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HARVARD UNIVERSITY.
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LIBRARY
OF THE
MUSEUM OF COMPARATIVE ZOÒLOGY.
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JUL 2 ty08
ATTI
DEL
R e: A L E ISTITUTO V E N E T 0
DI
SCIENZE, LETTERE ED ARTI
TO:\I0 LXYII
(serie ottava - TOMO DECIMO)
ATTI
DEL
REALE ISTITUTO VENETO
1)1
SCIENZE, LETTERE EU ARTI
ANNO ACCADEMICO 1907-908
TOMO LXYII
(serie ottava - TOMO DECIMO)
PARTE PRIMA
VENEZIA
FKBSSO LA SEGRETERIA DEL REALE ISTITUTO
TAT-AZZO I.OKKBAN SANTO STEFANO
V
■^
lui 8 1908
Atti del Reale Istituto V^onkto pi scienze, lettere ed aeti.
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima.
ELENCO DEI MEMBRI E SOCI
DEL
R. ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI
AL Ti OTTOBRE 1907
presidente
Carlo Fuancesco Ferra kis
(R. Decreto 27 gciiimio 1907)
vicepresidente
Giuseppe Veronese
(R. Decreto 27 f-cniiiiio 1907)
segretario
Guglielmo Berchet
(R. Decreto 8 febhrnio 1906)
vicesegretario
Giuseppe Occioni-Bonaffons
(R. Decreto 2ó Inglio 1904^
amministratore
Enrico Filippo Trois
(R. Deovoto 8 gonnaio 1905)
ELENCO DEI MEMBRI E SOCI
MEMBRI EFFETTIVI (')
(22 novembre 1H()8 — (i aprile 1872 — l(i dicembre 1883) (-)
LrzzATTi Luir:H, Ministro di Stato, Oav. dell' Ordino del merito
civile di Savoia, Cav. Gr. Croce decorato del Gr. Cordone
. -ìft- , c§3 , Gr. Croce decorato del Gr. Cordone della Legion
d' onore e Gr. Uff. dell' Ordine di Francesco Giuseppe e di
Leopoldo d' Austria e dell' Aquila Rossa di Prussia. Grande
Ufficiale dell' Ordine della Concezione del Portogallo, ecc.,
prof, di diritto costituzionale all' Università di Roma, già
Ministro del Tesoro, delle Finanze e delle Poste, deputato
al Parlamento, membro della R. xVccademia dei Lincei, meiii-
bro dell' Istituto di Francia (Accademia delle scienze morali
e politiche), membro dell' Accademia Reale delle scienze di
Napoli, ecc., ecc.
(2() maggio 1872 — 13 dicembre 1877 — 17 t'ebbi'aio 1881)
LoRENzONi Giuseppe, ^ , Comm. c§: , socio nazionale della R. Ac-
cademia dei Lincei, socio nazionale della Società italiana delle
scienze detta dei Quaranta, socio effettivo della R. Accademia
di scienze, lettere ed arti di Padova, socio nazionale della
R. Accademia di Torino, socio corrispondente della R. Acca-
demia di scienze ed arti di Modena, membro della Société
Imperiale des natnralistes de Moscou ecc., prof, ordinario di
astronomia e direttore dell' Osservatorio astronomico nella
R. Università di l'adova (Osservatorio astronomico).
(12 luglio 1874 — 11 aprile 1878 - 27 agosto 1883)
Tr(HS Enrico Filippo, Uff. c§i , membro della Commissione pro-
ti) LI segno ^ indica l'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro: il se-
gno i# r Ordine della Coi-ona d' Italia.
(2) La prima data si riferisce alla elezione a socio corrispondente:
la seconda al Decreto di nomina a membro effettivo; l;i terza ii ([uello
del cont'eiiineiito della pensioiu- accad(^micu.
DEL R. ISTITUTO VENETO
t ,
vinciale di viticultura ed enologia. Vicepresidente della Società
regionale veneta per la pesca e 1' acquicoltura, Presidente
della Commissione Ministeriale per la pesca fluviale e lacu-
stre, socio dell' Accademia di microscopia del Belgio e del-
l'Ateneo Veneto, conservatore e custode delle raccolte scien-
tifiche e della Esposizione industriale di questo R. Istituto.
Venezia (Calle del Carbon, Palazzo Bembo, 4785).
(26 febbraio 1871 — 7 luglio 1878 — 1.5 febbraio 1885)
Bernardi Enrico ^ , # , socio effettivo della R. Accademia
di scienze lettere ed arti di Padova, prof, di macchine agri-
cole, idrauliche e termiche ed incaricato dell' insegnamento
della meccanica applicata nella R. Università di Padova.
(Agli Eremitani, Via Porciglia, 14).
(9 feb))raio 1871) — 2'» maggio 1881 — 21 maggio 188.Ó)
Fa VARO nob, Antonio, Uff. ^ , Comm. c^ , Cav. della Legion
d' onore, Uff. della pubblica istruzione di Francia, Uff. del-
l' Ordine di Leopoldo del Belgio, Comm. dell'Ordine di Isa-
bella la Cattolica di Spagna, Comm. dell'Ordine di San Ma-
rino e decorato della Medaglia d'oro del merito, ecc. Membro
dell' Accademia della Crusca, dell' Istituto Storico Italiano,
Membro effettivo della R. Deputazione veneta sopra gli studi
di storia patria e di quella per le provincie di Romagna,
socio effettivo della R. Accademia di Padova, onorario del-
l' Ateneo di Bergamo, della Società Copernicaca di Thorn e
della Società delle scienze del Messico, socio straniero della
Società Olandese delle scienze di Harlem e di quella Ze-
landese di Middelburg, corrispondente di parecchie altre Ac-
cademie italiane ed estere. Direttore della edizione nazionale
delle Opere di Galileo Galilei sotto gli auspicii di S. ^I. il
Re d' Italia, prof, ordinario di statica grafica e Vice Direttore
della Scuola d' Applicazione per gli Ingegneri nella R. Uni-
versità di Padova. (Via Gaspara Stampa, 7).
(0 felìbraio 1870 — 29 maggio 1881 — 7 febbraio 1892)
Saccardo dott. PiERANDREA, Uff. -?fj , '^ , socio corrispoudente
4 KLENOO BEI MEMBRI E SOCI
(Iella K. Accademia dei Lincei, membro della K. Accademia
delle scienze di Torino, della K. Accademia delle scienze di
J>oloi2,-na, della R. Accademia di scienze, lettere ed arti di
Padova, dell' Accademia reale di agricoltura in Torino, del-
l' Accademia l^ontaniana di Napoli, della Società micologica
di Francia, della Società crittogamologica italiana, dell'Ateneo
Yeneto, dell' Accademia dei Concordi di Rovigo, dell' Ateneo
di 'J^reviso, della Società del Museo in Rovereto, dell'Accade-
mia veneto-trentino-istriaiia in Padova, della Società botanica
italiana in Firenze, della Società Imperiale dei naturalisti di
Mosca, della R. Società delle scienze e lettere di G(")teborg
(Svezia), della R. Società botanica del lielgio residente a
Bruxelles, della Società lìelga di microscopia in Bruxelles,
della Società botanica
4)
lÌKivLATi conte dott. Maneeedo, -^ , c§-, . socio effettivo delia
R. Accademia di scienze, lettere ed arti in Padova, prof, di
fisica tecnica e direttore della R. scuola di applicazione per
frl'Inffeffneri nella R. Università ili Padova. (Via Cesarotti, 14).
(20 maggio 1888 — 18 agosto 1S88 — 14 febbraio 18'.H)
BoNATELLi Francesco, Cav. dell'Ordine del merito civile di Sa-
voja, Uff. -^ , c§3 , socio nazionale della R. Accademia dei
Lincei, socio effettivo d(dla Società Reale di Napoli, dell'Accade-
mia di scienze, lettere ed arti di Padova, socio corrispondente
dell' Accademia Reale delle scienze di Torino, dell' Ateneo
veneto, dell' Ateneo di Brescia e dell' Accademia Urbinate,
prof, di filosofia teoretica nella R. Pniversità di Padova. (Ri-
viera S. Benedetto, 10).
(10 aprile 1881 — 5 gennaio 18;»0 - 20 maggio 181»7)
Spiga Pietko, dottore nelle scienze fisico-chimiche ed in chimica
e farmacia. Uff. c§^ , socio effettivo della R. Accademia di
scienze, lettere ed arti di Padova, membro ordin. della Società
6 ELENCO DEI MEMBRI K SOCI
chimica di Berlino e della Società di scienze naturali ed eco-
nomica di Palermo, Presidente onorario dell'Associazione far-
maceutica universitaria di Padova e della Federazione fra le
Associazioni farmaceutiche universitarie italiane, socio onora-
rio delle Associazioni farmaceutiche Friulana, Padovana, Um-
bra e Pavese, membro della R. Commissione per l'accertamento
dei reati di veneficio, membro del Consiglio superiore di Sa-
nità, Membro della Commissione internazionale per lo studio
dell' unificazione dei metodi d'analisi delle derrate alimentari,
prof, ordinario di chimica farmaceutica e tossicologica, prof,
incaricato di chimica docimastica, docente di chimica analitica
e bromatologìca e direttore della scuola di farmacia nella li.
Università di Padova. (Via Ospitale Civile 49 Istituto chimico-
farmaceutico).
(8 luglio 1880 — 2 luglio 1890— 20 maggio 1897)
Berchet Guglielmo, dottore nelle leggi, Comm. ^ , id. c§: ,
Cavaliere del S. M. 0. di iMalta^ id. della Legion d' onore
di Francia, Comm. dell' Ordine di Francesco Giuseppe, id.
dell' ordine Imperiale giapponese del Tesoro Sacro e di quello
del Sole levante, Comm. dell'Ordine del Leone é sole di Per-
sia, decorato della grande medaglia d' oro di I.» classe per
le scienze e lettere da S. M. l'Imperatore di Germania, socio
degli Atenei di Venezia, ^Milano, Treviso e Bassano, delle Ac-
cademie di Modena e di Rovigo e della Società ligure di sto-
ria patria, membro dell' Istituto storico di Francia e della R.
Deputazione Veneta di storia patria, membro onorario delle
Società geografiche di Vienna e di Tokio, e del Consiglio
superiore degli Archivi, membro corrispondente della Consulta
araldica, memlu'o della Commissione reale per la pubblicazione
dei documenti finanziari della Repubblica veneta, Presidente
dell' Ospizio Marino Veneto e Presidente della Commissione
Araldica per le provincie venete. - Venezia (S. Maria For-
mosa Calle del Dose, 5873).
(17 novembre 1880 — 20 luglio 1891 — 9 dicembre 1897)
(Socio coirisponileiite dell' Istiluto Lombardo [4 febb. 1860))
Teza Emilio, Connn. -^ , ^gi , dottore honoris caum dell' Uni-
DEL R. ISTITUTO VENETO (
versità di Pest, socio nazionale dell' Aooadeinia dei Lincei, socio
efTettivo della K. Accademia di Padova, socio onorario del
l'f/nKis.'<().'< di Atene, socio corrispondente dell'Accademia della
(Jrusca, della Società (reooTafica Italiana, dell'Ateneo Veneto,
dell' Accademia Armena a S. Lazzaro, dell' Accademia Reale
di l'alermo, dell' Accademia Reale di Pest, dell'Accademia di
Storia di Madrid, della Società Letteraria di Finlandia, della
Società Finno-P^g-rica di Helsingfors, della Società Letteraria
estone di Dorpat, dell'Istituto Reale dell'India Olandese, delle
Società Orientali d'Italia e di Germania, delle Società di Sto-
ria Patria a Poìogna e a Roma, prof, di sànscrito e di gram-
matica comparata delle ling-.ue classiche nella R. Università
di Padova (Via S. Lucia, 5),
(22 novembre 18()8 — l;-i marzo 185)2 — 15 febbraio liJOO)
Liov nob. Paolo, Uff". ^ , Comm. c§! , ex deputato al Parla-
mento, Senatore del Regno, g^ià membro del Consiglio supe-
riore dell' Istruzione pubblica, g'ià presidente del Club Alpino
italiano - Vicenza (S. Michele, 1995).
(28 marzo 1884 — 1:5 marzo 18',)2 ^- 8 marzo 1900)
^Iaktini Tito, o§: , mendiro fondatore della Società veneto-tren-
tina di scienze naturali residente in Padova, socio corrispon-
dente della R. Accademia dei (leorg-ofili e della Colombaria
di Firenze ; prof, ordinario di matematiche e incaricato del-
l' insegnamento dell' elettrochimica nella R. Scuola superiore
di commercio e prof, titolare di fìsica e chimica nel R. Liceo
Marco Foscarini di Venezia. (Via Vittorio Emanuele 4884).
(28 marzo 1884 — 81 marzo 1892 — 8 marzo 1900)
Tamassia dott. Areico, u^- , prof, ordinario di medicina leggale
sperimentale nella R. Università di Padova. (Via S. Prosdo-
cinio, 14).
(23 marzo 1884 — 4 dicembre 1892 — 81 maggio 1900.)
Veronese Giuseppe, Senatore del Regno, ComuL d|i , dott. honoris
causa della Università di Aberdeen, Socio straniero della
8, ELENCO DEI MEMBRI E SOCI
Accademia Ungherese delle scienze, socio nazionale dell' Ac-
cademia Reale dei Lincei, membro della Società Italiana
delle scienze (detta dei XL), socio della lì. Accademia delle
scienze di Torino, socio effettivo della R. Accademia di
Padova e dell' Ateneo veneto, ex deputato al Parlamento
Nazionale, prof. ord. di geometria analitica e incaricato di
geometria superiore presso la R. rniversità di Padova. (Via
S. Sofia, 17).
(23 marzo 1885 — 6 agosto 1893 — 21 giugno 1906j
Papadopoli-Aldobrandini conte Nicolò, Senatore del Regno,
Comm. ^ , Gr. Uff. o^ , Ufficiale onorario di cavalleria, pre-
sidente della Società numismatica italiana, membro onorario
della li. Società numismatica di Bruxelles, Accademico di me-
rito residente della E. Accademia di belle arti, socio residente
dell' Ateneo veneto, presidente del Consiglio direttivo della
Scuola superiore di Commercio in Venezia, presidente del Con-
siglio direttivo delta Scuola d'Arte applicata alle industrie in
Venezia, (S. Apollinare, 1464).
(10 aprile 1881 — 3 febbraio 1895 — 21 giugno 1906)
Schio (da) conte Almerico, Presidente dell'Accademia Olimpica
di Vicenza e direttore dell' Ufficio metereologico (Corso Prin-
cipe Umberto, 873).
(14 aprile 1889 — 2 febbraio 1896)
Molmenti Pompeo, Deputato al parlamento Nazionale, Venezia.
(22 giugno 1890 — 23 febbraio 1896)
Bassini dott. Edoardo, Senatore del Pegno, Uff. -^ , Comm. ^ ,
prof, ordinario di clinica e medicina operatoria nella R. Uni-
versità di Padova. (Via S. Massimo, 10).
(24 aprile 1892 — 8 aprile 1897)
Stefani Aristide, -^ , socio nazionale della Reale Accademia dei
Lincei, membro onorario dell' Accademia mediiio-chirurgica di
Ferrara e delF Accademia Olimpica di Vicenza, socio effettivo
DEL E. ISTITUTO VENETO 9
della R. Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova, socio
corrispondente della Keale Accademia di Medicina di Torino,
della Società medico-chirurf^ica di l)olog-na e delle Accademie
Virgiliana di !\[antova e medica di Perugia, prof, ordinario
di fisiolog-ia presso la R. Università di Padova. (Via G. B.
Belzoni, 43).
(14 aprile 1889 — 8 aprile 189 i)
FoGAzzAKO dott. Antonio, Senatore del Regno, ^ , Ooinm. ng: ,
Vicenza (Colle Berico).
(16 giugno 1889 — 4 luglio 1897)
Fekuauis Caklo' Francesco, Deputato al Parlamento Nazionale,
ex Ministro dei Lavori Pubblici, Comm. ^ , a^ , Connn. del-
l' Ordine della Stella polare di Svezia, socio nazionale della
K. Accademia dei Lincei, socio effettivo della R. Accademia
di scienze, lettere ed arti di Padova, membro del Consig-lio
superiore di Statistica e del Consiglio della Previdenza, mem-
bro onorario della Società Svizzera di Statistica e della Reale
Società Inglese di Statistica, prof, ordinario di Scienza del-
l' Amministrazione e Diritto amministrativo nella R. Università
di Padova. (Via 20 Settembre, 7).
(24 aprile 1892 — 4 luglio 1897j
De Toni Giovanni Battista, dottore in scienze naturali ed in
chimica, laureato dell' Istituto (Accademia delle scienze) di
Parigi, prof, ordinario di Jiotanica, direttore del R. Orto Bo-
tanico e Preside della Facoltà di scienze della R. Università
di Modena, membro onorario della Società Reale di Microsco-
pia di Londra, della Società Botanica di Francia in Parigi,
della Società Linneana della Nuova Galles del Sud in Sydney,
Presidente della Società dei Naturalisti e matematici di 3Io-
dena, membro effettivo della Società Imperiale dei naturalisti
in Mosca, socio perpetuo effettivo della Società botanica ita-
liana in Firenze, della Accademia veneto-trentina-istriana in
Padova, della Società botanica tedesca in lierlino, della So-
cietà francese di botanica di Courrensan, dell' Accademia ]\o-
mana dei nuovi Lincei, (Udla R. Accademia di scienze, lettere
10 ELENCO DEI MEMBKI E SOCI
ed arti in Modena, dell'Accademia internazionale di i^-eoorafìa
botanica in Lenians, socio corrispondente della K. Accademia
dì scienze, lettere ed arti in Padova, dell'Ateneo Veneto, della
Accademia Reale delle scienze di Lisbona, dell' 1. K. Acca-
demia degli A;;-iati in Rovereto, della Società dei^li Zelanti di
Acireale, della Società dei naturalisti russi in Kiew, della
Società danese di botanica in Copenhao;en, della Società bo-
tanica di Lione, della Società del ]\Iuseo civico di Rovereto,
della Società bibliografica italiana in Milano, dell'Associazione
archeologica in Roma, della R. Società spaglinola di storia
naturale in Madrid, delle Società di scienze mediche e natu-
turali di Cherbourg e di Cfiessen, delegato dal R. Ministero
delle Finanze per lo studio delle malattie crittogamiche dei
tabacchi, membro della Commissione internazionale di fitopa-
tologia, libero insegnante di botanica generale presso la R. Uni-
versità di Padova (R. Orto botanico, Modena).
(24 maggio 1885 — '.» dicenibi'e I897j
OccioNi-BoNAi'FONS GIUSEPPE, dottoi'c in filosofia, ^ , Connn. c^,
socio onorario dell" accademia di Udine e della Minerva di
Trieste, Vicepresidente per le Lettere e bibliotecario dell' A-
teneo veneto, socio effettivo e segretario della R. Deputazione
Veneta di storia patria, socio effettivo dell'Accademia veneto-
trentino-istriana in Padova e della Società bibliografica italiana
in Milano, socio corrispondente dell' Accademia dei Concordi
di Rovigo e della Colombaria di Firenze^ membro della Com-
missione Reale per la pubblicazione dei documenti finanziari
della Repubblica veneta, condirettore dei periodici Nuovo Ai-
cJiioio Veneto e Ateneo Veneto, prof. Liceale emerito di
storia e geografia. Venezia (^laddalena. Corte Erizzo, 2137).
(21 marzo 188(5 — i) dicembic 181^7)
Galanti prof. Ferdinando, Uff. ^ , Comm. c^: , socio corrispon-
dente di ])arecchie accademie d' Italia e della Società geogra-
fica di Lisbona, preside del R. Ginnasio Liceo Tito Livio e
libero docente nella K. Università di Padova. (A"ia S. Fran-
cesco, 4:2).
DEL li. ISTITUTO VENETO 11
(23 aprilo 181)3 — 1<) iiiiii'-gio 1H',)8)
Ragnisco Pietko, Comni. -^f? , ctj^- , w\ìi prof, ordinario di storia
della filosofia nella R. Università di Palermo, socio eft'ettivo
della li. Accadeniis di Padova, socio corrispondente nazionale
della R. Accademia di scienze morali e politiche di Napoli,
prof, ordinario di etica nell'Università di Roma. (A^ia Arenula, 4).
(24 aprile 1892 — 13 gennaio 1899)
Ricci nob. Gregoeio, Uff. oj^' , socio corrispondente della R. Ac-
cademia dei Lincei e della R. Accademia di Padova, prof, di
algebra complementare, incaricato di fisica matematica, Preside
della Facoltà di scienze fisiche, matematiche e natnrali nella
R. Università di Padova. (Piazza Vittorio Emanuele II, 29).
(23 aprile 1893 — 9 aprile 1899)
Nasini nob. Raffaello, Uff. ^ , Comm. c§i , uno dei XL, della
Società Italiana delle scienze, socio nazionale della R. Acca-
demia dei Lincei, socio corrispondente della R. Accademia
delle scienze di Padova, e di quelle di Bologna e di Modena,
membro onorario della Associazione Britannica pel progre<^so
delle scienze, membro onorario della Rovai Institution della
gran Brettagna, rappresentante dell'Italia nel Consiglio inter-
nazionale e nel Comitato esecutivo pel Catalogo internazionale
della Letteratura scientifica, dottore honoris r<(Hsa della Uni-
versità di Glasgow (LL. D.). prof ordinario di chimica ge-
nerale e incaricato di chimica fisica nella R, Università di Pisa.
(Pisa, Istituto di Chimica generale).
(29 dicembre 1895 — 15 febbraio 1900)
P(jLvcco avv. Vittorio, Uff. ^ , Comm. '^f' , professore onorario
dell' Università di Camerino, socio effettivo della R. Accademia
di scienze, lettere ed arti di Padova, socio corrispondente della
Reale Accademia di scienze di Torino e dell' Accademia Pe-
loritana di Messina, membro della " Internationale Vereinigung
tur vergleichende Rechtswissenschaft und Volkswirtschafts-
lehr „ di Berlino, Rettore Magnifico e prof, ordinario di Di-
ritto civile nella R. Università, incaricato di materie giuridiche
12 ELENCO DEI MEMBEI E SOCI
nella E. Scuola di applicazione per gli ingegneri di Padova.
(Yia S.*"' Lucia 33).
(29 (lieeiiibre 18t)5 — 8 aprile 1900)
Vicentini dott. Giuseppe, j§: , socio effettivo della K. Accademia
di scienze, lettere ed arti di Padova, prof, ordinario di fisica
sperimentale nella E. Università di Padova. (Istituto Fisico).
(29 dicembre 1895 — 9 aprile 1900j
Verson Enkico, Uft\ -^ , socio corrispondente della E. Accademia
di scienze, lettere ed arti di Padova, della Imperiale Società
Agraria di Odessa, della E. Accademia di agricoltura di To-
rino, dell' T. E. Società agraria di Gorizia, della Società agraria
Istriana, membro effettivo della lmj)eriale Società d' acclima-
tazione della Eussia, membro titolare della Società Imperiale
di economia rurale di Mosca, presidente onorario del Museo
Nazionale di sericoltura di Torino, socio onorario dell' Acca-
demia di Pesaro, della Imperiale Società agraria di Tiflis, della
Società agraria di Eovereto, del Comizio agrario di Cuneo,
membro della Società scientifica " Antonio Alzate ,, di Mexico,
direttore della E. Stazione bacologica di Padova. (Piazza Vit-
torio Emanuele 11°).
(29 (liceiubre 1895 — 16 agostu 1900) *
Brugi Biagio, Uff". ^ , Uff. %> , professore onorario dell'Univer-
sit;ì di Urbino, vicepresidente della E. Accademia di scienze,
lettere ed arti di Padova, socio onorario dell'Accademia Gioe-
"nia di Catania, socio dell' Accademia Eaffaello di Urbino, prof,
ordinario di Istituzioni di diritto romano e incaricato di
Introduzione enciclopedica alle scienze giuridiche e Istituzioni
di diritto civile, Preside della Facoltà di Giurisprudenza nella
R. Università di Padova (Via Beato Pellegrino, 60).
(25 iimrzu 1897 — 18 aprile 1905)
CiscATo prof. Giuseppe, socio corrispondente della E. Accademia
di Padova, professore di Geodesia teoretica neUa K. Univer-
sità di Padova.
TìV.Jj II. ISTITT^TO VENETO IB
(22 maggio 181)7 — ó agosto 1905)
BoNOME Augusto, Uff. -^^ socio corrispondente della R. Accademia
di scienze, lettere ed arti di Padova, membro onorario dell'As-
sociazione medica Lombarda, membro della Società italiana di
Pataloo;ia ; socio fondatore dell'Accademia medica di i'adova,
membro della Società italiana di neurolooia ; prof, ordinario di
anatomia patologica nella R. Università di Padova. (Piazza
Vittorio Emanuele II, 21).
(29 dicembre lli).ó — .5 agosto 1905)
Catellani Enrico, ^, Uff. c^, membro dell'Istituto di Diritto
internazionale, socio dell'Istituto Coloniale Internazionale e del-
l'Istituto Coloniale Italiano, socio effettivo della R. Accademia
di scienze, lettere ed arti di Padova, socio della Peloritana
di Messina, membro dell'Associazione per la riforma e la co-
dificazione del Diritto delle genti sedente a Londra, prof, or-
dinario di Diritto internazionale pi-esso la R. Università di
Padova. (Yia Spirito Santo, 180()).
(29 dicembre 18!).') — 1!) luglio 1906)
Cresoini Vincenzo, l^ff. o^, socio effettivo della R. Accademia di
scienze, lettere ed arti di Padova, corrispondente della R. De-
putazione Veneta di Storia patria e dell'Ateneo Veneto, mendjro
del Consiglio Centrale della Società Dantesca Italiana e presi-
dente della Sezione padovana della Società stessa ; già prof,
di Storia comparata delle lingue classiche e neolatine nella
R. Università di Gfenova ; prof, ordinario di Storia comparata
delle letterature e delle lingue neo-latine nella R. Università
di Padova. (Via Roma, 1).
(22 maggio 1897 — 19 luglio 1906)
Tamassia Giovanni (Nino), prof, ordinario di storia del diritto
italiano nella R. Università di Padova. (Via S. Pietro, 29).
14
ELENCO DEI MEMBRI E SOCI
" 1 membri effettivi del R. Istituto Lombardo di scienze e lettere
sono di diritto aggregati all' Istituto Veneto, e nelle adunanze sono
pareggiati ai membri effettivi di questo, escluso soltanto il diritto
di voto. ,, (Alt. 10;) del Regolamento interno).
ATTUALI MEMimi EFFETTIVI UELL'ISTITUTO LOMBARDO
Per la Classe di seien/e matematiche e natiir:ili :
SCHIAPAEELLI ìììg. GIOVANNI
Mantegazza prof. Paolo
Colombo prof. Giuseppe
Ferrini prof. Rinaldo
Gelosia prof. Giovanni-
Taramelli prof. Torquato
KoRNER prof. Gu&lielmo
Golgi prof. Camillo
Ardissone prof. Francesco
Bardelli prof. Giuseppe
Gabba prof. Luigi
Jung prof. Giuseppe
Briosi prof. Giovanni
jMurani prof. Oreste
Pascal prof. Ernesto
Mangiagalli prof. Luigi
Visconti dottor Achille
FoRLANiNi prof. Carlo
Berzolari prof. Luigi
Artini dott. Ettore
Per la Classe di lettere, scienze morali e storiche :
Lattes prof. Elia
Ceruti ab. dott. Antonio
ViDARi prof. Ercole
ViGNOLi prof. Tito
1>NAMA prof. Vigilio
Del Giudice prof. Pasquale
Gobbi prof. Ulisse
Ratti mons. dott. Achille
Beltrami ardi. Luca
Gabba avv. Passano
Canna prof. Giovanni
Minguzzi prof. Livio
Zuccante prof. Giuseppe
Buzzati prof. Giulio Cesare
Scherillo prof. Michele
Rossi prof. Vittorio
Salvioni prof. Carlo
NovATi prof. Francesco
DEL K. IS'rTTl^T(1 VENETO 15
MEMBRI ONORARI
(28 ottobre 1900)
S. A. R. il Principe Luifii Amedeo Giuseppe Ferdinando Fkan-
oESoo (li Savoia-Aosta, Duca degli Abruzzi.
(20 marzo li)()4)
GufiLiELMo Marconi.
(17 giugno li)Ori)
Roberto Ardigò, Uff. -^ , Gr. Uff. ^ , socio corrispondente del-
l'Accadeniia di scienze morali e politiche dell'Istituto di Francia,
socio nazionale della R. Accademia dei Lincei, professore or-
dinario di storia della filosofìa nella R, Università di Padova.
SOCI CORRISPONDENTI DELLE PROVINCIE TENETE
(26 febbraio 1871)
Caccianioa Antonio, ^ , Comm. ^- , cittadino onorario della città
di Torino, socio onorario della R. Deputazione veneta di Storia
))atria, socio degli Atenei di Venezia (^ Treviso e della R. Ac-
cademia di scienze e lettere in Padova. — Treviso (Villa
Saltore).
(12 luglio 1874)
PoLiTEO dott. Giorgio, Uff. ^ , Connn. # , professore emerito
di filosofia nel R. Liceo Marco Foscarini in Venezia. (SS. A-
postoli, fondamenta dei Sartori, 4805).
(22 giugno 1890)
Cipolla conte Francesco. — Verona (Via Stella, 21).
16 ELENCO DEI MEMBRI E SOCI
(24 aprile 1892)
NiooLis Enrico, ^, Uff. 'i^y>, decorato dello niodaglie eomni. del-
l' indipendenza ed unità d' Italia, membro dell' Accademia
d' ao-ricoltura e scienze, delle Commissioni provinciali Cen-
suaria, di Statistica ecc. Presidente della Banca Mutua Popo-
lare, Conservatore dei Musei, Civico e dell'Accademia, ecc. ecc.
di Verona, corrispondente della K. Accademia di scienze, let-
tere ed arti di Padova, dell' Aceademia di scienze di New-York,
dell' I. R. Istituto «^^eolog-ico di Vienna, dell' I. R. Accademia
degli Agiati e del Museo Civico di Rovereto, dell' Ateneo di
scienze di Brescia, ecc. (Corte Quaranta).
(29 dicembre 1895)
Massalongo dott. Roberto, uff. c0)
Mazzoni Guido, professore ordinario di lettere italiane presso il
E. Istituto di Studi superiori e di perfezionamento in Firenze.
(20 aprile 1893)
Abetti Antonio, professore ordinario di astronomia nel K. Isti-
tuto di Studi superiori pratici e di perfezionamento in Firenze,
direttore del K. Osservatorio di Arcetri.
(23 febbraio 1896)
BoiTO Camillo, professore di architettura nella K. Accademia di
belle arti e nel R. Istituto Tecnico superiore di ^lilano.
Feegola Emanuele, professore ordinario di astronomia nella K.
Università di Napoli, direttore del R. Osservatorio astronomico
di Capodimonte.
Martello Tullio, professore di economia politica e di diritto
finanziario della R. Università di Bologna.
Paeona Carlo Fabrizio, professore ordinario di geologia nella
R, Università di Torino.
(22 maggio 1897)
Poggi \)voL Tito, Deputato al Parlamento, libero docente di Eco-
nomia rurale nella R. Scuola d' applicazione per g-]' Ingegneri
di Padova, membro del Consiglio di Agricoltura. - Roma.
Schiaparelli prof. Ernesto, direttore del R. Museo di antichità
- Torino.
Vivante avv. Cesare, prof, ordinario di diritto commerciale nella
R. Università di Roma.
Aleani prof. Augusto, segretario deUa Società Colombaria — Fi-
renze.
Battelli Angelo, Deputato al Parhimento, prof, di fisica e di-
rettore del relativo gabinetto nella R. Università di Fisa
Camerano Lorenzo, prof, di anatomia comparata e di zoologica
e Direttore dei Musei relativi nella R. Università di Torino.
28 ELENCO DEI MEMRKI E SOCI
(JiAMiciAN Giacomo, prof, ordinario di chimica f^enerale nella R.
Università di Bolog'na.
3Iassalongo Caro, prof, ordinario di botanica e direttore del-
l' Orto Botanico della Università di Ferrara.
Penzig Ottone, prof, ordinario di botanica e direttore del R.
( )rto Botanico dell' Università di Genova.
Stringher Bonaldo, incaricato dell' insegnamento della legisla-
zione comparata delle dogane nella Università di Roma, mem-
l)ro del Consiglio Superiore di Statistica^ Direttore generale
della Banca d' Italia. - Roma.
Tizzoni Guido, professore e direttore del laboratorio di patologia
generale nella R. Università di Bologna.
(27 novembre 1898)
Setti Giovanni, prof, ordinario di letteratura greca nella R. Uni-
versità di Torino.
(22 aprile 1900)
Loria Achillk, professore nella Università Bocconi di Milano,
prof, di Economia politica nella R. Università di Torino.
(15 luglio 1900)
FiCALBi Eugenio, dottore in medicina, dottore in scienze natu-
lali, professore ordinario di Zoologia, e di Anatomia e Fisio-
logia comparate nella R. Università di Pisa. (Istituto Zoologico
della R. Università di Pisa).
(80 dicembre 1900)
Acri Feancesco, professore di filosofia nella R. Università di
Bologna.
Cagni Umberto, capitano di corvetta.
Monticolo Giovanni, professore di storia moderna nella R. Uni-
versità di Roma.
(29 novembre 1903)
Bi'iLi.K) Vittore, professore di geografia nella R. Università di
Pavia.
DEL. R. ISTITUTO VENETO 29
D'Ovidio Francesco, professore di storia comparata delle lette-
rature neo-latine nella R. Università di Napoli.
Stopi'ato Alessandro, professore di diritto e procedura penale
nella R. Università di Bologna.
Casalini Alessandro (Roma).
Gian Vittorio, professore di letteratura italiana nella R. l'ni-
versità di Pisa.
Gradenigo Giuseppe, professore di otojatria e rinolaringoiatria
nella R. Università di Torino.
(17 giugno 1!)0())
BoDio LurtI, Consigliere di Stato, Tresidente del Consiglio supe-
riore della Statistica, Roma,
Grassi Giovanni Battista, professore di anatomia comparata
nella R. Università di Roma.
Luciani Luigi, Senatore del Regno, professore di fisiologia spe-
rimentale nella R. Univesità di Roma.
Rbnier Rodolfo, professore di storia comparata delle letterature
neo-latine nella R. Università di Torino.
Bianchi Luigi, professore di geometria analitica nella R. l'uni-
versità di Pisa.
FoÀ Pio, professore di anatomia patologica nella R. l'niversità
di Torino.
Costa Emilio, professore di storia del diritto romano nella R. l'ni-
versità di Bologna.
Pacinotti Antonio, professore di fisica tecnologica nella R. Uni-
versità di Pisa.
Halbherr Federico, professore di epigrafia greca nella R. Uni-
versità di Roma.
Pascoli Giovanni, professore di letteratura italiana nella R. Uni-
versità di Bologna.
PizzETTi Paolo, professore di geodesia teoretica nella R. Uni-
versità di Genova.
Tocco Felice, professore di storia della filosofia nel R. Istituto
di Studi superiori in Firenze.
Olivi Luigi, professore di diritto internazionale nella R. Uni-
versità di Modena.
30 ELENCO DEI MEMBEI E SOCI
GiACuSA i'iEKO, professore di iutrochimica nella li. Università di
Torino,
Segre Cokkado, professore di geometria superiore nella R. Uni-
versità di Torino.
Pan 'PANELLI Dante, professore di mineralogia e geologia nella
K. Univerrità di Modena.
De CfuBERNATis ANGELO, professore di letteratura italiana nella
K. Università di Roma.
SOCI CORRISPONDENTI ESTERI
(20 maggio 1888)
Forster Guglielmo, professore di astronomia all' Università di
Perlino.
HojiTis Attilio, bibliotecario della Comunale di Trieste.
(21 marzo 188(5)
Gl'nther Sigismondo, professore di geografia (Erdkunde) alla
R. Scuola tecnica superiore in Monaco.
(1<) giugno 1889)
BoussiNEso Valentino, professore di fisica matematica alla
Sorbonne. - Parigi.
Carruthers Guglielmo, Direttore del Dipartimento botanico nel
^luseo Britannico. - Londra.
Delisle Leopoldo, membro dell' Accademia delle Iscrizioni e
Belle Lettere dell' Istituto di Francia, già Amministratore ge-
nerale della Biblioteca Nazionale di Parigi. - Parigi.
DEL R. ISTITUTO VENETO .31
Fischer Teobaldo, professore di geografìa all' Università di
Marburg-,
Gaudry Alberto, professore di paleontologia al Museo di storia
naturale di l^arigi.
LoRiOL (de) Perceval, geologo e paleontologo. - Pontenex (presso
Ginevra).
Oppert Giulio, professore di filologia e di archeologia assira al
Colleg-io di Francia. - Parigi.
Kadò Antonio, filologo a Budapest.
SiMONSFELD Enrico, professore di storia alFl^niversità di ^Monaco.
SuESS Edoardo, professore di geologia all'I^niversità di Vienna.
Thomson Guglielmo, (Barone Kelvin) professore di filosofia
naturale all' Università di Glasgow.
(27 febbraio 18'J8J
Brown Orazio, Londra (Venezia).
De.job Carlo, professore di storia alla Sorhonne. - Parigi.
Mayr (von) Giorgio, professore di scienze economiche all' Uni-
versità di Monaco.
Newcomb Simone, professore emerito di matenuitica e di astro-
nomia air Università di Baltimora.
Poincaré Giulio Enrico, professore di astronomia matematica
alla Sorhonne. - Parigi.
Wagner Adoleo, professore di economia politica all' Università
di Berlino.
(.HO dicembre lUOO)
Levasseur Emilio, professore di demografia ed ora amministra-
tore del Colleg-io di Francia. - Pari":i.
Rontgen Guglielmcj Corrado, professore di fisica all'Università
di Wiirzburg.
Klein Felice, professore di matematica all'Università di Gottinga.
Fischer Emilio, professore di chimica all' Università di Berlino.
Haeckel Ernesto, professore di zoologia all' T'niversità di -lena.
Cantor Maurizio, professore di matematica all' l'uiversità di
Heidelberg.
32 ELENCO DEI MEMBKI E SOCI
Dakwin G. B., professore di astronomia all' Università di Cam-
l)ridge.
Helmert F. K., i)rofessoro di geodesia all' Università di Berlino,
direttore dell' Istituto (leodetico prussiano a Potsdam.
Ramsay GrUGLiELMO, professore di chimica all'Università di Londra.
Sabatiek Paolo, presidente onorario della Società di studi fran-
cescani in Assisi. - Parigi.
Sabatier P., professore di chimica all' Università di Toulouse
(Francia).
Van't Hoee J. R.; professore onorario di chimica generale al-
l' Università di Berlino.
\Yeismann Augusto, prof, di zoologia all'Università di Friburgo.
WiLAMOWiTz-MoLLENDORFF (von) Ulrico, prof, di filologia clas-
sica all' Università di Berlino.
(2o novembre 1908)
LuscHiN Arnoldo, prof, di storia del diritto all' Università di
Graz.
KoiiLRAUSCH Federico, prof, e direttore dell'Istituto Tecnico Fi-
sico a Charlottenburg (presso Berlino), Marburg (Berzirk Cassel).
DEL R. ISTITUTO VENETO 38
COMMISSIONI DEL H. ISTITUTO
Consigìio por Ir elpzioni (hiennale)
MEMBRI CHE liO COMPONGONO
Presidente
Cfifef/on'ft (ìfJìr Rcienz»: matcnKiiirlu' e nafurali
Favaro Antonio ]
Bononie Augusto \
Martini Tito } (eletti nel gennaio 1907)
Ciscato Giuseppa
Spica Pietro
Catef/oriK di'llt' scienze mondi e lettere
Catellani Enrico
Tamassia Nino i
Molnienti Pompeo ) U-l^tti nel gennaio 1907,l
Crescini Vincenzo
Papadopoli Nicolò
Giunta ì)iennalp per la Bihl'ioteca
MEMBRI CHE LA COMPONGONO
Presidente - Vicepresidente - Segretario
Vicesegretario - Aniniinistratore e Conservatore
delle Raccolte
Favaro Antonio ]
Bononie Augusto i
Tamassia Nino ) (eletti nel maggio 1907)
Vicentini Giuseppe
Galanti Ferdinando
34' ELENCO DEI MEMBBl E SOCI
Giunta triennale pel Pantheon Veneta
(eretto dall' Istituto nel 1847)
MEMBRI CHE LA COMPONGONO
Presidente
Gloria Andrea > , i ff i * n kw»-»
Molnieiiti Pompeo
Galanti Ferdinando
Revisori dei conti dell' iMituta
(annuali)
Bononie Augusto I , i .. i , ma-,
7^ . > (ol(!tfi nel novembre 1S^()( 1
Da Scino Almerico \
Consiglia Mini eh ( hiennalr)
MEMBRI CHE LO COMPONGONO
Presidente - Vicepresidente - Segretario
Vice^segTiìtario - Amministratore e Conservatore
delle Raccolte
Favaro Antonio /
Papadopoli Nicolò j ^'■^'''' '''^ '^'^^^"''^''^ ^•'*"'*
Revisori dei conti dell' Amministrazione Minich
(biennali)
Brnffi Bia'**io J
>,• . /..*^ > (eletti nel gennaio 1907)
tiscato Giuseppe
DEL R. ISTITUTO VENETO
85
INDICE
MKMTìRI E SOCI J)KLLK PROVTNCrE VENETE E SOCI NAZIONALI
Ahotti Antonio
P-
27
Aeri Francesco
n
28
Albini riiuseppo
r
25
AltVini Augusto
„
27
Arrigoni dogli Oddi Ettore
11
17
Bassani Francesco
11
2fi
Bassini Edoardo
11
8
Battelli Angelo
11
27
Bellati Manfredo
11
5
Bellio Vittore
11
28
Berchet Federico
11
16
Berchet Guglielmo
11
6
Bernardi Enrico
11
8
Bertelli Dante
11
20
Biadego Giuseppe
11
1!)
Bianchi Luigi
11
29
Blaserna Pietro
i;
25
Bodio Luigi
ì>
29
Boito Camillo
11
27
Bonatelli Francesco
n
5
Bonome Augusto
n
13
Bordiga Giovanni
11
17
Broda Achille
))
20
Brugi Biagio
n
12
Caccianiga Antonio
11
15
Cagni Umberto
1*
28
(Janierano Lorenzo
11
27
Cannizzaro Stanislao
n
24
Capellini Giovanni
11
25
Carutti di Cantogno
Domenico
n
11
Casal ini Alessandro
n
29
Castelnuovo Enrico
11
19
Catellani Enrico
n
18
Ciamician Giacomo
n
28
Clan Vittorio
11
29
C'ipolla Carlo
11
26
Cipolla. Francesco
n
15
Ciscato Giuseppe
ì>
12
Comparetti Domenico
Costa Emilio
Crescini Vincenzo
Dalla Vedova Giuseppe
D'Ancona Alessandro
D' Arcais Francesco
Da Schio Ahnerico
De Giovanni Achille
De Guberuatis Angelo
De Marchi Luigi
De Toni Giovanni Battista,
Del Lungo Isodoro
Donati Cesare
D' Ovidio Francesco
Favaro Antonio
Fergola Emanuele
Ferraris Carlo Francesco
Ficalbi Eugenio
Flamini Francesco
Fogazzaro Antonio
Forti Achille
Foà Pio
Fradeletto Antonio
Galanti Ferdinando
Ghirardini Gherardo
Giacosa Piero
Giglioli Enrico Hillyer
Gioidano Davide
Gloria Andrea
Gradenigo Giuseppe
Grassi Giovanni Battista
Halbherr Federico
Lampertico Domenico
Lan< lucci Landò
Lazzarini Vittorio
Levi-Civita Tullio
Lioy Paolo
Lorenzoni Giuseppe
Lori Ferdinando
p-
25
•1
29
11
18
11
26
11
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11
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11
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22
11
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11
7
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23
36
ELENCO DEI MEMBRI E SOCI
Loria Achille
P-
28
Luciani Lui^i
n
30
Luzzatti Luigi
>7
2
Malagola Carlo
VI
•21
Manno Antonio
n
25
Martello Tullio
V
27
Martini Tito
«
7
Massalongo Caro
n
28
Massalong'o Rohci-to
V
16
Mazzoni Guido
n
27
Medili Antonio
n
22
Mescliinelli Luigi
»
24
Millosevich Elia
11
26
Mohnenti Pompeo
11
8
Monticolo Grio vanni
j'
28
Morelli Alberto
1»
24
Mosso Angelo
11
25
Naccai'i Andreii
n
n
Nasini Ratt'aello
11
11
Nicolis Enrico
11
16
Occioni-BonafFons Giuseppe
)>
10
Olivi Luigi
11
29
Omboni Giovanni
11
5
Pacinotti Antonio
11
29
Pantanelli Dante
11
30
Papadopoli Nicolò
1
8
Parona Carlo Fabrizio
11
27
l'ascoli Giovanni
11
29
Paterno di 8essa Emanuele
11
26
Penzig Ottone
n
28
Pennato Papinio
11
19
Pigorini Luigi
V
26
Pizzetti Paolo
51
29
Poggi Tito
11
27
Polacco Vittorio
n
11
Politeo Giorgio
11
15
Predelli Riccardo
Ragnisco Pietro
Renier Adolfo
Ricci Gregorio
Righi Augusto
Ròiti Antonio
Rossi Luigi Vittorio
Ruffini Ferdinando
Saccardo Pier Andi-en
Sacerdoti Adolfo
Salvadori Tommaso
SchiaparelJi Ernesto
Segre Corrado
Setti Giovanni
Spica Marcatalo Gioviiniii
Spica Pietro
Stefani Aristide
Stoppato Alessandro
Stringher Pionaldo
Tamassia Arrigo
Tamassia Giovanni
Tardy Placido
Tellini Achille
Teza Emilio
Tizzoni Guido
Tocco Felice
Tommasini Oreste
Trois Enrico Filippo
Veronese Giuseppe
Verson Enrico
Vicentini Giuseppe
Villari Pasquale
Vivante Cesare
Zambaldi Francesco
Zanon Giovanni Antonio
Zoppi Giovanni Battista
p. 19
,1 11
„ 29
„ 11
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29
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2
7
12
11
24
27
11
19
23
MI^MBRI ONORARI
S. A. R. Principe Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi
Marconi Guglielmo
Aidigò Roberto
p. 15
SOCI CORRISPONDENTI ESTERI
Boussinesq Valentino
Brown Orazio
p. 30 Cantor Maurizio
„ 31 Carruthers Guglielmo
p. 31
. 30
DEL R. ISTITUTO VENETO
37
Diiiwin G. H.
P-
82
Dojob Carlo
11
81
Delisle Leopoldo
V
80
De Jjoriol Perceval
»
71
Fischer Emilio
n
31
Fischer Teobaldo
n
>>
Forster Guglielmo
?i
80
Gaudry Alberto
V
31
Giinther Sigismondo
n
30
Haeckel Ernesto
11
fi
Helmert F. E.
»
32
Hortis Attilio
»
30
Klein Felice
n
31
Kohlrauscli Federico
11
32
Kolliker Alberto
n
n
Levasseur Emilio
n
31
Luschin Arnoldo
11
32
Mayr (von) (liorgio
Newcomb Simone
Oppert Giulio
Poincaré Giulio Enrico
Rado Antonio
Ramsay Guglielmo
Rontgen Guglielmo Corrado
iSabatier Paolo
Sabatier P.
Simonsfeld Enrico
Suess Edoardo
Thomson Guglielmo
Van't ri off J.' R.
Weismann Augusto
Wilajiiowitz-MoUendorfì' l li-
rico
Wagner Adolfo
p. 31
32
31
32
11
11
32
31
Ardissone Francesco
Artini dott. Ettore
Bardelli Giuseppe
Bei'zolari prof. Luigi
Briosi Giovanni
Celoria GioTanni
Colombo Giuseppe
Ferrini Rinaldo
Feriali ini prof. Carlo
Gabba Luigi
Golgi Camillo
MEMBEI EFFETTIVI DELL' ISTITUTO LOiMBARBO
Per la Classe di scienze matematirlte e natiii-ali
p. 14
11
11
11
'>
11
11
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11
11
11
11
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1f
11
11
11
11
15
Jung Giuseppe
Ki'irner Guglielmo
Mangiagalli Luigi
Mantegazza Paolo
Murani Oreste
Pascal Ernesto
Pavesi Pietro
Schiaparelli Giovanni
Taiamelli Torquato
Visconti Achille
Per la Classe di lettere, scie-nze morali e storiche
Beltrami Luca
Buzzati Giulio Cesare
Canna Giovanni
Ceruti Antonio
Del Giudice Pasquale
Gabba Bassano
Gobbi Ulisse
Inama Vigilio
Lattes Elia
p. 14
11 11
11 11
11 11
11 11
11 11
11 11
11 11
11 11
Mingnzzi Livio
Nevati Francesco
Ratti Achille
Rossi Vittorio
Salvioni Carlo
Scherillo Michele
Vidari Ercole
Vignoli Tito
Zuccante Giuseppe
p. 14
11
11
11
>i
11
11
n
11
n
n
11
11
-1
11
11
11
p. 14
?^
Commissioni del E.. Istituto, p. 33
Atti dkl Rkalk Istituto Venkt'o ui soiknzk, i.kttkkis kì> auti.
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima. •
A 1) [1 N A N Z A 0 R D I N 7\ R 1 A
DEL 27 OTTOBRE 1907
PliK8lI)KNZA DKL M. E. FKIMIAIUS
PRKSIDENTK
Presenti i membri effettivi: Veronese, vice-presidente; (1. Ber-
CHET, segretario ; Occioni-Boxaffons, vice-segretario ; Tkois,
Favaeo, De Giovanni, Teza, Martini Da Schio, Stefani,
G. P>. De Toni, Galanti, Ricci, Polacco, Vicentini, Bhugi,
CiscATO, BoNOME, Catellani, Crescini, N. Tamassia; od i
soci corrispondenti : F. Berchet, D'Arcais, Malagola,
De Marchi, Lori^ Del Lungo.
Giustificata l'assenza dei mm. ee.: Fogazzaro, Ragnisco, Vkuson:
e dei ss. ce. : SettI; Giordano.
Letto ed approvato Y Atto della precedente adunanza, il
Presidente, nell' iniziare l'anno aocademico 1907-08, fa ai col-
leghi il saluto augurale, e specialmente si rivolge al socio prof.
Del Lungo che onora di sua presenza 1' adunanza. Il collega
predetto risponde ringraziando.
Annunzia poi con le seguenti parole la morte del prof. Pietro
Pavesi m. e. ^cenza (Idl'afro/ia
iHiiscolare progressiva da lesione dei canali semicircolari (presen-
tata dal prof. A. Stefani m. e. a termini dell'art. 16 del Rego-
lamento). — Dopo di avere ricordato le diverse varietà di atrofia
muscolare di origine nervosa, che sono conseguenza di lesioni di
fibre nervose centripete o di centri nervosi lontani dal midollo spi-
nale e dalla via motrice periferica, l' A. descrive un caso di
atrofia muscolare progressiva in un piccione a cui erano stati
asportati bilateralmente i canali semicircolari coronario ed orizzon-
tale, col reperto istologico del sistema nervoso e dei muscoli.
L' animale, che era stato operato nei due lati con un intervallo
di sessanta giorni, aveva presentato, oltre ai soliti sintomi, dopo
la seconda operazione un progressivo assottigliamento delle masse
muscolari che aveva raggiunto il più alto grado in quarantatre
giorni. All' esame microscopico si trovò atrofia semplice notevo-
lissima delle fibre muscolari volontarie. Le lesioni erano più gravi
nelle masse muscolari pettorali, dove molte fibre avevano assunto la
forma a rosario, erano cioè rappresentate dal sarcolemma e da
scarsissima sostanza muscolare mancante di ogni accenno di stria-
tura, interrotta a brevissimi intervalli dal succedersi dei nuclei.
( -ol metodo Nissl si trovarono in tutta l'estensione del midollo
spinale molte delle grandi cellule d(dle corna anteriori in ])reda
a processi di cromatolisi e di atrofia. Cellule in cromatolisi ed
44 ADUNANZA ORDINAEIA
atrofia si trovarono inoltro nel nucleo anteriore deH' ipo^losso,
nel nucleo del sesto, del (juarto, del terzo e nel nucleo a grandi
cellule dell" ottavo.
L'A. in base a questo e ad un' altra sua osservazione prece-
dente, ritiene che Tatrofia muscolare sia conseguenza del propagarsi
della degenerazione dal vestibolare alle cellule delle corna ante-
riori del midollo spinale e di qui ai nervi periferici ed ai muscoli
coli' intermezzo del fascio longitudinale posteriore e crede quindi
che tale atrofia vada unita al gruppo di quelle che succedono in
conseguenza di lesioni di fibre centripete.
A. Farini : inaile mrktzioni qnanfitafive del glicogene e delìp
sost(mze alhuminoiic del feijaio per /' infaenza della iemijeratura e
per il ta() del vikjo (presentata dal prof. A. Stefani, m. e., (e. s.) ).
— Essendo noto che negli animali ibernanti per 1' aumento della
temperatura esterna avviene una diminuzione nel peso dei fegati,
l'A. nel presente lavoro si propone di stabilire in simili condizioni
il consumo del "-licoo-ene e delle sostanze albuminose del feg-ato
e r influenza esercitata dal vago sulla distruzione di questi ele-
menti epatici.
Le ricerche furono eseguite nelle rane esculente a vaghi in-
tegri ed a vaghi tagliati, sottoposte al riscaldamento ; il dosaggio
del glicogene fu fatto col metodo di Ptiiiger. le sostanze albumi-
uose sono state dedotte dalla (juantità dell' azoto epatico ottenuto
col metodo Kjèldhal-Argutinsky.
(Quando i vaghi sono integri l' innalzamento della temperatura
esterna determina un consumo della (piantità assoluta e della
quantità relativa del glicogene epatico ; ma tale perdita è molto
più considerevole (piando i vaghi sono tagliati e perciò è ^ origines de la France contemporaine^ è come un medico spaven-
tato dalla sua diagnosi. Ma la maggiore attrattiva di queste lettere
sta nel fatto che, in ogni fase d'una vita non lunga ma mirabil-
mente operosa, l'uomo si mostra sempre pari a sé stesso, cioè
semplice, dignitoso, sincero, affettuoso, espansivo con gli amici e
con la famiglia, pronto a qualunque sacrifizio piuttosto di deviar
una linea da quello eh' egli reputa il suo dovere di scienziato e
di cittadino. Perciò l'A. opina che i quattro volumi di questa cor-
rispondenza sana e vivificante siano da mettersi fra le cose mi-
gliorie pubblicate in Francia negli ultimi anni.
A. Berti : Azione locale della bile e del gUcocolato di soda
Sili casi sanguigni (presentata dal Prof. A. Stefani, m. e, a ter-
mini dell'art. 16 del Regolamento). — Dalle esperienze condotte
dall' A. per determinare l' azione vasomotoria locale della bile e
del glicocolato di soda circolanti in soluzioni diversamente con-
centrale nei vasi muscolo-cutanei ed epatici, si rileva :
1. Che la bile ed il glicocolato di soda hanno un' azione
diretta sui vasi che per qualità è essenzialmente uguale;
2. L'una e l'altro determinano in piccola dose una dilatazione
vasale di modico grado, di una certa durata, la (jualc talvolta, a
lungo andare, può essere seguita da costrizione vasale;
3. L'una e l'altro in elevata dose determinano una progres-
siva intensa vasocostrizione, spesso preceduta da una modica
fuggevole vasodilatazione ;
4. La concentrazione di bile che per lo più comincia a de-
terminare vasocostrizione oscilla intorno al 20-25 "^/ou ; ha concen-
trazione di glicocolato intorno al 0,75 *^/o(, ;
5. Stabilitasi una intensa vasocostrizione non è piii possibile,
col lavaggio, determinare nei vasi che una modica vasodilatazione.
L' A. ritiene che la ragione principale di questa intensa e persi-
stente azione delle elevate dosi, debba andare ricercata nella fis-
sazione progressiva della sostanza ;
52 ADUNANZA ORDINARIA
fi. L'azione sui vasi muscolocutanei e sugli epatici risultò
qualitativamente eguale, con un effetto vasodilatatore però più
intento sui vasi epatici che sui muscolocutanei, ed un effetto vaso-
costrittore meno intenso sugli epatici che sul vascolocutanei.
7. Nelle circolazioni con bile e con glicocolato — molto più
frequentemente che in quelle eseguite con le altre sostanze fino
ad ora studiate nella loro azione locale sui vasi — ha luoffo l'in-
sorgenza di edemi, L'xi. crede che bisogna pensare, a spiegazione
degli edemi più frequenti per circolazioni biliari, ad una causa
determinante nelle pareti vasali alterazioni analoghe alla morti-
ficazione.
8. L'azione della bile e del glicocolato sui vasi — inversa
a seconda della dose — si può spiegare (in base alla dottrina
dello Stefani e dell' Hering sulla irritabilità) colla prevalenza nella
fibra muscolare, a seconda della dose, dei processi assimilativi sui
disassimilativi o di questi su quelli.
U. Cisotti : SìdV impiego di funzioni ellittiche in una questione
idrodinamica (presentata dal prof. T. Levi-Civita, s. e, (e. s ) ). —
In una memoria, tuttora in corso di stampa, l'A. ha trattato con
metodo nuovo ed originale la teoria delle vene fluenti, giungendo
a notevoli conclusioni di carattere generale.
Nella presente Nota egli approfondisce lo studio di un in-
teressante caso particolare, sviluppandone le formule relative a
mezzo di trascendenti ellittiche, e assegnando le definitive espres-
sioni degli elementi caratteristici dell'efflusso.
E. Levi : / maestri dì Francesco No cello da Carrara (presen-
tata dal Prof. A. Medin, s e, (e. s.) ). — Uno dei più compiuti
e caratteristici documenti della diffusione della coltura nelle corti
italiane del Trecento è la descrizione dell'educazione di Francesco
Novello da Carrara, la quale fu inserita da un Anonimo scrittore
del Trecento " famigliare di Francesco seniore da Carrara „ in
una sua Cronaca che è per intero riportata in uno dei due volumi
della Storia Veneta falsamente attribuita a G. Zancaruolo, mano-
scritta nella Biblioteca Braidense.
Pubblicando questa descrizione, l'A. raccoglie notizie sul pro-
babile scrittore di essa e su tutti i personaggi che vi sono citati ;
DEL 17 NOVEMBRE 1907 53
i maestri di lingua latina, i maestri di equitazione, di nuoto, di
scherma; di strategia, i maestri di lingue moderne, e infine quattro
gentiluomini, ai quali era particolarmente affidato il giovane prin-
cipe, perchè egli crescesse costumato e gentile in tutte le contingenze
della vita quotidiana.
Terminate le letture l'Istituto, si raccoglie in adunanza privata.
Il Vicesegretario
G. OCCIONI-BONAPFONS
Il Presidente
C. F. FERRARIS
Atti bkl beale Istituto Venkto di scienze, lettere ed arti
Anno accademico 1907-908 - Tonio LXVII - Parte prima.
IN MEMORIA
di
EMANUELE GIANTURCO
PAROLE PHONINIJIATE
DAL PROF. YITTOKK) 1»() LACCO, m. k.
nell'adunanza drl 17 nomnhrr 1907
È nobile tradizione dell' Istituto che una parola di rimpianto
si consacri alla memoria di chi è vissuto onorando il Paese e la
Hoienza, anche se del nome suo non si fregiasse il nostro albo
accademico. Penso dunque di esprimere, o illustri Colleghi, un
sentimento che tutti ne associa dicendo breven)ente di Eiiuiiiueìe
Gianturco; ne già come vorrebbe la mia ammirazione e l'intima
comunanza eh' ebbi con Lui di ideali e di studi, ma come potrà
l'animo ancora in tumulto per la perdita dell'amico fraternamente
diletto. Della sua attività multiforme la parte soltanto dedicata
alla scienza e alla cattedra sarà il caso che io qui ricordi. Ma è
già tale parte che non impallidisce di fronte alle altre doti di
musicista eccellente, di avvocato principe e di uomo politico fra
i maggiori dell'ora che volge, per tacere di quel tesoro di private
e civili virtù che lumeggiavano tutti ugualmente, componendoli in
mirabile sintesi, tanti e cosi vari aspetti di quella nobil figura.
Rimontiamo col pensiero, o Colleghi, a circa un quarto di secolo
addietro. Quel risveglio della cultura giuridica nazionale che già
avea dati ottimi frutti tra i romanisti, ma, salve poche luminose
eccezioni, non ora giunto ancora a trar fuori il Dii'itto civile dalla
56 V. POLACCO
morta g-ora della esegesi, si propaga, per opera specialmente di
nuove forze uscite dai nostri Atenei, anche ai cultori di quella
disciplina giuridica, nella quale par veramente che tutte le altre
si appuntino. Brilla subito nella giovanile schiera il Gianturco,
che al gran discettare sul metodo negli studi nostri partecipa nel
1881 con una memoria (') in cui dominano i due concetti ispira-
tori di tutta la successiva produzione di Lui. Il Diritto civile sia
anch' esso fecondato da quella corrente di vita che trae la sua
origine dai nuovi studii nelle scienze morali, politiche e sociali e
che ha vivificato tutte le parti del Diritto. E nella forma, bando
al commentario pedestre modellato sugli esemplari francesi, per so-
stituirvi la trattazione sistematica propria della scuola pandettistica
tedesca, sì che, allogati gli istituti giuridici nel vero posto che
spetta a ciascuno, balzi fuori come organismo vivente la struttura
del patrio Diritto. Un libro di legge non è un libro di scuola e la
chiave per l'intelligenza di un codice deve prendersi da qualche
altro luogo che non sia il codice stesso.
Fedele a tale programma, comune del resto a tutta quella
fioritura nuova di civilisti, nell'ardore, che in altri di men profonda
preparazione si sarebbe detto ardimento, di farne subito completa
attuazione, non si restringe Egli come i compagni suoi a rico-
struire l'edificio in qualche sua parte per via di trattazioni mo-
nografiche, ma, dopo aver dato pur di queste buon saggio con la
memoria sulle Fiducie, concepisce il disegno di un Trattato com-
pleto di Diritto civile. Al titolo originario di Istituzioni (1885) è
sostituito nella 2." edizione quello più proprio di Sistenuf, sul-
l'esempio della grande opera dell' Ungee, al cui nome insigne il
lavoro è dedicato. Ma purtroppo le molteplici altre cure e la fine
immatura non gli permisero di andar oltre alla Parte generale e
ad alcuni capitoli del Diritto di famiglia. Il nome di Istituzioni rimane
invece a quel completo e così difl'uso Manuale onde il Gianturco
venne in aiuto alla scuola, denso di materia e in picciola mole ricco
di pregi. La sesta edizione alla quale esso è giunto ci dice abbastanza
per che serie d'anni sia stato quello il primo nutrimento intel-
lettuale apprestato alla cupidn legmn iuoentus che si affolla nelle
( l) (ìli st/i< formazioni hin/zio-
nali (presentata dal prof. G. Ricci, m. e., (e. s.) ). — Lo studio
delle superficie in parola è stato già fatto in un lavoro classico
del Picard, cogli strumenti offerti dalla teoria dei gruppi continui
del LiE. — L'A. tratta la questione da un punto di vista alge-
brico-sintetico conforme ai metodi usati in Italia da coloro che si
occupano di geometria sopra nna superficie algebrica, e giunge a
caratterizzare le superficie con un gruppo continuo qt;"^, permuta-
bile e transitivo, mediante i valori dei generi.
E. Ravenna: L'endotelioma della phaiva. — Considerazioni
sintcliclic (jcnrrali sugli endoteliomi (presentata dal prof. A. lìono-
me, ni. e. (e. s.) ). — L'autore illustra tre casi di endotelionui
della pleura che hanno preso origine dall'endotelio delle vie lin-
fatiche. Nel primo caso fu notata metaplasia delle cellule di ri-
vestimento interno dei vasi linfatici, loro rigoglioso sviluppo e
passaggio graduale agli elementi neoplastici. Tn base a queste
imagini, che dimostrano la matrice del tumore, la diagnosi di
endotelioma primitivo dei vasi linfatici della pleura venne tos^o
formulata. E trovò appoggio in altri dettagli istologici, i (piali fu-
rono poi preziosi per stabilire la natura endoteliale degli altri
dell'8 dicembre 1907 63
due eseni])lari di tumore pleurico, nei quali, pur mancando le
fasi iniziali di sviluppo, si potò escludere che si trattasse di can-
cro, cioè dell'altra varietà di tumore maligno, che ad una su-
perficiale osservazione poteva venire sospettata.
Non si può escludere intatti che i cancri primitivi della
pleura, al pari di (|uelli del peritoneo presentino delle caratteri-
stiche strutturali un pò diverse da quelle degli altri cancri origi-
nati da epiteli di rivestimento. Ciò potrebbe dipendere dal fatto
che il rivestimento epiteliale della grande cavità pleure perito-
neale va incontro nella vita extrauterina a notevoli modificazioni,
in causa delle quali un cancro originato da esso epitelio per al-
cuni dettagli si avvicinerebbe piìi al cosidetto endotelioma maligno
che al tipico cancro. Resta però sempre fermo che un complesso
di dati istologici permette di distinguere Tendotelioma delle sierose
dal cancro, e questi dati istologici si riscontrarono nei tre casi
illustrati dall'autore. I principali fra essi sono: l'intimo nesso fra
connettivo e cellule neoplastiche, la tendenza in queste ultime
a disporsi in irregolari formazioni tubulari, il polimorfismo e la
forma spesso fusata delle cellule medesime e la completa nian-
canza in esse di inclusioni o di degenerazioni cellulari.
Questi dati, che valgono a far facilmente distinguere un
cancro tipico da un endotelioma maligno, acquistano la massima
importanza quando si voglia diff'erenziare un cancro primitivo
della pleura da un endotelioma dei linfatici sottopleurici, special-
mente in quei casi in cui non si riesce a dimostrare la matrice.
G. P. Magrini : Hidle variazioni di lirdlo dei laghi lAtpi.nni
^presentata dal prof. F. Lori, s. e. (e. s.) ). — Sono deficientissime
le ricerche, e non solo in Italia, sui rapporti fra la quantità d'acqua
caduta in un bacino scolante e la parte d'acqua raccolta dal suo
collettore. L'A., dopo aver coordinato i dati d'osservazione esistenti,
considera le variazioni di livello del lago di S. Croce e del lago
Morto, in relazione alle precipitazioni.
Questo studio è reso in special modo interessante dal fatto
che i due laghi, vicinissimi fra loro e quindi in condizioni cli-
matiche e meteoriche quasi eguali, appartengono ciascuno ad una
delle due grandi categorie in cui si dividono i laghi : aperti e chiusi
ed il cui regime idraulico è essenzialmente diverso.
64 ADUNANZA ORDINARIA DELL'8 DICEMBRE 1907
Inoltro per il grande dislivello esistente fra essi (all' incirca
1 10 IH.) sarebbe possibile ricavarne una forza idraulica considerevole :
lo studio presenta quindi un'importanza pratica immediata; come
pure la presenta per il progetto, in corso, di bonifica della zona
di terreno inondata dal Rai, canale emissario del lago di S. Croce,
che si vorrebbe eseguire aprendo un canale nella valle del Me-
schio, attraverso il lago Morto.
Terminate le letture l' Istituto si raccoglie in adunanza pri-
vata per la relazione annuale della Giunta alla Biblioteca e per
altri affari di interna amministrazion(\
Il Presidente
C. F . FERRARIS
Il Vicesegretario
(>. OCOIUNI-BONAKFONS
Atti del reale Istituto Venkto di scienze, lettere ed arti
Aiiiu) acciul.Miiico l'.K)7-l»()8 - l\)iiin LXVIi - Parie prima.
XOTA
SOPRA UN'ESEMPLARE D" INfiriLLA DI UNO SPICCATO METACROMATISMO,
REGALATA ALLE COLLEZIONI DELL'ISTUFUTO DAL SlliN. AVY. (i. H. VOLTOLINA
DI ENlilCO FILIPPO TKOIS, m. e.
(^Adunanza dell' 8 dicembre 1907 )
\i esemplare d'Aiiguillu rhe presseiito è dono cortese ed in-
teressantissimo del sig-. avvocato (i. li. Voltolina.
Eii'li la ebbe vivente pescata nella notte del 18-14 ottobre p. p.
nella Valle Dogado Montiroii in Laguna Superiore nel ('oninne
amministrativo-censnario di liurano e precisamente nella località
denominata Oanal Bachetta.
Posta in un ac(piario visse tino ai primi giorni del p. p. no-
vembre.
Due anni fa ho avuto occasione di fai- conos(;ere un caso
analogo di nietacroniatisnn) in (piesta sp(>cie, caso rarissimo quando
entra per ter/a tinta il giallo che in (pu'sto esemi>lare è larg'a-
mente profuso mentre non era così nel precedente nel fjuale poi.
r azione del li(]UÌdo conservatore ha tinito col farne sparire gran
parte (>).
L' animale misura m. 0,HS in lunghezza totale e presenta
distintissime tre tinte.
Domina in generale il bianco splendente nella parte inferiore
con macchie volg^enti al bruno v(»rdastro, in molti punti sbiadito
(1) Nota sopra un. caso dì ìUffacroiiiafùiiid iteli' (Uif/u fila. — Atti
lei R. Istituto Veneto. - Adunanza del 14 maggio lyoò.
()() E. V. TROIS- NOTA SOPKA Ux'eSEMPLAKK l)'AX(iriLLA ECC.
estese lung-o il dorso e spesso interrotte e quasi sovrapposte a
larghe macchie discoidi di un giallo cadmio chiaro.
Le macchie gialle raggiungono ed in (pialche punto sorpas-
sano la linea laterale mentre (juelle brune poco si estendono sul
dorso lasciando verso la coda irregolari intervalli ; esse abbondano
alterinite da macchie gialle sulla pinna dorsale mancando sulhi
fine della pinna stessa. Tanto sull' orlo della pinna dorsale <[uanto
nella caudale vi sono piccole macchie di un nei'o intenso che si
trovano raramente in altri punti del corpo.
E singolare che di cpiesta t'orma rara di metacromatismo de-
nominata dal compianto prof. Pavesi Icteropardalis si sieno veri-
ficati a poca distanza di tempo tre casi in esemplari provoiieiiti
dalle acque di Venezia; T. quello da me presentato nell' adunanza
di maggio in05 ; ir. l'altro veduto dal Ninni a (Jhioggia jìure nel
1005(1); III. (piesto che oggi presento dovuto alla cortesia del-
l' avv. (1. B. A'oltolina al (juale vanno resi i piii vivi ringrazia-
menti.
(1) Ninni jjot'J'. Emilio - MahirroiiKiLisuio in pet^ri nicculli nel iina-c
e, kffjune di Venezùi. — Congresso dei Naturalisti italiani. Miliiiiu, ir>-l!)
Settembre, 190<5.
(Licenziate le hozze per la ^fiblioteca dall'ultima adunanza, facendo speciale
menzione dei doni della R. Università di Upsala : Lettere di
Linneo, Bibliografia Linneana, Ritratti di Linneo e dell' opera :
Zoologiska studier.
Invita poscia il m. e. Nino Tamassia a dar lettura della sua
Commemorazione di Fedele Lampertico.
L'Istituto accoglie con vivi applausi tale Commemorazione e
il Presidente, ringraziando l'oratore, interpreta la unanime dimo-
strazione come omaggio al compianto collega e a chi ne disse le
lodi con splendida, incisiva, commossa parola.
dell' 8 MARZO 1908 79
Seguono le letture poste airordiiie del giorno :
A. Favai'o, in. e. : Intorno ad una scrittura inedita di Archi-
mede nuovamente scoperta e pubblicata. Coim;nicazione. — L' A.
(là notizia all'Istituto della scoperta fatta (lai prof. Heiberg di
una nuova scrittura di Arcliiuiede e ne dimostra la importanza
tanto per ciò che concerne un più esatto apprezzamento del me-
todo Archimedeo quanto per ciò che risg-uarda in generale la
storia delle matematiche.
E. Arrigoni Degli Oddi, a. o. : .Note ornitologiche sulla Colle-
zione del Monte apparteìiente alla signora marchesa M. Pauluccl. —
L' A, illustra gli esemplari più interessanti che fanno parte della
Raccolta Ornitologica del Monte presso Antaldo appartenente alla
signora marchesa M. Paulucci. Constata che è una collezione molto
notevole, anzi una delle migliori d' Italia ed offre dettagliate no-
tizie sugli individui e sulle serie che gli parvero più meritevoli.
Cita inoltre le numerose Raccolte della Toscana, dicendole
tutte degne di esser meglio conosciute dal Naturalista.
L. De ^larchi, s. e. : Teoria della doppia oscillazione diurna
del barometro. — L' A. considera la doppia oscillazione diurna
come risultante di una variazione semplice rispondente alla varia-
zione diurna della temperatura, e da una variazione pure semplice,
ma in senso opposto, e che si può determinare graficamente, di
uno 0 più elementi incogniti. La forma della curva esprimente
questa seconda variazione segnala, per analogia colla discussione
delle curve mareometriche, che essa si può considerare come ri-
sultante dalla sovrapposizione di un' onda diurna e di un' onda
semidiurna.
La discussione dell' equazione del moto verticale dell' aria
mette in luce che l' onda diurna rappresenta la variazione di
pressione negli alti strati dell' atmosfera, la quale è opposta a
({uella che risponde alle variazioni di temperatura negli strati
inferiori ; e che 1' onda seniidiurna è dovuta alla variazione d'al-
tezza e di temperatura media dello strato più basso entro il quale
la variazione diurna di temperatura è sensibile. Le ampiezze e le
fasi di queste onde diurne e semidiurne, quali sono dedotte
so ADUNANZA ORDINARIA
dall' equazione del moto, presentano le proprietà caratteristiche
delle costanti della formola besseliana empirica ; messe in luce
dalla discussione delle osservazioni diurne di pressione in centi-
naia di stazioni fatta da Hann.
La teoria dà quindi ragione del fenomeno senza ricorrere
a ipotesi cosmiche (come nella teoria di Arrhenius) o a sempli-
ficazioni e interpretazioni arbitrarie delle condizioni del problema
(òome nella teoria di Lord Kelvin-Margules).
A. Bèguinot : Sulla persistenza e caduta delle foglie e sulla
relativa bibliografìa^ (presentata dal prof. A. SaccardO; m. e., a
termini dell' articolo 16 del regolamento). — L' A. dopo avere
brevemente esposto i principali caratteri biogeografici dei sempre-
verdi italiani, passa a discutere le cause della persistenza e della
caduta delle foglie soff'ermandosi iu modo speciale ai recenti
lavori suir argomento relativi alla flora tropicale.
Le conclusioni a cui egli perviene tendono a dimostrare che
i sempreverdi sono tali perchè adatti, in seguito a perpetuazione
od aquisizione di strutture xeromorfe, a resistere, rallentando o
sospendendo la traspirazione, a temperature estreme ; ed illustra
i casi principali offerti sia da specie mediterranee che artico-
alpine, scelti fra generi che hanno entità — spesso strettamente
imparentate — le une a foglie persistenti e le altre a foglie
caduche. E ne conclude che la struttura anatomo-fisiologica, mira-
bilmente corrispondente in gruppi anche disparati ed a distribu-
zione geografica e topografica molto diversa, rende conto \lel feno-
meno in questione, per quanto la costituzione sia della persistenza
come della caducità dell' apparato fogliare siasi costituita in molti
casi in condizioni climatiche diverse dalle attuali.
L. Maddalena : Le roccie eruttive in filoni nell'alto Vicentino
(presentata da A. Da Schio, m. e., e. s.).
Il Presidente si riserva di fare, in adunanza privata, alcune
dichiarazioni riguardanti la Memoria del sig. Maddalena.
C. Dongiovanni : Sulla ricerca microchimica del fosforo nei
tessuti vegetali (presentata dal prof. G. B. De Toni, m. e., (e. s.).
— L' A. dopo aver passato in rassegna i diversi metodi sugge-
dell' 8 MARZO 1908 81
riti dagli autori (Lilieiifeld e Monti, G. Pollaccì, A. Arcangeli ecc.)
per localizzare i composti fosforati nei tessuti, comunica alcune
osservazioni preliminari su un nuovo metodo per la ricerca micro-
chimica del fosforo nei tessuti vegetali, avendo eseguito alcune
esperienze in particolare sopra i globoidi del grano d' oleurona.
A proposito della Memoria Bongiovanni, il Presidente dà la
parola al m. e. P. Spica il quale così si esprime :
La comunicazione che il prof. De Toni ha fatto a nome del
sig. C. Bongiovanni Sulla ricerca microchimica del fosforo nei
tessuti vegetali, conferma quanto il D.r Arcangeli sostiene già da
qualche tempo e quanto (juesti, anche ultimamente, pubblicò nella
Gazz. chim. ital. (1907, TI, 148). Io m' interesso da qualche tempo
di questo argomento non solamente, ma d'argomenti simili e spero
di potere fare qualche pubblicazione corredata da risultati speri-
mentali.
Il D.r Arcangeli asserisce il vero quando dice che io mi
sono associato alla sua opinione intorno alla ricerca del fosforo
col metodo, originario di Lilienfeld e Monti, chiamato oggi da pa-
recchi " metodo di G. Pollacci ,,. Pi.x\z\ questa opinione io ho già
espresso in nota a pag. 286 del voi. I", II edizione (in corso di
stampa) del mio libro di Chimica medico-farmaceutica e tossicolo-
gica. In quella Nota, a proposito di un lavoro di Justus suU' esi-
stenza e diffusione dell'iodio negli organismi animali e vegetali,
io scrissi queste parole : " Justus avrebbe riscontrato reazioni mi-
„ crochimiche che renderebbero probabile l'esistenza di tali sostanze
„ (proteiche iodurate) nel nucleo delle cellule (p. es. nelle
„ gemme di Fraxinus), ma le esperienze di Justus peccano un po',
„ in questo riconoscimento dell'iodio organico, dello stesso difetto
„ che si riscontra abbastanza spesso quando si vogliono aver ri-
„ conosciuti per via microchimica con reazioni comuni dell'analisi
„ minerale, elementi che sono impegnati in combinazioni organiche
,, elevate e che solo dopo profonda decomposizione di tali com-
„ binazioni organiche, trasformati in composti più o meno ioniz-
„ zati, danno le loro normali reazioni ,, .
Io sono d'opinione, e le esperienze diranno se o meno que-
sta opinione sia giusta, che, come la reazione pel riconoscimento
del fosforo organico col reattivo molibdico, parecchie reazioni
82 ADUNANZA ORDINARIA DELL' S MAKZO 1908
(lai e da istologi e non da cliiiiiici meritano di essere ristudiate e
vagliate.
E. Besta : Un diploma inedito di Enrico VI (presentata dal
prof. B. Brugi, ni. e., e. s.). — L' A. dà notizia di uno sconosciuto
diploma imperiale di Arrigo VI a favore dei Visdoniini di Como,
cui erano affermati e nuovamente concessi degli aiupii diritti
feudali nel territorio comasco.
Terminate le letture l'Istituto si raccoglie in adunanza pri-
vata, nella (juale si procedette alla nomina della (ri unta triennale
al Panteon Veneto ed alla trattazione di altri argomenti d'indole
amministrativa.
// f'rfsitlenffi
C. F . FERRARIS
// Vicesegrclavio
G. OCOIONI-BONAFFONS
Atti del Reale Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti.
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima.
COMMEMORAZIONE
DI
FEDELE LAMPERTICO
DEL PEOF. NINO TAMASSIA, m. e.
(Adunanza dell' 8 marzo WOH)
La morte, togliendo al nostro affetto e alla nostra ammira-
zione coloro che per virtù di mente e d'anima si levarono su tutti,
strappa pure qualcosa di vivo e d'intimo a noi che restiamo. Lo
scomparso porta con se nella tomba l'esempio incitatore al bene,
il segreto di energie feconde.
Dietro l'ombra che si dilegua nei silenzi eterni, più belli e
meno caduchi dei fiori sepolcrali, a gara, noi gettiamo, come ul-
timo saluto, i nomi delle sue fulgide vittorie sui campi sereni
della santa operosità e della scienza. Nell'ora mestissima del sem-
piterno congedo, par quasi che un alto dovere e' imponga di ri-
conoscere quel che perdiamo con l'estinto e quel che di suo a
noi rimane. Soave confortatrice è questa confessione dei debiti
nostri verso le anime che passarono ammaestrando, e che pur re-
stano circonfuse di luce non peritura.
Che cosa dobbiamo a Fedele Lampertico ?
Chi parla, dopo tanti egregi che dissero con sapienza rara
del nostro insigne collega perduto^ non potrà dare una risposta
degna di Lui e dei benevoli qui raccolti, non per udire il freddo
elogio accademico, ma quasi per obbedire alle candide parole di
un libro austero, a cui Fedele Lampertico chiese spesso ispira-
zione e conforto : " Libenter loqtdmur, quia per mutuas locutiones
ab invicem consolari quaerimus et cor diversis cogitationihus fa-
tigatum optamus revelare. Et inultum libenter de his qiiae midtnm
diUgimus vel cupimus.... libet loqui et cogitare „ (>).
(1) De imitatione Christi I. 10.
84 N. TAMASSIA
E perchè è l'amore che parla, e perchè basta anche un cenno
imperfettissimo dell'opera di Fedele Lampertico a suscitarne nei
nostri cuori l'imagine veneranda, la tenuità del dire sai'à perdo-
nata, qui specialmente dove tutto ne ricorda la cara presenza e
la mirabile attività dello scrittore.
Noi vedevamo in Fedele Lampertico quasi un simbolo vivente
di ogni più pura idealità, direi, una personificazione di un' età
gloriosa, la quale sempre più ne appare sublime, di mano in mano
che ci scostiamo da essa.
Quella voce, quel pensiero che il Lampertico consacrava al
nostro comune lavoro. Egli, nella gagliardia solenne del Suo alto
patriottismo, aveva fatto risonare e vibrare in cospetto dell'Europa,
a condanna della stolta pertinacia dello straniero contendente alla
patria nostra una nobile regione ; l'Uomo, che qui commosso com-
memorava Angelo Messedaglia, era lo stesso che con vero slancio
oratorio e con ispirazione quasi mistica aveva parlato, a pie' delle
Alpi, di Antonio Rosmini ; era quello stesso che, con la tranquilla
compostezza di un antico savio veneto, ragionava nei grandi e nei
piccoli consessi politici di alte questioni pertinenti alla pubblica cosa.
Il socio laborioso di molte e molte accademie nostrane e
straniere era pure l'autore fecondo di una serie dì scritti econo-
mici, storici, giuridici, letterari, ciascuno dei quali avrebbe fatto
onore a un dotto di professione.
Appena 1' Uomo dall'aspetto grave spiritualmente si avvici-
nava a coloro, che per meriti ed elevatezza d' ingegno erano
così remoti da Lui, appariva subito quale Egli era : semplice,
buono, modesto, innamorato della scienza, colmo d'ogni più soave
idealità. Così i grandi colossi alpini, dall'apparenza severa, rive-
lano a chi a loro si accosta la molle freschezza delle verdi valli,
cosperse di fiori odorati.
Noi che L'abbiamo amato in vita, consolati ora dalla pietosa
religione dei ricordi, attraverso i forti lineamenti della fisonomia
scientifica, intravediamo la Sua imagine buona, e ci risona all'orec-
chio l'eco della Sua parola arguta e dolce; leggendo certe pagine
sentiamo quasi pulsare quel cuore (hii palpiti generosi.
Un benemerito biografo assegna al 1852 il primo saggio
COMMEMORAZIONE DI EEDELE LAMPERTICO 85
doU'attività letteraria di Fedele Lanipertico (•). A diciannove anni,
infatti; E2;li pubblica un'affettuosa necrolog-ia di Luigi Pastori: l'ul-
tima opera Sua è ancora una commemorazione, nel Senato del Regno,
del generale Giuseppe Gerbaix De Sonnaz nel 1905. Il sei aprile
dell'anno seguente Fedele Lampertico ci abbandonava per sempre.
Fra codesti tributi alla memoria di amici pèrduti è racchiusa
la lunga serie de' Suoi scritti che, tra maggiori e minori, rag-
giungono il numero di quattrocento.
Visse ricordando e amando: già vinto dal nuile, che lo traeva
al sepolcro, Egli rievocava nobilmente la figura di un prode sol-
dato d'Italia, come presentendo che, pronunciato da Lui, in quel-
l'ora, il commovente saluto si tramutava in un inno all' inimor-
mortalità della Patria!
Fedele Lampertico sortiva i natali da una famiglia severa-
mente pia e pura.
L'onestà dei traffici aveva con l'agiatezza dato ad essa spirito
di alacrità, amore al lavoro, disdegno dell'ozio. Le materne tradi-
zioni vi aggiungevano la consuetudine avita di quella decorosa
gentilezza, che fu una seconda natura del nostro illustre collega.
Nella Sua Vicenza, a cui da secoli giungeva il fremito della
vita lombarda e della vicina Marca gioiosa, pur temperata dalla
soavità veneta, il Lampertico trovava il tesoro di una non inter-
rotta cultura e di una grande gentilezza diffusa nel popolo. Là
Egli ebbe il primo sorriso della casta nuisa di Giacomo Zanella ; là
il sentimento religioso crebbe con le imagini del Genio del Cristia-
nesimo, a Lui donato dal Suo maestro, priuio e sincero ammiratore
dello scolare, così ricco di sicure promesse.
Compì in patria gli studi legali. La tesi di laurea, presentata
a Padova pel dottorato nel 1855 dal titolo " salici sfastistica in
Italia prima dell' Achenivall „, dimostra la predilezione ch'Egli
ebbe per le scienze sociali, e quella che, con eleganza tutta mo-
derna, si dice orientazione della Sua mente.
Queste pagine giovanili mirano a rivendicare al pensiero ita-
liano la gloria delle concezioni statistiche; più tardi, nel 1870, Egli
tornerà anche piìi poderosamente a questi studi col libro sul Gioia.
Ma c'è un'altra opera del Lampertico, che segna una linea
(1) S. Ku:.ioE, Fedele Lmii pertico. Vicenza 1907.
86 N. TAMASSIA
ben decisa del Suo pensiero scientifico. Essa s'intitola: Giammaria
Ortes e la scienza economica al suo tempo, pubblicata nel 1865.
Nel proemio il Lampertico, se non m'inganno, afferma con parti-
colare sicurezza quei concetti, che Gli serviranno di guida nei
libri di maggior mole àeìV Ecoitomia dei popoli e decjli totali. Ecco
le sue parole: " L'inserire così dei princip't di economia politica,
in mezzo a un po'* di storia privata e puhhlica, non tornerà male
■per quelli che delVeconomia politica non fanno professione, tanto
più che essendosi Veconomia formata come scienza appunto al tempo
dell' Ortes, si può farne conoscere le origini in un coi principi „.
In questa dichiarazione non manca una punta di garbata ironia
a coloro che, poco diversi dall'Ortes, tentavano di " geometrizzare „
anche nelle scienze sociali ; l'economista vicentino certo rammen-
tava le incisive espressioni del Komagnosi (i): ^ L'economia politica h
tutta di ordine complesso attivo vitale, talché si deve trattare a modo
di fisiologia edificante, e non a modo di una chimica dissolvente,
vale a dire essere necessario di non valersi di astrazioni isolate „.
Il Lampertico segue FOrtes nell'età che fu sua, e vede nelle
dottrine dell'ex-frate bizzarro il riflesso e i contrasti dei tempi :
dunque, la vita sociale non rivela le sue leggi a chi non ne
studia le mutevoli contingenze storiche, e l' irrigidirsi di queste
nel diritto e nella giurisprudenza. L' indole dell' ingegno e la
pratica quotidiana nelle pubbliche amministrazioni traevano il
Lampertico a temperare , contro le idee del Ferrara, con la
concezione della relatività storica, il principio assoluto e rigido
della legge economica (•■). Forse dirò cosa che può essere accu-
sata d'imprecisione ; ma perchè chi parla non è di quelli " die
dell' economia, politica fanno professione „ si può osare di pro-
nunciarla. Fedele Lampertico non concepì mai ne la storia
politica e giuridica disgiunte dall' economia politica, nò questa
senza quelle : Egli fu molto più vicino alle idee moderne di
quanto si crede, salvo, e questo non è 1' ultimo argomento della
Sua gloria, nel respingere la concezione materialistica della storia,
dottrina in fiero contrasto con la Sua candida fede nel bene.
(1) Collezione degli articoli di economia politica e statistica. Firenze,
1835; pag. 11.
(2) G. Valenti, Comm,emor azione del socio Fedele Lampertico. Roma
tip. della R. Accademia dei Lincei, 1907, pag. 8.
COMMEMORAZIONE DI FIODELE LAMPERTICO 87
" La reUfjione, l'arte, U mnao morale elevati a iiah'di sentimenti
(jovernano la vita interiore, e quindi determinano e fanno sorgere
loi'infìnità di fatti economici „ (i). Cosi Egli scriveva, così Egli
])ensava : la struttura economica era per Lui il prodotto, l'effetto,
ma giammai la causa ultima, inesorabilmente cruda, delle istitu-
zioni politiche, sociali, morali e religiose. Tanta larghezza di
pensiero spiega, per un altro verso, la varietà straordinaria delle
attitudini dell' elettissimo ingegno, cui ripugnava di togliere al-
l' uomo r aureola quasi divina delle sue doti morali e di consi-
derarlo, lugubre scheletro, nell'aridità sconsolata dell'esosa natura
economica. La scienza sociale scesa dalle fredde astrazioni do-
veva diventare una vera arte sociale. " La storia (Egli nota)
insegna che le molteplici posse del mondo economico traggono^ in
ogni età, virtù informativa da quelle condizioni di civiltà in cui
si esercitano. Esse quindi partecipano del carattere dominante
nelle istituzioni, da, cui trovansi circondate, e si coordinano perciò
nel corso del tempo al vivere patriarcale, all' autorità teocratica,
ai privilegi feudali, al predominio del principato „ (^) ; e allora
l)en venga 1' economia politica, col corredo prezioso delle osser-
vazioni storiche, " e non sarà di troppo (così altrove Egli dice)
(dia misera umanità una scienza, che colla teoria della popola-
zione mette in onore la previdenza ; colla divisione del lavoro,
col credito, colV associazione la pducia reciproca e il reciproco
aiuto ; colla lihertà del commercio Ut pace dei popoli ; colla, libertà
delle arti la umana dignità ., (•^). Fra 1' individuo e lo Stato,
Egli vide assisa la maestà della legge ; non la tirannica, nem-
meno la t'ormale, nel senso più ovvio della parola, ma quella
più augusta, così degna del suo nome, che derivava dalle con-
tingenze storiche, illuminate tutte dalle ragioni supreme del
progresso umano, la necessità del suo impero, non per offendere
ma per difendere, direi col '^J\3mmaseo, ogni sacro diritto dell'in-
dividuo e della collettività. (Questo, almeno per uno storico, era
il pensiero dominante di Fedele Lampertico.
Appunto la consuetudine mentale di non distaccare i fatti
(1) Economia, df.i pu/juli e diu/li Stati.. {Introduzione). Milano 1874;
pag-. 122.
(2) La proprietà. Milano lS7(i ; p. 1.
(3) J'Jronuima dei pop.jU e degli Stati: Introduzione cit. pag. 1)2.
88 N. TAMASSTA
complessi dalla hase storica, che si nasconde talvolta con molta
civetteria agli economisti, dava a' Suoi saggi storici e giuridici
un'impronta caratteristica, tutta Sua. Uno storico, anche un po'
diverso dal vecchio e rigido stampo, segue la linea del tempo ;
e non si scosta troppo dalle vicende esteriori e politiche denun-
ciate dal documento ])ubblico e privato. Fedele Lanipertico ab-
braccia subito, con una forza di sintesi ardita, il Suo argomento
nella complessità varia de' suoi aspetti, e move rapido e risoluto
alle conclusioni. Come notevole esempio di un tal genere di la-
voro, mi ])ermetto di ricordare il connnento storico-giuridico
della legge di abolizione ed affrancazione delle decime (')•
Basta un periodo per dimostrare come il Lampertico sa trovare
subito la via dritta. " Per portare^ Egli scrive, un sicuro giitdizin
sia (jinridico die eeonomico sulle decime^ è d' uop!) distiiKjuere il
periodo storico^ in cui tutto V ordiivimcnto economico si fondava
sulle /trestazioni in ìiatura, ed un' età^ com'è la nostra, in cui
simili prestazioni sono sopravoissutc a condizioni profondamente
mutale „ (^). Queste considerazioni, acute nella loro apparente
semplicità, balzano spesso dalle pagine del Lampertico. Quando
noi Lo seguiamo, attraverso i tesori della Sua erudizione storica
e bibliografica, da una teoria all'altra, fra gli urti, ch'Egli stesso
provoca, delle opposte dottrine, e lo scrittore sembra che s' in-
gegni di scomparire dal campo stesso delle ricerche, ad un
tratto ecco riapparire il lampo rivelatore , 1' espressione netta e
precisa, a cui Egli ci ha preparato lungo un non facile cammino.
Noi non diremmo che nelle opere storiche e giuridiche del
Lampertico, e mi piace citare V edizione degli Statuti della Sua
Vicenza (•*), manchi sempre materia a ragionevoli appunti, ma
sarebbe ingiustizia attenuarne il valore con critiche troppo me-
ticolose. Dai libri del Lampertico s'impara sempre.
Per riposare dalle fatiche parlamentari, alle quali Egli dava
non la sola e facile assiduità personale, ma V energia più forte
dello spirito, ritornava nella cara Vicenza, iielF adorata piccola
patria, a' suoi figli, nella pace serena della famiglia, a cui, come
(1) Padova 1888.
(2) p. (3.
(8) Nei Man. storici putttdicati (hilla li. f)ej)utazione Veneta di Sto-
ria patria. — Venezia 18H().
COMMEMORAZIONR DT FK.DELE LAMPEETICO 89
anoelo tutelare, presiedeva la madre veneranda, consolatrice pie-
tosa di fierissimi lutti.
Questo piccolo mondo, questa che potremmo chiamare un'e-
stensione delle pareti domestiche alle mura cittadine, Lo faceva
rivivere più intimamente con le dolci ricordanze giovanili, con
le memorie dei luoghi, delle persone scomparse, con le vicende
e le tendenze, che si agitavano intorno a Lui. Veniva dal tesoro
dei ricordi un soffio tenue delle cose passate, una tenerezza
infinita che aveva come un carattere sacro. Egli era davvero il
figlio degnissimo della Sua nobile terra : 1' elegante e varia cul-
tura vicentina, l'amor di patria fuso nella robustezza del sentimento
relitiioso, la freschezza invidiabile di certe concezioni, la lieve e
signorile sprezzatura della modernità, conseguenza necessaria dello
spirito tenace e memore sempre di ciò che fu ; ecco ciò che gli
offriva la patria. E vi sono certe magnifiche tempre d'uomini, nelle
quali le doti sparse fra una gente da una benigna natura, sem-
brano raccogliersi tutte, coordinarsi in una sintesi armoniosa. Una
luuga consuetudine di studi e di meditazioni gravi su uomini e
cose affina la percezione delicata di tante imagini, solleva in alto,
e fa sentire nel presente il passato. Alla maestosa concatenazione
d'idee e di sentimenti, onde vibra tutta la vita nazionale, è presto
ricondotto anche il fatto locale, l'episodio dianzi dimenticato, e che
diventa eloquente, quando vi sia chi ne sappia additare l'immenso
valore.
Nessuno si può sottrarre a questi pensieri , leggendo alcuni
discorsi di Fedele Lampertico, e sovra tutto il dottissimo studio
storico sull'Accademia Olimpica di agricoltura, scienze, lettere ed
arti, che il suo autore, presidente dell'Accademia stessa, offriva ai
soci del celebre sodalizio ('). I ricordi che, secondo il Lamper-
tico, non avevano la pretensione d' intitolarsi una Storia, nò la
pazienza di ridursi alla Cronaca, sono invece una delle più belle
pagine della vita intellettuale di Vicenza. Dal fervore frivolo e
gaio, con una punta di spirito cavalleresco, dei vecchi accade-
mici del cinquecento il Lampertico segue le vicende dell' istitu-
zione, nella quale, come in uno specchio, riappare nitida la so-
cietà colta vicentina, che a poco a poco dà alle sue manifesta-
(1) Atti del Cons. Accad. 5 marzo 1872.
90 N, TAMASSIA
zioni accademiche un' intonazione più seria, tanto da meritare il
ben noto elogio del Gothe (').
I sonettini per le Laure e per le Armide, le discussioni
spagnolesche sulle precedenze si erano a poco a poco tramutate
nel verso tersissimo e sentimentale di Griacomo Zanella, nell' in-
vito ad un corso di Economia politica del nostro Lampertico (-),
nelle ricerche letterarie e storiche lodatissime del Morsolin !
Noi possiamo ne' Suoi studi così vari ammirare spesso V a-
gile snellezza del pensiero. Questo corre rapido ove e' è realmente
qualcosa di serio e di notevole. 0 commenti un verso di Dante,
0 si raccolga a frugare con fine arguzia fra le curiosità vicentine,
0 si dilunghi nella recensione di un libro, il Lampertico si sente
tranquillo, come se in ogni campo dell' umana attività Egli vo-
lesse il posto, che spetta ad un amico fervido del lavoro e della
scienza. Alla Sua mano non infrequentemente si ribella la tentata
eleganza dello stile ; ed Egli se ne vendica, afferrando con ga-
gliardia il Suo soggetto e presentandolo con una rude bonarietà,
cui di rado manca il successo. L' occhio mira al di là delle mi-
serie della piccola erudizione : il gran tutto gli si affaccia nel-
r ardua solennità di un vero lontano sì ma splendido.
Nel 1879, nella Sua accademia olimpica, Egli parlò delle cita-
zioni di autori classici nei Farlamenti. In tutto lo scritto corre
una vera onda di poesia : un frammento di un'ode epicurea, un
metro elegiaco tessuto di pianto, un verso virgiliano, in cui par
che rida la dolce stella di Venere nella placida serenità del
cielo, spuntano dalle ricordanze di scuole e s' insinuano, come
gemme, nell' orazione politica. È un ritorno spontaneo al pensiero
antico e sempre giovenilmente fulgido. E la conclusione ? Udia-
mola dal nostro Lampertico.
" Non si crei (Egli dice) un divorzio fra i progressi inscin-
dibili, in cui si esplicano le facoltà, e deploriamo che nella edu-
cazione non si faccia tesoro di questa consociazione e solidarietà
di tutte le forze che collimano coli' incivilimento. Le lettere e le
scienze hanno accumulato nel corso dei secoli una ricchezza, che
sarebbe un delitto Vassoggettare alla legge di divisione ereditaria.
( l) ()[). n't. pag. 5(S.
(2) A. ISfirl.
COMMEMORAZIONE DI FEDELE LAMPERTICO 91
Lettere e scienze, il mondo antico e moderno si. rifì,ettno nmaìio, per dare impulso e alimento a perenni progressi „.
Egli avevji il diritto di sentire e di parlare così.
Codesto ingente lavoro scientifico e letterario del Lampertico,
s(> ai posteri fosse per mancare ogni altra notizia di Lui, è da
credere che sarebbe considerata come la necessaria conseguenza
di nna imitazione sallustiana " tdil reliquam aetatem a re pmhlica
jtrocal ìtahcndam decrevi, non fuit consilium secordia atque desidia
honnm otinm conterere „.
Il honnm otinm di Fedele Lampertico era di una natura
proprio singolare. Fu deputato della Sua Vicenza, dopo la libe-
razione del Veneto e poi, appena toccata 1' età senatoria, Sena-
tore. E Senatore non di quelli che, com' Egli argutamente scri-
veva, figurano come tali nelle sopraccarte o nelle scappellate (').
Pochi come Lui hanno lasciato un' orma cosi profonda nella di-
scussione e nella trattazione dei pubblici aff'ari. Nelle memorande
sedute dedicate a ridonare all' Italia il decoro di una seria finanza,
a riordinare i tributi, a regolare con gli altri Stati i rapporti
connnerciali, a rabberciare tanta parte del nostro diritto pubblico
e privato. Fedele Lampertico recava la parola precisa, la chia-
rezza dei propositi, la sicurezza di criteri pratici, esposti con una
forma placida e persuasiva, aliena da artifici retorici. La migliore
retorica Gli era suggerita da un' ispiratrice molto austera, che si
chiama la scienza. Egli studiava pensando al benessere materiale
e morale della patria ; Egli parlava e agiva penetrando nelhi
realtà viva delle cose.
Ecco perchè lo scrittore, pure seguendo un metodo rigoroso
nelle sue indagini, si libera tanto spesso dalle angustie scola-
stiche delle forinole.
Dond' è venuta, come si è conservata così tersa e pura questa
bella tempra d' Italiano ?
Attraverso i lunghi secoli dell' abiezione, dell' ozio, del ser-
vaggio, come il buon genio della stirpe gloriosa, sorvisse un an-
tico sapiente dal pensiero acuto e limpido, che lascia i meditati
volumi delle vetuste discipline e i fidi colloqui colle Muse per
le cure piene d' ansia dello Stato : Gli sono cose ignote quiete e
(1) Rumor, o/v. c, p. (ii.
92 N. TAMASSIA
riposo, 0 quiete è per Lui la notte trascorsa con gli evocati fan-
tasmi della grandezza latina. La patria Lo chiama. Egli non ha
un rimpianto per la mollezza degli agi, per la tranquillità do-
mestica ; sa che l'intera Sua giornata mortale, tutta l'anima Sua
non avranno posa giammai ; che aspre lotte L' attendono e che
la nebbia degli umani rancori si addenserà anche sul Suo capo.
Non esita e obbedisce.
Fedele Lampertico si preparava così il hunitm otinm.
Cattolico convinto, fermo nella Sua fede, a questa Egli chie-
deva r energia morale, il conforto ai dolori che sono inevitabili
in terra. Per Lui, come per il suo grande ispiratore, Antonio
Rosmini, " la Religione all' Italia era una sanzione di pia, an-
ziché negazione o contraddizione dell' unità degli animi, il che è
quanto dire della Patria, della Nazione „ (').
Noi non varcheremo il limitare del sacrario della coscienza,
ma non dimentichiamo che V anima come il corpo non deve sof-
frire mutilazioni.
Chi mai oserebbe, profanando un' imagine austera, rimodel-
larla a suo talento, presentandola poi in modo che certe convin-
zioni, penetrate in ogni più intima fibra, si vedano come in iscorcio,
col goffo e diciamo pure non onesto intento di nasconderle, o al-
meno di mostrarne la scarsa efficacia nella vita pratica e scien-
tifica ?
Non si disgiunge in Fedele Lampertico l' idea dell' azione ;
e questa, secondo Lui, non doveva trovar più nell' età nostra gli
impacci, che un millennio di storia aveva infiitto dolorosamente
alla Chiesa e allo Stato. " Il campo della libertà „ (-) era aperto
a tutte le energie del bene.
Certamente si può anche non accettare T interpretazione pra-
tica che il Lampertico dava alle norme e ai limiti della libertà
dello Stato e della Chiesa ; ma non e' è ragione politica o scien-
tifica che giustifichi un biasimo a Colui che non credette, nella
sua coscienza, di abbandonare un principio, per inchinarsi ad un
altro che a molti sembrava più rispondente alle nostre aspirazioni,
e air idealità dello Stato moderno. Badiamo che in così gravi
(1) Lampertico, Antonio Rusmini. Raiis. Naz. 1897. (Estratto) p. 10.
C2) <)p. r., p. 25.
COMMEMORAZIONE DI FEDELE LAMPERTICO 93
questioni, senza che i contendenti se ne avvedano, per forza stessa
delle cose, V oggetto della controversia bene spesso si raggrinza
in una tesi politica vera e propria.
Giustizia esige che qui si ricordino le parole che il Lam-
pertico disse con fiera veemenza, in Senato, quando si discute-
vano gli articoli del codice penale riguardanti gli abusi dei mi-
nistri di culto : "... né credenze reUgiof^e conosco^ che mi abbiano
impedito giammai nel servire la Patria e dire mi si conceda alla
Scienza „.
Parlando di Fedele Lampertico, sembra che si accarezzi la
cara illusione di averLo ancora vicino a noi. In verità, Egli
non è, né sarà mai lontano da questa sede di studi, ch'Egli predi-
lesse e onorò coi frutti copiosi dell' ingegno. Morte e' è solo quando
gli scomparsi dal mondo nulla hanno aggiunto alla trama inmior-
talc; ond' è fatta la vita d' una Nazione.
Anche il raggio divino della mente e il calore di una grande
anima sono come le vampe solari. Il mesto tramonto non ne
toglie ciò che il sole ci ha dato, durante un giorno limpido e
sereno.
Noi diciamo Patria, e il pensiero risuscita coloro che vissero
per redimerla dalla servitù materiale e morale ; noi diciamo
Scienza, e nei veri eterni scintilla il nome de' suoi devoti.
E Patria e Scienza ripeteranno sempre il nome di Fedele
Lampertico.
Atti t>riì ReaTìK Istituto Vknkto di scikn/J':, lkttkrk kd arti.
Anno acciidcinico l'.>07-*.)08 - Tonio LXVII - Parfe prima.
A l) U N A N Z A 0 LI L) 1 N A K l A
DEL 12 APRILE 1908
PRESIDENZA DEL PROF. LORENZONI
MEMBRO EFFETTIVO ANZIANO
Presenti i lueiuhri effettivi: G. Beechet, segretario; Occioni-Bo-
NAFFONS, vice-seg-retario ; Trois, Favaro, De Giovanni, Bel-
liATi, Teza, Da Schio, Molmenti, Bassini, Stefani, G. B.
De Toni, Galanti, Ricci, Polacco, Vicentini, Yerson,
Brugi, Ciscato, Bonome, Catellani, Crescini, N. Tamas-
sia; ed i soci corrispondenti : Arrigoni Degli Oddi, D'Ar-
CAis, Gastelnuovo, Predelli, Biadego, Malagola, Medin,
Forti, Giordano, Meschinelli.
Giustificata l'assenza dei nini. ee. : P. Spica, Martini, Fogazzaro,
e dei ss. ce. : F. Berchet, Lazzarini, Olivi.
Letto ed approvato 1' atto della precedente adunanza, il Pre-
sidente comunica che il ni. e. Polacco, Rettore dell' Università
di Padova, rappresentò il nostro Istituto allo scoprimento del ri-
cordo marmoreo a Carlo Goldoni e firmò per esso, con altre per-
sone invitate, 1' atto notarile di consegna all' Università.
Comunica pure 1' invito dell' Associazione Generale fra gli
impiegati civili in Venezia di aderire alla Commemorazione pub-
blica di Edmondo De Amicis nel trigesimo della morte. L' Isti-
tuto fu rappresentato dal vicesegretario prof. comm. Giuseppe
Occioni-Bonaffons.
Comunica in oltre i seguenti atti :
1." Invito di sottoscrizione al monumento ad Andrea Cefaly
in Catanzaro.
2.0 Invito air Esposizione di oggetti artistici d' uso comune
che si terrà in Monaco di Baviera nel 1908.
96 ADUNANZA ORDINARIA
3.0 Seconda circolare e scheda di adesione al IX" Conf;r l' anno 1908
Tema prescelto nelV adiiìKiiiza nnìiiìdriu 21 aprile 1901
riproposto e modificato „ „ 16 „ 1905
Aldo Manuzio il Vecchio.
Si desidera un libro che rievochi la vita e V opera di Aldo
Manuzio il Vecchio, studiato nei suoi multiformi aspetti e in at-
tinenza alle condizioni della cultura immediatamente anteriore e
182 CONCORSI A PREMIO
contemporanea, dimostrando gli incrementi, da lui e dai suoi com-
pagni, dati alla civiltà del Rinascimento.
Il concorrente non dovrà quindi curare soltanto quelle ricer-
che nelle biblioteche e negli archivi che gli permettano di rico-
struire fedelmente la vita e l'immagine del grande umanista-tipo-
grafo, specie per il periodo giovanile che è il men noto, ma dovrà
raccogliere tutti quegli elementi che lo mettano in grado di illu-
strare le relazioni coi letterati, l'indole, le ricerche e l'opera della
sua Accademia, la attività dell' umanista e dell' editore. Si mo-
strino le innovazioni ardite e feconde nei vari campi della filolo-
gia greca e romana, della letteratura medievale e perfino della
moderna nella lingua classica e nella volgare per gli scrittori
profani e per i sacri.
Per tal modo apparirà l'eflftcacia grande dell'uomo, così lette-
raria come morale, a spingere e guidare gli studiosi.
Nella parte bibliografica e sovratutto in quella riguardante
la rassegna e la descrizione delle stampe aldine, per la quale il
lavoro preparatorio è già copioso ed utile, l'opera dovrà avere un
carattere definitivo.
Delle lettere che Aldo scrisse o che ricevette si avrà a dare
un indice esatto, cavandone quelle parti che giovano o per la vita
dell'uomo, o per le dottrine o per le relazioni coi suoi contemporanei.
Questo libro nuovo diventi dunque il migliore e più dure-
vole monumento che Venezia grata e orgogliosa, per iniziativa
del R. Istituto, vorrebbe innalzare nel IT centenario della sua morte
al grande figliuolo adottivo che tanto accrebbe la gloria della Re-
pubblica nel periodo più luminoso della Rinascita.
A conseguir più degnamente l'intento e rendere questo se-
gno d'onoranza più adeguato all'indole e allo spirito dell'immor-
tale tipografo, la stampa del lavoro che sarà premiato verrà ese-
guita in tipi aldini con severa e semplice eleganza. Sarà un sag-
gio felice, analitico e sintetico, di storia^ di critica e di psicolo-
gia storica, inspirato a quel senso della bellezza e dell'arte, che
ebbe in Aldo un interprete nobile ed alto.
Il concorso rimane aperto fino al 31 dicembie 1908.
Il premio è di lire 8000.
DEL R. ISTITUTO VENETC» 133
Concoeso per l'anni» 1909
Tema prescelto nelV adunanza ordinaria 20 ina(j(jio IDOf!
Esposizione critica delle teorie moderne stilla costituzione delle
le;/ he ìnetalliche e ricerche sperimentali su qualche loro proprietà.
Il concorso rimane aperto a tutto il 31 dicembre 1909.
Il premio è di lire 3000.
Concoeso pke l'anno 1910
Teina prescelto nell'adunanza ordinaria li aprile 1907
Storia documentata della Layuna Veneta.
Il concorrente cercherà di determinare in base a dati storici,
a testimonianze di cronache e documenti, a tradizioni, a ricordi
(li ogni natura, alle legg-i venete, alle carte topografiche e nautiche
delle varie epoche, quali modificazioni abbia subito la laguna
veneta nella sua estensione, nella sua forma, nel numero e nella
disposizione degli sbocchi fluviali, e delle foci di laguna, nella
distribuzione dei canali e delle valli lagunari, e in qualunque
altro elemento di (pialche importanza topografica ed economica
dopo r epoca romana.
Il concorso rimane aperto a tutto il ol (licriiil)ic l'.MO.
Il premio è di lire 3000.
CoNCOKSO PER J.'aNNO l'Jll
'reiiKi prescelto nell'adunanza ordinar ia^ 12 aprile VJOS
" La vita delle piante superiori nella Laguna di Venezia, dal
punto di vista, biologico e geografico „ con raccomandazione che il
lavoro sia preceduto da cenni storico-bibliografici sull'argomento.
Il concorso rimane aperto fino al 31 dicembi'e UHI.
Il premio è di lire 3000.
134 CONCORSI A PRP3MI0
PREMIO DI FONDAZIONE CAVALLI
Concorso pkl triknnio l',)i)(j-r.»08
Tenui prescelto nelV (KÌnìKiiiza oriìimii-iu tO itiniiiiin JIK)(1
I nuovi doveri della società moderna secondo il riinioramento
dello slato economico, politico, morale e sociide delle incioiii civili.
TI concorso rimane aperto a tutto 'M dicembri^ 1008.
11 premio è di lire 3000.
PREMIO DI FONDAZIONE BALBI-YALIER
l)er il prof/resso delle scienze mediche e rhiriirr/iche
Siirà conferito un premio d' italiane lire 0000 .ili' italiano
" clic avrà fatto progredire nel hiennio 1908-1909 le scienze me-
" diche e cJhirurgiche, sia colla invenzione di qualche ìstrumento o
" di qualche ritrovato, che valga a lenire le umane sofferenze, sia
'' fììdddicaìido qualche opera di sommo pregio. „
Il premio, fuori concorso, sarà proclamato nciradìiiian/.n solenne
del mio.
11 concorso rimane aperto a tutto il 31 dicembie HH)'J.
DISCIPLINE COMUNI AI CONCORSI DI FONDAZIONR QUKRINI STA:\IPALIA
E DI EONDAZI0NE CAVALLI
Nazionali e stranieri, eccettuati i membri effettivi del Reale Istituto
Veneto, sono ammessi al concorso. Le Memorie potranno essei'o scritte
nello lingue italiana, francese, tedesca ed inglese. Tutte poi dovi-anno es-
sere presentate, franche di porto, alla Segreteria dell'Istituto medesimo.
Secondo l'uso, esse porteranno una epigrafe, ripetuta sopra, un vi-
glietto suggellato, contenente nome, cognome e domicilio delT autore.
DEL B. ISTITUTO VENETO 135
Verrà aperto il solo viglioUo della Memoria premiata; e tutti i mano-
scritti rimarriiiino nell'areliivio del li. Istituto a guarentigia dei proferiti
giudi/i, con l;i sola facoltà agli autori di farne trarre copia autentica
dalla Cancelleria dell'Istituto, a loro spese. 11 risultato dei concorsi si
proclama nell'annua pubblica solenne adunanza dell'Istituto.
La proprietà delle Memorie premiate resta agli autori, che sono ob-
bligati a pubblicarle entro il termine nnio. »
Il risultato del coiieorso si proclaniorà ncdla pubblica solemie
adunanza dell'anno 1911.
AVVERTENZA GENERALE
Ogni premiato dovrà pagure, sotto forma di trattenuta
sul premio aggiudicatogli, l'importo della tassa governa-
tiva r deterio-
ramento, o per incuria, si possono guastare. Ed, a buon conto,
anche la ])aUa del toracentesio, può, come il caucciù degli stan-
tuffi, guastarsi o perdere la sua elasticità.
A questo punto, il C. descrive il toracentesio costrutto dal
Valeggia, senza stantuffo, e " basato^ come il Puta'ni, sulla rare-
fazione dell' aria di un piccolo recipiente „. Fatto in questo un
vuoto relativo, inserito il tre(iuarti ed aperti gli appositi rubinetti,
il liquido pleurico vi penetra fino ad equilibrio di pressione. Al-
lora per le raccolte piccole, si può ripetere V aspirazione^ mentre
per le grandi il deflusso continua, se si lascia cadere sotto il
piano del recipiente un tubo di scarico, per la lunghezza di 30
centimetri. Nota poi che si può secondo le circostanze, sia arre-
stare il deflusso, sia accelerarlo od aumentare la aspirazione; cose
queste che per verità già si ottenevano sia (juasi automaticamente
coir antico sifone, variando il livello della bocca di caduta del
li(piido, e sia attivamente colle varie maniere di aspiratori di uso
corrente.
Non possiamo poi concedere che risulti evidente a favore
del toracentesio la possibilità di un intervento ^>/-ecof'e per resti-
PER l'esame fondazione IIALBI-VALIER 147
tuive sacco pleurico e polmone alle quasi fisiologiche condizioni.
Lo stosso effetto si ottiene con qualsiasi aspiratore.
Meno ancora possiamo seguire il Cavezzali ne' suoi consigli
(li lavare la pleura non solo con acqua bollita (egli non parla
di soluzione fisiologica), ma ancora con sublimato corrosivo dal
0,50 al tre per mille (!), a 38». Tale operazione egli vuole sia
" lunga e lenta „. Onde vengono a sommarsi tutte le condi-
zioni perchè una grave e forse mortale intossicazione si possa
produrre. E pertanto appare come, dominato dal timore di un
pericolo fisico, talora ipotetico, perda di vista l' A. la gravità
di un reale pericolo chimico, contro al quale la pleura non si
può prevedere immune per la semplice esistenza di lesioni infiam-
matorie.
Ne si limita il C. a raccomandare il suo strumento per vo-
tare il torace, ma ancora vuole estenderne l' uso alla aspirazione
delle raccolte dello addome e del pericardio ; non solo : ma con
una predilezione, di cui invero non si sentiva il bisogno, vuole
perfino farlo servire alla cura dell'idrocele ed alle lavande vesci-
cali. Egli vorrebbe insomma qui far ripetere al suo strumento il
cammino inverso, nelle sue molteplici applicazioni, invocato sul
finire del XVIII secolo dal Cellaj per la sua (mtlia, la quale,
fabbricata alla scopo di svotare la vescica da liquidi densi; doveva-
pur raggiungere lo stesso scopo nella aspirazione delle raccolte di
qualsiasi cavità.
E mentre il C. vuole estendere 1' uso del suo apparecchio
alla lavatura della vescica, non sarà fuori di luogo il ricordare
come il suo sistema aspirante della palla di gonniia coli' unito
recipiente di vetro si ricalca su quello del ben noto evacuatore
del Bigelow per la litolapassi.
Potremo anzi ricercarne assai più remote le origini, poiché
il Fallopio vide presso alcuni empirici " un istrumento chiamato
finirò, la cui figura era come una palla incavata in modo che
essa cavità potea capire una libbra di liquore ; od in questa palla
erano due cannelle, una da una parto assai lunga e 1' altra dal-
l' altra parte, ma più breve „. E tale istrumento si usava appunto
per estrarre la materia contenuta nel petto.
All'opuscolo illustrativo del toracentesio, scritto dal Cavezzali,
troviamo aggiunto una sessantina di lettere o viglietti di medici
148 EEL AZIONE BELLA COMMISSIONE
che ebbero in prova V apparecchio o lo acquistarono dal fabbri-
cante.
Il Ministero della Marina Francese, in seguito a prove fatte
nello spedale di Brest, dichiara autorizzarne V uso negli ospedali
marittimi. 11 Gatti trova che (juesto è destinato a sostituire ogni
altro ajjparecchio del genere. Lo Achard, nell'atto di ringraziare,
dice che fu pubblicata una piccola nota nei Bollettini della So-
cietà degli Ospedali. Tale nota, riferita anche nella Clinica In-
fantile (che abbiamo sott' occhio tra gli altri documenti) conclude
col trovare V apparecchio semplice e pratico.
Il Direttore della infermeria militare di Modena lo adoperò
una volta ed osservò infatti che " cessò di funzionare appena il
paziente cominciava a presentare (jualche sintomo di intolleranza „ :
intelligenza automatica che siamo soliti invece esercitare attiva-
mente, quando adoperiamo i comuni aspiratori.
Le altre lettere sono firmate da medici, dei quali alcuni con-
fermano aver acquistato 1' apparecchio, convinti che sarà loro
utile quando si presenterà l' occasione di adoperarlo ; mentre gli
altri se ne valsero una o più volte, con soddisfazione^
Anzi, il dottor Papi dice che all' infuori di un po' di tosse
provocata nel malato, eseguì molto più perfettamente, che col
Potain, r aspirazione. Il che non era nelle intenzioni del C, il
quale rimprovera agli altri aspiratori di esser troppo attivi, fino
a provocare appunto la tosse.
Ccmplessivamente intanto, tutti codesti medici trovano l' ap-
parecchio commendevole perchè sterilizzabile, a buon mercato, e
di facile uso anche per un medico isolato.
Tali qualità non valgono però a conferire al toracentesio una
posizione singolare tra gli strumenti aflfini : nessun principio nuovo
ebbe a presiedere alla sua costruzione, uè dal suo uso può ve-
nire aggiunto alcunché di nuovo nella terapia. Posto tra l' antico
semplicissimo tubo innestato a sifone sulla cannula del trequarti,
e gli aspiratori più perfezionati, il toracentesio trova suo posto
neir arsenale i strumentale chirurgico, ma ?ì,on fece perciò progre-
dire le scienze mediche e cìiirur53.
(30) ScHLiEMANN, Die Leìire Dom Zivanr/c (Rostock, Stillor 1861), pag. Il,
n. 10; ,
(31) Icilio Vanni, Lezioni di Filosofia del Diritto (Bologna, Zanichelli
1906), pag 393.
(32) Op. cit.., nel testo italiano, pag. 139.
(33) Ibidem .^ nota 1.
(34) Basta a persuadersene consultare; la raccolta che fu pubblicata delle
sue decisioni, Leyrbt, Les juffements da. Président Ma(/naud réimii^
et commentés, 2." ed. (Paris, Stock 1900) e traduzione con note di tali
decisioni dello stesso Ma.jiotti (S. Maria C. V., Cavotta 1901).
(35) Ma.tetti, Prefazione alla traduzione del Kantorowicz, pag. 43.
(36) Anche L, Coviello nella sua precitata memoria, pervenutami quando
io mi disponeva a leggere il presente discorso o con la quale in tanti
punti concordo, fa osservare che " si potrebbe trovare nel giudico
cosi l'avanguardia dell'avvenire come il più fiero reazionario „ pag. 25.
(37) Picard, Le Droit pur (Bruxelles, Larcier 1899), pag. 55.
(38) Esse in verità non mi sembra si oppongano allo sviluppo di quei
germi che in un dato testo di legge stanno racchiusi e sbocciano,
per così dire, al contatto e in rispondenza a circostanze e bisogni
nuovi della vita reale. L' intenzione del legislatore si ha a credere
infatti che investa anche tali circostanze e bisogni, ch'egli per ve-
rità non potè avere immediatamente sott'occhio, semprechè si tratti
appunto non di deviazione da quel testo di legge, ma di progressiva
sua esplicazione: proprio come nel seme d(d generante sta non solo
il tìglio immediato ma tutta la successiva discendenza.
LE CABALE DEL MONDO LEGALE - DISCORSO 183
(39» V. 8ciAi;()jA, Sulla tenrid della interpretazione delle ler/f/t in Studi
giuridici dedicati e offerti a Francesco Schupfer, Voi. [II (pag. 305-
308), pag. 307.
(40) Coiif. L. CuviELLO, Op. cit. pag. 15, nota 1.
(41) Cod. civ., art. 1124. Invece altro volte i nostri Collegi probivirali
esercitarono nn ufficio pretorio nel senso romano, calpestando e non
senipliceniente sviluppando noiMiic di Diritto vigente, il (die è sem-
pre male, per le ragioni che espongo nel testo, comunque la si pensi
caso prM- caso de lege fere.nda. Cfr. in questo senso A. Ascom, Sai
contratto collettivo di lavoro (a proposito di recenti sentenze estr.
dalla Rivista di Diritto commerciale, ind. e marittimo Anno I, fase
II (Milano. Vallardi 1903).
(42) Sono le parole con cui si chiude il pi-oemio del più volte ricordato
scritto del Kantoeowicz.
(43) Alludo alia sentenza pronunciata dalla Suprema Corte il 19 luglio
1904 nel caso Olivo. Si confrontino i diu; articoli del De Beniìdktti
md La Cassazione Unica (Parte penale) Voi. XV, col. 12!)7-1301 e
Voi. XVI col. 225-229, dei quali il primo intitolato [l giurì innanzi
alla Cassazione e il secondo La (fissazione innanzi al giur).
(44) LiTcoHiNi, / semplicisti del Diritto penale (Torin(j, Unione ISHO),
Prefaz. pag. XIX. Veggasi pure A. Ascoli, Oj). cit., pag. 9. Accenno
nel testo ail eventuale cambiamento degli attuali canoni ili erme-
neutica da farsi per legge ov' essi appaiano oggimai insufficienti,
li' esimio Collega L. CoviefjjO nel citato suo lavoro, cli'è la prele-
zione da lui tenuta al corso ufficiale di Diritto civile nell'Università
di Palermo il 14 gennaio 1908, si pone tra coloro che inneggiano
alla formula adottata dal legislatore svizzero e si augura di vederla
riprodotta in una riforma del Codice nostro. (Xoto di passaggio che,
anzicdiè dell' art. 1 del Progetto del Codice civile svizzero, avrebbe
egli dovuto parlare ormai dell'art. 1 del Codice stesso, dacché que-
sto porta la data del IO dicembre 1907). Per esso nei casi non pre-
visti dalla legge il giudice decide secondo la consuetudine e, quando
anche questa faccia difetto, secondo la regola ch'egli stabilirebbe
se f'iis.^e legislatore. Il testo tedesco tosto soggiunge " Er folgt dahei
bewiihrter Lehre und Ueberlieferung „ poco felicemente nell'ultimo
capoverso tradotto nei testi ufficiali francese e tedesco, non foss'altro
per la omissione di quel dabei (in ciò, nel far ciò) che collega que-
sto capoverso ultimo col ])re(!eilente. Testo francese: "Il [le jugel
s' inspire des solutions consacrées par la doct.rine et la jurispruden-
ce. „ Testo italiano: " Egli si attiene alla dottrina eil alla giurispru-
denza più autorevoli,,. Questa formula, pensa il Coviello, dà util-
mente ampio potere al giudice per colmare le lacune della legge,
inteso con lo Zitelmann (Lilrkm ini lienkf, 1903) come quei punti
controversi a cui la legge non dà una S(jluzione diretta, nò la rende
possibile mediante 1' analogia. Il legislatore infatti, nota il Covikllo
184 V. POLACCO
(pag. B8-3U), potrebbe anclie ladicaliiicute innovare il diritto proesi-
stente. Invece 1' interprete, date le parole finali dell'art. 3 delle no-
stre Disposizioni preliminari al Codice civile, non può da noi met-
tersi in contrasto con lo spirito complessivo della vigente legisla-
zione. Ora io non vorrei che il Ct^viELLo fosse corso troppo, sedotto
dalla formula nuova che il giudice debba farla da legislatore. Leggo
infatti a proposito di tale art. 1 neìV Exjmsé des inotifs de l'acant-
projet da Département féd'ral de Justice et PoUce T. I (Berne, Buch-
ler lyOl) che, constatata la lacuna, il giudice " eroe lui-inóme la
norme qu' il estimerait juste et sage, duns le cadre de l' ordre jari-
dùjìie cxistant^ s' il faisait otlice de législateur. „ (pag. 32). E quel-
l'accenno finale alla dottrina e alla giurisprudenza, cui codesto giu-
dice-legislatore avrà da ispirarsi, non ha anch'esso dello strano?
Come semplice consiglio sarebbe in verità fuor di luogo in una leg-
ge che sta prescrivendo al giudice il modo di comportarsi : come
comando si risolve in una canzonatura del pomposo titolo di legis-
latore attribuito in tali casi al giudice, nientr' era più semplice il
dire ch'egli abbia ad atteneisi alle norme consacrate dalla dottrina
e dalla giurisprudenza. E poi, dato appunto che l'attenervisi non sia
un consiglio ma un comando diretto al giudice, quale fonte di liti
in pratica per decidere se realmente la giurisprudenza e la dottrina
seguite dal magistrato sono C(Mi('ordi o almeno, come dice il testo
ufficiale italiano, le più (tiUorecoli ! Di questa maggiore o minore
autorevolez/a come sarà scabroso il decidere in taluni casi ! Ver-
rebbe fatto quasi di invocare come patente ufficiale di siffatta au-
torevolezza un quid simile della cosidetta legi/c delle citazioni, il
nolo peregrino meccanismo escogitato da Teodosio II !
(4.J) Cod. pcn., art. 46.
(46) Nella stessa Relazione si comincia a questo proposito col ragionare
suir altro concetto filosofico di forza irresiòithile, voluto eliminare
dopo il tanto abuso che se n'era fatto.
(47) Mi dispenso da ])articolari citazioni richiamandomi ai ben noti la-
vori speciali sull'argomento sia di civilisti, sia di filosofi del Diritto
(Campugrandk, Ricca-Ba-Rbekis, Ravà ecc.).
(-fiS) Utile a consultarsi Maluidikr, Elude sur le husard in Recae phi-
lunoph. de la France et de Vétramjer XXII A.nnée (1897), pag. 561-
098. Veggasi, fra i più recenti, L. Limentani, La previaione dei fatti
sociali (Torino, Bocca 1907) specialmente al Cap. II " / limiti della
previsione sociologica „ pag. 8^ e segg.
(49) Cod. pen , art. 402.
(50) Pipia, L'elettricità nel Diritto (Milano, Hoepli 1900), n.' 5 e 6, pag. 6
e segg. e n. 14 e segg., pag. 18 e segg.
(51) Veggasi, per esempio, N. Coviellu, Della sujìerfìcie in Archivio
giuridico. Voi. XLIX (1892) (pag. 1-195), pag. 151 e segg. e Simun-
LE CABALR DEL MONDO LEGALE - DISCORSO 185
CELLI, nota a sentenza 8 giugno 1899 del Tribunale di Lecco in Foro
Italiano, Voi. XXV (1900), col. 56 e segg.
(52) FiLAN(ìn<;Ri, La scienza della legislazione, Libro IV, Parte I, spe-
cialmente al Capo XI (pag. 238-240 del II Voi. nell'edizione di Mi-
lano, Borroni e Scotti 18ó()). Su di che ctV. Martinazzoli, " Un inano
di educazione popolare „ in Rendiconti del R. Istituto lombardo di
scienze e lettere. Serie lì. Voi. XL, pag. 1083-1096.
(53) Veggasi Pescatore, Filosofia, e dottrine giuridiche^ Voi. I (Torino
Bocca 1874), Parte I, Capo Vili, pag. 30.
(54) Su di che veggasi Zitelmann, Die Kunst der Gesetzgebung (Dre-
sden, Zalin u. Jaenscli 1904).
(55) L'allusione del testo nulla toglie all'altissima stima che io professo
a queir economista e sociologo insigne eh' è Achille Loria, della
cui amicizia mi onoro.
(56) Cheysson, cit. da Agnelli, Comm. alla legge sugli infortuni del
lavoro (Milano, Soc. ed. libraria 1905) Introduzione, pag. XXV.
(57) Cfr., fra tanti, Schupfer, Manuale di Storia, del Diritto it. Voi 1.
(2" ediz., Roma, Loescher 1895), pag. 526 e segg.
(58) Bardoux, Les légistes, leur infiuence sur la société fram^aise (Paris,
Germer 1877) passim.
(59) Cfr. J. HiTiER, La dernière evolution doctrinale da sorialisine^ Le
socialisine Juridique in Reoue d.'Fconomie j^olitif/u.e, XX (190()), pag.
209-228, 345-367, 452-466, vivamente combattuto da Sorkl, Le pre-
tenda socialisme juridique in Le mouvement socialiste, IL Serie, IX
Année (19071, pag. 320-348. Su di che veggasi Picard, Le Droit nou-
veau (Bruxelles, Larcier 1907), pag. 2-3 e passim. E pel solidarismo
ricordo il lavoro fondamentale del BouRfiKOis, Solidarité (3.^' edit.,
Paris, Colin 1902). Notevoli pure, in quanto vi si discutono fra altro
i rapporti del solidarismo col socialismo, le conferenze e discussioni
presiedute dal Bourgegis e dal Croiset e pubblicate sotto il tilolo
Fssai d'une i)hilosoplne de la solidarité (Paris, Alcan 1902). Agli
sforzi del caposcuola, il Bourgegis, per tenere distinto il solidari-
smo dal socialismo fanno contrasto, in questo volume, specialmente
le conclusioni del La Fontaine, Socialisme et solidarité, pag. 255-272.
Egli termina dicendo (pag. 272) " Pour syntliétiser ma pensée je
dirai que, si la solidarité est l'idéal du socialisme, le socialisme est
la politi(iue de la solidarité „.
(60) Non ho bisogno di dire che la teorica del quasi contratto è uno
dei capisaldi del solidarismo : la concezione della lotta di classe
sotto l'aspetto giuridico di due ragioni di credito contrapposte fra
loro è di Emmanuel Lévy, L' affi r mali on du Droit collectif (Paris,
Bellais 1903) pag. 25-27. Cfr. Hitier, Oi). cit., pag. 347. Curioso poi
che lo stesso Sgrel avverso al socialismo giuridico in quanto vuol
giustificare le tesi socialiste con delle sofisticazioni del Codice civile,
pretendendo così di fondarle giuridicamente sul Diritto borghese
186 V. rOLAGCO - LE CABALE DEL MONDO LEGALE
(loe. cit., pag. 346) nel censurare il Lévy scrive (pag. 345, nota 2):
" Ne pouvant entrer dans le détail de cette théorie, ,je me home à
taire observer qu' elle ne fournit pas des eonclusions aussi nettes
que si 1' opposition avait porte sur les droits réels. L'idée de créaiice
nous conduit toujours à des analogies coniineiciales et on ne peut
penser au coininerce sans penser aussi aux liquidations, arrangements
arbitraux et concordats de faillites; il résulte de la qu'en présetitaiit
la question sociale sous la forme d'un prol)léme juridi(iue relative à
des crcances, on donne une arme à ceux qui veulent coiicluro à
r accord des boiines voloiités „. Ecco dunque anche il sindacalista
che muove in guerra contro il sistema di piegare alle idee socialiste
la tecnica del Diritto civile vigente, suggerite egli stesso, in sosti-
tuzione all'espediente di licoiiduire la cosa al tipo giuridico di due
crediti, l'altro di due opp(jsti diritti reali! Qui poi non e il luogo
di esaminare quanto di artificioso e, nel pensiero ultimo dei sosteni-
tori delle teoriche predette, quanto di insidioso altresì alla compa-
gine del Diritto civile tradizionale vi sia nelle costruzioni giuridiche
pieaccennate e in tante altre simili.
(()1) SuLLV Pruuhumme, Lu Just ice, Foèine in Oenrres de Sully Prud-
HOMME, Poésies (1878-1879) (Paris, Lemerre 1886).
(62) Parole della Prefazione sotto forma di lettera di dedica a Jules
GrUIFFREY, pag. 46.
(^63) Carducci, Alle fonti del Clifiniino.
(64) Carducci, Prose {^.^ ed. liologna, Zanichelli 1907) Suliloquio, p. 1102.
(65) Ibid. Lo studio di Bolofjna, pag. 1174.
(66) Sono le parole con cui si chiude il magnifico poema del Siili// Priid-
homiiie, che, in una invocazione ad Andrea Chénier, prorompe nei
versi :
" 0 Maitre, tour à tour si tendre et si robuste
Rassui(% aide, et defends, par ton grand souvenir,
Quiconque sur sa tombe ose réver d' unir
Le laurier du poète à la palme du juste „.
r-'"^
Atti UKL RbALK IsTITOTO Vi5NK'1'0 1)1 SCIKNZK, LET'rKRK ED ARTI.
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima.
i-L
A 1) n N A N Z A () R 1) 1 N A K 1 A
DEL 14 GIUGNO 1908
PRESIDENZA DEL M. E. FERRARIS
PRESIDENTE
Presenti i membri effettivi: G. Bekchet, segretario ; Occioni-Bo-
NAFFONS, vice-segretario; Lorenzoni, Trois, Bernardi, De
Giovanni, Bellati, P. Spiga, Martini, Papadopoli, Mol-
MENTi, Stefani, Fogazzaro, G. B. De Toni, Galanti,
Ricci, Polacco, Yerson, Brugi, Ciscato, Bonome, Catel-
LANi, Crescini, N. Tamassia, ed i soci corrispondenti :
G. Spica, D' Arcais, Oastelnuovo, Predelli, Breda,
Bertelli, Levi -Civita, De Marchi, Forti, Giordano,
Olivi, Pizzetti.
Giustificata l'assenza del m. e. : Da Schio e dei soci corrispon-
denti : Lazzarini e Biadego.
Letto ed approvato V Atto della precedente adunanza, il
Presidente comunica la lettera di ringraziamento del signor Ugo
De Amicis per la parte presa dall' Istituto al suo lutto in occa-
sione della morte del padre Edmondo De Amicis.
Comunica pure che l'Istituto fu rappresentato alla cerimonia
della offerta di due corone sulla tomba di Alessandro Vittoria,
nella chiesa di S. Zaccaria, dal in. e. cav. uff. Enrico Filippo Trois,
ed alla commemorazione del Vittoria all' Ateneo Veneto dal in. e.
Vice-segretario comm. prof. Giuseppe Occioni-Bonaffons.
Presenta il Catalogo dei libri ed opuscoli acquistati e perve-
nuti in dono dairultima adunanza, facendo speciale menzione della
commemorazione di Evangelista Torricelli dettata dal prof. cav.
Tito Martini e di 5 pubblicazioni d' argomento storico del dott.
cav. Giuseppe Gerola.
'?/
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■i
180 ADUNANZA OEDINARlA
A questo punto il m. e. Bonome presenta il Yol. XI dei Lavori
dell' Istituto di anatomia patologica della Università di Padova,
da lui diretto. Esso contiene ben dodici lavori riferibili all' anno
accademico 1906-1907. Il Presidente ringrazia del dono l'egregio
collega, e lo prega di fornire la Biblioteca del nostro Istituto, ove
gli sia possibile, dei volumi che mancano a completar la raccolta.
Anche il m. e. Polacco presenta, con opportune parole, l'omaggio
che il dott. Adolfo Avetta fa all' Istituto di una Relazione sulla
R. Biblioteca Universitaria di Padova, aUa quale è preposto.
Seguono quindi le letture poste all'ordine del giorno :
A. De Giovanni, m. e.: Contributo alla patologia della crescenza.
— Premesse alcune considerazioni per dimostrare come non servano .
alla patologia i dati raccolti intorno alla crescita secondo l'età, 1' A.
dice che, a comprendere le manifestazioni cliniche coincidenti colle
diverse fasi dello sviluppo individuale, è necessario apprezzare le
anomalie dello sviluppo dal punto di vista morfologico, non solo
anatomico. A dimostrazione delia tesi espone due storie cliniche:
nella prima si tratta di un caso di linfatismo addominale con
ipermegalia congenita del fegato e della milza ; nell'altra di ma-
nifestazioni cloroemiche nella adolescenza e di manifestazioni co-
reiformi nella pubertà coincidenti con errori di sviluppo e nella
prima e nella seconda fase. L' A. richiama alla necessità di uni-
formare la igiene delle prime età alle esigenze dell', organismo,
che variano secondo i casi. Sopra questo indirizzo si spiega un
importante programma per la Pediatria.
P. Spica, m. e. : Sopra la ricerca delle materie coloranti
artificiali nei vini.
E. Verson, m. e. : Comunica i risultati di un suo studio sulla
forma, la struttura e la graduale evoluzione del yv^so^w/sa/zi/', nel
Bombice del Gelso.
A. Bonome, m. e.: Nuove osservazioni sulla struttura e siil-
ristogenesi dei Gliomi. — L'A. riferisce i principali risultati di
alcune sue ricerche compiute in questi ultimi anni sulla istogenesi
e sulla struttura dei gliomi.
à
DEL 14 GIUGNO 1908 181
Egli ha applicato iiell'interpretare parecchi dettagli istologici;
sul cui significato biologico vertono tuttora discussioni, le nozioni
da lui messe in rilievo nello studiare l' istogenesi della nevroglia
normale, nozioni che furono raccolte in una monografìa pubblicata
l'anno scorso.
Così l'A., confrontando i dati desunti dalle sue ricerche sullo
sviluppo embrionale della nevroglia con i dettagli rilevati dallo
studio dei gliomi, ha potuto dimostrare che non soltanto le cono-
scenze sulla normale istogenesi e struttura della nevroglia embrio-
nale servono a spiegare certe particolarità dei gliomi, ma ha
notato ancora che dallo studio delle neoformazioni patologiche
della nevroglia si possono fino ad un certo punto trarre nozioni
por spiegare certi dettagli sulla struttura normale della glia.
Dai suoi studi sui gliomi risulterebbe pertanto :
1° Che i gliomi sono dei tumori che, quantunque derivino
dagli elementi della nevroglia, contengono nel loro interno anche
dei derivati mesodermici coi quali non si confondono ;
2» Che la matrice dei gliomi è ordinariamente data da quei
nuclei inditferenti che si trovano distribuiti nella nevroglia adulta
delle varie provincie del nevrasse. Si possono infatti, secondo
r A., dimostrare specialmente nelle zone di passaggio fra il
tessuto nervoso normale e la neoplasia gliomatosa diverse forme
cellulari che rappresentano delle generazioni cellulari derivanti
da detti nuclei ringiovaniti e che a poco a poco vanno formando
cellule del glioma.
3^ In alcuni gliomi il tessuto proprio, cioè le cellule e le
relative fibre presentano una disposizione sinciziale che ricorda
quella che si osserva nella nevroglia embrionale.
4» Le fibre e fibrille nei gliomi sono delle formazioni che si
differenziano, come nella nevroglia normale, entro il protoplasma
delle cellule proprie e che poi a poco a poco si distaccano dal
corpo cellulare. Che nel tessuto gliomatoso possa snccedere una
differenziazione di fibre e fibrille anche al di fuori del protoplasma
cellulare sembra all'A. cosa possibile. Tale differenziazione avver-
rebbe però in grembo ad una sostanza intermediaria, granulosa,
di origine protoplasmatica che nei preparati istologici dell' A. si
può dimostrare addossata ai corpi delle cellule gliomatose o attorno
ai loro prolungamenti, o in mezzo al reticolo gliare.
182 ADUNANZA ORDINAKIA
5» La diiferenza quantitativa delle fibrille nel tessuto glio-
matoso dipende non soltanto dal fatto che non tutte le cellule
possegj^ono in egual grado l'attività formatrice, ma ancora da che
le fibrille possono degenerare e scomparire, od anche da che pro-
cessi degenerativi speciali possono alterare le cellule e togliere a
loro la possibilità di formare fibrille.
6» La varietà di forma delle cellule dei gliomi non è soltanto
spiegabile col grado diverso di evoluzione delle singole cellule
che derivano dagli elementi indifferenti embrionali, ma ancora
dal fatto che talune specie di cellule gliari, come ad esempio le
cellule satelliti degli elementi nervosi e dei vasi, si generano
direttamente da analoghe cellule preesistenti della medesima
specie invece che provenire, come la maggior parte delle cellule
proprie dei gliomi, dai nuclei in differenti ringiovaniti.
1° Le cellule nervose non prendono parte attiva alla forma-
zione dei gliomi.
8" Le formazioni epiteliali, che in qualche raro esemplare di
glioma si riscontrano annidate nello spessore della neoplasia o
sotto forma di cordoni di cellule epiteliali, o di cavità cistiche,
più 0 meno circondate da gruppi o da accumuli di cellule epite-
liali, non sono in ogni caso da ritenersi come l'effetto di un errore
di plasmazione, cioè come congenite - - ma debbonsi talvolta rite-
nere come penetrate secondariamente nello spessore del tessuto
gliomatoso, specialmente se la neoplasia si è sviluppata in vici-
nanza delle cavità centrali del nevrasse.
9.0 Anche i derivati mesodermici si sogliono trovare rappre-
sentati in mezzo alle neoformazioni gliomatose. Gli elementi del
connettivo mesodermico provengono dalle pie meningi o dalle pareti
dei vasi sanguigni e formano talora un appoggio ai derivati ecto-
dermici. Con questi non contraggono però mai rapporti di con-
tiguità cosi intimi da non poterne essere distinti.
E. Catellani, m. e. : lì diritto internazionale privato nel
Codice Civile Svizzero. — L'A. comincia col notare come la codifi-
cazione svizzera del diritto internazionale privato si distingua
dalla nostra perchè resta frammentaria anche dopo la promulga-
zione di un Codice Civile Federale. Questo contiene, nel titolo
preliminare, talune norme di carattere generale o di diritto tran-
DEL 14 GIUGNO 1908 183
sitorio, che trovano applicazione anche ai rapporti di diritto inter-
nazionale privato. Tahine altre norme, particolarmente relative a
(juesto diritto, sono formnlate nell'articolo 61 del titolo finale del
Codice Civile, altre si trovano nella Legge federale del 25 (iiugno
1891 che il Codice Federale conferma, ed altre infine nel Codice
delle Obbligazioni.
L'A. espone sistematicamente queste regole del diritto sviz-
zero circa lo stato e la capacità delle persone, i rapporti di fa-
miglia, la tutela, il matrimonio, il divorzio, le obbligazioni e le
successioni.
Oltre a ciò VA. volge l'attenzione a parecchie altre indagini
particolari che sono importanti j)er la esatta conoscenza del diritto
internazionale privato svizzero, cominciando da quella circa il
carattere relativo delle sue norme in opposizione col carattere
assoluto delle norme corrispondenti del diritto nostro. Illustra poi
la maggiore estensione data in Svizzera, circa la capacità degli
stranieri, al principio accolto dall' articolo 58 del nostro Codice
di commercio. Cerca di dimostrare che la prevalenza attribuita
alla legge del 1891 al diritto del domicilio nei rapporti intercan-
tonali, deve importare, dopo la conferma di quella legge nei rap-
porti internazionali, la prevalenza del diritto nazionale in questi
ultimi.
L'A. infine si sofferma a commentare la disposizione che at-
tribuisce facoltà al giudice, nel silenzio della legge, di decidere
come farebbe se fosse legislatore, e dopo aver lodato tale dispo-
sizione, ne prende argomento per criticare la tendenza di chi
vorrebbe, anche in mancanza di disposizioni simili, rendere il
giudice troppo indipendente dalla volontà del legislatore.
T. Levi-Civita s. e. : Sui campi elettromagnetici puri., dovuti a
piani permanenti. — Puri sono denominati dall' A. quei campi, in
cui il moto dell' elettricità e le conseguenti azioni elettromagne-
tiche si svolgono senza intervento sia di materia ponderabile, sia
di legami cinematici. Quest' ultima condizione è veramente carat-
teristica dei campi elettromagnetici puri, mentre l' esclusione di
materia ponderabile è comune a tutte le teorie degli elettroni,
che vi associano un qualche vincolo cinematico.
Nella presente Nota viene studiata quella speciale categoria
184 ADUNANZA ORDINARIA
di campi puri, in cui il movimento dell' elettricità è stazionario,
e avviene per piani paralleli con identico comportamento sopra
ognuno di essi. Per maggiore generalità si tien conto anche del-
l' eventuale influenza di forze elettromagnetiche esterne.
8i trova che la determinazione del campo può in ogni caso
ricondursi ad uno speciale tipo di problema al contorno. L' effet-
tiva risolubilità di questo problema è illustrata sopra un esempio
semplice ; per dimostrarla in generale, si richiederebbe un'appro-
fondita indagine matematica, che l'A. riserva ad altra occasione.
Egli conclude esprimendo la speranza di poter presto atte-
stare in modo decisivo 1' interesse dei campi puri, traendone una
spiegazione dei raggi catodici ed affini, esente da quelle difficoltà
concettuali, che l'elettrone, rigido e deformabile in modo presta-
bilito, lascia ancora sussistere.
L. Olivi; s. e. : Di un diritto penale fra Stati in tempo di
pace. — Dopo di aver richiamato una sua precedente Memoria,
letta al nostro Istituto nel gennaio del passato anno 1907 sul tema
Di (ilcune odierne tendenze del diritto internazionale^ 1' A. passa
ora a discorrere di un diritto internazionale penale in tempo di pace.
In quella Memoria V A. si proponeva di dimostrare come
r organizzazione scientifica più moderna del diritto internazionale,
la quale riguarda quest' ultimo quale un naturale sviluppo di un
diritto universale e uniforme, che si rivela più specialmente me-
diante le regole del così detto diritto internazionale privato, abbia
sostituito neir epoca nostra quanto alla ispirazione, all' indirizzo
ed al motO; l' organizzazione precedente, che si riferiva al sistema
dei ricorsi storici a tipi analoghi di relazioni giuridiche in vigore
presso il diritto romano nella sfera dei rapporti individuali.
E nella Memoria odierna V A. imprende a ricercare con
eguale rigore di metodo scientifico da quali fonti precipue e per
quali modi si elabori e affermi un diritto di punire nei rapporti
fra gli Stati.
Accenna allo scarso materiale somministrato in questo senso
dagli scrittori di divitto internazionale dell' epoche scorse, i quali
più che altro contemplano talune teorie analogiche presso i ro-
mani in argomento di obbligazioni nascenti da delitti o da quasi
delitti e quelle considerano come prodromi e rivelazioni scienti-
DEL 14 GIUGNO 1908 185 "^^'^
fiche fraiiimentario di un intero corpo di norme penali, che pro-
vocate dalle mille occasioni offerte dal progresso moderno, si af-
fermeranno compatte nei rapporti sempre più estesi ed intensi di
cui si phisma e intesse la vita degli Stati.
Questo loro diritto penale non potè apparire che tardi, cioè
dopo che si assodarono le condizioni sociali più favorevoli al suo
svihippo particolare, ciò che accadde per modo deciso solamente
nella seconda metà del secolo scorso. Hopratutto fu indispensabile
r evoluzione completa di un primo ciclo nazionale della giustizia
punitrice, da cui si desumessero i materiali necessari alla costru-
zione di un ciclo pili vasto allargantesi a comprendere più Stati
e quindi ad assumere struttura e fisionomia internazionale. Le
])rime forme di rivelazione di una giustizia punitrice in quest'ul-
timo ciclo furono naturalmente rudi e incomposte. Lentissime e
scarse dapprima crebbero poi di velocità e di quantità seguendo
il moto parallelo delle relazioni sociali.
L' A. si diffonde a chiarire molteplici forme differenziali a
cui mezzo si esprime un comune intuito di una giustizia puni-
triee e una comune esigenza ad ottenerne attuazioni adeguate
air occasione del prodursi delle lesioni giuridiche dell' ordine so-
ciale. Parla in questo senso delle varie leggi punitive nazionali,
che restringono i loro studi a fenomeni delittuosi che sorgono, si
svolgono e si consumano nelT interno del territorio su cui quella
data legge impera. E siffatta legge distingue su tutte quelle altre
che considerano invece il fenomeno delittuoso, il quale rimanendo
materialmente e organicamente unico, si protende rispetto alle
sue varie porzioni di attività criminosa sui territori di più Stati
soggetti a leggi diverse. Allora accade che il delitto con una ve-
duta ristretta sia considerato dalle leggi penali di vari paesi che
sono spettatori del suo apparire e nella misura in cui ne sono
spettatori, oppure avviene che una legge penale nazionale con-
templi di esso anche le parvenze estraterritoriali e le riduca ad
unità giuridica secondo propri originali criteri sottoponendolo al
governo delle proprie norme. In questa seconda ipotesi abbiamo
una vera figura della giustizia punitrice che esorbita dal ciclo
nazionale per allargarsi a ciclo più vasto.
Ma la fisionomia internazionale più schietta e più decisiva
ha luogo allorquando gli Stati convengano fra di loro concorde-
186""" ADUNANZA ORDINARIA
mente intorno al punire di taluni delitti e intorno alla specie e
alla misura della punizione, il che si avvera in particolare nei
trattati di estradizione dei delinquenti.
Attraverso tali stratificazioni dovette passare il concetto di
una giustizia penale applicabile alle relazioni fra Stati onde poter
pervenire allo stadio attuale di progresso. E anche qui, come già
alla formazione scientifica di un diritto internazionale pubblico,
dovettero soccorrere miriadi di analogie con situazioni simili che
si erano avverate nella sfera dei rapporti privati e aveano avuto
particolari occasioni di appalesarsi nell' epoca di mezzo. E tutto
ciò r A. s' ingegna di chiarire e di provare a mezzo di una
serie ricca di esempi e di raffronti storici.
E. Sommer : Per la leggenda di Tristano in Italia (presen-
tata dal prof. V. Crescini, m. e., a termini dell'art. 16 del Rego-
lamento interno). — La leggenda di Tristano è la più profon-
damente, tragicamente umana fra le leggende medievali, forse
fra le leggende tutte : certo è la più emozionante. Ci sono studi
recentissimi, dotti ed acuti su l'origine e la fortuna della leggenda :
se ne ricercano pure le vicende in Italia, dove Dante ha ram-
mentato Tristano ed ha create due figure che molto somigliano
a Tristano ed Isotta, e le vincono nella memoria e nella commo-
zione degli uomini. Ora, la sig."* Sominer, allieva della Facoltà
letteraria di Padova, presenta, per mio mezzo, una Nota, che
esamina i commenti danteschi più antichi, relativamente al luogo
del e. V dell' Inferno :
Vidi Paris, Tristano; e più di mille
oinbie nostroinnii, e nomiiioUe a dito,
che amor di nostra vita dii)artille.
Dall' analisi de' commenti si desume quale conoscenza si
avesse nel nostro Trecento della leggenda di Tristano ; e si reca
un utile contributo alle indagini, che si proseguono in ogni centro
di studi; sopra la difiFusione e le modificazioni della più bella
favola, che sia uscita dalla fantasia giovenilmente vivida dell'età
medievale.
G. Ferrari : l^re papiri hizantini inediti (presentata dal prof.
N. Tamassia, m. e., e, s.). — L' A. trascrive e illustra tre papiri
DEL 14 GIUGNO 1908 187
bizantini inediti provenienti dal villaggio Afrodite del nomos di
Antaiupolis.
Il 1° è un contratto di locazione di terreno del 9 diceni-
l)re 536 d. C. Le arure doveano esser coltivate dal colono (ys(!)[>yó$)
colle proprie braccia.
Il II» è pure una locazione di terreno del 1 ottobre 552 d. C.
Il Ilio contiene una ricognizioae di debito di derrate ed è
specialmente interessante, dal lato giuridico, per le garanzie ac-
cordate al creditore : un pegno e una garanzia personale prestata
da un terzo nella forma d' un constitutum debiti alieni.
L. Simeoni : Uaìmde di S. Zeno di Verona e gli ing.
Gio. e Nicolò da Ferrara (presentata dal dott. G. Biadego, s. e,
e. s.) — Si è finora attribuito al principio del secolo XY e agli
Abati Emilej la grandiosa abside gotica della basilica romanica
di S. Zeno di Verona. Nelle carte di S. Zeno, che si trovano,
presso l'Archivio di Stato di Yenezia, esiste ancora il giornale della
fabbrica, ossia la nota delle anticipazioni fatte dal monastero al
muraro che aveva assunto l' incarico della costruzione. Da esse
risulta, oltre molti particolari notevoli sui materiali e sui prezzi,
che r abside fu costrutta dal 1886 al 1398 sotto gli abati Pasti
e Cappelli, e che ne furono architetti gli ingegneri Giovanni e
Niccolò da Ferrara, padre e figlio. Il padre era già noto per
aver con Giacomo da Gozo eretto il ponte Scaligero delle Navi
(1373-1375) e per esser stato nel 1392 chiamato a Milano da
Giangaleazzo Visconti a metter pace fra gli architetti del Duomo.
P. Carnevale : Radiolarie e Silico flagella fi di Bergonzano.
(Reggio Emilia) (presentata dal dott. A. Forti, s. e, e. s.). — E
un' illustrazione delle Radiolarie e dei Silicoflagellati del deposito
miocenico langhiano di Bergonzano in quel di Reggio Emilia.
È un contributo importante sotto molti rispetti : prima, perchè in
esso vengono date le diagnosi di un centinaio di specie nuove e
di alcuni generi nuovi, seguite dalle raffigurazioni semischema-
tiche, riunite in tavole, poi perchè tale lavoro segna uno dei primi
passi nella microgeologia italiana.
Il Presidente dà la parola al m. e. P. Spica per la presen-
188 ADUNANZA ORDINARIA
tazioiie di un reclamo di priorità del dott. Greppino Girardi sulla
ricerca tossicologica della eroina^ della dionina e della peronina.
Il m. e. Spica si esprime in questi termini : " Presento, per
la inserzione negli Atti del nostro Istituto, un reclamo di priorità
del dott. Geppino Ghirardi, il quale, g-ià nell'ottobre 1904, comu-
nicò a questo R. Istituto una Memoria sidla ricerea tossicologica
della eroina^ della dionina ejlella peronina^ venendo a risultati
che sono, a quanto pare, più completi di quelli sullo stesso argo-
mento comunicati al VI Congresso di chimica applicata nel 1906,
dal prof. Magnanimi di Sassari „.
Il Presidente dichiara che il reclamo di priorità, or ora pre-
sentato, sarà inserito nella I" Parte degli Atti.
Dopo di che r Istituto si raccoglie in adunanza privata, nella
quale fu ac-colta la domanda del Municipio di Venezia per la
nomina di un suo rappresentante nella Commissione esaminatrice
dei lavori che si produrranno al 8." concorso per una Storia do-
cumentata della Rivoluzione e Difesa di Venezia negli anni
1848-49.
Il Fresidente
C. F. FERRARIS
// Vicesegretario
G. OCCIONI-BONAKPONS
Atti del Rkamo Istituto Vknkto di soiknze, lettere ed arti.
Anno accademico 1907-908 - Tomo LXVII - Parte prima.
ALESSANDIK) PASCOLATO
M. E. hEI, If. ISTITUTO VENIÌTO DI SCIENZE, LETTERE Eli AKTI
COMMEMORAZIONE
LETTA NELl' ADUNANZA DEL 10 MAGGIO 1908
DAL M. E. NICOLÒ PAPADOPOLI ALDOBRANDINI
SENATORE DEL REGNO
Yinta, per 1' antica e costante amicizia che mi legò ad Ales-
sandro Pascolato, la mia naturale riluttanza, accettai 1' alto
onore di ricordare qui, dinanzi al fiore della intelligenza e del
sapere della nostra regione, la nobile figura di Lui, non senza
trepidazione ma anche con profonda soddisfazione dell' animo
mio. Perchè ho potuto così rievocare per un momento i begli
anni della giovinezza, ai quali il pensiero non ritorna senza una
dolce e viva commozione ! Belli, perchè la gioventù è sempre
bella, più belli ancora perchè vissuti in tempi tristi assai, ma
pieni di una speciale poesia di cui diffìcilmente può intendere il
fascino chi li passò in momenti e ambienti molto diversi.
Venezia, rimasta in mano dello straniero, vedeva sorgere
con mirabile fortuna la nuova Italia, piena di fede e di speranza
in un avvenire che di sogno stava prodigiosamente diventando
realtà. L' Austria, per opporsi all' irresistibile avanzare delle idee,
alzava fortezze e concentrava armati ; mentre nelle altre parti
dell' impero concedeva riforme, qui, sentendosi malsicura, isi con-
siderava in paese di conquista e trattava gli abitanti come nemici
in tempo di guerra. Di fronte a questo contegno, uno spirito
190 N. PAPADOPOLI
solo animava tutta la città e tutta la regione : senza intese, senza
cospirazione propriamente detta, tutti erano concordi, tutti sape-
vano la meta a cui si tendeva, quel che si doveva dire, quel
che si doveva fare. Si trattava alle volte di piccole cose, tali
forse da sembrare anche ridicole allo spettatore indifferente, ma
utili e necessarie per tenere in continuo allarme gli oppressori,
e mostrar loro la concordia mirabile dei cittadini. In tutte le ma-
nifestazioni grandi e piccole, si sentiva il soffio divino dell' idea
che le animava : l' idea del sacrifìcio a cui tutti erano disposti e
pronti ; sacrifìcio degli interessi, degli agi, degli ideali, e, occor-
rendo, anche della vita, o sui campi di battaglia, o nelle carceri
e sui patiboli.
Questa 1' epoca in cui conobbi e amai il Pascolato, che cre-
sceva alla nobile e forte scuola del dovere e del sacrifìcio, lavo-
rando intensamente e continuamente al trionfo degli ideali co-
muni. E insieme con Lui, nell' ingenuo e caldo entusiasmo della
gioventù, formai i primi sogni di una Italia grande, potente, ono-
rata, felice.... La dolcezza irresistibile di questa evocazione mi
trascinava a parlare di ricordi personali, dimenticando per un
momento che tal metodo, caro a molti e di cui forse si abusa,
non è adatto uè a me ne a Yoi. Non a me, perchè, a dire il
vero, sento ripugnanza a mettere in pubblico le dolci memorie
d' una intima e profonda amicizia, molte delle quali, per le mu-
tate condizioni dei tempi, del vivere sociale e delle opinioni pre-
dominanti, potrebbero forse parere a taluno meno importanti e
sacre di quel che sembrano e sono per me : non a Voi, perchè,
parlando davanti a chi illustra la patria con le opere, non deb-
bonsi ricordare i trapassati con gli aneddoti, ma bensì con 1' e-
same delle manifestazioni che ci restano della loro attività lette-
raria e scientifica, destinate a tramandarne la memoria ai più
lontani.
Ma il Pascolato fu egli veramente uno scrittore, tanto da
doverne esaminare le opere scritte a preferenza di quelle fatte
nel campo giuridico, politico e scolastico, dove ampiamente e
diuturnamente si svolse la sua molteplice attività ? Se il valore
dello scrittore dovesse dedursi dalla mole dei volumi lasciati,
COMMEMORAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 191
11011 pjti'einmo annoverarlo tra essi ; ma, se come io penso e
molti penseranno con me^ lo scrittore deve giudicarsi dal valore
intrinseco degli scritti, valore non soltanto di forma ma di conte-
nuto, ognuno troverà giusto e doveroso il ricordarlo con questi
e per questi. Perspicuità e lucidezza di pensiero, semplicità di
frase, forza di sentimenti, appariscono in tutti, anche in quelli
dettati sugli argomenti più aridi di amministrazione ; in tutti la
correttezza e spontaneità della forma è pari soltanto alla densità
e sincerità delle idee.
La virtù principale dell' amico nostro fu la sincerità : onesta,
franca, limpida, serena, sempre, dovunque. Per questa sua precipua
virtù, gli scritti da Lui lasciati hanno incontestabile valore docu-
mentario per lo studio dell' indole sua. Egli, avvocato, non assunse
mai il patrocinio di una causa della cui bontà non fosse persuaso,
scrittore, non dettò mai una parola che non rispondesse all' intima
convinzione. Anzi, tanta è la forza dei convincimenti e dei senti-
menti in quest' anima superiore, che egli non sa nasconderli e
da per tutto, negli studi storici, nelle commemorazioni, nei
discorsi parlamentari e scolastici, è tratto a svelarli spontanea-
mentC; così, come a preferenza delle altre qualità dei personaggi
di cui deve parlare, mette in luce quelle che meglio rispondono
ai suoi ideali.
Gli scritti suoi, pure essendo di occasione, non hanno il
carattere comune di tali scritture e testimoniano invece della
coscienza che egli uietteva nell' assolvere un compito impostogli
sia pure da circostanze occasionali. Ciò avviene però perchè non
si accinge indifferentemente a trattare qualsiasi argomento, ma solo
quelli che rispondono alle sue convinzioni, alle sue idee.
Due periodi storici di Venezia ebbe così occasione di studiare.
Il primo, a cui si riporta uno de' migliori suoi lavori, è quello
della famosa contesa tra la Repubblica Veneta e la Chiesa di Roma.
Lo studio su fra Paolo 8arpi rivela mirabilmente la profonda e
poderosa preparazione snll' argomento.
Con sintesi lucida e precisa egli narra le vicende del con-
trasto secolare fra la potestà ecclesiastica e quella civile a Venezia,
mostrando come, nel succedersi di questi dissidi, venisse forman-
192 N. Ì>APADOPOLI
dosi una propria coscienza e giurisprudenza che, con felice espres-
sione, chiama veneta, la quale in fondo poi è (juclla stessa a cui
si informa la moderna teoria liberale dei rapporti fra lo stato e
la chiesa. Esponente e risultato di questa coscienza veneta è la
figura austera e diritta del frate lumeggiata meravigliosamente.
Nella fedele esposizione dell' azione del Sarpi che riassume la
politica ecclesiastica veneziana, basata su la esatta ed alta conce-
zione del diritto incontestabile dello stato in tutto quanto non
concerne le cose meramente dogmatiche e spirituali, è la convin-
zione schietta e non opportunisticamente larvata del Pascolato.
Egli però ha saputo addentrarsi nella genesi e nello svolgimento di
diritto e di fatto della contesa con tutta la serenità che si addice
allo storico coscienzioso, ben diversa dall' astio degli avversari
della Repubblica, per i quali fu pretesto a deprimerla politica-
mente onde asservirla alle loro mire.
E qui non posso a meno di ricordare come questa chiara
visione dei diritti dello stato di fronte alla chiesa, apparisca anche
nella commemorazione che il Pascolato fece di re Vittorio Ema-
nuele II, accennando ai lunghi contrasti che questi, con grave
dolore della sua coscienza di credente, dovette sostenere nei
primordi del regno, onde togliere alla chiesa la soverchia inge-
renza nelle cose dello stato, che trovavasi allora costretto a
" conquistare 1' esercizio di quei diritti, senza dei quali non può
concepirsi civile e ordinato reggimento. „
Studio più esteso e continuato dedicò all' altro periodo, quello
contemporaneo, da Lui in parte vissuto.
Nell'epoca della sua giovinezza il ricordo ancora vivo e presente
della epopea del 1848-49 esercitava una forte suggestione sul-
r animo della gioventù che si sentiva trasportata a raccogliere
religiosamente e a venerare le memorie dei fatti e degli uomini,
ritemprandosi in esse e traendone stimolo a rinnovare le glorie e
a completare 1' opera interrotta bruscamente dal fato avverso.
Questo fece il Pascolato con cura pietosa e assidua, della quale
raccolse il frutto quando fu chiamato a commemorare il più degli
uomini che vissero nel periodo epico e in quello doloroso che
precedette 1' unione di Venezia all' Italia. Tanta passione egli pose
COMMEMORAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 193
in siifatte ricerche, che alle commemorazioni potè aggiungere la
pubblicazione di memorie e documenti, e opera di maggior mole
aveva ideata e cominciata a scrivere mettendo a profitto il copioso
materiale adunato. Questi scritti formano tale un complesso or-
ganico di studi sulle condizioni dell' ambiente, sugli ordinamenti,
sugli uomini e sui fatti, che ad essi dovrà necessariamente ri-
correre chiunque si accingerà a sintetizzare la storia di Venezia
ai tempi nostri. Egli si valse di documenti, di stampe, di giornali
e, ciò che più importa, si servì di notizie raccolte dalla viva
voce di quelli che si trovarono presenti alle grandiose vicende e
continuarono poi nel secreto 1' opera di redenzione, perchè, ap-
pena r età glielo permise, divenne loro intimo amico e collabo-
ratore. (Quindi ne' suoi scritti commemorativi, specialmente nelle
note di cui li arricchì, e' è un materiale prezioso che altrimenti
sarebbe andato perduto. In tutti poi appare 1' ardore dell' amor
suo per la patria, 1' aspirazione continua alla grandezza di questa,
il desiderio ardente di vederla felice, il culto sconfinato per la
onestà politica e privata, la savia tendenza a temperare la impul-
sività dell'azione con la valutazione ponderata delle circostanze.
La sua prosa sempre limpida e corretta assurge ad impeti lirici
quando parla del glorioso periodo della risorta Republ)lioa e del-
l'uomo che impersonò allora in sé stesso il coraggio, la prudenza, la
forza, la sapienza, in una parola, la vita intera di Venezia. A
Daniele Manin consacrò egli vari scritti : un primo, comparso nella
Strenna Veneziana, dove rapidamente, ma con mano maestra, trat-
teggia r opera del grande statista : poi un inno di gloria ricor-
dando il ritorno delle ceneri in patria : finalmente quella splen-
dida commemorazione, di cui abbiamo ancora 1' eco negli orecchi
e nel cuore, che pronunziò nella celebrazione del centenario dalla
nascita del Manin. In questo lavoro, che fu 1' ultimo, egli trasfuse
tutto il meglio dell'animo, presago quasi di dettare il suo testa-
mento di affetto per Venezia, che ebbe sempre in cima ai suoi
pensieri e fu il grande amore, la grande passione della sua vita.
Egli loda tutte le virtù che fecero segnacolo di libertà e di gloria
il suo eroe, ma sopra le altre esalta quella che agli occhi suoi
lo avvicinava di più all'ideale che egli aveva in mente dello
statista, dell' uomo politico : " La verità lo soggiogava per modo,
„ egli dice, da impedirgli ogni doppiezza, ogni infingimento anche
194 N. PAPADOPOLI
„ di fronte ai nemici. Direte che mi sono ingannato, non che
„ vi ho ingannati — furono le ultime parole eh' egli rivolse ai
„ veneziani — io non ho mai ingannato nessuno „.
Questa lode alla sincerità del Manin va di pari passo col
calore con cui difende il 8arpi dall' accusa d' ipocrisia lanciatagli
contro dai fautori della chiesa, e con quella non minore che dà
a Vittorio Emanuele per la sua lealtà, a proposito della quale
ricorda come in generale " la doppiezza non si giudichi, come
realmente è, biasimevole arte di stato „.
Ma non al solo Manin rivolse egli il pensiero e lo studio :
anche quelli che gli furono collaboratori ricordò con pagine piene
di profonde e acute osservazioni, e dove si narrano fatti che a
noi lontani sembrano meravigliosi.
Primo di tutti, Isacco Pesaro Maurogonato, il finanziere allora
giovane d' anni ma vecchio di prudenza e di avvedutezza, che
operò il miracolo di sopperire alle ingenti spese dell' organizza-
zione e della resistenza con le sole risorse della città. La calma
veramente superiore di quest' uomo, cui era affidata la parte più
malagevole del governo, permise di affrontare con la serenità
dei forti una impresa che poteva facilmente degenerare in un
disastro, e fece sì che una difesa disperata non cadesse negli
eccessi della disperazione. A lui e a Lodovico Pasini, che gli fu
compagno nella commissione annonaria, si dovette se i calcoli
degli ultimi mezzi di sussistenza rimasti, calcoli dove era previsto
il giorno e si può dire 1' ora in cui questi mezzi sarebbero man-
cati del tutto, consentirono di spingere la difesa fino all' estremo
limite della possibilità umana, lasciando ancora il tempo sufficiente
a trattare la resa col nemico, senza esservi spinti dalle impazienze
e dalle ribellioni interne.
Vibra ancora in quest' aula il suono di quella mirabile rela-
zione con cui il Pascolato concluse che l'Istituto dovesse concor-
rere alla erezione di un monumento ai fratelli Pasini : nuovo ar-
gomento, se mai ve ne fosse bisogno, della nobiltà ed elevatezza
che egli poneva nel trattare gli argomenti più ovvi, tanto da
fare di una semplice relazione di ordine interno, quasi un altro
monumento a quelli che si proponeva di eternare nel bronzo.
Oltre all' opera di Lodovico ricordò allora quella di Valentino
Pasini, il diplomatico improvvisato, ma valoroso, che riuscì a ren-
COMMEMORAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 195
dere simpatica la causa veneziana ai gabinetti europei, tutt' altro
che ben disposti verso quelli che allora si chiamavano ribelli. Di
Valentino sintetizzò mirabilmente la figura in poche parole che
io voglio rijìctervi, perchè mi pare si attaglino perfettamente an-
che a chi le scrisse : " In ogni ufficio, anche se l)revemente te-
„ unto, egli apparve (jual era : alto e limpido intelletto, volontà
„ sicura e tenace, carattere integro e puro. Da per tutto splendette
„ non meno per la sapienza che per la bontà „.
Clemente Fusinato, Federico Bellazzi, Erminia Fuà-Fusinato,
Leone Fortis, Sebastiano Tecchio, Edoardo Deodati, Marco Diena :
tanti nomi di persone da Lui commemorate e altrettante pagine
vive e palpitanti di quella storia che dal periodo glorioso del
1848-49, attraverso l'epoca grigia e tenebrosa del dominio straniero,
viene sino a noi. L' opera di questi egregi svoltasi nei tribunali,
nelle scuole, nelle cospirazioni, nell'esilio, con gli scritti, con la
parola, con 1' azione, dovunque e comunque ci fosse il niodo^ sfi-
dando pericoli nò pochi né lievi, di affermare 1' idea in faccia
allo straniero che accampavasi armato sulla nostra terra, fu da Lui
amorosamente studiata ed esaltata con accenti di commozione
verace.
Intrattenendosi di tali uomini e dei loro fatti, a quell'anima
vibrante di ogni più alta idealità morale e umana non poteva
sfuggire il contrasto stridente fra le idealità che li ispiravano e
la nuova concezione puramente materialistica della vita. In più
luoghi egli esprime 1' amarezza derivante al suo cuore da questo
■contrasto, senza però venir meno alla nobiltà di concetti e di
espressione che era a lui naturale. Più che ribrezzo o disprezzo
per le nuove teorie egli prova un senso nostalgico di rimpianto
per i tempi trascorsi : " Chi ci farà concordi ne' pensamenti e
„ nelle opere come allora eravamo ? chi sereni e forti e fratelli,
„ come ci trovammo nella sventura ? „ E altrove : " Altri tempi, altri
„ ideali, altre cure. Oggi in nome della fratellanza universale,
„ ma più ancora in nome d' interessi materiali, si deridono e svil-
„ laneggiano i popoli, che poco lunge dal nostro lido combattono
„ e soffrono per difendere da ingiuria straniera la propria nazio^
„ nalità. Ma noi a costo di andare a ritroso degli anni e delle
„ idee, ci inchiniamo a queste sante memorie, alla fede che sa-
196 N. PAPABOPOLI
„ peva ispirare tanto amore dei patimenti „. E ancora: " 8ì, altri
„ tempi. Tempi ormai vecchi, i quali non meritano rimpianto se
„ non per la purezza del sentimento che ci moveva tutti, per la
„ concordia che tutti ci univa „. E finalmente, nelle poche pagine
dettate a ricordo di Clemente Fusinato, ha parole più fiere per
questo materialismo che si ammanta di altruismo scientifico, e lo
analizza argutamente e mordacemente : " Suvvia diciamo intera
„ la verità^ dovesse anche pungere. In (juesta fretta del tempo
„ nostro e degli uomini, per cui non si trova agio quasi di vol-
„ gersi indietro; di riandare il passato, neppure per contare le ca-
„ dute e le vittorie ; in questo risuonare di frasi rotonde ; in
„ questo discorrere di mutualità, d' associazione, di fratellanza ;
„ in questo vanto continuo di abnegazione e di sagrificio ; sì,
„ in mezzo a tutto ciò, vi è qualche cosa che stimola più vivo,
„ più acre del bene dell' umanità, dell' aspirazione al progresso.
„ Siamo ammalati di febbre meno grande, ma più acuta, la febbre
„ della riuscita. Poco o molto è un rimprovero che s' indirizza a
„ tutti, è la malattia del tempo : ogni circostanza ne contiene i
„ germi, ogni istituzione ne favorisce lo sviluppo. La scienza, una
„ povera scienza intesa al servizio dei fatti e delle passioni, diede
„ forma, colore, sembianza di principio a codesto interesse indivi-
„ duale, lo spiegò, lo commentò, lo discusse, e credette di de-
„ durne mirabili armonie, di scorgervi coincidenze stupende : tanto
„ fa di nobilitare questo volgare tiranno, poiché non si può spo-
„ destarlo. Però chi sfugge al contagio, sia pure eccezione od
„ anomalia, non dispensa dall' ammirazione, e il suo esempio non
„ deve andare perduto „.
Ricordando le azioni, egli analizza e discute le idee di questi
uomini, alcuni dei quali, come il TecchiO; il Deodati e il Mau-
rogonato, ebbero molta parte nella vita politica dell'Italia nuova ;
non peritandosi, per quello spirito di sincerità che non gli con-
sentì mai di velare le proprie convinzioni per riguardo o per op-
portunismo, di combattere quelle che non concordano con le sue.
Lo vediamo quindi dichiararsi apertamente contro alcune idee giu-
ridiche del Diena che fu suo nuiestro amato e venerato, e alla
cui dottrina e buona fede rende pieno e reverente omaggio. Io
COMMEMORAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 197
non ho la competenza necessaria per riassumere qui le varie qui-
stioni in cui e^li dissente dal Diena, mi limito a ricordare come
una sia quella dei g-iudizi di cassazione o revisione in terza istanza,
sul quale argomento aveva già dettato un altro scritto pieno di
profonda dottrina. E siccome la quistione della unificazione del
Tribunale Supremo non è stata ancora risolta, così (piesti scritti
hanno anche adesso valore di attualità, e possono venire consultati
utilmente.
Dove pieno e intero era il suo consenso con tutti questi libe-
rali della vecchia scuola, è nel concetto sano e ampio della li-
bertà; libertà politica, libertà di coscienza, libertà economica.
Perchè la libertà politica non degeneri, egli vuole sia con-
giunta all'onestà. Onestà e politica, termini antitetici per molti,
non erano tali per lui. A meglio conciliarli si mostra aperto e
caldo fautore delle idee del Deodati a proposito delle incompa-
tibilità e della contumacia o non innìiediata rieleggibilità alle
pubbliche cariche elettive. Né solo per ragioni storiche, poiché la
coìitunKK'ia a Venezia, il div/efo a Firenze, derivati dai primi or-
dinamenti della civiltà greca, ed estesi a tutti i Comuni d'Italia,
fecero dovunque ottima prova; ma sopratutto per i benefici effetti
che da essi si riprometteva nella vita pubblica. La scadenza del
mandato renderebbe per necessità più sincero e libero il voto dei
rappresentanti della nazione, non preoccupati dalla possibilità di
vedersi mancare la fiducia degli elettori ; perchè si può benissimo
non cercarla questa fiducia, egli dice, ma nessuno se la vede to-
gliere con piacere. Sarebbe inoltre efficace impedimento alla for-
mazione di una specie di classe privilegiata e irresponsabile,
che è vizio caratteristico del parlamentarismo. Egli riteneva
allora che il principio fosse destinato a trionfare, bene augurando
dalle prime applicazioni che ne vennero fatte per legge in alcuni
organismi amministrativi.
Nelle commemorazioni del Diena, del Maurogonato edelFortis,
tutti e tre israeliti e fedeli alla religione de' loro padri, egli la-
sciò ampia testimonianza delle larghe vedute intorno alla libertà
di coscienza, concordanti pienamente con le teorie sui rapporti tra
lo stato e la chiesa. Basti accennare che del Diena ricordò con
compiacenza la bonarietà onde soleva accettare la discussione sulla
pretesa inferiorità della razza semitica, affine di curare con una
198 N. PAPADOPOLI
grossa dose di buonsenso una opinione che agli occhi di lui as-
sumeva il carattere di fenomeno morboso.
Parlando del Maurogonato, accenna al dolore provato dal
vecchio finanziere nel veder rinnovarsi la guerra contro la libertà
economica " non ultima e non meno preziosa fra le rivendicazioni
della nostra scuola „.
Conseguenza di cjuesto fervido amore per il liberismo econo-
mico è l'avversione all'esercizio delle industrie da parte dello
stato, nella quale ebbe autorevole predecessore il Deodati. Il Pa-
scolato espose e dimostrò chiaramente i pericoli derivanti dalla
assunzione di tali esercizi- che si risolve in un monopolio a danno
della libera concorrenza, e il peggioramento cui vanno incontro
anche i servizi di carattere pubblico quando vengono assunti dallo
stato, nel discorso che pronunziò alla Camera allorché si trattava
dei telefoni, industria nuova che lo stato voleva monopolizzare
unicamente per togliere una possibile concorrenza alla industria
affine del telegrafo già da esso esercitatji. Le considerazioni cal-
zano a capello anche oggi, e si potrebbero fare degli utili raffronti
tra le sue previsioni e i fatti che noi tutti abbiamo potuto con-
statare nelle recenti assunzioni di servizi industriali da parte dello
stato. È vero che la tendenza dei tempi pare voglia dar torto ai
principi liberamente e caldamente professati dal nostro amico, ma
egli stesso, parlando allora dei liberisti, che tutti dicevano morti,
concludeva argutamente : " per quanto pochi e per quanto morti
ci conforta sempre la speranza della risurrezione „.
Cresciuto alla scuola di Marco Diena, avvocato di singolare
rettitudine che fu la provvidenza degli imputati politici al tempo
dell'Austria, il Pascolato segui sempre gli anunaestramenti e gli
esempi di quel suo venerato maestro e insieme le tradizioni ele-
vate del foro veneziano illustrato da tanti che esercitarono valo-
rosamente e onestamente questa nobilissima fra le professioni.
La quale, se non è da tutti benedetta come dovrebbe, ma anzi
da taluno è vituperata, ciò avviene unicamente per colpa di quelli
che vi si dedicano senza avere piena coscienza dell'altissima fun-
zione che sono chiamati a compiere nel consorzio civile. Con
quanto ardore e con quale scrupolo esercitasse l' avvocatura il
COMMEMORAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 199
Pascolato fu g-ià detto da altri, ma, come in alto la ponesse nel
suo pensiero, quale devozione o meglio quale culto religioso avesse
per essa, considerandola come un sacerdozio civile, disse egli
stesso nella commemorazioni del Deodati e del Fortis. '' Dell' av-
„ vocatura sentì sempre altamente gli uffici e il carattere, scrisse
„ del primo, e gli doleva negli ultimi anni della sua vita di ve-
„ derla scambiare da molti in arringo di lotte partigiane, e peggio
„ poi in mercato di basse speculazioni e di impuri guadagni. Ben
„ avrebbe voluto che i profanatori fossero cacciati dal tempio . . . „
E del Fortis: "Egli l'amava questa professione dell'avvocato,
„ alla quale si era dedicato nel tempo in cui essa era insieme
„ un rifugio e una palestra per i patrioti, e specialmente per gli
„ uomini della sua schiatta, colpiti da tanti interdetti. L'amava
„ per la stessa ragione per cui Francesco I imperatore la ono-
„ rava dei suoi corrucci, perchè l'avvocato è il vindice naturale
„ di tutti gli oppressi. Ma sapeva e ricordava che per parlare
„ alto in nome della giustizia, per rintuzzare la superbia, la pre-
„ potenza, la forza, bisogna avere saldo il petto e pura la co-
„ scienza. Alto avea posto il suo ideale, e non lo perde mai di
„ vista : milite volontario di una causa eterna e superiore ad
„ ogni umana passione, non combattè mai per il premio, fosse
„ di ricchezza e di gloria „. E (pii torna a manifestare la tristezza
del confronto tra l'idealismo passato e il materialismo presente:
nota predominante negli scritti del Pascolato, non perchè fosse
di sua natura brontolone e laudator tempori^^ (nii, ma perchè il
contrasto non poteva sfuggirgli e lo rattristava profondamente :
" Come avrebbe egli potuto intendere questo tempo nostro in
„ cui pare che ogni sforzo dell' individuo abbia principio e fine
„ neir individuo? e che sia lasciata al caso l'armonia delle atti-
„ vita singole al fine comune dell'umanità? ,,.
Da questo contrasto e dal desiderio di farlo rilevare alle
menti giovanili, naturalmente aperte ad ogni idealità, egli forse
trasse stimolo a intraprendere e proseguire con tanto zelo e disin-
teresse l' opera di insegnante e di educatore. Non mi farò prender
la mano dai ricordi, che pur sarebbero tanti, per limitarmi a
trovare ne' suoi scritti le idee che lo guidarono nella difficile
200 N. PAPADOPOLI
impresa di dirigere il nostro massimo istituto d' istruzione. Le
sue relazioni annuali sono una miniera di notizie e di idee : in
mezzo alle aride esposizioni statistiche rifulge spesso 1' alta con-
cezione che egli aveva della scuola, brilla 1' osservaè;ione acuta
sui bisogni e sulle riforme utili e necessarie ; da tutte irradia
una luce di bontà paterna per gli studenti e fraterna per i col-
leghi, che lo rese tanto caro agli uni e agli altri.
Dopo le inconsulte agitazioni del 1903, causate dalla inter-
pretazione data alle disposizioni prese dal governo per la nuova
Università commerciale di Milano, agitazioni che egli fronteggiò
con fermezza ma recarono grave dolore all' animo suo, al riaprirsi
dell' anuo scolastico, volle tesserne la storia, e lo fece con tale
profondità analitica di osservazioni, con tale efficacia di argo-
menti, con tal calore di affetto, che quello scritto è da annoverarsi
fra i più notevoli usciti dalla sua penna. Pur convenendo che
molte e gravi erano le difficoltà da superare, egli non risparmia
al governo 1' onesta censura, insistendo sulla necessità di non
ritardare per qualunque motivo le riforme che i tempi e le condi-
zioni reclamano. D' altra parte con non minor vigore e fermezza
dimostra ai giovani tutta la precipitazione del loro agire incon-
sulto e ribelle. Ribelle, questa parola ricorre spesso nel suo di-
scorso, perchè di fronte al dovere positivo di frequentare le
lezioni, il mancarvi senza legittimo impedimento è negligenza, il
mancarvi per partito preso e per imporre la propria volontà è
ribellione. Questo il concetto esatto e preciso che, di fronte al
contegno tenuto daj^li studenti, si affaccia alla mente serena e
giusta dell' educatore.
Tratteggia poi efficacemente la differenza sostanziale che
passa tra lo sciopero usato dai lavoratori come arma per ottenere
miglioramenti di mercede o di altre condizioni di lavoro/ e quello
che, per analogia, si vorrebbe usare dagli studenti, i quali invece
non hanno come quelli un contratto bilaterale del quale possano
richiedere e molto meno pretendere modificazioni. Si trattiene
anche a dimostrare come sia contrario ai più elementari principi
di onestà il subire la legge o meglio la tirannia delle maggio-
ranze per un malinteso spirito di solidarietà che non può assolu-
tamente invocarsi quando si tratti di mancare a doveri positivi :
perchè il dovere è individuale e non collettivo, e quando la
COMMEMORAZ. DEL M. E. ALI<:S5JANDR0 PASCOLATO 201
collettività pretende costringere 1' individuo a mancare al dovere,
è nobile, generoso e degno in tutto di uomini liberi il resistere,
mentre il cedere con la coscienza di offendere la legge è biasi-
mevole prova di debolezza. Ma con quale e quanta bontà e
dolcezza si rivolge egli ai giovani, non tanto per attenuare il
rimprovero ispirato soltanto dall' affetto e dal desiderio del loro
bene, quanto perchè esso resti maggiormente scolpito nell' animo
loro ! " Voi, egli dico, non ne resterete umiliati nò offesi, e lo
„ accoglierete come eccitamento a seri e forti propositi.... gover-
„ nate gli atti vostri colla coscienza di uomini pensanti, coli' anti-
„ veggenza dei loro effetti... Ricordatevi che la maschia energia
„ non consiste nel ribellarsi al dovere e alla legge, ma nel ri-
„ spettare la legge e nel compiere intero il dovere, anche quando
„ la passione vorrebbe prorompere e occorre un sacrifìcio per
„ soffocarne la voce. La vittoria sopra sé stessi è la più difficile,
„ ma la più degna di uomini forti. „ Questi ammonimenti, dati
nella forma che un padre potrebbe usare coi propri figli, rivelano
la bontà dell' animo suo che, nel dolore ancor vivo provato per
la ribellione di quelli che chiamava e considerava veramente suoi
figli, sa trovare accenti toccanti e commoventi per ricondurli al
dovere che ha fatto risplendere alla loro mente con ammirevole
schiettezza.
Della squisita delicatezza dell' animo aperto a tutto ciò che
è buono e bello, sono testimoni altri scritti che dirò minori, non
per la forma sempre eletta o per il contenuto sempre elevato,
ma rispetto alla figura dell' uomo politico. Voglio dire gli scritti
di argomento artistico. Ma, per non abusar troppo della vostra
paziente benevolenza, non mi fermerò a tenervi parola di essi,
nò delle lucide e terse scritture sulla quistione ferroviaria del
Veneto, nò dei discorsi parlamentari, nò di altre memorie di
argomento giuridico. Mi limiterò ad accennare fuggevolmente al
numero notevole di iscrizioni che dettò a ricordo di uomini e di
fatti. Egli amava singolarmente cimentarsi in quest' arte diffici-
lissima che ben a ragione può considerarsi come la pietra di
paragone degli scrittori ; perchè la mondiglia delle parole inutili
deve in esse lasciare il posto all' oro puro di quelle che esprimono
202 N. PAPADOI»OLt
concisamente e precisamente l' idea. Io penso, a questo proposito,
che sarebbe opera degna raccogliere in uno le iscrizioni dettate
da Lui che si leggono in tanti luoghi di Venezia e del Veneto :
perchè se, per essere incise nel bronzo e nel marmo, esse hanno
durata maggiore del libro, sarebbe invece ben presto perduta la
memoria del nome di chi le dettò che anche oggi ben pochi co-
noscono. E nel breve volume splenderebbero ancora una volta
nella forma severa dell' epigrafe tutte le sante e nobili idee che
informarono 1' opera del Pascolato.
Nessuna meraviglia se un uomo con tanto tesoro d' idee
scolpite nella mente, illuminate da una bontà superiore e da uno
spirito elevato di patriottismo e di sacrificio, sostenute da una
nobiltà sio^norile di animo e di modi, avvalorate da una cultura
estesa e multiforme, affacciandosi alla vita pubblica, "^^dovesse toc-
carne le più alte cime. Solo le idee nobilmente e costantemente
professate conciliano simpatie durevoli e assicurano il successo :
l'opportunismo, la ricerca delle piccole soddisfazioni, non possono
condurre a risultati duraturi. Però è del pari naturale che egli
restasse in politica un solitario ; non perchè gli siano mancate le
forti amicizie e la stima, che ebbe anzi piena ed intera da tutti,
amici e avversari, ma perchè non volle mai dare il suo nome ad
alcun partito, onde conservare intera 1' indipendenza del pensiero,
dell' azione e del voto : ciò che avviene in generale di quelli che
saliti, come lui, senza 1' aiuto di alcuno, non hanno la pieghe-
volezza di chi deve tutto agli altri.
Questa indipendenza rese però più breve la sua carriera
politica, perchè la inflessibile disapprovazione per metodi e idee
non consone alle sue, fu facile pretesto a combatterlo. ^Perdette
così una prima volta il collegio di Belluno che gli era fedele da
tre legislature, e i mezzi posti in opera per combatterlo in quello
di Spilimbergo lo consigliarono a ritirare la candidatura nelle
ultime elezioni. Poi, mentre si attendeva da tutti che fosse chia-
mato a sedere in Senato, fu a Lui tolta quest' ultima soddisfa-
zione, alla quale aveva ben diritto per la vita intemerata e per
i molti servizi resi disinteressatamente alla patria nella scuola, nei
pubblici uffici, nei consigli della Corona.
COMMEMOEAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 203
Scorrendo le pagine che ci rimangono del Pascolato, io mi
sono studiato di rilevarne le idee e la bontà. Di questa però
migliori testimoni siete tutti Voi che mi ascoltate. La bontà sua,
dalla famiglia aslorata andava agli amici, ai conoscenti, agli
estranei ; illuminò sempre il suo volto e 1' animo suo, e non può
sfuggire a chi, sapendola, legge i suoi scritti, dove però non ve
n' è traccia diretta, perchè, con la modestia propria degli eletti,
egli non parlò mai di se.
Questa testimonianza della perfetta corrispondenza fra l'uomo
e lo scrittore, a me parve doveroso rimanesse negli atti del su-
premo Istituto Scientifico di Venezia che lo ebbe socio ; perchè
chi cercherà gli scritti di Lui, e dovranno cercarli quanti si occu-
peranno di quest' ultimo periodo di storia veneziana, sappia che
lo scrittore è 1' uomo : che le idee politiche da Lui esposte non
sono suggerite dall' opportunismo ma da profonda convinzione
che la virtù non venne da Lui esaltata e celebrata per esercita-
zione rettorica ma fu amore e pratica costante.
Che se a questa testimonianza manca lo splendore della
forma, oso lusingarmi non manchi 1' efficacia derivante dalla since-
rità e dall' affetto immenso che ebbi per Lui vivo, che a Lui
sopravvive e finirà soltanto con la vita.
204 N. PAPADOPOLI
BTRfJOGTtAFIA
l)E(!IJ SCRITTF l)[ ALBS.SANDRO PASCOLATO
Daniele Manin. Dalla Strenna T eneziann, anno VII, 1S67, Tip. del
Coniinercio di Marco Visentini. la-S, pag. 16.
Manin e Venezia. Ricordi e Impressioni. Venezia, 18(58, Tip. del Com-
mercio tli Marco Visentini. In-8, pag. 31.
Federigo BeIìLAZZI. Commemorazione. (Estratto ([-aW Eco ilei Tribunali,
nuin. 1879-1880), Venezia, 1868, Tipi della Gazzetta. In-8, pag. 20.
Opere sckltr ni Antonio Somma, edite per cara di A. P., Venezia,
Stabilimento tipografico Antonelli, 1868. In-8, pag. XXXII-456.
Ricordi e dolori. In Clemente lusinato, Commemorazione. Venezia, Ti-
pografia Ripamonti Ottolini, 1870. In-8, pag. 87: da pag. 25 a pag. 89.
Anche la lettera di dedica ad Arnaldo Fucinato è del P.
Delle Unioni di Credito ossia delle Banche Popolari di Schidze-De-
litsch., Prima traduzi me sulla quarta edizione terlesca per cura dei
dottori A. Pascolato e lì. Manzato con introduzione del prof. L.
Luzzatti. Venezia 1871, Tipografia del Commercio di Marco Visen-
tini. In-8, pag. 477.
Pei nostri figli. Ricordi inediti d'un Patriota. Estratto dalla Strenna
Veneziana., Anno XII. Venezia, 1872, Tipografia derò pai) molto — pronto a dar tutto
alla patria — anche la fuma.
COMkEMORAZ. DEL M. E. ALESSANDRO PASCOLATO 209
(Sul fianco della Chiesa degli Scalzi alla Stazione)
IL NOME DI AGOSTINO STEFANI muratoee — da Budoja nel Friuli
— messo a morte dai nostri — per ingiusto sospetto di tradi-
mento — quando offriva spontaneo la vita — movendo al
campo nemico per dar fuoco a una mina — venezia redenta —
tramanda ai posteri con lie benedizioni — che sull^umile eroe
— l'Assemblea del 1849 invocava — 22 marzo 1898.
{Sotto il busto nel Palazzo Ducale)
DANIELE MANIN — ispiratore e duce — della rivolta di Vene-
zia — contro la signoria straniera — della resistenza — AL
fuoco al morbo alla famk — onde rifulse davanti al mondo
— il diritto delle italiche genti — d' esser nazione.
(Sulla casa a Fullina di Trerisu)
Qui nacque k santamente morì — ricco d'anni di meriti di benedi-
zioni - JACOPO BERNARDI — scrittore educatore filantropo
insigne — CHE TENENDO LA PROMESSA FEDE AL SANTUARIO — QUANDO
PIÙ PERVKVA IL DISSIDIO — DELLE DUE POTESTÀ — MOSTRÒ COME SI
UNISCANO IN ANIMA PURA — VIRTÙ DI SACERDOTE — ARDENTE AMORE
DI PATRIA — N. 1813 - M. 1897 - IL CoMUNE — MDCCCXCVIII.
{Sulla villa Fapadopoli a Marocco di Mestre)
Qui DELLA RESA DI VENEZIA — NON PER ARMI — MA PER FAME E PE-
STILENZA DOMATA — TRATTARONO COLL' AUSTRIACO ASSEDIANTE —
GLI INVIATI DELLA CITTÀ E DELLE MILIZIE — MENTRE ASSEMBLEA K
GOVERNO — VOLENDO IGNORARE QUEL PATTO — A SALVEZZA DEL DI-
RITTO NAZIONALE — SPARIVANO — AGOSTO 1849.
::3y
Atti dkl Rkaj-k Isiituto Vknk'io di sciknzk. lkttkrk kd arti
Anno iiccadeinieo l'.M)T-'.>(>S - Tomo LXVIl - Parte prima.
SULLA HI('EH( A TOSSl(^OLO(iI('A
DELLA EROINA, DIONINA, PERONINA
DEL DOTT. GEPPINO GHIRARDI
(f>)-rseiif(/f(t lìdi prof. I\ Spini iii. e. iicìFaiì. o/v/. s. - Vedi Kios.
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Intorno alla corrente generata dalla coppia platino-spugna di platino
234 CATALOGO DEI LIBRI ED OPUSCOLI
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nezia, Ferrari, 1908, br., pp. 5.
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1907, 8°, br., pp. 20.
Ninni Emilio. - Brevi norme sopra la colti razione della Carpa. — Vene-
nezia, Pellizzato, 1907, 8°, br., pp. 12, 4 tav.
/ jìesei e la pesca d'acqua dolce nelle provincie di Venezia e Treviso. —
Venezia, Pellizzato, 1907, 8", br., pp. 76, tav.
Metacromatismi in pesci raccolti nel mare e lagune di Venezia. — Mi-
lano, Soc. Coop., 1907. 8°, br., pp. 77.
Picerche sulla emigrazione dei pesci. — Virenza, Arti Grafiche, 1907.
16«, br., pp. .3.
Sopra il Tringa canutus, L. nel Yeneto. — Siena, L:izzeri, 1906,8° br.,
PP- 2-
Sopra una, Ptilocorys cristata anomala nel becco. — Siena, Lazzeri,
1907, 8°, br., pp. 2, ili.
Studi e ricerche per promuovere la coltivazione dell' astice (homarus
culgaris Mil. Edw.) lungo i lidi veneti. — Mi/ano, 1906, 8°, br..
pp. 14.
WolMorismo peschereccio. Nomenclatura ittiologica comparata. — Ve-
nezia, Fabris, 1907, 8°, br., pp. 3.
Novello Francesco da Carrara. - (/ maestri di) - Vedi Levi E.
Oddone Emilio. - Déchaìnement des tremblements de terre à /' arrìvce des
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Soc. Tip., 1908, 8°, br., pp. 15.
Intorno al problema della rigidità della terra. Nota. — Catania, Gala-
tola, 1908, 4°, br„ pp. 7.
Orazio. - Vedi Rasi P. - Un po' di polonica.
Vedi Rasi P. - Epistulam criticam de codice Horatii.
Satire - Vedi Rasi P.
* Orilia Enrico. - La madreperla e il suo uso nell'industria e nelle arti.
Milano, Allegretti, 1908, 16°, tela, pp. 258, con 40 incis. e 4 tav.
Orlando Paolo. - La trasformazione marittima di Roma. — Roma, 1907,
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236 CATALOGO DEI LIBRI ED OPUSCOLI
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nel N. 201 del Giornale La Vita.
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(In difesa di) Osservazioni contro alcune ronr/ettnre proposte da I.
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des Ovid. - Vedi Rasi P.
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Pajetta R. - Risposta al D ott. Xazìareno Tai'ugi., sopra un nuovo metodo
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Palma (Di) Federico. - Lk navigazijm del Tevere ed il porto di Roma. —
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Pantanelli Dante. - Acque sotterranee fra Secchia e Panaro. — Venezia.
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p-ndiee IL al X. 1) — Milano, Cogliari, 1908, 8°. br.. pp. 14, ili,
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Evreux, Hérissey, 1892, 8". br. pp. 127, avec planches. Coinplénient.
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* Pesci U^o. - // geììJ'rale Carlo Mezzacap > e il suo temp i. {D;i apimutì
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Sali' età degli strati rorallif/eni di Monte Zoro presso Mori nel Tren-
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Ueher das Alter der Korallenkalkforination von Monte Zovo bei Mori
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Ragnisco Pietro. - // concetto della ìiiisura in Aristotele ed in Kant. —
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Rasi Petrus. - ludicia, quae de sattrae Latinae origine et de Lucilio in
satiris IV e X libri I Q. Horatius Flaccus protulit, rerane sa ut an
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Satirae Lucilianae ratio quae sit. Oi'atio. — Patavii. Seminarli. 1887,
8°, br., pp. 32.
238 CATALOGO DEI LIBRI F,D OPUSCOLI
De L. Arruntio Stella poeta patavino. — Patavii, Semiuarii, 1890, 8",
br.. pp. 67.
De cannine Romanorum elegiaco. — Patavii, Seminarii 1890, 8°, br.,
pp. 165.
Un po' di polemica. I. Sulla jjoetica di Q. Orazio Fiacco. II. Di due
passi Oraziani non bene corretti. — Torino, 1892, 8°, br., pp. 12.
Epistulam criticam de codice Horatii Laurentiano XXXIV, 1 ad
Hectorem Stampini. — Liburni, Vigo, 1892, 32°, br., pp, 36.
La stilistica nello studio del latino. — Firenze, Carneseeehi, 1893, 8..
br., pp. 58.
Isidor Hilherg. Die Gesetze der Wortsellung im Pentameter des Ovid.
fjeipzig, Teubner, 1894 ; in 8° gr., pp. VII-892. — Torino, Bona.
1895, 8°, br., pp. 12.
Di una data del « Chronicon Eusebi » di S. Girolamo. — Torino, Bona,
1895, 8^ br., pp. 13.
Carmen nuiìtiale — 1895, 8" gr., br., pp. 4.
Puteoli - Distici italiani di Luigi Rasi. Tradotti in latino. — Firenze.
1896, 8°, br , pp. 13.
Della così detta pcctavinità di Tito Livio. ~ Milano, Bernardoni, 1897.
1897, 8", br., pp. 27.
Lanx satura. — 1. La I. iscrizione degli Scipioni. — 2. Orazio, carm.
I. 2, 39. — 3. Giovenale, 1, 131. — Torino, Bona, 1897, 8°, br., pp. 12.
In ('lauda Rutila Narnatiani de recUtu suo libros adnotationes me-
tricae. — Torino. Bona, 1897, 8o, br., pp. 48.
I. Sugli acrostici delV Ilias latina. - II. A proposito di un facsimile
d<>l codice Berneìisis 363. — Torino, Bona, 1898, 8^ br., pp. 27.
A. Cartault - Elude sur les Bacoliques de Virgile. Paris, Ann. Colin
et C. 1897, di pp. VIII-502. - Torino, Bona, 1898, 8», br., pp. 11.
A proposito di un facsimile di parte del codice Bernetzsis 363. — To-
rino, Bona, 1898, 8", br., pp. 9.
Saggio di alcune partiolnrità nei distici di S. Ennodio. — Milano,
Bernardoni, 1902, 8°, br., pp. 19.
Deir arte metrica di Magno Felice Ennodio vescovo di Pavia. (Parte
II. Metro eroico e lirico). — Pavia, Fusi, 1904, 8", br., pp. 49.
In difesa di Ovidio. Oss-ervazioni contro alcune congetture proposte
da Isidoro Hilberg nel suo libro Die Gesetze der Wortstellung im
Pentameter des Ovid. — 8°, bi'., pp. 27.
{Elenco delle pubblicazioni del Dott.) professore ordinario di lettera-
tura latina nella R. Università di Pavia {dal 18/ alnuie tnodìfirazium ed progetto del Codice di
Di-ocedura penale di iniinineìite 2>i'esenta.ziune. Pensieri e propo.^te di
ì/n ri'crìtio magistrato. — Udine, Scitz, 1907, 8", bi'., pp. "24.
Sopraiia F. - Ulteriore contributo alla conoscenza- dell' ((trofia ìiiiiscolare
prngressica da lesione dei canali seiìiicii'fi)lari. — Venezia. Ferrari.
1907. cS", br.. pp. 11, l tav.
■"•' Soresiiìa A. - Jlode/-ni monogrammi. — Milano, Allegretti, 1908. 1(;°.
tela, tav. 32.
Spagnolo F. e i-i. - Marostica. - \g\\ Gerola Gt.
Stanipini Ettore. - Tedi Rasi P. - Epistidam rriticam de codice Horatii.
.Stara-Teilde (r. - Ricerche sulla evoluzione del culto degli alberi., dal
principio del secolo IV in poi. — lluiiia, Loesclier, 1907, 8°, br., pp 57.
.Stella L. Arnintìo. - {De) poeta patarino. — Vedi Rasi P.
•Stenta Mario. - Osservazioni sul genere Pinna. Nota. — Venezia, Feiiari.
1908, 8\ br.. pp. 24.
* Strucchi Arnaldo. - / migliori vini d'Italia. — Mibiiio, Allegretti, 1908.
16", tela, pp. 258, con 42 tav. e 7 carte col.
* Sturm Rudolf. - Die lehre von den geometrischen verivandtschaften. —
I. Die vernmndtschaften zìvischen gebilden. — Leipzig, Teubner, 1908,
8", tela, pp. 415.
Taniassia Arrigo. - Sulla redazione ufficiale delle statistiche penali ita-
liane. Nota. — Venezia, Ferrari, 1907, 8°, br., pp. 8.
Tauiassia Nino. - Scherpa, Scerpha, Scirpa. — Venezia, Ferrai'i. 1907, 8',
br.. pp. 11.
Giovanni Argiropulo e un proemio medioevale dei libri giuridici. Nota.
— Venezia, Ferrari, 1907, 8°, br., pp. 4.
Taramelli Torquato. - Osservazioni statigrcifiche nei dintorni di San Pel-
legrino e di Salsomaggiore. Nota, — Milano, Rebeschini, 1908, 8\ br..
pp. G.
TarugI N. - (Risposa, rd Dotf.) sopra un nuovo metodo pratico per la
d ■■termi nazione del pota>tsio. - Vedi Pajetta R.
Tedde. - Vedi Stara-Tediìe.
Teodosio Filippo. - iLe tettere del medico Franc.csro Petrollini a) - Vedi
Toni (De) (i. B.
Teza Emilio. - Pochi ptroverbi lituani. — Venezia, Fei-rari. 1907, 8". br..
pp. 16.
Come Pàlakàpija diventasse, nell' India, ìnaestro di elefantiatria . Nota.
— Venezia, Ferrari, 1908, 8", br., pp. 9.
Tobia. - (L'episodio biblico del riveggente) nella scienza e nelV arte. —
Vedi Albektotti Gr.
ToniMiasìna Thomas. - Quelques observafions à propos de la Note de M.
II. Pellai sur la constilution de l' atome. — Paris, Gauthier-Villars,
1907, 4". br., pp. 3.
Sur r action exclusive des forces Ma.ru)ell-Bartoli dans la gravitation
unircrselle. — Genève, Pelisserie, 1908, 8", br., pp. 16.
242 CATALOGO DEI LIBRI ED OPUSCOLI
Toiiiniasina Th., Sara^ìu Ed. - Sur quelques modificattons qui prodnisenf
le dédouhlement de la courbe de désactivation de la radioactivité in-
diiite. — Paris, Gauthier-Villars, 1907, 4", br., pp. 3.
Toiiimasina Thomas, Ssirasiii Edouard, Micheli F. .1. - Sur le d('douhlement
de la coìirbe de désactication de la radioactivité indiiite. — Genève.
Soc, 1907, 8°, br., pp. 26, fig.
Tomiuasina Th., Saraisiu Ed. - De V effet des écrans en toile métallique
sur le rayonneinent seconda ire de radioactivité induite. — Paris, Gfau-
tliier-Villars, 1907, 4«, br., pp. 4, fig.
Toni (Uè) W. B. - t^pigolatiire Aldrovandiane. Notizie intorno ad un
erbario perduto del medico Francesco Petrollini {anteriore al 1553)
e contribuzione alla storia dell' >'rbario di Ulisse Aldromndi. —
1907, 8°, br., pp. 15.
Di una esjìerienza di Giacinto Testoni. Frammenti inediti. — Roma.
1908, 8", br., pp. 4.
Illustrazione del secondo volume delV erbario di Ulisse Aldrovancli. —
Venezia, Ferrari, 1908, 8°, br., pp. 112.
Le lettere del medico Francesco Petrollini ad Ulisse Aldrovandi e Fi-
lippo leodosio. — Padova, Seminario, 1908, 8°, br., pp. 15.
Torino. - (Misure inaf/netiche nei dintorni di) - Vedi Boddaert D.
Torres Giuseppe. - La Cappellina espiatoria Bettiolo Angelo-Osvaldo a
memoria, del figlio Umberto. — Venezia, Xorsa, 1908,4°, br., pp. 30.
con 6 tav.
Torricelli Evangelista. - {Commemorazione di) - Vedi Martini T.
Trieste- - Ricordi delle vicende triestine dal 1850 al 1900. — Vedi Lo-
RENZUTTI L.
* Trombetta Edmondo. - Manuale di medicina legale militare. — Milano.
Allegretti, 1908, 16", tela, pp. 430.
Ungheria. - {Per la lega fra Genova e V) nel 1352. — Vedi G. Bigoni.
Università di Upsala. - Vedi Linneo,
* Valentiui Carlo. - Della sistemazione dei fiumi. Studio. — Milano, Ber-
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Valli Mario. - Gli avvenimenti in Cina nel 1900 e l'azione della R. Ma-
rina Italiana. — Milano, Bellinzagbi, 1905, 8°, br., pp. 731, con 38
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Vedova (Dalla) (x. - SulV oggetto e sugli ufftei della Sezione VI dell'As-
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1908, 8", br., pp. 11.
Venezia, Corfù ed il Levante. - Vedi Levi C. A.
Venezia e le sue vie di penetrazione nel continente. — Vedi Can-
diani L.
(/ tesori dell' Archivio di Stato di) - Vedi Malagola C.
La Cappellina espiatoria Bettiolo Angelo -Osvaldo a memoria del figlio
Umberto - Vedi Torres G.
{La Chiesa di S. Maria dei Derelitti in) - Vedi Kiriaki (De).
PERVENUTI ALLA BIBLIOTRCA DELL' LSTITUTO 243
(La l'id ht Unzione cleffa (Ud Vuoilo Sunto in) - Vedi Kiuiaki (De)
A. S.
{La Sala d'armi deW Arsenale di) - Veili FìUoia (De) G,
Le opere di restauro nella Basilica. - Vedi Manfredi M. E., Maran-
goni L.
{^ingegneria (t) dclV itltiiito centennio. Pubblicazione degli ingeg-iieri
veneziani in omaggio ai colleglli del VI" Congresso. — Venezia, Na-
ratovich, 1887, f." paini, pp. 57, 1.'), 17, 21, 20, (>, 2(3, con tavole.
Scuola Superiore di Commercio. - Vedi Castelnuovo E.
Vedi Vivantk R. - Uosxjedale per i tubercolosi.
Venezia (Da) Pietro. - Il conretto ippocratico della natura medicatrice. —
Venezia, Soc. M. 8., 1908, 8", br., pp. 20.
Venturi A. - Terza campagna graoimetrica in Sicilia nel 1905. — Roma,
Salviucci. 1907, 4°, br., pp. 15.
Verg-u E. - jy Arcìiivio della Fabbrica del Litoiiio di Milano. — Milano,
Allegretti, 1908, 4", br, pp. 102.
Verona. - (Guglielmo da Pastrengo e gli ùiizii dell' Umanesimo ini- Vedi
Avena A.
{L' istituzione del Museo Civico di) - Vedi Avena A.
Vedi G. Gerola, Il ritratto di Guglielmo Castelbarco.
Yerson Enrico. - Una piccola ricendicazione di priorità. Nota. — Vene-
zia, Ferrari, 1907, 8", br., pp. 4.
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Rasi P.
Vivaute R. - L' Ospedale per i tubercolosi in S. M. delle (rrazie.^ nel suo
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Visita ad alcune istituzioni igienico-sanitarie tedesche.^ fatte in occa-
sione del XIV Congresso internazionale d' igiene e demografia., tenutosi
in Berlino dal 22 al SO Settembre V)07. Relazione al Sindaco di
Venezia. — Venezia, Ferrari, 1908, 8", br., pp. 19.
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Sternwarte zu l'rag. — Prag, Bellmann, 1908, 4 '/.-i tela, pp. 48, 21
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Smith. — Oxford, Clarendon, 1907, 8", tela, 2 voi. con 2 ritr. del
Wotton.
Zamboni Antonio. - Parigi nel 1S04 {Ricordi di un reronese) — pubblicato
da C. fiiadego. — Vei-ona, Franchini, 1908, 8", br., pp. 5(>.
Zanniclielli (ì. (t. - (Un manipolo della fiora del Monte Cavallo desunto
dalle iconografie di) - Vedi Saccardo P. A.
/oologìska Sturtier tilldgnade prof. T. Tullberg pd Jians 6~> ars dag
— Upsala, Almquist, 1907, 4", br., pp. 842, tav.
INDICE GENERALE DEL TOMO LXVII
DELLA PARTE PRIMA
PER AUTORI, PER NOMI E PER MATERIE
Atti del Realk Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti.
Anno accademico 1907-1)08 - Tonio LXVII - Parte prima.
INDICE GENERALE
PER AUTORI, PER NOMI E PER MATERIE
INDICE DELLA PARTE PRIMA
PEE AUTOEI E PER NOMI
Aldeovandi Ulisse. - (Illustrazione
del secondo volume dell' erbario
di) - G. B. De Toni, {cenno) p. GO,
61.
Arcais (D') Francesco, - Sulla in-
tegrazione delle equazioni lineari
a derivate parziali d'ordine qua-
lunque, {cenno), p. 43.
Archimede. - (Intorno ad una scrit-
tura inedita di) novamente sco-
perta e pubblicata. Comunica-
zione, - A. Favaro (cenno), p. 79.
Ardigò. - (La filosofia nel sistema
delle scienze filosofiche secondo
1'). Nota. - B. Brugi, (cenno), p.
74-75.
Argiroi'Ulo Giovanni e un proe-
mio medioevale dei libri giuri-
dici. Nota - Nino Tamassia, {cen-
no), p 42-43.
Aristotele. - (Il concetto della mi-
sura in) ed in Kant. - P. Ragni-
sco, (cenno), p. 42.
Arrigoni degli Oddi Ettore. -
Note ornitologiche sulla Colle-
zione del Monte appartenente
alla signora marchesa M. Pau-
lucci, (cenno), p. 79.
Balbi- Valter (Fondazione) - Rela-
zione della Commissione per l'e-
same degli elaborati presentati
al concorso di) pel biennio 1906-
907. A. Stefani, E. Bassini, D.
Giordano, p. 141-50.
Bardelli Giuseppe. - (Parole in
commemorazione del prof.) m. e.
del R. Istituto Lombardo di
scienze e lettere. - C. F. Ferra-
ris, p. 77-78.
Bassini E., Giordano D., Stefani
A. - Relazione della Commissio-
ne per l' esame degli elaborati
presentati al concorso di Fonda-
zione Balbi-Valier pel biennio
1906-907, p. 141-50.
Béguinot a. - Sulla persistenza e
caduta del foglie e sulla relativa
bibliografia, (cenno), p. 80.
Bellati Manfredo. - In memoria
di Lord Kelvin. - Parole pronun-
ciate nell' adun. 12 gennaio 1908,
p. 69-71,
Sellati M., Trois F., Ricci G. -
Relazione della Commissione in-
caricata di riferire sulla scelta
del tema per il concorso scienti-
INDICE GENEEALE
fico a prpiiii() (li Foiida/iune Que-
rini Stanipalia, per l'anno l'.Ul,
p. 139-40.
Beltrame Giovanni. - ((Joninicinci-
razione del in. e. prof. don). -
(t. Occioni-Iionaft'ons, p. lOH-llT.
Hkrchk.t Ou(iLiEL,M(). - Parolc in
couinieniorazionc del m. e. e se-
gretario del R. Istituto Ijoinbar-
do di scienze e lettere, professore
conini. Rinaldo Ferrini, p. 73-74.
— Relazione letta nell'adunanza
solenne 24 maggio 1!)0H del R.
Istituto Veneto di Scienze Let-
tere ed Arti, p. 125-29.
Berti B. - Sull'azione locale della
bile f d(d glicocolato di soda sui
vasi sanguigni, (sunlo), pagi-
ne 51, 52. — Trasmissione della
eccitazione attraverso i gangli
spinali aneniizzati n(M mammiferi
{ren/ìo), p. 100.
Besta ]•>. - Un dijilonia inedito di
Enrico VI. (cenno), p. !^2.
BiADEfiu Giuseppe. - Pisanus Pic-
tor, (cenno), p. 121.
BoNGiovANNi 0. - Sulla ricerca mi-
crochimica del fosforo nei tessuti
vegetali, ji. Hl-82.
BoNOME Augusto. - Nuove osserva-
zioni sulla struttura e sull' isto-
genesi dei Gliomi, {sunto) i)agi-
ne 180-182.
Breda Achiluk. - I più vecclii laz-
zaretti meilioevali in Europa,
(sunto) p. 215-17.
Brugi Biagio. - F^a filosofia nel si-
stema delle scienze filosofiche se-
condo 1' Ardigò. Nota, (cenno)^
p. 74-75. — lia pubblicazione
degli Annali della nazione tede-
sca dello studio di l'adova. Noti-
zia preliminare, (cenno) p. 214-15.
Carnevale P. - Radiolarie e Sili-
coflagellati di Bergonzano (R(!g-
gio Emilia), (cenno), pagina 187.
Castelli Benedetto. - (Amici e
corrispondenti di Galileo Galilei)
— A. Favaro, (cenno), p. 41-42.
Catkllani Enrico. - 11 diritto in-
ternazionale privato nel Codice
Civile Svizzero, (sunto), p. 182-3.
C;;ssi Roberto. - Per la storia delle
Corporazioni dei mercanti di pan-
ni e della lana in Padova nei
sec. XIII e XIV, (cenno), p. (58.
CisoTTi U. - Sull' impiego di fun-
zioni ellittiche in una questione
idrodinamica, (cenno) p. 52.
Crescini Vincenzo. - Un concerto
trobadorico, (cenno), p. 121.
D'Arcais. - Vedi Arcais.
Da Rios. - Vedi Rios.
Da Schio. - Vedi Schio.
Dm Giovanni. - Vedi Giovanni.
Dk .Marchi. - Vedi Marchi.
De Tonl - Vedi Toni.
Enrico VI. - (Un diploma inedito
di). - E. Besta, [cenno), p. 82.
Farini a. - Sulle variazioni quan-
titativ(5 del glicogene e d(dle so-
stanze albuminose del fegato per
r influenza della temperatura e
per il taglio del vago, (sunto),
p. 44-45. — Sulla perdita dei
grassi e dell' acqua del fegato
nelle rane ibernanti per l'elevata
temperatura e per il taglio dei
vaghi, (sunto), p. 99-100.
Favaro Antonio. - Amici e corri-
sp(tndenti di Galileo Galilei -
XXI Benedetto (-astelli, (cenno),
p. 41-42. — Intorno ad una scrit-
tura inedita di Archimede nova-
niente scoperta e pubblicata. Co-
municazione, (cenno), p. 79. —
Per la storia del compasso di
proporzione. Nota, (cenno,, p. !)7.
Favaro G. A. - CJonfronto fra le
osservazioni dell' eclisse solare
DELLA PAUTK PRIMA
del ìJO agosto fatte a Padova e i
calcoli eseguiti con la « Comiui.-'-
swire des teinps » ed il « Nanti-
cal Aìmcniar» ili fiOiidra. (Nota)
con prelazione ed appendice del
prof. (t. Lorenzoni, [cntiìo), p. !)8.
r^KERAEi (jT. - Tre papii'i bizantini
inediti greco-egizii dell'età bi-
zantina, {cenno), p. 186-7.
Fkrrakis Carlo Francksco. - Pa-
ride nell'annunziare la morte del
prof. Pietro Pavesi, m. e. del R.
Istituto Lombardo di scienze e
lettere, p. 39-40. — Parole in
commemorazione del prof. (ì in-
seppe Bardelli, m. e. del R. Isti-
tuto Lombardo di scienze e let-
tere, p. 77-78.
Ferrini Rinaldo. - (Commcinora-
zione del prof, comni.) m. e. e
segretario del Reale Istituto Lom-
bardo di scienze e lettere —
G. iJei'chet — pagine 73-74.
(Ialilki CtAlilko. - ( An-iici e cori'i-
spondenti di). - XXI. Benedetto
Castelli. - A. Favai'o, {cenno),
p. 41-42.
ÙKKOLA GiusKPPE. - Appunti sui
monumenti veneti di CefaloJiia
e di Corfù, (cenno), p. (52.
Ghikardj: Geppino. - Sidla ricerca,
tossicologica della eroina, dio-
nina, peronina, p. 211.
GiANTTROO EmanlivLE. - (lu nicuio-
l'ia di). Parole pronunciate dal
pi-of. Vittoi'io Polacco, ni. e., iicl-
r adunanza d(d 17 maggio ll»i)7.
p. 5.5-58.
Giordano D., Sti.kani A.. Bassini
E. - Relazione della Commissione
per l'esame degli elaborati pre-
sentati al concoi'so di Fondazio-
ne Jialbi-Valier p), p. 215.
Schio ('Daì Almkrico. - Per una
priorità, p. 150-54.
Skvkri F. - Sulle superficie algebri-
che che ammettono un gruppo
continuo permutabile, a due para-
metri (li trasformazioni birazio-
nali, {cenno), p. 62.
SiBiRANi Filippo. - Esistenza degli
integrali in alcuni tipi di ('(ina-
zioni alle derivate parziali, (cen-
no), p. 100.
SiMEONi Luigi. - F/ abside di San
Zeno di Verona e gli ingegneri
Giovanni e Nicolò da Feri'ara,
(cenno), p. 187.
SoMMER Elvira. - Per la leggenda di
Tristano in Italia, (cenno), p. 1S6.
SoPRANA F. - Ulteriore contributo
alla conoscenza dell'atrofia mu-
scolare progressiva da lesione
dei canali semicircolari, (sunto),
p. 43-44.
Spica Filtro. - Appunti alla Co-
munica/ione (li C. Dongiovanni.
Sulla ricerca microchimica del
fosforo nei tessuti vegetali, pa-
gine 81-82.
A. Stekani, e. Bassini, D. (Jiorda-
NO. - Relazione della Commis-
sione per l'esame degli elabo-
rati presentati al concorso di
Fondazione Balbi - Valier pel
biennio 1906-907, p. 141-50.
Stenta Mario. - Osservazioni sul
genere Pinna. Nota, (cenno),
p. 75-76.
Tamassia Arrigo. - Le vene dor-
sali della mano come indice di
identificazione personale. Nota,
(cenno), p, 120-21.
Tamassia Nino. - (iidvanni Argiro-
pulo e un proemio medioevale
dei libri giui'idici. Nota, {ci'nno).
p. 42-48. — Commemorazione (li
Fedele Lampfertico, p. 83-93.
TkijLini Achille. - La distribuzio-
ne della neve nelle Alpi orien-
tali e nel Veneto, (cenno), pa-
gine 98.
Thomson William. - Vedi Kelvin
(Lord).
Toni (De) G. B. - Illustrazione del
secondo volume dell' erbario di
Ulisse Aldrovandi, (cenno), pagi-
ne 60-61.
Torelli Ruggero. - Sulla linearità
delle involuzioni più volte infi-
nite appartenenti a una curva
algebrica. Nota, {cenno), p. 122.
— Sulle serie algebriche di
gruppi di punti appartenenti a
una curva algebrica, (cennn), p.
218.
Tristano. - Per la leggenda di Tri-
stano in Italia. - E. Sommer,
(cfiuio), p. 186.
Tri US Enrico Filippo. - Nota sopra
un esemplare d'Anguilla di uno
spiccato metacromatismo, rega-
lata alle Collezioni dell'Istituto
dal sig. avv. G. B. Voltolina,
{cenno) p. 60; 65-66. Ricerche sui
Trachini che frequentano la
spiaggia del Lido e specialmente
sul Trachinus vipera. C. V..
(cenno), p. 96-97. — Nota sopra
una forma di metacromatismo
osservata in un esemplare di
l 'leuronertes italicus Giinth :
preso nella laguna di Venezia,
(cenno), p. 214; 221-2.
F. Trois, n. RiccL II. Bkli.ati. -
Relazione della Commissione in-
caricata di riferire sulla scelta
del tema per il concorso scien-
INDICE GENERALE
iiticd ;i premio di Foiidaziono Vkrs(>n E. - Una piccola rivciidi-
(iucriai Staiiipalia, per l'aiiiiu IKll cazionc di priorità. Nota, (renno)^
p. iyy-40. p. oO-òl.
I
PEE MATERIE
AdaiMutc. - Atti: Adunanza ordinaria 27 ottobre l'JOT, p. '.V.)-\h
„ „ 17 novembre „ „ 47-53
8 dicembre „ „ 5y-()4
12 giìiinaio 11)08, „ (u-OH
!) f(d)braio „ „ 7H-7()
„ „ (S marzo „ „ 77-H2
n VI
n n
)>
•n
n
12 aprile „ „ !)ó-101
10 maggio „ „ lli)-122
solenne 24 „ „ „ 128-124
oi'dinaria 14 giugno „ ., 17i)-l'SS
ó luglio „ „ 218-211)
Adunanze. - (Tabella dei giorni in fronto tra le ossei'vazioiii dell'e-
cui si terranno le) nell'anno ac- (disse solare del 80 ag(jsto tatto
cademico rJ0S-llJU9, p. 21U. a Padova e i calcoli eseguiti con
Aereonautica. - Per una priorità. - la " CoHnaiò'suncc .. {cenno), p. (iO-()l. — Sulla
{cenno}, p. 187. ri(!erca microchimica del losforo
Astronomia. - Il ))assaggio di Mer- nei vegetali. - Bongiovanni Coi'-
cuiio sul disco del sole ossei'vato rado, p. 80-81. — Appunti del
nlhi Specola di Padova il 14 no- m. e., !'. Spica. p. 81-82. — Di
vembre 1907. (!omunicazione. - un' operetta sulla Floi-a della
(}. Lorenzoni, p. 47-49. — Con- Corsica, di autore pseudonimo e
DELLA PARTE PRIMA
plagiario. - Saccardo Pier Andrea
(cenno), p. !)7. — Sulla persisten-
za e caduta delle foglie e sulla
relativa bibliografia. - Béguinot
A., (cenno), p. 80.
Cefalonia. - (Appunti sui monu-
menti veneti di) e di (Jortu. -
G. Gerolii, (cenno), i>. 62.
Chimicd. -Solubilità dei veri e falsi
tannati di chinina. - Muraro
Francesco, (cenno), p. 75. — Bulla
ricerca microchimica del fosforo
nei vegetali. - Bougiovanni Cur-
rado, p. 80-81 ; Appunti del m.
e., P. Spica, p. 81-82. — Sul-
la ricerca tossicologica della eroi-
na, dionina, peronina. - Ghirardi
Geppino, p. 211. — Esperienze
col processo elettrolitico Gaspa-
rini per decomporre le sostanze
organiche nelle perizie chimico-
legali. - M. Miorandi, {cenno),
p. 217.
Coinniemorazioni. - Parole nell'an-
luiiiziare la morte del prof. Pie-
tro Pavesi, in. (i. del Reale Isti-
tuto Lombardo di scienze, let-
tere ed arti. - C. F. Ferraris,
p. 39-40. — In memoria di Ema-
nuele Gianturco. l^arole pronun-
ciate nell' adunanza del 17 no-
vembre 11)07. - Polacco Vittorio,
p. f>h-'i^'6. — In memoria di Lord
Kelvin. Parole pronunciate nel-
l'adun. 12 gennaio 1!J08. - Bol-
lati Manfredo, p. t)9-71, — Pa-
role nel!' iinnunziai'e la morte del
prof. comm. Rinaldo Fcri'ini m.
e. e segretario del R. Istituto
Lombardo di scienze e lettere. -
G. Berchet, p. 73-74. — Parole
nell'annunziare la morte del prof.
Giuseppe Bardelli m. e. del R.
Istituto Lombardo di scienze e
lettere - C. F. Ferraris, p. 77-78.
- Commemoiazione di l'cdele
Lampertico. - Tamassin Nino. p.
83-93. — Commemoiazioiio del
ni. e. prof, don (ìiovaiini Beltra-
me. - Occioni-Bonatì'ons Giusep-
pe, p. 103-117 — (Jommemoriizio-
ne di Alessandro Pascolato, letta
nell'adunanza del 10 maggio 1908
- Papadopoli Aldobrandini Ni-
colò, p. 189-209.
Commissioni del R. latitato Veneto
- (Elenco dclb-i. p. 33-34.
Concorsi scientifici. - Relazione letta
nell' adunanza solenne 24 ma.i;-
gio 1908 del R. Istituto Veneto
di scienze, lettere ed arti - Ber-
chet Guglielmo, p. 12.0-29. — Re-
lazione della Commissione per
l'esame degli elaboi'ati presen-
tati al concorso di Fondazione
Balbi-Valiei pel l)ienni(i 19()(i-
907. - A. Stefani, E. Bassini, 1).
Giordano, p. 141-00. — Relazio-
ne della Coni missione incaricata
di r'feriie sulla scelta del tema
per il concorso scientifico a pre-
mio di Fonda/.ione Querini Stam-
palia per l'anno 1911. - F. Trois,
G. Ricci, M. Bel lati, p. 139-40.
Corfù. - (Appunti sui monumenti
veneti di Cefalonia e di». - (i.
Gerola, (cenno), p. (12.
Corsica. - Di un' operetta sulla Flo-
ra della Corsica, di autore pseu-
donimo e plagiario. Nota. - Sac-
cardo Pier Andrea, (cenno), p. 97.
Critica. - Di un'operetta, sulla Flo-
ra dellii Corsica, di autore pseu-
donimo e plagiario. Nota. - P.
A. Saccardo, (cenno), p. 97.
Defunti. - Vedi Membri effettivi del
R. Istituto Lombardo di scienze
e lettere — Vedi Soci corrispon-
denti delle Provincie Venete,
Vedi Soci corrispondenti esteri.
INDICE GENERALE
Dennatohxjia. - I più vecchi lazza-
retti ineflioevali in P]ui'opa. - E.
Broda, {sunto )^ p. 215-17.
Diritto internazionale privato- - (II)
nel Codice Civile Svizzero. - A.
Catellaiii, {sunto}, p. 182-3.
Diritto penale internazionale. - (Di
un) in tempo di pace. - L. Olivi,
(sunto), p. 18Ì-86.
Europa. - I più vecchi lazzaretti
inedioevali in Eui-opa. - A. Bro-
da, (snnto), p 215-17.
Ferrara. - L' abside di S. Zeno di
Vi-rona e gli ingegneri Giovanni
e Nicolò da Ferrara. - L. Simeoni
[cenno], p. 187.
Filosofia. - Attraverso un epistola-
rio. Memoria. - E. Castelnuovo
[sunto), p. 50-51. — La filosofia
nel sistema delle scienze filoso-
ticlie secondo l'Ardigò. Nota. -
Brugi Biagio, {cenno), p. 74-75.
— Il concetto della misura in
Aristotele ed in Kant. - Ragni-
sco Pietro, {cenno), p. 42. — La
partizione della filosofia pratica
in un trattato medioevale. - A.
Levi, {cenno), pagine 217-18.
Fisica. - Intorno alla corrente ge-
nerata dalla coppia platino-spu-
gna di platino immersa in una
soluzione acidulata o salina. Con-
tributo alla teoria osmotica della
pila. - Martini Tito, (sunto),
p. 49-50. — Le dimensioni più
opportune ilei rocchetti di auto-
induzione senza ferro per otte-
nere fenomeni di lisonanza elet-
tromagnetica. - F. Lori, {cenno),
p. 217.
Fisiologia. - Ulteriore contributo
alla conoscenza dell' atrofia mu-
scolare progressiva da lesione
dei canali semicircolari - Sopra-
na F., (sunto), p. 43-44. — Sulla
perdita dei grassi e dell' acqua
del fegato nelle rane ibernanti
per 1' elevata temperatura e per
il taglio dei vaghi. - Farini Al-
berto, {sunto), p. 99-100. — Sul-
1' azione locale della bile e del
glicocolato di soda sui vasi san-
guigni. - Berti Antonio, (cenno),
p. 51 - 52. -- Sulle variazioni
quantitative del glicogene e delle
sostanze albuminose del fegato
per l'intìuenza della temi>eratura
e per il taglio del vago. - Fari-
ni Alberto, (cenno), p. 44-45. —
^Trasmissione della eccitazione
attraverso i gangli spinali ane-
mizzati nei mammiferi. - A. Berti
{cenno), p. 100.
Fondazione Balbi- Valter. - (Rela-
zione della Commissione per l'e-
same degli elaborati presentati
al concorso di) pel biennio 1906-
1907. A. Stefani, E. Bassini, D,
Giordano, p. 141-50.
Fondazione Querini Stampalia. -
(Relazione della Commissione in-
caricata di riferire sulla scelta
del tema per il concorso scienti-
fico a premio di) par l'nno 1911.
- F. Trois, G. Ricci, M. Bellati,
p. 139-40.
Germania. - La legge imperiale ger-
manica sul contratto di assicura-
zione approvata dal Reichstag
nel maggio 1908. - A. Sacerdoti,
(cenno), p. 215. — La pubblica-
zione degli Annali della nazione
tedesca dello Studio di Padova.
- B. Brugi, {cenno), p. 214-15.
Giurisprudenza. - Giovanni Argiro-
pulo e un proemio medioevale
dei libri giuridici. Nota. - Nino
Tamassia, (cenno), p. 42-43.
Idrografia. - Sulle variazioni di li-
vello dei laghi Lapisini. Nota
DELLA PARTE PRIMA
preliminare. - Magrini Piero
Giovanni, (cenno), p. 63-64. —
Osservazioni mareometriche lun-
go il litorale e in laguna fatte
negli anni 1!J06 e 1907. - L. De
Marchi, (sunto), p 61.
Legislazione. - La legge imperiale
germanica sul contratto d'assi-
curazione approvata dal Reich-
stag nel maggio 1908. - A. Sa-
cerdoti, (renno), p. 215. — Le
cabale del mondo legale. Di-
scorso letto nella seduta solenne
del 24 maggio 1908 del Reale
Istituto Veneto di scienze, let-
tere ed arti. - Polacco Vittorio
p. 155-86.
Letteratura. - Attraverso un epi-
stolario. Meniiiria. - E. Castel-
nuovo, (sunto), p. 50-51. — Per
la leggenda di Tristano in Ita-
lia. - E. Sommer, (cenno), p. 186
Matematica. - Sulla integrazione
delle equazioni lineari a deri-
vare parziali d' ordine qualun-
que. Nota. - D'Arcais Francesco,
(cenno), p. 43. — Sulle superficie
algebriche che ammettono un
gruppo continuo permutabile a
due parametri di trasformazioni
birazionali. Nota. - Severi Fran-
cesco, (cenno), p. 62. — Sull'im-
piego di funzioni ellittiche in
una questione idrodinamica. No-
ta. - Cisotti U., (cenno), p. 52. —
Intorno ad una scrittura inedita
di Archimede novamente sco-
perta e pubblicata. Comunica-
zione. - Favaro Antonio, (cenno),
p. 79. — Sui campi elettroma-
gnetici puri, dovuti a moti piani
permanenti. - T. Levi -Civita,
(cenno), p. 183-4. — Sulle serie
algebriche di gruppi apparte-
nenti a una curva algebrica. -
R. Torelli, (cenno), p. 218. — E-
sistenza degli integrali in alcuni
tipi di equazioni alle derivate
parziali. - F. Sibirani, (cenno),
p. 100.
Medicina legale. - Le vene dorsali
della mano come indice di iden-
tificazione personale. Nota. - Ta-
massia Arrigo, (cenno), p. 120-21.
Membri e soci del R. Istituto Veneto
- (Elenco dei) per l' anno acca-
demico 1907-1908, p. 1-37.
Membri effettivi del R. Istituto Lom-
bardo di scienze e lettere, de-
funti : prof. Pietro Pavesi. Pa-
role in commemorazione lette Pre-
sidente C. F. Ferraris, p. 39-40 —
Prof. comm. Rinaldo Ferrini. Pa-
role in commemorazione pronun-
ciate dal segretario G. Berchet,
p. 73-74. — Prof. Giuseppe Bar-
delli. Parole in commemorazione,
pronunciate dal Presidente l'er-
rar is, p. 77-78.
Meteorologia. - Teoria della doppia
oscillazione diurna del barome-
tro - De Marchi Luigi, (cenno),
p. 79-80. — La distribuzione della
neve nelle Alpi orientali e nel
Veneto. - Tellini Achille (cenno),
p. 98.
Microgeologia. - Radiolarie e Sili-
coflagellati di Beigonzano (Reg-
gio Emilia). - P. Carnevale, (cen-
no), p. 187,
Musica. - Un concerto trobadorico.
- Crescini Vincenzo, (ci^^^/^rj), pa-
gine 121.
Ornitologia. - Note ornitologiche
sulla Collezione del Monte ap-
partenente alla signora marche-
sa M. Paulucci. - Arrigoni Degli
Oddi, E. (cenno), p. 79.
Padova. - Confronto fra le osserva-
zioni dell' eclisse solare del 30
INDICE GENEEALE
agosto fatte a Padova e i calcoli
eseguiti con la " Connaissance
(les tenips „ ed il " Nautical Al-
iiiauac „ di Loiidia. Nota - G. A.
Favai!» ; con prefa/ioue ed ap-
pendice del prof. G. Lorenzoni,
(cenno) p. 1)H — Per la storia
delle Corporazioni dei mercanti e
della lana in Padova, nei secoli
XIII e XIV. - R. Cessi, {renno),
p. 68 — La ])ul)l»licazione degli
Annali della nazione tedesca
dello Studio di Padova. Notizia
preliminare. - B. Brugi, (rcnni)),
pagine 214-15.
Pdtoìoffia. - L' endotelioma della
pleura. Considerazioni sintetiche
generali sugli endoteliomi - Ra-
venna Ettore, (cenno), p. 62-63.
— La radiologia della pleurite. -
Pennato Papinio, {cenno), p. 75.
— Contributo alla patologia della
crescenza. - A. De Giovanni,
(cen)ìo), p. 180.
Polizia iitediai. - I più vecchi laz-
zaretti niedioevali in Europa. -
A. Bi'eda, {sunto), p. 215-17.
Scienze. - Vedi Storia delle scienze.
Soci corrisjjondcnfi delle Prorincie
Venete, defunti: Knrico De Ni-
colis, p. 213.
Soci cocj-isponilenfi criteri, defunti -
Parole pronunciate dal prid'. co.
Manfredo Bellati nell' ailunanza
del 12 gennaio 1908, - in memo-
ria di Lord Kelvin, p. 69-71.
Soci (Membri e» dell'Istituto Veneto
(Elenco dei) pei' l'anno accadc»-
mico 1907-1908, p. 1-37.
Storia. - Vìi diploma inedito di En-
ricd \'l. - Px^sta E., (cenno), pa-
gina 82. — Tre papiri bizantini
inediti greco-egizii dell'età bi-
zantina. - G. Feriari, (cenno) pa-
gine 186-7. — La pubblicazione
degli Annali della nazione tede-
sca dello Studio di Padova. No-
tizie preliminari. - B. Brugi,
(cenno), p. 214-15. — Attravei'so
un epistolario. Memoria. - Ca-
stelnuovo P]., (.santo), p. 50-51 —
Per la storia delle Corporazioni
dei mercanti e della lana in Pa-
dova, nei secoli XIII e XIV. -
R. Cessi, (cenno), p. 68. — I mae-
stri di Francesco Novello da Car-
rara.-Levi Ezio, {cenno), p. 52-53.
Storia delle scienze. - Amici e cor-
rispondenti di Galileo Galilei. -
XXI. Benedetto Castelli. - Fava-
ro Antonio, (cenno), p. 41-42. —
Per la storia del compasso di
proporzione. Nota. - Favaro An-
tonio, {cenno), p. 97.
Srizze)-a. - Il diritto internazionale
privato nel Codice Civile Sviz-
zei'o. - E. Catellani, (santo), pa-
gine 182-3.
Università . - Vedi Padova.
Veneto. - Appunti sui monumenti
veneti di Cefalonia e di Corfù,
{cenno), G. Gerola p. 62. — (La
distribuzione della neve nelh^
Alpi oiientali e nel) - A. Tellini,
(cenno), p. 98.
Venezia. - Ricerche sui Trachini
che frequentano la spiaggia ilei
Lido e specialmente sul Trachi-
nus vipera. C V. - E. F. Trois,
(cenno), p. 96-97. — Osservazioni
mareonietriche lungo il litorale e
in laguna fatte negli anni 1906-907.
- L. De Maichi. is/nito), p. 61.
Verona. - L'abside di S. Zeno di
Verona egli ingegneriGiovaiiiii e
Nicolò da Ferrara.- L. Simeoni,
{cenno), p. 187.
Zoolofiia. - Sopra un'esemplare di
anguilla di uno spiccato meta-
cromatismo, regalata alle Colle-
INDICE GENERALE DELLA PARTE PRIMA
zioni dell'Istituto dal sig. avv. Venezia. - E. F. Trois, (renna),
G.B. Voltolina.-Tn.is Knrico Fi- p. 214 e 221-2 — Ricerche sui
lippo, [cenno], p. (iO e Ho - ()(> — Trachini che frequentano hi
Nota sopra una t'orma di meta- spiaggia del Lido e specialmente
cromatismo osservata in un sul Trarldnuft vipera, 0. V. -
^'^^■Acm}y\M-i^i\\ l'ìeuronertesitalicu^, E. F. Trois, (renno) p. 9()-iJ7.
(fiiiitli: preso nella Laguna, 4^f
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