f'F' J;;,. «-■■ ■■■'".-^ ^^ V^ 1 i p if^^ :^ ^ vSj ^ «^ s lg r^Mip^ ^j4r i ^ 9^y ^ jiflB^ - ^XH 6 A ATTI DELLE ADUIVAIVZE DEll'I.R.ISTITDTOfflETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI. ^,///f,A.A ATTI DELLE 4DIN4NZE DELL'I. R.1STITIIT0VE1VET0 DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI. DAL NOVEMBRE 1845 ALL'oTTOBRE i846. VENEZIA, PRESSO L4 SEGRETERIA DELL' ISTITUTO NEL PALAZZO DUCALE 1846. CO TIPI Dl'lMKIKO AARATOVir.U. ATTI MLIE JMlNiSZE DEIL' I. I. ISTIiyTO MM 1)1 SCIENZE, LETTERE ED ARTI. ADUNANZA DEL GIORNO 50 NOVEMBRE i845. Si apre questa prima adunanza dell' anno acca- demico con leggere il dispaccio a novembre dell' Ec- celso I. R. Governo col quale e partecipata la nomina cbe S. M. I. R. A. si e degnala di fare con venera- tissima Sovrana Risoluzione 4 ottobre p. del menibro effettivo prof, abate L. Menin a Vice Presidente del- r Istitulo. II Cav. Sanlini nel lasciare le funzioni di Presi- dente dirige all' Istituto alcune affettuose parole, e fa voti per la sua magglore prosperita. S. E. il Conte Cittadella Vigodarzere , uell' alto di assuraere la Presidenza, tiene un breve discorso — (I — siillo sc()j)o (' sill |)iu utile indirizzamento del Coipi scienlilici. II Segretario legge I'alto verbale della precedente .idunauza del giorno 0 agosto, ch' e approvato. Si unnunziano i seguenti doni fatti all'I. R. Istituto. I . Dair I. R. Istituto Lonibardo. Giornale delV I. 11. hlUuto. Tomi IV c V. Giornale ddV 1. R. LstUulo e Biblioteca Italiana: Fa- scicolo 55 e f'ascicoli 5i-55. Atli ddladistrihuzione del jyrcmii d'hidustria ?ie/'i845. Milano 1845. •2. Dalla Sociela Medico-Chinirgica di Bologna. Mcmoric della Societu tnedico-chirurgica. Vol. 4, fasc. 2, Bologna 1845. Bidlctthio dclle srienze mediche. Fascicoli di gennaio, I'ehbraio, marzo, aprile, rnaggio e giugno 1845. 3. Dal menibro eflettivt) nob. G. Minotto. Ririsia iccnologica. Estratta dal Giornale Euganeo. Giu- gno 1845. Considcrazioni sail' icso vconomico del comhuslibi- li. Dagli Annali dellc Scieuze del Reguo L. Veneto i845. /(. Dallo stcssu e dal sig. Giuseppe Antonelli editore, (Jontiniiazinnc del Diz/onar/'o iecnologico, dalla dislri- Imzioiie n. 8C ;il!a 109. f). Dal nieinbro cffettivo prof. G. Meneghini. La traduzione dal latino delia sua Memoria: Intorvn rasse ccnbro-spinah,, fatta dal sig. A. G, de-Meis. JNapo- li 1845, di pag. 27G, in 8. 6. Dal membro effettivo dott. G. Bianchetti. BeciU uomini di httere. Lihri qviattro. Seconda edizio- iie. Milano -184.5. 7. Dal membro effettivo prof. T. A. Catullo. Letferc sopra varii anjonienti inlercsmnii la Gcologin e la Pahontolorjia. (Eslrattc dai Nnovi Annali delle Scicnze natural! di Bologna. Fascic. di Giugno i845 ). S. Dal membro effettivo nob. Gherardo Frescbi. I numeri 18 al 54 del Giornak inlitolalo.- L' Amico del Contadino. 9. Dal socio corrispondente cons. Quadri diVenezia. Desrr?zione toporjrafica di Vejiezia. Fascicoli 9 e 10. 10. Dal socio corrispondente dottor Filippo de Filip- pi di Milano. Cenni sui pesci d' acqua dolce della homhardla. E- stratti dalle Notizie naturali e civiii della Lombardia. Vol. I. Sunlo d'alcune osservazioni sulla imhriogenia dti pe- sci. Milano 1845, di pag. 24 e 2 tavole. 11. Dal sig. Antonio Galvani Chimico-farmacisla in Venezia. . ho studio rivnlto sopra il succo spreynvio dallct radice della Valeriana. Memoria. Venezia 1845, di pag. 40, in 8. 12. Dal sig. Anlonio Sette, ingegnere di Padova. L' Jgrlcolttira veneta. Un volume in 8. Padova d8 43. I 3. Dal sig. Alessandro Cugino dottore in medicina. Delia recettivita vaiuolosa. Padova d 84 5^ di pag. 72, in 8. I 4. Dal sig. dott. Orazio Scortegagna di Lonigo. Appendkc alia storia del morbo ■migUarc, di pag. \^, in 8. I 5. Dal sig. profess. Vincenzo Gallo di Trieste. Almayiacco tiautico per I' a7i7to iSiG. Trieste 4844'. Prima distribuzione. I G. Dal signer Elia Wartmann, professore di fisica in Losanna. Mewo/re sur h Daltonisme, on la (hjschro?//atopsie. (Estratta dalla Bihliolhh/ue univcrselle de Generc. Giugno- Luglio 1840 ). Memoire stir deux balances a reflexion el stir f/nclques rccherches aux quelles on petit les ewploijcr—Ax pag. 54, in 4, ed una tavola. De la Mefliode dans V electricite et le ■)nagnetisme a propos dti Trattato del Magnetismo e dell'Elettricita del Prof. Zantedcschi (Estratti dagli Jrchives de I' electricite. Tomo V, n. 18. 1845). 17. Dal sig. avv. Leonardo Porta di Napoli. // Progresso ilaliano nelle scie7ize del dirilto. Discor- so. Napoli 1841. SitWisola d'Ischia. Discorso pronunziato nella Sczionc - 9 ~ di Geologia e Miiieralogia del Scttimo Congresso degli Scienziati Italiani in Napoli. 1845. 1 8. Dal dotl. Bernardino Zanibra, professore di fisica in Udine. Introduziont alio studio del I a fisica. Udine 4845. 19. Dal dott. Camillo Versari da Forli. Memoria premiata^sopra un tcma medico. Bologna 4844. 20. Dal dolt. Alessand.o Tas.Mniiri di Venezia. Du. climat de Vcnise et des ressources salutaires qrC il offre. — Venezia 1845, di pag. 24, in 8. Si annunzia die T I. R. Governo col de- creto 24 ottobre ha confermato le nomine falte dal ristituto il 7 agosto in Soci corrispondenti dei signori prof. ab. Pietro Canal, prof. Antonio Perego, ingegne- re Giovanni Arcari, cav. Cesare Canlu, e prof Gio. Maria Zendrini. II membro effettivo prof Conti legge la secon- da parte delle sue Considerazioni intorno alio scritto del doUor Fusinieri Sulla filosofia della fisica. Dando compiraento alle sue considerazioni sul kvoro del dottor Fusinieri, e percio esamiuando al- cune proposizioni clie prima aveva supposte giuste, il prof Conti fa osservare che la perseveranza di un corpo nello stato in che si trova fino a che non interviene causa esterna, deve ricavarsi dall' esperieiiza, non gia V. - 10 - dal [)riiici|»io di rai^iuue suflicicnto combiiialo colla clefiiii/.ioiic di coipo, e jnosUa rinsufTicionza dcirusato raij;ioiiaineiito, Riij;iiaido alia iii!penelra!>ilila egll rifiula la di- luostrazione del dot lor Fusinieri, il cui iierbo sla nella iiicunipalibilita di <|iiallla speltanli a due corpi c perciu diverse ncl medesiuio silo, meiitre assimieiido due corpi della medesiiiia natura, quella contraddi/ione sparisce, henclie questi pure sieno impenotrabili. Ma- lamente al dir del Conli si qualifica T iuipenetrabilifa come propriela essenziale del corpo, e poi la si vuolc cavare dalla dala delluizione. Quanto alia cuuiuDicazione di moto per urlo, se il corpo nello scoiitrarsi con altro luiila di movinieuto, cio e inseguato dall'esperienza, che ci animaestra anche del come, ne lo si puo dedurre dai ])rincipii posli. Tanto e vero queslo, che nella Icgge assunta si limita lo slalo di quiete o di molo unilorme retlilineo, fino a che interviene causa esterna, suirolletlo della quale nulla si dice. E qui il prof. Conli ricorda i pensamenli dei fi- losofi, le dot trine di Hume e di Kant nel presente argoniento e le considerazioni del Gahippi, raostrando essere grave errore di voler procedere razionalmente, quaudo tocca consultare 1' esperieuza senza la quale niente puo sapersi. Applicando la parola urto, come il Fusiuieri la tlefinisce, al corpo in ([uiele die ."' sconlrato Ja qiiello in niok), ne viene clie al prinu) in quicte si altribuisce raoione sufliciente cli continuazione di molo, che e rondizionc opposta a quella di qiiiefc. Nota in aggiiinta il piol". Cunli che volendo tul- to lirare all' urto, sembrerebbe che lale fenomeno fosse de piu determinati, de' pin conoscruti nelle va- rie circoslanze, ciocche non e vero. Calcolansi movi- menli de'corpi a distanza con somma esaltezza, le qucstioni di urlo sono imbarazzate, per la piu parte insolule. Domanda pol il Conti da che foule ha tialta la sua definizione di corpo, il dott. Fusinieri? Se a priori, av- verte che rcsterebbe a dire come si trovi I'apphcabi- lita a cio che realmente e nel niondo. La qual verifi- cazione della corrispondenza della idea innala, che seco portasse raniina anteriornienle all' esperienza, deve pur iarsi coi sensi, ed il prof. Conti insiste su qiiesto perche si ricooosca che rideahsmo deve adat- tarsi a trovare nei sensi la sua giustificazioae. !VIa il dottor Fusinieri prese la definizione dal- r esperienza, e quindi il Conti uiostra che non poteva cscludere Tazione a distanza. Venendo ad un esame indutlivo delle proposi- zioni del dottor Fusinieri il prof Conti niostra prima che e necessario stabilire ipotesi, avvegnache e un fatto che la mente crede ad un legame, ad una rela- — 12 — zione tra i fenonioni, o che <|ucsto legarne non lo leg- go direttamenle nel moiulo. Distingue Ic Icggi fenoiiieniche o til corrispon- Jenza tra i fenonieni, scnza die si consideri le cause donde procedono \ e le leggi delle cause, quando una gradazione di fenomeni e presa a rappresentare la varia intensila delle cause, die gia sempre riman- gono occulte, Avverte ancora die spiegare e predire soltosta alle medesime condizioni, die non vi ha differenza se non nel tempo, ch'e passato per la spiegazione, futuro per la predizione. Quindi e die spiegare suppoiie una legge di gradazione ne fenomeni, ed il fenomeno die si spiega non ha da essere esplicito nella delermi- nazione della legge, allrimenti farebbesi circolo vi- zioso. E qui riaudando i fenomeni che appartengono al movimento de'corpi, alia loro composizione, mostra che 1' analogia suggerisce I'azione a distanza, il sislema alomistico, che questo non contrasta ai risultali degli espei'imenti del medesimo dottor Fusinieri. Per ultimo schierando i fenomeni del calore, no- lando die le nostrc conoscenzo suUa natura si fanno per sintesi, aggiungendo proprieta a proprieta , mo- stra ragionevole I'atlribuirli ad una causa particolare che dicianio calorico, e da lasciarsi le proposte del dottor Fusinieri che li vorrebbe attribuire alia mate- — !5 — ria ordinaria attenuala, oel quale stalo essa dovrebbe assumere propriela opposlo alle consuete. 11 iiiembro effettivo slgiior Giulio Sandri legge il seguenfe scritto. Ricerche sopra un greco nionosillabo, Del signer G. Sandri. i. Nell'intendere e spiegare gli scritti, massime antichi, puo talvolta accadere che per inavvertenza, prevenzione od altro motivo, una persona autorevole pigli prima in qualche passo lo scambio e tulti gli altri poi v' aJeriscano senza verun sospetto di errore, e senza darsi quinci la cura d'isti- tuir nuovo esame. E cio sembrami sia succeduto riguardo a un greco nionosillabo nato a' tempi vetusti, il quale mi pro- pongo di venire quest'oggi brevemenle interpretando, per- suaso che quand' anche si fortunato io non fossi da imber- ciare nel segno, mi verrebbe condonato il tentativo ; c non sara ad alcuno discaro di trasportare un po'meco il pensiero alia dotta nazione, la quale fu madre primiera di quel sape- re che lanto chiari rende e pregiali i moderni. 2. II monosillabo, end' io intendo parlare, si e quello formato dalla seconda e dalla seltima lettera del greco alfa- beto, e ch' io non saprei era bene di qual guisa profcrire, perche anche la sua pronuncia eutra in questa ricerca. Gi si da esso come imitazione di certo suono, e sta qui appun- to a vedere di qual suono sia imitazione. 3. I Dizionarii che Io riportano dicono vos ovium ba- __ ii ^^. lantiiDU, i))iiln1io rorix ov'non , halalus avium-, non pcro (!i UiUc It' [)CCorc, ne socontlo tiiltijma soltanto Snida fcstc, csl iinital'io vocis ov'iion. apnd ylll/'co.s, nt apud Cralinum in Dintnisi-ylle.raiidrn, come scrivc lo Scapola. Sicciie ci si poiijo come un' atlica spccialitaj e siill'ap[)oggio e dietro la testimonianza di ^iiiida. 4. E a capirc come qucsta per un' attica specialita ci si porga, d'liopo e rammentare qualmcnte la Grecia avesse gia una parola formata per onomatopcja, a dinotare la voce deilc pecore, scritta con la seconda, la prima e la nona di sue Icttere (i'a:). E poiclic at suona c, del pari chc ai in franccse c in inglcsi% e la seconda grcca leltera suona b op- pjir /', conciossiache sieno queste molto aflini, e tanto che sovente I' una si trasmuta nell' altra, c in Guascogna c in Ispagna il /> usasi prof'erire per v; ne viene, che questa parola comune a tutta la Grecia, dcstinata a significare per imitazione la voce delle pecore, suoni hee o ree, dando al |5 nil valore niezzano tra il b ed il v, quale oltiensi avvicinan- do appena tra loro le lahbra nel pronunciailo. 3. Cio posto, e venendo al medesimo Suida, ci dice nel SUO Dizionario: /^tj, to ;/;;/r)Tt)Cov zric, xw v7:so/5aTwv ftovnc, I'if/ri- lativo dclla voce dcUc pecore. , ed aggiugne olc/' ^at "Xr-j o-j; tv ATTt/o£, gli Jilici non dicono /3at, ossia non usano I' allra parola menzionata dianzi, colla quale si esprime la voce (h'lle pecore; ma si bene il monosillabo ad essi particolare: e cita in prova di sua asscrzione il passo di Cratino in cui (picsto monosillabo si ritrova. n. Se noi sofTormiamo un po' la nostra considerazione, veggiamo die Suida col riportare I' attico monosillabo con- trapponcndolo a (picllo degli Atcniesi non proprio, ed atte- sJandoci die (picsti non dicono cio che 1' altro monosillabo esprime, chiarnmcnlc ci mostra chc se il comune suonava — 15 — hi'c, I" alfro noil avea punto un tal suono (1) . . . Ma Siiida chc nota esscrvs differenza tra i due monosillahi, ed asseri- scc gli Ateniesi non dire cin cl)e sjjli altri dicoano, om/s /3at ■Xsyouctv ATTixocj non ci addita poi (piul siioiio I'attico niono- sillabo avesse. 7. Egli supponea certamcnte die la proniincia di tal monosillabo fosse gia conosciiita, vale a dir fosse quclla che si usava comunenienle a' suoi tempi, la quale noi possiamo appreiidere da una parola, che nel sue Dizionario vien po- co dopo. E questa il nome di una cilia del Norico, in latino Vininmm, eh' egli scrive Br.pouviov, colle due prime Ictterc identiche all' attico monosillabo^ cli' eo:!! quinci appalesa pronunciare per vi: e a meglio confermarcelo da eziandio 1' etimologia, ossia 1' origine di qnesto nome dalle due voci latine vir ««?/*, accennandoci come ad un immane cinghiale dando i Norici inutilmente la caccia , alia fine esso vidcsi comparire sugli omeri di un tple, che solo avealo atterra- loj per lo che tutti presi da meraviijlia, esclamarono vir unvs, |3rjpouvou; un uonio solo!.. Onde poscia il nome a quella citta in momoria di siflatto avvcnimcnto. 8. Che al tempo di Suida la sottima lettera irrec;i si pronunciasse per i , si puo dcdur aiiche dal celeberrimo Eustazio, che fioriva non molto dopo , il (|uale in parocchi luoghi de'suoi Comcnli ad Omero trova consonanza perfet- ta in parole scrittc con questa e parole scritte con iota, co- me esempigrazia sarebbe il nominativo del nome indicantc Ciunone Hprj, con due r; , e il vocative di quelle indicante ( 1 ) Oic 1' attico monosillabo ^tj non suonasse come I'aliro /3ac, ci si ap- palesa eziandio da cio, clie due parole d' identico valore, idcntica quanlila e ideutico snono, non aviebbero ne anclie .sufliciente raf;ione di linveiiirsi nella medesima lingua : onde so vi fosse pria stato I' un nioaosiliabo di (al fatta, nun saiebbcsi 1' allin inveiilato. — iG — Iride, Iftj con duo t (I). Di die si vede, die raFiiiiicMitanJo pur op:li 1' aecenn.'ito monosillabo , como imitazione della voce pecorina, /5t, ovo/xa ^wvy;; 7rpo/5aTO'j ovopaTomtrj.^cv, nonic ddla voce dclh jx cora fatio per o')ioi)i((to])ea (2) , quan- to al suono sue, al suo valore, si accorda anch'csso con Sulda. 9. Apparcndo per tanto dalla contrapposi/.ione che fa Snida tra i due nionosillabi, ofTcrtici quale iniifazionc del helar dellc pecore , clic gli Attici non dicevano sicconie gli altri , onde conscguita che se gli altri dicevano hee, gli At- tici non dicevano cosi ; e dalla guisa di scriverc il nonie Virnniw))!, e dalla etimologia che ne porge, apparendo in- tender egli che gli Attici dicessero vi, naluralissitna cd ov- via torna 1' inchicsta , perche gli Attici a ritrarre la voce delle pecore usassero di quel peculiare lor monosillaho, e non dell' altro, onde valeasi il rimanente dclla Grecia. -10. Al che si potrcbbe rispondere, o che le pecore del- I' Attica avessero un suono di voce dilTerenle dall' altre ; o che variando la voce degli animali, e della pecora massima- mentc, secondo il sesso e I'eti'i, Cratino appuntato n'avesse una specialcj e non la piu comuneraente scnlita. \\. Ma che le pecore dell' Attica avessero una voce diversa dall' altre, troppo non par verisimile: e poi nell'At- tica non saransi perpetuate le stesse pecore; ma, come av- vien d' ordinario , o quelle dell' Attica saranno passate in altro paese, o quelle d' altro paese si saranno ivi condotte. Sicche non puo dirsi con molta ragione , aver Cratino usa- to (li tal monosillabo, perche le pecore dell' Attica avessero una voce diversa da quclla dell' altre. (i) l-Iusta/.io Iliad, lib. F. |)dg. ujC), e srg. ■i.!\., trovasi anche in greco nelle parole ^■fijy] o /SXrj- ya., ^rijjia belato e (jXyjy.aofxat belare, usate specialmente per le pecore j nieutre per le capre si usa piuttosto i^yiy-ri o ^ijxas'/Ao;, /w.ij)ca'o o fAVjxa^w, seaza la delta lettera, che niaaca pure in ^yjy.a.os; capie o sia belaiui, attri- buito eziandio agli aguelli, e si trova in [ityCkv altro noine delta capra. Que- st' animals fu chiamato anche |3ri>CT7 ; e za. |3r;>ca fu detto a indicar cnpre e pecore ; Lenche il uome p.iii comune della capra sia as^-a'-YO;. /'. 5 — -18 — avesse (jiusta ad csscrc un' altica propriela ; non vedesi pcrche ^li Ateiiiesi avessero in cio a differenziarsi dagli al- tri, come il Dizionario di Siiid.i ci attesta, c gli altri Dizio- nari clic lo ripetono sulla testimonianza di lui. 11 perche vuolsi csaniinare il passo mcdesiino di Cratino , se niai da esso potessirao ritrar qualche luine. 15. II passo deirantico greco poeta rifertoci non sola- mente dal Dizionario di Suida, ma da allri eziandio che da esso lo tolsero, e queStO : 0' orlkC^ioq, matiz^ 7rpo'/3aTOv/3r) /3-») >.£- Y(ov /SaSj^si. Nel (juale e danotarc che ry>.t&to; importa stolido, schmmifo ,■ e irpo/SaTov significa armento in generale, come il latino pcciis, da irpo'/Saivw precedo, perche suole al pascolo precedere lentamente chi lo para e custodisce : e in sense piu ristretto indica pecora. A dinotar (piesta sola i Greci hanno il nome ot?, dondc il latino ovis, che la pecora sola- mente pure dinota. dO. Ma prima di entrar maggiormente nella interpre- tazione del passo, non sara disacconcio il richiaraare alia niente alcun che dell'autor suo Cratino. Fu questi un cele- bre comico Ateniese, che vissc circa il principio della guerra del Peloponneso, e dices! aver il prime introdolto nelle i'e- ste di Bacco la satirica rappresentazione. Vuolsi arrivasse fino air anno centesimo, benche deditissimo alia crapula, e massimamente all'ebrezza, come accenna anche Orazio co- minciando I'epistola d9 del lib. i.° ove dice: » Prisco si credis, Moecenas docte, Cratino, w Nidla pliicere din, nee vivere carnaiiia possunt u Quae scribuntur aquae potoribus ». E il medesimo Orazio no parla pure in sul principiar della Satira 4. a del 1.'* libro, scrivcndo: — id — » Eiipolis, atque Cralinus, Arislophanesque pnetae, » Atque alii, quorum conioedia prisca virorum est, » Siquis erat dignus describi, quod inalus aut fur, » Quod moeclms foret, aut sicarius, aut alioqui » Famosus, multa cum libertate notabant ». Do' quali tre poeti si beneiiieriti della cornmedia qui nien- zionati da Orazio, si fa piu vecchio Cratino ; dopo si mette Eupoli, cl)e diligcntemente imlto lo stile di lui ; c segue po- scia Aristofane, che si dice medio tra essi, cioe veementc co- me Cratino, ma raeno acerboj efornito dell'urhanitS e gen- tilezza di Eupoli (I). 17. Ramnaentato in succinto chi si fosse Cratino, fac- ciamoci senza piu a considerar il suo passo gia mentovato di sopra { d. d 5 ), die suona alia lettera in latino, siolidus auiem. nt peats, oppure ut ov/'x, ^n |3tj dicens vadit ; e in italiano, lo sdtnunito come bruto ovver cowe pecora, ^n ^-n diccndo, camt)iina. Qui, se mal non mi appongo, apparisce interpretazione ben diversa da queila che si voile dare fin ora ; vale a dire lo stu|)ido come hruto, ovver come pecora, caramioa pronunciando quel suono indicato dal greco mo- nosiUabo, onde qui si discute: cotalche il comt hrulo o co- me pecora si riferisce a stupido, e non punto a diccndo. Cosi almeno porta la stessa giacitura delle parole ; e quan- do la giacitura delle parole ofiTre un senso chiaro, sembra sia desso da preferire a quello che nascesse da qualunque siasi trasporto di esse, ove pero altra cosa non vi si opponga. iS. Osserviamo dun(iue se qui v'abbia veruna opposi- zione. E egli convenevole, e egli naturale il dire scimunito come un bruto, stolido come pecora ? Egli e convenevolis- simo. Lucio Junio fu cognominato Bruto, per aver contraf- (i) Lod. Desprez nelT Orazio ad usitm Delph. Sat. 4) 'ilj- I - 20 — fatto lo scimunlto a sfiiggire la crudelta di Tarquinio. E la pccora, di prcferenza anchc agli altri animali, si mostra stu- pidissiina; per cui e pure la pii'i facile ad avvclenarsi, raas- simamente allorche va in nuovo pascolo, di leggeri scam- biando I'erba saUibre colla niortifera. E per cio stesso fu questo animale preso universalinente per la piu appropriata imagine della stolidezza : » Sub laceris crebro virtus latet aiirea pannis. » Cum stolidas auruni pecudes et purpura velet » scrisse Mureto : e s' usa da noi pecoraggine, pecorotie, in luogo di schnunitagginc, scipilo o scnza, giudizio. II dire aduncpie stolido o stupido come pecora^ a dinotare il grado estrcmo dell'insensatezza, qnello in cui si opera macchinal- mente senza che la riflession v'abbia parte, e in cui sconsi- derati suoni si puo andar ripetendo, e dire la cosa piii na- turaie, e piu generalmente sentita per chi la natura consi- dera da vicino. ^19. E poiche a naturale interpretazione noi vogliarao appigliarci, restaci a vedere una cosa al proposito nostro importantissima, cioe quello che suol dire lo scimunilo men- tre se ne va camminando, ch'e appunto cio che il poeta cl voile qui dinotare. Suppongasi per tanto, che il monosillabo soprammentovato sia per noi una cifra, il cui significato di- penJa e debbasi dare dall'attento osscrvatore della natura. Chi dar volesse tale significato osserverebbe, non v'ha dub- bio, accuratissimamente cio che lo scimunito, il balordo va dicendo raentre cammina: e vedrebbe certo, che non va punlo dicendo hee. bee come la pecora. Si bene ei fa sentire un cotal siiono indistinto tra 1' a,V e e V i coU'impressionc delle labbra ond'csso ha principio. Se dun(iue Cratino, si — 2d — abil maestro in rappresiMiUire le nmane abitudlni, si esatto e deciso pittore della natura, voile iiidicare il dir dello stu- pido allorche muove i passi, non disse certamente bee bee, poiche non e questo che usi dire lo stupido ; altrimenti a- vrebbe ritratto (juel che non e. 20. E a credere che Cratino, non la voce della pecora, ma quclia dello stupido qui volesse indicare, persuade e- ziandio la propensione grandissima che aveano i Greci e mas- sime i comici, a dipingere la uatura ne'suoi piu distinti par- ticolari, anche in cio che risguarda I'udito, creando parole imitative per ogni suono speciale, che accadeva loro di e- sprimere, tanto per le cose inanimate, quanto per gli ani- mali, e soprattutto per I'uorao: del che moltissimi esempii si potrebbero metier innanzi, se non si temesse di andar troppo in lungo. Faro per altro osservare, come gl'Italianl, che alle parole imitative non sono tanto portati, sembra non di meno che riguardo al suono sconsiderato che usa mandare lo stupido, s' accordassero con Cratino nella for- raazione del nome babbio, babbeo ; donde gli accrescitivi babbione, babbaccio, babbaccione, con cui lo stupido stesso dinotano ; poiche alia formazione di questo nome babbio o babbeo, pare non altro aver dato raotivo, che la ripetizione dell'oscura sillaba che 1' insensate va talor pronunciando : nella guisa stessa che i Greci da /3ap /3ap, voce discordante in cui soleano spesso cader in Atene i forestieri allorche principiavano a parlar greco, fecero il vocabolo /3ap^apo; (barbarus), onde ogni straniero poi significavano (I). 2-1. Ma avendo noi prima veduto quali difficolta s'in- contrerebbero a volere che 1' attico monosillabo rappresen- (i) Altri dice che /jap |3ao fosse il suono che ai Greci sembrava udiie da quein di cui noii intendeano la lingua : !'etimologia pero non vaiia punto. 00 tassc 1.1 voce dolle pccore, e iippresso vcdiito avendo per lo coiiti-ario, come la j^iacitura slessu ilelle parole nel passo di Gratino offra un chiaro sense convonieiUissiino per ogni ri- guardo, e come in vece quello chc risulta dalla loro trasposi- zione dinoti cosa non vera; sarebbe a credere chc Gratino con quel siio monosillabo intendesse non gia il suono di vo- ce della peeora, per cui notammo esservi altra parola (n. 4), ma bensi quello che manda lo stupido mentre cammina; ed avcsse preso lo scambio Suida, il quale trovando presso il norae della pecora il monosillabo detto, avente articolazione consimile a quelia del suono di quest' animale, senz' altra considerazione riputo esprimere la voce di esso; e con Sui- da I'avessero preso tuttl i Dizionarii che attinser da lui, e il dottissimo Eustazio, e I'antore del grande Etimologico, chiunque cgli sia (1); e quincinon hnitatio vocis ovm7)i a/md Atticos fosse a dire, ma imitatio vocis stolidi amhulanlis. 22. Tanto almeno parmi raccolgasi da questo ragiona- mento; col quale pero, ben lungi dal presumere di decidere il punto, io intesi soltanto, esprimendo rispettosamente il mio avviso, di richiamare sur esso I'attenzione di altri di me piu valenti, aflinche ne portino quel giudizio che alia Sana crilica torna piu confacente. (i) II grande Etimologico ( Magnum Et^imologicum) e in tutto conforme a Suida, scrivendo:j3v3,To fitpYjTtxov TO tjj twv irpo/SaTwu ifoivrj?. Ou/s /3a4 'XsysTo.t axTJXMj-KpaTivo; AiovucraXs^o(,v5pw-0"5'ri\t&jo; waTiap 7rpc/|3a- Tov /Srj fsi\ "Xsytov fSaSijSi. Non m' i? nolo se I'autore di questo lihio fosse in- nanzi di Suida : ma ijualunque sia il piimo che prese il ^7) di Gratino per la voce della pecora e t'u dagli altri seguito, l' argomento rimane lo stesso. — 23 -- L' Istituto si riduce in adunanza segreta per trat- tare di aflfari interni. II signor Hannert, litografo, cliiede die sia esaminato dall' Istituto uu metodo di sua invenzione per riparare e riotegrare i disegni guasli o consuuti delle pietre litografiche. ( Commissarii i signori prof. Conti, prof. Meneghini e nob. Minotto ). Si determina die le adunanze ordinarie del nuovo anno accademico, oltre I'odierna e quella di diinani primo dicembre, abbJano a tenersi nei giorni sotto indicati, 28 e 29 Dicembre. 23 e 26 Geonaio iSA6. 22 e 25 Fehbraio. 22 e 25 Warzo. 18 e 20 Aprile. 29 e 50 Maggio ( adunanza solenne ), 21 e 22 Giugno. 19 e 20 Luglio. 9 e 10 Agosto. AoUiXAiNZV DEL GiORNO i DICE3IBRE 1845. II Segretario legge I'atto verbale della piecedeiile adunauza del giorno 7 agoslo, ch' e approvato. Si annnnziano i seguenti doni falti all'!. K. Istitulo : 1. Dal prof. Guglielmo di Rapp di Tubinga. Jnaiomische Unttrsticlmn(je7i i'lber die Edentaten. Tu- binga 1845, in 4. di pag. 80 con 9 tavole. 2. Dal dottor Pietro Beroaldi di Vicenza. Delia mhjlian, Considtrazioni patoloyico-pratiche. Vi- cenza 1844, in 8. di pag. 88. Diziovario delta Legidazionc Austriaca inlorno la Sa- ii'ila jmbhlica coni'inentult e la pithblica Bcneficenza ec. Padova i845. Tomi 2 in 4. r. 4 — 20 — II raembro eflellivo prof. Zantedeschi legge una sua inenioila sulla Termocromia. L'Aulore ricorda da priaia die non e nuova I upiaione die vi sia eterogeneita ne'raggi caloriGci. Glianlichi riguardavauo come specie differenti di calo- rico, quello die emana dal sole, dalla combustlone, dairacquabollente ec. — Pietro Prevost riguardava il calorico come composlo di due specie di particelie le une pill giosse, le allre piu suttili-, e De la Roche iiel I 8 I 3 crede di aver trovato una prova evidente di una graduale trasformazione cui fosse soggetta I'irradiazio- ne del calorico oscuro prima di coavertirsi in irradia- zione luminosa. Melloui ancorche ora abbia distinto il calorico dal- la luce, ed ora abbia sosteuuto die non sieno che duo azioni dello stesso principio, ossia due manifestazioni delle ondulazioni eteree, tultavia e rimasto fernio nell'ammelterc die il calorico raggiante sia composto di elemenii diversi analoghi ai raggi colorali della luce; auzi consideraudo la visibilita come una qualita acci- dentale delle radiazioui elemenlari, gli aggiunti bian- co e coloralo egli applico indistintamente agli elemenii oscuri o luniiuosi delle radiazioni, e li risguardo pres- sorhe sinonimi di una scrie inlera o di una sola spe- cie di raggi. Ed in queslo significato vuole ora sia io- lesa la nuova nonienclalura die propose intonio alia scienza delle irradiazioni calorifiche. — 27 — 11 prof. Zantedeschi riferisce in compendio qno- sta nomenclatura e la sua applicazlone a casi partico- lari secondo il Melloni; poscia espone gli argomenti sui qnali questo celebre fisico ha foodato la sua ipo- tcsi sulla eterogeneila di un calorlco colorato in rela- zione alia .serie iutera delle ondulazioni eteree, visibili od.iuvisibili,che costltuiscono gli efflussi raggianli del sole e delle sorgenti lerrestri:^ ed in fine esaiiiina se qnesli argonieoli o prove possano dirsi dedotte con rigorosa logica. I delli argomenti, secondo il prof. Zanledesclii, si riducono ai scguenti : I. Le Irradiazloni lucldc sceverate da qualunque irradiazione eterogenea posseggono un calor proprio die segue esattamente le loro vicissitudini, per niodo die le diverse fasi di un dalo raggio luminoso perfet- tamente isolato possano dedursi indistintamente dai rapporti lucidi o calorifici. a. Le forze calorifiche indicate dal termomolli- plicatore sono esatlaniente proporzionali alle diflleren- ze di temperatura delle due facce della pila, e per conseguenza ai gradi indicati dal terniometro nella porzione di scala di 5° a 6" rentig. 3, II calorico oscuro soggiace a quelle medesi- me leggi di propagazlone, i-iflessione e polarizzazione clie reggono le aflezioni generali della luce j e i diversi suoi elenienti sono piu o meno facili ad esser dilfusi, — 28 - trasniessi od assorbiti da certe sostanzc, e dotal! di tuUi i requlsili chc appartengono ai raggi limii- uosi. La proposizione del Melloni, che le irradiazmni luminose posseggano un calor proprio il quale segua esattanienfe le loro vicissltudini, per inodo che le di- verse lasi di uu raggio luminoso perfeltamente isoliflo possano dedursi indistiulauieute dai rapporti lucidi o calorifici, ritiene il prof. Zantedesclii sia slata piulfo- sto affermata che dimostrata. II Melloni slesso acccn- na e si riporta in cjuel lavoro ad alcuni snoi scritti e ad un nuovo slriunento che non fiirono ancora lalli di pnbblica i^agione. Diibita pcru il prof. Zantedeschi ch' egli possa riuscir inai a diuiostrare il principio d'identita, ossia che un'onda di una data auipiezza, p la slessa molecola, sia ad un tempo cagione necessa- ria dei fenomeni luniinosi e calorifici. L'altra via che riniarrebbc al Melloai per comprovare il principio d'i- dentita sarebbe quella della assoliita reciprocita, o della perfetta correlazione, ma questa assoluta recipro- cita sarebbe, come a detio del prof. Zantedeschi, smen- lita dair esperienza. Di piu il Melloni non avrebbc nemmeno dimostrato I'asserila proporzionalila tra lo forze calorifiche indicate dal termomoltiplicalore, e le difterenze di temperatura fra le due facce della pila, per cui un termomolliplicalore si possa rilcnere equi- valente ad un perlelto termonielro. A qut-slo jtropo- — 29 — sito il prof. Zantedeschi espone parecchie considerazio- ni sue proprie e di altri fisici, e prende ad esaminare eziandio la ipolesi proposla da Commissarii dell'Ac- cademia delle scienze di Parigi die hanno falto rap- porlo intorno alle scopefte del Melloni. La predetla pioporzionalila iion reggerebbe neinmeno fra i piu ri- stretti limifi di teinperatura assegnali dal Melloni ne' suoi receuti lavori, come il prof. Zantedeschi ebbe ad assicurarsi anche con esperimenti da se isliluiti. II Melloni avea dichiarafo nel i835 che la luce ed il calorico raggiante devono la loro origine inirae- diatamente a due cause distinle, ed avea concepito la possibilila di separare con)plttamente la luce dal ca- lorico, anuunziando aver cio oltenuto con un mezzo semplicissimo, quello cioe di far passare le irradiazio- ni delle sorgenli luminose allraverso un sisteroa di corpi diafani che assoibano lutti i raggi calorifici, e che non estinguano che una parte dei raggi luniinosi. II prof. Zantedeschi prende ad esaminare i varii espe- rimenti fatli a questo fine, e le modificazioni che il Melloni apporto successivamente alle prime sue ipo- tesi. Egli non crede che abbia tratto dai fenomeni osser- vati conseguenze assolufamente esatte, e si appoggia qui pure all'autorita di altri fisici, e ad alcuni suoi esperimenti. Analizzate e discusse le basi, su cui il MelKjni ha fondato la sua tooria , il prof. Zantedeschi ternu"na - 30 — coll' osservare die i fenomeni della varia trasmissibi- lita del calorico attra verso i corpi si potrcbbcro spiegare col concepire die dipendano dalle varie so- slanze trasportale dai raggi di calorico, sia dalle di- verse sorgenli, sia dai diversi mezzi trapassali, come viene trasportata la materia nelle correnti eleltriche, e come fu Irovato anche pe' raggi di calorico del fer- ro arroventalo. Imperocciie sarebbe possibile che le qualila delle materie trasporlate concorressero a ren- dere piii o meno assorbibiii, piii o nieno trasmissibili gli stessi raggi, secondo le varie sostanze in ciii en- trano •, e di piu sarebbe possibile che le materie tras- portate concorressero a modificare le correnti eleltri- che eccitate in una pila dai raggi calorifici che vi giungono ; e per conseguenza che ioflniscano piu o meno anche alio sviluppo della forza magnet ica che la deviare 1' ago del galvanomelro. In colal gtiisa si spie- gherebbc, dice il prof. Zanledeschi, perche il calorico che ha attraversato il vetro passi piu facilmente per una lamina di quarzo*, e quello che ha attraversato I'acido citrico passi piu facilmente attraverso I'alhime; e viceversa perche il calorico che ha attraversato al- cune specie di vetri neri, od alcune qualita di mica, abbia perduto quasi intieramente la propriela di at- traversare f allume. — 51 — U membro eflfettivo dotlor Fusinieri si riserva
  • a. Le osservazioni fatte in Padova, confrontate col- le stesse efFemeridi, hanno dato i seguenti risultati. T. M. ill Pad. A. R. osservata ^1 Corr. delle efFeraeiidi Decl. osserv c o Corr. delle 5 — efiemeridi 25 6»'57'51' 23l'7'36"53 3 t26''63 tO°40'28"2 3 -2' 30' 9 26 6 36 23 23 9 40 57 3 t26 92 fO 36 30 2 3 -2 20 7 27 6 3916 231148 77 3 126 83 to 32 11 2 3 -2 47 4 Media correzione in AR. = -f26"79— -|-6'41''8 in arco in decl. = —2 53 0 Da cio si comprende, che I'errore in A, R, e ri- raasto pressoche coslante, mentre quello in declina- zione avrebbe nel corso di un mese variato di segno. Prima pero di intraprendere la correzione degli ele- njenli, e forza attendere ulteriori osservazioni, dalle qiiali agevolmeute si potra dedurre, se sia ammis- sibile una si rapida variazione nelle correzioni della declinazione. II niembro effeltivo prof. Turazza legge poscia uno scrilto intitolato: /V«o^'rt determinazione delle co- /'. 6 _ 42 - stanti relatk'e alia resistenza dl allnto nel inovi- niento dclP acqiia pe lunghi tubi di condotla e pegli ah'ei. Neir occasione di clover stendeie iiii libro di pralica idronietria per la sua scuola, e di dover in es- so trattare per esteso dei due probleoii del movi- mentu dell acqua pe' lunghi tubi di condolta e per gli alvei, il pro!" Turazza ha voluto esaminare fino a qua] punlo le costanti finora assuule dagli scrittori d' idronietria per la soluzioue di tali problemi, e da essi impiegate nelle relative lormole, fossero esatte e corrispondenti alle esperienze. Da queste ricerclie e- gli 111 condotto a fare alcune variaziuui alle formule comunemente usate, e ne espone nel sue lavoro i mo- tivi e il procedimento. Quesle formule colle nuove costanti, applicate alle sperienze di tal genere delle quali va ricoa la scienza, rappresenlaoo con assai niag- giore esaltezza i fatti osservati, come risulta dalle ta- belle e dai calcoli clie il prof 'J'urazza pone alia fine ilel suo lavoro. II meiubro effeltivo prof Menegliini leggc po- scia la semienle meinoria Sidle Diatoinee. Sulla animalita delle Diatomee^ e lievisione organos:;raficci dci generi di DuUomce stahiliti dal Kiltzins:. Del prof. G. Meneghini. /. SuUa animalita delle Diato7?iee, Le Diatomee sono esseri microscopic! provveduti di un guscio siliceo. merce il quale, conservaiulo immntabili le lore forme, facilmente si prestano alia osservazione e facil- mente si distinguono dagli altri miniiti organismi si del re- gno animale che del vegetale. I primi osscrvatori le riguar- darono incontestabilmente come animali. E animali le di- cliiaro solenncmentc TElirenberg. Gli algologhi invece le ebbero quasi tulti e le hanno anche attualmente per pian- te, ed in questa opinione convengono quelli che piii re- ceiitemente trattarono della elemeutare siruttura degli es- seri orgauici, e delle difl'erenze che fin dalla prima loro ori- gine costantementc appalesano gli animali e le piante. A so- stegno della loro animalita hanno certamente grande valore le important! osservazioni dell' Ehrenberg, ma esse non so- no suflicientij in quanto che dagli stessi argomenli I'illustre aiilore e stato condotto a comprendere nella medesima clas- se degli infusnrii poligastrici anche le Destnidiee, che ora di comune consenso si riconoscono per vcre alghe. Se non che fra le due opposte opinion! altra ne sorgo at- tualmente, cherinnova sotto altro nomc le teorichedei fitozoi 0 zoofiti degli anlichi, dei nemazoari di Gaillon, del regno psi- _ ii _ codiario e delle artrocliee di Bory-Saint-Vincent, della mate- ria vcrde di Priestley, della mctamorfosi di Agardli, c stict- tamente si collega alia teorica della generazionc spontanea, ed all'altra della niancanza di liniitispeciologici, |)er la quale si considerano le specie ed i generi, si auiraali che vegetali, come forme transitorie dello stesso tipo organico. II Kiitzing non ammette diOTerenza essenziale fra gli animali ed i vcge- tali, e sostiene clie uno stesso essere, ncUe varie epoclie del suo sviluppo, possa pigliare 1' una o 1' altra natura. Ed ccco in poche parole la sua teorica : ogni essere organico e co- stituito di elementi vegetativi e di elementi animali, e sccon- doche questi o (juelli divengono prevalenti, l' essere risulta animale o vegetale} nei primi stadii dello svolgimento anchc degli esseri superiori, e permanentemente in quelli di ran- go iiiferiore, i due elementi si bilanciano. In questo ul- timo caso si trovano per sua opinione le Diatomee, le quali percio non si possono riferire assolutamcnte, ne a questa, ne a quella serie, ma costituiscono I'anello, che insieme congiungc in an solo regno tutti gli esseri organici. Lun- glie (jucslioni insorsero fra i soslenitori e gli avversarii di cosi fatla dottrina, che a vicenda si accusarono di error! logici, di sofismi, di paradossi. L' analisi di questa polemica risuUerchbe lunga e di po- 00 frulto, mentre invece i principii di una Sana logica pos- sono servirci di guida ad una rigorosa critica dci fiitti. Ed in vero le scienze naturali a buon diritto si vantano di usare del linguaggio per quel che vale, schivandone 1' ontologico abuso. Animale e pianta non sono gia denominazioni di cosa alcuna particolarmcntc esistente, come non io sono (luelle tanlo comunemente usate di specie, di gencre, di ordine, di classe, di regno. Pel naturalisla non esistono che gl'iudividui, come pel fisico non esistono che i corpi. Specie — 45 ^ e I'espressione sintetic;j, complessiva, aslratta'cli tuUi gli individui simili fra loro siffattamente, che tutti si possano riguardare originati dagli stessi parent!. Genere e una astra- zione ancora piu vasta che comprendc tutte le specie fra loro somiglianti per alciini importantissimi caratteri, e cosi via dicendo fino a quelle denorainazionl di animale e di pianta, espressioni di idee esistenti solo nella mente del- I'uomo, e percio appunto subordinate alle Impressloni gii ricevute e a quelle che si potcssero ulteriormente riccve- re. Quelle idee sono quindi piu o meno incomplete nei sin- goli osservatori, ma incomplete in tutti, perche nessuno osser- v6 mai tutti quanti sono gli animaii e tutte quante sono le piante. Egli e percio che non di rado c' imhattiamo in or- ganisml di ambigua natura e che sembrano a prima giunla spettare con eguale diritto al regno animale ed al vegetale. Ma anclie rispetlo a questa ultima divisione degli esseri or- ganici dobbiamo procedere con quelle norme stesse, che troviamo necessario di animettere riguardo alle prime di- vision! delle specie e dei generi. Quando il naturalista trova una specie, che senibra spettare a due generi diversi, e forma per cosi dire il passaggio dall' uno all'altro, secondo i' importanza ed il valore de' caratteri si determina, o a modificare la definizione dei due generi, o a proporne uno di nuovo, o a fonderli in uno solo. Peccherebbe invece di ontologia qualora asserisse trovarsi inclusi e conibinati i due generi nella specie ambigua. II genere non esiste che nella nostra mente, non nella specie ; in questa non possono tro- varsi che alcune o tutte le caratterisliche del genere, cioe (juelle note, che in tutte le altre specie sorelle, a malgrado delle altre loro diversita, pur sussisiono costanti. Cosi 51 Kiitzing, dicendo cbc nelle Diatomee si trovano combinati e fra loro cquilibrati i due element! organic! animale e vc- — 4G — «»etale, graluitaincntc siippone ncllo idco (iticlla combina- zione che in rcalta ha luogo solo fra Ic materic diverse, cd applica quindi il concetto all' espressione, invere che que- sla a qiiello. E lo dimostra reseinpio del quale egli si serve institucndo fra il regno organico e I'inorganico (lucUo stesso confronto e dcducendone analoga consegiienza ; il graduato passaggio dall' uno alP altro e, quasi, la lore congiunzionc merce lo stesso anello intermcdio delle Diatoniee. 11 fosfato calcare, egli dice, che coslituisce tanta parte delle ossa degli animali, la silicc dclle Diatoniee e tutti gli altri elementi ininerali, che si riscontrano uniti ai tessuti organici si dcgli aniniali che delle piante, rappresentano la combinazione del regno inorganico coll' organico. Secondo che r uno o 1' altro prevale, trionfa la vita o la mortc. L'e- spressionc minerale e in qucsto caso innalzata a contrasse- gnare non un' astrazione del nostro intelletto, ma qualche cosa di ignoto, di virtuale, di metafisico. Collo stesso diritto che denomino minerale il fosfato calcare o la silice, posso egualmente denominare minerale il carbone e l' idrogeno, o la triplice combinazione dell' 0. II. e C, o la quadruplice di 0. II. C. e A., poiche anche queste sostanze, al pari delle prime, non manifestano di per so sole quelle proprieta ge- norali che comprendianio nell' espressione aslratta di vita. Ne dobbiamo qui lasciarci ilhulere dall' abuso che fanno i chimici della parola organico applicata a qualunque ele- niento materiale degli esseri vivi. E una comoda ma perico- losa maniera di esprimcrsi. Gli stcssi elementi remoti costi- tuiscono i corpi brutti ed i vivi: c bensi vero che alcune lo- ro combinazioni si trovano nci sccondi che mancano nei primi, c alcune non si possono neppurc artificialmente pro- durre; ma non e insito a queste sole cio che denominiamo vita, c la stcssa chimica combinazione puo essere viva o — 47 — morta, senza clie ne coiiosciamo la cagioue. Ed e uoicamcn- te per paragoiiarla ad altri falti conosciuti, non per ispie- garla, die supponiamo lisiederne la cagione prossima nella disposizione reciproca e nei movimenti delle molecole. Fin- tantoche una sostanza qiialunque fa parte integrante del tessuti di un essere vivo, essa non appartiene punlo al re- gno niincrale, ma bensi a quell'essere, e quindi al regno organico. Soltanio allorcjuando, indipendentemente da (juelle nianifestazioni clie costiliiiscono la vita, essa obbedisca nel- I' interno dell' essere vivo, come obbedirebbe fuori di quel- ]o, alle leggi fisiche e chimiche, come e dei calcoli negli a- nimali, dei cristalli nell' interno delle cellule vegetali, delle incrostazioni interne od esterne , clie , provcngano dal mezzo in cui vivono o da veicoli in essi introdotti, impri- gionano, soffocano ed uccidono gli animali e le piante o i loro tessuti, alloia soltanto diro minerale quella sostanza eventualniente associata all' essere organico. Nel guscio del- le Dialoniee^ al paii clie nella conchiglia degli acefali, nella chiocciola dei gasteropodi, nell' epidermide dei crostacei, nelle ossa dei vertebrati, quella cosi delta sostanza inorga- nica e, alnieno in parte, nelle inedesime condizioni che I'al- bumina, la fibrina o quella qualunque combinazione di pro- teina che costituisce il rimancnte del tessuto. Nelle Diato- niee al pari che ne' nioUuschi il solido guscio si adatta alle diniensioni successivamente crescenti dell' animale, come crescono le ossa ne' vertebrati di pari passo che gli altri tessuti. E poiche questo accrescimento nulla ha di comune colla cristallizzazione o la successiva deposizione dei mine- rali, e pur forza concedere che (juella raanifestazione e ne- cessariainente compresa nel concetto della vita. Parlando dunque delle Diatomee il Riitzing doveva atte- nersi al fatto che in esse la silice prevale agli altri dementi — 4S — inateriali, e poleva unicaiuente instituire un confronto fra (jucsta proporzionc e quella clie altrove si riscoQtra, tra Ic coiubinazioni niateriali proprie agli esseri organic i e ciuclle invcce che sono comuni anchc ai mineral!. Avrebbe forse po- tato ricavai-c da qiiesto confronto, clie quanto piu preval- gono le seconde sulle prime, tanto meno manifesta e la vita. Ma qui non si tratta di sapcre se cssa sia pii'i o meno facile a riconosccrsi: una serpc assiderata e un'aquila che spazia ne' cieli sono ccrtamente fra loro diverse nella cnergia e quindi nella manifestazione della vita, ma si 1' una che I'al- tra sono egualnicnte diverse dalla pietra. Ove cessa la vita ha luogo la niorte, e le due idee rapprescntate dalle espres- sioni vita e niortc, perchc opposte fra loro, non ammettono transizione. L'altra opinione del Kiitzing, che quantunque estranea al soggetto da noi trattato, pure crediamo dovcr combattere, e quella che gli suggeri la teorica delle due vitalita fra lo- ro combinate in equilibrio o in disequilibi-io. Lo stesso es- sere, egli dice, puo passare dalla natura animate alia vege- tale, o da qucsta a quella, e successivamcnte i-itornare alia prima. L' opinione non c nuova perchc gia sostenuta, prin- cipalmente da Agardh, daGaillon e da Bory Saint-Vincent, ma i fatli che lo inducono a professarla sono cosi precisi ed e- sattamente descritti, che non ammettono la facile accusa d'inesatta osservazione, coUa quale i piu si contentarono fi- Dora di risponderc agli argomenti ch' erano stati tratti da falli consimili. Egli vide esseri microscopici, perfettamente corris|)ondonli alle descrizioni e alle figure date dell'Ehren- berg, forniti di particolaritaorganiciie, ed offerenti fenomeni vitali daU'Elu'cnbergedagli altri gencralmcnte riguardati co- me caratteri di animalita, prendere, merce il successivo e na- turale loro svolgimcnlo, foiine, organizzazione e vita, quali — 49 — generalin«nle si convengono alle piaole. E da (juestc piante vide generarsi dei corpi riproduttori quali sarebbcro i scnii nelle piante superior! o le spore negl'inferiori, iigualinente dotal! di carattcri di animalita siicccssivamente subordinati a (picll! della vita vegetale. II fatto e vero ed ogniino che ab- bia rabitmline delle osservazion! microscopiche puo facil- niente verificarlo. E I'interpretazione di esso mi scmbra al- trettanto facile. Se vi sono degli esseri, i quali giunt! al loro perfetto svibippo si iiianifestano decisamente vegetal!, nien- tre nelle prime cpoche della loro esistenza presentavano al- cuni fenomeni di animalita, cio significa che cpiei fenomeni non sono csclusivi agli animal!, e che da ess! non si possono trarreassoluti caratteri di animalita. Queilaimperfezionc,cbc superiormentc dicevamo essere inerente al concetto che pos- siamo formarci del i-cgno animate e del vegetale, viene per tali studii a diminuirsi, ed e sotto questo aspetto che noi intendiamod'intraprcndere I'esame delle Diatomee,sceveran- do diligentemente fra i caratteri ch' esse prescntano, quell! che sono corauni ai vegetal! da quell! che lo sono agli ani- mali, e ricercando se alcuno ve ne abbia di esclasivo a quell! o a quest! che decider possa la questione. II confronto fra gli animal! ed ! vegetal! {\\ tante volte e da tanti autorevolissimi autoii sotto tutte le sue forme ti'attato e discusso, che il solo annunziarlo deve incuterc il ti- niorechesi voglia ricantare cose viete o rancide, o per lo men note ad ognuno. lo quindi mi asterro dalla inutile pompa di una facile erudizione e mi atterro unicamente ai [)!u recent! risultamenti dell'indagine scientifica. Le manifestazioni piii sicure della vita animale sono (|uclle della sensibilita e della niobilita, o ili tutto il corpo o delle varie sue pai'ti. E inutile I' enlrare in minuti parlico- lari per provarc che simibi/ita, al pari di tutte le altre pa- /■. 7 _ Ut — miitt iNlVidK. iHivt, iiiiili It <;ili' III iiiiiui'. . mil (fiiiiii* ' ^iinli I'.i ■\ 111:1111. i 'II lauKiu Iv !snr«5!«»iiiii iBtruui ; ^nimli Uv'inuiu i(uniiini>- iiiiMiiiii! Iitilii cuiiwi' '^tn.wm rt;ll t» (jMr wjnpii'i'.R iym«w»n»iiimu, >iitit tir:tiiiiii '11 ^'t'liKihiiiiw I'juiRii ti!! iMiiiiniMii ii »'.r\mv,u\nt: ILi ^'<(]iKa»7.iuii! -Hilii •LsiKikM'rtnitniMUu. iiMrdii* '\ 'in iimt.um'.nui iiii iiiiii ;iinvi>iMttii [I. .tniiitimii' I'll '.ruiiimrrt; liiuirn i^ (iitrti itV' ih'M, 'silR iimiiiini'.nil 'ruiKiiiuli i'''"rm:inii ti Qifti .zii UHrii uiiiniiU;,ii ^uimii sta inii omjivi'.i.i 'iinmnu iit lyisj tsmi juel*- Ihiuiiu'^i itttiiiiinina imiKiiiiiiui. ijiuusu iniUiuii II Nvtitiiiniu in mult !,'iK« iiwijiii' rriRi uitr^ipviii. (iJin t 'mim (irMin inKsia- nii iiirMmir! u iiiri ninm"'im! imnicinKa ill' imiiirtimiiuui ti-; iiiKUTJ/ miir///. 'li 'iRWH'wiMiini?. Ill jiiiiimi iiti! niiiniiiii. itinrJlM 'sm a namii'sm ihiiii'f- iiviiniMiM'. '. wwnui MUi nimui'-siasv-iinn t -iwin)i'". .(ii'rjuumiyiut 1liMlllUrrlUUl1ll^'llu ^'»alii -JUUUJT'ta illii iiiKii-i xwAW. UiiV Muuu^ siussiK ini! piiiUiiKU) .(iiilii ^tiititt) ihuJi issMmi rjHji iltwi m^iinuiitli aiin nii??inr!tutli (Muub piimm iil> iniiniili. 11 wiliMiilii tr'uvii'ri iii»| tViiinncnii ^Jus^in Mi'incnii li tiKUin-.'.iinn, -a rnumvuirniii imiln ^'luni'SsiiniB liimsali' 'v.i ^|i-rtiiniilli.istiuniipii o'tliilliiuuu itiiuirtninnruicniiin mrJiR-nnali ~rt»"iim'Mti j»v mnli ^i -v'li'aniw.ti. Si ••.'.•vt'.i\ (i (iiiuiKU-ir? •Jir. nnlln imnlu • nmviiUMiii ulli snnn (nUM'Tuinaii (ad' iwiini* IwiW' '< i^iimiiw li'iiJi iUi'nii .iMurrn . ni^l ;mimnli invone tiiii DiKUiiin 111 i'a'rii (Mila iJiluri iiiii"^csnii'"i 1 ^niRSiif'*. il i'::riinu. I' ir rmiii"M uirJii- im ni'Mii.in '. "'rniiiii. ivi I' ^<:t»!i'- lii inni''v<)nMn • ' ir:omi'ji nin' iiir;iUi ..; u\:,U' (i<;{insui1' in. illnrJiii '"ijiiliv.'i il ^:-ii((\ (cili' insU"i Tiiuniv'.ioni> iia l' all' null' tii ■•■iiiii"! iiniliiUi inirjiiiit>;iti>. a iiiit jrris>;talo yy sarebbe ben liui?i dall' offrirci qiU'lP aspeUo »Ji iinmobtli- " ta e di nuiote, sotto al quale osso si prvs^nta ai nnstri " sensi ?•. K lo stosso o a i.litsi ilei ino^zi : c!»o i muscoli do- jjli aniinali suptM-iori ben presto seninpariscoQo qualora ci l;icciaino ad osaininare irii aiiiniali pin semplici o piii ptceali, no certameiite possiamo ne^uro raniinalita a quei luiiutti iniusorii noi iiuali noti ci e daU> nli\.iie luxiciu' i imiscoU^ noppure alcuii orjaiio >Iisiinto. Ricoiiosciutn quiiuli I'iiisullicienna di ipiei due pHocipa- lissimi caralteri, tii il' uopo ricorcarne .iltri. iion piu oelle semplici munifeslazioni Al supposte proprieta sub!iielli\e. ma nolle tpiilila siosse obbieltive. K ipiosto mm iiolla ostorna loi'- ni;i, oho non conosciatno Ihniti alle sue variety, ma nell" in- liina iir^;iiiizza/iono, nolle eondijtioni doi piu itMuoti ele^ nuMiti or"j:.inioi. nella Iimo uridine e lornta/Jone o noi clii- mici materiali di die sono costituit*. Cuni(M-t.ino alia diUieile rioorca i rooenti ritrovati. n»erce i i|uali la scletua e oimidl ill possosso il' iniportaiiiissinu) verila : ossoio nei tipi oij^a- nici superior!, cosi del regno vegetale ehe ilell' animate, in- clusa per cosi diie soM\inanamonte la storia ilot^riiiforiori, i tpiali prosenLiiio |ioi lu.inouti i varii li>ro stati inloruiodii ; ripolorsi ne^li or^anismi piu cumplicati ipioi luedosiim iitti istolo;j;ici e ujorfoliiv'ioi clie chiari apparisoono noi piu soni- |>lici : la Iranui ori^aoioa priniiliva ossero soiui.;liantissinia noi due re^ni, risullare cio»» priniitiv.nnonto ogui pianta eO- nu> oijni aniuialo o OL,Mii tossnio oosi di tpiolla oonio di ipia- sto iinioanieiito di collule. I'! pi)iclio hi Statu pruuitnu, oh' e solanionto transiluiiu per ijli cssori suporiitri, i uuaiu' per — ri2 ^ iiiiificiUe iu't,'Pin(('rioii, si lianno cosi Ira Ip pinnte come fra •j;\\ aniinali, csscri sciuplicissimi, ridotti cinn alia sciupliciia (li Jin' unica ccllula. INon si tralta (luiiidi piu di vedero se v' ahliiano visceri, sistcmi, tessuti da una parte, o radicc, I'oglic, fiore o almeno f'ronda c spore dall'aUra; la dilleren- za die si corca di detorininarc o Delia ccllula primiliva, quella cellula die rapprcscnta Tuovo o la spora, come cs- seri ti'ii,iisitoi'ii, o il protococco e la (jrcrjarina, come esseri perniancnli. II caiupo e aperto c ben sei^nali iie sono i con- fini. La ccllula vcgetale dall' una parte, I' aniniale dall' al- Ira, ma si questa die quella nella sua prima origine, nella sua lormazionc, in tutli i successivi suoi nuitamenli. Se non die gravissimo scoglio qui si presenta, e, se non ci e dato sfuggirlo, lo si dcve almeno segnalare per cvitare il naufragio. i mezzi, coi quali c' ingcgniamo di aumenlarc la portata dc' iioslri sensi, lianno un lijnito. II microscopin svela la prcscnza di un corpicciuolo, (piando abbia andie solo un 100,000"'° di millimctro di grandezza; ma ollre- che (|uel corpicciuolo e ancora ben grande rispetto a quclli che ccrtamcnte sfuggono alia nostra vista, possiamo noi forse vantarci
  • re tanto di- stinte nogli animali superiori, c in niolti anche dcgl'in- feriori, come a modo d' csempio le spugne, sfuggono in- tieramente alia osservazione, ove si tratti di esscri micro- scopici. Si negli aniinali c!ie nelle piante nuove cellule si orga- ni:'-zano in grembo alle preesistenti. Ma nei vegetall la for- mazione delle cellule sembra cssere sempre endogena, ncgli animali invece essa ha luogo anche, e forse prevalentemenle, nel liipiido estra-cellulare. La moltiplicazione delle cellule vegetali si verifica in tre modi diversi. d.") Pill nuclei compariscono nuotanti insieme a granelli di altra natura. Intorno a ciascuno di essi si consolida una minuta vcscichetta, che successivamcnte s' ingrandisce, pre- — 57 — me le compagne, ed fnsieme ad esse termina per riempire la cellula matricale, che rammoUita e tornata liqiiida, vien poi riassorbita e spare. 2.") L'interna sostanza dclla cellula si separa in due o in (pialtro porzioni, che fino dalla origine vedonsi circo- scritte da distinta membranella primitiva e fornite del ri- spetlivo nucleo, inentre e nucleo e niembrana primitiva del- la cellula matricale sono sconiparsi.E solo conseguentemente uno 0 due diaframmi ne scoinpartiscono la cavita, e fonnano sdoppiandosi le pareti delle nuove cellule. o.'*) J\el tcrzo modo di moltiplicazione cellulare e la pa- rete stessa della cellula matricale, che, introflettendosi con piega annulare, strozza la merabranella primitiva, che in tal caso e persistente, e la recide, per cosi dire, in due por- zioni, quando, giungendo al centro, compie il diaframma. iNegli animali non furono osservati fmora, con precisio- ne, che i due primi modi di formazione endogena delle cel- lule. Se ora dall' esame comparativo della cellula vegetale col- r animale, considerate nella loro gcneralita, noi discendia- mo alia speciale degli organismi piii seinplici, fra i vegetal!, cscludendone pur quelli che potrebbero riguardarsi come di ambigua natura, ne Iroviamo presso che innumcrcvoli, c!ie ci presentano con tutta chiarezza, e nello stato loro primitivo, e anche nel permaneiite, la condizione pii'i sem- ])|ice della cellula e i suoi succcssivi mutamenti. Fra gli animali invcce, abbianio beusi, come stato pri- raordialc e transitorio, le uova, e quelle specialmente degli animali inferiori che opportunamenle si prestano al con- iVonto, ma, qti.il rappresentante dcUo st;ito perraanente- menle ridotto alia massima semplicita, abbiamo il solo ge- nere Gregarina, di cui si conoscono sei specie distinte, tutte /'. 8 — 58 — ento/.oe, tulle organizzate iiiiali semplici cellule, ma in priri tempo dolatc di contraltilita ed cspansibilita, bene sunicienti a pone (iiori di dubbio la loro natura atiimale. Se invcce prcridiamo a considerare gl'infusorii piii semplici, le mo- ■7iadi, i ribrinni, i parmecii, ben presto ci accorgiamo chc la loro semplicita e soltanto apparente, e rigiuirdo ad essi non possiamo piii tener conto delle proprieta insite alia sem- plicc cellula, ma dobbiamo invcce far calcnio di (|uclle, che spettano a tessnli, 1 cni elemcnti organici sfiiggono alia no- stra vista. I reagent! chimici piii non hanno die un' azione complcssiva sull' insieme del corpo, per la quale lo rilevia- mo prevalentemente costituito di sostanza nitrogenata. E qui mi giova insistere sii quelle particolarita di codesti in- fiisorii, che mentre da im lato accennano ad una organiz- zazione molto piii complicata di quello che per lo addietro si soleva ad essi attribuire, possono dall' altro facilmente scambiarsi colle condizinni comnni della cellula elementare. Descrisse rEhrcnbcrg e figuro, in molti degl' infusorii cost detti poligastrici, bocca ed ano, piu stomachi vescicolari, glandule secernenti rappresentanti il sesso maschile, e ovaia insieme con quelle, oltre die in mollissimi uno o piu occhi. L' csistenza di codesii oigani in alcune specie sembra un fatto posto ora mai fuori di controvcrsia e scevi'o di ogni dubbiezza. Ma non sono ugwalmente certi i criterii, merce •i quali gli organi stessi si suppongono esistere, per analo- gia, negli altri csseri microscopici. Cosi egli e ccrto che nci Closierii, ed in generale in tutte le Dcsviidiec, I'Ehrcnberg prese solenni abbagli. Credette sloiviaco il nucleo, die nci closterii come nei zigncmi e sospcso dapprincipio nel mezzo della cellula, ed e ben grande, diaiano, incoloroj ma perche sistematicamen- te essere doveano ini'usoiii poligastrici, dcnomino promi- — 59 -^ sciiamenle stomachi e glandule spermaiichc i grani d' ami- do ed i gonidii nei difTcrcnti loro stadii di svihippo. La clorofilla e tulto ii riuianente del contenuto riguardo arbi- Irariamente per rappresentante delle ovaia. La ingestionc di sostaoza colorata una sola volta riu- scita in un closterio, e unicamente in una delie vcscichctte die stanno presso alle due eslrcraita, altro non dimostra se nou che possono in realta esservi le pretese aperture ter- minali in certe specie e a certe epoclie deila loro esistenza. E sappianio che anche nelle cellule vegetal! si formano, ad epoche determinate, in determinate regioni della parete, circoscritte e regolari aperture, per le quali il contenuto si versa all' ester no. La sen)plice presenza di nn' apertura e r accesso per essa reso libero a sostanze solide esteriori non sara dunque carattcre assolulo di animalita; anch'esso al pari degli altri non ha valore se non in (luaoto si accor- dacolle generali condizioni dell'essere. Scoperta la presen- za degli occhi negP infusorii, si dichiararono senz' altro oc- chi tutli i punti rossi ed opachi, non solo dei veri anima- lefti infusorii, ma di tutti gli esseri microscopici, e la pre- senza degli occhi si addnsse a prova incontestabile della loro animalitej. Le osservazioni del Kiitzing, superiormente citate, sulla metamorl'osi della 31icroglena tnonadina in Ulothrix zonala, e del Cnjptomonas Pulvisculus, in Siij- (/eoclonm77i stellare, diniostrano chiaramente, che oltre al- r r.pparenza dei movimenti, possono i vegetali elementari presentare perfino alcuii che di soniigliante al cosi dctto occhio degl' infusorii e che altro prohabilmente non e che il nucleo celluiare. Finalmente anche il dimezzaniento, o, come lo chia- mano, lo sdoppiamento, puo aver luogo in un essere dota- lo di complicata organizzazione in modo apparontemente — CO — simile a qiicllo col quale si eiretUia in una seniplice colhila. Won solo negl' infimi infusorii come ncllc inonaJi c nei vibrioni, ma bon anclio nei poiipi, veiliamo comparire \m- nia un' area diafana e conseguentcmenle una linea di de- raarcazione la ove piii tardi si enTettua una vera divisione. Premesse cjueste generali coiisiderazioni, prcndiain) in esame le dialomoe, valendoci degli speciali e piu volte ci- tati lavori deU'Elu-enberg e del Kiilzing, come anche delic sparse osservazioni di altri autori, ed aggiungendovi il frutto delle nostre ricerche. Ogni dialomea e formata di guscio siliceo e di una so- stanza molle in esso contenuta. Quel guscio e secondo il Kiitzing costituito di pura silica o forse, in alcun caso, di silice combinata ad allumina. II Njigeli invece dice la silice deposta all' esterno dclla membrana organica ch' egli crede di Datura vegetale. Una membrana organica in fatti dcve esistere, perche la silice non avrebbe potato solidificar- si senza o cristallizzare o deporsi su qnalchc cosa di preesistentc. IVon si [)u6 peraltro ammettere col INageli cli' essa siasi depositata aH'csterno, perche in ben moiti gencri e principalmente nelle acnantidi il guscio siliceo e ricoperto da una membranella sottilissima ed estensibile essa pure contenente silice, come !o dimostra la sua persistenza al- r azione del fuoco e degli acidi. I'aragonando dunque quel guscio alle altre formazioni organiche si animali che vege- tali, nelle (juali si ha del pari o silice od altro cosi delto ele- mento niinerale, devesi ragioncvolnienle supporlo formato di tessulo organico compenetrato dalla silice. Questa com- penetrazione puo avvenire tanto nella parele di una sem- plice cellula, come lo vediamo nelle cellule opidermiche di molte pianlejquanto uell'interno di minute cellule, come pu- re vediamo e in piante ed in animali svarialissimi. II fuoco o -- Gi — . r acido, (lislnigcjendo in qiiesli casi la sostanza organica c lasciando iiUatta la silice, non altera la forma apparente deir organo, perchc ne resta, per cosi dire, pcrmanente lo schelelro. Esternaniente al guscio osser\6 il Kiitzing uno strate- rello ch" egli dcnomina cef//e?i/o, il quale si rende visibile sia col diseccaiuento, sia colla calcinazione, e produce o un semplice opacamento , o liiiee, punti e macchie , era irrcgolari ed era regolarmente disposte. Egli lo sup- pone un silicate di feiro e forse di allumina. In.lipen- denteniente dai materiali chimici clic puo contenere, qucl- r esterno integumento a me sembra fanto piu impor- tante in quanto clie lo vedo costaiile anche senza ricor- rere ai mezzi indicati dal Kiitzing, non sobmente nelle specie da esso segnalate, ma in niolte altre, e, potrei quasi asserire, csislere in tuUe, in quanto che mi sembra corri- spondervi quella membranella delle acnantidi superior- mente accennata, e ciie per osservazione dellostesso kiitzing si manifcsta ogni (|ual volla cominciano a separarsi i due nuovi individui, ne'ijuali ogni diatomea si risolve nella mol- tiplicazione per isdoppiamento. A questa specie di mantello appartengono bene spesso lineole e punti che si credereb- bero speltare al sotloposto guscio. 11 guscio stesso e formato di almeno quattro valve o pezzi , unit! insieme a forma di telragono. II modo della congiunzione e aflatto ignoto. Anche la presenza di una specie di articolazione , che ne consenta movi- menli di allontanamento e rawicinamcnto, ossia di apri- mento e chiudimento, quali sono nelle valve d' una con- chiglia, descritti dal Corda in una specie di Surinlla, e contraddetta dagli altri osservatori. Comunque sia o spon- tanea dopo la morte, o provocata dagli esterni raezzi, quella — 02 — divisions si edctlna oil e resiolare. Ora se stipponiamo una cellula organic;! (|ii:tlun(iue, la cui p.iretc sia compenctrata di silicc, c la cui loi-ma sia tctragona, |)ossiamo facilmcnte concepire ciie le singole facce 1' una dall' altra meccanica- niente si stacchino. Trovianio per altio nuincfosi fatti per un' analogia ben divcrsa, qiiella cioe dei solidi Icssiiti ani- niali, sia die appartengano all' interno sclielctro o all' ester- no indunienlo. Lc (joattro valve sono della medesinia lunghezza, nia in larghezza ecccde, nelle varie specie e nei varii generi, or I' uno or I'altro paio di facce o[)postc. A fissai-e un linguag- gio costante si convenne di chianiare valve o facce piinia- rie, ([uclle nel cui mezzo apparisce la linea di lli ci'cscotio c si iMniilKMno. In allri casi l.i sorrc/idnc i:;('la(iiiosa ha liiop:<) picvalciiUMiiontc ad una fslio- niil;'i c ronsolidandosi costiliiiscc iii) disliiilo pcdmicoli) oho si alhiivjfa e, si ramifictJ, cd in alciini f:^cncri vcdosi cliiaramcn- to liibuloso. Confivsso di iion avoro arironicnli a diinostrarc divcrsa dairaccciiuala rorii^inc c la Cormazione del podiiii- colo drill' ariiaiilidi, dci gonfononii, dol|c« ulnaric, nui ad o;^mm() clio ahhia nsscrvato (luesii csscri , non prai'!)or;\ piinto (juclla spioij;a/.i;)nc. Sareltho inolto piii annnissihilo la vSiipposizionc clii* (picl podiiiicolo ra|>pr(\siMitassi' la cclliila orii:;iiiaria, in gn'mlx) alia ipiale siicccssivanuMilo si s\ilii[)- patono i IVusluIi silicoi. Altreltaiito si polrolthc forsc snp- pdrro riiTtiardo ai Iiihi irolatinosi, cntro ai (piali soiio iiu'liiso lo naAiculc iiof^li .sclii/.om'iiii, micronn'^lii od allii u;oniM'i al- fiiii. Ma sia nn scmplico prodotio di socrozioiii'. o sia ossa sicssa una paile ()i"t::anio,.i, (piclla sostanza pno ctjnalnu'nto apparlonero ad un essorc aniniale c ad un voLrolalc*. II Kiitzini; la dicliiai'a soslanza trolinoa. cioc isonicra all'aniido, nia niui arri'oa alcnn ospciiniento a iliniostrailo. L' os iino clio io no ho inslituilo scnibra indicaro una conipnsiziono tcrnaiia non azotala, in (pianlo clu*, brnciata, non da Todo- ro del corno, \\\:\ pinltoslo un odoro aiiisalo, o i proiloiii dolla sua disiillaziono Iianno roaziono acida anziclio alc.dina. \u\ propatjaziono o moltiplicazionc dollo Diatonice av- vicno socondo il Iviilzinp; in Iriplico niodo : por lo svilupfio (Iclla sostanza i:;onimica, por divisiono c por forniazioni a- nalogho a semi o pcMuniuIc. II prinio inodo non o che suppos[o c quindi non osij^c nlloriorc discorso. La dixisiono o S(;inpro lonu;itudinaIc, cd ha luou^o sotto alia nicniltianolla siliciM oslorna, per la forniaziono di due — 60 — pareti diafrnnimntiche contigue die dimezzano 1' interna cavity. Anche gl' intcranei si dividono longitndinalinente. B quesla divisione e complcta se i due nuovi individiii si se- parino e conse^iiano cosi individuale libcrla ; imperfelta se la membranclia silicea persistonte, e soslanza i^elinea sc- creta li ritengano insicme collecrati. Questa maniera di ri- produzione, che il Brehisson disiinsc, col nome di duplica- zione e deduplicazione, dalla reduplicazione delle Desmi- dieCj merita la pin altcnta osservazione. La snrrirerita espo- slzione presenta il fatto nella sua piti ;i^ros5o!an i c superfi- ciale apparenza generale, e fa vivanienle sentire it hiso'^^no di una deserizione pin circostanziata e particolare alle varie forme. Solaniente dopo aver lilevalo i dett lirli relativi, al- meno ai princi[)ali tipi generic!, potrassi fond ire sn basi scienlifiche il concetto generaie della molti[)licazioiic per isdoppiamento. Bastano per altro poche osservazioni per dimosirare che esso non awiene cosi semplicenjenle come si vorrebbe far credere, per poterlo paragonarc a cpicllo delle cellule vegetali. >"clle acnantidi, a mode d'csempio, si descrive e si fi- gura che le facce principali, le rpiali occupano lo spazio in- lermedio fra le due valve superiore ed inferiore, coniincia- Do dal presentare delle lineette trasversali, poi una forte linea longitudinale nel mezzo: compariscono allora due iiuove valve intermedie e continue fra loro, la superiore del nuovo in lividuo inferiore, c 1' inferiore del superiore. Le mie osservazioni mi dimostrano che la cosa non precede con lanta semplicita. Yidi spesso allontanate le due valve laterali ed ampliato cosi grandemente lo spazio intermedin. In altri casi comparve una valva inferiore a complcmento della superiore, restando cosi incompleto 1' individuo infe- riore. Altrove finalmenle fra I' individuo completo siiperio- — 70 — reel'incotnpleta valva inferiorc, comparvc un nuovo indivi- duo con amheduc le sue valve, nia vicine, piu piccole e pill tenui, colle lineole molto meno rilcvate. L' esposizio- ne esatta di qiiesta ed altre osservazioni relative formera il soggctto di altra memoria. Qui mi l);ista accennare quel tanto clie valga a dimostrare esservi ncl fenomeno ben allra coraplicazione, che quella del semplice sdoppiamento cel- lularc. La terza maniera di riproduzione scoperta dal Kiitzing, e sulla quale egli fonda il principale suo argomento a so- stegno della natura vegetale dolle Diatomee, e paragonabile, cgli dice, alia formazione delle spore o delle gemnie nelle piante. Ecco i fatti: Le Mclosire sono costituite da individui quasi globosi, riuniti per mezzo della membranella esterna silicea permanente a guisa di scrie filiformc, in modo per- fettamente somigliante agli articoli di una conferva. Ognuno di essi e costituito di due valve principali, in forma di due sezioni di sfera o di policdro, framinezzate da una parete cilindrica che rapprcsenta unile insicme e continue le due valve o facce principali. 11 Kiilzing vide alcuni di quci pre- tcsi articoli rigonfiati, cosi appunto come avviene di quelli che racchiudono le spore negli Ocdocjonii. Bcnclie nulla ve- desse di piu, pure tanto gli basto a dichiarare quel fatto propagazione per via di spora. L'allro fatto si riferisce a quelle Navicufce che hanno una vagina semplice o multipla di sostanza, com' egli la di- ce, gelinea, consolidata in forma di ficoma. In alcune specie di Schizonema e di Microme(ja cgli trovo inclusi in quella nicdesima sostanza de'corpi globosi che vide successivamen- te svilupparsi in nuovi ficomi, mentre la sostanza in essi contcnuta, dappi ima minutamente granulare, cresceva essa pure in altrcttante naviculc. L' osservazione c preziosa e — 7\ ~ somminlstra soggetto Importaniissirao di studio, perche nientre, negli altri casi, la di/Ticolta di tener dietro al succes- sive svduppo deH'individuo stesso obliga ad osservare com- paralivamente Individui diversi, riguardo ai quali puo seni- pre sussistere il dubbio se realmente appartengano alia spc CIO medesirna, qui invecc abbiamo, per cosi dire, una cova- ta d'mdividui die ci presentano contemporaneamente tutte le fasi del loro sviluppo. E questa espressione di covala non e qui prcsa a caso, giacche nessun diretto argomento, da quello in fuori di una esteriore somiglianza, dimostrj Che que! corpi riproduttori sieno vera spore; e ncl regno anmiale troviamo non meno numerose analogie, non solo ncgh ovarii dei polipi, e negli altri animali inferiori, ma in ben moiti ovipari delle classi superior!. Ed in vero il boz- zolo di un' aracnide colle migliaia di ovicini che racchiude, mi sembra essere almeno tanto simile all' organo propaga- tore degli Schizonemi e dei Micromeghi, quanto la spora°di un' alga. In quanto spetta finalmente al moviraento delle Diato- mee, I'opinione del Kiitzing pienamente si accorda colla nostra, poiche, dopo di aver diffusamente trattato la que- stione sulla loro natura animalc o vegetale, egli giungealla smgolare conclusione: risultare le Diatomee di tre sostan- ze: f.*» una inorganica che ne costituisce il guscio; 2.o una organica vegetale che costituisce 1' interna sostanza goni- mica, 1' invogiio esteriore ed i peduncoli; 5." una organica anmiale, della quale sono formati gli organi del movimcnto. Non acconsentiamo per altro a questa sua opinione, in quanto che consimiii organi di movimento egli accorda pu- i-e ai vegctali inferiori e alle loro spore, che, a suo dctto, partecipano del pari alia vita animale. L' Ehrenberg scopri in alcunc Navicule un distinto picde solare, simile a quello — 72 — (lei nif>lliisclu gasteropodij che sporge (lall'aperlurd mcdi.i- na e dalla fcssura della valva infcriore. In qualche Surirella invccc vide ciglia estensibili e contratlili protcndcrsi e con- traci'si per i numerosi fori del contorno. Tali organ! non so- no ccrtamente a paragonarsi colic ciglia vihratili recente- meiite scoperte alia superficie dei citali csseri vegetali. Ma indipendenlemente dalla presenza di quegli organi, cliefino- ra non furono osservati die dall' Ehrenberg e dal Corda, i movimcnti delle Diatomee, quali egregiamente li dcscrive lo stesso Kiilzing, sono cosi diversi da quelli delle Oscilla- rice, delle Desniidiee, delle Protococcoidec e delle spore di allre alghe, che certamenlc devono riconoscere diversa ca- gione. Diligcnti csperimenti possono esclndere tutte le cau- se esteiiori, dell' impiilso mediato di altri corpi, dell' eva- porazione, della azion chiinica e consiniili. Ilesta ancora ammissihile la supposizione di correnti, dclerminate dal- l' incessante commercio di mutiio scamhio fra il licjiiido ambicnte c V interno, nia con pari diriUo e ammissibile I' altra supposizione, che in un esscre, la cui natara per altri argomenti si puo supporre aniinale, i movimcnti siano ope- rati in forza del magisiero della vita e nierce organi che sfuggono al nostro occhio per la loro tenuila. Agginngo che anche sulle minime Navintle, osscrvate con forte ingrandi- mento, si nota durante i loro movimenti un' agitazione, e dirci (piasi, uno scintilliinento, anzi, per esprimermi piu scicntificamonte, un mntarnento rapido ed indelerminabile nclla rcfrazione della luce in corrispondenza alle loro estre- niita precis, imente nei fori del guscio ivi esistenli. Osocpiindi dcdurne, die quantunque dalla presenza dei movimcnli non si possa trarre assoluto argomento a sostencre I'aninialita di un esscre, pure sia convenientc di preslarc ad essi partico- lare allenzione. iO Riassiimciulo le cose fin qui detlc, e poncndo a con- fronto gli ariromenti die serabrano indicare la natiira ve- getale delle Diatomee, con quelli che militano invece per la loro animalita, ci Iroviamo necessariamente condotti a questa seconda op'mione. Giudicando le pinnte si dovrebbe ammettere che ogni frustolo, ogni navicuia valesse come cellula. Si dovrebbe supporre questa celiula, a parete coni- penetrata di silice, sviluppata enlro ad altra cellula di di- versa natura, per tulti i casi almeno ove si ha dislinto pedun- colo 0 tubo jnvolgente. In (juella parete silicea si dovrebbe riconoscere una complicazione che non ha certamente ugiia- le nel rinianente del regno vegetale. Resterebbe ancora a di- mostrareche 1' interna sostanza emincntemente nilrogenata corrispondesso alia sostanza gonimica, e che le goccie oleosc potessero soslitnire I'amido. La nioltiplicazione sarebbe un seinplice sdoppiamcnto cellulare, ma resterebbe a dimoslra- re che accada, come ncUe altre cellule vegetal!, o per for- mazione di due distinti otricelli primitivi o per introflcssio- ne della parete stessa. Finalniente rimarrebbero tuttora inesplicati e i movinienti esterni, e gl' intern! mutamenti, e false si dovrebbero dimostrare le osservazioni dell'Ehren- berg intorno agli organi esteriori doi movimenti stessi. Piiconoscendone invece la nalura animale, molto resterebbe tuttora ad indagare e della organica strultura c delle vi- tali funzioni, ma per quel tanto che ne conosciamo non avremmo che una sola obbiezione a superare, quella della composizione probabilmente ternaria non azotala della so- stanza gelatinosa esterna dei peduncoli e dei tubi invol- venti. Ma come la presenza del nitrogeno non e caraltere positivo di animalita, cosi non e la sua mancanza j)r()va di vegetalita. E [)erche la obbiezione avcssc realmoiite un (jualche peso convcrrcbbe dimoslrare che quella sostaii- — 74 — za fosse isomera all'amido. Se non che, quando fossero confcrmati da miovc c piii circostanziate osscrvazioni tutti gli argomenli chc dimostrano la iiatura animale dcllc Diatomee, quella particolai iUI, anziclie meritar il nomc di obbiezionc, sarebbe piuttosto a riguardarsi come importante scoperta : si avrebbe cioe ancbe nel regno animale una so- stanza ternaria simile a quella che forma la base del lessuto vegetalc. Concludo pertanto doversi le Diatomee nello stato attua- le della scienza annoverare fra gli animali, ma in pari tern- po moUo restarci tuttora da fare per poterne rivelarel'inti- ma organizzazione e i fenomeni vitali. E nella tristezza di questo pensiero ci conforta la sentenza dell' immortale autore del Cosmos.- essere aperto il campo a grand! sco- perte, la dove non si conoscono ancora che scarsi fatli e sicgati. /o //. Rev/'s/'one organofjrafica dei yetieri di Diaiomee stabiliti dal Kutzing. \ . Epithemia. « Lorica in sectione transversali trape- pezoidea ; striae iransver sales validae [interduTn granula- tae V. monilifornies ). ■>•> La caratteristica figura Irapezoidale della sezione tras- versale risulla da cio che le due facce principali soiio fra loro parallele, le lateral! invece piu o meno convergono. La faccia superiore e convessa, I'inferiore concava, ma con curva il piu delle volte niolto meno pronunciata, per cui il loro parallelismo non e punto esatto. Che anzi ab- biamo in alcuna specie la faccia inferiore piana e la superio- re fortemente curvata e continua alle lateral!, per cui la se- zione, anziche trapezoidale, risulta semicircolare. Oltre a cio la faccia superiore invece di essere tutta continua puo presentare delle coste prominent! longitudinal!. Cosi alme- no e nella mia Epitheviia costala che si trova in Dalmazia parasita sulle Bidulfie. (E. viajor e latere semielliptica, apicibus acutis non proTninentihus ^ e facie elliptico-clon- yata, dnrso longitudinallter costata, cos/is ad latcra trans- verse striatis). Essa ha la forma di un grano di caffe applicato colla sua faccia piana, e longitudinalmente sol- catc sulla faccia convessa. ( Ha 0,045'" di lunghezza , 0,034"' di larghezza, 0,017'" d! allezza). E queste coste longitudinal! potrebbero forse acccnnare ad una associa- zione di individui, quale la abbiamo nel genera Uhnanti- dium, esscndoche la moltiplicazione pCr dimezzaraento av- viene appunto in quella direzione. Avremnio in tal caso anche nel generc Epitemia, oltre che negl! Imanlidii, la di- visioru! iiicoinjilota con ;i■> mae ; indi vidua in fasciam iransvcrsaliter et arete J5 conjnncta. n Si potrebbero definire gl' Imantidii per Eunozie a divi- sione incompleta, per ciii ne risultano associazioni o po- lipai a forma di fettiiccia, al pari che negli Odontidii e nelle Fragilarie, rimanendovi per altro siissistente il ca- rattere dell' intera famiglia, la diversita cioe delle due facce primarie. E perclie quelle associazioni non sono sempre numcrose, come nelle tre specie prese a tipo (//. Solei- rolii, H. Veneris, H. rjmjanetise), riesce giusta I'osserva- zi^ne del Kiitzing, non essere ancora ben fondato questo geneie, osservazione die acquista ancora maggior valore per il fatto superiormente avvertito dell' associazione laterale anche nelle Epitemie ( Epithe^nia cosiata nob. ). Questo ravvicinamento siesso poi ci pone in avvertenza supra nu' altra circostanza, il paralieUsmo cioo delle facce laterali negl' Imantidii, le quail invece nelle Epitemie suno essen- — 78 — zialmcnic coinorgoiiti. Dellc dieci spccii; conosciiUe iiuaUi'i) sole sono eiiropee ; tulte abilano le .icciiic dolci. Dei Ire generi fin qui annoverali iornia 11 Kiitzing la (amiglia delle Kunozie, le (juali noii hanno di comiine che il solo caratterc della convessita di una delle due facce principal! e la concavita dell'opposta, carattere che ricoin- parisce poi in varii generi di Diatomec stoniatichc. Astraen- do da quel carattere gl' Imanlidii dovrebbero riferirsi invece alia faniiglia dclle Fragilariee, colic (juali sembrano avere maggiorc affinita. 4. Meridion. « Individna cuntiformia, primnatico- " rectangula , in corpnscrda fJahdUformia rel fascias >i spirales arete conjitncla. Striae transversalcs validae, >■> perciae. » Paragoiia il Kiilzing i Meridioni alle Gonlbnemce cui realniente somigHano per la forma cuneata die prcsentano i singoli frustuli veduti di fronte. Ma le Gonfonomee han- no apertura mediana e strie trasversali InterroUe, per cui spettano ad altro ordine. Nell' ordine delle astomatiche cita r autore stesso come aflini a (picsto genere gli Odontidii, ma pill ancora mi sembrano avvicinarvisi le Sinedre dal- le quali i Meridioni parimcnli ditferiscono piu che per la forma cuneata, la (juale non e costanle, per la figura ovata o'ltusa ad una estremita ed acuta all' allra delle facce la- terali. Kiesce poi importantissima I'osservazione delle vitte ( nel M. Zinrkeiii), la cui presenza e incostante. Qucsto fatto dimostra, a niio cretlere, non essere basata su carat- tcri veramente naturali cpiclla dislinzionc primaria che il kiilzing stabilisce fra Ic Diatomee vitiate e le semplicemen- te striate, per la quale tanle naturali aflinila vengono palesemente trasandate e tanti ravvicinamenti sforzali come — jo- in appresso vedremo. Nella scarsezza delle cognizionl che attualmente possedianio sulla vera organizzazione di quest! esseri e impossibile lo stabilirne una naturale classilicazione. Per allontanarsene il raeno possibile bisognerebbe consi- derare tiitti i caratteri complessivamente come si fa per tutti gli altri esseri si animali cbe vegetal!. Ed ogn! di- stiozione appoggiata ad nn unico carattere, oltrechc essere sempre puraniente sistematica, perde poi anche tutto il pregio della facilita per la classificazione, tostoche present! delle eccezioni, come in questo caso. La sostanza interna, dice il Kiitzing, tiippezza dappriraa uniformemente I' interna parete del guscio, poi si divide in particelle, che terrainano per concentrarsi in distinte sfericine. Quest! cangiamenti io credo non avvengano che dope la raorte. 11 Bailey riu- sci ad eslrarne coll' alcool una sostanza resinosa verdastra. Due sole specie ne sono ben determinate e vivono nelle acque dole! di tutta Europa, altre due sono dubbiose. 5. EuMERiDiON. " Imlividim. cuneiformia, prismatico- " trapezoidea?, in flabclliwi vel fasciayn convohitmn coa- 55 lita, demum stipitata. Striae transversales perviae va- 5? lidae. 55 Poiche il Kiitzing non vide che esemplari diseccati del Meridion constrictum del Pialfs, di cui fece questo gene- re, ci sembra di poter asserire che dalla esatfa descrizione di quell' autore, riportata per intero dall' Hassal, non si rileva indizio alcuno di cjuel piede gelinoso a guisa di cu- scino, sul (juale il kiitzing dice essere collocati a ventaglio i frustuli come nelle Sincdre. Forse avrik dato motivo a questa falsa interpretazione la figura e la descrizione che da il Ralfs dell' esemplare discccato posto a confronto del vivento. Eccone lo piltoriche parole : a Js, however, theij — so — 'J are nol arranged on a plane ax in iMERiDio?f ciRCUL\Rt; J' hut stand nearly erect, somewhat like the staves of jj a tub which is broader above than below, when they J5 are dry and fall down they Jiecessarily separate, and >i gaps are produced in the circular outline. In the dried " speci7?iens I find some of the frus tales arranged in a » circle, tvhich, however, exhibits the gaps already noti- » ced whilst others seem to be fasciculated, j' Iliinane a- (lun([ue soltanto In sezione trapezoiclnle per I' incHnazione dclle facce laterali, e la loro costrizione presso all' apice quali curalteri die come hanno intlubitato valore di speci- fici , cosi non ci seinbrauo siifficienti a fondarc un ge- nere. Lo sovercliia ripartizioiie del geneii, oUrecho inasclie- ra le vere aflliiitu degli csseii e ne coinplica stinza frutto lo studio, ha poi anche il daiino die innalzaiido di un gra- do il valore convenzionalmente attrihuito ai caratteri, ob- bliga a formare, per cosi dir, di ogni ireuere una distinta fa- niiglia. Tale e il caso di quella proposta dal Kiitzing per i due ultimi generi col nouic di Meridiee, nientre non diflfe- riscono in lealta dalla precedente delle Eunoziee e dalla sussegucnte dalle Fragilariec che per una leggera nio.lifi- cazione di forma; e modificazione consimile non sembra neppursufliciente a distinguere i due generi Meridian ^\ Kumeridion. In gencrale i caratteri desunti dalla forma dei singoli individui meritano certamentc la preferenza a confronto di quelli somministrati dall' associazione di piu individui in feltuccie polipariformi, ma fino a tanto die non si conoscano le correlazioni IVa le modilicazioni dell' ester- na foriTia e I' interna orgauizzazione, sembra almeno pre- matura la ripartizione delle famiglie appoggiuta a (jucl solo carallere. — 81 — 6. Denticulv. " Indi vidua libera sinrjuhiria vel hina- ?) ti)7i conj((tirtii, (I latere priniario ohIniKja I. linearia, >■> aecurtdano Iranseersi/u striata vel coslata ; striae per- jj viae validae. » Carattere mocfologico di questo genere e la prevaltMiza delle faccc piimaric sulle secondarie e la conlinuita delle sti'ie attraversoqiiesteultime. Avremo cainpo di ritornaie sii quesli particolari traltaiido delle Surirelle. Per ora ci basta avvertire che mentre le cinque prime specie, dal Kiitzing: descritte, e figurate nella tavola 17. della sua opera, mostra- no la pill grnnde afTinita non solo fra loro, ma benanclie col genere siisscguente, le allre due inveco (/>. constricta, D. ji7idulafa) altro non mostrano se non cpianto valga l' artifizio del sislema a rawicinar fra loro esseri disparatis- simi ed allontanarii poi da (luelli coi cpiali hanno vera al- finita. Non solo in qiieste due specie manca la prevalonza delle facce priinarie sulle secondarie, ma invece di strie trasversall vi sono coste rilevate, e in una di esse {D. un- dulata) non mancano neppure le vitte, co^ne non inancano nella Snrirella solea, alia quale tanto somiglia, e che pur null'oslante e anch' cssa compresa nella grande divisione delle Diatomee non vitiate. II nonie di una sezione (pialun- (|ue, e il carattere da cui quello e tratto, possono mancare di costanza, quando la sezione stessa sia fondata sul com- plesso di altri caratleri e (piindi sui veri dati delle afTinita. Ma-quando quel carattere c isolato, perde anche quel so- lo valore sistematico che poteva aveie, Losto che manca di costanza. Dcvesi riferire a questo genere piuUosto che al susseguente la specie descritta dal Nageli (Zeitschr. f. Wissensch. Bot. I. B. I. H. p. - biamo inlorno all' intiraa organizzazione di qucsli esseii, niianclierehbe di sufficiente appoggio cosi cpiella opinione come la contraria, ma mi sembra cliiaramentc derivarne die sotto all'asjietlo organologico (|uci carattcri sono di poco valore. Anche il numero delle strie trasversali varia nella stessa specie, forsc sccondo I' eti\. Sei specie abitano le ae- quo doici principalmente alpine, una sola [0. sijriac/tm) il mare, una si trova fossile [0'} Glans) ed una e incerta {Fragihiria (jrandis Ehron.) , cui pure come specie incer- ta e da aggiungL're la Sijrin.e annuJata del Corda, la qua- le, se la ligura (Aim. Carlsb. 4835 (ah. IV fig. 45, 40) o csattUj ha il singolare caraltcre della conlinuita delle strie trasversali anche sulle facce primarie. (S. Fr V(;ilA!5i\. •• hi>lieidi((f linearid lueeiti-sima sijru- — 83 — « metn'cc formuta in fascias vcl nclas re/ cnrius, hi- >■> coni'cxas arete corihincia ». I sin;^oli imlividiii cho cosfitoiscono !o ntr-^iog.'i/Joni filifonni delle Fragilarie somo cosi somigliiinti ;ille Navicu- le ciie spesso rimane il dubbio se inui qualcbe specie ril'e- rir si dehba alle Fra;?ilai'ie o al gonere Diadesnus, nel (juale i fili sono forniali di navicule, col loto essenziale carattere dell' apcrtura mediana nelle facee iaterali. Sussi- ste di fatti questo dubbio per lutte le nove specie dall'Eh- remberg e dal Kiitzini^ annoverate con punto d' interro- gazionc tra le Fra.^ilarie. Anche il caraltere della mancan- za di slrie trasversali non senibra costante, o alineno non sembra doversi riguardare come essenziale essendoche al- caoe di quelle specie diibbiose (F? unceps, F? nniphice- ros ) sono striate. E il Bailey desci'ive e figura strie nu- inerose ed cvidciiti anche nella F. pectinali-i, solainenle avvertendo che " il requires a high 'marjnifyiny power and >' skillful manaijernent of the licjht to render these ap- » parent. >•> Anche in questo genere. al pari che nel prece- dentc e con qnalche regolarita maggiore, si ha fVeqiien- lemente la forma cnneata dei frusluli, emiila a qnella dei Meridian. E poi sommaniente importante sotto I' aspetto organografico il fatto presentatoci dalle Fragilaiie della va- riabile larghezza dei fdl, corris[)on loiite a lunghczza va- riabile degl^ individui che li costitiiiscono, variazione proba- bilniente collegata coll'eta. E, nella scarsezza delle nozio- ni positive sullo sviUippo successive di questi esseri nel- la quale siamo, c da tener conto di cpieslo fatto. {.'inter- na sostanza offre grande varieta di distiibuzione , come niostro il Kiitzing ridueendo alia F. pectinalis tutte le specie che I'Ehrenberg aveva fondato sui caratteri da — Si — (jiiclla (Icsimti. Ko (ni;i(tro specie con siciirczza riferifc ;i (inesto gcru're sono ahitanli nelfacqiia dulce. 8. (i»is).GRAMMO\EMA ji^enorc noii ancora I)en ilefinito, ri- guarclalo dagli aiiloi'i come iiitermeilio (Va le Fragilarie cd i Ih'afoMa.edci] quale il Kiitzing ollreic specie Agardhiane {G. sirialnhi, G. J^/ryrw.?//) aggiunge,nolla sua opera suIleRacil- larie, le tre specie marine di Fi-agilaria aimovcrate dairilar- vey [F. f/if/ /owo/'f/rs Grew, F. anrra Carm , F. Carwicliaclli Grev.),bcnclie riguardoa quest' ultima I'Harvey stesso si op- ponga a (piel ravviciiiamento. Tro\ o molto piu soddisfacente r allro, pure indicato dall' Harvey, colle Striatclle, poiche, essendo in questo geiiere evident! le vilte, esso sembrerel)- be appartencre alia famiglia delle Strialellee. Nella ficologia germanica il Kiit/.ing slesso, unite le due specie [sfriatu- la, Jurgensii) dell' Agaidli in una sola corrisi)oiuleiite al- VArthrodesvms siriatulns dell' Elirenberg, e cambiato il nonie Grammnncma in Grn'minaloncma , riferisce que- sto genere alle Desinidiee. Riguardo alia Frafj'ilaria diuto- ffioides del Greville, favoritami dal cb. II u'vey, io ti'ovo giu- stissiina qncsfa deteiMuinazione. Essa e una vera Dcsmi- diea peicbe manca di guscio siliceo. Ed e ad avverlii-si che qiiantunque siniull [>erfettamcnte nella forma le Fragila- lie, mancano in cssa i canaletti longiludinali e i forclliiii tii'mioali delle facce primarie , e I' interfia sostanza e si- mile a quclla delle allre Desmidiee. Ma percio che spet- ta alia €onf>'rva stria lula E. B. la figura di Sowerby rap- presenta cerlamentc una Diatomea. II ch. Wallrotli mi favori con (picl nome un esemplare come raccolio dal Jiirgens , ed o una Grammatophom. Alio stesso genere spelta pure il Dialnma slrlahilunf . pecthialc, D. vitrtiim, D. hfali?m7?i ) ncl genore Fragilaria, delle striate a facce la- terali elittico-lanceolate ( D. vulgare, D. 7nesodon, D. tr- niic, D. 7)iesoIeplu77i) nel genere OdoTitidhim, rinnmcndo cosi distinte genericamente le sole due specie che haiMV) le facce lateral! ad estremita capitate [D. €lo7i(jatu77i, D.EIireri- herrjii). I due proposli ravvicinamenti si giustificherebbero a viccnda, perche, se gli Odontidii hanno figura meno allun- gata dei Diatorna, \ Diato7na la hanno meno allungata delle Fragilarie. Se non che io voglio ben avvertito non essere mio divisanicnto proporre mtitamenti nella nomenclatura e nella sistemazione delle Diatomee. Tntendo solo instituire Tesaine organografico dei gruppi e dei generi proposti. Ed organograficamente vi avranno forse ben piu importanti differenze che cpielle della forma fra i Dialoma e le Fragi- lai-lc, le quali hanno costantemenle due aperture a ciascun.i — 87 — delle estremita tlclle fiicce principal!, die sembrano manca- re ai primi. Finalineiite non possiamo lasciarc 1' argomento (lei Diat07)ia senza avvertire la somiglianza di disposizione che presenta il lYmtomtt tcnne var. dhiiotimi colla tanto sin- golare Bacilhiria. Le nove specie di Diuto??ia proposte dal Kiilzing sono promiscne alle acque dolci ed al mare. II carattere pel cpiale i quattro ultimi generi ( Denticu- la, (fdontidiicm, Frafjilaria, Diatoma ) vengono insiemc compresi in una famiglia col nome di Fragilariee, e la con- forrnila delle due facce primarie, ne rai saprei per qual nep- pur minimo carattere ne rimanga escluso il genere 3Ier/dion. II Kiilzing cita pure raffinitii cogli Imantidii fra le Eunoziee, coi Diadesnii fra le Naviculee e coi varii generi delle Stria- felleee Tabellariee fra le vittate. La correlazione a noi sem- bra pinttostodi analogia che di affinita, essendo I'associazio- ne polipariforme di niolti individui coiulizione che si associa a pressoclic tiitte le forme, e per essa anche le Melosire dir si dovrebbero afliai alle Fragilarie. Riguardo all'interna so- stanza il Kiitzing la dice originariani'ente uniforme entro al guscio di tutte le Fragilariee, poi divisa in minute particelle frammisle a goccioline oleose, o contratta in una massa sfe- rica. -10. CyclotEll\. it Indi vidua singnlaria vol hmatim » conjuncfa, disciformia, orbictilaria ; latus primarimn » distinctimi, annulum formans ; latera secundaria pla- " iia. (Lorica bivalvis, valvis planis orbicularihus, anmilo » inlerstitiuli covjunciis ). Comincia con questo genere una serie di forme che hanno un tipo afl'alto diffcrente dalle precedenti. In (pielle difalti le due facce primarie sono sempi-e distinte, menlre ill queslc si fondono in una superficie circolare contiiuia j in — 88 — qiiolle le lotcrali haniio sempre nno ilei iliametii prcvalen- te sull' altro sicchc ricscono pin o inciio allungate, incti- !rc in (nicsle o sono piane c circolaii o\ vcro convcsse n concave ma sempre a segmeiiio di sl'era. IVclla serie prece- dente ahbiamo bensi fra gli Oilontulii, le Fragilarie eti i Dialoma tale convessita dolle facce principal! clie si avvici- na alia rotondila, ma le esli'cniila rimangono sempre distin- te. E nclle facce laterali Ic strie o altre produzioni (pialon- qne corrono trasversalnienle scnza interrnzione. Qui invcce ahbiamo nna evidentissima disposizione radiata. Qiiesla nie- dcsima disposizione si presenla in nn' allra famiglia (Cosci- nodiscec) di altio gruppo e avremo qoindi campo a fame nuovamente parola. JNel genere Cijclotella troviamo riunite delle specie die hanno in vcro grande somiglianza nell' e- sterna forma; ma quelle d' acqua dolce (C. operculaia, C. Mcncffliif/iafia) sono libere fl'altacco ed inr.nerse in una so- slanza gelalinosa; le marine invece (C. scolica, C. lignslica, C. maxima) sono parasite. Cbc se inollre osserviamo le strie o i punti radiati nelle pi-ime, mancanti nelle seconde, Iroveremo in cio argomcnto a sospettare cbe anclie nell' in- terna organizzazione, a noi pienamente ignota, di c|ucsti esseri v' abbiano notevoli differenze. Sono preziose qnindi le osservazioni del Nageli sn quella ch' egli cliiama Gaillo- nelln 7iov. ,sp. (Zeilschr. fiir Wissensch. Bot. I. B. I. H. p. ?y, tab. I, fig. i, 2, 3. tab. II, fig. 27, 28), e che certamente va riCcrita a (juesto genere. Fra le specie Kiitzingiane non potrebbe essere riferita cbe alia C. scoticti, cni (piell' au- tore assegna un diametro tli i/80'" mentre il Niigoli dice variare (piello della sua specie da 0,01 4" 0,027''', ma non potendosi decidere senza il confronto, e nicglio, ad evitar la confusione, chiaraare Ojclotella ISilgdii la prefesa Gaillo- nella. Descrive e (Ignra il Nageli in (|ucsta specie, da lui — 89 — esamiiiata vivoiito, un nucleo di muoo incoloro llsso all' in- terna parefe di una (Kile due laccc lateral!, dal quale si spiccano varii llli mncosi incolori ( correnti di succo, come nelle Spirogire), die corrono lungo la parcte stcssa o piu di rado attraverso il lume dclla cavita, uno de' (|iiali poi co- stantcmentc nc percorre r asse, arrivando al centro dclla paretc oppnsta, ove pure si forma un nudeo, tosto die ap- parisca il diaframma a partire la cavita stessa in due, cio die avviene, cosi negli individui mancanti di giiscio siliceo come in quelli clic ne sono proveduli, gusdo che il Nageli credo esterno e riferibile alia sostanza estracdlulare. Con- simile apparenza di fili aracnoidei radianli da un centro vide pure il Kiitzing nella Mclosim salina. I globicini di dorofilla, dice il N;igeli, sono distribuiti in due circoli pres- so ai canti ottusi del cilindro, o si dispongono a raggio in- torno al nucleo ddle due facce circolari. E innegabile che tali osservazioni niilitano per la vegetalita di (picsto essere, ma non possono certamenle distruggere il valore delle allrc molte che stanno per I'opposta opinione. Nella niia C. »ic- losiroides, dal Kiitzing chiamata C. Meneghiniana, osservo che lo sdoppiainento avviene costantemente negli individui di ininore diametro, i quali percio conseguono un' altezza proporzionalmente ed assolutamente magglore, cioe lar- ghezza maggiore dellandio interstiziale. Le sorgenti ter- inali Euganee ci somministrano una nuova specie di questo genere : Cijdotella conccnhica : C. maryine in lulcnbics secnii- dards conceMtno- definito, radiatim slrialo. II diamelto \ a- ria da 0,008''' a 0,02'", ed il margine striato occupa nicta circa del raggio. Annoverando anche le due specie dubbiose [C. minu- inia, C. Jinf7//r/), die il Ivutzing a ragione sospolta poior 12 ; — 90 — essero rranimonti tli Molosir;i, ahhiaino cosi in quoslo ge- ncrc novo spi-cic. 4 1. l*Y\iDicuL.\. ii l)idi vidua singiilaria vel binatiin >•> conjuncla, libera vcl scssilia; lalns primariu7n nhsolr- n tuvi {nvl/N?u), latent, seeundaria eoiivexa. [Lorica bi- 55 valvis, I'll Iris convexis annulo ijiterstihali destitutis). y. Heca vcranjcnte sorpresa chc nientrc I'Agardh, il Kiit- ziiig, r Fhrenhci'i,' eJ il Brohisson iloscrisscro e figurarono la Cijmbella o Frnstulia operculata qual lipo di questo ge- nere e pcrlottaniento corrispondcnte al suaccennatocarattc- re genorico, il Kiitzing stesso, senza punto avvertire lo sba- glio dcgli altri ed il suo proprio, form! ora di quella medc- siina specie il tipo del genere precedente, conservandonc il noine gia |)iima proposto, ma canibiandone il senso, ed in pari tempo rireiisca qiial niiova specie di Pijxidicula ( I*. ■mino?) la P. operculalu del Bailey che sembra o idenlica o somigliante assai a (piella dell'Elirenberg, e a (juella come tale antcriormente descritta e figurata dagli altri suaccen- nati aulori. Fatlo e chc gli escmplari del Brebisson e del Lenormand, che possedo, appartengono alia Cijclotella e non alia Pijxidicula. V altra specie esattamente descritta e figurata dal Bailey c dal Kiitzing (P. major) sembra dovcr di tnlto diritto spettare alia tribu delle Diatomee areolate. Deile specie incluse nclla iiietra I'ocaja (/*. ylobata, P. pri- .sea) nulla si puo dire di organografico, poiche tanto incerta no e ancora la nalura. La P. adriatica c un essere altret- lanlo singolare e del cjuale nulla sappiamo di positivo sollo air aspolto organografico e lisiologico. Lo stesso e a dirsi dci .bic generi dell' Ebrenberg {Goniothccium, Rhizosolr- ?ii(i) clio il Kiii/.iiig colluca dubbiosamente in calcc alle Pis- sidicule. — 91 — 12. PoDODlsci'S. » Individua sivijuhiriu vcl voncate- 5' nota, ttipiiain; laUix prhnariinn ohsnicluw (mdhtm), n latcra secvndaria convexa , xiipefi lateral/ ft ". L" unica specie {P. Jamaicensis) c trop[)o incompleta- mentc couosciuta perche se ne possa dedui re nicnle di po- silivo. 15. PoDOSiRA. " Individua concalenalo, dislinctissivw ^1 ulipitata ; lalits primariwm nullum, lult-ra secundaria J? convexa ; stipes centralis. [Loriea birahis atmnlo inler- .■5 St it ia It destit'tita). " Le Podnsirc altro non sonn clio ['issiilicsilc concatenate, c questa concatenazione risulta dalla pcrsistenza della niem- branella esterna, sotto alia (juale avviene lo sdoppinmenlo, precisamentc come nel geneie susseguente, nel tpuile non niancano esempii e ileliistmo d'uniiinc c del |)cdiincolo, mcr- ce il quale riescono alle \olte stipitaie anclie le Melosi re. Al- io due specie del isiitzing [P. hon/ioidcs, P. Moittagjiei) ambe- due esoliche, una ne pnssiamo aggiiingcre di adriatica : Podosira adriatica • P arficul/s sphaericis riic depressis. Latrovo in Dalmazia parasita sul Vallithar/inionBorrcri il sig. Sialic. Gli articoli lianno neldiauietro irasvorsale ch'e il mag- giore 0,Oif)"',nel longitudinaleO,04"' o poco piu, e iVequen- ti volte i due diamelri sono uguali e la forma perfettamente sferica. Benclie non dilTerisca dalla P. hor?y}oldcs che per la minore depre.ssione dogli articoli, pure la credo diversa per la costanza di quel carallere. 11 eh. kiitziiig, al qiialc la co- municai, la snspetta eguale alia /■*. horwoides. lo inve- ce lungamcntc esitai se non dovessi piuttosto riferirla ad una forma della 3!clofille. S[>esso avviene che i due arlicoli sieno fra loio ahjuanto aliontanati, c il tulio cstcrno e allora contralto nello spazio inlernicdio, indizio forse del- rorigine deH'istnio. Non mi riusci per altro di vcder giam- mai pill paia insiemc concatenate. Lo stipite iia lungliezza di poco inferioi-e al diametro dell'articolo cd e conico tron- cato. Si vedono costanlemente delle pieghe longitudinali, che arguisco esscre sei, giacchc quattro scmpre se nc pre- sentano in ogni faccia. L'aperluia centrale delle faccc late- ral!, dalla (juale dice il Kiitzing useire lo stipite, cosi nclle Podosire come nelle Melosire, specialmentc marine, non mi riusci di vederla. Finalmente avverto che nell'inlerno degli articoli scorgesi un areolamcnto che tntto si deve all'interna sostanza, perche col fuoco c cogli acidi intieramente sva- nisee. 1 i. MELOsinA. » Ind/vidua concatcnala, adnata. Lorica -•' hivniris, vulvae annuJo intcrsHtiali tenerrimo maximr. !i Injal/iio cnyijunclar }\ " *) Lij,t!goni/fVi ; artlculls (jlohosis vcl cllipticis, ittro- " (/>/(' fine anmdo prndnclo carinatls ". " **■) GdUionrUa ■ ariinilis rxjlbidncii, 7ion carlriatis >■>, — 93 — Lo Melosirc in gciiernle si possono riguartlare come as- sociazinni polipiiriformi di Ciclotellc, ed il paragone regge pi'mcipalincnto per il secondo sottogeneic. La distiiizione dei due sottogeneri e proposta ancho dall' Ilassal (Sphaero- phora, Mcloscira), ma dcvesi al Kiitzing 1' aveila stabilita suU' inipoitanie caratterc della carena die si riscontra solo nclle due prime specie [M. xalimi, 31. nn^nmuJoides), ca- rattere sul cui valore organografico nulla possiaino decile- re, ma clie merita una qualche considerazitme soilo all' a- spelto morfologico, perclic quell' anello sporgcule liuiita le faccc lalorali, menlre nelle altre specie, a lali pin o mc- no convessi, esse si londono (piasi colle primarie. In lulto le specie e da notarsi il doppio soico cho cingc annular- menle il corpo di ciascun individuo lalcralmento all' anello inlerstiziale, solco o canaletto die presenta delle aperture regolarnicnte disposle. II Kiilzing crede quelle pretesc a- perlure le sezioni dei caiialelti slessi, cioe il loro luiue die vedesi in proiezionc. E cpiesta opinione e la sola conciliahi- Ic co! fatto die essendn il filo cilindrico, e pjescnlandosi quindi indifTerentemente in ogni lato, quelle apparcuti aper- ture vedonsi costantementc collocate presso ai margini. Ne semhra CDufermato die in alcuna specie vedansi in numero maggiore come asseriva I' Ehrenberg. L'apparenza poi rie- sce tanto pill complicata in quanloche quei canulefti tubu- losi sporgono dall' interna superficie del guscio, e ad essi cortisponde sull'esterna un leggero solco. Quosta condizio- ne e evidente nella M. distans, nella quale [)er la profondila maggiore dell' indicato solco gli apparentl fori riuiangono discosti dal margine. L' anello inlerstiziale presenta pure delle particolarita di cui non si ha esempio nci generi pre- ccdenti. La sua tenuita e la grande varietA della sua esten- sionesouo gia caratteri imporlanti. IMa vi si devc aggiunge- - Oi — ro r allro iiiijiortantissiino dci ciiinhiaiiKMUi ch' osso r)Hio solto all' osscrvazione. Non c rnro il casa di vcdcre Ic due nicta dell' articolo lentamcnlc allontiiiiarsi, dilatandosi con- tempoianeamcnte V anello slcsso. Qiieslo faito iion c pim- 10 decisive, riguardo alia grande qucstione della aniinalita di fjiiesti esseri, perclie non e siissegiiilo da corrispondentc conlrazione, c perche ahbiamo I'analogo anclie Ira Ic pian- te nellc spirogire, ovc al roniporsi del tnbo esteriorc le e- slremiU'i dcgli articoli, cli' <-i ana inlroflessc a guisa di dita di guanfo, quasi elaslicaniontc si dispiegano, ma va aggiiin- lo a quei molti die mililano per qtiella opinione. Viene re- cato invece ad appoggio dell' opposta scntenza il frecpionto rigonfiai'si di un qiialche articolo in nianiera simile a (jiiella dcgli Oedogonii. Ma giustamcnte riflette I'Hassal: <.<■ for this >■> endochromc. . . . never becomes condensed inio a distinct ;? orfjnn nr sporanr/ivvi. ..." per cni la somiglianza si ri- ducc ad nna semplice a()p:irenza. E riguardo a quel prcteso endocromo mancano ccrlamcnte Ic jirove a dimostrare die sia un'ovaja come vuole rEhrcnherg, ina mancano altresi quelle die lo dimostrino costituito di gomma, amilo e clo- rofilla, come si esigereblie perche fosse soslanza goniniica, quale la pretcnde il Kiitzing ; e mancano pure le analogic, perche non vciliamo in alcuna alga disposizione consiuiile deirinlerna sostanza. l^a somiglianza frequcnlemente citata delle conferve non si puo dire neppure apparente, die in nessuna conferva si risconlrano mai distinte sfevicine cosi regolari e cosi simmetricamentc dispostc. Durante il disccca- mento avviene nolle specie marine, come nella Podosira su- periormente descritta, chc la sostanza interna adcrisca all'in- terna parete in forma di gocciolinc olcosc circondatc da di- slinto margine diafano e compressc le one contro le altre a guisa di regolari poligoni. L'FJirenberg paria anche di spazii — 95 — vescicolari diafani, ch'egli rignarda come stnmaclii. Dician- nove specie di Melosira, Ira marine, d'accjua dolce e fossili, an- novera, dcscrivc c figtira il Kiitzing', senza contare le quat- tro dnljI)iose die pone in calce, e la famosa fcrrurjinea {M. ochracea llalfs) ch'egli dimostra non appartenere in aicun niodo alia classe delle Dialoraee. Una nnova specie ne abbiamo nelle acque termali Euga- nee, la quale e tanto diversa dalle altre lutte che potrebbe servire di tipo iu\ un genere distinto, che propongo in tan- to come soUogonere col nome di Pleurosira .- artlcuHs cylindricis non curinatis isUmio laterali concatenatis. La Irase della specie sarebbe la seguenfe: iYIelosira [Pleurosira) thermaUs : major articulis cxj- lindricis solitariis, isthfuo laterali angulatit?i concatena- tis, disco laterali levissimo. Hab. i7iter Cladophoras et Lijngbijas in thermis Enga- ?ieis tern /J. -\- 50." R. II diametro varia dai cinque agli otto centimillimetri. La lunghezza poi degli articoli e cosi variabile die crcdetli non doverne far cenno nella frase. I piu brevi sorpassano di poco il diametro, ma ve ne hanno di due e tre volte piu lunglii. jNei minori 1' anello interstiziale eccedc di poco in largliezza lo due cinte laterali, che fan parte dellc facce se- condai'ie. Disiinto e grosso canaletto circolare, evidente- fuente Sj)orgente nell' interna cavita e corrispondente ad un csterno solco, limita d' ambi i lali esso anello, facil- mento discornibile anchc pel minore spessore della par'e- te. Ove qucir anello e piii dilatalo presenta due tenui strie circolari clic lo dividono in tre fascie, la mediana delle qua- li e pill angusta. Aegli articoli piu lunghi quella fascia me- diana uguaglia lo compagne, poi le eccede, cllnalmente com- pariscc una ter/.a linoa pur circolare, e un corrispondente dia- — 96 — framma chc l;i dimezza. La parcte dellc due fascie risnl- tanti dal dimozzanicnto della mediana s'iiigrossa, ed esse rendonsi in tulto somiglianli alio valve lateral! di duearticoli conligui.Ma non si tosloidue articolisono comj)leti,che I'uoo dall'altro si stacca, ne riniane a coMegarIi che un istmo latoralc in forma apparcnte di ccrnicra come nei l)iaio7na e nellc Grammatofore. L'inlerna soslanza e negli esempia- ri discccali in forma di sforicine tcnaccmcnte aderenli all'in- terna parcte dclle facce sccondario, c iin ordine solo di •pielle sfericitjc aderisce anclie all'anello interstizinlo ac- canto al canalcllo in modo da simuhire i denti dclla M. sul- cata. Solamcnte dove i due arlicoli stanno per compicrsi trovansi di tpie' giobuli anclie nello spazio intermedio. Una sola volla vidi un arlicolo goiifinto come quelli dclla M. ra- rians. L' istmo e promiscuamcnte iinilaterale ed alterno. Alia prima inspezionc di ipiosta singolare Diatoaieal'ani- mo ricorre tosto all"immagine ■>. lo cr'edo quiiidi chc a buon dirilto il Bailey riguardasse la sua specie come appartenenle alle Gaillonclle o Mdosirc, e pro- pongo per cssa il nome di Mklosikv [Plenrosira) Bailciji. II cliiarissimo Iviitzing. al (pialc comunicai qucste inie osservazioni, mi rispondc: 55 La voslra Melosira (Pleuro- >i sira) thcrnirilift non e punto diversa dalla Odoiiletla /jd- — 97 — '5 hj'morphu. lo ho conlVoiitato il vostro esem|)Uire con 3? quello di Montiigne. Vi si trovano anchc i Jelicati [zarlcn) « pimti sill ^iiscin come in quello che ho oiiimcsso per 3> inavverten/a nol niio discgiio. E la vostra forma e certa- 3^ niente una Odonic/la (juantuntjue gli articoli sicno quasi J) cilindrici [tcreles), poiche c lo stesso anclie nella 0. anri- j? fa. lo penso di uniie in seguito le Biddulfitjc alle Tripo- )•> disciee. » Benche io non abbia potuto esaminare che franimenli dcUa Islhmia pohpnorpha del Montagne, adcrenti ad un e- semplarello di Pohjsiphonia siihtilisshna della Cayenna da quel chiariss. autore favoritorai, pure mi sono accertato trattarsi di cosa diversa. Essa e egregiamcnte rappresentata tlal Kiitzing, i suoi arlicoii non sono cilindrici, e benche ot- tusi e poco sporgenli, vi sono evidenlissimi i processi late- rali. Che poi essa appartenga alio stesso genere delle altre Odontellc, e che quel genere appailenga alia famiglia delle Biddulfiee e all'ordine delle areolate, ella e (juestione sul- la quale ritorneremo. Raccogliendo ora (juanto ha attinenza alia famiglia del- le Melosiree, troviamo (jual carattere ad esse tutte comune la figura circolare della sezione verlicale, parallela cioe allc facce lateral!, carattere che, al pari deU'altro della disposi- zione radiala delle stiie sulle facce lateral!, vedremo ri|)e- tersi nella famiglia delle Coscinodiscee, le (piali per aver il guscio di struttura cellulosa appartengono alia tribu delle areolate. Forsc che una qualche Melosira ( sulcata, decus' sata, lirata ) si potrebbe sospettare fornita di quella niede- sima condiziotie organica, e ne insorge quindi nuovo dub- bio sul valore sislematico che ad essa viene attribuito. In generale si puo anche dire prcvalcnte nelle Melosiree lo sviluppo delle facce lalerali sulle primarie, che vediamo r. 1 3 — OS — perfino svanifo in iilcuni goncri ( P(jxidicn/u, Podosim ), bcnclie in (lualche specie di Melosira (varians, orichalcea ) la luiigliezza cccedente degli articoli eqiiivalga acorrispon- dente sviliippo delle facce primarie. Ed e ad avverlirsi, die, qiiantunqiic per la forma siftattamente dineriscano in (juesta (amiglia esse facce primarie da quel die sono nelle tre pre- ccdenti, pure in esse troviamo quel caraltcre organico die vedemmo nella maggior parte dei generidi quelle, la presen- za cioe dei solchi o canaleUi longitudinali. L'allontanarsi die fanno I'una dall'allra le facce o valve lateral!, colla conse- gucnte dilatazionedella supei-ficie die rappresentale prima- rie, prima che avvenga lo sdoppiamento, benclie in grado di- verse si verifichi anche in altri generi, pure nelle Melosire, meglioclie altrove, presenta una innegabileanalogia colla rc- duplicazione delle Desmidiee, die ilBrebisson distingue dalla deduplicazione delle Diatoniee. La particolare disposizione dell'interna sostanza, le correnti o i fili mucosi radianti da iin centro, il rigonfiarsi di un qualdie articolo ed il dilatar- si dell' ancllo interstiziale sono fatli isolati, ma chc nella scarsezza delle nostre nozioni meritano particolare riguardo. i 3. CoMPYLODiscus. " Indimduu, singula via, disclforfuia; J) discus curvatus I. lortuosus , rotundato-tlliptkus ra- " d'latus. ?5 Bcnche io iion abbia potuto llnora esarainare che quella sola specie di questo genere ( C. Clijpcus) che si trova nella farina fossile di Santa Fiore,nelKieselguhr di Franzensbad e costituisce prcssochc per intero il tripoli di Eger, pure mi pare di poter aggiungere qualche cosa a quanto ne dice il Kiitzing. Egli indico bensi nella fig. 5.» la grossezza del margine, che in (juesto caso viene a rappreseotarc le facce primarie insieme connivenli in una superficie continua , — 99 — u\;\ si nelle .litre figure die nella descrizione non ne f;i [mi cenno. Ora quella snperficie nierita tan to maggiore consi- derazione, in quanto die riferendola, come lo vuole analo- gia, alle facce priniarie, essa d presenta una eccezione alia Icgge data per generale della mancanza dellc strie trasvei- sali, le quali sono evidentissime, continue c paragonabili quindi a quelle delle facce lateral! o sccondarie dellc Denti- cule, degli Oc/otifidim/i e dei Diatoma. Questa meJesima condizione avvcrtimino superiormente tfattando degli O- flontidmm nella Sxjrinx annulata del Corda. Ma sussiste r altro carattcre delle facce priniarie, clie sombra avere ini- portanza organica maggiore della divisione longitudinale. lo non vidi le gradazioni intermedie, ma vi
  • ; hidividua siugularia navicvlaria, '1 maryine stria I a; lalus sccundariiim prittiario mo jus, " l/iica VH-d'ia longilitdlnoli lev/ peirursu?//. » In quattro distinte sezioni si divide cpiesto genere. Com- ] rende la pi'ima le specie flessuose {S. Chjpens, S. Carnpi- lodiscns, S. flcxiiosa, S. c!er/ans, S. spiralis, S. BJijodon ), cd in vero non si sa indovinare qual niotivo inducesse il Kiitzing a separarle gcnericamente dai Campilodisci. Non jimane di falti, a qnanlo ci sembra, che il carattei'e delle stria continue suUe facce primarie superiorinente avvcrtitc nel Cawpijlodiscus Chjpcus a distingucre quel genere. Ma il duhbio gia esprcssj su quel carattere acquisla ancora — iOl — maggior peso (juando si confroutiiio essi Campiloiliscl coHe Surirelle flessuose. Nella S. Campy Iodise tcs il Iviitzinj? rap- presenta (tav, 28, fig. 26, c. d.) le valve lateral! staccale, che danno perfeUaiiiente I' iminagine di un Campilolisco, ed i cui maigini inclinati, vcduli di fronte ( a. b. ), mcntiscono stric trasversali sulle (iicce {)riniarie. Le specie (S. dk/ijma, S. So/ea, S. Uegula, S. tnuU'ifa- sciata, S. thermalis ) piii anguste nel mezzo ciie alle estre- mita delle facco latcrali ( medio plerumque eoiistrictae ), sono per opinione dello stesso Kiitzing cosi afTiiii alle Sine- dre, che noii rimane a distinguerle altro carattere, die quelle della loro liberla, mentre (jueste ultime sono para- site ed afHsse. Confesso noii sapcr intcndere [)er qual molivo il Kiitzing divida le numeroso specie che siissegnono in due sezioni (ohlonyne, eUiptieae I. ovuiae). Qiiando vi fosse una dilTe- renza anche piccola ma costante, essa avrebbe un valore si- stematico in quantochc rendcrebbe pin facile il riconosci- mento delle specie, ma basta confrontare fia b)ro le due specie Craticula e bifroJis che (igurano nelle due sezioni, per convincersi che la proposta distinzione non e basata so- pra un carattere costante. E reca veramente sorpresa Irovare annoverata nella seconda di (pielle sezioni una specie [S. an- gvsta), che nianca c vero dello stringimento mediano, ma per somiglianza di forma da ognuno si giudicherebbe spet- tare alia sezione precedente, die dicemmo afllne alle Sine- die, e nella quale abbiamo pure e la S. Ueguln e la S. mul- tifaseiaia, die niancano [tarimente di (jucl caiattere. Com- prendendo dunque in un solo gruppo (piclle due sezioni, diremo che in questo ha luogo quell' importante carattere della prevaltMiza delle facce secondarie sulle primaiie, che, tome superiormente avverlimrno, forma il contrasto colle — 102 — Denticule. Ma aiichc fra qucste uUime iion ci manca esem- pio dell' opposta condizione (/). undiilaia). E la nuova Sii- rircUa Jenneri dell' llassal ha al pari ilolla Dcnlicula con- sfricia le faccc primarie perfettanicntc tr^uali in dimcnsio- ni e forma alle secondarie. So non die io credo die le a(Ti- nila e le differenze sieno piiittosto a cercarsi nclla organiz- zazione interna di quello die nell' eslerna forma, la quale non ha importanza organografica se non in quanto e indi- zio di (piclla. E riguardo alia stniUura, henche siamo anco- ra ben lungi dall' aver dati suflicienli a stabilire su di essa alcun pi'incipio di dassificazione, pure troviamo nelle Suri- relle, piu forse die in alcun altro genere di Diatomee, molti- plicita di organi, e complicata organizzazione. La S. stria- tula, della quale e Turpin e Corda diedero rappresentazio- ni poco fedeli ed in gran parte ideali, somministro sogget- to air Eiirenherg di numerose e preziosissime osservazioiii. Scmbra che il Kiitzing, inteso a soslenere la vegetalita delle dialomec, passasse appositamente di volo su questo argo- mento, e cercasse di distrarre Tattenzione creando nuovc specie su alcune delle svariatissime forme che la S. striatu- la assume nolle varie sue eta e nelle epoche diverse del suc- ccssivo suo svilu|)po. Tali possonsi sospcttare le sue S. Pa- la e S. ovata, come anche la S. ovalis del Brebisson, il quale fino dal 1855 avca publicata la sua S. biseriatn (non nel 1858), nome che quiiuli deve rimanere a prcforenza di (piel- lo posleriore {S. bifmns) dell' Ehrenberg. Anche il Bailey nolo i rapidi e vivi movimenti della S. striatnh, ed io pure ebbi campo di osscrvarla frequentemente nelle noslrc ter- nic Euganee, e potei istituire il confronto fra gli individui vivi, nei cpiali si scorge una complicazione, per me finora indicifrabile, di interna strultura, ed i morti scheletri, quali sono rapprcscnlati dal Kiitzing. Nc qui si puo tacere della — 103 — S. Gevinia, ncllu qiuile I'Elirciiberg scopri i nunierosi cirri estensihili e contrattili die seiubrano scrvirle qiiali organ! di movimento. Scmbra che il kiilzing abbia veduto qual- che cosa di simile anche nella S. Solm (tav. o, fig. 57, 2, a.). E rigiiardo alia S. Gemma sono ad avverlirsi i fori lateral!, da! quali escono,. a testimonianza dell'Ehrenberg, que! cirri, fori cbe seinbrano del pari dover esistere nella S. fastuosa, e che ricordano qiielli gia superiormente avverliti in alcune specie di Epifemie, come i cirri ricordano i cigli della E. ci- liata (Navicula) del Corda. A me pare cbe sia delle Diato- wiee come fu fino a Cuvier dei molluscbi, e che I'anatomia abbia ad operare nella loro classillcazione naturale quella stessa benefica rivoluzione che produsse nella sistemazione e nomcnclatura delle conchiglie. Ascrive finalmente il Kiitzing alio stesso genere Surirel- la, qiial ultima sezione o sottogenere (Poa?oc(/ *//*), quella che trovasi tanto comune nel nostro mare e percio appunto egli chiaraa adriatica ; associazione veramente singolare, poiche mentre vedemn>o non distinguersi le specie della seconda sezione dalle Sinedre che solo perche non sono affisse, tro- viamo poi slipitate ed affisse le Poilocistidi. Ne io intendo certamente sostenere che non sieno aflini alle altre Surirel- le, solo avverto quanto sieno vacillanti i principii della pro- posta classificazione. Sembra appartenere a questo sottoge- nere la Podosphefiia oculata di Flassal, csclusine i sinonimi. II Kiitzing annovera 23 specie di Surirella nelle tre ultime sezioni, e due di Brebisson come dubbiose. 17. B/VCILLARFA. >■> Individua bacilli/ormia prismatico- " rectangularia, linearia, primtim in scriem rectani tahu- " lalavi transversim conjuncta, dein in series ohliquus •> dim Ola. >y — dOi — La singolarita degli aspetti che assume I'linica specie tli questo genere (B. paradoxa) e la vivacita (Je'suol movimen- ti sono gii'i da gran tempo diveniiie famosc (iMiillcr). 11 ca- rattere organografico pi'inci[)ale che la distingue dalle Fra- gilarie e (pielio stesso che la fa appartenere ad un gruppo diverse di famiglie, la intcrriizione cioe delle strie trasver- sali nclla iinea mediana delle facce secondarie, eni si ag- giunge I'altro del parallelismo delle primaric. L'Hassal tra- scuro il primo di essi caratteri nella rapprescntazione che diede di qucsta specie. II carattere fisiologico dclla mo- bilita dei bacilli e delle simmetriclie disposizioni che assu- mono riesce tanto piu importante, in quanto che noa si ri- pete in alcun' altra Diatomea. E percio che crediamo meri- tar esso particolar menzione. 18. Synedra. " individua hncillaria, prhmatico-rcclan- 5» gnht, dentil?/ iiyio vcl allcro apice adnata ; lalus secun- 3> darium primarlo aeqiiah, vcl minus, Iinea laevissima n mtdia longitudinal i perciirsum. {Ostiolum centrale mil' >■> l>t7n). " * Scaphularia » ininuiae, rarissime adnalae, laevissi- j> 9nae {non striatae). Le undici specie annoverate in questo sottogencre non sono fra loro collogate che da caratteri negatlvi, la mancan- za cioe dei caratteri di altri generi pin o meno aflini. In gc- neralc non manca ad esse che 1' avere le facce secondarie ornate di strie trasversali o continue od interrolte per ap- partenere alle Uenticule o dalle Surirelle. In alcuna(i5»'. (j?ia- drungula) ahbiamo la prevalenza, caratteristica nclle Den- ticnle, delle facce primarie stille secondarie; in altre [S.rir- ginalis, S. cnnsli'icia) abbiamo il restringimento mediano nelle facce priniarie, ch'e caratleristico per le Surirelle del- — 105 — la secontia sezione. Cosi pure non manca a tutte esse spe- cie die I'apertura centrale per apparteiiere alle Naviculc o agli Acnantidii (S. Biusoletliana). Ne certamente c a dirsi ciie in presenza o la mancanza cH questi caratteri sia di po- ca importariza, solo e da avvertirsi che anche cni [)iii forli ingrandimenti niicroscopici c alle volte iinpossihile il deci- dere con ccrtezza se v'abbiano o no le strie trasversali e le apei'ture mediane. ** Echinaria: ^•>laevissimae demuiu affixae et plernm- >•> (]ue radiati/n aggrerjatae j'. Le diciassette specie comprese in questa sezione non differiscono essenzialniente da (jiielle della precedente se non per essere alTisse. Molte sono attenuate alle eslremita anclie delle facce priniarie, ma quelle che niancano di quel carattere {S. amphkephala, S. ttnuissima, S. tenuis) han- no grande analogia di forma colle Ulnar! e. Abbianio anche in (jiiesta sezione delle specie curve nelle facce secondarie [S. curvula, S. Arcus), e nelle primaric [S. lumiris, S. bilu- 7iari.s), che somigliano alle Eunoziec ovvero agli Acnanti- dii. Da tutte poi si distingue per le estreniita ingrossate la S. amphicephala. *'* Ubiaria ,- 11 affi-vac, Jlabtllaiivi disruptae, in latere 5' secundario cxccpto medio siibtlliler trcmsversim striatae.i") Benche le venlitiuattro specie di questa sezione non ab- biano di coinune che il carattere generale di tutte le Sine- drc, la forma bacillare e la mancanza di apcrtura niediana, pure trovianio fra esse annoverate delie specie senza at- tacco {armoricana, sigmnidca. vermicnlaris), e anche man- canti delle caratteristiche strie {i-ermicularis), e cio pcrche lo spirito sistemalico non giunse a tale da separarle dalle altre specie, colle qiiali hanno nel rimanente la maggiore aflinila. E riguardo alle strie trasversali, (lucl carattere del- — lOG — la loro intenuzione nella liiiea mediaiia, die iion solamenlc e avvertito nella frase della sezione ed in (|iiella del gene- re, nia c anchc prcso a base di classificazione nella divisio- ne priniaria delle Dialomcc non vittate astoraatiche, manca evidentemente in ben niolte specie {prae morsa, aequalis, mesolepia, Vina, danica, splendens, armor'tcana, sifjmoi- dca, scalarix), nelle quali quelle strie sono continue come nelle Denticule. Si confront! colle snccitate specie la D. oh- lomja. E per altro da notare die (piantunqne le strie tras- versali sieno in quelle specie continue, come esaltamente Ic rappresento il Riitzing, pure rimane visibile la caratte- ristica linoa raediana diafana quando 1' oggello si allontani fino all'ulliiuo estremo dal microscopio, 11 die appalesa do- versi essa ad un solco longitudinale die attraversa tutte le strie; e per giudicare della sua profondita converrebbe che fosse micronietrica anche la vite die impriinc quel mo- viinento o al porta-oggetli o al corpo del microscopio. An- che in un frammento che accidentalmente presenti la sezio- ne trasversale di tali Sinedre e visibile tjuel leggero solco. Tipo di questa sezione e la S. Ulna, ed al pari di essa mol- te altrc specie {acula, oxyrhynchus, ainphirhiinchus, va~ lens, arj/ioricuva, siffwoidea, vermicular is) hanno Ic facce primarie pt'rfiitiameDto lineari; ma altre invece hanno le estremita di quelle facce attenuate {dcbilis), come la mag- gior parte di quelle della sezione precedente; altre solamen- lc rotondate {prae7nnrs(i, spcctabilis, scalaris), in opposizio- ne a quelle molte che sono ristrette nel mezzo e cuneate a rovescio e troncate alle estremita {lanceolata, mesolepta, ae- f/nalls, I'ilrea, danica, splendens, biceps, capitata). Fra (jue- ste ultimc, tre ne abbiamo [dunica, biceps, capitata) che, per I' importante carattere delle estremita capitate delle facce secondaric, hanno somiglianza colla amphicephalu della se- — 107 — zione prece•> stipile elongato saepe ramoso, ha- J' cillis ple)'U7?2f/?ie gcminatis lerihus ». Fra le sei specie di questa sezione, che per il portamen- to vivamente ricordano la famiglia delle Licmoforee, due sono perfettamcnte lincari nelle facce primarie {S. crystal- — 108 Una. S. (jiijaxlta), ed ;mzi una di (jncsto {(jiycnilru). ha hr estreniita (Idle faccc scconilarie capilato. Lo altre hanno le faccc primaiie assotiij^Iiato-irnncalc allc estreinila. Tiitio poi sono liscie, inancaiui cioi' di siric. ****** Uiij/aria ,• " hncili'is in tahulam cojinatis, dr- >5 ■)fiuifi (lis)'itpfi.s rl anfjiillfi allcDiis cnhaerciilih/is. " OUrecIie per il caialtere dclla sezione, die accenna ad una analogia coi Diuloma, la sola specie die vi %ura {S. runipvvs) diirerisce da tnlti' le altre Sinedre per le estre- niita tumescent! e rolondate delle facce |)rimarie. Da (juesto rapido esame delle sezioni, nelle (jiiali so- no ripartile le sellanta specie di Sinedre, cui il Kiitzini^ altre sette ne aggiiinge come incerte, si rileva chc ravvi- cinamenti ben di\ ersi si potrebbero istituire Ira esse, e die, se nella maggior parte una e\idente somiglianza di forma sembra indicare un genere ben distinio, in n)olte si li- levano pure it)dizii di somiglianza con generi e faniiglic affatto di\ersc. Dold)iamo quindi ripetere ancbe in qnesio caso, che nella mancanza in cui siamo di , e si accumuhno alle estremita nelle seconde. Questo accumulamcnto pei'o non awiene che dopo la morte. Quando son vive, la sostanza colorata interna e d'ordina- rio collocata lungo i due lati dclle facce primarie come nelle Surirelle, e Itingo la linea mediana delle laterali, o alle v(dte lun2o ai due lati anche di esse e (juindi in quattro od otto lobi distinti. In qualche specie e dispo- sta a fasce trasversali siuimetriche cd e(juidistanti. INel- la regione centrale spesso v'ha un' area diafiina, cd al- tre molte varieta si riscontrano, le quali sono ben sulH- cienii ad indicare una complicala organizzazione, ma non si saprebbero convenienlemcnte interpretare. Finalmente non si dove passare sotto silenzio V importantc conJizione orgauica di due linee longitudinal] molto distinte su cia- scuna dclle facce primarie, terminate ail amhe le estre- mita in piccoli fori, condizione dal Kiitzing chiarainente — iU) — mpprescntata in diciassette specie, c die nelle minori si puo supporre trascurata od anelie inosservata. Paragonando fra loro i quattro generi ( Cafupylo- di. latere secundaria elUptica, de?nu7n adnata sessilia. » La forma generale delle Cocconeis e quella di un disco di figura elissoidea a facce piu o meno esattamente parallele, piane o leggermente curve. Corrisponde (juitidi a (jiiella dei Campilodischi e delle Surirelle flessuose, perche al pari che in quelle sono le facce secondarie che preval- gono siffattaraente da essere ridolte le primarie al semplice margiiie. E che sieno quelle le facce secondarie lo si rico- uosce per le slrie trasversali o raggianti di che e in molte specie ornata la superiore, per il foro cenlrale della inferiore, e per la divisione che si effettua parallelamente ad esse e normale alia fascia marginale che rapprcsenta le facce primarie. A differenza poi di tntti i generi fin qui esaminali e appunto con una di (juelle facce secondarie che le Cocconeis aderiscono alle alghe fdiformi sulle quali vivono parasite. La loro somiglianza quindi colle Epitemie e soltaato apparente. (Jl'individui moltiplicati per isdoppia- mento ben preslo si rendouo liberi, raro essendo di trovarli gerainati, ma losto aderiscono parasitainente alle alghe e vi si adunano in numerose coorti. Quelle in generale di ucqua dolce sono pcrfcttamente liscie. E notevole nella C Pedicidus [C. Kutzintjii, Breb.) la forma conico-lron- cata, non avverlita dal Kiitzing nella frase e molto meno nella figura, per cui, prima di chiedergli il suo parere sui miei esemplari, credevo trattarsi di specie diversa. Ne pro- viene che nello sdoppiamento 1' individuo supcriore riesce minorc dell' inferiore. £ da ([uella stessa condizione pure provieno che, cpaando e semplice, il margine apparisca bi- — ilL' — linealo, come il Kiitzin!^ lo rappresento, e trilineato invece, come lo slesso Kiitzing lo dice nella frase specifica, allorii solamcnte die e in corso lo sdoppiamcnto. Le specie marine prcsentano sulla faccia superiore elegantissime stric tras- versali granulate, le qnali o ne atlraversano senza interru- zione tiitta la Iarglie7>za o irradiano da una linea mediana o da un'area centrale. Solo in poche specie le strie sono longitudinali o concentiiche c (lessuose. Leggerissimi poi sono gli ulteriori caratferi pe' quali si dislingiiono fra loro le trentaqualtro specie di questo elegantissimo geoere. 20. DoRYPHon^. J5 Individua sincjiilaria depressa ; a >j latere scciindario [regularitcr punclato) ellipdco - lan- }i ceo/aUt, slipitata. " Mancano all' unica specie di questo genere (D. amphi- ceros) i principal! caratteri della famiglia. Fissata merce uno stipite per una delle sue estremita , e niancante di aperlura centrale nclle facce secondarie, essa non differisce dalle Surirelle che per la conlinuita delle strie trasversali. Rig\iardo all'apcrlura centrale avvertc il Kiitzing ch' essa puo mancare anclic nelle Naviculc stessc, e mancare in alcuni individui mentre e visibile in altri dclla medesinia specie. E su di un tal cai'attere e basata la distinzionc dc- gli ordini. Con maggior diritto e coll'appoggio di nnmerosi f'atti io posso assoiire die la continuita delle strie si ha in l)cn moke Surirellee; e qiiindi io rigiiardo la Doiifora come afline a cpiclle, e particolarmente alle Podocistidi. Jntorno alia famiglia quindi delle Cocconoidee non si puo die ripelere quanto si disse del genere Cocconeis, pre- sentarsi cioe in esso uu nuovo lipo di organizzazione, in cio sommamenle diverso dai precedcnti, che la temnogcnesi vi si efl'ellua trasversalmente alia direzione del corpo anzi- — Mo — che verticalmente, avuto riguardo al punto di attacco, cioa con altre parole, che in esso diventano iufcriore e superiore le facce che in qiielli erauo lateral). 21. AcHNANTlllDlUM. » Individua sinrjularia vel bina- « ta, libera {nee adnata), a latere primario linearia gemi- 55 flexa. » Posto anche fosse dimostrato, che nelle specie di que- sto genere [A. microeephalum , A. delicatulum) esistesse positivamente I'apertura mediana in una delle facce laterali e noa nell' altia, c che alle estrcmita delle facce priniarie esistessero i due forellini, come e asseiito nella frase dell' ordine e in quella della famiglia, resterebbe ancora a decidere se la promiscuita di que' caratteri con altre fami- glie, e la loro incostanza lasciassero dirilto di fondare su dati cosi leggcri e cosi incerti un dislinto genere. E anche questo un tentativo sistematico, che non e sulllcientcmente appoggiato su basi organografiche. 22. AcHiYANTHES. « Individua solitaria vel binata vel >-. nutnerosa, in fascias plus miniisve elonc/atas transver- 55 saliter conjuncla, stipitc laterali. 55 Per la mancanza delle strie le tre prime specie {mi- nutissima, exilis, parvula) presentano grande analogia di forina col genere precedente. In una di esse {parvula) man- ca la caratteristica piegatura a gomito, per cui essa riesce somigliantissima agli Odontidii ed ai Diadesmi. Le altre dieci specie {slriatae) non differiscono fra loro che per leggeri caratteri. Oltre alia differenza organica fra le due facce secondarie, la costante apertura mediana della inferiore o ventrale (Ehrenberg), e oltre al processo dello sdoppia- mento, che nelle Acnantidi si puo forse meglio che in ipia- f. 15 ~ 1 1 i — luiuiuc iiltra Dialoiuca sUuliaro in tulti i suoi deltagli , inerita poi considerazione particolare lo slijiilc. La sua costante colloca/ione palesa die Ic Acnantidi sono aderenli con una delle cstremila al pari dcUe SurircUe, e la inscr- zione dcllo stipite siesce oMiqua solo perche lo sdoppia- menlo awicne costantcnicnte dal lalo del dorse ; cioe, con aitre parole, dei due individui che si forniano a spese del primo, solanicnte quello ciie corrisponde alia sua faccia dorsale ulteriorniente si parlisce, e cosi avvione pure dei successivi. Riguardo all' inlerna sostanza V Ehrenberg la dice divisa in piu porzioni rolondeggianti, che nella y/. longipes si raccolgono nel mezzo come a raggi intorno al- Tapertura mediana. Nclla A. salina {A. brevipes Ehr.) lo stesso Ehronherg descrive quella sostanza divisa dapprima in (juatiro lobi, che poi ulteriormenle si dividono e si ri- solvono in corpicciuoli mobili. 25. Cymbosira. }■> Indli'idua vel soUtaria vel binala ?5 slipitola, in scries longitudinalcs isihmo gelinco conca- n icnata. " II coraltere essenzialc per cui i'unica specie {C. Agar- dhii) geiieiicanicntc diOciisce dalle Acnantidi, sembra in- dicare che in (piesla lo sdoppiamento avvenga promiscua- menle si nell'individuo inferiore che nel supcriorc. Le se- rie coslituite da individui solitarii si possono riguardare originate dallo sdoppiamento successive del solo individuo iuperiore o dorsale. Lo stesso pure puossi supporre per le serie d'iudividui geminati alternalivamente congiunti, ma (juando la congiunzionc e unilaterale, e amniissibile la sup- posizione che Jopo avvenuto il piimo sdo[)piamento, il secondo si effettui nell' inJividuo inleriorc, c nelT inferio- re put e si ripota nei successivi menibri della catena. E da — 113 — nntarsi chc variano granderaente le diraensions nei va- rii individui , ma si conservano costanti in tutti quelli della medesima serie. Gil eseniplari della Cajenna parasili sulla Polystphon/'fi suhlilissima , insieme alia Podosyra 3Iontognci ed alia Odontella pohjinorpha, differiscono da- gli adriatici per la curvatura raaggiore e per le strie tras- versali molto piu pronunciate. La famiglia dclle Acnantee si distingue da tutte le altre anche per la complicata struttura del guscio. Le facce pri- niarie, dice il Klitzing, sono formate di tre pczzi, due late- ral! trasversalnientc striati ed uno mediano pcrcorso da due strie longitudinali alle cui estreraita corrispondono i forclli- nl terminali. Ogni individuo quindi risulterebhe formato di otto valve. A me pare invece che quelle porzioni laterali trasversalmente striate non si possano in modo alcuno di- stinguere dalle facce secondarie, non essendovi ne canto ne connettitura die ne indichi la supposta distinzione. Bensi trove che le due meta di ciascuna faccia laterale sono fra loro inclinate a guisa di tetto e facilmente si staccano I'una dair altra, coslituendo cosi, insieme colic due primarie, al- meno apparentemente, sei valve. E poi sommamente no- tabile 1' appendice interna in forma d' imbuto che accora- pagna 11 foro centrale della valva inferiore. 24. Cymbella. » Individua solitaria vcl getninata, li- » htra {nee adnata, nee inclusa], curvata inaequalia ; la- « tere priTnario altera [inlerlori, ventrali) angustiori, alle- }"> ro {exlertori, dorsuali) latiori ; laterihus secundariis ae- >» qualihus {transversim slriatis) ; ostiolis mediis marglna- « libus approxi?nftti■> E per la forma generate e pel parallclismo delle cur- ve facce primarie e per 1' inclinazione delle secondarie e per la seziono Ir.isvcrsa trapczoidalc e per la maniera d' iUtacco (|uando sono parasite (C. Pedicitkis) !e Ciinbelle so- 110 somigliantissime allc Epitomic. Essenzialmente ne dilfe- riscoiio per i due f'oii collocati alia meta del lato inferiorc dellc facce lateral! e pcrcio siffattamente awicinati fra loro die nelle posizioni oblique seiiibrano fondersi in uno solo. Hanno iiioltrc distinta apertura ad ambediie le cstremita. La dilTicoIta di rilevarc ({uei caratteristici fori nelle specie piu minute rende incerla la collocazione generica di alcune fra le quindici specie annoverate dal Kiitzing. 25. CoccoiVEMA. " Individua, solitaria vel goninala •5 str/jitata, cactcr/s til in Cijmbclhi. " Senza oceuparci del valorc generico del caratterc die manca in sei dcUe undid specie ascritte ai Cocconemi, quel- lo che sommamente interessa e il considerare che mcntre una qualche Cimhella aderisce parasita ai corpi soaniicrsi colla sua faccia ventrale al pari dclle Epiteniie, 1 Cocconemi invcce aderiscono nierce lo stipite con una delle estremilA. Sc ne dcve dedurre che il lato aderente puo cssere indiffe- rentciiiente cosi una delle facce primarie, come una delle secondarie (Cocconoidec), come finalmente una delle estre- niita? Ovvero si deve riguardare 1' adesione come caralte- re primario nel giudicare la corrispomlenza organografica tlelle varie facce dei different! tip!, e subordinarvi gli altri carattcri, qucllo pure compreso del dimczzamcnto che si effettua ora normalmentc ed ora parallelamente a quclla faccia? Ed anche ammesso il prirao caso non si deve alme- 110 attribuire a quel carattere un valore superiore a quello dclla esistenza o mancanza, quando almeno sono dubbiose, delle aperture central! c terminal!? 0 finalmente quell'ade- sione dell' unica specie di Cimhella che si dice parasita (C — 117 — Prdicnius) non e essa die iipparentemente ventrale come alle volte apparisce nelle stesse Acnantidi? 26. Syncyclia. >tlnd'ividi/a ajnibelUjormia transversa- « liter hi jasdas cimtlaritcr inairvatas connata, in sitb- ?» stantia gelinea molli aniorpha mdulantia. '» II genere Sinciclia [S. Salpa, S. rjuatcrnarla) rappre- senta fra le Cimbellee il ^cnere Enmeridion nell'ordine del- le astomatiche, la Epithcmia costata nella famiglia delle En- noziee. Oi^ni cpialvolta le facce lateral! sono fra loro incli- nate per la diversa estenslonc delle due facce primarie, I' associazione seriata non piiossi formare che circolarmente, come si effettua circolarmente o almeno a curve nel piano dell'associazionestessa ogni qual volta le facce primarie stes- se sono cuneate e la convergenza quindi delle laterali e ver- so una delle estremiti {31cridion, Odonlidizifn, l)ia(oma). 27. EivcY0NE3lA. jj Ctjm/jellae lo7i[//(ud/naIitrr ser/afac n tubo gelimo nimplici tenerrimo molli inclusae. '? II tubo gclalinoso nel quale sono incluse le Cimbelle rife- rite a questo ii;ener(i{E.paradoxum, E. prostratutn) potreb- be forse paragonarsi alio stipite dei Cocconemi, e servire cosi a spiegare I'origine di quello. Si verrebbe con cio a suppor- re che lo stipite rappresentasse il sacco gelatinoso entro al quale si sviluppa la Cimbella. Di tulta la famiglia delle Cimbell«e (Cijfnbella, Cocco- nerna, Stj^icijclia, Encijonefna) si puo ripetere quanto su- periormente fu detto del genere Cimbella, poiche la distin- zione de' generi e appoggiata a caratteri unicamente acces- sorii. Giova qui per altro riferire quanto dice il Kiitzing del- la interna sostanza. Essa e disposta in due lamine distese sulle facce laterali, le quali prcsentano una smarginatura — IIS — meJiana in corrispondenza al lato convesso c sono insicme collegate da una soltile memhranella trasversale. 28. SpHENELLA. " Indlvidua a latere primario cunea- « /o, libera, nee stlpilata, nee afflxf/, nee substa7itia ytli- >•> nea comvi7ini invohiia. >■> Le Sfcnelle non diffcriscono dalle Naviciile die per la forma cuneata perfettamente simile a quella dei Mc.ridion, per cui anche le associazioni [S. angustata) ne riescono fla- belliformi o quasi circolari, ma diffcriscono poi dai Meri- dion stessi e per il foro centrale d'ambediie le facce secon- darie e per 1' intcrruzione delle strie trasversali delle facce stesse [S. glaciaUs, S. vulgaris). La somiL:;lianza maggiore quindi rimane colle Navicule, e i caratteri distintivi sono co- si leggeri, chc alnieno per due [S? parvula SI Leriorman- dii) delle sotle specie rimane incerta la collocazione gene- rica. 29. GomphonEma. » Individua stipitala affixa a latere » primario cuneata, a latere secundaria sursum dilafata. " Come i Cocconemi dalle Cirabelle cosi i Gonfonemi noh diffcriscono dalle Sfcnelle die per lo stipite, per cui vennero rifcrite ai Gonfonemi specie die prima si riferivano alle Sfc- nelle {G. olivaceuvi), e riguardo a dieci delle trentalre specie di Gonfonema rimane ancora dubbio se riferir piut- tosto non si debbano alle Sfenelle. Indipendentemcnle pero dal valore che puo avere la presenza dello stipite come carattere generico, importa considerarlo sotto I' aspetto organologico. 11 Kiitzing suppone che i Gonfonemi sieno dapprincipio liberi come le Sfenelle e soltanto piu tardi s'aflisslno merce la sostanza (gelinea) dello stipite, die, a suo credere, essi secernono dalla eslremlla inferiore. Nessuna — H9 — direlta osservazione confernia quesfa ipotesi, ed e almeno con ugual diritto ammissibile I'altra clie le Sfenelle sieno ncl pi'incipio affisse al pari dei Gonfonemi e si rendano libere da poi. L'Ehrenberg dice che i Gonfonemi possonsi rendere liberi e nuovamente aderire. La circostanza poi della cavita tubulosa da cni, a testimonianza dello stesso Kiitzing, e percorso quello stipite, e della laceraziorie che si opera in quel lubo, quando all'atto dello sdoppiaraento, i due nuovi indivjdui 1' un dall'altro si allontanano pro- ducendo le dicotomie {G. capitahim), se in (jualche modo puo pure conciliarsi colla idea di una semplice secrezione, certo (juadra meglio coll'opinione essere lo stipite dei Gon- fonemi, al pari che quello dei Cocconenii, paragonabile al tubo degli Encionemi, e come quello susceitibile di ac- cresciniento suo proprio e dotato quindi di vita. Che poi lo stipite stesso possa fenders! dall'alto in basso per pro- durre le dicotomie, come vuole il Kiitzing, resta ancora a dimostrarsi. Riguardo alia forma dei Gonfonemi poche cose sono ad awertirsi. Le loro fiicce primarie sono costante- mente cuneiformi troncate. In una sola [curvatfwi) sono curvate. Le secondarie sono obovato-acute nelle prime un- did specie; ellittico-lanceoiate in quattro {dichotornum, affi- ne, intncaliim, hinceolatum) ; distintaraenle capitate o piu o meno panduriformi nelle altre tutte. oO. SpHENOSiRA. n Individua in filuin cowplanafum » anceps rectum arete conj'unctu, a latere secundaria » apicibns inaer/nalibus ; ostiolo 9?iedio distincto. » Avverte lo stesso Kiitzing che I' unica specie di que- sto genere [S. catena) appartiene piuttoslo al genere Bia- desT)/is della scguente faraiglia, perche quantunque abbia gli apici delle facce secondarie ineguali, manca del caratte- — IL'O — re coslante in tutte le Gonfonemce delle I'acce prini.irie cuneifornii, mcntre vedcmmo essere rappresentata la forma associata dalla Sphcnella anguslata. Le Gonfonemee [Sphrue/la, Gomphonc7na, Sphenosi- ra), dice 11 kiitzing, hanno rapporli di somiglianza per la forma e lo sviluppo coUe Licmoforee. Se ne distiiiguono per la mancanza delle vitte e la presenza del foro centrale nelle facce latcrali. La sostanza interna e disposta in due lamine distese sulle faccc prin^arie: all' opposto qnindi di cio che avviene nella preccdenle famiglia delle Cimbellee. L'Ehrenberg avverte anciie degli spazii vescicolari inco- lori. INon e poi ad omellersi che anche nelle Gonfonemee le facce primarie sono percorse dalle solite due strie longi- tudinali, terminate, almeno superiormenle, in distinte aper- ture. 31. Navicula. " Individtta singnlaria libera, regula- » ria, rectangicla, prismatica ; ostlolo medio rotundo, aper- >i turis ienninalibus distinctis. >•> In questo genere che e il piii ricco di ogni altro in ispecle, ed e tipo della famiglia piii ricca di tutte in generi, per cui alcuni adotlarono per I'intera classe il nome di Na- viculee anziche quelle di Diatomee, e costante carattere la simmetria cosi di ciascun paio di facce come delle due estremita. Questo stcsso carattere lo ahbiamo veduto, con qualche eccczione, nella famiglia delle Fragilariee e piu anco- ra in quella delle Surirellee. Ma da cio ne viene che in alcuni generi {Denticula, Sijnedra) o in alcune specie {Surirella) di quelle, si debba aver ricorso ad altri caratteri per fis- sare la distinzione, e tanto piii che le forme sono alle volte somigliantissime. Questo carattere essenziale e quello del- r intera famiglia, la presenza cioe di un' apertura centrale - i2\ — in ambeilue le facce secoodarie, Qtitil caiMUore poi- altro niaiicu in qualciic specie tU Navicula {Oxtj/jJujllufu, riilpi- na etc.) ed in alcnno dei 2;cneii siisso^iienti, ed il Kiitzing stesso avverte riiiscire allc voile dilficilissimo rilevarc il foro per la sua minuJezza , e mancare anche in alcuni individui mentre in altri della stessa specie e evidente. Sen- za quindi clie da cio si possa inlurre argomenlo a comhat- tere 1' imporlanza organografica del carattere stesso, certo e die sistematicamcnte gli vienc scemato valorc, e saggia- mente fece ne' casi diibbi il kiitzing, attenendosi alia evi- dente affinita delle forme per non allontanar fra loro esscri somigliantissimi. In sei gnippi distingue il Kiitzing secondo la forma I'ingente numero (137) delle specie : /nnccolatae, ohlonrjnc I. c/l/pd'cac, (jihhae, consiriclac 1. vodosac, in- nalac, sUjmukhac. la maggior parte delle specie appar- tenenti alia prima sezione [IcDiceolaUn-) lianno precisamcjite la forma detta navicolare, facce cioe nrimarie lineaii, c se- condaric allungato-cllittiche cogli apici piu o meno acuti. Vedemmo snperiormente le Sinedre della prima sezione [Scdphularia) avere questa forma medesima. c posta I'av- vertcnza dello stesso Kiitzing e perfnio Tcsempio rispelto ad una qualche specie, reca ver.miente sorpiesa \edore le Scafularie e le Navicule lanceolate dislinte generieimente tra loro. Alcnne poi delle specie rifcrite a (piclla stessa prima sezione mostrano un graduato passaggio alle forme tanto distintc delle sezioni successive. Ma si in (piolla die in (]ueste trovansi ncli' opera del Kiitzing dcscritle e figii- rate specie cosi soniiglianti fra loro da far insoi'gerc lon- dato sosp.elto sulia ofiportiinitii della disliiizione. E tpii cade in acconcio o^servare come nelle Diatomee, piii forse die in (pialunque altra classe di esseri organici. dilTicil'.' riesca pronunciare certo giudizio sul v.dnre de' caralton. ("nsi ncii^li ;ininiali come iiclle piante la nioltiplica/ionc per ri- protliizionc c freijiientemente acconipagnala da piii o ine- no rilevanti variazioni, e nelle cliinensioiii e nellc forme esteriori. Qmindo invece la inolliplicazione si efTcttiia per semplice divisionc, e Ibrme e dimensioni si conservano costariti. Ne qui cntrcreino nella diflicilc qucstione clie concerne la ripiodiizione , ne iiitendiamo prccisare in cho essa dilCerisca dalla semplice divisione , giacclie una divisione e essa pure. Per le Diatomee la dislin- zinne e lacile. In esse ha luogo cerlamente una riproduzio- ne giacclie commisli agl' individui maggiori di ogni specie spcsso ne vcdiamo di minori e di picciolissimi e di tiitte le dimensioni intermedie. Ma sembra provenire di prevalen- za dalla divisione, anzi dal dimezzamento, la stcrminota loro copia. Ora nel dimezzamento, e lorme c dimensioni (delle facce secondarie) si conservano assolutamente uc;uali. Da cio (piella mirahilc uniformita in miriadi di individui che si assoggettano all' osservazione e die tutti forsc pro- vennero dalla successiva partizione di un solo. Da cio pure la naturale proclivita, che in qualunqne osservatore deve in- sorgere, a dislingucre piii S[)ecie, quando, frammezzo a qucgl' individui fra loro malematicamente uguali, alcuno ne veda di forme e dimensioni alipianto diverse, ovvero cpiando ri- trovi altrc niigliaia di individui non diversi dai primi che pel- leggerissima condizionc, raa tulti perfettamente uguali fra loro. 8e invece, allora che riesce di trovare frammiste forme diverse nia graduate, e che la successiva osservazione dimostra appartenenti alia stessa specie, si consideri la dif- fcrcnza che corrc fra esse, cosi nelle proporzioni come nelle dimensioni, facilmcnte si rilevera die (pielle diifercnze sono hen niaggiori di (pielle che talvolta sono proposte a distin- guero pill specie. 11 kiilzing stesso ci da, a modo d" esem- — 123 — |)io, quatlro figure (tav. 3, fig. XLIV. 1, 2, 5, 5, 6; tav. 4. fig. -10, it) ; tav. 30 fig. 47) della Navicn/a riridula, che saggiamcnte rilerisce alia specie merlesima, henche la pro- porzione fra la largliezza e la lunghezza, il graJo di conver- genza dei lati,6 la sporgenza del ventre non siano certanien- le ii?na!i. Si confrontino le tre figure (tav. 3. fig. 57. J, 2, 3) della Navkula nodosa, e si vedra in una di esse (2) un rigonfiamento inediano che manca nelle altre. Certo trovia- nio diflferenze molto minori confrontando specie a specie. Che se guardiamo alle dimensioni, solo di qualche specie il Kiitzing avverte e figura i due estremi di grandezza, come a mode d' esenipio della N. amphishacna (tav. 3. fig. 42). Per le altre si contenta d'indicare la grandezza massima. L' Ehrenberg invece avverte anche 1' cstremo della piccio- lezza che gli venne fatto di riscontrare, e, figuraiido esatta- niente le forme inleriuedie, pone in evidenza i caratteri spe- cific! che riinangono indipendenti dalle varlazioni indotte dall'eld e dallo sviluppo diverso. Trattando delle dimensio- ni di quest! esser! microscopic! non posso a meno d! addur- re alcune osservazioni. Intorno a! metod! di micrometria dottamente disserto il Mohl mostrando il comparativo gra- de di esattezza a cni essi possono arrivare. Jlisiilta da quel confronto essere piu esatto e sicuro d'ogn! altro quello del- la camera luciila, die io ho senipre trovato anche di ogni al- tro il piii comodo. Preso un micrometro di vetro (ui Plos- seh, ove un millimetro e diviso in cento parti, nc copio col- la camera lucida I' immagine, ripetcndo piu volte I' opera- zione per assicurarm! dell'esattezza deila .mia copia. Benche eseguiti con eccellente macchina, i segni del diamante non sono mai perfettamente equidistinti, e sono poi sempre troppo gross! per escludere le piccole incsattezze. E pcrcio che si rende necessario un gran numero di tentativ! per olte- — 121 — ncrc !m;i sunicicntc Jipprossiinoziouc. D.i (jiiell;i copi;i posso iiUaiilo rilevai'O con precisionc I' ini^raiiiliinento ottcmilo, ch'e soinprc relalivo aihi portata della piopria visiono. 0- gni (jiialvolla (piiiidi io voixlia (letcniiiiiaro lo diinensioni di iin o;j;c:('Uo, iic copio I' ininiagin« colla slessa combinazioiie (lioculiri e di ohiiiellivi, colla stcssa camera liicida ealla stes- sa distanza, c misurandola sopca una scala mcliica ne ottcn- i,'o con facile riduzione Ic cercale dimension i. K per abhre- viare e f'acilitarc !a I'iccrca, costrnisco sulla copia del niicro- mctro una scala decimaie, nclla quale posso spinijcre Ic di- visioni, se rin^^randinieuto arriva anche solo ai TiOO diame- tri, ai dociniiliiniillinietri. c facendo su (piella cadcrc 1' iui- majifio colla camera lucida, la ho inimcdiatanicnte niisnrata. 10 mi soMO costruito per op^niina delle combinazioni del mio microscopio una di sifCitte scale e posso cosi colla scmplice applicazione dclla camera lucida misurare {|ualuu(jue o (*r) (t) (^") (?)• 0,070''^ 0,100'" 0,076"' — 0.104'" 0,050'" 0,070'" 0,135'" 0,087"' — 0,11 J'" 0,0576'" 0,027'" 0,057'" _ 0,050'" 0,022"/ 0,047'" 0062'" — 0,084"' 0,0457"' 0,054'" 0,076"' •— 0.104'" 0,049'" 0,255"' 0,355"' 0,222'" — 0500'" 0,150'" 0,135"' 0,166"' 0J80"' — 0,246'" 0,110'" — 127 — RisuUa (la queslo qnadro die le cifre del Kiitzing espri- mono in frazione di linea (egiiale a due niilliinetri) le misu- le in generale alqnanto esagerate; non quanto per aliro fjuelle dell'Ehrenberg: e le figure riescono alquanto rainori del vero, lo die si puo conciliare supponendo die per eco- nomia (pur troppo eccessiva) di spazio non abbia prescelto (li figurare gl'individui magginri. Aggiungo a niaggior con- ferina la misura delle strie die ornano con costante propor- zione i gusci di alciina specie. Nella N. viridis ( vindida Ehren. non Kl/..) rElirenberg dice comprendersi do- 15 slrie in 1/100 di line;), e kiitzing \^-^^. lo trovo costanteraente soite (!i quelle strie in un centimillimetro, settanta in un ilcciinillimetro, e quindi coll' ingrandimeoto di 686 trovo fra una stria e I' altra 0",00098 coUa piu scrupolosa esat- tezza. Pure interrogate direttaraente il Kiitzing egli gentil- mente mi rispose servirsi di un micrometro di Plossel se- gnato sill vctro, io ciii quale la liiiea di Parigi e divisa in 50 parti, micrometro sul cpiale egli colloca I'oggetto ogniqual- volta vuole prenderne la misura. E nello stesso tempo mi fa- vori anclie I'immagine del suo micrometro rappresentato con un iiicirandimento di cento diametri. Ora in questo disegno ogni divisione, ch'e delta ecjuivalcre ad 1/50™° di linea, e = 0",00498 ; risulterebbe (juindi una tal linea = 0",00149, cioe di poco maggiore della roeta della linea di Vienna ch'e=:: 0",002n5S. Finalmente non posso lasciare I'argoraento delle din.ensioni senz'accennare ad un'altra osservazione. Esami- nando molti individui della stessa specie se ne trovano e di gramli e di piccoli in atto di sdoppiamento. E se ne trovano ;iccuninlati molti della stessa grandezza, qualunque essa sia. .St'inbra quiodi che lo sdoppiamento avvenga in qualunque eta Pure mi sembra che quanto maggiori sono le dimensinni tunto minore sia la (Vequenza di (juell' atto, e gli individui — 128 — niiissimi non li vidi mai sdoppiiirsi. Sarcbl)o (|iiin(Ji ;i ricor- Ciire (|iianclo cessi; sc solainente gli intiivitlui maggiori, n<;i (liiali non avvicne la divisionc, propagliino poi la specie per vera riproduzione; o se alcuni individui sieiio fino dalla lo- rn origiiie destinati a moltiplicarsi per isdopplamcntOj altri invecc a riprodiirsi. Qucsta ricerca e riferibilc cosi ailc Na- vicule come a tiitte Ic altre Diatomee, e gia no feci cenno air occasione di una Ciclotella. Lc forme delle Navicule dclle tre siisseguenti sezioni {cUiptlcdc, fji'hhae, nodosac) ricordano mollissimo I pari clie in quelle si ha percio una specie d' imbuto sporgente nella caviui, che rcndesi visibile guardando di fronte Ic facce priniarie. 55. Amphiprora. « Indlddua libera singularia, apcr- n turis terminal /bus binis ojiediis, ncc marginalibus. n Dalle figure di due fra le tre specie, che il Kiitzlng descrive di questo genere, mi pare di poter rilevare che le due aperture terrainali che costituiscono il carattere es- senziale del genere, altro non sieno che i soliti forellini ne' quali vanno a terminarc le due linee o canaletti lon- gitudinali che veggonsi nelle facce priraaric di pressoche tutte le rsavicule . ]\e luancherebbe neppure la presenza delle aperture centrali nelle facce lateral!, che di profilo si veggono nelle succitate figure. Le cosi dette ale o spor- genze appartengono (luindi alle facce secondaric e costi- tuiscono il solo caratlere dislintivo delle Anfqirore. oG. A3IPIIORA. 35 Individua libera, nirKjidaria, apertu- " ris mediis binis latcralibiis, ierminaUbus ?i?fllis I. ob- " soletis. 5? Le Anfore sono Cimbelle a f;icce primarie usuali, e a facce sccondarie simraetiicamente convesse, invece che pla- ne cd inclinate. Kesta da sa|)ere se i due fori median! la- teral! sieno da una sola 0 da ambedue le parti. Nel primo caso I'analogia sarebbe compieta, nel secondo ogrii Anfora si potrcbbe dire una Cimbella doppia. E a due Cimbelle soi.iigliano diffatti grandemente i due individui nei quali ogni Anfora si divide per lo sdoppiamento. Se non che (p.iella somiglianza non e che apparenle. INella Cimbella c una delle facce primarie, la dorsale, che costituisce la — -152 — convessita, nella mozza Anfora inveee la convessita stessa e riferibile a quella delle due facce secnndarie die ad essa rimase. La Ciml)clla dimezzaiidosi da origine a due indi- vidui complcti. I due individui provenienti dal dimezza- mento dell' Anfora niancano di una dcllc due convessitd iaterali, la loro faccia latcralc di nuova origine deve ren- ders! col successivo sviluppo convessa al pari dell' altra. Nelle Cinibellc avviene un seinplice sdoppiamcnto ; nelle Anfore succede alio sdoppiamcnto una specie di redupli- cazionc. Da questa conformazione proviene chc la fij^nra navicolare delle Anfore non sia clie apparentomente sinMlc a quella delle Navicule. Qucste riescono navicolari nelle facce secondarie, cpielle nelle primarie a causa della spor- gcTiza delle secondarie. La divisione e parallela alle facce cllitticlie 0 romboidali nelle Navicule, norniale ad esse nelle Anfore. Escludo qulndi assolulaniente da questo ge- nere la yi.? Ato-tims die e una Navicula o una Sinedra. 11 dubbio posto dal Kiitzing riguardo alia A. elliptica mi sembra divenire certezza, non essendo ammissibilc aper- tura centrale nelle facce primarie. Per lo stesso motivo asserisco chc, se la yl. acuthtscula appartiene veramentc a (juesto genere, e inesatta la fig. \ (tav. 5, fig. 52) che presenta un'apertura mediana, c pnrimenti la figura terza (tav. 20, fig. i8) data dallo stesso autore della J. luja- Una. Iliguardo poi ai fori mcdiani Iaterali, oltrc al dub- bio superiormente espresso se v' abbiano su ambedue o su una sola delle facce primarie , e ancora da avvertirc la loro mancanxa in sci {A. veneta, A. aponina, A. cofJ\-aefor- fnis /3 Fischeri, A. acuHnscula, A. horcalis, A. Alonms) delle d8 specie dal Kiitzing ascritte a questo genere. 37. DiADESMis . 55 Individua iiavicularia in fascias — 1 33 — 35 elongatas {biconvescas) arelc conjuncta ; aperiurav Wf- n diae singulares et lermiymhs binae distinctae. » Ncl i836 il Kutzing piibblicava (Dec. XVI, n. 155) iJ nuovo genere Bradnjsira : » frons mimillssivia , cn7isli- ;' tuta e frustulis parallelifcr et irrerjularitcr cnaduva- " tis. » Ora nella sua monografia ddle Diatomee non fa piu cenno ne di quel genere ne di qnclla specie [B. npn- nina), die altro non era die la N. appcndicnlata. Di piu, viene annoverata fra le Navicule la Bradnjsira scrians dr Breltisson , ed c taciuta la bella osservazione del Bailor riguardn alia TV. major [IS. viridis Ehr.) " ihal it is 7iot >i rare to meet with foi/r, semetimes even eight loiiicd J5 laterally, jj Viene cnntuttocio staliilito il genere Dia- desmis, nel quale le Navicule sono seriate appunto cnme nelle specie or ora citate, solo forsc con piu costaoza e regolarit^. La fondazi«ne [ler altro di questo genere e giu- stificata dall' analogia colle altre famiglie, e da qnclla so- miglianza di generi nelle secie parallele clie nolle clnssi- ficazioni sistematiche viene forsc sovercliiamente vaalicirgia- ta. Ma indipetulentemente dal valore del genere, clic io non inlendo contrastare, la condizione organica di quolla eon- catenazione nei Diadcsnii e nelle Sfenoslre mi scnibra dar luogo ad importante considerazione. Se I'apertura centrale delle facce secondarie fosse realmcnle stom.itica, sorvisse cioe air ingestione deiralimento, converrobhe supporre, per gli individui conipresi in quelle calene, die, a diflc- renza dei terminali, si nutrissero mediafamente. Benche una simile condizione non manclii di esempi in altre clnssi di animali, pure nel caso nostro essa e intieramcnte ijK)- tetica. Ora contro a questa ipotesi sta il fatto di tulle Ic Diatomee mancanti di quell'apertura. Troviamo invcce ge- nerate a pressoche tutte la presenza dei due forellini tor- - lol - niiriali dellc laccc primaric, scinprc cnllocali in manieta, anclic ncllc ;issociazioni di pin individiii, a potcr libera- mente funzionarc. La minutezza di qnelle aperture sareh- he conciliabile coUa tennita del cibo clie sono destinate a ricevcrC; e scrvirchhc in qualche nianiera i\ spiegare 11 per- clie nulla si possa disccrnere inlorno alia natura di quel nulrinienlo ed alia cnnformazionc degli organ! digestivi, moDli'c in altri infusorii anclie di niinori dimcnsioni chia- raniontc disLinguonsi Ic sostanzo ingerite. Ed essendocho Ic aperture terminali dclle (acce secondarie senibrano ap- partcncre ngli organ! del niovimento , come dimostro r Kbicnberg in cpialclic specie dclle maggiori, e scmbra ancbe indicato dalla natura c direzionc dci movimenli stes- si , dovra da ognnno trovarsi ragionevole la supposizionc cbe r apertura mcdiana scrva piuttosto alle funzioni gene- rative. 58. Frustulia. " Indiridna naricularia in substan- J5 tia (jrl'mca ai/zorpha nidnlanlin. " Uiiico caratterc che distingua (|uesto genere dalle Na- vicule e la presenza di un invnglio mncoso. In una dellc due specie (/'. onarilima) le Naviculc sono incliisc in va- rio nuniero cntro a cellule distinlo. Ncll'altra inveee (/''. ^a- Ihia] il nuico die le awolge e aniorl'o. Per lo slesso ca- raltcre I' Ehrcnberg coinprcndcN a in questo genere ancbe (|uclla iV. apjicndirnhila di cui i! Iviilzing avea fatto il ge- nere Bracliijsira. Organograficanicntc Ic Frustulie niostra- no il passaggio dclle Naviculee libere allc Naviculec incluse. o9. Berkeleya. II rhyco?iia rjrUntuin 7/iol/c has? y/o- 3' hosiim, nuiio.i fiV/forfnes navicnlis dense af/f/rrf/titls rc- !■> phlos e/fiitKns. » — lo," — In queslo genere c nci due successivi [Rhaphhlogloca, Ho7nococl(idiu) non solameiitc nianca il carattere |)riniario delle Naviculee, qaello cioe dell' aperlura centralc, ma an- che la forma del gusci cnrrisponde a (luclla ili molto Si- nedre delle sezioni Scafularia ed Echiuaria, per cui scm- brerebbero spettare piuttosto alia famiglia delle ^urircUec dell' ordine precedeute. 40. Rhaphidogloea. » P/iijcoma globosnru mol/e, ht- " Uis fasricidis navhularutn in fila Tad'ianda disposills » farctnm. " 11 carattere principale di questo generc e trafto dalla disposizione amorfa della sostanza gelatinnsa nella (piale sono immerse le Naviciile, o per meglio dire le Siiiedre. Sotto a questo aspetto il genere Berke/eija e intermodio ai due Hhaphidugloca e Ho7Jioco(dadia. Ma e |)urc caratte- ristica la disposizione di esse Sinedre, die menti-e sono dis- ordinatamente affastellate nel genere precedente e quasi parallelamente fascicolate nel seguente , in questo invece sono collocate in fasci fusiformi e confluenti per le estic- mita appuntite. Sia per altro che si consideri il primo o il secoiido di cpiesti caratteri, io dubito die riguardar si possano come sufficienti per dislinguere i tre generi. E notevole , in una (/?. nianifmlata) delle quattro specie dal Kiitzing annoverate, la somma varieta nd!e diniensioni delle Sinedre, che egli dice variare in luniriiezza da ^- a -^^ di linea, ma che, con ingrandimento di -420 diametri , i ap- presenta da 7 a 25 millimetri e corrisponde (piimii a 0,01f)6'" — 0,0595'". •41. lIoMOEOCL.iDlA. J' Vlnjcowa fdiforinc ramosiuji , — 156 — f> ex lubo (jdineo hitiis fasciciUis navicularuni linea- 11 riion clonrjataruin bacillarium farcto composUu7n. >■> A conferma di (luanto dicevo superiorniente della dif- flcolta chc taluno potrebbe muovere intorno alia distlnzio- lie (li qiiesti generi, adduco la frase descrittiva di una nao- va Ho//ioeocladia, la quale per la sua estenia configurazio- rie vivainente soinif.Mia alle Ilafidogloee, e per il niodo dl as- sociazione del llli potrebbe forse riferirsi alle Berkeleye. //. hclioidcs: pumiia, parasitica, adnata, fil is tenuihus e centra radiantibus, dichotomis sensiin (Menuatis ; sy- ntdris continue fasciciilntis, tnediocrihiis, e facie lintari- bus, € latere ohlongo ellipticis, obtusis. Schizonema hclioides , Zanard. in lltt. Jd Ulvatn la- lissitna/u lerjit Dalmatiae Sandri. Frons o'" vix attin- [jcns. Rivularioe adspectiwi omnino praesefert. Fila ad hasim 0,02"' vix crassa et , ut in Rivulariis , rotu7idata. Lonrjiiudo Sijnedrarum 0,039'", latitudo 0,0045'". E da avvertire anche in questo genere la sorama varie- ta delle dimension!. Cosi a niodo d' esempio il Kiitzing as- segna a lunghezza delle Sinedrc della H. pmnila^rrr,, che ammettendo trattarsi di iinea di Parigi, com' cgli asserisce, corrisponde a 0,0796.'" Ma poi nclla figura che da con in- graiidimento lineare di 420 non arriva che a 0,016." e corrisponde quindl a 0,0385'". Ora io trovo quclla lun- ghezza variare nei miei csein[)lari da 0,0457'" a 0,078'", c quindi poco lungi dagli estrcmi superiormente avvertiti. Questa stessa specie ofi're anche nel grosso tronco inferiore e «ella disposizione fascicolato-fusiformc dclle Sinedre qual- che correlaziune niaggiore coi due generi precedenti. A (juesto stosso genere Homeocladia riferisce il Kiitzing il iniu Schizonema liibricum , cd a ragiouc, in quanlo die — 137 — cerlamenle non apparticne agli Schizonemi. Mi con ngiial (lirilto mi sembra die riferir si potrebbe alle Berkeleye per la grossezza delle pareti de' fill mucosi e per l' unifor- me affastellamento delle Sinedre. In quanto alle diinensio- ni di queste ullime, il Kiitzing le dice corrispondenti a quelle delta lihaphidogloea interrupta, ma cio poco si ac- corda colla (Igura cho da di quella il Kiitzing con ingran- dimento linearc di 420, clie arriva a 0,025'*, e corrisponde quindi a 0,054"', e raolto meno colla misura indicata nel- la frase -7,,, che e = 0,\0'^"' , mentre la lunghezza mag- giore di esse Sinedre uella mia H. lubn'ca e = 0,04"', Del- le sette specie finora conosciute di questo genere due sole {anglica, Martiana) presentano strie marginali sulle facce laterali che le fanno viemaggiormente rassomigliare alle Sinedre. 42. ScHizoNEMA. " Phijcomn /iliforme tcnue laxufn, J5 ex tubo gelineo {coeJoma) ramoso nav'icuJax ahhreviatas « longitudinaliter seriatas fovente composition. Spovnalkt il externa simpHcia tubo adnata sessilia. " Le difTerenze caratteristiche fissate dal Kiitzing fra questo genere ed il susseguente {Micromega) corrispondono a quelle proposte dall'Agardh [Conspect.crif.Diato^nASZO), il quale dopo aver rigettato la divisione gia indicata dal Greville dei due generi Mofiema e Scliizo?iema, e condotto dair osservazione ad ammelterla in fatto, insistendo con ostinazione a rigettaria nei nomi. E lagrimevole cosa e fon- te primaria della confusione che tutti deplorano nella sino- niniia botanica e zoologica , che una male intesa vanita induca frequentenientegliautori a sostenere pertinacemcnte i proprii errori ed a rigettare ciecamente le alti-ni opinion!. Greville divide il genere Schizonenia di Agartlli in due: r. 18 — ir>8 — Monvmii c Schhoncma ; Agardh sostieno che la diflcrenza fr;i essi 6 uniciimonte riposta in un 2:ra(lo diverso di oi-^a- nico sviliifipo, chc nioltc volte e difTicilea rilevarsi ; riCoiulu (jiiimli i due generi in uno solo. Piii tardi lo stesso Agardli li'ova dcile S[)ecie nellc quali e evidentc il carattere dal Gre- villc fissMto come distintivo del i^enere Schizonema. Ricono- scenilo il propiio crrore dovca restituire al Greville e il ge- nere Monema c le specie a (piello toltc. Ma era troppo dura cosa; (juinJi il ripiego di stabilire un nuovo gonere(/17/c/•(7^/^e- j'ff) cui riferire i veri Schizonemi del Greville e cosi togliere a qucll'autore tulte le specie da esso saggiamente riparlite nci due generi. 1 successori seguono ciecaniente il maestro. Ecco la storia che, mutati i nomi, puossi applicarc a ben molte delle (juestioni sinonimiche. Se i due generi sono realmente distinli, i lore nomi devono esserc Moru-ana [Schizoncma Ag. et Ktz.) e Schizoncma [Micronicga Ag. et Ktz.), ne certamente sapremmo accomodarci ali'opinione dell'Ehren- berg, il quale rimproverando al nome Monema V elisione [Mono7ief?i(i), quasi che ne mancassero legittimi esempii, lo rigeita come erroni^o, e vi sostituisce un nuovo nome [Nau- ne?/ia) applicabile ai due generi ch' egli riunisce. Sarcbbe piuttosto ([uestione se accordare si dovesse il diritto di an- teriorita all' ILjdrolinum di Link, che insieme ad un Mo' nema comprendeva un' alga [Conferva Hermanni), e non si poleva quindi riguardare come sulTicientemente definito. II nome Monema, che per I'indicata elisione deve scriversi Monne7?ia, applicato alle specie costituite da un unico tubo includente le Navicule, e posto in pai'allclo all'altro [Sclii' zonrvia] riferi'oile alie specie ove le singoleserie di IVavicu- le lianno un tubo proprio, c I'unione di (picsti fili costitui- sce la (ronda, r tanto piu esatto, in tpianto che il secondo [Scliizoncma), e per 1' etimologia, e per il carattere gene- — 159 — rico dcir Agardh stesso espresso aiUocciIentcmente {Sijs/a- 9na AI(jar. 1824) clinota pittoricamente quella condizione. E poi imporlanle r aliro carattere avverlito dal Kiitzing, riguardo alia collocazione degli organi da lui cliiamali sper- niazii, esterni nei Monemi {Schizonevici)^ immersi invece negli Schizoncmi {Micromega), come intimamente collcgato alia struttura semplice o composta del tubo eslerioic. Ora dietro alia considcrazione di cotali caratleri mi risiilta da iin attento esame die alcune delle specie dal Kiitzing rife- rite al primo di quel due generi spettano realmente al se- condo, ed in forza dei ragionamenti or ora addotti saranno le sole cui rimanga il nome quale lo assegno il Kiitzing, mentre tutte le altre specie di Schizonc7na ritornar devono Monne77ia, e ritornar pure Schizonema tutte quelle per cui fu inutilmente creato il nome di Micromega. Questa discordanza di opinioni intorno alia collocazio- ne di alcune specie in uno o nell' altro dei due generi, die, indipendentemente dai nonii, sembrano cosi chiararaente definiti e distinti, proviene dalla grande difTicolta a discer- nere i tubi parziali includenti le singole serie di Navicuie. In alcune specie la parete del tubo esteriore e chiaramente distinta e le Navicuie vi sono per enlro disordinate, nia in alcune altre serabra che invece di tubo v' abbia una niassa mucosa nella quale sieno immerse le Navicuie. Rimane allo- ra dubbio se le serie di esse Navicuie siano incluse in tubi distinti o in semplici canali scavati nella massa mucosa co- niune. Taluno potrebbe anche sospettare che i tubi, discer- iiibili negli esemplari rammolliti, realmente non esistessero durante la vita e debbano la loro origine ad una alterazio- ne avvenuta dopo la morte. Ed e pur certo che i tubi par- ziali scompariscono alcune volte, sia durante la vita, sia per una qualche altcrazione avvenuta dopo la morte, sicche ve- — 140 - tlonsi cvidcnti in alcuiie paiti ma noii in altre dcMo stes- so escmpiare. Gioverebbc quindi griindemcnle, ciualora fos- se costante c lo si potosse verificarc, il caratterc accennato dal Riitzing dei cosi delti spermazii esterni iiei Monnenii (Schhofiema Ktz.) ed interni negli Schizonemi {Mic.ro?ne- ga Ktz.) Ma il Kiitzing stesso non trovo quegli spermazii esterni ciie in »ma sola specie [S. tcnue). Non rimane qnin- di die il solo carattere negativo della mancanza dei tubi parziali, ed ogni qunlvolta riesce vederli, la specie va incon- testabilmente riferita al genere seguente. La mancanza dei tubi parziali e la consoguente disposizione disordinata delle ISavicule e evidente nelle seguenti specie: Monnema quadripunctatuin Grev. 11 Kiitzing, cambiato come erroneo il nome specifico di Lyngbye [Banyia quadripunctald), e sostituitovi quollo di Schizonetna tenellum, stabilisce sngli esemplari original! del Lyngbye stesso la lunghczza delle ISavicule -177,,,, che in linea di Parigi equivalerehbe a 0,0255/'' Ma le rappre- senta con ingrandimento di 420 nienle pin di 5,5'" che eqiiivale a 0,0151™. Interpretando anclie qui quella linea cguale convenzionalmentc a 2'", -\- di cssa ecpiivalereb- be a 0,017'" e vi sarebbe maggiore corris[)ondenza. Dietro poi ad un esemplare originale con quello stesso nome, egli stabilisce altra specie [S. Ehrcnbergii) che dichiara sinoni- mo del ]Saune7?ia DilLvvymi dell' Ehrenberg. In qiiesta egli dice le Navicule lunghe y^-,,, ossia 0,024G/" ma le raj^prcscnta 5'", con ingrandimento di 420 e quindi come corrispondenti a 0,012'". Ha quindi luogo anchequi la stes- sa considerazione intorno alia minore diOTcrenza che si ri- scontrerebbe fra la grandezza delle figure c la data misura se (juesta si intendesse espressa convenzionalmente in li- nee uguali a due niillimctri. Cosi senibra che sia per le figu- _ 141 — re del Lyngbye e del Greville, ma non per Tuna e per I'altra dclle due specie del Rutzini^. Ed a cosi giudica- re ci invita pure I' osservazione dell' Harvey, il quale di- ce essere nel M. (/uadnptmctahim le Navicule piu grandi che in qualunque altra delle specie inglesi, mentre per le frasi del Kiitzing, ed assai piu attenendoci alle sue figu- re, sarehbcro invece due di (pielie in cui le Navicule hanno le niinori diuiensioni. Lo stesso Harvey avverte pure che gli esemplari del Carinichael sono nell' eslerno aspetto af- fatlo diversi da (pielli di Mad. Griffiths, benche simili nel- I' interna struttura. lo ebbi dal Lenormand un escmplare del Calvados col nome di Schizonetna qnadripunctatnyn , nel quale le Navi- cule hanno 0,024"'' di lunghezza. Sembra quindi trattarsi di piu specie diverse, ma lut- te appartenenti al genere Monnema. Monnc77ia lenuisshmwi Rtz. (Schizonema). Avendomi favorito il Kiitzing un esemplare auter»tico di questa sua specie potei riferirvicon certezza esemplari diVcnezia regalalimi dal Ivellner e verificare la lunghezza delle Navicule zrr 0,022/" Questa misura si accorderebbe sufficientemente cou quella indicata dal Kiitzing nella frase, ove la dice yis di liuea di Parigi cioe = 0,0246/" Ma quelle Navicule egli le rappre- senla, con un ingrandimento di 420, niente piii di 4,5,"" il che corrisponde a 0,0107/" In questo caso sembra dun- que che la misura espressa nella frase debba realmente in- tenJersi relativa alia linea di Parigi, o meglio a quella mino- re di Vienna, mentre in vece la figura discorderebbe meno dalla misura stessa, interpretata del valore convenzionale di 2,"' giacche ~ di tal linea equivalerebbe a 0,0181/" Monnema tenue. Ktz. (Schizonema). Come uella specie precedentc io trovo, cosi nell'esem- — liL' — plare autentico del Kiitzing come in altii da lue dolermi- nali, la grandezza delle iNaviciiIe corris[)ondente alia niisiira espressa nella frase in linca di Pari^'i ( y'o =: 0,027/''), iDentre la llgiira data con ingrandimento di -420 diamelri non ha die 5,''' e quindi corrispondercbbe a 0,012/" E in qiiesta specie che il Kiitzing osservo la prcsenza e lo sviluppo degli spermazii. Avverte il Kiitzing non corrisponderc il suo S- le.nue coll' omonimo di Agardh, pecloclie avrchbe dovuto cani- biarne il nonic. Se non che dalla figura deU'Agardii si ha ra- gionevole argomcnlo a sos|)ettare che appailcnga ad nn ve- ro Schizonenia, benche puhhiicato insienie coi Mieronicshi che al caraltere esscnzialc doi tnhi parziali accopinano coii- sistenza coriacea [Icon. AUjur. Eur op. fasc. I. tav. 5). lo trovo invece che a questa S('ecie, e non alia precedenle co- me vorrebbeil Kiitzing, sia rilerihile lo Schizonema frecnien- te nelle Yenete Lagnne e da me denominato S. ndrialicum Ag.j e persisto a riguardarlo come corrispondente alia (rase e alia descrizione che da I'Agardh di (|uella sua sp<;cie. Col nome di Scliizonona conioklcs, al (juale co; tairien- le non appartiene, ehbi dal Leiiormand una bcllissima spe- cie afllne alia precedenle, ma nella quale le Navicule sono costantemente piu piccole, airivando esse appena a 0,018'" di lunghezza. Ed in questa sono abbondanlissimi i cosi detli spermazii esterni. E importante questa specie anche perche essendovi le IVaviciile stipatissime e spessc volte seriate, riesce sommamentc difficile il convincersi della mancanza dei tubi parziali, e la prcsenza degli spermazii esterni e realmente in accordo con ipiclla mancanza. E dallo stesso Lenormand ebbi col nome, ad essa non applicabilc, di Schizonema Grevillel altra bcllissima specie a fili sottilissimi e brevi, nella quale le Navicule non sola- — 143 — mente sono ancor piu hrevi (0,0 1 7'^'), ma anche molto piii anguste (0,001-5'''') ed aculissinie. flionyictna rutilayis, Ag. (Schizonenia) In esemplnri auteiiUci del Kiitzirig e del Jiirgens trovo la iiinghezza delle Naviculc 0,025/'' e la loro larghezza soiamente 0,004'". KUtzing dice la lungliezza ~,,, ossia 0,027'" colla solita contraddizione della figiira molto mino- re. In essa !c Navicule non hanno che 7,7"' il che, ad un in- grand imento di 420, corrisponde a 0,018.'" Mi mancaiio esemplari delle due forme che il Kiitzing ascrive a varieta della precedente coi nomi di S. parvuluni c S. Inhricwn. Monnona lloffyjianni, Ag. (Schizoneraa). In un esemplare favoritonii dal Kiitzing trovo le Navi- cule lunglie 0,05'", e larghe 0,0004"', corrispondenti quindi alia misura indicata dal Kiitzing stesso nella descri- zione, e maggiori della figura (9, 5'" ^-- — 0,0226'"). Non si sa comprendere perche il Kiitzing ascriva an- che questa forma a varieta della precedente, mentre negli esterni caratteri, e nelle dimension! e forme delle Navicule, sono note dislintive suflTicienti e paragonabili a quelle per Id quali anche altre specie sono fra loro dislinle. Moniieina eclocar/joides, Mgh. Schizonema viride, Ktz. 11 rigore della legge di anteriorita e, senza oflTesa di modeslia, ne temibile accusa di vanagloria, applicabile alle propria cose come alle altrui. Citando il Kiitzing il nome da me dato a questa specie, condanna necessariamente quel- lo da lui proposto, quand' anche lo avesse anteriormenle stahilito, giacche non lo aveva per anco pubblicalo. Avrebbe potulorisparnjiareuno deidue nomi e non lo voile. Nella fra- sc stabilisce cgli la misura delle Navicule t:^- di linea di _ iu — Parigi cioe 0,027/'' Ma nclla figiira rappresenta, collo stesso ingrandiinento di 420 dinmetri, Navicule di 8 edi io milli- niclri di lunghezza, cioe di 0,01 9"' e di 0,058"'. lo per altro ne nell' esemplare autcntico del Kiitzing ne in rpielli Dunierosi deli'Adrialico iion ho trovato gianimai Navicule piu brevi di 0,02"' ne piu lunglic di 0,05 1.'" La larghez- za e costantemente un quinto della lunghezza. Anche qucsta forma e dal Kiiizing rignardata come varieta dello S. rMilans, ne saprei per qual motivo. Riguardo poi al sinonimo dell' Ehrenberg [ISaunetna baltlaif/i) citato dal Kutzing, quell' aulore determina la lunghezza delle Navicule ^'- della sua linea convenzionale, equivalcnte a y^- di millimetro, cioe 0,00G9"', e le rappre- senta nicnte nieno che iC", e parla di slrie trasversali, 18 a 20 delle quali sono comprese in -'- di linea, che malgra- do I'ingrandimento di 2500 e piu diametri non si discerno- no nella figura. flloiinetna DUlvvytiii, Grev. II Kiiizing dice la lunghezza delle Navicule -'^ di linea di Parigi, ossia 0,051 8'", ma le rappresenta lunghe C" con ingrandimento di 420, il che corrisponde a 0,0142.'" In esemplari aulentici avuti da Berkeley e perfettamente cor- rispondcnti alle descrizioni ed alia figura del Kiiizing, io trovo la lunghezza delle Navicule 0,022"', la larghezza del- le facce priniarie 0,007'" e quella delle secondarie 0,003.'" Monnviua Lenormmidii, Ktz. in lilt. (Scliizonema). Col nome di Schhonona DiUvvynii il ch. Lenormand ml favori un Monnema del Calvados che grandemente diOferi- sce dal precedente. Avendone io scritto al Kiiizing egli mi rispose averne gia fatta una specie col nome di S. Lenor- mandii, mandandomi in conferma un frammento ilel suo esemplare. Le Navicule hanno 0,0255"' di lunghezza ed ar- — 145 — rivano a 0,01'''' lit larglu'zza nelle facce primarie quando sono presso alio sdoppiamento. Monnema sordidi(m, Ktz. (Schizonema). II Kiitzing stabiliscc la lunghczza delle Navicule -\- - -i- di linea di Parigi, ossia 0,0270'" - 0,0225'", e dietro a cS riferii a questa specie esemplari delle lagune veiiete corri- spondenti in tutli gli rdtri caratteri, e le cui Navicule hanno 0,0245'" di lun-hezza, e 0,00G4'" di largiiezza, cosi nelle facce primarie che sono linear! rotondate, come nelle se- condarie ellitlico-lineari oltusc. In un escmplare f'avorito- mi dal Kiitzing non mi riusci discernere neltamenle le Na- vicule, ma mi sembrarono ahpianto minori, non peraltro quanto lo sono nella figura data da quell' autore. (5'" (-|-) = 0,0119'"). Monnema Grevlllii, Harv. E una delle specie pin istruttive perche le Navicule vi sono fretiuentemente collocate trasversahnenle io modo di dimostrare 1' assoluta mancanza dei tuhi parziali. E interes- sante anche per le grandi dimension! delle Navicule, che pre- sentano con tutta cliiarezza il processo dello sdoppiamento. In esse vide pure il Kiitzing I'aperlura centrale. Nell'esem- plare favoritomi dal Berkeley, col nome di S. Cirevillci(Alg. Danm.) e S. (iuadri}junctatu7U, Ag., io trovo le maggiori di- mension! delle Navicule 0,034'" in lunghezza e 0,01 G'" in larghezza, si nelle facce primarie che sono cjuasi parallelo- grammiche cogl! angoli leggermente smussati, che nelle se- condarie largamente ellittico-oltuse. Vi e (piindi poco di- vario dalla figura data dal Kiitzing col solito ingrandimento di 420 diametri, la quale avendo 15"' di lunghezza, corri- sponde a 0,0509'". Ma Ic dimension! da lui assegnate nella frase (—,,, ■=. 0,0564'") sono di gran lunga maggiori. Monnema snbinconspicutivu, Mgh. y. 19 — 146 — Ifl. filis sinipUcibus, temnssimis, hrtvihus, naviculas mtdiocres e facie linearts, e latere elotigato-elli ptican , ar- ete stipalas includentibtis. Lo trovai a Trieste parasito %\x\X Ectocarpus arclu.s insieme ad altrc Diatomee. I fili hanrio appena un millimetro di hinghezza c 0,085''' (li crrosse/za. Le Navicule sono liinghe 0,02"', e larghe 0,003'" cosi nelle facce primarie che nelle secon- diirie. La semplicita dei fili mi aveva indotto a credere qucsta specie corrispondente al f^aunema simplex deU'Elirenberg, esclusone il sinonimo di S. tenue dell'Agardh. Ma le dimen- sioni .icccnnate iiella descrizione ( ~ — -\- di linea, cioe 0,0052"' — 0,0104"'), e la rarita delle Navicule incluse iiella gigantesca figura sembrano contraddire a quel ravvi- cinanicnto. Fra le specie dal cli. Harvey ascrilte al genere 3Ion- nema (da esso riguardato come semplice sottogenere) , mi sono ignote le quattro seguenti : spadiceuvi, Grev., vire- scens, Harv., dubiiim Ilarv., cHnoideum, Harv, Altre tre {^mplicatwm, parasiticiim, cofjioides) spettano al genere susseguente. L' ullima (prosfratpm) e un Encijonejna. Delle rimanenti specie dal Kiitzing descritte come Schi- zonemi e quindi come mancanti di tubi parziali, da diretta osserva^ione di autentici esemplari deduco che alcune spetti- no al segiiente genere: araneoaum, trichocephalum, Smi- thii, heb/ihithosutii, scopariurn, sirosporum ; per altre lo arguisco dalle figure medesime del Kiitzing che appalesano o i tubi stossi parziali o un cosi regolare allineamento delle Navicule che non si riscontra giammai nei Monnemi : mi- nutum, hwmih, floccosum, crispum, plumosiwi, capita- tui}i, Brijopsis. yirbuscula, hydruroides, mucomm. Sem- — 147 — lirano invece speltare ai veri Monnemi le due specie hiie- scens e strinlatti7?/, che non posse^rc^o. Finalmente riguardo alio SchizojTfona Uhp-kutn, nel quale il Kiitzinc^ descrive e fii^ura le INavicule come defor- mantisi col diseccamento, devo avvertire, aver io pure os- servato tali Navicule, ed averle credute specificanienle ca- ratterisliche di uno Schizonema che percio denominai S. Cercaria. Pii'i tanli verificai che consimile alterazione su- biscono le Navicule di molle specie , piu frequentemente pero nei Micromeghi, cioe ne' veri Schizoncmi, di qiiello che noi Monnemi. Sembra che alcune volte, forse in deter- minate condizioni o fisiologiche o anormali, si ridisciolga la sostanza solida del guscio. Le appendici poi, di che sem- brano fornite in tali casi le Navicule sformate, devonsi al tube parziale che vi si addossa, si assottiglia e si rompe. 43. MiCROMEGA. >i PInjcoma filiforme raniosum, tn- >' bo communi externo cinctum , ex TiavicvUs seriatis j> compoxitum. Series navicularnm .'^ivguJores tubnlis in,' » term's minoribus propriis [secundariis) vel fibris tener- j» rimis curvatis s. erispis einctae. Spermatia immersa, " ex dilatatione -imvirulnrum oriunda. " Per le cose deite precedentemente sembra essere di- mostrato doversi , per Icgge di nomenchitura, mantenere per (juesto genere il nome di Schizonema : 1/' perche I'A- gardh stabili questo genere {Sysfe9?M 1S24) con una frase che accenna al carattere essenziole che lo distingue dal precedente: " /i/a faseinepynnici' c fiJis inirjusilorihus coa- 5' dunatis coviposila, grannla elliptica includenlibiis, hi >■> f/uae iterum sexc.ediint. " 2'^ Perche nella descrizione stessa che sussegue alia frase insiste su quella organica con- dizione: » Composilac [plantae) sunt e piuribns individuis ~ 448 - 3) licet fdiformibus Jteriim inclvdentibus eadtm fere corpii- >» sctila ijiiae in Fruslulia et Meridiont inveninius. « Ed agj^iunge il bcl carattcre della ramosita : ?? Ua^nosa apparent et (lb auctoribiis ita describuntur, (piod tanlum ex fissinne « filorum oritur, n 3/'. Delle dieci specie in qiiolla stessa opera per la prima volta e tiitle coulemporanearnenle a- scritte al genere Schizonema, quallro {Smithii, corrtnbo- sum, apiculatum, raTnosissirnwrn) realmente vi spetlano nel senso da noi adottato, ti-e invece appartengono al gene- re Monnema {nitilans, quadripunctatufn, Dil/wijnii), due soiio incerte {/(/c/cxfre, Gralelonpii) ed una (micans) va ri- ferita ad altro genere {liaphidnyloea). 4." La distinzione sta- bilita dal Grevillc e bene espressa nel caraltere del genere Monnema di ctii prende a tipo il 31. quadnpunctaliim, sta- bilendo contemporaneamente a tipo dello Schizonema lo S. Smithii. 5." Quando I'Agardh (1828) scopri la striiltura dei Micromeghi, si accorse die niolle delle specie da Itii ante- riormente ascritie al genere Schizonema la olTrivano pari- menli manifesta, e nel suo Conspectus crilicus{\.^oO) alcune ne riferi al nuovo siio genere. La maggiore o minorc rigi- dezza carlilaginea non 6 carattere sufliciente alia dislinzio- ne de' generi, e vediamo difatti che essa reca poco giova- mcnto anche nella delerminazione dolle specie, impiegata, come lo fu dal Kiitzing, alia siiddivisione del genere Slicro- mega in due sezioni. Yaria anzi grandemcnte nella stessa specie. Riguardo alia frase del Kiitzing non ci lesta che da far cenno delle sottili fibre increspate che egli sembra aver alle volte veduto cingere le serie di naviculc in luo;,'o dei carat- teristici tubi parziali. lo non sono mai giunto a vederc qiie- ste fibre. In tutte le specie che potei esaminare vidi sempre, con maggiore o minore dilficoitaj ma sempre distintamcnle, — 149 — i tubi parziali. Vidi bensi talvolta quel tnbi, cosi sottili, cosi diafiini, cosi incolori che a prima giunta non ne appa- rivano che i sottili marsjini. Coll' aiuto di un qualche rea- t:eDte e in particolare della soluzione di jodio piti o meno concenlrata, sola o coiraggiunta dell' acido solforico, o la previa o siisseguente sua azione opportunamente moderata ed interrotta, riuscii in tulte le specie a discernere netta- mente i tubi parziali. Ne posso supporre che !' azione di quel reagent! determinasse un coagularaenio della sostanza mucosa ainorfa circostaute, tale da simulare i tubi stessi, perche il coagulamento non avrebbe potuto originare tubi regolari, e perche la lore presenza e sempre coincidente colla disposizione regolarmente seriata delle Navicule. Po- trebbe solamente aver luogo il sospetto, gia precedentemen- te avvertito, che oltre alia presenza di un unico tuho in- volvente come nei Monnemi, e oltre quella del tubi parziali caratteristici degli Schizonemi, vi fosse una terza condizio- ne, di sostanza mucosa continua, nella quale fossero innic- chiale o le singole Navicule o le intere loro serie; e que- sta terza condizione, secondo i mutamenti sofTerii e special- mente in forza della diseccazione, e forse anco coll'uso dei chimici reagenti, simulasse o I'una o 1' altia o ambedue quelle opposte condizioni. Finalmente riguardo ai tubi par- ziali osservo che molte volte, ove essi restano vuoti di Navi- cule, si assoltigliano e si contorcono in nianiera da non ap- parire piu che come fdi sottilissimi che spesso insieme con- giungono per V apice le rimaste Navicule. E la condizione che superiormente avvertii trattando delle apjiendici filifor- mi di che sembrano qualche volta munite le ^avicuIe (v. S. illijricu'm) e che si awerte pure nella fitriu'a data dall'Ehren- berg del suo JSaimema Jgardhii. lo quindi, senza pronun- ziar giudizio alcuno suUe fibre indicate dal Iviitziug, espri- — l-iO — mo sollnnto il inio sospotto clio la loro prcspiiza sia appa- rentomeiite prodotta dai tiibi parziali sttrssi. Alia orpjatiica condizione dci cosi delti spcrmazii in- tern! sairi^iamcntc avvcrtita dal Kiit/.in;; n)i sembra colle- frarsi la circostanza della grande vatieta di dimension! che prcsentiino le navicnlc non solo nclla stessa s|)ccie, ma ben freqiientemente nello stesso csemplare. INei IMonncmi si os- serva in (jenerale una irrande costanza n(Mle dimension! dellc ^aviciile. Si riscontrano bensi variare nei varii indivi- dui cho nn altenlo esame fa riconoscere appartenere alia medesima s()ccie, ma nello stesso filo tntte si presentano fra loro nc^wali. i^es;!! Scinzonem! invece vedonsi mescolate alle navicnie mausior! altre minor! e di picciolissime, appcna di- scernibili coi piu fort! inc^randimenti microscopic!. Sembra che i cosi detti spcrmazii esterni dei Monnemi si slacchino prima di sxiluppars! come lo osservo in nna specie il Kiit- zinjr, e che uc^W Schizonemi invece, queprli spcrmazii, atte- sa la loro interna collocazioae, si sviluppino in crrembo alia fronda generatrice. E qiiesta nna delle principal! ragioni che tendono estremamonte diflicile la determinazione delle specif. Ed altre pure se ne ai^i^inni^ono : il t^randissimo nnmero delle specie stesse, la grandissiiria variabilita nelle forme esterio- ri, la poca coincidenza Ira le misure indicate dal Kiitzing neile descrizioni e quelle delle figure, come anche di quelle dedotte dalla diretta osservazione di escmplari autentici, fi- nalineiite la intricatissima sinonimia, impossibile a decifrarsi (piando non s! abbiano sotl' occhio atitentici escmplari di tiitte le specie per poternc islituire il conCronto. II KiJtzing ne descrive e (ignra con tnirabile csattezza venticpiattro, e ben dieciotto (ra (pielle da csso ascritte al genere j)recedente io credo siaiio da aggiungcrc; e non po- — l.M — die restano tutlora da denoininare e descrivere. Ci limiterc- njo quindi a!l;i piu stretta concisione. Schizonema htiplicatum, Ilarv. Micromega intricatitm, Ktz. II Kiitzing non accenna per qual motivo abbia caogiato il nome specifico. Schizone.ma parasiticum, GrilTiths. II Kiitzing dice le navicule ^77 di linea di Parigi ossia 0,0^35/'' Rappresenta le maggiori di esse ^"' , lo che col- I'ingrandimcnto acccnnato di 420 conisponde a 0,0095/" Nell'esemplare autentico avuto dal Berkeley, come in quelli aviiti dal Lenormand e dal Brebisson col nome di S. ruti- lans, c perfettamente corrispondenti al piimo, io trovo la massima lunghezza delle navicule 0,02"', e la massinia larghezza 0,005/'' Schizonema bomJnjcinuvi, Ktz. (Micromega). Schizonema palens, Ktz. (Micromega). Schizonema flagellifcru??i, Ktz. (Micromega). Schizonema liueatum, Klz. (Micromega). II Kiitzing dice le navicule lunghe-fi^a ^ di linea di Parigi, cioe 0,0246'" a 0,027/" La maggiore grandezza da hii figurata con ingrandimento di 420 diametri e 6,5/" che corrisponde a 0,0155/" iNell'esemplare autentico di Spa- lato favoritomi dal Kiitzing, e in quelli corrispondenti di Zara raccoiti dal Sandri la massinia lunghezza delle navi- cule e 0,02,"' e la massima larghezza delle facce prima- rie 0,0047/" Schizonema floccosu/?i, Rudolph, (non Ktz.) La lunghezza delle navicule accennata dal Kiitzing e ^ della sua linea, cioe 0,045/" In eseraplari raccoiti in Dalma- zia daVidovich eche corrispondono alia descrizione, la mas- sima lunghezza delle navicule e 0,046/" la larghezza dello — d52 — facce priinaric 0,005/" negl' indiviclul seraplici, quella de- gl' iiuliviJui prossimi alio siloppiainento quasi doppia , e quella delle facce secon larie die sono eilittico-romboida- li, 0,00!)/'" E notevole in qiicsta dislintissima specie la straordin.iiia grossezza dei tnbi parziali che supera spesse volte del dnppio (piella delle navicule. Schizn7tc7?ta hyalinmn, Ktz. (Micromei^a). Lnni?hczza assegriala dal Kiitziiig ~- al ^ di linea, cioe 0,04IG'" a 0,03r>8/" La massima lunghczza della tavola 24 e rapprcseiUata (i^) 7, 5/" ossia 0,0479/" e la mas- sima larghezza iiella tavola 25. 1, 5'" ossia OjOOoO/" In copiosi esemiilari di Dalinazia regalatiinidul Vidovicli e per- fettamente corrispoiulcnli alia descrizione ed alia figure, io trovo la niassiina lungliez/a 0,054/" e la massima largliez- za si delle fiicce primarie, die delle secondarie lineari-lan- ceolatc 0,004/" Schizonrma tenellmn, Ktz. (Micromega). Sell i zone ma lujalopus, Ivtz. (Micromega). Schizonema ramosissi7nuin , Ag. Kiitzing dice le navicule lunghe ^ di linea ossia 0,045/" ma non le rappresenta (i^) che 1,1'" z=. 0,0185/" e sot- tilissime 0,002i/" Io cosi nell' esemplare del Lenormand, come in esemplari di Dalmazia raccolti dal Vidovicli corri- spondenti nell' csterno aspetto e negli altri caratleri alle figure ed alia descrizione del Kiitzing, trovo la massima lungliezza 0,028/" la largliezza delle facce primarie 0,005/" e quella delle secondarie ellittico-allungate ottuse 0,00G4'". Nell' esemjdare autentico di Chauvin favoritoini dal Desmazieres col nome di Schizonema ap'iculaUim, die dal- I'Agardh stesso e citato come appartenente alio S. ramo- sissi7num., e che nell' esterno aspetto alquanto differisce dal precedente, le navicule arrivano fino a 0,054"^ di lun- — 135 — ghezza; piu freqiientcmonte non lianiio die 0,042/" Le facce primaric sono liiieari; le secondarie ellittico-allungate, alquanto maggiori, hanno un quarto della liingliezza in larghezza. Molte di minori (0,02"') sono franimiste alle altre. Collo stesso nome di iS. ramo i i ssimum thh\ e dall'Har- vey e dal Berkeley una specie afTatto diversa dalia Kiitzin- giana, e che perfeftamente corrisponde alia descrizione e alia llgura data dal Kiitzing del suo S. striolatum. Yi sono evidentissime le strie Irasversali siiUa siiperficie esterna. Ma benclie nella frase 11 kUtzing non avverta le dimensioni delle Navicule, quelle rappreseiitate nella sua figura e in- terpretate colla norma consueta come equivalent! a meta dell' ingrandimento indicato riuscirebbero del doppio mag- giori. In questo nostro la lunghezza massima e 0,018'" ed e meno die tre volte la larghezza delle Cacce primarie. Nel- la figura dello S. striolatum la massima lunghezza e 7,5 {^) = 0,048'", ed e quasi qnadrupla della larghezza. Schizoncma setaceiLm, Ktz. (Micromega). Lunghezza assegnata dall' autorc tj a ^ *l' ''Oca rr- 0,0467"' a 0,045"'; rappresentata 8,2'" (iiS)=:0,0195.'" Nell'esemplare autentico del Kiitzing ed in quelli ch'io riporto a quesla specie trovo le Navicule lunghe 0,02,"' ma molto piu larghe di quanto lerappresenti quell'aulore, essen- do le facce principal! 0,004'" e le secondarie 0,007,'" [)er cui la forma ne riesce sensihilmente ellittica. Schizonema aureum, Klz. (iWicromega). Riferisco a (juesta specie, benche dal Kiitzing non sia indicata altra localita che Sidmonth, esemplari da me rac- colti a Zara, e pcrfettamente corrispondonti alia descrizione e ligura di quell' autore. Le Navicule hanno 0,052'" di lunghezza (Ktilzing dice ,'~ di lin. z=i 0,0558"', e rappre- V. ' 20 — 15 4 — senla T" i'-^) ~ 0,0160''' ), c 0,000'" .li larghezzii nelle lacce primarie e un millimilliinetro di piu ne!le secoDilario. Vidi in questa specie gonfiarsi le singole Navicule in sper- mazii interni, come il Kiitzing rappresenta nel suoTW. po/ij- clados. al quale dapprima credevo dovesse spetlare. Schiznne??ia cortjtnbosuw, Ag. Schizonetfia WAjxacanthu/n, Ktz. (Mieromega). Massima lunghezza delle Navicule secondo 1' autore 7', di linea z= 0,0402'" (secondo la ligura solamente 0,022'"). Credo polervi riferirc un esemplare da me raccolto a Trie- ste nel quale le Navicule arrivano a 0,0.)'" di lunghezza, e 0,009'" di larghezza cosi nelle facce primarie linear! ad estremita rotondate, die nelle secondarie ellittico-acute. Sono evidentissimi i Uibi parziali e la loro confluenza all' apice, da cui deriva la ramificazione digitato-mullifida. Schizonema apiculatum, Ag. Ad 77 di linea die Kiitziug assegna di lungliezza allc Navicule corrisponde, 0,0492."' La figura da come al solito dimension! di meta minor!. In esemplari di LenormanJ e di Brebisson trovo la lungliezza delle Navicule 0,04/" la lar- ghezza delle facce primarieOjOl," delle secondarie 0,012.'" e la figura si di qiiesle clie di (pielle perfeltamente cor- rispondente alia descrizione e al disegno del Kiitzing. Schizonema medusinum, Ktz. (Micromega). Negli esemplari cosi denominat! dall' autore trovo le Na- vicule lunghe 0,050,'" larglie nelle facce primarie 0,00 i 7,'" e nelle secondarie un millimillimetro di piu, Kiitzing non ne da le dime'nsioni, e dalla figura si dedurrebhe la lun- ghezza solo 0,0202"' e proporzionala larghezza. Schizonema chondroides, Ktz. (IMicromega). Duolmi non aver potuto studiare questa specie [)er il modo particolare di prolificaziono alle oslrcmita. — l5o — Srhizonetna sphiescens, Ktz. (Micromefra). Lo trovo il Zanardini in Yenezia, e le diinensioni dclle Navicule (lungh. 0,042/" largh. 0,0062'") poco divcrsifi- cano da quelle indicate da! Kiitzing (-'- di lin), siiperaudo quasi del doppio quelle corrispondenti alia fignra [^,C)"' (^) =: 0.022/"). Sc.hizoriema albicans, Ktz. (Microraega). Se realmente spettano a questa specie gli esemplari di Dalmazia che mi sembra potervi riferire, il nonie e male applicato, giacche accenna ad una condizione che I'autore stesso confessa non costante ( « vel olivaceo-virescois " ), ed e comune, nello stato di deperimento, a molte specie. Lunghezza delle Navicule fino 0,05f/" (Ktz. le dice finn ^^ di linea = 0,03/" e le rappresenta 6"' [^^) — 0,0142"'), larghezza delle facce primaric 0,0061"', delle sccondarie largamente ellittiche un milUmillimetro di pin. Schizone7na ioni^iatum. IJarv. Micromega polyclados, Ivtz. E snll'autorita dello stesso Kiitzing clie riferisco alia specie Riitzingiana 1' esemplare aulentico avulo coll' in- dicato nome dal Berkeley, nel quale trovo la lunghezza delle Navicule 0,05,"' e 0,005'" la larghezza delle facce lateral!, che superano di un millimillimetro le primarie. Le dimensioni quindi (non avvertite dal Kiitzing) sono poco meno che doppiedi quelle da esso rappresentate. A ragione indica il Kiitzing come corrispondcnte a questa specie nella forma e dimcnsione delle Navicule il mio Schizoncma ne- hulosum, che a torto poi sospetta appartenere al genere Frushilia. Benche diseccalo sulla carta non formi che una leggera nubecula, pure diligentemente esaminato si trova simile anche nella ramificazione alia specie Harveyana. Schizonema pallidum, Ag. (Micromega). In un csiMiiplaro, ila ine raccollo a Trieste c porlcttn- mente cnrrispondeiite alle descrizioni cd alle figuie, irovo la lunghezza inair.Ljiore delle Naviciilc 0,04'", inenlre il Kiitziiif^ la dice y^ di lin. = 0,047'". La loro larghczza co- si nelie facce piiinario csaUaincntc lineari, che nelle sccon- darie ellitlico -alliingate e di 0,008.'" Saremmo invece in pieno accordo colla figiira del Kiitzing slesso ammcttcndo, come al consiieto, ch' essa rappresenti nieta dell' iiidic.tto aumento di 120 diametri, essendo in essa le JNaviculc di 8,5"' di Innghozza. Credo spettare ad nna specie divcrsa, non dcscritta dal Kiilzing, gli eseinplari raccolti iigiiaiinente a Trieste dal Za- nardini,echenel!"esternoaspettDSoniigliano perfettamenteal prccedente. ina le ciii Navicule sono costantemente piii bre- vi e pill esili. Mentre in quello hanno lunghezza (juintiipla della larghezza, in qiieslo la hanno invece sestnpla riguardo alle facce secondarie, e piii che undici voile niaggiore ri- guardo alio facce [iriinarie. Lungh. 0,03()'", largh. delle fiicce prim. O,0()fi"', delle second. 0,0055'". Scliizont'.iJ/a corniculatiim, Ag. (Microniega). QuantiMKjue io mi abbia I'appoggio del Kiitzing ri- guardo alia Fruslules very minute and exceedingly numerous. " Sembra quindi Irattars! di specie diversa da quella descritta e figurata dal Wiitzing col nome di S. scoparium, iiella (juale dice le Navicule lun- ghe ■}- di lin. =^0,054'", ciii assegna (pial sinouimo incerto (juesla deir Harvey e lo iS'. Smithii di Mad. Wyatt (Jig. r. 21 — IG'2 — Danm. ii." 151 ), che secondo I'indicazionc dcH'IToi'vev sem- briTcIibe iiivece dover appartenere a quollo superioiiueiile notniiiato S. siro.sporzi7/i. Schlzo7ie7/ia 7nvcosn)n, Klz. Siamo indotti didia figura stessa del Kiitzing a sospet- tare anclie in qiiesta specie la prcsen/a dci tub! parziali. Ri- giiardo poi al sinonimo dell'Airardh {S. tenuc) sembra piu facile il sospetto cbe sia avveiuito un qiialclie errore nella denoniinazione di on esemplare , quand'anche provenuto dall'aulore stesso, di {piello che I'altro di cosi inesatta osservazione quale risulterebbe dalla descrizione e dal- la figura data dall' Agardb ( Icoti. tab. o. ) di (luella sua specie. Fra le specie dal ch. Harvey ascritte a qiiesto mede- sinio genere o sottogenere ci restano ancora da noniinare le due: ScMzonema ohti(sui7i, Grev. Schizone7na ff yattiae, Harv. Dobbianio finalmente aggiungere alcune specie che non ci fu possibile ravvicinare ad alcuna delle precedent!. Schizo7ic77ia Stalia7i7i77i, Mgb. S. /)((rasificu77i , lubrmim, vlride vel vlridi riifescens, fi/is setaceis, lonye prndiictis, apice. attenuatis, irregulariter ra77iosis, ra7?iis diver(jenlih7is brevibus ; 7iaviculis arete se- 7'latis mcdioci'ibus (0,05"'.) lonr/itudine laiitudint77i sex- tuplo supera7ile, e facie exactr iincaribiis, e latere eloTiguto- ellipticis pa7'U7n fing7istioribns, obtusiiisculis. Mi man do escmplari di questa specie trovati a Lesina in Dahnazia il signer Stalio. Giunge all'altezza di tre a (piattro cenlimetri, e nui- cosissimo ed aderisce tenacemente alia carta. 1 llli arri- vano (juasi ad un decimilliinetro di grossezza presso al- — ^Go — la base. Fra i superiormente nienzionati noii scaiiglia nell' esterno aspetto cho alio iS". hclmintosiim var. di Chaii- vin. I tubi parziali sono U-niiissirai ma distioti. Anche il Kiit- zing, al quale lo comiinicai, lo riconobbe per niiovo. Schizonema papillos7i7u, M;:h. S. parasiticwniy purnihim, 'niucosissimum , viridc, fi- lls ultra setaceis .tubulin plicib us vel ra7?iulis spiniformihus acutis ornatis, papiltis tnimilissimis regulariter dispositis omnino te.ctis;navtculis arete seriatis ■nudiocribus (0,0264''' ) longitudine latitudinem fere quadruplo snperante, e facie leviter elliptico - tnmcatis, e latere anguste eliipticis, ob- tnsiuseuHs. Lo mando da Lesina il signer Botteri alTamico Zanar- dini che me lo comiinico, Arriva appena a due centimetri di altezza; i fdi hanno quasi due decimillimetri di grossezza, il colore e iotensa- mente verde. La maggior larghezza dclle facce primarie e poco piu di 0,007'", quella delle secondarie 0,0045'". Le papille sembrano emisfericbe o leggermente coniche, hanno 0,0007'" di elevatezza, e sono disposte a quinconce. Schizonema Corinaldii, Mgh. S. parasiticU7ii, pu7mlu)n, vii-ide, fills subs777iplicibus, setaceis, naviculis seriatis, minutis (0,016"), longitudine latitndi7iem fere quint7iplo supera7ite, e facie exacte I'lnea- ribus, e latere a7iguste eliipticis. Lo trovo a Genova il Corinaldi e me lo mando senza nome di Marsiglia il Sober. fe parasito, come il precedcnlej sulla Sphacclaria sro- paria o sulle Polisifonie, e come quello ha circa due centi- melri di altezza. I fdi sono poco mucosi od hanno un de- cimillimetro e mezzo di grossezza. Sono quasi sempre sem- plici, ed i rari ramoscelli sono brevi e divaricati. — 164 — Schizoiiema Znnardirni , Mt^h. S. tenuissimu7n, pallidc vircns, fills capillarthus in ramos orachyioidfos cortjmbosos f/wnosiro.s scfisrm sotu- tis, iiavimlis /axe serialis meiHocribus (0,025"'), lonrji- ludine laliliidlnem rji/adruplo supcrante, c fade cxacte limaribus, e latere elllpticis. SchizoneiTia sp. nov. Zan. in litt. Lo trovo copioso nelle Laj^une Venele H Zanardini. Forma cespiigli giobosi di trc a ijiiatlro ceuliinetri di diametro che diseccati sulla carta vi formano una macchia nnifornie, nclla quale solo colla lente possonsi disccrnere i singoli fili. Anche il Kiitzing mi assicdro della novila di qsiesta specie, che per il modo di ramilicazione somiglia alio S. flarjcl life rum. Qiiesta liinga disciissiooe speciologica polrcbbe sem- brare a taluno (juasi inopportuna o per lo meiio in dis- accot'do col piano propostoci in (juesto scritto deslinato aU'esame organografico e fisiologico dei geiieri. Principale argoiVienlo a niia giustificazione e la grande importanza del pregevolissimo lavoro del Kiitzing ed il rispelto che si deve ad un tanto autore. Chi potrebbe osare di assog- gettare a critico esanie una massa cosi ingente di delica- tissime osservazioni senza poter contrapporvi una serie di osservazioni proprie, se non altrettanto numerosa, sufli- ciente almeno per dimostrare nel critico e mezzi e abitu- dine e diligenza c coscienziosita di osservazione ? Tale fu il mio scopo, e se in alcuna cosa errai, che pur troppo devo convenire esser facile I'crrore in cosi minute ricerche, spero nullostante aver diuiostrato e la cccellenza deiristrumento per me espressaraentc costrutto dall'Amici, che mi assicu- ro non possederne I' eguale che il solo Mohl, e il buon volere, col quale inlendo provare la mia gratitudine al clc- — 165 — mentissimo Principe che mi grazio di un tanto dono. Cre- do poi necessario I'esame delle varie forme specifiche per poterne trarre qualche considerazioiie iotorno alTorgano- logia dol genere. La presenza di minute Navicule frammezzo alie mag- giori, che ahbiamo in piu specie avvertita, mi sembra di- mostrare, cio che anche dalle osservazioni del Kiitzing era facile dediirrc, svilupparsi i cosi detti spcrmazii nell' in- terno delle frondi, se cosi possonsi chiamare, togliendo ad imprestito qnella espressione dal regno vegetale. iNon mi venne mai fatto di osservare ch'csse Navicule minori fos- sero inchinse in tubi distinti, ne che costituisscro serie uniformi nell' ordine di loro grandezza. Wi parve anzi costante che fossero disperse frammezzo ai tubi delle mag- giori. Sembra potcrsi da cio dedurre che, alia maturita dello spermazio, (piando i suoi invogli si ridisciolgono e vengono riassorbili, le giovani Navicule intromettendosi fra tubo e lubo, vadano disperdendosi. E, continuando sem- pre a supplire colla induzione alia maucanza di sufDcienti osservazioni, si puo supporre che esse non comincino a sdoppiarsi se non quando abbiano gia conseguito le mag- giori dimensioui. Si rende allora intelligibile come si ori- ginino i tubi parziali per la persistenza della membranella esteriore, che dalle precedenti osservazioni sappiamo ren- dersi distinta ogniqualvolta avviene lo sdoppiamento. Solo si deve supporre che ne sia riassorbita la silice e malgrado cio essa persista, mentre invece nei Monemi scomparisce. E importantissimo 1' osservare come si formino quelle se- rie navicolari cntro ai proprii tubi. Kisulta difatti dall'os- servazione che il loro scivolamento si elfeltua sempre sulle facce primarie. Compaiiscono esse sorie o colle primarie o colle secondarie: si riel primo che nel secondo caso le — I Of) — >";iviculc possouo trovarsi collocate una clopo I'.illra o con- tigiie o pin o inoino lontane. Altro voile invece sono em- l)riciate colle f.icce primarie, colic sncnrularie non niai; e quando lo serie embriciate vedonsi di fiance, le Naviciile si prcsentano colic lore faccc sccondario intieramente lihere e ohliqiiamentc inclinatc. Dovesi ipiiiidi ammcttere che, losio avveniito lo sdoppiamenlo, i due nuovi individiii, niotando su iino dei lati dclla loro faccia di congiiinzione come sopra una cerniera,vengano, in ceito modo, a rappre- sentarc una scatola che si apra, e, giunte a t&atatto le due facce primarie, avvcnga poi lo scivolameiito piii o mono completo. Se qucste deduzioni sono legittime, come mi sem- hra, ne risulta pure che I'accrescimenlo successivo del- r intera fronda si deve a doppio elcmcnto: I'allungarsi (Idle singolc seric per I'incessante sdoppiamenlo, e l' in- tercalarsi di niiove serie fra le preesistcnli. II im[)ortante, riguardo airalhingamento, rosame comparativo delle estre- mita. In varie specie i singoli tubi parziali tendono a scio- gliersi dalla reciproca loro unione, od uniCormcmente fino dalla base [flarjelU forme, fnedusinnm, Zantrdlnii], o sola- mente verso la sommita con disposizione quasi venta- gliforme {Jitlmintosimi , I acini at urn). Altrove si vede la molliplicazione delle serie efTettuarsi prevalentcmente pres- so agli apici e compiersi piii rapida dell' allungamento delle preesistcnli, per cui si hanno le eslremita clavate {Jr- Imscula, clavatU7/i).0st qtiegli due alti vannodi pari passo, le eslromila risullaijo ollusc [patens, Bnjop,vs,intricaltim). Ove 1' allungamenlo delle prime serie precede coslanle- ir,ente la comparsa e la formazione delle nuove, gli apici si rendono aculi [floccosumY\\.T.,ra777osissini'U7n, hijalopus, araneosiim, Smitkii, torquatuin). E poi carallerislica di al- cunc specie {chnndroides, trichocephahom, capitatnm, co- — IG7 — rymbosn-f/i, spitiescens) la prolificazione terminale che ma- nifesta una succossioiie di cpoclie distintc iiella vegetazione. Finalmente la parlicolare condizione dello S. nujxachan- tum dimostra un contemporaneo allungamento delle serie, che la resistenza dell' esterno invoglio obbliga a confluire verso I' apice, fino a che vinta qiiella resistenza venga ad originarsi la disposizione palinata dei rami. Riguardo alle Navicule, ne sappiamo di cio ancor meno che dei generi precedent!. Ehrenberg disse di al- cune che sono striate ; ma questa osservazione non fu confermata dal Riitzing, ne io vidi strie in alcune specie. Bensi vidi in alcuna le due linee longitudinali delle facce primarie che si sogliono riguardare come canaletti. L'a- pertura mediana che il Kiitzing indica e figura in qualche specie {helmintosuin) io non sono riiiscito a vederla. In quanto poi alia distribuzione dell' interna sostanza, benche nulla di positive si possa dedurre dall' osservazione degli esemplari gia diseccati e ramraoUili o anche conservati nel- I'alcool, pure e da notare come, anche in quello stato, essa |)resenli condizioni svariate e costanti nelle singo- le specie. 11 piii delle volte si vede raccolta lungo la par- te media delle facce lateralis sicche lascia vedere un' area longitudinale incolora nel mezzo delle facce secondaric, ed incolore le due estremita soltanto delle priraarie. Altre vob te anche la linea mediana di (jueste ultime e incolora perche la sostanza colorata e come nicchiata nei quattro angoli interni. Non e raro trovaria £ondensata in un solo globo centrale. Solo in poche s[)ecie la vidi costantemente divisa in due porzioni corrispondenti alle estremita, restando in- colora 1' area mediana di tulto il corpo navicolare. 44. Dir.KiEiA. » Phycoma foliaceum (jjhyHoma) basi — 168 — « subst'ipitat 117)1. ISaviculae in 7ne7nbrana yelinea irregti- 3i lariter sparsae ". II Kiitzing non (Jescrivetjualc siala struttiiia rJell'indicata niembrana neirunica specie {D. idvaccn) di qnesto genere, e diiolmi non poterne consultare la descrizione del Berke- ley. Potrehbe qiiella niembrana esscre lormata di cellule in- cludenti le Navicule come nelle Frustulie, o di cellule allun- gate ossia tiibuli come negli Schizonemi, o di una sola am- pia celliila appianata paragonabile a quella dei Monnemi, o finalmeiite potrebbe quella cosi drtta sostanza gelinea es- sere una massa tulta continua, nella quale fossero immerse le Navicule come lo indica il Riitzing « in dergallerlartigen Haul eimjebetieie . . . ?> e come lo abbiamo sospeltato per quelle specie, riguardo alle quali sembra sussistere il dub- bio se appartengano ai Monnemi o agli Schlzonemi. Gli altri sette gcneri [Fnistidia, Berkelcya, Rhaphido- gfoea, Homeodadia, Schizntwma, Micronicga e Dickiaa) costituiscono il gruppo delle Scbizonemee. La sostanza che avvolge e inchiude le Navicule in quesli gencri, die sembra essere quella stessa del peduncolo nelle AcanliJi, nelle Po- dosire e in moiti altri generi, e che forse e comune a pres- soche lutte le Diatomee, e delta gelinea dal Kiitzing, il qua- le con questa denominazione la conguaglia a quella dclle vere nlgbe. Le osservazioni addotte nella precedente memo- ria confermano la mancanza del nitrogeno e la sua compo- sizione ternaria. Ora noi sappiamo dalle osservazioni di Scbmidt di Locvig e di Koellicker che una consimilc sostan- za, mancante di nitrogeno, ternaria, insolubile nella potassa caustica cd isomera all" amido costituisce lo strato osterno coriaceo nelle Ascldie semplici ed aggregate, e la massa ge- lalinosa, nclla quale sono loggiati i gruppi d'individui del- le Ascidle composte. Trovarono (juegli autori che la presenza — 169 — di quella sostanza e caratlere comune a tiitti i Tiiniciani, e credeltero anzi dovere sopra (luesto caratlere ascrivere a quella medesima fainiglia anche il Doliolum med'itcrra- fiettm. Quella scoperta che supcriormente accennavo possi- hile e dunque ormai passata ncl dominio deila sclenza. Co- me la prcsenza di sostanza quaterriai-ia azotata noii e carat- lere esclusivo di animalita, cosi quella di sostanza teriiaria non azotata ed isomcra aU'auiido non lo e piu •> Bacilli a latere jyritnario cuneati, " a latere secundario obovato lanceolati , affixi. Slipite nul- » lo {t'cl ohsoleto) 55. Comincia con questo genere I' ordine delle Diatomee fornite di vltte, ossia sporgenze interne, che dividono piu o meno incomplctamente in distinte concamerazioni la cavita del guscio; e la famiglia delle Licmoforee, nella quale si ri- producono le forme cuneate delle Gonfonemee. Esso gene- re poi rapprcsenta nelle Licmoforee 11 genere Sfenella delle Gonfonemee, giacclie al pari di (juello si distingue da- gli altri della stessa famiglia per la piu o meno completa moncanza di slipite. La figura obovato-lanceolata delle se- condarie e precisamente quale nelle Sfenclie cd in generale nelle Gonfonomee. Quella cuneata delle primarie e nelle Podosfenie sempre piu dilalala alia sommita ed acuta alia base, sicche presenlano piu presto un triangolo che un tra- pezio. Delle nove specie descritte e figurato dal Kiitzing, una sola ( V. Ehrenhergii ) presenta slrie Irasversali sulle facce secondarie, Manca ad esse il carattere essenzialc delle Gon- fonemee, cioe I'apertura mediana di ambe le facce secondarie. -_ 174 — Fresentano poi il caraltcre delle vitte. Ma sc bene si csaniinino codcslc \\[lc, altro non sono die quelle stesse linee longitudinali clie corrono lungo le faccc primarie di prcssoche tiilte le Diiitomce precedent!, quelle linee che in molti casi vedemmo essere prodotte da dislinli canalelti for- niti di forcUini tcrminali. E qui ricordiamo come quci ca- nalelti evidenleniente sporgano nolla cavila nolle Mclosiree formando vitte dislintissimc quanto altre niai, per cui se si dovesse realmente fondare su quel carattere la distinzione degli ordini, la Himiglia dclla Melosiree, o almeno il genere Melosira, dovrcbbe incontrastabilnientc riferirsi all'ordine delle vittate. 46. Rhipidophora. » Bacilli a latere pn'7nario cti- " ncaii, altera latere ohovato-lanceolati, stipitati. ;' Quella stessa difTicoIta che si ineontra nclla pratica ad applicare la distinzione generica stabilita fra le Sfenelle ed i Gonfonenii ed in tutti gli altri casi consiinili {CijmheUa e Cocconema ec), si trova pure ncl distinguere le Ripidofore dalle Podosfenie, non difTcrcndone esse che per lo stipite, variabilissimo nella lunghezza e non sempre intieranientc mancante nel primo di que'duc generi. Le grandi dimensioni di alcune fra le fiuallordici spe- cie annoverate dal Kiilzing lasciano chiaramente distingue- re la conformazione del guscio. Si imniagini un articolo ci- lindrico di Melosira, e lo si comprima incgualniente cosi in lino dci lati, c nel senso di ambedue le paia di facce opposte, che ne risulti una forma cuneata, e i due incompleti dia- frainmi format! dall' interna sporgenza dei canalctl! longi- tudinali vadano anch'essi perdcndosi verso la eslremita ap- puntita che serve di base. Tale e la strultura delle Podosfe- nie e delle Ripidofore. Vedute di fianco, cioe nelle facce la- — 175 — terali, presentano un fornice obovato inscritio nella perife- ria delle facce stesse. E 11 raargine di quel fornice e ingrossato per la presenza del canalelto , che vediito di fronte presenta nella svolta il suo lumc con apparenza di foro. Sarebbe iniportante la ricerca del come avvenga lo sdoppiamento. Ogniijiuilvolta uno de'bacilli si risolve in due, rimane a ciascuno d'essi una deilc vitte gia esistenti in quello, e comparisce la nuova al lato interno. La formazio- ne delle due nuove vitle precede essa o susscgue alio sdop- piamento mediano? Non feci osservazioni sufTicienti per de- ciderlo, ma mi sembra che si avveri il prinio caso. Anche la distribuzione della interna sostanza colorata ha grande somiglianza con quella delle Melosire, special- mente nello stato di diseccamento. Riguardo alio stipite cosi di questo come del genere susseguente e da ripetere cio che si disse dei Cocconemi. 47. LicMOPHORA. " Bacilli fluhellati a latere prlmario il anguste cuneaii, altera latere lineares basi et apice ro- » tundnti. Stipes crassus rigidus. jj La somiglianza di questo genere col precedente non e che apparente. Vera alUnila invecc ravvicina le Licmofore alle Sinedre, dalle quali non differiscono che per quel ca- ratterCj il quale mentre e riguardato come essenziale alle Meridiee, si trova poi incostantissimo nelle Fragilariee e ri- comparisce in moke specie di Surirelle. Lc vitte delle Lic- mofore non sono punto paragonabili a (p.ielle delle Ripido- fore. Non sono che 1 soliti canaletti longitudinal! legger- mente sporgenti nella cavita, per cui gli apparenti forellini, ossia le sezioni dei loro lumi, compariscono vicinissimi al margine della sommita. Anche la distribuzione della interna — 176 — sostanza coloialu e bcii divorsa da /io7iitlfonnibus, altero la- » tere ohovaio-lanccolali , disseplis transvcrscdihus in locu- >■> los divisi, }■> Le due specie comprese in questo genere [C. aushrdis, C.nioniligcra) non hanno di coinune che !e vitte monili- fornii. Ma in che cjueslc realmente consistano non Io si sa- prebbe rilovare dalle figure. JNella prima il Kiitzing punto non rapprcsL'nlo le facce secondarie, e dalla figura ognuno dircbbc Irattarsi di una Sinedra. La seconda invece seinbra una Podosfenia. Risulta da ijuesta analisi che intorno alia famiglia del- le Licmoforec ( Fodosphcnia, Rhipidophora, hicinophora, Climacosp]\e)iia ) non si puo che ripetere quanto dicemmo intorno ai due primi gencri. E dovcndosenc, a nostro pare- re, cscludere il genere Licmophora per riunirlo alle Suri- relleCj converrebbe anche cangiare il nome della famiglia. Cosi circoscrilta essa rimarrebbe alTine piu che ad ogni al- — 177 — tra a quella delle Gonfonemee. Riguardo ai cosi detti iiite- ranei gi^ avvertimmo la loro collocazione in dislinti acervuli globosi come nelle Welosire. Ehrenberg tratlando delle Podosfenie dice quella organica condizionc propria degli individui giovani; e dice distiiigiiersi, in mezzo agli altri, due di que' globuli che riguarda come rappresentanti il sesso maschile. In qualche specie asserisce anche aver veduto delle cellule gastriche. Quando invecchiano poi, qucU'inter- na sostanza, dice Ehrenberg stesso, si accumula in un gru- me centralc spesse volte raggiato. II Kiitzing invece descrive la sostanza interna come disposta in due fettucce applicate alle facce primarie, che si dividono trasversalmente in due 0 piu parti e finalmente si sciolgono in isferlcine. Ma avra certamente desunto questi particolari dal genere Licmo- fora. 50. Striatella. » Bacilli tabuJati longitudinaliter II vittati, vittae perviae numerosae densac striaeformes. >■> Stipes lateralis. » Benche comune I'unica specie {S. unipunctata ) di questo genere anche nell' Adriatico , confesso non essere riuscito a formarmi una chiara idea della sua strultura. La complicazione che presenta all' esterno aspetto, ed e ripro- dotta nelle figure del Kiitzing, sembra provenire dal tra- sparirsi delle vitte anche della faccia opposta a quella che si osserva, risultandone strie piii marcate e piii leggere fra lo- ro alternanti. E ognuna di quelle vitte include essa un ca- naletto ? E quanto sporgono nella cavita ? La singolare condizione poi descritta e figurata dal Kiitzing di tavolette minori accoppiate a maggiori accenna a particolarita di sviluppo che mancano di analogic nel rimanente delta classe. F. 23 ~ -178 — 51. Tessklla. " Bacilli Idle labutati, non conculenuti, 3J Joise longitudiiinliter vittati ; villae medio intemiptac >' alteniatttcs. Stipes nullns'. j' Ancho (juesto gencro e ridotto iul una sola specie [T. intermpta) eJ 8 quindi impossibilc gindicare del valorc dei caratteri che lo distinguono dal precedentc e dai susse- guenti, non conosccndosi ne I' organica impnrtanza ne la vera struttnra delle vilte. E notevole la largiiezza dellc tavolette fino a cinque volte maggiore della iungliczza. Vi e freqtiente la mancanza di qualche vitta accompagnata anche alle volte da deformazionc o deviamento delle vicinc. Sem- bra che quella condizione preceda lo sdoppiamento, ma non si hanno in proposito osservazioni. Resta anche tuttora da dcterminare la figura delle facce lateral!. 32. Hyalosiua. j5 Bacilli tabulati quadrnti concate- »5 nati latcralitcr stipitati, inlerruplc viltali; villae altcr- 55 na^ilcs, vicJio lineolis suhtilissiynis conjunclae. " Temevo dapprincipio fosse niia imperiziafnell' osser- vare che u»i faccsse credere di vederc, nolle due maggiori {rcctanrjula, ohhisaiirjula) fra ie (piattro specie di qiiesto genere, le vittc continue da un margine all' altro, anziche interi'otte edalternanti, come Ie descrive e figura il Kiitzing. Insistendo nell'osservazione giunsi pero a vedere un qual- che individiio, nel quale appariva anche ai miei occhi I'indica- tu alteriianzu. Mi convinsi quindi che quella condizione non soiamente e iiicostante, ma c anche la meno frequentc. Le facce secondarie, non descritte ne figuratc dal Kiitzing, soao ellittico-acute ed in esse si vedc inscrilta la minore cllissi concenlrica che segna il margine dell' incompleto diafranj- ma formato dalla vitta piii vicina. — 179 — 53. Rhabdonema. » Bacilli tabulati concaUnati late- ly raliter stipitati interrupte vitlati et transversaliler striati ; « vittae capitatae, striae traftsversae, series longitudinales n nnmerosas formatites. » lo non potei osservare die una sola [R. adriaticurn) delle Ire specie ili questo gencre, ed e (luimJi limitandomi a parlar di essa die non posso convenire con (jiianto ne descrive e figura il Klitzing. Egli oniette di inJicare la for- ma delle tavolette, die non si piio rilevare se non dall'os- servazione delle facce secondarie o dalla sezione longitudl- nale; ed e appunto da qiiella forma die provengono le ap- parenze sulle quali sono appoggiate le distinzioni specifiche. Nella specie adriatica la figura dt;lle facce secondarie e li- ueare ncl mezzo e cuneato-assottigliata alle cstreraifa. I bacilli quindi sono grossi nel mezzo, lianno lateralniente Ic due facce primarie foitemente fra loro inclinale verso I'esteruo, e sono molto assottigliati negli estremi margin!. Le vitte altro non sono die canaletti sporgenti nell' interna cavitajeggermente pure sporgenti alia superficie nel mezzo econtinui da una estremitaairaltra. Negli esemplaridissecca- ti e rammolliti i canaletti stessi includono dell'aria raccolta irregolarniente in bollicine piu o mono estese. Da cio I'ap- parenza delle vitte interrotte e capitate. L' apparenza delle quattro serie trasversali e prodotta dalla forma dei bacilli. Le strie trasversali sono continue anclie sulle vitte o cana- letti, cd e solamente attesa la leggera sporgenza di essi die, allontanando a poco a poco I'oggetto dal microscopio per port?rlo nel campo della visione, vedonsi prima le strie degli spazii intermedii e non quelle dei canaletti, poi que- ste e non quelle, e viceversa se 1' oggetto successivamente si avvicini. Appariscoiio quindi sempre in serie longitudi- nali interrotte, ma ora negli spazii intermedii ed ora sulle — ^80 — vitte, ne possonsi contemporaneamente vedere in quelli e su queste. Presso ai margin! la JifTerenza di superficie va svanendo e quindi anche le slrie vedonsi continue. Nella figura che da I'Ehrenbcrg del R. arcnatum (tav. XXj fig. Vlli) la laccia sccondaria e rapprcsentata sempli- cemcnte clliitico-aciUa, e le vilte vi appariscono liinitate alle sole estremita. Sospelto che quella figiira sia desunta dal- 1' csterno aspctto piultostoche da diretta osscrvazione ; e dall'analogia colla nostra specie io sarei indolto a credere che le facce primarie rimanessero in quella fra lore paral- lele fmo alio assottigliamento delle estremita, e da cio pro- venisse la serle doppia anziche quadrupla delle apparent! vitte. I quattro generi [Striatella, Tessel/a, Hyalosira, Rhab- donema) che costituiscono la famiglia delle Striatellee, so- no certamcnte stretti dalla maggiore affinita. Ma altreltanto riesce difiicile detcrminare le correlazionl o i rappoitl del- la intera famiglia colle altre. 11 Kiitzing pone le Striatellee a confronto col generi Fragilaria, Diatoma e Achnantes, non differendo esse specialmente dai due primi che per la copia delle vitte, alle qnali io credo corrispondenti i due solili canaletti longitudinali. Dalle Acnanlidi poi, oltreche per la forma, difTeriscono anche per la mancanza dell'apertura ccntrale. Colla famiglia susseguente le paragonercmo dopo avcrne parlato, contentaridoci per ora d'indicare come afline, fra tutte le famiglie precedent!, piu di ogni altra quella delle Fragilariee. Giustamente osserva il Kiitzing che le Striatellee tro- vansi indifferentemente ora libere ed ora afHsse. Sembra per altro che originariamente siano sempre nella seconda di quelle condizioni. Anche nell' associazione degl' individul, risultanti dallo sdoppiamento, ripetono le Striatellee tutte It- — ^81 — forme delle Fragilariee, Finalmente riguartlo agli intera- nei, il Kiitzing li dice dapprima uniformemcnte disposti, poi raccolti in piccole sfericine, le quali alie volte si ad- densano in un globo centrale. Questa ultima condizione e caralteristica nell' unica specie del genere Striatella. Ma riguardo alle Jalosire ed ai Rabdonemi, ml sembra importante avvertire lo avvizzimenlo della interna sostanza colorata in fettuccc longitudinal! parallele cd intermedie alle vitte. 54. Tetracyclus. » Bacilli late tabulati in filum ar- » cte connati, lo7igltudinaliler continue et arete vittati, a » latere secundaria utroc/ue apice late rotundati, ventre >i medio maximc inflato. Stipes mdlus. La sola presenza delle vitte distingue Tunica specie di questo genere (T, lactistris) dagli Odontidii. Le facce late- rali sono convesse epercorse da coste trasversali ed arcuate, lo non vidiquella costa retta mediana figurata dall'Hassal,n6 la mancanza di esse coste nell' area di mezzo come figura il Kiitzing. Ma perche il lobo mediano e fortemente convesso esso risulta in un piano diverso dai due laterali, e quindi quando si vedono le coste di esso, non si vedono quelle di quest! e viceversa. lo non saprei altrimenti interpretare il consiglio abbracciato dal Kiitzing di annoverare questo ge- nere fra le Diatomee stomatiche, se non che supponendo ch'egli riguardasse come ampia apertura centrale l" intero lume mediano, che apparisce aperto, quando osservando la faccia laterale troppo davvicino, esce dal campo visivo la convf'ssita che vl corrisponde. Fraramenti di organism! con- simili al Tetraclclo sono frequenllsslmi nella farina fossile di santa Fiore. — i82 ~ 55. Tabellaria. » Bacilli adnati obsolete siipltati, de- >■> i7iii7H semisoluti, concatcnati, interruptc longiludlnali- 11 ier vittati, a latere secimdario ventre et apicihus inflati. E inolto da osservarc la grancle variabilita di forme nei bacilli di qucsto gcnere, per cui tanto dinicilo rie- sce !a dislinzione fra le due principali specie {T. floccu- losa, T. fencstrata) comuni nelle acque dole! di tulta Euro- pa, e tanto complicata ed oscura ne risulla la sinonimia. Giustainente quindi ricerco il luitzing i limiti delle due specie nel bel caratlere della alternanza delle vitle nella T. flocculosac della lore opposizione nella T. fencstrata. Ed intorno ad esse vitte osservo, essere le medesime collocate in sottili solclii che si continuano senza inlerruzione anche dove le vitte sono alterne. L'alternanza loro nella T. jloc- culosa non e punto costante, e lo avverti anche Hassal, Dope lunga ed attcnta osservazione io credo avernii as- sicurato che la struttura delle Tabellaric e alquanto diver- sa da quella descritta e figurata da! nostro autore. Le facce primarie hanno figura rettangolarcj le secondarie lineare, o solamente rotondata alle estremita, come trovo in esem- plari autenlici di Jiirgens della T. fencstrata, o rigonfiatc circolarmente nel mezzo, o anche alle estremita, come scm- bra costante nella T. flocculosa. Ne risulta che la forma e quella di un cilindroide fortemcnte schiacciato; ovvero di tre minori cilindri, il medio de' quali maggiore degll altri, ed uniti fra loro da pareti parallele e collocate a distanza mlnorc del diamctro anche dei cilindri laterali. Non mi riu- sci vedere apertura alcuna. L' interna cavita e variamenle scompartita da incomj)leti diaframnii. Quando ne esistc uno solo, come e frequente nella T. fencstrata, lo si vede chia- ramente fornito di ampio foro nel mezzo, ed includente un canaletto, il quale, correndo lungo I' interna parete delle — 185 — facce primarie la clove se ne spicca il fliafranima, viene a comunicare con altro canalelto consiinile pralicato nell'or- lo libero e circolare del iliaframma stesso. Osservando iin tal bacillo per una delle facce secondarie, balza all' occhio quell' ampia finestra cenfrale, ma la si vede pero soltanto attraverso la trasparente faccia stessa. In cjuella specie vedonsi frequontenientc due consimili diaframmi. Nella T. flocculosa se ne possono riscontrare fi- ne a nove (Hassal). Non tutli per altro sono ugualmente fa- cili a vedersi, ncgli esemplarl disseccatl e rammolliti. Una sostanza verde senibra essere in ess! coagulata, e dove quel- la manca la diafaneita sotlrae di logger! alia vista e i cana- lelti e i diaframmi stessi. E condizione frequente nella T. flocculosa che quella sostanza colorata si trovi in una delle mcta lateral! e non nell' altra dello stesso canalelto, e da cio proviene la carat- teristica alternanza delle cos! detle vitte. i\on esiste dunque un canale continuo ad estremita apertc che attraversi i bacilli, come descrissero e figurarono gl! autori, ma molte finestre poste in serie, e nelle quali resta frequentemente Iraprigionala una bolla d'aria che non si riesce a far usci- re senza rottura del guscio. Nella T. fenestrala ogni individuo ha, quando lo svi- luppo e compilo, due diaframmi. Aliorche si sdoppia, ne risultano due individui con un solo diaframma ciascuno. Comparisce dopo il secondo diaframma e piu tardi av- viene il nuovo sdoppiamento. Rimane da chiedere se ambe- due i nuovi individui ugualmente si sdoppiino, se il nuovo diaframma coraparisca in ambedue o in uno soltanto di es- si al lato interne o all' estcrno, e se, fra i quattro individui risultanti dal secondo sdoppiamento, siano ugualmente pro- lifici quei due che conservano i due diaframmi primilivi, o — -184 — quelli che hanno soltanto i nuovi, o questi e quelli insierac. Nella T. flocculosa e raro il vedere un solo diaframma, ed e invece frequentissimo che due bacilli contigui ne posseg- gano mimero divcrso. Oltrc qiiindi alio riccrche superior- mente indicate, sarebbe intorno a questa specie ad istituir- si anche I'altra, se lo sdoppiamcnto sussegua sempre alia formazione del diafranimi, circostanza nclla quale sembra risiedere la esscnziale diflfercnza fra essa e la precedcnte. Nella farina fossile di santa Fiore, oltre la T. aviphict- phala,\xGSzw%\ molli frammenti,che non si possono tulti ri- ferire alle due specie precedcnli. In tutli per altro scmbrano scomparse le vitle, per la mancanza della sostanza colorala, ed in tulti vcdonsi chiaranienle le suddescritte condizioni del guscio. Giustamente avvcrte I'Hassal esservi una dilTerenza anche uel mode di concatcnazione fra le due specie comu- ni (flocculosa, fenestrata ). Nella scconda vi e dislinto cu- scinelto a guisa di ganghero {hinge), che connette un ba- cillo all' altro. Nclla prima invece gli angoli sono piu avvi- cinati, nianca il cuscinetto, e rcsta invece qualche lembo staccato a manifestare che la sotlilissima membranella ester- na si lacero, cedendo alia soverchia distensione, ma persi- stendo parzialmente a mantenere I'unione, e senza contraer- si, come deve fare nell'altra specie per dar origine al cusci- netto. Questa diversa condizione mi sembra essere in ac- cordo colla epoca diversa di sviluppo in cui succede lo sdop- piamcnto nelle due specie, dietro a cio che da altre consi- derazioni superiorraente abbiam dedotto. Credo poi doversi tener conlo di questo fatto, in quanto che esso viene in ap- poggio della mia opinione sulla natura di quella esterna membranella. Oltre le due specie viventi e la fossile fin qui nominate, — i85 — il Kutzing ne descrive un'altra scoperta dal Lenormand, e tre ne annovera di Americnne la cui scoperta devesi ad Ehrenberg. 56, Terpsinoe. » Bacilli tabidati adnati , obsolete 55 stipitati, demum semi sol uti et isthino concatenati, vittis 5> transversalibus abbreviatis 9/iarginalibus [noti perviis) jj capitaiis ; a latere secundaria nodosi. >■> Se noi imrnaglniamo una serie di bacilli di Tabellaria fra loro congiunti, anziche latcralmente, a capo uno del- I'altro, cioe nel senso della larghezza invece che in quello della lungliezza, abbiamo con cio la piu giusta idea della u- nica specie di questo genere ( T. 7jiusica ). E benche io non abbia potuto studiarne che piccolissimo frammento, favori- tomi dal kutzing, pure mi sembra poter asserire che an- che qui, come ncl genere precedente, i canaletti corrono senza interruzione lungo I' attacco ed il margine libero del diaframmi; e le apparent! vitte capitate sono prodotte o da sostanza animale o da aria in quel canaletti imprigionata. Frammenti di figura consimile a quella che offrono laleralmente nei margini i bacilli della Terpsinoe, riscon- transi pure nella farina fossile di santa Fiore. 57. Grajdiatophgra. j? Bacilli oblonrjo-tabidati, adna- }■> ti, detnimi semisohiti et istJwio concatenati^ vittae longi- n iudinales semper binae, medio interrupiae, plus minus- n ve curvatae. » Trattando della comunissima G. marina avverte il Kiilziiig che coUa calcinazione si fanno scomparire le infles- sioni esteriori delle vitte, e cio per la maggiore evidenza che acquislano le doccie nelle quali giacciono esse vitte, e che percorrono senza interruzione la hinghozza dei bacilli. r. 24 — 18G — E inipprescnta q-.iclle cloccie con tkie sotlili lincc, una cster- na cd una interna a ciascuna vitta, cosi in questa come in tutte le altre specie, lo vedo chiaranienle la linea esterna, ed essa mi sembra indicarc la congiun/ionc delle valve se- condarie colic primaric. I margin! sUiati, che si osservano in molte specie [tropica, gibba, gibbertila, serpenlina)., ap- partengono alle facce laterali, ed anche qiiando sono lisci come nclla G. marina, coH'azione del fuoco si colorano in giallastro insieme al rimanente di esse facce sccondarie. Dipende da qiiesto coloramento che sia difikilc vedere gli archi estcrni delle vitte, correndo (juelle linee tangent! ad cssi. Sospetto poi che lungo queila sutura corra un sot- tile canaletto, scavato nello spessore stesso della parete, ed il cui lame apparisce qual solco o piu presto qual forellino alle estremita. La fmestra ovale che si vede nel mezzo delle facce sccondarie non apparlienc ad esse che apparentemen- te, come iici generi prccedenti ; essa vedesi soltanto per Irasparenza. Anche nelle Grammatoforc 1' apparenza delle vitte interrotte c prodotta dalla prcsenza di diaframmi scol- piti d' ampio foro ellittico nel mezzo, ed includenti un di- stinto canaletto hingo il loro attacco alia parete. Descrisse anche I'Ehrenherg quci diaframmi che regolarmente scom- partiscono 1' interna cavita in tre logge distinte. Col fuoco e cogli acidi si rende cosi cvidente quella disposizione e si separano cosi nettamente le varie parti, da poterne in cer- to modo istituire la piu diligente anatomia. Quel dia- frammi hanno in questo gcnere la caratteristica condizione delle svariatissime flessuositA, che sono costanti nelle singo- le specie ed impartiscono ad esse i piu elcganti aspetti. Nello sdoppiamento la linea di divisionc dei due nuovi in- (lividui e le sottili linee che limitaoo le due nuove facce laterali prcce lono la comparsa dei corrispondeuti diafram- — d87 — mi. Sono quesle le sottili liuee disegnate dal Kiilzing alio in- teroo delle vitle, e da esso riguardate come i margini in- tern! delle doccie nelle quali erode accogliersi le viUe stesse. Lo sdoppiamento delle Grammatofore ricorda vivamente quello delle Acnantidi. Ehrenberg descrive la interna sostanza come costi- tuita da un corpo centrale trasparente ed incoloro, inclu- dente piccole vescichette gastriche, e terminate alle due estremiti da appendici trilobe verde-brunastre che si disten- dono nelle tre camere corrispondenti. I cuscinetti che ten- gono concatenati i bacilli sono in tutle le tredici specie di questo genera molto cvidenti, come nella Tabellaria fene- strata; e questa osservazione viene in conferma di cio che intorno a quella specie avvertimmo. La famiglia delle Tabellariee {Teiracijclus, Tabellaria, Terpsinoe, Granwiatophora) costituisce da se sola I'ordine delle Stomatiche. Le due precedenti famiglie (Licmoforee, Striatellee) sono comprese nell'ordine delle Astomaliche. E 1 due ordini costituiscono la tribii delle Diatomee vitiate. Chiunque voglia esaminare questi esseri con diligenza si convincera pienamente che la dislinzione dei due ordini e affatto insussistente. INessuna Tabellariea ha foro centrale nelle facce secondarie, paragonabile a quello delle Diatomee costituenti I'ordine delle Stomatiche nella tribu precedente. Ne io giunsi altrimenti a discernere gli altri quatlro fori descritti dall'Ehrenberg come esisteuti nel mezzo delle fac- ce terminali. In quanto poi ai quattro generi compresi in questa famiglia, essendo dimostrato erroneo il solo carattere pel quale erano insierae riuniti, e che si adduceva a fissarne la principale differenza dalle Fragilariee e dalle Striatellee, rimarra a ricercarsi se pur vi siano altri caratleri distinlivi. Io credo fermamente che Tabellariee e Striatellee debbano — 188 — coslituire una sola faniiglia, essendoch^ non mancano ailc prime i diaframmi che I'Ehrenberg vuole carattcristici e- sclusivamentc delle seconde. II diibbio che mi sembra dover ragionevolmcntc iiisorgerc sarebbe relative al gcnere Tcrpsino'e. La figura dclle faccc lateral!, la forma totale del bacilli, la collocazionc delle vitte, la direzione dell' appa- rcnte canalc Irasvcrsalc, la somiglianza infiiic anche nell' e- slerno aspetto cogli altri generi afliiii persuadcrebbcro a riguardar i bacilli concatenati a capo l' uno dcU' altro anzi- che lateralmcntc , come piu sopra rifcrimmo per darne chiara idea. Ma come allora conciliare lo sdoppiamento tras- versale con tutli gli altri casi ne' quali e invcce longitudi- nale?Che se vogliamo attribuire a questa Icgge una ge- ncralita maggiore che ad ogni allra , partendo dalla direzione dello sdoppiamento sempre parallelo alle facce secondarie per gludicare della corrispondcnza di tuttc le altre parti fra loro, conviene allora toglierc il titolo di ge- nerale all'altra leggc, che pur c data per tale, della dire- zione delle vitte essi pure sempre longitudinale. Neiruno o nell' altro modo il genere Tcrpsinoe si allontana siffatta- mente dagli afilni, che io credo si debba riguardare come il tipo di una distinta famiglia. Per la sola presenza delle vitte e dal Kiitziog innal- zato il gruppo delle tre famiglie or ora esaminate niente mono che ad un grado superiore a quello di ordine, e che egli denomina tribu. L'analisi, che ne abbiamo islituita, mi sembra sufTicicnte a dimostrare che quclla caratterisiica condizione noa c dovuta che ad un maggiore sviluppo di un organo che esiste pure, od e in qualche modo rappre- senlato, anche nelle varie famiglie della tribu precedente. E quand'anche sistematicamentc si volesse attribuirle grande importanza, cgli e certo che in una classificazione nalurale — 189 — la si dovrebbe subordinare al complesso degli altri caratte- ri. Facendo quindi astrazione da essa, e mirando solo alle natural! aflinita, io credo che le Licmoforee debbano essere collocate prcsso alle Gonfonemee, ecccttuatone per altro il genere Licmofora da porsi accanto alle Sinedre e quindi nella famiglia delle Surirellee; e tutte le altre Diatoraee vit- iate siano da ascriversi all' ordine delle Fragilariee. 58. CosciNODlscus. » Individua solitaria, libera, lorica « bivalvis silicea, in latere secundaria disci formis, cribrata. ?> L' unico carattere essenziale, che distingue questo ge- nere dalle Ciclotclle, e 1' areolamento delle facce seconda- v\q; ed e appunto per esso che lo si annovcra nella ultima tribu mentre quelle appartengono alia prima. Dobbiamo qui ricordare che, trattando delle Ciclotelle,abbiam notato i pun- ti e le linee raggiate nelle facce laterali delle specie d'acqua dolce [operculata, Meneyhhiiand) e delle fossili {niinutula, Rotula), circostanza che serabrerebbe imperiosamente co- mandare un ravvicinamento dei due generi. In quanto spet- ta a queU'areolamentOj la espressione cribrata del Kiitzing include una falsa idea, in quanto che quelle cellule non sono gia altreltanti fori come vuole quell'autore {lorica perforata). Basta la osservazione che avvicinando ed allon- tanando successivamente I'oggetto dal microscopic appa- riscono alternativameute in luce ed in ombra le cellette e gli spazii ad esse interraedii, per dimostrare che I' appa- renza e prodotta o da semplici depressioni e rilevatezze per cui si ha differenza nel piano della superficie, o forse da piccole cavita nello spessore stesso della parete. II Kiitzing non fa punto cenno dei fori marginali de- scritti dair Ehrenberg, il quale ne annovero Gno a venti- cinque nel C. Uneains. — 100 — L'Ehrcnberg descrive la interna sostanza o raccolta in una massa globosa ncl ccntro, o dal centro irrcgolarmcnte raggiante tiitto alio intorno verso la periferia, o piu spesso disposta in distinti glohicini consimili a quelli delle Melo- sire. Egli vide anche ( C. Patina ) una glandula globosa cd un' area diafana contraltile die crede appartenenti agli or- gani sessiiali maschili. II Kiitzing annovera venti specie di Coscinodisci. 59. AcTINOCYCLUS. " Indliidiia solitaria, libera; lori- » ca bivulvis silicea disciformis {brtviter cylindrica) cel- ?' hdosa ; cellnlae radiis pluribtis laevibus interruptae. 5» Septa interna nulla. >■> Nel saggio di niarna cretacea di Orano die io possedo, ed c quasi intieramentc costituito di Coscinodisci^ di Dittio- clie, di Melosire c di spicule di Spongillc, non mi fu possi- bile trovarc alcun AtUnociclo, bcnche siano in essa indicate ben sette delle ventiquattro specie di (jucsto genere. Cio rnanifesta soltanto una circostanza, die d' altronde e ben facile imraaginare, essere cioe nei varii punti della stessa formazione variamente scomparlite le specie ed i generi. Credo peraltro dover riferire due osservazioni die potreb- bero con uguale diritto applicarsi a questo come agli altri due generi precedente e susseguente. Frammezzo alle innumerevoli valve di piu specie di Coscinodisci piu o nieno regolarmente curve, se ne vedono molle di flessuose cioe variamente curvate; e tale variela di curvatura in valve fra loro perfeltamcnte simili in tiitti gli altri caratteri. Considcrando quindi che nell'y/. imdulatus \ sei apparcnti raggi sono prodotti da consimiie flessiiosifa, insorge nccessariamente il dubbio e che i due genei'i non siano sullicientemente distinti e che i caratteri desunti da - ^91 — quelle flessuosita non siano suflicienti a tlistinguere Ic spe- cie. Si presenta poi naturalmente al pensicro il paragone anclie sotto a questo aspetto dei Goscinodisci coi Compilo- disci e colie Surirelle flessuose. In qualche individiio esattamente riferibilc al Cosci- nodiscns eccentricus e che conserva ambedue le valve , scorgonsi cinque raggi incompleti che svaniscono intiera- mente, quando I'oggetto si alloiilani dal microscopio in modo da vederne la sola superficie. Arguisco da cio che quei raggi siano altrettanti setti interni. In questa suppo- sizione quella specie non apparterrebbe ad alcuno dei tre generi. Se non che, avendola Ehrenberg osservata anche vivente presso Cuxhaven nel mare del Nord, sembra im- probabile che quella organica condizione fosse sfuggita a cosi esperto osservatore, e si deve quindi supporre trattar- si di cosa diversa. Kiitzing dice e rappresenta i raggi perfettamente lisci, Ehrenberg invece, quanUinque non lo esprima nelle figure, li dice finamente punteggiati. In pressoche tutte le specie sono pure indicate delle aperture marginal i corrispondenti ai raggi. Nelle molte che I'Ehrenberg vide viventi la interna sostanza colorata c variaraente aggruppata in piii lobi pres- so al centre. 60. AcTlNOPTYCHUS. " Individua solitaria, libera, lon'ca » bivalvis silicta disciformis ( brcviter cijlindrica ) cellu- « losa ; cellulae radiis septisque internis radiantibus plii- » ribus inlerrtipiae. » Le belle osservazioni dell'Ehrenberg fruttarono intor- no ad alcune specie di questo genere ( duodenarius, sede- nariiis, octodenarim ) importantissimi particolari de' quali 11 Kiitzing non fa cenno alcuno. I triangoli, in cui e diviso — d92 — il disco dai raggi, compariscono alternamente piu chiari e pin oscuri, precisamcnte come avviene neW Jctifiocijclus jmduiatus, ovc qucll'apparenza e chiaramente prodotta dalla flessuosita della superficie. Nel mezzo di ognuno di quel campi triangolari corre una linea. I fori marginali corrispondono allc linee chc limitano i campi triangolari nell'^, sedenarius, a quelle invece che corrono longitudi- nalmente in mezzo ad essi nellV/. duodcnarius c nell'^. octodenarius, e i setti interni corrispondono sempre, se- condo I'EIirenberg, ai raggi che non terminano colle aper- ture. Dalle figure poi si rileva che 1' areolamento della SU' perficie si continua senza interruzione anche sopra i raggi, e che oltre le indicate aperture, scorgonsi pur quelle della faccia opposta che alternano colic prime. Ed avverte lo stesso Ehrenberg che accade percio una illusione ottica difficile ad interpretarsi. Regge quindi il sospetto chc un eguale numero di setti, ma alterni fra loro, si spicchino dalla interna superficie di amhe le facce, senza arrivare alia faccia opposta, e si a questi che a quelli spettino altreltante aperture marginali. Sembra che non tulte le specie abbiano la stessa strut- tura. In alcune almeno ( lernarius, scnarius, octodenarius) i raggi sono figurati lisci come negli Attinocicli; non e det- to che i campi triangolari siano alternamente chiari ed o- scuri, ne sono percorsi da una linea longitudinale, ed an- che intorno alle aperture marginali rimangono de' dubbi. Piiguardo alia interna organizzazione poco si rileva dalle osservazioni dell'Ehrenberg. Finalmente merita attenzione che le quattordici specie annoverate in questo genere non diversificano fra loro che pressoche esclusivamente per il numero dei raggi. Due so- le ( senarins, hexapterus ) avendone lo stesso numero pur — d93 — sono fra loro grandemente diverse. Tre hanno numero im- parl di raggi ( ternarms, quinarius, nonarius ), le altre tulte pari. La famiglla deile Coscinodiscee ( Coscinodiscus, Acti- nocychfs, Jctiyioptijchus) e, anclie a giudizio del Kiitzing, afline piu che ad ogni ultra a quella delle IMelosiree. \o cre- do siano pure da riguardare come affini aJ essa ed i Gam- pilodisci e le Surirelle flcssuose. 6J. LiTHODESMlUM. " hidividua a latere secundaria « triangula, lateraliter in corpus prismaticiim ariictda- » turn con\vncta. " I singoli bacilli sono fra loro congiunll da un corpo intermedio plii breve, nel quale I'Elirenberg osservo una superficie granulata, che egli dice apparirc soltanto ncgli individui giovani ed ancora pieghevoli quando si diseccano. Egli riguarda quella granulazione come un indizio del pro- cesso di ossificazione silicca. La unica specie di questo gencre (L. undnlatuni ) vi- veiite nel mare del Nord e ancora troppo poco conosciuta per escludere ogni dubbio sulla sua natura. G2. Ampiiitetras. ■>•> Individua a latere secundario >j quadrartgula, (depressa) ad avgula istlrmo molli concd' }•) tenata. Catenae brcviter stipitatae adnatae. jj Avverte lo stesso luitzing che le specie di questo ge- nera si potrebbero facilmente credere spettanti alle Istmie. L' unica differenza e quella su cui e basata la distinzio- ne della intera famiglia, la figura cioe angolosa delle facce laterali. Questo caratlere e in vero sommamente cospicuo, e, Delia raancanza di altri dati, puo egregiameute servire a distinguere i generi. Ma che da se solo esso basli a sepa- r. 25 — 194 — rare non solo faniiglie ma perfino ordini, difTicilmentc po- tra csscre acconsentito in una classificazione naturalc. 10 trovai la bellissima A. antidiluviana frammczzo agli csemplari di Biddidphia (luincjud ocularis del Calvados favorilimi da Brebisson. Merita altenzione la fascia liscia chc attraversa nel scnso della lunghezza il bacillo. Qualche volta essa manca, tal altra 6 doppia ed anche tripla. L'a- reolanicnto ha un aspelto diverse da qucllo dei generi vicini: esso senibra prodotto da minute papille sporgenti. Evidentissime poi sono Ic ampic aperture rotonde in corri- spondenza ad ognuno dei rpiattro angoli delle facce secon- darie, descrilte dall'Elirenbcrg ed omesse dal Kutzing cosi nella descrizione come nella figura. 11 Kutzing non avvertc dietro a quali dati riferisca qual sinonimo dubbioso di questa specie la Istlvmia vcsci- cnlosa dcll'Agardh, la quale, dalla descrizione che ne da quel- rautorc, sembra piuttosto essere una Desmidiea. Nella raia monograiia delle Desmidice (1840) io avevo riguardato quella specie come tipo del genere che ora fu dal Kiilzing denominato Isthmosira. Non n\' in)battci per anco nella J. adrialica, reccn- Icmente publicata dal \\\\\i\u^{Pliucol ogiagerma7iica p.i i5), la quale per la forte sporgenza degli angoli vie meglio si avvicina alle Istmie. E da notare per altro che quella sporgenza varia mollo anche nella precedcntc specie come lo avverti I'Ehren- berg, ed io slesso osservai nei succitati csemplari. Molto distinta invece sembra dover essere l' altra specie {J. pa- rail da), la quale non fu trovata finora che fossile. 05. Amphipentas. ^ Individua pentugona. >•> Ambc le specie di (jucsto genere sono di dubbia natura. — -195 — Raccogliendo quindi quanto e riferibile alia fami- glia delle Angulifere {Lithodesmium, Amphitetras^ J7U- phipentas), non si puo die ripetere cio che fu superior- mente avvcrtito del secondo di que' generi. II primo e iii- certo riguardo alia iiatura, ma in ogni caso non saprebbe avere alcuna aflinita col secondo. L' ultimo ha almeno una qualche somiglianza nell' esterno aspelto. Le due faraiglie (Coscinodiscee, Angulifere) costitui- scono I' ordine delle Disciformi. Non so qual caraltere pos- sa avere indotto il Kiitzing a questa unione, mentrc il nome stesso della seconda famiglia contraddice quello dcU'ordine. lo credo che le Coscinodiscee non possanodisgiungersi dalle Melosiree, e che le Angulifere, esclusone il genere Lithodes- mimji, debbano riunirsi alle Biddulfiee. 64. Tripodiscus. >•> Individua singularia'^- libera? lo- >3 rica bivalvis discoidea circularis, in -utroc/ue latere (*e- » cundarid) tribus processubus appendiculala. !■> La unica specie di questo genere che coslituisce da se sola la famiglia delle Tripodiscee non diflerisce cssenzial- mente dai Coscinodisci che per tre brevi appendici spor- genti da ciascuna delle facce laterali, tubulose e terminate in apertura. Ehrenberg sospetta anche la prescnza di altre minori apei'ture marginal!. L'areolamcnto della superficie c nella figura espresso cosi complicatamente da far credere com- plicata anche la organica condizione che da quell'apparenza. 63. IsTHJlFA. 55 Individtta trapezoidea vel rhomboidea, J5 compressa cellulosa, zona transversali ex cellulis tnino- « ribus formata notata, adnata, stipitata, istli7uis viajori- « bus in catenas subramosas irregulares coiijuncta. Di- >■> visio oblique transversa. ?' -- 196 ~ La coniplicata sinoniinia clelle due specie ili qnesto genere {cnervis, nervosa) giustifica il nuovo nome iniposto dal Kiilzing alia seconda di esse. La Conferva oblk/uala dl Smith sjictta alia prima, c fu ([uindi I'EIircnbcrg chc erro daiulo ad cssa iin nuovo nome specifico {cnervis). L' altra rcslava a dcnominarsi, cd il kiilzing con pieno diritlo la cliiamo I. nervosa. Per legge (juindi di sinonimia dovrcbbcro restarc i due nomi obliejuata c nervosa. Le costo longitu- dinal! di qucsla seconda sono afl'alto estrancc alia superfi- cie; esse sporgono leggermeiUe nella interna cavita. Si ncl- I'lina die nell'allra la membrana cellulosa silicea della parte mediana persiste mcntre nello inlerno avvicne la formazio- ne dclle due nuove valve latcraii, chc completano i due in- dividui provenicnti dallo sdoppiamcnto. Questo processo ri- corda quelle dclle vicnantee e si avvicina alia reduplicazione delie Dcsmidiee. La zona trasversalc rappresentala dal Kiitzing nella porzione mediana non e coslantc ne regolare. lo la credo prodolta dalla permancnza di qualche porzione della mem- brana cellulosa silicea esterna, che si lacera nello sdoppia- mcnto. Puo rcstarnc una porzione nel mezzo, mentre le estremita laterali ne sono denudate, o viceversa restar denudata quella e coperlc questc. llimane tuttora a sco- prirsi come avvenga la Ibrmazioue delle due nuove valve, se esse si organizzino in sito, oppure sporgano poco a poco dalle valve compagne, alle quali sono Hn dal prin- cipio contiguc, non isviluppandosi che conseguentcmcnte I' anello intermedio come nelle Melosire. L'istmo gelatinoso che insieme congiunge gl'individui, e lo siipitc col quale la intcra catena e alTissa, sembrano te- stificare la presenza di una membranella estcriore gelati- nosa. — i97 — 66. Odontell.4.. » hidiv'idua laevia compresso-icre- » tiuscula 9ne.(Uo fasciata utroque apice cornubiis binis la- » ieralibiis instrucla et concatenata, adnata. « Costrello dalla mancanza di esemplaii a limitare il mio esame a quella sola (Jclle cinque specie di (|uesto ge- nere, dclla quale traltai supcriorinentc in proposito dclla mia Plcnrosira thcrmaJis, non posso die iiisistere su cio che in quella occasione asserii. Gl'individui d^AV Odonletla polymorpha hanno lume ellittico ncl mezzo, ed alle estre- mita sono cosi compressi nclla dirczione del diamctro niag- gioredi quella cllissi, che, vedulidi fiancOjprescntanoun canto oltuso nia lineare. Evidenlissinii poi sono i processi lateral!, mcrce i quali gl'individui sono fra lore concatenati. La diffe- renza quindidi questa forma da quella della Plcnrosira ther- malis e dclla P. Baihyi e grandissima. Altra difTerenza pure rilevante esistc nella congiunzionc dell'anello mediano colle due valve laterali. j\ella mia Pleurosira v' e d' ambi i lati grosso e distinto canalctto circolarc cvidenlemente spor- gente nella interna cuvita,ccorrispondente ad uneslcrno sol- co. Nella Odontella invecc non csisie no solco ne sporgenza; dubito pur anche se vi sia un sottile canalctto. Ugiialc condizione poi esiste nell' una c ncll' altra riguardo ai delicali punli del guscio, die il Kiilzing dice di aver omes- so nella sua figura della Odontella, essendo essi assoluta- mente riferibili alia interna sostanza come nelle Melosirce. 61. BwDVLViux.if Individtia concatmata, punctato-cel- » hilosa, {cellulis in Ihieas rectas trans vers ales ordinatis) » utroque latere obtuse dentata, [doitibus marginalibui •5 majoribus), septis transversalibus internis loculosa. » La interna cavita non e punto divisa in dislinte log- ge trasversali, perche i setti lungi dall'essere compleli, non - d98 — isporgono nnzi che hen poco. La loro sporgenza maggiore corrisponde alle estremiti del bacillo, e di la cssi vanno as- sottigliandosi verso i margini delle valve lateral!, alle quali esclusivamenle appartcngono. Un consimile orlo rilevato nella interna cavita limita pol anche i processl lateiali, mer- ce i quali i bacilli sono fra loro concatenati. Ciasciino di que' process! termina con uno spigolo acuto, cd ha percio forma trigona e coUocazione oMiqua. Le facce termiuali ( laterali riguardo alia catena ) so- no plane o presentano (igura ellittico-allungata, attraversata, parallelamente all' asse minore, da due linee che segnano la congiunzione delle due valve laterali col corpo media- no. A quelle linee corrisponde alio cstcrno un profondo solco che vedesi chiaramente negli spigoli, e nello interno un cercine sporgente a guisa d' incompleto diaframma a lembo circolare. La forma quindi dei bacilli e grandemente diversa da quella indicata dal Kiitzing, che li rappresenta come cilindroidei schiacciati. Essi sono invece pressoche pa- rallelepiped!, e quando sono ancora fra di loro unit! dalla membrana cellulosa silicea estcriore, che piu spesso o me- no incompletamente persiste, costiluiscono un lilo prisma- tico quadrangolare. Quando sono liberi, le estreraita sono assotligliato-rotondate e lobate secondo 11 numero delle incomplete logge. Le due facce primarie poi non sono plane: esse presentano delle rilevatezze e depression! trasversali in corrispondenza alle suindicate logge. I proccssi laterali so- no denudati piu o meno completamente della menibranella cellulosa, e sono fra loro congiunti nella concatenazione da un cuscinetto limitato da linea precisa all' esterno, irrego- lare invece verso I'interno. Lo sdoppiamento avviene anche in questo genere co- me nei precedent!. Merita osservazione il doppio legamento — -199 — che rimane a congiungere il lobo mediano di ambe le facce di ciascuna estreinita col corrispondente del vicino bacillo, legamento che nel successive allontanamento si spezza nel mezzo mantenendo la sua rigiditc^. Abbiamo neU'Adriatico le due specie quinquelocularis e tr'docularis. lo riferisco alia secoiula una forma a bacilli minori e moltoallungati, che credevo dapprima una nuova specie e come tale comunicai al Kiitzing, il quale la credet- te invece appartenente alia (juinciuelocularis. Note questa circostanza per far avvertire una importante condizione organica. Quando i bacilli sono vuoti e diafani, vedonsi fa- cilmenfe per Irasparenza anclie le coste della faccia oppo- sta a qnella che si osserva, e specialmente le due estreme, che corrispondono alia grossezza minore e si possonoquindi vedere contemporanearaente a quelle della faccia antcriore. Si aumenta allora apparenteraenle di due il numero delle cosi dette logge. Cosi avviene che la quinqtielocularis Simu- la alle volte la septcmhcularis. II Kiitzing ascrive a questo genere come specie dub- biosa anche la Dentkdla Fragilaria di Ehrenberg. Nella (juinquelocularis io vidi qualche bacillo spezza- to in corrispondenza alia congiunzione delle valve laterali colla cintura mediana, e circondato da alcuni (4 — G) cor- puscoli poliedrici di diametro uguale ad un quarto di quello del bacillo e di struttura cellulosa, aderenli al margine di quella spezzatura. Finalmente non possiamo a meno di ricordare la Isth- mia nervosa la quale ci sembra non diflerire dalle Biddulfie che per la figura trapezoidale delle sue facce primarie. G^.Zygocekos. >i Individua libera? cotnpressa nfr?nq?ie " corniatlis duobus perforates insfructa, non concuienata.^i _ 200 — Lc due specie di questo gencre (Z. Snrirella, Z. Rhombus) furono osservate vivenli dall'Ehrenberg, il quale Ic vide sempre liberc, c stabilisce quindi principalmenle sulla niancanza di stipilc c di congiunzione catcniforme la dislinzione generica dalle Biddulfic. Egli nota anchc la fascia mcdiana liscia che paragona a qnella delle Meiosire. Avuto riguardo alia, fignra romboi- dalc della sczione e agli ampii fori tcrminali dei due pro- cess! lateral!, regge moUo p!ii davvicino il confronlo col ge- iiere Amphhctrus. Nella marna cretacea d! Orano vidi un frammento che non mi saprei a qual allro genere di Diutomcc meglio rac- vicinarc. Era un corpo oblungo con tre lobi da cadaun la- te e due lobi con ampio foro circolarc allc due cstremi- la. L' area corrispondente ai due lobi mediani niaggiori e piu sporgenti era divisa dalle allre due mcrce due linee molto pronunciale, c la supcrficie era tutta rcgolarmente arcolata. La famiglia dclle BidJulfice ( Isthmia, Odontdla, Bid- diilphia, Zijgoceros ) non ha aflinila, secondo Kiitzing, che colla segucnle (Angulale). E nclla lettera succilata cgli mi comunicava il suo pcnsicro di riunirle alle Tripodisciee. lo richiamo qui alia mcnioria cio che dissi del genere Jwphi- teiras c della famiglia delle Angulifcre che, esclusone forse il genere JJihodcsmium, mi sembra streltamcnte collegar- si alle Biddulfiee. Se poi csiste realmcnle affinita anche col- le Tripodiscec, come vuole il Kutzing, quel ravvicinamcnto potrebbe indicare il passaggio alle Coscinodiscce e quindi alle Mclosiree. Riguardo alia interna organizzazione dclle Biddulfiee, rileviamo dalle belle osservazioni di Ehrcnberg csscrvi sem- pre una soslanza colorata disposta in lobi, ch' egli crede — 201 — rappresentanle le ovaie, in mezzo al corpo trasparente eil incoloro. G9, Triceratium. » Individua libera , lorica bivalvi 5> triangnla silicea) in utroque latere tridentata vel corni- » culata, non concatenata. j? La perfelta somiglianza delle facce primarie e le am- ple aperture dei tre process! nelle secondarie rendono que- sto genera precisamente intermedio fra le ATuphitetras ed i Zijfjoceros, ne si saprebbe in vero comprendcre come il Kiitzing potesse coUocarli in tre separate famiglie e perfino in due ordini distinli. Riguardo al'e minute aperture che 1' Ehrenberg accenna come incerte, nella congiunzione delle valve laterali colla fascia mediana, si puo supporre ch' esse siano apparent! come nelle Biddulfiee, ove certamente non esistono. Delle quattro specie finora descritte, due [Faims, siriolaUim ) furono dall' Ehrenberg e dal Sonder osservate anche alio state vivente nel mare del Nord, Al pari dei Zugoceros, anche i Tricerazii si separano corapletamente nello sdoppiamento e non formano percio serie cateniformi come le Ampbitetras. Godono anche di piu decisa mobilita. Questo caraltere per altro non mi sem- bra di tanla importanza da poter per esso solo fissare i li- mit! dl famiglie distintej e lo stcsso Kiitzing che propone un'apposita famiglia (Angolate) per il gencre Triceratium, comprese i Zigoceri in quella delle Biddulfiee, ove la con- sociazione cateniforme e tanto preponderante. 70. AcTlNiscus . jj Individua solida siticea radiata " stellam aemulantia. » Benche, oUre alia specie esclusivaniente fossile ( A. Stella) omessa dal Kiitzing, una dellealtre due sia stata r. 26 — 202 — dall'Elirenbcrg osservata anclie vivenlc [J. Peutasterias) e r altra escliisivanienle in qiiesto stato ( J. Sijrlus ), pure non si ha inlorno alia organizzazione di questo generc al- cun ilato posilivo. 71. Mesoceiva . Individua libera solitaria, annuluni J5 circularem ant angulosum, saepe spinesctntem refe- " rentia. " Non si puo che ripetere anclie intorno alle cintpie spe- cie di qiiesto genere cio die si disse degli Aiiinisci. 72. DiCTYOCHA. -5 Individua reticulata spinosa libera " solitaria. « Indipendenlemente dai caratteri dislintivi delle dieci specie (una nc aggiunse il Kiitzing, la D. gracilis); quali me- ritano attenzione per le variety nella forma, la grandezza, la proporzione, disposizione e perfino il x\\\vi\QVo{D.aculeata, D. trifcnestrata) delle maglie, come anclie la prcsenza e lun- ghezza delle spine, gia avverlite dall'Ehrenberg, sono poi pre- ziosissime le osservazioni dell'aiitore stesso su alcune di quelle specie ( aculeata, speculum. Fibula) die pote studiarc vl- venti, Risulta da queste che 1' animate e molle, ed afTatto cslcriore al corpo silieeo che porta alia superficie, quasi fos- se uno scudo dorsale, come fanno le Arcelle del loro guscio calcare. Benclic manchino tultora osservazioni per dimostrare conume a tutta la famiglia delie Attiniscee {Jctiniscus , Mesocena, Dictijocha) la organizzazione verificata sollanto in alcune specie di questo ultimo genere, pure la si puo sup- porre tale per analogia. Di fatti non si saprebbe altrimenli intcrprctare la struttura di quegli esseri, se non che sup- ponendo csleriore il corpo dell' animaletlo. — 203 — E quanlunque ben poco si conosca dclle Diltioche, pure cio e piii die sufliciente a (Hmoslriire un tipo orgu- nico non solo aflfatto diverse da quello delie altre faraiglie comprese nel medesimo ordine (Appendiculate) e nella me- desima tribu (Areolate), ma bensi dal tipo di tutte le altre Dialoinee, Id credo che qualunque sia il rango die attribuire si voglia al gruppo delle Diatomec nella serie zoologica, la prima divisione quella debba essere delle Diatoraee vere e delle Attiniscee. Anche nello stato attuale della scienza si possono caratterizzare le prime come completamente lori- cate, le seconde ridotle nel dermoscheletro alia presenza di un semplice scudo dorsale. E bensi vero che in al- tre classi di animali (p. e. ne' Molluschi) i caratteri desunti unicamentc dal dermoscheletro non hanno un cosi clevato valore tassonomico. E fosse pure che si arrivasse a basare la classificazione anche delle Diatomee sui particolari del- I'intima struttura organica, ma fino a tanto che cio non si consegua, io repute che, almeno come provvisorio, quel carattcre si dcbba avere per principalissimo. L' ordine dunquc delle Appendicolate ( Tripodisciee, Biddulflee, Angolate, Attinisciee ) e quanto altri mai ar- tificialissimo, ed anche come tale insussistente. Per lo stesso titolo che vi sono ascritti gli Zigoceri ed i Tricerazii vi si dovevano pure ascrivere le Jmphiietras e le Amphi- ptntas ( se sono vere Diatomee ). Le Biddulfiee coslitui- scono un gruppo naturalissimo quando vi si uniscano le Angulifere, escludendone il Litodesmio, e le Angolate. Re- sterebbe qualche dubbio per il genere Odontella attesa la mancanza di areolamento del guscio. II Tripodisco poi re- stercbbe intermedin fra quel gruppo e le Coscinodiscee. — 20i — Intieranicnte cscliise finalmente ne sarebbero, a mio cre- dere, le Altiniscee. La intera tribii dclle Areolatc ( Discifornii, AppcnJi- colate ) sarebbc cosi ridotta ai tre soli griippi ( Coscino- discee, Tripodiscee, Biddulfiee), ai quali rcalmente compele quella denominazione. E qui non possiamo a mono di ad- dtirre alciinc considerazioni sulla organica condizionc cbc vi da origine. Nolle Biddulfiee la struttura del guscio scm- bra evidentemente cellulosa. Nolle Coscinodiscce la avo- vanio supposta tale dietro ai fenomenl ottici cbo presenta, ed il confronto conferma quella supposizione. Coiifron- tando ora la tribu delle areolate coUe precedenti solto que- sto punto di vista, ed indipendentemente dalla natura ani- niale o vegetale delle Diatomee considerate nnicamente come esseri organicij ci troviamo ridotti necessariamcnte ad un dilemma. 0 il guscio deHe areolate ha una strut- tura afTatto divcrsa da quello dclle allre Diatomee, o il guscio di queste ha pure una struttura composta, che sfugge all' occhio, anche armato dei piu possenti mezzi d' ingrandimcnto, atlesa la minutezza e tenuila delle parti olementari. Alcuno forse intendcrebbe cludere la queslio- ne ammettendo che quel guscio altro non sia che un prodotlo di secrezione. IMa, oltre che i prodotti delle se- crczioni sono cssi pure vlventi, cioe organizzati e suscet- tihili di iilteriori modificazioni organiche loro proprie, come superiormentc accennammo, in qualunque modo e nocessario ammettere una organizzazionc particolare nell' organo secernente perchc i suoi prodolti assumano con- figurazione e tessitura particolare. Sia dunque che s' in- tenda limitalo il poterc vitale ed organic© alia sola so- stanza molle od esteso anche alia solida, viene ad essere pur sempre la stessa cosa, particolarita cioe di organiz- — 205 — zazione. La dlfTercnza si riducc tutta alia costituzionc inolle 0 solida, nc questa isolata conJizionc giustifica, a mio credere, la essenza minerale dt un tessuto che non ofTre caraltcre alcuno ne di cristallizzazione ne di deposizione inorganica. Fra le due discordi opinion! superiormente annun- ciate io credo si debba ammeltere quella che suppone per analogia uguale struttura eleraentare nei gusci di tutte le Diatomee. Ed in vero la presenza delle strie, dei punti, delle deprcssioni e delle rilevatezze manifesta in molte, anclie delle non areolate, una struttura non uniforme ne continua. Troviamo poi die, indipendenteraente da quella condizione, molteplici rapporti di correlazione conncttono i generi della ultima tribu ad alcuni di quelli delle due precedenti. Le Odontelle sono a buon diritto postc dap- presso alle Biddullie ed alle Istmie benche non abbiano il guscio areolato. E se e innegabile una decisa affinita organica nel complcsso dell' organizzazione di cotali es- scri, e pur ragionevole il supporre che, anche nella strut- tura di un organo ad cssi coniune, le difTerenzc siano prodolte unicamente da leggera modificazione nelle for- me e principalmente nelle dimensioni degli element! or- ganici. Rimanc a deciders! quale sia questa struttura. II gu- scio delle Biddulfiee sembra un tessuto cellulare sempli- cissimo. Mancano e vero sufficient! osservazioni sulla sua originc, formazione e sul successivo accrescimento, ma finche nnn si abbiano dirette osservazioni che lo smentiscano, devesi necessariamente ammettere per tale. Consimile qulnd! sara pure quelle delle altre Diatomee, il quale ci apparisce bene spesso come semplicissima lamina vitrea uniforme e con- tinua, ma quella sua apparenza proviene forse dalla minu- — 206 — tczza dcllc cellule chc lo costituiscono, o dalla completa loro ostruzione e dalla perfetta contiguity. Qualunquc sia la strultura del guscio dellc Arcolate. non la si potra certamcnte giamniai riguardare come ap- partencnte alia paretc di una ccllula. Eppure nclla sup- posizione della vegetalita, e del rango inferiore chc le Dia- tonice occuperebbero nclla classe delle alghc^ si deve amraet- tere anchc per qucste come per tuttc le altre la medesima condizionc di una seniplice ccllula. Che in un sistema, ove la distinzionc delle cellule monogonimiche, poligoniniiche e celogonimiche e recata ad un altissimo valore tassononiico, un carattere d' importanza tanto maggiore non potrebbe cosi di leggeri essere trascuralo. Lo studio dcgli esseri microscopici olTre dilTicolt^ niolto maggiori che quello delle parli microscopiche degli organlsmi maggiori. Le idee che noi ci formiamo abitual- mente del grandc c del piccolo sono relative alia portata de' nostri sensi, c chi piu aguzza questi sensi col sussidio dei fisici strumenti, piu estende a lontani confini la rela- zionc di quelle idee. Si giunge per tal via a persuaders! che nella natura nulla esistc di assolutamente grande ne di assolutamente piccolo. I piu minuti organismi non sono quindi sempre i piu semplicemente costrutti, e la orga- nizzazione loro sfugge molte volte a qualunquc mezzo di osservazione. Deriva da queste considerazioni che nello stu- dio degli esseri di una data famiglia o classe giova gran- demente presceglierc quelli chc presentano maggiore com- plicazione di struttura, perche il loro confronto puo svelare la organizzazione che gli altri ascondono in una mentita semplicita. Nelle tre Iribu fin qui esaminatc (Striate, Vittate, Arco- late) ripartisco il Kiitzing tutte le Diatomee, che cgli crede — 207 — formare una sezione della prima fra le due class!, nclle quali divide la somma delle alghe. A chi consideri che in qiiella medcsinia classe sono compresc anclie lo Chare, non rechera ccrtamentemeraviglia quel ravvicinamcnto. Ma senza far calcolo ne del graJo ne del posto da attribuirsi al grup- po delle Dialoinee nel regno organico, ed attenendoci unl- camentc alio csame della ulteriore ripartizione loro, io cre- do che le adJotte osscrvazioni possano valere a dimostrare, che nelle tre proposte tribu si hanno sraembramcnti ed associazioni non naturali. La stessa conclusione vale pure rispetto ai sei onlini (Striate astomatiche e stomatiche. Vit- iate astoaiatiche e stomatiche, Areolate disciform! ed ap- pendicolate), nonche alio ulterior! division! dei due prim!, desunte dalla continuita od interruzione delle strie e dalla presenza di una o di due aperture stomatiche. Molto piti naturalmente invece troviamostabilitc le diciannove famiglie (Eunoziee, Merldiee, Fragilariee, Melosiree, Surirellee, Coc- conoidec, Acnantee, Cimbellee, Gonfonemce, Naviculee, Lic- moforee, Striatellee, Tabellariee, Coscinodiscee, Angulifere, Tripodiscee, Biddulfiee, Angolate, Attiniscee), intorno alle quali abbiamo veduto che nello stato attuale della scienza poch! canginmenti sarebbero pienanientc giuslificati. Tal! mi sembrano i seguenli: la riunionc delle Meridiee alle Fragilariee; la separazione del genere Licmophora dalla fa- miglia che ne porta il nome, per avvicinarlo alia Bacillaria ed alle Sinedrc nella famiglia delle Surirellee da studiarsi di nuovo comparativamente con quella delle Naviculee per decidere della presenza, costanza e del valore del carattere delle aperture mediane che solo vale a separarle ; il con- fronto solto alio stesso punto di vista delle Licinoforee, esclusone il genere Licmofora, colle Gonfonemee : la neces- saria fusione in una sola delle due famiglie Striatellee e — 208 — Tabellarice, essendo assolutamente falso il caratlere (lell'a- pertura mcdiana clato come distintivo della seconda, colla separaxionc del gencrc Terpsinoe (\\rd\ tipo distiiito; il tra- sporto dellc Coscinodiscee e probabilmente dclle Tripodl- scce fra Ic Mclosiree; raggruppamento delle tre faraiglie Anguliferc, Biddiilfice c AngolalCj escUidendone come Incerto 11 Litodesmio e lasciandovi il genera Odontella clie dimo- stra raffinita dellMntero gruppo coUe Melosiree; finalmentc la decisa separazionc delle Attiniscce da tutte le altre Dia- tomee. Ammessi ques ti mutamenti e concessa tulta la esten- sione al principio di iKni accordare assokito valore ad al- cun carattere prcso isolatamcnte, le Dialomee si divldereb- bero in due sezionl: le Altiniscee e le altre tutte che si potrebbero comprendere col nome di loricate, a mcno che non si riconoscesse che le prime non hanno realmente al- cun legame di parentela colle scconde, da quello in fuori della natura silicca del dermoscheletro. Nelle loricate sareb- be subito a separarsi il genere Terpsinoe dagli altri tutti, i quali potrebbero ridursi in otlo sole famiglie: \. Eunoziee, 2. Fragilarice (riunendovi le Meridiee, le Striatellee e le Tabellariee ), 3. Melosiree (comprese le Coscinodiscee, le Tripodiscee, le Anguliferc, le Biddulfioe e le Angolate ), •4. Cocconoidee, 5. Acnantee, G. Cimbellee, 7. Naviculee (con tutte le Surirellce), 8. Gonfonemee (in unione alle Licmotbree meno il genere Licmofora). Queste famiglie poi si potrebbero forse separare in due gruppi secondo che la temnogenesi av- viene per scmplice deduplicazione (Eunoziee, Fragilariee, Naviculee, Gonfonemee, Cimbellee e Cocconoidee) o con re- duplicazione (Melosiree e Acnantee). lo non credo per altro che qucsta distinzione sia cosi essenziale come potrebbe ap- parirc, giacohe anche in questo caso mi sembra che la cvi- — 209 — dente complicazione del processo nel secondo gruppo ma- nifesli, clie tale e pure quello apparentemente semplice del primo. Di fatti e pur senipre necessario, che si organizzino le due nuove valve lateral! del due indi\idui anche nelle piu semplici Naviculee, e 1' allontanamento delle due preesi- stenli precede sempre lo sdoppiamento. Non mi scmbra quindi che si possa intieraraente convenire coll'Wirenbcrg in cio ch' cgli adduce a distinguere il processo dello sdop- piamento dalla rigencrazione e dalla riproduzione. Non si puo dire che nulla manchi la dove apparisce la formazione delle nuove valve, e che da essa sia operata la divisionc. La divisione e di lunga mano gia predisposta, e la persistenza delle due valve esteriori non mi senihra suflicientemente provare , che avvenuta non sia una totale rigencrazione dei due nuovi individui. Ne alcuno puo dimostrare, che non avvenga riassorbimento di sostanza organica e locale ripri- slinamento di organizzazione. £ poiche Ic nuove parti che compariscono cangiauo essenzialmente I'iiulividuo, e punto non appartengono al suo individuale accrescimento, come saggiamente riflette 1' Ehrenberg, da cio appunto conse- gue, che previamente abbia cessato di fruire una vita in- dividuale. Se non temessi di sembrare troppo trascenden- tale, io confronterei il progressivo sdoppiamento delle Dia- tomee col successive sviluppo della gemma terminale delle Sertulariee. Essa si sdoppia in due organismi, che in di- mensioni minori potrebbero apparire pressoche uguali;ma uno di essi gode vita individuale, I' altro invecc ulterior- mente si sdoppia e cosi indefinitamente. Per cio che spetta e al rango ed al posto daaccordarsi alle Diatomee nclla classificazione zoologica, risulta dalle osservazioni fin qui raccolte nulla polersi asserire di pnsi- tivo. IVessuno quindi avrebbe diritto di contraddire alia F. 27 — 2i0 — opinioiie autorevolissinia dell'Elirenlierg, che le ascrive alia classe (legrinfiisorii poligastrici (I). Schiari-menti. Alia pay. 4i. Senza entrarc nella polemica, pure per diiiioslrarc la granJe stiina che professiamo al Riitzing, credianio necessario aggiungcre qualche parola, affinche non sembri o che vogliamo cludcre la qiiestione, o che non facciamo calcolo delle ragioni di quell'esimio aiitorc. « Non }•> esistono in natura netti [scharfe) confmi fra le specie, le " class! e i regni, e I'averli teoricamente ammessi condusse " a rigtiardar come piante alcune forme animali inferiori, » c cnme animali alcune forme vegetal!. La fissazione del j» confini fra i duo rcgni organic! e tuttora un problema. " Dove cssere esclusa ogni metafisica dallo studio della na- » tura, nel quale non si puo progredire che per la via em- >•> pirica, e quindi dobbiamo attenerci a quanto si vede, si (i) Heceiitcnieiue pubblico il Iviitzing (Bolanistlie Zeitung 3 aprile iS'iG, n." i4 pag. 247) alcune nuove Diatoniee scoperle dal Brebisson a I'alaise. Un Acnanliclio, un Gonfonenia, due Navicnlc, una Ceraloneis, due Miiedie e un uuovo geneie ap|)aitenenlc alia fainiglia delle Striatellee: PLEURODEsmuM. (c Trichoma arliculalitm fasciaejbrme. Arlicidi plani " saepc geiiiinaii, fascia tralisi'trsali media hyalina nouui, fx sulcis longilu- )i diiialibiis, obsolete ptiiictalis [pcrforatis?) costalij costis rugulosis ». E cosi conipletalo il nuniero del settantadue geneii pioposti (nella pre- cedejite enumerazione il Kutz.ing oniise per enore il nunicio 4y), e lecato ad t'llre ottorcntK i|ucllu delle .specie, (Nrita posleriore). — 2H — ?5 osservii e si comprende. " Quest! pensieri espressi dal Kiitzing ( Ueber die Venvandlung der Infusorien in nie- dere J/geiiforme)i: Vorwort) sono pienamente logic!. Ma non e legittiina la conseguenza che 1' autore stesso ne de- duce, doversi amniettere un punto coinunc di partenza per i due regni. Se e assurdo 1' ainmettere risoluto il probiema positivainente, lo c altrettanto 1" ammettcrlo deciso negati- vamente. Le contraddizioni, alle quali cgl! accenna, come prodottc dalla falsa supposizione della esistenza di un iimi- te fra i due regni, appartengono agli autori o ai libri e non alia scienza. L' esempio stesso dei cigli vibratili della Suri- rella Gem??ia (Elirenberg) e delle spore della Vauchcria clavafa (Unger) ha la sua risposta nelle osservazioni di Siebold. Tutte le osservazioni sulla mobilita degli sporidi! delle Alghe inferiori, delle spore delle Yaucherie, dei zoosper- rai degli Sfagni, delle Care, delle Marchanzic, delle Felci e perfino delle Fucacee altro non dimostrano se non che gli csseri vegetal!, in cerli stadii del loro sviluppo ed in certe condizioni, godono essi pure di una mobilita che Simula la animale. Che la complicata organizzazione animale scoperta dall'Ehrenberg in molt! dc'suoi infusorii poligastrici noD sia riconoscibile in alcuni, che per analogia si ascrivono al- ia classe medesima, e un fatto positive : raa da cio punto non deriva, che si debbano o riguardar come animal! quegli sporidi! e spore di alghe, che, oltre al mancare di quella organizzazione, nianifestano poi col loro successivo svilup- po la evidente natura vegetale, o negare animalita agli altri csseri ne! quali esiste quella complicata organizzazione. La raoltiplicazione per divisioue, o con altre parole la temno- genesi, non e esclusiva degli animali, come credeva I'Ehren- berg. A buon diritto la si amniette anche ne! vegetali. Ma il processo organico [)el quale essa si compie e poi lo stesso — 212 - nci due regniV So il canttcrc coDsiderato nclla sua genera- lifa lion puo sorvire alia distinzione, altro non ne dcriva se non die la nocessita di sdulii ulterior! per rilcvarne le par- licolai'ita. I Closterii c lo Desmidiee sono in generale piante e non animali. Wello stato attuale della scieuza siamo ohbji- gali ad animeUerc fpiosta proposizione. La strultiira orga- nica, i fcnomeni fisiologici, la storia dello svihippo, i matc- riali cliimici chc contengono, manifestano in ipiegli csseri pcrfetta corrispondcnza con allri, die solto lutti i lore a- spetti si coniprendono ncl concetto astratto di pianla. Cio invece ch'essi presentano di coinune cogli esseri evidenle- inonte animali non 6 chc una apparcnza o tutto al piu una somiglianza di forme estoriori. Ehronberg si illuse su quella apparenza, e guidato da quella fallace somiglianza, credette scopriro anche nclle Desmidiee quelle niedcsime parlicolarita organichc chc dimostrano V animaliti\ di altri esseri. Cosa se ne deve dediirrc? Che anche il piu accurate osservatore c r uomo di gcnio possono crrare. Ne cio potra niai scemar- ne il merito, o rendere meno importanti i hencfizii ch'egli rese alia scienza. II danno non ridonderebbe che su colore, i quali schivi alhi fatica dell'osservare, si accontcntane della autorita del maestro e ne abl)racciano indiffercntemente cosi le vcre scoperte come gli erroii. Grazie al cielo I' epo- ca dell'autorita e tran>ontata, e chi vi si aggioga erri pure con pace, che per (piesto la scienza non avanzera nieno, ed anzi da (juegli errori stessi essa potra trarre vantaggio. Dallo studio delle Desmidiee e dal lore confronto cogli ani- nuili derivarono gia nozioni preziose sulla intima struttura dei vegetali. Le bellissime osscrvazioni di Flotow sull' essere da lui denominate Jlaematococctis phivialis sembrano dimostrar- — 213 — ne la natura auimale. Ne la comparsa di alciine alglic ( iliiv tro le figure giudicate ilal Kutzing Ulothrix tenerrlma, U. tenuissi??ia, Gloeodictyou viride ecc. ) nel vaso ove da qual- che tempo giaceva immerso nell' acqua il preteso Emato- cocco, dopo qiiattordici mesi di diseccamento, puo certa- mcnte dimostrare ch'cssc rappresentasscro udo stadio di- verso di esistenza di (juel medesimo csserc. Se cio fosse converrebbe dedurne, che,a nialgrado di tuttc le apparenze di aninialita, quell'Ematococco realiiicnte altro non era chc il gcrnie di (juelle alghe e quindi vegetale. A qiiesta conclusione appunto guidano le ancora piii esalte e preziose osservazioni del Kiitzing sulia inelamorfosi della Microghna tnonadijiu in Ulothrix zonata e del Chln- midomonas Pulvisculus in Sujgcodonmm stellarc. Potreb- be taluno muovcre il dubbio, che i globicini, dai quali si svilupparono i fili di Sligeoclonio, non fossero precisamenle quelli stessi che prima si muovevano, aveano il punto rosso e I'appendice cigliare; ed invece o vi fossero previamente me- scolali, e per la soniiglianza neU'esterno aspetto con quelli si confondessero, o fossero solo posteriormente comparsi. Ma ammcsso anche che si trattasse assolulamente dell' es- scre riguardato dagli autori come animale e deuominato Ch Iain id 0772 onas, e che precisamenle da esso traesse la sua origine lo Sligeoclonio, le couclusioni di questo fatlo devo- no ridursi alle seguenti-: godere i germi dello Sligeoclonio di movimenli simili agli animali; essere essi fornili di un pun- to rosso simile all' occhio degl'infusorii; avere anche lal- volta un ciglio terminale; tal allra un' area diafana od una apertura colla quale si fissano per vegetare ; e il cre- duto Chla)7udo77ionas Pulvisculus altro non essere che il germe dello Sligeoclonio. In quanto agli altri organismi si animali che vegetali ( Telraspora, Palmelln botryo'ides, — 214 — Protococczts, Gyges, Vandorina, Monas, Glococapsa ecc), chc senibrano avere del pari origine dal medcslmo Clami- domonadc, lo stcsso Kiitzing si limita ad accennaric conic somiglianza di forme. Giustamentc distingue il nostro autore i due nielodi impiegati nello studio degli esseri orgauici : o si considcri- no gia conipletamente sviluppati (Linneo) o nel succcssivo loro sviluppo (Goethe). Le dcfinizioni del primo dcrivano da da una sintesi empiricaj che pero altro non possano cs- serc che aibitrarie, in quanto che ncssun concetto empiri- co puo esscre definito, io non lo accordo, giacche mi sem- bra che nulla di piu noi possiamo sapere di quanio ci viene dai sensi, e credo anzi arbitrarie tutte quelle definizioni che non sono logicamente cmpiriche. La storia del succcssivo sviluppo di un essere si avvicina di piu alia vera idea che ce ne dobbiamo formare, non perchS quella idea sia assolu- ta, cho nulla vi puo essere in natura di assokito per noi che facciamo parte della natura stessa, ma perche il concetto checiformiamo di una cosa e tanto meno incomplete quanto pill numerosi sono gli aspetti sotto ai quali la consideriamo. Ed anche nelP esatnc dei successivi stadii di sviluppo s' in- ciampa semprc nell' arbitrarieta, perche il tempo non ha interruzionij e sotto a questo riguardo la imperfezione e insita alia nostra natura, perche manchiamo di misura per le frazioni in cui naturalmente dividesi cosi il tempo come lo spazio. E giusto il dire che proceder si dcve alio studio della natura indipendentementc ed astrazion fatla da ogni pre- concetta idea, unicamente attendendo ai fenomeni ; ma e pur necessario collcgar questi fenomeni fra loro, parago- narli, rilevare cosa abbiano di comune, cosa di diverse, e sa- lire cosi gradatamenle alia sintesi. Ogni idea metafisica po- — 215 — sta a priori per base di una dottrina e necessariamente ar- bitraria. La sintesi invece logicainente eseguita e preceduta dall' analisi dei singoli fatti, che serapre ci si presentano composti ed incorapleti, guida con sicurezza al consegui- mento della scicnza. Potra esservi errore nella osservazio- ne o nella dediizione, non niai nel metodo. Quando il Kiitzitig combattendo il principle della esi- stenza di un liniite preciso fra 1' animale e la pianta, stabi- lisce invece non esislerc un tal limite, altro non fa che so- stituire un principio metafisico ad un altro, e si allontana quindi dalle niassinie da lui stesso poco prima stabilite. Quando dimostra che i movimenti, e gli organi merce i quali si eseguiscono non sono esclusivi degli animali, e le apparenze di occhio, di stomacoj di bocca si possono pur a- vcre nei vegetali, combatte di per se stesso la sua teoria della duplice natura animale e vegetale deU'essereraedesimo. I fatti osscrvati sono preziosi. Essi dimostrano la in- sussistenza delle note caratteristiche date dagli autori per distinguere gli animali dalle piante. E sia pure che anche ai pill lardi nepoti rimanga impossibile il decidere se al- cuni dati esseri possano o debbano coniprendersi nella idea astratta di pianta o in quella di animale, cio non varra certamente a confondere quelle due idee, perche di loro natura empiriche e percio, relative bensi, nia non arbitrarie. La pill importante forse delle osservazioni del Kiitzing relativamenle a questo argomento e quella dei diversi fe- nomeni vitali offerti dai piii semplici vegetali, secondo che in essi prevale la esterna mcmbrana gelinea (cellulosa)o quelh interna che egli chiania amilidea, ed e I'otricello pri- luilivo (di sostanza quaternaria azotata ) di Mohl, In que- sto secondo caso si hanno i movimenti, e i cigli merce i quali si opcrono. Gli spnridii delle alghe inferior!, le spore delle — 216 — Vaiicherie, gli spiiilli degli anteridii, i fili di Oscillaria man- cano (IcIIa tonaca gelinea o la lianno aminollita c prcssoclie (lisciolta. L'aria favorisce lo sviluppo dclla sostanza gelinea, la luce ed il calorc qncllo deU'amilidca Inseparabile dalla prcccdente cpiestione e quclla dei liiuiti speciologici c goncrici. Che moiti degli organismi de- scritti quali specie e gencri di alghe inferiori altro non siano che forme transitoric di esseri piii complicati, e un fatto diinostrato ed iinportantissiino. La conscgucnza, die logicamente se ne dovrebbe deJurrc, e I'esclusionc di (juel- le prctesc specie c generi dal catalogo degli esseri. Clii vo- lesse continiiare ad annovcrarli come tali, dovrebbe, per esscre conscgucntc a se stesso, stabilire specie c generi an- che sulle forme transitoric di tiilti gli altri esseri della natura. Se non che si soslienc, che le forme transitoric de- gli organism! inferiori in cio diversificano da quelle dei superior!, in quanto die possono come tali pcrsistere, v!- vere e moltiplicarsi. lo credo che questa atlitudine non si possa negare neppure agli organismi piii elevati, in quanto che la teratologia ci oilVe sufficiente somma di esempii per dimostrare la possibile pcrmanenza di tulte le forme tran- sitoric ; e negli organismi inferiori la moltiplicazione si confonde col semplice accrescimento. Resterebbe a decidere se si possa seniprc chiaramente distinguere la riproduzio- ne dalla moltiplicazione, e, se cio fosse, si avrebbe un da- to positivo per decidere del conseguito apice di organi- ca perfezione di cui ogni essere e capace. Ma, anche man- canti come siamo ben molte volte di quel sicuro criterio, dobbiamo attencrci ai dati della osservazione, ed ammelte- re per massimo quel maggiorc sviluppo che ci fu dato di os- scrvare. Ne alcuno potra asscrire che, se lo sviluppo si arrcsto ad una delle forme intermedie, cio non sia pro- — 217 — venuto dalla mancanza di favorevoli circostanze, e quella non sia a considerarsl qual Iransitoria. Come Ic mostruo- sita si classificarono per facilitarne lo studio e per condiirlo al conseguimento di generali concetti, cosi conccdo che an- clie le forme transitorie degli organismi iaforiori si classi- fichino, si confrontino, si denominiiio anche, se vogliasi, si- stematicameutc} ma che esse poi debbano figurare alio stcsso rango delle forme perraanentemente conseguite e mcramente specifiche, cio non potrassi giamniai logicamen- te accordare. Alia pag. 47. Alcuni riguardano la epidermide come iin prodotto di secrezione, e come tale priva di organizza- zione e di vita. I recenti studii sulle secrczioni dimostrarono, ch' esse si compiono con un processo affatto simile a quello della nutrizione e dell'accrescimento. La qiiestione si ridu- ce ora a saperc, se il prodotto della secrezione cpidermica cessi di vivere, mentre fa ancora parte del corpo anima- le, e quando cio avvcnga. Godo di poter qui addurre in proposito una nota coniunicatami dal dott. Mose Benve- nisti. « L'epldermide al pari delle parti |>iu complicate che 55 da essa ricevono formazione ed lianno comuni con essa i « caralteri e le funzioni, c certameritc organizzata. Questa J5 organizzazione per altro c di un grado inferiore a quel- M la di molti altri tessuti, perche sempliceraente cellulosa n e non vascolare o fibrosa. E poi simile ai prodotti di se- j> crezione, che abbondano di cellule nucleate, non allun- « gate in fibre, ne sviluppate in canali ; ma con la dif- j> ferenza, in parte dcrivata dal contatto dell' aria, in « parte dall' azione del vasi assorbenti, che questa esterna » secrezione manca di liquido elementare che tenga le V. 28 — 218 — cellule tlisgrcgale, nuolanli c rigontiej e risulta quindi cli sole cellule avvicinate, compresse e dispostc in istrali inoUeplici e sovrapposli. Mi tcngo dunquc di mezzo tra (jnelli die chianiano 1' epidermidc sostanza inorga- nica e niortaj e quelli, chc la vogliono csistente per se e viva di propria vita, Kssa ha per me una organizza- zione e quindi una vita, ma di ordine basso, ed e in- sieme prodotto di secrezione d' altro piu nobile e com- plicato elemento del corpo sul quale e stesa. Qual e questo elemento gencralore ? Neccssaria ricerca, impor- tante non mcno clio curiosa c per il fisiologo e per il medico curante. Questo elemento forma parte sicuramen- te della membrana legumcntarca, di cui I'epidermide co- stituiscc r ultimo strato ed il vclamenlo piu superficiale. Non credo possa esscrlo il follicolo o la cripta ; perche quesli piccoli organi danno muco, olio o ceruine, un li- quido insomma atto a lul)ricare ma non ad organizzarsi, suscettibile di accumulamento ma non di concrezione ; perche »ma volta coperti di epidcrmide, non si saprebbe concepirc come le loro aperture potesscro ancora escer- nere insicmc sego od altro liquido qualunque; perche, tanlo se si parii della cute come delle mucose, la epi- dcrmide scarseggia dov'essi spesseggiano, ed invece essa presenta la massiraa grossezza ove sono rari o nuUi, co- me nella palma della mano e nella pianta del piede ; fi- nalmente perche moltissime volte sotto i morbosi aumenti della epidcrmide non si trovano per nulla discostati i fol- licoli dalla loro condizionc naturale. lo credo invece che I'organo produttorc della epidcrmide, almeno nella mag- giorit;^ dei luoghi e nel piu dei casi, sia la papilla, la quale e troppo licca in vasi di ogni specie per poterla credere aliena da ogni ufficio di secrezione. E veramcnte si osscr- - 2)9 — 55 v;i, che dovuncjue sono piii numcrose, plii sviluppate, piii 55 vascolose le papille, ivi V ep'ulcrmiJe e pii'i pronuiiciatii. 55 t pin grossa sulle paline delle mani e sulle piante dei pie- 55 di, dove, per servire alio uffizio del talto, le papille sono 55 niiracrosissime, e In modo particolare organizzate e di- 55 sposte. a piu grossa sulla lingua, dove il senso del gusto 55 esige copia e protuberanza di organ! pjpillari. E parlan- 55 do delle membrane mucose, ivi soltanto csiste, dove esisto- 55 no papille sensibili animate ilai nervi del senso, cioe in 55 vicinan/a ai naturali orifizii del corpo. Secondo poi che 5J insegnano i piu recenti cultori di notomia patologica, e 55 specialmente il Prof. Rokitansky, l' ipertrofia delle pa- 55 pille si trova solto T epidermide addensata neile piii }■> sviluppate ittiosi e nelle verruche volgari. Tutli gli accu- 55 mulamenti di epidermide, che hanno forma di squame, 55 sorgono sempre sopra papille sviluppate in forma di ci- '5 lindri, di villi, di rami. Secondo Cruveilhier anche le corna 55 accidentali sono un morboso prodotto delle papille del 55 derma, frequenti ed aggruppate in corpo papiiiare. Per 55 altro relativamente ai peli di fisiologica e di prcterna- 55 turale comparsa, non che alle corna, che sembrano sem- ?5 pre formate dall'agglutinamento di peli , e d'uopo riflct- 55 tere che, come riescono compost! di due divers! element!, 55 un esterno astuccio di natura epidermica ed una midolla 55 oleosa di svariato colore, cosi concorrono alia loro for- 55 mazione e le papille ed ! follicoli. Appunto nella loro ac- « cidentale o patologica produzione s! trovano in diverso 55 modo alterati e quelle e quesli. 55 Riguardo alia organizzazione delle ossa, se riniane an- cora dubbiosa la presenza di particelle saline mineralogi- caraente deposte nelle pareti dei corpuscoli ossei, e per altro dimoslrato, che, e nelle molteplici laminelte concen- — 21^0 — triche, che cosiituiscono le pareli dei canalclti ossei, e nei tubuli I'aggianti che le attraversano, e nei corpuscoli ossci stessi, la sostanza calcare c nelle condizioni medcsime della proteina, alia quale si trova intimamcnte unita. Recenti osservazioni hanno pure diinostrato cio che ragionevohiiente si supponeva del guscio delle conchiglie, il ({uaie ha una struttura decisamente cellulare, poiche la calce insieme alia proteina costituisce le parcti di quelle cellule. Lo stesso sappiaino pure essere della silice nella epl- derniide delle gramigne e dcgli equiseli, c della calce nelle Corallinee e in altre alghe marine. Alia parj. i8. i-> La descrizione fisica del mondo, saggia- " mentc limitata alia realta, rimane stranicra agli oscurl " principii di una storia degli organism!, non per limidezza, 55 ma per la nalura stessa del suo soggetto e de' suoi con- » (ini. Pero la descrizione fisica del mondo deve anche nota- " re che nella corteccia inorganica della terra sono con- " tcnuli quel material! stessi che cosiituiscono la trama >•> degli organi animal! e vegetal!. Essa insegna che in que- » si! come in quella agiscono quelle stesse forze che ope- 5? rano le combinazioni e le decomposizioni della materia, e » la consolidano o rendono fluida nei tessuti organic! : in " cio solo diverse, che agiscono allora sotto condizioni an- >j cora poco conosciute, che si comprcndono sotto la vaga " denominazione di forze vital!, e si aggruppano sistemati- J5 camcnte secondo analogic piu o mcno felicemente in- '? travedute. « E quindi una necessity quella tendenza della nostra J' mente alia investigazione della nalura, per cui scguiamo " i fenomeni fisici sulla terra fino alio sviluppo delle forme 22 i >' vegelali e alio spontaneo moviniento dell'organismo ani- >» male. " [KuDiboldt, Cos7nos, pa(j. 507). AUapag. 49. Qiiello fra i recent! che Iralto con maggiorc profondita dei confini fia i due regni organic!, in! semiira essere il Nageli ( Ueber die gegenvvartlge Aufgahe der Na- tnrgeschichte, insbcsondere der Botanik. 11, Tli. Zeitschr. fur wissc7ischaftlichc Botanik. \\, Heft. 1S45 ). Ma aiichc a! caralterc d!flerenziale da lul flssato della membrana cel- lulare tcrnaria nel vegctale, quaternaria ncU'aniinale si puo obbiettare: I' otricello primit!vo della cellula vcgcfale per- manente nolle alglic ( amilidea d! Kiitzing ), e forse alie volte non accoinpagnato neppure dalla membrana ternarla (ge- linea di Kiitzing ), il ijuale, come il nuclco, cui sempre e conncssn, cnnsta di sostanza quaternaria azotata; i! cora- penetrarsi la cellulosa slessa di materia nitrogenata ( Payeo, Kiitzing); finalmente la presenza di una copiosa sostanza ternaria isomera aU'amido nell'organizzazione di esseri ani- mal! ( Schmidt, Loovig, ivolliker ). II pensiero del Nageli, che la causa prima della sensibiiila c mobilila animale ri- sicda in quella caratteristica qualila (quaternaria, azotata ) della parete cellulare, sembra confermato dalle preziose osservazioni surriferite del Kiitzing riguardo alia mobilitA delle alghe inferior!, degli sporidii, delle spore, degli spi- rilli. Ma quando anche si ammetta qnesta idea, dai fatt! fi- nora conosciuti non si potra dedurre che il seguente prin- cipio. Le cellule vegetal! primordial! ( otricello priraoi-diale, interno o nudo ) hanno al pari delle animal! la parete co- stituila di sostanza quaternaria azotata, e possedono una mobilita simile alia animale. Rimangono per altro delle dif- ferenze materiali nel contenuto. Ma se anche c!6 non fosse, anche se la osservazione non potessc rilevare fra i primor- 222 (Jii (lei clue regni alciina niatcriale dilTercnza, nessmio sa- rebbc per cio autorizzato a sosfencre, clic (|iiolla (lilFeren- za non csista. Qiiando confrontiamo fra loro i priinordii delie piante o quelli dcgli animaii, troviamo noi lualcriali diflferenze, che giuslifichino quelle pressoche infinite varieta di forme e di organizzazione che col successive sviluppo realmenle conseguono? E necessario ripetere, che i nostri sensi hanno un limite, e sc noi voglianio colla forza della induzionc spingerci oltre a quel confine, non possianio far- lo altrinienli che suU'appoggio di altri fatli esattamente os- servati. Approfittando dei casi ove la portata dei sensi giun- ge pill innanzi, possiamo argomentare di (luelli ove e piii circoscrilla. Cosi riguardo ai primordii degli esseri organi- ci I'osservazione del successivo loro sviluppo dimostra che, quando anche in quei primordii non si manifestino ai nosUi sensi nialcriali difi'erenze, pure esse vi esistono. Dobbiamo poi in ogni nianiera essere sommamentc cauti nel dedurre cosa alcuna da quelle osservazioni, che senibrano dimostrare I'animalita dei gerrai vegetal!, anche se eseguite con molta esattezza, in quanto die se nc posso- no ad esse contrapporre altredi esattezza almeno eguale che le contraddicono. Tali sono appunto quelle del Nageli sulla sua Conferva glomemta var. marina, e sulla Achlya proli- ftra. Nclla prima spccialmente egli pote seguire lo sviluppo entofito del Bobo vhidis, che ad una certa epoca si rende pressoche eguale agli sporidii, ma punto non partecipa ai successivi mutaraenti da essi ofTerti nella loro germinazione. Alia pag. uO. Lo stesso Nageli opportunamentc rac- colse quanto spetla ai mo\imenti vegetali. La prima serie di movimenti e quella che intimamente si collega all'accre- sclmento, e riguardo ad essa manchiamo di dati sufiicienti per istabilire una generale differenza fra i due rcgni orga- nic!. La seconda e riferibile alia diversa posizione che as- sumono i varii organ! delie piante soUo 1' azione degli eslern! ageiili, e quest! rnovimenl! si spiegano coll'accu- niulamento dei sacchi da quegli agent! provocato in de- termina\i tessuti, e colla clasticita della menibrana cellulare. Anche i movimeiit! delle singole parti di certi organ! soiio meccanicamente prodolti dal diseccamento od inturgidiraen- to dc! varii tessuti. Ma la questione rimane ancora pressoche nella sua integrita rispetto alia locomozione delle alghe in- feriori, degli sporidii, delle spore e degli spiriili. La inipul- sione cagionata dalla endosmosi ed esosmosi ha certamente gran parte in que! fenomeni; ma, se altro non fosse, rimane il fatto do! cigli vibratili, che sembrano prender parte a quel movimenti. Alia pag.^^1. W Frotococco e la Gregarina sono gli esseri che presentano alio stato permanente la maggiore sempliciti. Benche fino dal 1842 io abbia limitato il genere Prolococcus a que! soli esseri vegetal! che offrono realmen- te la maggior possibile seinplicita, pure gl! autori, ed in particolare il Kiitzing, conlinuano ad ascrivervi specie, la cui organizzazione e piu coraplicata; ne provicne quindi confusione ogni qualvolta si cita quell' esempio di organica semplicita. Io non ammetto nel genere Protococco so non quei vegetal! che sono, relativamente almeno ai nostri mezzi di osservazionc, ridott! ad una semplice ceilula. Ginnta I'epo- ca del'a riproduzione, o sla riassorbita o si laceri la parete di quella ccllula, il contenuto di essa si versa all'csterno, e vi compariscono i primordii dei nuovi individui, che non sono giammai discernibili in grembo alia cellula materna. Lo 2i:i svihippo tlei nuo\i iinlividui lia ()i'incipio iiivcce nella cel- ltil;i matricale nel Clorococchi e ncgli Ematococclii. II generc Grtgarina e stato proposto dal Dufour eJ cgregianiente dcscrilto da SiebolJ. II Kollikcr ne csamino sci specie {DieLehrc von dcr th'icrischen Zclle. Zeitschr. fur wisseyischafll. Botan. II. Heft. p. 4()). Sono semplicf cellule conteneiili minulissimi granelli, goccioliiic di grasso e una vescichetla ccntrale plena di iin li(jiiido trasparcnle con qualche gocciolina oleosa e un nucleo oscuro rotonJo. Si niuovono niercc 1' cspansione c la contrazione della pareto cellulare. La loro liproduzione si cffettua per formazione cellulare endogena. II conteiuUo si separa in due porzioni globose, clic si acciimiilano intoino a due vescichette nu- cleari nuovamente comparse, si forniano le membrane in- torno ai due globuli, e si hanno cosi le sue cellule filial!, die, dopo la ridissoluzione della cellula matricale, si separa- 110 c cominciano a iruirc della loro vila individuale. L' au- lore stesso sospelta che alcunc specie di Bobo, Monas, Spi- rillum, Vibrio etc. possano ugualmcnte spettare a questa luiova famiglia di Infusorii unicellu/ari, ma non si hanno diiette osservazioni che lo dimostrino. Jlla pag. 55. Raccogliendo insieine quanto fu linora osservato intorno alia prima origine delle cellule, il concet- to che ce ne possiamo formarc e il seguentc. I primi de- menti organici che ci e dato vedere , sono i cosi delti gra- nclli elementari negli animali, granclli mucosi nolle piante. Sono minutlssimi corpuscoli solidi di snstanza quaternaria azotata, snscettibili di accrescimeuto, ma non di moltiplica- zionc ne di ultcriore sviluppo. Framezzo a quest! compa- riscono nellc piante i nucleoli. Intoino ad ogni nucleolo si adunano i granelli mucosi, formandovi una specie di cortec- — 225 — cia. II corpo che ne risulta o an nucleo, ossia no ciloblaslo. Intorno ad csso comparisce una membranella puro di so- stanza quaternaria azotata, ed e il cosi detto otricello pri- mitivo. Snlla esterna superficie di questo si organizza allora la membrana di sostanza ternaria non azotata, cd e la vera paretc cellulare, che sola sussiste anche dopo la sconiparsa dell'otriccllo primitive c del nucleo. Qualun(pie sia il mode in cui avviene la comparsa delle nuove cellule, si puo asse- rire con fondaraento essere scnipre costante la previa for- mazionc del nucleo , susseguente all' otricello primitivo e conseguente della parete cellulare. Le incertezze e le varieta si riferiscono alia prima formazione del nucleo, al contenuto che rimane imprigionato o successivamente si forma fra il nucleo e V otricello primitivo, ed al mec- canismo della formazione della parete cellulare. Se qiie- sta origine delle cellule sia esclusivamente endogena o possa essere anche esogena, non e ancora deciso. Gli stu- dii recenti suUa formazione del fermento ( Hijgrocrocis, Leptomitus ecc. ) sembrano provare che i soli nuclei, o forse i soli nucleoli possano isolatamente dare origine alle cellule. I granelli niucosi sarebbero in tal caso stra- nieri alia nuova pianta, e contribuirebbcro immcdiataracn- te alia sua formazione; i nucleoli ne sarebbero i germi. Ognun vede le difficolta che s' incontrano in qucste ricer- che, le cautele che si devono impiegare nel traire deduzioni dai singoli fatti osscrvati, e la necessita di progredire scni- pre dal noto all' ignoto. INel denominare quindi gli dementi organic! che si hanno sott'occhio, non convienc cominciare da quello che apparisce il piii semplice, ma bensi da quello che e decisaraente organizzato e chiaramente caratterizzato. Negli animali oltre ai surriferiti granelli eleraentari so- lidi, si hanno vescichette incapaci di ulteriore accrescimento r. 29 — 220 - (' ri[)rocliizionc. Sono scmplici gocciolinc olcosc inchiusc in tino slratcrcllo di albuminn coagulata, e si possono simularc anchc arlificialinentc. AUre vcscichettc sono capaci di ac- crescimcnto, noii di moltiplicaziono. Contcngono albumina liquida c una o piu gocciolinc olcosc ; come per escmpio le vescichette vitelline Hanno forsc il loro analogo nei glo- !)uli di Clorofilla dcllc piantc o in (juclli di ainido. I nucleoli sono vescichette simili alio p4'cccdentij sono coslituiti da un contenulo di sostanza grassa eda un invo- lucro di proteina. Sono suscetlibili di accrcscimcnto e di molliplicazione, e rpicsta avviene per divisione. La loro originaria torniazione e ancora ignota. I nuclei sono vesci- chette formate da una membrana di albumina o di fibrina 0 forso di {)iina conlencnte, oltro al nuclcolo, un Ii((uido albuminoso, gocciolinc olcosc e granelli elementari. La t'ormiizionc dei nuclei e tuttora arcana, ma sembra di- mostrulo chc non possa avvcnire senza la prccsistenza dei nucleoli. I nuclei si moltiplicano cndogcnamcnte e conse- guentenicnte alia moltiplicazionc dei nucleoli. II contcnuto del r)uclco si raccoglio intorno ai nucleoli originati dalla divisione do! nuclcoh^ primitivo, compariscc il loro parzialc invoglio, c si rcndono liberi per il riassorbimento dclla vc- scichclta matricale. I nuclei non solamcnte sono capaci di uniforme accrcscimcnto e di moltiplicazionc, ma subiscono anche moltcplici modilicazioni, fra le (piali specialmentc la convcrsione in rd:)re. Le cellule banno parele solubile nel- I'acido acetico, e cpiindi costituita da una combinazione di proteina. semplice o compcnetrala di sostanza cornea, colla, condrina, sali calcarei cc; e contcngono, oltrc al nuclco, acfjua, albumina, grasso, sostanze estrattivc, sali ed altri composti particolari nei varii organi. Sia cndogcna od esogena la formazionc dclla cellnia 227 animale, cssa csige la prccsistcnza uc! nucioo, siil qtiale co- mincia a comparirc la mcinl)ran;i, clic poco a poco se lie allontana dilatantlosi, avvolgendolo e inanlcnciuloio aclc- rcnlc aJ un punto della interna sua parete. Piu raramenle avvicnc la forinazione tlella cellula in- torno ad un acervnio di granclli c!ie incliiudc un nucleo ne! suo centro. La soslanza gelatinosa, che avvoigc supcrHcial- mcntc 1' accrvulo, o ciie insienic unisce cd amalgama i gra- nelli, si coagula, per cost dire, c si consolida in nienibrana cellulare. Questi particolari sono desunti principalmcnte dal ci- tato lavoro di Koiliker, nel quale si trova pure una critica analisi delle teuriche (isiclic e chimiche, proposte dagli auto- ri per ispiegare gli addolti fatti. Jlla pay. 56. Niigeli da una ingegnosa spiegazione del perche la nioltiplicazione dclle cellule sia seniprc endogena nelle piante ei| anchc esogena negli aniinali. Egli suppone clic la sosfanza quaternaria azotata agisca cataliticamente sui materiali circostanti per deterniinarne I'organizzazione. La parete (juindi cellulare degli animali agiscc anche sui materiali cslracellulari, mcntre nei vegetali, una volta for- mata la tonaca gclinca ternaria, P azione catalitica della parte nitrogenata rimane limitata all' interno della cellula stessa. Dobbiamo a Molil la scopcrta della previa formazio- ne dell' otricello priniitivo, dobbiarao a Kiitzing la scoperta di cellule che rimangono pcrniancntemenle limitate a qucl- la sola membrana ( cosi delta amilidea ), e possiamo cosi trovare una spiegazione, consona a quella teorica, cd anchc ai fatti recentemonte osscrvati sullo sviliippo del fernicnto Quanfo c vcro che Ic distinzioni sisteniatiche sono scmpre snientite dalla natura tpiando sono appoggiate alia — ii2S ~ nuilcrialila tloi casallcri prosi assoliitamentc, altretlanto c vcro che Ic Icggi gcncrali non hanno mai eccczioni, che una sola haslereblic a ilislruggerc quclla gencralila; e I'appa- jcnza di cccezioni provienc dalla complicazione, sotto alia (jualc ci si prcsentano i fatti dcila natura, complicazione clic raoltc volte spariscc quando, in luogo dei caraUeri as- solutamenle considerati, si abbiano di mira Ic condizioni or- gnniche e vitali che vi danno origine. Alia parj. GO. II Tabaschir delle Banibuse, che o pres- so che intieramenle formato di pura silice, sembra iin prodotto di seniplice escrczione e quindi di sua natura in- organico. Ma in tutti gli altri casi ovc c raanifesta la pre- senza delia silice nclle piante, come nella epidcrmidc del- le gramigne, delle palme e degli equiseli, e innegabile la parte ch' essa prcnde alia formazione delia parete cellulare. Mcritano parlicolare attenzione le cellule stomatiche degli equiseti, e per la silice che contengono, c per le strie Irasversali che oflfroiia suUa loro faccia interna. Qucsta so- miglianza col guscio dt-lle Diatomee potrebbe far credere, che lo si dovesse riguardare come un argomenlo a soste- nere la vegetalita ili cpieste ultimc. lo non credo dovermi occupare di una simile o!)biezione, che voili solamente av- verlirc, perchc non si credesse cli' essa mi fosse o la fin- gessi ignota. Bensi mi sembra importante sotto all' altro aspclto, dell' ap[)arcntc complicazione ciue che pu6 assu- niere la semplice parete cellulare compenelrata dalla silice. AUa pafj. 62. Avvicuc spesso di contondere nella de- scrizione delle Diatomee le valve coUe facce. Le facce sono cgrcgiamente distinte dagli addolti caratteri in primarie e sccondarie. Nelle dcscrizioni mi sembra opportune ammet- — 229 — tere per brevita la denomlnazione di faccia per le primarie, di lato per Ic sccondarie. Ma le valve non corrispondono sem- pre esaltamente alle facce. Le valve lateral! non mancano mai, od alle volte esse sussistono sole come nelle Pissidiciile c nelle Podosire. In inoltissimi casi poi, e principalmcnte nel- le Acnantee e nelle Melosirce, le valve lateral! si ripiegano 0 si curvano a far parte delle facce priiuarie. Le valve Invece, che direttamente corrispondono alle facce primarie, sono rarainente distinte, e forse anche dove si ha ini canto acuto a limitarle, come nelle Naviculee, non si puo asserlre che vi sia vera disgiunzione. Nella maggior parte dei casi le due facce primarie, e quindi le valve cor- rispondonti, si fondono in un piano conlinuo con curva rientrante. Iniportantissima poi e la distinzione delle facce terminalij evidentissiine principalmcnte nelle Surirellee. Al- lorche vi sono facce terminal! distinte, risultano ben linii- tate le facce primarie. Ma esse facce terminal! possono ap- partencre alle valve primarie come alle secondarle o late- ral!. Se consideriamo le Eunoziee, sembra evidente che le estremita piu o meno acute od ottuse appartengano alle valve lateral!, e quindi !e due primarie rimangano affatto disgiunie. ]\Ia nelle Surirellee esse sembrano invece spet- tare alle primarie, c partecipare con esse al processo dello sdoppiamento. Alia pag. 63. Le solide produzioni, che a guisa di in- completi diaframm! sporgono nella interna cavita delle Bid- dulfie e del la Terpsinoc, appartengono alle valve lateral!. Nulla posso dire delle Climacosfenie^ ma anche nella Istli- mia nervosa ne abbiamo di consimili quantunque meno sviluppate. Mi sembra che vi si possano del pari riferire anche i sell! degl! Attinoplichi. Forse per (juel carattere — 230 — I.I Tcrpsinoo saiebbo il;i porrc accanto alio BiiMiilfic nelLi famiglia delle Mclosircc. La principale loro difTcrcnza dalle viltec la dirczione trasvctsale anziche longitudinalc. Lc vitte poi apparlengono, oltrcclio alio faccc, anchcallc valve ()riina- rie. Qucste particolarila di strultura sono certamentc im- portantissimc, perche si deve ragionevolmentcamnioUerccIie abbiano diretta correlazione colla intima organizzazionc di questi esseri. Ma so considcriamo cbc nello stesso gciiere {htlnjiio) abbianio due si>cciesomigIianlissiiue fra loro, una delle (jua- li oflTre costantemcntc quegli incompleli diafi-ammi, mcntrc I'altra ne c costantemente priva, siaraonecessariainentc con- dolti ad escludere quel caratterc dalle basi della classifica- zionc. Jlla prig. C)^. La membranella incolora, chc insieine lega tutti gli organ! intern! delle Diatomee, costituisce la parte principale del lorocorpo, come cgregiamente lo accen- na in piii luogbi I'Ehrenberg. La sua diaCancit.^ impcdisce di vedcrne 1' organizzazione. Seinbra in quella sostauza sieno diretlamente scavate le vescichelle che vide in (pialcbc spe- cie 1' Ehrenberg, e furono da lui crcdute appartenenli agli organ! sensual! maschili. La loro dilatazione e contrazione sembrano piultosto accennare ad una funzione respiraloria. Ugualmente scavato in quella sostanza e senza mcmbrana propria io credo esserc il tubo, che corrc longiludinalniente da una estrcmita all'altra delle Navicule, e rappresenta forse il loro organo digerente. Jlla pay. XoO. Nella Cerato7ieis Fasciohi I'Ehrenberg descrive e figura una dislinta apcrlura mediana nel cenlro delle facce lateral!. ~ 23i — yllla par/. 1 4G. Riilzing ncWuPhycolof/ia germanica as- segna allc Navicule del l}licro7n€ga pallidum, nwcca Q,\\e^-, i~ (]i linear 0,054'". Finita la leltura del prof. Menegliini, I'l. R. Istitu- lo si riduce in adunanza segreta per Iraltare di affari inlerni. Giusia qnanto prescrive 1' articolo 3 i del Rego- Jaiiienlo inlerno, essendo prossimo a compiersi il pe- riodo di tempo per cui dura in carica il Vicesegretario, si procede a fare una tenia di Ire inembri cffellivi da essere rassegnala a S. M. I. R. AdLNANZ.V DEL GIOR^'O 29 DICEMBrVE 1845. II Segrelario legge I'atto verbal« dell'adunanza I, dicembre corrente ch'e approvato. L'Ateneo di Brescia con lettera del 20 ottobre passato fa conoscere il programma die a termioi dello statute accademico ha proposto ai dotti di ogni nazio- ne pel premio biennale da conferirsi nel 1847. ^^ '^" voro cbiesto e un Manuale per le scuole tecniclw-ele- mentari. I concorrenli dovranno : I. Determinare i vari rami d'insegnamonto teorico e pr.itico, tranne il leggere, lo scrivcrc e il conleggiare, da soniministrarsi al po|)olo per I'esercizio delle arli e dei ine- slieri. slabilirne I'estensione c i limiti, e additarne lo norme convenienti. in Per I'accennato insegnamento compono un manua- le inlorno agli clomenli delle arli del disegno, dclla geoine- tria c del disegno geomcliico, della mcccanica, delhi cliimi- y. 50 — 254 — ca, dclla fisica, dclla storia iiaturalc c di (juanl'altro si rcpu- tassc ncccssario: il tiitto applicalo alio arli cd ai mcslicri. 11 iiiamialc dovrii esscre nellc varie nialeric compilato cul mctodo espositivo per aforismi, da iinpriiiicrsi facilmen- to noirintellclto dei giovanctli, e accompagnato da note che vagliano alio sviluppo razionale dcllc varie dollrine. Alia fine poi di ogni trattazionc si dovra porrc una se- lic di iiilcrrogazioni clic hastino ad esaurire Ic materie e- sposle. 11 Segretario Pasini porge ulteriori ragguagli sul pozzo artesiaoo die si sta lorando nel giardino della Reggia di Napoli, e sull'incremento della lempcralu- ra osservato in detlo pozzo; ragguagli desunii da scrit- ti inediti del sig. cav. Melloni e del sig. ing. Canglaiio, direllore della Irivellazione. II foro fu principialo all' altezza di 8o palml (melri ao, 97 ) dal livello del mare, e dopo 58 palmi di terreno di alluvione si ha Irovato il tuf'o vulcanico giallo e bigio-verdiccio della potenzadi palini Sao. Al tiifo scgiutno varii slrati di rocce frammenlarie incoe- renli ancor esse, in gran parte vidcaniclie, della po- lenza, sino al punto ove ora e giunto il Iraforo, di a38 palini. In alcuni di questi strali, abhondanti di argilla mariiosa, si son trovati framnienii di concliiglie carat- terisliclie degli nltimi depositi terziarii. Ncllo scavare il tiifo si e incoutrala una vena di acqiuij che e salita di circa 18 palnn sopra il livello del mare, e quando si — 255 — penetro nelT aggregate) incoerenle, vi fu I'aumento di alfri sette palmi nelPallezza dell'acqua. Da cio Tin- gegnere Cangiano argomeuta, die probabilmenle s in- coQtrera gran copia d'acqua quatido ii traforo giunga alle marne azzarre, o qiiandoa quesfe siiccedera la roc- cia calcarea. L'ingegnere Cangiano suppone clie sia avvenuta nel seguente inodo la formazione del bacino di Napoli, comprendendo con questa denomioazione lo spazio circoscritto dai monti calcarei, di fortDazione tanto giurassica che cretacea, i qviali cominciano dal pro- monlorio di Gaeta e continnano per Ti-ajefto, Migna- no, Calvi, Maddaloni, Nocera e Castellamare. Egli ri- tiene che queste montagne, dopoessere stale sollevate fuori del mare, fossero alia base ancor bagnale dalle sue acque," che i loro sli-ati divenuti obbliqui pel sol- levamento siano riniasti in continuazione con quelli che conservarono la primitiva giacitiira orizzontale sotlo le acque del marej che in seguito il fondo del mare si sia seinpre piu innalzato e per Taccumularsi dei depositi subapennini provenienti dal disfacimen- to delle roGce del periodo secondario, e per i deposi- ti di sostanze vulcaniche che uscivano dal seno della terraj che inline, ollre questo innalzamento del fondo del mare per le maferie accumulate, vi sia stalo un lento progressive sollevamento degli Apennini, per cni era veggiamo i depositi subapennini non meno — 256 — cbe i vulcanic! molto snperiori al livello marino. N6 esseudovi alcun fallo clie dimostri una notevole di- minuzione o aumento nelle acque del mare, egli opina che i cambiamenti successivi nelle posizioni relative tra la parle solida e la liquida della superficie del globo derivino dal solo moviraento della crosla terrestre. Dalle osservazioni lennomelriche, fatte con mol- la accuratezza dal cav. Melloni nel traforo dl Napoli, si scorge die alia profondita di Irenta melri dalla su- perGcle del suolo la lemperatura si e trovata variabile tra 1456 cenligradi e t5,5 ; nel fondo poi del pozzo alia profondita di 190 metri la lemperatura e slala di 18^3. Quindi calcolando col primo e con 1' ullimo dato, si ha T aumento di un grado cenligrado per ogni 43 metri j calcolando col secondo e coll' ultimo dale, si ha un grado di aumento per ogni 5^ metri: la me- dia sarebbe di un grado per ogni 5o metri. L' au- mento di lemperatura trovalo cogli speriraenli e di molto inferiore a quello che si sarebbe atteso ponen- do mente alia natura vulcanica del terreno traforato, ed alle osservazioni fatte in altre contrade, per le quali 1' ordinario aumento e stato di un grado per ogni trenfa metri di profondita. Di questo fatto il cavalier Melloni non frova alcuna plausibile spiegazione, ma crede che probabilmente derivi dalla poca conducibi- lita pel calorico del tufo vulcanico, o dalla vicinanza del mare. — 237 ^ In nn pozzo scavalo nelle maremme loscane per la ricerca di combiistibili fossili si e trovalo inver- samente e uel terreno arenaoeo un rapido aumenlo della temperalura interna, cioe tre volte circa inag- giore di quelio di Napoli. II membro effettivo prof. Zantedeschi a propo- silo delle recenti scopertc del Faraday intorno all' a- zione di una calamila sui raggi di luce polarizzata, (scoperta che fu anche I'iferita daWa Raccolta scientijica clie si pubblica in Roma dal sig. Palomba) ricorda quanto da allri fisici italiani e stranieri era stato an- tecedentemente trovato od indicato sull'azione della luce nei fenomeni magnetici ed elettrici, e fa menzio- ne particolarmente delle esperlenze del Moricbini , della signora Somnierville , del Baiimgartner e del Barlocci, e di quelle sue proprie pubblicale nel 1829. Si concbiude pero cbe il fatto ora annunziafo dal Fa- raday dell'azione della calamita siii raggi polarizzati apre ai Gsici un campo affatto nuovo di sperimenli. II membro effettivo ingegnere Casoni da raggua- glio di una memoria inedita del commendatore Ales- sandro Cialdi di Roma, intitolata: Delle harche a vapore poste in azione sul Tevere e dei mezzi oppor- tuni a rendere piu agevole e piu sicura la naviga- — 238 — zione del fiiiine inedes'imo e della sua Joce di Fiii- micino. L'ingegijere Casoni incoiiiincia col poigeie al- cune nolizie intonio al commendatore Cialdi, asilore della ineiuoria, il quale dotato di singolare ingegno, e profondauiente addollrlnato in cio che concernela sua professione, ebbe a distinguersi in solenne modo^ allor- quando negli anni 1 840-1 841 condusse pel priiuo un naviglio dal man) (ino alia prima calerutla del Ni- lo, e dall Egilto trasse e porlo a Roma i massi di pre- zioso alabastro clie Mehemed-Aly inviava in done al Sommo Ponlefice, per servire di fregio alia Basilica di S. Paolo sulla via Ostieuse. Ne minori prove di prontezza in scegliere par- lili, e valersi dei mezzi suggei'ili dalfarte sua, diede il Cialdi nel trasporto atlraverso la Francia, per una via da nessuno prima esperita, di tre piroscafi di ferro, per ordine del governo pontificio costrulti in loghil- terra, ch'egli fece entrare dall' Oceano nella Senna, e pel Rodano scendere nel Mediterraneo, con ammira- zione degli stessi Francesi, che fecero ricordo con onorevoli cenni di queslo avvenimento. La presente memoria su! fiume Tevere e il ri- suUamento di lunghi esarai locali, inlrapresi dal com- mendatore Cialdi, ed una felice applicazione degli sludii fatli e delle istruzioni raccolte ne'molli suoi viaggi in 'Francia, in Inghilterra e in altre parti di — 259 — Europa, e merita certauienle cli essere ponderala con la inassiiiia accuralezza. L'ingegnere Casoni prosegue con dar un rag- giiaglio preliminare suirattuale condizione del Tevere e della sua foce di Fiuniicino, desumendone i dati dalla memoria del Cialdi, e da alfri scrilti d' uomini d'arte dislinli, dellali in varie epoche pei' pubblico coniando, ciocche era necessario per formarsi un'esat- ta idea del progetto die accingevasi poscia ad espor- re m inula Mien I e. Egli descrive percio I'andaniento del Tevere, dalle sue sorgenti negli Aperinini, presso la nionta- gna di Falterona nel Casentino , fino alle sue foci d'Oslia e di Fiumicino sul Medi terra neo, clie ne sono dislanti circa 90 leghe secondo le pin recenti rileva- zioni; ed annovera i suoi principali influent i, come la Cliiana, la Paglia, la Neracol Velino, ilTeverone ed al- triji quali, essi pur non frenati, contribuiscono al dis- ordine idraulico del Tevere stesso, e de' territorii pe' quali percorre. E cosa essenziale a notarsi, clie alia dislanza di Ire miglia circa dal mare, ed a miglia 1 1 circa dalla cilia di Roma, il Te\ ere si divide in due canali : il primo a sinistra, clie il mnggiore, da passo a due ter- zi dell' acqua di quel fumie, e si apre foce ad Oslia ; il secondo, a destra, convogliu al mare 1' altro terzo di quellacqiia, e sbuca al sito di Fiumicino. Questa — 240 — seconda foce e dislaule dalfalfra d'Oslia, che restu al sud e supra la corrente litorale, circa metii 3ooo, pari a miglia geografiche i 5/8. Que' due rami ed il mare circoscrivono il Delta Tiberino, cui e dato il no- me d'Isola Sacra. Premesse queste uolizie, e falte conoscere alcu- ne altre circostanze di quel fiume, quali sono la sin- golare irregolarila delle sue sezioni, ora soverchia- mente aperte, ora oltrejriodo ristrette, e mai normali ne proporzionate alia massa d'acqua, alle rispettive velocila, od alle varie pendenze dell'alveoj imperfe- zioni e dilelli che son prodotti gli uni dagli oltri e s'accrescono ed hanno un sopra 1' altro reciproca in- fluenza : I'ingegnere Casoni riporta varii elementi, che interessano la parte idrometrica del fiume medesimo, il cui tronco massiuio, sopracorrenle alia diversione, cloe al sito Capo-due-rami, e largo melri 169, 800 misura presa alia liuea d'acque medic, ha una sezio- ne di melri 1^79, 35^ con I'inclinazione di centime- tri ao per miglio, e la velocita di metri 0,5^ per ogni minulo secondo; in guisa che, secondo le osser- vazioni ed i calcoli del proFessore Venturoli eseguiti menlre il fiume era anche sotto della magra ordinaria, passano per quell'alveo, e parimenli per ogni minuto secondo, 200 metri cubici d'acqua. Gli studii ed i voti del Cialdi avrebbero per iscopo la generale sistemazione del Tevere, e la pos- — iHl — sibilila di render quel fiurae navigabile per un cosi lungo tratto come in antico, quando le barcbe giun- gevano quasi fino a Perugia j ma in vista delle ingenti difficolta cbe vi si frapporrebbero, limiterebbe egli per ora la navigazione al sito d'Orte, cioe per miglia / ao dal mare, ed anzi assegna le diverse profondila del- I'alveo secondo i bisogni della varia navigazione, e se- condo i varii tronchi di quella linea, ch'egli divide in sei distinli riparti. Ma siccome questo progetto cora- plicato ed esteso invoigerebbe gravissimi riguardi , toccando ad operazioni ed a spese ingeutissime, I'au- tore, senza punto perdere di vista la riordinazione de'tronchi superiori, ma per quelli pure suggerendo operazioni e lavori, volgeva i proprii studii piu par- ticolarraente alia possibile sistemazione del Tevere ne'soli tronchi da Iioma al mare, per la via di Fiumi- cino, il qual ramo, abbenche meno ricco d'acqua in confronto deH'altro d' Ostia, viene preferito da'navi- ganti, perche piu breve, piu facile ad essere percorso, e quindi piu opportuuo alio scopo della maggiore sol- lecitudine ricbiesta dal commercio. II commendator Cialdi divide il proprio lavoro in quatlro capitoli, suddivisi cadauno in maggior nu- mero di articoli. iNel piMmo prende a dimostrare la pref'erenza che, per utilila econoraica e per celerita sotto il rap- porto commerciale, si deve all' uso de'piroscafi in 242 luogo dell'allaggio eseguito a mezzo delle bufale, come si e praticato lungo quelle rive fino a questi ultimi auoi. Questa parte del suo lavoro, dice 1' ingegnere Casoni, tende essenzialmente a cont'utare le contrarie opinioni e le censure esternate da alcuni, i quali teneva- no persoverchia al bisogno del Tevere la forza di 3o cavalli dal Cialdi adottala per le maccliineabassa pres- sione e doppio effello de' tre piroscafi in ferro rimur- cliiatori, mentre altri invece reputavauo quella forza inferiore al bisogno. Tali opposizioni, e quelle altresi che toccano le forme di costruzione, la figura, le di- mensioni, il materiale, con che sono composti que'lre navigll, ed il punlo piu opportuno alia collocazione delle macchine, come ancbe la forma delle barche da trasporto lungo il Tevere, che fu allro oggelto di cen- sura, sono da lui pienamente confutate con formali dimostrazioni e con Tapjjoggio di raggnardevoli auto- rita, quali sono Tredgold, Thevenand, Marestier, Biot, Sane, Poisson e Dupin. Nel secoudo capitolo accenna qual sia lo slato deir alveo, delle rive e del foudo del Tevere, singo- larmenle in quella parte che passa per Roma, discor- re sui varii frouchi di esso fiume, e locca degli arlifi- zii, che si potrebbero usare per raccoglierne Tacqua e condurla a vanlaggio della navigazione con sislemi economici e di sicnra riuscita nel tronco di Fiumicino. ~ 243 — E in qiiesto capitolo ove 1' autore propone di ridonare il Tevere all' antica estesa navigazione, ed e qui ancora ove nc distingue il corso da Orte al ma- re in sei riparti j ed annovera i difetti che rendono vizioso Tandamento e la contenibilita delle acque ne- gli alvei de'fiumi, per cui, riferendosi al Tevere, divi- de i lavori di sisteiuazione in Ire classi, adattati cioe a'varii limiti delle acque basse, delle acque medie, e delle massime piene. Stabilisce che debbansi prima portare a sisfema- zione normale le sezioni dell'alveo, in mode che ne avvenga la reciproca loro coordinazlone secondo a quanto siano per indicare i calculi basati e slabiliti sugli elemenli della raassa d' acqua , della velocita, delle cadenli e delle pendenze del suolo, riferite sem- pre alio stato di acqua media nel fiume. L'ingegnere Casoni prosegue coll'esporre i sug- gerimenti del Cialdi per oltenere la ideata sistemazio- ne, i quali consistono nella canalizzazioue od inalvea- zione del fiume, a conseguire la quale con etfetto si- curo e con mezzi corrispondenti ed adattati alia va- ria importanza ed alia rispeltiva attivita del commer- cio, dividerebbe il grado di sistemazione in due gran- di tronchi, cioe da Roma al mare, e da Roma ad Or- te. Nel primo non ammetterebbe mezze misure, cioe a dire vorrebbe che i lavori fossero completij nel se- condo adotterebbe le dighe sommergibili od allri la- — 244 — vori economici a possibile uiinorazione di spesa pro- porzionata airimporlanza commerclale di quella linea, che ne ha meno dell'altra dal mare a Roma. SiOfatti niezzi di ripari piu economici , consistcrebbero in opere di terra e di viniini, come hurghe^ gabbioiii, fascinaggi, disposti con opporluna inclinazioneal filone della corrente, o secondo il caso a quello paralelli, in modo pero che emergano solo 20 centimelri dalle acque magre, Ne dimentica il ripiego de' repellenti galleggianti sul sistema de' prismi del Bina e del Ma- ri, di recente dall' ingegnere Withe introdotti in In- ghilterra, e che invece di legno crederebbe esser do- vessero di ferro a risparmio sensibile delle spese di iiianutenzione. A quesli congegni, e per conseguire completamente Tideato scopo, v' aggiungerebbe si ri- guardo all' uno che all' altro de' due gran tronchi, ol- tre r impiego dei pennelli galleggianti e de' ricci, anco 1' uso della pirodraga, gia con ollimo effelto al- tivata sul Tevere stesso j e questa vorrebbe che fosse piu estesamente adoperata nell'escavazione dell'alveo, pero in que'soli punti, dove il fondo si riconosca tenace, argilloso, e resistente alia forza altiva delle correnti, poiche in altri siti e sopra allre qualita di fondo molle o di sabbla, ficilmente trasportabile, un lavoro di questo genere sarebbe totalmente frustraneo e oltreinodo dannoso per le conseguenze che ne derive- rebbero ai tronchi inferiori del fiume. - 245 — (jodesle appllcazioni del Cialdi Irovano valido appog^Io negli eserapii e nelle prove di fatto riferite dallingegoere Borrel, dal Descharaps e da altri. L' aulore termina il secondo capitolo con di- chiarai'e che Teffetlo di qualsiasi operazione sul fiarne Tevere resterebbe incompleto, ed ogni lavoro ineffi- cace, se prima savie leggi e ben consigliati regolamenti sostenuti dalla pubblica autorila, non tolgano gli anli- chi privati abusi, e quegl'imperdonabili arbitrii che finora tanto infliiirono ed influiscono tuttora sul dis- ordine di quel fiume. II terzo capitolo e dedicate agli sludii dall' au- tore fatti sulla foce di Fiumlcino, e propone quanto egli reputa confacente a niigliorarne la condizione e 1' accessibilita. Questa parte della memoria, a pare- re (ieir ingegnere Casoni , deve riguardarsi per la piu imporlante, e merita la piu attenta considera- zione. A conseguire la ideata migliorazione, crede I'au- tore die convenga prima di tutto disporre quella foce di Fiumicino ad una direzione alquanto diversa dal- r attuale, volgendola cioe verso 1' innocuo vento di ovest 1/4 nord-ovest, evitando cosi 1' ovest sud-ovest, che per la foce odierna e vento di traversia , e da cui commossoil mare, e nelle forti burrasche agitate e sol- levate le sabbie, vengono cjueste dalle grosse onde e da cavalloni spinte alia spiaggia ove decombono e si am- — 24G — massano dirimpello alia foce stessa, rendendone cosi sempre piu difficile e pericoloso I'accesso. Consullate poscia le opere e le opinioni dello Zendrini e del Bossut sulle foci dc' porti e de'porti- canali, vorrebbe che qiiello sbocco fosse garantito con la maggiore prolungazione carvilinea degli attuali guardian!, in modo pero che la bocca o I'apertura tra essi fosse ridolta da raelri a4 a soli metri i8, misura conveniente alia natiira e alia situazione di quel porto, e proporzionala alia qualita dei navigli die sogliono frequenlarla. Valutando poscia f azione e la efficacia della radente litorale egli, con sode ragioni e con do- vizia di esempii e di autorila, ne sostiene 1' esistenza da taluni contrastala; quindi stabilisce che il guardia- no o molo sinistro esser debba piu inoltrato in uiare che non il destro, affine di allontanare le torbide con- vogliate dalla stessa radente litorale e provenienti dal- la bocca d' Ostia, che gli resta al sud alia dislanza di circa ?)000 metri come accennavasl. Da queste dispo- sizioni ne conseguirebbe, oltre agli indicati radicali vantaggi di sito e di esposizione, che se la imbocca- tura di Fiumicino alia spiaggia fosse, come si e detto, ridotta alia larghezza di soli metri i8, I'apertura in- vece della foce esterna al coperto de'venli di sud, e garantita contro gli altri di sud-ovest, ed ovest, (di libeccio e di ponenle) diverrebbe di metri 4^? misura presa da un vertice all'altro degli anzidelli — 247 — guardianl o moli prolungali. Laonde apparirebbe lai^ga quasi il doppio dell' altuale vecchia foce \ grande mi- gliorameuto che i naviganti sopra tutii sono al caso di conoscere e di giustaniente valutare! Siccome poi, malgrado la progettata Inalveazio- ne del Tevere, e la sislemazione de' suoi tronclii co- minciando da Orte e meglio da Roma, ammessa anco la riordinazione e la modificazione della Bocca di Fiu- micino, e dopo 1' escavo che propone farsi con mezzi meccauici traverso i banchi, i prani e gli alti fondi foranei, il coinmendatore Cialdi dubita ragionevol- mente che il corpo d'acqua scorrente per quel ramo, il quale da passo ad un solo terzo della portata del fiume, non valga a conservare escavala quella bocca, e molto meno il varco esteriore, e percio suo intendi- mento che internamente alio sbocco, ed alia distanza di metri aSo a 3oo dalli guardiani, venga istituita una chiusa di spurgo e di scarico, medlante la quale, soslenuta 1' acqua del Tevere durante il flusso mari- ne, fosse poi scaricata a brevi intervalli nel periodo del riflusso. Che se questo ingegnoso artifizio, ideato prima d' ogn' altro dal celebre marchese Poleni per espurgare la foce de'fiumi, quindi consigliato dagl'in- gegneri Mercadier e Tardif per alcuni porti-canali del Medilerraneo a similitudine di quelli delfOceano, non valesse o debolmente valesse riguardo al porto di Fiu- micino, di rimpello a un mare in cui la differenza fra — 248 — r alta e la bassa niarea si limita a circa 20 centirae- Iri; in questo solo caso 1' autore consiglierebbe prali- carc un tassatore od una pescaia a Capo-due-raini, gia da altri progettala, nulla piu ora esistcndo a quel vertice del Delia Tiberino se non che un semplice parli-acqua ossia passonata la quale si avanza per circa cinquanfa melri verso Talveo principale del flu- me, collo ricopo dl tener piu convenientemente siste- mato ladilo del canale di Fiuniicino e richiamarvi un poco piu d' acqua. Senonclie egli ricorrerebbe a que- st' ultimo espedienle solamente allora clie ne fosse dimostrata la convenienza; poiche prima di accrescere il corpo d'acqua nel ramo di Fiumicino, e prima di con- dursi a sifFatla radicale determinazione, e opportuno consultar 1' esperienza, esaminare le circostanze, e prevederne tutte le conseguenze, non tanto per ri- gnardo alls rive, quanto per non render maggiori le difficolta od i pericoli della navigazione, e per evitare lo scoutro di vina piu vivace corrente con le onde marine agitate e sollevate da' venti di ovest-sud-ovest sino a sud, svid-ovest (ponente e libeccio sino a mezzogiorno libeccio ) che cola sono venti di tra- versia. Dopo toccati questi argomenti P ingegnere Ca- soni fa conoscere altro progetlo del commendatore Cialdi, che ha per iscopo di costruire o disporre da- vanti alia foce di Fiumicino una Rada artifiziale, ossia — 240 — iin porto tli lifugio, in cui I navigli possaoo afTerrare e rinianere traaqullli, unco in tempo di mare burrasco- so, in attesa del moaiento propizio per Tenlrafa nel fiume, ed a cui darebbe iJ noiue di Porlo Gregoriano in onore del regnante sonimo ponlefice. Fra tutii i inezzi che a cio fare condncono, egli preferirebbe, come il men dispendioso e di piu sol- lecita esecuzione, il sislenia de'moli galleggiantij ideali e cou molto profillo esperiti dall inglese capilano di vascello Tayier davanii a varie spiaggie neH'Ingliilterra e nella Scozia. Di codesti moli galleggianti o iiangi-onde, 1' al- tezza de' quali giudiziosanieule propone ininorare in confronlo del lipo di Tayier, e cio per renderli adat- tati a qiiella localila in cui si hanno melri 5 d'acqua in istalo di bassa niarea, egli intenderebbe collocarne due file una, di cinque, I'altra di nndici sezioni, ca- dauna di melri 2,0, disposle sopra un arco di 90 gra- di, coniinciando a ovest i/4 nord-ovest fino a sud 1/4 sud-ovest, con la corda di melri 4^0 e ad un raggio di 35o melri dalla bocca del fiume. Per or- meggiarli preferirebbe il sistema a contrappeso di "Wil- liam Henry Smilh, adoperando le ancore a vite di Mitchell e le catene di legno anziclie di ferro-, ne sa- rebbe lungi dal credere die, riguardo alia prima linea, la meno foranea cioe della progellata bar- riera. possano impiegarsi invece de' frangi-onde di — 2.j0 — 'J'ayler i lelai a. chiglia, adoperati dall ingegnci'C Wi- ihe nel poilo di Sunderlaud j e ciu tanlo pin lepu- lerebbe opportune, che in quel sito v'e maggiore scar- sezza d' acqiia e di fondo. Per rendere cuuipleta T iitilita della stessa Ra- da arlifiziale, I'autore aggiinigerebbc un faro galleg- giante da essere poslo all'estreinita ponente di qnella mobile bari'iera-, ed allro faro miuore a fiiochi varia- bili suirestreuula prolungata del guardiano a sinistra della loce medesinia. Esposlo cosi il sunto del progetlo, I'ingegnere Casoni aunovera e descrive moiti accessorii ed inge- gnosi provvedimenli, dal corumendatore Cialdi in par- te ideali per proleggere e garanlire gli effetli delle operazioni niaggiori, e in parte siiggerili dal pensiero di niinorare 1' imporlar delle spese occorrenti per le rostriizioni, altri infine tendenli a niigliorare possibil- inente f aria di que'bassi e nialsani lerritorii che con- fiuano al mare. Figtira fra quesli un molo o sperone di opera solida iuclinato per ^5 gradi circa al vento piu nocivo sulla spiaggia marittima tra Ostia e Fiu- micino, e che servirebbe in qualclie modo a ripulsare la corrente lilorale e ad allontaoare con essa le tor- bide, spingendole al largo; sperone che diverrebbe al di dietro senlina all'adunamento delle sabbie e delle lorbide stesse. Porge anche 1 avvedulo consiglio di deporre nelle campagne a Fiiiaiiciiio adiacenti i Ian- — 261 — ghi e le materie ritratte dalle escavazioni, e di plantar d'alberi il lembo della spiaggia e le rive del fiume, e iutto questo per migliorar I' aria e per trattenere le sabbie delle dune sollevate e trasportate da' furiosi venti di sud-ovest (libeccio) e specialmenle da quella di sud-est, che soffia lungo la costa. Infine, a parere dell'ingegnere Casoni, merita lode il coram. Cialdi per le avvedute e saggie viste che lo condusseio a suggerire I'irapiego de'forzati e delle inoperose basse classi della popolazione nella esecuzione di que'Iavori. II quarto capitolo di quella memoria, ch' e 1' ul- timo, versa sul duplice sistema di esecuzione dei la- vori nel Tevere, sul diritto di stabilire delle tasse pe' lavori proposti, e suUa difFerenza che dovrebbe esser- vi a vantaggio della bandiera nazionale nelle dette tasse. Nel trattare questi tre delicati argomenti di- mostra il Cialdi fino criterio ed estesa cognizione delle migliori dottrine economiche. Egli preferisce il parlito di accordare i grand! lavori di pubblica uti- lita a compagnie di aziouisti, piuttosto che farli ese- guire sotto la direzione d'ingegneri del governo; e parlando delle tasse e tariffe, dati alcuni salutari av- vertimenfi, ripetela massima cardinale, cioe, essere la migUore e doversi prescegUere quella tariffa che richiama maggiori trasporfi. Vorrebbe con Gordier, 252 che i lavori fossero pagali da quelli che debbono trarne profitto, con equa ripartizione in modo che si abbia sempre proporzionati i lavori ai bisogni^ e He spese e^ettive alle presunte rendite. Propone al- cnne temporanee facilitazioni riguardo alia bandiera nazionale, cioe un diritto dijfferenziale in materia di navigazione, una modificazione alle tarifTe per I'im- portazione de'generi esleri destinati a cousuniarsi in quello Stato, e per I'esporlazione dallo State medesi- nio de'prodotti del suolo e dell'industria •, modificazio- ne da togliersip una volta che la marina pontlficia tor- nasse fiorente. Siccome poi lo scopo finale dell opera si e la maggiore possibile prosperila del conimercio nello Stato pontificio, cosi I'autore, lasciato da parte il pro- getto, non ha raolto posto in campo, di una comunica- zione tra il Mare Mediterraneo a Civitavecchia, e I'Adriatico ad Ancona col mezzo di navigazione coor- dinata con una linea Irasversale di strada a rotaie di ferro j ed aminesso il principio, che fosse reso naviga- bile il Tevere dal mare fin presso a Perugia, egli in- lenderebbedi approfittare de'fiumi, ch'esistono lungo la linea da Perugia ad Ancona, e di canali o di altri mezzi di comunicazione, che fossero per riconoscersi opportuni in que'tratti, ove i fiumi non siano riducibi- li ne si prestassero al contemplate effetto. Conqiiesti partiti avrebbesi un sistema di navigazione artifiziale a — 255 — vapore lulta inlernaj e i due niari sarebhero cos\ ia- siemecongiunti in un niodo, pel risparmio del tempo, poco inferiure alle sliade ferrate, e aiolto piii di que- ste economico per la spesa di trasporfo. L'ingegnere Casoni non dubitaj clie, qnanlo pro- pone il Cialdi rigiiaido al Tevere ed al suo porlo di Fiumicino, non sia appoggialo ai piu sani principii della scienza •, e trova che ogui di lui proposizione e punlellata da solenni esenipii di eguali lavorl od ope- razioni altrove eseguite con felice riuscila da espertis- simi ingegneri peroltenere consimili efletti. Nola inol- tre, che la sisfemazione ideala dal Cialdi per la bocca 6 pel porto di Fiumicino ha per lipo quel progello medesinio, che V ingegnere veneziano Andrea Salvini avea un tempo proposto per migliorare la condizione del porto di Malamocco, e che da'rnatematici fraiicesi Prony e Sganzin fu in massima adotlato, e si sta at- tualmeute eseguendo, pero con qualche modificazione. In concrefo il piano del commendator Cialdi presenta massime generali, giudiziosamente applicate alia sisfemazione del Tevere, mette in vista e sugge- risce saggi parliti ed avveduli ripieghi. Siccome pero non si addentra ne'minuti detlagli, ne e corredato della serie di piani, di misurazioni e di scandagli, in- dispensabili pel calcolo e per le minule invesligazioni; cosi I autore con rara modestia chiede, che il suo progetlo sia tenia degli studii e delle elucubrazioni — 254 — (legli uomini d' arte, e possa oUenere in ogni parte i! convenient e sviluppo. L ingegnere Casoni, lascialo di parlare dei piro- scafl in ferro introdotti come riuinrchialori sul Teve- re, della loro forma, della forza dalle niacchine gia adoltate e del punto il piu opportuno per la loro col- locazione ecc, cose pienamenti^ risolvite dall'aiilore, e tacendo anclie de' lavori clie appartengono al fiume stesso, ferma la sua attenzione sul progelto della chiu- sa di scarico per la bocca di Fiumicino, sul prolunga- nienlo degli altuali guardiani o nioli esterni alia foce stessa, e sulla Rada artifiziale ossia porto di rifugio da porre dirimpelto. Ed in quanio alia chiusa clie il Cialdi cliiama di spurgo e di scarico, Fingegnere Casoni opina, clie ri- ferendosi al flume in istalo d'acqua media ed al ma- re in calma, posto clie si abbia quell'ostacolo al libero corso dell'acqua, essa in prima rallenlera mano a ma- no la sua naturale velocita, quindi s' innalzera per cf- fetto di espansione del gonfiamento fino al punto di li- vello, olfre cui succcdera il rigurgito, poi la quiete, e finalmente Tacqua del tronco massimo da sopra Capo- due-ranii prorompera tutta nel canale d'Oslia fino al riaprirsi della chiusa ; al qual punto succederanno qua- si contrarii movimenti, e per alcuni istanti 1' arqua ncl ramo di Fiumicino^ per lal inodo innalzala, correra con velocila maggiore di quclla odierna. die e di cen- — 253 — liaietri 47 P*^'" niiiiulo secondo, ed assistita da non grandi ne continuali escavi artifiziali, varra a tener sgoinbro qiiell' alveo dalle nuove deposizioni, in che sla appunto la somma dcgli effetti die si ha prefisso di conseguire 1' aulore. Malgrado la sola distanza di tre miglia da Capo- due-rami a Finmicino, e la incliuazione dell' ajveo ch' e di centimetri 20 per miglio, I'ingegnere Caso- ni, iu forza della cadeute e della velocita ini/iale, che al punlo della diversione, come teste si disse, e di centimetri 47 per mimito secondo, attenendosi alle massime dello Zendrini sui ritardamenti per effetto di i^igurglto, e sngl' impedimenli che si fanno al cor- so de' liumi, come pure alle dollrine del Yenliiroli riguardanti le resistenze locali ed i rigurgiti, opina, che V efficacia di quest' ingegnoso provvedimenlo della chiusa servlra all' effetto di procurare una maggiore profuudita alia bocca del fiume ed alia foce esteriore, seoza bisogno di ricorrere a modificazione alcuna del parti-acqua ossia passonata a Capo-due-rami, riducen- dola in tassatore o pescaia. L'aiilore confida appunto di non dover ricorrere a questo ultimo spediente per non far nascere sensibili perUirbazioni nel ramo d(>- stia, e per rispetfo alle sponde del canale di Fiumicino, appena sufficienti pel loro disordine a contenere quel terzo d'acqua, che a quell' alveo procura e vi spinge 1' atluale condizione di quel parlitore, e fmalmenle per — 250 — non aiiinenlare con una niaggior nappa d' acqna lo scontro delle onde marine ed il loro sollevainento. La prolungazione de'giiardiani o rnoli esleriori e il piu savio parlito clie I' uoiiio d arte con I'appro- vazione de uavigatoii possa suggerire, alio scopo di migliorare quella foce, e di conservaila prolonda cul inenonio possibile lavoro di escavazioni ineccaniche; ed il consiglio di spinger pin a lnngo il guardiano si- nistro, e d'inflelfere la foce esterna \erso il venio di ponente-inaestto (ovest-nord-ovest) sono divisanienii, clie lo .studio tlelle circoslanze locali addila, anco seu- za hisogno di esempi. E ceiio die per la foce di Fiumicino vi sara, co- me pel porlo di Malamocco, il bisogno d'nna seconda diga a destra, dalfautore con saggio avvedimento gia progellata, e come fu del to, per una lungliezza mi- nore delFallra a sinistra. Prima pero di determinare codesla Imighezza ( cosa che I'ingegnere Casoni repu- ta di Inlla imporlanza per le conseguenze che ne pos- sono risiillare), convieuc osservare I'andamento della corrcnte fluviale, conoscere il punlo dove essa, rallen- lando la propria velocita per T azione del mare, si allontana dal molo sinisiro e comincia ad espandersi di fianco -, mentre lo scopo della diga a destra e quello di conservare incassata la nappa d acqna, di minoiare a suo vantaggio I' uric de' rivolgimenii e de vorlici, clie si formeranno dalla correnle lilorale al vertice — 257 — dell'anzidetto molo sinistio. Qiiesta liinghezza sod- disfara al bisogno solainente allora, che la correntc llu- viale si maoterra vivace ed atliva a ridosso dello slesso molo sioistro, e fino a quelia di lui esh-eniita foranea, senza pero die si ristriiiga I' apertura della foce tra le due teste de'nioli, ne si alteri la progeftata direzione del varco frammezzo agli scanni circostanti alia spiaggia. Finalmcnte, toccando della rada artificiale, ossia porto di rifugio, sembra all'ingegnere Casoni che, stando ai dati offerti dal Cialdi sulie condizioni lo- cali, sulla derivazione e natura dei venti, sulla profou- dila del mare, sul movimento delle onde e sulla qua- lita di quel fondo, nulla sia da aggiungere o da to- gliere al progetto dell' autore, il quale, appoggiato a sodel e positive ragioni, da preferenza fra gli altri mezzi d'ancoraggio alle ancore a vite di Mitchell; le quali tanto piu saranno operative ed efficaci, quan- to piu a renderle stabili si trarra partifo dal sistema d'ormeggio a conlrappeso idealo ed esperito dalT iu- gegnere Guglielmo Enrico Smith in varii siti marit- timi deiringhilterra. E qui, a sempre piu rendere sicura la stazione momentanea dei navigli in quelia rada, in cui, per la natura e la esposizione del sito, e quando il mare sia burrascoso, vi sara sempre sensibile movimento j e dove e facile, o che I'ancora getlafa ritardi ad afler- rare, o, come dicono i niariiiai. a far testa^ e forse ad r. ' 33 - 258 — arare o percorrere, Tingegnere Casooi troverebbe utile cosa, die vi si collocasse uno o due grossi gavi- lelli delti da gegomo^ amarrati in terzo, con cate- ne e tre ancore o corpi raorli, ad una sola presa, I'utilifa dc'cjnali, per soccorso de'navigli, in sito fo- raneo, ma prossimo ad una spiaggia bassa, e percio pericolosa, non ha bisogno di essere diniostrata. II lavoro del chiarissimo Cialdi e materia d' uu grosso volume di oltre 35 o pagine arricchito di pro- spetli, di ragguagli e di sei tavole, fra le quali una rappresenta la costruzione dell'ancora a vite di Ales- sandro Mitchell e la descrizione grafica del movimento delle acque del Tevere; in altra si ha delineate I'idro- grafia del nuovo porto Gregorian© ed il progetto di sislemazione delta foce di Fiumicinoj in una terza si rappresento la forma e la maniera di costruzione del frangi-onde galleggianti di Tayler col sistema pel loro ormeggio j due offrono piante e spaccati della pirodra- ga ; finalmeute I'ullima ofTre I'aspelto pittoresco dell' auzidetto nuovo porto di rifugio ossia rada, ed in- sieme da un' idea dell' efficacia e degli effetti dei fran- gi-onde rispetlo al mare in burrasca. Al primo volume ne va dietro un secondo ric- ro di oltre 200 note, concernenti vari punti di scien- za, ricche di erudiziono, e talune imporlanli per la novila delle narrazioni e per f nlilita degli esempi. — 259 — L'ingegoere Casoni finisce col far voti perche siano favorevolmente accolte, e dopo i convenlenti sviluppi sollecitamente poste in efl'etfo le proposizio- ni del comtnendatore Cialdi a vanfaggio de' naviganti ed a maegior incremento dc' coininerci nello Stato Do Pontificio. Poscia il membro eflfetlivo prof. Bellavitis pre- senla una seconda parte di quel suo lavoro sull' ope- razione aritmetica, di cui intraltenne altra volta I'lsti- tuto, la quale risolve le equazioni del terzo grado nei caso irreducibile con altrettanta sicurezza e con mag- gior comodita, di quello che le note formule risolvano il caso riducibile. E considerando, die la dimostrazione di quella operazione conduce in modo brevissioio ed elementare a tulta quella parte della teorica delle equa- zioni che e necessaria o giova alia loro risoluzione, egli crede che sarebbe vantaggioso di esporre questa teorica colla maggior semplicita di cui puo esser su- scettibile, ed e per tal motivo ch'egli presenta queste nuove ricerche, che si collegano con quelle trattate nella Memoria letta nello scorso marzo. Sembra al prof. Bellavitis che, generalmente par- lando, non si debba fermarsi a ricercare le radici ra- zionali delle equazioni \ nulladimeno egli mostra come facilmente queste si trovino, anche risparmiando la lunga determinazione di tulti i divisori degli nltimi -^- 200 — (cniiini, e clii qualche rogola aaclie per la piu dinicile jicerca dei latlori razionali del secondo grado. Una licerca niollo piu iinpoetante, ma anche mol- lo difficile, e quella delle radici imniaglnarie, ossia del laltori reali del secondo grado. Egli crede cheil mezzo migliore sia quello della tripla falsa posizione, e per giiidare le successive posizioni suggerlsce la coslrii- zionc gi'uficu delle curve di eiTore. MoUi matemafici si occuparono della decomposi- zione delle funnule razionali frazionarie, e vi impie- garoQO anclie il calcolo sublime •, il prof. Bellavitis crede die il melodo effettivameute piu comodo sia quello clie si appoggia a principii aflalto elemenlari, c ch' egli sviluppa in alcuni esempii numerici. Finita quesla lettura I'Islituto si riduce in adn- nanza segrela per tratfare di affari interni. Si assoggettano alle deliberazioni dell' Istitufo i conti di amministrazione delle spese gia fatte a tulto novembre i^4'^j ^ di quelle da farsi nell'anno pros- simo. Poscia sono elelti a Socii corrispondenti dell'Isti- Uito i signori : A.tiici Cav. Gio. Battista, di Firenze. Antinori Com3i. A'mr.ENzo, di Fireuze- — 2G1 — BoTTO Prof. Giuseppe Domenico, di Torino. Bertoloni Prof. AntoniOj di Bologna. BoNAFous Cav. Matted, di Torino. BuFFALiNi Cav. Maurizio, di Firenze. Buonaparte C. L. Principe di Canino^ in Roma. Dalle Chiaje Prof. Stefano, di Napoli. DucA DI SERRA DI FALCO DoMENico, in Pahrmo. Galluppi Bar. Pasquale, di jyapoli. Gene Cav. Giuseppe, di Torino. GioRDANi PiETRO, di Parmu, GioRGiNi Cav. Gaetano, di Firenze. LiNARi Prof. Santi, di Siena. GiuLio Prof. Carlo Ignazio, di Torino. Melloni Cav. Macedonio, in Napoli. Mari.anini Cav. Stefano, in Jllodena. Matteucci Prof. Carlo, di Pisa. Moris Cav. Giacinto, di Torino. Mossotti Cav. Ottaviano Fabrizio, di Pisa. Orioli Prof. Francesco, di Corfu. Paoli Conte Domenico, di Pesaro. Pareto Marciiese Lorenzo, di Genova. Parlatore Prof. Filippo, di Firenze. Pianciani Prof. Gio. Battista, di Roma. Pilla Prof. Leopoldo, di Pisa. PiRiA Prof. Raffaele, di Pisa. Plana Comm. (Giovanni, di Torino. PucciNOTTi Prof. Francesco, di Pisa. Repetti Prof. Emmanuele, di Firenze. RiDOLFi Marciiese Cosimo, di Firenze. Savi Cav. Paolo, di Pisa. ScAcciii Prof. Arcangelo, di Napoli. — 2C2 — SisMONDA Gav. Angelo, til Toviiio. Spinola March. Massimiliano^, di Genova. Tenore Cav. Michele, di Napoli. ToMMASiNi Cav. Giacomo, di Parma. Venturoli Cav. Giuseppe, di Roma. Finalnienle si propone e si ammetle iin'aggiunta agli staluli interni per cio che concerne le comraissio- ni permanenti. ADUNANZA DEL GIORNO 25 GENNAIO i846. II Segretario legge I'atto verbale dell' adunanza 3o novembre, ch'e appiovalo. Si annunziano i segueoti doni fall! all'I. R. Istituto. T . Dal membro effeltivo nob. G. Freschi. / 7iwwer/ 39 a! 42 del giomale intitolato : L'Amico del Contadino. 1. Dal socio corrispondente dolt. G. Namias. Giomale per servire ai progressi della Patologia e della Terapeutica, agosto, settembre e ottobre 1845. 3. Dal conte Annibale Ranuzzi, Islitutore dell'uffi- cio di corrispondenza geografica in Bologna. _ 264 — Annuario geogra/ico italiano pel 18 45. Bologna, in 8. 4. Dal prol. Giovanni Semmola di INapoli. Breve d?sa?m/ia della Cianorma. Nnpoli, di pag. h, in 4. 5. Dal sig. Giovanni Codemo di Treviso. Descrizioiic gcografica della Monarchia austriaca, in quadri sinonici. Venexia, 1845. 6. Dal sig. Carlo Zamara, direltore delle scuole ele- menlari in Vicenza, la sua operetta intitolala: Aritinetica leorico-prati'ca. Padova, 1845, in 8. y. Dall'ab. Gaetano dott. Sorgato di Padova. Me/iiioria sugli speUucoli c sidle feste di Padova. Pa- dova, 1845, in 8. 8. Dal sig. Giuseppe Caregnato di Padova. De universa vaporis in viis ferratis et navibus 7itili- iate. Carmina Alcaica. Patavii, -1845. II Segretario partecipa la mancanza a'vivi avve- nuta recentemente di due Socii corrispondenli dell I. R. Istiluto, il sig. colonnello cav. Catlo di Birago di- — 265 rio della Marciana. morante in Vienna, e mons. Pietro Beltio biblioteca- II membro efFettivo ing. Jappelli legge uno scrit- to: Sulla rnaniera pin economica di costraire ana galleria sotto iin canale od un fiame. Alcuni dise- gni ed un modello soao posti sotto gli occhi dell'Isti- tulo. Con questo suo mode di costrnzione 1' autore non intende d'introdurre alcuna uuova pratica di ar- chitettura idraulica, ma di giovarsi delle pratiche gia in uso \ disponendole pero in un certo ordine, die agevolerebbe alcuni generi di costrutture, e princi- palmente pei canali e per le gallerie subacquee. Indica poscia come egli intenderebbe di costraire una galleria o viadolto sotlo un canale, la cui linea d' acqua fosse p. e. di metri 5o, e che ne dovesse raantenere met. a, 5o per uso della navigazione. II metodo consisterebbe nello scavare nel fondo del canale ed alia profondita convenlente, servendosi del cavafango a ruote, la nicchia in cui dovrebbe es- sere costrutta la galleria ; nellinliggere su questo fon- do il necessario numero di pali, recidendoli coi noti congegni tutti ad un livello ed alia profondila occor- rente; e nel farvi calare e fermar sopra, direlta da ormeggi, e colle opportune caulele, una zattera imper- meabile all' acqua, lunga e larga come la galleria, so- r. ■hh — 266 — ])ia la qiial /altera nel senso della lunghezza si an- (Irebbc a mano a mano coslruendo le niuraglic di pielre colte con cemeiilo di pozzolana, e poscia le vol- te -, ed i lati minori si chiuderebbero con pareli di legno parimenti impermeabili. Cosi si otterrebbe, col- la progressione del lavoro, la lenta e progressiva sua iuimersione nelle acque, ed il suo adattamento sopra la base di pali infitti e recisi gia proparata. L' autore da avverlenze special! per ogni parte del lavoro, e inette in fine della memoria alcimi calcoli per dinio- strare la praticabilita e 1' econoaiia del suo raetodo, II membro effettivo cav. Fapanni legge poscia il Prospelto di un'opera clie sla compilando ed e intitola- la: Istituzioni di Giiii is prude iiza Agraria secondo il diritto romano e secondo le leggi vigenti nel Regno Lombardo-Teneto. Dopo accennata la convenienza anzi la necessita di un peculiare codice agrario, in cui sia ordinatamen- te compilafo, cliiaramente esposto e ragionevolmen- le dedotto quanto puo avere relazione cogl' interessi dell' agricoltura; dopo riferito quanto a questo pro- posito si ha ideato di fare in Francia, od in allre par- ti d Europa, e ricordalo i lavori eseguiti presso allre naziuni da benenieriti giurisperiti ed agrononii, clie vollero in qiialche modo riparare alia niancanza di un rnrui;i)<^ rodire agraiio, V autore, quorelandosi die in — 207 — Italia non vi sia iie una raccolta generale per un iiile- ro stato, ne parziale per qualche provincia, die ne ab- bracci le rispettive leggi agrarie, si e avvisalo di ovvia- re a questa lacuna, e di compilare un' opera la quale presenti in un sol corpo tutta la Aigeafe legislazione campestre. E siccome iJ diritto romano lu sempre riguar- dato qual diritto comune di quasi lutte le nazioni in- civilite, e la migliore sorgente da cui si possa Irarre la scienza delle leggi; cosi fa precedere alia esposizio- ne delle leggi agrarie vigenti nel nostro Regno, I'espo- sizione dei principii d' equita e di ragione, clie nelle analoghe malerie servirono di base alia ordinazioni contenute nell' intero corpo del diritto romano. La prima parte del lavoro del cav. Fapanni pre- sentera 1' intera sforia della Giurisprudenza Agraria divisa in sei epoche principali, e porgera anclie la Bi- bliografia degli autori che di questa scienza hanno Irattato ex-professo. Nella seconda parte, la parte teorica, 1' autore ha raccolto le regole costituenti la base del diritto geor- gico, che si trovano sparse nell' universo corpo del diritto romano, e ne ha dedotto i principii della scien- za, disponendoli con qualche cangiamento secondo la receote opera di Fournel Sidle legs;i rurali della Francia nel loro ordine natnrale. La terza parte, la pratica, deve contenere 1 esjio- _ 2G8 — sizione dcllc leggi agiarie, che soQO atlualmente in vigoro nel Regno Lombardo-Venelo, ed oltengono presso noi una particolare osservanza. E queste leggi o disposizioni, sparse in varii e disparati volumi, sa- ranno coordinate secondo i principii csposti nella parte teorlca, e potranno in certo modo supplire per era presso di noi alia mancanza di ua Codice rurale. Prima di compiere la finale coordinazione di tutti i materiali appronlati per la sua opera, il cav. Fapanni vuole assoggettarne il Prospelto al giudizio del pubblico, per trarre giovamento dagli allrui lumi e consigli. Una lunga esperienza gli ha provato, che 1' esatta conoscenza delle vigenti disposizioni preserva da molesti litigi i proprielarii e i coloui, e giova mol- lissimo al miglioraraenlo morale delle classi agricole. lufiiie si legge la seguente Memoria del menibro efTeltivo conte Scopoli. Sopra due recenti opinioni del sig. Letronne relative alia storia delt Egitlo. Del conte G. Scopoli. II sig. Letronne, giiistamente annoverato fra i migliori archeologi moclerni, pubblico non ha guari nella Revue des deux Mondes una sua Memoria , cui diede il titolo di Sludii storici sull'antico Egilto; nella quale memoria — 269 — clue cose intende di provare, V una che Cambise e i suoi successor! non danneggiarono, quanto fu sempre creduto, quel conquistato paese : 1' altra che i Greci solto il Farao- ne Psammelico diedero un utile impulse a grand! opere idrauliche e monumenlali in Egilto. Piacciavi esaminare meco su qiiali fondamenti il dolto francese appoggia gli argomenti suoi. Cambise fu certamenle un principe di carattere vio- lentissimo, fors' anche perche fin da'primianni afflitto da epilessia ; ma non era fuor di senno, ne quando rcstitui la vedova d' Amasi al padre, fosse re o uno dei primali di Cirene, e cosi il tennc divisn dagli Egizii; ne allorclie si pro- euro r alleanza degli Arabi, che gli apersero la via dell' Egitto. Opero contro i dettami della patria religione facen- do ardere il corpo d'Amasi tolto dal suo sepolcro, per ven- dicarsi dell' inganno sofferto , quando da (luel re inve- ce della figlia sua ebbe ipiella d' Apries per moglie, ed olTese pure le leggi persiane , quando voile sposare le proprie sorelle. Ad un despota tutto e permesso, cosi il segnarc il cuor d'un fanciullo al suo arco, come il Hir morire un fratello, sospettandolo di se piu forte. Pero il furor di Cambise non si mostro contro gli Egizii e la propria famiglia e i sudditi, se non se dopo le infelici sue spedizioni in Etiopia, e all' Oasi d' Ammone. Ritornan- do egli a Memfi, trovo la cittA esultante per la scoperta d'un nuovo Api, e credendo quella pubblica gioia derivantc dalle fallite sue imprese, ferisce di sua mano il sacro ani- male, che poco dopo sen muore ^ e fa uccidere i sacerdoli che il veneravano. Ma osserva Lelronne, che nulla or^ ci ma- nifesta aver esso atterrati i monumenti egizii, o sciolte o guaste le istituzioni religiose e civili del paese. Sappiamo anzi che consulto 1' oracolo di Buto, il quale gli annun- — 270 — cio la mortc in Kcbatana , e presto fodo al valicinio •, avvennc di fatto, die pcrisse Icrito della projiria spada in Ecbatana di Siria. Si conoscc oggi cio die sta scritlo in una specie d'edicola sostenuta da una figura egizia naofora , la quale rapprescnta un sacerdotc , die di- ce i( come Cambise venne a Sais alia divina diinora di 5' Neith, e al pari di tutti i re presento una ricca offerla " a Neith divina niadre degli Dei principali di Sais, fa- 55 cendo tutte le cerimonie, e instituendo la celebrazione » delle libazioni al Signorc dell' eternita ncl tcnipio di » Neith, come i re anteriori ". Qacsto fatto vcramente non si conibina coll' incendio ordinate da Cambise dcile imagini nei tempii di Vulcano e de* Cabiri; ma osservo io, che quell' incendio non si applico probabilmente se non se a quelle imagini, che si portavano periodicamente so- pra scabelli nelle processioni, come si legge nella celebre iscrizione di Rosetta. II signer Letronne, in prova che Ic arti egizie non dis- piacessero a Cambise, riportacomeTolomeoEvergeto restitui all' Egitto d500 statue, che il re Persiann avea trasportato nelle sue citt;1, quando vi manilo anche artefici egizlani per innalzare de' palazzi in Pevsepoli, Susa e altrove. Quelle rapine di cose care al paese, devono naturalmente aver da- to molivo al credere, che il figlio di Ciro devastate avesse quante di grande sorgea sulle due rive del Nile, onde Strabone c Diedero scrissero , che uso del ferro e del fuoco per operarne la rovina ; ma dice il sig. Letronne, che I' Egitto non fu mai boschifere, e di selve estesissime avreb- besi abbisognale per calcinare le arenarie c i graniti dei monumenti faraonici. Nelle rovine di quelli nulla appare che indichi un'ignea dislruzione, conservandesi le pitture stesse, c gli incisi caralteri, i quali dovcano soffrire prin- — 271 — cipalmenle daUa coiiibiislione. Senza ferro e senza (uoco, so Cambise avesse voluto annientare ogni regia o religio- sa menioria egizia, parmi clic avesse potulo bastare lo smuovere con cunei bagnati le pietre colossali; e pareti e volte precipitavano. E diflfatto con tali cunei si scavarono quelli immensi monoliti, die si ammirano tuttora. Ma a sostenerc I'opinionc deil'eruclito francese valer devc, a inio avviso, piti d'ogni date storico di scrittori posteriori ad Erodoto , ii politico inteiesse del persiano doniinatorc, il quale lego a' siioi successor! il possesso del- r Egitto, e non potea essere cosi pazzo da volere in pochi niesi esaurirc per semprc una ininiora di ricchczze pel suo itnpero. Ed esaurita certamente I' avrebhe, se avesse sconvolto quell' ordinc civile e reiigioso del paese, nel quale intimamente collegavasi ogni economico provvedi- inento. Dovea egli sapere del vasto coiinnercio degli Egizia- ni eoU'lnterno dell' Africa e fuori ; ne ignorava, die gli Etiopi vicini tenevano avvinti i loro prigioni con catene d' oro in mancanza d' altri metalli, ond' c chiaro die voile movere guerra ad essi per solo desio di rapina, desiderio di cui gli stessi Etiopi si avvidero. Dario I, die regno dopo Cambise, fu non solo fovore- vole agli Egizii, ma ne protesse il culto a segno, die giunto a Memfl ofTri cento talenti d' oro a chi avesse trovato un altro Api in luogo del defunto poco prima. Dario ebbe pero il titolo di divino dai sacerdoti, e gli si devono magnifichc costruzioni nella grande Oasi, come I'attesta il suo nomc in molte di esse scolpito. Sul finirc del regno di Dario vi fu una sollevazione in Egitto, chc Serse domo prestamante, maudando govcrna- tore del paese suo fratello Acliemene ; so non die dopo la ballaglia di Salamina, sparsasi la voce della morte del re, 272 una luiova sollevazione scoppio 4G2 aiini prima dell' era nostra, c anni due prima del viaggio d'Erodoto. Inaro re delta Lidia, c Amirteo di sangue realc egiziano col soccor- so degli Atenicsi sconnssero I' arniata persiana, uccidcndo lo stesso Achemene. Pero un miovo cscrcito pcrsiano so- praggiunsc, e i ribelli furono vinti, Inaro crocefisso, e Amir- teo costretto a salvaisi nelle paludi del Delta, eve come re pote resistere alia straniera dominazione. E qui sorprende, come Artaserse I invece di infierire contro I'Egitto, rendes- se prima la Libia a Tliannyras figlio d'lnaro, poi a Pausiri 0 Petosiri figlio d'Amirtco cpiel territorio che il padre a- veva occupato. Cosi durarono le cose lino a Dario II, epoca nella qua- le Manetone interrompe la dinastia fiersiana, alia quale suc- cedono tre indigene, la Saitc, la Mendesia e la Sebenitica. Ma finciie si mantenne la persiana nulla fu mutato nelle i- stitu/Jonl egizie, e sorsero anzi nuovi monumenti a teslimo- nio della benevolenza dei re di Persepoli. Come Erodoto trovasse V Egilto magnifico vedesi dalla sua storia. Qui pero il sig. Letronne confessadi non intendore co- me Artaserse II tollero il ricomparire dei re egiziani indi- pendenti. Sebbene abbia avuto a combaltere contro il fra- lello Giro, pure quesla guerra non fu di lunga durata, e vinto 1' emulo, era piii forte, c mezzi non mancavano per sottomettere di nuovo 1' Egilto, se rivoltoso. Ma io ardisco pensare, clie il figlio di Petosiri, che assunsc il nome del suo avo Amirteo, pote procurarsi dallo stesso Artaserse con uti- li doni e sussidii la podesta regia su tulto 1' Egitto, libcro anche da persianc guarnigioni, a titolo di vassallo tributa- rio. Comun(iue sia, vi fu certamente |)aco, per cpianfo ne consta, fia la Persia c I' Egitto duranti le dette tre dina- stie. e i Pcrsiani non ricntrarono in Mcmli, clie solto Dario ■'•**r. - '11 o — Oco, it (|uale fu iigli Egizii plii infesto di Cambise. Pcro qiian- do Alessandro interrogo il sacerdote di Eliopoli, I'EgiUo non era cangialo, e colle sue leggi c i suoi teinpii il trova- rono e il lasciarono i Lagidi, die di novelle e splendide fab- briche il decorarono. Ed ora^ giusta riputando la difesa c!ic fa il sig. Le- tronne dei re di Persia contro I' accusa ad essi data di di- struttori dell' Egitto, faro cenno di due vasi d'alabastro con iscrizioni ieratiche e cuneiformi. Uno di questi vasi esiste nel gabinetto dellc atitichita a Parigi col nome di Serse, Taltro e nel tesoro di s. Marco con quello d' Artaserse, il qual Arta- serse vuolsi il Longimano da Letronne, e il Mnemone da Longperier. Dichiara il Letronne, die i dctti vasi indi- cano la sovranita dei re persiani in Egilto, ed una certa qual fusione nelle costunianze fra i due popoli, finclie v'era un solo signore. Pero scnza ammettere die quel re avessero suppellettili a loro uso in Metnfi o altrove, non possono que' vasi essere un mero dono degliEgizii senza alcuna alterazio- ne di costumanze?Si sa che Amasi mando in dono agli Spar- tani una corazza, nella quale erano irapresse le caccie del re con 560 aniuiali, ed una simile ne dedico a Minerva nel tempio di Lindo. Non sara altronde strano i! sospeltarCj chele iscrizioni cuneiformi siano segno di maggiore amicizia 0 d' oraaggio, e gli Egizii aveano interpreti in varie lingue, come si dira in seguito, e interpreti persiani furono assolu- tamente necessarii fincbe 1' Egilto fu sottoposto a Cambise e a'successori. Forsc anche i Persiani avranno avuto inter- preti de' caratteri egizii. Trapasso alia seconda opinione del sig. Letronne, al- r influenza cioc che cscrcitarono i Greci sullc grandi ope- re idrauliche e mouumenlali del vecchio Egitto. Per sostenc- re tale opinione rasionn esrli: l.'^ di alcunc coloniegreche che /-■. 35 — 274 — stahiliscc in Egitto ; L'." dogli iiiteiprcti dali Ja Csain- mctico ai Grcci suoi ausiliari ; o," del canale apcrto da l\c- clio fra Suez c il Nilo ; 4." della navigazione intorno all' A- frica ordinata dallo stesso Nccho. Non vi disgradi di esscr giudici fra me e lo scrittorc Cranccsc, perclie, (luantunquc io rispetti Ic moUe sue cogni/Joni nella storia dcll'Egilto, sono nullameno di parerc contrario al suo, rclalivamentc all' influenza grcca in quella mirabile regione. E primicramentc, parlando delle colonic, conviene ri- chiamare alia memoria che, cessata la dinastia etlopica, I' Egitto si divise in 12 principati, ognuno do' (juali ebbe la sua casta sacerdotale e la niilitarc, linche Psanimetico con 1' aiuto de'Greci, vinti i compelitori, regno solo sopra tutto V Egitto. Quel grcci crano « Jo?us et Cares praedandi tjra- lia navifjanlts n die poi « necessilas comptilit appUcare ad Jcfjfptum » ; cosi Erodoto nell' Euterpe. Pochi vera- mcnte furono qtiei priuii sbarcatl in un ramo del Delta, e dovctlcro chiamar compagni da ogni parte dolTAsia lilora- le e insulare, ove erano stabili le colonic greche, end' es- serc in nunicro tale da riuscir utili a Psammetico. Coniin- cia pero da questo Faraone la diU'usionc de'Greci in Egitto, avendo essi ottenufo delle tcrre fruttifere nel distretto Pe- lusiaco, stazione in Abido e nella grande Oasi ; oltre che pare fossero parte anclie essi della guardia reale. Ma se considei'o la distanza da Pelusio a Memfi, e da (juesla cittA airOasi di Tebc, veggo cliiaraniente, che le greche schiere furono polilicainente sparpagliate. Siccome poi non tutta Tcgizia casta niilitarc potea aver abbandonato Psammetico, perche quella casta avea terre, e la nazione non dovea es- scr tuUa nemica a colui che diedc maggior forza al regno unendone le parti ; cosi mistc c alterne furono le stazioni dc' grcci soldali e degli cgizii. Quesli erano o Galasirii — 275 — o Ermotibii. I primi, fosscro i piu giovani o licvemcnte armati, ascendevano al niimero di 250,000 ; i second!, o veteran! o d! grave armatnr;i, erano 160,000. stando alia storia d' Erodoto. Cosi se anelie 240,000 avessero emi- grato !n Et!opia, in un' !sola sopra Meroe come narra Strabone, (ne si sa come potcssero esservi ricevuti dal re Tahraca e provveduli di campi fruttiferi, supposlo anche che fossero tutli celibi) ne rimanevano ancora in Egitto ^ 70,000. Si da una grande iniportanza ad uno stabilimento di Greci in Naiicrati : ma ecco come Erodoto ne parla : '< Atnasis porro , f/uonia7?i Graecorum erat sltidiosus , cu?n alia in quosdam Graecos officia contulil, tu7n iis qui in Aegrplitm concederent dedil fac^dtatcm ISaucrati'm ur- bem incolendi ». Erano dunqiie i Greci di Psammetico mi- lizie assoldatc, collocate in gnarnigioni, e i Greci d'Amasi mercadanti. Lo stesso Amasi poi non dovea esser niolto amico dei Greci, che in numero di 50,000 se gli opposero con Apries in Memfi. I Greci in Naucrali ebbero probabilmente un domi- cilio separate, come i Genovesi in Costanlinopoli ottomana, e se reggeansi con religione e leggi proprie. vanno as- somigliati a! Portoghesi in Macao. Ma Erodoto aggiunge che altri stranieri doveano concenlrarsi in Naucrati, se involontariamente fossero approdali a qual si sia spiaggia d'E- gitto : " 71(17)1 emporium erat sola Nancratis, praetcr hoc in Aegypio aliiid n^dlum. Qjtod si (juis ( straniero ) in ali^id aliquod Nili ostiu77i applicuissct, is necesse habe- bat declarare se renissc invitum, datoque jurciurando ea- de7n "^avi ad Canopicion navigare : ct si id 77iim(s, per co7itrarios venfos posset, oiiera /lurialibus 7i(ivigiis circii77i- agere htslratido Delta, donee perienirenl ISaucratim >■>. Voile Aniiisi \aiil;if,'gia!c il commercid, ma non aminisouno slalo indipcndi'iilo ncl suo regno ; fece assai accordando ai forcslicri che avcssero consoli c probi viri, i t/7Uof((/7us per arhilri nelle liti. Un solo pern fu il porto coneesso, come fccero a Canton gl' insperatori dcUa China prima dell'ultinia guerra cogli Inglesi. Questo |)aragone ci dimostra csso pure, come la vcritA storica risiilta dal confronto delle cose antiche coUe moderne . Si noli che prima (11 Psammetico i Greci ignoravano quasi I' esistenza del- 1' Egilto. Yenendo poi al secondo ragionamcnto del sig. Lctron- ne, riguardo agrintcrprcli egizii, che i Greci ottcnnero da Psammetico, non trovo di poter sotloscrivere alia sentenza sua, che la loro prima islituzione fosse una nuova ordinan- za di (piel Faraone in favore dc' soli Greci. II detto di Ero- dofo e il seguente : Pucros rjuin etiavi Acgxjpt'ios co^nmisit liwjua graeca hnhuendos, a (jiiibus linguain graecavi cdoctis, orinndi (/ul nunc in Jcgxjplo inicrprelcs sunt Da (jtiesto passo io argomento, che per antica politica costu- manza, quando stranicri giiingevano in Egitto, ove la gelo- sia deila casta sacerdotale era massima, e impediva ogni novita, si nominavano personc, che ne studiassero il lin- guaggio, c ne spiassero ad un tempo la condolta, e scrvir anclie potcssero Corse come sensali di camhii, onde cvitare c frodi e qiicrele. Abbiamo di cio una prova Uiminosissima nella Gcncsi, allor quando prcsentatisi 1 fratelli a Giuseppe, (juesli 11 chiama csploratori de' luoghi non bene fortificati, e parla ad cssi col mezzo d' intcrpreti ; ntsciebant autetn (jnod inielligcrel Joseph, co quod per inlcrpretcm lot/uere- tnr ad cos. E interpreli in Egilto avranno avuto anche i Fenicii c i Babiloncsi, poiche essi pure vi stanziarono. Giu- seppe fu vendulo a Putifare diii'antc la dinastia dei re pa- — 277 — slori 0(1 hyksos, che fii la XVIF, e qiiclia di Psammetico o la XXVI Saitica; si lianno diinque interprcli cgiziani 1400 anni circa prima deli' arrive de'Jonii e Carii nel Delia, giu- sta la cronologia di Manetone. Sc Erodoto osservo, die numerosa era la classc dcgli interprcti in Egitto, puo da tale osservazione conchiudersi col sig. Letronne, chc quella classc si dovesse ai soli Greci nioltiplicati? Grande era il conimercio dell' Egitto, c pari- inente il bisogno d' interpret!. Dai sacri lihri ( Genesi c. 37, V. 25 ) sianio istrutli, che gl' Ismaeliti portavano da Galaad aromi, resina, e stacten, che dicesi mirra, agli Egizii : piu gli slorici greci ci avvertono, che v'erano in piu luoghi dell' E- gitto de' presidii niilitari per esigere le gabelle da'mercanti; e i Samii probabilniente, che arniati vuolsi occupassero la grande Oasi, ivi locaroDsi per vegliare sulle carovane ve- nienti dall' Africa interna orientale e meridionale al Nilo, nicntrc gli altri Greci a Pclusio assicuravano i dazii sulle mercanzie procedcntl dalla Siria. Ma il parteggiare pei Greci del sig. Letronne si mostra piu nianifesto nel presumere, che da ladroni di marc get- lati da una procella nelle paludi dell'Egitto, e da soldati di Ventura vcnuti dopo cjuelli, Necho figlio di Psammetico ri- cevesse il pensiero del canale, chc tento di aprire fra 11 Nilo e Arsinoe; e che pur anco avesse 1' impulso all' impresa d' un periplo di tulta I'Africa, oltrepassando lo stretlo di Babelniandel, e pel Capo di Buona Speranza veuendo al pas- so di Gibilterra, alia Cirenaica e Canopo. Circa al canale di Suez, Strabone dice positivamente, che fu opera cominciala div Sesostri, fossa primwm a Sesosiri hicisa est ; sebbene aggiunga, che altri ne atlribuisce, siccome Erodoto, il prin- cipio a Nccho e il compimento a Dario. Sesostri e Dario non poteano teinere degii Arabi, ma bensi Necho, che percio so- — 278 — spese i lavori. Che poi la dilTerenza di livello fra il Mar rosso c ilMcditerranco non si conosccsse clie nclla XXYIi diiiastia, la prima cioe persiana, mal si supponc a mio giudizio. poi- clie gli Egizii si palcsarono fino dai primi re ccccilonti li- vellatori per Ic irrigazioni niolte|)lici del Delta ; e ciii fii ca- pacc di fare il lago detto di Meris, o il gran canale al di sotto, lascio per certo a'suoi successor! un soggelto d' imi- tazione applicabile all' iinione del Nilo coll'Eritreo. Non sa- prei poi negare agli Egizii la conoscenza dei monsoni. II giro finalmcnle di tutta I'Africa se fu affidato ai Fenicii, ad ossi c non ai Grcci e vcrisimile die si conceda 1' averlo consigliato. Nessun greco rammenlan le slorie che oltre- passasse le colonne d'Ercole. Ma, dice Letronne, potcano i Greci aver narrato a Ne- clio, come Pcriandro di Corinto siio contemporaneo tentasse di romperne I'istmo; se non che poco o nulla poteano sa- pcre d'un tentativo fiilto ncl Peloponneso ciuelli avventurieri asiatici vendiitisi ai re d' Egitto. Di quel tentativo c scritlo che rimanga un vestigio, ma di poca entita, sicche Diogenc Laerzio, invece d'asserire che Periandro potuit isthminn fodere, dovca dire, voiuit. Ora pero lo scavo d' un sotlerra- neo lungo 2000 metri sarebhe un lavoro di lieve momento. lo non so vedere nel Greci che militarono sotto Psam- metico e i succcssori, e in cpiclli che tccero parte dell' cser- cito di Cambise, e negli altri che servirono Giro contro Ar- taserse II capitanati da Scnofonte, se non se mercenarii al pari degli Svizzeri, quali or li vediamo in due regioni, e come furono in Francia. Ora diro io, chi mai a tali Svizze- ri, allorche erano guardie reali in Parigi, attribuirji il ca- nale di Linguadoca c non ad Andrcossi ; e chi ascrivera la comunicazione acquatica fra Milano c Pavia agli Svizzeri assoldati per sua sventara da Lodovioo il Moro, c non a — 27!) — Leonardo da Yinci? 0[)ei'a lodevole faicbhc io credo chl tenesse dictro alle coinpagnic di Ventura in ogni ct.i; delle (juali compagnic vediamo I' antichita nell' Egitto e nella Persia. Poi vengono quelle che dalla Germania passarono nelle Gallic per frangernc i ceppi roinani, onde forse eb- bero il noine di Franchi, essendo a noi ralTraneare sinoni- mo di liberare, e scendesi cosi d'anello in anello agli avventurieri che seguirono Duquerlin in Ispagna, e alle compagnie della Stella e di san GiorgiOj che furono fune- stissime air Italia. A simili ciicoslanze, sebbene in diversi tempi, corrispondono eguali avvcnimenti. Cio poi che diniostra la ncssuna influenza dei Greci sui nionumenti egizii, si e Tindubitabile continua eguaglianza dell'arte colla quale furono costruiti dalle prime dinastic dei Faraoni sino a Cleopatra e Cesarione; che anzi si conservarono del medesimo stile anche sotto i Romani. Gia Platonc avea scrilto, 50 anni prima d'Alessandro, e il sig. Letronne ne fa ricordo egli stesso, la seguente sentenza che tronca ogni (juestione. » Cio e cosa da udirsi maravigliosa; perciocche " gli Egizii conobbero questo gia, come mi pare, cioe che » convenissc a' giovani nelle citta 1' avvezzarsi nelle buone >•> figure e ne' canti buoni, il che ora abbiani detto. Ma che " e (|uali siano cose si fatte, sc le ordinarono ne'sacrificii, e " fuor di quelle non era lecito ne ai dipintori ne ad altri " maestri <\'\ figure o di (/ualum/ue arlificio introdurre al- 5! cuna cosa di nuovo, ne di pensare ancora ad alti-e, fuori " che a (pielle della patria •, ne oggidi egli e lecito far cio » od irilorno a queste cose o a tutta la musica. Laonde se » tu osservassi, quivi ritroveresti le cose dipinte 10,000 an- " ni addielro, o in qualuncjue modo formate, ( non dico 5» 10,000 in modo di parlare, ma veramente ) non essere "> III' pill belle, ne di rpiellc piu brutle, che si dipingono al — L>80 — J5 prcsenlc, ina colIn nicilesim;i atie I'ornile. » Dcllc l<'(j->Mo7i. civ. A 2. />. -102. Le opinioni, sulle (juali vi trattcnni, sianvi esposte in altenzionc del ritorno del dott. Lepsius spedito dal re di Prussia a far nuove scoperte in Egitto. La storia della clas- sica valle del Nilo avra maggior luce da (juell' acuto os- scrvatore. Finita quesla lelliira ristilnlo si riduce in adu- iiaiiza segreta per trattare di afl'ari inlerni. L' I. R. Governo chiede il parere dell' Istitulo suUa convenienza : che sia compilato e pubblicato im Catalogo e sinonimia delfopera manoscritta di sloria natiuale Adriatica del defiinto ab. Stefano Chiereghi- ni di Chioggia, che ora conservasi nella Biblioleca del- 1 1. R. Liceo di Venezia. (Commissari : prof, (^atullo, CO. Conlarini, seg. Pasini, prof, de Visiani e prof Me- neghini rclatore). ADHNVXZV DEL ClOiaO LJ(J GE\^V,IO IS if). II Segrelariu legge I'atto verbale deU'adunanza 29 dicembre i845, ch'e approvato. Si annuQziano i seguenli doni fatti all' I, R. Isti- lulo. I . Dal socio corrispondente cons. A. Quadri. Descrizioyie topografica di Venezia, fascicoii \\ 6-12. li.Dalsig. Antonio Colla, Diretlore dell'Osservalo- riu di Parma. Cenni sopra la Comela aco/jerla in Parma nel giorno -J giugno 18i5 (dalla Raccolta Scientifica di Roma). 3. Dal sig. Anlouio Apollouio dell'Istria. ISuoro /rnltafo di Mne/nonica , os-sia melodo per r. ' , 37 — 282 — isn'Inp/tdir t nnj{)rzare la memorid. Aeiic/.ia 18 45^ fascico- li 1 e 2. II aiembro eflellivo prof. Bella vilis legge poscia la seguenle Nota : Sopra an Oligocrononwtro^ ossia slraineido per rnl- siirare il tempo jcon inoUa precisione. Del j)iol". G. Bella vitis. Fra' vari strimienti destiaati a supplire all' impertc- zione de'nostri sensi haniio una speciale importanza quelli che servono a misurare iin elemento die piu o meno es- senzialmente antra in tutti i fenoineni, voglio dire il tem- po. Sarebbe cosa inutilissima rammentare quanti progress! dell' Astronomia e della Nautica sieno dovuti alia costrii- zione dei cronometri, die con perseveranle uniforniita di movimento danno il niodo di esattaniente misurare lun- ghi spazi di tempo, ed e pur facile pensare ai inolli van- taggi che si ottcrrebbero modiante un uso pit'i comune di strumenti destinati a misurare con grandissima preci- sione i piccoli tempi nci quali si compiono alcuni feno- meni : strumenti i (piali siano rispetto al tempo, quello ch' e il microscopic rispetto all' estensione. Fra i primi fisici che si applicarono ad immagina- re alcuno di tali strumenti, ed a recarne ad eflfetto la costruzione c 1' uso, si fu il prof. Dal Negro, che si de- gnamente occupo la cattedra di fisica della Universita di Padova. Egli muni un orologio a pendolo d' ingegnosis- simi ordigni, mediante i quali esso si pone in movimento, c si arresta al principio cd alia fine di (picl tempo che — 285 — per till crnisa rimane misnrato, ed a talc slramento diede il nonie di Oligoci'onomelro. Quantunqiie io non igrioras- si chc in tali niaterie sia troppo facile iminaginare dcgli artificii, ciic apparentemcnle opportuni a raggiungere \o scopo, riescono poi inetti quando sono sottoposti alia pro- va deU'csperienza , pure nel fascicolo 74." di quel Gior- uale die ne! 1827 si stampava in Treviso , io pubWi- cai alciini pensieri intorno a due nuove maniere di Oli- gocronometro. Un' idea airatlo simile al secondo del miei Oligocronometri la vidl menxionata in una reclamazlone del celobre fisico inglese Wheatsloue ( CoMptes rcudus de r Academic des sciences, ^Q mai ^1845). Scorgendo cosi die la iiiia idea lia potato esscre utilmente realizzata, non credo inopportune di farvene un breve cenno, e di additarvi inoltre un' aggiunta die mi sembra acconcia a renderc piu facile e preciso I'uso di quell' Oligocronometro, o Cro- noscopio, come con meno csatta denominazione viene ora chiamato. Io pensai di applicare al tempo quell' artificio, die sotto il noiue di vernier o nonio serve tanto utilmente alia misura dclie piccolisslme lungliezze. Tutti sanno die il nonio consiste in scale di parti uguali , stabilmente unite alle due estremila, della lungliezza che vuol misurarsi. Una delle scale c divisa (dicasi in via di esempio) in railli- metri, c 1' alti-a scala e formata dividendo in died par- ti uguali la lunghezza di nove millimetri; dal che viene che se la estremita di questa sopravanzi ad un segno della prima di un solo decimo di millimetro, do sari fatto pa- )ese dalla perfetta coincidenza dei due prossimi segni dclle due scale; che se invece le estremita delle scale sieno discoste di due decimillimetri, saranno coincidenti i secondi segni delle lore due scale, e cosi di seguito. In tal maniera. — 28i — merlianle scgni fra loro henissimo discernihili ad occhio nii- . Laonde si potrebbero in qualche modo afTibbiare al caso pre- seute quelle parole del Gorano comprese nella sum- meutovata iscrizione letta dal Lanci, e che secondo la traduzione del Maraccio suonano in latino : Alter ve- slnim est ex altera^ essendo strano e non ammissibile che perfettamente simili ed eguali siano un posterga- le di calledra ed una stella mortuaria. L'ing. Casoni termina qaesta sua letlura con osservare che riconoscendo curioso ed interessantis- simo in faito di archeologia e di erudizione il mar- moreo frammento da lui rinvenulo, egli pensa offrir- ne il disegno fedelmenle ridotto in grandezza rainore del naturale col marmo sott'occhio, affinche se cosi piacesse, sia inciso o lilografizzato e con le relative notizie e schiarimenli dato in luce quale argomento alle studiose elucubrazioni degli eruditi. Si legge dopo uno scritto del membro effetti- vo conte Scopoli SidV Italia piii antica. A propo- ^ _ 094 _ silo dei recenti lavori di enulizioni' pubhlicati dai gesuiti Giuseppe Marchi e Piclro Tessieri, scmhra al CO. Scopoli clie glindagatori delle origini italiche non abbiano presa la rella via per giungere, se e possibile, cio ch'egli non crederebbe, alia scoperta che bramano. Se di genti note quasi solo di nome vuolsi pure ave- re qualclie meno incerta notizia, valendosi del poco die ne (u scrillo dai Romaui edai Greci, o appoggian- dosi ai monunienli, che ancora iulatti ci riuiangono, Faulore porta opinione clie debbasi prima di tutfo esaminare la terra nostra nella sua cosfituzione geolo- gical in secondo luogo osservando i bisogni delle pri- mitive societa ed infine considerando qual era di quelle la religione, poiche societa vera non apparisce che la dove comincia ad innalzarsi lui ara e intorno ad essa si adunano i sacerdoti. II conte Scopoli passa in ras- segna sol to qiiesti diversi punii di visia le principali nolizie e moiiumenli clie si hanno dell'antica Italia. Finahnenle, in noma della Commissione che diri- ge il Gabiuetto tecnologico delllstituto, edecomposla (^Itre che del Presidente, del Vicepresidente, del Segre- lario e del Vicesegretario, dei sigg. iog. Casoni, prof, (jonti, irig. Jappelli, cav. Paleocapa, cav. Santini e nob. Minotto, e letto da quest'ultimo un rapporto in rui sout) esposli i principii e le visle che furono di ^uida alia Comuiissione nel formare il Gabiuetto, — 2!)o — e sono iiidicati gli usi e la pussibile vaiilag^iosa ap- plicazione allc uoslre proviucie delle uiaccliiiie e doi ijiudolli (liioia cosliulli J o do (piali si e (alia T ordi- nazione per V anno corrcnte. Poscia ristituto si riduce in aduuaniia segrela per tiallare di aflTari intern!. LaConjmissione composta de'sigg. prof. Catiillu, CO. Contarini, doll. Nardo, prof, de Visiani e prof Menegliini relatore, ed incaricala di proporre in qual inodo abbiano ad essere pubblicate le 3a tavole rap- preseolanli oggelti marini adrialici lasciate dal prof. Renier, legge nn rapporto le cni conclusioni sono dal- 1' Istilulo appro vale ed amoiesse. I niembri effetlivi prof Couti e prof Menegliini sono iucaricali di dare un ragguaglio delfopereUa del sig. cap. Kriegei', ed il piof (]onli ilel Trdllato cJc mentare di atitnietica del piof. Zanjara. Si fa la noniina di ttllrc Conimissioni. ADUPfANZA DEL GIORNO 22 FEBBRAIO i 846. II Segretario legge Talto verbale dell' adunanza a 5 gennaio, ch'e approvato. Si legge il dispaccio 4 febbraio col quale 1' Eccel- so Governo partecipa che in seguito alle proposizioni fatte dall' Istituto, S. M, I. R. con veneratissima Sovra- na Risoluzione 1 3 gennaio passato si 6 graziosissima- mente degnata di nominare Membro effettivo dell' Isti- tuto, in sostituzione del defunto conte Nicolo Da Rio, il dott. Giacinto Namias di Venezia. Si anuunziano i seguenti doni falti all' I. R. Isti- tuto. I . DalFAccademia Reale di Agricoltura in Torino. Annali delV Accademia Reale di Agricoltura di To- rino. Vol. IV, dispense prima. r. 58 — 298 — 1. Dalla Societa Agraiia di Bologna. Mc7/io)'lv della Societa. Volume If, fascicolo 6. 3. Dalla Sociela Medico-Chirurgica di Bologna. Bullctlino delle scienze 7?icdiche. Fasclcoli di luglio, agoslo-settembre-ottobre e novembre - dicembre i845. 4. Dal niembro effellivo nob. Gherardo Frescbi, I nuweri 45 al 4G del Giornalc intitoluto : L' Aiiiico del Contadino. 5. Dal membro elTettivo e Segretario Pasini. De sepliTno italico cultoruvi scienliarutn Congressu habito IS ea poll anno 1845. liibri Quatuor, Quintini Guan- ciali. Neapoli i845. Docu?nenti ined'iti rigiiardanli il P. Cawpanella, raccolti ed annolati da Tito Capialbi. Napoli 1845 di pag. 76, in 8. L. Grimaldi. Studii statistici svll' industria agricola e tnanifalturiera della Calabria Ultra II. Napoli 1845. Uii volume in 4. 6. Dal membro elTettivo prof. Zantedeschi. Ruccolta fisico-chimica italiana, 0 sia CoUezione di Memorie originali edite ed ineditc di fisici, chionici e na~ turalisii llaJiani del prof, abate Zantedeschi, fascicolo 1. del vol. I. Venczia 18 40. 7. Dal membro effeltivo cav. Paleocapa. Scbrvahn, Anleitung zum Bau der Flusz-Bayger-Ma- .srhinrti. licriino 1852, in 4. - 299 — 8. Dal canonioo Bellani, membro eifettivo ddfJ. R. Istitulo Loinbardo. Poletnica suUc avvertenze circa la scelia dei colon net vcsthnenti (Dal Giornale Agrario Lonibardo-Veneto , novembre i844 ). Cemii storici delle Parrucche (Dal Gioroale suddetto 484o). SulJa prioriia di alcune osservazioni cd esperic7t- ze (Dagli Annali di fisica del prof. Maiocchi, fascicolo S2 - ^845 ). niflessioni sulla 3l€?noria del dotl. L. Balardini in- tltolaia: Delia Pdlarjra del grano turco. Milano 1845, di pag. \2, in 8. Alcune riflessioni ed applicazlonl rigztardo alle spe- rienze di Boiitigmj sui fmomeyii presenlati dni lic,7iidi versati sopra corpi solidi roventi {Vi'A%\\ Annali di fisica fa- scicolo 58-59 ). Lucerna snpposia ftimivora ( Dal Giornale Agrario Lombardo-Veneto, apriie 1845 ). 9. Dal socio corrispondeute sig. cons. Emmaniiele Cicogna di Venezia. Cenni biografici intor7io a Monsignor Ca7iQmco Pie- tro Bettio, BibliotecaHo delta Marciana. Venezia 1846, di pag. 16, in 8. 10. Dal socio corrispondente cav. Cesare Canlu, di Milano. Letture giovanili, 4 volumetii in 8 piccolo Mila- no 1845. — 500 — Storia delta citta e della diocesi di Cotno, volnnii 2 in \2.\ Como 4829-31. Discours prvliminaire sur le moyen dye ( Estralto dal Tomo 7. della traduzionc franccse della sua Storia uni- versale. Parigi 4845 ). Sulla Storia lomharda del sccolo XFII. — Ragiona- mento per commcnto ai Promessi Sposi di Alessandro Man- zoni. Un volume in 4. Milano 4842. I I. Dal sig. Giacorao Zanardi di Venezia. L'Jrtiere, foglio seltimanale di Chiraica, Fisica e Sto- ria naturale applicate alle arti ed al commercio. Venezia 4846, dal n. 4 al n. 7. II membro efletlivo cav. Santini porge ulteriori notizie intorno alia Cometa di Biela ed alle singolari apparenze osservate in essa in questi ultimi giorni. Nell'adunanza del 28 dicembre egli avea esposto come gia la cometa periodica appellata di Biela fosse rilornala verso la parte inferiore della sua orbita, e come bene avessero corrisposto i calcoli astronomici fondati sulla teoria della gravitazione universale alle immediate osservazioni, giacche fra le posizioni asse- gnate dalla sua effemeride pubblicata nel primo volume delle Memorie dell'Istituto, e quelle direttamente os- servate eravi una lenuissima differenza, e tale che non si potea forse desiderare una maggiore coinci- denza. In falto il cav. Santini congetturava che la dif- ferenza sarebbe andata crescendo, perche in quel suo — 301 — lavoro non tenne a calcolo che le perturbazioni pro- dotte dalle azioni di Giove e di Salurno, e lascio da parte quelle di Marte e di Venere, che sono somma- mente piccole, e non possono produrre una sensibile alterazione, e quelle anche della Terra, sebbene aves- se gia preveduto che dovevano avere una sensibi- le influenza. In fatti di questa egli avea gia tenuto conto nei due periodi fra il 1826 ed il 1889 nel- la Memoria pubblicala negli Atti dell' Accademia di Padova; ma pel periodo compreso fra il 1889 ed il 1846 credelte di poterla abbandonare, perche la co- meta trovavasi dalla terra sempre molto lontana, e non poteva il suo movimento venirne granderaente alte- rato. Solo avverli, che al principio del 1846, molto avvicinandosi la cometa alia terra, sarebbe stato indi- spensabile di mettere a calcolo I'azione eziandio del nostro pianeta ; ma avverti parimenti che la cometa sarebbe allora stata visibile, e che dimostrate vere dal fatto le precedenti congetture, si avrebbe potulo ri- prenderne con piu agio lo studio, ed attendere con maggiori particolarita a perfezionare la teorica di que- sto corpo celeste singolarissimo. 11 fatto ha confermato le congetture ancoper que- sta parte, imperciocche la coincidenza delle effeme- ridi colle osservazioni non e piu cosi grande, come lo era nei mesi di novembre e di dicembre j ed ora il luogo osservato difFerisce daU'effemeride di circa i/3 di grado. — 502 ~ II cav. Santini spera die in seguito, cjuando si abbia la serie completa delle osservazioni falte iu que- sta riapparjzione, cgli potrariprendere il calcolo delle perturbazioni, ed aggiungere alia tcorica della come- ta la parte iiiaucante, collo scopo di apparecchiare gli eleraenli pel periodo future. Inlanto trova di dover brevemente accennare un fenoineno sommamente sin- golare e nuovo, che si e presentalo agll astronomi os- servatori nel corso di questa riapparizione. Primi nel continente ad osservarlo sembrano essere stati i chiarissimi astronomi Encke in Ber- lino, e Valz in Marsiglia, i quali nella sera del 27 gennaio scorso videro il corpo della comela diviso in due nuclei separati e distinli, circondati ognuno da tale nebulosita da presentare 1' aspelto di due comete diverse enlro il campo del cannocchiale a piccolissima distauza angolare fra loro. II sig. Encke venne dapprima in questo pensiero, che per una fortuita e rarissima combinazione si fossero nella sera 27 gennaio riunite due comete in modo, che avendo una diversissima distanza lineare dalla ter- ra, si trovassero nella stessa direzione, ed iu con- giunzione sulla sfera celeste rapporto al nostro oc- chio. Ma da questa opinione credette di dover rece- dere la susseguente sera 28 gennaio, vedendo che la loro scambievole posizione era rimasta inalterata. Ei prase le misure della scambievole loro distanza, e — 303 — trovo che il nucleo piu luminoso aveva i/ ^4'^ di AR di piu del meiio spleudente, ed era 2' a6'' pi6 au- strale. Noto eziandio una qualche traccia di coda ai due nuclei, e la giudico perpendicolare alia linea con- giungente i loro centri. Nell'Inghilterra, Airy a Green- wich, e Challis a Cambridge osservarono lo stesso fenomeno, ed il sig. Hind di Londra, al quale si de- ve una esattissima efTemeride, calcolata fino ai decimi di secondo sugli stessi elemeuli del cav. Santini, an- nunziava ai 3i di gennaio, che gia rapidamente si se- paravano i due nuclei I'uno dall'altro. Queste interessanti notizie riceveva il cav. San- tioi dair amicizia del sig. consigliere Schumacher , redaltoi-e delle Notizie astronomiche di Allona, con lettera del giorno 1 febbraio corrente, e prontamente le comunicava agli altri colleghi della penisola per ri- chiamare la loro attenzione sopra un fatto tanto stra- ordinario e nuovo nella storia dell'astronomia. E per queste notizie medesime il cav. Santini comprese la ragione di un fatto da lui pure notato nelle osservazioni delle sere 24-3o-3i gennaio, cioe di una grande ampliazione di volume nella come- ta in questioner ma avendola osservata con un pic- colo cannocchiale di circa 1 ip piedi di distan- za focale, non si accorse della separazione dei nuclei. Quesla distiutamente la vide nelle sere 1 2 e 1 3 febbra- io per la prima volta alio stesso cannocchiale; e con — 304 — maggiore precisione la osservava al rifratlore di Star- ke di sei piedi, di cui la Specola di Padova e for- nita. Si sono conlinuate le osservazioni fino alia sera 20 febbraio, determinando quanto piu accuratamen- te potevasi la distanza dei centri dei due nuclei. Si sono cosi sera per sera oUenuti i risultati riferiti nel- la seguente tabella, ove si indica con d^ la diflferea- za di AR, e con S la differenza di declinazione os- servata nelle singole sere. Da queste si e dedotta la distanza angolare dei centri e vi si e unita la loro distanza lineare calcolata dietro la distanza della co- meta dalla terra desunta dalle efifemeridij ritenendo la media parallasse solare = 8/' 6. T. Decl. da (/O Dist. ang Dist. in 1846 Medio osservata <0 rag. ten-. Feb. 12 "j^.W _ 3o 53' 1'.46" 2 4'.42", 0 30r . 2 19,84 13 7 .12 -4.5 1 . 59 82 4 .24 ,7 290 .4 18,85 14 7 .30 — 4 .19 1 . 59 00 4.7,3 274 .3 17,54 16 7 .23 _ 4 .46 1 .54 9 4.53 ,25 314 . 7 19,54 17 7 . 5 — 5.0 1 .53 5 4 .47 ,0 308 . 5 18,86 20 7 . 2 — 5 .44 2.42 5 5 .52 ,0 387 .6 22,66. Se dalle osservazioni del sig. Encke si calcola la distanza dei centri dei nuclei per i giorui 3o-3i di gennaio, si trovera la distanza angolare uguale a 168, l\; e \di distanza lineare in raggi terrestri u- guale a i 3,a3. Confrontando fra loro gli ottenuti risultati, si — 5015 — deve concludere, die i cenlri di quesli due corpi si vengono lentamenle allontauando, Imperciocche, seb- bene da uu glorno all altro le variazioiii della distan- za appariscdno irregolari, pure si scorge agevohnen- te, che vanno senipre crescendo ; dovendosi le irre- golarita attribuire alia somma difficolta di prendere le distanze angolari dei centri dei nuclei, non bene dislinti ed involti in un ammasso irregolare di va- pori. Un altro singolare fenomeno presento il confron- to della luce nei due nuclei, II sig. cav. Encke ha giudicato piu lurainoso quello che aveva maggiore AR, ed era piu australe ; il sig. Valz astronomo di Marsiglia in una lettera scritta al sig. cav. Carlini, an- nunzia di avere egli pure osservato quesla singolare separazione fino dal giorno 27, giudica la distauza dei centri come viene indicata da Encke, ma qualifi- ca la seconda testa per molto piu debole della prima, ed asserisce ch' essa non contiene come la prima un vero nucleo, ma una condensazione centrale. NeH'osservatorio di Padova fino dal giorno 1 2, in cui si dislinsero ( dopo il corso di luna ) chiara- mente le due teste, appariva la prima piu splendente della seconda: la differenza pero era molto variabi- le, e v' erano momenti nei quali sembravano egua- gliarsi . In seguilo la seconda acquislo maggiore juce, e nella sera del giorno :io era divemila molto — .lOfi — j>iii iiNpli'iidL'tite (lella j)rima, ed anclu' preseiilava 11 ua magiijiore nebulosila ed estensione. Tali sono lo singolari anoinalie, clie si ha po- (iilo osservare in quest! iiltimi glorni nella coraela periodica di 6 anni 3/4, che passo verso il gioroo 1 1 lebbraio al suo perielio. Alia singolarita delle de- sciille apparenze va conginnto uii altro lalto iion me- no singolare, cioe la rapida variazione delle dififereu- ze fVa le posizioni della comela calcolate dielro gli e- lementi, c le posizioni realmente osservale. 11 cav. Santini si liserva di presentare all' Istitulo 11 quadro generale delle osservazioni, ed il lore coufronto con gli elemenli, quando la cometa si sara tanto allontanata che non si possa piu osservare ai comuni noslri can- nocchiali. Inlanlo e palese dalle osservazioni finora insliUiile, che gli errori delle efTemeridi per i due inesi di noveinbre e di dicembre si mantennero pressoche coslanti e piccoli, ma in gennaio comin- ciarono a crescere rapidamente, e che altuahnenle 1 AR calcolata e niinore della oiservata di circa i3, e la declinazione calcolata trovasi inaggiore della osserva- ta di 1 6 iu 17 niinuli. In parte puo una tale diffe- renza venire prodotta dall'azione della terra, alia cjua- le la cometa si e venuta successivamenle avvicinan- do, e continuera ad avvicinarsi fitio verso il 2,0 di marzo, in cui si Irovera ad una dislanza dalla medesima uguale a circa la terza parte della dislanza solaro. Un — 507 — lale avvicinamento pero non gli sembra sufllcienle a spiegare le accennate clifterenzC; le qiiali possono piut- toslo dipendere da una estranea perlurbazione; sareb- beora nondinienotroppoprecoceedarrischialaqualsia- si congellura. Ne ineno precoce sarebbe il pretendere dl dare una spiegazione di cpiesta niaravigliosa dupli- ce appareuza comelaria. Si domanda da moiti, se possa essere accaduta una catastrofe in cpiel corpo, per virtu della quale siasi rotto e separate in due parti. La cosa seinbra molto difficile , perche fra le comete osservate, essa e da ritenersi per una delle piu piccole. Nella sua apparizione delFanoo i8o5, si avvicino alia terra dieci volte di piu di quelle che si avvicini nella presente sua rivoluzione. In quella oc- casione i celebri astrouomi Olbers e Schroter la os- servarono assiduamente, ed in mezzo alia rara sua iiebulosita (la quale estendevasi per circa /\o') distin- guevasi uo piccolissimo nucleo solido, del quale pre- sero le dimensioni angolari, e ne dedussero un dia- metro di i5 in i6 miglia tedesche, che formereb- bero circa 60 miglia comuai italiane. Non pare per- lanto che un si piccolo corpo possa separarsi in due corpi, cadauuo dei quali sembra almeno cosi grande quanto la cometa appariva precedentemente. Oltre a cioj uno spezzamento per interne forze non varrebbe a spiegare I'anomalia singolare delle deviazioni quasi improvvise notate nei suoi movimenti, giacche il centro — 508 - (li giavita dei due pezzi dovrebbe conlinuare a niuo- versi nella stessa ellissi intorno al sole ; ed essendo quest! molto vicini, la deviazione dell'effemeride non Mvrebbe potuto raggiungere la misura alia quale scor- gesi pervenuta. Sembrerebbe pin ragionevole il riconoscere un incoutro in una qualche piccola massa planetaria, di tjuella stessa indole alia quale si vogliono attribuire i itolidi, le fiamme volanti e le stelle cadenti, clie vanno (secondo I'opinione di Arago) in gran nuniero circolan- do intorno al sole, la qual massa o urtando direttamen- te nella cometa, o passando attraverso alia sua nebu- losila, ne abbia seco frasportato parte, e siasi con cio resa essa pure visibile. A spiegare le osscrvate appa- renze certo si esigerebbero alcune condizioni, la veri- ficazione delle quali polrebbe sembrare infinitamente poco probabile. Sarebbe d'uopo supporre che le due masse fossero avviate molto prossimaraente nella stes- sa direzione, con velocita poco fra loro diverse j si potrcbbero supporre due comete, che avessero orbite intersecantisi, e si fossero incontrale con condizioni di celerila e di movimenti al certo poco probabili, non pero impossibili. Ma piuttoslo che ricorrere a queste ed altre ipotesi, sembra al cav. Santini piii opportuno di altendere che ulterioni osservazioni ci guidino per una via meno inceria alia spiegazione di queste singolari anomalie. — 309 — Poscia aggiiinge brevi cenni intorno ad altre due scoperte astionomiche falte in questi ullimi inesi, e dello quali si occuparono molto i giornali. La prima e quella di un nuovo piccolissimo pia- nela, cui venne dato il nome di Astrea, fatta agli 8 di dicembre dal sig. Hencke di Driessen, mentre stava riscontrando sul cielo alcune minute stelle so- pra Je esattissime carte dell'Accademia reale di Ber- lino, e segnando sopra di esse il corso del pianeta Vesta. Comunicatane la scoperta agli astronomi, fu os- servato in Germania ed in Inghilterra ; il cav. San- tini pure lo ricerco alia macchina parallattica; ma per essere questa di un piccolo ingrandimentOj non pote pervenire ad osservarlo assiduamenle, sebbene giun- gesse a riconoscerlo nelle sere il\ e t6 gennaio, dietro le effemeridi pubblicate dal sig. cav. Encke direttore dell' osservatorio reale di Berlino. I signori Encke ed Hind ne hanno per i primi calcolato I'orbita, e sono giunti ai seguenti risulta- menti. — oiO — Kncke in Hcrlino K|i.el grave sforzo potesse cedere e piegarsi altesa la sua soltigliezza, mi lasciavano poco contento di quell'artifizio. Dietro a cio immaginai quello sul quale chieggo il vostro consiglio, e del quale vi dara piii facile idea I' an- nesso disegno. In esso A e il piccolo corpo di iromba on- d' io vi parlai, il quale, raediante il tubo C laterale, e in comunicazione con l' interno del torchio ; B e il piccolo slanUiflTo a cilindro, che trasmette la pressione all' esterno ; al di sopra ed in continuazione di esso avvi l' altro cilin- dro E d' assai maggior diametro, in modo che la sua se- zione trasvcrsale equivalga a 58 volte quella de! cilindret- to B. II cilindro E entra, attraverso una scatola stoppata, in un corpo di tromba arrovesciato 1) pieno di mercurio, dal cui fondo parte un tubo di vetro V aperto ai due capi lungo poco piii che un metro. Attesa la relazione di 38 ad d dei due cilindri E, B, ognun vede che la pressione sul primo di due centimetri di mercurio, e(|uivarra a (juella di 76 \}h TuuiA; /y //^ //u^/^^/*/^'//^^ r_ r ^ ^) i 1 B - i i 1 c 1 J " TJ — 315 — cenlimetri di mercurio sul secondo, cio('! di un'almosfei'a, Laonde allorquando I'interna pressione del torchio caccera in alto il cilindretto B, si alzera con esso qiiello E, die caccera il mcrciirio nel tnbo F, ove s' innalzcra di due cen- limetri per ogni atmosfera di raaggior pressione sul cilin- dretto B. Quando pertanto la pressione all' interno del torchio, ed in A per consenso , sara salita a 50 almo- sfere, la colonna in F sara lunga un metro, e se allora il cilindro E tocchera il fondo della troniba D, per quanto cresca la pressione In A, il mercurio non s'innalzera piu, ne potri^ mai spargersi al di fuori. Un galleggiante con piccole raolle, die lo tengano sospeso nel tubo quando il mercurio lo abbandona , servir;\ ad indicare la massiraa pressione prodottasi. In tal guisa si potranno leggere so- pra una scala adattata al tubo F, gli aumenti della pres- sione da una a cinquanta atmosfere con gradi di due cen- limetri per ognuna, sicche facilmente si leggeranno le me- ta, i quart! ed anco 1 decimi di atmosfera. Dopo ogni espe- rimento, si ricondurra il galleggiante al livello del mer- curio, cacciandolo ingiii con una sottile spranghetta. Una leva HIL^ le cui braccia HI, IL, sieno tra loro, per esem- pio, come 4 a 8, servira, caricandola di pesi alia cima L, ad accrescere la pressione sul cilindretto B, cosicche que- sto non cominci a soUevarsi che a 50, a 400, a 4 50, a 200, a 250 atmosfere , ed allora i gradi sulla scala F in- dicheranno 54, 62, 53 ecc. atmosfere, fino a 100; oppurc 401, 402, 405 ecc. fino a 450, e cosi via seguitando. Va~ riaudo le relazioni fra le sezioni del cilindri B ed E, si puo avere a volonta scala piu lunga o piu cortaj e varian- do quella fra le sezioni del cilindro D e del tubo F, si au- menter;\ o dimlnuira la lunghezza della corsa dei due ci- lindri B, E. — 51G -— liitcsa !a coslnizionc dcllo strumcnlo , fiicilmen- te si vedc il suo modo di ngirc. Per niisurare una resi- stenza quaUinquo, faccndo agire la iromba del torchio, si vcdrA salire la pressione gradataracnte fino a 50 atinosfe- rc, Se si vuole spingcre piii oltre la prova, si porra in L tal peso clic dia sul cilindretto B la carica di 50 atinosfcre con chc il iricrcurio rientrera nella troinba D. Si abbasscra il galleggiante, e seguitando ad agire si vedranno le pres- sioni portarsi da 30 a 100 atmosl'ere. Volendo giro piii oltre si aumcntera il peso in L abbassando ognl volta il gal- leggiante, e si avra semprc un innalzamento in F di due ccn- tinietri dimercurio per ogni atmosfera, e al ccdere improv- viso della resistenza reslcra il galleggiante al punto cui e arrivato, indicatore della massima pressione prodottasi. E inutile il dire come il piu delle volte non occorrera comio- ciare I' esperienza da d a 50 atmosfere, ma si potranno porrc a dirittura in L i pesi convenicnti, difficile essendo nel valutare una resistenza qualunque ingannarsi di 50 o dl dOO atmosfere. Per entrare anche in alcuni particolari della co- struzione, diro , che facendo lo stantufTo B del diametro di cent. 1,13, cioe della sezione di un centimetro quadra- te, qucllo E del diametro di cent. 6,96 cioe della sezione di 38 ccntimctri qnadrali, e il tubo F del diametro di un centimetro, la corsa dei due stantufTi non sarebbe che dl due ccntimetri, e il peso del mercurio da impiegarsi di chilogrammi d,56. L' unico obbictto che vedo sussistere contro quesla disposizione, sta nell' attrlto dei due stantufli contro agli auelli ne' quali devono scorrere. Questo produrra ccrto I'effetto, che gli stantufTi non comincieranno ad alzarsi se non quando la interna pressione in quello B valga a vin- — 517 — cere questa rcsistenza-, sicche saranno senipre Ja aggiun- gersi una o piii almosfere per talc oggetto, c questa sa- rebbe lievissima obbiczionc. Secondo pero lo stato del cuoio ond' e fatto I'anello, variera forse alquanto la rcsi- stenza di quell' attrito, ed anche secondo la divcrsa tein- peratiira; nia spero clie quesle variazioni non saranno di grande entita, massinie facendo di vclro i cilindri B ed E j e che sara facile del rcsto a riconoscerle prima di fare gli sperimenti per tenerne conto. In tale modo io diviserci fare questo manometro- grafo per le altc pressioni , stromento che non so di aver veduto indicato da altri, e che credo essenziale pe- gli usi cui e destinato 11 torchio idraulico di cui ho diret- to la costruzione. A voi I'assoggetto, accio vogliate indicar- mi se vi si affjicci conlro esso qualche obbietto o difllcoltc^, 0 se sapeste suggcrirmi un piu adatto arlifizio. Non debbo terminare questi cenni senza indicare che se, per quanto io mi sappia, dell'insieme di tali mezzi non si fece mai uso per nianometrografij i varii principii pero daiquali sono partito vennero altrevoltepropostiedapplicati all'industria. Cosi in alcune macchine a vapore si adopero uno stantufTo premiUo da una molla o da un peso con leva raolto inclinata all'orizzonte per conoscere la interna len- sione dal grado cui si comprimeva la molla ocui sollevava- si il peso, ed anche per aprire una uscita al vapore qnando questa tensione giugneva ad un certo limite, Proposi e co- struii molti anni addietro un baromelro nel quale un peso che si allontanava dal centre misurava il crescei-e o scema- re della pressione dell'aria, ed altro ne feci pur costruire a colonna corta di mcrcurio soslituendo il carico di un peso ad una parte della colonna mercuriale. Su qnesto slesso principio si costrui una bilancia per piccoli pesi, ed una se — oiS — »e fecc pei carri con un grande stantulTo ed uno piccolo, tultecoseaiialoghe a questainia,nia cssenzialmcnle diverse. '^ II mcnibro efteltivo dolt, Namias legge poscia il segnenle scrilto : Osseivaziojii sopra casi d' inipedimento alia respirazione^ die si giiariscono Jumando le J'oglie dello stramonio. Del dott. G. Namias. La pratica d'inspirare il fumo dellc foglie di stranionio in alcuni morbi delle vie aeree non propagossi ancora qiiari- to importcrebbc la sua grande utilita. Inollrc gli scrittori di terapeutica non bene dctcrminarono le nature di malattia o almeno le circostanze nelle quali convien ricorrere a que- sto espediente. L'asnia, forma di male contro cui lo racco- niandano i medici inglesi, viene da nioiti tenuto consegucn- za di flogosi o di vizii strumentali. E allora appunto non vidi mal proficua Taccennata inspirazione; e per questo volli raccogliere le seguenti osservazioni, che mi sembrano cospi- cuamente dimostrare in quali specie di asma porti imme- diato giovamento. Era spasraodico 1' asma di una signora, la quale senza tosse e senza febbre non poteva per quell' iocomodo ada- giarsi in Iclto, e passava lunghe notti d'inverno priva del benefizio del sonno con grande esauriraento di forze. Riu- sciti vani altri tentativi le feci pipare foglie di stranionio, e con si pronto soUievo che piu non le venne impedito di co- ricarsi. Qualunque volta si sentiva minacciata da difllcoltA — 519 — di respiro ricorreva alia pipa e ne restava libera immanti- nente. Passarono inolti mesi dall'epoca di quella ciira, e non ostante altri incomodi che talora turbarono la salute di questa signora, I'asma non si e piu tiprodotto. II quale per la durata, e per la mancanza, prima c dopo, de' fenomeni di flogosi 0 di strumentali lesioni de' bronchi o de'vasi san- guiferi, non originava sicuramente da queste. Gli accessi in- cominciavano senza conosciuta cagione e piu o meno pre- sto finivano da se raedesinii, come suolc avvenire nelle spas- modiche malatlie. Sommering (1) insegna che nell'espira- zione le diramazioni bronchiali e le cellule polmonari si re- stringono per ia loro elasticita, e forse per la reazione del- le fibre nuiscolari. Le protratte conlrazioni di esse, di che abbiamo escmpii nell'utero e ne' rauscoli destinati ai moli volontarii, non originano sempre da flogosi, ma talora da speciale turbazione o suscettivita de'nervei apparecchi. Lo provano i casi di tetano guariti coll'oppio, e le spasmodi- che conlrazioni dcll'utero cedenti alle applicazioni di quel- le sotto forma eziandio di pomata, che agevola il meccanis- mo del parto. Ognuno comprcnde che le protratte conlra- zioni delle fibre bronchiali deggiono chiudere le cellule pol- monari, impedire le inspirazioni, impedire, cioe, che l' aria almosferica penetri in quelle a compiere I'alto della respi- razione. Da cio I'asma spasmodico, da cio il benefizio de'far- maciii capaci di togliere o menomare quelle protratte con- lrazioni. Cosi mi pare operasse il furao dello stramonio nel caso die ho raccontato, piu conclusive del quale io stimo pure il seguente per le singolari circostanze che lo accom- pagnarono. Un libraio di Venezia sofTre talvolta nel verno gra- (i)Tialtato pii la .sUulluia del coijio umano, trad iuliaiia Ciema iS'zn. T (x p. "fv — 520 — vi altacchi d'asma. All' assafetida, agli emetici, ai senapismi soleva per ordinario ricorrerc. Nella fredda stagione del ^845 il male lo colse con grande cnergia. Quegli abituali cspcdienti non lo sollevarono, e ricerco il mio consiglio. 11 polso era contratto, irregolare, livida la faccia, la respira- zione eseguita con grande stento, inediante 1' opera di tutti i niuscoli ausiliatori, a tronco eretto, con penos'ssimo sense di soffocazionc. Un salasso di quasi una libbra non porlo calma, ne portolla il rcplicato vomito otienulo dall'ipecacna- iia mista a lartaro emetico. Cresceva il pericolo, ne dalle revulsioni conscguivasi giovaracnlo. In talc urgenza feci di nuovo aprire la vena, ma I'efTetto non corrispose. Mi ricor- dai della guarigione che ho narrata, e proscrissi tosto all'in- fernio di pipare le foglie dcllo slramonio. II benefizio fu pronto e meraviglioso; tolto in un cpiarto d'ora ogni osta- colo alia libera rcspirazione, rammalato qucrelavasi unica- mentc della stanchezza derivata dalle passate anguslie, e che non si fosse molto innanzi suggerito un soccorso di cui egli niedesimo ammirava sorpreso I'eflicace virtu. Debcllata quella niinacciosa cmergenza, nuovi fenomeni il giorno ap- presso si manifestarono. La tosse, che durante I'asma era stata rarissinia e secca, divcnne niolle, frequentc, con espet- torazione di catarro ; si accese la febbre. A dir breve si svi- luppo una bronchite complicata da gastrica irritazione, e nel corso di questa non fu niai alcuna diflicolta di respiro. Gli oleosi, le bibite cmollientij una sottrazionc di sangue vinsero pure in sette giorni questo malore; il quale partico- larmente sembrommi nieiitevole di attenzionc, perche attac- cando le vie aeree non ridesto il grave asma, da cui I'infer- mo veniva preso anche gli anni addietro, e poco manco che in quest'ultimo non rimanesse sofTocato. Lo slramonio adun- quc guari rapidamenle I'asma, ma non pote ostare alio svi- — 32i — luppamento della bronchitide. E siccome fu questa i)osterio- re e leggicra, e qucllo porlato a tal grado, oltre cui sareb- besi scnza piii eslinta la vita, mi pare evidenle che I'uno non procedesse dall' altra. Non agi pertanlo come antiflogi- slico il fumo dello stramonio nel vinccre la dilTicolta del re- splro, la quale si sciolse con tanta rapidita, c si compiula- mente e permanentementej da escludcre la supposixione di qualsiasi strumentalc alteramenlo. D' altra parte nell'esistenza di questo ehbi occasione di provarc inutile quel farmaco. Un notaio veneziano, cu- rate dal sig. dott. Pasquali di Treviso e da me, soflTriva dis- pnea ()er enfisema pohnonarc c ingrossamento della mucosa membrana bronchiale, esito di lenla infiammazione. L' abi- tuale dispnca cresceva ad intervalli per fortuiti esacerba- menti della lenta broncbitlde, e 1' infermo illuso dalle solle- citazioni degl'individui, che collo stramonio io avea risanali, voile egli pure fumarnc. Dopo ripeluti sperimenti si accorse essergli stato da me a ragion presagito che tale pratica non gli avrebbe recato alcun giovamento. Vani rluscirono parimentl codesti tentativl in un signo- re ammalato di ossificazione della grande arteria. Gli osta- coli alia circolazione del sangue fanno di frequenle sofTer- mare questo liciuido ne'polmoni, e diflicile e per conseguenza il respiro. Tale patimento non fu ne poteva essere mitigato dal pipare le foglie dello stramonio. La qual pratica riesce di sommo profitto nell'asma spasmodico, perche il fumo nelle ispirazioni vicne portato sopra Ic fibre contratte, che diminuiscono o chiudono il lurae dellc vcscicole polmonari. I sensibili efletti dello stramonio consistono principal- mente nelle mutate azioni de' nervi e de" loro centri. Que- sto farmaco introdotto nello stomaco ad alte dosi produce verligini, ebrieta, delirio, furore, secchczza di fauci, paralisi V. 41 — 5^2 — delle membra. Leggesi (1) ne' vecchi libri di medicina che malvagie donne lo adoperassero per istupidire i loro mariti c deliiderne I'incomoda sorveglianza. Per (juanto a tale intento non serabrl necessario 1' uso dello stramonio, e possa (jucl racconto considcrarsl una favolosa malizia , non e diibbio chc da lunghi anni si conoscc la sua poten- te eflTicacia di turbare Ic ncrvec funzioni. Le quali gene- ralmente non prcscntano identici fenomeni dietro I'appli- cazionc di medesimc cause esteriori, concorrendo a mo- dificarli le varialissime individual! suscetlivita. E percio nelle nevrosi un farmaco riuscito sommamente proficuo puo in altro simile caso non apportare il mininio giovamento. Nell'asma spasmodico per altro a me non e mai accaduto di trovare incflicace il fumo dello stramonio. Lo vidi anzi utile in un caso che dagli anlichi nosologisti sarebbesi detto di asma umido, cioe di catarro bronchiale associato ad asma spasmodico. L'infermo pipando le foglie di stramonio miti- gava gli accessi di questo senza abbreviare il naturale anda- mento di quello. Lo spasmo delle fd)re broncbiali, come tutte le convulsive infermitit, ora presentasi senza manife- sta cagione, ora legato con noti e cospicui alteramenti. Nel- r esposto falto il bronchiale catarro, che rendeva abitual- mente un poco laborioso il respiro, suscilava ad intcrvalli lo spasmo c quindi gli accessi di asma. Sarebbe stato trop- po lungo e forse impossibile vincere la causa provocatriee, e bisognava ccrcare soccorsl, che almeno abbreviassero i so- pravvcnuti patimenti deirammalato. Non si creda pero, che io voglia raccomandare il fumo dello stramonio in qualunque specie di asma, e gin- Uichi con talc espediente doversi scmpre mitigare mo- (i) Murray, Apparatus medicamimiin. Vcneliis 1793. Vol. I. p. t^?), — 523 — mentaneamente I' attacco, per combattere in appresso la vera cagione del morbo. Quella diflicolta , quell' impedi- menlo al rcspiro, cui fu dato nome di asma, quantunque sorga o cresca improvvisamente e con enonne rapiditii, quantunque diminuisca o cessi, e si riproduca con le ano- mab'e e le vicissitudini che soglionsi osservar nelle nevrosi, puo derivare, come io ne addussi resempio, da accumula- mento di sangue ne'polmoni, o da ingorgo della mucosa membrana de'bronchi, c scguire le alternative di quelli sen- za alcun effctto di spasmo delle fibre bronchiali. La medicina occupa allora quell' alto seggio che la sublimitil dello scopo lo concede sopra ogni ramo di scienza naturalc, quando non si arresta alle forme degli umani nia- lori, ma invesliga le attinenze di queste co' piu semplici al- teramenli, che una filosofica osservazione discopre. Ho detto una filosofica osservazione, perche non si possono ridurre le malattie ad anguslo nuniero di condizioni su[)poste con sot- tili ragionainenti e non diinostrate dal falto. La chimica non avanzo restiingendo ipotelicamentc il numero de'suoi elc- menti, ma moltiplicandoli quanlo additava I'esperienza. Per tale rispetto volli notare gli esposti casi che olTro- no esempio di semplicissimo asma spasmodico. Dimostrano I'esistenza di un elemento di malattia, o vogliasi dire di ma- lattia elementare contro cui riesce giovevole il fumo dello stramonio. In ogni singolo caso pero minute indagini son ne- cessarie a riconoscere se I' asma dcrivi da contrazione dello fibre bronchiali, e se si tratti di semplice o complicato ma- lore. Lo studio di tutte le individuali circostanze, delle ca- gioni del morbo, de'fenomeni osservati dietro I'applicazione de'rimedii conduce dalle forme morbose alio scoprimento degli dementi di malattia. La medicina non e emplrica, ne meno nelle sue prati- — 324 — cl)C appiic;»zioni. La scmplicita dei lalti prcsenlasi raramente; I'osservatore la coglic per istahilire principii di scienza, e nc' casi men scmplici, chc sono i piu comuni a succedcre, un' accurata analisi palesa le fondamcntali Icsioni, contro cui e mestieri volgere i soccorsi dell' arte per cslirpare le piu ribclli infermita. In fine il raembro effeltivo e segrelario L, PasinI legge alcuni ccnni SuUe variazioni di livello assolulo e relat'wo delle spiaggie e del mare. L'autore, iiella gila fatta a Napoli lo scorso au- liinnOj ba poluto anch'egli esamlnare gli avanzi dell' antico tempio consacrato a Giove Serapide, e ravvisa- re su quelle colonno e su que' raarmi securl indizii delle variazioni clie ha subilo il livello relative della spiaggia e del mare presso Pozzuoli. Non vi ha dub- bio, die' egli, che il pavimenlo del tempio quando fu ricoslrutlo od ampliato dopo il principio dell' era cri- stiana, e meglio ancora all'epoca della sua prima e meno sontuosa coslruziune, non fosse rapporto al ma- re pill alto di quello sia presentemente j ne si puo dubitare che dappoi il livello del mare non si sia tanto alzato sopra il pavimeuto, da permeltere che i litofagi mariui ne forassero le colonne ed i marmi all' allezza di alcuni metri ;, e non si sia di nuovo tanto abbassa- to, da lasciare un'allra volta alio scoperto il pavimen- lo •, e che fmalmenle da due secoli circa non vada ancora progressivamenle elevandosi, ed in siffalla mi- — 325 — sura, clie nienlre 1' alzamento del livello era in quau- tita media di 7 niillimelri circa all' anno dal 1822. al 1838, ora dal i838 al i845 sia stato riscontrato di niillimetri 2,0 1/2 all' anno; ed il pavimento del tem- pio, che rinianeva soveute alio scoperto nel principio di questo secolo, sia ora anclie nelie basse niaree co- sfantemente sommerso. Sarebbe stato opportuno che le misurazioni del livello del mare rapporto alia spiaggia ed al tempio di Giove Serapide, incominciate nel 1822 e sempre da poi continuate, per cura specialmente del cav. Nicco- lini (i), fossero stale intraprese in allri pvinti e piii distanii del Golfo di Napoli \ perche se e agevole il trovar prove del progressivo elevarsi del mare rap- porto alle spiaggie da Gaeta fino ad Amalfi, non e possibile determinare fin a qual punto qiieste varia- zioui accadano veramente, e dove siano raaggiori o minori, e se conlemporaneamente vi sia dapperlutio alzamento, o non piuttoslo alzamento in un luogo ed abbassamento in un altro, come nella Scandinavia. Egli e poi certo, che una variazione cosi nofevole fra il livello della spiaggia e del mare non avviene ne a Livorno, ne a Geneva, ne a Veneziaj nel quale ultimo luogo r alzamento del livello del mare ammonterebbe (1) Veggaiisi le vaiie sue Memoiie e specialmente quella pubblicata nel i-S'if) in Napoli col titolo : Descn'zione della gran Terma puteolana t'olgarniente delta Tempio di Serapide, pcc. in 4" — 326 — in un secolo a quella medesiQia quantila, a cui oca giunge ne' conlorni di Pozzuoli in soli due anni. Nou esseudo eguale in unostessoperiododi tempo la variazione di livello fra la spiaggia ed il mare nei varii punti del Mediterraneo, resterebbe provalo clie acca- de un abbassamento lento e progressivo del suolo, laddove, come a Pozzuoli, I'innalzamento del pelo di acqua sopra la spiaggia e maggiore che in allri punti del perimetro. Si puo dunque ritenere, che il terrene finoad una certa dislanza da Pozzuoli vada ora lenta- mente abbassandosi. Le foracchiature dei mitili nelle colonne del Serapeo provano inoltre, che quel suolo fu ancora piii basso in altri tempi, che poi riemerse dal seno delle acque, e che finalmente ora torna di bel nuovo a profondarsi. Rammenta il Pasini come tulto intorno alia co- sta di Italia si abbiano esempii di variazioni di livello relativo della terra e del mare, e dell' alzamento o sprofondaraenlo del suolo 5 e rammenta le osserva- zioni fatte recentemente nella Scandinavia dai signori Bravais e Martins, che riconobbero lunghe ed iudubbie tracce di antiche spiaggie marine sulla costa occiden- tale della Norvegia, non pero orizzontali ma inclinate, e parte alzantisi con unangolo dialcuni gradi a qualche decina di raetri nell'interno delle vicine valli, e parte talvolta profondantisi solto 1' attuale livello del mare. Tulli questi fenomeni a credere del Pasini ten- — 327 — gono alia costituzione fisica della terra, alia fluidlta e paslosita ignea interna della sua luassa, a quella grau- de causa infine che produce anche i vulcani; e non sono gia dovutij come taluno potrebbe supporre, alia sola azione locale dei vulcani. Se cio avvenisse, perche Pozzuoli e posto in un lerrilorio vulcanico ed e circondato dai crateri spenti del lago d' Averno, del Montenuovo , del Campi- glione, di Cigliano, degli Astroni, della Solfatara e del lago di Agnano, si dovrebbero ravvisare fenomeni analoghi in altri luoghi, dove non solo vi sono crateri spenti, ma un' azione vulcanica ancora alliva ed ener- gica ', e non se ne dovrebbe poi trovar traccia, o non dovrebbero almeno i^endersi cotanto notevoli in ampi terrilorii^ dove ne vi sono vulcani ardenti, ne vi e resto od indizio alcuno di piu anlica azione plu- tonica. II Pasini riguarda come probabile, che per ef- felto dei successivi soUevamenti, e delle fratture che ha subito, la specialmente ove sursero le catene di montagne, la crosta lerresfi'e sia ora costituita da gran- di frammenli aggruppati insieme 1' uno accanto all'al- tro, e galleggianti sopra una massa pastosa centrale, come avverrebbe in certo modo dei frammenti di una pietra spezzata, che si disponessero I'uuo presso T al- tro, e nella loro naturale posizione sopra un bagno di mercurio. — 528 — (]on quesla ipolesi non solo si pu6 dure una sulficiente spiegazione di niolli fenomeni di fisica teneslre, dell' auinenlo della tempeialura nell' in- terne del globoj e degli anlichi e recenli fenome- ni vulcanici j ma si potrebbe eziandio render ra- gione dei terremoti , che si estendono talvolla sii gran parle della superficie terreslre, c poi hingo certe linee cessano di rendersi sensibili lutlo ad un tralto. II movimenlo snssultorio od ondulatorio dei frammenti galleggianti della crosta terrestre si com- prende allora agevohnente, e non si comprende invece come possa prestarsi a movimenti di tal falta, senza spezzarsi, e spezzarsi profondaniente, una crosla sfe- roidale continua. Lo recenti sconnessioni o piccoli sbaizi degli strati {Jailles ) in alcune catena di mon- tagne, hanno pure nella detta ipotesi una facile spie- gazione ; ma cio che sopraltulto e mirabilniente cliia- rito, e diviene anzi un fenonieno necessario, sono le yariaziooi progressive dilivello fra il mare e le spiag- gie, ed i lenli movimenti di altalena cui sono sog- gette periodicamenle alcune parti dei coutinenli. Men- tre infalti il suolo si profunda ed il mare s' innalza a Napoli ed a Venezia, accade il contrario in Atene e in altre parti della Grecia, dove recenti osserva- zioni dimostrano evidentemente la progressiva emer- sione di quelle terre dal seno delle acque. II Pasini Irovo opportune di premettere tutt.o — 529 — questo, perche vi sono molli geologi i quali parteg- giano tullora per la invariahilita del livello del mare, e credono di spiegare tutte le appai-enli varlazloni di livello con ammettere qua e la un magglore o iiiioore sprofondamento del suolo. Lo scopo del suo scritto e di provare che il problema, se in un dalo punto della superficie terrestre, ove accadono varia- zioni di livello relative fra la spiaggia ed il mare , sia il suolo od il mare che si elevi o si abbassi , non e assolulamente determinabile. Gli basta in prova di cio passare in rassegna le cause che po- trebbero produrre variazioni di livello relative. Suppongasi che restino inalterali gli alluali ba- cini di tutti i mari •, suppongasi a dir meglio che la crosta terrestre non sia soggetta ad alcun movimento o cangiamento di forma. In questa ipotesi sul livello me- dio del mare per alzarlo od abbassarlo rispetio alle spiaggie, enon tenendo conto delle differenze nelle ma- reCj avrebbero influenza le materie trasportate in se- no del mare dai fiumi, le deposizioni o coucrezio- ni organiche che si formano in seno del mare, e quel- le specialmenle de' polipai, il piu o meno di vapor acqueo conlenuto nell'atmosfera, la maggiore o mi- nore quantita d'acqua alio stato fluido, scorrente alia superficie o nelle viscere della terra, ed in combina- zione coi corpi organici e minerali, e la maggiore o minore quantita d'acqua in islato di neve o di ghiac- F. A2. — 330 — cio sia nelle regionl circunipolari , sla nei ghiacciai delle alte monlagnc. Si vede chiaraiuente che una variazione di alcu- )ii gradi nella temperatura media della terra, il disbo- scamento di grandi tralti dei conlinenli, od altre tali cause potrebbero far variare la qnantita d' acqua con- tenula neil' atmosfera, o scorrenle sui conlinentij o ridoUa in ghiaccio sulle alte raontagne. E gia provato che i gliiacciai delle Alpi aveano un tempo uu' assai maggiore estensione, ed e provato clie in altri tempi non vi erano ghiacciai. II livello del mare perlanto, nel caso che la for- ma dei bacini rimanesse invariabile, sarebbe la risul- lanle dell' azione di luUe le cause precedentemenlc annovcrate, e si eleverebbe o si abbasserebbe dapper- tufto della stessa quanlita ; e probabilmente nelle at- luali condizioni della superficie terrestre rimarrebbe quasi aflallo inallerabile. Perche, supponendo anche doppio reflelto del trasporto delle malerie per opera de' fiumi, e minore di una meta la qnantita d'acqua scor- renle sulla superficie, od alio sfalo di vapore nell'atmo- sfera, il livello medio del mare non diverrebbe chepo- chi decimelri piii alto, c non polrebbe poi alzarsi ulle- riormente per la prima delle due cause ora accennale rhc di soli pochi milllmetri per sccolo. Sc poi anmieltasi qualclie variazione nell'am- piezza o nella profondila dei bacini, che qualchc spiag- — 551 — gia si avvalli^ e conseguentemente si avvalli il conler- minante fondo marino \ che qualche porzione di f'ondi marini si elevi ; che sorgano niiove isole dal seno del mare, come avvenne a Santorini, a Sciacca, alle Azore ec. j tuttoclo noii solo dee produrre una variazione lelaliva di livello fra la spiaggia ed il mare in que'luoghi ove rapporto al centro della terra il ter- rene fu avvallato o rialzato, ma eziandio negli al- tri vicini o lontani dove il suolo non ebbe a subi- re alcim movimento, dove rimase per cosi dire al suo posto, e dove soltanto il mare potrebbe lalora per le leggi dell' equilibrio segnare suUa spiaggia una linea di livello alquanto diversa dalla precedeute. In generale i ristringimenti o le ampliazioni di capacila, che subissero alcuni bacini pei movimenti della crosta terrestre, avrebbero influenza sul livello medio del mare anche in altri bacini o parti del globoj pero anche questa variazione di livello, nei luoghi dove il suolo non subisse alcun movimento, dovrebbe riuscire quasi insensibile. Soltanto osservazioui fatte in molti punti della superGcie terrestre, e durante un lungo corso d'anni, potrebbero chiarire se il livello medio del mare, per r efFetto complessivo di tutte le cause sopra annove- rate, si alzi o si abbassi generalmente di una piccola quaatita relativamente alle spiagge che rimanessero immobili, o relativamente al centro della terra. — 33L> — Qucbia quanlila, die non oltrepasserebbe ceila- tiieute un pollice per ogni secolo, come si puo con- gelturare dalle varlazioni di livello inlorno a Yenezia, e probabile che sarebbe ora in un senso ora nell'altro-, cosicche alia liinga nolle condizioni altuali del globo terrestre il mare presso a poco conserverebbe sempre lo stesso livello. Vi sono dunque, conchiude il Pasini, cause me- teorologiche e geologiche, che tendono a far variare in ogni parte del globo il livello rispettivo del mare e della terra j ma dove il suoio non e esso medesimo sog- getto ad alzamepli od a sprofondamenli, si pud rite- nere, che le diverse cause di variazione si eHdano le une colle altre, e che il livello del niare dopo piccole oscillazioni si mgjatenga presso a poco il medesimo in tutte le parti della terra. r->5v^«<^|^^»>e,^i-c=. ADUNANZA DEL ClORNO 23 FEBBRAIO iS^Q. II Segretario legge I'atlo verbale dell' adunanza 26 gennaio, ch'e approvato. Si annunciano i seguenti doni fatti all' Istituto. I . Dal socio corrispondente prof, Stefano Delle Cliia- ie, di Napoli. Opuscoli fisico-fnedici, un voliirae in 8. con tavole. Napoli d8o3. Disscriazioni anatomico-p»tologiche, un volume in 4., con tavole. Napoli 1834. Enchiridio di Tossicoloyia teorico-pratica; un volume in 8. Napoli 1835. Ricerche anatomico-biologiche sul Proteo serpenti- no in 4., con 5 tavole. Napoli 1840. L' Elmintografia U7nana, o Trattato intorno agl'iEn- toioi ed a'Tnorbi vermhiosi, un volume in 8., con dO ta- vole. Napoli 1844. •J.. Dal socio corrispondente cav. Michelo Tenore di Napoli. Calalogo dcllc piante chc si collivano nel li. Orlo bo- tanico di Napoli, corredalo dclla pianla del mcdcsimo e di annotazioni; uri volume in 4, Napoli 1845. 3. Dal caval. Antonio Diedo nob. \ enelo. Fabbriche c disegni di Antonio Diedo. Opera in fo- glio con tavole, fascicolo primo. Venezia -1840. 4. Dal nob. sig. Achille de Zigno di Padova. Sopra due fossili rinvenuti nella calcarea dei '))ionti padovani. Mcmoria in 4., di pag. 8 ed una tavola. Pado- va ^843. 5. Dal prof. Oronzio Gabriele Costa di Napoli. DegP insetli nuovi e rari della Provincia di Terra d'Otranto. Fauna Vesuvia^ia. Fauna di Asprotnonte e sue adiacenze. Descrizione di alcune specie nuove di Testacci freschi e fossili del Regno dclle due Sicilie. Osservazioni fisiologiche ed anatoniche sopra alcune specie del genere Salpa. Memorie raccoite in un solo volu- rae in 4., di pag. 204 con tavole, Corrisponde7iza zoologica; nn volume in 8., con 12 tavole separate, anno primo i859. Nuove osservazioni intorno alle cocciniglie ed ai loro pretest 'niaschi. Mcmoria in 4., di pag. 24 ed una tavola. Napoli 1835. I{isidttt77icuto del viaggio fatto sulle coste deW Adria- tico, e deWlonio nel -1830. Catalogo de' Crostacei raccolti nel golfo di Taranto. Descrizione di dodici specie nuove delV ordinc de' Dit- teri, cd illustrazione di altre quaUordici mcno ovvie. Di taluni avanzi organici fossili del 'Regno di Napoli. Di alcuni Balanidi appartenenli al Regno di Napoli; in iin solo volume in 4., con tavole. Napoli '1 843. lllustrazioni del genere Cipridina, e descrizione d'una novella specie, di pag. ^0 in 4., ed una tavola. 6. Dal sig. Achilie Costa di Napoli. Ci7nicu77i Regni Neapolitcmi. Centurla I.^ e Centuria 11." Napoli 1858 _ d 844 con tavole. 7. Dall' ab. Jacopo dolt. Bernardi di Ceneda. La piibblica Beneficenza ed i suoi soccorsi alia pro- sperita fisico-77iorale del popolo; un volume in 8., Venezia -1845. 8. Dal dott. F. O. Scortegagna di Lonigo. Stir les JSu7n77iulilcs, Icttrc a Mons. le prof. Alcidr d'Orbignij de Paris. Padova 1846. II Segtetario porg(; alcune notizie intorno a pa- leccliie receoti opere di Storla naturale pubblicate nel Regno di Napoli, e particolarmente intorno a quelle dei signori prof. Delle Chiaje, prof. Scacchi, prof. G. Orouzio Costa ed Achille Costa figlio, delle quali o per acquislo o per dono si e ora arricchita la — 33G — Biblioteca dell'Islitulo, e dalle quali si polra Irar giova- mento per illustrarc i prodotti marini deU'Adrialico. Pcftcia si legge una memoria del Membro effelti- vo conte Scopoli, che ha p€r litolo : Degf impedi- menti alV estensione delle nostre jnojiif allure. In un'opera manoscritta di pubblica economia cbe de- pose all'Istituto nel ' 84 t, I'autore si era posto a com- batlere I'esageralo timore del Sisniondi, non avesse per r eccessiva industria coi nuovi meccanismi a cre- scere siffaltamente il numero de'poveri senza lavoro. che Tordine generale dovesse in Europa venir tiuba- to; e d(^o molte osservazioni sugh scrilti di quel dot- to uomo, conchiudeva, che se le produziooi di cosa qualsiasi sono in ragione direlta e costante della con- sumazione, essendovi spazio tuttavia grandissimo a! crescere dell'nmana famiglia, passeranno molli secoli prima che una nazioue si accinga colle armi alia rovi- na di un' allra. Quesla conchiusione riguarda al comraercio di tnlti i popoli, i quali nelle loro trausazioni sogliono equilibrare le forze loro, sicconie oggi avviene, senza alcuno dei supposti disordini sociali. Ma poiche puo accadere che tina nazione mal consigliala voglia fare piu che non deve, e non vegga gli oslacoli alle avide sue braine, e pur Iroppo possibile, dicel'aulorCj che nella gara coiumerciale al)bia piu danni che nlillla da — 357 — un aumento di prodotti arlificiali, ai quali manchi uno spaccio sicuro, e sia coslrelta a i^etrocedere villima di una fatale concorrenza. E perclo, considerando il conte ScopoH qual sia la condizione altaale delle nostre pro- vincie nel progresso dell' industria, si fece ad esami- nare e a discorrere degli ostacoli principali, che in es- se ora si oppongono all' incx'emento delle manifatlu- re, e possono ridursi ai seguenti capi : i.° L'aver gia altre nazioni occupati i luoglii piu ulili alio sraercio de'copiosi loro manufatti. a.° L'aver noi dovuto e dover tuttavia impiegare i nostri capitali a vantaggio deir agricoltura. 3.° II mancare di combustibile per molte manifatture. 4-" La poca istruzione del mag- gior namero de' noslri artigiani. Conchinde che gl'l- taliani debbano darsi incessanteraente all' agricoltura piu che ad ogni altro oggetlo, che ancor molto I'esta a farsi per accrescere le varie ricchezze del nostro suolo, e si ferma in particolare sulla necessita di esten- dere le irrigazioni e le bonificazioni dei terreni, e di migliorare le nostre razze di animali si bovini che ca- valiini, anche con I'istiluzione di premii seguendo I'e- sempio di altre nazioni. Poscia il siguor capitano di artiglieria Angelo Marchesi espone il piano di una sua opera inedita pre^enlata all' Istiluto, che ha per litolo : Descrizionc tecnica dei metodi usati per la fabbricazione delfer- — o38 — ro nei princifJiiU stabiUinenti delta Monarcliia Au- striaca e della Prussia. Nell'anno r84o I'aiitore fu incaricalo dall'I. R. Comando superiore della Marina di recarsi alle rino- mate fonderie di Maria -Zell poste nella Sliria supe- riore, a fine di far foodere per conto dell'I. R. Mari- na alquanli cannoni e proietlili. Conseguita la superiore approvazione nel dis- impegno di quesia sua prima incombenza, egli pro- segui tali studii mettendo a profitto le notizie pra- tiche che si era procurato in quelle fonderie du- rante la sua missione, cioe fino all'anno 1842,. Fece quindi un progetlo per fondere il ferro nell'I. R. Ar- senale, il quale progelto essendo stalo benignamen- te accolto dall'Aulico Consiglio di Guerra, il cap. Marchesi otlenne I'onorevole incarico di portarsi a vi- sitare ed istudiare le varie fonderie e ferriere della Germania, a fine di perfezionare i suoi progetii di co- slruzione. Ebbe con cio il mezzo di fare altre ulili osservazioni, per cui, dopo aver fatto eseguire a Ma- ria-Zell tutti gli oggetli necessarii per una novella fon- deria, nelf agoslo i843 diede principio nell'I. R. Arseuale alia costruzione d' un fornello alia Wil- kinson, cbe venne allivato in gennaio del i844: e corrispose nel suo andamento e ne' suoi risul- tali e alle speranze dell'autore ed al desiderio delle Autorita. ■ — 359 — L'espeiienza da lui acquislata in tie anni di non interrolto lavoro nelle varie fabbriche di ferro della Germania, le osservazioni in esse fatte, e i dati offer- tigli da uomini provelti in questo notevolissimo ramo delle arti, lo posero in grado di raccogliere un assieme di pratiche n)emorie, le quali repiitando egli di qual- che importanza perl'industria itallana, hapensato a co- mune vanlaggio di dare alia luce. Non e suo pen- siero, ne inlende cbe quanto sta per offrire al pub- blico debba essere un'opera di astrusi principii teo- retici e di grande erudizione •, e suo solo scopo di rendere un piccolo ma utile servigio a coloro clie si applicano praticamente alia manipolazione del ferro. L' opera contiene la pratica descrizione delle principali fonderle e ferriere delTlmpero d Austria e della Prussia^ ed e dirisa in parti secondo le varie fabbriche da lui visitate e studiate. L'autore ha cercato di descrivere principalmen- te la natura del minerale di ferro adoperato in ognu- na di esse, la ricchezza delle miniere da cui si eslrae, i fondenti usali per la sua conversione in ghisa, i varii metodi irapiegati per la carbonizzazione dei combusti- bili proprii alle varie officine per la riduzione del mi- nerale in ghisa , e pe' vari lavori delle fonderie. Tralta quindi delle modellazloni , della sabbia e dell argilla per queste adoperatej della rifusione del- la ghisa tanto coi fornelli a riverbero che con quelli — 340 — ylla ^\ ilkiusou;, del siio affinamento o conversione in ferro malleabile, si coi commii processi dei fuochi di affiueria attivati con macchine soffiantl, che col nuovo metodo di affinamento a fiamma delto di Pudlaggio ; finalrnente de'piii imporfanti meccanismi di cui tutte le varie officine sono fornite, non trasciirando di da- re per quanlo fu possibile circoslanziate descrizioni degli alii jo mi ^ e di quelli per la rifusione della ghisa e pel suo affinamento, e notando di ogni officina Tan- nuale prodotto. A questi essenzialmente riduconsi gli argomen- ti della sua opei^a : ha trovalo poi necessario di ag- giungervi qua e la alcune sue particolari e brevi os- servazioiii, le quali sebbene date in via accessoria, pu- re crede possano tornare ai lettori di qualche interesse. L' opera e corredata di 1 2 piani o disegni in foglio, dimoslranti gli oggetti principali in essa raen- zionati. A fine poi che 1' Islifuto possa formarsi una piu chiara idea di quanlo egli imprese a descrivere, e del metodo da lui seguito nella compilazione dell' ope- ra, ne legge alcuni brani riguardanti : I, I metodi di carbonizzazione del legname al- I'ariaaperta, impiegati nella Stiria superiore. 1. La fabbricazione delle lime, adottata a Ma- ria-Zell. 3. L' affinamento della ghisa con fornelli a fiam- — 341 — ma, cioe dietro il metodo di Pudlaggio sisfemalo a Neuberg nella Stiria superiore. 4. La carbonizzazione in forni usala a Blansko nella Moravia. 5. La fabbricazione della latta, come si usa a Ja- nowitz nella Slesia Austriaca. 6. La manipolazione del minerale di ferro colla torba, praticata nelle officine di Ransko nella Boe- mia nieridionale ed a Schlackenwerth ai confini sassoni. '^. La fabbricazione del Coke a Gleiwitz nella Prussia, si col metodo di carbonizzazione chiusa, che aperta. Finalmente il prof, Conti legge un ragguaglio in- torno all' operetta del signor prof. Carlo Zarnara presentata in dono alflsliluto, che ha per titolo: A- ritmetica teorico-pratwa elementare. Poscia ristituto si riduce in adunanza segrela per traltare di affari interni. La Presidenza rende conto dello stato in cui si trovano le Ilaccolte naturali che va formando I'lstitu- to, e degl'increujenti dati alle medesime dalla Com- missione eletla in conformita all' articolo 1 5 i degli Statuti interni. Poscia da ragguaglio dei lavori in par- te intrapresi ed in parte progettati dalle Commissio- — 342 — ni elette secondo gli articoli iGi, 162, e i63 degli Statuti, delle quali la prima intende a raccogliere ma- teriali per la Descrizione topografica, idraulica, fisica, statistica, agrarla e medica delle Proviacie Venete •, la seconda si adopera a raccogliere materiali risguar- danli la lingua e la letteratura itallana per arricchire specialmente di nuove voci il Diziouario o per fissar- ne il vero significato; e I'uUiina ha cura di raccoglie- re materiali concernenti le antichita, la storia e gli slvidii di erudizione, per cio specialmente die tiene alle Provincie Venete ed alia Storia Veueta. Per I'esame dei manoscritli, che saranno prodotti in risposta al Programma del membro ouorario Mon- signor Canova, sono eletti a Commissarii i signori G. Sandri, cav. Fapanni e conte G. Freschi. Ricorrendo nel prossimo maggio la solenne di- stribuzione de'premil d'industria, si fa la nomina dei cinque membri i quali, in unlone ai quattro che com- pongono la Presidenza in consiglio, devono destinare per ciascuno degli oggetli presentati al concorso una commissione speciale di esame. Sono prescelti i si- gnori prof. Conti, nob. Minotto, cav. Paleocapa, cav. Santini e prof. Zantedeschi. Si iegge il rapporto, predisposlo dalla Comrais- — 343 — sione eletta nel gennaio passato, intorno al progelto di pubblicare una Nomenclatura o Sinonimia dell'opera inedita di Storia naturale adriatica del defunlo abate Chlereghin, la quale conservasi nella biblioteca del R. Lfceo. Le conclusioni della Commissione sono fa- vorevoli alia proposta fatta dal sig. prof. Zantedeschi alia Direzione del R. Liceo, perche abbia effettoque- sta pubblicazione. Si fa la noruina di altre Commissi ooi. I ADUNANZA DEL GIORNO 22 MARZO '1 846. II Segrelario legge I'atto verbale dell' adunanza a 2 febbraio, ch'e approvato. Si annuDziano i seguenti doni fatti all' I. R. Isti- tulo. 1 . Dall' I. R, Istituto Lombardo. Giornale dell' Isdtiffo Lombardo e Biblioteca Italia- na, fascicolo 36. 2. Dal membro effeltivo cav. Santini. A catalogue of i67 7 stars, included between the Equa- tor and ten degrees of north declination, observed at the Royal Observatory of Padua by prof. Giovanni Santini, communicated by sir J. F. PF. Herschel. (Estratto dal- le Transactions of the astronomical Society). 3. Dal membro effettivo nob. G. Frescbi. J ntimeri A7 al 50 del Giornale intitolato. I' Amico del Conladino. r. 44 — 340 — Discorso proerniah ad un Dizionario di francesii- ini td altri vocaboH, e modi nuovi e ffuasti introdotti nel- la lingua ilaliana, del signorPuoti ec. Napoli -1845 di pag. 32 in 8. Osservuzioni accademiche morali pel ben essere del- V uomo nella societa civile, del cav. Lusi di Napoli. Napoli 1843. d vol. in 8. Corpo di Diritlo positivo per lo Regno delle due Si- cilie, preceduto dalla Sloria del Regno e delta sua legisla- zione. Programma, Napoli 1845. Osservazioni su le viti e le vigne del Distretto di Na- poli faite da Guglielmo Gasparrini. ( Estratto dagli Annali civili, fascicolo 69, maggio e giugno 4844.) 4. Dal membro eflfeltivo prof. Zantedeschi. Trattato del calorico e della luce. Parte I. Vcnezia -1846, 1 volume in 8. con tavole. Raccolta fisico-ckif/iica italiana ec, fascicolo 2." 5. Dal membro effettivo dott. Giacinto Namias. Giornale per servire ai progressi della Patologia e della Terapcutica, fascicolo di novenibre e dicembre 4845. 6. Dal canonico Bellani, membro effettivo dell'I. R. Istituto Lombardo. Del vero silo della villa del Petrarca presso Milano. (Estratto dalla Rivista Europea, di pag. -12 in 8.). Dei miasmi e dei 'mezzi di conoscerne la natura. Mi- lano 1846, di pag. 16 in 8. 7. Dal socio corrispondente L. P. Fario e dal dott. Ad. Benvennti. — 347 — Mcmoriale '(lella Medicina coyitttnporanea, fascicoli (li ottobre, novembre e dicenibre 1845. 8, Dal signer Giacomo Zanardi di Venezia. / numeri 8 «/ 12 del Giornale inlitolato: I' Artiere. 11 Segretario partecipa la maucanza a'vivi, avve- nuta or son poclii giorni, del socio corrispondente Ing. Bartolomeo Avesani di Verona, e ricorda con brevi cenni le sue principali invenzioni mecca- niche. II membro effettivo doltor Bianchetli legge uno scritto inlitolato : Alciine consider azioni sopra gli iio- mini comiini, sid distinti, sui grandl e sugU strani. L'autore accenna, innanzi tutto, alle due cause che producono quella prevalenza di alcune idee e di alcuni sentimenti, la quale si osserva trovarsi sempre in tutti i popoli, e che, mulandosi di materia e di for- ma, distingue i vari periodi della vita loro. La prima di tali cause e da lui veduta nel corso degli anni e nel complesso degli avvenimenti •, la seconda non me- no forte, anzi piu forte, in cio ch'egli chiama la co- municaziojie degli animi • e sopra di questa si arre- sla particolarmente e non brevemente. Ei determina quindi essere distinfi quegli uomi- ni, ne'quali le idee e i sentimenti dominanfi nel loro Inogo e nel tempo loro si manifestano in un grado — 348 — iiiollo pill elevate che nel popolo, o sia negli uomini comiini; grandi quelli che riassutnono e rappresenta- no la maggior forza del pensare e del seutire dell' e- poca in ciii vivono ) e straiii quelli i quali, per moli- vi che piu o raeno individualmente li riguardano, vaniio co'pensieri e sentimenli loro in un tempo, che ha gia terminato per la nazione cni appartengono il suo corso, o che lo deve per anco incominciare. Da cio che disse e poscia condotto I'autore a fer- niarsi alquanto sopra quella illusione che, rispetto a- gli uomini grandi, e prodotta dalla loro stessa gran- dezza nell universale delle genti. E geueralmente cre- duto, ch'essi imprimano il movimento al loro tempo ; ed egli, con alDbondanza di ragionamenti e di fatti, vnol dimostrare invece che lo ricevono. Si fa quindi a discorrere di quel che importino gli uomini comuni, i distinli, i grandi per assegnar il grado che possono occupare le nazioui nella stima contemporanea o futura delfumanita ; e sostiene che quella nazione nella quale non sono che uomini co- muni, non puo dare ne annali, ne cronache, ne me- morie: che puo darle bensi quella in cui si trovino degli uomini distinti ; ma che la sloria, la vera storia, non puo esser data che unicamente dalla nazione la quale abbia degli uomini grandi, e nelle sole materie in cui li abbia. Entra poi a combatlere ropinione del Vico e — 349 — de'seguaci della sua dotlriua in cosi falto proposito, ed intende a dimostrare, che se gli uomini grandi nou impriniono il moviniento al loro tempo, ma lo ricevo- no da esso , non per questo e da lenersi che non o- perino eflicaclssimamente sul movimento del loro tem- po medesimo : il che si affatica a provare non meno per discorsi che per esempi. Esiste, dice Fautore, ne' grandViomini una dop- pia gran forza, cioe di ricevere e di tramandare. Ed e in questa forza ch'egli trova il molivo incolpabile di alcuni atli o delli, i quali si reputano generalmente procedenti in loro da presunzione o da orgoglio ; com'e pure col non durar continuo di tal forza mede- sima, la qual cessa e ritorna in essi secondo il biso- gno, ch'egli giustifica in progresso, o piuttosto spie- ga quanto di piccolo, di non degno o di biasimevole e uscito ed esce non di rado dagli uomini grandi, Gli sirani li separa in tre classi, I'una delle qua- li fa risconlro a quella degli uomini comuni, I'altra a quella dei distinti, la terza a quella dei grandi. Ed e sopra gli sirani compresi in quest'ullima classe ch'ei particolarnienle si ferma, dimostrando che la stranez- za loro non e inGne che la grandezza medesima posta fuori del luogo, del tempo e delle condizioni che le sarebbero state necessarie ad apparir tale nell'opinio- ne delle genti. La considerazione della qual cosa, unita a quel- — 350 — la di tulto cio che di piccolo o peggio si tramischia sempre a quanto gli uomini chiatnano grandezza, in- duce I'autore a chiudere il suo discorso con quelle alte e giuste parole di Massillon : Iddio solo e grande. Terminata questa lettura, I'Istituto si riduce in adunanza segreta per trattare di affari inlerni. In sostituzione dei socii corrispondenti signor abate Pietro Bettio e ing. Bartolomeo Avesani de- funti, e del dott. Giacinto Namias promosso a mera- bro effettivo, sono eletti a socii corrispondenti delle Provincie Venete i signori: Clementi dott. Giuseppe, di Padova. Negri prof. Cristoforo, di Padova. Trois dott. Francesco Enrico, Direttore deW Ospitale Ci- vico di Venezia. Si annunzia che furono gia nominate parecchie Comaiissioni speciali per 1' esame degli oggetti pre- sentati al concorso de'premii d'industria. Adunanza del giorno 23 m\rzo 1846. II Segretario legge 1' atlo verbale dell' adunanza a 3 febbraio, ch'e approvato. Si annunziano i seguenti doni fatli all'I. R. Istituto. I, Dal sig. Antonio Galvani di Venezia. Metamorfosi organiche, le quali accompagnano la comhinazione dell' ossido di zinco all' acido valerianico monoidrato, e salificazione di quello per questo. Veoezla -1846, di pag. 34 in 8. a. Dal sig. Antonio Pazienti di Venezia. DeW azione chimica delta luce, del calorico, dell' e- letlrico e del magnetico sopra i corpi inorganici. Padova 4846,111 8, con una tavola. 3, Dal sig. prof. Paolo Mistrorigo di Vicenza. Reminiscenze del mio viaggio a Napoli nelV autun- no 1845. Vicenza 4846. — 552 _ 4- Dal sig. dottor Michele Carlo Frari. Tratfafo delle operazioni in Osletricia. Venezia 1845, un vol. in 8. ed una tavola. 5. Dal signor Aotonio Villa di Milano. DegV inseUi caniivori adoperati a dislruggere le spe- cie dannose alV Agricoltura. Estratto dailo Spettatore in- dustriale, di pag. 36 cd una tavola. 6. Dal Giudice sig. Gennaro Riccio di Napoli. Le monete delle antiche famiglie di Roma fino al- l' Imperatore Augusto. Napoli 4843, seconda ediz. \. vol. in 4, con 72 tavole. E intornoa quest'ultimo libro, il sig. ab. Furlauet- lo, incaiicato dall' autore di presenlarlo all' Istituto, porge le seguenti brevi notizie: " Fra Ic varie serie delle anliche medaglic, cioe dcgli assi librali italici e romani delle citta e provincie greche, degli imperatori romani dell' alto e basso impero, del me- dio evo e dei rcgnanti moderni, la piu importante e certa- mente quelia detta consolare o delle famiglie di Roma aoti- ca ; poiche con essa si illustra specialmente la storia dei pri- mi sette secoli della romana repubblica. Quindi questa seric presentcmentc piu s' apprezza c si coltiva dai numismatic!, i quali, uon content! dell' opera d! Andrea IMorell pubblica- ta in Amsterdam nel 1734 in due volumi in foglio, e dive- nula era rarissima, e di quanto scrisse su di essa 1' immor- — ooo tale Eckliel, c!ie per verita fta tiitte le serie niiinmarie men diligentemente tratto di essa, rivolsero le loro cure all' illu- strazlone delle medaglie in qiiesta serie contcnute. In questo studio si rese celebre il Sestini, defunto da pochi anni, e si distinguono i viventi italiani cav. Borghesi, cav. Avellino e prof. ah. Cavedoni. Seguendo le loro traccie il sig. Gcn- naro Riccio, R. Procuratore presso il Tribunale di guerra nella Puglia, pubblico nel 1836 a Napoli la sua opera inti- tolata: Le 3Ionete delle antiche famiglie dl Roma fino ad Augusta, della quale parlo assai lavorevolniente il detto cav. Borghesi nel BuUettino dQWInstituto di Corrisp. archeologi' ca per 1' anno 1859. Incoraggiato I' autore dagli elogi che quindi riceveltc dai dotti d'ltalia e d'oltremonti, ed essen- dosi giA esaurita in pochi anni la prima edizione, egli si dedico con molto inipegno ad una seconda, che pubblico pure a Napoli nel 1843, corredandola di 72 tavole litografi- che; per la quale |)ubblicazione ottenne dalla R. Accaderaia delle Iscrizioni e Belle Lettere dcH'lstituto di Francia il rad- doppialo prcmi(t di numisraatica, istituito dal sig. Allier di Hauteroche, c venne inoltre aggregato a parecchie illuslri Accademie. II sig. prof. Cavedoni ne inseri un raeritato elogio nel suddetto BuUettino per I' anno 1844. Ora nel mio soggiorno in Napoli nello scorso autunno mi procurai il piacere di conoscere il dotto sig. Riccio, cd avendo per raia istruzione ac(|uistata ro{)cra suddella, egli me nc diede un altro eseraplare perche lo presentassi al no- slro Istituto «. II sig. Lorenzo R. Pezziui deposilo il l\ uiarzo un piego suggellalo, pregando che sia dairistilulo cuslo- dilo fino a nuova sua domanda il iHLUil)n> ellellivo prof. Coilesc legge unoscrit- lo iulilolalo: Alcune illustrazioni airanalomia del si- sterna nervosa de'pesci. L' aulore dopo aver posto qualche sludio nel ri- levare le forme proprie del slslenia nervoso degli nc- celli e di alcuni reltili, si volge ora a considerare con aUeuzioiie le parlicolarila die spellano all'ultima clas- se dei vertebrall, od ai pesci •, imperciocche era giusia e natnrale la presiinzioue clie, se dapperlutto si mao- tiene costante il medesituo tipo, queslo si dovesse ri- velare nella sua maggiore semplicita in quella class e, ch'e la prima fornita di no apparato cenlraie congre- gate in una massa distinta. Premesse alcune conside- razioni sul volume respellivo della massa cerebrate fra alcuni rellili e pesci, e sulle cause dalle quali, a massa cerebrale minore, puo dipendere la maggiore perfezione organica della classe dei rettilij il prof. Cor- tese espoue brevemenle le principali conchiusioni, cui son giunli i naluralisli moderni intorno all'organismo de'pesci, e quanto colle proprie osservazioni gli ven- ne falto di confermare, di aggiungere o di modifica- re. SopraltuUo ferma la sua altenzione sul fatto della originaria forma vescicolare dei gangli encefalici, rive- lala dal Rolando al principio di questo secolo, sui co- si delti tubercoli mammillari, e sui nervi spinali nelle due paia 5." ed 8." Da cio e condollo a parlare del- 1 organo del gusto ne'pcsci-, e dicliiaralo come nei — 353 — liiainmif'eri questa perliiienza dell'apparalo digcrenlc abbia fre ufficii, agisca cioe come organo di presa, di deglutizione e di senso, inclina a credere clie ai pesci rimangan comuni i due primi ufficii, e fultimo sia lo- ro affalto straniero. Sceverando il vero senso gusla- torio dal senso intestinale con cui e provvedulo al bi- sogno dell' alimentazione, il primo sarebbe proprio per eccellenza delPuoino e forse di alcuni inammiferi, e I'altro comune a tutte le specie zoologiche. In que- slo solo significafo I'autore concede che abbiano i pesci I'organo ilel gusto. La memoria e corredata di alcune I a vole. Poscia e leUo dal Segretario uno scritlo, spe- dito in questo stesso giorno dal mernbro efletli- vo dott. Nardo, ed intitolato : Osservazioni siilla esistenza delVorgano del gusto in alcune specie di cani marini. Preniesse alcune considerazioni sulla cavita orale de'pesci, ed osservato che qnesli, non nia- slicando generalmente la loro preda, non abbisognano di un organo gustativo mobile in tuUi i sensi, come la lingua, che secondi il niolo masticatorio. e si presli ad assaporare le parli disciolte dalla masticazione, I'autore dice, che se v'ha ne'pesci un organo specia- le del gusto, dovrebb' esser queslo collocato in al- tra parte che la bocca, ed in relazione alia forma di essa, al modu d ingeslione del cibo, ed al tempo — 35G — ilie mantiensi iielle lauci per subiie la prima dige- stione. Organo desliuato alia guslaziono credesi il rigon- flaniento molle e vascolare, chc rinviensi ai due lati dell'esofago del Gadus Aglephiniis osservato da Trevi- ranus, e 1 apparalo bianco spugnoso, suscellibile di entrare con facilita in turgescenza, die trovasi alfin- gresso della gola di alcuni Ciprioi, e specialniente del Carpione. In alcuni pesci vedonsi papille piu o meno grosse e salienti, che scmbrano deslinate ad una spe- cie di talto o di gustazione, e a quest'officio pare die servano cziandio, e cpiella specie di cercine siluata da- vanti il prinio pezzo dell'osso joide nella Chimera me- diterranean la cui menibrana e molle, e le altre papille piu evidenti poste dietro la placca dentale nella sua bocca. Poche pero sono le specie di pesci osservate finora collo scopo di trovare cio che puo in essi sop- perire all'organo del gusto. Nessuno pcro, sa 1' autore, die abbia parlato di un organo die trovasi nella bocca di alcune specie di squalo, e che sembra esso pure destinato alia gustazio- ne. E situato nella parte inferiore del palato dietro la mandibola superiore, e pare che abbia origine co- uiune colla porzione di cute palatina che la investe, c che serve ai denti di sostegno. Consiste in una modi- ficazione della cute stessa in una sostanza fibrosa va- scolare, polposa, molle, priya afl'atto della scabrosita, — 357 — di cui e rivestifa la superficie calanea del palalo, e seminata invece di nimierosissinie papille molli, aggru- matCj e da porosita trasudanti ua uuiore moccioso. L'autore porge altre parlicolarita iutorno a cpiest'or- gano, riguardanti specialinente la dislribuzioae dei nervi e la loro provenienza dal 5.° paio. Egli osser- v6 fiuora quest'organo soltanto nello Squahis glaii- cuSy Linn., ueVi Oxyrrhina gomphodon di Miiller ed Henle e uqVl Alopias vulpes di Cuvier, Manca nellu Squahis phimbeiis^ Nardo, e nel MusteUus plebejus, Bonaparte; nel Galeiis Canis^ Kondelet ; n^Acan- thias i'ulgaris e Centrina Sah'iani, Cuvier, ed in mol- li altri. II Rondelet avrebbe osservato qualche co- sa di analogo a questo apparecchio senza pensare al sue USD. II dott. Nardo ne fece ceuno la prima volla nel 1827 come di un carattere per distinguere lo Squahis glaiicus^ auct., dal sue S. phimheus. Dope quest'epoca, e soltanto dopo averlo osservato nell OcTrr- rhina^ sospetto clie servir potesse alia gustazione. Le accennate ed altre parlicolarita di quest'organo possono essere risconfrate nella preparazione analo- mica, clie il dott. Nardo conserva nella sua raccolta, e fu gia vedula da alcuni anatoniici e dal prof. Cortese medesimo. II prof. Cortese avverte, che i fatti riferiti dal dott. Nardo non glisembrano contraddire quanlo circa for- gaiu) del gusto de' [)esci egli avea esposlo pre(;odeult'- inenle. col distinguere nell'organo del gusto il vero seii- so guslalorio dal semplice senso iuleslinale. Poscia il prof. Bellavilis legge alcune Co/isidera- zioni sidle nomenclature chiiniche^ siigli equwalenti chimici e specialmente sii alcune proprieta che con questi si collegano. L'autore accennando le modi- ficazioni apportate alia noDJenclatura da alcuni chimici e specialmente dalBerzelius, Iroverebbe opporluno di denominare le combinazioni degli ossidi in oso ed in • ico^ cangiando tali desinenze nelle mo, rt/20, appunto ^ come nei nomi delle combinazioni degli acidi in oso ed in ico queste desinenze si cangiano nelle z/o, ato: cosi si avrebbe un facile raodo di esprimere tutti i composli del a.^ordine, e si schiverebbero alcune con- fusioni fra le due nomenclature del Berzelius. Conli- uuando 1' esame di alcune ulteriori modificazioni del- la nomenclatura chimica, Taulore vorrebbe che col nome si avesse in vista di esprimere qualche cosa di piu della sola composizione, e qnindi disapprova la radicalc riforma proposta dalF Avogadro, per la quale ogni corpo chimico si denominerebbe mediante un nome generico esprimente i con)[)onenli ed un nome specifico indicanle le proporzioni dei medesimi. D' allra parte, notando la somma importanza di esprime- re sonza equivoco la esatla composizione, la diftlcolta — 350 — di oltenere cio colla nomenclatiira parlafa, e la convo- nienza di lasciarc a qiiesta una latiludine suflicienle per poler accomodarsi ad ogni teoria, Tautore propo- ne, die il nome di ogni composfo cliiniico si accompa- goi sempre colla formula relativa, appoggiafa alia teoria delle proporzioni determinate; ma siccome i chimici non sempre si accordano nel valore da altribuirsi agli equivalenti, cosi egli vorrebbe che fossero definiliva- mente adotlati i segni, quali sono adoperali nella chi- mica del Berzelius, rimaneudo peraltro la liberta ad ogni chimico di assumere per equivalente un multiplo od un summulliplo del valore atlribuito a ciascun se- gno, indicando cio mediante un numero posto abbas- so del medesimo. Dopo aver fatlo cenno delle discrepaoze che si osservano nelle analisi, perlocche sono affatto illusorie le moUe cifre decimali con cui se ne sogliono espri- mere i risultameuli, Tautore discute alcune delle ra- gioni, che per ciaschedun corpo possono far preferire un valore delP equivalente ad un allro, e particolar- menle si ferma sulla densila dei corpi alio sfato ae- riforme, che ha una stretta relazione col peso delfe- quivalenle. L'autore crede che sia pur superiore ad ogni ragionevole dubbio la dipendenza os^ervata dai sigg. Dulong e Petit e dal Regnault fra il peso deirequi- vaientc ed ilcalorico specifico; al contrario non trova sufficionlcnicntc appoggiala I'opinionc di una simile — 3G0 — dipendeuza dei poleri termo-elellrici, coi quuli ullimi si collegano i fenonieni eletlro-lerniici. Fra le allre i- potesi relative alia dipendenza di altre propriela dei corpi dai pesi degli equivalenli, I'aulore riporta quel- le del Kopp intorno ai pesi specifici di alcuni liquidi alle temperature delle loro ebullizioni, ed ai volumi a tenq^erature egualmente distanli dalle precedenti. II prof. Bellavilis correda il sno lavoro con varie tavole, contenenti i pesi degli equivalenli chiinici quali furo- i no successivamente delerminali da vari autori, i pe- si specifici dei fluidi aeriformi, e finalmente i pesi specifici e le temperature d'ebullizione secondo il Kopp e secondo il Gerhardt. Terrainata quesla lettura 1' Istituto si riduce in adunanza segreta per trallare di afTari intenii. Si delibera sopra alcuni oggetli demandati dnil' i 1. K. Governo all' esame delf Istituto. Si fa la nomina di allre ( Aimniissioni AdUNANZA del GIORNO 18 APRILE d840. II Segretario legge Y atto verbale delladunanza del 22 marzo, ch'e appro vato. Si annunziano i seguenti doni fatti all' I. R. Isti- tuto. 1. Dal membro efl'ettivo prof. Zantedoschi. Raccolta fisico-chimica ecc, fascicolo 3. 2. Dal membro effettivo nob. G. Freschi. 1 nwmeri 5i e 52 Jrino IF e I e 2 Anno V del Giornale intitolato: L'Amico del Contadino. 3. Dal .socio corrispondente dott, Iguazio Penolazzi di Montagnana. Ragguaglio della ^nigliare perniciosa ecc. (Estratto dal Memoriale della Medicina contemporanea). Venezia 1845. 4- Dal socio corrispondente cons. Antonio Quadri di Venezia. r. /6 — 3fi2 — Descrizione lopografica di Vencziu, lascicoli 13, li. Yenezia ^846. 5. Dal cav. Antonio Diedo nob. Venelo. Fabbriche e Disegni di Antonio Dicdo, fascicolo se- condo, Venezia 184C. 6. Dal prof. Gio. Alessandro Majocchi dl Milano. Proemio agli Jnnali di Fisica, Chimica c Scicnze ac- ccswrie, pel i840. Consideraz'ioni ed esperienze intorno alV origine del- la corrente voltaica. ( Dagli Annali di Fisica ccc, fascico- lo 56). Delle condizioni neccssarie alia prodiizione del I a corrente voltaica (Dagli Annali di Fisica ecc, fascico- lo GO). 7. Dal signor Giacomo Zanardi di Venezia. / nu7)icri \7i al 15 del Giornah intitolato: L'Arfiere. L' f. R. Governo con dispaccio del 2,6 maizo nianda all' Istituto il primo fascicolo gia puhblicalo del Ragguaglio intorno alia esposizione dei prodolti dtindustria^ cli'ebbe luogo in Vienna nel 1845 {Be- richt liber oslerreichische Gewerbe-yiusstelhing ecc.) e i Ragguagli delle precedent i esposizioni seguite nel- gli anni i835 e iSSg, acciocche si possa fare rifles- si 0 confronti sullo stato e sui progressi deirindustria nella Monarch] a. — 565 — Da jKirte dell Eccelsa Commissione Auliia de^li shidii di Vienna e pure trasmesso un esemplaie della raccolta dei Trallati di commercio c di naviga- ziono in idioma lurco conchiusi fra 1' Austria e la Porta Oltomana, la cui stampa fu eseguita dall' I. R. Tipografia di Corle e di Stato. II membro effettivo prof. Meneghini porge alcu- ne compendiose notizie intorno agli strati di lilanfra- ce scoperti ultimamente nella Carnia presso Raveo dai sigg. iVatelli Pascoli, Patracco ed ing. Lavagnolo. La probabilita di trovare litantrace nella Carnia piu che in altri luoghi delle Provincie Venele era stata accennata nel 1889. II combustibile di Raveo som- ministro alle prove ottimo Coke. Delle condizioni geo- logiche il prof. Meneghini si riserva di trattare in aU tra occasione, ed ora espone solo di aver trovato mol- to sviluppata inquella regione una formazione chepuo tenersi pel rappresentante del terreno carbonifero, e le sovrapposte formazioni triassiche. II prof. Zantedeschi dice sapere, che furou gia falti da qualche mese studii ed esperimenli intorno al carbon fossile della Carnia, cosicche non sarebbe questa una nuova scoperta. II segrelario Pasini osserva che la probabilita — 364 — teorelica di Uovare carbon fossile nella Carnia, e I'ef- fetliva sua esistenza in poco notevoli depositi, fiirono annunziate e proclamate da molti anni, e specialmente al Congresso scientifico di Pisa nel 1889 (i), e che ora propriamente importerebbe di trovarne e additar- ne in quella vallata qualche considerevole deposi- tOj che si prestasse ad una vantaggiosa escavazione, ciocche, per quanto gli consta, da nessuno fu fatto. Poscia il membro effeltivo prof. Catulio legge la seguente memoria. Osser{>azioni sidle rocce levigate delle Alpi Venete.^ Del prof, T. A. Catulio. Leggendo le discussioni che si sono fatte nella Riunio- ne straordinaria della Society geologica di Francia, tenuta a Chambery nel i844, trovai che un' oplnione emessa dal signer Guyot, in proposito degli effetti prodotti dai ghiacci, non combina con le osservazioni che ho avuto I'agio di fare nel passato autunno, e che ognuno puo ripetcre nelle Alpi Venete. Vuole 11 sig. Guyot, uno degli intervenuti alia riu- nione suddetta, che lutte le superficie p7ilite e striate delle rocce sieno opera de' massi crratici, i quali, convogliali da ghiacci alpini, sarebbero discesi ne' piani soggiacenti, levi- (1) Atti della prima RiuniQne degli Scienziati Italiani tenuta in Pisa neiroltobie del iSSg, Pisa 1840, pag. 64-66, loaioS. — 365 — gando e strisciando le facce nude delle rocce incontrate tra via. Agassiz, die fu il primo a considerare come cau- sa del fenomeno la calata de' ghiacci dalle Alpi, non ar- rischio dire chc ogni qualunque roccia pulita e striata sia un efTetto dellc masse di ghiaccio passatevi sopra ; ma si li- mito ad ammetterc, che le sole rocce prossime ai deposili di massi erralici sieno state levigate e solcate dai ghiacci di cui si ragiona. Prima di rifcrire le osservazioni che per mio avviso si oppongono alia sentenza del Guyot, debbo dire, che nepi)u- re la teorica dell'Agassiz si accorda tutte le volte coti le proprieta ch' egli assegna al ghiaccio ; perlocche, senza de- rogare alia esattezza delle ricerche finora praticate da un si infalicabile naturalista, io mi permettero di osservare, non esserc altrimenti vero che alle superficie liscie e striate, prossime a'depositi di massi erratici, si possa assegnare per causa la discesa de' massi stessi chiusi nel ghiaccio. Non molto lungi da'piani subalpini, dove i massi erra- tic! fanno frequente comparsa (I), vi sono rocce levigate e solcate che si crederebbero prodotte dallo scivolamento de' ghiacci staccati dall'alto, se la storia, arrestando I' ima- ginazione del geologo, non lo facesse accorto, che a ben al- tre cause vuolsi ascrivere I'origine della pulitura delle roc- ce, e delle scalfitture che sopra esse si veggono. Nel Bellunese i massi erralici, ora raminghi ora insie- (i) In una memoriii letta a (juest' Islituto nel luglio 1840, io annove- lava i luoghi principal! delle piovincie venete, ove sonovi niassi erratici, e toglieva anco a dimostrare le difficoita insuperabili, cui soggiace I'ipo- tesi del loro trasporto per mezzo de' ghiacci, bencbe sia la piii comune- meate ricevuta. Per questo motivo ho data la preferenza all' ipotesi del barone De Biich, come la piu coerenle aile altuali nostre cogni/.ioni intor- no gli eftetti prodotti da' soUevamenti. e come piu facilmente adattabile alia spiegazione de' fenomeni. — SGG — me congrcgati, sono dclla slcssa natura Jelle rocce chc coinpongono Ic Alpi Tirolosi, ed hanno dovulo allravcisaro varic calenc di inonti per giiiiigerc nc' liioglii in cui sono presciilemcnlc. In (juosla stcssa piovincia vi sono altipiani a rocce levigate c striate, i (jiiali lianno iin declivio ove pin ove mcno costante verso il sud-ovest, e sono stati per la maggior parte format! in cpochc a iioi cosi vicinc, chc sa- rebhe assurdo voler combinarc il feaonicno dclle strie die li solcano coll' idea del trasporto de' niassi erratic!. Ne' dintorni di AUeglie, pacse clie dista settc miglia dal Comune di Agordo, sorge il montc Spitz di cni non ri- niane adcsso die la nieta inferiorc, essendo 1' altra mcta sdrucciolata nel torrente Cordevoic la nottc dell'undic! a- prile 1771. Dalla testimonianza d' uomini die vivono tiit- tora, e die furono present! a quel disastro, appres! die la parte siiperiore del montc mostrava g!a di essersi alquanto distaccata dalla giogaia calcarca di s. Tommaso, cui era uni- ta, e sporgcva cosi all' infuori. chc cinque o sei giorni pri- ma di rovesciarsi scese dalla sua frontc una congerie di sassi, ! qual! pel nunicro e per la mole potevano con ragio- ne risvcgliare negl! ahitant! la tenia di qualchc vicina e grande sciagura. Di fatto la parte calcarca dello Spitz s! stacco dalla roccia scissilc sottoposla, lasciando netta una base molto inclinata di circa GOO metri d! cstensione, c prccipito nclla valle riempicndola per la lungliczza d! ben 3000 metri. Da (jucsta caduta cbbe origine il lago chc tut- t' ora sussiste, sebbene di molto impiccolito in eausa delle ghiaie e dc' ciottoli che dentro vi porta il Cordevoic. Suir altipiano schistoso, mcsso alio scopcrto dalla mas- sa calcarea, sono visibil! Ic solcature prodotte dalle acque piovane che v! corrouo sopra ; cppure \m occliio prevcnuto pel sislenia d'Agassiz vedrebbc in quo'solchi un efl'ctto del — 367 — passaggio i)o' ghiacci alpini, che scco porlaiono i mass! e le morcne, che si vcggono qua c li nel basso Bclliincsc. La tendenza di certe montagnc a sdrucciolarc c (juasi dirci originaria c costitiizionalc, c molli falti potrci allegare in prova del mio asserlo. Lc calcarie clie hanno sotto di se nn piano argilloso od arenaceo alqiianto inclinato sono ef- fetlivamcnte quelle che si mostrano piu proclivi alio sfa- sciamento in causa della pcndcnza del piano stesso, e della poca solidita della roccia che loro serve di base, la (|uale, permeabile com' e all' acqua, perde la sua coerenza c si fa mollcggianle. Le sorgivc da cui viene attraversata si csca- vano canali sottcrranei, c producono diverse sorta di dila- malurc , le quali accadono spesse volte improvvisamentc senza un' inipulsione straoi'dinaria ed estranea; c divengo- no poi pill frequent!, se da una forza sopravvegnente ed ac- ccleratrice sicno attuati gli sconvolgimcnti prcparati solterra dall' acqua. In questa guisa si disequilibro la nieta superiore del monte Spitz, gia sostenuta dagli strati d' una inarna bibnia posta fra la calcaria c la soggiaccnte roccia schistosa ; e nel- la guisa niedesima si efTettuo la discesa tranquilla d' un coniplesso di strati calcarei, che nel 178G scivolo nella val- Ic di Sottorogno (Zoldiano) lasciando a nudo qucUa supcr- licie iiscia e niolto inclinata di cui distcsanicnte ho parlato neH'opcra Sopra i terrcnl postdiluviani delle Provincie Ve- netc ( pag. 1 12 edizionc seconda ). Lc supcrficie liscie sono piu che mai frequenti sulle faldc 0 zoccoli molto inclinati, che servono di base allc pi- ranndi dolomiliche del Monte Antelao, e dellc conliguc cnii- ncnzc di s. Floriano c di Chiapuzza ; appiedcllo quali giacc quella cnngeric grandiosa di massi, che per Iratti vastissimi ric(>|)rc lo adi;icenli pianure. Sopra di qucstc supcrficie,, — 368 — kisciale a runlo da' massi piombati dull' alto, si ossei'vano Ic vcstigio di corrosion! piii o meno profondc, operate dall'acqua piovana, combinata a' sassolini semprc ango- lari, che seco trascina nello scenderc die fa dalle grandi solcature longitudinal! scavatc nolle piraniidi suddette. Fe- nonieni consiniili si vedono sulle facce scopcrte di alcune montagne calcarie del Veronese, non molto discostc da'luo- glii ne' quali esistono massi crratici d' un granito similissi- nio a qucllo del Brenner (Breonio) ; ne fa d'uopo per le cose espostc recarsi col pensiero ai tempi tenebrosi del lo- re trasporto, per accostarsi all'epoca della formazione dei piani lisci e striati delle Alpi Veronesi. Si vede da tutto cio, che I'ipotesi di Agassiz puo essere bensi applicabile alia spiegazione de' fatti ch' cgli ha esami- nali nclle montagne della Svizzera, ma non si presta egual- mente alia soluzione de'fenomeni analoghi che si osservano in altri paesi. E siccome i fatti di recentissiraa origine, che ho narrati, hanno potuto prodursi anco in secoli molto Ion- ian], cosi non sara strano pensare, che la questione delle roccc levigate non solo non possa credersi ancora decisa, ma che moUe probabllita concorrano a farci credere, che buon numero di fenomeni altrihuili at ghiaccl alpini sia opera invcce di c/uelle cause che abbianio sttpcriormente ricordate. Monsig. Rendu, benche caldo fautorc dell'opinione che il trasporto de' massi crratici sia avvenuto per mezzo de'ghiacci, pure si mostra avverso all'idea, che la levigatu- ra e striatura delle rocce sia una conseguenza de' ghiacci slessi passativi sopra, e rignarda il fenomeno come un elTetto della cristallizzazionc delle parti piu superficiali delle rocce. E I'abate Chamousset, senza convcnire ncll' opinione di Mons. Rendu, csclude anch' egli 1' intcrvcnto de' ghiacci, e — 369 — crede la pulitiira originata dalle siiccussioni terrestri, die produssero nelle rocce le fcnditure, e dal moto vibratorio pel quale le pareti, confricandosi insiemCj hanno potiito Ic- vigarsi e rimanere solcate da quelle strie, die snpra vi os- servianio {Bulletin de la Socu'fc giologirjuc 184;4). L' ipo- tesi del Charaoussel coincide perfettamente con cpiella im- maginata alquanti anni prima da Labeche, per ispiegare la lucentezza ora vitrea era cristallina die presentano le pa- reti di fenditure apertesi nelle masse metalliche di varie mi- niere; ma nessuno de' due autori si avviso di ricorrere al filo operatore dell'acqua, per rendere una ragione del mo- do col quale pote generarsi quella crosta sottilissima, lucen- le e cristallina, che spalma le pareti in discorso. Ho dimostrato in una mia opera , che nelle fendi- ture da me osservate nella massa di rame piritoso di Agor- do, le cause producenti la lucentezza speculare delle pareti sono sempre le medesime, andie quando si presentano sotto direzioni differenti (Trattato sopra I tcrreni postdiluviani pag. 4o5 e seg.). JXellc osservazioni fatte in quelle niinie- re mi fu anche possibile determinare gli accidenli e le combinazioni che possono occorrere in qucsta operazione della natura, cioe ho notato, die la mescolanza dell'acqua con altri fluidi dissolventi poteva non solo levigare la pirite e renderla lucitla come uno specchio, ma favorire altresi la cristallizzazione di alcuni sali, giacchc sulla faccia lucida in- feriore dclle fenditure trovai i cristalli prismatici di calce solfata spesso inquinati di particelle piritose. Da questi fat- \.\, che si possono anche osservare nelle minicre di galena di Bleiberg in Carintia, e nella miniera di cinabro d'Idria, ho potuto dedurre un motivo fondato per credere, che alle rocce liscie e striate, vedute in una mia corsa fatta ultima- mente nelle Alpi Cadorine e Tirolesi, non si possa attribui- F. 47 — 370 — re un modo di fonnazione divcrso da quello die levigo la piritc iMinifcra di Agordo; anzi arrischio dire, uon esservi nellcAlpi Belltinesi alcuna superficie liscia c striata, la quale non sia stata prodotta dall' acqua ; lo che e dedurre una conseguenza al tutto opposta a quella ricavata dal signer Guyot dalle osservazioni analoghc per esso fatte in altri pacsi. Vcngo tosto alia narrazione de'fatti assolutamcntc ana- loghi a quelli che il Guyot vorrebbe prodolti dal movimen- to de'ghiacci. Avviandosi da Perarolo verso Pieve di Cadore nel Bel- lunese, e ascendendo la strada postale tagliata in linee cur- ve nella Dolomia jurassica del raonte Cavallera, si veggono a sinistra Ic facce pulitc e striate, disposte in varie sorta di direzioni. Lo stesso fenomeno si vede sulle falde dolomitiche di santa Caterina, monte il quale fiancheggia la strada che conduce nel Comelicosuperiore.Mollediqueste facce levigate hanno la sembianzadigrandi fenditure, prodotte da gagliar- de pcrturbazioni terrestri, forse da quelle stesse che soUe- varono le Alpi Cadorine: altre appaiono alquanto inclinate verso il suolo, o, come si usa dire, fuori di piombo, ed altre sono quasi orizzontali. Le prime riescono rigorosamenle vertical!, eTaltezza cui giungono supera dl poco gli ottanta piedi (strada del Comelico), ma generalmente si tiene Ira i quaranta e i cinquanta (Cavallera). La distanza fra una pa- rele e I'altra varia egualmente, e si puo dire esservene al- cune larghe due piedi, altre tre, o poco piu, ma nessuna che ne abbia quattro. La strettezza di qucste fenditure si oppone all'idca, die un tempo abbiano scrvito di transito allc masse dighiaccio, come vi si oppone eziandio la direzione assunta dalle solcature, le (|uali dovrcbbono essere orizzon- tali, 0 diretle a scconda del movimento nalurale ricevuto da' — 571 — ghiacci, se questi prodotte le avessero, e sono invece per- pendicolari all'orizzonte (fig. 1, a, b). Prendendo ad esami- nare piu da vicino il fenomeno, si rileva die nou gia i ghiac- cij ma 1' acqua piovana scorrente Iiingo le pareti pole Icvi- gare le facce di ciascuna fenditura, e produrre ad un tempo le stria che sopra si veggono. Per me non v' ha era alcun dubbio, che il fenomeno non sia opera dell'acqua, avendo osservato co'raiei occhi medesirai, che, ove la discesa dell' acqua venga impedita da qualche ostacolo, la porzione della parete verticale, che corrispondeall'ostacolo, rimane scabra e priva di lucentezza; laddove I'altra porzione, su cui I'a- cqua puo llberamente discendere, appare liscia, cristallina 6 quasi serapre striata (I). Le altre pareti o superficie liscie, che ho detto essere alquanto inclinate, non presentano indizii di strie, ne sono levigate come le precedenti da capo a fondo, in causa della soverchia loro pendenza verso il suolo, che impediscc alia to- talita dell'acqua di percorrerle in tutta la lunghezza. Di fatto I'acqua piovana, discesa che sia fino ad un certo punto della lunghezza della parete, cade a copiose gocce sul fondo, la- sciando indietro quella parte di se, ch' e sufficiente a maa- tenere umida la porzione inferiore della parete medesima. II liquido, che rimane aderente alia superficie, viene nelle stagioni piovose raesso in movimento da' veli d' acqua, che discendono per gradi dalla parete, e produce anch'esso una sorta di pulitura grassa, priva di lustro, e affatlo terrosa; menlre nella superior parte della parete, gia lamhita da una massa maggiore d' acqua, la roccia riesce luciila quan- to uno specchio {^\%. 2, c, d). (i) Questa osseivazione si oppone ai pensanienti cH quelli che coii- siderano le facte lisce e cristalline come un effetto dell' elettiicith. — 372 - Da ultimo le facce liscie orizzontall non sono che piani inferior! tli strali rimasti in posto, dopo seguita la caduta degli strati soggiaccnli, una porzione de' cjuali sussiste tut- tavia sotto la forma di scaglioni, clic dccrescouo in lunghez- za a misnra che piii si allontanano dallo strato piu alto. La disposizione die lianno ritenuto gli strali superstiti e tale, die puo cssere paragonata al rovescio d'una scala (fig. 5, e, [^ g), e la faccia pulita, ma non hicente, di ciascheduno strato o gra- dino 6 sempre, come dissi, la inferiore. Quivi I'acqua evcn- Inale, scaricandosi fra lo strato c die ancora sussiste, e lo strato d in gran parte caduto, pote levigarc il piano infe- riore del prinio, e produrre lo stcsso effetto ne' piani infe- riori de' due strati molto piu corti, che succedono al primo nol modo che ora osserviamo. 11 fcnomcno di strati orizzontali con le facce inferior! pulite ricomparisec in varii luoghi delle alpi veronesi; e me- litevole di osservazione si e a Mazzurega il tetto d'una cava di marmo ridotto cosi liscio dall'acqua, che ai poco esperti parrebbe levigato dall' arte. Molto curioso riesce del pari uno strato puiito inferiormente dall' acqua, che pel tratto di circa oltanta picdi, sporge fuori quattro o cinque metri dal corpo del montc, senza che verun pilastro lo sostenga sul davanli, e senza die la mancanza di base lo abbia fatto inclinaic ncppure d' un pollice verso la strada, che da Bel- lori conduce al Fonte di Veja {3Icmorie delVl. R. Isliiuto di Venezia, T. 11.) Lascio di addurre piove maggiori c di citare altriesem- pii, essendoche nei gia allcgati si vede chiaramente, non es- servi falli geologic!, die piu storicamente conducauo dagli eflfetti alle cagioni, quanto quelli delle facce pulite, spesso striate, dcllc Alpi Yenete. TomY I'lel. ripo. r,g3. »- r? ff — oio — Poscia il Membro effetlivo nob. Miaotto leggc alcime sue Considerazioni intorno alia costruzione del- la Camera lacida. Egli passa in rassegaa i varil mezzi iniaginati per copiare gli oggetli, ed i vantaggi die offre la camera lucida. Uno stromeuto di questo nome pro- ponevasi prima da Hook, ed era solo una camera oscu- ra modificata 5 ma W ollaston il primo sperimentava I'liso di una semplice lastra incllnata, poi di una la- st ra combinata con uno specchio di velro, e finalmen- te di un prisma a facce inclinate con una data legge. Nola nella prima disposizione il sig. Minotto la difficol- la di avere laslre a facce parallele, e i difetti die altri- menli ne veni\ano d'imagini doppie e confuse j nella seconda disposizione accresciuti i difetti per la dop- pia riflessione anche dello specchio, e limitato il cam- po dello strumenlo j nel prisma flnalmente la difTicol- ta grande di usarne, e la molta standiezza che reca all'occliio, mela del quale dee guardare lo spigolo e raela la carta. Espone poscia i miglioramenli propo- sti dall'Amici con usodi lastre a facce paralelle, com- binale con ispecchi melallici o con prismi, e fa riflet- lere alia difficolta di avere esalto il paralellismo, al- I'arduo lavoro degli specchi metallici, ed alia poca loro durata. ])alle imperfezioni di alcune di queste carae- re lucide, dal difficile uso e dal molto prezzo di altre, delermino venirne la poca diffusione di un si utile stromenlo. Penso quindi, se si potesse facilitarne la — 374 — coslruzione cosi, da raetterlo a portata dl tutli, senza renderlo percio di troppo imperfetto, A tal fine pro- pone di fogglare opporlunamenle la seconda faccia della lastra proposla prima da Wollaston, cioe di usa- re lenti piano-convesse od anche bi-convesse, di cur- valura si dolce pero, da avere un fuoco non minore di 4 a 5 decimelri, e considero i vantaggi di queste lenti sopra le laslre 5 propose poi I'uso di specchi di vetro tenuti paralelli agli oggelti, sicche ricevessero da quel- li i raggi quasi perjiendicolari. Mostro lenti e com- binazioni di lenti con ispecchi, atte a dare imagini dirilte o rovescie degli oggetti, ma distinte e senza doppie imagini, o con doppie imagini si grandi e lon- tane da riuscire innocue j e mostro quauto facili a prepararsi con tenuissima spesa siano da lulti e do- vunque queste camere lucide, e come agevole anche ai piu inesperti ne possa riuscire I'uso, concludendo, che la semplicita stessa della modificazione da lui pro- posta lo induceva a dubitare della novita di quella, benche da nessuno Tabbia veduta indicala. Finite le letture I'l. R. Istituto si occupa in que- st© e ne' seguenti giorni dei concorsi ai pi'emii d'in- duslria. ADUNANZA DEL GIORNO 20 APRILE i846. I) Segretario legge fatto verbale deH'adunanza 2,3 niarzo, ch'e approvato. Si annunziano i seguenti doni fatli all'I. R. Isti- tuto. 1. Dal membro effettivo e segretario L. Pasini. Saggio geologico sulle formazioni delle rocce del Vi- centino di P. Maraschini. Padova d824, \ vol. in 8. con otto lavolc di sezioni geologiche. 2. Dagli Editori dello Spettalore industriale di Mi- lano. I fascicoli \'^-^lht del loro Giornale. II siguor dott. G. Bologna con lettera odierna assoggelta agli esami dell' Islitiito un fossile da lui raccolto nella Carnia, e chiede che ne sia determina- — 576 — ta la specie e la natura. Egli reputa inutile di avver- tire c\\Q, Ju tro^>ata Jiel gres screziato poiche ad esso Tie sta attaccata una porzione. Solo fa osservare ohe apparliene alia specie piupiccola^ e die re ne ha in quella formazione di dimensioni tnaggiori. II prof. Catullo ed il segretario Pasini, nell' atto che dichiarano essere di soiuina iaiportanza die si raccolgano le reliquie fossili delle nostra auticlie for- mazioni, trovano che il fossile era rinvenuto dal dott. Bologna serabra a dir vcro un corpo organico, e si agguaglia intieramente a consiniili rcsti trovati nelle arenarie di Recoaro, e tnandati dal signer Trettenero al Congresso scientifico di Milano nel i844- Finora di queste concrezioni, nonche determinare la specie, si ha appena potato congetturare che siano organiche Poscia si legge la seguente memoria del socio corrispondente dott. Clemenli sulf analomia della Vaniglia. Analomia della Vaniglia a foglie plane ( Vanilla planifolia, Andre^v. ) Del dott. G. Clementi. L'anno -1841 nell' I. R. Orto botanico di Padova si otlenne la fecondazione artificiale delta Vaniglia a foglie plane di Andrew. La fruttificazione ebhe felicissimo com- — 377 — pimento; ed io stesso, in allora assisiente di botanica e percio aggregalo alle deliziose cure dell' Orto, esposi di- nanzi al quarto Congresso Scientifico Italiano una coin- pendiosa descrizione del metodo pralicato per ottenere (|uel- r utile risultamento. Nel 4844 il prof. R. de Visiani lesse all' I. R. Istituto una iraportante raemoria, nella quale il metodo e tulte le avvertenze usatc nell'Orto di Padova per la coltivazione, fecondazione e frutf.ificazione della vaniglia erano con mol- ta dottrina pertrattate. E v' era annessa una tavola che rappresentava 1' intera pianta col naturale suo portamento e molti dettagli fitografici. Nel i845 io potei condurre a buon termine un'analisi dell' olio essenziale della vaniglia, discoprire quel nuovo principio ch'esiste nel frutto maturo, la Vanitjlina, e prcsentare a quest'Istituto il tenue lavoro con che l' argomento delta vaniglia avrebbe potuto sem- brar esaurito. Ma ogui qual volta s'imprenda ad isludiare un oggetto qualsiasi della natura, non sembra mai che le indagini sien terminate, finche, per cosi dire, non si dis- coprano le ultime cd essenziali correlazloni dei fenomeni osservati con (juella ignota forza della vita che li gover- na. Per questo io intesi ancora a continuare ed esten- dere i lavori fatti antecedentemente dal prof, de Vi- siani e da me intorno a questa pianta ed a' suoi prodotti. Per le mie indagini intorno alia vaniglina, la quale, come dissi, e il principio organico residente nel frutto della va- niglia, avea sbozzato una tavoletta affine di mettere in chia- ro e le curiose forme che in varie condizioni presenta quella sostanza e la interessantissima struttura di quegli oigani che parlicolarmente la racchiudono. La singolarita di qiiesla struttura mi invoglio eziandio ad indagare quel- la dpgli organi della vegetazione, ed a considerarli tanlo r. 48 — 578 — complessi che nella loro dipendcnza cogli organi clemen- lari. Ed ecco come io fui condotto a tenervi ancora per una voUa discorso intorno a quesla pianta,ead csporvi le particolaritA della sua anatomia. FoGLu. La foglia della vaniglia c carnosa, liscia, lu- cenle; di un color verde intenso nella faccia, vcrde smor- to nel dorso a cagione delle cavita respiratorie clic vi ab- bondano. Essa c ricoperta da un'epidermide a un solo stra- to di cellule, la quale manca di cuticola e aderiscc alio stralo parenchimatoso soltoposlo per modo, che senza la njacerazione riesce difiicilc il distaccarnela ( tav. I, fig. i a a a a e fig. 8 a b). Le cellule epiderniiche sono piii piccole delle sottopostc parencliimatose e piuttosto irregolari. Ve ne sono di tondeggianti, di bislunghe, di angolose ; e so- no poi sempre schiacciate nel senso della pagina fogliare. La loro parete esterna ( tav. I, fig. 8 a, ) forma la pa- rete piii superficiale della foglia. E una parete assai sottile e che arriva circa ad un terzo della grossezza della pa- rete epiderinica interna (tav. I, fig. 8 ^); la quale circo- stanza e rimarchevole nella generalila de' casi, in cui la parete esterna mostrasi piu grossa dell' interna. Adunquc nella parete epidermica esterna della vaniglia succedc len- tissimo e debole 1' accrescimcnto in grossezza, e gli agenli esteriori non vi possono determinare le ordinarie stratift- cazioni. La parete interna, quella cioe che si adagia sul piinio strato delle cellule parenchimatoso, e tre o quattro volte pill grossa dell' esterna. Di spesso nella sua sezione fatta perpendicolarmente alio strato epidermico si osser- vano delle solcature piu o nieno profonde c de' margini rialzali che vi corrispondono ( tav. I, fig. 9 a ). I margini sono paragonabili a (|uellc stratificazioni incomplete per Ic — 379 — qiiali le pareli cellulari e vascolari s'iiigrossaiio; ma certa- niente la loro disposizione in altrettante aiuole luerita os- servazione. Le pareli infracellulari, quelle cioeche stanrio fra la parete cpidermica esterna e la interna, corrono flessuo- samentc e determinano I' accennata irregolarita delle cel- lule (lav. I, fig. i ((■ a a a). AUorche osservansi in una fet- tolina di epidermide posta orizzontalmente sotto del mi- croscopic, raostrano una dentcllatura (tav. I, fig. 2 ), la quale indica I'esistenza di quelle marginaturc, che vedem- mo nella parete interna. Le due pareti epidermiche esterna ed infracellulare vanno accompagnate dacerli granelli trans- lucidi, alcuni de'quali ne tappezzano la loro su[)erficie in- terna, altri stanno immersi nella stessa sostanza parictale. Di quest' ultimo collocamento e prova il vederli anche di rincontro alle pareti infracellulari, allorche osservisi una fettolina di epidermide nel senso orizzontale. In quanlo alia lore origine sembra che si debha attribuirli a'rudimenti di stratificazioni paragonabili in qtialche modo a quelle dei su- accennati rilievi longitudinali ; pero assai piu incomplete ed irregolari. Per tal modo quegli isolati rudimenti di stratifi- cazioni sarebbero stati succcssivamente seppelliti per nuo- vi accrescimenti piu estesi e che li racchiusero nella loro sostanza. L'abbondante e costante apparizione di questi gra- nelli nelle pareti epidermiche, apparizione che rendesi piu manifesta per I'azione dell'etere o dell'alcool; le variazioni del loro incastonamento piix o meuo profondo nella sostan- za parietale; ed infine la loro maggiore o minore trasparenza attraggono moltissimo I' attenzione dell' osservatore, il qua- le, a quanto mi parve, non puo spingerne I'indagine oltrc la fonna ed il collocamento. La natura dclla loro compo- sizione non sembra dissimile da quella della rimanente so- stanza parictale, giacche i realtivi che v'impiegai non ma- — 580 — nifestai'ono veruna particolarita. Gio viene in appoggio della pi'obabilitii ili quella loro genesi surrlferita. Ogni celUila epidermica raccbiude un ben dislinto crlstallo, che sotto il microscopio dii alio straterello un ele- giinlissimo aspelto (tav. I, fig. 1 a a a a ). La dl lui forma ordinariamcnte e quella di un cubo terminato da due pi- ramidi. Altra volta il cubo e sostituito da un lungo para- lellepipedo, oppure scompare, ed il cristallo per le due pira- midi unite colla base rimane ottaedrico -, o finalmente scom- paiono le piramidi ed il paralellepipedo si sniussa agli angoli e diventa bacillare (tav. I, fig. 2 a b c). Ogni cristallo occu- pa una parte dclla cavita, qualche volta per sino i due terzi della raedesima, addossaudosi alle pareti o forse anche spro- fondandosi un cotal poco nella sostanza che le compone. La collocazione del cristallo, come anche la dirczione del suo asse maggiore, sono aff"atto indipendcnti e dalla forma della cellula e dalla direzione dell' asse maggiore della me- desima. Intorno alia loro composizione terro parola piu tardi allorche avro fatto conoscere un'altra sorta di cristalli che risiedono in varie locality del tessuto parenchimatoso. Gli stomi sono abbondantissimi nella pagina inferiorc, c se ne trovano pochissimi e mal costrutti nella superiore; neU'una e nell'altra vi stanno sparsi senza ordine. Non sa- prei dire quanto la loro struttura sia pcnosa a rilevarsi in causa della somma difficoltA di ottenere delle fettoline sot- tilissime e perpendicolari alia pagina della foglia. La bocca e la gola dello stoma sono determinate da due cellule con- vesso-convessCj le quali talvolta si ravvicinano fra loro piu verso I' interne dello stoma che verso I'eslerno. Esse sono ripiene di globulina a grani piu mlnuti dell'ordinaria (tav. I, fig. 3 d b). L'acido nitrico a poco a poco la scolora e vi agisce in modo da rendere alia fine i globuli indislinguibili - 384 — dai granelli dellc parcti circostanli. Quattro o cinque gran- di cellule epidermiche circondano le due stomaliche, e di quelle ve ne ha taluna contenente il cristallo delle altre cel- lule dell'epidermide (tav. I, fig. i /& b b, fig. 7> a a). Cia- scuna delle cellule stomatiche si adagia con una delle sue convessita dentro della concavity parietale delle cellule circostanti o peristoraaliche. Cosicche il lembo della conca- vitii parietale delle cellule peristomatiche rinserra le cel- lule stomatiche, coprcndone il loro contorno (tav. I, fig. 5 b, fig. lab). Quantunque le cellule stomatiche della vaniglia siano a pareti liscie, pure osservando lo stoma nella posizione oriz- zontale della epidermidc, collo alzarne ed abbassarne il pia- no, veggonsi nella sua gola quelle gradazioni di luce, che in- dicherebbero la presenza delle solite sporgenze corniculate 0 raarginali. II fenomcno deve certamente dipendere dalla sovrapposizione di quel lembi parietal!, che rinserrano le cellule stomatiche, le quali, anche per essere molte volte collocate obbliquamente fra loro, devono nei divers! piani presentare dlfi'erenti grossezze. I lemb! parietal! delle cellu- le peristomatiche non si limitano sempre a conlornare ! margin! delle cellule stomatiche (tav. I, fig. 7 a b). Spesse volte queste, in corrispondenza della bocca e del fondo del- la gola, si deprimono formando due cavity quasi emisferi- che, ed il lembo epidermico sopra citato vi si iosinua a tap- pezzarle anche completamente giungendo per fino alia stret- tura della gola (tav. I, fig. ^ a c). Questo fatto mette in guardia contro la supposizione de'cistostomi per I'introfles- sione della parete epldermica. Ammettiamo per poco, che il prolungamento del lembo epidermico s' accresca : siccome e'sarebbe tanto I'esterno che I'interno, ! quali respetliva- mentc si distenderebbero nella bocca e nel fondo dello sto- — 382 — ma, ne avvcrrehbe per caso estremo, die le cellule stonia- tiche riinarrebbero completamente investitc. In consegncn- za ili cio le cavita stoinatiche della vaniglia non possono in vcrun inodo trovarsi tappezzate dalla membrana dei conti-a- stati cistostomi. 11 piu dclle volte le cellule stornatichc della nostra pianta, per essereconvesso-convesse, rimangono stac- cato fra loro (tav. I, fig. i e e). Vi ha pero cpialche caso in cui dettc cellule si fondono lateralmente pei loro margin!, formando una specie di anello (tav. !, fig. i ff, fig. 3 b 6). Le cellule peristomalichc per lo piu investono le stomaiiclie, mantenendo i lembi delle pareti superiori fra loro distinti. Qualche altra volta li congiungono in modo da formare una sola parete (tav. I, fig. 4 a a). Prima di terminare I'argomento dell' epidermide ag- giungero, che alcune cellule epidermichc sparse qua e \k ir- regolarmente mancano del crislallo, e sono invece ripiene di globulioa ( tav. \, fig. \ d). Se ne potrebbe interpretare la loro natura attribuendole a rudimenti di stomi aborliti. La globulina in esse contenuta, che c similissima a quella delle cellule stomatiche, ne avvalorcrebbe in qualche maniera il sospetto. Tuttavia osservando tali cellule in una sezione per- pendicolare alia pagina della foglia, non mostrano difl'eren- za di struttura e nemmeno di originc in confronto delle al- tre cellule epidermiche. Perlocche la prima supposizione condurrebbe ad una seconda, la quale sarebbe, che in date circostanze e per via di eccezione le cellule stomatiche pos- sano provenire non solo dalle parenchimatose, ma ben an- co dalle epidermiche. L'epidcrraide della faccia resiste meno alia macerazione acquosa che non quella del dorso. Cio fa- cilmentc per la presenza degli stomi in quest' ultima, i quali e ne rafforzano meccanicamente la trama, e piu direttamen- te ne tmdriscono e ne costipano le pareti. — 383 — 11 parenchima nella foglia della vaniglia raggiunge una grossezza di 5 a 4 millimetri, ed c formato da cellule bis- lunghe ciliiulraceo-esagone e dirette col maggior asse pa- rallelaniente a quelle della foglia (tav. I, fig. i c c). Le cel- lule dello strato sottoposto alia faccia, anziche essere bislun- ghe e collocate perpendlcolarmente alia medesima, come accade soventi volte, sono scliiacciatc e sJraiate (tav. I, fig. 8 c); e tali sono quelle dello strato sottoepidermico del dorso. Tra i primi strati cellular! sottoeplderniici trovansi delle grandi cellule allungate, contenenti dei cristal- li aghiformi di straordinaria grandezza (tav. I, fig. dO a b). Se ne trovano di eguali nel parenchima sottoepidermico del caule; predominano nella radice aerea, e soprattutto nel- la sua estremita vegetante, dove si trovano minuti, stipati in fasci e racchiusi in cellule allungate od in vasi a diaframmi (tav. Ill, fig. 44 c). Qualche volta si osservano aggruppa- nienli di cristalli aghiformi in apparenza tortuosi (tav. I, fig. i\). Da qualche aulore ammettesi la forma tortuosa dei cristalli aghiformi prodotta da quella delle cellule che li racchiudono. Tuttavia sembra che quelli della vaniglia sia- no realmentc retti, e che il fenomeno dipenda da un'illusio- ne oltica per la loro obbliqua collocazionc rispettiva, e pel diverse piano d'osservazione sotto cui trovansi le loro par- ti. Oltre alle indicate localita de'cristalli aghiformi, ve ne ha una che e ben singolare, ed e la superficie della pagina sto- raatica fogliare, sopra cui trovansi aggruppamenti dei nie- desimi cristalli. Con una semplice lente se ne possono di- scernere le piccole aggregazioni, ch'io rinvenni plu verso I'apice della foglia che non verso la base. Or che indicai le due fatta di cristalli della vaniglia, co- me anche le loro varie localita, passo a dime succintamente Ic prinoipali roazioni chimiche alTine di dednrne la loro natu- — 384 — ni. I cristalli epidermic! sono inso!ubili nell' acqua, neir al- cool, neir etere. L'ammoniaca a quanto lentai seinbra pure non li altcri, locche fa lentamentc la potassa. Merce V azio- ne prolungata di questa si colorano in giallo chiaro; a poco a poco si romponOj si spappolano, in parte svaniscono, e ri- niane una materia grummosa direi quasi globulinacea. L'a- cido nitrico li scioglie con facilita, e se e concentrato, anche a vista e senza alcuno sviluppo di gasse. L'acido solforico li attacca, e converte ogni cristallo in un mazzolinodirainori, bacillari od aghiformi. Nello strato sottoepidermico, ed in generale nella linfa di questa pianta l' acido solforico pro- duce qua e lA degli aggruppamenli cristallini in forma di aghi disposti in istella. La macerazlone lentissimamente li distrugge. Colla combustione dell'epidermide si ottienc una cenere priva di cristalli, c che fa effervescenza cogli acidi. I cristalli aghiformi, che trovansi nel parenchima de'varii or- gani della vaniglia, nonclie depositati esternamente sul dor- so della foglia, offrono le medesime reazioni che i cristalli deir epidermide, ad eccezione di quella della potassa. Que- sta li colora d' un giallo piu intenso, e piultostoche roni- perli e spappolarii, toglie lentamente la lucentezza e la poli- tura della lore superficie, la quale rendesi rugosa ed annun- cia un principio di esteriore scomposizione. Per le quali cose tanto i cristalli epidermici che quelli aghiformi del paren- chima sono da reputarsi con sicurezza formati di ossalato calcico. II colore piii o meno giallo, ch'essi assumono per I'azione della potassa, deve provenire da una materia orga- nica dcpositata fra gli interstizii de' cristalli elementari. La presenza simultanea dei cristalli aghiformi dentro il tessuto parenchiraaloso e sul dorso della foglia conduce ad una evi- dente conclusione, generalizzabile a qualunquc sortadirafi- di. E si e che lulli qucsti cristalli si dcpositano affallo chi- — 585 — micamentenelle cellule, cioe in causa della soprassaturazione di soliizione; in quella stcssa guisa die sulla snperficie del dorso fogliare avviene la nieJcsima cristallizzazione per la traspirazione degli umori e per la loro successiva svapora- zioiie. II parcnchima, che come accennai ragi^iunge nella fo- glia della vaniglia la grossezza di 3 a 4 millimctri, e per- corso pill presso alia faccia die al dorso da fasci vascolari di varia grossezza. I inaggiori corrono longltiidinaliiiente dalla base all'apice, e cosliluiscono le nervalure ( tav. H, fig. 'I). Verso alia base se ne contano da 30 a 40, e, a mano a mano che ascendono, scemano di numero fino a rinia- neresolitamente due soli, die si uniscono all'apice. Ollre ai detti fasci die formano le nervature ve ne sono di minor! i quali costituiscono le vene. Esse partono da una nervatura, e rientrano nella vicina per un cammino piu o meno obli- que, e qualchc volta perpendicolare alia direzione delle ner- vature istesse. Egli e pure per mezzo delle vene che le ner- vatuielungo il loro cammino si anastomizzano, c quindi sce- mano in numero verso I' aplce della foglia. I fasci vascolari delle nervature si compongono nella maniera seguente (tav. II, fig. 3): sonovi da un lato numcrosi vasi fibrosi a b, i quali hanno paretl grossissime d' un color giallo sporco. Ti si rimarcano assai bene i tubi comunicatori, e le stratl- ficazionl delle pareti sono evidcntissime. Appresso alle fibre e un fascio di vasi a diaframmi, formati da pareti le- nuissime c trasparenti b c; esso e il fascio de'vasi cambiferl, i (piidi compariscono in tutto il sistcma vascolare della va- niglia in simile maniera, e sempre distinti dagli altri vasi circonvicini [)er la dilicatezza e trasparenza delle loro pa- reti, e pel 4oro diamctro, il quale e spesse volte assai piccolo. Accanto ai vasi cambiferi e dalla parte opposta ai V. 49 — 386 — vasi fibrosi a pareti grossissirae, se ne veggono degli allri in minor numero ed a pareti ineno grosse c d . Queste fibre sono susseguite dalle trachee d e, le quali nellediffercutilo- calita dclla foglia mostrano dilFerente diametro e slruttura. Havvene a spira semplice, e a spira multipla composta di do- dici e pill fili ; a fili ravvicinati e contigui, ed a lUi distanti ; a giro perfeltamentc cilindrico, ed a giro esagono o poligo- no; fiiialmente ve ne sono di svolgibili e di non svolgibili. Dopo le trachee tornano a comparire i vasi fibrosi e f a pa- reti non molto grosse, come qiielli in c d. II fascio totale della ncrvatura e circondato da cellule, alcune delle quali sono globulinifere ed altre poche punteggiate o fesse. La fig. 5 della tav. II rappresenta la sezione d' una nervatura complicata, come quella della fig. 5, parallela al suo asse e perpendicolare a quello delle vene. In essa si potranno os- servare molte delle indicate particolarita, che riguardano la struttura dei vasi. I fasci vascolari, che costituiscono le vene, sono simili a quelli gia descritti delle nervature •, se non che essi sono meno complicati nella loro composizione. I piii sempli- ci ( tav. II, fig. 2 ) sono formati da alcune fibre aba pa- reti grosse; da un fascio di vasi canibiferi b c ; da alcune trachee c d. L'intero fascio e circondato da cellule globuli- nifere e da altre poche punteggiate e fesse. In gencrale i fasci delle vene partecipano della qualita e quantita dei vasi di quelle nervature coUe quali si congiungono { tav. 11, fig. 4 ). La coUocazione de'vasi costituenti i fasci rispetto alle pagine della foglia e tale, che le fibre a pareti grosse guar- dano il dorso della foglia ossia la pagina degli stomi, men- tre le trachee guardano la faccia. Questa slessa correlazione di collocamento trovasi pure nei vasi costituenti i fasci del caule, i (|uali come e nolo non sono che la coutinuazione ~ 387 — ()i (luclli della foglia. Parvemi importanle I' osscrvazione esatta intorno all' andamento delle tracliee nell' unione dclle vcnature colle nervatiire. Dopo molti tentativi riiiscii a determinare con plena sicurczza i tre casi segiienti : i." Le trachee discendenti di una nervatura altraversano una vena, e ricntrano in una seconda nervatura pure discen- denti ( tav. II, lig. 6 ). 2." Le trachee discendenti di una nervatura attraversano una vena e rientrano in una secon- da nervatura parte discendenti c parte ascendent! (tav. II , fig. 8 ). 5.^ Le trachee discendenti di una nervatura attraversano una vena e rientrano in altra nervatura tutte ascendent! ( tav. 11, fig. 7 ). Caule. II caule e ricoperto da un'epiderraide di na- tura simile a quella della foglia ( tav. IV, fig. i a e fig. 2 a ), se non che e piii lucente ed in corrispondenza degli stom! picchiettata in grigio. La forma delle sue cellule avvi- cinasi alia quadrilunga, ed esse sono disposte quasi regolar- mente in serie longitudinal!. Oltre a cio la parete epider- mica esteriore ingrossa quasi quanto 1' interiore, assume colore scuro-verdognolo e da a vedere traccie di stratifica- zionc (tav. IV, fig. dd a). La parete interna non niostra che qualche rudimento delle solcature e de' margin! longi- tudinal! osservati nell' epidermide fogliare. In vece vi si appalesano chiaramente dei canal! plu o meno profondi.che interrottamente comunicano coUe cellule sottoepidermi- che (tav. IV, fig. \i c c c). Le granulazioni vi si rimarcano frequent! al pari di quelle della foglia, ed ! cristalli v! si trovano racchiusi regolarmente e della medesima natura di quelli. Gli stomi vi sono in sufTlciente numero e della gii descritta struttura. Sotto V epidermide sta uno strato di parenchima assai verde a cellule globulinifere, cilindracee, — o«S — bislnnghe, il cui assc maggiore e paralello a (juello del c;ui- le ( tav. IV, fig. 1 h, fig. 2 b, fig. 5 h, fig. 7 a ). Esso c separalo dal tcssuto ccntrale pcf mezzo di un astiiccio ir- regolarnicnte cilindrico c formato da cellule allungate a grosse pareti, die souo vasi fibrosi ( lav. IV, fig. { c, fig. 3 a, fig. lb). Tulta la parte centrale racch'msa nel detto astuccio e un parenchima pure a cellule cilindracee, bislun- ghe, ripiene di granelli d'amido piu ininuti della globulina, i quali e vi stanno isolati e radunati in grumi di Corma re- golarmente sferica { tav. IV, fig. 3 c, fig. 4, 5, 6, fig. 7 c). Una gocciola di uniore spremuto dal tcssuto centrale ami- difero e torbida, biancastra; cd al microscopio vi si scorge una niiriadc di globicini clie reagiscono col jodio produ- cendo immedialamente un bel colore azzurro. Essl si muo- vono, si urtano e stanno, ncUa stessa guisa chc i globuli del sangue.Il loro motosembra prodottoe daquellodel liquido e dagli urii degli infusorii che di spesso vi nuotano. Dopo qualche minulo ai margin! di una goccia scoperta apparo qualclie agglomcrazionc sferica dei globicini, oltre alle fre- quenti riunioni dei niedesimi a due o piu in forma d'an- goli o di croci. II tessuto cellulare amidifero, ossia tutto quello che sta racchiuso nell'asluccio fibroso, e percorso qua e la da circa 60 a 70 fasci vascolari, che si conser- vano reltilinei per tutto il tratlo del nieritallo ( tav. IV, fig. \ def,G fig. 4, 5, 6, 8, 9, 10 ). Cadauno de' fasci i piu centrali niostra anche ad occhio nudo uno o due forellini, che sono le sezioni de' grossi vasi punteggiati o fessi, ed anche di trachee. Secondo il sito che occupano dcntro la zona fibrosa, i fasci presentano varie modificazioni tanto nel loro diametro che in (juello de' vasi che li compongo- no, come ancora nella loro qualila. I centrali ( tav. IV, fig. 6, \0) sono piu grossi c piu frcquenli dei periferici. — o80 — Contengono do' vasi filirosi a pareli non niullo grosse; un fascio di vasi cambiferi spessc volte ostrutti c poco nu- merosi; de' vasi puntcggiali c fessi a piccolo diamctro; finalmente alciine trachce a grande diainetro e svolgihiii. I fasci perifcrici ( tav. IV, fig. 4 ed 8 ) , come dicem- nio, di piccolo diainetro c men numerosi dei centrali, con- tengono de'vasi filirosi a pareti grossissimc; de'vasi cani- bifeii spessc volte in maggior niimcro dei centrali; de'vasi jiunteggiati e fessi di piccolo dianietro, od anclie de'vasi scalari; finalmente qualche trachea o piuttosto cpialche va- so spirale a piccolo diametro. I fasci intermedii ( tav. IV, fig. 5 e 9) fanno; a cosi dire, il passaggio, tanto per la natura delle fibre, che per quella do' vasi cambiferi. Mo- strano anche vasi punteggiati e fessi di piccoli e di smi- surati diamelri, e mancano tolalmcnte di trachec. La col- locazione lispctliva dei vasi in tutti i suddescritti fasci c, come dissij in corrispondenza con quella dei vasi della fo- glia, stando le fibre dalla parte corlicale, e le trachee dalla ceutrale. La zona o 1' astuccio fibrose ( tav. IV, fig. i c ) verso il nodo del caule, c propriamente sotto l' inserzione della foglia c della radichetta aerea, s'interrompc, anzi troiicasi tutto all' iulorno. I fasci vascohiri della foglia giunti alia base della stessa si anastomizzano in un grosso fascio tras- versale, dal (juale ne partono alcuni poclii di minori per entrarc nel caule. Quelli della radichetta girano per buon tratto orizzontalmentc; ma fino a che la niacerazione ben c.ondotta non sommiuistri un convenicnte pezzo all'osser- vazione, e impossibile rilevare con sicurezza le corrclazioni che passano fra 1-andaniento dei vasi della foglia, del tronco e della radiclietta. Nella sezione paralella all' asse del caule ed a quello della foglia ( tav. IV, fig. 15) si puo — 390 — scorgerc I'interruzione della zona fibrosa in b b . c la de- viazione, c lien anciic la sconiparsa dci fasci di varia pro- vcnienza, come sarcbbe un fascio dolla foglia in d , due f:isci canlini periferici in c c ed allri in e . Ma per le addotte ragioni coll' osscrvazionc delle sole fetloline e impossibile acconipagnarne il loro corso. La prcsenza delle grandi trachee svolgibili nci fasci ccntrali, ne'quali tro- vansi pure 1 vasi fibrosi a pareti men grosse, testifica la postcriorita della loro formazione in confronto dei perife- rici. II paralellismo del loro cammino, per cui sembra che i piu giovani debbano rimanere nel cenlro, ne offre anclie una conveniente spiegazionc. Non saprebbesi pol comprcn- dere come 1 fasci intermedii abbiano a mancare di tra- chee, e presentarc in vece que'vasi punleggiati e fessi a diametro smisurato di cui parlamrao. Nella struttura del canle della vaniglia merita ancora osservazione il distin- tissimo astuccio fibroso, che e in qualche modo parago- nabile ad un sistema libroso. Esso determina la separazio- no dei fasci vascolari dal parenchima corlicale, e la sepa- razione di questo dalle cellule amidifere di tutto I'asse va- scolare. Gemma. La gemma, che e ascellare, di forma conoi- dea scliiacciata, risulta da giovani foglioline reclinate le nne snile altre ( tav. IV, fig. 15 ). Una sezione longitudi- nale Hi chiaramente vedere la forma e la disposizione che il novello tessuto acquista per la forza delle correnti. Le foglioline meno giovani mostrano la strutlura comnne alle fjglie giA sviluppate, Le piii central!, ossia le piii recenli, sono formate all' apice da tessuto cellulare soltanto; e di- scendendo dall' apice ad un certo punto cominciano a com- parire i fasci vascolari. Tra i molti vasi che vanno a co- — 391 — stituire i fasci, le trachee si mostrano per le prime ed a piena evidenza ( tav. IV, fig. io a a a). II tessiito del cosi detto fdloforo di Mii'bel, quello cioe die occupa !a parte centrale della geinmaj e che non s'e per anco svolto in foglie, da a vedere soltanto una massa di cellule irregolari. Nell' andaraento poi di tutto il tessuto della gemma scor- gonsi in direzioni obblicjue all'asse della gemma istessa fre- quenti gruppi od aggregazioni longitudinali di cellule, le quali nel loro accrescimento seguono 1' impulso delle cor- renti, che qua e la per una prevalenza vitale si veggono stabilirsi. Gli e frammezzo al tessuto in cul destansi le dette correnti, che si formano le trachee e susseguente- mente gli altri vasi per accrescimento discendente. Radice aerea. Le radici aeree della vaniglia, che spun- tano lateralmente all' inserzione della foglia, sono prov- vedute di un completo sistema cellulare-vascolare parago- nabile a quello del caule ( tav. Ill, fig. 3 ). Fine dalla loro origine si mostrano fornite di una epidermide loro pro- pria, che non e la continuazione di quella del caule. II colore e I'aspetto particolarc, clie assumono le radichette aeree di molte fra le orchidee tropical!, fecero dar loro dal- lo Schleiden I'epiteto di velate, quasi copcrte di un velo. Quelle della vaniglia partono da un mammelloncino piii o meno manifesto, che lateralmente allMnserzione della fo- glia emerge dal nodo caulino. Scorgesi il punto di sepa- razione della radichetta dal detto mammelloncino, o dal piano qualunque caulinare da cui essa diparte per un piccolo collare di color fosco-caslagno, il quale non e altro che I' ultima porzioncella di cuticola caulina stirata per r uscita della radichetta, e giA morla. L' epidermide del niannnelloneino , c specialmente I' eslrema che forma il — • 392 — liiccolo collarc (lav. Ill, (ig. la), offrc alciinc dilTc- rcnzc in confronto di quclla del cauie c della foglia. Le cellule vi assumono una forma piutlosto rcgolare , che si avvicina aH'csagona. Moltissimc contcngono il noto cri- stallo cpiderniico, cd altrc poche nc vanno privc. Tall al- trc sono ripicnc di globulina c niancano del cristalio, cd alcune contcngono 1' una e l' altro. Oltre a cio Ic parcli di questc cellule mancano di que' granelli epi- dermici, di cui parlamnio, c niostransi lasse e quasi ri- piegatc. Ad occhio nudo la radichetta in tutta la sua lun- ghezza, meno 1' a pice, apparisce irregolavmcnte solcata, di color cincrco argcntino, e I'apice di color verde. Con una scmplicc lente se ne scorge la superficie niinutamente buchcrata, rclicolata ( tav. Ill, fig. 1 b ). La superficie prendc un tale aspetto perche le parcti infraccllulari as- sai robuste formano una maglia, nelle cui cavitA ricade e nascondesi la parete cpiderniica piu esterna, la ({ualc e assai soUile e flessihile ( tav. Ill, fig. 2 a ). La punta della radiclicHa, come notammo, ha color verde, e non mostra quclla superficie reticolata c quasi appassita, che vcdesi nel rimanentc della sua lunghczza. Cio perche la giovanissima epidcrmide tiene ancor tcsa la sua parete csteriorc, quan- tunque csilissima. Intorno alia sua origine, nclla fig. H della tav. Ill, veJcsi chiarameutc come al finire dell'or- dinaria epidcrmide a a lo strato parenchimatoso sottoepi- dcrmico c s'introfletta in c, si ripieghi in h, c finalmente uscitodalcanle torn! a diventarc sottoepidermico in 7)itu in , dove apparisce la nuova epidcrmide in n simile a quclla in II' della fig. 2, iMualmentc vedcsi in y fig. II, compa- rirc la doppia c grossa parete, che sopara 1' epidcrmide dallo strato sottoposto, la quale prcnde origine dentro il tessulo del caule al punlo // , cioe al punto deirinterno — 393 — ripiegamento del tcssiito meJesimo. L' epiilermide della ra- dichctta noa conliene nelle sue cellule il cristallo delle a!lre cellule epidermiche. Quella sua parete esterna sotti- lissima e trasparente edotatain emlnente grado di forza ve- getativa. Id opportune condizioni,quali sarebbero I'oscurita, 1' umiditii od il solo contatto del terreno o d' un corpo qualuncjuo, delta parete o membranella distcndesi e cresce per ogni cellula in un artiglio ( tav. Ill, fig. 12 ), Ciascun artiglio sembra essere composto da una lamina spirale sal- data pei margin!, poiche per mezzo della macerazione se ne ottieoe lo svolgimento della lamina ( tav. Ill, fig. 13 ). La parete epidermica interna e d' una grossezza notevo- le, colorita in giallo verdognolo, e distinta in due stra- ti , 11 superiore de' quali e in continuazione colle pareti infracellulari epidermiche, I' inferiore con quelle sottoepi- dermiche ( tav. Ill, fig. 2 c, fig. 4 « ^ , fig. 4 1 y ). Le cellu- le dello strato sottocpidermico sono bislunghe cuneato- prismatiche e sdraiate, ed offrono a sostegno dell' epider- mide una specie di volta a pareti assai robuste ( tav. Ill, fig. 4 (5 ). In continuazione coUo strato cellulare sottoepi- dermico segue il rimanente tessuto parenchimatoso a cel- lule bislungo-esagone e dirette nel senso delle sottoepi- dermiche ( tav. Ill, fig. 'k h c). Un simile tessuto coutinua verso il centro fino oltre alia meta del raggio, dove co- mincia la zona vascolare formata quasi costantemente da tredici fasci (tav. Ill, fig. 3 a, fig. 4 c d). Ciaseuno d' essi mostra una composizione simile a quella dci fasci del cau- le, se non che sono da rimarcarsi alcune particolarita rela- tive ai varii punti dell' asse longitulinale della radichetta. Le sezioni fatte all' apice, ossia nella parte la piu vege- tant». e di recente formazione, mostrano fasci, che abbon- dano di tracliee c di vasi puntoggiati e ft'ssi a diametro /'. 50 — 594 — non inolto graiulo (lav. Ill, fig. 5 ed 8). Quelle falte alia base 0 nella parte piu vecchia prescntano fasei assai ricclii tli fibre a pareti moUo grosse, e de' vasi punleggiati c fessi simili ai preccdenti ( tav. III. fig. 6 e 9 ). Le sezioni praticate su buon tratto della parte intermedia fra V api- ce e la base di quelle radichette, che crebbero kinghissi- me, danno a vedere de' fasei scarsissimi di fibre, ricchi di vasi puntcggiati, e di vasi fcssi e quasi furcati a dia- nietro assai grande ( lav. Ill, fig. 7 e 40). Adunque nel- la base i vasi dominanti sono le fibre, nella lunghezza in- termedia i grandi vasi fessi, nella punta le trachee. Deutro la zona vascolare torna il tessuto a cellule bisluogo - esa- gone (tav. Ill, fig. 4 , e porzione del tessuto cellulare amidifero piii esterno in c. Nella figu- ra \ corrisponde a c ed a porzione i\\ b c d (ingrandimento di 400 diametri ). — fig. 4. La mcdesinia cbe comprcnde un fascio va- scolarc dei piii esterni, circondato da tessuto amidifero ; come in d della fig. \ { ingrandimento di 400 diametri ). — fig. 5. La medesima, che comprcnde un fascio va- scolarc medio circondato da tessuto amidifero; come in c della fig. ^. ( ingrandimento di 400 diametri ). — fig. 0. La mcdesinia, chc comprcnde un fascio va- scolare centrale circondato pure da tessuto amidifero -, co- me in / della figura 1 { ingrandimento di 400 diametri ). — fig. 7. Sezione del caule paralella al suo asse, e corrispondentc alia linea a c della fig. o. Vedcsi in a il tes- suto parenchimatoso; in b le fibre dell' astuccio; in c il tessuto amidifero ( ingrandimento di 400 diametri ). — 407 — — fig. 8. La medesima, corrispondente alia linea ac della fig. 4. Vedesi in aa \\ tessuto amidifero; in b le fibre; in c i vasi del cambio; in d le trachee; in e 1 vasi punleg- giati ( ingrandiraento di 400 diamelri ). — fig. 9. La medesima, corrispondente alia linea ac della fig. 5. Vedonsl in a le fibre; in b 1 vasi del canibio; in c d c \ vasi punteggiati e fessi, di piccolo e grandissimo dia- raetro. prismatic! e rotondatl ( ingrandimento di 400 dia* metri ). — fig. \0. La medesima corrispondente alia linea ac della fig. 6. Vedonsi in a le fibre; in b i vasi del cambio; in c c i vasi punteggiati a piccolo diamctro; in d le trachee a grande diametro ( ingrandimento di 400 diametri ). — fig. II- Porzione della sezione epidermica come in a della fig. 2, Vedesi in a la parete esterna ingrossata e stralificata;in b la parete interna munita in c c c dei cana- letti di comunicazione, alia guisa dei vasi fibrosi (ingrandi- mento di 1200 diametri ). — fig. -12. Porzione d' una sezione della radiclietta sotterranea fatta perpendicolarmcnte al suo asse. Vedonsi in a le cellule epidormiche le (juali si sviluppano in peli; in c lo strato sottoepidermico; in b la soltilissima parete, che divide i due strati; in d il tessuto cellulare, che contiene globulina, nuclei e cristalli aghiformi ( ingrandimento di 400 diametri ). — fig. 15. La medesima presa nelcentro della radichet- ta. Veggonsi cinque fasci vascolari tutti ristretti in un cor- po. Nel centro sonovi dei vasi punteggiati a diafrarami, che circondano alcuni vasi furcati come attorno b . Esternamen- te a quelli trovansi cintjue fasci cambiferi come in a , com- presi fra numerosi vasi punteggiati di varia forma. Ven- gono in appresso cinque corpi longitudinali di cellule — 408 — pai enchimatose, die alternano coi cinque fasci del cambio come in c . Tutt' attorno al grande f'uscio suddescritto cone una scmplice scrie di cellule linfatichc come in d. Finalmente vicnc il tessuto cellulare a cellule crescenli in grandezza, e contcnenti i nuclei come in e ( ingrandi- mento di 400 diametri). — fig. i 4. Sezione della radichetta sotterranca fatta paralellamente al suo asse, c corrispondente alia linea fun della fig. id. Vedonsi in a le cellule nucleifere; in ^ ^ *5 i vasi puntcggiati c a diaframnii ; in c c i vasi del cam- bio ; in d un vaso furcato ; in c lo strato cellulare pu- ramente linfatico (ingrandimento di 400 diametri). — fig. 13. Sezione della gemma e di porzione del caule fatta paralellamente ai loro assi, Vedonsi in e i fasci, che percorrono longitudinalraente il caulcj in c c due fasci caulini, che alia base della gemma si arrestano o scompaio- noj in d un altro fascio, che discendc dalla foglia e si arre- sta o scompare di fronte al fascio c -, in b b vedesi I'inter- ruzionc della zona fibrosa; in a a a, vcggonsi le trachee che prendono origine fra le correnti del tessuto cellulare. Avvertenza. Le figure 2, 5, 4, 5 c G della tavola IV dcbbono ri- guardarsi rovesciatc in modo che a occujn il poslo di b (fig. 2), b il posto di c (fig. o), e cosi di seguito. II Segretario legge aicunc notizie geologiche sugli Eugaiiei comuuicate dal nob. sig. cle Zigno di Padova. Tar. 1 /i^.S. i " />5...9. i ^- =J J ^ { /& /^- 7- AT Lc?,t 0 -iJl.r \ \ .* ■» .'W ,, '«#; 'H jST^r w -. /5y :- i s^ '. V'-^'-v ^. V^j ^m "'" ^hi X ^ i Taxr. n, /ry^.y. 4ki j^\' vfrU G-^_i-lfl.to nxc. i-'a- c?i^ U- C^)(i|i i "Pl'T., FoTKiC jr^tv. HI. />>. /i? /:> /^. j-riria-tg 3 tic. .. jria!^:J^i-i-.>3Q^^,, ^ i-'i'iWo^ :^m }^F;s:i*>inffll)fO f1[si[Ss;f^l[gt -- L, ^V: X^- ;rt; fi-. (_Mi;rii j : I i '11.HH.; i' .i-il'ifjlfl rv. /'>• Z'^- />>/^ I d- i c b e Crai- Vax o irLC . M \ —'ill /■^ ^ -V » 7 ■*'f?f 1 : r- 4r '^1 — 409 - Sul Marmo di Fontana/redda ripi Monti Euganei Del nob. sig. A. de Zigno Quando presentai al Congresso Scientifico di Napoli un esemplare di marmo bigio con belemniti, proveniente dai nostri Monti Padovani non aveva ancora potuto verificare la giacitora di quella roccia. Cio non di meno la esistenza delie beleranili nella calcarea euganea coraprovata da quel pezzo mi sembro di qualche interesse. Iraperocch^ sebbene il marchese Orologio avesse citato belemniti nicchiate in un pezzo di calcarea trovato fuori di luogo sul Monte del- la Madonna presso Teolo, pure nessuno dopo di lui, e neppu- re Taceuratissimo conte Da Rio avea potuto ritrovare negli Euganei sia nelle rocce in posto, sia fra i pezzi erratici que- sto curioso genere di cefalopodi. II pezzo di marmo cinericcio in cui osservai quest! fos- sili faceva parte di alcuni gradini tagliali fuori da uno stra- to marmoreo presso Fontanafredda nella parte occidentale dei Monti Euganei per cura dello scultore sig. Gradenigo, n^ prima di recarmi al Congresso di Napoli ebbi canipo di studiarne la giacitura. Pero la struttura ed 1 caratteri raineralogici di quella roccia mi avevano fatlo enlrare nel sospetto, che il marmo di Fontanafredda fosse tutt'uno colla pietra bigia a vena- tute rossiccie di Rovolone, e facesse parte di una formazione piu antica e piu potente del biancone. Ho generalmente osservato che negli Euganei, come al piede delle alte montagne, il nostro terreno cretaceo 6 rap- r. 52 — 4dO — presentato da una calcarea iiiarnosa scissile ora biancastra, ora rossiccia, chc passa intcrinrmente alia scaglia grigia e poscia al bianconc carattcrizzato da quegli stessi fossil!, che lo contraddistinguono in tutta la catena delle nostre Alpi, e chc consistono in alcune specie di Anciloceri, di Toxoce- rij di Crioceri, di Ammoniti, e di Belemniti propria del ter- reno neoconiiano. Nel piccolo colle di Vignole, ove trovai nel biancone tutte (picste spoglie organiche, osscrvai superiormente alcu- ni stratcrelli di calcarea marnosa con ippuriti, ed inferior- meute al bianconc una calcarea rossiccia con frammenti ammonitici indeterminabili, che di molto s'avvicina a quella che soggiace al biancone nei luoghi piii alpestri. Riesciva di somnio interesse lo stabilire le relazioni di giacitura del marmo beleinnitico di Fontanafredda rispelto alle altre calcarec Eiiganee, ed importava riconoscere la na- tura dei fossili in cssoracchiusi, a fine di paragonarne le spo- glie fossiii con quelle giii da rae studiate nel biancone. Gettando uno sguardo suUa carta geologica degli Euga- iioi del conte Da Rio, si scorge come (juel piccolo promon- lorio coniposto dai colli che stanno fra Val Nogaredo, e Ointo, e che prospettano il monte di Lozzo, sia privodi qual- siasi colorazione che ne indichi il terreno ; e nell'opera dello stesso autore, quaotunque siano accennati i marmi di cui son fatte le colonne dell'altare nella Chiesa di Fontana- fredda, pure non e toccato Pargonicnto della loro giacitura. E detto pero che il marmo grigio fu scavato dal Mon- te Partizzonc che vi sta rimpctto, e che esso s'avvicina al bardiglio dilavato, o al marmo di Carrara oscuro; e si ag- giungc come a Fontanafredda stcssa si trovi un marmo rosso broccatelio, che ricorda quello di Verona. !l padre Teizi cd il maixhese Orologio avevano detto _ AM — filPincirca le stesse cose, ma nessiino prima cl'ora si era occupato in modo sodilisfaconte intorno alia vera posizionc di questa roccia. L' ispezione di cpjelle localita mi ha fatto riconoscerc come in gran parte della base dei monti di Cinto, Partiz- zone, e del Castelletto all' ovest di Fonlanafrodda sorgano potenti masse di trachite la quale s' innalza colic sue dike altraverso le slratificazioni calcaree, e spunta fiiori sulle ci- me a guisa di cupola, per cui si potca facilraente sospettare clie i marml ivi rinvenuti fossero dovuti ad un'allerazione del biancone prodotta dalle trachiti. Serabravano dar appog- gio a questa maniera di vedere, la stessa strutlura cristallina e I'esistcnza di non pochi strati eminentemente brecciati, cd altri in alcuni punti ridotti a quella crela bianca polveru- lenta che si suole osservarc assai di sovente negli Euganei al contatto dei filoni basaltici e trachitici. Fcro ad onta del- I'ingente massa trachitica che forma lo scheletro di quei monti, I'azione alteratricc di questa roccia non fu tale da di- struggere gli avanzi organici che mi servirono per determi- nare la formazione a cui appartiene, c distingueria dal bian- cone che le sta sopra. E pare che generalmcntc le eruzioni trachitiche non abbiano anchc in altri punti dcgli Euganei prodotto effetti maggiori; imperciocche il coUe stesso di Vi- gnole, noto come il piu ferace di pctrefatti, ha le stralifica- zioni rialzate da una potente scogliera trachitica, dirama- zione del piccolo sistcma,chedipartcndosi da Monte Merlo si prolunga verso mezzogiorno , senza aver ricevuta altra modificazionc fuori di una certa struttura screpolnta c so- micristallina negli strati piu profondi e vicini alia trachite. Sul Monte detto il Castelletto di Fontanafredda ad un lerzo circa dell'ascesa dal lato mctidionale si mostrano ibanchi del marmo grigio simulanli il Bardiglio, fra i quali — 412 — v'harino degli strati pieni zeppi di belemniti e potenti oltre 52 centinictri. Alcuni di questi, e specialmeote i superior! anziche es- sere compatti cristallini, o di colore ccnerino oscuro, si mo- strano brecciatievenati di rosso appunto come il broccalello di Verona. Salendo verso la cinia s'incontra il biancone e poi la scaglia cinericcia e bianca assai scissile e scagliosa. Ora siccome I'esame dei fossili mi ha indolto a risguardare il nostro biancone come il rappreseutante del terreno neoco- miano della Francia, cosi la giacitura ed i carattcri mine- ralogici m'inducevano a ritenere il marmo di Fontanafred- da come appartenente alia forraazione giurassica. Ripetute indagini istituite in tutti qucgli strati ove mi sembrava scorgere indizj di spoglie organiche mi posero in grado di confermare il mio pensainento. Le belemniti, quantunque numerose, per essere diflicili ad estrarsi intere dalla roccia non mi giovarono gran fatto in questa determinazione, ma cbbi all'incontro la ventura d'imbattermi in alcuni individui bene caralterizzati del- V Ammonites tatricns di Puscli, il quale come ben si sa segna colla sua presenza la formazione giurassica in tutlo il mezzodi dell'Europa. Nei Congressi scientifici di Miiano e di Napoli cio fu di- raostrato e ripetuto piu volte, ed il cclebre de Buch procla- mo la presenza di questa specie in tutta la zona jurese die dalla Crimea si stende fino ai Pirenei. Questo ammonite, a spira interamente abbracciante, per cui somiglia alcun poco ad un naulilo, ed avente sei solchi traversali che si estendono sul dosso, e alTatto diverse ne puo coufondersi coWJjnmonites Beudantii, il quale lascia vedere nell'ombellico porzione della spira, e le cui rare li- — 413 — nee flessuose dei lali non giungono niai a produrre la bcn- che minima solcatura sul dorso. Se v' ha ammonite a cui il tafn'cus s'avvicini a'cun poco e Vheterophyllus di So- werby. Per togliere ogni dubbio sull'esistenza della formazio- ne jures negli Euganei presento un altro ammonite trovato nella calcarea brecciata, e riferibile a quella specie che si osscrva popolare con gran numero d' individui la calcarea ammonitica del Tirolo, del \ icentino e del Bellunese, e che s'approssima di niollo, e forse e idenlica coW Jmtnonites ann^datus di Sowerby. La determinazione di questo marmo Euganeo come ap- partenente al gruppo giiirassico mi e sembrata non isprege- vole argomento su cui richiamare la vostra attenzione, con- siderando come la scopcrta della formaziono jnrese negli Euganei sia per arricchire la geologia dei monli Padovani di un fatto nuovo, e come la potenza ed estensione dei ban- chi juresi essendo di gran lunga superiore a quella dei bianchi cretacei, cio possa indurre nella ccrtezza di rinve- nire fra noi questo marmo in copia sufliciente perricavarne profitto nelle arti. A corredo dei fatti esposti accorapagno alcuni saggi del marmo grigio con belemniti, del marmo brecciato in cui giacciono gli ammoniti, del marmo venato di rosso e del sovrastante biancone. Unisco un An277ionites annula- tus di Sowerby, e due esemplari di A. latriais, Pusch, dei quali uno niostra i solchi trasversali, e I'altro le divisioni de' lobi. II segretario Pasini, nell'atto che dichiara impor- tapti queste osservazioni, ed utilissime per la determi- nazioae esalta delle formazioni che s'incontrano ne- — 414 — gli Eugauei, non puo far a meno di notare, die po- nendo inente alia grande eslensione die avea in que' monti il lerreno ragguagliato precedenteraente alia creta, cioe la scaglia co'suoi strati bianchi e rossi in- feriori; e considerate die la calcarea ammonilica si trova quasi sempre ne'luoghi ove s'incontra il bianco- ne ', 1' esistenza del terreno giurassico negli Euga- nei era da presumersi, subitoche la parte inferiore di quella serie di rocce, che riguardavasi quale rap- presentante del terreno cretaceo ne' paesi veneli, cioe la calcarea ammonitica rossa, n'era sfata smembrata, e per consenso di quasi tutti i geologi ascritta alia formazione giurassica , che in sostanza negli Euganei vi e soltanto la calcarea ammonitica rossa, presentemen- te riferita al Giura, e quasi sempre indivisa dal bian- cone e dalla scaglia j e vi niancherebbero sempre gli antichi banchi della formazione giurassica, e partico- larmente gli strati oolilici e dolomitici cosi potenti e sviluppati nelle Alpi del Vicentino. II prof. Catullo non approva die la calcarea rossa ammonitica sia riferila alia formazione giurassica : dice di avervi Irovato insieme ai fossili juresi altri evi- dentemente crelacei, e promette di pubblicare quanto prima una memoria per dimostrare die la calcarea rossa ammonitica delle Provincie Venele deve rima- nere ascritta alia formazione crelacea. — 41S — Poscia I'Islituto si riduce in adunanza segreta per trattare di affari inlerni. Si fa la nomiua di alcune CommissioDi. Si proseguono gli esami e gli stud] intorno agli oggelti presentati al concorso dei premj d'industria. ADUNANZE DEI GIOKNI 22, 23, 24 e 25 MAGGIO 1846. Le Commissioni speciali per I'esame degli ogget- ti presentati al concorso de' premii d' industria aven- do nei raesi di aprile e maggio allestito i rispettivi rappoiii, 1' Istituto nelle adunanze segrete tenute in questi giorni si e occupato dei giudizii intorno agli oggetti medesimi, e di allri affari interni. 53 ADUNANZA DEL GIORNO 29 MAGGIO 'I 846. II Segretario legge 1' alto verbale dell' adunanza del giorno 1 8 aprile, ch'e approvato. Si annunziaao i segiienti doni fatti all' I. R. Isti- tuto, 1. Dall'I. R. Istituto Lombardo. Giornale deW Istituto Lombardo e Biblioteca Italia' na, fascicolo 37. 2. Dall'Ateneo Veneto. Esercitazioni scientifiche e letterarie delVJttneo Ve- neto, tomo V, Yenezia dSIG. 3. Dal membro efFettivo, e vicepresidente prof. Menin. Le ubbie dei villaggi, dl Teodoro Zacco. Padova { 846, dl pag. 92 in 8. 4. Dal membro effettlvo prof. Calullo. Sopra /' Indaco i7idigeno eslratio dal Polygonum — 420 — tinclorium,
  • ? Se tanta fu la soddisfazione del Watteucci in veder (juolle scintille, m;iggiorc al certo debb' esser la mia di a- ver pubblicata nel Vol. [I (\e\V E/effro??iofore perpetuo, pasr. 271, la costruzione di una pila secca di dodici mila copple, la (juale (trcnf anni prima di quella del Gassiot) vihrava scintille lunghe quasi un |)oIlicc senz' alcun indizio di effetti chimici. Laonde quanto all' azionc chimica influentc nella ten- sione elcttrica delle [)ile voUiane si pun stabilire per co- mune consenso: Art. \. ha Hcomposhionc chimica del liquido neyll chynenli della pila voltiana sviktppa elettrico ; via la ten- sione della pila non c proporzionale nc alV azion chimica del liquido sid tnetalii, nc agli effetti chimici della cor- rente elettrica che li produce colla velocita del suo cor- so, anche (/uando non deriva dn nrigine chi77iica cono- sciuva. Or vcniamo alia quistione capitate del puro conlatto — 432 — nieccanico fra i diversi nictalli. Mentre poclii anni addiotro dominava in Francia la scuola cletlro-chimica, incomincio il Peclct a far l)reccia nel imiro die la tcnea divisa dalla voltiana, col provare 1' eccitainento eleltrlco nel mutiio contatto di metalli ctcrogenei senza intcrvcnto di alcun li- quido. E qnantunquc a parer suo, nell' ordinaria pila vol- tiana, sia mollo piu efficacc 11 contatto dei metalli col li- qnido (pensamento erroneo, come ho dimostrato nel Vol. 11 dclle Mcmoric di qucsto I. R. Istituto), tiUtavia Paver egli accordato ai Voltiani 11 loro principio fondamentale, ha ri- dotto j>cr pai'te sua la quislione alia sola differenza del piu e del mcno fra lo due sorgenti di elcttrico. In Italia poi si dovea credere disperata affatto la cau- sa dei Voltiani, allorquando il Matteucci terminava la sud- delta Memoria del 1835 gridando loro addosso cosi : a Fi- 35 niscasi dunque una volta di venire a parlarc di forza e- » letlromotrice: il metallo attaccato sviluppa I' elettricita, » e questa, raccolta dall' altro metallo non attaccato o me- » no attaccato, rimettesi nuovamentc nel prinio e cosi di j5 seguito. J5 Ma dopo alcuni anni cgli ha tcnuto un lin- guaggio ben diverso. Nelle sue. Lezionl di fisica pubblicate neM841 si conserva bensi ancor caldo Eleltro-chimico ; ma dopo aver riferite le sperienzc dei due Voltiani Pfaff e Marianini, e concessa alle pile secche una vita durevole per pill anni (c sono ormai trentafjuattro di tensione i)erma- nente), e forzato a conchiudore (torn. 11 pag. 181) « che in 55 qualchc circostanza il solo contatto di due metalli etero- " gcnei puo svilupparc relcttrico. " Egli poi non dichiara in quali altre circostanzc il |)uro contatto metallico non basti all' effetto ; ma per altro assicurj, die <•' il Pfalf c il y> Marianini hanno opcrato nel vuoto, ed ebbero cura di " privare lo spazio dell' umorc acijuoso " vale a dire han- — 433 — no veduta la tensione elettrica in lal circostanza die sareb- be un assurdo secondo la doUrina elettro-chimica. OUre di che la suddetta pila del Gassiot aveva pure il contatto metallico, e i metalli in contalto coll' acqua, ed anche in tale circostanza la tensione si dispiegava cospicua nelle scintille, senza indizio sensibile di azione chimica, co- me attesta il Matteucci. Dunque egli amniette oggidi la ten- sione elettrica, tanto nel puro contatto raetallico quanto nel contatto dei metalli coll' acqua senza operazione chimica sensibile. Che si vuole di piu? Tempo fa si riputava 1' azio- ne chimica operativa perfino nelle pile secche, volendosi che I'umido naturale delle loro carte si scomponesse, e ossidan- dosi le foglie metalliche, fosse gi.-^ prossima la loro morte; ed, ora si accorda la tensione elettrica senza operazione chi- mica non che alle pile secche, a quella eziandio del Gas- siot, che tiene i suoi metalli immersi nell' acqua. Se non che per conservare un' influenza chimica e nel puro contatto metallico, e nelle pile secche, il Matteucci (loc. cit. ) soggiunge: » Potrebbe pero dirsi che una specie di 55 azione chimica abbia luogo, senza che avvenga una com- » binazione chimica, e sarebbe nei detti casi del puro con- 5' tatto metallico una tendenza alia combinazione che pro- 55 durrebbe lo sviluppo elettrico. Ed e in ((uesto raodo che " io credo doversi spiegare 1' attivita delle pile secche, die jj persistono ad agire per molti anni y>. Cost pure il feno- meno del zinco amalgamate che, immerso nell' acido solfo- rico della pila di Grove, si elettrizza senza ossidarsi, egli lo spiega per la tendenza del zinco alia combinazione coll' ossigeno , benche non possa effettuarla. Ma in tal caso dov' c I' ostacolo alia combinazione? dove I'in.lizio di qiiesta potenza chimica sitibonda e condannata alia pena di Tantalo? 11 nostro fisico anziche volerci appagare, subito P'. 55 — 434 — vi iiggiunge quesla ingenua confessione. " Facendo trave- j5 tlore I' esisleuza di un'iizione chimica, senza die si mo- » strino efTetti chimici, ho f'orsc avanzala un'ipotesi che ;> puo esscre anche priva di ogni fondamento. >? Ed in vero da tale ipotcsi ne seguirebbe die v. g. rame e zinco, toccan- dosi 1' iin I' allro, abbiano anche in istato solido una vera tendcnza a comporrc la lega di ottone, e da (juesla sola ten- denza si sviluppi I' elettrico. Di piii la tensione dovrebbe essere niaggiore ove sarebbe maggiore la tendenza alia combinazione, maggiore cioe fra mercurio e zinco che non fra mercurio e ferro, o fra carbone e zinco, mentre tutto al contrario si verifica coll'esperienza. Checcheper altro debba dirsi diquesta tendenza chimica senz'alcun sentorc di efTetti chimici, finche non vcnga di- mostrata qual causa cfTettiva di tensione clettriea, ragion vuole di attenersi per ora unicamcntc ai fatti die vengono ammessi e cio ne 1 modo che segue : Art. 2. ]Sel puro conlatto di due metalli, o in gene- rate di due condtittori secciri eteroge7iei la tensione clettri- ea si manifesta : J." Se7iza iritervento di ftiido agente chiviicaf/n-nte stttV uno 0 V altro dei due condutlori. ^1.^ Senz' alcuna relazione alV afjinita clmnica fra i onedesimi. 5." Senza effctto sensibile di azione chiiJtica di un con- duttore coll' altro. Avverandosi pertanto due sorgenti elettriche. Tuna dal mutuo contatto dei due metalli, e l' altra dal contatto di questi col liquido, amenduc conlemporanee ncll' ordinaiia pila voltiana, la sua tensione tornera ben diversa nel gra- do, secondo che le due sorgenti riescano piii o meno co- spiranti, o contrario nella loro dire/.ione. Quindi la po- — 435 — tente energia tlella pila di Grove, I' azione costanle in quella di Daniell, e quindi pure il grande aiimento di ten- sione nelle pile secche dalT iimidor latteo introdotto nolle loro carte. Per misurare la tensione propria di ciascuna sorgen- te, io coslumo di sopprimer quella del contatto metallico, interponendo un foglietto di carta fra i due metalli di ogni coppia ; e mediante il condensatore, esplorarc la tensione residua nella pila, che tutta allora 6 dovuta al solo contatto dei metalli col liquido. Nella qual esperienza, dovcndo il metallo del coUettorc toccarne uno della pila, quesli due metalli debbono essere omogenei, altrimentl vi si aggiungerebbe un eleinento del- r altra sorgente. Quesf avvertenza nell' uso del condensa- tore non si vedc praticata dal Becquerel nel formare la sua tavola dellc tensioni elettriche provenienti dal contatto dei diversi metalli colle soluzioni acide od alcaline. Kgii unisce al piatto collettore una verga metallica orizzontale termi- nata da un anello, in cui melte una capsula metallica, e dentro questa il liquido che vuol cimentare. Indi, preso fra le dita il capo di una verga metallica, ne immerge l' altro capo nel liquido, e 1' elettrico eccitato da questa Immersio- ne passa nel collettore. La capsula in alcune sperienze era dl platino, e in altre di raine, ma non dice di qual metallo fosse il collettore. Ora se questo, come si usa, era sempre di rame, le sole sperienze eseguite colla capsula di rame po- teaao dargli l' esatta misura della tensione, non essendovi allora alcun contatto di metalli cterogenei. Ma questa esat- tezza mancava in tuttc le sperienze fatte colla capsula di platino, perche in quesle la tensione era un doppio efTetto della lamina immersa nel liquido, e del platino della capsu- la col rame del collettore. E difatti, ove anche questo sia di — 430 — plalino. la icnsione risulla minore, e di gran lunga poi mag- giore sostituendovi iin collettore di zinco. A cio si agglunga che il metallo del collettore, diverse da quello della capsula, puo dare una tensione contraria immergendo la stessa lamina ncllo stesso liquido. L' oro V. g., I'argento, il platino, immersi nell'acido solforico di- luito nclla capsula di rame, producono secondo la tavola tension! negative, il clic e verissimo adoperandosi un col- lettore esso pure di ramc; ma, ove questo sia di zinco, tutte quelle tcnsioni da negative si tramutano in positive. Ne vuolsi tacere, che questa tavola costruita da si valcnte elettro-chimico, contiene due prove in favor dei Voltiani. La prima e del piombo, che, imraerso nella sokizione di potassa contenuta nella capsula di rame , non mani- festa secondo la tavola tensione di sorta. E percio una pila composta di rame , piombo e soluzione di potassa non dovrebbe dare alcuna tensione; ma invece anche da sole cinque o sei coppie di tal pila si svolge una tensione c non piccola. E da che ripeterla se non dall'immediato contatto del rame col piombo? contatto che mancava alia sperienza della tavola , e necessariamente vi si aggiunge costruendo la pila. L'altra prova e dello stesso piombo, che, toccando I' acido solforico diluito nella capsula di rame , appalesa secondo la tavola tension negativa, vale a dire 1' azione chimica del rame coll' acido dirige I' elettrico dal rame nell' acido, e da questo nel piombo. E com'e poi che, for- mata la pila cogli stessi elementi rame , acido e piom- bo, la corrente elettrica cammina in dirczione contra- ria dal piombo nell' acido, e da questo nel rame ? Non per allro certamente, se non perche formandosi la pila, qui — 437 — pure si aggiunge i! contatto del raine col piombo, e qnin- di nuova sorgente, clie con maggior encrgia spinge 1' e- leUrico in direzione contraria a quelia dell' azione chimi- ca dell' acido col rame. Ma tornando all' influenza del metallo del collettore nelle sperienze della delta tavola, il Matteucci non dovr^ pill riputarle oggidi tutte complete e precise com' ebhe a chiamarle nelle sue lezioni (torn. II, pag. d66). Inipercioc- che nella Memoria sopracitata deU'anno scorso (pag. 24) egli descrive un suo sperimento dello stesso genere ncl seguente niodo : « Per assicurarmi della possibilitii di ot- » tener segni di tensione dovuti all' azione chimica con » un solo metallo, ho adoperato, per togliere ogni tiino- " re di contatto di raetalli eterogenei, un condensatore 5> di rame, e, fatta comunicare una lastra di rame immersa 5j neir acqua, di un pozzo col detto piattello di rame, si >j ebbe una tensione negativa. » Ben a ragione egli dovea togliere quel suo timore adoperando un collettore di ra- me, perche se fosse stato v. g. di zinco, avrebbe veduta la tensione, e assai maggiore, e positiva anzi che negati- va. Per lo che con un timore si ben fondato non po- trebbe plii, come una volta, assicurar I'esattezza in tutte le sperienze della tavola del Becquerel. Un altro esperimento del Matteucci riferito nella stes- sa Memoria (pag. 23) vuol essere interpretato egualmen- te:« Per avere (egli dice) i segni di tensione di un raetal- » lo coll' acqua, senza il contatto di metalli eterogenei, !i v' ha un' esperienza assai semplice, che ripeto ogni an- 5' no nelle mie lezioni: quelia cloe d' immergere nell' ac- " qua una lamina di zinco e una di [)latino , che sono 55 unite colle loro estremitA ai due piattelli di un conden- y> satore. Dopo pochi istanti, il piattello coraunicante col — 438 — ■,-> zinco trovasi negalivo, c posiiivo 1' allro comunicanlo " col platino". Qui per altro non ci avvisa dl qnali me- talli fosse composto il condensatorc ; ma (jui pure do- vea togliere il timore del contailo fra melalll cierogenei. E pcrcio avra usato di un condensalorc avente iin piattel- lo di 7.inco e I' altro di plalino, c fatto comunicarc zin- co con zinco, e plalino con platino, accio la tensione ne- galiva dovcssc attrilniirsi alia pura azione chiniica del zinco coll'acqua. E con si falto condensatorc, inverlifa r esperienza, cioe comunicando il zinco col piattello di platino, e il platino con quello di zinco, avrebbe trova- ta la tensione negativa di gran lunga maggiore per I'ag- giunta di due contatti immediati di platino e zinco cospi- ranti coll' azione chiniica del zinco coll' acqua. E due contatti altresi di melalli eterogenei, seliben di minore e- nergia, vi avrebbe introdotto il condensatorc usuale di rame, e quindi una tensione sempre maggiore del vero, e dovuta piu ai contatti del zinco col rame, e di qiicslo col platino , di quello che all' azione chimica del zinco coir acqna. Dimostrata cosi I'influenza del mctallo del condensa- torc in questo genere di spcrimenti, nessun fisico potra dipartirsi dalla segnente regola suggerita si pu6 dire dallo stesso Matteucci. Art. 3. A hen deterjuinare lu sola tensione elettrica nel contatlo di un rneiallo con tin lic/uldo, si dovra sem- pre cvitare neW esperienza il contatlo di ■metalli etero- genei, che potrehhe falsare il gindizio sxlla esistcnza, qua- lita e quantith della delta tensione. Finalmcnte e da vedersi da che sia provcnuta, e come togliere la ripugnanza alia dottrina del Volta. 11 contat- lo non e una forza (dicono gli oppositori), ne si pud — 439 — cnDiprendere co/ne la sola contlyuita di due sujjer/icie ub- bia a smuovere Veltltrico. Certissirno e il principio di que- sta obbiezione Jinclic presso i Volliani, che il contatto non rigiiarJarono mai qiial causa, ma soltanto qual me- ra coiidizione del fenomeno. La disciissione coi loro av- vcrsarii non versa gia sulla causa del fatto, nia sul fat- to slesso; cioe se lo sviluppo elettrico abbia luogo fra melalli eterogenci senza intervento di un fluido die li os- sidi. Clic poi questo sviluppo elettrico, senza il detto in- tervento, possa derlvare da qualciie altro fatto piu ge- nerale, nessnno dei Voltiani lo ncga. Ma questo fatto ge- nerale, questa causa che in natura spinge 1' elettrico nel niuluo contatto di due conduttori eterogenel, non ancor si conosce. E percio il fenomeno finoia e un fatto simile ai tanti dell' attrazione di cui e senipre ignota la causa. E siccome col Newton diciamo forza di attrazione la cau- sa qualunque siasi dell' avvicinamcnto scambievole, tanto fra grandi masse, quanto fra le minime molecoledei cor- pi ; cosi il Yolta nomino forza elettromo trice quella cau- sa, com'egli la chiamava, arcana, che squilibra I'elettrico nel contatto di due diversi conduttori. Per la qual cosa 1' opporsi alia sua dottrina, perche 11 contatto non c una forza, sarebbe lo stesso che opporsi alia teoria Newtonia- na e. g. delle maree, perche la presenza della luna sopra il mare non e una forza. E vuolsi notare che i fenomeni dell' attrazione mo- lecolare si manifestano afl'atto analoghi al caso nostro. Imperciocchc anche in questi e semprc vcro il principio, che il contatto non e una forza; raa pur basta la sola condizione del contatto, o contiguita di due superficie levigate a sviluppare fortissima la loro adesione : e basta — 440 — pure il solo contalto di sostanzn eterogenee a scompor- le nei loi'o principii, coiiiporne di nuovc, c quiniH crear- si tutti i prodigi della chimica. A clii ne doinandasse la causa io risponderci con altri , che , cpianto ai {"eno- meni dell' altrazione, probabilinente non esiste in natura altro fatto geiierale da cui essi provengano; vale a di- re, anzi che efTctti di cause natural!, sono piuttosto ma- nifestazioni di una legge primordiale del Creatore supre- mo, e quindi iniperscrutabili nella loro causa. Ma quanlo alia forza elettromolricc voltiana, il pro- blema non scmbra ancora si disperato. Potrebbe questa forza esser modificazione o di lemperatura sbilanciata, o dell' attrazione di adesione. Altri potrebbe ravvisarla nel conflitto meccanico delle niolecole eterogenee esalanti dalle superficie di due diversi conduttori : conflitto che, operando colla massima energia nel contatto o quasi con- talto delle superficie, smuova I' elettrico per attrito c per pressione. Potrebbe in fine esser 1' eflfetto di cio che dicesi forza catalittica, od anche di una forza chimica partico- lare che vcnisse a discuoprirsi fra un conduttore e I'al- tro, come opinava il prof. Orioli nel Congresso di Mila- no. A tale scoperta, qual compimento di teoria, faranno plauso certamente i Voltiani ; e ne sia testimonio il loro campione in Italia il cav. prof. Marianini. Ecco la sua di- chiarazione: (1) " Fra i mezzi di eloltrizzare i corpi av- >•> vi pur quelle delle azioni chimiche. Donde ne viene >i che dovrassi tener conto anco di quesle nel render ra- 5> gione di quel fenomcni clettrici che sono accompagna- j> ti da simili azioni. Tali sperimenti serviranno probabil- " mcnte un giorno a dimosti-are, clie tulli i fenonieni elet- (i) Menioria sopra la tenria chiinica det^li Ekuro-molori vohiatii seni- plici e composli, pag. 29. — 441 — » trici, quanli sono, provengono da azioni chimiche, se " arriveremo a conoscere che e il contatto, e lo sfregaraen- " to, e gli sbilanci di temperatura, e tutti gli altri nietodi 5> clie si hanno per elettrizzare i corpi, danno origine a chi- >■> miche operazioni >;. Distiiito adunque il fenoiiieno dalla sua causa, e dalo il vero senso della dottrina voltiana, non vi puo es- sere fondata ripugnanza ad ammetterlo qual si contiene in quest' ultimo. Art. 4. Siccome nella chimica il contatto di sostan- ze eterogenee non e causa, ■ma condizione del fenomeni chimici; cost il contatto non e una causa, ma condizio- ne^ sollanto del fcnomeno clettrico che si manifesta nel- la contiguita di due diversi condnttori secchi. IjO causa poi di tal fenomeno potrebbe essere un'azione meccanica, chi^nica, o cataliftica di tin condtUtore colValtro ; il che ri'mane aucora a discoprirsi. Ecco quattro articoli sulla elettricita del contatto, ai quali sembra non dover fallire il consenso generalc. Egli e bensi un Voltiano che li propone ; ma vien condotto a ma- no dair attuale insegnamento d' illustri Elettro-chimici, e quindi colla maggior fiducia di procacciare a un vasto campo scientifico la fruttuosa alleanza di tutti i suoi cul- tori. Finalmente il inembro efieltivo nob. MiuoUo legge alcune aggiunte alia sua memoria, presentala nel- 1' aprile dell' anno decorso, Intorno al modo di racco- gliere e trasmetlere la forza di alciini motoric a cio spinlo dalla favorevolc accogll^nza dimostrata dall'Isli- Uilo ad un concorrente ai premii d'industria, il quale r. 56 pieseulo uii modeJIo coslniito appunto nel modo iiidicato dal sig, Miuollu iiclla sua Memoria non an- cora pubblicala. Poscia ristitulo si ridiice in adunaoza segrela per trallare di aflari inteini. La (vommissioue, elella ncl lebbraio passalo per Tesame dri iiiaiu)scritti presenlati in risposta al Pro- gramnia di Moiis. Canova, legge col mezzo del sig. conle Freschi il seguente rapporto. RAPPORTO 'i/ttonio ai hivori presenlali al Concorso in rlsposla al Proyramma 50 77taggin 1843/>cr una guida ad istru- ZI()^E DEL POPOLO. Cini|iie sono gli scritli presenlati a conscguimento del premio proposto dal benenierito IVleinliro Onorario Mons. G. B. CaiiovM Yescovo di Mindo, giusta il programma 21 noveinhre ISil, riproposto il 50 niaggio 1843. II piiiuo, coir epij^rale " AW L. li. hlitulo di Sc/en- ze, Lcttire ed Arli, Concorso Canova, >•> e dalla Gommis- sione giudicoto immeritevole di fjualsiasi considerazione. II secondo, coll' epigrafe " Lc api sono wacstre di eclettisnio; (juanti onai die vantansi ecletlici, lc imitanol » e un trattato pratico o sia Manuale per 1' educ.r/.ionc delle — 4i3 — api nelle Provincie Yenele e nel Lilorale Austriaco. Dopo breve prefazione in cni dicliiarasi lo scopo dell' opera, si paria delle arnie preferendo le lunghe c poco alic, poi dcl- I' arniaio e dclla sua esposizione; indi delle diverse sorli di api in un' arnia, e dello sciamamento spontaneo; apprcsso dt'jlo sciamamento artificiale, del cosi detto tnarilare sciaDie e far covnia ; del come si conosca in un' arnia la mancanza dclla regina, c della maniera di ripararvi; del far nascere le regine a calore di stufa, ciie 1' autore ascrive a propria scoperla; della scelta delle arnie da conservarsi nel verno per la propagazione^ del modo di nutrire le api allorche n' abhisognano; di cio che possa danneggiare un arniaio; delle malatlie piu pericolose e del loro rimedio ; del tras- porto degli arniai; della raccolta del mele e della cera. \'ie- ne quindi un prospetto mostranto la rendita di un arniaio condotto con (jueslo metodo; la maniera di conlraddistin- gtiere gli alveari ; 1' indicazione de' lavori da escguirsi in ciascun mese dell' anno, o sia il calendario del cultote del- le api. II tutto importerebbe a un di presso trc fogli di sLuii- pu in 8. Vcdesi a prima giunta, die (picslo lasoro non sod- disfa al (piesito, sia perche non tocca die un sol argomen- lo, sia perche non ne trascelse i punli ricliiesli, cine quelli su cui hannosi comunemente idee inesatle, opinioni erronee e radicati pregiudizii; sia perche assai lungi dalla mole pre- (Issa di pagine 500 di stampa ; sia finalmente perche tali dotlrine non sono pienamente applicabili ad ogni luogo del- le nostre Provincie. Laonde non si puo dire, che lo scritto, fatto che fosse di pul)blica ragione, potesse rmscirc efficuce- ■menie utile alt' agricoltnra, alia domeslica econ077iia, ed alle arti nsuali che r? sono attineni'i^ co7ne domanda il programma. _- AH — II lorzo lavoro, colT epigrafe « ^dde paruvi parru, parvo siiperadJf pusilhun ; tamdon f/c pnrvis 7)uignu<< o- cerrus rril >■> sarcbbc di circa trc fogli di stampa in 8. E di- viso in due parti ; una trutta d' agricoUura, 1' altra di eco- nomia domeslica, e delle arti usuali ad essa altinenti. Nella prima si parla delia qnalit;'i deile terre collivabi- li, deir arare, del seminare, di alcuni inczzi di conservar lo semenli; del vangare e />ap|)are, delle lotazioni agrarie, dei generi marzuoli, de' cereali cstivi, di (juelli inverncnghi ; del sovcscio di G. A. Giobert; dell'erbe nocive, de'vegeta- bili oleiferi; delle piantc ligliose, o con pappo da filarsi ; dclla coltivazione de' gelsi ; de' prati, del mezzo di distrug- gcr le talpe; de' boschi, delle piante silvestri e campeslri di conosciuto vantaggio; del modo di misnrare i terreni per le piantagionl ; del ravvivare le piantc appassite; del tenta- tivo per discoprire il metodo del sig. Daguerre sul veloce crescimento degli alberi; dell' orto, degli ortaggi di cui mangiasi la parte superiors di quelli onde inangiasi il frat- to, di quelli onde mangiasi la radice, e di quelli usali per condimento o per salsc; di alcune avvertenze sui frulti ; del- le precauzioni per 1' innesto, degli slronienti per conoscere lo state del cielo; de' paragrandini ; del bestiame grosso c raioutoj del poUame; della cura delle api. Nella seconda parte, dati alcuni cenni sulle arti atti- nenti alia doraestica economia, trattasi dei doveri del capo di famiglia, del buon governo di essa, con alcuni tocchi sui corabustibili, suU' aceto, sul sale, sulla farina di frumento, sulla panizzazione, su varii frutti, sul vino economico; dei funghi, dei tartufi; del granaio e del modo di conservarvi i diversi grani ; de' foraggi pel bestiame; dclla coltura mag- genga e della agostana; del modo di regolare Ic acque nei luoghi in decUvio; delle virtu medicioali delle piante, de'va- — i^r) — rii colori die si estraggono da piante indigene per I' tisf> de'tintori; c del come indurire il legno accio serva per lo costnizioni. Tanti argoinenti in si pochi fogli non possono che es- scrc traltati molto in succinto. Lo stile n' e conciso, siicco- so, e in gencrale anclie chiaro; e I' autore scelse d' ogni ar- gomento que' punti che gli [)arvero piu essenziali, o piu necessarii ad essere ricordati; c niolti ne tocco anche di (Iiielli die fiiiono trasciirati dagli altri concorrenti. Ma, tanlo per non essersi presa la materia nell'aspelto clie do- manda il programma, quanto per non essersi sviluppati principalmente i punti in esso programma notati, ed ezian- di(» per la troppa sua brcvita, giudicasi che il lavoro, d'altra parte non scevro al tutto di mende, non soddisfaccia al quesito. II quarto manoscritto, coll' epigrafe « Enfm surrj'tsftent les applications et les scieiices populaires etc. >' comincia con due non nude intesi dialoghi tra un curato di campa- gna ed un villanello, in cui dassi, per modo facile, chiaro e persuasivo, in colto stile, il modello d' un perfetio contadi- no e di una perfetta contadina; ristringendo cosi in hreve le norma principal! della cristiana, civile e induslriosa cam- pestre economia. Indi viene ad un Mannale pel Coniadino in cui parlasi : \.^ dell' agricoUura, della natura de' terreni. e de'concimi in generale ; 2." del lavoro e di alcuni rurali stromenli ; 5." de' concimi chimici od ingrassi ; 4." delle ro- tazioni agrarie; ^.^ delle irrigazioni; 6.*^ del bosco, delle piantagioni degli alberi,del semcnzaioecc, discorrendo |)ai'- titamente della vite e del gelso; 7." del tore e della sua (cm- njina, del cavallo, asino e mulo; della pecora e capra, de! raaiale, del poUame; delle api e de' fihigcllij 8.<^ del fru- - i/..n — riicnto, del frumenlone c del riso; !)." del pralo; 10." dcl- Torto, e dellc piantc tuberose, bnlhosc, tigliose, cucurbila- cee, tintorie; H.'^ dell' cnologia o sia nianifattura del vino; e finalmente della cascina o formazione del burro c del for- maggio. II tulto abbraccicrebbc a iin di |)resso 4 fogli di stampa, Lo stile in gener;ile e biiono; ma la doltrina per lo piu superficiale, e piu acconcia a dare indigrosso le prime idee elementari, che a scrvire alio scopo indicato dal pro- gramma. Oltre di die tale doltrina non e sempre esatta o siciira, e snolsi trovar piu ordinata o meglio espressa in al- tri libri divulgati, e che ponno essere alia mano di tutti. Per le quali cose si opina che non corrisponda neppur questo scritto al programma. II quinto manoscritio o sia I'ultimo coH'cpigrafe « L'a- gricoltura, piii che Je arli e il co??imcrcio, prova la civilta e la ricchczza di una nazionc >' sarebbe dell'estensione di '1 9 fogli di stampa. Esso e diviso in cinque parti. La prima favella della doiuestica economia de' contadini ed arligiani campestri, ove si accennano i principii dui quali dipcnde il miglioramento della contadinesca popolazione; che la mo- rale e 1' agricoltura insegnale dai parrochi influiscono sul ben essere dei contadini; 1' importanza dell'istruzione agri- cola e industrialc de' proprielarii cd agenti; il bisogno di migliorare l' educazione fisica e morale de' villici, i vanlag- gi che reca loro I'istruzione elementare, le proposle igie- niche per preservare e guarire i villici dalle piu comuni lor inalattie; quanto valga 1' ecjuita de' contratti per migliorare r agricoltura c l' economia de' suoi csercenti ; quanto in questa influisca r esemplarc condotta de' capi di famiglia; le ragioni principal! che inceppano il progresso dell'agri- coltura c dcH" induslria campcslre; i pregiudizii hinari ed — U7 — altri che ad esso oppongonsi. Dalla quale prima parte in complesso risulta, che, ovc 1' agricoltura colle arti e le in- dustrie agricole non venga protetta dai Govern!, secondala dagli Ecclesiastici, sorretta dall'istruzione; ed assistiti non siano i contadini con mczzi peculiar) e cogl' insegnamenti, non avvantaggera dal passato. La seconda parte discorre dell' agricoltura in generalc, e della particolare sua divisione; delle piante economiche, e come migliorarne la coltivazione, principiando da alcune generali avverten/e sull'importanza de'miglioramenti agri- coli; passando poscla a dir de'terreni; indi de'concimi; ap- presso de'lavori agrieoli e relativi stromenti; delle rota- zioni agrarie, delle colmate , delle irrigazioni e dell' asciu- garaento de'terreni, della coltivazione de'cereali, di quella de'Iegumi; delle piante a grossa radice da foraggio; delle oleifere e tigliose ; e da ultimo de' prati, dei foraggi e dei pascoli. Dalla t|uale seconda parte in complesso risulta, quan- to import! la conoscenza de' principii costituenli i terreni, i concimi, i vegetabili ; quanto influiscano i lavori e le alter- native delle piante economiche per aumentare la raccolta non meno che accrescere la feracila del suolo ; e quale sia I'importanza de' foraggi nella domestica economia doi viU lici. La terza parte versa sugli animali domestici utili alia agricoltura; mostrando prima I'importanza di questi ani- mali, e come condurli; passando poscia a dire della molti- piicazione e del governo de'bovini; e delle cure per garan- llrli dalle principali loro malattie; e medesimamentc del cavallo che convienc all' agricoltura; indi delle pecore (; delle caprej e finalmente del maialc e dei polli. La quarta parte s'aggira sugli alberi fruttiferi, da co- struzione e da legna ; dicendone prima in gencrale, c iiicul- — us — caiulo clie si coltivino in separate compartimento: poscia in particolarc del gelso, clell'ulivo, della vite e degli altri die danno frutti: qiiinci dei bosclii, consigliando la conser- vazione degli attiiali, e la formazione di nuovi cogli alberi pill opportuni: appresso degli alberi cbe sostengono la vite, e in ispecialita dell'oppio; c finalniente delle sicpi. La quinta parte tralta delle arti e de' mestieri usuali de'campaiuoli, e delle Industrie agricole ; dicendone prima in generale della loro iniportanza; poi de'materiali dafabbri- ca, e della costnizione delle case rustiche; appresso delle arti di far il pane, il vino, di eslrar I'olio, di confezionare i latticinii: quinci dell'allevamento de^bachi da seta e delle api ; e da ultimo degli altri mestieri intesi ad avvantaggia- re la campestre economia. L'autore coll' aver e abbracciato piu ampla estensione, rendendo il suo lavoro del chiesto volume j coll'avere a ma- no a niano notato i difetti ch'ei reputa essere in questa pratica o in quella, e il rimedio ch'ei vi crede acconcio, piii degli altri avvicinasi alio scopo del quesito proposto. In vece pero di liniitarsi ai punti dallo stesso que- sito indicati, anch'egli diede in generale piuttosto continuata istruzione, lasciando anche non di rado che da essa i difetti, e il compenso ne fosser dedotti dal leggitore. Oltre cio la materia non e sempre giusta, massime ove non parlasi pu- ramente di agricoltura; c si prcndono talor per difetti certe praliche, le quali non e punto provato che non sieno buone, Al che si aggiunge abbondare lo scritto di troppe genera- lita, che poco o nulla concludono pel caso particolarc, di ripctizioiii, di paragrali voli di preciso scopo, o che si sareb- bcro poiuli congiungere ad altri, ad evitarc la soNcrchia prolissiui: cose lutte le quali in un con la non sempre corret- la dicitiira, ne sempre csatla esprcssioiic, diponderc sem- — 449 — brano principalmente dalla IVetta con cui tante e si svariate materie si sono poste insiemejma contribuiscono a fare che il hbro possa non esser quello che il programma domanda. Kiassumendo con brevi parole la percorsa analisi, e non parlando del prime de'manoscritti, il secondo e troppo specialc; il terzo, benche coraprenda anclie cose non tocche dagli allri, tratta tutti gli argomenti con troppa superlicialita e alia sfiiggita j il quarto e cosa tutt'affatto elementare, tolta qua e la da altri autori, e non priva di qualchc grossolano errore; I'ultimo finalmente e lavoro di gran mole, ricco qua e I;i di utili insegnamenti, ma dettato in una forma non a- dattata alle mire del Programma; di modo che nessuno di questi manoscritti puo soddisfare al quesito, nessuno per conseguenza merita il premio proposto. E quantunque sia detto nel Programma che il premio polrebb'essereaggiudicato intero o diviso, anche se nessu- no degli scritti si trovasse pienamente corrispondere al Programma, purche alcuno fatto di pubblica ragione potesse riuscire efTicacemente utile al fine ivi prefisso; e (juantunque sia lasciata all'lstituto la facolta di disporne la pubblicazio- ne nel modo che reputasse piu convenicote, la Commissione non trova che si possa trar dai detti manoscritti alcun par- tito, ne che sia da proporre alcuna parziale pubblicazione, e conseguentcmente alcuna divisione del premio. La Commissione pertanto esterna un voto, che si ripro- ponga il Programma semplificato e limitato alia sola agricol- lura coi rami ad essa connessi, fdugelli, api, caseificio, pani- ficazione, ecc, fissando un nuovo termine d'uno o meglio di due anni per la presentazione de'manoscritti. Sarebbe cosi lasciata aperta ai gia concorsi al premio la via di nuovamen- te aspirarvij e con tanto maggiorc probabilita di riuscita, V. 57 — 450 — (|Ujnto die ilc' manoscritti, che fin ora vennero presentali, alcuni si soiio altjuanlo avvicinati alia soluzionc del qiiesito. Laondc havvi fondamento a ritencre chc, scniplificato ii Pro- gramma, vi risponderanno in un modo piii soddisfacentc. L'l, R. Istituto adolfa le conclusioni della Coru- missione di non conferire alciin premio, e di metterc niiovamente il Programma al coucorso. Gli stessi Com- uiissarj proponanno ncHe aduuanze del venturo niese di giugno in qual nuova forma e con quali limilazioni il Programma dovrebb'essere pubblicato. Si trallano altri aflari interni. kDUNANZi SOLEJJNE DEL ClORiVO 30 MAGGIO 184G. In cjuesl'atlunanza solenne, onorala dalla presen- za di S. A. I. E. rArciduca Vicere, e delle LL. AA. If. RR. gli Arciduchi suol figll, e presedula da S. E. il sig. Conle PalfTy di Erdod Governalore delle Proviu- cie Venete, si fece la distribuzione de'premj d'indii- stria, che ricorre allernativamenlo in ^ cnezia c in Mi- lano nel giorno Onomaslico di S. M. I. R. A. L'estratto dei giudizj proferili dall'I. R. Islilu- fo letlo nella solenne adunanza dal Segrelaiio fu pub- blicalo separatamente sotio il titolo: yJfti deUa distri- buzione depremj d indnstria seguila in T enezia d giorno 3o maggio 1846 Onomastico di S. M. I. R. A. Fra i varj coucorrenii otlennero il premio: DELLA MEDAGLIA D'ORO. I SIGNORl I Pi. Privil. Filatura e TiNTORiA DI f OTo?iE. in Pordenone, per inh'oduzionc nelle Provincie J cuete di f/ucsio gene.- rc di manifaihire. — 452 — If. DoTT. Cesahe Lev/, di ?m\o\i\, per l)07ilficazioni (lyrarir 7icl (Joniunc di Conlarina, Dislrello di Loreo, Prori?/- cia di Fevezia. III. PiETRO BiGAGLiA, (li Ycnczia, per larori di snialli e ve- in coloraii. IV. GiROLAMO Lattis, di Venczia, per bonificnzioni ayrarie in Caorh^ Dislrello di PorlofjriKiro, Proiincia di Vcnc- zia. V. Francesco Rossi, di Schio, per //fif/Hnrnia fdbhricnziont di Pannilani. BELLA MEDAGLIA D'ARGENTQ. I SIGNORI I. Giuseppe Kier, di Venezia, per perfcziona?nenio della li- tografia a dne tinle, e inlroduzione ed applicazione di nuove onacchinc alia litografict. IT. Elia Crovato , di Venezia . per inlarsiature melal- liclie. III. ViNCENZO Fadiga, di Venezia, ;jf;- riduzione, scollura ed inlarsialnra di marmi esleri c neizional/. IV. Gio. Battista Franchiini padre e Giacomo figlio, di Ve- nezia, per lavori di smalli cod detli a millefiori. V. GiUDiTTA BoNvmo VED. ViLLA, di Milaiio, per lappezzeric di carta. VI. Ferdinando Dell' Orto, di Monza, per nnovo torchio tipografico. VII. Marco Ceccato, di Feltre, per fiori, piume ed allri la- vori in osso. VIII. Angelo Giacomuzzi, e figlio, di Venezia, per lavori di smalli velati ed allri oygelli di vctro. — if) 5 — IX. Giovanni Anelli farmacista, rli Ycnezia, per fabbricazio- ne di caps7iJe gelatijiosc tncdicnmentosc. X. GiusEPPt Pezziol, di Padova, per frntta ed erbage/i di iucchero. XL DoTT. Giuseppe Petrali, di Viconza, ;jfr congegjii or-' topedici di sua invenzionc. XII. DoTT. Fpancesco Secondo Beggiato, di Vicenza, per mifjiioramcnii aijrarii ne' siioi beni di Costoza, Pro^ vincia di Vicenza. XIII. Elia Locatelli, di Brescia., per eongegni per la filet' tnra della seta. XIV. Clemente Dupni-PlROLA, di Milano, per grande siabi- limcnlo di bticato ed aseifigamento aiticato in Milano. XV. Angelo Milesi, ingegnerc in Venczia, per melodo di utilizzare Ic cadule d'aee/ua a distanza coUa trasmissio- ne dell' aria enmpressa. XVI. LuiGF IIosa, di Venezia, per nuovi gcneri di eonfet- ttire. DELLA MENZIOIVE O^OKEVOLE. I .SIGXOPrl L DiTTA CosTANZO CoLLES, di FoUina, per nvove stoffc di 1 07] a delle saglie e sarze. II. Bartolomeo Azzola , di Venezia , per cos/ruzione di strzi7nenli chirurgiei e cowpassi. III. Adeodato Bossi-Urbani, di Bergamo, })er nnovo siste- 771 a di mantici per organ i. IV. Giuseppe Hannert, di Venezia, (con gindizio sospeso per premio maggiore) per rcdintegrazinne sulla pieira del disegni litografici guasii o consmili. — iiVt — \. IfiWZiO Cattvrossi c LiJir.i Prco, di I'dinc, /;r/' lorKjajui per la filaturn dclld ii'la r.s((/uil! per <07}i^Nissionr (hi sig. Al. Volpi. \'I. OsvALno Ferracixa, di iKissano, per tnacchina per Ui- gliar paste. YII. Ottavio CAnATTt, di P.idov.'i, per fabbr'icaz'ionc d' in- chioslri a colori. VIII. Giuseppe Quereivoo, di Caoric, per cooperaziove nelh honificazioni agrar/e del sigg. La///s. IX. Giovanni Antonio Piazza, di \ene7Aa, per faMricazione dell a porporina d'orn, nd oro niusivo. X. DoMENico Salvi, di Milano, per iitili modificazioni hn- '))iaginaie per la slercotipia. XI. Bahtolomeo e Pietro Colles, di VeAXxna.per estcsa col- t'lvazione del cardo. XII. Leonahdo Fmo, di A'ignatc, Provincia di Milano, per (tpplicazio7ie delle mote in ferro ni castelU dellc cam- pane. XIII. GiACOMo Zanardi, di Vcnezia, per fahhrieazione di nn composlo azzurro ad imilazione di (juello di Berlino. XIV. GlACOMO Pascatti di s.Yito del Yv\\\\\,per iorelrio por- la tile da caviare. XV. Caulo Oggioni, di Rlilano, per toppezzerie di carta. XVI. Pietro Colbertaldo, di Yenezia, per flatura di seii/^ in T'enezia tratta da hozzoll delV estKurio. XVII. LouENzo Zecciil\ e Giovanni GrACOMUzzi, di Venczia, ( con giudizio sospcso per preniio in;iggiorc) per nnovo gen ere di niusaico. Fl) DECRETATA L' ESPOSIZIONE. Al SIGNORI I. Giuseppe Pelitti, di Milano, (con giudizio sospeso per prcmio) per istrumenti da fiato. II. Ferdinaivdo Spinelli, di Milano, per tintura dclla pa- (/Ha in vari'i colori. HI. LuiGi Gandi.m e fratclli, di Milano, per lavori di tar- sia hi oro. IV. Angelo Membretti, di Milano, per doratura ed ar- gentatura coi processi elettro-chimici, ed incisione yal- vanica sui metalH. V. Antonio Garl.vto, di Venezia, per lavori di cesello e di niello in lorn o a ima canna. VI. Giuseppe Pagani, di Milano, ptr disegni litograftci a colori. VII. PiETBO Valier, di Venezia, per inchiostro per eopiar lettere. VIII. DoTT. Giuseppe Pedrioni, di IVcscia, per apparecchio per le fratture delle (jainhe. IX. Giuseppe Beltrami, di Lodi, per istrtitnenii chirurgici. X. Francesco Bonaldi, di Venezia, per 7niniatura ad olio di lilografic in tela. XI. DoMENico Rizzi, di Pordenone, per valvola di sieurezza pei tini da vino. XII. Marco Cuzzeui, di Verona, per rosolio analetlico. XIII. Giovanni Codejio, di Treviso, per coslruzione e dise- gno d' nil globo geografico. XIV. "DoJlENico PvsiNi, di Venezia, per piastre mctallichc ridollt i- foggiale a tnurtello. — iSG — XV. ViNCEA'zo GioRDANi, (li PiuJova, (coci giiulizio sospeso per preinio ), i)er //lodcllo dl una hiijutlkra. lu qaesl'iicluiiauza il Meaibio Oriorario e Presi- ileiitc de'll'I. R. Islitulo, S. E. il sig. Conte Andrea CittaJellu Vigudarzere, recilo ua discorso allusivo alia circostanza, in ciii si propose dissipare due timori : cht: la nostra eta accarczzi troppo i heni rnateriali a daiino della parte niighore dl not^ cioe dcUo spirito^ c cJie il pro'^redimento delle aril avverxl lo stesso ben essere fislco •, perche^ sostituendo i congegnl mec- canicl alle hraccia wnane^ vlene a togllere col lavo- ro i niezzi del vn'ere. Mostro per via istorica e per via razionale, co- me i niezzi di miglioramenlo deirintellello e del cuo- le debbano andar del pari coi niezzi che giovano il benessere niateriale. Mosiro coll'esperienza la giustez- /a delle uiassiiue promulgate dagli economisti in favo- re delle uiaccliiue, e procuro di abbattere ogni prin- cipale obbiezione, svolse rimporlanza dei doni falti dalla sciedza alFiiidustria, e chiari al lunie de'fatti la \erila, che gli strumenti e i congegoi ineccanici rile- vano la digtuita dcll'uonio, e giovano per piu guise le iiazioni. Diiuoslro come in Ilalia la industria manifaltri- ce possa progredire senza danno dell'iudustria agra- ria , iiiauitestando il desiderio di una inagglor dif- iusione dei niolori arlifiziali, c dei nieccauici e clii- — 437 — mici procediineuti, e quello pure delJa cooperazloue dej ricchi uelle grandi iniprese iudustriali, e di una xuaggiore abitudirie alJ'associazione. Chiuse il discorsu col rapportaie ainniouiineiili indirizzati alfllalia da sctiltori aiUorevoli, ed intesi a iin'^liorar ravveuire. 58 ADUNANZA DEL GIORIN'O 21 GIUGNO 1846. II Segretario legge Tatto verbale dell adunanza ao aprile, ch'e approvato. Si annunziano i segaenti doni laiti all I. R. Isli^ tuto. 1 . Dair I. R. Tstituto Lombardo. Gwrnale ddV I. R. htilnto e Biblioteca Itulinna, I'asci- colo 58. 2. Dal membro effettivo prof. Baldassare Poli. Snggi di Scienza politico-hgale, Parle I. fascicolo 5, ;\lilano 184G. 3. Dal uiembro effettivo prof. Zanledeschi. Racrolta fisico-chimica italiana, fascicoli 4 c 3. 4. Dal membro effettivo dott. G. Namias. — 4 GO — (linyjiah prr srrn're ai prngre-'^si drlla Patolo(/ui fi del' 1(1 TTaprr/iira. Fnscic. di febbraio e m.'ir/o 1846. 5. Dal niembro effeltivo nob. G. Frcsrlii. / niimcri 9 alV W del siio Gloninir I'vlitolnlo .- L' A- niico ilel ConlnJino. G. Dal nierabro efl'ettivo prof. (]alnl!o. l\emar(]tics ea-irai'tes de V 07ivro(jr iried/t ■iiir la Grn- gnosic paUozo'iqtie des Alpcs VenitimiiH.^ par M. le prof. Cat?illo. Bologne, di pag. 28, irt 8. -. Dal inenibro effeltivo delT I. R. Istlluto Loinl)rir(li) cons. Gianelli. Snile atinali speranzc dclla Mcdicina. IMilano 1 8 IG, (li pag. 32, in 8. Prhno Rapporto delta Coynmhsione per'inanenie , con residcnza a Milavo, incaricata di coniiniiare rjll sttid/i sul- la Pellagra. Milnno, 1845 di pag. 28, in 4. 8. Dal si^. dott. Bartolomeo Biasoletlo di Trieste. E.^cfirsioiii botaniche s^dlo Schncehcrg nella Carniola. Trieste 184G, di pag. 90, in 8. Viaggio di S. M. Federico Aiiguslo re di Sassonia per r Islria, Dahiiazia e 3Tontenegro nelP anno -1858. Trieste 1841. i vol. in 8. con tavole litograficlie. (). Dal sig. Andrea Tripaldi di iNapoli. L' aiinosferologla qnarto regno dell a valura c sna sloria natnrah. INapoli J 845, di pag. 94, in 8. — 461 — TO. Dal sig. Giuseppe Manefti, Diretforo delll. ]\. Orlo Botanico di Monza. Catnlnrpfs: p}antar7(7n Cncsarei herfii Hnr/i prope Mn- diciam ad (1111111.7)1 1842. MeclioI;ini, fli pa?. 118, in aziom anatomico-fisiologicJie iella Testuggine Care Chehnie in generale. sul ciiorc della Testuggine Caretla e delle Del dott. Antonio Olivieri. Le ricerche anatomiche intorno alle Tartarughe tcrrc- stri, fluviali e marine, gii istituite fino dall' cpoca di Marco Aurelio Scverino,»iello Stenone e del Blasio, condotte ncl sc- colo 17.*^sistematicamentedalCaIdesisottoIascorta del Redi, ebbero a'tcmpi nostri tale raffinamento per isquisitezza d'in- dagini e larga copia di trovamenti, per opera di Cuvier, Blu- — 477 — monhnch, Meckel, Panizza, Mcry, Mimniks, Diimeril e Boja- nuSj da non lasciar forse cosa alcuna a desiderare. Fra tanta messe per6 di utili risultamenti, alcune par- ticolarit;^ di stnittura ncl cuore di questi animali e dei rct- tili in generale, non mi parvero bastantomente svolte a dare pieno e siciiro convincimento sul luodo con cui si conipie la circolazione nelle sue cavitt^. Egli e percio che avcudo avuta opportuna occasione, per gentile condiscendenza del prof. Cortese, di notomizza- re in sua compagnia tre tartarughc di smisurata grandezza, ed un (inarto esemplare di mole non meno cospicua ofTer- tomi dal prof. GatullOj ed altri piii miniiti per mia cura rac- colti, mi venne in animo d' intraprendere novelle osserva- zioni sul cuore in particolare delle tartarughe marine, le quali assoggetto al vostro giudizio. Fu scopo spceiale delle mic indagini il cuore della Ca- relta, che avanz;i per valore tassonomico e perfezione quello delle altre Glielonie. E spero che offrendo intorno a questa la particolare descrizione delle parti anco le piu minute, es- sa mi possa servir come a modello per le congener!, a fine di dedurne le fisiologlche conseguenze che s'addicono al- I'intiera famiglia. Spetta la Caretta alia famiglia dei cheloniani, della sc- zione dei rettili loricati, della sottoclasse degli ordinarii, a I'espirazione polmonale permanente, della classe de'reltili vertebrati a sangue freddo. Essa vive ordinariamente sot- t'acqua o vi galieggia, e non e clie all'epoca degli amori che trovasi in sulle spiaggie. Debbo avvertire che nelle mie descrizioni io considero la testuggine in tale posizione che il di lei asse maggiore resti perpendicolarc all'orizzonte, cosicche essa si present! alPosservatore col piastrcme. — 478 — II cuorc in (juesto animale i^ collociXo liin^o I'asse ilol corpo, al (li diclro del piastrnno su ciii andrcbbe a ricadoro, sc fosse libero, iiella cavitA del poricardio, come negli uc- cclli, mamniiferi ec. Esscmlo I' aniniale di met. 1 cent. Gi, qiicsto viscerc trovasl collocato a ccntinietri Go ()ai'tcndo dal Venice del labbro suporioic della scatola ossea. E poslo fro i polmoni in modo che la sua base tiovasi alia distanza di quattro dita trasversc, inrcriormenlc al lenibo snpcriorc di questi organi. Sta a ridosso del fcgato, il quale gli da sostc- gno a giiisa di pulvinare. E rinchiuso nel suo poricardio as- sai lassaniente, se lo si esamini in condizioni di morte; ina giova credere che in vita il pericardio vi si adatti csatla- mente, o forse un po'meno che negli uccelli e raammifcri, nel quali anco molte ore dopo la morte si presenla come un astuccio vitreo che lo rinserra assai strcttamente, e cosi che non sc ne avverte a colpo d'occhio la prcscnza. Qui invece il pericardio si puo pigliare in piega assai facilmente. Non e esso diafano come negli altri rettili (Ofidiaiii, Sauriani, Batraciani), ma opaco, fd)roso e di un tcssuto niolto ana- logo a qucUo della dura madre ncU'uomu, chiazzato ncll'e- sterno di bolle adipose. La parte inferiore di qucsto involu- cro aderisce assai strettamente al pcritoneo, circostanza da porsi a calcolo per le ragioni che diro piu sotto. Aperto, lo si trova liscio, untuoso alia maniera delle superficie libere dellc membrane sierose. Una sua aderenza all'apice del cuo- re ferma 1' occhio dell' anatoinico. e questa e costituita da fibre tendinose, che partendo dal peritoueo a guisa di Icga- mento, tengono fisso I'apice del cuore Itingn 1' asse del cor- po. Su d' esse appunlo va a riflettcrsi il pericardio, ripctcn- dosi in basso la disposizione che superiormcnle ha luogo per i vasi maggiori. Per due tramiti va (|uindi a costiluirsi \iscerale (juesto indumcnto. — 479 — (Fig. I.) II sistema cardiaco (ed io con cio voglio inten- (lere le orecchiette, il vcntricolo, i vasi, e tulto ch'e com- preso end'o il sacco del pericardio) ha un'apparenza del tut- to specifica, distinta dagli altrl animali a hii afRni per fra- tclliinza di classe. Esso perde in lungliezza cio die acqnista in larghezza, e rappresenta in qualche modo nno sferoide, il ciii arco inferiore, facendosi piu sentito, accennerebbe a destra 1' a pice del viscera. II cuore prescnta dalla base all'apiee una lunghczza di cent. 17 mill. 5, larghezza cent. IG, e la raaggior profondifA in corrispondenza delle orecchiette di cent, 7. II suo peso e di oncie metriche 6 e 1j2, che in rapporto a quello del cor- po di 200 e piii chilogranimi risulta circa 1/370 (1). Facilmente macerabile nell'ac(iua, risponde assai bene all'azione dei liqnidi conservator!, i qnali nc costipano cosi potentemente le fibre da far perdere alle orecchiette la dia- faneita che hanno quando sono ancor fresche. E fornito di una consistenza. che in relazione alio stesso organo sfa raol- to al di sotto di quella dei mammiferi, ma bene al di sopra di quella dei pesci. Anche molto tempo dopo la morte ri- sente I'azione galvanica, meno pero del cuore delle tnrta- rughe terrestri, nelle quali tre giorni dopo dell'estinzione della vita lo trovai ancora irritabile. E poi dall' aria modi- ficato assai prontamente nel colorito e nella lucentezza. Sulla faccia anteriore dell' organo vedesi una fossa profonda e diretta orizzontalniente, la quale divide il ven- tricolo dalle orecchiette soprastanti, ed una verticale inter- (i) Tiovandosi il pez7.o in conservazione alcoolica piesso il Gabi- netto di Anatomia della R. Univeisita di Padova, non si pote rilevaine il giusto peso specifico relativo al pezzo disseccato a loo". — 11 peso spe- cifico relativo al peso assoluto, cbe ollVe il pc^zo compenetralo dal licjuido conseivatore, sarebbe di 8. 88. — i80 — posta tra I'una c Taltra dellc orccchiettc medcsiniCj U dove sono accoiti i vasi maggiori artcriosi usccnti dal cuorc. Sul- la faccia postcriorc nel piano medesimo scorgesi una fossa egualmcntc profonda fra le auricole cd il ventricolo; al contrario e canccllata quella che divide i seni fra loro, e cio in accordo con quanto riscontrasi negli Ofidiani. Esposto cosi quanto spetta aU'msieme dell'organo, passiamo a con- siderarne separatamente le varie parti. Delle orecchieitc. (Fig. I.) Sono due le orecchlelte, una destra, I'altra si- nistra, poste nel piano medesimo al di sopra del ventricolo,il quale ne resta un po'sormontatoanteriormente e nei lati. Es- se sono con esso legate in sistema per due filament! tendi- nosi solidi e non canaliformi, come da alcuni furono descrit- li. La figura di amendue e irregolarraente sferica;picciuolate in basso dove s' inosculano al ventricolo , accennano quasi alia formazione di un collo. La capacita sembra maggiore nclla sinistra che nella destra, e cio dipendentemente dal setlo interauricolare, che, invecc di scendere a piombo, vie- ne arcuato dalle parti superior! alle inferiori con la cavita risguardante a sinistra, e quindi a scapito dell'auricola de- stra. Ma esaminata la cosa per minuto, c facile coraprendere die il setto non essendo un piano, ma un fornice a giiisa del nostro diaframraa, a seconda che lo si rende concavo o dair un lato o dall' altro collo spingere delle dita, Simula appunto la maggior ampiezza, ora per I'auricola destra, ora per la sinistra. Astrazione fatta invece dal vario foggiarsi del setto, le duo orccchiette sono presso che di capacitii egua- Ic: presa pero la somma delle singolc capacita, la vincono di gran lunga su quella del ventricolo, anzi si potrebhc dire che — 481 — ciascuna eguaglia quasi il cavo ventricolare, qiiantunque in apparenza sembri il contrario. Avuto riguardo alia gran- dezza proporzionale ili quelle con (luesto, le Irovai piii piccole che negli Ofidiani , come gia avverte 11 Meckel. Hanno struttura muscolosa , ma risultante di fibre cosi delicate da sembrare trasparcnti, e cio ad anlmale recentc; mentre se si esaminano i pezzi per qualche tempo tenuti nel- I' alcool, si trovano le paretl auricolari piu compattc e privc (li ogni diafaneita pel coslipamento operato dall' azlone del liquido ambiente. Le dilTerenze qnindi incontrate su tal pnnto da Blumenbach in alcuni individui di (juesla classe, oltre che dipendere dal vario grado di contrazio- ne col quale si porgono all'osservatore, come dice Meckel, possono anche ripetersi dall'esame che se ne faccia in pre- parazioni tenute in liquidi astringent!. Aperta la destra^ inconlrasi posteriormente un ampio fore, che mette in un golfo venoso, del diaraetro di 4 centi- metrij e cio perche le vene cave e le epatiche vengono a con- fluire insiemc. Quell' orificio e munito di due valvole di figu- ra semicircolare, assai ample, delle quali la concavita cor- risponde all'auricohi. I loro lembi liberi sono afTatto sjirovve- duti di noduli, perche nel meccanismo agiscono per totale applicazione dei loro diametri. Questo foro e collocate po- steriormente, rasente al setto, e sembra quasi che questo costituisca il segmento anulare inferno dell'apertura. Piu in basso e nella stessa direzione giace un ostiolo assai ristret- to, dove mette foce la vena cardiaca, sprovveduto della val- vola del Tebesio, che sta esattamente in accordo col piccolo calibre del vaso. II foro auricolo-ventricolare trovasi di ris- conlroa quelle delle cave, in guisa da riceverne direttamentc il fluido da esse projettato, E assai anguste, facendone para- gone coi raammifcri, e da non potervi scorrere per entro che F. 61 — i82 — col illto inJice, c a inula pcna. La sua situazionc e di costa al conipagno, non essenJo da (luello diviso chc dal sctto, per cui ne risulta dal loro complesso una clfra ad oo (otto). Una valvola, die avrn campo di descrivere trattando del ventri- colo, agisec in eoi'rispondcnza a qiieste aperture. La super- ficie interna dell'oreccliietta e tutta rcticolare per fibre mu- scolari delicatissinie, che si dccussano fra loro lasciando ma- glie molto minute; queste fibre pero tcngono sempre il loro corso lungo la parcte, ne intersecano punto la cavit;^ come fanno quelle del ventricolo. Ncssuna parte di quell' estesa superficie si presenta 11- scia come il seno nei mamniiferi, dal die si deduce essere ra- gionevoledi riguardare tutta quella caviti come appartenen- le allc oreccliiette, mancando ad esse i caratteri dei seni. E potrebbe dirsi cbe i muscoli pcttinati del cuore nolle class! superiori, qui^avessero uno sviluppo stragrande, ne sareb- bero pettinati, ma retiformi ; disposizione da bene istudiarsi per dimostrare i meccanismi di contrazione. L'orecchictta sinistra, oltre alle generalita che riscon- transi analoghe a quelle della destra, presenta 1' orificio auri- colo-ventricolare ancor piu ristretto di quella. Le vene pol- nionali coUiinano insicme in modo da costituire un foro u- nico aperto nella cavita alia maniera delle cave e nel piano medesimo ; anzi da (juello solamcnte diviso per la tramezza. Questo foro non ha apparato valvolare, come afferma Cuvier delle chelonie in generale, ma boccheggiante e liscio come negli ordini superiori. 11 setto interauricolare, che acccnnai discendere arcua- to dall'alto in bnsso, ha struttura identica a quella delle pa- reti interne ddl'auricola. Non e teso a sipario, ma foggiato ;: fornice, che al punto della maggior dcpressionc si produce in una cavita a ditale, per cui rapprescnta il segmcnto d'una - 483 — sfera cava ombelicata nel ceiitro. In qiiesta spiaggia appun- to e esso piii sottile, non per membrana polita come nei- I'uomo, che la slriiltiira reticolare doniina in tuUa la sua estensione, ma per fibre piu gracili c filiformi, aspelto che indicherebbe torse la preeslstenza d' un foro. E da ritenere che nei raoti alterni di contrazione e ri- lasciamento rendesi or piano or concavo a vicenda. Del ventricolo. 11 ventricolo (fig. I.) ha una forma ch'io non saprei me- glio indicare, che assomigliandola alia vescica orinaria della donna, un trigono ad angoli smussali, e scIii;icciato dall'in- nanzi all'indictro. La sua base risponde alle orecchiette, I'a- pice in basso tendente a destra eaderente al pericardio. Li- scio e lucente nella sua superficie esterna, prescnta un co- lor rosso-bruno. E rigato dalarga copia di vasi contenenti un sangue atro-bruno, e da filamenti nervosi di un bianco spic- cato. Le ramificazioni arteriose ripctono I'origine, per quanto ho potuto rilevare, da un solo tronco coronario (l),di molto piccolo calibre, e che sorprendc se si osserva I' ampla mo- le del viscere in confronto dei mammiferi, dove due sono le coronarie. E posto che fossero in proporzione all' organo come i a 3 ciascuna, qui sarebbe come uno a sei questo solo. Quello poi che reca maggiore sorpresa si e di vede- re il ventricolo sprovveduto d'adipe, cosa che contrasta colle masse pinguedinose, che veggonsi coacervate qua e 1^, ed abbondantissime in ogni parte del corpo. Percio io direi che tale circostanza meriterebbe sul serio di esser prcsa in esame, poiche neU'uomo, anche afTranto da lunghe e mace- (1) Di cio per altro non posso poitare pieua inalleveiia . La inda- gine non fu spinla tanto avanti da escludere ogni dubljio. — 484 _ ninti mulattic, possono trovarsi I'omcnto, i reni e gli organ! tiitti (Icnudati dalle loro atmosfcre adipose, il cuore non niai. Possono considcrarsi ncl vcntricolo una base, un apice, due superficieleggermcnteconvesse, una anteriore el'altra posle- riore, un marginc dcstro laglientc, il sinistro un po' roton- dato. II solco verticale, che fassi manifesto negli animali a setto niuscolare complete, c appcna indicalo da una linea tortuosa, sfumata, che giu discende dalla base all'apice. A- pcrto con una sezlone semicircolare dei margin! in modo da dividernele due meta anteriore e posteriorc (fig. II.),sorpren- deaprimagiunta^intreccio cosi scrralodi fibre, che, per ogni verso incrocicchiandosi, fannosospettareche le cavita interne non si riducano che a spazii interlaminari, come sarebbe un tessuto cellulare, soffice erarcfatto.E giuoco forza scindere, sbrigliare, permeare qua e la per farsi strada a studiarne I'interno. Giuntl in prossimita alia base, iucontrasi una cavi- ty concaraerata in tre, per cui il Mery non a torto, al dire di Carus, considero nel cuore delle tartarughe, oltre il vcn- tricolo destro e sinistro, una terza loggia per I'arteria pol- monale e 1' aorta, e cio dipendentemente da tralci muscolari che in ogni direzione dividono quel cavo. Lo spessore delle paretl predomina molto palesemente nel lato sinistro in con- fronto del destro ; al contrario il tramagllo di fibre e piu sentito ed intricate nel destro che nel sinistro. Fra 1' intrec- ciatura cosi serrata, da smarrirne non ch'altro la via, iucon- trasi, circa ad un terzo del diametro trasverso del cuore che riguarda a destra, una specie di tramezzo muscolare. Esso e formato di fibre molto compatte e verlicali, continua in tutta la sua estensione, ed accenna ad una divisione in ca- vita destra e sinistra comunicanti fra loro nel tratto supe- riore e postcriore. Cio non dipende da smagliamento della continuity*, ma dalla maucanle adercnza del tramezzo col — 485 — piano (lorsale del vcntricolo. E questo Tapparato musco- lare, die nci Irattati d'Analomia comparata passa solto il nome Tav.l. Hll. .> •V-^ "fe^W' <^ifei^^ Ki^.111 /^'\-'^''\(."^Nj' 'niv.ll. 'i/y __._^a -/> fis. 1\\1L Tav.flL 'IWW Tij.m ^ d s. Fi -^ 559 — InGtie, il socio corrispondeule dollor EuiicoTiois legge alcuni Cenni sulla comparsa della migliare in Venezia^ cui tjiiali si propone di provare, come gia fece il doll. Namias in una memoria let la non ha gua- ri all'Aleneo Yeneto, essere irragionevolmenle esage- rata quella inquietudine che si diffuse ira noi al pri- mo minacciar di quel morbo, coslernando in genera- le gli aninii di tulli, e de' medici in parlicolare forse aucora le menti •, col suo scritto egli ha in mira di di- radare quesli limori. « Ne gia io intendo, dice il dottor Trois, di enlrare in veruna discussione generale sulla natura della migliare, Ri- tengo, cio che par dimoslralo, che v' ahhia una migliare es- senziale coslitueote una speciale gravissinia malattia, e una migliare sintomatica ; I'essenziale, risultato dell' azione d'un contagio parlicolare sull' umano organismo, azione che si sviluppa a danno di alcuno o piu degli organi interni, e (legli inteini apparati, e quindi si manifesta sul tessuto cu- taneo esteruo; la sintomalica, prodotta da un' irritazione per lo piu giistrica, o d' infezione umorale, latente anch'es-- sa talvolla, e poi |)atente all' esterno^ sotto forme materiali analoghe in tulto a cpiclle della migliare esseoziale. Le qua- li due specie difTerentissime di migliare sono distinte fra loro per alcuni caratteri speciali, fra i quali per un odore specifico, ma specialmente da cio, che la prima ha un corso suo proprio, benchc irregolare il piu spesso, tumuUuoso, e susceltihile a svariatamcnte ripetersij mcntre la sintomati- ca non ha corso suo proprio veruuo, ma c inlici'amente subordinata al corso e alle vicende della malattia dalla (pKilc (lipcndc. — 560 — Cio preniesso, io creJo chc sia prima di tutto da riccr- carc so la migliare sia veramcnle da qtialche tempo piu Ire- <|nente (Va noi chc non fosse. Al che io rispondo che se In- tendesi di migliarc essenziafe, questa nialattia certamente in ogni tempo fra noi rarissima, se pur ve n'el)bero esem- pi, e molto rara tuttora, e in (jiie' pochissimi casi che se ne possono noverare, o non fu mai, o fu ben raramcnte tale che si potesse ritencrc nata fra noi, non certamente per conta- gio fra noi nato, ma sempre per contagio a noi comunica- to; e non fosse piultosto manifcstamente importata da alcu- nedelie vicine infette Provincie, e non fosse anche per Io piu recidiva. Se intendesi della migliarc sintomatica, questa non c certo piu frcquente di quel che fosse in passato;e ncs- suna ragione infatti potrebbe persuadere che fosse tale, per- che ncssun cambiamento e avvenuto in veruna di quelle ma- lattie dalle quali solitamentedipende, onde essa stossa non puo cssersi ne per fre(juenza,ne in verun altro modo mutata. Tale e il risultato della mia lunga pratica raedica e qnello delle osscrvazioni per ollre 40 anni raccolte nel no- stro grande Ospitale , nei cui quadri nosologici , come anche ne'raiei registri speciali, quell' eruzinnc non e certo indicata adesso piu frequentemente di quello che Io fosse in passato. Di questi casi ho vedutl in ogni tempo notabili e- sempii. Ho veduta I'eruzione migliarc sintomatica quasi epi- deniica in una costituzionc di febbri puerperali, delle quali fin dall'anno 4804 ho data la storia alia nostra Socicta di Mediclna; e I'ho veduta epidemica sul declinar della febbre tifoidea del 1817, di cui pure ho data la storia al nostro A- teneo; c notai nell' una circostanza c nell'allra die I'cru- Kione era di prospcro annunzio, non comparsa nei primi tempi di (juclle epidemic quando infierivano piu gr.ivemen- tc, ma ncl loro decadimcnto, (juando la miilallia uia volge- — S61 — va al suo fine. Alciini casi ho fraimnezzo vcdati vera- mente notabili, dei quali uno fin da quando seguiva la pra- tica del nostro illustre dott. Colludrovitz in una donna ch' ebbe una disscnteria fortissima, assai pericolosaj al cessar della quale si manifesto un'eruzione raigliare stipatissima sul torace e sull' addome, e in questo apparve di repente intoi-no al belijco un tumore che, a poco a poco crescendo, si mostto disposto a suppurare, mentre la migliare gradata- inente cessava; e il tumore suppuro, e si aperse da se uq esito per lo stesso bellico, e la migliare era intanto svanita, e la malata fu presto convalescente. Nel qual caso fu anche notevole come, sette giorni dopo la scomparsa della miglia- re, e mentre ancora stava la donna raccoraandata ai riguar- di d'una convalescenza severa, s'ebbe una nuova eruzione dello stesso esantema, con piccolissimo moto febbrile effi- mero, e senza verun altro fenomeno morboso; ricomparsa che bastcrebbe in questi di perche si noverasse quel caso fra i casi della raigliare essenziale , col dire che la dis- senteria fu larva del contagio migliarosOjil quale trasportato finalmente alia cute, fu in molta parte eliminato per essa, in molta per I'ascessoaddorainale, e fu poi eliminato del tut- to per la nuova eruzione, onde la malata guari. E un altro caso m'e pur presente, osservato in una famiglia, quando io assisteva come medico fraternale quella ch'era allora Parroc- chia di s. Moise; la qual famiglia di 7 individui infermo di re- pente tossicata da'funghi, e tutti sanarono, mcno una giovi- netta di 1 2 anni che rcsto febbricitante ; la febbre vesti pre- sto i fenomeni tifoidei addominali, e fu abbondantissima un' eruzione raigliare, alia quale subcntro raolta copia di forun- coli qua e 1^ sparsi, e la raalata sano. Questi ed altri fatti moltissirai mi convincono che reruzione migliare fu fre- quente in ogni tempo fra noi , e fu anche talvolta in V. 71 - 602 — qiialchc taso gi'avissimai nc cerlo piu spessi, nc piu giavi so- 110 i casi chc ili (|uoll'eiuzioiie alUialmente si osservano. !Nel die c giuslo pero dire, die la minacciata invasione dclhi migliarc cssenziale allarinando, e con ragioiic fino a un certo confine, i curanti, li rese osservatori piu scrupolosi die non erano suUo stalo dclla cute del loro infermi, onde notano ogni menoma anche solitaria bollicina migliaro, die prima non aviebbero certo nolata, e in qualche caso f'orse credono di vederne dove pur non ne csiste. Che cerlo anclie un'illusione puo (jui aver Iuogo,coine dovuncpie una preven- zione sussiste. Quante gustriti non si videro al tempo del si- steina Broussaisiano! Clii era die non vedesse allora rossi gli orli della lingua, e non sentisse I'epigasirio dolcnte, quando altri non prevenuti trovavano lingua e epigastri sanissinii? Quante arteriti c artero-carditi non si vedono adcsso, Ic quali non esistono veramenle die nolle menti di dii se Ic imiviagina? II piu niinuzioso esamc ddia cute, e I'illusione della prevenzione, possouo far comparir piu fretpientc chc non era la migliare sinloinatica, della (juale, comediceramo, non si saprebbe dare d'allronde S|)iegazi()ne veruna, nou es- sendo cpieU'eruzione die apininto un siutoma d'altra afTezio- ne; ne veruna di quelle alFezioni principalis da cui dipendc, essendosi punto niutata da ijuel die fosse. Ma di questa frequcnza abbaslanza, la cpiale nicnte ha certo di dio inquietare anciie i piu limorosij benche pe- ro nieriti anch' essa qualclic riguardo. Ora avanzando, do- niando io se tulti o i piu alnieno dei casi die si osservano in quest! giorni fra noi si vogliano appartencre alia miglia- re sintomalica, o alia migliare cssenziale ? Se apparlcngono alia sintomatica, c il minor nuraero sia deU'essenzialc, per- die allarinarsi tanto d' una malattia che resta e puo rcstar ancora per noi cosi rara ? Se appartengono all' cssenzialCj — 503 — perclie allarmarsi tanto d'una mahitlia die sarebbe cosi fre- ([iiente, eppnreeincosipnchicasimortale? II dolt. Namiasnel (liscorso lotto all'Ateneoriporto i dati statistic! di qiiesta mor- talita dcsunti dai registri Tnunicipali; c risulta die in tanto tempo , dacche la migliare si dice fra noi, non si contano morti per essa die dicci individui, i quali ancora voglia- ino ammettere senza esanie veruno die tutti siano morti per migliare veraraente. Ma si asserisca il vero. Fra noi nel massimo numero dei casi la migliare e sintomatica, ne se ne puo dubitare per l' esistenza delle note caratteristiche die la distingnono. Pochi casi vi ebbero, c vi sono, di es- senziale, ma i piu di quesli pur risanati, o quelli almeno che fiirono trattati con metodi di ciira ragionevoli. E inne- gabile che la migliare essenziale e malattia niolto grave, e ciosoprattuttoperche facilmentei! principio chela produce si trasporta da hiogoaluogo, e suscita turbazioninon aspettate e pericolose qua e \ii; e perche questo principio morboso si maschera spesse volte sotto larve ingannevoli ; c perche dissipalo in apparenza risorge talvolta, e fin venti volte fu veduto ricomparire. Ma in questo pure deve considerarsi, die quel trasporti del principio contagioso da luogo a luogo non sono proprii della migliare, ma piu o raeno comuni specialmente a quasi tutti gli altri esantemi, locche pure il dott. Namias rifletteva; frequentissimi e veramente pericolosi nella scarlattina ; e che nessuno pero di quesli esantemi si tcme piu di quello che la ragione consente. La migliare e insidiosa; ma quelle pretese sue larve il buon senso fa so- spcttare assai che siano in gran parte almeno esagerate, se non anclie talvolta di botlo create dall' immaginazione dei mcdici. Chi puo credere, per esempio, che una migliare sia stata latente un anno sotto la forma di un' ischiade ostinata, e, prorotta finalraente alia cute, sia I'lschiade issofatto gua- — 504 — rlla ? Non c pin ragioncvolc l' ammettere che un processo niorboso piii altivo cscluJendo un altro nieno attivo cbc prcesisteva, una raigliare sopraggiiinta abbia dissipata un' iscbiade che aveva fin allora rcsistito ad ognunodei rimedii impiegati ? Si prctese perfino, c si c in buona fede asserito, che la migliare si celava In un caso dentro a un fiocco di condilomi; e credibile questa insidia vcramente parlicola- re? La ereda pure chi se ne sente capacc. Che il principio migliare possa afTettar organ! o tessuti varii, e dar originc a varie forme di niabittia, cbe non saranno mai in fine che forme d' irritazione, nessuno puo mai negarlo. Ma quel fatti stranissimi, che si ama di raccontare della migliare c delle sue larve, sono da assoggettarsi a una critica giudizio- sa, prima di amraetterli, ne so bene quanti di que' fatti reggerebbero a quel cimento. La migliare si ripete, e vero, in qualche caso, e si ripete cosi il suo pericolo ; ma rlpeten- dosi, per lo piii si attenua siffattamente, da perdere financhc la sua facoltA contagiosa; e poi non sempre si ripete. lo sospetto assai che la si vedrebbe ripetcrsi anche mono fre- quentemente, sc piu si pensasse a eliminarne intieramcnte 11 fomite dair umano organismo, onde impedire che ne re- stasse a bastanza per rinnovare la malattia, ne si abbando- nasse nel piu dei casi 1' apparentcmente guarito a un' in- cauta fidanza. Nel che pure, a ben ponderare le cose, io non veggo che la migliare sia da tenersi cosi diversa, come si vuole, da tante altre malattie, e sia tale da meritarsi quello spavento col quale e riguardata. E da aggiungersi inoltre che, distendendosi la migliare fra noi, e molto probabile che giunga in generale piu mite di quel cbe si mostra nelle li- mitrofe nostre provincie. Non diro della possibilita, d'aitron- de sperabile, che a questa maggior mitezza possa aver parte la nostra situazione maritlima. Non conosciamo ancora tutie — 3G'" — ie caratterisiiche di quel contagio, c non c inipnssibile die esso abborra da un clima niarino, como la fcbbre gialhi lo prediligc al contrario. A questa speranza potrebbe esser di fondanicnto 1' osservare come quesla malattia, Icntissima e vero nel stio propagarsi, voUeggi da tanto tempo con una lentezza afl'alto particolaro intoriio le nostre lagnne, e non Ie abbia ancora varcate die quasi di soppiatto. Si direbbe die formino una barriera, la quale vigorosamente si op- ponga al progredire delta migliare, e sia anche percio capace di mitigarne la virulenza. Ma si lasci questo, che non e altro infine cbe un voto. Cio cb' e dimoslrato fuor di ogni dnb- bio 6, che in generale le malattie le pin gravi sono fra noi rese piu miti. Le piii coniuni, quelle soprattutto nelle qnali la diatesi s' innalza oltre al livello norniale, o che consisto- no in una irritazione, esigono notoriamente per questa loro relativa mitezza un trattamentomolto diverse da quello ch'e necessario di opporre alia malattia medesima, anche nelle provincie piu a noi vicine. La qual notabilissima dilTerenza io credo di dover attribuire in parte a nn efTettivo minor poiere dellc cause morbose operanti fra noi, siano esse fra noi nate, o a noi comunicate; in parte alle disposizioni mi- gliorl di quelli che ne sono affetti , i quali per manifesta influenza del clima si trovano abitualmcnte in quella mode- rala condizione de' poteri vitali. che ne rende raeno vigo- rosa. ma anche meno agitata e piu sicura la vita. Locche pure io vorrei che fosse considerate a moderar Io spavento che la migliare ha diffuso ; ma vorrei che fosse considerate principalmente perche servirebbe assai a determinare quel trattamento della malattia che fra noi almeno e il piu con- gruo; il quale, se fosse state adoperalo piu cemuncmente, non si avrebbero forse a deplorare nc mene quel podii casi funcsti che dcploriamo. Gii la ragione persuade abba- sranza. come in fnlte le niahiltio co^i in f|ii(";i;i, dolla con- venienza di (iiiesto traltanienlo pin mitf, e la ra^^ionc c pnr qui soccorsa da una fatalc csperienza, die diniostro rinscili infcliconicnte tiitti quci casi clio si voll.'ro curare coi metodi ecccssivamente enorgici e tnmnltnosi.clio Cdotro al- ia migliaro solilamente s' impicgano; sanati Inlli quclli al contrario die fnrono traUati coi scniplici metodi pin comn- ni general men f.e adoltali nella cnra delle nialaltic csante- matiche. Ne io diro di qnella vcglia ostinata alia quale si sforzano violentemcnle i malati di migliare , pratica die non saprei hen dire sc ripugni piu al huon senso o all'uma- nit;^. Si pretende d' impcdir cosi le congestioni cerebrali fa- cilitate dal sonno, e di vero un sonno eccedcnte pun favo- rirle; ma una vcglia forzata non tormenta potenteinentc il cervello, e fra rcocilamenio in cui e per essa manlcnuto in- sistentemente quell' organo, e il sun naturale indispcnsabile hisogno di riposo, non si hanno tutte le condizioni piu op- portune a sconcertarlo, a renilerlo infermo, e a dotermina- re appunto (]uclio congestioni die si cerca di evifare? e i\n sonno discreto die in ogni malattia si cerca, si desiilera e si festeggia ottenuto, non c anzi valcntissimn mezzo a mante- ner quell' organo in istato norniale, e ad allontanarne ogni morbosita? Chi piu disposto alia congestione cerobrale del- I' ubbriaco, e il sonno forse favorisco questa sua disposizio- ne •' Non diro ne meno dell' altra pratica di lener immobili gl'infcrmi di niigliare, e di vietar loro ogni cambiamento di hiancberia,onde ai lore patimenti il tormcnto si aggiunge del lezzo in cui stanno immersi per giorni c giorni, e nel quale finalmente per la piu parte si estinguono! A qual pro cosi fatta barbarie? Forsc per evitar I'impresslone dell'atmosfe- ra ambicnte a clii sta d' altronde seppcllito nel ghiaccio ? Perch''' anzi in una malattia dove csistono infette cmanazio- ~ 367 — ni contagiose non si cerca di canibiur (juell'almosfcra inlor- 110 aH'infermo ? lo venero profondainctito I' aiitoriti di quei medici die iisano nella rnigliare (juosti rnetodi, ma vor- rei che la niia ragione si persuadcsse pure della loro nlili- ta; dai (|uali metodi al contrario il minor dei danni, che ne lisullino a mio giudizio, e qiielio della scoraggiante im- pressione die ne riceve 1' animo dell' infernio, giustanien- te atterrito da praliche cosi stiane e incoiisuete. Non pos- so pero lacere dell' abuso die nella niigliare si fa, e in niolti cusi si e fatto pur Ira noi, del salassn e delle nii- gnatte, mezzi di deplezione sanguigna utilissimi, ini che altre rocce, piumodernee pin antiche di queste,stratiri- « cate concordemente,giudicheremocheqijesta concordanza J5 di stratificazione non indichi altro se non che durante le » deposizioni successive di rocce di epoche geologiche diver- » sc, non sia intervenuto nei luoghi osservati azionealcuna di " rocce eruttive che nesconcertasse i banchi precisamente al '- chiudersi de'successiviperiodi geologic!. Ricorreremoadun- jj (|ue ad altre indicazioni, e queste le troveremo nell'alter- 55 nanza dei banchi superior! della calcarea rossa ammonitica » cogl'inferiori del biancone, come chiaramente appare a Sol- s' zago presso Como, ecc. » Ammette egli (juindi sempre che 11 biancone sia supe- riore alia calcarea ammonitica ; cita inoltre una localita ov'esso giace in istratificazione discordante colla medesima, e presenta soltanto, come obbietto a separarlo, I'alternan- za degli strati inferior! del biancone co! superior! dell'am- raonilico; alternanza ch'io ricordero notata nei trattati di geologla, come quella che suole osservarsi la dove finisce una formazione e ne comincia un'altra, senza che vi sia sta- to un repentino sconvolgimcnto; altcrnanza che I'u osser- — 577 — vata dal Maraschini nel Vicentino fra la sua prima calcarea grigia e I'arenaria rossa, senza die pcrcio gli sia venuto in mente di connettere queste due rocce fra ioro. Riguardo poi al secondo punlo, die i fossil! dclla cal- carea animonitica siano proniiscui al biancone, cominciero dal preraettere die, sebbene le cose esposte dal prof. Catul- lo non giungano a provare questo fatto, io sono pero ben lontano dal negarne la possibility; giacche non mi seinbra doversi tenere per improbabile, che qualche individuo di una specie possa essere sopravvissuto alle cause che distrus- sero gli altri, ed abbia continuato a vivere in un'epoca piu recente di quella di cui e ritenuto caralteristico ; come d'altronde ammetto che le spoglie di creazioni perite e deposte in sediment! piu anticlii, [jossono alle volte essere state svelte e trascinate dalle correnti, e quindi deposte uni- tamente alle spoglie organiche di up'epoca successiva in un terreno piu moderno, offrendo cosi all'osservatore il fatto di un'apparente prouiiscuita di specie. Percio nella determinazione di un terreno desunta dai fossil! giovera atlenersi, oltre al nuinero proporzionale del- le specie caratteiistiche, alio stato di conservazione ed al numero degl' individui; giacche questo reahnente segna la stazione e la vita di quelle specie, die in un'epoca piutto- sto che in un'altra si trovarono nelle circostanze mcglio adatte alia propria csislenza ed alia propagazione. Ne si deve Iralasciare di ricorrere piu particolarmen- te alio studio di quelle faniiglie, la cui stazione abituale pos- sa escludere il dubbio, che i rest! di una fauna piu antica giacciano rinianeggiati e fraministi a quell! di una fauna piu recente. E per questo niotivo che, trascurando le conchiglie a stazione lilorale, mi sono attenuto nella determinazione r. 75 — 578 — pnleontologlca del biancone aJ invesligarc le specie di cefa- lopodi die lo distingiiono. Giacchc, csscndo i cefalopodi mol- liischi a s!;izi()nc pelagiea, segnano con le loro spoglie piii prccisamentc i caralteri paleontologici del sedimento depo- sto dal mare in cui visscro. In non ho mai osservato promiscnita di specie fra i ce- I'alopodi del biancone c quelli della calcarca ammonitica, quanUuKpie mi sia data la cura di raccoglierne dall'uno e dall'altra, quanli pii'i ne potci, nei monli del Padovano, del Vicentino, del Bellunese e del Tirolo Italiano, c non abbia tralasciato di csaminarc diligentemente quelli numerosissi- mi della collezione Caregnato esistente nel Seminario di Pa- dova, quelli del Gabinelto dell'I. R. Universitj^, quelli posse- duti dal chiariss. prof. Catullo e quelli raccoiti dal niio di- stinto amico il sig. Alberto Parolini. IIo invece riscontrata sempre una distinta e palese diversit;'i fra le specie dell'uno e (jueile dcll'altro terreno. Vonendo finalmente alia terza proposizione del prof. Catullo, die i fossili appartenenti a questi due terreni siano riferibili a quelli che vissero neH'opoca cretacea, e d'uopo ell' io rainmenti come I'esame delle specie da me trovate, e di quelle esistenti nelle collezioni sopraccennate, mi abbia- no indotto a riconoscere (pielle del biancone come proprie dell'epoca neocomiana; menlre gli ammoniti rinvenuti nel- la Ciilcarea amnionilica mi obbligarono di abbracciare I'opi- nione dei sigg. l)e Buch e Collegno, ed a ritencrc die que- sta roccia, per la sua giacitura e per la copiii di ammoniti jurassici che rinchiude, si debba riferire alia formazionc jurcse. Premessi questi pochi cenni da contrapporsi a cpiclli cbe il prof. Catullo mise innanzi alia descrizione dei fossili cli'ogli pre^ento come crctacei, ed in parte piomiscui tanto — 579 — al biancone che alia calcarea ammoniiicit, proccJero a-as Dnvnlii, specie tutte riconosciate proprie del terreno neo- coiiiiano; e le (juattro specie, trovate dal prof. Catullo e- sclusivainente nella calcarea aminonitica, sono V Am. talri- cus, il biplex, il bifrons, V auniclatus, di cui, come e ben nolo, le due prime appartengono al Jura, e le seconde ad nn terreno ancor piii antico, (juale si e il lias. Laonde risullerebbe evidentemente anclie dallo scritCo del pi'of. Ciitullo: 1." Ciie la classificazlone da me proposta pel nostro biancone riposa sopra una base abbastauza sicura, anclie dal lato paleontologico. 2." Che il fatto di specie neocomiane nel biancone, e di specie jurcsi nella calcarca ammonitici, convalidato anche da quanto si legge nella Memoria del prof. Catullo, e trop- po fre(|uentc per essere posto in dubbio; e cpjindi posso insistere sulla separazione geologica di queste due roccie. 3.'^ Che Ic specie juresi e perfino liassiche, citate dal (uatullo nella calcarea aminonitica, confcrmano picnamente la connessione di qiiesta roccia colla formazione juresc; connessione gij^ stabilita ;d Congresso di Milano dal celcbre de Bucb, e giustamente liaiitata dal PresiJente dclla Sczio- ne geologica di quel Congresso al piano supcriore dclla for- mazione stessa, non permcltendo la Geologia pura di collo- care nel lias un terreno sovrapposto alia formazione ooli- tica dclle nostre montagno. r. IK — 586 — A proposito tlella precedenfe Nola del sig. de Zi- gno il segrelario Pasini aiiiiunzia clie il sig. prof. L. Zeuschner d'l Varsavia ha rccentemente pubblicalo una iiieaioria Sopra i rapporti dellarenaria a fucoicU e delta calcarea aminonitica nella catena del Tatra^ e sail eta relat'wa di queste ;'Occe (Leonhard u. Bronn N. Jahrbuch 18/(6. pag. 171), nella qiial menioria sono rileriti alcuni falti luolto analoghi a cjuelli ossei- vatl nei monli d'lndunOj di Gavirate e di altri luoglii del Milanese. Ti-e sezioni di qiiella catena nel suo pen- dio seltentrionale, descrille con somma diligenza dal prof. Zeuschnerj diinostrano : Che la calcarea rossa ammonitica, affallo simile a quella delle Alpi IlalianCj e subordinata all'arenaria .1 fucoidi de' Monli Carpazii, e con essa senipre con- cordante. Che le fucoidi si trovano sol to e sopra gli stra- ti animonitici, come a Gavirate ed a Tavernerio, e so- no consegueulemente da riferirsi al (erreno jurese. Che le arenarie conosciute generahnente sollo il iioiue di arenarie dei Monli Carpazii, appartengouo a due distinle formazioni, una delle quali jurese, e ca- rallerizzata dalle fucoidi j faltra piii recente o creta- cea, caratlerizzata d'AV Exogyra columba^ dalla Pho- ladoniya Esmarhi ecc, e priva afTallo di fucoidi. Che pero lul te queste arenarie, e le allre recce con- comilonti sono scinpre parallelc c concordanti fra loro. — 387 — Che Ira quesle rocce siipeiiori ve n ha parcc- chie aflfatlo somigh'auti alia scaglia delle AlpI Ve- nete. Nei Monti Carpazil uieridiouali havvi una roccia singolare, la doloniile numnuilitica, che pei rappoiti di giacitura si dovrebbe rignardare come un niembro ioferiore dell'arenaria a lucoidi, e diverrcbbe allora piu recenle della calcarea ammonitica. Non vi soiio pero, dice il prof. Zeuschner, prove sufficient! per decidere se questa dolomite apparlenga alia fornia- zione jurese od alia crefacea. Finalmente, da parte del dolt. Moise Benvenisli di Padova, sono comunicate le conchisioni di un la- voro ch'egli si propone di pubblicare Sul saiiguc con- siderato esscnzialmente iielle sue relazioni coUo sta- to patologico dei vasi. Di questo interessanle argc- mentOjUel quale per comune consenso e uialgrado di parecchi recenti lavori di medici e chimici illuslri inolto rimane a fare, il dott. Benvenisli si va occn- pando da quattro anni. Egli e disposto di pubblicare tulto intero lo scritto suo, ed intanio fa conoscere le ultime conchisioni cui e giunto, ed il nielodo die ha seguito nelle sue indagini : <■( i." Lascijndo di discorrei'e dclle primitive allor.Tzioni del sangne, o nicglio do'ssioi infjuiiiaiiienti doviiti ad cstrin- seche sostanzc inassimilabili o inassimilatc in csso pcrvc- rufc, c limitnndomi a piirlare di (picllc fecondario sue niodifi- — 588 — c.'izioni die dipcndono c sono prodolte clalla varia conili- zionc (lei solidi, credo doxer prendcr lo mossc lanlo dalle ragioni eliologico-sintoinatiche, quanto dalle anatoiniche, pcrclic univoclic, positive c sensibili. E non solo mi attcngo alia notoiiiia patologica per Icgare ccria crasi di sangiie a ccrlo slato doi vasi , concepili ncl largo senso Galliniano . ma lo faccio del pari alia coinparata el cmhriologica. Dal- 1' aUio lato poi. cioc dalla parte del sangne siesso, non mi limito ai soli suoi caralteri fisici, ma abbraccio senza riser- \a i cliimici cd i microscopici per due ragioni validissimc; |H'rclic cioe, la scienza chimica, la quale ncl sangue amma- hito si conlenta di valutare Ic proporzioni rispcttive doi suoi soliti clcmciiti immediati, o la presenza di insoliti, o le proporzioni spontaneamente (atte palesi con mezzi mec- canici divisivi e misuratori, come son quclli usati da Pol- li. Nfisse e Mandl, non c che I'analomia del sangue niente mono attendibilc clie quella dei solidi, trovandosi amenduc nclle mcdesime condizioni ; e Ic ricerclie niicroscopiclio, le quali si occu[)ano dci soli globuli sanguigni, non vanno ri- gcltate conie mezzo ilUisorio capacc di dare una cosa inor- ta per viva, snbito che nel vivo altraverso ai vasi operanii ed interi danno, per tulti i casi che possono servir di con- fronto, i medesimi risullamcnti offerti dal sangne appena morto, cioe appena estratto dai vasi stessi. 2.^ I modi coi quali il vaso, o piii attivo o piu tar- do nella funzione (non dico vi/a) che gli appartiene, puo influire sulla crasi del sangue che in se contiene e tra- duce, non mi par si riducano solo alia cojiia e qualita deir umore che la interna tonaca secernc e mcscola all' uuiore scorrente; ma risulli e da questa condizione, e dal- lo slato insieme delle prime radici che ammettono dall' e- sterno c dalT interne nuovi elemenli prossimi e rcnioti ; — 5R9 — e da qucllo delle estremita ciie ne Icvano in parte i vecchi dementi, con che manifcstamente si alterano c cangiano le combinazioni di qiielli che rcstano; e dal movimento del vaso che su questi stessi col vario avvicinamento e riinescola- mento non esercita forxa minore. I vasi poi, che col va- rio lore operare sono in case di produrre tanli sensibili cangiamentij non si compendiano per me nell' arterioso e nel venoso soltanto, ma risultano del pari, dei vascllini linfatici che apparecchiano il primo sangiie-, del cuore, che oltre a spingerlo, !o modifica, secondo insegno Gallini, in due varii modi nelle due vicine mcta che lo compongono; dei capillar! che lo scompongono in tante guise; dei vasi oscretnrii rnccolti in glanJole che, filtranJo ed eliuiinan- do alcuiii princijiii belli e format!, importano ccrta dcter- minafa coinposizione dclla massa che passa innanzi: final- mentc, o forse avrci detto meglio primicramente, del ca- nale o vaso digerenle che col suo lavoro scgna il primo periodo dclla sanguificazione, e imprime il primo e piu decisive grado di snaluramento e ricomposizione a! mate- rial! divers! che in no! pervengono dal di fuori. o.*' Post! quest! limit! molto larghi^ esibita quesia par- lizione molto piu minuta, che la comune non e, alle inda- gini ematologiche, inconiincio dalle due provincie vascolari sullc cu! relazioni patologiche colla mistionc del sangue tan- te nuove e fondau)entali cose furono dal Giacomini pro- poste. E movcndo prima dal venoso, diro che, compen- diati tulti i risultamenti pur! c nudi, da me altrove riuniti meglio che sepj)i, della sua notomia patologica colle esplo- razioni fisico-cliiiiiiche del sangue cavato in quelle forme pletoriche, putride, pestilenzial! e nevrotiche che alle stcsse anatomiche alterazioni rispondono, trovai bensi che alia pre- valentc attivita delle funzioni venose e degli organ! che ne — 500 — (lipendono corrispoiiile I'aspcllo iicrissimo, piceo e atrahi- larc (Iclsangiie; ina parveml Irovarc qualchc cosa di piii preciso sulle ragioni di quell'aspctlo, c qualclie cosa di non alteso siillc altrc qualilA chc I'accompagnano. 1 caralteri del sangiic sopravcnoso, chc corrisponde nella notomia compa- rata a quello dei cetacei, dei rellili e dci pesci, nella embrio- logia a qucllo del fcto, e nella normalo nostra organizzazio- ne a quello della vcnaporta c della placenta, per quanlo da numerosissimi fatti posso dedurre, sono i seguenti: nume- ro maggiore di globuli sangiiigni (fatti piii grossi, rigonfia- li e rotondi), dal ciio dcriva maggior peso spccincn del san- guc ancor liqoido, e dopo la coagulazione, pit'i profonda oscurita di colore, spccialmente nello slrato inCeriorc del gruino, c volume piu considcrahile del gnimo mcdcsinio; co- pia soverchiantc di principii alcalini c salini, spccialmente dell'ammoniaca libera e di muriati diversi, i quali aiievolano la dissoluzionc della materia colorante, e lo sfacclo dei globu- li sangnigni, donde visiilta un insolito coloramento rosso dello sieroj ed invece una assai piu scarsa dose di acqiia e di flbrina, cagioni di due ben diverse consegiienze, cagioiii cioe, 0 chcs'abbia inconipleta, scarsissima e talora nessuna bipar- tizione o separazione di siero nell'atto del primo coagula- nieuto, c (juindi un immediato rapprendimento del sanguc estratlo in una massa omogenea, tremola, seniicoagulata, oppiirc die la condizlone del grumo separato dallo siero sia molle, poco cocrente, gelalinosa, capacc di passarc a com- pleta diffluenza In certa specie di sanic nera. 4." Quanlo alio arteric e pur vero, come mi e risnllato dalle mic indagini, clic alia loro funzionc csaltata, la quale si suole csprimcre coi nomi di flogosi genuina, di diatesi c condizlone flngistica, acuta c Icnla, s'accompagna d'ordi- nario come carattere essenziale e regolatorc la presenza — 391 — dclla cotciiiui, e questa corrisponder siiole a esiiberanza notabilc della fibrina; ma d'altra parte la prevalenza di (pie- sta fdirina puo darci invece di cotenna, o delle strie bianche collocate presso alia siiperficie superiore del grumo, o tpie- sto grumo non altro die assni piu compatto e dtiro dell'or- dinario; o anche uno siero biancastro e lattescente, il qua- le per I'analisi chimica va interamente distinto da quel- I'allro, die per ;ibl)ondanza di grass! e ridotto ad una spe- cie di emulsione. La cotenna, quaudo c'e, indica non sola- mente aumentata la dose ddia fibrina, ma benanco delle matcrie grasse fosforate che con (juella sogliono andare in- timanienle congiuiite, e dei grass! acid!, odorosi e volatili che se ne staccano esposti all'aria. Ma, ollre a tali qualita, c alia mutata intima qiudita della fibrina medesima , altre due mulazioni importanlissime no oHre il sanguc che porta indole soprarteriosa, piu manifeste ancora quando T or- gasmo delle arterie e durevole ed insistcntc, die non quan- do e prufondo ed acuto. Consistc la prima in un notabile aumento delTacqua, nelia quale gia sempro la fibrina sta sciolta per mezzo della soda e dei sali sodici, c con cui for- ma quel coraposto omogeueo che e detto plasma del sangue; aumento, per cui sopra la cotenna, e anco senza questa, si ac- cumula sopra il grumo molto siero affalto limpido e Iraspa- rente: cousiste la seconda in un singolare abbassamento della cifra dei globuli rossi, con diminuzione della ematosi- na di ogniino ; dal die nasce prima, che il sangue nel suo insieme, mcnlre c omogeneo e liquido, e nel suo grumo quando e rappreso, si viene riducendo sempre piu scolorito e sottile: poscia,chela massa inlcra del sangue vassene a ma- no a mano calandoj efletti che, giunli ad un certo punto, e passalo un certo spazio di tempo, coslituiscono quella con- dizione morbosa che diiamasi di anemia o di idroemia, che — 592 — a priino aspetto appare siccome il polo opposto della condl- zione cotcnnosa o flogistica; e, intiinamente analizzata e se- guita nellc fasi della sua generazione, se ne mostra figliazio- ne e quasi direi estreino prodotto. 5." Ora passo ad altra parte del mio lavoro. Quegli stall dell'organismo numerosl e piu o mono gravi nci quali il solo sistcma lint'atico-glandolare o 6 irritato o e esagerato nelle sue funzioni o ipcrtrofico nel suo mateiiale sviluppo, quali so- no, per parlare dei piu noti e dei piu gcncralmenle ammes- si, il teraperauiento piluitoso, la condizione scrofoloso-ra- chitica, la coslituzione tubcrcolare ecc, impriinono al san- gue particolari caratleri, clielo rcndono dognissimo per ogni conto dei nomi di crudo, pituitoso, scolorito, imperfetto, inertCj con cui i vecchi crano soliti a designarlo, paragona- bile per la ragione chimica, non nieno chc per la microsoo- pica sua apparcnza, al sangue bianco degli animali inverte- brati, e nell'estremo sviluppo della sua fisonomia, soggelto quasi ad esscr confuso con quclla piu pcrfolta Unfa chc 6 contenuta entro al canale toracico. Le improntc proprie di questo sangue si riducono, a mio credere, a quelle che seguono: eccesso di accpia e di albumina, per cui abboiulan- lissimo siero, glutinoso, viscido e prowisto di schiuma bian- ca, oppure concretato tutto in una specie di treniola gela- lina, o deponente sul grunio, che gli sta sotto, cerlo strato di cotenna chc chianiero alliuminosa, biancaslra o grigia- stra, inolie, gelalinosa o rigoiiHata in anipollc, benissimo descritta e distinta dalla cotenna iniianiin:iloria per lo ili- lisreiili osservazioni di llaller e Puccinotti : eccesso di crlobu- li adiposi, dontle lo siero laltescentc a foggia di eniidsione, lallesccnza visi])i!e a (|iia!tin(|ue distanza daU'epoca della digcstione c struggibile per mezzo di (pici li(pi()ri die sono atli a disciogliero i cor[)i grassi; scarsczza grande de'gL bu- — 605 — li rossi, e altrettanlo grandc abbondauza del corpetti granu- losi, incolorij detti da alcuni globicini bianchi, da altri cor- puscoli snucleali, da altri celle di evoluzione o rudinienlali del sangue, perlocche la massa di questo sangue e posiliva- menle pallida, sinorta e per lo piu rosea ; scarsezza riflessi- bile di fibrina, donde I'essere dei suoi gruiui scarscggianli, molli, difflueuti e disciolti, 6.^ Ma il cuore, il quale nello slato fisiologico, oltre ad aspirare per una parte e splngere dall'altra il fluido san- guigno, unisce ncl ventricolo destro la linfa gii ossigenata col sangue venoso, e nel sinistro niescola e unisce cogli ele- rnenti combustibili di questo I'ossigeno pure deiratraosfera, quali specialita impartisce esso al liquido nutritizio, ove nei raovimenti suoi venga o per breve tempo uotabilissiiuamen- te acceleralo, o per lunghissimo tempo alTrettato piu della raisura die alia salute, all'ela ed al teraperaniento compete? Per tentare la soluzione di tale qucsito non mancano os- servazioni diligenti c numerose: e siccome in tulti i casi nei (juali la circolazione si compie con estrema rapidit5, come e nelle fcbbri acute con polso molto freipicntc, nclle infuun- mazioni acutissime, nelle malaltie malignc e pestilenziali, nella febbre ctica florida, nelle emorragie atlive, nel primo periodo degli tsanlemi, dopo un csercizio violento, un ba- gno caldo , una gran corsa, una respirazione di ossigeno puro, in tutti questi casi si rinveunc il sangue venoso dei salassi troppo veriniglio e rutilante, fornito della tinta del- I'arterioso, e coperto di uno stralerello di cotenna rossa o scarlatta, la quale secondo Poll! e segno di grande ossigena- zione del sangue, e lo mostra carico si di ossigeno, ma non combinato aucora coi suoi principii combustibili. — Sicco- me 'n tutti quegli altri casi dove la circolazione e per mol- to tempo, alTretlata, come succedc ucllc febbri lente, nella r. 75 li^i iiioUialii, nellc iiiloiniiUenli hivcteralissiuie, ilcll'iilliiuo pcn'-ulo (logli osuDtonii, c s[)ecialnu;nle nella clorosi iiliopa- tica e genuina, tiUti i migliori osservatori si accordano nel- I'attostare conic solo carattere invariabllc ed essenziale la policmia sierosa, cioe la granile diminuzionc deU'elemento solido o globulare, o la ridondanza dcll'acqiia sola die del- la scarsezza e iloUo scoloramento del globiili c vera causa, Lusi io diro con ragionc die il sangue sopracardiaco acu- to e carjilteiizzato dal colore scarlalto della sua superficie, il sopracardiaco lento dalla sovrabbondanza dell'acqua. cl- f'tilti amcndiie del molto ossigeno dall'alTreltata respirazio- ne introdotto e meschiato. 7." Sinora diedi un cenno succinto ed incompleto delle conispoudcnze colla funzione degli organi di quel diversi stall del sangue che sono contraddistinti dalla prevalenza di alcnni del suoi principii immediati o dal difetto di altri, lutti peio diM consueti, e compensati in mode tra loro che la iiiassa circolante riinane presso a poco la stessa. Ma si danno dei casi ben cerziorali, ove questa niassa senza corri- spondeute sconiposizione, solo e positivatnenle sceuiata e quasi esausta: ed altri se ne danno, ove con fisici e diimici iiidizii mostra dcssa di contonere principii organici o aflTatto nuovi, 0 die nclla fisiologica posizione delle cose lanto sono scarsi e cosi prontamcnte vengono eliniinati, che niai o ra- vissiinanionlf, e dato rinvenirne la traccia. Ora da quali condizioni orgauiche derivano qnesti stati, e che cosa signi- ficano rispello ai soIiJi auimalati? Anche qui I'osservazione dei modenii tesnpi permctte di tracr.iare nella pratica qual- die conchisione, per (pianto mi scmbra, utile, curiosa e nuo- va. La niassa del sangue veracemcntc diminuita, vale a dire di tulti i suoi niateriali in pari niodo scarscggiante, la condi- zionc che sola nici ita il nomc di anemia, e uno stato ch' e — 395 — assiii (lifTicile per non dire inipossil)iIe ricnnoscoro (liioftn- inente nel vivo, ma die nel caJavcre si ravvisa alio scolora- mento di tutli i tessiiti, alia votczza piu o nieno pcrfetla di tutti i vasi, ed anche (notahile coincidenza!) alle ristrclte dimension! del cuore e delle arteric. Or bene: quc^sto rilro- varoiio gli ematologi solo allora che esisteva organica ma- lattia cancerosa o tubercolare del polmoni, del piloro o del- le glandole del mesentcrio, e non in altre circosianze da po- tersi a queste paragonare solto il rispetto della vera anemia, tranne i'avanzata decrepitezza che piio esser naturalmente considerata come organica malattia universale. I principii insoliti, rinvenuti per entro alia inassa cir- colante del sangue, sono i seguenti : i. L'?irea, e questa na- turalmente nei casi di nefrito seniplice o granulosa, nel cho- lera accompagnalo da iscuria perfetta, nei mali acuti asso- ciati a ritenzione di orina, nel la gotla con calcoli del rcni ; ed arlificialmente dopo I'estirpazione dot reni, dopo la lega- tiira delle loro arterie ed anche dei soli nervi renali, vale a dire in tutte le congiunture di aboliziono o grave impcdi- mento dcU'opcra dei rcni. 2. La materia co/oranfeja rr.v'jir}- m e la grassa della bile, e o I' una o I'altra di queste, non solo in tutte le circostanze capaci di sospendere per or?a- nico cambiamento, per flogistico processo o per spasniodi- ca contrazione, il passaggio e la cliniinazione per le sue na- tural! vie della bile, ma anco, come Becquerel e Rodier iii- scgnarono or ora, tutte le volte che manca la stimolazione al fegato dal lato degli intestini, come nella dieta prolunga- ta e nelle acute malattieche la rendono neccssaria. o. La ca- stina e lo zucchero del Intle che si trovo nel sanguo, quan- do dovendo funzionare le mammelle, o avendo gi.i incam- rainata la loro funzione. per una causa qualuncjue ftirono dall'uflicio loro impedite o distolle. 4.Lo zucchero, e qnesto per — 59(5 — Ic mndernc riccrcbc in certo gencre di diabclc prcccdulo c acconipagnato da unn talc dcprcssione del lavoro digorcnto dello slomaco e dcgli intcslini, per cui lo zucchero delle so- stanzc vegctabili ingerite non puo piu csscre convertito co- me c dovcre in acido lattice, in lultati ed in grassi, e I'nmi- do stesso, trasformato giii facilmente in zucchero per opera della salivina o diastasi animale, si ferma a questo primo stadio ilelle sue metamorfosi progressive^ e passa, insiemc al primo, disciolto entro all'alveo della circolazione c poi ncllc orine a farvi insolita mostra di sua presenza. Compendiamo qucsti fatli : clie significa I'anemia vera? significa organica malattia di qualche visccre essenziale nella vita vegetativa: che significa la presenza di un insolito principio in mezzo al sangue? c indizio di scemata e sospesa funzione, o dci fd- tri per cui passano le cscrczioni , o del tuho digercn- tcj cioe 0 del principio o della fine dell'albero vascolarc nel senso chc Gallini attribuiva a questa male usata esprcs- sione. 8." Qui non si arrestano le mie rlcerche, chc un'altra gran lacuna mi colpi nelle piu rinomatec diflfusc cmatologie, e una rlomanda sempre mi feci a cni non trovai in alcun autorc risposta soddisfacentc. Qual c la Hsonomia, qnal 6 la crasi che comunicano al sangue quel tanti mezzi che si chiama- no deprimenti da tulti, perche scemano in modo scnsibile o per la forza o per la durata loro, le funzioni manife- ste del cuore c delle artcrie? Siniili potenze, la cui azionc certa e definita sul sangue mi fu dato di rllevare dietro agli sparsi e dimeutichi, benche numerosl c precisi fatli, chc la scienza possede, sono le segucnti : salassi o ripetuti spesso, o spinti sino al deliquio, emorragie traumatiche c maccUa- zionc; morte naturale per fame o inanizione apposilamente procurata, alimcntazioni esclusivamenle vcgetabili o cura — 597 — acquea; congclazione; sezione Jei nervi brachial!, crurali e pneumogastrici; compression! e commozioni cerebralij di- struzione (Icll'asse cerebro-spinalc, colpi sull'epigaslrlo c sul capo, fiilminazionc, esaustione da fatica ; gravissiini terror!, dolor! e deliqui!: in!ezione di veleni cntro allc vene de! vi- venti animal!, veleni narcotic! I'cr bocca, morso della vipe- ra e dei piu velenosi serpent!; lunga cura mercoriale; con- tinua influenza di molecole saturnine; in poche parole: sot- trazioni d! sangue, di alimenti nulritivi, di calorico, di prin- cipio nerveo; e applicazione di potenze cho direltamentc paralizzano cuore ed arterie. Ed i risultali clie m'ebbi sui loro piu avverati e costanti elFctli furono: distruzione dcl- la cotcnna csislente , colore cupo nero quasi choleroso del grumo, sangue liquido entro alle arterie, scarsezza di fibrina e (juindi poca o ncssuna densita del gruuio, im- mediata coagulabilita, ma senza visibile segregazionc di sie- ro; in una parola, sangue con caratteri. sopravenosi: ovvero scarsezza di globuli e di fibrina, abbondanza di linfa colla sua albumina, grasso c sal!, straterello di grasso oleoso sul- lo siero ; ossia sangue con caralieri sopraNnfatici: ovvero grande deficicnza di globuli rossi, e non minore ribocco di acqua, quiudi piccol grumo nuotante in molto siero scolo- rito, ossia caratlere sopracardiaco lento ; o vermiglio alia supcrficie anziche nero estratto dalla vena, carattere sopra- cardiaco acHto: ovvero infine, diminuzione simultanca di tulti gl! element! del sangue, grave scarsezza s (pias! distru- zione della sua massa nei vasi e nei tessuti, carattere delle organiche malaitie. Tutti quest! risultamenti si possono rac- corre in uno col dire che dalla sottrazione degli stimoli nalu- rali estern! ed interni, e dall' applicazione delle sostanze che paralizzano il cuore e le arterie, si hanno lulti i pre- cisl caratteri divisali sinora nei paragrafi prccedcnli che de- — 307 — rivano (lairafTroltafa fiinzione delle vcne c dei Jinfalici, qiielli chc son proprii dc'.le organiclie malattie, non quclll die spet- tano alio esallamcnto dclla fiinzione arloriosa cd alia sop- prcssione della cscerncnte e della digestiva. Ultima consc- gncnza c questa e di un'alta portata patologica. 9.° Converrebbe ora chc io parlassi delle trasCormazioni del sangue che succedono specialmentc nei capillar! delle Ire specie, che forniano conibinali in varia proporzionc Ira ioro la trania degli organi e dei tessnti, c che cercassi di diniostrarvi come si riducano a tre cssenziali e dilTeronlissime : la pla- stico-purulenta, la cancoroso-inelanotica, la scrofoloso-tuber- colare ; che tentassi di far vedcre come la prima si compia nei capillari arteriosi, la seconda nei vcnosija tcrza nei lin- falici dalla Ioro normalecondizione forviati;che ponessisolto agli ocelli come malgrado la lorostrana apparenza, e le Ioro insolite propriela quest! tre succhi, che sono i s<>li eforolo- ghi 0 accidental! del nostro corpo in istato morboso costi- tuito, non mostrino risultare che dalla cstrcnia esagerazione dei carattcri gia divisali come soprarteriosi, sopravenosi, sopralinfalici del sangue nostro, ridotti essendo (piasi per intcro od al plasma fibrinoso o alia sostanzaglobulare oallo siero albumino-tcrroso.Tutto questo occorrerebbe cheassai per minuto e distesamente mi facessi a svolgere per ren- dcrv! persuas! del mio assertoj se non che cgli e tenia e- schisivo d'altro mio lavoro sulle [»roduzioni accidental!, una parte del quale fu Iclta all' Accademia di Padova e poscia falta pubblica, e I'altra sara argomento quando che sia di nuova Icltura da farsi all' Accademia medesima. 10.*^ Gettando ora indietro uno sguardo, puo ognuno scorgere come alia esaltata funzione di questa o di quella parte della vasta provincia vasculare, corrisponde, comun- que poi questo fenomeno avvenga, la prevalenza di uno — 390 — o jjiii principii siigli altri. Niuno potra uegaie che a chii- rirc I'origine di iilciine malattie, ail arguirnc le rccontlite cognizioni patologiclie, a intraprenderne con fruUola razio- uale curazione, lo specchio di queste corrispondenze non abbia quulche inlrinseca utilita. Ma una volla ciuesti rap- port! patologici con precisione avvcrati, non ne potra ri- dondare anche una luce inattesa su quella parte della fi- siologia c!ic alia eniatosi si rifcrisce, ed e in cosi dense nuvolc rawolta? Infalti chi mi sa dire ancora con verita le fasi succi^ssive di questa funzionc, se le opinloni dei fisiologi hanno per lor carattere comune una grande indcterminn- zione ed una manifcsta contraddizione? Giunto a questo pun- to, io farei invcce questo semplice ragionamento. Se vero e die con costanza, quando questo tratto dei vasl corapie piu alacrcinente le sue i'unzioni, v'e eminenle prcdominlo del tal principio immediato, e scomparsa o metainorfosi del tale altro, perche non dovro io ritenere, che in quel tralto assuma in qualche modo la sua esistenza il primo, e trovi la sua distruzione il secondo ? Posta questa base alia storia della fisiologica eniatosi, dalle suesposte ricerclie esce una conclusione, die molto si stacca dalle piu comuneraen- te acceltate intorno ai veri siti ovc i varii principii del san- gue si compongono e si spcrdono ; e della quale, ponendo fine a qucsti miei cenni, tocchero appena i punti prin- cipalissimi, asserendo, che nel tubo intestinale, oltre al- ia dissoluzione dei principii azotati vegetabili ed aniraali succede l' iutroduzione di molta acqua e lo snaturamento dell' aniido e dello zucchero in dementi di piu nobile e coinposta costituzione. — Passando al sistema vascolare propriamente detto senibra che l' acqua si venga produ- cenJo nei linfatici per opera di cstcrno nssorbimento, dc- coniponendosi o celandosi uclle vciie, e i ifacendosi nel cuore — 600 — e nelle arteric per rinlroJiizione dell'osslgcno e la sua unio- ne all' idrogcno ; senibra chc i composti di proteina o ni- Irogenati si svolgano nel sistema linfalico solto forma di albumiiia, nolle vcne sotto qiiclla piii nobilc di globulina, finalmente nelle artcrle soUo I' aspclto e coi caratleri no- bilissimi sopra lulli della fibrinu, per decomporsi coU'ac- cresciuta ossidazione entro ai capillari dei reni in aci do urico e in urea ; chc i composti grassi , ossia privi di a- zoto, dimoslrino un analogo accrescimenlo di pcrfezione, e compariscano nei linfatici siccome grassi, oleosi, sciolti a modo di saponi , nelle vene come grasso solido non saponificabile o colestcrina, nelle arterie come grasso fo- sforalo 0 grasso acido odoroso e volatile : ne sembra che si presli nieno a successive modificazioni il principio so- lido 0 globulare del sangue, rudimentale, snucleato ed in- coloro nei vasi bianchi j pcrfetlo, ingrandito e caricato di ematosina nelle vene in cui vcracemente e generato ; im- picciolito, scolorato c in parte ridisciolto entro alle arterie j c pare infine chc anche i varii sali si introducano o si com- pongano entro a diverse provincie dei vasi stessi, prevalen-^ do nella prima gl'insolubili o terrosi, nella seconda i solu-l bili od alcalini, i sodici nella terza. RisuUa poi in quanto alia massa che e continuamente fatta e cresciuta, addensata nei vasi centripcti, disfatta, attenuata e consunta nei vasi cen- trifughi. Quale diversita tra questc conclusioni e la piii volgare doltrina fisiologica, che insegna I' albumina for- marsi ncgl' inteslini, i linfatici cangiarla in fibrina, le vene aggiungervi 1' acqua, le arterie la parte rossa e globulata; e che allribuisce alle arterie la formazione, l' aggregamento del sangue; alle vene 1' opera di riceverne, ricondurne e dissi[>arne gii avanzi ! ?? — GOI ~ Finita questa lelUira, \l. R. Istitiilo si rlcluce in aduuanza segreta per trattaie di afFari inlerni. Si parfecipa die il membro onorario monsignor (!^anova vescovo di Mindo ha data la sua approvazio- ne al nuovo modo in coi (i\ conformalo il Prograin- ma pel premio da esso proposto : il Programma sara tosfo pubblicato. Alia Conimissione elelta per altendere alT esame od agli esperimeiiti intorno alle caldaie a vapore re- sla auche aflidalo T incarico di assislere agli esami che per ordine delf I. R, Governo debbono subire i guidatori delle locomotive ed i conduttori macchi- nisti de' piroscafi. II membro efi'ellivo abate Furlaneflo lesfge nn rapporlo inlorno ad alcuni oggetti di antichila roma- ne riniessi dairi. R. Governo, i quali, con allri pa- recchi tratlenuli dall' I. R. Gabinetlo rminismatico di Corte in Vienna, liirono disotleriafi in Sossano, di- stretlo di Barbarano, provincia di Vicenza. L'Eccelso Governo con dispaccio 7 luglio aven- do chiesto che I'lsliluto facesie tenia de'proprii slu- dii il progelto di alcuni lavori intorno alle fonti mi- ncrali di Rccoaro, sono eletli a commissarii per lo r. 76 — 602 — studio di queslo argomento i membii effellivi seg. Pa- sini, ing. Jappelli e prof. Meneghinl. Si fa la noinina di allre commissioni. ADUNANZV DEL GIORINO 9 AGOSTO 1840, II Segrelario legge I'atto verbale dell'adunanza 19 luglio, ch'e approvato. Si anouDziano i seguenli doni fatti all' I. R. I- stituto. I. Dal membro effetlivo prof. Zantedeschi. Delia Teoria fisica delle ^nacchine magnetO'eleltriche ed eletlro-magnetiche, di pag. -12 in 4. (Estrat. dagli An- nali delle Scienze del Regno Lombardo-Veneto). Kaccolta fisico-chmiica ilaliana, fascicolo 7. 2,, Dal membro effettivo nob. G. Freschi. / mi7?ieri 17 e 18 del suo Giornale intitolato : L'A- mico del Contadino. 3. Dal membro effetlivo prol. Gonli. ._ G04 — Brani Irati't dalV Arlicolo FIsica del yrande DIzio- nario di Gchler, Iradolli dal prof. C. Conti. Padova 18iG, di i)ag. 1G in 8. 4. Dal socio corrispoodente prof. G. Toblini di Verona. II vol XVII clellc Monorie, delVAccadeiuia di Agri- voUura, Coinmcrcio ed Art! di Verona, contenente una fiia memoria. Verona 1841, in 8. 5. Dal prof. Elia Warlnianu di Losanna. S?ir dcnx mt'trores extra ordinaircs, etc.
  • . Dal dolt. Jacopo Facen di Lanion presso Fellre. Giiida del sacerdotc al letto deirinfer?Jio. Fcltrc 1845, .'i pag. 50 in 8. (Parte I). Delia febhre (jastrico-lifoidca, Proposizioni (listr. dal lomoriale della IMedicina conlemi)oranoa. Venezia 1845), li pag. 50 in 8. 9. Dal P. Giuseppe Defendi. — (505 — Ophiioni (Plppolito Fortoul, del Marchesc Sclvatico, e del Co. Montalembert intorno alle Arti Belle, csaminate dal P. Giuseppe Defendi. Venczia 1840, di pag. 80 in 8, lo. Dal sig. Niccolo Vecchielti di Cologna. // Baco da seta, Canti tre. Milano 1846, di pag. 190 in 8. I I. Dal sig. Giacomo Zanardi di Venezia. / numeri 50 e ol del Giornale intitolalo: L'Artiert!. L'Accademia Olinnpica di Scienze, Lettere ed Arli di Yicenza avendo ricevulo in dono dall'Istituto la Memoria premiata nel i843, Sulla coltivazione del cereali e foraggi nelle Pronncie Venete.^ manda in copia il rapporto che una commissione di agronomi vicenlini fece intorno alia delta Memoria, e special- mente alia parte che risguarda gli avvicendamenti a~ grarii della Provincia di \ icenza. L'Accademia Reale di Agricoltura di Torino manda il programma di un premio offerto dal cav. Bo- nafoiis per la risoliizione del seguente quesito : » Di- w mostrare con fatti e ragionamenti 1' influenza die 55 la coltivazione delle risaie puo avere sulla umana » salute, ove veuga dimostrala la nocevole influenza " delle risaie, suggerirc le regole igieuiche piu elfi- 55 caci per conciliare tale coltivazione coUa salute del- — GOG — ~ le persone soggette a siflatta influenza j in ogni caso r- chiarire, se la soinma dei beneGzii prodotti dalla ■■> coltivazione delle risaie superi la somma dei danni « die possono derivare dalla stessa causa. " II Segrelario generale deH'oltavo Congresso scien- lifico italiano da tenersi in Genova nel prossinio sel- tembre, con foglio in data ao luglio, partecipa le nuo- ve disposizioni date dalla Presidenza generale e dal Consiglio Municipale per la Riunione. II Segretario L. Pasini legge alcuni cenni necrolo- giciinlorno al membro effettivo ab. Zamboni che I'lsti- lulo ebbe il dolore di perdere il 25 luglio p. p. II prof. Zamboni nacque di onesta famiglia in Verona il i giugno 1776. Appena compiuti gli stu- di e fatto sacerdote, fu eletto a professore di filosoGa nel Liceo coraunale di S. Sebastiano, e cinque anni dopo a professore di fisica nel nuovo Liceo fondato dal Governo in S, Anastasia. A queste incumbenze egli altese per tutta la vita, e ne'47 ^^^^ che duro il suo insegnamento diede prove continue e solenni del suo zelo per 1' avanzamento della scienza e per la buona istruzione della gioventu, la quale traeva dalle sue lezioni grande profitto, e ricambiava le amorevoli cure del professore con sentimenti di singolare rispet- to e con lunghe c durevoli afFezioni. E queslo allac- — 607 - camento e venerazione de' discepoli sono infallibiJe indizio delle eccellenti qualita di mente e di cuore del maestro. Pochi anni prima che il Zamboni cominciasse ad insegnare la fisica, il Volla avea falto meravigliare I'Europa col suo grande Irovato della pila, ed alio stu- dio di questo siogolare istrumento erano principal- mente rivolte le raenii de'fisici. II novello professore predilesse anch'egli questo bel ramo della scienza, e si diede con tutto I'ardore alio studio della elettrlcita in generale, e della teoria della pila in parlicolare, a sciogliere cioe I' importante questione, se per lo svi- luppo della elettricita nella pila basti il semplice con- tatto de'metalli ne'suoi element!, o sia sempre neces- saria una chimica azione, Alle minute ediligenti ricerche dello Zamboni sul- I'argomento si deve I'invenzione da lui fatta nel 1812, della pila a ^0 — Adamo Smith dctlo sulla imposta in generalc qiiattro canoni, dei (|iiali non diede, pcrche forse non trovo ncccs- sario daria, la dimostrazione. Egli si liinito ad insegnare che la imposta dov'esserc eguale ossia proporzionata alle forze di cadaun contribucnte ed al bene ch'egli ritrae dal civile consorzio; che dev'essere certa e non abbandonata all'ar- bitrio degli amministi-atori pubblici; che dev'essere doman- data nei tempi piu comodi pel pagamcntoj che dev'essere accompagnata dal minimo dispendio di percczione e dalla minima perdita di tempo tra la esazione dal contribucnte e il versamcnto nc! tesoro pubblico. Ma^ qtiando Adamo Smith discende a parlare della im- posta sulla terra, egli trova che la imposta misurata sopra un censimcnto compilato da (jiialche tempo, pecca contro la prima di queste regole, e trova che il miglior slstema e quello che si appoggia alle afTittanzc ed alle contrattazioni, c neU'anno 1776 egli fa il piu grande elogio al sistema vcneto e lo preferisce al sistema delle stime gi^ prima d'al- lora adottato in Prussia, in Boemia, in Islesia, in Sardegna, e, piii che altrove e meglio che altrove, in Milano. Laonde sarebbe v;mo ccrcarc in Adamo Smith I'ap- plicazione dei principii scicntifici alia migliore formazione del calaslo. Giambattista Say si palesa anche in questo argomento il soguacc dcM'cconomista inglese. Fa meraviglia il vedere con ([uali parole egli accenni ai catasti nell' ultima sua opera, cioe nel corso completo di Ixonomia pratica. Smith avea delto semplicemente che un' imposta ri- partita sopra un censo invariabile deve, benche equa nella prima istituzione del detto censo, necessariamente divenire col tempo ineguale in conscguenza dei divcrsi gradi di uii- - 621 — glioramento o di negligenza nella coltura delle tlKTcrcnli parti del territorio. E Say fece di (lueslo concetto dello Smith la pill desolante parafrasi (I). La imposta piu gcneralmcnte usata, cgli dice, e quella fondiaria. Ma la sua ripartizioue c diflicilc cd ineguale, non potcndo esser fatta in ragion della diinensione no di altre sensibili qiialita, ma dovcndolo cssere in ragione del valore, clie e una ipialita morale, Cuggitiva, variabile. Si credette, egli aggiunge, di poter vincere questa difiicolta con un qua- dro comparativo di tutte le proprieta e dei loro valori. Ma la grandezza e il valore di ciascuna proprieta c perpctua- niente variabile, (; cio, die sarebbe vero in un'epoca, cesse- rebbe d' esser vero alcuni anni piii tardi. D'altra parte il valore del beni ncl sito in cui essi Irovansi, e diverso dal valore ch'essi hanno nel sito ove si ripartisce la imposta. Si puo dire altrcttanto del rapporto tra il valore venale e il valor locativo della proprieta tassata. . . La moneta che ser- ve alle valutazioni varia pur essa. Tutto somraato, conchiu- de Say, e certo che i catasti sono operazloni dispendiose, e non e egualinente certo ch'essi sieno praticamente utili. David Ricardo il (juale lanto scrisse sulla teoria della rendita della terra, e la pid riputata sua opera intitoloPrm- cipii delf economih poUtica e dclP imposta, pareva che do- vesse coiuprendere il nesso fra (juella teoria e la teoria dcir imposta territoriale. Ma anche Ricardo, dopo aver richiamato le (pialtro massime Smithiane, d'altro non si occupa fuorche di csa- minare su (piali persone ricada la imposta fondiaria e quel- la sui prodotti agricoli, se cioe suU'afTittuale o sul proprie- tario, se sul proprietario o sul consumatore. (I) Coui'S coiiiplct d'eron. polit. prat. llnitieine-parlie, chapitre V. — G22 — § 8. lo slimcrci qiiinJi die lascicnza dovesse piu da vi- cino rivolgcre la sua ottenzionc a (juesto argomento, e pro- varc I'applicazionc dc'suoi [irincipii allc rcgolc per fare Ic stliDC e adequazioni censuaric. Con (jucslo pensiero, allorche nell' anno i — Nessuna di queste domande puo risolversi afTerma- tivamente. La stima complessiva non e possibile. Conosciamo i raetodi usati dagli statistic'! e dagli economisti pratici per calcolare le reodite fondiarie di un dato paese. Ma, senza voler sagrificare la verita al desiderio di riuscire in una diniostrazione, non si puo affermare die quei metodi con- ducano alio scioglimento, anche solo approssimativo, del probleraa. D'altro canto quale sarebbe la giustizia di questo me- todo rispclto ai contribucnti? Sc pur fosse possibile calcolare l' aumento comples- sivo, e pcro certo che questo aumento non e proporzio- nato al censimento antico ; e ccrto che specialmente il primo elemento della differenza, cioe i naovi capitali fis- sati, e le nuove colture introdotte, dipende da cause affatlo locali ed accidentali; e certo che uno dei fondi compresi nel primo censimento puo essersi conservato ncUo stesso stato di capitali fissi e di coltura, ed un altro essersene inimensamente avvantaggiato. Egli e fuor di ogni giusta ragione che, venendo sti- malo un complessivo aumento di rcndita, essa ricada cosi inegualmente sui diversi fondi che compongooo i! con- sorzio censito. D' altronde abbiamo gia veJuto nella se- conda parte che un censimento, al (juale fu attribuita una data rcndita, non puo conservare la sua opportunita anche dopo avvenuli sensibili aumenli nei singoli terreni ; che la stabilita di un censimento non e favorevole alia pro- duzione se non entro certi limiti ; che le contrattazioni non possono mai cssere strumento di adequazione ; che oltre certi limiti esse raancano perfino dclla lorofunzione e- conomica, qual ecjuella di agevolare la fissazione dei capitali. f. 82 — 650 — Abhiamo anchc veJuto che quesli limiti non possono esscre gran fatto lontani da quelli attribuiti alia rendita nel primo catastOj e che, ogni qualvolta si deve oltrepassare di soverchio i limiti (Issati alia rendita nel primo catasto, e quindi supporre un aumento complessivo e sensibile della rendita generale, non e allora piu lecitoditrasandare i mu- tamenti coraparativi, che la stabiliti^ del censo esercita allo- ra un'iiifluenza retrograda, e tuttocio opera di necessity una ingiustizia amministrativa. Finalmcnte rispelto alio stato qual c 1' opportunity di un simile ractodo ? Non e rovesciato da capo a fondo il principio, che la stima censuaria dev'essere assoluta e com- parativa ad un tempo ? Con qnesto metodo essa non e as- solulu, pcrchc si riparte in proporzione della stima origina- ria una rendita sopravvenuta nel coraplesso, e sopravvenuta senza seguire le proporzioni dclle singole stime originarie; essa non e comparativa per una conseguenza affatto natu- rale. Alcuni di questi fondi pagheranno piu che non deb- bano, ed altri mono. Alcuni soffriranno una difficolta grave a pagare. Alcuni proveranno difctlo dei mezzi loro neces- sarii per migliorarsi. § 50. II secondo metodo di adequazione tra censimenti di epoca divcrsa sembra voler consisterc in una riduzione delle slime antiche alle stime nuove col mezzo di formule generali. Ma queste formule generali rispetto all'aggiunla di nuovi capital! fissi e alia conseguente mutazione di coltura sono manifestamente impossibili. Rispetto alle spese, appunto perche queste vanno con- siderate con una misura proporzionale al prodotto, appun- to perche simili proporzioni per le immense varieta dei sa- larii da luogo a luogo devono esserc meramente locali, ap- — 651 — piinto per qucsto le spese piu die ogni altro eleraenlo sfug- gono al dominio di formule general! di riduzione. Finalraente rispetto ai prezzi abbiamo gia veduto di qual doppio ordine di inutazioni si debba tenor conto. Ora diremo che tener conto di questo doppio ordine di muta- zioni equivale a rifare in tal parte 11 censiuiento. Mi pare dunque diniostrato che I'adequazione fra due ccnsimenti lontani di epoca e una cosa impossibile, e die solo resta di rifare contemporaneo al nuovo il censimento antico. § 3i. Questa impossibilita 1" abbiamo fin qui dimostrata pur supponendo che i principii sui quali i due censimcnti fossero stati compilati siano identic!. Che diremo poi se quest! principii abbiano o poco o molto variato ? Se p. e. i beni detti di seconda stazione, ovvero le fabbri- che, nelprirao censimento sieno stimati in ragion della ran- dita che darebbe I'area, nel secondo in ragion della rendi- ta propria, come si potrA introdurre I' adequazione? Come indovinare la rendita propria delle fabbriche del primo cen- simento ? Se gl' infortunii nel primo censimento siano detratti con un modulo costante, e nel secondo con un modulo ap- pllcato alia generality dei casi, ma con qualche cccezione, come si potri operare I'adequazione? Gome indovinare i fond! che nel prime censimento si sarcbbero trovati nella eccezione? E COS! possiamo dire di ogni modi ficazi one introdotta nei principii e nelle basi del censimento piu recente. Ogni raiglioramento del nuovo catasto e una nuova impossibilita alia sua adequazione col catasto antico. § 32. Se non che alcuni hanno pensato che potesse ad — 052 — una tale adequazionc condiirre iin qualchc melodo speri- menlale. Tale sarebbe il niclodo idealo dal cons. Burger e ac- cennato dal sigg. conte Maggi e consigliere Rezzonico. Consiste esso nel prendere un fondo del censo antico e stimarlo sccondo le rcgole del censo nuovo, e poi con- frontare la stima die se nc ottiene colla stima fattane nel censo anticOj Indi ripctere il confronto per altri fondi; in fine dal complesso di lutti qucsti confronti arguire il rap- porto che 11 censo nuovo ha col censo antico. Un tale metodo potrebbe illudcre chi non avesse fatto una severa analisi degli dementi dai quali ogni adequazio- nc deve risultare. Ma per (pianto un tale metodo si estenda alle diverse qualita di coltura e alle diverse classi di terreno, esso non potra mai condurre ad un risultamento soddisfacente. Chi puo assicurare che in tutti i fondi stimati egualmente nel censo antico sia avvenuta un' eguale aggiunta di capi- ta li fissi ? Chi puo assicurare che in tutti o siasi mantenuta la eguale coltura, o siasi fatta la eguale mutazione di coltura ? c che i prezzi delle derrate tanto assoluli quanto conipara- tivi abbiano subito in tutti i Comuni un'cguale alterazione? Quanto pin si sludia tale argomento tanto piu si deve consincersi che un' adcquazione di due ccnsinienli operati in epoca diversa c scientificamcnle inipossibile {\). (i) Anihe certe adequazioiii speciaii proposte dagli scrillori o prati- cate dai Govern) banno coDsiinili inconveiiienti. Cosi per es. uel i^Sa il renso milaiiese slabili di adequare la slima dpi terrrni fatta alcun tempo prima colla slinia delle case, delraendo dalla rendiia lorda di quesle un terzo per le riparazioni e un terzo per cor- rispettivo deUa differenza del tempo corse tra la stima dei terreni e quella dei fabbiicali ( Lupi, Swria del Calasto prtdinle rnilaneie., Milano i8a5 — 055 — § 55. Da questi ropidi cenni, che tentai delinearc sullc question! relalive al catasto, io confulo che sia di- moslralo il ncsso inlimo che lega la teoria dclla rendita della terra colic (jucslioni inedcsime. Spero inoltrc che sia dimostrato come questo argomento abbisogni tuttora di quella trattazione scientifica dalla quale solamcnte puo ri- cevere un pieno e sodo sviluppo. Spero in fine che siano fatte chiarc due vcritii di sommo interesse pratico, 1' una che e impossihile adequare due censinicnti diversi di epoca; I'altra che e irragionevole far piegare 1 principii suggerili dalla scienza per un censo nuovo a quelli seguiti in un ccn- so anlicOj colla fallace lusinga di poler operare fra i due censl un'adcquazione : nel che, per tentare un future van- taggio dimostrato impossibile, si andrebbe incontro a un danno presente e rcale. Finita quesfa lettura I' I. R. Istituto si riduce in adunanza segreta per traltarc di affari inlerni. p. 128). Locclie farcbbesupporre the la rendita netta dei fondi si fosse raddop- piata; o meglio che la rendita netta effettiva dei fondi fosse il doppio della rendita netta loro attribuita in istima ; e cib, parte perche nel frattempo la rendita almeno nominale dei fondi fosse cresciuta, parte perche in origine la detta rendita fosse stata stimata bassaraente. E perb manifesto che una tale adpquazione trascura i capitali fissi aggiunti nel frattempo ai terreni, e pecca di arbilrio. Cos'i p. e., se pur fosse vero che i geisi figurino nel censo i^Go per la ^5."^ parte, e sc pur fosse vero che nel 1^60 le provincie uuove fossero rispetto ai gelsi pari alle antiche [Maggi, Siil nuoi'o catasto, Brescia i845), non si avrebbe ancor fatto una vera adequazione, aggiungendo all' estimo attuale un ^5.", e poi ripartendo questo j5." sui gelsi che ora esistono. Evi- deniemente potrebbe essere assai differente la stinia attribuita ai singoli gelsi iiei due censimenli. — G54 — Si precede a fare ie proposizioni, come prescri- jono , Regolamenti, per il posto di Membro effet- livo e per la pensione lasciati vacant! dal prof. Zam- ADUNANZA DEL GIORNO 10 AGOSTO 1846. II Segretario legge 1' alio verbale dell' adunanza 2o luglio, ch'e approvalo. Si annunziano i seguenli doni fatti all'I. R. Isti- tuto. 1. Dal membro eflfelllvo nob. G. Freschi. // nmnero 19 del suo Giornale iniitolato : L' Araico del Contadlno. 2. Dal dolt. Francesco Freschi di Piacenza. dlamiale teoricO'pratico di Medicina legale. Milano 1846, 3 vol. in 8. 3. Dal signor dolt. Carlo E. Hamraerschmidt di Vienna. 1 numtri 21 al 28 del Giornale da lui pubhlicaio _ 65G — sotto il tttolo: Allgemeinc osterreichischc Zeitschrift fiir den LanJwirlh ecc. 4. Dal signor Giacomo Zanardi di Venezia. // numero 32 del Giornale intitolato: L' Artiere. II membro effettivo prof. Zantedeschi fa la se- guente comunicazione su nuove linee nere e lumino- se dello spettro solare. 5» Ncl ripeterc gli esperimenti tli Fraunhofer sulle lince nere e luminose dello spettro solare con un apparato di pro- iezione, mi sono assicurato, clic, oltrc alle linee nere e lu- minose parallele fra di loro e normali alia lunghezza dello spettro, esislono linee nere e luminose parallele parimenli fra di loro e longilutlinali, o dirette nel senso della lunghez- za dello spettro solare. lo ho potuto proiettare e disegnare il numero, la posizione, I'ampiezza e la forza della tinta di queste linee, come appare da' mlei disegni, che fra poco avro 1' onore di presentare all' Istituto. Nell' uno sono disegnate le linee nere Irasversali alia lunghezza dello spet- tro solare. Esse sono in numero di 5ii, delle quali sei si con- traddistinguono per la maggiore ampiezza. Lo spettro era lungo 0," i65 e largo 52 millimetri. La fenditura era di un millimetro e mezzo j la distanza della fenditura dal piis- ma era di 2,'"06; e quella del piano di proiezione dallo stesso prisma, era di 2", S8. « " In altro disegno sono rappresentale le linee nere longitudinali. Esse sono in numero di 57, delle quali nove precipuamcnte campeggiano per la loro ampiezza. La lun- ghezza dello spettro era di 0,"40, e la sua larghezza di 57 — 657 — millimelri. La fenditura del porla-luce era larga mezzo mil- limelro, e la sua distanza dal prisma di ^""fiG; la distanza poi del piano di proiezione dal prisma era di 2", 73. " ;' In un terzo disegno sono rappresentate Ic linee nere longltudinali e trasversali. Queste apparirono in niimero di 15, delle quali sette precipuamente spiccano sopra le al- tre per la loro ampiezza. L'aperlura del porta-luce fu di un raillimetro; la sua distanza dal prisma di 2'", 06, e quella del piano di proiezione dallo stesso prisma di i"", 87. lo ho veduto, che le linee longitudinal! si proiettano ad una distanza maggiore delle trasversali, e che le une e le altre insieme apparlscono ad una distanza interme- dia dalla massima e dalla minima. Esse non sono pcr6 cosi precise nei contorni, ne cosi risentite nella forza delia tinta come allorquando si proiettano le une e le altrc separata- mente. II che dimostra non trovarsi il piano di proiezione in questa posizione intermedia alia precisa distanza focale di ciascun sistema preso separatamente. Per le linee longi- tudinali si ricerca un'apertura minore che per le trasver- sali, e cosi pure un angolo d'incidenza minore. Per la pro- iezione di amendue i sistemi, risponde meglio un angolo d'incidenza intermedio con una intermedia apertura. Cosi in altri esperimenti, per la proiezione delle linee longltudi- nali il foco era alia distanza dal prisma che e fornito di lente di 2,™ 66 coU'apertura di ^ millimetro dal porta-lucej per la proiezione delle linee trasversali era di 2™, 40 coU'aper- tura di un millimetro; e per la proiezione di amendue i si- stemi la distanza dal piano del prisma era 2,™ 50 coU'a- pertura di I millimetro crescente. In lutti e tre questi espe- rimenti si mantenne costante la distanza del prisma dal porla-luce di 2,'"0G. Debbo per ultimo avvertlre, che i miei disegni furono eseguiti per calco, zannando, come si dice, F. 83 --. 058 — colla inalila in modo, die il disegno inipresso nella carta avcssc a rispondcrc poiCettamente in tulto alia proiezionc data dalla naUira. iXella iiiia incinoria sara descriilo I'appa- rato con tulti quci parlicolari clio mi si prcscntarono nel corso dcUc cspcricnze, i quali ml conducono ad ammcltcre chc i fenomeni sopradescrilli sicno cfTcUi d'inflcssione, che si Icgliino neccssariamento colla grandczza dcll'apertura del portu-luce. Frallanto rargomenlo mi parvc di tale im- portanza da mcrilare una jjionta comunicazionc. ?' Poscia il nieinbro effellivo doll. Naniias coinunico verbalmenle alcune sue osservazioul Sopra Vefficacia cleir agopiintura a pro^>ocare Vobliterazione delle arte- rie. Venne falta, egli disse, una luiova applicazione deir eleltrico alia niedlcina. Si guarirono aneurismi inlroducendo nella loro cavila le correnti per mezzo di aglii. Alcuni niedici di Milano vollero produrre ar- tificiosamente aneurismi negli animali, per tentare poi il uuovo espedieute, ma non riuscirono. Pensaro- no cjuindi di far percorrere le arterie sane dalT elet- Iricila per provocarne 1' obliterazione. Conseguendo , I'intento nel vaso sauo, in cui rapida e la circolazione sanguigna, dovea lanto piu riuscire negli aneurismi dove ralleutato e il corso di queslo fluido. Essi co- munlcarono nel numero 3o (aS luglio 1846) della Gazzetla medica di Milano gli ottenuti risultamenti, che incoraggiano a molliplicare le pruove felicemente inlraprese da cliirurghi francesi e ilaliani alio scope di sanare aneurismi colF elellricita. Esposero anchc - Go!) — le varie indygini die inleudouo proseguire, e fra qiie- ste di fentare se la sola appUcazione degli aghi ba- sti a produrre il coagido indipendenlemente dalle correnti eletlriche. II dott. Naniias narro all' Isfituto di aver cio conseguito da piu anni in un cavallo, ed espose i parlicolari di questa sua esperienza eseguifa a Padova, nella quale fa trapassala la carotide primi- tiva da un lungo ago lasclalovi in sito oUre un gior- no, e fu Irovato un grunio fibrinoso die riempiva la cavila di quella per la lungliezza di oltre due pollici, ucciso r animale alcuni giorni appresso. Egli pensa die I'ago aflraversante il lume ddl'arteria abbia in co- desto luogo rallentato il movimento del sangue e ri- chiamata intorno a se la disposizione della fibrina di quelle. E la fibrina raggrumandosi aumenlava di cerlo 1 efficacia delle cagioni die provocavano la separazio- ne dal sangue di questo suo principio j per cui do- vea crescere il coagiilo fino a riempiere per un fratto il cavo deir arleria. Incomindo poi , cgli sogglunse, la sua aderenza con questa, dove i punli delle ferite membrane erano sede necessariamente di flogosi e di qualche travenamento di linfa plaslica. Crede conclu- siva questa esperienza pel grande calibro dell' arteria su cui fu lentala, econduse la sua coraunicazione colle seguenti avvertenze. Se i soli aghi bastassero a indur- re il cliiudimento delle arterie senza aiuto di correnti eleltriche, la cura degli aneurismi si eseguirebbe pro- — CGO — babilmente con rainori disagi e pericoli che con 1' e- lettropuntura. La molllplicazione di questi cimenli ri- schiarera quanfo tempo convenga generalrnente lascia- re gli aghi entro le aiierie per avere certezza della loro obliterazioncj se in ogni case basti un ago, o ta- lora due o Ire siano necessarii jse faccia mestieri pas- sare il vaso da parte a parte, o si possa lasciar libera la punta dell'ago nel Inme di qnello. L' agopuntura seuibra piu innocente che I'elettro-agopuntura delle arterie, ma non puo a meno di destare anch'essa qual- che lavoro di flogosi. Ridurla, conchiude il dott. Na- mias, ai minimi gradi sara 1' ultimo scopo di questi esperimenti, medianle i quali vorrebbesi trovar raodo di provocare I'obliterazlone delle arlerie con lleve o nessun danno dell'animale economia. Poscia il raembro effettivo prof. Minich legge una Memoria Sulla determinazione degVintegrali algebri^ ci di un sistema di equazioni differenziali, i cui ter- mini s' integrano separatamente per mezzo di tra- scendenti Abeliane. L'insigne analista sig. Jacobi nelle sue Considerazioni generali sulletrascendenti Abeliane prese a considerare le funzioni inverse delle trascen- denti chiaraate iperellittiche da Legendre, ed Abelia- ne dallo stesso Jacobi, in onore del celebre Abel che avea scoperto una proprieta essenziale di quelle fun- zioni, analoga a quella gia trovata dall'Eulero nelle tra- — (561 - scendenli elliltiche dl prima specie. Dal teorema del- I'Abel intorno a simili trascendenti il sig. Jacobi mae- strevolmente dedusse le propriela principali delle loro funzioni inverse, ed osservando che dal teorema mede- simo si puo arguire I'esistenza degli integrali algebrici di un sistema di equazioni differenziali, invito i geo- metri a rintracciare analiticamente le espressioni alge- briche di siffatti integrali, per dare cosi una nuova e non meno singolare, com'egli dice, dimostrazione del teorema Abeliano. La ricerca delle formule che espri- mono esplicitamente i richiesti integrali, fondala sulla trasformazione delle equazioni, e appunto il soggetlo della presente Memoria del prof. Minich. Si legge poscia la prima parte di una Memoria del membro effettivo co. Freschi Sulla coltivazione de' gel- si e de' filugelli^ e sul modo di dijjfonderne le huone pratiche nelle Provincie Venete^ la cui seconda parte sara lelta in altra adunanza. II socio corrispondente prof. Perego legge il seguente scrilto: — G62 — Note intorno a qualche Jenomeno elettrico. Del prof. A. Pcrego. La fisica delfluidoeletlrico e la scieuza sovrana dell'etA nostra. Le felici applicazioiii, die si dcrivano dalle insigni scoperle elettriche die glorificano il sccolo XIX, sono indefi- nite, nonhannoorizzonte, e qiiindi, non intravedcndo i con- fini cui esse possono toccare, non lasciano quiete a'dtsiderii dell' uomo, il quale vorrebbe pur giungere ad indovinare c a trarre il raeglio da ogni trovato. Ma, se mirabili ed iinmen- sl sono i fatti che si raccolgono nella pratica dell'elettrici- snio, vasto e spinoso e il campo da coltivare nelle tcorichc. Una serie di fenomeni elettrici e avvolta nel mistero, e lo scrutatore della natura slillasi invano il cervello per fame ragione. Quando un raino delle scienze fisiclic ritrovasi in tale condizione, e d'uopo toner conto di qualsiasi esperienza, per quanto ella sembri minima e di nessun momento; pe- rocche, laddove manca la face della teoria, i fatti grandi o piccioli qua e \ii dispersi potrebbero divcnire, in processo di tempo, altrettanti anelli di quella catena che tutti li deve rannodare fra loro ; catena che forma la parte sostanziale delle teorie de' fenomeni fisici. Per queste considerazioni presi animo a fare la narrativa de'seguenti risultamenti die ottenni esperimentando nella elettricita. Diremo primamente in brevi parole di (lualche I'cno- mcno elettrico del vapore, e di quel vapore die si crea e si tormenta colla macchina di Armstrong. Le sperienze furono eseguite con uno di tali apparati, il quale ha il cilindro che — C63 — racchiuJe la caldaia, di 59 centimetri di lunghezza e di 29 di diamctro. La macchina e forniata della valvola di sicurez- za a leva, il ciii diametro cguaglia m. 0,0 IG : ha due getti, e il vapore vi puo acquistarc la tensione di G aliuosfere, per cui, massimanieiite dalla caldaia, si traggono dello vigorose scintille, le qnali talvolta misurano fino a 7 centimetri. Ci occorre intantodi fare una piccola osservazione, la quale con- ferma il principio die una porzioncella del vapore dev' es- sere condensata,se voglionsi conscguire gli effelli della mac- china. Se,incominciando le sperienze, nonsiponel'acqua nel condensatore, si hanno tultavia i fenomeni eletlrici;ma, pro- gredendo, essi iliminuiscono, c poi cessano prcssoche del tutto. Nei primi istanti la bassa temperatura dci tub! e del recipicnte dcU' acqua supplisce in qualche modo a questo licjuido; successivamenle egli unie I'altro vengono riscalda- ti ; la rolrocessione di stato del gas accjueo non ha piu luogo, c gli efTetti elottrici scemano senza fine. Un fatlo poi che mi sembra non doversi trasandare, per cio che riguarda la teo- rica della macchina di Armstrong, si e quelle della specie d' eleitricismo che la caldaia palesa nel primo istante del gclto. Questo elettricismo e positivo, mentre, scorso un mi- nuto secondo o poco piu, la caldaia addiviene negativa, ch^e lo stato abituale di questa parte della macchina [i). Curiosi fenomeni di perlurbazione elettrica erausi avvertitl anche nello scorso anno, allorche si esperimenlava con una calda- iuola di rame appartenente ad uo modellodi macchina a va- [i ) Questo falto veime confei luato, faceaJo patecchie sperienze di compa- gnia al siij- Ab. Zanini,prijf. di Fisica nel Seininario Vescovile di Padova, con una caldaia di rame spcttante ad una picciola macchina a vapore di proprieth di (luell'Istituto ; la quale caldaia lia maggiore capacith di quella che, co- strutta di egual nictallo, possiede il GabineUo fisico dell'I. R. Univeisila di Padova. — 664 — pore, sicconie fa pubblicato dal sig. dolt, de Mattia (l).Sirnili mutazioninello stato elcttricodeirapparecchio furono notate dallostcsso Armstrongj allorclie opcrava cgli con una piccola caldaia di bronzo, senza che, a delta di lui, intcrvenissero le circostanze che, giusta leleggi della fisica, gli avrebbero falto predire un cambiamento di elettrlcila. A questa osscrvazio- ne, da mc esposta pel solo motivo ch'ella non puo es- sere del tutto inutile nello investigare le cause die hanno parte nel promovere il fluido elettrico nell'apparato di Arm- strong, soggiungo la notizia di qualche tentativo da me falto. E nolo che il vapore uscendo dallamacchina idro-elet- trica, agitandosi, strofma un lubetto di legno duro. A questo nc ho falto sostituire un altro di legno tenerissimo, quale si e quello di edera. Ora, se il tubo e costrutto a fibre longiludi- nali, si otliene presso a poco la solila tensioneelettricajraa, se il piccolo apparecchio ha le fibre per traverso, si scorge che la tensione e diminuila. Questo risultamenlo venne pure comprovato adoperando de' tubetli di verzino, talvolta a fi- bre longitudinali e talvolta fibre trasversali. II legno di edera e mollo poroso , onde serve a raostrare la po- rosita de' corpi ; poiche, ponendo dell' acqua per entro una scatola di questa sostanza, il liquido immanlinen- ti Irapela pei pori. A' due tubi della macchina furono tolti i due emisferi, che racchiudono I'arlificio ligneo-metal- lico che concorre a strofinare il vapore, e a questo fu sosti- tuito un tubo di edera con fondo chiuso. Aprendo i robineili, il vapore si proiettava con violenza nell' aria, passando pei pori del fondo di legno. Con questa nuova maniera d'altri- (i) Ceuni siillo sviluppo eklirico del i'apon, di Girol. Am. De Mal- tia doll, in Filosofia e Mateinalica, Assislmte alle Cailcdre di Econoinia luiale e di Sloria iicuuralc gcnerale presso I'l. li Uiiiversila di Padova pag- 39-42. — GC5 — to si hanno debolissimi segni di elettricita, i quali (e cio iiie- rita ricordo ) sono contrarii ai consueti: la caldaia e costan- temente positiva, e quindi il vapore negativo. lo pcnso die i fenomeni tesorcggiati dai fisici intorno aU'elettricismo del vapore, sebbene in buon dato, non sieno tuttavia sufficienti a ragionarne una chiara e compiuta teo- ria. Speculando pero quelli che si conosconoj a me senibra cbe la immensa produzione del fluido elettrico nella niacchl- na di Armstrong sia dovuta a piu cause, come sono lo sfre- gamento, la pressione, 11 conflitto chimico ecc. ecc.,e che fra queste sieno apprezzabili e prevalent! alle altre I'attrito e la pressione. E a proposito del primo artificio meccanico, cioe dell'attrito, siccome vl sono piu foggie di sfregamcnto, cosi la specie di strofinio che si efTettua nel vapore deve concor- rere a modificare i risultamenti della sua eletlrizzazione. Senza queste ipotesi e impossibile lo spiegare le continue anomalie e le apparenti contraddizioni che si osservano nel- lo stato elettrico della macchina di Armstrong. E indubitato che r intensity elettrica dell'apparecchio e procurala dalla particolaritA delle fregature; e le sostanze, che a parere dei fisici vengono a conflitto meccanico, sono il metallo ed il le- gno, il vapore e I'acqua. Forse a questi attriti non e stra- niera Paria atmosferica, che non e difllcile si mescoli al va- pore. E qui non ometteremo di notare che celebri fisici, tra' quali nominiamo lo stesso Arnjstrong, opinano che I'a- ria perfettamente asciutta non dia, strofinata, alcun sentore di elettricita. Ammettendo questa idea, mi sembrerebbe di contravvenire ad una legge di natura. Tutte le sperienze che comunemente s'istituiscono, afline di suscitare il fluido elettrico col mezzo meccanico dell'attrito, non tornano a male se i corpi dissimili, che si pongono a cimcnto, sono di tal natura da favorlrc il niutuo sviluppo del fluido elettrico, V. ^'\ — G6o -- c so imlovinusi il niodo di strofiuio piu eonfaceDte alio svi- liippo niedesimo. Se il fisico di Newcastle, invece di far pas- sarc la sua aria disseccata per un tubo di metallo o di altra materiaj la spingesse altraverso i pori del legno, sono per- suaso ch'egli otterrchbe le prove, chc il fluido atmosferico puro ed asciutto si clettrizza per la via meccanica dell'altri- to. Lo stato elettrico della caldaia, coiUrario nel primo i- stante del gctto a qucllo die successivameiite si manifesta e si conserva, devesi attribuire, a mio credere, al fatto, che il vapore, prima di esscre elettrizzato per le fregature, lo b per I'allro mezzo meccanico della pressione. La specie d'e- lellricismo che nasce da (jiiesto proccsso e a mala pena sen- sibile, perclie viene tosto vinto e distriitto da qiiello dello stregamento. 1 tubelli lignei della macchina idro-elettrfca a fibre longitudinali, ovvero a fibre per traverso, debbono pro- diirre un' alterazioiie negli efTctli clettrici. Non ignorano gli amatori delle scienze natnrali die nello stropiccio reci- proco di due corpi, quelle, le cui molecole conccpiscono le inaggiori vibrazioni, tende ad accpiistarc 1' elettricita nega- tiva, nel mcntrc I'allro, le cui molecole si niuovono per enlro a piu angusti limiti, inclina a procacciarsi I'clcttricita contraria o positiva. Questa fisica verita appare evidente, piii che con (pialunque allro arlificio, immergendo e piegando nel mercurio un feltro da cappello. II mercuric divcnta po- silivo, ed il feltro negative; ma se, distendendo il fellro nie- desimo su di uncorpo rigido, esso venga tufTato nel liquido metallo senza inflessioni o picgature, il mercurio possiede allora I'elettricila negativa, ed il feltro la positiva, cioel'op- posta. Se dun([ue nella macchina di Armstrong i tubi a fibre longitudinali favoriscono reccitamento del fluido elettrico, non dev'essere altrettanto di quelli a fibre trasversali, per- che le loro vibrazioni, esscndo piu estcsc, tendono a genera- — CG7 — re un'elettricitA conlraria. Finalmentc la dcbolissima clet- tricita, che si oltiene obbligando il vapore a slanciarsi nel- r aria per la via de' pori del Icgno di edera (la qual cosa non puo accadere senza un aspro c forte stropicclamento), ci chiarisce che nell' apparalo idro-elettrico devcsi, piii che della violenza degli attriti, far calcolo del modo onde suc- cede la confricazione del vapore. Nell'espericnza poi dell'u- scita del vapore dal legno, essendo la caldaia positiva, con- vien dire che qui 1' effetto elettrico deila pressione sia co- stantementc superiore a quelle che proviene dall' attrito. Toccati questi cenni su I' elellricismo del vapore die si svolge dalla macchina d' Armstrong, tolgo a discorrere di allre particolarit^ che suscita ne'corpi quelgrande agen- te della natura. M' ebbi mai sempre 1' opinione che le corrcnti voltai- che difTeriscono da quelle che ci procacciamo coll'elcttricita generata da mezzi meccanici assai piu che non si crede dal comune dei fisici ; i rapporli che si credono legare le due maniere d' agire del fluido elettrico sono per lo piii stenta- li, poveri c non facilmente dimostrabili. Diro anzi che fra le moke spcrienzc che si possono istiluirc coll' elettricila detta stalica , havvene taluna che sembrerebbe promcttere de' risultamenti simili a quelli che si ottengono coll' eleltri- citc^ dinamicaj ma.venutialla pratica,ciaccorgiaino delgros- so abbaglio che erasi preso. Ecco, se non erro, nn suadente escmpio : due dischi eguali , 1' uno di marmo duro , verbi- grazia di granito orbicolare di Corsica, e 1' altro di legno d'abete, se, isolati, vcngono sfregati 1' uno conlro 1' altro , il marmo acquista I'elettricita positiva o vitrca, ed il Icgno la negativa o resinosa. Queste elettricila pero non si mani- festano, com' e facile ad immaginare, se non quando i due dischi vcngono separati. Or bene, se a ciascun piatto si aJat- — 008 — ti tin filo mctallico, per cui avanti la scparazione sicno mes- si in conumicazione cleltrica fra loro; disgiunti cssi piatti , deve nascere nc' riuniti fili una corrente di fluido elettrico, la quale parrehbc dovcr produrre degli efTetti simili a quel- li dcgli elcmenli voltaici. Si faccia passare una tal corrente per uno de' piii dilicati galvanometri, a mo' di esempio per quello di Gourjon, c 1' indicc rimarra immobile. Si sostitui- sca alio stromento di Gourjon il piu sensibile del galvano- melri nalurali, voglio dire una rana preparata alia Galvani, e I'animale non dara indizio della piu piccola convulsione. Conforme alia mia ipotesi ne fo una I'illustre Bccquerel (i). Sapcndo egli die separando di colpoin due (cAWyede'Fran- cesi) una lamina di mica, i due fogli disgiunti palesano le due opposte elcttricita, pensa che, se si ponesse un cristallo per due punti opposti in comunicazione coi capi del galva- nometro, e di poi si separasse (e« le divani) con assai pre- stezza 6 violenza, pensa, io dico, sarebbe infinitatnente pro- habih che s' ingenerasse una corrente, la quale operereb- be sull' ago del galvanometro. La mia esperienza e una perfetta imitazione di quella proposta dal fisico parigino ; tulte le condizioni sono simili, tranne il processo ond'ecci- lasi e togliesi dall' equilibrio il fluido elettrico. Nell'csperi- mento indicato dal Bccquerel 1' elettriclta deriva dall' aspra disgiunzione delle parti del cristallo , quando nel mio ap- parecchio ha origine dal reciproco strofinio del raarmo e del leguo j ma questa differenza non puo mutare I'essenzia- le della conseguenza che si trae nell'uno e nell'altro caso. Amendue le elettricita sono create dai metodi meccanici , e amendue non furono coraunicate, ma tratte da' corpi stessi (i) Traiie de Physique conside're'e dans ses rapports ai'cc la Chimie et ies Sciences iiaturelles, par M. Becquerel. Tome premier, pag. 387. — 669 — che patiscono il reciproco cimento. Ma siccome il moto del fluido elettrico procurato dalla separazione del legno dal marmo non ha alcuna influenza sull'ago magnetico del gal- vanometro, cosi oso dire che anche la corrente, la quale ver- rebbe prodotta nel tentativo immaginato dal Becquerel, sa- rebbe senza efifetto sull' indice dell' istromento csploratore delle correnti mosse dall'elettriciti dinaraica. Dopo i ricor- dati tentalivi, voUi esaminare se le correnti che si possono avere coll' elettroforo, e massime quelle che nascono dall' elettricita indotta, erano valevoli a fissare qualche legame tra 1' elettricisnio, I' altrito e quell' altro che proviene dal contatto. Ma il galvanometro piu sensibile ed esatto non diede alcun segno che nelle correnti deU'elettroforo vi sia, sotto I'impero di quella forza die lo agita e lo torinenta nel moto, del fluido galvanico. Se non che, procedendo io nelle ricerche elettriche raediante I'elettroforo, m'avveniva in ta- li risultamenti che a mio giudizio non sono al tutto imme- ritevoli di essere descritti. Sapendo dagli studii dei fisici che r influenza eleltrica attraverso le sostanze coibenti varia a norma della natura delle sostanze medestrae, e che la ma- teria resinosa, della quale si compone la stiacciata deU'elet- troforo, vantaggia in questa particolarita I'aria atmosferica, ho stimato che un tale istromento sarebbe forse piu adatto di qualunque macchina elettrica alia dimostrazione de' cu- riosi e bei fenomeni dell' elettricita indotta. Per verita non andava errato in quella raia sentenza, come si fara aperto , io spero, da'fatti che sono per esporre. Non parlero dell'u- so degli elettroscopii per conoscere I' influenza eleltrica de' conduttori delle nostre macchine, il quale e da tutti cono- sciuto. II mio divisamento mirava ad imitare i fenomeni piii importanti dell' elettricit;\ indotta , che le nubi tempestose esercitano su' corpi terrestri, alia quale appartiene il con- — 670 — iraccolpo elcttrico (choc en relour tie' Frances!). Tre sono g!i espcrimenli che si mcttono in campo dai fisici per dare una idea della influenza elettrica delle nubi. II 1/' si e quel- lo delle rane, le quali, poste neU'atmosfera eletlrica del con- duttore della raacchinaj saltellano allorche si cava la scintil- la dal condultore mcdesimo. II 2.° e quello iusegnato da lord Mahon. Si elettrizzi un anipio conduttore collocato in vicinanza di due persona, le quali si slanno su due sgabelli isolatori e comunicano fra loro, tenendosi per le man!, ncl mentre si elettrizza il detto conduttore. Finita la carica, le due persone isolate stacchino le mani e non le tengano che molto vicine; se una terza persona trarra il fuoco elcttrico dal conduttore, una scintilla scocchera tra le mani delle due persone isolate. La 3.' esperienza in fine c lo sparo della pistola di Volta, Si carichi quesl'apparecchio, e pol si di- sponga in vicinanza del conduttore della macchina che vie- ne elettrizzato, sicche ella sia soggetta al potere dell'eleltri- cita per induzione ; la sua superficie esterna avra comuni- cazione col suolo raediante un conduttore imperfetto, qua- le sarebbe il \cgno; il filo interno avra pure comunicazione col terreno, ma per mezzo d'un conduttore metallico. Sca- ricando la macchina, il fluido elcttrico ch' essa per influen- za aveva tolto all' cquilibrio e rimosso dal suo posto, vi ri- tornera e per la via del legno e per I'altra del metallo; ma, giungendovi prima lacorrenle che passa pel metallo, la scin- tilla, saltera dal filo interno al corpo della pistola in contat- to col legno, e si avra lo sparo dell' istromento. La prima delle esposte csperieoze spesso riesce a buon fine ; non so- no pero rari i casi in cui un siflatto tentativo malamenle risponde alle ricerche dell' esperimentatorc. Per elTcttuare quella di lord Mahon sono, io credo, necessarii de' con- duttori stragrandi cd immensi, perocchc cogli ordinarii dei — 671 — gabinctti, scbbcne non piccioli, inanca il risultamento pro- messo dal fisico inglese. La sola esperienza della pistola elettrica non ha cattivo successo se si usano particola- I'i cautele. Or bene, tutti quest! fatti, che non sempre succe- rlono 0 si rimangono celati interrogando la natura colle macchine ordinarie, a maraviglia si palesano e costantcmen- te si avverano coll' aiuto d' uno de' consueti elettrofori (1). Si tenga un tale istromcnto isolato, e si elettrizzi il mastice col solito processo. Un filo metallico parta dal piatto e va- da a toccare le vertebre o le gambe d' una rana preparata alia Galvani, e collocata anch'essa su di una superficie iso- lata. Dalle gambe o dalle vertebre parta un altro fdo me- tallico , il quale sia in comunicazione col suolo di per se stesso 0 col soccorso di altro conduttore, sebbene nella ca- pacita di tradurre il fluido elettrico sia molto al dissotto dei metalli, Si toccbi e si elevi di 2 a 3 cent, lo scudo sopra la stiacciata; se ne tragga la scintilla , c all' istante la rana si commove ed entra in forti convulsioni. E per avere simili contorcimenti non e neppur necessario di usare V animale preparato alia Galvani ; una coscia, un lombo messo in co- municazione co'fili sopraindicati, basta per provare gli effet- li della corrente d' induzione. E qui noteremo che le con- vulsioni nelle rane succedono ben anche allorquando le parti dell' animale non sono in comunicazione col suolo e nemmeno col piatto dell'elettroforo. Se non che, per una perfetta imitazione del contraccolpo elettrico, noi non pos- siamo starcene content! al vedere le scosse nelle rane; dob- biamo sperimentarle in noi medesimi: ebbene si preiida fra (i) Quello ila noi usato lia il piatto del dianietro ili. . . . m. 0,600 lo scudo » 0,470 allezza degli oili del piatto e scudo " 0,018 srossezza della stiacciata » 0.011 — 672 - le dita un po'umide il filo mctallico che deriva dal piatto, c, allorche si cavcrA la scintilla dallo scudo, si sentira in esse una leggiera commozionc: la quale diverra piu energica, se la coniunicazione fra Ic dita ed il filo si fai\^ coU'interraedio dell' acqua salata o meglio coll'intermedio del mcrcuriOj av- vertendo di porrc questi liquidi in piccoli bicchieri. L'espe- rienza di lord Mahon succede indubitatamente, se I'una del- le due persone isolate trovasi in coniunicazione col solito fdo del piatto dell' elettroforo. Ma I'esperienza, che vedesi non senza qualche sorpresa e diletto, si e quella di sparare la pistola di Volta colla corrente dell' elettricit;^ indotta nei corpi dalla piccola nostra macchina. II filo interno dell'istro- mento sia unito all' altro del piatto, e la sua faccia esterna sia posla in relazione eleltrica col suolo ; alia scarica dello scudo si udra lo sparo della pistola. E importante di nota- re che le cominozioni nelle rane, le scosse nelle dita e lo sparo della pistola succedono ben di frequente anche allor- quando I'operatore carica lo scudo. Un picciolo turbamento nell' equilibrio eletlrico di essa parte dell' elettroforo basta a generare una corrente di elettricita attuata. Cosi dobbia- mo notare non essere indispensabile che resperimeutatore comunichi col suoloj i suddetli tre fenomeni possono acca- dere stando clii carica e scarica lo scudo su inaterie coibenti. Un gran vantaggio di questa sorta di sperienze si e che non difettanogiammai, e rispondono adequatamente alle in- tenzioni dell' operatore. A risolvere poi qualunque dubbio che si potrebbe proporre intorno alia natura di questecor- renti, abbiamo in pronto I' esperienza che segue. Un tubo di vetro fu tutto coperto di cera di Spagna nella sua super- ficie esterna ; un prisma di ferro, pure inverniciato di cera di Spagna ad eccezionc d'un piccolo punto, fu collocate nel- I'interno del tubo; una porzione del filo del piatto, foggian- — G73 — do un ancllOj abbraccia nel mezzo il tube di vctro; finalraen- te il prisma di ferro incdiante il punto nudo di cera Spagna e messo in comunicazionc col filo della pistola. Se si cava il fuoco elettrico dallo scudo, s'acccnde il gas nell' apparec- chio, e odesi, come a! solito, lo s|)aro(l). Al prisma di ferro puo essere sostituito un semplice filo di rame o di altro me- tallo coporto di cera lacca tranne 1' una delie eslremita, e lo sparo succede in egual modo (2). Essendo interposti tra'l metallo dello scudo e qucllo della pistola de' forti coiben- ti, e cliiaro che in questo caso il fenomeno non puo essere attribnito all'elettricita condotta. L'csperienza e una prova inoppugnabile e parlanle che tutti i fenomeni da me narra- ti sono dovuti al moto del fluido elettrico che nasce dall'in- fluenza, ossia dall' elettricita indotta. A me pare che I' elet- troforo ci metta alia portata di mostrare d'ora innanzi in modo facile, sicuro e spedito le particolarita dell' influenza elettrica, e ci metta alia portata di ofTcrire una pronta e ve- ra immagine del conlraccolpo elettrico. (1) Colla maccliina elettrica, la maggiore die possegga il Gabinetio ili Fisica (leir I. R. Universilii di Padova, operando come si suole ('oir elettrofo- 10, si prodassero le scosse nelle dita e si sparo la pistola, peio senza l' inter- niedio di alcun tubo di vetro. Iiioltie, per coiiseguire questi eft'etti, fu ueces- sario 1' accrescere I' influenza del condutlore elettrico della maccliina col te- nervi avvicinata una superlicie nietallica, la ([uale infine coniunicava coi cor- pi sui quali cadevano le sperienze. (2) Si e ottenuto lo sparo della pistola di Volta elettrizzando per iii- iluenza il metallo che eomiuiica colT appareccliio, non gia attraverso ad un sol tubo di velio, ma attraverso a due, a tre e persino attraverso a cinque, inchiusi 1' uuo nell' altro, non a mutuo contatto fra di loro. Cos'i giungiamo ad avere de' fenomeni afTatto simili se la carica di induzione non viene ope- rata dair esterno all'interno, ma s\ bene dair inlerno all' esterno. Le spe- rienze di ((uesta fatta possono essere in iiiille guise variatc e ripetutc. 85 — G74 — Finalaienle il membro efleltivo prof. Conli, elel- to insieme col prof. Menegliini a dar ragguaglio ilol- 1' operetta pubblicata nel iS/jS dal sig. Giuseppe Krieger di Tirnau, capitano del Genio in pensione, solto il litolo: Das Naturgrundgesetz ecc, ossia La legge naturale fondamentalc delta unita e deW ar- monia quale principio generate de' sistemi scientifi- c.i^ legge intorno alia inedesima, ed alle aggiunte ine- dite spedite dall'autore, un rapporto le cui conchiu- sioni sono adottale. Poscia I'Islituto si ridnce in adunanza scgrela per traltare di affari inlerni. II segretario Pasini in noma proprio, e degli altri due commissarii ing. Jappelli e prof. Menegliini, espone i risnltamenli dell' esame praticato alle fonti minerali di Recoaro per Irovar modo di agevolare la di- stribuzione dell'acqua acidula e impedirne le perdite. 11 rapporto e approvato dall'Islituto e sara rassegnato all'Eccelso Governo. Sopra invito della Presidenza Generale del- I'ottavo Congresso degli Scienziati italiani I'Islituto elegge a deputati percbe lo rappresentino in cjuella Riuuione i membri effettivi prof, de Visiani, prof. Menegliini e L. Pasini. Si fa la noniina di altre Comiuissioni. mm DELLE mmm dell' ANNO ACCADEJIICO 1845-1846. ^s'^^^e-^ Jdunjnzj del 30 Novembre i843 .... pag. 5 — del \ Dicembre j> 2S — del 2S Diccmbre « 33 — del 29 Diccmbre ,-, 233 — del 2^ Genna/o i%^Q .... » 263 — del 26 Gcniiaj'o }■> 281 — del 2'^ Fcbbrajo « 297 — del 23 Fehbrajo ,-, 533 — 7ffy^/o ....... » 419 — del 30 Maggio (solenne) .... » 45i — 459 — del22Gi?igno » 513 — deli9 Luglio « 527 — del^OL^iglio » 57i — del 9 Agosto » 603 — del \^ Agosto » 653 L\DICE \LF\BHTia) PFR MATERIE E PER >OMf. Aerolili — Lellera del co: Ales- sandro Spada Lavini di Monte Polesco diretta al Seg^retario L. Pasini sopra una caduta di aerolili avveniila nella l>Iarca di Maeerala all'S di mag'g'io 1846, pag. 514. ^//rtni/tiTi dolt. G. di Padova elet- to socio corrispondente. p. 350. — Anatomia della Yaniglia a fogIiepiane(/"«ju7/rtp/on//b/taj AndreM) con 4 tav., p. 376. Comela periodica di liiela — Breve notizia intorno alia sua riapparizione nella rivoluzione die si compieranel febbr.1846, del cav. G. Santini, p. 35. — Uheriori notizie intorno alia medesima e brevi cenni d'allre due scoperte astronomiche del- lo stesso, pag. 300. Commissioni diverse — pag. 31. 295, 343,415,525,602,614. — Commissione nominata per I'e- same del metodo di Hunnert li- lografo, per riparare e rinte- grare i disegni guastieconsunti delle pietre litografiche, p. 23. — jVomina delle Commissioni annual!, p. 31. — Commissione per rispondere alia domanda dell' I. K. Governo se convenga che sia pubblicato un Calulocjo 0 Sinonimia dell' opera mano- scritta di Storia naluraleadria- tica del defunto ab Slefano Chiereghini di Cliioggia,p.280. — Commisione del Gabinetto Tecnologico deiristituto,p. 294. — ■ Commissione per la pubbli- cazione delle tavoie del prof. Renier di oggetti marini adria- tici, pag. 295. — Commissioni pel ragguaglio dell' operetta del cap.Krieger, e del Trattato elementare di Aritmetica del prof. Zamara, ivi. — Commis- sione elettaper I'esame dei ma- noscritti presentali al Concor- so in risposta al Programma di mons. Canova, pag. 342. — Nomina dei cinque membri che in unione alia Presidenza del consiglio devono destinare le Commissioni speciali per 1' e- same degli oggetti presentati al concorso de' premii d' indu- stria,?V/. — Nomina delle Com- missioni speciali per 1' esame degli oggetti presentati al con- corso de' premii d' industria, pag. 350, 360. — Elezione di membri effettivi per procedere air esame ed agli esperimenti intorno alle macchine a vapore in unione agli ingegneri delle pubblichecostruzioni, p. 622. — — 680 — Esamc dello scrillo suUa navi- sizioni date pel Congresso sLes- p,azione aerea del sij;-. Jaco|)o so ecc, p. 529. — IVuove dispo- TrevisaiuliSanjjuinelloaflidalo sizioni dale e per roUavo Coii- al nob.l^liiiolLo, /t'/. — Inearico j^resso, parlecipate dalia I're- alTidalo alia Coivimissione elet- sidenza dulla Kiunioiie con fo- la per I'esaine e jjli sperimenti glio 20 liigiio, p. GOG. intoriio alle culdiiiea vapore, di Dallk Ciiiajk prof. Stefano di assistere a;;li esami de'g;uidato- iNapoli, cletto socio corrispon- ri delle locomolive e de'condut- denle, p. 2G1. tori inaccliinisli de' piroscafi . Diatomee — Siill' animalita del- pag-. GOl. — Commissione pel le Diatomee, e revisioiie orga- progettodialcunilavoriintorno nografua dei generi di DiaLo- alle fonti minerali di Recoa- niee stabiliti dal Kiitzing, me- re, ivi. — Deputnti elelti a moria delprof. ]\Ieneghini,p.43. rappresentare 1' Isliluto Venelo Donl fatti aH'Isliluto, p. 6.25,33. air oltavo Congresso degli 203.281,297.333,345.351,301, ^ Scienziati in Genova, p. 674. 303,375,459,613,527,571,603, Co>TARijM CO. N. — Sopra un gal- 055. linsetlo delle foglie del salice. Ducadi Serbadi Falco Domenico pag. 571. in Palermo, eletto socio corri- Cunti (iamministraziotte dell' I- spondente, p. 20i. stitnlo — Deliberazioni siille Edncazione — Introdiizione ad spese fatte a tiitto novemLre uno scrillo siilla educazione dei 1845 ft su quelle da farsi nel- poveri di Venezia, del dolt. Ve- I'anno prossimo, p. 200. nanzio, p. 423. Co^iTi prof. Carlo — Conside- Erjitto — Sopra due recenli opi- razioni intorno alio scrillo del nioni del sig. Lelronne relative dotl. Fusinieri Sulla filosofia alia storia deirEgilto,memoria della fisica , seconda parte , del co: Scopoli, p. 208. — Me- pag. 9. — llagguaglio intorno moria sulle scoperte di Chara- aH'operetta del prof. Carlo Za- pollion e di Rosellini neila e- mara inlitolata : ^ ritinetica splorazione dei monumenti e- teorico-pratica elemenlure, pa- giziani, del consig. A. Quadri, gina 341. — Intorno al calcolo p. 518. — Sulla serie delle di- dell'azione dinaniica del vapoi'e nastie clie secondo JManetoue nella locomotiva avulo riguar- regnarono in Egitlo, memoria do alle circoslanze della pre- del co: Scoi)oli, p. 532. cessione, p. 472. £'/e/f/'/c<7« — Tratlalo di concilia- CoRTESE prof. F. — Alcune illu- zione degli Eletlro-cliimiei coi strazioni allanalomiadel sisle- Voltiani, del prof. G. Zamboni, ma nervoso de'pesci, pag. 354. p. 429. — Note intorno a qual- CotKjresso deijli Scienziati di che fenomeno elettrico , del Genoca — La Presidenza del- prof. A. Perego. 602. r ollavo Congresso parlecipa Elcllromolore f oltiano — Gen- con leltere 10 e J2 dicembre ni sulla virlii illuminante del 1845 e 21 aprile 1840 Ic dispo- polo negativo, e calorilica del - G81 — polo ppsitivo deU'eletlromotore p. 35^. — Rapporto inlorno ad Voltiaho.del prof. Zanledeschi, alcuiii og'g-etli di antlchila ro- p. 319. inane, dissotterrali in Sossano, Equaziuni — Seconda parte del- distrelto di Barbarano, provin- la memoria sull' opcrazione a- cia di Ticenza, p. 601. ritmelica, che risolve le equa- Gallinsetlo — Sopra un gallin- zioni del lerzo grado nel caso setto delle fog^lie del salice, del irreducibile, del prof. Bellavitis, co: Contarini, p. 571. pag. 239. Galluppi bar. Pasquale di iNapo- Fapanni cav.A..— Prospetlo di una li, elelto socio corrisp. p. 261. sua opera che sta compilando, GeLi e FiliKjelli — Sulla colliva- intitolala : Isliluzioni di Gin- zione de' gelsi e de' filugelli, e rispnidenza ograria secondo sul modo di dilTonderne le buo- // diritlo romano e secondo It ne pratiche nelie Provlncie Ve- leggi vigenli ntl Regno Loni- nete, del nob. G. Freschi, parte bardo-Feneto, p. 206. prima, p. 601. Ferro — Piano di un' opera ine- Gene cav. Giuseppe di Torino, e- dita del cap. Angelo Marchesi letto socio corrisp., pag. 261. intitolata: Descrhione lecnica Genere — Considi-razioni inlorno dei metodi tisati per la fabbri- al g^^enere in botanica, del prof- cazione del ferro nei princi- de Visiani, p. 530. pali slabilimenti delta Monar- Giorda.m Pietro di Parma, eletto chia Auslriaca e della Pnts- socio corrispondenle, p. 261. sia, pajj. 337. Giorgim cav. Gaetano di Firenze, Filologia — Ricerclie sopra un eletto socio corrispondente, ivi. greeo monosillabo, del sig-. G. Giulio prof. Carlo Ignazio di To- Sandri, p. 43. rino, eletto socio corrisponden- Filosofia — Alcune considerazio- te, ivi. ni sopra gli uomini comuni, sui Giurisprudenza agraria — Pro- distinti, sui grandi e sugli stra- spetto di un' opera del cav. Fa- ni, del dott. Bianchetti, p. 347. panni ch' ei sta compilando, in- Fisica — Considerazioni del prof. lilolata: Isliluzioni di Giiiris- C. Conti intorno alio scritto del prudenza agraria secondo it dott. Fusinieri Sulla filosofia diritlo romano e secondo le della Fisica^ p, 9. ^^(/(/i vigenli nel Regno Lom- Freschi nob. G. — Sulla coltiva- bardo'Veneto, p. 266. zione de' gelsi e de'filugelli, e GiusTimANi dott. G. — Sul nuovo sul modo di diffondernele buo- metodo pel governo de' bachi ne pratiche nelle Provincie Ve- da seta proposto dal sig. Mn- nete, parte prima, pag. 661. cenzo Giordani, memoria p. 33, Flrlanetto ab. G.— Brevinotizie Ha»ert litografo chiede all'Isti- intorno all'opera del sig. Gen- tuto 1' esame di un metodo di ncro Riccio di Napoli, inlitola- sua invenzione per riparare e la: Le monete delle anliche rinlegrare i disegni guasli o famiglie di Roma jino alf iui- consunti delle pielre lilografi- peruloreAugnsto, Napoli 1843. che, pag. 23. V. 86 — C82 -^ Idrometria — Niiova delermina- Locomotive — Intorno al calcolo zione tlelle coslanli relalive al- deH'azione dinarnica del vapore la rcsislenza d' allrito nel mo- nella locomoliva avulo ri^^iiar- vimento dell' acqua pe' lunghi do alle circoslanze delhi pre- tubl di condolla e pegll alvei, cessione , Memoria del prof, del prof. Turazza, pag. 41. Conll, p. 472. Inleiimli ahjehrici — Sulla de- Luce polarhzata — 3Ienzione di terminazione degl' iiuegTall al- qnanto da fisicl ilaliani e stra- g^ebrici di un sistema di equa- nieri era stato anlecedentemen- zioni differenziali, i cui termini te trovalo o indicalo a pro- s'integrano sepiiratamente per posito delle recenli seoperle mezzo di Irasceiulenti Abeliane. del Faraday intorno all' azione Memoria del prof. Minich, pa- di una calamita sui raggi di Iii- gina 060. c-e polarizzata, del prof. Zante- Jtalia — Suir Italia piu antica, deschi, p. 237. del eo: G. Scopoli, p. 293. Macchina d' Jnnslrong — Dei .Tappelli ing. G. — Sulla manie- fenomeni eletlrici della Macchi- ra pill economica di costriiire na di Armstrong, e delle cause una galleria sotto un canale od assegnate dai lisici, Memoria un flume, p. 265. prima del prof. Zantedeschi, Rrieger Giuseppe — Das Nalnr- p. 610. (/n<«(/(/ese/2, ece. ossia, La na- Manifalturc iiadonali — Degli turale legge fondamentale del- impedimenti all'eslensione delle la unita e dell' armonia quale nostre manifatture , Memoria principio generale de' sistemi del co: Scopoli, p. 336. scientifici, con aggiunte mss , Manomelrofjrafo — Nota intorno pag. 35. ad un Manometrografo per le LiiNARi prof. Sante di Siena, eletto altissime pressioni, del nob. Mi- socio corrispoudente, p. 261. notto, p. 311. Limput e Lelleralura ilaliana — Marciiesi Angelo — Piano di Hagguaglio della Presidenza una sua opera inedita intitola- sui lavori intrapresi o proget- ii\:Uescrh\one tecnicadti me- tati da apposita commissione todiusali per la fabbricazione per arriccbire di nuove voci il del ferro nei principali slabi- Dizionario eec, p. 342. liiiienti della Monarchia Jii- Lilanlrace — Compendiose noli- striaca e della Prussia, p. 337. zie intorno agli strati di Ulan- Mariamm cav. Stefano in Modena, trace scoperti uilimamentenel- eletto socio corrisp.;, pag. 261. la Caruia [ircsso Raveo , del Marmo — Sul marmo di Fonta- prof. Meneg^hiui, p. 363 Os- nafredda nei Monti Euganei, del servazioni relative, ivi. nob. sig. A. de Zigno.pag. 409. Li'^ello del mare — Alcuni cenni Mattei;cci prof. Carlo di Pisa, e- sulle variazioui di livelio asso- letto socio corrisp., pag. 261. lulo e relalivo delb; spiaggie e Meccanica — Aggiunte del nob. del mare del segr. L. Pasini, sig. Minotto alia sua memoria, pag. 324. Intorno al modo di raccogliere - GS5 — « trasmcllcre la fovza dialmni Fonlanafredda ue'Monli Euga- molori, p. 441. nei, del nob. sig. A. de Zigno, Mellom CUV. Macedonio in iNa- p. 409. — Rillessioni relative poll, elelto socio corrisponden- del segr. L. Pasini e del prof, le, p. 201. Caliillo, p. 413 e 414. Membri e socii defunti — Menibri Moniiiitenlo (Sul) orienlale esi- onorarii - Co: Pielro di 3Iania- slenle nella Basilica di s. Pie- go, pag. 529. — jMembri edet- tro inVenezia, e sopra an fram- tivi - Ab. Zamboni, p. 006. — nienlo arabico- calico trovalo Socii corrispondenti-Cav. (Jar- parimenli in Venezia, dell' ing. lo di Birago in Vienna, e31ons. Casoni, p. 290. PietroBetlio Bibliotecario del- Moms cav. Giacinlo di Torino, e- la Marciana, pag. 204. — Ing. lello socio corrisp., pag. 261. Bartolomeo Avesani di\'erona, .AIossotti cav. Ollaviano Fabri- pag. 347. zio prof, in Pisa, eletlo socio ME?iEGHLM prof. G. — Suir ani- corrispondente, ivi. malitu deile Diatomee, e Re- JN.4.iii.4S doU. G. — Sua nomina in visione organografica dei ge- membro efl. p. 297. — Osserva- neri di Uiatomee stabiliti ddl zioni sopra i casi d' impedi- Kiilzing. Memoria, pag. 43 — niento alia respirazione, che si Compendiose nolizie inlorno gnariscono funiando le fogiie agii strati di litanlrace scoper- dello slramonio, p. 318. — So- te ullimamenle nella Carnia pra 1' eflicacia dell' agopunlura presso Raveo, p. 303. a provocare I'obliterazione del- Memn prof. L., elelto Vicepresi- le arlerie, comunicazione ver- dente dell' Istilulo, p. 5. bale, p. 038. Mi(jliare — Cenni sulla conipar- y^a/w// — Ragguagli ulteriori sul sa della migliarein Yenezia. del pozzo artesiano che si sta fo- doll. Enrico Trois, pag. 539. rando nel giardino della Reg- MiMCU prof S. R. — Sulla deter- gia di JNapoli ecc, del segr. L. niinazione degli integrali alge- Pasini, p. 334. brici di un sistema di equazioni ?»ardo dott. G. D. — Osservazioni differenziali, icui termini s'inte- sulla esistenza dell'organo del grano separatamente per mez- gusto in alcune specie di cani zo di trascendenli Abeliane , marini, pag. 335. Memoria, p. 060. Naviga:iione oevea—hayoro \ne- Mi>OTTonob.G.— iNotaintornoad dilo sulla navigazione aerea, un Manometrografo per le al- di Jacopo Tre\isan di Sangui- tissime pressioni, p.3ll.— Con- netto, sul quale chiede il giu- siderazioni intorno alia costru- dizio dell' Isliluto, p. 402. zione della Camera lucida , jNegri prof. Crisloforo in Padova, pag. 373. — Aggiunte alia sua eletto socio corris., p. 350- Memoria, Intorno al modo di Nomenclalure chimiche — Alcu- raccogliere e trasmellere la ne considerazioni suUe nomen- furza diaJcuni niotori, p. 441. clature chimiche, sugli equiva- Iflonli EiKjanci — Sul Marmo di lenli chimici e specialmente su r.84 aloniK' iiroprirtii che ton qiit*- sli si coilegaiio, del prof. lii'lla- vilis, p. 338. yomi'ne — Prof. L Meiiin. elelto ^'icepresidente deU'Isliluto Vc- neto, p. 5. — Confenna di no- mine a socii corrispondenli , pag. 9,423. — Terna pel posto di Viteseg^relario, p. 231. — E- lezione di socii corrispondenli. p. 260,350. — Nomina a mem- bro efl'ettivo del socio corris. dott. Giacinto Namias di Vene- zia, p. 297. — Aomina a Yice- segrelario del membro effetli- vo, dolt. Luijji Carrer, p. 462. — Proposizioni pel poslo di membro elTetlivo con pensione in luogo del defunlo prof. Zam- boni, p. 634. Numismatica — Brevi nolizie del- r ab. Furlanelto intorno all'o- pera del sig. Gennaro Riccio di Napoli, intilolala: Le monele delle ant idle famicjlie di Roma fino all' ii)iperalove Augusto. Napoli 1843, pag. 332. Oliijucroiiomelro — Sopra nn oli- gocronomelro, ossia slrumento per misnrare il tempo con mol- ta precisione, del prof. Bella- vilis, pag. 282. Olivieki dott. Antonio — Osser- v.izioni anatomico - fisiologiche sul cuore della Testuggine Ca- retta e delle Chelonie in gene- rale, con 2 tavole, pag. 476. — IVuove ricerche sulla striutnra e snlle funzioni del ciiore dei retlili e parlicolarmenle degli ordinarii, con 2 tav. miniate, in appendice alle Osservazioni snddette, pag. 533. Orioli prof. Francesco di Corfu, elelto socio corrispond . pag. 26d. Paoli co: Domenico di Pesaro, e- letto socio corrisp.. p. 261. Parkto march. Lorenzo di Ge- nova, elelto socio corrisp., ivi. Parlatore prof. Filippo di Firen- ze, elelto socio corrisp., tui. PasIiM segr. L. -^ Ragguagli nl- leriori sol pozzo arlesiano che si sla forando nel giardino del- la Reggia di Napoli ecc, p. 234. — Alcuni cenni sulle variazio- ni di livello assolnto e relativo delle spiagge e del mare, p. 324. — Osservazioni relative al car- bon fossile nella Carnia, p 364. — Rillessioni relative alia cal- carea rossa ammonilica, p. 413. — Considerazioni inlorno ai Cenni snl sislema cretaceo del- le Alpi Yenete ecc, del prof. T. A. CatuUo, p. 471. — Con- clnsioni tralte dalla Menioria del prof. L. Zenschner. sopra la catena del Tatra, p. 686. — Cenni necrologici inlorno al membroeff. abZamboni, p. 606. Pasini dolt. V. — Applicazioni della teoria della rendila della terra alle slime e udequazioni censnarie, p 614. Perego prof. A. — Note inlorno a qualche fenomeno elellrico. pag. 662. Pesci — Alcune ilUistrazioni al- 1' anatomia del sislema nervo- so de' pesci, del prof. Cortese, pag. 334. Pezzi.m L. — Piego sng-gellato da lui depositato all'lstituto jter la cnstodia fino a nuova sna do- manda, p. 333. PiANOiAM i)rof. Gio. Baltista di Roma, elelto socio corrispon- dente, pag. 261. PiLLA prof. Leopoldo di Pisa, e- lello socio corrisp., ivi. - 685 - I'iRiA prof, llciiraele di Pisa, elet- Roselliiii nella esplorazione dei to socio eorrispondente, p. 261. ni tnuineiui egiziani, p. 518. Plaaa comin. Giovanni di Torino, Ilapporti — Rapporlo della Com- eletto socio corrisp., iin. ' ' ■•--■• Pozzi artesiani — Ragg^uagli ul- teriori sul pozzo artesiano che si sta forando nel g-iardino del- la Reg-gia di Napoli ec , del se- gretario L. Pasini, p. 234. Premii cV indiistria — Distribu- zione de' premii d' industria . seguita il 30 inaggio 1846, ed elenco de' premiati, p. 451. Presideiiza dell^Istiluto J enetn lasciata dal cav. G. Sanlini p. 5. — A.ssiinta da S. E. ilco Citladella Vigodarzere, ivi. Programini — Programma del- r Ateneo di Brescia per un ItJa- nuale per le scuole tecniche e- /einenlarida preniitirenel 1847, p. 233. — Si adotta di meltere niiovamente al concorso, dietro le conclusioni della Commiss. di non conferire alcun preniio ai nianoscritti presentati , il Programma di mons. Canova pubblicandolo in nuova forma, pag. 450,601. — Programma della Societa medico-chirurgi- ca di Bologna per un premio proposto dal def. cav. Martini di Torino, pag. 529- — Pro- gramma deir Accademia Reale di Agricoltura di Torino pel premio offerto dal cav. Bona- fous sul quesilo : Dinwstrare con fatli e racjionainoiti [''in- fluenza che la collivazione del- le ri-iaie pud aoere sulla uina- na salute ec, pag. 605. PucciNoxri prof. Francesco di Pi- sa, eletto socio eorrispondente, pag. 261. QuADiu cons. A. — Memoria snlle scoperte di Champollion e di missione del Gabinetto Tecno- logico deir Islituto, p. 294. — Rapporlo della Commissione incaricata di proporre in qual modo abbiano ad essere pubbli- cate le 32 tav. rappresentanti oggelli marini adrialici del prof. Renier, p. 295. — Raggiia- glio del prof. Conli inlorno al- 1' operetta del prof. Carlo Za- raara, intitolala : Arihnelica leorico - praticn elemtnlave , pag. 341. — Rapporto della Presidenza suUo stato delle Raccolte natural! dell' Islituto, ivi. — Ragguaglio della mede- sima sui lavori intrapresi e progettati dalle Commissioni per la Descrizione topografica, flsica, statislica, ecc. delle Pro- vincie Venete: per la lingua e letteratura ilaliana; per le an- ticbila, sloria ecc. delle Pro- vincie Venete, pag. 342. — Rapporlo della Commissione intorno al progetto di pubbli- care una Notnenclalura o Sino- niniia dell'opera ined. di Sloria nalurale Adriatica del defunto ab. Cbiereghin, p. 343. — De- liberazioni sopra alcuni oggel- li demandati dall' I. R. Go- verno all' esame dell" Islituto, p. 360. — Rapporli delle Com- missioni speciali per I'esame de- gli oggelli presentati al con- corso dei premii dindustrla e giudizii dell'Islilulo, p. 417. — Rapporlo della Commissione sui manoscriui presentali in rispo- sla al Programma di mons. Ca- nova per una Guida ad istru- zione del popolOj, pag. 442. — — G8G — IlapporlotlellaCommissioneiii- cuore do" rellili e parlicolar- caricala dcUa luiova conforma- nieiito degli ordinarii, con due zione del Progratnma di nions. tavole miniale, del dott. Anlo- Caiiova, p. 522. — Rapporto nio Olivieri in appendice alle dell'ab. Furlanetlo intorno ad sue Osservazioni sul cuore del- alcuni og^etli di anlichita ro- la Carelta ec., pag^. 535. mane, dissoUerrati in Sossano, Ridolfi march. CosiniodiFirenze, dislretto di Barbarnno, provin- eletto socio corrisp., pajj. 261. cia di Aicenza, p. 601. — Rap- /Zocce levigate — Osservazioni porto di una Cominissione di sulle rocce levigate delle Alpi agronomi vicentini comunicato Venete, del prof. T. A. Calullo, dair Accademia Olimpica di pag'. 364. Scienze, Leltere ed Arti di Yi- SA^DRl G. — Ricerche sopra an cenza , intorno alia Memoria greco monosillabo, pag. 13, premiata dair Istitutonel 1843, Sangne — Conclusioni di un la- Sttlla collivazione dei cereali voro del dott. Mose Benvenisli e fora(j(fi nelle Prooincie Vene- sul sangue considerato essen- ce, p. 605. — Ragguaglio della zialmente nelle sue relazioni Commissione soil' operetta del collo stato patologico dei vasi, cap.,GiuseppeKriegerdiTirnau pag:. 587, intitolata:/>rts Naturgrundge- Santi.m cav. G. — Lascia la Pre- set:; ecc. ossia. La leg^ge nalu- sidenza dell' Istituto. pag. 5. — rale fondamentale della unita e Breve notizia intorno alia riap- deir armonia quale principio parizione della conieta periodi- generale de' sistenii scienliQci, ca di Biela nella rivoluzione die pubblicala nel 1843, p. 674. — si compiera nel mesedi febbra- Risultamenti espostidalla Com- io 1846, pag. 35. — Dlleriori missione sull' esame praticalo notizie intorno alia Cometa di alle fonti minerali di Recoa- Biela e brevi cenni d'altre due ro, ivi. scoperie astronomiche, p. 300. Rendila della terra — Applica- Sayi cav. Paolo di Pisa , eletto zione della teoria della rendita socio corrispondenle, pag^. 261. della terra alle stime e adequa- SoACCHiprof. Arcangelo di ^apoli, zionicensuarie, del dott. V. Pa- eletto socio eorrispondente, ioi. sini, p. 614. Scopoli co: G. — Sopra due re- Repetti prof. Emmanuele di Fi- cent! opinioni del sig. Letronne renze, eletto socio corrispon- relative alia storia dell' Fgitto, dente, p. 261. pag-. 268. — Sull' Italia piu an- Respirazione . — Osservazioni ilea, pag. 293, — Degli impe- sopra casi d' impedimento alia dimenti all'estensione delle no- respirazione, clie si guarisco- stre manifatture , Memoria , no fumando le foglie delio stra- pag. 336. — Sulla serie delle monio , del dott. G. Namias, dinastie die secondo Manetone p. 318. regnarono in Egitto, pag. 532. Rettili — Nuove ricerche sulla Sismo.nda cav. Angelo di Torino, struttura e sulle funzioni del eletto socio corrisp., pag. 261. — 687 — Slstema cretaceo — Cenni del ma, elelto socio corrisponden- prof. CaUillo sill sistema ere- te, pag-. 261. taceo delie Alpi Venele, clie Trevisan Jacopo maestro a San- accompag^nano (pialtro tavole guinetto — Sulla navigazione rappresentanli i fossili del ter- aerea, con tavole, lavoro inedi- reno iriassico delle Provincie to da liii mandato all' Islitulo. Venele e sette tavole di avaiizi pag. 46:2. organic! da liii raccolti promi- Trois dolt. Enrico di Venezia, e- sciiamente nel biancone e nella letlo socio corrisp., p. 350. — calcarea ammonitica delle Alpi Cenni sulla comparsa della nii- stesse, pag. 462. — Consldera- gliare in Venezia, pag. 559. zioni sopra questi Cenni, del Turazza prof. D, — iNuova deter- segr. L. Pasini, pag. 471. niinazione delle costanti relative Spada Lavixj co: Alessandro di alia resistenzadialtrito nel mo- Monte Polesco — Sopra una vimento dell' acqua pe' lunghi cadula di aeroliti avvenula nel- tubi di condotta c pegli alvei, la Marca di Macerala all' 8 di pag. 41. maggio, lettera diretta al segr. faniglia — Anatomia della Va- L. Pasini, pag. 514. niglia a foglie plane {Manilla Spetlro solare — Su nuove linee planifoliu, Andrew), del dott. nere e luminose dello spettro G. dementi con qualtro tavo- solare, comunicazione del prof. le, pag. 376. Zantedeschi, pag. 656. Ve>anzio dott. G. — Inlrodiizione Spi^ola march. Massimiliano di ad uno scrillo sulla educazio- Genova, eletto socio corrispon- ne dei poveri di Venezia, pag. denle, pag. 26t. 423. SlaliUl interni — Proposta ed Venezia — Sul monumento orien- ammissione di un' aggiunta per tale esistenle nella Basilica di cio die concerne le Commissio- s. Pielro in Venezia, e sopra ni permanenti, pag. 262. un frammento arabico - cutico Stetoscopio — Moditicazioni ima- trovato parimenti in Venezia, ginale dul dott.Dario Battaglia dell'ingegner Casoni,p. 290. — di Palermo, per lo stetoscopio, — Introduzione ad uno scritto pag. 511. sulla educazione de^ poveri di Tabellu delle adunanze dell' I. Venezia , del dott. "Senanzio , R. Istituto Veneto per 1' anno pag. 423. — Cenni sulla com- accademico 1845-46, pag. 23. parsa della migliare in Venezia, Talra — Conclusioni del segr. L. del dott. Enrico Trois, p. 559. Pasini tralte dalla Memoria del Venturoli cav. Giuseppe, di Ro- prof. L. Zeuschner, sopra la ma, elelto socio corrisponden- catena del Tatra, p. 586. te, pag. 261. TEixci'.E cav. Michele, di INapoli, VisiA?«r (de) prof. R. — Considera- eletto socio corrisp., pag. 261. zioni intorno al genere in bota- rer//jocro/«/rt(sulla), Memoria del nica, pag. 530. prof. Zantedeschi, pag. 26. Zambom prof G. — Trattato di ToMMASiiNi cav. Giacomo di Par- conciliazione degll Elettro-chi- — G88 mici coi Voltiani, pag 429. — Sua mancanza a' vivi , pajj. 006. Z.orEDESciii prof. F.— Sulla Ter- mofPoniia, Memoria, pa^. 20. - RIenzione di quauto da' fisioi i- laliani e stranieri era stato an- tecedentemente trovalo o indi- calo ecc. a proposito delle re- cenli scoperte del Faraday in- torno air azione di una calami- ta sui rag^jji di luce polarizza- ta, paj'j. 237. — Cenni sulla virlii illumiuanle del polo ne- jjalivo. e calorilica del polo po- sitive deir elettro-molore vol- liano, pa{j. o 19. — Dei fenonie- ni eletlrici della niacehiua di Armstrong: e delle cause asse- gnale dai Qsici, Memoria prima, pajj. 010. — Su nuove linee nere e luminose dello spettro solare, pag. 050. ZiG>o (de) nob. A. — Sul marmo di Fontanaf'redda nei Monti Eu- ganei, pag-. 409. — Intorno al- ia non promiscuita dei fossili fra il biancone e la talcarea ammnniiica delle Alpi ^enete, pag. 573. Pdg. CoRREZIONI. 34 1 llnea 19 amila leggi: araido 70 18 parele parlc 72 25 sulle nelle 7,-. S Giudicando le pi ante Giudlcandule piaiile 78 4 Eunoiie Eunoiice «o 14 Lo La 03 S Meincira Meloieira 97 8 Tripodisciee 'I'ripodiscee 99 12 niaggiore della niaggiore, della 102 22- 25 I'ala Palelia 104 17 denum denxwn id. 28 0 dalle od alle 121 15 (137) (139) 124 20 millimelri milliniilliinelri 127 17 in cui quale la in cui la lo9 S Monemi Monnemi liJI 4 MuromtSfO. intii, alum Micronicga inlricalum 1S2 9 della nclla IGU 20 clay alum apiiulattitn 1G7 11 alcune alcana iGiS 10 allri ullimi 198 20 clie piii spesso o che spesso piu o 217 9 meranicnle vera men Ic 225 sacchi succhi 224 IS sue Hue 223 10 all'olricello dell'olrictllo 227 29 ed anclic an (lie 2,-5y 17 Chiana Cliiaja 2;; 1 25 iiigcgncrl del ingcgncri, dal