ
>
<
acido carbonico
100 : 109
100 : 110
100 : 118
100.2
100.:-155.,
100 : 134.
mn
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. .89
Certo questo corredo di cifre potrebbe desiderarsi maggiore,
se fosse la prima volta che una serie di sperienze dimostra
che l’influenza della luce nell’attivare la respirazione va cre-
scendo coll’energia chimica della medesima. Ma trovandosi il
miglior accordo possibile fra questi dati e quelli anteriori di
MoLescHort (1), non si potrà di certo attribuirvi poca importanza.
Per rendere paragonabili le antiche e le nuove sperienze,
le ravviciniamo qui, dopo di aver ridotto i gradi di luce a
termini proporzionali, ammettendo che il grado minore o mi-
nimo di luce per ogni serie sia eguale a 100. Così si ottiene:
per le rane intatte
secondo le antiche sperienze di MoLEscHOTT:
gradi di luce acido carbonico
a) 100 : 226; 100: 118
b) 100: 205 : 335; 100:-ag:tozoe
secondo le sperienze di FuBini e MoLESscHOTT:
c) 100: 133 ; 100 : 109
d) 100: 133 ; 100-440:
per le rane cieche
secondo le antiche sperienze di MoLEscHOTT:
e) 100 :'145 ; 100.193:
secondo le sperienze di FuBini e MoLEScCHOTT:
Duo 133: 100 : 118
g) 100: 148 ; LO0-:gla:
per le rane prive d’occhi e di cervello
secondo le sperienze di Fusini e MoLEscHOTT.
h) 100 : 333; 100 : 134
i) 100 : 500; FO: LOI,
In qualcheduna di queste serie si trova una proporzionalità
abbastanza seducente fra i diversi gradi di luce ed i loro ef-
(1) Vedi questa’ memoria, p. 67, 68.
®
90 MOLESCHOTT E FUBINÌ
fetti, a condizione che si voglia per un momento — molto
gratuitamente — supporre che il grado II della luce signi-
fichi il doppio del grado I, e così il grado IX il triplo del
grado IlI, ossia che il pittore ScHaLL abbia, per ùna delle
accidentalità più strane del mondo, numerato i gradi della sua
scala con cifre proporzionali alle diverse intensità di luce, e
che a queste cifre debbano essere proporzionali non già le
quantità complessive di acido carbonico esalato, ma solo i
valori parziali che si trovano addizionati a cento. Il valore 100
sarebbe, per così dire, costante per ogni cifra dell'acido car-
bonico, ed a questo valor costante si aggiungerebbe una quan-
tità fluttuante, ma proporzionale ai gradi di luce. Difatti nella
serie bd avremmo:
205335) = 2A
e per la serie e:
205):1450= 80000
Invece nelle serie c, d, f si dovrebbe trovare :
205.199 = 327210
mentre si ottenne
inc 100 + 9 (invece di 121)
in d 100 + 10 » »
in f 100 + 18 ” »
Per le serie A ed i la proporzionalità, nel senso sopra de-
finito, sarebbe molto soddisfacente, imperocchè
333 : 500. = 34 : 51,
mentre i valori ottenuti da addizionarsi a 100 sono 34 e 52.
Ripetiamo quel che dicevamo in p. 68, che un anda-
mento più regolare ed esattamente corrispondente fra i gradi
di luce ed i valori corrispettivi dell'acido carbonico, ben
lungi dal confortarci, ci avrebbe inspirato sospetto. Non si
dimentichi che i singoli gradi della scala di ScHaLL non rap-
presentano tutte le sfumature che l'occhio possa distinguere,
poichè ScHaLL aveva diviso il primo ed il secondo grado della
sua scala cadauno in quattro sottogradi, per cui non può in-
vocarsi in questo caso la guida della legge psico-fisica di
WeBER e FecHnER. E se, ad onta di ciò e noi malgrado, ci
siamo qui abbandonati a quel che ci sembrà quasi un giuoco
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 9)
aritmetico, lo facemmo per cimentare se mai l'influenza dei
raggi chimici della luce presenti una regolare differenza per
le rane intatte e le rane cieche, o per queste e le rane che
furono inoltre prive di cervello. Però una siffatta regola non
risulta da queste ricerche, imperocchè se l’influenza in qui-
stione veniva trovata uguale per le rane intatte della serie d
e per le cieche della serie e, fu maggiore in queste che nelle
rane veggenti della serie a. Nelle serie & ed è? poi, di rane
cieche cioè e scervellate, l'influenza di diverse intensità chi-
miche di luce era inferiore a quella spiegata nelle rane intatte
della serie b, e superiore a quella della serie a; nelle serie
c, d di rane intatte finalmente minore che nella serie f che
sì riferisce a rane cieche.
L’influenza qui studiata varia dunque in modo irregolare,
in quanto al grado in cui si spiega in rane cieche ed in rane
veggenti; in quanto al senso però, in cui si spiega, non v’'ha
dubbio che a maggior intensità chimica della luce corrispon-
dono valori più forti per l’acido carbonico.
Rivolgiamo in prima linea questa critica sperimentale contro
la nostra ipotesi enunziata sopra (1), che cioè i raggi più ri-
frangibili potessero agire più efficacemente per via della pelle,
che per via degli occhi, per attivare nell’animale il ricambio
della materia.
3. Sperienze sugli uccelli.
Come rappresentante degli uccelli abbiamo prescelto il pas-
sere, Fringilla domestica.
In tutti e due gli individui che servirono alle nostre ri-
cerche, abbiamo prima istituito alcune sperienze coll’animale
intatto, affin di poter paragonare l’intensità dell’effetto della
luce nell’animale veggente con quella nell’animale cieco. Dessi
si nutrivano, a loro piacere, di pane bagnato in acqua e di
scagliuola, ossia di semenza di Panicum îitalicum L.
Coll’intento di escludere movimenti irrequieti, avevamo tar-
pato le ali del passere 8, non invece quelle del passere A.
Tutti e due gli uccelli però erano quieti durante le sperienze.
(1) Vedi p. 69.
92 MOLESCHOTT E FUBINI
L'accecamento si produsse distruggendo gli occhi col ferro
rovente ed applicando poi dei piccoli pezzetti di potassa cau-
stica nelle orbite.
Anche ciechi i passeri sapeano trovare assai bene il cibo,
che nella gabbia occupava sempre il medesimo posto.
Il passere 4 fu accecato il 6 febbraio 1878 e morì il 10
dello stesso mese, ossia sopravvisse solo 4 giorni all’operazione.
Più resistente era il passere B; operato nel modo predetto
il 16 febbraio 1878, visse fino alla notte fra il 6 e 7 marzo
successivo, ossia un poco più di 16 giorni dopo l’operaziore.
L’autossia, eseguita il dì 8 marzo, fece verificare un’abbon-
dante suppurazione in ambedue le orbite, non diffusa però
alia parte posteriore dei globi oculari; una leggiera iniezione
del cervello, forte invece al midollo allungato; congestione
pronunziata dei due polmoni; rammollimento dell’ultima por-
zione dell'intestino tenue.
Anche in questi passeri abbiamo intercalato ora una sperienza
alla luce fra due al buio, ed ora viceversa una sperienza al
buio fra due alla luce.
Non avendo queste sperienze fornito il medesimo risultato
per gli uccelli ciechi, quando la successione delle sperienze
variava, abbiamo riunito in tabelle separate i valori ottenuti
colla prima e colla seconda. Le tabelle V.a, V.b, VI. a, VI.b,
contengono le sperienze che cominciarono al buio, le tabelle
V.e, V.d, VI.c, VI.d quelle che cominciarono alla luce. S'intende
che nelle tabelle V.b, VI. d, che portano i valori ridotti a 100
grammi e 24 ore, le cifre per il buio sono medie di due os-
servazioni, e così le cifre per la luce nelle tabelle V.d, VI. d.
Il peso del passere A prima dell’esportazione degli occhi era
di 26,2 grammi, due giorni dopo l’esportazione era 25. La
temperatura media nel recipiente dell'animale oscillava fra
14° e 15,1.
Ora i rapporti fra le quantità di acido carbonico esalato
erano:
al buio alla luce
per il passere A intatto È . ‘100 0564a
» D n 2 giorni dopo l’accecamento 100 : 126 (1).
(1) Vedi tabelle V. a., V. d.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 93
Le temperature sono vicine quanto lo si può desiderare, per
il passere cieco al buio in media 17°,4, alla luce 17°,2. Du-
rante le sperienze col passere intatto la media temperatura
al buio (15°,7) era inferiore di 1°,5 a quella della luce (17°,2),
la temperatura quindi in questo caso, trattandosi di animale
a sangue caldo, doveva agire in senso inverso della luce. Cio-
nondimeno i rapporti fra i valori dell'acido carbonico sono:
al buio alla luce
per il passere B intatto 100 : 131
” »:.18,;Ci660,..e100. 2.128.
E prendendo la media dei valori per i due passeri, troviamo:
al buio alla luce
per i passeri intatti 100 : 134
» me rie0icchio» 400.5208270,
Non v’ha dunque dubbio che i passeri, anche dopo la di-
struzione degli occhi esalavano più acido carbonico alla luce
che al buio, e si noti che il passere B era cieco da nove e
più giorni. È assai meravigliosa la grandezza dell'influenza
della luce nei passeri ciechi. Imperocchè se mettiamo il valore
dell'acido carbonico esalato alla luce per i passeri ciechi — 100,
allora
quello del passere A veggente diventa 109
» » B » » 102
e la media per i due passeri veggenti 105.
Nel passere B, dopo l’accecamento, si verifica una gran di-
minuzione dell’acido carbonico prodotto, sia al buio che alla
luce, diminuzione che fu pure constatata per le rane dopo
l'estirpazione degli occhi (1). Nel passere A invece, dopo la
perdita degli occhi, l’esalazione di acido carbonico era cre-
sciuta ed alla luce ed al buio, ma più al buio che alla luce.
Poichè pel passere A non erano trascorsi che due giorni
dopo l’operazione, quando si paragonava l’esalazione dell’acido
carbonico alla luce con quella al buio, potrebbe credersi che si
trattasse di un aumento nella produzione dell’acido carbonico
——______
(1) Vedi p. 85.
9% MOLESCHOTT E FUBINI
dipendente dalla febbre, aumento osservato da CoLasantI nel
porcellino d’India (1). Ma se nel passere A accecato la meta-
morfosi regressiva era attivata al punto di determinare un
grande aumento nell’esalazione di acido carbonico, riesce tanto
più significativo che la luce valeva ancora ad accrescerne la
quantità nella proporzione di 100 : 126.
Tanto meno eravamo preparati a trovare per i passeri acce-
cati il risultato opposto, quando la successione delle sperienze
era luce, buio, luce, invece di buio, luce, buio. Gli uccelli
intatti, nel giorno stesso dell’operazione, prima di questa,
aveano dato valori corrispondenti a quelli osservati prima,
sebbene l'influenza aumentativa della luce nel passere B. fosse
minore che nelle sperienze in cui quella alla luce fu inter-
posta a due osservazioni al buio. Difatti per 100 grammi in
24 ore veniva fornito dal
buio luce rapporto
passere A 26,049 36,267; 100 :139
» B° ‘32,822 306,169; A00S007
medie 29.435 36,210: (10051238
Dopo l’accecamento invece, eseguite la prima e la terza
sperienza alla luce, la seconda al buio, contrariamente a quello
che in simile circostanza si riscontrò per la rana, era più
forte l’esalazione di acido carbonico al buio che non alla
luce (2). Trascriviamo i rapporti che si riferiscono ai due
passeri nelle condizioni accennate:
buio luce
Passere A (1 sperienza, 2 giorni dopo l’accecamento) 100 : 74
» B(media di 4 sperienze, 4, 6,11,13 » } 1007058
La tabella VI. d dimostra che in tutte e quattro le sperienze
per il passere B, come in quella unica del passere 4 coll’or-
dine delle sperienze : luce, buio, luce, l’esalazione di acido
carbonico al buio superava di molto, e nel maggior numero
dei casi moltissimo, quella che si produceva alla luce.
(1) Giuseppe Corasanti, Ein Beitrag zur Fieberlehre, Archivio di
PrLùGeR, Vol. XIV (1877) p. 126, 127.
(2) Vedi le tabelle V. d, e VI. d; poi si paragoni p. 77, e le ta-
belle I, III per la rana, e per il surmulotto p.99 e la tabella VII, d.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 95
Il fatto ci sorprese e ci sorprende. Vogliamo dire che le
sperienze, istituite fin dal mese di Febbraio 1878, non ci die-
dero luogo ad una spiegazione, oggi che scriviamo il 30
Luglio 1879. mr i
Chi volesse supporre, che il buio, dopo la luce, agisse come
un eccitamento che determini aumento nella produzione di
acido carbonico, si confuta subito da sè medesimo, vedendo
che ciò non aveva luogo per la terza sperienza quando dessa
si eseguiva al buio (1). Se poi il buio avesse tal effetto negli
animali accecati, sarebbe ben più strano ancora che il pas-
sere A nulla di ciò mostrava mentre era intatto. Nel passere B,
egli è vero, la 2? sperienza, al buio, dava più acido carbonico
che la 1° alla luce, ma la 3? alla luce molto di più che la
seconda, istituita al buio, in questi rapporti:
1° sperienza 2? sperienza 3? sperienza
luce buio luce
passere B intatto 100 3 105 . 191,
e quindi, come già fu detto, in media l’esalazione di acido
carbonico era assai più forte alla luce che al buio.
Nè può invocarsi una differenza di temperatura per dare
ragione dell’ influenza invertita, imperocchè mai in alcuna
serie di sperienze comparative avemmo temperature più eguali
che in queste, al punto che le temperature medie per le
osservazioni fatte nel passere B accecato, nella successione
luce, buio, luce, sono addirittura le medesime (2).
In quanto poi alla quistione se, oltre la luce in generale,
abbia influito l'intensità del suo effetto chimico, il passere 4
non fornisce argomenti, sia per il numero scarso di sperienze,
sia perchè i gradi di luce non fossero abbastanza diversi.
Nel passere B invece, potendo disporre di sette serie di
osservazioni, tutte istituite nell'’animale accecato, vale il prezzo
dell’opera schierare insieme le cifre, quantunque i gradi di
luce non variassero che da V a VI.
(1) Vedi le tabelle V. a, VI. a.
(2) Vedi le tabelle VI. e, VI, d,
96 MOLESCHOTT E FUBINI
GRADO MENO FORTE DI LUCE GRADO PIU’ FORTE DI LUCE
Grado | Tempera- | Acido Grado | Tempera- | Acido
di luce tura carbohico | di luce tura i carbonico!
|
V 18° 2014779, VI 179,0 | 14, 527
V 14,9. | 18,733 VI 18,1 ! 21, 011
V,5 18,2; | 15,784 VI 17,5 | 20, 688
VI 16,0. 23,777
Medie Vog di 17,417 VI FIL 2007001
i]
Il rapporto fra 17,417 e 20,001 essendo = 100 : 115, egli
è evidente che fra queste sperienze, che vennero istituite a
temperature corrispondenti, la luce di maggiore intensità chi-
mica ha prodotto il maggior valore di acido carbonico esalato,
di modo che le nostre osservazioni presso il passere non con-
traddicono a quelle fatte nella rana. E diciamo con riserva:
non contraddicono, astenendoci dal dire che confermano, perchè
le tre cifre ottenute con grado minore di luce appartengono
tutte alla successione: luce, buio, luce, ed una sola di quelle
che rappresentano l’effetto del grado di luce maggiore.
Per concludere intorno al passere, tutti e due i nostri in-
dividui hanno subìto l'influenza della luce di aumentare
l’esalazione di acido carbonico, tanto ciechi che intatti, quando
la successione delle sperienze era: buio, luce, buio, invece
colla successione: luce, buio, luce, solo prima della distruzione
degli occhi, mentre dopo di questa la produzione di acido
carbonico era molto più attiva al buio che alla luce. Nè sap-
piamo il perchè di questa differenza.
Dopo l’accecamento, applicando la prima successione, l’ a-
zione positiva della luce era meno forte che prima, ma la
differenza era meno grande che nella rana E, e certo assai
meno grande che non si aspetterebbe a priori.
Finalmente il materiale, che offrono queste sperienze parla
in favore di una maggiore attività dei raggi chimici nel de-
terminare l'aumento dell’acido carbonico esalato, sebbene da
sè sole non basterebbero per erigere in regola il verdetto
delle cifre trovate.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 97
4. Sperienze sui mammiferi.
Avendo in animo di estendere queste ricerche a piccoli
mammiferi, ci siamo da prima rivolti al topo comune (Mus
musculus), se non che trovammo questo animaletto così poco
resistente ad operazioni cruente, che ben tre volte non ci riuscì
di tenerlo in vita dopo l’estirpazione degli occhi.
Potemmo invece raccogliere numerose cifre per un esemplare
di surmulotto albino maschio, Mus decumanus, e per un mo-
scardino, Myorus muscardinus.
Ambedue questi animali vennero pasciuti con pane, cacio
ed acqua a gradimento, vuol dire che si misero le provvigioni
dell'alimento dopo ogni serie di sperienze sotto la gran cam-
pana tubulata sotto la quale si tenevano, e che ogni giorno
ne trovavamo avanzi, quando ci accingevamo a nuove spe-
rienze. Durante le sperienze stesse gli animali non ricevevano
cibo, ma potevano considerarsi come ben pasciuti, il che
s'inferisce senz’ altro dalla circostanza, che il loro peso nel
tempo che stavano in osservazione si manteneva od andava
crescendo.
La campana largamente tubulata, sotto la quale si tenevano
gli animali, non toccava dappertutto il piatto in cui questi
stavano, ma in più siti coll’aiuto di pezzetti di legno ne stava
discosta, per dare movimento all’ aria. Preferimmo questo
modo di custodire gli animali fra le diverse serie di sperienze,
perchè ci concedeva di mantenere la massima polizia.
Il surmulotto consumava in 24 ore fino a 15 grammi fra
pane e formaggio. Prima dell’accecamento pesava in media
120 grammi (20, 21 Settembre 1877).
Addì 29 Settembre l’animale venne accecato, distruggendo
ambedue gli occhi col ferro rovente ed introducendo poi dei
pezzetti di potassa caustica nelle orbite.
Il 21 Maggio 1878 vennero anche esportati i monconi dei
globi oculari. Esaminati al microscopio, non presentarono traccia
di elementi retinici.
Essendochè la prima serie di sperienze venne eseguita fra
il 29 Ottobre e il 2 Novembre 1877, la seconda fra il 22 Maggio
ed il 21 Giugno 1878, risulta che nella prima serie si superava
Atti della R. Accademia — Vol. XV. ri
98 MOLESCHOTT E FUBINI
di un mese la data dell’operazione, e si toccava la fine di un
mese dopo l'esportazione dei monconi oculari nella seconda.
Quanto il nostro surmulotto tollerasse bene le due opera-
zioni, s'inferisce dal fatto che un mese dopo la prima pesava
in media 139,7, ossia era cresciuto di quasi 20 grammi, 1/6
del peso primitivo. Nel mese successivo, dopo la seconda
operazione, il peso medio era di 171,6, ossia più di 50 grammi
= 5/12 in più del peso iniziale prima di qualsiasi atto cruento.
Il surmulotto intatto dava le seguenti medie per due serie
di sperienze, delle quali la prima fu eseguita colla successione :
buio, luce, buio, la seconda constava di due sperienze sole, la
prima al buio, la seconda alla luce (1):
BUIO LUCE
Acido
carbonico
Acido
Temperatura E
carbonico
Grado di luce | Temperalura
4, 651 VII, 5 26°, 3 9,871
Il rapporto fra le quantità di acido carbonico si calcola:
al buio alla luce
100 ? 12600
Nelle sperienze istituite un mese e più dopo l’accecamento,
nei giorni 29 e 30 Settembre, fu osservata la successione:
buio, luce, buio, e le medie sono:
BUIO
Er 0
Acido
carbonico
Grado di luce | Temperatura Acido
Temperatura È
carbonico
189,2 5,949 x, 5 169,7 7, 004
ed il rapporto tra i valori dell'acido carbonico:
al buio alla luce
100 è LS
Le altre due serie, colla successione : luce, buio, luce, con-
ducono a queste medie :
(1) Vedi tabelle VII, a, VII, Bb, |
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 99
BUIO LUCE
Acido
carbonico
Acido
Temperatura ;
carbonico
Grado di luce | Temperatura
ed il rapporto fra le cifre dell’ acido carbonico esalato:
al buio alla luce
100 : vit
Insistiamo nel fatto che qui non v'ha l'inversione negli
effetti della luce a seconda della successione delle sperienze,
quale fu trovata nei passeri (1). In tutti e due i casi la luce
aumentava la produzione dell'acido carbonico, sebbene in
grado maggiore colla successione: buio, luce, buio, che non
con quella: luce, buio, luce.
Riavvicinando i rapporti abbiamo:
al buio alla luce
Successione : buio, luce, buio 100 : 118
» luce, buio, luce 100 : 111.
Media delle 4 serie insieme 100° «sor 11b
Il surmulotto obbediva dunque alla regola desunta dalla
rana, che pure l’animale accecato esala più acido carbonico
alla luce che al buio, qualunque sia l’ordine in cui sì ese-
guiscano le sperienze.
A buon conto però, nelle sperienze ulteriori da noi eseguite,
demmo sovente la preferenza all’interposizione della sperienza
alla luce fra due sperienze al buio.
E nello stesso Mus decumanus ci siamo procurato nove altre
serie di sperienze istituite in quest’ultimo ordine dopo la
seconda operazione, la quale, come dicemmo, consisteva nel-
l’esportare i monconi degli occhi. Per arrivare a questi era
necessario aprire con un taglio le palpebre fuse insieme, ben
cicatrizzate e munite di peli.
Le nove serie di sperienze, fatte fra il 22 Maggio ed il
21 Giugno 1878, diedero come valori medi:
(1) Vedi sopra p. 94;
100 MOLESCHOTT E FUBINI
BUIO LUCE
Temperatura Acido Grado di luce| Temperatura Acido
carbonico carbonico
23°, 8 3, 785 X 23°, 1 4,156
ed il rapporto fra l’ acido carbonico esalato
al buio alla luce
diventa 100 : 110.
Se ora prendiamo la media di tutte le sperienze (13 serie)
istituite col surmulotto cieco, per paragonarle con quelle ot-
tenute nel medesimo individuo intatto, si vede la differenza
fra l’attività della luce in questo e quello: l’acido carbonico
esalato:
al buio alla luce
dal surmulotto intatto 100... 126
» » cieco 1000,=* dz
Esaminando pure qui l'influenza che possa avere la diversa
intensità dei raggi chimici della luce, lasciamo da parte le
sperienze istituite nel surmulotto intatto, perchè constano di
due serie sole, sebbene anche qui al grado maggiore di luce
(XI) corrisponda il valore più elevato per l'acido carbonico
(6,071), mentre a luce meno intensa (VIII) si ottenne per l’acido
carbonico una cifra minore (5,672).
Ma se dividiamo le cifre osservate per il surmulotto accecato
in due gruppi, l’uno dei quali abbraccii valori con un grado
di luce inferiore a X, l’altro quelli col grado di luce da X
in su, troviamo la seguente rassegna :
GRADO MENO FORTE DI LUCE GRADO PIU' FORTE DI LUCE
Luce È n PRE Luce ini 59
VIII PAASIA | , 454 X TOSO UA)
VII DID 3, 162 XI 17,0 6, 240
VIII 2900 4,174 XI 22 5, 101
IX PARO) 3, 786 XI ded 3, 594
IX 2250 4,733 XIII 29680 4,193
IX 1904 4,832 XIV Za 4,212
Medie | vi, 6 | 219,3 | 4,338 | xi,7 | 2196 | 5,186
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 104
Il rapporto fra
#999 0: 5190/291009,
e queste medie sono molto attendibili, se badiamo alla corri-
spondenza fra le temperature, che è assai soddisfacente.
Solo le ultime tre sperienze sembrano deviare dalla regola,
in quanto che ai gradi di luce superiori (XI, XIII, XIV) cor-
rispondono valori bassi per l’acido carbonico, ma la differenza
sì spiega qualora si consideri, che per le tre osservazioni in
questione regnava una temperatura molto superiore (24°,7
in media) a quella delle altre (20°,5 in media).
Simili differenze di temperatura impediscono di scindere la
tabella in gruppi minori, perchè allora avremmo gradi mag-
giori di luce in compagnia di temperature inferiori. Le cause
contrarianti di luce maggiore e calore più forte, le cause co-
adiuvanti di luce più intensa e calore meno forte si com-
pensano solo a condizione che il paragone s'istituisca sopra
un numero di sperienze che sia sufficientemente grande.
Imperocchè, in questo surmulotto cieco troviamo una lucida
conferma della legge di LereLLIER, LEHMANN, VieRORDT, Co-
LASANTI ed altri, che cioè nei mammiferi, come negli uccelli,
l’elevarsi della temperatura riduce a minor copia l’acido
carbonico esalato. Difatti; se dividiamo analogamente a quanto
facemmo per i diversi gradi di luce, le sperienze in due serie,
delle quali la prima comprenda le sette osservazioni istituite
colle temperature inferiori (16°,5 — 22°,2), l’altra le sei colle
temperature superiori (229,5 — 25°), ne risulta il seguente
specchietto
TEMPERATURE INFERIORI TEMPERATURE SUPERIORI
Temperalura | Acido carbonico | Temperatura | Acido carbonico
169, 5 7,779 229,5 3, 162
6, 240 20 50 4,454
5, 223 23,5 4, 174
4, 832 24,0 4, 212
3, 786 25,0 4, 193
4, 733 25,0 3, 594
5, 101
23°,.8 3, 965
102 MOLESCHOTT E FUBINI
1,90
Si vede, che per una differenza media di 4°, 4, le quantità
di acido carbonico esalato alla
lemperalura superiore temperatura inferiore
3,965 ; 0,380
stavano fra di loro nel rapporto di 100 : 136.
Ora questa relazione inversa fra la temperatura e la quantità
dell’acido carbonico esalato non risulta meno evidente, se fra
i valori consegnati in p.100 prendiamo di mira le tre sperienze
istituite col medesimo grado di luce a temperature assai diverse,
in cui dunque l'influenza della temperatura deve rivelarsi
anche più pura.
Luce Temperatura Acido carbonico | Cifra proporzionale
XI 25°, 0 3, 094 100
XI 20610 5, 101 142
XI 17,0 6, 240 174
E questa marcatissima influenza della temperatura rende
desiderabile di dividere le sperienze, che concedono l’esame
dell'effetto chimico della luce in due gruppi comparativi,
poichè fra le osservazioni di Ottobre e Novembre 1877 e quelle
di Maggio e Giugno 1878 vi ha un salto nelle temperature.
Obbedendo a questo requisito raccogliamo i prospetti seguenti:
A — Per le temperature più basse:
GRADO MINORE DI LUCE GRADO MAGGIORE DI LUCE
Tempera- Acido Tempera- Acido
Luce tura |carbonico Luce tura carbonico
IX 19541 4, 832 X 169,5 PISTE,
IX, 5 1852 5,233 XI LIO 6, 240
Medie IN 18°, 6 5,027 Xx, 5 TOS 7,009
Il rapporto fra 5,027 e 7,009 — 100 : 139 .
SULL INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 103
HE — Per le temperature più elevate:
==: Ant ENI in i nt nn nn n | NuINIE:©
| f
GRADO MINORE DI LUCE GRADO MAGGIORE DI LUCE
L Tempera- | Acido T'empera- Acido
O tura carbonico Luce tura carbovico |
VIII 7.4 | 4,454 XI deco o, 101
VIII deo 3, 162 XI 29,0 3, 594
VIII 72 000] 4,174 XIII “osi 8; 4,193
IX 2i,0 3, 786 XIV 24,0 4,212
IX PP 4,733
Moie wr2 0 22070. 4077 AT I 4,275
|
ed il rapporto fra 4,077 e 4,275 è = 100:105,
È manifesto che la maggior quantità di acido carbonico
corrisponde sempre alla maggiore intensità degli effetti chimici
della luce, se non che dai due ultimi specchietti si dovrebbe
inferire, che i raggi chimici della luce sono molto più potenti
ad aumentare la quantità dell’acido carbonico esalata a tem-
perature meno elevate (16 — 19°), che non a temperature
superiori (241 — 25°). La differenza sarebbe meno rilevante però,
se il caso non avesse voluto che nelle sperienze a temperature
inferiori, alla luce più forte avesse corrisposto una tempe-
ratura più bassa (in media di 1°,9), e nelle sperienze con
temperature superiori, al contrario, la luce più forte fosse
stata accompagnata di una temperatura più alta (in media
di 1°,1), in confronto di quella che regnava nelle osserva-
zioni con luce a raggi chimici meno intensi. Con altre parole,
nelle serie di sperienze comparative a temperature minori,
la luce più forte e la temperatura meno elevata cooperavano
nel medesimo senso, tutte e due cioè determinavano aumento
dell’acido carbonico, nelle serie ottenute con temperature mag-
giori invece, la luce più forte e la temperatura più elevata
fin ad un certo punto si contrabbilanciavano.
Qui sarebbe dunque del tutto vano il voler esaminare, se
differenze fra le intensità di luce, a seconda del loro grado, de-
104 MOLESCHOTT E FUBINÌ
terminassero adeguate diversità nella produzione di acido car-
bonico. E tanto più di buon grado ci appaghiamo del trovar
confermata la regola in grandi tratti, in quanto che mal volen-
tieri potremmo risolverci a correggere le cifre trovate, in
considerazione delle diverse temperature cui corrispondevano.
Se poi paragoniamo fra di loro osservazioni istituite a tem-
perature eguali o quasi eguali, vediamo che l’ acido carbo-
nico cresce rapidamente coll’intensità degli effetti chimici
della luce :
temperatura luce acido carbonico
22050 VII 3,162 si
22001 IX 4,733
713: di a XI 5,101
ZO AO XI 3,594
29 ;,,0 XIII 4,,19900
Insomma, a parità di circostanze, il grado di luce e l’acido
carbonico esalato crescono insieme, ma ci rifiutiamo catego-
ricamente a voler scoprire una specie di proporzionalità nel-
l'andamento dei due valori, tutti e due dipendenti da varii
fattori, e l’uno — l’acido carbonico cioè — misurabile in modo
assoluto, l’altro — il grado di luce — misurato in modo con-
venzionale, e forse non altrimenti misurabile.
Il moscardino, Myorxus muscardinus, che ha servito alle nostre
sperienze, era la varietà senza o quasi senza odore.
Addì primo Aprile 1878 avea perduto un pezzo di coda.
Le osservazioni che doveano stabilire una base per apprez-
zare l'influenza della luce nell’ animale intatto, caddero nei
giorni 26 e 29 Aprile successivi. Il moscardino allora pesava
in media 16,2 grammi. Le medie ottenute per due serie di
sperienze comparative, erano:
LUCE
Acido
carbonico
Acido
5 Grado di luce | Temperalura
carbonico
Temperatura
18°, 6 17,257 VIII, 5 189,0 25, 052
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 105
ed il rapporto fra le quantità dell’acido carbonico esalato
al buio alla luce
100 145 (1).
Dopo le sperienze del 29 Aprile si esportarono completa-
mente e cor facilità i due globi oculari. L'emorragia fu minima,
l’animale non soffriva dopo l'operazione e continuava a man-
giare e bere come prima.
Sette serie di sperienze comparative si eseguirono nel mese
di Maggio successivo, la prima due giorni, la settima ventun
giorno, dopo l’accecamento, due altre, l’ottava e la nona cioè,
il 4 ed il 9 di Luglio, cioè 66 e 71 giorno dopo l’operazione.
Il moscardino, privo degli occhi, nel mese di Maggio,
pesava fra 15 e 17 grammi, il peso medio era sensibilmente
lo stesso come prima dell’accecamento, ossia 16 grammi. Nel
mese di Luglio pesava in media 22,5 grammi, il che dava
testimonianza dello stato lodevole dell'animale, sebbene morisse
nella notte dal 12 al 13 Luglio.
Per il moscardino cieco da tutte e nove le serie di spe-
rienze si ricavano come valori medii:
BUIO LUCE
Acido
carbonico
Acido
L eralura ;
Pemperalure carbonico
Grado di luce | Temperatura
219,4 16,152 XI 219,2 189, 047
e mentre le temperature medie sono uguali, mostrando pure
bellissima corrispondenza nelle singole sperienze da paragone,
la produzione dell’acido carbonico
al buio alla luce
sta nel rapporto di #00; ja 0ix442.
L'influenza della luce si è mantenuta nel moscardino cieco,
ma se la paragoniamo con quella cimentata nell’animale veg-
gente, è calata di più nell’animale cieco (da 145 a 112) che
nel surmulotto (da 126 a 112).
(1) Vedi tabelle VIII. a, VIII. d.
106 MOLESCHOTT E FUBINI
Nel moscardino è notevole che l’influenza aumentativa che
la luce spiegava pure nell’animale cieco, era assai più grande
nelle due serie disperienze più vicine all’enucleazione degli occhi,
ossia 2 e 4 giorni dopo l’accecamento. Ma la stessa partico-
larità si nota nel surmulotto, quantunque la prima serie delle
sperienze fosse istituita alla distanza di 30 e più giorni dopo
l’accecamento. Con tutto ciò ci duole di non aver potuto mol-
tiplicare più tardi gli sperimenti nel moscardino cieco.
Per la quistione sulla gradazione dell'influenza dei raggi
chimici le sperienze sul moscardino forniscono un materiale
scarso.
Nell’animale intatto non abbiamo che due serie di osser-
vazioni comparative. Egli è vero che col grado di luce IX
l’esalazione di acido carbonico è stata molto più copiosa (27,735)
che nol fosse col grado VII (22,369), ma nel primo caso la
temperatura era 17°, nel secondo 19°,
Inverse differenze di temperatura accompagnavano le singole
serie di sperienze fornite coll’animale cieco, per cui il dividere
le osservazioni in due gruppi, a norma della luce più o meno
forte, condurrebbe ad una coincidenza delle temperature mi-
nori coi gradi inferiori di luce, ossia ad influenze incrociate
di luce e calore.
Per fortuna fra le sperienze eseguite col moscardino cieco
ve ne ha tre, in cui la temperatura era la medesima (20°) e
diversi i gradi di luce, per cui meritano di essere paragonate:
gradi di luce e. VIII XI XIV
acido carbonico ..'.. 0° 46,3671/4959130724107040)
Ora mettendo il valore dell’acido carbonico corrispondente al
grado VII[ =100, e prendendo la media per i gradi XI e XIV,
risulta: per i gradi di luce VIII e XII, 5 il rapporto di 100 : 119.
Se il numero di osservazioni in proposito è scarso, ha
sempre un valore che desse non contraddicono a quanto si
rilevò dalle sperienze antiche di MoLescHoTT nella rana, e dai
nostri studi comuni presso la rana, il passere ed il surmulotto,
ossia ìn tre classi d’animali.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA R CROMATICA, ECC. 407
Dopo di aver ragionato sui particolari delle singole spe-
rienze, istituite in tre classi di animali vertebrati, per scio-
gliere in modo più sicuro il quesito già da MoLEscHoTT cimen-
tato, se la luce abbia influenza per attivare l’ esalazione di
acido carbonico, quando ne sia esclusa l’azione negli occhi,
per essere questi tolti ( rana, moscardino ) o completamente
distrutti, sia lecito il riassumere in poche cifre il risultato
principale di questa parte del nostro lavoro. ì
Rassegna dei rapporti medii fra le quantità di acido carbonico
esalato al buio ed alla luce per animali intatti e ciechi.
ANIMALI INTATTI ANIMALI CIECHI
CLASSE D’ANIMALI
Anfibi 100
Uccelli 100 } 100
Mammiferi 100 100
A queste cifre, che rendono superfluo ogni commento , si
aggiunge il fatto non meno stringente, che anche gli animali
accecati risentono in grado diverso l’energia più o meno intensa
degli effetti chimici della luce, il che ci piace ricapitolare colle
seguenti medie:
Rapporti fra le quantità
Animali accecati Diversi gradi di luce Hi aeidb carboffito
Rana !" 11,8, V 100 : 115 (1)
Passere | UVVI 100 : 115 (®) |
- Surmulotto | VIIIL6, XI,7 100 : 119 (3)
Moscardino | © VII] XII,5 100 : 119 (4) |
(1) Per calcolare queste medie servirono le rane B e H (p. 87, 88,
che hanno fornito 5 osservazioni a luce meno forte e 2 a luce più
forte, ossia due gruppi di osservazioni comparabili.
(2) Il rapporto è dedotto dalle medie di 3 osservazioni per la luce
meno intensa e 4 osservazioni per la luce più intensa, vedi p..96.
(3) Medie di 7 e 6 osservazioni, p.100.
(4) Una osservazione per il grado VIII, la media di 2 osservazioni
per il grado XII, 5, p. 106.
108 MOLESCHOTT E FUBINI
Ogni lettore, che ebbe la cortesia di seguirci fin qui,
comprende senz'altro perchè non abbiamo scritto i gradi di
luce in forma di rapporti, e noi ci crederemmo poco cortesi
se volessimo ancora rilevare che, fra una graduazione con-
venzionale di una scala di tinte ed i pesi assoluti dell’ acido
carbonico esalato, niuna proporzionalità in senso matematico
potrebbe presumersi, nè accettarsi se mai per un caso venisse
trovata.
Esclusi gli occhi, la luce continua a determinare aumento nella
produzione di acido carbonico, certamente in grado minore che negli
animali intatti, ma in modo indubitabile presso anfibi, uccelli e
mammiferi.
Esclusi gli occhi la maggior energia chimica della luce continua
a produrre un aumento più forte nell’esalazione di acido carbonico
per gli animali, sebbene dobbiamo rinunziare all'idea di una pro-
porzionalità fra due effetti, che sono tutti e due il risultato di più
fattori che non tutti agiscono nel medesimo senso.
III.
Sull'influenza della luce nell'esalazione di acido carbonico
dai tessuti irrorati 0 privi di sangue.
CHasanowITZ e noi stessi abbiamo soddisfatto all’ esigenza
di Brown-Séquarp di esaminare l’influenza della luce in rane
cui era tagliato in alto il midollo spinale (1) o estirpato il
cervello, compresi i corpi bigemini (2), per eliminare l’effetto
disturbatore che potrebbe avere il movimento degli animali.
MoLescHoTT era convinto, che il grandissimo numero delle
sue sperienze, nelle quali le rane ordinariamente erano affatto
tranquille, valeva già ad escludere il dubbio accennato, ed a
noi pure oggi sembra che non avesse torto. Ma comunque sia,
fu utile di dar la dimostrazione diretta, che la luce aumenta
l'esalazione di acido carbonico indipendentemente dal movi-
mento degli animali.
Ora ci è riuscito di fare molto di più, imperocchè non .
solo delle rane, in cui sieno distrutti completamente i centri
(1) CaasanowiTz, 1. c. p. 25, 26, e questa memoria p. 57.
(2) Vedi questa memoria, parte II, p. 87.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 109
nervosi, mentre dura il circolo, e rane sventrate, in cui non
sussiste circolazione, ma anche i tessuti isolati, ancora soprav-
viventi od irritabili, subiscono l'influenza della luce che au-
menta l’acido carbonico esalato.
Addì 29 Ottobre 1878, alle ore 9 #/, a. m. venne decapitata
una rana esculenta, che nei nostri verbali è contrassegnata
colla lettera D. Il taglio cadde sul limite anteriore de’ corpi
bigemini. Furono poi esportati pure questi, il midollo allun-
gato ed il midollo spinale, e quest’ultimo distrutto fin alla
sua estremità terminale, introducendo con forza un pezzetto
di spu&na fino al fondo dello speco vertebrale.
Subito dopo l'estirpazione o distruzione dei centri nervosi
abbiamo esaminato la membrana interdigitale col microscopio
e trovammo circolazione nei suoi vasi, sebbene molto rallen-
tata. Dopo le tre sperienze respiratorie del 29 Ottobre la circo-
lazione nella membrana interdigitale era alquanto più attiva.
Una seconda serie di sperienze s'istituiva il 31 Ottobre; prima
di essa persisteva lenta la circolazione nei vasi della mem-
brana interdigitale. Dopo di questi sperimenti il circolo era
arrestato, ma potè per pochi istanti rianimarsi coll’ applica-
zione di correnti indotte, nella regione del cuore. All’ eccita-
mento elettrico rispondevano pure ancora i muscoli degli arti
e dell'addome.
La rana preparata, come dicemmo, il 29 Ottobre pesava
60,6 grammi; il 31 Ottobre, conservata in carta bibula inzup-
pata d’acqua, 63,5 grammi.
La sperienza alla luce fu intercalata fra due sperienze al
buio. Mentre le singole cifre, quelle trovate immediatamente
e ridotte a 100 grammi e 24 ore, sono consegnate nelle ta-
belle IX. a, IX.b, seguono qui le medie:
Rana D, senz’occhi, senza centri nervosi,
con debole circolazione sanguigna.
BUIO LUCE
Temperatura Acido Grado di luce | Temperatura Acido
carbonico carbonico
141,°0 0,145 VI 149,4 0,218
buio luce buio luce
145. 1,218 = UO TO
110 MOLESCHOTT E FUBINI
Il rapporto fra le quantità di acido carbonico esalate al
buio ed alla luce era quasi il medesimo nelle due serie:
nella prima 100 : 152 (col grado di luce VII),
nella seconda 100 : 147 (col grado di luce V),
ma le quantità assolute dell'acido carbonico erano molto più
grandi nel giorno della decapitazione e distruzione dei centri
nervosi, che nol l'ussero due giorni dopo, e ciò quasi nella
proporzione di °/; .
In vista della gran regolarità di questi risultati, non ci
parve necessario di ripetere le sperienze nelle medesime con-
dizioni.
Abbiamo invece aggiunto, in altra rana esculenta, G, lo
scorticamento alla decapitazione ed alla distruzione completa
dei centri cerebro-spinali. Fu rispettata la mandibola colla
lingua.
Nel giorno stesso dell'operazione, anzi mezz’ ora dopo la
sua fine, s’istituì la prima, e due giorni dopo la seconda serie
di sperienze comparative, per determinare l’ acido carbonico
esalato al buio ed alla luce.
Il 4 Novembre (giorno dell’atto cruento) la circolazione nella
membrana interdigitale era lenta assai, ma riperibile in varii
vasi; le cellule cromatofore erano stellate; il 5 Novembre la
circolazione un poco più vivace; il 6, prima e subito dopo le
sperienze, molto debole. Tanto il 5, che il 6 le cellule cro-
matofore erano globose. Un’ora dopo la fine della seconda
serie di sperienze era spenta la circolazione ;*le correnti in-
dotte erano inefficaci nei nervi e nei muscoli, solo i muscoli
delle dita riagivano a forti correnti.
Addì 4 Novembre il preparato pesava 38,4, il 6 Novembre,
in seguito ad assorbimento d’acqua, 44,3 grammi (vedi 1a-
bella X. a).
Nelle sperienze del primo giorno la luce non produceva
aumento nell’esalazione di acido carbonico, anzi si potrebbe
credere che nelle 3 ore, impegnate per la serie degli speri-
menti, andasse in modo continuo calando la quantità del-
l’acido carbonico eliminato. Il secondo giorno invece l’influenza
della luce era potente e mostrava pure un'azione postuma nel-
l’ora successiva, in cui il preparato era tenuto al buio,
Le medie delle due serie son queste:
SULL’ INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 414
Rana esculenta senz’ occhi, senza centri nervosi
e senza pelle, con circolo.
BUIO LUCE
Acido
carbonico
Temperatura
Grado di luce | Temperatura Acido
carbonico
buio luce buio luce
Happorto'imedioni out 265 : 332 — 100 : 125
Rapporto del primo giorno 259 : 231 — 100 : 89
» » terzo » 271: 434 — 100: 160(1).
Le sperienze consegnate nelle nostre tabelle XI.a e XI.b
possono considerarsi come istituite con carne muscolare di
rana. Per ogni serie comparativa servivano due rane decapi-
tate, scorticate, sventrate, col midollo distrutto e tagliati i
plessi sciatici.
Nelle prime due serie la sperienza fatta alla luce fu in-
tercalata fra due al buio, nella terza e quarta serie invece
una sperienza al buio fra due alla luce, senza che l’ ordine
invertito delle sperienze ne abbia cambiato l’esito.
Tutti i preparati dopo la fine delle sperienze reagivano
perfettamente alle correnti elettriche.
Le medie delle quattro serie sono le seguenti:
Carne di rana esculenta.
BUIO
Temperatura Acido
Grado di luce | Temperatura Acido
carbonico carbonico
89,9 0,352 IV,9 8°, 6 0, 600
E 399 :0000= 10062470 .
Dunque: senza circolo, senza pelle, senz” occhi, senza centri
cerebro-spinali o nervi intieri denudati, vediamo la respira-
(1) Vedi tabelle X. 2, X. A,
142 MOLESCHOTT E FUBINI
zione di muscoli contrattili di rana attivarsi di molto sotto
l'influenza della luce.
Merita attenzione che senza l'intervento della pelle, col cir-
colo superstite o spento, la luce conserva la sua azione nel»
l'aumentare l’esalazione di acido carbonico. Rileviamo il fatto,
perchè BicLarp vide invertirsi l’azione dei raggi rossi e verdi
dopo lo scorticamento delle rane. Vista ‘l'analogia fra gli
effetti fondamentali della luce mista e quella dei raggi colo-
rati, che faremo conoscere nella quarta parte di questa me-
moria, insistiamo nella circostanza che i muscoli di rana, i
quali servirono alle nostre sperienze, dopo di queste erano
perfettamente contrattili. Imperocchè BicLarp trovò inerti i
raggi colorati in carni di macello, proveniente da animali uc-
cisi un giorno o due giorni prima; queste carni in cui la ri-
gidità cadaverica era naturalmente sciolta, per egual peso, in
diversi raggi colorati, davano ugual quantità di acido car-
bonico (1).
Eseguimmo pure alcune sperienze con carne muscolare di
una coniglia e di un cane appena uccisi. Cadauna sperienza
durò due ore, nelle quali durante la prima mezz’orai muscoli
si trovavano al buio, la seconda alla luce, la terza di nuovo
al buio, e la quarta ancora alla luce.
Finite le sperienze, le carni non erano rigide, ma desse
non reagivano più a correnti elettriche. Cionondimeno i mu-
scoli del cane sotto l’eccitamento meccanico presentarono con-
trazione idiomuscolare.
I valori medii ottenuti per la carne de’ mammiferi ridotti
a 100 grammi e 24 ore, sono:
BUIO LUCE
MUSCOLI
di Tempe- Acid T a Acid
A debbo Luce mu Bevrontzo
Coniglia IA 0, 231 11I, 5 89,4 0,408
Cane 2 0, 286 III LAPO, 0, 403
Medie Leo) 0, 268 III,2 AT] 0,405
buio luce buio luce
Ora 258 : 405 => 100. “iSi0e):
(1) BécLarp, Comptes Rendus, T. XLVI (1858), p. 441-443, V.
(2) Vedi le tabelle XII a, XII. d.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 113
Raccogliamo qui in un piccolo specchietto i rapporti fra
le quantità di acido carbonico esalate da
al buio alla luce
muscoli di rana con pelle e circolo 100 . 150
muscoli di rana senza pelle con circolo 100 î 125
MIETTA Bio fel 100 n 170
ORE San e MI 100 È 177
i ART A RARA ALI 100 Sl 14]
Vedendo persistere l’effetto positivo della luce nell’attivare
la respirazione dei soli muscoli, non possiamo mettere in
dubbio l’azione diretta che dessa spiega nell'attività chimica
dei tessuti, influenza che per certo non esclude l’effetto che
la luce come eccitamento della retina, ed assai probabilmente
di altre espansioni nervose, produce nell’ aumentare. l’esala-
zione di acido carbonico e, come provò von PLaTEN, il con-
sumo d'ossigeno. Certamente abbiamo qui la più eloquente
conferma del teorema che MoLescHort inferì dalle sue prime
indagini, che, cioè, la luce anche all'infuori degli occhi at-
tiva il ricambio della materia.
Queste ultime ricerche non ci fornirono gran diversità fra
i gradi d’intensità chimica della luce con cui sperimentavamo.
La sola tabella IX. b, che si riferisce a rane prive di centri
nervosi e di occhi, dà per
il rapporto dell’acido carbonico fornito
grado di luce _— —— ur
al buio alla luce
V 100 : 147
VII 100 : 159/«
Se non che alla sperienza col grado maggiore di luce cor-
rispondeva pure una temperatura più elevata, e ciò di 2°,4.
Si potrebbe ritrovare una nuova espressione del fatto ri-
spettivo, vedendo che il rapporto fra le quantità di acido car-
bonico, esalato dai mammiferi, era per il
grado di luce buio luce
presso il cane III 100%)2 Lal
» » coniglio III, 5 (E RORCORA Ly 0
Atti della R. Accademia — Vol. XV. 8
444 MOLESCHOTT E FUBINI
Ma oltre al trattarsi di diverse specie di mammiferi , è troppo
scarso il materiale, per inferirne altro, se non che anche
queste cifre non contraddicono alla regola generale.
Dopo la nostra separazione, per il trasferimento di uno di
noi all’Università di Roma, FuBini ha esteso queste ricerche
al tessuto nervoso (1).
Per essere troppo piccolo il miencefalo della rana, furono
prescelti mammiferi alle sperienze relative, ma coll’avvertenza
di prolungarne artificialmente la eccitabilità nervosa.
Fra i diversi artifizi all'uopo messi in pratica da BERNARD,
Scnirr, MoLescHoTtT, Oscar IsrAEL e Brown-Séquarp, FUBINI
presceglieva l’inverniciatura della pelle dell'animale dopo di
averne ben rasi i peli, oppure le iniezioni alcooliche, quella
e queste raccomandate dallo ScHirr.
Le dosi di alcool usate erano varie da animale ad animale.
Così nel cane s’iniettava talvolta fino a 300 c. m. c. di soluzione
di 20°/, di alcool assoluto nel cavo dell'addome e sotto la
pelle, nel coniglio e nel porcellino d’India circa 100 centi-
metri cubici.
Appena morto l’animale, la cui temperatura andava rapi-
damente abbassandosi perfino di 20°, si preparava il mience-
falo colla massima rapidità e diligenza possibile e si pesava.
Le sperienze si continuavano per 2,3 e 4 ore, a seconda
che l’eccitabilità del tessuto nervoso del resto dell'animale,
esplorato coll’elettricità, si trovava conservata. Si possono
dunque considerare come eseguite sul tessuto nervoso soprav-
vivente, quantunque manchi l’assoluta certezza, poichè i centri
. nervosi muoiono più presto dei nervi periferici.
Delle tredici serie di sperienze 4 si riferiscono al cane
(1 maschio e 3 cagne), 2 al coniglio (1 maschio, 1 femmina),
6 al porcellino d'India (2 maschi e 4 femmine) ed 1 ad un
surmulotto maschio.
Sette, ossia più della metà, delle 13 serie si prolungarono
per 4 ore, cioè cominciavano colla respirazione del mience-
falo per un’ora al buio, poi un'ora alla luce, una terz’ ora al
buio, e la quarta di nuovo alla luce. Molte volte dunque si
trattava indifferentemente di una sperienza alla luce in mezzo
(1) Bizzozero, Archivio delle Scienze Mediche, Vol. II, n. 19 (1879).
3
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA £ CROMATICA, ECC. {15
a due al buio e di una sperienza al buio in mezzo a due
alla luce, per cui, prendendo le medie, tutte e due le succes-
sioni erano rappresentate. E vuole notarsi che talvolta (4 su
13 casi), cominciando la serie delle sperienze comparative al
buio, la prima ora dava un valore più elevato per l’acido
carbonico che l’ora successiva alla luce, per cui si ottiene un
risultato più favorevole alla luce, se le medie si computano
nelle relative serie sulle cifre della 2* e 4* ora, per parago-
narle senz’ altro alla 3%, e ciò tanto per il cane come per il
coniglio, che non quando si tiene conto eziandio dell’ ora
prima.
Le medie seguenti sono computate su tutte le cifre delle
singole serie, quali si trovano consegnate nella memoria di
FuBINI (1).
Acido carbonico esalato dal miencefalo di mammiferi,
ridotto a 100 grammi e 24 ore.
Buio Luce
= __rPrt—__rP___ ese SELE co
Animale temperatura acido carbonico grado di luce temperatura acido carbonico
cane 89,9 0,228 IIl, 9 8°,7 0,340
coniglio 16,0 0,228 X 17 | 0,305
porcellino
d'India 92 0,387 IV, 5 8,8 0,527
surmulotto 12,1 1,220 VI, 12.2 1,398.
I rapporti fra le quantità di acido carbonico esalate sono:
al buio alla luce
eri ale 100 : 149
siglon. e at 400 - 114
porcellino d'India. . 100 - 137
suemulotto?tit10, 0 900/1041400 s 119
rapporto medio . . 100 : 129 (2)
Giova paragonare i muscoli ed il sistema nervoso nella
loro attività respiratoria e la dipendenza di essa dall'influenza
della luce presso i medesimi animali.
(1) Fusini, l. c.
(2) FuBini, I, c. p. 8, 22,
116 MOLESCHOTT E FUBINI
Acido carbonico esalato Rapporto fra Vacido
per 100 grammi in 24 ore carbonico esalato
TT ———"— «ide —— °# rea
buio luce buio luce
Cane: muscoli 0,286 0,403 ELISE AE 1
» miencefalo 0,228 0,340 100: 149
Coniglio: muscoli 0,231 0,408 3 LL ela rar
» miencefalo 0,268 0,305 IDATA.
Sarebbe precoce indurre regole senerali da questo paragone,
tanto più che le sperienze nei muscoli dei mammiferi sono
meno numerose di quelle fatte coi nervi. Prendendo però le
cifre nel loro insieme, sembra più attiva la respirazione mu-
scolare e più sensibile per l'influenza della luce, che nol sia
quella del tessuto nervoso.
Tutti e due però, i muscoli ed il tessuto nervoso, mani-
festamente, sotto l’azione della luce, esalano più acido carbo-
nico che allo scuro. Risulta quindi che l’esalazione dell’acido
carbonico per l'influenza della luce cresce non solo rispetto
la respirazione in genere, ma pure per la respirazione paren-
chimatosa, e ciò eziandio in tessuti isolati, non più irrorati
di sangue, ma tuttora sopravviventi.
A tessuti morti noi non estendemmo finora le nostre ri-
cerche, ma ricordammo l’effetto negativo di luce colorata, 0s-
servato dal BicLarp in muscoli che aveano di già . superato
la rigidità cadaverica (1).
IV.
Sull’infuenza della luce colorata nell’esalazione
di acido carbonico per gli animali.
1. Note storiche e critiche.
Il primo che, dopo le sperienze di MoLescHoTT sull’influenza
di luce mista o bianca nella respirazione animale, pubblicò
ricerche sull’effetto speciale dei raggi colorati nella funzione
predetta, fu Giulio BicLarp. Egli esaminò l’azione'di campane
(1) Vedi sopra p. 104.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA”, ECC. 117
colorate nella respirazione di uccelli e piccoli mammiferi,
quali i topi, però senza constatare una differenza per questi,
mentre rane esculente (rane verdi) sotto campane verdi pro-
ducevano più acido carbonico che sotto il vetro rosso, al
punto che questo nella luce verde superava di 3 , di 5
fino della metà l’acido carbonico fornito in luce rossa (1).
Questo ed altri fatti osservati dal BicLARD erano così nuovi
ed importanti che meritavano e meritano la più grande atten-
zione. Deploriamo quindi vivamente che l'illustre fisiologo
francese non abbia finora pubblicato i particolari del metodo
ed i singoli fatti delle sue ricerche, tanto più che per una
cortese sua comunicazione ad uno di noi ci consta, che il
BécLarp è giunto alla cognizione di altri dati sull’azione fisio-
logica della luce colorata e mista, che non furono sinora resi
di pubblica ragione.
Dopo l’annunzio dei ritrovati del BécLaRD, che si potrebbe
in certo modo chiamare preventivo (1858), comparve il già
citato lavoro di Antonio SeLmi e Giovanni PracenTINI (1870).
Le loro ricerche si riferivano al cane, alla tortorella ed alla
gallina (2).
Il diverso colore anche qui si otteneva con vetri colorati.
«Il cane stava in una cassetta di legno con una finestrella
« guernita di un vetro del colore che si voleva predominasse
« nell’atmosfera della cassetta stessa » (3). Mentre pel cane
veniva determinato l’acido carbonico che esalava durante il
suo soggiorno nella cassetta che riceveva luce colorata, per la
tortora invece, ed a quanto pare eziandio per la gallina, SELMI
e PraceNTINI misuravano la quantità dell'acido carbonico che
l’animale emetteva non durante, ma dopo che era stato per
« qualche tempo » esposto alla particolare illuminazione che
volevano studiare (4).
e per-
(1) Jules BécLarp, Comptes Rendus, 1858, T. XLVI, p. 441-443.
(2) Port, 1. c. p. 59 dice erroneamente che SeLMi e PracenTINI spe-
rimentarono col gatto.
(3) Antonio SeLmi e Giovanni PracentINI, Rendiconti del Reale Isti-
tuto Lombardo di scienze e lettere, serie 2, Vol. III (Adunanza del 27
Gennaio 1870), p. 53.
(4) È così sorprendente l’idea di esaminare l’azione di un agente
118 MOLESCHOTT È FUBINI
Impariamo dalla memoria di SeLMI e PrACENTINI che la tor-
torella pesava 134 grammi e 655 la gallina; il peso del cane
non si trova notato, nè alcuna cifra direttamente trovata per
l’acido carbonico emesso dalla tortorella.
Il tempo di ogni sperienza per determinare l’acido carbo-
nico esalato, durava un’ora per il cane e per la tortorella,
mezz’ ora per la gallina. Quando si riflette che nelle spe-
rienze di SeLMI e PrAacENTINI venivano paragonati gli effetti del
buio colla luce mista (vetro bianco), violetta, azzurra, verde,
gialla e rossa, di modo che sette sperienze comparative
doveano succedersi, si è tentati a credere che una intiera
serie di sperienze non si potesse svolgere nel medesimo giorno.
Ed allora le variazioni del peso, del nutrimento, della tempe-
ratura si vorrebbe conoscere. Abbiamo più volte rilevato di
quanta influenza è la temperatura nel far variare le quantità
di acido carbonico prodotto nella respirazione. Gli autori rac-
contano che « si notava diligentemente l'ora ...., il grado
« termometrico e l’altezza del barometro, non meno che la
« giornata del mese in cui si operava (1) » . Ma di queste pre-
ziose notizie nulla si trova nella loro memoria stampata, nella
quale neppure si legge l’assicurazione sommaria che le tempe-
rature da vicino si corrispondessero.
Dalla gallina l'acido carbonico passava in acqua di barite,
dal cane e dalla tortorella per un « apparato condensatore a
« cinque bolle di Liebig, seguito da altro tubo bicorne nel
« quale stava della potassa caustica solida » (2). Egli è difficile
persuadersi che questi mezzi assorbenti potessero davvero
trattenere tutto l’acido carbonico che proveniva dal cane o
depo che ha cessato d’agire, che per credere dovemmo leggere più volte
le precise parole di SeLmi e PrAacENTINI, e per ciò ci crediamo in dovere
di testualmente copiarle. Descritto l'apparecchio in cui la tortorella sog-
giornava durante la determinazione dell’acido carbonico che produceva,
gli autori dicono: « Un’ora intera rimaneva l’animale sottomesso alla
« prova sotto all’apparecchio, avendo il riguardo di tenerlo qualche
« tempo prima sotto ad una cassetta di legno, la quale era per tre lati
« chiusa da assicelle, pel quarto lato chiusa da un vetro colorato ». L. c.
p. 56.
(1) L. c. p.54 sopra.
(2) L. c. p. 53 infra.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 419
dalla tortorella. Quest’aria, mossa per un aspiratore doveva
poi abbandonare tutto il suo vapore acqueo ad un « provino
ripieno di cloruro di calcio fuso » interposto « fra l’assorbitore e
la camera » che conteneva il cane (4). Ma che a ciò bastasse un
provino con cloruro di calcio, quando si pensa che, in un’ora
circa 30 e più litri (2) d’aria ad un di presso satura d’acqua
. lo attraversavano, a noi sembra troppo dubbioso per osar
desumere dagli aumenti di peso, che il provino subiva, le
quantità di acqua che esalasse il cane. E se mai questo nostro
dubbio non fosse ragionevole, ci par lecito domandare, se
l’acqua pesata dagli autori proveniva realmente dal cane, e
non in parte piuttosto dall’acqua di barite, per la quale l’aria
atmosferica gorgogliava, prima di arrivare nella cassetta del-
l’animale?
Tutto questo farebbe doppiamente desiderare che gli autori
non si fossero appagati di comunicare le cifre, che esprimono
i rapporti fra le quantità di acido carbonico fornito sotto
diverse circostanze d’illuminazione, invece di descrivere i re-
perti immediati delle loro fatiche.
Solo per la gallina pare che SELMI e PIACENTINI comuni-
chino cifre direttamente trovate, indicanti volumi. Non dicono
però quali volumi, nè se questi volumi siano ridotti alle me-
desime unità di pressione barometrica e di temperatura.
Aggiungiamo che le sperienze nella tortora e nella gallina
furono fatte una volta per ogni specie di circostanze, e ciò per
cimentare il risultato di « sessanta e più sperienze », delle
quali gli autori medesimi non rimanevano troppo convinti.
« Si temeva, così dicono, che la cassetta, essendo di legno,
« potesse recare un qualche incaglio nell’operazione, la quale
« non riuscisse per ciò esattissima; si temeva che qualche
« poco di aria penetrasse per le congiunzioni della medesima,
« e per ciò fu risoluto di ripetere le esperienze » (3). Confes-
siamo che il nostro timore principale si è, che il « provino
con cloruro di calcio » non bastasse a raccogliere l’acqua, nè
il tubetto a bollicini del LieBi& con potassa liquida, seguìto
(1) L.c. p.54.
(2) L. c. p.55, linea 14 dal di sopra.
(3) Semi e PIACENTINI, l.c. p.55, 56.
120 MOLESCHOTT E FUBINI
dal tubo bicorne con potassa solida, a trattenere l'acido car-
bonico proveniente da un cane. Ora queste due insufficienze
doveano produrre due errori in senso contrario che non pos-
siamo valutare. i
Niente avrebbe valso di più a tranquillare l’animo del
lettore, che la minuta esposizione delle cifre immediatamente
trovate.
Comunque sia, diamo qui una rassegna dei rapporti indi-
cati da SELMI e PIACENTINI, cui spetta l’onore di aver trovato
per la prima volta in animali superiori, che l’attività dell’esa-
lazione di acido carbonico varia a seconda della qualità della
luce. Ma per tutte le ragioni addotte, accompagniamo la ta-
bella di ogni più prudente riserva.
Notiamo che la nostra rassegna diversifica da quella degli
autori in ciò, che dessi scelsero per unità la luce mista, mentre
noi, per uniformare le cifre a quella da noi prescelta, pren-
diamo per unità il buio.
Rapporti fra le quantità di acido carbonico esalato
in diverse condizioni d’illuminazione durante o precedente (1) le sperienze
secondo Antonio SeLMI e Giovanni PIACENTINI
Illuminazione Cane Tortorella Gallina |
Buio 100 100 100
Luce violetta 107 117 112
» Tossa 112 129 133
» bianca 122 147 144
» azzurra 126 147 149
» verde 141 159 153
» gialla 150 194 187
Stando a queste cifre, la luce gialla sarebbe la più attiva
per aumentare l’esalazione di acido carbonico ; seguivano la
verde e l’azzurra, ed anche questa superava di poco la luce
bianca o mista. Meno attiva della luce bianca erano la rossa
(1) Vedi p. 117, 118.
È
i
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 121
e la violetta. Per tutte e due la produzione di acido carbonico
superava quella al buio, cui la luce violetta stava la più
vicina.
Sebbene in ciascheduna delle circostanze accennate, tanto
per la tortorella che per la gallina, non siasi fatto da SELMI
e PiAcENTINI che una sperienza sola, pure con tutta la diffe-
renza che le singole cifre presentino, vi ha accordo nel suc-
cedersi dei colori, ordinati secondo la loro crescente efficacia
nell’aumentare l'acido carbonico esalato, e ciò non solo per
la tortora e la gallina, ma pure per il cane.
Il terzo lavoro in cui si tratta dell’influenza di luce più o
meno monocromatica nella respirazione è quello di Por (1).
Mentre il metodo di determinare la quantità dell’acido
carbonico, adoperato da Roberto Pot, è inappuntabile, finora
è troppo scarso il numero delle sue sperienze, che non furono
che due per i varii modi d'illuminazione da lui esaminati,
eccetto la-luce verde e la gialla, per ciascheduna delle quali
PorT dispone di tre osservazioni. Tutte le sue sperienze ven-
nero eseguite in una sola specie d’animale.
Vi ha anche qui il guaio dei vetri colorati, sul quale tor-
neremo a dire.
Fu un topo, Mus musculus del medio peso di 16,07 grammi,
che servì alle sperienze di PorT.
Le sperienze ripetute sotto le medesime circostanze si ac-
cordano abbastanza bene, e quando in via eccezionale pre-
sentano maggior divario, pure in ogni categoria, nell'ordine
ìn cui verranno qui trascritti i risultati immediati, non si
trovano che cifre maggiori a quelle delle precedenti. Il topo
dava nella durata di un’ora:
gramma
nella luce violetta | I 0,128 di acido carbonico
II 0,112» 3
nella luce rossa \ I 0,130 » »
part T1e0,108: lb i
(1) Robert Port, Vergleichende Untersuchung uber die Mengenver-
hàltnisse der durch Respiration und Perspiration ausgeschiedenen Koh-
lensiure, etc. Jena 1875, p. 54-59.
MOLESCHOTT E FUBINI
gramma
nella luce bianca | I 0,143 di acido carbonico
milchweiss | 11 0,136 » »
nella luce azzurra | a i Ù
ì I 0,150 » »
L-=02207 » »
nella luce verde II 0,181 » »
III Oria » »
I 0,239 » »
nella luce gialla II 0,247 » »
III 0,493 ” a
Coll’eccezione della luce gialla, in cadauno dei diversi
gruppi di sperienze, la cifra successiva è più bassa della pre-
cedente, senza che si travegga alcun motivo per destar sospetto.
Solo nella luce gialla i valori andavano crescendo, ed il terzo
di tanto che l’autore fece bene di non tenerne conto nel cal-
colare la media.
Le temperature medie oscillano fra 14°, 5 e 15°,5, e non
si potrebbe pretendere maggior accordo. |
Eppure non possiamo tacere una gravissima obbiezione, ed
è che evidentemente le sperienze di PorT furono eseguite in
giorni diversi. A vero dire, l’autore, altrimenti così preciso
ne’ suoi dati, non indica il giorno in cui esperimentava, ma
dalle ore risulta che desse erano distribuite sopra sei o sette
giorni, e chiunque abbia fatto numerose sperienze di simil
genere, lo sa di quanto la produzione di acido carbonico può
variare presso il medesimo individuo da un giorno all’altro.
Dopo questi cenni trascriviamo qui le quantità di acido
carbonico, che il topo di Port produceva nelle varie condi-
zioni, riducendo secondo la nostra abitudine i valori medii a
100 grammi e 24 ore, aggiungendovi le medie temperature
ed i valori proporzionali, e mettendo la quantità dell'acido
carbonico esalato al buio —100.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 123
—_—= 99 SELMI e PIACENTINI,
100 : 102 MoLrescHoTT e FuUBINI.
(1) Vedi p.117.,
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 139
Non torneremo a far la critica che uno studio attento del-
l'ardua ed importante questione c'inspirava di fronte ai lavori
di SeLmi- PracenTINI e Port. Non potevamo meglio tributar
loro l’onor delle armi, se non col confrontare minutamente
le cifre loro colle nostre.
Ad ogni modo ci crediamo autorizzati a dichiarare, che la
luce azzurro-violacea e la luce mista per poco hanno la me-
desima energia nell’ attivare l’ esalazione di acido carbonico
presso uccelli e mammiferi. Questa analogia risulta nel modo
più spiccante, se prendiamo la media di tutte le nostre cifre
ottenute presso diversi animali, compreso le rane :
luce azzurro-violacea luce mista
Bamatte" LUO ; 97
CADarino -.. «LOO : 111
Passere . . 100 o 94
Surmulotto 100 i, 98
Medie 100 £ 100 .
Lo stesso medio rapporto (100 : 100) fu trovato da SELMI
e PiacENTINI per la tortora.
Ora se prendiamo la media di tutte le sperienze:
luce azzurra luce bianca
Rana. ... 100 3 97 MoLESCHOTT
Tortora. . . 100 £ ‘100 SeLMI e PIACENTINI
Gallina... 100 ; 97 Senwmi e PIAcENTINI
Canarino . . 100 E 111 MotrescHoTT e FuBINI
Passere. . . 100 : 94 MoLEescHoTT e FUBINI
Cane +. .1y3400 7 97 Selmi e PIACENTINI
TOPO ta "at 00 È 62: Bore
Surmulotto . 100 : 98 MoLescHOTT e FuBINI
troviamo 100 : dii
Alla cifra elevata, che fu riscontrata per la luce azzurra
da Port nel topo e da noi nel passere, contrasta la cifra
bassa, relativamente parlando, trovata da noi nel Canarino.
Pure nell'insieme le cifre mostrano una tendenza della luce
azzurra ad aumentare l’esalazione di acido carbonico “di van-
taggio della bianca.
110 MOLESCHOTT E FUBINI
I confronti fra i risultati con luce rossa sono più stringenti,
nel senso che anche il vetro rosso del commercio non dà il
passo ad altri raggi che i rossi. Basti quindi il rilevare che
nei vertebrali omoiotermici , se a paragone del buio era sempre
attivo il rosso, lo era pure sempre assai meno della luce
azzurra o azzurro-violacea, e così pure della luce mista o
bianca.
Se limitiamo, come ragionevolmente si deve limitare, agli
animali omoiotermici i nostri paragoni, non vi avrebbe con-.
traddizione alcuna fra i lavori di SeLMI- PrAcENTINI e Port e le
ricerche nostre. A prima vista potrebbe sorprendere che noi
non abbiamo trovato l’ azione della luce azzurra più forte, di
quanto la trovavano i nostri predecessori; poichè nel nostro
caso l’ azzurro era accompagnato di violetto, nel caso loro di
rosso. Sappiamo che ci risponderanno che dessi osservavano
debole energia per i raggi violetti, anzi un’influenza minore
di quella del rosso. Se non fosse che quasi senza eccezione
in queste nostre ricerche, come nelle anteriori di MoLEScHOTT,
a parità delle altre circostanze, l’acido carbonico presentava
più forte aumento, quando cresceva l'intensità chimica della
luce.
Egli è vero che quest’ ultimo fatto assolutamente non collima
colle osservazioni di SeLMI e PriAcENTINI, come di Port, dalle
quali risulterebbe che i raggi verdi, e sovrattutto i gialli, au-
mentano assai più l'acido carbonico esalato che non gli stessi
raggi azzurri o la luce bianca. Ma finchè queste sperienze non
sieno ripetute con raggi uniformi, fosse possibile con colori
ottenuti da un prisma abbastanza dispersivo, coll’ aiuto di un
eliostato , la quistione per noi rimane aperta.
5. Sperienze con mammiferi ciechi.
Avendo verificato che la luce mista vale ancora, sebbene
in grado meno forte, ad aumentare l’esalazione di acido car-
bonico presso animali privi degli occhi, non potevamo sottrarci
all'obbligo di esaminare, se pure la luce colorata attivi an-
cora la respirazione in animali ciechi.
Le nostre ricerche furono eseguite in parte nel surmulotto,
che già più volte fu oggetto di questi nostri studi, in parte
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. ALI
in un topolino, Mus musculus, che nei nostri verbali è con-
trassegnato colla lettera C.
Giacchè il surmulotto, Mus decumanus E, ha pure servito allo
stato intatto a sperienze con luce colorata, si presenta qui
l'occasione del diretto paragone fra gli effetti che subì l’animale
prima e dopo la perdita degli occhi.
Le sperienze in proposito col surmulotto cieco furono ese-
guite fra l'11 ed il 19 Ottobre 1877, da 12 a 20 giorni dopo
l’operazione col ferro rovente e la potassa caustica. L'animale
in quel tempo pesava in media 133 grammi, ma stava così
bene e servivasi così abilmente del cibo, che dovea cercare
coi sensi olfattivo e tattile, da mostrare in quel tempo un
aumento di peso abbastanza cospicuo.
Al buio furono fatte sei, alla luce mista sette sperienze, per
la luce rossa e quella azzurro-violacea cadauna otto, che sono
raccolte colle rispettive annotazioni del peso, del grado di
luce e di temperatura nelle tabelle XXIII, a, XXIII.b. Qui se-
guono le medie:
ae 1 " Tempera- Acido Valori
Illuminazione Grado di luce in È carbonica proporzionali |l
Buio _ 10039 9, 204 100
Luce rossa (pe 16, 6 5, 939 114
Luce azzurro-violacea Td 16,6 6, 063 116
Luce mista IV, 3 16,0 5, 678 109
| i
Confrontiamo con queste le medie ottenute coll’animale
intatto per l’acido carbonico scrivendo l’ una sotto l’altra prima
le quantità di esso, ridotte a 100 grammi e 24 ore, e poi i
valori proporzionali.
Luce
Buio Luce rossa azzurro- Luce mista
violacea
Surmulotto intatto 4,941 5,479 6, 906 6,756
Surmulotto cieco 5, 204 5, 939 6, 063 5, 678
Surmulotto intatto 100 111 140 137
Surmulotto cieco 100 114 116 109
142 MOLESCHOTT E FUBINI
risulta che il surmulotto cieco esalava più acido carbonico
del surmulotto intatto, sia al buio che a luce rossa, meno
invece a luce mista ed azzurro-violacea..
Le temperature essendo state più basse per ogni modo
d'illuminazione per l’animale cieco che per l’ intatto, non è
con essa che si possa spiegare la differenza. Durante le spe-
rienze coll’animale intatto la temperatura superava quella
delle sperienze col surmulotto cieco dei seguenti valori:
al buio alla luce rossa alla luce azzurro-violacea alla luce mista
ci e 4°,9 4° 4 39”,
Se si trattasse di influenza di temperatura, l’animale in-
tatto nella luce mista sarebbe stato meno favorito che al buio,
e nella luce rossa quasi allo stesso grado che nella luce
azzurro-violacea.
Le cifre proporzionali poi mostrano, come la luce rossa era
più attiva, sebbene non molto, nel surmulotto cieco che nel
veggente, ma viceversa molto più forte l’effetto della luce
azzurro-violacea nel surmulotto intatto che nell’accecato.
Nel surmulotto cieco poi la luce mista era meno attiva che
la rossa e l’azzurro-violacea.
Non vuole dimenticarsi che le sperienze a luce mista in
questa serie furono istituite con un mantello d’acqua intorno
al recipiente dell'animale, e quindi con luce smorzata, ossia
in media al grado IV, 3. Così riesce istruttivo il paragone
colle sperienze consegnate nella tabella VII. b, istituite pure
col surmulotto accecato, ma senza mantello d’acqua intorno
alla camera dell’ animale, ad un grado di luce molto superiore,
ossia in media di X. Trascriviamo le medie :
Surmulotto cieco
BUIO LUCE MISTA
Tempe NEO Grado Acid
“| carbo- rd \ cido
ratura | “nico | di luce | Temperatura | carbonico
Col mantello d'acqua | 17°,3|5,204| IV 3 169,0 5, 678
Senza » d’acqua|18 ,1|5,247| X 1d4f 6, 018
SULL’INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 143
Ed i rapporti per l’acido carbonico fra il buio e la luce per
il grado IV è di..... 100 : 109
» Menia PMO 100/.kio.,
Poichè i valori qui paragonati sono ottenuti a temperature
vicine, mentre la piccola differenza, che pur esiste, ha dovuto
diminuire il vantaggio del maggior grado di luce, ci crediamo
in diritto di dare una grande importanza alla differenza, che
in queste serie di sperienze corrisponde alle diverse intensità
chimiche della luce, con cui si rinvennero le cifre per l’acido
carbonico.
Col topolino abbiamo istituito più variate sperienze.
Desso fu accecato ‘col ferro rovente e successiva applicazione
di potassa caustica, e ciò il giorno 18 Agosto 1877.
Le sperienze si eseguirono fra il 20 Agosto ed il 15 Set-
tembre. L’animaletto in quel tempo pesava in media 8 grammi,
da prima (20 Agosto) 6,3, in fine (15 Settembre) 9,6. La sua
condizione dunque era lodevole.
Nelle ricerche con questo topo ci siamo attenuti all'idea
di cimentare l'influenza specifica delle diverse illuminazioni,
comparando al buio uno ad uno gli effetti della luce rossa;
azzurro-violetta e mista; ma inoltre abbiamo confrontato la
luce mista coll’azzurro-violacea, e così pure quest’ultima colla
luce rossa.
Nelle tabelle XXIV. a — e sono consegnati i valori immediati,
nelle tabelle XXIV. a' — e' i valori ridotti a 100 grammi e 24
ore. Qui seguono le cifre medie accoppiate a norma dei sin-
goli confronti.
Buio e luce rossa (1).
Illuminazione Grado di luce Temperatura Acido carbonico Valori proporzionali
buio —_ 26°,4 24,024 100
luce rossa bo 26 ,4 23,308 ; 97
Buio e luce azzurro-violacea (2)
Illuminazione Grado di luce Temperatura Acido carbonico Valori proporzionali
buio — 249,6 24,764 100
luce azzurro-
7
violacea I 24 ,8 29,253 118.
(1) Vedi tabella XXIV.c'.
(2) Vedi tabella XXIV. d'.
44 MOLESCHOTT E FUBINI
Buio e luce mista (1)
eTZZZZaeeeeeÌg®e© ÌeEettSs5s€eE€©€oeez mumumìi!!""
Illuminazione Grado di luce Temperatura Acido carbonico Valori proporzionali
luce rossa 10, 2540 27,389 100
luce azzurro-
violacea 7 24° 26,316 96.
Se tiriamo le conclusioni da queste sperienze accoppiate ,
risulta che nel topolino cieco, in confronto del buio, era nulla
l’azione della luce rossa, giacchè il valore dell’acido carbonico
in essa ottenuto era inferiore a quello del buio, quantunque
fossero eguali le temperature.
Forte invece è l'influenza specifica — confrontata al buio —
della luce azzurro-violacea, superando la stessa luce mista.
Questa invece ha agito più energicamente quando si comparava
direttamente, nel medesimo giorno cioè, colla luce azzurro-
violacea. Giova pertanto prendere la media dei rapporti fra
luce azzurro-violacea e luce mista |
CIPEtTOnna n. 100 ; 108
indirettamente trovato 118 : 143
medlossse . 109 ° 110
ossia 100 : 108.
Mentre nei confronti col buio la luce azzurro-violacea vin-
ceva di molto la luce rossa, anche qui s'invertiva il rapporto
(1) Vedi tabella XXIV. a”.
(2) Vedi tabella XXIV. d'.
(3) Vedi tabella XXIV. e.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 1455
nelle sperienze istituite, per comparare direttamente l’azione
dei due colori. Prendiamo dunque pur qui la media.
Rapporto fra luce rossa e luce azzurro-violacea
direttamente trovato . 100 E 96
indirettamente trovato 97 î 118
Medio i... 98,5 : 107
ossia 100 - 109 .
Combinando le osservazioni, si verifica per il topolino cieco ‘
che la luce rossa vince il buio, la luce azzurro-viciacea supera
la rossa, e la luce mista batte alquanto l’azzurro-violacea.
In seguito ci pare utile metter insieme tutte le osservazioni
che furono fatte sulla quantità di acido carbonico esalato dal
topolino cieco, cioè 9 raccolte al buio, 8 alla luce rossa,
10 alla luce azzurro-violacea, 7 alla luce mista (1). Le medie
risultanti da questa rassegna sono:
buio luce rossa luce azzurro-violacea luce mista
24,204 25,349 27,296 28,611
100% 224/105 : 113 : 1184
L'influenza della luce mista sarebbe stata comparativamente
forte. In questo topolino non vennero fatte sperienze mentre
era intatto, ma in tre altri topi A, B e D (2), che non soprav-o
. vissero all’accecamento, avevamo ottenuto allo stato intatto
i rapporti:
buio luce
per A Lod: nntt930
gio EOOV° = 'TA42
» D 1009 e et
ossia in media i REL POPE, 122,
In confronto di questo rapporto, quello trovato nel topolino C
accecato , ossia 100 :118, indica una forte energia della luce
mista ancora dopo l’accecamento.
Ma poi è stata forte eziandio l’influenza della luce mista
nel topolino cieco, in confronto di quanto fu nel surmulotto
(1) Vedi tabella XXIV. /.
(2) Vedi le tabelle XXV, XXVI, XXVII.
Atti della R. Accademia — Vol. XV. 10
146 MOLESCHOTT E FUBINI
privo degli occhi, per cui giova ravvicinare le cifre propor-
zionali per i due mammiferi accecati, calcolandone pure le
medie:
Buio L. rossa L. azzurro-violacea L. mista
Surmulotto cieco . 100° 114 116 109
Topolino cieco. . 100 105 113 118
Medie: © *af. <<: 1007 €409 114 Mar,
Per tradurre queste cifre in tesi, dobbiamo dire che pure
in mammiferi ciechi, non solo la luce mista, ma pure la luce
colorata attiva l’esalazione di acido carbonico; che la luce mista
e l’azzurro-violacea, fra di loro quasi uguali, sono però assai
meno forti negli animali ciechi, che negli intatti; che la luce
rossa nel surmulotto cieco superava alquanto l’energia svolta
nel surmulotto intatto, mostrandosi invece, presso il nostro
topolino, inferiore di molto all'influenza, che la luce rossa spiegò
nel topo intatto di PorT.
La tabella XXVIII passa in rassegna tutte le cifre propor-
zionali per i valori dell'acido carbonico, ridotti a 100 grammi
e 24 ore, negli animali veggenti o ciechi da noi esaminati,
per l'influenza della luce rossa, azzurro-violacea e mista in
confronto del buio. Qui confrontiamo soltanto i rapporti medii
per gli animali omoiotermici.
Luce azzurro-
Buio Luce rossa violacea Luce mista
Uccelli veggenti 100 128 139 142
Mammiferi veggenti 100 111 140 137
Mammiferi ciechi 100 109 114 113
Se non fosse per la luce rossa, che nelle rane non aumen-
tava l’acido carbonico esalato, i mammiferi ciechi avrebbero
dato delle medie assai rassomiglianti a quelle delle rane intatte.
Imperocchè l’acido carbonico esalate dava i seguenti rapporti:
Buio L. rossa L.azzurro-violacea L. mista
Rane intatte 100 100,5 115 112
Mammiferi ciechi 100 109 114 IM3%
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 147
Bisogna rilevare in modo generale che le rane si distin-
guono dagli uccelli e dai mammiferi, in quanto che la luce
rossa non attiva la loro respirazione. Questo fatto a priori non
era presumibile, imperocchè secondo un’osservazione di
pu Bors-Revmonp il colore rosso eccita le rane (1), il che
talvolta, sebbene non sempre, venne pure rimarcato da uno
di noi. Tanto più vale che CÒasanowiTz ancor egli ebbe da
constatare, che la luce rossa non aumenta l’acido carbonico
esalato dalle rane, anzi egli nella luce rossa ottenne anche
meno acido carbonico da questi anfibi che non al buio (2).
Siccome noi disponiamo di due serie di sperienze eseguite
da MoLescHOTT, le quali tutte e due mettono all’infimo grado
la quantità dell'acido carbonico eliminato sotto l’azione della
luce rossa (3), non puossi ragionevolmente dubitare dell’inef-
ficacia di questo colore nelle rane, rispetto all’ eliminazione
dell’acido carbonico, per quanto possa sorprendere il distacco
dagli animali omoiotermici in genere e dai mammiferi ciechi
in particolare.
6. Sull’influenza dell’intensità chimica della luce
nella quantità dell’acido carbonico esalato.
Ora c'incombe il dovere di esaminare, se pure dalle osser-
vazioni istituite con luce più o meno monocromatica risulti
un’influenza graduale della diversa intensità chimica che la
luce del cielo presentava durante le rispettive sperienze.
A tal uopo, per ogni serie che consti di un numero suffi-
ciente di osservazioni, abbiamo diviso in due gruppi i valori
trovati, l’uno corrispondente ai gradi inferiori, l’altro ai gradi
superiori di luce.
Talvolta i due gruppi constano di numeri assai diversi di
osservazioni, perchè il caso voleva che nella serie un deter-
minato grado di luce prevalesse.
Altre volte per stabilire il paragone sovra un numero suffi-
ciente di osservazioni, abbiamo combinato le sperienze istituite
(1) Vedi MoLescHort Untersuchungen, Vol. V, p.124.
(2) Vedi sopra p.124.
(3) Vedi le tabelle XVII e XIX.
148 MOLESCHOTT E FUBINI
a luce mista ed a luce azzurro-violacea, quando cioè i valori
medii per queste due specie d'illuminazione stavano abbastanza
vicini, come per le rane (tabella XVIII), il passere (tabella
XXI. b), il topolino cieco (tabella XXIV. f).
Pel surmulotto cieco, avendo avuto quasi ugual effetto
la luce rossa e quella azzurro-violacea (tabella XXIII. b),
abbiamo combinato le cifre ritrovate con queste due illumi-
nazioni, per schierarle in due classi a seconda dell’intensità
chimica della luce.
Le cifre del canarino per le singole illuminazioni sono
troppo diverse per concedere una simile combinazione, e
per una illuminazione sola non numerose abbastanza per infe-
rirne una regola.
Queste osservazioni bastano per spiegare la composizione
delle tabelle XXIX - XXXIII, dalle quali sono ricavate le se-
guenti medie.
RANA ESCULENTA.
Sperienze con vetri colorati (I).
Grado Tempera- Acido Valori
Illuminazione di luce tura carbonico | proporzionali
Azzurra IV, 5 23.9 0, 706 100
i va | 23,5 | 0,866 | 193
Gialla I ACa 0, 730 100
a Il 23,1 | 0,754 | 103
Rossa I ZIO 0,960 100
» II, 4 Rioni 0,900 94
Esperienze colla soluzione di rame (2).
Mista ed azzurro-violacea I 249, 8 0, 900 100
i) . Il 26,2 | 0,935 | 104
(1) Tabelle XXIX. a, XXIX. 5, XXIX. c.
(2) Tabella XXX.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 149
L'aumento più manifesto nell’esalazione dell’acido carbonico
corrispondeva alla maggior intensità della luce azzurra del
vetro colorato, un aumento meno grande, ma però indubitato,
a quella della luce azzurro-violacea procurata colla soluzione
di rame, combinando le cifre ottenute in questa con quelle
trovate a luce mista. La differenza minore nel secondo caso
con molta probabilità dipende dalla circostanza, che la luce
mostrava sempre poca energia chimica (vedi p. 165 e 166).
Ancora più debole, che nel caso precedente, è stata l’in-
fluenza dell’intensità della luce gialla, il che corrisponde esat-
tamente al fatto che dessa, nelle rane, aumenta di poco
l’esalazione di acido carbonico (1).
Per la luce rossa, che nelle sperienze di CHASANOWITZ e
di MoLescHoTT fu trovata inefficace nella respirazione delle
rane, l’influenza della maggior intensità della luce divenne
perfino negativa, ricordando in ciò il ritrovato di CHASANOWITZ,
cui le rane nella luce rossa diedero ancora meno di acido
carbonico che nel buio (2).
Nel passere i due gruppi, nei quali si dividono le sperienze
istituite in luce mista od azzurro-violacea, presentano una
bella differenza nelle intensità di luce, e conforme ad essa
pure un gran divario nei valori dell'acido carbonico , come
risulta dalle seguenti medie (3):
SU Grado Tempera- Acido Valori
Illuminazione di luce tura carbonico |proporzionali
Azzurro-violacea 1,4 1,9 25, 416 100
» IV, 5 12007 32, 464 128
Per la luce rossa le nostre sperienze non fanno conoscere
l’influenza dell’ intensità della luce nella respirazione degli
uccelli, perchè con una sola eccezione il grado di luce è sempre
stato J.
Mentre per i mammiferi intatti le sperienze comparative
(1) Vedi p.126.
(2) Vedi p.124.
(3) Tabella XXXI.-
150 MOLESCHOTT E FUBINI
non sono sufficientemente numerose, per farne risultare l’in-
fluenza graduata dell’intensità chimica della luce, abbonda
invece il materiale per i mammiferi ciechi da noi studiati :
Surmulotto cieco (1).
_—_o yz. ooessx< €@©*E€E€E€E€E€E€««r rrr_rrr—_--___ùm
FOR Grado Tempera- Acido Valori
Illuminazione di luce tura carbonico | proporzionali
Rossa ed azzurro-violacea ] 169,1 5, 891 100
» » un Mo 6, 184 105
Mista IV,3: | 16,0 /678 100
È x 17,7 | 6,018 | 106
Topolino cieco (2).
Mista ed azzurro-violacea 1,4 20° D i 2040 100
» » Vi5 271,11 295/289 108
S'inferisce da questa rassegna che in condizioni analoghe
il maggior aumento nell’intensità della luce determina pure il
maggior accrescimento nell’acido carbonico esalato; imperocchè,
se senza pretenderla ad alcuna specie di proporzionalità mate-
matica, riduciamo in ognuno dei tre casi il grado inferiore
della luce a 100 ed il grado superiore alla cifra proporzionale,
otteniamo i seguenti rapporti:
Luce Acido carbonico
Surmulotto cieco 100 : 220 ; 100 : 105
» » 100: 233% 100 : 106
Topolino cieco 100 : 464 ; 100 : 108.
Nel passere intatto poi l’azione dei raggi chimici fu molto
più spiccata che nei mammiferi ciechi:
Luce Acido carbonico
Passere intatto 100 : 322 ; 100 : 128.
(1) Tabella XXXII. a, XXXII. >.
(2) Tabella XXXIII,
SULL’INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 154
L'insieme di queste sperienze viene ad affermare, che non
solo nella luce mista, ma pure in quella azzurro-rossa (vetro
colorato), ed azzurro-violacea (soluzione di rame), coll’intensità
de’ raggi chimici cresce la quantità dell'acido carbonico esalato,
presso le rane, gli uccelli ed i mammiferi. Le sperienze nei
mammiferi essendo fatte in individui accecati, quest’asserzione
è estendibile pure ad animali privi d’occhi. Se non che in
questi l’effetto fu minore che negli animali veggenti, il che
abbiamo dimostrato essere il caso della luce in genere.
Nelle rane l’azione della luce rossa essendo nulla per l’e-
nergia della respirazione, non è da meravigliarsi, se non si
verificò un’influenza del diverso grado della sua intensità.
Per gli uccelli ed i mammiferi non si potrebbe dire altrettanto,
ma le nostre sperienze in questa direzione non sono numerose
abbastanza per enucleare il fatto in tutta la sua purezza. Sono
troppo rari i casi, in cui coll’ applicazione della luce rossa il
grado di questo fu superiore ad I, per poter fare un paragone
adeguato. Combinando però, pel surmulotto cieco, i valori
ottenuti in luce rossa con quelli raccolti per la luce azzurro-
violacea, si potrebbe credere che l'energia spiegata dall’inten-
sità maggiore della luce non fosse che un altro modo di
esprimere la prevalenza dei raggi azzurro-violacei sopra i rossi.
Se non che l’acido carbonico esalato per le intensità di luce I
e II, 2, dava il rapporto 100:105, mentre nella luce rossa e
quella azzurro-violacea, fatta astrazione dall’intensità della luce,
dava il rapporto 100 : 102 (1). Anzi era precisamente la grande
rassomiglianza fra gli effetti della luce rossa e di quella azzurro-
violacea nel nostro surmulotto cieco, che consigliava la combi-
nazione delle due serie, per indagare l'influenza del grado
di luce.
V.
Conclusione.
L'osservazione fatta per la prima volta nel 1855, che cioè
la luce aumenta l’esalazione di acido carbonico per le rane,
oramai si è ripetuta in tante specie d’animali, che una sem-
plice rassegna delle cifre proporzionali ottenute da vari speri-
mentatori può bastare per mettere in evidenza la portata di
quell’influsso.
(1) 5,939 : 6,063. Vedi tabella XXIII. 5, e p. 141.
152
MOLESCHOTT E FUBINI
La tabella che segue si riferisce ad animali intatti ed in
essa sono raccolti soltanto i valori trovati per l'acido carbo-
nico esalato complessivamente, sì dalla pelle che dai polmoni.
Valori proporzionali dell'acido carbonico
esalato al buio ed alla luce da diversi animali.
Specie d’animale
Rospo
Media per gli anfibi
Tortora,
Gallina
Passera
Canarino
Media per gli uccelli
Cane
Porcellino d’ India
Topo
»
Surmulotto
Moscardino
Media per i mammiferi
Buio Luce
100 : 125
100 : 156
100 : 121 (1)
100 : 126 (2)
100 : 132
100 : 147
100 : 144
100 : 142 (3)
100 : 120
100 : 138
1003M22
100 : 130
100 : 153
100 : 122 (4)
100 : 132 (5)
100 : 145
100 : 134
Autori
MoLEscHOTT
CHASANOWITZ
MoLescHOTT e FuBINI
MoLescHoTT e FUBINI
SELMI @ PIACENTINI
SELMI e PIACENTINI
MotLescHotTT e FuBINI
MoLescHoTT e FugiNI
SELMI e PIACENTINI
CHASANOWITZ
PoTT
MoLescHoTT e FUBINI
MoLescHOTT e FuBINI
.| MoLescHoTT e FUBINI
A. delle
sperienze
hd
(e e)
(Sa,
(Dai
(1) È la media di tutte le nostre osservazioni dell’anno 1876. Vedi
le tabelle I. d, Il. d.
(2) Vedi tabella XXXIV,
(3) È la media di tutte le nostre osservazioni. Vedi le tabelle V. 6,
V. a, VI. b, VI. d, XXI. B.
(4) La media di tutte le nostre sperienze. Vedi le tabelle XXV. è,
XXVI. 5, XXVII. b.
XXII. d.
(9) La media di tutte le nostre sperienze. Vedi le tabelle VII. è,
SULL INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 153
Da questa rassegna s’inferisce che negli uccelli e nei mam-
miferi occorrono alcuni valori maggiori, comprovanti l'aumento
dell'acido carbonico esalato alla luce, ma che ciò nondimeno
gli animali omoiotermici non presentano in media una diffe-
renza sensibile in confronto ai poichilotermici, rispetto all’in-
fluenza che la luce esercita nella produzione dell’ acido
carbonico. Se ammettiamo sempre che l’acido carbonico esalato,
per le medesime unità di peso e di tempo al buio sia = 100,
allora la media produzione di acido carbonico alla luce di-
venta per
Anfibi Uccelli Mammiferi
132 138 134 .
È il merito di Orto von PLATEN aver dimostrato, che l’au-
mento dell’acido carbonico esalato, quale si determina per
effetto della luce, significa in realtà un’attivazione nel ricambio
della materia, poichè egli verificò nel coniglio, che l’azione
della luce negli occhi accresce non solo l’acido carbonico esalato,
ma pure l’ossigeno consumato.
L'aumento che la luce produce nel consumo d’ ossigeno
venne pur constatato in un animale invertebrato, e ciò da van
PescH in una specie di scarafaggio, nel Bruchus pisî (1). Pren-
dendo la media delle cifre di van PescH che misurano l’ossi-
geno consumato al buio ed alla luce, si trova:
Ossigeno consumalo al buio alla luce
nel rapporto di . . . 100 î 201
colle temperature di . 1294 e TELO
L'ossigeno assorbito dal piccolo scarafaggio dei piselli era
dunque raddoppiato alla luce. Ma siccome in questi animaletti,
similmente a quanto succede negli anfibi, il consumo d’ossi-
geno va crescendo colla temperatura, vuol essere specialmente
ricordato che in una delle sperienze di van PescH la luce ha
triplicato l’assorbimento d’ossigeno, quantunque durante l’a-
zione della luce, la temperatura non fosse superiore che di
un mezzo grado a quella che accompagnava la sperienza al
buio.
(1) F.J. van PescH, eenige verschijnselen bij de ademhaling van
kleine Kevers, Amsterdammer Maandblad voor natuurwetenschappen.
1879, p.116-119.
154 MOLESCHOTT E FUBINI
Von PLarteN determinò solo la quantità d’ossigeno assorbito
e l'acido carbonico espirato dai polmoni, quando gli occhi
alternativamente subivano l’azione della luce o ne rimanevano
privi. E questa è la ragione per cui le cifre per il coniglio
non trovarono posto nella tabella della pagina precedente ;
desse meritano di essere ricordate a parte. Nel coniglio i rap-
porti erano:
con occhi coperti con occhi scoperti
per l'ossigeno consumato . . . 100 ; 116
per l’acido carbonico espirato . . 100 ; PE4SI(1):
Ora, se per un mammifero venne provato che la sua respi-
razione polmonare si attiva quando la luce agisce negli occhi,
e scema quando questi si coprono, sappiamo pure per opera
di FuBINI e RoncHI, che l’esalazione di acido carbonico per
la pelle umana va crescendo, quando l’organismo intiero su-
bisce l'influenza della luce. Per l’acido carbonico fornito dalla
pelle dell’uomo FuBinI e RoncHI trovarono
al buio alla luce
il rapporto. di... 4.100,..:. 1139
Egli era molto istruttivo indagare l’azione della luce nella
respirazione cutanea in un animale in cui la respirazione per
la pelle è più attiva assai di quella per i polmoni. È noto
ormai che questo è il caso della rana. FuBINI esportò i polmoni
di parecchie rane, e fatta l’ operazione cui questi animali
sopravvivono per più mesi, egli trovò il rapporto fra i valori
dell'acido carbonico
al buio alla luce
1004 UA13TE
La luce attiva quindi pure la respirazione cutanea, e ciò
non' solo nell'uomo, ma ancora nei vertebrati inferiori.
Ora nasce il quesito, se la luce determini l’aumento nel-
l’esalazione dell'acido carbonico solo per influenza negli occhi,
ovvero se dessa penetri pure per altre vie nell'organismo, e
se per queste vie possa attivare il ricambio della materia.
Alle cifre tocchi la risposta.
(1) Archivio di PrLòer, Vol. XI, p. 290.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 155
Qualora, nei mammiferi, si sottrae alternativamente la luce
al corpo intiero, oppure si fa agire in esso, il medio rapporto
fra i valori per l’acido carbonico
al buio alla luce
MARenitoa” "22 PUT
quando invece i soli occhi subiscono l’alterna influenza o pri-
vazione della luce, allora quel rapporto per l’acido carbonico
espirato dai polmoni
al buio alla luce
nel coniglio diventa 100: 144
Ma questi rapporti collimano colla differenza che fino
dal 1855 MoLescHoTT trovò fra l'influenza della luce in rane
intatte ed in rane, la cui cornea da più di sei mesi era ap-
pannata:
al buio alla luce
UR ILA E DAVANO. 0. n IO © 00,
le rane colla cornea appannata . . 100 : 115.
Per tradurre le cifre in parole: qualora nei mammiferi la
luce si sottrae ai soli occhi, allora la diminuzione dell’acido
carbonico esalato è meno grande, che quando la luce si sottrae
al corpo intiero, e sebbene nel primo caso venisse determinato
solo l'acido carbonico espirato dai polmoni, nel secondo invece
quello fornito dai polmoni e dalla pelle insieme, è sì grande
la differenza, che dessa non può perder di valore, quand’anche
venga aggiunto l’acido carbonico della pelle, il quale pure
va crescendo sotto l’azione della luce.
Per le rane risultava, che la luce aumentava maggiormente
l'acido carbonico esalato, quando poteva simultaneamente agire
per la pelle e gli occhi, che non quando la sua azione era
limitata sulla pelie. MoLescHoTT ne inferiva che gli occhi per
una parte dovessero causare quell’effetto della luce.
Ma siccome le rane con cornea offuscata pure al buio for-
nivano meno acido carbonico che alla luce, nel rapporto cioè
di 100:114, egli conchiudeva ancora che l’azione della luce
in parte si svolgesse per via della pelle.
Se non che il PrLiGer obbiettava, che possibilmente la
retina delle rane, che aveano appannata la cornea, era ancora
156 MOLESCHOTT E FUBINI
tanto sensibile, che l’eccitamento della retina per la luce, e
non l’azione di questa sulla pelle, avesse prodotto l'aumento
dell’acido carbonico esalato.
A siffatta obbiezione, da parte di un dotto così autorevole,
non si poteva rispondere altrimenti che con nuove sperienze.
Abbiamo quindi addirittura tolto o completamente distrutto
gli occhi di rane, uccelli e mammiferi, e pure gli animali
privi degli occhi alla luce esalavano più acido carbonico che
al buio. Le medie proporzionali da noi ottenute sono le seguenti :
Animali privi d’occhi buio luce
Rana: rta po 000
Passere DINO PORT L09100) RA
Moscardino SQ UH «i p'el00Giaa
Sturmulotto'!% 1140100) (0400 Gea
Topo... (ara di AO
Si vede che l’influenza della luce, eziandio in animali com-
pletamente ciechi, aumentava abbastanza considerevolmente
l’esalazione dell’acido carbonico, sebbene assai meno che negli
animali veggenti, come n’informa la rassegna che facciamo
seguire.
ALLA LUCE
AL BUIO
Ciechi Veggenti
Ranocchio 100 111 134 (2)
Passere 100 127 142
Moscardino 100 112 145
Surmulotto 100 Mad 132
Topo 100 118 137 (3)
La proporzione fra i valori medii che gli animali, ciechi
e veggenti, fornirono tutti e due alla luce, risulta dal seguente
specchietto:
(1) Vedi p. 145.
(2) Media dei valori in p.152.
(3) Media delle cifre di Port e di noi. Vedi p.152.
SULL' INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 457
_—————————__——mhkt0@%0€(|e—e "rr
Alla luce Ciechi Veggenti
Ranocchio 100 121
Passere i 100 112
Moscardino 100 130
Surmulotto 100 118
Topo 100 116
Queste proporzioni insegnano che, dopo la perdita degli
occhi, l'influenza della luce era ridotta nel più alto grado
presso il moscardino, nella misura più piccola invece presso
il passere.
Il corollario più diretto al quale conducono queste cifre,
si è che la luce attizza il ricambio della materia quand’anche
non possa agire sugli occhi. E poichè sappiamo che esercita
la medesima influenza eziandio per via degli occhi soli, non
richiedono alcuna spiegazione le cifre che dimostrano più forte
l’azione della luce, quando colpisce la pelle e gli occhi simul-
taneamente, che non allora. che l’una di queste vie le sia
preclusa.
Prendendo per i mammiferi la media delle cifre raccolte
qui sopra, troviamo che presso gli animali ciechi i valori per
l'acido carbonico
al buio ed allaluce
iii mel rapporto di. . . . . 100 o 114.
In analogia delle sperienze anteriori di MoLescHOTT, ne
dobbiamo inferire che l’influenza per via degli occhi e quella
per via della pelle sono all’incirca della medesima forza.
Ma inoltre risulta che la simultanea azione nella pelle e
negli occhi insieme presso gli animali intatti supera la somma
dell’effetto oculare e di quello cutaneo, quali furono determi-
nati singolarmente e presso animali diversi. Imperocchè si
trova:
buio luce
per l’effetto oculare (presso il coniglio) . . 100 : 114
per l’effetto cutaneo (topo, moscardino, sur-
jMaulotto ciechi }'* ft. A. Dego 4004 100 : 114
per l’effetto oculare e cutaneo simultanei
(topo, moscardino, surmulotto veggenti) . 100. 138.
158 MOLESCHOTT E FUBINI
E da questo fatto si conclude colla massima probabilità,
che la pelle e gli occhi si rinforzino a vicenda, nell’ aumen-
tare la esalazione dell’acido carbonico sotto l’influenza della luce.
Eppure la presenza dei centri nervosi non è indispensa-
bile, perchè la luce spieghi l’effetto in disamina. Imperocchè
in rane, che sono prive del miencefalo e degli occhi, ed in
cui per di più il sangue ha cessato di circolare, cresce ancora
la quantità dell'acido carbonico esalato per effetto della luce,
e l'aumento può superare la metà dell'acido carbonico elimi-
nato al buio.
Non vi è più che un piccolo passo da fare per giungere
addirittura a tessuti isolati dall'organismo ed ancora soprav-
viventi. Non solo dai muscoli ancora contrattili, ma pure dal
miencefalo di mammiferi, i cui nervi non hanno ancora per-
duto ogni eccitabilità, alla luce si esala più acido carbonico
che al buio. Le proporzioni in media sono queste:
buio luce
muscoli di rane... & 14008:2600
muscoli di mammiferi . 100 : 159
miencefalo di mammiferi 100 : 129.
La respirazione parenchimatosa si attizza quindi alla luce, e
quella de’ muscoli così gagliardamente, che dessi devono con-
siderarsi come la sorgente principale di quell’aumento di acido
carbonico, che gli animali producono sotto l’influenza della
luce.
Una luce più o meno monocromatica, come la si ottiene
con vetri e meglio con liquidi colorati, non esercita del tutto
la medesima influenza negli anfibi e nei vertebrati superiori.
Nella luce azzurro-violacea però tanto le rane, che gli uc-
celli ed i mammiferi esalano maggior copia di acido carbo-
nico, al punto che nella luce azzurro-violacea se ne ottiene
altrettanto e talora anche di più che nella luce mista o bianca.
La luce rossa invece, mentre è inefficace per le rane, aumenta
l’acido carbonico prodotto dagli animali omoiotermici, in ispecie
quello esalato dagli uccelli, sebbene sempre meno assai di
quanto l’accresca la luce azzurro-violacea. Le medie, che stiamo
per trascrivere, lo insegnano a colpo d'occhio.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 4159
Animali intatti Buio |Luce rossa] 42ZUrro-
violacea | mista
i ———————P i —T_—_{|.|————T—T—T— |.———__—_[|__
Rane 100 100,5 115 112
Uccelli (passere, canarino) 100 128 139 142
Surmulotto 100 111 140 137
È un fatto singolare che negli animali omoiotermici l’in-
fluenza della luce rossa nell’animale veggente raggiunge l’ef-
fetto della luce bianca nell’animale cieco, come appare dalle
seguenti cifre proporzionali:
Buio Luce rossa Luce mista
nell’animale veggente nell’animale cieco
Uccelli 100 128 127.
Surmulotto 100 111 112
Le sperienze con luce colorata furono estese da noi a mam-
miferi ciechi, al surmulotto cioè ed al topo. Ordinando i co-
lori secondo il grado della loro efficacia, la serie dei mede-
simi si accorda con quella per gli animali intatti; la luce rossa
cioè si trovò meno attiva che l’azzurro-violacea, e questa pa-
reggiava la luce bianca.
Lùce
Mammiferi ciechi Buio Luce rossa azzUIro- Luce mista
violacea
Topo, Surmulotto 100 | 109 114 113
Per l’azione della luce colorata in animali ciechi si ripete
quanto fu verificato per i medesimi in luce bianca. L’ordine
cioè, in cui l’efficacia si spiega è il medesimo come negli ani-
mali veggenti, solo il grado dell'effetto è minore. L’azione della
luce azzurro-violacea nei mammiferi ciechi è maggiormente
smorzata, di quanto lo sia l’efficacia della luce rossa, di modo
che i diversi colori nei loro effetti per gli animali ciechi mo-
strano distanza minore assai che negli animali veggenti.
La luce gialla, che ci rincresce non aver ottenuto che con
160 MOLESCHOTT E FUBINI
vetro giallo che lasciava passare tutti i raggi dello spettro, ap-
punto per ciò non fu esaminata da noi che per le rane, e
dessa ci diede un piccolo aumento dell'acido carbonico in con-
fronto della luce rossa:
luce rossa luce gialla
15 iP MBPRGAZIONI Mfbiadelt PARO NET) - 103 .
Al contrario, negli animali omoiotermici, tanto SELMI e Pia-
CENTINI, quanto Port trovarono la luce gialla molto più at-
tiva per aumentare l’esalazione di acido carbonico che la luce
bianca o l’azzurra. Nelle loro sperienze, }a luce azzurra per
la sua efficacia si avvicinava alla bianca, più però nelle ri-
cerche di SeLMmi e PriaAcENTINI che in quelle di Pot. L'effetto
della luce verde stava fra quello della gialla e dell’azzurra;
ma tutti e tre questi colori superavano la luce bianca. Dalla
tortora soltanto SeLmi e PraceNTINI ottenevano la medesima
quantità di acido carbonico in luce bianca come in luce az-
zurra. Il rosso ed il violetto agli sperimentatori sullodati die-
dero valori, che non si scostavano molto da quello della luce
bianca. Fra tutti i colori il violetto spiegava l’effetto minore.
Ora questo loro ritrovato male s'accorda col fatto che nelle
nostre ricerche la luce azzurro-violacea, ottenuta colla solu-
zione ammoniacale di solfato di rame, pareggiava o superava
la luce bianca, mentre pure fra il rosso e l’azzurro-violaceo
trovammo il medesimo ordine, nel quale i suddetti autori
graduarono il rosso e l'azzurro (rosso-azzurro).
E qui cade in acconcio il rammentare che, fatta eccezione
per le sperienze istituite nel cane, delle quali SeLMI e Pracen-
TINI non rimanevano pienamente convinti, tanto le sperienze
degli autori Mantovani, quanto quelle di PorT, scarseggiano
nel numero e non possono considerarsi come rigorose, in
quanto che venivano eseguite con vetri colorati, dei quali non
consta quali colori lasciassero passare. Ma quand’ anche sul
passaggio de’ diversi raggi a traverso quei vetri non sussistesse
alcun dubbio, pure dovremmo insistere nell’asserzione che un
numero così scarso di sperienze, quali SeLMI e PIACENTINI isti-
tuirono colla gallina e la tortora, e PorT col topo, non basta
per decidere il quesito. E questa difficoltà cresce di peso,
quando si riflette che le sperienze comparative non furono
eseguite nel medesimo giorno, mentre SELMI e PiACENTINI non
indicano la temperatura che le accompagnava.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA , ECC. 164
Per ora dunque a nostro avviso consta soltanto, che la
luce azzurro-violacea pareggia all’incirca l'efficacia della luce
bianca, e che l’una e l’altra sono più attive assai della luce
rossa.
Aggiungasi che dalle nostre sperienze, nelle quali sempre
si tenne conto dell’intensità chimica della luce, risulta che,
a parità di circostanze, col grado di luce va crescendo la quan-
tità dell'acido carbonico esalato. E questa regola si manifestò
nelle condizioni più diverse, in rane, uccelli e mammiferi, in
animali ciechi e veggenti, in luce mista e colorata.
In considerazione della grande importanza che spetta a
questo fatto, per determinare il modo d’azione della luce, si
raccomanda di esaminarlo qui un’altra volta nel suo insieme.
A tal uopo rendiamo paragonabili le singole medie, col ridurre
in ogni serie comparativa l’infimo grado di luce a 100, ag-
giungendovi il valore proporzionale dei gradi più forti senza
il segno di proporzionalità, perchè, come più volte dicemmo
non ne potremmo ammettere il concetto in senso rigoroso.
Animali veggenti.
Gradi di luce Acido carbonico Autore
Rana 100, 215, 335 100 : 125: 152 |MoLEscHOTT, 1855
» 100, 133 100 : 109,5 MoLESCHOTT
e Fugini, 1876
Animali ciechi.
Rana 100, 145 100: 123 MoLescHoTT 1855
» 100, 140 100 : 115 MoLEScHOTT
» (cieca e scervellata) | 100, 416 100 : 143 sec
Passere 100, 120 100 © 115 » »
Surmulotto 100, 136 100 : 119 » »
Moscardino 100, 156 100 : 119 » » |
Le cifre manifestano chiaramente che la maggiore intensità
della luce e la più forte esalazione di acido carbonico vanno
di conserva, sia in animali ciechi che veggenti. Nelle rane
veggenti il parallelismo fra le intensità della luce e le quan-
tità dell’acido carbonico non potrebbe essere più soddisfacente.
Atti della R. Accademia — Vol. XV. Il
162 MOLESCHOTT E FUBINI
Paragonaudo poi gli animali ciechi fra di loro, si verifica che
ad una grande differenza fra i gradi di luce corrisponde pure
un gran divario fra i valori dell'acido carbonico esalato dalle
rane. Calcolando la media delle prime due serie per la rana
cieca, e paragonandola colla terza serie, troviamo :
Gradi di luce Acido carbonico
Rane cieche 100, 142 IDO :119
» » 100, 416 100 2143
Tuttavia incontriamo il fatto singolare che talvolta le rane
cieche erano più sensibili per l'intensità della luce. che non
le rane veggenti. Ciò risulta in ispecie qualora si paragoni la
seconda serie per le rane veggenti colle due prime per le rane
cieche. Accennammo nel corso di questa memoria, come non
avrebbe dovuto assolutamente sorprendere, se l’azione chimica
della luce avesse maggiormente incitato la respirazione iìn or-
ganismi ciechi che in organismi veggenti (1). A siffatta idea si
oppone però ia insufficiente regolarità del fatto (2), la quale
si riscontra pure nella nostra ultima rassegna, nella quale
si legge:
Gradi di luce Acido carbonico
per rane intatte 100, 335 100 : 152
» =» cieche 100,416 100::24:496;
Si tratta qui, per quanto pare a noi, di una di quelle ir-
regolarità che si devono incontrare sempre, quando diversi
individui si esaminano in tempi diversi. Quello che pure s'im-
pone come un fatto regolarissimo, si è che le rane, sieno
cieche o veggenti, in condizioni il più possibilmente uguali,
a luce più intensa esalano maggior copia di acido carbonico,
ed il massimo ai gradi supremi.
Negli animali omoiotermici accecati alle differenze dei gradi
di luce corrispondono differenze analoghe fra i valori dell’a-
cido carbonico.
I seguenti specchietti mostrano come pure nella luce co-
lorata i gradi superiori d’intensità chimica erano più efficaci
degli inferiori. o
(1) Vedi p. 69.
(2) Vedi p.91, 151.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 163
Animali veggenti.
III —__——
Specie d’animale | Illuminazione Gradi di luce Ricco
ap
Rana | azzurro-violacea 100, 189 100 : 113
Passere | bianca ed azzurro- violacea 100, 322 100 : 128
Animali ciechi.
I .
Specie d’animale Illuminazione Gradi di luce Eu
Surmulotto | rossa ed azzurro-violacea 100, 220 100 : 105
Topo bianca ed azzurro-violacea | 100, 464 100 : 108
S’inferisce da queste cifre che l’influenza del grado di luce,
presso. gli animali omoiotermici, era molto più forte prima che
dopo l’accecamento.
La luce rossa, che nelle rane non aumenta l’esalazione di
acido carbonico, non acquistava neppure influenza col cre-
scere della sua intensità.
Per i tessuti isolati, ed in ispecie per i muscoli, non basta
il numero delle nostre sperienze con gradi diversi di luce, per
dedurre una regola sufficientemente provata. Tuttavia le poche
cifre, di cui possiamo disporre, non sono contrarie a quanto
dimostrano le nostre ricerche presso organismi intatti e ciechi.
Muscoli
Specie d’animale Gradi di luce Acido carbonico
e —_———_— ——
Rana 100, 140 100 : 103
Mammiferi 100,117 100 : 125
Maggior importanza però compete alle cifre raccolte da
Fuini per il miencefalo di sei porcellini d’India, cifre che
nella seguente tabella sono divise in due gruppi a seconda
ella maggiore o minore intensità della luce.
164 MOLESCHOTT E FUBINI
Miencefalo di porcellini d'India.
FUBINI.
GRADI INFERIORI DI LUCE| GRADI SUPERIORI DI LUCE
ie _____rr_—&__—_____11[1——@
Grado | Tempe-| Acido Grado Tempe- Acido
di luce] ratura | carbonico di luce ratura carbonico
I |8°,2| 0,564 V 89,2 | 0,653
III 85 | 07z29 VIII ia 0, 640
RASO ECO ORE
IVv,5|]8,0| 0,558
Valori medii | 1115|8°,2| 0,467 | vi,5 | 10°,2 | 0,646
Quindi il rapporto medio fra i valori dell'acido carbonico
ai gradi di luce
100, 186 risulta 100%: 1984
Sebbene la maggior intensità della luce fosse accompagnata
da una temperatura un poco più elevata (di 2°), la quale
molto probabilmente deve attivare la respirazione parenchima-
tosa, pure da queste cifre risulta che eziandio la respirazione
dei tessuti va crescendo coll’efficacia chimica, che spieghi la
luce.
Negli animali a temperatura costante del sangue la luce ed
il calore, rispetto alla loro influenza nella quantità dell’acido
carbonico esalato, si contrastano: quando la temperatura cresce,
decresce l’acido carbonico, mentre questo aumenta coll’inten-
sità della luce. Ora essendochè ordinariamente la temperatura
e la luce crescono di conserva, ne segue che la luce è un
fattore, il quale fin ad un certo punto può compensare la di-
minuzione dell'acido carbonico che dipende dall’elevazione di
temperatura.
Diversa è la cosa per gli animali a temperatura variabile
del sangue. In questi il calore e la luce cooperano per accre-
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 165
scere l’esalazione dell’acido carbonico. E ciò fu verificato per
il rospo (1), come per la rana.
Era quinili indispensabile l’indagare l’azione della luce a
temperature eguali ol almeno molto vicine. Non di rado nelle
sperienze cogli animali omoiotermici, il caso ci fornì una gua-
rentigia particolare, in quanto che al buio la temperatura era
più bassa che alla lace, e quindi avrebbe dovuto aumentare
l'acido carbonico esalato, eppure alla luce ne fu prodotta mag-
gior copia che al buio, di modo che l’azione della luce si ri-
velava in modo più spiccante ed indubitabile.
Ci piace però ricordare che nel 1857 MoLescHorT divise
cinquantasette sperienze, istituite con rane, in quattro gruppi,
nei quali per gradi di luce diversi la temperatura era tanto
eguale, che le medie riferibili al medesimo gruppo non si
scostavano mai di 0°,4 (2). Trascriviamo qui la rassegna dei
valori medii, ordinandoli in serie ascendente delle tempe-
rature.
Temperatura Gradi di luce Acido carbonico
179.10 II, VI; 100, 300 0, 381 : 0,447 = 100: 117
1942 II, IV; 100, 200 0), 533 : 0,586 = 100: 109
20.3 II, VI; 100, 300 0, 467 : 0,530 = 100 : 113
24,0 IV, VII; 100, 175 0, 643 :0,747 = 100: 116
Questa tabella nelle tre prime serie, mostra chiaramente
che, a pari temperatura, la produzione di acido carbonico an-
dava crescendo col grado di luce. Nella quarta serie l'aumento
dell'acido carbonico è più forte che nella seconda, quantunque
la differenza fra i gradi di luce sia minore; ma questo ap-
punto è uno dei casi cui alludevamo, quando più sopra am-
mettevamo come probabile, che nei gradi più forti di luce un
rapporto maggiore (3) sia più efficace che nei gradi mene
forti un rapporto minore O, (3).
(1) Vedi tabella XXXIV.
(2) MoLescHotT, Untersuchungen, Vol. II, p. 341-343.
(3) Vedi p.92 e 109.
166 MOLESCHOTT E FUBINI
Per i mammiferi non possediamo tante osservazioni in cui,
con temperatura uguale, si potè verificare l’influenza di diversi
gradi di luce nell’esalazione dell’acido carbonico. Le poche
esperienze istituite in siffatte condizioni parlano però così
chiaro, che sembra opportuno ricordarle qui nella ricapitola-
zione connessa dei risultati principali delle nostre ricerche.
Tempe-
Specie d’animale pillura
Gradi di luce Acido carbonico
Surmulotto cieco RION 100, 112, 137 100 : 149 : 161
» » 25 30 100, 118 100 : 117
Topo » 20,0 100, 137, 175 100 - 109 : 128
Vuol essere notato che i valori consegnati in questo spec-
chietto non sono medie, e che per ciò gli effetti assai segna-
lati della luce, come sovrattutto quelli della prima serie per
il surmulotto cieco, non devono troppo sorprendere. Inoltre
egli è da rilevare che i gradi di luce erano tutti molto alti,
compresi cioè fra VIII e XIV, per cui confermano la regola
che uguali rapporti fra i gradi di luce nella parte superiore
della scala fotometrica sono più efficaci che nella parte in-
feriore.
Ora è facile «estrarre i fatti raccolti in questa memoria.
La luce attizza potentemente il ricambio materiale nel-
l'organismo degli animali. Dessa aumenta l’esalazione di acido
carbonico (MoLescHoTT, SELMI e PIACENTINI, CHASANOWITZ, PoOTT,
von PLaTEN, FuBINI, FuBINI e RoncHi, MoLescHoTT e FuUBINI)
ed accresce il consumo d’ ossigeno (von PLATEN, vAN PESCH).
E questo fatto, che la luce rende più attiva la respirazione,
fu dimostrato per gli anfibi, gli uccelli, i mammiferi, e pure
per gli insetti.
L'influenza della luce, di incitare il ricambio della materia,
si svolge non solo per via degli occhi, ma eziandio per via
della pelle. Imperocchè dessa non fa difetto in rane, uccelli,
mammiferi che sieno privi degli occhi.
Quando la luce eccita solo gli occhi o solo la pelle, allora
l’effetto è minore che per l’azione simultanea in tutte e due
le vie.
J
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 167
Nelle rane e nei mammiferi l’ettetto ottenuto per gli occhi
soli è all'incirca uguale a quello, che ha luogo per via della
sola pelle. La somma dei due effetti singoli però è minore
dell'effetto complessivo e simultaneo per le vie oculare e cuta-
nea nel medesimo animale. Bisogna quindi supporre che l’uno
rinforzi l’altro.
La respirazione parenchimatosa, in quanto si misura per la
quantità dell’acido carbonico esalato, si accresce per effetto
della luce non meno della respirazione nel suo insieme. Questo
fatto analitico fu provato nei muscoli delle rane, e così pure
nei muscoli e nel miencefalo di mammiferi.
Coll'intensità chimica della luce va crescendo la produzione
dell'acido carbonico negli animali omoio- e poichilotermici,
sieno ciechi o veggenti.
La luce azzurro-violacea e la rossa negli uccelli e nei
mammiferi aumentano l’esalazione di acido carbonico, la luce
azzurro-violacea presso a poco nello stesso grado come la luce
bianca, la luce rossa in grado minore.
Nelle rane la luce azzurro-violacea è all’incirca altrettanto
efficace come negli animali a sangue caldo, se la paragoniamo
colla luce bianca, e non col buio: la luce rossa invece nelle
rane è inerte.
Eziandio in mammiferi ciechi l’esalazione dell’acido carbo-
nico si accresce per la luce azzurro-violacea e per la rossa,
ma per l’una e l’altra in grado meno forte che nei mammiferi
veggenti. L’ effetto della luce azzurro-violacea negli animali
ciechi è abbassato maggiormente che l’azione della luce rossa.
Non si può quindi ammettere che i raggi chimici agiscano
meglio per la pelle che per gli occhi, come, per un po’ di
tempo le primitive sperienze di MoLescHorT, ci inducevano a
credere (1).
Ora, se la luce rende più attiva la respirazione parenchi-
matosa, se questa influenza si svolge sia per via della pelle
che per via degli occhi, se dessa va crescendo coll’intensità
della luce, se i raggi azzurro-violacei sono più efficaci dei
rossi, al punto che la luce rossa presso le rane è perfino
(1) Vedi p. 66, 87, 146.
168 MOLESCHOTT E FUBINI
inerte, è giuocoforza persuadersi che qui c’ entri un effetto
chimico della luce.
Se un giorno sarà confermato che i raggi gialli, verdi ed
azzurri, nell’effetto di aumentare l’esalazione di acido carbo-
nico, superino la stessa luce bianca, come risulterebbe dalle
ricerche di SeLMI e PraceNTINI e di Port, allora all’azione chi-
mica della luce dovrebbe associarsi una potente azione ecci-
tativa, la quale in modo indiretto favorisse la metamorfosi
regressiva nell'organismo. Ora l’esistenza continua di un tal
eccitamento s'impone col fatto, che per via degli occhi soli la
luce determina un aumento nell’acido carbonico eliminato.
L'impallidire del rosso retinico, scoperto dal BoLL, come
effetto della luce, è l’espressione più diretta dell’accresci-
mento che la luce determina nella respirazione parenchimatosa.
Rusconi, nel Proteo anguineo, ne osservò un riscontro, quando
vide le branchie, che in quell’animale al buio sono di un rosso
pallido, tingersi di rosso vivo alla luce ed il corpo intiero di
un colore roseo (1).
Rispetto al rosso retinico, sappiamo per opera del VALENTIN,
che il suo scoloramento con molta probabilità va attribuito
ad un’ossidazione accelerata per effetto della luce (2). Ed il
Bor, fino dalle prime sue ricerche avea trovato che il rosso
retinico resiste il meno bene ai raggi più rifrangibili dello
spettro, di modo che nella luce violetta impallidisce più rapi-
damente che nell’azzurra, ed in questa più prontamente che
nella verde. La luce gialla scolora assai lentamente il rosso
retinico, e nella luce rossa da prima la tinta rosso-sanguigna
della retina si fa più cupa, al punto di rassomigliare a quel
(1) Rusconi, Observations anatomiques sur la sirène mise en paral-
lèle avec le protée et le tètard de la salamandre aquatique, Pavie 1837,
p. 39. « Les branchies de ce reptile (Proteus anguineus Luurenti) ne sont
pas toujours si rouges comme on le voit dans cette figure... Ordinai-
rement quand il n'est pas irrité par la lumière ou que l'eau dans la-
quelle il vit n’est pas au dessus de 12° cent., et surtout quand il n'a
pas mangé depuis longtemps, ses branchies sont d’un rouge pale ».
E nella pagina 41, nella spiegazione della figura 5 della tabella II, si
legge: « Protée qui s’est coloré en rose, en vertu de la lumière, à
laquelle il a été exposé de temps à autre pendant sa captivité ».
(2) VaLentIN, nel volume XII di MoLescHort, Untersuchungen, ete.
p. 65.
:
rosso bruno che BoLL paragona ad una tinta particolare del
rosso Pompeiano. Ciò potrebbe far inclinare a dedurre lo
scoloramento della retina addirittura dall'azione chimica della
luce, se non fosse che secondo Bott, i raggi ultra-violetti
sono del tutto inerti, quantunque egli desideri la conferma
di nuove sperienze per questa asserzione (1).
Certamente l’ influenza della luce nel ricambio materiale
non è tutta compresa in questa azione diretta nel rosso retinico
od altre sostanze del corpo. Imperocchè nè gli occhi soli, nè
la pelle sola producono un effetto così forte come l’una e
l’altra, quando insieme e simultaneamente subiscono l’azione
della luce. Quando si addiziona l’effetto ottenuto per via degli
occhi a quello prodotto mediante la pelle, si verifica una somma
minore del valore complessivo che si ottiene dal medesimo
anirtale in seguito all’azione simultanea per l’una e l’altra
via. A ciò si aggiunga che nelle rane prive di cervello la produ-
zione dell’acido carbonico è diminuita assai (2), il che tuttavia
non toglie che dopo l’estirpazione del cervello la luce può ancora
aumentare di tanto l’esalazione dell’ acido carbonico, da far
concepire il concetto che il cervello possa pure moderare la
metamorfosi regressiva. Siffatto concetto potrebbe spiegare in
parte l'aumento imponente che la luce determina nell'esalazione
di acido carbonico per muscoli isolati.
In conclusione, alla luce devesi attribuire un'influenza
che attizza il ricambio della materia, di modo che dagli ani-
mali si consumi più ossigeno e si esali più acido carbonico
alla luce che al buio. Questa azione della luce si svolge per
via degli occhi e per via della pelle. Ma siccome dessa pure
in tessuti isolati si spiega, ne segue che l'eccitamento per es-
sere efficace non richiede l'intervento dei centri nervosi. Non
è inverosimile che il protoplasma o combinazioni simili al
protoplasma subiscano l’eccitamento della luce, ed i raggi chi-
mici a spiegarlo dovrebbero essere più efficaci dei raggi ter-
mici. Imperocchè la luce azzurro-violacea e la bianca esercitano
SULL’INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 169
(1) Franz Bocr., Sull’anatomia e fisiologia della retina, A/ti della
R. Accademia dei Lincei, 1876-77, serie 3*, Vol.I, p 385-387.
(2) Vedi le tabelle II. d e IV. d.
170 MOLESCHOTT E FUBINI
un'influenza maggiore della luce rossa, e tanto maggiore
quanto più è forte l’ intensità chimica della luce medesima.
Se veramente la luce gialla supera tutti gli altri raggi nel-
l’effetto di accrescere la quantità dell’acido carbonico esalato,
se fia vero che la luce verde nel medesimo senso è più effi-
cace della violetta, è necessario che si tratti di un’ azione
molto più indiretta di quella che noi supponiamo per la luce
bianca e per i raggi azzurro-violacei.
Roma e Torino 25 Novembre 1879.
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il
fis n
rob pr sfidato ollag: n-attouprattsttptà
x iù bona Mars tgancal ist pl
MU SOLO att sig spor dd du ital AIA avdliogari niro atleti
172 MOLESCHO[T E FUBINI
Tabella I. a.
Sperienze colla Rana esculenta ® (Femmina).
Animale intatto.
LUGE BUIO
DATA
del- Grado di Acido ; Acido
1876 (1) | animale l'em- carbonico Tem- carbonico
di Juce. | Peratura esalato | peratura esalato
in 4 ora in A ora
28 Giug. / 47,1 IV 210) 0,0263 | 21°,7 0,0163
30 » 7 49,3 Il Clo 0:01.90 200 0,0183
2 Lugl. b 46,2 IIl CERI, 0,0200 21,4 01161
{> b 48,7 IV. 24 39 0,0180 LOR 0,0132
De ai di 48,1 III. 23 ,8 (),0216 23 7 0,0208
Il 5 Luglio si fece l’estirpazione degli occhi.
24 ,8 | 0,0222 25,2 | 0,0159
Tabella II. a.
Sperienze colla Rana esculenta E (Femmina)
Animale intatto.
7 Luglio / 94,1 IV.
BUIO
PESO
DATA
Acido Acido
Tem- ” Tem-
peratura | ©a"bonico | peratura
in dl ora in { ora
3 del- Grado
1876 l’animale carbonico
di luce
19 Luglio? RU ; 0,0350 PI È
» b 54,4 i 20,0 0,0311 24 si
Il giorno 22 furono estirpati ambedue gli occhi.
94,3 Il. i 24,9 0,0287 25,1 0,0273
| I.. | 296 | 0,02234 2327 WMMLU261
IV. | 24% | 0,0306| 24/5 | 0,0230
Il 30 Luglio si esportarono gli emisferi cerebrali ed i corpi bigemini.
{Agosto !| 77,2 V. 25,6 | 0,0351| 25,6 | 0,0272
2» bi 697 I 25,2 | 00207| 244 | 050241
(1) In questa e nelle seguenti tabelle un Z dopo la data informa che la prima spe-
rienza della serie rispettiva fu fatta alla luce, un bh invece che fu falta al buio.
c_
Tabella I. db.
Rana esculenta A (Femmina).
I valori dell'acido carbonico sono ridotti a 100 grammi e 24 ore.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 1783
NUMERO PERSA
I DATA |
della Acid a
| MITE ri lerentirinna l'em- msi Tem- Acido
sperienza peralura cianioi peratura rionali
I 1 |28Giugn.]| IV. 2495 I 34,829 ai, 0,824
| se O 3 _._JIl 217,2 0,925 hat 0,884
I 3. |2Lugl.bl IL 22 ,8 1.065 | 21 4}| 0,897
| Al A» Deo IV 24,9 0,900 23 32 0,650
TIE: LIL 23 _,8 1,077 23 37 1,086
Valori medii . | III4 22° ,8 1,056 22° 6 0,856
Il 5 Luglio a mezzogiorno vennero estirpati gli occhi.
| 7 | TO. .| IV. | 2,8 | 0985 | 25 2 | 0,717
Tabella II. bd.
Rana esculenta E (Femmina).
I valori dell’acido carbonico sono ridotti a 100 grammi e 24 ore.
LUCE BRUSERO:
ni DATA
@ 1876 Tem- Acido Tem- Acido
sperienza Luce peratura sabenioi peratura cabonica
1 |19 Lugl./ IV. 24°,0 1,508 249,7 1,310
Drr4121,,0% +, Dl AI: 25,0 1,372 24,1 1,147
Valori medii . IIT,5 24°,5 1,440 24°,4 1,228
Il 22 Luglio vennero estirpati i due occhi.
3 |23 Lugl.! III. 249,9 1,269 | 25°, 1,207
d026: (n biagi 23 ,6 1,035 it ela
5. 27.mer | IV. 24,4 1,360 24,5 1,022
Valori medii . 111,3 24°,3 1221 | 240,2 1,147
Il 30 Luglio vennero estirpati i grandi emisferi cerebrali ed i corpi
bigemini.
6 | 1 Agost./ V. | 25°,6 1,091 250,6 0,846
7 na e Li ita dti 0713 24 4 0,830
Valori medii MI. | 254 | 0902] 2550 | 0,838
174 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella III. a.
Sperienze colla Rana esculenta MI (Femmina).
Animale cieco.
DATA PESO
FOT Fio Acido Acido
1876 l’animale DA oi carbonico senno carbonico
RICO inl ora in 4 ora
9 Agost. / 32,5 III. 25°,4 0,0162 20° 0,0162
10 » b 33,4 IV. 25,7 0,0261 24,6 0,0208
ILCARIN VAN 31,8 II. 25,3 0,0243 25,6 0,0199
130 pi ib 34,4 ILE 26,3 0;0284 25,6 0,0238
Tabella IV. a.
Sperienze colla Rana esculenta Lù (Femmina),
il 17 agosto 1876 ne furono estirpati gli occhi,
il 31 dello stesso mess inoltre gli emisferi cerebrali ed i corpi bigemini.
BUIO
PESO
del- Erado Ape Acido Pa Acido
l’animale peratura carbonico peratura carbonico
di luce { )
in 4 ora in | ora
2 Sett. b| 79,6 : 229,0 0,0070 0,0043
4, -—-----b 69,6 a 21139: --0,0082 0,0069
SULL’INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 175
Tabella III. b.
Rana esculenia HI (Femmina) cieca.
I valori dell'acido carbonico sono ridotti a 100 grammi e 24 ore.
Valori medii . II. A ia d21
GIORNI LUCE BUIO
DATA inineali |
1876 | I i Tem- Acido Tem- Solda
| mento peratura calbonica | peratura | carbonico
Ialia Gli lia
9 Agost. 2| 1 III. 2004 1,196 259,3 1,196
CO | 24,6 | 1,495
12» 1 4 II 25 ,3 1,834 | 25,0 1,502
iu» Db 5 III 26,9 1,981 29 06 1,660
Tabella IV. d.
Valori della Rana esculenta IL cieca e priva di cervello,
ridotti a 100 grammi e 24 ore.
A INU*G.E BUIO
DATA 2 |k
2 ISIS Had Acid ido
1876 "AR 021 Mbng est Tem- DO Tem- Acito
S 85 di luce | PSFAtUFA | carbonico!| PEFAtura carbonico
o |a
2 Sett. bl 16| 2 III. 229,0 0,211 20,9 0,130
4
MO 18 4 X. PA 0,283 4 0,238
Valori medii . | VI5 | 219,9 | 0,247 | 219,0] 0,184
176 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella V. a.
Sperienze su Fringilla domestica, Passere A.
PESO = e el
DATA
dell’ fo ;
Acido Grado 7 Acido |, Acido
1878 î Tempe- È Tempe- Tempe-
animale| ratura | car- di ratura car- ratura CAL
bonico Tuce bonico bonico
1 Febbraio b | 26,2 | 149,0/0,3216| VIII | 14°,0 |0,3569| 179,5 0,1970
Il passere venne accecato il 6 Febbraio, alle 3 pomeri-
diane, col ferro rovente e successiva applicazione di pez-
zetti di potassa caustica.
8 Febbraio b
25,0 | 149,0 |0,2913| VII
159,0
0, 2601 15°5 | 0,2936
Tabella V. c.
Sperienze su Fringilla domestica, Passere A.
—___m—m—m——___—__+" T_—_——__P_—__—_—_———_—=—=—=—=—==e==
LUCE
BUIO LUCE
5 PESO =
DATA
dell’ Grado Acido Acido | Grado Acido
1878 , Tempe- Tempe- Tempe-
animale | ratura | car- | ratura | car
di luce bonico
r- 6 ratura | car
bonico | di luce bonico
6 Febbraio | 26,0
| VII | 12°,5[0,3907| 14°,0[0,2822| VIII
149,5 |0,3951
|
Al 6 Febbraio il passere fu accecato.
9 Febbraio / 22 | VI so
0,2582| 169,5
160,2 |0,2248
02259 x
1}
SULL INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 177
Tabella V. bd.
Fringilla domestica, Passere A.
Valori dell’acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
NUMERO LUCE BUIO
DATA di giorni trascorsi e MONO SERIO 7 ==
1878 dopo Grado Tempe- Acido Tempe: Acido
l’accecamento |di luce | "2!U"8 | carponico| FATUtA | carbonica
{ Febbraio b VII | 14°,0 | 32,693| 159,7 a
L’accecamento fu eseguito il 6 Febbraio.
95,162
8 Febbraio bi 2 VII | 159,0
Tabella V. d.
Fringilla domestica, Passere A.
Valori dell’acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
= |
NUMERO PE GE PRO
DATA di giorni trascorsi |
1878 dopo Grado | rempe- Acido |'mtempesije fcidof
l’accecamento di luce alii carbonico FARara carbonico
6 Febbraio / VIIL5 | 13°,5 | 36,267] 14°,0 | 26,049
Il passere si accecò lo stesso giorno dopo questa sperienza.
32,201 |
|
|
3 VII | 15°6
23,950 | 16°5
Atti della R. Accademia — Vol. XV. 42
178 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella VI. a.
Sperienze su Fringilla domestica, Passere B.
BUIO LUCE bUOTITO
PESO
) i) ì .
1878 dell tempe-| acido | grado | tempe- acido | tempe-|2Cido
animale | ratura | carbon.| di luce | ratura | carbon.| ratura | carbonico
15 Febbr. b| 25,0 | 149,0 [0,2903] IV |17°,2 |0,3589/ 179,5 | 0,2594
| Il 16 Febbraio il passere venne accecato col ferro rovente
| e successiva applicazione di potassa caustica.
25 » bl 21,2/480,2/0,1387) VI | 1831 {07185668 20N\001435
26. » bi 24,3 |17,0|0,1405] VI [17,5 |0,1836/18 ,5| (0,1962
28 » bl 21,517 0|0,1514], VI |16 0 (0,2130160 | 0,1360
Tabella VI. c.
Sperienze su Fringilla domestica, Passere B.
BRUCE BUIO DU OE 6 DINANZI |
; PESO |
DIFAREIRA I
IP [grad eri 1 (I
1878 Mai ui tempe-| acido | tempe- | aCido dun tempe-| acido I
animale ratura | carbon.| ratura | carbon. ratura | carbon.
luce luce |
16 Febbr. 2| 25,0 | VII | 179,5 | 0,3264| 179,7 |0,3419] VI | 189,0 | 0,4270
Il 16 Febbraio, dopo queste sperienze, il passere venne accecato.
|
|
|
I
20 » 21 23,5) V | 179,0 |0,1435| 179,5 |0,2591| VII | 179,0 | 0,1410
22 » 2: (21,5 |- VI | 17,5 |0,1209] 18,0-|0;2484/0N0/00900 0,1619
2A » 122,2] V| 18,5 (00/1513) 18,0 |'0;2525|/ MIMO 0,1768
1 Marzo /|] 21,1 |
V| 14,7 |0,1680] 15,1 [0,1806|] V |15,1 |0,1614
'
SULL’INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 179
Tabella VI. d.
Fringilla domestica, B.
Valori dell'acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
LUCE RUI oil
grado | tempe- acido |tempe- acido
di luce | Fatura | carbonico | ratura | carbonico
15 Febbraio b 34,454 |159,7
Il passere fu accecato il 16 Febbraio.
Numero
di giorni
trascorsi
dopo
l'accecamento
16,256
18,969
16,040
Medie | VI {17°,2| 21,825 |17°,4 17,088
Tabella VI. d.
Fringilla domestica BB.
Valori dell’acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
canAnZER SIZE E TIZI
LUCE BUIO |
grado | tempe- acido |tempe-
di luce | ratura | carbonico | FalUra | carbonico
36,163 | 179,7
L'accecamento fu praticato, dopo di queste sperienze,
il 16 Febbraio.
Numero
dei giorni
trascorsi
dopo
l'accecamento
20 Febbraio / 4 VI |17°,0| 14,527 |175| 26,61
> AA l 6 |V,5]|18,2| 15,784 [18,0] 27,728|
mil» l i V |18,2| 17,735 |18,0| 27,297
1 Marzo 13 V |14,9) 18,733 [15,1] 20,542
Medie | V,4|17%,1| 16,695 [1791] 25,507
LI
180 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella VII. a.
Sperienze sul Mus decumanus IE (surmulotto albino).
Animale intatto.
BUIO LUCE BOO.I O
DATA PESO
ì A % ,
1877 Li tempe- acido | grado tempe- acido tempe- acido
animale | 1ALUrA] carbon.| di luce | AtUra| carbon.| ratura| carbon.
20 Settembre b | 122,7|239,0|0,1758| VIII |239,0 | 0,2900|279,7|0,2132
21 » b | 117,3) 23,2|0,2687| XI |29,7|0,2967
Il 29 Settembre il surmulotto fu accecato completamente,
distruggendo ambedue i globi oculari col ferro rovente ed
introducendo poi pezzetti di potassa caustica nelle orbite.
| 29 Ottobre b | 139,2/16°,5]0,2943] X Kai 0,4512] 179,5 | 0,4029
» b | 138,518 ,0|0,2931| XI |17,0]0,3601|21 ,0|0,3866
LUCE BUIO LUCE
grado tempe-| acido \tempe-| acido grado
di a " 5 di
ralura | carbon.| "2lUra| carbon.
luce luce
‘1 Novemb.7| 138,5] X | 18°,0|0,3169/179,5|0,2882| IX | 189,5|0,2860
IPA 2| 142,5] IX | 18,510,2949[18,510,2432] IX | 19,710,2789
Il giorno 21 Maggio 1878 si aprono le palpebre cicatrizzate
e coperte di peli e si esportano i monconi informi dei
globi oculari, nei quali non si scoprì più traccia di retina.
tempe-| acido
ratura carbon.
BUIO LUCE BUIO
tempe-| acido grado (tempe-| acido |tempe-| acido
ratura| carbon.| di luce | ratura| carbon.| ratUra| carbon.
219.0 | 0,3079 0,2660| 229,0
24,0 | 0,2839 22 ,1|0,3343| 22,6
24 ,5|0,3119 2,7|0,3307| 23,2
22,0 | 0,2229 0,3694| 22,7
24 ,0|0,2545| V 2,5 | 0,2269| 23,0
24 5 |0,2520 0,3000| 24 ,5
25,0 |0,2760 25,0|0,2564| 24,5
25,0 | 0,2643 0,2944| 25,0
i. ,0|0,2118 0,2978| 24,0
1878
22 Maggio
24
(or lopuleratepalerMor tor eni log
DI
SUI.L'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA , ECC. 181
Tabella VII. d.
Mus decumanus.
I valori dell’acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
LUCE BUIO
grado |tempe-| acido |tempe-| acido
di luce | ratura | carbonico | ratura | carbonico
20 Settembre b VII | 239,0]. 5,672 | 259,3) 3,804
21 » b Aia 297 0 2 1 AR
Medio) #2) | VO | VIIE: DI 260,9. |" DIS7I 2452 | 4,651
L'animale venne accecato il 29 Settembre.
RI n S sI
rascorsì grado tempe- acido tempe- acido
DATA Mo MOPD I di luce | ratura | carbonico | atura | carbonico |
29 Ottobre b 39 X 19%. | 0 119,0 6,010
Mt 1; 3I XI | 17,0) 6,240 | 19,5| 5,889
1 Novembre 1 33 |1X, 5] 18,2] 5,223 | 17,5) 4,9%
2 S l 34 | IX | 19,1| 4,832 | 18,5) 4,096
Medie ... . . ta, x LATI 6,018 189,1 5,247
Il 21 Maggio 1878 si estirparono i monconi dei globi oculari. |
1878 |
22. Maggio 235 IX
b 219,0) 3,786 | 2390) 4,569
2 » b 237 IX | 22,1| 4,733 | 23,3) 4,304
27 » b 240 VIII | 22,7) 4,454 23,8) 3,887
29 » b 242 XI 22,2) 65,101 22 3,345
3 Giugno Db 247 VII 22957 162002305) 3406
b) » b 249 VII 1.29.50 403 24,5] 3,378
7 » b 251 | XI | 25,0) 3,594 | 24,7] 3,873
10 » bo|0 254 | XII D'25:4011 4,193 | 25,0) 4,004
21 » b 265 | XIV 24,001 02129 | 124,00 3,092
Medie | X |23%1| 4,156 | 23°8| 3,785
182 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella VIII. a.
Sperienze eseguite con Myoxus muscardinus, animale intatto.
BAUMEO LUG BUIO
DATA PESO —_©"’——_—_—_—m__
dell’ Acido 3 Acido Acido
a car- Grado car- car-
1878 . Tempe- | bonico Tempe- | ponico | T@MP®- | bonico
animale | ratura TA 3 ratura ; ratura iS
7 di luce n i
un'ora un'ora un’ora
26 Aprile | 16,9 | 19°,0|0,t141] IX | 17%,0|0,1953| 17°.5|0,1212
90h 15,6 | 19,0|0,1015| VIII | 19,0|0,1454| 19,0|0,1248
Dopo le sperienze del 29 Aprile si esportarono comple-
tamente e con facilità i due globi oculari per la enuclea-
zione. L'emorragia fu minima, l’animale non soffriva dopo
l'operazione e continuava a mangiare e bere come prima.
1 Maggio 16,3 [199,0 [0,1130 IX | 17°,2|0,1737| 17°,2|0,1139
3» 15,0 | 19,0 [0,1081| X | 19,0|0,1515| 18,5|0,1045
Bibi» 16,6 | 21,0 [0,1134| XI |20,0|0,1239) 20,0|0,1644
13 0» 15,0 | 20,0 |0,1048| XIV | 20,0/0,1315| 20 ,0|0,1091
15» 15,5 | 20,0 [0,1123] VIII | 20,0|0,1057| 20,5|0,1074
17 » 16,3 | 22,0 |0,1125| XIV | 22 ,0|0,1213| 21,1 |0,1396
20» 17,0 | 24,5 |0,0782| IX | 23,5|0,0954| 23,5 [0,1104
4 Luglio 23,0 1 25,5 [0,1057| XIV | 24,0|0,1264| 24,0 |0,1182
9 » 22,0 | 25,0 |0,1266| X |25,0|0,1171| 25,0|0,1282
Tabella IX. a.
Rana esculenia MD priva di centri nervosi e senza occhi.
BUIO LUCE
DATA PESO ——
‘ A i
dell AU Grado
1878 È Tempe- bonico Tempe-
animale | ratura ” i ratura
Mu di luce
un’ora
29 Ottobre | 60,6 {159,0 [0,0036/ VII | 15,6 |0,0069] 159,0 |0,0055
Ria ica 63,5 |13,0 [0,004] V |13,2 |[0,0043] 13,0 |0,0025
]
Ì
i
SULL’INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 183
Tabella VIII. b.
Myoxus Muscardinus.
Valori dell'acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
La Ué&E BUIO |
DATA al
1878 Grado Tempe- Acido Tempe- Acido |
di luce ARIE, carbonico PDA carbonico
26 Aprile b IX TO Re 117212
89) 0° )°Db VIII 19! ,04;|122,309 19,0 | 17,302
Medie | VIIL5 | 1890 | 25,052| 18°6| 17,257
L’accecamento si eseguì il 29 Aprile.
Ì
Giorni trascorsi Grado Tempe- Acido Tempe- Acido
dini Lea di luce ratura | carbonico ratura | carbonico
i Maggio bl 2 IX | 1792 | 25,576) 1891 | 16704
| CS X | 190 | 24240] 1877 | 177008
8.» b 9 ATTI 20,0 17,913.| 20,5 20,082
13 » b 14 XIV 20,0 21,040 | 20,0 17,112
î » b 16 VIII 20,0 16,367 | 20,2 | 17,009
Di » b 18 XIV 22, 0 17,860 | 21 ,6 18,559 |
20 » b 21 IX 23,5 13468443313
4 Luglio b 66 XIV 24,0 CIAO ZII ATO
GN » b 71 X COSO: TARSIA 40,0 13,898
Medie XI Sa 18,047 | 21°,4 16,152 |
Tabella IX. bd.
Rana esculenta WD, priva di centri nervosi e di occhi.
Valori ridotti a 100 grammi e 24 ore.
LUCE BUIO
PDEACTA
1878 Grado Tempe- Acido Tempe- Acido
di luce ratura carbonico ratura carbonico
a PO e na ee i cda e e
29 Ottobre b via | 1526 | 0,273 | 1500/0180 |
» b 2 Inogtogne) 43,00 [Oto
be a NEI Sele sa Ml
31,12 MMC, SASINIIZIA ISO VI 149,4 0,218 14°,0 | 0,145
184 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella X. a.
Runa esculenta & priva di pelle, centri nervosi ed occhi.
BUIO LUO TESE BUIO
DAMA NSIOO
1878 |» del- Tem- n presa Tem- wi Tem- °°
l’animale peratura carbonic. tor: peratura carbonic. peratura carbonic.
int ora in 4 ora in 4 ora
4 Nov.{ 38,4 | 109,5 |0,0056 | IV. 119,0 |0,0037 | 11°,0 |0,0027
6 « 454,3 | 11,5 |0,0028| VI. 11 ,8|0,0080 | 12,2 |0,0072
Tabella XI. a.
Carne di rana esculenta; rane decapitate, scorticate e sventrate,
distrutto il midollo, tagliati è plessi sciatici.
z| BUIO LUCE BUIO LUCE
pata | # | 5° soa E 8 | E
N zo NA CIdO 2 | Acido| 2 |Acido{ £ |.2 i
1878 | E| £ |carbo-| 3 | £ |carbo-| £ |carbo-| # | £ |carbo-
E = DICON MS 2 nico A nico | 8 2 | nico
7 S linlora| £ £ lintora £ lintora| # | £ |inf ora!
Qu E D E Ei (ce) E
9 Dic.|65,5] 109,4|0,0225| V. |10°,7|0,0378/11°,1 |0,0100
16 » [49,5] 8, 2/0,0085] V. | 7 ,0j0,0051| 8,7 |0,0006
18 » |38,6 V. | 8 ,6/0,0083) 8,6 |0,0055| IV. | 9°,2 Leo
21 » |66,5 V. | 8 ,0/0,0080| 8,0 |0,0070| V. | 8,0] 0,0066
Ì
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 185
Tabella X. d.
Rana esculenta @, priva di pelle, centri nervosi ed occhi;
valori ridotti a 100 grammi e 24 ore.
EU GE Bi. Bd
DATA
Grado Acido Acido
1878 Temperatura Temperatura
di luce carbonico carbonico
4 Novemb. IV. 119,0 0,231 149.7 0,259
bi » VI. 11,8 0,434 11,9 0,271
Medie V 11034 0,332 119,8 0,265
Tabella. XI. d.
Valori dell'acido carbonico esalato dalla carne di rana,
ridotti a 100 grammi e 24 ore.
Acido Acido
Grado
Temperatura
Temperatura
di luce carbonico
carbonico
Medie .
186 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella XII. a.
Carne di coniglia e di cane.
È BUIO LUGE BUIO LUCE
E
-—_——____t1tt@@m@cs=== i
aci v
DEVA I COSITE ; SI Ì E SE ;
È; 2 |Acido| £ Z |Acido| 2 |Acido| 2 2 | Acido
18780) 2 2 | carbo Ss = |carbo-| # |carbo- 5 = |carbo-
3 2. | nico "= 2 nico 5 nico A: 2: | nico
Z 5 |indora|.£ E in dora] 5 [|indora| £ E in 4 ora
c E (ce) E Ei (de) Ei
Coni
glia
23 Dic. |44,7| 89,7 |0,0013| III. | 89,2 |0,0000| 89,2 |0,0028] IV. | 89,61 0,0076
n » |47,0j 7,5 [0,0023[III.| 7,0 |0,0044] 7,0 |0,0033| III. | 7,0] 0,0035
Tabella XIII.
Valori medii dell'acido carbonico esalato dal miencefalo di cani,
ridotti a 100 grammi e 24 ore.
(FUBINI).
PESO
Grado Acido Acido
del miencefalo Temperatura Temperatura
di luce carbonico carbonico
f. 73,95 III. 10,9 0,340 ceti 0,295
f. 95,30 III 8,0 0,363 8,0 0,181
m. 94,50 V,5 10,0 0,209 9,0 0,203
TELO) IV. 9,5 0,448 9,6 0,232
| Medie . III,9 | SITA | 0,340 89,5 0,228
SULL’ INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 187
Tabella XII. d.
Carne di mammiferi.
Valori ridotti a 100 grammi e 24 ore.
DATA SPECIE
Grado man Acido lor Acido
peratura
1878 d’animale star
pes 9 carbonico
di luce carbonico
23 Dicem. | Coniglia| III,5 89,4 0,408 89,4 0,231
Cane m. III 0,403 i
Tabella XIV.
Valori medii dell’acido carbonico esalato dal miencefalo di conigli,
ridotti a 100 grammi e 24 ore.
(FuBINI).
PESO
A Grado Acido Acido
del miencefalo Temperatura Temperatura
di luce carbonico carbonico
15°,7 0,331 15°,5
f. 13,00 ; 18,5 0,279
Medie
188 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella XV.
Valori medii dell’ acido carbonico esalato dal miencefalo
di porcellini d'India, ridotti a 100 grammi e 24 ore.
FUBINI.
TNXUNGRE BUIO
PESO —__———————É_________—m_____=_—@ét tf = na
del Grado Acido Acido
miencefalo Temperatura Temperatura
di luce carbonico carbonieo
f. 6,70 Ill 895 0,229 89,5 0,158
f 4,00 II 872 0,564 8,2 0,324
Tie 0520 IV; 8,0 0,517 8,1 0,443
m. 5,00 V 8,2 0,653 8,1 0,528
f. 4,00 IV,5 8,0 0,558 8,0 0,270
f. 4,50 VIII 12,2 0,640 14,3 0,597
Medie . IV,5 8°, 8 0,527 9°2 0,387
Tabella XVI.
Valori medii dell'acido carbonico esalato
dal miencefalo di Mus decumanus, ridotti a 100 grammi e 24 ore.
FUBINI.
PESO ee — === &&3îî/"8&s5ékéjì®; »“
del Grado Acido Acido
miencefalo Temperatura Temperatura
di luce carbonico carbonico
m. 2,30 VI 129,2 1,398 129,1 1,220
SULL’INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA , ECC. 189
Tabella XVII.
Rana esculenta. Valori dell’acido carbonico, ridotti a 24 ore
e 100 grammi. MoLEscHOTT.
LUCE AZZURRA LUCE GIALLA LUCE ROSSA
DATA cli
Grado ; Grado Grado |*
Acido Acido Acido
1856 di |Tempe- di Tempe- di Tempe-
ratura car- ratura car- ratura car-
luce bonico luce bonico f luce bonico
—_—_ —_ -——y__
——_ ——_— I_—_—_—_m rr | sea
22 Agosto | Vi |23°,2/0,793] II |22°,7/0,801| I |23°,7[0,724
27» vin|23 5 (ogg — || M.|25:7]079)
2800» IV |24,2]0,699] I |23,5/0,662| I |24,50,655
:) ARNO PERA I 42307 0648 1 2/25 ll'digue
1 Settembre] VI |24,5|1,007] Ir |25,7/0,991| Il |24,0|0,766
6.0» vii | 20,2|0,923|] I |21,2/0,825] I |22,0|0,884
mu, VI |21,5/0,905|] I |20,2/0,632] IV |24 ,0[0,813
i» xvI|24,0|/0,773) 1 |21,0{0,798] Il |22,7|0,679
0 00 v [225/0714] 11 |24.0(0,659] I |21,5|0,670]
E vi |27,5/0,859| 11 |24,5/0,723] I |23 50,733
Medie . |VII3 |23%,5 [0,831 | 1,8 |22°,9/0,749] 1,9 |239,7 [0,729
190 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella XVIII.
Rana esculenta. Valori dell'acido carbonico, ridotti a 24 ore
e 100 grammi. MoLescHOTT.
LUCE MISTA LUCE AZZURRO - VIOLACEA
DATA
Grado Acido Grado I5D 5 Acido
1857 | Tempe- empe-
di luce tatura carbonico di luce i carbonico
____mr ' ——___ _r———_—>—_______—__;-_|rr_- — —n2à»
8 Giugno a II 279,0 0.818 I 249,7 | 0,912
10 » m II 2058 0,625 I 21,5 | 0,660
190» a II 25,5 0,822 I 24,9 | 90,40
72: V08 a II 24 ,5 1,023 I 23,8 | 1,074
RO | pa I 23,3 | 0,892 I 25 32.1,0,882
26 » a II 209 di 092 I 72 i e 15)
Rittal **T Il PALIO) 0,978 II 73 Pc LUGO (CE
14 Luglio a II 28,9 1,039 I 27,1 | (05963
19 + mi II 28,4 1,013 I 28,4 | 0,882
Medie . . II | 256 | 090 Li | 254 | 0,981
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 194
Tabella XIX.
Rana esculenta. Valori dell'acido carbonico, ridotti a 24 ore
e 100 grammi. MoLEscHOTT.
LUCE ROSSA BUIO
DATA 0 2 pa areas eg È IRC CES
Grado Acido Acido
1857 Temperatura Temperatura
di luce carbonico carbonico
16 Luglio r È 309,1 1,144 di 0,794
iN »' Db I 20.59 1,238 Si 9 1,349
un air II 28, 4 1,292 28,0 1,084
MILO » (\b Ì 31 ,4 1,052 30 ,6 1,085
SME, II 34 ,5 1,205 33 ,3 1,150
iii .b l 32 ,2 1,107 di; 1,097
>.) LR I 32 ,2 1,123 290.1 1,441
sor nb II 31 ,8 0,875 29 4 1,115
Sugli» | cr I 29 ,6 1,015 29 ;6 0,960
Me» Db I 29 ,8 0,935 7,6 0,816
3 Agosto r II 7a 1,036 S26 9,403
ec 0h II 28 4 1,222 30:.;2 1,183
Medie . . 1,5 309,4 | 1,104 | 300,4 1,098
n II
192 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella XX. d:
Fringilla canaria.
————<_k€2z2z———_——_—— “PO PO___rrrr_——rrrrTrTrrTrrrrrrrrrrrrmr_rr =
PESO Grado Tempe- Acido
DATA dell? Qualità di luce carbonico
animale di luce ratura in Ad ora
3 Novembre 1877 | 14,2 buio 2AMMASO 0;1603
» » Lazzurro-violacea| I |13,7| 01791
0,2181
luce mista
5 Novembre » 134 luce mista Ii | {14;0| 0;i921
» y luce rossa I 15,0 0,2042
27 Dicembre» 12,7 buio — [11,5] 01081
» » luce mista IV |11,0| 0;1478
; » |l.azzurro-violacea) II |11,0| 0,1365
» » luce rossa I 12,0| 0;1300
Dicembre » 12,8 buio — |412,0| 0,1295 |
» » luce mista II 1201788
» » luce rossa I 1U2,50T0.1A16
» » JI. azzurro-violacea| lI |13,1| 0,1318
Dicembre » 13,5 luce rossa I 12,5| 0,1535
» » |l. azzurro-violacea| II 125 1 0;1819
» » buio — |13,0| 0,1878
» » luce mista e Sil)
—r —_@——P1P.1.@|{r rr rrrr@r@oai..i.——___ee=. «ss
2 Gennaio 1878 | 13,7 |l.azzurro-violacea| I 1200 01577
» » luce rossa I 14,1 | "0;1459
» » buio —_ 12 ,0 0,1399
3 Gennaio
13,7 |l.azzurro-violacea| II 12,5 | 019591
» » luce mista TI ij AZIO 071902
» » buio — | 42,0. 011873
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, Ecc. 4193
|
Tabella XX. bd.
Fringilla canaria.
| Valori dell’acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
| LUCE MISTA | asuncoiiicea | LUCE ROSSA | BUI0
} 15 ndo tempe-| acido grado tempe-| acido grado tempe-| 2Cido {tempe-| acido
i luce | F2tUra| carbon.f tuce | 12!U"a] carbon.] luce |!2!UF2] carbon. ratura| carbon.
; ppmma e al) ile dhonclorv-ontrstt gi al dille.
1877
Novembre I |14°,5|36,861]4 I {13°9,7|30,270] — | — — |149,0|27,093
i » II |14,0|34,406] — | — _ I |15°,0| 36,073] — —
{Dicembre | | 11,0|27,821f II |11,0|25,694j I |12,0[24,471{11,5|20,348
» II |12,5|32,475} II |13,1|24,712] I [12,5] 26,550112,0| 24,280
» II |13,7|31,467] II |12,5|39,338f I |12,5]|27,289f13,0| 33,38
. 1878
(Gennaio } — | — — I |12,0| 27,626 I |11,1|25,559 12,0] 24,507
» III |12,0|33,320] II |12,5|34,178] — | — | — |{12,0|32,819
e e ]_— |[_—__[—T____[_[___—__[—_—_—_—_—____ | __ | _ —_—_- | - T&T
Medie . { II, 5]|12°,9|32,558f 1,7 [12°,5|29,136] I |129,6|28,088f120,4| 27,072
Atti della R. Accademia — Vol. XV. 13
194 MOLESCHOTT £ FUBINI
Tabella XXI. a.
Fringilla domestica, A.
)
TRVASSEGA PESO Grado | ‘Tempe Acido
1878 £ dell Qualità di luce Gio cal pertonizo
7 Gennaio 28,6 buio ARENA
» » luce mista I tedio 420,360
» » luce rossa I 12,0] 0,2138
» » |l. azzurro-violacea| I 12,0] 0,3384
10 » 27,0 luce mista II 12,0| 0,1878
» » buio — 11 3) 0,2415
» » |l. azzurro-violacea| II 11,5] 0,3104
» » luce rossa 12,5] 0,2843
16 » 26,0 buio — |12,0| 0,1734
» » luce mista I 12,0] :0,3246
» » luce rossa I 12,0] 0,3381
» » |I. azzurro-violacea| I 12,7] .0,2647
2 Febbraio 26,0 buio — |{10,5| 0,1218
ù » luce mista IV | 11,0] 0,3616
» » luce rossa I 13,0/ 0,2942
» » |l. azzurro-violacea| VII | 15 ,0
03662
Tabella XXIT. a.
Mus decumanus KE.
D À Al A PESO Grado Tempe- Acido
dell’ Qualità di luce { “i | cavbonico
1877 animale di luce | ratura in | ora
22 Settembre 120,7 buio -- | 229,0 | 0,2850
» » luce mista VII | 22,0 |17:0,3132
» » |[l.azzurro-violacea] II | 22,5 | 0,3339
» » luce rossa II | 23,0] ‘02783
ee ee e —T | —+ 9_—____________—_——_—————_—_—__—_—_T— | _rr ru ————
27 » 120,5 buio 5 | 0,2117
7 |! 0,3657
,0 | +0,2724
5 | 0,3602
— 1
5 » luce mista IV |
» » luce rossa II 2
Di » |l. azzurro-violacea| III 1
SULL’ INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 195
Tabella XXI. d.
Fringilla domestica, A.
I valori dell’acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
LUCE MISTA LUCE LUCE ROSSA | BUIO
azzurro-violacea -
1878 20200 ‘mp acido RO tempe-| acido ca: tempe-| 2cid0 Jtempe-| acido
È l
luce | Fatura) carbon.] tuce | 1ALUra] carbon. rd ratura| carbon.f ratura| carbon.
Gennaio | HI |12°,1 30,210] I |1290|28,397f 1 |12°,0|17,941{12°,8|17,992
È IT {12 ,0|16,693f 11 |11,0|27,591f 1 |12,5|25,274jt1 ,5|21,467
’ I |12,0|29,963] I |12,7|24,434 I {12 ,0|31,209]12 ,0|16,060
‘ebbraio | IV |11 ,0|33,378J VII | 15,0|33,803f II |13 ,0|27,157f10 ,5|11,250
I |. *f —— | ——T |--—_ f— ——-
Medie I1,5|119,8|27,561f 11,7 |129,7|28,556f 1,2 (129,4 |25,394Î11°,6 | 16,692
Tabella XXIII. ».
Mus decumanus, IE.
«I wvalori dell'acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
i”
LUCE MISTA IPRDOET+O LUCE ROSSA | BUIO
A TA azzurro-violacea
| VOVI9IE EEE Tal Lola di
1877 n° lempe-| #cido |8"à ado tempe-| acido a tempe-| acido (tempe-| acido
luce | tatura| carbon.] luce | tAtUra] carbon.| tuce | 12!UrA| carbon.| ratura| carbon.
=-—i—_| —- |__| —| —— | —_T—— [-_——
tetem) VIII|229,0| 6,229 IT |22°,5| 6,639 IT [239,0] 5,534/229,0| 5,667
î \ IV |17,7| 7,284] mi [19 ,5| 7,174] 11 [20,0] 5,424|17 5| 4,216
A
-
Medie VI {19 ,8| 6,756| I1,5[21,0| 6,906 Il (21,51 5,479/19,7| 4,941
li
196
MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella XXIII. a
Mus decumanus IE, accecato col ferro rovente e potassa,
il 29 Settembre A877.
Grado
Tem-
Qualità di luce peratura
di luce
Acido
carbonico
in | ora
buio - 169,0
luce mista Il. 154,5
luce rossa II, 15,0
l.azzurro-violac. I. 1002:
luce mista ING 14,9
l.azzurro-violac. Il 17,5
luce rossa Il. 19,0
luce rossa l. 16,0
l.azzurro-violac. I 16,0
buio — Hsa
luce mista MI. 16,
l.azzurro-violac.| IL 16,0
luce rossa Dl 15,4
luce mista VO 16,6
buio = laico
buio — 16,5
luce rossa I 18,5
l.azzurro-violac. | HI. 20,0
l.azzurro-violac. I 17,0
luce rossa I. 17,0
luce mista V. 16,7
buio — 19,0
luce mista \'? 16,2
buio — 17,0
I. azzurro -violac. Il. 16,9
luce rossa È 1952
DATA Peso
dell’
1877 ì
animale
11 Ottobre 126,8
» »
» »
12 Ottobre 129,2
13 Ottobre 19485
n »d
15 Ottobre 134,8
» »
» »
16 Ottobre 134,8
17 Ottobre 134,1
18 Ottobre 138,0
19 Ottobre 134,1
» »
»
—
: 13,0
.azzurro-violac. A 14,0
15,5
luce rossa
luce mista V.
0,2421
0,2664
04343
0,2796
04005
073127
03234
0,4460
0,1760
0,2892
i
SULL’INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 197
Tabella XXIII. 6.
Mus decumanus IE, accecato col ferro rovente e potassa caustica ,
il 29 Settembre 1877.
I valori dell'acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore,
11 Ottobre
2
Medie «
DATA
1877
13 »
50»
16 »
17 »
18 »
19 »
Medie
Giorni trascorsi
11 Ottobre
12
- IEUIGOERO IMOLESERZA LUCE AZZURRO-VIOLACEA
$ Grado T Acido Grado DA Acido
SS em- Vem-
2| di luce RULLO, carbonico] di luce peratura carbonico
-
12 Ill. LORO 7,666 I Tae 8,252
3] 1v. 14,9 | 4497 Il 175 | 4,949
I4l nr 16,6 | 5,902 I 16,0 | 7,309
16 Và 16,6 5,901 Il 16,0 3,265
a) su = HI 20,0 | 7,941
18 VI 16,7 7,696 I 17,0 3,150
19 V 16,2 3,442 Il 16,9 6,751
20 Y 15,5 | 4739 I 14,0 | 6,887
1v,3 | 1690 | 5,678 1,6 | 169,6 | 6,063
a EUR ArOSSA BUIO
9 È
23
8 Tata Acido
s ci di luce peratura carbonico Serie carbonico
Si
II. 15900 | 6,133 169,0 | 4,819
Il. 19,0 | 8,067 di &
I. 16 ,0 5,103 17,6 5, 707
I 15,4 | 4,615 17,5 | 6,347
Li 18‘5 8,133 16,5 3,675
I. 17,0 | 5176 1910 | 6,192
I. 19,2 | 6,144 17,0 | 4,485
È 13,0 | 4,145 = E
1? 16°,6 5,939 l3 5,204
198
MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella XXIV. a.
Mus musculus ©, accecato col ferro rovente e potassa caustica,
il 18 Agosto 1877.
DATA Peso Le Grado Tem- Acido
4877 Lin RURIEAI RAI: di luce bll nt Sn
20 Agosto 6,3 buio = 299,0 0,0699
» » luce mista V 29,0 0,0777
» » buio 29 ,6 0,051 4
21 Agosto 6,2 buio _ 27,6 0,0833
» » luce mista x. 28,7 0,0794
» » buio = 30 se 0,0633
22 Agosto 6,4 buio —_ 29,0 0,0664
» » luce mista IX. 29,2 0,0575
» » buio — 29,0 0,0442
Tabella XXIV. d.
Mus musculus ©, accecato col ferro rovente e potassa
il 18 Agosto 1877.
caustica,
n P Acid
| Dt dell. | ‘Qualita diuca | SESS Tem- | carbonito
4877 animale di luce peratura | jin 4 ora
| ci °° i A ZA
il 24 Agosto 6,5 luce mista VII (*) 21,5 0,0874
» » l azzurr.-violac.| III. 26 ,1 0,0819
» » luce mista X (*) 24,7 0,0816
25 Agosto 6,8 luce mista Il. 26 .5 0,0746
» » I. azzurr. -violac. I. 26,9 0,0915
» » luce mista Il. 27,9 0,0897
27 Agosto 7,2. {l.azzurr.-violac. Lf 27 52 0,0770
» » luce mista I, 26 ,9 0,0780
» » |l.azzurr.-violac. I 27,6 0,0586
11 Settembre 9,1. |l.azzurr.-violac. I. 23,0 0,0959
» » luce mista II. 23.48 0,1227
» » l. azzurro violac. II. 24,9 0,0877
(‘) Solo nelle sperienze del 24 Agosto, colla luce mista, il recipiente dell’animale
stava in un recipiente di vetro senza mantello d’acqua.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 199
Tabella XXIV. a”.
Mus musculus €, accecato.
I valori dell’acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
LUCE MISTA (’) BUIO (**)
Giorni
trascorsi
, dopo Grado e:
l’acceca- l'em-
mento - eratura
di luce p
Acido ICE Acido
peratura
carbonico carbonico
20. Agosto. Db 2 ‘- È i 23,105
28,374
20,737
24,072
Tabella XXIV. d.
Mus musculus €, accecato.
1 valori dell'acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
LUCE MISTA LUCE AZZURRO-VIOLACEA
Giorni — ron ———=———==-
DATA trascorsi |
dopo ; ; ,
1877 Pacco Grado un Acido Grado Tem- Acido
ii di luce pernura carbonic.} di luce peratura carbonie.
2% Agosto m | 6 ix. | 2691|31,200] 1. | 269,1 | 30,240
25» ml 7 I. | 27,2|28,999| I. | 26,9 | 32,29
9 I | 26,9|25,82) 1.| 27,4 | 22,444
11 Settem. a 24 VI. 23,3 | 32,3601 (1,5 23,9 |, 24,211
27 » a
Medie . 111,7 | 2599 | 29,595] 16 | 2691 | 27,297
(*) Le sperienze alla luce mista furono eseguite senza mantello d’acqua.
(**) Tutte le cifre registrate per le sperienze al buio sono medie di 2 osservazioni.
200 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella XXIV. c.
Mus musculus €.
Accecato col ferro rovente e potassa caustica il 18 Agosto 1877.
D'ATT-A PESO TN PERI Grado |Tempe-| Acido
1877 Ar mani LI
30 Agosto 7,7 buio — |26°,5| 00766
» » luce rossa II 25,6] 0,0794
» » buio — |26,5| 0,0896
Ila fo 8,0 buio || 27,5] ‘(0;0825
» » luce rossa I 27,5 | 0,0748
» » buio — 28 ,0 0,0731
1 Settembre 9,0 luce rossa I 26,4 | 0,0905
» » buio == 261,0 0,0892
» » luce rossa II | 27,0] 0,0764
Flea) 9,0 luce rossa I 25,0 | 0,0890
» » buio — 25,9 0,0865
» » luce rossa I 26,4 | 0,0872
Tabella XXIV. d.
Mus domesticus ©.
Accecato col ferro rovente e potassa caustica îl 18 Agosto 1877.
DATA HO al Grado | Tempe-| Acido
{877 Rs Qualità di luce di luce | ratura Pirbonieo
4 Settembre 9,3 buio — |23°,7| 0,0921
» - » |[l.azzurro-violacea] I |25,2| 0,1092
» » buio == 25 ,9 0,0749
5» 8; bud le buio — |24,0| 0,0894
» » |l.azzurro-violacea| I 24,5 | 0,1074
» » buio == 24 iN 0,1088
SULL’INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 201
Tabella XXIV. c'.
Mus musculus €, accecato.
Valori dell'acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
Gioni LUCE ROSSA (*) BUIO: (4)
DATA trascorsi |==
1877 dopo Grado Tempe-| Acido |rempe-| Acido
l'accecamento| di luce | ratura | carbonico f "atura | carbonico
30 Agosto b 12 II |25°,6| 24,748 f 269,5] 25,901
31 » b 13 I Di 044360) E, (23:940
1 Settembre r 14 I° #[-26%7°17 "23203 112601 (23,787
3 « r 16 I 25,7] 23.493 f 25,5] 23,067
Medie 1,5 | 26°,4| 23,308 | 26°.4]| 24,024
(") Le sperienze del 30 e 31 di Agosto dànno valori medii di 2 osservazioni al
buio, quelle dell’ e 3 Settembre dànno la media di 2 sperienze alla luce rossa.
Tabella XXIV. d'.
Mus domesticus €, accecato.
Valori dell'acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
Giorni | LUCE AZZURRO-VIOLACEA BUIO (*)
trascorsi pero ce =
dopo Grado ‘'fempe-i Acido $Tempe-| Acido
l’accecamento] di luce | FalUra | carbonico $ PAlura | carbonico
4 Settembre b 16 | 25°,2 | 28,181 { 24°,6| 21,548
ue» b 17 I |24,5| 30,325 f 24,3] 27,981
Medie I 24°8| 29,253 | 249,41 24,764
a i i valori registrati per il buio sono medii di due osservazioni,
(*) Tutti i valori registrati per il buio so lii di due osservazioni
sea a |» _
202 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella XXIV. e.
Mus musculus €, accecato col ferro rovente e potassa caustica,
il 18 Agosto 1877.
DATA Peso Grado î Acido
TANI em- ;
dell” Qualità di luce peratura carbonico
1877 : di luce .
animale in { ora
12 Settembre 8,8 |azzurro-violacea | II, 24°1 | 0,1143
» » rossa LÀ 24,0 0,1127
» » azzurro-violacea I. 25.0 0,0973
13 Settembre 9,1 azzurro-violacea I. 24,8 0,0958
» » rossa LI 25,9 0,1133
» » azzurro-violacea| II. 26,5 0,1102
14 Settembre 9,0 rossa I. 25,0 0,0899
» » azzurro-wiolacea | II 24,4 | 0,0915
» » rossa Il 25,6 0,0979
15 Settembre 9,6 rossa I: 24 ,8 0,0967
» » azzurro-violacea| II. 24,4 0,0994
» » rossa Il. 25,8 0,0945
SULL'INFLUENZA- DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 203
Tabella X.XIV. e'.
Mus musculus € , accecato.
Valori dell'acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
LUCE AZZURRO-VIOLACEA
LUCE ROSSA (°)
3 Giorni =
DATA trascorsi
dopo 1 "
{877 i a Grado Debt Acido | Grado Mame Acido
SIGARO di luce peratura carbonic.|] di luce Liga carbonic.
12 Settemb.a| 24 | 15 | 2495] 28,854] 1 | 249,0 | 30,736
lt». al 5 | 15] 25,6/27,160] 1. 125,9) 29,881
4» rl 26 | mn | 24,4] 2440] 15 | 25,3 | 25,040
45» il 27 | 1. | 24,4| 24,850) 15 | 25,2 | 23,900
Medie . 17 | 25°,7 | 26,316] ‘1,2. (25°,1 | 27,989
(*) Nelle due prime serie le cifre per la luce azzurro-violacea , nelle due ultime
quelle per la luce rossa sono medie di due determinazioni.
204 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella i
Rassegna di tutti i valori ottenuti,
LUCE
ROSSA
Acido Acido
Temperatura Luce Temperatura
carbonico carbonico
290,3 23, 105 Il 259,6 24,748 |
28,9 28,374 I 27,5 22,740 |
29,0 20,737 Il 26,7 22,258 |
26,5 25,901 LL 95,7 93,493 |
27,7 23, 340 LL 24,0 30, 736 |
26,0 23, 787 I 25,9 29,881
25,5 23. 067 15 25,3 25, 040 |
24,6 21,548 15 25,2 23, 900 |
Valori medii
SULL’ INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC, 205
XXIV. /.
per il Mus musculus €, accecato.
LUCE MISTA
LUCE AZZURRO-VIOLACEA
Acido .
Acido Time
peratura
Tem-
peratura
carbonico carbonico
269,1 30, 240
26,9 32, 294
290 | 29,600
28,7 | 30,735
29,2 | 21,562
26,1 31, 200
27,2 | 28,999
I. 24,5 | 30,325 26,9 | 25,821
1,5 2,5 | 28,854 23,3 | 32,360
15 2,6 | 27,160
I. 24,4 24,400
nl 2,4 | 24,850
alori medii 1,5 250,3 27,296 270,2 28, 611
206 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella XXV. a.
Mus musculus, Topo A.
(c°)
(co!
i
°
Peso dell’animale
Temperatura
in {1 ora
Acido carbon.
Temperatura
Acido carbon.
in d ora
11 Agosto . | 1 0,099] x. 0,1014| 269,2 (0,0650
DAMA I 00810] xL 5|o,t105| 27,5 |0,0802
Tabella XXVI. a.
Mus musculus, Topo B.
DI
si
Lei
°
Grado
in 4 ora
di luce
Peso dell’animale
Temperatura
Temperatura
Acido carbon.
in d ora
Temperatura
Acido carbon.
tî Agosto . | 6,5 | 279,2[0,0507f Ix. 5 |0,0545] 289,0 [0,0528
18 van Salani GOT] 0,0701| 27,7 |0,0437
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC 207
Tabella XXV. d.
Mus musculus, Topo A.
Valori dell’acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
1877 Grado Acido Acido
Temperatura | Temperatura
di luce carbonico carbonico
I {1 Agosto E 2600 | 21,728 SReS 17,614
Ma» "i 275 | 23,061 27 5 16,803
| |
- si IA TITTI VAI
| Medie . xX,5 269,7 22,394 26°,6 17,208
Tabella XXVI. d.
Mus musculus, Topo B.
Valori dell'acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
Grado Acido Acido
Temperatura | ‘l'emperatura
di luce carbonico carbonico
20,123 19,107
23,367 19,733
21,745 19,420
208 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella XXVII. a.
Mus musculus, topo D.
LUCE BUIO LUCE
1a ——__ lf
DATA pic Rei Be] a
DIS S Acid 5 Acid 3
DE 2 cido 2 Acido
7 ® Grado = = =
1877 i di £ |carbon. a carbon. 5
= di ® È ® E v
® luce [= In (A in E
mu a "i & de
6 { ora G I ora E
E Ei e
19 Settemb. | 7,1 [ VIII | 219,5 0,1278 {22°,1|0,0886 | VIII | 229,4 | 0,0855
L'animale morì tra il 19 ed il 20 Settembre.
Tabella XXVIII.
Rassegna delle cifre proporzionali per î valori dell'acido carbonico
ridotti a 100 grammi e 24 ore, per animali veggenti e ciechi,
Sia
ri Specie d’animale Buio due 3 “E E
>
anti Sr) PVI
Rana 100 |100,5| 115 | 112
Canarino 100 | 104 | 108 | 120
Intatto Passere | 100: | 1525 (ZII INI65
Medie per gli uccelli 100 | 128 | 139 | 142
Surmulotto 100 | 111 1400/0197
Surmulotto 100 | 114 | 116 | 109
STI
dieco opo 100 | 105 | 113 | 118
—T_—_—_—_—_[|[__—__—t___
\
| Medie per mammiferi ciechi | 100 | 109 | 114 | 113
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 209
Tabella XXVII. 6.
Mus musculus, topo D.
Valori dell'acido carbonico ridotti a 100 grammi e 24 ore.
1877 Grado Tem- Acido Tem- Acido
di luce peratura | carbonico $ peratura |carbonico
19 Settembre VIII gi9 36,050 | 22°, 1 28, 901
Atti della R. Accademia — Vol. XV. 14
2410 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella XXIX. a.
Rane esculente.
Luce azzurra (vetro) (1).
GRADI DI LUCE INFERIORI GRADI DI LUCE SUPERIORI
Luce Temperatura do Luce Temperatura Ri
rr——_—___———————— —kppF-_--+- - +-+ ---—|-—--
Ptr
IV) 2492 0,699 VI 239,2 0,793
VN 0 2295 0,714 VI 2% 55 1,007
VI 2,5 0,905
VI 27,5 0,859
VII 23 ,5 0,803
VII 20,2 0,923
XVIII 2 ,0 0,773
Med° IV,5| 239,3 0,706 VII 239,5 0,866
(1) Vedi tabella XVII.
Tabella XXIX. c.
Rane esculente.
Luce gialla (vetro) (1).
GRADI DI LUCE INFERIORI GRADI DI LUCE SUPERIORI
Luce Temperatura GAD a Luce Temperatura NR gen
I 239,5 0,662 II 2207 0,801
I 21,0 0,798 II 23 ,7 0,648
II 25,7 0,991
II LAO 0,825
nr 0,632
Hi ‘MAE 0,659
I 2 5 0,723
Medie 1| 2292 0,730 | «R8r0 0,754
(1) Vedi tabella XVII.
SULL’INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 241
Tabella XXIX. d.
Rane esculente.
Luce rossa»(vetro) (1).
n
GRADI DI LUCE INFERIORI GRADI DI LUCE SUPERIORI
Luce Temperatura | ET Luce Temperatura bia
I 249,5 | 0,655 II Za 0,724
I 22,0 0,884 IT 25,5 0,642
I Sd o | 0,670 II 24 ,0 0,766
I 23 39 | 0,733 Il PAPI) 0,679
| 30 ,1 1,144 II 28 4 1,292
| #1 1,8 1,238 II 34 ,5 1,205
I 31 4 1,052 II 31 ,8 0,875
[ 32 ,2 1,107 II 28 4 1,222
I de e 1,123 HI 25 ,7 0,731
I 29 ,6 1,015 HI 29 ,7 1,036
I 29,8 0,935 IV 24 3 0,726
Medie I |, 27°,6 0,960 IT,4 gii 0,900
(1) C£, le tabelle XVII e XIX.
242 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella XXX.
Rane esculente.
Luce mista e luce azzurro-violacea (soluzione) (1).
GRADI DI LUCE INFERIORI GRADI DI LUCE SUPERIORI
Acido Acido
Luce Temperatura calbanico Luce Temperatura dabanico
0,892 i LIO 0,818
0,912 0,625
1,660 0,822
0,940 0,928
1,074 0,978
0,832 ( 1,039
0,945 1,013
0,963 1,171
0,882 1,023
I
I
I
I
I
I
I
I
I
Mede I 249,8 0,900 IT 269,2 0,935 |
(1) Vedi la tabella XVIII; la lettera m che accompagna il grado di
luce significa che le cifre furono raccolte a luce mista, a invece che si
ottennero a luce azzurro-violacea, col mantello della soluzione ammo-
niacale di solfato di rame.
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA , ECC. 213
Tabella XXXI.
Passere.
Luce mista ed azzurro-violacea (soluzione) (1).
GRADI DI LUCE INFERIORI GRADI DI LUCE SUPERIORI
Luce Temperatura CEE "i Luce Temperatura Pas
Im 129,0 29,963 II m 120.1 30,210
Ia 120 28,397 IVm 11,0 33,378
Ia 12 37 24,434 VII a 15,0 33,803
Im 12,0 16,693
Ila 41,0 27,591
ue |<;
| MedeI4| 119,9 25,416 IV5 129,7 32,464
(1) Vedi tabella XXI. 5. In questa tabella m significa luce mista, a
luce azzurro-violacea.
QAL MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella XXXII. a.
Surmulotto cieco. Luce rossa ed azzurro-violacea (soluzioni) (1).
GRADI INFERIORI DI LUCE GRADI SUPERIORI DI LUCE
Acido Acido
Luce Temperatura Luce Temperatura
carbonico carbonico
la 159,2 8,252 Il a 179,9 4,949
la 16 ,0 7,309 Ila 16 ,0 3,265
Ia I7AZO 3,150 Ila 16 ,9 6,751
la 14,0 6,887 Ir 15,0 6,133
fi 16 ,0 5,103 Il r 19 ,0 8,067
ra 15,4 4,615 II a 20 ,0 7,941
Ir 18,5 8,133
Tua 17,0 9,176
Ir 19,2 6,144
Tor 13 ,0 4,145
Medie I| 169,1 5,891 112 179,4 6,184
(4) Vedi Tabella XXIII. è. La lettera a significa che le sperienze vennero fatte în
luce azzurro-violacea, r che furono istituite in luce rossa.
SULL’INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 245
Tabella XXXII. ».
Surmulotto cieco. Luce mista (41).
GRADI INFERIORI DI LUCE GRADI SUPERIORI DI LUCE
Acido i Acido
Luce Temperatura Luce Temperatura
carbonico carbonico
IIl i 7,666 IX 19°,1 4,832
III 16 ,6 5,902 [X,5 18,2 5,223
IV 14,9 4497 X 16,5 7,779
V 16 ,6 5,801 XI 17,0 6,240
Vv 16,7 7,696
V 16 2 3,442
V 15 ,5 4,739
Medie IV 16°,0 5,678 X AT] 6,018
(1) Vedi Tabella XXIII. è e VII. d.
216 MOLESCHOTT E FUBINI
Tabella XXXIII.
Topolino cieco. Luce mista ed azzurro-violacea (1).
GRADI DI LUCE INFERIORI GRADI DI LUCE SUPERIORI
Acido Acido
Luce Temperatura Luce Temperatura
carbonico carbonico
Im 20,9 25,821 HI m 239,3 32,390
la 26,9 32,294 III a 2601 30,240 .
I a 27 4 22,444 Vm 29 0. 29,600
I a 290,2 28,181 IX m 29152 21,562
Ia 24GD 30,325 IX m 26 ,1 31,200
1,5 a 23 ,9 24,211 X m 28 ,7 30,735
15 a 2% 5 28,854
1,5 a 25,6 27,160
Im 202 28,999
Ia 2 24,400
I a 2% 4 24,850
Medie I4| 259,5 27,049 VI,S 279,1 29,283
(1) Vedi le Tabelle XXIV. a, XXIV. &, XXIV. d', XXIV e. La lettera m significa luce
mista, la lettera a luce azzurro-violacea. i
SULL'INFLUENZA DELLA LUCE MISTA E CROMATICA, ECC. 217
Tabella XXXIV.
Bufo cinereus (1). Valori dell'acido carbonico ridotti a 100 grammi
e 24 ore.
DATA DATA
della i della
: Grado Acido i Acido
sperienza Tempe- sperienza Tape
ratura 1876 ratura
1876 di luce carbonico carbonico
17 Ottobref VII 0,331 {18 Ottobre i 0,331
25 VI 19
26 VII
VII
VI
(1) Il rospo pesava in media 250 grammi.
pos
E
i
}
5
4
PICO
i
9
i
r
"i
ada
Scala fotometrica di Schall Tav.I
14
20
MOLESCHOTT e FUBINI = INFLUENZA DELLA LUCE
hi
,
'
î
3 È .
+
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INDICE
della
MEMORIA DI JAC. MOLESCHOTT E S. FUBINI
Sull’influenza della luce mista e cromatica nell’esalazione
di acido carbonico per l’organismo animale
I. Storia e posizione del quesito . : E ; 0 \\ PAG. BS
II. Sull’ influenza della luce mista nell’acido carbonico esalato
da animali privi degli occhi . _ : " b » 72
1. Metodo 7 / è ; 3 } } » ivi
2. Sperienze sulle rane ' . 1 ; ; » 7
3. Sperienze sugli uccelli . È ci ; - » 91
4. Sperienze sui mammiferi i : » 97
III. Sull’influenza della luce nell’esalazione di acido Luni
dai tessuti irrorati o privi di sangue 5 i : » 108
IV. Sull’influenza della luce colorata nell’esalazione di acido
carbonico per gli animali ; . EIN A : » 116
1. Note storiche e critiche e ; È } ” ivi
2. Sperienze con rane esculente .. ; mit. 424
5. Sperienze sugli uccelli . ; ; x MAGARI
4. Sperienze con mammiferi . i; , n 495
5. Sperienze con mammiferi ciechi . ; 5 » 140
6. Sull’influenza della intensità chimica della luce
nella quantità dell’acido carbonico esalato . PINE, (i LI
V. Conclusione ì ” E ; 7 : i 3 » 151
Tabelle : i i, 4 : ] è : . » 172-217
-
HOMBAM.
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resa sea
una Had 1
o solapoaa
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sa fnaa
iinjtago
frà Moya
Ilog
224
Il Socio Cavaliere Luigi BeLLARDI presenta e legge, a nome
dell’Autore, Ingegnere A. Portis, il seguente lavoro
INTORNO
AD ALCUNE
IMPRONTE EOCENICHE
DI VERTEBRATI
RECENTEMENTE SCOPERTE
IN PIEMONTE
Mentre i terreni giurassici ed i terreni cretacei di Europa e
di America hanno a più riprese forniti animali fossili apparte-
nenti alla classe degli uccelli, ma presentanti caratteri che li
distinguevano a prima vista da tutte le famiglie che rappresen-
tano nel mondo odierno questa classe e che ne autorizzavano
la creazione di nuove onde poterli classificare; i terreni ter-
ziarii medii e superiori hanno per lo più offerti uccelli fossili, i
quali potevano esser classificati nelle divisioni di vario ordine
stabilite per la fauna ornitologica vivente, taluni anzi far
parte di generi rappresentati da specie diverse odierne;.citerò
ad esempio alcune delle specie dei gessi oligocenici di Parigi
e quasi tutte le specie mioceniche e plioceniche di Europa,
mentre alcuni altri uccelli eocenici di Parigi e d’ Inghilterra,
particolarmente però il genere Odontopteryx dell’argilla di Londra,
ricordano ancora vivamente nei loro caratteri i rappresentanti
della classe nei terreni giurassici e cretacei.
Per conseguenza ci pare affatto naturale l’ammettere che il
periodo di tempo scorrente tra il cretaceo e l’oligocenico , in
una parola il periodo eocenico, sia quello appunto in cui
avvennero le maggiori modificazioni nel tipo degli uccelli;
modificazioni che ebbero per conseguenza il distacco netto e
ben definito del tipo uccello dal tipo rettile con cui aveva
avuta tanta analogia nelle epoche passate.
Q292 A. PORTIS
Se la fortuna avesse corrisposto all’aspettazione, noi ci sa-
remmo aspettati di vedere con numerosi e successivi esem-
plari la coda rettiliforme persistente nell’Archaeopterye adulto
accorciarsi man mano fino a quel breve mozzo che contraddi-
stingue gli uccelli d’oggidì, e le penne direttrici invece di
essere collocate disticamente lungo i lati di essa ridursi in
numero e venirsi a collocare ordinate su di una linea pressochè
normale all'asse longitudinale del corpo dell'animale.
Avremmo assistito alla riduzione delle dita della mano,
rispettivamente dell'ala, dell’Archaeopterye fino alla semplice
conformazione dell’ala nei più infaticabili volatori d’oggidì;
avremmo visti i denti, ancora così numerosi e ben conformati
nel lestornis e nell’esperornis del cretaceo superiore, sparire poco
per volta nell’eocene ed aver perduta pressochè tutta la loro
importanza verso il cominciare dell’epoca oligocenica, in cui
pochi generi solamente di uccelli avrebbero ancora conservati:
questi organi rappresentanti di un ultimo e più tenace carat-
tere della classe dei rettili da cui si erano successivamente
differenziati gli uccelli.
Invece, la storia del periodo eocenico è al riguardo muta o
quasi; delle due grandi sezioni in cui si divide il periodo
eocenico, la prima e più antica non ci ha fornito che sei
sole specie di uccelli delle quali l’una e la principale, rappre-
sentata da un cranio munito di denti, ricevette dal suo de-
scrittore: dapprima il nome di Dasornis londinensis (1), poi quello
di Odontopterya toliapicus (2); una seconda: quello di Lithornis
vulturinus (3) supposta della famiglia dei vulturidi; una terza: il
nome di Halcyornis toliapicus (4) affine al vivente genere Alcedo;
una quarta il Megalornis (5), viene poi dal SeeLEy (6) supposta
(1) Owen, Trans. Zool. Soc., vol. 7, pag. 145, pl. 16.
(2) Owen, Description of the Skull of a dentigerous bird ecc. Quart. journ.
of the Geol. Soc., vol. 29, 1873, pag. 511, pl. 16.
(3) Owen, Trans. Geol. Soc. of London, 2 ser., vol.6, pag. 206. — Brit.
foss.mamm. a. birds, pag. 549.
(4) British foss.mamm. and birds, pag. 554.
(5) BowerBAanK, Annals of natural History, 1854, 2nd ser., vol. 14,
pag. 263 (Lithornis emninus).
(6) SeeLev, On the tibia of Megalornis. Quart. journ. of Geol. Soc., vol. 30,
1874, pag. 708.
INTORNO AD ALCUNE IMPRONTE EOCENICHE DI VERTEBRATI. 223
appartenere alla prima ed esser fondata su ossa dello scheletro,
mentre quella era fondata sul solo capo: ed una quinta rap-
presentata da impronta di penna, nominata Argillornis longi-
pennis (1): queste cinque specie provenienti dalle argille di
Londra e dell'Isola di Sheppey, mentre la sesta specie, il Ga-
stornis parisiensis (2) proverrebbe dal conglomerato sovrastante
al conglomerato pisolitico del bacino di Parigi: ciò trala-
sciando alcuni avanzi senza nome del bacino stesso di Parigi.
La seconda epoca eocenica il Flisch è ancor più avara di
notizie, essa non provvide che un solo esemplare di uccello,
il Protornis (3), il quale stante la cattiva conservazione non
potè nemmanco venir ben studiato e con più o men grande
probabilità collocato accosto ad una delle viventi famiglie di
uccelli. Questo valga per l’Europa, chè, in America, le recenti
grandi intraprese geologiche hanno portato alla scoperta d’una
relativamente grande fauna ornitologica eocenica, la quale
comprende pure, oltre tipi vicini, anche tipi assai differenti da
quelli oggigiorno viventi, ma che non potrei ancora usare qual
termine di confronto non essendo ancora di tutti ben cono-
sciuta la natura.
Egli è perciò che qualunque nuova traccia della classe degli
uccelli nel periodo eocenico verrebbe ad acquistare in paleon-
tologia un interesse grandissimo; tanto più se essa venisse
constatata in un bacino o in un giacimento in cui questa classe
non fosse stata finora rappresentata, e tanto più ancora per
noi, allorchè si trattasse di un giacimento italiano dove gli
uccelli hanno per unici rappresentanti l'individuo scoperto
nella lignite miocenica di Monte Bamboli, descritto dal com-
pianto Prof. GasraLpi (4), e le impronte di penne oligoce-
(1) Owen, On Argillornis longipennis, a large bird of Flight, from the
eocene Clay of Sheppey. Quart, journ. geol. Soc., Vol. XXXIV, 1878, pag. 124.
pl. VI. i
(2) Constant Prevost, Compt. rend. hebd. Acc. Se. Paris, vol. 40, pag. 554,
1855. — Hesert, ibid., pag. 579 et pag.1214. — Larter, ibid., pag. 583.
— Owen, Quart. journ. Geol. Soc. of London, vol. 12, pag. 204, pl.3, 1856.
(3) H.r. Mever, Neues Jahrbuch, 1839, pag. 682 ; 1840, pag.211; 1841,
pag. 187; 1844, pag. 338 (Sin. Osteornis scolopacinus GERVAIS).
(4) Intorno ad alcuni fossili del Piemonte e della Liguria, Mem. d. Acc.
R. delle Sc. di Torino, Classe di Scienze Fis., Mat. e Nat., Ser. II, vol. XXIV,
1866 (dell’estratto, pag. 32, tav. 6).
224 A. PORTIS
niche raccolte al Monte Bolca (1) mancando finora nel terreno
eocenico.
Nell'agosto e settembre passati, mentre io mi trovavo ad Ar-
gentera, ultimo villaggio della Valle di Stura di Cuneo, onde
cercarvi i fossili che in abbondanza si trovano nel calcare
carbonioso di quella località, mi capitò fra mani una lastra di
arenaria che a prima vista mi colpì, e mi ricordò quelle arenarie
rosse a impronte, abbondanti nelle roccie triasiche degli Stati
Uniti e mostranti impressioni di passi attribuiti ad uccelli e
di goccie di pioggia.
Eccitata l’attenzione, .subito mi diedi attorno a cercar di
determinare l’età del terreno in cui si trovava la lastra; e fui
fortunato a segno, da trovare fra i potenti strati dell’arenaria
ad equiseti, anche alcuni sottili straterelli di un’argilla bitumi-
nosa indurita, ricchissimi di fossili appartenenti agli ordini in-
feriori del regno vegetale: colla scorta di questi e del trovarsi
l’arenaria sovrapposta in stratificazione concordante alle ar-
desie che ricoprono il nummulitico, mi assicurai di essere
nella sezione del terreno eocenico corrispondente al Flisch
degli Svizzeri; corrispondente per conseguenza anche ai famosi
strati di Glarus che fornirono il primo e fin qui unico uccello
eocenico superiore sul continente europeo.
Giunto a Torino, ediesaminata dopo alcun tempo e con calma
la lastra, e fattala vedere al Professore BeLLARPI, ebbi il pia-
cere di sentir da lui trovata ragionevole la mia supposizione
di aver dinanzi l'impronta del piede di un uccello, il quale,
doveva esser passato sopra una sottil spiaggia di sabbia, già
stata anteriormente improntata da una forte pioggia.
La lastra dizarenaria in questione è tutta tormentata e bu-
cherata per isghembo, siccome vediamo nelle lastre triasiche
dell'America che ogni paleontologo conviene di riconoscere
sotto l'appellativo di pioggia fossile. In mezzo ad essa si vedono
immediatamente quattro solchi profondi raggianti da un centro
producendo angoli diversi ed aventi lunghezze e larghezze molto
differenti fra loro. {Un uccello avente tre dita anteriori ed un
dito rudimentale posteriore, camminando sopra un lido di
sabbia umida, lascia un'impronta tal quale la osserviamo sopra
(1) Fauyas, in Ann. du Mus. d’Hist. Nat., tom. 3, 1803, pag. 21, pl. f.
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| questa sabbia indurita, anzi dalla direzione delle dita e spe-
INTORNO AD ALCUNE IMPRONTE FOCENICHE DI VERTEBRATI. 225
cialmente del posteriore, potei verificare trattarsi nel caso
presente di un'impronta del piede destro nel quale il dito po-
steriore era ridotto a ben poca cosa ed appena toccava la terra
con pochissima deviazione dal canone ; il dito interno, poco
allungato, poteva avere una lunghezza di mill. 40, mentre
l'esterno, molto divaricato dal medio, ne aveva una di mill. 50,
e il dito medio, per essersi, come l’esterno, mosso, mentre o
dopo che l’animale aveva appoggiato il piede, aveva guastata la
propria impronta; così che essa si era allargata nella metà
posteriore e cancellata nell’anteriore. Egli è naturale che l’ani-
male, passando, abbia cancellate sui suoi passi le traccie pree-
sistenti della pioggia caduta, alcune però traspaiono ancora
al di sotto delle dita, specialmente del dito medio e dello
esterno, e questo fatto appunto mi indicò doversi l’irrego-
larità della superficie superiore dell’arenaria non ad accidenti
di ripiegatura o laminatura sopravvenuti posteriormente, bensì
invece ad una causa anteriore e probabilmente alla pioggia.
Allorchè, or è poco tempo, visitavo i giacimenti triasici di
arenaria a labirintodonti di Bernburg e di Cassel, mi si fece
osservare come la superficie scura e la granulosità dell’arenaria
impedissero l'esame minuto delle impronte di passi, ma che
questo studio era agevolissimo sovra una contro impronta in
gesso. Applicai lo stesso sistema all’arenaria di Argentera. Ma
quantunque l'impronta sia risultata felicissima non ne ebbi
alcun vantaggio. La sabbia dell’antico lido eocenico del luogo
ove or giace la frazione di Grangie (che là appunto la rinvenni)
era troppo grossolana, di più già improntata dalla pioggia per.
ricevere e conservar bene l’immagine delle articolazioni e delle
nervature dell’epidermide delle dita che la premettero; devo
è per conseguenza limitarmi a ciò che si vede sull’originale che
è quanto dissi finora e che pur bastando a rendere ragione-
vole l’ammettere di aver dinanzi l'impronta di un piede destro
. di uccello non è sufficiente a dirci a qual ordine questo abbia
| appartenuto. — Egli è con tutla riserva che io lo supporrei
un uccello a piedilobati, superante alquanto in dimensioni il
comun nostro Podiceps minor (non si osserva traccia di unghie).
Egli è conveniente il dare un nome all’animale che in tal
‘ modo ci si è manifestato ; mi pare che poichè abbiamo già
Atti della R. Accademia — Vol. XV. 45
:
per impronte di tal genere nel trias dell’America, il nome 0r-
nitichnites che non può dar luogo a controversia di sorta per |
essere appunto un nome sospensivo , mi sia lecito dare all’uc- |
cello di Argentera la denominazione di Ornitichnites, dandogli |
quella specifica di Argenterae tratta dalla località in cui venne |
trovato il fossile, come per la ornitolite di Glarus. |
Non senza motivo ho più sopra ricordati i vertebrati fossili
del trias della Germania e dell’America; infatti se l'impronta |
fossile di un uccello aveva in me evocato la memoria di fatti |
consimili riscontrati in America, un altro fatto mi condusse |
pure a ravvicinamenti col Buntes Sandsiein cotanto sviluppato |
nella Europa centrale. Infatti, mentre io nelle località circo- |
stanti al villaggio di Argentera cercavo se mi era dato riscon- |
trare una seconda impronta che servisse a schiarirmi sulla |
prima, m’imbattei nel vallone di Pourriac e precisamente al |
limite superiore dei terreni coltivati a prato in una seconda |
lastra di arenaria a impronte. Anche questa lastra appartiene |
all’arenaria ad equiseti dell’Eocene superiore o Flisch ed anche |
questa mostra sopra una delle sue faccie un’impronta di un |
piede. Nel volerla liberare dalla roccia a cui stava aderente, la |
lastra andò in pezzi, ma questo fatto mi servi moltissimo a '
‘constatare la realtà della impronta, poichè il pezzo di roccia |
che la costituiva si staccò parallelamente alla sua maggiore |
superficie lasciando una cavità dello stesso perimetro ed a
fondo irregolare. Egli è infatti naturale il supporre che, come
oggi avviene, così sia allor succeduto, l’animale cioè, passando
sulla sabbia umida, determinò per la pressione fatta dal peso
del massiccio corpo, nei luoghi dove esso posava il piede, dei
grumi di sabbia i quali conservarono anche frammezzo alle |
varie vicende che determinarono la solidificazione della roccia |
una differenza di coesione dal materiale circostante, e per con- |
seguenza una maggior facilità a lasciarsi isolare dall’arenaria |
entro cui giacevano. Giunto a Torino e ricostituita per lo
studio la lastra, lasciai mobile il frammento in questione onde
poterne dimostrare ad altri la verità.
Questa seconda impronta non è più di un uccello, le sue
dita in numero di quattro, anteriori, tozze, ravvicinate e ad
estremità arrotondata, portano da sè ad un riavvicinamento ai
grandi anfibii dell’epoca triasica, le impronte dei quali (special-
226 A. PORTIS
Ù INTORNO AD ALCUNE IMPRONTE EOCENICHE DI VERTEBRATI. 227
mente quelle del genere americano Anisopus, di dimensioni un
po’ minori, ma a dita relativamente alquanto più lunghe e
divaricate) concordano ancora con quelle di Argentera nella
forma della superficie palmare del resto del piede, leggermente
appuntito allo indietro. La lunghezza della impronta è di
mm. 38; la larghezza di mm. 25.
Mentre sulla stessa lastra di arenaria, a mm. 65 indietro ed
amm. 36 avanti dal margine rispettivamente posteriore ed an-
teriore dell'impronta accennata, si vedono ancora le traccie di
due altre consimili, ma molto più confuse, impronte; e pre-
sentanti pure le medesime dimensioni della prima (per una
di esse si verificò di nuovo il fatto or dianzi citato dello
staccarsi della roccia costituente l’orma che è già essa stessa
depressa dalla superficie della lastra), a mm. 5 dal limite an-
teriore della impronta principale, tocchiamo la parte posteriore
del perimetro di una impronta anch’essa, come la prima, ab-
bastanza ben conservata. Quest'ultima orma è di minori dimen-
sioni delle altre, misurando mm. 25 di lunghezza e mm. 19
di larghezza, ha pur le traccie di quattro dita anteriori corte
e un po’ aguzze, ma la palma è allo indietro più arrotondata.
Piccoli rilievi e depressioni per entro a queste due orme più
belle, accusano la presenza di polpastrelli sotto la superficie
del piede e di concavità intercalate. Queste ineguaglianze,
come naturale, più sentite nel piede maggiore che nel minore.
Della natura del tegumento plantare non potei rilevar nulla,
causa la troppo grossa grana della sabbia e la presenza di
alcuni licheni.
Io ritengo queste due orme siccome quelle delle due estre-
Mità sinistre di un grosso anfibio urodelo il quale passeggiò
sui sottili lidi marini dell’epoca eocenica e vi lasciò le sue
impronte, che un successivo straticello di sabbia gettatovi sopra
dalle onde, ricoperse, riempì e conservò fino ai dì nostri, dan-
dloci poi a leggere questa importante pagina della storia della
nostra fauna. L’impronta più piccola anteriore appartiene al
piede anteriore, la posteriore più grande al posteriore. La pic-
colissima distanza fra un piede e l’altro (5 mm.) ci indica come
questo animale, di dimensioni alquanto superiori a quelle del
genere Siredon, camminasse al modo delle comuni salamandre,
movendo cioè assieme il piede anteriore di un lato con quello
228 A. PORTIS. - INTORNO AD ALCUNE IMPRONTE EOCENICHE ECC.
posteriore dell’altro in guisa da piegare il corpo dal lato op-
posto a quello dell’arto anteriore in moto.
Se queste impronte son veramente di anfibio urodelo noi
potremo (a parte i labirintodonti) riportare alla seconda metà
dell’epoca eocenica la comparsa in Europà degli urodeli fin
qui solamente conosciuti a cominciare dal terreno miocenico
dei diversi giacimenti dell'Europa centrale. Stante l’incertezza
delle determinazioni e dei ravvicinamenti fatti sulla sola base
delle impronte, mi son tenuto nella determinazione di queste
ultime allo stesso regime sospensivo che per la impronta di
uccello, dandogli il nome di Saurichnites Pourriaci.
Mi premeva di far conoscere queste prime traccie di uccelli
ed anfibi delle nostre Alpi, nella speranza che risvegliata l’at-
tenzione su questo oggetto, non si finisca un giorno o l’altro
per ritrovare anche gli avanzi materiali degli animali che
lasciarono tali traccie. i
Mentre per riprodurre l'impronta di uccello con tutta l’esat-
tezza possibile, ho col simultaneo concorso della fotografia e
della litografia ottenuta l’annessa figura, queste arti mi erano
quasi inutili per le impronte di anfibio stante la scura tinta
della pietra e la leggerezza delle traccie; ho per conseguenza
rinunziato a dare una fignra delle impronte di Saurichnites
Pourriaci.
L’Accademico Segretario
A. SoBRERO.
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CLASSE
DI SCIENZE MORALI, STORICHE E FILOLOGICHE
Adunanza del 23 Novembre 1879.
PRESIDENZA DEL SIG. COMM. SENATORE ERCOLE RICOTTI
NOTIZIE
SULLA VITA E SUGLI SCRITTI
DI
VINCENZO GARELLI
Col ricordo delle virtù d’un nostro caro estinto mestamente
suggellammo i lavori del trascorso anno accademico, e già era
triste necessità, che a sì breve intervallo dal ricordo delle virtù
d’ un altro collega dovessero aver principio le sedute del nuovo
anno. Ma se è triste necessità, è altresì pietoso ufficio porgere
una parola di rimpianto alla memoria di coloro, che noi chia-
mammo consorti negli ardui conati di recare alla scienza
qualche nuovo elemento di progresso ; è debito di grata ami-
cizia rammentare la loro vita e le loro opere dopo tanta comu-
nanza di desiderii e di speranze, per cui le scoperte e le fa-
tiche d'uno qui sono i trionfi e la gloria di tutti. Il qual
debito verso l’esimio chie testè perdemmo a me sembra farsi
anche maggiore, poichè io penso, che da alcuni cenni di sua
vita semplice e modesta, ma collegata con insigni vicende
dell'istruzione in Piemonte, gli scritti di lui possano ricevere
un’utile e bella illustrazione. Da altri l'avrebbero splendida;
l'avranno almeno affettuosa da me nell'adempimento d’un mesto
ma pur dolce incarico.
DIA B. PEYRON
Delle recenti nostre sciagure a noi, siccome di tutte, fu il
dolore; alle scienze filosofiche toccò non poca parte dei varii
danni. Per ricordarne ancora uno, chi può rassegnarsi a che
rimase incompiuta la storia della greca filosofia, mentre dalla
eletta mente, che l’aveva intrapresa (1), a giudicare dal già
fatto, avrebbe potuto ottenere, insieme con una mirabile ori--
ginalità, una mirabile perfezione?
Anche a siffatta classe di scienze è a riferirsi l’ultima iat-
tura, dacchè a tre rami delia filosofia s’attenevano gli studi
del socio nostro, cioè alla filosofia così detta pura, che egli
per l’uffizio suo restringeva ai confini dell’insegnamento ele-
mentare, a quel ramo che è la pedagogia, e in fine più parti-
colarmente a quella parte della pedagogia, che cerca il ritorno
del giovane traviato alla virtù, e può dirsi umanitaria, ed era
da lui denominata Educazione emendatrice. In ciascuno di questi
tre rami lasciò scritture non poche e tutte notevoli.
A proposito d'una filosofia, che, come si vede, è essen-
zialmente pratica, mi sovviene un'osservazione troppo opportuna
da non doversi tacere, comecchè possa apparire ovvia. Chi
spazia con robusto ingegno nelle più sublimi regioni della
teoria, nè mai discende da tale altezza, sembra in qualche modo
cingersi della luce stessa delle verità che rivela. Ed egli ama
rimanere in essa, e gli ammiratori suoi più solleciti del filo-
sofo e di sua vita speculativa, che dell’uomo e di sua vita
operativa, appena è, che si rammentino di domandare chi sia
luomo; che se domandano, questi loro appar sempre avvolto
nei paludamenti del filosofo. Ma chi dagli alti principii scende
alle pratiche applicazioni, che sono poi il vero beneficio della
scienza, per una parte acquista il diritto, che si estimi parte
integrante della sua sapienza quell’ armonia che ei pose tra i
suoi precetti e le sue azioni, onde nasce l'autorità e la effi-
cacia della parola, per altra parte ne induce per forza alla
bella indagine del modo con cui la scienza per suo mezzo di-
venne benefica. Or bene, questo filosofo che possedette la
scienza e la mise tutta in servigio di quella educazione, che
fra le bellissime cose Platone chiamò prima, perchè forma gli
uomini eccellenti, quest uomo, a cui è giustizia tener conto
(1) Giovanni Maria BERTINI.
NOTIZIE SULLA VITA E SUGLI SCRITTI DI V. GARELLI 233
non pure di ciò, che per così nobile scopo scrisse, ma di
ciò che fece, tener conto, che entrò nelle scuole del villaggio,
entrò nel carcere del giovane ditenuto, studiò instituzioni e
cuori, che per formare e correggere il costume cercò abbel-
lire gli insegnamenti coi lenocinii dell’arte non rifuggendo
neppur dalla gentil forma del romanzo, questo filosofo pratico,
quest'uomo benefico, questo letterato fu Vincenzo GARELLI.
Nacque in Mondovì l°8 maggio 1818. De’ fratelli non fu solo
ad aggiungere decoro al nome della famiglia. Dovette egli
stesso ad un colto sacerdote fratello primogenito la sua prima
istruzione. Sono poi riputati gli scritti d’altri due, che riman-
gono a continuare la bell’opera dell’ingegno (1). Fece gli studi
universitari in Torino; vi conseguì la laurea di Filosofia nel 1841,
e dieci anni dopo l’aggregazione al Collegio della stessa Fa-
coltà. Nei primi suoi esperimenti il giovane filosofo s’era fatto
collaboratore a Lorenzo VaLERIO, amico suo, in quel giornale
d’educazione che dapprima s'intitolò Letture popolari, poi Letture
di famiglia. Riferisco il fatto eziandio perchè ne fa palese il
suo patrio sentimento sin da giovanetto, essendo noto, come
in quelle periodiche letture timidamente e cautamente per
necessità di tempi, ma abbastanza manifestamente giovani e
fervidi ingegni emettessero idee, di cui non tardò il fondatore
del giornale farsi aperto e caldo campione. Ne’quali sensi ita-
liani, che serbò per tutta la vita, senza dubbio a raffermarlo
valse lo studio, cui allora attendeva, delle Opere dei due
sommi filosofi italiani del secol nostro. Perocchè sembra fatale,
che la Filosofia debba sempre offrire un asilo, a cui rifugga
la libertà per dire securamente ed efficacemente le sue ragioni.
Quando poi si stabilì in Piemonte il governo costituzionale,
volle il GareLLi, che anche la sua scienza si mostrasse sol-
lecita del nuovo ordine di cose, salutando quell’èra colla pub-
blicazione d’un primo libro intitolato: Prime regole di logica
parlamentare.
L'insegnamento elementare della filosofia fu prima e fu
lunga occupazione del GareLLI. Ripetitorein Torino fino al 1845,
Professore per tre anni in Cuneo, venne traslocato Professore
(1) Sac. MicneLe; Comm. Dottore Groanni Senatore del Regno; Cav.
FeLice Dottore in Fisica, Preside emerito del Liceo BeccarIa.
Pr
FT ENTI OIOTTO Sea he LEO
Al
È
i
234 B. PEYRON
a Genova nel 1848, quando per quella Legge, di cui l’illustre
autore (1) è oggi fra noi, s’instituirono i Collegi Nazionali sovra
basi, che ai liberi tempi parevano più conformi. Questa no-
mina l’onorò, in quanto che fu giudicato di mente e di cuore
capace a dare con prudente principio stabilità alla novella
instituzione. Bene adempì al suo mandato, e di là venne ad
insegnare in Torino nel 18559 al Collegio di S. Francesco da
Paola, dove ebbe tra suoi discepoli uno, che ora è insigne
Orientalista, il DeGuBERNATIS. Reputo a ventura, che il degno
discepolo siasi fatto carico di stampare ciò che non avrei po-
tuto dir io, come cioè il maestro avesse facile ed abbondante
la parola e con l’aperta sua eloquenza facesse ammirare lo splendore
del vero e lo splendore del buono. Riferisce, come il GARELLI
amasse Manzoni, e lo facesse amare dagli scuolari, soggiun-
gendo: Questo suo bel modo di congiungere lo studio del passato con
quello del presente e le lettere colla filosofia cresceva grande attrattiva
alle sue lezioni, delle quali alcune ci andavano proprio al cuore.
La dottrina, che in sì nobile maniera professava in iscuola,
raccolse il GareLLI e pubblicò in tre trattati, che sono: No-
zioni compendiose di metafisica ; Della logica e della teorica della
Scienza; Appunti di filosofia morale; i quali tutti s' informano
ai principii fondamentali della dottrina di Rosmini. Son libri
scolastici, che, se hanno comuni con tutti gli altri di simil
genere lo scopo e il modo, hanno essi pregi speciali, che a
preferenza d’altri li fanno anche oggidì ricercati; hanno poi
alcune attinenze coll’ intima storia della filosofia elementare
in Piemonte, che non saria bello dimenticare. Primo veramente
lo ScioLLa, nome di maestro venerato ad alcuno di noi, a cui
presto si unì il Corre, mirabilmente s’adoperò ad introdurre
nell’insegnamento delle Scuole Subalpine le dottrine Rosmi-
niane, appena furono pubblicate dal loro inventore, ma, di-
cono, non senza qualche oscurità ne’ suoi trattati. Poi la verità
di quelle dottrine fu posta in dubbio da un grande avversario,
il GioserTI, e le dottrine nuovamente vennero dai dotti ven-
tilate e discusse. Il GareLLI fu tra primi a dichiararsi disce-
polo di Rosmini, dando a sè il secondo còmpito di ricondurre
nelle Scuole Subalpine le stesse dottrine riconfermate e belle di
(1) Conte Carlo Bon-Compacni.
NOTIZIE SULLA VITA E SUGLI SCRITTI DI V. GARELLI 235
loro difese, e, se fosse possibile, farle amare nella semplicità
e chiarezza di un’ esposizione elementare. Che egli abbia ot-
tenuto lo scopo, si dimostrò persuaso lo stesso Rosmini nel-
l’attestargli la sua riconoscenza, talchè la logica del GaRELLI
nelle scuole Rosminiane è ancora in gran pregio; nè è certo
picciol merito d’ un discepolo verso il maestro rendere popolari
i suoi dettati. Quanti, seppure il mio paragone non è teme-
rario, quanti poterono delibare in Senofonte Ja filosofia Socra-
tica, i quali non avrebbero potuto assorgere all’altezza, a cui
lo sollevò Platone? Nè perchè accettò i principii Rosminiani
il GARELLI o non conobbe, o non apprezzò i sublimi concetti
del GroBERTI. Perocchè quasi a compenso della preferenza data
altrui lo riporta ad ogni tratto in un tal sistema di benevolo
eclettismo, che ricorda glì sforzi, con cui per lungo tempo nelle
scuole Platone ed Aristotele si vollero tra loro conciliare.
Dissi, che il GarELLI s'era dichiarato discepolo del Rosmini.
Aggiungerò cosa, che grandemente onora il discepolo, ed è,
che egli fu congiunto a tanto maestro da una tenera e costante
amicizia. Lui visitava spesso nei tranquilli recessi di Stresa, e
sempre ne era accolto come uno de’ più cari ospiti. Con lui,
finchè visse, ebbe familiare carteggio. E quando il grande
pensatore cessò la sua carriera nel mondo finito, stimò suo
dovere il GareLLI scriverne la vita, e la scrisse così, che bene
appare come fosse addentro nell'animo suo, e quanto affetto
gli portasse. In quella vita è una critica esposizione delle opere
lel grande amico, dalla quale il mirabile sisterna filosofico di
lui sembrami posto in piena evidenza. La dotta e affettuosa
biografia forma un intero volumetto della Raccolta: I contem-
poranei illustri pubblicati in Torino dalla Unione tipografica.
E qui giova rammentare che il nostro socio non solo col
Rosmini ebbe consuetudine scientifica, ma con altri, e special-
mente col Mamiani e col GiuLianIi, e che fu insieme con essi
benemerito fondatore dell’Accademia di filosofia italiana.
È noto, che l’anno 1845 il Marchese ALFIERI DI SostEGNO,
capo della Riforma, uomo di grande sapienza e di sentimenti
generosi, facilmente arrendevole a consigli, ch’ei riputava sa-
pienti e generosi, di alcuno fra i suoi intimi (1) (ed erano certo
(1) L’Abate Amedeo PevRon.
236 B. PEYRON
sinceri consigli), chiamava da Cremona a Torino l’abate APoRrTI
ad insegnare una scienza, che per molti giungeva peregrina
e per alcuni temuta la Metodica. Naturalmente in tutto ciò,
che è umano, può sempre essere la parte umana, ed anche
nelle applicazioni d’una grande verità astratta può essere la
esagerazione; nè è qui il luogo di indagare, se veramente .
qualche cosa sia da desiderare in alcuna delle posteriori appli-
cazioni di un’ ingenua dottrina. Certo è, che per necessità di
racconto accenno ad un’ importante e bello periodo nella storia
della popolare istruzione. in Piemonte. Importante, perchè
questa, non può negarsi, ebbe allora e determinate norme e
incredibile aumento; bello, perchè oltre al nome dell’ALFIERI,
si rannodano ad esso bellissimi nomi. A tal periodo dee ascri-
versi la instituzione di una cattedra di pedagogia nell'Università
di Torino commessa a quel RavnERI, che al sentimento arti-
stico congiunse vasta e seria dottrina. E sebbene per i riguardi
alla modestia di chi è presente volessi tacere un nome, sono
costretto a dirlo per fedeltà di storico. Il Conte Boncompagni
non solo fu il patrono della scuola novellamente introdotta,
non solo non isdegnò farsene discepolo e scrivere libri elemen-
tari secondo quel metodo, ma quando ministro elaborò la
Legge del 4 ottobre 1848 , non altronde che da quella scuola
chiamò a sè i Consiglieri. Ora se non può revocarsi in dubbio
la grande influenza dell'istruzione popolare sul carattere della
nazione, apparisce l’importanza storica di quanto io narro,
perchè allora l'istruzione popolare fu singolarmente studiata
e promossa con nuovo indirizzo, e uomini insigni cercarono
assicurare quell’indirizzo e quella influenza non pur colla
parola e coi libri, ma con la sanzione, che possono dare ai
fatti le patrie leggi.
Alle autunnali lezioni dell’AportI, insieme con BERTI, TROYA,
RavnerI, DAannA, PeLteri, Re, ed altri interveniva il gio-
vane GARELLI; veri apostoli di quel metodo, tutti questi reca-
vansi alla loro volta nelle provincie ad insegnarlo in conferenze
anche autunnali. Anch'esso il GareLLI nelle sue vacanze dalla
cattedra di filosofia, a cui ritornava nel tempo scolastico, l’in-
segnò in Genova, Pinerolo, Chiavari ed altrove.
Era mestieri narrare tutto ciò non solo perchè vi si com-
prende un fatto notevolissimo della vita giovanile del nostro
NOTIZIE SULLA VITA E SUGLI SCRITTI DI V. GARELLI 237
socio, ma specialmente perchè vi si comprendono le cagioni
de’ più importanti scritti di lui che sono i pedagogici, dacchè,
lasciato dopo molti anni l'insegnamento filosofico, ei tornò
agli studi di quella Scuola. Come ciò avvenne dirò in breve.
Nel 1859 fu nominato Regio Provveditore degli studi in
Genova, donde colla stessa dignità l’anno 1865 venne traslo-
cato a Torino. Rincrebbe fortemente a’ suoi amici, che l'esperto
Professore fosse tolto all'insegnamento, a cui meglio che alle
. cure di una amministrazione pareva si confacesse la bontà e
la mitezza, principal carattere dell'animo suo. Comunque, egli
seppe accordare i nuovi uffici col suo amore per la scienza,
e provvedendo agli studi altrui non dimenticò i suoi. Sola-
mente dovette uniformarli agli attuali doveri. Di questi il più
delicato, che concerne l’ educazione e l'istruzione primaria
dovette naturalmente far ricordare al discepolo di Rosmini,
che egli era pure il discepolo d’Aporti. Il ricordo era tanto
più facile, perchè la pedagogia del lombardo Sacerdote poggia
tutta sulle nozioni graduate, che formano il fondamento della
pedagogia del Rosmini, non essendovi, come osserva il BERTINI,
argomento dalle più ardue questioni alle più complesse e pra-
tiche, il quale non sia stato considerato in modo sottile ed
‘originale da quella potente intelligenza. Che se è necessario
possedere la Scienza teorica per discendere alle pratiche ap-
plicazioni di essa, il nostro socio aveva il vantaggio di scen-
dervi rinforzato dallo studio teorico di circa vent’ anni. Dalla
sua nomina adunque a Provveditore datano gli scritti peda-
gogici di lui, i quali erano pubblicati secondo che gli stessi
doveri della carica ne porgevano all’ autore l'occasione.
La prima occasione fu nel 1863, in che ebbe l’incarico dal
Governo d’instituire le scuole elementari a benefizio delle
colonie dei domiciliati coatti in quel gruppo d’ isole che fron-
teggiano la Toscana. Fi visitò allora e quella Capraia e quella
Gorgona, che la ghibellina ira di Dante invocò in sì terribile
imprecazione, ed Elba famosa e l’altre tutte. Adempita la sua
missione, non desistetti più, egli scrive, dal pensare alla quistione
generale della più facile e più sicura istruzione degli adulti. A_tale
effetto fece da prima una serie di lezioni sperimentali sopra
una classe d’analfabeti nelle scuole serali di Genova, e poscia
un breve corso di lezioni teoriche, in cui svolse il suo sistema
238 B. PEYRON
dell’istruire i provetti in età, avviando, secondo le norme esco-
gitate, le Scuole serali di Savona e di Voltri. Questo suo si-
stema ei notificò in quattro lettere al Comm. Garlo PERI,
che la Gazzetta Ufficiale del Regno ebbe cura di pubblicare,
e varii periodici della penisola di riprodurre. Più estesamente
poi lo notificò in un libro, che già vide la terza edizione ed
è intitolato: Norme e lezioni per il primo ammaestramento degli
adulti. Non occorre qui dire i particolari di quel suo metodo
prediletto, ma un’osservazione generale non è fuori di propo-
sito. Ad alcuni usciti dalle Scuole dell’Aporti, ed allo stesso
RayNnERI, che pure non perdè mai di vista il gran fine morale
dell’educazione , si fece più volte carico, che non tennero un
giusto modo nel ritrarre ed applicare alla pedagogia i prin-
cipii, ossia le leggi Rosminiane della graduazione, e che di-
menticarono un poco le leggi della spontaneità dell’ animo
umano. Tale accusa non sembra meritarsi il GarELLI, il cui
metodo è tutto pratico. Anzi della spontaneità l’autore tien
conto, nè più del bisogno entra nelle speculazioni filosofiche.
Nel suo zelo poi di utilità pratica diessi a pubblicare un gior-
nale col titolo: I{ maestro degli adulti.
Scopo delle cure e argomento degli scritti del nostro socio
non furono soltanto gli adulti, ma tutte le classi dell’istruzione
primaria. A tale ordine de’ suoi studi si riferiscono le opere,
che pubblicò: La scuola di campagna; Delle biblioteche circolanti
nei Comuni rurali; Dei lavori di campagna nella stagione inver-
nale; Del lascito ALBeRGHETTI in {mola; La Creazione, libro di
letture, in cui l’opera dei sette giorni è narrata in modo, che
i fanciulli si dilettino, e gli adulti trovino savie interpretazioni
alla prima pagina del Genesi.
Ma del formare i costumi non è opera men santa l’emen-
darli, ove si corrompano. Anche a quest'opera, anzi special-
mente a questa attese il GareLLI ne’ suoi studi pedagogici, e
a lei si riferiscono i più importanti de’ suoi scritti. Sin d'allora,
che erasi recato, come dissi, alle isole del mar Tirreno, sebbene
scopo primario del suo viaggio fossero le scuole, si commosse
sulle condizioni di quelle colonie di relegati, e prese a medi.
tare sulle questioni, che al gravissimo subbietto della pena si
connettono. Le forti impressioni provate allora e le idee, che
da quelle scaturirono, s’affrettò a narrare a tale uomo che in
NOTIZIE SULLA VITA E SUGLI SCRITTI DI V. GARELLI 239
siffatte materie è giudice competente, al nostro Collega Tan-
credi Canonico in alcune lettere a lui dirette, che intitolò:
Delle colonie penali nell’ Arcipelago Toscano, inserte nel giornale
torinese Le Alpi. In esse è specialmente discorso delle località
più adatte. Ma anche in questo lavoro il filosofo per senso di
pietà non rifuggì dall’entrare nel campo del Diritto penale, e
il chiaro Professore di questa scienza lo accolse amico nel
proprio campo, venendo con lui a scientifiche discussioni. Il
ritrovo per amendue era sempre il giornale delle Alpi; ma i
loro scritti furono poi anche pubblicati a parte. Lo stesso ar-
gomento più ampiamente e anche più scientificamente trattò
nella Memoria, con cui volle rispondere al quesito fatto dalla
Reale Accademia di Scienze, Lettere ed Arti in Modena: Se, ed
in quali luoghi specialmente dell'Emilia potesse aver luogo l’esperi-
mento delle colonie agricole penitenziarie. I teoremi d’una scienza
teorico-pratica il Concorrente Monregalese si adoperò di ridurre
per mezzo della pedagogia in serie più ordinata e rigorosa.
La Memoria riportò il premio da quella dotta Accademia.
Pur rimanendo nel medesimo argomento è qui il luogo di
notare, che il GarELLI sentiva il bello dell’arte. Forse altri han
pure osservato, com’ egli ne’ suoi scritti anche più serii amasse
le forme e gli ornamenti letterarii. Così ad esempio per le re-
lazioni sceglieva la forma epistolare. Ci dice poi il DEGUBER-
NATIS, che s'era innamorato dei romanzi di Giovanni RUFFINI,
il che s'accorda perfettamente con ciò, che noi sappiamo es-
sersi egli molto dilettato degli aneddoti. Per tali suoi gusti in
fatto di lettere, non fa meraviglia, che volendo con la sedu-
zione degli esempi tentare in pratica quell’educazione e quel-
l'emendazione, il cui fenomeno complesso in dotti libri espo-
neva, abbia sdegnato la pedestre forma della narrazione nei
due, che con bell’intendimento di moralità compose, voglio
dire di Compare Lorenzo da Monferrato, racconto, e Della forza della
coscienza. Storia di Policarpo Davvegni. Veramente non qualificò
le opere sue fuorchè coll’aggiunto di racconto e di storia.
Ma non v’ ha il menomo dubbio, che l’ammiratore de’ romanzi
altrui volle alla sua volta scriverne due per suo scopo filoso-
fico. Per verità (seppure la seconda citazione non è, come la
prima, ardita nei suoi confronti), che altro è la Ciropedia, se
non un romanzo filosofico? Ma di un genere tutto proprio,
A
240 B. PEYRON
laddove i due componimenti del nostro romanziere rivestendo
le forme della moderna letteratura non si possono giudicare
altrimenti che colle norme comuni. Dunque v’ha chi definì
il romanzo finte avventure d’amori per il diletto; l’ingiusta
definizione è storicamente vera in ciò, che i romanzi dilettano ‘
anche troppo e quasi esclusivamente per il contrasto di forti
passioni. Ma le finzioni d’un moralista debbono di necessità
essere così severe, che niuna grande impressione può deri-
varne. Per altra parte i documenti morali, scopo precipuo del
libro, dispersi in una lunga narrazione smettono di loro forza.
Per siffatte cagioni io penso, ed altri così meco pensano, che i
due scritti morali, pubblicati dall'autore sotto spoglie roman-
tiche, sieno commendevolissimi per l’intenzione e lo stile, ma
dal lato letterario riescano alquanto imperfetti. La forma, quale
mezzo, sembra piuttosto ritardare che giovare lo scopo, e, se
non m'inganno, i due libri nè dilettano nè istruiscono così,
come avrebbe voluto l’autore. Ma m’inganno. In questo genere
di libri le ripetute edizioni son la vera prova del diletto, che
recano, e Compare Lorenzo da Monferrato già tre volte uscì dalle
tipografie.
Ma d’un lavoro, il cui merito scientifico è incontestato, è
ora a dire. La Commissione aggiudicatrice dell’ annuo premio
Ravizza in Milano aveva proposto un tema circa le riforme da
introdursi nei sistemi di detenzione penale in Italia. Il tema
non poteva toccare più addentro gli studi e il cuore del nostro
socio. Sotto la pietosa epigrafe: Ben si deve loro aitar lavar la
nota si nascose il Regio Provveditore degli studi di Torino, e con-
corse con ampio scritto intitolato: Della pena e dell''amenda. La
prima parte, la quale ben sì connette col tema, ma non vi ade-
risce, rimarrà alle scienze giuridiche una bella monografia sul
diritto di punire. L'argomento poi nelle rimanenti parti sì trovò
pienamente svolto con ampia dottrina e con vedule eminentemente
pratiche. Noto, che nella Commissione fra autorevoli voci era.
la voce di Cesare Cantù, e poi riferisco uno dei giudicii, che
è questo: Con profondità filosofica egli sa penetrare melle più
intime latebre della coscienza umana per iscoprire ad una ad una
le recondite vie per le quali si possono indurre i condannati ad
atti sicurî di ravvedimento. L’elogio va non solo all'opera, ma
alla mente del filosofo, e si riverbera per ciò su tutte le
NOTIZIE SULLA VITA E SUGLI SCRITTI DI V. GARELLI 24A
opere, che in tale materia da quella mente uscirono. L’elogio
è bello...e non è mio! Dopo di ciò non occorre dire, che fra
cinque fu premiata la Memoria di Vincenzo GareLLI. Era il
secondo premio, che riceveva da scientifiche Accademie. Ma
tutti i suoi libri’ didascalici erano già stati premiati dai Con-
i gressi pedagogici italiani. E poichè non meno la popolare istru-
zione, che il miglioramento delle colonie agricole ne’ suoi
libri efficacemente promosse, ebbe e dal Ministro dell’Istruzione,
e da quello di Agricoltura una medaglia di benemerenza.
A sì lusinghieri voti l’ Accademia nostra volle aggiungere
il suo eleggendolo in seduta del 24 giugno 1874 suo socio re-
sidente. E pronta occasione le si presentò di trar profitto delle
sue speciali cognizioni, quando lo chiamò a far parte della
Commissione incaricata di esaminare gli scritti presentati nel
concorso al tema sulle dottrine di Antonio Rosmini. Quel con-
corso venne funestato dalla morte di chi l’aveva sapientemente
suscitato, il nostro BeRTINI, ed ebbe poi due volte esito in-
felice. Il GarELLI fu relatore della prima prova.
Altri servigi doveano aspettarsi dal suo ingegno. Ma gli anni
della sua vita erano contati! Qualche intima doglia parve in-
durre in lui necessità di riposo. Questo ei chiese al Governo
dal suo impiego due anni appena dopo la nomina accademica,
e questo ei trovò in seno della sua virtuosa famiglia, ove
sempre avea trovate le sue gioie. Non perciò depose affatto la
penna, ma pochi, sol pochi giorni prima dell'estremo, quasi
ricordo agli amici, pubblicò ancora un libro col titolo: Di un
paese che si rifà.
Niuno creda, che quel paese sia l'Italia, e che alti pen-
sieri di economia vi si contengano. Il filosofo in fin di vita
era stanco e voleva riposarsi ricordando. Il paese è un piccolo
Comune di sua fantasia, e il libro è un romanzo di sue remi-
niscenze. Ricordò uno stato a sè caro, che senza rivolte per
atto d’ un monarca conseguì libertà politica, ricordò utili inno-
vazioni introdotte da libere instituzioni; ricordò, che cagione
di bene furono ognora la istruzione, l’attività, la previdenza.
Raccogliendo intorno a sè queste memorie e dando loro corpo
le fece rivivere sotto nuove imagini e semplici avventure in
un paesello, ove il dinasta finì per disposare l’onesta popo-
lana, e la Scuola elementare s’ edificò accanto alla Casa Co-
Atti della R. Accademia — Vol. XV, 16
242 B. PEYRON - NOTIZIE SULLA VITA ECC. DI V. GARELLI
munale. Così termina il romanzo. Congedando il suo libro,
l’autore s’ impensierì, perchè in esso mancano quelle diletievoli
sorprese che tanto piacciono. Ecco il suo conforto in queste pa-
role, che furono le ultime vergate dalla sua mano: Ma anche
la madre in quell'atto che dà il primo bacio alla Sua creatura può
essere forzata a dire: potrebbe essere più bello it mio bambino, tut-
tavia mi piace e basta perchè è proprio mio, tutto mio.
Aveva ragione! V’ hanno scritti, cui basta leggere per indo-
vinare chi sia l’autore: e negli scritti del GARELLI è scolpito
l'animo suo benevolo. Noi amiamo i suoi scritti, ma non ab-
biamo neppur bisogno di studiarli per indovinar l’autore. Noi
lo conoscemmo, ed abbiamo d’innanzi agli occhi la fronte
serena dell’ottimo padre, del cittadino operoso e dotto, il
quale il dì 8 agosto ora scorso irreparabilmente perdemmo.
La Scienza speculativa debbe essergli grata di ciò che le
diede, e sarebbe ingiusta se volesse chiedergli conto di non
averle dato tutto. Perocchè il tempo tolto alle speculazioni ei
consumò nel fare il bene, e ancora questo bene ei fece in
nome della Scienza.
BERNARDINO PEYyRON.
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