\ ■ . I r * V w ■1. 9 \ • 1 DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI SCIENZE NATURALI E DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE IN MILANO VOLUME LXXIII Fascicolo IV (con tre tavole) MILANO Dicembre 1934 (XIII) 4- CONSIGLIO DIRETTIVO PEL 1934. Presidente : • De Marchi Dott. Oomin. Marco, Via Borgonuovo 23 (1934-35). Brizi Prof. Comm. Ugo, Viale Romagna 33. (1933-34). Mariani Prof. Comm. Ernesto, Via Tadi¬ no 41 (1934-35). Segretario : Moltòni Dott. Edgardo, Museo Civico di Storia Na¬ turale (1934-35). Vice-Segretario : Desio Prof. Cav. Ardito, Via privata Livorno 3 (1933-34). Archivista : Mauro Ing. Gr. Uff. On. Francesco, Piazza S. Am¬ brogio 14 (1934-35). Airaghi Prof. Carlo, Via Podgora 7. Micheli Dott. Lucio, Via Carlo Goldoni , 32. Parisi Dott. Bruno, Museo Civico di Storia Naturale. Pugliese Prof. Angelo, Via Enrico Besana 18 Supino Prof. Cav. Felice, Via Ariosto 20 Turati Conte Gr. Uff. Emilio, Piazza S. Ales¬ sandro 6. Consiglieri : V ice-President ,\ % Cassiere : Dott. Bibliotecario : Ing. Federico Bazzi, Via Borghetto 5 (1934). Dora Setti. ELENCO DELLE MEMORIE DELLA SOCIETÀ Voi. I. J Fase. 1-10; anno 1865. » II. » 1-10 ; » 1865-67. „ III. » 1-5 ; ii 1867-73. » IV. ” 1-3-5; anno 1868-71. » V. ” 1 ; anno 1895 (Volume completo). » VI. » 1-3 ; li 1897-1910. » VII. ” 1 ; » 1910 (Volume completo). ~ „ vili. » 1-3; ri 1915-1917. » IX. » 13 ; il 1918-1927. n X. « 1; il 1929. PAVIA PREMIATA TIPOGRAFIA SUCCESSORI FRATELLI FUSI Via L. Spallanzani, il. Ardito Desio SULL* ESISTENZA DI FALDE TETTONICHE IN VAL TALEGGIO (Prealpi Bergamasche) Le ricerche ecl i rilievi geologici che da alcuni anni sto compiendo, per conto del R. Ufficio Geologico, nelle valli berga¬ masche, mi hanno ormai fatto conoscere una regione abbastanza estesa e quasi tutta la serie stratigrafica ivi esposta. Grazie alla scoperta di qualche nido di fossili, ho avuto occasione di indivi¬ duare in vari luoghi livelli stratigrafici prima sconosciuti, in altri di modificare sensibilmente l’estensione degli affioramenti già noti, in altri ancora di chiarire la struttura tettonica. Sulle ricerche finora eseguite, salvo uno studio limitato alla regione dell’ Albenza (L compiuto allo scopo precipuo di orienta¬ mento personale sulla stratigrafia della regione, ed una breve nota compilata in collaborazione col collega Airaghi sulle « pietre da coti » della Val Seriana allo scopo di rettificare 1’ età geolo¬ gica di quell' orizzonte (2), non ho creduto di pubblicare via via ■dei resoconti. Ora però penso che sia giunto il momento di se¬ gnalare alcuni fatti nuovi particolarmente importanti per la cono¬ scenza geologica del territorio considerato anche perchè modificano decisamente ]e interpretazioni anteriori. Nella presente nota mi limiterò a riassumere i risultati più salienti delle ricerche ese¬ guite in Val Taleggio e cioè nella parte superiore del bacino idro¬ grafico del fiume Enna, a monte della pittoresca forra percorsa dalla rotabile. (*) Desio A., Studi geologici sulla regione dell' Albenza {Prealpi Ber¬ gamasche). « Mem. Società Ital. Scienze Nat. », Voi. N, fase. I, Milano 1929. (2) Desio A. e Airaghi C., Sull’età delle « pietre da coti » della Veci Seriana , «Atti Soc. Ital. Scienze Nat.», Voi. LNXIII, pp. 228-36, Milano, 1934. 20 310 A. DESIO Per fissare un punto di partenza esporrò prima brevemente le nostre conoscenze anteriori, avvertendo che non esiste uno studio geologico dedicato particolarmente a quella valle e che la esecuzione dei rilievi stessi fu notevolmente ostacolata dalla man¬ canza di carte topografiche sufficientemente corrette ed aggiornate. Fig. 1. — Schizzo geologico del versante settentrionale della Val Taleggio. (J. Anisico; 2. Lndinico; 3. Infraraibliano ; 4. Rai- bliauo ; 5. Nerico; 6. Orizzonte di passaggio dal Norico al Retico ; 7. Retico inf. ; S. Retico medio; 9. Retico sup. ; 10. Hettangiano; 11. Sinemuriano ; 12. Morene vurmiane. a. Scogli di Anisico ; b. Mar¬ gini delle falde; c. Faglie; d. Località fossilifere; e. Immersione degli strati). Ho dovuto infatti utilizzare gli ingrandimenti fotomeccanici al 25.000 del vecchio quadrante « Piazza Brembana » al 50.000 e chi ha provato a lavorare su tali basi sa quali e quanti inconve¬ nienti si oppongano alla esecuzione dei lavori e quanto difficile SULL’ ESISTENZA DI FALDE TETTONICHE IN VAL TALEGGIO 311 sia ottenere una rappresentazione corretta degli affioramenti, specie quando questi abbiano un andamento complicato. Per buona ven¬ atura sono in corso i rilievi topografici regolari che ci forniranno senza dubbio delle ottime « tavolette » al 25.000, ma che arrivano troppo tardi per poter essere* usate nel nostro lavoro. Conoscenze antecedenti. — - biella « Carta Geologica delle Provincie Lombarde » del Curioni (1877) alla scala di 1 : 172 800, il versante meridionale della valle, a monte della forra dell’Ernia, e la parte inferiore di quello opposto figura con la tinta dell’ In- fralias ; il rimanente è assegnato al « Piano ad Avicula exilis » del Trias. Solo presso il limite nord-orientale del bacino, fra il Cancerbero, l’Araralta ed il Ventulosa, compare una piccola zona di un terreno più antico riferito al « Piano a Gervillia bipartita » ed una striscia attribuita alla « Dolomia metallifera ». - Nella « Carta Geologica della Provincia di Bergamo » alla scala di 1:75.000 compilata dal Varisco ed apparsa nel 1881, la zona riferita dal Curioni all' Infralias è attribuita in massima parte all' Infralias inferiore (« Schisti, e calcari, neri, bigi, com¬ patti o fissili, a Bactryllium , con Avicula contorta Porti. »); la dorsale che va dalla Costa di Pallio alle Torri di Pralongone, però, risulterebbe costituita da « Dolomia a Conci) odon infralia - sicus - Banco corallino» riferita all’ Infralias superiore e sulla Costa di Pallio da « Calcari argillosi bigi con Amm. margari- tatus Sow. Am. algovianus Opp. Dolomie, calcari siliciferi, are¬ narie da coti, con Amm. bisulcatus Burg. Rinconelle e Pettini » attribuiti al Lias inferiore. Tutta la parte rimanente della Val Taleggio figura con la tinta stabilita per la « Zona dell’ Avicula exilis e del Turbo so- litarius = Dolomia principale — Haupt dolomit = Dachstein- kalh ». Presso la sommità del M. Venturosa, tuttavia, penetre¬ rebbe nella nostra valle un piccolo lembo di terreni più antichi riferiti al Gamico (« Zona del Trachiceras Aonoides = Strati di Baibl, a Gervillia bipartita di Gonio e Dossena. Arenarie e marne schistose, iridate » e « Zona del Trachiceras Aon = Do¬ lomia metallifera (Curioni) = Dolomia di Esino e di Benna Stopp. con Natiche e Chemnitzie »). Il Taramelli nella sua « Carta Geologica della Lombardia » alla scala di 1:250.000 (1890) non si allontana da questa rappre¬ sentazione geologica della Val Taleggio, nè differenze degne di 312 A. DESIO nota si possono riconoscere in qualche altra carta geologica anche a scala maggiore pubblicata successivamente. Nell’ ottima carta al 100.000 del Porro (*), apparsa nel 1903, la Val Taleggio figura composta in massima parte da « Calcari lastriformi e scisti neri » del Retico che affiorano sul fondo della valle principale e delle vallecole secondarie e dalle « scogliere dolomitiche » della cosiddetta « Dolomia a Conchodon », pure ri¬ ferita al Retico, ma ad un livello superiore al precedente, che co¬ ronano le cime e le dorsali. Nel settore sud-occidentale la « Do¬ lomia a Conchodon » è sormontata però da « Calcari grigi in banchi » del Sinemuriano che compongono le dorsali della Costa di Pallio, della Costa di Boldes e qualche altra interposta. Un piccolo lembo liassico (rimasto bianco, per errore, sulla carta) comprende la sommità del M. Soiadura, mentre intorno allo spar¬ tiacque fra il bacino della Pioverna e quello dell’ Ernia, presso Culmine S. Pietro, compare il Raibliano a diretto contatto col Retico. Le montagne più elevate che fanno cornice alla valle verso levante e verso tramontana, come il M. Cancervo (m. 1841), il M. Venturosa (1999), il Pizzo Lavagino (1801 m.), la Cima di Piazzo (m. 2057), figurano come scogliere dolomitiche ad A vienici exilis del Norico. La tettonica risulta assai semplice nei due profili (C e D) che intersecano la valle fra il Zuc di Vaibona ed il Zuc di Mae- simo e fra Asturi ed il M. Aralalta. Solo a ponente, fra Morte - rone e Punta Soiadura, passa una linea di faglia che rappresenta la prosecuzione della dislocazione orientale del Resegone ; mentre a levante una faglietta locale segna il contatto fra la dolomia no- rica ed il Retico del Passo del Basamorto. Nei suoi recenti lavori, Cacciamali, estendendo i suoi con¬ cetti sui carreggiamenti delle Alpi del Bresciano attraverso le Alpi Bergamasche sino alla regione ora in discorso, arrivò per questa, ad una interpretazione tettonica, la quale, come vedremo, non può essere in alcun modo accettata. La serie stratigrafica della Val Taleggio e delle regioni contermini non appare diversa da quella che figura nella carta del Porro. (i) Porro C., Alpi Bergamasche „ Carta Geologica rilevata dal 1895 al 1901. sull’esistenza DI FALDE TETTONICHE IN VAL TALEGGIO 313 In conclusione la serie che affiorerebbe nel bacino dell Enna, secondo le conoscenze antecedenti, sarebbe compresa fra il Rai- bliano ed il Sinemuriano e dal punto di vista tettonico non mo¬ strerebbe grandi complicazioni. La scaglia retica di Costa dei Boldes. — Quando iniziai nell’autunno del 1933 le escursioni in \ al Taleggio io ero orien¬ tato sulla base delle cognizioni antecedenti or orariferite. I primi dubbi sulla regolare sovrapposizione dei vari membri della serie sorsero in me durante un’ escursione effettuata con i miei assi¬ stenti, Dott. Eloridia e Dott. Chiesa, sulla Costa dei Boldes, tra la Val Beinola e la Val Bordiseglio (o Brodicelli) (fig. 1). Il crinale, anziché da calcari del Lias inferiore, mi resultò composto da cal¬ cari neri del Retico medio e la prova la ebbi scendendo da quota Costa dei Boldes Culmine S. Pietro >i 'i De. Dolomia a Conchodon : IL Hettangiano ; L. Sinemuriano). 1352, verso nord, poiché rinvenni dei coralli cespitosi di tipo retico ( Thecosmiìia clathrata Em.) ed osservai sezioni di lamellibranchi forse riferibili a Nucule e ad Avicule. Più in basso - ma non in posto - raccolsi anche un frammento di calcare contenente la Dimya intusstriata (Em.). Sotto a questi calcari, che accennano a descri¬ vere una debole sinclinale, stanno calcari neri con rare tracce di resti organici (idrozoi e crinoidi), con spruzzature di selce e qual¬ che sottile letto marnoso, i quali paiono rappresentare i calcari del Sinemuriano, tanto più che ricoprono una breve serie di strati di selci bianche, associate inferiormente con calcari nerastri più o meno siliciferi, caratteristiche dell’ Hettangiano. Presso l’alveo dell’ Enna, finalmente, i banconi di dolomia brunastra che for¬ mano la base della serie rappresentano indubbiamente il Retico superiore (Dolomia a Conchodon). 314 A. DESIO Meglio che le parole, lo schizzo riprodotto nella fig. 2, che ho ricavato, come gli altri, senza ritocchi dai miei appunti, può indicare le condizioni tettoniche della Costa dei Boldes. Si tratta dunque di una piccola falda o meglio di una « scaglia » di calcari del Reti co medio adagiata sopra un substrato composto in buona parte da calcari neri del Sinemuriano. Verso levante però la falda poggia direttamente sulla Dolomia a Conchodon che presenta una facies abbastanza tipica, verso ponente ora sulla Dolomia princi¬ pale, ora sul Raibliano. La falda norica del Zuc di Massimo e del Corno Zuccone. — Presso l’estremità settentrionale della falda, immediatamente a sud della selletta del Culmine S. Pietro, si vede un roccione iso¬ lato composto da un calcare dolomitico grigio-scuro brecciato, che — Zac di Maesimo Fig. 3. — Estremità settentrionale della falda dello Zuc di Maesimo. (Segni come nella fig. 2). credo sia da riferirsi alla Dolomia principale e che giace sui cal¬ cari del Retico medio. Nella selletta suddetta affiora una serie scistosa di colore nerastro, verde e rosso, indubbiamente di età raibliana, che s’addossa ai terreni del Retico, ma che sul lato occidentale della Costa dei Boldes si vede ricoperta dalla falda ricordata sopra. Sul versante meridionale dello Zucco della Peghera (quota 1460 della carta) si osservano però delle marne verdi e rosse, pure raibliane, che poggiano sopra gli scisti retici della Val Bordiseglio e che formano la base della grande massa calcarea del Zuc di Maesimo. Quest’ ultima era stata costantemente rife¬ rita al Retico superiore (Dolomia a Condì odori ), ma, in realtà, non ne presenta i caratteri, poiché appare composta da una do- 315 SULL’ESISTENZA DI FALDE TETTONICHE IN VAL TALEGGIO lomia grigio-bruna, talora un po’ cavernosa, nella quale raccolsi Diplopore, Gastropodi, (? Worthenìa solitaria Ben.) e cristalli di quarzo sul fondo della Val Bordiseglio - presso il sentiero che lo attraversa a monte di quota 1002 - e che quindi va riferita al No- rico. La massa di Dolomia principale dello Zuc di Maesimo è in parte sospinta sopra un complesso calcareo-marnoso fossilifero del Letico che non solo si può seguire lungo la Val Bordiseglio, ove gli strati presso il contatto sono spesso verticali o prossimi alla verticale, ma anche nella Valle del Bongio ove gli strati presentano deboli inclinazioni e di conseguenza la sovrapposizione della Dolomia principale al Letico medio è molto evidente (fìg. 3). Anche in questo caso pare si tratti dunque di una « falda », che chiamerò Corno Zuccone V Fig. 4. — Rapporti fra le due falde del Corno Zuccone e dello ZlTCCO d’Alben. (A. Anisico; L. Ladinico ; Dp. Dolomia principale; Ri. Retico inferiore). falda dello Zuc di Maesimo, la quale presenta alla sua base le marne raibliane affioranti verso il margine sud-occidentale e comprende oltre allo Zuc di Maesimo anche lo Zucco della Peghera. Pare che questa seconda falda sormonti la prima. La presenza di una faglia che attraversa la selletta del culmine di S. Pietro e che seguita verso Prato Giugno rende poco chiari i rapporti fra le due falde. Della falda dello Zuc di Maesimo fa parte anche la zolla di calcari dolomitici grigio-scuri brecciati dello Zucchetto, ove raccolsi, sul lato LE, esemplari di Megalodus e di Worthemia solitaria (Ben.) che permettono un sicuro riferimento alla Dolomia princi- 316 A. DESIO pale. Questa zolla galleggia sugli scisti neri e sui calcari marnosi del Retico inferiore. La prosecuzione della falda dello Zuc di Maesimo va ricercata sui rilievi calcarei del Corno Zuccone (fig. 4), composti da tipi di calcari sensibilmente diversi, ora dolomitici, grigio-scuri, compatti, come quelli della Dolomia principale ; ora invece subcristallini, chiari, simili a quelli del Letico superiore. jST elle carte precedenti tutta la zona calcarea del Corno Zuccone è riferita a quest’ultimo orizzonte, ma io credo piuttosto che si tratti di Dolomia prin¬ cipale, sia perchè sembra realmente la continuazione della falda dello Zuc di Maesimo e dello Zucchetto, sia perchè tali cal¬ cari sono molto brecciati e milonitizzati alla base (presso C. Ca- raviglio la milonite è tanto friabile che viene sfruttata come ghiaietta per malta). Inoltre la serie che compone il Corno Zuccone non sarebbe comunque completa anche se i calcari dolomitici su¬ periori rappresentassero la dolomia a Concliodon , dato che pog¬ giano sugli scisti neri del Letico inferiore senza interposizione dei calcari corallini del Letico medio, che pure affiorano poco distante (Prato del Tonà). Lon è tuttavia da escludersi che nella falda possa essere impigliata qualche scaglia di Dolomia a Con- chodon che però è ben difficile riconoscere, quando è brecciata, dalla Dolomia principale pure brecciata. La falda ladinica dello Zucco d’Alben. — Secondo le cono¬ scenze precedenti la potente pila di calcari che costituisce l’ampia dorsale dello Zucco d’ Alben (1635 m.), del Corno del Bruggo (1572 m.) e che scende verso mezzogiorno sin presso Pizzino, come pure quella che sale da Cantoldo, in Val Salzana, fin quasi ai piani di Artavaggio, rappresenterebbero il Letico superiore (Dolomia a Conchodon ) e giacerebbero in serie regolare sui terreni del Letico medio ed inferiore affioranti sui fianchi e sul fondo delle valli Asnina e Salzana. Il 4 ottobre del 1933, mentre scendevo insieme con i miei assistenti dal Corno del Bruggo verso Piazza Morandi, ebbi la ventura di rinvenire un esemplare di lamellibranco che sul mo¬ mento non osai riferire al genere Daonella , pur avendone molti caratteri. Altri trovai su di uno spuntone calcareo a Piazza Mo¬ randi. ed allo scopo di raccoglierne il maggior numero possibile rimandai più tardi sul posto il Dott. Chiesa. Col materiale tro¬ vato precedentemente e con quello raccolto dal Chiesa ebbi presto SULL’ESISTENZA DI FALDE TETTONICHE IN VAL TALEGGIO 317 conferma dei primi dubbi sorti intorno alla vera età della « Do¬ lomia a Conchodon » del Corno del Bracco. Si trattava cioè nien¬ temeno che di Ladinico, rappresentato dalla -facies caratteristica della cosiddetta « Dolomia di Esino », ossia da calcari ceroidi grigio-chiari con gastropodi — fra cui Feclaiella mon strimi (Stopp.), Undularia (Toxoconcha) telescopici Bòhrn., U. Brocchi i var. pupoidea Kittl — con Daonelle fra cui Daonella longobardica (Mojs.) Kittl. e con crinoidi. Fra le località fossilifere ove si può raccogliere una buona messe di fossili ricordo specialmente Piazza Morandi, Zucco d’Alben e Vaccaregia; il materiale è stato determinato solo in piccola parte. L età ladinica dei calcari del Zucco d’ Alben, le condizioni di giacitura, superiormente agli Fig. 5. — - Profilo geologico del lato destro dell' alta al Asnina, sotto Casera Nuova, (a. Calcari nerastri con veli marnosi e Spìngerà trigonella * dell’ Anisico ; A', Arenarie quarzose, micacee, gialle dell’ Anisico ; L. Calcari ceroidi grigi del Ladinico, facies della Dolomia di Esino; Re. Calcari lastri- formi grigi di passaggio fra il Norico ed ii Retico; Rs. Scisti neri e calcari marnosi del Retico inferiore). scisti neri del Petico inferiore e la presenza di un potentissimo banco di breccia (oltre 50 m.) composto da elementi di tutte le dimensioni, sino a molti metri cubi di volume, alla base della serie calcarea, lasciavano facilmente comprendere che i calcari la- dinici dello Zucco d’ Alben e di Saltarino costituivano una « falda » carreggiata sopra gli scisti retici. Ma una conferma ancora più soddisfacente dovevo avere in Val Asnina. Risalendo insieme con P allievo Dott. Parodi e col Dott. Chiesa il pendio orientale dello sprone sottostante alla Casera Nuova (quota 1285) in un blocco di calcare nerastro leggermente marnoso, a superfici d’alterazione gialle, raccolto dal primo, potevo riconoscere vari esemplari di Spirigera trigonella (Schloth.), fossile caratteristico dell’ Anisico, insieme con altri brachiopodi e numerosi crinoidi (fig. 5). 318 A. DESIO Una decina di metri più in basso del livello fossilifero si vedono affiorare gli scisti neri del Retico inferiore dei quali è composto tutto il fianco occidentale della Valle Asnina. Superior¬ mente al banco fossilifero si possono vedere arenarie gialle mi¬ cacee dall* aspetto molto caratteristico, indi calcari brecciati ne¬ rastri a superimi d’ alterazione gialle e finalmente calcari ceroidi chiari del Ladinico. A questa prima scoperta se ne aggiunse ben presto un’ altra analoga nell'alta valle dello Zucco, immediatamente sotto la casera quotata 1451 m. Qui ritrovai abbondantissima la Spingerà tri¬ gonella (Schloth.) contenuta in un calcare nerastro con letti mar¬ nosi bruni ed accompagnati da numerosissimi articoli di crinoidi (. Encrinus liliiformis Mil.) e da qualche resto indeterminabile d'ammonite. Anche in questo punto l' Anisico giace sopra gii scisti e le marne del Retico inferiore. L" Anisico con le sue caratteristiche arenarie micacee gialle ricompare in vari altri punti alla base dei calcari ladinici, ma non è un livello costante, cosicché molto spesso i calcari suddetti s' appoggiano direttamente sugli scisti neri o sulle marne del Re- tico, come ad esempio in Val Salzana e in Val Asnina. I lembi più settentrionali della falda — che appare molto frazionata dall’erosione — compongono la quota 1924 sopra Cas. Campofiorito e la Punta Soiadura (m. 2014). Quest’ ultima era stata precedentemente riferita al Lias inferiore, mentre è com¬ posta, analogamente al cocuzzolo di quota 1924, da calcari ne¬ rastri subcristallini che passano superiormente alle arenarie mi¬ cacee gialle dell’ Anisico. In quest’ ultime notai qualche articolo di crinoide. Devo dire che non riuscii ad eliminare del tutto qualche dubbio sull'età di certe arenarie più o meno marnose gialle, con geodine calcitiche e per quanto le ritenga, almeno per ora, di età ani sica pure rassomigliano molto a certe marne arenacee gialle, pure con geodi calcitiche, del Raibliano. Il Raibliano, del resto, è pure presente nelle falde : ad esso credo siano da riferire le dolomie cariate giallastre associate con calcari venati grigio¬ nerastri e rossicci, con scisti grigio-verdi e con banchi di gesso bianco-grigiastro, venato, che affiorano nell’ alta Valle dello Zucco, ad ovest di Cantoldo, ed in Valle Salzana sotto Scaluggi. La po¬ sizione del Raibliano non è allatto chiara; pare si tratti di scaglie impigliate fra la falda ed il substrato, poiché compaiono alla base dei calcari ladinici. SULL’ESISTENZA DI FALDE TETTONICHE IN VAL TALEGGIO 319 Non ho potato vedere i rapporti di giacitura fra la falda dello Zucco d’ Alben e la falda del Corno Zuccone che non ven¬ gono direttamente a contatto (fig. 4). La presenza tuttavia dei gessi rafbliani sotto ai calcari del Ladinico mi fa pensare che non si tratti di una falda unica ma di due falde diverse, di cui quella anisico-ladinica sovrapposta a quella carnico-norica. Non escludo infatti che accanto al Raibliano esista qualche piccolo lembo di Dolomia principale che sarebbe molto difficile riconoscere però dai calcari ladinici, se non contenesse per caso dei fossili. Gli accavallamenti dello Zuc dell’ Orscellera in Valsassina. — Nelle carte geologiche della Valsassina lo Zuc dell’ Orscellera (o Zuc di Poia) figura composto da una serie di strati che va dal Fig. 6. — Profilo geologico del versante meridionale dello Zuc dell’ Orscellera presso Baite Masòn, (L. Ladinico; 1. Infraraibliano ; Ra. Raibliano). Permico al Carnico, serie limitata verso levante da una faglia che la mette direttamente a contatto con la Dolomia principale della Corna Grande e verso nord dalla linea tettonica di Vaitorta (contatto fra il Werfen ed il Norico). Una serie di escursioni ef¬ fettuate lungo il versante meridionale dello Zuc dell7 Orscellera mi ha condotto a riconoscere una struttura più complicata di quanto sino ad ora si credesse. La sommità della montagna è costituita dai soliti calcari ce¬ roidi chiari del Ladinico non privi di fossili (Dolomia di Usino) in strati ben distinti ed inclinati verso SE (fig. 6). Sotto a 1600 m., su questi calcari s’ adagiano regolarmente calcari nerastri in strati più sottili e provvisti localmente pure di fossili, come ap- 320 A. DESIO pare anche nella carta geologica del Porro. A circa 1200 m. di altezza, però, esiste ima serie di piccole terrazze — visibili an¬ che da lontano — sulle quali sono allineate delle baite (Baite Mason, B. Fontana, B. Cisterna) che segnano un affioramento di marne rosse, gialle e brune del Raibliano. Sopra a queste s' ada¬ giano direttamente o i calcari ceroidi del Ladinico, o i calcari scuri infraraibliani, ai quali fanno seguito regolarmente le marne raibliane sulle pendici meridionali della montagna. Il Baibliano della terrazza rappresenta il membro più elevato della serie dello Zuc dell' Orscellera, mentre i terreni soprastanti (Ladinico e Car- nico) costituiscono una falda. Anche i calcari ladinici dello Zuc di Angelon, della Corna e dello Zuc di Zurle sono separati da quelli, pure ladinici, dello Zuc dell' Orscellera da un affioramento di marne raibliane visibile presso la Forcola di Bobbio, che copre regolarmente il Ladinico dell’ Orscellera. Le due linee tettoniche, ossia quello del versante SSO e quella del versante NNO, dello Zuc dell’ Orscellera convergono verso ovest presso S. Eustachio, mentre verso est s’incrociano con la linea tettonica della Val Faggio, presso Cascine Gallinetta e presso Baite di Dentro (Pian di Bobbio), che segna il margine occidentale della zona norica dello Zuccone dei Campelli. Considerazioni sulla tettonica della Val Taleggio. — Pur senza tentare ora di coordinare i dati sopra esposti per le ragioni dette da principio, non posso, tuttavia, esimermi dall’ esporre qualche considerazione sui fatti segnalati. Le falde della Val Taleggio ci appaiono come grandi zolle calcaree tutte frantumate e talora accompagnate da uno sciame di scogli grandi e piccoli che non possono nemmeno venire sempre rappresentati sopra una carta geologica al 25.000. L'isolamento delle zolle non lascia riconoscere con sufficiente chiarezza le con¬ dizioni di coesistenza. Da quanto ho detto nella succinta descri¬ zione precedente pare, tuttavia, si tratti di almeno due o forse tre falde distinte composte l’inferiore in prevalenza da calcari anisico-ladinici, la media da dolomia norica (Dolomia principale), la superiore da calcari corallini retici. Il substrato delle prime due è composto da scisti retici, quello dell' ultima da calcari del Lias inferiore. Ma la zolla di Costa dei Boldes può essere meglio interpretata come una « scaglia », ossia come un lembo di Letico asportato al substrato dalla falda dello Zuc di Maesimo e trasci¬ nato dal movimento di questa verso sud. SULL’ ESISTENZA DI FALDE TETTONICHE IN VAL TALEGGIO 321 Carattere di accavallamenti locali piuttosto che di falde pre¬ sentano i lembi dislocati dello Zuc dell’ Orscellera i quali hanno per substrato le marne raibliane, ridotte ad esiguo spessore. Rimarrebbero ora da esaminare i rapporti fra le falde sopra descritte e quelle, precedentemente note, del Resegone e del gruppo delle Grigne. Non credo tuttavia sia giunto ancora il momento di trattarne, tanto più che io non sono molto convinto della continuità di al¬ cune linee di dislocazione e della grande estensione di alcune di esse. Quel cb’é certo è che la fisonomia tettonica delle Prealpi Lombarde appare anche in questa parte assai più complessa di quanto non si potesse forse supporre. Il problema generale più notevole e che io non credo ancora del tutto risolte», è quello che riguarda la provenienza delle falde della regione bergamasca. Se¬ condo le interpretazioni geuerali dello Staub e di coloro che lo hanno imitato, si tratterebbe di falde aventi le radici a nord; secondo le ricostruzioni del Porro si tratterebbe, nella zona con¬ siderata, di zolle sovraspinte da sud verso nord, come nella zona a mezzogiorno della V. Stabina, di sottospinte da sud nelle altre parti della Catena Orobica. Sono due interpretazioni le quali pur partendo ambedue dal presupposto che le spinte orogeniebe pro¬ venissero da sud arrivano a conclusioni diverse. Anche su questo problema mi riservo di ritornare più avanti, quando avrò ultimato lo studio geologico della Bergamasca, poiché cercar di trarre con¬ clusioni generali da studi troppo parziali — coni’ è stato fatto anche recentemente da parte di qualche straniero — non giova al progresso delle nostre conoscenze geologiche. Riassunto. — Nella presente nota viene segnalata la presenza di falde carreggiate sul versante settentrionale della Val Taleggio. Si tratta di varie zolle galleggianti per lo più sugli scisti neri del Retico e com¬ poste in prevalenza da calcari, localmente fossiliferi, deH’Anisico, del Ladinico e del Norico. ISTITUTO DI ANATOMIA E FISIOLOGIA COMPARATE DELLA R. UNIVERSITÀ DI MILANO DIRETTRICE : PROF. RINA MONTI Dott. Ada Buonamico LA BOSMINA DEL LAGO DI MOLVENO Le bosmine che ho avuto in istudio appartengono alla raccolta limnologica della Prof.* R. Monti e fanno parte delle pescate da lei personalmente eseguite nel lago di Molveno nel settembre 1930. Io ho cercato di giungere alla loro determinazione, come è indi¬ cato nella memoria di Monti-Stella sul lago di Molveno, con lo studio accurato di tutti i particolari morfologici, ed in ispecial modo di quelli che hanno assunto importanza nei riguardi della sistematica. Inoltre il materiale, essendo assai abbondante, mi ha permesso di fare uno studio completo di tutta la popolazione, se¬ condo i metodi ideati dal Rammner e già applicati in Italia dalla Stolz-Picchio allo studio delle bosmine del lago di Varese e del lago Trasimeno. Per quanto riguarda la classificazione, non sono riuscita a riferire la bosmina del lago di Molveno ad una delle specie de¬ scritte nei trattati ; per quanto si riferisce alla popolazione presa nel suo complesso, mi limiterò a ricordare che lo scopo a cui tendono tali ricerche è quello di condurci ad uno studio della forma in tutti i diversi aspetti che essa presenta durante lo svi¬ luppo postembrionale, per mettere in rilievo le differenze morfo¬ logiche dovute all’ età e potere, in base a queste, giustamente apprezzare in seguito le variazioni stagionali, e infine le varia¬ zioni locali, che questi cladoceri presentano. Questo concetto va ormai diffondendosi, e viene messo in rilievo anche dagli stridii della Volterra D’Ancona e del Vannini a proposito delle bosmine, nelle loro ricerche sul plancton del laghetto di Poggio dei Pini presso Siena. Il mio studio, limitato a Bosmine raccolte nel lago di Mol¬ veno nella stessa epoca, non potendo portare contributi al prò- LA BOSMIXA DEL LAGO DI MOLVENO 323 blema delle variazioni stagionali o locali, si è limitato a mettere in luce quelle dovute all’età; debbo dire fin d’ ora però che, con¬ trariamente a quauto era stato osservato dagli A. A. precedenti, tali variazioni si sono dimostrate assai poco cospicue. Per quanto riguarda la popolazione studiata nel suo complesso, essa risultò esclusivamente formata di femmine partenogenetiche. Mettendo in coordinate la lunghezza totale e l'altezza dorsale, ov¬ vero la lunghezza totale e la lunghezza del contorno dorsale, Fig. 1 (fìg. 1) la popolazione settembrina del lago di Molveno si può suddividere in sei stadii successivi di sviluppo postembrionale, nei quali si presenta così ripartita: sia il primo che il secondo stadio comprendono ciascuno il 6 °/0 circa dell5 intera popolazione ; il terzo stadio ne comprende il 23 °/0 ; il quarto, che è il più nu¬ meroso, arriva al 40 °/0, il quinto ed il sesto, solo al 10 0 ,, ed al 15 °/0 rispettivamente. Individui ovigeri compaiono soltanto nel terzo stadio, che dobbiamo quindi ritenere primiparo ; essi sono però molto rari, rappresentano solo il 5 °/0 di tutto lo stadio, mentre negli stadi successivi il loro numero aumenta sino a superare il 70 0 nel 324 A. BUOXAMICO sesto. Per quanto riguarda il succedersi degli stadii di sviluppo, essi, pur essendo ben riconoscibili, mostrano di susseguirsi piut¬ tosto regolarmente, senza forte distacco l’uno dall’altro, e questo è il primo indizio di quella omogeneità che altri dati hanno per¬ messo di stabilire per questa popolazione. In tutti gli individui della popolazione studiata (più di un centinaio) ho eseguite, sui disegni ottenuti per mezzo dell’ appa¬ recchio di proiezione, tutte le misure indicate da Rammner, rac¬ cogliendole poi sotto forma di valori medii, minimi e massimi, per ogni stadio di età. Dalle misure medie assolute ho ricavato quelle relative, espri¬ mendole sia in percentuale della lunghezza totale di ogni stadio, (misurata secondo la linea base) sia in percentuale dei valori medii assoluti del primo stadio ; queste ultime esprimono V ac¬ crescimento lineare nei diversi stadii e permettono di ricavare i valori dell’ accrescimento relativo. Senza riferire per esteso le tabelle contenenti questi valori assoluti e relativi e i grafici che li rappresentano, mi limito a segnalare i dati principali che ho potuto ricavarne ; nell’ intera popolazione la lunghezza totale assoluta varia dal 1° al 6° stadio da un minimo di fi 433 a un massimo di fi 760; siamo infatti di fronte a esemplari di dimensioni alquanto cospicue; l’accresci¬ mento della lunghezza totale avviene durante lo sviluppo postem¬ brionale abbastanza regolarmente, e mostra un rallentamento sol¬ tanto nel passaggio dal 2° al 3" stadio ; l’ altezza complessiva varia da un minimo di 333 u a un massimo di 610 ii ; la lunghezza del contorno dorsale da un minimo di n 736,5 a un massimo di u 1436,5; i valori medii di questi caratteri si succedono nei diversi stadii con un andamento complessivamente corrispondente a quello della lunghezza totale. Infatti in percentuale della lunghezza totale i valori dell’ al¬ tezza complessiva si mantengono sensibilmente costanti, rappre¬ sentando il 73-75 °/0 e l’ accrescimento lineare è da 100 a 160, come quello della lunghezza totale. Se si prende in considerazione separatamente 1' altezza dorsale, con valori assoluti da 100 tu a 260 //, si vede che essa varia in percentuale della lunghezza to¬ tale dal 25 °/0 nel 1° stadio al 32 °/0 nel sesto ; e nel suo accre¬ scimento lineare arriva nel sesto stadio a raddoppiare la lunghezza del primo stadio, andando da 100 a 206: l’altezza ventrale ha comportamento opposto, e questo permette di comprendere come l'altezza complessiva non muti. LE BOSMINE DEL LAGO DI MOLVENO 325 La lunghezza del contorno dorsale varia da 116 °/0 nel primo stadio a 126 °/0 nel sesto e il suo accrescimento lineare è da 100 a 175. La lunghezza lineare varia da un minimo di // 236.5 a un T massimo di u 413,3 in valori assoluti; i valori relativi sono par¬ ticolarmente interessanti, perchè ci dicono come il lieve accresci¬ mento resti parecchio addietro rispetto all' accrescimento assoluto che si verifica nel passaggio da uno stadio all7 altro, generale di tutto il corpo, cosicché mentre nel primo stadio il suo valore medio è il 70 °/0 della lunghezza totale, nel resto diventa uguale al 50° infatti il suo accrescimento lineare va soltanto da 100 a 118. Il mucrone, anziché accrescersi, diminuisce sensibilmente nel passaggio da uno stadio all7 altro, cosicché i suoi valori assoluti presentano un massimo di ,u 60 nel primo stadio e un minimo di a 20 nel sesto. Questo comportamento cosi caratteristico è messo in evidenza tanto più dai valori relativi: quelli in percentuale della lunghezza totale variano dall7 11 °/0 nel primo stadio al 4.7 °/0 nel sesto ; e i valori dell' accrescimento lineare risultano quindi negativi, cioè diminuiscono da 100 a 68,5. Questi dati, scelti come i più significativi dall7 insieme di quelli raccolti, ci permettono di comprendere come effettivamente la bosmina settembrina del lago di Molveno vada incontro durante il suo sviluppo postembrionale a modificazioni morfologiche, che appaiono però di lieve entità in confronto a quelle più cospicue osservate in altri casi. Tali modificazioni si possono maggiormente apprezzare determinando i punti del contorno dei singoli individui col sistema di coordinate ortogonali riferito all7 animale stesso (Rammner) e ricavando dalle medie dei punti trovati per gli esemplari di ogni stadio il contorno ideale, che viene ad essere il rappresentante di quel determinato stadio. Applicando questa ricerca alla popolazione di bosmine settembrine appartenenti ai sei stadii di età, ho potuto avere la rappresentazione delle modi¬ ficazioni morfologiche inerenti allo sviluppo postembrionale. I contorni dei diversi stadii, tracciati mantenendo costante la lun¬ ghezza totale mettono maggiormente in evidenza le modificazioni morfologiche; tenendo invece le lunghezze totali proporzionali si ha il vantaggio di avere sott7 occhio i rappresentanti di tutta la popolazione coi reciproci rapporti di grandezza conservati. Dato che le modificazioni morfologiche di questa popolazione dovute alla età sono poco cospicue, e orientate nello stesso senso, 21 326 A. BUONAMICO mi limito a dare la figura delle bosmine rappresentanti del 1" e del 6" stadio (Fig. 2). Riassumendo possiamo dire che, man mano che l’animale cresce, il contorno dorsale del guscio subisce, ri¬ spetto alla linea base rappresentata dalla lunghezza totale, degli spostamenti verso l’alto che sono giustificati dalla necessità di ampliare lo spazio destinato alla camera incubatrice ; siccome però essi sono piuttosto lievi e accompagnati da spostamenti nello stesso senso e pressappoco della stessa ampiezza del contorno ven¬ trale, la forma generale del corpo non risulta notevolmente cam¬ biata ; la massima altezza raggiunta dal guscio è uguale all’ in¬ circa a tre quarti della lunghezza. Anteriormente il rostro va ac- LE BOSMINE' DEL LAGO DI MOLVENO 32 i corciandosi, posteriormente 1* angolo inferiore del guscio va man mano spostandosi in avanti e in alto. Le antenne hanno un accrescimento molto limitato, inferiore a quello generale del corpo, e quindi risultano accorciate negli stadii più adulti; il mucrone non soltanto non cresce, ma subisce un reale accorciamento, riconoscibile anche ai valori assoluti della lunghezza, che può essere forse spiegato pensando che esso venga inglobato durante V accrescimento nella parte posteriore-in¬ feriore del corpo. In complesso, per il fatto che il passaggio dagli stadii gio¬ vanili a quelli adulti non è segnato da cambiamenti morfologici notevoli, tutta la popolazione si presenta molto omogenea e ca¬ ratterizzata dall'aspetto piuttosto allungato del guscio, la brevità del mucrone sprovvisto di incisore e la forma poco arcuata della lunga antenna. Il fatto che la « forma », quale essa risulta in queste ricerche dal profilo del guscio visto di lato e dall’ esame dei reciproci rap¬ porti delle diverse parti, non muta in modo molto sensibile dagli stadii giovani u quelli adulti, mi permette di limitarmi alla de- scrizione delle forme adulte, a scopo sistematico. E importante ricordare che tutta la popolazione risultò esclusivamente formata di femmine partenogenetiche. La Bosmina del lago di iMolveno si presenta con esemplari adulti di dimensioni piuttosto grandi, che vanno all' incirca da 500 a 760 u di lunghezza, con una forma piuttosto allungata ed ovoidale, alti circa tre quarti della lunghezza. Il guscio del capo non è distinto da quello del tronco, e forma davanti all' occhio una curva regolare, di modo che la fronte non risulta sporgente. Al margine del rostro si trova il pelo fron¬ tale, presso il punto di partenza dell’ antenna del primo paio : esso è molto esile ed allungato. Il mucrone, formato dall: angolo posteriore e inferiore del guscio, è allungato a guisa di spina, talvolta diritta, talvolta leg¬ germente rivolta verso l'alto; esso non presenta mai incisure e non è mai molto sviluppato. Al margine posteriore ed inferiore del guscio, un po; in avanti del mucrone, è impiantata una spina corta e robusta, rivolta all5 indietro, ingrossata alla base, che va regolarmente assottigliandosi verso l'estremità; essa è munita per tutta la sua lunghezza di una doppia serie di esilissimi peli, che le danno un aspetto piumato ; tale spina è sempre bene svi¬ luppata e non appare mai sporgente dal margine del guscio. 328 A. BUON AMICO i Il primo joaio eli antenne, o antenne sensitive, impiantate al¬ l’estremità del rostro, è di lunghezza mediocre, cioè raggiunge poco più di metà della lunghezza totale : esse sono anche più brevi della lunghezza delle valve; non molto ingrossate alla base, vanno però assottigliandosi verso l’estremità; leggermente rivolte all’ indietro con curva regolare non molto forte, non sono mai ripiegate ad uncino nella parte estrema. Tali antenne hanno la parte prossimale molto più breve della distale; e specialmente in quest’ ultima sono evidenti tante serie trasversali di brevissimi dentelli a forma di piccoli Y allineati, che danno alle antenne stesse la parvenza di essere composte di parecchi articoli, mentre in realtà sono formate di un sol pezzo. Al punto di congiunzione della parte basale con la distale, un dente assume proporzioni molto cospicue, esso talora è situato nella parte anteriore, e al¬ lora si vede sporgere osservando 1’ antenna di profilo; talora in¬ vece è situato lateralmente nella parte interna ; in tal caso non sporge affatto. In corrispondenza di questo dente più grande si trovano le papille sensitive ; esse risultano quindi situate molto più vicino alla base che all’apice delle antenne quindi non molto evidenti, in confronto alle setole olfattive descritte e raffigurate dagli Au¬ tori nelle Bosmine di altri laghi. Le antenne del secondo paio, atte al nuoto, dette perciò an¬ che remiganti, sono tipicamente costituite di un articolo basale robusto, piuttosto allungato ; a questo seguono un ramo esterno tetra-arti- colato, ed uno interno triarticolato ; da questi articoli partono peli nata¬ tori molto lunghi, robusti, lisci e circa a metà della loro lunghezza articolati. Il numero di questi peli è complessivamente di nove : quat¬ tro appartenenti al ramo esterno, dei quali una parte del terzo articolo, gli altri tre dall ultimo articolo ; cinque appartenenti al ramo interno, uno partente dal primo articolo, uno dal secondo, gli altri due dall' ultimo. Il post¬ addome nella sua parte dorsale presenta le due setole caratteri¬ stiche lunghe e forti. Esso termina con due uncini portati da un processo portauncini ; l’ armatura degli uncini terminali (fìg. 3) consiste in una doppia serie di setole ; la serie basale forma un LA BO SMINA DEL LAGO DI MOLVENO 329 piccolo pettine situato sul porta-uncini, costituito di pochi peli brevi e sottili, pressappoco eguali fra loro, mai sporgenti dal con¬ torno del processo; esse sono in numero non sempre bene prem¬ iabile e non fìsso, che varia da cinque a sette: la seconda serie forma un pettine posto nella parte basale degli uncini stessi, for¬ mato di spine robuste, la cui grandezza decresce lievemente pro¬ cedendo verso la parte distale dell uncino; tali spine variano in numero da sette a nove. Gli uncini terminali possono presentarsi uniformemente incurvati fino alla estremità, oppure possono pre¬ sentare due inginocchiature, delle quali una segue immediata¬ mente la seconda serie di spine, 1" altra è più distale. Nei riguardi della sistematica, per il carattere principale ossia per l’armatura degli uncini terminali del postaddome, muniti di una doppia serie di peli, la Bosmina del lago di Molveno si avvicina alla specie longirostris , allontanandosi dalla coregoni , che ha ti¬ picamente una unica serie di peli. Osservando 1’ armatura tipica della longirostris come viene descritta e raffigurata nei trattati, vediamo che gli uncini presentano nel loro margine dorsale due punti di maggior curvatura, di cui quello prossimale molto vicino alla linea di divisione tra l’uncino e il porta-uncino. La prima serie di uncini forma un pettine di sei-nove setole slanciate, lun¬ ghe e sottili, molto sporgenti dal contorno, e di cui il più distale è il più lungo, pettine situato in parte sul porta-uncino, e in parte sulla base dell’uncino fino alla prima curvatura. La serie di peli non è interrotta dal contorno del portami- cino; questo limite non ha il minimo influsso sull" armatura sud¬ detta ; i peli appaiono ora più numerosi sull* uncino, ora sui porta uncino senza norma determinata. Inoltre i peli hanno sempre un andamento inclinato, parallelo alla parte terminale dell’uncino. La seconda curvatura dell* uncino è prossima all’estremità distale; fra le due curvature si trova una serie di fini dentini, in numero da sette a dieci, perpendicolari o quasi al margine dell’uncino. Riferendomi a tutti questi particolari, devo notare che gli uncini della Bosmina da me studiata non hanno aspetto identico a quello della specie tipica, ma ne differiscono alquanto: preci¬ samente per quanto riguarda le curvature presentate dagli un¬ cini, osservo che esse non sono sempre presenti, e se lo sono si trovano sempre in posizione diversa, cioè entrambe nella parte distale dell’ uncino, in seguito alla seconda serie di peli. Un’altra differenza notevole consiste nella distribuzione, grandezza e nu- 330 A. BUONAMICO mero delle setole situate sul porta-uncino, che hanno disposizione varia, ma sempre diversa da quella tipica, sono di dimensioni molto più esigue, pressappoco eguali tra loro, e non sporgono mai dal contorno. Quindi abbiamo una armatura terminale del postaddome, che per la jmesenza di due serie di peli si avvicina alla specie lon¬ girostris , senza corrispondervi perfettamente, per la posizione, la distribuzione, il numero, la forma dei peli di questi due pettini; altri caratteri, come la lunghezza mediocre delle antenne, la pre¬ senza costante del mucrone sebbene poco sviluppato, e della spina innanzi ad esso, potrebbero convalidare tale determinazione, men¬ tre invece la forma pressocchè diritta delle antenne, la situazione del pelo frontale posto alla estremità del rostro, e soprattutto le dimensioni considerevoli allontanano queste bosmine dalla specie longirostris avvicinandole piuttosto alla coregoni. Per quanto ri¬ guarda la grandezza, le bosmine adulte variano come abbiamo detto da u 500 a // 760 di lunghezza, mentre secondo i] Burckhardt, che basa su questo carattere la principale suddivisione del genere Bosmina , il limite massimo da esso raggiunto è di /< 550: anche nel Lilljeborg troviamo per la longirostris , lunghezze massime di // 620 ; per la longirostris italiana, Stolz-Picchio riferisce la lun¬ ghezza massima di u 600 per la bosmina del lago di Varese, di u 486 per la bosmina del lago Trasimeno, massimi osservati am¬ bedue nel mese di marzo; Stella dà la misura massima din 526 }3er la bosmina del Lago di Pesia, nel mese di settembre. Non credo quindi di potere ragionevolmente riferire la bo¬ smina da me studiata alla specie longirostris e preferisco farne una nuova specie molvenensis in attesa che più ampie ricerche sul genere Bosmina permettano di indirizzare con eritemi nuovi e con maggiore esattezza la sua suddivisione sistematica. LA BOSMINA DEL LAGO DI MOLVENO 331 LAVORI CONSULTATI Burckhardt C. — Faunistische linci systematiscke Studien iiber clas Zooplankton elei* grosseren Seen cler Schweiz. Renne Suisse de Zool. Voi. VII, Genève, 1900. Keilhack L. — Pkyllopocla in Siisswasserfauna Deutschlands von Ba- uer, Jena, 1909. Lilljeborg W — Claclocera Sueciae. Nova Acta Reg. Soc. Ups. 5 ol. XIX, ser. Ili, Upsala, 1900. Monti E., Stella E. — Il lago di Molveno. La vita in un lago zoo- trofo. Meni. Museo St. Nat. della Venezia Tridentina , Voi. II, f. 1. Trento, 1931. Parenzan P. — Claclocera. Meni. Scient. del Boll, di Pesca , Piscicolt. - Idrobi ol. X. 8, Ser. B, Roma, 1933. Rammner W. — Formanalytisehe Untersuckungen an Bosminen. Teil I u. II. Internai. Renne , Bd. XV, Leipzig, 1926. Id. — Die besckreibencle linci die bildliche Darstellung der Formànde- rung bei Cladoceren. Iuternat. Renne , Bd. XVII, Leipzig, 1927. Stella E. — I Planetoidi del lago eli Resia durante l’estate subacquea, Rend. lì. Ist. Lomb. Se. e Leti. Voi. LXVII, f. 11-15, Milano 1934. Stolz-Picciiio T. - — - Popolazioni di Bosmine del Lago di Varese. Boll, di Pesca , Piscicolt. Idrobi ol Anno Vili, f. 4, Roma, 1932. Id. — Popolazioni eli Bosmine del Lago Trasimeno. Rio. di Biol. Voi. XV, f. 1-2, Firenze, 1933. lei. — Considerazioni sulla Bosmina longirostris O. F. M. Stadii di svi¬ luppo e classificazione. Atti Soc. It. Se. Nat. Voi. LXXII, Milano, 1933. Vannini E. — Contributo alla conoscenza dei Cladoceri dell’ Italia Cen¬ trale. Il Diaphanosoma e la Bosmina del Laghetto di Poggio ai Pini presso Siena. Internar. Renne , Bel. XXIX, f. 5-6, Leipzig, 1933. Volterra D’ Ancona L., Vannini E. — Osservazioni sulla sistematica e sulla ecologia dei Cladoceri dei dintorni di Siena. Boll, di Zool., Anno IV, n. 1, Torino, 1933. ISTITUTO DI ANATOMIA E FISIOLOGIA COMPARATE DELLA R. UNIVERSITÀ DI MILANO DIRETTRICE PROF. RINA MONTI Dott. Pina Perotti - Razzini L 1 EURYCERCUS DEL LAGO DI CHIARAVALLE Tra i Cladoceri del laghetto di Ckiaravalle posto vicino alla Abbàzia omonima nei dintorni di Milano, ba destato in me un certo interesse un elegante forma costiera, dotata di movimenti spesso circolari, eh’ io cercai di classificare e di tenere in vita nel Laboratorio dell’Istituto di Anatomia Comparata della R. Univer¬ sità di Milano, diretto dalla Professoressa R. Monti. Di questo bacino artificiale, della larghezza media di cin¬ quanta metri e della profondità di circa tre, io non intendo tare qui una descrizione accurata, dato che fu in questi ultimi tempi oggetto di osservazioni di altri studiosi, tra i quali, per la prima, la Dott. E. Stella che considerandolo dal punto di vista fisico e biologico, ci ba fatto conoscere la fisionomia generale del lago di cui ba studiado in particolare i Copepodi. Modalità degli esperimenti Il primo scopo di questo mio lavoro era quello di mantenere in vita, in piccoli acquari di laboratorio, il Cladocero da me con¬ siderato con l’intento di seguirlo poi nel suo ciclo biologico; a tale scopo ho cercato quindi tutti i mezzi per spostare il meno possibile l’ambiente naturale in cui V Eurycercus vive. Tenevo gli individui in cristallizzatori di vetro della capacità circa di cm.:i 75 e cm.3 30 con acqua del lago di Ckiaravalle a cui somministravo alghe (spirogirae) pure di Ckiaravalle che avevo cura di rinnovare ogni giorno. In un primo tempo ho adoperato recipienti di capacità varia in rapporto al numero degli individui, non solo, ma per lo stesso numero di individui, ho usato cristallizzatori di diversa grandezza tenendoli tutti ad una temperatura di 16° circa. l’ eurycercus del lago di chiaravalle 333 Constatando che alla distanza di pochi giorni dall' esperi¬ mento gli individui tenuti in osservazione non sopravvivevano ho cercato di tenere distinti vari Eurycercus in cristallizzatori di uguale capacità portandoli a temperature diverse, vale a dire 0". 16°. e 29°. Gli ultimi morirono quasi subito, quelli tenuti a 0° gelarono nella notte, quelli- a 16° vissero due giorni. Le stesse esperienze pensai ripeterle variando l’ alimeuta- zione, ad es. con infuso di fieno, ma anche i risultati di queste ultime lasciarono un pochino a desiderare tanto più che non riuscii mai a portare a completo sviluppo le forme figlie. Anche gli individui tenuti per qualche giorno sotto a un leggero getto di acqua corrente non sopravvissero più di quarantotto ore, perciò, trovando inutili altri tentativi, pensai di limitare il mio studio alla descrizione di questa specie stenoterma e stenoionica che, come si è visto, non è capace di vivere che entro limiti ristretti di temperatura e di concentrazione molecolare. Osservando un certo numero di individui pescati nei mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio, si vede che tanto la lunghezza come V altezza del corpo non sono molto variabili. 334 P. PEROTTI-R AZZINI La $ adulta ha una lunghezza che si aggira attorno ai tre min. e una altezza in media di un mm. e mezzo; i giovani di due giorni presentano una lunghezza variabile dai 756 agli 834 u e una altezza di 500 fi circa. K Fig. 2 Il corpo della 9 adulta (Fig. 1) è di forma quasi ovale, al davanti più sottile con il margine posteriore leggermente curvato. Il margine dorsale del corpo è arrotondato e liscio ; quello ventrale l’ eurycercus del lago di chiara valle 335 invece porta una semplice riga di fitte e corte cilia che imme¬ diatamente davanti all’angolo posteriore si fanno più piccole. j La corazza appare leggermente reticolata nella parte dorsale, mentre lungo il margine ventrale, e precisamente su lembi irre¬ golarmente disposti, presenta dei piccoli aculei molto slargati alla parte basale. (Fig. 2). Il vero limite posteriore della testa (Fig. 3) è spesso indicato da una rientranza che si imprime maggiormente al tempo della muta ed è ben visibile nelle vecchie spoglie. Il muso termina con un rostro che visto lateralmente pre¬ senta la forma di un uncino leggermente appuntito ; osservato dal basso ci appare invece più corto e lievemente smussato. L’occhio è grande; misura dai 140 ai 160 fi circa con 10 o 12 lenti cristalline addossate al pigmento. Al disotto di esso, e pre¬ cisamente all’inserzione del primo paio di antenne, trovasi una macula della grandezza di 50 u. Il labbro superiore termina in un cerchio peloso davanti a cui vi è l'apertura' della bocca pelosa; la parete masticatoria della mandibola è armata di aculei; le mascelle (Fig. 4) sono pure forti, provviste di tre grossi articoli muniti di numerose setole. Le antenne anteriori (Fig. 5) sono molto grosse e corte : non oltrepassano mai i 260 fi di lunghezza ; terminano con sei aculei dalla cui base partono sei setole sensitive di discreta grandezza e di notevole lunghezza. Al lato dorsale, nel terzo 336 P. PEROTTI-R AZZINI prossimale dell’ antenna, si osserva nna grossa setola sensitiva che porta qualche fino aculeo alla parte basale. Le antenne posteriori (Fig. 6) misurano dai 796 ai 915 n : sono però alquanto robuste e munite di un cerf j numero di setole natatorie piumate. Di norma, dette antenne, non oltrepassano mai l'angolo posteriore del margine ventrale dA corpo. Sono formate da un robusto articolo basale di foggia rettangolare, basipodite, Fig. 6 sul quale si appoggiano l’esopodite e V endopodite costituiti en¬ trambi da tre articoli. Alla base del primo articolo dell’ esopodite e alla fine del primo articolo dell' endopodite si inserisce un forte aculeo, mentre alla base del primo e del secondo articolo dell’ en¬ dopodite partono due setole natatorie della lunghezza di quelle terminali. Alla fine del terzo articolo dell' eso e dell' endopodite si staccano tre lunghe setole natatorie articolate e piumate, come le precedenti, più un forte aculeo inserito lateralmente. Il postaddome, Fig. 7 è molto grande e largo. Il margine dorsale presenta una semplice riga di aculei o dentelli il cui numero oltrepassa, negli individui adulti, il centi¬ naio: se ne sono contati persino centoventi. I prossimali sono l’ eurycercus del lago di chiarayalle 337 molto più piccoli di tutti gli altri; il distale è in genere più grande e più lungo dei rimanenti. T L’ano è situato all’estremità del postaddome nell’ ansa tra gli artigli e l’ angolo del margine superiore posteriore. Si trova pure in questa ansa una specie di solco con mar¬ gini laterali molto sottili nella cui metà anteriore sta una fila di aculei (da 14 a 16) che vanno diventando più grandi man mano ci si avvicina alla parte terminale ; qui si inseriscono gli uncini Fig. 7 terminali a larga base, poco ricurvi, finamente ciliati nel lato interno e provvisti alla parte basale di due aculei ben pronunciati. Le sei paia di piedi, alquanto forti, sono munite di un pro¬ cesso mascellare ben visibile specialmente nelle prime paia. La Fig. 8 mostra il piede sinistro del primo paio. Il ramo esterno (a) è grande e largo, provvisto di una lunga setola articolata che porta alla parte distale una serie di corte e e fine cilia; alla base di detto ramo si inserisce una piccola se- ' tela. In ib) osserviamo un appendice di forma arrotondata e in , specie la quale raramente si porta a Gat mentre al contrario non di rado si incontra nei Giardini di Mustafà. L‘ Oasi di Elbarkat era frequentata dalle medesime specie rinvenute a Gat però molto più comune era la Columba livia targia e la Tortora del Sahara • Streptopelia turtur Jiog gara): il Piccione selvatico nidifica sui roccioni che sovrastano 1J Oasi di Elbarkat, noti agli indigeni col nome di Castello dei piccioni. Detta località era frequentata attivamente dalle Albanelle (Circus) ed altri falchi (Falco grillalo, Falcone di Barberia ecc.). Secondo informazioni avute, nel laghetto più grande dell' Oasi furono notate durante il passo varie anitre ed altri uccelli acquatici, a rao' di esempio Garzetta una fu pure presa a Gat) e Nitticora. Nell'Oasi di Tunin era comune lo Zigolo del Sahara (Frin- gillaria striolata sahari < il quale abitava, insieme alle Mona¬ chelle Oenanthe), le mura che circondano il villaggio e vi fab- 350 15 D. RlOLTONl bricaya il nido nelle buche (Fig. 2). Presso Gat furono viste in febbraio alcune Grandule del Senegai ( Pterocles senegallus) che sembravano poco frequenti ed a branchi composti di poche unità. Nell’LTadi Iseien che va a sboccare nelh Oasi di Elbarkat erano relativamente comuni le Monachelle ( Oenanthe ), gli Oc¬ chiocotti ( Sylvia melanocepliala melano ce pii al a)., la Cappellaccia arenicola ( Galerida cristata arenicola ) e la Lodola del deserto ( Ammomanes deserti mya). A Feuat furono viste le medesime specie citate per Gat, ma in numero molto minore : i più comuni uccelli erano il Passero del Sahara e lo Zigolo del Sahara, Nell’Uadi Tanezzuft erano comuni le Monachelle ( Oenanthe ), i Passeri del Sahara [Passe r simplex saltar ae), non rare le Lo- dole del deserto ( Ammomanes deserti mya) e le Lodole del de¬ serto minori ( Ammomanes cinctura arenicolor ), scarsa la Lodola becco curvo (Alaemon alaudi pes alaudipes ); sui cespugli di Ta- marix comune e ben nascosta si trovava la Silvia deserticola (Sylvia- deserticola deserticola (Tav. XI, fig. 2 e 3). Furono pure notate rare Averle eleganti (Lanius excubitor elegans) e pure rara la Sterpazzola del deserto ( Sylvia nana deserti ). Branchi di Grandule del Senegai o di Pterocle coronato volavano periodica¬ mente ogni giorno dirigendosi dalla base dei Monti Acacus verso Nord seguendo il corso dell’ Cadi e viceversa. In marzo nell' Oasi di Murzuch gli uccelli più frequenti erano le Monachelle (Oenanthe), il Passero del Sahara ì Passer simplex saharae ), la Calandrella ( Calandrella - brachyclactila bracliyda- ctila) in grossi branchi, la Ballerina (Motacilla alba alba ), l'Oc¬ chiocotto (Sylvia melanocepliala melanocepliala ) ed i Luì ( Phyl - loscopus) ; furono notati pure i Pteroeli ed il Gufo di palude (Asio flammeus fìammeus) non raro, come le Albanelle (Circus), queste ultime erano certamente di passo. Sui laghetti dell’Oasi nel tempo del passo si fermano in abbondanza gli uccelli acqua¬ tici tanto che sulle sponde fu costruito un capanno per la caccia alle anitre. Nell’ Oasi vide delle trappole tese ai piccoli uccelli e ne fotografò una (Tav. XI, fig. 4h Nell’Oasi di Traghen era in abbondanza il Passero del Sa¬ hara, furono visti pure i Lui, 1’ Occhiocotto e 1’ Albanella pallida ( Circus macrourus) e relativamente abbondante la Tortora del Sahara (Streplopelia tur tur lioggara). Anche in quest’ Oasi, da informazioni avute, si fermano durante i passi gli uccelli acqua¬ tici. Comuni il Passero del Sahara, il Luì piccolo e 1’ Occhiocotto UCCELLI RIPORTATI DAL PROF. G. SCORTECCI DAL FEZZAN 351 nelle Oasi di Utnm el Araneb ed el Bder, ove non erano rari il Gufo di palude {A sio fi.ammeus flammeus ) (Vedi Tav. X fìg. 3) ed il Culbianco ( Oenantlie oenanthe oencinthe). 'I* ❖ & T Come sguardo generale sulla frequenza degli uccelli nelle zone toccate (febbraio-marzo) il Prof. Scortecci notifica che tutte le zone della Gefara e del Gebel erano assai ricche di popola¬ zione ornitica appartenenti a molte specie diverse, compresi i ra¬ paci. Immediatamente a sud del Gebel le specie e gli indi¬ vidui repentinamente diventarono scarsissimi con assoluta preva¬ lenza di forme deserticole ; tale povertà si mantenne costante tanto che in tutto il tratto compreso tra l’ Oasi di Gheriat e l' Oasi di Brach, circa 400 Ivm., vide pochissimi uccelli (meno di una decina) e di questi la quasi totalità l' incontrò a Sciueref nei dintorni del forte ed a Bir el Ghelania. Anche durante la traversata della Montagna nera, parte oc¬ cidentale, nel febbraio, tempo in cui per una pioggia recente vi era un risveglio di vegetazione erbacea di Crucifere e di Aristida piumosa già in fiore non fu notato alcun uccello. Quanto sopra contrasta coll' abbondanza di uccelli riscontrata in aprile quando attraversò la parte centrale della Montagna nera, durante la quale a Zeggar, Bir Gteifa ed al Xord di questa loca¬ lità furono vedute molte centinaia di uccelli che frequentavano la vegetazione degli uidian : tra le forme notate vi erano pure i Pteroeli in branchi di centinaia e centinaia di individui. Abbon¬ danti gli uccelli erano pure nelh Oasi di Socna, mentre furono riscontrati in numero minore nel tratto tra Hon e Bu Xgen, com¬ preso il gruppo di palme di quesfi ultima località. Da Bu Ngen a el Gheddahia (aprile) il numero delle specie e degli individui aumentò visibilmente e tale aumento divenne più accentuato nella steppa che si estende tra questa località e la costa, lungo la quale, da Misurata a Tripoli, la ricchezza orni¬ tica era senza alcun dubbio eguale o forse superiore a quella della Gefara : erano pure abbondantissimi i rapaci diurni di varie specie (Falconidae). Nelle Oasi Pezzanesi in genere fu notato un numero di forme ivi viventi relativamente basso e comune in linea generale per tutte le località, tra esse quelle che davano la caratteristica più spiccata erano il Passero del Sahara ( Pcisser simplex salici rae)f 352 KD. MOLTONI alcune specie di Monachelle ( Oenanlhe ) con predominanza di in¬ dividui di Monachella a testa bianca (■ Oenanthe leucopyga leu¬ copyga ), 1’ Occhiocotto ( Sylvia melanoceph ala raelanocephala ), il Lui piccolo ( /'hylloscopus collybita coUybita ), presenti in forte numero in tutte le Oasi (fine febbraio e tutto marzo). Negli im¬ mediati dintorni di esse notò sempre i corvi dal collo bruno (Corvus corax rufìcollis ) e gli Alaudidi caratteristici della re- Fig. 3 — Nido di Zigolo del Sahara. gione. Nella zona delle Oasi di Cfat, e solo colà, comune come le altre specie era lo Zigolo del Sahara ( Fringillaria s Ir iolata sa- liari ), nidificante ai primi di marzo (Vedi ti g. 2 e 3i. Le specie solo di passo variarono come numero di forme e di individui se¬ condo la posizione dell' Oasi ed i mesi (marzo-aprile). Negli ui diari desertici le caratteristiche erano date dalla Silvia del deserto ( Sylvia deserticola deserticola ), da alcune specie di Alaudidi. da alcune specie di Monachelle ( Oenanlhe ) tra esse Oenanthe leucopyga leu-copy g a (vedi Tav. XI fìg. 2 e 3), da rari Corvi e da qualche rapace. Caratteristiche delle macchie di vegetazione in pieno deserto sono alcune specie di Monachelle, qualche Alaudide, pochi Corvi UCCELLI RIPORTATI DAL PROF. G. SCORTECCI DAL FKZZAN 353 ed i Pteroeli, quest’ ultimi però dove la vegetazione è quasi esclu¬ sivamente erbacea. I Pteroeli per altro si rinvengono pure vicino ai forti ed alle abitazioni indigene ove si recano periodicamente in cerca di cibo ed acqua. Nel deserto assoluto furono riscontrate più o meno abbon¬ danti le seguenti specie: Oenantlie oenantlie oencintine, specie di passo, Oenanthe hispanica hispanica ed Ammomanes cinctura arenicola. Famiglia Ardeidae (x) 1. Nitticora, Nycticorax nycticorax nycticorcùx (L.). a) juv. Gat, 6-III-1934 «iride giallo rossa». Si tratta di un individuo giovane in secondo abito che aveva mangiato una Rana occipilalis. La Nitticora è specie già osser¬ vata sia sulla costa della Tripolitania che in Cirenaica: il Cavazza per la Tripolitania la considera come scarsa in inverno e nei passi in alcune zone della costa, ne ebbe da Tagiura e « da al¬ cuni altri punti fino Tauorga », nell' aprile (15-24) 1920 alcuni esemplari a Derna e lungo l'Uadi Derna vide il Ghigi, due in¬ dividui presso Bengasi per la seconda metà dell’aprile 1921 sono citati dal Salvadori e Festa, un individuo di Bengasi è citato dallo Zavattari, primavera 1915, otto individui presso Bengasi vide 1’ Hartert il 16 aprile 1922, il Festa ne uccise uno a Cirene ed uno a Derna rispettivamente il 13 maggio ed il 24 aprile 1922 e per il giugno 1931 fu citata dal Ghigi per la zona del lago di Buema (Cufra). La Nitticora per la Libia si può considerare come uccello di passo (scarsamente svernante sulla costa secondo il Cavazza). Famiglia Ciconiidae 2. Cicogna, Ciconia ciconia ciconia (L.). a) ad., Tunin (Gat), 7-III-1934. b) solo una zampa, Zona di Gat, 6-III-1934, trovata mummificata nei pressi di Tunin. C) Ricordo in questa nota che da Gat nel 1931 mi fu portato in Museo dal Prof. Edoardo Zavattari un Tarabusino ( Ixobrychus minutus minutus (Linn.)) da lui trovato mummificato nella sabbia durante il suo viaggio. Il Prof. Scortecci seppe che a Gat fu presa una Egretta gar- zetta garzetta (Linn.). 354 ED. MOLTO NI Questa specie osservata sia in Trrpolitania che in Cirenaica è da considerarsi per la Libia come uccello di passo ad eccezione forse della zona di Cufra e di Gat ove pare sia anche nidificante (occorrono jjerò ulteriori osservazioni). Il Festa ne ebbe un'individuo estenuato dalla fame il 21 maggio 1921, era stato preso a Fuebat presso Bengasi ed un se¬ condo a Merg nell’ aprile 1922 ; V Hartert ne vide uno presso Bengasi il 3 marzo 1922; nel 1931 il Confalonieri ne prese una femmina a Gialo nel luglio, che faceva parte di un branco di 10 individui diretti a Nord ed un maschio nel giugno a Sebha di Cufra che faceva parte di un branchetto di 16 unità che sem¬ brava stazionario (Grhigi ) ; il Cavazza tra Zavia e Sorman nell: a- prile 1925 ne vide due individui e gliene fu recapitato uno vivo preso ad Ain Zara nel marzo 1924. Lo Scortecci vide in marzo nell* Oasi di Elbarkat, su di una capanna, un nido disabitato di questa specie. Famiglia Falconidae (Q 3. Falcone di Barberia, Falco peregrinus pelegrinoides) Temm.. a) oL Gat, 17-111-1934 «occhi marronastri » . b) 05 Sérdeles, 2-IV-1934 (Serg. Magg. Vascon). Il Falcone di Barberia è citato solo dal Cavazza avendone avuti due individui, e 9, uno preso fra Sorman e Sabratha nel marzo e l’ altro a Bu Gheilan ai piedi del Gebel ; non è an¬ cora citato per la Cirenaica. Per la Tripolitania è specie stazionaria come per Y Algeria, Tunisia ed Egitto perciò dovrà rinvenirsi anche in Cirenaica. A Gat ed oasi viciniori questa specie fu vista più volte. 4. Falcone di Erlanger, Falco biarmicus erlangeri , Ivleinschm.. Un individuo che deve attribuirsi a questa sottospecie di fal¬ cone fu catturato a Sérdeles nel febbraio 1934 dal Sergente Mag¬ giore Vascon che lo tenne in domesticità fino verso la metà del successivo marzo. (4) Il falco in generale viene chiamato dagli arabi Ter-lior e dai Tuareg Dib ed dau. UCCELLI RIPORTATI DAL PROF. G. SCORTECCI DAL FEZZÀN 355 Fu da me determinato in base ad una fotografia (Vedi Ta¬ vola X, fig. 1) presa a Sérdeles dal Prof. Scortecci. E specie fino ad oggi non citata espressamente per la Tripo- litania ; abita la parte occidentale dell’Africa settentrionale por¬ tandosi però fino alla Cirenaica. 7 5. Gheppio, Falco tinnunculus tinnunculus , Limi.. a) (f‘ non adulto, Sérdeles, 7-V-1934 (Serg. Magg. Vascon). E specie comune e nidificante sia in Tripolitania che in Ci¬ renaica. 6. Falco grillaio, Falco naumanni naumanni , Fleischer. a) 9 ad., Giardini di Mustafà Sebha, 21-11-1934 « presi in vicinanza delle capanne dei soldati eritrei, intenti a beccare i chicchi di avena ; vi erano branchi di 20-30 individui». (0 Pteroeli non determinati ma appartenenti alle due specie che seguono furono visti a Murzuch ed a Bradi. UCCELLI RIPORTATI DAL PROF. G. SCORTECCI DAL FEZZÀN 357 e) f) g)h) i) l) $, $, 9, $, $, Seblia, 21-11-1934. m) 9 5 Gat, 27-11-1934. È specie stanziale sia in Tripolitania che in Cirenaica. Nei dintorni del forte di Sebha, era comune e, secondo informazioni avute, colà stanziale (Vedi Tav. X fig. 4). Meno comune era nei dintorni di Grat; nelFUadi Tanezzuft branchi di questa specie o della specie che segue volavano periodicamente dirigendosi dai Monti Acacus verso Nord seguendo il corso del- l’Uadi e viceversa. Nome indigeno : Ghetard. 12. Pterocle coronato, Eremialector coronatus vasti tus , Meinert- zhagen. Murzuch, 25-III-1934 « occhi marroni » . ?i) ?, Murzuch, 25-III-1934. o) ?, a Km. 40 da Mttrznch, 24-III-1934. p) ?, dintorni di Tauorga retroterra di Misurata) 4-IY-1934. Specie comune sia in Tripolitania che in Cirenaica. Durante i passi è più comune e si trova a branchi numerosi. Alcuni individui sono un po’ più rossicci degli altri ma non credo debbano considerarsi come appartenenti a forme affini. La Calandrella era comune ed a branchi a Sérdeles ed a Murzuch, anzi in quest’ ultima località fu rinvenuta in grossi branchi. Famiglia Motacillidae. 26. Ballerina, Motacilla alba alba , Linn.. a) 9 ? Bradi, 15-11-1934 « occhi bruni » . b) ?, Uenzerich, 18-11-1934. c) 9, Tunin (Gat), 5-III-1934. Specie comune nelle oasi sia in Tripolitania che in Cirenaica dal novembre al marzo. Il Festa (Cirenaica) ed il Cavazza (Tripolitania), pensano che qualche individuo nidifichi. Lo Scortecci la rinvenne relativamente comune a Brach, nelle Oasi dello Sciati, a Gat ed Oasi viciniori, a Murzuch. Io la trovai comune nel novembre 1933 nella zona di Tripoli. Nome arabo : Um-brema. 27/ Cutrettola gialla, Budytes flavus flavus (Linn.). a) L7 Um el Abid, l-IY-1934 «occhi marrone-scuri». La Cutrettola gialla è specie di passo sia per la Tripolitania che per la Cirenaica. Nome arabo: Msisi. 28. Cutrettola boreale, Budytes flavus tliumbergi (Billberg). a) cf, dintorni di Tauorga (retroterra di Misurata), 4-IY-1934. La Cutrettola boreale è specie nuova per la Libia, è stata però riscontrata in Tunisia, Algeria, Marocco ed Egitto. UCCELLI RJ PORTATI DAL PROF. G. SCORTECCI DAL FEZZÀ.N 365 29. Cutrettola capocenerino, Budytes fiavus cinereo cavilla (Savi). a) cf, Tunin (Gat), 18-III-1934. La Cutrettola capocenerino non era ancora stata citata per la Libia. L'esemplare di Tunin fu l’unico individuo visto nell'Oasi: comparve dopo che aveva soffiato per tre giorni fortemente il Ghibli. E specie di passo per tutta l' Africa settentrionale, e si riproduce anche nell’Algeria settentrionale. 30. Cutrettola capinera, Budytes fiavus feldegg (Michah.). a) Sérdeles, 20-III-1934 nella Sebha. b) ?, Sérdeles, l-IY-1934 (Serg. Magg. Yascon). E specie di passo nota sia per la Tripolitania che per la Cirenaica. . L’individuo preso in marzo ha la fascia sopraccigliare ben distinta che si inizia alla base del becco e si continua dietro al- l’ occhio per cui apparterebbe alla varietà xantlnophrys. 31. Calandro, Antlius campestri s campestris (Linn.). a) (f1, dintorni di Tauorga, 4-IY-1934. Nella zona di Tauorga (retroterra di Misurata) il calandro era a branchi numerosi. \ _ E specie di passo sia per la Tripolitania che per la Cirenaica. Famiglia Timaliidae 32. Crateropo fulvo, Argya fulva fulva (Desf.). ci) ?, Km. 20 dopo Jefren (Garian) 9-II-1934 « occhi marroni-grigi »• Il Crateropo fulvo si rinviene nell' Africa settentrionale da Mogador (Marocco) alla Sirtica. Non fu fino ad oggi ancora rinvenuto in Cirenaica, mentre per la Tripolitania è citato già dal Chambers nel 1867 ma col nome di Crateropus acaciae. 366 ED. MOLTO NI ♦ Famiglia Turdidae 33. Tordo bottaccio, Turdus philomelos philomelos , Brekm. a) Q, FI Gedicl (Sebha), 21-11-1934 «occhi bruni» Da informazioni assunte il Prof. Scortecci seppe che è raro nella zona in febbraio ma frequente quando maturano i datteri. Fu 1’ unico individuo visto. Questa specie è di passo sia in Tripolitania che in Cirenaica. Per la Tripolitania fu citato per la prima volta da me per individui visti, ed uno preso, nel novembre 1933 in quel di Tripoli (Oasi di Mellaha) : secondo il Festa in Cirenaica si tro¬ verebbe anche durante tutto P inverno, ciò che parrebbe, sia pure con rari individui, anche per il Fezzàn. 34. Passera solitaria del Sahara, Monticola solitaria scorteccii , subsp. nova. a) (9P ad. ( Typus ), Gat, 26-11-1934 «testicoli piccoli, occhi marrone¬ scuro ». Ala mm. 133, coda 85, tarso 29, becco 31. (Vedi Tav. XII, figura in primo piano). Credo dover considerare questa passera solitaria come una forma locale del Sahara centrale per la quale propongo il nome subspecifico scorteccii , dedicandola al Prof. Scortecci che uccise e preparò gli uccelli studiati in questa nota. Detto maschio è simile al Monticola solitaria solitaria (Linn.), ma da esso è ben distinto per le parti inferiori del corpo, mento e gola esclusi, nerastre che formano una zona nettamente distinta dal color blu ardesia della gola e dei lati del collo (Vedi Tav. XII). Pure le altre parti del corpo, sopraccoda com¬ preso, hanno una tinta più scura e sono meno lavate di blu ardesia. Fra tutte le passere solitarie da me cacciate od esaminate nei diversi Musei o collezioni private mai rinvenni individui simili. Confrontato poi colla trentina di maschi esistenti nelle colle¬ zioni del Museo appare senz: altro distinto. UCCELLI RI PO UT ATI DAL PROF. G. SCORTECCI DAL FEZZAN 367 La Passera solitaria comune, Monticola solitaria solitaria (L.) deve certamente trovarsi anche in Tripolitania, zona costiera, almeno durante la brutta stagione benché, tranne dal Cbambers ( Ibis . 1867, p. 103) non sia stata citata dagli osservatori. Essa è però nota sia per la Cirenaica che per l’Algeria e Tunisia. Penso che gli individui sedentari dell’ interno della Tripoli¬ tania debbano appartenere a questa nuova forma. Il Col. P. Meinertzhagen in Ibis , 1934, p. 568, cita come emigrante nell ' Aliaggar Plateau la Monticola solitaria longi- rostris , Blytb delle Montagne della Persia e Kurdestan, Tran¬ scaspia e forse parte dell’Arabia ecc. che si porta fino all’Abis- sinia e Somaliland in inverno, alla quale forma P individuo di Gat non può essere ascritto per i caratteri più sopra messi in evidenza e perchè questa forma ha le ali varianti da 119 a 127 min., il becco da 26 a 30 mm. (*). 35. Culbianco, Oenanthe oenanthe oenantlie (Linn.). a ) (fb Gat, 13-III-1934 « occhi bruni » . b) cf, Gat, 18-III-1934. c) G5, Sérdeles, 19-III-1934. d) cf, a Km. 100 da Sebha, in pieno deserto, 24-III-1934. e) O, E1 Bder, 27-III-1934. Il Culbianco è specie comune e di doppio passo in Libia. Nome arabo : Haddeima. 36. La Monachella dei deserto omocroa, Oenanthe deserti homo- diro a (Tristr.). a) ?, Uadi Marsit, 11-11-1934. b) ?, Umm el Abid, 25-11-1934. c) G1, Sérdeles, 19-III-1934. d) Gh Zeggar, Montagna nera, l-IV-1934. La Monachella del deserto è già specie osservata sia in Tripolitania che in Cirenaica, però la forma homochroa , che abita 1’ Algeria, la Tunisia, ecc., non era ancora stata citata espli¬ citamente per la Tripolitania. Lo Scortecci durante la sua Missione trovò questa monachella relativamente comune nelle zone adatte. (*) Nicoli1 s Birds of Egypt, 1930, p. 257. 368 ED. MOLTONI 37. Monachella, Oenanthe hispanica hispanica (L.). a) ?, Sérdeles, 17-III-1934. b) in pieno deserto tra Sebha e Murzuch a 50 Km. da Sebha, 24- III-1934. L’individuo di Sérdeles è in abito di maschio e come l’altro è del gruppo di quelli a gola non nera. La Monachella è già nota per la Tripolitania. Il Ghigi cita questa forma per la Cirenaica (Gialo, aprile 1931) basandosi su cinque individui presi durante l’esplorazione scientifica dell’Oasi di Cufra nel 1931 (*), individui che ebbi gentilmente in esame per confronto dalla Direzione del Civico Museo di Genova e che debbonsi attribuire alla forma orientale di questa specie, e cioè all’ Oenantlie hispanica melanoleuca (Giild.). 38. Monachella testa bianca, Oenanthe leucopyga leucopyga (Brehm). a, b) ?, ?, Acacie Thala a 100 Km. da Ubari, 23-11-1934. c) Oh Gat, 26-11-1934 « occhi marroni scurissimi ». d) ?, Elbarkat, 2-III-1934. e) Q, Feuat, 2-III-1934. f) 9 1 Dadi Tanezzuft, 8-III-1934 (Vedi fotografìa Tav. XI. tìg. 2). g , h) Gh rj', Dadi Tanezzuft, 10-III-1934. i) Gh Bir Gteifa, Montagna Nera, l-IY-1934. Specie sedentaria e non rara nelle località adatte, zona co¬ stiera esclusa, della Libia. E nota col nome di Baccello del Marabutto, nome che viene esteso anche ad altre Monachelle. Il bianco sul capo degli individui sopra elencati varia assai tanto da mancare completamente nell'individuo preso a Elbarkat. Era specie comune a Sérdeles, alle Acacie Thala, a Gat ed oasi viciniori ed in altre località toccate. Nome arabo : Hattefa. Nome dei Tuareg : Ta-mulet. LV ( 1 ) Annali del Museo Civico di Storia 29 marzo 1932, p. 282. Naturale di Genova, voi. UCCELLI RIPORTATI DAL PROF. G. SCORTECCI DAL FEZZÀN 369 39. Monachella alofila, Oenanthe lugens halophila , Tristi*.. a) ?, Gkeriat, 12-11-1934. È specie nota per la Cirenaica, e per la Tripolitania ov’ è nidificante. 7 40. Monachella isabellina, Oenanthe isabellina (Temm.). a) fi1, Umm el Abid, 19-11-1934 «occhi bruni». b, c) 9, O, Sebha, 20-11-1934 «occhi marroni scuri». d) ?, Serdeles, 24-11-1934. e) O, Gat, 6-III-1934. Specie già citata per la Tripolitania (Cavazza) e per la Cirenaica (Moltoni). L’esemplare e pur essendo segnato come Q potrebbe essere un 9 5 Gat, 26-11-1934. r) 9? Gat, 27-11-1934* 5, t) cf, 9, Elbarkat, 2-III-1934. u, vi db db Gat, 3-III-1934. a) db Elbarkat, 10-III-1934. a' , 1j , c'. df) db db db 9 ? Uadi Tanezzuft, 10-III-1934. Gli individui maschi presentano il becco nero mentre le femmine lo hanno molto più chiaro. La Passera del Sahara è specie stanziale nell’ Oasi delle zone desertiche dell’ Algeria, Tunisia e Tripolitania. A Brach ed a Uenzerich è stata riscontrata specie comune. Eu riscontrata pure in tutte le Oasi fezzanesi toccate dalla Mis¬ sione Scortecci ed inoltre fu osservata in alcuni degli Uidian che avevano vegetazione arborea e specialmente sui tamarix. Nella stagione adatta fu vista mentre costruiva i nidi sulle palme. A Sérdeles era poco frequente : a Gat ed oasi viciniori meno comune che a Brach; nelle oasi di Traghen, Umm el Araneb ed el Bder è specie comune, fu vista anche in quel di Socna. Famiglia Fringillidae 53. Trombettiere del Sahara, Bueanetes gìthagineus zedlìlzi (Neuin.). a) db Sérdeles, 20-III-1934, « occhi bruni », individuo di gabbia. b ) 9 1 Sérdeles, 20-1 11-1934 « id. id. » id. id. Il Prof. Scortecci vide alcuni branchetti di questa specie a Sérdeles sopra il famoso -esemplare di Acacia albichi , sacro ai Tuareg. Il Trombettiere del Sahara è sedentario in Tripolitania; gli individui che vivono in Cirenaica sono considerati, secondo alcuni, come appartenenti a questa sottospecie, però, secondo il mio pa¬ rere, quelli della zona di Giarabub appartengono alla forma tipica, 374 ED, MOLTONI Bucanetes githagineus githagineus (Licht.) o per lo meno si avvicinano più a questa che alla zedlitzi , così pure quelli di Ain casu (Auenat) (1). Famiglie Emberizidae 54. Strillozzo, Emberiza calandra calandra , Linn.. a) Rumia (Garian), 9-II-1934. È specie nota per la Libia ove oltre che di passo parebbe anche nidificante, per lo meno in Cirenaica, (Hartert, Nov. Zool. 1923). Al Cavazza non consta che nidifichi in Tripolitania. 55. Ortolano, Emberiza liortulana , Linn.. a) (fifi Sèrdeles, l-IV-1934 (Serg. Magg. Vascon). E specie di passo nella Libia. 56. Zigolo del Sahara, Fringillaria sbriciata sahari (Lev. jun.). a, b) cT? cA Eat, 26-11-1934 « occhi marroni scurissimi ». c, d) (f, $, Gat. 3-1 11-1934. e, f) (j'i 9 ? Feuat, 4-III-1934. g, h) 2» Giardini di Mustafà (Gat), presso il nido, 11-III-1934 (Vedi fig. 2 p. 347). i, l) cT, 2. Gat, 13-111-1934. Lo Zigolo del Sahara è specie comune a Gat ed oasi vici¬ niori, fino ad oggi non è citata per la Cirenaica. Il Cavazza con¬ sidera questo zigolo come poco numeroso e stazionario nelle Oasi e nei villaggi della Gefara e sul Gebel. Il Prof. Scortecci nei Giardini di Mustafà (Gat) potè impa¬ dronirsi il 12 marzo, di un nido con due uova, e degli individui costituenti la coppia (g, li). Le uova erano bianco grigiastre con macchiette marroni e molto probabilmente non costituivano la covata completa. Il nido che fu riportato è fatto, come si può vedere dalla foto¬ grafia (fig. 3, p. 352), con setole di animali domestici (alcunf sono (r) Moltoni, Elenco degli uccelli riportati dalla « Missione Desio nel Deserto Libico », Rendiconti, R. Acc. Naz. dei Lincei, 1932, p. 402. UCCELLI RIPORTATI DAL PROF. G. SCORTECCI DAL FEZZAN 375 intrecciati) riunitila fili erbosi, e qualche piuma di gallina, stracci, fili tolti a tessuti e vari residui di organismi. Il nido era costruito in una cavità profonda circa 30 cm., esistente in un portale, situata ad un metro dal suolo (fi g. 2). Si trattava di un portale d’ ingresso al cortile di una casa indigena abitata. Gli uccelletti non si davano briga delle persone che continua- mente passavano, confermando con questo quanto già si conosce sulle abitudini dello Zigolo del Sahara, che è specie confidentis¬ sima deponente il nido nei muri delle case abitate. ❖ £ Se diamo ora uno sguardo alle forme di uccelli riportate dal prof. Scortecci (56) o citate in questo lavoro occasionalmente (3 e cioè Ijcobrychus minutus minutus , Egretta garzetta garzetta e Chìamidotis undulata) ci risulta che 34 sono quelli che si possono considerare stanziali, anche se durante l' inverno alcune appaiono più numerose, 10 esclusivamente di passo, 7 di passo ed anche svernanti almeno per qualche unità (Egretta g. gar¬ zetta., Nycticorax n. nycticorax, Asio fi. flammeus , Turdus gli. philomelos , Oenanthe isabellina , Phylloscopus Ir. trocliilus , Phylloscopus c. collybita ) ed 8 di passo e nidificanti almeno per qualche unità ( Ciconia c. ciconia (?) f1), Ixobrychus m. minu- tas ?, Upupa e. epops, Calandrella br. brachydactila , Motacilla a. alba , Hirundo r. rustica , Lanius s. senator (?) ed Emberiza c. calonidra (?)), di esse alcune poi sono anche forme invernali e potrebbero quindi rientrare tra le stanziali. Le 10 considerate da me esclusivamente di passo sono: Falco n. naumanni , Circus macrourus , Cuculus c. canorus, Budytes fi. flavus , Budytes fi. thumbergi, Budytes flavus cine- reocapillus, Budytes fi. feldegg , Anthus c. campestris , Oenanthe oe. oenanthe ed Emberiza hortulana ; esse risultano pure di passo anche per le altre zone dell’ Africa settentrionale. Le specie stanziali comuni anche ad altre regioni della Libia (Tripolitania, Cirenaica e Sahara libico) (2) sono 20 e precisamente: Falco peregrinus pelegrinoides , Falco biarmicus erlcingeri , (0 Occorrono ulteriori osservazioni per accertare che non si tratti di casi sporadici. (2) S' intende nelle zone adatte. 376 KD. MOLTONI Falco l. tinnunculus , Buleo ferox cirlensis , Chlamidotis u. un- dulata , Cursorius c. cursor, Burhinus oedicnemus saltar ae, Pte- rocles senegallus , Eremialector coronatus vastitus , Carine no- clua saltar ae , Alaemon a. alaudipes , Ammómanes cinctura are- nicolor, Oenanthe deserti homocliroa , Oenantlie l. leucopyga f1) Oenanlhe lugens halophila , Sylvia m. rnelanocepliala , Lanius excubitor elegans , Corvus corax ruficollis (2), l'asser h. hispa- niolensis , Bucanetes gitliagineus zecllilzi. Tutte queste forme si rinvengono come stanziali in tutto od in parte dell’Egitto tranne, Falco biarmicus erlangeri , Falco t. tinnunculus , Oenanlhe lugens halophila , Sylvia m. melanoce- phala e Passer h. liispaniolensis , però in questo territorio vi si trovano forme affini a quelle escluse ad eccezione di Passer h. hispaniolensis (3). In Algeria e Tunisia invece si trovano presenti tutte le 20 forme sopra citate tranne Eremialector coronatus vastitus , che ad onor del vero però fu rinvenuto nell’ Ahaggar Plateau (Sahara algerino). Le seguenti poi sono stanziali anche nelle vicine regioni dell' Algeria e della Tunisia ma mancano in Cirenaica ('retroterra compreso) ed in Egitto: Galerida cristata arenicola. Galerida tlieklae carolina e , Argia f. fulvus , Oenanthe hispanica hispa- nica (?), Sylvia d. deserticola , Sylvia nana deserti , l'asser simplex saltar ae e Frin gillaria s triolata sahari. Inoltre alcune forme localizzate solo nei territori del Sahara centrale sono state rinvenute nella zona Gat-Sérdeles ; esse sono Columba lima targia , Streptopelia tur tur hoggara, Ammoma- nes deserti mya e Ptyonoprog ne obsoleta spatzi. Unica forma isolata ed endemica in una parte della zona (Montagna nera) è l’ Ammonanes deserti whitakeri. La Monticolo solitaria scortecci si estenderà certamente nelle zone adatte del Sahara centrale. Da quanto sopra risulta, ciò che del resto mi pare logico data P oroidrografia e la posizione geografica della zona, che il terri- P) L’ Oenanthe leucopyga aegra di Hartert non mi pare distingui¬ bile e quindi separabile dalla forma tipica. (2) Non si trova nelle zone costiere. (3) Questo passero, la Sylvia m. melanocepliala Y Oenanthe lugens halophila ed il Falco t. tinnunculus sono considerate di passo od in¬ vernali piu o meno rari in Egitto. UCCELLI RIPORTATI DAT, PROF. G. SCORTECCI DAL F1CZZAN torio italiano del Sahara tripolino (Fezzàn e Zona Gat-Sérdeles) è ornitologicamente più affine al Sahara algerino che a quello cire¬ naico (retroterra Cirenaico e zona Tazerbo-Cufra), tenendo però presente che l’ ornitofauna non è molto dissimile da quella di quest’ ultimo. A conferma di quanto sopra è utile dare un’ occhiata alle pagine che seguono ove ho messo a confronto gli uccelli fino ad oggi notificati per il gruppo di Oasi dell’Arcipelago di Cufra (Tazerbo e Cufra). Sahara orientale, con quelli citati per le Oasi della Tripolitania Sud occidentale (Gat e Sérdeles), Sahara italiano occidentale, oasi che si trovano separate dalla zona costiera da ampi tratti di deserto e sono all’ incirca alla medesima latitudine (attorno al 25° 1ST.). Da esso risulta che le forme di passo o prevalentemente tali, segnate in grassetto, sono pressoché comuni per i due gruppi di oasi presi in considerazione, tanto più che se per Cufra-Tazerbo alcune specie non sono citate, lo sono invece per Gialo (ed oasi vicine), o per Giarabub, o per tutte e due, come Falco naumannì naumanni, Motacilla alba alba , Calan¬ drella brachydactiia brachydactila, Budytes flavus feldegg , Oenanthe oenanthe oenanthe e Oenanthe isabellina note per Giarabub e Gialo, Circus macrourus , Asio flammeus flammeus ed Emberiza hortulana per Gialo soltanto e Phglloscopus calig¬ hila collybita per Giarabub. Le forme stanziali ad estesa diffusione sono le medesime poiché anche se alcune citate per Gat-Sérdeles non sono note ancora per Tazerbo-Cufra ciò si deve riferire alle scarse raccolte riportate, si pensi che per Cufra e Tazerbo si conoscono appena fino ad oggi 32 specie di uccelli (comprese alcune catturate recen¬ temente — ù III-IX-1934 — dal Prof. E. Zavattari e che ver¬ ranno elencate in un mio prossimo lavoro), per Sérdeles-Gat 46 ; ad esempio il Falco tinnunculus tinnunculus non citato per h arcipelago di Cufra lo è per Gialo, così pure il Cursorius cursor carso r ed il Lanius excubitor elegans, mentre la Sylvia mela- nocephala melanocephala ed il Corvus corax rufìcollis furono da me citati per Giarabub già dal 1927, 1’ Oenanthe leucopy g a leucopyga invece lo è, sia per Giarabub che per Gialo. Le differenze palesi fra le due zone prese in considerazione sono dovute alle forme stanziali a non estesa distribuzione geo- grafica come Ammomanes deserti mya, Ptyonoprogne obsoleta spatzi , Columba Uria fargia , Streptopelia tur tur hoggara ecc., ovvero alle forme orientali od occidentali di una medesima specie 378 ED. MOLTO NI come Bucanetes githagineus githagineus e Bucanetes githagi¬ neus zedlitzi , Oenanthe hispanica melanoleuca ed Oenantlie hispanica hispanica. 0 meglio ancora per forme occidentali di specie che non si estendono al di là della Sirtica, come ad esempio : Galerido i cristata arenicola , Sylvia deserticola. Sylvia nana deserti , Passe r simplex saharae e Fringillaria striolata sali ari. Oasi dell’Arcipelago di Cufra (Tazerbo-Cufra) Egretta garzetta garzetta . . . Ardeola ralloides ralloides Nycticorax nycticorax nycticorax Ixobrychus minutus minutus Ciconia ciconia ciconia Falco peregrinus pelegrinoides » biarmicus erlangeri . » » tanypterus » concolor . » tinnunculus tinnunculus » naumanni nau marini . Bateo ferox cirtensis .... Circus macrourus . Himantopus himantopus . Erolia minuta . Philomacus pugnax .... *Actitis hypoleucos (*) . . . . Cursorius cursor cursor Biirliinus oedicnemus saharae Sterna albifrons albifrons Pterocles senegallus .... Eremialeclor coronatus vastitus Columba livia targia .... Streptopelia tur tur is abellina . » » ho g gara . + | _ 1 ì + + Oasi della Tripolitania Sud-Occidentale (Sérdeles-Gat ed oasi viciniori) + I +- _U + + 4- + C1) Le notizie della presenza nell’Arcipelago di Cufra di questa specie ed altre poche distinte con asterisco *, sono ricavate da un mio lavoro in corso dal titolo: Missione del Prof. Edoardo Z avattari nel Sahara Libico 1934, che apparirà su questo medesimo periodico. UCCELLI RIPORTATI DAL PROF. G. SCORTECCI DAL FEZZÀN 379 Oasi dell’ Arcipelago Oasi della Tripolitania di Cufra Sud-Occidentale (Tazerbo-Cufra) (Sérdeles-.Gat ed oasi viciniori) *Cuculus canorus canorus . + + Upupa epops epops . + + Asio flammeus flammeus . + *lynx torquilla torquilla . + Alaemon alaudipes alaudipes . 1 T + Ammontane s cinctura arenìcolor i » deserti mya . A~ Galerida crislata arenicola . + Calandrella brachydactila brachydactila . . + Motacilla alba alba ......... 4- Budytes flavus cinereocapilla . + » » feldegg ...... + Muscicapa striata slriata . + Monticola solitaria scorteceli . i T Oenanthe oenanthe oenanthe . -L. i » deserti homochroa . . * . . 4- » hispanica hispanica . + » « melanoleuca .... 4- » leocopyga leucopyga .... + » isabellina ......... + *Saxicola rubetra rubetra . + Phoenicurus phoenicurus phoenicurus . + Sylvia communis communis . T- » borin ........... 4- 1 » melanocephala melanocephata . . + » cantillans albistriata . + » deserticola deserticola . » nana deserti . + Hippolais icterina . + Phylloscopus trochilus trochilus .... + » collybita collybita .... + Hirundo rustica rustica . 4- Ptyonoprogne obsoleta spatzi . Lanius excubitor elegans . + ’;;Lanius minor . + » collurio .......... + * » senator senator . + + 380 ED. MOLTONI Oasi dell’Arcipelago Oasi della Tripolitania di Cufra Sud-Occidentale (Tazerbo-Cufra) (Sérdeles-Gat ed oasi viciniori)- Oriolus oriolus oriolus . • ■ + Corvus corax rufìcollis . + Passer simplex saharae ..... Bucanetes githagineus githagineus . • • 4- + » » zedlitzi . . 4- Emberiza hortulana . 1 Fring illaria striolata sahari . 32 46 Milano, Museo Civico di Storia Naturale, novembre 1934 - XIII. Elenco dei lavori sull’ Ornitologia Libica 18(34. Duveyrier. — Les Touareg du Nord, Paris 1864, pp. 225-226. 1867. Chambers. — A Month in Tripoli , In Ibis, 1867, pp. 97-104. 1882. Haimann. — Cirenaica. In Boll. Soc. Geogr. Ital ., serie II, voi. VII, anno XVI, 1882. 1902. Whitaker. — On a small Collection of Birds from Tri¬ poli. In Ibis , 1902, pp. 643-656. 1903. Id. — Rare species of Birds from Tripoli. In Bull. Brit. Ormili- Club, London, voi. XIII, 1902-03, pp. 15-17. 1911. Hartert. — Ammomanes deserti whitakeri. In Bull. Brit. Orn. Club., London XXVIII, 1911, p. 46. 1912. Arrigoni Degli Oddi. — Una Sala a Tripoli. In Riv. It. di Ornit. p. 169, 1911-12. 1913. Ghigi. — Materiali per lo studio della fauna libica. In Meni. R. Acc. delle Scienze Bologna , Serie VI, tomo X, 1912-13, pp. 253-296. 1915. Salvadori. — Un’ Aquila dell’Africa settentrionale. In Boll, dei Musei Zoologia ed Anat. Comp. R. Università di Torino , voi. XXX, n. 700, 1915. 1916. Salvadori e Pesta. — Alcuni uccelli della Cirenaica , colla descrizione di una nuova specie del genere Cac- cabis. In Boll, dei Musei Zoologia '> ed Anat. Comp. R. Università di Torino , voi. XXXI, n. 714, 1916. UCCELLI RIPORTATI DAL PROF. G. SCORTECCI DAL FEZZÀN 38 1 1920. Ghigi. — Verterbrati di Cirenaica raccolti dal prof. Ales¬ sandro Ghigi nella escursione organizzata dal Tourinq Club Italiano 15-24 aprile 1920. In Mem. R. Acc. delle Scienze Bologna, serie VII, tomo VII, 1919-20, pp. 197-212. 1921. Id. — La Perdrix de la Cirènaique. In Reme di Hist. nat. appi ., L' Oiseau, n. 2, 1921. 1921. Salvadori e Festa. — Missione Zoologica del Doti. E. Festa in Cirenaica. Uccelli (I). In Boll, dei Musei Zoo¬ logia ed Anat. Comp. R. Università di Torino , Voi. XXXVI, n. 738, 1921. 1922. Zavattari. — Vertebrati di Cirenaica raccolti dal Gene¬ rale Medico Prof. Francesco Testi. In Atti Soc. Xat. e Mat. di Modena , serie V, voi. VII, 1922. 1922. Hartert. — Neio races from Cyrenaica. In Bull. Brit. Orn. Cl ., London, XLII, 1922, p. 140. 1922. Id. — Description of a neio Galerita. In Bull. Brit. Orn. Cl ., London , XLIII, 1921. p. 12. 1923. Id. — On thè Birds of Cyrenaica. In Nov. Zool., Voi. XXX, pp. 1-32, 1923. 1923. Ghigi. — Sulla Pernice di Cirenaica , Alectoris barbata (. Reiclienow ). In Riv. Ital. Orn., Anno VI, n. 1, 1923, Messina. 1925. Festa. Missione Zoologica del Dr. E. Festa in Cire¬ naica^ Uccelli (II). In Boll, dei Musei Zoologia ed Anat. Comp. R. Università di Torino , voi. XXXIX, n. s. n. 24. 1925. Id. — Missione Zoologica del Dr. E. Festa in Cirenaica , Parte narrativa. In Boll, dei Musei Zoologia ed Anat. Comp. R. Università di Tornio , voi. 39, n. s. n. 24. 1928. Moltoni. — Risultati zoologici della Missione inviata dalla R. Società Geografica Italiana, per V esplorazione dell'Oasi di Giarabub. [1926-1927] (Uccelli). In Annodi del Museo Civico di Storia Maturale di Genova , Voi. LII, pp. 387-401, 19 gennaio 1928. 1931. Id. — Uccelli raccolti dalla « Missione Desio » in Sirtica nel 1930. In Riv. Ital. di Orniti Anno I. Serie II, pp. 129-134, 1931. 1931. Gestro e Vinciguerra. — Uccelli in Risultati scienti f ci della Missione all Oasi di Giarabidj , Roma, fase. 4, p. 538, 1931. 382 ED. MOLTO NI - UCCELLI RIPORTATI DAL PROF. G. SCORTECCI ECC. 1932. Moltoni. — Elenco degli uccelli riportati dalla « Mis¬ sione Desio n el Deserto Libico ». In Rendiconti della R. Accademia Nazionale dei Lincei , Voi XV, serie 6a, 1 sem. fase. 5, p. 398-403, 1932. 1932. Gavazza. — Osservazioni sugli uccelli della T r ipolitania . 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Molfoni - Uccelli ri porla li ecc. Fig. 1. - Falcone braio 1934. di Erlanger. Sérdeles feb- nin Grillalo preso nei Giardini di Tu- (Gat), 15-1 TI-1934. Fot. G. Scortecci •-gl Ed. Molloni - Uccelli riporl-Q M ecc Affi Soc. irai. Se. Nat., Voi. LXXIII. Tav. XI Fig. 1. - Soclaia dei pressi di Bir Ghelania ove fu rinvenuta la Lodola della Montagna nera. Fig. 2. - Monachella a testa bianca sugli sterpi nell'Uadi Tanezzuft in marzo 1934. Fig. 3. - Il caratteristico ambiente ove fu rin¬ venuta la Sterpazzola del deserto (Uadi Tanezzuft. marzo 1934). Fig. 4. - Trappola per uccelletti ado¬ perata nel Fezzan (Murzuch . Fot. G. Scortecci Ed. Molfoni Atti Soc. Ital. Se. Nat. Voi. IXXIII, Tav. XII - Uccelli riportali ecc. G. Scortecci pinx. In primo piano : In secondo piano : Monticola, solitaria Monticola solita?'ia scorteccii subsp. nova solitaria (Linn.) Leopoldo Ceresa TRE NUOVE SPECIE DI QUICHUANA KNAB. ( Diptera Syrphidae ) Nella raccolta del compianto Dott. Mario Bezzi che, per in¬ teressamento del Dott. Bruno Parisi è venuta ad arricchire le collezioni entomologiche del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, si nota una ricca serie di ditte-ri del Brasile, catturati ed inviati in passato dal Conte A. A. Barbiellini, appassionato entomologo che da tempo risiede a San Paulo. Se diverse specie, risultate nuove, furono descritte dal Bezzi su varii periodici scientifici, molto materiale, per la morte dei- fi illustre entomologo, attende ancora di essere esaminato da spe¬ cialisti. La squisita cortesia del Direttore Doti. Parisi — che si compiacque affidarmi il riordino della collezione — mi ha reso possibile fi esame dei Sirfidi, al cui studio mi sono dedicato da qualche tempo. Descrivo ora tre specie nuove : Quichuana Barbiel I i ni i n. sp. O (fi — Occhi limpidi. Vertice con peli neri. Placca ocellare nera lucida, quasi toccante gli occhi, essa pure con peli neri. Trian¬ golo frontale bruno quasi nero, leggermente granulato, con corti peli neri e fine pubescenza giallo zolfo lungo le orbite ; nel mezzo si nota una leggera incisione lineare verticale. Tubercolo antennale pro¬ fi) Ho ritenuto più opportuno descrivere diffusamente la femmina specificando poi le differenze del maschio, poiché per cinque specie (sylvicolci Knab. Picadoi Knab, Knabi Shannon, Rieseli Shannon, niger [ Platynochaetus ] Giglio Tosi non si conosce ancora il maschio. 384 L. CERESA minente, nero Incido. Antenne inserite quasi alla metà del capo, lunghe circa quanto la faccia, di color bruno molto scuro ; primo articolo nella parte distale, secondo per intero, con peli neri corti setolosi, terzo glabro, a lati paralleli con una caratteristica inca¬ vatura superiormente, largo la metà della sua lunghezza. Primo Fig. 1. — Quichuanci Barbiellinii, nov. sp., 9 1 (X ^ circa). breve, secondo circa tre volte il primo, terzo circa quanto il primo e secondo presi assieme. Arista nuda, testacea, piuttosto tozza e più corta dell' antenna. Faccia nera con pruina bianco-lattea ad eccezione di una striscia mediana e due laterali che dall’ angolo inferiore dell’ occhio vanno al bordo della bocca, lisce. Orbite e guance con peli gialli come quelli della fronte. Occipite con peli neri setolosi nella parte superiore, indi cibato da peli giallognoli TRE NUOVE SPECIE DI QUICHUANA KNAB. 385 che diventano bianco-argentei verso la parte inferiore. Una fa¬ scia di pruina argentea intorno agli occhi. Apertura boccale larga. Proboscide bruno scura. Torace bruno scurissimo, opaco. Mesotorace con fine e sparsa granulosità nera (ogni granulo porta un corto pelo nero), con quattro fasce nella parte anteriore e quattro macchie nella parte posteriore di folti brevi peli color giallo zolfo, disposte come nella figura 1. Le zone adiacenti ai peli gialli ricoperte più fìt- Fig. 2. — Quicliuana Barbiellinii, nov. sp., 9? (X U circa) a - Capo visto di fronte. L - Capo visto di pro¬ filo. c - Ala. tamente di corti peli neri. Meso e pteropleure densamente rico¬ perte di peli gialli come sopra. Calli omerali e postalari bruno oscuri. Stigma anteriore con pubescenza nocciola chiaro. Scutello opaco, bruniccio, con base più oscurata e fine granulosità come il torace, munito di radi e corti peli neri. Bilanceri con clava bian- chiccio-ferruginosa e gambo leggermente più oscurato alla base. Calittre grigio chiare con orlo bruno scuro e frangia più chiara. Parte inferiore con leggera pruina argentea. 386 L. CERESA Addome piatto, sub- triangolare, leggermente più largo (se¬ condo segmento) del torace. Primo tergite nero opaco con fascia mediana di peli corti e fìtti giallo zolfo, interrotta nel mezzo e unita coi peli, di egual colore ma più lunghi, posti ai lati del primo e secondo segmento. Secondo tergite pure nero con due fascie arcuate di peli come sopra; il triangolo centrale più inten¬ samente coperto di peli neri, quasi vellutato. I rimanenti tergiti, di color nero bruno, con minor pubescenza. Bordo posteriore del secondo e terzo tergite privo di peli, lucido, color nocciola chiaro. Tutti i segmenti portano una fascia di peli gialli sui margini laterali. Ventre ferrugineo. Primo e secondo paio di zampe color nocciola con anche, tibie nella parte distale, e tarsi più oscuri. Alla base dei femori, internamente, una macchia nera. La pubescenza è nera, bianca sulle tibie e sulla faccia interna ed esterna dei femori. Femori posteriori bruno oscuri, molto ingrossati, provvisti, inferiormente, nella metà apicale di aculei neri irregolari, con una incisione in zona depressa. Tibie del terzo paio di zampe arcuate, color nocciola scuro. I primi quattro articoli dei tarsi di lunghezza decrescente, il quinto lungo circa quanto il terzo. Pubescenza nera, sulle tibie e sulla parte dorsale esterna dei femori, bianca. Pulvilli gialli. Unghie gialle e nella parte apicale nere. Ali non ialine, leggermente infoscate ed iridescenti. La parte anteriore, dalla base sino alla cellula submarginale, eccettuata la seconda cellula* costale, più oscura. In larghezza la colorazione si estende alla cellula subcostale, marginale e submarginale non comprendendo di questa la parte sinuosa e una piccola zona al¬ l’apice, invadendo un poco il margine superiore della prima cel¬ lula basale. Presenza di vena trasversa stigmatica. Nervature di color bruno. Lunghezza del corpo (escluse le antenne) min. 7.5-9; dell’ala mm. 9,5-12,2. $ — Il ma schio differisce per i seguenti caratteri : occhi ravvicinati per circa sette faccette ; terzo articolo delle antenne con incavatura più forte e quindi meno arrotondato all’ apice ; zampe più oscure, femori del primo e secondo paio bruno oscuri ; quarto tergite di color più chiaro verso il margine posteriore ; le parti oscure delle ali più pallide; ipopige brunastro. Lunghezza del corpo mm. 8,5-10; dell’ala mm. 6,5-7. TRE NUOVE SPECIE DI QU1CHUANA KNAB. 387 iST. 2 e 7 9 — S. Sebastiaò, S. Paulo (Brasile), XI-1906, IV-1917, 1924, raccolti dal Conte A. A. Barbiellini, in cui onore questa specie è nominata. Tipi nella « Collezione Bezzi » presso il Museo Civico di Storia Naturale di Milano ; paratipo nella mia collezione. Quichuana Bezzii n. sp. O — Occhi pelosi, la pubescenza fine, bianco-argentea. Trian¬ golo ocellare toccante gli occhi, con peli neri. Pronte nera, lucida, con radi punti incisi e peli giallo dorati, questi ultimi più densi lungo le orbite. Tubercolo antennale prominente, nero lucido, in¬ feriormente brunastro. Antenne inserite nella metà superiore del capo, lunghe più della metà della faccia, piegate un po" a gomito. Primo articolo nella parte distale, secondo per intero, con peli neri setolosi, ambedue bruno oscuri ; terzo più chiaro, ferrugineo, glabro, subovale. Primo breve, secondo circa il doppio del primo, terzo circa il doppio del secondo. Arista nuda, ferruginea, leg¬ germente più lunga dell' antenna. Faccia nera, con pruina bruno¬ grigiastra e sparsi peli giallognoli, ad eccezione della callosità fac¬ ciale e di dcie strisce lucide, che dal margine inferiore degli occhi vanno all’ orlo della bocca. Occijfite ciliato da peli di un giallo dorato che diventano bianchi nella parte inferiore ; ad essi frammisto qualche pelo nero. Apertura boccale larga. Probo¬ scide bruna. Mesotorace nero, con lievissimo riflesso metallico, semiopaco e inciso — come pure lo scutello — con una certa regolarità; munito di peli corti giallognoli, con traccia di due strisce pruinose che svaniscono posteriormente. La zona adiacente ai calli omerali, compresa la loro base, coperta di pruina bianco-grigiastra. Calli omerali e postalari bruno oscuri. Mesopleure e pteropleure con peli giallognoli. Parte ventrale con leggera pruina biancastra. Scutello lucido, bruniccio, con parte apicale più chiara e corti peli neri; margine con frangia di peli più lunghi giallo chiaro dorato. Bilancieri bianchicci. Calittre dello stesso colore, con orlo leggermente più oscurato, frangia bianchiccia. Addome della larghezza del torace, allungato, nero lucido, con punteggiatura sparsa e leggeri riflessi bluastri, coperto da una peluria corta e rada di color bianco giallognolo. Al margine anteriore del secondo e terzo tergite ed ai lati del primo e del 388 L. CERESA secondo i peli sono più lunghi, giallognoli. Primo tergite opaco, vellutato, leggermente ristretto sotto la base. Ventre nerastro. Zampe bruno molto scure con peli piuttosto lunghi bianco argentei; parte apicale dei femori e tibie del primo e secondo paio più chiare, ferrugginee. Tibie del terzo paio arcuate solo nell’ultimo terzo. Femori posteriori discretamente ingrossati, for¬ niti nell’ ultimo terzo del margine inferiore di aculei irregolari o o Fig. 3. — Quichuanci Bezzii, nov. sp., 9? (X il circa) a - Capo visto di fronte, h - Capo visto di profilo, c - Ala. neri, con una incisione in zona depressa. Primi quattro articoli dei tarsi di lunghezza decrescente, quinto quasi uguale al terzo, muniti di pubescenza nera, inferiormente fulva. Pulvilli gialli. Unghie gialle, nella metà apicale nere. Ali non ialine, leggermente infoscate ed iridescenti. Parte anteriore con colorazione bruna, oscura, estendentesi dalla base dell’ ala (ad eccezione della prima e di quasi tutta la seconda cellula costale, che sono chiare) sino alla estremità della cellula TRE NUOVE SPECIE I)I QUICHUAXA KNAB. 389 submarginale. In larghezza tale colorazione si estende dal maro-ine anteriore a tutta la prima celiala basale ed alla parte basale della cellula subapicale, quindi a tutta la cellula submarginale non comprendendo la parte sinuosa. Cellule subcostale e marginale più chiare all' apice. Presenza di vena trasversa stigmatica. Xer- vature di color bruno. Lunghezza del corpo mm. 10.5-12; dell' ala mm. 8-9.5. — Il maschio differisce per i seguenti caratteri : occhi ravvicinati solo per circa quattro faccette; terzo articolo delle antenne più quadrato ; pelosità del corpo più lunga, la parte oscurata delle ali più pallida ; ipopige nero. Lunghezza del corpo mm. 9.8-11: dell’ala mm. 7. 5-8. 5. X. 3 rj' e 6 o — S. Sebastiaò (Brasile'), XI-1906, IV-1917, raccolti dal Conte A. A. Barbiellini. Dedico questa specie alla memoria del grande ditterologo Mario Bezzi. Tipi in « Collezione Bezzi » presso il Museo Civico di Storia Xaturale di Milano ; paratipo nella mia collezione. Quichuana Parisii n. sp. O — Capo interamente di color nero lucido. Occhi pelosi, la pubescenza bianco-argentea più lunga e più fitta che nella precedente specie. Callosità ocellare con peli neri. Ocelli equidi¬ stanti fra di loro, la distanza fra i due basali eguale a quella di ciascuno di essi dall5 occhio. Pronte piuttosto larga leggermente più ristretta in alto, con pelosità bianco-argentea. Tubercolo an- tennale poco prominente. Antenne inserite nella metà superiore del capo, lunghe meno della metà della faccia. Primo articolo breve, bruno scuro quasi nero, secondo di poco più lungo, ferru¬ gineo chiaro ; ambedue con rari peli setolosi neri al margine di¬ stale. terzo il doppio del secondo, ferrugineo oscuro con base chiara, glabro, ovale. Arista nuda, ferruginea, più lunga dell’ an¬ tenna. Pelosità della faccia bianco-argentea, di discreta lunghezza. Callosità mediana e due striscie che dalfi angolo inferiore degli occhi vanno al bordo della bocca, prive di peli-- Occipite larga¬ mente ciliato di peli bianchi, fra questi sparso qualche pelo nero. Xella regione inferiore si nota una piccola macchia ferruginea. Apertura boccale larga. Proboscide nera. 390 L. CERESA Mesotorace nero con lievi riflessi azzurrognoli, munito di peli bianco-giallognoli, con larga e fine punteggiatura. Pleure bruno scure. Un ciuffo di peli bianchi sulle mesopleure. Peli neri sulle pteropleure. Calli omerali e postalari bruno-scuri. Scutello lucido, bruno scuro, con peli giallognoli piuttosto lunghi. Bilanceri bian¬ chicci. Calittre di egual colore, con frangia giallo-dorata. Addome (secondo e terzo segmento) più largo del torace, subovale, nero lucido con leggeri riflessi verdastri e la stessa Fig. 4. — Quichuana Parisii nov. sp., 9? (X U circa) a - Capo visto di fronte, b - Capo visto di profilo, c - Ala. punteggiatura del torace ; la pubescenza formata da peli sericei bianco-giallognoli più lunghi ai lati del primo e secondo tergite. Al margine posteriore dei tergiti i peli sono più robusti e più gialli, nella parte centrale frammisti a corti peli neri. Primo tergite nella parte posteriore con leggera pruina grigiastra. Ventre nerastro, peloso. Zampe bruno scure, con peli bianco-giallognoli. Parte apicale delle tibie e tarsi inferiormente, con pubescenza fulva. Terzo paio di zampe con tibie arcuate e femori poco ingrossati, muniti di piccoli aculei neri solo nell’ ultimo terzo del margine inferiore e TRE NUOVE SPECIE DI QUICHUAN A KNAB. 391 con una leggera incisione in zona depressa. Primo articolo dei tarsi lungo il doppio del secondo, terzo circa eguale al quarto, quinto più lungo. Pai villi gialli. Unghie gialle nella metà ba¬ sale, nere nella metà apicale. Ali non ialine, leggermente infoscate ed iridescenti. Parte anteriore — comprese le nervature — gialla nella metà basale, sino un po’ al di là della vena trasversa stigmatica e circa sino all’ altezza della vena trasversa inferiore, indi bruno oscura — come pure le nervature — sino all7 estremità della cellula sub¬ marginale, ad eccezione della parte sinuosa. Base della prima cellula posteriore pure oscurata. Lunghezza del corpo mm. 9-10; dell7 ala mm. 5. 8-6. 5. X. 5 O — S. Paulo, S. Sebastiaò (Brasile), raccolti dal Conte A. A. Barbiellini. Mi è grato dedicare questa specie al Dott. Bruno Parisi, Direttore del Museo di Milano. Tipi in « Collezione Bezzi » presso il Museo Civico di Storia Xaturale di Milano; paratipo nella mia collezione. Milano, Ottobre 1934 (XII). BIBLIOGRAFIA 1. Bezzi Mario. — Monografia del genere Platynochaetus Wied. Memorie della Società Entomologica Italiana. Ge¬ nova. Voi. Ili, 1924, pag. 215-227. 2. Giglio-Tos Ermanno. — Diagnosi di nuove specie di D Uteri. VI. Silfidi del Messico. Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia com¬ parata della R. Università di Torino. YII , 1892, N. 123, pag. 1-7. 3. — Ditteri del Messico. Parte II. Syrphidae, Cono- pidae, Pipunculidcie. Memorie della Reale Accademia delle Scienze di Torino. (2), 1893, XLIII, pag. 321-398, tav. 4. Knab Frederick. — Some neotropical Syrpliidae. Insecutor Inscitiae Menstruus. Washington. Voi. I, 1913, pag. 13-15. 392 L. CERESA - TRE NUOVE SPECIE DI QUiCHUANA KNAB. 5. Shannon Raymond C. — Some American Syrphidae. Proceedings of thè Entomologica! Society of Wa¬ shington. Voi. 27, 1925, N. 5, pag. 107-112. 6. — A review of thè South American two-wincjed fiies of thè family Syrphidae. Proceedings of thè United States . National Mnseum. Washington. Voi. 70, 1927, Art. 9, pag. 1-34, 1 tav. 7. — Una nuevct especie de Syrphidae : Quichuanci Bieseli. Revista de la Sociedad Entomologica Argentina. Buenos Aires. 1927, A. II, N. 3, pag. 5-6. ANGELO ANDRES Desidero ricordare in una pubblica seduta della Società Ita¬ liana di Scienze naturali il compianto professore Angelo Andres perchè vi appartenne per oltre un quarantennio come Socio ef¬ fettivo e fu inoltre per cinque anni Direttore della Sezione di zoologia del nostro Museo civico. L’ Andres nacque a Tirano in Valtellina il 21 marzo 1851. Compiute le scuole medie a Sondrio, passò all’Università di Pavia ospite del Collegio Borromeo ed ivi si laureò in Scienze naturali nel 1873. Dopo aver frequentato per un anno il Laboratorio crit¬ togamico di quell’ Università, ottenne dal Ministero un assegno per il perfezionamento all’ estero. Negli anni ’74-77 frequentò i laboratori del Leukart a Lipsia, dell’ Huxley a Londra e poi del Ranvier a Parigi. Questo lungo soggiorno all’estero gli fu som¬ mamente utile non solo dal lato strettamente zoologico, ma anche dal lato linguistico e colturale in genere. Ritornato in patria ottenne per cinque anni un tavolo di studio alla Stazione zoologica di Napoli, ove per tre anni fu anche assistente del Prof. Dohrn. Nel 1884 venne a Milano come pro¬ fessore presso la R. Scuola superiore d’ Agricoltura e nel 1890 fu nominato Direttore della Sezione di zoologia di questo Museo ci¬ vico. Gli ultimi anni del soggiorno milanese non furono per 1 An¬ dres dei più lieti e ciò in causa anche delle sue condizioni di salute. Nel 1898 cessò dalla carica di Direttore di Sezione nel Museo e l’anno appresso passò all’Università di Parma come Pro¬ fessore ordinario di zoologia e di anatomia comparata, posto che tenne lino al 1926, nel qual anno, per limiti d’ età, dovette riti¬ rarsi in pensione. Per ragioni di famiglia venne poscia a stabi¬ lirsi a Milano, ma la vita febbrile di una grande città non era adatta al suo temperamento ed alla sua età e ricordava sempre con affettuosa nostalgia i lunghi anni tranquilli e sereni passati a Parma. Mori a Milano alla metà dello scorso luglio e la sua salma riposa ora fra i verdi monti della sua nativa Tirano. 394 B. PARISI Il suo lavoro più importante è indubbiamente la Monografia delle Attinie, opera che gli diede grandi soddisfazioni, ma anche forti dispiaceri. Durante il lungo soggiorno alla Stazione zoolo¬ gica di Napoli ebbe campo di studiare accuratamente le Attinie del Golfo, che ritrasse con grande maestria in numerosi acqua¬ relli, molti dei quali furono poi riprodotti nelle ottime tavole che illustrano la sua monografia. Al primo volume di essa, nel quale sono trattati con metodo e con scrupolosità scientifica le parti ri¬ guardanti la bibliografia, le generalità e la specigrafia, ne doveva seguire un secondo, già condotto a buon termine, nel quale avrebbe svolto i capitoli riguardanti 1’ anatomia, 1’ istologia, 1’ embriologia, la fisiologia, la distribuzione e la filogenia delle Attinie. Questo secondo volume non fu mai pubblicato perchè nel frattempo usci¬ rono vari lavori stranieri che a giudizio dell’ Andres rendevano superfluo il suo e gli toglievano la priorità di numerose osserva¬ zioni e scoperte. Questo complesso di circostanze lo avvilì ed angustiò forse anche eccessivamente, tanto ch’egli abbandonò quest’ argomento, a lui già tanto famigliare, nè più lo riprese. L’ Andres si appassionò anche per l’ittiologia. Si mise a stu¬ diare profondamente e con entusiasmo la tinca e dopo aver pub¬ blicato dei lavori sulle miospine e sui caratteri sessuali secondari, decise di profittare dei lunghi studi anatomici fatti e dei nume¬ rosi disegni approntati per pubblicare una vera ed estesa mono¬ grafia sulla tinca. Nel 1899 diede alle stampe il primo fascicolo nel quale è trattata la morfologia esterna e sono fatti i raffronti con le altre specie più importanti di Ciprinidi. Purtroppo l’Au¬ tore, occupato in altre faccende e forse preoccupato per la vastità e difficoltà dell’impresa lasciò anche quest’opera incompleta e non andò oltre al primo fascicolo. L’ Andres si occupò con interessamento della somatometria e trattò di essa in vari lavori, incominciando dal 1897. Pu merito suo non tanto quello di aver fatto risaltare e messo in evidenza l’ importanza delle misurazioni degli organismi e delle loro parti, cosa già riconosciuta specialmente dai morfologi e dai sistematici, quanto quello di aver stabilito i principi e le modalità in base ai quali le misurazioni devono essere fatte per dare un reale ri¬ sultato teorico e pratico. Egli sostenne, e giustamente, che le misure non devono essere concrete, ma astratte : che non si deve prendere il metro come unità di misura, ma la lunghezza totale dell’animale e che si esprimano le singole distanze con frazioni ANGELO ANDRRS 395 di essa. Eg'li introdusse i millesimi somatici o millisomi, elaborò accurate tabelle dei coefficienti somatici, ideò il triangolo trasfor¬ matore e descrisse e fece costruire il somatometro a compasso. L’Andres dedicò anche lunghe e pazienti ricerche allo studio fisico, chimico e biologico del cosidetto « fango » delle acque ter¬ mali di Bormio ' e portò un valido contributo alla conoscenza di quest’ interessante argomento. Bicordo infine alcuni scritti di indole filosofica e parecchie conferenze svolte in forma piana e simpatica e con opportuna scelta dell’argomento. B. Parisi Milano, ottobre 1934 (X IL. ELENCO DELLE PUBBLICAZIONI DEL PROF. ANDRES 1 . - — • La teoria. i cieli’ incapsulamento del guscio delle Dicdomee ed i recenti studi sulla natura del contenuto delle medesime. Nuovo Giornale botanico italiano, 1887, v. 9, pp. 177-197. 2. — On a nero Genus and Species of Zooanthina malacodermata ( Panciera spongiosa n. sp.). — The Quarterly Journal of Microsco¬ pica! Science. 1878, v. 17. 3. — Deber den weiblichen Geschlechtsapparat des Echinorliynclius gigas, Rucl. — Morphol. Jahrbuch. 1878, v. 4, pp. 584-591, Taf. XXXI. 4. — Intorno all' Edioardsia Claparedii (Halcampa Claparedii, Pane.). — Mitteilungen Zool. Station zu Neapel, 1880, v. 2, pp. 123-142, Tab. Vili. 5. — Prodromus neapolitanae actiniarum fciunae, additio generalis actiniarum bibliogrcipliiae catalogo. — Mitteilungen Zool. Station zu Neapel, 1880, v. 2, pp. 305-371. 6. — - Intorno alla scissiparità delle attinie. — - Mitteilungen Zool. Station zu Neapel, 1881, v. 3, pp. 124-148, Tav. VII. 7. — Neurungen in der Schneidetechnik. - — - Mitteilungen Zool. Sta¬ tion zu Neapel, 1883, v. 4, pp. 429-36. (In collaborazione). 8. — Monografia delle Attinie del golfo di Napoli. — Fauna und Flora des Golfes von Neapel, 1884, v. 4, con 13 tav. 9. — La zoologia dalle origini sue a Darwin. Conferenza tenuta l' 11 marzo 1894 nel Museo Civico di Milano. — Milano, 1894, Tip. Operai. 396 B. PARISI 10. — La salamandra gigantesca del Giappone (Megaio b a. trach n s rna- xirnus, Boni.). Cenni descrittivi dell esemplare esistente vivo nel Civico Museo di Milano. — Atti Soc. Ital. Scienze Naturali, 1895, v. 35, pp. 201-218, 1 Tav. 11. — La paura della morte. — Rivista ital. di Filosofia, Roma, 1895. 12. — L’origine della vita. — Rivista ital. di Filosofia, Roma, 1896. 13. — Le miospine della tinca. — Rendiconti R. Istituto Lombardo, 1897, v. 30 (2), pp. 1-16, 2 tav. 14. — Caratteri sessuali secondari della tinca. — Rendiconti R. Isti¬ tuto Lombardo, 1897, v. 30 (2) pp. 1-29, 3 tav. 15. — Interpretazione della morte in alcuni organismi inferiori. — Rendiconti R. Ist. Lombardo, 1898, v. 31 (2), pp. 883-907. 16. — Animali ciechi e ragione della> loro cecità. (Conferenza ). Milano, 1898, Tip. Operai. 1 7. — - La interpretazione meccanica della vita. — Rivista ital. di Fi¬ losofia, Roma, 1898. 18. — Perchè si muore ? — Milano, 1898, Tip. Operai. 1 9. — L’ albero genealogico degli animali. Prolusione al corso di Zoo¬ logia ed Anatomia comparata iniziato nella R. Università di Parma. — Parma, 1899, Tip. Pellegrini. 20. — Anatomia della tinca (Tinca vulgaris, Cuv.) con referenze ad altre Ciprinide. Fascicolo I, con 3 tavole. — Milano, 1899, Tip. Operai. 21. — La misurazione razionale degli organismi col metodo dei mille¬ simi somatici o mill isomi (, Somatometria) . — Rendiconti R. Istituto Lombardo, 1900, v. 33 (2), tav. 4. 22. — Ricerche sull' assorbimento cutaneo. — - Rendiconti R. Istituto Lombardo, 1900, v. 33 (2), pp. 889-904, con 2 tav. (In collabora¬ zione con L. Pesci). 23. — La lotta per V esistenza sostenuta dall' uomo contro gli animali. Discorso inaugurale dell’ anno accademico 1900-1901 nella R. Uni¬ versità di Parma. — Parma, 1901, Tip. Rossi-Ubalcli. 24. — La determinazione della lunghezza base nella misurazione ra¬ zionale degli organismi. — Milano, 1901, Tip. Bernardoni. 25. — Recherches sur V absorption cutanee. - — - Ardi, italiennes de Bio¬ logie, 1901, v. 35. 26. — / punti estremi della lunghezza base nella misurazione razio¬ nale degli organismi. — Rendiconti R. Ist. Lombardo, 1901, v. 34 (2), pp. 671-680. 27. — Ri cerche sulla semipermeabilità dell’ integumento della rana. — Rendiconti R. Ist. Lombardo, 1901, v. 35 ^2), pp. 976-987. (In collaborazione con L. Pesci). 28. — Nouvelles recherches sur V absorption cutanee. — Arcliives ital. Biologie, 1902, v. 37. ANGIOLO ANDKIOS 397 29. — Di un nuovo istromento misuratore per la somatometria (Soma- tometro a compasso ). — Rendiconti R. Ist. Lombardo, 1902, v. 35 (2), pp. 529-533, con 4 tav. 30. — Modificazioni apportate al somatometro a compasso. — Rendi¬ conti R. Ist. Lombardo, 1903, v. 36 (2). 31. — Il fango delle terme di Bormio. (Analisi microscopica di quello che si trova nelle vasche da bagno). — Rendiconti R. Ist. Lom¬ bardo, 1904, v. 37, pp. 723-733 e 851-863. 32. — Sulla formazione del fango termale di Bormio. I. Generalità e grumi natanti. — Rendiconti R. Ist. Lombardo, 1905, v. 38 (2), pp. 956-971, con 1 tav. 33. — =- Sulla formazione del fango termale di Bormio. II. 1 bioccoli parietali. — Rendiconti Ist. Lombardo, v. 39 (2), pp. 301-316. 34. — Sulla formazione del fango termale di Bormio. III. La polti¬ glia di fondo. — Rendiconti R. Ist. Lombardo 1906, V. 39 (2). 35. — Sulla formazione del fango termale di Bormio. IV. Presunta origine. — Rendiconti R. Ist. Lombardo, 1907, v. 40 (2). 36. — - Di alcuni microorganismi, probabilmente nuovi, esistenti nel fango termale di Bormio. — Atti Congresso Naturalisti Italiani 1906. Milano, 1907, Tip. Operai. 37. — Il fango dei Bagni di Bormio. — Atti Vili Congresso nazio¬ nale di Idrologia e Climatologia. 38. — / meriti zoologici di Ulisse Aldrovandi, che fu il più grande zoologo del Rinascimento. Discorso inaugurale. — Atti I Congresso Soc. ital. progresso Scienze, Parma, 1907. — Roma, 1908, Tip. Bertero. 39. — Il 24 novembre 1859. Data di pubblicazione det libro di Dar¬ win «Sulla origine della specie ». - — Discorso inaugurale. 1909. 40. — Carlo Darwin. Primo centenario della nascita. — Discorso, 1910. 41. — Pro Dalmazia. Discorso pubblicato a cura della Dante Ali¬ ghieri. — Parma 1919. CONSIGLIO DIRETTIVO pef 1934 Presidente : De Marchi Dofcfc. Coinm. Marco, Via Borgonuovo 23 (1934-35). ^ Brizi Prof. Comm. Ugo, Viale Romagna 33. Vice-Presidenti : (1933-34). Mariani Prof. Comm. Ernesto. Via ladi- • / no 41 (1934-35). Segretario : Moltoni Dott. Edgardo, Museo Civico di Storia Na¬ turale (1934-35). Vice-Segretario : Desio Prof. Cav. Ardito, Via privata Livorno 3 (1933-34). Archivista: Mauro Ing. Gr. Uff. On. Francesco, Piazza S. Am¬ brogio 14 (1934-35). Consi g lievi Airaghi Prof. Carlo, Via Podgora 7. Micheli Dott. Lucio, Via Carlo Goldoni , 32. Parisi Dott. Bruno, Museo Civico di Storia Naturale. Pugliese Prof. Angelo, Via Enrico Besana 18 Supino Prof. Cav. Felice, Via Ariosto 20 Turati Conte Gr. Uff. Emilio, Piazza S. Ales¬ sandro 6. Cassiere: Dott. Ing. Federico Bazzi, Via Borghetto 5 (1934). Bibliotecario : Dora Setti. (1984-35) ADUNANZE SOCIALI Seduta del 17 dicembre 1933 Presiede il Presidente I)ott. Marco De Marchi La seduta fu onorata dalla presenza di S. A. E. il Duca di Bergamo al quale il Presidente Ira rivolto l’omaggio della nostra Società ringraziandolo dell’onore concessole di voler assistere alla illustrazione fatta dal Conte Emilio Turati e dal Dott. Edgardo Moltoni di Lepidotteri ed LTccelli raccolti dalla Spedizione di S. A. E. il Duca di Spoleto al Karakoram. Ha ricordato la tradizione di benemerenze di Casa Savoia verso le Scienze Naturali da Vittorio Emanuele II iniziatore del Parco del Gran Paradiso, che la munificienza di S. M. il Ee ha donato poi alla Nazione, lino a S. A. E. il Duca degli Abruzzi, alpinista, esploratore impareggiabile e colonizzatore per la sua immatura dipartita universalmente rimpianto ; tradizione oggi no¬ bilmente continuata da S. A. E. il Duca di Spoleto e confermata dall’ interessamento di S. A. E. il Duca di Bergamo. Il Conte Gr. Uff. E. Turati , avuta la parola, illustra i Le¬ pidotteri raccolti dalla Spedizione di S. A. R. il Duca di Spoleto nel Karakoram , mettendo in rilievo alcune entità nuove da lui descritte. Il Dott. Ed. Moltoni fa conoscere quali siano le specie di uccelli raccolti dalla suddetta spedizione intrattenendosi su qualche particolarità dell’Avifauna di quell’ alta regione. Il Prof. A. Desio, in mancanza dell’ Autore, illustra la me¬ moria del Prof. A. Kutassy riguardante alcuni Megalodus del Monte Campo dei Eiori. Terminate le letture e passando agli affari viene letto ed approvato il verbale della precedente seduta e vengono nominati i due Eevisori del Bilancio Consuntivo del 1933 nelle persone dei Proff. Libertade Nangeroni e Claudio Barigozzi. 400 ADUNANZE SOCIALI DELL’ ANNO 1984 Riescono pure eletti Soci Effettivi i seguenti Signori : Dott. Ettore Carparli (Milano), preposto da C. Airaghi e Ed. Moltoni ; Signorina Epelina Erotti (Milano), proposta da Ed. Moltoni e C. Vandoni; Dott. Tosca Raucci (Milano), proposta da Ed. Mol¬ toni e G. Gallelli. Chiusa la seduta, S. A. R. avendo manifestato il desiderio di visitare le collezioni del Museo vi fu accompagnato dal Diret¬ tore del Museo Dott. B. Parisi, dal Conservatore della Raccolta Turati Dr. Moltoni, dalla Presidenza della Società, dal Conte Turati e da numerosi soci lièti di constatarne il vivo interesse e V alto compiacimento. Il Segretario : Dott. Ed. Moltoni Seduta dell5 11 febbraio 1934 Presiede il Vice Presidente Prof. U. Brizi Il Presidente, aperta la seduta, scusa P assensa del Dott. M. De Marchi dovuta ad indisposizione, poscia comunica che il Consiglio direttivo della Società per seguire ed appoggiare le provvide direttive del Governo nazionale ha accettato la conver¬ sione delle Cartelle del Consolidato 5 per cento al 3 e mezzo. La notizia dell’accettata conversione benché diminuisca sen¬ sibilmente le non laute entrate del nostro sodalizio, è appresa con compiacimento dai presenti che plaudono all’operato del Con¬ siglio. Il Segretario, avuta la parola, legge il verbale della pre¬ cedente seduta, che viene approvato, indi si passa alle letture enumerate nell’ ordine del giorno. Il Dott. B. Parisi, in mancanza dell’autore, illustra la memoria del Dott. P. Trossarelli su « Gli Opilionidi italiani del Museo Civico di Milano ». La Dott. P. Manfredi presenta un suo lavoro sui Mi riapodi, ove sono descritte una nuova specie ed una nuova varietà. Il Dott. Ed. Moltoni presenta 1’ Elenco degli uccelli raccolti dal Prof. G. Scortecci nella Somalia centrale e settentrionale. Dato che ha la parola ricorda pure che al presente il Prof. Scortecci si trova nel Eezzàn in Missione scientifica e gli invia i più vivi auguri di ottima raccolta e pieno raggiungimento degli scopi ADUNANZE SOCIALI DELL’ANNO 1934 401 prefissi. I presenti si associano unanime nell’ inviare vivi auguri al nostro egregio e solerte consocio. La Dott. T. Raucci comunica la sue ricerche sulla struttura dei muscoli adduttori dei Bivalvi , indi la Dott. L. Pirocchi intrattiene i presenti sul V influenza dei Raggi ultra-violetti su Macrosiphum rosae L. Terminate le letture il Presidente illustra il Bilancio Con¬ suntivo del 1933 e ne indice la votazione. E approvato ad unanimità. Viene pure indetta la votazione per la nomina del Presidente, di un Vice-Presidente, del Segretario, dell’Archivista, dei Consiglieri e del Cassiere. Riescono eletti : Presidente : Dott. Marco De Marchi. Vice- Presidente : Prof. Ernesto Mariani. Segretario : Dott. Edgardo Moltoni. Archivista : Ing. Francesco Mauro. - Consiglieri: Prof. Carlo Airaghi. Dott. Lucio Micheli. Prof. Angelo Pugliese. Prof. Felice Supino. Conte Emilio Turati. Cassiere: Ing. Federico Bazzi. In seguito ad altra votazione viene eletto Socio effettivo il Prof. Federico Ganihigliani Zoccoli (Milano!, . proposto da B. Parisi e G. Scortecci. Prima di chiudere la seduta il Prof. Brizi, sicuro di inter¬ pretare il pensiero dei presenti, invia sentite espressioni di saluto ed augurio al nostro Presidente assente, ricordando pure che esso sempre ha dimostrato e dimostra un grande interessamento per la Società. Il Segretario viene incaricato di andare personalmente dal Presidente per portargli a nome dei Soci tutti 1’ augurio più vivo di pronta guarigione. Presentate le pubblicazioni giunte in omaggio la seduta è chiusa. Il Segretario : Dott. Ed. Moltoni 402 ADUNANZE SOCIALI DELL* ANNO 1934 Seduta dell5 8 aprile 1934 XII Presiede il Presidente Poti. Marco De Marchi Letto ed approvato il verbale della precedente adunanza il Presidente dà la parola al Gr. LTff. Conte Emilio Turati che presenta un suo lavoro dal titolo Novità Lepidotterolog iche della Cirenaica , nel quale vengono descritti alcuni generi e diverse specie nuove. La Dott. L. Pirocchi, in mancanza dell’Autore, presenta la memoria della Prof. P. Monti dal titolo Contributo alV idrobio¬ logia delle Alpi albanesi. Il Dott. B. Parisi per conto del Dott. I. Obenberger presenta uno studio sui Buprestidi del Museo di Milano. Il Dott. P. Lanzani illustra il suo contributo alla conoscenza delV apparato masticatorio in pesci a regime differente. Il Dott. E. Moltoni presenta per incarico del sig. G. B. Moretti una memoria sui T ricottevi delle risaie. Finite le letture il Presidente illustra e mette in votazione il Bilancio preventivo del 1934. Viene approvato ad unanimità. Messe in votazione le nomine a Socio effettivo riescono eletti il Doti. Armando Pellatti (Modena), proposto da L. Xangeroni e Ed. Moltoni, ed il Sig. Giancarlo Grasselli (Cremona) proposto da A. Desio e C. Chiesa. Il Dott. Marco De Marchi, dopo aver letta una lettera inviata dal Socio perpetuo Prof. L. Eenaroli nella quale si dà notizia che uscirà presto un suo articolo sul Parco Nazionale Svizzero dell’ Engadina terminante colla tesi della costituzione di un Parco nazionale italiano nella contermine regione di Livigno, propone di contribuire con la quota di L. 250 per la tiratura di un maggior numero di estratti da potersi inviare in omaggio a tutti i nostri Soci onde possano dare il loro appoggio alla lode¬ vole iniziativa. La proposta è accettata colla speranza che essa sia compresa anchè colà ove si forgiano le utili leggi protettive della Natura. La seduta è chiusa colla presentazione delle opere giunte in omaggio. Il Segretario : Dott. Ed. Moltoni ADUNANZE SOCIALI DELL’ANNO 1934 403 Seduta del 27 maggio 1934 Presiede il Presidente Do^t. Marco De Marchi Letto ed approvato il verbale dell’ ultima adunanza il Prof. Vialli, avuta la parola, presenta la sua nota sulle cellule cromaf- fìni dei gangli nervosi negli irudinei. In mancanza dell’ Autore la nota del Dott. E. Tortonese Echinodermi del Mar Ligure viene presentata dal Dott. Ed. Moltoni. Terminate le letture il Presidente comunica che la Presi¬ denza ha incaricato il Vice-Presidente Prof. E. Mariani di rap¬ presentare la nostra Società alla cerimonia che si terrà a Pavia in memoria del prof. Torquato Taramelli il 10 giugno p. venturo. Indetta la votazione a Socio effettivo riescono eletti il Dott. Guadtiero Laeng (Milano), proposto da A. Desio e C. Chiesa e la Sigma Anita del Nunzio , proposta da G. Luzzatto e G. P. Moretti. . Proclamati eletti i nuovi Soci il Presidente dichiara chiusa la seduta. Il Segretario : Dott. Ed. Moltoni Seduta del 24 giugno 1934 # Presiede il Presidente Dott. Marco De Marchi La seduta è aperta alle ore 15 ed il Presidente prega il Segretario di leggere il verbale della precedente adunanza che è letto ed approvato. Il Dott. B. Parisi, in mancanza del Prof. De Beaux, presenta lo studio dei Mammiferi raccolti dal Prof. G. Scortecci nella Somalia Italiana , illustrandone le nuove entità descritte. Il Dott. Ed. Moltoni porta un suo contributo alla conoscenza degli uccelli somali. Il Prof. Scortecci rileva l’ importanza delle osservazioni fatte dal Dr. Moltoni sugli uccelli somali, osservazioni che confermano la nettissima diversità faunistica tra la Somalia a Nord e Sud dell’Uebi, diversità che risulta dallo studio di altri gruppi di animali e che anche lui personalmente ha potuto constatare nel viaggio fatto sia nel Sud come nel Nord della Colonia. Indi 404 ADUNANZE SOCIALI DELL/ ANNO 1934 prende roteazione per ringraziare la Società degli auguri espressi per il suo viaggio nel Fezzàn e dà brevi notizie dei risultati con¬ seguiti. Il Presidente ringrazia il Prof. Scortecci delie notizie sul Pezzàn comunicate e si rallegra con lui per aver raccolta tanta massa di materiale in si poco tempo di permanenza nella regione. Il Prof. A. Desio presenta il suo lavoro eseguito in collabo- razione del Prof. C. Airagki dal titolo : Sull ’ età delle Pietre da coti di Pradalunga (Vai Seriana). Il Dott. L. Negri illustra alcuni fossili eocenici del Gebel Cirenaico. Il Dott. C. Chiesa presenta un suo studio sul Retico nella Lombardia. Il Segretario in mancanza dell’ Autore legge un sunto della nota del Dott. Luigi Pacciolà, dal titolo : La vescica '> natatoria di Physiculus Dalivigliii , Kaup. Il Sig. Luigi Tedeschi fa alcune osservazioni sui Cladoceri di Brinzio e Fié. La Signorina M. P. Pagani si intrattiene su alcuni brackio- podi paleozoici di Sérdeles (Fezzàn). Il Prof. Desio chiesta la parola fa osservare che le determi¬ nazioni dei fossili di Sérdeles ha importanza rilevante anche dal punto di vista stratigrafico, poiché 1’ età delle arenarie in cui erano contenuti risultava ancora piuttosto incerta. Prima d? ora infatti ad Auenat (Sérdeles) erano state raccolte solo due forme di cui una sola determinata con una certa sicurezza. La Signorina E. Lamini presenta il suo lavoro sui gaste¬ ropodi del Quaternario di Rodi (Egeo). Il Prof. Fenaroli avuta la parola ringrazia la Società del- P appoggio datogli per la proposta riguardante la creazione del Parco nazionale di Livigno confinante col Parco Nazionale Sviz¬ zero dell’Engadina. Finite le letture si procede alla nomina dei nuovi Soci. Riescono eletti Soci effettivi : Dott. Ada< Buonamicò (Milano), proposta da L. Pirocchi e P. Razzini ; Signorina Erminia Albe¬ rici (Milano), proposta da A. Desio e E. Allegri; Signorina M. P. Pagani (Milano), proposta da A. Desio e G. B. Fioridia; Signorina E. Lamini (Milano), proposta da A. Desio e C. Chiesa. Il presente verbale viene letto ed approvato seduta stante. La seduta è chiusa alle ore 16. Il Segretario : Dott. Ed. Moltoni ADUNANZE SOCIALI DELL* ANNO 1934 405 Seduta del 18 novembre 1934 Presiede il Presidente Dott. Marco De Marchi Il Presidente dichiarata aperta la seduta prima di passare alle letture inscritte all’ Ordine del giorno, commemora i soci defunti Nob. Doti. Gerolamo Calvi , studioso di Leonardo da Vinci, il Prof. Angelo Andres già Direttore della Sezione di Zoologia del nostro Museo Civico e prof, di Zoologia alla R. Università di Parma, il Barone Doti. Comm. Alessandro Monti di Brescia studioso di Ornitologia, il Prof. Camillo Terni stu¬ dioso di veterinaria, il Prof. Antonio Bertoloni studioso di discipline botaniche e il Cav. Remigio Cusini di Milano, ed alla loro memoria invia un riverente saluto ; indi cede là parola al Dott. B. Parisi che commemora ufficialmente il Prof. Angelo Andres , facendone risaltare i meriti scientifici. La commemora¬ zione verrà stampata nei nostri Atti. Il Dott. Ed. Moltoni presenta un suo lavoro dal titolo : Uccelli riportati dal Prof. G. Scortecci dal Fezzdn (Missione R. Soc. Geografica). Il Prof. G. Scortecci dà la descrizione di una nuova specie di rettile appartenente al genere Philochortus e tratta del genere Pristurus facendo considerazioni generale su di esso. La lettura della Dott. P. Manfredi inscritta all’ Ordine del giorno in assenza dell’ A. viene rimandata alla prossima seduta. Il Dott. Eloridia presenta per conto del Prof. A. Desio il lavoro dal titolo Falde di carreggiamento in Val Taleggio (Bergamasca). La Dott. P. Razzini-Perotti si intrattiene sugli Eurycercus del Lago di Chiaravalle e la Dott. A. Buonamico sulla Bosmina del Lago di Molveno. Il Dott. B. Parisi, in mancanza dell’ A., presenta lo studio di L. Ceresa dal titolo: Tre nuove specie di Quichuana (Ditteri). Indetta la votazione per i Soci effettivi, riesce eletta la D irezione del Laboratorio di Storia Naturale e Patologia -vegetale del R. Istituto Tecnico Agrario « Umberto /» di Alba , proposta da M. De Marchi e Ed. Moltoni. Comunicate le opere giunte in omaggio la seduta è chiusa. Il Segretario : Dott. Ed. Moltoni 26 ELENCO DELLE PUBBLICAZIONI RICEVUTE IN DONO DALLA SOCIETÀ Borowik Jozef : Pòche Maritime en Pologne. — Varsavia 1930. — Salinity variations in thè Gulf of Dantzig. — Varsavia 1930. — The Herring and spratt fishery near thè Polish coast and its Pelation to thè quantity of water carried hy Vistula. — Suwalky 1926. — Periodicité des Plnctuations du Reflux de la Vistole. — Monaco 1931. Aragon Dr. : Le fotosintesi vitali. — Nuove vedute sull'intima struttura della materia vivente. r Thalmann H. : « Morphoceras pseudoanceps (Ebray) — Douv. und Morphoceras polymorphum d’ Orb. aus dem alpinen Bathonion ». — Beni 1923. — « Blitzwirkungen auf Gipfeln ». — Beni 1924. — Zur Stratigraphie des Doggers am Diindenkorn. (Berner Oberland). — Luzern 1924. — « Murmeltierfunde aus diluvialen Ablagerungen des Rko- negletschers bei Liisslingen (Kt. Solothurnì ». — Bern 1924. — Ein neuer Ammonit aus dem alpinen Bathonien : Coelo- ceras (Stephoceras) Arbenzi nov. spec. — Basel 1925. — Zur Osteologie von Arctomys marmotta L. aus den Abla¬ gerungen des diluvialen Rkonegletschers bei Liisslingen (Kt. Solothurn). — Basel 1925. — - Die Gattung Morphoceras H. Douvillé und ihre Vertreter aus dem Bathonien vom Stoffelberg bei Engelberg. — Bern 1924. — Ueber Procerites (Zigzagiceras) zigzag d' Orb. und dessen Vorkommen in den Bathonien - Sedimenten der helveti- schen Decken. — Basel 1925. — Das Bannalpkonglomerat. — Basel 1923. ELENCO DELLE PUBBLICAZIONI 407 — Beitrag zur Stratigraphie des Doggers am Diindenhom (Kientaleralpen). — Basel 1925. — Die Fauna des Vindobonien vom Imihubel bei Nieder- mulilern (Kt. Bern). — Basel 1923. Bocci Ubaldo e Turati Emilio : Le Leucanidi del Gruppo Zeae Dup. e la cosidetta « Nottua del Granoturco ». Genova 1934. Turati Emilio : Lepidotteri della spedizione di S. A. B. il Duca di Spoleto al Caracoruin nel 1929. — Milano 1933. — Novità di Lepidotterologia in Cirenaica. — Milano 1934. — Note critiche di Lepidotterologia. — Genova 1934. Bonchetti Vittorio : Qualche osservazione in tema di anchilosto- mologia. — Boma 1932. Zoja Baffaello : Alcune ricerche morfologiche e fisiologiche sull’ Hydra. — Pavia 1890. B. Grotte Demaniali di Postumia : Atti del 1° Congresso Spe¬ leologico Nazionale organizzato dal Club Alpino Italiano. — Trieste 1933. Eenaroli L. : lì Parco nazionale svizzero dell' Engadina. — Mi¬ lano 1934. Nangeroni G. : I centri abitati della provincia di Varese. — Mi¬ lano 1934. Dorier A. : Becherches biologiques et systematiques sur les Gor- diacés. — Grenoble 1930. ELENCO DEI SOCI DEL 1934 Il millesimo che precede il nome è 1’ anno d’ ammissione a Socio. 1931. 1931. 1897. 1919. 1934. 1928. 1929. 1920. 1887. 1925. 1929. 1914. 1910. 1920. 1913. 1896. 1924. 1929. 1930. 1 Agnesotti Dott. Alda — Via Fiamma 28, Milano. Agostini Doti. Gir. Uff. Augusto — Comandante la Mi¬ lizia Naz. Forestale presso il Ministero dell’Agri¬ coltura e Foreste, Roma. Airaghi Prof. Carlo — Via Podgora 7, Milano (114). Albani Ing. Giuseppe ( Socio perpetuo) — Via Pas¬ sione 3, Milano (113). Alberici Dott. Erminia — Via Privata Bobbio, 2, Milano. Aliprandi Prof. Achille — Via G. Marradi 3, Milano. Allegri Dott. Ernesto — R. Stazione Sperimentale di Selvicoltura, Piazzale del Re, Firenze (9 R). Alzona Dott. Carlo — Via Garibaldi 59, Geno va-Nervi. Ambrosioni Sac. Dott. Michelangelo — Collegio Aless. Manzoni. Merate. 7 10 Amoroso Gran Cord. Prof. Dott. Pietro [Socio perpetuo) — Incoronata 24, Napoli. Andreini Dott. Cav. Alfredo — Monte S. Maria Tibe¬ rina, Lippiano (Perugia). Arcangeli Prof. Alceste — Istituto di Zoologia della R. Università, Palazzo Carignano, Torino (108). Astolfi Alessandro — Via Privata C. Mangili 6, Mi¬ lano (112). Bagnali, Richard Siddoway ( Socio perpetuo) — Blay- don on T}me, Inghilterra. Barassi Dott. Luigi — Via Appiani 12, Milano (104). Barbiano di Belgioioso Conte Ing. Guido. — Via Morigi 9, Milano (108). Bargoni Stura Prof. Maria — R. Liceo Lagrangie Vercelli. Barigozzi Dott. Claudio — Via Tazzoli 9, Milano (128). Battaini Ing. Carlo — Via del Caravaggio 3, Mi¬ lano (125). ELENCO DEI SOCI 409 Yia Borglietto 5, Mi- 1917. 1924. 1925. I 1896. 1917. 1914. 1923. 1915. 1920. 1932. 1899. 1929. 1899. 1923. 1931. 1931. 1913. 1904. 1919. 1934. 1928. 20 Bazzi Doti. Ing. Federico — lano (1 18). Beer Prof. Sergio — Pensione Villa Borghese, Via Sgambati 4, Roma. Belfanti Prof. Gir. Uff. Serafino, Senatore del Regno ( Socio perpetuo) — Direttore delP Istituto Siero- terapico, Via Darwin 2, Milano (124). Bertareli.i Prof. Comm. Ambrogio ( Socio perpetuo) — Via S. Orsola 1, Milano (108). Besozzi Nob. Dott. G. D. Alessandro — Via Borgo¬ nuovo 20, Milano (102). Bianchi Prof. Angelo — Istituto Mineralogico della R. Università, Padova. Binaghi Giovanni — Via Gherardini 10, Milano (126). Boeris Prof. Giovanni ( Socio perpetuo ) — R. Univer- sità, Bologna (21). Boldori Rag. Leonida — Via Stazione 15, Cremona. Bondioll Dott. Myrian — Via F. Nullo 53, Bergamo, 30 Bordini Franco ( Socio perpetuo ) — Piazza S. Se¬ polcro 1, Milano (107). Borghi Dott. Piero — Via Torchio 4, Milano. Borromeo Conte Dott. Gian Carlo — Via Manzoni 41, Milano ( 102 ; . Bracciani Cav. Luigi — Foro Bonaparte 56, Mi¬ lano (130). Brambilla Pietro — - Via Arbre 51, Milano. Bbentana Prof. Domenico — R. Istituto Superiore di Medicina Veterinaria, Parma. Brian Dott. Alessandro — Corso Firenze 5, Genova (6). Brjzi Prof. Comm. Ugo (Socio perpetuo ) — Istituto di Patologia vegetale del R. Istituto Superiore Agra¬ rio, Milano (IH). Broglio Cav. Piero ( Socio perpetuo) — Via Privata Cesare Mangili 6, Milano. Brotti Evelina — Via Mario Pagano 44, Milano. 40 Brunetti Dott. Lidio — Via Agostino Lauro 10, To¬ rino (126). Bugini Fernando — Corso Sempione 60, Milano. Buonamico Dott. Ada — Viale Corsica 50, Milano. 1930. 1934. 410 1896. 1933. 1920. 1933. 1924. 1927. 1923. 1911. 1934. 1928. 1923. 1929. 1913. 1928. 1923. 1918. 1913. 1923. 1910. 1933. 1905. 1922. 1920. ELENCO DEI SOCI Caffi Sac. Prof. Enrico — Via G. Mazzini 19, Ber¬ gamo. Calabro Prof. Sebastiano — Via Vincenzo Vela 39. Torino (HO). Callerio in Pattarino Dott. Maria Pia — Via Ciro Menotti 9, Milano (116). Calvassina Corrado — Via Bezzecca 20, Lecco. Capra Dott. Felice — Museo Civico di Storia Na¬ turale, Via Brigata Liguria, Genova (102). Caroli Prof. Angelo — Istituto Botanico R. Univer¬ sità di Bari. Carbone Prof. Domenico ( Socio perpetuò). — Isti¬ tuto Sieroterapico, Via Darwin 2, Milano 124). 50 Carnegie Museum — Pittsburgh (Pennsylvania). Carpani Dott. Ettore — Via Gian Giacomo Mora 5, Milano. Caterini Prof. Francesco — Via Bonanno 13, Pisa. Cattorini Dott. Cav. Uff. Pier Emilio — Via Ar¬ naldo da Brescia 10, Milano. Cavallini Dott. Francesca — Viale Fiume 2, Pavia. Gavazza Conte Dott. Comm. Filippo — Via Farini 3, Bologna. Cecchini Prof. Clelia — Via Cernaia 45, Firenze. Cengia Sambo Dott. Maria — Via Rivaldesca 1, Prato Toscana. Ceresa Leopoldo — Via Dario Papa 25, Milano (142). Cerruti Ing. Comm. Camillo — Via Luigi Vitali 2, Milano (113). 60 Chiesa Dott. Cesare — Via Carlo Alberto 20, Mi¬ lano ( 106) . Chigi Principe Francesco — Ariccia, Prov. di Roma. Ciferri Prof. Riccardo, R. Laboratorio Crittogamico e Istituto Botanico di Pavia. Circolo Filologico Milanese ( Socio perpetuo ) — Via Clerici 10, Milano (101). Citte rio Prof. Vittorio ( Socio perpetuo) — Istituto di Anatomia Comparata, Palazzo Botta, Pavia. Clerici Ing. Giampiero ( Socio perpetuo) — Via Per- golese 11, Milano (119). Club Alpino Italiano : Sezione di Milano ( Socio per¬ petuo) — Via Silvio Pellico 6, Milano (102). 1922. 1927. 1916. 1923. 1910. 70 1921. 1924. 1923. 1901. 1910. 1913.. 1921. 1896. 1932. 1925. 1900. 80 1920. 1919. 1922. 1934. 1899, ELENCO DEI SOCI 411 Oocquio Dott. Gaetano — Collegio Arcivescovile, Tra¬ date (Varese). Coen Dott. Ing. Cav. Uff. Giorgio ( Socio - perpetuo ) — San Fantin, Campielo Calegheri 2568, Venezia. Colla Dott. Silvia ( Socio perpetuo ) — Istituto di Fi¬ siologia della R. Univ., Corso Raffaello 30, Torino. Colomba Prof. Luigi — Istituto di Mineralogia della R. Università, Palazzo Carignano, Torino. Colosi Prof. Giuseppe — Istituto di Anatomia Compa¬ rata della R. Università, Via Mezzocannone Napoli. Comerio Lina ( Socio perpetuo) — Via Silvio Pellico 5, Busto Arsizio. Corni Dott. Comm. Guido ( Socio perpetuo ) — Viale Regina Elena 2, Modena. Corti Prof. Alfredo ( Socio perpetuo ) — Istituto di Anatomia e Fisiologia Comparate — Palazzo Ca¬ rignano, Torino (108). Corti Dott. Emilio — Viale Gorizia 93, Pavia. The John Crerar Library — Chicago. Crida Dott. Celso — Via Riccardo Sineo 16, Torino. Cuttica di Cassine March. Luigi — Corso Venezia 81, Milano (113). D’Abundo Prof. Emanuele — Largo Augusto, 7, Mi¬ lano. Dainelli Prof. Giotto — Istituto di Geologia della R. Università, Firenze (14). Dal Piaz Prof. Giorgio — Istituto di Geologia della R. Università, Padova. De Angelis Prof. Maria ( Socio perpetuo) — Museo Ci¬ vico di Storia Naturale, Milano (113). De Beaux Prof. Cav. Uff. Oscar — Museo Civico di Storia Naturale, Via Brigata Liguria, Genova. De Capitani da Vimercate Ing. Dott. Cav. Serafino. ( Socio perpetuo) — Piazza Cincinnato 6, Milano (18). Sig.na Del Nunzio Anita — Via Francesco Saverio 39, Varese. De Marchi Dott. Comm. Marco ( Socio benemerito) — - Via Borgonuovo 23, Milano (102). ELENCO DEJ SOCI 412 1925. Desio Prof. Cav. Ardito ( Socio perpetuo) — Istituto di Geologia e Paleontologia della R. Università, Museo Civico di Storia Naturale, Milano (113). 1925. Despott Prof. Giuseppe — Curatore della Sezione di Storia Naturale nel Museo di La Valletta, Malta. 1910. Direzione della R. Scuola Sup. Politecnica, Via Mez¬ zocannone, Napoli. 1920. Direzione del Gabinetto di Storia Naturale del R. Istituto Magistrale Carlo Tenca — Milano (110). 1925. 90 Direzione del Gabinetto di Geologia della R. Uni¬ versità di Parma. Direzione del Gabinetto di Mineralogia della Uni- versità libera di Urbino. Direzione del Gabinetto di Scienze Naturali del R. Liceo Parini — Via Goito, Milano (12). Direzione dell’Istituto Botanico di Pavia. Direzione del Museo Entomologico u Pietro Rossi », Duino (Trieste). Direzione dell'Istituto di Anatomia e Fisiologia Com- parata — R. Università, Palazzo Botta, Pavia. Direzione dell'Istituto d’Anatomia comparata, R. Uni¬ versità, Napoli. Direzione dell’Istituto di Geologia della R. Univer¬ sità, Via della Sapienza 71, Roma. Direzione dell’Istituto di Zoologia della R. Univer¬ sità di Cagliari S. Bartolomeo. Direzione del R. Osservatorio Fitopatologico, Se¬ zione Entomologica — R. Istituto Superiore Agra¬ rio, Via Celoria 2, Milano. 1912. 100 Direzione del R. Istituto Tecnico u Carlo Cattaneo », Piazza Mentana 3, Milano. 1931. Direzione del R. Liceo-Ginnasio G. Carducci, Bolzano. 1928. Direzione del R. Istituto Tecnico u Vincenzo Gio¬ berti » — Corso Vittorio Emanuele 217, Roma. 1928. Direzione del R. Istituto Tecnico di Varese. 1923. Direzione del R. Liceo-Ginnasio Arnaldo, Brescia. 1929. Direzione R. Stazione Sperimentale di Bieticoltura, Rovigo. Direzione Istituto di Mineralogia R. Università, Mo¬ dena. 1927. 1926. 1928. 1933. 1927. 1926. 1902. 1926. 1929. 1933. 1931. 1934. 1912. 1928. 110 1924. 1929. 1924. 1923. 1931. 1910. 1905. 1921. 1928. . 1930. 120 1931. 1932. 1914. 1906. 1931. 1931. 1923. ELENCO DEI SOCI 413 Direzione dell’ Istituto di Geologia. R. Università, Palazzo Carignano, Torino. Direzione del Laboratorio di Storia Naturale e Pa¬ tologia vegetale del R. Istituto Tecnico Agrario u Umberto In di Alba. Doniselli Prof. Casimiro, Direttore dell’Istituto Ci- vico di Pedagogia sperimentale — Carlo Poma 17, Milano (120). Duse Dott. Comm. Antonio — Direttore dell’Ospe¬ dale Civile di Salò (Brescia). Fabiani Prof. Ramiro — Istituto di Geologia della R. Università, Palermo. Facciola Dott. Luigi — Contrada Cateratte, Messina. Fadda Dott. Giuseppe — Preside del R. Liceo Scienti¬ fico, Cagliari. Fenaroli Prof. Luigi ( Socio 'perpetuo) — R. Stazione Sperimentale di Selvicoltura. Corso Regina Elena 7. Firenze. Ferrari Prof. Adolfo — Via V. Monti 6, Milano. Ferri Prof. Cav. Gaetano — Via Nino Bixio (Iso¬ lato Impiegati 119 interno 8), Messina. Ferri Dott. Giovanni — Via Volta 5, Milano (HO). Festa Dott. Gr. Uff. Enrico — Palazzo Carignano, Torino (8). Fiori Dott. Attilio — Viale Aldini 66, Bologna. Floridia Dott. Giovanni Battista [Socio perpetuo) — Modica Alta (Ragusa). FoÀ Prof. Carlo — Viale Luigi Maino 20, Milano. FoÀ Dott. Vera — Via Pio V, 15, Torino. Forti Dott. Gr. Uff. Achille ( Socio perpetuo) — Via S. Eufemia 1, Verona. Frova Dott. Camillo fSocio perpetuoj — Albaredo per Cavasagra, Treviso. Fumagalli Dott. Savina — Istituto Antropologico, Palazzo Carignano, Torino (108). Gallelli Giovanni — Via Signora 4, Milano. Gambetta Dott. Laura — Corso Galileo Ferraris 145, Torino. Gambigliani Zoccoli Prof. Federico — Via Santo Spi¬ rito 22, Milano. 1934. 414 1930. ELENCO DEI SOCI Gargiulo Dott. Floriano — Via Torquato Taramelli 59. Milano. 1906. 130 Gemelli Prof. Fra Agostino — Università Cattolica, Via S. Agnese 4, Milano (108). 1914. Gerli Ing. Alfredo — Via Moscova 58, Milano (117). 1910. Ghigi Prof. Cav. Alessandro (Socio perpetuo) — Via d’Azeglio 44, Bologna. 1920. Gianferrari Prof. Luisa — Museo Civico di Storia Naturale, Milano (113). 1924. Giay Levila Dott. Comm. Piero — Corso Galileo Fer¬ raris 22, Torino (113j. 1930. Goblet d’Alviella Conte Dott. Felix Albert Joseph (Socio perpetuo') — Rue de la Loi 51, Bruxelles (Belgio). 1920. Gola Prof. Giuseppe — Istituto Botanico della R. Università, Padova. 1921. Gortani Prof. Michele f Socio perpetuo 'J — Istituto di Geologia della R. Università, Bologna. 1924. Grandi Prof. Guido — Laboratorio di Entomologia R. Istituto Sup. Agr., Via Filippo Re 6, Bologna (125). 1934. Grasselli sig. Giancarlo — Via XX Settembre 19, Cremona. 1921. 140 Grill Prof. Emanuele — Istituto di Mineralogia della R. Università, Museo Civico di Storia Naturale, Milano (113). 1925. Hermann Comm. Dott. Federico ( Socio perpetuo ) — - Strada Costagrande 7, Pinerolo (Torino). 1905. Hoepli Comm. Ulrico (Socio perpetuo) — Milano (104). 1906. Ingegnoli Comm. Dott. Antonio — Corso Buenos Aires 54, Milano (119). 1981. Landi Dott. Laura, Via Nomentana 133, Roma. 1932. Lanzani Dott. Pietro — Via A. Bazzini 27, Mi¬ lano (132). 1926. Lazzarini Prof. Mario — Via Mozzoni 4, Varese. 1899. Leardi in Airaghi Prof. Zina — Via Podgora 7, Milano (114). 1909. Livini Prof. Comm. Ferdinando — Viale Bianca Ma¬ ria 26. Milano (113). 1925. Luzzatto Dott. Gina — Via Canova 7, Milano (126). ELENCO DEI SOCI 415 1923. 150 Maddalena Ing. Doti. Cav. Leo (Socio perpetuo) — Via Nomentana 133, Roma. 1924. Maffei Dott. Siro Luigi — R. Orto Botanico, Pavia. 1929. Magistretti Ing. Luigi ( Socio perpetuo ) — Via Con¬ servatorio 20, Milano (101). 1908. Maglio^ Prof. Carlo — R. Liceo «Foscolo», Pavia. 1919. Manfredi Dott. Paola — Acquario Civico, Via Gadio, Milano. 1933, Mamnucci Ing. Vincenzo — Via Paganini 2, Milano. 1930. Mannucci Prof. Stefano — Via Mameli 48, Milano. 1886. Mariani Prof. Comm. Ernesto ( Socio perpetuo). — Via Tadino 41, Milano (121). 1927. Marietti Dott. Giuseppe — Via Conservatorio 7, Milano. 1925. Marocco Dott. Sac. Antonio — Seminario Vescovile, Asti. 1927. 160 Marro Prof. Comm. Giovanni — Palazzo Carignano, Torino (108). 1930. Marson Dott. Luigi — Vittorio Veneto. 1910. Martelli Ing. Cav. Giulio — Via S. Orsola 5, Mi¬ lano (108). 1909. Mauro Ing. Prof. Gr. LTff. On. Francesco ( Socio per¬ petuo) — Piazza S. Ambrogio 14, Milano (108). 1881. Mazza Prof. Cav. Felice — Via Felice Giordano 15, Roma (36). 1896. Menozzi Prof. Comm. Angelo, Senatore del Regno — Via Montebello 36, Milano 111. 1922. Menozzi Prof. Carlo — Laboratorio Entomologico del Consorzio Zucchero, Via Trento 2, Cliiavari. 1919. Micheli Ing. Leo - Via Carlo Goldoni 34, Milano (120). 1919. Micheli Dott. Lucio — Via Carlo Goldoni 32, Mi¬ lano (120). 1923. Moltoni Dott. Edgardo ( Socio perpetuo ) — Vice Di¬ rettore del Museo Civico di Storia Naturale, Mi¬ lano (113). 1930. 170 Montalenti Dott. Giuseppe — Via Cola di Rienzo 297, Roma (131). Montemartini Prof. Luigi — Istituto Botanico della R. Università, Palermo. 1912. 416 ELENCO DEI SOCI 1920. 1910. 1906. 1931. 1929. 1920. 1924. 1910. 1905. 180 1925. 1930. 1931. 1925. 1921. 1934. 1909. 1919. 1923. 1906. 190 1928. 1934. 1921. 1928. Monterin Doti. Umberto f Socio perpetuo) — R.R. Os¬ servatori! del Monte Rosa, Gressoney La Trinité (Aosta). Monti Prof. Dott. Achille — Via Sacchi 2, Pavia. Monti Prof. Rina ( Socio perpetuo ) — Istituto di Ana¬ tomia Comp‘. della R. Università, Milano. Moretti Gian Paolo ( Socio perpetuo i — Via S. An¬ drea 11, Milano. Moretti Prof. Giulio — Via Santa Lucia 14, Bergamo. Moschetti Dott. Lorenzo — Via Silvio Pellico 24, Torino. Nangeroni Prof. Libertade fSocio perpetuo J — Via Stradella 4, Milano (119). Nappi Prof. Gioacchino ( Socio perpetuo) — Piazza Garibaldi 29, Polverigi (Ancona). Natoli Prof. Rinaldo — Viale dei Mille 7, Milano (120 . Naef Maurizio fSocio perpetuoj — Thun, Berna. Negri Dott. Luigi — Via Vitruvio 4L, Milano. 'Ninni Dott. Gr. Uff. Conte Emilio — Piera di Tre¬ viso. Noè Ing. Emilio — Via Fatebenefratelli 19, Mi¬ lano (103). Ditta Fratelli Oltolina — Asso (Como). Pagani Sigma Maria Pia — Via C. Correnti 20, Milano. Parisi Dott. Bruno ( Socio perpetuo ) — Direttore del Museo Civico di Storia Naturale, Milano (113). Parvis Colonnello Cesare — Corso Regina Marghe¬ rita 22-24 Torino. Pasquini Prof. Pasquale — R. Istituto di Zoologia e di Anatomia Comparata della R. Università di Perugia. Patrini-Coppa Prof. Amalia — Via Firenze 18, Ales¬ sandria. Pavolini Prof. Angelo ( Socio perpetuo ) — Via Belve¬ dere 29, Firenze (131). Pellati Dott. Armando — Via Galvani 3, Modena. Pelloni Ottorino — Via Cantonale 14, Lugano. Perotti in Razzini Dott. Pina — Via Bramante 16, Milano. ELENCO DEI SOCI 417 1934. 1930. 1926. 1933. 1928. 1896. 1922. 1908. 1923. 1920. 1923. 1921. 1931. 1933. 1913. 1898. 1910. 1905. 1931. 1906. 1912. 1931. 1927. 1923. Pesce Dott. Francesco — Longarone (Belluno). Pierantoni Prof. Umberto — Istituto di Zoologia della R. Università, Napoli. Pignanelli Prof. Salvatore — Istituto Tecnico, Le¬ gnano. PiROCCtfi Dott. Livia — Viale Regina Margherita 79, Milano. P oli manti Prof. Osvaldo — Direttore della R. Sta¬ zione idrobiologica del Lago Trasimeno, Magione per Monte del Lago 'Perugia). 200 Porro Nob. Dott. Ing. Cesare — Via Cernuschi 4, Milano (121). Provasi Prof. Tiziano — R. Liceo di Tripoli. Pugliese Prof. Angelo — R. Scuola Veterinaria, Città degli Studi, Milano. Racah Dott. Maria — Via S. Giovanni in Conca 7, Milano (106). Raineri Dott. Rita — R. Orto Botanico, Castello del Valentino, Torino (20). Raiteri Dott. Luigi — Collegio S. Giuseppe, Via S. Francesco da Paola 23, Torino. Ramazzotti Ing. Giuseppe — Via Antonio Beretta 2, Milano (110). Ranzi Prof. Silvio — Stazione Zoologica (Acquario), Napoli. Raucci Dott. Tosca — Via De Predis 4, Milano. Regè Dott. Rosina — Via S. Massimo 33, Torino. 210 Ronchetti Prof. Dott. Vittorio — Piazza Castello 3, Milano (109). Rossi Dott. Giulio - Piazza S. Sepolcro 2, Milano (107). Rossi Dott. Pietro — Via Iacopo Palma 30, Milano. Rusca Rag. Luigi — Via Calatafimi 9, Milano. Sacco Prof. Gr. Uff. Federico — R. Politecnico, Gabi¬ netto di Geologia, Castello del Valentino, Torino. Sangiorgi Prof. Domenico — R. Museo Geologico Cappellini, Bologna. Sanvisenti Dott. Carmen — Piazza Duse 1, Milano. Scaini Ing. Giuseppe — Via Vanvitelli 49, Milano (132). Scarpa Dott. Giuseppe — Via Ospitale 10, Treviso. ELENCO DEI SOCI 418 1931. Schreiber Prof. Bruno — Acquario, Via Gadio 2, Milano. 1924. 220 Scia cchitan o Prof. Iginio — Piazza Vittorio Veneto 1, Brescia. 1927. Scortecci Prof. Cav. Giuseppe — Museo Civico di Storia Naturale, Milano (118). 1932. Segre Dott. Sion — Istituto di Anatomia e Fisio¬ logia Comparata, R. Università. Palazzo Carignano, Torino. 1916. Sera Prof. Gioacchino Leo — Istituto di Antropo¬ logia, Via Università 39, Napoli. 1910. Serralunga Ing. Ettore — Via A. Mussolini 2, Mi¬ lano (HI). 1907. Sibili a Dott. Cav. Enrico ( Socio 'perpetuo ) — Azienda Agricola, Minoprio (Como). 1910. Sigismund Pietro — Via Broggi 14, Milano (119). 1921. Simon detti Ing. Mario — Via Carlo Alberto 38, Torino. 1919. Soldati Aulo — Lugano. 1924. Soldati Raffaele ( Socio perpetuo ) — Via Alberto da Giussano 18, Milano (126). 1911. 230 Somma riva Sac. Pietro ( Socio perpetuo) — Gallarate. 1909. Stazzi Prof. Comm. Piero — R. Scuola Veterinaria, Città degli Studi, Milano 119. 1924. Stegagno Prof. Giuseppe ( Socio perpetuo) — Via Gaz- zera 7-8, Borgo Trento, Verona. 1926. Stolz-Ricci in Picchio Dott. Resi — Corso Roma 111, Milano. 1908. Supino Prof. Cav. Felice — Via Ariosto 20, Milano (1-26). 1927. Taccani Dott. Carlo — Via L. Mascheroni 25, Mi¬ lano (126). 1928. Taibel Dott. Alula — Stazione Sperimentale di Pol¬ licoltura, Rovigo. 1934. Tamini Sigma Eugenia — Via Padova, 11, Milano. 1933. Tchen Ni Kia é Ing. Rue Banning 79, Bruxelles. 1930. Tedeschi Luigi f Socio perpetuo ) — Via Iacini 6, Milano. 1925. 240 Torelli Dott. Beatrice — Via Luca da Penne 3, Napoli. 1932. Tonelli Rondelli Dott. Mària — Via Lavagna 5, Pisa. ELENCO DEI SOCI 419 1982. 1924. 1897. 1921. 1922. 1922. 1928. 1924. 1931. 1932. 1919. 1921. 1918. 1920. 1930. 1923. 1921. 1915. 1923. 1925. 1922. Tortonese Dott. Enrico — Via Vassalli Eandi 23 bis, Torino. Traverso Prof. Cav. G. B. ( Socio perpetuo ) — R. Scuola d’Agricoltura, Città degli Studi, Milano. Turati Conte Gr. Uff. Emilio ( Socio perpetuo) — Piazza S. Alessandro 6, Milano (106). Turati nob. Coinm. Vittorio — Via Conservatorio 11, Milano (116). Ugolini Prof. Ugolino — Via Gabriele Rosa 3, Brescia. Vaccari Prof. Lino — Ministero della Pubblica Istru¬ zione, Roma. Via Accademia Albertina Valbusa Prof. Ubaldo - 42, Torino. Vandoni Dott. Cav. Carlo — Via Papa Gregorio XIV, 16, Milano (106). 250 Varalda Dote. Vittorio — Via Eelice Monaco 12, Vercelli. Varese Dott. Clelia — Viale Regina Elena 21, Novi Ligure. Vecchi Dott. Anita — Istituto di Zoologia, R. Uni¬ versità, Bologna. Vegezzi Dott. Emilio, Redattore dell’Acquicoltura Ticinese, Lugano. Verity Dott. Ruggero — Via Masaccio 36, Firenze. Vialli Prof. Maffo — Istituto di Zoologia e Ana¬ tomia Comparata, R. Università di Modena. Vici Vico — Arcevia (Ancona). Vignoli Luigi ( Socio perpetuo) — R. Orto Botanico di Palermo. Vignolo-Lutati Prof. Ferdinando — Corso Vittorio Emanuele 103, Torino (103). Vinassa de Regny Prof. Comm. Paolo ( Socio perpetuo) — Istituto geologico della R. Università, Pavia. 260 Zammarano Ten. Col. Vittorio Tedesco fSocio per¬ petuo j — Via Nizza 45, Roma. Zangheri Rag. Pietro — - Viale F. Crispi 2, Forlì. Zavattari Prof. Cav. Uff. Edoardo f Socio perpetuoj — Istituto di Anatomia Comparata, Palazzo Botta, Pavia. 420 ELENCO DEI SOCI 1932. 1920. 1896. 1928. Zaroli Sac. Enrico — Corso Magenta 71, Milano. Zirpolo Prof. Giuseppe - Via Duomo 193, Napoli (175'. Zunini Ing. Prof. Comm. Luigi — Piazzale Giovane Italia, Milano (109). Zunini Sac. Dott. Giorgio — Via Monte Napoleone 42, Milano. SOCI PERPETUI E BENEMERITI DEFUNTI (1 millesimi indicano gli anni di 'pertinenza alla Società ) 1899-1900 1899-1902 1899-1904 1903-1904 1905-1905 1905-1909 1870-1910 * 1896-1910 1899-1911 1909-1912 1903-1913 1856-1919 * 1909-1919 1905-1919 1905- 1922 1903 1923 1899-1923 1918-1924 1912-1927 1906- 1928 1896-1928 Annoni Conte Aldo, Senatore del Regno — Milano. Visconti di Modrone Duca Guido — Milano. Erba Comm. Luigi — Milano. Pisa Ing. Giulio — Milano. Massa rani Comm. Tullio, Senatore del Regno — Milano. Biffi Dott. Cav. Antonio — Milano. Salmoiraghi Prof. Ing. Francesco — Milano. Schapparelli Prof. Giovanni, Senatore del Regno — Milano. D’ Adda Marchese Emanuele, Senatore del Regno — Milano. Soldati Giuseppe — Lugano. Curletti Pietro — Milano. Bellotti Dott. Comm. Cristoforo — Milano. Gabuzzi Dott. Giosuè — Corbetta. Ponti Marchese Ettore, Senatore del Regno — Milano. Pedrazzini Giovanni — Locamo. Giachi Arch. Comm. Giovanni — Milano. Melzi d’Eril Duchessa Giuseppina. — Milano. Bertarelli Grand’ Uff. Tommaso — Milano. Gallarati-Scotti Gian Carlo, Principe di Molfetta — Milano. Brugnatelli Prof. Gr. Uff. Luigi — Pavia. Artini Prof. Comm. Ettore — Milano. * Soci benone ri li. ELENCO DEI SOCI 421 1901-1929 Bazzi Ing. Eugenio — Milano. 1928-1929 Capitelli Cav. Celeste — Milano. 1896-1930 Grassi Prof. Cav. Francesco — Milano. 1922-1932 Serina Dott. Comm. Gerolamo — Milano. 1927-1934 Artom Prof. Cesare — Pavia. 1905- 1934 Terni Prof. Camillo — Napoli. 1895-1934 Monti Barone Dott. Comm. Alessandro — Brescia. 1919-1934 Cusjni Cav. Remigio — Milano. 1906- 1934 Bertoloni Prof. Cav. Antonio — Zola Predosa. 1911-1934 Balli Emilio — Locamo. INDICE Buonamico A., La bosmina del Lago di Molveno Cavallini F., Molluschi acquatici del pavese (conti¬ nuazione e fine) ....... Ceresa L., Tre nuove specie di Quichuana Knab. {Di¬ ptera Syrphidae) ....... De Beaux O., Mammiferi raccolti dal Prof. G. Scor¬ tecci nella Somalia Italiana centrale e settentrio¬ nale. Con 1J aggiunta di alcuni Mammiferi della Somalia Italiana meridionale 'Tav. VII, Vili e IX) Desio A. e Airagni C., Sull’età delle «pietre da coti » della Val Seriana (Tav. IV) . . . . . Desio A., Sull’ esistenza di falde tettoniche in Val Ta¬ leggio (Prealpi Bergamasche) . . . . Facciolà F., La vescica natatoria del Physiculus Dal- wigkii, Kaup ........ Lanzani P., Contributo alla conoscenza dell’ apparato masticatorio in pesci a regime alimentare differente Moltoni Ed., Uccelli riportati dal Prof. Giuseppe Scor¬ tecci dal Fezzàn (Missione R. Società Geografica 1934) (Tav. X, XI e XII) . Monti R., Contributo all’ idrobiologia delle Alpi Alba¬ nesi - Missione Ploridia Allegri . . . . Moretti G. P., I Tricotteri delle risaie (Tav. I e II) Negri L., Contribuzione alla conoscenza del paleogene del Gebel Cirenaico (Tav. V) Obenberger J., Sur les Buprestides du Musée de Mi¬ lano (Col. Bupr.) ....... Pagani M. P., Su alcuni Brachiopodi paleozoici di Sérdeles (Fezzan) (Tav. VI) . Parisi B., Angelo Andres ...... Perotti - Razzini P., L ' Eurycercus del lago di Chia- ravalle 'pag. 322 » 32 » 383 » 261 » 228 » 309 » 301 » 5 » 343 » 74 » 93 » 237 49 » 254 » 393 » 332 424 INDICE Pi rocchi L., Influenza dei Raggi ni tra- violetti su Ma- crosipum rosae L. . . . . . . pag. 25 Scortecci G., Descrizione preliminare di una nuova specie del genere Philochortus (Philochortus Zolii) della zona di Gat (Missione della Reale Società Geografica) ......... 305 Tedeschi G., Cladoceri dei laghi di Riè (Alto Adige) e di Brinzio (Varesotto) ..... » 146 Tortonese E., Echinodermi del Mar Ligure . . » 213 Turati E., Novità di Lepidotterologia in Cirenaica. IV (Tav. Ili) . . . . . . . » 159 Trossarelli F. S. J., Elenco degli Opilionidi italiani del Museo Civico di Storia Naturale di Milano . » 19 Vialli M., Le cellule cromaffini dei gangli nervosi negli Irudinei .... ...» 57 Cronaca Sociale Consiglio Direttivo pei 1934 Verbali delle sedute .... Elenco delle pubblicazioni ricevute Elenco Soci del 1934 .... 398 » 399 » 406 » 408 SUNTO DEL REGOLAMENTO DELLA SOCIETÀ (data di fondazione: 15 gennaio 1856) Scopo della Società è di promuovere in Italia il progresso degli studi relativi alle scienze naturali. I Soci possono essere in numero illimitato: effettivi, perpetui, bene¬ meriti e onorari. I Soci effettivi pagano L. 40 all’anno, in una sola volta , nel primo bimestre dell1 anno, e sono vincolati per un triennio. Sono invitati par¬ ticolarmente alle sedute (almeno quelli dimoranti nel Regno d’Italia) vi presentano le loro Memorie e Comunicazioni, e ricevono gratuita¬ mente gli Atti e le Memorie della Società e la Rivista Natura. Chi versa Lire 400 una volta tanto viene dichiarato Socio perpetuo . Si dichiarano Soci benemeriti coloro che mediante cospicue elargi¬ zioni hanno contribuito alla costituzione del capitale sociale. A Soci onorari possono eleggersi eminenti scienziati che contribui¬ scano coi loro lavori all’incremento della Scienza. La proposta per V ammissione iVun nuovo Socio effettivo o perpetuo deve essere fatta e firmata da due soci mediante lettera diretta al Con¬ siglio Direttivo (secondo l’Art. 20 del Regolamento). Le rinuncio dei Soci effettivi debbono essere notificate per iscritto al Consiglio Direttivo almeno tre mesi prima della fine del 3° anno di obbligo o di ogni altro successivo. La cura delle pubblicazioni spetta alla Presidenza. Tutti i Soci possono approfittare dei libri della biblioteca sociale, purché li domandino a qualcuno dei membri del Consiglio Direttivo o al Bibliotecario, rilasciandone regolare ricevuta e colle cautele d’uso volute dal Regolamento. Grli Autori che ne fanno domanda ricevono gratuitamente cinquanta copie a parte, con copertina stampata , dei lavori pubblicati negli Atti e nelle Memorie, e di quelli stampati nella Rivista Natura. Per la tiratura degli estratti , oltre le dette 50 copie gli Autori dovranno rivolgersi alla Tipografia sia per l’ordinazione che per il pagamento. La spedizione degli estratti si farà in assegno. INDICE DEL FASCICOLO IV A. Desio, Sull’ esistenza di falde tettoniche in Cai Ta- leggio (Prealpi Bergamasche) • pag. 309 A. Buonamico, La bosmina del Lago di Molveno P. Perotti-Bazzixi, L’ Eurycercus del lago di Chia- » 322 ravalle ......... Ed. Moltoni, Eccelli riportati dal Prof. Giuseppe Scor¬ tecci dal Pezzàn (Missione ft. Società Geografica » 332 1934) (Tav. X, XI, XII) L. Ceresa, Tre nuove specie di Quicliuana Knab {Di- » 343 pierà Syrphidae);. .... . » 383 B. Parisi, Angelo Andres . • » 393 Consiglio Direttivo pel 1934 • » 398 Verbali delle sedute ..... . » 399 Elenco delle pubblicazioni ricevute • » 406 Elenco Soci del 1934 . . . • » 408 Nel licenziare le bozze i Signori Autori sono pregati di notifi care alla Tipografia il numero degli estratti che deside¬ rano, oltre le 50 copie concesse gratuitamente dalla Società. Il listino dei prezzi per gli estratti degli Atti da pubblicarsi nel 1934 è i i. seguente : COPIE 25 50 75 100 Pa g- 4 L. 6.— L. 10.— I, . 13.— I, . 15.— V 8 n 10.-- V 15.— 51 20.— 55 25.— ri 12 n 12.— ri 20.— 55 25.— 55 30.— V 16 r 15.— ri 25.— 55 31.— 55 40.— NB. - La coperta stampata viene considerata come un 1 / 4 di foglio. Per deliberazione del Consiglio Direttivo, le pagine concesse gratis a ciascun Socio sono ridotte a 12 per ogni volume degli Atti ed a 8 per ogni volume di Natura, che vengono portate a 10 se il lavoro ha delle figure. Neh caso che il lamoro da stampare richiedesse un maggior numero di pagine, queste saranno a carico dell’ Autore fL. 25 per ogni pagina degli « Atti » e di « Natura »J. La spesa delle illustrazioni è a carico degli Autori. I vaglia in pagamento di Natura, e delle quote sociali devono es¬ sere diretti esclusivamente al Dott. Edgardo Moltoni, Museo Civico di Storia Naturale, Corso Venezia, Milano (1131. \ r I /