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- A

Spiegazione della grande tavola anatomica, scomponibile, del corpo della donna.

. Parte anteriore del corpo della donna.

,22. Vene bracchieri. | 14.

23. Vene cutanee dell* omeri*. 15.

24. Vene cutanee interne dell’ avtuu- 1G. braccio.

A 1 25. Vene cutanee medie dell* avam- ' 17.

. , . . . braccio. 18.

Vista generale degli organi Interni. 2fi yene cutanee esteriori dell’ avam- 19.

1. Glandule mammarie coi lobi e coi i braccio. 1 20.

condotti galattofori. 27. Vene temporali. 21.

2. Lobi» superiore del polmone destro.! 28. Vene facciali. 22.

3. Lobo medio del polmone destro. '23. Arterie (ramo tagliato dall’aorta)

4. Lobo inferiore del polmone destro. | per la circolazione dello stomaco, ! 23.

5. Lobo superiore del polmone si- ' del fegato, del pancreas, della | 24.

nistro. milza del mesenterio.

6. Lobo in feriorc* del polmone si- 1 30. Esofago (tagliato). | 25.

| 31. Reni.

! 32. Arterie renali, i 33. Arteria mesenterica inferi I 34. Arterie isebialgiche.

35. Arterie del bacino.

36. Fretra.

nistro.

7. Ventricolo destro.

8. Ventricolo ministro.

0. Orecchietta destra.

10. Orecchietta sinistra.

11. Vena cava superiore.

12. Aorta.

13. Arteria polmonare.

14. Diaframma.

15. Lobo destro del fegato.

10. Lobo sinistro del fegato.

17. Legamento sospensore del fegato. 42. Vene del ventre tagliate

18. Vescichetta biliare. . 43. Vene renali.

39. Vena giugulare interna. ! 40. Vene clavicolari.

! 41. Utero.

19. Stomaco.

20. Intestino tenue.

21. Intestino cieco.

22. Intestino grosso.

23. Vescica urinaria.

24. Muscolatura del ventre.

B

Sistema capillare.

1. Ventricolo sinistro.

2. Ventricolo destro.

3. Orecchietta sinistra.

4 . Orecchietta destra.

Parte ascendente della gramle

44. Vene sebiatiebe.

I 45. Grande arteria crurale.

| 4G. Arteria crurale esterna, i 47. Arteria crurale interna.

45. Arteria gambale.

49. Grande arteria gambale.

50. Grande vena crurale.

51. Vene cutanee del femore.

52. Vena cutanee della gamba.

1 53. Vene superficiali del piede.

uscoll anteriori del corpo.

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*S3rd“ta *“’* •’dd°- : a dKHJh’asss

Diaframma. ! che 81 trova Profondamente,

li. Arteria polmonare originata dal 1. Muscoli della fronte.

2. Muscoli temporali.

|5ó.

entricelo destro.

10. Vena cava superiore.

11. Vena cava inferiore.

12. Arteria innominata.

13. Carotide comune.

14. Arteria mascellare esterna.

15. Arteria temporale superficiale 1G. Arteria clavicolare.

17. Arteria ascellare.

13. Arteria b nicchiale.

19. Arteria radiale.

20. Arteria cubitale.

21. Ai

3. Muscoli costrittori delle palpabrc.

4. Elevatore ilei labbro superiore.

5. Piccolo muscolo zigomatico.

C. Giando muscolo zigomatico.

7. Massetere.

8. Muscolo della bocca.

9. Ahbassatore itegli angoli della

bocca.

18. Muscolo ijuadiato del mento.

11. Grosso muscolo i ntani u del collo o pellicciaio del collo.

superficiale della mano \ 12. Cervice collo sue diramazioni. , j8. Muscolo del petto e dell’ ioide.

Esofago.

Elevatore delle coste (saglaso). Strato itiìi profondo del muscoli del collo.

Muscoli del capo.

Grosso muscolo del petto.

Piccolo muscolo ilei petto.

Muscolo clavicolare.

Grosso muscolo segatore anteriore. Muscolo esterno, obbliquo dell' ad- dome.

Linea bianca con l’ombelico. Muscolo interno, obbliquo dell’ ad- dome.

Muscolo retto addominale.

Muscoli interni fra le costole. Muscolo dello sterno.

Diaframma (tagliato).

Muscolo lombare.

Muscolo trasversale del ventre. Muscolo interno del femore. Muscolo deltoide.

Muscolo bracchiale.

Muscolo bracchiale bicipite. Muscolo sotto-clavicolare.

Capo interno del muscolo bracchiale tricipite.

Piccolo rotondo dell’ avambraccio. Grande rotondo dell’ avambraccio. Muscoli salivari interni.

Lungo muscolo cavo della mano. Curratore delle dita- Muscolo del polpastrello del pollice. Lungo muscolo sarivaie esterno. Corto muscolo sarivaie esterno. Lungo adduttore del pollice. Estensore dell’ indice.

Rotella del ginocchio.

Tibia.

Muscolo medio del coccige. Tendine della larga benda femorale. Muscolo pettineo.

Lungo rinforzato™ della coscia. Estensore della gamba.

8ue libre della rotella del giuoccio. t apo interno dell’ estensore della gamba.

( apo esterno dell’ estensore della

gamba.

Muscolo sartorio.

Muscolo sottile della coscia.

Grosso rinforzatore della coscia. Muscolo anteriore della tibia.

I ungo estensore dell’alluce.

II lungo estensore comune <1<*1- l'allucc.

Muscoli del polpaccio.

Muscoli gemelli del polpaccio. Muscoli del polpaccio.

’l endine d’Achille.

. I «lo di ni dell’ estensore comune del- l'alluce.

. Tendine dell’ estensore dell’ alluce.

69. Tendine del muscolo anteriori

della tibia.

70. Tendine trasversale della gamba

71. Fascia.

Orgai

interni.

»«•

H. Ventricolo destro.

IL Ventricolo sinistro.

V. Orecchietta destra.

. Orecchietta sinistra.

. Vena cava superiore.

. Vena innominata destra . Vena innominata sinistra.

. Vena clavicolare destra.

. Vena clavicolare sinistra.

. Aorta.

. Arteria destra del capo.

. Arteria sinistra del capo.

. Arteria polmonare.

. Laringe.

. Glandule.

. Trachea.

. Polmone destro.

. Polmone sinistro.

. Vena cava inferiore.

. Diaframma.

. Fegato (visto anteriormente).

. Fegato sezionato.

. Fegato (visto posteriormente).

. Vescichetta biliare.

. Rene destro.

. Rene destro, sezionato perpendi- colarmente coi vasi renali.

. Rene sinistro.

Rene sinistro sezionato, mostrante il promontorio e il bacino renale. Aorta addominale.

Vena renale destra.

Vena renale sinistra.

Arteria renale sinistra.

Uretra.

Vescica.

Vescica sezionata.

Vescica (vista posteriormente). Stomaco (vista anteriormente). Stomaco sezionato.

Stomaco (visto posteriormente). Pancreas.

Milza.

Duodeno.

Intestino tenue.

Intestino cieco.

Parte ascendente dell’ intestino Ieri’ intestino

grosso.

G. Intestino retto.

7. Utero.

8. Uteio .sezionato

uterina.

9 Collo uterino.

con la cavità

120. Ovidotto o tube

121. Ovario.

122 Legamento uteri 123. Legamento uteri n

D

Muscoli posterlo

1. Calotta fibrosa.

2. Muscoli della n

3. Muscoli temperai

4. Muscoli dell’ orec

5. Muscoli cervicali, lì. Elevatori delle s|

7. Muscoli del collo

8. Muscoli romboidali

9. Muscoli inferiori

10. Muscoli superiori

sale.

11. Largo muscolo d<

12. Muscolo segatore

13. Muscolo bracchial

14. Muscoli laterali e

minali.

15. Muscolo braccbia

16. Muscolo deltoide.

17. Muscolo esteriore

18. Estensore comuni

19. Lungo muscolo si

20. Lungo torniere

l'avambraccio.

21. Lungo adduttore

22. Corto estensore c

23. Muscoli di piccol

24. Muscoli delle cos

25. Muscolo medio d

26. Muscolo periform

27. Foro interno de

coscia.

28. Muscolo della cos

29. Tendine del

30. Capo esterno del

riore a quattro

31. Grande adduttore

32. Muscolo semimen

33. Muscolo posterioi

34. Muscoli del polpa-'

35. Lungo muscolo es

del piede.

36. Lungo muscolo est

37. Grosso muscolo

38. Muscolo femorale

39. Muscolo femorale

40. Muscolo mezzo t

41. Muscolo bicipite

42. Muscolo soleo.

43. Tendine d’Achille

di Faloppio.

Ilio.

aia spina dorsali- delia spina dor-

rsale.

inferiore poste- grosso e rotondo, posteriori arido-

tricipite.

del gomito, delle dita, privale esteriore, e flettore del-

lel pollice.

1 pollice.

1 coccige.

muscolo della

a quadrato.

estensore inte- teste.

della coscia, branoso. della tibia.

:nsore delle riita

nsore deH’alluce il coccige, lottile, i due fasci, dinoso. el polpaccio.

E

Scheletro visto anteriormente.

1. Osso frontale.

2. Osso parietale.

3. Osso temporale.

4. Osso zigomatico.

5. Orbite.

6. Mascella superiore.

7. Osso nasale.

8. Cavità nasale ossea.

9. Denti.

10. Mandibola o mascella inferiore.

11. Quinta vertebra cervicale.

12. Sesta vertebra cervicale.

13. Settima vertebra cervicale.

14. Prima vertebra pettorale.

15. Manubrio dello sterno.

16. Corpo dello sterno.

17. Appendice xifornie dello sterno.

18. Clavicola.

19. Omoplata.

20. Continuazione a becco cervino delle

vene della spalla.

21. Prima costola

22. Seconda

23. Terza

24. Quarta

25. Quinta costole

26. Sesta

27. Settima

28. Ottava

29. Nona

30. Decima

31. Undicesima costole false.

32. Dodicesima

33. Cartilagine delle costole.

34. Dodicesima vertebra del petto.

35. Prima vertebra lombale.

36. Seconda

138.

Terza Quarta

Quinta -

Osso sacro.

Osso ischio.

Pettine dell' osso ischio.

Osso del pube.

Coccige.

Foro otturatore.

Omero.

Sua rotella.

Doccia del gomito.

Radio.

Radici delle ossa della mano, Osse medie della mano. Giuntura delle dita.

Femore.

Suo capo.

Suo collo.

Grande trocantere.

Piccolo trocantere.

Giratore esterno del femore. Interno.

; 60. Rotella del ginocchio.

! 61. Tibia.

! 02. Perone.

J 63 Astragalo.

04. Calcagno.

; 65. Radici delle ossa del piede o tarso. ; 66. Ossa medie del piede o metatarso. ( 67. Falangi delle dita del piede.

Scheletro visto posteriormente.

1. Osso cefalico posteriore.

2. Osso parietale.

3. Suture.

4. Ossa temporali.

6. Continuazione capillare delle stesse. G. Mandibola.

7. Prima vertebra cervicale.

8. Seconda

9. Terza

10. Quarta

LI. Quinta

12. Sesta

13. Settima _

I L Prima vertebra pettorale.

15. Dodicesima vertebra pettorale.

16. Prima vertebra lombale.

17. Quinta vertebra lombale.

18. Costole.

19. Clavicola.

20. Omoplata.

21. Spina delle spalle.

22. Angolo spinoso dell’ omoplata.

23. Continuazione a becco corvino

dell’ omoplata.

24. Omero.

25. Grande tuberosità dell’ omero.

?fi. Gomito.

27. Radio.

28. Continuazione ad ancora del gomito !9. Radici delle ossa della mano.

10. Ossa medie della mano.

11. Articolazioni delle dita.

12. Osso sacro.

13. Coccige.

14. Osso femorale.

15. Pube.

IG. Coccige.

17. Femore.

18. Capo del femore.

19. Collo del femore.

0. Grosso promontorio.

1. Piccolo promontorio.

2. Apoiìsi esterna.

3. Apofisi interna del femore.

4. Fossetto del garretto del femore. :5. Perone.

6. Tibia.

7 . Tallone.

,8. Vere Ossa del metatarso.

9. Falangi delle dita del piede.

Nervi.

. Nervo frontale.

temporale.

zigomatico della guancia.

. - facciale colle sue dirama-

. Nervi del mento.

del naso.

delle labbra.

. Plesso nervoso del collo.

. Midolla spinale.

. Nervi intercostali.

. Nervi profondi delle braccia e delle spalle.

. Nervi profondi dell’ omero.

. Nervi profondi dell’ avambraccio.

. Nervi cutanei dell’ omero.

dell’ avambraccio.

,, della mano.

. Nervi profondi della mano.

. Limite del nervi simpatici.

. Plesso dei nervi simpatici e dei nervi addominali.

. Plesso del bacino dei nervi sim-

patici.

. Nervi lombari.

. Nervi sacri.

. Nervi profondi della coscia.

. Nervo profondo del polpaccio.

. Sua diramazione interna.

, . esterna.

, Nervi cutanei della coscia,

n « « gamba.

del piede.

15. Tendine della fascii

16. Grosso muscolo coccigeo

17. Muscoli coccigei medi.

18. Muscolo femorale bicipii

19. Estensore femorale a qu

20. Muscolo diritto della eoi

Scheletro da i

i parte.

. Quarta vertebra cervicali .

. Quinta

. Sesta n

. Settima

. Clavicola.

. Omoplata.

. Altezza della spalla dell’ Omoplata. . Omero.

. Sterno.

dellfi coscia. 11. Vene del capo e dell’ omero di sinistra unite.

Pericardio.

Esofago.

ttro capi. ! 14. Diaframma.

Fegato.

Stomaco.

Intestino tenue.

Aorta discendente.

Pareti uterine.

Placenta.

Cordone ombilicale.

Vagina.

Vescica.

Commessura della vagina.

Labbra della vagina.

Intestino retto.

Bimbo in posizione cefalici nel periodo ili dilatazione del parto. Collo uterino allargato in seguito alle doglie.

dall' 1 al 9 costole ver \

dal 10 al 12 costole fa

ischio.

Bacino.

Femore.

Pettine dell’ osso Osso pubico.

Ischio.

Pungolo dell’ ischio.

Osso sacro.

(Quadro laterale del corpo della donna.) 30. Coccige.

I 31. Femore.

A i-32. Articolazione del femore.

Collo del femore.

Grande promontorio.

II. Sezione longitudinale del tronco.

1 muscoli del tronco.

.Muscoli deltoidi.

Muscolo sternu-cleido-mastoidico. Muscoli deltoidi.

Muscolo estensori!) tricipite del l’avambraccio.

Muscolo SOttOSpÌDOSO.

Muscolo bracchiale grosso e rotondo piccolo e rotondo

Grosso muscolo pettorale.

Piccolo

Il più largo muscolo dorsale.

IL Muscolo esterno obliquo ilei ventre. 12. Il grosso muscolo segatore. Tendine dorsale lombale.

Muscolo diritto del ventre.

Tronco sezionato perpend mente, in gravidanzr

1. Colonna vertebrale.

2. Appendice vertebrale.

3. Midollo spinale.

4. Laringe.

5. Trachea.

6. Sterno.

7. Ventricolo destro.

S. Ventricolo sinistro.

9. Aorta ascendente.

10. Arteria polmonare.

Sezione del cervello e della faccia.

| Lobi posteriori del cervello.

3. Lobo parietale del cervello.

4. Lobo frontale del cervello.

5. Cerveletto.

6. Lobi temporali del cervello.

7. Parotiti!.

8. Massetere.

9. Canale escretorio delle parotidi. ■’

10. Glandule salivari della mandibola.

11. Glaudule salivari sublinguali.

12. Canale escretorio delle glandule

salivari sotto mascellari.

13. ('anale escretorio delle glandule 1

salivari sublinguali.

14. La lingua.

15. Mascella superiore.

Cervello e midollo prolungato.

1. Cervello.

2. Cervelletto.

3. B così detto albero vitale del cer-

velletto.

4. La c03Ì detta falce che unisce i

due emisferi del cervello.

5. Il così detto ponte di Varorio che

mette in comunicazione i due emisferi del cervello.

6. Principio del midollo prolungato

che va poi in midollo spinale.

7. Canale del midollo spinale.

Spiegazione dei dieci modelli scomponibili:

Naso. Orecchio. Cavità orale, faringe e laringe. 4" Occhio. Folmoni. Cuore, Capo. Fegato. Reni. 10° Stomaco

Il Naso.

La vista esteriore ilei naso è seguita, dall' altra parte, dalla parete sinistta della fossa nasale, tapezzata dalla mucosa, coi cornetti nasali.

1 Sinuosità frontale.

2 Osso nasale.

8 Sezione del labbro supe-

4 Volta palatina col canale naso palatino.

5 Cornetto superiore ilei

7 Coi

Meato superiore fra la e medio fra la e 7®, inferiore fra la e fossa nasale.

La figura seguente mostra la umeosa tra le fosse nasali.

8 Ramificazioni- del nervo olfattivo nella mucosa.

‘J Nervo sensitivo del tra- 1 messo delle fosse nasali. 1

10 Nervo naso palatino.

11 rovescio mostra la com- 1 posizione del tramezzo Ielle fosse nasali d'osso o di cartilagine (come si vede dopo aver levato la mucosa).

1 1 Cartilagine del tramezzo delle fosse nasali.

12 Vomere.

13 Lama perpendicolare del- l’etmoide.

14 Setto membranoso.

Segue la parete esterna (destra) dell*- fosse nasali dopo aver levato i cor- netti del naso.

Si conoscono già le cifre.

Il rovescio mostra le carti- lagini del naso, Cartilagine triangolare del

10 Cartilagine del tramezzo del naso.

17 Cartilagine dell’ ala del naso.

15 Tegumento cutaneo.

19 Osso nasale.

Il fondo mostra il tramezzo

I Cavità sfenoidale.

Cervello anteriore.

! Lingua.

ì Gola.

t Prolungamento cervicale.

i Mascella superiore.

i Osso malore.

i Mascella inferiore.

> Orbite.

) Sfenoide.

i Gruppo cranico anteriore dell osso frontale.

L’orecchio.

1 II padigliono dell' orec- chio.

- Sezione della parotide.

i Parte cartilaginosa del condotto uditivo esterno.

4 Condotto uditivo esterno.

a Sua parte ossea.

8 Martello (testa).

7 Incudine.

3 Staffa.

8 Timpano (in sezione).

3 Cassa del timpano.

1 Volta della cassa del tim-

2 Capsula ossea del labi- rinto.

» Lumaca.

4 Vestibolo.

5 Canale semicircolare.

6 II labirinto osseo aperto.

7 II labirinto membranoso coi canali semicircolari membranosi e i

8 due sacchetti membranosi.

9 Testa del martello visto dalla cassa del timpano.

U Lunga apotìsi del mar- tello.

1 Manico del martello. Corpo dell’ incudine.

3 Membrana del timpano vista per di dietro.

14 Membrana del timpano vista dal condotto uditivo. Per orientarsi sulla posi- zione complicata delle diverse parti dell’ organu della vista è necessario comparare le parti e 13® del modello del capo, rappresentato in altri piani.

Cavità orale con faringe e laringe.

Denti:

1, 1, 1. 1. denti incisivi in- feriori

‘2, 2, 2, 2, superiori 3, 3, 3, 3, i quattro canini. , 4, 4, 4, 4, 4, 4, 4,'4, denti mas- ! ; cellari.

5? 5* 5* 5* 5 7 J '*en^ molari.

1 Velo del palato.

2 Ugola.

3 Arco palato-glossu.

4 Arco palato faringeo.

5 Amigdale sinistra.

6 Istmo faringeo.

7 Liugua.

Allacavitàorales'aggiunge ; in basso la laringe con l’origine della trachea.

S Legamento tiro-ioidoo.

9 Cornea della tiroide.

10 Tiroide.

1 1 Cartilagine cricoidea.

12 Legamento crico - tiroi- deo.

13 Cartilagine della trachea. II rovescio del foglio mostra la faringe e la laringe per ili dietro. L’epiglottide, mobile, | chiude l'orificio superiore della laringe ciò che j avviene normalmente ad ogni movimento della deglutizione.

14 Tramezzo delle l'osso nasali (dietro).

15 Cornetto media del naso, lfi Cornetto inferiore del

naso.

17 Muscolo dell’ ugola.

18 Tensore del palato.

19 Elevatore del velo palatino. ;

20 Muscolo palato faringeo.

21 Apofìse pterioidee dello sfenoide.

22 Muscolo pterigo-faringeo.

23 Epiglottide.

21 Orificio superiore della ; _ laringe.

25 Laringe.

: 26 Baia periforme.

27 Cartilagine di Wrisberg.

28 Cartilagine di Snntorini.

29 Esofago (aperto).

30 Trachea.

31 Imagine del laringoscopo '

j nella respirazione trau-

' quii la.

8 Epiglottide.

Fessura vocale.

4 Legamenti inferiori della 3 glottide.

15 Legamenti superiori della I glottide.

| Cartilagine di Wrisberg.

7 Cartilagine di Santorini.

8 Baia piriforme.

M Imagine della parete 5 posteriore della laringe e . della trachea al laringa- li scopo.

0 Bronco sinistro.

I Bronco destro.

1 Imagine del laringoscopo al principio d'un suono, li Sul rovescio si vedono i I muscoli del retro bocca, jil’esofago e la trachea dopo aver levato la colonna 1 vertebrale.

3 Restringitore della faringe «superiore.

* Restringitore della faringe ! 2 inedia.

9 Restringitore della faringe . inferiore.

6 Cornetti della tiroide. t Tiroide.

8 Esofago, fi Trachea.

IjSul fondo si vede la parete } anteriore del retro bocca.

0 Apertura posteriore delle n fosse nasali con i cornetti ■idei naso.

u Sbocco faringeo della •j tromba d’Eustacchio.

3 Piega della trombe d’Eu- J stacchio.

9 Fossa di Kosenmueller.

4 Velo palatino.

Q Istmo della gola.

Lingua.

Guscio cartilaginoso.

B a) corno superiore.

I b) come interiore.

8 Anello cartilaginoso.

8 Brocca cartilaginosa.

9 Epiglottide.

I| Trachea.

lontre il modello della testa uno schema laterale del

globo dell' occhio coi suoi muscoli, <• una sezione verti- cale (sagittale), qui si vedeno tutte le parti importanti del- l’occhio successivamente, da- vanti • di dietro. Non fu possibile rappresentare plasti- camente la lente.

1 Muscolo orbicolnre delle palpebre.

2 Legamento tarsosuperiore.

3 Legamente tarso inferiore.

4 Cartilaginetarsosuperiore.

5 Cartilagine tarso inferiore.

6 Glaudula lacrimale.

7 Sbocco del condotto glandolare di Meibomius.

8 Punto lugrimale.

9 Condotto lugrimale.

lagriniale I ‘}0||,° la Iera‘a

1 1 Canale f lle'la. P“retc nasale. I ”“terl0re-

12 Congiuntiva.

13 Sbocco del condotto escre- tore della gianduia lagri- male.

14 dandole di Meibomius.

15 Muscolo destro superiore dell’ occhio.

16 Muscolo destro esterno dell’ occhio.

17 Muscolo destro inferiore dell’ occhio.

18 Muscolo destro interno dell’ occhio.

19 Cornea dell’ occhio con l'iride, dietro, che circonda la pupilla.

20 Sclerotica.

21 Corpo vitreo (rappresen- tato con lo specchio di

| Santa Maria).

' 22 Iride col corpo cibario circondante.

23 Retina con l’inserzione del nervo ittico i vasi del fondo dell’ occhio. Si vede solamente la metà esterna della retina, per mostrare a sinistra (del lettore) la. i 24 Metà interna della tonica I vascolare.

| 25 Muscolo grande obbliquo ' dell’ occhio.

26 Muscolo piccolo obbliquo dell’ occhio.

27 Nervo ottico dopo la sua sortita dal.

I 28 Foro ottico.

i Volta dell’ orbita.

Pavimeuto dell' orbita. Fessura orbitaria supe- . riore.

! Fessura orbitariainfcriore. . I Restringitore del naso.

: Abbassatore delle ali ilei naso.

Elevatore del labbro j

superiore.

i l due muscoli dell’ arcata zigomatica.

) Conchiglie dell' orecchio. 1 ) Osso nasale.

Ramo della mascella j superiore, ì Cavità nasale.

> Muscolo frontale.

Muscolo temporale.

I Polmoni.

I Ioide. ì Tiroide.

> Anello cartilaginoso.

L Trachea con cartilagine. '

> Bronco destro.

ì Bronco sinistro.

: Epiglottide.

i Cartilagine di Wrisberger. I Cartilagine di Santorini. j i Muscolatura dell’ epi- glottide.

Parte membranosa della Trachea.

! Brocca cartilaginosa.

I Superficie esterna del pol- mone destro.

Le linee noligomali mo- strano i limiti dei lobi polmonari.

a) lobo polmonare supe- riore.

b) lobo polmonare medio.

c) inferiore.

1 Superficie esterna del pol- mone sinistro.

a) lobo polmonare supe- riore.

b) lobo polmonare in- feriore.

S) Apice polmonare.

B) Base polmonare, i Parte media della pleura polmonare.

i Arteria oolmonare (blau). r Vene polmonari (rosse), i Polmoni riempiti aisaugue

diramazioni della tra- j cl ia appaiono in sezioni | re onde e ovali.

6" Il cuore.

entricolo destro.

r sinistro. ! na stomatica, na coronaria sinistra. 1 utricolo destro, naie destro del cuore, na cava (?)•

, superiore.

, anomina destra. : clavicolare destra, comune destra della , gola, anonima.

clavicolare sinistra. ' comune sinistra Iella gola.

12 A

13 A

14 Ci

15 A

16 O

17 Ai

18 A

19 Ci

20 Ei

co

23 Vi

24 Pi

25 Ti

26 V 1’

27 V;

28 M

29 F< CC

n:

II

girar

rta.

feria anonima destra, itide destra, ria clavicolare destra, otide sinistra.

;*ri;i clavicolare sinistra, cria polmonare, ita destra del cuore, trata nell' arteria pol-

21 Ti miezzo fra i due ventri-

ntricolo sinistro.

(vola a due lembi.

:0 muscolare, lini per le valvole.

I vele semicircolare del- teria polmonare.

ola a tre lembi, scoli papillari.

.setta ovale del ventri- 3 destro.

loco della vena coro-

itibolo.

delle veue poi- , 25

naie del cuore sinistro. I 20 27

capo (vista laterale). imo rivolto chobisogna j 30 a sinistra, mostra sul io. j 31

muscolo orbieolare del- i 32 :hio. 1 33

2 La muscolatura dell' naso.

3 II condotto uditivo osseo. Il rivolto seguente, si volta pure a siuistra.

4 Muscolo temporale.

3 Parte del» . , . ..

lr„> “Paf ; » “i H del-

VomettoJlorbltn'

Le cilTre seguenti servono nello stesso tempo diguida por la continuazione del- l’esarue dei diversi rivolti. 7 Arcata zigomatica.

3 Apofìse mastoYdea.

) La membrana del timpano che forma il condotto uditivo osseo; si vede per traverso il manico del martello.

) Il martello t ved.l!*i <talla 1 L'Incudine | Kanti di:l timpano.

J Origine della tromba d’Eustacchio.

5 Parete posteriore della cavità del timpano (in alto la finestra ovale, in basso la rotonda).

t Squamala temporale, ì Grande ala dello sfenoide. i Grande muscolo obbliquo dell’ occhio.

Muscolo destro superiore dell’ occhio.

i Muscolo destro esterno dell’ occhio.

Fra questi due si vede il muscolo destro interno dell’ occhio.

Muscolo destro inferiore dell’ occhio.

Muscolo obbliquo inferiore dell’ occhio.

Lente dell’ occhio ! Corpo vitreo dell' occhio.

1 Nervo ottico.

: Muscolo temporale. Muscolo orbieolare del- l'occhio.

Muscolo palpebrale. Orbieolare delle labbra. Muscolo zigomatico. Muscolo risorio.

Il gran muscolo della pelle del collo.

Genio-glosso.

Muscolo triangolare. Bucciuutore.

11?

1 Massetere.

i Muscolo sterno - cleido - mastoideo.

1 Trapezio.

Il rivolto seguente, come pure quell’ aggiunto, mo- stra i vasi sanguigni.

Grande arteria cervicale comune, che si divide all’ altezza del bordo supe- riore della laringe in carotide intcrnaed esterna. Sollevando il piccolo rove- scio si vede:

> L’arteria temporale super- ficiale.

L’arteria tiroidea supe- riore clic va alla gianduia tiroide.

Gli altri vasi importanti souo:

I Arteria mascellare esterna.

occipitale.

1 ,, facciale obbliquu.

I mascellare iuterna.

meningea media.

,, palatina superiore.

nasale.

Rappresenta la più grossa vena del collo, la vena .iugulare e

i il nervo facciale, coi suoi tronchi che muovono i muscoli della faccia. Continuando dall’ esterno all' interno noi troviamo una sezione media della testa:

i Corpo calloso, unente i due emisferi cerebrali, i Ginocchio del corpo calloso.

Becco del corpo calloso. Volta.

i Terzo ventricolo cerebrale. Albero della vita del cer- velletto.

Ponte di Varolio. ì Prolungamento midollare.

l''ossetta crauica anteriore, ì Fossetta cranica media, i Fossetta cranica poste-

i Rocca.

Cavità sfenoidale.

! Canale del midollo spinale.

Prima vertebra cervicale.

: Settima

La tavola mostra inseguito le parti pii» importanti

1 Sezi timi.

» Sbod trou » Ugol».

higliii

respiratorie 19 1 20

superiore del j

21

biglia media. \ 22

biglia inferiore. I 23

in*- delia volta pala- 24

! 25

!?

naso-faringea, iiù fariugo-laringea.

(datura della lingua ioide, ge.

lottale.

Liga nento superiore.

irvello. lobo frontale, parietale, occipitale, riletto.

fide col cai

Orla

i Iute biliare.

| 30

della glottide, vista che" forma il 31 , si vede la testa ! averla liberata della | 32 parte di ossa.

I 33

a dule sublinguale.

(dai dilla sotto-mascellare uni condotti escretori ù a-iuuiscono. ii<le.

0 II fegato.

destro del fegato, sinistro del fegato, anteriore pronunziato posteriore, mento sospensore

. Le g:

del

; Nastro a corona del fegato, si ica biliare.

a montante, della vescic;

longitudinale destro, longitudinale siui-

obbliquo. destro del legato, sinistro del fegato, quadrato, a spigoli, a papillaria. a coda.

Cordone ombelicale. Condotto venoso di Arautius.

Vene epatiche.

Arterie epatiche.

Vena porta del fegato. Condotto epatico. Condotto biliare.

Corso biliare.

Arterie della vescica biliare.

Condotto coronario della faccia inferiore.

Lobo sinistro del fegato, superficie.

Lobo destro del fegato, sezione, rappresentante i lobi del fegato, non divisi nettamente fra loro. Schema della costruzione d’un lobo del legato. Rami estremi deli’ arteria del fegato.

Rami estremi della vena porta.

\ Vene del fegato, che vanuo all’ asse d’ogni lobo epa- tico.

i Prima origine delle vie biliarie (ductus biliari), i Cellule del fegato.

' Rete capillare venosa.

> Cellule epatiche isolate, rappresentate schemati- camente.

I Capillari sanguigni.

) Condotto biliare fiuu.

. Lobo epatico destro (il fega- to e Io stomaco sono rivolti all’ insù per mostrare la superficie inferiore.

! Lodo epatico sinistro, i Vescica biliare, t Stomaco, i Duodeno, ì Milza.

Pancreas.

I Reni.

Sostanza vascolare, ì Capsule fibrose dei reni, ì Capsule grasse dei reni.

: Porte dei reni, i Arteria renale.

1 Vena renale.

l Vene delle capsule sopra- renali.

10 Uretra.

11 Capsula grassa rappre- sentata su tutti i rem.

12 Superficie liscia dei reui.

13 Vasi renali terminanti nella sostanza vascolare.

14 Piramidi.

15 Papille renali.

10 Sostanza vascolare.

17 Sezione dei vasi renali.

18 Piccoli calici renali.

19 Grossi calici renali.

20 Bacino renale.

10° Lo stomaco.

1 Esofago.

2 Cardias.

3 Piloro.

4 Fondo dello stomaco.

.3 Piccolo curva dello sto-] rauco.

6 Grande curva dello sto! maco.

7 Arco arterioso superiora dello stomaco, formato da ! uua vena stomatica destra e sinistra.

8 Arco arterioso inferiore, pure formato da una vena! stomatica destra e sinistrai

9 Duodeno.

10 Milza.

1 1 Sismosità della mucosa. \

12 Parete stomacale, formata dall’ iuterno all’ esterno! delta mucosa, dello strato’ muscolare, del peritoneo/

13 Sbocca del pancreas nel duodeno.

14 Valvola di kerkring nel duodeno.

15 Parete stomacale poste- riore con vasi sanguigni.

16 Pancreas.

17 Coda del pancreas.

18 Cupo ingrossato del pan- creas.

19 Superfìcie posteriore del pancreas.

20 Bifbrcamento del condotto

nel duodeno).

21 Superficie anteriore dello stomaco con nervi e vene.

22 Nervo vago.

23 Plesso gastrico del nervo simpatico.

I-

HI rr 3 E H D : SOCIETY LIBRARY

F. E. Bilz, edit. Lipsia-Milano.

Riproduzione vietata.

J-

Bilz Istituto di :

Sanatorio di l ordine. lf§- )

Wilhelmshòhe Belvedere

Sala da pranzo

Sala da bagno per donne Sala d'impacco e ma

3 Medici.

Grandi

\dicina Naturale

Iresda -Radeteti! ( Germania).

Borgo-Bilz

Sala da ginnastica

Laghetto per nuoto e gondole

di

Prospetto gratis.

Arterie e vene frontali.

Anatomia.

Polmone sinistro. Cuore e pericardio.

Fegato.

Pancreas

Duodeno,

,o\»°

Vena cava ;a ventrale. Arteria frenale. Arteria/^K,

Arteria tibiale.

c\ V»*

Fig. 2. Circolazione del sangue.

Le linee rosse indicano le arterie, le azzurre le vene.

Intestino tenue.

Veseioa urinaria.

Fig. i. Organi toracici e addominali.

s

Muscoli cranic:

<Ve

Muscoli dei

del pett;

\\ ^ dell’ omeri

del^Te- létf

Fig, 3. Sistema nervoso.

Cranio.

Mandibola - Vertebra del collo.

Sterno.

Ossa del bacino.

Muscoli della ooscia.

della

gamba

del piede.

Fig. 4. Muscolatura.

Fig. 5. Scheletro.

Malattie dei Bambini

Orticaria

Scabbia o

Rogna

BILZ, Medicina Naturale.

Malattie del Cuore, della Gola e della Laringe.

i. Infiammazione delle valvole del cuore.

2. Cuore grasso.

3. Infiammazione del pericardio.

4. Muscolatura normale del

cuore.

1. Infiammazione delle tonsille.

2. Difterite ton-

sillare.

3. Difterite la-

ringea.

4. Tubercolosi

laringea. Infiammazione delle piandole linfatiche.

■U5

3ILZ. Medicina Naturale.

Nuoto sui ventre. Fig. 1-4. Nuoto sul dorso. fìs. 5 e 6.

|

Posizione a corpo disteso, 'kj-

Divaricamento delle braccia ed accostamento delle gambe.

Spinta delle braccia ali' innanzi e sninto.

delle gambe ^ all’

susseguente rìu-- N nione delle medesime.

lutti i movimenti riuniti assieme.

Posizione

supina.

nmw,

»A*jiW\uUUìi LvUmmw ^7nyr»^^\^A%v.v,w/

Fig.

Jtìvancamento delle braccia cd, accostamento : delle gambe.

:»wnwv

1.

(Vedi il capitolo sul Ruolo.)

BILZ. Medicina Naturale.

Malattie dei Polmoni e del Fegato.

BILZ. Medicina Naturale.

4. Cancro del fegato.

Cistifellea.

2. Fegato raggrinzato.

1. Polmone normale.

2. Polmonite.

3. Pleurite.

4. Tubercolosi.

5. Polmone infiltrato da polvere di carbone. (Pol- mone dei minatori.)

6. Polmone infiltrato da

polvere di sasso. (Polmone degli scalpellini.)

Spiegazioni della tavola “MALATTIE SIFILITICHE, DANNI DELLA VACCI- NAZIONE E BIMBO RACHITICO

Malattie sifilitiche. Per la medicina, la sifilide è una delle più terribili malattie. Il medico la tratta con delle frizioni mercuriali, delle iniezioni e dell’ iodio, e se riesce a sopprimerne i sintomi non riuscirà però mai a guarirla. Dei medici celebri hanno anche con- fessato che il trattamento mercuriale è molto più pericoloso che la sifilide stessa e che tutti i sintomi gravi, tanto temuti oggigiorno non sono dovuti che all’ azione del mercurio.

Le figure 1 e 2 mostrano un’ esantema sifilitico, 6 8 settimane circa dopo il contagio. Questo è in certo qual modo uno sforzo di guarigione del corpo, per espellere dal sangue le sostanze impure, e noi lo manteniamo mediante impacchi, bagni a vapore, ecc., affine di riuscire a purificar il sangue. La medicina invece pro- cura di sopprimerlo mediante mercurio, ecc. Le eruzioni si distin- guono in: papillose, macchiettate, squamose, secche, umide.

La figura 3 mostra un neonato colto da sifilide. La medicina insegna che questa malattia si trasmette anche nei fanciulli. Alcuni medici celebri dicono invece, unitamente al medico capo, Dott. Hermann : Gli effetti attribuiti fin’ ora alla sifilide, la sfigurazione del viso, la perdita del naso, la necrosi, la carie, le ulcere rodenti, le malattie dell’ encefalo e dello spirito, le malattie degli organi interni, la consunzione dorsale, la trasmissione ereditaria, ecc., non sono mai la conseguenza della sifilide per se stessa, ma del tratta- mento mercuriale. Come il Doti Drysdale dice, il mercurio non è un rimedio; tutte le forme giavi comme la.

Figura 4, ulcera faringea sifilitica, che rode talvolta le gavine, il palato o l’ugola, o

Figura 5, l’ulcera gomma periostea, ecc., secondo il Dott. Hermann, non sono che la conseguenza del trattamento mercuriale usato contro le sifilide. È veramente a compiangere che molti malati

Spiegazione della tavola Malattie sitilitiche, danni della vaccinazione, ecc.

di questo genere tacciano il loro male sul principio e lascino entrare tranquillamente il veleno in ogni parte del corpo; che altri, ed in numero ancor maggiore, sopprimano la sua escrezione col trattamento mercuriale falso e vi aggiungano un’ altro veleno: il mercurio.

Le figure 6 e 7 mostrano come la vaccinazione tanto vantata dai medici non sia affatto priva di pericolo. Il numero d’accidenti che risulta ogni anno dalla vaccinazione è abbastanza considerevole. I professori Bamberger, Koebner. Gèrman, ecc., accordano che la tisi, la scrofola, la sifilide, ecc., possano essere trasmesse per la vaccinazione. Non esiste vaccino completamente privo di veleno. L’istituto reale di vaccinazione di Cassel non usa giammai la linfa senza prevenne che non possono affatto garantire contro le malattie risultanti dalla vaccinazione. Inoltre quest’ ultima non è gratis per il popolo, come molti credono; essa vien pagata dalle imposte. Ed è per questo appunto che gl’ istituti di vaccinazione (ove preparano il vaccino) vengono forniti dallo stato. Il consigliere Dott. Walz, di Francoforte, in una conferenza disse: La vaccina- zione fa guadare annualmente ai medici 37 500 000 franchi. I seguaci della medicina naturale sono gli avversari della vaccina- zione obbligatoria e ogni anno la Germania invia milioni di petizioni al consiglio dell’ impero per bandirnela. Fin’ ora ogni sforzo non è ancora stato coronato da successo. Tanto le formule di petizione che gli scritti spiegatorii si possono aver gratis dalla Società contro la vaccinazione obbligatoria. Dresda-A., Cranach- strasse 18.

Figura 8, bimbo rachitico. Si vedono le modificazioni che soprav- vengono nel rachitismo.... Per maggiori schiarimenti sulla natura, la causa e il trattamento naturale di questa malattia, vedi « Rachi- tismo ».

Affezioni sifilitiche e danni della vaccinazione.

Ulcera sifilitica nel retrobocca.

Fig. 1.

Sifiloderma papulo- sauammosn

Fig. 2.

Sifilide pigmentaria.

Sifiloderma papulo-

pustoloso.

Fig. 5. Gomma periostea

Fig. 6. ' -

Bambino di due ani prima della vaccinazione!?

fig. 7. mede-? simo a quattro anni, reso

scrofoloso per la vaccinazione.

Fig. 8. Bambino rachitico colle arti- coiasioni in- grossate, il ventre gonfio a tamburo, e con indrocefalo.

BILZ. Medicina naturale.

:V'

Malattie dello Stomaco e dei Reni.

2. Cancro dello stomaco.

Sezione dello stomaco.

3. e 4. Ulcera dello stomaco.

5. Stomaco sano.

1. Catarro dello stomaco con formazione di polipi.

Tumore del rene.

Sezione del rene.

Calcoli dei bacinetti renali.

BILZ. Medicina natnrale.

Bilz, Medicina Naturale.

J.

Viso e Forma Cranica di Razze Umane Straniere.

Spiegazione della tavola " ESERCIZII DI GINNASTICA MEDICA „.

La ginnastica medica s;impiega nelle malattie croniche senza febbre, dovute alla mancanza di moto o alla debolezza dei muscoli, allungamento degli stessi, escrezioni (essudazioni nelle articolazioni, ecc.). Essa attiva e favorisce la nutrizione, fortifica i muscoli ed accelera la circolazione del sangue. Questa sorte di ginnastica è oltremodo salutare nelle malattie addominali delle donne, flessioni, spostamenti, abbassamenti, ecc., e usandola convenientemente (specialmente eseguita alla Thure-Brandt) siamo riusciti a prevenire delle gravi operazioni. Per maggiori schiarimenti vedere la stessa.

Fig. 1 e 2. Flessione del tronco in avanti e indietro (posi- zione 1 e 2). Si può eseguire con o senza resistenza del malato, da 10 a 20 volte per giorno; si può anche eseguire da soli stando seduti o in piedi (piegando il corpo in avanti e indietro). Questo movimento è eccellente nell’ ipocondria, nelle polluzioni, nelle costipazioni, nella digestione lenta, nelle emorroidi, nel reumatismo muscolare del dorso, ecc.

Fig. 3 e 4. La flessione ed estensione della coscia s’impiega nelle escudazioni reumatiche e gottose nel ginocchio, nell’ infiamma- zione cronica del femore, nella sciatica, nelle paralisi delle gambe dopo un’ apoplessia, nella consunzione dorsale, ecc. Queste appli- cazioni sono pure d’ottimo effetto nelle malattie croniche addomi- nali delle donne, dove bisogna dissolvere delle exudazioni anziane. Però le stesse devono venir praticate da persona sperimentata. Fig. 5. Rotazione col braccio teso. Vedere la descrizione nel capitolo « Ginnastica medica ». Quest’ esercizio s’impiega nella congestione alla testa, nella strettezza del petto, per favorire la respirazione profonda in principio della tisi, nell’ asma, nelle pulluzioni, ecc.

Fig. 6. Rotazione del capo. S’impiega nella rigidezza del collo, nelle vertigini nervose, nella congestione alla testa, ecc. Vedere la descrizione nel capitolo « Ginnastica medica ».

Fig. 7. Rotazione del tronco. S’impiega contro le malattie indicate nelle fig. 1 e 2. Vedere la descrizione al capitolo « Gin- nastica medica ».

Esercizi di ginnastica medica.

Fig.7. Rotazione col tronco.

Fig. 5. Rotazione colle braccia.

Fig. 6. Rotazione colla testa.

F Fig. 2. Flessione del tronco all'in

(Posizione IX).

Fig. 4. Estensione della coscia.

Fig. 1. Flessione del tronco in avanti

(Posizione I).

fig. 3. Flessione della coscia.

BILZ. Medicina Naturale.

I

Questi grappi d’ esercizi di ginnastica salutare ognuno, che abbia un’ va ripetuto da 5 a 10 volte e 1’ intero gruppo 3 o 4 volte. (Fig.

snaia

occupazione sedentaria,

, D. 1 e 2, 3 e 4, 5 e spalancate. Seguendo tali consìpl

Fig.1. Spinta

avanti con sollevamento della gamba destra .

avanti con sollevamento della gamba sinistra.

ratSìt

aH'indietro consollevar della gamba destra

Fig.7. Flessione del tronco in avanti ed aH'indietro.

Fig.8. Rotazione delle braccia .

ì) aperto una o due volte nella giornata, prima di colazione e di pranzo. Ogni singolo esercizio Kirizio). Se non é possibile all’ aperto, si eseguiscano in una stanza od in camera, colle finestre a;o diversi incomodi e malattie.

f A Spinta delle braccia

all'indietro consollevamenlo della gamba sinistra.

Fig.5. Spinta delle braccia Fig.6. Spinta delle braccia in alto con sollevamento in alto con sollevamento della gamba destra. della gamba sinistra

Fig.9.Abduzione e adduzione crociata delle braccia.

Fig.lO.Rotazione del tronco

Bilz. Medicina Naturale

•fifa

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' r ì

' .

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Ginnastica medica cogli apparecchi di Zander,

Bilz, Medicina Naturale.

•J.

Spiegazione della tavola “BAGNI E TRATTAMENTO ELETTRICO „.

Fig. 1. Il bagno in vasca ha luogo ordinariamente ad una tempe- ratura di 24 25° E. Chi non è abituato al bagno lo tara a 2 E. più caldo. L’ igiene ragionevole esige assolutamente un bagno regolare. Chi vuol prevenire il più possibile ogni malattia, deve prendere ogni settimana 1 2 bagni in vasca. Quando è possibile è molto bene procedere a delle lozioni totali con acqua a 18 24° E. affine d’ eccitare 1’ attività della pelle.

Nel trattamento dei malati si ricorre ordinariamente al bagno in vasca dopo l’impacco totale, il bagno-vapore a letto o in cassa. Esso è pure molto efficace in caso di febbre. A norma delle forze del malato la temperatura può essere da 24 a 27° E. Si lascia il malato nell’ acqua fin che si sente fresco sotto le braccia. Durante il bagno si soffrega il corpo intero mentre se ne irrora qualche volta la parte superiore. In seguito si pone il malato a letto senza asciugarlo, così 1’ acqua svapora aprendo i pori della pelle, diminuendo il calore e ripartendo ugualmente il sangue.

Fig. 2. Il semicupio serve a dirigere il sangue dagli organi superiori verso il basso ventre. Vi è un effetto ben distinto nella congestione alla testa, nelle malattie dell’ occhio, della gola, del cuore, dei reni, ecc. Conduce il sangue negli organi addominali perciò esercita un’ azione favorevole nei disturbi della digestione, nelle malattie dello stomaco, degl’ intestini e del fegato. Si impiega pure con buon successo nelle malattie delle donne e degli organi sessuali, come del resto si vede nelle diverse malattie. La sua durata varia a seconda della temperatura: freddo (12° E.) è molto corto (V2 1 minuto): tiepido (18 21° E.) dura da 5 a 15 minuti. I semicupi caldissimi sono eccelenti nelle coliche, nei calcoli biliari, nella nefrite e nel mal della pietra.

Fig. 3. Il bagno del tronco è un perfezionammento del semicupio, e si usa per fortificare gli organi dell’ addome e del torace. Bende pure ottimi servigi nel catarro della gola, del cervello, degl

Spiegazione della tavola Bagni e trattamento elettrico.

orecchi e degli occhi e nelle congestioni. Esso agisce più vigorosa- mente che il semicupio e si usa per le persone ancora robuste. La temperatura va da 20 a 24 0 R., la durata da 5 a 10 minuti. I piedi devono essere protetti contro ogni raffreddamento.

Fig. 4. Affusione del dorso in bagno. Ordinariamente si prende dell’ acqua da 6 a 10° R. più fredda che 1’ acqua del bagno o, con persone vigorose, acqua addirittura fredda. Essa è eccelente per fortificare i polmoni, poi per combattere vecchi catarri bronchiali, il croup, malattie della gola e della laringe e la con- gestione alla testa. Durante 1’ affusione il malato deve fregarsi il petto con acqua fresca.

Fig. 5. Trattamento elettrico. Deve essere accuratamente appro- priato al corpo e al male del malato. La corrente galvanica ha un’ azione favorevole e calmante nelle nevralgie e nelle esaltazioni. La corrente faradica s’impiega quando si vuol attivare, eccitare, attirare il sangue. Coll’ elettricità bisogna sempre agire prudente- mente, perciò è consigliabile di rimettersi a degli specialisti. L’ elettricità è di speciale efficacia nelle paralisi, nella consunzione dorsale, nelle nevralgie, ecc. Per maggiori schiarimenti vedi « Bagni elettrici ».

Bagni e trattamento elettrico

nel

bagno.

Fig. 1. Bagno in vasca.

2. Semicupio.

Fig. 3. Bagno del tronco.

Fig. 5. Trattamento elettrico.

BTLZ. Medicina naturale.

Spiegazione della tavola Bagni a vapore.

Fig. 5* Bagno=vapore in vasca. Si fa in quelle case dove non esiste la cassa di vapore. La sua applicazione ed azione sono descritte già nella fig. 1. Si eseguisce nel modo seguente: Si prende una vasca, vi si versano 2 4 secchi d’acqua bollente, vi si mette una sedia ed uno sgabello. Il malato si siede sulla prima come è appunto mostrato nella fig. 5, poi si avvolge il corpo, la sedia e la vasca con una gran coperta di lana in modo che il vapore circondi bene tutto il corpo.

Fig. 6. Bagno=vapore della testa. È eccellente contro i catarri del naso, della gola, pei polmoni, il reuma del cervello, ecc. Rende pure buoni servizii nelle malattie dell’ orecchio, nelle glandule e mal di denti. Le persone che soffrono di congestione alla testa, dopo il bagno-vapore della stessa, devono sempre ricorrere all’ allu- sione delle ginocchia o ad un pediluvio caldissimo.

Bagni a vapore

Fig. 2. Bagno a vapore per bambini.

Fig. 3. Bagno-vapore ai piedi.

Fig. 4 Bagno-vapore ai piedi.

Fig. 5. Bagno a vapore preso nella vasca.

Fig. 6. Bagno a vapore della testa.

BILZ. Medicina Naturale.

Spiegazione della tavola " IMPACCHI „.

Fig. 1. Impacco totale. Abbiamo l’impacco eccitante e l’impacco calmante o febbrifugo. Per il primo è necessario ritorcere per bene il drappo che si usa. S’impiega nei disturbi digestivi, nei raffreddamenti, insomma, quando si vuol procurare sudore. Può durare 2 ore e più. Per il secondo il drappo bagnato deve essere più leggiermente spremuto. Questo impacco si applica nelle esaltazioni, nella febbre, ecc. Per maggiori schiarimenti vedi « Impacco totale ».

Fig. 2. E>agno=vapore a letto. Si eseguisce esattamente come l’impacco totale eccitante. Qui si aggiungono solamente parecchie bottiglie d’acqua bollente avvolte in panni umidi. Impacco e bottiglie vengono poi ben coperte con una coltre di lana o un piumaccio. Il bagno vapore a letto serve a produrre sudore. Per maggiori schiarimenti vedi « Bagni-vapore a letto ».

Fig. 3. Impacco corto. Va da sotto le braccia alle ginocchia e s’impiega per depurare il sangue dalle materie morbose nelle malattie di cuore, dei polmoni, dello stomaco, ecc. Per maggiori schiarimenti vedi « Impacco corto ».

Fig. 4 e 5. Impacco dei polpacci. Quest’ impacco va dalla caviglia del piede fin sopra il ginocchio, come è nostrato nella fig. 5. All’ uopo si prende un pezzo di tela imbevuto d’ acqua fredda e si applica attorno la gamba come è mostrato nella fig. 4. Si ricopre poi tutto con un panno di lana che tanto in alto che in basso sorpassa di due dita la tela bagnata e ben spremuta. Quest’ impacco è eccelente per tutte le malattie febbrile, le flussioni del petto, le carditi, le cerebriti, le otite, le infiamma- zioni della gola e degli occhi, insomma sempre ove si rimarca una forte congestione verso 1’ alto. Le parti infiammate però vanno sempre rinfrescate mediante compresse a 20° R. spesso rinnovate. Quest’ impacco esercita ancora un’ influenza benigna nell’ insonnia e nei piedi freddi cronici; però bisogna badare che questi si mantengano sempre caldi altrimenti è necessario ricorrere ad una bottiglia calda.

Impacchi.

Fig. 1. Impacco totale

Fig. 2 Bagno a vapore in letto

i Fig. 3. Impacco corto alla Kneipp,

Fig. 4. Applicazione dell' impacco ai polpacci, fig. 5. Impacco ai polpacci in opera.

B1LZ. Sedicina Naturale.

Spiegazione della tavola "MASSAGGIO E GINNASTICA

Fig. 1. Il massaggio dei ventre consiste in frizioni, vibrazioni e impastamento alternati del ventre. S’impiega nei disturbi degli organi digestivi, nelle malattie dello stomaco e degl’ intestini, ma particolarmente nelle costipazioni. Esso serve altresì a fortificare la muscolatura addominale. Per la sua esecuzione ed i suoi effetti rinviamo a « Massaggio del ventre ».

Fig. 2. L'impastamento della gamba, s’impiega nel reumatismo della stessa, in principio delle varici, negl’ ingorgamenti di sangue, nei piedi freddi, ecc.

Fig. 3. L’impastamento del ventre è particolarmente efficace nelle costifazioni, per attivare la circolazione del sangue nel basso ventre, ecc. Bisogna adattarlo esattamente al male e non procedere troppo ruvidamente.

Fig. 4. La frizione col mantello è una forma accentuata della lozione. Essa attiva ed accelera particolarmente la nutrizione. >Si prende l’acqua come la natura ce l’offre, ossia fredda, poi si butta addosso al malato il drappo di tela grossa bagnato, si applica attorno al corpo poi si frega vigorosamente e rapidamente con ambedue le mani lungo il corpo fin che questo è tutto ugual- mente riscaldato. La frizione col mantello è ottima nei catarri cronici, in principio delle malattie di decomposizione del sangue, nel tifo, nella tifoide, sopratutto nel colera, nella colerina, nelle malattie mentali, ecc. Per maggiori schiarimenti, vedi l’Indice.

Fig. 5 e 6. Tenuta corretta e tenuta difettosa del corpo scrivendo. Non è a torto che oggi si parla tanto di malattie scolari del fanciullo. La scoliosi è una, che si propaga di più in più. È tutt’ affatto naturale che una tenuta difettosa prolungata, come lo mostra la fig. 6, faccia piegare la colonna vertebrale,

Spiegazione della tavola Massaggio ' e ginnastica.

specialmente quando esiste una disposizione, un rammollimento delle ossa, ecc. Perciò i maestri ed i genitori dovrebbero vegliare ad una buona tenuta e, al menomo indizio di deviamento, far intervenire il massaggio, la ginnastica e darsi ad una sorveglianza rigorosa prima che il male aumenti.

Fig. 7 e 8. Ginnastica del petto. L’alzata e l’abbassamento delle braccia, 15 20 per giorno, mattina e dopopranzo, agisce favore- volmente sul torace, sul cuore e sui polmoni. Bisogna fare quest’ esercizio sopratutto nell’ asma, nella debolezza dei polmoni, nella strettezza del petto, ecc.

Massaggio e ginnastica

Fig.l. Massaggio del ventre

impastamento della gamba.

Frizione col . mantello,

Fig. 3. Impastamento efollatura del ventre,

Fig. 6. Deviazione a diritta della colonna vertebrale per mala

Fig. 5. Posizione corretta nello scrivere.

posizione di chi scrive.

Fig. 7. Ginnastica del petto per gii asmatici

(braooia ^ abbassate).

Fig. 8. Ginnastica del petto per gli asmatici

(braccia levate).

BILZ. Medioina Naturale.

Spiegazione della tavola "CURA KNEIPP,,.

Fig. 1. L’affusione delle ginocchia. Sua applicazione ed effetto sono descritti a pag. 1076. S’impiega sopratutto nella congestione alla testa, per derivare il sangue dalla parte superiore alla parte inferiore del corpo. Le persone che prendono dei bagni-vapore alla testa (vedere la spiegazione al quadro « Bagni a vapore » fig. 6) dovrebbero usare pure frequentemente le allusione alle ginocchia affine di regolare la cireolazione del sangue. Nei piedi freddi l’affusione delle ginoechia, quando si fa seguire al bagno - vapore dei primi (vedere il quadro « Bagni a vapore » fig. 3 e 4), è eccellente per mantenervi la circolazione del sangue. Di sommo effetto è poi nelle malattie della vescica e dei reni.

Fig. 2. L’affusione alla testa s’impiega sopratutto con successo nelle malattie degli occhi, delle orecchie, del naso e della testa. La sua applicazione ed azione sono descritte a pag. 1083. Dopo l’affusione è strettamente necessario asciugare per bene i capelli.

Fig. 3. Passeggiata sull’ erba umida. Dopo le lozioni quoti- diane, regolari, è questo il mezzo d’indurimento più semplice e più naturale. Le persone che soffrono di congestione alla testa, di male agli occhi, alle orecchie, alla gola, al naso, passeggieranno col miglior successo, a piedi nudi, per 10 20 minuti ogni giorno, quando la temperatura non è troppo fredda.

La Cura Kneipp

delle ginocchia.

Fig. 2. Affusione della testa.

Fig. 3. Passeggiata a piedi nudi sull'erba umida.

BILZ. Medicina Naturale.

V ' '

, I

\ea^

Lenticchie

25 %.

55%. 2

13 %.

Piselli

23 %.

57 %. 3

15%.

Fagioli

25%.

56%. 2

15%.

Avena

16%.

64%. Sc

/o. 11%.

Melica

14%.

71%.

4 11%.

Riso

7%.

77%.

12%.

Orzo mondato

8%.

76%.

13%.

Paste alimentari

9%.

77%.

13%.

Miglio

11%

67%.

3

11%.

Pane bianco

4p°

51%.

43 %.

Pane di segale

48%.

44 %.

Farina bianca

■m

cz

73%.

14%.

Alimenti vegetali.

75%.

92 %.

90 %

93%.

51 %.

2 17%.

82 %.

84%.

85%.

78 %•

88 %.

78%.

Zucchero di

barbabietole

95%.

llbuminal

Acqua.

Idrati _

di carbonio |_

Grassi

(Sali nutritivi

] Sostanze minerali, fibre, ceneri, detriti ec.

Bilz, Medicina Naturale.

J.

Funghi velenosi.

i

Rossola vomitiva (Russula emetica Schaeffi)

Porcino velenoso ( Boletus Satanas Lenz.)

Uovolaccio ( Amanita viuscaria L.) P°rcinell° lupino ( Boletus lupmus Fr.)

Funghi

mangerecci

Lattario commestibile (Lactarius volemus)

Steccherino (Hydnum repandum )

Prataiolo (Psalliota arvensis) Lattario delizioso (Lactarius deliciosus)

BILZ. Medicina Naturale.

Funghi mangerecci.

Porcino buono (Boletus eduhs)

Ceppatello bovino (Boletus bovinus)

Spongiola mitrata (Helvella

esculenta)

Albarello o porcinello (Boletus scaber)

Psalliota campestre (Psalliota

Spongiola maggiore (Morchella conica)

Tartufo estivo (Tuber aestivum)

BILZ. Medicina naturale.

Erbe Salutari.

Valeriana.

Prugnolo spinoso.

Ebulo.

Nespola.

Chenopodio.

Centaurea minore.

Ginepro.

Angelica.

Camomilla.

Salvia.

Lino.

Fieno greco.

Bilz, Medicina Naturale.

J.

Erbe Salutari.

Piantaggine.

Altea.

Genciana.

Polmonaria.

Tossilaggine farfara.

Sambuco.

Assencio.

Poligono avicolare.

Eufrasia officinale.

Arnica.

Menta acquatica.

Rosmarino.

Trifoglio

B i 1 z , Medicina N aturale.

J.

.

Piante Salutari e Alimentari.

Betulla.

Pino Silvestre,

Pimpinella.

Lichene d’Islanda,

BILZ. Medicina Naturale.

Piante Salutari e Alimentari.

Pomodoro.

Pomo cotogrio.

Sambuco.

Calamo.

Pino.

BILZ. Medicina Naturale.

Piante Salutari e Alimentari.

BILZ. Medicina Naturale.

Piante alimentari I.

BILZ. Medicina Naturale.

Piante alimentari II.

B1LZ. Medicina Naturale.

F' . » J

.

Piante velenose I,

Aconito giallo

Colchico autunnale

Giusquiamo

Stramonio

Euforbio

Timelea

BILZ. Medicina naturale.

Piante velenose IL

BILZ. Medioina Natnrale.

Opera premiata.

Un Millione di copie già vendute.

La

Nuova Medicina Naturale

Trattato d’insegnamento e di consultazione sul metodo di curare e di guarire le malattie seguendo

le leggi di natura

di

sulla 86a Edizione Tedesca intieramente rifatta

con 548 figure intercalate nel testo, diverse tavole a colori, quadro di quaranta cospicui- rappresentanti della Medicina Naturalista, ritratto dell’ Autore e parecchi modelli scomponibili e variamente colorati sull’ anatomia del corpo umano e sulla struttura

dei singoli organi.

Proprietario del Sanatorio Bilz in Radebeul presso Dresda.

Prima Traduzione Italiana

Lipsia.

F. E. Bilz, editore.

Motto: Wasser tut’s freilicb, bober jedocb

steht die Loft, am kocbsten das Lic.bt.1)

L’acqua opera, sì, certo; ma più cbe l’acqua l’aria e, in sommo grado, la luce.

IL NUOVO METODO DI CURA NATURALE ED I SUOI VANTAGGI.

Tutti quelli die non sono ancora pratici del metodo, consultino dapprima i seguenti capitoli: «Il Metodo di cura naturale», « Principii generali riguardanti il Metodo di cura naturale ».

(Veggasi l’indice.)

Istruzione sul modo di curare le malattie secondo i precetti naturali.

1. Qualunque modo di usare i’aqua va messo in pratica solo quando il corpo è abbastanza caldo, e caldi sono specialmente i piedi. L’ammalato nòli deve sentire freddo!

Se, toccando la pelle, si sente fredda, bisogna anzitutto procurare cbe il corpo si riscaldi mediante le frizioni asciutte e gl’ impacchi a secco, il moto, il tepore dèi letto, il bagno-vapore ai piedi, preso stando seduti o coricati eco,

Epperò il momento più addotto per ricorrere alla cura idriatica, è appena ci siamo tolti dal tepore delle coltri.

2. Anche subito prima di andare a letto, sono indicati i seguenti modi d’applicazione, ad esempio: le fasciature stimolanti attorno al corpo, gl' impacchi olle gambe ed al tronco ecc.

3. Se la camera è fresca, va riscaldata prima di sottoporre il paziente all' idroterapia.

3 b un motto popolarissimo in Germania, cbe l’Autore applica come leit- motiv allo spirito cbe informa tutta l’opera.

1

9 Istruzione sul modo di curare le malattie secondo i precetti naturali.

4. Poco prima e subito e dopo il pasto, non è ammesso ricorrere

a qualsiasi modo d’applicazione. Ciò è detto in ispecie per quei

metodi di idroterapia, i quali eccitano l’ organismo.

5. Appena cessate insolite eccitazioni o moti che ravvivano la circolazione del sangue, convien evitare la cura coll’ acqua, finché sia sottentrata la calma. (Questo per non esporsi a danni.

Però colla febbre durante la quale si accelera la circolazione del sangue un opportuno trattamento con acqua non nuocerà mai: anzi al contrario porterà un grande vantaggio.

6. Finito il trattamento (siano impacchi, bagni od altro), bisogna provvedere od un pronto riscaldamento del corpo, mediante il moto, le frizioni, il tepore del letto, le bottiglie calde ecc. Ai due ultimi mezzi si ricorre solo, quando l’ammalato è troppo debole per riscal- darsi da stesso, mediante movimento.

7. Dopo un bagno caldo, un bagno a vapore o un bagno ad aria calda come pure dopo che si sono tolte le fasciature e gl’ impacchi caldi e stimolanti deve seguile ogni volta un rinfrescamento, sotto- forma di doccio, di allusioni, di irrigazioni, di lavacri ecc. con acqua fresca, onde evitare un raffreddore.

8. Eseguito un metodo di cura coll’ acqua, convien sempre atten- dere - prima di passare ad un secondo che il corpo siasi com- pletamente riscaldato e si ritrovi relativamente in istato normale,, riprendendo un senso di benessere. Si abbia cura perciò di procurare un riscaldamento sollecito. E necessario si badi di non disturbare ramnialato con soverchie premure, ma si conceda all’ organismo tempo o quiete per agire spontaneamente.

9. Si dia da bere dell’ acqua fresca all’ ammalato il più spesso possibile, ma non contro sua voglia. (A richiesta del paziente, gli si può dar da bere dell' acqua anche un po’ temperata.) Non si bevano grandi quantità d’acqua in una sol volta, ma a sorsi, e piuttosto sovente.

10. Il paziente si astenga da cibi stimolanti e in molti casi prenda solo cibi per malato, di cui veggasi il capitolo relativo. E anche badi di non pigliarne soverchio troppo -di freguente. (Per quanto ci ricordiamo, il Prof. Trall comunica appunto, nella sua opera, ch’egli ottenne risultati meravigliosi in molti malati cronici, prescrivendo due pasti al .giorno od anche uno solo.) Tuttavia anche in questo non bisogna esagerare.

11. Si provveda che nella cura sia prestato un servizio completo <*. in modo speciale, pratico. Molti casi di morte, che si verificano

Istruzione sul modo di curare le malattie secondo i precetti naturali. 3

anche malgrado la nostra cura, avvengono per la mancanza di infer- mieri esperti. Si abbia inoltre, sempre a disposizione delle lenzuola di lino abbastanza grandi, coperte di lana, vasche da bagno, fascio già pronte, come pure un enteroclisma, o irrigatore, cose che in moltissime famiglie purtroppo non si trovano e che compromettono il buon successo della cura, da ottenersi solo colla precisa esecuzione delle sue norme. Si osservi la più scrupolosa pulizia della tela e della seta greggia, che si adopera per le fasciature. Di queste se ne dovrebbe disporre un numero doppio del bisogno, affinchè, occorrendo, un nuovo impacco si possa adope- rare un pannolino fresco e pulito. 11 pannolino usato e sporco di materie infette si ponga in acqua tiepida e si lavi ben bene, risciacquandolo poi con acqua fresca e stendendolo ad asciugare all'aria. Quando gl’impacchi si rinnovano più volte in breve tempo, si possono usare ripetutamente gli stessi panni, però dopo averli ben lavati con acqua tiepida: essi

vanno naturalmente dapprima immersi nell’ acqua destinata alle fasciature,

\

e poi spremuti ritorcendoli. E consigliabile per altro, a scopo di maggior pulizia, di seguire di quando in quando il precetto or ora ricordato. Anche i panni di lana devono, qualche volta, essere distesi all’ aria.

E accomandiamo di seguire scrupolosamente queste prescrizioni, appunto perchè vengono maggiormente trascurate.

12. Si osservi sempre il necessario riposo e s'abbia cura di man- tener fresca l’aria nella camera del malato. Per ogni singolo ammalato va prestabilito se la cura debba essere eccitante o calmante, rinfresca- tiva o derivativa. Si leggano perciò, onde guarire una malattia, non solo le poche righe che sembrano addattarsi al caso medesimo (poiché in tal guisa si comprometterebbe sovente il miglior successo), ma anche tutto ciò, che è esposto in molti altri capitoli del trattato intorno all’ applicazione dei metodi raccomandati a seconda delle diverse resistenze organiche, a seconda dell’ età, del sesso e special- mente dello stato del sistema nervoso dell’ ammalato. Quanto maggiori adunque saranno le nozioni acquistate colla lettura di questo trattato, tanto più chiaro riescila al lettore quello che ha da fare e da tralasciare in un determinato caso. Per tal motivo non si ricorra al libro solo (piando il bisogno bussa alla porta, ma se ne tragga gli utili insegna- menti già godendo della più perfetta salute; allora si potrà essere ben preparati anche in caso di malattie.

13. Durante il sonno naturale l’ammalato non deve essere mai distur- bato da qualsiasi cura idriatica; questo va caldamente raccomandato a tutti gl'infermieri. Nessun limedio agisce nelle malattie in modo

i*

4 Istruzione sul ànodo di curare le malattie secondo i precetti naturali.

più benefico del sonno; e non rari sono i casi in cui le malattie più gravi assumono un decorso favorevole appunto per un sonno tranquillo. In caso di febbre però, sono ammissibili alcune eccessi oni, giacché qui si tratta solo d’un sonno di parvenza e perciò tali ammalati con polso accelerato, ad esempio a 120 battiti al minuto primo, vanno ravvolti in impaccili freddi o immersi in un bagno, a seconda del rispettivo metodo di cura,

E parimenti benefica nelle malattie, è l’influenza dell' aria buona; perciò si tengano aperte le finestre della camera ove giace ramnialato, Le stesse si chiudano solo se il paziente vien posto nel bagno o ravvolto negl’ impacchi, oppure di quando in quando se la temperatura è troppo bassa, poiché per taluni ammalati un certo caldo è necessario e bene- fico. (Ili ammalati, che sono in grado di uscire all’ aria aperta, lo facciano ben di sovente.

14. L’applicazione idriatica deve limitarsi ai soli lavacri alla mite temperatura dai 27 ai 28° B, finché le forze dell’ infermo non sono sufficienti per produrre la necessaria reazione di fronte ad un tratta- mento con acqua più fredda.

In tali casi devesi anzitutto iniziare una cura ricostituente (veg- gansi le rispettive norme) per rendere l’ammalato più resistente, e quindi suscettibile d’un trattamento idroterapico propriamente detto.

15. Più l’acqua adoperata é fredda, più celere ne risulta la rea- zione negli ammalati capaci di reagire, cioè più rapidamente ed in maggior quantità il sangue, repulso dall’ eccitazione del freddo, vien risospinto verso la pelle ed eventualmente, verso quella parte del corpo, su cui si ebbe ad agire.

16. Va pure rilevato che le abluzioni, le compresse ed i bagni ad una temperatura d’oltre 30° B. giovano grandemente nei casi, in cui nell’ ammalato è deficiente la produzione di calore; ma ad ogni siffatta applicazione si deve far seguire una lavatura rinfrescante od una sof- fusione d’acqua fresca, allo scopo di rafforzare nuovamente la pelle.

Le applicazioni dell’ acqua calda sono da raccomandarsi anche contro le nevralgie e ciò per la sua proprietà di calmare il sistema nervoso e di acquetare i crampi. ( Leggasi l’articolo «Compresse calde ».)

17. L’ammalato che vien sottoposto ai trattamento derivativo (semicupi, pediluvi, bagni a vapore ai piedi ecc.) deve durante l’appli- cazione astenersi dal leggere, per evitare un maggior afflusso di san- gue al cervello che vi determina un’ attività elettrica.

Istruzione sul modo di curare le malattie secondo i precetti naturali.

5

18. Talvolta i fenomeni speciali, indicati pei singoli casi di malattie

si manifestano tutti contemporaneamente, tal altra isolatamente.

11). L’ammalato procuri di star di buon animo e serbi buone speranze, che anche questi sono fattori essenziali della guarigione.

Egli troverà più pronta guarigione, che un ammalato senza spe- ranza e pusillanime, giacché dalla fede sicura e dalla costante fiducia nel medico e nel suo metodo curativo dipende metà, se non l’intera riuscita della cura medesima. Non si manchi perciò di sollevare lo spirito e di rinvigorire la speranza dell’ ammalato, affermando con- formemente alla verità che colla nostra efficace cura con mezzi natu- rali, si raggiungono guarigioni veramente miracolose. Ed infatti migliaia di ammalati già spacciati dai medici ne trovarono ancor la salvezza.

In proposito si consultino le storie degli ammalati da noi guariti, che abbiamo unite ad ogni singolo caso.

All' ammalato vanno risparmiati dispiaceri e preoccupazioni.

20. Se nella cura di una malattia non si trova subito migliora- mento e guarigione, si continui pure con pazienza il nostro metodo di cura, cioè colle forme opportune d’applicazione, che in tutte te malattie pericolose dovrebbero sempre essere praticate da un braco medico, seguace della Medicina Naturale; il successo non mancherà certo. Almeno l' ammalato riesce a cavarsela in metà del tempo di cura e, nella maggior parte dei casi, in un tempo ancor più breve, in confronto di quello che un medico ordinario avrebbe impiegato nel medesimo caso.

21. Quantunque si deve agire già all’ apparire di ogni indisposizione tuttavia non conviene esagerare e nemmeno andar a letto coll' imma- ginarsi subito come lo fanno molte persone d’esser colpiti da grave malore. L'immaginazione fa molto.

Kant dice:

« Non dobbiamo voler essere ammalati,

« Poiché anche la volontà fa molto.

« Esercitare la volontà significa esercitare anche i nervi. »

Sovente gioverebbe di più continuare a muoversi, fare una passeg- giata all’ aperto, esercitarsi colle finèstre aperte nella ginnastica da camera unita a quella degli organi respiratori.

I disturbi dell’ organismo possono spesso aver origine dalla man- canza o dall’ insufficienza di moto e venir fatti sparire mediante opportuno moto (ginnastica ecc).

Le massaie più attive, le madri di numerosa prole non arrivano ad ammalarsi perchè sempre occupate ed in moto. Se anche le cause

(j Istruzione sul modo di curare le malattie secondo i precetti naturali.

dei disturbi sono d'altro genere, si riesce pure molte volte a toglierle mediante moto dell’ intiero corpo (ginnastica ecc).

Ma anche l’eccessiva attività del corpo o della mente, l’esauri- mento, determina sovente alterazioni nei processi organici. In tal caso va prescritto il riposo.

22. Coi bambini, che all’ inizio della cura si mostrassero restii ad ogni forma di trattamento indroterapico non convien insistere troppo ruvidamente. Piuttosto si adoperi dapprima l’acqua più tem- perata. e si cerchi di fare ai bambino il bagno, l’impacco, la fascia- tura del corpo ecc. senza produrgli violenti emozioni.

Se i bambini s’agitano fortemente come spesso avviene, trattandoli con cattive maniere, allora è meglio non insistere pel momento nella cura. Se i bambini, strillano solo per cattiveria, la cura perciò non va affatto abbandonata. Anche la cura da scegliersi pel bambino va ben ponderata ed individualizzata cioè calcolata se- condo le particolarità del soggetto.

Non di rado i bambini si lasciano, senza strepito smanie, avvolgere in impacchi da una persona che conoscono, anziché dai loro genitori. Leggasi in proposito il capitolo «Malattie dei bambini».

23. Nel trattamento di ammalati avvezzi all’ idroterapia si può adoperare l’acqua alla temperatura di 1 o 2°E. più bassa di quella segnata nel rispettivo caso morboso. Trattandosi invece di malati troppo magri, deboli o anemici, come pure di ragazzi e di adulti che temono l’acqua, la temperatura della medesima va elevata di 2 gradi.

24. Chi, insieme al nostro metodo di cura, va usando anche dei farmaci il che spesso accade impedisce o ritarda di molto la guarigione, anzi spesse volte la rende affatto impossibile.

25. Veggasi pure:

1. Istruzione sulla cura della febbre.

2. Alcuni cenni sul metodo di cura con mezzi naturali, in generale.

3. « Insegnamenti e massime » che si riferiscono alla guari- gione delle malattie.

4. Precetti o prescrizioni di cura per ogni caso di malattia,

5. Massaggio.

6. Diversi esiti di cura,

7. Osservazioni. (Si consulti in proposito l’indice.)

Leggansi pure i seguenti capitoli: «Cura dei Malati », « Alimen- tazione non eccitante», «Alimentazione dei malati» con Aggiunto al

Istruzione sul modo di curare le malattie secondo i precetti naturali.

«capitolo «Cura, della febbre». «Clisteri», in casi di stitichezza. Massaggio del ventre », « Ginnastica . < Piante salutari » eco.

Nella ricerca dei metodi curativi per ogni singola malattia o di altri capitoli dell' opera, esposti in ordine alfabetico, il lettore consulti anche Vindice, perchè in esso sono aggiunte delle note supplementari, e quelle ulteriori informazioni che non potevano essere comprese nell’ ordine alfabetico.

2G. Iie cure indicate per le singole malattie sono in molti casi di doppio effetto, se unite al massaggio, eseguito da mano esperta. Leggasi perciò ripetutamente e con attenzione il capitolo sul «Massaggio ed altre opere sul medesimo argomento e si studiano pure esattamente le figure illustrative per acquistare la cognizione completa dell' argomento.

Si seguano scrupolosamente le nostre prescrizioni ed anzitutto- si evitino le esagerazione.

Non si creda mai: molto giova molto.

Non noi, ma la natura guarisce.

(dii non possiede ancora sufficienti nozioni intorno al nostro metodo di cura, e vien colpito da guave malattia, si rivolga sempre ed esclusiva- mente ad un Medico, seguace della Medicina naturalista.

Se un sanitario di questi .principi non si trova nelle vicinanze, allora incombe all' ammalato ancor maggiormente il dovere di rendersi al più presto famigliai! le norme del nostro Metodo di cura, Inziando subito la giusta cura, i gravi sintomi della malattia assumeranno nel maggior numero dei casi un carattere benignò. Facendo in modo contrario, la malattia si aggraverà od almeno sarà ritardata la sua .guarigione.

Cosa principale è dunque: individualizzale cioè ponderar bene ■quale forma curativa sia la più adatta e giovevole all' ammalato ed alla condizione in cui egli si trova; compito questo, a cui non potrà, mai soddisfare, che un sanitario pratico del nostro metodo curativo.

Prima di essersi formato un esatto concetto della cura con mezzi naturali e di sapervi agire con giusto criterio, occorre convincersi che non essi guariscono la malattia, ma che la forza salutare è insita nel- l'uomo stesso: ogni essere n’è dotato dalla natura stessa fin dalla nascita.

Tu non hai dunque bisogno di trangugiare l’energia per guarire sotto forma di medicine, polveri, thè od altro, di somministrarla col mezzo d'empiastri sul membro ammalato, per poterlo guarire, no; questa forza già da tempo esiste iti te. La stessa natura che con- serva la vita di giorno in giorno, di anno in anno, e che ci si appa-

8 Istruzione sul modo di curare le malattie secondo i precetti naturali.

lesa quotidianamente, anzi di ora in ora, guarisce pure le molteplici lesioni organiche, i disturbi, le malattie e ne paralizza gli effetti dannosi.

Nuli’ altro dunque ci resta a fare che assecondare questa forza di natura (noi la chiamiamo qui forza naturale di guarigione). Come ciò si debba fare, il libro lo mostrerà in modo esauriente.

Dacché adunque ci è noto, lettore carissimo, che la virtù di guarire le malattie non appartiene ai mezzi da noi adoperati, ma alla forza vitale, cui dobbiamo venir solo in aiuto, la nostra situazione é ben facile, e possiamo accostarci coll’ animo sereno al letto dell’ am- malato, convinti che la natura sceglie sempre la via giusta per gua- rire la malattia.

Se poi si vuole che la guarigone naturale proceda in modo favo- revole, si eviti di ostacolarla, privando ramnialato dei suoi principali elementi, come ad es. dell’ aria pura, della luce, dell’ acqua ecc. o, peggio ancora, col somministrare di medicinali. Allora che verrà disturbato il decorso favorevole della malattia, essa assumerà una forma più grave, e l’esito sarà infausto.

E tali risultati si sarebbero mille e mille volte evitati, se non si avesse alterata e scemata la forza salutare della naturai

Milioni di malattie gravissime sarebbero completamente guarite, se subito da principio fosse stato adottato il metodo di cura naturale.

Possa ben presto sottentrare un cambiamento nei metodi cura- tivi, nell’ interesse di tutti i sofferenti.

Allora, superata la malattia, i guariti si sentiranno più sani di prima, più insorgeranno l’infermità, consecutive all’ uso dei farmaci. Le malattie saranno di brevissima durata, il timore di malanni peri- colosi e contagiosi andrà scomparendo e col tempo spariranno pure quasi tutti i mali dell’ organismo umano, poiché l’umanità, colla divul- gazione del Metodo di cura con mezzi naturali, apprenderà il compito supremo del nostro grande movimento riformatore: «il prevenire le malattie ».

Poiché molte malattie si manifestano in forma acuta (cioè con febbre e decorso rapido) altre in forma cronica (cioè con decorso lungo e con ricadute) descriveremo runa e l'altra forma, esponendole particolarmente.

Abbellimento ed igiene della pelle e della faccia. Nessuno s'immagini di acquistare o di conservare la beltà della pelle del viso coi così detti cosmetici qualunque fosse il loro nome. Altri mezzi occorrono all’ uopo e cioè:

1. La cura attenta della pelle da eseguirsi con abluzioni o frizioni totali giornaliere, (non solo della faccia) oppure con bagni di pulizia e susseguente risciacquamento, in ispecie del viso.

Come un pannolino vieti bianco, se ripetutamente lavato nell' acqua, tallita, così juire la nostra pelle. Se si cura a mezzo dei bagni e delle frizioni totali la pelle di tutto il corpo, il viso non sara più la regione esclusiva, dove trasudano le materie che l’organisnio cerca di espellere. Di solito la faccia è il focolaio delle secrezioni cutanee, poiché i suoi pori, in virtù del contatto coll’ aria e dei lavacri quo- tidiani, sono i meno otturati.

2. Una normale circolazione del sangue, che viene col moto sufficiente all’ aperto, coll’ aria pura nelle stanze e nelle camere da

letto, col dormire in camere a finestre aperte, coi cibi non eccitanti ecc.

\

E noto che negli uomini dediti a passioni e vizi d’ogni genere l'afflusso del sangue alla faccia è più vivo che non in quelli, che fanno vita regolare. Costoro sono quasi sempre affetti da ogni genere d'eruzioni persistenti della pelle, ovvero presentano un intenso pallore

10

Ali bellini ento ed igiene della pelle e della faccia.

del viso. È appunto l’alterazione del sangue che fa insorgere certe eruzioni come l’acne, le pustole, l’erpete, gli eritemi eco.

La natura presceglie, come via d’espulsione delle sostanze dannose contenute nel sangue, la pelle del viso, perchè essa, come già notammo, si trova esposta, più che il resto della pelle, all’ azione benefica dell' aria e della luce, e perchè coll’ esclusivo lavacro della faccia ne vien maggiormente attratta la corrente espulsiva del sangue e ne vengono maggiormente secreti i suoi prodotti.

3. Il benessere morale vale a dire: un’ animo sereno, senza pre- occupazioni, senza fastidì, ed il dominio sulle passioni.

Chi non sa che non solo per ragioni fisiche, ma anche per morali la pelle de viso può assumere un pallore intenso, un rossore anormale od un colorito giallo o cinereo?

Le giovanette, le ragazze da marito non devono abbandonarsi a pensieri eccitanti, a capricci ed affanni d’amore (forse per riavere un pretendente infedele, o per conquistare un nuovo adoratore), poiché allora sparisce l’intima, gioconda pace dell’ anima e con essa i dolci, amabili tratti del viso, il suo bel colorito ed il visino ridente assume un aspetto imbronciato e punto attraente. (Il viso è lo specchio dell’ anima!).

Ragazze mie, specie voi inesperte, non affrettatevi troppo a prender marito, poiché il matrimonio diventa per poche un paradiso, per molte un inferno. Non procuratevi dunque inutili pene.

4. Le persone che soffrono di congestione al capo, e le giovani che hanno la pelle assai irritabile, usino maggiori riguardi nelle quo- tidiane abluzioni o nei bagni di pulizia del capillizio e della pelle del viso, che in quelle che interessano altre parti del corpo.

Non posso a memo di sconsigliare l’uso dell’ acqua troppo fredda, che eccita soverchiamente, come pure quello dei saponi forti, irritanti e delle frizioni troppo energiche della pelle, poiché gli umori irritanti, malsani del sangue corrotto vengono così sospinti verso queste parti ed ivi trasudati.

Per abbellire adunque la pelle del viso a chi non ha questa dote innata occorrono: 1. La cura scrupolosa della pelle mediante, frizioni dell’ intiero corpo con acqua tiepida (18° R) da eseguirsi ogni mattino. 2. Qualità ed attività normali del sangue, nutrimento semplice, meno eccitante che sia possibile, poiché l’abbellimento della pelle del viso si compie più rapidamente col diminuire delle sostanze eccitanti.

Abbellimento ed igiene della pelle e della faccia.

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nocive al corpo. 3. Il benessere morale. 4. 11 preservare la pelle del viso ed il cuojo capelluto da ogni forte irritazione.1)

Oltre die coi mezzi or accennati, si guariranno le espulsioni della pelle e della faccia col seguente trattamento: Alla sera, frizioni ai piedi o bagni alla pianta dei piedi; moto all’ aria aperta: respirazioni profonde, sovente ripetute; ginnastica da camera; alimentazione non eccitante; evacuazioni regolari, se fa d’uopo col mezzo di clisteri ed. ogni giorno, qualche clistere derivativo. Miglioreranno così la qualità del sangue e la sua giusta ripartizione. (Per le forme d’applicazione, vedi l’Indice.)

Lavater dice: «Volete diventare più belli? Procurate d’avere una bell’ anima, in un corpo sano; e subito non solo le rose rifioriranno sulle guancie, ma da ogni regione del viso irradierà una bellezza irresistibile, se anche aveste una pelle da mulatto ».

Ogni signora che abbia macchie sulla faccia od altra espulsione sulla pelle, dovrebbe convincersi che i rimedi pei’ la bellezza, diffusi dalla reclame, non sono buoni a nulla. Queste piccole o grandi de- formazioni del viso provengono forse dall' aria? No di certo, esse hanno l’origine negli limoli guasti dell' organismo. Se l’organismo n’è liberato ed il sangue è sano, allora la pelle diventa e si conserva bella da stessa.

Per quanto si riferisce all' uso del sapone, va osservato che esso vi en adoperato troppo spesso.

Il sapone dovrebbe adoperarsi solo per togliere quello sporco, die non può essere lavato via con acqua pura. Chi si serve spesso del- l’acqua tiepida, ben di rado avrà bisogno di sapone. Troppo sapone dissecca la pelle, toglie alle ghiandole sebacee il loro grasso naturale, rendendo ben presto la pelle, vecchia, appassita e rugosa. Chi considera il sapone come un ausiliario solo in caso di bisogno, conserverà la pelle giovane, morbida, e fresca.

Da condannarsi è l’uso del sapone nelle. ferite aperte; nelle ulce- razioni. nelle suppurazioni, ed in diverse malattie cutanee eee., poiché esso impedisce non solo la guarigione, ma ricaccia altresì le espul- sioni nel sangue e negli organi più nobili. L’uso del sapone nelle

b Vedi anche il capitolo sotto l’intestazione Acqua Se la pelle è molto sensibile, le abluzioni della faccia, invece che con acqua molto fredda, sono da eseguire con acqua tiepida, allo scopo di non provocare irritazioni. Per le persone, che soffrono di congestioni al capo o di disturbi da alterata composizione del sangue eco., vanno preferite le abluzioni tiepide alla testa ed al viso.

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Abbellimento ed igiene della pelle e della faccia.

malattie va dunque limitato alla prima pulizia delle persone veramente sporche.

Per far sparire le cicatrici, i residui delle eruzioni cutanee, ser- vono assai bene frizioni con luffa ripetute più volte al giorno; con esse si accelerano i processi nutritivi della pelle e la scomparsa della cicatrice. (Rivista per la casa.)

Diana di Poitiers e Ninon de Lenclos.

È noto che Diana e Ninon conservarono, fino alla più tarda età, la loro superba bellezza, decantata nelle storie. A sessanta anni, Ninon godeva ancora d’un aspetto altrettanto fresco che lussureggiante e le sue gote avevano il carmino naturale della salute. Essa toccava quasi settant’ anni, quando uno de’ suoi nipoti s’invaghì di lei così perduta- mente, che s’uccise, perchè non potè esserne corrisposto!

Recentemente uno storico francese ha fatto ricerche per iscro- ] n i re con qual segreti rimedi quelle moderne Aspasie aveva no con- quistata L’immortalità del nome. Dicesi che tali ricerche furono iniziate per desiderio di alcune signore curiose; ed il risultato venne, alcuni anni fa, comunicato alle donne tedesche per mezzo della (rassetta di Mode, di Lipsia, Nessuna essenza miracolosa veniva usata da quelle bellezze storiche, salvo l’acqua fresca di fonte, colla quale esse lava- vano ogni giornrt il loro bellissimo corpo. (Nel Sud l’acqua di fonti non è tanto fredda, come nelle regioni nordiche.)

Gli uomini della razza caucasa, alla quale apparteniamo, hanno, nelle latitudini settentrionali le guancie rosse. Chi non l’ha così colo- rite, non è sano1) se anche l'individuo stesso e tutto il mondo con lui ritenessero l’opposto, non sentendosi affetto da malattia acuta, presentando manifesti sintomi morbosi. Codeste prove contrarie non valgono nulla. Vi sono degli uomini, che hanno, dalla prima infanzia, un colorito pallido, perchè a quell’ epoca venne trasformato un morbo acuto mediante medicinali, in un male cronico, come ciò risulta dalle deduzioni antecedenti. Spesso è accaduto che persone inalaticele ebbero a riacquistare il sano colore delle guancie, perduto fin dall’ infanzia, allorché una cura idriatica determinò la riproduzione dell’ antica

b Non si può però intendere questa massima nel senso opposto e dire: <lii lui le guancie rosse, è sano „.

Abbellimento ed igiene della pelle e della faccia.

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E così s’è pure visto, benché raramente, che persone calve, durante la cura nel Sanatorio a Graefenberg- hanno acquistato una semenza di capelli, che sei mesi dopo il trattamento produsse una lussureg- giante capigliatura. L'idea di voler far crescere i capelli con essenze, olii, tinture eco. deriva, al pari, di quella per cui si vuol ristabilire la salute mediante medicinali, dal misconoscere la natura ed è perciò assurda.

Non solo la pelle della faccia, ma anche quella del corpo intero acquista sotto l'influenza dell' acqua fredda quella line trasparenza del colore sanguigno, di cui risulta la florida bellezza delle membra. Anche la pelle più dura e ruvida, diventa in seguito ad una cura idriatiea, fine e morbida1), cosi che su essa si delineano tenua mente le vene. Quest’ ultimo fenomeno è l’effetto della salute ristabilita, che riattiva la circolazione del sangue e rende turgide quelle vene, che prima eran affievolite per indebolimento del generale organismo e non erano mosse che un da lento e senile afflusso. Si para- goni una coscia, lavata ogni giorno nell' acqua fredda, con un’ altra tenuta asciutta e si rileverà la stessa differenza di colorito che inter- cede fra il verde delle piante cresciute all’ aperto e il verde di quelle cresciute in cantina.

1 pittori più rinomati dell' epoca nostra, che studiano su quadri storici il colore delle membra, disperano di trovare oggidì modelli con colore del corpo si bello e vivo, poiché essi hanno piuttosto l’ap- parenza di cadaveri o d’abitanti di chambres garnies.

Ma ciò a noi ben poco importa, perché il senso moderno del bello si va talmente perdendo che un collo del tutto bianco, senza colore vivo, un collo cretaceo come l’hanno i cadaveri, passa per somma- mente bello. Per conservare questa tinta cadaverica, molte donne non usano più di lavarsi il viso, il collo, il petto, ma li strofinano soltanto a secco o al più con un po’ d’acqua di Colonia. Oh, quanto bella e delicata sarà cotale carnagione! Al colore cadaverico s'aggiungono poi

') Il inoltro da osservare elio la, pelle del tronco e degli arti diventa dap- pertutto lucida, come se fosse stuta strofinata con olio, e ciò è ancor pili pa- lese se, a cura ultimata, si porta la pelle sulla visuale fra l’occhio e la luce. Anche la morbidezza vellutata delle pelle, dopo una radicale cura idriatiea, guadagna molto. Senza tema d’esagerazione, si putì sostenere che la pelle del- l’uomo, anche in etù avanzata e coi muscoli rassodati, diventa assai più mor- bidii che non sia < | nella d’una giovinetta dalle carni delicate e molli, seguendo il regime antico.

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Abitazioni e locali da lavoro. Abitudini cattive ed altri mali.

alcuni piccoli pori nerastri e sucidi! Cliacun a son goùt! Le donne laporiesi si fregano ad esempio il viso con olio di merluzzo e con urina, onde abbellirlo; ma la neo-zelandese deride ambedue, perchè ignorano che il più bell’ oramento della donna sia uno stecco ficcato attraverso il naso!

Abitazioni e locali da lavoro, vedi « luce ».

Abitudini cattive ed altri mali. Vi sono non poche per- sone che fanno una impressione sgradevole per certe loro abitudini e malattie, che urtano e ripugnano: molte di queste persone non lo sanno neppure; altre non possono evitarle, perchè acquisite da anni ed anni.

Se tali difetti si fan toccar con mano a queste persone (e ciò è debito d’ogni buon amico) bisogna farlo in modo assai cauto e deli- cato per non inimicarsele.

Spesso basta un cenno, per avvertirle; esse si studiano allora di liberarsi della mala abitudine, e sono grati del benevolo avvertimento.

Ma non di rado si urta la loro suscettibilità, e si dura fatica a convincerle dell' amichevole intenzione.

I genitori poi rammentino che coi loro bimbi, spesse volte sgarbati, recano fastidì e noie a moltissima gente, quando li biasimano di continuo, perchè non osservano belle e gentili maniere.

1 fanciulli di solito non sono condiscendenti che coi loro parenti; alcuni fingono solo d’esserlo per rendersi i genitori favorevoli ai loro desideri.

Le cattive abitudini consistono in ciò: non tenere diritto il corpo nel camminare, nel danzare ecc.; far delle smorfie nel conversare; ridere sgangheratamente; andar subito in collera; liticare parlando di cose politiche o giuocando alle carte, al bigliardo ecc.; spruzzare la saliva in viso alla persona con cui si parla; ripetere continuamente degl' intercalari nei discorsi in privato ed in pubblico, quali « dunque », «come ho già detto», «si capisce », « non è vero?» e altri simili.

Si prova sopratutto ripugnanza, quando viene offeso il senso dell' olfatto, ('ome per alito cattivo che, nelle persone sane principal- mente, è solo causato dalla trascurata pulizia della bocca e dei denti (dopo ogni pasto si debbono pulire la bocca e i denti dai resti del cibo). Molti usano cosmetici. Gli abiti mandano odore d’aglio, di mozziconi di sigaro o anche di tabacco; altri manda odore di grappa ecc. Anche l’ozena, le posteme, il sudore dei piedi ed delle ascelle fanno star lontani dalla persona che ne soffre.

Abitazioni e locali da lavoro. Abitudini cattive ed altri mali.

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Il guaio è che coloro i quali ammorbano il prossimo coi loro odori, non se n’accorgono neppure quando appestano a due passi i vicini.

Occorre la nettezza più scrupolosa: risciacquare spesso la bocca, pulire con acqua pura le orecchie e il naso, aspirando l’acqua dalle narici. Ripetuti pediluvi ed abluzioni ai cavi delle ascelle: in generale cura della pelle, a volte malamente negletta, a mezzo di bagni, ab- luzioni totali, quotidiane ecc. tutto questo vuol essere insistentemente raccomandato.

Inoltre è ben poco attraente l’aspetto di quegli a cui fuorescono dei peli dal naso, in ispecie se come è facile ad avvenire vi si attacca il muco nasale disseccato, o se trattengono la goccia di tabacco, coni’ è delle persone che lo fintano.

E noto a tutti che i denti rendono la bocca oltremodo bella, se som tenuti bianchi e puliti; eppure la maggior parte degli uomini trascura affatto la cura ilei denti, o la incominciano solo quando non c'è più nulla da curare. Ogni madre dovrebbe adunque anzitutto a motivo dell’ importanza che hanno i denti nella masticazione, come, in genere, nella funzione digestiva se le sta a cuore la salute di suo tìglio abituarlo a pulirsi i denti, risciacquando la bocca dopo ogni pasto.

Parimenti si può dare noia ad altri con canzoni sguaiate e chiac- chiere sciocche col fiutare, collo sputare di continuo, agitare il cibo in bocca mangiando, col succhiare bevendo ecc.

Su tutto ciò, o lettore mio, fa il tuo bravo esame e chiedi ad un amico se a volte cadi in tali cattive abitudini: se questo è, allora proponiti seriamente di correggerti: soltanto la ferma volontà ti con- durrà alla meta. Riescono ancora spiacevolissimi lo strabismo, i porri e le eruzioni alle mani ed al viso, i peli (dove non dovrebbero tro- varsi, specie nelle donne), i butteri del vajolo, le macchie alla faccia (cloasmi, lentiggini, voglie, efelidi) ecc. Quale mezzo per togliere i peli è da indicare l’elettricità galvanica. Successi pasSeggieri si otten- gono col rasoio, col bruciarli o col levarli mediante una pinzetta.

Il Dr. Bock raccomanda, siccome il migliore, il depilatorio di Boettcher, che si prepara così: Si prendono trenta grammi di calce viva, sciolta in 12 14 grammi di acqua calda: alla calce che così va idratandosi, aggiungansi 60 o più grammi di acqua, in modo da formare una pasta, entro la quale si fa arrivare una corrente di idrogeno sol- forato fino a completo assorbimento. La pasta così ottenuta si applica, per lo spessore d'un dorso di coltello, sul punto della pelle coperto'

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Aborto. Acqua fredda.

di peli: vi si lascia 10 lo minuti è poi si toglie con una spugna. Si può anche aggiungere, a 10 once di tale pasta, 5 once di glucosio e 1 dramma d’essenza di limone, per corrèggerne l’odore sgradevole.

Aborto, vedi l'Indice.

Aceto. Si fabbrica tacendo arrivare l’ossigeno dell’ aria a con- tatto di grandi quantità di liquidi alcoolici; così, per azione del Myco- derma Aceti (il fungo dell’ aceto) l’alcool contenuto nel liquido a poco a poco si trasforma intieramente in acido acetico.

A seconda del liquido impiegato si distingue un aceto di birra, di acquavite, di malto, di frutta, di vino. Quest’ ultimo è il più caro, ma è anche il migliore. L’aceto di birra e di acquavite sono i più a buon mercato ed i più usati in Germania. In Italia si consuma esclusivamente aceto di vino.

Per parte nostra non possiamo raccomandare l’uso dell" aceto, prima perchè l’acido acetico che contiene, esercita sui denti un’ in- fluenza nociva e poi ha un’ azione troppo eccitante sulle mucose della bocca e del canale degerente.

Raccomandiamo pertanto che nelle insalate e pei cibi piccanti si faccia uso di acido citrico naturale, il quale in piccole dosi è affatto innocuo ed ha un gusto aggradevole.

Aconito napello ed Aconito giallo, vedi Tavola telle Piante Velenose.

Acqua. È la migliore delle medicine; è il miglior mezzo curativo, del resto vedi « Acqua », come anche « Bere acqua » nell’ Indice.

Acqua cattiva; ridurla potabile, vedi a capitolo « Colera ».

Acqua fredda. Trattamento colla medesima. Si usa

ancora oggi da medici che curano coi farmaci e da alcuni aderenti all’ Antico Metodo di cura naturale alla Priessnitz, alla Schrot, che furono gl' inventori ed i fondatori della Medicina Naturalistica.

I Medici naturalisti della scuola moderna adoperano poco l’acqua fredda. Per lo più nei vari modi d’applicazione (come bagni, impacchi, clisteri ecc.) usano l’acqua tiepida da 15 a 25° IL, perchè questa non eccita come fa l’acqua fredda. L’attuale sistema riesce inoltre più gradevole ai malati, che non l'antico: ed i malati si lasciano indurre al nostro metodo molto più volontieri che al metodo antico, col (piale li si tormentava di continuo con bagni freddi, impacchi freddi ecc. Le eccezioni, in cui si adopera acqua fredda, costituiscono certi pro- cedimenti curatili del metodo Kneipp (vedi in proposito).

Aorta. Appiccati o strangolati.

Cura: Regole nella dieta affinchè l’escrezione non sia troppo fluida, troppo solida.

Dopo ogni evacuazione il prolasso deve essere cautamente ridotto colla punta del dito ben unta d’olio.

Si può anche prendere un pannolino, umido ma caldo, o pure una spugna morbida, che si è prima immersa in acqua calda e poi spremuta, per respingere dolcemente il prolasso.

In casi propri si può sedere, a corpo nudo, sul! ano e aiutarlo a rientrare premendolo leggermente col dito.

Affinchè il prolasso rimanga al suo posto, è necessario che il malato resti a letto per qualche giorno. Durante questo tempo (ciò deve aver luogo anche di notte) si applicano delle compresse al ventre e degli impacchi alla schiena di 20° R. (Questi impacchi si chiamano anche Bende a T.)

Per proteggere in certo qual modo l’ano si appoggia ad esso una pallottola di ovata unii da- ll prolasso dell’ ano deve naturalmente essere ben distinto dal prolasso dell’ intestino retto.

Per tre volte al giorno doccia del dorso. 15° R.

Per due volte al giorno semicupio, 20° R.. 5 minuti di durata.

Per tre volte al giorno clisteri. 15° R, e 30 g.

(Per le forme d’applicazione vedere l'indice.)

Aorta (la più grande arteria del corpo). È quel vaso sanguigno, che conduce il sangue rosso, liceo di ossigeno, dal ventricolo sinistro del cuore ai vasi più piccoli.

Le diramazioni dell'aorta si chiamano arterie. Vedi «Circola- zione del sangue ».

Appettito. Mancanza di, Accompagna di solito le malattie febbrili, il catarro gastrico acuto e molte altre malattie. Si trova anche nei beoni, nei fumatori, nei mangiatori d’oppio.

Cura: Togliere le cause.

Nei casi leggieri, forse derivanti da dispepsia, si aspetta semplice- mente che l’appetito ritorni; pel rimanente vedi Catarro gastrico acuto, Dispepsia ecC.

Appiccati o strangolati. L’aspetto d'un appiccato presenta di solito d volto, assai gonfio, di color rosso-azzurrognolo, coi bulbi oculari sporgenti dalle orbite, gli occhi, iniettati di sangue, turgide

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Applicare. Aria nelle camere.

le vene della testa e del collo, lingua sporgente, d’uri bleu-rossastro ecc. Molti al contrario non offrono nessuna differenza, nel viso pallido,, macilento, cogli altri morti o coi catalettici.

Cura: Gli appiccati devono tosto venir liberati da ogni indumento die li stringa, specialmente al collo, e devono esser posti a giacere orizzontalmente. Frizioni fredde ma energiche su tutto il corpo colle mani o con una spazzola, (e le frizioni si facciano specialmente ai piedi, alla pianta dei piedi ed alle mani.) fino a che la pelle diventi rossa. Spruzzare il viso e la regione del cuore con acqua fredda. E ancora, abusione superiore alla Kneipp e abusioni superficiali fredde, come pure clisteri freddi. Meglio è potendo praticare la respirazione artificiale allora non si perda tempo coi mezzi indicati, ma s'inizi i la respirazione artificiale. (Vedi l’Indice.)

Applicare voul dire adoperare, mettere in uso; per es. appli- care una fasciatura, un clistere, una coppetta, e via dicendo.

Apoplessia, vedi « Colpo apopletico ».

Aria. Per gli elementi, che la compongono, vedi l’Indice. Pel- le proprità dell’aria, vedi « Ventilazione ». Per l’abbondante inspira- zione d’aria, vedi « Ginnastica respiratoria ».

Aria nelle camere. (Del dottore in med. A. Ebing.) Tutto ciò che vive, respira; anche nel mondo delle piante la respirazione è una funzione indispensabile alla vita. Senz’ aria buona e pura, non v’ è salute possibile. Tutta la vita organica viene stimolata e mantenuta dall’ ossigeno dell’ aria, motivo per cui lo si chiamò anche «aria vitale . Ma non solo nei fenomeni della nascita e della vita noi lo riscontriamo, ina ancora in quelli della morte e della putrefazione, poiché, per mezzo dell’ ossigeno, la materia è continuamente in via di disorganizzazione, di decomposizione e di ricomposizione sotto novelle forme. Epperò l’ossigeno, eccitatore della vita, è del pari il corruttore dei nostri alimenti vegetali ed animali; per esso i vini s’inacidiscono, la birra fermenta, la putrefazione insorge, si forma la ruggine; ma ciò facendo, vita ad altri esseri, luogo ad altre modificazioni. L’ossigeno è anche il distruttore delle materie putrefatte e contagiose. E noto che l’aria soleggiata disinfetta i fiumi, che altrimenti da lungo tempo sarebbero imputriditi ed il genere umano sarebbe scomparso. L’aria atmosferica si compone di 21 parti d’ossigeno e di 79 parti d’azoto, il (piale non serve che a diluire il primo gaz; giacché l’ossigeno puro è ancora meno respirabile, di quello che, p. es., l’alcool puro sia bevibile. L’ossigeno è causa della rigenerazione ed assimilazione vitale: esso-

Aria nelle camere.

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va unendosi cogli elementi che incontra; cosi, ad es.. ossida i'azoto nel corpo umano, convertendolo in acido urico; coll' idrogeno torma l’acqua; col carbonio l’anidride carbonica. Nell’ organizzazione di tutti gli esseri umani entra essenzialmente l'ossigeno, l’azoto, l'idrogeno e il carbonio.

Assimilazione e disassimilazione energica sono indispensabili alla salute; per questo l’organismo che deve espellere le sostanze ossidate, cioè bruciate, ha bisogno della temperatura elevata chiamata « calore vitale », che ha la sua sorgente nella respirazione. Ove la respirazione si rallenti, diminuiscono contemporaneamente l’assimilazione e la disas- similazione; quando invece si accelera, sale la temperatura, l’assi- milazione e la disassimilazione aumentano ed, in seguito a ciò, la salute.

D’aria sola l'uomo non può vivere; egli deve offrire all’ ossigeno qualche cosa altro da bruciare egli deve adunque mangiare e bere (bene). Respirazione e nutrizione devono trovarsi d’accordo, altrimenti insorgono le malattie. Colla nutrizione troppo abbondante, l'uomo, nel caso più favorevole, diventa grasso; ma, all’ infuori di ciò, insorgono delle malattie, come affezioni emorroidarie, affezioni di fegato, gotta ecc. Con una cattiva alimentazione, l’uomo dimagra, perchè il suo grasso è, per cosi dire, un deposito di riserva, a cui si ricorre in momenti di bisogno. Perciò dimagra anche il grasso animale ibernante, nel periodo del letargo; perciò la gobba del camello questo depòsito di carbone della nave del deserto diminuisce, se la carovana pretende troppo dall’ attività dell’ animale. La fame cronica provoca la scrofola e la tisi. Una dieta nutriente ed il moto adatto all’ aria liberia sono mezzi universali contro ogni malattia, sono l’unico elisine di lunga vita. Poche persone, sfortunatamente, possono riunire queste due condizioni. Ma se il mestiere, se l’obbligo nostro ci rinchiude troppo a lungo in casa, allora bisogna provvedere, quanto più è possibile, a dare aria pura alle stanze ed alle camere. Molte malattie dell’ apparato l'espiratorio, derivano da una vita sedentaria e da un prolungato soggiorno in aria corrotta, come succede nei locali troppo affollati, ad es. nei laboratori^ nelle scuole, nelle osterie e simili. Dall’ odore si conosce facilmente se l’aria è buona o cattiva. Purtroppo il naso è facile ad abituarsi ai cattivi odori; se non che una passeggiata all’ aria fresca ridona subito la facoltà di distinguere.

Ciò che rende cattiva l’aria nei locali troppo pieni ed insufficiente- mente ventilati, non è soltanto l’acido carbonico espirato, ma anche una sostanza velenosa, non abbastanza conosciuta, la quale, giusta

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Aria nelle camere.

l’opinione di dotti famosi, dev’ essere un alcaloide appartenente al gruppo dei veleni cadaverici (ptomaine e leucomaine),

Nella nostra camera, durante la stagione invernale, una stufa che tira bene è il più eccedente ventilatore; porta via l’aria cattiva, mentre dalle fessure di porte e finestre si rinnova sempre l’aria fresca. Chiudere accuratamente questo fessure nell’ inverno, è nocivo alla salute, se da altra parte non vi ha sufficiente ventilazione. È molto più sano permettere questo lento accesso d’aria, fresca e sacrificare un po’ più di combustibile. Anche nell’ inverno si aprano di quando in quando le finestre; nell' estate si lascino possibilmente aperte tutto il giorno, perchè il mezzo migliore ed il meno costoso per avere dell’ aria buona è e resta sempre la semplice aereazione. Tutti i profumi (per buone che siano le loro esalazioni) non rendono migliore l'aria già impura; tutf al più coprono il tanfo, di cui per altro non paralizzano gli effetti dannosi. Ciò non va dimenticato nelle malattie semplici e, meno ancora, nelle malattie contagiose. Soli i mezzi di disinfezione, come il cloro, distruggono le materie nocive, ma riescono essi stessi pericolosi pei polmoni, e devono essere allontanati colla ventilazione. Anche le pareti lasciano passare l’aria; soltanto le pareti umide non permettono ciò; pertanto nelle abitazioni umide regna costantemente un’ aria mefitica ed un odore di muffa. La purezza dell’ aria non dipende per nulla dall’ ampiezza del locale, ma in prima linea dall’ accesso d’aria fresca; cosicché uno spazio piccolo, ma ben ventilato, può essere più sano d’uno spazio ampio ed alto. Nel riscal- damento colle stufe, d’inverno, bisogna ben osservare che le stufe si scaldino nella camera, stessa e non dal di fuori, come ancora si ris- contra in diversi case.

L’esperienza ha insegnato che nell’ aria pura, alla temperatura di 15" R. l’uomo trova le migliori condizioni di vita. Colui, che in tale ambiente, prova ancora freddo, o è infermo o in uno stato analogo, per cui gli si abbassa la temperatura del calore vitale.

Le persone sedentarie o poco attive hanno bisogno solamente di moto all’ aperto, per ristabilire in seguito il rapporto esatto tra il calore loro proprio e la temperatura dell' aria. Nelle stanze dove stanno dei bambini, non si tolleri più di 15° E., poiché il sangue dei bambini, che produce più presto e più energicamente del calore, non potrebbe, ad una temperatura più elevata, cedere all’ ambiente il suo eccesso di calore; i bambini stessi diverrebbero per ciò solo pigri, spossati e sonnolenti. Soltanto le persone in età avanzata e le persone

Arsenico. Articolazioni, Infiammazione rielle.

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nervose possono far riscaldare la camera tino a 18" K. Vedi pure « Ventilazione ».

Arsenico, uno dei più potenti veleni.

Arterie, vedi « Aorta » e vedi « Circolazione del sangue ».

Arterie. Dilatazione arteriosa. In questa affezione la parete vasai e delle arterie viene dilatata per l’urto del sangue contro le tonache malate ed indebolite di questi vasi.

Descrizione della malattia. La dilatazione si compie, in generale, nelle pareti interne dell’ aorta. Si manifesta con disturbi e col senso di pressione al petto, variando spesso la grossezza del tumore infiam- matorio, che oscilla tra una noce e la testa d'un bambino. Alla per- cussione dà un suono sordo e, ascoltando, si percepisce un rumore particolare.

Cause: ferite, paralisi nervose ecc.

Cura. Per «pianto è possibile, riposo. Si eviteranno perciò tutte le emozioni, tutte le eccitazioni fisiche ed i movimenti violenti.

Impacchi eccitanti alle gambe ed ai piedi, prolungati (sopratutto di notte); compresse calmanti al ventre, da rinnovare quando si riscal- dano; nel medesimo tempo può farsi un leggiero massaggio.

In seguito, cura fortificante. Bisogna altresì raccomandare di quando in quando un bagno-vapore alle mani ed ai piedi per la durata di un’ ora, e contemporaneamente un impacco calmante a tronco.

In ispecial modo converrà combattere i differenti sintomi, come pure le cause. (Pei modi d’applicazione, vedi Vindice.)

Articolazioni, Infiammazione delle, Questa può essere ca- gionata da un accidente materiale qualumpie, come; slogamento, lus- sazione, urto, caduta ecc., come pure da diverse malattie.

Cura. Malgrado queste ultime sieno a trattarsi a seconda della causa principale della malattia pure è molto consigliabile, in caso di dolore e edema, le compresse locali, spesso rinnovantisi, fresche, cal- manti. e più tardi anche stimolanti. Si vedano in proposito anche le forme calmanti i dolori. Spesse volte queste infiammazioni scompaiono affatto dopo qualche massaggio, preceduto da un rinfrescamento: in questo caso però bisogna osservare che nelle articolazioni non sia radunato del pus. Se un’ articolazione lesa viene subito curata col massaggio l’infiammazione non ha più luogo. Spesso, quando rinfiam- matone e la gonfiezza sono avanzate, bisogna soffermarsi al mas- saggio della posizione circostante e avvicinarsi man mano al posto infiammato o gonfio. Se l’infiammazione è molto energica i movimenti

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Artrite.

del massaggio, al contrario, devono essere molto delicati, specialmente nei primi giorni.

Veggansi iti proposito, malattie dell’ articolazione del ginocchio.

Ginnastica medica: è da praticarsi solamente negli stati cro- nici. Movimenti attivi e passivi, in ogni direzione, dell’ articolazione addolorata. Veggasi anche « Infiammazione delle articolazione «sotto- cura di Kneipp.

Artrite. Questa malattia è sommamente temuta per la sua du- rata e perchè assai dolorosa. Non è a credersi che essa colpisca improvvisamente le sue prede, no, i candidati, ancora molto tempo avanti il primo attacco, ne sono avvertiti da noiosi e singolari feno- meni. L’arrivo di questa malattia si lascia accennare da parecchi indizi.

Descrizione della malattia. Persone grasse, inclinate all’ obesità vengo in» tormentate qualche tempo prima da emorroidi, da disturbi nel sonno, dal battito di cuore, da malessere generale, da inappetenza, da leggieri sudori, da cattivo umore; da disturbi negli organi della digestione, da difficoltà di respiro, da orina densa ecc.

A queste prodromi, che diventano sempre più frequenti, segue finalmente il primo scoppio della malattia, sotto forma d’un fortissimo dolore puntorio all’ alluce, il quale si gonfia, prende un color rosso infiammato e toccandolo l’impressione come se fosse pieno d’acqua, mentre l’orina si tinge d’un rosso-bruno e lascia un abbondante depo- sito. Il dolore può giungere a tal punto da far tremare l’ammalato per tutto il corpo, da farlo arrotolare sul letto, da imperlargli la fronte di sudore, da rendergli la pelle infocata, d’accelerar gli il polso, da renderlo assetato e anche febbricitante. Verso il mattino" il dolore pare un poco diminuire, per ricompare però con nuova forza la notte seguente. Generalmente nello spazio dai 4 ai 9 giorni il primo attacco si ripete indi passati gli accessi si può dire che la malattia ha già compiuto il suo corso. Allora, senza mettere tempo in mezzo, si deve tracciare e seguire un metodo di vita conforme la natura se si vuol impedire il soppraggiungere di nuovi accessi artritici. Questi sono molti frequenti sul finire dell’ inverno e sul principio della primavera, lasciano fra loro intervalli di benessere sempre più brevi, prolungano invece le loro visite molestissime, possono dare origine a tumori e rossori alle parti colpite, disturbi della digestione e fèbbri leggiere. I dolori meno forti durano in compenso un tratto di tempo più lungo, finché sull' ultimo sottentra un languore venerale.

Artrite.

31)

Quando il paziente ha goduto specialmente d'un vitto abbondante, le articolazioni si mostrano solo leggiermente arrossite, ma ciò non- dimeno sono molto più sensibili dopo un abuso nella dieta.

Le cause principali sono da trovarsi nel nutrimento, come si è già detto, troppo copioso (anche nell’ abuso del vino, tanto più se pesante e ricco d’alcool) nella mancanza d'occupazione e nel consume di forze.

Si suppone che possano sorgere malattie del sangue (piando l’acido urico che non può essere completamente eliminato a mezzo dell’ orina, si raccoglie nel sangue, da dove più tardi in forma di sale acido-urico si precipita nelle ossa e nei ligamente capsulari. La causa si può anche ascrivere ad una inclinazione ereditaria, ad eccessi iti amore, o all' astensione improvvisa da tutto dopo un lungo conti- nuato libertinaggio. Al passaggio repentino da una vita di patimenti e digiuni alla ricchezza o da una vita faticosa ad un dolce far niente. Anche alla soppressione forzata di flussi di sangue abituali, special- mente al trattenimento delle purghe mensili.

Non solamente una vita sensuale e la mancanza di movimento possono cagionare l'artrite, ma anche grandi privazioni durante lavori faticosi, frequenti sudate e raffreddamenti.

Vedi anche << Reumatismo e Baeteri

Cura. Togliere del tutto le cause. Vitto affatto ineccitabile, anzi per qualche tempo puramente vegetale, al quale il paziente andrà man mano abituandosi. Bere acqua in abbondanza, pura o contente molto acido citrico che fa assai bene. In compenso è sommamente sconsigliabile quella così detta, cura di limone, nella quale si gode il sugo spremuto (di circa 20 limoni e più). In questo caso lo stomaco resta estenuato e spesse volte per qualche tempo rovinato. Aria fresca in abbondanza, dormire con le finestre aperte, movimento misurato, e benefizio del corpo giornaliero, all’ occorenza a mezzo clistere.

Per un attaco, il quale resta a considerarsi come una sollecitudine salutare di madre natura, si faccia una compressa calmante, contenente molta umidità, attorno all’ articolazione addolorata. Quando si leva la compressa si eseguisca una leggiera lozione colla mano nuda, poi massaggio, in principio molto leggiero, e man mano più forte; poi nuove compresse calmanti. In posti infiammati molto dolorosi si mettano compresse non troppo premute affine che possano duralo più a lungo senza annoiare il paziente con frequenti rinnovamenti. Du- rante la pausa, si faccia almeno una volta per giorno, una cura suda- toria, consistente in un bagno-vapore in letto della durata da iy8 a 2.

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Artrite.

ore, seguito da mi bagno di 25° E. o da una frizione totale di 18° E. oppure da un bagno-vapore in cassetta della durata di 15 minuti se- guito a sua volta da impacco totale e da bagno. Prima e dopo il bagno si devono sottoporre al massaggio le posizione addolorate. Pel resto si cerchi di fare dolcemente la cura ricostituente. Non si di- mentichi che anche a mezzo di bagni solari si sono ottenuti ottimi resultati. In questo caso però è più adatta la cura rigenerativa. Sia ancora detto (die l’uso del magnetismo unito al sistema di cura na- turale dà splendidi successi.

11 trattamento del massaggio ha luogo come nei casi acuti di reumatismo, eseguendolo però molto più leggei mente, affine di non aumentare il male. A massaggio compiuto sono d’ottimo effetto le com- presse d’olio (semplici pannolini bagnati nel l'olio) sulle rispettive re- gioni, e sopra quelle delle compresse d'acqua fredda spesso rinnovate. (Le compresse d'olio durano un giorno).

11 massaggio, l’impastamento di tutto il corpo come pure la gin- nastica medica 4. gruppo, sono da eseguirsi nello spazio di tempo fra un’ accesso e l’altro. Nell’ artrite delle braccia, delle mani, e dei mus- coli delle gambe si deve fare, nel primo caso, la rotazione delle dette. L’estensione e la flessione della dita, e da ultimo rotazione delle gambe, alzata delle st esse eoe. finalmente la ginnastica medica segnata nei gruppi 4 e 5.

Leggasi anche la cura pel reumatismo. Chi è predisposti dalla, nascita a questa malattia s’astenga d’ogni alimento ricco d’azoto, spe- cialimente carne grassa, formaggio, bevande alcooliche, tanto più, quando dalla professione è obligato ad una vita sedentaria.

Cura di Kneipp. Secondo il parroco Kneipp il dileguarsi degli essudati artritici deve seguire:

1. a mezzo di lozioni d’acqua; 2. a mezzo di inviluppi; 3. a mezzo di versamenti; 4. a mezzo di bagni.

Colui che comprende veramente queste operazioni coll’ acqua può guarire ramnialato di artrite. Non bisogna però dimenticare che un povero corpo tormentato per anni e anni da questa malattia crudele possa guarire i pochi giorni.

Colla costanza e l’esecuzione scrupolosa delle pescrizioni medico- naturalistiche la guarigione vien sicuramente raggiunta, (Per le forme d’applicazione veggasi l’indice.) Leggasi ancora «massaggio» «gin- nastica medica » e « cura di Kneipp » nell’ indice.

Artrite.

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Kneipp dice perfettamente bene: A seconda del giudizio dei medici non essiste alcun rimedio per l’artrite, allora Tacque è e resta il solo pei1 la stessa. Chi ha orecchie, ascolti!

Artrite guarita

nello stabilimento di medicina naturale di Bilz in Radebeul gres. Dresda.

Il 13 giugno il signor P., quarantunenne, negoziante di ('. fu condotto, in uno stato disperato, nello sanatorio di Bilz. Detto sig. P. aveva sofferto da bambino, la rosolia e la scarlattina, ma poi tino a 5 anni prima la nostra conoscenza godeva perfetta salute. In quel tempo ebbe un accesso artritico, che fu curato con ogni sorta di medi- camenti. Lo stato del paziente pareva, almeno in modo passeggero, molto ammigiiorato, ma da quella volta gli assalti tornarono ogni anno più o meno forti. Dopo l'ultimo attacco della malattia, il quale, di- partendosi dal collo dei piedi aveva colpito Tona dopo l'altra ogni giuntura e reso ogni movimento impossibile, o almeno incredibilmente doloroso, il paziente decise di tentare una prova col metodo di cura naturale. Dall' esame a cui fu sottoposto, risultò che tutte le articola- zione tanto nei movimenti attivi che passivi erano dolorose; si trovò pure dilatazione dello stomaco e ipertrofìa del cuore; i battiti cardiaci erano deboli, ma netti, e da ciò si potè arguire almeno che non esisteva nessun difetto alle valvole. La cura a cui fu sottomesso consistè in bagni a vapore totali o parziali seguiti da bagni e docce tresche per lo scioglimento dell' essudato nelle articolazioni, ed eccitamento nel ricambio dei tessuti. All' uopo furono anche adoperati bagni solari seguiti da trattamenti con acqua fresca; il vitto era puramente vegetariano, (tale è la dieta del nostro stabilimento trattandosi d'amma- lati d’artrite), e a bere fu data limonata in abbondanza. Il risultato, come sempre, non si fece attendere. I dolori diminuivano di giorno in giorno, mentre la scioltezza dei movimenti aumentava di più in più.

Dopo otto giorni il paziente potè camminare coll’ aiuto d'un appoggio; dopo quattordici gli bastava il suo bastone, e dopo alcune settimane, anche questo divenne superfluo, poiché il sig. P. era in tale stato da poter subito ritornare a casa. Se giunto al suo paese ha continuato il metodo di vita cominciato nel sanatorio, allora può essere perfettamènte tranquillo; una ricaduta è affatto impossibile. Ancora una parola sull’ uso dell’ acido citrico nell’ artrite. Assolutamente indubbia è l’influenza benefica che esercita detto acido in tale malattia.

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Ascaridi.

per far riassorbire o sciogliere gli essudati. Il sugo di 2 o 3 limoni diluito con acqua e raddolcito a gusto proprio, non è solamente preso con piacere dall’ ammalato, ma unito all’ uso del vapore, del sole e dell' acqua raggiunge il suo scopo, come mezzo solvente degli essudati artritici.

Per rendere noto ai sofferenti d’artrite (piale risultato possono attendere da un trattamento medico, voglio pubblicare un articolo degno di fede, comparso in un giornale di Wiesbaden, e poi in diversi altri giornali tedeschi.

Per sollievo defili mirifici , ai «piali sono costretto a pensare molto durante questo, tempo pessimo » riproduco una consultazione che un fabbricante di birra ha avuto da una celebrità, della capitale Bavarese, il consigliere secreto, professore N.

11 probo fabbricante di birra soffre d’artrite, e si mette sulla via di Monaco. conosce detta celebrità, di cui aveva già sentito par- lare durante il servizio militare. Giunto alla presenza dell’ insigne professore si intavola il seguente cordialissimo dialogo. 11 professore di N. un bavarese all’ antica): Ah! mio caro X, cosa abbiamo di

nuovo? « Signor consigliere secreto, la novità è nelle gambe.» Nelle gambe ce l'ha?! Guarda un po’, se invece l’aveva un po’ più su. nel ginocchio, era artrite, ma se l'ha giù. nei piedi) allora è gotta, » Signor professore, ce l’ho nelle ginocchia., «Cosi! ma allora mi mostri... Già già, ho subito detto, questa è artrite.» «Ma che rimedio mi consiglia dunque Lei. signor consigliere secreto? Mah! caro X, provi Lei a riflettere un pò, e quando ha trovato un rimedio tue lo faccia sapere, in un anno siamo entrambi milionari. » E questo è tutto?! ...» Nel frattempo beva meno che sia possi- bile e tenga il piede ben caldo e sempre disteso. « Grazie senti- tissime, signor professore; e, quanto costa la visita? » «Oh! questa non costa niente, ma giova anche niente. »

( G azzetta Wiesbadenese. )

Ascaridi (Lombrici). Sono vermi rotondi, somiglianti ai vermi di terra, assottigliati alle due estremità, lunghi da 12 a 24 centrimeli, del diametro da 5 a S millimetri. La testa è provvista di bocca, situata in mezzo a tre piccole eminenze. Gli ascaridi abitano nell’ intestino tenue e nell’ intestino crasso, sovente in gran numero e si riscontrano sopra tutto nei ragazzi. Sono vermi bisessuali. La f era ina è lunga

Ascesso. Asfissiati.

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quasi due volte il maschio. 11 colore del verme è un bianco sporco, misto di rosso pallido.

Questi vermi emigrano in alto ed in basso: e in taluni casi pene- trano nello stomaco, nell’ esofago, nella gola, nella laringe, potendo causare disturbi e soffocamento.

1 seguenti fenomeni: costipazione alternata con diarrea, disturbi digestivi, meteorismo con dolori simili alle coliche sopravvenienti ad accessi: preferenza per cibi farinacei e zucchero; prurito al naso, stri- dore dei denti, acute grida nel sonno, alito cattivo, vomito, rapido cangiamento di colore al viso oppure colorito pallido, cerchi blustri attorno agli occhi, dilatazione delle pupille (midriasi) eoe. rivelano la presenza degli ascaridi. Se si trovano nelle feci, si ha il segno più sicuro.

Per sapere se un bambino ha i vermi, gli si a bere, parecchi giorni di seguito, qualche cosa di acido, sopratutto vino agro; così di solito alcuni vermi se ne vanno.

Cura. Far uso esclusivamente, per un certo tempo, del pane di tutta farina, frutta, carote ed acqua e, anzitutto, ripetuti clisteri, e, di notte, compresse sul ventre. Qualche bagno-vapore a letto, con compresse extra (compresse supplementari) attorno al ventre; in seguito bagno o bagno-vapore con susseguente impacco totale, poi bagno a 25° E, e massaggio del ventre.

Quando vogliasi adoperare il comunissimo seme santo od i pre- parati con seme santo come generalmente si usa oggidì bisogna pur eseguire contemporaneamente le prescrizioni precedenti. (Pei modi d’applicazione, vedi lMndice).

Ascesso, vedi « Eaccolte siero-purulente;.

Ascoltazione, vedi « Metodi per l’esame dell' ammalato .

Asfissiati per l’aspirazione di gaz deleteri: ossido di carbonio, gaz illuminante, acido carbonico ecc.

Cura: Dapprima si cerchi di ristabilire una corrente d'aria pura (aprire porte, e finestre, e cacciare l’aria corrotta per far centrare l'aria fresca) che spinga fuori i gaz deleteri; oppure si porti immediatamente l’asfissiato all’aria fresca. Si tenterà altresì, grazie alla respirazione artificiale, d’esercitare l'attività dei polmoni e del cuore. Si lavi con acqua fresca il capo ed il collo, mentre si spruzza la faccia; inoltre riesce utilissima una vigorosa frizione totale fresca (vedi anche Avve- lenamento per acido carbonico;:).

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Asma.

Asma (pleurospasmo). È una malattia singolarissima, die può avere diverse cause. Se insorge in modo maligno e con gran violenza, si riceve ['impressione come se il paziente dovesse morire soffocato. Il sintomo revela sovente lo stato spasmodico delle fine ramificazioni bronchiali o piuttosto delle fibrille muscolari dei bronchi. Un asmatico può perfettamente, malgrado la sua malattia, e purché osservi un con- veniente regime, arrivare ad un" età avanzata; inoltre sopravvengono delle soste più o meno brevi, più o meno lunghe, durante le quali egli resta quasi libero da ogni accesso.

L’accesso può durare 10—20 minuti o, con brevi interruzioni, persino alcune ore, fino al momento in cui cessa di colpo, od a poco a poco, con rutti o sbadigli: cessando la tosse, vieti sputata fuori una mucosità vischiosa. In certe circostanze possono aversi degli inter- valli di uno o magari di due anni, senza che alcun nuovo accesso sopravvenga.

Non è raro il caso che un asmatico raggiunga un" età relativa- mente avanzata.

1 piccoli bambini vanno spesso soggetti, [ter lo più dopo un grido iniziale, ad una improvvisa dispula, che giunge persino alla totale mancanza di fiato: in tal mentre i piccini diventano cianotici (colorito bluastro), finché da ultimo la respirazione rincomincia regolare. Essi si rimettono anche presto; ma frattanto rimangono soggetti al ritorno di tali accessi, ed è perciò necessario un tener di vita rigorosamente naturale.

Cause: TI più gran numero dei casi ripete la. vera origine da una dispositene morbosa del sistema nervoso, la quale può essere anche già innata. Imperocché anche bambini tenerissimi ponilo esserne colpiti. Le cause occasionali che provocano l’accesso, sono tuttavia molto diverse; ad es. forti eccitazioni d’animo, modifica- zioni dell’ ambiente esterno, come dormire in una camera buia; poscia l'influenza di sostanze odorose. Un certo numero di casi però non ha origine nervosa, bensì proviene da malattie di singole parti del corpo; anzitutto malattie croniche del naso e dell’ addome; per es. l’edema cronica del corpo cavernoso del turbinato inferiore (polipi); nelle donne le malattie degli organi genitali; nei fanciulli principalmente i vermi intestinali e simili. Anche l’ingorgo dei polmoni, l’ipertrofia del fegato o della milza vengono considerati quali cause; da ultimo la secrezione cutanea bruscamente arrestata ec.c.

Cura: In prima linea è da consigliare il caldo come rimedio anti-

Asma.

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spasmodico, calmante e rilassante. A seconda dello stato del paziente, gli si dia ogni giorno un bagno- vwore in letto, per 30—50 minuti, oppure un mezzo bagno-vapore lino all’ anca (per 20 minuti), dopo di che si faccia seguire un’ abluzione totale alla temperatura di 20" R.

Od anche ogni giorno, dopo l’uso del vapore, un impacco a % (20" R.) per 1 2 ore, ovvero un bagno (26° E.) di 10 minuti, durante il (piale devano farsi vigorose frizioni sul dorso ed alle estremità. Prima però di stabilire un regime bisogna vedere se l’ammalato sopporti il trattamento e come.

Molto da raccomandarsi sono pure i bagni di sole.

Di notte impacco del tronco e dei polpacci (20° E,). Levare il primo dopo 2 o 3 ore, vale a dire se il malato si sveglia da se stesso in' quel momento. Al mattino altra abluzione totale (20° E.). -Se l’impacco del tronco non fastidio al malato, lo si mantenga pure tutta la notte.

Per abbreviare la durata dell' accesso d’asma, si metta a nudo la parte superiore del corpo del malato, applicando sul petto e sul ventre delle compresse calde da cangiarsi di spesso. Un clistere evacuante può produrre altresì dei buoni risultati e, qualora si trovi meteorismo e ventosità, si dia a bere al malato un paio di tazze di thè caldo, fatto con finocchio ed anice (parti uguali). Durante l’accesso, se i piedi si sentono freddi, bisogna riscaldarli con bagno caldissimo, frizioni, bottiglie calde: ciò ha un effetto calmante. Si deve poi ben guardarsi da ogni applicazione fredda nel corso d’un accesso d’asma.

Un altro metodo per troncare gli accessi consiste nel tenere mani e piedi nell’ acqua molto calda, ponendo delle compresse pure caldissime sopra lo sterno. Se questo metodo non riesce, allora si provino le applicazioni alternativamente fredde e calde; vale a dire: mettere piedi e mani pei' 5 minuti nell’ acqua calda (30 32° E,), e immediata- mente dopo per 1/3 minuto nell’acqua a 15° E, Tale operazione si ripeta da 3 a 5 volte.

Ove alcuna delle cause sopra accennate si riveli come causa occasionale dell’ asma, si procurerà naturalmente di eliminarla, per ovviare un nuovo ritorno dell’ accesso altrimenti inevitabile.

In oltre si godi di un’ alimentazione per nulla eccitante; aria pura, possibilmente mite e si faccia molto moto all' aperto; ma si eviti ogni sforzo eccessivo, ogni soverchia fatica. Si tralasci il fumare, stando pure lontani da locali pieni di fumo e di vapori.

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Asma.

Trattamento con massaggio: Dapprincipio massaggio del dorso e, insieme, delle coste e delle vertebre; scuotere, premendoli, il petto ed il tronco, come nell’ inizio della cura rinforzante; però insieme ad una cauta percussione colle palme e colla punta delle dita. In seguito, cura degli organi toracici e addominali, come nell’ infiammazione dei polmoni.

E pure ben fatto, se si procede lungo il dorso in ogni direzione, in su ed in giù. al rote amento della cute ed a colpi moderati sul petto e sul dorso.

Il roteamento va eseguito nel seguente modo: si prende, pizzicando colle ditta, una parte della pelle e così si procede, andando più lontano, pizzicando e torcendo la pelle come per farla girare sopra un asse.

Questo trattamento si pratica durante un accesso isolato, per calmarlo. Passato l’accesso, si può ancora sfiorare e percuotere le gambe e le braccia, procedendo rispettivamente verso l’alto e verso il basso.

Bisogna curare altresì la pratica metodica della ginnastica re- spiratoria.

Se vogliamo ottenere, per mezzo della ginnastica, un aumento nella contrattilità dei muscoli della aspirazione e della espirazione, non dobbiamo perdere di vista certe considerazioni : la costituzione e l’individualità, come pure la correlazione della respirazione colle altre funzioni organiche, sopratutto colla circolazione del sangue.

E ancora sono da sconsigliare assolutamente quei numerosi esercizi arbitrari di ginnastica, sopratutto cogli apparecchi; onde ci limiteremo ad un trattamento che renda la respirazione meno frequente.

Siccome l’asma altro non è che un sintomo, il trattamento posteriore con massaggio dev’ essere regolato sulla malattia causale. Tuttavia, nel maggior numero dei casi, si farà in maniera da corrispondere al modo indicato nella cura ricostituente.

Del pari si tratta felicemente l’asina, seguendo la cura Kneipp, in questa guisa:

Dapprincipio, due volte al giorno e per due giorni, allusione al ginocchio ed alla parte superiore del ginocchio; poi ogni giorno, al mattino, un impacco per un’ ora e mezza, i lini bagnati nell' acqua ben calda. Ad ogni mezzodì, applicare sul petto e sull’ addome un panno piegato in sei. tuffato nell’ acqua, ed avvilupparlo con una copertura di lana. Questo dura otto giorni. Si fa in seguito, ogni giorno, un’ allusione ai ginocchi ed alla parte superiore del ginocchio.

Asma. Assiderati.

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Asma guarita

dal Doti. Otto Wagner, direttore dall' Istituto in Dresda-Radebeul.

La signora Privata Mende, di Leisnig, d'anni 74. dopo una con- ferenza da noi tenuta all'Associazione per la Cura Naturale, viene il 21 gennajo 1895 a consultarmi, lagnandosi di soffrire, già da 5 anni, di asma. Ad una temperatura calda, le sue sofferenze sono lievi; ma all’ aria umida e fredda, sopratutte d'inverno, i dolori diventavano oltremodo penosi. La sua malattia non ha fatto che aggravarsi di anno in anno, ad onta dei numerosi farmaci impiegati, e gli accessi soli divenuti ora, quasi tutte le notti, così violenti eh' essa da lungo tempo non conosce più il sonno e si crede vicina alla line. I/ammalata, che ha l’aspetto vigoroso e robusto, dice di sentirsi bene nei momenti liberi da accessi, ma non può orinare normalmente e spesso tale fun- zione è sospesa, malgrado il bisogno, per intiere giornate. L’esame fe’ rilevare che i polmoni erano sani; esisteva una lieve degenera- zione adiposa del cuore; la regione della vescica e dei reni era dolente alla pressione. L’inferma dovette prendere ogni giorno un semicupio (20° R.) per 5 minuti, con bagni ai piedi: durante la notte compresse al ventre e calze bagnate (20° R.) per attivare la funzione renale e. tre volte per settimana, massaggio del corpo intero. Dopo che questo trattamento venne per quattro volte applicato, la malata si sentì alquanto sollevata dalle sue sofferenze: a poco a poco migliorò sempre più, ed essa stessa dichiarò il 2 Marzo che, malgrado l'aria fredda ancora, si sentiva molto bene; l’orina veniva emessa regolar- mente ed il sonno era ritornato tranquillo. Quello che la medicina interna non aveva potuto ottenere con una cura di parecchi anni, la medicina naturale, convenientemente e regolarmente applicata, l'aveva operato in otto settimane.

Assiderati. L’aspetto d'un assiderato è pallido; il colorito rasso- miglia alla cera. Al contatto è freddo e di durezza lapidea e su tutta la superficie cutanea si sente come una specie di pelle d’oca. Tal- volta la pelle della faccia si trova gonfia e di color rosso-azzurognolo. ma il resto del corpo è sempre d'un pallore cadaverico.

Cura: Portare ^assiderato al luogo di salvataggio, colla più gran premura e precauzione, affinchè nel trasporto non si abbia a lasciarne per istrada qualche pezzo di naso, d’orecchio, di labbia o di dita delle mani e dei piedi, visto la fragilità di queste parti, paragonabile a ([nella del vetro. Di preferenza lo si trasporti con una slitta od

48

Assiderati.

una barella sopra uno strato di neve ed, in mancanza, sopra un letto di paglia o di fieno ecc.

Il luogo di salvataggio deve essere un locale freddo e non una camera riscaldata. Se si portasse un assiderato subito in una camera riscaldata, o venisse accostato al fuoco, oppure lo si avvolgesse in operte calde ecc., sarebbe di certo irremissibilmente perduto.

Fatto ciò bisogna tagliargli con precauzione gii abiti e porre poi il disgraziato sopra uno strato di neve alta parecchi centimetri, avvolgere tutto il corpo nella neve (bocca e naso, naturalmente, liberi) comprimendola attorno al corpo. La neve disciolta va sostituita con altra neve fresca.

In questo letto di neve si lascia giacere il morto apparente per quel tanto che sia perfettamente sgelato e che ritorni la mobilità del collo, del tronco e delle estremità. Allora si statina cautamente tutto il corpo con acqua di neve o di ghiaccio; lo si asciuga ben bene e lo si corica in un letto fresco, ricuoprendolo con coperte pure fresche. Si applicherà del pari un clistere freddo.

Se neve non c’è, bisogna avviluppare il corpo in lenzuola immerse nell: acqua ghiacciata, oppure immergerlo in un recipiente pieno d’acqua di ghiaccio. Ora, se con tale procedimento si manifesta la mobilità delle membra dentro il letto di neve, (dopo circa un’ ora) o, se sarà il caso, indi’ acqua ghiacciata, la crosta di ghiaccio formatasi attorno al corpo incomincierà a liquefarsi, bisognerà allora porre l’assiderato entro un letto fresco nel modo già esporto. Invece di questo trattamento, si può fin dal principio, colla massima pre- cauzione e per un’ora almeno, frizionare con neve od acqua ghiacciata tutto il corpo dell' assiderato. Appena è ricominciato il battit o cardiaco e il movimento degli arti, va asciugato e messo a letto.

Se manca la respirazione, s’inizii la l’espirazione artificiale (vedi in proposito), adoperando eventualmente dei rimedii odorosi, provo- cando la tosse col solleticare il palato, spruzzando la faccia con acqua. Solamente (piando il polso é più sensibile e più evidenti i segni del ritorno alla vita, allora si potili riscaldare a poco a poco la camera; si potrà anche procedere ad una frizione del corpo intiero con un panno leggermente caldo o colle mani calde.

Se qualche membro rimane dolente ed insensibile, bisogna ado- perare di continuo le compresse fredde.

Il prof. Nussbaum scrive tra Filtro a tal proposito: «c La maggior parte degli assiderati sono colpiti da congelazione (viso, orecchie.

Bendaggi.

07

.guariscano senza infiammazione, edema, dolore, sudorazione, basta applicare un semplice sparadrappo badando che non divarichi i margini della ferita, ma anzi che li riaccosti quanto più è possibile. Le ferite grandi e molto aperte richiedono una sutura (cucirle). Questa operazione vien eseguita da un medico-chirurgo mediante un ago ricurvo infilato. (Fig. 28.) Il capo corto del filo segue l’ago; e così fatti passare i due capi rispettivamente pei capi della ferita, si annodano insieme avvicinan- doli solidamente. Che la ferita sia stato medicata con semplice strisele di cerotto poste obliquamente, o con una sutura, bisogna sempre coprirla, insieme alle parti adiacenti con del cotone sgrassato o con delle filacce, salvaguardandola così dai colpi, dalle pressioni, dalle impurità, ecc., ed avvilupandola con un pezzo di tela o con bende,

che si avvolgeranno nel . . ^ ,

, . , Ago infilato per accostare i margini

modo piu conveniente. &

T , .x , d’una grave ferita.

Le ferite suppuranti, le °

ulcere, gii ascessi e tutte le infiammazioni alla su- perficie del corpo vanno preservate nello stesso

Fig. 28.

modo contro tutti gii acci- denti menzionati. Nelle linee seguenti indicheremo le forme di bendaggio più in uso e facile da appli- carsi. anche dai profani.

Bendaggio per ìa testa: bendaggio della fronte. Si piega un faz- zoletto a 3 punte a guisa di cravatta, applicandone la parte mediana sulla fronte e riunendo a nodo le due estremità dietro la testa; oppure se i capi sono molto lunghi si aggirano attorno al capo fino a descri- vere un cerchio completo e si arnnodano o si fissano poi sulla fronte con aghi di sicurezza (fig. 29). Quando la parte mediana della benda si applica sopra un occhio o sopra un orecchio (e allora è obliqua) •si chiama bendaggio degli occhi o delie orecchie. (Fig. 30). Quando la benda della fronte deve stringere bene è necessario incrociare il secondo giro col primo. Le due fig. 31 e 32 rendono ogni spiegazione soperflua. Tale forma vien chiamata bendaggi a nodo. Se la parte soffe- rente trovasi alla regione del mente, dovendosi applicare colà il ben- daggio, si usa la così detta fionda del mento, e si pratica in 2 modi, cioè: 1. Si prendono 2 fazzoletti a 3 punte, piegati assieme a di era-

93

Bendaggi.

ratta., si pone la parte media dell’ uno sotto il mento, si fanno passare* i capi sulle tempia tino alla sommità della testa, e si annodano;, nella stessa guisa si applica il secondo fazzoletto sul davanti dei mento e si annoda dietro la

Bendaggio della nuca. 2. Si prende un fazzoletto Bendaggio degli

fronte.

occhi e delle orecchie.

a 3 punte, di cui il lato maggi- ore sia almeno di m. 1,25 e si fa dentro un taglio parallela- mente a questo lato, a 6 cm. di distanza, da ambe le parti in modo che resti in mezzo una striscia di 8 10 cm. Allora si piega il fazzoletto a di cra- vatta, lino al taglio, e si vede che risultano due cravatte unite fra loro per mezzo della striscia di cui la più

breve (quella maggiormente piegata) si pone sotto il mento e annoda in alto sulla testa; l’altra più tenue e più lunga, si mette sul davanti del mento, si incrocia sulla nuca e la si fa arrivare sulla fronte- dove si annoda o si fissa con aghi. (Fig. 33.) Questo genere di ben-

Fig. 33.

daggi comprende ancora il piccolo fazzoletto da testa a 3 punte, il

Bendaggio a nodo. Bendaggio a nodo. Fionda del mento-

Fig. 32.

Fig. 33.

grande fazzoletto da testa a 3 punte, e il grande fazzoletto da testa- quadrato. Questi servono tutti ad avvolgere la testa intera, ad eccezione del viso, e a tener fissi sopra il capo cerotti, filacce, ecc. Essi si applicano nel modo seguente: Il piccolo fazzoletto a 3 punte-

Bendaggi.

00

si pone sulla fronte pel lato più lungo (ni. 1.25) la punta di rimpetto si lascia andar giù per la nuca e sopra quest ultima si incrociano i 2 capi, che si conducono poi sulla fronte dove si annodano. La punta,

Piccolo fazzoletto da testa a 3 punte.

Grande fazzoletto da testa a 3 punte.

Fig 35.

lasciata sulla nuca, si tira poi al disopra dell’ incrociatura verso la sommità della testa dove vien fìssala allo strato sottostante mediante un ago. Fig. 34.

Grande fazzoletto da testa a 4 punte.

Fazzoletto a 4 punte applicato.

Il gran fazzoletto a 3 punte ha dentro un taglio come la fionda del mento e si applica come il piccolo fazzoletto; solamente qui i capi risultanti dal taglio sono condotti e annodati sotto il mento (fig. 35).

7*

100

Bendaggi.

11 gran fazzoletto quadrato vien piegato in 2 parti in modo che la faccia inferiore sorpassi di 2 o 3 dita la faccia superiore e con quest’ ultima si colloca sulla fronte. Così gli ocelli restano coperti dal bordo del fazzoletto: (fig. 36) i capi a a si annodano sotto la gola, poi si rovescia all’ indietro il margine B e si tirano innanzi i capi b b fra nodo e mento, per condurli poi dietro la nuca ed ivi annodarli. La fig. 37 rappresenta il bendaggio eseguito.

Bendaggi per il tronco. Fazzoletto a 3 punte per il seno. Si applica il lato più lungo (m. 1,25) al di sotto dei capezzoli; i capi si tirano indietro sul dorso e vi si fissano con nodo o con aghi. Qui però bisogna badare che il nodo non molesti il paziente durante il riposo. La terza estremità si passa sulla spalla e la si unisce alle altre 2. (Fig. 38). Con ni accurata piegatura si eviterà facilmente di serrare il collo. Il fazzoletto-sospensorio per le mamelle è tagliato nello stessa guisa che il gran fazzoletto da testa a 3 punte. Se ne applica il lato più largo sotto la mamella, che vien perciò sollevata in alto; si conducono i due capi attorno al tronco e si annodano sul dorso.

Fazzoletto a 3 punte Fazzoletto=sospensorio per

pel seno. le mamelle.

Poi si fa arrivare al di sopra della spalla del lato malato fino a questo punto di congiunzione, l’ estremità rimasta libera e la si fissa a sua volta. (Fig. 39.)

Piegando cautamente i margini del fazzoletto, anche in questo caso si protra facilmente evitare di serrare il collo e la spalla. I due bendaggi ora descritti vengono usati nelle malattie delle mamelle o quando si voglia prevenirle (dopo l’ allattamento). A questi aggiungeremo ancora il giro a cifra otto per la spalla. Il fazzoletto

Bendaggi.

101

Il giro a cifra otto

per la spalla.

Bendaggio per tutt’ e due le spalle.

triangolare piegato a ino' di cravatta si applica per la parte mediana al- l’ascella del lato offeso, mentre le due estremità, condotte ad incrociarsi al di sopra della spalla malata, si portano, rispettivamente su! petto e sul dorso, sotte l’ascella del lato sano e si annodano , (lig. 40).

Quando capita di fare questa sorta di bendag- gio per tutt’ e due le spalle, si prendono 2 faz- zoletti triangolari piegati a ino’ di cravatta, si ap- plica l’uno per la parte mediana sopra la spalla e si uniscono i 2 capi dietro il dorso; parimenti si annoda il secondo fazzoletto, però solamente con un nodo semplice, arrivati al margine interno dell’ omoplata; poi si passa uno dei capi nell’ anello formato dal primo fazzoletto, si tira ben bene e si annoda con l'altro capo a mezzo il dorso (lig. 41). 11 giro a cifra 8 alla

Giro semplice a cifra 8 per la regione inguinale.

Giro a 8 allaciato Bendaggio a lettere

per la

regione inguinale.

T con

due fazzoletti.

Fig. 42.

regione inguinale si applica nel modo seguente: la parte di mezzo del fazzoletto si pone al margine superiore e posteriore della coscia; un capo si conduce dall’ indietro all’ avanti, all’ interno ed in alto; l’altro capo tra le gambe in avanti, all’ esterno ed in alto. 1 capi del faz- zoletto incrociatisi nella regione inguinale, vengono allora portati l’uno

102 Bendaggi.

sull’ altro seguendo la direzione originale, oppure cambiano di dire- zione- dopo essersi intrecciati l’un l’altro, e finiscono per incontrarsi sull’ anca della parte sana, dove si annodano (fìg. 42 e 43).

Qui resta ancora a menzionare il bendaggio a lettera T formato con 2 fazzoletti. Si passa semplicemente un fazzoletto attorno al corpo, a giro unico e annodato sopra un fianco. I due capi del secondo faz- zoletto si fanno entrare posteriormente nell’ anello formato dalla prima benda, si fan passare tra le gambe e si allacciano, dopo aver di nuovo fatto passare un’ estremo nello stesso anello, sul davanti (fig. 44). - Bendaggi per le membra: Del braccio e avambraccio trattiano in capitolo a parte. Qui ci resta a parlare della benda a cifra 8 e del ravvolgimento. Se la prima si usa per la mano, si pone la parte mediana del fazzoletto a 3 punte, piegato a ino’ di cravatta, sulla palma della mano; di si portano i capi sul dorso della mano, dove s’incrociano; poi si conducono, in direzione opposta, verso l’esterno dell’ articolazione della mano e qui si annodano,. dopo aver fatto così il maggior numero possibile di giri (fig. 45).

Benda a cifra 8 per la Benda a cifra 8 per il mano. piede.

Fig. 45. Fig. 40.

Nello stesso modo si applica la benda a cifra 8 al piede (fig. 46). Nel ravvolgimento della mano si pone il palmo della mano nel mezzo del fazzoletto a 3 punte, in guisa cfie le dita siano dirette verso la punta corta del panno. Si ripiega questa punta sul dorso della mano dove si fanno incrociare i 2 capi liberi per condurli poi verso l’arti- colazione, sulla quale si annodano, dopo aver loro fatto compiere il giro una volta. (Fig. 48.) La stessa cosa si pratica nel ravvolgimento del piede. Soltanto qui, i capi del fazzoletto, dopo aver compiuto un giro attorno al collo della gamba, si riconducono un’ altra volta sul dorso del piede, dove si fissano assieme con degli aghi o con un nodo. Fig. 49. S è la punta. E il lato destro, L il lato sinistro del fazzoletto.

L’avvolgimento del dito si fa nell’ istessa guisa che l’avvolgi- mento della mano intiera; solamente qui invece di un fazzoletto

Bere acqua.

103

triangolare, si prende un pezzetto di tela a 3 punte, ed invece di annodare i capi del fazzoletto si fissa la tela con 2 nastri di cotone cuciti al pezzo in parola, descrivendo un 8 attorno all' articolazione «Iella mano e poi annodando. La fig. 47 presenta uno di questi pezzi triangolari coi nastri cuciti. La fig. 50 presenta il bendaggio applicato. La fig. 51 presenta un bendaggio con un dito di guanto, già in posto.

Bendaggio per la punta del dito.

Ravvolgimento della mano.

Fig. 48.

Ravvolgimento del piede.

Fig. 49.

Bendaggio d’un dito in applicazione.

Fig. 50.

O

Bendaggio con dito di guanto.

Fig. 51.

Bere aqua. L’uomo dovrebbe usare l’aqua, come bevanda, pa- recchie volte nella giornata; un uomo che non beve acqua, rassomiglia ad una carrozza che non è unta nei poli delle ruote. Ai febbricitanti, •come pure ai malati di colera e di diabete, ecc. si darà tant’ aqua da bere, quanta ne desiderano e ne domandano. Così, un consumo abbondante d’aqua è pure raccomandabile in talune malattie croniche. In modo speciale si agevola la guarigione, bevendo l’acqua a sorsate

104

Bere acqua.

(un sorso ogni quarto d’ora od ogni mezz’ ora), in parecchi catarri dello, stomaco e dell’ intestino. I inalati, presso cui 1$ traspirazione ha un odore sgradevole, possono migliorare in breve tempo, bevendo acqua in abbondanza, facendo moto all’ aperto, e prendendo un bagno quotidiano od un’ abluzione totale, ecc. Non bisogna credere per questo che molta acqua sia un buon rimedio in tutte le malattie croniche1).

L’istinto è ancora il miglior consigliere pel malato; si darà dunque dell’ acqua, ove la natura la reclami.

Comunque, tanto le persone sane, quanto i malati cronici, possono bere ogni giorno, alcuni sorsi d’acqua, se anche la natura non la richiede. La maggior parte degli uomini oggi non è più abituata al- l’ acqua; ciò è risaputo; così essi non ne sentono menomamente il bisogno. Si può bere senza disturbi un mezzo litro e fino ad un litro d’acqua; un litro specialmente in estate.

Qui si farà certo la seguente osservazione: L’acqua come, del resto, ogni altra bevanda non è consigliabile durante e subito dopo il pasto, perchè disturba e rallenta la digestione. (L’abbondanza di liquido introdotto cogli alimenti impedisce alle ghiandole salivari. ecc., di secernere molta saliva e succo gastrico. Ora, la prima condiziono perchè la digestione sia buona e regolare, ò che i secreti delle ghian- dole salivari e cali riformi si trovino abbondantemente mescolati cogli alimenti.) '

È provato che l’acqua possiede un certo valore nutritizio; e l'espe- rienza ha dimostrato che tanto l’uomo, quanto gli animali possono vivere molto più a lungo, bevendo acqua a sufficienza, che non be- vendone.

Parlando dei boli alimentari, vedremo che l’acqua li riduce ben tosto liquidi; ma questo non va inteso nel senso che sia indispensabile- bere dell’ acqua durante il pasto, ma solamente che si abbia a farlo parecchio tempo dopo. E bisogna introdurre acqua nello stomaco, affinchè le ghiandole della saliva e della mucosa gastrica posseggano abbastanza liquido per avvolgere completamente i cibi ed i boli ali- mentali. penetrandoli ed elaborandoli convenientemente.

Il Dott. Munde dice nel suo libro: « Eicerche recenti di Genth. Becquerel, Boeker, ecc. hanno assodato che l’aumento della quantità d’acqua nell’ organismo aveva per conseguenza l’aumento nella espul-

J) Al contrario vi sono pure molte malattie croniche, nelle quali al detto trattamento segue il miglior risultato.

Bere acqua.

105

«ione dei materiali regressivi; mentre la diminuzione dell’ acqua as- sorbita portava alla diminuita quantità delle sostanze di rifiuto espulse, anzi era seguita' dalla condensazione di queste ultime e da lina mag- gior produzione di acido urico nelle urine (lo notino bene le persone che soffrono! di gotta). Boeker misurò in 24 ore (bevendo 1260 grammi d’acqua) 133 gr. di sostanze solide e, dopo eli’ ebbe portato la quantità d’acqua a 3360 gr. nel medesimo tempo, trovò 151 grammi di sostanze solide. Secondo Becquerel, l’espulsione delle sostanze solide di regresso, bevendo in 24 ore un litro d’acqua di più dell’ ordinario, aumenta di 3 gr.; bevendone un litro e mezzo, giunge a 9 gr.; e con due litri arriva a 10 grammi. Bicliter nelle sue ricerche, raddoppiando la quantità d’acqua abituale, trova che le sostanze regressive aumentavano di 111/., gr. in 24 ore e che il ricambio organico cresceva del 20°/o. Questa è una causa sufficiente a spiegare perché i bevitori d’acqua godano un eccellente appetito.

Nell’ opera del Dott. Schew « II colera >, leggesi: L’acqua è parte essenziale di tutto il corpo vivente; senz’ acqua nessun organismo può vivere a lungo. Se l’uomo non avesse nel suo organismo dell’ acqua in abbondanza, gli alimenti non verrebbero digeriti nello stomaco; non si formerebbero i boli alimentari per costituire il chilo, non si formerebbe il chilo per costituire il sangue. La respirazione, la circolazione, la secrezione, il ricambio organico, il sudore, l’escrezione delle materie regressive nessuna funzione insomma potrebbe compiersi, senza la presenza d’una gran quantità d’acqua nell’ organismo vivente.

Il corpo umano, su cento parti in peso, contiene novanta parti d’acqua all’ incirca. Un corpo, che pesa 60 chilogrm., si ridurrebbe a 6 chilogrm. se venisse essiccato a grande calore. Le stesse parti relativamente secche, quali le ossa, le cartilagini, i tendini, i muscoli contengono molt’ acqua. Il sangue, il cervello ed i più importanti organi del corpo umano si compongono presso che esclusivamente di acqua.

L’organismo può paragonarsi ad una stufa costantemente riscal- data, la quale tende di continuo ad essiccare per vaporizzazione. La sua temperatura normale interna (37° C.) sorpassa di molto quella dell’ ambiente circostante; da ciò l’effetto che dicemmo. Quando il corpo è privo per un certo tempo di alimentazione e d’acqua, si dissecca e diventa febbricitante; dopo alcuni giorni compare il delirio e, se il tentativo si prolunga oltre i limiti, la morte ne è l’inevitabile esito. Senz’ acqua e senz’ alimenti, un uomo perisce in circa tre settimane; se però egli può soddisfare la sete, vive due volte di più.

106

I’ere acqua.

Il Dott. Me, Naugkton racconta die un tale, affetto da mania reli- giosa, visse per cinquantatre giorni solamente d’acqua. Durante le prime sei settimane, egli usciva ogni giorno e talvolta passava nei boschi gran parte del dì. Il suo portamento era ritto e fermo; il suo passo oscillante. Egli si rase la barba ancora la settimana prima di morire, e fin nel giorno supremo riuscì a mettersi a sedere sul letto. Narrasi pure la storia d’un tale di Leida, il quale pretendeva di ripe- tere il digiuno di Cristo, e difatti rimase quaranta giorni senza toccar cibo, bevendo solo dell’ acqua e fumando tabacco. Quest’ ultima abitu- dine invero gli faceva male, ma serviva a tenerne desto lo spirito. Il Dott, Edmonson racconta d’un vecchio di ottantacinque anni, il finale, respingendo ogni nutrimento, beveva solo acqua e così visse ancora quarantatre giorni e cinque ore.

I poveri, che spesso lottano colla fame, hanno imparato a conoscere nell’ acqua un mezzo eccellente per resistere a questo malo ospite. Il vecchio autore J. Smith, che .scrisse tanto sulla cura idriatica, una volta sentì una povera donna lamentarsi di non aver nulla mangiato da due o tre giorni, ed alla domanda sua se il di lei stomaco non ne risentisse affato, ella ripose che aveva finito col trovare nell' acqua un mezzo per calmare la fame!

In un altro passo il Dott. Schew dice: L’acqua è, in natura, la grande generatrice della forza; è il più vivificante, il più energico dei corroboranti. Sotto questo rapporto, nessuna cosa al mondo le rasso- miglia. Il poeta dice di quella immensa distesa che è l'oceano : «E il soffio divino condensato, senza del quale tutto sarebbe una massa di rocce, fredda ed essiccata è il soffio che alla terra l’anima, la belleza e la vita. » Quando l’uomo è abbattuto da una malattia, quando, tutte le- sue forze sono esauste ed il malato si trova nell’ impossibilità di muoversi, nulla è per lui in natura, nessuna combinazione esiste, che possegga la decima parte della forza vivificatrice dell’ acqua,

« Come prova dell’ utilità dei bagni nelle prigioni dice Howard io posso citare dei condannati che si credevano morti per la la febbre delle carceri (ti/pkns gravior sice inedignus) e stavano già per essere sepolti. Ebbene, lavatili con acqua fredda, diedero segni di vita ed in breve riuscirono a cavarsela.» Howard narra di altri casi simili. Quando si trovava in Turchia, gli venne mostrato un giovane prigio- niero, il quale aveva ricevuto una bastonatura crudele, che il suo corpo s’era gonfiato in modo spaventevole, dalla testa ai piedi. Egli supplicò che lo immergessero nell’ acqua fredda ; e questo, unitamente

Bere acqua.

107

a qualche semplice rimedio, come una dieta rinfrescante, lo condusse a guarigione, contro ogni aspettativa.

« Nell’ anno della peste (1665) scrive il Dott. Baynard un garzone birraio di Southwark fu colpito dal male. Nel delirio della febbre, egli corse ad uno stagno, bevette a più non posso, e s’addor- mentò colla testa sulla riva, dove fu ritrovato all’ indomani. Quanto tempo egli fosse rimasto nell’ acqua, nessuno sapeva dire, poiché era fuggito durante la notte quando nessun infermiere si trovava presso di lui; eppure guarì completamente.»

In una vecchia opera inglese sull’ acqua scritta, or sono 150 anni, dal Dott. Baynard, son citati diversi casi curiosi di cura per mezzo dell’ acqua. Ne riporto qualcuno;

Un turco, al servizio d’nn signore, fu assalito dalla febbre e venne curato dal medico con vescicanti e coppette, che quasi lo rende- vano pazzo. Un suo compatriotta che lo vide, mentre dava in ismanie non disse verbo; ma tornò nella notte con un altro compaesano, e tutU e due trasportarono il malato fino al Tamigi, dove lo bagnarono ben bene. Il malato ritornò a casa, si mise di nuovo a letto ed al domani si alzava completamente ristabilito. Questa narrazione è confer- mata da diverse persone degne di fede ed io non ne dubito punto. Al contrario la ritengo più che verosimile, poiché stimo dieci volte più l’acqua del Tamigi che non tutte le pillole, gli empiastri ed i vesci- canti. che infiammano ed eccitano la circolazione del sangue, ne rovinano i globuli e distruggono l’uomo. Il curante poi s’allontana come un cane frustato e pretende che si era in presenza d’una febbre pestilenziale maligna, che ninno potrebbe guarire. E col fine di mostrare la sua sollecitudine per chi rimane, fa aprire le finestre, aria e suffumigi ai letti ed alle camere per paura del contagio. Se poi è proprio del genere di quei piagnoni ipocriti dalle orecchie a punta, finisce biasci- cando un salmo od il miserere o balbetta una preghiera per la salute... del resto della famiglia.

Il parroco Ivneipp dice: «Bevi, se hai sete; ma non bere mai

troppo. Prima di mangiare, chi ha sete, beva; se ne astenga però

durante il pasto, o beva ben poco. Quando la sete ritorna, parecchio

\

tempo dopo il pasto, si può bere moderatamente. E assai raccoman- dabile che ai malati, che soffrono di stitichezza, ed hanno molta sete, si dia un cucchiaio d’acqua ogni mezz’ ora o tutte le ore. L’effeto è eccellente ed è un ottimo rimedio per molti malati di stomaco. » Noi facciamo notare qui che Kneipp beveva egli pure molto moderata-

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Bevande spiritose. Bile. Febbre biliare.

mente; e lo spiega così, nel suo modo originale di esprimersi: « Il vino è -troppo caro per me; la birra troppo cattiva, e l’acqua troppo umida. »'i- Egli è punto entusiasta dell’ acqua calda come bevanda, benché abbia giovato a molti malati. E in generale, è vero: l’acqua fredda, vivifi- cante, è preferibile all’ acqua calda. L’acqua sorseggiata ad intervalli, spegno la sete meglio che un bicchiere pieno vuotato in un fiato. Per altre particolarità sull’ acqua, vedi l’Indice.

Bevande spiritose, vedi « Alcoolismo ».

Biancheria, vedi l’Indice.

Bile. La bile è il prodotto della secrezione del fegato. Prepa- rata nelle cellule di quest’ organo, s’accumula nella vescicola del fiele, ' chiamata pure cistifellea, donde, a norma del bisogno, scola per un canaletto (il dotto coledoco) entro l’intestino duedeno. Le esperienze 1 han dimostrato che un uomo adulto secerne quotidianamente circa mezzo litro di bile. Questa è un liquore che serve sopratutto alla .digestione dei grassi. Per essa le sostanze grasse vengono ridotte in finissime goccioline (emulsione), ed in tale forma possono essere assor- bite dai vasi chiliferi dell’ intestino, i quali formano sulla tonaca un’ impressione dall’ aspetto di dita ed assorbono il chimo, che vi è preparato. La bile go.de ancora della proprietà di ritardare la putre- fazione, impedendo così di decomporsi agli alimenti più o meno digeriti, che si trovano nell’ intestino. Da ciò risulta dunque chiaramente che . le malattie dell’ organo secernente la bile, a motivo delle importanti funzioni di quest’ ultima, possono causare assai gravi disturbi all’ or- ganismo.

Bile. Calcoli biliari, vedi « Calcolosi ».

Bile. Febbre biliare. Così è chiamata generalmente la febbre che accompagna la gastrite catarrale (gastrica), in cui si nota in ispecie un sapore di bile in bocca, la lingua con patina giallognola, colorito giallastro della pelle, della sclerotica, vomito biliare, ecc.

Quando si prendono medicine ed alimenti non appropriati, la febbre biliare manifesta una gran tendenza a divenire torpida e nervosa.

Cura. Trattamento della febbre: compresse febbrifughe al tronco, da rinnovarsi secondo le circostanze. Si curerà lo stato di torpore, seguendo le norme di cui alla febbre torpida, lo stato nervoso col trattamento della febbre tifoide. Pel resto aria fresca, acqua fresca e nutrimento fresco non eccitante.

Cura di Kneipp. Abluzioni totali all’ uscire dal letto. Di sera, impacco corto per due ore. (Pei modi d’applicazione vedi l’Indice.)

Bile. Vescichetta della bile. Bilz. Alimenti della sua dieta riformata. 100

La, febbre mucosa presenta molte analogie colla febbre biliare.

Bile. Vescichetta della bile o cistifellea, vedi « Organi della cavità toracica e addominale ».

Bile. Vie biliari. Lo stringimento e l’obliterazione di questi canali sopravvengono in seguito ad ingorgo catarrale, calcoli biliari, peritonite, cancro dello stomaco o del fegato, àscari-di penetrati, ecc.

Descrizione delia malattia. Itterizia pronunciata, feci del colore d'argilla, gonfiezza del fegato, ecc.

Cura. Dapprima trattamento diretto a curare le malattie fonda- mentali: pel resto sono raccomandabili le compresse eccitanti, conti- nuate per un certo tempo, sopratutto sulla regione del fegato.

Bilz. Alimenti della sua dieta riformata.

I fabbricatori degli alimenti, secondo la dieta riformata da Bilz, scrivono a tal proposito: Di rado è capitato a qualsiasi cosa di fare una marcia trionfale in tutto il mondo in così breve tempo, come alla Medicina Naturalistica. Raramente pure si è trovata una schiera d'uomini pronti ad ogni sacrificio (e di cui il nome corre oggidì su tutte le bocche), d’uomini i quali si siati consacrati alle loro idee in modo tanto disinteressato, come Kneipp e Bilz, per non dire d’altri.

Non è soltanto per l’opera sua, feconda di buoni risultati: « Il Nuovo Metodo per la cura naturale delle malattie », già pene- trata in un milione di famiglie; non è per ciò solo che Bilz ha immensa- mente meritato dell’ umanità che soffre; egli va sempre avanti sul terreno della Medicina Naturalistica, appianando e rischiarando e, principalmente, dirigendo la sua attenzione sugli alimenti naturali, il cui uso ragionevole è d’altrettanta importanza che gli altri fattori curativi: luce, aria, acqua, ecc. Il caffè non è da raccomandare all’ am- malato. in ispecie a chi soffre di stomaco quasi tutti lo sanno. Ebbene, non potrebbesi più felicemente sostituire, se non col cacao , col cioccolatte e col caffè-malto; però la maggior parte delle qualità messe in commercio, specialmente i cacao facilmente solubili i così detti olandesi - hanno questo di male che vengono fabbricati con aggiunta di sostanze nocive (soda, potassa, magnesia, ecc.). le quali ponno esercitare sullo stomaco un’ azione perniciosa.

Un prodotto che fa lodevolmente eccezione a questa regola è il

Cacao Bilz, preparato senz’ alcali, con addizione di succhi vege- tali nutritivi (estratti dei migliori frutti e legumi) e per conseguenza molto digestivi e di grande valore alimentare.

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Bilz. Alimenti della sua dieta riformata.

Le stesse proprietà, gli stessi vantaggi sono comuni al

Cioccolatte Bilz, preparato coll’ identico sistema, colle migliori mandorle di cacao. Contiene pure, oltre ad ottima vaniglia ed allo zucchero necesario, un’ aggiunta dei medesimi succhi vegetali nutri- tivi, cosi favorevoli alla digestione e possiede, per conseguenza, un importante valore nutritivo che vale a farlo preferire ad ogni altro cioccolatte.

Cacao e Cioccolatte Bilz. mescolati assieme in parti eguali, si usano spesso tanto nelle famiglie, quanto nell’ Istituto Bilz per la Cura naturale, a Dresda-Radebeul. Per soddisfare le numerose richieste, ; questa miscela vien fatta ora nella fabbrica stessa e messa in coni- v- mereio sotto il nome di

Mélange=salute Bilz.

Biscotti Bilz, al latte di mandorle. Questi biscotti nutri- tivi preparati coll’ aggiunta del latte di mandorle, così fortificante e favorevole alla formazione del sangue, tratto dal miglior materiale | greggio, possiede un profumo finissimo, una digeribilità assai grande, ed un valore nutriente considerevole. Servono come eccellenti paste dolci per la tavola o per il thè, e devono essere caldamente racco- mandati sopratutto ai convalescenti.

Alimenti Bilz al latte di mandorle per bambini. Si raccomandano come aggiunta eccellente al latte di mucca, onde ren- derlo più digeribile e nutriente pei bambini lattanti. La composi- zione è identica a quella dei biscotti nutritivi; questi però sono in polvere chiusa in pacchetti, che portano l’esatta indicazione del modo di usarla.

Tutti i preparati della dieta riformata Bilz (che nel 1897 otten- nero a Parigi ed a Tolone la medaglia d’oro, a Berlino la madaglia / di bronzo) sono in vendita presso tutti i magazzeni di coloniali e nelle principali drogherie, ecc. e si possono direttamente avere dalia ditta lltz e Kludt, fabbrica di cioccolatte, a Dresda, la sola che fabbrichi i prodotti della nostra dieta riformata.

Caffè = malto Bilz. Sostituisce, in grazia della sua fabbricazione speciale, il caffè ordinario, senza che contenga al pari di molti altri prodotti simili degli estratti nocivi. Il caffè-malto Bilz, in aggiunta al caffè ordinario, rende pure dei buoni servigi e non dov- rebbe mancare, per motivi di salute, in nessuna famiglia. E racco- mandabile sopratutto alle persone anemiche o nervose, come pure ai bambini.

Bilz. Istituto per la Cura Naturale. Bocca. Baguo della bocca. J 1 1

Questo prodotto venne premiato alle Esposizioni di Baden, di Vienna, di Bruxelles e di Parigi colle più alte onorificenze: la me- daglia d’oro e la corona. I soli che fabbricano il caffè-malto Bilz sono Hillmann e Ivirchner di Breslavia.

Bilz. Istituto per la Cura Naturale, vedi l'Indice.

Bitorzoli (acne volgare). Sono accumuli di sevo cutaneo indurito, entro le ghiandole sebacee sfiancate; l’accumulo ordinaria- mente si unisce ad una esagerata produzione di sevo (seborrea). Pel- le più insorgono alla faccia, alla nuca, al petto, in forma di piccoli nodi, della grossezza d’un grano di miglio o di pisello; e sono la piaga dei giovani. Sulla sommità del nodulo si trova un punto nero, il quale non è che il foro d'uscita della ghiandola sebacea, chiusa da immondizie (o dal Demodex foTliculorum). Spremendo il contenuto del nodetto, ne esce un tappo di sevo in forma di verme.

Cura : Assidua cura della pelle a mezzo di abluzioni totali quoti- diane (18° B.) tiepide o fresche, dopo le quali si fa del moto, senza asciugarsi, fino a completo riscaldamento; potendo, il lavacro si faccia a letto, e vi si trattenga ancora una mezz’ ora. Ogni settimana, se possi- bile, 1 2 bagni a 25° E. Per un tempo abbastanza lungo non si usi che vitto non eccitante, o vitto semplice misto. Aria fresca in abbondanza; si cerchi di avere scariche regolari, eventualmente per clistere. Eiesce anche vantaggioso talvolta un impacco totale, ecci- tante; e sono pure raccomandabili i bagni- vapore a letto o i bagni- vapore in cassa. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Cura di Knèipp. Due volte per settimana: impacco corto, bagno a metà, abluzione totale, semicupio; ogni giorno: una tazza di thè, d’assenzio, di fiori di prugnolo spinoso.

Alcuni testi di medicina raccomandano qui una finzione con sabbia fine, preparata all’ uopo, immergendo una spugna inumidita nella sabbia e con essa passando adagio adagio sulla pelle coperta dall’ acne. In seguito si allontana la sabbia, ancor attaccata alla pelle, con una seconda spugna bagnata e si asciuga ben bene la pelle. Questo procedimento dev’ essere eseguito ogni giorno, immediatamente prima di andare a letto, continuandolo per dei mesi. Ma dopo che si tralascia il tratta- mento i bitorzoli ritornano presto; quindi è consigliabile il procedimento suddescritto, anche contemporaneamente.

Birra pesante, vedi l’Indice.

Birra. Zuppa di birra, vedi l'Indice.

Bocca. Bagno della bocca, vedi l’Indice.

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Bocca. Catarro ecc. Blocca. Alito fetido ecc.

Bocca. Catarro della cavità orale e catarro della gola.

Descrizione delia malattia. Edema dei margini della lingua e della superficie interna delle guancie, dell’ ugola, dei pilastri del velopendolo e della parete posteriore della faringe.

Dolore alla mucosa fioccale, difficoltà nell’ inghiottire, secrezione muco-purulenta, voce rauca, lingua patinosa, stato febbrile.

Cause. Sovente il catarro è provocato da irritazioni che colpi- scono la stessa mucosa orale, p. es., dei denti a spigolo, ascessi delle gengive, alimenti irritanti, tabacco masticato, e molte altre sostanze irritanti, quali: medicine, bevande alcoo-liche, , ecc. o bevande fredde dopo un riscaldamento, raffreddore, catarro gastrico, disturbi digestivi, sifilide.

Cura. Combattere le cause. Ciò è da principio; ogni giorno, bagno- vapore a letto, totale, o bagno-vapore seguito da impacco e da bagno; poi alimentazione rigorosamente non eccitante, aria pura e mite. Dormire colle finestre aperte; di giorno, impacco al collo, eccitante, 1 da rinnovarsi quando è secco. Poi collatorii frequenti tiepidi (18° E.) o bagni della bocca.

Di notte, impacco eccitante al collo, ai tronco ed ai polpacci; alla mattina, frizione totale tiepida (18 32° R.). (Poi modi d’appli- cazione. vedi l’Indice.)

Bocca. Rigidità delia bocca, vedi « Rigidità delle mascelle » e « Spasmo mascellare ».

Bocca. Alito fetido dalla stessa. Può derivare da molte cause, ad es: da catarro dello stomaco e della bocca, da scorbuto, ; da gravi malattie polmonari, dalla gonfiezza delle glandule e dalla sortita dell’umore giallo da uno di questi organi, ecc. La causa più comune però deve essere la putrefazione dei resti di vivande rimasti nel vuoto dei denti.

Cura. Eisciacquamenti ripetuti della bocca e allontanamento di detti resti puzzolenti dalle cavità dentali. Pulire i denti, e tutta la cavità boccale, dopo ogni pasto.

Qualche volta è consigliabile lasciar turare il dente cariato da un buon dentista. Il cautehou (gomma elastica) che molti d’essi vi premono dentro, procura sempre un certo benessere. In ogni modo l’alito cattivo dalla bocca scompare colla soppressione delle cause ; che lo producono.

Veggasi anche il capitolo «Abitudini cattive ed altri malanni ».j

Desquamili azione cutanea. Diabete insipido.

241

•sul massaggio, la ginnastica medica, la Cura Kneipp e i modi d’applica- zione, vedi l’Indice).

Desquammazione cutanea. Si verifica di solito dopo il corso di malattie esantematiche, come la scarlattina, la rosolia, ecc. in seguito alle quali la pelle si desquamimi, cadendo a falde più o meno larghe, o in piccole scaglie e scagliette.

Diabete insipido. Si manifesta ad ogni età e nei due sessi, ma segnatamente negli uomini. E però un’ affezione meno grave che il diabete mellito e si riconosce dal bere smoderato, conseguenza della sete inestinguibile (10 litri e più al giorno) e da una secrezione ■d’orina del pari esagerata. L’orina però non contiene zucchero albumina.

Cause. Certe lesioni cerebrali sembrano essere annoverabili fra le cause, del resto poco conosciute. L’abuso delle bevande alcooliche, gli affanni d’amore, i raffreddamenti, ecc. possono dar origine a questa malattia.

Cura. Cura ricostituente. L’impacco totale o a tre quarti, o il bagno a vapore in letto, seguito da bagno (tiepido) di 25° K. o da frizione totale (tiepida) da 18° B. ponilo portare vantaggio. Alimenta- zione non eccitante.

(Pei modi d’applicazioni vedi l’Indice). Vedi ancora « Diabete » nella cura di Kneipp.

La signora S. d’anni 67, entrò nello stabilimento il 25 gennaio 1898. Il risultato dell’ esame medico fu il seguente:

Corpo tozzo, obeso; respiro asmatico e rumore agli apici polmonari, sopratutto all’ apice destro; nessuna debolezza; cuore un po’ dilatato, toni puri, organi addominali allo stato normale, pelle del ventre molle e rilassata. Gran quantità d’orina: un litro e mezzo per giorno; peso specifico 1042; zucchero 6,3 %.

La cura consistette in impacchi parziali, bagni blandi in vasca, ■■semicupii alternati e massaggio. Come dieta: alimentazione mista. Il corso della malattia fu il seguente:

il 4 febbraio, peso specifico dell’ orina 1037, zucchero 2 %

Diabete guarito

nell’ Istituto di Medicina Naturale Bilz.

il 12

1035,

1025.

16

242

Dieta. Diaframma.

In 19 giorni lo zucchero era adunque scomparso senza ricorrere- alla' dieta antidiabetica.

Pure non esporremo la pretesa che tutti i casi di diabete debbano assumere un decorso tanto regolare e favorevole. Sappiamo benissimo che si presentano anche dei casi ribelli ad ogni cura o soggetti a ricadute, dopo un breve miglioramento. Del resto si ottiene quasi sempre un buon risultato con un trattamento generale corrispondente al caso e adattato alle forze dell’ ammalato che con un regime esclusivo e puramente sintomatico.

Dieta è la regola della vita; quindi è ad un tempo igiene e- nutrizione. Va razionalmente osservata in casi di malattia: poiché nulla aiuta tanto il decorso regolare c favorevole dei morbi, quanto una dieta razionale. Così importa stabilire esattamente tutto quello che un malato deve prendere come cibo c bevanda. Nella maggior parte dei casi converrà osservare con rigore in luogo d’una dieta variata, una dieta non eccitante, cioè da malato. Ove ciò si faccia, non capiterà più che un medico venga chiamato' al letto d’una partoriente, da lui lasciata sana e allegra alla vigilia, perchè colpita da grave catarro gastro-intestinale, accompagnato da febbre. E ciò per qual motivo? Perchè dietro consiglio d’una vicina, essa aveva divorato una gran quantità di cibi grassi. Altre volte il medico vieti chiamato d’urgenza presso un malato già in via di guarigione, perchè quest’ ultimo ha sorbito una quantità considerevole di cibi non convenienti, eccitanti e difficili a digerire, rendendo così più grave il suo stato.

Dieta asciutta. Consiste nel privare per un certo tempo il corpo, non solo dell’ acqua e d’altre bevande, ma anche di tutti gli altri alimenti che contengono molt’ acqua. Si pretende così che i cattivi umori circolanti nell’ organismo vengano riassorbiti dall’ organismo stesso fino a che il sangue ne risulta purificato. Vedi « Cura Regeneratrice ».

Diaframma. E un muscolo volontario, situato traversalmente all’ estremità inferiore della cavità toracica, il quale continua la sua azione durante il sonno. Le fibre di questo muscolo formano nella loro totalità come una membrana muscolosa. Sulla faccia convessa riposa la pleura, sulla concava il peritoneo.

Il diaframma è, col cuore, il muscolo più importante; la sua attività consiste in un’ elevazione ed in un abbassamento continuo,. _ che contribuiscono alla dilatazione ed al restringimento del torace.

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Diaframma. Infiammazione dello stesso. Diaframma. Spasmo, ecc. 243

provocando l’inspirazione e l'aspirazione dell’ aria entro il polmone, producendo cioè la respirazione. Il diaframma agisce pure sul solle- vamento e l’abbassamento della muscolatura addominale ed intestinale, occasionando così i movimenti continui del contenuto dell’ intestino e con ciò la espulsione delle feci.

Il diaframma non ha muscoli vicarii, perciò il suo arresto provoca la morte immediata. Le malattie del diaframma sono assai rare, e quando si riscontrano, sono consecutive ad altre malattie; pleurite, peritonite, ecc. nelle quali le materie infiammatorie intaccano il dia- framma. La cura delle affezioni diaframmatiche deve regolarsi affatto sulla causa occasionale. Vedi perciò la cura segnata per la pleurite e per la peritonite.

Diaframma. Infiammazione dello stesso. Il diaframma è un muscolo che serve di parete divisoria fra il cavo toracico e il cavo addominale. Esso ha parte rilevante nella respirazione. La sua contrazione ingrandisce il torace, il suo rilassamento lo diminuisce di capacità. L’ infiammazione del diaframma dipende talora da cause reumatiche (allato ad altri reumatismi), talora è comunicata dalla pleura o dal peritoneo. I sintomi sono oscuri (dolori, singhiozzo ostinato, dolore puntorio nell' atto della respirazione, riso convulso doloroso) e la diagnosi incerta.

Cura. Compresse locali, eccitanti o impacco del tronco, alternato col procedimento eccitante e derivativo; compresse a vapore. Secondo lo stato del paziente, bagno a vapore in letto con compressa supple- mentare calmante, sulla regione addominale o toracica.

Leggiero massaggio a sfioramento c vibrazione della regione dia- frammatica lungo il dorso, e massaggio addominale un po’ più forte.

Pel resto la cura sarà regolata sull’ affezione principale. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice).

Diaframma. Spasmo dello stesso. Nella maggior parte dei casi deriva da una soverchia dilatazione dello stomaco repleto di cibi e bevande, come pure dal mangiare c dal bere troppo in fretta, dall’ accumulo di gaz nello stomaco, ecc,; e passa di solito rapidamente, senza essere altrimenti importante.

Si danno però dei casi a cui bisogna assegnare delle cause nervose; tali l’isterismo, la neurastenia grave, i neuromi, i tumore cerebrali.

Se l’essudazione della peritonite raggiunge il diaframma, ne risulta uno spasmo persistente, estremamente tormentoso. Allora i

16*

244

Diagnosi. Diarrea.

disturbi consecutivi del sonno e della nutrizione possono condurre a pericolosi stati di debolezza.

I toni particolari, convulsivi del singhiozzo dipendono da contra- zioni del diaframma, per le quali l’aria viene intercettata da una improvvisa e completa chiusura della glottide.

Cura. Una pratica antica, eccellente consiste nel chiudere i condotti uditivi esterni col polpastrello dei mignoli (o degl’ indici) bevendo contemporaneamente qualche sorso di liquido da un bicchiere presentato da alta persona (o latte, o limonata, o acqua). L’effetto è pressoché istantaneo. Un altro mezzo pure sperimentato consiste nel- ringhiottire parecchie volte senza respirare. Ai bambini lattanti si applichino dei panni caldi sull’ addome, riscaldando i piedi. Nei casi gravi provenienti da altre malattie, si curerà la malattia fondamentale.

Diagnosi. Cosi vien chiamata la qualità di una malattia, che il medico cerca di determinare per mezzo dei segni visibili ed interrogando l’ammalato. Sotto questo rapporto il medico pratico perspicace riesce a determinare le malattie esterne ed anche a sco- prire certi processi intimi dal colore dall’ espressione del viso, dallo stato del corpo, ecc. (Vedi «Metodo d’ascoltazione» nell’Indice.

Diarrea. La diarrea si manifesta ora in seguito ad infiammazioni del tubo digerente, ora per l’ingombro di masse fecali, già antiche, nelle pieghe del grosso intestino (e così il contenuto dell’ intestino tenne non può più essere ulteriormente assorbito dall’ intestino crasso, ma scola rapidamente), per ultimo in seguito al! assorbimento di certi cibi e bevande. La causa della diarrea è perciò spesso una cattiva nutrizione, come pure può stare nel raffreddamento dell’ addome. La diarrea accompagna ancora diverse malattie: il colera, la dissen- teria, ecc. Consiste in frequenti scariche alvine con deiezioni piuttosto liquide simili a poltiglia. Per altro, le materie liquide possono contenere anche delle masse dure, a nodi, fetenti, od essere mescolate a parti- celle d’alimenti non digeriti. Quest’ ultima circostanza vuol essere presa molto sul serio, specie trattandosi di bambini, quando le evacuazioni di latte digerito assomigliano a masse fioccose di cacio. Le materie escrementizie ponno essere ancora liquide come l’acqua, e debbono essere prese in conto nei bambini sopratutto se contemporanea- mente si presentano schiumose.

Le evacuaziani, con striscie rosse o sanguinolenti, rivelano la dissenteria; se sono di puro sangue, svelano le emorroidi; quando presentano il colore del cioccolatte, indicano il tifo, la tubercolosi

Diarrea.

245

intestinale, o il cancro intestinale; quando son nere come la pece, indicano le emorragie dello stomaco, ecc. Le materie fecali possono dunque avere un aspetto ed una composizione assai variabile, secondo la malattia che accompagna la diarrea.

Cura. Dapprima convien conformarla alla malattia fondamentale. Compresse di corpo calde o caldissime assieme ad un bagno- vapore ai piedi in letto, fatto seguire da massaggio del ventre colle mani bagnate nell’ acqua fredda (si cominci intorno all’ ombelico, descrivendo dei cerchi concentrici che si estendono sempre più, per ritornare infine all’ombelico; poi si prema dolcemente, indi più profondamente, il ventre, manovrando come nella follatura su ambe le parti del corpo; e ciò in ispecie dopo l’applicazione della compressa a vapore); in seguito si applichi una compressa di corpo tiepida (20° E.). Dopo ogni scarica si ponga, d’abitudine, un piccolo clistere fresco.

Quando la diarrea si presenta sola, come conseguenza di errori dietetici o di perfrigerazione, bastano spesso le frizioni energiche, a caldo ed in parecchie riprese, sul l’addome, coi clisteri freschi, 12 15° R. (Vs di litro) e le compresse addominali, durante la notte. Oppure non si toccherà cibo, bevendo solo dell’ acqua finché il disturbo sia cessato (l’uomo può vivere a lungo senza alimenti); in seguito si ritornerà, con precauzione, all’ alimentazione solida, mangiandone, sulle prime, delle piccole razioni. In altri casi prendasi di preferenza un nutrimento denso. Se la diarrea persiste, si ricorra preferibilmente ai clisteri d’amido p. es. di mucillaggine d’avena, ecc. (22° R.), circa 5 8 cucchiai da zuppa, in ispecie quanda la diarrea sia accompagnata da mancanza d’appetito, o si manifesti una grande prostrazione di forze. Comunque, dopo ogni evacuazione, sempre un piccolo clistere d’acqua pura e fresca. Sopratutto converrà procedere ad una frizione totale (18° R.) seguita da impacco in coperta di lana. (Vedi «Impacco secco».) Durata) mezz’ ora circa. Per altre spiegazioni vedi « Coriza». La diarrea violenta che ne consegue si lascia calmare con un semicupio caldo. Vedi pure il trattamento del catarro intestinale acuto e della costipazione. (Pei modi d’applicazione vedi l’Indice).

Sierjert dice nella sua opera: «I modi d’applicazione»: «I rimedi astringenti (per lo più gli oppiati cosi velenosi) fanno qualche volta scomparire la diarrea, paralizzando i nervi, ma non eliminano punto le cause, cosicché in prosiegno di tempo altre malattie si manifestano, quasi tutte gravissime (e troppo spesso, sfortunatamente, con esito mortale). Se. al contrario, si applicano (per una lieve diarrea solo di

246

Difterite.

notte* e nei casi gravi anche di giorno) le compresse addominali e. dopo ogni scarica, si un clistere fresco da tenersi, le materie che irritano la mucosa vengono diluite e trascinate, la parete intestinale vien nettata, rinfiammazione recede, le masse fecali sono mollificate ed espulse ed or/vi pericolo è scongiurato. Talvolta (quando lintestino reca dei dolori violenti dopo l’evacuazione ed accusa una voglia con- tinua d’andar di corpo) è necessario di nettare convenientemente l'intestino. Spesso vanno staccandosi dei resti d’escrementi chiari; è questa indicazione che bisogna un clistere da tenersi ».

Difterite. Una delle malattie più paventate, che fa strage di numerose vittime, è l’angina difterica o difterite. Come constata il prof. Eose di Berlino, si sono presentati in un anno, e nel solo Ospe- dale di Bethania (uno dei meglio diretti), ben 341 casi di difterite, con 241 operati e 284 morti. Coi metodi della Medicina Naturale, pochi giorni son necessairi alla guarigione del tenibile morbo e le operazioni sono rese superflue. Disgraziatamente, casi di morte ne avvengono ancora; tuttavia siamo ben lontani dalla proporzione segnata dalla medicina interna.

La difterite ha molte analogie col crup. Comunque la difterite è contagiosa, il crup non lo è. Le placche membranose della difterite portano i caratteri del disfacimento, nel crup si forma invece una pelle reale. La prima colpisce persone d’ogni età, l'altro solamente i bambini. Oltrecciò, nel corso della difterite, sopravvengono la gon- fiezza e la supurazione delle ghiandole della mandibola, il che nel crup non si verifica. Altre differenze vi sono ancora, delle quali c’intratterremo lungamente in seguito.

La difterite ha per altro come fu già detto molte analogie col crup, come col mughetto, l'afte e rinfiammazione catarrale del faringe. Per maggior chiarezza citeremo brevemente ancora una volta, i caratteri distintivi di queste malattie.

Difterite faringea. L’essudazione membranosa è bianca o bianco- grigia, ha sede sulla mucosa, dove è molto aderente e non si lascia staccare che con difficoltà. La guarigione ha luogo colla perdita della pseudo- membrana e colla cicatrizzazione consecutiva. Odore di cadavere.

Crup. L’essudazione è di color bianco giallastro, è fissata assai fortemente e non si lascia staccare che con molta difficoltà. La guarigione ha luogo senza perdita di sostanza. Tosse stridula che incomincia in modo brusco, quasi sempre di notte.

Difterite.

247

Faringite catarrale. Si formano spesso sulle amigdale delle piccole eminenze in forma di punticini bianco-giallastri, che facilmente si lasciano spremere, asciugando presto.

Afta. Le afte si fissano principalmente ai margini ed alla faccia inferiore della punta della lingua, dove il crup non si rivela giammai.

Mughetto. I funghi del mughetto sono bianchi, si possono togliere •con una fettuccia di tela ed invadono tutta la cavità del faringe.

Descrizione delia difterite. Indisposizione generale, abbattimento, indifferenza e mancanza d’appetito, qualche volta vomiti, mal di capo, delirio, brividi, febbre violenta, calore, sete, pesantezza delle membra e pressione nella cavità dello stomaco; in seguito, dolori alla gola nell’ atto della deglutizione, infiammazione e gonfiezza delle tonsille e della gola. Una incrostazione coperta di muffa grigia o grigio- bianca (e spesso anche placche brunastre sulle tonsille o sull’ ugola) appare, estendendosi rapidamente indietro, in alto ed in basso; tolta l'incrostazione, la mucosa, situata al di sotto, presenta un tratto aperto, sanguinante ed ulcerato. Dalla bocca emana l’odore caratte- ristico, disaggradevole del pus cancrenoso; rial naso esce uno scolo fetido; dalla gola i colpi della tosse stridula. Questa malattia è indipendente oppure accompagnata da altre malattie, come scarlattina, vaiolo, ecc. Di preferenza colpisce i bambini tra i 2 ed i 5 anni e si fa più rara negli anni successivi.

Cause. Alimentazione cattiva, diffìcile a digerire (carne, ecc.), donde risulta un indebolimento degli organi digerenti e del sistema nervoso. Allevamento molle c delicato dei bambini, che fa perder loro ogni forza, la quale deve combattere i principi! deleter i i e resistere alle influenze morbose; poi, abitazioni malsane, umide, ammuffite, poco illuminate, che sovente si tengono poco pulite, (piasi -mai aerate e spesso piene di gente; inoltre la mancanza di moto all’aria libera. Poi, la vaccinazione da braccio a braccio, che talora ha avvelenato, guastato per sempre, il sangue e gli umori del corpo sano; l’orga- nismo dei bambini, essendo più accessibile a queste malattie, è altresi una sorgente di difterite. (Vedi nel capitolo « Bacteri » la figura del bacillo difterico.)

Cura. Isolare gli ammalati dalle persone sane; mantenere ben aerata e fresca la camera, quindi lasciar sempre aperta la finestra e talora anche la porta. Un malato colla febbre non può raffreddarsi tanto presto; si copra dunque leggiermente l’infermo, preferibilmente von una coperta di lana, la quale lascia passare la traspirazione

248

Difterite.

morbosa, mentre il piumino trattiene molte sostanze morbose escrete.. Queste coperture (poiché meglio è averne due) devono essere esposte- ali’ aria parecchie volte al giorno e, se è possibile, anche al sole;, il pavimento della camera verrà pulito ogni giorno. Anzitutto racco- mando il metodo seguente, semplice, ma d’un, efficacia meravigliosa.

Bagno a vapore totale in letto, con compresse fresche al collo. Pei bambini si può prendere a tal’ uopo un pezzo di tela di media grandezza, immergendolo nell' acqua a IO 15° K. e poi torcendolo- modicamente; però lo si dovrà avvolgere ottorno al collo più largo che sia possibile in modo che arrivi fino alle orecchie. La metà superiore di questa compressa non dovrà avere copertura di lana. La compressa non sarà nemmeno troppo sottile, affinchè possa restare in posto tanto tempo, quanto un impacco. Durante il bagno a vapore in letto, si mutano di continuo le compresse al collo (15 18° R fresche), non appena si riscaldano; pei bambini irrequieti, si ricorre al bagno-vapore a tre quarti in letto, con impacco alle spalle. La durata di tale bagno a vapore in letto sarà da tre quarti d’ora ad un’ ora. Se il paziente segni d’agitazione già innanzi, bisogna togliere l’impacco; ma, se è necessario, lo si ripeterà per tre oppure quattro volte nelle ventiquattro ore o, per dir meglio, ogni volta che il bisogno lo richiede. Tolto l’impacco, si procederà ad una lozione del corpo (18 24° R,). Quanto più la febbre è alta, tanto più sarà spesso ed umido il drappo di tela pel bagno a vapore in letto. Poi, impacco del tronco ed impacchi ai piedi, i quali ultimi dovranno mutarsi, appena si riscaldano, nel corso della febbre alta; il bisogno di far ciò è indicato dall’ agitazione del bambino. Essendo la febbre alquanto mitigata, si dovranno cangiare invece ogni due ore circa. Le lavature della bocca sono utili per far riassorbire e rammollire l’essudato delle mucose enfiante; cosi i gargarismi. Ai piccoli bambini si faranno le irrigazioni del naso e del collo con acqua a 20° R. inacidita con succo di limone (Va limone per 1 bicchiere d’acqua), parecchie volte all’ ora. L’irrigazione del naso dev’ essere praticata con molta precauzione, affinchè il pus non penetri nella tuba d’Eustachio (situata nella cavità delle coane e del faringe), donde potrebbe risultarne rinfiammazione dell’ organo dell’ udito. Parimenti, quando i bambini non vogliono aprire la bocca, si inietta l’acqua per la via del naso. Non possedendo uno schizzetto, si adoperi una pompa da clistere ben pulita, avendo cura di premere molto dolcemente sull’ embolo. Inoltre si dia a bere spesso della limonata

Difterite.

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fresca, poiché essa: 1. estingue la sete; 2. diminuisce il dolore ed il calore nel faringe, pulisce le regioni ulcerate dalle secrezione più tenaci e velenose; 3. calma il calore febbrile ed elimina dal sangue le sostanze nocive. Il cibo verrà dato quando Finfermo stesso lo richieda. Alimentazione non eccitante, D'esca, liquida; latte, composta di mele ed altra frutta cotta ed anche cruda, uovo sbattuto nell1 acqua zuccherata, mttcillagine d’avena d’orzo e simili. Contro la costipazione, ed a scopo derivativo, piccoli clisteri tiepidi (14 20° E.) Di sera, bagno in vasca (25 27° E.) per IO minuti.

Quando la difterite diventa cruposa e l’infezione comincia ad invadere la gola, di guisa che minacci l’avvelenamento per acido carbonico, è da raccomandarsi di porre il bambino, durante l’accesso di soffocamento, entro un secchio, versandogli acqua fredda sul dorso, a partire dalla nuca. Questa applicazione, alquanto eroica, ha già salvato la vita a più d’un bambino.

L’esempio seguente dimostra pure che certi modi d’applicazione ponno essere nocivi: un medico comune impiega contro la difterite le inalazioni di vapore, facendo aspirare al malato il vapore che sale da una tinozza riempita d’acqua bollente; ciò conduce quasi sempre a morte. Il vapore aspirato, mentre attiva, col suo calore umido, la propagazione dell’ agente infettivo, non produce altro effetto che quello di diminuire sensibilmente la respirazione, così necessaria. Le conse- guenze sono allora una degenerazione cruposa ed un avvelenamento del sangue per acido carbonico (accesso di soffocazione).

Altro procedimento. Secondo lo stato delle forze, si applichi al malato, mattina e sera, un impacco a tre quarti, calmante, a 22° E. (tiepido) e se è necessario, con una bottiglia calda, avvolta in lino fresco, ai piedi. Contemporaneamente, compressa al collo molto umida, da lasciarsi per un’ ora e un quarto; poi, bagno a 26° E. D’altra parte impacchi tiepidi, eccitanti, ai polpacci (18° E.) per un’ ora e mezza, assieme colie compresse rinfrescanti al collo (15 18° E.) per mezz’ ora; gargarismi tiepidi (16° E.) per mezz’ ora o irrigazioni nella gola. Durante l’aumento di temperatura, si useranno ancora gl’ impacchi calmanti per un’ ora (22° E.) o le compresse addominali. Questo procedimento dev’ essere continuato per una notte o due, tanto più che il morbo appare più violento nella notte, durante il sonno; almeno in ciò si verifica via ordinaria. Alimentazione leggiera, non eccitante; dare a bere della limonata fresca. Ogni giorno, due clisteri a 20° E. di 8 10 cucchiaiate d’acqua. Quando la crisi è superata, è consigliabile

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Difterite.

di procedere ancora, per lo spazio di S giorni, ad una frizione totale giornaliera ed, ogni due giorni, ad un impacco totale o ad un bagno a vapore in letto. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice; e vedi «Difterite: nella «Cura Kneipp»),

Trattamento col massaggio. Le glandole ed i muscoli infiammati del collo vanno sottoposti a frizione colle dita umide d’aqua o d’olio, per due o quattro minuti, malgrado i segni di dolore ed i rifiuti del

malato; ciò si deve fare con dolcezza dapprima, poi più vivamente, andando verso il basso. Non si cominci perù a praticare il massaggio sulle parti gonfie, sibbene sulle parti vicine; arrivando in tal modo sulle prime a poco a poco ed in maniera blanda. Nel tempo stesso avranno luogo delle vibrazioni o scosse della laringe e del faringe; particolarmente poi si faccia il massaggio dopo le compresse a vapore ripetute ad ogni mezz’ ora. Questo trattamento col massaggio deve, andare unito costantemente alla cura più sopra indicata1). (Vedi «Massaggio» nell’ Indice).

Mi piace riportare qui alcuno linee d’un medico naturalista, il quale s’è molto occupato di questa malattia:

Sull’ inizio, quando il collo e le tonsille cominciano a gonfiarsi ed a ricoprirsi delle pseudo-membrane difteriche, le compresse fresche al collo (12 15° E,.), cangiate con frequenza, fanno molto bene e non vanno tralasciate. Però non si ha proprio bisogno di avvolgere tutto il collo, affinchè il bambino non venga tormentato inutilmente tutte le volte che si rinnova la compressa (cioè quando si riscalda, il che avviene sulle prime assai spesso, ogni 10—15 minuti ed anche più presto). A tal uopo io faccio applicare dietro la nuca del piccolo infermo un gran fazzoletto piegato in quattro nel senso della lun- ghezza e faccio apprestare due compresse piegate in otto, larghe circa tre dita (e il tutte dev’ essere di tela già usata bianca e morbida),

q In generale, il massaggio delle parti edematose, ed in particolare quello della regione del collo, così dolorosa (tonsille, parotidi, muscoli del collo, ghiandole cervicali, ecc.) fu sempre considerato come dannoso, perchè il veleno, spinto dall’ azione meccanica, poteva invadere tutto rorganismo. Se non che, osservazioni numerose hanno dimostrato al contrario che tali enfiagioni spari- scono col massagio in brevissimo tempo, se al massaggio va unita una cura idriatiea, che favorisce l’escrezione (p. es. bagni a vapore seguiti da impacchi; clisteri, ecc.). Ciò nonostante io non consiglio la pratica del massaggio in casi di difterite, senza il parere d’una persona sperimentata, fosse pure nel modo pili blando: e ciò tanto più perchè d’ordinario si riesce benissimo colle applica- zione d’acqua pii i sopra indicate.

Difterite.

25 L

e la cui lunghezza copra tutta la parte anteriore del collo e della regione corrispondente alle tonsille, vale a dire che si estende da un orecchio all’ altro, passando sotto il mento. Si accosta allora un vaso od un piatto d’acqua fredda, vi si immergono le due piccole compresse, si torcono alquanto e se ne applica una sul collo del bambino, in guisa clic il collo ne sia coperto, ed i capi della compressa tirati sui due lati delle amigdale, verso le orecchie, siano tenuti in posto, ma senza comprimere, per mezzo del fazzoletto posto dietro la nuca. Dopo 10, 15 minuti si tocca, e nel caso la compressa si sia riscaldata, si spiega il fazzoletto asciutto, si ritira la compressa, sostituendola con l’altra fresca lasciata nel piatto ricoprendola ancora coi due capi del fazzoletto asciutto. Così va continuato fino a che le compresse non si scaldino più lentamente; ciò dimostrerà che la febbre e l’infiammazione sono sul diminuire. In tal caso (cioè quando le compresse del collo si riscaldano più adagio) si piega un fazzoletto, lo si bagna nell' acqua fresca, e lo si dispone sul collo al pari della compressa precedentemente levata, in modo cioè che le estremità arrivino tino alle orecchie, sulla regione delle tonsille (dove si formano le placche difteriche), affinchè il caldo-umido agisca efficacemente sulla espulsione delle incrostazione come pure sulla eliminazione della parte corrispondente della pelle. A tal uopo si lascia in posto la compressa umida fino a che diventi molto calda e poi cominci a diventar secca; ciò può durare 4, 5 ore e più. Con questo procedimento non si tormenta il malato, facendogli levare la testa ad ogni cambiamento di compressa. E qui voglio notare di nuovo: che solamente al principio della malattia, quando la febbre è intensa e forte l’infiammazione del faringe e delle tonsille, bisogna cambiare con frequenza le compresse fredde ed umide, onde limitare rinfiammazione delle parti corrispondenti del collo e l’incrostazione che prosegue di pari passo. Ma ove già vi sia una raccolta considerevole di essudati nella mucosa, di formazioni nel retro-bocca, oppure se la febbre ed i sintomi infìammatorii sono diminuiti o cessati affatto, le compresse fredde e cangiate di sovente riescono, al contrario, dannose, poiché in tal caso il caldo-umido (compresse eccitanti) è necessario per condurre a guarigione. Tale risultato è ormai definitivo, e di esso ogni pratico, il quale abbia avuto occasione di curare i difterici, può e deve esserne convinto per esperienza sua propira.1) Certo è

b 11 nuto ai pratici, i quali hanno avuto in cura numerose forme di difterite, che malgrado la sparizione della febbre e la secrezione del sudore, le pseudo-

252

Difterite.

che in casi di difterite bisogna ricorrere all’ opera d’un valente medico naturalista.

Difterite ed infiammazione intestinale guarite.

Signor Bilz! Grazie alla pregevole opera vostra: «La Nuova Medicina Naturale », nel dicembre dell’ anno decorso, ho potuto guarire perfettamente i miei due bambini, di 5 e di 10 anni, dalla difterite - e mia moglie dalla infiammazione intestinale. Ciò maggiormente apprezzo perchè, cinque anni fa, un mio figliuoletto, di sette anni, mori di difterite, ad onta dei soccorsi dell’ arte. Io mi sento dunque obbligato di rivolgerle vive grazie, augurando che l’opera vostra arrivi in tutte le famiglie.

Gradite, Signore, l’espressione de’ miei sentimenti più distinti.

Carlo Smidt, Kirn a. d. N.

Difterite e tigna favosa guarite

ila Edmondo Schneekenberg nello Stabilimento di Reitzenbain.

Il consigliere municipale Enrico E r, di Pobershau, mi fe’ chia- mare un giorno presso un suo piccino di 5 anni, il quale minacciava di soffocare. Trovai la difterite accompagnata da febbre intensa. Un bagno a 25° E. applicato secondo le regole, con energica frizione alle gambe ed affusione mite del corpo, apportò ben presto un sollievo alla respirazione. Con un trattamento affatto naturale: dieta, bagni, impacchi del corpo e del collo, irrigazioni nell’ intestino, nella bocca, ecc., la pericolosa malattia disparve del tutto in cinque giorni Un altro figlinolo della stessa famiglia, colpito dalla difterite qualche giorno più tardi, fu curato benissimo da suo padre stesso col metodo naturale. Poi fu la volta del terzo figliuolo, di due anni appena. Aveva tutta la testa coperta di croste; la testa era estremamente grossa, l’addome gonfio, le braccia e le gambe debolissime. Già avevan provato le frizioni, con grasso ed unguento, al principio di novembre; e realmente il medico curante aveva fatto scomparire l’eruzione in tre giorni, a forza d’unguenti; il bambino però ne era poi caduto mortalmente malato.

membrane difteriche esistenti in grandi masse e che coprono tutta la cavità <lel retro-bocca, non si staccano assolutamente; nel tempo stesso la deglutizione si fa molto dolorosa, e ciò avviene sopratutto nei bambini scrofolosi. In tal caso è necessario il più alto grado di caldo-umido.

Dimagramento. Disinfezione.

253

Migliorò soltanto quando l’eruzione riapparve. Grazie ad una dieta razionale, alle cure prestate alla pelle, agl1 impacchi di corpo e dei polpacci, le eruzioni scomparvero in poche settimane. L'aspetto ed il corpo ripresero il loro aspetto normale, le gambe e le braccia divennero più robuste, fortificandosi nelle ossa e nei muscoli. Sia regola costante di non far rientrare mai un eruzione nel corpo, se l’intiero organismo non no debba trarre nocumento.

Dimagramento. Il dimagramento può venire d’improvviso o verificarsi poco per volta: d’improvviso, nei disturbi acuti della digestione, che persistono per qualche settimana come nell1 enterite, nella febbre gastrica e nelle malattie febbrili prolungate; gradatamente, nella consunzione in primo luogo, poi nelle malattie a lento decorso.

Il dimagramento può essere anche il risultato di preoccupazioni, di affanni, e di eccessiva fatica intellettuale.

Cura. Allontanare le cause, curando la malattia onde si tratta.

Discrasia dei bevitori. E l’alterata composizione degli umori organici, sopratutto del sangue, in seguito all’ uso continuo ed abituale di bevande alcooliche. La cura consiste nella graduale astensione delle bibite spiritose, poi nella cura fortificante. Pel resto, vedi « Alcoolismo ».

Disinfezione. Con questo nome s’intende la distruzione o la neutralizzazione di microrganismi: i bactcri. Da poi che questi esseri vennero scoperti e la medicina ebbe accolto il concetto eh’ essi fossero la causa delle diverse malattie, s1 è cercato il mezzo di annientarli e le misure prese a tale intento si sono designate col nome «disinfe- zione ».

La disinfezione può essere estesa a tutto il corpo umano o limitata ad una parte, come pure alla biancheria, agli abiti, all’ abita- zione (camere, corridoi, latrine), alle strade, ecc.

Per distruggere i bacteri, si impiegano due mezzi principali:

Prodotti chimici diversi a dosi determinate.

Il calore.

Di prodotti chimici se ne provarono diversissimi e noi ne citeremo, come esempio, alcuni soltanto: acido benzoico, acido borico, acido fenico, acido cronico, cloro, jodo, .sapone di potassa, canfora, acido salicilico, acido idroclorico, sublimato corrosivo, creolina, timolo.

I più conosciuti ed anche i più diffusi sono: l’acido borico, l’acido fenico, l’acido salicilico, il sublimato, in solazione acquosa; il cloro in

254

Disinfezione.

sostanza; la creolina in emulsione. La preparazione di queste soluzioni è varia. L’acido borico va disciolto nella misura del 4 per 100, l’acido fenico del 2 o 3 per 100, l'acido salicilico dell’ 1 per 100; mentre 1 parte di sublimato su 1000 di acqua è capace di uccidere i bacterii. In generale queste soluzioni vengono adoperate per pulire e curare le ferite, ed anche per disinfettare le mani ed il resto del corpo.

Per disinfettare le abitazioni, s’impiega generalmente il cloro sotto forma di ipoclorito di calce. Si mette in vasi di terra, donde si vola- tilizza, spandendosi cioè sotto forma di gaz, che distruggerebbe così anche i microrganismi che si trovano sospesi nell’ aria dell’ ambiente.

Il secondo mezzo, adottato per la disinfezione è il calore, sotto forma d’aria calda, d’acqua bollente, di getti di vapor acqueo. Tali sono i mezzi con cui di solito si disinfetta la biancheria, gli abiti, i letti, gl’ istrumenti di chirurgia. Il meno efficace di questi mezzi è l’aria calda (secca), poiché, trattandosi d'abiti, di biancheria, ecc., essa non penetra dappertutto, come sarebbe necessario; e perchè anche bisogna adoperarla a temperatura troppo elevata, se si vogliono distruggere i microrganismi.

11 mezzo migliore e più sicuro è l’acqua bollente o, meglio ancora, un getto di vapor acqueo, che s’impiega, del resto, in tutti gli stabi- limenti pubblici di disinfezione. Il vapore penetra nelle più intime profondità delle vesti, del letto, ecc. annientando infallimente ogni germe ivi contenuto.

Noi non ci estenderemo oltre sui metodi di disinfezione adottati dall’ arte medica.

In qual modo i seguaci della Medicina Naturale considerano la desinfezione ?

Come già venne largamente trattato nel capitolo sui « Bacterii », noi non neghiamo affatto 1’esistenza dei microrganismi e non neghiamo che, in certe circostanze, possano esser causa di malattie. Noi preten- diamo per altro che i microrganismi patogeni non abbiano tale potere se non quando trovino un terreno opportunamente preparato, vale a dire un corpo indebolito, senza forza di resistenza. Il concetto che noi seguiamo per neutralizzare l’azione dei bacterii è opposto a quello seguito dalla scuola medica. Quest’ ultima lotta con tutte le armi possibili contro i bacterii stessi e cerca di distruggerli, mentre ogni nostro sforzo è rivolto a fortificare l’organismo in guisa che possa da se stesso sbarazzarsi de’ suoi nemici. Quanto al modo di irrobustire

Disturbi della deglutizione. Spasmo dell’ esofago.

255

l’organismo, noi l’abbiamo indicato in diversi passi di questo libro, che si potranno rivedere.

E ancor una volta ricordiamo che da esperienze di laboratorio venne provato come i bacterii non abbiano peggi or nemico dell' aria pura ricca d’ossigeno e della luce del sole. Questi agenti possono uccidere in breve tempo le culture bacteriche più virulenti.

Ancora una parola sulla disinfezione nella cura delle ferite e nei casi chirurgici, dove è veramente indispensabile. Noi pensiamo che la stoffa dei bendaggi, come gl' istrumenti, debbano essere minuziosa- mente puliti cd immuni da germi, vale a dire da organismi micro- scopici.

Ma a tal uopo non facciamo uso delle soluzioni chimiche succitate; poiché, in grazia delle loro propietà venefiche, ben possono uccidere i bacterii, ma manifestano altresì la loro azione velenosa sul nostro organismo, provocando spesso dei fenomeni d'avvelenamento più o meno gravi. Pertanto noi facciamo bollire strumenti, stoffe e bendaggi, oppure li esponiamo per un certo tempo ad un getto di vapor acqueo. E come prova della bontà del nostro metodo noi possiamo registrare il fatto che la scuola medica, nella chirurgia e nella cura delle ferite, passa dalla disinfezione chimica ( antisepsi ) alla disinfezione col metodo naturale ( asepsi ) mediante la scrupolosa polizia, l'acqua bollente e la vaporizzazione.

Disturbi della deglutizione. Spasmo dell’ esofago. (Diffi- coltà cT inghiottire.) Alla maggior parto delle malattie della gola (amigda- lite, infiammazione del retro-bocca, difterite, crup, tumori, ecc.) s’accom- pagna la disfagia (difficoltà d'inghiottire), la quale può del pari pro- venire da gonfiezza infiammatoria della volta del palato, del velopendolo e delle tonsille.

Lo spasmo dell’ esofago è invece il sintomo concomitante di parecchie malattie, ad es. dell’ idrofobia.

Qura. Gargarismi d’acqua tiepida, compresse al collo eccitanti o calmanti; pel resto, trattamento conforme alla malattia fondamentale; aria fresca. Per la disfagia nella difterite rimando il lettore a questo capitolo.

Contro lo spasmo dell’ esofago, si applicano sul petto delle com- presse eccitanti tiepide (20° R), con compresse eccitanti alla nuca; durata delle due compresse ]p/2 a 2 ore; indi frizione totale (18° R). Possono anche giovare le frizione fresche ai piedi, brevi ma energiche, badando che i piedi siano caldi.

256 Disturbi della digestione. Disturbi digestivi d’indole nervosa.

Secondo lo stato del paziente, massaggio; e nello spasmo esofageo frizione energica alla nuca sui due lati, martellamento e percussione palmare del dorso. Pel resto vedi la cura segnata per la malattia fondamentale.

Disturbi della digestione. Tedi «Stomaco guasto».

Disturbi digestivi d’indole nervosa

guariti nell’ Istituto Bilz di Medicina Naturale.

M. E. M., di M., d’anni 31, entrò il 26 Febbraio 1896 nel nostro Stabilimento. Di famiglia sana, egli pure era stato sempre sano. Nel 1S88 aveva avuta la tenia da quell’ epoca pretendeva di soffrire di dispepsia con disturbi digestivi. Normalmente aveva la bulimia (fame canina) e quando mangiava a sazietà, era assalito spesso da diarrea alternata con costipazione. Gli alimenti pesanti erano talvolta digeriti assai bene; quei leggieri invece li tollerava male; in una parola, la digestione era affatto imprevvista. Da parecchi anni l’infermo faceva largo uso di medicine, non tralasciando alcun stomachico, e si era pure nutrito artificiosamente di carni solubili, di peptoni, di prepara- zioni d’albumina, ec.c.; il risultato però era stato sfortunatamente negativo. Di giorno in giorno, di mese in mese, lo stato si aggravava, le forze diminuivano ed il malato venne da noi, magro come uno ; scheletro. Un esame rigoroso dimostrò che gli organi digerenti, a rigor di termine, non erano ammalati; invece si riscontrò la debolezza nervosa generale (neurastenia) e l'anemia consecutiva ad una nutri- zione insufficiente, durata parecchi anni. I disturbi dello stomaco e dell" intestino non costituivano una malattia per sè, ma solamente un sintomo della dispepsia nervosa. Dopo tale constatazione, era ben facile istituire la cura; trattavasi di rinvigorire l’organismo, senza trascurare il sistema nervoso. Se il diagnostico era esatto, anche i disturbi gastro-enterici dovevano scomparire.

L’infermo non rimase poco stupito, sentendo ordinare una cura generale : soggiorno all’ aria fresca, bagni d’aria, dormire nelle cabine d’aria, camminare a piedi nudi, applicazioni d’acqua temperata (bagni in vasca e semi capii a 22 20° R.). Le sole applicazioni locali consi- stettero in una leggiera doccia raggiata sullo stomaco e sul ventre, dopo il bagno in vasca, per eccitare l’ attività della digestione. Ma lo stupore del malato raggiunse il colmo, quando gli si disse che non aveva proprio bisogno di seguire un regime particolare e che poteva seguire il regime normale del nostro Istituto (nutrizione varia, non

Febbre.

289

Febbre. Sotto questa parola s’intende un’ eccitazione generale di tutto il processo vitale, unita ad un’ enorme celerità di certe fun- zioni dell’ organismo, specialmente frequenza delle pulsazioni, grande sviluppo di calore contemporaneo a disturbi del sistema nervoso e degli organi digestivi. La febbre è ognora originata da un’ irritazione morale, da un danno causato o sorto nel corpo, dallo svilupparsi d’una malattia, o, infine, da una lesione materiale: questi motivi sono abba- stanza importanti per attirare, in ogni caso, l’intero organismo a patire gli stessi dolori.

Perciò la febbre non è una malattia per se stessa, bensì lo stato risultante dallo sforzo che l’organismo fa affine di liberarsi dalla malattia e di ricuperare lo stato normale primitivo. Questo stato febbrile porta con un calore sopranaturale (sopra 30° R. o 27 (A 0 C). accelera i battiti del polso, aumentandoli, ossia facendoli salire da 80 fino 120, e più, al minuto, affretta la respirazione causando ancora quel sentimento molesto di calore alternato a brividi. Questi fenomeni sono sempre accompagnati da arsione, mancanza d’appetito, d’orina oscura e densa, da sentimento di malessere, d’abbattimento e debo- lezza, cattivo umore, e qualche volta, anche da frenesia.

La sofferenza dell’ intero organismo in tali casi (malattia) non dipende da altro se non dall’ aiuto che esso vuol prestare offrendo tutta la sua forza affine di scacciare il nemico dal paese (il corpo). Per conseguenza non si può dire che la febbre sia una malattia, nel vero senso della parola, bensì un coefficiente, perchè in seguito a quella potenza premurosa e salutare l’organismo tutto si occupa esclusi- vamente- dell’ allontanamento del genio morboso entrato nel corpo o in esso sviluppatosi. Per questa ragione non si deve sempre cercar di opprimerla a mezzo di bagni e compresse fredde, o, quel che è peggio, di velenose medicine, ma salutare con piacere il suo arrivo, regolarla e sostenerla. A tale scopo appunto deve servire la cura che segue.

Per mezzo della febbre furono già condotte a guarigione malattie di lunghissima durata c il prof. Loft. Harless, direttore della Clinica di Bonn, trattandosi d’una malattia grave senza febbre, soleva escla- mare: «Datemi adunque un mezzo per originare la febbre e vi guarirò ogni malattia!» Il mezzo per causare la febbre in quella sorta di malattie che hanno messo radici senza essa, come in qualunque caso di cronicità, consiste in un giusto nutrimento, nel mantenimento d’un -calore umido prodotto da compresse stimolanti, leggieri bagni a vapore

19

290

Cura della febbre, Istruzioni per la stessa.

in letto, bagni a vapore alle mani e ai piedi, come nell’ eseguimento d’una cura rigeneratrice, la quale sveglia nel corpo una forte reazione febbrile atta ad espellere la causa morbosa dalla pelle, dal tubo intesti- nale e dai reni. Allora gli organi impediti nelle loro funzioni tornane in attività e la malattia è vinta.

:

Cura della febbre. Istruzioni per la stessa.

1. Nella stanza del malato deve esservi costantemente aria fresca,, perciò si deve sempre tener aperto, o aprire ogni tanto uno o più battenti della finestra; a mezzo della porta è anche molto bene stabilirò una specie di corrente di breve durata affine di liberare completamente la stanza dall’ aria cattiva. La temperatura della camera deve essere stabile fra i 12 e i 14° R.

Un malato di febbre non si raffredda molto facilmente.

2. Di tempo in tempo si deve porgere acqua fresca a bere, e possibilmente acqua di fontana, ciò che il malato chiede con bramosia poiché essa gli tempera un poco il bruciore interno, gli diluisce sangue e gli altri umori e li rende atti a scacciare gii agenti morbosi.

All’ acqua, quando fosse necessario, si può mescolare un po’ di sugo di frutta, o alternarla con acqua di latte (siero del burro).

3. Se 1’ammalato ha appetito, allora si soddisfa il suo desiderio col porgergli costantemente mezzi alimentarii freschi e ineccitabili (vegetali). A preferirsi è decotto d’avena e mucilaggine d’orzo; frutta cotta, ma anche cruda, e conserve di frutta. Anche zuppe di frutta, (per la preparazione delle stesse vedi « Cibi ineccitabili ») come pure zuppe di tritellino e d’altri legumi secchi, le quali zuppe, trattan- dosi d’un buon apparato digerente, possono avere ottimo sapore preparate con latte, burro, panna, ecc.

4. Si osservi che l’ammalato abbia sempre i piedi caldi, ciò che trattandosi d’ammalati febbrili non è sempre il caso. Se sono freddi allora bisogna procurare di riscaldarli subito fregandoli con panni caldi e secchi, o anche semplicemente con le mani calde: invece di dò- si può fare un bagno a vapore dei piedi in letto. Questo consiste nell’ appoggiare ai piedi bottiglie contenenti acqua calda e avvolte in panni umidi, e nel frizionare fortemente piedi e i polpacci con acqua della temperatura di 16 18° R.

Questo bagno-vapore dei piedi in letto può durare da 15 a 30 minuti. In caso eccezionale si può anche ricorrere ad un pediluvio- caldo (33 37° R.) della durata si 15 minuti circa e seguito a sua

Cura della febbre, Istruzioni per la stessa.

291

volta da frizione dei piedi e dei polpacci come sopra, con acqua .di 16— 18° R.

5. In caso di stitichezza si prenda ogni quarto d’ora un clistere di 16 18° R. e un cucchiaio da tavola di acqua pura: come alimento frutta cruda, frutta cotta, siero di burro, ecc., e si vedrà che il risultato sperato non si lascierà troppo attendere.

6. Il capo infiammato non deve riposare su cuscini di piuma, ma su cuscini di crine, o sopra tela leggiermente arrotolata (non piegata); quest’ ultima si deve spesso sostituire con altra fresca; la copertura d’un ammalato febbrile deve consistere generalmente in una coperta di lana, e dove questa mancasse in un sottilissimo piumaccio.

7. Se si manifestasse irritazione alla gola, gran calore, dolori al

capo, al petto, alla schiena, e all’ addome, ciò che può annunciare

un’ infiammazione cerebrale, una polmonite, una peritonite, ecc., allora

bisogna applicare delle compresse e delle coperte umide sulle parti

infiammate o addolorate, oppure anche un impacco. Compresse e im-

\

pacchi devono essere rinnovati appena divenuti caldi. E anche molto bene rinfrescare il viso, ripassando sopra esso di tempo in tempo un pezzo di tela bagnato in acqua tiepida o fresca.

8. Con una temperatura corporale di 30° C. deve aver luogo un bagno a 26 28° R. Il paziente vien tuffato nel bagno, e frizionato e impastato fin che la temperatura delle ascelle si sente fresca o almeno tiepida. Appena la temperatura raggiunge di nuovo tale altezza e più, si ripete subito l’operazione sudetta.

Con una temperatura di 39° C. ci si può accontentare d’un impacco a metà, o a tre quarti, o d’un impacco del tronco.

I bagni su accennati sono d’applicarsi di buon mattino o di sera e sono affatto esclusi per persone malate di polmoni o colpite da affezioni cardiache.

Per quelle persone, e specialmente per bimbi non abituati al bagno, si può incomminciare con 25° R,, e poi adagio adagio scendere di 2 R. L’infermiera getta a poco a poco Va litro d’acqua fresca che mescola all’ altra colla mano libera in modo che l’ammalato appena appena se n’ accorge.

Per ogni bagno che il paziente riceve devono trovarsi due uomini a sua disposizione.

9. Per persone anemiche l’acqua deve avere 1 di più di quelli dati. Vedi in proposito anche il trattamento della febbre 2 c.

19*

292

Cura della febbre, Istruzioni per la stessa.

10. Sia sopra tutto osservato clie in casi febbrili i lavacri sono cVottimo effetto.

11. Un sonno naturale, fortificante, non deve essere interrotto mai per nessun motivo. Pei malati di febbre esiste naturalmente qualche eccezione, perchè essi conservano solo un’ apparenza di sonno, e quando i battiti del polso d’un tal paziente raggiungesse il numero di 120 al minuto, allora è necessario rivolgersi al piano di cura ed eseguire gl’ impacchi o i bagni in esso citati.

Il sonno è migliore d’ogni medicina, e per questo se un bimbo ha febbre vien portato a letto per dormire. Quando, dopo tutto, si può procurare aria fresca, bevande semplici e fresche e cibi leggieri molte volte non è necessario più alcun procedimento.

12. Generalmente gli ammalati di febbre hanno estremo bisogno di quiete; il meglio adunque è il porli in letto.

13. Non si deve mai annoiare il paziente con domande o premure inutili, si lasci invece al suo organismo tempo e quiete per regolarsi da sé; con questo non è detto già che sieno a trascurarsi le appli- cazioni richieste dal caso, anzi, e specialmente nei casi gravi, si deve operare con misura e senno fino a che si abbia raggiunta la temperatura normale.

Un pericolo pel paziente è assolutamente scongiurato qualora la cura prescritta venga eseguita coscienziosamente.

I genitori non devono prendere alla leggiera ogni indisposizione dei loro fanciulli, ma ricorrere per tempo ai mezzi opportuni. Non si può mai sapere qual sorta di nemico si prepara alla vittoria!

1 4. Quando la febbre è diminuita, il pazienta può essere lasciato in pace per un tempo di breve o di lunga durata, ossia fino a che la pelle ridiventa scottante e le guancie rosse.

15. Alla fine, cioè quando si è ottenuta una temperatura normale, per rinforzare e confortare il malato basta una frizione totale giorna- liera a 18 20° R. o un bagno tiepido a 24 26° R,

Ancora però non bisogna abbandonare la compressa che durante tutta la cura, alle volte per 5, alle volte per 30 minuti e più si è portata sul ventre. La stessa si deve ancora portare per 1 ora o U/'a dopo la frizione o il bagno.

16. Capo fresco, piedi caldi e benefizio del corpo sono le tre cose principali che un buon infermiere deve aver di mira trattandosi specialmente d’un malato di febbre.

Oltre questo è molto desiderabile che al malato sia mantenuta

- "

Cura della febbre, Istruzioni per la stessa.

293

Termometro.

la pelle umida, ciò clie si può ottenere a mezzo di bagni e d'impacchi. (Non è a confondersi in questo punto con quegli accessi di sudore, i quali indicano sempre grandissimo disturbo e massima debolezza dei nervi e della pelle).

17. Quando per l’esame di qualche malato si deve ricorrere al martellamento di qualche parte del corpo, come per esempio della schiena, del petto, dell’ addome, per poter dichiarare se si tratta di malattia o d’infiammazione, allora si appoggia a dette parti la mano aperta, si allungano 1 2 dita e per esaminare si batte sopra le stesse con un dito dell’ altra mano. (Un suono sordo che risulta da quest’ operazione indica sempre infiammazione, gonfiore, ecc. degli organi interni).

(Vedi in proposito « Metodo d’esame ».)

Voglio ancora accennare « Sentenze mediche sull’ uso di medicine », « Cura dei malati », « Vitto ineccitabile », « Clisteri ».

Procedimento Io. Per ogni febbre è molto importante il saper precisare l’altezza dei gradi per poter poi stabilire la cura da eseguirsi. La pia sicura manifestazione dell altezza della febbre ce la la misura del corpo umano a mezzo del termometro. Il più adatto per misurare la febbre è il termometro diviso in 10 parti di Celsius, il quale è ovunque usato e- conosciuto sotto il nome di « termometro clinico ». Quando si voglia rispar- miar tempo, prima dell’ uso si faccia scaldar la pallina d’argento vivo nella mano chiusa o, ancora meglio, nell’ acqua calda, fino a che sia salita ai 40° circa.

Per misurar la febbre si mette generalmente Fig. 82.

il termometro sotto l’ascella e per ottenere una La scala R- a . . sinistra segna i gradi

misura sicura e necessario premere 1 omero contro , 4 n .

1 secondo Keamnur, la

il corpo affine d’impedire ravvicinamento dell’ aria. SCala C. a destra i In questa posizione il termometro deve rimanervi da 10 a 15 minuti.

Lo stesso risultato si può ottenere più celeremente mettendo la pallina del termometro in bocca. Per bambini però il mezzo più sicuro è l’introduzione del termometro nell’ ano, dove rimane per 5 minuti.

1

gradi secondo Celsius.

294

Cura della febbre, Istruzioni per la stessa.

(Affine di facilitare 1’entrata della pallina bisogna ungerla con olio). Il termometro Celsius è diviso in 100 gradi, ma in caso di malattia i più considerati sono i gradi compresi dal 37 al 43.

Scala della febbre secondo Celsius

per

Misura della mattina.

Pericolo di vita.

Grado massimo.

Febbre notevole.

Febbre moderata. Leggiera. Soprannaturale. Normale.

Non normale.

Decadenza moderata. Decadenza profonda.

Pericolo di vita.

j 42,0 - 1 41,5 ~

41.0 -

40.5 -

40.0 ~

39.5 -

39.0 - { 38,5 - { 38,0 - { 37,5 - { 37,0 -

36.5 -

36.0 -

35.5 -

35.0 -

34.5 _

34.0 _

33.5 _

42,0)

41.5 !

41.0 J ' 40,5 )

40.0 \

39.5 J

39.0 }

38.5 }

38.0 }

37.5 )

37.0 ;

36.5 j , 36,0 ) .35.5 j- .35,0 J .34,5) .34,0 } .33.5 J

Misura della sera.

Pericolo di vita.

Grado massimo.

Febbre notevole.

Febbre moderata.

Leggiera.

Soprannaturale.

Normale.

Non normale.

Decadenza moderata.

Decadenza profonda.

Pericolo di vita.

Fig. 83.

Allo stato normale, ossia per persone sane, la temperatura varia solamente da 37 a 37]/4°. (La temperatura che sorpassa questi gradi segna già un po’ di febbre). Ma se il sangue giunge a 42 o 43° allora lo stesso si rapprende e l'uomo deve morire. (Questo succede qualche volta anche con 41 1/ì°).

Cura della febbre, Istruzioni per la stessa.

295

La febbre varia fra questi gradi: in casi leggieri fino a 39V-20, in gravi di più. (Osservare la scala della febbre).

Come ci si sente sollevati quando si può stare al letto di malati col termometro in mano! Specialmente quando si tratta di bimbi!

Ora voglio spiegare sotto 1 quattro diversi modi di cura che possono bastare per bimbi colpiti da febbre leggiera.

a) Frizione totale, tiepida, a 18 20° R. seguita da compresse a 20° R. al ventre molto umide e forse anche d’un impacco ai polpacci; poi subito in letto.

b) Bagno tiepido a 25° R. nel quale si possa frizionare tutto il corpo, specialmente le braccia e le gambe, poi asciugare e fregare con panni asciutti, le estremità in modo particolare; indi, finita la com- pressa all’ addome e ai polpacci, subito in letto.

Questo bagno più anche essere seguito da effusione, prima colla stess’ acqua del bagno, poi con questa mescolata ad altra di più fredda.

La vasca da bagno si deve empire d’acqua fino all’ altezza di 12 o tutt’ al più 18 centimetri.

c) Eseguire lo stesso bagno indicato tolto la lettera b, poi senza asciugarlo si avvolge il paziente in un pezzo di tela asciutta prima, in una coperta di lana dopo, e poi si pone in letto. A seconda dello stato starà coricato da 30 a 60 minuti.

d) Frizione totate tiepida, a 18 20° R. seguita da un impacco a tre quarti a 22 24° R. molto umido. Indi una bottiglia d'acqua bollente, avvolta in panni umidi, ai piedi. L’impaeco durerà da 1 a l1^ ora.

Questa cura è molto efficace, e basta sola per far scomparire la malattia nascente o la febbre.

Molto spesso e con successo si fa ancora seguire alla frizione totale un bagno a vapore dei piedi della durata da 15 a 25 minuti.

Questo procedimento ha luogo ogni volta che il malato si sveglia o quando ha già passato in letto il tempo stabilito: un bagno di 25 26° R. o una frizione totale di 20° R.

Prima di porre il febbricitante in bagnò gli si avvolge il capo con un panno immerso nell’ acqua e poi spremuto.

Se dopo ciò la febbre diminuisce e sottentra un leggiero sudore, è affatto inutile ripetere l’operazione. Se, in caso contrario, la febbre annienta, allora è strettamente necessario ricorrere ad una delle regole date. Qualora il malato mostrasse inquietudine e avesse

296

Cura delia febbre, Istruzioni per la stessa.

temperatura elevata gli si faccia prendere un bagno e gli si rinnovi poi l’impacco (e anche le compresse all’ addome) anche se non fosse- ancora decorso il tempo prima stabilito. Se la febbre non cedesse neanche dopo i ripetuti procedimenti segnati sotto d, se anzi aumen- tasse. allora bisogna passare al trattamento II0 a.

Per piedi freddi, affezioni sensibili della gola, grande calore, dolori al petto, alla schiena, ali addome, al capo, e poi per ciò che riguarda il mangiare, il bere, il dormire, l’aria, l’andar di corpo, ecc. vedi il capitolo « Istruzioni per la cura della febbre » e ancora « Istruzioni sull’ apparato salutare ».

Si scelga fra le regole segnate 1 a, b, c, d, quella che meglio corrisponde alle stato del malato e che più si adatta alle condizioni.

(Pei modi d’applicazione vedi l’Indice.)

Procedimento Ilo usabile fino ai 40 o 40 V20 C.

Porre il termometro sotto l’ascella del paziente.

a) 2 0 3, in caso di febbre violenta anche 4, impacchi totali o a tre quarti di 22— 24° E., molto umidi. Della durata da 15 a 30 minuti. (I primi devono essere generalmente un po’ brevi, gli altri più lunghi.) A questo si fa seguire un bagno di 25 fino 26° R., della durata di 10 20 (e raramente fino 30 minuti) con affusione; poi frizione a secco, specialmente dei piedi, indi a letto.

Appena la febbre aumentasse si deve rinnovare tale operazione, la quale sarà ripetuta fino a che la febbre abbia ceduto almeno di intensità. È a notarsi che questo si può ottenere dopo alcuni giorni, e qualche volta dopo alcune settimane. In casi gravissimi, ma rari, nello spazio di 24 ore possono aver luogo anche 24 impacchi e 3 0 4 bagni. (Vedi all’ uopo compresse delle braccia e delle gambe che sono pure usate in caso di febbre violenta.)

Se nell’ impacco i piedi non riprendono presto il calore naturale, allora si ricorra alla bottiglia con acqua bollente, che si deve sempre tenere pronta e che s’ appoggia ai piedi avvolta in panno umido. Se nell’ impacco totale il paziente si sente a disagio, allora si sostituisce quello con un impacco a tre quarti.

Sia ancora osservato che il sudore, in qualunque cura di febbre, deve essere considerato come crisi decisiva solamente quando succede un rallentamento del battito del polso e la temperatura del corpo, diminuisce.

Dopo buoni risultati, ossia dopo che s’è vinto una febbre maligna. 0 una infiammazione, si badi di continuare le compresse all’ addome-

Cura della febbre, Istruzioni per la stessa.

297

e ai polpacci almeno per 15 giorni, praticandole una volta per notte, come pure la frizione totale giornaliera affine di cacciare compieta- mente l’agente morboso dal- corpo e di schivare così il pericolo d’una ricaduta.

Dopo malattie febbrili, come per esempio, scarlattina, si devono pure eseguire impacchi a tre quarti giornalieri, per qualche tempo.

Il procedimento II0 è uno dei più efficaci.

b) Impacco totale, da 30 a 60 minuti e più, di durata, ossia tino a che il malato non ci si senta a disagio, ed il calore non sia troppo insopportabile.

A questo segue un bagno di 25° K„ con o senza affusione, ma con frizione della pelle e specialmente dei piedi, gambe e mani; poi in letto.

Se la febbre progredisce si ripete l’operazione.

c) All’ impacco totale sia sostituito l’impacco a tre quarti, come è citato sotto b, e sia seguita anche nel resto la stessa regola. Anche qui sono molto consigliabili gl’ impacchi calmanti totali o a tre quarti.

d) Compresse al collo e all’ avambraccio seguite da compresse all’ addome e alle gambe di 22° E. Ordinariamente le prime compresse vengono rinnovate nello spazio da 15 a 30 minuti, quella del ventre dopo un’ ora e quella delle gambe dopo 2 ore. Durante i primi tre impacchi la tela vien adoperata piegata in strati ma spremuta più leggiermente di quella del ventre e delle gambe. (Per questi impacchi bisogna adoperare sempre tela grossa).

Quando la febbre è violenta si eseguisce per due o tre volte al giorno, e anche più, una frizione, una lozione o un bagno, ma sempre quando sono sfate levate tutte le compresse.

Prima di fare un bagno è sempre meglio levare tutti gli aghi di sicurezza che servono a fermare le compresse, quando il malato è ancora sotto le coltri, in modo che possano subito cadere appena egli entra in bagno, senza fai’ perder tempo. Trattandosi invece di frizioni o lozioni si allantanano le compresse solo quando le rela- tive parti del corpo vengono sottomesse all’ operazione.

Quando la febbre non è molto alta basta fare un bagno la mattina e una frizione la sera, e le compresse possono anche rimanere più a lungo che d’ordinario, qualora ciò fosse richiesto dallo stato del malato.

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Cura della febbre, Istruzioni per la stessa.

Quando questo, che ha bisogno di calma e di quiete, fosse eccitato causa la compressa all’ addome o al tronco, e, sopra tutto, causa il bagno, allora si ricorra agli impacchi revulsivi delle gambe che dal ginocchio arrivano quasi fino ai lombi. Questo metodo si può praticare, coni’ è noto, in maniera facilissima e senza che il malato sia sotto- posto ad alcun disturbo. A quest’ impacchi si aggiungono spesso com- presse alternate sul petto e sull’ addome, le quali in principio durano tutto un quarto d’ora, e più tardi possono restare per uno spazio di tempo relativamente più lungo.

Queste compresse si eseguiscono mediante un panno grossolano bagnato in acqua a 18° E. poi spremuto e piegato insieme. Le due estremità dello stesso devono arrivare fin sotto schiena: sopra lo stesso vien posto un’ altro panno di lana.

Se i piedi non ricuperano così presto la temperatura desiderata, si devono riscaldare mediante la bottiglia calda avvolta in panni umidi, che si’ allontanerà appena s’avrà raggiunto lo scopo.

Due volte per giorno (mattina e sera), a seconda dello stato dell’ ammalato, sono frizioni totali e lozioni totali da eseguirsi, e parecchi clisteri d’apprestare.

Questo metodo di cura, segnato con lettera b è raccomandabile in molti casi, specialmente in caso di tifo.

e) Frizione o lozione totale immediatamente seguita da un corto (10 25 minuti) bagno a vapore sulla sedia- intrecciata, dove i vasi emananti vapore vengono posti sotto i piedi e sotto le gambe.

Durante questo bagno a vapore, si devono applicare delle com- presse scoperte, con panni stati immersi in acqua di 18 20 E. e poi spremuti, su quelle parti del corpo che sono infiammate, o addolorate, come per es. all’ ipogastrio (basso-ventre) al petto, o al capo. Anche il viso si può spesso rinfrescare colla mano tuffata prima in acqua tiepida.

Al bagno a vapore deve seguire una frizione o una lozione totale di 10 18° E. dopo la quale il paziente viene portato in letto.

Appena la febbre aumentasse si deve subito ripetere quest’ ope- razione.

Invece del bagno a vapore sulla sedia intrecciata si può anche fare un bagno a vapore dei piedi o un bagno vapore a metà.

Qualche volta prima del bagno a vapore è bene se viene eseguito, ma da mano maestra, un completo massaggio derivativo.

Sebbene questa procedura sia di grande efficacia, eseguita a dovere, prima di ricorrere ad essa è meglio prender consiglio da chi

Cura della febbre, Istruzioni per la stessa.

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più se ne intende. Un abuso in questo caso può essere di grandissimo danno pel malato.

Ma se tuttavia, mercè la propria esperienza si vuol proprio adottarlo si osservino almeno scrupolosamente le seguenti regole:

1. Il bagno a vapore è subito da interrompersi appena il malato segno d’eccitazione (se sottentrasse palpitazione, congestione, ecc.).

2. Lo stesso non deve essere di lunga durata troppo caldo. Non si deve già supporre ebe i bagni a vapore debbano produrre molto calore, o ancora più, sudore. La massima fondamentale nella medicina naturale è «Non sforzare nulla!» Il sudore si palesa da dopo, se non già durante il bagno a vapore.

3. Il sopraindicato rinfrescamento e lenimento dei dolori delle posizioni infiammate è a ripetersi sovente quando si tratta di forte calore e di disturbi.

Lo stesso viene praticato sul viso e sul petto anche se non esiste nessuna infiammazione.

f) Bagno di 25 26° B. seguito da incessante frizione della pelle e specialmente delle braccia e delle gambe. La durata di questo bagno sarà da IO a 20 minuti, ma in ogni caso si può allungare fino a che il paziente si sia ben rinfrescato anche sotto le ascelle.

Dopo questo rammalato asciugato, e fornito d'una compressa al ventre, molto umida, vien portato a letto.

Sopra tutto si badi di praticare una forte frizione ai piedi e alle gambe, la quale, qualora fosse possibile, è a farsi prima di tutto. Se no si proceda ad un lesto strisciamento dell’ acqua colle mani e poi ponga subito il paziente in un impacco totale o a tre quarti di 22° B. Durata da 3/i a 5/4 quarti d’ora. Sopra tutto a seconda dello stato del malato. Anche questo procedimento è a ripetersi fino a che non sia sottentrata una bassa temperatura. Quando non si hanno coperte di lana a disposizione si replica il bagno ogni volta che è necessario.

In mancanza di vasche da bagno o di tinozze, bisogna attenersi a lozioni o frizioni totali di 18 20° B. fino a che la febbre abbia perduto un poco della sua forza; se no, si ricorra al procedimento IH" c.

g) Per persone anemiche, e specialmente per quelle che si riscal- dano stentatamente e non sudano mai, si eseguisca prima un bagno a vapore dei piedi, o un baglio a vapore a metà, o a tre quarti, di 15 a 30 minuti. A questo si faccia seguire un’ affusione di 22° R. che potrebbe aver luogo nella vasca da bagno, e dopo, per la durata

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Cura della febbre, Istruzioni per la stessa.

di 45 minuti o un’ ora, impacchi secchi, totali o a metà, seguiti alla loro 'volta, e a seconda delle circostanze, da una frizione di 18 22° E.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Quantunque questo II0 procedimento sia, nella maggior parte dei casi, più che suffìcente, pure voglio farne seguire ancora un III0. Questo III0 procedimento è anche precisamente adatto per febbri di temperatura molto elevata.

Procedimento IIP praticabile dai 40 ai 40 Qa 0 C. Porre sempre prima il termometro sotto l’ascella del inalato.

a) Si allontanano tutte le coperte del letto, ritenendone solo una

di lana che dal mento del malato gli arriva fino ai piedi, e la si , stende sul letto. Su questa si mettono poi due o tre panni di tela immersi in acqua di 15 18° "R. e spremuti, badando che siano un poco più piccoli della coperta di lana, (In mancanza di panni adatti si può adoperare un lenzuolo o una tovaglia). Sopra questi si posa il malato, e poi lo si avvolge. Prima si batte leggiermente colla mano sul panno di tela, poi sulla coperta di lana affine di farla ben aderire al corpo del malato, indi si copre lo stesso con un leggiero piumaccione. (Per impedire ai piedi di raffreddarsi si avvolgono general- mente in panni umidi, oppure si appoggia ad essi una bottiglia calda avvolta pure in detti panni. Questo, mentre evita ai piedi di raffred- darsi, rende anche impossibile un’ afflusso di sangue alla testa o al cuore.)

In questo impacco il paziente resta fino che alla quiete sottentra una certa agitazione accompagnata da flusso di sangue alla testa e da forte rossore alle guancie, ciò che in principio può aver luogo dopo in un quarto d’ora, più tardi, per persone quasi riconvalescenti in uno spazio di tempo più lungo. In ogni modo però, non esiste un limite fìsso e l’impacco può durare fino a che il malato ci si trova bene; in caso diverso bisogna levamelo subito, disfare l’impacco e rinnovarlo. (Ciò è citato anche nella regola b del III0 procedimento). Nel frat- tempo il malato vien tolto dal letto e avvolto in coperte di lana calde.

Naturalmente sarebbe molto meglio disporre all’ uopo di due letti, di due coperte di lana, ecc. perchè allora si potrebbe subito far passare rammalato da un impacco all’ altro.

Questo impacco, calmante la febbre, è assomigliante all’ impacco totale e viene anche eseguito nello stesso modo. Vedi lo stesso.

b) Questo impacco si sostituisce con un altro che arriva fin sotto le ascelle qualora la malattia abbia felicemente sorpassato l’acume

Cura della febbre, Istruzioni per la stessa

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(il punto culminante), ossia quando, trattandosi per es. di tifo, il delirio sia scomparso, ecc. In questo nuovo impacco il malato deve passarvi da 2 a 4 ore perfettamente tranquillo. Dopo questo può rimanere libero tino a che la pelle si fa secca, scottante: solo allora è indispensabile un nuovo impacco.

Persone molto eccitabili, e specialmente bambini, provano spesso un senso d’angoscia se si sentono le braccia e le mani imprigionate. In simili casi si scelga il secondo impacco, quello cioè che arriva fin sotto le braccia.

Bisogna sempre badare che la parte superiore, come anche l'infe- riore' del ventre riceva alcuni strati di panno umido di più. A questo scopo basta porre sugli umidi panni dell' impacco un asciungamani o due di più, e precisamente in quelle posizioni corrispondenti alle parti sopra indicate, e avvolgerli attorno al corpo prima che gli altri panni.

Lo stesso è anche citato nel procedimento III0 a.

c) Dove mancasse tanto il servizio per questi impacchi, come anche il necessario per eseguirli, ciò che capita sovente nelle classi povere, si ricorra al metodo d’applicazione del Dott. Gleich.

Si prende una tovaglia o un lenzuolo, lo si bagna in acqua di 15 20° B., lo si spreme, lo si piega e lo si posa sul corpo nudo del malato, in modo che dal collo arrivi ai piedi. Sopra questo si posa uno stesso panno asciutto piegato in modo che il corpo resti coperto per metà e che solo la schiena resti libera.

Come si vede questa applicazione non presenta alcuna difficoltà, anzi si lascia molto bene eseguire. Quando il calore ha raggiunto tale grado che le guance del malato ne sono colorite ed egli stesso inquieto, si leva presto quest’ impacco e lo si sostituisce dopo breve intervallo con un nuovo fatto nella stessa maniera. Questo procedimento è ottimo quando gli ammalati non possono muoversi molto facilmente.

Fra le applicazioni a, b, c, citate nel III0 procedimento, si faccia il possibile di sciegliere quella richiesta dallo stato dell’ ammalato e corrispondente alle circostanze.

Le regole 1. 2. 3. segnate nella « Cura della febbre » non devono essere considerate come regole fìsse, cioè un malato che ha la febbre a 40 o 401/-’0 C. non può, non deve essere trattato nel modo preciso citato nel II0 procedimento, e non si deve ammettere che per un’ altro malato la cui febbre raggiunge solamente i 38 o 38 C. il procedi- mento II0 sia da tralasciarsi. No, no; non bisogna prendere tutto alla

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Febbre pettecehiale.

parola, ma bisogna saper scegliere fra i tre, il procedimento più opportuno.

Noi pure ci atteniamo a quel modo di procedere che più ci sembra adatto al caso, e le nostre regole servono solamente a meglio orizzontarci.

Le più raccomandabili fra esse sono quelle segnate col d, nel 1°, a, d, f, nel 11° e a, nel III0 procedimento.

Pei modi d’applicazione, vedi Vindice. Vedi ancora trattamento della febbre nella cura Kneipp.

Febbre pettecehiale, detta anche febbre putrida. Questa malattia, che si sviluppa per lo più in epidemia, ha molti punti di somiglianza col tifo dell’ addome (tifo ordinario) però ha anche qualche tendenza al morbillo, alla scarlattina e ad altre malattie contagiose della pelle.

Descrizione della malattia. Otto, o quattordici giorni prima che la malattia sia definitivamente dichiarata le persone colpite si lamentano di brividi, di spossatezza, di cattivo umore, di leggieri mal di capo, d’anoressia, d’insonnia, insomma da un presentimento di malattia.

Poi, ai ripetuti brividi, seguiti da gran calore, a violenti mal di capo, a ronzìi nelle orecchie, a vertigini e a stordimento, segue la malattia. L'ammalato è come ubbriaco, incapace di pensare; soffre vomiti, dissenteria, tosse; poi ha catarro agli occhi, al naso, alla gola; (gli occhi, che assomigliano a quelle delle persone colpite da morbillo, sono rossi, evitano la luce e sono lagninosi) indi febbre ardente, apatia dell' ammalato per tutto ciò che lo circonda, talora delirio; lingua coperta, stitichezza. Alcuni giorni più tardi (3 5) si mostra un’ eruzione cutanea rossa, simile al morbillo, la quale incomincia al tronco e si disperde per tutte le altri parti del corpo, ad eccezione del viso (o almeno questo ne resta leggiermente colpito). Questa singolare eruzione dura per quasi una settimana e comincia poi a ritirarsi dal margine, lasciando dietro una macchia gialla. Più avanti, mentre i progressi della malattia corrono di pari passo colla violenza della febbre, segue spesso una rapida defervescenza di quest’ ultima, si palesa sudore, ritorna il sentimento, il sonno e infine viene la guarigione. In casi maligni, però la febbre non cede e segue sovente la morte.

Da questa derivano spesse altre malattie come: polmonite, pleuritide, poritonite e simili, causa le quali ancora molte persone soccombono.

Febbre pitnitosa. Febbre scarlattina.

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Cause. Contagio, molto pericoloso per persone di ogni età (ad eccezzione di lattanti e decrepiti). Anzi il contagio di questa malattia è tale, come in nessun’ altra è manifestato; sopra tutto quando molte persone abitano vicino.

Così noi troviamo molto facilmente il tifo carcerario, nelle prigioni; il tifo della carestia, in contrade povere e molto popolate; il tifo di guerra, in città assediate, e anello il tifo negli equipaggi, se questo è molto numeroso. Questa malattia può anche avere origine da sudiciume, da privazioni, o da abuso di cibi e bevande guaste, ecc.

Cura. Prima di tutto isolamento rigoroso del malato dalle persone sane: poi pulizia, procurare aria buona (sempre finestre aperte), e seguire un procedimento rinfrescante. Si badi sopratutto che la febbre, non arrivi ad una pericolosa altezza. A questo si può impedire a mezzo di bagni e allusioni fresche e di compresse al ventre, le quali devono essere rinnovate appena si sono riscaldate. Sia qui ricordato il capitolo « Trattamento della febbre ». Quando si è riusciti a calmare un poco la febbre si procuri di ottenere sudore con l’ aiuto di impacchi stimolanti, affine di costringere gli umori morbosi a sciogliersi e a separarsi. L’evacuazione del ventre deve seguire ogni giorno, e i piedi devono essere mantenuti caldi. (Clisteri, pediluvii, impacco ai piedi, bottiglie calde, ecc.) Durante la febbre l’acqua deve essere bevuta a sorsi. Il nutrimento principale dovrà consistere in decotti d’avena, di orzo e frutta cotta, A questo può seguire vitto vegetabile, ineccitabile e solamente nella convalescenza si deve mangiare qualche po’ di carne arrosta.

Cura Kneipp. Fin che la febbre non cede, lozioni e bagni a metà, dal letto; più tardi, e ogni due giorni, mantello spagnolo; bagno a metà o semicupio giornaliero, compresse notturne sul ventre e calze umide.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Febbre pituitosa, vedi « Tifo ».

Febbre puerperale, vedi l’Indice.

Febbre putrida, vedi « Febbre pettecchiale ».

Febbre scarlattina. È un’ eruzione della pelle, durante la quale si formano sulla stessa delle piccole eminenze, vesiche, ecc.

Descrizione della malattia. La scarlattina consiste per lo più in vesichette microscopiche chiare su fondo rosso; qualche volta si presenta anche in forma di macchie rosse, di righe o solamente di eminenze della grossezza d’un chicco, le quali lasciano scorrere una

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Febbre, Tifo e polmonite.

sostanza acquosa producente prurito e bruciore, spesso anche febbre e disturbi nella digestione. L’eruzione dura ordinariamente poco tempo e sparisce da sola.

Cause. Impurità del sangue, uso di medicine; nevralgia, ipo- condria, ecc. Poi punture d’insetti, pulci, pidocchi, cimici, zanzare, eec.; poi frizioni di trementina e anche uso di certe vivande come: ostriche, gamberi, pesci, funghi, cocomeri, aceto, fragole, anche grasso d’oca, ecc.

Cura. In casi leggeri questo male se ne va, senza rimedio alcuno, in poche ore. In casi gravi è necessario un bagno a vapore in letto seguito da un bagno di 25° E.; oppure un bagno-vapore di 25 minuti seguito da impacco totale e poi da bagno.

Anche bagni quotidiani del tronco e compresse notturne all’ addome e ai polpacci. Godere vitto ineccitabile, molt’ aria fresca e prendere giornalmente alcuni clisteri. Bere molt’ acqua.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice).

Febbre, Tifo e polmonite guariti

dal medico naturalista Canitz

Il 6 marzo fui chiamato al letto d’una malata, che da 5 settimane si trovava nelle mani di un consigliere sanitario, il quale, dopo, averle fatto ingoiare una grande quantità di medicine, l’aveva data perduta. Il signor Consigliere Sanitario, (già il titolo indica quale persona di merito era attiva al letto della malata) aveva perduto ogni speranza di salvezza e affine di non aver l’acqua adosso, propose di far trasportare la malata all' ospedale.

In principio fu cosa quasi da nulla, tanto che il signor «consigliere» affermò con sicurezza di poter rimettere completamente la malata in 3 o 4 giorni; ma dopo 5 settimane di cura la malattia prese un decorso tanto grave, che fece perdere il coraggio, e il medico, per liberarsi da ogni responsabilità indirizzò la malata all’ ospedale. Siccome però la paziente non si trovava in istato trasportabile e il marito anche non voleva acconsentire a separarsi, e forse per sempre, dalla moglie sua, questa rimase ed io fui chiamato a - provare la mia medicina naturale. Questo succede sovente! Solo quando si sente il coltello alla gola si pensa che si ha forse ancora una via d’uscita che si chiama «Medicina naturale». Ma pur troppo a questo si pensa quando è già troppo tardi! Pure ciò non cambia nulla in coloro che hanno posto tutta la loro fiducia nei medici. Prima vien portato il debito tributo alla « fede » che in questo caso è equivalente

Febbre, Tifo e polmonite.

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di « pregiudizio » innato o formatosi più tardi e dopo molte prediche e un mondo di consigli viene permesso alla « ragione » di tentare una prova. Così è ora e così rimarrà ancora per qualche tempo.

La malata adunque, una giovane signora, era data perduta. Io la trovai con una febbre altissima (41 0 C.) colla milza gonfia e dolorosa e il ventre turgido; il polso debole, ma frequente, la lingua coperta di patina, i polmoni fortemente infiammati, e tosse straziante di giorno e di notte. Una moltitudine di sintomi, come si vede, che riguardo il pericolo non lasciavano di meglio a desiderare.

Per combattere questo triste stato e per salvare la malata da una morte sicura, non erano disponibili grandi mezzi, molta servitù. La vecchia mamma funzionava da infermiera, e il marito che si trovava al lavoro dalle 7 della mattina fino alle 7 della sera, come si capisce, poteva prestare pochissimo aiuto.

Bagni, se anche ci fossero stati i mezzi, mancava la possibilità di praticarli; la malata non si poteva alzare voltare, e l’infermiera era troppo debole per sorreggerla. Era dunque strettamente necessario attenersi alle più facili e leggiere manipolazioni per giungere a porgere quell’ aiuto, e forse anche quel salvamento, tanto sperato. Che di queste potevo disporne, ed in buon numero, lo prova il fatto che già due giorni dopo la mia cura i fenomeni della malattia diminuirono d’intensità e che dopo 14 giorni la febbre e la tosse erano compieta- mente scomparse. Al loro posto era sottentrato un benessere generale. Di più non si poteva proprio pretendere, non è così? E che cosa era stato fatto per ottenere ciò? Nei primi 4 giorni, delle compresse al petto e al ventre di 18 20° E,, che si cambiavano secondo il bisogno, o per lo più fra lo spazio di 30 a 60 minuti; poi impacchi alle gambe e alle giunture delle mani che si rinnovavano ogni 2 o 3 ore. Mattina e sera frizione del tronco a 20° R. e delle braccia e delle gambe a 18 °R, Dopo 4 giorni di cura fu possibile procedere all’ im- pacco del tronco e delle spalle, poiché la paziente era abbastanza forte da poter star seduta.

La dieta fu puramente vegetariana: l’aria sempre buona e fresca per le finestre constantemente aperte. E il risultato di tutto ciò? Splendido I La moribonda si trovava lieta e felice di aver riacquistato . « la cara abitudine di vivere ».

Da tutto questo si- può comprendere come anche la massima semplicità delle applicazioni può condurci a porto insperato.

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Febbre. Cura della febbre. Stato febbrile, torpore.

Cura della febbre secondo il prof. Liebermeister in Tubingen.

Giudizio dato un uomo che considera ancora la Medicina Naturale attraverso

il prisma.

Lo stesso parlò estesamente nel quarto Congresso di Medicina interna, affermando ognora che il principio della cura della febbre è basato sulla diminuzione di calore risultante da bagni.

La pratica ba osservato che a mezzo di questa sottrazione di calore è stato fatto un gran progresso, anzi che si è perfino arrivati a salvare qualche vita umana.1).

In qual modo questa vittoria della pratica sia giunta alla luce non si lascia teoricamente spiegare. Si può solamente far notare che, * specialmente nei casi febbrili di grande violenza, la sottrazione di calore deve seguire in prima linea.

Con questa cura si sono già ottenuti splendidi risultati, ciò che non si può attestare nell’ altro caso, in cui il principio della dimi- nuzione di calore è stato negletto e si è fatto seguire in prima linea medicamenti antipiretici contenenti più o meno forti veleni. Affer- mando tuttavia che l'uso del chinino e dell’ antipirina non ba avuto risultati tanto dannosi come certi altri medicamenti, pure troviamo necessario raccomandare di usarne con grande cautela.

La pratica medica deve ben guardarsi dal voler sostituire il Nuovo al Vecchio e buono!

Sia ognora ricordato che nessun danno è ancora sorto per l’abuso di bagni, bensì per l’uso di medicamenti antipiretici, e seguito.

Stato febbrile, torpore. Si spiega dopo una grave, febbri- citante malattia, come sarebbe a dire, dopo il tifo. Esso è lo stato di debolezza, più o meno rapidamente sviluppatosi, un sommo grado di debolezza, tanto morale che materiale, accompagnato da sbalordimento.

In questo caso, a causa delle febbri, il sistema nervoso è scosso al massimo grado; gli forze vitali sono diminuite e le funzioni della pelle quasi insensibili. Il polso pulsa leggiermente, la memoria è difettosa: rilassatezza e pigrizia accompagnano ogni piccola azione, e l’ ammalato si presenta spossato e taciturno. Davanti a un tal quadro

J) Benché il prof. Liebermeister sia medico e non naturalista, pure ha riconosciuto, apertamente e pubblicamente detto che il miglior mezzo per combattere la febbre sia la sottrazione di calore a mezzo di bagni e non di medicine e veleni.

Febbre. Stato febbrile, torpore.

30'

il medico resta a bocca aperta; i suoi mezzi relativi lo lasciano in asso e il paziente vien strappato dalla morte di cui i fenomeni sudetti ne sono i messaggeri.

Tale stato di torpore, secondo il nostro sistema, non è così assolutamente privo di speranza: le applicazioni devono solamente essere fatte da persone esperte e, il più delle volte, resta a consta- tarsi un ottimo risultato.

lo Procedimento. In rari casi di torpore ci si può aiutare spesso a mezzo d’un leggiero spruzzamento e d’ima lozione della fronte, del viso, del petto, con acqua di 10 13° R, affine di svegliare, per così dire, le forze vitali, la pelle e il sistema nervoso; di diminuire un poco le pulsazioni, di acquietare i delirii e far tornare il sentimento della vita,

2o Procedimento (Per casi gravi). Frizionitotali, ma molto energiche, con acqua di 15 16° E., o, invece di queste, bagni da 15 a 22° E.

L’acqua nella vasca deve raggiungere l’altezza di 13 centimetri. Al bagno si fa seguire un’ allusione con energiche frizioni della pelle. A seconda dei casi, può anche ricorrere ad un bagno a vapore seguito da allusioni di 18° R, dopo la quale il paziente bagnato confi è vien avvolto in un panno asciutto, indi in una coperta di lana e posto in letto, dove deve rimanere fino a che si sia manifestata una completa reazione. Nello spazio di 24 ore si può ripetere quest’ operazione 1 2 volte.

3o Procedimento. Invece del sndetto può anche aver luogo una frizione totale seguita da frizione a mani nude, finita la quale il paziente vien avvolto in una o due coltri di lana, posto a letto e coperto, non dimenticando di appoggiare ai piedi una bottiglia calda.

Se dopo 2 3 ore il malato si sveglia dal suo intorpedimento, e si presenta sulla sua pelle un sudore di odor cattivo, è necessario ricorrere ad un bagno di 25° B. (tiepido).

Se invece del sudore si manifestasse un calore eccessivo risul- tante dall’ esecuzione di uno di questi procedimenti, è necessario un impacco a 3/4 come è indicato sotto c nel procedimento.

Medici naturalistici, come per es. Teodoro Hahn, adottavano frizioni perfettamente fredde, ma molto energiche, lozioni fatte in tutta fretta, forse 1 o 2 impacchi giornalieri di breve durata, e finalmente brevi bagni i vasca facendo fregare energicamente e con- tinuamente da infermieri, braccia e gambe. Appena asciugati, subito in letto, dove il torpore febbrile prendeva un corso favorevole.

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Febbre. Stato febbrile, torpore.

L’impacco totale freddo e il bagno a metà freddo, ora accennati, si applicavano solamente" quando col torpore si manifestava un calore soprannaturale, e quando il paziente era in grado e di sopportare tale manipolazione.

Aggiunta alla cura della frebbre. Oltre tutti i consigli dati riguardo la vasca da bagno o tinozza (la quale deve essere empita d’acqua tino all’ altezza di 12, al massimo 18 centrimetri) sui panni di tela, sulle coperte di lana, bottiglie calde (per es.: per deviare o per scaldare i piedi) devo ancora far notare quanto necessario sia il termometro di Reaumur (segnato R.) o quello di Celsius (segnato C.). ; Quest’ ultimo è il cosidetto, «termometro clinico».

Il primo serve generalmente a misurare la temperatura dell’ acqua, il secondo i gradi di febbre.

A questo scopo si pone il termometro col la pallina di mercurio sotto l'ascella, che il paziente avrà cura di premere la stessa coll’ omero contro il corpo.

Esiste febbre quando la mattina il termometro segna 30° R. o 37 Va0 C.; la temperatura della sera è ordinariamente J/3 grado più alta.

Possedendo solo un termometro bisogna ricordare che R. sono

C.

Ottima cosa è naturalmente il provvedersi di quei termometri che hanno tutte e due le scale; il più importante però è sempre che si possa fidare d'esso. I termometri ordinari, non controllati, danno qualche volta una imprecisione di fin due e più gradi, e sono per questo rigettabili trattandosi specialmente di misurare i gradi di febbre.

Per le compresse all’ addome al tronco, per l’impacco totale 0 a tre quarti, per l’impacco della parte superiore 0 inferiore del ventre si adopera generalmente un panno doppio, triplo, non troppo fortemente spremuto.

In caso di febbre si scelgano sempre impacchi calmanti totali 0 a tre quarti. Ordinariamente si pone ancora un asciugamani al posto dove deve trovarsi la parte superiore 0 inferiore dell’ addome il quale vien avvolto per primo attorno al corpo.

Quando si credesse necessario, trattandosi di malati gravi, un rinfrescamento al capo, allora si inumidiscano le parti libere dello stesso (viso, fronte ecc.) nello spazio di 3 5 minuti con acqua tie- pida, a mezzo d’una spugna, la quale produce un senso di fresco causa la sua evaporazione.

Fegato. Atrofia del fegato.

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Quel metodo di mettere panni umidi sul capo per ricambiarli appena divenuti secchi è stato trovato più noioso di questo.

Trattandosi di malattie leggiere, o solamente di febbre, si può adoperare anche acqua fredda con relative compresse fredde sul capo.

Per alcune malattie febbricitanti non ho voluto fissare alcun procedimento perchè si deve sempre aver riguardo allo stato del paziente e alle circostanze, quindi si scelga fra i procedimenti quello più adatto al caso.

Ogni calmante della febbre opera!

Dove, per es.: non si avesse a disposizione una relativa vasca da bagno, si scelga un procedimento che non richiede bagno, e dove non si disponesse d’un gran coperta di lana o di tela si ricorra a quel procedimento che non richiede impacco totale, a metà.

Fegato, vedi l’Indice.

Fegato adiposo. L’adipe è cagionata da deposito di grasso nel fegato e da lenta degenerazione delle cellule dello stesso. Questa malattia colpisce persone pingui, alcooliste e tubercolose.

Descrizione della malattia. Causa l’ipertrofia del fegato vien eser- citata una pressione sugli organi vicini, e particolarmente quando l’ ammalato si corica sulla parte sinistra. Il respiro è breve, e toccando il fegato si riceve la stessa impressione che toccando una ammasso di grasso.

Cura. Settimanalmente 3 4 bagni a vapore o bagni a vapore in letto 1, i primi seguiti da impacco totale, ed entrambi da un bagno di 25° E. con allusione sulla regione del fegato. Durante la notte compresse stimolanti all’ addome e massagio (impastamento e lisciamento del basso-ventre e della regione epatica). La pelle del ventre può essere un poco tesa.

Coloro che non hanno alcuna occupazione campestre, devono eseguire a puntino la cura ora citata. Oltre ciò cura ricostituente e molto moto all’ aperto. Quando si ottiene il risultato desiderato si può passare alla cura regenerativa e alla cura preparatoria. Vedi in proposito « Massime per le malattie del fegato in generale ». (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Fegato. Atrofia del fegato. Questa malattia si svolge molto rapidamente e si manifesta con febbre, dolori violenti nella regione del fegato, poi con itterizia, e anche con orina giallognola.

In poco tempo il fegato perde molto del suo volume.

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Fegato. Cancro del fegato. Fegato. Infiammazione acuta.

Questa infermità colpisce per lo più donne gravide, puerpere e persone alcooliste.

Ogni grave malattia del fegato può produrre l’atrofìa dello stesso.

Cura. Fare ogni giorno uno due bagni di 24 25° E. de breve durata e seguiti da impacco totale e compresse supplementari sulla regione del fegato. Poi applicare continuamente compresse di 12 15° E. sulla posizione del fegato le quali sono a cambiarsi appena si riscaldano e da unire poi ad impaccili stimolanti ai polpacci.

Pel resto godere molt’ aria fresca, vitto ineccitabile. In caso di ostruzione applicare clisteri, come pure a scopo revulsivo.

Anche questa malattia richiede un pronto trattamento, se si vuol che sia prestato aiuto.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Cancro del fegato. Questa è una malattia penosa, non rara, e colpisce per lo più persone « a mezzo del cammin di loro vita » o avanzate in età. Questa infermità si presenta sola oppure unita al cancro di altri organi.

Descrizione della malattia. Bitorzoli e bitorzoletti rotondi e sen- sibili alla superfìcie del fegato, che si ingrossano a poco a poco. Poi dolori del fegato, itterizia, idropisia del ventre e disturbi importanti della digestione, dello stomaco e degli intestini; languore e decadenza completa delle forze.

Cura. Se il paziente si trova ancora in possesso delle sue forze è molto consigliabile la cura regenerativa o la cura preparatoria. In caso contrario cura ricostituente unita a miti cure della pelle.

Quando le forze sono un poco ammigliorate si passi alla cura regenerativa. Vedi « Cancro » e ancora « Massime per le malattie di fegato in generale ».

Fegato. Infiammazione acuta dello stesso (accompagnata da ascessi, ecc.; esaminando minuziosamente il fegato si può sentire il suo gonfiore accusato da punti duri).

L’infiammazione del fegato è cagionata o da lesioni del fegato per cause esterne o da processi distruttivi nell’ addome.

Quando rinfiammazione è prodotta da lesioni esterne, allora il suo corso è molto burrascoso. Prodotta da altre cause, possono passare degli anni prima che un ascesso del fegato ingrossi e dia origine a fenomeni violenti.

Quando l’ascesso si apre, il pus si rovescia all’ esterno passando per la pelle del ventre, nella cavità addominale o toracica, a seconda

Fegato. Infiammazione cronica dello stesso.

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della posizione clie l’ascesso occupava e dei confini del tessuto cellulare che ha distrutto. In seguito a quest’ apertura può palesarsi una peri- tonite clie in questo caso apporta non raramente la morte.

In casi favorevoli, ma molto rari, tale ascesso può rinnovarsi, raggrinzarsi, cicatrizzarsi.

Cura. Vitto ineccitabile; eseguire giornalmente un impacco totale calmante fino a che si sia ottenuto un buon grado di calore; porre compresse straordinarie sulla posizione del fegato. Poi fare un bagno di 24 25° E, con leggiera affusione sulla regione dolorosa, e tornar a letto.

Le compresse sul fegato debbono essere continuate anche all’ infuori dell’ impacco e da unire a impacchi stimolanti delle gambe e dei polpacci. Oltre a ciò si devono eseguire settimanalmente 3 o 4 bagni a vapore a metà oppure bagni a vapore in letto a metà o a tre quarti segnati col 1. Poi bere inolt’ acqua; anzi si può mescolarvi dentro sugo di frutta affinchè sia bevuta più facilmente e più in abbondanza.

Indi compresse straordinarie sulla regione epatica.

Pel resto cura ricostituente. Godere molt’ aria fresca, dormire colle finestre aperte; contro stitichezza s’usino clisteri come anche a scopo revulsivo.

(Per le forme d’applicazione, vedi l’Indice.)

Fegato. Infiammazione cronica dello stesso. Colpisce per lo più gli alcoolisti (però anche donne gravide e puerpere).

Questa malattia si svolge molto lentamente; il fegato, che ha preso prima grandi dimensioni, diminuisce a poco a poco e infine resta più piccolo di quel che era allo stato normale; ciò è opera appunto del raggrinzamento delle cellule. Per conseguenza le funzioni del fegato vengono sempre più ritenute nella loro attività. Alla fine si manifesta ancora itterizia e idropisia del ventre. Anche questa malattia è qualche volta sensibile attraverso la pelle dell’ addome per i margini duri e pronunziati, e per una superficie ruvida, granulosa.

Cura. La stessa che nella malattia precedente; quando sono sensibili delle durezze nel fegato, bisogna vaporizzarle a mezzo di bottiglie calde al basso ventre. Qui sono molto raccomandabili esercizii di ginnastica medica, come: piegamento del busto avanti, a destra e a sinistra; volta, alzata del busto; battere l’ascia, segare. Sopra tutto si badi di non lasciare invecchiare que stomalore, altrimenti nessuna cura può essere coronata da successo.

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Fegato. Ipertrofia dello stesso. Fegato lardaceo o cereo.

Vedi ancora «Malattie del fegato». Per altre notizie riguardo- massaggio e ginnastica medica vedi l'Indice.

Fegato. Ipertrofia dello stesso. È cagionata dal grande afflusso di sangue al fegao o dal minimo trasporto di sangue dallo stesso.

Come si sa, dopo ogni pasto abbondante, nell’ atto della digestione corre una gran quantità di sangue al fegato; dopo un pasto frugale . e misurato invece l’afflusso di sangue, che è anche di molto minore si sperde quasi subito.

Descrizione delia malattia. Dolore sordo nella regione del fegato, sentimento di pienezza e tensione, brevità di respiro, disturbi digestivi,, stitichezza, mal di capo, ecc.

Cura. Frizione totale giornaliera o bagno a vapore in letto 1 con grosse compresse sulla posizione del fegato; a questo far seguire un bagno di 25 26° R. con affusimi e, specialmente della regione epatica, con acqua di E, più fredda.

Appena l’impacco diventa insopportabile bisogna subito disfarlo e passare ad un bagno o ad una frizione totale di 20 22° R. poi applicare compresse calmanti, continuate, di 20 24° R. sul fegato, , che devono essere rinnovate appena diventano calde. Lo stesso sia detto per le compresse notturne, calmanti, sull’ addome, eseguite contemporaneamente a compresse snpplementazi sulla posizione del fegato, od impacchi stimolanti ai polpacci. Nel resto vitto ineccitabile : o. a seconda del bisogno, anche misto. Divieto d’ogni bevanda alcoolica, o almeno ridurne l’uso. Godere aria fi-esca, applicare clisteri contro ostruzione e per revulsione.

In molti casi è necessario il trattamento del massaggio, special- mente del ventre, come strisciamenti sulla regione del fegato. Anche ginnastica medica.

Fegato lardaceo o cereo. Si può constatare solo in quelle malattie che trattano d’una completa degenerazione del sangue, come ' per es. : Sifilide, Cancro, Tubercolosi, Rachitismo, ecc.

Descrizione della malattia. La dilatazione del legate si fa palese a mezzo della pressione, e insieme al deposito di una massa assomigliante al lardo si formano perfino dei bitorzoli nel fegato. Per solito questa malattia va unita ai reni cerei e alla milza cerea. In ultimo succede : idropisia, e qualche volta anche itterizia, sebbene in minore grado.

Cura. Prima di tutto curare conveniente la causa fondamentale. 1

Fegato. Malattie dello stesso. Fegato. Raggrinzamento dello stesso. 313

Poi si può seguire il metodo di cura segnato pel fegato adiposo, sostituendo ai bagni a vapore, i bagni a vapore in letto 1. lTn bagno di 20 22° E. e un semicupio, giornaliero, della durata di 15 minuti sono molto consigliabili.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice).

Fegato. Malattie dello stesso. Per lo pili le malattie di questo organo sono conseguenza di altre importantissime malattie, come; affezioni di cuore, malattie polmonari, o malattia generale del sangue.

Ordinariamente queste malattie sono di lunghissima durata.

Le cause principali di esse, sono più avanti citate.

Malattia del fegato guarita.

Già da lungo tempo soffrivo di gonfiamento al fegato e di ristagnamento del sangue, in modo che mi venivano in mente i più neri pensieri. Seguendo il consiglio di molte persone, mi recai nello stabilimento di medicina naturale del signor Dott. med. Meyner, in Hilbersdorf, presso Chemnitz. Dopo due mesi di cura, e grazie l'avvedutezza del signor Dott. Meyner, mi trovo perfettamente liberato dai su menzionati dolori, ed ora mi sento costretto a ringraziare, a mezzo di queste poche righe, detto signor Dott. Meyner raccomandando l’opera sua e il suo sanatorio a tutti i sofferenti.

Gustav Hermann Bosse, Lipsia.

Fegato. Raggrinzamento dello stesso. Questa malattia è cagionata per lo più dall’ abuso di bevande alcooliche. I primi feno- meni assomigliano agli stessi del catarro allo stomaco. Progredendo, il fegato soffre prima di dilatazione poi di diminuzione. Si manifestano anche edemi alla milza, idropisia, edemi scerosi alle braccia e alle gambe. La digestione si rovina a poco a poco in modo che il paziente dimagra a vista d’occhio.

Cura. Cura della pelle e fare ogni giorno un bagno o una blanda lozione totale; settimanalmente due bagni a vapore in letto con com- presse supplementari sulla regione del fegato, seguiti da un bagno.

Dolci soffregamenti del fegato devono aver luogo in letto e fuori dello stesso. Per i gonfiamenti idropici si segua la cura data sotto «Idropisia».

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Femore. Infiammazione del femore.

II punto principale consiste nel condurre cautamente una cura ricostituente o regenerativa.

Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.

Massime per le malattie di fegato in generale.

Durante la notte compressa all’addome di 18° R., (in caso di dolori è bene applicarla anche durante il giorno) al mattino lozione totale di 18° E,., e giornalmente 2 piccoli clisteri.

Semicupi di 20 26° R. della durata da 10 a 15 minuti e bagni in vasca di 24 26 0 R. sono anche di buon effetto.

Godere aria pura, fare esercizii di ginnastica medica, bere acqua fresca procurare d’aver ogni giorno il benefizio del corpo e godere alimentazione ineccitabile.

In casi ostinati si può ricorrere alla cura regenerativa o, in parte, alla cura preparatoria.

Molto cousigliabile è anche il massaggio (dell’ addome e del torace).

Ai movimenti già notati si può aggiungere ancora i movimenti delle braccia, l’alzata delle gambe, ecc.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Vedi ancora « Malattie del fegato » nella cura di Kneipp.

Per altre notizie concernenti massaggio e ginnastica medica vedi l’Indice.

Femore. Infiammazione del femore. Questa malattia si

manifesta specialmente nell’ infanzia e colpisce tanto il sesso maschile che il femminile.

Essa non va considerata come malattia per se stessa, bensì come sintomo di altre malattie. Colpisce per lo più persone disposte alla scrofola, alla tubercolsi come pure al rachitismo. (Malattia inglese).

Descrizione della, malattia. In principio la malattia non richiama quasi la nostra attenzione. I bambini zoppicano un poco e, o i genitori non se ne accorgono, oppure credono che questo dipenda da cattiva

abitudine. Più tardi sottentra il dolore che costringe i bambini a

limitare le loro corse o a starsene perfettamente tranquilli. La malattia progredendo può anche tirar a suppurazione l’articolazione della coscia dove il pus attraversando la parte tenera, scorre all’ esterno. In tale stadio la malattia può durare anche per alcuni anni. Quando final- mente sottentra un’ interruzione rimane per lo più l’articolazione della

Ferite. Trattamento delle stesse.

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coscia irrigidita, e i muscoli, in seguito della lunga inattività, si atrofizzano a poco a poco.

Cura. Il compito principale è di togliere la causa del male, ossia procurare nei scrofolosi, tubercolosi e rachitici sangue buono e sano. Si prescriva al fanciullo un bagno a vapore a letto, per 2 o 3 volte la settimana, seguito da un bagno di 24° R. e della durata di due minuti. Oltre ciò 2 frizioni totali per settimana, dal lette, di 18 1 R. e 2 bagni freschi di 15° R, della durate da 5 a 10 secondi.

Durante la notte impacchi alterni all' addome e ai polpacci. Se la coscia si sente calda bisogna fare compresse rinfrescanti da rinno- vare appena diventano calde. Se il pus è passato e ha formato una ferita allora si facciano compresse di fieno (fatto in decotto denso); questo rende ottimi servigi per l’espulsione del pus.

Per guarire la ferita servono ancora compresse di decotto di setolone o di scorza di quercia. Poi si badi di nutrire questo bimbo alla vege- tariana, lasciandolo molto all’ aperto, ed avendo cura di procurargli aria buona di giorno e di notte. Bagni solari sono pure in questo caso di grande utilità.

Sopra tutto non si acconsenta mai di mettere il bimbo in un apparecchio di gesso, ciò che pur troppo, vien molto consigliato dalla scuola medica. Lo stesso non nessun vantaggio, anzi è molte volte per sua colpa che rimangono le articolazioni irrigidite. Si faccia invece il possibile di far adoperare al bambino la sua gamba quanto lo stato lo permette, e di camminare. Quando l’articolazione non è più dolorosa si può impiegare massaggio e ginnastica medica (e pro- priamente il gruppo 11). (Pei modi d’applicazione, vedi l'Indice).

Ferite. Trattamento delle stesse. Le ferite possono essere di diverse specie, per es. : di taglio, di punta ecc,; queste guariscono molto facilmente. Poi ammaccature, schiacciature, morsicature, e ferite d’arma da fuoco. Queste guariscono più diffìcilmente perchè i mar- gini sono più rovinati e per conseguenza la lesione del tessuto cellu- lare è pili importante.

Cura. A seconda della diversa specie delle ferite vi sono anche diversi modi per guarirle. Trattandosi in generale di ferite di taglio o di punta è molte volte ogni cura superflua, e solamente necessario proteggerle da polvere, da pressioni, da urti. ecc. In caso di qualche importanza, si deve bendare la ferita (dopo che è uscito il sangue ed è stata ben pulita) con una benda atta a difenderla dall’ aria. (Questa

gi(3 Fiamme. Modo di salvarsi cogli abiti in fiamme.

è sempre la cosa principale.) Prima però è necessario procurare di riunire i margini della stessa il più eli’ è possibile.

Se, trattandosi dùin dito per esempio, si sentisse poi dolore, allora è molto bene immergerlo, bendato come si trova, nell’ acqua fresca. Invece della benda viene usato spesso un empiastro.

In casi gravi si può porre sopra la ferita una compressa o un empiastro e ricorrere, quando il caso lo richiedesse ad una cucitura dei margini. In ogni modo è molto consigliabile porre lestamente sulla ferita delle filacce umide e rinnnovarle appena diventano secche.

Per ferite gravi si faccia attenzione di stagnare sopratutto il sangue.

Le infiammazioni si devono combattere con lozioni, bagni e com- presse rinfrescanti.

Le ferite che hanno secrezione si puliscono con acqua della temperatura di 18 22° IL e poi si coprono con una compressa stimolante e si trattano come ascessi. Brandelli di pelle non devono venire tagliati strappati, se anche non dovessero guarire possono almeno servire di protezione alla pelle che sta formandosi.

Grandi ferite, com è già stato detto, richiedono spesso l'aiuto d'un chirurgo che ne riunisca i margini, quando non ci si riesca con empiastri.

Le ferite devono ancora essere tenute pulite a mezzo di lozioni, coir aiuto di piccoli batuffoli di ovatta e tenute completamente riparate dall’ aria.

Per casi gravi alimentazione ineccitabile.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Il nuovo metodo di cura del prof. Lister, molto apprezzato da operatori e da medici, consiste nell’ inumidire spesso le ferite con acido fenico, affine di limitarne lo spurgo, specialmente quando devono essere preservate dall’ aria.

Fiamme. Modo di salvarsi cogli abiti in fiamme.

È necessario buttarsi subito a terra e procurare, arrotolandosi, di spegnere il fuoco o d’impedire almeno all’ aria d’alimentario. Le persone che si trovano in vicinanza devono cercare di isolare le fiamme coprendole con panni, e, in caso di bisogno, anche cogli abiti proprii. Il mezzo migliore per ispegnere il fuoco è naturalmente l' allusione. Ma siccome l’acqua non si trova sempre a portata di mano, bisogna possedere tanto sangue freddo d’impedire alle persone prese

Fribromi. Fistole.

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dal fuoco di darsi alla fuga, che in questo caso lo stesso verrebbe aumentato dalla corrente d’aria.

Il buttarsi a terra è doppiamente raccomandabile, perchè come si sa, il fuoco cerca sempre d’inalzarsi, poi perchè si mette il capo in salvo.

Fribromi. Sono per lo più tumori molli, raramente duri, riuniti o sparsi sulla superficie della pelle. Questi tumori consistono in una crescenza dei ligamenti reticolari unita dal corio ad un umore giallo, albuminoso. Questi tumori si manifestano con gambo o con larga base sul tessuto: crescono lentamente e giungono fino alla grossezza dima noce, e talvolta a quella d’una testa di bimbo.

Cura. Cura ricostituente e, a seconda dello stato, anche cura rigenerativa unita a spessi bagni e a compresse locali calmanti e stimolanti. La scelta e il rinnovamento di queste compresse, dipendono dallo stato di benessere del malato. Per questi tumori è molto raccomandabile il massaggio. Di gran vantaggio sono pure 2 3 bagni- vapore in letto, per settimana, seguiti da un bagno di 24° E. o da una frizione totale di 15° R. Aria fresca, e per stitichezza clisteri. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice).

Filaccie. Vengono adoperate per coprire le ferite. Tela vecchia, usata, ma ben pulita è molto adatta all’ uopo. Oggi le filacce non sono più tanto usate; al posto di queste è sottentrata l’ovatta.

La filaria. E un verme sottile come una corda di budello, può giungere fino alla lunghezza di un metro ed ha la sua sede sotto la pelle delle gambe che infiamma e marcisce. Questo verme filoforme si sviluppa solamente nelle regioni tropicali.

La soppressione di esso segue in questo modo: Il malato servendosi di una piccola canna, o bastoncino di legno, leva fuori adagio adagio il verme e glielo avvolge lentamente attorno. Se durante questa operazione il verme si divide, la parte rimasta può far insorgere forte infiammazione e purulenza. Pel resto vedi il capitolo « Vermi ».

Fisiologia. Quella parte della fisica la quale ha per fine la •cognizione delle cause naturali, e delle azioni e funzioni dei varii organi del corpo umano vivente nello stato di sanità.

Fistole. Sono canaletti che servono di congiunzione tra. diciamo così, il focolare di una flogosi e la pelle o, per meglio spiegarci, la membrana mucosa. Lo stesso nome è usato anche per indicare la

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Fluor salino. Forfora.

congiunzione fra due corpi cavi fra loro, o fra una cavità corporale e pelle, o mucosa.

Vi sono per esempio fìstole dei denti, della laringe, dei polmoni della trachea, della bile, dell’ intestino retto, della vagina, dell’ uretra, ecc. Le fìstole guariscono molto difficilmente.

Cura, Questa consiste principalmente in un trattamento di pulizia (spessi risciacquamenti) in compresse stimolanti e, in alcuni casi, calmanti, in impacchi totali o a 3/4, sempre tenendo in considerazione la sua origine.

Per le fistole all’ intestino retto si devono fare semicupii a vapore della durata di 15 a 20 minuti, seguiti da semicupi tiepidi di 24° E,, pure da 15 a 20 minuti. Godere molta aria fresca,

A raccomandarsi resta una cura ricostituente o rigenerativa. In alcuni casi può anche essere necessaria una piccola operazione. Vedi anche tumori e cura per gli stessi. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Fluor salino. E quella malattia, in cui, nelle parti infiammate della pelle, si formano delle vescichette grosse come un gran di miglio che lasciano presto uscire una sostanza liquida che bagna tutta la parte relativa. Questo processo causa talvolta una grande dilatazione dell’ epidermide e noi possiamo constatare una macchia ugualmente arrossata umida e bracciante, che per la natura della sostanza che emana è chiamata dal popolo anche fiamma salsa. Il fluor salino può estendersi su tutto quanto il corpo, ma può anche colpire solo singole parti dello stesso, specialmente le mani. Il fluor salso a seconda delle parti che occupa si dividi in:

Presentemente accennato « Fluor salino » che si trova per lo più alle gambe.

La pelle infiammata ha l’aspetto come se fosse ricoperta di colla. È attaccaticcia e manda odore sgradevolissimo.

Lattime, che si manifesta specialmente nei lattanti.

Plica, che si forma nelle parti del corpo coperte da peli per mancanza di pulizia. Vedi in proposito « Plica ».

Cura. 2 volte per settimana camicia di fiori di fieno; dopo 2 ore bagno di 25° E. della durata di 2 minuti, o lozione totale di 22° E. 2 volte bagno di paglia d’avena di 28° E., per dieci minuti, seguito da affusione di 22° E.; 2 volte bagno in vasca di 24 22° E. per la durata di 1 2 minuti.

Dieta: vegetariana.

Forfora e caduta dei capelli indicano sempre cattiva mescolanza degli umori. Col tempo si può perdere questo malore conducendo un

Malattia forforacea. Forma del corpo femminile.

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regime di vita molto semplice, lavando il capo al mattino con acqua tiepida, vivendo d’estate molto all' aperto, e nell' inverno coprendo bene il capo dopo la lavatura.

Malattia forforacea. Assomiglia all’ erpete. Qua si mostra sul labbro superiore una, così detta, eruzione squammosa, oppure una strati- ficazione di granelli, di diversi colori, secchi e in numero considerevole.

Questa malattia ereditaria, ma non contagiosa, si può sviluppare già nel 2 o 3 anno di vita.

Casi leggieri possono durare per anni senza dare grande disturbi, ma casi gravi sono molto dolorosi e difficilissimi a guarire.

Cura. Vedi « Erpete ».

Forma del corpo femminile.

Col busto. Senza busto.

Fig. 85.

La fìg. 85 mostra la forma naturale del corpo della donna, cogli organi nella giusta posizione. La fig. 84 mostra invece come questi organi sieno portati in una falsa posizione causa il busto.

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Fosforo.

Si osservi solamente nella fig. 84 la posizione dello stomaco, del fegato e degli intestini! Il peggio si è che per la pressione che questi organi esercitano verso il basso anche gli organi delicati del sotto- posto bacino, come: utero, ovaio, vengono spostati e intaccati nelle loro funzioni. Se il corsetto viene già adottato in età giovanile, quando le costole sono ancora tenere, allora 'prendono esse pure una posizione viziata.

In seguito allo spostamento degli organi del basso-ventre si for- mano quelle malattie cosi diverse e così comuni come noi abbiamo descritto nel nostro capitolo « Malattie delle donne ».

Speriamo che non sia più lontano il tempo in cui sparirà la moda del busto e gli uomini considereranno la bellezza del corpo sotto un’ altro punto di vista! Capiranno finalmente che esso perde tanto della sua bellezza ideale quanto più credono di abbellirlo serran- dolo e stringendolo. Io non posso assolutamente comprendere come s’ è formata l’idea che una donna tenuta strettamente insieme dal busto sia bella! La soppressione del busto non indicherà solamente un progresso dal punto di vista della bellezza, ma ancora più della salute. Allora solamente riavremo madri sane,- il dovere primo delle quali è di procurarci posteri sani.

Fosforo. E veramente falso credere che il fosforo, che si spicca da un fiammifero strofinato, causi ravvelenamento del sangue cadendo sopra una ferita scoperta, come afferma il popolo e come è già stato tante volte decantato dai giornali.

Il fosforo acceso non è tampoco ricevuto dal corpo, e per la formazione della crosta della pelle, e relativamente della ferita, è reso del tutto inefficace. Bruciature di fosforo, estese e profonde, causate da esplosioni in laboratorio hanno avuto un corso affato inocuo.

E quindi inutile mettersi in apprensione, in tali casi; si procuri solamente di difendere le ferite dal sudiciume e, qualora fossero infiammate, rinfrescarle usando un adatto procedimento.

Ciò che si dice pel fosforo sia ripetuto per l’arsenico, pel rame, pel piombo, ecc. Detti metalli considerati in parti minime non possono assolutamente produrre l’avvelenamento del sangue. Anche nei bolli da lettera non è contenuto veleno di sorta, sebbene si affermi il il contrario; se caso d’avvelenamento può aver luogo, può benissimo ■essere prodotto dai surrogati dell’ acqua gommata.

Malattie delle donne. (Utero. Catarro cronico allo stesso.)

625

:nei vasi dell’ utero che vengono facilmente prodotti dalle giovanette causa mancanza di precauzione durante i mestrui, o causa la pressione -che lo sterco ritenuto nel canale esercita sui vasi dell’ utero mediante irrigazioni fredde immediatamente dopo il coito. Qualche volta sono direttamente prodotte da eccitazioni spesso ripetute in quegli istituti che danno un peso molto maggiore allo splendore esterno anziché all’ educazione dello spirito; mediante onanismo, a mezzo di persone .sposate, ecc.; mediante un coito smisurato o troppo violente, oppure dipendono da malattie generali, come scrofola, tubercolosi o clorosi. •Giovani, sposate a vecchi, o a uomini impotenti soffrono spesso di catarro cronico e d’infiammazione all’ utero e all’ ovaia in seguito a coito insoddisfatto. Io ho curato anche delle donne che per non avere figli si erano presa l’abitudine di fare delle fredde irrigazioni imme- diatamente dopo il coito. Boti. Munde.

Cura. Vitto ineccitabile, tratteminento all’ aperto ed evacuazione del ventre giornaliera. Poi frizione totale, la mattina, di 18° R. e semicupio, prima di mezzo giorno, di 15 20° R. per 5 10 minuti; poi, due volte per settimana, un bagno a vapore in letto nel pomeriggio: durata 1 ora. Infine deve seguire una frizione o un bagno. Invece del bagno a vapore in letto un bagno a vapore a metà, della durata di 20 80 minuti seguito da bagno. Molto raccomandabili sono poi frequenti sciacquamenti e lozioni al basso-ventre eseguite colla mano.

I sintomi dolorosi di tali malattie scompaiono subito mediante bagni a vapore a metà.

Trattandosi di quelle paziente che hanno già subito delle opera- zioni e che amano molto il letto, sono ancora consigliabili delle com- presse calmanti successive.

Secondo procedimento. Compresse calmanti e semicupii di 20 22° R., irrigazioni con acqua tiepida (21 24° R.), impacchi brevi, bagnati; -quiete, ecc.

Cura di Kneipp: 2 affusioni (per settimana) alle ginocchia o alle ■coscie, 2 semicupii, 2 bagni a metà, 3 volte durante la notte com- pressa sul ventre. (Si serva al! uopo d’un panno piegato 4 volte insieme e imbevuto in acqua e aceto.)

Lo stesso valga in caso di catarro acuto all’ utero.

Come ginnastica medica sono consigliabili quegli esercizii che facilitano la circolazione negli organi del bacino ed esercitano sullo stesso un’ influenza fortificante. Noi raccomandiamo particolarmente il xaddrizzamento del tronco, poi il massagio del ventre e delle coscie,

40

620 Malattie delle donna. (Utero. Emorragie continue. Emorragie morbose.)

movimento di resistenza delle gambe. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Malattie delle donna. (Utero. Emorragie continue allo stesso.) Qui servono a meraviglia le compresse imbevute d’acqua e aceto sul basso-ventre Q/ 2 aceto, x/2 acqua). L’acqua deve essere molto fredda e in caso di bisogno si può rinfrescarla maggiormente con un pezzo o due di ghiaccio. Dette compresse devono essere rin- novate ogni 20 minuti (o appena sono calde). Dopo 2 ore è bene fare una piccola pausa, oppure applicare compresse molto calde con irrigazioni (vedi all’ uopo « Aborti » nell’ indice) badando di rialzar bene il vaso sul letto. Molto bene è se durante il giorno si

possono fare 1 o 2 semicupii freddi per la durata da '/2 fino a

3 minuti. Qui la paziente deve essere levata dal letto e posta in bagno, e viceversa, con grandi precauzioni. Di ottimo effetto qui è il massaggio. Poiché l’impastamento dell’ utero produce stringimenti dello stesso così si ricorra anche agli stessi, specialmente dopo il parto. L’impastamento viene sempre usato con buon successo poiché egli produce un rimpiccolimento dell’ utero e fa cessare così l’emor- ragia. Molto raccomandibile è il thè di setolone preso a sorsi.

Malattie delle donna. (Emorragie morbose dell’ utero.) Si manifestano nei periodi mensili e nel parto.

Nel primo caso possono essere prodotte da diverse cause, come, per avvenimenti morbosi nell’ organismo, per violenti disposizioni d’animo, per scoppio d’una malattia febbrile, per malattie del cuore e dei reni, per scorbuto, scrofola, inerzia cronica dell’ intestino, ecc., poi per coito troppo violento, per diverse malattie uterine, ecc.

Cura. Dapprima evitare l’origine, poi curare conveniente la causa fondamentale del male. Sopra tutto quiete del corpo e dello spirito, vitto ineccitabile, molto trattenimento all’ aperto, benefìzio regolare del corpo mediante clisteri, e infine cura fortificante.

Se le emorragie si formano nel parto causa inerzia dell’ utero,, o ritenzione della secondina o singole parti della stessa, o in lesioni di alcune parti dell’ utero, allora la

Cura consiste in posizione supina e in continue compresse rin- frescanti sul basso ventre, poi in bagni a vapore delle mani e dei piedi per condurre il sangue alle estremità (le compresse suddette vengono continuate) e in massaggio; in vitto ineccitabile e nel bere acqua fresca.

Cura di Kneipp: Irrigazioni con decotto di scorza di quercia, e

Malattie delle dorme. (Utero. Emorragie dello stesso guarite.) 027

"bere due tazze giornaliere di thè di vischio. Durante la notte mettere calze bagnate. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Malattie delle donne. (Utero. Emorragie dello stesso guarite.) Allorché io venni traslocato da N. a P. lasciai mia moglie e i miei figli per altre 4 settimane in N., alfine di poter procurarmi con comodità un’ adatta abitazione. Dopo pochi giorni ricevetti da mia moglie una lettera nella quale mi comunicava che essa aveva avuto un’ emorragia di quasi 10 settimane di durata per la qual cosa fu costretta a domandar aiuto ad uno dei più celebri medici per malattie delle donne. Mia moglie non se la cavò troppo malamente da quest’ avvenimento disgraziato, ma più tardi fu presa da emorragie cosi forti, che la ridussero in breve tempo in uno stato miserando e la costrinsero a farmene parte. Io partii immediatamente alla volta di N. e trovai la mia povera sposa talmente indebolita che io incominciai a temere seriamente per la sua vita. Mezzo disperato corsi dal medico che si vide costretto a raddoppiare le dosi per ottenere un « restringimento ». Ci trovavamo allora nella quinta settimana dopo l’aborto, pure le emorragie e il deperimento organico crescevano sempre più. Allora ricorsi al suo libro che mi diede grandi aiuti anche in altri casi. Io stesso era reumatico e mi credevo pure obbligato a chieder soccorso ai medici poiché mi trovavo assoluta- mente incapace di lavorare. La situazione in cui mi trovavo era oltremodo triste, tanto più poi che il mio medico, nel resto uomo valentissimo, non sapeva più a qual mezzo ricorrere per portarmi un po’ di sollievo. Si può proprio dire che io mi trascinai in cerca d’un medico naturalista per mia moglie. « È gran peccato, disse egli, che sua moglie abbia perduto tanto sangue! Nessun uomo ne ha di troppo! Io le scrivo qui l’indirizzo della mia sposa affinchè possa fare il massaggio alla sua. In 2 3 giorni le emorragie saranno bell’ e finite. Domani tornerò a prender notizie ».

Questo avvenne infatti, e già al secondo giorno lo stato di mia moglie era migliorato che io potei subito incontrare disposizioni pel trasloco della mobiglia. Al terzo giorno mia moglie si trovava perfettamente ristabilita, io pure. Io mi ero lasciato curare e mi ero curato io stesso seguendo le istruzioni del suo libro: Lozioni totali e impastamento. In tre giorni potei liberarmi aneli’ io dei miei malanni, e noi ne ringraziamo il buon Dio di cuore che, a mezzo del suo libro ci ha condotti sulla strada della medicina naturale, la quale opera miracoli interdetti affatto alla scuola medica. A. C. in P.

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Malattie delle donne. (Utero. Fibromi. Utero. Idropisia.)

Malattie delle donne. (Utero. Fibromi allo stesso) è un

ascesso prodotto dall’ utero e che si sviluppa nello stesso. Questo ascesso può avere la grossezza di un pisello (ma può raggiungere anche quella duna testa d’uomo) e può esistere per un certo tempo senza dare alcun disturbo e manifestare fenomi speciali.

Quando questo fibroma ha raggiunto una certa grossezza, l’utero s’indurisce, forma dei bitorzoli e s’ingrossa pure. Quando il primo ha raggiunto una certa periferia cagiona emorragie uterine e poi, Causa la pressione che esercita sulla vescica o sull’ intestino retto può cagionare un continuo bisogno di spandere orina o stitichezza.

Sebbene il fibroma dell’ utero non impedisca sempre una gravi- danza pure sono rari i casi in cui lascia andare la stessa alla fine normale. Per la maggior parte avviene l’aborto.

Cura. Evitamento assoluto del coito e di tutto ciò che può pro- durre flusso di sangue negli organi del bacino. Poi sono molto con- sigliabili dei semicupii giornalieri di 20 22° P. per la durata di 10—20 minuti e compresse notturne, rinfrescanti sulle parti genitali. Vitto possibilmente ineccitabile e molto trattenimento all’ aperto. Di grande efficacia è pure il massaggio delicato del ventre. Tale cura deve essere eseguita almeno per un anno se si vuol ottenere lo scopo desiderato.

Cura di Kneipp: 2 volte, per settimana, viluppo corto, 2 volte semicupio, 3 volte affusione alle coscie, 2 volte affusione al dorso.

Ginnastica medica: Gruppo. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice).

I polipi dell’ utero cagionano emorragie e catarro dello stesso e hanno molta rassomiglianza coi fibromi. Gli stessi si possono togliere mediante un’ operazione priva affatto di pericolo.

Malattie delle donne. (Utero. Idropisia allo stesso.) Una paziente di tal fatta assomiglia molto ad una gravida e hanno avuto spesso luogo delle tremende delusioni.

Anche qui la cura consiste in un’ alimentazione ineccitabile, in molto trattenimento all’ aria fresca, in semicupii giornalieri di 18 22° E. per la durata di 10 20 minuti, in compresse locali, rin- frescanti e stimolanti, in caso però d’infiammazione, calmanti. Anche qui sono i bagni a vapore a metà molto raccomandabili. Molto utile può essere qui, come in parecchi altri malanni dell’ utero, una cauta cura regenerativa. L’evacuazione del ventre deve seguire ogni giorno magari a mezzo clisteri. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Malattie delle donne. (Utero. Infiammazione. Utero e malattie, ecc.) 029

Malattie delle donne. (Utero. Infiammazione cronica allo stesso.) Questa è una delle malattie più comuni del sesso femminile. Si manifesta dapprima con un aumento dell’ utero unito a catarro della membrana mucosa, a nausee e a vomiti, a disturbi diuretici, ad eccessi isterici, a dolori periodici, ecc. poi a disturbi generali della nutrizione, debolezza, palpitazione, dimagramento, indi con escrezione d’un muco bianco, viscoso dalla matrice, il quale causa il suo carattere infiammante può produrre facilmente degli ascessi, infine sospensione dei mestrui. In questa malattia la gravidanza è esclusa, e se qualche raro caso manifesta il contrario, finisce sempre con un aborto.

Cura. Astensione del coito, alimentazione possibilmente ineccita- bile, ma sostanziosa, aria fresca, frequenti bagni tiepidi, semicupii e irrigazioni. Benefizio giornaliero del corpo mediante clisteri tiepidi, poi massaggio del ventre.

In questa malattia che è per lo più ostinata e di lunga durata, col nostro metodo di cura si arriva abbastanza celeremente esicura- mente alla meta.

Cura di Kneipp e ginnastica medica come è indicata in « Catarro cronico all’ utero ».

Malattie delle donne. (Utero e malattie sue proprie.)

L’utero (Fig. 173) è la parte più importante dell’ apparato genitale. In esso si sviluppa l’uovo della femmina a mezzo dello sperma del! uomo e resta fino a maturità completa, ossia fino alla nascita. L’utero è un organo muscolare, appiattito un poco davanti e di dietro, la cui forma, causa gli avvenimenti della vita sessuale, è soggetta a costanti cambiamenti. Quasi alla metà dell’ organo si trova nelle vergini una certa ristrettezza che divide lo stesso in due parti: corpo e collo; nelle donne che hanno già partorito, questa ristrettezza scende dalla posizione prima e ciò in seguito all’ aumento in periferia del corpo dell’ utero. Il collo si restringe al basso dove presenta un’ apertura in forma di fessura trasversale, l’entrata del canale dell’ utero. Il collo dello stesso si sporge nella vagina per 2 3 centrimetri.

L’altezza dell’ utero della vergine è di 6 8 cm. la larghezza di 4—5 cm. la profondità di 2—3 cm. Nelle donne che hanno già par- torito le misure sono più grandi. L’utero si trova fra l’intestino retto e la vesica, e quando quest’ ultima è vuota il primo prende una posi- zione inclinata in avanti in modo che il corpo e il collo formano un

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Malattie delle donne. (Utero e malattie sue proprie.)

angolo ottuso aperto in avanti. Gli angoli laterali superiore della cavità uterina vanno a finire nelle trombe di Faloppio le quali fìniscone alla lor volta nell’ ovaia.

Le pareti dell’ utero consistono, esaminate dall’ esterno all’ interno in un grosso strato muscolare e della membrana mucosa uterina. Le

Ultero, grossezza naturale. ^ue bai^ 1111 livestimento della

pelle del ventre, che formano in avanti e indietro la copertura este- riore dell’ utero, si uniscono alle due parti laterali e formano i due larghi legamenti uterini destinati a fissare l’organo. Lo stesso ufficio l’hanno pure i due grossi cordoni che divergono, unitamente alle trombe falloppiane, dal corpo del l’utero. I primi legamenti vanno fino alla parete ossea del bacino e lo divino nello stesso tempo in due parti: anteriore e posteriore; gli altri due legamenti e cordoni si congiungono anzitutto all’ orlo dei due primi poi attraversando il canale inquinale si diramano nel grosso labbro vergognoso. Ora, dopo aver descritto la forma del- l’utero e le sue relazioni cogli organi adiacenti, vogliamo ancora far osservare quali stati morbosi si possano manifestare e come gli stessi possono essere condotti a guarigione in una maniera natura- lissima.

L’utero non si trova sempre nella positura più avanti descritta, ma le sue posizioni sono molteplici poiché soggette a diversissime influenze.

I casi, che trattano di spostamenti innati dell’ utero sono rarissimi, di un numero infinito quelli avvenuti per nocevoli influenze esteriori, specialmente se prendiamo in considerazione le donne e le giovanette delle città che portano busti stretti per fare « la bella vita » e si

Fig. 173.

1. Vagina. 2. Parte dell’ utero nella vagina. 3. Orifizio esterno dell’ utero. 4. Canale del collo dell’ utero. 5. Bocca interna della matrice. 6. Cavità uterina. 7. Collo dell’ utero. 8. Corpo dell’utero. 0. Fondo dell’ utero. 10. Aperture ute- rine e condotto dell’ uovo.

Malattie delle donne. (Utero e malattie sue proprie.)

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troverà che su 100 forse 25 avranno l’utero nella positura giusta. La maggior parte della colpa la trae qui la strettezza degli abiti in cui oggigiorno le signore vi si imprigionano. Quando si restringe il corpo mediante abiti o, peggio ancora, col busto, i visceri vengono pressati parte in su e parte in giù. La pressione esercitata sullo stomaco e sul cuore produce malanni del primo e palpitazione; quella esercitata nella parte inferiore può appunto causare lo spostamento •dell’ utero ammesso che questa pressione e il suo dannoso effetto duri

Posizione normale dell’ utero.

{Sezione perpendicolare.)

Piegamento in avanti dell’ utero,

(Sezione perpendicolare.)

per lungo tempo. Inoltre l’utero può prendere una falsa posizione quando la puerpera lascia troppo presto il letto per accudire alle sue faccende domestiche. Se l’utero, che durante la gravidanza ha preso una significante periferia, non trova il tempo necessario per ritirarsi, e le pareti del ventre sono ancora rilassate e non in grado di dare un appoggio a quest’ organo aggrandito, lo stesso s’abbassa, seguendo la legge di gravità in avanti o indietro.

Infine l’utero può prendere posizioni false causa tumori o forma- zioni morbose che hanno la loro sede nella vicinanza dell' utero stesso, che lo premono continuamente e lo spostano. Questa però è lina causa relativamente rara degli spostamenti uterini che possono divenire oltremodo noiosi. Come abbiamo già detto, l’utero ha la sua posizione normale fra l’intestino retto e la vescica. (Fig. 174.) Allora se egli ricade in avanti (Fig. 175) esercita una pressione sull’ ultima e produce un continuo e noiosissimo bisogno d’orinare che in certi casi può perfino convertirsi in iscuria (soppressione d’orina); ricade

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Malattie delle donne. (Utero e malattie sue proprie.)

invece all’ indietro può causare una costipazione cronica; infine la pressione continua su uno di questi due organi può anche causare un’ infiammazione degli stessi; queste poi in principio di poca impor- tanza, sono in seguito il principio di neoformazioni maligne, e già qualche cancro deve la sua esistenza alla pressione continua, ad un urto, di questi nobili organi.

Per ciò che riguarda il trattamento dell’ utero spostato diremo' anzitutto che la scuola medica ha provato di raddrizzarlo e man- tenerlo nella sua positura mediante anelli fatti passare nella vagina.

Spesso si è anche ottenuto lo scopo voluto, ma solamente fin che veniva portato l’anello; appena lo stesso ne era tolto l’utero riprendeva la sua falsa posizione. Inoltre questo anello che pel suo scopo deve essere di una certa grossezza, eccita sempre qualche infiammazione, cosi non è raro il caso che al primo malanno se ne associ un secondo: catarro dell’ utero o dei suoi annessi. Molto diverso è l’effetto ottenuto col metodo curativo naturale. Dapprima esso sopprime tutto ciò che può favorire questo malore, cioè impedisce di portare abiti stretti, busto, e simili. Poi mediante un trattamento generale (bagni freschi, massaggio totale) si farà premura di rinforzare convenientemente il corpo, infine passerà al trattamento locale per sopprimere il malanno. I semicupi freddi rinforzano in generale gli organi del bacino, il massaggio del ventre rinforza la muscolatura dello stesso in modo che può poi offrire un appoggio all’ utero; infine esercizii ginnastici continuati per qualche tempo e massaggio interno faranno il resto per costringere l’utero a riprendere e a mantenersi nella sua positura normale. Questo procedimento ha la preferenza di produrre nella maggior parte dei casi una duratura guarigione del male.

Facciamo noto però che il massaggio, la ginnastica da camera di Thure Brandt devono venir eseguiti e diretti da mano maestra. Il mas- saggio non deve mai essere eseguito in modo violento, ma con grandi pre- cauzioni con leggieri s offre gam enti, ecc. Più il massaggio vien eseguito leggiermente e cautamente, più sarà sopportabile per la malata e maggiore sarà il risultato ottenuto. (Questo massaggio potrà farsi per

Utero piegato all’ indietro.

(Sezione perpendicolare.)

Malattie delle donne. (Utero. Piegamento dello stesso.)

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8 10 minuti per giorno.) Il massaggio non deve mai essere fatto così da costringere la malata ad emettere gridi, e deve essere subito interrotto in caso di eccitamento, ecc. se non si vuol avere un peg- gioramento del male.

Inoltro si danno molti casi in cui non è subito ammesso incomin- ciare col massaggio interno, ma che si può ottenere molto mediante una cura sistematica con compresse sul ventre, bagni a vapore dello stesso, semicupii e massaggio del ventre; tutto ciò rinforza la muscola- tura di quest’ ultimo e fortifica i legamenti dell’ utero. Il massaggio'

Abbassamento

secondo Thure Brandt non di gran effetto se eseguito solo, deve sempre essere accompagnato alla ginnastica dello stesso. La stessa vien pur troppo di solito pochissimo considerata e in parte trascurata poiché procura lavoro, ruba tempo ed esige una sorveglianza lunga e precisa.

Malattie delle donne. (Utero. Piegamento dello stesso.)

Avviene per lo più nelle regioni interne dell’ orifizio dell’ utero e si rileva facilmente quando invece della linea diritta fra il collo e il corpo dell’ utero si forma un incurvatura che in casi gravi prende perfino la forma di un ferro da cavallo.

Omise. Le cause sono molto diverse, per esempio : ascessi, tumori infiammati o simili stati morbosi nei quali i legamenti dell’ utero si raccorciano. Poi aborti, parti successivi, specialmente quando non vien osservato il dovuto riguardo.

o mezza caduta dell’ utero.

(Sezione perpendicolare.)

Cancro dell’ utero.

(Sezione perpendicolare.)

Fig. 177.

Fig. 178.

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Malattie delle donne. (Utero. Piegamento dello stesso.)

Fra i piegamenti dell’ utero sono a notare, 1°. quello in avanti. In questo caso il collo dell’ utero e la parte della vagina sono diretti all’ indietro, mentre il fondo dell’ utero stesso posa in avanti sulla vescica. Per questo si manifestano spesso dolori della regione sacrale, particolarmente durante le regole, e disturbi isterici. L’evacuazione dell’ intestino è meno influenzato in questo caso che quella della vescica poiché la pressione continua sulla stessa invoglia sempre a spander acqua. Le conseguenze sono sempre la sterilità o l’aborto.

Cura. In casi recenti si può riuscire a raddirizzare l’utero intro- ducendo il dito (intinto prima nell’ olio) nella vagina, rialzando la volta della stessa e poi avvicinando colle punte delle dità dell’ altra mano il dito unto attraverso alla pelle rilassata del ventre. Poi si deve premere col dito nella vagina in avanti, pel qual modo il fondo dell’ utero vien spostato e coll’ aiuto dell’ altra mano cacciato e fisssato deliamente indietro. Si può anche fargli prendere una posizione migliore mettendo una pallottola di ovatta nella volta posteriore della vagina.

La paziente deve sempre star corica in posizione orizzontale.

Tali persone devono ben guardarsi dall’ adottare il pessario.

Piegamento all’ indietro. Qui la parte vaginale è rivolta verso la superficie dell’ osso del pube e il fondo dell’ utero si trova indietro verso la cavità dell’ osso sacro.

In questo modo vengono intaccati tanto la vescica che l’intestino nella loro attività poiché la parte vaginale si posa fortemente sul- l’uretra.

Trattamento. Pel momento è molto bene far usa della siringa per l’evacuazione della vescica e del clisopompe per l’evacuazione degli intestini.

Piegamento laterale a destra e a sinistra. La parte vaginale si allontana qui in modo sensibile dalla parte interna cagionando per lo più sterilità poiché lo sperma non può arrivare fino nell’ utero.

L’utero può anche essere incurvato in avanti, indietro, a destra o a sinistra. I fenomeni che si manifestano in seguito a questi curva- menti sono per lo più flussi di sangue morbosi, catarro della membrana mucosa e aumento di peso del corpo dell’ utero. Gli incurvamenti si manifestano specialmente in quelle signore che si sono sposate troppo per tempo, che hanno partorito o abortito successivamente, o che hanno avuto bisogno di operazioni col forcipe.

Malattie delle donne. (Utero. Piegamento dello stesso.)

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Prima dei mestrui si tanno spesso palesi dei dolori sacrali e al basso ventre, e i periodi stessi si presentano più presto che di solito. Al sangue vanno sempre uniti dei grumi dello stesso. Talvolta si prova un gran bisogno di spandere acqua, e in questo tempo si effettua un’ escrezione mucosa dalle parte genitali. Come fenomi accom- pagnatori si osservano dolori di stomaco, acidità, e altri disturbi digestivi.

Per sapere se si tratta proprio di incurvatura e per stabilire di qual sorta ella sia è proprio necessario che le pazienti si presentino ad un valente medico naturalista.

Trattamento: Il compito primo consiste nell’ allontanare i dolori e le infiammazioni esistenti, poi far ricuperare all’ utero la posizione dovutagli. Per curare cambiamenti della positura sono indicati i seguenti movimenti secondo Thure Brandt:

Si provi a battere col pugno chiuso, più o meno fortemente la regione sacrale.

In questo caso verrà facilita la circolazione del sangue al bacino, gli organi dello stesso verranno forzati al riassorbimento mentre i nervi del piccolo bacino ne verranno ravvivati. In caso di incurva- mento laterale si devono eseguire dei martellamenti sulla parte opposta.

La paziente si deve coricare sul canapè colle ginnochia allon- tanate e i piedi riuniti. La masseuse si pone rimpetto alla malata in modo che un ginocchio tocchi la parte esteriore dei suoi piedi, inginocchiandosi coll’ altro sul canapè e appoggiando i suoi fianchi leggiermente contro le ginocchia della paziente. Poi appoggia ambe- due le mani sulle parti laterali del basso-ventre, in modo d’esercitare una moderata pressione verso l’interno e le parte laterali dell’ osso illiaco. Però si deve ben badare di non spingere l’utero in avanti indietro ciò che può facilmente avvenire in un’ esecuzione difettosa.

La paziente deve porsi nella stessa posizione segnata nel *n° 2. Le punte delle dità vengono appoggiate sopra la posizione orizzontale delle diramazioni del pube e poi premute in basso nel piccolo bacino, cercando di seguire la parte posteriore della sinfisi. Nello stesso tempo si deve procurare d’impadronirsi dell’ utero e di condurlo con un leggiero movimento vibratorio, in su in avanti. Questi movimenti devono essere eseguiti un’ ora per lo meno dopo il pranzo. La vescica deve sempre venir prima vuotata.

Questo trattamento deve essere eseguito solamente da una brava masseuse. Lo scopo di. questa descrizione è quello di dar un’ idea alla paziente del trattamento a cui deve essere sottoposta.

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(Malattie delle donne.) Gravi malanni dell’ utero.

Cura in generale. Osservazione delle regole sotto « Cura forti- ficante o ricostituente ». Allontanamento del busto, specialmente quando esso preme il ventre al basso. Stando coricati si procuri per un rialzamento del sedere. Impacco giornaliero con compresse supplementari sull’ ipogastrio, e se è necessario bottiglie calde ai piedi. Compresse calmanti molto umide sul ventre durante la notte, con impacco stimo- lante delle gambe o dei polpacci. Inoltre sono ancora indicati semi- cupii di 15° li. per 3 5 minuti, e clisteri contro ostruzione. In alcuni casi, potrebbe essere necessario un trattamento coi ferri per rendere possibile un rialzamento e fortificamento dell’ utero.

Per ogni cambiamento di positura dell’ utero è molto raccoman- dabile 1’ gruppo della Ginnastica medica per fortificare la musco- latura del ventre e del bacino.

(Malattie delle donne.) Gravi malanni dell’ utero guariti col metodo curativo naturale.

Dott. Meyner, membro del collegio medico.

La signorina S. di L., quarantenne, soffriva da parecchi anni una intera fila di disturbi: ostinatissima stitichezza e mancanza d’appetito, incomodi durante i mestrui. Prima che gli stessi si pre- sentassero, violenti mal di capo, vomito e dolorosi crampi al basso- ventre. I periodi duravano più del tempo e rendevano la malata oltremodo debole, incapace di dar un aiuto qualunque nelle faccende domestiche o nei lavori muliebri. La vita della poveretta era una miseria continua e non poteva aprir più il cuore a nessuna gioia dopoché aveva viste delusa tutte le sue speranze di guarigione. Inutilmente si sottomise anche alla cura locale del celebre consigliere segreto signor W. in Dresda, che la bruciò, eccitò con strumenti d’ogni sorta coll’ aiuto e senza del cloroformio. La tortura era tre- menda e alla stessa seguiva sempre un’ estrema debolezza che costruì-’ geva la paziente a guardar il letto alcuni giorni prima di poter tor- nare alla sua città. Infine venne proposta una cura idroterapica, ciò che avviene sempre quando tutti i rimedi della medicina sono stati buttati al vento. Detta signorina si recò adunque a kreischa e vi rimase per 3 settimane. La cura indelicata con acqua' fredda fatta fin là, aveva ridotto la delicatissima dama in uno stato che, come disse più tardi suo fratello, « doveva venir trasportata a casa a pezzetti per volta ». Questa era stata per la stessa una grande delusione e non voleva saperne più di continuare la cura. Con grande fatica e grazie la

Malattie delle donne. (Vagina. Caduta della stessa.)

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loquacità di suo fratello, il capitano S. che io conosco e curai qualche anno fa con esito felice, si persuase a rimanere. Il medico di casa chiamato alla consultazione disse che poteva con tutta sicurezza dichiarare la signorina S. inguaribile, e ciò grazie i dieci anni di pratica come medico di casa nella famiglia della stessa. Dall’ esame risultò un considerabile spostamento dell’ utero e tutti gli incomodi più sopra descritti come conseguenze di questo difetto. Anzitutto ordinai: ogni mattina una frizione col mantello die 24° R. per sollevare l’attività della pelle e la vita nervosa, alimentazione ineccitabile e tiepidi clisteri per ottenere una scarica almeno una volta per giorno. Poi grazie la mia esperienza di molti anni che mi ha insegnato che un cambiamento nella positura dell’ utero è fondato sul rilassamento della muscolatura delle parti circostanti e che una guarigione è solo possibile coll’ allontanamento dello stesso (ma mai con apparati noiosi, come il portar l’anello della matrice, ecc.), ordinaii ancora 2 piccoli clisteri giornalieri, compresse notturne sul ventre e ginnastica dell’ ipogastrio, adatta al caso. Questa cura preparatoria fu coronata da esito meraviglioso che la signorina S. si decise di fare una cura completa nel mio sanatorio in Albertsbad. Infatti vi entrò nell’ agosto dell’ anno passato. La cima consistè in una dieta vegetariana mite, ma continua, (latte, burro, uova) in una frizione mattutina col calore del letto, in un bagno a vapore ogni mattina alle 10, seguito da un impacco a tre quarti (per 1 ora) poi in una nuova frizione di 20° R.; nel dopo pranzo alle 4 in un semicupio di 24° R., per 15 minuti, in compresse notturne sul ventre, e in due piccoli clisteri giornalieri (mattina e sera). Con questo trattamento poco modificato coll’ andar del tempo e malgrado grande ansia, i pe- riodi si presentavano e passavano in modo affatto normale senza cagionare dolori di sorta. L’appetito aumentò, la digestione si fece più regolata, il corpo più tondo, e infine comparve una forza e un buon umore che permettevano alla signorina S. di partecipare con gioia a qualunque piacere e a qualunque lavoro. Dopo una cura di 4 setti- mane essa si recò da sua sorella per presentarle « una persona sana ».

Riguardo la durata del successo persuade una lettera diretta a suo fratello, nella quale essa dice chiaramente:

«Dalla cura fatta in Chemnitz in poi sono perfettamente sana! »

Malattie delle donne. (Vagina. Caduta della stessa.)

È un rilassamento della parete vaginale cagionato da catarro cronico

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Malattie delle donne. (Vagina. Catarro acuto alla stessa.)

della vagina, da molti parti, ecc. La caduta della vagina si manifesta, ben raramente indipendente, ma accompagna quasi sempre un cam- biamento di positura dell’ utero.

Cura. 1 2 semicupii giornalieri di 20 22° E. per 10 20 minuti di durata. 3 4 bagni a vapore a metà per settimana per la durata di 20 30 minuti seguiti da bagno di 24 0 E., da massaggio del ventre e della vagina, e lozioni parziali rinfrescanti. Qualche volta sono di miglior effetto procedimenti più brevi e più freddi come semicupii alterni di 28° E. per 5 minuti, 15° E. per 1 minuto, ripetuti per 3 volte. Oppure semicupio di 16° E. per 5 minuti, o un bagno a metà alla Kneipp di 10 15° E. e della durata di 5 secondi; questi 3 ultimi procedimenti devono essere alternati con bagni a metà. Molto raccomandabile qui è pure il massaggio. Nella maggior parte dei casi, secondo il nostro metodo di cura, il portare un anello al- l’utero è cosa affatto inutile.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Malattie delle donne. (Vagina. Catarro acuto alla stessa)

è uno stato infiammato della vagina che si manifesta in ogni età.

Descrizione della malattia. La membrana mucosa della vagina che allo stato normale è d’un rosso pallido, è più o meno accesa e gonfia. Le glandule della mucosa sono riempite de sangue e per conseguenza l’escrezione è più abbondante che di solito. La stessa consiste dapprima in un muco viscoso, vitreo (leucorrea), più avanti però può prendere una natura marciosa. A questi fenomeni infiammati va spesso unito un certo pizzicore alle parti genitali prodotto in parte dall’ abbondanza di sangue, in parte dall’ escrezione sa menzionata.

Cause. Le cause del catarro alla vagina possono essere molto diverse. Questa malattia colpisce piccole ragazze per le quali la vita sessuale è ancora un sogno. Qui, come pure in età avanzata, la causa può provenire dalla mancanza di pulizia. Eesti d’orina ed escrezioni della mucosa vaginale vanno in decomposizione dando così origine alla lor volta al catarro. Poi parte per ignoranza, parte per pudore, la maggior parte delle donne e delle fanciulle non sono mai persuase a mantenere una pulizia giornaliera a quelle parti del corpo che ne abbisognano più di tutte, voglio dire all’ ano e alle parti genitali; per questo la frequenza della malattia.

Un’ altra causa di questo malanno, e specialmente trattandosi di fanciulli, sono i vermi, e propriamente quei piccoli, sottili, che hanno sede nell’ intestino grosso, ma che pure di tempo in tempo emi-

Malattie denne donne, (Vagina. Catarro cronico alla stessa.)

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grano, entrano nella vagina e vi procurano l’infiammazione. Questo fatto merita speciale attenzione particolarmente quando la causa non si può attribuire alla mancanza di pulizia. Colla soppressione della causa sarà, ben presto allontanato anche il catarro.

Infine quest’ ultimo può anche essere causato da eccitamento diretto o indiretto della mucosa vaginale, ossia mediante godimento smisurato o troppo violento del piacere sessuale, o soddisfazioni contro natura dello stesso.

Il catarro peggiore e più pericoloso resta però quello prodotto dal veleno della gonorrea o della sifilide. Questo malanno vien comune- mente trasmesso nella pratica del coito, però non è raro il caso in cui lo stesso attacca persone che hanno avuto l’imprudenza d’usare il vaso da notte, il catino, la vasca da bagno, o la latrina usata già da tali persone malate alle parti genitali.

Cura. Per prevenzione, massima pulizia, bagno o lozione giorna- liera dei genitali. In casi leggieri basta questa prescrizione per giungere a guarigione.

In casi gravi è indicato 1 o 2 semicupii giornalieri di 15 16° E. per la durata di 20 25 minuti: irrigazione mattina e sera della vagina usando all’ uopo 1 litro d’acqua. Invece di acqua pura si può pure usare decotto di setolone o di scorza di quercia, come mezzo fortificante.

Ma se si tratta di quei casi gravissimi, in cui il catarro è la conseguenza del contagio genitale, allora non bastano queste indica- zioni per se sole, è altresì necessario una cura generale come è segnata nelle rispettive malattie. Di grande efficacia sarà senza dubbio in tali casi un’ energica cura regenerativa o una leggiera cura preparatoria.

Malattie delle donne. (Vagina. Catarro cronico alla stessa.) Il catarro cronico proviene dall’ acuto trascurato. I sintomi e la cura sono uguali in ambedue i casi, solamente la durata, come avviene per ogni malanno cronico, è molto più lunga. Però con pazienza e costanza è facile ottenere un buon risultato anche in quei casi del tutto disperati.

Cura di Kneipp: Semicupii, abusioni alle ginocchia, 2 irrigazioni giornaliere con decotto di setolone.

Quando il catarro cronico alla vagina non si è sviluppato dal- l’acuto' è sempre un fenomeno accompagnatorie del catarro uterino.. Cura come pel « Catarro all’ utero ».

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

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Malattie delle donne. (Vagina. Crampi. Vagina. Polipi.)

Malattie delle donne. (Vagina. Crampi alla stessa.) Questa malattia si manifesta molto spesso in seguito all’ onanismo, frequente piacere sessuale, infiammazione, ecc.

Descrizione delia malattia. Il menomo contatto produce già spesso un dolorosissimo restringimento della muscolatura della vagina.

Cura. Soppressione della causa. Compresse a vapore, semicupii a vapore come pure semicupii di 20 22° E. sedano i violenti dolori passeggieri. Nel resto cura « fortificante ». Una cima più estesa dipende dalla causa fondamentale del male.

Se durante il coito si manifestassero delle contrazioni dolorose si sappia che possono subito venir soppresse mediante un’ affusione fredda sulle parti genitali.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Malattie delle donne. (Vagina. Polipi alla stessa.) I polipi

sono per lo più prodotti da trascuranza, da infiammazione cronica della membrana mucosa della vagina. La causa di queste formazioni morbose è la degenerazione del sangue e degli umori prodotta da sifilide, da scrofola, o da tubercolosi. Però la causa può anche venire da uno stato catarrale cronico dal quale ha preso origine una crescenza del tessuto. I polipi hanno la forma d’una pera. Da piccoli non recano grandi disturbi, ma acquistata una certa periferia possono produrre violenti dolori tiranti o prementi nel fondo del bacino, e qualche volta anche la caduta della vagina.

Cura. Allontanare dapprima la causa del male, poi fare frequenti semicupii con irrigazione della vagina con decotto di scorza di quercia, 3 4 bagni a vapore totali per settimana seguiti da impacco e bagno, oppure invece dell’ impacco, subito il bagno. Cura giornaliera della pelle, trattenimento all’ aria pura, vitto ineccitabile.

Inoltre cura fortificante generale e più avanti cura regenerativa. Un’ operazione è consigliabile solo quando in conseguenza d’un rapido aumento, i polipi esercitano una pressione sugli organi vicini, procu- rando così violenti disturbi. Del resto i polipi non fanno parte delle formazioni maligne; essi possono anche rimpicciolire e sparire affatto dopo il « periodo critico ».

(Pei modi d’applicazione vedi l’Indice.)

Vedi anche sotto « Polipi ».

Ossa. Fratture delle stesse.

801

più necessario, si può incominciare con un leggiero massaggio a strofinamento, al quale si unisce più tardi impastamento dolce e per- cussione, poi movimenti attivi e passivi, eseguiti sempre con molta precauzione.

Siccome in ogni frattura i primi soccorsi (che hanno spesso una buona o cattiva influenza sulla guarigione) vengono prestati da profani), noi daremo i consigli necessairi per fare un bendaggio provisorio. Anzitutto si prendono due pezzi di legno, stanghe, pali, ecc., magari .anche due manici di scopa. Nelle fratture della gamba questi pezzi di legno devono arrivare fino al ginocchio (Fig. 225) nelle fratture della coscia invece, quello interno fino al ventre, quello esterno fino sotto l’ascella. Questi pezzi di legno vengono applicati alle gambe, all’ interno ed all’ esterno, sopra cuscinetti di tela o di paglia, ecc.,

Frattura della gamba, con stecche semplici.

■e foderati di fazzoletti o di corde. Si legano insieme le due coscie e le due gambe (forse in tre posti) e si assicura la parte superiore della stecca esteriore, lunga, mediante un viluppo attorno al tronco. (Fig. 224.)

Di gran vantaggio è già, quando per trasportare o sollevare il malato si posa la gamba fratturata su una tavola lunga come la stessa e glielasi assicura dolcemente. Anche questo è una specie di bendaggio provvisorio.

Secondo il Dott. Ruff, si può fare un bendaggio provvisorio, semplice, nel modo seguente: Si prendono 2 pezzi di latta, 2 stanghe sottili, od altro, che abbiano la stessa lunghezza dell’ osso spezzato, poi, e per ciò si può anche prendere una stoffa bastantemente forte, anche la blusa d’un operaio, si arrotolano in un panno riavvicinandole in modo che non vi resti più che lo spazio necessario per ricevere il membro spezzato. Mediante cordoni si assicura il panno alle latte

51

802

Ossa. Fratture delle stesse.

in modo d’ottenere un’ incavo con fondo morbido e due solidi bordi laterali (Fig. 226). Allora lo si pone delicatamente sotto l’osso lussato.. Ciò fatto, e assicurata la gamba rotta con due stecche laterali mediante cordoni, il malato può essere trasportato senza causargli alcun dolore e senza temere uno spostamento delle estremità frat- turate.

Nelle fratture dell’ avambraccio e dell’ omero, come bendaggio provvisorio basta una stecca d’un pezzo di legno qualunque, anche- d’una scorza d’albero, di foglie, d’erba, ecc., assicurata mediante tela o cord oni.

Bendaggio provvisorio per fratture secondo il Dott. Ruff.

Fig. 226.

Ordinariamente il braccio fratturato si mette in una sciarpa fatta.

d’un sacco di tela piegato triangolarmente, o d’un grande fazzoletto,

affine di mantenerlo in riposo. Ogniuno può farlo. Fig. 227.

\

E solamente dopo aver eseguito questo bendaggio provvisorio che si tras- porta l’infortunato alla sua abitazione so- pra una barella, una vettura, ecc., sopra dei sacchi di paglia o materassi (affine- d’evitare, non solamente grandi dolori, ma ancora uno spostamento dell’ osso fratturato). L’osso fratturato deve restar immobile durante il trasporto.

I fanciulli che hanno la coscia o> la gamba spezzata, provvisti d’un ben- daggio provvisorio, possono benissimo essere trasportati da un adulto.

II bendaggio provvisorio, qui de- scritto, è necessario sopratutto, quando la lesione è avvenuta in un campo o in una foresta, per la caduto d’un tronco d’albero, di pietre, ecc., e che bisogna trasportare l’infortunato per qualche tratto.. Arrivato a casa, il bendaggio può venir rinnovato da mano esperta.

Frattura dell’ omero e dell’ avambraccio, ben= daggio semplice.

Fig. 227.

Ozono. Panereccio.

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Apparato per la respirazione dell’ ozone.

Ozono. (Dal libro elei Dott. Walser.) È uno stato singolare dell’ ossigeno, la cui origine vien rimandata ad avvenimenti elettrici, per cui vien indicato anche come ossigeno. Esso si trova nell’ aria sopra i boschi, grandi slip enfici acquee, e sui monti. Quando tira vento dal sud o dal sud-est l’aria è impregnata da una maggior quantità di ossigeno; in caso contrario da una ben minore; suoli umidi e aria umida contengono pure molt’ aria ossigenata. L’ozono fa ritardare le putrefazioni, perciò è un mezzo eccellente contro i miasmi che si trovano nell’ aria. Alcuni dotti portano per questo il contagio in relazione ad uno scarso contenuto d’ozono nell’ aria; però ciò vorrebbe esser esaminato più davvicino che non si sia fatto fin’ ora: tutte le probabilità però ne parlano in favore. L’ozono è un rimedio naturale contenuto nel corpo dell’ uomo che ne abbisogna conti- nuamente; la sua avversione per la putrefazione lo rende molto utile in caso di malattia; esso è un mezzo disinfettante per ogni forma di malattia accompagnata da bacteri, come: etisia, Fl§- 228-

difterite, ecc. Esso vien usato ancora come acqua per l’interno o per compresse che sono ottime in caso di bruciature. L’olio, l’acqua e la tintura d’ozono vengono usati come mezzi antisettici.

Trattandosi d’etisia, d’anemia, di clorosi, ecc., l’ozono vien respi- rato dall’ apparato segnato a fìg. 228 nel quale viene prodotto.

P.

Panereccio. Consiste in un’ infiammazione più o meno profonda delle unghie. (La più cattiva è quella che attacca la radice delle stesse ad una o più dita in una volta.)

In casi gravi questo malanno può penetrare perfino al periostio e nell’ osso stesso, e attaccare il dito intero.

Cause. Lesione dell’ unghia (come: entrata d'ima scheggia; puntura con un’ ago, ecc.), qualche volta ferite con oggetti sporchi.

51*

804

Paracentesi. Paralisi delle corde yocali.

Cura. Frequenti bagni a vapore della mano, seguiti da bagni fino al gomito; impacchi notturni, stimolanti, con compresse supplementari sulle dita infiammate o purulenti. Poi ogni 2 giorni, e più avanti ogni 3 4 giorni, impacco totale stimolante o bagno a vapore in letto pure con compresse supplementari sulle parti dolenti.

Vitto ineccitabile; aria fresca; quiete; riguardo; pulizia delle dita e posizione piuttosto elevata delle stesse.

(Pei modi d’applicazione, vedi lTndice.)

Paracentesi, si chiama l’operazione che il chirurgo fa nella cavità del basso ventre per cavarne l’acqua (trattandosi d’idropici) o nel petto per cavarne essudati ivi raccolte. Quest’ operazione però deve aver luogo solo in momento estremo, chè da sola non può guarire il male.

L’azione del siringare si lascia benissimo evitare seguendo le leggi del nostro metodo naturale.

Cura. La cosa principale sta qui nel far passare il basso ventre . in sudore applicando, in principio della cura, 1 bagno a vapore a metà, per giorno (più tardi 3 4 per settimana), per la durata di 20 25 minuti; poi un impacco secco o umido, ogni ora, unito a compresse del ventre (possono essere anche compresse a vapore) seguito da un bagno di 24 26° R,

Per la debolezza della vescica, malattia che esige spesso l’espan- sione dell’ orina artificialmente, si può guarire con semicupii giornalieri di 15 24° R. per la durata di 1—5 minuti.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Paralisi delle corde vocali possono essere centrali, medie ed esterne, anteriori o posteriori, ecc. Le stesse si manifestano dopo colpi apoplettici, forti irritazioni, tifo, catarro ostinato della laringe, difterite, ecc., ecc, e sono sempre seguite da raucedine o talvolta da completa mancanza di voce, specialmente quando le due corde che si trovano nella cavità della laringe, e che producono appunto la voce, sono colpite da paralisi.

Cura. Frequenti frizioni giornaliere della spina dorsale e delle cosci e con acqua di 20 22 °R. e del collo con acqua di 15 18° R,

Poi impacco notturno stimolante al collo, ai polpacci, al basso ventre; frizione totale di 16° R, e una lunga passeggiata mattutina all’aperto facendo esercizii di ginnastica respiratoria; frequenti sciacquamenti della bocca, del naso e gargarismi; infine cura fortificante. A norma dello stato si può anche fare la ginnastica medica segnata nel gruppo, però solamente dietro consiglio di persona esperta, come

Paralisi agitante. Patate.

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pure massaggio. (Per notizie riguardanti massaggio, ginnastica medica e modi d'applicazione, vedi ITndice.)

Paralisi agitante. La stessa si manifesta nelle persone avanzate in età e consiste in un continuo tremito delle membra. Talvolta a questo si unisce una strana positura del corpo che camminando piega in avanti.

Cura, Cura fortificante. In questo caso sono molto raccomandabili le affusioni al dorso e alle coscie e la doccia; poi esercizii di ginnastica medica e massaggio totale; bagni elettrici e bagni caldi totali.

Si può anche provare la forza elettrica, ma senza incorrere in esagerazioni.

Parassiti. Si chiamano quegli organismi animali o vegetali che crescono e vivono nel corpo umano. Molte malattie si devono in parte agli stessi, che, come si sa, giungono al o nel nostro corpo come germi o pure in istato già sviluppato.

I parassiti vegetali possono cagionare per esempio, lo scorbuto, tigna, ecc.

Ai parassiti animali appartengono quegli insetti che vivono sotto la pelle dell’ uomo, come per esempio: le diverse specie di pidocchi, pulci, ecc.; quelli che vivono nell’ interno del corpo come, tricnina, verme solitario, e tutti gli altri vermi delle viscere.

Cura. Nutrirsi per qualche tempo di pane di tritello, pane ferigno, frutta (specialmente fichi); poi prendersi cura della pelle facendo una frizione giornaliera, compresse noturne, impacchi, semicupii, prendendo clisteri e godendo aria fresca.

Patate. Le stesse se non hanno soppresso l’uso del pane in certe contrade, come Irlanda, Slesia, ecc., lo hanno almeno di molto ridotto. E come ha potuto avvenire ciò coll’ idea che molti hanno che le patate ci offrono uno scarsissimo mezzo alimentare? Lo stesso Mole- schott rimane su questo punto a bocca aperta e non sa aiutarsi in altro modo che ripetendosi la setenza condannatoria sopra le patate stesse e chi ce le portò dall’ altra parte dell’ oceano; Humbold però ci sa provare come diversissime piante hanno la particolarità di succhiare la sostanza nutriente dal suolo per offrirla all’ uomo in forma mangiatoria. Voglio ancora citare l’inglese J. Shoffield che ha saputo mostrarci come 5 jugerh'di terreno coltivato a grano ci pane per 12 persone, mentre messo a patate può bastare per la vita di 77. Osterie nel suo libro «Igiene» dice: «Esse producono 8 volte

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Patate.

più che formento, crescono bene a 2200 m. sopra il livello del mare, come nei paesi più bassi, al nord come al sud. La coltivazione delle patate aumentata di molto dopo la carestia del 1771 è a con- siderarsi uno dei più grandi benefìzii. Per giustificarlo basta dire insomma che un’ ettare di terreno produce, sotto eguali condizioni, 3400 libbre di formento ma 38000 libbre di patate. Da quest’ultimo risultato noi otteniamo 6840 libbre di amido mentre in quel del formento solo 1590.» Lo scritto contemporaneo «Cosmos» ci parla pure molto vantaggiosamente riguardo questo frutto non da tutti conveniente- mente apprezzato, e viene alla medesima conclusione di Osterie.

Nel giornale « La natura » vien pur mostrato che un jugero di terreno messo a formento rende 130 libbre di sostanza albuminosa, 400 libbre di amido e 53 di sale; messo a patate invece 252 libbre della prima 1746 del secondo e 82 di sale.

Il vantaggio delle patate ci si mostra anche considerandone il valore sotto il punto di vista medico. T. Piagge dice: Qui mi sembra opportuno richiamare l’attenzione sul significato, da poco riconosciuto, di alcuni sali nelle patate. Le stesse sono specialmente ricche di potassa e dalle osservazioni dei medici inglesi Baly, Pereira, Wilson, ecc., è risultato che grazie questa particolarità le patate porte ai prigionieri come nutrimento principale o secondario, hanno vinto lo scorbuto che si manifestava spesso nelle prigioni. Il Dott. Garrot ha provato già che questo male si mostra quando si è dininuita la quantità di potassa nel sangue. Favorevoli a questa opinione sono le esperienze dei medici stessi. In una prigione nella quale, causa mancanza di patate si è dato ai prigionieri riso, riducendo così la quantità di potassa da 186 grani a 51 (in quanto nutrimento?), si manifestò presto lo scorbuto. Il contenuto di potassa (secondo Keller) serve ancora all’ unione delle particole azotate, che senza lo stesso andrebbero inusate pel corpo. Molto interessante ci riuscì pure la comunicazione del Dott. med. Roussel de Vauzène (Annales d’hygiène publique et de médecine légale) secondo il quale una compagnia di pescatori colpiti da scorbuto guarì man- giando patate crude.

Per questo adunque le patate potrebbero benissimo tener posto del grano, o non è giusto che la scienza le metta senza misericordia al bando. Per il loro valore nutritivo e per la quantità d’acqua che contengono le patate possono stare a pari col formento e se io non le raccomando in Inogo del pane è pel motivo seguente. Le patate appartengono ad una famiglia di piante velenose; il veleno si trova

Pelle.

807

per lo più immediatamente sotto la pelle e si sperde levando questa

0 bollendole in acqua. Ma anche bollendole non pelate non è facile che sperdano il loro veleno attraverso le fessure che si fanno da sole, perciò è sempre molto consig'liabile prendersi la pena di pelarle per essere sicuri di adontare così tutto, o quasi, il veleno che ■consten J|no.

Quando si vogliono conservare patate in cantina è necessario badare che non ve ne sia neanche una marcia, perchè quell’ una basterebbe a guastare tutte le altre.

La superficie del mucchio delle patate è ordinariamente secca, ma se si fa passare la mano un po’ in fondo si sente subito una certa umidità che può facilmente guastarle. Quando incominciano a scaldarsi (in autunno) è molto bene appianare il mucchio e coprirlo con uno strato di paglia alto 6 dita circa. In questo modo si possono conservare le patate per anni specialmente immergendole, in una cesta, in acqua bollente, poi esponendole al sole o a una forte corrente d’aria indi in un luogo asciutto dove possano venir spesso rivoltate.

Boti. Meinert.

Per impedir loro di germogliare nella primavera basta agitarle con una pala o con un simile arnese.

Per vedere se le patate sono buone si taglia un pezzo e si fregano le due parti l’un a contro l’altra. Se da quest’ operazione si ottiene una specie d’amido, non troppo acquoso, o se il pezzo più piccolo resta attaccato al grosso è segno che sono buone.

Alcuni medici consigliano di lasciar evaporare le patate per alcuni minuti dopo che hanno raggiunto il grado di cottura, poiché una parte di quel veleno che contengono (quelle non ben mature e poco fariuose ne contengono di più) bollendo, è passato nell’ acqua. Da Hauf è stato mostrato che 500 gnu. di patate contengono 0,21 gnu. di veleno, in luglio; 500 gnu. di patate pelate, dal luglio 0,16 grm.; e in 500 grm. di pelle invece 0,24 grm. di veleno.

Pelle. La pelle è composta di 3 strati sovrapposti di cui il primo ■è affatto privo di vasi sanguigni e di nervi ed è composto solamente di cellule. Esso consta alla sua volta altri due strati; l’esterno detto corneo e l’interno detto muscoso.

Il corneo è ricchissimo di vasi sanguigni e linfatici e di nervi e consta a preferenza di cellule. Sulla sua superficie si trovano i nervi e le papille: i primi posseggono corpicini tastatori colle fini dei nervi,

1 secondi un vaso serpeggiante senza gli ultimi.

808

Pelle.

Sul fondo dello strato corneo sono depositate le glandule sebacee- e le sudorifere l’umore delle quali attraversa la pelle per sboccare alla superficie della stessa.

' Le glandule sudorìfere si trovano nello strato più basso di quasi

Pelle esterna tagliata perpendicolarmente e 50 volte ingrandita.

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■{ Grasso

tutta la pelle del corpo e la parte inferiore delle stesse è attorcigliata come in un gomitolo.

Da un esame preciso è risultate che il numero delle glandule sudorifere non è uguale per tutto il corpo: così per es: in 21/a cm.2 della nuca e della schiena ne sono state trovate 420 circa; sul pettu

Pelle.

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e sul ventre 1125; nel cavo della mano e alla suola dei piedi 2740—80. Il corpo intero ' ne conta 2 400 000.

Oltre che pel sudore, che si riconosce nell’ escrezione fluida, dette glandule provvedono anche per una costante traspirazione della pelle.

Il sudore è prodotto da un aumento del Qianc|uie sudori= sangue nei vasi sanguigni della pelle, e questo può derivare da sopralavoro materiale; dall’ aria troppo calda in cui ci si trova; da bagni a va- pore; da impacchi stimolanti, ecc.; infine da bevande Spiritose; dal correre, ecc.

Il colore della pelle deve derivare da una sostanza colorante depositata nella membrana pituitosa dell’ epidermide. Lo stesso sia detto riguardo nei, macchie cutanee, ecc.

A seconda della grossezza dell’ epidermide si vede più o meno la ricchezza sanguigna dello strato corneo. Dove la prima si trova più sottile, come per esempio: alle labbra, poi alle guancie, ecc., noi la vediamo tutta rossa o quasi.

La membrana adiposa annida in molte cellule grasse, e forma una specie di imbottito fra lo strato corneo e gli organi sottoposti; inoltre serve a mantenere il calore e a difen- derci dal freddo.

Essa riempie anche certe profondità della superficie del corpo in modo da rendere allo stesso un aspetto morbidamente arrotondato.

Sia ancora qui notato che la pelle non traspira solamente, ma respira anch’ essa attraverso i pori l’ossigeno nello stesso modo dei polmoni, anzi per questo ha meritato d’esser chiamata « la riserva dei polmoni ».

Fig. ‘230.

a Strato epidermico. /> pituitoso. c Papillare. d Tessuto della pelle. La temperatura del corpo umano varia _ e i)ep0Sito di crasso

fra i 37 37,5° C. (30° E.) tanto se ci tro- /Condotto spiraliforme- vamo all’ equatore che al polo nord. Chi conta -della gianduia sudorifera, più o meno dei gradi suddetti indica d’essere g Gomitolo glanduloso. gravemente malato. Orbene, oltre che ai polmoni è alla pelle che noi dobbiamo la regolatezza della nostra temperatura.

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Pelle. Cura della stessa. Pelle. Macchie della stessa.

Pelle. Cura della stessa. Qui si comprende la frizione totale giornaliera, o 2 4 settimanali, fredda tiepida o calda, adatta insomma alla persona; oppure, in luogo della stessa lozione totale, bagni in vasca, pediluvi, con frizione della pelle. Le frizioni e le lozioni devono avere per lo più la temperatura di 16 24° R. i bagni in vasca di 25° R., e i pediluvi di 16° R. in poi. Poi cambiamento frequente della biancheria, e se è possibile bagni di aria e di sole.

In questo modo è possibile mantenere normale la desquammazione dello strato superiore dell’ epidermide e la traspirazione continua dipendente dal cambiamento degli umori, mezzo semplicissimo per evitare moltissime malattie.

Pulizia e meta della vita dice un ben noto proverbio, pure a provare quanto poco peso si dia alla cura della pelle in Italia valga il fatto che numerose e popolatissime città o sono prive affatto, o non ci offrono che uno stabilimento con 3 o 4 vasche da bagno.

In questo i russi ci sono di molto superiori malgrado il sopra- nome di « barbari » che gli altri popoli si compiaciono di dar loro, chè perfino in piccoli paesi di 100 200 abitanti si trovano dei bagni pubblici, sebbene in uno stato molto primitivo. Il vecchio come il lattante vengono qui ogni sabato a liberarsi della sporcizia della settimana e ogni servo domanda al padrone il permesso di visitare almeno una volta ogni 8 giorni la stanza da bagno.

Pelle. Macchie della stessa. (Lentiggini) si trovano per lo più nelle parti scoperte del corpo e sono più visibili d’estate che d’inverno. Le persone più colpite sono quelle che hanno capelli biondi e specialmente rossi; la pelle delicata delle stesse pare che abbia un’ influenza speciale. Queste macchie sorgono causa la spartizione ingiusta della sostanza colorante il sangue; il motivo di questa ingiustizia non è ancora conosciuto. Le lentiggini non si manifestano prima dei 4 5, raramente dopo i 40 50 anni di vita.

L’origine delle stesse bisogna cercarla nella morbosità delle glandule sudorifere. E stato osservato che le parti del corpo coperte da lentiggini non passano mai in sudore anche quando il resto del corpo suda.

Le macchie epatiche colpiscono per lo più donne gravide, anche durante il puerperio. (Le stesse si manifestano anche in caso di malattie uterine.) Queste macchie, che non hanno proprio nulla a che fare col fegato, cominciano col coprire la fronte indi a poco a poco le altri parti del viso.

Pelle. Malattie della stessa. Pelle. Screpolature.

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Colla soppressione dello stato che le ha prodotte esse spariscono poi da sole senza bisogno d’un trattamento speciale.

Cura. Per guardarsi e guarirsi dalle lentiggini è necessario evitare ogni raggio solare, particolarmente durante la primavera, di sudare all’ aria libera e lavarsi immediatamente prima di sortire; evitare insomma tutto ciò che può produrre flusso di sangue al viso, si mantenga quest’ ultimo costantemente fresco, si lavino le parti colpite con acqua fresca e si coprano anche con compresse fredde.

Poi occorre cura della pelle: si faccia una lozione totale giornaliera di 28° R. o un bagno di 25° R. e 1 2 bagni a vapore in letto per settimana seguiti da bagno, o bagni a vapore seguiti da impacco totale e bagno o doccia. Altro mezzo non c’è, e anche la farmacia non ci può offrir nulla che possa allontanare le lentiggini per lungo tempo, perciò è peccato sacrificarle dei soldi inutilmente.

Qualche volta vengono anche raccomandate delle frizioni con sabbia fina; ma queste come pure tutte le altre fatte con spirito di sapone, di borace, di sublimato, ecc., ecc., non fanno altro che intaccare l’epidermide e perciò niente affatto approvabili.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Pelle. Malattie della stessa, o eruttive. Sono per esempio- rogna, risipela, forfora, pustole, lupus, tigna, cancrena, ecc., poi le diverse eruzioni cutanee come: vaiolo, morbillo scarlattina, ecc.

Pelle. Screpolature. Qui sono intese quelle fessure, secche, umide e talvolta purulenti della pelle delle mani, dei piedi, delle labbra, dei capezzoli, ecc. Queste fessure sono prodotte dalla man- canza o dalla soppressione completa di grasso delle glandule sebacee in conseguenza di certe malattie cutanee o dell’ età, oppure causa circostanza dannose, come per esempio: aria fredda e pungente, occu- pazioni con sostanze contenenti potassa, ecc., ecc., anche un incompleto asciugamento della pelle dopo il bagno nell’ inverno.

Poi non sono a dimenticare: sopralavoro, gelo, malattie scrofolose •o sifilitiche.

Cura. Dapprima sopprimere la causa. Poi trattandosi di scrofola o di sifilide ricorrere presto alla cura idroterapica, ossia applicare impacchi, bagni a vapore, qualche volta anche bagni totali feddi di breve durata. Pel resto può aiutare anche un grasso non rancido splamato sulla pelle troppo secca (olio d’oliva, di mandorle, ecc.). Dopo una ^ ora circa si può liberarsi * dall’ untume soffregando le mani in farina di segale o di furmento.

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Pelle. Malattia della stessa. (Squamosità.)

Prima di ritingere le parti malate è necessario lavarle bene e asciugarle meglio (con sapone, naturalmente). Le mani screpolate devono essere impaccate durante la notte in un asciugamani inzuppato in acqua di 18 20° R. e poi coperte con un panno secco di lana, ed esposte la mattina (di 18° R.) a bagno e a lozione. Dopo questo si devono ben asciugare e ungere.

Trattandosi di labbra screpolate è necessario tenere la bocca chiusa e respirare col naso; poi ungere le labbra di frequente con olio d’oliva, grasso o panna.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Pelle. Malattia della stessa. (Squamosità). È spesso una malattia ereditate dai genitori e che si manifesta subito dopo la nascita. La squamosità però può anche presentarsi più tardi e per diversi motivi, colpendo a preferenza le braccia e le gambe (ginocchia e gomita).

Cura. Vitto ineccitabile: aria pura; buone cure della pelle: frequenti impacchi stimolanti a tre quarti o totali seguiti da bagno, lozione totale o frizione, lozione e bagno. Molto raccomandabili sono pure i bagni a vapore totali, d’aria e di sole come anche i bagni del tronco. Se la parte più colpita è il capo allora bagni a vapore dello stesso, seguiti da bagni e poi impacco notturno dello stesso. La guarigione vien di molto accelerata mediante una cura regenerativa. Posizioni specialmente ostinate si possono ridurre in vesciche con- centrandone sopra i raggi solari.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Malattia della pelle guarita.

3 anni fa fui colpito da un’ eruzione cutanea che non volle cedere a nessuno dei mezzi consigliatimi da più celebri medici. Io aveva trasformato la mia casa una vera farmacia ricca d’unguenti, di thè per la depurazione del sangue, ecc.

Giunto quasi alla disperazione, udii parlare del suo pregiatisimo libro, «Metodo curativo naturale, Bilz ». Comperatolo segui la cura rigorosa che esso mi consigliava e in men che due mesi mi trovai affatto liberato da quella ostinata e noiosa eruzione, cosa per cui le professerò eterna riconoscenza.

Guglielmo Sch., Vienna.

Peritonite.

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Peritonite. Questa malattia che è sempre la conseguenza di altri malanni, può presentarsi in forma acuta o cronica e può essere molto differente in modo da comprendere tutto il peritoneo, oppure singole parti dello stesso.

Descrizione della malattia nella forma acuta: dolori violenti al ventre che rendono talvolta impossibile il tastamento dello stesso. I dolori aumentano, se è possibile, durante l’evacuazione del ventre, la respira- zione profonda, la tosse, lo starnuto, il vomito, ecc. Poi il malato è colto da un certo malessere; da vomito; da febbre; da sete violente; la pelle del suo corpo è secca e il ventre teso. La sostanza vomitata è gelatinosa o verde. Dalla palpazione del ventre risulta un suono sordo e infine il malato è tormentato da ostruzione alternata con dissenteria e flatulenza.

Cause. Lesioni al basso-ventre; operazioni; scorbuto; malanni intestinali; infreddature; ernie strozzate; cancro allo stomaco; malattie uterine; ulcere dello stomaco, degli intestini, ecc.; affezioni di fegato; mali della vescica; dei reni; dell’ ovaia, ecc.

Cura. Bagno a vapore a 3/4, durata 20 minuti, unito a com- presse molto umide, di 20° R., e scoperte, sul ventre, poi bagno di 25° R. o frizione totale di 20° R. Questo una volta per giorno.

Invece del bagno a vapore a 3/4 si può anche applicare un bagno a vapore a 3/4 in letto, colla suddetta compressa, pure seguito da una frizione di 20° R. Questo bagno a vapore in letto è anche più utile quando il paziente non è facilmente trasportabile. Pel resto impacco stimolante ai polpacci di 18° R., continuato per 3 ore, unito a compresse di 16 20° R. sul ventre per 1/2 o 72 ora di tempo.

Poi clisteri giornalieri (1 3) di 20° R., (contenenti ciascuno 8—15 cucchiai d’acqua) semicupii, bagni del tronco e a metà di 20 25° R, e anche compresse a vapore.

Secondo precedimento: Compresse stimolanti sul ventre, da

rinnovarsi appena divenute calde 0 il dolore più violento, unite ad impacco stimolante dei polpacci e dei piedi. .

Di gran vantaggio sono pure le compresse a vapore poste sulle compresse ordinarie al ventre e sulle compresse a croce, rinnovate ogni 15—20 minuti e continuate per 1 2 ore. Le stesso hanno la potenza di addormentare presto il paziente e di abbreviare il corso della malattia. Alle compresse a vapore devono poi seguire delle compresse tiepide e se si trova necessario si possono porre delle bottiglie calde ai lati del ventre. Anche le compresse calmanti allo

814

Peritonite.

stesso devono essere alternate di tempo in tempo da altre stimolanti. In caso di febbre si ricorra ad uno dei trattamenti indicati per la stessa. Molto consigliabili sono le lozioni totali dal letto perchè il paziente non può fare alcun movimento senza provarne dolore. All’ impacco si deve ancora aggiungere una grossa compressa sul ventre inzuppata in acqua di 20° R, e non troppo spremuta.

Nel bagno bisogna badare di frizionare energicamente le braccia e le gambe e di far cadere diligemente la doccia sulla parte superiore e inferiore del corpo.

Il trattamento in caso di febbre deve essere ripetuto fin che l’ardore è completamente vinto. Nel primo procedimento uno speciale tratta- mento per la febbre è affatto superfluo poiché le suddette applicazioni hanno pure la potenza di calmare la febbre. Quest’ ultimo è solamente approvato in caso che una antecedente malattia sia stata curata medi- cinalmente. Pel resto vitto puramente ineccitabile; bere spesso acqua fresca; riposare su un letto comodo e non troppo caldo e godere aria pura di giorno e di notte. In caso d’ostruzione e a scopo deviativo si applichino clisteri.

Inoltre si devono fare frequenti irrigazioni alla vagina (affine di allontanare cosi anche una parte di calore) e usare la padella.

Se il paziente non può proprio sopportare alcun movimento allora si può fermarsi all’ applicazione dell’ impacco calmante la febbre; le compresse devono consistere in generale di panni non troppo grosso- lani e la temperatura dell’ acqua deve essere secondo il bisogno, fresca, tiepida o calda.

La peritonite cronica deriva dall’ acuta e siccome l’ organismo è più indebolito il corso deve essere di più lunga durata.

La cosa principale sta nell’ aggiungere al procedimento suddetto delle compresse calmanti, di 20 24° R. sul ventre, alternate con altre stimolanti di 15 20° R., unite a impacco dei polpacci e dei piedi. (Le compresse devono durare fin che non annoiano il malato.)

Il trattamento col massaggio è questo: (quando naturalmente vien permesso dai dolori). Il paziente alza le ginocchia e il medico colla mano posata sul ventre (coperto da una compressa a vapore o tiepida, oppure messo a nudo) procura di eseguire delle vibrazioni. Le stesse devono aumentare man mano d’intensità e devono essere alternate con pressioni che il medico eseguisce appoggiando le sue mani da l’una e dall’ altra parte del ventre. È naturale che in questo è necessario individualizzare.

Pesci. Peste.

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Appena il paziente può prendere un semicupio (di 26 28° R.) gli si devono applicare delle affusioni al ventre e al dorso. Durante il semicupio convien appoggiare una bottiglia calda ai piedi.

Il medico naturalista S perii ng dice cbe in questo modo ha curato un gran numero di pazienti (malati di peritonite) con esito sempre felice.

Fra le molte signore che ha avuto in cura ci cita solamente la signora Siegei, in Charlottenburg, Joachimstrasse 3, e la signora Ziemer, W ali 1 i tz erstr as s e 140, le quali durante detta malattia hanno avuto dolori si violenti che trappavan loro altissime grida.

Questi dolori scomparvero appena il signor Sperling posò alcune compresse a vapore sul ventre.

La signora Siegei, che si trovava contemporaneamente in puer- perio, e aveva passato un numero infinito di notti insonni, s’addormentò subito dopo 15 minuti.

Le due signore guarirono in brevissimo spazio di tempo. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice).

Pesci. Valore nutritivo degli stessi. Nella nostra alimentazione per lo più mista, i pesci non occupano ancora il posto che meritano. E questo per due motivi: perchè generalmente si crede che i pesci hanno un meschino valore nutritivo; perchè i pesci, di prima qualità almeno, non erano fin qui alla 'portata di tutti.

Ma si guardi sulla tabella dei « mezzi nutritivi » e si vedrà che il pesce non merita affatto d’essere così sconsiderato, chè pel suo contenuto in albume può sopportare benissimo il paragone colle carni non troppo grasse, e talvolta anche a proprio vantaggio. L’opinione adunque che i pesci non siano nutrienti è considerarsi un semplice pregiudizio.

Però anche il secondo motivo non è sempre provato perocché oggi, grazie la ferrovia che trasporta ovunque, in brevissimo spazio di tempo, pesci marini in ghiaccio, ognuno può trovare a propria dis- posizione alcuni centesimi per godersi d’un pasto di pesci buoni e

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straordinariamente nutrienti. E veramente sperabile che queste poche righe sappiano persuadere ogni brava massaia a riservare ai pesci quel posto che meritano per loro bontà, pel loro valore nutritivo e per la poca spesa che danno.

Peste. E una malattia contagiosa, colmine nell’ oriente.

Descrizione della malattia. Mal di capo, brividi o gran calore, polso accelerato, febbre ardente e rapido deperimento di forze, intro- namento, vertigini, enfiagione delle glandule linfatiche, apatia, sguardo

816

Petecchie.

fisso, poi, molto spesso, sviluppo di viscicliette che in caso favorevole si aprono, la febbre cede sotto un sudore abbondante e sottentra grande sollievo e pronta guarigione.

Per cura contraria le vescichette si possono però dilatare e allora il paziente è preso improvvisamente dalla morte causata dal- l’ avvelenamento marcioso.

Cura. In caso di brividi si deve passare ad una energica frizione totale, secca, eseguita a mani nude o con panni di lana caldi; a questa deve poi seguire un bagno a vapore in letto 1 o un impacco secco, durata Va 3U d’ora (il bagno a vapore in letto può essere anche più lungo); ad ambedue segue ancora una frizione totale di 16° E,, o un bagno di 24° E. con abusione. Se dopo qualche tempo non si manifesta sudore si ripeta il procedimento, oppure, se si tratta di febbre violente si eseguisca una frizione totale di 16° E. seguita da un impacco totale, calmante con bottiglie calde (avvolte in panni umidi) ai piedi. Durata 1/2 ora o più, poi frizione totale come sopra.

Inoltre sono indicate le compresse al ventre (da rinnovare ogni 2 3 ore) contenenti molta umidità, frequenti clisteri, vitto ineccita- bile. Infine si deve procurare di guarire quelle parti dolenti in cui si trova tumore e purulenza mediante un trattamento calmante e depura- tivo o compresse locali.

Cura di Kneipp. Camicia giornaliera di fiori di fieno; più tardi un viluppo corto e bagno a metà quotidiano, compresse di setolone sulle parti purulenti.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Petecchie, è una malattia dei vasi sanguigni. La causa della stessa è senza dubbio una cattiva commistione del sangue, sia innata (scrofola, tubercolose, rachitide) o sviluppatasi in seguito a gravi malattie infettive (tifo, vaiolo, scarlattina, difterite, sifilide). Causa una cattiva commistione del sangue anche i vasi dello stesso vengono malamente nutriti, come ogni altra parte del corpo, le pareti si lacerano e perfino dai vasi capillari avviene un’ affusione di sangue che l’ultimo colpo di grazia alla malattia.

Descrizione della malattia: In seguito al laceramento di picco- lissimi vasi sanguigni, sull’ epidermide e su diverse membrane pituitose, si formano delle macchie che dalla grossezza d’un centesimo possono passare a quella d’un palmo e anche più. Questa malattia ordinaria- mente priva di pericolo, può minacciare la vita solo quando ha avuto luogo una forte flussione di sangue sulle più tenere membrane pituitose.

Podagra. Polipi.

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Poi perturbamento d’anima; tensione generale; mal di capo; sonno inquieto; fiato puzzolente; disturbi digestivi, ecc.

Cura. Molto utile sarebbe il lasciar tagliare i capelli affine di stabilire una buona traspirazione; poi estrema pulizia, lozioni locali e asciugamento completo delle parti relative; portare il capo scoperto o coperto leggiermente; vitto ineccitabile; aria fresca e migliori cure della pelle.

Infine 3 4 bagni a vapore in letto per settimana seguiti da aff ussione di 25°R. del capo, oppure 2 3 frizioni settimanali e un bagno a vapore del capo seguito da lozione tiepida; compresse notturne sul ventre e clisteri.

Podagra, vuol dire gotta dei piedi.

Cura, vedi « Artritide ».

Podagra guarita.

Dal libro La cura dietetica del Dott. Kle.

Il barone S., un pingue sessantenne, era condannato da una serie d’anni alla sedia incannucciata per nodi artritici che aveva in diverse posizioni delle gambe e dei piedi. Dopo 15 anni di inutile tratta- mento nelle più celebri stazioni balneari, si era dato alla cura col metodo naturale sfidando il cinismo di coloro che dichiaravano aperta- mente che « anche questa non avrebbe portato alcun aiuto ». Dapprima la cura lasciava molto a desiderare, perchè anche il malato non si atteneva troppo scrupolosamente alle prescrizioni indicategli, ma poi spiegò una grande efficacia che acquistò tutto il rispetto del paziente, il quale godeva di un’ affatto particolare espansione d’acqua, mista ad una gran quantità di sostanza della specie di polvere di mattoni. Detto signore godette da quel tempo in poi della più florida salute.

Polipi, sono tumori che nascono e crescono nelle cavità degli organi o dei canali del corpo.

Essi si trovano nella laringe; nel naso, dove rendono molto difficile la respirazione, il parlare, ecc.; nelle orecchie, dove cagionano spesso purulenza; nell’ intestino retto, dove rendono difficile ogni evacuazione del ventre; nella vagina e nell’ utero, dove cagionano emorragie o sudamenti sanguigni-mucosi e dolore.

Cura. Bagni a vapore; impacchi totali e parziali; bagni locali; vitto ineccitabile e anche cura regenerativa. Di buon effetto sono talvolta le irrigazioni e le compresse calmanti di 20 22° R.

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In caso avanzato è necessario ricorrere all’ aiuto d’un bravo chirurgo. Dopo l’operazione le compresse e le irrigazioni suddette devono pure essere continuate per qualche tempo.

Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Polipi guariti.

Storia di malati del naturalista H. Sperling, in Berlino.

La signora Soli., di Berlino, sofferente da lungo tempo al basso- ventre e curata inutilmente con medicamenti per tanti anni, chiese la mia protezione. Dall’ esame risultò: polipi dall’ interno dell’ utero; grande infiammazione e gonfiamento degli organi del bacino, ecc.; forti emorragie; secrezioni di muco e di pus; gran deperimento orga- nico causa cattivissima digestione, ecc, ecc.

Ordinazione: Quiete del corpo e dello spirito; semicupii giornalieri di 24 26° B. prima, di 22 24° B. poi, per la durata di 10 fino' 30 minuti; poiché non era possibile introdurre la canna dell’ ente- roclisma la paziente era costretta a far passare due dita nella vagina e risciacquarle coll’ aiuto dell’ altra mano; prima del semicupio frizioni secche e leggiere con un panno di lana, ecc.; durante il semicupio: compressa fresca al capo e bagno a vapore ai piedi mediante bottiglie calde, ecc.; finito il semicupio posta su una sedia e sottoposta ad un pediluvio con altra acqua di 22 °B. Infine asciugato il corpo, rimessa in pace. Durante la notte compresse cd ventre e impacco ai polpacci; durante il giorno massaggio del ventre, progredendo cautamente poi ginnastica medica ; ginnastica respiratoria ; vitto ineccitabile.

Quando il corpo divenne un po’ più forte introdussi 2 giorni secchi nel piano di cura, ma solo di tempo in tempo. In questo modo vidi passare pezzi di polipi che si staccarono senza dolore; le emorragie cederono affatto come pure le escrezioni di pus e di muco. Col rista- bilirsi dell’ appetito la paziente potè anche fare lunghe passeggiate e lavorare. Quando si notò un certo miglioramento avvenne anche una certa modificazione nei modi d’applicazione fin che la paziente,, dopo alcuni mesi, si trovò perfettamente guarita.

Dopo quest a cura la signora Sch., è divenuta madre di 3 bimbi ; dunque anche la sterilità fu soppressa colla malattia. (L’indirizzo> preciso si può avere per mezzo dell’ autore).

Polmoni. Cancrena polmonare. Catarro polmonare.

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Polmoni. Cancrena polmonare si chiama quell’ infezione per cui il tessuto dei polmoni si trasforma in pus. La causa proviene dalla degenerazione del primo, ecc.

Descrizione della malattia. Lapido deperimento organico; febbre; espettorazioni dapprima ricche di muco, poi di sangue unite a resti di tessuto polmonare. Questo malanno non è molto comune e attacca il sesso maschile a preferenza del femminile.

Cura. Grandi riguardi; in casi gravi rimanere a letto coricati orizzontalmente; poi cure della pelle mediante lozioni totali giornaliere di 22 24° R. o bagni in vasca di 25 30° R. o bagni del tronco di 20 22° R.; indi, a norma dello stato, applicare la compressa scozzese unita all’ impacco stimolante dei polpacci; frequenti garga- rismi con acqua tiepida contenente un po’ di sugo di limone; godere aria fresca di giorno e di notte; alimentazione ineccitabile, ma nutriente. Del resto è consigliata la cura fortificante.

Catarro polmonare e catarro bronchiale. Dopo il raffreddore è questa una delle malattie più comuni causa la delicatezza eccessiva delle relative membrane pituitose. Essa può presentarsi in forma acuta o cronica. I più colpiti sono in generale persone deboli, bambini e decrepiti.

Descrizione della malattia. Febbre catarrale; senso di bruciore dietro allo sterno; respiro affannoso e spesso per lungo tempo; mancanza d’appetito; spossatezza; intronamento del capo; vertigini; (queste ultime si manifestano specialmente in caso di giippe, malattia quasi epidemica, detta anche catarro russo). Infine rumore fischiante nel petto; febbre leggiera o nulla.

Cause. Raffreddamenti, comuni nella primavera e nell’ autunno; improvviso rinfrescamento del corpo in sudore; respirare aria troppo fredda o viziata; poi malattie polmonari, anche tifo, vaiolo, scarlattina, morbillo, tubercolosi, clorosi.

I catarri bronchiali cronici sono più numerosi che gli acuti e si manifestano per lo più nei paesi freddi e in quelle persone costrette a lavorare alla polvere. In queste ultime troviamo una tosse tormen- tosa e spasmodica, espettorazioni mucose, affanno, e viso di color bluastro.

Cura. Bagno a vapore in letto 1, giornaliero, oppure bagno a vapore seguito da impacco totale, o, a norma dello stato, anche quest’ ultimo solo, seguito (in ogni caso) da bagno con frizione energica affine di espellere attraverso la pelle le sostanze morbose che il sangue

53*

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Polmoni. Consunzione degli stessi. (Tubercolosi.)

mantiene attaccate alle relative pituitose. Poi impacco stimolante, notturno, al collo, al tronco, ai polpacci, oppure, invece del primo, impacco alle spalle, e frizione mattutina di 18 22° R Sopratutto ginnastica medica; mantenere il corpo in calore normale; respirare aria pura, non troppo fredda; dormire colle finestre aperte; vitto inecci- tabile. Per ammollire un poco la tosse si usino delle compresse a vapore.

In caso d’ostruzione si ricorra a clisteri; in casi gravi alla cura fortificante e in casi ostinati anclie alla cura regenerativa.

Pel catarro cronico dei bronchi è anche segnato il massaggio del petto durante il quale il malato deve respirare profondamente.

Per altre notizie riguardo massaggio e ginnastica medica vedi l’Indice.

Seconda ordinazione. Per brividi e cattiva traspirazione si applichi un bagno a vapore leggiero durata Va ora seguito da frizione totale o lozione di 20° R; poi ogni giorno, o ogni due, impacco totale stimolante o bagno a vapore in letto 1, prima di 22° R poi scendendo fino ai 18° R; impacco del tronco di 18° R; frizione totale, mattutina; bagni solari, secondo lo stato, e infine cura fortifi- cante. Aria fresca, clisteri, massaggio come sopra.

Terza ordinazione. Impacco notturno delle gambe, del ventre, delle spalle (di 18° E.); frizione totale di 18° R; (mattutina) 5 6 bagni della bocca della durata di 10 lo minuti, poi gargarismo e tirar l’acqua col naso; impastamento (mattina e sera) del collo, dall’ alto al basso, rispettando i bronchi, e soffregamento del petto lungo le costole; lavorare possibilmente colle finestre aperte; respirare profonda- mente all’ aria pura. Durante il lavoro è molto vantaggioso respirare col naso, per questo è molto raccomandabile l’apparato respiratorio di ovatta di Wolf.

(Farmarcia in Frankenstein in Slesia; prezzo L. 1, 25.) L’ali- mentazione deve essere ineccitabile. (Molto approvato è il latte fresco o tiepido e altre bevande mucillaginose.)

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Polmoni. Consunzione degli stessi. (Tubercolosi.) Questa è la malattia più comune del genere umano. Nella maggior parte dei casi si presenta lentamente, in forma cronica, che è quella chiamata appunto consunzione polmonare, mentre la forma acuta si chiama tubercolose polmonare.

Nella forma acuta ha luogo un quasi improvviso deposito di masse tubercolari grigie o giallognole a preferenza nei polmoni, però

Polmoni. Consunzione degli stessi. (Tubercolosi.)

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anche nella milza, nel fegato, ecc., e la morte avviene in seguito alla decomposizione generale del sangue che si manifesta con febbri violenti.

Descrizione della malattia nella forma acuta. Nei polmoni si formano dei piccoli nodi e il corso della malattia è molto breve. Febbre violente e polso accelerato, affanno, sonnolenza, grande incli- nazione al sudore, mancanza di sentimento e rapido deperimenlo di forze; anche strettezza di petto, tosse, voce rauca ed altri fenomeni tanto diversi fra loro quanto sono gli organi, colpiti dai tubercoli, che li produce. Come dissi già questa malattia può portarci in breve tempo alla tomba tanto più se si associa alla consunzione polmonare già esistente.

Trattandosi di tubercolosi cronica, che sceglie di preferenza i polmoni quale deposito principale, il malato ha molto tempo, spesso anni interi, per combattere il male e talvolta vincerlo.

In caso contrario, ossia quando la degenerazione del sangue dura, la morte s’avanza in forma di consunzione generale.

I modi di guarire la massa tubercolare sono: il raggrinzamento, nel quale vien ridotta in nodi piccoli, duri e oscuri che seccano e che sortono in certo qual modo dall’ organismo, poi il ridurli in una sostanza cretacea, dopo però che sono passati in dilatazione e purulenza, nel qual caso la massa grigio-giallognola, vien pure resa innocua; indi il chiuderli in capsula coll’ aiuto dei tubercoli stessi i quali producono un’ infiammazione nel tessuto polmonare che passa poi in sudore, e diviene calloso, bitorzoluto, in modo che i tubercoli non fanno più parte dell’ organismo e non si trovano più in contatto colla circolazione del sangue.

Così raggrinzati, ridotti in sostanza cretacea o chiusi in capsule i tubercoli possono restare nel corpo dell’ uomo per anni ed anni e questo può morire per qualunque altra anzi che per questa malattia. In casi poco favorevoli però, conducendo un regime di vita contrario natura, dandosi al libertinaggio, al ballo, o esponendosi a forti agitazioni d’animo, i tubercoli, ridotti in uno di questi tre stati, possono rientrar a far parte dell’ organismo, nel qual caso avverrebbe in breve tempo la morte causata dalla decomposizione tubercolare del sangue oppure si manifesterebbe un processo infiammatorio e purulente degli organi relativi.

Oltre che i polmoni, la tubercolose colpisce spesso le membrane pituitose degli intestini (come nel tifo) lo stomaco, la laringe i

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Polmoni. Consunzione degli stessi. (Tubercolosi.)

bronchi la milza, poi i reni, il coglione, l’utero, il cervello e le mem- brane cerebrali, infine le ossa (nella gioventù come scrofola).

La tubercolosi polmonare cronica, nel peggior dei casi chiamata anche consunzione, come la tubercolosi e ogni malattia del sangue in generale, vengono considerate quando già hanno raggiunto un certo grado, quando i polmoni sono ritenuti nelle loro funzioni e la decom- posizione del sangue ha già preso un carattere tubercolare.

Descrizione della malattia nella forma cronica. L’aspetto anemico dell’ epidermide e la riduzione dello stato nutritivo, vengono ancora accompagnati dalle forme rientranti e da un debole movimento del petto; poi respirazione difficile; affanno durante lavoro, salita di monti

0 di scale; dolori puntorii; catarro continuo; tosse secca o con espettorazioni, dapprima molto liquide, poi più sode, o sanguinolenti; palpitazione, pressione sorda sulla parete del petto. A questi fenomeni si accompagnano spesso disturbi digestivi; mancanza d’appetito; costi- pazione alternata con dissenteria: talvolta però questi ultimi mancano affatto. In seguito si manifesta ancora la, così detta, febbre etica, che comincia verso sera e con essa anche un sudore notturno tanto più estenuante quanto più lungo e abbondante.

Quando è la pleura la parte colpita dalla tubercolose, il pus si crea una via d’uscita attraverso il petto mediante le così dette fistole polmonari.

I sintomi dell’ etisia sembrano, durante Testate spesso affatto spariti, ma ritornano poi doppiamente violenti coll’ arrivo della stagione invernale.

Cause: Aria viziata; certe occupazioni che esigono molto tratteni- mento all’ aria polverosa, e producono così il catarro bronchiale, come: lisciare il vetro; far sigari, cotone, tessere, ecc. Poi alimentazione non adatta, non sufficiente; sangue cattivo; infine predisposizione; parti conseguenti, onanismo; perturbamenti d’animo; diverse altre malattie come: scrofola, sifìlide, tifo, clorosi, catarro bronchiale, pleurite, pleurisia e sopratutto polmonite cronica, poiché è stato trovato che

1 resti della stessa distruggono le posizioni occupate (molte polmoniti però non hanno un esito tanto disgraziato).

In generale per diventare tubercolosi deve anche essere necessario il contagio di un singolare veleno tubercolare contenuto nei nodi e nei condotti dei tubercoli.

Donne tisiche, in stato interessante sembrano spesso liberate dal loro malanno, ma lo stesso torna poi più violento nel puerperio e prende spesso una triste fine.

Polmoni. Consunzione degli stessi. (Tubercolosi.)

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L’etisia polmonare cronica è molto comune dagli anni della pubertà fino ai 30.

Cura. Poiché qui si tratta anzitutto di rigenerare il sangue così è necessaria un’ alimentazione semplice, di facile digestione, nutriente e ineccitabile; trattenimento all’ aria pura (dormire colle finestre aperte); ginnastica medica; evitamento assoluto delle strade dove l’aria è polverosa e delle stanze dove è piena di fumo di tabacco; allontanamento d’ogni vestimenta che impedisce i polmoni nella loro attività e abbandono d’ogni occupazione che esige vita sedentaria (sarta, cucitrice, impiego, ecc.). Infine in caso di tubercolose ai polmoni o alla laringe è necessario guardarsi dal passare dal! aria troppo calda alla troppo fredda.

Quando lo stato infiammatorio e purulento non è ancora di molto progredito devono essere di grande vantaggio le occupazioni camprestri, leggiere e molto caute. Pel sangue invece è di grande efficacia una lunga e lenta respirazione.

In casi avanzati sono consigliate delle lozioni blande, prima della parte superiore del corpo, di 24° E., più avanti di tutto il corpo di 18 20° E. Però si devono aver di mira due cose: I. che il malato goda sempre di una temperatura normale, che le lozioni abbiamo luogo in una stanza temperata o all aperto quando non tira vento, ma splende sole; per un pronto riscaldamento mediante moto; II. che il paziente si conservi affatto passivo durante la lozione lasciando ad altre persone la cura di asciugare e frizionare il corpo: chi non può disporre di qualcuno che l’aiuti è meglio che tralasci queste lozioni.

I sudori noiosi ed estenuanti dell’ ultimo stadio si possono miti- gare mediante blande lozioni di 22 24° E. dal letto. Per la dissen- teria sono indicati clisteri tiepidi.

Malati tubercolosi in via di guarigione invece della lozione possono prendere un bagno quotidiano di 26° E. e frizionare poi le gambe ed i piedi con un panno inzuppato in acqua della temperatura 15 18° E. osservando naturalmente anche qui le indicazioni date riguardo la temperatura del corpo e della stanza e movimento.

Un altro procedimento di maggior efficacia è: respirare aria fresca; alimentazione ineccitabile; eseguire 1 2 lozioni giornaliere fino a 20° E.; 2 3 impacchi a metà o a 3/i di 20° E., con una bottiglia calda ai piedi, (avvolta in panni umidi) durata 1 l1^ ore; indi una lozione totale di 22 24° E. o un bagno di 2G° E. seguito da una frizione fresca delle gambe e dei piedi. Ogni secondo

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Polmoni. Consunzione degli stessi. (Tubercolosi.)

giorno si può anclie applicare un’ impacco del tronco e delle spalle die 20° R. durata 1 1 J/2 ore, ossia fino a che il paziente lo può sopportare.

. Se il paziente è costretto al letto allora oltre che 1 2 lozioni giornaliere bastano 3 4 impacchi del tronco e delle spalle. In casi gravi all’ impacco suddetto si pnò aggiungere anche quello stimolante dei polpacci che dovrà essere rinnovato 1 volta nello spazio di 2 3 ore. Alla levata d’ogni impacco deve seguire una lozione locale di 20° E. delle parti relative.

In ambedue i casi, prima di coricarsi la sera, è consigliabile un pediluvio di 30° R. per la durata di 5 minuti seguito da frizione di 18° R. e impacco dei piedi.

Per l’impacco possono venir usate delle calze sottili che ven- gono poi ben spremute, e che arrivano sopra i polpacci. Infine si devono applicare 2 piccoli clisteri per giorno, in caso di costipazione anche uno grande.

Se il paziente si trova ancora abbastanza in forze deve passeg- giare a lungo all’ aria pura e soleggiata.

In modo particolare accenno qui il gran valore della ginnastica- medica e dell’ influenza salutare del parlare ad alta voce, del can- tare, del fischiare e del soffiare in strumenti a fiato; di ottimo effetto è pure il moto, il pattinaggio, il hallo e il saltare all’ aria pura. Ma la ginnastica medica, e precisamente il gruppo, merita una speciale considerazione. x) Infine sono indicate le regole della cura fortificante.

Nel libro «I polmoni» Niemeyer dice: Il moto, che alla dilata- zione del petto unisce la cura fortificante di un organo principale, 1 non deve essere continuato solo nell’ estate, ma anche neE’ inverno quando naturalmente si pnò godere di un bacino chiuso. Dozzine di aspiranti all’ etisia che hanno visitato regolarmente il bagno del giardino dell’ Ammiraglio sono divenuti « giovanotti fiorenti » coi primi profumi della primavera. E solamente di grande importanza che al bagno segua un’ energica frizione col mantello.

Sul pattinaggio dice: Il movimento privo affatto di fatica, da una parte, e la corrente d’aria fresca e pura che entra per le narici, dall’ altra, pare che sia stato creato apposta per « regalare un bagno d’aria al petto rattrappito ».

b II Dott. Moleschott ai deboli di petto consiglia le bolle di sapone come esercizio.

Polmoni. Consunzione degli stessi. (Tubercolosi.)

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Fig. 232.

peso 70 chilogron larghezza di petto 110 cm che può ritenere il fiato per 80 90 secondi.

La fig. 233, celebre nella classe medica, rapprenta un guardiano ferroviario quarantatreenne. Come io dissi nel mio trattato scientifico « La cura radicale della consunzione polmonare cronica » questo corpo si conserva per la sola ragione che nelle prime ore del mattino deve mettersi dietro le spalle una strada lunghissima ricca anche di

Ora seguono due figure: l’una rapprenta la forma del petto d’un atleta, l’altra d’un tisico, e unitamente un sunto dello stesso libro "(di Niemeyer « I polmoni ».

La fig. 232 rappresenta il corpo robusto d’un tedesco trentenne che, esaminato, offre il seguente risultato: lunghezza del corpo 180 cm

Petto d’un atleta.

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Polmoni. Consunzione degli stessi. (Tubercolosi.)

3 ponti arieggiati dell’ Elba, sull’ uno dei quali lo ritiene fino a sera il suo servizio.

Lungliez. del corpo: 170 cm.; peso 57 cliilogrra.; larghez. di petto 83 'cm. Come si vede un aspirante all’ etisia !

Un impiegato olandese, a me sconosciuto, in una [lettera del

Petto d’un tisico.

2 agosto dice : « Sebbene, per la mia salute, mi avessi cercato un clima più temperato, il risultato lasciava molto a desiderare, fin che, per mero caso, mi capitò tra mani il suo libro « I polmoni ». Allora non dubitai per un momento che solo in questo modo mi era possi- bile riprendere 1 a mia salute ».

Lo scritto non alcuna notizia riguardo età, peso, lunghezza del corpo, ecc. eppure il paragone d’una nuova con una vecchia foto-

Polmoni. Emorragie.

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grafia lascia vedere l’influenza brillante clie i « pasti d’aria » regolari esercitano sull’ intero sistema nutritivo. Io ammetto già cbe « d’aria pura non si può vivere » ma questo fatto mostra come con la stessa ci si possa preservare dalla consunzione. E non credo d’errare se nel caso citato aggiungo 20 libbre al peso primitivo, opinione cbe mi vien quasi affermata dallo scritto d’una persona svizzera, a me pure ignota:

Uno sconosciuto (impiegato superiore) si permette d’inviarLe a mezzo di queste righe le grazie più sentite per aver salvato la vita al suo carissimo fratello. Lo stesso era debole che da 4 giorni non potè muover passo. Un giovane medico, molto intelligente, gli ordinò come rimedio primo il libro del Dott, P. Niemeyer « Riassunto d’una cura radicale dell’ etisia polmonare ». Poiché al malato non era possibile sfidare la rigidezza della stagione all’ aperto, gli furono messe a propria disposizione due stanze, e mentre egli si trovava nell’ una veniva l’altra arieggiata e così di seguito. Durante la notte le finestre dovevano rimanere aperte malgrado il sudore. Dopo 3 setti- mane circa ricevetti da lui una lettera nella quale coll’umore più invidiabile mi apprese che è aumentato 4 libbre di peso, dopo altre 4 settimane 10 libbre e continuò su questo tono fino che raggiunse il peso normale di 150 libbre. Una cura in Weissenburg e un soggiorno di 4 settimane presso Stockhorn compirono il miracolo per il quale da un fratello veduto e abbandonato in braccia alla morte risultò un rinomato tenore. Da questo tempo in poi i membri della nostra numerosa famiglia sono divenuti i più intimi amici dell’ aria . . . Speriamo che venga presto il tempo in cui, la sua dottrina veramente divina penetri nel popolo! Solamente non si perda di coraggio nel suo opera reformatoria!

Polmoni. Emorragie. Questa non è una malattia per stessa, ma la conseguenza di affezioni infiammatorie del tessuto pol- monare, ecc. e si manifesta in caso di cancrena dei polmoni, di tubercolosi e d’altre malattie. Poi ancora in seguito a lesioni polmo- nari mediante ammaccature, ecc.

Descrizione citila malattia: Le emorragie si manifestano improvvi- samente oppure precedute da sintomi, come inquietudine, eccita- zione, ecc.

Se il sangue emesso venga dai polmoni o dallo stomaco, non è cosa tanto facile a riconoscere: in generale però il sangue prov-

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Polmoni. Emorragie.

niente dai primi è d’un rosso chiaro e spumoso, quello del secondo più scuro, simile al cioccolatte.

Per le emorragie in grado misurato non convien mettersi in grande appressione.

Il maggior numero di emorragie è però prodotto dal lacera- mento dei vasi sanguigni delle pituitose e dei bronchi, e le persone più soggette alle stesse sono le giovani e delicate, inclinate alla tubercolosi.

Molto telnpo prima di essere sorpresi da un’ emorragia alcuni verificano nelle loro espettorazioni una leggiera mescolanza di sangue.

Cura. Dapprima si devono esaminare i polmoni per stabilire in qual punto si trova Femorragia, poi si deve posare sullo stesso una compressa supplementare, fresca, che deve venir frequentemente rinnovata. In casi gravi è raccomandabile che il malato si tenga quieto; coricato orizzontalmente; che eviti il parlare, il camminare tutto ciò insomma che può favorire Femorragia. Poi coll’ allontana- mento d’ogni vestimenta che restringe il petto si scelga un tratta- mento adatto al caso.

Indi si applichi in fretta un impacco a tre quarti di 18 20° E. con compresse supplementari quadruple o sestuple, al tronco e 1, a norma dello stato anche 8, bottiglia calda ai piedi.

Se le mani toccandole si sentono fredde si deve pure applicare un contemporaneo bagno a vapore delle stesse, badando però di non avvicinare le bottiglie al corpo. L'impacco a 3/4 deve durare s/4 o 1 ora e deve essere seguito da una blanda lozione di 18 20° E, (Per lo stesso può servire un grande lenzuolo.)

Questo procedimento si deve ripetere 2 3 volte per giorno, e quando Femorragia è calmata si deve applicare un semicupio di 20 22° E. durata 25 minuti.

Secondo procedimento: impacco del tronco di 15 18° B, da rinnovare, se occorre, magari ogni 5 minuti. A seconda del caso può anche essere di alcuni gradi più freddo.

Se il malato non si trova in grado di mettersi a sedere sul letto si sostituisca Fimpacco del tronco con compresse sul petto e si spingano un poco le parti laterali sotto il dorso.

Per il resto letto non troppo caldo; (allontamento d’ogni piumaccio) vitto ineccitabile, rinfrescante (specialmente frutta) bere acqua o limonata, ma non in abbondanza e respirare aria fresca. Per ostruzione,

Polmoni. Infiammazione. Polmoni. Ipertrofia.

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o a scopo deviativo, si applichino clisteri. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Polmoni. Infiammazione polmonare cronica può albergare in corpo per molto tempo e svilupparsi poi senza febbre ma con gli stessi fenomeni della polmonite.

Alle volte è indipendente, alle volte accompagna la tubercolosi o sorpassa la stessa.

Cura. Si scelga il secondo procedimento indicato per la polmonite e lo si ripeta due volte per giorno, badando però che la compressa al

Diramazioni della trachea nei polmoni.

Fig. 234.

A Trachea, B, C Ramo destro e sinistro, D Bronchi.

tronco non sia troppo grossa. Poi si faccia ginnastica medica e si dorma con le finestre aperte.

Polmoni. Ipertrofia polmonare. Essa può derivare dalla troppa adduzione, o dalla minima esportazione di sangue ai polmoni, per es: causa eccitazioni corporali o spirituali; dilatazione del

tessuto polmonare; in seguito all’ introduzione di polvere; di vizii di cuore, ecc. infine può anche essere prodotta dalla polmonite o dal ristagnamento di emorroidi.

Descrizione della malattia: affanno o respirazione difficile, senso di peso sul petto, ecc.

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Polmonite dei bambini.

Cura. Sopprimere anzitutto la causa, poi; impacco totale, stimo- lante, quotidiano con compresse supplementari sul petto; (queste ultime devono venir tolte o rinnovate appena annoiano il paziente e applicate anche all’ infuori dell’ impacco) poi bagno di 24 25° B. o frizione totale di 18 20° B., avendo cura, tanto nel primo che nella seconda di strofinare energicamente le gambe ed i piedi; indi compresse notturne sul ventre, stimolanti, unite all’ impacco delle gambe e dei piedi; frizione mattutina alla levata dell’ impacco; aria fresca epura; dormire con le finestre aperte; vitto ineccitabile; clisteri per ostruzione e a scopo revulsivo; infine massaggio del ventre e impastamento (2 volte per giorno) energico delle gambe e delle braccia.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Polmonite dei bambini. La cosi detta polmonite dei bambini non è altro che un catarro passato dai bronchi nelle celle polmonari con emanazione di muco tinto dalle stesse. L’infiammazione qui si ferma soltanto a singole vescichette polmonari.

Descrizione della malattia. Febbre ardente, respirazione affannosa; viso rosso e scottante. Le espettorazioni non contengono sangue.

Le celle dei polmoni sono piene di muco e in casi gravi la respirazione è accompagnata da un certo rumorio nel petto, mentre il viso perde il suo colore naturale e impallidisce.

Cura come è segnata nel II0 procedimento.

Trattamento col massaggio, in caso di polmonite, deve essere preceduto da un bagno di 25 26° B., con allusione, o da lozione totale. Poi affine di operare in modo vifìcante sulla corrente del sangue che minaccia una stati, si soffrega l’occipite e il dorso con mani tuffate nell’ olio o nell’ acqua di 22° B. A questo procedimento devono seguire delle compresse, e quando i sintomi più gravi della malattia sono scomparsi si stenda il massaggio anche sull’ epigastrio, sulle gambe e sulle braccia.

Questa specie di massaggio però deve aver luogo solo dietro consiglio di persona esperta e deve essere eseguito con grande cautela.

Cura secondaria per la polmonite. Appena il paziente può lasciare il letto deve passare molta parte del giorno all’ aperto e fare belle passeggiate; inoltre, per far riprendere al lobo polmonare colpito, la sua intera funzione è consigliabile la respirazione parziale ripetuta alcune volte per giorno.

La parte del petto risparmiata dalla malattia si può un poco comprimere colla mano, mentre la parte reconvalescente deve venir ben

Pnenmomte e catarro.

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arieggiata alzando il braccio. Chi non vuol metter in pratica questo consiglio corre rischio di far rientrare in la parte ancora debole o di farla incurvare dalla parte dorsale. Non è già cosa difficile il trovare un incurvamento della spina dorsale sorto in questa guisa. Infine oltre che la respirazione parziale è anche necessario dedicar un po, di tempo alla ginnastica medica.

Respirazione parziale.

Respirazione profonda Respirazione profonda

parziale dopo la polmonite a sinistra.

parziale dopo la polmonite a destra.

Pneumonite e catarro del naso cronico guariti

nello stabilimento Bilz.

L’impiegato H. P. di Riga (Russia) venne l’anno scorso nel nostro- stabilimento. Aveva 28 anni e già da molto tempo era pneumonico, e, per conseguenza, anemico: inoltre soffriva da anni di catarro cronico del naso. La mattina, appena si alzava, era tormentato da una tosse corta, secca e le espettorazioni erano mucose e grigiognole. Per combattere questo male egli si era rivolto a ogni rimedio medico, tra altri anche alle pillole di Creosot, ecc. ma senza ottenere nessun risultato soddisfacente. Dopo tre settimane di cura passate nello stabilimento suddetto, potè constare che il catarro dei bronchi se ne era andato e che gli era perciò possibile respirare liberamente per

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Catarro al lobo polmonare. Mali pneumonici.

il naso; poi che aveva acquistato, in questo breve tempo, 2 chili di peso.

E a quale cura fu sottomesso? Ad una semplicissima: composta di ginnastica respiratoria, di doccie, di gargarismi, di bagni a vapore, d’impacchi, di massaggio; trattenimento all’ aperto, e vitto ineccitabile. E questo fu tutto!

Catarro al lobo polmonare guarito

nello stabilimento di Medicina Naturale Bilz.

La signorina F. di Eisenberg (Turingia) diciottenne, soffriva da 1 1/2 anno circa di catarro al lobo polmonare sinistro. Causa una rapida cresciuta lo sviluppo della parte superiore del corpo lasciava molto a desiderare, e causa un’ incompleta respirazione la crasi sanguigna si era guastata; la paziente finì col divenire anemica; il suo viso era palli- dissinno e il corpo d’una magrezza estrema. Una cura medicinale non aveva per nulla giovato ai suoi mali ed ella arrivò nel nostro stabili- mento piena di buona fiducia. Già dopo 10 settimane il suo aspetto era dei più fiorenti, il peso del corpo era aumentato di 6 chilogrm. e la signorina F. ci lasciò forte e felice come non lo fu mai prima.

Catarro polmonare con ingorgamento della gola

guariti nello stabilimento di Medicina Naturale Bilz.

Il signor W. di Dresda era affetto da qualche tempo di catarro polmonare con ingorgamento della gola ed era soggetto a dolori vio- lentissimi e penosissimi di natura asmatica che gli impedivano perfino di fare moto per lo spazio di 5 10 minuti. Durante la notte poi era tormentato continuamente dalla tosse.

Dopo 4 settimana di cura nel nostro istituto, consistente in bagni a vapore a metà, compresse sulle spalle, bagni tiepidi in vasca, im- pacchi notturni del tronco e vitto ineccitabile, si trovò perfettamente liberato da ogni incomodo e già dalla 3a settimana potè fare lunghe passeggiate. Quando ci lasciò era divenuto più che mai amante della vita e del lavoro.

Mali pneumonici a catarro nasale guariti

nello stabilimento di Medicina Naturale Bilz.

L’impiegato H. P. di Russia, ventottenne entrò l’anno scorso nel nostro istituto. Già da molti anni era pneumonico e per conseguenza anemico; inoltre soffriva di catarro cronico al naso. Nella nattina era molestato da una tosse breve, secca e invano avevo ricorso ad ogni

Scarlattina.

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e del suo contenuto ureo, nausea, vomito, violenti dolori alla parte anteriore del capo. Edema infiammatorio della mucosa, delle glandule salivali e delle linfatiche. Durata: da alcune ore a 2 giorni.

Fase dello scoppio (acme): La febbre aumenta, arrivando talvolta ai 42° C., mentre l’eruzione si manifesta dapprima alla parte anteriore del collo e superiore del petto in forma di macchie molto grandi, sollevate, rosso-chiare, con margini vaghi, che si riuniscono poi e prendono un aspetto punteggiato in rosso.

In seguito queste macchie si estendono su tutto il petto, sul ventre, sul viso e, infine, su ogni parte del corpo, sopratutto alle articolazioni. Aumento dei disturbi alla gola; lingua rosso-scura, specialmente alla punta e al margine: papille fortemente sporgenti; orina scarsa, scura, (contemente talvolta già dell’ albumina).

Fase di sviluppo : per 2 8 giorni la febbre sale molto in alto con delle deboli oscillazioni, poi diminuisce lentamente e con essa i disturbi della gola; le macchie diventano pallide e gialliccie. Trascorsi 7 8 giorni l’eruzione è complentamente scomparsa.

Fase. della desquamazione: Informa di grossi brandelli d’epider- mide, sopratutto ai piedi e alle mani. Molto rare sono le desqua- mazioni furforacee. Dopo 10 15 giorni tutto è finito. Niente febbre: orina chiara e abbondante.

Deviazione dalla forma normale della malattia: Poche macchie, vescichette più o meno grosse sulle parti arrossate (miliara-scarlattina); macchie di sangue nella pelle ed emorragie interne; nessuna eruzione, ma febbre violente alla temperatura di 42° C. e 180 200 pulsazioni al minuti con incoscienza e crampi.

Complicazioni: Corso piuttosto difteritico ; infiammazione dei reni (nefrite) violenta (malattia dei reni di Bright), accompagnata da dolori nella regione renale ;■ testa pesante e vomito; idropisia cutanea ■consecutiva.

Cause. Contagio per la traspirazione, d’un odore particolare, del malato e per l’espirazione d’altre persone, tanto per mezzo dei polmoni che degli abiti. E stato osservato che questa malattia s’è trasmessa per abiti di persone rimaste indenni. I fanciulli fra i 8 5 anni sono soggetti alla scarlatina in modo particolare, tanto più poi se sono nutriti di carni, di salcicce, di brodo di carne, ecc. se dormono in letti -di piume, colle finestre chiuse, ricevendo per tal modo nel sangue dalla pelle e dai polmoni le sostanze cadaveriche che il processo naturale espelle nei casi favorevoli in questa o in quella maniera.

57

898

Scarlattina. Scheletro.

Cura. Separare anzitutto i malati dai sani. Poi molto adatta è- la cura indicata per la rosolia, secondo procedimento. Solamente qui la cura della febbre consiste in impacchi totali con compresse fresche al collo (come per la difterite) e in bagni a p4- 26° R. Per attivare l’eruzione abbisognano dei bagni-vapore in letto seguiti da bagni a 25° R,, tiepidi.

Se più avanti si manifestasse enfiagione alle glandule si ricorra al trattamento indicato all’ uopo.

Altro procedimento. Trattamento della febbre da ripetersi fin che l’esige il movimento intensivo della stessa.

Pel resto vitto ineccitabile, sopratutto frutta e sugo di frutta; : acqua fresca in abbondanza; evitare ogni raffreddamento, special- mento nel momento della desquamazione. Le finestre però devono stare sempre aperte, qualche volta anche la porta. Contro costipazione e a scopo deviativo si devono applicare dei clisteri.

I sintomi del croup che si manifestano spesso durante la scar- lattina affettande la gola del malato devono venir soppressi mediante impacchi freschi o calmanti al collo.

Quando la febbre è scomparsa e il fanciullo è guarito convien continuaro ancora, specialmente in questa malattia, per qualche settimana il procedimento escretorio; per esempio: ogni due giorni impacco totale o a tre quarti eccitante o bagno -vapore in letto, seguito da frizione totale o bagno; oppure si applicherà per 15 giorni di seguito almeno una compressa nutturna sul ventre e un’ impacco alle gambe affine d’evitare una ricaduta.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Scarlattina guarita.

Col miglior successo son riuscito a strappare da morte certa il mio figliuolo, ottenne colpito da scarlattina, grazie le prescrizioni dell’opera sua: «Bilz, La nuova medicina naturale».

Secondo il metodo naturale ho pure curato tempo fa un altro mio figlio colpito da crampi epilettici, e spedito già da 8 medici.

Il successo sorpassò ogni speranza.

Francesco P. di JBruenn.

Scheletro. (Fig. 247 248). Il cranio, parte superiore della testa, forma una scatola ossea, cava, nella quale si trova il cervello colle menengi, ecc.

Scheletro.

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La parte superiore, rotonda, è la volta del cranio il quale è formato da 8 ossa: in avanti, il frontale; indietro, l’occipitale; ai lati, i due parietali e i due temporali; poi lo spenoide e l’etmoide alla base del cranio.

Scheletro umano (veduto davanti e di dietro).

Fig. 247. Fig. 248.

1 Cranio. 2. Faccia. 3. Vertebre cervicali. 4. Vertebre dorsali. 5. Vertebre lombari. 6. Sacro. 7. Coccige. 8. Osso del bacino. 9. Sterno. 10. Costole. 11. Clavicola. 12. Olii optata. 13. Omero. 14. Radio. 15. Cubito. 16. Carpo e metacarpo. 17. Dita. 18. Femore. 19. Rotella. 20. Tibia. 21. Perone. 22. Tarso e metatarso. 23. Tallone. 24. Dita del piede.

La faccia è formata da 14 ossa. I principali sono il mascellare superiore e inferiore; le ossa della guancia, del palato, del naso. La cavità del naso, degli occhi e della bocca sono formate da queste ossa facciali.

57*

900

Scheletro.

o colonna vertebrale.

Nella cavità orale, sopra le mascelle superiore e inferiore, sono fìssi i denti; un’ adulto ne possiede per solito 32. In avanti, in alto e in basso, 4 incisivi, lateralmente a questi 1 canino e 5 molari. Il tronco (colonna vertebrale e bacino) si compone di 57 ossa:

a) La colonna vertebrale, o spina dorsale, di 24 vertebre.

Fig. 249 (7 vertebre cervicali, 12 dorsali, 5 lombari). All’ ultima vertebra lombare si unisce il sacro e il coccige.

b) Dodici costole da ogni lato unite dietro alle Spina dorsale vertebre mediante un articolazione piatta e davanti allo sterno mediante cartilagini elastiche. Le 7 costole laterali superiori (le vere costole) arrivano fino allo sterno, le 5 inferiori (dette false costole) si riuniscono aduna cartilagine comune.

Lo sterno, osso piatto, largo, formato di tre parti, va dal collo alla fossetta dello stomaco. Lo sterno, le vertebre dorsali e le costole formano il torace che unito alle parti molli si chiama poi cavità toracica o cassa toracica.

Il bacino è formato dalle vertebre lombari inferiori, il sacro, il coccige e Tosso iliaco. In quest’ ultimo si distingue Tosso iliaco, fischione e il pube, formanti in- sieme la cavità articolare che riceve la testa del femore.

(cU'.-p Le vertebre lombari unite alle parti molli formano

v; ( insieme la cavità addominale chiamata anche ventre,

H-., addome o basso ventre.

Fig. 249. Le membra, braccia e gambe:

Le 7 vertebre supe- a) Il braccio, membro superiore, si compone non sono le verte- esenzialmente di 32 ossa. L’osso superiore, la clavicola

l'ij'P rprvirn h I d 1 x A

seguenti le dorsali, si trova all’ estremità inferiore del collo ; l’omoplata le 5 inferiori le lom- o scapola alla parte superiore del petto. L’omero è

bari. All’ ultima rjun^0 nella sua parte inferiore all’ osso dell’ avam- vertebra lombare e A

unito il sacro, braccio e forma con esso l’articolazione del gomito.

Le due ossa dell’ avambraccio (radio e cubito) si

riuniscono al basso per l’articolazione della mano al carpo. Allo stesso

si aggiungono le 5 ossa del metacarpo e a questo ancora le dita,

ognuno dei quali è composto di 3 falangi. (Il pollice però di 2.)

b) Le gambe, membra inferiori, si compongono del femore unito nella sua parte inferiore all’ osso della gamba. La rotella, ossa circo-

Schiena. Dolori alla stessa. (Nevralgia.)

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lare che si lascia spostare facilmente, è unita alla coscia e alla gamba mediante muscoli e tendini.

Le due ossa della gamba (tibia e perone) alla loro estremità inferiore formano un ingrossamento, il malleolo, e quest’ ultimo con l’osso del tarso, l’articolazione del piede. Tra le 7 ossa del tarso, il superiore (detto astragalo), coll’ osso della gamba forma l’articolazione del piede, sopra la quale si trova il calcagno destinato a sopportare il peso del corpo.

Le cinque ossa del metatarso e le dita corrispondono all’ osso del metacarpo e alle dita della mano.

Le diferenti ossa dello scheletro sono unite fra esse mediante muscoli, tendini, articolazioni, ecc.

Schiena. Dolori alla stessa. (Nevralgia.) Provengono spesso da emorroidi, da reumatismo e da altre malattie, come per esempio da affezioni uterine, da stati anemici, ecc.

La nevralgia reumatica ed emorroidaria vanno sempre d’accordo. Daremo perciò le seguenti indicazioni: i dolori dorsali da emorroidi- sono accompagnati da costipazione e da forte dolore; ciò non è il caso pei dolori reumatici. Pestando coricati tranquillamente in letto: i dolori emorroidarii cessano, gli altri persistono. I dolori reumatici non consentono al malato di tenersi ritto che con gran pena; lo stesso si mantiene in un atteggiamento curvo: ciò non è il caso pei dolori da emorroidi.

Trascurando tali dolori, o persistendo essi lungo tempo, ne risul- tono sovente delle deviazioni incurabili del corpo.

Cura. Dapprima trattamento conforme al male fondamentale ed eliminazione delle cause.

Ogni giorno poi si procederà ad un bagno a vapore (10 minuti) seguito da allusione al dorso alla Kneipp, oppure da un bagno a vapore in letto, con energica frizione totale a 18° R. e massaggio del dorso (sfioramento e martellamento). Nei dolori reumatici appli- care l’impacco calmante al tronco durante la notte, da mutarsi quando il dolore si farà più intenso. Contro la costipazione come a scopo derivativo sono indicati: clisteri. Aria fresca.

Secondo procedimento. Al mattino frizione totale a 18 0 R. colle mani nude; poco dopo impacco a metà o a tre quarti, calmante a 20 26° R., che giunge in basso fin ai polpacci. Quando si è ben riscaldato bisogna cambiarlo, prendendo doppio il panno inzuppato d’acqua; poi dare un clistere, ecc., come sopra. Di buon effetto sono pure le compresse ed

902

Schizzetto. Scoli blenorragia. (Polluzioni).

i bagni caldi e caldissimi. Il trattamento col massaggio consiste in isfioramento e frizione del dorso. (Pei modi d’applicazione vedi l’Indice.)

Schizzetto.

(Fig. 250 e 251.) Si adopera nelle differenti malattie dell’ utero e della vagina per fare delle iniezioni.

L’estremità possiede un tubo, aggiunto, perforato da numerosi buchi che permettono di far entrare nella vagina l’acqua in forma di doccia.

Schizzetto.

Spesso vien anche usata la clisopompa ordinaria con rimbocca- tura ricurva. Vedi « Clisteri ».

Schweninger, Cura di, vedi « Obesità ».

Sciatica, vedi « Ischialgia ».

Scritto di ringraziamento del Pastore Heller

al proprietario del Sanatorio “Bilz„.

Onorevole Signor Bilz! In procinto di lasciare il suo splendido sana- torio mi sento abbligato d’esprimerle nuovamente le mie più sentite grazie.

Senza adulare testifico che me ne vado pienamente soddisfatto della mia cura, e desidero che il buon Dio la benedica anche nel futuro per la vocazione innata di ricondurre a « Madre Natura » l’umanità smarrita, dal punto di vista sociale ed igienico.

Con la massima stima e venerazione il suo riconoscentissimo.

Pastore L. Heller E. in Baviera.

Scoli blenorragici (Polluzioni). Quando sono involontari e fre- quenti, producendo un effetto dannoso, sono a considerarsi come malattia.

Scorbuto.

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Descrizione della malattia e cause. Queste polluzioni hanno spesso luogo in sogno, poi durante remissione d’orina, l’evacuazione del ventre, al contatto di persone di sesso differenti, sovente perfino alla sola vista delle stesse, poi alla vista di imagini oscene e d’altre rappresen- tazioni; durante la lettura di scritti di questo genere; di visite nei balletti e di società di cavalcatori, ecc.; hanno pure luogo quando il membro virile è floscio e senza sentimento voluttuoso. Altre cause sono ancora la debolezza, derivante da malattie terribile come sifilide, tifoide, onanismo, ecc., poi malattie della vescica, emorroidi, ecc.

La causa principale di questa malattia potrebbe essere un genere di vita lussureggiante, sopra tutto trattandosi di uomini giovani, di giovinette e di fanciulli, perchè ciò eccita l’istinto sessuale e favorisce l’onanismo. Le cene abbondanti e le bevande spiritose sono oltre- modo dannose.

Cura. Cura fortificante; evitare ciò che ha prodotto la debolezza come pure le cause che hanno provocato le polluzioni; astenimento quasi assoluto del coito. Dormire su letto fresco e colle finestre aperte; darsi ad occupazioni campestri e trattenersi il più a lungo possibile ■all’ aperto.

Per curare la pelle si scelgano alcune lozioni totali giornaliere (1 2) a 20° R., facendosi servire da una seconda persona; poi lozioni particolari della regione dei reni con acqua a 15 18° R. Mangiare e bere poco la sera di buon ora ed evacuare prima di coricarsi.

Si faranno anche bagni del tronco a 20 22° R. e, in via di miglioramento, anche impacchi a croce e ai polpacci a 18° R.

Trattandosi di persone anemiche si badi che l’impacco può esser preceduto da un bagno a vapore di 10 minuti. A raccomandare restano ancora gli esercizii di ginnastica medica come: slancio delle braccia, spinta delle gomita indietro, spaccar legna, tesa delle braccia in avanti, in alto, di fianco, ecc., qualche tempo prima del pasto. Ili questo caso è anche consigliabile coricarsi sul dorso anziché di fianco.

Quando la persona malata è robusta e nubile, il meglio che possa fare è lo sposarsi. Vedi ancora «Polluzioni» nella cura di Kneipp.

(Per maggiori schiarimenti sulla ginnastica medica come pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Scorbuto. Si caraterizza sopratutto per la facilità con cui si lacerano le pareti vascolari capillari in modo che le lesioni più insignificanti danno luogo a forti emorragie.

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Scorbuto.

Descrizione della malattia. Aspetto triste; labbra bluastre; occhi infossati e contornati da un cerchio; malessere generale; inappetenza; debolezza; scoraggiamento, ecc.

. Edema alle gengive che sanguinano facilmente e rendono la masticazione oltremodo dolorosa. Rilassamento e caduta dei denti. Odore forte infetto, dalla bocca; edema dell’ osso, e specialmente dell’ articolazione del ginocchio, con gran dolore.

Poi apparizione di macchie sanguigne sulla pelle, in seguito al ramollimento e alla penetrabilità delle membrane vascolari; deperi- mento organico. Il minimo sforzo, un rapido movimento possono già rendere la respirazione breve, oppressa: enfiagione dei piedi; orina scura che passa in putrefazione.

Se la malattia progredisce si presentano delle epistassi non facili ad arrestare, poi perdite di sangue dalla bocca, dalla trachea, dallo stomaco, dagli intestini, ecc. La debolezza cresce e si palesano anche dei deliqui.

Indi ulcere spugnose, pallide, facilmente sanguinabili, dolori alle membra e alle ossa, spesso alle ginocchia che si gonfiano e diven- tano immobili.

Però questa malattia non raggiunge sempre tal grado da ori- ginare tutti i detti fenomeni.

Si distingue lo scorbuto di terra e di mare. Quest’ ultimo è molto più pericoloso.

Cause. Abitazioni scure, umide; alimentazione cattiva in via di corruzione, sopratutto carne marenata, che si spesso agli equi- paggi in mare; poi mancanza d’acqua fresca; infine mancanza di legumi freschi e di frutta.

Questa malattia si manifesta spesso durante i lunghi viaggi in mare.

Infine grandi fatiche, veglie prolungate, raffreddamenti, patemi d’animo, rammarico, inquietudini, ecc., possono favorire lo sviluppo di questa malattia. Acquavite forte, mancanza di nutrimento, di moto, abuso di mercurio (medicamenti mercuriali, ecc.) sono tutte influenze atte a far sorgere la malattia in persone già indebolite.

Cura. Eliminare dapprima le cause, poi risciacquare di frequente la bocca con acqua a 10 15° R., fare bagni al naso, osservare la più grande pulizia in ogni suppurazione della pelle; poi fare un bagno-vapore in letto, ogni giorno. (Quando il malato sta male si può tralasciare per un giorno.) Se esistono edema alle ossa durante

Scrofola.

005

il bagno-vapore in letto si applichino delle compresse supplementari a 22° E. sulle regioni malate, e non si dimentichi che il bagno- vapore in letto deve essere seguito da un bagno a 25° E. con affu- sione su tutte le parti malate, o da una frizione totale a 18° E.

Dopo la frizione, massaggio leggiero; nella notte compresse sul ventre a 18° E. e sulle parti malate, la mattina frizione totale.

Frequenti clisteri, aria fresca in abbondanza, dormire colle finestre aperte. Infine alimentazione moderata, ineccitabile, sopratutto legumi freschi e frutta, più tardi cura fortificante, in molti casi anche cura regenerativa o preparatoria.

Quando si nota un certo miglioramento sono molto utili le doccie a 18° E. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Scrofola. Malattia del sangue, particolare ai fanciulli. Se non si guarisce presto si trasforma poi in tubercolosi-

Descrizione della malattìa. Malattia, infiammazione ed enfiagione delle ossa e delle articolazioni, ma sopratutto delle glandule linfatiche.

Eseantemi cronici, poi catarro che attacca gli occhi e le vie respiratorie.

Questa malattia può durare così senza sintomi violenti, ma anche senza sforzi vigorosi di guarigione. In generale si distinguono due forme descritte nel modo seguente da un celebre medico dei fanciulli.

Gli scrofolosi nei quali la nutrizione è molto lenta, hanno la testa d’una grossezza straordinaria; lineamenti grossolani; naso gonfio, (come pure il labbro superiore) ventre turgido; glandule del collo enfiate; carne molle spugnosa. In quelli invece che godono d’una rapida nutrizione la pelle è d’una bianchezza sorprendente, arossisce facilmente e lascia intravedere le vene rosse, rosa, o turchine situate alla superficie; le labbra e le guancie son ben colorite; la sierotica è sottile e d’una trasparenza bloastra, ciò che all’ occhio un’ aspetto lucente. I muscoli di queste persone sono sottili e teneri. Il loro peso è molto leggiero in confronto alla loro statura, ciò che indica una debole densità delle ossa: i denti sono belli, d’una lucentezza bluastra, ma sono stretti e lunghi; i capelli sono molto morbidi.

Cause. Alimentazione insufficiente, specialmente dei bambini con troppe pappe e farinacei, carne, salsiccia, patate, ecc., invece del latte materno. Mancanza di aria pura, di moto, di cure della pelle.

Spesso però la malattia si trasmette per eredità, vaccinazione, abitazioni scure e umide, ecc.

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Scrofolosi, Fanciulli.

Cura. Alimentazione affatto ineccitabile, senza carne, tutto al più brodo di pollo o di vitello 3 4 volte per settimana. Molta frutta, latte, limonate; pane di tormento od altro, ma duro. Non più di 5, a preferenza 4 pasti regolari per giorno.

Poi rnolt’ aria fresca, soleggiata; molto moto all’ aperto; stanze ben aereate, sane; dormire colle finestre aperte e non su letti di piuma.

Indi impacco totale, quotidiano, con bottiglie calde (avvolte prima in un panno umido) ai piedi, seguito da un bagno a 25 26° R. con allusione, poi tornar a letto senza asciugarsi: in seguito massaggio. Compresse notturne sul ventre; la mattina frizione totale a 20° R. o doccia a 22° R. indi tornar a letto senza asciugare, ecc.; per ultimo massaggio totale, frizione totale e clisteri per la costipazione.

Nelle eruzioni scrofolose del capo e del viso, si può, affine d’evitare possibilmente una tensione, ungere con un po’ d’olio vegetale.

Durante il bagno si baderà anche di bagnare il più possibile le parti malate. Massaggio e ginnastica medica come è indicato nella « Cura fortificante ». Per altre notizie sul massaggio e per i modi d’applicazioni, vedi l’Indice). Qui è pure molto adatta la cura indicata pel rachitismo.

Se la scrofola ha già attaccato le parti cartilaginose e ossee del fanciullo, le quali passano a suppurazione, bisogna attenersi con infinita pazienza e somma costanza alle prescrizioni ora date.

In 4 settimane io son riuscito a guarire un mio fanciullo, affetto d’un’ eruzione scrofolosa, con una compressa notturna sul ventre a 20° R., una frizione totale a 20° R., il mattino e un bagno -vapore a letto, ogni 2 giorni, seguito da bagno a 25 26° R.; vitto ineccitabile; aria fresca e tenendo le finestre spalancate nella notte.

Un vicino, pel quale fu ricorso al thè, agli empiastri, ecc. fu malato per quasi 6 mesi, senza contare che detta cura diede al povero fanciullo un aspetto quasi sinistro.

Scrofolosi, Fanciulli. Il professore Dr. Esmarch pubblicò dei consigli per i genitori di fanciulli scrofolosi. Noi non ne citiamo che l’essenziale: Le cause principali della scrofola sono: aria cattiva, trascuranza della pelle, alimentazione falsa. Perciò nel trattamento di fanciulli affetti da scrofola è necessario attenersi scrupolosamente alle seguenti regole :

I malati dovranno respirare tanfo che loro è possibile aria fresca e pura. Una delle sorgenti principali della scrofola è il riposare in dormitomi cattivi, troppo pieni. Tanto i letti circondati da pareti,

Scrofola.

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come le alcove sono assolutamente dannosi perchè non ci riesce possibile l’arieggiarli a dovere. Ogni letto di piuma nuoce pure alla salute, quindi le materassa dovrebbero essere ripiene di paglia fresca, di alga, o di crine di cavallo i quale copertura va preferita una, o più coperte, di lana. Il letto deve esser spesso arieggiato intieramente all’ aperto perchè in esso vi si accumolano facilmente delle tras- pirazioni nocevoli alla salute. Anche le scuole troppo numerose favo- riscono la scrofola, e il dovere d’ogni buon maestro è quello di procurare molta aria pura nella sua classe.

È necessario mantenere i fanciulli puliti. Ogniun d’essi dovrebbe essere lavato dalla testa ai piedi ogni mattina appena sorte dal letto, sia frizionando il corpo con una spugna o un panno bagnato, sia in un bagno seguito da frizione secca, ecc-; poi impacco e viluppi umidi. Mediante questi viluppi il fanciullo passa presto in un sudore dolce; dopo un’ ora lo si friziona in fretta con un panno umido, indi con uno secco e lo si manda all’ aria fresca. I capelli devono essere tenuti corti; si devono pettinare e spazzolare sovente e lavare con acqua e sapone. Anche la ripienezza dello stomaco con sostanze poco nutrienti e difficili a digerire, che producono poi disturbi digestivi, rende i fanciulli scrofolosi.

Non va mai dimenticato che i pasti devono aver luogo a ore fisse e che fuori d’essi i fanciulli non devono nulla mangiare. Per questo è necessario abituare i fanciulli ad una vita regolata, a farli alzare per tempo il mattino, farli coricare presto la, sera e baili mangiare, come già dissi, ad ore stabilite.

Scrofola guarita

dal Barone di Bistram.

Mio figlio, decenne, ebbe le palpebre gonfie a bordo delle quali si formarono a poco a poco delle pustole purulenti e delle croste gialle che misero in serio pericolo 1’esistenza delle ciglia. Io sperai di scongiurare il male mediante lozioni tiepide, giornaliere, ma siccome esse non portarono miglioramento alcuno pensai di rivolgermi al nostro medico. Questi constatata la scrofola, ordina delle compresse di tarma di lino d’applicare sui due occhi, delle frequenti lozioni agli stessi e una dieta rigorosa. Tutto fu puntualmente eseguito, ma senza ottenere alcun successo. Allora mi recai con mio figlio da un oculista, il quale mi disse che l’uso dell’ acqua oftalmica alternato con l'uso dell’ unguento da lui stesso ordinatomi avrebbe operato una pronta

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Semicupio. Serpenti.

guarigione. Malgrado ogni buona speranza però dovetti constatare presto un peggioramento. Allora mi ricordai d’aver udito durante l’inverno delle conferenze sulla medicina naturale tenute dal barone di- Bistram. Essi mi avevano convinto che decisi di affidare mio figlio alle cure di M. H. di B. Appena vide il malato mi disse che il trattamento non si limiterà agli occhi poiché il fanciullo soffriva di scrofola e l’importante stava appunto nel poter migliorare tutta la vita del sangue: in questo modo il male locale sparirebbe da solo. L’esperienza confermò le sue parole. Già dopo 8 settimane erasi operato un gran cambiamento nello stato generale del fanciullo che in capo a 5 settimane potè essere rinviato ai suoi cari genitori. E questa guarigione non fu affatto cosa pass aggi era, poiché oggi, dopo 9 mesi, mio figlio gode ancora della più perfetta salute.

Certificato conforme la verità e con la più sincera riconoscenza.

Dresda, J ohannisplats 1. Luisa Greve.

Semicupio, vedi l'Indice.

Semicupio caldo o caldissimo, vedi l’Indice.

Semicupio a vapore, vedi l’Indice.

Serpenti. Da noi non esistono che 3 sorta di serpenti. La vipera comune, il serpe a collare e serpe liscio.

La vipera si caratterizza per una testa stretta in avanti, che va allargandosi quasi improvvisamente all’ indietro, e ricoperta, in avanti, di piccole scaglie che ne circondano una più grande al centro. Il collo si stacca distintamente dalla testa, un po’ compresso lateralmente; il corpo è sensibilmente più grosso che il collo; la coda è corta, d’una sottilezza meravigliosa verso la fine ove termina con una punta dura. Il maschio può giungere i 65 cm. di lunghezza: la femmina i 78. In generale i maschi sono più chiari delle femmine; grigio-cenere- chiaro, bianco-argento o bianco-gialliccio, tutt’ al più con una leggiera inclinazione al bruno; le femmine hanno un color verde-oliva o grigio- bruno, bruno-verdastro o bruno-scuro. Dalla nuca fino alla punta della coda parte una linea nera in zigzag. Sulla metà della testa si trovano due linee longitudinale che assomigliano più ad un )( che ad una croce.

La vipera si trova nei boschi, nei prati, nei campi, nelle vigne ma specialmente nelle contrade fangose. Essa abita delle cavità sotto le radici o nelle pietre, ecc., non se ne allontana mai troppo, ma resta il più lungo possibile al sole poiché ama il calore sopratutto. Durante

Serpenti.

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il giorno si trova in uno stato di mezza veglia, si muove molto lentamente, ma acquista la sua vivacità al cader del crepuscolo.

Nelle lunghe e afose giornate d’uragano si mette tranquillamente all’ aria umida e calda ed è allora appunto che morsica i fanciulli che vanno in cerca di coccole. Passa l’inverno dormendo sotto vecchie radici e non si mostra che in aprile o, al più presto, alla metà di marzo.

La vipera è estremamente irritabile, monta facilmente sulle furie, si gonfia, fischia e morde. La morsicatura è molto pericolosa sebbene non vi sia a constatare caso di morte che 10 volte su 100, circa. La morte può presentarsi in 1 ora o dopo 2 3 settimane.

I denti velenosi non possono attraversare le scarpe. Non va dimenticato che i capi mozzi possono mordere ancora per dei minuti e dei quarti d’ora, dopo la decapitazione.

L’incantatore di vipere la prende per la coda, abbassando la testa e sollevandola senza pericolo perchè essa non ha la forza muscolare di rialzare la testa fino alla sua mano.

II serpente liscio non è pericoloso sebbene abbia una forza muscolare molto superiore a quella della vipera, ma egualmente irritabile e morde ognuno che ravvicina. Esso ha una lunghezza da 60 a 100 cm., corpo cilindrico, testa media, coda corta e delle scaglie dorsali liscie. In alto esso è bruno con una grande macchia scura lungo il dorso; dietro gli occhi ha una riga bruno-scura; in basso esso è bluastro o giallognolo, rosso o biancastro, qualche volta è anche picchiettato di scuro. Esso abita generalmente i pendìi soleggiati e si nutre di lucertole e di sorci. E estremamente irritabile, ma fatto prigioniero diventa presto molto docile.

Il serpente a collare è molto più grosso che il precedente, arriva talvolta ai 160 cm.; ha testa piccola, ovale, appiattita, distintamente separata dal collo; coda di media lunghezza, grosse scaglie sul dorso; è d’un bleu-grigio, mentre il dorso è bioastro o verdastro, anche nero; è ornato die due righe di macchie scure; di macchie bianche lateral- mente e al basso; il ventre anero. La femmina ha due crescenze bianche dietro le tempia, il maschio due gialle. Esso vive volontieri sulle rive dei fiumi, nei boschi umidi; però anche lontano dall’acqua e vicino alle abitazioni degli uomini, nelle cantine, nei pollai. Vive nascosto dal novembre al marzo o all’ aprile. Si scalda volentieri al sole, ma passeggia anche molto, s’arrampica svelto, nuota eccellente- mente e può restar molto tempo a fior d’acqua: talvolta si spinge

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Serpenti. Morsicature degli stessi.

molto lontano in mare. Questo serpente è inoffensivo e mansueto. Vive pure di lucertolè, di salamandre, di pesci, ma può anclie digiunare per dei mesi.

Il serpente cieco, che si conta spesso fra i serpenti, è pure un’ animale affatto inoffensivo di cui nessuno deve temere.

Serpenti. Morsicature degli stessi. La parte morsicata sembra prevenire da punture di spilli, ma, quando il veleno è pene- trato nel sangue, si gonfia, s’infiamma prendendo un color incerto. Altri fenomeni sono ancora paura, mal di testa, vertigini, sbalordi- mento, tremito, deliquio, sete ardente, nausea, vomito e diarrea.

Cura, Inumidire immediatamente l’unghia del pollice in bocca, tendere la pelle della parte colpita e soffregarla premendovi sopra l’unghia, ciò che fa sortire per solito il veleno; oppure si cerchi di far sortire quest’ ultimo mediante una pressione laterale.

Molto necessari sono ancora la legatura momentanea, sopra la marsicatura e il succiamento immediato; quest’ultimo deve essere fatto da una persona che ha la lingua e le labbra prive d’ogni più piccola ferita. Se non si può fare la legatura immediata, si baderà di succhiare bene la ferita, e, invece di questo procedimento o dopo lo stesso, di lavarla con acqua pura e coprirla con una com- pressa eccitante che dovrà essere rinnovata appena divenuta calda. Inoltre si applicheranno alcuni impacchi totali o a tre quarti, eccitanti, o bagni-vapore a letto con compresse supplementari sulla parte mor- sicata (un impacco per giorno).

I serpenti velenosi, dalla testa piccola, triangolare, separata distintamente dal collo, dalla mascella superiore rivestita solo da pochi denti velenosi (generalmente 2) posseggono una gianduia vele- nosa (sotto il muscolo masticatorio) molto rimarcabile il cui canale escretorio va dalla radice alla punta del dente stesso. Il serpente a sonagli, (in America) la vipera a ferro di lancia, (nel- l’ America centrale, ma sopratutto alla Martinique e a Sta Lucia) il serpente dagli occhiali (in Asia e in Africa) la vipera marina, (nel- l’Oceano indiano e specialmente sulle isole della Sonda) la vipera comune, (il solo serpente velenoso dell’ Europa centrale e setten- trionale, riconoscibile al disegno scuro formante una specie di croce sulla testa e alle righe in forma di zigzag sul dorso) la vipera ammodite (nella Stiria meridionale, nella Carintia e Carniola, nelle Dalmazie, in Italia, e in Banat) sono annoverati fra i serpenti velenosi.

Serpigine. Siesta.

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Serpigine. Malattia cutanea dovuta in parte alla poca pulizia del corpo e in parte a nutrimento inadatto. Essa si sviluppa talvolta dopo la rosolia, nella sifìlide e nella gotta. E ereditaria ma non contagiosa.

Descrizione della malattia. La formazione squammosa appare accolli pagliata da un prurito più o meno violento, dapprima al gomito e al ginocchio, poi sul dorso, sul petto, sulle mani, sulla pianta dei piedi sul viso e fors’ anche sul corpo intero. Le scaglie consistono in foglie bianche, brillanti, o in croste fitte attraversate da orli e da fessure.

La pelle, divenuta sottile, sanguina appena la si gratta.

Cura. Alimentazione ineccitabile: aria fresca; 3 4 bagni-vapore a letto, per settimana, o bagni-vapore seguiti da impacchi totali, oppure semplici impacchi totali, stimolanti; il tutto seguito poi da frizione totale a 18° E. o da bagno ai piedi di 25° R.

In caso di bruciore delle parti maggiormente colpite vi si applicheranno, di tempo in tempo, delle compresse, stimolanti, rinfres- canti o calmanti (specialmente di notte).

Poi nella notte impacchi del tronco e dei polpacci, stimolanti o se no compresse sul ventre; la mattina, frizione totale. In caso di stitichezza sono indicati i clisteri.

In casi ostinati va adottata la cura preparatoria o regenerativa. In ogni caso in questa malattia operano ottimamente i bagni solari aggiunti ad una dieta rigorosamente vegetariana. Le posizioni partico- larmente ostinate si possono curare coi raggi solari concentrativi mediante una lupa.

(Pei modi d’applicazione vedi l’Indice.)

Sete, Cura della, vedi « Cura regenerativa ».

Setolone, decotto di, vedi l’Indice.

Siesta. Malgrado il pregiudizio dell’ odierna umanità, che crede che non si possa riposare collo stomaco pieno, consiglio a tutti coloro che lo possono di coricarsi da 15 a 30 minuti dopo ogni pasto, poiché quando le membra riposano la circolazione del sangue resta tutta a disposizione dello stomaco che può così meglio digerire o preparare il chimo. La siesta per molte persone è più profittevole quando le stesse hanno la parte superiore del corpo sollevata anziché orizzon- tale. Ciò è consigliabile sopratutto a coloro che soffrono di nervo- sità, che tendono alla pinguedine o hanno già il cuor grosso. Nella posizione orizzontale, la pressione che lo stomaco esercita contro il

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Siesta dei nostri piccini. Sifilide.

cuore può produrre la palpitazione, ecc. A. siesta finita si palesa un senso di freschezza e l’organismò è capace di nuova attività.

Si badi però che detta riesta non duri più di 15 30 minuti altrimenti sorviene pigrizia e disgusto del lavoro. (Perciò il fannullone non abbisogna di siesta). Meglio è seguire questo proverbio:

Dopo ogni pasto ti riposerai 0 un sonno farai.

•che l’altro.

Dopo ogni pasto in piedi resterai 0 mille passi farai.

I malati che si sentono spossati possono godere una mezz’ oretta di riposo anche prima del pasto.

Siesta dei nostri piccini. Sfortunatamente è un’ abitudine fortemente divulgata quella di mettere a letto, nella mattina o nel pomeriggio, i nostri bambini senza prima spogliarli. Le serve sono in generale troppo pigre e non si danno la pena di spogliarli e rivestirli, e le madri non sanno qual peccato commettono non preoc- cupandosene. Il piccino coricato vestito si risveglia spossato pel sudore e invece di mostrarsi lieto e sorridente, è di cattivo umore e mal disposto perchè, come si dice ordinariamente, ha dormito male. Quando non si slacciano e sbottonano le vestimenta il petto e gli organi addominali sono serrati durante il sonno, incapaci di muoversi liberamente ostacolando così la respirazione e la digestione. Ben altro è quando il fanciullo ha riposato vestito della sola carni- cina, in un letto non troppo caldo e colle finestre aperte. Il suo sonno resta allora tranquillo e dolce, la respirazione regolare; sorride lietamente può estendere le sue piccole membra.

Lavato di fresco e rivestito può restar contento e allegro fino a sera. Inoltre i bambini che dormono di giorno vestiti si raffreddano, nella notte, più facilmente di quelli che vengouo spogliati ogni volta.

Sifilide. E una malattia che può invadere il corpo intero e nella quale il sangue è corrotto, in certo qual modo avvelenato, e gli umori guasti.

Descrizione della malattia. Come è facile a comprendersi, il con- tagio sifilitico ha luogo alle parti sessuali: nell’ uomo in generale, al l’inserzione del prepuzio e al prepuzio interno: nella donna al labbro minore e alla superfìcie interna del labbro maggiore. Dopo 2 5 giorni che ha avuto luogo il contagio si forma una vescica che si sviluppa poi in altri 2 3 giorni in un’ ulcera dapprima piccola, rotonda,

Sifilide.

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con un margine talvolta rivolto, un colorito leggiermente infiammato; il fondo dell’ ascesso presenta una secrezione grigio-lardosa, purulente; la forma, la grossezza e il carattere dell’ ulcera possono molto divariare.

Trascorsi alcuni giorni, settimane mesi, anni, non si può fissare un termine si uniscono generalmente altri sintomi secondari vicino a questa prima ulcera, di cui i più importanti sono : II bubbone, infiammazione, enfiagione e suppurazione delle glandule inguinali, il fico, condiloma largo, (i condilomi a punta si trovano solamente nella trippa) negli uomini, prima al membro e attorno al ghiande, poi tanto nell’ uomo che nella donna, all’ orificio dell’ ano (talvolta può essere grosso 2 volte il pugno dell’ uomo, ciò che rende impossibile l’evacuazione del ventre) sulla superficie interna delle coscie, sotto le ascelle. La trippa, infiammazione catarrale della mucosa dell’ uretra, che non differisce affatto dalla gonorrea. Catarro della mucosa della faringe, noto sotto il nome di angina sifilitica, con tumore della gavine e disfagia, di non grande importanza; formazioni di ulcere sulla mucosa di forme differentissime, come pure di condilomi sulle gavine fino da chiudere la laringe, e passanti rapidamente alle suppurazioni più maligne; su altre parti della mucosa orale e della faringe, della mucosa del naso, dell’ uretra, della vagina, del retto, spesso con tendenza alla suppura- zione e alla distruzione dei tessuti sottoposti, perfino delle cartila- gini, delle ossa, ecc.

Altri sintomi gravi sono ancora: Distruzione delle gavine, del- l’ugola, disfagia, infiammazione degli occhi, carie, necrosi, con giunta di dolori penetranti violentissimi; poi crampi, paralisi, anche disturbi mentali, ecc. Indi formazioni d’ulcere, tumori, diverse forme d’eruzioni, macchie, pustole, croste, papille, sopratutto al cuoio capelluto, alle palpebre, sul naso, sul mento, sulle labbra, sulla fronte, sulla nuea, sul corpo intero. Caduta dei capelli; raggrinzamento delle unghie, tumore ai testicoli, talvolta fino al quadruplo o quintuplo della loro grossezza normale. Infine oftalmia sifilitica con rovina parziale o totale dell’ occhio.

Tutte queste forme secondarie (manifestantisi in seconda linea) della sifilide possono apparire isolatamente, nello stesso tempo o pure successivamente,

Cause. Il contagio, frequentemente per l’atto del coito (tanto più che la malattia è quasi senza dolore, meno che abbia un carattere grave, e nella maggior parte dei casi, permette alla persona colpita la continuazione dell’ unione sessuale); però anche il contagio per il

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914 Sifilide.

contatto diretto o indiretto della parte contaminata non è una rarità. I baci, il bere nello stesso bicchiere, l’usare lo stesso cucchiaio, ed altri oggetti: strumenti chirurgici, pipe, porta-sigari, la latrina, tovaglioli e fazzoletti, letti, biancheria, abiti; il parto favorisce anche moltissimo la propagazione mediante le assistenti e le levatrici. Possibile può esser ancora la trasmissione innata o ereditata del veleno dei genitori nei figli, non solamente perchè il piccino, durante il parto riceve il veleno dalle parti malate della vagina e d’altre parti vergognose, o succhia ai capezzoli malati di sifilide, ma ancora quando uno dei genitori, o pure entrambi, hanno avuto la sifilide al momento della procreazione, o molti anni prima, comunicando così la sifilide alla massa intera degli umori del bambino. Poco importa che in questo caso al momento della procreazione, la sifilide sia nel suo completo sviluppo, sia sparita dopo lunghi anni o sembri guarita. Qualche volta la creatura è affetta da sifilide ancora nel seno materno e nasce morta (generalmente da al mese) o muore dopo poco la nascita: non raramente la sifilide appare in tutta la sua forza anche dopo 2 o 3 anni. Poi questa malattia è anche spesso inoculata per- la vaccinazione.

Succede pure molto spesso che un malato di sifilide si contamina da stesso, propagando il veleno da una parte all’ altra del suo corpo mediante le dita o in un modo qualunque.

La nucosa, prima quella delle parti sessuali, poi quella della, bocca, dell’ ano dell’ occhio, del naso, dei capezzoli, ecc., poi le parti della pelle lesa, nella maniera la più insignificante, perfino mediante soffregamento, sono le parti più disposte per raccogliere il contagio. Quello dell’ ulcera primaria alle parti sessuali, delle suppurazioni e ulcere secondarie è contagioso; l’effetto di formazioni patologiche e posteriori è minimo e ordinariamente si sperde.

Vi sono numerosi individui che sono poco o nulla suscettibili al contagio sifilitico. Più numerosi ancora sono quelli in cui esso ha un corso benigno e non appare che sotto ulcera primaria. In compenso vi sono alcuni nei quali, senz’ altra causa conosciuta, si manifesta nelle forme più acute e più gravi, attaccando, rovinando, distruggendo in poco tempo l’organismo intero.

Cura. L’esser colpiti da sifilide è considerato come un’onta,, per schivar la quale i malati ritardano una cura veramente efficace,, procurano di curarsi da se medesimi disgraziatamente però su indica- zioni cattive o false che hanno da cattivi libri o da amici; poi.

Sifìlide.

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cadono nelle mani d’un medica-mane che non fa altro che aggra- vare il loro stato e così avviene molte volte che portano nel matri- monio una sifilide non guarita, rendendo la moglie malata e originando una posterità miserabile.

Anzitutto il malato dovrà prendere alimentazione affatto inecci- tabile e molti aria fresca (dormire con le finestre aperte).

Poi, in questa malattia, un bagno a vapore, quotidiano, di 15 20 minuti di durata, seguito da impacco totale e bagno a 25° E. è di un effetto eccellente: casi gravi sono stati guariti, in tempo addebito, solo mediante quest’ applicazione e con una dieta rigorosamente ineccitabile. In luogo del suddetto si può anche appli- care giornalmente un bagno - vapore a letto totale o a tre quarti, seguito da un bagno a 24 25° E.

Prendere giornalmente, se possibile, 2 3 semicupi a 18° E. per 15 20 minuti ; poi una compressa notturna sul ventre e clisteri.

In caso d’infiammazione, si applichi una compressa supplemen- tare sulle parti sessuali durante il bagno-vapore in letto e il bagno a vapore. Nelle infiammazioni forti si ricorra agli impacchi, ecc., ma di forma calmante. Nelle infiammazioni, ecc., dei testicoli, il sospensorio è affatto indispensabile. Le parti purulenti, come il membro, ecc., si avvolgono in tela umida e si ricoprono di lana.

A norma del bisogno questi sviluppi devono essere rinnovati tanto di giorno che notte. Ogni giorno devono aver luogo 2 3 bagni parziali di 22 26° E. Le donne con lesioni sifilitiche alle labbra impiegheranno dei sospensori affine di mantere le compresse umide, a rinnovarsi spesso, ecc. Dopo il medico naturalista chiamato a con- sulto ordinerà ciò che sarà del caso.

Il trattamento locale delle diverse forme sifilitiche si regola sulle loro posizioni, natura e grado. In prima linea va citata naturalmente la più grande nettezza affine di sopprimere il pericolo del contagio per la trasmissione ad altre parti del corpo o ad altri individui e più ancora per mantenere pulite le parti suppuranti: all’ uopo sono indicate lozioni assidue o iniezioni blande delle ulcere profonde con acqua a 20° E.

Qui è ancora necessario osservare le regole della cura forti- ficante. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Il medico naturalista Dott. Zenker, Lipsia, Alexanderstrasse, in proposito al trattamento della sifilide scrive come segue:

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Sifìlide.

« Ancora una parola sulla cura della sifìlide. Contro la dottrina tutt’ora dominante della medicina scolastica che nuota nel mercurio nell’ ioduro di potassa e pretende che la guarigione delle malattie sia- impossibile senza il concorso di questi veleni, non v’ha, secondo l’opinione mia, prove più convincenti delle seguenti. Il nome del malato non importa conoscerlo: noi non c’interessiamo che al caso e alla cura. Il punto importante è la dieta che deve essere puramente vegetariana, quando ragioni affatto particolari non reclamino altri- menti: poi l’applicazione del vapore affine di produrre imo stato semile alla febbre, e in terzo luogo una fame e una sete periodiche non la cura di Schroth propriamente detta. Il voler spiegar il «perchè» mi condurebbe troppo per lunghe e poi io lo feci già nel mio « Con- sigliere delle persone sane e delle malate ». E partendo da questo punto di vista che noi tratteremo i nostri malati. Uno d’essi che non prestò la dovuta obbedienza non potè ottenere il successo sperato e partì; gli altri invece, e specialmente una giovane signorina, sofferente d’una sifilide tardiva, detta ereditaria, naturalmente senza saperlo, mi meravigliò moltissimo pel progressivo miglioramento del suo stato. La cura fu assai favorita specialmente per la possibilità di abbon- danti bagni di sole seguiti da bagni in sala.

Per altre ebbero anche naturalmente luogo delle frizioni, delle lozioni e delle compresse notturne sul ventre.

Il caso più grave fu quello della signorina su menzionata.

Chi ha l’esperienza del trattamento di questa forma di malattia sa che la stessa guarisce con estrema difficoltà, tanto più poi che qui si trattava di mi affezione sifilitica grave ai 2 occhi e che la cecità non ne era affatto esclusa. Così almeno mi disse un oculista prima consultato. Confesso sinceramente che io non accettai volen- tieri tale malata chè il suo non mi parve caso di parata. Il nostro trattamento potrebbe incontrare un’ interesse generale; eccolo:

Ogni giorno, una volta un bagno a vapore, con molta cautela; seguito da bagno a 24° R. con affusione del dorso a 20° R.; un’altra volta, impacco a 3/4 (non impacchi totali che avrebbero potuto aumentare ancora la congestione agli occhi). Dopo l’impacco affusione alle ginocchia a 18° R. Nel pomeriggio bagno alla pianta dei piedi a 22° R. per 2—3 minuti. Verso sera semicupio a 24° R. per 5 minuti. Inoltre, ogni giorno, massaggio del viso, della nuca e del collo e massaggio totale eseguito con prudenza, agli occhi. Poi esercizii nuotatori e passeggiate a piedi nudi. Compresse notturne sull’ addome

Sifilide e nevrosi.

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e impacco ai polpacci a 18° E. Dieta rigorosamente vegetariana; due giorni per settimana cura leggiera di fame e di sete che le era molto contraria causa il suo eccellente appetito.

Sifilide e nevrosi.

Guarite nell’ istituto di Medicina naturale Bilz, Dresda-Radebeul.

M. J. K. di B., ventiquattrenne, malato di Sifilide, entra il 5 maggio 1896 nell’ istituto di Medicina naturale Bilz. Il padre e due suoi fratelli godettero sempre della miglior salute, sua madre invece soffriva di nevrosi. Egli stesso non fece mai malattie speciali fu solamente soggetto ad affezioni nervose (paura, palpitazioni, cattivo umore, ecc.).

Sul principio del 1896 prese un contagio sifilitico, seguito imme- diatamente da un trattamento medico, e dovette subire, secondo l'uso, due cure di frizioni al mercurio, poi una cura all’ ioduro di potassa (internamente). Fra gli innumerevoli medicamenti di cui l’allopatia dispone non v’hanno che pochi specifici, vale a dire dei rimedi che, secondo la stessa, combattono con un’ assoluta sicurezza ogni malattia determinata. Tra questi specifica troviamo in prima linea il mercurio quale « rimedio infallibile contro la sifilide ». Nel caso presente noi avemmo propria occasione di provare la vera efficacia di questo rimedio. Malgrado le due cime di frizioni e la cura secondaria di ioduro di potassa il paziente arrivò nel nostro stabilimento in uno stato degno di pietà. Il ventre e le coscie erano coperte da un esantema, le glandule dell’ anguille, del collo, della nuca, depositi preferiti del veleno sifilitico, erano fortemente infiammate. La lingua era ricoperta di larghe macchie biancastre; l’interno delle guancie di ulcere; le gengive erano imputridite; i denti mal fermi, e dalla bocca sortiva un’ odore pestilenziale.

Le tonsille e la faringe erano talmente enfiate che la deglutizione riusciva oltremodo dolorosa. Questo era lo stato disperato al principio della cima. Bisognava intervenire energicamente affine d’impedire alla malattia di progredire e procurare anche qualche miglioramento. Anzitutto era necessario espellere dal corpo il veleno che vi dominava al che provvidero i bagni-vapore e gli impacchi giornalieri.

Queste ordinazioni furono ancora sostenute dalla dieta secca di Schroth che è die gran vantaggio tanto trattandosi di sifilide come d’ogni malattia risultante dalla degenerazione degli umori. Trascorsi

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Sincope.

soli 15 giorni le ulcere della bocca si mostrarono di molto dimimite e la deglutizione non fu più così difficile.

In capo a 4 settimane le ulcere erano quasi del tutto sparite, arrestata la carie dei denti che si fissarono di nuovo solidamente; l’eruzione sul corpo incominciò pure ad impallidire. Dopo 8 settimane di cura non restò più a constatare che gualche gianduia leggiermente enfiata. E il miglioramento non fu solamente durevole, ma fece ancora maggiori progressi (effetto posteriore della cura) ciò che mi partecipò 6 mesi più tardi il malato stesso. Quando, in casi simili, si continua ancora per 2 3 anni di seguito una cura breve e mite di 4 6 setti- mane, si può esser certi d’eliminare dal corpo ogni resto di sifilide che ancora vi può albergare.

Sincope. Accompagna per lo più certi stati patologici e ne è, si può dire, lo stato risultante. Essa consiste in ciò che i rapporti dell’uomo, in perfetta coscienza, col mondo esteriore cessano rapida- mente: ciò avviene per lo più in via generale. La coscienza e l’im- pero sull’ organismo vanno perduti in un istante, senza che general- mente provengano nello stesso tempo dei sintomi inquietanti o peri- colosi.

Nella sincope l’attività del cervello cessa completamente o si trova ben depressa. Dunque convien distinguere una sincope grave da una leggiera.

Quest’ ultima è poi il deliquio.

Wunderlich descrive le due forme come segue: Nei casi più leggieri il malato è colpito all’ improvviso, o almeno molto rapida- mente, di scomparsa e d’incertezza delle impressioni sensorie; egli non riesce più a veder chiaro; gli oggetti che lo circondano sono tutti in moto: vertigine; le sensazioni uditive sono disturbate da ronzio e da zuffolio nelle orecchie; il suolo sembra mancargli sotto i piedi; le gambe gli si piegano, incomincia a vacillare, a descrivere cerchi; in pari tempo la fronte e le membra diventano fredde; la fronte si copre di goccie di sudore; il viso e le labbra si fanno pallide; i sensi si oscurano sempre più; l’udito sparisce e contemporaneamente si produce un malessere od il vomito reale; il malato si piega molto rapidamente e quasi di colpo alle volte è ancora tanto padrone di da lasciare il suo posto e di sedersi; allora il polso si fa debole, la respirazione un russante, il volto si deprime, i sensi non sono del tutto scomparsi e resta ancora possibile qualche movimento.

Sincope.

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L’accesso termina dopo qualche minuto, raramente dopo un’ ora. Talvolta la coscienza e i sensi ritornano fra leggieri sussulti, e movi- menti delle menbra, od anche tra una scossa spasmodica molto forte, o tra sbadigli e sospiri, fino a che il volto riprende il suo colorito e il calore torna a manifestarsi alle mani ed alle altre parti del corpo. In seguito il malato non si sente altro che un stanco, ma gene- ralmente prova anche un sollievo.

La forma più grave della sincope comincia nello stesso modo, spesso con una rapidità tutta sua particolare. Quando l’accesso è all’ acme il malato giace immobile, col polso debole e la respirazione appena percettibile, generalmente con gli occhi sbarrati; la sensi- bilità è ordinariamente affatto scomparsa; nonostante in alcuni individui non va del tutto perduta la facoltà di vedere e d’intendere e l’udito si conserva in modo speciale con gran tormento del malato; allo stesso però non è possibile produrre il benché minimo movimento ; si può pungerlo, pizzicarlo, scottarlo senza che si svegli, senza che contragga un sol muscolo; l’aspetto è generalmente assai naturale, solo un po’ pallido; tutte le escrezioni, tranne il sudore, cessano; il bisogno di nutrirsi si estingue del tutto ed anche quando tale stato dura parecchi giorni, non si nota dimagramento, ne fame, sete ardente al momento in cui la coscienza si ridesta. Tale stato, che dima spesso alcuni giorni, non si manifesta nella sua forma più pro- nunciato che nel sesso femminile. Il ritorno della coscienza cancella ogni ricordanza; però si danno dei casi in cui il malato sa ripetere quelle che avvenne a lui e intorno a lui. Non è raro che la forma più grave di sincope finisca colla morte.

Cause. Dolori violenti, perdite rilevanti di sangue, iperemia o anemia cerebrale, commozione cerebrale, correnti elettriche ad alto potenziale (fulmine) grande calore o freddo intensissimo, la respira- zione d’aria corrotta o di gas velenosi, sopralavoro muscolare, parto; paura, terrore, sorpresa, gioia odori forti narcotizzanti; legacci troppo stretti, malattie di cuore, tifo, gran debolezza, ecc.; le donne isteriche, che hanno i nervi deboli, hanno una certa tendenza alla sincope, però in esse non è così inquietante o lo è tutt’ al più all’ inizio d’una febbre come nei pletorici, poiché in questi può finire con un colpo apoplettico.

Cura. Posizione del corpo comoda, orizzontale. Se c’è iperemia alla testa, sollevare il capo e far pendere le gambe; massaggio del collo, compresse fresche alla testa; se c’è anemia, tener la testa

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Sintomi delle malattie. Slogamenti, lussazioni.

abbassata e gambe elevate; poi togliere o aprire al più presto ogni vestimenta cbe serra il collo od il tronco; in seguito spruzzar d’acqua fresca le tempia, la faccia, la nuca e il petto del malato ed applicare la mano calda sulla fronte; oppure, poiché lo spruzzar acqua non esercita spesso un’ azione energica, si versa o si slancia d’un tratto b2 bicchier od 1 bicchiere d’acqua fredda sulle parti del corpo sopra indicate; indi si fanno delle frizioni al petto ed al collo con mani tuffate in acqua fresca; aria fresca e pura nella camera. Geli odori acuti (come sali volatili, penne, capelli o corna bruciate) possono anche rendere la coscienza al malato.

Si applichi poi un clistere a 20° E., poi un bagno a vapore in letto a tre quarti, per iy2 2 ore, seguito da frizione totale a 18° E.

0 da bagno a 25° E. con docciatura consecutiva a 20° E. Indi si pratichi la compresse del ventre, durante la notte.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Sintomi delle malattie. Sono i segui o gli indizii carat- teristici, nei casi patologici, analizzando i quali è possibile deter- minare la malattia. Essi sono sempre indicati nella descrizione d’ogni malattia.

Qualche volta i sintomi indicati per una malattia appaiono tutti nello stesso tempo ; però non è escluso il caso in cui alcuni si presentano isolati, indipendentemente dagli altri.

Slogamenti, lussazioni. Alle stesse sono soggette tutte le articolazioni; quelle della spalla però sono più frequenti che quelle dei piedi e delle mani.

Queste lussazioni, che sono molto dolorose e formano un tumore infiammatorio, risultano da urto, da colpo, da caduta, ecc. Le ossa di un’ articolazione, unite sempre fra loro, perdono la posizione normale e non sono più in contatto che parzialmente. Quando

1 movimenti dell’ articolazione riescono impossibili e dolorosi si consulti un medico o un chirurgo affine di far ridurre la lussazione.

Se l’operazione vuol essere eseguita da un profano, lo stesso tirerà con forza il membro nella direzione in cui si è spostato e poi quando l’ha reso mobile lo rimetterà prontamente nella sua posizione regolare.

Fatto ciò si deve tener il membro, sollevato, in riposo. Molte volte può anche esser necessario un bendaggio immobile, come in caso di fratture.

Sognare (parlare dormendo). Sogno e sonno.

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Trattamento col massaggio. A operazione riuscita, compresse cal- manti, di un’ ora o più, poi frizione, prima dolce indi più forte, se il dolore cede, e soffregamento della parte malata nella direzione verso il centro del corpo. In caso di tumore forte e di dolore vio- lento si fregano dapprima le parti circostanti, sane, per vuotare i vasi sanguigni e linfatici e riassorbire l’essudato del tumore. In questo modo diminnirà subito l’enfiagione, la tensione e il dolore, e sarà allora possibile trattare convenientemente le parti malate. Se il massaggio è eseguito troppo rigorosamente si manifesta subito dolore e l’enfiagione aumenta. Quando il massaggio è terminato si deve ancora applicare la compressa calmante.

Sognare (parlare dormendo). Attività spirituale più o meno incosciente del cervello durante il sonno, e cbe toglie a quest’ ultimo un certo grado della sua azione rinfrescante e fortificante. Questo sognare può giungere un’ intensità morbosa quando è duraturo, pauroso, agitante e spossante.

Per evitare possibilmente sogni numerosi elle indeboliscono tanto sono necessarie delle cene leggiere, non troppo abbondanti, prese ad ora non inoltrata; delle camera ben aereate e tranquille e un letto fresco (finestre aperte). Poi si devono evitare emozioni d’animo il più eh’ è possibile; sforzi spirituali, specialmente a sera avanzata; bevande spiritose; come acquavite; birre forti; caffè; coricarsi ad ora regolare; prendersi cura quotidianamente delle pelle e godere del beneficio del corpo.

Quando si tratta di sogni spaventosi o di incubi, è raccomandabile di svegliare il sognante appena ne qualche indizio. In generale si osserveranno le regole della cura fortificante.

Sogno e sonno. Il sonno, come si sa, è lo stato di più perfetto riposo del corpo dell’ uomo. Non è possibile parlare di riposo assoluto perchè gli organi della respirazione e della circolazione del sangue e l’apparecchio digestivo nel senso più largo della parola, continuano la loro attività tanto di notte che di giorno, indipendentemente della nostra volontà. Ciò che gode di un più o meno completo riposo durante il sonno è il nostro sistema muscolare volontario poi il nostro cervello, le parti insomma del nostro corpo dipendenti dalla nostra volontà, e mediante le quali noi lavoriamo col corpo o collo spirito, senza volerlo, nel corso della giornata. Il lavoro affatica questi organi e si formano delle sostanze che fanno sorgere nell’ uomo il bisogno del riposo e del sonno.

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Sogno e sonno.

Ora, durante il sonno queste sostanze vengono eliminate, i muscoli e il cervello ricevono un nuovo sangue ricco d’ossigeno che rende questi organi capaci di lavorare nel giorno seguente.

Il segno particolare di questo stato che noi chiamiamo sonno è che le due funzioni del nostro cervello, la coscienza e la volontà, svaniscono. Però in un sonno duro e profondo, che segue per lo può una fatica sana e normale (non una fatica eccessiva) Fattività del cervello cessa quasi interamente. Allora si ha un sonno « senza sogni ». A norma della fatica precedente questo sonno può essere più

0 meno lungo. In seguito, il sonno arriva ad una certa fase in cui certe parti del cervello hanno, per mo’ di dire, finito di dormire e si risvegliano. Allora si formano nel nostro cervello delle rappresen- tazioni, dei pensieri la cui associazione forma i sogni. Ma la volontà e la coscienza sono ancora assenti perciò il sonno vien continuato. Quando i sogni sono molto vivi può benissimo arrivare che il nostro corpo, o singole parti dello stesso, eseguiscono dei movimenti, e pro- cedono a delle azioni nello stesso modo come se si trovassero nello stato di veglia. Ecco perchè vien fatto di veder persone cangiar fisionomia durante il sogno; spesso sorridono, spesso si mostrano serie, anche tristi, sempre seguendo la natura del sogno. Non avvien di rado che individui addormentati eseguiscono movimenti con braccia e con gambe; o che, sognando di marciare, di correre, di montar a cavallo o in bicicletta eseguiscono completamente o indicano solamente i movimenti colle gambe; o, entrati in disputa o in lite, in sogno, si battono in letto con braccia e pugni. E precisamente nella stessa maniera che hanno luogo le « parole durante il sonno ».

1 dormenti sognano, conversano o discutono con qualcuno, declamano un poema o fanno un discorso. Quest’ attività spirituale eccita il centro del linguaggio nel cervello e in una maniera puramente meccanica ne risultano i movimenti linguistici corrispondenti. E in dubbio, che causa la mancanza di coscienza ciò non avviene, nella stessa perfezione che allo stato di veglia ed è per questo che il linguaggio dei sognatori è, di solito, più o meno chiaro. Oltre le persone che parlano durante il sonno vi sono ancora le sonnambule, che sortono per la finestra e s’arrampicano sui tetti senza recarsi danno alcuno.

Spesso, alcune persone sono tormentate dalla rappresentazione, d’un oppressione terribile con senso di soffocazione, di incubo.

Finiamo combattendo l’errore che spesso incontriamo e che

Sole. Forza salutare. Sonno. Mancanza.

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consiste nel considerare come morbosi i movimenti violenti e le parole pronunciate durante il sonno. Non è niente affatto. Come vedemmo già, qui non si tratta che di fenomeni fisiologici tutt’ affatto ordinari. Riconosciamo senza dubbio che le persone forti di spirito e nervose sognano moltissimo, ma in esse la grande attività spirituale passa dallo stato di veglia allo stato di sonno. Vogliamo ancor far noto che il bisogno di dormire è molto forte nella gioventù, ma va diminuendo coll’ aumentar degli anni.

Sole. Forza salutare dello stesso, vedi « Lupus. »

Sonnambulsimo, vedi « Nottambulismo. »

Sonno. Mancanza dello stesso. (Isonnia.) Si manifesta frequentemente come sintomo accompagnatorio di molte malattie; quando il sonno è sovente interrotto causa dolori, pianti di bambini, eec., ossia in seguito ad un disturbo qualunque; quando per un tempo continuato si corica tardi; si lavora spiritualmente fino a notte inoltrata; si prendono eccitanti, come: caffè, bevande alcooliche, thè; poi in seguito a nervosità, ecc.

Cura. L’insonnia, dipendente da altri malanni, sparisce con gli stessi. Però affine di ridurla e, potendo, eliminarla si possono scegliere dei rimedi fra i seguenti.

In caso d’insonnia risultante dalle cause indicate al 2, si cominci col regolare il genere di vita evitando le cause; cenare non troppo tardi e non mangiare più del bisogno, tralasciando ogni cibo indigesto. Poi si eseguiscano delle frizioni totali a 18° R. o delle lozioni totali, poco tempo prima di coricarsi che nella maggior parte dei casi favoriscono l’arrivo del sonno sano e ristoratore.

Per ottenere un sonno duraturo sono pure eccellenti le compresse eccitanti sul ventre, molto umide, quando si riscaldano facilmente, o un poco spremute in modo che restino bagnate fino all’ ora di levarle, poi gli impacchi analogi applicati nel tempo del sonno. Durante il giorno si deve pure procedere a degli esercizii regolari di ginnastica medica. Sopratutto però giovano le passeggiate all’ aperto e l’aria fresca in camera. Molto efficace é pure un clistere, preso prima di coricarsi) a scopo d’evacuare o uno più piccolo a scopo derivativo.

Seguono alcuni altri consigli.

Quando si posa l’occipite e la nuca sopra un grande asciugamani quadruplo imbevuto in acqua fredda e spremuto, l’eccesso di sangue, dal quale deriva spesso l’insonnia, vien deviato dalla testa

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Sordezza.

e dal cervello e subito arriva il sonno. Affinchè rasciugamani non si secchi e non bagni il guanciale lo si mette sopra un pezzo di tela incerata. Il sonno è pure presto guadagnato fissando un oggetto determinato per alcuni momenti; appure fissando, al chiarore della notte, un disco chiaro, (un vetro della finestra con una carta bianca incollata dietro). Per una ferma volontà si impremerà nella memoria l’ora del risveglio. Una respirazione lenta e molto profonda per alcuni minuti favorisce pure il sonno perchè impedisce l’iperemia al cervello. Si cerchi infine d’imitare le persone addormentate per dormire in realtà dopo qualche tempo.

Il voler forzare il sonno mediante bevande spiritose o altri sonniferi è cosa dannosa e condannabile.

L’insonnia dei fanciulli, derivata per lo più da disturbi digestivi, è presto vinta con una compressa eccitante sul ventre; avviene non raramente che, dopo la stessa, sono subito presi dal sonno certi bambini che passavano notti intere piangendo.

Prima di coricarlo si applicherà al fanciullo un clistere a 22 0 R. per l’evacuazione del ventre poi un piccolo clistere fresco a scopo- deviativo.

Ordinariamente i bambini godono d’un buon sonno anche quando si ha applicato loro un bagno o una frizione totale prima di porli a letto.

Sopratutto però va applicato il massaggio come è indicato nella « Cura fortificante, » e va eseguito ogni sera un massaggio con- sistente in dolci soffregamenti e frizioni. Poi tener la finestra aperta. Un procedimento revulsivo è qui spesso al suo posto. Coloro che non possono dormire tenteranno anche il procedimento seguente: Prenderanno un asciugamani inzuppato in acqua fredda o fresca e lo poseranno sugli occhi, sulla fronte e sulle tempia. In questo modo molti hanno ottenuto il sonno desiderato. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Sordezza. Si manifesta in seguito a difetti di formazione, innata, con difetti di lingua, come sordo-mutezza; molto spesso però è la conseguenza di diverse malattie acustiche. In questo caso la guarigione è sovente possibile sopprimendo la causa, altrimenti no.

In generale i sordo-muti non possono parlare perchè non inten- dono, poiché per parlare è anche necessario intender parlar gli altri Quindi se l’udito s’è perduto nei primi anni di vita, quando il fanciullo non sapeva ancora parlare, resta muto, se anche non soffre alcun difetto negli organi della lingua.

Sospensorio. Spina dorsale.

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Sospensorio. (Fig 252.) Trattandosi di malanni al membro virile, quando il malato non può guardare il letto, è molto utile l’uso del sospensorio, affine di preser- vare lo scroto da ogni pressione, ecc. Il sospensorio è formato di una tasca che riceve lo scroto, tiene davanti un buco per il pene, poi ha una cintura che gira attorno ai reni e due sotto-coscia che dalla parte inferiore del sospensorio vanno ai due lati della pig 202. cintura.

Spalla. Infiammazione cronica, rigidezza e aderenze dell’ articolazione della stessa, vedi « Ginnastica medica » appli- cazione del gruppo 9.

Spavento. Quando per grande spavento si resta agitati e tremanti, è molto utile prendere immediatamente un sorso d’acqua, chè la stessa ha la facolta di far ritornar subito calmi.

Speculum. Questo strumento (fig. 253) serve a rendere visibili le parti dell’ apparecchio sessuale della donna situata nell’ interno della cavità addominale. Esso può essere costrutto in diversi modi.

Ordinariamente è un tubo semplice 0 composto di parti mobili dilatanti la vagina della donna. Ciò permette l’entrata della luce e un esame della vagina e della parte inferiore dell’ utero (orifizio e collo). Spesso la parete interna dello strumento è propriamente fornita d’uno specchio destinato a riflettere i raggi di luce e a far meglio apparire gli organi interni.

Questo speculum serve anzitutto all’ esame degli organi interni poi a renderli atti a certe forme d’applicazione (bagni, risciacqua- menti, ecc.). Infine è indispensabile in quei casi in cui i progressi d’una malattia della matrice e degli organi circostanti hanno resa indispensabile un’ operazione.

Spina dorsale. Incurvature della stessa. Possono essere innate 0 acquistate poi (l’ultimo caso è frequente nei bam- bini deboli).

Le causa sono ordinariamente: alimentazione difettosa; tenuta falsa del corpo, come per es ; durante lo scrivere, in generale, durante la

Sospensorio.

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Spinite, acuta. Sputatolo.

scuola quaudo i bambini sono costretti a star seduti su banchi malamente costruiti; (il sedere a lungo è per i fanciulli molto dan- noso); oppure malattie, come: rammollimento delle ossa; consun- zione, carie delle ossa; malattie delle costole o delle vertebre. (Anche l’anemia si trova in intimo rapporto con gl’ incurvamenti della spina dorsale.)

Cura. Dapprima evitare la causa, e scegliere un trattamento adatto. Vitto ineccitabile o, a norma dello stato, misto; molt’ aria fresca; (dormire con le finestre aperte;) frizione totale o parziale, quotidiana, oppure bagno con affusione o doccia sulla parte malata; sopratutto cura fortificante.

Molto vantaggiosi sono pure ripetuti esercizii di ginnastica medica, specialmente, spinta delle braccia avanti e indietro; alzata delle spalle, come pure massaggio in forma d’impastamento, soffrega- mento, martellamento della parte dorsale. Inoltre è necessario otte- nere la drittezza della spina dorsale mediante bendaggi o magari anche apparati corrispondenti.

(Per maggiori schiarimenti sul massaggio, ginnastica medica come pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Spinite, acuta, vedi « Midollo spinale. Infiammazione acuta dello stesso ».

Spinite, cronica, vedi « Midollo spinale. Infiammazione cronica dello stesso ».

Sputatoio. (Fig. 254.) Questo sputatoio è di smalto, ha il coperto con un lungo manico Sputatoio. mediante il quale si può aprirlo facilmente in caso

di bisogno. Lo sputatoio è riempito d’acqua fino a metà che deve essere rinnovata almeno due volte per giorno. L’uso antico di riempire gli sputatoi di sabbia o altro non è buono per nulla, perocché gli sputi seccano facilmente e poi vengono mescolati all’ aria della camera mediante vento o una corrente

d’aria qualunque. In questo si corre rischio di res- pirare nuovamente le sostanze dannose dello sputo ciò che resta impossibile quando lo stesso contiene

Coloro che desiderano uno sputatoio simile e non possono averlo in vicinanza, si dirigano a Fig. 254. Knoke e Dressler, Dresda. Prezzo £ 7.50.

acqua.

Sputo. Stazioni balneare.

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Sputo. (Sputum.) Si chiama così una secrezione della mucosa della trachea e della cavità orale, allo stato di salute, in quantità minima e inoffensiva. Coi progressi della malattia, gli sputi non aumentano solamente, ma cangiano ancora aspetto. Non raramente sono molto disgustanti quando sono di natura purulente, e sotto questa forma, hanno anche cattivo odore. Gli sputi misti a sangue possono provenire da diverse parti dell’ apparecchio respiratorio e risaltare da diverse malattie. Negli sputi dei pneumonici si trovano, per la maggior parte del tempo, delle particeli^ di tessuto cellu- lare polmonare che, causa la loro densità, vanno al fondu dell’ acqua. Qui non è possibile indicare un trattamento perchè essi non spari- scono che con la malattia. Tntt’ al più si possono diradare respi- rando aria temperata, insinuando spesso dell’ acqua non troppo fredda prendendo un cucchiaio d’olio d’oliva, frizionando le parti degli organi respirato rii, poi applicando degli impacchi eccitanti al tronco.

Stasi. Qua s’intende l’arresto della circolazione del sangue, degli umori, che può derivare da diverse cause e attaccare parti più o meno considerevoli del nostro sistema vascolare sanguigno.

Stazioni balneari. Oggi è di bon ton nelle alte classi sociali che la famiglia intera, o almeno la signora, passi qualche settimana o qualche mese in una stazione balneare affine di godere una lieta villeggiatura. Ma non solamente le persone agiate e sane vanno in dette stazioni, bensi molti malati, inviati dai loro medici per cercar di guarire le loro sofferenze.

A coloro che si recano ai bagni allo scopo di ricuperare la salute noi diremo tutto francamente che avrebbero molta più probabilità di guarigione in uno stabilimento di medicina naturale bien diretto, anziché in una stazione balneare in cui, come si sa, la medicina naturale non vi è ancora applicata.

Tutte le influenza benefiche che si attribuiscono al corpo malato in una stazione balneare sarebbero molto più favorevoli se si applicasse nello stesso tempo la medicina naturale. Ora sarebbe proprio tempo d’associare, a tutte le cure d’assorbimento abituali, la medicina naturale come bagni a vapore totali, a metà, o parziali, impacchi totali, a metà o parziali, affussione alla Kneipp: massaggio, ginnastica medica, bagni d’aria e di sole, bagni elettrici, bagni agli occhi, bagni interi e a metà e semicupii, dieta, ecc., ecc. come pure i mezzi d’indurimento d’ogni specie. Con gli stessi si otterebbero dei successi ben più grandi.

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Sterilità della donna. Stitichezza, ostruzione, ecc.

Siccome in molti bagni si possiede già tutto ciò che abbisogna alla medicina naturale, è cosa molto semplice il seguirvi un trattamento di questo genere, e, in caso contrario, non si ha che domandarlo alle amministrazioni dei bagni.

Noi pregliamo insistentemente tutte le stesse che questo fattore tanto importante pel bene dell’ umanità sofferente « La medicina naturale » sia ben presto annoverata fra le loro applicazioni tanto più poiché oggi molti medici considerano i mezzi di questi bagni più che insufficienti per moltissime malattie. Noi possiamo a questo riguardo dar prove di verità.

L’importante sta che i medici di queste stazioni balneari apprendano intieramente la medicina naturale per essere poi in grado di impartire ordinazione razionali.

Sterilità della donna, vedi « Malattie delle donne ».

Sterilità dell’ uomo, vedi « Impotenza ».

Stitichezza, ostruzione, costipazione o durezza di ventre.

Anche adesso è sfortunatamente ancor troppo divulgata l’abitudine di somministrare ai bambini costipati del rabarbaro, delle pozioni di scorza di frangola o di lattuario. Per gli adulti si ricorre ordinaria- mente all’ olio ricino, all’ acqua di Sedlitz, alle pillole svizzere, ecc.

L’abuso di purganti (come pure i cibi e le bevande troppo calde caffè, ecc.) attira gli umori verso il canale intestinale. L’apparecchio digestivo si rilascia e ne soffre moltissimo. (Per lo piu la causa della stitichezza consiste nel rilassamento, nell’ inerzia dei nervi, dei vasi e dei muscoli dell’ apparecchio digerente, che ne è la conseguenza provocata da un’ alimentazione falsa.)

Per mantenere i bambini (e se stessi) sani e procurare una scarica giornaliera regolare, non v’ha mezzo migliore che di bagnare spesso i fanciulli tralasciando ogni purgativo. I purgativi citati più sopra, specialmente quando vengono usati nelle malattie e costipazioni croniche per settimane, mesi e forse anni interi, nuociono moltissimo alla salute e depositano spesso il germe di malattie e di infermità che avvelenano tutta la vita.

La medicina naturale non usa purgativi per combattere la stitichezza, bensì clisteri e massaggio del ventre, ginnastica medica ecc., come pure una dieta oppurtuna che sopprime ogni costipazione. Contro la stessa sono particolarmente adatte le due manipolazioni, 1 e 2; nella ginnastica medica va raccomandato il primo gruppo.

Tabe, consunzione dorsale.

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Tabe, consunzione dorsale. Malattia del midollo spinale, die si sviluppa lentamente e nella quale avviene il rammollimento ■della parte inferiore dello stesso. Ne risultano della paralisi clie aumentano a poco per volta, specialmente la paralisi dei nervi sensi- tivi che, dal midollo spinale, vanno alle gambe e agli organi del basso ventre, come: vescica, ecc. Questa malattia attacca più gli uomini che le donne e dura parecchi anni.

Descrizione della malattia. Dolori violenti, laceranti nella metà inferiore del tronco, nei reni, nelle ginocchia, nei piedi, e che si considerano spesso per dolori reumatici. Talvolta vi si associa una sensazione di tensione e di dolore attorno al ventre, e si ha Tini- pressione d’un cerchio.

Poi stanchezza estraniente rapida delle gambe; sensazione di freddo nei piedi; il malato crede di pestare, coi piedi nudi, del feltro, della lana, ecc. Camminando i piedi vengono trascinati in modo stupefacente e battono violentemente il suolo.

I movimenti delle mani divengono sempre più incerti e non si ■sottomettono più alla sua volontà. In piedi e con gli occhi chiusi il malato sente una forte oscillazione che lo costringe a sedere. Più .avanti non può più camminare nemmeno con l’aiuto del bastone; le braccia e le mani sono tremanti e non possono più far nulla. Il paziente spande le sue bevande, è incapace di vestirsi da solo, di ■scrivere, di cucire, ecc. La finezza della percezione dei sensi dimi- nuisce ognora più. Infine, debolezza della vescica, paralisi; il malato non sente più il bisogno d’orinare o d’andar da corpo, perde tutto involontariamente ed è obbligato al letto.

Cause. Eccessi sessuali; onanismo; sifilide: raffreddamento par- ticolarmente delle gambe e dei piedi; rimaner coricati all’ aperto su suolo freddo; abuso di tabacco; poi anche predisposizione speciale come al sortir d’una malattia esauriente, sopratutto del tifo (nella quale si manifesta spesso durante la guarigione un’ eccitazione ses- suale d’una forza straordinaria).

Cura. Cura fortificante, evitando rigorosamente ogni cibo o bevanda •eccitante, anche il tabacco; godere molt’ aria fresca; dormir colla finestra aperta e usar clisteri.

Poi blanda lozione totale, giornaliera, a 22° R, Pei malati ancora robusti bagno a 26° R. seguito da una leggiera frizione.

Si possono anche applicare dei semicupii a 18 22° R., con bottiglie •calde ai piedi, (quando esercitano un effetto calmante e benefico) di

60

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Temperatura del corpo dell’ uomo.

corta durata, (da 15 a 25 minuti) come pure degli impaccili totali, eccitanti, con bottiglie umide ai piedi: durata 1 ora. Poi massaggio.

Ottimi risultati sono pure stati ottenuti con la galvanizzazione' del' midollo, spinale, 5- 10 M. A., per 5 minuti.

Questa cura esige l’evitamento di tutto ciò che ha prodotto la malattia, quindi non deve aver luogo polluzione, eccitazione degli organi sessuali.

(Pei modi d’applicazione vedi l’Indice.)

Temperatura del corpo dell’ uomo. Allo stato normale raggiunge i 37,5° Celsius (marcati col segno 0 C.) o 30° Réaumor (marcati col segno 0 R.). A questo riguardo il Dott, Walser scrive::

Il calore corporale deriva da una sorgente propria, i fenomeni chimici e tìsici dell’ assimilazione e della disassimilazione, nel corpo- stesso, ed è nell’ uomo e in molto animali, affatto indipendente della temperatura esteriore. Il calore si forma sopratutto nelle glandule e nei muscoli che possono aumentarlo di 1,5° R., non fisso, ma corri- spondente alla quantità e qualità di nutrimento e all’ alternativa del riposo e del moto. Il calore aumenta lentamente dalle 7 del mattino alle 4 del pomeriggio, dove arriva al punto massimo per mantenermi fino alle 9 di sera, poi diminuisce lentamente. Esso non si sviluppa poi nello stesso modo in ogni parte del corpo. La sua condizione principale è il fenomeno dell’ assimilazione e della disassimilazione, l’ossidazione, degli alimenti in acido carbonico, acqua e orina, producenti il calore. È il caso in alto grado delle parti i cui muscoli sono in movimento, i quali producono allora un’ eccesso di calore. Alla ripartizione è destinato il sangue che scorre in queste parti e conduce il calore in quelle che non ne sviluppano punto. Tuttavia queste però sono- sempre in perdita come lo dimostrano i piedi freddi delle persone sedentarie, perocché è l’ossidazione che ha luogo nei muscoli, detti propriamente focolai.

Questa produzione di calore è compensata pel consumo del calore- dei corpo circondato da un’ altra temperatura. Esso perde il suo calore a raggi quando l’aria circostante è più fredda, poi per conducibilità cedendo calore ai corpi più freddi che lo toccano e infine, per revaporizzazione dell’ acqua che se ne va dalla superficie della pelle. Secondo Helmholtz, quest’ ultimo fenomeno ruba al calore totale il 15°/0 circa; per l’aria aspirata si perde il 5% circa.

Questa perdita di calore vien compensata dalla nutrizione. Così l’importanza degli alimenti si basa sul valore che gli stessi hanno-

Tetano.

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sotto questo rapporto. Come già dicemmo, per unità di calore s’intende la quantità di calore necessaria per alzare dim 1 0 E. la temperatura di 1 Cg. d’acqua. Così nell’ albumina noi troviamo 5,7 unita di calore, nell’ amido 4,2 e nel il grasso 9,5. La prima però non sviluppa tutto il suo calore, ma solo 4,5 unità circa, perocché essa non brucia che imperfettamente.

Per ottenere una temperatura costante è necessario che il corpo sia provvisto d’un regolatore che gli permetta di accomodarsi ai cambiamenti della temperatura esteriore. Deve rimpiazzare il calore che manca ed eliminare quel che vi è di troppo. La prima condizione è soddisfatta per l’assorbimento della nutrizione, e noi ne troviamo la conferma nell’ aumento di appetito durante l’inverno, in relazione con quel dell’ estate e, in secondo luogo, per l’esercizio dei muscoli. Chi resta in piedi o seduto ha freddo in una stanza che sarebbe « troppo calda » per una persona che lavora. Poi, durante il freddo, il corpo si regola involontariamente, per l’eccitazione che il primo esercita sulla pelle la quale produce a sua volta una quantità di calore e un’ afflusso di sangue capace di compensarne abbondantemente la perdita. Quest’ aumento di sangue è facilitato per la proprietà che hanno le arterie di dilatarsi e di contrarsi. A questo vi sono esercitate pei nervi che lavorano involontariamente. Quando il calore monta, le arterie della pelle si dilatano permettendo così al sangue di rinfres- carsi più prontamente; in caso contrario esse si restringono impeden- dogli di raffreddarsi più del bisogno. Infine, quando la temperatura s’accentua, si produce un’ azione sulla secrezione del sudore, che luogo ad un raffreddamento. Noi ci proteggiamo ancora conveniente- mente mediante i nostri abiti, scegliendo ora i pesanti ora i leggieri senza dimenticare la differenza che esiste fra il bianco e il nero. Noi vediamo adunque che i fenomeni fìsici del calore si producono senza interruzione, in noi e attorno noi, e che non è affatto cosa assurda l’istruirsi su certe cose che ci sembrano superflue a primo colpo d’occhio.

Tetano. Crampo che viene e dura senza che si smarrisca la coscienza. Partendo dal midollo spinale attacca anzitutto i nervi motori, poi i muscoli della nuca, del tronco e dei masseteri. Può derivare d’infiammazione, da raffreddamento, da lesione, ecc.; sopra- tutto però da ferite con arma da fuoco o a punta o di quelle in cui vi dimorano poi dei corpi stranieri, specialmente quando il ferito è esposto ad un rapido cambiamento di caldo e di freddo.

60*

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Tifoide.

Descrizione della malattia. Accessi di parecchi minuti, fors’ anche d’mT ora, dapprima rari, poi man mano più frequenti. La tensione spasmodica dei muscoli resta interrotta; gli stessi sono duri come pietre e dolorosissimi.

Se il tetano attacca i muscoli facciali, il malato è di un aspetto tutto particolare, talvolta orribile.

Il voler masticare, inghiottire, ecc., può procurare nuovi accessi.

Quando questo male dura a lungo il malato finisce per soccom- bere esaurito; durante un accesso può avvenire la soffocazione.

Cura. Eliminare la causa o il male fondamentale, origine della debolezza o del male. Poi frizione vigorosa, con le mani secche o un panno secco, seguita da impacco totale secco o umido, caldo, con una bottiglia, riempita d’acqua bollente e avvolta in panno umido, ai piedi. In casi leggieri bagno-vapore a letto o bagno-vapore dei piedi a letto seguito da una frizione totale a 16 0 R.

Quando giunge il sudore si sostituiscono gli impacchi secchi con gli umidi.

Qui ocorrono inoltre delle frizioni fresche delle gambe e dei piedi, molto vigorose; dei piccoli clisteri; delle compresse eccitanti notturne del ventre; fors’ anche un’ impacco ai polpacci; aria fresca; bere molt’ acqua fresca e godere d’un’ alimentazione ineccitabile. Si può ancora eseguire una frizione energica del corpo intero durante il bagno-vapore o il bagno sulla sedia di paglia.

Contro il male generale, cura fortificante e buone cure della pelle (frizione, giornaliera, totale, vigorosa a 18° R.)

(Pei modi d’applicazione vedi l’Indice.)

Tifoide. (Febbre nervosa, tifo.) Talvolta si presenta isolata- mente talvolta col carattere d’un’ epidemia. Sebbene essa non rispetti età sesso, pure si può dire che attacca raramente fanciulli e vecchi, donne alla fin della gravidanza, o del puerperio o in principio dell’ allattamento; in generale si può dire che colpisce più gli uomini.

Il tifo può essere moderato o violente, di corso più o meno lungo. Grazie un trattamento naturale può guarire già in 1 3 setti- mane, curato con medicine invece solo in 4 6 settimane.

Ordinariamente si distinguono in due forme: tifo addominale e tifo petecchiale (chiamato anche morbus maculatus).

Il tifo petecchiale si sviluppa generalmente in forma epidemica in seguito a guerre (nelle guarnigioni, sui campi, negli ospedali) o d’ una carestia generale, o nei luoghi troppo abitati (prigioni, vapori d’emi-

Tifoide.

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granfi) (e da qua il nome di tifo degli eserciti, degli ospedali, o nosocomiali, dei vapori, ecc.) però esso è anche un’ epidemia in certi paesi (Irlanda, Scozia, America) in casi isolati. Le persone giovani e vigorose se la cavano facilmente, ma quelle che oltreppano i 40 anni di vita vi soccombono in seguito alla cura medicinale.

Dal popolo il tifo addominale ordinario (o del basso ventre) è ancora diviso in due forme: febbre mucosa o tifoidale, e febbre nervosa.

Descrizione della malattia del tifo addominale. La febbre è prece- duta di solito da sintomi più o meno lunghi, da malessere generale, abbattimento, cattivo appetito, brividi, sete, occhi arrossati, mal di capo e vertigini. Poi vi si aggiunge la febbre, propriamente detta, con grande sviluppo di calore e polso accelerato. Grande abbattimento, lingua coperta, sete ardente, inappetenza, sintomi cerebrali violentissimi (delirio, agitazione, dolori, sopratutto dell' occipite) costipazione e diarrea.

Trascorsi 3 5 giorni si manifesta poi Terruzione che parte dal tronco e s’estende celeremente sul corpo intero, risparmiando però talvolta il viso, le braccia e le gambe. Le macchie rosse qui asso- migliano a quelle della rosolia, spariscono sotto la pressione, ma ritornano appena la stessa cessa.

Dolori del basso ventre, ma sopratutto del lato sinistro ; infiammazione e ulcerazione delle glandule mucose nella parte inferiore dell’ intestino, enfiagione della milza, che aumenta talvolta di 5 volte il suo volume normale, e che può esser riconosciuto dal medico ascoltando la regione della stessa.

Alla fine del settimo giorno, la febbre aumenta, passando nelle forme gravi della fase nervosa, tifoidale. Il malato perde allora la sua resistenza, diventa indifferente, apatico, la crosta della lingua si divide, diventa bruna; i denti si sporgono, la pelle diviene secca, cascante, le diarree si moltiplicano. Tanto le evacuazioni dell’ inte- stino che della vescica si effettuano involontariamente; il viso e il dorso si mostrano spesso ricoperti d’un sudore viscoso, freddo.

Quando il corso è stato regolarmente favorevole si può mani- festare già un miglioramento in capo, anche qualche giorno prima, alla seconda settimana. Il delirio cessa, appare un sonno tranquillo: la lingua ridiventa umida; la pelle morbida; l’eruzione impallidisce, si dissecca e comincia a cascare in forma di scaglie, di polvere forforacea alla fine di altri 4 7 giorni.

Durante questa fase di guarigione, in cui si ristabilisce l’appetito

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Tifoide.

e ritornano le forze, la febbre sparisce completamente, il tumore della milza diminuisce a poco per volta (può durare 8 10 giorni).

La durata della malattia è variabile e dipende, come dicemmo già, dal genere cura, prima, poi dal carattere della malattia stessa e infine dalla virtù curativa del malato.

Il corso normale soffre innumerevoli sbalzi. Circostanze favore- voli possono rendere il tifo più mite, altre perniciose, più pericoloso. Perciò i sintomi patologici del tifo presentano una grande differenza di natura e di grado. Specialmente in sul principio, questa malattia non si lascia riconoscere con precisione neanche dai medici.

Gfià nella prima fase la morte può sopravvenire per la violenza della febbre e dall irritazione cerebrale. Nella terza fase la morte avviene più frequentemente che nel secondo, e propriamente fra il e T 11° giorno, causa delirio, meteorismo, diarea o emorroidi esaurienti.

Cause. Si suppone che il veleno contagioso del tifo si formi per la decomposizione e putrefazione delle sostanze organiche, che gli schizomiceti, che penetrano nel corpo coll’ acqua potabile, gli alimenti e l’aria, vi trovano il loro nutrimento. La causa principale è adunque l’acqua, l’aria, ecc., carica di sostanze infettive. Altre cause sono ancora le evacuazioni dei malati. Al tifo possono ancora predisporre la miseria corporale e spirituale, la mancanza di pulizia, le priva- zioni, il rammarico, i dispiaceri. Poi si deve . sapere che a questa malattia è più inclinata una persona che un’ altra.

Cura. A norma dello stato, 2 4 impacchi totali calmanti, molto umidi, con una bottiglia calda ai piedi, avvolta in un panno umido, che si potrà allontanare dopo 1 L/a ora circa. Sempre a norma dello stato l’impacco può durare fino a 1 ora; poi, o rinnovare l’impacco, o (quando la malattia non è troppo grave) eseguire una frizione totale a 16 20° E. oppure fare un bagno a 22— -26° E. con affusione. In quest’ ultimo caso si può ripetere l’impacco se si manifestasse una febbre violente.

Tanto durante, che all’ infuori dello stesso si deve rinfrescare continuamente il capo mediante una compressa a turbante o pure umettandolo di tempo in tempo con una spugna tiepida.

Aria fresca, tener aperte le finestre e aprire talvolta anche la porta; tener il letto fresco evitando possibilmente ogni piumaccio. Bere molt’ accqua fresca e latte di burro. All’ infuori dell’ impacco si deve applicare la compressa del ventre, che si cambierà appena

Tifo.

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■darà noia; alla stessa si possono aggiungere anche degli impacchi eccitanti alle gambe ed ai polpacci. Contro costipazione clisteri grossi, piccoli a scopo revulsivo. Pel resto alimentazione ineccitabile, cene leggiere, consistenti principalmente in frutta, latte, decotto ■d’avena, minestre di riso, ecc. La scielta degli alimenti e la tempe- ranza devono essere osservate anche quando il miglioramento fa grandi progressi.

Invece che all’ impacco totale, precedente, si può ricorrere al trattamento III della -febbre.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Tifo guarito.

Dal libro del Dott. Koerner: La più sicura guarigione delle malattie febbrili.

In tutta fretta fui chiamato ad assistere una sposa ventriquat- trenne dal proprietario nobile di Q. a K. Malata da più che 3 setti- mane la prò veletta venne dichiarat a perduta da 3 medici. Al mio arrivo la trovai in uno stato ben più misero di quel che mi ero immaginato. Essa giaceva immobile col viso pallido, i tratti sfigurati, gli occhi semichiusi. La debolezza era considerovole; l’ebetisismo al massimo grado; al delirio era succeduta una stupefazione persistente e si poteva chiamar la malata a voce alta, scuoterla, senza che tornasse in sè. La lingua, i denti e le labbra erano coperti d’una patina bruna; le narici avevano un aspetto fuliginoso: le evacuazioni sortevano involontariamente e si spandevano nel letto già da più giorni; il basso ventre era gonfio come un tamburo; alla pressione sulla regione dell’ intestino cieco rispondeva un certo dolore che la malata tradiva con contrazione dei muscoli della faccia. Il polso era appena sensibile, celerissimo (140 battiti per minuto). Le estremità ■erano fredde, il tronco bruciante. Sull’ osso sacro s’era formata una piaga larga e profonda e le parti molli attaccate erano cancrenose. Lonsiderando lo stato della malata e il pericolo in cui si trovava mi arresi a mala pena all’ invito di tentar qualcosa, poiché si doveva temere ad ogni istante una sortita fatale causa la paralisi del sistema nervoso. Tuttavia io non potevo starmene colle mani in mano, ma ero in dovere di tentar qualcosa per rianimare la fiamma di quella vita che stava per ispegnersi. Allora incomincia il mio trattamento. Dapprima feci eseguire una frizione del corpo intero tanto per eccitare l’attività della pelle come il sistema nervoso, poi ordinai un impacco. Durante le manipolazioni la malata non sortì dal suo stupore, .non

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Tigna.

diede alcun segno di resistenza. Nei primi 4 giorni non s’ottenne- alcun cambiamento, ma nel la malata aprì gii occhi, girò la sguardo attorno e si lamentò di forti dolori dorsali. Con queste speranze di successo così favorevoli, feci continuare la cura senza interruzione ed infine ebbi la gioia d’aver ridonato questa giovane donna alla vita.

Nello scorso autunno, qui si sviluppò la tifoide con tale forza che vi erano, per ogni casa 3 4 persone malate, il numero totale delle quali giunse a 35. Tutte furono guarite dal medico naturalista Dott. Koerner, meno una sola. In nome del comune ringrazio qui pubblicamente. P. Valli, sindaco di Labium.

Tigna. Colpisce per lo più le persone sporche, sulle parti capellute della testa.

Descrizione della malattia. Dapprima si formano delle piccole scaglie, che si riuniscono più tardi in una crosta giallo-paglia, di forma rotonda. I capelli sopra queste croste cadono e ne può risultare una calvizie completa. Tuttavia se la pelle sottostante, e special- mente la radice dei capelli, non è ancora invasa dai funghi, i capelli possono tornare ancora. La causa principale di questa malattia è senza dubbio una degenerazione degli umori e anzitutto la mancanza di pulizia.

Cura. Tagliar i capelli corti e rammollire le croste con acqua tiepida; poi lavare 3 volte per giorno il cuoio capelluto con acqua insaponata (sapone verde) calda, e poi far seguire una lozione fredda della stessa; indi asciugare intieramente (ma senza rompere le croste) e ungere leggiermente i capelli con olio d’oliva fresco o burro non salato. Quand’ è possibile si possono anche applicare delle compresse eccitanti e dei bagni-vapore della testa, poi un bagno-vapore in letto,, giornaliero, seguito da bagno e da lozione specialmente della testa. Vitto rigorosamente ineccitabile (senza carne): compresse notturne del ventre; clisteri e aria fresca. Inoltre è bene incominciare la cura fortificante o la cura preparatoria della cura règenerativa.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Secondo procedimento. Ogni giorno, bagno a 20° R. con lozione della testa, o, per cambiare, frizione totale a 26° E.; poi, ogni settimana, 2 3 impacchi secchi per sudare o bagni-vapore in letto per 1 D/2 ora; in seguito bagno a 26° E. pure con lozione della testa. Inoltre

Tormento scientifico delle bestie. Tosse.

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sono indicati: la compressa notturna del ventre; impacco del tronco; impacco della testa a 20° R, e frizione mattutina. Infine, evacuazione giornaliera del ventre, ecc., come sopra.

Cura di Kneipp. Ogni giorno compressa calda sul ventre di 1 lk ora. Ogni notte, lasciando il letto, lozione totale fredda e tornar a letto senza asciugare il corpo. Così per 8 giorni continui. In seguito, un giorno semicupio, un giorno bagno a metà di 1j2 ora. Poi ogni due giorni affusione superiore e alle ginocchia. Così per lo giorni. Come trattamento supplementare 2 4 bagni a metà.

Tormento scientifico delle bestie, vedi. «Vivi-sezione».

Tosse. Consiste in un’espirazione spasmodica d’aria dai polmoni. L’aria vien spinta a scosse, d’un tono secco, attraverso le fessure vocali ristrette.

In generale la tosse ha per conseguenza un’ eccitazione delle vie r Espiratorie che può essere più o meno grave. Quest’ eccitazione può partire dalla laringe, dai polmoni o da altri organi della respirazione, come pure da organi più lontani, come: stomaco, fegato, midollo spinale, ecc., e continua poi per i nervi nel petto.

Nelle malattie del canale aereo il primo impulso della tosse vien dato dalle contrazioni spasmodiche delle più fine ramificazioni della trachea, in seguito ad eccitazione delle diramazioni nervose. In questo caso il nervo più irritato è il nervo vago.

Siccome una ramificazione di questo nervo corre nel condotto uditivo esterno, non è raro che le persone che si puliscono l’orecchio con l’arnese adatto all’ uopo siano costrette a tossire.

La tosse non è una malattia per se stessa, ma un sintomo che si riscontra in molte malattie. In verità la tosse è un fattore medicale naturale destinato ad espellere dal corpo le sostanze nocive e tutte le impurità. Quindi il malato non deve considerare la tosse come una nemica, bensì come una buona amica.

Cause. La tosse può derivare da eccitazioni esterne sulle vie respiratorie, dalla respirazione di fumo, di polvere, da gas, o d’altre sostanze penetranti. Poi da catarro, prodotto dalla membrana mucosa stessa, come muco, pus, ecc.

Nel catarro del canale aereo senza febbre, la tosse è secca, dapprima, anche spasmodica, corta e raschiante. Nel secondo periodo diviene più leggiera e gii sputi più spessi e più dolci. Nel catarro febbrile la tosse è, per lo più, violente e accompagnata da sputi.

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Tosse.

Le cause della tosse nervosa, sono sopratutto le emozioni dell’ animo ed altre diverse impressioni nervose. Questa tosse non è eccitata aumentata per una rapida corsa, per ascenzione od altri esercizii del corpo.

Lo stato d’eccitazione del midollo spinale è la causa estrema- mente frequente d’una tosse tenacissima.

Come tosse morbosa, detta anche tosse del mattino, è considerata quella degli ubbriaconi, sopratutto di coloro che bevono acquavite. Essa li sorprende il mattino e li tormenta fino a soffocarli violente- mente o far loro emettere della mucosità.

La tosse che deriva dalla replezione, di cui soffrono per lo più le persone giovani e robuste che godono d’un’ alimentazione vigorosa e che hanno un aspetto fiorente. Qui il polso è pieno e forte; il riscaldamento e il moto aumentano la tosse. La stessa è spesso unita all’ asma e quando la si trascura cagiona facilmente una pol- monite. In questo caso bisogna sempre temere una tosse con espet- torazioni sanguigne.

Però può anche darsi che certe persone sieno soggette ad un’ iperemia morbosa polmonare che produce pure una tosse prolungata. Ciò può avvenire, sopratutto, in caso d’emorroidi cieche o soppresse, quando non si presentano le regole, cessano o sono soppresse, nella gravidanza, o quando si sopprime qualche altra perdita abituale del sangue, come epistassi, ecc.

Le cause d’una tosse prolungata possono trovarsi nello stomaco o nel basso ventre. Nel primo caso possono avvenire degli ingorgamenti dello stesso o d’altre impurità, come: bile, vermi, ecc., poi atonia stomacale, stato patologico del fegato, ecc. Queste tossi (le cui cause provengono dallo stomaco, non dai polmoni) si riconoscono perchè gii eccessi di tosse non sono provocati dalla respirazione profonda dalla conservazione prolungata dell’ aspirazione, dal parlare, dal gridare, ecc., dalla corsa, dalla salita su monte e su scale, o d’altri movimenti violenti del corpo, e poi non esiste oppressione, dolore nel petto. Questi accessi appaiono sopratutto dopo pasti, specialmente dopo dieta sregolata.

Occasioni di una tosse persistente sono anche i depositi di diverse materie morbose provenienti dalla gotta, dal reumatismo, dalla scrofola, dal mal venereo, ecc.

Una tosse ostinata può anche derivare dall’ allungamento del- l’ugola. In questo caso si può rimediare all’ inconveniente mediante

Tosse.

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un’operazione, ossia tagliando il prolungamento dell’ugola: quest’opera- zione è facile e priva affatto di pericolo. In un simile caso di tosse è anche bene far esaminare la cavità orale da una persona competente.

La tosse causata da malattie di cuore è breve, secca ed ha un suono forte.

La tosse, o la tosserella, della tubercolosi consiste in una tosse continua duranta la quale, dapprima, non vien regettato che un di saliva catarrosa e di materie caseose (che sono spesso molto fetide).

Nella tubercolosi avanzata si possono trovare nella tosse certe differenze. In alcuni malati essa resta secca fino alla morte, oppure non vien rimessa che una piccola quantità di saliva. In altri invece ■è molto brusca, gli accessi si ripetono frequentemente e sono molto spossanti, tormentano il malato sopratutto nella notte e nel mattino è costretto ad espettorare molto. In altri ancora, essa è spas- modica. Quando la malattia ha fatto già grandi progressi si mani- festano violenti colpi di tosse appena il malato appoggia il dorso a qualcosa di duro.

Cura. Eliminare anzitutto le cause, poi scegliere un trattamento conforme alla malattia fondamentale. All’ uopo si veda sopratutto catarro della trachea, malattie dei polmoni e della laringe, tubercolosi, asma, ecc., ecc.

Per gli adulti bagno-vapore in letto, seguito da bagno a 24° R., o da bagno-vapore totale seguito da impacco totale e poi da bagno. In seguito, impacco eccitante del tronco, durante la notte, a 22° R. Ottime sono qui le doccie.

Una tosse ordinaria cede prontamente all’ impacco notturno del tronco, che provoca sudore e procura un calore umido, in certi casi accompagnato dall’ impacco del collo e delle spalle, seguito d’abluzione totale; poi gargarismi frequenti, durante il giorno, con acqua a 18° R., e aspirare pure dal naso acqua a 22° R.; esercizii moderati all’aria fresca (ma non troppo fredda); vitto ineccitabile. Nei casi ostinati sono di grande efficacia gl’impacchi totali o a tre quarti e le affusioni alla Kneipp (doccia superiore, del dorso, delle ginocchia alter- nativamente).

Vogliamo ancora far noto che è molto salutare pel malato di prendere una boccata d’acqua fresca o fredda dopo ogni accesso, e di seguire un regime affatto ineccitabile. Poi, come dicemmo già, aria fresca, ma mite, all’ aperto e nella stanza. Evitare sopratutto

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Tosse elei bambini.

l'aria polverosa e affumicata, (non si vedono forse ogni giorno persone colle guancie incavate, tormentate da tosse, restar sedute per delle ore in una stanza piena di fumo di tabacco?). In seguito evitare ogni bonbon per la tosse, il siroppo pettorale, le erbe di Lieber, il desgustante grasso di cane, l’olio di fegato di merluzzo e tutte le altre inutili droghe. Sia ancora ricordato che il rammarico, la collera, la gelosia, ecc., il caffè carico, il thè, il vino, la birra, il tabacco, le droghe, insomma ogni cibo e bevanda eccitabile è nociva a chi ha la tosse.

In caso d’iperemia polmonare bisogna applicare sovente degli impacchi calmanti con altri eccitanti ai piedi e alle gambe, (special- mente nella notte). (Pei modi d’applicazione vedi l’Indice.

Tosse dei bambini. Deriva spesso dalla respirazione d’aria nociva, da raffreddamento della pelle e delle mucose. Ciò avviene sopratutto causa rapidi cambiamenti di temperatura (quando il fanciullo va, per es.: da una stanza calda all’ aria fredda), ecc.; qui però si tratta solamente di fanciulli non induriti.

Prima di passare dal caldo al freddo, ogniuno dovrebbe prendere un sorso d’acqua fresca per preparare le mucose dell’ apparato respi- ratorio all’ aria fredda e renderle così capaci di resistenza.

La tosse colpisce ancora i fanciulli indeboliti quando, dormendo, restano qualche tempo scoperti, causa, generalmente, una copertura troppo calda o troppo pesante che loro noia. Poi si manifesta ancora in seguito ad un soggiorno prolungato all’ aria fresca o fredda per 1’emissione d’orina (specialmente nella rigida stagione). Infine per raffreddamento della pelle in seguito a malattie infiammatorie, ecc.

I genitori devono prendersi a cuore la tosse dei loro bambini, senza dimenticare che più gli stessi sono piccoli più grande è il pericolo. In fanciulli in generale, ma specialmente quelli che hanno la tosse, devono venir ben protetti contro il vento duro del nord, dalla polvere, dal fumo, e da altre materie che penetrano per la trachea.

Cura, Nella maggior parte dei casi, evitando naturalmente le cause, basta che il fanciullo resti giorno e notte all’ aria pura, mite? e prenda qualche impacco sudorifero del tronco. Oppure si può appli- cargli un bagno-vapore a letto (quando il fanciullo rifiuta l’impacco totale perchè gl’imprigiona le braccia, si può applicargli un impacco a 3/4 con impacco delle spalle ben coperti di lana) seguito da bagno.. Anzitutto però indurimento.

Tosse, catarro bronchiale.

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Nei casi recenti provenienti da raffreddamento, si può anche procedere ad una frizione totale di 22 18° E. e poi impaccare il malato, per x/2 ora circa, in nna coperta di lana per riscaldarlo convenientemente: oppure ricorrere ad un bagno-vapore seguito da impacco totale, o a tre quarti, con impacco delle spalle, e poi bagno.

Trattamento col massaggio, buono per fanciulli e adulti colpiti da tosse. Il petto e il dorso vengono strofinati colle due mani dal basso in alto e dalla colonna vertebrale a l’esteriore; poi si eseguisce massaggio laterale con i pollici per 10 minuti circa, sopratutto nella tosse ferina e nella tosse spasmodica; infine seguono scosse del tronco. L’esecuzione deve essere lenta, la respirazione tranquilla.

Ginnastica medica. Mattina e sera, per 10 minuti, respirazione profonda all’ aperto o alla finestra aperta; poi eseguire 2 8 volte per giorno il gruppo 3°.

(Per maggiori schiarimenti a questo riguardo, come per il massaggio e i modi d’applicazione vedi l’Indice.)

Tosse, catarro bronchiale con espettorazioni sanguigne,

guarita.

Dal naturalista Otto Wagner, Direttore dello stabilimento di medicina naturale

in Dresda-Radebeul.

Il ramaio G. di L. domanda il mio aiuto in caso di tosse straordina- riamente tormentosa, accompagnata da mancanza di respiro, da sputi di sangue e da abbattimento generale del corpo intero. Dall’ esame risultò un grave catarro bronchiale; gli sputi erano mucosi e si scioglievano diffìcilmente. In seguito alla tosse violenta che si ripeteva a brevi intervalli, si erano lacerati alcuni vasi sanguigni dei polmoni; perciò sangue negli sputi.

Gli impacchi del tronco, che il malato usava da più giorni, non avevano dato alcun buon risultato. Io ordinai: mattina e sera bagno a vapore della testa per 20 minuti circa, seguito da abluzione della parte superiore del corpo a 20° E.; poi doccia alle ginocchia. Nella mattina e nel pomeriggio, come in ogni eccesso forte, compresse a vapore sul petto.

Dopo aver eseguito esattamente queste prescrizioni per 2 giorni, la tosse aveva ceduto al punto da permettere al malato di dormire tranquillamente. Il sangue negli sputi sparì e dopo 8 giorni la guarigione fu completa.

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Tosse ferina.

Tosse ferina (tosse convulsiva, tosse soffocante). Catarro delle ramificazioni della trachea che appare talvolta epidemicamente,, in primavera ed in autunno, dopo la rosolia e le epidemie di scar- lattina. Ordinariamente attacca i fanciulli tra i 2 e i 12 anni, molto raramente anche i lattanti di qualche settimana. In circostanze favorevoli, nella prima fase, la guarigione può effettuarsi in 3 4 giorni, 1, 2 o 8 settimane. In caso contrario il carattere spasmodico si sviluppa interamente e può, a norma delle circostanze più o meno favorevoli, durare parecchie settimane, perfino 4 mesi, prima d’incominciare, nella terza fase, con degli sputi spessi, talvolta anche con sudori leggieri,, a guarire in altre 2 o 4 settimane.

In ogni caso in questa malattia non si tratta solamente d’un catarro, poiché lo stato obiettivo del catarro non corrisponde per nient’ affatto alla gravità dei sintomi. Quindi si suppone in generale che nella tosse ferina non si tratta altro che di certi stati d’eccita- zione nervosa (forse del nervo vago o pneumogastrico).

Descrizione della malattia. Accessi di tosse secchi e spasmodici che arrivano improvvisamente, o quasi, e durano da 1 a 5 minuti e più, senza interruzione. I muscoli sono tutti tesi nello stesso tempo in modo convulsivo, gli occhi sporgono dalla testa e lagrimano, il viso prende una tinta quasi turchina, e le perdite di sangue dalla, bocca e dal naso non sono per nulla così rare.

Questi accessi di tosse sono talvolta isolati, tal’ altra si succedono- in numero di 30 50 nello spazio di 24 ore. La maggior parte degli accessi ha luogo nella notte. La febbre è ora più, ora meno forte, l’appetito debole e irregolare.

Il primo accenno di questa malattia incomincia per una specie d’assopimento che può durare per 1 settimana e più. Poi si manifesta un catarro ordinario in forma di reuma leggiero del cervello, di seccità nella, gola, di tosse leggiera, di rossore e di lagrime negli occhi. Il fanciullo ha già perduto il suo buon umore, la volontà di giocare, ecc.

Questo stato, che si manifesta spesso nei fanciulli durante epidemie di tosse ferina, deve essere preso molto sul serio e si deve procurare di reagire mediante qualche impacco a tre quarti a 22 27° R. di 1 1/2- 2 ore, con nna bottiglia calda, avvolta in panno umido, ai piedi. Se no, si applicheranno dei bagni-vapore a tre quarti in letto (3 4 in 8 giorno) e delle compresse addominale eccitanti durante la notte,

Tosse ferina.

959'

affine di prevenire la tosse ferina che poi o non si presenta o almeno in modo mite.

Cause. Qui le opinioni sono varie: non si è d’accordo che su ciò che riguarda il contagio. Molti considerano la tosse ferina quale affezione nervosa, altri credono che ha la sua origine nello stomaco e non attacca i polmoni che per irradiazioni per mezzo della tosse.

Cura. Separare anzitutto i malati dai sani, chè questa tosse è contagiosa. Ogni giorno 1 2 impacchi a tre quarti a 22 29° R. o bagno a vapore a tre quarti in letto, con impacco eccitante delle spalle, di D/4 D/2 ora; in seguito frizione totale a 18° R, o bagno- Colpo di mano avanti nella tosse ferina.

Fig. 257.

a 25 26° R. Durante la notte compressa addominale, eccitante, a 22° R. ben coperta di lana. Dopo ogni colpo di tosse è consigliabile prendere una boccata d’acqua temperata,

Del resto aria fresca giorno e notte (dormire colla finestra aperta) i fanciulli colpiti da tosse ferina possono e devono trattenersi molto all’ aperto, non però all’ aria dura, secca dell’ est. Vitto ineccitabile, vegetariano, frutta ed alimenti mucilagiosi; per bevande: decotto d’avena, d’orzo, ecc.. e limonate. Durante questa malattia non si deve

É mangiar carne.

Specialmente quando la tosse ferina è di lunga durata si fa buona cosa ad allontanare i fanciulli dalla contrada infetta: un cam- biamento d’aria esercita sempre un’ influenza salutare.

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Tosse ferina.

Altro procedimento: ogni giorno 1 2 bagni a 24 26° R. seguiti da frizione secca fin che la pelle si mostra rossa. In caso di calore possibile bisogna applicare degli impacchi del tronco, a 18 20° R., di ilr/a 2 ore. Pei piedi freddi o pei brividi, bagno a vapore in letto. In caso d’agitazione togliere subito il fanciullo dall’ impacco ed eseguire una frizione totale a 18° R. Aria fresca; vitto ineccitabile, ecc., come sopra.

Colpo di mano in avanti con uncinamento nella bocca in caso di tosse ferina.

Fig. 257.

Il getto di ^mucosità e il loro vomito non devono inquietare; anzi la guarigione èjmolto più rapida quando i polmoni possono presto sbarazzarsi delle masse.

La tosse ferina trascurata o curata con medicine dura da 14 a 18 settimane, coL nostro trattamento naturale invece solamente 3 5 settimane, quando la tosse non ha già potuto essere uccisa in germe per un procedimento adatto.

Trattamento col massaggio.

Durante l’accesso si frizioni e strofini il dorso, la nuca e le spalle più eh’ è possibile restando a sedere. Inoltre frizionare 3 volte per giorno, la fossetta dello stomaco col pollice, sotto le costole e verso le anche affine d’impedire la facile congestione di sangue in queste

I

Traspirazione. 96 1

parti. Poi, una volta per giorno, massaggio del corpo intero, e, due volte, massaggio del basso ventre e della nuca.

Prego anche di osservare Particolo seguenti concernenti « le forme d’applicazioni di Siegert».

Durante la tosse ferima non sono a raccomandarsi gl’ impacchi delle spalle e del tronco, durante la notte, perchè i fanciulli devono raddrizzarsi durante gli accessi di tosse e perciò si raffreddano facilmente. Di gran vantaggio è invece un bagno a vapore in letto, die D/2 2 ore, ripetuto 1 o 2 volte per giorno, con impacco delle Colpo di mano di dietro nella tosse ferina.

Fig. 259.

spalle e compresse addominali, seguito da frizioni a 15° E. aggiunta ad una vigorosa frizione della nuca. Inoltre parecchie frizioni, giornaliere, della nuca mediante un panno umido. Appena arriva un’ accesso di tosse applicare una compressa fredda sulla nuca; gargarizzare ogni ora, con acqua a 18° E.; fare frequenti bagni di bocca; Eegime dolce; sopratutto aria fresca giorno e notte. Eespirare profondamente all’aperto. Vedi all’ uopo «Ginnastica medica».

(Per maggiori schiarimenti sul massaggio, come pei modi d’applica- zione, vedi l’Indice.)

Traspirazione del corpo, fenomeno per il quale i materiali usati dal primo ne vengono' espulsi attraverso ai pori della pelle. Qui non

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Trattamento magnetico del corpo intero.

si tratta dell’ escrezione del sudore a goccie, fenomeno visibile, ma

della traspirazione gasosa dei liquidi acquosi che è molto importante.

Il corpo umano è composto per circa tre quarti d’acqua.

.

Trattamento magnetico del malato, modo d’esecuzione.

Fig. 260.

Trattamento magnetico del corpo intero. Siccome in tutte- le malattie si tratta dell’ uomo intero come sistema di forza, così vien preferito un trattamento intero, generale. Ci si mette di faccia, al malato in piedi o, meglio, seduto o coricato e gli si passano le due mani su tutto il corpo alla distanza di 2 centimetri e più, scen-

Trattamento magnetico del corpo intero.

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dendo. Se si è in piedi dietro le spalle del malato è necessario' incrociare le mani per la passata del dorso che deve pure essere- effettuata dall’ alto al basso. Qui non si devono fare dei passi indietro,, quindi bisogna riportare le mani in alto mediante un largo « colpo d’ali ».

Nell’ esecuzione dei passi è pure necessario scostare un poco le dita, e fletterle come se si volesse passar sopra il malato con la punta delle stesse.

In questi passi aerei vi è pure un certo punto per la pausa dei movimenti che deve succedere senza contatto col malato. Questi punti di riposo variano a seconda della sede del male. Nei mali dello stomaco e del basso ventre, per esempio, bisogna appoggiare dolcemente la mano destra, o la punta delle dita, sulla parte anteriore della testa, e lasciarvele riposare per un momento. In seguito si solleva un po’ la mano e s’incomincia il passo, colle due mani, dalla sommità della testa fino agli occhi chiusi, si arrestano poi per un po’ le dita sulla radice del naso e sulla coda degli occhi. Continuando il passo si fa ancora una pausa sullo stomaco, sugli organi sessuali, sulle ginocchia e sul collo del piede. Sul dorso i punti d’arresto sono: la nuca, i reni, i polpacci. Per le malattie del sangue, crampi del cuore, ecc., se non esistono nello stesso tempo delle malattie sessuali, i punti d’arresti sono: il cuore, il fegato, la milza, i reni. Nelle malattie delle vie linfatiche coi loro bitorzoli, è necessario arrestarsi specialmente su questi ultimi: sotto le orecchie e la mascella, nel mezzo della mamellà sinistra, alla clavicola, alle ascelle. Gli organi di sinistra esigono la mano destra, quelli di destra la mano sinistra. Questi punti d’arresto nel passo si prestano anche all’ imposizione diretta della mano. I passi si eseguiscono naturalmente anche sulle orecchie, le spalle e le braccia; i punti di riposo sono le spalle e le gomita.

Bisogna cercare di variare la direzione dei passi e che non dimenticare la fine del passo abbia luogo tranquillamente, ma risolutamente, nella direzione verso resterno allontanandosi dal corpo, affinchè non vi sia alcuna interruzione nella corrente : si passa dunque, sul corpo. Per questa ragione i passi che continuano le pausa, sono sempre intercalati fra i passi lisci, ripartitori; essi non devono mai terminare un trattamento.

L’imposizione della mano, per es : della mano destra del magne- tiseur sulla parte malata del paziente esercita un’ azione benigna,

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Tremore. Trichine, trichinose.

ma meno penetrante che il massaggio. Invece di applicare la mano si può anche tenerla ad una breve distanza, oppure accostare un poco la punta delle dita e ritirarle poi nel senso del passo, come se si volesse strappare la malattia. La volontà di guarire, la calma, la dignità e la sicurezza della manipolazione aumentano l’effetto curativo.

Tremore. Così si chiamano dei movimenti muscolari in forma di onda, che si succedono rapidamente e attaccano ora l’uno ora l’altro dei fasci muscolari. Il tremore risulta da collera, da paura, da spavento, poi da emorragie, ecc. in seguito a disturbi della circolazione del sangue e diminuzione dello stesso al cervello. Inoltre anche da modificazioni morbose del cervello, del midollo spinale, dei nervi.

Il tremito nei brividi dipende dalla stessa causa; qui che cangia è piuttosto la qualità che la quantità. Il tremito dei vecchi e il tremito negli avvelenamenti, ecc., risultano egualmente da un’ ostacolo dei condotti nervosi dei musculi in questione.

Cura. In caso di tremiti derivanti da paura, ecc., è indicata una frizione totale a 18° R.

Nei tremiti derivanti da collera o da congestione, impacco cal- mante del ventre o dei polpacci, pure seguito da una frizione totale o da bagnj a 25° R.

Contro il tremito dei brividi, frizione totale, vigorosa a 18° R., eseguita a mani nude, seguita da impacco secco o da bagno-vapore a letto, con frizione totale a 18° R.

Negli avvelenamenti sono indicati gli impacchi calmanti, continuati; quando sottentra miglioramento, eccitanti.

Nel tremito dei vecchi, cura fortificante con eccellenti cure della pelle.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Trichine, trichinose. Questa malattia viene dall’uso di carne trichinata, però non sono le trichine assorbite con la carne che provo- cano le grandi affezioni nell’ uomo, bensì i loro discendenti, nati nell’ uomo stesso.

Diverse ricerche hanno stabilito quale quantità enorme di trichine può trovarsi nell’ uomo. Si sono dati, per esempio, dei casi d’un uomo che è morto di questa malattia con 30 100 milioni di trichine. Il prof. Leukart dice che ha contato 15000 trichine circa in un solo gramma di carne. Queste si trovano per lo più nei muscoli.

Trichine, trichinose.

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Una sola trichina femmina mette al mondo circa 1500 piccoli. La malattia si manifesta con delle affezioni reumatiche febbrili. A norma della quantità e del grado d’infezione del maiale trichinato mangiato è dato trovare, nei muscoli dell’ uomo, una gran quantità variabile di vermi in forma di spira, di molle d’orologio. Queste trichine passano dall’ intestino nei muscoli. Un in grandimento di 80 volte circa mostra l’animale vivente nel muscolo, che presenta un’ altera- zione visibile anche a occhio nudo.

Quando invece le trichine sono rinchiuse in capsule, si riconosce lo stato trichinoso ad occhio nudo dal punto bianco. (Fig. 261.).

Giovani trichine passate nei tessuto muscolare.

. (100 volte circa più grandi' del naturale.)

Fig. 261.

La trichina spiralis arriva talvolta a 0,8 1 millimetro di lunghezza e la sua capsula calcare, in forma di limone, a 0,4 0,5 milimetri. L’estremità posteriore del verme è rotonda, la testa invece finisce a punta. Gli organi produttori sono portati da individui distinti e i maschi sono più piccoli delle femmine. I primi, all’ estremità posteriore, hanno anche due appendici cilindriche che formano gli organi genitali maschili.

In vicinanza dell’ inserzione dei muscoli, come nel tessuto congiuntivo il numero di trichine raggiunge spesso parecchi milioni. Il pericolo deriva sopratutto dalla, loro vitalità, poiché esse resistono alla putrefazione, al gelo, all’ affumicamento e anche all’ arrostimento leggiero.

Descrizione della malattia. Quando si ha mangiato della carne trichinata, dal secondo giorno l’ovaia della trichina femmina è riempita

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Tubercoli.

d’uova e tutte le femmine nello spazio di 5 6 giorni mettono al mondo una grande quantità di piccoli che forano l’intestino, passano nella cavità addominale, vanno anche più lontano, e si fissano nei muscoli (fig. 262). Allora producono subito un’ alterazione della sostanza muscolare e un deposito di sali calcarei. Quindici giorni dopo il loro sviluppo completo si rinchiudono in capsule, (fig. 262).

rr ... . I sintomi esenziali sono. Dolori

Trichine m capsule. . . x. ... ; ,

/inn . .. , . , , . violenti di ventre, partendo per lo

più dal giorno dopo aver mangiato la carne trichinata, poiché è proprio allora che le nuove trichine perforano l’intestino per passare nel corpo e fissarsi nei muscoli. Poi costipazioni iso- late, colerina, disfagia, lingua secca, spossatezza, dolori alle articolazioni, o tensione nelle braccia e nelle gambe; enfiagione acquosa del viso e delle palpebre; poi febbre violente, dolori terribili nei muscoli, sensibilissimi alla menoma pressione, mentre le arti- colazioni rimangono affatto prive d’ogni dolore. Trascorse parecchie settimane la malattia guarisce, o si aggrava.

Cura. Bagno-vapore, totale, a letto, seguito da frizione vigorosa a 18° R. o da bagno a 25° R. con allusione ; indi massaggio del corpo intero. Inoltre bisogna continuare le compresse del ventre. Vitto ineccitabile, aria fresca e clisteri.

Quando il miglioramento fa progressi è necessario applicare ancora un bagno a vapore seguito da impacco totale, da poi bagno e infine da massaggio.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Tubercoli. Sono piccoli modi, in forma di punti, della grossezza d’un grano di miglio, di color grigiastro o giallognolo, rinchiudenti bacilli in abbondanza, disposti isolatamente o riuniti in grandi quantità, nei tessuti dei diversi organi dove vi formano un focolaio di malattia.

Tumori.

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Essi si trovano sopratutto nei polmoni (specialmente agli apici polmonari). Il corso della malattia prende qui il nome di « Tubercolose polmonare ».

Tumori. Essi derivano da stasi del sangue. In seguito a questa stasi o ad infiammazione che colpisce anche le parti vicine, una parte del contenuto acqueo del sangue filtra attraverso le pareti dei vasi e penetra nel tessuto circostante dove si forma un’ infiammazione massiva ed estesa. Ogni pressione forma una cavità. Queste prominenze morbose possono dipendere da parecchie cause. Infatti possono risultare da colpo, da pressione, da raffreddamento, ecc.; poi da malattie benigne, ma in generale però da malattie gravi, come: affezioni dei reni, infiammazioni scrofolose reumatiche, poi tumori delle gambe, dei testicoli, delle ossa, delle glandule, del collo, ecc.

Cura dei primi. Compresse eccitanti, tiepide, continuate, di 16 18° R. da cambiarsi appena diventano noiose. Poi compresse a vapore, oppure si vaporerizzeranno moderatamente le membra gonfie, che si lavano e rinfrescano poi, indi si coprono con una compressa molto umida, calmante (di 1 ora). A ciò deve seguire il massaggio. Il corpo intero va curato mediante impacchi totali e bagni -vapore in letto.

Il trattamento col massaggio consiste in frizione e impastamento del tumore nelle direzione del centro del corpo. Si fa sempre il massaggio sulla parte del corpo vicino al tumore andando verso il cuore, in seguito si arriva, ma lentamente, al tumore per dividerlo. Inoltre abbisogna ancora una frizione totale giornaliera a 18° R.

Trattamento del tumore, molto variabile quando risulta da una malattia grave, si conforma alle cause della malattia in questione. Dapprima bisogna ricorrere alla cima fortificante, se la stessa non conduce allo copo, alla cura regenerativa. Molto utili sono qui le compresse a 18° R., a norma dello stato, di una o più ore, seguite da una lozione totale e talvolta anche dalle applicazioni accennate più sopra.

(Pei modi d’applicazione, vedi massaggio.)

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Ulcere. Ulcera venerea.

u.

Ulcere. Possono essere superficiali o anche molto profonde. Possono risultare da influenze deleterie locali o dalla corruzione generale del sangue, per esempio, ulcere cancrenose, scrofolose e scorbutiche; poi ulcere gravi dei piedi, in seguito a raffredda- mento, eco.

Cura. Generalmente tutto ciò che risulta dal sangue non può guarire che mediante la cura fortificante o regenerativa. Vedere anche le malattie relative.

Anzitutto si applicheranno delle compresse calmanti o eccitanti. La tela usata all’ uopo è piegata in 6 e anche in 12 volte, a norma dell’ulcera, imbevuta in acqua a 18 22 25° R., talvolta anche a 27 30° R, ben ricoperta di lana, applicata in modo che ricopra per bene l’ulcera. Meglio è rinnovare queste compresse prima che si secchino. Oltre le stesse si devono fare ancora degli impacchi del ventre e dei polpacci (durante la notte). Le compresse rinfrescano, disciolgono, assorbono tutto il pus della ferita ed affrettano una completa guarigione, quando però l’ulcera si è aperta. (Qui le com- presse possono durare da 1/2 a 3 ore.

Per le ulcere leggiere e superficiali bastano delle compresse eccitanti. Coloro che non possono portare le compresse durante il giorno posso applicare un empiastro di resina o di burro non salato. Ogni ferita va lavata frequentemente mediante una lozione o un’ inie- zione d’acqua calda. Qui sono pure indicate le doccie a 24° R. Molto vantaggioso può essere un impacco applicato di tempo in tempo. Del resto riposo; vitto ineccitabile; aria fresca.

Trattandosi di ulcere le compresse devono essere continuate fino che la supporazione è completamente finita e la ferita ben chiusa. Quelle ulcere sotto la pelle dura, per esempio ai piedi o nell’ interno delle mani, che non vogliono aprirsi a dispetto del nostro trattamento, vanno messe x/2 in acqua calda affine d’intenerire la pelle. In seguito si apriranno con l’aiuto d’uno spillo, ecc., o d’un piccolo colpo di temperino. Più efficaci sono ancora le compresse di seme di lino o di fieno greco, cotto spesso e chiuso in un pezzo di tela.

Ulcera venerea. Può essere di due forme: molle o dura. La prima è puittosto un male locale, la seconda invece il fenomeno primiero d’una generale malattia del sangue, della sifilide o del mal venereo.

Ulcera.

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Descrizione delia malattia. Nell’ ulcera tenera, o 2 3 giorni dopo il contagio in una parte qualunque del membro virile, si forma, all’ aggiunta del prepuzio, alla ghianda, sulla superficie interna del piccolo labbro e alla chiusura posteriore delle labbra, una vescica od un bitorzoletto, che contiene dapprima, un liquido (pus) giallo- bianco, più tardi giallo-verde. In generale si apre presto da solo, grattandolo e si forma poi un’ ulcera contente del pus giallo- verdrastro, con gli orli rossi o gialli ed un fondo lardoso; è senza dolore e toccandola si sente tenera. Le glandule più vicine si gonfiano dapprima poi passano a suppurazione.

L’ulcera venerea dura, si mostra 8 9 giorni dopo il coito contagioso, quando già il veleno può essere passato nel sangue. Questa è difficilmente purulente. Il tumore si forma un più tardi.

Cura. Vitto rigorosamente ineccitabile; bere acqua pura; mante- nersi riposo e pulire frequentemente Fui cera mediante bagni locali a 22° E. Poi, 2 3 bagni a vapore in letto, o bagni a vapore, per setti- mana, seguiti da impacco totale (con compresse supplementari sulle parti colpite). Dopol’impacco bagno a 25° E. Poi 2, 3, 4 bagni parziali a 20 24° E., per giorno, o inumidire le ferite mediante una spugna e coprirle poi con filacce umide o ovatta. E pure molto bene avvolgere il membro virile inun fazzoletto imbevuto in acqua a 18 20° B, (spre- muto), e ricoprirlo poi con un pannolino leggiero di lana; il tutto deve essere portato in un sospensorio per mantenerlo in buona positura. Dopo ciò l’ulcera venerea guarisce generalmente da sola. Baccoman- dabile è ancora un bagno quotidiano a 25° E. Contro costipazione clisteri; aria fresca. (Le filacce non si devono strappare, ma levare in bagni locali).

Il trattamento locale dell’ ulcera venerea dura è uguale a quello della tenera. Pel trattamento generale va iniziata la cura fortificante. Quando il male minacciasse d’estendersi si deve chieder aiuto ad un bravo naturalista.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Ulcera guarita.

Dal dicembre dello scorso anno soffrii d’ulcera rodente in viso, che minacciava di distruggere questo e il naso. Ma ora, grazie le cure dell’ infaticabile signor Dott, Meyner e la sua medicina naturale dopo un trattamento di 3 mesi nello stabilimento eh’ egli dirige in Albertsbad, sono completamente guarita. Ora non godo solamente

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Unghia incarnata. Uremia.

della mia salute anteriore, ma ancora di tutta la mia prima forza corporale.

Così pubblicando questo fatto sento nuovamente il bisogno di esprimere al signor Dott. Meyner le mie grazie più sincere, raccoman- dando a tutti i malati, specialmente a quelli che soffrono d’affezioni croniche, il benefacente soggiorno di Albertsbad, in luogo d’un funesto trattamento medicinale.

Chemnitz. Hermann Graf.

Unghia incarnata. Si trova sopratutto al pollice del piede, specialmente quando l’unghia è stata tagliata troppo corta e che la pressione d’una calzatura stretta spinge la pelle sopra il suo bordo. L’irritazione della pelle pel bordo dell’ unghia incarnata provoca ordinariamente un’ infiammazione dolorosissima, con suppurazione. Bisogna combattere questa penetrazione il più presto possibile, se l’unghia non deve essere strappata più tardi interamente. Il mezzo migliore per impedire questa penetrazione (sopratutto nei viaggi a piedi) consiste nell’ assottigliare l’unghia raschiandola nel mezzo longitudinalmente, mediante un pezzo di vetro, e a tagliare il bordo anteriore, libero dell’ unghia, in modo che le due code facciano una salita sul mezzo ritorto. Quando si appoggia la punta del piede, l’unghia s’appiata e così non ha più luogo la sua penetrazione. Se l’unghia è già incarnata si solleva il bordo infossato e si spinge al disopra un pezzo di coione idrofilo asettico. (Quando la penetra- zione è molto profonda, si pone sul bordo dell’ unghia una piccola lastra di piombo, la si ripiega sul cercine della pelle e la si fìssa mediante pezzetti d’empiastro epispastico. Dott. Bock.) Quando la pelle è ulcerata abbisognano frequenti pediluvi, e, a norma dello stato, anche compresse eccitanti o calmanti. (L’unghia cresce dove si taglia; se si fa questo al bordo, crescerà nella carne; se si fa in alto, alla punta delle dita, allora crescerà qui e non nella carne.)

Uremia. E una specie d’avvelenamento del sangue prodotto dall’ accumolazione d’ orina nello stesso.

Descrizione della malattia. Spossatezza, apatia, mal di testa, vertigini; più tardi, soporosità, insensibilità, incoscienza e crampi epilettici.

Cause. Ritenzione dell’ orina, che può derivare da debolezza cardiaca, da malattie dei reni, della vescica, di corpi stranieri, per es.: da calcolo della vescica, ecc.

Uretre. Restringimento dello stesso.

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Cura. Dapprima si procurerà all’ orina un corso libero: all’ uopo sono eccellenti i semicupi a 20 25 °R. con frizione, impastamento e percussione, quando i dolori lo permettono; poi compresse calmanti sulla regione dei reni, frizioni umide, dolci sulla stessa; indi, massaggio, seguendo le circostanze, bagno d’aria secco, bagno a vapore, ecc. In caso di congestione alla testa, procedimento revulsivo con rinfrescamento della stessa; poi impacchi totali, con compresse supplementari sulla regione dei reni, seguiti da bagno a 25° R., o da frizione totale a 18° R. Osservare per qualche giorno la « dieta secca » (mangiar pan bianco raffermo).

Riposo, molt’ aria fresca, tener le finestre aperte; vitto ineccitabile e bere acqua con moderazione. Contro costipazione e per deviazione, clisteri. Quando l’uremia complica la malattia di Bright, questa finisce spesso con la morte. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Uretre. Restringimento dello stesso. Può essere innato o acquisito.

Cause: lesione in seguito all’ introduzione violente del catetere, per la sortita forzata di pietre laceranti la vescica o i reni, e, in certi casi, anche raffreddamento. Spesso si trova come fenomeno concomitante o come causa della cistite cronica.

Siccome la vescica non si vuota mai completamente, cosi avviene a poco a poco una certa irregolarità nei muscoli della vescica ed un’ azione reciproca tra questi e il muscolo otturatorio. Da questo stato risulta un continuo desiderio di spandere acqua che passa subito al muscolo otturatorio e vi causa un gocciolamento doloroso d’orina; a poco a poco poi si agglomera nella vescica più orina che non ne sorte. Il muscolo espulsorio perde fino ad un certo punto la sua contrattilità. Il bisogno d’orinare e l’incapacità della vescica di sbarazzarsi dell’ orina per un forte getto, obbliga il malato a cooperare con i muscoli del ventre. Questa minzione dolorosa, che si effettua spesso con una scossa spasmodica di tutti i muscoli e la voglio violente, cagionano molte ernie. Ogni persona competente avrà fatto l’esperienza che i restringimenti importanti sono, generalmente, accompagnati da ernie anali.

Durante la jaculazione, lo sperma non vien gettato, ma scorre solamente. Così un uomo affetto di restringimento dell’ uretra sarà incapace d’un accoppiamente fecondo.

Cura. Si introduce nell’ uretra una bacchetta (bougie) di cautchouc ben unta, dapprima corta, poi un po’ più lunga. Il membro virile

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Urina. Incontinenza della stessa.

o la parte in questione, viene poi impastato dolcemente, premuto e strofinato, in avanti partendo dall’ esterno, sopratutto nel bagno parziale (recipiente con acqua in cui si tiene il membro) o nel semicupio a 30° E. dove si versa in seguito dell’ acqua fresca in modo che la stessa scenda poi alla temperatura di 24 25° E. Allora si tira in avanti la bacchetta, con grande precauzione si torna a spingerla, ecc. Poi, sempre con cautela, la si gira a destra e a sinistra, s’impasta, si preme, si frega nuovamente il membro. Tutto ciò si ripete poi senza la bacchetta. La manipolazione deve durare da 5 a 10 minuti e da aver luogo parecchie volte per giorno.

Nuove infiammazioni si combattono mediante bagni parziali a 24° E, e impacchi parziali, rinfrescanti ed eccitanti. Questi ultimi devono essere rinnovati a secondo del bisogno. A norma delle circo- stanze si applicherà anche un impacco notturno del ventre e a croce a 16 20° E. Il mattino: frizione totale da 16 a 20° B, o bagno in vasca a 24° E. o semicupio o bagno-vapore stando in piedi, ecc.

Urina. Incontinenza della stessa. Questo difetto colpisce per lo più l’infanzia e la fanciullezza, e deriva spesso da un’ educazione che lascia troppo a desiderare, spesso dall’ impossibilità in cui molte persone si trovano di liberarsi da questa cattiva abitudine.

Se seguano le presenti regole. Il paziente non deve bere a sera avanzata e mangiare poco evitando la frutta e sopratutto le mele che le stesse hanno la particolarità di espellere dal corpo molto liquido in forma di orina; le stesse però sono molte raccomandabili durante la giornata, meglio dopo il pranzo. Poi non deve dormire in letto troppo molle troppo caldo e possibilmente di fianco; prima di coricarsi è bene che vuoti la vescica. Durante il giorno i genitori farebbero buona cosa a badare per quanto tempo il bimbo loro può tenere l’orina; poi farlo orinare alcune volte nella notte. Mediante castighi e rimbrotti che procacciano al bimbo un sonno ansioso, si ottiene spesso il contrario di ciò che si pensa; mentre invece pro- mettendo al fanciullo qualcosa di buono e di grande (anche se per- fettamente innocuo e senza effetto) si sveglia nello stesso confidenza, s’addormenta non colla paura addosso, ma colla speranza e sente poi da solo il desiderio di spandere acqua.

Motto raccomandabili sono le frizioni totali (1 2 per giorno) di 18° B„ i semicupii o i bagni del tronco di 20° E. per la durata di 10 minuti, oppure di 10 15° E. per 5 minuti; poi il pestare l’acqua ogni giorno per 1 iy2 minuto; 3 compresse settimanali,,

Utero. Infiammazione dei legamenti dello stesso.

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notturne, al ventre o impacco a croce di 20° R. unito ad impacco dei polpacci (che deve durare possibilmente fino la mattina. Anche l’applicazione dell’ elettricità in forma di corrente secondo Faraday ha già portato qualche miglioramento.

In caso ostinato si può anche spaventare il fanciullo mentre incomincia a spandere acqua di giorno, per costringerlo in certo qual modo a svegliarsi durante la notte al momento dell’ operazione. Infine, per persone giovani, è consigliato il camminare molto a piedi nudi; poi un bagno in vasca per giorno o una lozione totale, allusioni superiori alle ginocchia, cura fortificante in generale.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

E stato trovato che quelle persone che sono costrette durante il giorno a pisciare attraverso una piccola apertura, un piccolo buco, ecc., e ad avere così una certa attenzione, si svegliano subito la notte appena sentono il desiderio di spander acqua.

Rimedi medicinali non esistono per questo malanno, o se ve ne sono sono affatto inutili.

Qualche volta colpiti da questo difetto anche quei bambini che hanno vermi nel retto e che esercitano un certo stimolo sulla vescica.

Utero. Infiammazione dei legamenti dello stesso. Malattia che si presenta raramente sola, ma accompagnata generalmente d’altre infiammazioni degli organi del basso ventre. Essa può derivare dalla stiratura continua della matrice durante la gravidanza o dai tumori e neoplasmi della matrice. L’infiammazione dei legamenti della stessa può ancora risultare da infiammazioni della matrice o delle parti vicine che passano poi all’ utero.

Descrizione della malattia. Dolori che si estendono sul corpo intero e s’irradiano nel senso degli organi sessuali esterni. Nello stesso tempo il corpo è più omenoteso ed estremamente sensibile alla menomaimpressione.

Cura. Ogni giorno bagno a 25 0 R., per 2 minuti. Fin che durano i dolori rimanere quieti a letto. Compresse calmanti alventre a 22° R., da cambiare appena son calde. Godere quotidianamente del beneficio del corpo; durante la notte impacco ai polpacci o metter calze umide.

Quando l’infiammazione è passata, ciò che ci vien indicato dalla cessazione dei dolori, si può fare la ginnastica medica, gruppo l e 2, e il massaggio alla Thure-Brandt. Questo però deve essere eseguito da persona sperimentata.

Per maggiori schiarimenti sulla ginnastica medica, il massaggio e i modi d’applicazione vedi l’Indice.

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Vaiolo.

V.

Vaiolo. Malattia acuta considerata dai partigiani della teoria del contagio come molto infettiva. Essa regna sopratutto allo stato d’epidemia e, in Europa, fa morire ogni anno circa un quarto di milione di uomini.

Il vero vaiolo si distingue in due forme : grave e benigna. (Le postille acuminate varicelle sono considerate da alcuni medici come una forma molto benigna del vainolo vero, mentre altri la riguardano come tutt’ altra malattia.)

Descrizione della malattia del vaiuolo vero. I primi sintomi di questa malattia eruttiva sono: malessere e cattivo umore poi, agita- zione, insonnia, inappetenza, mal di testa, vertigini, dolori articolari, nella fossetta dello stomaco, al dorso, ai reni. A ciò s’aggiunge poi febbre ed una traspirazione tutta particolare ai malati di vàiuolo. La prima fase dura 4 giorni circa. La seconda, quella dell’ eruzione, attiva l’eruzione alla superficie della pelle, generalmente con una forte febbre. Dal viso, quest’ eruzione s’estende ben presto sul corpo intero, prima in forma di macchie rosse della grossezza dolina lenticchia le quali, dopo alcune ore, talvolta dopo alcuni giorni, si cangiano in tubercoli rosso-bruni. Quando l’eruzione è sviluppata la febbre, ordinariar- mente, diminuisce, e la malattia entra in una terza fase, quella in cui l’odore del vaiuolo è molto sensibile, il bottone della postula prende la forma d’una mezza palla ed è circondato d’un cerchio scuro. Questa fase è spesso accompagnata d’altri fenomeni: Infiammazione della congiuntiva dell’ occhio, affezioni della membrana mucosa della cavità della bocca e della faringe, del naso, del retro-bocca, dello stomaco, degli intestini; infiammazione della trachea, dei polmoni, ecc. Qualche giorno più tardi (per lo più il nono) incomincia la fase della suppurazione con una nuova febbre. La defìgurazione del malato è allora al sommo. Le postille sono tese e dolorose, la parola diviene incomprensibile, la deglutizione difficile; gli occhi sono coperti di pus, incollati ed estremamente sensibili alla luce; l’orina vien sparsa con difficoltà e dolore. Le postille s’ingrandiscono sotto il senso di bruciore doloroso della pelle circonvicina, prendono la forma d’una palla, dap- prima giallastra, poi bruna in segnito alla disseccazione del contenuto purulente, indi nero, per lo più, con un pizzicore molto sensibile. Con la diminuizione della febbre, il vaiolo termina colla quarta fase, ossia colla caduta della crosta.

Vaiolo.

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In casi maligni del vaiuolo grave il contenuto della postula lia un colore ripugnante, di sangue in putrefazione, nero.

Nello stesso tempo è impossibile poter fermare il sangue dal naso e da diverse mucose come pure la rapida decadenza del malato.

Nella forma benigna del vero vaiuolo il corso è uguale. Solamente i fenomeni sono più dolci e le differenti fasi più brevi.

Cause del vaiuolo. Anzitutto il contagio fra persona e persona mediante il contenuto delle postille (specialmente quando le stesse s’oscurano) e poi per merzo della traspirazione del malato che pud comunicarsi all’ aria. Il pus secco conserva pure per molti anni la sua virtù contagiosa; perciò questa malattia potrebbe trasmettersi anche dopo lunghissimo tempo per abiti vecchi, letti, ecc. Infine, e sopratutto, trascuranza della pelle.

Avviene raramente che una stessa persona sia attaccata due volte dal vaiuolo. Come ogniun sa poi, non tutti gli uomini sono ugualmente sensibili all’ azione del suo principio contagioso. Spesso è stato osservato che parecchie persone malgrado un contatto diretto con dei malati sono state risparmiate dalla malattia, (tanto quelle vaccinate che no). Ciò mette un poco in dubbio la sua grande parti- colarità contagiosa.

Nel corso iudicate della malattia vi é un buon numero di digressioni provenienti dal carattere particolare dell’ epidemia in uuestione e dalle particolarità del malato stesso. Sopratutto si manifestano dei sintomi gastrici, come diarrea, vomito, malessere, lingua fortemente coperta, ecc., oppure la febbre prende un carattere d’ingorgamento, le postale si fondono leggiermente insieme e pren- dono un carattere originale. In ogni caso simile, in cui si distrugge lo sviluppo dell’ eruzione la speranza di guarire è ben misera.

Cura. Separare anzitutto i malati dai sani; poi aria fresca, camera e letto ben aereati, estrema pulizia, cambiar la biancheria ogni giorno ed eseguire una lozione totale quotidiana.

Alimentazione magra; bere spesso acqua fresca e limonata con sugo di frutta. Contro costipazione e a scopo derivativo, clisteri.

Poi impacco a tre quarti o totale a 16 20° R, con compresse supplementari attorno al tronco. Per queste compresse si prende una tovaglia leggiera o un grande tovagliolo spremuto leggiermente nella stess’ acqua; si piega la prima nel senso della larghezza e la si posa sul panno umido dell’ impacco totale, e precisamente nella posizione

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Yaiuolo nero.

ove riposa il tronco. Poi si gira sul corpo, prima questa, poi il panno umido indi una copertura di lana.

Durata dell’ impacco 1 1^/a ora o più, fino insomma che non annoia il malato. In seguito lozione totale dolce o bagno di 24 a 25° R., con lozione leggiera, seguito diffusione. Dopo ciò si può asciugare il malato e porlo a letto, oppure avvilupparlo in un len- zuolo di tela secca e coprirlo, a letto, con la coltre.

Questo procedimento va ripetuto ogni volta che la febbre minaccia salire.

Oltre questi impacchi se il sangue affluisce al cuore ed ai polmoni, è necessario applicare altri impacchi del tronco, leggiermente spremuti in acqua a 20 22° R. avviluppati in un pezzo di tela fine, ciò che non si deve far mai cogli impacchi secchi su menzionati.

In luogo di questo procedimento si può anche impiegare un trattamento qualunque della febbre. Molto raccomandabile qui sarebbe il III0.

r

Per prevenire più ch’è possibile la formazione della cicatrice si poseranno continuamente delle compresse a 15 18 °R. sulla testa e sul viso. Poi, durante la caduta della postula si prenderà un bagno quotidiano a 25 28° R. (Pei modi d’applicazione vedi l’Indice.)

La semplice applicazione dei curativi ausiliari naturali prova, poiché essa opera con sicurezza e prontezza la guarigione del piccolo vaiuolo, che le regole dell’ igiene unite agli stessi sono veramente adatte a proteggere contro il vaiuolo, e che quindi la vaccinazione, non è solamente inutile, ma merita ancora d’essere considerata una infrazione alle leggi di natura. E ciò tanto più perchè con l’inocu- lazione presa dal sangue dell’ animale o dell’ uomo, che il procedi- mento curativo si sforza d’eliminare come prodotto velenoso d’un processo di decomposizione, si trasmettono diverse malattie che con- tribuiscono esenzialmente alla degenerazione del genere umano.

I butteri del vaiuolo ed altre cicatrici del viso, del collo, del braccio, ecc., spariscono mediante massaggio, impastamento, stro- finamento giornaliero.

Vaiuolo nero, si chiama la forma maligna del vaiuolo. La postille contengono qui sangue nero.

Per far sparire i butteri del vaiuolo

il Dott. Lahmann, nella rivista « Per la famiglia », raccomanda il seguente procedimento. Il successo arriva però dopo 6 mesi o un anno.

Vaiuolo. Varicelle.

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Si prende un pezzo o due di cuoio che si lava e si stende su una base solida; s’anaffia il cuoio con un d’acqua, si tuffa in un di polvere di pietra pomice (che si può avere in ogni farmacia) e s’incomincia a strofinare la pelle del viso, che si avrà prima leggiermente inumidita mediante un pennello. Il cuoio e la pelle vengono umettati per evitare la polvere e l’introduzione di polvere minerale con la respirazione. Si opera ora sulla fronte, ora sulle guancie, sul mento, sul naso frizionando più o meno vigorosamente. Quando la pelle si crespa, è necessario stendere, con le dita dell’ altra mano, la posizione sulla quale si vuol operare.

In certe posizione la pelle si scortica per lo strofinamento. Ciò ci indica per qual tempo e con qual forza devesi eseguire la frizione. L’esperienza mostra ancora a quali intervalli si possa riprendere questo procedimento. Molti lo sopportano una volta per giorno, ma per la maggior parte del tempo si potrà applicarlo una volta ogni due giorni. Quelle persone invece dotate di una pelle fine devono appli- carlo ancor più raramente se non vogliono essere costantemente tor- mentate da screpolature. Per impedire alla polvere di cadere sugli abiti si adatta una servietta attorno al collo. Dopo ogni frizione si lava il viso con pennello molle e si rinfresca poi la pelle con acqua tiepida. S.e, cosa rara, quando si fa tutto a dovere, si sentisse un bruciore della pelle, esso sparirà dopo la lozione.

Tra due frizioni la pelle si stacca in scaglie più o meno grosse, ciò che resta a considerarsi come segno di riuscita, perocché noi cerchiamo precisamente di distruggere la pelle vecchia e di rim- piazzarla con altra nuova. Molte persone usano anche un guanto di frizione con luffa cucitavi sopra per strofinare il viso più volte per giorno. L’autore.

Varicelle. In paragone del vero vaiuolo è una malattia dal corso benigno e senza pericolo. Essa si manifesta frequentemente durante le epidemie del vaiuolo o della scarlattina e attacca ordinariamente i fanciulli dopo gli 8 anni.

Descrizione delia malattìa. Poca o niente febbre. L’eruzione che si presenta in forma di vesciche ha un contenuto chiaro che diventa poi giallastro. Queste vesciche sono interamente sviluppate in capo a 6 12 ore; nel secondo giorno il loro contenuto è già torbido, nel quarto esse sono già secche (talvolta producendo grande prurito).

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Varici.

Poiché compaiono ogni giorno nuove vesciche, così con un tratta- mento inadatto la malattia può durare alcune settimane.

In generale l’eruzione attacca il dorso, il petto, il ventre, le coscie e anche una parte della fronte.

Cura. Mediante qualche impacco totale o a tre quarti, o bagno a vapore in letto, seguito da bagno, la malattia può già sparire in 1 2 giorni.

Spesso abbisogna solo un trattamento quando si tiene il fanciullo- piuttosto fresco che caldo e gli si porge un’ alimentazione ineccitabile. Durante questo tempo è necessario badare che il fanciullo non si bagni e non si raffreddi.

Se, quando le croste sono cadute, si manifestasse un prurito vio- lente è necessario intervenire di tempo in tempo con qualche lozione, o compressa fresca. (Pei modi d’applicazione vedi l’Indice.)

Varici. Questa malattia si distingue mediante dilatazione turno- rosa di alcune arterie. Poiché le stesse si trovano per lo più esterior- mente, si riconoscono senza fatica.

Descrizione della malattia. In principio la malattia vien raramente considerata per tale. Poco a poco si formano delle sinuosità e delle sporgenze che possono divenire dolorose al tocco. Sopravvengono anche delle infiammazione e degli ascessi, perfino la rottura delle vene.

Le varici delle gambe, fra la metà della coscia e il piede, appaiono particolarmente nelle donne gravide e sono tanto maligne che queste ultime possono a malapena tenersi ritte e camminare.

Cause. Disturbi del basso ventre, la matrice gravida, per esempio, impedisce (causa la pressione che esercita) il ritorno del sangue. Avvengono delle pletore, degli arresti nella circolozione e dilatazione- dei vasi nella loro parte inferiore, specialmente quando la parete dei vasi ha perduto la proprietà di contrarsi, ciò che avviene nella vec- chiaia. Quest’ affezione si dice anche ereditaria.

Cura. Durante la notte impacco della gamba o del piede in- forma eccitante o calmante, secondo il caso. Se vi sono delle ulcere bisogna coprirle con qualche compressa. Poi tutte le notti compressa eccitante del ventre e 2 impacchi totali, per settimana o pure bagni a vapore in letto. In oltre, ogni giorno compressa del ventre da rinnovare ogni IO minuti per la durata d’un ora. Molto spesso devono pure venir applicati dei bagni a vapore o bagni a vapore dei piedi in letto. Pel resto è necessario seguire le regole della cura fortificante e particolarmente: ogni giorno, frizione totale a 18° R. o bagno a

Varici.

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25° R.; se è possibile, passeggiate all’ aperto dopo aver preso una boccata d’acqua fresca; bere di tempo, nella giornata, un sorso d’acqua fresca per stimolare lo stomaco e disporlo ad una energica attività digestiva. Clisteri contro costipazione e a scopo derivativo. Sopratutto, dopo la comparsa della malattia, bisogna attenersi a questo trattamento. Sconsigliabile è senz’ altro un trattamento locale, per impedire il più possibile l’escrezione di sostanza morbosa dalle ulcere aperte o che stanno per aprirsi.

Quest’ ultima eventualità si può evitarla coll’ aiuto d’un massaggio assiduo.

Come si applica un bendaggio Bendaggio applicato circolare attorno la varice. secondo le regole.

Quando il basso ventre (che è quasi sempre la sorgente di questo male) è stato massato, si frega, per esempio coi pollici tuffati in acqua fresca o olio, le posizioni nodose e dolorose e s’impastano dolcemente. Man mano si può poi premere un po’ più fortemente. Qui bisogna osservare ciò che segue. Se, per esempio, s’incomincia l’impastamento sull’ alto della coscia e se si respinge con precauzione il sangue nei vasi, in parti dilatati, nella direzione del basso ventre (e per conseguenza dalla parte del cuore), si farà così il posto pel sangue venoso che segue. Dopo s’incomincia il secondo impastamento un po’ più in alto e si agisce così ogni volta. Mediante il rifluire si impedisce ogni

62*

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Varici.

arresto nella circolazione e nello stesso tempo lina maggior estensione delle vene dilatate. Se come accade spesso si vuol incominciare dai piedi e impastare verso l’alto, si potrebbe cagionare facilmente una rottura dei vasi. Dunque, il trattamento col massaggio consiste qui anzitutto nella frizione dolce e diretta verso l’alto dei vasi varicosi. Quando il tumore incomincia a sparire si può agire più energicamente. Le gambe devono esser tenute in posizione orrizzontale. Immediata- mente dopo il massaggio, nella sera, deve aver luogo il suddetto im- pacco delle gambe o dei piedi.

Vitto magro e regime regolare. Sopratutto bisogna evitare di rimaner lungo tempo ritti in piedi.

Anzitutto, le vene dilatate devono essere protette contro ogni lesione esteriore. In ogni caso grave bisogna portare calze di gomma elastica.

Le calze allacciate sono calze confezionate con stoffa solida e possono venir allacciate più o meno strettamente. Le calze di gomma sono meno a raccomandarsi perchè, quando il cautchouc è nuovo, stringe troppo fortemente e non lascia passar l’aria, impedendo così la circolazione del sangue e la traspirazione. Preferibili devono essere le cinture a maglia, cinture larghe da 6 a 8 cm., e lunghe 6 m.; che, secondo le regole, si applicano dalla metà del piede al ginocchio. Le stesse devono essere disposte ovunque regolarmente e solidamente se devono sostenere le varici. La fìg. 263 mostra come si applica il bendaggio e la fig. 264 lo mostra terminato. Le ulcere che, come si sa guariscono molto difficilmente, devono essere ricoperte per qualche tempo, e senza interruzione, con compresse eccitante o calmanti a norma del caso. (Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Varici guarite nello stabilimento di Medicina naturale di Bilz.

La signora R. N. di B., quarantacinquenne, entrò nel luglio 1897 nel nostro stabilimento. Ella aveva delle piaghe alle gambe che malgrado ogni unguento e medicamento possibile non volevano guarire. Detta paziente aveva anche fatto più aborti e malgrado ciò non voleva disabituarsi dal portare il busto, ed elastici stretti alle calze ciò che era naturalmente d’ostacolo alla circolazione de sangue. Riusciti a persuaderla a lasciare questi e quello la rimettemmo in 5 settimane circa, in pieno possesso della sua salute coll’ aiuto di soli bagni, allusioni e compresse semplici e umide sulle parti malate.

Vegetariani. Vena porta.

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Vegetariani. Si chiamano così quelle persone che si nutrono esclusivamente di vegetali: cereali, riso, legumi, frutta, noci, miele, zucchero, ecc., e non prendono eccitanti, carni. I vegetariani meno rigorosi prendono ancora delle uova, del burro, del formaggio, del latte, insomma tutto ciò che ci fornisce l’animale vivo.

Veleno. Si chiama ogni sostanza che introdotta nel nostro corpo in piccola quantità basta, in seguito alle sue proprietà chimiche, a mettere in pericolo la salute e la vita.

Si sa che i medicamenti sono ordinariamente composti di veleni minerali e vegetali che s’introducono nel nostro corpo in minime quantità affine di guarire le malattie.

Voglia Dio che non sia ancor tanto lontano il momento in cui si guariranno le malattie col metodo curativo, qui indicato, invece che con veleni. Ciò sarà una fortuna immensa per l’umanità intera.

Vene. Si chiamano così i vasi sanguigni che raccolgono e con- ducono alla parte destra del cuore (orecchietta) il sangue rosso e ossigenato, portato in tutto le parti del corpo dalle arterie, partendo dalla parte sinistra del cuore, (ventricolo) e che è divenuto scuro, carico d’acido carbonico. Per maggiori schiarimenti vedi « Circolazione del sangue ».

Vena porta. Infiammazione e ingorgamento della stessa.

Queste è una malattia tanto rara quanto diffìcile a riconoscere.

Descrizione della malattia. Polso rapido, calore e brividi, dolori nella regione ombelicale, poi itterizia intensa, gonfiamento del fegato e della milza, emorragie intestinali, disturbi digestivi, febbre, ascessi al fegato, avvelenamento per pus. Il tessuto del fegato si decompone spesso rapidamente e lo stesso diminuisce in ogni senso.

Cause. Diminuzione dell’ attività cardiaca, respirazione super- ficiale, stiramenti del basso ventre, prolungata posizione sedentaria o supina, troppo poco moto, bere troppo poc’ acqua, nutrimento difficile a digerire o troppo grasso; dapprima risultano stasi del sangue nelle vene, poi sopravvengono altri mali.

Cura. Eliminare le cause; compresse calmanti, a 20 22° R., sulle parti infiammate e dolenti, da rinnovar spesso; in caso di febbre, trattamento della stessa. In casi gravi cura fortificante o, a norma dello stato, regenerativa o preparatoria.

Cura Kneipp. Ogni giorno impacco corto e calze bagnate. Poi, un giorno lozione totale, un giorno bagno a vapore dei piedi con

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Vene. Ventosità, flatuosità.

affusicene delle coscie, il terzo giorno bagno a metà. Per l’interno una tazza giornaliera di thè di vermut.

(Per maggiori schiarimenti sulla cura Kneipp, come pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Vene. Infiammazione delle stesse. In seguito a ferite, ammac- cature, cattivo mescolamento e avvelenamento del sangue possono in- fiammarsi le pareti delle varici, che s’ingrossano rallentando più o meno, la corrente sanguigna (ed arrestandola anche talvolta). Questo causa infiammazione e gonfiore del tessuto circostante e non è raro il caso in cui si forma poi un’ ulcera. Il male è per lo più di lunga durata e non affatto privo di pericolo, poiché spesso alle parti malate delle vene si formano dei trombi (tumori sanguigni) che, nella circolazione del cuore sono spinti verso il cuore, i polmoni o il cervello, dove possono causarvi grandi perturbazioni (infiammazione del petto, dis- turbi del cuore e del cervello).

Cura. Procedimento derivativo, ossia mantener fresche le parti malate; quando l’ulcera si è già formata allora eccitante. Inoltre applicare spesso un impacco totale o un bagno a vapore in letto, con una compressa sulla parte malata. Riposo assoluto. Dieta leggiera (meglio se completamente vegetariana). Evitare rigorosamente le bevande alcooliche.

Ventilazione, vedi « Stufe a ventilazione per operai ».

Ventosa o coppetta. L’uso della ventosa o coppetta per cavar sangue è tutt’ affatto condannabile.

Ventosità, flatuosità. (Accumulazione di gaz negli intestini o, fuori di questi, nel sacco del peritoneo. Si manifesta in numerosissime malattie del basso ventre e ne annuncia spesso la sortita mortale.)

Per lo più però i venti non sono che sintomi isolati d’un’ affe- zione digestiva, acuta o cronica. La causa può venire da certi cibi o bevande ; da pasticcerie con lievito, legumi secchi, birra, ecc., oppure dalla decomposizione degli escrementi, dalla ritenzione di venti formati (dovuta ad ostacoli meccanici) da debolezza dei muscoli o da influenze nervose.

I venti possono essere passeggieri o persistenti; possono sparire senza lasciar traccia o provocare immediatamente dei sintomi violen- tissimi e dolorosi simili a coliche, palpitazione, paura, debolezza, sudore freddo, ecc.

La causa principale è lo per più una vita sedentaria e l’inatti- vità del corpo, come pure l’abuso del caffè e della carne, la mastica-

Ventre. Idropisia.

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Mone difettosa, ecc. Le donne e le ragazze isteriche ne soffrono spesso, e le esalazioni dello stomaco, amassate nel basso ventre, sono estremamente noiose, tanto di giorno che di notte, perchè possono venir intese da altre persone.

Le cause esteriori agli intestini sono: perforazioni del peritoneo, lesione, ulcere intestinali o dello stomaco, ecc.

Trattamento pei venti passeggieri. Eliminare la causa, poi bagno- vapore a metà, di 30 minuti; in seguito bagno a 25° R. con abusione del basso ventre, clisteri, semicupi da 20 a 22° R. di 10 15 minuti, frizione e impastamento del basso ventre (eseguito con la dovuta precauzione); poi compresse di corpo eccitanti da cambiare anche dopo 2 4 ore. Nei raffreddamenti sono a raccomandare la frizione calda del ventre, la compressa a vapore o la bottiglia calda al basso ventre. Molto utili sono i semicupii alternati, a 30° R. di 5 minuti e a 15°R. d’1 minuto, tre volte di seguito. Vantaggiosa è pure la doccia alternata sul basso ventre.

Ginnastica medica. Piegare il corpo lateralmente ed eseguire dei movimenti circolari col tronco; poi eseguire la vibrazione sulla cavità dello stomaco. In questo modo si ottiene una rapida evacua- zione e, per conseguenza, s’impedisce la formazione di gas. La vibra- zione del ventre non è qui consigliabile perchè produce un rilassa- mento dei muscoli intestinali. Quando è possibile, una seconda persona può procedere a dei movimenti di resistenza sul malato.

Quando il male è cronico conviene far molto moto all’ aria fresca ed evitare cibi e bevande eccitabili.

Per l’interno va raccomandata una tazza di thè di fenocchio o di anice o d’ambedue insieme. Pei bambini è indicato anzitutto un’ alimentazione ragionevole. Il latte della nutrice o della vacca deve essere sano; si eviteranno i cibi diffìcili a digerire e le correnti d’aria durante il bagno.

In caso pericoloso, cura fortificante. Fare la ginnastica medica gruppo.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Ventre. Idropisia dello stesso (Ascite). In questa malattia che non è mai indipendente, ma sempre una conseguenza, il peritoneo si trova bagnato d’un liquido limpido che, a seconda l’estensione del male vi si accumula in quantità più o meno considerevoli. Le malattie anteriori possono essere causa di questa idropisia.

Descrizione della malattia. Senso di pienezza, mancanza di respiro,

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Ventre. Massaggio. Vermi.

tensione della pelle, movimento fluttuante delle parti del ventre che, battendole, danno un suono sordo.

Cause. La composizione alterata e difettosa del sangue e il suo riflusso verso il cuore, per una causa qualunque, come: grosso tumore nella cavita addominale, malattie del fegato, ecc., reso difficile e da dove risulta poi il ristagnamento dei vasi del peritoneo: 3^ malattie di cuore; nefrite acuta o cronica.

Cura. Ogni giorno, bagno a vapore a metà o bagno d’aria calda, durata 20 30 minuti, poi bagno a 25° R. affusione del basso ventre oppure prima, impacco secco a tre quarti, d’un ora con com- presse umide del ventre, in seguito bagno. Più tardi compresse continuate a 20° R. del ventre, di 30 60 minuti, con compresse supplementari, umide e fresche sulla parte dolente o infiammata, e nello stesso tempo impacco ai polpacci di 2 3 ore. Indi trattamento adatto alla causa della malattia.

Trattamento col massaggio. Si eseguisce nel modo seguente : L’organo, causa della malattia in questione dovrà essere rispettato. Affinchè il massaggio totale o parziale sia più vantaggioso è necessario fregare e impastare prima le parti vicine all’ organo in questione e solamente in seguito, l’organo stesso. Come in ogni caso d’infiammazione anche qui il massaggio dovrà essere eseguito a scosse, e solo più tardi si potrà procedere così energicamente come il malato potrà sopportare. Non bisogna dimenticare il massaggio del ventre.

In generale l’ascite è causata da malattie organiche, profonde del cuore e dei polmoni, che, per conseguenza, bisogna' procurar d’eliminare.

Aria fresca, vitto ineccitabile e clisteri.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Ventre. Massaggio dello stesso, vedi l’Indice.

Vermi. I vermi intestinali entrano nel canale intestinale del- l’uomo con gli alimenti, talvolta in forma di uova, tal altra sviluppati a metà. Completamente non si sviluppano che nell’ organismo del- l’uomo, molto più raramente in un canale intestinale sano che, digerisce con forza che in un altro divenuto una vera cloaca maltrattata con un genere di vita e d’alimentazione contrarie e sofferente già di tutte le malattie croniche possibili.

Quando le ascaridi penetrano nello stomaco vi provocano nausee e sono anche ben presto vomitate. Quando si perdono nel condotto biliare possono causare facilmente l’itterizia mediante l’ingorgamento

Verme solitario.

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dei canali biliari; quando si perdono nei canali respiratomi vi generano la tosse e degli accessi di soffocamento.

Cura. Vitto ineccitabile, per lo più pan grosso di farina di frumento, pumpernickel, frutta, fichi, carote; poi ogni notte, o ogni due, compressa eccitante del ventre a 20° R., e la mattina frizione totale a 10° R.

Ogni giorno 2 piccoli clisteri a 18 20° R., specialmente quando si sente prudore nell’ intestino. Pel resto vedi «Ascaridi» e «Trichina».

In caso di bisogno cura fortificante. Quando si mangia, per qualche tempo, solo del pan di farina grossa e frutta, il canale intestinale finisce per liberarsi interamente di questi parassiti animali, perocché per esistere, abbisognano d’un nutrimento animale.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Verme solitario (tenia). Ve ne sono di parecchie sorta che si distinguono pei diversi caratteri nello stesso tempo che per la diffi- coltà più o meno grande della loro eliminazione.

Noi citeremo le tre specie più importanti.

Il verme solitario cateniforme fig. 265 che si sviluppa dai grani della ladreria, e si trova ovunque si mangia carne di maiale, raggiunge la lunghezza di 3 a 14 metri. La sua testa, munita d’una tromba e d’una corona di 22 a 28 uncinetti, è grossa come una capocchia di spillo. Dietro il collo, lungo 6 linee circa, comincia il corpo, che si compone d’articoli fini e stretti in avanti, che s’allargano all’ indietro. Per colore, grossezza e forma assomiglia ai grani di zucca.

Il verme solitario largo, (fig. 266) è molto meno noioso del precedente. La sua testa finissima, è sprovvista di corona, uncinetti e tromba. Le sue membra sono corte e larghe, 2 3 volte più larghe che lunghe. Si riscontra di frequente nella Svizzera, nella Svezia, in Francia, nella Russia e in Polonia.

La tenia medio cannellata è la più noiosa e la più tenace; essa non ha la tromba la corona degli uncinetti della testa. Le sue membra sono un po’ più fitte e più larghe che nel verme solitario cateniforme. Si trova in Europa e in Africa.

Descrizione della malattia. Dolori nello stomaco, malessere, vomiti, affluenza d’acqua nella bocca. Durante il digiuno, o dopo aver mangiato arringhe, sardelle, salcrauti, citrioli in aceto, frutta, aglio senape, ecc., si palesa nel basso ventre un senso di torsione, d’assorbimento che sparisce con rapidità sorprendente dopo aver preso latte od altri alimenti nutritivi. La perdita di frammenti del verme solitario è

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Verme solitario.

sempre un segno sicuro. Molto spesso alberga nelle viscere dell’ uomo senza causare alcun disturbo.

Cura. Per lungo tempo mangiar solamente pane di crusca e frutta, (sopratutto del mirtillo chè il verme non può sopportare) e prendere ugni giorno dei clisteri Q/2 litro d’acqua a 24° R.); poi ogni notte applicare compresse eccitanti del ventre, senza dimenticare ancora due semicupii giornalieri, (durante gli stessi massaggio del ventre). Ciò costringe il verme a sortire. Siccome questo parassita cerca il suo nutrimento nel contenuto non digerito e così da che il pan di crusca e frutta si digeriscono presto e bene mantenendo pulito il canale intestinale, finisce per andarsene da solo dopo qualche tempo.

Fig. 265.

Articoli, corone degli uncinetti, testa un po’ ingranditi.

Fig. 266.

Gli articoli e la testa sono un po’ ingranditi.

Quando, dopo qualche giorno di questo trattamente, il verme solitario è passato negl’ intestini inferiori e vi si dibatte, si prende, durante il semicupio, qualche clistere d’acqua fredda o fresca premendo un poco sulla parte corrispondente, ciò che ordinariamente fa partire la bestia.

Altra cura. Per alcuni giorni il malato non deve prendere su che della zuppa di pane ordinario, o della zuppa di crusca, pan di fomento e acqua, senza però saziarsi tutt’ affatto. La mattina del quarto giorno prenderà a digiuno tre cucchiaiate d’olio d’oliva fresco, o d’olio ricino (che si può bere misturato al caffè nero o al thè di menta). Dieci minuti più tardi verrà eseguito un clistere fresco, o

Verme solitario.

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tiepido, al che segue generalmente una buona scarica. Per ciò il malato s’accomoderà sul vaso da notte e attenderà la partenza del suo ospite poco gradito. Questo può sortire solo o con gli escrementi.

In molte persone il verme solitario sorte da solo in seguito ad una maniera naturale di vivere, quale sarebbe; mangiare molto pane di crusca e frutta, astenersi completamente, o quasi, dalla carne. Molte altre non ottengono il risultato desiderato con questo trattamento con le compresse notturne del ventre.

In questo caso è raccomandabile il mezzo seguente : Si macinano dei semi di zucca, dopo averli pelati, in una polvere grossa che si mescola con sugo di mirtillo rosso filtrato e poi se ne prende un a tazza a digiuno, un’ altra dopo la seconda colazione, senza mangiar altro fino a 1/2 giorno. Se nel primo giorno il verme solitario non si muove, si rinnova il proprio nutrimento nello stesso modo. Le compresse notturne del ventre si applicheramo durante, e qualche tempo dopo la cura. Si continuerà anche a godere del vitto indicato, come pure tutto ciò che è in grado d’attivare la digestione (mangiar cose fredde e lentamente, masticar bene, curare la pelle, e far moto). Il massaggio del ventre, il rad- drizzamento del corpo dalla posizione inclinata nella posizione seduta, e viceversa aumenta di molto il vantaggio del trattamento.

In casi differenti, il latte e la polpa della noce di cocco sono affatti inoffensivi questi mezzi s’impiegano nel modo seguente:

Il mattino, prima latte, poi una parte di polpa d’una noce di cocco. Quest’ applicazione che è quasi sempre coronata da successo, va ripetuta per alcuni giorni. Quanto a coloro che si servono di medicanti, prendano delle radici di tauro chè non è uno dei peggiori. Per un fanciullo bastano 60 centesimi, per un’ adulto £‘ 1,20; si può avere in ogni farmacia. Dai droghieri costa naturalmente la metà. Dai specialisti invece da 4 a 12 lire. Anche durante questo trattamento è bene ripulire gl’ intestini mangiando cose semplici (alla vegetariana) e continuare per qualche tempo le compresse notturne del ventre.

Massaggio. Questo servizio oltre che da semicupi sarà ancora favorito dal massaggio del ventre.

Liberato dal verme solitario.

Signor Bilz !

Dall’ anno scorso mi trovo in possesso della sua medicina natu- rale, a norma della quale segui un trattamento pel verme solitario ottenenendo uno splendido successo.

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Verme solitario, cisticerco. Vertigini.

Nel primo giorno non mangiai altro che un’ arringa e pane di tormento. Il giorno dopo pelai e macinai di libra di semi di zucca, comperai 25 centesimi di mirtillo rosso e mescolai il tutto. Ne man- giai la metà alle 7, l’altra metà alle 8. Due ore più tardi presi per 25 centesimi d’olio ricino.

Nel dopo pranzo alle 2, fin liberato dall’ animale lungo 8 metri e dalla testa. Pi. Menge, Turn, pres. Teplits.

Grani di ladrerie del verme solitario.

Verme solitario, cisticerco. Questo parassita che si trova sopratutto nel maiale, poi nel bue, nel cervo, ecc., è provvisto d’una

testa del verme solitario e può anche dive- nire un verme solitario nell’ intestino del- l’uomo. Si trova pure come larva del verme solitario in altri organi in cui si è strisciato.

Nella carne, questi grani hanno l’aspetto- d’una vescichetta grigiastra (fig. 267) della grossezza d’un fagiuolo, in cui si vede una piccola testa d’un bianco pallido e grossa come una capocchia di spillo.

Cotta o arrosta questa piccola vescica si raggrinza, forma un nodino grigio solido che scricchiola sotto i denti.

Una cottura completa o una marinata prolungata della carne che lo contiene è solo in grado di uccidere questo parassita. Vertigini. La vertigine indica un sangue Pezzo di carne di maiale denso, sopratutto una congestione alla testa, contenente dei grani. cioè 'un’ iperemia del cervello oppure un’ ane- mia cerebrale o un’ irritazione nervosa proveniente generalmente dal cervello, dalla spina dorsale, dallo stomaco, dal basso ventre.

Il malato che soffre di vertigini non ha più coscienza dell’ equilibrio normale; gli pare che tutto ciò che lo circonda si metta in moto. Camminando, vaccilla spesso ed è costretto a tenersi saldo per non cadere; alle volte crede pure cadere anche stando seduto o coricato Cause in generale. Altalena o rotamento rapido; vista di profondi precepizii. Certe sostanze che influiscono sul cervello come: alcool, veleni, gas, iperemia e anemia cerebrali. Differenti malatie, ecc. Citerò ancora in modo dettagliato le specie seguenti.

La vertigine da congestione (chiamata anche vertigine cere-

Vertigini.

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brale) che risulta dalla ritenzione delle regole mensili, d’emorroidi e d’altri scolamenti del sangue, da bevande spiritose, (vino, birra, caffè, ecc., forti) da odore e da veleni narcotici, dal vapore di carbone, da sonni troppo lunghi, da iperemia o anemia cerebrale, poi anche da modificazione anatomiche del cervello, e infine dalla gravidanza.

La vertigine reumatica che viene per lo più nei cambiamenti improvvisi della temperatura, dopo dolori artritici, affezioni catarrali reuma del cervello, ecc.

La vertigine nervosa, isterica o ipocondriaca, che risulta da sfinimento, d’emozioni violenti e d’altre cause. Essa si produce con rutti, urina acquosa, e anche con disturbi dei periodi mensili.

Vertigine con sporcizia e ingorgamento o malattie del basso ventre, sopratutto però del fegato.

Cura in generale. Dapprima evitare le cause e trattamento con- forme al male fondamentale. Se la causa è la congestione alla testa (ciò che è spesso il caso) tener la testa alta e procedimento derivativo, come: ogni giorno bagno- vapore a letto, di 15 20 minuti, seguito diffusione delle ginocchia o delle coscie (fredda) e nella notte impacchi eccitanti dei piedi e delle gambe; il mattino frizione totale a 18° E,. À norma delle circostanze, applicare anche dei bagni a vapore in letto totali o a tre quarti; talvolta sono anche necessarie le lozioni alla testa e semicupii a 22 24° R. Contro questo male è pure raccomandabile la marcia a piedi nudi e sull’ erba umida. Del resto vitto ineccitabile, molt’ aria fresca, (dormire con le finestre aperte e usar clisteri contro costipazione e a scopo derivativo. Poi massaggio vigoroso del collo, strofinamento della fronte e delle tempia con impastamento delle braccia e delle gambe, frizione del petto e del dorso con mani tuffate in acqua fredda. Nella vertigine nervosa sono ancora raccomandati gli esercizii di ginnastica medica, come; rotazione della testa, rotazione del tronco, ecc.

Durante l’accesso della vertigine si procederà anche a delle frizioni vigorose dei piedi a 16° R. (a piedi caldi).

Quando si tratta d’anemia cerebrale, piegare la testa in avanti e tenerla bassa piuttosto che alta. Il procedimento derivativo non sarebbe qui al suo posto. Le lozioni della parte superiore del corpo a 18 20° R., e le abusioni alla Kneipp sono qui d’ottima influenza. Contro la tendenza agli accessi vertiginosi, cura fortificante.

(Per maggiori schiarimenti sulla ginnastica medica, la cura Kneipp e i modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

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Vescica. Catarro della stessa.

Vescica. Catarro della stessa. Tanto la forma acuta che la, cronica sono estremamente dolorose e non bisogna tardar molto a incominciare la cima.

Descrizione della malattia. Il catarro acuto della vescica si rico- nosce dal bisogno continuo di spander acqua. L’orina scorre sovente a goccie procurando forte dolore; in principio è ancora chiara, ma più tardi è torbida, anche rossastra e contiene sangue. La regione dei reni, l’uretra, le parti sessuali e l’ano sono estremamente dolorosi. Questo male è spesso accompagnato da febbre. Il corso della malattia è finito in alcuni giorni, al più in 2 3 settimane, se no diventa cronica e più durare anche dei mesi.

Catarro cronico della vescica. I sintomi sono gli stessi, solamente più deboli e manca la febbre, spesso anche non esistono dolori. Orina sempre torbida, dalla quale (dopo il raffreddamento) si separa un coagolo composto di pus e di cellule mucose. Qui possono aver luogo delle suppurazioni e anche delle perforazioni.

Nei casi gravi, acuti o cronici, può risultare una ritenzione completa dell’ orina (nel primo caso in seguito al crampo del muscolo otturatorio della vescica), come pure ulcere della mucosa, ascessi, e infine pericolo di morte.

Cause. Raffreddamento dei piedi o del basso ventre, assorbimento di sostanze forti ed eccitanti; di birra fredda, nuova, ecc., di medicamenti che fanno penetrare nell’ orina delle sostanze forti che irritano la, vescica; infiammazione delle parti sessuale e della regione delle stesse, contagio mediante coito; trippa, curata con medicinali; irritazione causa pietre della vescica, ecc., poi anche trattenimento prolungato dell’ orina, predisposizione, ecc.

Cura. Nutrimento assolutamente magro, bere spesso acqua in rapporto con la sete, godere aria fresca.

A norma dello stato del malato, si potranno applicare delle compresse del tronco, calde (32 35° R.) quadruple o sestuple, d’un quarto d’ora, o delle compresse del tronco trepide (20° R.) di 15 30 minuti con impacco ai polpacci di 2 3 ore (a 18° R.). Inoltre im- pacchi a croce a 18° R.

Molto utili sono qui le lozioni (24° R.) del basso ventre, di 5—10 minuti, dall’ ombelico all’ ano. Ogni giorno frizione totale a 22—18° R. e due semicupi a 24 28° R., di 10 25 minuti.

Secondo le circostanze impacco totale eccitante a 22° R., di 1 Va ora, seguito da bagno a 26° R,; oppure bagno a vapore (20 25

Vescica. Emorragia della stessa.

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minuti) seguito da impacco fresco, di 30 40 minuti, e poi bagno a 26° R. o doccia a 18° R.; quest’ ultima particolarmente sulle parti malate.

Poi si baderà a procedere con prudenza per prevenire ogni irri- tazione. In caso di ritenzione d’orina, fermentazione della stessa,, quando il trattamento qui indicato non fa cessare il male. Inoltre molto riposo. In parecchi casi è pure necessaria la cura fortificante.

Trattamento col massaggio. Consiste nel premere e frizionare dol- cemente la regione della vescica, ciò che va accordato al trattamento su indicato. Si sappia però che fin che rinfiammazione è acuta il massaggio è pericoloso e va omesso. (Pei modi d’applicazione vedi l’Indice.)

Scolamento dall’uretra e catarro della vescica guariti.

Nell’ Istituto Bilz a Dresda-Radebeul.

M. F. di A. s’attirò uno scolamento dall’ uretra (gonorrea) che lu soppresso mediante iniezioni (tannina e pietra infernale) per non ritardare però a riamanifestarsi sotto forma cronica. Ogni due giorni aveva degli scolamenti nel canale dell’uretra, e soffriva di de- pressione morale. Delle iniezioni ripetute finirono per far passare lo scolamento alla vescica: la conseguenza fu scolamento di sangue e di pus e dissurie terribili. Fu proprio in questo stato che il malato fu accolto nell’ istituto di medicina naturale di Bilz. Grazie a bagni- vapore del tronco, a semicupi caldi con affusioni fredde, ad impacchi locali, bendaggi a T, impacchi a tre quarti, nutrimento rigorosamente magro, lo stato s’ammigliorò in qualche settimana e cosi il malato potè lasciare lo stabilimento già in capo a 5 settimane senza aver alcuna ricaduta. Quanti di tali malati si potrebbe aiutare applicando razionalmente la medicina naturale! Col nostro metodo sono stati ottenuti dei risultati molto favorevoli, non solo in casi di scolamento dall’ uretra, ma ancora in casi di sifilide.

Noi mettiano sopratutto in guardia contro il trattamento per iniezioni o frizioni mercuriali, tanto pericolose, che non fanno altro che sopprimere i sintomi.

Vescica. Emorragia della stessa. Questa non deve essere- considerata come malattia indipendente, ma come sintomo di diverse affezioni della vescica.

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Vescica. Paralisi della stessa.

Descrizione della malattia. Dalla vescica sortono quantità più o meno considerevoli di sangue misto all’ urina, con dolori più o meno forti e senso d’oppressione nella regione della vescica. Per il pro- fano è molto difficile stabilire se si tratta realmente d’una perdita di sangue. Molto spesso un’ orina fortemente satura di sali urici, come nella gotta, reumatismo e raffreddamenti, è considerata con errore come contenente del sangue.

Cause. La causa d’un’ emorragia della vescica, è, nella maggior parte dei casi, un catarro violento della stessa. Questo può derivare da raffreddamento oppure da catarri cbe dagli organi vicini si sono trasmessi alla vescica. Per esempio, un’ infiammazione dell’ uretra, o dei reni, può benissimo cagionare un’ infiammazione della vescica passando per l’uretra o 1’ uretere. Oltre la mucosa della vescica, cbe in questo caso è riempita d’un accesso di sangue, possono ancora prodursi delle emorragie in seguito alla rottura di piccoli vasi. Allora il sangue vien rigettato insieme all’ orina. Poi crescenze nella vescica specialmente il cancro possono cagionare facilmente delle emorragie.

Cura. Ogni giorno bagno-vapore del tronco di 10 a 15 minuti, seguito da semicupio a 24° E. di lo 20 minuti. Fare assiduamente compresse sulla regione della vescica di 16 18° E. e cambiarle appena diventano calde. Qui è pure indicato il procedimento derivativo. All’ uopo si farà ogni giorno un bagno alternato dei piedi di 30° E. e di 15° E., di 3 e di 1 minuto, alternando 3 volte; oppure, invece cbe lo stesso, un bagno-vapore dei piedi, di 10 minuti, seguito d’un’ affusione (fredda) alle gambe o alle ginoccbia. Nella notte impacco eccitante dei piedi e dei polpacci a 18—20° E. magari per tutta la notte. In casi particolarmente gravi, affine di rinfrescare il sangue, si deve procedere ai dei sciacquamenti della vescica (freddi); è naturalmente bene consigliarsi ad uno specialista.

Prescrizione generale : dieta assolutamente magra, latte, limonate e acqua; molto riposo affinché rinfiammazione non possa estendersi. Per casi gravi cura fortificante.

(Pei modi d’applicazione vedi l’Indice.)

Vescica. Paralisi della stessa. Questa malattia risulta da

affezione o da paralisi delle fibre muscolari della vescica.

Descrizione della malattia. Eitenzione d’orina o scolamento con- tinuo della stessa. Nel primo caso la vescica si dilata sproporziona- tamente in seguito all’ accumolazione d’orina, che in breve tempo si

Vescica. Spasmo della stessa.

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perde in goccie continuate. Quando la malattia ha raggiunto un alto grado il malato s’avvede appena di questo gocciolamento, del resto ogni sentimento a questo riguardo sparisce.

Cause. Di solito è una conseguenza d’altre affezioni. Malattie della vescica, (dilatazione, suppurazione) trippa cronica curata medi- cinalmente e anche malattie del midollo spinale. Nelle donne, parti diffìcili, ecc.

Cura. Dapprima conforme alle cause o alla malattia causale. Poi, ogni giorno bagno a vapore in letto, da l1f2 2 ore, seguito da frizione totale.

In caso leggiero, ogni giorno, bagno a 25 28° R., con affusione a 22 0 R. sulla regione della vescica e del basso ventre, per IO minuti, seguito da strofinamento energico; poi ogni giorno pure semicupio a 15° R. per 12 minuti. Impastare e far vibrare la regione della vescica. Nelle donne massare la vescica partendo dalla vagina, a norma delle circostanze, durante il bagno caldo.

Per lo scolamento involontario dell’ orina bisogna applicare dei semicupi di 10 15° R. di 5 8 minuti o pure tener il membro in un rècipiente d’acqua fresca o fredda. Ciò per 3 o 4 volte per giorno. Nella sera compresse del ventre, leggiermente spremute, da levarsi dopo 1/2 notte.

Vitto ineccitabile, aria fresca. Quando si ha sete bere acqua fresca in piccole quantità per non gonfiare la vescica.

In molti casi s’impiegano anche delle iniezioni a 22° R. (alcune per giorno). Poi degl’ impacchi a croce, a 16° R., molto utili per questo male.

(Pei modi d’applicazione vedi l’Indice.)

Vescica. Spasmo della stessa. Più comune agli nomini che alle donne, appare indipendentemente o come seguito d’altre malattie. La durata è breve, ma non è raro il caso che degeneri in infiam- mazione della vescica,

Descrizione della malattia. Dolori violenti, che appaiono ad intervalli nella regione della vescica e si diramano in più sensi. Il dolore è anche unito ad una contrazione spasmodica dei muscoli della vescica dal che risulta una ritenzione d’orina o una gran voglia d’orinare (evacuazione a goccie). Il dolore e il crampo si estendono talvolta fino agli organi sessuali vicini, al retto e alle coscie. Durante l’accesso evacuazione d’orina a goccie: spesso ritenzione completa. Dopo l’accesso evacuazione abbondante. L’orina è chiara.

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Vescica. Spasmo e catarro.

r

Cause. Affezioni degli organi urinarii o sessuali, pietre della vescica, orina forte, irritazione dell’utero, del retto, ecc., poi anche- nevrosi, raffreddamento : il mettersi a sedere su un suolo o su pietre fredde; raffreddamento dei piedi, malattie mentali; bere .vino o birra nuova/medicamenti che favoriscono la secrezione dell’ orina, ecc.

Cura. Negli accessi, compresse a vapore di 25 minuti sulla regione- delia vescica, in seguito semicupio a 25° R, di 20 minuti, eoa impastamento del ventre; oppure, ogni giorno, 2 3 semicupi a 27 30° R, nei quali si può far scendere lentamente la temperatura,, di 15 18 minuti, seguiti da un semicupio breve, rinfrescante ; poi asciugare vigorosamente (specialmente durante l’ascesso abbisogna un semicupio caldo).

Per favorire l’attività della pelle e la derivazione verso la stessa bisogna applicare un impacco giornaliero totale o a tre quarti, eccitante o un bagno a vapore in letto e un bagno, o meglio ancora un bagno- a vapore a metà o d’aria calda di 20 30 minuti, fin a riscaldamento completo o all’ apparizione del sudore, seguito da bagno.

Mantenere un calore costante. Vitto ineccitabile ; bere acqua non troppo fredda e godere aria pura.

Se la malattia è un seguito s’incomiuci con un trattamento- conforme alla malattia causale. Contre la disposizione a ricadute» cura fortificante, in molti casi anche regenerativa.

(Pei modi d’applicazione, vedi l’Indice.)

Vescica. Spasmo e catarro della stessa guariti

nell’ Istituto di medicina naturale Bilz a Dresda Radebeul.

M. A. K. quarantaseienne, di Berlino, ebbe, nel gennaio del 97» l’ascite guarita mediante le abituali iniezioni del metodo allopatico, e che si trasmise poi alla vescica. Dall’ ora in poi il malato fu sempre- colto da dolori violenti mentre orinava, che degeneravano in crampi terribili della vescica. Talvolta i muscoli della vescica erano con- tratti che non poteva sortire memmeno una goccia d’orina, tal’ altra, erano rilassati che la stessa scolava involontariamente. In questo- stato il malato entrò il 12 agosto 1897 nel nostro stabilimento. H trattamento consistè in bagni a metà a 24° R, con allusione del dorso a 18° R; bagno-vapore del tronco seguito da semicupii freddi di 22 20° R; impacco a croce nella notte e dieta vegetariana. Trascorso 6 settimane il catarro della vescica era guarito e, ciò che importava.

Vestimenta da donna.

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più di tutto al malato, i dolori e i crampi terribili della vescica durante remissione d’orina, erano affatto spariti in modo che il malato lasciò lo stabilimento felice e pienamente ristabilito.

Vestimenta da donna. Un articolo sulla domanda delle donne della signora Maria Albrecht, Potsdam. E un fatto confermato da tutti che i moderni abiti da signora non si confanno più alla nostr’ epoca. Grli stessi si sono fermati ad un punto in cui non erano ancora note le leggi dell’ igiene presente, in cui la donna conduceva tutt altra vita.

Madama moda ha sempre qualcosa di nuovo per noi, tanto che dal punto di vista pecuniario non ci è affatto possibile soddisfare ogni suo capriccio, pure anche con ciò non s’arriva a nulla. La moda si occupa solamente dell’ effetto esteriore, vuol soddisfare in ogni modo il sentimento della bellezza' o il bisogno della variazione, ed ogni suo sforzo è diretto a procurare, a creare sempre qualche cosa di nuovo, d’imponente, d’eccentrico. La signora è divenuta una palla da giuoco in mano sua, e dalla stessa domanda le cose più insensate, come sarebbe il portar strascichi, crinolini, ecc. La moda non tiene neanche in considerazione la forma naturale del corpo della donna, ma crea sempre del nuovo ora smisuratamente largo, ora penosamente stretto; coll’ uso di stecche d’acciaio, d’accomulamenti di stoffa e sotto-fodere pare quasi che voglia far credere il corpo della donna sottoposto ad una continua metarfosi. Non da essa adunque, dobbiamo attendere una riforma pratica, ragionevole e corrispondente ai tempi nostri.

Molte prove sono già state tentate per portare un miglioramento nel regno delle vestimenta. Gl’ inventori si occupano la mente, giornali e gazzette annunciano premi, medici e medichesse fanno sentire la loro influenza, inutile fin’ ora. Quando, nella scorsa estate, il congresso delle signore di Chicago mise sul programma il tema riguardante la riforma delle vestimenta, molti concepirono le più belle speranze . . . che non rimasero però che tali.

11 motivo dell’ inefficacia di questi sforzi fu perchè gli stessi erano troppo superficiali.

Per far sorgere un nuovo edilìzio occorrono anche solide fonda- menta. Ora, nessuno trovò il coraggio per scavare quest’ ultime; si discusse molto per concludere se l’abito deve essere lungo o corto, largo o stretto, se la donna deve portare il busto o no, invece di sollevare la grande lagnanza in nome del mondo donnesco sofferente.

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Vestimenta da donna.

« Con qual diritto sforzate la nostra figura naturale in ceppi involontari? ». « Con qual diritto ci private della probabilità d’un maggiore sviluppo corporale ». « Con qual diritto scagliate contro noi il vostro esercito di malattie al quale deve cedere un organismo maltrattato?» Migliaia di donne non sanno forse ancora quali cam- biamenti ha già sofferto la loro figura. Per forza d’abitudine si fanno un dovere di rassomigliare nel modo migliore ai figurini della moda. Si rovinano tutta la vita, nel modo più compassionevole e sopportano quei dolori, così detti « dolori dell’ età » senza mai farsi la domanda: «In qual modo mi sono attirata questo malanno? Come posso preservarne le mie figlie ». E ridicolo vedere come le mamme si danno cura di visitare i musei per fabbricarsi ideali di classica beltà mentre imprigionano le figlie in corazze d’acciaio togliendo loro ogni mezzo per sviluppare il corpo in bella e sana naturalezza.

Con vergogna dobbiamo ancora' aggiungere che la maggior parte delle donne non può più lasciare il busto, quale sostegno della parte superiore del corpo, perocché i muscoli sono così rilassati difettosa- mente sviluppati che negano al corpo 1’ « alt » naturale. E questa miseria vien protratta di generazione in generazione senza esserne punto ostacolata!

Cioè no, vi sono anche delle donne ragionevoli che hanno infranto i ceppi della moda, che corrono da tempo la loro strada, mantenendo solo un certo esterno per non provocare la critica delle schiave della moda. Sarebbe cosa ben lodevole se queste signore si unissero e tentassero di far ricuperare al corpo femminile la figura primitiva, di ridar alle donna forza e salute mediante vestimenta adatte.

Queste donne devono sollevare la domanda: «Qual è la forma naturale della donna? » e poi « Come devono essere fatte le vesti per corrispondere in tutto a questa forma naturale? »

La risposta alla prima domanda ce la la natura stessa non imponendoci altro che d’astenerci dal voler correggere la natura a piacimento.

La risposta alla seconda domanda invece non è così semplice, perocché le esigenze delle vestimenta dipendono dalle condizioni e posizioni vitali della donna. Tuttavia qui si tratta più della donna in generale che in particolare : la figura donnesca normale; da ciò potrebbe stabilirsi il quadro primitivo esigente la salute, le differenze si svilupperebbero poi da sole coll’ andar del tempo.

Vestimenta da donna.

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Partendo dall’ idea che anzitutto deve essere creato un sotto- vestiario son riuscita, dopo tante prove, a fabbricarne uno da me stessa, il quale è forse adatto a servire di fondamenta ad altre fabbricazioni.

La biancheria di tela o di Schirting ,, ,. , , ,

, , ^ , , . Vestimenta da donna.

e lasciata affatto da parte perocché la

stessa non è atta a matenere il corpo regolarmente caldo, impedisce la traspi- razione della pelle e lascia sentire le conseguenze spiacevoli del sudore; e poi la stessa non soddisfa più le esigenze dell’ igiene nella cura della pelle.

La base di queste semplicissime vesti- menta ce la la camicia-mutande di maglia (fig. 268) che circonda il corpo dal collo ai piedi senza formare alcuna falda e lo protegge da ogni raffreddamento.

Per l’uomo sano è molto raccomanda- bile la camicia-mutande di Lahmann e in tessuto poco costoso di Makko, però la stessa si può anche trovare, soddisfacente ogni esigenza, in lana o in seta, con maniche lunghe o corte. Per motivi di pulizia si deve sempre aggiungere al cavallo un panno di lino sottile, faldato, che si può assicurare mediante asole di nastro a grossi bottoni. Lo stesso è destinato a raccogliere probabili escrezioni degli organi interni e proteggere altre vestimenta d’ogni macchia. Questo apparecchio tanto semplice, comodo e a buon mercato deve essere di gran valore per sani e per malati.

Le calze, che si tirano sopra la camicia-mutande, stanno su da sole grazie lo strofinamento dei due tessuti, e così si possono buttar da parte gli elastici spesso tanto dannosi.

Sulla maglia intera, in luogo del busto vien posto una così detta « cintura del petto ». Fig. 269, 270 scoperta e denominata dalla signora Albrecht. Questa cintura è larga e formata di stoffa-congresso traforata e provvista di nastri sulla spalla. All’ orlo inferiore finiscono le ossa di balena (ma si porta anche senza le stesse) sulla volta del dente in modo che non possono premere tagliare.

La cintura è composta di 3 parti unite sotto l’ascella mediante un nastro di gomma che cede ai movimenti respiratori. Le due parti

Fig. 268.

Camicia-mutande di maglia.

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Vestimenta da donna.

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Fi»'. 2G9.

O

Cintura del petto.

anteriori sono perfettamente adatte al petto, lo coprono senza premerlo e si lasciano abbottonare sulle spalle. La stessa dona un po’ di rotondità alle figure troppo esili, mediante Vestimenta da donna, biancheria inamidata; nelle figure grasse solleva un poco il petto in alto. Questa cintura si lascia lavare benissimo con acqua e sapone, e anche stirare, in modo che si potrebbe cambiarla ogni settimana.

Il sottovestiario si completa mediante un secondo paio di mutande e una sottanina corta. Le stesse devono essere, per l'in- verno, di flanella, di lana o di stoffa pjg_ 270.

soffice, e per Testate di zarnella di Jàger, Cintura del petto.

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diagonale o di loden leggierissimo, di color chiaro e che si possano lavare.

Le mutande disegnateci dalla sig. Albrecht si abbottonano al basso e si chiudono per lo più davanti, avendo cosi una certa diffe- renza con quelle inglesi, dette Knicker-bockers che sono cucite al cavallo come i pantaloncini dei nostri fanciulli ed hanno uno sparato laterale. Le parti inferiori delle mutande vengono chiuse da un nastro

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Fig. 273.

Sottana-mutande abbottonata.

Fig. 274. Abito normale.

di gomna (che però non deve stringere) sotto le ginocchia o sopra gli stivaletti, a seconda del proprio guslo. Queste mutande proteggono in modo sicuro il basso ventre da ogni raffreddamento e vengono adot- tato con piacere da molte cicliste.

Molto eleganti sono sottana e mutande larghe formate della stessa stoffa. La prima è indispensabile nell’ inverno per ripararci dal freddo, poi tanto nell’inverno che nell’estate quale sostegno delle gonne, le quali, specialmente con tempo ventoso, marcano le forme del corpo più che non si desideri. Mutande e sottana vengono abbottonate alla

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cintura del petto e tutto il loro peso spetta alle spalle. Volendo si può anche abbottonare insieme la gonna.

Qua non è raccomanda- bile il portare un giacchetto fornito di ossa di balena perocché l’utile di questo sottovestiario diverebbe illu- sorio. Si scelgano adunque le biouse sciolte, i giacchetti con Jabot oppure i paletot- costume con pettorina: così si sarà abbigliati secondo la moda e le regole salutari.

Talvolta si mostra ancora, sebbene solo nei teatri o nelle sale da ballo, qualche abito della forma impero: anche per lo stesso la riforma delle sottovesti, tedesca, si adatta ottimamente.

Grazie questo sott’ abbi- gliamento vien domandato sopratutto una cura razionale della pelle ed un regolare indurimento. Nessuno si por- rebbe a letto con la camicia- mutande indosso: quindi l’uso della stessa esige un doppio ricambio della biancheria più vicinaalla pelle esige assoluta- mente l’uso della camicia da notte e pone fine al- T altro molto con- trario all’ igiene di coricarsi co- perti ancora Fig. 276.

d’un corpetto Abito riforma.

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Fig. 275.

Sottan aabbottonata.

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da notte. Chi porta la maglia intera poi si abituerà ben presto alla pulizia giornaliera del corpo mediante bagno o lozione, e il sentimento di benessere che proverà dopo lo compenserà a cento doppi per la fatica e il tempo impiegato. I privilegi di un pannolino così semplice a cambiare e di così poca spesa sarà ben presto adottato dalla pratica.

Il secondo paio di mutande e la sottana d’egual stoffa hanno un apparenza molto piacevole, e non sono d’impedimento alcuno per la portatrice, ciò che non si può sempre dire oggigiorno.

Ora, le altre vestimenta che si pongono su quest’ ultime non devono stringere in nessuna parte e non devono neanche essere fornite di nastri di stecche d’acciaio. La gonna, ripeto, può essere abbottonata alla cintura del petto e sopra la prima può venir portata qualunque biousa, qualunque paletot con Jabot, ecc.

Questa specie di vestimenta si adatta particolarmente per ogni genere di sport, come; remare, salire monti, andar in bicichetta, ecc., e anche per ogni gioco all’ aperto, specialmente pel Lavvntennis. Essa rende il mondo femminile molto più libero in ogni suo movimento. Infine non possiamo tacere i vantaggi che questo abbigliamento ha riguardo i viaggi chè, non solo diminuisce di molto il bagaglio, ma protegge anche d’ogni infreddatura.

Tutti gli oggetti che costituiscono il sottovestiario-riforma vengono fabbricati da Carlo Braun, Berlin S, Kottbuser Damm 5. I prospetti stanno gratis a disposizione di chiunque.

Vestiario normale.

Condizione principale: sottane corte, larghe e in minor numero che sia possibile. Per Tinverno è, per es: questa specie di vestiario molto raccomandabilè. Anzitutto una camicia-mutande di lana. Quelle comprate fatte non sono molto vantaggiose, e non tengono il corpo molto caldo; preferibili sono quelle che lasciano il posto tra e la pelle ad uno strato d’aria. Quelle comperate fatte sono per lo più troppo aderenti, scarse sui fianchi e strette nel cavallo; poi sono quasi sempre provviste degli inutili petti e dei bottoni sulle spalle che la fanno levare e mettere con qualche fatica. Quindi è molto consigliabile lasciarla fare ad una cucitrice in bianco dietro misura. All’ uopo più servire ogni stoffa à maglia.

Qui presento due figure che trovai molto pratiche.

Le fìg. 277 e 278 mostrano il campione per una donna o giovanetta

Vestimenta da donna.

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-dai 12 anni. Le fig. 279 e 280 mostrano il campione per fanciulle ino ai 12 anni. Pei fanciulli tra i 2 fino i 12 anni si possono tagliare le camicie sui campioni di quelle delle donne, solo relativamente strette sui fianchi.

I punti principali di questi campioni sono:

La camicia-mutande forma una specie di sacco che lascia sempre e dappertutto un’ eguale strato d’aria fra e il corpo; essa

Vestiario per donne e ragazzi.

Davanti. i'ig. 277. Di dietro.

Camicia-mutande aperta.

si chiude alle radici delle mani, alle nocche dei piedi e sopra il ventre e il petto.

Le parti del deretano non sono chiuse dall’ infuori, chè non ■è comodo necessario, ma vengono protette da due falde rico- prentisi l’un l’altra risultanti dall’ abbondanza della stoffa.

I soli posti in cui la camicia mutande si mostra aderente sono il collo, l’avambraccio e la parte inferiore della gamba. Sopra il gomito e il ginocchio deve essere molto comodo tanto per la durata

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Vestimenta da donna.

che pel calore. Questi sono i posti che rubano alla madre la maggior parte di tempo.

La chiusura della manica e della gamba vien fatta da un manichetto di stoffa liscia e deve essere cucito.

(Si può anche averlo pronto dalla fabbrica.)

I pezzi posteriori vengono increspati o disposti in falde "e in modo che si sorpassino un poco l’un l’altro. Così vien evitato una tensione e risp. annudamento nel piegamento del corpo.

Vestimenta da donna.

CV

Fig. 278.

Taglio per camicie-mutande per donne e ragazzi. Aperto.

Le fanciullette devono avere nutande chiuse; allora è necessario un fondo quadrato come si trova nelle mutande da uomo, pel resto valgono le regole indicate per le mutande da donna e da ragazzo.

Poi viene una sottana calda di stoffa soffice. La stessa deve avere una cintura larga 8 10 cm. deve adattarsi alla forma del corpo e deve chiudersi con bottoni o nastri che non devono girare attorno alla vita. Quelle sottane che si comperano fatte sono per lo più fornite di detti nastri e perciò piuttosto dannósi.

Vestimenta da donna.

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E così abbiamo terminato col sotto vestimento. Nessuna seconda sottana e nessun copribusto. Le nostre camicie-mutande, i nostri legacci per calze e cintura per sottana rendono inutile tutto il resto.

Vestimenta per ragazze.

Vestiamenta da donne.

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Taglio per camicia-mutande per ragazze. Chiusa.

Più pesante di tutto é la gonna, ed il suo peso bisogna lasci- arlo alle spalle. Veramente pratici non sono i tiranti di nastro i nastri di gomma. I primi tagliano, i secondi, col piegamento, e

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Vestimenta da donna.

raddrizzamento, rialzano la gonna fin quasi alle ginocchia. Noi possiamo giungere alla nostra meta più facilmente: o si fa l’abito- in un pezzo solo, oppure in due pezzi e la gonna viene cucita alla fodera, senza maniche, della vita.

Ambedue i metodi permettono un drappeggio piacevole senza, sorpassare i limiti ragionevoli della moda.

Vestimenta da donna.

Base del vestiario. Princes. Base del vestiario. Da portare con la Chiusura davanti e laterale. giacca. Chiusura dietro.

Quelle signore che non amano rinnovare la loro guardaroba quattro volte per anno, ma che tengono volentieri i loro abiti a lungo acetteranno con piacere l’idea fondamentale, delle fig. 281 e 282. In ambedue la vita e la gonna sono fatte d’un pezzo solo; la prima si chiude davanti, la seconda di fianco. Nella fig. 281 la vita vien chiusa di dietro ed il costume vien completato con una biousa qualunque. Volendo si può anche usare un abito princes come idea, fondamentale e poi drappeggiarlo a gusto proprio.

Ogniuno di questi abiti deve avere le maniche e le parti del davanti molto larghe (fodera e anche stoffa), Una biousa cucita alla fodera che aderisce troppo il corpo non avrebbe alcun scopo. L’impor-

Yestimenta da donna.

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tante non sta già nel sembrar comodi, ma nell’ esserlo. Solo la parte del dorso può essere aderente.

Molto pratico sarebbe il drappeggiare la gonna con un grem- biule della stessa stoffa e fare sotto lo stesso un paio di tasche, grandi e trasversali cucite alla fodera della vita.

Yestimenta da donna.

Fig. 283. Fig. 284.

Abito-riforma Hancock Abito-riforma Hancock

per casa. per strada.

Se il grembiule vien fatto così lungo che la gonna, l’abito terrà naturalménte più caldo e sostituirà senz’ alto un numero di sottane alla mancanza delle quali non possiamo, coll’ occhio, presto

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Vestimenta da donna.

abituarci. Una gonna doppia di stoffa leggiera tien più caldo che una gonna semplice di stoffa pesante perchè la prima lascia libera più aria. Il collo deve essere largo e comodo. (I colli alti sono sconsiglia- bili.) Va poi da che la gonna deve lasciare il piede scoperto tanto per pulizia che per comodità.

Le fìg. 283 e 284 ci mostrano un abito-riforma, pensato da una signora di Londra, Mrs. Hancock, in West-End; lo stesso fu patentato e vien anche portato. E di Loden e può sopportar l’acqua; il cap- pello è di feltro. Caratteristico in questo costume è la lunghezza, o meglio ancora, la cortezza della gonna, l’orlo della quale si trova da 18 a 20 din. dal pavimento. Siccome poi lo stesso è guernito con Mackintosh è possibile camminare con qualunque tempo senza ammuchiare troppo fango. Detta signora porta anche le ghette della stessa stoffa dell’ abito.

Non di rado si sente dire: «Io desidero avere i miei abiti altrimenti, ma la sarta non vuol farli. « Tale asserzione prova come la persona in relazione non prende la cosa sul serio. Ogni sarta, dalla più celebre alla più semplice, fa gli abiti come le vengono comandati. Ma quando non si ha una certa forza di volontà e si teme sempre d’allontanarsi dalla moda, è naturale che la sarta non si dia alcuna pena e non pensi mai un nuovo e bell’ abito-riforma. Noi stessi dobbiamo assumerci questo lavoro mentale e poi dire semplicemente alla sarta: Così voglio aver fatto il mio abito. »

Per la casa è molto raccomandabile un grembiule che si possa lavare spesso.

Per la strada occorre un mantello caldo, guanti caldi e una meno calda copertura del capo.

Per l’inverno italiano la pelliccia si adopera solo per pochi giorni; la lana è quasi sempre sufficiente per mantenere un calore normale.

Quando ci si può permettere il lusso è bene provvederci di tre specie di mantelli. Uno deve essere lungo di stoffa di lana, non troppo pesante, foderato forse di ovatta per ripararci dalla rigidezza e servirci in viaggio. Un secondo deve essere corto, di stoffa leggiera per mezza stagione. L’altro, il terzo, deve essere lungo e formato di stoffa impermeabile.

Tutti e tre devono essere poi forniti di maniche e ben larghe affine si poterli infilare senza alcuna pena. Anche i mantelli stessi devono essere ben larghi per non impedirci nel camminare, e fatti in modo di poterli portare chiusi o aperti.

Bagno-vapore dei fanciulli.

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e l’ortica. La durata di questi bagni a vapore parziali è di IO a 20 minuti al più.

Kneipp non impiegò mai i bagni a vapore totali, ma solamente delle vaporizzazioni parziali. Egli disse che se i primi hanno qualche volta un’ azione favorevole, pure non è di lunga durata,- chè i frequenti bagni a vapore totali indeboliscono il malato. Io condanno ugualmente ogni esagerazione in fatto di bagni a vapore totali e avverto tutti, anche i medici naturalisti, di non attender troppo dalle cure di vapore e di sudore penetranti, ciò che oggi ha pur troppo luogo. Queste cure esagerate sono particolarmente sfavorevoli ai malati deboli, anemici, nervosi. Quando per es ; si diminuisce la forza vitale (l’istinto di guarigione della natura) anziché fortificarla e attivarla, si diminuiscono man mano le probabilità di successo. Che si osservi adunque una saggia temperanza.

Kneipp dunque, non usò che bagni parziali, e col miglior successo. I bagni a vapore parziali devono solamente preparare le altre appli- cazioni d’acqua, aumentare il calore corporale o sciogliere nell’ interno. È perciò che si applica raramente una vaporizzazione sola.

Però non si deve neanche abusare dei bagni a vapore parziali dopo i quali il malato si trova assai bene causa la loro azione favo- revole. Anche qui bisogna saper mantenersi nei limiti. Cosi i malati e specialmente le persone anemiche, alle quali il bagno a vapore procura un certo benessere, non dimenticheranno mai che l’accesso nelle vaporizzazioni non conduce la vita, ma la succhia, ritira del sangue e del calore. I bagni a vapore non sono adatti troppo neanche alle persone forti e corpulenti, chè ogni ventre grosso è anemico. La traspi- razione dolce della pelle quale si ottiene con impacchi, è la miglior maniera per sudare. Non dimenticare ciò!

Bagno vapore dei fanciulli. (Vedere «Introduzione all’ appli- cazione della medicina naturale » pag. 1.) I fanciulli ricevono il bagno a vapore come è indicato nei differenti bagni (la madre, per es.:, si siede nella cassa-vapore tenendo il suo bimbo) se no si tengono i bambini direttamente sulla vasca, ecc. in cui s’è versato già dell’ acqua bollente. Se il vapore non è sufficiente è necessario cambiar l’acqua con della più calda o di gettarvi dentre delle pietre e dei ferri molto caldi (ma non incandescenti, chè il vapore sarebbe troppo forte). In questi bagni è pure necessario procurar di trattenere il vapore mediante qualche drappo, ecc. e proteggere più ch’è possi- bile la testa del fanciulli contro il vapore stesso.

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1122

Bagno-vapore in letto.

Per solito questi bagni sono seguiti da un impacco a 3/4 o d’un’ altra forma d’applicazione, come pure da una lozione a 20 30 ° R., o d’un bagno da 24 a 26° R. À norma dello stato del bagnante la temperatura può essere anche un po’ più fresca., Volendo si può' anche eseguire il bagno-vapore dei fanciulli come il bagno-vapore delle mani e dei piedi.

Quando un fanciullo si mostra indisposto la madre deve subito' sentire se i piedi sono freddi. In caso positivo deve subito intervenire con una bottiglia calda, perocché nei fanciulli la cattiva ripartizione del sangue causata dai piedi freddi provoca spesso e rapidamente dei sintomi nervosi, crampi, stupefazione, ecc., che inquietano molto i genitori e finiscono poi per nuocere gravemente all’ organismo del fanciullo.

Bagno vapore in letto. (Vedere «Introduzione all’ applicazione della medicina naturale » pag. 1.)

Procedimento I. E un impacco totale eccitante con applicazione di bottiglie calde (chiamato anche impacco a vapore).

Per solito si prendono 4 bottiglie d’argilla, si pongono in una stufa calda poi si riempiono d’acqua bollente, si turano per bene e s’avvolgono in tela umida o bagnata.

Quando sono turate non si devono più mettere nella stufa se no' potrebbero esplodere.

L’una s’applica sotto i garretti, la seconda ai piedi e le altre due da parte delle tibie, esteriormente, contro l’impacco; spesso' bastano tre bottiglie sole sopprimendo quella dei garretti; non rara- mente invece ne occorrono ancora due alle coscie e, in caso eccezionale,, qualcuna alla parte superiore del corpo.

Durata del bagno-vapore a letto: 1 2 ore, ossia fino a che il malato non vi si trova a disagio. In seguito bagno di 23 25° R. o frizione totale a 18° R. Per l’esecuzione della frizione vedere « Impacco totale eccitante ».

Procedimente IL E un impacco a tre quarti con 3 bottiglie calde ai piedi, (fig. 342) avvolte in panni leggiermente spremuti in acqua calda. L’una s’appoggia ai piedi, le altre due alle gambe sotto le ginocchia, vale a dire all’ esterno dell’ impacco (la fig. 342 mostra l’impacco totale). Sopra si stende ancora una coperta in modo che il vapore che va formandosi non possa scappare.

Procedimento III. Si stende una coperta di lana sul drappo, si applica al malato una compressa di corpo umida, come pure un’ impacco'

Bagno-vapore in letto.

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delle gambe (fig. 343), ma tutto senza ricoprire con lana. (Sopra si può anche mettere un panno secco e assicurare l’impacco mediante nastri o forcelle da capelli, come nella compressa del corpo, più avanti.)

Coperta di lana. Cinque bottiglie di vapore. Impacco delle gambe.

Compressa del corpo.

(Per maggiori schiarimenti riguardo le bottiglie di vapore, gl’impacchi alle gambe la compressa di corpo, vedi i capitoli speciali.)

Bagno=vapore a letto.

(Si eseguisce in impacco totale o a tre quarti.)

Fig. 342.

Impacco totale. Le 3 bottiglie calde.

Bagno=vapore a letto.

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Bagno-vapore in letto.

In seguito si prendono 5 bottiglie riempite d’acqua calda e avvolte in panni umidi e se ne applica una ai piedi, una a ciascuna gamba e una da ogni parte del tronco (fig. 343). Affinchè le bottiglie non scottino si mette fra le stesse e il corpo un pezzo di lana (calza) poi si stende sopra una coperta come nell’ impacco a tre quarti. Sull’ impacco intero si tira ancora una coperta da letto e si posa un guanciale fra questo e i piedi.

Invece che con 5 bottiglie calde, si pùo fare anche con 3; in questo caso vengono soppresse le due superiori.

Durata del bagno-vapore a letto : 1 a 2 ore, ossia fin che il malato ci si trova bene, in caso contrario bisogna interromperlo immediatamente. In seguito frizione totale di 15 a 18 “R.obagno 23 25 °R., e ritornar a letto per riscaldarsi, poi, secondo le circostanze, moto in stanza o all’ aperto. I bagni-vapore a letto agiscono dolcemente, sono in- offensivi che si possono applicare senza timore alcuno tanto ai lattanti che ai vecchi. Sono indicati specialmente per gli stati patologici cronici, dove si tratta d’animare i nervi ed eccitare la pelle, molle ed inattiva, affine di mettere in opera la risoluzione e l’escrezione delle malattie e di alleggierire gli organi interni risparmiando più ch’è possibile le forze del malato.

T vapori che sfuggono dal viluppo umido eccitano in modo bene- fico i nervi e la pelle; essi si trovano a loro agio nel calore umido, si distendono si allungano, per conseguenza i vasi capillari della pelle si distendono pure e si riempiono di sangue.

Procedimento IV, Le estremità (mani e piedi) fredde indicano sempre una difettosa ripartizione del sangue, che agisce in modo molto sfavorevole sullo stato del malato, e il nostro primo dovere dovrebbe essere sempre quello - d’ eliminarla mediante un calore umido.

Si riempiono all’ uopo, 3 bottiglie da birra, di terra, con acqua calda, si circondano d’un drappo leggiermente spremuto in acqua caldissima e s’introducono in una calza di lana. L’una si pone ai piedi del malato coricato nel suo letto, le altre due si pongono ai lati in modo che il paziente possa appoggiarvi sopra le mani. Poi bisogna coprir tutto per bene. Se solo i piedi sono freddi basta 1 bottiglia calda.

Queste forme d’applicazione eccitano i nervi delle estremità fredde, paralizzate per la mancanza di sangue; nel tepore umido quest’ ultimo affluisce dall’ interno e riempie i vasi capillari. Nello stesso tempo, in seguito alla derivazione vigorosa del sangue verso le estremità,

Bagno-vapore in letto.

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gli organi nobili, interni vengono alleggienti e i sintomi patologici gravi, come oppressione del petto, mal di capo, stupefazione, tanti divagazione, ecc., cessano.

Il riscaldamento delle braccia e delle gambe vien seguito da frizione tiepida o fredda e, secondo le circostanze, da compresse ecci- tanti attorno le gambe e l’avambraccio.

Bagno-vapore dei fanciulli. Il procedimento precedente s’impiega anche per i fanciulli. Quando un fanciullo accenna un malessere qualunque la madre deve subito sentire se i piedi sono caldi. In caso negativo deve intervenire subito con nna bottiglia calda, perocché la cattiva ripartizione del sangue nei fanciulli, occasionata dai piedi freddi, provoca spesso rapidamente dei sintomi nervosi, crampi, divagazioni, ecc. che inquietano molto e i genitori e finiscono poi per nuocere grandemente ai fanciulli stessi.

Bagno=vapore a letto. (Vedere «Introduzione all’ applicazione della medicina naturale» pag. 1, e «Note importanti sui bagni a vapore » più lontano. In un letto costrutto all’ uopo.)

Il letto pei bagni a vapore ha la lunghezza e la larghezza d’un letto ordinario, senza bordi laterali e con le gambe corte (fig. 344). Il letto è di canne intrecciate, come il sedile d’una sedia, affinchè il vapore possa passare attraverso. 4 cerchi di canna fissi ai due lati nel montante del letto portano una coperta che cade fino al suolo e sotto quella il bagnante coricato può muoversi a volontà.

Sotto il letto, nel senso della lunghezza, si trova un tubo di latta perforato per lasciar sortire il vapore prodotto da una marmitta a vapore e può essere condotto nel tubo di latta mediante un’ altro di caontchouc, da dove poi, attraversando le canne, penetra sotto la coperta e circonda il paziente. La coperta deve ben aderire al collo in modo che il capo sia risparmiato dal vapore.

Durata, secondo il benessere, 3/d a D/2 ora; in seguito bagno a 25° R. frizione totale a 18° R.

I due cerchi superiori si mettono, per solito, quando il malato è già entrato.

Quando non si ha a disposizione un lungo tubo di latta con buchi si può adoperare un tubo di caoutchouc, Corto, senza buchi, che arrivi solamente ai piedi in modo che tutto il calore parta da quel posto. Quando manca la marmitta a vapore e anche quest’ ultima sorte di tubo, è necessario posare sotto al letto dei vasi pieni d’acqua

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Bagno-vapore in letto.

calda. A norma dello stato, quest’ ultima dev’ essere spesso rinnovata o riscaldata mediante ferri incandescenti, tegole, ecc.

Se non si ha una stufa cilindrica ci può far scaldare la marmitta a vapore sopra un fornello a petrolio o a gaz. Questi ultimi sono anche da preferirsi alla stufa, perchè lo sviluppo del calore e la produzione del vapore sono più regolari. Molti riscaldano anche con lo spirito. La posizione orizzontale del bagnante, ha sulla posizione seduta, il vantaggio che persone d’ogni altezza, come i fanciulli e le persone deboli, possono servirsi comodamente di questo letto.

Letto per il bagno a vapore.

Fig. 344.

Stufa cilindrica con marmitta a vapore e tubo di caoutchouc o di latta.

Questo bagno a vapore in letto si può. pure applicare in un letto di ferro con la rete metallica. In questo caso però bisogna ricoprire quest’ ultima con della tela grossa, larga ^ m. circa sulla quale il corpo può riposare. (Devo però aggiungere che il ferro s’arruginisce sotto l’azione del vapore.)

Quando si ha un materasso di filo metallico si stende sullo stesso un pezzo di tela grossa, si assicurano 3 o 4 cerchi (in caso di bisogno si possono anche prendere quelli d’un barile d’arringhe) e fare così il bagno vapore senza il letto.

Bagno = vapore in letto (fig. 345). Conviene sopratutto alle persone gravemente malate, come ai gottosi che non possono muoversi, ai fanciulli molto deboli, ecc.

La figura qui disegnata, composta di latte longitudinali e trasversali non ha altro scopo che di formare attorno al corpo uno spazio libero in cui il vapore possa circolare con facilità.

Bagno-vapore in letto.

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Bagno a vapore in letto.

Fig. 345.

Il vapore, prodotto da una marmitta a vapore, è condotto per un tubo d’una lunghezza appropriata a questo spazio libero e si urta ad una tavola o ad una piccola scatola. (Si mette una di queste due ultime cose affinchè il vapore non possa esercitare un’ azione troppo viva sulla parte del corpo presso cui arriva).

Bagno a vapore in letto.

(Bagno -vapore a metà).

Fig. 346.

Figura. Tubo di caoutchouc.

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Bagno-vapore in letto.

La coperta di lana gettata sulle latte e che chiude il vapore nello spazio vuoto (nella figura essa è ancora rialzata per mostrare il quadro) deve essere abbassata subito in principio del bagno a vapore e deve ben aderire al collo.

Per preservare il materasso del letto a vapore dal sudore si mette sul drappo di tela inferiore ancora 1 o 2 pezzi di tela piegata in 4 destinata ad assorbire il sudore.

Bagno a vapore in letto.

(Ragno-vapore del tronco).

Fig. 347.

È bene che il malato si corichi su in lato e si giri ogni 6 8 minuti affinchè il vapore possa riscaldare ugualmente tutte le parti.

Poi si darà a bere al malato dell’ acqua, fresca e gli si rinfrescherà il viso, la fronte e la nuca con una compressa ritorta in acqua fredda.

Durata del bagno a vapore: 40 a 60 minuti, a 30, 32, 34° R.; in seguito lozione totale da 20 a 22° R. o bagno da 24 a 26° R. (Invece dell’ acqua calda si può anche usare, a norma dello stato, dell’ acqua fresca o fredda.)

Un mezzo ausiliario per rinforzare l’azione del bagno-vapore è il produrre il sudore detto notturno. In questo caso si tira cautamente sotto la coperta il quadro di latta, in modo che quest’ ultima riposi sul corpo bagnato dal vapore; il malato resta ancora tranquillamente coricato per 30 minuti durante i quali il sudore scorre più abbondante- mente che durante il bagno-vapore.

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Bagno-vapore in letto. 1129

Bagno a vapore in letto.

(Bagno a vapore dei piedi in letto.)

Quadro. Tubo di caoutchouc.

Inoltre questi bagni a vapore totali si possono eseguire nello stesso modo che i bagni a vapore a Ire quarti e a metà, del tronco, del dorso, delle gambe, delle ginocchia, del collo, della nuca, ecc. Allora è solamente necessario riavvicinare le latte trasversali 1 e 2 e raccorciare le latte longitudinali, in maniera che io spazio vuoto sia appena abbastanza per circondare le parti del corpo che devono essere bagnate.

Bagno a vapore in letto.

1130

Bagno-vapore delle mani. Bagno-vapore ai piedi,

Per completare e rendere più chiaro ciò che abbiamo detto, tre da fig. 346 a 348 mostrano il bagno-vapore a metà, del tronco e dei piedi, a letto.

. Bagno=vapore delle mani. Si tengono queste ultime sopra un recipiente pieno d’acqua bollente, appoggiate sopra un latta come

Apparecchio pei bagni a vapore ai piedi.

Fig. 352.

pel bagno-vapore ai piedi, (fig. 354) e si chiude per bene l’avam- braccio, col vaso, in modo che il vapore non possa sfuggire. Si eseguisce come il bagno-vapore delle braccia. -Durata, ecc, vedere il capitolo relativo. Pel resto vedere « Bagno-vapore dei piedi e delle mani » più lontano.

Bagno=vapore ai piedi. I. (Vedere « Introduzione all’ appli- cazione della medicina naturale» pag. 1.)

Bagno-vapore ai piedi.

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Per ciò occorre un apparecchio pei bagni a vapore dei piedi (fig. 350).

Quest’ apparecchio è un semplice sedile di legno, quadrato, com- posto di 4 colonne di legno, quelle anteriori alte circa 45, le altre circa 65 cm. (19 e 27 piedi) in modo che le pareti laterali siano obblique; esso ha un doppio fondo. Per solito le pareti non sono di legno, ma di flanella che si assicura alle colonne. Ciò si fa per facilitarne il trasporto può facile montare e smontare la cassa)” e poi perchè una cassa di tavole si fende facilmente.

Il fondo superiore è perforato affinchè possa passare il vapore. Tra questo doppio fondo, in basso, in mezzo alla parte che ha 65 cm. d’altezza, c’ è un buco per cui passa il tubo di caoutchouc che con- duce il vapore nella cassa. L’altra estremità del tubo (che è lungo 2 in. circa) s’adatta all’ apertura in forma d’imbuto del vaso a vapore qui necessario e fatto generalmente di ferro bianco. (Fig. 351). Questo vaso pieno d’acqua vien messo nella stufa e quando l’acqua bolle il vapore per mezzo del tubo di caoutchouc è portato nel- l’apparecchio pei bagni a vapore dei piedi. Tra i due fondi si trova ancora una tavola o una scatola contro la quale il vapore urta affine di penetrare poi regolarmente attraverso il fondo superiore.

Un’ apertura della marmitta a vapore, quella per cui si riempie il vaso, si chiude con un turacciolo. Per produrre vapore il vaso non deve essere pieno fine all’ orlo.

Procedimento. Si siede sopra una sedia, s’introducono semplice- mente i piedi nell’ apparecchio (Fig. 350 a 352) e si ricopre questa parte con un drappo per impedire al vapore di scappare.

Se invece di un bagno a vapore dei piedi in cui la parte supe- riore del corpo resta vestita, si vuol prendere un bagno vapore a metà, a tre quarti o intero, ci si spoglia quel tanto che è necessario e si avvolge poi l’apparecchio e il corpo fino alla parte che dev’ essere bagnata dal vapore, ossia fino all’ ombelico sotto le braccia o il collo (vedi fig. 350 a 352) per impedire al vapore stesso di sfuggire.

Durata: 15 30 minuti.

In seguito frizione da 13 a 15° E., o lozione dei piedi e finzione da 18 a 22° E. dalle altre parti del corpo; altrimenti, e sopratutto col bagno a vapore totale, si applica un impacco totale di 1 ora prima della frizione. In esso il malato vi penetra coperto di sudore per continuare subito a sudare. Invece dell’ acqua calda, a norma dello stato, si può anche usare quella fredda.

1132 Bagno-vapore dei piedi.

E>agno=vapore dei piedi in un secchio.

(Il vapore è qui pure introdotto a mezzo del generatore a vapore.)

Fig. 353.

Se non si fa subito seguire un impacco totale eccitante si può far durare un po’ di più il bagno a vapore, ma solamente, in caso eccezionale, fino a 1 ora.

Anche durante questo bagno il malato riceverà spesso dell’ acqua

Bagno=vapore dei piedi.

Bagno -vapore dei piedi.

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a bere, poi con un tampone spremuto in acqua fredda gli si rinfre- scherà il viso, la fronte, la nuca.

Quest’ apparecchio pei bagni a vapore dei piedi (15 19 lire completo) è molto raccomandabile e necessario per ogni famiglia, perocché il bagno a vapore dei piedi è utilissimo nella maggior parte delle malattie, anzi spesso indispensabile.

In caso di bisogno si può anche applicare una cassa, che corri- sponda alle condizioni indicate, una botte o un barile. Allora, ripe- tiamo, è necessario fare un buco nel fondo superiore che permetta

Bagno=vapore dei piedi senza inviluppo.

Fig. 355.

al tubo a vapore di passare. Sopra viene poi un secondo fondo, posato sopra un regolo affine di formare un piccolo spazio vuoto. Il fondo superiore deve essere un po’ più basso che la cassa dai due lati destra e sinistra, se no si fanno dei buchi dai quali possa passare il vapore. Pel resto vedere fig. 350 pag. 1130 e la descrizione.

Bagno=vapore dei piedi. IL Procedimento. Si mettono i piedi sopra un vaso riempito d’alqua bollente sul quale si è messo un piccolo pezzo di legno che si può inchiodare per maggior sicurezza. Su quest’ ultimo appunto si posano i piedi affinchè il vapore possa bagnarli direttamente (fig. 355). Affinchè il vapore non possa scappare si avvolgono le gambe scoperte e il secchio in una coperta molto grossa.

Questo bagno vapore dei piedi si può prolungare da 15 minuti ad 1 ora naturale che allora bisogna aggiungere acqua bollente). Durante lo stesso suda per solito tutto il corpo.

1134

Bagno-vapore dei piedi a letto.

In questo modo si può anche eseguire il bagno vapore a metà a tre quarti o intero (fig. 356). In questo caso si mette il corpo a nudo fino al punto in cui si vuol bagnare; la persona in questione si corica sopra un drappo di tela che deve scendere fino al secchio affinchè il vapore non possa sfuggire, e arrivare fino al collo o alle braccie secondo il bagno-vapore. Sopra al drappo di tela se ne pone poi uno di lana.

(Se durante questo bagno si vuol star seduti è meglio prendere una tavola perchè una sedia sarebbe troppo bassa fig. 355 e 356.)

Se il malato non può star lungo tempo seduto senza appoggiarsi si mette sulla tavola una sedia coi piedi al muro, affinchè non perda

Bagno=vapore dei piedi con inviluppo

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Fig. 356.

facilmente la posizione. Contro il sedile della sedia il malato può appoggiarsi più comodamente.

Bere acqua fresca e rinfrescare la testa.

Quando si fa seguire un impacco totale eccitante o un impacco eccitante delle gambe e dei piedi, il bagno a vapore non deve durare più di 30 minuti.

Bagno=vapore dei piedi a letto. S’impiega sopratutto nei malati di febbre coi piedi freddi, ed in molti altri casi. Durata 15 30 minuti.

Procedimento. S’inviluppa una bottiglia d’acqua molto calda in panni umidi. Quando il malato è a letto gli si avviluppano i piedi con la bottiglia calda in una coperta di lana e si ricopre poi il tutto.

Bagno-vapore dei piedi e delle gambe a letto.

1135

In seguito frizione vigorosa dei piedi e dei polpacci.

Vedere ancora « Bagno- vapore dei piedi a letto e fuori».

Bagno=vapore dei piedi e delle gambe a letto.

Procedimento. di somma efficacia nelle malattie dei denti pro- dotte da raffreddamento.) Si leva il piumino e si stende in basso, ai piedi, una grande coperta di lana in modo che quando si rialza dal basso arrivi fino alle ginocchia e più su. Su questa coperta di lana si mette una bottiglia d’acqua bollente avvolta in lini umidi, e sopra ancora una coperta grossa di lana e talvolta anche due piccole tavole di legno per posar i piedi. Il malato coperto solo della camicia, si mette a letto coi piedi su questo generatore a vapore, rivolta la coperta fin sulle ginocchia o più alto e assicura tutto in modo che il vapore non possa sfuggire. Infine si ricopre ancora il malato (sopra- tutto i piedi) col piumino.

Se una bottiglia non è soffìciente, ciò che avviene quando l’im- pacco non è ben chiuso o la bottiglia non troppo calda, è necessario rinnovarla dopo 3/4 o 1 ora. In mancanza d’altro si può anche usare una tegola caldissima avvolta in lini umidi. Quando non si raggiunge lo scopo si ripete l’operazione il giorno seguente.

Se si posano i piedi direttamente sul generatore a vapore esso diverrà troppo caldo, perciò è meglio disporre convenientemente 2 pic- cole tavole sulle quali s’inchioda una piccola latta stretta dove i piedi possono riposare comodamente.

Questa disposizione deve essere abbastanza grande per ricoprire la bottiglia e le tegole con l’inviluppo.

Spesso si raddrizza la bottiglia affine d’ aver uno spazio vuoto più grande e migliore, e si appoggiano i piedi sulla parte inferiore della bottiglia che è rivolta verso i piedi.

Invece di una si possono prendere due bottiglie.

In capo a l1/^ 2 ore il malato avrà già abbondantemente sudato. Poi segue una frizione dei piedi di 12 a 15° R. molto energica, e quando gli stessi son ben caldi si coprono per bene. I piedi vengono trattati separatamente. Il paziente però non deve mai eseguire questa frizione da lui solo altrimente dirige di nuovo la corrente sanguigna alla testa, ciò che può forse essere causa della sua malattia.

Quando i piedi son tornati caldi si eseguisce ancora una frizione di 20 a 22° R. delle altre parti del corpo, a letto o fuori dallo stesso. In seguito più restar coricato per qualche tempo o vestirsi e passag-

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Bagno-vapore dei piedi e delie mani fuori del letto.

giare nella sua stanza o all’ aperto, affine di conservar i piedi caldi. Invece dell’ acqua temperata si può anche usare la fredda.

Vogliamo ancora far noto che quando s’adoperano delle bottiglie abbastanza grandi non bisogna avvolgerle in lini umidi. Si ricoprono invece con un panno quadruplo leggiermente spremuto, per non bagnare il letto, e con un po’ di lana (calza, ecc.).

Quando non si avesse a disposizione una coperta di lana pel bagno-vapore dei piedi a letto, si ricopre il malato con 1 o 2 piumini.

Bagno=vapore dei piedi e delle mani fuori del letto. (Vedere « Introduzione all’ applicazione della medicina naturale, pag. 1). Prima di coricarsi si riempiono 3 bottiglie da birra, di terra, come è detto più sopra, se ne mettono due in una cassa sulla quale il malato può posare comodamente i piedi nudi poi s’inviluppano per bene le gambe e la cassa per non far sfuggire il vapore. La terza bottiglia si fa passare fra le gambe d’un piccolo sgabello capovolto e messo in grembo al malato allo scopo di riscaldar le mani.

Durata di questo bagno: 20 30 minuti; poi frizione a 16° R. o fredda, energica delle mani e dei piedi. Se il corpo intero suda nello stesso tempo, frizione totale dopo di che il malato riceve un impacco dei polpacci, se pure non ha luogo una compressa del corpo: il mattino, frizione totale.

Quando si continua questo metodo pel tratto di qualche setti- mana, con massaggio vigoroso delle braccia e delle gambe, può sparire tutt’ una serie di stati patologici cronici, come congestione alla testa, vertigini, insonnia, catarro polmonare cronico, affezioni di petto e di cuore, mali all’ addome d’ogni genere, ecc., tutti mali che si attribuiscono in generale alle mani e ai piedi sempre freddi, ossia ad una cattiva ripartizione del sangue. Col miglior successo s’impie- gano pure i bagni a vapore dei piedi nei mali di testa nervosi, nelle vertigini nei dolori reumatici dei denti e del viso, negl’ imbarazzi degli organi del torace, in una parola, nella congestione alla testa e al petto. Il bagno a vapóre va però immediatamente interrotto quando si manifesta nel malato emozione, palpitazione, aumento della congestione, ecc. Per maggiori schiarimenti sul bagno a vapore delle mani vedi più avanti.

Bagno=vapore dei piedi alla Kneipp. Si prepara in un grande

vaso e all’ acqua bollente s’aggiunge un decotto di fiori di fieno. Poi si mette nel vaso un piccolo sgabello sul quale si posano i piedi e si stende una grande coperta di lana sopra tiene una sedia. Il malato tiene

Impacco del tronco.

1217

infiammazioni, in cui, è necessario rinnovare di frequente l’impacco del tronco, è spesso sconsigliabile il sollevare continuamente il malato per stendergli sotto l’impacco (come è già indicato nelle compresse del corpo).

Allora si procede nel modo che segue: Si mette il malato sopra un panno conveniente per l’impacco del tronco, si spinge sotto il dorso un asciugamani umido piegato insieme più volte o che può restare per un tempo abbastanza lungo (nella febbre elevata circa 1 ora). Sul ventre del malato si posano poi altri due asciugamani

Impacco del tronco.

spremuti leggermente e sopra gli stessi si stende una coperta di lana che si assicura come è detto più sopra.

Nello stesso modo che è qui indicato, si usa anche in caso d’infiam- mazione addominale grave, invece dell’ impacco del tronco la compressa di corpo calmante.

Si leggerà tutto ciò che è detto sulle compresse di corpo, spe- cialmente ciò che concerna la pulizia dell’ impacco.

Il mancanza di biancheria pulita, si prende, per solito per gli adulti, una tovaglia, ora anche della seta cruda e talvolta acqua fredda in luogo della temperata.

77

1218

Inalatore. Irrigazione della vagina.

Inalatore. Apparecchio che fa pervenire Inalatore,

sotto forma di polvere i liquidi ai (piali gii allopatici aggiungono ancora dei medi- camenti — nella gola e nella faringe.

Quest’ apparecchio s’impiega nelle differenti malattie della prima e della seconda e serve sopratutto a pulire le parti malate.

Iniezioni e sciacquamene delle orecchie. Hanno luogo mediante una seringa e un bicchiere.

Temperatura dell’ acqua, per giorno.

Nelle infiammazioni non si prende oltre i 22° R.

Si fanno le iniezione alle orecchie in parte per pulirle anche nelle suppurazioni, poi in caso d’infiammazione e quando il cerume è divenuto duro.

Fig. 423.

per solito da 16 a 20° R., 4 6 volte

Apparecchio per sciacquare le orecchie pallone in caoutchouc.

Fig. 429.

Seringa per orecchie.

Fig. 430

Nelle infiammazioni si ripetono le iniezioni e i sciacquamenti fin che l’acqua che sorte dalle orecchie è bella chiara. In esse però il getto d’acqua non deve essere troppo forte per non far male alla membrana del timpano. Si può anche dirigere in modo che non tocchi affatto quest’ ultimo.

Irrigazione della vagina. (Vedere «Introduzione all’applicazione della medicina 'naturale » pag. 1) Si siede sopra un secchio, col viso rivolto all’ irrigatore, e s’introduce rimboccatura di quest’ ultimo nella vagina per quel tanto che è necessario, quando questo risciacquamento non ha luogo a letto. In questo caso si solleva un po’ il vaso e se ne fa passara sotto un altro dove scorre l’acqua.

Quando si compera un irrigatore si ricevono di solito due imbocca- ture, quella curva per la vagina e quella dritta pel retto.

Si può anche servirsi d’una clisopompa o della siringa pei sciacquamenti della vagina.

Irrigazione della vagina.

1219

Si può pure eseguire una lavatura della vagina molto comodamente mediante l’irrigatore (fig. 436). La persona in questione si siede in

Irrigatore.

Fig. 431. Fig. 432.

Irrigatore (clisopompa a pallone).

Irrigatore

(clisopompa).

Fig. 435.

un semicupio, introduce l’irrigatore nella vagina e sciacqua o t'a semplimente entrar l’acqua con la mano.

L’irrigatore, fig. 436, è un istrumento un poco ricurvo, di zinco, ecc. (migliori sono quelli di caoutchouc induriti) della grossezza

77*

1220

Irrigazione della vagina. Lozioni totali.

di 2 cm. in avanti, 3/4 indietro, ma vuoto, di circa 12 14 cm. di lunghezza con 8 buchi laterali; nell’ intervallo di 2 cm. circa essi sono press’ a poco alla stessa distanza delle due estremità posteriore e anteriore.

Il primo e il terzo buco superiori sono un poco a sinistra, il secondo e il quarto un po’ più a destra. I buchi inferiori sono opposti ai superiori. E meglio introdurre l’irrigatore nella vagina prima di fare il semicupio.

Non è necessario introdurlo molto nella vagina, ma fare il possibile affinchè l’acqua possa ben entrare e sortire.

Irrigatore. Irrigatore semplice.

visibile dai due lati.

Le donne e specialmente le puerpere, dovrebbe procedere spesso a queste irrigazioni, specialmente quando si manifestano delle affe- zioni, ecc., nel semicupio a 23 25° R

In caso di bisogno, per lavare e sciacquare la vagina basta il seguente semplice apparecchio. Lo stesso è composto d’un vaso ordi- nario, d’un tubo di caoutchouc con una canna da servizio. Quando si mette l’altra estremità di questo tubo nel vaso pieno d’acqua, un po’ elevato e s’intruduce l’imboccatura nella vagina o nell’ ano il liquido scorre facilmente nella prima o nel secondo, dopo aver aspirato in avanti.

Invece d’aspirare dal tubo si può anche empire lo stesso d’acqua, poi metterne una parte nel vaso e tenere o sospendere l’altra più abbasso. L’acqua scorre da sola dal vaso nella vagina.

Lozioni totali. (Vedere « Introduzione all’ applicazione della medicina naturale» pag. 1.)

Fig. 436.

Fig. 437.

Lozioni totali.

1221

Necessario: Un vaso con dell’ acqua. (Temperatura adatta.)

Un grande asciugamani, talvolta anche del sapone.

Un panno per asciugare e un panno grossolano per frizionare a secco.

Quando la pelle è sensibile bisogna prendere dei panni morbidi.

Un pezzo di stoffa per posare i piedi.

Una buona temperatura del corpo.

Temperatura della stanza non sotto 15° E.

Temperatura dell’ acqua, nella maggior parte dei casi, da 15 a 20° R. Per malati e anemici fino 25° R, e più. Molti usano acqua affatto fredda per indurirsi meglio.

Procedimento per le persone sane che possono curarsi da se stesse: Dopo aver scoperto la parte superiore del corpo fino ai fianchi ci si abbassa fino alla vasca da bagno (od altro recipiente con acqua) e s’incomincia la lozione della testa; poi si passa al collo, al petto, al dorso, ecc., in modo che la lozione intera sia fatta dall’ alto in basso. Quando le parti inferiore del corpo soli state lavate e frizionate umide, è bene strofinare la pelle fin che si mostra arrossata e si manifesta un senso piacevole di calore.

Le persone vigorose che posseggono abbastanza calore e sono abituate a questa lozione, si spogliano completamente già in principio della lozione e trattano una parte del corpo dopo l’altra come è detto più sopra.

Per lavare, frizionare e rasciugare il dorso si prende un lungo pezzo di tela grossolana, si tiene per le due estremità e stendendo ora il braccio destro ora il sinistro si fa passare sul dorso parecchie volte di seguito, montando e scendendo.

Procedimento per le persone molto deboli, malate di petto e pei fanciulli che non hanno molto calore proprio.

S’incomincia col mettere un drappo sotto il corpo per non bagnare il letto. Poi dopo aver lavato il viso, il collo ed essersi ricoricati, si scopre tutta la parte superiore del corpo per lavare rapidamente le braccia, il petto e il ventre successivamente, oppure una parte dopo l’altra, ossia prima un braccio poi l’altro, indi il petto, il ventre, per ricoprire immediatamente ogni parte appena asciugata. Qui bisogna regolarsi sul calore proprio della persona in questione.

Poi si raddrizza il malato per passare alla nuca e al dorso. Se è possibile si gira solamente il paziente di fianco.

1222

Lozioni totali.

I malati sensibili vanno frizionati dolcemente.

II panno bagnato non deve mai gocciolare; in caso contrario è bene mettere sotto un panno spesso per raccogliere l’acqua.

Non è conveniente che il malato si vesta immediatamente dopo la lozione e resti tranquillo in stanza: deve fare del moto. Persone sensibili e deboli devono invece tornar ancora per poco a letto. I malati di petto, coi quali si può incominciare con acqua da 26 a 28 0 E., (per scendere a poco per volta) devono sempre disporre d’un assistente affine di prevenire l’agitazione, la palpitazione di cuore, ecc.

In questo caso è anche meglio incominciare dai piedi e dalle gambe per passare poi al resto del corpo. Ogni parte dello stesso deve venir immediatamente ricoperta appena finita la lozione.

Lozioni alla Kneipp. Yi sono lozioni totali e lozioni parziali, tanto le prime che le seconde devono essere finite in 1 minuto o 2 al massimo. Si torce un panno grossolano in acqua fredda, si bagna il petto, l’addome, il dorso, poi le gambe, le braccia e i piedi; si veste in fretta e si riscalda facendo del moto all’ aperto. Chi ha poco calore dopo la lozione può tornare a letto per 1/i o ]/2 ora. Non ci si deve mai asciugare. Preferibile è sempre la lozione mattutina. Però può anche aver luogo la sera prima di porsi a letto. Chi soffre d’insonnia può fare prima di coricarsi una lozione totale.

La pianta dei piedi deve pure venir bagnata. Non è affatto necessario strofinare, impastare, o fare il massaggio. Coloro che nella stagione invernale fanno 2 o 8 lozioni totali per settimana, e una per giorno in estate, fortificano la loro vita sanguigna' e nervosa, e la nutrizione mediante una buon’ attività digestiva, poi fortificano la loro forza naturale che li aiuta a sopportar facilmente ogni sorta di malessere e li protegge contro il contagio e le epidemie. Tutti, anche le persone gravemente ammalate nell’ ardore della febbre e perfino nelle ultime ore di vita tollerano quest’ applicazione rinfre- scante, semplice, e chi avrà reso tale servizio ad un moribondoa vrà riconosciuto nel suo sguardo mezzo spento e nella sua buona volontà di stendere le braccia e le gambe il ringraziamento per quest’ atto di misericordia. Affinchè una lozione non affatichi troppo il malato la si divide, d’ora in ora, in lozione del petto, del dorso, del ventre, delle gambe, delle braccia e dei piedi. Per costituzioni deboli Kneipp usava acqua mista ad aceto; questo pulisce la pelle in modo più perfetto e apre i pori.

Luffa. Massaggio.

1223

Luffa. È una specie di spugna molto ruvida che, per conseguenza, friziona vigorosamente, e vien adoperata nelle frizioni totali del corpo o d’alcune parti dello stesso.

Magnetismo. Per le cure magnetiche, come per tutte le altre, è necessario che il malato si rivolga al medico o al magnetizzatore con speranza e confidenza, perocché quando l’anima dell’ infermo è piena di dubbio è una vera assurdità il voler curar il corpo. Questo e l’anima sono si strettamente uniti fra loro che ogni emozione, ecc., deve avere una influenza nefasta sulla guarigione. Non è già il medico che guarisce la malattia, ma l’istinto di guarigione che portiamo in noi, e che si trova esso pure malato in chi soffre moralmente e spi- ritualmente, negli scontenti, nei disperati. Perciò si ottiene molto più facilmente la guarigione nelle persone fiduciose che in quelle che s'inquietano e soffrono spiritualmente. E cosa molto difficile il soccor- rere questi malati, cliè la loro inquietudine impedisce a tutti i rimedi d’agire. Nelle malattie di nervi, la cura magnetica è la migliore che vi sia perchè essa ristabilisce la calma tra il corpo e l’anima ciò che deve essere il primo passo nella guarigione della malattia.

Mantello spagnolo. Assomiglia ad una veste da camera, di tela con maniche larghe. Arriva al tarso e permette d’avviluppare il corpo intero. Si spreme in acqua fredda, si mette come una camicia poi si va a letto e ci si copre bene con la coperta di lana e col piumino. Esercita sul corpo un’ azione resolutiva, derivativa, ed è particolar- mente efficace nella febbre. Dura da D/2 a 2 ore; però se il sonno arriva durante l’applicazione non bisogna svegliare il malato. Per l’esecuzione vedere « Metodo per impaccarsi da se stessi » e « Im- pacco corto ».

Massaggio. (Vedere «Introduzione all’ applicazione della medi- cina naturale » pag. 1, e « Note importante sul massaggio ».) Qui s’intende una cura che consiste principalmente in strofinamento, frizione impastamento e martellamento, o percussione, e s’eseguisce sulle parti malati o sul corpo intero.

Dunque il massaggio sonsiste :

in fregamento o frizione più o meno energica con la punta delle dita, con l’eminenza del pollice o il palmo della mano (fig. 438, 439, 440 e 441). (Anche col pugno chiuso ciò che si chiama «Stro- finamento a pressione ».

Poi in frizione circolare con le dita, l’eminenza del pollice o il palmo della mano.

1224

Massaggio.

Qui si tratta di far sparire il gonfiamento a’un tumore. La mano frega in circolo, mediante Faiiito della punta delle dita, con una pressione- atta a sciogliere i succhi morbosi accumolati, a staccarli e dividerli,, mentre la mano mediante una frizione ascendente, della parte malata, conduce le porzioni alla corrente degli umori affinchè possano venir normalmente espulsi.

La frizione del corpo intero, o di singole parti, coi guanti per fregare è pure massaggio, come il lavoro col « frega dorso » con la « spazzola pel dorso » ecc., medianti i quali il malato può trattarsi da se medesimo il dorso, per esempio, nella nevralgia, nel reumatismo muscolare del dorso, nella lombagine, ecc,

Il massaggio consiste in impastamento di certe parti del corpo, braccia, gambe, collo, ventfe, ecc., o del corpo intero.

Qui si eseguisce il movimento delle dita come quando queste spremono una spugna o si fa la pasta. Le dita non devono già com-

Massaggio.

Massaggio.

Fig. 489.

S’eseguisce sulla parte anteriore e posteriore del corpo per fortificarlo.

I movimenti dello strofinamento sono' indicati coi tratti che discendono.

Fig. 438.

Questa figura mostra

come si appiana il gonfiamento della regione cardiaca.

Massaggio.

1225

primere i muscoli, ma penetrare fra gli stessi. Le mani del masseur devono trattar il corpo del malato come giocando.

Massaggio d’un tumore al braccio.

Fig. 440.

La mano frega il tumore in circolo, la mano frega partendo dal tumore verso la spalla.

Massaggio o frizione del braccio.

Le linee a spirale indicano la direzione che le mani seguono lenta- mente montando e discendendo.

Massaggio del collo.

Fig. 442.

Massaggio o frizione (guanti per fregare).

Quest’ impastamento che è la forma del massaggio la più impiegata, non deve causare alcuna sensazione dolorosa; anzi deve lasciare infine un senso di calore e di benessere.

1226

Massaggio.

Massaggio o frizione (frega=dorso).

Fig. 444.

Massaggio o frizione. (Spazzola pel dorso.)

Fig. 445.

Massaggio.

Impastamento del braccio.

Massaggio.

1227

Poi il massaggio secondo la figura 450: quest’ ultimo non è che un pizzicamelo. S’eseguisce con la punta delle dita come con la mano intera. Si prende la parte da sottomettere al massaggio, si solleva e riabbassa, premendo nello stesso tempo più o meno energi- camente o fregando in tutti i sensi e facendo vibrare i muscoli.

Massaggio. (Impastamento del braccio.)

Fig. 448.

Massaggio.

(Impastamento del braccio.)

Fig. 449.

Massaggio. (Impastamento o pizzicamento.)

Fig. 450.

Il massaggio consiste in martellamento e si può fare dolcemente ed energicamente. Si deve eseguire in molti modi, per esempio, battendo con la punta delle dita, con queste curve a metà o con le falangi, meglio ancora con le dita leggiermente riunite da cui risulta dell’ elasti- cità e un martellamento privo dolore; oppure col pugno chiuso battendo con una parte dello stesso.

1228

Massaggio,

Massaggio.

(Martellamento.)

Massaggio.

(Martellamento.)

Poi con la superficie interna od esterna della mano, come è mostrato nella (fig. 451) o col lato della mano (fìg. 452).

Qui il movimento incomincia al gomito o alla spalla del malato. Quando però il movimento si eseguisce con le dita sole s’incomincia dall’ articolazione della mano.

Massaggio. (Martellamento con la punta delle dita.)

Massaggio. (Martellamento col pugno chiuso.)

1229

Massaggio.

Siccome l’articolazione del braccio al gomito o alla spalla per- mette un grande sviluppo vi forze, così si può anche trattar con profitto la muscolatura fortemente sviluppata (per esempio alle coscie, la sedere, alla nuca). Anche qui si eseguisce il martellamento con la punta delle dita o col pugno chiuso.

Si ricorre di preferenza a questo procedimento quando si vuol penetrare nell’ interno del gruppo dei muscoli, per esempio, nel reu- matismo e nella nevralgia delle masse muscolari, oppure quando si vuol agire energicamente.

Molti eseguiscono anche il martellamento coll’ aiuto di strumenti, vedere più lontano. Naturalmente la mano è da preferire a qualunque strumento.

Il massaggio si compone ancora di movimenti passivi.

Quest’articolo (ginnastica medica) è tolto dall’opera del Dott. Werner, « Il massaggio ».

Durante, o dopo il massaggio descritto a 1 e 3 si precede a dei movimenti passivi con le parti del corpo del malato. Quest’ ultimo deve mantenersi affatto inattivo.

Se ne serve per scopi differenti.

I muscoli e i tendini, contratti nella rigidità delle articolazioni e resi inusabili, vengono nuovamente allungati ed estesi, e più tardi possono acquistare nei movimenti attivi e passivi l’esercizio e l’attività necessaria.

Gli essudati depositati nelle articolazioni vengono più facilmente riassorbiti durante il massaggio.

I vasi linfatici e sanguigni sono compressi per l’estensione violente dei muscoli e l’azione del massaggio in ciò che riguarda l’accelerazione della corrente dei succhi se ne trova di molta favorita.

I nervi sono pure estesi e per la frequente estensione e flessione passiva si ottiene lo stesso effetto che per l’estensione sanguinosa dei nervi.

In generale i movimenti passivi sono un’ eccellente introduzione ai movimenti attivi (vedere « ginnastica medica ») in parecchie affezioni nevralgiche e reumatiche.

In seguito i malati sopportano molto più facilmente i dolori che gli causano i movimenti attivi.

L’esecuzione dei movimenti passivi consiste, a norma della sede del male, in estensione e flessione, in movimenti giranti verso l’interno o l’esterno, in movimenti circolari, ecc. La forza dei movimenti può

1230

Massaggio.

modificarsi assai. Generalmente s’incomincia con movimenti facili leg- gieri per non procurare forti dolori. Si passa man mano a movimenti più rapidi e più energici appena che se ne è formata l’abitudine. Con persóne vigorose si possono naturalmente eseguire movimenti più forti.

Apparecchio per fare il massaggio.

Fig. 455.

Se le aderenze alle articolazioni sono assai forti e solide si è obbligati a impiegare l’estensione violente. Qui però à necessario cloroformizzare; solo se le aderenze sono deboli e recenti si può farne a meno. In ogni modo però bisogna sempre aggiungervi un massaggio assiduo, degli impacchi umidi, ecc., affine di far sparire rapidamente le infiammazioni e loro possibili conseguenze.

Massaggio Massaggio

(come si tratta un ginocchio (rotazione del piede.)

divenuto rigido.)

Fra i movimenti passivi si può contare a buon diritto l’equitazione,, i viaggi in vettura, ecc. Questi si potrebbero considerare tutt’ al più come una transizione per arrivare ai movimenti attivi, perocché l’equitazione, per esempio, esige già una certa forza muscolare per mantenersi in sella. (Qui finisce il citato del Dott. Werner.)

Per far neglio comprendere i movimenti passivi faccio seguire alcune figure con spiegazione. La fig. 456, mostra per esempio, come si tratta un ginocchio irrigidito pel raccorcimento del tendine.

Massaggio.

1231

Qui il masseur prende con una mano la gamba del malato alla caviglia mentre con l’altra cerca di ricacciare il ginocchio, piegata con una pressione moderata e prudente, affine d’estendere il tendine a poco per volta e ricominciando spesso in una serie di sedute anche col tirare lentamente la gamba. Quest’ estensione si alterna con caute flessioni del ginocchio. Questi movimenti passivi possono ancora venir sostenuti con un massaggio posteriore e conveniente.

La fig. -157 mostra la rotazione passiva del piede.

Il malato si trova coricato a metà, con la gamba sinistra distesa solamente al ginocchio; la stessa è perfettamente passiva e riposa sulle due gambe dell’ esecutore. La natura dei movimenti di rotazione, che si ripete da fiO a 70 volte, si vede dalla linea punteggiata. Queste rotazioni si eseguiscono alternativamente verso l’interno e l’esterno.

Massaggio Massaggio

(flessione del piede). (estensione del piede).

La fig. 458 mostra il punto di partenza per l’estensione del piede.

La fig. 459 ci fa considerare la posizione finale.

Il trattamento del piede secondo la figura 457, 458 e 459 si usa sopratutto contro la caviglia divenuta rigida e per rilassarla se contratta.

Il masseur deve sempre pensare di procedere a poco per volta col piede a tutti i movimenti che lo stesso può eseguire quando la sua caviglia è sana, con la gamba che riposa tranquillamente, non tutto d’un colpo, ma in un certo seguito.

Le estensioni e flessioni simile a quelle della gamba e del piede hanno pure luogo col braccio malato e rigido.

I diversi esercizi ginnastici passivi del tronco, per fortificare la muscolatura del petto, del dorso e dell’ addome, ecc., ed altri esercizi

Fig. 558.

Fig. 459.

1232

Massaggio del collo.

delle gambe, s’eseguiscono generalmente come quelli indicati a ginnastica da camera, con la sola differenza che qui vengono eseguiti ■con l’aiuto d’un masseur o d’un ginnastico.

' Non è necessario dire che è possibile eseguire sul proprio corpo le forme d’applicazione del massaggio, come frizione, impastamento, martellamento, e i movimenti passivi quando naturalmente ci vien permesso dallo stato patologico e delle circostanze.

I movimenti attivi, liberi, (vedere « ginnastica medica »), vanno raccomandati ai malati che possono ben muoversi.

Massaggio del collo. (Vedere «Introduzione all’ applicazione della medicina naturale » pag. 1, e « Note importanti sul massaggio ».)

Secondo le indicazioni di Gterst, che l’ha descritto per primo, può venir eseguito dal masseur, dal medico o dal malato stesso.

Si fa spogliare il paziente a metà e lo si fa sedere con la testa piegata all’ indietro per ottenere una superficie più grande ch’è possi- bile e aumentare così l’effetto. Nello stesso tempo si fa respirare il malato tranquillamente e profondamente affine d’attivare l’assorbi- mento delle masse sanguigne delle parti superiori per la pressione negativa che si produce nella cassa toracica durante l’inspirazione. Glerst descrive l’esecuzione della frizione nel modo seguente:

« Allora s’incominciano le frizioni. Ogniuna d’esse si divide in 3 atti. Dapprima si applicano le mani tenute piatte, il palmo in alto, col bordo ulnario nei solchi destro e sinistro del collo, tra questo e la testa, in modo che la, punta del mignolo e la falange ineguale dell’ anulare arrivino dietro l’orecchio sul processus mastoideus e l’emi- nenza del mignolo sotto il ramo orizzontale della mandibola. Col

Massaggio del collo eseguito dal masseur.

Fig. 460.

colpo di mano.

Fig: 461.

colpo di mano.

Fig. 462.

colpo di mano.

Massaggio del petto e del dorso. Massaggio della testa.

1249

Per eseguire il massaggio del petto è necessario che il malato

■si corichi sul dorso; pel massaggio di questo sul ventre o di fianco.

■Si procede alle frizioni partendo dal centro del petto verso i lati e montando o scendendo sempre con le mani in direzioni simmetriche affine di ristabilire più che si può l’equilibrio perduto, o, se esiste,

di non disturbarlo con una cura esclusiva. Lo stesso sia detto per

l’impastamento, il martellamento, ecc., delle parti di muscoli malate.

Massaggio del petto.

Mostra il martellamento del petto, il massaggio a scosse, nelle malattie polmonari nei disturbi della respirazione, nell’ enfisema, nell’ asma, nel reumatismo dei muscoli del petto e nei dolori nevralgici.

Massaggio della testa. (Estratto dall’ opera del Dott. Neumann «Il massaggio ».) (Vedere «Introduzione all’ applicazione della gimna- stica medica » pag. 1, e « Note importanti sul massaggio ».)

Il massaggio della testa si è ristretto principalmente alla frizione della fronte, delle guancie verso le orecchie e scendendo sui lati del collo, quando non si vuol usare una specie di massaggio estrema- mente fina, impiegata ora di frequente con un successo rapidissimo nella guarigione di nevralgie facciali, anche molto ostinate. Però questa forma non è possibile che con l’aiuto d’un apparato costrutto

79

1250

Massaggio della testa. Massaggio del ventre.

in modo che per le oscillazioni rapidissime (circa 200 in un secondo) d’una delle sue parti (per esempio d’un diapason) un piccolo bottone scuote la regione nervosa malata. Dopo alcuni trattamenti da 6 a 8 minuti il dolore sparisce in modo durevole. Questo fenomeno si spiega per rinfluenza correttiva di questo trattamento meccanico sul rapporto normale alterato da piccolissime molecole nervose.

Massaggio della testa. Massaggio della spalla.

Battuta col lato della mano.

Fig. 486. Fig. 487.

Si usa nell’ emicrania, nel mal di testa nella regione della fronte, nelle

nevralgie, ecc.

Massaggio del ventre. Estratto in parte dall’ opera del Dott. Werner « Il massaggio ». (Vedere «Introduzione all’ applicazione della medicina naturale » pag. 1, e « Note importanti sul massaggio ». Si trova molto diffuso' nei popoli primitivi come rimedio eccellente contro i disturbi più diversi degli organi dell’ addome. Anzitutto diciamo che attiva in modo straordinario la peristalti intestinale facendo così avanzare meccanicamente le masse fecali stagnanti. Con- tribuisce ancora in modo eccellente a forticare la muscolatura del ventre.

Questo metodo si usa spesso come rimedio popolare, ma in modo grossolano e imperfetto. Esso s’è sviluppato per bene solo negli.

Massaggio del ventre.

1251

ultimi tempi, quando l’iianno unito ai movimenti attivi, ed è stato coronato dai più bei successi.

Seguiamo, nella descrizione di questo metodo, l’esposizione di Reibmeyer che la portò ad un alto grado di perfezione.

Egli la divide in 4 colpi di mano che si possono usare separa- tamente o simultaneamente. Per l’eccitazione riflessa dell’ attività intestinale impiega i due primi; per far avanzare in modo meccanico il contenuto dell’ intestino i due ultimi o tutti combinati insieme.

Massaggio del ventre.

(Frizione circolare con la punta delle tre dita lunghe.)

Talmente luogo verso l’eminenza del pollice, ma sempre all’ intorno come lo mostra la figura.)

Massaggio del ventre.

(Frizione circolare col palmo della mano o col polpastrello della dita.)

(Il principio della frizione è diretto verso sinistra e in basso, poi sempre all’ intorno.)

Egli li descrive nel modo seguente :

« Primo colpo di mano. Consiste in frizioni circolari attorno all’ ombelico con la punta delle tre lunghe dita della mano destra; la punta del pollice s’appoggia lateralmente sulla pelle del ventre e serve di punto d’appoggio pel movimento che si compie principal- mente alle articolazioni delle dita e della mano. Se si vuol agire più energicamente si aggrandisce il giro e si preme la punta delle

79*

1252

Massaggiò del ventre.

dita alternativamente più forte e più leggiere nella pelle del ventre. Durante questo tempo il pollice resta inattivo. Questo colpo di mano è molto irritante e spesso non tollerato dalle donne nervose. Per queste bisogna impiegare il colpo di mano che segue. »

« Secondo colpo di mano. Qui la punta delle dita resta passiva e i giri attorno l’ombelico vengono eseguiti col polpastrello del pollice. Nello stesso tempo si estende la mano fin che forma quasi un angolo retto con l’asse longitudinale dell’ avambraccio. Le dita, legger- mente piegate, seguono i movimenti della mano senza però esercitare alcuna pressione ».

« Questo colpo di mano è sempre ben tollerato e all’ azione riflessa unisce l’azione meccanica. Anche quando si applica energicamente non causa alcun dolore. »

I due colpi di mano che seguono si usano soppratutto nelle costipazioni e hanno lo scopo di esercitare un’ azione meccanica sul contenuto dell’intestino; perciò si applicano in quei tratti di quest’ ul- timo m cui si sa che le masse fecali vi rimangono lungo tempo, come sarebbe all’ S del colon e all’ appendice vermicolare. »

Massaggio del ventre. (Massaggio a frizione.)

Fig. 490.

(Applicabile sopratutto contro le costipazioni.)

« Terso colpo di mano. Si posa la mano destra sulla regione in- guinale sinistra (e la mano sinistra sulle prime falangi delle dita della mano destra) e così con ambedue le mani si friziona seguendo il corso e l’S del colon. Il movimento è diretto dall’ alto a sinistra, al basso e all’ interno, e più ci si avvicina al piccolo bacino più si cercherà di penetrare profondamente con la punta delle dita. »

Ritornando alla posizione di partenza si descrive una linea pas- sante vicino all’ ombelico mentre la pressione cessa quasi completamente. Dunque si risale verso sinistra, presso l’ombelico, ciò che è appena segnato con 1 nella fig. 490. La mano sinistra non serve solamente a pre- mere più energicamente, ma previene

Massaggio del ventre.

1253

ancora una flessione troppo forte delle dita della mano destra nelle prime falangi in modo che le dita possono esercitare la loro pressione e frizione restando appena distese. »

« Quarto colpo di mano. » Si posa la mano destra sulla regione inguinale destra (e la mano sinistra sopra) e così con ambedue le mani si friziona dall’ interno e dal basso verso l’alto, seguendo la direzione dell’ appendice vermicolare. Poi, quasi senza pressione, si scende a destra presso l’ombelico. Vedere la parte leggiermente segnata.

Massaggio. (Organi dell’ addome e del torace di cui bisogna

tener conto.)

big. 491.

1 Lingua. 2 Faringe. 3 Epiglottide. 4 Laringe. 5 Trachea. 6 Esofago. 7 Diaframma. 8 9 Polmoni. 10 Stomaco. 11 Cardio. 12 Piloro. 13 Duodeno. 14 Fegato. 15 Vescica biliare. 16 Canale biliare. 17 Pancreas. 18 Milza. 19 Mesenterio. 20 Intestino crasso. 21 22 Intestino cieco con l’appendice vermicolare. 23 Colon ascendente. 24 Intestino trasversale. 25 Colon discen- dente con l’S del colon. 26 Posto del retto; questo posto dietro la vescica è

invisibile.

Il giro si ripete per 20 30 volte; così pure il giro 2°; la frizione sulla parte sinistra del ventre preme gli escrementi dell’ S del colon nella parte scendente dell’ intestino crasso e nel retto e fa posto per le masse escrementizie messe in moto con la frizione sul lato destro.

1254

Massaggio del ventre.

La fig. 491 mostra gl’ intestini dell’ uomo.

Così è possibile orientarsi anche a mezzo suo, vedere, per esempio, dove si trova l’S del colon, ecc., per comprenderli nel massaggio.

Nell’ esecuzione di questo metodo bisogna badare che le coperte del ventre sono rilassate, perciò il malato non deve ostacolare l’effi- cacia del massaggio con la tensione della muscolatura addominale e col rendere dure le pareti del ventre. Per evitare questa reazione spiacevole nell’ esecuzione, si fa coricare il malato sul dorso, si solleva la parte superiore del corpo, si avvicinano le gambe, mentre la respira- zione deve aver luogo tranquillamente e lentamente.

Massaggio del ventre.

(Posizione ordinaria del malato perchè è in questa posizione in cui le coperte del ventre si rilassano maggiormente.)

A norma del bisogno si deve pure cambiar la direzione del mas- saggio del ventre. Così si eseguisce, per mo’ di dire, di preferenza la frizione ascendente nel reumatismo delle articolazioni e dei muscoli, quando il corpo è perfettamente allungato.

Gli sforzi della muscolatura addominale in seguito al massaggio, agli esercizi di ginnastica medica, comprimono il contenuto della cavità addominale, accelerano la circolazione della vena porta, la peristalti dell’ intestino e nello stesso tempo favoriscono la formazione e il riassorbimento del chimo. Da una parte risulta così una nutrizione migliore, dall’ altra un desiderio più intenso di nutrirsi, come pure l’eliminazione, nel modo più naturale, dei disturbi gastrici, che possono esistere. La salute generale si migliora e l’ipocondria, come pure la

Massaggio del ventre.

1255

costipazione spariscono. Le malattie causate dall’ assimilazione difet- tosa del nutrimento, e per conseguenza della cattiva preparazione del sangue spariscono nel modo più sicuro mediante questi esercizi fisici sistematici.

In molti casi in cui non si tratta solamente di far avanzar le masse escrementizie nel! intestino e di fortificare la muscolatura del

Massaggio del ventre. (Impastamento.)

Fig. 498.

Massaggio del ventre.

(Appianamento dell’ edema della regione cardiaca)

Fig. 494.

ventre, bensì di combattere la congestione e i gonfiamenti della parte superiore del ventre, è necessario fare il massaggio seguente.

Il movimento è quello che le mamme eseguiscono nei gonfiamenti della regione cardiaca dei loro fanciulli.

Con ambedue le mani, o con la punta delle dita delle stesse, s’incomincia dalla fossetta dello stomaco e si frizionano i due lati contemporaneamente, prima vicino alle coste, poi un po’ più lon-

1256

Massaggio del ventre.

tano nella stessa direzione, scendendo solamente un po’ più verso l’ombelico.

L’impastamento del ventre, secondo la %. 493 è pure molto vantaggioso. Non s’impasta solamente il ventre in avanti, sotto l’ombe- lico come lo mostra la fìg. 494, ma si preme e impasta il ventre intero specialmente dai due lati.

Nelle costipazioni s’impasta in modo particolare l’S del colon e l’appendice vermicolare.

Ancora alcune osservazioni.

Secondo Reibmeyer il terzo colpo di mano più sopra descritto viene per ultimo. Io l’ho messo per terzo per far prima posto alla massa escrementizia che il quarto colpo di mano deve far avanzare In questo colpo di mano la punta delle dita del masseur deve essere diretta in alto anziché in basso. Per far sortire gli escrementi occorrono anche dei clisteri.

Se non si deve fregare che con l’eminenza della mano o meglio- premere fregando, come è descritto nel secondo colpo di mano, è necessario ritirare un poco le dita piegando la mano. Se invece il movimento deve essere eseguito con la punta delle dita, si agisce in modo più penetrante allungando queste ultime, meno penetrante pie- gandole all’ indietro.

Se il massaggio sul ventre deve venir eseguito dal masseur è meglio che quest’ ultimo si metta dietro il malato e l’abbracci con ambedue le braccia.

Il massaggio del ventre, come del resto ogni altra applicazione del massaggio, nei casi patologici di qualche importanza deve venir eseguito dal masseur. Io non l’ho esposto che come massaggio per- sonale per poterlo mostrare più chiaramente.

Il Dott. Schreiber parlando nella sua opera dell’ azione favorevole del massaggio del ventre contro la costipazione dice:

Non è necessario far notare che la cura del movimento deve essere sostenuta con una dieta razionale. Vi sono giovani perfetta- mente sani che soffrono le più ostinate costipazioni. Gli escrementi di queste persone hanno un diametro potente e si comprende che la loro traversata nel tubo intestinale esige molta elasticità delle fibre muscolari circolari. Il retto si trova continuamente in uno stato d’estrema dilatazione.

Massaggio del ventre.

1257

Già parecchie volte ho fatto l’esperienza che dopo qualche setti- mana di trattamento meccanico le evacuazioni avevano luogo imme- diatamente dopo questo procedimento. La durata del trattamento varia dalle 4 alle 12 settimane, quindi non è giusto interrompere la cura dopo 6 settimane se non si ha già ottenuto buon successo.

Ci furono anche malati nei quali una cura di movimento conti- nuata per 3 mesi circa, non fece sparire il male. Gli stessi però con- tano fra le eccezioni.

(La compressa di corpo nella notte e i clisteri [questi ultimi tanto per la costipazione che per la deviazione] sono qui assoluta- mente neccessari e di ottimo successo.)

Per completare il nostro trattato sul massaggio dal ventre lasciamo ancora seguire certi colpi di mano del massaggio addominale nella posizione coricata.

Massaggio del ventre.

Fig. 495.

Mostra la frizione dello stomaco nella debolezza della digestione, la replezione, il gonfiamento dello stomaco, ecc.

«SE ?

1258

Massaggio del ventre,

Massaggio del ventre.

Fig. 49G.

Mostra il battimento del ventre.

Massaggio del ventre.

Mostra il movimento della sega.

Fig. 498.

Mostra l'impastamento del ventre.

Massaggio del ventre.

Massaggio del ventre. 1259

Massaggio del ventre.

Fig. 499.

Mostra l’impastamento del ventre.

Le 4 forme d’applicazione precedenti si usano sopratutto per fortificare la muscolatura addominale, nellé costipazioni, per attivare la digestione, ecc.

1260

Massaggio del ventre. Massaggio delle gambe.

Questo massaggio a frizione si eseguisce in modo più penetrante con la pres- sione delle dita e della mano intera. Si usa nelle costipazioni per eccitare l’attività dell’ intestino. Nella formazione dei gas e nella debolezza degli organi digestivi, stomaco e intestino, questo è un rimedio eccellente poiché la frizione dell’ addome provoca l’arrivo del sangue, e una migliore nutrizione degli organi

del basso ventre.

Massaggio delle gambe.

1261

Massaggio delle gambe.

Fig. 502.

La flessione del ginocchio, posizione 1°. Nella rigidità del ginocchio, nel

reumatismo, ecc.

Massaggio delle gambe.

Fig. 503.

L’estensione del ginocchio, posizione 2°, negli essudati a questa parte, nel

reumatismo, ecc.

1262

Massaggio di tutto il corpo.

Massaggio di tutto il corpo. (Vedere «Introduzione all’ ap- plicazione della medicina naturale» pag. 1, e «Note importanti sul massaggio ».)

Quando si vuol eseguire il massaggio del corpo intero, ciò che contribuisce a fortificarlo di molto, s’incomincia di preferenza dalle braccia e dalle gambe, non dalla nuca, al dorso e ai reni, al petto e all’ addome. In alcuni casi si segue anche l’ordine indicato nella cura fortificante. In ogni caso patologico però è necessario «indi- vidualizzare ».

Il massaggio di tutto il corpo si unisce con vantaggio ad un bagno a 25° R„ ad una lozione totale di 18° R., ad una frizione to- tale, ad un bagno a vapore di 25 30 minuti, oppure ad un bagno a vapore in cassetta, ecc., si fa seguire da queste applicazioni come pure da un bagno-vapore a letto. Questo bagno e bagno a vapore arricchisce la pelle di sangue, la rende morbida, dilata i vasi sanguigni e linfatici, ciò che aumenta ancora più l’azione favorevole del massaggio.

Lo stato patologico presente é sempre quello che indica se il massaggio generale del corpo sarà più o meno penetrante, se si accontenterà dapprima dello sfioramento (leggiera frizione) per aggiun- gervi solo più tardi Impastamento, il martellamento, ecc. General- mente però è bene attenersi alle regole generali indicate nel massaggio della cura fortificante.

E pure necessario badare di non fregar troppo forte, troppo vigorosamente. Per questo vedere più basso.

Il massaggio di tutto il corpo può durare da 25 a 40 minuti, mentre per un massaggio locale bastano 10 15 minuti per giorno,

Osservazioni concernenti il massaggio:

Nello strofinamento e nella frizione si ungono le parti del corpo d’olio o di grasso, ma meglio se con vasellina perchè è inodora. (Parecchi masseurs tuffano anche le mani in olio battuto con acqua.) L’impastamento e il martellamento s’eseguiscono con mani asciutte.

L’acqua sola rende difficile la frizione e lo strofinamento, per questo non può bastare da sola in un trattamento col massaggio un po’ penetrante. Ecco perchè bisogna usare olio puro o misto ad acqua. La temperatura di quest’ ultima può essere di 15 a 20 o 22 0 R. o fredda.

Il massaggio non deve essere troppo forte, ma eseguito con una certa abilità. Il massaggio eseguito da mano maestra povoca poco o niente dolore, anche quando è un po’ penetrante, mentre un masseur inesperto fa provar al malato delle sensazioni spiacevoli.

Massaggio di tutto il corpo.

1263

Con ciò non voglio già dire che non vi siano persone alle quali il massaggio più leggiero causa forti dolori. Qui non si tratta che di un aumento di sensibilità dei nervi. Nei casi acuti, per esempio, nelle infiammazioni acute, o pure quando si vogliono dividere i prodotti in- fiammatori recenti, la regola è d’eseguire il massaggio con grande prudenza impiegando pochissima forza. Ciò va osservato anche trattan- dosi di persone attempate perchè il tessuto perde molto della sua elasticità coll’ avanzar negli anni.

Non s’è mai finito di mettere in guardia contro la cattiva abitudine di fare il massaggio troppo forte.

Un fattore importante nell’ applicazione del massaggio è la posizione o situazione della parte del corpo che si vuol trattare. Ordinariamente deve assere quella che permette alla maggior parte dei muscoli di rilassarsi. E pure di gran vantaggio che la parte che si vuol trattare prenda una posizione elevata così la circolazione del sangue, come pure la corrente linfatica, riesce molto più rapida.

La cosa migliore è di fare il massaggio sul corpo nudo. Però per tener conto del pudore, specialmente del sesso femminile, si può, secondo il Dott, Schreiber, coprire anche il corpo intero con una camicia leggiera di flanella.

Secondo il Dott, Reibmeyer ciò è affatto inutile e anche dannoso. Nella sua opera « Tecnica del massaggio » pag. 83, dice press’ a poco così : Il massaggio eseguito sugli abiti ha molti inconvenienti che mettono in bilancia i vantaggi, ecc., « e indica questi inconvenienti ».

Letteralmente aggiunge poi : « Il riguardo del pudore nelle donne sarebbe una ragione valevole se non si potesse eseguire il massaggio (eccetto quel dell’ utero) tenendo conto anche d’un estremo pudore.

10 non ho ancora trovato donne che non si siano sottoposte al massaggio per questa ragione.» (Vedere all’uopo «Malattie del ginocchio » ove

11 Dott. Reibmeyer mostra il massaggio del ginocchio e della coscia d’una donna.)

Per questo non si può ammettere con ragione l’applicazione del massaggio tenendo la pelle coperta.

Che il massaggio eseguito sul corpo nudo sia più facile e più efficace è cosa certa.

A pag. 94 Reibmeyer dice ancora: Trovo necessario parlar qui d’un fatto che il masseur deve sempre osservare e segnalare al malato fin dal principio. Nella maggior parte dei casi del massaggio chirur- gico, specialmente nei dolori articolari cronici, dopo le prime sedute

1264

Apparecchi di massaggio.

si produce regolarmente un apparente aumento del male. I vecchi dolori tornano accompagnati d’altri nuovi e la funzione articolare ne sembra soffrire. E questo stato è anche molto comprensibile tenuto conto del processo di rammollimento, la lacerazione di piccole aderenze, la produzione di piccoli stravasi e l’irritazione dei nervi.

Apparecchio per eseguire il massaggio da se stessi.

(Formato d’una punta e d’un cilindro piatto di caoutchouc.)

Fig. 504.

Apparecchio di massaggio.

(Martella-muscoli.)

Apparecchio di massaggio.

(Apparecchio per martellare la pianta del piede.)

Fig. 505.

Fig. 500.

Apparecchio di massaggio. (Rotolo=pettine.)

(semplice)

Apparecchio di massaggio. (Rotolo=pettine.)

(doppio)

Fig. 507.

Fig. 508.

Palla pel massaggio del ventre.

(Di ferro, di 4 libbre circa, ricoperta di cuoio.)

Semicupio.

1281

Semicupio. (Vedi prima «Introduzione all’applicazione della medicina naturale » pag. 1.) Il semicupio s’impiega nelle affezioni della digestione, nella congestione alla testa, nelle malattie addominali, emorroidali o delle donne. I semicupi sono molto importanti e il loro successo si palesa spesso in breve tempo. (Qui vien fatta eccezione per quelle donne che soffrono di crampi del sangue. Le stesse dal principio dei crampi fino all’ arrivo del sangue devono fare ogni giorno 2 semicupi caldi di 15 20 minuti e più, ossia fin che sono scomparsi i dolori.) I semicupi sono ancora estremamente salutari durante la gravidanza. La grandezza del vaso, ordinariamente di zinco, varia seguendo le dimensioni del corpo. Si può anche averlo di legno; allora è meno freddo e meno caro (5 lire circa) (in caso di bisogno basta anche un barile alto 30 cm. circa; la parte posteriore può raggiungere i 40 cm. d’altezza affine di servire in certo qual modo da schienale). Oppure si prenderà un recipiente simile nel quale il malato potrà sedere comodamente. L’acqua può arrivare fino al- l’ombelico. e secondo la sensibilità e il male la temperatura della stessa può essere da 15 a 18 o 22 0 R. e più.

La temperatura adatta alla malattia e la durata del semicupio sono fissate dal medico naturalista.1)

Nei semicupi sono pure di gran vantaggio la frizione ed il martellamento dell’ addome.

Semicupi alternati. Hanno la stessa temperatura e la stessa durata degli altri bagni alternati. Devono farsi solo dietro l’ordine d’uno sperimentato naturalista. Si introduce anche lo speculum nella vagina affine di bagnare anche le parti malate interne.

Semicupio e bagno in vasca caldissimo. Si fa quando sono insufficienti le compresse caldissime. Temperatura dell' acqua: 30 43° R. o come meglio si sopporta. Dopo Va ora aggiungere del- Taltr’ acqua calda. Alla, fine lozione a 18° R. o frizione con le mani nude. Pel resto vedere « Bagno in vasca ».

Semicupio caldo alla Kneipp. Kneipp preparava sempre i semicupi con fiori di fieno o paglia d’avena, per questo parla dei semicupi di fior di fieno o di paglia d’avena. Si preparano versando

0 Al semicupio si fa spesso seguire una frizione totale tenendo conto sopratutto dei piedi, specialmente quando, durante il bagno, si applica agli stessi nna bottiglia di vapore e si ricopre il tutto con una coperta di lana, ciò che fa derivare il sangue nelle infiammazioni dell’ addome e nei priedi freddi. Invece dell’ acqua calda si può usare anche la fredda.

81

1282

Semicupio.

dell’ acqua bollente su queste erbe e facendo poi ribollire il tutto per alcuni minuti. Poi quando questa decozione si è raffreddata e scesa lino ai 24 27° R., raramente fino ai 30° R., si versa il tutto nel semicupio. Il bagno dura 15 minuti, alternato ogni 5 con un bagno freddo d’ 1 minuto. Il semicupio di paglia d’avena è buono per tutte le malattie gottose, quello d’asperella per tutti gli stati reumatici e spasmodici dei reni e della vescica, in tutte le affezioni dell’ orina e nei disturbi per l’espansione della stessa. Il semicupio di fiori di fieno è di particolare efficacia nei sintomi spasmodici1) e simili a coliche, nelle costipazioni dure e specialmente nella cura di ulcere e tumori esterni.

Semicupio caldo e caldissimo. Si usa per calmare i dolori ed i crampi, lo spasmo della vescica, le infiammazioni stomacali o intestinali, ecc.

Temperatura dell’ acqua: 30 34° R. o come meglio si sopporta Quando si prolunga il bagno oltre i 20 25 minuti è necessario aggiungere dell’ acqua caldissima. Alla fine lozione di 15 a 18° R o frizione con mani nude.

Anche in questi semicupi bisogna avvolgere il corpo in una coperta di lana, applicando, a norma dello stato, anche una bottiglia calda ai piedi.

In tutti i semicupi (meno che in quelli caldi e caldissimi) quando- vi è congestione alla testa, si applica al malato una compressa fresca o fredda sulla, stessa in forma di turbante. Quest’ ultima va spesso- rinnovata e applicata sopratutto in principio (se non durante il semicupio).

A norma della malattia e dello stato, il malato prenderà ogni giorno 1, 2 o 3 semicupi. Durante gli stessi berrà pure acqua fredda.

Semicupio derivativo. S’impiega sopratutto nella congestione, nelle malattie della testa, della gola e del petto.

Temperatura iniziale dell’ acqua 22 24° R., quando il malato vi resta seduto qualche tempo si può aggiungere ancora un po’ d’acqua fresca.

Durata: 20 30, talvolta anche 45 minuti.

Semicupio eccitante. S’impiega sopratutto nelle malattie- sessuali e della digestione e in quelle emorroidali.

p Kneipp non buttava via subito la decozione, ma se ne serviva per altre 2 applicazioni: Tuna 3— 4 ore dopo la prima, l’altra 1 ora dopo la seconda» Ambedue in decozione fredda. Durata 1 2 minuti.

Semicupio a vapore.

1283

Temperatura cieli’ acqua come nel procedimento 1°; durata 15 20 minuti.

Semicupio fortificante. Per fortificare nelle malattie addomi- nali, intestinali, sessuali: temperatura dell’ acqua: 22 25° B. (Dopo qualche settimana si deve scendere di qualche grado.) Durata: 6 10 minuti.

Semicupio freddo. Dura da x/2 ad 1 minuto e conta fra le applicazioni più importanti, specialmente pel basso ventre. Sieome regola verso quest’ ultimo la circolazione del sangue si applica negl’ scoli di quest’ ultimo, nella clorosi, nelle infermità addominali d’ogni specie, nella digestione debole, nella costipazione e contro ogni eccessiva sensibilità per cambiamenti di temperatura. Si prende preferibilmente il mattino sortendo dal letto, oppure in ogni altro momento, quando il corpo è ben caldo, in una stanza calda. Questo semicupio rende pure ottini servigi nell’ insonnia e nell’ eccitazione straordinaria.

Semicupio a vapore. (Vedi prima « Introduzione all’ applica- zione della medicina naturale » pag. 1.) Si può eseguirlo sedendo sopra una sedia costruita all’ uopo (fig. 518 e 519) e facendo arrivare il vapore sopratutto sulle parti sessuali, il sedere e il basso ventre.

Apparecchio per semicupio a vapore.

Fig. 518.

Durante questa specie di semi- cupio i piedi devono esser ben avvolti oppure appoggiati ad una bottiglia a vapore pei' mantenerli caldi. Infine lozione tiepida, fresca o fredda delle parti vaporizzate.

Quando manca « l’apparecchio » questi semicupi si possono eseguire nel modo seguente.

Il malato si siede col deretano scoperto sopra un barile aperto

Apparecchio per semicupio a vapore.

1284

Thè di Wuhlhuber.

in alto in cui s’introduce il vapore mediante un tubo, oppure vi si versa dell’ acqua bollente.

Durata: 40 45 minuti; in seguito lozione da 15 a 18° E., o fredda, del sedere. (Quando l’aqua non più vapore bisogna cam- biarla con altra più calda.)

Circa due ripetizioni per giorno.

Per calmare le emorroidi dolorose o per farle sanguinare si prenderà una lozione a 30° R.

Si applica, oltre che per la derivazione nei mali del petto e della testa, nelle congestioni addominali, poi contro le emorroidi interne che cagionano spesso malattie del petto e della testa, per far sanguinare, calmare le emorroidi, per far ricomparire i mestrui, ecc. Questo scopo si raggiunge pure mediante bagni a vapori a metà, a tre quarti o totali, bagni-vapore sulla sedia intrecciata, seduti.

Thè di Wuhlhuber 1. La ricetta è la seguente:

Due cucchiai di fenocchio in polvere, due cucchiai di coccole di ginepro peste, un cucchiaio di fieno greco (foenum graecum), un cucchiaio di aloe in polvere.

Si mescolerà il tutto e si conserverà in una scatola in un luogo secco. Questo rimedio 'agisce dopo 12 30 ore. Se ne prende una piccola tazza la sera prima di coricarsi, usando all’ uopo un cuc- chiaino di mescolanza che si fa bollire per x/4 d’ora; si può bere caldo o freddo, con o senza zucchero.

Chi è di forte costituzione può berne una tazza per due giorni di seguito.

Chi è debole invece ne berrà una tazza in 2 o 3 giorni. Il thè di Wuhlhuber agisce sopratutto contro la costipazione.

Thè di Wuhlhuber li. La ricetta è la seguente:

Due cucchiai di fenocchio in polvere, tre cucchiai di coccole di ginepro peste, tre cucchiai di radice d’attica in polvere, un cucchiaio di fieno greco (foenum graecum), un cucchiaio di aloe in polvere.

Le regole pel suo uso sono le stesse che per il thè di Wùhl- huber I.

Mentre il primo agisce più sullo stomaco e sugli intestini, il secondo agisce più sui reni e sulla vescica; esso ricaccia le sostanze morbose con l’orina.

Temperatura dell’ acqua. Termometro.

1285

massimo).

Temperatura dell’ acqua. Misura approssimativa. La

temperatura dell’ acqua di pozzo è da 5 a 10° R; della fresca da 10 a 15° R., della tiepida da lo a 20° R.; della calda da 25 a 35° R. della caldissima di più.

Però non Insogna servirsi della mano per misurare chè i profani potrebbero ingannarsi di grosso. Qui occorre assolutamente un termo- metro; ce ne sono già a 60 centesimi.

Termometro (Fig. 520). È uno

Termometro strumento che serve a determinare ermorr*e ro , , (termometro a

(termometro pel ja temperatura dell’ aria, dell’ acqua,

bagn0)' del corpo, specialmente nei febbri- citanti. Si compone d’un serbatoio conico o cilindrico, con un tubo di vetro più stretto, tubo capillare, comunicante col primo. Quando il serbatoio è pieno di mercurio si tura il tubo. Quando il termometro è finito si tuffa nel vetro fuso e si segna sul tubo capillare il punto in cui il mer- curio s’arresta. In seguito si mette nel vapore acqueo e si segna ugual- mente il punto in cui il mercurio s’arresta nel piccolo tubo; questo è il punto dell’ acqua bollente. Allora si divide lo spazio fra i due punti in un certo numero di parti uguali.

Questo ci la scala. In uso vi sono 3 specie di scale; quella di Reau- mour, (R.) quella di Celsius (C.) o centigrada, e quella die Fahrenheit.

La scala termometrica di Reau- mour contiene 8 gradi tra il punto della fusione del vetro e quello del- l’acqua bollente. I gradi sopra il punto di fusione del vetro, ossia sopra 0°, si chiamano gradi di calore, gli altri gradi di freddo. Il punto dell’ acqua bollente è qui 80°, il punto di fusione del vetro 0°. Questo termometro è segnato con R.

Nella scala di Fahrenheit vi sono 180 gradi dal punto di fusione del vetro a quello dell’ acqua bollente; lo 0 è segnato

Fig. 520.

Fig. 521.

1280

Termometro.

con 82 e il punto dell’ acqua bollente con 212. 11 segno di questa scala è F.

Per cambiare i gradi di Reaumour in quelli di Celsius si molti- plica per 5 e si divide per 4.

Per cambiare i gradi di calore Fahrenheit in gradi Reaumour si sottrae prima 32, poi si moltiplica il resto per 5 e si divide per 9. Per cambiare i gradi di freddo in Fahrenheit si aggiunge il 32 per Celsius come per Reaumour.

Bella cosa è il comprarsi un termometro con le due scale come è segnato nella fig. 520.

Il termometro Reaumour serve particolarmente a misurare la temperatura dell’ aria, l’acqua del bagno; per questo si chiama termometro da bagno. Il termometro Celsius si usa per misurare la temperatura del corpo, specialmente in caso di febbre, e si chiama termometro clinico.

Il primo di questi termometri oltre alla scala Reaumour contiene anche la scala Celsius.

Per ben determinare la temperatura dell’ acqua bisogna lasciarvi il termometro dai 10 ai 15 minuti, ossia fino a che non scende e non monta più. Altrettanto bisogna esporlo all’ aria di cui si vuol determinare la temperatura.

Per stabilire la temperatura del corpo si è ricorso alle ascelle e al retto. Migliore è l’introduzione prudente del termometro (oleato) in quest’ ultimo, perocché si ottiene un valore sicuro in breve tempo ; già in 5 minuti. Il misurare sotto le ascelle esige qualche tempo, almeno 15 minuti, e non è possibile fare a dovere con persone incoscienti, magre e con fanciulli.

Per misurare la febbre si serve di preferenza del termometro a massimo, Fig. 521 in cui la colonna di mercurio rimane al punto raggiunto mentre si misura la temperatura del corpo. Dopo averlo ritirato si può andare tranquillamente alla finestra o sotto la lampada a leggere i gradi. La piccola colonna di mercurio scende solamente dopo aver scosso il termometro più volte e vigorosamente.

In ogni famiglia dovrebbe trovarsi un termometro tanto per misurare la temperatura dell’ aria della stanza, dell’ acqua pel bagno o la febbre. Ottima cosa è l’acquistarsi un termometro verificato che costa 2 lire e 50 centesimi. Si può trovare ovunque anche nelle farmacie.

Trattamento col massaggio, ecc. Vasca da bagno universale. 1287

Trattamento col massaggio nella cura fortificante, vedere quest’ ultima a pag. 1165.

Trattamento col sudore. (Vedere «Introduzione all’applica- zione della medicina naturale » pag. 1). Chi vuol sudare non deve procurarsi dei sudoriferi dannosi, ma scegliere uno dei seguenti proce- dimenti.

Bagno a vapore, o a tre quarti, o a metà, seguito da un impacco totale eccitante. Bagno a vapore dei piedi. Bagno a vapore in letto. Bagno a vapore dei piedi in letto. Impacco totale o a tre quarti, eccitante. Impacco secco, per sudare. Bagno di sole, ecc.

Spesso si fanno sudare e traspirare i fanciulli dopo il trattamento 1 c, della febbre. Vedere inoltre « Note importanti sui bagni a vapore » pag. 1142.

Unguento d’argilla. Sua preparazione. (Cura Kneipp.) L’argilla ha una parte importante nel lupus e nel cancro. In verità essa toglie l’infammazione, pulisce le ulcere purulenti, maligne ed esercita un’ azione eccellente nei dolori della testa e del dorso, nei tumori, nelle lussazioni, ■nelle infiammazioni e nelle ulcere purulenti. Ora noi indicheremo come si prepara. Si lascia per qualche tempo un pezzo d’argilla nell’ acqua, poi si butta via il liquido, si pulisce ciò che resta e si mescola mediante un bastone fin che si ha ottenuto una specie d’unguento. Fatto questo vi si aggiunge ancora un po’ d’aceto, di decozione di tormentilla, di succo di platani affine d’aumentare l’efficacia. Ognuno di questi liquidi attacca le sostanze velenose e le decompone, l’argilla le attira e assorbe. Chi possiede una macchima per grattugiare i colori può far ancor meglio prendendo dell’ argilla secca aggiungendovi un po’ d’acqua o di decozione d’una delle piante precedenti e una parte d’aceto o acqua di piante, preparando così un unguento fino che si può applicare senza timore alcuno sopra ogni ulcera aperta.

Vasca da bagno universale. Si può usare per semicupii, bagni del tronco a metà, pei bagni delle braccia e delle gambe, per la marcia nell’ acqua, per entrarvi durante la lozione o l’affusione del corpo intero, poi come bagno per fanciulli e anche per lavare. Mettendo uno sgabello sotto la parte rotonda si ottiene un comodo semicupio in cui il corpo riposa sopra una graticola mobile di bastoni rotondi. Prezzo 25- 30 lire. E in vendita presso Moosdorf e Hoch- haeusler Berlino S., Ivommandantenstr. 60.

1288 Vegetariani. Supplemento. (Apparecchio di massaggio, ecc.)

Vegetariani. La domenica del 26 giugno 1898 una «Società di Ginnastica di Berlino » organizzò una marcia di 22 leghe (112 km e mezzo) da percorrere in 18 ore. Il mattino alle 4 si presentarono 28 marciali ti, fra i quali 8 vegetariani. La sera arri- varono alla meta nell’ ordine seguente:

14

ore 11

minuti

il

vegetariano Carlo Mann.

14

32

11

11

11

Emilio Makowski.

15

34

11

11

11

Badestein.

15

59

11

11

11

Damm.

17

11

1 1

11

11

Paolo Schirmmeister

17

11

11

11

11

Ermanno Zerndt.

Questi due ultimi percorsero le ultime 4 miglia sotto una piog- gia dirotta.

Il primo mangiatore di carne impiegò un’ ora di più dell’ ultimo vegetariano, e arrivò tutt’ affatto spossato, mentre i vegetariani arri- varono tutti in ottimo stato. Gli altri mangiatori di carne non arrivarono neanche alla meta. Risultato: Su 8 vegetariani 6 rimasero vincitori (il marciò per ben 89 chilometri quando il suo sandalo si ruppe; l’8° fece 60 chilometri nel tempo massimo fissato). Di 15 mangiatori di carne, giovani e vigorosi, 1 solo giunse a meta.

Questa marcia enorme non fu ancora ripetuta. Il vegetariano Carlo Mann, ginnasiasta, che non prese mai parte a marce di distanza ha battuto il record tedesco di 11 miglia. Egli fece 15 miglia tedesche in 14 ore eli minuti, compresovi 22 minuti di fermata. L’alimentazione durante la marcia fu: frutta succolente, dolce, in- salata fresca, un po’ di pane e latte.

SUPPLEMENTO.

Apparecchio di massaggio per massarsi da medesimi.

In mancanza di masseur e di masseuse, come è il caso nei paesi e nei villaggi possiamo procurarci da noi stessi il beneficio del trattamento col massaggio mediante gli apparecchi seguati dal 522 all’ 527. Per coloro a cui il pudore impedisce di lasciar vedere e trattare da altre persone il loro corpo nudo sono questi apparecchi oltremodo racco- mandabili. Grazie ad essi è possibile penetrare profondamente nei muscoli e nel tessuto, ecc, e provocare così una più rapida nutrizione

Supplemento. (Apparecchio di massaggio per massarsi da medesimi.) 1289

e l’assorbimento dei prodotti morbosi del tessuto e degli organi situati profondamente. Vi si aggiungono anche i metodi usati nel massaggio,

10 strofinamento, l’impastaménto, il martellamento, e si rinforza mediante un’ eccitazione benefica dei muscoli, con movimenti vibratori.

La catena a palle pel massaggio, fig. 522 a 525, si compone di una doppia fila di palline di legno disposte in modo ingegnosis- simo, lasciante loro una grande mobilità, su due anelli ginnastici. Alle due estremità è fornita di due manichini.

In tutta la sua lunghezza essa serve al massaggio del corpo intero o di certe parti dello stesso. Piegata permette facilmente e comodamente il massaggio delle parti dolenti o paralizzate, come pure

11 massaggio del viso, delle braccia, delle articolazioni.

Massaggio del dorso medi= Massaggio del piede medi= ante la catena a palline. ante la catena a palline.

Fig. 5 22. Fig. 52 <.

Pel rotolamento vigoroso, non troppo rapido, nei due sensi, della catena tenuta tesa sulle diverse parti del corpo, secondo la forza del loro strofinamento, le palline producono delle vibrazioni più o meno forti dei muscoli e degli organi addominali, aumentando cosi la vita- lità dei nervi e delle fibre muscolari, l’arrivo del sangue nella pelle e rendendo la nutrizione più intensa e più rapida. Quasi immediata- mente o dopo qualche tempo, appare un rossore della pelle, un senso di calore piacevole e di benessere insieme ad una grande mobilità del corpo intero, mentre i dolori nervosi o muscolari vanno man mano diminuendo.

1290 Supplemento. (Apparecchio di massaggio per massarsi da medesimi.)

Il massaggio con l’aiuto di questi apparecchi può impiegarsi in ogni malattia in cui è raccomaudato il massaggio con la mano.

Il massaggio mediante la catena a palline può aver luogo il mattino e la sera ed eseguirsi in frizioni regolari sulla pelle fin che questa si riscalda e arrossisce. Sulla fronte e sul viso non si opera che con un anello solo della catena, oppure con l’apparecchio seguato dalla fig. 527. Le braccia e le gambe si frizionano verticalmente, in parte con la catena intera, in parte con un solo anello. Il ventre

Massaggio del braccio mediante la catena a palline.

Massaggio della gamba mediante la catena a palline.

Fig. 525.

ed il tronco si trattano con la catena intera, tesa, per 5 6 minuti. Ai piedi si mette la catena attorno la pianta (fig. 523) e si tira vigorosamente fin che si è ben riscaldata. Per trattare il braccio si fissa la catena ad una porta (fig. 524), o altrove. Finita l’operazione si deve ben pulire l’apparato con un panno secco.

Gli apparecchi pel massaggio detti giapponesi si compongono d’una palla situata in una cavità.

L’esecuzione del massaggio ha luogo con la mano (sul tronco, sulla nuca, sulle braccia, ecc.), mentre la palla si muove continuamente in tutti i sensi per una rotazione propria, esercitando una pressione varia sul tessuto sottocutaneo, d’una maniera simile alla mano del masseur.

La manipolazione facile dell’ apparecchio, adatto a tutte le mani e usabile per ogni profano senza alcun esercizio preliminare, è atta

Supplemento. (Apparecchio di massaggio per massarsi da medesimi.) 1201

a farne un oggetto favorito. Se non si può avere sul luogo si può domandarlo a Hermann Straube, Dresda, Hauptstrasse 2.

Apparecchio di massaggio giapponese pel corpo intero o singole parti dello stesso.

a

b

c

Fig. 526.

Apparecchio di mas= saggio giapponese per abbellire il viso e far sparire le rughe.

Fig. 527.

Massaggio del braccio mediante l’apparecchio giapponese.

Fig. 528.

Voglio ancora far notare che si può anche massarsi da stessi, Togli o dire senza bisogno d’apparecchi. S’impasta pizzica, batte, ecc., prima con una mano le parti del corpo che si possono arrivare, poi con l’altra, oppure con tutte e due nello stesso tempo, come per esempio, il ventre, il petto, le gambe.

Istituto di medicina naturale Biiz (castello di Loessnitz) in Radebeul presso Dresda. (Germania.)

(Estratto dal giornale per le donne Il consigliere delia famiglia Berlino.)

Da una quindicina d’anni a questa parte il numero delle case di salute e dei sanatori è considerevolmente aumentato. Parecchi malati in cerca di salute non troveranno facilmente lo stabil- mente che lor meglio conviene. Noi vorremmo raccomandar calda- mente l’istituto di medicina naturale Bilz, in Radebeul presso Dresda. Il proprietario, M. F. E. Bilz, professore di medicina naturale è generalmente conosciuto ai nostri lettori per la sua grande opera « Bilz, La nuova medicina naturale » diffusa più che in un milione di famiglie.

Quest’ istituto di medicina, ben conosciuto anche oltre le frontiere tedesche, è perfettamente libero e isolato, appoggiato direttamente ai fianchi boscosi d’un monte, diretto verso il sud e protetto dai venti del nord e dell’ est, e può albergare 150 malati. È continuato per un parco di 25 jugeri e una grande piantagione di alberi fruttiferi e termina con uno splendido bosco di pini. Ai piedi dello stabilimento si trova la stazione climatica, molto frequentata, di Loessnitz. L’immenso parco offre una grande quantità di sentieri, per passeggiare, provvisti di panche, e la foresta delle capanne coperte di muschio. Una catena di magnifiche colline boscose protegge l’istituto nel modo più benefico dal nord e dall’ est, e forma con altri boschi, praterie, giardini e vigne vicine un paese amenissimo chiamato generalmente « La Nizza Sassone ».

Al punto più elevato del parco, una torre massiccia offre una vista magnifica su questo panorama e anche più in là, fino alla

Istituto di medicina naturale Bilz.

1293

Svizzera Sassone e la Boemia. Nel parco si trovano pure dei vivai per la pesca. Boschi estesissimi si trovano a 10 minuti dalla torre del parco dell’ istituto.

Si sa che l’aria di montagna favorisce la formazione del sangue, attiva la digestione e agisce vantaggiosamente sulle forze muscolari e sul sistema nervoso. La quantità d’ossigeno che si sviluppa con- tinuamente dalla ricca chioma verdeggiante degli alberi della nostra piantagione di bosco e d’alberi fruttiferi non può attivare che nel modo più favorevole quest’ influenza sul sangue e sulla vita nervosa. L’acqua per bere e per bagni vi si trova in grande abbondanza, e d’eccellente qualità, grazie le numerose sorgenti montane.

L’istituto si raccomanda in modo speciale per la sua situazione favorevole, per l’applicazione delle cure d’aria libera. I bagni d’aria, le corse nei boschi e nei campi, le salite metodiche unite alla ginnastica polmonare, l’abitare e il dormire in cabine d’aria e con le finestre aperte sono dei curativi eccellenti per le persone deboli, anemiche, nervose, ecc.

La capitale vicina, Dresda, conosciuta pei suoi piaceri artistici e varie curiosità, è raggiungibile in IO minuti colla ferrovia che fa il servizio più di 30 volte per giorno. Questi vantaggi non si trovano facilmente in altri stabilimenti. Poi si possono anche fare delle escursioni più o meno lunghe, per esempio: a Wilhelmshoehe, a Spitzhaus, a Paradiso, a Friedensburg, al castello di caccia reale di Moritzburg, a Liebenecke, a Osterberg, a Meissen, nella Svizzera sassone, a Rabenauer Grand, ecc.

I villeggianti che frequentano l’istituto vi trovano tutti i vantaggi e tutte le comodità d’un gradito soggiorno estivo. Inoltre hanno occasione di famigliarizzarsi con le teorie e i modi d’applicazione della medicina naturale. La casa si trova a 15 minuti dalla stazione Radebeul e resta aperta tutto l’anno. Lo stabilimento rappresenta energicamente il nuovo movimento di riforma nella medicina, voglio dire che nel trattamento dei malati si evita ogni medicina e medicamento e che non s’impiegano che i fattori naturali, l’aria, la luce, l’acqua, l’elettricità, il massaggio, la ginnastica medica e un1 alimentazione addatta allo stato del malato e alla malattia.

Lo stabilimento ha per principio che chi conserva la salute al corpo dell’ uomo può solo guarirlo. Con grande soddisfazione noi possiamo constatare che il movimento riformatore va sempre più

1294

Istituto di medicina naturale Bilz.

estendendosi e che non solo il pubblico, ma ancora i medici si en- tusiasmano sempre più per la medicina naturale. Non è a noi l’esporre- i vantaggi di questa nuova medicina e la sua giustificazione scientifica. Ciò ebbe già luogo a sufficienza. I successi dell’ igiene e della medicina naturale sono i migliori avvocati in questa causa. Coloro che vogliono famigliarizzarsi coi fattori curativi di questa medicina, coi suoi modi d’applicazione e coi principi della sua dottrina, ne troveranno l’occasione nelle conferenze tenute da medici e da direttori. E quanto semplici sono i mezzi impiegati! Non disgusto come quando si prende dei medicamenti, non forme d’applicazioni eroiche e che fanno schricchiolar i denti come negli stabilimenti idroterapici. Il trattamento vien sempre appropriato ad ogni organismo. Due grandi spazi toccano direttamento l’istituto: L’uno, il bagno delle donne, l’altro quello degli uomini. Entrambi comprendono i migliori apparecchi, bagni a vapore, bagni d’aria caldissima, bagni totali, a metà, del tronco, parziali e semicupi. Vi sono pure bagni di luce elettrica, d’acqua elettrica e d’acido carbonico. Nel parco si trovano parecchie cabine d’aria per dormirvi la notte e abitarvi durante il giorno; poi luoghi appositi per far la ginnastica all’ aperto in costume leggiero affine di mettere la pelle più in contatto con l’aria; un grande spazio per camminar a piedi nudi e infine un grande bacino cimentato pel nuoto. Le stanze sono alte, spaziose, ben aereate esposte al sole. Le scale sono larghe e comodissime, i vestiboli ed i corridoi alti, chiari tapezzati di linoleum. In ogni corridoio si trovano rubinetti per l’acqua calda e fredda. Il riscaldamento ha luogo con l’acqua calda. Ovunque c’è luce elettrica. L’ammobigliamento delle stanze è confortabile e pratico. Un grande salone con biliardo, piano, IO giornali, serve di soggiorno ai malati quando il tempo è cattivo.. La maggior parte delle stanze è provvista d’un balcone da dove la vista spazia sull’ amena vallata dell’ Elba, sulle alture boscose e i piani verdeggianti che la contornano, fino alla cresta dell’ Erzgebirge e alla Svizzera Sassone.

La cucina è provvista di tutti i miglioramenti. Un ascenseur porta le vivande alla sala da pranzo magnifica situata al primo piano. L’alimentazione è varia; è vegetale o mista, vale a dire con carne, ma senza tutte le sostanze che irritano e caricano lo stomaco. Le relazioni degli ospiti sono naturali e stimolanti,, e lo stabilimento offre una vita tranquilla e comoda, una vita di famiglia.

Istituto di medicina naturale Bilz,

1195

Fig. 529. 3 medici diplomati. Grande successo. Situazione magnifica. Prospetto”gratis.

1296

Istituto di medicina naturale Bilz.

Nell1 interesse di tutti i sofferenti che vi cercano la guarigione (e che ve la trovano) come pure nell’ interesse del suo fonda- tore, noi auguriamo all’ istituto una felice prosperità e un successo duraturo.

Segue ancora un articolo del giornale di Lipsia. «Di casa in

casa ».

Non è già dell’ olio e del vino che prende oggigiorno il Sama- ritano. Noi siamo nuovamente arrivati in medicina al punto in cui si trovava Ippocrate 400 a. a. C., vale a dire all’ applicazione degli elementi di cui il buon Dio ha fatto si largo dono alle sue creature, sopratutto dell’ acqua pura di fonte.

L’imperatore Augusto provò ancora su se stesso l’azione mira- colosa, infallibile, dell’ acqua sotto i più diversi modi d’applicazione. Con la corruzione crescente nei costumi e l’impotenza spirituale dei popoli antichi e moderni questa semplice medicina naturale vien sepolta nell’ obblio. Come cigni sorgono isolati qua e nella marea dei secoli degli spiriti sani che s’impegnano con merito di far tornar in uso la medicina naturale. Citiamo solamente Savonarola nel XV. secolo, Fissot, Currie, Hahn, nei secoli precedenti, Frank e Priessnitz in principio del secolo presente.

Fra l’esercito considerevole d’igienisti e di naturalisti del tempo moderno mi si permetterà di citare un uomo di merito il cui nome è conosciuto e benedetto da milioni di famiglie, il Signor F. E. Bilz, autore d’un opera diffusa, che gli ha costato molti sagrifìci, sulla medicina naturale, e in cui ogniuno può trovare consiglio e aiuto. Da vero Samaritano egli non guida solo i suoi malati, ma prende a loro riguardo le più grandi cure. L’istituto di medicina naturale in Dresda- Radebeul è sotto la sua direzione. A lui si uniscono altri due medici igienisti nell’ esercizio di quest’ opera nobile e benedetta.

Lo stabilmente è situato sul fianco di due colline facenti parte della proprietà, E protetto dai venti del nord e dell’ est ; si trova su un’ altura libera, aereata, Così posto in grembo alla natura abbonda dei primi curativi : d’aria pura e d’acqua di fonte. Tutto ciò che l’amore può offrire a chi abbisogna di guarigione si trova qui rinuito: Oltre le cabine per bagni, vi è anche la prateria Kneipp per le passeggiate a piedi scalzi, dei bagni per nuotare, ecc. L’ipocondriaco più infelice, la dama la più nervosa, dopo un brevissimo soggiorno qui, si sentono fortificati al punto di servirsi delle numerose passeggiate del parco dello stabilimento colle loro panche e magnifici punti di

Istituto di medicina naturale Bilz.

1297

vista e di tare delle gite nelle valli e sulle colline vicine o lontane ■di Loessnitz. Per quelli che causa un male locale non possono prendervi parte i 25 jugeri- dello stabilimento li sostituiscono pel loro incanto. Una torre massiccia offre allo spettatore un panorama magnifico sulla fiorente Loessnitz colle sue ville e giardini fino al mare di case di Dresda, che appare da lontano, e alle alture bloastre della Svizzera sassone. Non a torto si chiama Loessnitz la Nizza sassone! La situazione dello stabilimento, mi richiama involontariamente alla memoria le colline Euganee. Perfino l’ippocastano non manca. Le frutta di 1200 alberi d’ogni specie son messe con buon gusto a disposizione dei malati. Anche in questo è una buona istituzione di medicina naturale. Gli ospiti della casa trovano la frutta migliore quando si riposano sotto gli alberi e la colgono da se stessi. 12000 piedi di vigna che limitano il fianco d’una delle montagne appartengono allo stabilimento, e vi si giunge mediante una scala romantica che permette gli esercizi della montata, garantiscono la possibilità d’una squisita cura d’uva nell’ autunno.

Indulgente, e intelligente e, quando il caso lo richiede, tutt’ affatto dolce, il trattamento attiva lo spirito. La libertà personale non vien ostacolata dalle relazioni sociali. Questo non è uno stabilimento idro- terapico propriamente detto; ma la temperatura dell’ acqua corrisponde sempre al bisogno. La durata del soggiorno necessario nello stabilimento dipende dal grado della malattia.

Vi sono accolti ogni sorta di malati ad eccezione dei malati di mente e degli epilettici. In caso di grande affluenza si sono prese le disposizioni necessarie per l’alloggio nelle ville vicine.

Mi tratterrò dall’ indicare degli esempi di cure maravigliose di cui l’idroterapia ne rigistra un numero sempre più crescente. Coloro che cercano la loro salute crederanno quasi ad un miracolo dopo la metamorfosi che si opera in essi in capo ad un breve uso dei fattori curativi: acqua, luce, aria, dieta, moto, massaggio, elettricità. A chi non si trova in possibilità di soggiornare lungo tempo nello stabili- mento, diremo che anche un breve soggiorno può essere di gran vantaggio. I prezzi sono da 190 a 375 lire per mese, a norma delle esigenze sulla situazione e la grandezza della stanza.

Anche nell’ inverno i malati non sono abbandonati dallo stabi- limento perchè lo stesso rimane aperto tutto l’anno. È ben raro che un istituto di medicina naturale offra tanti vantaggi che questo! Esso è nello stesso tempo una ideale villeggiatura. Chi abbisogna di

82

1298

Istituto di medicina naturale Bilz.

distrazioni trova qui mille occasioni per far conoscenza coi tesori artistici e i piaceri della «Firenze dell’Elba» tanto decantata.

Le benedizioni che irradiano da questo stabilimento non consistono- solo in cure nella casa, ma anche fuori della stessa. I trattamenti per lettera vanno fino in Russia ed in America, diretti a persone che- non possono recarsi personalmente su questo posto di salute.

Elena Winìder, maestra in Dresda.

Parco nell’ istituto di medicina naturale Bilz.

Fig. 530.

ritti ÉfcMatafcHàfeiri, fc . ,

Istituto di medicina naturale Bilz,

1299

Vivaio per la pesca nell’ istituto di medicina naturale Bilz.

Fig. 531.

Bagno d’aria per uomini nell’ istituto di medicina naturale Bilz.

Fig. 532.

82

1300 Istituto di medicina naturale Bilz.

Bagno di solejper uomini nell’ istitutori medicina naturale Bilz.

Fig. 533.

Laghetto per nuoto e canotaggio nell’ istituto di medicina

naturale Bilz.

Istituto di medicina naturale JBilz.

1301

Parco nell’ istituto di medicina naturale Bilz.

Fig. 535.

Parco nell’ istituto di medicina naturale Bilz.

Fig. .536.

1302

Istituto di medicina naturale Bilz.

Sala da pranzo nell’ istituto di medicina naturale Bilz.

Fio-,

Sala di lettura nell’ istituto di medicina naturale Bilz.

. Fig. 538.

Istituto (li medicina naturale Bilz.

1303

Stanza da bagno per uomini nell’istituto di medicina

naturale Bilz.

Big. 539.

>Sala d’impacco per uomini nell’ istituto di medicina

naturale Bilz.

Big. 540.

Fig. 541.

1304

Istituto di medicina naturale Bilz.

Sala di ginnastica nell’ istituto di medicina naturale Bilz.

Questo balcone serve qual camera da letto al signor Bilz e consorte per estate e inverno.

Qnesto balcone serve qual camera da letto ai figli del signor Bilz per estate e inverno

Istituto di medicina naturale Bilz.

1305

Istituto di medicina naturale Bilz.

Big. 542.

Casa di salute I. (Castello di Loessnitz dell’ istituto di medicina naturale Bilz.

La camera da letto dei coniugi Bilz è il balcone qui visibile.

Una parte della stanza col balcone. La vista che offre mostra Radebeul, il corso dell’ Elba (il nastro bianco che attraversa la contrada) e le rive elevate romantiche della stessa.

Invito a fondare delle società perla medicina naturale.

Alla fine della mia opera vorrei pregare tutti gli uomini e tutte le donne che la posseggono di riunirsi per fondare nella loro località una società per la medicina naturale, o se una già esiste di entrarvi quali membri.

Le società di medicina naturale non solo sono in grado di poter vivere ovunque, ma col tempo diverranno ancora più grandi, come si è già visto nelle città di Berlino, di Dresda, di Chemnitz, di Gera, di Lipsia, di Niirenberg, ecc., ove contano più di 1000 membri.

In queste società si spiega ai membri il modo di guarire le malattie nel modo migliore e più rapido, la costruzione del nostro corpo, in qual modo lavorano i nostri organi interni, e sopratutto come •ci si conserva in buona salute, perocché è più facile premure le malattie che guarirle. Un numero infinito di cure e miserie resta risparmiato a quelle famiglie che fanno parte d’una società di medicina naturale, poiché esse sanno immediatamente dove trovar consiglio e aiuto quando scoppia nei loro fanciulli una malattia qualunque e riescono generalmente ad ucciderla in sul nascere.

Per la fondazione di società di medicina naturale, raccomando d’indirizzarsi (per ciò che concerne statuti, biografìe, ecc.) all’ istituto di medicina naturale Bilz, a Dresda-Radebeul. si faranno volentieri i passi necessari.

Prima di terminare dirò ancora che quest’ opera ha già contri- buito alla formazione di numerose società di medicina naturale ed ha loro fatto guadagnare parecchi membri. A chi si occupa della nostra causa e vuol fondare una società, son disposto ad inviargli un certo numero di esemplari dell’ opera presente perchè possa prenderne conoscenza e guadagnare nuovi membri.

Mi rivolgo ancora una volta a tutti gli uomini e a tutte le donne che pensano sanamente e naturalmente. Prendete parte per la medicina naturale, chè è la migliore che esiste. Fondate delle società affinchè la nostra dottrina feconda penetri sempre più nel popolo e distrugga la superstizione medicamentosa. Allora la vittoria della vera medicina sarà decisa per sempre.

L’Autore.

INDICE

A.

Abbellimento ecl igiene della pelle e della faccia 0.

Abitudini cattive ed altri mali 14. Aborto, vedi malattie delle donne 584. Aceto 16.

Acne volgare, vedi Bitorzoli 111. Aconito napello e aconito giallo, vedi Tavola delle piante velenose.

Acqua 16. 1055.

,, fredda, Trattamento con la stessa 16.

Uso secondo il metodo di cura naturale 17.

tra gli animali 17.

., Cuscinetti d’acqua 17.

Suo valore nutritizio 104.

temperatura della stessa 1285.

Acquavite, vedi Alcoolismo 18.

rovina l’uomo nella mente e nel corpo 20.

Aderenze all’ articolazione della spalla

17.

del collo 17.

braccio 17.

,, ginocchio 17.

piede 17.

Affanno 18, Kneipp 445.

Affli sioni 1067.

(Chiamate anche allusioni Kneipp) 1060.

(.effusioni automatiche) 1070. ( r ) 1071.

( alle braccia) 1071.

( coscie) 1072.

( ,. al dorso) 1073.

Allusioni (Allusione alla faccia) 1075. ( alle ginocchia)

1075.

( orecchie) 1070.

( ,, al petto) 1080.

( a saetta) 1081.

( superiore) 1082.

( alla testa) 1083.

1 ( totale, intera o

doccia) 1084.

(Nuovo metodo per eseguirle)

1077.

Albuminoidi 18.

Alcoolismo 18.

Alfabeto 22.

Alimentazione e dieta 1051.

vegetariana 22.

Alimenti della dieta riformata di Bilz

100—110.

Alito fetido dalla bocca 112. Ammaccature 22.

Ammalarsi 22.

Anatomia 23 25.

Anemia 25.

e clorosi guarite 27.

e debolezza nervosa guarite 27. cerebrale 28.

cura Kneipp 446.

Angina sifilitica 913.

Angoscia 30.

Animali rabbiosi, ecc. Essere morsicati, vedere Rabbia canina S58.

Annegati 20.

Ano. Iufiammazione 30.

Formazioni morbose 31.

,, Prolasso 32.

Aorta 33.

1308

Indice.

Apoplessia, vedi Colpo apoplettico 175. Apparato di ginnastica medica 1085 a 1081).

Apparecchio di massaggio per massarsi da se medesimi 1288. salvamento 1081).

Appetito. Mancanza di, 33.

Appiccati o strangolati 33.

Applicare 31.

Aria 31, 1057.

nelle camere 31.

Arsenico 37.

Arterie, vedi Aorta 33.

Dilatazione arteriosa 37. Articolazioni. Infiammazione delle, 37. Artrite 38.

guarita 11.

Per sollievo degli artritici 12. Ascaridi 12.

Ascenzioni, salite 101)0.

Ascesso della gengiva (Cura Kneipp) 180. alla gamba guarito dal natura- lista Dott. Walser 149.

laringe 562.

sifilitico intestinale 412.

tubercolare dell’ intestino 412. Ascite 1)83.

Ascoltazione, vedi Metodo per esami- nare un malato 61)2.

Asfissiati 13.

Asma 11, Kneipp 450.

Per abbreviarne la durata del- l’accesso 45.

guarita 17.

polmonare guarita 451. Assiderati 47.

Gran pericolo per gli stessi49.

Assimilazione e disassimilazione 35. Aternomasia 19.

Atrofia cerebrale 111.

muscolare 704 (Cura Kneipp) 510.

guarita 701.

Avvelenamento per acido carbonico 50. ,, acido nitrico vedi

avvelenamenti 63. arsenico 663.

Avvelenamento per belladonna vedi

avvelenamenti 63. fiammiferi vedi Avvelenamenti 63. fosforo 53.

iodio 51

medicine 51.

,, (dal libro

del Dott. Trall) 51. mercurio 55.

morfina 58.

nicotina vedi avve-

lenamenti 63 oppio 58.

piombo 56, 664.

guarito57.

protossido di car-

bonio guarito 59, rame, vedi Avve-

lenamenti 63.

salumi 62.

salnitro, vedi Avve-

lenamenti 63.

del sangue 273.

per secale cornuta vedi

Ergotismo o fuoco di S. Antonio 273. tabacco 62.

verderame, vedi

Avvelenamenti 63.

B.

Bacino. Apertura e malattie dello stesso 65.

Bacteri 67.

Bagni alternati 1091.

Bagno d'acqua elettrica 1091.

e cure della pelle 1063.

d’aria 76.

molto calda 78.

e di sole 1106.

della bocca 1092.

di calore secco 1092.

camicia umida 1092.

fieno 1093.

foglie 1093.

goccie 1093.

Indice.

1309

Bagno a immersione 1093.

intero 1003.

caldo 1003.

freddo 1004.

di luce elettrica 1005.

delle mani, delle braccia, ecc.

1006.

a metà alla Kneipp 1007.

del naso 1098.

oftalmico 1000.

. alla Kneipp 1100.

della fronte e del

naso 1101.

a onda 1101.

d’orecchio 1104.

della pianta dei piedi 1104.

dei piedi alternato 1104.

caldo 1104.

derivativo 1105.

freddo 1105.

di pioggia 1105.

sabbia 1106

sole e d’aria 1106.

della testa 1110.

del tronco 1110.

Bagno-vapore 1111.

alle braccia 1112.

(in caldana) 1113.

del capo 1113.

JI° 1114

,, ,, il AIAT.

,. e della parte

superiore del corpo 1115. (in cassa) 1116.

cerchio 1110.

delle parti del corpo, ecc.

1120.

dei fanciulli 1121.

in letto 1122, 1125, 1126.

delle mani 1130.

dei piedi 1130.

II0 1133.

a letto 1134.

,, e delle gambe

a letto 1135. ,, e delle mani

fuori del letto 1136.

Bagno-vapore dei piedi alla Kneipp

1136.

in piedi 1137.

(in sedia) 1138.

,, intrecciata co-

ricati 1130.

,, ,, intrecciata se-

duti 1140.

,, delle mamelle 1140.

Bagno in vasca 1143.

Balbettare 73.

Ballo di S. Vito 74.

nella Cura Kneipp 452.

Bambini. Colerina degli stessi 164.

scrofolosi, vedi Scrofola 905.

., e malattie dell’ infanzia 70 83.

e malattie dell’ infanzia

guarite 83.

e malattie dell’ infanzia. Caso

di morte aAvenuto nella mia famiglia 83.

e loro mortalità 85.

per crescendi sani. Una parola

ai genitori 86.

Modo di portarli 88.

Banting. Cura di 80.

Basedovv. Morbro di Basedovv o gozzo esoftalmico 80.

Basso ventre (o addome). Ernie dello stesso 00.

Infiammazione del, o

addominale 02.

Infiammazione del, gua-

rita 02.

,, Malattie dello stesso 04.

Tifo del, o addominale,

vedi Tifo 048.

Battimenti 1147.

Bendaggio provvisorio 05.

Bendaggi (dal libro del Dott. uff) 96. Bendaggio per la testa; della fronte 97.

degli occhi e delle orecchie 97.

a nodo 97.

Fionda del mento 97.

Bere acqua 103.

Bevande spiritose, vedi Alcoolismo 18.

Bile 108.

1310

Indice.

Bile. Febbre biliare 108.

Vie biliari 100.

Bilz. Alimenti della sua dieta riformata

100.

,, Cacao 100.

Cioccolatte 110.

Biscotti al latte di mandorle 110. ,, Alimenti al latte di mandorle per bambini 110.

Caffè malto 110.

Bitorzoli (acne volgare) 111.

Bocca. Alito fetido dalla stessa 112.

Bagno della 1092.

Catarro della cavità, orale e della gola 112.

Bolle 113.

sierose, flittene, pustole 113. Bottiglia d’acqua pel basso ventre 1148. Bottiglie calde 113.

Bruciature. Trattamento naturale delle stesse con acqua fredda e temperata 114.

guarite 122.

Bubbone 913.

c.

Caduta dei capelli 133, Kneipp 450. Calcoli biliari, colica epatica 120.

renali, coliche nefritiche 125. Calcolosi 124.

Calli 124.

Calore 1058.

normale del corpo 127.

soprannaturale del corpo 127. Camicia bagnata 1148.

,, di fiori di fieno 1140. Camminare a piedi nudi giova alla salute 127.

Cancrena 128.

acuta 128.

cronica 128.

dell’ ospedale 128.

., del pollice del piede 128.

Cancro 130.

intestinale, vedi cancro degli

intestini 4l4.

dell’ intestino retto 425.

Cancro alla laringe 502.

lingua 573.

ai petto 817.

-, (cura Kneipp) 527.

all’utero 021.

Canizie 131.

Cantare è sono 131.

Capacità di reazione 131.

Capelli. Igiene e cura degli stessi 132. Malattie e caduta 133.

,, Tinture 134.

Carbonchio 134.

Carie delle ossa 130.

Carne 137.

Catalessia 137.

Catarro 138.

della cavità orale e della gola

112.

intestinale acuto 410.

cronico 418.

degli intestini (Cura Kneipp)

500.

alla laringe acuto 503.

-, cronico 564.

all’ utero, acuto 024.

cronico 624.

Cervello 139.

,, Anemia cerebrale 143.

Atrofia cerebrale 144.

Commozione cerebrale 144.

Congestione cerebrale 145.

Edema cerebrale 146.

Infiammazione cerebrale 147. Ipertrofia cerebrale 147.

,, Menengite 148.

cerebro-spinale 150.

Paralisi bulinare 151.

Rammollimento cerebrale 151. Tumori cerebrali 152.

Cianosi 152.

Ciclismo 152.

Cipolle come rimedio domestico 158. Clisteri 1149.

Clistere, Influenza fisiologica d’im clistere 160.

Cloroformio 160.

Clorosi 1(M).

Indice.

1311’

e languore guarite 163.

,, . e tisi in primo stadio guarite 1<»4. Colera asiatico 168.

nostras o colerina degli adulti 167.

(Cura Kneipp) 459.

Colerina dei bambini 164.

guarita in istadio avanzato 166.

Colica 174.

,, epatica, calcoli biliari 126.

intestinale 415.

(Cura Kneipp) 460.

Coliche nefritiche, calcoli renali 125,

C olpo apoplettico 175 (cura K neipp) 461 . ,, guarito 178.

., di fulmine 178.

di sole 178.

Comedone 180.

Commozione cerebrale 144.

Compressa 119, 1153.

di farina di linseme 180.

., locale, eccitant, ecc., 1153.

calmante 1155.

rinfrescante 1155.

calde e caldissima 1156.

dell’ addome 1156.

., di corpo o cintura di Nettuno

1157.

,, inferiore 1161.

., del petto 1161.

., scozzese 1161.

stomacale 1162.

., superiore 1164.

supplementare 1165.

,, di testa rinfrescante 1165.

Congestione 180.

cerebrale 145.

(Cura Kneipp) 462.

Consunzione 181 (Cura Kneipp) 463. Contagio ed infezione 181.

Contusioni 262.

Coriza 188.

Corpulenza 190.

Coste, Frattura delle Stesse 191. Crampi, e convulsioni 201,

,, dei bambini e in particolare

dei lattanti 202.

' al polpaccio 204.

Crampi, degli scrivani 205.

,, isterici e sofferenze di donne-

guarite 441.

allo stomaco (Cura Kneipp) 463..

all’ utero e leucorrea (Cura

Kneipp) 463.

al petto (Cura Kneipp) 464.

improvvisi (Cura Kneipp) 464.

., al basso ventre (CuraKeipp)464.

al cuore (Cura Kneipp) 464.

,, delle ferite (Cura Kneipp) 464.

degli scrivani(CuraKneipp)464:

tremolo (Cura Kneipp) 465.

Cretini 206.

Crup o angina cruposa 206.

guarito 208.

Cuore 191.

,, Atrofia del 193.

Dilatazione, ecc., 194.

,, Sua degenerazione adiposa 195».

Dolore neuralgico allo stesso 195..

Endocardite 196.

Idropisia del pericardio 196.

[Miocardite o infiammazione del.

muscolo cardiaco 196.

Palpitazione di, 197.

Palpitazione e serramento gua^-

riti con la cura regenerativa 198. Pericardite 198.

,, Vizi di cuore o vizii valvolari 199.

Cura per le differenti ernie 276.

di Banting 89.

della febbre 287, 290.

., della febbre secondo il prof..

Liebermeister in Tubingen 306.

. fortificante, ricostituente e ri- creativa 1165.

regeneratrice 1173.

per ingrassare 210.

di limoni 212.

da prestarsi di malati 213.

,, della salute 219.

di simpatia 221.

per sudare 221.

vegetale 221.

Cuscini ad acqua 17, 227. ad aria 227.

1312

Indice.

D.

Debolezza per vecchiaia 227.

n (Cura Kneipp) 4(59.

Decotto d’asperella o di setolone USO. di fiori di fieno USO.

paglia d’avena 10S0.

Decubito. Piaghe consecutive 227. Deliquio (Cura Kneipp) 470.

Delirio 22S.

nervoso (Cura Kneipp) 470. Delirium tremens 229.

Demografia mortuaria 229.

Denti e dentizione difficile 230.

rimessi e dentiere 232.

Otturamento degli stessi 234.

Fistola dentaria 236.

Cura dei denti 236.

Dentista 235.

Deperimento organico 238.

Depilatorio di Boettcher 15. Desquammazione cutanea 241.

Diabete mellito 238.

esercizi muscolari nello stesso 240.

insipido 241.

,, guarito 241.

(Cura Kneipp) 471. Diaframma 242.

Infìam. dello stesso 243.

,, Spasmo dello stesso 243.

Diagnosi 244.

oftalmica 1181.

Diana di Poitiers e Ninon de Lenclosl2. Diarrea 244.

Rimedi astringenti 245.

(Cura Kneipp) 471.

Dieta 242.

asciutta 242.

Difficoltà d’inghiottire 255.

Difterite 246.

e infiam. intestinale guarite

252.

e tigna favosa guarite 252.

Digestione (Cura Kneipp) 473. Dimagramento 211, 253.

(Cura Kneipp) 473.

Discrasia dei bevitori 253. Disinfézione 253.

Dissenteria 257.

Disturbi della deglutizione. Spasmo dell’ esofago 255.

digestivi d’indole nervosa guariti 256.

Disuria 258.

Doccie e doccie a inaffiatoio 1181.

alternate 1184.

del naso 1185.

Dolor di denti per infiammazione 751.

,, nervoso 751.

reumatico 751.

gastrico 751.

Dolore e modo di calmarlo 259 ' Dormire sul balcone 260.

dietro le persiane 262.

Durata della vita, dell’ uomo 1013.

E.

Echiniosi (contusioni) 262.

Eclampsia 263.

dei bambiniedeilattanti263. Edema cerebrale 146.

della laringe 565.

! Ematemesi. Sputo sanguigno 264. Emicrania (Cura Kneipp) 475.

Emofilia 266.

Emorragie 476.

all’ utero, continue (526.

morbose 626.

guarite 627.

,, uterine (Cura Kneipp) 47(5. polmonari (CuraLvneipp)476. ed emostasia 267. Emorroidi 270.

(Cura Kneipp) 476.

e catarro del faringe guarite 272

Emotossia 273.

Endocardite 196.

Enfiagioni o edemi (Cura Kneipp) 477. Epilessia (Cura Kneipp) 477.

Epistassi o sangue da' naso (Cura Kneipp) 479.

Indice.

1313

Erbaggi, secondo Kratz 221. Ereditarietà 273.

(Cura Kneipp) 554. Ergotismo o fuoco di Sant Antonio 273. Ernie 274.

cura per le stesse 276.

(Cura Kneipp) 479.

inguinale 275,

... crurale 275.

ombelicale 275.

nentrale 276.

vaginale 276.

Erpete 282.

(Cura Kneipp) 479.

al capo 481.

Eruzioni cutanee (Cura Kneipp) 481. Esantema 278.

Esaurimento 279.

Esofago. Corpi estranei nel medesimo 279.

Infiammazione, stenosi e dila-

tazione 280.

Stenosi del medesimo 281.

Esostosi 281.

(Cura Kneipp) 482.

Essudato 281.

Estenuazione 282.

Etisia (Cura Kneipp) 482.

della laringe 482, 565. polmonare 482.

F.

Fame canina o mal della lupa 283.

cronica 35.

Farmacia Kneipp 1185.

Fasciature di gesso 283.

Febbre 289.

Cura della febbre. Instruzioni par la stessa 290.

Modo per misurarla 293.

Scalla della stessa secondo Cel-

sius 294.

,, pettecchiale detta anche putrida 302.

scarlattina 303.

.,, tifo e polmonite guariti 304.

Febbre biliare 108.

(Cura Kneipp) 483.

da catarro (Cura Kneipp) 483. delle ferite 283.

etica o febbre lenta 283.

gialla 284.

intermittente, periodica o di malaria 284.

intermittente, guarita 287.

tifoidea, vedi Tifo.

Cura della stessa 287.

Fegato adiposo 309.

Atrofia del, 309.

Cancro del, 310.

Infiammazione acuta del, 310. cronica 311.

Ipertrofia, 312.

lardaceo o cereo 312.

Malattie del 313.

guarita 313.

Raggrinzamento del 313.

Massime per le malattie di

fegato in generale 314.

Femore, Infiammazione del, 314.

Ferite (Cura Kneipp) 485.

febbre delle stesse 283.

Trattamento della stesse 315.

Fiamme. Modo di salvarsi con gli abiti in fiamme 316.

Fiato, alito cattivo (Cura Kneipp) 485. Fibromi 317.

Fico 913.

Filaccie 317.

Filaria 317.

Fisiologia 317.

Fistole 317.

del retto, guarite 427.

Fluor salino 318.

Forfora 318.

Malattia forforacea 319. Forma del corpo femminile 319. Fosforo 320.

Frenologia 321 336.

' Divisione della superficie

del cervello 321.

Vantaggi dello studio della

stessa 323.

83

1314

Indice.

Frenologia Possibilità d’individualizzare 325.

Disposizione generale del corpo 326.

Frizioni delle parti del corpo malate

1186.

col mantello 1186.

del dorso con l’asciugamani

1145.

frega- dorso 1146.

dei piedi 1188.

secche 1189.

totali umide 1189.

Frutta 336.

forza salutare della stessa 337. Funghi 338—349.

Valore nutritivo degli stessi 338.

Fuoco di Sant Antonio (Cura Kneipp) 485.

Pericolo dello stesso 349. Furoncolo 349.

(Cura Kneipp) 486.

G.

Gargarismo (Cura Kneipp) 486. Gargarizzare 351.

Gastrite 937.

Gengiva. Infiammazione e postema 351. Vespaio 351.

Ghiaccio e compresse di ghiaccio 351. Ginnastica ed esercizi liberi d’ogni specie 352.

in camera 354.

medica 354 385.

Respirare profondamente

377.

respiratoria 385.

Ginocchio. Tumore (Cura Kneipp) 487. Vespaio (Cura Kneipp) 487. Malattie dell’ articolazione dello stesso 352.

Giornali 385.

Glandule 385.

linfatiche. Enfiagione e infiam.

delle stesse 387.

guarite 388.

Glandule (Cura Kneipp) Enfiag. e in- fiam. 488.

Gianduia cancrenosa guarita 455.

Glucosio 1046.

Gonorrea e catarro della vescica guariti 388.

Gozzo 389.

esoftalmico 89.

(Cura Kneipp) 492.

Guerciezza 390.

Guerra 390.

I.

Jàger 391.

Idrato carbonico 392.

Idrocefalo acuto 392.

cronico 393.

Idrofobia 393.

(Cura Kneipp) 492.

Idropericardia (Cura Kneipp) 493.

Idropisia 395.

(Cura Kneipp) 492.

guarita 397, 398.

del pericardio 196.

Idrotorace 398.

Igiene 399.

dei capelli 132.

Imbellettarsi 427.

Impacchi 1193.

Impacco dell’ avambraccio 1194.

del collo, calmante 1194.

. eccitante 1194.

alla Kneipp 1194,.

rinfrescante 1194.

corto 1194.

a croce 1195.

delle gambe 1197.

inferiore 1198.

a metà eccitante 1198.

dei piedi alla Kneipp 1198.

e delle gambe 1199..

polpacci eccitante 1200.

a secco 1200.

delle spalle 1201.

da una parte sola.

1202.

Indice.

1315

Impacco della testa 1203.

totale calmante, detto anche febbrifugo 1203.

eccitante 1203.

Metodo per impaccarsi

da se stessi 1209. Metodo per impaccarsi

da se stessi 1210. Impacchi totali (note importanti sugli stessi) 1210.

Impacco totale (tonico) 1213.

a tre quarti eccitante 1211.

del tronco 1216.

Impotenza 128.

Inalatore 1218.

Inappetenza vedi Appetito. Mancanza di 33.

Incubo 399.

Indigestione 935.

(Cura Kneipp) 193. Individualizzare 100.

Indurimento 100.

Esempio dimostrante qual

punto alcuni possono rag- giungere nello stesso 404. (Cura Kneipp) 193.

Infermità medicinali 105. Infiammazioni 405.

Infiammazione del basso ventre guarita 92, Cura Kneipp 196.

cerebrale 117.

del muscolo cardiaco

196.

55

r>

55

55

55

55

pericardio 199.

diaframma 213. dell’ esofago 280. del fegato acuta 310.

cronica 311.

femore 311, Cura Kneipp 196. della gengiva 351. delle glandule linfa- tiche 387.

intestinale e fistola guarita 119. dell’ intestino cieco 123. retto 125.

Infiammazione delle glandule (Cura Kneipp) 188.

articolazioni (Cura

Kneipp) 196.

dei muscoli (Cura

Kneipp) 510.

polmonare 531.

della lingua e dei mus-

coli della st. 573.

delle mamelle 507.

dell’ ovaia 611.

all’ utero cronica 629.

dei muscoli 706.

nervi 713.

degli occhi 713.

dell’ orecchio, esterna

765.

interna

766.

delle ossa 797.

polmonare cronica 815.

del bacino renale 865.

della mucosa dello

stomaco 937.

dei legamenti dell’utero

973.

e ingorgo della vena

porta 981.

Influenza 406.

(Cura Kneipp) 497.

degli erbaggi sull’ intestino

222.

fisiologica d’un clistere 160.

Informicolio 108.

Inghiottire 108.

Ingorgamento (Cura Kneipp) 199. Iniezioni e sciacquamenti delle orec- chie 1218.

Inoculazione 408.

Insetti dell’ uomo 110.

Insonnia 923.

(Cura Kneipp) 199.

Intestini. Ascessi 111.

Attorcigliamento o mal del miserere 112.

Cancro 111.

Colica intestinale 115.

83*

1316

Indice.

Intestini. Catarro intestinale, acuto 416. cronico 418.

guarito 419.

Intestino cieco. Infiammazione 423.

grosso 424.

retto. Cancro 425, Cura

Kneipp 502.

Chiusura dello stesso

nei neonati 425.

Corpi stranieri pene-

trati nello stesso 425.

Infiammazione 425,

Cura Kneipp 502.

Prolasso 426, Cura

Kneipp 501.

Restringimento 427.

Fistola guarita 427.

tenue 427.

Introduzione e note generali 1049. Iperemia cerebrale (Cura Kneipp) 502. Ipertrofìa cerebrale 147.

della milza (Cura Kneipp) 509.

Ipnotismo-suggezione 428.

Ipocondria 432, Cura Kneipp 502. Irrigazione della vagina 1218. Irrigidezza o paralisi del collo e del- l’occipite 434.

Irritazione infiammatoria del retto 270. Ischialgia 434.

guarita 436.

Isterismo 437, Cura Kneipp 502. Istituto di medicina naturale Bilz 1293. Istrumento di Baunscheid 95. Istruzioni sul modo di curar le malattie secondo i precetti naturali 1. Itterizia 442, Cura Kneipp 503.

K.

Kneipp. Cura di, 445.

Addome o basso ventre, crampi

allo stesso 445.

Addome. Disturbi dello stesso

445.

Malattie dell’ addome e debo-

lezze delle doune 445.

Affanno 445.

Echimosi, contusioni 446.

Kneipp. Anemia cerebrale 446.

Appetito, mancanza di, 446.

Artrite 447.

Ascessi aperti 448.

Ascessi o postemi 448.

Ascessi cancrenosi 450.

Asma 450.

Ballo di S. Vito 452.

Bere acqua 103.

Calcoli e mal della pietra 453.

Calore interno 454.

Cancro 454.

alle labbra 454.

alla lingua 455.

degli intestini 455.

Ulcera cancrenosa 455.

Caduta dei capelli 456.

Carie 457.

Catarro 457.

Clorosi 458.

Coccole di ginepro 459.

Colera 459.

Colica 460.

Congestione cerebrale 462.

Congestioni, forti 462.

Consumato 463.

Consunzione 463.

Convulsioni 463.

Crampi delle ferite 464.

degli scrivani 464.

Crampo tremolo 465.

Affezioni di cuore 466.

Debolezza 469.

Deliquio 470.

Dilirio nervoso 470.

Mal di denti 470.

Diabete 471.

Diarrea 471.

Difterite 472.

Digestione 473.

Dimagramento 473.

Dissenteria 475.

Dissolutezza, libertinaggio 473.

Durezza di corpo o stitichezza

475.

Emicrania 475.

Emorragia uterina 476.

Indice.

1317

Kneipp. Emorragia polmonare 476.

Emorroidi 476.

Enfiagioni o edemi 477.

Epilessia 477.

Epistassi 479.

Ernie 479.

Erpete 479.

,, al capo 481.

Eruzioni cutanee 481.

Esostosi 482.

Etisia 482.

della laringe 482.

polmonare 482.

Farmacia 1185.

Febbre 483.

da catarro 483.

Fegato Malattie dello stesso483.

Ferite fresche 485.

putrescenti 485.

Fuoco di Sant’ Antonio 485.

Furoncoli 486.

Gargarismo 486.

Gastricismo 486.

Gengiva, Ascesso della, 486.

Ginocchio, Tumore al, 487.

Vespaio al, 487.

Glandule. Enfiagione e infiam.

delle, 488.

Gola, Malattie della, 489.

Gozzo 492.

Gravezza, pesantezza al capo

492.

11

11

11

11

11

11

11

11

11

11

11

11

11

V

Idrofobia 492.

Idropisia 492.

Idropericardia 493. Indigestione 493.

Indurimento 493.

Infermità di mente 496. Infiammazione addominale496. delle articola-

zioni 496.

del femore 496.

Influenza 497.

Ingorgamento 499.

Insonnia 499.

Intestini, Catarro 500. Intestino retto, Cancro 502.

Kneipp. Intestino retto, Fistole 502.

Infiam. 502.

Prolasso 501.

Iperemia cerebrale 502.

Ipocondria 502.

Isterismo 502.

Itterizia 503.

Lombaggine 503.

Lupus 504.

guarito 505.

,, Lussazioni 505.

Malaria 506.

Mammelle malate 506.

Membra, dolori, malattie delle,

506.

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Menengite 507, 508.

Mentagra 508.

Midolla spinale. Dolori della stessa 508.

Milza. Ipertrofia 509.

Morbo inglese 509. Muscolatura. Atrofia 510. Muscoli, Infiammazione 510. Naso rosso 511.

Nausee 511.

Necrosi 511.

Nefrite 511.

e principio d’idropisia

511.

Dolori nervosi e afonia 512. Nervosità con iperemia cere- brale 512.

Nevrosi 513.

e insonnia 513.

e vertigini 513. Obesità 513.

Occhi, Malattie degli, 514 518.

di pernice 518. Occipite. Rigidità dell’, 518. Olio di croton 519.

Onanismo 519.

Orecchie. Dolori delle 521. Paralisi 521.

delle corde vocali 522. ., della spina dorsale522. Pazzi alienati 523.

Pelle piagata 526.

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Indice.

Pelle screpolata 526. Peritonite 526.

Petto, Cancro 527.

Dolori 527.

Piedi aperti 528.

Pleurite 529.

Podagra 530.

Polipi 530.

all’ addome 531. Polluzione 532.

Polmoni, Catarro 533.

Enfisema 533.

,, Infiammazione 534.

Malattie dei, 535.

Purganti 536.

Raffreddore 536. Reconvalescenza 536.

Regole, fondamentali 538. Reni, Colica 538.

Idrope 639.

Malattia dei 539.

degli stessi e

della Vescica 539. Reumatismo 540.

Risipola 542.

Rogna 542.

Rosolia 542,

Sangue, Avvelenamento 542.

Thè per la depura-

zione del, 542.

Disturbi del, 543.

Ibocco di, 543.

Scarlattina 543. Sciatica 544.

Scorbuto 545.

Scottature 545.

Sifìlide 545.

Sonnifero o narcòtico 547. Spina dorsale. Incurvamento 548.

Stato scrofoloso 548.

Stomaco. Ascesso 548.

Catarro 549.

Crampi 549.

Debolezza 549.

Depurazione 549.

Disturbi 550.

Iineipp. Stomaco. Dolori e flatuosità

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550.

Indurimento 550.

Tumori 551.

Mal di testa o emicrania 551. Tifo 552.

Tosse 553.

canina 554. Trasmissione ereditaria 554. Trisma 555.

Tumori 555.

duri 556. Ubbriachezza 556.

Udito. Malattie dell’, 557. Urina. Incontinenza 559. Vaiuolo 559.

Varice 558.

Venti o flati 558.

Ventosità o flatulenza 558. Verme solitario o tenia 560. Verminosa 560.

Vertigini 561.

Vescica, Catarro 561.

Vomito 561.

L.

Labbro leporino 562.

Laringe. Ascessi 562.

Cancro 562.

Catarro acuto 563.

cronico 564.

Edema della 565.

Etisia 565.

Sifilide 566.

Specchio 566.

Lattante 566.

Latte 568.

Lattime 569.

Lentiggini 810.

Letargia, sonnolenza 570.

Letargo 571.

Letti 571.

Lepra 572.

Le povere ragazze di Tusnelda .583. Lingua, attaccata 572.

Cancro 572.

Indice.

1319

Lombaggine 574.

77

del basso ventre, o addomi-

(Cura Kneipp) 502.

nali 94.

Lombrici vedi ascaridi 42.

77

delle

donne

578.

Lozioni totali 1220.

77

77

77

Cause 580.

alla Kneipp 1222.

77

77

77

(Supplemento)

Luce e abitazioni 574.

Aborto 584.

colorata. Uso della stessa 576.

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77

77

(Supplemento)

Luffa 1228.

Aborto con

Lupus guarito 576.

emorragia 585.

Lussazioni, slogamenti 920.

77

77

77

(Supplemento) Allattare 586.

77

77

77

Anemia 586.

M.

77

77

7?

Ascesso guarito 587.

Madri. Buon consiglio alle stesse 577.

77

77

77

(Supplemento.)

Magnetismo 1223.

Avvertimento ai

Istruzioni sullo stesso 644.

genitori 588.

Mal di capo 653.

77

77

77

(Supplemento.)

gastrico 656.

Il busto 588.

reumatico 657.

77

77

77

Capezzoli, feriti

nervoso 658.

589.

col capo fresco 658.

77

77

77

Clorosi 590.

,, per afflusso di sangue al

77

77

77

Fior bianco, leu-

cervello 658.

correa 590.

artrite allo stesso 659.

77

77

77

(Supplemento.)

periodico 659.

Flusso puerpe-

Emicrania 659.

rale 591.

guarito 662.

7?

77

77

(Supplemento.)

denti (Cura Kneipp) 470.

Gravidanza 591.

mare 662.

77

77

77

(Supplemento.)

del miserere 412.

Gravide. Regole

Malati gravi. Modo di cambiarli di

per le, 592.

letto 647.

77

77

77

Calendario della

Malattia grave, guarita 648.

gravidanza 593.

duratura, guarita 648.

77

77

77

(Supplemento.)

Malattie acute 647.

Gravidanza. Sin-

croniche 647.

tomi della, 595.

gravi, dolovose e ricadute. Pro-

77

77

77

Isterismo 596.

tezione contro le stesse 648.

77

77

77

(Supplemento.)

Come ci si preserva dalle

Latte acido. Feb-

stesse 649.

bre del latte 596.

Non causa loro, ma per decre-

77

77

77

(Supplemento.)

pitezza deve morire l’uomo 651 .

Latte. Forma-

,, mentali 651.

zione, mancanza

dell’ infanzia 79—83.

dello stesso 597.

1320

Indice.

Malattie delle

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55 55 55

Latte. Scom- parsa del, 598. (Supplemento.) Cenni sul benes- sere del bambino particolarmente del lattante 598. (Supplemento.) Quante volte il lattante deve poppare 603. Mamelle. Cancro alle, 605. Mamelle. Con- sunzione delle, 606.

Mamelle. Enfia- gione e infiam. delle 507. Mamelle. Enfia- gione delle stesse cagionata dalla prima mestrua- zione 608. Mamelle ma- ligne 608. Mamelle nevral- gia delle, 608. Mestrui.Disturbi degli stessi 609. (Supplemento.) La Nascita 611. Ovaia. Infiam- mazione 611. Ovaia. Tumefa- zione della 611. (Supplemento.) Il parto 612. (Supplemento.) Parto immaturo 613.

(Supplemento.) Parto. Irregola- rità del 614. (Supplemento.) Parto. Quando è il tempo del, 614.

Malattie delle

55 55 55

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55 55 55

(Supplemento.) Puerpere. Altre regoleperle,615. Puerperio. Ma- lattie sue proprie 616.

(Supplemento.) Purghe mensili 619.

(Supplemento.) Sterilità 620. Utero. Abbassa- mento dell’, 620. Utero. Caduta dell’, 621.

Utero. Cancro 621.

Utero. Catarro acuto 624.

Utero. Catarro cronico 624. Utero. Emor- ragie continue 626.

Utero. Emor- ragie morbose-

626.

Utero. Emor- ragie guarite 627. Utero. Fibromi all’, 628.

Utero. Idropisia

628.

Utero. Infiam- mazione cronica 629.

Utero. Malattie sue proprie 629. Utero. Piega- mento dell’ 633. Gravi malanni dell’ utero gua- riti 636.

Vagina. Caduta della 637. Vagina. Catarro acuto 688.

Indice.

1321

Malattie delle donne. Vagina. Catarro cronico 639.

Vagina. Crampi

640.

Vagina. Polipi

640.

Guarite 641.

(Supplemento.)

Consigliere sani- torio JDott. G. Pingler 642.

Mali pneumonici e catarro nasale guariti 848.

Mangiare e bere 666.

Mano. Malattie della 671.

Mantello spagnolo 1223.

Massaggio 1223.

del collo 1232.

derivativo 1235.

elettrico 1238.

nelle infiammazioni 1239.

della laringe 1239.

del naso 1242.

degli occhi 1242.

del petto e del dorso 1246.

della testa 1249.

del ventre 1250.

delle gambe 1260.

di tutto il corpo 1262.

Note importanti sullo^stesso

1267.

Matrimonio 671.

Medici naturalisti. Desiderio che il numero di questi venga presto au- mentato dai medici approvati 672. Medicine. Avvelenamento mediante le stesse 673.

Danno delle stesse 674.

Hanno le stesse forza salu-

tare o no? 676.

Megalomania 679.

Melancolia 679.

Depressione melancolica guarita 680.

Membra 681.

Membrana del tessuto cellulare. Induri- mento della, 681.

Medicazione Glunicke 1273.

Menengite 148, Cura Kneipp 507, 508.

cerebro spinale 150. Mentagra 681.

Metaschematismo 683.

Metastasi 688.

Metodo curativo naturale 683.

Alcuni cenni

sopra lo stesso 687.

r Causa delle

malattie per raffredda- mento 689.

(Risposte a

rimproveri ordinari)

691.

per esaminare un malato 692. Mezzo per disinfettare le abitazioni 254. prevenire i crampi 205.

migliore per ingrassare 211.

proteggerci dal

vaiuolo 409.

per proteggerci dagli insetti

dell’ uomo 411.

togliere i peli 15.

Midolla spinale. Para lisi cronica alla, 693. Miele 694.

Milza. Cancro alla, 694.

Infiammazione della 695.

Ipertrofia e ingrossamento della, 695.

Malattie croniche della 696. Miocardite 196.

Modi d’applicazioni anodine 1273.

fortificanti 1273.

di calmare i dolori 259.

portare i bambini 88.

salvarsi con gli abiti in fiamme

316.

Moccio 696.

Morbillo 697.

Morbo di Basedovv 89.

inglese (Cura Kneipp) 509. Morire 698.

Mortalità dei bambini 85.

1322

Indice.

Morte. Caso di morte avvenuto nella mia famiglia 88.

e segni suoi particolari 699. Moto 700.

Movimenti passivi 701.

riflessi 701.

Mucosa o membrana pituitosa 701. Muscoli 702.

, Atrofia degli stessi 704.

guarita 704.

, Debolezza degli stessi 705.

Infiammazione degli stessi 706.

Ipertrofia degli stessi 706.

,, Paralisi degli stessi 707.

N.

Naso. Bagno allo stesso 1098.

Catarro allo stesso guarito847,848.

Penetrazione di corpi stranieri

nello stesso 707.

Puzzolente 708.

rosso 708, cura Kneipp 511.

massaggio 1242.

Nausea 709.

Nausee (cura Kneipp) 511.

Nefrite (cura Kneipp) 511.

e principio d’idropisia 511. Nervi 709.

Debolezza nervosa 710.

Infiammazione degli stessi 718.

Neurastenia guarita 713.

Sistema nervoso 725.

Nevrosi (cura Kneipp) 511. Nocievolezza dei cibi e delle bevande troppo calde 1037.

Note importanti sulle compresse di corpo 1273.

sui bagni a vapore

1142.

Nottambulismo 713.

Nuotare 726.

Esercizi nuotatori con le

gambe 727.-

Avanzare sull’ acqua 728.

Movimenti nuotatori delle

mani e delle braccia divisi in 3 tempi 731.

Nuotare. Imparar a nuotare 732. r sulla schiena 733.

Mani e piedi

lavorano con- temporanea- mente 734.

o.

Obesità, pinguedine 735.

(Cura Kneipp) 513.

Occhi. Amaurosi 738.

Cateratta 739.

Cecità giornaliera 739.

notturna 739.

Corpi stranieri penetrati nello stesso 740.

Flusso, catarro oculare 741.

Glancoma 742.

Granello d’orzo 742.

Guerciezza 742.

Infiammazione 743-

Malattia simpatica 745.

Mopia e presbiopia 746. *

Veder scintille 746.

Male d’occhi guarito 747.

Da che è prodotta la maggior parte delle cecità? 748.

Massaggio degli 1242.

Occhio di pernice (callo ai piedi) 749.

(Cura Kneipp) 518.

Odontalgia 750.

Olio di croton (cura Kneipp) 519. Omeopatia 755.

Ombelico 755.

Angioite dello stesso néineo- nati 757.

Onanismo 757.

spirituale 759.

(cura Kneipp) 519. Operazione, amputazione 760.

Orecchie 767.

Abucinamento delle stesse761.

Dolore alle stesse 761, cura

Kneipp 521.

Durezza 761.

Come ci si può render arti-

ficialmente sordi 764.

Indiee.

1323

Orecchie Flusso dalle stesse guarito 765. ,, Infiammazione esterna 765.

interna 766.

Penetrazione d’un corpo

straniero 767 puzzolenti 767.

Orecchioni 767.

Organi del torace i dell’ addome 768. organismo 771.

dei sensi 771.

Organismo 105.

Ortopedia 778.

Incurvamenti della parte

sup. del corpo 780.

Trattamento del rattrappi-

mento e della rigidezza delle ginocchia mediante l’appa- rato 781.

Descrizione dell’ uso dell’ ap-

parato e sue conseguenze nella cura della coscite 785. Trattamento delle gambe aX

791.

Cura dei piedi deformi 791.

nella consunzione dor-

sale 794.

In qual modo si potrebbe

rendere gli storpi capaci di lavorare? 796.

Ossa, cancrena 796.

carie 186.

Indurimento 796.

Infiammazione 796.

Fratture 797.

Rammollimento 796. Osservazioni del medico naturalista luogotenente Splior 123.

Ozono 802.

P.

Palpitazione 197.

e serramento guariti con

la cura regenerativa 198. Panareccio 803.

Pane di semola di tormento 1053. Paracentesi 804.

Paralisi delle corde vocali 804.

Paralisi agitante 805.

bulbare 151.

(cura Kneipp) 521.

Parassiti 805.

Passeggiare 1276.

Patate 805.

Pelle 807.

Cura della stessa 810.

Macchie della stessa 810.

Malattia della stessa 811.

Screpolature 811.

Squamosità 812.

Malattia della stessa, guarita 812.

piagata (cura Kneipp) 526.

screpolata (cura Kneipp) 526. Pericardite 198.

Peritonite 813.

(cura Kneipp) 526.

Pesci 815.

Pestare l’acqua 1278.

Peste 815.

Petecchie 816.

Petto. Cancro allo stesso 817.

Dolori allo stesso 817.

Strettezza dello stesso 817. Piangere è sano 817.

Piante salutari 818.

Aloè 819.

,, Anice 819.

Anserina 820.

Amica 820. .

Attiea 820.

Camomilla 820.

Centaurea, coccole di

ginepro, 820.

Coreggiola 820.

Eufrasia 821.

Fenocchio 821.

_ _ Fieno greco 821.

,. Fiori di spino 821.

>• » » tiglio 822.

Fragole 822.

Genziana 822.

r Menta piperita e acqua-

tica 822.

r ,. Mirtillo 823.

1324

Indice.

Piante salutari Pettaccinola pontuta 823.

Polmonaria 823.

,, Rose canine 823.

Rosmarino 823.

Salvia 824.

Sambuco 824.

Scorza di quercia 824.

,, Semi di lino 825.

,, Setolone 825.

Tossilaggine 825.

Trifoglio palustre 825.

Valeriana 826.

,, Vischio 826.

Piedi aperti (cura Kneipp) 528.

enfiati 826.

guariti 826.

freddi 827.

Slogamento dell’articolazione dei 828.

Storcimento dell’ articolazione e scalcagnamento 829.

Piemia 828.

Pinguedine 735.

Plesso solare 830.

Pletora 830.

Pleurite 831, 832.

(cura Kneipp) 529. Pneumonici, 10 comandamenti per gli stessi 849.

Pneumonite e catarro del

naso, cronico, guariti 847. Catarro al lobo polmonare

guarito 848.

Catarro polmonare con

ingorgamento della gola guariti 848.

Podagra 833.

guarita 833.

(cura Kneipp) 530.

Polipi 833.

guariti 834.

(cura Kneipp) 530.

all’ addome (cura Kneipp) 531. Polmoni. Cancrena polmonare 835.

Catarro polmonare e bron- chiale 835.

Polmoni. Consunzione degli stessi 836 ., Emorragie 843.

Infiammazione polmonare

cronica 845.

Ipertrofia polmonare 845.

Polmonite dei bambini 846.

Polvere 850.

Pondi o tenesmo 851.

Polso 849.

Porri 851.

Postule 952.

rodenti 853.

Prepuzio 853.

Prescrizione per ogni malattia cono- sciuta o no 853.

Prevenzione e cura dei sintomi premo- nitori del colera 169.

Prima raccomandazione nelle cure da prestarsi ai malati 215. Procedimento calmante 1279.

derivativo 1279.

eccitante 1279.

rinfrescante 1279. Professori e dottori 855.

Prognosi 855.

Prolasso del retto 426.

Prostata 855.

Protezione contro le malattie 855. Punture d’api 856.

Purgativi 856.

cura Kneipp '535.

Q-

Quiete 857.

R.

Rachitismo 858.

Rachitide guarita 859.

Raffreddamenti 860.

Raffreddore (cura Kneipp) 536. Rammollimento cerebrale 151. Raucedine 862.

(Cura Kneipp) 491. Rattrappimenti S60.

Rattrappimento del lungo nervo della cassa toracica 862.

Indice.

1325

Reconvalescenza (Cura Kneipp) 536. Regole della vita 863.

e della salute 863.

Rene mobile 864.

Reni, cancro, 864.

emorragie 864.

Infiammazione del bacino renale 865.

Ipertrofia 866.

Malattia degli stessi scoperta da Bright 866.

Mali dei reni e della vescica guariti 868.

Nefrite o nefritide 868.

Raggrinzamento degli stessi 869. Respirare profondamente 377. Respiratoreo 869.

Respirazione affannosa 869.

dei bambini 869.

Respiri 870.

Restringemento del retto 427. Reumatismo 870.

articolare acuto 871.

cronico 873.

muscolare 874.

acuto guarito 875.

insonnia e stitichezza gua-

riti 876.

(cura Kneipp) 540'.

Ricaduta 876.

Riduzione dell’ ernia 276.

Rimedi astringenti 245.

secreti 876.

Rimedio contro il crampo al cuore 467. Risipola 877.

della testa e della faccia 878. ambulante 878.

vescicolare 878.

alle mamelle 878.

sul ventre 878.

al braccio 878.

alla gamba 879.

Ciò che predispone alla risi-

pola 879.

guarita 880.

traumatica 882.

vaiuolosa 882.

Rogna 882.

Rosolia 883.

,. guarita nei due fanciulli del- l’autore 885.

Russo, russare 886.

Ruttare 886.

s.

Salasso 887.

Salivazione (ptialismo) 887.

Sandali 888.

Sangue 889, 892.

Circolazione dello stesso 890. Spander sangue 892.

Temperatura del, 893. Sanguisughe 893.

Sbadiglio 893.

Sbocco sanguigno 265.

Scala della febbre secondo Celsius 294. Scale 893.

Scarlattina 896.

guarita 898.

(cura Kneipp) 543.

Scheletro 898.

Schiena. Dolori alla stessa 901. Schizzetto 902.

Scialle 1279.

Sciatica guarita (cura Kneipp) 544. Scoli blenorragici 902.

Scorbuto 903.

(cura Kneipp) 545.

Scritto di ringraziamento del Pastore Heller 902.

Scrofola 905.

Scrofolosi fanciulli 906.

guarita 907.

Semicupio 1281.

e bagno in vasca caldissimo 1281.

caldo alla Kneipp 1281.

e caldissimo 1282.

,, derivativo 1282.

eccitante 1282.

fortificante 1283.

freddo 1283.

a vapore 1283.

Semicupi alternati 1281.

1326

Indice.

Serpenti 908.

Morsicature eegli stessi 910. Serpigine 911.

Siesta 911.

dei nostri piccini 912.

Sifilide 912.

e nevrosi guarite 917.

della laringe 566.

,, (cura Kneipp) 545.

Sincope 918.

Sintomi delle malattie 920. Slogamenti, lussazioni 920.

Sognare (parlare dormendo) 921. Sogno e sonno 921.

Sonnambulismo 713.

Sonnifero (cura Kneipp) 547.

Sonno naturale 213.

mancanza dello stesso (Insonnia) 923.

Soppressione d’orina 258.

Sordezza 924.

Sospensorio 925.

Spalla. Infiammazione cronica, ecc., della stessa 925.

Spasmo del diaframma 243.

Spavento 925.

Specchio della laringe 566.

Speculum 925.

Spina dorsale Incurvature della stessa 925.

Splenite, vedi cancro alla milza 694. Sputatolo 926.

Sputo 927.

Stasi 927.

Stato febbrile, torpore 306.

Stazioni balneari 927.

Stitichezza, ostruzione, costipazione, durezza di ventre 928.

(Cura Kneipp) 475. Stomaco. Ascesso (cura Kneipp) 548.

Catarro acuto 931 guarito 939.

cronico 932.

(cura Kneipp) 549.

Crampi 934.

(cura Kneipp) 549.

Debolezza, (cura Kneipp) 549.

debole e malato 935.

Stomaco. Depurazione (curaKneipp)549. Dilatazione 936.

Disturbi (cura Kneipp) 550.

Dolori (cura Kneipp) 550.

Indurimento 937, cura Kneipp

550.

Infiammazione della mucosa

dello, 937.

Malattia dello stesso guarita

939.

Tumori (cura Kneipp) 551.

Ulcere 938.

Stufe a ventilazione per operai 939. Sudore notturno, morboso 941.

dei piedi e delle mani 942.

improvvisamente

perduto e sue conse- guenze 942.

T.

Tabacco. Avvelenamento con lo stesso

943.

,, da presa, per disabituarsi 944.

Tabe consunzione dorsale 945.

Tavola dimostrante il contenuto dei diversi mezzi nutritivi 714.

sopra la durata della digestione dei diversi mezzi nutritivi se- condo il Dott. Reaumont 721. dimostrante il consumo del vino, ecc., presso i diversi po- poli 723.

Temperatura dell’ acqua. Misuraappros- simativa 1285. nelle brucia-

ture 120.

del corpo dell’ uomo 946. Termometro 1285.

Tetano 947.

Thè per donna 620.

di Wuhlhuber I 1284.

» » « Il 1284.

Tifo (cura Kneipp) 552.

guarito 951.

Tifoide (febbre nervosa, tifo) 948. Tigna 952.

Tinture per capelli 134.

Indice.

1327

Tormento scientifico delle bestie, vedi Vivi-sezione 953.

Tosse 953.

dei bambini 956.

catarro bronchiale con espettora- zioni sanguigne, guarita 957.

,, ferina (convulsiva, soffocante)958.

Trattamento col massaggio 960. (cura Kneipp) 553.

canina 554.

Traspirazione 961.

Trattamento magnetico del corpo intero

962.

col sudore 1287.

Tremore 964.

Trichine, trichinose 964.

Trippa 913.

Trisma 555.

Tubercoli 966.

Tumori 967.

cerebrali 152.

(cura Kneipp) 555.

duri (cura Kneipp) 556.

u.

Ubbriachezza. Mezzo per evitarla 19. Ulcere 968.

Ulcera cancrenosa. (Cura Kneipp) 455. venerea 968.

guarita 969.

Unghia incarnata 970.

Unguento d’argilla 1287.

Uremia 970.

Uretre. Restringimento dello stesso 971. Urania. Incontinenza della stessa 972.

Incontinenza della stessa (cura Kneipp) 559.

Uso del sapone nelle ferite aperte 11. Utero. Infiammazione dei legamenti dello stesso 973.

Utilità dei bagni nelle prigioni 106.

V.

Vagina. Irrigazioni della stessa 1218. Vaiuolo 974.

nero 976.

Vaiuolo. Per far sparire i butteri dello stesso 976.

(cura Kneipp) 559.

Valore nutritivo dell’ acqua 104.

dei funghi 338.

Varice (cura Kneipp) 558.

Varicelle 977.

Varici 978.

guarite 980.

Vasca da bagno universale 1287. Vegetariani 981, 1288.

Vegliare vicino al malato 214.

Veleno 981.

Vena porta. Infiam. e ingorgamento della, 981.

Vene 981.

Infiammazione delle, 982. Ventosa o coppetta 982.

Ventosità, flatuosità 982.

(cura Kneipp) 558.

Ventre. Idropisia del, 983.

Massaggio dello stesso 1250.

Vermi 984.

Verme solitario (tenia) 985.

Liberato dal, 987.

cisticerco 988.

(cura Kneipp) 560.

Vertigini 988.

(cura Kneipp) 561.

Vescica. Catarro della, 990, cura Kneipp 561.

Scolamento dall’ uretra e catar-

ro della vescica guariti 991.

Emorragia della, 991.

Paralisi della, 992.

,, Spasmo della, 993.

» e catarro guariti 994.

(cura Kneipp) 561.

Vestimenta da donna 995 e 1060.

., Capi di vestiario

1012.

Vie biliari 109.

Vita. Durata deliavita dell’uomo 1013.

Modo di prolungarla 1018.

Prova per far tornare alla vita 1019,

Vitto ineccitabile 1020.

Poltiglia 1021.

1328

Indice.

X

Vitto ineccitabile.

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55 55

Zuppe d’acqua 1021. Zuppe di fagioli, di piselli, ecc., 1022. Zuppe d’orzo 1022. Zuppe di farina 1022. Zuppe di farina gros- sa, di pane ecc., 1022. Zuppe di pan bianco 1022.

Zuppe di pane di farina grossa 1022. Zuppe di riso 1022. Zuppe dipatate 1022. Zuppe di farina 1023. Zuppe decotto d’ave- na 1023.

Zuppe di latte 1024. Consumati leggieri

1024.

Zuppa di semola 1024. Zuppa d’orzo 1024. Zuppa di pan bianco

1025.

Zuppa di tagliarmi 1025.

Zuppa di birra 1025. Zuppa di birra con latte 1025.

Bevande, 1025. Bevande. Acqua d’uova 1025. Bevande. Acqua di pomi 1025.

Bevande. Acqua di riso 1025.

Bevande. Acqua pa- nata 1025.

Bevande. Tisana di tritello 1625.

Pane 1025.

Pane. Preparazione del pane di tritello 1025.

Pane. Pagnotta 1027. Pane di frutta 1027. Pane di segale in rotoli 1027.

Vitto ineccitabile. Pane in rotoli 1027. (Focaccie) 1027.

(Focaccie.) Biscotti

fritti nel burro 1027. (Focaccie) di zucca

1027.

(Focaccie) di farina

d’avena 1027.

(Focaccie) di frutta

1027 e 1029.

(Focaccie) di gran

turco 1028.

_ Omelette alla tedesca

1028.

Omelette di patate

1028.

Omelette Graham

1028.

Torta di pomi 1029.

Budini 1029.

Budino di tritello

1029.

Budino di semola

1029.

55

55

55

55

55

55

55

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55

55

55

55

55

55

Budino di gran turco cotto 1029.

Budino di pan bianco

1029.

Budino di riso 1030. Budino di pomi 1030. Budino di pomi e di riso 1030.

(Pappe) 1030. (Pappe.) Semola al latte 1030.

(Paste) 1030.

(Paste) riso e latte

1030.

(Paste) riso e pomi o uva passa 1030. (Paste.) Tritello rosso

1031.

(Legumi) 1031. (Legumi.) Spinacci 1031.

(Legumi) con salsa di latte 1031.

Ìndice.

1329

Vitto ineccitabile. (Legumi.) Giovani

1031.

(Legumi.) Orzo mon- do e prugne 1031.

,, (Legumi.) Patate e

frutta 1031.

(Pasteegnocchi)1032.

Paste e Gnocchi di

mele 1032.

Paste e Gnocchi di

patate 1032.

Paste e Maccheroni

1032.

Paste e Polenta 1032.

(Paste di frutta) 1032.

Conserva di frutta

1032.

Tutti frutti 1032.

(Conserva di frutta

e legumi) 1032.

per malati e per cunvalescenti (Dieta o regime) 1033.

Vitto misto 1037.

Nocievolezza dei cibi e delle vi- vande troppo calde 1037. Vivi-sezione 1030.

Vizii di cuore o vizii valvolari 100. Vomito (cura Kneipp 561.

di sangue 264 265.

dei bambini 1045.

Vomitivi 1045.

z.

Zucchero 1045.

di miele 1046.

frutta 1046.

coloniale o di barbabietole

1046.

liquido o sciroppo

1047.

di latte 1047.

Sua influenza sui ciclisti 1047.

Zuppe vedi «Vitto ineccitabile» 1020.

INDICE DELLE FIGURE

Abbassamento 369.

Acaro della rogna 882. Accomodamento d’un piede slogato nell’ articolazione 828.

Allusioni automatiche 1071.

Allusione alle braccia 1072.

coscie 1073.

,, del dorso 1074.

., alla faccia 1076.

,, alla ginocchia 1077.

.. orecchie 1079.

al petto 1080.

a saetta 1081.

,. superiore 1083.

alla testa 1084.

totale 1085.

Agarico 843 e agarico muscario 345.

,, campestre 339.

Ago infilato per accostare i margini d’una grave ferita 97.

Alzare la gamba di fianco 365.

il ginocchio 368.

le spalle 374.

Amanita velenoso 340.

Anelli ginnastici fissi nel soffitto 355. Apparato per correggere i difetti delle coscie 787.

la respirazione del-

l’ozono 803.

Apparecchio pei bagni a vapore ai piedi 1130.

per la frattura del braccio 96.

Apparecchi per eseguire il massaggio da se stessi 1264.

Apparecchio di massaggio concussore 1265.

di massaggio. Pezzi pel

concussore 1266.

di massaggio giapponese

pel corpo intero o parti dello stesso 1291.

di massaggio giapponese

per abbellire il viso e far sparire le rughe 1291.

per sciacquare il naso

1085, 1185.

per sciacquare le orecchie

1218.

per semicupio a vapore

1282.

Architetto 333.

Artigiano 335.

Bacilli del pus 68.

della gangrena della milza 69. difterite 70.

del colera 70.

dell’ acqua potabile 71.

n corrotta 71.

della sifilide 71.

tubercolosi 72.

Bacino 65 66.

Bacteri del cavo orale e dei denti 68.

Bagno d’acqua elettrica nello stabil- mente di medicina naturale Bilz 1090.

intero 1094.

di luce elettrica incandescente nello stabilimento di medicina naturale Bilz 1095, 1096.

Indice delle figure.

1331

Bagno d’aria per uomini nell’ istituto Bilz 77.

di sole per uomini nell’ istituto Bilz 78.

oftalmico 1099, 1100.

a onda 1102.

., .. quale semicupio 1102.

pei bagni di sudore ai piedi 1103.

Bagni di sole per uomini nell’ istituto Bilz 1107.

e d’aria per uomini nel-

l’istituto Bilz 1108.

,, e d’acqua nel laghetto

dell’ istituto Bilz 1 1 09. Bagno della testa 1110.

del tronco 1111.

,, a vapore alle braccia 1112.

in campana 1113.

,. del capo 1114.

del capo e della parte

superiore del corpo 1115.

in cassa per sedere

1 117.

,, .. in cassa per coricarsi

1118.

in cerchio 1120.

., .. a letto 1123, 1127,

1128, 1129.

.. .. dei piedi 1132.

in un sec-

chio 1132.

., .. ., con invi-

luppo 1134.

.. .. ., senza invi-

luppo 1 133.

.. colla sedia 1138.

* .. in sedia, coricati 1139.

- sullasediaintrecciata,

seduti 1141.

con frizione del corpo 1144.

Sjjazzola pel dorso 1145.

Frizione del dorso conl’asciuga- mani 1145.

,. -, ,, col frega-

dorso 114G.

Bambini. Modo di port:, 88.

Barra fissa alla porta 354.

Battere l’ascia 365.

Battimenti 1147.

Baunscheid. Suo istrumento 95.

Bendaggio della fronte 98.

degli occhie delle orecchie

98.

,, a nodo 98.

con fazzoletto da testa a tre

punte 99.

con fazzoletto da testa a

( quattro punte 99.

con fazzoletto a 3 punte pel

seno 100.

Fazzoletto sospensorio per

le mamelle 100.

giro a cifra 8 per la spalla 101.

per le spalle 101.

giro a 8 per la regione in- guinale 101.

_ a T con due fazzoletti 101.

erniario, dell’ ombelico 275.

per la mano e per il piede 102. punta del dito 103.

con un dito di guanto 103. ,. provvisorio per fratture se-

condo il Dott. Ruff 802.

Come si applica attorno la

varice 979.

Bicchieri pel bagno del naso 1098.

Boleto commestibile 340.

esculento o fungo porcino 344. giallo 344.

rugoso 342.

,. vellutato 344.

Bottiglia d’acqua pel basso ventre 1148.

Bovisto 345.

Buona donna di casa 334.

I

Calappio formato da una forcella da capelli per allontanare corpi stranieri dal naso e dalle orecchie 708.

Cane vivo preparato per delle esperienze 1041.

,, la sezione 1042.

84*

1332

Indice delle figure.

Carlo il Contento 231.

Cassa a vapore con serpentina pei bagni a vapore e d’aria caldis- sima 1116.

di vapore per sedere 1119. Cavità della bocca 770.

Cellule nervose 725.

Cervello, cerveletto, midollo spinale 140, 141.

midollo spinale e nervi, 725. dell’ uomo diviso in 3 parti 323.

Cinto per ernia ombelicale 276.

erniario e correggia della coscia 277.

,, dell’ inguine e della

coscia 277.

ombelicale o ventrale 278.

Cinti ernarii bilaterali 277.

Clavaria gialla 342.

rossastra 343.

Clisopompa con tubo diretto e ricurvo 1150, 1151.

Colpo di mano avanti nella tosse fe- rina 959.

,, avanti con uncina-

mento nella bocca in caso di tosse ferina 960. ,, di dietro nella tosse

ferina 961.

Come si devono salir le scale 895. Compressa e bendaggio veduto davanti e di dietro 1154.

di corpo 1158, 1159, 1160.

scozzese veduta davanti e

di dietro 1162.

,. stomacale 1163.

,, superiore 1164.

Compressione dell’ arteria carotide esterna col pollice in caso di emor- ragia violente 268.

Congiunzione delle gambe 366. Corpuscoli del sangue 889.

,. nella forma di

pomo spinoso nell’ ematuria, ecc., 72.

Cretino 206.

Cristalli dell’ orina nella gotta e nel reumatismo 72.

Cuore 192.

Cura fortificante, massaggio nella stessa 1172.

Cuscini d’acqua e d’aria 17, 227, 228. Delinquente 334.

Denti incisivi, molari, Sezione longitu- dinale 231.

Diramazioni della trachea nei polmoni 845.

Direttore 336.

Doccia alternata 1184.

Doccie e doccie a inaffiatoio 1183.

Esercizi nuotatori colle gambe 727.

(per avanzar sul- l’acqua) 729.

,, preliminari del nuoto 732, 733. Estensione e flessione delle dita 367. ,. del piede 368.

Fibre elastiche nello sputo dei tisici 71. muscolari 702.

Figura dimostrante le disposizioni del carattere e le attitudini proprie 322. Forma del corpo femminile 319, 589. Forme diverse del capo 321.

Fotografo 333.

Frizione col mantello 1186, 1187.

dei piedi conlemaninudell88. ,. totale, detta frizione col man- tello 1189.

totale, eseguita col frega- guanto 1189.

La frizione totale si può anche eseguire mediante l’asciugamani e i. guanti segnati a 1191.

Francesco Pusillanime 331.

Frattura della gamba.

con esposizione

dell’ osso frattu- rato 799.

_ coscia, Bendaggio pro-

virsorio 800.

Indice delle figure.

1338

Frattura della gamba con stecche sem- plici 801.

dell’ omero e dell’ avambrac- cio, bendaggio semplice 802.

Fiali, Dott.,fondatorédellafrenologia230.

Galletto 342.

flambé a X prima, durante e dopo la cura 790.

Ginnastica medica del cuore e dei pol- moni all’ apparato « Sanitas » 1086.

., Movimento del re-

mare e del segare all’ apparato c< Sa- nitas » 1087.

all’ aparecchio « Sa-

nitas » per guarire la cativa tenuta del corpo 1088.

Movimento di mon-

tare all’ apparec- chio « Sanitas » 1088.

Puntellarsi all’ ap- parato « Sanitas » 1089.

Giovani trichine passate nel tessuto muscolare 965.

Giurista, medico o redattore 338,

Giusta posizione per nuotare nell’ acqua 732.

Glandule sudorifere 809.

Gomita indietro 367.

Gonococchi 69.

Grani di ladrerie del verme solitario 988.

Guglielmo l’Onerevole 332.

Idno sinuoso 341.

Impacco del collo 1194.

corto alla Kneipp 1195.

a croce, come si cuce alla compressadel corpo 1195.

. con compressa del

corpo e impacco del collo 1196.

Impacco a croce, con impacco del tronco 1196.

delle gambe 1197.

a metà 1198.

dei piedi, delle gambe, delle

braccia 1199.

1199.

polpacci 1200.

delle spalle stretto e largo 1201.

e compressa del

corpo 1202.

e compressa del

petto 1202.

totale preparato in letto 1204.

,. Inviluppo delle gambe

col drappo di tela umida 1205.

nel drappo di tela

umida 1206.

(come si assicura la co-

perta di lana al collo) 1206.

(come si rimbocca la

coperta di lana sotto la spalla) 1207

,, col letto di piume

gettato sopra 1208.

assicurato mediante

nastri 1208.

a tre quarti 1214, 1215.

,, nel quale si comprende

pure il collo e le spalle nella coperta di lana 1216.

del tronco 1217.

Inalatore 1218.

Intrapprenditore 336.

Irrigatori 1219, 1220.

Legatura per feritainteressante l’arteria del braccio 269.

per ferita interessante l’arteria

della gambe 269.

Letto per il bagno a vapore 1126.

Levare l’ombelico 756.

Licoperdo 343.

1334

Indice delle figure.

Maestro, II, 332.

Mascella superiore e inferiore coi denti infìssi 237.

Masscggio 1224.

d’un tumore al braccio 1225. ,, o frizione del braccio 1225. Impastamento del braccio 1226, 1227.

o pizzica-

mento 1227.

Martellamento 1228.

con la punta

delle dita 1228.

col pugno

chiuso 1228. Come in tratta un ginocchio

divenuto rigido 1230.

Rotazione del piede 1230.

flessione 1231.

estensione ,, 1231.

,, del collo 1225, 1233, eseguito

dal masseur 1232, dal malato stesso 1233.

,. della regione cardiaca 1235.

del braccio 1236 1238.

della laringe 1240.

del dorso tenendo conto, dei

reni 1240.

1241, 124 2.

degli occhi 1243.

Muscoli dell’ uomo di cui

bisogna tener conto 1244.

* Panca per lo stesso 1245.

del petto 1248, 1249.

del dorso mediante la catena

a palline 1289.

,. del piede mediante la catena

a palline 1289.

del braccio mediante la ca-

tena a palline 1290.

T della gamba mediante , la

catena a palline 1290.

,. del braccio mediante l’appa-

recchio giapponese 1291.

della testa 1250.

Massaggio della spalla. Battuta col lato della mano 1250.

del ventre 1251, 1252.

Organi dell’ addome e del torace di cui bisogna tener conto 1253.

del ventre 1254, 1255, 1257,

1258, 1259, 1260. delle gambe 1260, 1261. a frizione 1171. a strofinamento per l’emi- crania 661.

Modo di cambiar di letto ai malati 646.

tastare il polso 850.

Morchella 341.

Movimento a 8 della mano 363.

del segatore 373.

,. falciatore 374.

Muscoli attraversati da grasso 702.

Naturalista 335.

Nervi cranici e facciali 142.

Nuotare sulla schiena. Posizione dipar- tenza 734.

., ., Mani e piedi la-

vorano contem- poraneamente 374, 375.

Or gani della cavità toracica e addo- minale 771.

Parte dell’ orecchio. Labirinto 775. Panca intrecciata. (Apparecchio smon- tabile pei bagni a vapore iu camera) 1139.

Pelle esterna tagliata perpendicolar- mente e 50 volte ingrandita 808. Pestare l’acqua 1278.

Petto d’un atleta 841.

tisico 842.

Pidocchio del capo 410.

panno 410.

degli abiti 410.

Piedi difformi prima e durante la cura 793.

1335

Indice delle figure.

Piegamento del busto di fianco 370.

., avanti e indietro

871.

,, ginocchioinavanti369.

indietro 369.

Poliporo nodoso 345.

Polvere dell’ aria della camera 851. Posizione per avanzare sull’ acqua 728.

,. senza bacchetta 377.

Prospettiva della muscolatura del- l’uomo 703.

Prova di rianimazione 1019.

Respirazione parziale 847.

Ricevitore dei suoni 762.

Rizzare il busto 372.

Rotazione colla bacchetta 375.

delle braccia 362.

avambraccta 3,62.

del busto 371.

capo 369. della gamba 365. del piede 366.

Sanatorio Bilz vedere 261 poi le prime e le ultime pagine del libro.

Sandali 888, 889.

Scheletro umano 899.

Schema della circolazione del sangue 891. per eseguire le allusioni 1067, 1068.

(frenologia) 828.

Schizzetto 902.

Scialle alla Kneipp, davanti e di dietro 1280.

Tela per farlo 1280

., piegata due volte 1280. Sedimento dell’ orina nella nefrite acuta 72.

Seringa per orecchie 1218.

Sezione dell’ occhio dell’ uomo 772.

dell’ orecchio dell’ uomo 774. del capo 776.

Slancio delle braccia di fianco 364.

avanti e indietro

364.

Sorpassare la bacchetta 376.

Sospensorio 925.

Speculum 925.

Spinta delle braccia in avanti 360.

,. ,, di fianco 360.

r ..in alto 361.

,. in basso 361.

,. .. indietro 361.

Esecuzione dei

movimenti col

manubrio 361. Spongiola autunnale 341.

mitrata 341.

Sputatolo 926.

Stabilimento di medicina naturale Bilz 1195.

Stiramento d’un ginocchio incurvato nell’ apparato ortopedico 783, 784.

Tensione e congiunzione delle braccia 362.

Termometro 293.

Termometri 1285.

Tromba acustica per uno e due orecchi 762.

,. tascabile, patentata

764.

Trattamento magnetico del malato.

Modo d’esecuzione 962.

Trichine in capsule 966.

Trotto 376.

Tubo nervoso 725.

Una ciarliera 334.

Utero, grossezza naturale 630.

in posizione normale 631.

piegato in avanti 631.

indietro 631.

,. Abbassamento o mezza caduta 633.

Cancro 633.

Venditore 334.

Verme solitario cateniforme 986.

largo 986.

Vestimenta da donna 997 1013.

Volta del busto 373.

capo 370.

INDICE DELLE STORIE DI MALATI.

Osservazioni: Prego tener conto dèlie poche righe seguenti.

Sebbene in molte malattie gravi in un tempo relativamente breve si sia manifestato un cambiamento favorevole in seguito all’ applica- zione della medicina naturale, come lo prova un buon numero di storie di malati, non devi già credere, caro lettore, che questo ne sia sempre il caso. No, no; può anche darsi che la guarigione impieghi un tempo sensibilmente più lungo o che sia affatto esclusa. Ciò dipende dal grado della malattia e dallo stato del malato come pure dal tratta- mento di lui medésimo. Chi desidera adunque una guarigione per- fetta deve ricorrere per tempo alla nostra medicazione. Un tratta- mento naturale adatto al malato non ci metterà mai in imbarazzo.

Ho aggiunto queste poche righe per avvertire il lettore che non deve agire senza riflettere, rovinarsi la salute nella speranza che la medicina naturale gliela possa ridare. Sebbène questa dia talvolta splendidi risultati non può l’impossibile. È più facile prevenire 100 malattie o ucciderle in germe che guarirne una sola grave.

Siccome parecchi dei miei lettori potrebbero talvolta essere in dubbio fra il trattamento che ho indicato e quello descritto nelle storie di malati, consiglio loro d’attenersi sempre al primo.

Infine non va dimenticato che un solo e stesso trattamento non conviene ad ogni malattia, ma che bisogna sempre individualizzare. Così in caso di malattia grave non si esiterà a chiamare un bravo medico naturalista, il quale dopo aver esaminato a dovere il inalato potrà stabilire il piano di cura più conveniente.

INDICE DELLE STORIE DI MALATI

Anemia e clorosi 27.

e debolezza nervosa, ecc., 27. Artrite 4L

Ascesso al petto 587.

Asma 47.

Atrofia muscolare 704.

Avvelenamento di piombo 57.

di protossido di car-

bonio 59.

Bruciature 114 124.

Catarro al lobo polmonare 848.

polmonare con ingorgo della gola 848.

,, dello stomaco 939.

Clorosi e languore 163.

e tisi in primo stadio 164. Colerina in stadio avanzato 1G6.

Colpo apoplettico 178.

Crampi isterici e sofferenze di donne 44 1 . J Croup 298.

Depressione melancolica 680.

Diabete 241.

Difterite e infiammazione intestinale 252.

e tigna favosa 252.

Disturbi digestivi d’indole nervosa 256. Emorroidi e catarro del faringe 272. li

Febbre intermittente 287.

tifo e polmonite 304.

Fistola al retto 427.

Glandule guarite 888.

Gonorrea e catarro della vescica 388. Idropisia 397, 398.

Infiammazione del basso ventre 92.

intestinale e fistola 419.

Ischialgia 436.

Lupus 576.

Mal di capo 662.

Male d’occhi 747.

Mali pneumonici e catarro nasale 848 dei reni e della vescica 868. Malattia della pelle 812.

di stomaco 939.

Malattie di donna 641.

grave 648.

duratura 648.

di fegato 313.

d’infanzia 83 85.

Orecchie, Flusso dalle stesse 765.

Piedi enfiati 826.

Podagra 833.

Polipi 834.

Rachitide 859,

Reumatismo acuto 875.

insonnia e stitichezza 876. Risipola 880.

Rosolia 885.

Scarlattina 898.

Scolamento dall’ uretra e catarro della vescica 991.

Scrofola 907.

Sifilide e nevrosi 917.

Spasmo e catarro della vesica 994.

Tifo 951.

Tosse, catarro bronchiale 957.

Ulcera 969.

Utero, Gravi malanni allo stesso 636.

Varici 980.

Venne solitario 987.