Wi Vislon _- Conto Corrente con la Posta Fasc. 1. 2 PassER I irauine IT? JTALI ICUS ——> —==—m___ per lo studio dell’ Avifanna italica e per tutto quanto, la relazione con gli uccelli in in gener ale Caccia, O ina scelimia lezione, propagazione, pabiciziole, arm emi- grazioni, classificazione, anatomia, fisiologia, embriologia, varietà, mostruosità, ibridismi, orni- tologia agraria, distribuzione geografica, utilità e danni delle varie specie, paleornitologia ec. ec. Abbonamento annuo per l°Jtalia.e per gli uffici postali italiani all'estero L. <. Per gli Stati della unione postale L. 4,50, Altri Stati L. 5. DIRETTORI ONORARI HILLYER GIGLIOLI comm. prof. ENRICO SALVADORI conte prof. TOMMASO Museo zoologico — Firenze Museo zoologieo — Torino Direttore: Cav. SIGISMONDO BROGI s, Via di Città, 14, ed anche S Si UFFICIO Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA N Collaboratori principali (5 Angelini prof. Giovanni, Roma. Lepri march. Giuseppe, Roma. Cai A. Griffoli conte Giacomo, Lucignano (Arezzo). | Lorenz Lodovico cav. de Liburnan, Vienna. Si Arrigoni degli Oddi conte prof. Ettore, Padova. | Martorelli prof. Giacinto, Milano. Ck Bonomi prof. Agostino, Rovereto (Trentino). Morici Michele, Castelbuono (Sicilia). (Carruccio cav. prof, Antonio, Roma. Paulucci march. Marianna, Novoli (Firenze). Damiani Giacomo, Portoferraio (Elba). Riggio dott. prof. Giuseppe, Palermo. Falconieri di Carpegna conte Guido, Roma. | Spinola march. cav. Giacomo, Roma. Ferragni Odoardo, Cremona. Tschusi-Schmidhoffen cav. Vitt. Hallein, Fiori prof. Andrea, Bologna. Salisburghese. Gasparini prof. Vincenzo, Fano. Vallon prof. Graziano, Udine. Collaboratori corrispondenti Altobello dott. Giuseppe, Campobasso. Gragnani Raimondo, Quiesa (Lucca). Caiani Gino, Firenze. Imparati dott. prof. Edoardo, Piacenza. Ceresole Giulio, Venezia, Manche dott. L. Valletta (Malta). De Ceglie Francesco, Taranto. Monticelli prof, Saverio F., Cagliari. De Leone Nicola, Taranto. Poli prof. Aser, Piacenza. Fabani prof. Carlo, Valle di Morbegno. Rosati prof. Pietro, Bologna. Gioli dott. Giuseppe, S. Frediano a Settimo (Pisa). — RIBASSO SUI PREZZI DI ABBONAMENTO PER IL 1897 TUTLTI COLORO CHE PAGHERANNO direttamente all’ Agenzia del Giornale, anto PER IL 1897, NEI PRIMI TRE MESI DELL’ANNATA, inviando sole lire cinque salderanno l'abbonamento al Giornale Ornitologico ed al Bollettino del Natu- ralista, ‘oppure alla Rivista ed al Bollettino del Naturalista ; e con sole lire otto salderanno n Pai per tutti etre questi periodici. SC presso i respettivi uffici postali e secondo le norme stabilite nella detta convenzione. r glì Stati che aderirono alla convenzione di Vienna l' abbonamento costa quanto per l’ Italia, ma soccorre abbonarsi 3 Mi) MIS 4 ZAINI P) tV t; Periodico mensile premiato allo esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed'a ig ineraazionale di ag RS | Abbonamento annuo per l’Italia e per gli D Per gli Stati dell'unione postale L. 4,50. ‘ Sommario del fasdicolo del 1," Gennaio Franzoi prof. Enrico. Cenno biografico dell’illustre comm. Edoardo de Betta. Pag. l. Galli-Valerio dott. Bruno. Esplorazioni nelle Alpi Orobie, dal Pizzo del Diavolo al Cavrello. Pag.5. Neviani prof. dott. Antonio. Il Pitecantropo e la origine naturale dell’ uomo. (erro zione). Pag. 12. Dei prof. Apelle. Organi di Jocomozione degli uccelli e dei pesci. Loro comparazione, e con- siderazioni in proposito. (continuazione e fine). Pag. 18. Rivista bibliografica. Da pag. 23. a pag. 27. Bibliografia italiana di Scienze naturali. Pubblicazioni di Botanica, Paleofitologia, Agri- coltura dal n. 613 al n. 690. + Geologia, Mineralogia, Cristallografia dal n. 681 al n. 796. Da pag. 27. a pag. 32. Avvisi per gli abbonati. Pag. 32. uffici postali italiani all’ estero. L. 4, co — Altri Stati L. 5, 00 FOSCA EA BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore reato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento sonuo per l'Italia e per gli uffi postali italiani all’estero L. 3. Per gli Stati della unione postale L. 3,60. Altri Stati I. 4 Supplemento mensile alla Rivista italiana di scienze naturali el al Giornale ornitologico italiano Sommario del fascicolo del 15 Gennaio Failla Tedaldi L. Coleotteri anormali della mia collezione, ed altri trovati sinora in Sicilia. Pag. 1. Fenizia prof. Carlo. Un nuovo caso di emiteria (Extradactylia ereditaria) (cont. e fze). Pag. 3. Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (continuazione) Pag. 5. COMUNICAZIONI. — Bonatelli F. Il ponte volante delle formiche. — Buzzi O. La fiammella di Berbenno. — Perez Canto C. Sur la coloration des microphytes a l’aide du carbonate — Red. Questioni da risolvere e che interessano i cammina- : ag. ll. ; NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. — B. Quattro grandi balenottere catturate nella riviera ligure — Red. Cacciatore fenomenale — Red. Cinghiali e caprioli a Capri. Pag. Il e.12. Insegnamenti pratici. Pag. 12. Invenzioni e scoperte. Pag. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pas. 14 — Tavola necrologica. Pag. l5. — Richieste, offerte ecc. (gratis per gli abbonati) Pag. 15 e 16. : de Lithine. — K. K. Le noci. tori, cacciatori e alpinisti. Pag. 8 a 13. — Notiziario. Pag. 13.e ld. Avvertenze per gli abbonati, sposizioni : Gli abbonamenti si ricevono in Siena all'Agenzia in Via di Città 14, e datutti gli uttici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal pr incipio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnuovato. Fascicoli per saggio si spediscono gratis, Fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag. di testo. Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, sì danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quardo inviano i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero, L. 1 per 12 numeri e L. 6 il cento fran- chi di porto, purchè li richiedano prima della pubblica- zione del giornale. I soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approbttare dei_molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettno, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte. e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. ', Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sarela lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non si ha. diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però Misa) piene accordata la ristampa, pagando un piccolo com- pé dirs0) Dalle inserzioni gratuite sono per regola esclusi gli scritti che contengono offerte di acquisto 0 di vendita, o che Tel TT <% [U, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano e Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- possono servire di reclame commerciale. - Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato l}ab- bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall? abbonato. 5 L? amministrazione s’incarica di rappresentare gli ab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti. effettuati pagare un compenso da combinarsi. La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsi dì pub- blicare qualsiasi comunicazione o memoria, senza bisogno — di dare giustificazioni in proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autoria proprie spese. Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia ratis, — purchè la richiedano entro l' annata în corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano checontro pagamento Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- — turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L. È | per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano L. logni2 centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli ; abbonati si fanno speciali facilitazioni. Si annunziano le pubblicazioni ricevute e sì fa. speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono. due esemplari. Tutti è pagamenti devono essere amticiputt, Chi desidera risposta unisca i francobolli neces sarì, 0 e i tolina con risposta pagata. : , fimo I. N. 1 10 Febbraio 1897 AVICULA l MEGIORNALE ORNITOLOGICO ITALIANO f i SOMMARIO S. Brogi. Dedica. Pag. 1 S. Brogi. Preambolo. Pag. 2. Enrico H. Giglioli. Della comparsa del Corvus tingitanus in Italia. Pag. 4. Raffaello Meloni. ll Cursorius gallicus in Sardegna. Pag. 5. ‘(G. Angelini e F. di Carpegna. La Limicola Platyrhyncha avvertita per la prima volta in provincia di Roma. Pag. 6. T. De Stefani. Stercorarius crepidatus nuova specie per il golfo di Palermo. Pag. 7. Dott. Cosimo Leonardi. Cattura di una Fratercula artica in Girgenti. Pag. 8. S. Brogi. Specie rare per la provincia di Siena. Pag. 9. Dott. Giuseppe Gioli. Note ornitologiche Pag. 9. Tommaso Salvadori. Descrizione di una nuova specie del genere Rhampocoelus di Chi- riqui. Pag. ll. A. Bonomi. Ulisse Aldrovandi. Pag. 12. E. Untersteiner. Sulla diminuzione degli uccelli. Pag. 13. A. Bonomi. Come si distingua nell’ usignolo îl maschio dalla femmiuva. Pag. 15. Caccie e passaggi di uccelli. Pag. 16 a 19. — Pubblicazioni ornitologiche recenti. Pag. 18a 19. — Bollettino delle pubblicazioni ornitologiche. Pag. 20 a 24. — Noti- ziario. Pag. 24-25. — Indirizzi di ornitologi. Pag. 25-26. — Annunzi varii. Pag. 27 e 28. AL DISTINTO ORNITOLOGO AGOSTINO BONOMI DI QUESTO PERIODICO GALDO E SOLERTE PROMOTORE : AI LUMINARI DELLA ORNITOLOGIA ITALIANA ENRICO E. GIGLIOLI : FOMMASO SALYADORI I QUALI CON SINGOLARE CORTESIA ACCETTANDONE LA COLLABORAZIONE E LA DIREZIONE ONORARIA NE HANNO NON SOLO SUSCITATA MA ANCHE ASSICURATA LA VITA CON GRATO ANIMO S. BROGI PREAMBOLO TO Ecco che il Giornale ornitologico italiano, la cui pubblicazione fu così tanto efficacemente promossa e caldeggiata dall’ egregio prof. Agostino Bonomi di Rovereto (Trentino), si presenta al pubblico in veste modesta, ma pieno di spe- ranza per l’ avvenire. Il fondare in Italia un periodico esclusivamente dedicato allo studio degli uc- celli, parve sulle prime un tentativo facile a fallire; ma appena che Ja proposta . venne a conoscenza dei non pochi studiosi e dilettanti di ornitologia, gli incorag- giamenti e le adesioni furono tali, da far ben chiaro apparire che questa pubblica- zione era desiderata e perfino attesa con impazienza. I più illustri mecenati della Avifauna italica ed i più appassionati cacciatori che riuniscono al diletto anche lo studio, fecero plauso alla iniziativa e gentilmente pro- misero il loro appoggio e la loro preziosa collaborazione : basta dare una scorsa ai nomi pubblicati nella prima pagina della copertina di questo fascicolo, per averne la prova. E devesi inoltre ragionevolmente ritenere che questa schiera sebbene già ricca, andrà man mano aumentando di numero, e le non poche regioni italiane, per le quali non abbiamo ancora collaboratori o corrispondenti, saranno anche esse quanto prima rappresentate da qualche studioso osservatore, che contribuirà alla miglior riuscita del nostro comune intento, che è quello di conoscere meglio la interessante e numerosa famiglia degli uccelli, che, o siabilmente o di passaggio, irovansi nella italica terra, considerata nei suoi naturali confini geografici e non in quelli politici che sono artificiali e transitori. La regione zoologica italiana dob- biamo adunque considerarla limitata a settentrione e ad oriente dalla maggior catena delle Alpi, a ponente dal fiume Varo, e per tutto il resto dal mare; comprende inoltre tutte le isole tirrene, 1’ Elba, la Corsica, la Sardegna, la Sicilia, con le Li- pari, le Eolie, il gruppo di Malta, la Linosa, Lampedusa, Lampione, Pantelleria e le respettive adiacenti isolette. Nessuno creda che !a simpatica famiglia degli uccelli di cui l’ uomo di tutte le razze e di tulti i tempi si è sempre interessato e sula quale si è così tanto scritto e cantato in tutte le lingue, in tutti i tuoni, sia ben conosciuta nei suoi dettagli, anche limitatamente alle specie italiane ; molto ma molto ci rimane ancora da sapere a riguardo di certe loro abitudini, alle loro migrazioni, nidificazione, ecc. Ed il bisogno di conoscere meglio queste cose, lo abbiamo non solo per scopo scientifico, ma anche per quello molto pratico delle varie utilità che l’ uomo può ritrarre dagli uccelli. Il ben cono- scere p. e. la nutrizione delle varie specie, nelle diverse età e stagioni, è assolu- tamente indispensabile se si vuol giungere a stabilire senza preconcetti, ma con dati di fatto, i rapporti di utilità e di danno nell’ interesse dell’Agricoltura e della Silvicoltura. Nè si potranno razionalmente conciliare i vitali interessi della caccia che pure hanno diritto di essere tutelati, con quelli dell’ agricoltura, se prima non co- nosceremo se e quanto le varie specie sono utili, nocive od indifferenti per i campi e per i boschi. E, senza contare le questioni scientifiche, sulla nomenclatura, che sarebbe davvero una fortuna se se ne potesse stabilire una per tutti, sulla siste- matica, fisiologia ecc. ecc.; l’arrivo e la partenza, |’ abbondanza e la scarsità on. di Lidl «ll LAI 2. NL si Se ci Ben giusto adunque che oltre che dai professori e studiosi di Scienze natu- specialisti in ornitologia, desideriamo e speriamo frequenti, copiose notizie, dagli RR vatori, dai cacciatori in special modo, ed in generale da tutti coloro che abitano quentano Ja campagna e che si trovano perciò nelle più favorevoli condizioni osservare e riferire quanto interessa la nostra avifauna. St Ma perchè il frutto sia adeguato alle fatiche, occorre che le osservazioni e o | ricerche vengano fatte con speciali cure e presentino certe garanzie indi- i | spensabili; questo lo diciamo non per gli ornitologi provetti, ma per i caccia- tori, escursionisti e per gli osservatori d’ occasione, che pure possono molto gio- — mandiamo di non andare soltanto in cerca delle rarità, ma di osservare e. riferire | lutto ciò che a loro sembri interessante per la storia e per la vita dei nostri uc- x celli e per i loro rapporti con tutto quanto interessa l’ uomo. Occorre notare con ve iligenza le date, i luoghi, î nomi con i quali le varie specie vengono distinte dagli abitanti locali, i colori fuggevoli come quegli degli occhi e delle parti senza penne, e le altre particolarità occasionali ; ma quello che spesso reca delle difficoltà per chi non sia abbastanza esperto in ornitologia, è lo stabilire il vero nome scientifico della specie incontrata, od almeno il nome proprio adottato in italiano, ed, alle volte, anche # sesso, #4 pregio 0 la rarità ed altre cose tutte indispensabili per dare un annunzio scientificamente completo. «A ciò pure si rimedia facilmente con l’ inviare uno o più esemplari della specie | sconosciuta 0 dubbia, o al sottoscritto o agli altri direttori e collaboratori principali di questo periodico, i quali tutti comunicheranno volentieri al richiedente il nome e quanto altro a lui occorra sapere. Anzi siccome è utile che gli uccelli non comuni che capitano in Italia, sieno conservati, così questa direzione si incaricherà di farli imbalsamare il meglio possibile, ed il proprietario deciderà poi per il resto. A tale proposito non possiamo dare qui amplie indicazioni sui metodi da adot- rsì per impedire che gli esemplari soffrano durante il viaggio, specialmente nei esi caldi, ma accenneremo solo che gli uccelli piccoli, i quali, compreso 1° involto, | superano il peso di 350 grammi, è hene inviarli per posta come campioni senza re, raccomandati, involtando l’animale semplicemente in un cartone, e gli altri - pacchi postali o per ferrovia. Sarà sempre bene aspergere l’ animale con qualche itico, come carbolina, panier: tabacco, ecc. onde tener lontani gli insetti che dr mettere sp esemplare, di unirvi i maggiori dettagli possibili relativi alla cattura, a aune: il luogo, il nome del fortunato cacciatore, il modo di Callnra, e poi i dalla dl è pervenuta. di ricevere da | Lutti i nostri abbonati, una copiosa messe di notizie e di studi da pubblicarsi, ma non mancheremo di spigolare fra gli Atti delle tante Ac- cademie, Società ed Istituti italiani, ed avche esteri, tutto quanto vi si trova stam-" pato e che possa interessare i nostri lettori. A tale proposito preghiamo ancera co- loro che comunicano notizie sulla fauna italiana, alle istituzioni alle quali apparten- gono, di inviare anche a noi una copia od un sunto delle loro comunicazioni. Il presente primo fascicolo, destinato intanto a far sapere e vedere che anche in Italia vi è da ora in avanti un periodico speciale per lo studio della sua avifauna, non è riuscito del tutto come avremmo desiderato, ma nutriamo fiducia che la pub- blicazione andrà via via migliorando e perfezionandosi in modo da essere il vero organo degli ornitologi italiani, e tener loro al corrente ‘anche di quanto sulla avi- fauna in generale viene pubblicato all’estero. — Con queste speranze e con questi intendimenti, abbiamo dato vita al Giornale ornitologico italiano che distinguiamo con |’ adeguato modesto nome di AVICULA, ed il cui frontespizio abbiamo ornato con la figura del Passer italiae o Passera reale, che sebbene uccello piccolo e poco splendido, rappresenta l’unica specie del tutto caratteristica dell’ Italia, non trovandosi che entro i suoi confini: Parvus sed omnimo italicus. i È Terminiamo questa chiacchierata con un doveroso, sincero, caldo ringraziamento a tutti coloro che ci hanno spinti all’ opera con incoraggiamenti e consigli, e che con la loro coadiuvazione ci hanno facilitata la via e resa possibile la riuscita. Sicisuonpo Brogi DELLA COMPARSA DEL CORVUS TINGITANUS, Trby,. IN ITALIA Nell” estate del 1894 il conte Ugolino Martelli, distinto cultore della Botanica, fece, allo scopo d’ indagarne la Flora, una gita in Sardegna. Egli si era gentilmente offerto di raccogliere, presentandosene |’ occasione, animali vertebrati per la Colle- zione centrale Italiana da me formata nel R. Museo Zoologico di Firenze. Al suo ritorno infatti, mi consegnò una non piccola serie di pelli e di esemplari conservati nell’alcool, nella quale v’ erano diverse specie interessanti. Tra le pelli di uccelli v'era quella di un Corvo, non in condizioni troppo buone, essendo l’ individuo in | muta. Sulle prime lo credetti un esemplare del Corvus Corax, abbondante in Sar- degna, e non ci badai molto essendo anche occupatissimo in altre faccende, e cer- tamente ben lontano dal supporre la presenza in quella raccolta di un Corvo nuovo | per I° Italia ! Qualche mese dopo, avendo occasione di rivedere quelle pelli, fui colpito dalle dimensioni piccole di quel Corvo, ed esaminandolo con maggiore cura trovai che aveva inoltre un becco corto e notevolmente alto, arieggiando quasi quello altissimo dei Corvultur. Feci tosto un esame accurato dell’ esemplare che acquistava speciale interesse per me, e dovetti convincermi che avevo dinnanzi un esemplare tipico del Corvus tingitanus descritto da Irby nel 1874 ("’ Ibis” 1874, p. 264). Ebbi poco dopo occasione di farlo vedere al mio amico e noto Ornitologo signor E. Cavendish Taylor, il quale senza sapere nulla della mia determinazione, non esitò a dichiararlo ben caratterizzato del c. tingitanus. Esso fù ucciso il 9 Agosto 1894, ; si di S. Antioco, S. O. della CAST ed era un maschio adulto. Li ho fatto et nn p Lon centrale dei Vertebrati italiani a Rial È non soltapto il primo individuo i i specie registrato per essere stato catturato in Italia, ma è specie nuova anche no * Europa. LO Il Corvus tingitanus differisce dal C. Corax per le sue dimensioni Lat e E SACE per lore ; è inoltre specie gregaria, caso affatto insolito pel nostro Corvo maggiore. Abita il N. O. dell’ Affrica, e specialmente il Marocco ; ove, nei pressi di Tangeri, Hog ho avuto io pure occasione di vederlo in grossi branchi nell’Agosto 1883. Vive ancora Page ‘a Madeira e nelle isole Canarie; e ciò che a noi più importa, è stato trovato abbon- pe dante in Algeria dal Taczanowski e più recentemente dal mio amico prof. A. Kénig. Enrico H. Gictioti Nota di RAFFAELE MELONI E —__ Richiamo, con questa breve nota, l’ attenzione degli ornitologi sull’ interessante cattura da me fatta fin dal 15 Novembre 1891, di due Cursorius gallicus J. F. ._ Gmelin. 7 e ,£, sulla spiaggia di Quartu, verso l’ imbrunire ; entrambi in abito c di) — d’ adulto. i «È questa la prima volta, per quanto io sappia, che il Cursorius gallicus è stato preso in Sardegna. Non è difatti, registrato dal Cetti (Gli uccelli di Sardegna, Sas- i sari 1776), dal Cara (Elenco degli uccelli che trovansi in Sardegna od Ornitologia sarda, Torino 1842) e dal Salvadori, anzi quest’ ultimo, a proposito dice, che il Corriere biondo è di passaggio irregolare in Italia in primavera ed in autunno. È SA stato trovato in ogui paese d’ Italia ed anche nelle isole del Mediterraneo, tranne i in Sardegna e soggiunge « ove tuttavia è probabile ne capiti talora » (Fauna. ita- VAR autori nel dire che questo Caradride non è stato trovato in Sardegna (Avi- i fauna italica 1886, pag. 368), ed è stato preso quasi ovunque ; fatto invero che i gli dice singolare ; nè nelle ulteriori pubblicazioni sull’ avifauna italica del prof. Gi- oli Esino italica pag. 564, ed Avifaune pi Do 610 e 630, parte 1.3 e , ho creduto ricordare la cattura di questo uccello, per dimostrare che esso a, quantunque così di rado ed accidentalmente, anche in Sardegna, come ltre isole del Mediterraneo e sul continente. I due esemplari figurano nella zione. SOLIEOGE Sarda cel Museo Zoologico Universitario, La Limicola Platyrhynceha avvertita per la prima volta in provincia di Roma Nota dei Proff. G. ANGELINI e Conte FALCONIERI DI CARPEGNA comunicata alla Soc. Romana per gli studi zoologici. In una delle nostre ultime escursioni venatorie nelle vicinanze di Fiumicino, ci. venne fatto di cogliere un esemplare di Limicola platyrhyncha: è una femmina in abito estivo quasi completo, che viene presentata alla Società e donata al Museo della R. Università di Roma, dove questa specie non era ancora rappresentata. Dieci giorni più tardi e precisamente il 19 maggio u. s., uno di noi, tornato nella stessa località, cioè alla Foce del Tevere, ramo di Ostia, uccideva proprio pello stesso punto un secondo individuo di Limicola g', che ora egli conserva nella sua collezione. Questa specie, che l’ illustre ornitologo P. Savi dichiara di aver avuto dai din- | torni di Pisa una sol volta in sua vita, si credeva fino a questi ultimi tempi affatto. accidentale in Italia; e destò sorpresa )' annunzio, dato dal compianto Conte Ninnt, della sua comparsa regolare nel Veneto, e della preda da lui fattane di ben 43 in- dividui il 25 agosto 1880. Però ulteriori e più accurate ricerche ne dimostrarono l’arrivo piu o meno frequente, anche in altre parti d’ Italia. Pel Romano non ne era stata peranco annunziata la cattura, quantunque. uno di noi ricordi di avervela incontrata qualche altra volta, e sempre sulla spiaggia del mare all’ Isola Sacra. Anzi, riserbandoci di fare altre ricerche negli anni venturi, manifestiamo fin d’ ora l’ opinione che il Gambecchio frullino possa mostrarsi ogni anno in primavera sulle coste romane, ma che finora non vi si sia badato, confou- dendolo cogli altri piovanelli, e segnatamente colla Pelidna minuta, che nel mag; gio vi è comune. ; Anche nel resto di Europa sembra scarso questo uccello che nidifica nel Nord. dell’ Europa e dell’ Asia, e sverna nell’ India e nell’ Africa settentrionale. Infatti a in Europa si considera ovunque come uno dei più rari, quantunque non sia impossibile che vi si trovi più sovente di quanto si crede » dice il Brehm nella sua Vita degli animali, dove maestrevolmente per quanto brevemente, ne deserive i costumi. Però « intorno alla sua indole non siamo sufficientemente informati » — egli aggiunge, ed anche il nostro Savi afferma essere i costumi del Gambecchio frullino poco roti. Poco pure siamo in grado di dire noi a tale riguardo : però le poche osservazioni, che abbiamo potuto fare, confermano appieno taluni punti della descrizione del Brehm, e più precisamente : i 1.° La poca diffidenza di questo uccello: infatti all’ individuo presentato erano stati precedentemente tirati altri due colpi di fucile, senza che restasse colpito o solo leggermente e tuttavia faceva sempre piccoli voli, lasciandosi avvicinare a breve distanza. 2.° Le sue abitudini poco gregarie : di fatti lo stesso individuo se ne stava tutto solo in disparte, mentre sullo stesso isolotto di pochi metri quadrati di su perficie pascolava un numeroso drappello di altri piovanelli (Tringa subarquata e minuta), e nemmeno si aggregò ad essi quando tutti volarono via spaventati da un. fî nelle vicinanze. E in mezzo a questi, che furono osservati a lungo e fatti al- zare ripetutamente, mai si udì il verso del Gambecchio frullino. | 3.° Il grido di richiamo, che si può precisamente esprimere colla sillaba tirr. Questo verso, che la Limicola al pari delle altre Tringhe emette volando, è diverso da quello del comune Gambecchio, e somiglia moltissimo a quello della /elidna Temmincki; anzi al secondo individuo fu tirato appunto perchè al grilo lo si giu- | dicò appartenente a quest’ ultima specie, pure non comune, e solo nel raccoglie: rlo “dali si pp ouonbe per una SITA E AC Notiamo questo fatto, parendoci al- “forme tanto più diversa. E Un’ altra cosa che ci pare rimarchevole nel Gambecchio frullino, è, oltre la forma, la straordinaria mollezza e flessibilità del becco, dipendente tanto dalla. de- bolezza e mobilità delle ossa, quanto e più ancora dalla poca consistenza dei te- corinchi; nel riseccarsi il becco si sforma notevolmente, prosciugandosi ed assotti. gliandosi. Tale becco veramente giustifica il nome di ptatyrAyncha dato a quest’uc- cello dal Temminck; come pure, congiunto alle altre particolarità di struttura, giu- stifica la sua separazione in un genere distinto, nonchè il nome di Gambecchio "frullino che ebbe dal Savi: esso infatti, quantunque sia propriamente una tringa, “accenna ad una transazione verso i veri scolopacini. Stercorarius cerepidatus Gnl. NUOVA SPECIE PER IL GOLFO DI PALERMO Il 22 luglio scorso, da un pescatore fu portato vivente al locale Istituto zoologico, un giovane maschio di questo uccello che lo stesso giorno era stato — catturato nelle acque del nostro mare; è la prima volta che tale specie, abi- tatrice delle regioni polari, viene notata nel golfo di Palermo e la sua cattura quindi cha una importanza massima, non solo per la rarità del soggetto, ma anche per la a Lia locale. pilo Laridae in Sicilia è stato preso ben rare volte, io stesso ne ie una È. come erroneamente venne stampato negli « Appunti e note di Ornitologia siciliana », pubblicate da me e dal Dottor Riggio nel Naturalista Siciliano del 1895). Il Massa (Gli uccelli della Sicilia con note speciali su diverse specie . . . 1891) ne ricorda n esemplare ucciso presso Catania nell’ aprile del 1872 e il Giglioli (Avifauna ita- CATTURA DI UNA FRATERCULA ARCTICA (Linn. ex Olus.) IN GIRGENTI — Sue accidentali apparizioni vi In una rigida giornata dello scorso marzo venne predata in Girgenti presso la foce del fiume Naro una Fratercula aretica, detta volgarmente in Italia Pulcinella di mare, Mormone (Calvi), Fraticello, Pica marina (Stor. Uc.), ed in Sicilia Puddicinedda di mari. La spoglia del detto uccello venne acquistata dal Signor G. Caratozzolo, ed è ben conservata. Credo utile far menzione della importante cattura, essendo questo uccello assai raro fra noi e la sua apparizione del tutto accidentale. Mi si riferisce da persona degna di fede che nel gennaio 1885 un cacciatore ne catturò ben cinque individui in Girgenti, e precisamente lungo la spiaggia di S. Leone. È Il Pulcinella di mare, (Fratercula aretica, Leach. ex Lin., Fratercula, Briss., Mormon articus, Macgill., Mormon Fratercula, Temm) è così detto forse perchè sull’ osservatore pro- duce un'impressione assai comica il suo continuo dondolare del capo e del collo anche quando stà tranquillo ed in riposo. Abita il mar del nord, e la parte settentrionale dell'Atlantico. Secondo il Doderlein è specie assolutamente avventizia per la Sicilia e per la Sardegna. L’egregio Dr. Minà Palumbo, in una sua carissima lettera, mi dice che in Sicilia è raro ed accidentale, ma vi si trova quasi ogni anno. S Qualche soggetto apparisce di tratto in tratto anche nelle acque di Palermo e di Castellammare. — Un giovane individuo fu predato nel 1868 alla Guadagna ed acquistato dal P. Cristina da Morreale ; il 26 marzo 1872, dopo una fiera burrasca, furono catturati due individui adulti a Ficarazzi e regalati al Museo di Palermo. - Ai 25 gennaio del 1874 un bellissimo soggetto fu catturato presso monte Pellegrino e do- nato pure al museo di Palermo. Parecchie spoglie si trovano nei Gabinetti di Catania e Siracusa predate nei dintorni delle dette città. ]l Benoit nota che nel 1838 sui laghetti'del faro di Messina ne comparve un branchetto di 8 a 10 individui, Il Pistone lo dice di passo accidentale, a Messina, e ricorda che nel gen- naio 1885 ne furono catturati parecchi. Il Ruggeri lo annovera pure fra gli uccelli di rara ed accidentale apparizione a Messina. ; Il Morici Minà nota che a Cefalù nel 1885 ne furono predati alcuni. Per il resto d’Italia secondo il Savi, il Gasparini, il Giglioli, il Costa ed altri la Frater- cula arctica è rara ed accidentale. ll Moschella nell’ aprile 1868 la notò nei pressi di Reggio Calabria. Nel 1884 a Napoli al Campo di Marte ne fu ucciso un individuo. A Capri il giorno $S gennaio 1887 vicino alla spiaggia venne presa viva una femmina. In Sardegna, dice il Cara, ne fu catturata una nell’inverno del 1883. Ed il Salvadori fa menzione di una spoglia conservata nel Museo di Cagliari. ì Il Dott. Arrigoni Degli Oddi la chiama accidentale e rarissima perla provincia di Padova. Nella sua Collezione ne conserva due, una delle quali fu presa viva e lungamente nutrita con pesce. Queste rare ed accidentali apparizioni fra noi della Fratercula arctica, abitante quasi sta- zionaria delle regioni nordiche, sì spiegano facilmente. Infatti questo uccello non intraprende vere emigrazioni, e, se nei rigidi inverni, si trova qualche volta anche nelle regioni più me-. ridionali di Europa, come per esempio nel Mediterraneo, ciò è cosa del tutto eccezionale e pro- babilmente dovuta al fatto che alcuni individui sì smarriscono e giungono sin nelle regioni più — meridionali nel passaggio che fanno dalle loro abitazioni estive sui monti, ove intraprendono la cova, all'alto mare, ove passano l'inverno, Girgenti, Agosto 1896. Dott. Cosimo LEONARDI ETA MILVUS MIGRANS Strick, Nibbio nero FS Agosto dello scorso anno ne fu preso uno in luogo detto Pian delle fornaci, rca 2 chilometri da Siena, fuori porta s. Marco. Noto alcuni dettagli che non corrispondono alle descrizioni che ho lette : 2 ‘un individuo giovane con tutte le penne più o meno marginate di color uno ro morati. Misure: Lunghezza totale metri 0,540 ; ala 0,430; coda: massima 0,250 minima 0,225; becco 0,045; tarso 0,060 ; dito medio 0,48. “Aveva in bocca e nello stomaco solo pochi avanzi di locuste. Lo conservo nella mia collezione. Questo falco che abita |’ Asia occidentale e 1’ Africa, può dirsi raro in tutta l’Italia quantunque in qualche luogo vi abbia nidificato. Per il senese pare sia la | seconda cattura bene accertata, avendo avuta una © la Sig. Marchesa Paulucci, che era | Stata uccisa il 3 settembre 1886 presso S. Gemignano. A pag. 400 della parte seconda del Primo resoconto dei resultati della inchiesta ornitologica in Italia, trovasi notato che il Dei ebbe uno di questi falchi preso nel senese nell’ Aprile del 1864; ma questa cattura non la trovo registrata nel Catalogo degli uccelli delle provincie di Siena e di Grosseto dal Sig. Dei pubblicato nel 1868 Sa (Atti R. Accad. Fisiocritici vol. IV) ed il Sig. Dei vedendo il mio esemplare mi ha i detto di non averne mai avuti. CICONIA NIGRA (Linn.) ex Bell, Ciconia nera Questa specie è da noi rara quanto la: precedente. Pare che qualche altro individuo vi sia stato preso, ma mancano precise notizie sulle catture stesse. «_—L’esemplare del quale dò ora notizia è un giovane che fu ucciso il 21 Ottobre scorso dal Sig. Francesco Bologna nel suo padule riservato presso il lago di Mon-. pulciano. Egli me lo mandò ad imbalsamare, e dietro mia richiesta, mi comunicò - le seguenti notizie : ve Era piovuto molto ed il padule trovavasi immerso dall'acqua dei torrenti Mor: raripati. | Il giorno 20 questa cicogna era stata veduta aggirarsi sola nei nostri pa ormendo, sopra un aggallaticcio presso un canale, tenendo la testa sotto le ali ed na gamba alzata ». : La Giconia nera abita quasi tutta la regione paleartica, nell’ India e nell’Africa. - S, Brogil NOTE ORNITOLOGICHE liano a Settimo, — Dal 20 Agosto 1896, giorno d’ apertura di caccia, nu ‘occasione di poter constatare la cattura di alcune specie di uccelli 10 non comuni per la nostra Pianura pisana e pei nostri paduli del litorale, nè mi sembra inutile il registrarle in una breve nota. Sui primi di Sellembre si videro nelle nostre cur igliane per alcuni giorni, svo- lazzare sui cigli delle fosse, nelle praterie umide e nei giuncheti parecchi Pett” az- zurri (Cyanecula Wolfi G. L. Brehm): di questi ne furono uccisi 6 o 7 individui ed io ho potuto esaminare presso un mio amico un esemplare imbalsamato di maschio giovane con gola bianco-giallastra e macchia dello stesso colore in mezzo all’ az- zurro del petto. Le penne azzurre della base del collo, quelle nere dei lati del me- desimo e quelle della fascia nera sopraccigliare erano un poco macchiettate di bianco. Questo grazioso uccelletto se non è rarissimo, perchè tra l’ Aprile e il Settembre ne suol capitare qualcuno da noi, almeno è poco comune. Quest’ estate passata se ne videro più del solito, forse in grazia della stagione fresca e umida che aveva ridotto le nostre praterie in tanti paduli. Egualmente nelle nostre curigliane fu ucciso in Settembre uno Stiaccino (Pra- tincola Rubetra, Linn.), completamente bianco latte, tranne il becco e le zampe di color nero. È questo un bellissimo esempio d’ albinismo ed è stato fatto imbalsamare. Sul finir di Settenibre fu catturato a San Rossore un magnifico esemplare di Aquila di mare (Maliaetus Albicilla Linn.) maschio di dimensioni ragguardevoli, ma giovane, perchè aveva becco nero anzichè biancastro, cera gialla e non bianco-gial- lastra, non aveva il corpo cenerino, ma il suo piumaggio aveva colori che si alter- navano tra il marrone, il nero, il lionato sudicio e il bianco, e questo era alla base delle cuopritrici. Le timoniere aveva esternamente scure e dal lato interno lionato- sudice; le zampe gialle e |’ unghie nere. Le penne delle gambe e del tarso erano color marrone cupo. Ultimamente in Dicembre, pure a S. Rossore, fu ucciso un bel Falcone (Falco Peregrinus, Tunst.). Anche questo esemplare era di giovane individuo, non preva- lendo in esso il color turchino-cenerino degli adulti, ma invece lo scuro-nerastro con penne marginale di giallastro-sporco. Aveva la gola, il petto, l'abdome, i fianchi e i calzoni bianco-giallastri, e Ja coda con fasce strette color nocciola su fondo cene- rino scuro e con una fascia bianca all’ estremità. Becco nero celestognolo, piedi gialli e unghie nere. Questo rapace, che ha le dimensioni di una gallina, da noi in pianura, non è molto comune e si chiama Falco reale. Nel Fiorentino lo dicono Falco terzolo. Abita specialmente i luoghi montuosi e sassosi, si nutre di Pernici, Starne, Piccioni, Germani ecc. È molto vorace e lesto nel ghermire la preda. A proposito di Falchi debbo anche notare un insolito passo abbondante di Falchi cuculi (Cerchneis vespertinus Linn.) o Barletie, nella primavera decorsa. Erano fre- quenti nelle praterie umide e sulle gronde dei nostri paduli. È ben vero che agni anno se ne vedono alcuni da noi; ma un passo numeroso come quello del 1896 “da un pezzo non era stato più segnalato. lo ho fatto imbalsamare un bel maschio adulto ucciso in Tombolo sul finire d’Aprile alla chiusura di caccia. Un bell’ esemplare di Cicogna bianca (Ciconia alba, Scòf.) fu uccisa ai primi di Dicembre sulla riva sinistra dell'Arno presso il ponte di San Giovanni alla Vena. Quest’uccello, sebbene potesse vivere fra noi riguardo alla temperatura, pure è sempre di passaggio diretto a svernare in Africa, d’onde a primavera riparte per tornare in Francia, Germania, Olanda, Svezia, Russia ecc. In Italia dunque è piut- tosto rara, e qui da noi rarissima. ! paduli, le praterie, le rive, sono i suoi luoghi La frequenza delle burrasche, i venti impetuosi e il tempo eccezionalmente TANG del —. autunno, han dicerto contribuito a mel Da noi i di ; ao di mare ui fusca, Linn.), bellissimo LA con piume tutte nere vellutate, con due mezzelune bianche sotto gli occhi o specchi delle ali pure bianchi; | becco giallo-ranciato e nero con protuberanza alla base; gambe e piedi rossi con È; ‘membrane nere. È un uccello della Lapponia, del Gothland e delle Isole della Svezia, al di là del circolo polare artico. È una specie marina vicina alla Macrosa, colla (8 quale coabita i mari del Nord. Raramente trovasi sulle acque dolci, e rarissimamente ‘nei nostri paduli. Presso a poco nella stessa epoca fu uccisa in Campaldo presso Pisa, la sera al- — l'aspetto, una Volpòca (Tadorna cornuta Gmeli) ; palmipede anche questo tutt'altro . che comune, anzi per noi molto raro. Esso ha splendidi colori ; il becco rosso san- guigno, la testa e il collo neri cangianti in verdone. il capo bianco con le spalle ed il dorso color baio ; remiganti, parte della coda e scapolari esterne nere; specchio verdone cangiante in rosso porporino e zampe rosate. Un altro individuo della stessa specie ebbi occasione di vederlo io stesso nel chiaro d’Arnino, mentre mi trovava al capanno colle stampe la mattina del 6 Di- cembre; ma non mi fu possibile tirargli, perchè un tale, che non posso nè devo chiamar cacciatore, allorchè s’ accorse che quest’ uccello forse sarebbe potuto entrare in tiro nel gioco delle mie stampe o in quello di un mio amico, si mise a rincorrerlo col banchino e a tirargli a distanze favolose, finchè 1° uccello, che esso certamente deve aver creduto una Pesciaiola, insidiato per ben tre volte, non prese definitivamente il volo per altre regioni. È da notare che quel giorno il tempo era pessimo, e che, oltre alla pioggia elida, soffiava un terribi'e vento di Nord-Est, il quale forse aveva spinto quella Volpòca fino da noi. 6 Gennaio 1897. Gioi dott. GrusEPPE NUOVA SPECIE _ SALVADORI TOMMASO. Descrizione di una nuova specie del genere RHAM- PHOCOELUS di Chiriqui. (Torino. Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. 4 Luglio ASA n. RETI Toi ni) Rhamphocoelus festae. (48 (usci fata, Pranena ‘sa semilunari sordide Tono Cao? ; lateribus vix rubro ) fascia praepecto- . Nigro- -velutinus, dorsi ima dimìdia parte, uropygio, O coccinets ; 12 rali transversa rubra, lateribus paullum rubro tinctis, plumisque analibus rubris di- stinguenda. Tl tipo di questa specie, insieme con altri uccelli di Chiriqui, fu acquistato dal Sig. Dott. E. Festa durante la sua traversata dell’ Istmo di Darien, diretto all’ Equatore ; esso, insieme colle altre collezioni, è stato generosamente donato al Museo Zoologico di Torino. Per la forma del becco, e specialmente della mandibola inferiore, questa nuova specie appartiene al senere Rhamphocoelus e non all’ affine Phlogothraupis. Ho esaminato diligentemente le descrizioni delle diverse specie del genere Rham- phocoelus, edite dopo la pubblicazione del volume XI del : Catalogue of Birds », ma non ne trovo alcuna cui l'esemplare da me descritto possa essere riferito. Queste specie sono le seguenti : 1. Rhamphocoelus chrysopterus, Boucard, Humming B. I, pag. 53 (Panama) (1891). 2. Rhamphocoelus costaricensis. Cherrie, Auk, VIII; pp. 63-64 (1891); X, p. 278 (1893). — Id. Ann. Mus. Costa Rica, III, p. 135 (1892). 3. Rhamphocoelus atrosericeus capitalis, Allen, Bull. Ann. Mus. IV, p. DI (Vene- zuela) (1892). 4. Rhamphocoelus dunstalli, Rothsch. Novit. Zool. II, p. 481 (America centrale) (1895). ULISSE ALDROVANDI —_—ec%eo——_ S' ella è cosa doverosa il ricordare ai posteri quelle illustri persone che per virtù e per scienza si distinsero dagli altri ed onorarono l’epoca in cui vissero, noi non sappiamo in qual modo meglio inaugurare la serie di biografie degli ornitologi più insigni, le quali intendiamo di venir pubblicando in questo periodico, che dedi- cando questo primo cenno al nestore degli Ornitologi italiani, ad Ulisse Aldrovandi. L’ insigne zoologo nacque agli 11 settembre 1522 da nobile e ricca famiglia di Bologna. Da ragazzo era stato avviato alla mercatura, prima a Bologna, poi a Brescia, ma ben presto l’abbandonò per cominciare col 1539 lo studio delle scienze. Per un anno s' applicò in Pisa alla filosofia ed alla medicina. Nel 1549 cadde in sospetto d’eresia e fu tenuto in carcere a Roma fino alla morte del pontefice Paolo III. Ri- cuperata la libertà, si trattenne colà per lo studio delle arti belle e specialmente delle antiche statue. Seguendo poi gli eccitamenti di Rondolet si diede con entusiasmo allo studio delle Scienze naturali e della medicina, ottenendo in quest’ ultima la laurea di dottore l’anno 1553. Poco dopo fu assunto quale professore a Bologna, ove nel 1568 fondò un orto botanico per scopi medicinali. Aldrovandi (*) fu uno dei naturalisti più attivi e più ricchi di cognizioni del suo secolo. Non contento di dedicare tutto sè stesso alla scienza, consumò quasi intiera- mente una vistosa fortuna per raccogliere materiali per la sua grandiosa Storia na- turale, viaggiando molti paesi d'Europa e mantenendo a proprie spese pittori cd incisori. (*) Non sappiamo perchè gli ornitologi moderni scrivano quasi sempre Aldovrandi. 13 Mori ai 10 marzo 1605 nella sua città natale. Non è confermata la voce che egli morisse cieco e nell’indigenza, poichè la sua Bologna, la quale dopo la di lui morte | spese somme considerevoli per pubblicare le opere di questo suo cittadino, mai lo avrebbe lasciato senza soccorso, tanto più chè essa venne al possesso di tutto l'enorme materiale scientifico raccolto dall’ Aldrovandi. A 77 anni cominciò a pubblicare la prima parte della sua grandiosa opera zoolo- gica (13 volumi in foglio), della quale però egli non trattò che quattro volumi, tre degli Uccelli ed uno degl’ Insetti. 1 A completare la suddetta opera coadiuvarono la vedova Aldrovandi, l'olandese Cornelio Uterverio, Tommaso Dempster, gentiluomo scozzese, ambedue professori a Bologna, Bartolomeo Ambrosino e Montalbano. L’Aldrovandi oltrechè di Storia' natu- rale s’occupò ne’ suoi scritti di pittura, d’ architettura, di musica, di poesia, di sto- ria, d’arti meccaniche, di geografia, di critica, di medicina, di filosofia, di teologia ‘ecc. tanto da esser chiamato l’Ercole degli scrittori. Egli è ben vero che le di lui opere per la massima parte non sono che un’ enorme compilazione, d’ una prolissità che opprime e che si ridurrebbero alla decima parte, se si levassero tutte le inuti- lità e le cose estranee al soggetto — favole, superstizioni, miracoli ecc.; — ma non è men vero che esse furono concepite, pel tempo in cui comparvero, con un ardi- mento ed una vastità di disegno, da comprendere tutte le cognizioni allora note, onde l’autore fu onorato dal popolo e dai principi e l’ illustre Buffon lo ebbe a chiamare il più laborioso ed il più dotto di tutti è naturalisti. Il di lui lavoro sugli Uccelli s° intitola : ORNITHOLOGIAE hoch est de avibus historia. in tre volumi, di cui il 1.° (1899) comprende 12 libri, il 2.° (1600) i libri 13-19, eil9.0 (1603) in quo agitur de avibus aquaticis che non ci fu dato di esaminare. i: — È un'opera in foglio con molte incisioni in legno — belle forse per quel tempo — —‘’1‘ma come ben dice il conte Salvadori non ha nè il rigore, nè il linguaggio scienti- fico necessario, talehè oggi a quest'opera non diamo che l’importanza storica. Basti «dire che fra gli animali che hanno natura d’ uccello e di quadrupede il libro 9.° | parla dei Pipistrelli e degli Struzzi e che il libro 10.° discorre De Avibus fabulosis . (Grifi, Arpie ecc.) colle relative figure. Ciò nullameno sia onore a quest’ uomo che dedicò la sua lunga vita allo studio e, colle enormi difficoltà d'allora, riuscì a conquistarsi un corredo di cognizioni, che «ancora oggidìi potrebbero esser vanto d'ogni scienziato. A. Bonomi SULLA DIMINUZIONE DEGLI UCCELLI ® . Nota di E. UNTERSTEINER 14 minore. Questa cosa è innegabile nè le toglie forza il fatto che di tratto in tratto osservasi un passaggio straordinario di una o d’ altra specie perchè appunto quella specie che si mostrò un anno tanto abbondante e numerosa, passò nell’ anno suc- cessivo od anche per alcuni anni in numero assai limitato o mancò quasi del tutto. Furono i tedeschi i primi, che diedero il grido d'allarme, e che osservando un vero 0 creduto aumento d’ insetti dannosi ai boschi ed alle campagne, ne cercarono la causa nella diminuzione degli uccelli, e vollero che questi fossero protetti e ri- spettati, perchè essi distruggono gli insetti dannosi. E questo fu l'argomento d'una infinità di articoli apparsi in giornali e riviste, di conferenze tenute in congressi in- ternazionali per addivenire possibilmente ad una legge comune a’ varî Stati, la quale sancisse l’ abolizione od almeno la limitazione della presa degli uccelli. Contro l'opinione assai diffusa, che gli uccelli si devono proteggere perchè di- fendono i nostri boschi e le nostre campagne, sorsero altri, i quali con non minor zelo, con opuscoli e perfino nei rispettivi parlamenti, sostennero esser molti uccelli direttamente dannosi all’agricoltura, quali p. e. i passeri, i corvi, gli storni, i tordi e le stesse rondini ecc. che distruggono sementi, frutti ed api, ed altri fra gli in- settivori, che non si nutrono d’ insetti che rovinano: le piante, ma d’insetti che vi vono d'altri che distruggono le piante. Costoro propugnano dunque, che gli uecelli insettivori si nutrono d’insetti carnivori e non fitofagi, per cui gli uccelli distruggono i nemici di quegli insetti che danneggiano le piante e che perciò restano in mag: gior numero. Non v’' ha dubbio che si danno uccelli nocivi all’ agricoltura, ma a provare la - asserzione succitata ci sembra che la scienza non sia per anco in possesso d’ un numero sufficiente di osservazioni sicure e spassionate. I fatti e i fenomeni della natura devono venir studiati nel loro complesso, se si vuole arrivare ad una sod- disfacente soluzione d'un problema. E così pare a noi doversi piuttosto studiare il problema che ci occupa nelle sue cause, che vogliamo tentare di enumerare. Una di queste è forse la quasi costante irregolarità della primavera, che ritarda la nidificazione o ne impedisce la riuscita, se l'abbassamento della temperatura suc- cede durante l’incubazione. L’arrivo degli uccelli alle loro solite stazioni, sotto una temperatura molto bassa, fa perire più volte persino gli adulti per mancanza di alimento. Altra causa è il cambiamento delle condizioni del terreno, come lo abbattersi delle boscaglie e specialmente delle piante resinose, che si riproducono soltanto in molti anni. x Talora il bosco non cresce più per le dilamazioni che suecedono dopo il taglio delle piante o per la sterilità del terreno messo in pendio o perchè questo si riduce ad altro genere di coltura. Si pensi altresì alle numerose linee ferroviarie, che si costrussero in questi ultimi cinquant’ anni, che consumarono una quantità stragrande di legnami ed occuparono grandi terreni; ai canali di lungo corso e di larghezza considerevole, all’ ampliamento delle città, alla costruzione di nuove fortificazioni, alla rettificazione del letto dei fiumi e si potrà avere una sufficiente idea della quantità di terreno, che venne sottratta alla coltivazione campestre e boschiva, come pure si capirà come vennero ristretti i luoghi di dimora degli uccelli. La conseguenza di tutto ciò fu senza dubbio, almeno in parte, la causa dello spostamento della dimora degli uccelli, che passano la bella stagione in luoghi, ove è & sE 15 4 — prima non si riscontravano e viceversa, tanto più che il cambiamento delle condizioni del terreno ha influenza anche sulle correnti aeree. Finalmente è innegabile che Ja presa degli uccelli involve una diminuzione del numero, ma innegabile è altresì, che per ottenere un sensibile aumento di questo, — sarebbe necessaria una legge valevole in tutta l’ Europa, che vietasse per molti e molti anni Ja presa di ogni uccello, che non sia nocivo. Fino a tanto che uno o po- chi Stali vieteranno 0 ito l’uccellazione, l’ aumento degli uccelli sarà imper- cettibile e noi domandiamo, se perchè la Germania proibì 1° uccellazione, 1° Austria la limitò ed accordò ai Comuni il diritto di vietarla per intiero, e che l’ Italia fece pure qualche cosa, restringendone almeno il tempo, che prima era illimitato, ci sia chi s’ accorga di un qualunque, anche più piccolo aumento d’uccelli? Egli è che le cause della diminuzione sono molteplici e svariate e che ben poco si guadagna cer- cando di toglierne una e questa anche soltanto temporaneamente. La legge dovrebbe essere generale e di lunga durata, se la cessante presa degli uccelli deve supplire e togliere |’ effetto di più cause. Noi non sappiamo da quanti secoli si prendano uccelli. Nell’antico Testamento si raccomanda che se si tolgano i piccoli dal nido, si risparmino i genitori; Virgilio nelle georgiche permette al contadino di prendere al vischio gli uccelli per sollaz- “zarsi nei giorni festivi; Orazio parla dei tordi e degli ortolani, che s’ imbandivano alle mense ecc. E passando a tempi molto più vicini a noi, secondo i poemetti del veronese Antonio Tirabosco, e del bergamasco Girolamo Guarinoni, ai loro tempi non solo von v'era penuria d' uccelli, ma grande abbondanza, e quegli autori c’ inse- gnano tutte le insidie per prenderli. Ora come avvenne che adesso subentrò questa scarsezza, quando prima si presero per tanti e tanti anni uccelli con maggiori mezzi che non avvenga attualmente? O forse che gli uccelli, i quali nel tempo passato abitavano 1’ Europa media, dove appunto si lamenta la loro diminuzione, abitano o passavo attualmente ia altri luoghi e contrade? In ogni modo a noi pare poter conchiudere, che la presa degli uccelli non è una causa sufficiente per sè sola a provarne |’ attuale scarsezza. Rovereto nel gennaio 1897. (1) Questa interessante nota ci fu gentilmente favorita dal Sig. Dr. Ercole Untersteiner, consi- gliere d' appello i. p_a Rovereto, ben conosciuto nel mondo ornitologico, e pur troppo da due anni completamente cieco. Pubblicandola, intendiamo di aprire le nostre colonne a tutte le diverse ‘opinioni che oggi giorno si sostengono pro 0 contro il palpitante argomento dell’ Uccellagione, perchè siamo convinti che solo con la lunga osservazione dei fenomeni biologici, colla discus- sione oggettiva, calma e spassionata, si arrivi alla conquista di que’ criteri che devono servir di base ad una eventuale legislazione. LA REDAZIONE i COME SI DISTINGUA NELL'USIGNOLO IL MASCHIO DALLA FEMMINA Tutti sanno che il canto dell’ Usignelo, del quale innumerevoli autori celebra- rono in poesia e in prosa l'eccellenza, è un privilegio del maschio. Ma pur troppo, 16 se non se ne ode il canto. Però per l’ osservatore intelligente e minuzioso ; per chi abbia l'occhio esercitato nell’ allevamento di questo superbo cantore, possiamo dare quì aleune norme (tolte da autori recentissimi) le quali offrono una tal quale ssicu- rezza per distinguere i due sessi, qualora si possano mettere a confronto con esem- plari vivi e di sesso conosciuto. Maschio Portamento piuttosto eretto. Collo proteso sì da far apparire la statura maggiore. Testa specialmente verso la fronte, acu- + Femmina Portamento non eretto. Collo ritirato, onde il corpo apparisce più corto e più tozzo. Testa presso la fronte più rotondata. minata. Tarsi, causa il portamento eretto, sem- | Tarsi appariscono più corti. brano più lunghi. Occhi grandi. Occhi alquanto più piccoli. Becco piuttosto lungo e acuto. Becco meno lungo. Coda larga. Coda meno larga. All'epoca degli amori la parte visibile | Orifizio sessuale non ‘allungato. dell’ orifizio sessuale è marcatamente lunga e rigonfia. (Questo segno, che è il più sicuro, sparisce del tutto dopo l'epoca della propagazione). (*). -_ A. Bonomi (*) Un vecchio uccellatore, molto pratico negli allevamenti, assicurava di aver osservato non solo nell’ Usignolo, ma in quasi tutte le Silvie, che le pennuzze che circondano l’ orìfizio anale sessuale nel maschio sono erette, mentre la femmina le ha sempre adagiate. Caccie e Passaggi di Uccelli __—_———— > RS ZAZT Nel novembre e dicembre decorsi è stato segnalato un abbondantissimo passo di uccelli per gran parte dell’ Italia. In molti luoghi non si ricorda un passaggio così copioso di volatili in genere e di quelli aequatici in specie. In alcune località è stato notato il passo durante il Gennaio di anatre codone e di fischioni, chè di solito non vi si vedono che in primavera. (A. B.) Rileviamo dai giornali di Bologna che in seguito alla bufera che ebbe luogo in quella provincia al principiare dello scorso novembre si notò un passaggio copiosissimo di tordi, i quali furono catturati in tale quantità che si vendevano su quel mercato a 40 centesimi per dozzina. Avuche sul Bresciano per pochi giorni si fecero catture di molte migliaia di tordi. Nel Trentino la specie più abbondante nello scorso autunno fu lo Storno, che per la Val d’Adige passò a milioni, Cacciata reale alla R. Riserva di Licola, Le LL. AA. RR. il conte di Torino ed il duca degli Abruzzi, la mattina del 27 scorso effettuarono una partita da detrati S Py ebbi un Colymbus arcticus P preso vivo a aa er il Po di Volano. In una così detta Caccetta (con capanno e richiami) dal 5 Agosto al 15 Ottobre ho ucciso 642 uccelli, dei quali i più grandi sono Oriolus galbula, Merula nigra, — Turdus musicus, Sturnus vulgaris, Coccothraustes vulgaris (23); i più numerosi | Ligurinus chloris, Fringilla coelebs (centinaia); Lanius di tutte le specie (59); — Sylvia hortensis (49); Butalis grisola (10); Hypolais polyglotta (18); Monachus atricapillus (36); Phylloscus sibilator et rufus (40); Passer Italiae (35); Parus — maior (46). Di straordinario nulla. La Stagione fresca è stata la causa principale dell’ abbondanza della caccia. Qui a Bologna sono celebri cacciatori Santi Giulio che da solo in Settembre, in un giorno, ammazzò 114 Gallinago caelestis; Romagnoli «Arnaldo che anch'egli in Ottobre ammazzò in un giorno 104 Galligago caelestis ; Salina che in un giorno uccise 200 uccelli di valle; Paglia che talora ha ucciso fino ad 800 Passer /taliae ai così detti alloggi. Verona dicembre. Mercato molto ben provvisto di ogni sorta di selvaggina. Anatre in quantità. Roma. Scrive Gieffe al Napoli Sport del 22 novembre. Che sieno tornati i bei tempi per i cacciatori? Abbiamo avuto un passo fenomenale di tordi, un buon passo di allodole, ed abbiamo ora un buonissimo principio per Ja caccia delle bec- caccie. Molti beccaccini, pivieri e pavoncelle ed un discreto volo iu ritardo di qua- | glie. Sabato e domenica 14 e 15 le reti fecero ottime prese. Trattasi di 140, 150 ed anche 160 paia di pavoncelle e pivieri ogni giorno per ogni tesa. ° (Girffe, 19 gennaio). Prego i lettori di buona volontà a volei rispondere al se- guente quesito: Perchè i beccaccini che nell’ autunno prediligono le acque alte, le abbandonano nell’ inverno, tanto che è più facile trovarli ora nei piccoli fossi che nei paduli? Eppure i fossi gelano facilmente..... e parrebbe che le pizzarde e le arciole, dovrebbero, invece preferire il padule dove il clima è più dolce. (C. C. 6 gennaio). Nel mercato di Roma questa mattina, dopo tanti anni, sono comparse parecchie Volpoche (Todorna cornuta). (Red.) Nel novembre passarono moltissime lodole, e nel dicembre beccaccie e beccaccini in gran numero. Castelvolturno. I beccaccini sono stati abbondanti nel novembre. Il 14 vi fu grandissima entrata di pivieri e di pavoncelle, ma di palmipedi pochissimi. Il — 16 novembre due tiratori con due colpi tirati contemporaneamente uccisero 23 uc- lli acquatici, fischioni ed altri minori. Il 14 dicembre sei majonari nel Mazzafarro, cisero con una sola scarica, 49 fra codoni, fischioni e mestoloni, 2 germani reali 13 alzavole. . Pesaro (F. L.al Napoli Sport). Abbiamo avuto il 13 novembre un passaggio + smpinario di ogni Specie di uccelli. Moltissimi. storni, tanto che si erano posati la 3 o. Il Sig. G. Malerbi comunica il seguente resultato finale Gicca, nel suo reccolo e boschetto: Fringuelli 1344 - Tordi 210 - Uccelletti 18 Trasimeno. Iù una partita di caccia offerta dal Comm. Cesaroni, proprietario dell’ isola che trovasi in mezzo al Trasimeno, furono uccisi 300 fagiani, e 50 per- nici, oltre a°67 lepri ed altro. * «Catania. Seicento uccelli acquatici furono uccisi in una cacciata fatta nei a, Pantani d’ Indolfi, e cioè: 153 folaghe, 188 sciabiche, 76 alzavole, 68 morettoni, 63 beccaccini, 46 mestoloni, 10 anitre varie e 5 germani reali. Tunisi 22 dicembre (V). Il passo dei tordi comincia molto bene, in 4 cac- ciatori ne abbiamo uccisi più di 200 ed alle 10 ant. avevamo già finite le munizioni. Fagnano di Cosenza dicembre. Numerosissime le beccaccie. Faenza 13 dicembre (L. al Napoli Sport). Passaggio eccezionale di uccelli; tordi merli e beccaccie erano a portata di mano e si narra ne sieno stati presi an- che con bastoni. Gioia Tauro 9 dicembre. In questa stagione due speculatori spedirono in < media giornalmente per. Nizza e Milano da 80 a 100 chilog. di caccia, per lo più tordi e beccaccie presi alle reti. L' esercizio delle reti è abusivo. est, Cremona. Dal 18 al 22 gennaio vi fu sul Po un’abbondantissimo passo di vari uccelli acquatici, ma a causa della grossa piena pochi ne furono uccisi. In Valtellina (Fiorî) vi è stato nell’ inverno scorso un passo eccezionale di gracchi. Pyrrhocorax graculus. ; i x PUBBLICAZIONI ORNITOLOGICHE RECENTI a NAUMANN°S. Naturgeschichte der Vogel Deutschland’ s und des Angrenze- den Mittel-Europa”s. Se anche scritta in tedesco, non possiamo fare a meno di segnalare ai lettori di questo periodico, che or son pochi mesi si cominciò la pubblicazione di una nuova edi- Dir zione della classica opera di Naumann « Storia naturale degli uccelli di Germania e della limitrofa Europa media » che è ritenuta la migliore opera tedesca sugli uccelli e perciò i anche dalle altre nazioni altamente stimata. La 1. edizione (1822-1860) di 13 vol. in 8.0 Sa essendo ormai divenuta rarissima e di difficile acquisto per l’ elevatissimo suo prezzo — a (circa lire 800) — i più illustri ornitologi tedeschi s’ accordarono di farne la ristampa conservando più che fosse possibile il testo originale, ma facendovi tutte quelle modifica- zioni che si ritengono necessarie per portare l’ opera all’ altezza dei tempi. Essa viene pub- blicata in 12 volumi in folio, e perchè fosse accessibile anche ai meno abbienti, si dà in circa 100 puntate (3-4 fogli con 3-4 tavole) al prezzo di un marco (lire 1,25) per ciascuna. L’ intiera opera dovrebbe essere compiuta in 4 anni. Fino al momento in cui scri- viamo sono comparse 6 puntate, di cui la 1.* comprende la descrizione di alcune specie scelte dai vari gruppi e ciò perchè il fascicolo serva qual numero di saggio — il testo i; di questo sarà più tardi ristampato al posto richiesto —; colla 2.% puntata, per motivi gs tecnici comincia il vol. VI.° che contiene le Colombe, i Gallinacei, gli Aironi, i Feni- cotteri e le Cicogne, con 22 tavole colorate, le quali sono lavorate con una precisione ed un’ eleganza veramente ammirabili. ni Si. di quest’ opera non abano bisogno di spendere oa diciamo. conosce tedesco, se la DO) e non ET a meno di restarne Ci ere A. B. | VALLON GRAZIANO. Contribuzioni allo studio sopra alcuni uccelli delle nostre. po aludi. e della marina. pa: og: questo un interessante lavoro che l’egregio autore viene pubblicando nel Bollet- io della Società Adriatica di Scienze naturali in Trieste ed in opuscoli a parte. marci . Il 1.° fascicolo, che comparve nel Vol. XIV (1893) contiene la descrizione dell’ Ar- vi — detta minuta con 2 tavole. Il 2.° fasc. nel Vol. XVI (1895) tratta del Circus aerugino- ringa alpina, Sterna fluviatilis e minuta (Con 6 tav.). Il 3.° fascicolo del Vol. XVII (1896) — che crediamo non ancora dato alla pubblicità — parla delle seguenti specie: Charadrius (*) pluvialis, Ch. squatarola, Eudromias morinellus, Aegialitis hiaticula, A. minor, A. cantianus, Hydrochelidon leucoptera e H. nigra (con 3 tav.) II) Vallon, che pei suoi lavori gode un nome presso gli ornitologi italiani e tedeschi, oltrechè possedere una robusta coltura scientifica, è uno dei migliori osservatori, giacchè sa passare intiere giornate in luoghi difficilissimi per istudiare gli uccelli sul gran libro della natura. Per conseguenza il lavoro, che egli ora ci presenta, non è una semplice | compilazione, ma il frutto di lunghe fatiche, di minuziose e importantissime osservazioni. D’ ogni specie sono dati: i sinonimi, i nomi delle lingue europee, la letteratura, la caratteristica e un’ampia descrizione di tutti gli abiti, dei nidi, delle uova, delle migra- zioni, del canto e via dicendo. Anche le tavole, specialmente quelle colorite dall’ autore stesso, sono d’ una bellezza e d’ una naturalezza somme. DE AG: _ SALVADORI TOMMASO. Catalogo di una collezione di uccelli delle vicinanze di Deli in Sumatra. (Torino. Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. 16 Luglio 1896. n. 250) L’ illustre conte Salvadori ebbe dal direttore del Museo zoologico della Univer- ; tà di Cristiania e con preghiera di determinarne le specie, una collezione di uccelli CUR presi nelle vicinanze di Deli, sulla costa settentrionale-orientale di Sumatra. Compiuto il lavoro egli ha pubblicato il catalogo ragionato delle 109 specie rinvenutevi e fra le n: quali 4 non erano ancora state trovate in Sumatra. LEPRI march. GIUSEPPE. Nuove contribuzioni all’ avifauna romana. (Roma. FABANI C. Meccanismo interno ed esterno del volo degli uccelli. (Morbegno 1896. ip preafico. Pag. 20 L. ) È un lavoro più che altro di compilazione, assai ben e che può interessare coloro che di tali studi si occupano. : S. B. 20 BOLLETTINO DELLE PUBBLICAZIONI ORNITOLOGICHE TW =a-7>—-= AHuBorN F. - Die Mechanik des Vogelfluges. 134 pag. in-4 con 54 fig. Negli Atti d. Soc. d. Sc. nat. di Amburgo 1896, Lire 9,50. ANGELINI C. - Contributo alle migrazioni ornitiche con osservazioni fatte specialmente attorno allo stretto di Messina. In Boll. Soc. Romana per gli studi zool. vol. V, 1896, fasc. 1..88 pag. (Roma 1896). ARrNnoLD F. - Die Vogel Europas Ihre Naturgeschichte und Lebensweise in Freiheit und > Gefangenschaft. 21. puntate, 50 tav. col. e. molte ine. (Seo 1896). Finora +30 sono pubblicate 10 puntate. A lire 1. ANZINGER F. - Lexicon der einheimischen Stubenvoògel. Nebst Tabelle zum Bestimmen der Singviògel und Unterscheidung derselben von anderen Ordnungen. 161 pag. (Lipsia 1896). Lire 1,50. bo ARRIGONI DEGLI OppI dott. ETTORE - Le. ultime apparizioni dell’ Actochelidon sandvi- censis Lath. nel Veneziano, 16. pag. in-8. Estr. Atti Soc. it. Sc. nat. vol, XXXVI. (Milano 1896). < a ARRIGONI DEGLI OpDI prof. E. - Nota sopra una Querquedula crecca Linn, colorita anormalmente. 2 pag. in:8. Nella Riv. ital. Sc. nat. (Siena, 15 ottobre 96). ARRIGONI DEGLI OppI prof. E. - Note ornitologiche. Elenco degli uccelli italiani cattu- rati nel 1894 e conservati nella collezione di Cà d’Oddo. 2 pag. Nella Riv. ital. a Sc. nat. 15 novembre 96. (Siena 1896). 9 Barr M. - Beitriàge zur Kenntniss der Anatomie und Physiologie der Athemwerkzeuge bei der Vigeln. 79 pag. in-8 con 2 tav. e 26 inc. (Lipsia 1896). In Zeitsch. vds. wiss. Lire 5. Bere C. Comunicaciones Oologicas. 6 pag. In Ann. d. Museo Nac. (Buenos Aires 1896) L. 1. BLAsIus R. - Die Vigel des Herzogthums Braunschweig und der angrenzenden Gebiete. 74 pag. in-8. (Braunschweig 1896). L. 2, 50. BLastus R. - Vogelleben an den deutschen Leuthirme. (Zeitraum 1885- 94). 54 Pag: in-8. (Braunschweig, Ornis 1896) L. 3. BoEcKER W. - Unsure beliebtensten einheimischen Stuben-Vogel, ihre Wartung. u. Pflege. 231 pag. (Illmenau 1896). L. 2,50. Bonomi AGostINo - Notizie intorno alle più importanti catture di uccelli fatte nel Tren- pe tino durante il 1895. 3 pag. in-8. Nella Riv. it. di Sc. nat. (Siena, 15 febbraio 96). LAS Bonomi AgostINO - Che cosa è la Cyanecula orientalis Ch. L. Br.? 2 pag. in:8. Estr. È; d. Riv. ital. d. Sc. nat. (Siena, 15 marzo 96). L. 1. Torcol, le Pic-vert, le Pic-Epeiche. er SI arl - Siena Tip. e I.it. Sordo-muti di L. Lazzeri - in dono. tanto annate arretrate per quanti saranno gli abbonati procuratici. Da qualsiasi anche vecchia ; o mal conser- i vata fotografia ricaviamo e spediamo franco di por- to in tutto il Regno un ingrandimento fotografico rassomigliantissimo alna- turale, sistema inaltera- bile imitazione platino, che incorniciato in ele- gante passe-partout filet- tato oro, forma un quadro 45 X 60 di valore indi- scutibile e di smagliantis- simo effetto. Assieme alla fotografia da riprodursi, (che ritorniamo intatta), rimetterci Vaglia o Uar- tolina di L. 5; 79. Unione Artistica Raf faello, Via S. Lorenzo, 21, Genova. li A, RICERCA DI FALCHI VIVI Ra Con lo scopo di tentarne l'allevamento ad uso di Sport (Falconeria) sì desidera avere vivi Re st falchi delle seghenti specie: AO Falcone (Falco peregrinus) di tutte le età. Astore (Astur palumbarius) giovane prima della muta Sparviere (Accipiter nisus) femmina e gio- vane. Smeriglio (Aesalon regulus) di tutte le età, Chi ne avesse o potesse procurarne è pregato darne avviso alla amministrazione di questo giornale in Siena. ta Vitt. cav. Tschusi, zu Sechmidhoffen Hal- lein, (Salisburghese), cerca in Italia relazionise per cambi di pelli di uccelli e prega rimetterghì l'elenco delle specie desiderate. x 1a vera guida pratica del pollicoltore Lorenzini. 200 pag. grandi (1896) L. 2,50. uelques remarques sur les régles de enclature zoologique, appliquès è (branches: de l’histoire naturelle par g. grandi L. 0, 50. Naturaliste per A. SE 895) L. 4, 50. in volume con dei L.l. Pubblicazioni in vendita presso l'Agenzia di questo periodico SIENA - Via di Città 14 - SIENA | Agli abbonati si cedono i sotto notati libri, franchi di porto e consegna garantita al loro domicilio Italia. — Gli abbonati esteri pagheranno in più le magg tura? per D. G. Salvadori. Pag. 22 L. 0,50. Ss petits animaux i i "ogios iori spese postali. — A chi acquista di- Sono i piccoli uccelli utili all’ agricol- ‘Manuale dell’imbalsamatore del prof. R. Gestro. Con 388 fig. L. 2,10. i Meccanismo interno ed esterno del volo degli uccelli per il prof. C. Fabant. L. 0, 60. ; dira protezione degli animali in rapporto ai loro diritti ingeniti e acquisiti all’umano — consorzio e alle leggi per il prof. Grillo Nic colò. L. 2,00. i Considerazioni sulla intellige animali per il prof. DE Grillo IAASTRO E 10, 6 Microscopi e pre] . Oni microscopiche per gabinetti scolastici E MUSEO DI STORIA NATURALE diretti dal Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Fornitore di molti muser e gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Cataloghi ( Prezzi correnti gr. Animali, Piante, Minerali, Roccie, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ecc. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di Tassidermia -= Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto 1° occorrente per raccogliere, studiare, preparare e-conseryare oggetti di storia naturale, Sono sempre pronte collezioni per l'insegnamento, secondo i programmi governativi Piazza del Carmine, SIENA (Italia) Stabile proprio. 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Grossi tronchi fino al peso di 30 e più chilog. da L. 5 a L. 10. Camaleonti (Camaello vulgaris). Di questi strani rettili affricani sì cedono esemplari im- balsamati e montati su base da L. 7 a L. 10" uno. Conservati in alcool L. 3 e 4 ciascuno. Erbari per uso scolastico con le piante esattamente determinate e sistemate in appositi fogli di carta: 100 esemplari L. 20 — 125 L. 25 — 280 L. 45 — 820 L. 100 — 1300 L. 200. Piccole collezioni di minerali composte di 100 specie e varietà esattamente determinate di minerali e roccie e che potrebbero ben servire 'per l'insegnamento elementare o per un'ama- tore principiante, sì vendono per sole L. 15. Buonissime lenti d'ingrandimento montate in corno, da chiudersi, tascabili. Astuecio con una lente L. 2. Con due lenti e diaframma L. 3. Con 3 lenti e diaframma L. 4. Metamorfosi delle rane dall’ uovo alla rana perfetta, 5 esemplari posti su cristallo e con- servati in alcool L. 2 compreso l’ alcool ed il vaso con tappo smerigliato. Piccole collezioni di uccelli preparati in pelle per i gabinetti scolastici ed ì dilettanti. 40 specie con i loro nomi scientifico e volgare, per sole L. 35. Fanno parte della collezione: 2 Rapaci, 2 Picariae, 20 Passeracei dei diversi ordini e compresi uccelli mosca, 5 Gralle, 2 Palmipedi, ecc. Gongili dell’ Africa. Rettili interessanti, conservati in Alcool, lunghi fino a 35 centim. L: 3,00.ciascuno; N. tre assortiti per L. 7 franchi ‘di porto. Si imbalsamano animali di ogni genere con sistemi speciali per garantirne la conservazione. Per la preparazione di un uccello della grossezza di un Canarino o Fringuello la spesa è di L. 1,50; fino alla grossezza di un 7'ordo L. 2,00; fino a quella di.una Gazzera L. 3,00, ecc. pn animali, statue, ricami, bambole, ecc. i umani — — Ocechi Occhi artificiali di vetro di ogni genere per ì ed esteri. Division of Birds ‘ Conto corrente con la Posta Siena - Marzo-Aprile 1897 per lo studio dell’Avifauna italica e per tutto quanto ha relazione con gli uccelli in generale Caccia, allevamento, nutrizione, acclimatazione, propagazione, malattie, emigrazioni, classificazione, anatomia, fisiologia, embriologia, oologia, nidologia, pollicoltura, colombicoltura, Varietà, mostruosità, ibridismi, ornitologia agraria, distribuzione geografica, utilità e danni delle varie specie, paleornitologia, ecc. ecc. SI pubblica per ora ogni 2 mesi, in fascicoli da 24 a 32 pagine ‘Abbonamento annuo per l' Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 4. Per gli stati della unione postale L. 4, 50. Altri stati L, 5. DIRETTORI ONORARI HILLYER GIGLIOLI comm. prof. ENRICO SALVADORI conte prof. TOMMASO Museo zoologico — Firenze Museo zoologiceé — Torino Direttore: Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori principali Altobello dott.‘Giuseppe, Angelini prof. Giovanni, Roma. A. Griffoli conte Giacomo, Lucignano (Arezzo) Arrigoni degli Oddi conte prof. Ettore, Padova. Bonomi prof. Agostino, Rovereto (Trentino). Brusina prof. Spiridione, Zagreb (Croazia). Carruccio cav. prof. Antonio, Roma. Damiani Giacomo, Portoferraio (Elba). Falconieri di Carpegna conte Guido, Roma. Ferragni Odoardo, Cremona. Fiori prof. Andrea, Bologna. Gasparini prof. Vincenzo, Fano. Lepri march. Giuseppe, Roma. Campobasso. Caiani Gino, Firenze. Ceresole Giulio, Venezia. De Ceglie Francesco; Teramo. Leone Nicola, Taranto. Collaboratori corrispondenti Lorenz Lodovico cav. de Liburnau, Vienna. Magnelli cav. Riccardo, Firenze. Martorelli prof. Giacinto, Miano. Morici Michele, Castelbuono (Sicilia). Paulucci march. Marianna, Novoli (Firenze). Regalia prof. Ettore, Firenze. Riggio dott. prof. Giuseppe, Palermo. Spinola march. cav. Giacomo, Roma. Tschusi-Schmidhoffen cav. Vitt. Salisburghese. Vallon Graziano, Udine. Hallein, Imparati dott. prof. Edoardo, Piacenza. Leonardi dott. Cosimo; Girgenti. Manche dott. L. Valletta (Malta). Marchi prof. Giuseppe, Trento; | Monticelli prof. Saverio F., Caghari. ttivi uffici postali o secondo Ze norme stabilite nella detta convenzione. nani prof. Carlo, Valle di Morbegno. li dott. Giuseppe, S Frediano a Settimo (Pisa). gnani Raimi ndo, Quiesa (Lucca). ; Poli prof. Aser, Piacenza. Rosati prof. Pietro, Bologna. Rossi prof. Torquato. onarsi presso i respe = = 28 Vs Pel INTO too “ pa gli tati che aderirono alla convenzione di Vienna l’ abbonamento costa quanto per l' Italia, ma abb Î Î [l Ti 2a er DÀ P. occorre: o sui prezzi di Abbonamento pel 1897. sa | 1 (vedasi alla pagina seguente) POME. I _LPABBONAMENTO PER IL 1897, NEI PRIMI SET MESI DELL’ANNATA, inviando sole | lire cinque salderanno l'abbonamento al Giornale Orniîtologico ed al Bollettino del Nat ralista, oppure alla Rivista ed al Bollettino del Naturalista; e con sole lire otto salderanno pANSSH l'abbonamento per tutti e tre questi periodici. Gli abbonati esteri dell’ Unione postale pagheranno L. 1,00 di più e quelli. der altri. Stati L. 2,00 di più per le maggiori spese postali. Tutti coloro che hanno già pagato l'annonilii mento al solo giornale ” Avieula ,, E. una riceveranno per tutto l Anno 1897 e compresi i fascicoli già. pubblicati, il: BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Hilevatore, Coltivatore, Heelimatatore Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali dî Palermo e di Milano ed a quella internaziorale di Chiceco ‘Anbonamento annno per l’ Italia e per gli uffici postali italiani all'estero L. ®. Per gli Stati dell’ unione postale L. 3,50. Altri Stati L. 4. Sommario del fascicolo del 15 Marzo Fenizia prof. Carlo. Di un caso di opodimia con alcune considerazioni relative alla i genesi dei mostri doppii. Pag. 33. Imparati dott. prof. Edoardo. Coleotteri del Piacentino. Pag. 35. Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (continuazione) Pag. 37. COMUNICAZIONI. Ronchetti V. Un ottimo metodo per la preparazione dei mierocoleotteri, —_ Grillo N. La intelligenza degli elefanti. — G. Per le ricerche bibliografiche. — Fabani C. Un bel co di tondi in una trota. — Bacologo. L' atrofia dei bachi da seta è li uccelli. 40. a pag. 42 Pag. NOTIZIE DI CACCIA E DI PESCA E NOTE ZOOLOGICHE. Petrillo. Caccie in Savoia. — Società. - braccofila italiana. — Pesca e piscicultura. Pag. 42 e 43. i 44. Notiziario. Pag. 49. — Nomine, promozioni, onorifi- | x cenze, premi. Pag. 46. — Richieste, offerte ecc. (gratis. per gli abbonati) ui ATS5008 Insegnamenti pratici. Pas. — Annunzi diversi. Pag. 48. Avvertenze per gli abbonati, Sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici formerà a fin d'anno un vo- lume di non meno di 150. pagine di testo. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via di Città 14, e da tutti gli uffici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio dî ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnuovato. Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag.di testo. Agli Autori di memorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quardo inviano i manoscritti, Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli! che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero, L. 1 per 12 numeri e L. 6 il cento fran- chi di porto, purchè li richiedano prima della pubblica- zione del giornale. I soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc.; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non &iha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però né viene accordata la ristampa, pagando un piccolo. com 1A] enso. Dalle inserzioni gratuite sono per regola esclusi gli IUEGUNI ITA P, dI) 0IIAHI LA i < "TUTTI COLORO CHE PAGHERANNO direttamente all’ Agenzia del Giornale i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano | e Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- inviando una cartolina vaglia da | i scritti che contengono offerte dì acquisto 0 dì vendita, o che - possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solanento!i quelle provenienti da abbonati che hanno già pagatollab- | bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall? abbonato. L? amministrazione s’incarica di rappresentare gli ab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato - dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. > La direzionepuò, in casì eccezionali, rifiutarsidi pub-. blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioni in proposito. I manoscritti non pub-. blicati possono essere ritirati dagli autoria proprie spese. Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo, — ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratis, _ purchè la richiedano entro l° annata. in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non sì inviano checontro pagamento Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano À per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stam arsì nelle posite pagine costano L. l'ogni? centim.di spazio occu: pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo. abbonati si fanno speciali facilitazioni. Si annunaiano le pubblicazioni ricevute e sifa speci: menzione di quelle delle quali ci pervengono due esem Tutti i pagamenti devono essere anticipati, ( d risposta unisca i francobolli necessari, o_S UIL, con risposta e FAVICOLA | GIORNALE ORNITOLOGICO ITALIANO SOMMARIO lvaidori Tommaso. Intorno a due Uccelli appartenenti a specie estinte o quasi, in Pea _ monte. Pas. 29. j agli E. La Nytea nivea in Italia. Pag. 30. Cattura di un Fenicottero a Vecchiano — Gragnani R. e Brogi S. Gracchi corallini — Panizzi N. Montifringilla nivalis e Aquila erysaetos — Brogi S. Aquila del Bo nelli in Basilicata — Brogi S. Tadorna cornuta in provincia di Lecce Pag. 39. e 40. VARIETÀ E MOSTRUOSITA. Gragnani R. Casi di isabellismo e di melanismo. Pag. 40. Redazione. Merula torquata e Merula alpestris. Pag. 40. | Griffoli G. A. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. Pag. 42. | Fabani Carlo. Analisi fonetica del canto degli uccelli. Pag. 45. . Lenzi dr. Adolfo. Apertura e chiusura di caccia nelle provincie d’ Italia. Pag. 48. Cipolla Francesco. Del metacromatismo degli uccelli. Pag. 51. 'ACCIE E PASSAGGI. La caccia della Querquedula circia in Girgenti (C. Leonardi). — . Corrispondenze da Roma, Verona, Foiano, Nuoro, Castelporziano, Sanremo, Napoli, Avel- | lino, Grosseto, Venezia, Sicilia, ecc. Pag. 52 a 53. ubblicazioni ornitologiche recentissime. Pag. 54 a 56. — Bollettino delle PUDDIS cazioni ornitologiche. (continuazione). Pag. 56a 57. — Notiziario. Pag. 58 a 59. Richieste e offerte. Pag. 59. — Indirizzi di ornitologi. Pag. 60. Intorno a due Uccelli appartenenti a specie estinte o quasi in Piemonte i Nota di TOMMASO SALVADORI A Nell” estate decorsa, avendo avuto occasione di recarmi a Piossasco, poco lungi Torino, trovai in casa della signora Ferrero due grandi quadri, nei quali erano enute le metà di due uccelli, preparate in un odo ora andato in disuso, cioè icate sul fondo, ma assai bene conservate, protette da grandi vetri. Uno degli uccelli era un esemplare giovanissimo di Gypaetus barbatus e sotto ggeva distintamente la indicazione Vautour barbu, Valle di Luserna Dicembre 1789. CA “eceallo è un giovane Grifone (G yps fulvus) colla sle ssa indicazione Valle di ‘la cenliura ha |’ impronta dell’ epoca indicata, e la sig. Ferrero mi disse mo. in casa sua da lungo tempo, e che la persona da cui ‘provenivano diceva breve lavoro intorno a questa specie (1) ho avuto occasione di menzionare gli esem- plari recentemente uccisi in quelle località ; |’ esemplare giovane che si conserva in Piossasco prova che sul finire del secolo scorso il Gipeto viveva anche nella valle di Luserna e probabilmente vi nidificava, giacchè, come ho detto, quell’ esemplare gio- vanissimo, quando fu ucciso, non poteva avere che pochi mesi di vita. L'altro esemplare, il giovane Grifone, è forse |’ unico della specie che si co- nosca ucciso in Piemonte. Resta a sapersi se quell’esemplare capitasse per accidente, 0 se in quel tempo si trovava il Grifone sedentario sulle Alpi Piemontesi, come pare che sì trovi tuttora su quelle del Nizzardo e del Friuli. Il Bonelli nel suo Catalogue des oîseaurx du Piémont (1811) annovera anche il Grifone, ma nulla dice intorno al- l’ essere sedentario od accidentale in Piemonte. i Torino, Museo Zoologico Marzo 1897. (1) Notizie intorno al Gypaetus barbatus (Boll. Mus. Zool. Tor. X, No. 207, 1895). PALEORNITOLOGIA LA NYCTEA NIVEA IN ITALIA La presenza di questa bella Strige nella penisola italiana, durante il quaternario, è sino ad oggi dimostrata da un unico frammento fossile, che è capitato per l'appunto in mie mani. È il terzo superiore di un’ Ulna (uno dei due ossi dell’ avambraccio), guasto soltanto da piccole rotture e conservante perciò le sue caratteristiche princi. pali: proviene dalle mie ricerche nella Grotta dei Colombi (Spezia). All’ infuori di questo pezzo non abbiamo che una certa probabilità, e ciò a giudizio del Milne Edwards, autore di un’ opera insigne sugli Uccelli fossili della Francia, per la presenza della Nyctea nelle breccie ossifere di Cagliari : lo stesso autore afferma di non avere mai incontrata la specie tra i fossili delle caverne della Spagna e della Liguria; e il dr. Nicolò Morelli, di Genova, non |’ ha neppure egli trovata nelle parecchie caverne della Riviera di Ponente, delle quali ha illustrata la fauna. Rimane possibile tuttavia che in altre caverne, massime dell’ alta e media Italia, i cui fossili ornitici non furono studiati, o furono con mezzi insufficienti, la Nyctea sia stata trovata; e lo scrivente sarebbe grato a chiungue, o privato o direttore di un Gabinetto di Paleontologia, volesse comunicargli dei fossili, che abbiano la proba- bilità di appartenere al Rapace in questione. Le grandi ossa della Nyetea somigliano molto, in complesso, e per grandezza e per forme a quelle del Gufo reale, Budo maximus, e soltanto sono più brevi, massime il Tarsometatarso, eccetto che |° Omero può essere uguale e il Metacarpo anche più lungo. La presenza della Nyetea nei dintorni del Golfo della Spezia non ha nulla di sorprendente, ove sì rifletta alla grandezza delle migrazioni anche attualmente intra- prese, all’ avvicinarsi dell’ inverno, da una frazione, benchè piccola, della specie in Europa e in Asia e in America. Aggiungasi che, malgrado si sia creduto non essere mai arrivato in Italia alcun membro della fauna artica, la Nyetea è accompagnata, nella Grotta dei Colombi, da un mammifero di quella fauna, e cioè dal Ghiottone, — Gulo borealis (del quale Mustelino io ho potuto riconoscere un’ Ulna di giovane in- maldi, presso Ventimiglia, e in una delle celebri Caverne dei Balzi Rossi. Inoltre le ns mie ricerche hanno dimostrata quaternaria la parte maggiore della fauna di detta Grotta, in cui tra i Mammiferi (più di 60 specie) si annoverano, all’ infuori del Gulo già indi ‘cato, lo Sciacallo, un’ Antilope nuova, A. Saglionei Reg., e un gruppo di 7 specie | . glaciali: Camoscio, Stambecco, Marmotta, Lepre bianca, Lote, delle nevi, Donnola pigmea, Ermellino. po Hdi Il Milne Edwards, nell’ opera cui ho già accennato (1), non ha rilevati caratteri - differenziali dell’ Ulna della Nyetea in confronto a quella del Bubo, tranne le dimen- sioni, mentre pare che da me ne siano stati riscontrati non pochi, confermati da sette — scheletri di Nyctea, come può vedersi in un mio lavoro speciale (2). Firenze, Museo di Antropologia. E. REGALIA (1) Mine EpwARDS A. - Recherches anat. et palcont. pour servir è l'histoire des Oiseaux fossiles de France. Paris, Masson, 1869-71, II. (2) RecàLIA E. - Sulla Fauna della Grotta dei Colombi. II. Nyctea nivea Daudin, Gulo borealis Nilsson. Nota paleontologica (con 3 tav. in fototipia), in « Archivio per l’ Antropologia ecc. », Firenze 1896. ‘Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli I. PHYLLOSCOPUS SUPERCILIOSUS (Gm.) Luì forestiero Tl giorno 8 ottobre 1893 trovai sul mercato di Udine in un mazzetto di sei Regu- lus ignicapillus un esemplare di questa specie rarissima non solo per la nostra provincia, | ma per tutta l’Italia. Era una femmina, la quale pur troppo trovavasi in condizioni de- hi plorevoli, essendo stata presa col vischio; le mancavano p. es. parecchie timoniere e re- | miganti e di quella viscosa materia aveva insudiciato il capo ed il petto. | Trattavasi però di conservare, ad ogni costo, il prezioso animaletto, percui mi diedi tosto con ogni cura possibile a scarnarlo e lo inviai in giornata, per la montatura, al AE distinto preparatore ungherese, il maestro Kunszt di Somorjan. Dell’ avvenuta cattura informai subito il Professore Giglioli direttore del Museo di Firenze, nonchè il conte Salvadori direttore di quello di Torino. Dall’ egregio Giglioli ‘ebbi sollecita risposta, con preghiera di cedere alla collezione centrale il raro Lui. Nel _Gi igl bi a Firenze. Ai 17 dello stesso mese ebbi la seguente conferma: « Ho indugiato ) , scriverle ‘perchè volevo darle notizia sulla preparazione del Phy2loscopus superciliosus, riuscita quanto poteva; quel disgraziato ’’ rara avis ;, è un piccolo spauracchio, : sua rarità ecc. » nesi fa e precisamente il giorno 27 settembre 1896, mi toccò la fortuna di. ssesso di un altro esemplare, un maschio giovane, preso nelle vicinanze di 32 Udine. Anche questo individuo non trovavasi nelle migliori condizioni, essendo stato preso come l’anzidescritto, col vischio. Lo montai alla meglio, come appunto lo stato in cui trovavasi lo permetteva e come la mia poca arte lo consentiva. Ad ogni modo è là, nel Museo patrio, al quale ne feci dono, che attesta la sua seconda comparsa nella nostra fortunata provincia, ed al dire recente del Giglioli, la terza in Italia. L'Asia centrale e settentrionale è la patria di questo grazioso uccellino. Ai 17 di maggio vide il Middendorf, il primo comparso di questa specie comune su tutti i monti Stanovoy fino su al Kamm e sulle isole poste non lungi dalle coste meridionali del mare di Ockotsh. Dai limiti occidentali dell’ Asia, abitati da questo Lui, oltrepassa talvolta i confini d’ Europa e lo si notò in varie località. Così ad esempio venne catturato presso Berlino, nell’ Anhalt, nell’ Olanda e specialmente sull’ isola di Helgoland, dove il Gàtke potè impadronirsene parecchie volte, nonchè presso Vienna e Milano. In una nota del- l’Avifauna italica (1886) a pag. 130, il professsor Giglioli scrive in merito a questa specie: È noto come nel 1817 Paolo Lanfossi, fa menzione di una Sylvia reguloi des (cioè Reguloîdes superciliosus Gm.), che sarebbe stata presa in Lombardia, nei pressi di Milano ai primi di ottobre 1897; l’ asserzione riposava sulla fede di un preparatore poco scrupoloso ed è stata posta in quarantena. La fine di quest’ uccello non mi è nota, ammenochè sarebbe l’ individuo che figurerebbe nella collezione Camozzi alia Ranica (Ber- gamo), collezione fornita dal prelodato preparatore ..... Il Regulus modestus Naum. che è poi il R. superciliosus è citato dal Cavara come trovato da Feldegg presso Sinj in Dalmazia. Nel 1887 il Conte Salvadori (Elenco degli uccelli italiani p. 133) crede « che questa specie debba essere eliminata dai cataloghi italiani, giacchè fu nella fede di un prepa- ratore poco scrupoloso, nelle sue asserzioni, che il Lamfossi (Giorn. I. B. Ist. Lomb. (nuova serie) I, p. 268, 1847) annunziò la cattura di un individuo di questa specie nel territorio milanese, durante la prima metà dell’ ottobre 1847 ». Il Giglioli pubblicò più tardi nella sua Avifauna italica del 1889 a pag. 224-225: « In questi giorni mercè la cortesia dell’ amico Conte Senatore G. B. Camozzi Vertova, ho potuto esaminare l’ esemplare di questa specie, che fa parte della sua collezione alla Ranica presso Bergamo, e di cui feci cenno un'anno fa (Avif. ital. p. 130, nota). Non solo ho potuto convincermi che è un individuo maschio adulto in abito autunnale del Phylloscopus superciliosus, ma, grazie alle notizie fornitemi dall’ ottimo conte Camozzi, ho potuto porre in sodo che è proprio l’esemplare menzionato dal Lampessi, e basta vederlo per essere convinti che è stato preparato dal fresco e non da una pelle. Fu preso in una prateria molto lungi da Milano il 27 settembre 1847.... Dopo ciò non rimane più alcun dubbio che il PhyMoscopus superciliosus, deve aggiungersi alle specie che sono capitate accidentalmente in Italia. Credo che l'individuo citato sia finora l’ unico noto per cattura nella regione italica, giacchè mancano notizie precise sull’ esemplare ram- mentato dal Carrara, che sarebbe stato trovato dal barone Feldegg a Sinj in Dalmazia... Il Salvadori infine c’insegna, che i molti PAyMoscopus superciliosus, comparsi nel Veronese, a dire del Perini, non sieno stati che giovani esemplari del PAy2opneuste rufus. Possiamo ammettere, e ciò per il fatto che questa specie ha una grande rassomi- glianza coi giovani Regoli, Piorancini e Lu, così da essere necessario un occhio esperto per poterlo distinguere prontamente e con sicurezza, possiamo ammettere dico, che capiti più comunemente di quello che si crede sia in tutta Europa, eccetto nelle parti più oc- ‘cidentali, che più particolarmente in Italia e specialmente, o se vogliamo esclusivamente, dA SRI nelle sue parti settentrionali-orientali. vi Il P. superciliosus è ben caratterizzato dalla stria gialliccia assai marcata sopra i l occhio, nonchè da un’ altra stria gialliccio-verde chiaro che corre lungo il vertice, più intensa nel maschio adulto, che nella femmina e nei giovani. i G. VALLON INTORNO AD UN NUOVO ESEMPLARE DI FALCONE SACRO Gennaia sakep (Gm.) PRESO NELLE VICINANZE DI LUCERA Data Comunic. alla Soc. Ital. di Scienze naturali di Milano, del Socio SR I Prof. GIACINTO MARTORELLI Il prof. Luigi Gamberale, RE, del R. Liceo di Lucera, in una sua lettera del 10 maggio scorso, mi riferiva che, visitando recentemente le collezioni zoologiche del- î l Università di Roma, aveva avuto occasione di osservare il bellissimo esemplare di ROLE Falcone sacro che vi si conserva (già da me descritto e figurato in apposita nota pub- Ao blicata in Roma l’anno 1888) e che gli era sembrato che a questa medesima specie do- i vesse. riferirsi un nuovo esemplare da esso ottenuto vivo il giorno 22 febbraio di que- i st anno (1896). . Era stato preso in una località detta Scorcìa vove (Scortica-bove) in quel di Lucera, essendosi lasciato adescare da certa carne di cavallo che nascondeva una trappola per ‘volpi, ed era quindi venuto in possesso del prof. Gamberale ed entrato a far parte di La una collezione di animali di cui da poco tempo egli viene arricchendo il suo Istituto. Non pago della rassomiglianza che questo falco gli sembrava avere con quello sun- i è «nominato di Roma, volle confrontarlo colle descrizioni della mia recente Monografia il- È lustrata degli uccelli di rapina in Italia, e si confermò così nel suo primo giudizio, che io pure ho riconosciuto esatto, non appena vedute tre riuscitissime fotografie, che rap- i presentano il Falco in tre posizioni diverse. Va i Il sig. Gamberale volle anche gentilmente cedermi per la Società queste fotografie, lasciandomi arbitro di presentarle ed illustrarle in una delle adunanze, come ho fatto molto volentieri. o SRO L’ esemplare di cui scrivo è una femmina adulta le cui misure sono: e. Coda 0,230 — Becco 0,035 — Tarso 0,060 — Dito medio 0,060. a Per quanto posso giudicare dalle dette fotografie, mi sembra differire dall’esemplare fr di Roma, principalmente per la maggior estensione delle macchie scure sull’ addome, Vis e nel resto le differenze sarebbero poche o nulle, e corrisponderebbe poi affatto ad 34 cioè: uno in Dalmazia presso Clissa, di cui parla il Kolombatovic, citato dal Giglioli nell’ Avifauna d’ Italia (pag. 250, anno 1886); uno fu preso vivo presso Trieste il giorno 8 ottobre 1887 ed il Giglioli stesso lo ottenne dal Vallon per la Collezione Centrale dei vertebrati in Firenze; uno preso nella campagna romana nel 1860 ed è quello da me illustrato e due finalmente possono ormai con certezza ritenersi presi in Liguria e pre- parati dal De Negri. Uno di questi è nella suddetta collezione centrale, dopo essere stato dalla vedova De Negri dato al Brooke e da questo al Taylor che lo cedette al Giglioli; (1) 1’ altro è nella Collezione Turati e 1’ ho ricordato e descritto nella Monografia IMustrata a p. 168 e 171. Ora di questo ho maggior certezza che sia stato preso in Italia (probabilmente nella Liguria), perchè, avendolo fatto rimontare per cambiarne la posa e la forma, si è riconosciuto indubbiamente che dovette dal De Negri esser stato preparato in carne, | giacchè ancora si trovavano i ferri delle ali affondati nei muscoli e dentro le ossa della regione carpale, per mantener chiusa l’ala e sostenerla, mentre era fresca e pesante. _ Inoltre la condizione generale della pelle, ancor molle e fresca, e la perfezione del piumaggio dimostrano che il De Negri ebbe questo splendido esemplare in carne e fre- schissimo. Si ricordano veramente dagli Autori anche altri esemplari di questa specie presi in Italia, ma è da ricordare che in questi casi si erano erroneamente determinati per Sacri individui spettanti ad altre specie di Falconi, e specialmente al Pellegrino; ma ad ogni modo i casi di cattura surriferiti, avvenuti in un tempo abbastanza breve, non possono considerarsi come troppo pochi e d’ altronde, per alcune descrizioni minuziose fattemi da cacciatori intelligenti, ho ragione di credere che parecchie volte questo falco fu preso, ma per non essere stato conosciuto non venne preservato. Io non credo poi che il Sacro debba considerarsi veramente come una specie avventizia, giacchè gli individui da me osservati sono per la massima parte adulti, mentre per le specie avventizie sogliono di gran lunga prevalere le catture dei giovani su quelle degli adulti che più difficilmente dei primi sbagliano la strada, o ne sono sbalzati fuori dalle tempeste. Io sono poi anche persuaso che le ulteriori ricerche potranno condurci a constatare la nidificazione del Sacro in qualcuna delle regioni ove già se ne sono uccisi gli adulti e quindi ritengo che questo falcone, quantunque molto raro, potrà essere incluso tra le specie stazionarie in Italia. Se poi si considerano ancora i punti ove le dette catture si sono verificate, si vede che essi sono tutti verso il Bacino Mediterraneo e nelle parti rivolte al mezzogiorno, ricche di boschi, di steppe, o di brughiere, e quindi corrispondenti alle condizioni in cui il Sacro vive in Asia e in parte dell’Africa Settentrionale ed orientale ed in tal modo tutta la regione Mediterranea viene ad esser compresa nella sua area di diffusione. Nota. Il Prof. Gamberale, avendomi inviato in esame uno dei due nuovi falconi, dei quali mi aveva preannunziato la cattura avvenuta da pochi giorni in quel di Lucera, ho potuto constatare con certezza trattarsi di un bellissimo esemplare di Lanario (Palco feldeggi, Schleg.) in muta verso l’abito adulto. Sembra dunque chein quella parte d’Ita- lia i Falconi siano più largamente rappresentati che altrove. (1) Avifauna (1886) pag. 249. 35 Notizie ornitologiche raccolte nel Trentino durante il 1896 Sp da AGOSTINO BONOMI Aquila chrysaétos, Linn. — Aquila reale. Il contadino Clem. Serafini di Ragoli (Giudicarie) il 1.° febbraio uccise sui monti circostanti un magnifico esemplare d’ Aquila reale. Preparata, essa figurava bella- — mente alla mostra di Vini in Trento. — Un secondo esemplare fu ucciso il 25 lu- glio dal valente cacciatore Sartori di Monclassico (Val di Sole) sulla cima Castellac, dove un anno prima ne aveva uccisa un’altra. Egli ne sorprese due che stavano . divorando una Marmotta ed una Lepre ed avendone ferita una a pallini, questa fu- —_—ribonda gli si avventò contro, ma il Sartori riuscì a finirla col coltello, riportando solo delle lievi lesioni. Circaétus gallicus, Gmel. — Biancone. Al principiare d’ ottobre esaminai un giovane Biancone che da oltre un mese era tenuto vivo dal custode del Macello civ. di Rovereto sig. Brazzali. Mi disse che l'uccello doveva esser stato preso dal nido sui monti di Ala. — Un secondo esem- plare: fu ucciso verso la metà di settembre a Marco dal sig. Gabriele de Lindegg e preparato per questo signore. — Un altro bellissimo maschio adulto fu ucciso ai 3 novembre dal sig. Attilio Gallina di Cusiano sul monte Corina (com. di Ossana). Fu qui spedito per la preparazione, onde lo potei esaminare con mio comodo. Nel ventricolo conteneva molte squamme di serpenti e di pesci, senza carne, ma solo con qualche antenna di Acridium. Questo Biancone, che è il più bello che io ab- bia veduto, fu regalato al Museo di Trento. Milvus migrans, Bodd. — Mbbio nero. Esaminai un maschio preso a Pomarolo il 12 luglio. Fu visto per molti giorni, ta- lora accompagnato da un secondo esemplare, certo la femmina, abbassersi dalle rupi sovrastanti di Pradelalbi, - ove con tutta probabilità doveva avere il nido - e venir a pescare nell’ Adige. I contadini di colà assicuravano che era riuscito a pigliare anche 3 Starne. Io però nel ventricolo, non riscontrai che residui d’ Insetti, i quali se non erro, in massima parte erano Cicale. L’esemplare superstite venne per più giorni in cerca del compagno estinto, ma seppe sempre evitare le insidie dei cacciatori. ll Nibbio nero pel Trentino è specie rara. L’ esemplare giace ora nel Museo ro- verelano. Astur palumbarius, Linn. — Astore. — Una femmina giovane fu presa a Brentonico ai 14 novembre e preparata pel Giovanazzi di colà. Aveva lo stomaco completamente vuoto. Non è comune. Aesalon regulus, Pall. — Smeriglio. i Una femmina adulta venne catturata il 28 ottobre a S. Giorgio (Rov.) e rega- lata al patrio Museo dal sig. Luigi Azzolini. Nel ventricolo conteneva molti residui avallette. È specie piuttosto rara ed isolata. - $ymium aluco, Linn. — Gufo selvatico. giovane maschio appartenente alla varietà fulva fu ucciso al Sich sopra Ro- 36 > Nyctala Tengmalmi, Gmel. —- Civetta capo grosso. L'unico esemplare che potei avere in mano quest'anno fu preso il 10 novem- bre in Serrada (Rov.) ov’era incappato da sè nelle reti. Dalla medesima località ne ricevetti di esemplari durante gli anni scorsi. Quest’ ultimo lo spedii al cav. Brogi di Siena, redattore del nostro perioli ico. Bubo ignavus, Dress. — Gufo reale. Fu ucciso un Gufo reale il 29 febbraio a Clena (Bleggio). Lo preparò e lo tiene nella sua collezione l’attuale medico condotto di colà dott. B. Lucchi, appassionato naturalista. Asio accipitrinus, Pall. — Gufo di padule. Ebbi un bell’esemplare preso a Volano il 3 aprile. Era una femmina e nel ven- tricolo conteneva quasi intiero un sorcio (Mus musculus). Siccome è specie piuttosto rara lo feci preparare pel Gabinetto di Storia naturale di questo I. R. Ginnasio. — Una seconda femmina mi fu recata da Lizzana il 21 aprile. Lo stomaco conteneva un Gyrinus natator, residui di Chrysomela graminis, oltre alcuni lunghi peli. Lanius minor, Gmel. — Averla cenerina. Il maestro sig. Leopoldo Venzo mi mandò da Scurelle (Valsugana) il 1.° agosto un bellissimo maschio adulto di questa specie che io non avevo mai prima veduto in carne nel Trentino. In pari tempo mi scriveva che l’Averla cenerina è abbastanza comune nelle praterie della bassa Valsugana. Parus maior, Linn. — Cingallegra. Lo scorso ottobre fu presa nel parco Tacchi alla Madonna del Monte (Rov.) una Cingallegra femmina coi colori alterati (metacromatica) nel modo seguente: Il busto e le parti inferiori sono giallo-canarino vivace, il nero del capo e del petto convertito in cenerino-vinato chiaro. Ali e coda grigie. L’ esemplare vive anche ora (25 marzo 97) vispo, docile e canta allegramente. Certhia familiaris, Linn. — Rampichino alpestre. Di questa specie, che per noi è la predominante, ebbi due esemplari a Madice (Giudicarie) durante la prima decade di settembre. Certhia brachydactyla, Brehm. — Rampichino. Un esemplare coi caratteri marcatissimi della specie. me lo inviò da Trento il rev. Don Tait ai 26 gennaio. Era un maschio e conteneva nel ventriglio molti fram- menti del dermascheletro di Insetti, che per la loro piccolezza non riuscii a deter- minare. Lo regalai al Museo di Rovereto. — Un secondo Rampichino lo ebbi Di Cavrasto (Giudicarie) ai 19 agosto. Accentor collaris, Scop. — Sordone. Ebbi una giovane femmina presa sui monti di Terraguolo ai 2 novembre. Non è raro. Turdus musicus, Linn. — Tordo. Ho visto presso l’on. dep. D. Salvadori a S. Croce due Tordi, i quali sul se- condo anno di prigionia erano diventati, ad eccezione che al gozzo, completamente neri. — I Tordi abbondarono nella prima decade d’ ottobre. Monticola saxatilis, Linn. — Codirossone. Di questa specie, che comincia ad esser una rarità per |’ Impero Austro-Unga- rico, n’ ebbi alcuni esemplari alla fin di luglio e ne passarono parecchi sul Durone | (Giudicarie) in sul principiare dell’ agosto. Cyanecula leucocyana, Br. — Pettazzurro occidentale. . Un bel maschio colla macchia candida fu preso presso a Rovereto ai 13 aprile. Cyanecula suecica, Linn. — Pettazzurro orientale. Ho visto presso il dott. Riccardo Ferrari di Trento un esemplare di questa spe- cie, colla tipica macchia di color marrone in mezzo all’ azzurro del petto. Egli mi disse d’ averlo catturato a Vadena (sopra Salorno) in primavera or son 6 o 7 anni. — Tale specie manca tanto nel Museo di Trento che in quello di Rovereto ed è il primo che ho la sorte d' esaminare in paese. Luscinia philomela, Bechst. — Rusignolo maggiore. Nel Bollettino del Naturalista (Siena 15 febbr. 1896) io riportavo la notizia datami dal rev. D. Ant. Tsit di Trento che un certo sig. Cappelletti di colà posse- deva un Usignuolo maggiore vivo, tolto dal nido a Civezzano nella state 1895. Aven- . do avuto occasione di recarmi a Trento nel giugno 1896, volli visitare il raro esem- plare, ma dovetti con dispiacere constatare, che, sebbene di mole maggiore el solito e con una voce assai più robusta, tuttavia l’ uccello presentava tutti “gli altri carat- teri del Rusignolo comune (Luscinia vera), il che mi persuase essere erronea la de- terminazione allora data. Sylvia nisoria, Bechst. — Bigia padovana. Un maschio adulto di questa rara specie fu preso il 20 giugno all’alveo vecchio dell'Adige presso Volano e tenuto vivo per 8 giorni dal dott. Guido de Probizer di qui. — Venni informato che agli ultimi di luglio si trovò un nido di Nisoria a Brancolino (Rov.). Acrocephalus streperus, Dress. — Cannaiola. N’ebbi una presa a Cavrasto il 22 agosto. È il 2.° esemplare che ricevo dalla medesima località, la quale, noto, è in SA e priva affatto di paludi. Pel Trentino la Gannaiola è piuttosto rara. Anthus pratensis, Linn. — Pispola. Dopo gli Stornelli le Pispole (dial. guigne) furono la specie che più abbondò nella Val d’ Adige in ottobre e novembre. Calandrella brachydactyla, Leisl. — Calandrella. Di questa rara specie fu presa una femmina ai Lavini di Marco i! 6 otiobre dal- — l'avv. dott. Giulio Bozzoni e regalata al locale Museo. Plectrophanes lapponicus, Linn. — Zigolo di Lapponia. x Il dott. Rice. Ferrari possiede nella sua collezione un esemplare giovane da lui Ris or fa qualche anno a Vadena. Passer Italiae, Vieilll — Passera. Ho visto un Passero vivo che la scorsa estate fu portato al rev. d. Tait a Trento. uccello era coperto di sola peluria, ma vestitosi di penne, rimase in gran parte. 38 rari, ai Sabbioni di Lizzana ed uno ne fu ucciso. — Il sig. L. de Antonini di qui prese due Passere lagie ai 30 ottobre in Vallunga. Le spedii all’ illustre cav. Tschusi-Schmidhoffen in Hallein ed egli mi serisse che erano i primi esemplari che riceveva, presi sul suolo austriaco. Coccothraustes vulgaris, Pall. — rosone. L'amico Silvio Brocchi, farmacista a Mori, il 6 vana catturò nel suo roccolo un Frosone quasi intieramente a/bino. Fu donato al Museo roveretano. Aegiothus linarius, Linn. — Organetto. Quale chiusa dell’ abbondante passaggio di Organetti che ebbe luogo nei tre ultimi mesi del 1895, ne ricevetti tredici presi a Serrada ai 24 gennaio. Nell’ au- tunno '96 non ne vidi pur uno. Carpodacus erythrinus, Pall. — Ciuffolotto scarlatto. Il dott. Rice. Ferrari di Trento possiede un giovane di que rara specie pre- so da qualche anno a Vadena. Sturnus vulgaris, Linn. — Storno. Lo scorso autunno lo Storno passò attraverso il Trentino in numero stragrande. Ai 5 ottobre una sola uccelliera (in Vallunga) ne prese 240. Il passo continuò tutto l’ ottobre e parte del novembre. I branchi talvolia di più che 1000 individui, si succedevano gli uni agli altri a poca distanza, specialmente nei giorni 18, 19 e 26 ottobre. Si calcola che ne siano passati dei milioni. Tetrao tetrix, Linn. — Fagiano di monte. Vidi un bel maschio adulto preso sui monti di Ala il 18 maggio. È specie an- cora discretamente comune sulle alte montagne. Caccabis saxatilis, Meyer. — Coturnice. AI Museo di Trento esiste un esemplare colle parti superiori quasi inlieramente bianche, mentre i fianchi hanno il colorito normale. Tringoides hypoleucus, Linn. — Piro-piro piccolo. Ho visto a Trento un individuo preparato, il quale era stato catturato dal doc. civ. sig. Gius. Marchi, lungo |’ Adige (Ischia Wolkenstein) durante il maggio ’96. Ardetta minuta, Linn. — Tarubusino. Dal maestro com. di Mori sig. Leopoldo Venzo mi fu inviato in esame un esem- plare maschio, preso colà nei corso della primavera. Nycticorax griseus, Bp. — /Mifticora. Esaminai un bellissimo maschio di almeno 4 anni, preso da certo Enr. Vaccari di Marco il 1.° maggio. Esso fu preparato pel cacciatore. Il ventricolo aveva le pa- reti tappezzate d’ una melma verde, che a me sembrava fatta di alghe in mezzo alle quali riscontrai 4 sottilissimi vermi (Frlaria?) Querquedula crecca, Linn. — Alzavola. Vidi una femmina presa nelle vicinanze di Volano ai 29 marzo, Rovereto, 1 gennaio 1897. ____FFF 2 CipoLLa F. Il Beccofrusone nel territorio veronese. 4 p. in-8. Ibidem T. IV s. VII. 1893. di - CipoLLAa F. - Metacromatismo di Emberiza citrinella. 8 p. in-8. Ibidem T. VI s. VII 1895. CipoLLa F. Del Metacromatismo degli uccelli. 4 p. in-8. Estr. Atti Ist. Ven. Venezia. Tip. Ferrari 1897). DricHLER C. unp KLEINSCHMIDT 0. - Beitrige zur Ornis de Grossherzogthums Hessen und der Provinz Hessen - Nassau. 70 p. in-8 con 1 tav. col. (Lipsia. Iourn. Ornith. 1896) L. 7. . Foresr J. - Oiseaux acridophages. (Paris 1897. Le naturaliste n. 240 p. 55-60). Forest J. - L’èélevage de l’autruche en Russie d’Europe. (Ibidem, n. 239 p. 45-48). FiùrRER v. L. - Wild und Fagd in Montenegro 20 p. in-8). Estr. d. Bosn. Post. (Se- raievo 1896). GRANGER ALBERT - Repertoire ètymologique des noms francais et des delioninatione vulgaires des oiseaux. (Paris 1897. Le naturaliste n. 238 e seg.). " HAMONVILLE (D’) - Les Oiseaux utiles de la France. 8 p. in-8. (Versailles. Bull. Soc. d’ Accl. 1896) L. 0, 60. i HarrERT ERNST - Aves (1897) vedi sopra Das Tierreich. HarrLAUB G. - Ein Beitrag zur Geschicht der ausgestorbenen Vogel der Neuzeit, sowie derjeningen deren Fortbestehen bedroht erscoheint. 62 p. 2.* ed. (Brema, Abhand. Nat. Ver. 1896) L. 5 Tess (THE) - A quaterly SU of Ornithology. Edit. da Sclater e Saunders. Serie 7, Vol. II N. 8. (London 1896 ottobre). Ogni numero L. 8. | Isorro - Il ritorno degli uccelli (Milano 1897. Giornale 72 Villaggio n. 1085). JoranseN H. - Ornithologische Beobachtungen in Tomsk. 22 p. in-8. In ornith. Jahrb. (Hallein 1896). LEINSCHMIEDT O. - Der nordische Jagdfalk..11 p. con Mast ona in Ornith. Mo- acne XXI ni; 58 NEGOZI ASSO Ringraziamenti. Abbiamo ricevute varie lettere da distinti cultori della ornitologia; da esse appare nuovamente che il Giornale ornitologico incontra il favore degli stu- diosi e noi ne siamo soddisfatti. Anche molti periodici ci hanno usata la cor- tesia di annunziare la pubblicazione dell’Avicula, con parole molto lusinghiere e con felici auguri. Ringraziamo sinceramente tutti i gentili scrittori per gli elogi seb- bene immeritati che ci hanno voluto fare e glie ne siamo grati, ma dobbiamo na- turalmente ripetere che se, come noi pure speriamo, il Giornale ornitologico ita- liano corrisponderà al suo scopo ed ai desiderio degli abbonati, ciò sarà sopra- tutto dovuto ai cortesi e dotti collaboratori e a coloro tutti che ci favoriscono consigli e appoggio. Rammentiamo a tutti coloro che hanno occasione di fare osservazioni od aver no- lizie che in qualsiasi modo possano interessare lo studio degli uccelli, nella loro vita, abitudini, costumi ecc., a non dimenticarsi di darcene comunicazione; ed a tutti co- loro cui capitano uccelli che non conoscono o che sanno essere rari o interessanti per varietà, mostruosità ecc., raccomandiamo o di imbalsamarli o di rimetterli freschi nel più breve tempo possibile a qualcuno della direzione o dei collaboratori principali di questo periodico, oppure conservarli immersi nell’alcool, corredandoli delle notizie come dicemmo nel preambolo del 1.° fascicolo. Uccelli refrattari al veleno delle api? L’ Apicoltore Iones scrive nel Gleanings : « Vidi un’uccello divorare una quantità di api sul davanzalino di un alveare, qualche volta pigliarle al volo, ed altre volte sui fiori dei peschi. Uccisi il vorace demonietto e, nello spararlo, trovai 15 pungoli infitti nelle membrane dello stomaco, come fossero spilli in un cuscinetto. L’indomani ne uccisi un altro con cinque pungoli nel suo sto- maco, ed uno di essi, col sacchetto del veleno tuttora aderente, impegnato nella gola dell’uccello verso la base della lingua ». Giustamente osserva che vi è "da meravigliarsi che 1° uccello non. muoia. Egli aveva finora supposto che gli uccelli riuscivano a schiacciare l’ ape prima che questa potesse mandar fuori il pungolo. Lanciata nazionale di Colombi. La snai Colombofila Fiorentina ha indetta una lanciata nazionale di colombi viaggiatori per il 30 maggio 1897. Le Società Colombofile del Regno, le Colombaie militari, e i Colombicultori iso- lati, purchè distanti almeno 50 chilometri da Firenze, sono invitati a volere aderire all’ iniziativa presa da questa Società, partecipando alla lanciata col maggior numero di colombi. Non dubitiamo che le Associazioni consorelle e i Colombicultori tutti, risponde- ranno volenterosi all'appello, acciocchè in questa solenne occasione il paese conosca di quanta e quale importanza per la propria difesa, possa PISzio allevamento del colombo messaggero. l premi sono istituiti col concorso offerto dal o dalla Camera di Com- mercio, dal Comizio Agrario e da distinti allevatori, e consistono in 2 Medaglie di argento dorato — Medaglie di argento — Medaglie di bronzo Ciascun premio sarà accompagnato dal relativo diploma, e verrà conferito in base ad un regolamento che viene inviato gratis a chi ne fa domanda alia suddetta Società Colombofila in Firenze via Ricasoli 37. ; 59 Concorso internazionale di tiro ai piccioni a Monaco. A questo concorso presero parte 118 tiratori dei quali 40 erano italiani, 30 inglesi, 21 francesi, 8 austriaci, 6 belgi, 4 russi, 3 americani, 2 spagnoli, 2 tedeschi, uno svizzero ed uno indiano. Il gran premio del Casino di Montecarlo che consisteva in 20 mila franchi ed un 0g. getto artistico che valeva circa 5 mila lire, fu vinto da un italiano il Sig. G. Grasselli di Cremona. Anche altri italiani si fecero onore in questa grande gara. Quarto congresso cinegetico italiano. A Napoli si sta lavorando. per organizzare colà il 4.° congresso cinegetico italiano, a cura di quel Circolo di Caccia. Ai 17 Giugno 1896 è morto a Lilford Hall (Oundle, Inghilterra) all’età di 63 anni Lord Thom. Lyttleton Lilford Presidente dell’ Unione ornitologica britannica. Il 1.° gennaio 1897 mori a 83 anni Enrico Gatke il celebre illustratore di Helgoland, quel rinomato scoglio situato nel mar del Nord, che coll’ estensione di pochi chilometri quadrati è tuttavia uno dei punti più impor- tanti dell'Europa per l’arrivo degli Uccelli non solo europei, ma ancora della Siberia e dell'America RICHIESTE E OFFERTE Desiderata : Si fa ricerca dei seguenti uccelli sieno in pelle, sieno montati: Gennaia Feldeggii — Coccyzus americanus — Caprimulgus aegytius — Sitta Whiteheadi — Saxicola melanoleuca — Nemura cyanura — Silyvia nana — Melizophilus sardus — Hypolais olivetorum — Hypolais opaca — Lusciniola melanopogon — Motacilla lugubris — Budytes paradoxus — Loxia pityopsittacus — Horbara Macqueeni — Hydrornia Alleni — Onyekoprion fuliginosus — Larus Audouini — Larus glaucus — Stercorarius crepidatus — Oceanites ocea- nicus — Budytes Beema — Cygnus Bewcki. — Rivolgersi all' amministrazione di questo pe- ‘ riodico in Siena. Ricerca di falchi vivi: Con lo scopo di tentarne l'allevamento ad uso di Sport (Fal- coneria) si desidera avere vivi falchi delle seguenti specie : Falcone (Falco peregrinus) di tutte le età. Astore (Astur palumbarius) giovane prima della muta. Sparviere (Accipiter nisus) femmina e giovane. Smeriglio (Aesalon regulus) di tutte le età. Chi ne avesse o potesse procurarne è pregato darne avviso alla amministrazione di questo giornale in Siena. Vitt. cav. Tschusi, zu Schmidhoffen Hallein, (Salisburghese), cerca in Italia rela- zioni per cambi di pelli di uccelli e prega rimettergli l’ elenco delle specie desiderate. | Dal 20 aprile a tutto il maggio prossimo, affittasi per la caccia alle quaglie, la ri- serva di proprietà del Cav. di Froia ai Bagnoli, luogo detto la Sciuscella. Per schiarimenti \ece. rivolgersi a P. Varriale, Via. Municipio 17, Napoli. Daniele Schiavetti di Genova. Assortimento di uccelli esotici vivi. CURE i Rio Stagni A., fuori porta S. Jsaia Arco Guidi Bologna, cede anatre muschiate di Bar- a a prezzi miti. i { ch S. Brogi, Piazza del Carmine Siena, desidera acquistare anche in grandi quantità, siano 60 ORNITOLOCI VIVENTI Indirizzi di coloro che per studio, o per diletto, o per commercio si occupano di uccelli. Pubblicando questa: lista degli ornitologi dei quali abbiamo potuto. avere l° indiriz- zo, preghiamo tutti i lettori ad aiutarci per renderla il più possibile completa, invian- doci nome e direzione dei loro conoscenti che si occupano di uccelli. (continuazione) BAAGOR I. Apotheker Nestved, Sjaelland (Danimarca). BACCHI DELLA LEGA dott. Alberto Biblioteca Universitaria Bologna, BACHOFEN VON ECHT K Adolf XIX Fàirbergasse 18 Wiener Vivarium Vienna, BRACKHOUSE IAMES Harrogate York (Inghilterra). BACON Carrington C. Imboden Ark (S. U. America). BACON JR Samuel E Erie Co., Pa (S. U. America). BAGG Egbert 191 Genesee Street Utica Oneida Co., N. Y. (S. U. America). BAILEY Vernon Orlando Elk River Sterborne Co s U. America). BAILY Charles E. Malden Middlesex Co (S. U. America). BAILY William Edward Penzance Cornwall (Inghilterra). BAYER Auggero Pontebba (Udine). BAILY William L. 1624 Arch Street Zoological Gardere Philadelphia (S. U. America). BAKER W. Frederick Savannah Chatham Co. (S. U. America). BAKER E. C. Steuart Gunjong Assam (Indie Orientali Inglesi). BALCH William E. Lumenburg Essex Co (S. U. DIABDICA: BALESTRO dott. Angelo Torino, BALL Carleton R. Jowa Agricultural College Ames Story Co (S. U. America). BALLON Herbert 24 Lee Street Worcester Mass (S. U. America). BALSTON richard James Maidstone Kent (Inghilterra). BANGS OQutram 240 Beacon Street Boston (S. U. AIMEHCHE BARACCO barone Roberto Napoli. BARALIS Ferdinando Finalmarina (Genova). BARBER Miss F. W. Grahamstown (Capo di Buona Speranza). . BARBOZA DU BOCAGE José Vicente Professeur Escola Polytechnica Lisboa (Portogallo). BARCLAY Francis Hubert Godman and Salvin Collection 10 Chandos Street “——_’©Cavendisch Square W. London (Inghilterra). BARGAGLI nob. Piero Via dei Bardi Palazzo Tempi Firenze, BARONELLO IUDICO Gabriele Palazzolo Acreide (Siracusa). BARSANTI Adelmo ispettore forestale Gavi (Alessandria). BARTOLINI RICCI Pietro fuori Porta d’ Azeglio Bologna. BAZZETTA Capitano Giulio Domodossola (Novara). BARCLAY Hanbury Colonel Woburn Bedford (Inghilterra). BARCLAY Hugh G. Norwich Museum Norwich Norfolk (Inghilterra). BARNARD J/ob. 500 5 th Street N. W. Washington (U. S. America). (continua) Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti- di L. Lazzeri S. BROGI, Direttore responsabile ISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI © Periodico mensile premiato alle esposizioni vazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago bbonamento annuo per l’Italia e per gl uffici postali italiani all’ estero L. 4, 00 TRAE Per gli Stati dell’unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5,00 “Bg Semmario del fascicolo del 1,° Marzo | Cascella dott. Francesco. Cranio e cervello di un idiota microcefalo. Pag. 33. Neviani prof. dott. Antonio. Il Pitecantropo e la origine naturale dell’ uomo. (continua- zione e fine). Pag. 38. 5 Parsi Guido. Flora estiva dei dintorni di Civitavecchia, Pag. 44. Balbi conte Emilio. Note sul genere Scotodipnus Schaum ed osservazioni comparative sugli Scotodipnus Doderoi Balbi e Scotodipnus strictus Baudi. Pag. 50. Rivista bibliografica. Da pag. 53. a pag. 58. Bibliografia italiana di Scienze naturali. Pubblicazioni di Geologia, Mineralogia, Cristal- lografia dal n. 757 al n. 849 — Soggetti varti o d'indole generale dal n. 850. al n. 920. Da pag. 58 a pag. 63. ; Avvisi diversi. Pag. 64. = _—_+_ _t_ _ _——_———————r r_—_—_— Nine RI IA 2 EGER LESSONA È ol | DSS IL RACCOGLITORE NATURALISTA anche vecchia Guida pratica per raccogliere, preparare e con- 0 mal conser- | — servare i corpi naturali, organici e inorganici. vata fotografia ricaviamo o Seconda Soiziona con Se Nea litografate. to in tutto il Regno un E un volume di 130 pagine edite dal Loescher ingrandimento fotografico di Torino e contenente ottimi insegnamenti CE pratici popolarmente spiegati e costa L. 2,50 bile imitazione platino, (con consegna garantita a domicilio L. 2, 69). che incorniciato in ele- gante passe-partout filet- tato oro, forma un quadro 2 .1 45 X 60 di valore indi- 1 scutibile e di smagliantis- Guida del Pollicoltore simo effetto. Assieme alla fotografia da riprodursi, Periodico bimensile illustrato, organo speciale (che ritorniamo intatta), degli Allevatori di animali da cortile, colombaia, rimetterci Vaglia o Car- i : tolina di L. 5,75. fagianeria ecc. passasse Direttore cav. I. MAZZON faello, Via S. Lorenzo, Villa Vittoria — Roma. 21, Genova. { Abbonamento annuo per l’Italia L. 5 — per l'estero L. 6. CONTRO. GL INSETTI AGRICOLI E DOMESTIC LA RUBINA FOA INSETTICIDI BNBRGICI - PRATICI - ECONOMICI olo attaccato dalle lar- . Brevettati dal R. Ministero di Agr. Industria e Commercio la seconda gene- ; e più volte premiati. fe Dr ueo, ninfa Contro le Cavallette e la Tignuola dell'uva usate la RUBINA. rappresentanza generale presso la Ditta Giacomo Maschio difPadova, ‘gratis istruzioni in proposito, nonchè splendido catalogo illustrato da oltre ‘o semplice richiesta. £ dt) $ BIS rovincia senese unico Deposito e rappresentanza in Siena all' Agenzia Via di Città n. 14. 3 gri iali' per garantirne la conservazione. — - TADORATURIO IOIG-IOTONK- TISANA È MUSEO DI STORIA NATURALE diretti dal Cav. SIGISMONDO BROGI © Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Fornitore di molti musei e gabinetti italiani, ed esportatore all estero È Animali, Piante, Minerali, Roccie, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ecc. Occhi artificiali, umani, per animali; figure ecc. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto l’ occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare osgetti di storia naturale. Sono sempre pronte collezioni per l'insegnamento, secondo i programmi governativi Piazza del Carmine, SIENA (Italia) Stabile proprio. 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FAUNE ORNITHOLOGIQUE DE L'EUROPE OCCIDENTALE COMPRENANT Les Espéces d'oiseaux qui se reproduisent dans cette région OÙ QUI S'Y MONTRENT REGULIEREMENT DE PASSAGE Les espéces exotiques les plus voisines des indigénes OU SUSCEPTIBLES D'ETRE CONFODUES AVEC ELLES ARR IT Et les races domestiques i Par Léon OLPHE-GAILLARN ? 4 volumestin=8 (Au. lew de 100° fr.) d i e RO ROOT | —‘—’‘’11Annate arretrate quasi gratis Agli abbonati, agli istituti ed alle biblioteche si cedono le annate arretrate della Rivista staliana di Scienze LIDIA unitamente al Bollettino del naturalista, collettore, alle- vatore, coltivatore, per sole L. 2,50 per annata; 5 annate per L. 10 e la 2 serie completa com- «n posta di 12 annate, dal 1885 a tutto il 1896, per sole L. 18,00. ti Le dette annate arretrate si cedono pure in cambio di pubblicazioni od oggetti di M Storia naturale. i A tutti coloro che ci procureranno nuovi abbonati inviandocene l'importo mande- remo in dono tante Sunase arretrate per quanti saranno gli abbonati procuratici, ; |.» Cataloghi gratis — Prezzi correnti , bambole, duo. 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DIRETTORI ONORARI HILLYER GIGLIOLI comm. prof. ENRICO SALVADORI conte prof. TOMMASO Museo zoologico — Firenze Museo zoologico — Torino Direttore: Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori principali Angelini prof. Giovanni, Roma. Lorenz Lodovico cav. de Liburnau, Vienna. A. Griffoli conte Giacomo, Lucignano (Arezzo). | Magnelli cav. Riccardo, Firenze. ‘Arrigoni degli Oddi conte prof. Ettore, Padova. | Martorelli prof. Giacinto, Milano. Bonomi prof. Agostino, Rovereto (Trentino). Morici Michele, Castelbuono (Sicilia). Brusina prof. Spiridione, Zagreb (Croazia). Paulucci march. Marianna, Novoli (Firenze). Carruccio cav. prof. Antonio, Roma. Regalia prof. Ettore, Firense. Damiani Giacomo, Portoferraio (Elba). Riggio dott. prof. Giuseppe, Palermo. Falconieri di Carpegna conte Guido, Roma. | Spinola march. cav. Giacomo, Roma. : Ferragni Odoardo, Cremona. Tschusi-Schmidhoffen cav. Vitt. Hallein, Fiori prof. Andrea, Bologna. Salisburghese. | Gasparini prof. Vincenzo, Fano. Vallon Graziano, Udine. Lepri march. Giuseppe, Roma. Collaboratori corrispondenti Altobello dott. Giuseppe, Campobasso. Leonardi dott. Cosimo, Girgenti. Caiani Gino, Firenze. Manche dott. L. Valletta (Malta). Ceresole Giulio, Venezia. Marchi prof. Giuseppe, Trento. De Ceglie Fiancesco, Taranto. Monticelli prof. Saverio F., Cagliari. | De Leone Nicola, Z'eramo. ‘ | Polì prof. Aser, Piacenza. Fabani prof. Carlo, Valle di Morbegno. Rosati prof. Pietro, Bologna. Gioli dott. Giuseppe, S Frediano a Settimo (Pisa). | Rossi prof. Torquato. | Gragnani Raimondo, Quiesa (Lucca). Venezia prof. Francesco, Castelvetrano (Si- Imparati dott. prof. Edoardo, Piacenza. cilia). | Ribasso sui prezzi di Abbonamento pel 1897: wr sasa (vedasi alla pagina quarta di questa copertina) presso i respettivi uffici postali o secondo le norine stabilite nella detta convenzione. abbonarsi Per gli Stati che aderirono alla convenzione di Vienna l' abbonamento costa quanto per l’ Italia, ma ‘vecorre Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Fornitore di molti muser e gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Piante, Minerali, Roccie, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ece. TADORATORIO. TOOLOGICO=I00TONICO-TASSIDRR MUSEO DI STORIA NATURALE Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc.a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto l’ occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare oggetti di storia naturale, Sono sempre pronte collezioni per l'insegnamento, secondo i programmi governativi Piazza del Carmine, SIENA (Italia) Stabile proprio. SONO IN VENDITA 22 LE SEGUENTI VARIETÀ, MOSTRUOSITÀ ED IBRIDISMI IN UCCELLI ITALIANI 1! Gecinus viridis JÌ montato con le penne delle parti superiori giallo ceciato. L. 7. « pelle con le remiganti giallo ceciato. L. 1,50. montato con la mascella superiore del becco allungata e ricurva. L. 2. idem « rietà montana, montati con le parti anteriori e inferiori color rosso. con becco allungato e le mandibole molto incrociate. L. 4. più della metà bianco. L. 6 l'uno. con grandi macchie bianche. L. 5 l’ uno. le sole timoniere completamente bianche. L. 6. con poche macchie bianche L. 4 l’uno. con macchie bianco ruggine e bianco sudicio L. 4 e 51 uno. pelle idem idem L. 2 l'uno. con molte macchie bianche L. 3. ruggine L. 4 e © l’ uno. in pelle, idem idem L. 1,50 a 2 l’uno. © montato con la mascella superiore del becco allungata e ricurva L. 4. con le 2 mascelle allungate e inerociàte L. 5. colorito generale isabella L. 10. Turdus musicus montato òltra due terzi bianco L. 10. con testa e collo quasi completamente bianchi, timoniere me- diane ed alcune remiganti bianche L. 5 albinismo parziale L. 3 a 4. con le parti superiori cenerino olivastro L. 10. « idem idem L. 10. con gola, una macchia sul capo e remiganti bianche L 4° 2 Erythacus robecula, superiormente ali e coda cenerine e le parti rosse sono color cecio L. 6. superiormente cenerino, ali e coda tendenti al giallo, le parti rosse color ciecio L. 5. ali e coda isabella scuro L. 4. tuttele parti rosse sono color giallo isabella chiaro L 3 l'uno. completamente cenerino chiaro L. ©. idem idem (difettoso) L. 1,50. montata quasi completamente bianca L. 10. & = =) 2 Po x; n (>) 9 È peo Pe Animali, _ 42 DS. (©) [Len | Sa [og =) 5 (os) + (‘p] Zi È N.° S | « 12 « « "2 o2t i 2 Parus major dCi « 3 « « IA & « 4e5 Turdus merula P 3, Ss « 6a 10 « < de = « ll « « d 2 =; « 12 a 20 « « e4 e S 9 « 21 a 26 « « de Do 2a 30) ‘« iiigle, (olo) « 31 « « di = | « 32 a 37 « « va 20 «39 a 45 « « pier « 46 « « uo) « 47 « « E o « 48 « « « è « 49 e 50 © « DI « « « er « 52 a 58 « « « iS « 59 « « « fe « 60 Turdus iliacus « .d « 6l « « « & « 62 ES « 63. « « « Pei sa « 64 « « « i; « 65 e 66 @U « « Di « 67 Sylvia atricapilla « ®) « 68 « « pelle « 69 « « «70 e 71 Alauda arvensis « « 72 « « « (IXO#H$ 73 Alauda arborea « « 74 Galerida cristata « tutte le parti scure sono colore isabella L. 4 e 5. penne della coda e delle ali, in parte bianche L. 4. parti superiori delle ali chiare L. 2. tutte le parti superiori sono color isabella chiare L. 5. Segue nella pag. 3 della copertina Prezzi correnti gratis i antirne la co i per gar ial i spec o i ogni genere con s imbalsamano animali di _Si 1.0 Giugno 1897 AVICULA GIORNALE’ 'ORNITOLOGICO ITALIANO SOMMARIO Vallon G. Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli. (cont.). Pag. 61. | Ferragni O. Elenco degli uccelli più rari osservati ed uccisi in provincia di Cremona dal 1.° Ji Gennaio 1896 al 30 Aprile 1897. Pag. 64. CATTURE DI SPECIE RARE ED AVVENTIZIE E NOTE ORNITOLOGICHE. Ridolfi ©. Bu- bulcus lucidus, Gennaia Saker, Pelidna marittima, Turdus obscurus — Della Gherar- desca conte W. Microcarbo pygmaeus — Venezia prof. F. Phoenicopterus roseus, Monticola saxatilis — Rossi F. Merlo montano — F. R. Platalea leucorodia — Gra- gnani R. Corydalla Richardi — Brogi S. Ciconia alba, Neophron percuopterun, Recur- | virostra avocetta. Pag. 66. a 69. VARIETÀ, MOSTRUOSITA, IBRIDISMI. Gragnani R. Ortygometra porzana — Bonomi P. Phalacrocorax carbo — Rossi F. Alauda calandra. Pag. 69. Martorelli prof. G. Comunicazione ornitologica. Pag 70. | Arrighi Griffoli G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. Parte prima. Note d'indole generale sulla migrazione degli uccelli. Pag. 70. Bonomi prof. A. Carlo Linneo. Pag. 72. . Untersteiner E. L’anno ornitologico al piede delle Alpi. Scene all'aperto e fiori di lettura. Pag. 74. Ohlsen dott. C. e Brogi S. La legge unica sulla caccia. Pag. 75. Gragnani R. Apertura e chiusura di caccia nelle provincie d’Italia. Pas. 77. A. U. Falconeria. Pag. 79. De Lorenz dott. L. Inchiesta ornitologica nell’ Austria-Ungheria. Pag. 79. CACCIR E PASSAGGI. Dalla Val di Chiana (G. A. Griffoli) — Notizie bolognesi (P. R.) — | Nittocore ed Aironi (Venezia prof. F.) — Da Fiumicino — Caccia invernale (Del Vaso G.) — Da Messina (A. V.) — Da Catania (Conti) — Gli ultimi giorni di caccia in padule — Quaglie (Red.). Da pag. 82 a pag. 85. Bollettino delle pubblicazioni ornitologiche. Pag. 85 a 89. — Notiziario. Pag. 89 _ a 91. — Richieste e offerte. Pag. 91. — Indirizzi di ornitologi (continuazione). Pag. 92. — Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli (continuazione) Di LESTRIS POMATHORINA (Temm.) Silone nero Anche di questa specie non sono che due gli individui presi nella nostra provincia, maschio giovane, mi veniva portato ancor vivo ai 2 ottobre del 1882, ed era stato les con le reti alle Basse. Potei mantenerlo in vita per circa un mese, durante il qual o lo mutrii con pezzetti di carne o di cuore, eccetto il venerdì, giorno in cui, io gli nistrava del pesce, che i pescatori di Marano lagunare venivano, come continuano tuttoggi, a vendere sul nostro mercato. | o: Ta una femmina giovane dell’ mao, l ebbi il si settembre del 1896. 62 È specie rara anche per tutta l’Italia, quantunque come dice il Giglioli, sia stata presa ovunque da noi. Abita le regioni artiche ed è più frequente nell'America che in Europa. III, GENNAIA FELDEGGI (Schleg.) Lanario Sebbene questa specie, siccome asserisce il Giglioli nella sua Avifauna, nidifica in Ttalia (Sicilia, Agro-Romano) pure è specie rara assai da noi, e nella nostra provincia è raris- sima, non essendo nota che un’ unica cattura, constatata da me, ed avvenuta il 17 no- vembre del 1890. È una bellissima femmina, che dalla mia raccolta passò in quella del R. Istituto tecnico di Udine. La vera patria di questo grosso falco, sembra essere l’ Europa meridionale e meri- dionale-orientale, l'Africa settentrionale e più particolarmente le parti settentrionali-orien- tali e le terre dell'Asia a queste confinanti. IV, CARPODACUS ERYTHRINUS (Pall.) Ciuffolotto scarlatto Mi visse in gabbia fino al 26 ottobre 1896 un maschio, avuto per somma cortesia del dott. Canciani di S. Giorgio di Nogaro. Con la muta primaverile del terzo anno di sua captività, si notava nell’ abito, che fino allora s’ aveva conservato nelle modeste tinte di un verde-bruno e bruno-nericcio, delle differenze rilevanti. Una larga macchia, che occupava il mento, il gozzo e le parti superiori del petto, a forma di grossa goccia, aveva un colore giallo-rossiccio. Di questa tinta è soffuso tutto il petto ed un po’ i fianchi. Dalla base della mandibola superiore, lungo tutto il vertice e l’occipite fino alla nuca, comprendendo quindi. tutto il capo fino all’occhio, le penne hanno larghe punte e margini fino a metà della penna, giallo-rossiccio; il resto della penna e cioè la base ed il centro, che trasparono, ma non si vedono quando l'uccello non erige le penne (lochè fa quasi sempre quando canta), sono di color bruno- nericcio. Perchè questa tinta, come prima ho detto, un po’ traspare, la macchia, che in realtà ha il colore stesso di quella del gozzo, si presenta più oscura. Presentemente conservo vivo un altro maschio, avuto il 8 ottobre 1896, preso nelle immediate prossimità di Udine e che veste l'abito giovanile. Su questo individuo spero mi sia dato di poter fare maggiori e più lunghe osservazioni in merito all’ abito. Non posseggo nessun individuo in abito perfetto e rosso, nè posso quindi fare un confronto esatto, ma dai disegni colorati di varie opere importanti, di cui dispongo, scor- go che le macchie giallo-rossiccio, che presenta il mio individuo, nonchè la loro estensione, sono quelle precise che deve avere l'uccello allo stato libero e nella livrea di nozze. Forse che se il Ciuffolotto fosse vissuto ancora, la tinta, con le prossime mute, si sarebbe fatta più intensa, avvicinandosi quindi alla normale. Anche questa specie, ed anzi a dire di vari naturalisti, più d’ ogni altra, perde il rosso in captività o non l’acquista se catturati giovani, come succede per il nostro Fa- nello, Organetto, Crociere, ecc. Ho notato però il fatto, per il Fanello, che individui che vivono lungamente in gabbia, vanno dopo il terzo anno riacquistando gradatamente la tinta rossa ed ho veduti esemplari, specialmente di quelli accecati, che dopo il quinto anno di prigionia, senza che fosse stato loro mai mutato il cibo o che fossero stati tenuti in larghi ambienti, « ‘avevano assunto sul petto e sulla fronte la bella tinta rossa degli individui con abito da nozze, viventi in libertà. Il canto di questo uccello è bellissimo ed ha alcune note di una potenza straordi- naria. Quest’ ultime però le acquista soltanto dopo il secondo anno di sua vita. Quando canta è in continuo movimento; alza le penne della testa, gonfia quelle del collo, abbassa ; e scuote lesgermente le ali e si muove a destra e sinistra sui fianchi o fa un volo, sem- | ‘’‘re cantando, davanti ad una femmina di Plectrophanes lapponicus, che assieme a tante ‘altre specie rare, forma i suoi compagni di prigionia. Talvolta osservo, che incominciato | il canto, per la irrequietezza dalla quale è costantemente invaso, vola in giù sopra una altra bacchetta, poi giù ancora per una seconda volta e quindi s’ alza fino al posto che occupava prima, ma sempre cantando e sempre dondolando il corpo, o talfiata anche si avvicina a quel Zigolo femmina sopra nominato ed allungandosi sulle gambe e protraendo il più possibile il collo, calando le ali e girando la testa da destra a sinistra, fa udire le bellissime sue note, che per me superano tutte quelle degli altri congeneri, compreso il bravissimo Fanello. Il primo maschio antecedentemente citato, ch’ era stato preso in una Bressana dal Cappellano di S. Giorgio di Nogaro nell’ autunno del 1892 e donato al dott. Canciani, dal quale io l’ebbi, poteva calcolarsi nella primavera del 1896 un individuo adulto nella | piena vigoria del suo canto. Incominciava la canzone con un vi dolce, che incalzava .sem- | pre più in ci, fi, fiu-fiù; quest’ ultime quattro sillabe staccate dal cî primo e l’ ultima fiù fortissima, sibillante, flautata, ma delicata ed aggradevole e più prolungata delle altre. Il Brehm dice che nel Kamtschatka hanno interpretato il canto con le seguenti A parole russe: « fschewitscha widal » (bisogna leggere « cievicia videl, » altrimenti nel | ‘nostro idioma il confronto non regge), ed io trovo che l'applicazione è giusta. (1) Questo 13 | verso il Ciuffolotto lo ripete talvolta parecchie volte di seguito, e non di rado più som- è _messamente, lochè torna molto a vantaggio del canto, perchè si fa più delicato e simpatico. Nei primi giorni dell’Agosto cantava ancora, ma allora sempre sommesso e soltanto durante la notte e nelle prime ore mattutine faceva sentire forte il wi - ci, fi, fiu, - fiù. Fin da principio si mostrò poco timoroso e negli ultimi tempi s'era fatto così fidente che non s'allontanava dalla mangiatoia neppure allora ch'io la prendevo in mano per pulirla o per aggiungervi del cibo. Un terzo individuo, che il compianto prof. Pirona, mi fece esaminare, venne preso | nell’ ottobre del 1891 nella Bressana dei conti Gropplero al castello di Moruzzo, e si conserva nello spirito. ! A dire dei nostri maggiori ornitologi, questa specie è rarissima per tutta l’ Italia, e non capitano da noi senonchè giovani individui, mai essendo stato per anco catturato «un individuo in abito rosso. La patria di questo splendido uccello, sono le parti orientali d’ Europa, così è comune ella Galizia, in Polonia, nelle terre intorno al mar Baltico, nella Russia centrale dal- ’ Ural fino a Kamtschatka. Da qui giunge qualche volta nell’ Europa occidentale e cen- ri Ù a paro al i esto originale tedesco II.® ediz. del 1882 II Vol. degli uccelli, per la spiegazione delle © x rs TA 64 trale ed è stato osservato nella Germania (ha nidificato nella Slesia e nello Schlesvig), nell’Olanda, nel Belgio, nella Francia, nell’ Inghilterra e da noi in Italia. G. VALLON Elenco delle specie di uccelli più pari osservati od uccisi in Provineia di Oremona dal 1° Gennaio 1896 al 80 Aprile 1897. 1. Corvus corax J' ad. 6 Gennaio 1896. Sotto questa data ricevetti dali’ amico dott. A. Binda un Corvo Imperiale, ucciso qualche giorno addietro nel Cremasco e che, per la prima volta, viene ad aggiungersi alle specie avventizie Cremonesi. 2. Emberiza pusilla giov. 15 Gennaio 1896. Nelle risaie di Sesto viene ucciso uno Zigolo minore stato già trovato nel Cre- monese, dal dott. Binda, il 13 Ottobre 1894. Questo esemplare figura nella Collezione centrale di Firenze insieme a quello del 1894. 8. Pelecanus onocrotalus 9 Maggio 1896. Due grossi Pellicani pescano sul Po difronte al paesello Piacentino di Olza. In- seguiti colla barca, fuggono, ma due giorni dopo riappariscono poco al disotto delle Brancere. Uno, forse ferito, sparisce, l'altro staziona sul Po sino al Giugno. Ho avuto occasione di osservarlo io stesso a qualche distanza, essendo per la molestia grande diventato diffidentissimo. Quale fine abbiano fatto i due uccelli, non mi è stato pos- sibile conoscere. 4. Haematopus ostralegus 15 Maggio 1896. Sei Beccaccie di mare stazionano parecchi giorni su una isoletta del Po presso Olza. Una viene uccisa; le altre rese diffidenti ed inaccostabili poco dopo proseguono il loro viaggio. Ho avuto opportunità di osservare altro individuo di questa specie il 30 Agosto successivo presso Monticelli d’ Ongina che, ferito da me, andò perduto nei boschi. i : 5 Hydrochelidon hybrida x 17 Maggio 1896. 2 Viene uccisa nelle risaie di Aquanegra una adulta di Rondine di mare piom- bata specie rara ma di passo regolare in provincia. Altro esemplare giovane fu ucciso pie lo scorso autunno presso la città. A 6 Phalaropus fulicarius x ad. 22 Maggio 1896. i Ho la fortuna di osservare ed uccidere un Falaropo rosso nelle risale di Sesto. È uccello affatto avventizio iu tutta |’ Italia, nuovo per l’Avifauna Cremonese. Fa ora parte della Collezione centrale di Firenze. 7 Ciconia alba J' ad. 22 Maggio 1896. A S. Daniele ripa Po, viene uccisa una Cicogna bianca: erano due. Altra, nella stessa giornata, la osservai io stesso nelle risaie di Aquanegra. La Cicogna bianca è per noi rara avis, ma comparisce quasi tutti gli anvi in Aprile e Maggio, Agosto e Settembre. cai + g pesci ù 8 Ardea garzetta J' ad. 11 Giugno 1896. Cattura di un superbo esemplare di questa specie pel Po. È in abito nuziale perfetto. 9 Glareola pratincola J' ad. 11 Giugno 1896. Lo stesso giorno una Pernice di mare si ferma su una isoletta del Po presso Ù Cremona. È subito catturata e come specie avventizia per tutta la Lombardia, la con- “i servo nelle mie collezioni. 4 10 Gelochelidon anglica J' ad. 21 Giugno 1896. gi È «La Rondine di mare zampe nere è specie nuova pel Cremonese c nuova anche i Ù per la Lombardia. L’ esemplare da me avuto fu ucciso sul Po presso la città. 11 Alauda arvensis Agosto 1896. Mi vengono recati in diversi giorni tre hei casi di albinismo completo di questa specie. — i, 12 Budytes flavus Agosto 1896. Una cutrettola gialla perfettamente albina viene uccisa dal cacciatore di profes Li sione Bignami e da me acquistata. È 13 Circus cineraccus 30 Agosto 1896. Il sig. Ernesto Cremonesi uccide una Albanella minore giovane. È il terzo esem- plare che osservo ucciso in Provincia e sempre in Agosto. Questa specie sebbene rara, ha nidificato a Rivolta d'Adda. To 14 Anthus Richardi dal 25 Settembre al 20 Ottobre 1896. Quattro esemplari del Calandro forastiero vengono presi alle reti nelle nostro k7 uccellande. È altra specie avventizia da aggiungere alla Avifauna Cremonese. 15 Pernis apivorus 12 Ottobre 1896. a) Il sig. Ettore Bellini uccide un Falco pecchiaiolo giovane in abito. seuro con È macchiette bianche. In tanti anni di ricerche non ho avuto che tre soli esemplari di | questa specie. __—‘16 Zaliaetus albicilla 20 Novembre 1896. Un grande esemplare, giovane, di questa specie cade sotto la Spingarda del sig. i; 3 Antonio Telò, presso Gussola, sul Po. L'Aquila di mate è affatto avventizia pel Cre- | monese. 17 OVedemia fusca, fine di Noverabre 1896. Acquisto sul mercato un g' giov. di Germano di mare ucciso sul Po. Il 29 No- vembre 1892 altro esemplare di questa specie ucciso presso il Po mi veniva donato 18 Zulix marila, fine di Novembre 1896. La Moretta grigia non è uccello che apparisce tutti gli inverni nel Cremonese. ) ne lho: avute due uccise pel Po, entrambe maschi, una sotto questa data, 1’ altra 19 Falco communis J' ad. Dicembre 1896. i Cattura di un Falcone nelle vicinanze di Aquanegra, È il (erzo esemplare avuto Lé 66 20 Phalacrocorax carbo J' ad. 13 Marzo 1897. Il sig. Mario Soldi uccide colla spingarda un Cormorano in. splendido abito nu- ziale Altri tre esemplari di questa specie si fanno vedere sul Po, parecchi giorni dopo. 21 Numenius phaeopus 4 Aprile 1897. Di fronte a Spinadesco vengono uccisi tre Chiurli piccoli, ed altro uccido io stesso il 9 successivo. 22 Oedemia nigra J' x ad. 9 Aprile 1897. Sparo indarno sul Po, presso Bocca d'Adda a due belle Macrose che, dieci mi- nuti dopo, cadono sotto il piombo di altro cacciatore. Altra coppia di questa specie, avventizia per 1’ Italia, fu uccisa nel 1884 nel Cremonese sul Po, il g' ai 24 di Set- tembre, la ai 23 di Novembre. Sono entrambi nella collezione centrale di Firenze. 23 Recurvirostra avocetta & 15 Aprile 1897. Presso Brancere, sul Po, viene uccisa una Avocetta, specie rara ed avventizia per noi. 24 Ardeola Ralloides J' 30 Aprile 1897. Cattura di un bello esemplare di questa specie sul Po presso la foce dell'Adda. La Sgarza Ciuffetto è rara per noi. Cremona, 3 Maggio 1897. O. FERRAGNI Catture di specie rare od avventizie E NOTE ORNITOLOGICHE Firenze 20 Aprile 1897. — Modesto ormtologo, ma appassionato collezionista, credo potrà interessare ai lettori dell’Avicula la notizia di alcune importanti catture di uccelli assai rari, da me fatte in questi ultimi anni e che conservo gelosamente nella mia collezione ornitologica che fino dall'anno 1879 vado raccogliendo nella mia Villa di Meleto presso Castelfiorentino (Prov. di Firenze). i a) Bubulcus lucidus y7 Scarza Guarda Buoî. Nel Marzo 1891 ebbi la fortuna di avere un esemplare di questa rara specie, da un cacciatore che lo aveva ucciso nella pianura di Firenze presso San Piero a Ponti e che credeva fosse una Scarza ciuffetto. b) Gennaia Saker x Falco Sacro. Nel 2 Aprile 1893 uccisi questo Falco nella Tenuta di Mesola (Prov. di Ferrara), in una località presso il Mare, e compresi su- bito che doveva essere una specie assai rara. Quando fu riscontrato che si trattava della cattura di un Falco sacro io ne rimasi, come può immaginarsi facilmente, gran- demente soddisfatto giacchè la mia collezione si arricchiva di un esemplare bellissimo e di una rarità straordinaria. Il mio compiacimento è diventato ancora maggiore dopo aver letto nell’Avicula fasc. 2.° l'importante comunicazione del Prof. Giacinto Mar- torelli sulla recente cattura di un nuovo esemplare di Falcone sacro nelle vicinanze di Lucera. ii siti po } Mii 67 e) Pelidna marittima g' Piovanello violetto. Di questa rara specie ne furono av- verlite sinora due sole catture in Toscana. (Vedi Av. It. Giglioli 1886). Il bellissimo esemplare che si trova nella mia collezione fu ucciso nel Settembre 1895 a Miglia. rino presso Pisa. d) Turdus obscurus g' Turdus pallens. È questa l’ultima rarità che ha arrie- chito la mia collezione abbastanza fortunata. Il sig. cav. Francesco Del Frate, distinto ed appassionato cacciatore, uccideva questo Tordo nel passato Febbraio a Palaia (Prov. di Pisa e me lo inviava gentilmente trovandolo ben differente dalle specie comuni. Riscontrai che si trattava del rarissimo Turdus obscurus e sono lieto di portare a conoscenza degli ornitologi questa nuova el importante cattura, giacchè finora sola- mente altri cinque casi ne sono stati registrati. (Vedi Av. It. Giglioli ed Elenco Uc- celii Italiani Salvadori). Speriamo che la fortuna mi sorrida e che possa intrattenere presto i lettori dell’Avicula con qualche altra bella notizia. Carro RipoLFI Microcarbo pygmaeus. Non sono che pochi anni, che coadiuvato dal Signor Ric- cardo Magnelli, primo preparatore del nostro Museo di Storia naturale in Firenze, ho poluto mettere insieme una piccola raccolta di varie specie di uccelli, che potrebbe col seguito costituire una Avifauna della nostra Maremma toscana. Varie specie non comuni mi capitarono, ma forse non meritevoli di speciale menzione : mi astengo perciò dall’ enumerarle. Però nel Dicembre 1896 presso Orbetello fu fatta la cattura di un Marangone nano © (Microcarbo pygmaeus) che tengo adesso in questa mia Collezione, e che gli stessi Professori Salvadori e Giglioli. giustamente annoverano fra le specie rare che capitano sul litorale Mediterraneo. Firenze 22 Maggio 1897. Wacrrepo Conte DELLA GHERARDESCA Phoenicopterus roseus. Pall. Fenicottero. Nello scorso febbraio veniva ucciso un bellissimo esemplare di Fenicottero adulto nelle vicinanze di Campobello di Mazzara, il quale preparai per conto del dott. Scuderi di ivi, cui venne regalato dal fortunato cacciatore. Questo è stato il primo che si è ucciso in queste nostre contrade. Monticola saxatitis, Linn. Codirossone. Verso il 15 di aprile in un giorno di scirocco essendo andato a caccia, incontrai una quantità di questi uccelli insieme coi cul bianchi, e dei quali per mia disgrazia non potei ucciderne nemmeno uno; ma credetti che all'indomani li avrei trovati di nuovo. Fin’ ora non se ne sono visti più e restai dispiacente di non averne preparato nemmeno uno per la mia collezione. Da noi il codirossone è molto raro ed avventizio. Castelvetrano, 23 Maggio. Prof. F. VENEZIA Il Merlo montano in provincia di Roma. Il 7 Febbraio di quest’ anno ebbi dal mercato di Roma un esemplare, proveniente da Fiumicino, di questa varietà di Me- rula nigra. Il Malo montano ha le redini, i lati della testa, le parti inferiori e le cuopri- n trici inferiori delle ali di un bel colore rosso-mattone (Salvadori, Avif. It.). Le penne del soltocoda invece sono soltanto solcate da una striscia longitudinale dello Stesso | colore: superiormente è simile alla femmina della Merula nigra, alt= ng} CL PRECI = © CO ni 68 Il Salvadori che ebbe la fortuna di poterne esaminare diversi. esemplari, constatò che erano tutte femmine : tale era pure 1’ individuo da me trovato. Questa bella varietà, che quantunque non molto rara sembra poco nota, al dire dell’ illustre ornitologo, si trova non raramente nella Maremma Toscana. Il Museo di Torino ne possiede esemplari catturati in Piemonte. Neila interessante raccolta dei Marchesi Lepri e Patrizi che recentemente è entrata a far parte della ricca collezione romana del Museo di Roma, se ne osserva un individuo adulto, pure femmina, preso in provincia nel 1890 (1). Roma, 27 Maggio 1897. FuLvio kossi Fiumicino. Il 12 Maggio il cap. Pio Cerchieri uccideva una Spatola J' (Platalea leucorodia). Fi R. Corydalia Richardi. Il 10 Aprile p. p. ebbi questo Calandro forestiero g7. Specie rara assai per nol. Scolopax Rusticula. (Beccaccia). Il 7 maggio ebbi una beccaccia di nido che an- cora non era allo stato di volare c quando la ricevei era ancora viva, fu presa nei pressi di Viareggio. 7 Questi esemplari si conservano nella raccolta locale dei Sigg. Conti Spada Ce- nami da me custodita. Quiesa. R. GRAGNANI Cicogne bianche (Ciconia alba, Schiff ex Willugh). Mi sono giunte le seguenti notizie : Fra il 3 ed il 6 aprile scorso arrivarono sui monti Seppio e Gemmo presso Pioraco (Macerata) circa 22 cicogne bianche. Ne furono uccise 3 e le altre rimasero in quei pressi per varii giorni posandosi sui monti rocciosi. Il sig. dott. Baldetti inviandomi una: cicogna morta, gentilmente mi comunica che essa faceva parte di un branco di 10 individui. Comparvero nel padule di Chiusi la sera del 22 aprile scorso e stando per farsi notte, dopo una breve girata anda- rono a posarsi sulle querci più alte di un bosco prospicente il lago. Un. contadino che le vide si avvicinò a loro fino a corto tiro e ne uccise una, quella inviatemi, e che è una bella ,© ad. di Ciconia alba. Le altre del branco anche dopo il colpo di fucile non si allontanarono dal posto, ma vi si trattennero fino alle 8 della mattina seguente, quindi si alzarono dirigendosi verso il lago di Montepulciano. S. Broci Capovaccaio (Neophron Percnopterus Lin.). Il 3 Maggio ricevei dal Sig. Prof. G. Corazza, una b>lla © di capovaccaio stata uccisa presso Matera il 1.° maggio. S. Broci Avocette (Recurvirostra avocelta Lin.) nel lago di Chiusi. Il dott. Cesare Bal- detti parlandomi di una Avocetta inviatami da un suo parente mi diceva: « Fu uccisa nel lago di Chiusi il 15 aprile, erano 8 comparse fin dalla mattina, gira- rono per molto tempo prima di posarsi mostrando così la loro natura sospeltosa ma poi si lasciarono avvicinare allo scoperto fino a cortissimo tiro ; con due colpi sparati nel branco una sola rimase morta ed una fu ferita, le altre se ne andarono schiamazzando ». Quella rimasta ferita fu rintracciata e presa viva da un pescatore che la vendè (1) Negli anni scorsi me ne capitarono 3 o 4 per anno di Merli montani presi nella pro- ©) vincia senese, Ora sono 3 anni che non ne ho più avuti. S. BROGI 69 al Nobil Sig. Bonci-Casuccini di Chiusi il quale la tenne viva fino al 17 e quindi es- sendo morta ne fece gentilmente dono a me. Altra avocetta presa a Chiusi il 16 aprile mi fu mandata dal sig. ing. Enrico Giovannelli il quale mi dice che dal medesimo cacciatore ne furono uccise tre. S. Brcci Varietà - Mostruosità - Ibridismi Albinismo. Il 16 Marzo p. p. ebbi una Ortygometra porzana (Voltolino) par- zialmente affetto di albinismo dalla coda fino alla testa. Quiesa (Lucca). R. GRAGNANI Cattura di un Phalacrocorax Carbo affetto d’ albinismo ed isabellismo. Da un mio amico dell’isola di Carloforte (Sardegna) appassionato cacciatore, ebbi per preparare unitamente ad altro Carmoranus, un bellissimo esemplare di Phalacrocorax graculus. Questi mi pervenne ancora vivo perchè colto sul nido nell’ isola del Toro, sita nel Golfo di Palmas. Nella mole nessuna differenza, ed era un maschio adulto. — Ap- pariva nell’ assieme di un bianco candido con riflessi argentei, specie sul collo e sul È resto del corpo. — Sole poche striature nero-verdastre sul ciuffo versanti sul- l'occhio destro confondentesi col bianco. — Dalla cervice alla parte media dietro del collo una sfumatura giallo isabelia, e così sui lati del petto e sul gozzo. — Alcune penne nero verdastre confondentisi a caso col bianco apparivano alle due ascel- lari; e così pure su alcune penne delle copritrici superiori delle ali, miste a mac- chie giallastre. — Le remiganti sfumate di giallo isabella specie sul vessillo esterno, e così le timoniere, solo che sull’ apice apparivano più color isabella sudicio con striature cenerognole sì da apparire una leggiera marmoreggiatura. Becco, gola, spazio nudo dell’ occhio e le gambe, di color pagliarino chiaro. Occhi bianchicci con riflessi grigio perla. l Cagliari 5 Maggio. P. Bonomi Alauda Calandra. Nei primi giorni dello scorso Agosto il sig. Francesco Malanca ; abbatteva una Calandra (A. calandra) con becco anomalo. Era & giovane. e Lo strano esemplare, ferito ieggermente ad un’ala, potè essere conservato vivo i fino a qualche giorno fa. Durante la schiavitù il becco non si è allungato che di qualche millimetro : misura ora 28 mm. mentre nel normale la lunghezza è di 17: verso la metà presenta una strozzatura. — Questa strana forma di becco per nulla rassomiglia all’ ordinaria. Pure 1 unghia posteriore è più lunga che nel normale. i Veste |’ abito melanico. ch Roma, 27 Maggio 1897. Fuuvio Rossi «— COMUNICAZIONE ORNITOLOGICA Ia In una Nota Ornitologica intorno alla Napothera pyrrhoptera, Boje ed alla Myiothera epilepidota, Temm., pubblicata negli Atti della Società Italiana di Scienze Naturali, (vol. XXXVI fase. 3-4 pag. 203), io avevo considerato la prima specie come appartenente al sen. Malacopterum, Sharpe (Malacopteron, Eyton) al quale mi 70 sembra per il complesso dei caratteri appartenere; ma il Salvadori, con lettera del 6 Febbraio, mi esprimeva la sua opinione che potesse invece riferirsi al Trichostoma pyrrhogenys (Malacopterum erythrote Sharpe), specie alla quale tosto gli risposi che non poteva esser riferito in alcun modo. Con lettera successiva del giorno 9 Febbraio il Salvadori stesso mi scriveva essersi ricordato di aver già descritta la Napothera pyrrhoptera come appartenente al gen. AZcippe (Uccelli di Borneo, Ann. Museo Civico di Genova, 1874, pag. 235), ma io, avendo confrontato i miei due esem- plari con varie Alcippe, e in ispecie colla A. morrisoniana, Swiuh., alla quale il Salvadori in quel suo lavoro dice esser molto somigliante |’ Alcippe pyrrhoptera, vi tro- vai grande differenza, non pure in tutto il colorito, ma anche, e specialmente, nelle proporzioni e nella forma della coda, che corrisponde invece a quella dei Malaco- pierum; onde non mi pare affatto che si possano attribuire al gen. Alcippe i due esemplari da me descritti. Inoltre nelle stesse due lettere il Salvadori mi faceva notare come lo Sharpe in un suo lavoro del 1894 avesse già descritta la Myiothera epilepidota come appartenente al gen. Corythocichla e che, più recentemente, il Bùt- titofer (Notes from the Leyden Museum, vol. XVII, Note XIV che ora soltanto pos- seggo per gentilezza dell’ Autore stesso) l’ ha posta nel gen. Turdinulus, Hume. lo pure credo che quest’ ultimo collocamento sia il più conveniente, ma, ad ogni modo. sia intorno alla Napothera pyrrhoptera, che alla Myiothera epilepidota, mi pro- pongo di scrivere ulteriormente, traendone occasione da una rivista che intendo fare delle molte Tiweiae della Collezione Turati da me diretta. Prof. G. MARTORELLI. NOTE ED APPUNTI DI UN CACCIATORE SUI NOSTRI UCCELLI MIGRATORI PARTE PRIMA NOTE D'INDOLE GENERALE SULLA MIGRAZIONE DEGLI UCCELLI - Fra i mille svariati fenomeni che si presentano all’ osservatore studioso del regno animale, non ultimo certo, nè meno di tanti altri ammirevole, si è quello della mi- grazione degli uccelli. Sino dai tempi più remoti, fù notato come in certe epoche dell’ anno scomparis- sero da una data località gli uccelli che vi avevano abituale dimora e dopo un certo tempo vi ricomparissero ; come pure altri uccelli, non ospiti abituali, vi facessero comparse di più o meno lunga durata al cambiar delle stagioni. L'uomo si avvan- laggiò di tale osservazione rivolgendola alla propria utilità e profittando della tempo- ranea abbondanza di taluni volatili per farne preda copiosa, senza troppo curarsi di sapere dove quelli andassero, nè d’ onde provenissero. Più tardi soltanto, in tempi relativamente recenti, quando gli studii scientifici furono volti ad indagare le cause dei molteplici fenomeni che presenta il campo vastissimo della natura, quando i viag- giatori non più spinti dall’ unico scopo di conquista o di lucro si diedero ad esplo- rare terre lontane e sconosciute, registrando osservazioni sugli animali che vi si incon- travano e raccogliendone esemplari; quando i naturalisti cominciarono, ad aggrup- pare insieme le notizie ottenute, e la vita e i costumi degli animali divenner più noti, apparve chiaro e completo anche il fenomeno della migrazione degli uccelli, ad epoche sensibilmente periodiche, in direzioni sempre ‘identiche, verso località remo. 71 lissime, attraverso ostacoli che a prima giunta sembrar dovrebbero insormontabili per essi, quali le più alte catene dei monti e la smisurata distesa dei mari. E si constatò che non solo migravano i più degli uccelli di Europa, ma quelli ancora, in gran parte, degli altri Continenti del vecchio e del nuovo mondo! Nè tale attitudine a compiere peregrinazioni tanto disagiose apparve essere il retaggio esclusivo di certe specie fornite di apparecchi locomotori robusti e sviluppati assai in confronto del corpo che debbon sostenere e trasportare, ma pur’ anche di altre che apparirebbero le più inadatte a voli lunghi e prolungati, sia per la brevità delle ali, sia per la poca robustezza delle remiganti onde son costituite. A poco a poco si vennero a conoscere le leggi che regolano le migrazioni, l'epoca in cui queste avvengono, il modo in cui si compiono, la durata e la dire- zione di esse, nonchè le modificazioni che speciali circostanze vi arrecano; e la me- raviglia andò crescendo quando si dovè constatare quanto grande fosse la sagacia di cui dan prova questi amabili ed intrepidi viaggiatori, esseri privilegiati della crea- zione, che senza il soccorso di bussola o barometro si pongono in via verso Je più remote regioni, sicuri di raggiungere la meta prefissa pel più breve cammino. Quando ad essi manca il conforto del sole, ben sanno che lo troveranno in climi più miti e si dirigono alle regiuni meridionali, ai tropici, all’ equatore. I pericoli del viaggio non li spaventano, nè la lunghezza di esso poichè non di rado percorrono la metà del globo terrestre. Venti contrarii, impetuose tempeste di sovente li obbligano a deviare dal diretto cammino, talvolta a fermarsi ed anche a tornarsene momentaneamente indietro; ma il viaggio interrotto è ripreso appena cessin gli ostacoli e sebbene le schiere migranti lascin buon numero dei loro per via, vittime degli elementi in furore, dei rapaci che si affollano ad inseguirli, e so- prattutto dei cacciatori che li attendono al varco, muniti di ogni più perfezionato mezzo di distruzione e di insidia, pure numerosi giungono alla meta desiderata, dove tranquillamente attendono il momento opportuno pel viaggio di ritorno che deve ri- portarli alle consuete dimore. Eppure per muoversi nelle loro peregrinazioni attraverso i continenti ed i mari, i volatili non hanno altro soccorso che quello delle ali, e per dirigersi. durante, quelle e compierle nelle migliori condizioni possibili, devono confidare soltanto nei mezzi forniti loro da madre natura, i quali però, fortunatamente per essi, tengono luogo di tutti i più delicati apparecchi fisici e meteorologici, anzi può dirsi che di gran lunga li sorpassino in sensibilità. Infatti non è punto raro che il cacciatore meravigliato constati, in giornate au- tunnali o primaverili addirittura splendide, la comparsa di stuoli di uccclli migranti, numerosi oltre l' usato, che filano in diretta linea, frettolosamente fuggendo, restii a fermarsi, malgrado il richiamo dei compagni prigionieri, senza che alcun segno ma- nifesto indichi un vicino cambiamento di tempo. Ma non si ingannano gii alati viag- giatori e quei passaggi straordinari preannunziano pioggie dirotte o forti abbassamenti di temperatura o qualche violento uragano di vento, da essi presentito molto tempo prima che avvenga. Questo serve a mostrarci che nella loro fisiologica struttura deb- bono esser dotati gli uccelli di una straordinaria sensibilità nervosa, la quale viene in varia guisa acuita ed eccitata dalle condizioni calorifiche, igrometriche ed elettriche dell'atmosfera. Le penne, costituite da uno stelo centrale, sul quale sono impiantate in doppio ordine delle sottili lamelle cornee o barbe, composte esse stesse di una infinità di barbule ancora più tenui, [funzionano in guisa di altrettanti igrometri ed 72 z elettroscopi sensibilissimi, non tanto in forza della loro speciale conformazione, quanto anche per la materia essenzialmente igroscopica onde sono formate. Le impressioni ricevute da questi organi così delicati, vengono trasmesse al sistema nervoso del vo- latile il quale se ne avvantaggia e quanto giudiziosamente sappiamo. La squisitezza del tatto non è minore della sensibilità nervosa, e il minimo cambiamento di temperatura, la più leggera alterazione delle correnti atmosferiche è immediatamente avvertita. Così si spiega la antiveggenza di cui danno continuamente prova gli uccelli migratori e in parte anche la facilità con la quale si dirigono nei loro viaggi verso una meta prefissa, per lo più lontanissima e che quasi sempre raggiungono. Ma per ciò fare essi sono anche soccorsi dalla eccellenza della facoltà visiva. L’ occhio degli uccelli, a differenza di quello dei mammiferi, è costituito in modo che ta distanza fra il cristallino e la retina può, a volontà del volatile, au- mentarsi o diminuirsi per una certa elasticità dell’ involucro esterno del bulbo. Di questa facoltà più specialmente è dotato |’ occhio degli uccelli di rapina che infatti son quelli che godono della vista più acuta. Aggiungasi anche che in relazione al volume del corpo, l’occhio suole essere nei volatili assai grande, grandissimo poi in certe specie notturne e crepuscolari. Mercè tali speciali condizioni il volatile che migra alla luce diurna, trasvolando alto nell’ aria, scorge innanzi a se un panorama assai vasto, in cui le colline, i monti, ì fiumi, gli stagni, sono altrettanti punti indicatori mercè i quali si guida. Altrettanto quasi può dirsi del volatile che si vale, per far viaggio, delle notti illuminate dalla luna, ma conviene ammettere che l’ eccellenza della facoltà visiva sia davvero straordinaria in quegli uccelli che viaggiano di notte tempo, ancorchè neppure le stelle splendano nel firmamento, pur dirigendosi egregiamente in mezzo alle tenebre più fitte rara- mente sbagliando la via! Che se talvolta ciò accade, più che della oscurità deve ritenersene causa qualche improvviso uragano di violenza eccezionale. A tutti i vo- latili migratori poi validamente soccorrono quelle facoltà speciali concesse dalla Natura agli esseri irragionevoli, che si è convenuto chiamare stintive, complemento for- tunato degli organi del tatto e della. vista, e delle quali gli uccelli in proporzione maggiore di altri animali sono dotati. E basti l’ esempio dei piccioni viaggiatori, che trasportati a grandi distanze anche di varie ceutinaia di chilometri, in ceste ben chiuse, appena lasciati liberi, dopo pochi giri nell’ aria per orientarsi, volgono il volo al natio colombaio, raggiungendolo per la via più diretta, con rapidità meravigliosa ! (continua) G. A. GriFFOLI CARLO LINNEO Non crediamo di far torto ai lettori se nell’ Avzicula veniamo a parlare di un uomo universalmente conosciuto, di Carlo Linneo, il quale se non fu, come tutti i naturalisti passati un \ornitologo di professione, ebbe tuttavia nel mondo scientifico un posto tale, da poter dire, che quasi nessun uomo esercitò una influenza maggiore della sua nel campo delle scienze naturali, non eselusa 1° Ornitologia. Nacque il 2 maggio 1707 a Rishult villaggio di Smolandia (Svezia), dove suo padre Nils (Nicolò) era predicatore. La sua vita, come quella di tanti altri illustri scienziati, fu sino alla virilità sparsa di mille avversità, le quali però egli seppe vincere con un coraggio ammirabile e colla sua ferrea volontà. Dal 1717 al 1727 il padre, che voleva E e i. ne 73 farne un sacerdote, mandò il nostro giovane a Wexiò per studiarvi il latino e la teologia, ma egli era talmente dominato dalla passione per lo studio delle piante, che trascurava di la scuola per correre nella campagna, onde il padre, visto che non riusciva nel suo in- tento, lo mise a lavorare in una bottega da calzolaio, ove sarebbe rimasto, se, per for- tuna del giovane e della scienza, il medico Rothmann — che da poche conversazioni s'era accorto essere Linneo ben degno d’ altro destino — non fosse riuscito a persua- dere il padre a permettergli di studiare medicina. Passò quindi all’ Università di Lund e l’anno seguente (1728) a quella di Upsala vivendo nell’ indigenza, finchè il professore di botanica 0. Rudbeck, conosciuta la bravura dello studente, gli affidò la direzione del > giardino botanico e si fece talvolta da lui supplire nelle lezioni. Men Quivi Linneo, infastidito del grande disordine che regnava nei metodi di botanica e specialmente nella nomenclatura, concepiva le prime idee di quella grande riforma, che K doveva più tardi sì felicemente condurre a termine. È Già nel 1731 pubblicava il suo primo lavoro, un catalogo dell’ orto di Upsala, il che gli procurò 1’ onore di essere inviato in Lapponia a spese della Società Reale delle scienze o di detta città (1732). Nel ritorno visitò la Finlandia, le isole di Aland e la Dalecarlia fermandosi nella (OE ‘ città di Falun, celebre per le sue miniere, ad esercitare la medicina e a dare lezioni di DE mineralogia. Nel 1735 venne in Olanda, ove, colla protezione dell’ illustre Boerhaave e del ricco possidente, Cliffort, la fortuna fmalmente cominciò ad arridergli. In Leida stampò la 1.* edizione del suo Systema naturae, seu Regna tria naturae uo: systematice proposita par classes ordines, genera cet species (1735) in tre quadri di un foglio ciascuno, ma l’autore s' adoperò continuamente a migliorare ed ampliare la sua opera, talchè ne fece durante la sua vita undici edizioni. La decima si presenta già quale un? opera tutta nuova, in 3 volumi, e così completa, che le seguenti non contengono SLI mutazioni rilevanti, ma solo complementi. I nomi edi caratteri delle famiglie, dei generi e delle specie vi sono fissati con tanta esattezza, che anche oggigiorno p. e. per molte specie d’ uccelli europei gli ornitologi ricorrono a Linneo, come la fonte più sicura a cui sciogliere i loro dubbi. L’ ultima edizione (12.%) del Systema naturae, fu fatta dal Gmelin see nel 1766: è aumentata di famiglie e di specie, ma non essenzialmente diversa dalla 10.2, pan: che fu ristampata in vari paesi e tradotta in varie lingue. i i i Nel 1736 Linneo visitò l’ Inghilterra, tornò quindi a Stocolma e di là ad Upsala i quale professore di scienze naturali. È sa Tn tale posizione riformò l’orto botanico, fondò il Museo di Storia naturale, ap- ic profittò dell’ alta considerazione dei suoi zelanti discepoli per incaricarli di escursioni scientifiche e procacciarsi materiale per perfezionare sempre più le sue opere; e viag- giando molto egli stesso, fu messo in grado di pubblicare nel 1746 la sua rinomata Mana | suecica (Storia naturale degli animali della Svezia). La sua attività come maestro era grandissima; sugli scolari esercitava una specie di malia; trovò modo di collocarne parecchi come cappellani o come chirurghi sui va- scelli per dar loro commissioni in lontani paesi; per il che son divenuti celebri, e egli ne celebrò nelle sue opere i nomi, d’ un Kalmi che viaggiò I Amèrica, d’ Hasselguist in Pa- eleb 8g i lestina e nell’ Egitto, di ‘Toren nelle Indie, d’ Osbeck nella China, di Loefling nella 5 ) agna di Thunberg nel Giappone, di Solander, di Sparrman, di Rolander, di Ternstroem, A Kiler e di is 74 Per naturale conseguenza i naturalisti di tutte le nazioni cercarono di mettersi in relazione con Linneo, offrendogli quanto desiderava; laonde le sue collezioni andavano man mano sempre più arricchendosi, quanto più le sue opere si divulgavano. Ricchi privati, città, governi, regnanti, tutti a lui si rivolgevano, quando volevano istituire Musei o Gabinetti di storia naturale ed egli si prestava con tutte le forze, so- disfatto per l’ inaudito movimento che avevano preso le scienze naturali, del quale egli era stato non ultima causa. Le lodi e le onorificenze gli affluirono da ogni dove. Nel 1762 fu creato nobile e seguendo il costume svedese, d’ allora in poi si chiamò de Linnè, mentre prima si scriveva sempre Linndus. Morì per idropisia il 10 gennaio 1778, dopo aver goduto sempre una salute eccellente ad onta della sua straordinaria attività. Venne sepolto nella cattedrale di Upsala. Gustavo III si fece interprete del dolore della Svezia recitandone un discorso necro- logico al cospetto degli stati del regno e facendogli poi erigere un monumento nell’ orto dell’ Università. Se il nome di Linneo si divulgò più in causa del suo Sistema sessuale delle piante che per gli studi zoologici, ciò non dipese dall’ essere il merito di questi inferiore, ma dall’ ambiente, che in quell’ epoca trascurava lo studio della Zoologia. Introdusse la no- menclatura binomia, e mentre prima regnava una specie di anarchia nelle denomina- zioni e nelle descrizioni, lui fissò la terminologia, stabili per un numero grandissimo di forme la caratteristica concisa, ma chiara e tale da evitare le diagnosi e le, definizioni incerte. Ancora più importante fu 1’ ordinamento dei prodotti naturali in classi, ordini, famiglie, generi, specie e varietà. Se Linneo ebbe un gran difetto si fu l’ idea fissa che « esistano tante specie quante ne furono create » onde suo scopo principale era quello d’ arrivare a conoscere la specie, senza spingere le proprie ricerche ai fenomeni fisiologici e biologici che pur sono il pro- totipo della vita. Non fece quindi nessuna scoperta importante, che portasse nuova luce nel campo della Botanica o della Zoologia, ma ad onta di ciò lasciò di sè vestigia così profonde, che fra i molti che in questi due ultimi secoli fecero sorgere a nuova vita le scienze naturali Carlo Linneo terrà sempre uno dei posti più elevati. A. BoNoMI L'ANNO ORNITOLOGICO AL PIEDE DELLE ALPI SCENE ALL’ APERTO E FIORI DI LETTURA DI ERCOLE UNTERSTEINER —_ — Ò INTRODUZIONE Vago uccelletto, che cantando vai A parlar teco con pietà m' invita. PETRARCA. Son, 89. TL’ uccello è 1’ espressione della letizia della vita. È in moto continuo, di frequente ha canto soave, adornasi di variopinti colori, abita per lo più luoghi ameni. Ci annuncia l’arrivo ed il partirsi della buona stagione, essendo strettamente in dipendenza delle vicende del sole. Un essere sì attraente doveva formare oggetto di poesia. da id sparviero, dalle grù, dai denti e dalle oche, dal laro o gabbiano, dalle mulgccludi dagli stornelli e dall’ usignolo. Così' per grazia di esempio, Agamennone dispone gli animi degli Achivi alla battaglia; Minerva accende nei loro petti l’ardire, e prosegue il poeta: E qual d’oche e di grù volanti eserciti Ovver di cigni, che snodato il tenue Collo, van d’ Ansio nei bei verdi a pascere Lungo il Caistro, e vagolando esultano Su le lunghe ali, e nel calar s' incalzano Con tale un rombo, che ne suona il prato (Trad. di MontI) _ Nell’Odissea Giove manda Mercurio all’ isola di Calipso per far partire Ulisse. Mer- rio giunge al mare: Indi l’ acque radea velocemente Simile al laro, che pe’ vasti golfi E spesso nel gran sale i vanni bagna (Trad. di PINDEMONTE) Il poeti greci si valsero degli uccelli per adornare le scene della Natura, e d’ incom- parabile bellezza è il settimo idillio di Teocrito: Là riposammo sotto piante ombrose Sdraiati sul terren, prima coprendo Di molli giunchi l’ umide gramigne E di foglie recenti della vite. Lenemente movean di sopra il capo Gli olmi ed alni le chiome all’ aer scherzoso: Dallo speco vicino fresca fonte Diffusa in vitree acque mormorava, Lontan si diffondea dagli alti vepri L' acuto stridulio delle cicale E raganelle sugli scossi rovi Raucamente mettean le loro voci. Non cessan di cantar l’ allodoletta El cardellin; la tortora ripete Dall’ apice dell’ olmo i suoi lamenti. Insetti, a sciame, del color dell’ oro Volan affaccendati intorno all’ onda. Fuggirsen primavera or tutto addita ; Tutto annuncia la messe; anzi l’ autunno Segnan le frutta ormai fatte mature: Ed a piè nostri rotolate stanno Quà e colà molte pere, e rosee mele Luccicavano intorno e prugne nere Dalla buccia cerosa penzolavano Dai rami per il peso in giù piegati. o î i ; (continua) LA LEGGI UNICA SULLA CACCIA — ups . dot. Cardo e, che con sino s10 si i interessa della protezione ni 76 i scritto che volentieri pubblichiamo, quantunque lo abbiamo già veduto stampato in altri giornali. Dobbiamo però notare che non concordiamo in parte di quanto qui esprime l’ egregio scrittore. Egli parlando della rete internazionale di stazioni per le osservazioni ornitologiche, dice che essa ha già ben adempiuto il suo compito e che il nostro paese vi ha pure nel miglior modo corrisposto, aggiungendo « E la preziosa messe di materiale costituisce già da sola la dimostrazione più eloquente della urgenza di misure legislative che ven- gano ad assicurare la invocata protezione degli uccelli da cui 1’ Agricoltura attende va- lido ausilio ». È ben vero che da noi fu ottimamente impiantato 1’ Ufficio ornitologico governativo e ciò per le indefesse e dotte cure del Comm. Giglioli che ne ebbe la direzione; cominciò & pure a funzionare molto bene, ed i 3 volumi pubblicati ne dimostrano la seria attività; ma nel più bello il nostro governo tolse i mezzi per proseguire e così l'inchiesta è ri- masta sospesa ed invano si attende perciò da essa quei resultati che 1’ egregio dott. Ohlsen ritiene aver già dati. Non rimane così che a far caldi voti perchè presto possa ripren- dere il suo utile funzionamento e le persone influenti come lo è certo il dott. Ohlsen piuttosto che dichiararsi sodisfatti, dovrebbero procurare dal governo lo stanziamento delle somme, certo non gravi, necessarie per continuare l’ opera così bene incominciata e che fra le altre cose dovrebbe pure farci arrivare a conoscere con qualche certezza, quali uc- celli si possono con ragione dire utili e quali nocivi rispetto all’ agricoltura e rispetto anche ad altre cose di interesse generale. ; Altrimenti è una gratuita asserzione quella di dire che se 1’ Agricoltura soffre ora per tanti e così vari malanni ciò si deve alla scomparsa o diminuzione degli uccelli. Prima di tutto è da provarsi se veramente gli uccelli di passo sieno da noi così tanto diminuiti come si dice e poi siccome è chiaramente provato che non tutti gli uc- celli insettivori sono utili, bisogna adunque conoscere quali e quanto gli uccelli in- settivori stessi sono necessari per il bene dell’ Agricoltura. Saputo questo e tenuto conto di tutte le altre ragioni per le quali la legge sulla caccia è utile e necessaria, allora so- r. lamente si potrà sperare di vedere approvata una legge, logica e razionale. Intanto non sarebbe poco se si trovasse modo di. far rispettare quella o quelle che SI abbiamo, e se non è possibile ottenere questo rispetto, alle leggi esistenti, a che tanto “a scaldarsi per averne una migliore quando poi vi si uniformassero solo î pochi che spon- taneamente sentono il dovere di non trasgredire ? S. BROGI Nel corso dei lavori parlamentari della passata legislatura, fece più volte il giro dei giornali la notizia, che il Ministero si cra finalmente deciso a presentare il tanto atteso disegno di legge sulla caccia, sollecitato ripetutamente da Congressi di cacciatori, da Società cinegetiche e da quanti s’ interessano alla questione. Però, nonostante i molti voti pervenuti al. Governo per la unificazione delle disposizioni legislative in materia di caccia, voti che anche l° anno scorso trovarono eco nella discussione del. bilancio di agricoltura e che saranno il principale argomento del prossimo IV Congresso cinegetico indetto a Napoli, nulla si è fatto e nulla si ac- cenna a fare. Eppure, a sollecitare il Governo a presentare tale progelto, non è mancato l'esempio di allri paesi: valga per tutti la Germania, dove, appena avvenuta l’an- | nessione dei vari Stati costituenti l’ Impero, si è sentito il bisogno di provvedere ad una legislazione unica sulla caccia, Nè può dirsi che sia manchevole nel’ nostro paese quella tale preparazione di studi e di indagini, che si richiede per dettare norme uniformi dirette alla con- servazione del comune patrimonio ornitologico. E, infatti, risaputo che un risultato pratico, forse il più importante, ottenuto mercè i Convegni internazionali, nel fine di agevolare la via alle misure di protezione desiderate, specialmente per gli uccelli insettivori, fu di istituire una rete di stazioni per le osservazioni ornito- logiche, osservazioni che avessero principalmente di mira le migrazioni, i costumi, la nidificazione e l'alimentazione degli uccelli, onde precisare mezzi e dati per la formazione di un’ equa e logica legislazione sulla caccia. . Or bene, a questa utile iniziativa ha da tempo e nel miglior modo corrisposto il nostro Paese, con lo stabilire un ufficio ornitologico centrale, che raccogliesse tutto quanto poteva aver riferimento alle condizioni degli uccelli che vivono allo stato E libero. E la preziosa messe di materiale costituisce già, da sola, la dimostrazione più eloquente della urgenza di misure legislative che valgano ad assicurare la invo- ni cala protezione degli uccelli, da cui |’ agricoltura attende valido ausilio. È ben vero che il legislatore non può guardare soltanto a questa protezione e che una legge sulla caccia deve rappresentare interessi diversi, di coltivazione, di scienza, di caccia, di commercio e di-diritto, i quali tutti devono conciliarsi, perchè la legge risponda alle esigenze sia del proprietario che del cacciatore, sia dell’agri- coltore che dell’ allevatore e commerciante di selvaggina. Ed infatti fu questo contrasto d’ interessi che altra volta rese difficile una so- luzione della questione : ma ora, dopo gli ammaestramenti fornitici dalla lunga espe- rienza delle disposizioni attualmente vigenti presso di noi, le quali, pur rispettando consuetudini ed usi locali, non paiono le meglio adatte nè dal lato giuridico nè dal lato tecnico; ‘ora, che i nuovi studi e le nuove esperienze hanno dimostrato la con- venienza di: modificare. i primi progetti nessun dubbio vi può essere sulla necessità di promuovere la invocata riforma. Alla Conferenza di Parigi del 1895 furono gettate le basi di un accordo inter: nazionale. per la protezione degli uccelli utili all’ agricoltura. Non sappiamo quale accoglienza abbia fatto il nostro Governo alle conclusioni di quella Conferenza ; io penso, però, che da parte dell’ Italia nessun accordo diretto a così utile fine, sarebbe possibile ed efficace se prima non sarà dato un assetto definitivo alla nostra legi- slazione sulla caccia, e non si sarà una buona volta usciti dal presente confusionismo, S, di disposizioni disparate, che non trovano più giustificazione nella scienza, nè nella pratica. |. ti CarLo OnLsEN | Apertura e chiusura di caccia nelle provincie d'Italia | te im Molti degli inconvenienti ai quali accenna il Sig. Bott. Lenzi nel suo articolo pubblicato nello scorso fascicolo di questo periodico, sono in realtà veri ed io con- vengo con lui che sarebbe cosa utilissima e ragionevole eliminarli possibilmente, o per lo meno, diminuirli; ma non si creda però che questa sia cosa molto facile, è fel una quistione che da parecchio tempo si agita e si discute da molti ed in diverso modo, senza poter venire ad una conclusione e nemmeno a proposte giuste e ragio- nevoli che togliendo appunto questi inconvenienti lamentati, non ledessero gli equi diritti che ha ogni buon cacciatore; ed è molto facile il comprendere, se si ponga mente alla posizione geografica della penisola, che una legge unica che regoli unifor- memente |’ esercizio di caccia, verrebbe a togliere ad alcuni il diritto di cacciare certi animali di passo, concedendolo ad altri forse troppo largamente ; e ciò proprio non sarebbe giusto! Si dovrebbe dunque dividere in zone la nostra penisola e stabi- lite così diverse epoche di apertura e chiusura di caccia, ma in questo modo si ver- rebbe forse a togliere tutti gli inconvenienti che ora esistono ? no davvero, giacchè in questo caso pure un confine ci deve essere e a questo confine accadrebbe preci. samente ciò che viene dal Sig. Dott. Lenzi lamentato. Per queste ragioni dunque io ripeto con lui che non è questa quistione così fa- cile a risolversi, si studi pure e da persone competenti in materia, sempre però te- nendo ben conto del principio di giustizia ed equità; si studi pure con molta calma e cognizione, ma prima di cambiare i presenti ordinamenti, si deve essere ben sicuri che i resultati siano buoni e che veramente rispondano agli interessi della scienza, della conservazione della specie ed ai diritti dei cacciatori. Intanto è ben certo che anche nei Consigli Provinciali vi sono sicuramente delle persone competenti; e dove non sono oggi giorno dei cacciatori? e cacciatori appas- sionali e coscenziosi sono avvocati, latifondisti, medici, ingegneri ecc. e questi ap- punto nei Consigli Provinciali abbiano bene im mente di tutelare i diritti dei cacciatori e di imporre quelle regole necessarie secondo i casi, uniformandosi anche per quanto è possibile alle Provincie vicine; in questo modo, per ora almeno, sarà rimediato in parte a questi inconvenienti. Le leggi vigenti ci garantirebbero abbastanza, ma il male vero è che queste leggi non vengono rispettate, e non possono esserlo davvero, se si pensi per esempio che nei paduli gli agenti della pubblica forza per inseguire i trasgressori che cacciano in barchetta dovrebbero a loro spese pagarsi un barcaiolo! è ciò mai possibile? e così le leggi ci sono solo per chi vuole rispettarle!... Quanto poi alle asserzioni che il Sig. Dott. Lenzi fa, che cacciando cioè in una Provincia dove la caccia è permessa e ritornandosene poi a casa in altra Provincia, così pure lo spedire caccia da dove può sempre esercitarsi in altro luogo dove questa non è più permessa, sia materia di contravvenzione, io proprio non sono disposto a crederlo, ma quando ciò fosse, sarebbe questa cosa facilmente rimediabile estranea- mente alle leggi che regolano l’ esercizio di caccia. Alla spontanea domanda poi del Sig. Dott. Lenzi, del perchè alcune specie pos- sano cacciarsi tanto al passo che al ripasso ed altre no, a me sembra facile il rispon- dere ; infatti quasi tutti i piccoli uccelli di terra covano nel mese di Marzo, mentre gli uccelli di Ripa e le Anitre non covano che a Maggio e mentre in autunno si fanno prese considerevoli di Cutrettole, l’ispole, Fringuelli ecc. al ripasso sono questi .in scarsissimo numero e viceversa accade dei Pivieri, Pavoncelle, quasi tutti i Ripaioli, i Marsaioli, voltolini o pappardelle, che formano il passatempo di molti appassionati, e che in autunno non si ha quasi il piacere di vederne. R. GRAGNANI 19 FRARESeN ERA Multa renascentur quae jam cecidere: e così è ora la volta della falconeria, di questo spor! di cui non si udiva parlare da qualche secolo, e che oggi accenna a riprender nuova vita. In Inghilterra - senza contare gli amatori sparsi nel Regno Unito - esistono due Hawking-Clubs (uno dei quali sorto quest’ anno); ed in Francia, dove non esistono - a notizia nostra - dei veri clubs, amatori entusiasti di questo sport veramente me- raviglioso cercano di tener vive le vecchie illustri tradizioni. Qualche cosa di simile oggi si sta tentando anche da noi, in Italia, dove la falconeria ebbe in Federico II, lo Svevo, il suo grande maestro. Qua e là nella penisola ci consta del ridestarsi . del gusto per la falconeria; benchè per ora non sappiamo con quali risultati. Qui a Torino, pochi ma appassionati cultori di questo sport stanno ora facendo degli esperimenti, dai quali si può fin d’ ora argomentare un buonissimo esito nella stagione di caccia. I risultati di questi esperimenti, diciamo cosi iniziali, sono soddis- facentissimi. Hanno visto, per es., uno smeriglio, lasciato libero, partire dal pugno, posarsi su di un alto albero, e ad un cenno del falconiere, tornare al logoro da 200 metri di distanza. Non vedo, del resto, degli ostacoli insormontabili, e sog- geltivamente e oggettivamente, al rinascimento, a un nuovo revival della falconeria. Oggi certo un ostacolo un po’ serio è il difetto di falconidi, fatta eccezione degli sparvieri e di qualche smeriglio: ma è ostacolo non tanto grave e piuttosto momen- taneo; giacchè ogni tanto vediamo portati al mercato od ai preparatori dei pellegrini, degli astori, degli smerigli, uccisi col fucile, mentre potrebbero esser catturati colle reti; restano poi. sempre i nidiacei. Certamente gli ornitologi, che all’ amore della scienza accoppiassero un tantino d’ interesse anche per questo genere di divertimento, gioverebbero assai coll’ opera loro e col consiglio alla causa della falconeria: ne co- nosciamo qualcuno e distinto, che ci ha promesso il suo appoggio, ma se ve ne sono altri di buona volontà, facciamo ad essi appello. - Un altro ostacolo — causa la più grave d’ insuccesso — è del tutto subbiettivo, e sta nel difetto di pazienza nei primi passi e nella pretensione, diciamola così, di fare esperimenti senz’ aver prima un’i- dea un po’ chiara del come si devono trattare le diverse specie di falconidi *). - Comunque, la falconeria rinascerà certamente anche da noi, è nostra convinzione, ri- nascerà però democralizzata - come lo è dappertutto nell'Asia centrale - la falconeria specialmente degli uccelli di pugno; senza che noi escludiamo affatto la lusinga di vedere risorta anche l’ alta falconeria, mediante |’ appoggio di Hawking-clubs e di signori che vogliano tenere uno stud di falconi col relativo falconiere. Torino 24 | 4. 97. i A. U. *) A costoro consigliamo di leggere il trattato del Fà/astori e, a chi conosce 1° inglese, quello del Zascelles, ottimo, e l'altro del Freeman, oggi però divenuto rarissimo. INCHIESTA ORNITOLOGICA NELL'IMPERO AUSTRO-UNGARICO Come abbiamo annunziato nel 1.° fascicolo dell’ Avicula, nel corrente anno fu ripresa hell’ Austria l’ inchiesta ornitologica, che da qualche anno era stata interrotta. Crediamo 80 opportuno di pubblicare ora 1’ Appello e le Istruzioni, che da poco vennero emanate e ciò pei seguenti motivi : 1.° Per aderire al desiderio dei molti! nostri abbonati che si trovano nel Trentino, nell’ Istria e nella Dalmazia. 2.° Perchè vi sono indicate le norme che si devono tenere nel raccogliere e nell’ in- viare osservazioni ornitologiche, il che sarà di grande giovamento per tutti coloro che si occupano di uccelli. 3.° Perchè crediamo che non sia lontano il momento in cui 1’ Inchiesta ornitologica sarà ripresa anche in Italia. Appello per l’ erezione di stazioni ornitologiche in Austria. Nell’ anno 1882 per eccitamento di S. A. I. R. il compianto Principe ereditario Arciduca Rodolfo, fu istituito dalla Società ornitologica, di Vienna, un. comitato per le osservazioni ornitologiche nell’ impero Austro-Ungarico, sotto la Presidenza del sig. Vit- tore cav. de Tschusi-Schmidhoffen. Le. notizie inviate dagli. osservatori furono, prima pubblicate per cura della società ornitologica viennese nel proprio annuario, poi per pa- recchi anni dal ?° Comitato ornitologo internazionale permanente ,, nel periodico ’’Ornis ;, Varie circostanze speciali fecero sì che il comitato internazionale non potesse ulte- riormente pubblicare i resultati delle osservazioni, in seguito a che furono sospese anche le osservazioni in Austria. Tuttavia nell’ Ungheria esse continuarono, con grande utilità per la scienza, sotto la direzione del sig. O. Herman e colla fondazione della ?? Centrale ornitologica ungherese ,, che potè usufruire d’ un abbondante sussidio governativo. Il sottoscritto d’ accordo coi signori cav. de Tschusi e O. Herman fece di recente la proposta alla Società ornitologica di Vienna di riattivare le osservazioni ornitologiche in Austria ed essa gradi questo pensiero, incaricando il sottofirmato di avviare i passi necessari. ; Grazie ad un sussidio largito dall’Ecc. I. R. Ministero d’Agricoltura, i lavori pre- paratori, per la riattivazione delle stazioni ornitologiche, sono già incominciati. Le osservazioni ornitologiche devono anzitutto essere rivolte ai fenomeni del passaggio degli uccelli. In seconda linea sono da raccogliersi dati sulla comparsa, sui costumi — specialmente quanto riguarda l’ alimentazione degli uccelli — rispettivamente l’utilità o il danno di certe. specie. Come base per le osservazioni dei passaggi viene stabilito: meglio prendere in considerazione poche specie, ma queste colla maggior possibile esattezza. Dopo ricevuta la dichiarazione di prender parte all’ Inchiesta ornitologica, si, fa- ranno conoscere quelle specie di uccelli, ‘che si desidera specialmente sieno osservate cioè quasi esclusivamente quei rappresentanti tipici del mondo ornitico, che sono generalmente conosciuti e riguardo ai quali, anche osservatori che non sieno ornitologi di professione, potranno raccogliere dati precisi. Saranno però sempre accolte con piacere anche osser- vazioni che sì riferiscono a specie che non sono comprese nell’ elenco. Sono a disposizione di chi li richiede l’ istruzione ed i formulari per iscrivere i dati raccolti. Si esprime infine il desiderio che conoscitori e amici del mondo degli uccelli, pren- dano la parte più attiva che sia possibile a quest’impresa. Dr. L. DE LorENZ Custode all’ I. R. Museo di Corte di Storia naturale di Vienna. Istruzioni per gli osservatori co Anzi tutto gli osservatori sono pregati di usare la massima scrupolosità nella rac- >: n: colta delle notizie, e se avessero qualche incertezza relativamente a qualche uccello, ciò si dovrà chiaramente indicare nelle osservazioni, altrimenti omettano addirittura la dé relativa notizia. 5 a tg E miglior cosa che le osservazioni si limitino a poche specie di uccelli, ma che Mie, queste siene tenute d’ occhio regolarmente e con precisione. LS; . Nel qui unito allegato indichiamo quelle specie, le quali si desidera in modo spe- ciale che sieno osservate. L’ elenco I contiene quegli uccelli che sono di speciale im- portanza e da prendersi in considerazione prima di tutti gli altri (1). Quegli osservatori che hanno le cognizioni, il tempo e la voglia, potranno racco- gliere dati anche intorno a quelle specie che non sono qui enumerate, Allo scopo di dare un quadro chiaro e facilmente confrontabile, secondo un determinato schema, le notizie intorno ai passaggi degli uccelli, dovranno essere notate su apposita stampiglia per ogni singola specie. A tale scopo noi mettiamo a disposizione un certo numero di formulari nei quali gli osservatori potranno con poca fatica e in succinto riportare le loro osservazioni. I. Osservazioni intorno ai passaggi. È Relativamente al passaggio degli uccelli si dovrà avere uno speciale riguardo ai se- guenti punti ; x A. In primavera. Il primo arrivo di quelle specie che passano l’ estate in paese — L'arrivo della ‘massa — L'arrivo delle retroguardie — Notare l’ arrivo di specie di passaggio verso le n regioni più settentrionali. (Qui è da notarsi se tali uccelli furono veduti o solamente uditi; se essi furono solo di passaggio o se parzialmente si fermarono nel distretto d’os- servazione). — Se ci fu una sosta del passaggio, oppure una ritirata dopo impreso il Sa viaggio verso il settentrione e quali motivi possano aver ciò causato. Ritornarono tutti d Ù gli individui d’ una specie, oppure la massa, ovvero solo una parte; quando o con qual « ‘’tempo comparvero la seconda volta o ripresero il viaggio? — Partenza degli individui : __—’ibernanti, ‘ B, In autunno, Principio della partenza delle specie estive — Partenza della massa — Partenza delle retroguardie — Passaggio delle specie provenienti dal nord ed eventuale fermata, lunga o breve, delle stesse. — Eventuale arrivo di specie svernanti e durata della loro permanenza. NE C. Riguardo ad ambedue le migrazioni (primavera ed autunno). i Direzioni tenute dalle singole specie sì di giorno che di notte — Condizioni atmosfe- ‘ riche, direzione del vento nel giorno dell’ osservazione e nel giorno precedente — Quale località nel distretto serva a certe specie come luogo di riposo durante le migrazioni. — Compariscono certe specie solo in primavera, altre solo in autunno ? Viaggiano in certe | specie i maschi separati dalle femmine, gli adulti dai giovani? Se ciò avviene quali _ ._ (1) Sono queste: Cerchneis tinnunculus, Buteo buteo, Archibuteo lagopus, Hirundo rustica, Cuculus canorus, Oriolus galbula, Sturnus vulgaris, Lanius collurio, Turdus musicus, Mota- lla alba, A/auda arvensis, Columba palumbus, Turtus turtur, Coturnix coturnix, Vanellus ellus, Ciconia ciconia, Scolopow rusticola, Ù passano primi e quali dappoi? Viaggiano le specie alla spicciolata, oppure in coppie, in branchi piccoli o grandi, e si osserva qualche differenza nelle varie stagioni? — Arri- vano ospiti rari, isolati o in gran numero? Durata della loro fermata — Viene la linea d’ emigrazione deviata dal corso d’ un fiume, da una valle, da una montagna? Viene questa sormontata dagli uccelli di passaggio o girata? — Quali specie schivano i monti quali li superano? — Quali specie sono giunte in paese solo negli ultimi tempi? Quali invece diventarono rare o sparirono del tutto? — Da ultimo si potranno indicare nelle Annotazioni, tutti gli altri fenomeni più rimarchevoli, Il. Osservazioni intorno all’esistenza ed ai costumi in generale Riguardo all'esistenza ed ai costumi degli uccelli si desidera di avere prima di tutto i seguenti dati: Se un uccello sia sedentario (cioè rimanga tutto l’ anno), erratico (cioè cangi di- mora col-cambiar della stagione p. e. dai monti al piano), migratore, estivo — rispet- tivamente nidificatore — oppure invernale — Notizie intorno alla nidificazione — In- formare se la nidificazione avvenga in grandi branchi (colonie) e calcolo approssimativo deli numero delle coppie nidificanti — Luoghi di nidificazione dei grandi rapaci — Os- servazioni sull’ alimentazione — Utilità e danno degli uccelli. Osservazioni finali. Sarà gradita la risposta anche ad una sola parte delle domande suaccennate. Le notizie raccolte dovranno essere spedite due volte all'anno e precisamente nei mesi di Giugno e di Dicembre, al ?° Comitè fiir ornithologische Beobachtungs-Stationen in Wien, I. Wollzeile 12 ,,. La pubblicazione delle notizie inviate dagli osservatori viene fatta sotto il loro nome. Gli osservatori sono pregati, d’ inviare, quando sia possibile, esemplari di prova di tutte le specie dubbiose o rare alla Collezione ornitologica dell’ I. R. Museo di Corte in Vienna. Il Segretario Il Direttore delle Stazioni ornitologiche VITTORE DE GROSSBAUER Dr. L. De LoRENZ R.dattore dell” A Hugo’ s Jagd-Zeintung ,, in Vienna. Custoda dell’I. R. Musso in Vienna. CACCIE E PASSAGGI _——a ast Dalla Val di Chiana (G. A. GRIFFOLI): Il passaggio degli uccelli per la nostra regione nello scorso autunno non potè davvero dirsi in generale abbondante. Alcune specie di migratori come ì Tordi, i Colombacci, gli Storni, passarono in discreto numero; altre come i Fringuelli e le Allodole scarseggiarono. Abbondanti oltre l’usato si videro i Frusoni e qualche giorno in branchi grossissimi di qualche centinaio di individui. Verso Ja prima metà del novembre comparvero le Beccaccie e il passo di questo simpatico ospite dei nostri boschi andò accentuandosi verso la fine del mese. È a notarsi che nelle colline a ponente della nostra vallata, le Beecaccie furono assai più numerose che non nelle altre a levante. Parecchie allettate dalla mite stagione e dai luoghi ben preparati per ° 83 le pioggie abbondanti, vi stazionarono a lungo ed invece di spingersi in Maremma ed oltre il mare, vi passarono l'inverno. Chi ebbe buoni cani e non temè di ba- guarsi, trovò sempre da fare qualche coipo contro di esse fino nel Gennaio inoltrato. Le alluvioni straordinarie del Novembre che, con punta soddisfazione degli agricol- tori e dei proprietari avevano restituito alla nostra pianura l’ aspetto che aver do- veva innanzi alle bonifiche, richiamarono una quantità immensa di palmipedi di varie specie. L’ aspettativa dei nostri cacciatori di poter farne buona preda al ritirarsi delle acque, fu in gran parte delusa perchè quasi tutti allora sparirono Comparvero però numerossimi i Beccaccini e per parecchi giorni se ne levarono delle vere torme nei campi ancor semi-allagati e nei prati acquitrinosi. - Mancò quasi del tutto il passo dei Germani reali e delle Oche perchè mancò quasi del tutto l’ inverno, e si sa che solo i forti geli consigliano questi palmipedi ad emigrare verso climi più miti. An- che gli uccelli di ripa, tranne le /avoncelle, scarseggiarono assai e i cacciatori di rele fecero magri affari. La mitezza dell’ inverno affretiò il ripasso primaverile che si pronunziò subito dopo la prima decade del Febbraio. Ricomparvero numerosi i Tordi ai colli, e le Pavoncelle in piano diedero occasione ai tenditori di compensare la scarsa preda del- l'autunno. Le burrasche dei primi di Marzo misero in moto di nuovo i palmipedi e ve ne furono buoni passaggi; degno specialmente di nota quello verificatosi nella notte dal 12 al 13 del quale appena i vecchi cacciatori ricordano |’ eguale. Erano in gran maggioranza Fischioni, Codoni, Morette e Marzaiole: i branchi si succede- vano ai branchi quasi senza interruzione ed anche qualche ora dopo il sorgere del sole vedevansi numerose retroguardie che alte nell’ aria battevan la via del Nord-Est. La oscurità dovuta al tempo nuvoloso ed alla luna ancor giovine fece sì che la preda non fosse quale poteva e doveva essere. Si riteneva che il passaggio avrebbe con- tinuato nelle notti successive, ma il vento girato improvvisamente a ponente nella sera del 13, dopo un violento uragano di acqua e grandine, bastò a spostare la linea di passo, rigettando molto probabilmente gli stormi migranti al di là dei contrafforti Appenninici che dividono la nostra valle da quella del Tevere. In que!la stessa circo- stanza sì mostrarono numerose altre specie di uccelli, di ripa specialmente, come Chiurli, Pavoncelle ed Aironi. Dal 13 al 20 il passaggio fu quasi nullo; solo si nota- rono nelle macchie molli Colombacci e Tordi che sembravano fermi in attesa che si dileguassero le nevi che ancora imbiancavano le vette dell’ Appennino. Infatti allo sparir di quelle tutti d’ un tratto scomparvero. Nei giorni 22 e e 23 ricominciò il passo dei palmipedi, e specialmente delie Marzaiole che furono davvero quest'anno straordinariamente abbondanti. In qualche tesa o laghetto nei dintorni di Arezzo, lo- calità ove questo genere di caccia molto si pratica, si fecero prede abbondantissime. Nel solo laghetto dei signori Mascagni e soci in tre mattine si uccisero oltre 100 marzaiole ! Scarseggiarono sempre le Gambette delle varie specie che d’ ordinario passano per la nostra valle in quantità. 1 primi Croccoloni comparsi in disereto numero e | più il passaggio straordinario di questi uccelli, avvenuto nel territorio Pisano e Li- ardita Vai Tag Lg CGIE - 5 it A n Pe 34 84 s vornese, facevano sperare bene i nostri cacciatori che già sognavano di farne strage. Le rosee previsioni furono però del tutto deluse. Fra pochi giorni la caccia si chiude (pei veri cacciatori, non già per coloro che indegni di tal nome se la ridono della legge che ordina il divieto) e si ripongono le armi da fuoco in attesa del 15 di Agosto. Non ho avuto cognizione di catture di uccelli non comuni degne di esser notate. Solamente il di 9 Marzo trovandomi in Arezzo, vidi esposte in vendita sul mercato diverse Gr (Grus communis. Becchst). Non possono questi uccelli dirsi rari per noi, ma pochissimi se ne uccidono perchè diffidentissimi e soliti a passare di notte e senza fermarsi in questa regione troppo coltivata ed abitata, mentre invece amano luoghi deserti ed incolti, dove l’uomo non li disturba. Villa di Fabbriche - 25 Aprile 1897. Notizie Bolognesi. (P. A.) Dal negoziante di volatili coll’ estero Sig. Giuseppe uno mi vengono fornite le seguenti notizie ornitologiche. Dall’Ottobre al Marzo egli ha ricevuto dalla Casa Rispoli di Foggia Allodole (Alau- da arvensis) 15,453 - Pavoncelle (Vanellus capella) 478 - Beccacce (scolopax. Rusticula) 252 - Beccaccini (Gallinago Caelestis 276 - Tordi (Turdus musicus) tra i quali una Oreocincla varia, 795 - Quaglie (Coturnix. communis) 203 - Pivieri. (Charadrius piuvialis) 111 - Alzavole (Querquedula Crecca) 179 - ed altri di minor conto, e in minor numero. Notizie Lughesi. (P. f.) Il celebre cacciatore faentino Sig. Achille Boschi dal 19 Dic. al 4 Marzo ha inviato dal Lago di Lesina al negoziante di Lugo Michele Gordini 588 morette, moriglioni e mestoloni - 122 germani - 130 alzavole - 60 folaghe - 62 chiurli - 129 pavoncelle - 145 pivieri - 59 totani - 23 pivieresse - 8 gambette. Nel Roccolo dei Signori Ricci-Bortoloni furono presi 130 tordi - 554 fringuelli - 84 merli - 256 uccellelti vari. Nel Paretaio dei medesimi Signori vennero catturati 806 uccelli. Nella Quagliet- tara dei medesimi 303 quaglie. Nycticorax griseus Bp. Nitlicora. (Prof. F. Venezia). Nel passato mese di aprile si è visto un abbondante numero di Nitticore nei paraggi dei territori di Castelvetrano, Campobello e S. Ninfa. Ne ho preparati molti per conto dei proprietari. Osservai che tra 16 che ne preparai, ne trovai solamente due ge tulto il resto erano femmine adulte e qualcuna in abito giovanile (prima della muta). Ardea purpurea Linn. Airone porporino. Castelvetrano 23 Maggio (Prof. F. Ve- nezia). Quest'anno gii aironi porporini sono stati abbondanti, invece scarsi i cenerini, di cui ho avuto il piacere di prepararne un Ye una adulti. Fiumicino. (Roma) 11 aprile (Gaetano del Vaso al Caccia e Tiri). Gran passo di rondoni, upupe, cicognotti e qualche rondone. Caccia invernale. Non ho potuto prima d’ ora mandarvi il resoconto della caccia invernale fatta dai cacciatori di Maccarese, Terracina e Paduli Pontine. Ve la mando adesso, eccovela : A Maccarese: Arcangelo Marinelli nei mesi di dicembre, gennaio, febbraio e marzo, beccaccini 1100 e tra anatre, folaghe, garganelle e morette ha superato le 800. Avtonio Marinelli ha ucciso 1500 capi di selvaggina, i beccaccini sono in primo numero. 85 A Terracina: Angelo Giovannoni, accavallatore colla spingarda, ha ucciso dal novembre a marzo: pavoncelle 418, piccioni 60, uccelli muti 94, terzane 7, anatre 127, garganelle 12, pivieri 30, tecchie 48, ciarlotti 19, croccoloni 25, bec- caccini 62, arzavole 179, volpi 12, lepri 2 Esso poi accompagnò come guida il sig. marchese Torrigiani di Firenze, che venulo appositamente per cacciare nelle Paludi visi tratienne.un mese circa, e. ue cileva non meno di 60 capi di selvaggina al giorno. Mi assicurava il detto Giovan: i noni che il sig. Marchese è un tiratore "di cartello, specialmente. al beccaccino. Poi fece da guida ai signori marchesi Ginori. di Firenze che uccidevano una cinquantina di animali al giorno, e al sig. marchese Pecorelli, che ne uccideva una ventina per ogni cacciata. Nelle Paduli Pontine : Pietro Nardi, detto Moschino, barchettante. Esso caccia senza cani: anatre 414, folaghe 500, pavoncelle 213, tecchie 9, uccelli muti 6, beccaccie 1. Ed ora eccovi le prese fatte colle retî dai due cacciatori del sig. Alessandro Quattrocchi a Campo Salino, presso Porto. Galeri Angelo : Pivieri 111, pavoncelle 938, allodole 360 e col fucile uccise : lepri 3, beccacee 1, beccaccini 25. Fulgenzi Urbano ; pavoncelle 1511, pivieri 49 e col fucile : lepri 8, marzarole ‘4, terzane 4, anatre 1. È 2. Messina.:(A. V.) Il 18 c 19 Aprile sono passali attraversando anche la città e molto bassi quasi da rasentare le case migliaia di falchi di varie specie. ia. (Conti). Poche quaglie in generale; il 6 maggio però avemmo un buon Catania. (Conti). Poche quagl g le; il 6 m p m b passo e molte ne furono prese nell’interno della città, ove stanche dal viaggio urta- vano contro i fabbricati e cadevano a terra estenuate. Gli ultimi giorni di caccia in padule. (Red.) Nei primi di Aprile continuò in pa- recchie località un abbondantissimo passo di Marzaiole. Passarono pure molti volto- lini, gallinelle e gambette, ma solo in pochi paduli. Quaglie. (Red.). Riassumendo le molte notizie avute sull’arrivo delle quaglie si può concludere: Le prime furono uccise il 8 e 6 Aprile. Passo discreto nella 2.* metà di Aprile sul littorale fra Roma e Napoli e nella Sicilia, scarso ovunque nel Maggio. Ma se non molte ne sono giunte fra noi e poche ne sono state prese anche per causa delle pioggie, non così è avvenuto nella costa africana e ciò deducesi dal tran - | sito verificatosi di quaglie vive, provenienti dalla Barberia e dirette a Marsiglia. DI BOLLETTINO DELLE PUBBLICAZIONI ORNITOLOGICHE TY T=ean_3 AQUILA - A Magyar madartani kéòzpont folyoirata. Zeitschrift fir Ornithologie. Or- gano della Centrale ornitologica ungherese in Budapest (testo ungherese e 0) | Anno III 189697. 4 fascicoli L. 10. _ AuBuson (D’) M. - Le symbolisme de 1’ hirondelle. (Paris 1897. Le sone n. 243) _ AUK - A quaterly Iournal of Ornithologie Publ. b. the American-Ornithologist-Union. «New York vol. XIV. L. i7. | I 86 BALLERINI C. - Alimentazione dei pulcini. (Milano 1897. Il Corriere agr. comm. n. 138). BeNDIRE CH. - Life Histories of North American Birds (Psittacidae, Icteridae). 528 p. Washington Smits. Instit con 7 tav. col. 1895-96. L. 45. BLAÀTTER - (schweizerische) fir Ornithologie und Kaninchenzucht. Zirich. An. XXI (1897). L. 4. BriGGEMANN R. - Versuche uber die Erzeugug von Fieber bei Vigeln. 22 p. (Iena 1886). L. 1,50. BuLLETIN of the British Ornithological Club. Year V Octob. 96-June 97, 10 num. L. 7,50. Forest I. - L’élevage de l’ Autruche en Algerie. (Paris 1897. Le naturaliste n. 242 e seg.) GHIGI A. - Insetti, uccelli e piante in rapporto colla legge sulla caccia. (Bologna 1896. Annali Soc. agraria. Estr. di 24 pag. in-8). HAMONVILLE (D’) - Sur le produit ovarien des Strix fammea et perlata. 2 p. Santiago Act. Soc. Scient. 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J.: Ein Rauch-schwalbennest in einem Cigarrenkistekn. — v. TscHUusI- SCHMIDHOFFEN - Albinotische Sumpfohreule. — DETTO: Bienenfresser in Ober- Oesterreich. ORNITHOLOGISCHE MoxnaTsscHRIFT des Deutschen Vereines zum Schutzeder Vogelwelt 20 Red. Dr. Hennicke, Anno XXII (1897). Mensile. Gera. (Reuss.). Abbon. L. 10. | OrnirHoLoGIST - A_ monthly Magazine of Ornithology and Oology. London Year II > March 1897-Febr. 1898. (12 num.). L. 7,50). OsprEY (THE) - An illustrated monthly magazine of Ornithology. Gallesburg 1897 vol. I. L. 6. i OustaLET E. - Catalogue sommaire des Oiseaux de l’ordre des Brevipennes qui figurent dans les galeries du Muséum d’Histoire Naturel. 8 p. in-4 con tav. col. (Parigi, Nouv. Arch. Mus. 1896). | PARROT dr. med. E. - Versuch einer Ornis des Grédner Thals (Sidtirol). 14 p. in8. ‘4/0 n. 1 e 2 d. ornith. Monatschr. (Gera 1897). . DE PascaL T. - Monografia della razza di polli Langshan. (Roma 1897. Guida del polli _ —’‘coltore n. 4-5 e seg.). . PRAZAK dr. I. 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La Coruna 1896. 33 p. SHARPE R. B. - Monograph of the Paradiseidae : or Bird of Paradise and Ptilonorhyn- chidae or Bower Birds (8 ‘parti). Parte VI. 17 p. in folio con 10 tav. colorate. (Londra 1897). L. 80. SierERT E. - Weber die Athmung der Vogel. 186 p. e 3 tav. (Bonn. Arch. ges. Phy- siol. 1896) L. 9. ; Simon EuGENE - Revision des genres de la famille des 7rochilides. (Paris 1897. La feuille des jennes natur. n. 317 e seg.). SIMoNI dr. L. e MATTEI G. E. - Gli uccelli e Agricoltura. Considerazioni. (Bologna 1892. Annali Soc. agraria. Estr. di 31 pag. ‘in-8). Stmonr:dr. L. e MarTEI dr. G. E. - La nuova legge sulla caccia. Note e commento, (Bo- logna 1893. Tip. Cenerelli. 40 pag. in-8). Simoni dr. I. e MarTEI dr. G. E. - Ancora una parola sulla legge per la ‘caccia. (Bo- logna 1894. Tip. Cenerelli. 4 pag. in-8). Simoni dr. L. e MATTEI dr. G. E. - Degli uccelli ed insetti utili e dannosi all’ agricol- tura. (Bologna 1894. Annali Soc. agraria. Estr. di 47 pag. in-8). StmonI dr. L. e MATTEI dr. G. E. - Bonifiche e diboscamenti in rapporto alla Avifauna. Memoria letta ‘alla Società agraria di Bologna. (Bologna 1896. Annali Soc. agr. Estr. di /96 pag. ‘in-8). i SzvmonowIcz Li. - Ueber den Bau und die Entwicklung der Nervenendisungen in Em- tenschnabel. 80 p. in-4 con 1 tav. (Bonn. Arch. niker. Anat. 1896). L. 3. Tarr N. C. - Aves de Portugal. (Porto 1897. Annaes de Sciencias natur. n. 1 e ‘seg.). TscHusi zu ScHIMIDHOFFEN Rirm. v. V.- Ueber das Vorkommen des rothsternigen Blankehlchens (Cyanecula caerulecula Pall.) in Oesterreich und Deutschland. 4 p. in-8..In Ornit. Jhrb. (Hallein 1896). TscHusI zu ScHimipHOrFEN V. - Nochmals iiber Cyanecula orientalis Chr. L. Br. und einige Worte tiiber €. wolfi Chr. L. Br. 4 p. (ibid.). WaAcQuaNT-GEOZELLES S. - Die Hittenjagd. 200 p. in-8 con 1 tav. e 37 inc. (Berlino 1896). Di 3: WALTER L. - Unsere eiheimische Finkenvogel, ihre Beschreibung, Wartung, Pflege und Zucht con 7 inc. (Lipsia 1896). L. 2. WELT (DIE GEFIEDERTE) - Wochenschrift herause. v. Russ. 52 unm., Magdeburg 1897. IR ITRI5(0), s WiLsox S. B. anp Evans A. H. - Aves Hawaiienses in 7 parti. Part VI. 13 tav. col. (Londra 1896) L. 24. È È i 89 VOGELLIEBHABER - Blatter fiir Vogelkunde-Zucht und Pflege insbesondere der Stiiben- .vogel Jahrg. VIII (1897). 26 num. Lipsia. L. 2,50. pain ZerTscHRIFT Fir OrNITOLOGIE und praktische Gefliigelzucht. Organ des Verbandes der —‘ ornith. Vereine Pommerns. Stettin. XXI Jahrg (1897). Mensile. I num. 1:5. Ab: bon. L. 4. 2 ZerrscHRIFT FiR OoLOGIE - Herausg. v. H. Hoche Berlin 1897. Jahrg VII. 12. fasc. L. 3, 75. Sì Zùrn E. S. - Die einhemishe Stuben-Singyvogel, ihre Haltung, Pflege und Zucht. 215 p. " in-8 con fig. (Lipsia 1896). L. 2,50. NEO ZA: Are Per far conoscere questo nuovo periodico ”’ Avicula ,, inviamo come saggio, di- versi fascicoli a parecchi signori. Sarebbe per noi cosa graditissima se coloro che non desiderano abbonarsi ci respingessero un fascicolo serivendo nella copertina Respinto e ponendo sotto questa parola il proprio nome. Per questo rinvio non occorre nes: suna spesa di francatura. Rammentiamo che con la fine di Giugno termina il semestre durante il quale gli abbonati godono una riduzione sui prezzi di abbonamento ai 3 periodici Avicula, ti vista ‘e Bollettino. Coloro che non vogliono perdere questo diritto si affrettino per- ciò ad inviare il prezzo di abbonamento dell’anno corrente. Gli abbonati che hanno già saldata I’ annata per | Avicula inviando ora una sola lira (Estero L. 1,50) riceveranno anche il Bollettino del Naturalista per tutto l'anno, e compresi i fascicoli già usciti. Preghiamo tutti i nostri gentili abbonati di comunicarci sempre ; tutto quello che hanno occasione di osservare relativamente agli uccelli e che a loro sembri di qual- che interesse. Tutti coloro cui capitino ‘uccelli che non conoscono o che ‘sanno essere rari, sono pregati a conservarli in qualche modo o spedirli subito freschi appena morti come campioni senza valore, o per pacco postale, alla; direzione di questo periodico che pen- serà a farli imbalsamare, ed a pubblicare nel giornale quanto siavi di interessante, ‘Onorificenza. Abbiamo appreso con vero piacere che il giovane ma valente or- SA prof. dott. conte Ettore Arrigoni degli Oddi di Padova collaboratore ‘di questo periodico e già da molti anni della nostra Rivista e Bollettino, è stato nomi- nato socio del R. Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti. Le nostre, sincere con- gratulazioni. i “Per mancanza di spazio abbiamo rimandata al fascicolo prossimo la continuazione e dl dell’articolo del Sig. Prof. Fabani sulla Analisi fonetica del canto degli uecclli, Dono importante. Abbiamo appreso dai giornali che i gentiluomini romani, marchesi Giuseppe Lepri e Filippo Patrizi, hanno donato al Museo ‘Zoologica della Università di a, la loro ricca raccolta ornitologica romana, che- con Lanto amore e studio sta- i formando da vario tempo. — Questo del dono rende certamente più importante la collezione ornitologica ro- 90 mana esistente in quel museo zoologico, ma ci auguriamo che i distinti donatori non abbandonino dopo ciò lo studio degli uccelli, da loro ben coltivato da diversi anni. Contro il trasporto delle Quaglie. Il Consorzio delle Società tedesche per la pro- tezione degli animali, presentò al Parlamento germanico una domanda, affinchè prenda le necessarie disposizioni per impedire il trasporto in massa delle quaglie vive at- traverso i domini dell’ Impero. Esportazione di uova. Secondo le relazioni dell’ Economato di Amburgo I° im- portazione delle uova nell’ Impero tedesco fu valutata, come segue : Anno 1894. ò 3 ; 68 milioni di marchi « 1895 . 5 ; È 72 ‘ a « 1896. 5 5 6 88 a « (N. B. Un marco = 1, 28 lire italiane). La sola Ungheria durante il 1896 esportò uova per 6 milioni e mezzo di fiorini. Grifone nella Slesia austriaca. Ai 20 maggio 1896 come annunzia l’'Ornith. Monatsschrift (n. 1, 1897) fu ucciso a Reihnviesen nella Slesia austriaca un Gri- fone © (Gyps fulvus). Se per le tre penisole meridionali d’ Europa ed in generale per tutti i paesi circumediterranei il Grifone non è un’ apparizione nulla affatto rara, merita invece di essere rilevata una cattura avvenuta ad una latitudine così nordica. Lo Storno assassino. Probabilmente il maggior numero degli italiani ignora che lo Storno — dannosissimo pei nostri vigneti — in Germania è tenuto quale uccello sacro e che tutte le campagne di celà, sono sparse di casselline messe apposità- mente affinchè esso vi possa porre il proprio nido. Ora il sig. E. Rzehak di Trof pavia, nel succitato periodico, racconta che nella tenuta d’ un privato di colà, presso ad una di codeste cassettine che conteneva una coppia di Storni nidificanti, venne a collocare il proprio nido anche una coppia di Fringuelli. Ma appena nacquero i pulcini di questi, lo Storno fu loro addosso e pigliandoli col becco, ad uno ad uno li lanciò sul suolo distruggendone in gran parte il nido. « E pare — così finisce il relatore — che l’amico Storno si prenda spesso di simili piaceri personali, ma forse non si vuol vederlo e molto meno pubblicarlo. ». È molto che un tedesco scriva così ! Nell’ Impero austro-ungarico la Lega per la protezione degli Uccelli, iniziata nel 1896, ora si è tanto divulgata, che quanto prima sarà presentata al Parlamento di Vienna una petizione che è già coperta di oltre 80000 firme. Lo scorso aprile fu tenuta a Graz la prima adunanza a cui intervennero le più alte personalità. SS SE E Ai 4 febbraio scorso morì a lacksonville (Florida) all’età di 60 anni il maggiore CARLO EMILIO BENDIRE direttore onorario della collezione zoologica dell’ Istituto Smitsoniano in Washington. Era uno dei più insigni conoscitori del mondo ornitico dell’ America settentrionale. CARLO WAHL da parecchi anni redattore della conosciuta Gazzetta uni- versale tedesca di Pollicoltura, morì a Lipsia ai 15 febbraio u. s. nella fresca età di 39 anni. 91 Dobbiamo già deplorare la morte di un nostro collaboratore, |’ illustre Dr. ERCOLE UNTERSTEINER CONSIGLIERE D' APPELLO IN PENSIONE del quale pubblicammo un articolo nel 1.° fascicolo dell’Avicula e ne incominciamo un altro nel fascicolo presente. Egli cessò di vivere a Rovereto, sua patria, il 28 aprile u. s. nell'età di 73 anni. Era un giurista dei più insigni, ma si col. livò (e pubblicò lavori stimati) anche nella letteratura, nella storia patria, nella musica e nell’ Ornitologia. RICHIESTE E OFFERTE #20 Magni dott. cav. Antonio Via Borgo nuovo 20 Milano desidera acquistare un ibrido A naturale di una delle fringillidae d'Europa (escluso il canarius), in pelle o preparato. Scrivergli. S. Brogi, Piazza del Carmine Siena, desidera acquistare anche in grandi quantità, siano freschi in carne, siano già messi in pelle, Barbagianni (Stràx fammea) Fraticelli (Sterna minuta). Vitt. cav. Tschusi, zu Schmidhoffen Hallein, (Salisburghese), cerca in Italia rela- zioni per cambi di pelli di uccelli e prega rimettergli l' elenco delle specie desiderate. V. Morandi; Villa Trezza. Ponte Milvio Roma, desidera soggetti purissimi di Gallina Gigante padovana bianca. Gaetano Esposito Gesariello di Messina tiene sempre pronte quaglie vive per tiro a volo. Chi desidera accessori per la falconeria può rivolgersi al Sig. A. Ungherini Via Valperga 19 Torino. È in vendita la raccolta completa delle memorie e verbali della Società toscana di Scienze naturali, formata di 25 volumi nuovi senza tagliare. Prezzo L. 165,00. ORNITOLOGI VIVENTI PB de_ Indirizzi di coloro che per studio, o per diletto, o per commercio si occupano di uccelli Pubblicando questa lista degli ornitologi dei quali abbiamo potuto avere l’ indiriz- zo, preghiamo tutti i lettori ad aiutarci per renderla il più possibile completa, invian- doci nome e direzione dei loro conoscenti che si occupano di uccelli. (continuazione) BARNARD mM. P. Kennett Square Chester Co. (S. U. America). BARNES Henry E. Victoria and Albert Museum Bombay. BARNES XF. M. Lacon Marshall Co. (S. U. America). BARNEY Everett H. Springfield Mass (U. S. America). _ BARON O. 7. Lugon Vendée (Francia). . BARON Oscar T. Alameda Alameda Co. (S. U. America). — BARRET-HAMILTON Gerald E. H. New-Ross Leinster (Irlanda). BARRINGTON Richard Manliffe Bray Leinster (Irlanda). 92 54 Aia L'ho UU, } n CI iS dea a BARROWS Walter Bradford Professor of Zoology Agricultural College Ingham Co (S. U. America). BARTELS Max Heerenoeracht 248 Amsterdam, BARTLETT A. Dee Zoological Society Londra. BARTLETT £Qward Sarawak Museum Kuching Sarawak (Borneo). BARTSCH ‘Paul State University of Jowa Tovva City Iowa (S. U. America). BASKETT I. N. Mexico Mo. (S. U. America). BATCHBLDER Charles Foster T Kirkland Street Cambridge (S. U. America). BATES VV. C. 4 Lewis Street Worcester Mass (S. U. America). BAUER £. Karkutschstrasse 11 Stettin Prov. Pommern {Dentschland). BAUER /r. Sal Gratwein Steiemark (Austria-Uugheria). BEADEL /. L. The Cedars New Brighton (S. U. America). BEAL Foster Ellenborough Lascelles 1513 Kingman Place (S. U. America). BEAN I. Bellfield Nicollet Nicolett Co (S. U. America). BEARD Daniel Carter Dranghtsman ‘and Painter of Animals Hushing Que- cus Co (S. U. America). BEAUCAIRE Justin Istres Bouches-du-Rhòne (Francia). BECCARI Odoardo Borgo Santa Croce 12 Firenze, i BEDFORD. ZHerbrand Arthur Duke of 19 Belgrave Square S_W. Woburn Bedford (Inghilterra). BEDNARD Iuliws Director der Burgerschule Mistek Màhren (Austria-Ungheria). BEEBE C. VVilliam 73 Ashland Avenne Orange Essex Co (S. U. America). BEEMAN 7. W. Perth Ontario (Canada). i i (continua); Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano e Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici formerà a fin d’anno un vo- lume di non meno di 150 pagine di testo Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via di Città 14, e da tutti gli uffici postali italiani ed esterì, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogiti anno con diritto ai fascicoli arretrati. . L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnuovato. Fascicoli, per saggio si spediscono gratis. Fasticoli separatilcostano cent. 80 peragni 16 pag: di testo. Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50. copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quardo inviano i ‘manoseritti. lutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero, L. 1 per 12 numeri e L. 6 il cento fran- chi di porto, purchè li richiedano prima della pubblica- zione del giornale. I soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare.in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc.; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc, ecc. Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però ne viene accordata la ristampa, pagando. un piccolo com- penso. Dalle inserzioni gratuite sono per regola esclusi gli scritti che contengono offerte dì acquisto 0 di vendita, o che possono servire di reclame commerciale. Delle ‘inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato }'ab- bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall’ abbonato. L’ amministrazione s'incarica di rappresentare gli ab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In; questo; caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. La direzionepuò, in casì eccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione.o memoria, senza:bisogno di dare giustificazioniin proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autorià praprie spese. Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche tascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata în corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano checontro pagamento. Inserzioni a pagamento: Quelle relative.alla/Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L. ll per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsì nelle ap- posite pagine costano L,l ogni2 centim. di spazio occu- pato in una colonna, 0 cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. ; Si annunziano le pubblicazioni ricevute e si fa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari. Tutti i pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera risposta unisca i francobolli necessari, o serivain car- tolina con risposta pagata. Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri S. BROGI, Direttore responsabile cop ; eu paea montata con ale in o parte bianche (difettosa) L. 4. sberi hortulanag' « « con remiganti primarie dell’ala sinistra, bianco giallastre T:3! « « « remiganti bianche con parte dello stelo ed estremità nere L, 6. 78 Passer montanus in pelle, le parti scure sono colore isabella L. 2,50. o da 82 Passer italiae montata con le parti scure colore isabella L. 4 a 6. » s GSO « < le penne nere del petto sono rosso ruggine marginate di pa bianco L. 3,50. 84 « « pelle quasi completamente nera e nerastra L. 3, 50. sd _« « « parti superiori chiare, le penne della macchia del collo e petto rugginose marginate di bianco L. 2. 86 Fringilla coelebs JI montato, due terzi bianco L. 2. « 87 a 90 « « « isabellismo completo L. 6 e 7 l’ uno. 91 « « d' «con le macchie bianche delle ali, il sottocoda e parte del capo rosso vinato L. 3,50. 92 « « « conle macchie bianche delle ali color rosso vinato L. 2,50. 93 Carduelis elegans juv. « con la parte superiore del capo bianco L. 2 94 Sturnus vulgaris J' montato con la mascella superiore del becco lunga mm. 35 L. 5. 95 Ibrido di corvus frugilegus e C. cornix montati L. 12. 96 Pica caudata montata totalmente albina L. 15. 97 Garrulus glandarius montata, bianca meno le penne delle ali e della coda (dif.) L. 7,50. 98 Starna perdix montata, bianca meno qualche penna nelle ali L. 15. 99 a 104 Machaetes pugnax montata J' e e $ albinismo parziale L. 4 a 6 105 Gallinula cloropus in pelle con le ali volgenti al giallo ruggine L. 3,90. 106 Anas boscas J' montata albinisuio parziale L 10. 107 Sterna nigra 1n pelle con 2 macchie bianche ai Jati della testa L. 2 SIENA - Gabinetto di Storia naturale di S. BROGI - SIENA CONTI Scicli USATE LA PITIBLRINA î finge INSETTICIDI ENBRGICI = PRATICI — BCONOMICI Hubn. Porzione di gra i | polo attaccato dae lara Brevettati dal R. Ministero di Agr. Industria e Commercio A A A A A A AR A AR A ve della seconda gene- e più volte premiati. Sp Bruco, ninfa Contro le Cavallette e la Tignuola dell'uva usate la RUBINA. Deposito e rappresentanza generale presso la Ditta Giacomo Maschio di Padova, la quale spedisce gratzs istruzioni in proposito, nonchè splendid» catalogo illustrato da oltre 100 incisioni, dietro semplice richiesta. Per tutta la provincia senese unico Deposito e rappresentanza in Siena'all’ Agenzia di questo giornale Via di Città n. 14. GRATIS — Numero di saggio dell’ Acclimatazione Etaliana, giornale a Caccia, Toga Pesca, Coniglicoltura e Veterinaria; A. U. FILASTORI Fagont te MODERNA Guida pratica per addestrare alla caccia LE PRINCIPALI SPECIE DI FALCONIDI Prezzo L. 2,50 con figure. ell'” Avicula ,, in Siena. Saggio si spediscono gratis a chi ne fa richiesta all’Amministrazione di questi periodici in Siena Via di Città, 4. i Fascicoli l'abbonamento per tutti e tre questi periodici. Gli abbonati esteri dell’ Unione postale pagheranno L. 1,00 di più, e quelli degli altri Stati L. 2,00 di più per le maggiori spese postali. A Annate arretrate quasi gratis Agli abbonati, agli istituti ed alle biblioteche si cedono le annate arretrate della Rivista taliana di Scienze naturali, unitamente al Bollettino del naturalista, collettore, alle- vatore, coltivatore, per sole L. 2,50 per annata; 5 annate per L. 10 e la 2.8 serie completa com-_ posta di 12 annate, dal 1885 a tutto il 1896, per sole L. 18,00. : Le dette annate arretrate si cedono pure in cambio di pubblicazioni od oggetti ti Storia naturale. A tutti coloro che ci procureranno nuovi abbonati inviandocene l'importo mande-. Temo in dono tante annate arretrate per quanti saranno gli abbonati procuratici, | RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI | Sommario del fascicolo di Maggio De Angelis dott. Giovacchino. Geologia, Paleontologia ed evoluzione. Pag. 65. È Parsi Guido. Flora estiva dei dintorni di Civitavecchia. Pag. 69. (continuazione e fine). ="@ Cascella dott. Francesco. Cranio e cervello di un idiota microcefalo. (con fig.) Pag. 72. (continuazione e fine). Bellini Raffaello. Brevi cenni sulle località ammonitifere dell’ Umbria. Pag. 77. Leonardi dott. Cosimo. Rettili ed Anfibi del territorio di Girgenti. Pas. 28. Rivista bibliografica. Da pag. 80. a pag. 83. Bibliografia italiana di Scienze naturali. Pubblicazioni di Zoologia, Paleozoologia, Alleva- mento degli animali (anno 1895) dal n. 921 al n. 970 — Idem, (1896) dal n. l. al n. 79. Da pag. 84 a pag. 88. di BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Heelimatatore - Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Anbonamento annno pper l Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3. Per gli Stati dell’ unione postale L. 3,50. Altri Stati L. Sommario del fascicolo del 15 Maggio Grillo dott. Niccolò. L'audizione colorata. Pag. 57. Fenizia prof. Carlo. Metodo per fissare ì colori d' anilina da. adoperarsi nella Microtecnica Vegetale Pag. 59. Failla Tedaldi L. Glossario Entomologico. (cont.) Pag. 60. T. A. Curiosità astronomiche del Maggio 1897. Pag. 63. COMUNICAZIONI. — Bargagli P. Nuovo metodo di osservazione per i movimenti delle Piante. — — Muzzioli dr. A. e Red. Balene — Plateau F. Fleurs et insectes — Sannino D. F. A. Disinfezione delle piante — Da pag. 65 a pag. 67. Insegnamenti pratici. Pag. 67. — Invenzioni e scoperte. Pag. 68. — Notiziario. Pag. — 69. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 71. — Richieste, offerte ecc. (gratis per gli abbonati) Pag. 71 e 72 o Pubblicazioni in vendita presso l'Agenzia di quosto periodico - I funghi mangerecci e velenosi, descri- Lepidotteri italiani per A. Griffin Pag. zione, modo di cucinarli e conservarli. Con 23 | 238 con l4 fig. L. 1,60. Na, tav. colorate, per C. Rossi. Pag. 140 L. 1, 35. Sono i piccoli uccelli utili all’ agricol- | Role des TODiAoe en agricolture par | tura? per D. G. Salvadori. Pag. 22 L. 0,50. JI. De Fischer. L. Meccanismo interno ed esterno del. Viaggio in Oricnte pel cav. dott. F. Tassi. | volo degli uccelli per il prof. ©. Faban Pag. 130 L 0,80. L. 0,60. tà VAC A VR 2 PR SR La TERE È RRENEIE Pi dg beato © eat = si Division of Birds /- ve SRNRDA ble, Conto corrente con la Posta, Siena - Luglio-Agosto 1897 Faso. 1 Siae ITALICUS per lo studio dell’Avifauna italica e per tutto quanto ha relazione con gli uccelli in generale Caccia, allevamento, nutrizione, acclimatazione, propagazione, malattie, emigrazioni, classificazione, anatomia, fisiologia, embriologia, cologia, nidologia, falconeria, pollicoltura, co- lombicoltura, varietà, mostruosità, ibridismi, ornitologia agraria, distribuzione geografica, utilità e danni delle varie specie, paleornitologia, ecc. ecc. TRI e Si pubblica per ora ogni 2 mesi, in fascicoli da 24 a 82 pagine Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 4. Per gli stati della unione postale L. 4, 50. Altri stati L, 5. © DIRETTORI ONORARI HILLYER GIGLIOLI comm. prof. ENRICO SALVADORI conte prof. TOMMASO Museo zoologico — Firenze Museo zoologico — Torino Direttore: Cav. SIGISMONDO BROGI UFFICIO Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA abbonamento costa quanto per 1’ Italia, ma norme stabilite nella detta convenzione. Collaboratori principali Angelini prof. Giovanni, Roma. Lorenz Lodovico cav. de Liburnau, Vienna. A. Griffoli conte Giacomo, Lucignano (Arezzo). | Magnelli cav. Riccardo, Firenze. Arrigoni degli Oddi conte prof. Ettore, Padova. | Martorelli prof. Giacinto, Milano. ‘Agenzia del giornale in Siena, Via Città 14, ed anche Bonomi prof. Agostino, Rovereto (Trentino). Morici Michele, Castelbuono (Sicilia). Brusina prof. Spiridione, Zagreb (Croazia). Paulucci march. Marianna, Novoli (Firenze). Carruccio cav. prof, Antonio, Roma. Regalia prof. Ettore, Firense. Damiani dott. Giacomo, Portoferraio (Elba). Riggio dott. prof. Giuseppe, Palermo. Falconieri di Carpegna conte Guido, Roma. | Spinola march. cav. Giacomo, Roma. È Ferragni Odoardo, Cremona. Tschusi Schmidhoffen cav. Vitt. Hallein, Fiori prof, Andrea, Bologna. | Salisburghese. Gasparini prof. Vincenzo, Fano. | Vallon Graziano, Udine. Lepri march. Giuseppe, Roma. Collaboratori corrispondenti ttivi uffici postali o secondo le Per gli Stati che aderirono alla convenzione di Vienna \° AS sN D } [o Altobello dott. Giuseppe, Campobasso. Manche dott. L. Valletta (Malta). © Caiani Gino, Firense. | Marchi prof. Giuseppe, Trento. GI Ceresole Giulio, Venezia. Monticelli prot. Saverio F., Cagliari. & De Ceglie Francesco, Taranto. Ohlsen cav. dott. Carlo, Roma, A De Leone Nicola, Z'eramo. Poli prof. Aser, Piacenza. 2 * Fabani prof. Carlo, Valle di Morbegno. Rosati prof. Pietro, Bologna. cs (ai | Gioli dott. Giuseppe, S Frediuno a Settimo (Pisa). | Rossi prof. Torquato. e O Gragnani Raimondo, Quiesa (Lucca). Venezia prof. Y#yancesco, Castelvetrano ; S ; arati dott. prof. Edoardo, Piacenza. cilia). È, Eb nardi dott. Cosimo, Girgente. Fal eda i g WII: [SORIA ibasso sui prezzi di Abbonamento 5 agina seguente) i TUTTI (COLORO CHE PAGANO L’ABBONAMENTO ENTRO I PRIMI TREMESI — DELL’ ANNO, E TUTTI COLORO CHE SI ABBONANO AD ANNATA INCOMIN-. CIATA, inviando l'importo direttamente all’ Agenzia del giornale con sole lire cinque saldano l'abbonamento al Giornale Ornitologico ed al Bollettino del Naturalista, oppure alla Rivista ed al Bollettino del Naturalista; e con sole lire otto saldano l'abbonamento per tutti e tre questi periodici, e ricevono sempre tutti î fascicoli arretrati dell’ annata. Gli abbonati esteri dell’ Unione postale pagheranno L. 1,00 di più, e quelli degli altri Stati L. 2,00 di più per le maggiori spese postali, Annate arretrate quasi gratis Agli abbonati, agli istituti ed alle biblioteche si cedono le annate arretrate della Rivista italiana di Scienze naturali, unitamente al Bollettino del naturalista, collettore, alle— vatore, coltivatore, per sole L 2,50 per annata; 5 annate per L. 10 e la 2.2 serie completa com posta di 12 annate, dal 1885 a tutto il 1896, per sole L. 18, 00. Aci Le dette annate arretrate si cedono pure in cambio di pubblicazioni od oggetti di Storia naturale. 7 A tutti coloro che ci procureranno nuovi abbonati inviandocene l'importo mande- remo in dono tante annate arretrate per quanti saranno gli abbonati procuratici. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Sommario del fascicolo di Luglio Luzj dott. march. Francesco. Lettere di Anton-Lazzaro Moro dirette a Giovanni Bianchi (Jano, Planco). Pag. 39. De Gasparis dr. A. e Bellini R. Alcuni schiarimenti su di una speciale produzione dell*isola. di Capri. Pag. 91. Facciolà dr. Luigi. Sulle uova del Conger vulgaris. Pag. 92 De Angelis d’ Ossat dott. Gioacchino. Geologia, Paleontologia ed evoluzione. (cont.) Pag. 95. Balbi conte Emilio. Note sul genere Scotod:pnus Schaum ed osservazioni comparative sugli Scotodipnus Doderoi Balbi e Scotodipnus strictus Baudìi. (con una fig»). Pag. 100. Rivista bibliografica. Da pag. 104. a pag. 108. Bibliografia italiana di Scienze naturali. Da pag. 108. a pag. 112. BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Acclimatatore Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Ghicazo Abbonamento annuo per l’ Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 3. Per gli Stati dell’ unione postale L. 3,50. Altri Stati L. 4. Sommario del fascicolo del 15 Luglio 15-Agosto Pincitore Marott dott. Giacomo. Colori protettivi. Osservazioni. Pag. 81. Budde-Lund G. La più antica civilizzazione del Globo. Pag. 85. Tirelli A. D. Curiosità astronomiche del Luglio 1897. Pag. 88. Failla Tedaldi L. Glossario Entomologico. (cont.) Pag. 90. COMUNICAZ!ONI. — Regàlia E. A proposito della nuova tribù di nani — Pincitore M. dr. G. A proposito della caccia clandestina al coniglio. Danni del diboscamento — Red. Pulitura dei fossili della creta — Dubini dott. A. Sulla fecondazione delle piante — Malinvaud E. Petites questions d’ortographie botanique — Neptunia. Le foche delle isole Prybiloff — Trinchera A. Produzione dei sessi a volonta — Galli. Azione venefica della salamandra maculata. Da pag. 93. a pag. 96. NOTIZIE DI CACCIA E DI PESCA E NOTE ZOOLOGICHE Nota ittiologica (G. Moschella) — Orsi nel Trentino (A. B.) — Caccia alla tigre presso Parigi (Caccia e Tiri) — Quanto si paga il diritto di caccia nelle bandite in Francia — Le scuole di piscicoltura — Ripopola- mento delle acque pubbliche. Pag. 96-97. x Spigolature di apicoltura e notizie sulle api. (L' ApicoLtorE). Pag. 97. Invenzioni e scoperte. Pag. 99. — Insegnamenti pratici. Pag. 100. — Notiziario. Pag. 102. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 103. — Richieste, of- ferte ecc. (gratis per gli abbonati) Pag. 103. e 104, je: Dott. AGOSTINO LUNARDONI °°. LI INSETTI NOCIVI ALLA VITE TUA loro vita, danni e modi per combatterli. Con 54 fig. in colori Volume premiato dal Ministero di agricoltura - E Prezzo L. 2,00. (Franco L, 2, 13). FADO NI e (e) AVICUTA' GIORNALE ORNITOLOGICO ITALIANO SOMMARIO TE CATTURE DI SPECIE RARE ED AVVENTIZIE E NOTE ORNITOLOGICHE. Falconieri di IO Carpegna conte G. Notizie da Roma (Charadrius fulvus ecc.) — Angelini prof. G. Una partenza di Chiurlottelli — Bonomi prof. A. Aédon galactodes — Moschella G. Gennaia Feldegiir— Luzi dott. F. Platalea leucorodia. Da pag. 93. a pag. 96. i * ait sac. Antonio. Raccolta di osservazioni ornitologiche (dal luglio 1895 al gennaio 1897 | ed altre anteriori inedite) per servire allo studio dell'Avifauna Tridentina. Pag. 97. De Leone N. Contributo allo studio dell’Avifauna Abruzzese. Specie indigene dell’ Abruzzo vita | Teramano. Pag. 99. 09 Vallon G. Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli. (cont), Pag. 102. Angelini prof. G. Un quesito sulle migrazioni, Pag. 105. | VARIETÀ, MOSTRUOSITÀ, IBRIDISMI. Franzoi prof. Enrico. Albinismo di un passero. A ‘Pag. 106. Met: Arrighi Griffoli conte G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. Parte “i prima. Note d’indole generale sulla migrazione degli uccelli. (continuazione). Pag. 107. Fabani sac. prof. Carlo. Analisi fonetica del canto degli uccelli. (cont. e fine). Pag. 110. | Ohlsen cav. dott. C. La caccia e la proprietà. Pag. 113. | Untersteiner E. L’anno ornitologico al piede delle Alpi. Scene all’ aperto e fiori di lettura. 3 (continuazione). Pag. 115. CACCIE E PASSAGGI. Da Teramo (F. De Ceglie) — Da Cagliari (P. Bonomi) — Il parere } del meteorologista (I. Gritti) — Da Maccarese — Gli ultimi giorni di caccia alle quaglie . in riva al mare — Previsioni e speranze per la prossima apertura di caccia (Red.) Da pag. 117. a pag. 119. Bollettino delle pubblicazioni ornitologiche. Pag. 119 a 122. — Notiziario. Pag. 122 a 123. — Richieste e offerte. Pag. 123-124. — Indirizzi di ornitologi piva zione). Pag. 124. Catture di specie rare od avventizie E NOTE ORNITOLOGICHE Roma 6 giugno 1897. — S° è chiuso il Maggio, e se esso riescì cinegetica- Tmenie poco fortunato (poichè il passo delle quaglie a marina si svolse poverissimo) fu invece per me, e pel mio compagno il Prof. Giovanni Angelini, singolarmente da cordare, per la rarità e varietà di parecchie catture ornitologiche. E innanzi tutto, non potremo davvero dimenticare 1’ avventurata apparizione del ra. Esso è maschio, quasi in perfetto abito primaverile ; la sua piccola statura. i terzo minore di quella del Piviere comune ; le sue subalari ed ascellari cene- inv ce dhe MAncHeo È lo spazio nudo delle tibie assai più Csi la colon slo sulla ione della specie. Il cacciatore, che lo uccise, volle r nostro mezzo donato alla già ricchissima collezione regionale della. nostra de è 94 R. Università; e noi ne daremo ufficiale comunicazione nella prima tornata scientifica ‘della Società romana per gli studi zoologici. — E questo il secondo individuo colto nel Romano ; i altro è un maschio în abito d’inverno e fece parte fin qui della importante collezione dei Marchesi Lepri e Patrizi, testè parimente donata al Museo universitario. Ritengo, da quanto mi è noto, che questi due esemplari sieno gli unici fin qui colti sul Continente italiano, essendochè la presenza del piviere orientale era stata avvertita soltanto a Malta. Così mi piace tener nota della numerosa ed eccezionale comparsa dei bdeccapesei (Sterna cantiaca) sempre nell’istessa Isola Sacra, e sulle coste di Fiumicino e Maccarese. Ne uccilemmo quattro ; di cui due maschi bellissimi dal delicato color roseo- setaceo delle parti inferiori. Questa sterna giunge irregolarmente : taluni anni non se ne vede alcuna; taluni altri, come in quest’ anno, la sua comparsa è frequente. E questa stessa osservazione ebbe a fare sulle spiaggie di Messina il prof. Angelini. Ne fu dato pure arricchire la varietà della preda con le specie seguenti: Ster- nula minuta, Calidris arenaria, Pelidna Temminkii, e minuta, Glareola pra- tincola ; ed anche quest’ anno sulla duna arenosa, che avanzasi alla foce del Tevere uccidemmo il Gambecchio frullino (Limicola platyrhynea). Decisamente quest’ Isola teverina può ben dirsi sacra per gli Ornitologi : era il prediletto luogo di caccia dell’ illustre Principe Bonaparte ; e ci tiene in serbo di tratto in tratto piacevoli sorprese. Nel 1872 vi colsi ed uccisi il raro ed elegante Cuculo col ciuffo (Coccystes glandarius) e nel 1874 fra quelle giuncaja acquitrinose levai ed uccisi il voltapietre (Strepsilas interpres). Ma |’ ospite nuovo ed inatteso di quest’ anno non sarà tanto di leggieri dimenticalo. Guipo FALCONIERI DI CARPEGNA Una partenza di Chiurlottelli. La mattina del 15 aprile p. p. vidi sopra un iso- lotto arenoso alla foce del Tevere, un grosso branco di Chiurlottelli (Numenzus te- nuîrostris, Vieill). Saranno stati una sessantina. Tentai di avvicinarmi un poco per inviar loro una scarica di pallinacci, ma fu inutile : ben presto incominciarono a dar segni d’ inquietudine, a pedinare, ad al- zarsi a volo, ed in breve volarono via tutti, andando a rimettersi sopra un’ altro isolotto poco lontano, e separato dalla costa da un canale più largo e più profondo. Visto il risultato del primo tentativo, rinunciai ad ogni idea di ulteriore inse- guimento, che avrei potuto fare anche coll’ aiuto di una barca : invece mi accordai con un altro cacciatore per far loro la posta sul calar della notte. Cacciando nelle vicinanze, potevamo tenerli d’ occhio : stavan fermi e tranquilli sul loro isolotto, e solo dopo qualche ora fecero un breve volo per tornare al posto di prima. Ciò accrebbe le nostre speranze: ma avevamo fatto i conti senza l’oste. Verso le ore 16 si levarono tutti improvvisamente e con grande fracasso, come se qualche cosa li avesse spaventati; provarono a spingersi in varie direzioni, ritor- nando sempre verso il punto di partenza, come incerti sul da farsi. Finalmente si decisero: li vedemmo elevarsi maggiormente nell’ aria, poi schierarsi in sola. linea normale alla direzione presa, come fanno i soldati al comando di sterdersiî per com- battere in ordine sparso: appresso il centro avanzò, le ali rallentarono il loro mo- vimento, e così l’intiero branco, presa la forma di un Y col vertice in avanti, sparì fra le nubi diretto verso Nord Est. 95 i Questa partenza inaspettata ci dispiacque, a dir vero, un poco, perchè deluse | le nostre speranze, di mettere in carniere qualcuno di quei bei uccelli: però io ne fui in parte compensato dallo spettacolo delle loro aeree evoluzioni, che si compirono con tanta rapidità ed eleganza, e che possono valere come esempio dell'ora e del modo, onde questi notturni migratori riprendono l’ interrotto loro viaggio. G. ANGELINI De Aédon galactodes (Boie). Al principiare del maggio u. s. il rev. D. Ant. Tait di Trento, valente conoscitore d’ uccelli, mi scriveva quanto segue : —_« Mi pregio di segnalarle un’ importante osservazione che mi fu dato di fare il 29 p. p. aprile ad ore 4 1j2 pomeridiane. A pochi passi dal Ponte del Fersina in una siepe di Robinia pseudacacia vidi un uccelletto della statura d'una Auzicilla phoenicura, che pei suoi colori e movimenti insoliti attrasse subito la mia attenzione. Ecco quanto polei osservare : Coda piuttosto lunga, che l’ uccello apriva e chiudeva ogni momento a mo? di ventaglio. Pileo, occipite, interscapulio, dorso, rettrici mediane, copritrici e lati del - petto d’ un bel rosso-fulvo chiaro, quà e là più o meno carico ; gola, petto e ventre bianco, le 2 o 3 timoniere esterne da ogni lato terminante in una grande macchia bianco-candida, preceduta da una nera. Il grazioso uccellino svolazzava affatto vicino al suolo, era assai poco timoroso, di modo che potei avvicinarmigli fino a due metri di distanza ed osservarlo como- damente. Stavo pensando tra me il modo di impadronirmene, quando arrivarono di corsa due ragazzetti-che lo misero in fuga. Dopo quel giorno mi recai ancora nel detto luogo, ma non ve lo scorsi più. Consultati Friederich, e, Degland et Gerbe, dovetti conchiudere, che senza alcun dubbio 1’ uccello in parola è un Aédon galactodes (Boie) maschio; che, se non erro, 5: | viene osservato per la prima volta tra noi ». —_—’La comparsa di tale uccello è non solo nuova pel Trentino, ma di grande im- portanza, perchè è specie rarissima in tutta Europa, meno che in Spagna. Abbonda nell’ Africa settentrionale, nidifica in tutta la penisola iberica e qualche raro individuo . fu colto in Italia, in Francia, in Germania, ad Helgoland e perfino in Inghilterra. Peccato che I’ individuo non sia stato catturato ! x Rovereto nel luglio 1897. A. Bonomi Gennaia Feldeggi o Falco lanario. Il 25 Marzo 1897 il prof. Achille Grimaldi, fa- i libri da me posseduti riguardanti l' Ornitologia italiana, non trovo disco quella ‘a proposito del Falco lanario, credo utile descriverla qui brevemente. Becco celestognolo, gote e gola bianche, le prime con sottilissime striature nere, assai stretti. Parti superiori caffè con i margini delle penne lionate. Quasi tutta e lienato nocciola, seminata da macchie nere allungate. Parti inferiori bianche i N 96 con numerose macchie fulviece. Remiganti e timoniere ocellate. Statura quasi un maschio normale del Falco pellegrino. Iride scuro nocciuola, piedi giallo bluastri. Sesso, P. i Oltrechè per l’ interesse degli studii, ho creduto riferire tale descrizione perchè se gli intelligenti d’ Ornitologia, potessero confermarmi nell’ idea, trattarsi di un gio- vane Falco lanario, in tale caso, credo di essere il primo a descriverlo, nella nostra Italia, e resterò loro obbligatissimo. Reggio di Calabria, Giugno 1897. Giuseppe MoscHELLA Catture della Platalea leucorodia nell’ Agro Romano. Nell’ Aprile del 1894 venne recata a questo Gabinetto di Anatomia comparata una Spatola uccisa poco prima presso Fiumicino. Il compianto Prof. Gasco ne arricchi il museo facendoia convenientemente preparare. Ultimamente (20 Maggio 1897) visitando il laboratorio di tassidermia dei Fratelli Bertoni, bo veduto un’ altro esemplare ucciso pochi di innanzi nelle vicinanze di Nettuno dal Sig. Capitano Cerchiari. È inutile che qui diffusamente parli delle catture della Spatola in Italia; dirò solo che la Spatola è stimata uccello raro ed accidentale in tutta la penisola. Di catture di questi animali avvenute nella campagna di Roma non ho trovato menzione alcuna. Però nel Museo di Zoologia di questa Università si trovano quattro esemplari di Platalea leucorodia, due conservati nella collezione generale portavano per luogo di cattura segnato /talia e due nella collezione locale Agro Romano. In tatti man- cava ogni altra indicazione intorno all’ epoca della cattura ed alia località precisa dove era avvenuta. L’esemplare le cui spoglie sono nel Gabinetto di Anatomia comparata è una femmina. L’ abito suo è candido senza macchie, manca anche la macchia caratte- ristica di color cece intorno al collo, ha un ciuffo abbastanza sviluppato. Le remi. ganti primarie hanno lo stelo, la punta e perzione del margine interno di color nero fosco, nella prima e nella seconda poi anche molta parte del margine esterno è di questo colore. Lo stelo delle remiganti secondarie è nero per intero. L’ esemplare ucciso dal sig. Cerchiari è un maschio ; |’ abito è candido senza macchie, manca pure la macchia intorno al collo, manca il ciuffo. Le remiganti pri. marie e secondarie si presentano come nell’ esemplare precedente. Dai caratteri sopradetti credo poter dire che la femmina è appena adulta e che così forse si può dire del maschio; ma in qualunque modo esso è un giovane, che ha superato la prima muta. “Credo anche di poter concludere con sicurezza che la Spatola in primavera ap- parisce non di rado nell’ Agro Romano e specialmente nella parte bagnata dal mare (1). Roma 15 Giugno 1897. Dott. F. Luzi (1) Avevo già scritto questi appunti quando leggendo il 2.° numero dell’ Aviewla vidi an- nunciata dal sig. F. -R. la cattura della Platalea, avvenuta per opera del Capitano Cerchiari, dicendola fatta a Fiumicino; io confermo quanto sopra ho esposto. | RACCOLTA DI OSSERVAZIONI ORNITOLOGICHE (dal luglio 1895 al gennaio 1897 ed altre anteriori inedite) PER SERVIRE ALLO STUDIO DELL’ AVIFAUNA TRIDENTINA del Sacerdote ANTONIO TAIT di Trento «1. - Aquila chrysaétos Linn. (Aquila reale) — Verso la fine di agosto 1893 «ne furono prese due sul monte Bondone, di cui una fu venduta a Trento e |’ altra venne spedita a Innsbruck. - Due nidiacei presi nelle roccie sopra Cavedago nella | primavera 1895 furono venduti al Sig. Cappelletti Giuseppe di Trento, che li tenne | Vivi per qualche tempo. - Un’ altra aquila fu catturata a Tezze agli ultimi di ottobre 1895 e venduta a Trento non so a chi. Il 16 ottobre dello stesso anno ne fu uccisa una in Folgaria e spedita per la preparazione al perito Ornitologo Sig. Giuseppe Mar- chi Maestro civico a Trento. Un’ altra aquila finalmente presa in Garniga alla fine di |. settembre del detto anno venne preparata dal Sig. Ravagni di Trento. - Aquila noevia Briss. (Aquila anatraia) — Ai primi di maggio 1891 vidi alla Cervara presso Trento un giovane individuo di questa specie che era stato le-, vato dal nido sul monte Calisio. 8. = Circoétos gallicus Gmel. (Biancone) — Ne fu preso uno a Sardagna ai 18 settembre 1895: esso s’ era impigliato nelle reti d'un roccolo mentre insidiava non so che uccelli. - Altri due Bianconi, di cui ignoro la provenienza, furono pre- parati dal Ravagni durante |’ ottobre 1895. - Un bell’ esemplare di questa. specie ucciso a Croviana in Val di Sole i! 2 novembre 1896 venne donato al Musco di Trento. 4. - Pernis apivorus Linn. (Falco pecchiaiolo) — Due belli esemplari, maschio e femmina, furono presi a Verla (Valle di Cembra) nel settembre 1896 e preparati dal Sig. Marchi. Lo stesso m' assicurò d’ averne parecchie volte trovati i nidi presso - Verla, 5. - Astur palumbarius Linn. (Astore) — Il 14 gennaio 1896 vidi a Muralta presso Trento un Astore che stava ‘inseguendo un grosso branco di fringuelli. — Il Da Marchi preparò una femmina di Astore catturata a Mezzotedesco il 14 dicembre. Sa essa misurava m. 1,12 d’ apertura d’ ali. Re nisus Linn, (Sparvier e) — ENIDIO portati in gran numero sil ‘= Aesalon regulus Gigl. (Smeriglio) — Il 14 maggio 1896 potei osservarne. lungo la riva dell’ Adige poco discosto da Trento. Las Erythropus vespertinus Linn. (Barletta) —- Dal maggio al settembre 1896 98 ne osservai moltissime volte un paio che, partendosi verso il crepuscolo da un colle poco distante, s’ aggirava sempre nella stessa direzione sopra una parte della città. - Nell'ottobre dello stesso anno il Sig. Marchi ne preparò nna femmina presa in Campo trentino. 10. - Tinnunculus alaudarius Gmel. (Greppio) — Tanto nell’ estate 1895 che in quella 1896 lo osservai molto numeroso nella Valle deli’ Adige da Ala fino a Bol- zano, come pure nelle Valli di Fiemme e Fassa. - Nell’ ultimo autunno ne furono presi moltissimi; mel solo mese di ottobre ne vennero a mia cognizione più dn venti catture fatte parle a Trento, e parte a Lavis. 11. - Syrnium aluco Linn. (AZlocco) — Il Sig. Marchi ne tenne uno vivo per vari Di era stato levato dal nido a Lavis ai primi del luglio 1896. - Nyctale Tengmalmii Gmel. (Civetta capogrosso) — Molto comune nei Di È lago di Caldonazzo. - Verso la metà di settembre 1896 il Marchi ne pre- parò due esemplari presi a Lavis. Il 25 del novembre seguente ne ebbe una viva da Calceranica; altre due ne ebbe dalla stessa località una settimana dopo. Una tra queste era veramente un esemplare tipico per la vivezza delle tinte, e specialmente per le fascie brune attraverso |’ addome molto appariscenti. 13. - Athene noctua Scop. Var. meridionalis Sharpe (Civetta comune Var. meridionale) — Fu presa nella cavità d’ un salice presso Lavis dal Sig. Marchi nel settembre 1896. Ora venne acquistata dal Museo di Trento. È alquanto più grossa delle solite civette e chiazzata di fulvo-chiaro sull’ addome. 14. - Glaucidium passerinum Linn. (Civeita nana) — Ne vidi tre esemplari presso il più volte citato Sig. Marchi da lui presi a Verla nel settembre 1896: va- riavano assai tra di loro nelle dimensioni. 15. - Bubo maximus Sibb. (Gufo reale) — Il Sig. Cappelletti di Trento ne trovò avanti qualche anno, ai 26 di giugno, quattro individui in un boschetto sopra Ravina. - Nella seconda metà d’ agosto 1895 io ne vidi uno due o tre sere di se- guito volare sopra la città di Trento. - Il 10 gennaio 1896 mi fu dato vederne uno preparato dal Sig. Ravagni catturato nei pressi della città. Alla metà d’ ottobre dello stesso anno ne fu ucciso un bell’ individuo giovane a Belvedere presso Ravina e pre- parato dal Sig. Marchi. L’ uccisore assicurava d’ averne veduti altri ancora nella stessa località. - Il Sig. Marchi li osservò nidificanti. nei crepacci delle rocce tra i « Vodi » e Mezzolombardo, ove si trovano in buon numero. In quel luogo ne fu- rono presi tre durante il 1896: uno in aprile, uno in luglio ed uno in ottobre; que- st’ ultimo si conserva vivo dal Sig. Donati di Mezzolombardo. - Uno finalmente fu portato al Sig. Marchi da Cembra il f2 dicembre 1896; era un bellissimo esca maschio. 16. - Otus vulgaris Flem. (Gufo comune) — \l Sig. Marchi ne preparò nel: l'ottobre 1896 tre individui, dei quali uno preso a Mezzolombardo, uno a Roncafort ed uno a Gardolo. Il 30 dicembre ne ebbe un altro, e due ancora il 16 gennaio 1897 presi a Lavis. ia vidi pure un individuo di questa specie preso nei dintorni di Trento nell’ ottobre 1896. 18. - Scops giu Scop. (Assiolo) — Una copia di assioli nel maggio 1895 di- strusse molti nidiacei nella Villa Sidoli presso Vela di Trento. - Presso il Sig. Marchi ne vidi due esemplari di cui uno preso al « Palazzo delle Albere » presso Trento alla metà di luglio, un altro ucciso a Verla durante il settembre 1896. - Il detto - Signore mi assicurò, che dietro le sue osservazioni, gli assioli nati sui monti sono più . fulvi, quelli nati in pianura più chiari e biancastri: infatti i due individui mostratimi | provano l'esattezza della di lui asserzione. a 19. - Gecinus viridis Linn. (Picchio verde) — Lo osservai molto numeroso nella Valle di Fassa durante l'estate. - Tutti gli anni poi in autunno i picchi verdi vengono portati in gran numero sul mercato di Trento; nell’ autunno 1896 ne vidi ancora | pià che negli anni precedenti. (continua) CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELL’ AVIFAUNA ABRUZZESE Specie indigene dell’ Abruzzo Teramano == I o ORDINE I. Rapaci - Accipitres Aquila Chrysaétus (Linn.) Aquila. Sugli Appennini è abbastanza rara. . Pandion Haliaétus (Linn.) Falco pescatore. Non molto comune. Buteo vulgaris (Leach.) Poiana. Di passo nel Marzo e nell’ Ottobre. . Milvus ictinus (Savig.) Nibbio. Sedentario ma raro. Astur palumbarius (Linn.) Astore. Molto raro. Accipiter nisus (Linn.) Sparviere. Comune e di passo. | Falco peregrinus (Tunst.) Falcone. Abbastanza comune. | Cerchneis timmunculus (Linn.) Gheppio. Sedentario e comunissimo. Strix fammea (Linn.) barbagianni. Oltremodo comune. i "Syrnium Aluco (Linn.) Allocco. Do Athene noctua (Scop.) Civetta. Comunissima. sa Bubo maximus (Ger.) Gufo reale. RE Asio otus (Linn.) Gufo, allocco. Comune. AVRAI Scops giu (Scop.) Assiolo. ORDINE II. Picariae inor (Linn.) Picchio minore. i quilla (Linn.) Z'orcicollo. Comunissima dall’ aprile al settembre: canorus (Linn.) Cweulo. Arriva nell’ ultima quindicina di aprile per ri- el settembre. ue ale, spe 100 Coracias garrula (Linn.) Ghiandaia marina. Di passo. Alcedo ispida (Linn.) Marlin pescatore. Upupa epops (Linn.) Upupa. Comune. ORDINE III. Passeres Cypselus melba (Linn.) Rondone alpino. Comune nei luoghi rocciosi. Cypselus apus (Linn. Rondone. Comunissimo dalla prima quindicina di Maggio all’ Agosto. i i Chelidon urbica (Linn.) Balestruccio. Comunissimo. Hirundo rustica (Linn.) Rondine. Comunissima. Cotile riparia (Boie) Topino. Accidentale. Lanius collurio (Linn.) Averla piccola. Comune, Regulus cristatus (Koch.) Regolo. Comune. Regulus ignicapillus (C. L. Brehm.) Regolo comune. Comunissimo, massimamente _ nell’ inverno. Aegithalus pendulinus (Lion.) Pendolino. È specie alquanto rara. Parus coeruleus (Linn.) Cinciarella. Comunissima. Parus maior (Linn.), Cincia maggiore. Comunissima e sedentaria. Certhia brachydactyla (G. L. Brehm.) fampichino. Raro. : Troglodytes parvulus (Koch.) Sericciolo. Non è molto comune specialmente nell’ estate. Turdus viscivorus (Linn.) Tordela. Comune ; scende al piano solo nell’Ottobre per tornare ai monti al solo apparire della primavera. 3 Turdus musicus (Linn.) Tordo. Comunissimo. Di passaggio come Ja specie precedente. î Turdus italicus (Linn.) Tordo sassello. Raro. Merula nigra (Leach.) Merlo. Sedentario e comune. Monticola cyanus (Linn.) Passera solitaria. Comunissima. Cyanecula Wolf (G. L. Brehm.) Pe” azzurro. Rarissimo. Erithacus rubecola (Linn.) Pettirosso. Comunissimo. Scende al piano solo nel l'inverno. Luscinia vera (Rund.) Usignolo. Comunissimo. Arriva nell’ Aprile tra noi, nidi- fica, e nel Settembre riparte. : Sylvia hortensis (Lath.) Beccafico. Gomunissimo nei capanneti e negli orti Sylvia atricapilla (Linn.) Capinera prete. Poco abbondante. Sylvia cinerea (Bechst.) Sterpazzola. Abbastanza rara. Estiva. Philloscopus bonellii (Vicill.) Luì bianco. Rarissimo ed accidentale. Motacilla alba (Linn.) Cutrettolu. Molto abbondante. Anthus trivialis (Linn.) Pispola. Comune in Settembre. Anthus pratensis (Linn.) Pispolu comune. Di passaggio. Alauda arvensis (Linn.) Lodola. Abbondantissima e sedentaria. Alauda arborea (Linn.) Tottavilla. Comune. Galerita cristata (Linn.) Sterlacca. Comune. si) Emberiza hortulàna (Linn.) Ortolano. L, Passer domesticus (Linn.) Passero oltremontano. Straordinariamente abbondante. | Sedentario. : Passer italiae (Vieill.) Passero reale. Comunissimo. Sedentario. Passer montanus (Linn.) Passera maltuyia. Passa nel Marzo e nell’ Ottobre. Petronia stulta (S. F. Gmel.) Passero montanaro. Comune. Montifringilla nivalis (Linn.) Fringuello alpino. (Molti asseriscono che si trovi «sul Gran Sasso; io non ne ho mai potuto trovare). Fringilla coelebs (Linn.) Fringuello. Comunissimo. Si trova al piano solo nel l'inverno. Ligurinus chloris (Linn.) Verdone. Comune. Carduelis elegans (Steph.) Cardellino. Comunissimo e sedentario. Serinus hortulanus (Kock.) Verzellino. Molto comune e sedentario. Cannabina linota (I. F. Gmelin.) Montanello. Comune e di passo. Sturnus vulgaris (Linn.) Storno. Di passo nel Marzo e nell’ Ottobre. Pastor roseus (Linneo) Storno roseo. Di passo e molto raro. Oriolus galbula (Linn.) Rigogolo. Abbastanza comune, specialmente sulle sponde del Tavo. È di passaggio primaverile ed autunnale. Pyrrhocorax graculus (Linn). Corvo nero. Sedentario e comune sui monti. — Corvus corax (Linn.) Corvo imperiale. Meno comune del precedente. Corvus monedula (Linn.) Taccola. Pica rustica (Scop.) Gazza. Comunissima e sedentaria. Garrulus glandarius (Linn.) Ghiandaia. Comunissima in tutte le stagioni. ORDINE Columbae Columba palumbus (Linn.) Colombaccio. Di passaggio nella prima quindicina di ; Ottobre. Assai frequente. È meno frequente nel passo primaverile. “nad Columba livia (Bonnat.) Piccione torraiolo. Coraunissimo, nidifica nelle fessure ORDINE Gallinae S -Perdix saxatilis (Meyer) Coturnice. Sedentaria e comunissima,; massimamente 102 Charadrius pluvialis (Linn.) Piviere. Piuttosto raro. i wo Machetes pugnax (Linn.) Gambetta. Abbastanza scarso. Limosa melanura (Lusl.) Pittima. Di passo e rarissima * 6 Scolopax rusticola (Linn.) Beccaccia. Assai comune specie nei passi. d Gallinago major (T. F. Gmel.) Croccolone. Gallinago coelestis (Frenzel.) Beccaccino. Rallus aquaticus (Linn.) Gallinella. Comune d’ inverno lungo le acque. Gallinula chloropus (Linn.) Gallinella acquatica. Non molto comune. Fulica atra (Linn.) Folaga. È specie invernale e rara. Ardea cinerea (Linn.) Atrone cenerino. Nel passo primaverile non è molto scarso. Ardea porpurea (Linn.) Airone rosso. Non molto comune. ORDINE Anseres Anser cinereus (Meyer) Oca. È assolutamente invernale. Poco comune. Anas boschas (Linn.) Germano reale. Comunissima nell’inverno lungo i fiumi. Nettion crecca (Gigl.) Marzavola. È comune nell’ inverno. Sterna fluviatilis (Naum.) Rondine marina. È di passo. Comune. Sternula minuta (Lion.) Mignattino. È specie estiva e piuttosto comune. Hidrochelidon pigra (Linn.) Mignattino, crocalina. È più frequente della specie S precedente. Estiva. Chroocephalus ridibudus (Linn.) Gabbiano. Nell’ inverno è comunissimo. Chroocephalus minutus (Pall.) Gabbianello.. Questa specie è meno comune della specie precedente e pure invernale. Colymbus sempentrionalis (Linn.) Stro/aga minore. È rarissima. N. De Leone G. VALLON Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli (continuazione) ne _—_ = V., PLECTROPHANES LAPPONICUS Linn, Zigolo della Lapponia Questo zigolo fino all’ anno 1890, e, cioè per dodici anni dalla mia venuta nel Friuli, 3 non ebbi mai occasione d’ incontrarlo o di vederlo sul nostro mercato, nè in altri. siti si ‘della provincia seppi che fosse stato catturato. Nell’ inverno del 1890 ebbi un maschio Lic ed una femmina, adulto il primo, giovane la seconda; nel gennaio dell’anno seguente 23 a una femmina adulta, nel novembre del 1892 un maschio giovane, poi nessuna comparsa più nei due anni susseguenti 1893 e 1894. Nel novembre del 1895 potei avere un indi- Sa viduo vivo, il quale continua a formare oggetto delle mie osservazioni, e finalmente il giorno 22 dicembre del 1896 catturai un maschio. L'individuo vivo, che conta presentemente un anno e mezzo di cattività, sembrava dall’abito una femmina, e tale la ritenni fino al mese di marzo dell’ anno in corso; tanto più che il piumaggio per le mute di primavera, non aveva subito variazione alcuna, e per il motivo anche che un maschio del Basettino (Panurus biamicus), il quale, oltre a molte altre specie ne condivide la prigionia, era allo zigolo corteggiatore assiduo e ben cor- dad risposto. Quella, per la bellissima veste, graziosissima Cincia, ma burbera ed intollerante con tutti i suoi pennuti compagni, e che aveva l'incredibile ordine di tenere in rispetto alla mangiatoia persino un Cannareccione (Acrocephalus turdoides) dal corpo doppio e dal becco potente e che non la paventava un Rigogolo (Oriolus galbula), aveva per lo zigolo ogni sorta di attenzioni. _ Sennonchè con mia somma meraviglia gli ultimi giorni del marzo, intesi. venirmi al- l'orecchio dalla gran gabbia, un canto che fino allora non avevo per anco udito, un canto de nuovo affatto. Ascoltai ancora attentamente ed osservai bene tutti i miei bravi cantori. Accovacciato sul bastoncino - come è suo costume di passare gran parte del tempo - lo \ Zigolo moveva un po’ la testa, e le penne della gola si sollevano visibilmente. Non c’era DN ‘più dubbio, e poco dopo n’ ebbi più valida conferma, che fattisi per alcuni istanti silen- TORGI pe ziosi gli altri, udii netta la sua canzoncina semplice, ma graziosa e per nulla consimile Va a quella degli altri congeneri. A me pare che questo suo canto s’ avvicini più, sia per la SALI durata, sia ancora per la maggior estensione delle note, non mai però per la potenza, a Je: quello dell’ Allodola. Forse ricorda un poco anche quello della Passera a MOR rioRs è ai senza confronto, più forte. E così questo individuo che per tanto tempo non aveva fatto udire che igiicalione At il grido di richiamo (che poi s’ avvicina a quello degli zigoli) e quello di spavento che ; sarebbe un cerr-cerr aspretto e cupo, e che per conseguenza me lo faceva ritenere as- v solutamente per una femmina, si mostrava di recente un maschio valente per il suo : canto simpatico. i Del resto la questione dell’abito non tramutato nè nella prima, nè nella seconda primavera, non mi è nuova; uno Spioncello (Anthus aquaticus) mi vesti l’ abito di nozze del maschio appena nella terza primavera di sua cattività; uno zigolo gola rossa (@m- berizza leucocephala) ed un Migliarino di padule ((Schoenicola schoeniclus) vestirono l’ abito adulto appena nel secondo anno, ed in generale osservai che quasi tutte le specie, eccet- suate forse le Cutrettole, che sono rapidissime nella muta, stentano a mutar l’ abito in primavera quando vivono in cattività. È giorno accovacciato sul bastoncino piu ni della gabbia, senza disturbar nessuno e senza attaccar RES mai coi suoi cenone ea Ogni qual Punti, Ia tre o Oggiaro volte al Gui r corre la gabbia ba volte dall’ alto in basso ed in giro, il suo volo è pesante. terreno non saltella, ma cammina alternando le gambe e ‘muovendo un po il po d ogni. passo da destra a sinistra o viceversa, così da sembrare quasi impacciato | T 104 questi e per quelli, disposto in differenti recipienti. Per gl’'insettivori, aggiungo sempre al cibo ordinario, loro confacente, della canape triturata. Ebbene, lo zigolo in parola, non l’ ho veduto prender cibo che esclusivamente assieme agli insettivori, pigliando quà e là anche dei bacherozzoli. Leggo in una nota, gentilmente inviatami dall’egregio signor Dal Fiume (Milano 1895) « Il Calcarius lapponicus nel Veneto =, che per osservazioni fatte in quest’ ultimo quin- quennio si può stabilire con sicurezza che questa specie è assai meno rara nel Veneto di quanto è stato detto. Ho già fatto notare nell’introduzione di questo breve mio cenno, che nella provincia del Friulilo Zigolo della Lapponia fece la sua prima comparsa nel- l’anno 1890, ed escludo nel modo più positivo che dal 1878 fino al 1890, alcun individuo si sia fatto vedere. Furono precisamente quelli gli anni ch'io, posso dire, senza posa ho corso la provincia da un capo all’ altro ed ho visitato con la maggiore assiduità i mer- cati degli uccelli, esaminando accuratamente tutti i mazzi che venivano esposti. Dai vari lavori, per le singole provincie italiane, che ho sott’ occhio, risulta bensì che questo Zigolo sia stato catturato quà e là da noi prima del 1890, ma in numero limitatissimo, così il Giglioli (Avif. Ital. 1896) ne cita due, una femmina di Pistoia del 1875 ed un maschio di Firenze del 1881; il Cavazzi (Mat. per una Avif. del Golfo di Spezia ecc.) un maschio di Sarzana del 1861; il Ferragni (Avif. Crem. 1885) un indi viduo (d' o ©?) di Longardore del 1887; ed il Bonomi (Nuove contrib. all’Avif. Trid. 1889) ne cita tre; uno del 1857, l’altro del 1878 ed il terzo della fine di dicembre del 1886. Annoveriamo anche l’ individuo di dubbia data di cattura che trovasi nella raccolta del Dr. E. Arrigoni degli Oddi e che sarebbe stato preso ad Ancona il 5 Mag- gio (2) 1883, ed abbiamo un totale di otto individui fino al 1890; da quell’ epoca il nu- mero delle comparse aumenta considerevolmente ed il Dal Fiume ne conta % (1); il Conte Arrigoni degli Oddi 4 (2); Gianese di Lonigo 4 presi nel 1890 ed una quindicina nel 1892 (3); 5 il Dal Nero di Verona (4); 6 ne cita il Bonomi da Rovereto (5); 2 il Fabani dalla Valtellina (6) e 6 li ebbi io stesso, un totale almeno di una cinquantina _ d’ individui, la di cui cattura è certa. Dalle opere di cui dispongo, e che ho voluto pazientemente consultare, risulta che questo Zigolo venne preso ancora nei seguenti paesi d’ Europa: Danimarca (Litken) rarissimo e solo nei rigidi inverni. Olanda (Albarda) molto raro e non tutti gli inverni. Austria-Ungheria (Tschusi e Homeyer) assai raro d’ inverno. Russia ‘settentrionale-occidentale (Homeyer). Svezia (Sundstròm) raro. Islanda (Grondal) raro nell’ inverno. Polonia (Tasezanowsky) rarissimo; anzi non è constatata che una sola cattura avve- nuta ai primi di marzo del 1860. ; (1) Il Calcarius lapponicus L. nel Veneto. Nota ornitologica. Milano 1895. (2) Bollettino del naturalista. Siena 1892 e 1894. (3) Bollettino del naturalista. Siena 1891 e 1892. (4) Bollettino del naturalista. Siena 1891 e 1892. (5) Ornit. Jahrb. 1896 - Mat. per una Avif. trid. 1891. Contrib. all’ Avif. tridentina 1893, Avicula 1897. (6) Bollettino del naturalista. Siena 1891. |. Belgio (Dubois) due esemplari, una femmina presa il 28 ottobre 1889 ed un maschio il 19 ottobre 1887. Germania (Blasius). molto raro. Svizzera (Studer e Fatio) un esemplare nel 1816 ed uno nel 1868, e trovo finalmente che il Nehrling (Journ. f. Ornit. 1881 e Die Nord-Amerin. Vogelw. 1891) lo dice ab- bastanza frequente nell’ inverno nell’ Illinois, Missouri, Cansas e Kentuky. La vera patria dello Zigolo della Lapponia è la regione artica circumpolare ed abita particolarmente la Tundra tanto al piano che al monte. UN QUESITO SULLE MIGRAZIONI La vita degli animali ci presenta di continuo tanti piccoli problemi, ai quali ge- neralmente non si riflette, o vi si pensa troppo poco per trovarne la spiegazione. Lo scorso marzo un esperto cacciatore del mio nativo appennino mi diceva : 1 « Stamane il cane mi ha trovato diverse pasture di beccaccia freschissime, ma non ha potuto levare una sola beccaccia. Questo fenomeno ogni tanto succede: come sì spiega? « Evidentemente, risposi io, quel'e beccacce si erano fermate per riposarsi o per mangiare ; poi hanno seguitato il viaggio. «Ma di giorno non viaggiano, e quindi in qualche parte saranno andate a fermarsi. « Certo. « E allora altre, che avran fatto lo stesso più indietro, avrebbero dovuto venire a fermarsi nel bosco da me esplorato. Come va che non ne ho incontrata alcuna ? » Senza dubbio l'osservazione è ragionevole, ed anche un poco imbarazzante. Noto che il tempo si era da vari giorni messo al bello, e scorrevano delle notti serene con aria mite e tranquilla. Io, come ho avuto occasione di esporre in altro mio lavoro (1) ho osservato un ‘fenomeno simile nel passo primaverile delle quaglie in Sicilia, presso Messina, quando in determinate condizioni volge il vento a Scirocco: questo vento è quivi allora “contrario alla migrazione, e le quaglie, molto probabilmente, tornano indietro. Questa spiegazione però non può valere per il caso sopra citato delle beccacce : dunque dev’ esservi qualche altra ragione. Non sempre un dato effetto procede dalla stessa causa. Osserviamo che è cosa innegabile, riconosciuta da tutti i cacciatori, che, durante il passo, i tempi variabili e burrascosi sono quelli, in cui succede, com’ essi dicono, di fare dei buoni carnieri, o di pigliare dei cappotti solenni : invece, quando la la stagione trascorre buona ed uniforme, ben difficilmente accade di fare buone cac- ‘ciate : però qualche cosa si trova quasi tutti i giorni. Vuol dire dunque che nel primo caso gli uccelli, non potendo fare il loro comodo, sono costretti, come i bastimenti velieri, ad approfittare delle sole giornate favorevoli: quindi il tempo utile diventa | così ridotto, ed il passo intermittente e affollato: nel secondo caso invece i migratori "i Vedi Contributo allo studio delle migrazioni ornitiche ecc. in Bollett. della Soc. Ro- una per gli studi zool., vol. V, pag. 142 e 143. 106 passano più a rilento, con tutto loro agio, e la migrazione avviene in modo più uni- forme e continuo.. Oltre a ciò coi tempi incerti e burrascosi i migratori non si fermano dovunque, ma cercano, per sostare, località convenienti, ove possano, in caso di bisogno, trovar cibo e difesa : invece, con tempi sicuri, non si preoccupano tanto dell’ alloggio, stan fermi solo per poco, volano più che possono, e, quando sono stanchi o li coglie l’ora del riposo, un cespuglio qualunque è buono a nasconderli per poche ore. Posti in egueli condizioni non faremmo altrettanto anche noi? Così succede che colla buona stagione, e sopratutto nel passo più frettoloso di primavera, non di rado il cacciatore raccolga la prova che certi migratori hanno solo brevemente sostato negli ordinari loro a‘berghi, e gli stessi sembrano anche più rari, perchè, invece di addensarsi nei luoghi più adatti, si sparpagliano maggiormente lungo il loro percorso. Ecco quale, secondo me, dovrebb” essere la ragione del fenomeno sopraccennato. Come si vede, la questione è semplice, ma non per questo immeritevole di con- siderazione : sono i piccoli fatti ch», una volta studiati e posti in chiaro, ci danno la chiave per risolvere problemi più complessi. — Un falto accertato, una spiega- zione trovata, di qualuque entità essa sia, è sempre un guadagno per la scienza: quanto interessino le osservazioni particolareggiate di fenomeni semplicissimi, in ap- parenza anche futili, lo dimostrano abbastanza le opere di Darwin, il quale solo per questa via scoperse tanti nuovi rapporti, e giunse al più alto grado di sintesi scien- tifica, a cui si sia mai pervenuti nel campo delle scienze biologiche. G. ANGELINI Varietà - Mostruosità - Ibridismi Albinismo di un passero (Passer italiae Vieill.). Un signore di qui tiene da 9 anni circa quest’ uccello singolare. Fu preso nel nido sul tetto del cimitero assieme a quattro fratelli di tinta comune, che morirono poco dopo, e fu nutrito con GIZie5 tini di carne triturata. Fu sul punto di morire quando doveva divenire autofago, ma dopo due giorni superò questa crisi e si mantenne sempre sano. Il suo colore è bianco, tendente quà e là all’isabellino, nelle timoniere prevale la tinta cenerognola. L’ occhio è rosso, molto scintillante. E assai familiare, esce dalla sabbia anche mentre il padrone pranza, predilige il riso cotto, la pasta cotta, mangia ‘Scaglivola e semi. E, come ben accenna Brehm, parlando dei passeri, in modo straordinario amante del bagno, talmente che in ogni stagione ad ogni ora, quando può uscir di gabbia, si strofina sulla bottiglia, quasi indicando che gli si versi dell’acqua sul piatto, nel quale si bagna con incredibile voluttà. In mezz’ ora, alla mia presenza, si bagnò due volte ; la seconda, dopochè io gli avevo rinnovata l’ acqua del piatto, dove si era bagnato la prima. Quanta gente è più trascurata degli animali nell’ ubbidire alle leggi d° igiene © di pulizia ! Santelpidio al mare (Marche). Prof. Enrico Franzoi i PARTE PRIMA NOTE D' INDOLE GENERALE SULLA MIGRAZIONE DEGLI UCCELLI (continuazione) PE n ‘ La facilità di dirigersi può diminuire, non eliminare le fatiche del viaggio e il dispendio di forze occorrenti per compierlo, che a prima vista sembra dover essere enorme. Anche da questo Jato la natura fà benigna verso i volatili e |’ organismo loro è il più perfetto che immaginar si possa. L'uccello che vola negli spazii atmo- sferici fù, bene a ragione con felice similitudine, paragonato ad una navicella che agilmente si muove alla superficie del liquido elemento: lo sterno tien luogo della chiglia, le ali dei remi, la coda del timone, il becco della prora, e come sulle acque la velocità del battello è proporzionale alla sveltezza della costruzione non solo, ma anche alla lunghezza dei remi ed alla robustezza delle braccia che li manovrano, così nel volatile la potenza e la rapidità del volo stanno in relazione della lunghezza + delle ali e del maggiore o minore sviluppo dei muscoli pettorali che son destinati a i porle in movimento. Dalla giustezza del paragone derivano la denominazione di re- miganti data dai naturalisti alle penne più esterne delle ali, che appunto adempiono all'ufficio di remi e l’ altra di timoniere colla quale si distinguono le penne princi pali e più robuste della coda che, solidamente infisse nel coccige, si muovono a vo- ._——lontà del volatile assumendo piani svariati e permettendogli così di cambiare la di- rezione del volo, al modo stesso che il timone serve a modificare quella del battello in movimento. Il corpo in forma di elissoide allungato, il collo sempre assai più sottile ed il becco che lo termina in punta all’avanti, offrono il minore ostacolo possibile alla resistenza dell’ aria, attraverso la quale esso deve muoversi. Le ali, robustamente im- piantate nella parte mediana anteriore del busto, suscettibili di formare, allorchè sono aperte, un piano più o meno inclinato relativamente all’ asse longitudinale del corpo, non solo servono all’ ufficio di organi locomotori ammirevoli, ma contribuiscono egre- giamente a mantenere l’ equilibrio durante il volo. Alla perfezione delle forme este- | riori altri elementi concorrono nella interna struttura dei volatili a renderlì sempre più adatti alla aerea locomozione. Dovendo essi sostenersi, nonchè muoversi, in un ambiente elastico sì, ma di scarsa densità, hanno bisogno di condizioni fisiologiche tali da diminuire il più possibile il peso specifico del corpo. Le ossa infatti sono in “gran parte vuote; gli steli delle penne principali altro non sono che tubi pieni di aria; le Jamelle cornee, sottilissime che vi si infiggono aderendo fra loro per mezzo È i una infinità di barbule quasi invisibili ad occhio nudo, presentano una gran le re- $ celle o sacche aeree collocate fra i muscoli e sotto la pelle, quasi paragonabili a vescica natatoria dei pesci, permettono al volatile gonfiandole, di aumentare di olto il proprio volume, diminuendo in pari tempo il proprio peso relativamente È all’ ambiente in cui si muove: inoltre comunicando esse coi polmoni e questi per 108 respiratorio. Aggiungasi che i polmoni anzichè trovarsi sospesi e chiusi nella cavità toracica, come nei mammiferi avviene, negli uccelli invece trovansi aderenti alle pa- reti interne dorsali del busto, ai lati della colonna vertebrale, stendendosi in forma di grandi masse spugnose nella ampia cavità viscerale. Per tale singolare disposizione del sistema respiratorio, accade che l’aria si porta in grande quantità a vivificare il sangue in varii punti dell’ organismo, sicchè l’ ematosi compiendosi assai più rapi- damente che non nei mammiferi, ne deriva la quasi instapcabilità delle ali, i mu- scoli non si stancano perchè il sangue rapidamente vivificato loro appresta di continuo novello vigore. Finalmente il calore del sangue negli uccelli supera di diversi gradi quello del sangue umano e segnatamente quelli del settecchione e gli aquatici hanno una temperatura molto elevata, la quale non solo permette ad essi di sopportare freddi intensi, ma è altresì condizione favorevolissima che contribuisce potentemente ad aumentare la resistenza alle fatiche di un volo rapido e prolungato. E non soltanto dal lato fisiologico, ma anche da quello meccanico, sono i vola- tili forniti di favorevolissime speciali disposizioni: in essi la applicazione della forza agli organi motori è ottimamente combinata. La conformazione delle ali, come abbiam detto resistenti e al tempo stesso flessibili, offrenti inferiormente una curva eli- coidale, permette nel doppio movimento dall’ alto al basso e dall’ avanti all’indietro lo sviluppo di due forze di propulsione convergenti, la cui risultante si confonde coll’asse longitudinale del corpo: l'equilibrio di questo si ottiene e si mantiene per la facilità di spostamento del suo centro di gravità che il volatile agevolmente con- segue col chiudere in parte or l' una or |’ altra delle ali, col variarne l’ inclinazione respettivamente alla orizzontale, collo stendere più o meno il collo e le gambe, ove occorra, e infine collo spiegare più o meno le piume della coda. Da tutte queste circostanze che sommariamente ho accennate, emergono e la forza e la facilità meravigliosa di propulsione della maggior parte degli uccelli e si spiega la rapidità colla quale in tempo relativamente assai breve compiono d’ un tratto, senza fermarsi, percorsi lunghissimi anche di qualche migliaio di chilometri, lottando vittoriosamente contro correnti atmosferiche gagliarde e non favorevoli al loro. viaggio. Della rapidità del volo degli uccelli non occorre certo ch'io dica lungamente. Sovente nei giornali si leggono i ragguagli di gare fra Colombi viaggiatori, molto in uso al dì d’oggi, e rilevasi come quelli percorrano facilmente lunghe distanze in tempo brevissimo, con una rapidità media che spesso ha raggiunto e talvolta anche sorpassato cinquanta o sessanta chilometri per ora. Molti uccelli sono più veloci al volo degli stessi Colombi e basti citare i Falchi Nobili che nei secoli passati si ado- peravano per la caccia, appunto per questa loro qualità, e fra i volatili più piccoli, le Rondini ei Rondoni che vincono in velocità i falchi stessi. Che colombi, falchi, rondini, ed altre specie molte, possano senza troppo disagio compiere agevolmente lunghe peregrinazioni perchè da natura forniti di ali lunghe e robuste, non deve nè può adunque meravigliarci: dovremmo se mai stupirci come egualmente migrino in lontane regioni altre specie le quali per la brevità delle ali o per la poco robustezza di queste, sembrerebbero affatto improprie ad azzardarsi a volo lungo e sostenuto. La Quaglia per esempio tiene forse il primo posto fra gli uccelli migratori per la estensione delle sue corse. che compie regolarmente due volte all’ anno dalle contrade più nordiche del continente Europeo, sino a due o tre- mila chilometri oltre I equatore in quello Africano. Ora essa per la fisica struttura cd anche pei costumi suoi, apparirebbe incapace di compiere un viaggio così disa- gioso. Occorre però considerare che, essa non suole farlo tutto di un tratto, anzi neppure molto rapidamente. La migrazione della Quaglia è piuttosto lenta, usando essa fermarsi in frequenti tappe, ovunque trovi comodità di stazione dal lato della sicurezza e più ancora da quello dell’ abbondanza del cibo. Di ciò fan fede le caccie copiose che se ne fanno anco nel tardo autunno nelle nostre provincie medie e me- ridionali. In queste fermate essa raccoglie nuove forze per poter continuare il viaggio ed affrontare la parte più scabrosa di esso, cioè la traversata del Mediterraneo. Come si vedrà più avanti dove si parlerà di essa specialmente in apposito capitolo, la Quaglia usa giovarsi non solo delle correnti atmosferiche favorevoli che attende pa: zientemente anche per settimane, ma si vale pure della speciale disposizione della penisola Italica la cui estrema punta dista ben poco dalla costa Africana, e neppur _ disprezza di far sosta nelle numerose isole del Mediterraneo, qualora ne affronti la traversata in punti ove la distanza fra i due continenti è molto maggiore. Mi accorgo che una digressione un po’ lunghetta sulla fisiologia degli uccelli mi ha alquanto allontanato dall’ argomento della migrazione in generale, che esser do- veva il mio tema. Ritengo però che non sia stata per riuscire del tutto inutile, benchè si tratti di cose per i più dei lettori già risapute ; ad ogni modo ne chiedo scusa e ritorno in carreggiata. Per talune specie di li migratori la regolarità dei periodici viaggi è così straordinaria, che convien ritenere essi abbiano il modo di commisurare esattamente il tempo, quasi avessero a loro disposizione il calendario : e per citarne un esempio basti solo quello dei comuni Rondoni di torre (Cypselus Apus) la massa dei quali, secondo osservazioni ripetute per lunga serie di anni nello stesso luogo, arriva e parte sempre nel medesimo giorno, o tutt’ al più con un anticipo od un ritardo di un giorno o due (1). Altri esempi addurre potrei in prova della intelligenza e della sagacia degli uccelli, ma se di questa volessi trattare, ben altro spazio occorrerebbe che non quello di cui posso disporre, tale argomento offrendo di per se solo materia a qualche volume e, comunque interessante, mi porterebbe fuori dei limiti che mi sono prefisso. Il lettore che ne avesse voglia potrà sù tal materia consultare il Tous- senel (2) che maestrevolmente sempre e talora con impeti di vero lirismo, analizza ed esalta, nei suoi scritti, le qualità morali della gente pennuta. A quale impulso obbediscono gli uccelli migratori che intraprendono viaggi Jun- «ghissimi di migliaia di chilometri, dall’ uno all’ altro continente, dal cerchio polare all'equatore e iù qualche caso persino dall’ uno all’ altro emisfero ? Naturalisti ed os- servatori non del tutto poterono spiegarcelo ese per alcune di quelle peregrinazioni che compionsi ad ogni periodico rinnuovarsi di certe circostanze di stagione è facile attribuirne la causa “alla imprescindibile necessità di provvedere al nutrimento, per altre invece che succedono irregolarmente ed anche affatto straordinariamente non può dirsi davvero altrettanto e convien contentarsi di cercarne la ragione in quelle facoltà instintive, dono prezioso di che la Natura fornì gli esseri irragionevoli e se- 110 gnatamente i volatili, alle quali converrebbe forse piuttosto riconoscere il nome di intelligenza vera e propria. È facil comprendere come gli uccelli esclusivamente granivori allorchè è com- piuta la raccolta dei cereali e il dissodamento dei terreni per le semine future, de- vono forzatamente al sopravvenir dell'autunno andarsene in cerca di nutrimento in quei luoghi ove la maturazione dei prodotti del suolo avviene più tardi e là dove la vegetazione non si arresta pei soverchi rigori invernali. Quando al finir dell’e- state, la maggior parte degli insetti, compiuta la evoluzione naturale, deposte le uova, si celano in forma di crisaiidi e larve nelle viscere del terreno per sfuggire ai pe- ricoli della futura temperatura invernale, è forza agli uccelli insettivori del setten- trione di volgere il volo a regioni più miti. Ciò imponesi pure ai rapaci che vivone a danno degli uccelli più piccoli. Essi dovranno seguirne |’ esodo se non vogliono correre il rischio di lunghi digiuni ed anche il pericolo di morir di inanizione. Al trettanto dicasi dei rapaci insettivori e di quelli usi a cibarsi quasi esclusivamente di rettili, di piccoli mammiferi o di anfibii. Essi sono costretti ad abbandonare le regioni dove per lunghi mesi in inverno la vita animale in certo modo si occulta. Finalmente 1 Palmipedi e gli Uccelli di ripa soliti a procurarsi il cibo nelle acque dolci o sa- late, nelle melme dei paduli, nei terreni umidi e freschi, dovranno necessariamente lasciare 1 luoghi prediletti quando le acque saran coperte di ghiaccio e il terreno indurito pel gelo, non avendo più modo di provvedere al proprio sostentamento. In una paroia agli uccelli tutti del Settentrione è forza abbandonare la loro dimora al- l'approsimarsi dell’ inverno che loro toglie i viveri. Anche per molte specie appar- tenenti alla avifauna Africana le quali, come ben sappiamo, migrano egualmente traversando |’ Jtalia, nonchè le altre regioni dell’ Europa meridionale, il fenomeno può spiegarsi, come per quelli del Settentrione, colle esigenze della nutrizione. La insistenza dei torridi calori, le siccità prolungate certamente rendono per esse ino- spitale, e per lunghi mesi, il continente Africano o parle di esso, al modo stesso che le nevi ed i geli le regioni più nordiche d'Asia e d’Europa. Ma pur vediamo migrare moltissimi uccelli che certamente non sono spinti dalle circostanze soprac- cennate. Dalle regioni Africane che per la loro altitudine sfuggono alla troppo ele vata temperatura ; da quelle meridionali di Europa ove il verno è mite e il freddo non si fa quasi mai sentire, moltissimi uccelli se ne vanno al pari dei loro compagni delle regioni più estreme dei due continenti, e per ciò che si conosce per esperienza sovente rinnuovata, persino gli uccelli prigionieri, comechè custoditi con ogni cura, quando è giunta l’ epoca in cui i loro fratelli liberi si pongono in viaggio, colla ir- requietezza inusitata palesano |’ innato desiderio di imitarli e molti deperiscono e muoiono persino, vittime della impossibilità di soddisfarlo. (continua) } G. A. GRIFFOLI ANALISI FONETICA DEL CANTO DEGLI UCCELLI per CARLO FABANI (continuazione e fine) In secondo luogo la diversità d'alimentazione potendo modificare un essere qualsiasi, animale o pianta, in tutto il suo corpo, può essere di conseguenza modi- ficatrice anche del canto. 111 Non sembra priva di fondamento, come dimostrai altra volta nella Teoria delle somiglianze del canto, che uno de’ fattori d’ onde la forma della voce degli ani- mali ripeta Ja sua origine, sia quello dell’ alimentazione propria di ciascun genere e di ciascuna specie. I carnivori hanno il canto più secco e più troncato ; gl’ insettivori l' banno più acuto, più lungo e meno troncato nelle modulazioni ; gli acquatici, rauco, roboante, monotono come le fredde pianure paludose che abitano ed i batraci loro diletto cibo. Finalmente gli uccelli tutti che vivono di sangue hanno come negli altri car- nivori un cotale stridere loro particolare che s' assomiglia a quello delle vittime loro. Il lupo bela, muggisce e latra come gli torna meglio ; la volpe eroccia e stride ; il tigre ha il muggito del toro, e l'orso marino una cotal sorta di urlo, come sarebbe (E lo strepito di quelle sirti sbattute dai flutti ov’ei cerca sua preda; così anche lo > sparviero schiattisce come il coniglio, il nibbio miagola come i muccini o come le gazze, lo smeriglio imita la voce della chioccia che tremebonda richiama sotto le protettrici sue ali i suoi diletti pulcini, il tordo, il pettirosso, il merlo ed altri in- |_°°‘’‘settivori hanno per voci di richiamo uno zirlire che s’ approssima al canto degli sa insetti loro vittime ; il reattino rinnuova ed ingrandisce il rumorio dello strepitar di c. elitre. AS Se l’ alimentazione pertanto propria d’ ogni genere e d’ogai specie non fu ul- 3 timo fattore della forma della voce adottata dagli animali nella loro origine, a mag; gior evidenza, questa viene ad essere modificatrice anche del canto già adottato. Se Uno scarso cibo non può dare una costituzione egualmente sviluppata a quella se. che darebbe un’ abbondante vitto, epperò relativamente vi sarà un’ apparecchio più |’ meno robusto per il canto, o vi corrisponderà maggiore o minor forza in esso per Dio sostenere il verso nella sua specifica perfezione. Tale abbondanza o deficenza d’ alimentazione comincierà |’ individuo ad averla fin nell'uovo sia per la primitiva diversità delle parti che lo costituiscono, di gros- rono le vicende geologiche, da cui dipendette la fissazione dei continenti e delle isole, nonchè l’ epoca denominata glaciale, che cagionò la differenza dei climi. LES Checchè sia, parmi necessario di ricorrere ad una legge per la quale gli uccelli fu- | rono resi atti ad abitare le diverse regioni della terra. Varia è infatti la forma de’loro | organi, varia la loro costituzione, vario altresi il loro colorito. Ciò suppone un ordine | preformativo in armonia con tutta la natura, e col luogo e colle circostanze in cui de- È vono vivere. Voi Darvinisti lo negate, ma le vostre cause. esteriori avrebbero agito sì . lentamente, che la vita sarebbe*stata impossibile, se anche tali cause avessero avuto la forza da voi asserita. i TCA Prima di por termine a questa introduzione, avvertiamo il lettore, che non troverà A alcun cenno di uccellazione, o dell’ utilità o danno degli uccelli, rispetto all’ agricoltura e selvicoltura. Sono questioni aperte che stimiamo meglio non toccare. (contimuia) ia E PASSAGGI __ BR NIBEEESZU ISTE o in ma fa am a) ivarono. de Nitticore nell seconda di d i e le Ghia de 7 118 graculus J' in abito giovanile; non so che ne fossero stati ammazzati altri prece- dentemente, almeno dall’ 83; l’ importante esemplare fu da me preparato e conser- vato nella mia collezione. Da Cagliari. Nuove notizie su passaggi. (?. Bonomi). Abbondante passo di Ar- deola ralloides, di Nycticora grisea e ne potetti avere in pochi giorni molti esem- plari, così dicasi per Haemantopus candidus e per Platalea leucordia. Un grande stuolo di Phoenicopterus, attraversa ancora dall’ uno all’ altro stagno ; ne furono presi parecchi e sono tutti giovani dell’anno non atti alla nidificazione. Ciò conferma il mio asserto. Il parere del meteorologista. A/baredo di Treviso 30 maggio. (Dal Caccia e Tiri). Il passaggio delle quaglie attraverso 1° Europa occidentale, fu nella presente primavera quanto mai di più meschino si possa immaginare, e davvero bisogna dire che da quattro anni in qua, le temperature e le pressioni barometriche, fanno tutto il possibile per contrariare i desideri dei cacciatori italiani ; infatti, anche quest'anno, la prima metà di maggio fu quasi sempre freddissima per la Spagna, Italia, Francia e Germania, e straordinariamente calda per la Russia, ed il 12 maggio un’ abbon- dante nevicata, una temperatura intorno a zero, coperse la pianura Germanica per oltre seicento chilometri fin presso a’ Vienna, mentre nello stesso giorno e. nella stessa ora, Mosca e tutta la Russia meridionale, segnavano diciotto sopra zero con uno splendido sole; ora è facile immaginare che le quaglie provenienti dall’ Africa avvertite del fatto (probabilmente per telegrafo), abbiano tenuto, in quei giorni di grande passaggio, la strada più orientale delta Grecia e dell’ Asia Minore splendida di calore e di sole, ed abbiano lasciato da parte |’ Italia e la Spagna nuvolose pio- vose e fredde, battute dagli uragani di tramontana e ponente. E ciò succede all’ incireca nelle identiche condizioni di tempo e di luogo da quattro anni in qua; una volta la parola Russia era sinonimo di freddo e Italia di caldo, specialmente all’ aprirsi della primavera, adesso bisogna dire il contrario. Immaginatevi intanto lo sdegno, la rabbia, le proteste, le recriminazioni dei cacciatori, i quali non sapendo più con chi pigliarsela, se la pigliano magari colla mancanza della famosa legge unica, che dovrebbe avere il potere di dirigere i venti e le tempeste, e far passare gli uccelli proprio attraverso il litorale del Tirreno e dell’ Adriatico anzichè su quello dell’ Egeo o del mar Nero; vi è persino chi dice che gli uccelli sono ormai tutti distrutti dai lacci, dalle reti e dalle armi a retroca- rica, e che vi sono troppi cacciatori, e che bisognerebbe proibire la caccia per pa- recchi anni, ed altre simili corbellerie.... Ma non tutti la pensano così, e quindici giorni fa nel Caccia e Tiri lessi final- mente ua articolo firmato Sandro, il quale non solo colla teoria ma anche colla pratica (essendo stato sopra luogo) attribuisce precisamente il passaggio delle quaglie alle vicende atmosferiche, e nega che vi sia diminuzione di questi uccelli, ed io in- vito i miei confratelli a leggere. quell'articolo istruttivo ed assennato, e a far di meno di pigliarsela con cause o estranee, o molto deboli, e sopratutto a non saltar fuori colla famosa legge unica, la quale in ogni caso sarebbe un’ ingiustizia, perchè un paese così lungo. da nord a sud come la penisola Italiana ha una notevole differenza di stagioni, e quindi deve anche avere una differenza sulle epoche del passaggio degli uccelli e sulla loro caccia. Ma v’ha di più: quando bene fosse promulgata questa legge unica per tutta Italia, essa non finirebbe che per le persone agiate e civili che temono la contrav- venzione, e non già per i contadini e bracconieri, ed accadrebbe precisamente ciò che accade adesso ; le leggi sulla. caccia ci sono anche presentemente, ma nom sono rispetiate per la scarsezza del personale incaricato di farle rispettare ; se invece i caccia- tori sì unissero in socielà per provincie o per zone, e mediante una tassa volontaria mantenessero un numero sufficiente di guardiani esclusivamente incaricati della po- lizia venatoria, allora si potrebbe veramente affermare di aver ottenuto un grande miglioramento, anche pur conservando le leggi attuali, e le attuali epoche di aper- tura e chiusura. GriTTI Ivo. Maccarese. Fra i molti uccelli acquatici e di ripa uccisi qua dal Sig. Conte Piero Della Parta nello scorso inverno, si notano oltre mille beccaccini. Gli ultimi giorni di caccia alle quaglie in riva al mare riuscirono infruttuosi nel romano, dove la intiera stagione fu per i cacciatori da annoverarsi fra le cattive ; ben pochi poterono prenderne oltre 200 e soli tre raggiunsero le 250. Anche dalle coste palermitane non sono giunti che lamenti. Previsioni e speranze per la prossima apertura di caccia. (ed.) Il tempo vola e così siamo gia prossimi alla riapertura delle caccie. I più appassionati cacciatori sognano le prime campagne, i primi tiri, già pensano a porre in ordine il corredo. Non riu- sciranno perciò loro sgradite due notizie preventive che deduciamo da quanto abbiamo letto in giornali di caccia o che ci è stato comunicato da gentili abbonati. Le grandi burasche e vere bufere, che in varie provincie italiane hanno devastate le campagne sono state naturalmente molto dannose anche alla riproduzione della selvaggina. Nidi di quaglie di starne e di lodole ne sono stati distrutti in quantità. Dall’Umbria si segnala una certa abbondanza di starne, ma scarsità di quaglie; queste invece sono apparse in buon numero’ nel milanese, nella lombardia, nel piacentino, nel cremonese, nel bergamasco e nell’ aquilano. Lo Sprea scrive al Caccia e liri che a Vigevano vi hanno stazionato le quaglie in numero straordinario « più di tutti gli altri anni ». In Toscana niente di straordinario, ne in più ne in meno. Scrive Gieffe da Roma, al Napoli Sport che negli ultimi giorni di Giugno e nei | primi di Luglio vi sono stati discreti arrivi di quaglie. L'arrivo delle quaglie in di- — sereta quantità nel mese di Luglio non è cosa nuova ma neppure tanto comune. Da Lucera si lamenta la scarsità delle quaglie mentre da S. Giorgio La Monta- gna (Benevento) scrivono: « Mai come in quest’ anno il nostro tenimento ha ospitato | per la nidificazione tante quaglie » anche di starne se ne vedono parecchie brigate. — BOLLETTINO DELLE PUBBLICAZIONI ORNITOLOGICHE Tana >—_—_- 120 Contiene: HEGvFoKy K. - Le oscillazioni dei dati per l’ arrivo degli Uccelli — TscHusi V. - Osservazioni sulla Quaglia e sulle sue forme — HERMANN 0. La France et la migration des Oiseaux — GaAAL G. - Il passaggio degli Uccelli in Ungheria durante la primavera 1896 — Osércev T. - Falco sacer Bris (da un manoscritto di Petényi) con 1 tav. — M. O. K. - Una lettera interessante della regione della Sava — HERMANN O. - Del Mimicrismo — Czwnk E. Syrnium ura- lense — Piccole notizie ecc. ARNOLD F. - Die Vogel Europas. Di questa bellissima opera sono uscite 15 puntate a lire 1,20. BAKER E. C. S. - The Birds of North Cachar. Parte VII, 29 pag. in-8 con 1 tav. col. (Bombay. Journal Nat. Hist. Soc. 1897). L. 5. Parte I-VI, 1893-96, di 163 pag. con 6 tav. col. L. 28. 1 CyNnk E. - Das Auerwild, seine Jagd, Hege u. Pflege. 3 tav. con 41 fig. (Neudamm 1897) L. 5. CHOQuART F. - Catalogue de la collection des oiseaux du musée d’Amiens. (Amiens 1896. Bullet. de la Soc. Linn. du nord de la France n. 291 e seg.) CrETTE DE PALLUEL ALBERT - Notes sur l’appareil vocal de pluseurs oiseaux. (Paris 1597. Le naturaliste. N. 248 pag. 152-583). Dax Fiume €. - Contributo allo studio dell’ avifauna del Polesine. (Padova 1897. Atti Soc. Veneto-trentina di Sc. nat. Fasc. I pag. 3 a 40). DE Rocquiony-Apanson G. - La Mouette de Ross. (Moulins 1897. Rev. scientif. du Bourbonnais etc. n. 115 pag. 127). De Zavas:ENRIQUEZ - Avicultura praàctica. (Mexico 1897. Secretaria de fomento. 140 pag. con fig.) FALCONTERI DI CARPEGNA conte GuIpo - Sulla cattura di un’Averla maggiore (Lanzus excubitor, Linn.) nell’ Agro Romano. 1 pag. In Boll. Soc. rom. per gli studi zool. Anno VI, (1897) (Roma, Mariani 1897). a FALCONIERI. DI CARPEGNA conte GuIpo - Brevi notizie sulla Collezione faunistica, di Fr. Vianelli a Sassoferrato (Marche). 190 Uccelli. 2 pag. In Boll. c. s. FrA LEONARDO - Viaggio in Birmania e regioni vicine. Riassunto generale dei Risultati zoologici. (Genova 1897. Tip. Sordo-muti 280 pag. con fig. ed 1 tav.) FLOERICKE C. - Naturgeschichten der Deutschen Sumpf.und Strandvigel 8 pag. con 15 tav. (Magdeburg 1897) L. 5. Forest G. - Oiseaux acridophages. (Paris 1897. Les naturaliste n. 246 pag. 135-36). Gory ALBERT - Les oiseaux terrestres utiles et nuisibles à l’agriculture dans le dépar- tement du Gard. (Nimes 1897. Bullet. de la Soc. d’étude des Sc. nat. de Nimes, n. 1 et seg.) InGLIs C. M. - List of Birds collected during five year's residence. in the Hylakandy District. Cachar. (Bombay 1897) L. 2, 50. JOURNAL FiR ORNITHOLOGIE - Jahrg 45. 1897 fasc. 2. Lipsia 105-200. Contiene : KLEIN- scHMID - Contributo per l’Ornis del granducato di Hessen. — DEICHLER - Per la conoscenza di alcune specie di gallinago. — SCHENKLING PrEvoT - Degli even- tuali cambiamenti di colore senza muta — FLOERICKE - Sulla quastione dei Ca- lamoherpe Boie. Pa 121 KLEINScAMIDT O. - Beitrage zur Ornis des Gross-herzogthums Hessen und der Provinz Hessen-Nassau. 37 pag. con 2 tav. col. (Leipziz. Journal Ornith. 1897). KoLrHorr G. - Zur Herbstwanderung der Nordischen Sumpvégel iber die Insel Oland. 16 pag. con 1 tav. (Upsala I896) L. 3, 50. LEE O. A. J. - Britisch Birds in their Nesting Haumts. Part II. 40 pag. in-4 con 10 tav. fotogr. (Edimburgh 1897) Ogni parte L. 12. Mazzon ITALO - L’ allevamento dei tacchini. (Roma 1897. Guida del Pollicultore n. 9 pag. 59-60). MARCIALIS prof. dott. ErIsio - Saggio di un catalogo metodico colle denominazioni dia- lettali delle cinque classi dei Vertebrati della Sardegna. Classe Aves. 14 pag. (cont.) In Boll. Soc. rom. studi zool. Anno VI (1897) (Roma, tip. Mariani 1897). MorpwILko A. - De evolutione primaria cerebri Avium. 16 pag. in-8 con 1 tav. (Var- savia 1897. In lingua russa L. 2, 50. MoRRIS F. O. - History of Britisch Birds 4 ed. Vol. IV. 264 pag. con tav. col. (Lon- dra 1897) Ogni vol. L. 18. NAUMANN' S - Naturgeschichte der Vogel Deutschlands und der angrenzenden Mittel Europas. È compito il vol. VI di quest’opera classica. Esso consta di 338 pag. con 32 tav. col. Questo volume comprende tre ordini Gyrantes, Rasores e Gres- sores. Del vol. II contenente 1’ ordine dei Cantatori sono comparse le puntate 1-4. 128 pag. con 12 tav. (Gera 1896-97). Ogni puntata L. 1,25. OBERHOLSER H. C. - Preliminary List of the Birds of Weyne County, Ohio, Wooster. 114 pag. con 21 fig. (Bull. Ohio Agr. Exper. Stat.). OLIVIER ERNEST - Un Parc à Aigrettes en Tunisie. 4 pag. (Parigi. Bull. Soc. d’Accl. 1896) L. 0, 60). ORNITHOLOGISCHE MoxATSScHRIFT des deutschen Vereines. Anno XXII. Il num. 6 con- tiene: FLORIKE - Chiacchere ornitologiche — HENNICKE - Ancora del Tacchino selvatico — THIENEN - Per la cura dell’ Hypolais philomola — RZEKAK - Ospiti invernali — VINITOR - Il canto degli uccelli in primavera — Notizie. PreréNvI J. S. - Ornithologischer Nachlass (iiber Pastor rossus) 39 pag. in-4 con 1 tav. (Budapest in Aquila 1897) L. 2,50. RipGway R. Birds of the Galapagos Archipelago. 212 pag. in-8 con 2 tav. ( Washing- ton. Proc. U.S. Nat. Mus 1896) L. 8, 50). RorIG G. - Untersuchung iber die Winternahrung der Krihen und iiber den Nahrungs- verbrauch der Insecktenfressenden Végel. 44 pag. (Neudamm- Mitth. landw. Labor. Kéònigb. 1897) L. 1,25. SCHWALBE (Dir) - Mittheilungen des ornithologischen Vereines in Wien. Anno XXI (1897). Il num. 1 contiene: LINDENER - La Muscicapa parva a Rigen — DALLA TorRrE - Gli uccelli del Tirolo e Voarlberg — PEISTER - Un’escursione ornitolo- gica nelle paduli della Boemia meridionale — ReEIScHEK - I Nestor della. Nuova Zelanda — ZOLLIKOFER - Pyrrhocorax graculus e Eringilla nivalis in ischiavità — Notizie — Letteratura. S. T. - Gli uccelli nel mondo estetico. (Napoli 1897. Napoli Sport n. 26). SALVADORI Tommaso - Lista di uccelli raccolti dal dott. Muzioli nel Tigrè e donati al Museo zoologico di Perugia. (Torino 1897. Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. n. 287, 4 pag.) 122 SaLvapori Tommaso - Viaggio del dott. Alfredo Barelli nel Choco boliviano e nella Repubblica Argentina. VII. Uccelli. (Ibidem. n. 292, 36 pag.) StewART H. E. - The Birds of our Country. 400 pag. con illustr. (Londra 1897) L. 4,50. SucHerTET A. Des Hybrides à l’etat sauvage. Regne animal. Tome I. Classes des Oise- aux. 152 + 1001 pag. (Paris et Berlin, Friedlinder 1897) L. 25. Tor C. N. - Aves de Portogal. (Porto 1897. Annaes de Sc. nat. n. 2. Continuado). TecetMErER W. B. - Pheasant. Natural history and pratical management. 250 pag. in-8 con illustr. (Londra 1897) L. 9. WrÙirLocKk F. B. - The Migration of Birds. A consideration of Herr Giske’ s views. 140 pag. (Londra 1897) L. 5. WintLE E. D. - The Birds of Montreal. (Montreal 1897) L. 8,50. ZerrscHrIFT fir Ornithologie w. praktische Gefligelzucht. Organ di ornit. Vereines Pommers. Anno XXI (1897). I ni. 6 e 7 contengono: BorxnsTED - Il passaggio degli uccelli — LauscH - Sul miglioramento della polllcoltura in Germania — Piccole notizie — Affari sociali — Letteratura. # # # #. Allevamento del fagiano. (Pisa 1897. L’acclimatazione italiana n. 13 e seg.) # * # * . Le varie fasi dell’ allevamento dei polli. (Ibidem. N. 12 e seg.) * # * *. Piccione tamburo di Bucharia. (Ibidem. N. 17). ORE STIRO) Per far conoscere questo nuovo periodico ’’ Avicula ,, inviamo come saggio, di- versi fascicoli a parecchi signori. Sarebbe per noi cosa graditissima se coloro che non desiderano abbonarsi ci respingessero un fascicolo scrivendo nella copertina Respinto e ponendo sotto questa parola, il proprio nome. Per questo rinvio non occorre nes- suna spesa di francatura. Coloro poi che intendono favorirci l'abbonamento sono pre- gati darcene avviso il più presto possibile onde regolare la tiratura del giornale. Anche a rischio di divenire noiosi non ci stancheremo mai di pregare i nostri egregi abbonati, perchè ci facciano il segnalato favore di tenerci informati di qualsiasi notizia di caccia, di passaggi, di catture, di comparse accidentali, in poche parole di tutte le notizie riguardanti gli uccelli. Anche le piccole comunicazioni quando provengono da molte località riescono interessanti e sodisfano la giusta curiosità dei lettori. Una scena della vita animale raccontata dal Caccia e Tiri. Sotto il cornicione del palazzo della Cassa di risparmio, in Roma, le rondini vanno da parecchi anni a fare i loro nidi. Nei giorni scorsi in un nido recentemente fabbricato, entrò un passero petulante e, trovata comoda e sana l’abitazione, pensò di stabilirvisi. Venute le rondini, s' impegnò un piccolo combattimento, nel quale il passero ri- mase vincitore e padrone del campo. Dopo poco ricomparvero le rondini proprietarie del nido accompagnate da una dozzina di sorelle, tutte col materiale da costruzione in bocca; e si misero a due a due a murare la bocca del nido. In brev' ora le bestiole vendicative eseguirono | operazione : il passero rimase chiuso nel nido come in una cassa da morto. Egli tentò invano di liberarsi : col grosso becco potè rompere una parte delia a prigione, tanto da mettere fuori la testa; ma, stremato dalla fatica e dalla fame, do- | vette restare lì e morire. La piccola testa del passero penzola ora dal nido, mentre le rondini corrono per l'aria gettando i loro piccoli gridi. L'apertura e chiusura delle varie caccie in Sardegna. Per disposizione del Con- siglio provinciale di Sassari, la caccia alle tortore, pernici, quaglie e lepri si apre col 15 agosto 1897 e si chiude col 30 novembre stesso anno. «La caccia al cinghiale si apre col 1.° giugno 1897 e si chiude al 28 febbraio 1898. 9 i La caccia ai caprioli, daini, cervi e muffloni si apre col 1.° novembre 1897 e 3A «si chiude col 15 stesso mese ed anno. 5 Ù La caccia agli uccelli di passaggio, acquatici e uccelli minori si apre col 13 ago- “È «sto 1897 e si chiule col 31 marzo 1898. Concorso. La Società torinese protettrice degli animali, ha aperto un concorso a | premio per un piccolo libro di lettura ad uso dei fanciulli, nel quale per mezzo di raccontini facili e dilettevoli si faccia comprendere il male che si fa distruggendo i piccoli uccelli e i loro nidi. Il concorso si chiude il 30 Ottobre prossimo. Colombo di 33 anni. L’ Éleveur riferisce che una signora del paese di Galles pos- siede un colombo da 33 anni. Fu acquistato di età ignota insieme a una femmina di già morta alcuni anni fa. Il colombo trovasi in eccellenti condizioni di salute, e le piume non hanno sofferto col passare degli anni. Quarantena per le oche e le galline russe al confine tedesco. Alla frontiera Skal- mieczya presso Ostrowo, la Germania ha impiantato una stazione di quarantena per le oche e le galline provenienti dalla Russia. La stazione é per 4000 di questi ani- mali, e la quarantena dura tre giorni. Così finalmente è stata risoluta una grande questione: La Germania non può fare a meno delle oche russe, che rappresentano un’ alimento a buon mercato pel suo popolo, e si è DIcgualia contro la possibilità d’importare con esse malattie contagiose. 11 29 gennaio a. c. morì a Oldenburg nell’ età di 82 anni il direttore di quel Museo C. F. WIEPKEN RICHIESTE E OFFERTE cerca LR falchi vivi: Con lo scopo di tentarne l'allevamento ad uso di Sport (Fal- ) sì desidera avere vivi falchì delle seguenti specie : (Falco peregrinus) di tutte le età. tur palumbarius) giovane prima della muta, Accipiter nisus) femmina e giovane. (Aesalon regulus) di tutte le età. MIR e o potesse procurarne è pregato darne avviso alla amministrazione di questo data usi, zu Schmidhoffeo Hallein, (Salisburghese), cerca in Italia crela- li di uccelli e prega Mimettereli 1’ elenco delle specie desiderate. 124 S. Brogi, Piazza del Carmine Siena, desidera acquistare anche in grandi quantità, siano freschi in carne, siano gia messi in pelle, Barbagianni (Strix fammea) Fraticelli (Sterna minuta). La direzione del giornale ’’ L’acclimatazione italiana ,, Lung' Arno Regio Pisa, offre fagiani dorati, argentati, e venerati. Cercasi una e diverse proprietà riunite lungo il Ticino o 1° Adda, da ridurre a bandita. Affitto non superiore a L. 2000. Rivolgere offerte alla Direzione del Caccia e Tiri in Milano. Vendesi per eccesso di numero, Bracco pointer bianco con grandi macchie marrone, di un anno. Lavora bene alla montagna e comincia a puntare. Riporta bene. Prezzo L. 60. Rivol- gersi al dott. Alessandro Pedroni, Como per Carlazzo (Val Solda). ORNITOLOEI VIVENTI Indirizzi di coloro che per studio, o per diletto, o per commercio si occupano di uccelli Pubblicando questa lista degli ornitologi dei quali abbiamo potuto avere 1’ indiriz- zo, preghiamo tutti i lettori ad aiutarci per renderla il più possibile completa, invian- doci nome e direzione dei loro conoscenti che si occupano di uccelli. (continuazione) BEHR Edward A. 428 Henry Street Brooklyn, N Y. (S. U. America). BELDING Zyman Stockton San Ioaquin Co., Cal. (S. U. America). BELICCHI Laura Via Garibaldi 66. Parma, BELL W. S. 431 Wood Street. Pittsburgh, Pa (S. U. America). BELLOWS Edward D. 215 12 4th, Street. Jersey City Hudson Co., N. J. (S. U. America). BEMMELEN A. A. Diergarde Zool. Garten (Olanda). BENDIRE Charles Emil Major U. S. Army 1318 14 th Street N. W. Washington D. C. (S. U. America). BENI cav. avv. Carlo, Stia (Arezzo). BENNER Franklin 110 2 nd Street N. Minneapolis Minn. (S. U America) BENSON 4. C. Lieutenant The Presidio San Francisco, Cal. (S. U. America). BENSON Charles W. Zoological Garden Dublino, BENT Arthur Cleveland 148 Court Street Plymouth Wayne Co, Mich. {S. U. A merica). BERCHET ing. Federigo Fossalta di Pieve (Portogruaro). BERNASCONI Giuseppe, parroco Civiglio (Como). BERTGTOLD W. Harry 56 Allen Street Buffalo (N. Y. S.U. America). BERISTAIN Serafin Naturalista Tacubaya Ex-Arzobispado (Mexico). BERLEPSCH Graf. Hans C. H. L. Kgl. Forstakademie H Munden Prov. Han- nover (Germania). BERNARD Paul 33 Rue des Febvres Montbéliard, Doubs (Francia). BERRY Herry N. Cloud Chief, (S. U. America). BERTELLI Z. Montese Pavullo (Modena). BESNARD Auguste 68 Route de Laval Le Mans Sarthe (Francia). BESSE M. Professeur, Chanoine à l’'abbaye St. Maurice au Valais, Canton Wallis (Svizzera). (continua) Siena, Tip. e Lit. So RO S. BROGI, Direttore responsabile CONTRO GLLINSETTI AGRICOLI È DOMASTIO USATE LA RUBINA DA PATTALSINA INSETTICIDI ENERGICI - PRATICI — ECONOMICI Brevettati dal R. Ministero di Agr. Industria e Commercio e più volte premiati. Gontro le Cavallette e la Tignuola dell’uva usate la RUBINA. Cochylis ambiguella Hubn. Porzione di grap- polo attaccato dalle lar- ve della seconda gene- razione. — Bruco, ninfa e farfalla. Deposito e rappresentanza generale presso la Ditta Giacomo Maschio di Padova, la quale spedisce gratis istruzioni in proposito, nonchè splendido catalogo illustrato da oltre 100 incisioni, dietro semplice richiesta. _ Per tutta la provincia senese unico Deposito e rappresentanza in Siena all’ Agenzia di questo giornale Via di Città n. 14. Pubblicazioni in vendita presso l'Agenzia di questo periodico SIENA - Via di Città 14 - SIENA Agli abbonati sì cedonoi sotto notati libri, franchi di porto e consegna garantita al loro domicilio in Italia. — Gli abbonati esteri pagheranno in più le maggiori spese postali. — A chi acquista di- Verse opere si accorda un ulteriore ribasso da combinarsi. Avifauna del prof. Gasparini con la dia- gnosi di tutte le specie degli uccelli italiani. 295 pag. in 8.° L. © per L. 3. La vera guida pratica del pollicoltore per A. Lorenzini. 200 pag. grandi (1896) L. 2,90. Quelques remarques'sur les régles de la nomenclature zoologique, appliquès è toutes les branches de l’histoire naturelle par L. Galliard. 20 pag. grandi L. 0,50. Manuel du Naturaliste per A. Granger. Raccolta, preparazione, imbalsamazione, ecc. ecc. Pag. 332 con 257 fig. (1895) L.‘4, 50. L'art d’ empailler les petits animaux semplifié par P. Combes. Un vol.° con fig. L. 1. Entomologia del Discons:. Con 270 fig. ed istruzioni sulla caccia, preparazione ecc. L. 5 per L. 3,0). Flora i.aliana dell’ Arcangeli. 2.* edizione, grande volume. di pag. 876 L. l5 legato in tela e oro L. 16. Piccolo atlante botanico, di 30 tavole e 258 figure in colori preceduto da brevi nozioni di Botanica descrittiva, per le scuole se- condarie, per il prof. dott. V. Gasparini — 2.2 edizione migliorata ed accresciuta L. 3,65. Manuel du Lepidopteriste par G. Panis Catalogo delle specie, caccia, preparazione, clas- sificazione, maniera di allevarli ecc. 320 pag. con figure L. 3,75. La finalità nell’ armonia della natura per il prof. N. Grillo. Pag. 16 grandi L. 0, 35. Conseils aux amateurs pour faire une collection de papillons. Classification, pre- paration et conservation. Par M. Beleze. Con 32 egg Deal, | La protezione degli animali in rapporto ai loro diritti ingeniti e acquisiti all’ umano ‘consorzio e alle leggi per il prof. Grillo Nic- colò. L. 2, 00. Considerazioni sulla intelligenza degli animali per il prof. N. Grillo. Un vol. di 70 pagine L. 1, 10. Sono i piccoli uccelli utili all’ agricol- tura? per D. G. Salvadori. Pag. 22 L. 0,50. Meccanismo interno ed esterno del volo degli uccelli per il prof. C. Fabans. L. 00. I funghi mangerecci e velenosi, deseri- zione, modo di cuciparli e conservarli. Con 23 tav. colorate, per €. Rossi. Pag. 140 L. 1,35. Role des reptiles en agricolture par J. De Fischer. L. 0,80. Viaggio in Oriente pel cav. dott HP. Tassi. Pas. 130 L. 0,80. Les alpes francaises par M. FWal/san. Le montagne, le acque, 1 ghiacciai, i fenomeni del- l'atmosfera. 238 pag. con 52 figure L 3,50. Monografia illustrata degli uccelli di rapinain Italia del dott. G. Martorelli. Grande volume di 216 pag. in 4.° con tav. in colori e fig. intercalate nel testo L. 20. Falconeria moderna. Guida pratica per addestrare alla caccia le principali specie di fal- conidi per A. U. Filastori. Con figure L. 2,60. 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FraA ida i Pad a x DIZDT] ER - Parvus | "Sed OmIuno 4022 é 77 (07 2 perlo studio dell’Avifauna italica e per tutto quanto ha relazione con gli uccelli in general SÉ o Sos \.! Caccia, allevamento, nutrizione, acclimatazione, propagazione, malattie, emigrazionif a È 3 classificazione, anatomia, fisiologia, embriologia, cologia, nidologia, falconeria, pollicoltura, copffiSeà ef: lombicoltura, varietà, mostruosità, ibridismi, ornitologia agraria, distribuzione geografic4\ = S È utilità e danni delle varie specie, paleornitologia, ecc. ecc. NE ° vs » ES Si pubblica per ora ogni 2 mesi, in fascicoli da 24 a 32 pagine ; IR “ui S Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’estero L. 4. Per gli stati della unione postale L. 4, 50. Altri stati L, 5. 5. S È DIRETTORI ONORARI SCRITTE $ HILLYER GIGLIOLI comm. prof. ENRICO SALVADORI conte prof. TOMMASO Se me Museo zovlogico — Firenze Museo zoologico — Torino Sr È Direttore: Cay. SIGISMONDO BROGI E UFFICIO Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA D Sa È Collaboratori principali Po CSI Angelini prof. Giovanni, Roma. Lorenz Lodovico cav. de Liburnau, Vienna, SU : A. Griffoli conte Giacomo, Lucignano (Arezzo). | Magnelli cav. Riccardo, Firenze. AD.s 3 Arrigoni degli Oddi conte prof. Ettore, Padova. | Martorelli prof. Giacinto, Milano. ‘Sto W Pa Bonomi prof. Agostino, Rovereto (Trentino). Morici Michele, Castelbuono (Sicilia). SUE s Brusina prof. Spiridione, Zagreb (Croazia). Paulucci march. Marianna, Novoli (Firenze). DE ‘Garruccio cav. prof. Antonio, Roma. Regalia prof. Ettore, Firenze. Gi Damiani dott. prof. Giacomo, Portoferraio (Elba). | Riggio dott. prof. Giuseppe, Palermo. - Falconieri di Carpegna conte Guido, Roma. | Spinola march. cav. Giacomo, Roma. Ferragni Odoardo, Cremona. Tschusi-Schmidhoffen cav. Vitt. Hallein, *g. Fiori prof. Andrea, Bologna. Salisburghese. Gasparini prof. Vincenzo, Fano. Vallon Graziano, Udine, Lepri march. Giuseppe, Roma. Collaboratori corrispondenti Altobello dott. Giuseppe, Campobasso. wManche dott. L. Valletta (Malta). Caiani Gino, Firenze. va Marchi prof. Giuseppe, Trento. \\ UL! ; Ceresole Giulio, Venezza. i Monticelli prof. Saverio F., Cagliare. De Ceglie Francesco, Taranto. Ohlsen cav. dott. Carlo, Row}:|(|{y, a De Leone Nicola, Teramo. Poli prof. Aser, Piacenza. RAP PIRLA Fabani prof. Carlo, Valle di Morbegno, . Rosati prof. Pietro, Bologna. Gioli dott. Giuseppe, S. Frediano a Settimo (Pisa).| Rossi prof. Torquato. (ra Gragnani Raimondo, Quiesa (Lucca). Venezia prof. Francesco, Castelvetrano (Si- Imparati dott. prof. Edoardo, Piacenza. cilia). Leonardi dott. Cosimo, Girgenti. Ribasso sui prezzi di Abbonamento 2 (vedasi alla pagina seguente) "Per gli Stati che aderirono alla convenzione di V occorre abbonarsi presso i respettivi uffici po Riduzione sn È prezzi. e pren i al abbonati pe | ‘’in Siena,l’importo degli abbonamenti 1898, entro l’ anno corrente, godranno I Va seguenti facilitazioni e premi. > Coloro che si abbonano alla Rivista ed al Bollettino oppure all’ Avicula ed al Bollettino pagheranno sole L. 5 in luogo di L. 7.00 (Estero L. 6 invece di L. 8.00) Coloro che si abbonano a tutti e 3 i periodici: Rzvisia, Bollettino ed Avicula, DAELOrAI AA L. 8 invece di L. 11 (Es'ero L. 9 in luogo di L. 12,50). Offriamo inoltre uno dei seguenti premi a scelta: Un opuscolo a nostra scelta relativo alle Scienze naturali (2). Indicare se si desidera n sog- getto relativo alla Zoologia, o alla Botanica, o all’ Agricoltura o alia Mineralogia o alla Geologia. o 5 specie, a nostra scelta, di minerali o di rocce in piccoli esemplari o di conchiglie, o di { fossili, o di piante secche, o di insetti (1) | Pubblicazione gratuita di avvisi di complessivi 10 versi in no, ; « < per 6 volte della medesima o di diverse, domande ed offerte di cambi. Una pelle di uccello mosca o di altro uccelletto esotico (1). Le annate arretrate dei periodici Rivista e Bollettino insieme, dal 1885 a tutto il 1897 a i serie completa) a L. 2-per annata a scelta, © annate L. 8 e per sole L. 18 tutte le 13 an- nate complete. Hl 50 per cento di ribasso sui prezzi di doll scritti ralativi alle scienze naturali dei quali. mandiamo gratis il catalogo di 12 pagine a tutti coloro che ce ne | fanno richiesta. ns Abbonamento gratis. A chi ci procurerà 2 nuovi abbonati rimettendocene l'importo, ; invieremo gratis per un anno il Bollettino o daremo in dono due annate arretrate tanto dell. Rivista che del Bollettino. Chi ce ne procurerà 4 avrà 4 annate arretrate, e così di seguito in questa proporzione (1). A chi ci procurerà un nuovo abbonato, mandandocene l’ importo, invieremo in dono un' an- : nata arretrata della Rivista e Bollettino (2) NI ——— (1) Tutti coloro che non possono ritirare o far ritirare personalmente presso l’° Agenzia del | giornale i premi portanti il segno (1), occorre rimettano L. 0.40 per l'imballaggio e i' invio franco ed assicurato a domicilio. - et? (2) Per quelli con il segno (2) bastano centesimi 20. SE A N. B. Gli abbonati esteri bisogna inviino in più le maggiori spese postali occorrenti. | — Non si tien conto delle richieste non accompagnate dagli indicati pagamenti. Chi desidera risposta scriva in cartolina doppia. Mer = Accessori della Falconeria LISTINO DEI PREZZI CORRENTI | Cappuccio con piumetto . . . . .L. 275% Geti (al paio). . . ./..... I TECO 60 i Cappuccio semplice. (i. 0 «eg 40 Doppiolanello sc ae 50. si E Sonaglio (modello indiano) . . . . « 2.75 % Lògoro . . .........&7—. Sonaglio (ordinario); 0... . (de «(175 ) Carnierasgg (Le cp e DT St zi DREAM OZO MO 2 GUILATIT ui Porto a carico del Committente, Ns ia) (Nelle\ ordinazioni indicare il SESSO e la SPECIE. Hi SPERI AS UNGHERINI 19, via Valperga, Torino. rappresentante per l’Italia della Casa A. MOLLEN e FIGLI, falconieri di Valkenswaard WUS (1) A. U. FILASTORI, Falconeria moderna, suida pratica per addestrare alla caccia le principali specie di falconidk, compilata sui trattati stranieri più recenti; aggiuntavi l’educazione del cormorano, — Torino, Roux Frassati e co, SIR, in-12, con illustrazioni, L. 2,50. Settembre-Ottobre 1.0 Ottobre 1897 AVICULA GIORNALE ORNITOLOGICO ITALIANO is SOMMARIO CATTURE, DI SPECIE RARE OD AVVENTIZIE E NOTE ORNITOLOGICHE. Altobello dr. G. Nuove specie di uccelli nidificanti nel Molise — De Larderel conte F. Gennaja Feldeggi — Venezia prof. F. Haematopus ostralegus — Ceresole G. Pelidna marit- tima — Angelini prof. G. e Falconieri di Carpegna conte G. Charadrius falvus — Brogi S. Note el appunti — Imoda E Falco pellegrino. Da pag. 125. a pag. 128. De Ceglie Francesco. Le campagne di Taranto rispetto allo studio della Ornitologia. Pag. 128. Vallon G. Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli. Pag. 131. Pavesi comm. prof. Pietro. Calendario ornitologico pavese. Pag. 135. Arrighi Griffoli conte G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. Parte prima. Note d'indole generale sulla migrazione degli uccelli. (continuazione). Pag. 138 Tait sac. Antonio. Raccolta di osservazioni ornitologiche (dal luglio 1895 al gennaio 1897 ed altre anteriori inedite) per servire allo studio dell’Avifauna Tridentina. (cont.) Pag. 142. Forest ainé Jules. Les oiseaux au point de vue industriel. Pag. 148. Bonomi A. Brisson Maturino Giacomo. Pag. 149. VARIETÀ, MOSTRUOSITÀ, IBRIDISMI. Albani G. Uova di capinera — De Ceglie F. Me- lanismo e albinismo in una Melarocorypha calandra — Imoda E. Cutrettola albina — Brogi S. Ibrido di Rondine e Balestruccio — Brogi S. Capinera albina. Pag. 150-151. CACCIE E PASSAGGI. Red. Dall’apertura della caccia a tutto settembre — Red. La prima beccaccia — Brogi. Da Siena — ? Sterminio di uccelli. Pag. 151-152. Bollettino delle pubblicazioni ornitologiche. Pag. 152 a 154. — Notiziario. Pag. 155. — Richieste e offerte. Pag. 155. — Indirizzi di ornitologi (continuazione). Pag. 156. Catture di specie rare od avventizie E NOTE ORNITOLOGICHE VI Nuove specie di uccelli nidificanti nel Molise. Circaétus gallicus — Il Biancone | è di scarsissimo passaggio invernale nella nostra provincia; ma quest'anno, in Giugno, una coppia ha nidificato nel bosco di Guardialfiera. Nel nido fu trovato un sol pulcino che mi fu portato con la madre dal guarda- boschi Romeo. Ora si conservano nella mia collezione. Coracias garrula — Questa spreie è molto rara da noi, ed io, in sei anni, sò - solo di cinque o sei catture; l’ultima Ghiandaia marina fu ammazzata dal Sig. Leone nel giorno 7 del corrente mese nella contrada Selve piane in vicinanza della città. Da poco tempo però ho saputo che si è trovata due volte a nidificare in vici- ‘nanza del mare, presso Termoli, in contrada Ponte di Pizzo ed i piccoli furono per due volte allevati dal Sig. Sciarretta. Merops apiastrer — Diverse coppie di Gruccioni, il cui passo, sempre abbon- dante, comincia verso la metà di Luglio e dura tutto Agosto, nidificano nella nostra provincia lungo i fiumi. La località più frequentata è una frana a picco sul fiume Bi- — ferno, in territorio di Lupara, chiamata Greppa fabiana. s Campobasso, 18 Settembre 1897 Dott. G. ALTOBELLO 126 Gennaja Feldeggi. Nella sistemazione del catalogo della mia collezione ornitologica a poco a poco formata per studiare e conoscere le specie di Uccelli italiani; credo far cosa grata agli studiosi notando Ja cattura d’un falco assai raro che il Sig. C.î D.' T. Salvadori accertò per un adulto di Gennaja Faldeggi molto simile nella livrea ad altro individuo trovato nel 1852 sul mercato di Roma, dal detto Sig. D." Salvadori. Il bellissimo esemplare fu ucciso ad Arduino presso Terracina dal conte E. di Mirafiore e da questo inviatoci per la nostra collezione. Francesco DE LARDEREL Haematopus ostralegus (Linn.) Beccaccia di mare. — Il 9 Agosto del corrente mese, ebbi regalata dal Sig. Giovan-Battista La Francesca cacciatore appassionato, una beccaccia di mare da lui uccisa nella così detta contrada Tre fontane, lungo la spiag- gia Selinuntina. É una bellissima adulta che ora fa parte. della mia collezione. Non è stata riconosciuta da nessun cacciatore, ciò mostra che non è molto frequente. Castelvetrano (Sicilia) Prof. Francesco VENEZIA Sulla cattura di una Pelidna marittima. Il giorno 22 agosto p. p. un fortissimo cacciatore veneziano, il cav. Braida si recò a caccia nelle paludi della nostra provin- cia e precisamente sul limite della laguna, in vicinanza di Mestre. Ad un certo mo. mento vide levarsi due uccelli che egli, vedendoli in distanza, stimò fossero un paio della comunissima Pelidna alpina, e con un colpo di fucile, riuscì ad uccidere un individuo, mentre |’ altro fuggì. Senonchè appena raccolto, s’ accorse che era affine alle volgari Pelidne, ma che quella specie non la conosceva, e fattala anche vedere ad altri esperti cacciatori, neppur essi seppero conoscere a che specie appartenesse. Sospettando quindi il cav. Braida che si trattasse di una specie rara, il giorno se- guente si fece premura di passarla a me, pregandomi di incaricarmi della imbal- ‘“samazione. Esaminato l’ individuo, fui indotto subito a classificarlo come una Pelidna marit- lima e trattandosi di un uccello così raro per noi, lo spedii subito a Milano per farlo! imbalsamare. Ora il cav. Braida tiene con grande e giusta gelosia questo raro e splendido osemplare.. Noto come. nella settimana che precedette la cattura vi furono temporali e squi- | È librii atmosferici. I Da quanto resulta nell’Avifauna italica del Giglioli, questa specie è rarissima per l’Italia e sarebbe stata presa qualche volta nel Veneto, meno frequentemente in Pie- monte e in Liguria, più spesso in Toscana. Questa cattura è di importanza tale, che mi son creduto in dovere di comuni- carla agli ornitologi col mezzo di questo periodico. Venezia, Agosto 1897 G. CERESOLE Seconda cattura di un ’’ Piviere Orientale ,, (Charadrius fulvus) nei dintorni di Roma. (Comunicazione alla Società Romana per gli Studi Zoologici del Prof. Gio vansi AsceLini e Conte Guipo FaLcomieri pi Carpegna - Boll. fasc. IV, 1897). Il giorno 11 dello scorso maggio, recatici per la caccia delle quaglie sulla spiaggia dell’/sola sacra, ci fu mostrato per caso da tre cacciatori, che avevano preso stanza colà, vicino alla foce del Tevere, un uccello. somigliantissimo al piviere comune (Charadrius pluvialis), di un terzo circa più piccolo. i Attentamente esaminatolo, riconoscemimo ben tosto in esso un bell’individuo del raro Charadrius fulvus in abito primaverile quasi completo. Fatto accorto della no- | stra soddisfazione per tale fortunato incontro, e dell’ interesse che quell’ uccello ci | ispirava, il suo proprietario volle gentilmente farcene dono; e questo esemplare ben preparato, ad ali semi-aperte, abbiamo oggi il piacere, egregi colleghi, di presentarvi in questa nostra adunanza. Come vedete, si può così brevemente descrivere : Parti superiori screziate, a macchie nerastre, biancastre e giallastre, con prevalenza delle macchie nere e bianche ; fronte, sopracciglia continuantisi in una larga fascia, che scende ai lati del collo di color bianco-candido ; lati della testa e del collo, gola, gozzo, e mezzo del petto e del ventre di un bel nero mo- rato, mescolato di penne biancastre, specialmente ai lati; penne ascellari e su- balari di un grigio bruniccio uniforme; becco nero; piedi scuri. Lunghezza totale mm. 240; ala mm. 165; coda mm. 65; becco mm. 225 tarso mm. 42; spazio nudo della gamba mm. 18. Esso è un maschio, e la sua descrizione concorda pienamente con quella da- - tacene dall’ illustre Salvadori nella sua Ornitologia della Papuasia e delle Molluc che (vol. INI, p. 294). ) È infatti il Ch. fulvus proprio dell’ Asia orientale, ed, emigrando, si sparge nel- l’Arcipelago malese, nell’Australia, e nella Polinesia; fu pure trovato nell’ Africa me- ‘ridionale, e di qui, probabilmente, risale in primavera qualche individuo fino a noi. In quanto all’ Europa, era stato trovato due sole volte a Malta (marzo del 1845 e maggio del 1861), prima delle due straordinarie catture avvenute qui a Roma con | poco più di un anno d' intervallo. E il nostro piviere neppure era solo. Fummo assicurati dal suo uccisore, che lo aveva còlto il dì innanzi, mentre insieme ad un altro compagno gli passava sopra il capo, alla spiaggia del mare, diretto verso il Nord. E pare che il compagno su- perstite non proseguisse subito il suo viaggio. Infatti mentre il detto cacciatore ci stava facendo il suo racconto, si udi un fischio speciale, che egli non esitò a rico- noscere pel grido di richiamo di questa specie. E, qualche ora dopo, e nello stesso luogo, quell’ uccello, rasentando quasi la spiaggia, passava a volo innanzi ad uno di noi; certamente esso cercava ancora il compagno perduto. Essendo il tiro alquanto lontano, disgraziatamente non riuscimmo ad ucciderlo; ma la sua figura, che netta- mente si disegnò sul fondo grigio della spiaggia, non ci Jascia alcun dubbio che si trattasse d’un individuo di questa specie. e che sia stato preso già altre volte, ma forse non notato, perchè creduto un piviere comune, eccezionalmente più piccolo del solito. Infatti anche |’ esemplare della col- lezione Lepri-Patrizi fu trovato abbandonato, e quasi dimenticato sul tavolo di un - pollajuolo, e quello nostro, al nostro arrivo, era prossimo ad essere spennato e cotto. ante la quasi perfetta somiglianza di colorito col piviere nostrale, è ben difficile e un cacciatore non ornitologo veda in esso una specie diversa e meritevole di eciale considerazione; non è quindi fuor di proposito ricordare che il Piviere orientale si distingue dal Piviere dorato per i seguenti caratteri: 1° la sua statura li un terzo almeno più piccola; 2° il tarso, e specialmente l’ adiacente spazio udo della gamba, più lunghi (ond’ ebbe dal Temmink il nome di Ch. longipes); Non è improbabile, che il Piviere orientale capiti da noi di quando in quando, il colorito delle piume ascellari c subalari, che è grigio-scuro invece che bianco. 128 L’ individuo di Ch. fulvus a noi donato, sta ora ad accrescere il pregio della importante collezione regionale della nostra Università, cui lo abbiamo volentieri ce- duto, e dove figura insieme con altro esemplare in abito d’ inverno, trovato dai marchesi Patrizi e Lepri, i quali con recente generoso pensiero vollero aggiunta la E loro bella collezione ornitologica a quella del patrio Ateneo. E accanto al loro, ed £ a quello di un Ch. pluvialis, avendo voi d’ora innanzi il nostro esemplare, potete Di farvi un’ idea della n delle due livree del Ch. fulvus, e delle differenze, bene apprezzabili, che distinguono dal nostro comune Piviere, il Piviere orientale. Pur troppo però, nel presentarvelo, noi non vi possiamo tacere, che il ricordo di questo lieto avvenimento ornitologico si associa nel nostro animo a quello di un 7 caso ben doloroso. L’ uccisore di questo piviere, il giovane artista romano Umberto CSA Gavioli, poche ore dopo di aver parlato con noi, restava vittima del proprio fucile, — 3 esploso accidentalmente fra le sue mani! Possa questo ricordo, che egli ci lascia, e _ > che sarà gelosamente custodito, unitamente al nostro sincero rimpianto, essere di = qualche conforto al padre ed al fratello di lui, crudelmente colpiti da tanta sventura. SR Falco pellegrino o Falcone. Il 12 corr. facendo una gita fuori di città, vidi pas- sare sul mio capo a una ventina di metri, un bel falco pellegrino (7. peregrinus Tunst.) in abito adulto. Torino, 14 Settembre E. Imopa Note ed appuuti. Un bell’esemplare di Aquila reale (Aquila chrysaétus Linn.) fu preso il 2 Agosto scorso a ore 11 a 7raco, tenimento di Poggio Bustone del comune di Rieti. La ricevei fresca in carne, inviatami dal cav. Federico” Biraghi e sarà eon- servata nel gabinetto del Liceo «di Rieti. Dal M. R. Proposto Ugo Nomi Pesciolini ho ricevuti per imbalsamarli un Falco biancone (Circaétus gallicus bav.) ucciso nei dintorni di S. Gemignano (Senese) il 16 settembre; ed un bell’esemplare di Cicogna nera (Ciconia nigra Gesm.) gio- vane, uccisa pure nel Senese il 26 settembre. Durante il settembre mi sono capitati diversi Stiaccioni o Nottoloni (Capr a europaeus) mentre da qualche anno non se ne vedevano. Qualche coppia di Codirossoni (Moniticola saxatilis Bett.) cova sempre nei pressi di Siena; ed ogni anno vedo nel mercato alcuni giovani di questa specie. Gli adulti partono prima dell’ apertura delle caccie, poichè ne ho veduti nel Maggio, nel Giugno e nel Luglio, ma mai dalla metà di Agosto in avanti. Dal Sig. F. Biondi Santi di Montalcino mi è giunto un Gufo reale (Budo maximus) preso il 29 Agosto scorso, è raro per ja prov. Senese. Siena, Settembre 1897 S. Broci Le Campagne di Taranto rispetto allo Studio dell’ Ornitologia na _— caro —__ Tra le plaghe pugliesi, una delle più adatte alle ricerche ornitologiche è senza dubbio, la parte ovest della provincia di Lecce, che ha per confine il fiume Bradano. - Cominciando dalle campagne circostanti a Taranto ed estendendosi fino alla sponda da allettare gran parte di uccelli a fermarvisi ed a passarvi l’ inverno per le specie invernali, o la primavera e l’ estate per le specie nidificanti fra noi. — Dette campa- «gue sono formate da estese boscaglie, da bassa macchia, da fiumi e paludi in abbon- danza, da terreni piani e ondulati, da colline e da ripidi avvallamenti prodotti dai | torrenti di acque piovane. — Ciò posto, è naturalissimo che molti uccelli trovino in . dette condizioni topografiche, comoda dimora ed abbondante nutrimento. — Il Mare piccolo di Taranto poi è per se stesso un altro sito dove trovano comoda dimora gli 3 i ‘uccelli marini, che vi si fermano in gran numero a svernare. Però, prima che vi si vr P, fosse costruito |’ Arsenale Militare Marittimo, gli uccelli che qui passavano |’ inverno de erano, innumerevoli perchè non erano menomamente turbati dal traffico che oggi si Le | verifica in detto mare. Ros i In vista di siffatte condizioni locali, è giusto pensare alla facilità delle ricerche ornitologiche accoppiate a quella di procurarsi molte specie. Invece nulla di tutto ciò. Io debbo sinceratamente deplorare che molte difficoltà mi si oppongono a che le mie “ricerche abbiano un risultato soddisfacente e corrispondente allo zelo da me impie- Hi gato. — Mancando qui completamente ’' uso delle reti, non è facile cosa procacciarsi È sen molti uccelletti; perciò per questa parte, le mie ricerche sono molto limitate e in- i ‘complete e ristrette quasi a quelle che fo personalmente nelle mie escursioni. Man- “cano quì anche 1 cacciatori di giornata, quelli cioè che si dedicano alla caccia a scopo . di lucro, onde il mercato di Taranto è molto scarso di cacciagione. — Restano gli ‘amici cacciatori, ai quali per altro devo esser grato per quello che fanno in aiuto de’ na miei studii. Il loro concorso, però, è tanto limitato, generalmente parlando, che io traggo ben poco vantaggio dal maggior numero di essi; in molti manca la cognizione persino dei nomi volgari di molte specie di uccelli, e l' attitudine di distinguere una — specie da un’altra, quindi difficoltà d° intendersi e di procacciarmi le specie non co- muni, rareo avventizie. — Ho cercato e cercherò sempre con assiduità ed insistenza di indurre questi amici a interessarsi col fare eco alle mie incessanti-taccomandazioni di pensare cioè, che vi è qualche cosa che per importanza supera |’ interesse della culinaria, scopo unico e comune ‘alla massima parte di essi. Nella loro cooperazionne -v' ha qualche cosa di nobile ed importante, illuminare cioè la scienza con le osser- vazioni e il contributo di tutti, senza di che non si avrà mai in Italia un’ avifauua mpleta e generale per tutta la penisola. Non per tanto, sono in grado di annoverare diverse specie di uccelli non ancora e A egnalati dal dott. V. De Romita nella sua Avifauna Passio, pubblicata nel 1884. 0 tre a quelle già citate dall’ esimio ornitologo nelle sue * Aggiunte alla oi Gondizioni di cattura Cettia Cettii - Chi visita le nostre paludi, resta sorpreso dal fischio pieno e so- noro di quest’ uccelletto ; difficile è il vederlo e più difficile |’ impadronirsene dopo fatto il colpo, perchè non sempre riesce praticabile il sito ove dimora. Non può dirsi raro nè abbondante ; nidifica in maggio ; è sedentario. Lusciniopsis luseinioîdis. — Il giorno 23 marzo 1890 caccegiando a pochi chi- lometri da Taranto in uno avvallamento paludoso denominato Pamunno, la mia cagna fece uscire da un cespuglio addossato ad una parete un uccelletto, che dopo un breve volo andò a mettersi in un cespuglio di giunchi. Volli tirare su di esso e for- lunatamente mi capitò fra le mani un maschio (g') di questa specie da me prima non osservata. D’ allora non l’ ho piu vista. Acrocephalus streperus. — Anche di questa specie abbattei un d' il 5 maggio 1890 a poca distanza da Taranto in un sito paludoso chiamato Leggiadrezze. Av- vertii la sua presenza dal canto stridulo. Mi fermai, e dopo un momento vidi |’ uc- celletto che, scalando fra le cannelle, raggiuse la loro sommità, fermandovisi a can- tare il suo verso. Il mio piombo lo raggiunse e così me ne impadronii. — Nidifica in maggio nelle nostri paludi; non può fui raro nè comune; l’ho trovato anche in agosto. Tringa canutus. Il 14 settembre 1890 mi trovavo in una barca a caccia agli uccelli di lido nel secondo seno di Mare Piccolo detto il Piano. Il basso fondo che vi è nella parte sud-est non permette di accostarsi a giusto tiro dagli uccelli che si fermano al lido. Giò non di meno, essendovi uno stuoletto di Piovanelli, mi avvidi che ve ne era uno più grosso degli altri, per cui, su di esso diressi il mio colpo. Gadde ferito per il tiro lungo; ma raggiuntolo il mio barcaiolo, lo prese ed avutolo fra le mie mani, assodai trattarsi di una ,P di questa specie rara ed a me fino allora affatto sconosciuta. Non l’ ho mai più vista. Oidemia fusca. — Il 9 novembre 1890 ero a caccia agli uccelli marini. Con la barca non è facile cosa accostare gli uccelli a giusto tiro, perchè si stà troppo allo scoperto ; perciò il più delle volte questi si alzano a_volo alla distanza di due o tre tiri di fucile, e quindi spesso si resta delusi, massimamente quando gli uccelli sono stati prima molestati. Ve ne era uno isolato che permise mi fosse avvicinato a tiro; lo feci mio, e vidi che trattavasi di una di questa specie, che per la prima volta veniva ad arricchire la mia collezione. Il 3 febbraio 1891 mi fu portato un maschio adulto ammazzato anche in Mare Piccolo da un pescatore e cacciatore. Larus atricilla. — Di questa specie propria dell’ America settentrionale, mì fu portata una femmina adulta in livrea di nozze il 16 aprile 1892; era stata ammaz- zata nel golfo di Taranto. Non ho alcun dubbio sulla indentità della specie, perché le penne del collo e del petto sono colorite di tinta rosea più marcata ancora di quella che si riscontra nella Sterna cartiaca. raf hi TTT, LN leucocephala — Podiceps griseigena . Condizioni di cattura. Archibuteo lagopus. — Un maschio adulto di questa specie fu ucciso il 17 feh- | braio 1891 sul lido di Mare Piccolo, mentre era intento a mangiarsi un Moriglione. — da esso predato. La sua comparsa qui l’ attribuisco all’invernata molto rigida di quel. l’anno; non l’ ho piu visto in seguito. Falco peregrinus. — Nel gennaio del 1893 mi capitò per la prima volta una: femmina adulta di questa specie, ed un’altra giovane 1’ ebbi il 29 luglio 1896, questa seconda fu colta in agguato perchè da diversi giorni ghermiva i colombi di una masseria distante pochi chilometri da Taranto. __. Emberiza leucocephala. — Il 27 ottobre 1896 mi trovava a caccia alle Allo- | dole con lo specchietto, nelle campagne in prossimità del Capo S. Vito nella rada di “Taranto. Mentre era intento a tirare alle Allodole, mi passò a tiro un uccello, che dal volo riconobbi per uno Zigolo. Diressi contro di lui il colpo, e cadde. Avendolo ‘esaminato, assodai trattarsi di una femmina di questa specie rarissima, della quale. “si contano poche catture in Italia. Podiceps griseigena. — Il 13 febbraio 1890 mi capitò per la prima volta un maschio adulto in abito d’ inverno appartenente a questa specie, ed un’ altro maschio l’ ebbi il 22 agosto 1891. Ciò mi fece supporre che qualche coppia avesse nidificato in questi luoghi. Entrambi furono colti a Mare Piccolo. Taranto 1 Settembre 1897 De Cecuie Francesco G. VALLON uccelli molto rari per la provincia del Friuli (continuazione) VI, OIDEMIA FUSCA, Lin, Orco marino VII, SCHOENICOLA RUSTICA, Pall, Zigolo boschereccio Nella collezione centrale dei vertebrati di Firenze, conservasi I unico esemplare maschio friulano, catturato il 4 dicembre 1886. Lo rinvenni sul mercato di uccelli di Udine frammisto a molti Migliarini di padule. 5 Questa specie sembra essere in Italia ancor più rara della susseguente, lo Zigolo minore, ed il Savi non sa far menzione che di due soli individui del genovesato; ne molti s'aggiunsero di poi alla nostra avifauna, che consultando le opere dei due maggiori ornitologi viventi, Giglioli e Salvadori, i quali raccolsero le sparse notizie delle varie provincie italiane, si capisce di poter contare sulle dita il numero delle catture avute, e la maggior parte verificatesi nell’ Italia settentrionale. VIII, SCHOENICOLA PUSILLA, Pall, Zigolo minore - {Ue Questo piccolo zigolo è veramente rarissimo da noi, in quantochè nel corso di circa venti anni che esploro la provincia, soltanto due volte ed a lunghi intervalli di tempo, pes: mi è riuscito ad impossessarmi di un maschio nell’ ottobre (7) del 1880 e di un altro maschio nel mese di novembre (1) del 1896. È bensi vero che questa piccola specie di zigolo possa facilmente passare inosservata, inguantochè vivendo sul terreno ed essendo i; & uccello poco timoroso e quieto e lasciando che l’ osservatore s’approssimi a pochi passi =g di distanza prima di prendere il largo, può succedere benissimo e ripetutamente il caso che non ci si accorga della sua presenza. Anche il grido di richiamo, che ricorda poce quello dei congeneri, non lo fa udire che soltanto allora che si mette al volo, mai quanto stà sul terreno in cerca di nutrimento. IX, LOCUSTELLA LUSCINIOIDES, Savi à Salciajola Nel 1886, quando pubblicava le mie note sull’ Avifauna friulana, non aveva ancora incontrata questa specie e non possedevo che un solo individuo preso nelle vicinanze di Udine ed acquistato sul nostro mercato. Se non che negli ultimi giorni @ aprile del 1894, esplorando le sponde del Corno - fiume che da Porto Nogaro diventa navigabile fino alle sue foci in laguna - notai la pre- "ai 5 5 to) L i senza di questa specie per me interessantissima, che mai prima d’ora - dunque per il corso di diciasette anni - avevo avuto la fortuna d°’ incontrare. uo In certe foltissime macchie isolate, che crescono lungo le fosse laterali del fiume e di Go ehe non raggiungono mai una grande estensione, in fra mezzo alle quali, non di rado, ‘Ta qualche alberello vi cresce, che non sorpassa i due metri d’ altezza, s’ intrattengono ap- Ta pena arrivate le Salciaiole. A. quell'epoca, ed in quei siti non v'è altra vegetazione ì tranne dell’ erba bassa, che a mala pena copre il terreno. Vivono nel più folto della macchia ed io certo non le avrei scoperte, neanche allora, se non mi fosse pervenuto all’ orecchio quel loro strano canto, che quantunque leggero si ode a grande distanza. Leggendo il Naumann, il Breehm, il Friederich ed altri autori tedeschi, io - sebbene SE avessi inteso mai il canto delle: dito - mi avevo fatto un Hlta del La tI talchè quando per la. prima volta l’ udii, in quel sito sopra descritto, subito pensai esser i ello il trillare di questo genere d’ uccelli, che ben va paragonato allo strepito che produce con le ali Ja grande locusta verde. A me parve più chiaro, più squillante, se così posso esprimermi, ma del resto similissimo, tale anzi da confonderli uno con 1’ altro, mne specialmente per colui che non possiede un buon orecchio musicale. Una parola che giustamente esprima il suono di voce emesso dalla Salciajola non | esiste nel nostro idioma. Questo uccelletto non canta, non trilla, non gorgheggia, non |. | sibila, non fischia, quest’ uccelletto emette un »mrr..... (da pronunciarsi senza le davanti) | tutto proprio, affatto nuovo, non paragonibile col canto di nessun altro uccello. Poggiato 5 sopra ad un ramoscello, ben ritto sulle zampe, e più tardi, alla fine di maggio o nel | giugno anche su d’ una cannetta, allungandosi del corpo, alzando alquanto la testa ed aprendo molto il becco, incomincia il suo rrrr.... che dura da 20-30 secondi senza inter- ruzione, poi subentra una pausa di 3-4 secondi e quindi rincomincia l rrrr.... Di questo modo continua per un intera mezz’ ora, senza neppure badare all’osservatore che gli stà. 2 pochi metri di distanza, anzi è tale il loro fervore che neppure un colpo di fucile li | fa fuggire o smettere per lungo tempo il canto. Tutt’ al più, come osservai di spesso, si gettano per qualche momento nel folto del | cespuglio o delle canne, ricompariscono dopo qualche secondo e ricercando novellamente la cannetta più alta od il punto più elevato del cespuglio, riprendono subito la posa ‘anzidescritta e con questa il canto. Questa smania, questo fervore non }’ hanno appena giunti, allora anzi il canto si sente ad intervalli e se disturbati si cacciano nel più . folto del cespuglio, da dove difficilmente si lasciano snidare. Fosse caso, o fosse che le femmine stessero nascoste, o che in quei giorni dell’aprile non avessero fatta peranco la loro: comparsa, stà il fatto che dei quattro individui uc- cisi, tutti erano maschi. Del resto anche più tardi, quando la nidificazione era incomin- ciata non potei aver femmine e converrebbe da ciò dedurre che queste conducono una | Vita molta nascosta. TI Savi assicura che camminano sulla terra e i. i vicini cespugli di giunchi, cer- cando i piccoli vermi e le piccole mosche. Io all’ incontro sul terreno non li vidi poggiare, | ma sarebbe azzardoso 1’ asserire come fatto che non ci vanno, perchè le macchie oi boschetti di canne, nei quali abitano, son cosi folti, da non permettere di spiare esattamente le mosse. dell’ uccelletto. Fuori del cespuglio però non ci vanno, che per raggiungere volando un altro, e questo posso asserirlo positivamente. A Follie) uza delle Pa dei Lui, dei SP AMILIOREl A e di Sole Di uccelli che abi- Non ho osservato che i maschi, a somiglianza di tanti altri congeneri, si persegui- tino d rante IP Se degli amori ; paro che quel canto strano, che impressiona cotanto a | l'osservatore, li assorba completamente, e lo fanno udire non ‘solo durante tutte le ore del giorno, ma eziandio anche durante quelle della notte, giacchè ritornando da una mia. escursione e risalendo il corso del fiume verso le 25, sentii ancora quello strano Prizzi ; che come ho già detto si ode a grande: distanza. Sia veramente la stranezza, sia la forza di penetrazione del medesimo, o sia ancora la solitudine dei siti, che albergano bensì una quantità di altri uccelli, ma che oltre al grido di richiamo, non hanno alcun canto, stà il fatto che l’ impressione che se ne ritrae è veramente straordinaria, e che anche dopo giorni passando per qualche boschetto o per qualche campo, lo stormire delle foglie, il canto del grillo-talpa o di qualche insetto, fa risovenire quella specie di trillo, the dirò tale in mancanza di un altro vocabolo più adatto. i Ai 20 di maggio trovai il primo nido completo, ma con le uova freschissime. Cal- colo che al massimo in tutta quell’immensa estensione di terreno, 5 o 6 coppie vi ab- biano nidificato. È specie assolutamente rara nella nostra provincia e limitata solo alle località anzi descritte. Ai 25 ne trovai un secondo, poi non più. z Ad una distanza di forse una trentina di passi da un nido di Circus aeruginosus, — che conteneva 4 piccini, tutti di differente grandezza, scopersi fra il folto delle erbe 3 palustri e molto ben nascosto, uno della Salciajola. Dal terreno o meglio dallo specchio d’acqua, molto bassa però, distava poco, tutt’ al più 4 centim. Era tutto formato tanto internamente che esternamente da foglie fresche di cannette benissimo intrecciate, ma | poco ben connesse, talchè toccandolo si sfascia con facilità. Nessun altro materiale lo compone e lo tappezza internamente. Ha una conca profonda 45 mm, , il diametro esterno lo) misurava 12, l’ interno 7 centimetri. Le uova in numero di cinque hanno una forma piuttosto arrotondata, sono prive di lucentezza e di fondo color bianco-roseo, ma che mal si distingue per la fittezza dei — — punti e delle macchie bruno-rosso, che si fanno più spesse verso la parte ottusa, così da formare verso il culmine una macchia oscura. In taluni il polo è fittamente coperto — e si forma allora una corona. Il guscio è liscio, ma come detto opaco e privo di pori. di L'asse maggiore misura 19, il minore mm. 13. È Dobbiamo all’ immortale nostro Savi la scoperta di questa specie che per primo la trovò nelle paludi toscane, ed abbastanza frequente nel pisano. Dopo di lui altri studiosi la segnalarono in alcune parti d’ Italia; il Ninni però, osservatore dei più attenti e seru- polosi, la nota, nei suoi materiali. per una fauna veneta, come specie di sede incerta. Oltre che da noi in Italia, vive nella Francia meridionale, e stando a quanto io trovo. notato in vari autori e specialmente nel Naumann è segnalata anche come nidificante per l Inghilterra (rarissima), per 1° Olanda, per la Francia meridionale, per la Spagna del sud, per la Slesia, per l’ Austria-Ungheria, per la Bulgaria, per Cipro, per le parti cen- trali e meridionali della Russia europea, ad oriente fino alle foci del Volga, per il Tran- scaspio e Turkestan. Sverna nell’ Africa da dove la si ebbe dall’ Algeria, dall’ Egitto e dalla Nubia e nella Palestina ; sembra però che buon numero sverni già nelle COSE più meridionali d’ Europa. Reiser la trovò in Bulgaria a 100 m. e Severtzow nel Turkestan da 1000 a 1300 m. CALENDARIO ORNITOLOGICO PAVESE 1895-97 del Prof. Pietro Pavesi VAI Ecco il mio quinto calendario, comprendente due passi e due ripassi, o risalite che vogliansi dire, informato agli anteriori (') In varie pubblicazioni, alcuni hanno seguito lo stesso mio metodo fenologico a base di un futuro lavoro sintetico sugli uccelli nostrali; altri adottarono metodi un po’ diversi, sebbene comparabili, e specialmente nell’ Avicula, primo giornale orni- tologico italiano sorto nel frattempo. Ma, se le notizie riguardanti le specie rare od accidentali interessano assai, lo studio delle migrazioni, continuato benissimo dal prof. Angelini per lo stretto di Messina (*), richiede pur quelle delle specie co- muni. Ed io n’ho sempre tenuto conto e ne tengo nel presente calendario, che co- mincia col luglio 1893, come finisce il precedente col giugno di quell’ anno. 1895, Luglio 8, Una Ciconia alba passa sopra il ponte vecchio di Pavia. | — 15. Nella quindicina arrivati moltissimi Gallinago coelestis nei pantani lungo i fiumi e nelle valli di Bissone. Un branco di Totanus sera e mattina vola su e giù fra i due ponti del Ticino. — 20. Partenza dei Cypselus apus, alcuni però si vedono ancora fino al 28. — Asosto 7. Un grosso Larus, forse il cachinnans, a monte di Pavia passa in alto direlto a SW. 1895. Agosto 15, Sempre poche le Coturnix communis e Turtur communis ; molto diradati i Gallinago coelestis ; sulle sabbie dei fiumi pur pochi Totanus glottis ed Helodromas ochropus. Nella lanca di Po alla Busca qualche Aegialitis cu- ronica e Tringoides hypoleucus; in maggior numero Aneylocheilus subar- n quata e Actodromas minuta; in grande quantità Ardetta minuta, Sterna e Hydrochelidon. Un branco di Querquedula crecca guazza nel Po presso Por- t’Albera. Cantano ancora gli Oriolus galbula. — 26-31. In questi giorni si videro al lancone di Mezzana-Corti alcuni Limnocry- ptes gallinula, d’ arrivo molto anticipato. i — — Settembre 1-13, Al primo taglio dei risi di quà del Ticino frullano poche Por- o zana fulicula. _— 15, Nella lanca della Busca branchetti di Aneylocheilus subarquata e Actodro- 3 mas minuta. Di fronte a Belvedere, sulla ghiaia dell’ isolone D'Adda, cioè presso ui: la foce di Ticino in Po, uccido una femmina adulta di Querquedula circia. (!) Calendario ornitologico pavese 1886-89 in atti Soc. it se nat. XXXII. 1889 p. 293; id. ‘889-90 in questo Boll. scient. XII. 1890, p. 36; id. 1890-93, ibid. XV. 1893, p. 69; id. ‘93-95, ibid. XVII. 1895. p. 46. (*) Nel Bollettino della Società Romana per gli Se zoologici, vol. V. 1896, pp. 20, 130 177, 136 — 17, Sebbene quasi terminato il taglio dei risi a vicenda, le Porzana fulicula sono poche ; soltanto a Vigalfo l’ ultimo campo ne dà un centinaio. Mancano Coturnix communis e Gallinago coelestis. Comincia un discreto passo di Frin- gilla coelebs, che seguita uniforme per tutto il mese. Compaiono i primi An- thus trivialis. — 19, Oltre |’ Aneylocheilus subarquata e V° Actodromas minuta, che mantengonsi numerose nel basso Ticino e nelle vicine lanche di Po, compaiono alla Scarpona branchetti di Aegialitis hiaticula e una femmina di Charadrius pluvialis è uc- cisa di fronte a Belvedere. — 25, Una femmina adulta di Ciconia nigra è uccisa a Mezzana Bigli (CoLui PaIv.) Nessun accenno di passo di uccelletti da proda ai paretai, — 26-30, In questi giorni è stato veduto scendere nuotando nel Ticino, a valle dei ponte ferroviario di Pavia un uccelletto, che, dalla descrizione fattami suppongo sia l’accidentale Lobipes hyperboreus. — Ottobre 1. Udite le prime Anthus pratensis alla Torretta presso Pavia, ma passa pochissimo di uccelletti da proda. — 4, Dopo le pioggie e la rinfrescata temperatura, arrivano branchetti di palmipedi e si uccidono ancora Charadrius pluvialis sul Po. — 5. È segnalata la prima Scolopax rusticula nel pavese; nei giorni successivi se ne trovano parecchie nei boschetti della Vernavola verso Mirabello, nei Sicco- mario, a S. Giacomo di Vaccarizza, ecc. 1895. Ottobre 11, Sospeso l’ arrivo di questa e d'altra selvaggina : trovansi però alcuni Limnocryptes gallinula e Fulica atra. In questa decade arrivano alla Caima moltissimi Cardwelis elegans, alla Tor- retta buon numero di Cannabina linota, cresciuti nei giorni successivi e rag- giungenti il massimo al 21 ottobre, — 29, Un P/ecirophanes lapponicus, specie rara, è preso alla Torretta. Vi si nota un. discreto passo di Jiliuria projer ; ancora molti Cannabina linota e Anthus; alcune puntate di Alauda arvensis. Nei boschi rinvengonsi di nuovo parecchie Scolopax rusticula ; sul Po alquanti Dafila acuta e Spatula clypeata. — Novembre 6. In questa settimana sui fiumi continua ragguardevole il passo di tutti gli anatidi comuni e arrivano moltissimi Gallinago coelestis nelle valli di Bissone ed altrove. — 14, Una trentina di Charadrius pluvialis pascola sul campo militare di Pavia e molti Totanus glottis passano di notte sopra la città fischiando. Il passo di anatidi sui fiumi è ancora discreto ; sulle sabbie di Po branchi di Numentius arquata. — 22, Un' Aquila clanga è presa a Ferrera-Erbognone. — 25, Dopo la nevata del 23 e 24, si fanno abbondanti gli anatidi sui fiumi. Al Gravallone è uccisa una (Gallinula chloropus albina. A Zerbolò moltissimi Gal- linago coelestis. — 30. Un Accentor collar is nel pavese. — Dicembre 4, Gran numero di anatidi, specialmente Anas boscas e Querquedula crecca sul Po. SIAE — ll, Alcune Fuligula marila sul mercato di Pavia, provenienti dalla provincia. licia — — 12, Un Parus coeruleus del pavese (Cor. prIV. in quell’ abito albinico detto 3:00 i acianismo dall’Altum (Zool. Garten VI. 1865, p. 114) e che non è frequente «_‘’in questa specie (cf. Pavesir Sull’ importanza del melanismo degli ucrelli, 50 Rovereto 1395. p. 27). is RIT Nei giorni successivi, di vento forte e tempo vario, grande quantità di pal- dica. mipedi sui fiumi; alquanti Gallinago coelestis nelle valli della Sforzesca e di 5 Cerano. i i “— 20. Ucciso un maschio giovane di Budo ignavus alla Zelada (Mus. umv.). 6 1896. Febbraio 17. Alcune Querquedula circia, sopra il ponte della Stella sul Po, | sono spie del ripasso. —- 28. Se ne vedono altre. SA | — 24-25. La neve copiosa ed il freddo intenso sospendono il ripasso. pi ‘1896 Marzo 2. Rotta del passo di Dafila acuta. — 3-8 Con tempo cattivo, piovoso e ventoso, abbondante passo di anatidi diversi, specialmente Querquedula circia sui fiumi ed anche nelle valli vigevanasche, dove sono veduti alcuni Gallinago major. A Tromello molti Gallinago coelestis. — — 9, Decrescono, sebbene abbastanza caldo e Ticino cresciuto. | — 12, Di nuovo, buon passo di Querquedula circia ed altri palmipedi. Sono ar- . nt rivati molti Merwla nigra, Turdus iliacus e Gecinus viridis ; i Parus s’ ac- | coppiano, la Sylvia orphaea canta alla distesa. — 14, Scarsi gli anatidi sui fiumi Po e Ticino. Su questo, oltre Torre d’Isola, ho visto branchi di Vanellus capella in viaggio verso NE; a San Varese i primi Aegialitis hiaticula. c: Al mercato di Pavia notasi una Limosa belgica uccisa nel circondario, e pa- __ recchie Scolopax rusticula di ritorno. tipi — 17. Sono segnalate le prime Hirundo rustica al confluente del Naviglio presso Pavia. - 19, Vedute altre a S. Varese sul Ticino e udite Je prime Upupa epòps. Com-.— i ‘parsi alcuni Porzana fulicula e Gallinula chloropus al canale Venerio. — 21, Vi si mantengono in scarso numero; poche Querquedula circia ed Acgia- — lilis hiaticula. Arrivati Botaurus stellaris in bell’ abito primaverile. i 24, Sullo stesso canale Venerio ancora qualche palmipede, aumentati notevolmente | Porzana fulicula è uecisa anche una P. Bailloni; riudite Upupa epops, ve- Lili piaic Corvus cornix. Sul RO continua un mediocre passo di VR ce; asi 138 — 26, Seguita il ripasso di Spatula elypeata. AI Canarazzo sul Ticino sono com- parsi da alcuni giorni gli Oedienemus. (Continua) Pavia, dal Laboratorio zoologico della R. Università, 30 luglio 1897. (Bollettino Scienti- fico N° 3) NOTE ED APPUNTI DI UN CACCIATORE SUT NOSTRI UCCELLI MIGRATORI PARTE PRIMA NOTE D' INDOLE GENERALE SULLA MIGRAZIONE DEGLI UCCELLI (continuazione) —_—__-«=e=—e=——_- È quinti forza ammettere, che oltre la principalissima della difficoltà di proy- s vedere alla nutrizione, altre cause vi siano non altrettanto facili a stabilirsi, o anche ignote per ora a noi, le quali determinano i volatili ad intraprendere le loro migra- zioni regolari od irregolari che siano. Fra queste possono indicarsi il desiderio di tro- vare località più confacienti per compiervi 1" opera importante della nidificazione e 3 dell’allevamento delle covate ; il soverchio aumento della specie ; le cangiate condizioni Sto delle dimore consuete in seguito ai diboschimenti ed all’ invadente progresso della agricoltura che diminuisce ‘ogni di più i luoghi incolti e disabitati, togliendo dei tutto o almeno d’ assai diminuendo la sicurezza in cui gli uccelli vi vivevano ; e final- mente i forti perturbamenti atmosferici i quali pongono in moto le alate turbe anche in epoche diverse da quelle in cui sogliono compiere i loro viaggi periodici. E quì potrei citare molti esempi, ma troveranno sede più conveniente nei capitoli succes- sivi ove sarà detto particolarmente delle singole specie dei nostri uccelli più impor- tanti e conosciuti, in rapporto appunto alle loro migrazioni. Né solo migrano gli uccelli di Furopa e di Africa coi quali siamo più familiariz- zati ma i più ancora di quelle degli altri Continenti. Un numero considerevole di specie appartenenti alla Avifauna Asiatica, migra regolarmente dalle regioni setten- trionali alle meridionali di quel Continente, occupando a periodiche epoche, la re- gione immensa limitata dell’ Oceano Indiano e le grandi isole vicine, per poi far ritorno alle dimore primitive. In America pure avvengono numerosissimi cambiamenti di stazione per parte di molte specie, quantunque quelle sedentarie vi siano (specialmente nell’ America del Sud) assai più numerose che non fra noi. Persino nella remota Australia si nota il movimento migratorio degli uccelli che da certe regioni di quel Continente si spin- gono ad epoche regolari sino alle isole più meridionali della nuova Guinea. Ma degli uccelli di Amo>rica e di Australia non è mio intendimento, nè può esserlo, I° accen- nare neppur lontanamente; lo scopo che mi sono prefisso essendo quello di dir qual. cosa solo di quelle specie che nelle loro migrazioni toccano la nostra Penisola, sia che essi provengano dall’ Europa settentrionale, sia infine dalle varie regioni del va- stissimo Continente Africano. Le migrazioni regolari avvengono periodicamente due volte ogni anno, in autunno 139 ed in primavera, ad epoche ed in direzioni sensibilmente eguali per gli individui delle singole specie di migratori, ma per contro diverse assai se si prende in esame quella o questa specie in confronto di altra comechè appartenente ad un medesimo genere. In generale nella grande migrazione di autunno la via tenuta è quella da Nord a Sud, e più spesso da Nord-Est a Sud-Ovest : preferiscono la prima gli uccelli meno buoni volatori e che impiegano maggior tempo nel viaggio: quelii poi cui natura concesse mezzi più potenti di locomozione e che intendono pel cammino più breve ridursi alle temperate regioni d'Europa bagnate dall’Atlantico e dal Mediterraneo, e anche attraverso questo abbordare alle coste Africane, tengono la seconda, più o meno obliquando verso il Ponenie. Così fanno anche quelle specie di uccelli che prediligono a dimora invernale le contrade più calde dell’ Africa e si spingono di solito oltre l’Equatore. Esse raggiungono più presto la meta volando in direzione di Sud-Ovest: y infatti un semplice sguardo ad un globo terrestre o a una carta geografica mostra x che non solo le coste di Europa, ma quelle ancora dell’ Africa non seguono il meri- diano, ma sono inclinate verso Occidente. Nelle grandi migrazioni di primavera le colonne degli uccelli migratori seguono la via inversa, cioè da Sud a Nord e da Sud-Ovest a Nord-Est: naturalmente la in- sistenza di forti correnti atmosferiche che spirano per più giorni di seguito e talvolta per qualche settimana durante il tempo dei passaggi, contribuiscono a modificarne la direzione, tanto da renderli quasi negativi per alcuna regione dove di solito si ve- rificano abbondanti, e viceversa. Li Alcune specie di uccelli cui è indispensabile uno special nutrimento non si cu- rano poi troppo della più o meno retta linea di migrazione e pur scendendo verso climi più miti in autunno dal Settentrione e verso questo risalendo in primavera, in- clinano nel loro viaggio ora a Ponente ora a Levante sol perchè tendono a luoghi la natura dei quali offre ad essi cibo adatto e in quantità sufficiente. Gli uccelli palmi- pedi seguono in gran parte l’ andamento delle coste marine e il corso delle grandi vallate bagnate da fiumi e canali importanti, e mentre compariscono abbondanti ovunque son laghi, stagni e paduli, raramente si mostrano nell’ interno delle terre ove non trovinsi acque stagnanti o correnti. Gli uccelli di ripa trasvolano a grande altezza per le regioni montuose ed aride e passano ivi così per lo più inavvertiti : tutt'altro | però avviene nelle vaste pianure fresche ed irrigate, nelle quali si avverte sempre |‘’‘to passaggio abbondante di volatili appartenenti a questa famiglia i quali spesso | ‘ancora vi sostano per nutrirsi o per riposarsi. In quanto poi alle migrazioni irregolari, esse son tali non solo per le epoche in cui avvengono, come pure per la direzione seguita dalle schiere migranti, venendo provocate da circostanze speciali e non sempre facilmente apprezzabili : anzi di alcune migrazioni straordinarie verificatesi in questi ultimi anni, che portarono per la prima volta nella nostra Italia, in numero piuttosto ragguardevole, uccelli prima mal noti ‘a chi non fosse un po’infarinato in ornitologia, è quasi impossibile trovare una sod- . disfacente spiegazione. Mi basti accennare la comparsa di parecchi individui del Sirratte, (Syrrhaptes paradoxus) specie originaria dell'Asia centrale, che nel 1893 da invasero l’ Europa quasi tutta, mostrandosi in pari tempo nelle regioni nordiche e \.//////- | meridionali di essa, mentre prima di quell’ anno appena qualche rarissimo esemplare Li. era stato notato nell’ Europa occidentale : l’ altra pure notevolissima di parecchie mi- - gliaia di Storni rosei, (Pastor roseus) che si stabilirono nel 1875 a Villafranca nel 140 RISI Veronese fra il Giugno e il Luglio, mentre nè prima, nè dopo quella invasione, altra consimile, anche in proporzioni minori, ebbe a notarsi. La Penisola italica, che si stende attraverso il Mediterraneo per oltre un migliaio di chilometri in direzione del Continente Africano; offre una comoda via agli uccelli migratori che a quello tendono nelle loro peregrinazioni periodiche o no che siano. Dalle estreme punte della Sicilia, alle coste della Tunisia, il tragitto è assai breve ; la Sardegna, la Corsica, Malta e le altre isole minori del Mediterraneo sono altrettanti punti di sosta e riposo per quei volatori che piu coraggiosi non temono di affrontare una traversata più lunga. È adunque naturale che in tutte Je nostre regioni, e se- gnatamente nelle centrali, il passaggio degli uccelli sia abbondante assai più che non in altre contrade d’ Europa. Moltissimi vi calano in autunno direttamente dai valichi alpini e son quelli che provengono dalla Norvegia, dalla Svezia, dalla Danimarca, dal- l’ Olanda e dalla Germania, per tacere di altri paesi a noi più vicini. Moltissimi an- cora nella stessa stagione vi approdano traversando |’ Adriatico e provengono dalla Russia occidentale, dalla Polonia, dall’ Ungheria, dalla Dalmazia (1). Tutti scendendo verso Sud 0 piegando a Sud-Ovest proseguono il viaggio, più o meno rapidamente, insieme ai compagni che fra noi tenevan dimora, verso regioni più propizie per pas- sarvi l’ inverno. A primavera ie linee percorse sono le stesse, ma naturalmente in senso inverso. Sono celebri per essersene fatto oggetto di acerbe discussioni le vere stragi di quaglie che si compiono in primavera sulle nostre coste, e le prede copio- sissime di tordi e di piccoli uccelli granivori che avvengono in sutunno in tuite le nostre provincie sottostanti alle Alpi e dalle statistiche dae recenti, raccolte nella Inchiesta Ornitologica, si rileva in qual numero straordinario gli uccelli. migratori, quantunque, al dir dei più, molto diminuiti, in rapporto del passato, visitino anche al di d’oggi l’ Italia! La migrazione autunnale si inizia assai per tempo, sin dal finir dell’estate, e appunto i nostri cacciatori chiamano estatini quegli uccelli che primi si mostrano di passaggio in quell’ epoca. Originari delle contrade calde dei tropici e attorno all’ e- quatere, dopo avere atteso nella Europa meridionale e centrale alla riproduzione della specie, essi abbandonano queste località al primo cenno dell’ ap prossimarsi del- l’ autunno, per tornarsene in patria. Sino dalla metà di Agosto e talora anche prima vediamo iniziarsi il loro movimento. Le Tortore, gli Ortolani, i Rigogoli, gli Usi- gmoli, i Cuculi che stanziarono fra noi, per tacere di altre specie meno comuni, imitano i compagni che calano di oltre Alpi alla volta delle stazioni invernali. Col Settembre seguono le Quaglie, i Pispoloni, le Boarine, i Culbianchi, ed altre spe- cie di uccelletti, ma in fine di quel mese già compariscono le avanguardie dell’im- menso esercito degli uccelli granivori e silvani, unitamente a quelle dei Tordi, dei Merli e dei Colombi selvaggi, tanto ansiosamente attese da tutti i cacciatori. Per tutte queste specie il colmo del passo, ha luogo generalmente nella seconda quin- dicina di Ottobre e continua decrescendo, di intensità, sino ai primi del Novembre. A quest’ epoca altre schiere e numerose fanno la loro comparsa. Le Beecaccze, le Pavoncelle, i Pivieri e tanti altri uccelli di ripa, ospiti abituali delle contrade nor- (1) E naturale che non tocchin l’Italia gli uccelli provenienti dalla Gran Brettagna e dal Nord della Francia, nonchè quelli di gran parte della Russia e degli Stati Balcanici che pur tendendo all’ Africa, la raggiungono per linee di migrazione parallele o convergenti. 141 diche, le lasciano al cominciar delle forti nevicate e dei geli insistenti e si mostrano | fra noi ora più ora meno copiose. Coll’ incalzar dell’ inverno, la fine del Novembre e il Dicembre ci offrono il gradito spettacolo di passaggi talvolta formidabili di Pal- mipedi delle varie specie, segnatamente Germani e Oche selvagge. Son questi uc- celli in generale le retroguardie delle colonne dei migratori, e scn questi che, dopo appena qualche settimana, ai primi accenni del risveglio primaverile, ricominciano in senso inverso il movimento generale di risalita (1) verso il Nord, e tutte le spe- cie accennate ripassano, per la nostra Penisola in ordine inverso, sicchè le ultime a far ritorno sono appunto quelle che ci lasciarono per le prime. Deve quì notarsi che, nel ripasso di primavera sogliono comparir numerose in quasi tutte le regioni d’|- talia, tanto al di quà che al di là dell’ Appennino, alcune poche specie di uccelli che durante il passo autunnale non ci visitano affatto, ovvero si mostrano in scarsis- simo numero. Tali ad esempio le Marzaiole, (Quer quedula Circia) e i Croccoloni, (Gallinago maior). Evidentemente tali uccelli nel viaggio di andata tengono vie di- verse da quelle seguite nel ritorno, e di tale costante ‘abitudine ngn è punto agevole il dare una spiegazione adeguata. Taccio di altre specie meno comuni, ma che pure offrono la stessa singolarità. Il movimento del passo in primavera è sempre, nel suo complesso, alquanto più rapido che non in autunno. Dalla metà di Febbraio (ma non ogni anno il ripasso si inizia così sollecito) in cui si vedon comparire i primi stormi migranti di Palmipedi e di Trampolieri, alla fine di Aprile epoca in cui giungono le Tortore e le Quaglie che formano la ultima retroguardia, (2) corrono due mesi e mezzo o poco più, men- tre il movimento del passo autunnale dura dalla metà di Agosto sino alla metà di Dicembre e così per ben quattro mesi. L'imminenza della stagione degli amori e la fretta di ridursi alle dimore consuete per attendervi alle cure della nidificazione, “a sono evidentemente la cagione della maggior celerità del passaggio primaverile. Inutile quasi sarebbe ch'io facessi notare come la tardività o la precocità delle stagioni, spesso stravaganti, assai influiscono sull’ epoca delle migrazioni perio: diche degli uecelli e come altre cause fortuite possano contribuire ad affrettarle o ritardarle. Infatti non ogni anno vediamo apparire alle epoche stesse gli stessi uccelli e icacciatori restano ingannati nelle loro previsioni, comecchè frutto di lunga espe- rienza, e non ogni anno vediamo comparire gli uccelli migratori colla medesima fre- quenza, ‘chè anzi talora il passo è abbondante e persino strabocchevole per alcune specie e quasi nullo per altre, ed avvien pure che la stessa specie che si mostrò numerosa in autunno, ripassi scarsa in primavera o viceversa. Di tali anomalie sono diverse le cause e non tutte ben conosciute. Però | abbondanza maggiore o minore dei migratori dipende principalmente dal buor0 o cattivo esito delle Gorale e dall’an- «_—damento delle stagioni che talora preparano opportunamente i luoghi a provvedere dà all’ esistenza degli alati viaggiatori, tal’ altra li rendono affatto inatti ad ospitarli. DE ovvio infatti i comprendere. che dopo le grandi siccità estive i campi edi boschi (1) I cacciatori romani chiamano risalita il ripasso primaverile. Ho adottato la parola che mi sembra molto appropriata. (2) Le Quaglie spesso ritardano il loro arrivo sino al maggio inoltrato e persino ai primi di Giugno ancora ne giungono di passo, quantunque le prime usino mostrarsi in fin di Marzo in Aprile, 142 non offrono che magre risorse pel sostentamento degli uccelli granivori e silvani e i paduli disseccati, i prati inariditi non allettano davvero a sostarvi gli uccelli acqua- tici e di ripa. Ben sanno i cacciatori tutti, per dirne una, che la regina del bosco, la Beccaccia non si mostra se non in scarsissimo numero, o manca affatto in au- tunno in quelle regioni ove sul finir dell’estate non caddero pioggie piuttosto fre- quenti e dirige il sun volo attraverso luoghi più adatti a fornirle il nutrimento ab- bondante che le occorre durante le tappe del lungo viaggio. (Continua) ARRIGHI GRIFFOLI RACCOLTA DI OSSERVAZIONI ORNITOLOGICHE (dal luglio {895 al gennaio {897 ed altre anteriori inedite) PER SERVIRE ALLO STUDIO DELL’AVIFAUNA TRIDENTINA del Sacerdote ANTONIO TAIT di Trento (continuazione) ——-—=—yT—ena_7,T >= MEL 20. - Gecinus canus Gmel. (Picchio cenerino) — Potei esaminarne un bellis- simo esemplare femmina presso il Sig. Marchi. Era stato pigliato a Calceranica alla metà d’ ottobre 1896. 21. - Dryocopus martius Linn. (Picchio nero) — Questa bella specie mi sem- bra diventare vieppiù rara; nell’ autunno 1896 non mi fu dato osservarne pur uno sul mercato di Trento. Fui peraltro assicurato che esso s’ incontra abbastanza di frequente nella Valle di Rendena e presso Cles nella Valle di Non. - Il Sig. Marchi ne preparò due individui presi nella Valle di Cembra nel dicembre 1893, valle in cui s’ incontra non rare volte durante l’ inverno; cosa questa che mi fa credere che il piechio nero sia pure discretamente comune nelle adiacenti Valli di Fassa e Fiemme, quantunque io non ve |’ abbia mai potuto osservare. Il Sig. Marchi ne trovò un nido br coi pulcini ben sviluppati sulla Paganella il 21 luglio 1895. PE 22. - Picus maior Linn. (Picchio rosso maggiore) — È abbastanza comune e nidificante nella Valle di Fassa; ne vidi colà alcuni esemplari giovani pigliati verso la metà d'agosto 1895. - Vien portato frequentemente ogni autunno sul mercato di Trento. Il 7 dicembre 1896 vidi presso il Sig. Marchi una femmina di questa specie ancora in carne. 23. - Iynx torquilla (T'orcicollo) - Non raro e di doppio passaggio regolare nel Campo trentino, dove pure se ne trattiene qualche coppia a nidificare. Un indi viduo preso a Verla nel settembre 1896 lo osservai presso il Sig. Marchi. 24. - Cuculus canorus Linn. (Cucolo) — Non è raro nella Valle di Fiemme; un po’ più invece in quella di Fassa. - Come al solito lo osservai anche durante la buona stagione del 1896 dietro il Doss-Trento. Ne vidi un maschio pigliato a Verla dal Sig. Marchi nello scorso settembre. Egli m’ assicurò essere il Cuculo molto co- mune nel detto luogo; mi fece pure vedere un nido di merlo da lui trovato nella Valle di Cembra, che conteneva un Cuculo quasi maturo. 143 25. - Coracias garrula Linn. (Ghiandaia marina) — Un esemplare preso a Lavis nello scorso settembre lo osservai presso il Sig. Marchi, il quale nel settem- bre ed ottobre 1895 ne ricevette circa mezza dozzina parte da Levico e parte da Borgo per essere preparati. - Merops apiaster Linn. (Gruccione) — Il Sig. Marchi ne trovò cinque anni or sono un nido presso Lavis; verso la fine di aprile n’ erano arrivati in se- guito ad una impetuosa buffera circa quaranta in un branco, i quali poi, rimessosi il tempo in calma, sparirono. 27. - Alcedo ispida Linn. (Manon pescatore) — Il 20 maggio 1896 fu por- tato a Trento e venduto un nido con quattro pulcini già maturi, che era stato trovato a Castegnè S. Vito presso il lago di Caldonazzo. - Il Sig. Marchi verso gli stessi giorni ne trovò un altro nido nell’ Ischia Woltrenstein vicino a Gardolo. Egli ne ri- cevelte pure un esemplare il 18 ed uno il 23 dicembre, ambidue uccisi a Lavis. 28. - Upupa epops Linn. (Upupa) — Il 6 luglio 1895 ne ricevetti una presa a Sarche. - Ne vidi una presso il Sig. Marchi presa a Lavis nel settembre 1896. - L’upupa viene osservala tutti gli anni anche nei contorni di Trento, dove frequenta di preferenza le cave di pietra. 29. - Caprimulgus europaeus Linn. (Sueciacapre) — Avanti qualche anno trovandomi nel mese di luglio a Mattassone in Vallarsa vidi verso il crepuscolo un succiacapre adagiato sul margine d’ un viottolo in un bosco di pini. - Mi si disse da un cacciatore di colà che il succiacapre visita tutti gli anni quella località e vi nidi- fica. - Lo osservai qualche volta anche a Trento nella prima metà di maggio. 30. - Cypselus melba Linn. (Rondone alpino) — Tengo presso di me un esem- plare preso a Trento in maggio avanti due anni; ne osservai poi altre volte nello stesso mese nei pressi della ciltà qualche individuo: mi sembrò peraltro esservi stato sol di passaggio. - Il tre agosto di quest’ anno ritornando dalla Valle di Fiemme, ne vidi un branchetto di quattro individui che volavano a poca distanza dal villaggio di S. Lugano. 81. — Cypselus apus Linn. (Rondone) — Nell’ estate 1894 e 1895 lo osservai nidificante in tuttii paesi della Valle di Fassa; vi era peraltro poco numeroso; è invece numerosissimo in tutte le altre vallate trentine. 32. - Chelidon urbica Linn. (Balestruecio) —. Tanto nell’ estate 1894 che in quella 1895 lo trovai copiosissimo in tutta la Valle di Fassa; ne numerai fino a nove nidi uno accanto all’ altro. Osservai peraltro che esso non spingevasi più in là del paesello di Gries (1500 metri sopra il livello del mare); a Canazei, Alba e Penia | non ne scorsi pur uno. - Nel 1896 fu comunissimo anche a Trento, anzi ne vidi pa- recchi nidi anche nel centro della città, cosa mai osservata negli anni antecedenti. | Potei accorgermi che in qualche casa s’erà appropriato il nido della /irundo ru- e) scacciandone ne quest” ultima, che proprio nel passato anno fu 144 più comune in Val di Fassa che in quello 1894; la trovai fino a Penia, ai piedi cioè della Marmolata. - Il 31 ottobre 1893 dopo un impetuoso uragano vidi un branchetto di otto Rondini volare sopra la piazza d’ armi di questa città. - Ne osservai pure a Trento un branchetto di eirca quindici il 21 ottobre 1896, ed isolate ne vidi parec- chie dal 17 fino al 23 dello stesso mese. 34. - Cotyle rupestris Scop. (Rondine montana) — Ne osservai circa’ sei in- dividui che volavano intorno le rocce sopra la serra di Cantanghel sullo stradale di Pergine il 1.° ottobre 1896. - Il Sig. Marchi m’ assicurò che. queste rondini nidifi- cano ogni anno in grandissimo numero sulle rocce sopra Zambana. 35. - Muscicapa atricapilla Linn. (Balia nera) — Ne vidi una femmina presa in Campo-trentino il 3 ottobre 1896. - Una giovane Balia nera la vidi presso il Sig. Marchi: era stata presa a Trento ai 7 dello stesso mese. 36. - Muscicapa collaris Bechst. (Balia dal collare) — Il 17 luglio 1896 vidi un maschio di questa bella specie, che stava cantando sulla punta di una pertica in un campo presso Cavalese. 87. - Ampelis garrulus Linn. (Beccofrusone) — Potei esaminarne un, bel ma- schio presso il Sig. Marchi; esso era stato preso nella famosa;uccellanda al « Saue » località posta fra i. Pochi (Buchholz) e Verla. Le appendici rosse delle ultime quattro remiganti erano in quell’ esemplare spiccatissime. Il lodato Sig. Marchi mi assicurò, che ogni anno durante il passaggio autunnale viene catturato quaiche Beccofrusone in quell’ uccellanda. 88. - Lanius excubitor Linn. (Averla maggiore) — Ne esaminai uno preso a Levico il 8 ottobre 1896; dalle undulature della parte inferiore e dal becco ancora relativamente tenero lo riconobbi per un individuo giovane. - Un esemplare di que- sta specie preso. a Lavis fa portato al Sig. Marchi il 18 dicembre 1896. Era una femmina. Il Sig. Marchi mi disse averlo trovato varie volte nidificante (??) nei din- torni di ‘Lavis. i 39. - Lanius minor Gmel. (Averla cenerina) — Il 16 agosto 1895 vidi a Panchià (Val di Fiemme) un’ Averla cenerina adagiata sui fili telegrafici dello stradone erariale. 40. - Lanius rufus Briss. (Averla capirossa) — Potei esaminarne tre giovani individui presi a Pozza (Fassa) il 13 agosto 1895. 4I. - Lanius collurio Linn. (Averla piccola) — Lo osservai in gran numero ovunque intorno a Trento; ne trovai anche un rido verso gli ultimi di maggio 1896 che conteneva selle uova. - Lo osservai assai comune in tutta la Valle dell’ Adige fino a Bolzano, e più in là nella valle di Eisack fino a Bressanone; anche in tutta la Valle di Fiemme lo osservai copiosissimo, invece non ne potei vedere pur uno nella Valle di Fassa. - Potei osservare parecchie volte tanto in. Trento, come in Fiemme delle siepi spinose, in cui quest’ uccello aveva. infilzato eran numero di maggiolini, cetonic ete.; e trovai pure talvolta dei passeri nidiacci, a cui questo pic: colo predone aveva divorato le cervella. . 42. - Regulus cristatus Koch. (Regolo) — Lo osservai parecchie volte nei giardini pubblici di Trento durante l° inverno 1895 e 1896; ne vidi parecchi bran- chetti in un bosco presso Levico dai 8 ai 12 ottobre 1896. È pure comunissimo e nidificante in tutta Ja Valle di Fiemme. 43. - Acredula caudata Blyth. (Codona capo-bianco) — Ne esaminai un bel- l'individuo colla testa perfettamente bianca presso il Sig. Marchi, che l'aveva pi- giiato a Verla alla metà del settembre 1896. La trovai comune e nidificante in Val di Fassa. Ne vidi parecchi branchetti di otto a dodici individui nei pressi di Levico ai primi d’ ottobre 1896. 4h. - Aegithalus pendulinus Linn. (Pendolino) — Il Sig. Marchi in una sua gita a Caldaro avanti una diecina d'anni, ne trovò un nido tra 1canneti di quel lago. 45. - Parus coeruleus Linn. (Cinciarella) — La osservai parecchie volte in Fassa nell'estate 1894 e 1895. - Ne vidi pure varie prese a Levico nella prima m' tà d'ottobre, ed una sulla piazza di Trento il 24 novembre 1896. 46. - Parus maior Linn. (Cingallegra) — Poco numerosa nelle Valli di Fassa e Fiemme. - Nidifica tutti gli anni in buon numero e si trattiene durante l'inverno nel bacino di Trento. - Il M. R. Don Narciso Garbari, Docente in questa Accademia di Commercio, ai 20 ottobre 1896 ne pigliò in. Campo-trentino un esemplare che presentava un vero caso di melanismo. La tinta generale era grigio-oscura, nel mezzo - del petto e del ventre era nero-lucente, sul dorso e sulle scapolari era di color verde- olivastro-scuro. 47. - Parus ater Linn. (Cincia mora) — Ovunque intorno a Trento durante tutto l’ anno. Numerosissimo nella Valle di Fiemme durante la buona stagione, un po’ meno in quella di Fassa. 18. - Parus palustris Linn. (Cincia bigia) — La osservai in grandissimo nu- mero e nidificante in tutta la Valle di Fassa tanto nell’ estate 1894 che nel 1895; meno numerosa invece nella Valle. di Fiemme. - Alla fine del settembre 1896 ne ebbi pure parecchie pigliate nella Valle di Rendena; la osservai nidificante anche in Vallarsa. 49. - Lophophanes cristatus Linn. (Cincia dal ciuffo) — Nidifica in gran copia mella Valle di Fassa; alla metà di luglio 1894 e 1895 ne vidi moltissimi branchetti di giovani che s° aggiravano pei boschi di abeti. - Lo osservai pure durante |° estate 1896 nella Valle di Fiemme, ov’ era peraltro meno abbondante. - È pure comune e nidificante nella Valle di Rendena. $ i 50. - Sitta coesia Wolf. (Picchio muratore) — A quanto mi disse il Sig. Marchi è discretamente comune e nidificante nella Valle di Cembra. 5. - Tichodroma muraria Linn. (Piechio muraiolo) — N'ebbi uno Diolicio a Trento il 28 dicembre 1895; seppi dipoi che di quei giorni se n° erano pigliati parecchi altri. - Ne vidi due presso il Sig. Marchi, uno dei quali era stato preso nel issato ‘ottobre a Mezzolombardo in una stanza, dov’ era entrato. non si sa come; Itro era stato ucciso a Lavis il 6 dicembre seguente. 52. - Certhia familiaris Linn. (Rampichino alpestre) — Ne osservai uno a 146 S. Giovanni di Fassa il 26 luglio 1895; molti ne osservai più volte in estate nella Valle di Fiemme e nella Valsugana. - Assai numeroso durante |’ intero anno in tutto il bacino di Trento. 53. Certhia brachydactyla Brehm. (Rampichino) — Uu bell’ esemplare di que- sta specie fu pigliato in un orto presso Trento il 27 gennaio 1896. - Lo inviai al- l’egregio Professor Bonomi a Rovereto, il quale ne approvò la classificazione. - Eccone la diagnosi: Parti superiori di colore più cupo che nella C. familiaris ; sopracciglio grigio-scuro ; parti inferiori grigio-cupo (simile alla tinta dell’ Accentor modularis); becco dalla basc alla punta 19 millim., cola 54 mm. unghia del dito posteriore 7 mm, 54. - Troglodytes parvulus Koch. (Reattino) — È piuttosto raro nella Valle di Fassa; comune invece in quella di Fiemme, dove nel luglio 1896 ne scopersi parecchi nidi; comune assai nei dintorni di Trento, dove durante |’ inverno si vede con molta frequenza nei giardini posti perfino in mezzo alla città; lo osservai pure diverse volte in tale stagione entrare per le finestre delle stalle e delle cantine pro- babilmente per darvi la caccia ai ragni ed alle mosche. 55. - Cinclus aquaticus Behst. (Merlo aequaiolo) — Durante |’ estate 1895 lo osservai molto comune nella Valle di Fassa fino a Mazzin; più in fà non mi fu “dato vederne pur uno; numeresissimo poi oltre modo lo osservai nell’ agosto dello stesso anno lungo le sponde dell’ Avisio nel tratto da Soraga fino a Predazzo, dove quasi ogni cinquanta passi se ne vedeva comparire qualcuno. - Ne osservai pure a Trento presso il vecchio canale dell’ Adige un individuo il 15 gennaio ed un altro il 31 gennaio 1896. - il 19 novembre 1896 ne vidi uno sul mercato di Trento, che mi parve appartenere alla varietà C. melanogaster Brhm. 56. - Merula vulgaris Leach. (Merlo) — Piuttosto raro nella Valle di Fassa, assai comune in quella di Fiemme. Ne trovai per lo meno cinque nidi in un bosco presso i Masi di Cavalese. i 57. - Merula alpestris Brehm. (Tordo dal collare alpino) — La osservai più volte nella parte superiore della Valle di Fassa nell’ agosto 1895; in discreto nu- mero ne vidi sul mercato di Trento dall’ ottobre al dicembre 1895 e 1896. 58. - Merula torquata Auct. (Tordo dal collare nordico) — Ne osservai otto individui sulla piazza di Trento il 15 ottobre 1896. Erano frammischiati a buon nu mero di quelli della specie precedente. 59. - Turdus viscivorus Linn. (Tordela) — Lo osservai a Capriana il 24 ago: sto 1893; a Gries in Fassa il 1 agosto 1895, e ai Masi di Cavalese più volte du- rante il luglio 1896. - Poco numeroso sul mercato di Trento nell’ autunno 1896. 60. - Turdus musicus Linn. (Tord) — Trovato nidificante a Vigo di Fassa nel luglio 1895. - Parecchi presi a Trento ai primi di marzo 1896. 61. - Turdus iliacus Linn. (Tordo sassello) — Tre anni fa il Sig. Marchi ne trovò un nido nella Valle di Fassa. - Ai primi di novembre 1896 ne vidi parecchi sulla piazza di Trento; il passaggio nell’ ultimo autunno mi sembrò più scarso del solito. = 1. | 147 “si 62. - Turdus pilaris Liun. (Cetena) — Grande passaggio dalla metà di no- vembre al 20 dicembre 1896. Durante tal tempo ne furono vendute quasi ogni giorno alcune centinaia sul mercato di Trento. - Il Sig. Marchi mi raccontò che il 10 di- cembre alla rinomata uccellanda del « Sauc » se n’ abbassò uno stormo enorme. Gli uccellatori ebbero 1° imprudenza di spingere le Cesene nelle reti; ma ebbero ben presto a pentirsene, giacchè nella ressa di fuggire gli uccelli fecero tali squarci nelle reti da renderle affatto inservibili. Così ne furono prese solo quaranta. Si calcola che fossero circa duemila! i 63. - Monticola cyanus Linn. (Passera solitaria) — Non posso convenire con quanto dice l’ illustre Prof. Bonomi (Nuove Contribuzioni all’ Avifauna Tridentina pag. 24 e Quarta Contrib. all’ Avif. Trident. pag. 34), che la Passera solitaria a sia ora diventata nei nostri paesi una rarità ». Ciò può bensì valere pei din- torni di Rovereto e per altre località, ma non già pel bacino di Trento, dove ogni anno se ne allevano molte nidiate. - Nel maggio 1896 ebbi notizia che ne furono trovati tre nidi presso Vela di Trento, dei quali due ne vidi io stesso. - Altri due nidi, che pure ebbi occasione di vedere, furono trovati verso il medesimo tempo dietro il Doss-Trento. - Altri tre furono rinvenuti dal Sig, Marchi il 15 maggio 1896 all’ Ischia Wolkenstein (Campo trentino). Due ne trovò qualche giorno appresso a Romagnano. Ne osservò pure in gran numero ogni anno nella Valle di Cembra e sulle rive dell’ Adige tra i Vodi e Mezzolombardo e tra S. Michele e Salorno. - Il Sig. Giuseppe Cappelletti di Trento ne ebbe nella scorsa primavera circa una dozzina di nidi tutti rinvenuti nei pressi della città. - Ho pur avuto notizia ch' esse nidificano tutti gli anni presso la cascata di Sardagna, tra le rocce che costeggiano lo stradale di Bucco di Vela, e più giù a Sarche, Pietramurata, Dro, Arco e sulle sponde del Garda; poi nei pressi di Aldeno e di Besenello ete. - So pure che molti allevatori "d’ uccelli di questa città si procurano dei nidi da parecchie parti, che non mi fu dato poter precisare. Dal fin quì detto mi sembra lecito conchiudere, che la Passera solitaria non è E affatto rara nella maggior parte del nostro paese. Fui pure assicurato che durante f° l'inverno ne resta sempre qualche individuo dietro il Doss-Trento. Ai primi di ottobre 1896 potei esaminare presso il Sig. Marchi una passera so- litaria da lui preparata per il Rev. Sig. Curato di Grauno. Dessa era vissuta ben 24 anni in cattività. Conservava la sua bella tinta azzurra, ma l’ occipite ed una mac- chia sopra la scapola sinistra erano di color bianco-niveo. 64. - Saxicola oenanthe Linn. (Culbianco) — La trovai mo!to numerosa nella Valle di Fassa nell’ estate 189% e 1895. Verso la fine di luglio si vedevano molti | nidiacci lungo i margini delle strade e sui tetti delle case isolate. S 65. - Saxicula aurita Femm. (Monachella) — Il Marchi Ja pigliò nel maggio 189% sui colli presso Lavis. (continua) 148 LES OISEAUX AU POINT DE VUE INDUSTRIEL® LAFGNI La répartition du Monde des Oiseaux, sur notre globe, forme une des parties les plus intéressantes de la zoogéographie. La nomenclature bibliographique suivante, d’ ceuvres purement scientifiques, dans notre siècle utilitaire, doit étre complétée par un travail condensant le role de l’oiseau dans l’alimentation, le sport et enfin dans 1’ Industrie, cette mére nourricière du budget des États civilisés et méme dans les pays réputés sauvages. L’ étude suivante est le canevas d’après lequel J'ai préparé un gros ouvrage qui verra le jour Inch AUah, plus tard. 1. ScLatER. A tratis on the Geography and Classification of animals, in Lardner's Cabinet Cyclopedia 1835. 2. WALLACE. Yhe Geographical Distribution of Animals. 2 vol. in 8° avec cartes et planches 1876. 3. PUCHERAN. Sw les indications que peut fournir la géologie, etc. Revue et Magasin de Zoologie, 1865. 4. A. Miuye Epwarps. Recherches sur ia faune des Regions australes (Annales des sciences Naturelles et Bibl. des Hautes Etudes, 1879-82). 5. G. PALACKY. Die Verbreitung der Vogel anf der Erde Wien. 1885. 6. HEILPRIN. The Geographical and Geological Distribution of Animals, 188%. > “. A. REICHENOW. Die Zoogeographische Regionen vom Ornithologischen Standpunkt (Zool. Jahrbuch III Abtheil I. Systemat 1887 mit Karte. 8. ReicHENoWw et J. HARTLAUB. Verbreitung der Vogel, in Berghaus Physikalischer Atlas, 1886. 9. Dr TrRovEssART. La Geographie Zoologique, 1890. La division du globe en cinq continents adoptée par les séographes ne coincide pas exactement avec celle de la distribution des espèces zoologiques. Chaque continent, chaque région géographique bien delimitée possède, en partie, une faune et une fore qui leur sont particulières et qui précisent le caractère local. Si la Faune des regions polaires arctique et antarctique sont sensiblement similaires celles des régions septentrio- nales de l’Ancien et du Nouveau Monde ont beaucoup d’analogies. La Faune du Midi de l'Europe se retrouve au Nord de l’Atlas, et c'est. le Sahara qui limite la Faune véritablement africaine ou éthiopienne; la ligne de séparation de la Faune européenne et de la Faune asiatique se rencontrera dans les déserts d’Arabie, de Perse et de l'Asie centrale et dans le massif montagneux du Thibet. La limite entre la Faune Indo-Malaise et la Faune Australienne passe au milieu des iles de la Sonde; la séparation entre la Faune Sud-Ameéricaine et celle du Nord ne s'observe pas è l’isthme de Panama, mais dans les zones desertes du Nord du Mexique. La zone intertropicale maritime des deux hémisphéres possède une Faune ornithologique qui lui est. propre; elle n’a pas de représentants nulle part ailleurs, On constate aussi une certaine analogie entre la diversité des climats et des faunes (1) Questa memoria viene dall’ autore contemporaneamente pubblicata anche nel periodico Le Naturaliste di Parigi. mais la migration bi-annuele de nombreuses espèces d’ ciseaux, d’ autre part certains si j groupes d’oiseaux bons voiliers qui ont des parcours illimités, fournissent des observations IAN _——contradictoires ne permettant pas de fixer d’une manière définitive, sinon la patrie, bien moins l’origine de nombre d’oiseaux utilisés dans le commerce et 1’ industrie. Cette esquisse, sans prétention scientifique, pourrait combler avec utilité une lacune dans les travaux spéciaux d’ Histoire Naturelle et de Zoogéographie; elle servirait è l'occasion, è quelque explorateur, obligé par nécessité « Struggle for life » de trouver des ressources dans la chasse des Oiseaux qu'il rencontre sur sa route; le but alimen- taire serait complete par un produit utilisable dans le commerce et dans l’industrie, la Ha chair et la depouille seraient également utilisés. Faire connaître les sortes d’oiseaux recherchés pour leur parure, éviter le massacre superflu, tel est l’objectif désiré. Avec nos indications on pourra recolter des dépouilles avec discernement, sans gaspillage de temps, de peines et de tracas. Les beaux travaux de MM. Sclater, Wallace, Pucheran, A. Milne Edwards, Heilprin, Reichenow, Trouessart ete., exclusivement scientifiques, laissent de còoté la contribution des oiseaux des l’univers dans le commerce de la literie et des. parures qui représente annuellement un chiffre d’affaires de plus de cent millions de francs et fournissent aux besoins de 1’ existence de plusieurs milliers de personnes. On constatera que les plumages les plus vulgaires de nos contrées, tels que ceux de l’oie, du cygne du coq, du paon, ont leur application dans l’industrie, à l’égal de ceux des contrées. plus lointaines les Paradisiers, les Aigrettes, les plumes d’Autruche, etc. Hit so grandes facilités modernes des communications universelles ont amené une pro- | gression très remarquable dans la fabrication des parures, en dépouilles d’oiseaux de toutes sortes. Les productions du plumassier moderne complétent celles du plumassier d’autrefois, tout en renouvelant la mode ancienne avec les perfectionnements industriels du siècle present, facilités en outre par la concurrence dans la production universelle . ornithologigue. Le renouvellement des modes se base sur des traditions certaines. Une i chaîne imperceptible rattache nos èlégantes à celles d’autrefois. Nous empruntons à cha- cune des époques célèbres où brille la Vieille-France, le charme, le goùt qui furent 3 fui la gloire de nos prédécesseurs. Malgré le développement è l’étranger de l'industrie | plumassiére, toutes les nations sont d’accord pour nous accorder une réputation juste- ment acquise de supériorite incontestée dans l’art d’appreter, de teindre les plumes de grand luxe comme celles plus modestes qui s° adressent à la grande consommation, dans l’univers entier. (continua), i i JULES FORES TAINÉ Brisson Maturino Giacomo | Questo rinomato naturalista francese nacque il 30 aprile 1723 a Foptanay-le- see nel Poitou. Scolaro e poi assistente dell’ illustre Reaumur divenne egli stesso S) *Accadomia delle scienze e alla soppressione di questa, venne nominato metal o ne 150 dell’ Istituto nazionale. I moti della rivoluzione non valsero a distrarre il Brisson dai propri studi, nei quali anzi viemeglio si concentrò. Nel 1795 fu nominato professore di Fisica alla Scuola Centrale ed al Liceo Ennpasto. Colpito d’ apoplessia morì il 23 giugno 1806 a Broissi presso Versailles. Egli compose parecchie opere di Storia naturale e di Fisica, ma dove emerse più che mai, si fu nell’Ornitologia. La sua poderosa opera : Ornitologia s. Synopsis methodica sistens Avium divisions, stampata a Parigi nel 1760 in 6 volumi (testo francese e latino) contiene la descrizione di 1500 specie d’ Uccelli delle quali 220 affatto nuove e 350 per la prima volta disegnate ed incise in rame dal celebre Mar- tinet. Benchè scritta con stile poco elegante quest’ opera era la più completa che fosse conosciuta prima della pubblicazione della Mistoîre des Oiseaux del Buffon ed ancora oggidi è altamente pregiata. A. Bonomi Varietà - Mostruosità - Ibridismi Uova di capinera. Nel giugno scorso, trovai in un cespuglio di mortella un nido di capinera (Monachus atricapillus), contenente 4 uova perfettamente bianche. La cosa mi parve strana assai, e decisi di tener d’occhio quel nido. Ma disgraziatamente nell’ esaminare un’ uovo, questo si ruppe. La capinera, che mi osservava da un al- bero vicino non badò più da allora alla nidiata. Ma dopo pochi giorni costruì un’ al tro nido poco lontano, in cui depose tre uova, queste pure bianche, sebbene un po” piu tendenti al verde-cenerognolo proprio alle uova di capinera, e colore posseduto dalle uova di altre nidiate vicine. Pure tanto la nidiata quaoto la capinera erano di forma, di grossezza e di colore naturali. Il secondo nido andò distrutto in seguito al brutto tempo. Monza, 23 Settembre G. ALBANI Caso di melanismo e albinismo in una Melanocorypha calandra. Il 21 ottobre 1896 ho visto sul mercato di Taranto un individuo giovane dell’anno, vivo in gabbia, ap- partenente a questa specie. Aveva tutto 1° abito nero con gli orli delle penne ceciato ; le timoniere erano completamente bianche e similmente diverse remiganti primarie e secondarie, ma senza simmetria ; dell’ istesso colore bianco aveva anche qualche penna tra le cuopritici secondarie. Becco e piedi colore carnicino livido : iride bruna. Taranto De CecLir Francesco Cutrettola albina. leri sul mercato degli uccelli che ha luogo tutte le domeniche mattine, ho comprato una cutrettola o lavandaia perfettamente bianca. lo non ho mai visto un più grazioso animaletto. Non so se sia maschio o femmina, ma è giovane di quest’ anno. È stata catturata nei pressi di Torino da uccellatori di professione, e nessuno di loro si ricordava d'aver trovata una varietà bianca di tale specie di uce- celli. È molto famigliare, stamane veniva già a prendere tra le mie dita dei Tenebrio molitor che allevo per un mio usignolo. Ha una straordinaria vivacità di movimento, una mosca non è ancora entrata nella sua gabbia, o posata su di essa, che con un colpo di becco preciso già |’ ha presa. Amantissima del bagno cammina sempre in lol una piccola bacinella d’acqua che le ho messa nella gabbia e uon pare punto. spa- ventata della mia presenza. Una particolarità degna di nota si è che mentre generalmente le varietà albe hanno gli occhi rossi, questa li ha nerissimi. Il becco, il tarso e Je dita, mentre nella cutrettola comune sono neri-ebano, in questo esemplare sono color isabella. Torino, 2 Agosto. E. Inopa La mia cutrettola bianca è viva e gode buona salute, è allegrissima e mi saluta con un pigolio quando mi vede, arruffando contemporaneamente le piume ed allar- gando la coda. Talora apro lo sportello della sua gabbia e la chiamo sul dito a pren- dere o una mosca o un tenebrio molitor di cui è molto ghiotta. Torino, 14 Settembre. E. Imopa Un ibrido di Rondine e di Balestruccio. Un ibrido derivante dall’ accoppiamento di Hirundo rustica Linn. con Chelidon urbica Linn. mi capitò in carne nell'estate dello scorso anno, e ne feci dono all’ illustre prof, Giglioli. S. Broci Capinera albina. Fra le varietà ricevute e non ancora annunziate nell’ Avicula, noto una Capinera (Monachus atricapillus Liun.) bianca, tranne le estremità di parte delle remiganti e delle timoniere e qualche penna delle copritrici delle ali del grop- pone e della sopraccoda che sono bigio oscuro. Mi è stata donata dal Sig. Guido Bizzarri, - possidente a Strozzavolpu (Senese), che l'aveva presa in quella sua tenuta. S. Brogi | CACCIE E PASSAGGI L —_a kÒ_MRB SS ÙZI Dall’apertura della caccia alla fine di Settembre. Notizie spigolate in varii giornali o forniteci da gentili abbonati, (/ed.) Per avere un'idea dello straordinario numero di persone che in Italia si occupano o bene o male di caccia, basterà riportare dal _N. 154 del Corriere agricolo commerciale di Milano, la notizia che ben 1200 fu- rono i cacciatori che domenica 1.° Agosto partirono da Milano per recarsi nelle prov. limitrofe ove in quel giorno si apriva la caccia. E se si lien conto di questo numero e di quello rappresentato dai cacciatori locali, si dovrà ritenere che in quelle campagne la selvaggina non era tanto scarsa; poichè quantunque il caldo permettesse di cac- «ciare solo fino alle 9, tuttavia in media uccisero ciascuno dalle 6 alle 8 quaglie ; furono trovate molte pernici e tre cacciatori seaza cane ne uccisero sei con una sola scarica. Ecco intanto le notizie in riassunto : « — Quaglie: (Coturnix communis, Bonnat.) Abbondanti in prov. di Chieti, in alcune località della prov. di Roma e fra lc altre a Gerano Laziale ove un considerevole passo avvenne il 23 e 24 Agosto, a Fucino ove 2 cacciatori ne uccisero dal 16 al 28 Agosto, 400, in prov. di Campobasso ove il 30 Settembre in due cacciatori (Sigg. G. Brizio e cav. Cosella) ne uccisero 189 e doverono cessare la caccia per mancanza di cariche, nella prov. di Caserta, nei dintorni di Magenta, nel Pavese, nel Napole- tano, in parte del Salernitano, a Potenza, a Sorrento verso la fine di Settembre. A Roseto (Foggia) ove da 2 cacciatori ne furono nei primi 8 giorni di Settembre uccise 391 delle quali 219 ne prese il giovanissimo marchese Mariano Filiasi, a Campotenese ì - (Calabria) ove 5 cacciatori in 2 igorni di caccia ne uccisero 205. — Scarse nel Peru-_ 152 gino, nel Milanese salvo qualche eccezione, nel Padovano, a Colognola Veronese, a Mirandola Modenese, nel Senese, nel Pisano, a Lucera, a Como, a Casalmonferrato, ad Avellino. i Starne: (Starna Perdix Lin.) Abbondanti nei pressi di Perugia, nelle bandite Milanesi, in varie parti dell’ Abruzzo, nel romano, in varie parti della Toscana e del Teramano. Scarse nel Pisano ed a Laveno. Coturnici: (Perdix saxatilis Meyer). Abbondunti nell’ interno della Sicilia, a Potenza, a Belluno, a Laveno. Sono inoltre comparsi abbondanti gli spioncelli ed i culbianchi e scarsi i bece- caccini nei dintorni di Roma. Scarsi i beccaccini nel Milanese. Il passo dei tordi è cominciato verso la fine della prima quindicina di Settembre. Folaghe e palmipedi sono comparsi negli ultimi giorni di Settembre. Numerosi i Colombacci nel Genovese, e così i Culbianchi a Sorrento. Il 25 settembre il Sig. G. Ricci Bartoloni uccise 101 Folaghe. Tordi, Fringuelli, Pispole ed in generale uccelli da roccolo, furono presi in grande quantità nel Veronese ed a Razone di Gargnano negli ultimi giorni di settembre. La prima beccaccia. (Red.) Stando ad una corrispondenza da Genova al Napoli Sport alcuni cacciatori avrebbero trovata la prima beccaccia il 22 settembre sul quel di Borghetto. Un'altra fu vedu'a il 27 detto sul mercato di Lugano dal dott. Cicardì. Da Siena. 31 settembre (Brogi). Dal 16 agosto, giorno di apertura a tutto oggi, in generale poco abbondanti gli uccelli estivi; pochissime quaglie, assai starne, pochis- sime averle, pochi rigogoli, abbastanza frequenti le tortole, parecchie le sterpozzole, sterpozzoline e beccafichi, molti i pettirossi nella seconda metà di settembre. Verso il 10 settembre comparsi i tordi ed i Colombacci ma non in grande quantità. Sterminio di Uccelletti. Scrivono da Bologna in data 27 settembre al teste del Carlino : « Incoraggiato dalla benignità e dalla cortesia mercè le quali Ella volle accogliere alcune mie osservazioni sulla acconsentita distruzione dei piccoli uccelli, mi permetto di pregarla di voler pubblicare queste ulteriori informazioni : « Anche quest’ anno e precisamente la notte scorsa; col solito diluvio, furono prese circa duemila boarine o codazzelte (1), a Santa Maria Maddalena e precisamente nel canneto sottostante al priroo forte della testa di ponte, che si trova a destra da chi venga dalla parte di Bologna. « Ciò è barbaro ed esiziale.... ma è legale! « Quello che invece è oltraggioso alla legge si è che la maggior parte dei cin- quantamila — ripeto cinquantamila — piccoli uccelli, massacrati in un mese circa col diluvio, che ora ha fatta stazione a Pontelagoscuro, sono stati presi nei boschi della riva destra del Po ove quel mezzo di caccia sterminatrice sarebbe assolutamente vietato. » BOLLETTINO DELLE PUBBLICAZIONI ORNITOLOGIGHE —-7Tsera_35r——_-—- GARBARI sac. NARCISO. L° Uccellagione quale viene praticata nel nostro paese, con notizie ornitologico-pratiche. 115 pag. in-16 (Trento, tip. Monauni 1897). (1) Batticode (Badytes o Matacilla). N. d. R. @ aio in Tema opuscolo viene MS i vari metodi e ora ed in 0, per catturare gli uccelli nel Trentino. Il lavoro è scritto con brio e con molta cognizione Pa IS di causa; alle osservazioni pratiche di lunghi anni, l’autore sa bellamente intercalare le ET 2 . 10) Di Ù robuste pagine del Tirabosco, del Pagello, del Tanara, dell’Aldrovandi, del Pananti, del- x _ l' Olina, del Savi, del Toursenél, dello Scaligero, dei quali tutti dà un breve cenno bio- | Ne grafico. L’ autore dimostra ancora d’ aver fatto uso della ricca letteratura ornitologica Na | italiana e francese, nonchè di tutto quello che fu scritto intorno agli uccelli nel Trentino. di La pubblicazione del rev. prof. Garbari merita quindi d’esser letta non solo dai trentini lA «ma ancora dagli Uccellatori della penisola per le molte e interessanti notizie che vi si Ne | riscontrano. Bym. x, | ALLEN I. A. - Alleged Changes of Color in the Feather of Birds Withoud molting 32 NOE % pag. (New York, Bull. Am. Mus. Nat. Hist. 1896). È Pia AuBUSSON (D’) MagaUD - Les nids de nos oiseaux (Paris 1897. Le naturaliste, n. 253). be, | BAR - Partono le rondini! (Milano 1897. Caccia e Tiri, n. 513). S . Brrps (THE) - Monthly journal, 12nrs (Chicago 1897) L. 10 si BULLETIN of the Michingan Ornithological Club. Vol. I, 4nrs (Year 1897). sla . BurLER A. G. et C. - Britisch Birds with their Nests and Eggs 6 vòl. con tav. Vol. PS TI, Passeres. (London 1897), L. 15. CHAPMAN F. M. - Notes on Birds observed in Yucatan. 20 p. (New York, Bull. Mus. ; Nat. Hist. 1896), L. 2,50. Malco CHAPMAN F. M. - The o of Plumage in the Plectrophenax nivalis 12 p. (Ibi- . : idem); L. 2. Gao. Mi; pr CHAPMAN F. M. - Bird-life. Guide to the study of our common Birds. 12 p. con 75 tonni € SL ‘ (New York 1897), L. 9. i Cravvecer I. - L’acclimatacion du Faisan è Coquimbo. (Santiago 1897. Actes de la Soc. scientif. du Chili. Tomo IV Livr. 4 et 5). PA CHoBAUT dr. A. - Un ceuf de poule mostrueux. (Paris 1867, La Feuilles des jeunes nat. SR Rep. Brit. Assoc. Ai vado 1886), L. 2. mproN A. F.- Malays Game-fowis and Bantams in Australia. 124 p. con ill. (Lon- i don 1897), L. 2,50. Di 0KE W. - The Birds of Colorado. (olorato 1897. The State Agricultural College. Bull n. 37). 154 Sciences Naturelles d. Beziers. LucREcIO - Avicultura. Les huevos. (Buenos Aires 1897. La Agricultura e Mexico. Bol. de Agricul. ete. n. 7). MARCIALIS prof. dott. Erisio - Gli Uccelli della Sardegna II parte, 20 p. In Boll. Soc. Rom. St. zoolog. fasc. III e IV 1897. Mazzown ITALO - L’avicoltura all’ Estero ed in Italia. (Roma 1897. Guida del pollicol- tore, n. 13). Mazzon IrALO - Incubazione naturale o artificiale ? (Ibidem). NEARLING H. - North American Birds. Part. 16. (1897) L’ opera compl. 2 vol. con 36 tav. col. L. 110. NEWTON - CORDEAUX - HARVIE - Bird-migration in Great Britain and Ireland. 27 p. In Rep. Brit. Assoc. Adv. Sc. (London 1897) L. 2. OHLSEN dr. C. . Le leggi forestali e l’ utilità vicendevole dei boschi e degli uccelli. (Mi- lano 189%. Il Sole, n. 214). OrxnITHOLOGISCHE MoxnarsscHRIFT Org. d. Soc. per la protez. d. uccelli. I num. 7,8 e 9. Dalla pag. 185 sino a 276. (Gera, luglio-settembre 1897). Contiene: FLOERICK® - Un bastardo fra Cardellino e Ciuffolotto (con fig. col.) — RHEZAK - Materiali per una statistica sull’ utilità e sul danno di certi uccelli — ToEpPEL - Scelta di luoghi adatti per la nidificazione — RHEZAK - Le Cornacchie nella Slesia austriaca — PRAZAK - Il passato ed il presente dell’ Ornitologia in Boemia — LINDNER - Locustella fluviatilis (con tav. col.) — HERMANN .- Dello svegliarsi degli uccelli — Dr BursrERT - Alcune osservazioni sulla vita e nidificazione, del Lanius excubitor — THIELEMANN - Alcunchè intorno alla Poiana — FLOERICKE - Chiacchiere orni- tologiche — HocKr - La questione del Picchio nero — FLOERICKE -I Corvus nella Slesia-prussiana — Piccole notizie — Bibliografia. PLaczeK dr. B. — Vogelschutz oder Insectenschutz? In Forst-und Tagd-Zeitung n. 761. (Wien 30 Tuli 1897). Reiser O. — Materialen zu eines Ornis Balcanica, 159 p. con 2 tav. (Seraiewo, Landesmuseum, 1897), L. 12. Rpeway R. - Manual of North American Birds. 666 pag. con 125 tav. ed un ritr. (Philadelphia 1896). SanGaLLI Giacomo - Ventriglio di Gallo con collo e capo di pulcino sporgenti dal- l’ alto del suo lato sinistro. 6 p. in-4 con 2 fig. Mem. Ist. Lomb. di Sc. e Lett. Vol. XVIII fasc. II. (Milano Hoepli 1897). ScHWALBE (die). Org. d. Soc. orn. viennese. n. 2. Contiene: FLOERICKE - Cantatori del sud-est — DaLLa ToRRE - Uccelli del Tirolo e Vorarlberg — PERZINA - Uccelli europei che di rado si tengono in gabbia — EpER - Gli uccelli pronostici del tempo — Sulla protezione degli uccelli. Polemica TscHusI- BERGNER. Simon E. - Catalogue des especes actuellement connues de la famille des Trochilides. 46 p. (Parigi 1897), L. 3. ZerrscHRIF fi Ornithologie. Org. d. Soc. orn. di Stettino. I num. 8 e 9 contengono: HeNRICI - Sulla nidificazione degli uccelli indigeni — HERMANN - L’ uccello in bocca del popolo — Relazione sulla pollicoltura in Pomerania — Piccole notizie — Letteratura. Rodez RFbfÒ Per far conoscere questo nuovo periodico ”’ Avicula ,, inviamo come saggio, di- versi fascicoli a parecchi signori. Sarebbe per noi cosa graditissima se coloro che non desiderano abbonarsi ci respingessero un fascicolo scrivendo nella copertina Respinto e ponendo sotto questa parola, il proprio nome. Per questo rinvio non occorre nes- suna spesa di francatura. Coloro poi che intendono favorirci 1’ abbonamento sono pre- gati darcene avviso il più presto possibile onde regolare la tiratura del giornale. La condanna dei passeri. Il consiglio generale della Senna ha proposto al Ministero dell'Agricoltura in Francia, di mettere i passeri fra gli animali nocivi. Anche al con- gresso cinegelico di Udine fu ammessa Ja convenienza di permettere durante |’ intiero “anno, la caccia al passero, perchè uccello nocivo all’ agricoltura. Una esposizione internazionale di animali da cortile, da voliera e fagianeria, avrà luogo a Parigi, nella 2.8 metà del prossimo novembre, nei locali del Giardino Zoolo- gico. È organizzata dalla Società Nazionale di avicoltura di Francia. Concorso alla cattedra di Zoologia, Anatomfa e Fisiologia comparata presso la li- bera Univ. di Perugia. Questo concorso è aperto fino al 15 Ottobre corr. L’ eletto avrà il grado di professore straordinario, e lo stipendio di L. 2100. Ai 25 aprile u. s. è morto a 65 anni in Lowestoft |’ illustre ornitologo Sir EDWARD NEWTON \ rinomato per i suoi importantissimi studi sull’Avifauna del Madagascar e delle Mascarene. Ai 16 marzo morì a 59 anni in Rochester il capitano PLATTE M. THORNE uno zelante studioso dell’Avifauna nord-americana. In Ceylon morì ai 10 aprile 1’ ornitologo HUGH NEVILL 7 maggio si spense in Londra nell’età di 65 anni ABRAHAM DEE BARTLETT DS ® . . . . . . . o O n; Le, Direttore di quel giardino zoologico ed eccellente conoscitore dei mammiferi e degli 5% uccelli. ‘RICHIESTE E OFFERTE © 0 i t. cav. Tschusi, zu Schmidhoffen Hallein, (Salisburghese), cerca in Italia rela- Ra A de DT È, OVER ZIA PARLA AE RENT LIA 156 È v Dal laboratorio di Storia naturale di S. Brogi Siena si fa ricerca di Barbagianni (Strix flammea) e Civette (Athene noctua e si ricevono freschi in carne o subito dopo spellati. Alessandro Masi di Ancona offre polli Padovani dorati, Cocincini fulvi e Anatre Rouen, Si offrono uova fecondate di Anatra muta a 25- cent. l'una.Per non meno di 4si da l'imballaggio gratis. ORNITOLOEI VIVENTI Indirizzi di coloro che per studio, o per diletto, o per commercio si oceupano di uccelli Pubblicando questa lista degli ornitologi dei quali abbiamo potuto avere 1° indiriz- zo, preghiamo tutti i lettori ad aiutarci per renderla il più possibile completa, invian- doci nome e direzione dei loro conoscenti che si occupano di uccelli. (continuazione) BENI cav. avv. Carlo, Stia (Arezzo) BERNASCONI Grseppe, Parroco Civiglio (Como). BETTI comm. Gustavo, Faenza. BETTONI conte Lodovico, Brescia. BEZZI prof. dott. Mario, Corso Vecchio 104. Mi BIANCHI dott. Onorato, Isola del Giglio, BIANCHI Valentin Zoologisches Museum St, Petersburg (Russia). BICKNELL Eugene P. Riverdale-on-Hudson New York. BIDAUX Zené Pharmacien Vesoul Hante-Saòne (Francia). BIDDULPH John Colonel 43 Charing Gross S. W. Londra. BIDWEL Edward 1 Trig Lane, Upper Thames Street, E. C. Londra, BILL Charles 352 Main Street Springfield, Mass. (S. U. America). BILLAUD Barone Frédéric 39 Rue Notre Dame de Lorette - Parigi, BINGHAM Charles T. Maulmain, Burma (India). BIONDI Antonio, Castellalfi Montajone (Firenze). BIRD Maurice Charles Hilton Stalham Norfolk, England (Inghilterra). BISHOP Louis B. M. D. 77 Whitney Avenue New Haven (S. U. America). BISHOP Wazson L. Dartmouth Nova Scotia (Canadà). BLAAUW Yr. £. S, Gravelaud (Nord Olanda). BLAGG Ernest W. H. Cheadle, Stafford, (Inghilterra). BLAIR Moody Corner Grand Aud Shirland Avennes Fair Haven Heights (New Haven S. U. America). R° BLASIUS £udolf Professor Inselpromenade 13 Braunschweig | Herz Braunschweig. (Germania). È BLASIUS Wilhelm Professor der Zoologie Gausstrasse 17 Braunschweig (Ger- mania. i BOARDMAN George A. Calais Washington Co., Me (S. U. America). < BOCCACCINI prof. Corrado R. Liceo, Cuneo, BOESELAGER Philipp. Frhr. v. Burgstrasse 2 Bonn Rheinprovinz (Germania). BOGERT Marston T. Flushing, Queens Co., (S. U. America). (continua) Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri Si BROGI, Direttore responsabile LIANA DI SCIENZE NATURALI i Sommario del fascicolo 1,° Settembre de De Blasio dle Abele. Il Dolmen di Sant’ Antuono. Con figure. Pag. 113. là dott. Luigi. L' Helmichthys dell’ Anguilla vulgaris. Pag. 116. e Angelis d’Ossat dott. Gioacchino. Geologia, Paleontologia ed evoluzione. (continuazione e fine). Pag. 118. uzj dott. march. Francesco. Lettere di Anton-Lazzaro Moro dirette a Giovanai Bianchi i (Jano Planco). (cont.). Pag. 124. Rivista bibliografica. Da pag. 128. a pag. 132. | Bibliografia italiana di Scienze naturali. Da pag. 132. a pag. 136. BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, Coltivatore, Heelimatatore i Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per l’ Italia e per gli uffici postali italiani all'estero L. 3. Per gli Stati dell’ unione postale L. 3,5 0. Altri Stati L. 4£. Sommario del fascicolo del 15 Settembre | Bellini Raffaello. Una nuova forma cristallina della calcite vesuviana. Pag. 105. . Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (continuazione). Pag. 106. _ COMUNICAZIONI. — Grilli M. Il Pesco nano — Calandruccio dott. S. Processo pratico per ren- dere innocua la carne di maiale panicata — Trinchera A. Fecondazione artificiale dei mam- miferi — Nunzi P. Le rane ed i rospi non si nutrono di Api. Da pag. 109. a pag. 112. . NOTEENTOMOLOGICHE. — Lazzarini A. Caso di anomalia — Rinonapoli Volpe L. Mostruo- SoS sità di una Polyphylla Ragusae — Il Bacologo. Varie specie di bachi da seta. Pag. 112. a 113 _ NOTIZIE DI CACCIA E DI PESCA E NOTE ZOOLOGICHE. Red. Il primo mese di caccia — i Giovanzana F. Catture importanti — Fabani prof. C. Pesci fenomenali — Gatti A. L' alborella nell’ Italia meridionale — Red. La consommation du poisson d'eau douce è Paris et les Effets du repeuplement-des cours frangais — Risultati delle immissioni di trote. Da i pag. 113, a pag. 114. . Invenzioni e scoperte. Pag. 115. — Insegnamenti pratici. Pag. 116. — Notiziario. Pag. 117. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 119. — Richieste, of- ferte ecc. (gratis per gli abbonati) Pag. 119. e 120. Per i Cacciatori UCCELLI PER RICHIAMI Dal Laboratorio di Storia naturale di S. Brogi in Siena si forniscono uccelli imbalsamati fettamente al naturale, molto adatti per collocarsi sugli alberi, sulle siepi, nel ter- io e nell'acqua come richiami nelle caccie con fucile, con panie e conle reti. Fringuelli, cardellini, lodole, verdelli, passere, zigoli, cingalline, peppole, bat- Tordi, merli, tordele, picchi, storni e simili L. 2.50 ciascuno. Civette, allocchi, falchetti, ghiandaie, gazzere, e simili L. 3,00 ciascuno. Hiudipacci, colombelle, corvi, starne, EaiDehe, re Ditosie, tuffetti e simili L. 5. atre grosse, aironi, gabbiani e simili L. 6,00 ciascuno. 1 cora Gasparini con la dia- | Entomologia del Disconzi. 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L'emigrazione in generale ad Helgoland. (cont.) Pag. 1. Damiani prof. Giacomo. Per una Società Ornitologica italiana. Pag. 7. Bonomi prof. A. Regole per la nomenclatura ornitologica. Pag. 9. Lucifero Armando. Avifauna calabra. (cont.) Pag. 14. ‘ Arrighi Griffoli conte G. Note ed appunti di un cacciatore sui nostri uccelli migratori. Parte II.2 (cont.). Pag. 18. Gioli dr. Giuseppe. Sulla cattura di una Anatra Mandarina nelle vicinanze di Pisa, Pag. 20. Fabani C. Osservazioni Valtellinesi intorno all'emigrazione e nidificazione della rondine do- mestica. Pag. 22. Oblsen dott. Carlo. La villeggiatura e la protezione degli uccelli. Pag. 25. CATTURE DI SPECIE RARE OD AVVENTIZIE, VARIETÀ, MOSTRUOSITÀ, IBRIDISMI ED ALTRE NOTE ORNITOLOGICHE. Direzione. Tichodroma muraria — Turdus iliacus — Starna perdix — Bubo Maximus. Pag. 26-27. — Spinola March. G. Colymbus areticus. — Di- rezione. Merula nigra. — Venezia prof. F. — Cattura di una Fratercula Artica. — Fabani C. Aquila reale, Pag. 27. De Boni Augusto. Note ornitologiche per la provincia di Belluno. Pag. 27-28 CACCIE E PASSAGGI — Direzione. — Riassunto di notizie sulle caccie, arrivi e passaggi di uccelli nella regione italica dal Novembre al Gennaio 1900 Pag. 28. Arrighi Griffoli G. Dalla Val di Chiana Pag. 29 — Zonghi-Lotti Da Fabriano Pag. 30. Notiziario Pag. 31. Damiani prof. G. Bibliografia ornitologica. Pag. 32. G. VALLON Dall’Opera” La specola ornitica di Helgoland ,, del Gitke L’ EMIGRAZIONE DEGLI UCCELLI I. L'emigrazione in generale ad Helgoland (Cont. vedi fase. 19-20) Se la medesima si mantiene mite, allora passano fino al primo dell’anno Storni, Merli, Beccaccie e Beccaccini; così ad esempio nell’anno 1873 si videro non soltanto ad Helgoland giornalmente e per tutto il mese Tordi e Beccaccie, ma eziandio stando alle comunicazioni. del giornale ?? Field ,, venivano vendute sul mercato di Londra le Bec- Caccie durante tutto il mese di dicembre. Lochè servi a provare indubbiamente che tutte queste specie di uccelli si trovano ancora nel loro passo autunnale e normale da oriente ad occidente. HI Altro è il caso invece se d’un tratto al principio del mese spira un forte vento dall ovest e la temperatura s’abbassa. In una notte sola con fretta grandissima tutte Division of Birds % Division of Birds le specie sunnominate ed i Chiurli e i Pivieri e le Beccaccie di mare ed i Piovanelli che avevano prolungato il loro soggiorno nei siti di nidificazione, volano instancabili verso il quartiere d’ inverno; durante il giorno stormi incalcolabili di Cigni, di Oche, di Anitre, di Smerghi trasvolano l’isola. = Si mostrano frequenti le Aquile di mare e le Pojane e passano alcuni individui delle Albanelle; quà e là scorgesi in tanto frangente qualche Occhione, Oecdinemis cre- pîtans, gli adulti della Tringa maritima, arenaria ed islandica si fanno frequenti e sul mare non sono rari i Podiceps cornutus, gli adulti dell’ Uria gryUle, del Colymbus arcti- cus e del glacialis. Comune è il Larus canus, abbastanza frequente i giovani del L. glaucus ed è facile uccidere qualche esemplare del L. Zeucopterus. La Moretta codona si tuffa nelle acque fra gli scogli a settentrione dell’isola e girano le rupi singole fem- mine dell’Orchetto marino. Se i primi ghiacci sono accompagnati da un abbondante caduta di neve, allora nelle prime ore mattutine del giorno seguente passano a centinaia di migliaia le Allodole, i Fanelli, i Fanelli di monte, i Verdoni, gli Organetti ed i Cardellini, coprendo letteral- mente tutte le località libere dalla neve. Se quest’ ultima persevera a cadere ed il vento da est continua a soffiare abbassando costantemente la temperatura, allora si radunano sul mare in numero abbastanza considerevole tutte le specie di Anitre nordiche. Oltre alle femmine e giovani dell’ Orchetto marino veggonsi molti giovani Smerghi Mergus è serrator susseguiti in breve da Quattrocchi che nell’immediate prossimità delle rupi vanno alla ricerca del loro cibo abituale. Compaiono poi mantenendosi distanti dall’isola, le Morette grigie FPuligula marila. I grossi branchi sono composti per la maggior parte da maschi adulti, a questi più tardi si aggregano i Moriglioni Fuligula ferina ma in prochi esemplari. Il grosso Mergus merganser non si vede volare che isolato o tutt'al più int gruppi di 3 a 7 fino a 10 individui e tutti maschi in abito adulto, le femmine dalla - *cesta rosso-ruggine nuotano sul mare. Durante quest'epoca di vita invernale nel mondo pennuto, può un provetto cacciatore, fornito d’arma sicura e di buona polvere uccidere durante le ore antimeridiane una ventina e più di questi uccelli; è necessario però che il barcaiolo sia pratico della caccia e sappia condurre correttamente il battello sotto vento. Onde questo spettacolo meraviglioso possa manifestarsi in tutta la sua imponenza è necessario che il freddo sia intensissimo e che il vento da ovest spiri costante per pa- recchie settimane. Allora soltanto formansi lungo le coste a mare profondo del Holstein, dalle foci lunghe, parecchie miglia dall’Elba, fino al Veser, durante il riflusso, grandi masse di ghiaccio, che con la neve sopra cadutavi e con le onde contro frangentisi rag- giungono tosto uno spessore di 3-6 piedi; il prossimo flusso stacca queste masse ed il vento dominante le spinge in alto mare. Ogni flusso e riflusso rinnova il processo e riempie quindi completamente la baia dalla costa della Iutlandia fino a Jahde con una crosta compatta di ghiaccio e di neve. La corrente prodotta dal riflusso trasporta questi campi di ghiaccio verso Helgoland e finalmente ve la raggiunge. In certi casi poi questo fenomeno arriva a proporzioni così imponenti che anche tutto il mare verso occidente ne rimane coperto interamente, così negli anni 1845 e 1855 persino dal faro non pote: vasi discernere il più piccolo spazio libero in tutta quell’immensa distesa. Gli Edrodoni del nord che al principio dell’inverno s'erano agglomerati lungo tutte le coste summenzionate, inquantochè protetti dal vento d'occidente trovavano cibo ab- ti "Rae rannie I e Tn bondante in quelle calme località, sono costretti poi dal ghiaccio a spingersi in alto mare. Da principio, quando le prime masse di ghiaccio si staccano e vengono sospinte al largo, rimane uno spazio libero tra queste e la costa. In questo spazio sollecite le Anitre vi fanno ritorno, ma allorchè dopo alcuni giorni le masse di ghiaccio aumentano in modo da non permettere più agli uccelli questo scampo, sono costretti a riparare sul mare avanti i ghiacci e giungono così un po’ alla volta in prossimità di Helgoland. In questo frattempo gela anche il mar Baltico e tutte le innumerevoli schiere di Anitre e Smerghi che colà avevano preso dimora, intenzionate di passarvi l’ inverno, prendono il volo attraverso l’ Holstein in direzione occidentale e vanno ad unirsi a quelle nordiche che si trovano già in numero favoloso. Sia per la poca profondità del mare intorno all'isola, sia ancora per la considere- vole quantità di cibo accumulato in fra i tanti scogli che la circondano, consistente in piccoli crostacei ed altro, sta il fatto che il numero degli individui che in siffatte circostanze quì da noi si raduna è tale da non potersi calcolare neppure approssimativamente. Alle specie summenzionate s’uniscono pure maschi adulti del Quattrocchi e dello Smergo, come pure un numero straordinario di femmine dell’Orco e dell’ Orchetto marino nonchè, dell’ Edrodone; ma quest'ultimi in numero meno considerevole. Ultimo a comparire, ma sempre quì da noi in numero scarso, è il Mergus albellus. Lo spettacolo che non pertanto intorno all'isola ma anche a molte miglia di distanza dalla medesima si manifesta in quest’ epoca ed in tali circostanze è veramente impo- nente ed affascinante. Verso il sud, il nord e l’ovest si estende a perdita d’occhio un immenso campo di ghiaccio, sotto ai suoi margini tagliati per lo più nettamente regna una perfetta tranquillità. Colà miriadi d’uccelli vi s’intrattengono. Le specie più pic- cole se ne stanno prossime all’isola, più in là, possibilmente verso settentrione, nuotano aggruppati da 80 a 150 individui maschi dello Smergo e masse incalcolabili di ogni specie scorazzano di quà e di là in ogni direzione in branchi più o meno numerosi o an- che isolati o in paia. Avvenne in certe giornate che in qualunque direzione io volgessi lo sguardo e fino dove io lo potessi spingere, incontrassi masse sterminate di questi uccelli. In su nel- l’aria fino ad un’altezza enorme altre masse s’aggiravano che finivano per sembrare un pulviscolo errante; così n’ era pieno il firmamento, fino ad alcune migliaia di piedi d’ altezza, di questi ospiti nordici. ..... II. Direzione del volo. Se dal complesso del quadro che presenta il passo degli uccelli, noi rivolgiamo la nostra attenzione ai particolari che ci offre, dobbiamo soffermarci per primi, quasi in- volontariamente, alle direzioni che questo passo mantiene. Se queste osservazioni si li- mitano alle località ove noi dimoriamo, quindi ad un campo. ristretto, stabilirne il per- corso appare come cosa semplicissima, ma se all’ incontro queste osservazioni noi le vo- gliamo estendere a tutta la durata del passo, allora le medesime si complicano in modo da sembrare inesplicabili, particolarmente quelle autunnali che conduce l'uccello dalla sua dimora d'estate ai quartieri d’inverno tanto lontani. Il passo primaverile all’in- contro puossi dire semplicissimo. Una gran parte degli emigranti si muove in direzione da oriente ad occidente, un’al- tra dal nord al sud. Per, quelle specie cui le parti occidentali d’ Europa non offrono ancora un asilo sicuro durante l'inverno cambiano la direzione occidentale per quella meridionale, quelle invece che subito da principio si diressero verso il sud mantengono costante questa via dal punto di partenza fino all’ arrivo nei paesi meridionali, alcuni spostandola o poco, o notevolmente verso l’ oriente Nella maggior parte dei casi il passo mantiene una fronte molto vasta, che corri-. sponde per quelli uccelli che emigrano in direzione occidentale alla vastità dei luoghi di nidificazione, per quelli invece che mantengono il passo in direzione meridionale al- l’ estensione in lunghezza delle stesse località. L’ opinione generalmente invalsa in questi ultimi tempi che l’ uccello nelle sue emigrazioni, segua le coste dei mari, i corsi dei fiumi o quello delle valli, ron dovrebbe essere esatta; molti sono i fatti contraddicenti e fra questi uno dei più importanti la direzione del volo del Calandro forestiero, uno degli ospiti di Helgoland la cui abituale dimora è una delle più distanti dall’isola. Quanti non sono i corsi d’acqua oltrechè alla catena degli Urali ch'egli sorvola, piegando quasi ad angolo retto per trasportarsi dalla Dauria a Helgoland ? Diamo un occhiata anche superficiale ad una carta geografica e lo vedremo dimostrato chiaramente. Per le dirette osservazioni che si possono fare a Helgoland, vale a dire per quanto scorgesi durante il giorno e per quanto si può udire durante la notte, va stabilito che il passo autunnale mantiene una direzione costante da oriente verso occidente e che il passo primaverile si effettua in direzioni opposte. Le rare eccezioni che si presentano non oltrepassano i due gradi. Questa semplice direzione orientale del passo non conduce tutte la specie alle loro dimore invernali, prima o dopo molte delle medesime debbono piegare verso il sud per giungere alle latitudini volute; alcune specie che dai piani del- l’Amur orientale compiono l’ enorme viaggio fino alle parti occidentali della Spagna man- tengono costante la direzione occidentale presa alla loro partenza, colà giunti piegaro verso il sud ed attraversano il Mediterraneo passando per lo stretto di Gibilterra, altre invece che provengono dal nord, giunte alla Gran Brettagna dirigono subito il loro volo verso il sud per penetrare, attraversando il canale, nella Francia, oppure, attraversando il mare di Biscaglia, nella Spagna; altre ancora provenienti dai paesi più settentrionali , dell’ Europa o della Russia asiatica mutano direzione giunti che sieno nella penisola Scandinava. Che questo mutar di direzione non sia causato dall’apparir del mare, lo prova il fatto che le masse emigranti lo fanno molto prima di esser giunte alla costa, così ad esempio la Cornacchia bigia non muta la direzione del suo volo allorchè giunge alle parti occidentali dell’ Inghilterra, ma lo fà di già quando trovasi nel centro dell’isola. .Il passo autunnale in direzione occidentale per quelle specie che viaggiano di giorno ci porta oltrechè delle Pojane, Storni, Lodole, Rondoni, Piri-piri, Chiurli -e Oche anche le masse incalcolabili delle Cornacchie bigie Corvus corniex che mantengono il loro volo molto basso. Nidifica questa specie ad oriente fino al Kamtschiatka. Dalle osservazioni fatte per molti anni di seguito da Eugenio di Homeyer giungono gli stormi nella Po- merania da oriente e continuano l'emigrazione verso occidente. Quelli che passano la notte nell’ Holstein giungono ad Helgoland alle otto del mattino e ‘da quest'ora in poi continuano gli stormi senza interruzione fino circa alle due pomeridiane; tutti compaiono sull’orizzonte dalla parte orientale, transvolano in linea diretta l’isola, lochè stabilisce ‘una direzione assoluta da ovest a est; scompaiono sul mare nel lontano occidente me- ritandosi per questo fatto l'appellativo volgare di Cornacchie danesi. Nè colà giunte la direzione si muta. Tohn Cordeaux, l’attento osservatore il cui campo d’indagini situato alle coste orientali dell'Inghilterra coincide per latitudine con quello di Helgoland mi comunica, che gli stormi delle Cornacchie non sostano appena giunte, ma che anzi con- tinuano il loro volo in direzione occidentale e Stevenson asserisce (Birds of Norfolk IL p. 261) che nell’interno dell’isola centinaia di questi uccelli mantengono la direzione del loro volo sempre verso l’est. Una parte degli emigranti passa l’inverno nelle parti orientali d’Inghilterra, pochissimi giungono nei paesi occidentali, anzi Rodd osserva (Rirds of. Cornvall und Scilly Island p. 64) che la Cornacchia, bigia è ospite puramente accidentale. Né il passo s’estende all’ Irlanda; vivono bensi colà delle Cornacchie, ma sono se- dentarie e non abbandonano mai il paese, non emigrano assolutamente e ciò conferma il Thompson (Natural History of lreland Vol. I. Birds pag. 310) il quale assicura che il numero di questi uccelli non diminuisce mai durante tutto l’anno. Certo nè le pro- vincie occidentali nè quelle centrali potrebbero rapire durante l’inverno tutti quei mi- lioni di Cornacchie che nell'autunno emigrano, attraversando il mare del nord, per l’ In- ghilterra. E dappoichè tanto secondo il Thompson che il Rodd non arrivano nelle parti occidentali della Gran Brettagna nè nell'Irlanda e stando a Stevenson contano appena poche centinaia quelle di Norfolk, ne va di conseguenza che attraversano ben presto il canale per giungere in Francia, piegando quindi in direzione meridionale il loro lungo volo occidentale. Se per quanto si è detto fin qui non abbiamo potuto. stabilire con. sicurezza che soltanto un viaggio di circa duecento miglia in direzione da oriente ad occidente, ciò non ostante puossi anco ammettere, appoggiandoci al fatto, che tutti gli stormi infiniti di Cornacchie, il cui numero oltrepassa di gran lunga ogni calcolo possibile, abbiano già dal principio del loro viaggio presa questa direzione. Difatti non altrimenti che una estensione enorme di luogo di nidificazione, quale sarebbero i paesi che si estendono dai confini occidentali della Russia fino alla penisola di Kamtschatka, possono fornire masse così imponenti di Cornacchie che qui passano annualmente durante tutto l'ottobre ed una gran parte di novembre. Con qual costanza venga mantenuta la direzione del volorlo provano appunto questi uccelli che nella maggior parte dei casi volano bassi. Succede non di rado che durante l'emigrazione autunnale spiri un vento più forte di quello confacente ai migratori, e Specialmente da sud-est. ;A sfuggire le noie che loro procura questo vento che soffiando a tergo loro scompiglia il piumaggio, girano il corpo in direzione nord e sembra che volino anche in siffatto senso. Questo però non è il caso, un movimento progressivo an- che il più leggiero, non si effettua, ma il branco continua a muoversi nella direzione voluta e con la medesima velocità come se il vento fosse loro propizio. All’ osservatore che vede passare sopra di lui questi uccelli migratori è facile a constatare la giustezza del suesposto. Probabilmente oltre alla, Cornacchia, posseggono anche altri uccelli e forse in ge- | merale tutti, la facoltà di potersi muovere in siffatta guisa e con la voluta velocità non soltanto durante l’ epoca della migrazione, ma anche in tempi ordinari a scopi differenti. Sulle prime credetti che le Cornacchie, volatori non fra i distinti, e come un naviglio che veleggia in condizioni anormali, tenessero, soffiando un forte vento nei fianchi, di quelle direzioni intermedie pur mantenendo abbastanza corretto il loro volo occidentale. Ma continuate osservazioni mi persuasero dell’ erroneità di tal conclusione e non solo le Cornacchie ma in molteplici casi anche le Pojane e più particolarmente i Falchi pec- chiajuoli vidi compiere tali emigrazioni. I Gabbiani, specialmente il Larus marinus, l’argentatus ed il canus danno quotidiane prove del loro muoversi ora a diritta ora a mancina con moto lento od accelerato formando un angolo retto con l’asse del corpo. Altra prova dell’ asserto che l’ emigrazione autunnale si effettua da oriente ad oc- cidente la fornisce il Falco pecchiajuolo. La zona iu cui questo uccello nidifica si estende al disotto del circolo polare, dalla Scandinavia fino alla Russia europea ed anche (se- condo Pallas) a quella centrale asiatica. Ed è certo che questo Falco deve nidificare. nelle infinite selve di una zona così estesa, in numero molto considerevole, se nelle emi- grazioni d’autunno dirette verso occidente comparisce in un numero tanto straordinario. î Nella Germania e nella Francia son poche le coppie nidificanti e nella Spagna non vi nidifica più. Ammesso che il volo avesse d’ autunno una direzione meridionale o meridio- nale-occidentale, allora sarebbe il caso d’incontrarne questa specie molto numerosa dal Baikal fino alla Grecia od all’ Italia, ciò però non succede e sappiamo all’incontro che è molto raro nel Turkestan, lungo il corso inferiore del Volga ed in Grecia (Sewertzoff, Dresser, von der Miihle), che s'incontra in piccoli branchetti di cinque o al massime di dodici individui a Malta (Wright) e che non venne peranco osservato in Sardesna e | neppure alle Baleari dal maggiore A. de Homeger. Nell’ Africa settentrionale-orientale è molto raro ed è di comparsa accidentale ad Algeri. i D’ un tratto però si mostra questo Falco in grandi masse nei pressi di Gibilterra e nei paesi d’ Africa che vi stanno di contro. Favier (Irby, Ornithology of Gibraltar) dice che si vedono volare presso Tangeri durante il passo primaverile stormi di oltre cento individui diretti verso settentrione ed Irby conferma un tanto per quello che riguarda Gibilterra; aggiungendo che questo passo si mantiene costante per la durata di oltre. venti giorni. Ambidue gli osservatori constatano che nell’autunno quest’ uccello si mostra in numero molto più scarso mon superando i branchi il numero di quindici individui; Lord Lilford vide però nel mese di settembre nell’interno della Spagna grosse comitive | « large Fiocks » del Pecchiajuolo che volavano in direzione meridionale. Questa diffe- renza fra il passo autunnale e primaverile non è che apparente, inquantochè il Falco pecchiajuolo emigra negli ultimi mesi dell’anno anche durante la notte e perciò le grandi È masse che in primavera si vedono di giorno, passano inosservate lo stretto di Gibilterra nelle ore notturne. Qui p. es. a Helgoland pigliansi durante le caccie notturne autun- | nali intorno al faro parecchi Falchi pecchiajuoli, lochè mai ebbe a verificasi in primavera. Nel Portogallo questo Falco non vi giunge (Fait. Birds of Portugal Ibis, 1887.) per cui anche in questo caso noi vediamo confermato, quello già osservato per la Cor- nacchia, che non è la vista del mare che li determina a cangiare la direzione del volo da occidentale in meridionale, ma che questo cambiamento si effettua, senza un motivo esplicabile, durante la traversata dei continenti. Ed anche per queste specie il fenomeno. identico comincia già a manifestarsi nell’ Inghilterra. Colà il Pecchiajuolo nidifica ecce- h: zionalmente, eppure si mostra numeroso durante l’ emigrazione autunnale, lungo le coste orientali. Codesti individui, la cui area di nidificazione sì estende alle parti più setten- trionali d’ Europa e dell’ Asia, finiscono colà la loro emigrazione occidentale, piegano quindi al sud e raggiungono il loro quartiere invernale africano, attraversando le parti occiden- tali della Francia e la Spagna. (continua) —___——————_——_——_—r__r—r—r———r- - - -#2- Per una Società Ornitologica Italiana _—eresrasr__ Nell' assemblea del 28 Gennaio u. s. la Società Romana per gli studi Zoologici (così benemerita della Zoologia italiana e della faunistica romana in particolare) de- liberava d’ intitolarsi Società Zoologica italiana, con sede in Roma. L'importanza di questa deliberazione non sfuggirà ad alcuno dei cultori degli studi zoologici fra noi, e ce ne compiacciamo sinceramente come di una forte pro- messa che, per l'incremento di siffatti studî in Italia, non potrebbe essere più lu- singhiera. Sta il fatto che mancava una Società Zoologica in Italia dove pur fioriscono illustri Accademie, Istituti e Società, alcune delle quali antiche che, come I’ Acca. demia dei Lincei, quella delle Scienze di Torino, l’Istituto Lombardo e quello Veneto di Scienze e Lettere, la Società Italiana, la Toscana, la Ligustica di Scienze natu rali, dei Naturalisti di Napoli, la Gioenia di Catania, ed altre che ometto per brevità, curano gli studi delle Scienze Naturali, abbracciandone le molte e svariate mani. festazioni. Altre, che non meno onorevolmente, prosperano limitando opportunamente la loro azione a uno solo dei pur così vasti campi naturali, e cito per tutte la Società Botanica e la Geologica, intorno alle quali si stringono i migliori cultori di queste discipline, oggi appunto così fiorenti tra noi per |’ esistenza, in gran parte, di questi speciali Consessi che ne sono come i centri d’ irradiazione, e la di cui azione nelle frequenti adunanze e negli annuali Congressi appare sempre più benefica per la nostra cultura scientifica. Per ciò crediamo che gli studi zoologici, intesi nella loro più larga significazione, oggi anche fra noi grandemente s’ avvantaggerebbero se un centro speciale ne cu- rasse il particolare incremento. Fautori, nella Scienza sopratutto, di un decentra- mento che favorisca l’esplicarsi delle attitudini individuali a seconda delle particolari esigenze delle diverse località e in conseguenza lo sviluppo delle Società regionali, comprendiamo per altro tutta l’importanza di un sodalizio che stringa in fascio tutti gli studiosi, promuova adunanze, congressi, escursioni, esplorazioni, ricerche, bandisca concorsi, tracci le grandi linee del programma Zoologico rispetto all’ Italia, e che invece di assorbire le Società regionali affini, sia sollecito del loro sviluppo. Ma, mentre salutiamo colla più grande fiducia la nuova Società Zoologica ita- liana in Roma, non possiamo a meno di additarle un alto compito a cui essa può ben soddisfare : la creazione, nel proprio seno, di una Sezione Ornitologica che potrebbe essere anche il nucleo della Società Ornitologica italiana. Forse più che in altri, nel campo zoologico è necessaria una giusta divisione del lavoro. La crescente filiazione di sodalizi scientifici, devoluti essenzialmente allo studio di un solo tipo e più spesso di una sola classe di animali, è la ragione prima di quel progresso della Zoologia che pur troppo invidiamo ad altre nazioni. Del resto, anche in Italia, non mancano esempi di Società consimili ; ricordo, © fra le altre, la Società Entomologica e la Malacologica italiana, quella dei Micro- scopisti di Acireale, e quella scientifico-pratica di Pesca ed Aquicultura, così be- nemerite. Una Società Ornitologica Italiana è oggi tanto più reclamata in quanto che dopo la pubblicazione dei Resultati della I. Inchiesta in Italia una gara nobilissima è sorta tra i numerosi cultori dell’ Ornitologia, e la letteratura di essa si è arrie- chita di molti e buoni lavori di ornitologi e di osservatori. Sono però, queste, forze ‘sparse a cui mancano di un coordinamento e un impulso materiale e morale, mentre l’importanza teorico-pratica di questi studi si fa ogni dì più manifesta ed è ricono- sciuta anche da riunioni competenti come recentemente in quella di Firenze, nella quale si reclamò tra l’altro, la pubblicazione dei Resultati dell’ Inchiesta dopo il 1894, tante volte ‘sollecitata e promessa anche in Parlamento. Il programma. ornitologico italiano, così vasto e complesso scientificamente e praticamente non può svolgerlo adeguatamente che Ja salda riunione di tuiti i com- petenti, ora dispersi senza unità di criteri e di metodo. Diamo un’ occhiata al movimento ornitologico all’ estero e più amaro sentiremo il. vuoto che ci circonda! Per merito esclusivo di questo modesto e Avicula », e ‘del suo compianto fondatore e direttore S. Brogi, possiamo dire di avere almeno un | Giornale ornitologico che ha fatto e fa del suo meglio ma che, ancor più sorretto ed ampliato, assai più potrebbe fare per gli studi ornitologici fra noi. All'estero non si contano le Società e i Club Ornitologici ed i periodici relativi, molti dei quali splendidi modelli del genere ; ricordo tra le nazioni dove sono nel massimo onore questi studi, |’ Inghilterra, gli Stati Uniti, la Germania e l’ Austria- Ungheria nella quale da qualche anno ferve un mirabile movimento ornitologico.. Qualche nazione ha ancora Società Ornitologiche regionali, e ricordo per tutte la Società di Pomerania in Germania. Negli Stati Uniti quasi ogni Stato ha il suo Glub ‘ornitologico a cui partecipano non solo scienziati ma possidenti, agricoltori, maestri. La nuova Soctetà Zoologica Italiana potrebbe ben innestare sul suo giovane tronco questo ramo che, pur vigoroso, non può dare ancora tutti i suoi frutti, ed essa più che ogni altro lo può come quella che, prima Società Romana per gli studi — Zoologici, ha in siagolar modo favorito lo studio dell'Avifauna Italica e di quella della provincia romana in particolare, formando anche, com’ è noto, una cospicua collezione ornitologica regionale, ricchissima di specie e di esemplari. È inutile che io rilevi oltre la necessità dell’ istituzione di una Società Ornito- logica italiana. Le poche deboli considerazioni espresse, altri di me più valente mi auguro conforti di molti e più validi argomenti, e il nostro modesto « Avicula » sia la palestra di essi e dei Soci della futura Società, e ne divenga |’ organo autore- vole ed apprezzato. Alla vigilia del III.o Congresso Ornitologico Internazionale che alla fine. del Giugno prossimo si terrà a Parigi, l’ Italia, partecipandovi coi suoi più chiari ornito- logi, voglio sperare che rechi nel seno di quell’ eletto Consesso la buona novella che la Società Ornitologica italiana non è più una legittima aspirazione, ma una promettente realtà. (*) Mentre emendavo le bozze del presente articolo, mi giunge da Pavia copia di una circo- lare a stampa invitante ad un Convegno Zoologico Nazionale che sarà tenuto in quella città nei giorni 22, 23 del prossimo Aprile, col fine precipuo di gettare le basi di un’ Unione Zoolo- gica Nazionale e preparare un Congresso Zoologico italiano: La circolare reca le firme di molti tra i più chiari Zoologi italiani, professori nelle nostre Università. Io non so quale dei due, se la già costituita Società Zoologica italiana con sede in Roma, ovvero la costituenda Unione Zoologica dovrà, o subito o in un non lontano avvenire, essere necessariamente assorbita dall'altra; ciò non mi riguarda. Tutto questo, se non altro, è indizio non dubbio del risveglio de' nostri zoologi, e, dal canto nostro, come abbiamo salutato la prima con altrettanta fiducia e simpatia salutiamo l'Unione Zoologica nazionale che sarà proclamata nell’illustre città lombarda, centro di un’ antica e insigne scuola zoologica. Mando per tanto di gran cuore la mia modesta adesione anche al convegno di Pavia, tra i promotori del quale, leggo due nomi carì, tra gli altri, all'Ornitologia italiana; quelli del prof. E. H. Giglioli e del prof. Pietro Pavesi, destinato, anche quale sindaco di Pavia, a fare gli onori di casa agli ospiti che vi converranno. h Sotto 1l loro auspicio le poche idee svolte nell’articolo a prò di una Soczetà Ornitologica îtaliana, o quanto meno di una Sezione Ornitologica nel seno della. Società od Unione che sia Zoologica italiana m' auguro determinino un'ampia e feconda discussione a tutto vantaggio degli studi ornitologici fra noi. Portoferraio, febbraio 1900 Prof. Giacomo Damiani Regole per la Nomenclatura ornitologica. Nota di AGOSTINO BONOMI AONSECON I grandi progressi fatti in quest’ ultimo secolo dalla Zoologia hanno dimostrato che la nomenclatura binomia introdotta da Linneo, or son quasi centocinquant’ anni, e che tanto cooperò allo sviluppo delle zoologiche e botaniche discipline, oggigiorno. ha bisogno di essere ritoccata ed in vari punti modificata. Nessun ramo della Zoologia quanto 1° Ornitologia ha sentito e sente la necessità che una buona volta si veuga ad un accordo sulle denominazioni scientifiche da darsi agli Uccelli. Si, pur troppo, l’Ornitologia si dibatte in una selva selvaggia di sinonimi buoni solo, troppo spesso, a creare incertezze ed errori. Basti il dire che al Passero comune furono dati circa 200 nomi diversi. Si leggano, anche le opere dei due Ornitologi più insigni dell’ Italia, il Salvadori ed il Giglioli, e si vedrà come su almeno un terzo dei nomi dati agli uccelli anch'essi non s’ accordano fra loro. A sanare tale piaga, da cinquant’ anni a questa parte numerose società scienti- fiche s' occupano dell’ importante argomento, ma inveterate abitudini, e spesse volle la superba presunzione di più o meno valenti scienziati frustrano questi lodevoli co- nati ed impediscono che la scienza entri nel placido alveo che le è assegnato. L'anno 1891 l’ illustre ornitologo tedesco Dott. Ant. Reichenow presentava al Il Congresso ornitologico internazionale in Budapest una memoria (1) relativa a questa tanto dibattuta questione, collo scopo di segnare le regole che dovrebbe seguire la Nomenclatura Zoologica. Non è un lavoro recentissimo ma sconosciuto alla gran maggioranza degl’ Italiani; onde stimai di far cosa utile il riportare qui i punti più salienti di questo poderoso lavoro, tanto più che esso porta l' adesione anche del Berlepsch, del Blasius, del Mayer e del Mébius. Le prime regole per la nomenclatura scientifica sono date da Linneo nell’anno 1751 nella sua Philosophia botanica ; esse però riguardavano solo i nomi dei Ge- nerî, mentre “non vi erano con bastante chiarezza enunciate quelle relative alle Specie da lui chiamate Nomina trivialia. La vera Nomenclatura binomia fu intro. dotta da Linneo nella X.* edizione del suo Systema naturae nel 1788, sebbene egli abbia adoperato alcuni nomi binari fin dal 1745. Ma già nella 1.8 metà di questo secolo la Zoologia aveva raggiunto un tale sviluppo, che il fondatore della Sistematica non avrebbe di certo potuto immaginare, per cui, mostratesi insufficienti le regole segnate da Linneo, si sentì un assoluto biso- gno d’introdurne di nuove, che meglio rispondessero alle esigenze dei nuovi tempi. Per merito di H. E. Strickland nel 1842 furono poste le basi per regolare la Nomenclatura le quali furono accettate dalla British Association for the Advan- cement of Science in Manchester e da tutti gli scienziati inglesi. Come base direttiva fu posto il Principio di Priorità e per le forme geografiche non ben caratterizzate si venne al nuovo concetto di sottospecie da introdursi nel sistema con denomina- zione trinomia. Ma il progetto più completo di Nomenclatura fu pubblicato solo nel 1886 su proposta dell’ American Ornithologist Union che fu pure accettato nel Congresso internazionale di Zoologia a Parigi nel 1889. Eccone i principi fondamentali : 1. Unanimità nelle denominazioni. Le regole per la nomenclatura mancano al loro scopo, se tutti non s’ accordano nell’usare le stesse denominazioni. Come la lingua dei popoli serve loro per ‘intendersi vicendevolmente, così la Nomenclatura zoologica deve servire quale lingua scultoria per la sistematica e deve fissare il significato dei vari gruppi in modo, che esso venga generalmente riconosciuto, tanto che un nome ottenga presso ognuno che lo usa il medesimo significato. (1) Entwurf von Regeln fiir die zoologische Nomenclatur. 14 p. in-4. Pubbl. per cura del Comit. ornit. ungherese. 11 2. Stabilità e invariabilità devono essere la caratteristica della Nomenclatura, se si vuole che essa risponda ai bisogni della sistematica. 8. Principio di Priorità. L’ assoluta applicazione del principio di Priorità, con tutte le conseguenze che da esso derivano, è la sola base su cui si possa spe- rare di intendersi fra tutti gli scienziati e con tutte le nazioni. Sono invece da trat- tarsi in seconda linea le altre questioni. Alcuni scienziati, per esempio, vorrebbero che si dasse importanza anche al principio dei Plurimorum auctorum, nonchè a quello delle Autorità, ma questi principi sono troppo oscillanti perchè si possano prestare a base di Regole di nomenclatura. Riguardo al principio dei molti autori è impossibile stabilire quanti adoperarono un nome e quanti per la stessa specie un altro. E poi come si potrà fare una di. stinzione fra autori buoni e autori cattivi ? Quanto al Principio delle Autorità esso ripugna allo spirito delle scienze na- turali; giacchè per quanto grande sia uno scienziato, esso non domina che su una cerchia più o meno grande, ma mai le sue idee avranno un valore generale e du- raturo. Si richiama spesso ail’ Autorità di Linneo, ma le sue leggi possono essere riconosciute solo, ove esse non urtino contro le esigenze dello stato attuale della scienza. Egli non poteva certo immaginarsi lo sviluppo che avrebbero in seguito ri- cevuto le scienze colle nuove scoperte. Linneo avrà sempre l’' insigne merito di aver portato l' ordine nel Caos d'allora; i suoi nomi binari hanno reso un immenso servigio alla scienza per la loro praticità; ma le sue leggi di nomenclatura non si possono riguardare ora come indissolubili, tanto più che in non pochi casi essendo errate, esse diedero origine a false interpretazioni. Se noi invece applichiamo in modo assoluto il Principio di Priorità, diamo ai generi ed alle specie i nomi più antichi usati, senza badare se il tal nome abbia o no il relativo significato, se geograficamente vero o falso, se suoni bene o male, non avendo il diritto di rifiutarlo o di cambiarlo. Se gli ornitologi si abbandonano alle succitate disquisizioni, allora si rimanda ad un avvenire molto lontano il rag. giungimento della meta cui tende Ja Nomenclatura. Tutt al più potrà essere per- messo il cambiamento di qualche lettera in nomi antichi scritti o stampati erronea- mente, ma anche per tali piccole modificazioni si deve attenersi a leggi precise. 4. « Un nome non è che un nome, nè abbisogna che esso abbia nello stesso tempo anche un significato » ecco il .giustissimo giudizio che emette il Codice americano (Striklandian Code). Se anche fosse desiderabile che il nome iodicasse anche le proprietà dell’uccello (colorito, forma ecc.), egli è tuttavia assai più im- portante conservare un nome senza significato, che non sostituirlo con un nuovo caratterizzante, giacchè l’invariabilità del nome è la base fondamentale per ottenere una Nomenclatura unisona. Il nome serve esclusivamente quale mezzo per intendersi mentre invece a caratterizzare l’ animale serve la Diagnosi. Molti nomi degli animali, non indi- cano qualche proprietà speciale degli stessi, anzi non di raro contradicono ai carat» | N teri reali delle specie. Per limitarci al campo dell’Ornitologia citiamo per esempio il Phylloscopus rufus che non possiede affatto il colorito fulvo ; la Sterna maxima, la quale è superata in grandezza dalla S. bergi, scoperta più tardi; il Parus pa- lustris che, almeno qui nel Trentino, sta esclusivamente sulle montagne. Ma se tutti questi nomi inesatti od errati si volessero sostituire con altri, si avrebbe nelle scienze una permanente irrequietezza che sarebbe di grave danno alle scienze stesse. Solo nel caso in cui în passato fosse stato dato il nome p. e, di brasilianus ad un uccello che abita nell’ Africa si potrebbe, mediante convenzione ‘internazionale, passare alla reclamata mutazione. 5. Nella nomenclatura si adoperano di solito nomi latini 0 latinizzati, de- von però talora esser tenuti validi anche nomi barbari, giacchè si osservò che nomi locali furono introdotti alle volte come gomi specifici con vera pratica utilità. «6. Za Nomenclatura binomia di Linneo mantiene il suo valore ; in certi casi però per facilitare lo studio, sarà adoperabile lu nomenelatura ternaria ‘per indicare la Sorrospecie, quelle forme locali cioè che hanno variazioni così esi- gue, benchè costanti, da non essere autorizzati a farne specie diverse. Parte speciale. Non sarà fuori di proposito il ricordare quì le leggi che si devono seguire nello scrivere i nomi degli animali, in troppe opere deformati o alterati. I nomi delle famiglie, tolti da un nome generico dei più caratteristici si devono far terminare in idae, quelli delle sottofamiglie in inae con forme esclusivamente latine o latinizzate. I nomi delle Specie devono essere sempre d’una unica parola, anche se com- nen e si scrivono con lettera minuscola; quando indicano proprietà si concordano col nome generico. Coi nomi tolti da persone si fa il genitivo colla semplice ag- IO d'uno d'un ae al nome personale inalterato. (Aldrovandi, Baldami, Guldi, Eleonorae ecc.). Titoli speciali saranno da omeltersi. p. e. si dirà. il e non defilippît). Forme locali che variano poco per colorito, forma, statura, e che colla sola "diagnosi, senza materiale di confronto e senza conoscere. la distribuzione geografica, non si possono determinare, non si indicheranno come specie, ma come sottospecie | mediante l'aggiunta d’un terzo nome a ‘quello specifico. Torniamo a ripetere che la legge di Priorità comincia colla 10 edizione del Syste- i ma naturae, giacchè gli autori precedenti espressero le specie senza |’ applicazione della Nomenclatura binomia e i loro nomi specifici son quindi da rifiutarsi (pae di Briîsson. si accettano i nomi dei generi e si rigettano quelli specifici). I nomi che susseguirono a quell’ edizione hanno un valore duraturo e si scri- vono nella maniera primitiva. Ad ogni denominazione nuova deve essere unita una breve diagnosi latina coi caratteri differenziali, Se le. specie, prima riunite in un- ‘genere, vengono divise in vari generi, il nome generico primitivo resta a quelle specie che ne formano il tipo. 13 Si potrà fare eccezione alle leggi di priorità nei seguenti casi: a) Rifiutando un nome generico a favore d’uno più recente, quando quello sia stato prima adoperato per altri gruppi zoologici. b) Rifiutando un nome specifico, se esso compare già nello stesso genere sia pure come sinonimo, mentre non si rigetterà se esso, per nuove viste scientifiche, si crede di riunirlo con uguali nomi generici: Buteo buteo, Milvus milvus ecc. Un nome oggi usato sarà da rifiutarsi a favore di uno più vecchio solo nel caso che questo si riferisca con sicurezza assoluta alla specie in questione. Errori indubitati di scritto o di stampa dovranno pure venire corretti. E qui ricordo che già nel 1891 nel N. 7 del Bollettino del Naturalista col titolo di No- menclatura ornitologica io scrivevo una breve memoria intorno a tale questione (vedasi pag. 83) e davo un Elenco di alcuni nomi di uccelli che in Italia e fuori si continuano a scrivere in modo scorretto. Mi sia permesso ripetere quì la corre- zione almeno delle specie che più di spesso si sbagliano. Erithacus titis (non titys o tithys) Hypolais (non Hippolais) Sylvia orphaea (non orphea) Anthus spipoletta (non spinoletta) Platalea leucerodia (non leucorodia) Scolopax rusticula (non rusticola) Numenius arcuatus (non arquatus) Tringa subarcuata (non subarquata) Haematopus ostrilegus (non ostralegus) Anas boscas (non boschas) Chema (non Xema) Prima di concludere voglio fare ancora una osservazione sul Modo di serivere i nomi degli autori. Posta la legge fondamentale che si deve riguardare come au- tore quello che pubblicò pel primo il nome d’un genere o d'una specie, si scrive il di lui nome abbreviato accanto al nome da Ini proposto, senza interposizione di segni. Si usa chiudere /ra parentesi il nome dell’antore quando il nome della specie è congiunto con un altro che non sia il nome generico originario. Per esempio: Falco tinnunculus L. vuol dire che Linneo diede tale nome tanto al genere quanto alla specie, mentre Aquila chrysaétus (L.) significa che Linneo diede il nome chry- saétus, ma con un nome generico diverso (e precisamente Falco chrysattus). Nei nomi ternari si aggiunge l’ autore solo al terzo, quello cioè della sottospe- cie e non anche a quello della specie : Nucifraga caryocataches macror®yncha Brehm; Acanthis linaria holboelli (Brehm); in ambi i casi Brehm è l’autore del terzo nome, ma nel primo caso lo unì collo stesso ncme generico, mentre invece era diverso il nome del genere nel secondo caso. 14 E con ciò finisco facendo voti che le autorità ornitologiche italiane, facciano sentire in proposito il loro desiderato parere e che una buona volta si venga a sta- bilire una Nomenc/atura ornitologica universale. Rovereto 21 febb. 1900 Prof. Agostino Bonomi AVIFAUNA CALABRA ELENCO DELLE SPECIE DI UCCELLI SEDENTARIE E DI PASSAGGIO IN CALABRIA compilato da ARMANDO LUCIFERO (continuazione) STEGA NOPODES. Pelecanidae (/ellicani) 158,° Pelecanus crispus, Bruch. Pellicano Riccio. Il 3 Aprile 1894, dopo una dirotta pioggia, accompagnata da impetuosissimo vento di Sud-Est, alle vicinanze del fiume Neto, fu catturato da alcuni marinai uno splendido Pellicano di questa specie, che, estenuato dalla traversia, era quasi mo- rente. Lo comperò per poche lire il signor Gabbriele Scalise, e lo mandò in dono al Barone Roberto Barracco, il quale, alla sua volta, lo spedì al Professore Giglioli in Firenze, a scopo di arricchirne la Collezione Italiana. 159° Pelecanus Onocrotalus, Linn. (ex Gesn). Pellicano. La comparsa di quest’uccello è anch’ essa accidentale in Calabria, però di quando in quando, a lunghi intervalli, verificasi qualche cattura. Nel Decembre del 1849, dopo una violenta burrasca, capitò alla foce del Neto un discreto branco di Pellicani, i quali erano così sbattuti e affranti dal cattivo tempo da farsi uccidere a colpi di bastone. Il signor Luigi Ferraro, farmacista di Cotrone, ne preparò un esemplare che donò al signor Bernardino Albani, ma perchè malamente imbalsamato andò bentosto perduto. Nel Novembre del 1885, pochi giorni prima dun’ alluvione che fece straripare fiumi e torrenti in guisa spaventevole; fu regalato al Barone Francesco Barracco un altro Pellicano, ch'era stato ucciso lungo il Neto, ma a quat- tro chilometri distante dalla foce. Il 1863, in Gennaio, mio padre ne vide volare tre a grande altezza su gli stagni che trovansi fra Cotrone ed il Neto. Essi fecero per un pezzo dei larghi giri pel cielo, e poscia scomparvero in direzione Sud-Ovest. lo stesso in Dicembre 1878, in un giorno di violentissimo vento nordico, potei constatare il passaggio di quattro Pellicani, a due chilometri di distanza dall’ abitato 15 di Cotrone ; non erano molto in alto per l’aria, sicchè distinguevasi chiaramente il caratteristico sacco gutturale. Fecero anch'essi dei larghi giri, e poscia continuarono la loro rotta verso il Sud-Est. Il De Fiore ed il Moschella registrano altre comparse posteriori; ed il secondo ricorda una cattura avvenuta prima del 1845, alle Saline presso Reggio. Phalacrocoracidae (Marangoni) 160.° Phalacrocorax Carbo, Linn. (ex Gesn). Dialetto: Cefalaru Marangone. Invernale ma scarso. Lo rinvenni o solo o in coppie dal Decembre al Marzo, ma non costantemente, nei nostri pantani. Il 1880, alla fine di Maggio, presso la foce del Neto, in un bosco detto Misola, frastagliato da stagni perenni, scopersi una coppia di Marangoni, e mi sorse il dubbio avessero potuto nidificare in quel sito. Non potei constatare il fatto, ma non è improbabile il mio supposto, avendo visto questi uccelli in un continuo andirivieni durante tutto il giorno per più d’una settimana che dimorai colà. 16f,° Microcarbo pyomaeus, Pall. Marangone Nano. Accidentale e rarissimo. Mio padre, in tutta la sua lunga vita di cacciatore, as- serisce di averne incontrato un solo individuo presso il porto di Cotrone molti anni or sono, ma che non uccise. Potè osservarlo a sì breve distanza da distinguere le piccole macchie a foggia di lagrime, che gli adornano graziosamente il petto. Nel. l’Ottobre del 1878, anch'io ebbi la fortuna di vederne una coppia alla foce del- l'Esaro, e propriamente nel pantano del Gesù, ad un chilometro da Cotrone. Mi si dette l'agio di osservarla per lungo tempo, stando nascosto in un cespuglio. Come prima i due uccelli si accorsero di me, presero il volo in direzione del prossimo mare; però poco dopo tornarono, e facendo dei grandi giri per l’aria, che an. davano restringendo di grado in grado, ridiscesero nel pantano e cominciarono a visitarlo, nuotando in lungo e in largo, e tuffandosi spesso con mediocre agilità, per ghermirvi qualche infelice pesciolino. A brevi intervalli uno della coppia soffer- mavasi, allungava il collo in atto sospettoso, elevavasi fragorosamente dall’ acqua a dieci o dodici metri di altezza, rinnovava le sue evoluzioni aeree e poscia tornava a posarsi. Dopo un'ora quasi di osservazione e di speranza a poterli avere sotto il tiro del mio schioppo, ricomparvi loro di sorpresa, per lo che volarono spaventati, perdendosi di vista in direzione Nord-Ovest. Dysporidae (Sule). 162° Sula Bassana, Linn. (ex Gesn). Sula. Accidentale. Una giovine femmina venne uccisa dal signor Francesco Caminiti 16 il 19 Gennaio 1899 presso il porto di Reggio Calabria, e donata da costui al Mo- schella, che pubblicò la rarissima cattura. Herodiones Ardeidae (Sgarze). 163.° Ardea cinerea, Linn. (ex Bell). Dialetto: Russeddu. Airone. Di passo primaverile ed autunnale, sempre, però, più abbondante nel primo. Alcuni anni è scarsissimo; d’ordinario frequente; talvolta uumerosissimo. Fermasi per poco tempo, in piccoli e grossi branchi, nelle sponde dei pantani e sul lido del mare, e sovrattutio alle foci dei fiumi. Lo trovai anche annidato su gli alberi dei nostri boschi, verso il tramonto, ma raramente; e credo per interrompere il viaggio con una notte di riposo. Non è difficile d'inverno l’incontro di qualche Airone; ma ciò non mi fa dire che questa specie sverni da noi, perchè ritengo tali individui siano ritardatarii nel- l'emigrazione autunnale. D'estate non mi occorse di vederne mai. Spesso attraversa la regione media, ma dev'essere sbattuto e stanco dal cattivo tempo, per soffer- marvisi un momento. Sull’appennina non credo vi giunga, o almeno io non ve lo rinvenni, nè ebbi notizie in proposito. Il maggior passo di tutte le specie degli Ai- roni è segnatamente in primavera coi forti venti boreali. 164° Ardea purpurea, Linn. (ex Briss). Dialetto: Russeddu, Airone Rosso È comune quanto il precedente, ma più costante e più regolare nel passo e nel ripasso. Giunge in Marzo ed in Aprile diretto dal Sud al Nord, e viceversa in Settembre ed in Ottobre; ma non estiva nè sverna mai in Calabria. Capita acci- . dentalmente nella regione media; e so d’una cattura nell’appennina, avvenuta di Agosto a Camigliati, (Provincia di Cosenza), proprietà del Barone Barracco, il quale me la comunicò cortesemente. {65° Egretta alba, Linn, (ex Gesn), Sgarza. Di passo irregolare e molto rara. Non ricordo che la cattura di due maschi: uno ucciso da mio padre nell’Ottobre del 1860, e l’altro da me il 24 Decembre 1898 sul fiume Tacina (Cotrone). Il Moschella cita un solo ‘individuo preso in pri- mavera in quel di Reggio ; il De Fiore, però, la dice non rara e di comparsa co- stante, ma credo inesatta tale asserzione. Qualche volta soltanto presso le foci dei nostri fiumi, se ne osservano individui isolati nelle stagioni del passo, e più facil- mente in autunno. 166° Egretta Garzetta, Linn. (ex Gesn)' Dialetto: Gazzetta, Sgarzetta. Alquanto comune e di passo regolare dall’ Aprile alla prima quindicina di Maggio. 17 Ritorna in autunno, ma meno numerosa. Soffermasi su li scogli presso il mare, alle foci dei fiumi e sulla sponda degli stagni per pochissimi giorni. Non la incon- trai nell'estate, e rarissima durante il verno. 167° Ardeola ralloides, Scop. Dialetto : Russedduzzu, Sgarza Ciuffetto. Più comune della specie antecedente. Giunge in branchetti di dieci o dodici, o poco più, dall’ Aprile a tutto il Maggio, e va via dai nostri stagni e daìle nostre spiagge marine dopo qualche giorno, ripassando in Settembre ed in Ottobre. Non sverna in Calabria. 168° Ardetta minuta, Linn. Nonnotto. Non è molto frequente, ma ritengo sia talvolta nidificante fra le canne dei pan- tani e degli stagni litoranei; ed in prova ricordo che nel Luglio del Î885 vidi per molti giorni una coppia di Nannotti svolazzare dall'una all’altra sponda dell’ Esaro, fino a quando non mi riuscì di uccidere la femmina, sulla quale constatai segni cerlissimi dell'avvenuta incubazione. È di passo primaverile ed autunnale; però, di rado lo s° incontra, perchè ha il costume di nascondersi, al minimo allarme, nel folto dei canneti e delle erbe pa- lustri. 160.° Botaurus stellaris, Linn. (ex Bell). Dialetto: Russeddu Tarabuso. Di comparsa nelle epoche consuete, ma più prematuro nel passo è più ritarda- tario nel ripasso fra gli altri uccelli migratori. Lo rinvenni in Gennaio ed in Feb- braio parecchie volte, anzi ricordo |’ uccisione di un bel maschio in quest’ ultimo mese lungo il Neto. D’ estate non mi si dette la congiuntura d’incontrarlo mai ; però, ritengo che qualche coppia nidifichi in primavera nella Calabria, perchè il 1877, di Maggio, udii per molti giorni consecutivi il suo amoroso muggito nell’ im- penetrabile canneto del Lago di S. Anna, (regione litoranea, Cotrone). 170.° Nycticorax griseus, Linn, (ex Briss), Dialetto: Capuni Corvo di Notte. Passa in primavera inoltrata, e fino al 25 Maggio mi fu dato di vederlo in branchi di quindici o venti poggiarsi per qualche istante su li scogli di Capoco- lonna, e poscia continuare la sua rotta verso il Nord. Di sovente, invece di seguire il viaggio lungo la costa marina, addentrasi nei nostri boschi ed oliveti della -re- gione litoranea, e, annidandosi sugli alberi, vi sta immobile e sonnecchiante per tutto il giorno, pronto in su la sera a ripigliare il volo. Ritorna in Ottobre, ma meno numeroso; e.dopo brevi fermate, riparte dirigendosi al Sud-Est. Nè d'inverno nè d'estate mi occorse d’ incontrarlo in Calabria. (continua) 18 NOTE ED APPUNTI DI ON CACCIATORE SUI NOSTRI UCCELLI MIGRATORI 3 PARTE SECONDA (continuazione) Arrighi Griffoli G. IL MERLO A COLLARE Anche il Merlo a collare (Merula torquata Linn :) deve essere notato almeno di volo. Non è comune in nessuna Provincia d’ Italia, nè come uccello di passaggio nè come sedentario. Abbondante più che fra noi si trova in alcune località del Nord b dell’ Europa ed anche in Svizzera, nell’ Alvernia, nei Vosgi, nei Pirenei ed in Savoia. Di quà dalle Alpi comparisce in discreto numero nell’ autunno in Ottobre - Novembre fuggendo le ordinarie stazioni montane rese inospitali per le nevi e pei geli. Allora si inoltra anche nelle nostre regioni meridionali e fino nell’ Isola di Sardegna ove mostrasi di passo regolarmente ogni anno, nè solo in autunno ma pure in primavera. Il Degland scrive che si trova in inverno nell’ Africa meridionale e ciò prova che a buon diritto può attribuirsi al Merlo a coliare la qualifica di uccello migratore. Come gli altri Merli viaggia in coppie o isolatamente: raramente in compagnie | — poco numerose : talvolta lo si incontra accompagnato colle Cesene. La migrazione di questa specie passerebbe quasi inavvertita se non fosse la sua comparsa improv- visa in località dove d’ ordinario neppur un individuo se ne trova. Frequenta il Merlo a collare i luoghi montuosi e le elevate colline e solo per eccezione lo si $ incontra nelle pianure. A lunghi intervalli furono notati passaggi straordinarii di Merli | a collare in varie località dell’ Italia Settentrionale, e centrale, sempre però in au. tunno (1). TA, PASSERA SOLITARIA La Passera Solitaria (Monticola cyanus Linn :) non suole ordinariamente ri- guardarsi come uccello migratore e infatti non lo è, per noi, che parzialmente. Nelle Provincie nostre della Italia Meridionale e Centrale trovasi sedentaria in ogni stagione dell’anno nei luoghi che ha scelti a sua dimora. In quelle dell’ Italia Setlentrio- nale invece trovasi soltanto nella buona stagione e da esse emigra prima del giunger pa: . dell’ inverno, in cerca di più comodo soggiorno, ora contentandosi semplicemente di calare dagli alti monti alle colline sottostanti, ora e più sovente, allontanandosene veramente e non facendovi ritorno se non dopo la fine dei rigori invernali. Dove questi uccelli allora si dirigano non si sa bene, ma certo è che nelle nostre pro- vincie centrali e meridionali non fu mai notato un sensibile aumento nel numero delle Passere solitarie le quali, come ognun sa, albergano di preferenza nell’ im- mediato contatto dell’uomo, ponendo il nido sui tetti e sui vecchi edifici delle città e dei villaggi, rimanendovi anche nell’ inverno. Converrebbe dunque ammettere una migrazione vera e propria di questi uccelli verso regioni assai più meridionali. Il Brehm questo ammette e lo avvalora con il fatto che verificasi nell’ Asia ove trovasi assai comune la specie medesima. Ivi le Passere solitarie dalle regioni montane più (1) Inchiesta Ornitologica 1889. di ni 3 19 settentrionali migrano regolarmente nell’ India quando sta per cominciare la rigida stagione invernale. IL CODIROSSONE Il Codirossone (Monticola Saxatilis Linn :) allorchè è rivestito della vaga livrea del maschio adulto è uno splendido elegantissimo uccello che per mole agguaglia quasi il Tordo. Pei costumi suci però notevolmente ne differisce, avvicinandosi piut- tosto ai Culbianchi. Come questi infatti tiene la sua dimora estiva sui monti elevati e privi di vegetazione arborea e ivi nidifica, Trovasi più comune che altrove nella Europa meridionale, segnatamente in Grecia e in Italia : un po’ meno comune in Spagna e in Francia. Scarseggia e manca affatto in regioni più nordiche. Il Codirossone compiuto il periodo dell’ allevamento della prole allorchè inco- mincia la migrazione degli uccelletti detti estatini cioè ai primi di Agosto, abbandona i luoghi ove tenve dimora e cala dai monti verso regioni più basse lentamente av- viandosi verso il Sud. Sembra che metà della migrazione di Codirossoni sia come per tante altre specie Ja regione Nord-Africana e forse anche altre regioni dello stesso continente. Furono visti infatti i Codirossoni di passaggio regolare tanto in autunno che in primavera sulle nostre Isole del Mediterraneo e il Brehm scrive di averli trovati lungo il -Nilo azzurro. Il passaggio autunnale dei Codirossoni iniziato come dissi in Agosto, ha termine in finir di Settembre : quello primaverile ha luogo in fine di Aprile o ai primi del Maggio. Viaggiano essi in piccole compagnie di pochi individui e più spesso isolati o in coppie, nelle prime ore del mattino, sostando più che altro sulle colline nude e rocciose o per lo meno coperte di scarsa vegetazione. Nessun Codirossone sverna in Italia neppure per eccezione : almeno mai ho udito o letto che un tal fatto siasi verificato. IL CULBIANCO Il Culbianco o Pietraiola (Saxicola Oonanthe Linn :) è un vispo uccelletto co- munissimo in Italia e oltre Alpi. Da noi è oggetto di numerose insidie per parte dei cacciatori e la piccola mole non lo salva dal piombo micidiale perchè ormai troppo è assicurata la sua fama di boccone squisito, fama che a buon diritto divide coi Pispoloni e cogli Ortolani insieme ai quali ha la sventura di aprire la marcia aulunnale del grande esercito degli uccelletti migratori. Il Culbianco durante la buona stagione si trova in tutta |° Europa e anche in gran parte dell’ Asia. Visita l° Affrica al tempo della migrazione e vi sverna. Lo ve- diamo comparire in abbondanza al di quà delle Alpi nel corso del mese di Agosto ora più presto ora più tardi secondo la stagione. Anche quei Culbianchi che hanno nidificato sui gioghi più alti dell’ Appennino e sulle estese praterie delle Alpi si pongono in viaggio all’epoca stessa o al più tardi nei primi bei giorni di Settembre. Il viaggio di questi uccelletti si compie di collina in collina, di piano in piano a pic- cole tappe seguendo d’ ordinario il corso delle grandi vallate, specialmente se si stendono in direzione Nord-Sud. Migrano isolatamente, in coppie o in piccoli drap- pelli; tuttavia nei giorni di forte passaggio mon è caso straordinario il vederne in- sieme riuniti, ma sempre in ordine sparso, anche più di una ventina. Si arrestano quasi sempre sui prati e sui coltivati nudi, attenendosi alle località aperte e prive di vegetazione arborea. Sui campi lavorati di fresco nonchè sui prati e sugli argini 20 di «dei fossi e canali si fermano più volentieri che altrove, trovandovi maggior abbon- i danza di larve e di insetti alla ricerca dei quali continuamente si aggirano, posan- dosi per pochi istanti sulle zolle più elevate ad ispezionare il terreno circostante. Sugli alberi e sui cespugli non usano di posarsi o almeno ciò accade molto di rado. I Culbianchi migrano nelle prime ore antimeridiane ed è ben facile constatare questa ‘loro abitudine ma sembra che talvolta viaggino anche di notte tempo o almeno nelle ore crepuscolari mattutine, poichè spesso accade, e anche io lo ho notato, di tro- varne in quantità al mattino allo spuntar del sole in località dove la sera innanzi. II n; neppur uno se ne poteva vedere. Col Settembre, il passo autunnale può dirsi finito oe e nei primi giorni di Ottobre, ma non ogni anno, qualcuno se ne vede ritardalario — — SIA fortuito allettato a indugiarsi per via per la abbondanza del nutrimento o per la mi- tezza inusitata della stagione. Oltre 1’ Ottobre neppure nelle nostre regioni più me- ridionali ne rimangono e secondo le osservazioni fatte non svernano neppure nelle Isole del Mediterraneo : tutti traversano il mare approdando alle coste Africane spe- — cialmente su quelle della Tunisia. Alla primavera fanno ritorno e alla fine di Marzo già iniziano il viaggio verso il Nord alla ricerca delle consueti stazioni fresche e sicure, lontane dalle abitazioni dell’ uomo dove possono con tutta -sicurezza porre tranquillamente il nido. Il passaggio dei Culbianchi continua per tutto il mese di Aprile e non di rado sino ai primi giorni del Maggio: anche in primavera. frequea- tano le località medesime dell’ autunno, cioè i campi aperti e nudi e je praterie e gli argini delle pianure, ma qualcuno se ne trova anche nelle colline alberate. Mal-- i grado il gran numero di vittime lasciate per via nel duplice viaggio, mercè i colpi Mito di fucile ed ancora per le insidie di rete e di vischio nelle quali. per la loro con |_°‘’fidenza grandissima incappano tanto facilmente questi augelletti, pur nondimeno non. sembrano davvero in sensibile diminuzione (1) la prolificità delle specie a ARA ni pese bastando a colmare regolarmente i vuoti. Kee Altre specie di Culbianchi si vedono di passaggio fra noi e specialmente in primavera, ma sempre in scarso numero e frammisti alla specie COMUNE, sicchè s | 3 non occorre passarli in rivista. ERE È (continuazione) FIA . (1) Sul mercato di Roma, specialmente al ripasso primaverile, si vedono ammucchiati alla. io vendita centinaia di Culbianchi.e il Brévans nel suo libro « Za migration des. cîseaux » rac- conta che il guardiano del semaforo di Tolone è giunto a predarne seicento in soli due giorni! — Sulla Cattura di un’ Anatra Mandarina (Querquedula galericulata, Lin.) tea NELLE VICINANZE DI PISA + Il #0 Novembre 1899 ultimo scorso fu mandato a imbalsamare al Sig. Ezio” Farulli, da un tale che l’aveva ucciso all’aspetto nei pressi della città di Pisa poche sere prima, uno splendido palmipede appartenente a specie eccezionalmente rara e a “forse non mai riscontrata da noi. Trattasi di un individuo maschio di Anatra Manda- — 21 rina, o Alzavola della China (Querquedula galericulata, Lin.). La rarità della cat- i tura e lo splendore del suo piumaggio mi. inducono a spendere poche parole per ricordarne i caratteri, sicuro di non dispiacere ai lettori dell’ ‘’ 4vicula ,,. Non v' ha alcun dubbio che nessun altro dei palmipedi possa gareggiare e nemmeno paragonarsi a questa bellissima Alzavola assai più grande della nostra specie comune, notevole pel suo ciuffo, di lunghe penne che ne ornano l' occipite e la nuca e cadono giù a festone fino sulla parte superiore del dorso. Dalla fronte e dal pileo color verdone cupo, si passa quindi all’occipite che ha la stessa tinta, su cui si inseriscono le lunghe penne del ciuffo, in principio egualmente color verdone, poi castagno-porporine e terminate di nuovo in verdone. Da ciascun occhio parle una larga striscia giallognola, che schiarisce all'indietro fino all’occipite ; indi si streltisce € si prolunga nel ciuffo, in cui appajono appunto delle penne bianche sottili, che lo rendono viepiù grazioso. Ai lati del collo questo bell’ uccello porta una specie di collana di penne acute, che ricordano quelle dei capponi; collana interrotta ante- riormente e le di cui penne, un po’ meno lunghe di quelle del ciuffo, si dirigono all’ indietro ed hanno color castagno-porporino chiaro. Le gote ha giallognole, la gola e il davanti del collo castagno-porporino scuro e il petto di un bel violaceo che cangia in verdone cupo e rosso-vinato portante sui lati e in basso quattro striscie trasversali per ciascuna parte, due bianche neve e due nero-vellutate. I fianchi ha grigio nocciola chiari con lineette scure trasversali sulle penne, le quali terminano con una striscia bianca e una nera. Il dorso ha verdone cangiante in castagno-por- porino. Le cuopritrici grandi sono bianche all’ esterno e nere all’ estremità, le sca- polari verdone con margine esterno azzurro, lo specchio verdone brillante con mar- gine inferiore bianco, le remiganti primarie grigio-brune orlate esternamente di grigio- chiaro-metallico ; il groppone bruno, le timoniere bruno-verdognole, il sopraccoda castagno-verdastro, il sottocoda bianco neve, come pure | addome. Le coscie ha bianco-sporco, i tarsi e i piedi giallo-arancione con unghie bianche, come pure bian- chiccia ha la punta del becco, che è rosso aranciato nel rimanente. Confrontati tutti questi caratteri colle descrizioni di questa specie date dagli autori non rimane alcun dubbio che |’ esemplare in parola non sia un maschio di Anatra mandarina. Solo gli mancano le due grandi penne delle ali che si espandono ai lati del corpo come nei Cigni, e che han forma triangolare e colore di acciaio brunito all’esterno e rosso-aranciato, orlate di bianco, all’ interno. Non so se nei giovani dell’anno queste penne sieno già sviluppate: nel caso che non lo fossero, potrebbe trattarsi di un individuo giovane. Sappiamo però che dopo la stagione degli amori x i maschi mutano la loro livrea e ne rivestono una simile a quella modesta delle femmine, in cui mancano queste penne. Potrebbe quindi darsi che ai primi di No- vembre il maschio, che ha già incominciato a rivestirsi degli abiti invernali, non avesse anche spuntato queste penne triangolari e caratteristiche, le quali potrebbero comparire più tardi, all’avvicinarsi cioè della stagione delle nozze ? - Sebbene io e8° non sappia spiegarmi plausibilmente tale mancanza, questa versione mi sembra as- sai attendibile. Un altro quid resta ora a spiegarsi. Come mai quest’ animale che ha per patria le più lontane regioni dell’ Asia, là verso le coste del Pacifico, del Mar giallo e di quello del Giappone possa esser venuto a capitare proprio qui da noi insieme ai nostri palmipedi migratori comuni? Strane bizzarie della Natura che pure trovano la loro spiegazione in un ordine di fatti meteorologici da noi. spesso inavvertiti, o ignorati ! È certo che quando quest’ uccello fu ucciso la temperatura era mite e le gior- nate erano serene, se si eccettua il dì 6 Novembre, in cui cadde abbondantissima pioggia nelle ore antimeridiane. Dunque se il mal tempo fu la causa della sua di- sorientazione, deve avere imperversato molti giorni prima là nell’ estremo Oriente, ove si compiono le regolari migrazioni di quest’ animale. Dalla provincia di Nankin bagnata dal fiume Yang;tze-Kiang, o figlio dell’Oceano,. sua patria originaria e d'onde è stata trasportata per tutto il Celeste impero, migra in inverno fino alle parti più meridionali della Cina, e d’ estate si spinge in su fino. alla foce del fiume Amur. È comunissima anche lungo tutte Je coste del Giappone, dove la chiamano Kinnodsuiî. Schrenk l’ ha riscontrata nelle regioni dell’Amur, ma non tanto al Nord, poichè ai Gigliaki del villaggio di Kaighe era sconosciuta. È fre- quente nella Manciuria alla foce dell’ Ussuri e nell’alto corso dell’ Amur. Sul basso Amur arriva a Maggio e vi dimora fino a Agosto; a quest'epoca comincia a branches: giare per prepararsi alla migrazione. Questa bell’ Alzavola, che i Cinesi rappresentano sovente nelle loro tappezzerie e nelle loro porcellane e allevano per ornamento nelle vasche dei giardini signorili, è tenuta in gran conto anche come simbolo di fedeltà coniugale ; e infatti la. vigilia del matrimonio la giovane sposa riceve in dono dalle amiche una coppia di queste Alzavole ornate di nastri e di fiocchi che le rendono ancor più graziose. San Frediano a Settimo 15 Gennaio 1900 Dott. GiusePPE GioLI N. Aveva già corretto le bozze di stampa di questa nota quando sono venuto a sapere che l’ Anatra mandarina di cui ho parlato, fu uccisa in Provincia di Firenze, anzichè nei dintorni di Pisa, ma non ho potuto sapere precisamente la località. Di più mi è stato assicurato che le due penne esponse a mo' di ventaglio sulle ali, caratteristiche del maschio di questa specie, fu- rono tolte a questo esemplare da persone che lo ebbero nelle mani prima dell’imbalsamatore. OSSERVAZIONI VALTELLINESI | INTORNO ALL’ EMIGRAZIONE E NIDIFICAZIONE DELLA RONDINE DOMESTICA NOI Ante In seguito all’invito fatto dall’ Avicula nella primavera 1898 di segnare l’ epoca dell’ arrivo della rondine domestica (MH. rustica) nelle varie regioni d’ Italia, feci anche alcune osservazioni intorno alla nidificazione di una coppia di detti uccelli. gia Valle di Morbegno è un villaggio (alt. m. 830) sito sul versante rivolto a mez- zodì nella Valle del Bitto, una delle molte valli che intersecano le Alpi Orobiche, e che pel passo di S. Marco confina colla provincia di Bergamo. Fu, quella del 1898, una primavera eccezionalmente fredda, siechè a Morbegno (m. 266) dove di solito le rondini arrivano sulla fine di Marzo, giunsero invece il 12 di Aprile ed a Valle il 20 soltanto, come vedesi risulta dallo specchietto del prof. Bonomi nell’ Avicula Anno II fasc. 10 p. 116-117. Forse, come accade spesso, l'avanguardia, composta di poche rondini sbandate che volano senza direzione al- cuna quasi per tentare la temperatura, sarà arrivata anche prima, ma poi si sarà ritirata in più mite clima sulle sponde del Lario, lontano appena 16 chilometri. Raramente, per una linea più diretta dalle pianure lombarde, salendo per la Val Bembrana e quindi sboccando pel passo di S. Marco suddetto (m. 1829) in quei mesi ancora coperto d’ alto strato di neve, e giù per la Valle del Bitto, entra nel terziere inferiore della Valtellina qualche poco numeroso stormo di rondini. Giunte pertanto a Valle il giorno 20, riposarono per otto o dieci giorni, an- dando a cinguettare ora su questo ora su quel balcone e non tralasciando di adoc- chiare ora una trave or |’ altra sotto cui potessero di poi attaccarvi il loro nido. La loro opera di costruzione non incominciò adunque che una quindicina di giorni circa dopo il loro arrivo. E qui è da osservarsi Ja loro previdenza da veri ed oculati architetti. Per quanto un posto sembri adatto per un nido, se il muro non è solido nel suo intonaco sicchè possa facilmente sgretolarsi ; se la parete è troppo rustica da permettere ai sorci che possano arrampicarvisi ; se il soffitto non è bene connesso ; e se per arrivare al nido, quantunque pel loro volo leggero, ele- gante, ardito, valcante l’aria su tutte le direzioni e descrivente curve capricciose siano padrone assolute del volubile elemento, nei loro arrivi o partenze abbiano a fare crudi volteggi, non c'è pericolo che abbiano a sceglierlo. Non temono le per- sone, dalle quali pur sanno di essere protette, non il fumo ch’ esce dalle porte e dalle finestre dei casolari alpini mancanti di camino. La coppia ch'io avevo preso ad osservare ebbe ad incominciare il nido nella pri- ma decade di Maggio, sotto il soffitto di un balcone sul quale un’ altra allegra nidiata di bambini tutto il di se ne stava a sollazzarsi. Era già costrutto il nido, forse vi erano già state deposte le uova, quando un bambino con una pertica lo fece cadere. La coppia venne ad adocchiare il balcone di mia casa, che, rivolto a mezzodì, fa angolo retto colla facciata della Chiesa parrocchiale volta a mezzanotte ed in cui trovansi già parecchi dei loro nidi, stativi costrutti però sempre dopo che per qual- che funesto accidente ebbe ad essere distrutto il primo. E ciò credo per la semplice ragione, già addotta, che per accedervi, l’ uccello, deve fare una cruda curvatura, per la facciata della Chiesa, ed una non indifferente ascesa dalla sottostante cam- pagna libera d’ atberi su cui scorre e volteggia in circa di cibo. Incominciarono il nido il 6 di Giugno e lo terminarono il giorno 11. Durante R4 | la costruzione è da osservarsi una grande tenacia ch° esse hanno nell’ applicare il | primo fango alla parete, poichè i primi tentativi vanno spesso falliti, sia per la di ficoltà d’ avere un appoggio, dovendo tenersi sospese in aria e ferme a battiti di ali, sia anche perchè il muro o per troppa levigalezza o più spesso per la sua asciut- | — tezza, non subito ritiene il fango appiccicatovi, quantunque impastato dalla vischiosa loro saliva. Fatto sta che sul principio molto materiale va disperso, cadendo per terra. È pure da osservarsi che il maggior lavoro si fa di mattina e che vi colla- ‘borano tanto il maschio come, la femmina; che il cemento vien applicato in due o ‘tre punti, perchè possa la costruzione procedere più sicura attaccandosi, in seguito, ai pezzi di cemento già fortemente saldati, per essiccamento, alla parete ; che infine il nido in forma presso a poco di una barchetta tagliata in mezzo per lungo e at- “taccata al muro dalla parte tagliata e disposto in modo che il centro di gravità viene. a pesare sull’ apice interno della concavità trovando quindi un valido appoggio sulla parete. Nei giorni 12, 13 fecero rare visite alla loro costruzione, salutandola tuttavia. “ogni volta con una cantata di allegrezza e di soddisfazione. D Prima di deporre le uova le rondini sono chiassose ; incominciata la deposizione di esse, vanno gradatamente rendendosi silenziose, e ciò fino al giorno in cui sì “darà principio all’ incubazione.