.«. \ -^ ^AJ ^^ ^■K '■A- ?- -^*. BIBLIOTECA ITALIANA O SIA. GIORNALE DI LETTERATUEA, SCIENZE ED ARTI COMPILATO DA VARJ LETTERATI. ToMO XLIX. ANNO TREDICESIMO. Gennajo, Febbrajo e Marzo MILANO PRESSO LA DUIEZIONE DEL GIORNAXE. IMPERIALE REGIA. STAMPEKIA. Jl prcsentc Giornale ^ con tntti i voliimi precedenti ., e posto sotto la salvaguitrdiii della Leggc , essciidosi adempiuto a quanta essa prescrive. BIBLIOTECA ITALIANA PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. Dclle Opcre di Sincsio tradoUc. dal grcco da Blassi- miliano Angelelli con qualche dlckiarazione. Vol. I. P.I. — Bologna^ 1^27, in 8." piccolo, dip. vill e 176, prcsso Riccardo jMasi. Prezzo ital. lir. i. 60. D. el vescovo Sinesio uoi abbiamo parlato , non e ancora gran tempo ( Tom. 47 , settembre 1827 , pagina 427 ) , anminciandone gl Iniii tradotti dal- r abate Anfonio Fontaua ; e quello chc allora di- cemmo dell' autore ci sdebita dal favellarne al pre- seiite. II sig. Angelelli , uotissimo per la sua bella tra- duzione di Sofocle (i), ci richiania ora a quel dotto (i) Di questa traduzione avremo opportunita di parlare tra breve. Frattanto vuol essere palesata la molta stinia che no facciaino : la quale pero non e tanta da non csserci paruto assai strano che un glornalista niilauese nell' an- niinciare la versione deU'Angelelli tacesse afFatto del Sofocle di Felice Bellotti. Questo silenzio, a cui non sappianio qual nome pin si convenga , aveva gia avuto T esempio in un giornale d' Italia , cui forse parea debito T esaltare per ogni manicra il sig. Angelelli ; nia in INIilano quasi ne pare incredil)ile che alcuno partecipi a questo consiglio, o scriva e stampi e non sappia che la nostra citta si gloria di possedere il miglior traduttore dei tragici greci. 4 DELtK OPERE DI SINIiSIO prclato (li cui puhblica le opere scritte in prosa , dclle quail particolarnipiitc possono prendere i lettori frutto c diletto. Cosi egli nclla sua prefazione ; e noi citianio assai voUmiUci i qiieste parole , perche ne piacc (li poter coni'ciinare col testinionio cruomo si celebic il gindizio per noi proferito intorno a quel greco scrittore. Noi ilicemnio allora che il Sinesio si vuol lodare non tanto come buon poeta, quanto come prosatorc elegante; e se poncmmo le Lettere innanzi ad ogni suo scritto , crediamo che qviesta versione deir Angelelli tircra molti nella nostra opinione. Da qualche tempo ne par di vedere in Italia una grande tendenza a mettere in onore que' Greci clie vissero niolto di lungi a' bei tempi di Atcne , e fu- rono quasi T ultimo tiore di cjuel divino idioma di Omero. Ne questa, per verita , e tendenza da doversi rimproverare : perocche molti di quegli autori si accostarono mirabilmente alia perfetta eloquenza di Demostene e di Senofonte ; e in generale la greca letteratura puo esser paragonata a quella face si bene (lescritta dal Monti , la quale al mancare dell' ali- mento lambe gli aridi stami, veste di pallore il suo lumc , guizza irresoluta , poi quasi si rianima , ne mnore altrimenti clic sfavillando. Ma il nutrimento dell-antica letteratura dei Greci erano state la elo- ria , la liberta , la potcnza del native paese che for- tementc parlavan nell' animo degli scrittori; e come tutto questo era gia da gran tempo cessato quando quei Greci minori scrivevauo, cosi essi ben poterono, iier la forza non ordinaria del loro ingegno , sfiivil- are a guisa dclla face morente , ma sulf arido stame non valsero a rinnovar quella luce della quale ab- bondavano i loro esemplari in Atcne. La loro elo- quenza e bella di tutti gli csterni ornamenti , ma quegli ornamenti , nella mancanza di grandi ed interessanti soggetti , quasi non trovano corpo in- torno al quale appoggiarsi. Demostene , Senofonte c Turidide non hanno alcun modo di cosi fnia e cosi riposta cleganza , che da costoro non sia stato TOADOTTE DA MASSrMILIANO ANGELELLI. 5 cerco , vcdiito , imitato ; ma quella eleganza slio-' riscc siiUa niibcria tlcgli ariionu-nti : perclie dove Ic parole sono la parte pre(i[)iia , ivi non e mai vera elo([ueiiza , ma solo rettorica ocl arte di elep;aute par- lare. Pcro noi crediamo clie molla parte dei prcgi attribuiti a qiiesti Greci minori , anzi che ia loro , sia unicamente riposta nclla opiuione dei giudicanti : c pill cagioui possono coacorrere a far uasccre que- sto errore. Priaiieraaieate puo direi che molti a cui fu acgato lo spiagersi liao a gastar le bcUezze dei graadi, assicpate da taate diilicolta, lodaao voleaticri questi mea gravi scrittori, qaasi riaieritaadoli del- I'averii per fiicil seatiero accostati alle delizie iadarao cercate aegli altri. Alcuai aacora , bea coaosceado le foati alle qaali codesti scrittori liaaao attiate le loro bellezze, per troppo aaiore di quelle, s' iaducoao a lodar somaiameate aache 1' arte e lo stadio di racco- glierle e ripeterle , coaie chi beaedicesse alio scoglio doade 1' eco ripete uaa gradita araioaia. E lorse aa- che costoro aoa saa difeadersi ia tutto dall errore dei priaii ; e ricordaado le moke difficolta iacoatrate per iscoprir le bellezze dei Greci aatichi , largheg- gian di lodi verso questi altri dai qaali se le veggo- no a pieae aiaai iaibaadite, ora che sauao gustarle seaza grave fatica. Faialnieate aoa maacaao alcuai, al buoa giudizio dei quali fa velo ua troppo desiderio di novita. Costoro si mostraao , come a dire , sde- gaosi di accoaumarsi cogli altri persiuo aellaamii- razioac dei vcri graadi scrittori: e da quelli vo- leaticri si volgoao ai mea celebrati e mea degai , quasi per esser creduti coaoscitori di auove e aon mai avvertite bellezze: letteraria vaaita uella quale cadoao alcuai oggidi aache rispetto a scrittori aostri aazioaali. Queste cose siaao dette a coloro che forse si met- toao adesso ael luago e difficile studio della lia^ua greca e della greca eloqueaza: i quali, selvaggi ( come Daaie direbbc ) del luogo, se niai guuigcssero a i)ersuadcrsi cjic questi Greci juiiiori siaao vciameatc 6 DELLE OPERE DI SINESIO (Iccni (li tutti jrli <4o2:i ondc li colmano alcnni, ac- «oi:,licrt'l)hcro di h'aii'Pii ncU' aiiimo un men degno concetto della greca Ictteiatiua ; e forse non a torto direblxMo, die la sapienza possibile a ricavarsi da ([ucsti lihri non valo la lunga fatica impiegata nelT iin- pavarne la lingna. E veraiiicnte Ic poesie di Oniero, di Esiodo e di Pindaro ; le storie di Erodoto , di Tuci- dide, di Senofonte: le opere Hlosofiche di Platone e di Aristotele; le orazioni di Demostene; le tragedie di SoJocle, di Escliilo e di Eiiripide; le commedie di Aristofane , e 1' opera di Pausania sarebl)ero impor- tanti e degnlssime delle nostre nieditazioni quando anche fossero spoglie di tutti gli esterni ornamcnti: perche ci presentaiio un vivo quadro di una forte e generosa nazione, e ci mostrano quale sia 1' ufficio piii grande e piti nobile della letteratura. Ma se di quei primi secoli non fossero a noi pervenute se non solaniente le canzoni di Anacreonte , i lamenti di Saffo , e le pompose orazioni d' Isocrate , o cose a queste somiglianti , noi portiamo opinione die poclii vorrebbero spendere cosi gran parte dei loro giorni per mettersi in grado di leggerle; quando la vita e brevissinia, e troppi sono gli oggetti ai quali e mestieri applicarsi clii vuol condurla meno infelice- niente degli altri. In quei prinii leggiamo rappre- sentati con forte e liorita eloquenza ^randi casi di virtu e di valore , grandi fatti di citta e di eroi , grandi fortune , grandi sventure , die possono am- niaestrarci e giovarci in questo niortale viaggio : negli altri vediamo uno studio perpetuo di parole, senza pure una traccia di quell' antica, fruttuosa sa- pienza ; e dove piu giungono ad accostarsi a quei primi, ({uasi ci sembrano una parodia della perduta grandezza. Questo sentiiuento, die forse parra strano a taluno , ci si e rinnovato piu volte leggendo la elegante orazione di Sinesio in lode della calvezza ^ e mentre il soavissiino stile di quel discorso scen- dcva dolcissimo a impadronirsi del euore, ci sor- gevano a i)oco a poto dinauzi alia mente Platone, TRADOTTE D.\ MASSIMILIANO ANCELELLI. 7 Scr.ofoute , Demostcne in tutta la loro grandezza , e il I'ortico, e la piazza d'Atene, e le Termopoli , e i dieci mila , v. Filippo , e 1' animo ne traeva a troppo anure considerazioni. A ridurrc pertanto in breve quello clie noi pen- siamo di questi Greci minori , e dello studio di cui ci senibrano degni , no pare die i nostri tempi non p.issano accoglicrli tutti d' un mcdesimo viso ; e cre- diamo che dopo alcuni storici , e dopo gli scrittori di sacri argomenti , non sia molto il guadagno che puo aspettarsi dal vederii tradotti. Perocche di let- terarie inezie gia ne ahbiamo a dovizia ; e V eta nostra e rivolta oramai a piii serj studj , dai quali non e buon consiglio il ntrarla. Ne lo stile puo prolittare gran fatto da tali traduzioni : perocche le bellczze di questi scrittori si trovano quasi tutte negli antichi ; o se alcune possono parer nuove , cio precede dal non possedere per anco 1' Italia perfette traduzioni di niolti fra quegli antichi. Dov' e , per modo di esempio, una versione di Senofonte in cui siano travasate le innumerevoli grazie di quell' au- tore ? Dove una versione di Demostene , dalla quale si possan raccogliere tutti quei modi di forte e vee- mente eloquenza , operatori un tempo di cosi grandi prodigi? (i) Noi adunque consigliamo colore ai quali il gravoso ufficio del tradurre non pare ingrato, che non si stolgano dai grandi scrittori ; perche la patria si giova assai piu ripetendole (pianto in quegli an- tichi sta scritto , di quello che inoudandola colle inezie dc' posteriori pel solo amore di un po' di cleganza. (i) La versione del Giaconielli non e per certo da te- nersi a vile ; nia tonsiderata dal lato delle eleganze del dire, e da quello dell' eufonia , chi afiermcra die gl' Ita- lian! non possano aver di incglio ' La versione poi del Cesarotti e senza dubbio assai pregcvole in (juanto alia fedelta dei concetti, e ad una certa forza che ben s'addi- ccva air ingegno del tradnttore : ma qui si considcrano lo stile . le frasi , Ic parole. 8 DELT-E OPERE DI SINESIO E fra Ic moltc inezie cleganti noi poniamo 1' En." comio dclla calvezza da cui comincia il volume del sig. Angelelli. 11 buon Sinesio risponde con questo e- Xovvrat ov pa^vp,oc; che dinotano quella ordinaria e quasi negligente cura che alcuni sogliono aver delle cose , e nel caso presente e proprio il contrario di coloro i quali, non contenti di pulire e acconciare ogni giorno i capelli , tenevano sempre un ago od un pettine all uopo di ncttarli e comporli ogni qual- volta ne avevimo il dcstro. Noi dunquc crcdiamo che la vcrsione potrebi)e farsi come segue: Mi prese per- cid desiderio di lodare coloro che sono studiosi dclla chioma ,• i quali , sollcciti della bcllezza , e faccndo grandissimo conto dc capelli , non se ne pigliano gicl una cnra ordinaria , ma tengono sempre in essi lai cotal ago , col quale , ecc J'ag. :i-, hn. 3. Gli Spartani certamente molto si curarono della capellaturuj ondc quci trecento , i quali 12 BELLE OPEKE DI SINESIO soli fra tutti li grcci si combatterono col re , sedepansi prima dell' aspra c grave battaglia , iiitesi ad accon- ciarsi la chioina. Aoxyn §e ^loi seal Aaxe^ai^ovioL (172 oifJ-s^stv ry roiy'rv Ttpdy^aroq, dl Tore tixovtsc; Trpo r??c f^(^X^i^ "^^C ^tsydA^Q te xal deivy^Q , ors fjbbvoi 10V EX/i'Tlvov e^eX/lov ^e^ecr^ai ^aaiXea, rpi(x,7eo(noL rov dpi^[Mv oWeCi exd^i^vTO dffxwreQ rd(; KopbaQ. Anclie qui presso a poco si possono ri- petere le osservazioni gia fatte al periodo precedente : perche 1' andaniento n' e tutto cambiato , e modi a modi sono sostituiti senza necessita. II periodo greco e di bellissinia forma : comincia da uii enunciazione o sentenza, poi soggiunge la prova con una si grande chiarezza die il concetto si trasforma in immagine. Forse X eccellenza del testo sarebbe meno svisata dicendosi : E mi sembra che anche i Lacedemoni ne tcnessero molta cura^ i quali gid tempo, essendo in procinto di quclla grande e terribil battaglia, quando soli fra tutti i Gieci, in numero di trecento, stavano per ricevere il re, pur sedevano rassettando la chioma (i). Pag. 29 , lin. 20. lo che sono calvo del capo , ne al tutto inesperto dell arte di favellare , ed ho materia tanto maggiore, quanta ho faconditd minore di Dione , perche non faro prova di me mcdesimo e de miei ar- gomenti opponendomi a lui , a fine , se io pur possa , di riversare nei chiomati ogni vergogna? lEi ^e adyo (paXaxpoi; elpi^ xal ^vvapai /Lsretv^ 9cal rb itpdy- poj ry Tcpdy^iaroQ '7t7er acqiiistarne un eseniplare. 2 1 3 ) Rausaton-nasir we nnshetol-chatlr , cioe il giardino di chi bada e la ricreazione dell' animo dAbdolaziz al-Kasci, raccolte di storiette, aneddoti c versi tanto arahi die persiani. 214) Uyunol-esser fi ghazewat Scid Rehia we Ma- dher, cioe i fonti dei monumenti nelle vittorie del Profcta ( verbalmente del Signore delle Tnbu Rehia e Madher) d' EbU-feth Mohammed Ben Mohammed celebre sotto il nome d' Ibn Seidon-nas, 2i5) Al-Khamis fi ahwal enfcson-nefiss , cioe la quintessenza ddle cose della piu preziosa ddle crea- ture animate , vale a dire di Maometto , dd Giu- dice Hussein Ben Mohammed di Diarbekr morto nel 960 ( 1 552 ) , opera encomiata dall' Hagi Calfa come una ddle nnoniatissime per la biogratia del Profeta. iNon improbabile e la congettma comunicatami dal suo chianssimo e dottissimo possessore che sia qudla medesima opera , una copia della quale ha servito Ui iondamento al famosissimo inganno del Vclla. 216) Tohfetol-ahbab biyumni mulk 3Iissr min el muluk wen-nuwab , cioe il dono degli amici nella benedizione ddl' Egitto per mezzo dei Re e dei Go- vernatori di Mohammed Ben Ynssnf Al-I(hilaf,- storia del Governatori dell' Egitto sin all' anno 1124(1712). 217) Bighietol-mustefid fi achbar medinedl-Zebid cioe quel che si desidera chiarito nella storia ddla citta di Zebid, di Vegiheddin Abdorrahman Ben Ali , conosciuto sotto ,1 nome iX Ibnor-rebii ^ storia stima- tissima non solamente della citta di Zebid, ma di tutte le dinastie che hanno regnato neU'Arabia Felice. 218) Al-feth al wehbi ala Tarich il Otbi , cioe 1 apertura gratificante deHa storia dell' OtbL ; com- iTicntario ddla storia celeberrima ddl'O^^i, chiamata Jemmt , la (piale per lo stilc e riputata cohie la prima l8 LETTERE SUI MANOSCRITTI ORIENTALI tra le storie arabe , non altrimenti che quella del Fqssaf come la prima tra le persiaiie. 219) Scegreton-naamaniet , cioe T albero (genealo- gico) cli Naamaii, vale a dire la genealogia e biografia diEbiHanifc^ il primo del quattro Imami ortodossi. Tra i geografi due insignissime e rarissime opere sono : 220) Kitab assarol-bilad we aklibarol-lbad , cioe il libro dei monumenti dei paesi e delle storie de- gli uomini ( servi di Die ) ; geograHa di Zaccaria el Kazwini, la cui storia naturale Ageaibol mekhlucat, ovvero maraviglie delle creature, assai coiiosciuta per gli estratti che furono dati nell' Autologia araba di Silvestre de Sacy ed altrove , e ugualnieute posse- duta dal sig. cav. d' Italinsky 221) in bellissima copia , siccome ancora la sopra mentovata geografia che le va compagna in bellezza di carattere e nei pregi della materia. 222) Ewsahol mesalik ila maarifetil-boldan wel- memalik , cioe la strada la piu evidente alia scienza dei paesi e regioni , di Sipahi sade. L' aiitore tra- dusse r opera geografica di Abulfeda in turco, e ne ridusse il contenuto in ordine alfabetico , cosicche e propriamente 1' Abul Feda ridotto in dizionario. A proposito di dizionario e di storia convien no- minare qui 223) II dizionario bibliograiico di Hagi Calfa, intito- lato Esatnii Kutub , ovvero i nomi dei libri , del quale S. E. possiede un compiutissimo esemplare aumentato di alcuni articoli aggiuntivi dopo la morte dell'autore. 224) Due beUissimi esemplari del Camus ( stam- pato ultimamente a Calcutta e a Costantinopoli ). 225) Un opera enciclopedica poetica di sette scien- ze intitolata Dunil-meknun fi scba fwiun , cioe le perle ben nascoste uelle sette scienze di Mahmud Ben Ahmed Ben Elias ^ morto nel 912 (]5o6). Vi si tratta in sette capitoli delle figure rettoriche , delle canzoni ed altri oggetti di poesia che m' in- ducono a nominarvi le principali opere poetiche di questa ricchibsima collezioae, Tali sono : E PARTICOLARMENTE ARVBI. Iq 226) Lo Sciahnanic di Firdewsi, 227) II Diwano del Motcnehbi, 228) II DiwdiLO \^ Ibiiol-faredli, 229) II Goiiimcritano della Lmniet ( tradotta dal Pocockc) del To^hrajl, ed 230) II Diwano dell' atitichissimo poeta arabo/A«oZ- ctchtaL Era quosto , come ce lo insegua la grande Enciclopcdia di Tasch Koprisade intitolata m/tehos- scadct, cioe la chiave dclia fclicita , rivalc dci due pm graa poed del primo secolo dcU'Egha, cio(i deir Ibn Genr c del Fcrasdtk , amenduc morti ncl- 1 anno no (728). Si divisero quesd tre poeti Ic pretensioni al priniato deUa poesia araba , come di JJOi 1 loro successori Y Mu Tenuim od il Bokhcri fui- che loro fu tolto il primato dal Motciiebhi. Ecc'o lo parole dell' Enciolopedia teste citata : «: I dotd (di quel tempo) sono sLid d' accordo nell' asserire clie non eransi vedud ( fin allora ) nell' Islamismo pocd come quest! tie : il Cerir, il Fcresdik e YAchtal... (i) 1 nomi di questi tre poed erano tutti sopranuon.i dati per burla : Genr vuol dire carezza ; Feresdik, bri- cioctta di pane bruciata, c Achtcd , chi paila presto e }>orbottando. L' Euciclopedia aggiugne il sopran- nome di Feresdik essere stato dato a questo poeta dal suo contemporaneo rivale Y Achtal. IIo \anto piu creduto di dover essere mirmzioso su quesio poeta, quantoche era meao fmora conosciuto ia Eu- ropa; e preziosissimo in verita e questo suo divaao la cm scrittura e carta attestano cziamUo la grau- dissima autichita del codice stesso. Un estratto del- l^c^^aZ aggumtovi il poema famosissimo encomieo *ieVl« Mcri Ben Yussuf Ben Ehihekr Ben Ahmed Hanbali. 243) Rausatol-fassehat , cioe il giardino dell' elo- (lucnza di Zeiucddin Ibnos-serrasie Mohammed Ben Eliibekr Ben Abdol-Kadis ul-hanefi. Passo sotto silenzio 22 IvF.TTKRE SUI MANOSCRITTI ORIENTALI , CCC. p;li altri rettorici e grammatici in parte gia niento- vati prccc(lcntcmeiiU\ Cosi pure tacero degli astro- nonii, astrolo2;i, matematici e chimici, e nomino fra i nicdici solamente i principali : 244) Kitab tibhun-nubuwi , cioe il libro della mo- di ciua del Profeta , di Sceick Achmed Ben Abdullah Ben Ahmed al-hafiz d Issfahau. 245) Minhcff,ol-scwi wel minhelol rewi , cioe il canunino piano e la fontana copiosa nella medicina profetica dello Seiud; tratta come il precedente della medicina secondo le tradizioni del Profeta. 246) Al-moglmi fi tedbiril-emras , cioe quel che basta nel trattamento delle rnalattie dellt) Scclh Ebil- Uassan Said Ben Hebetollah Ben Hassan. 247 ) Takvimol-ebdan , cioe la rettiPicazione dei corpi d' Ebil-Hassan All Ibnol-gezlet : conticne tutta la medicina ridotta in tnbclle. 248) El-umdet fd Kohl, cioe la colonna nel trat- tamento delle rnalattie d' occhi d' Ibn Ibrahim detto Al-missri. 249) Al-moghni, cioe quel che basta, commen- tario del canone d Avicenna. / 260 ) II commentario del Mugiz , cioe del com- pendio del canone di Avicenna. L' autore del Mugiz e Alaeddin Ali al-Karsci , e \ autore del commentario il Karzoni. Nella prima mia lettera ho gia fatto meuzione del preziosissimo volume di pitture indiane delle quali e possessore il sig. C. Italinsky, parlando di quelle possedute dal sig. marchese Trivulzio e dal sig. cav. Enrico Wellesley. Notabilissimo e il ritratto di Timnr fatto come 1' accenna 1' iscrizione persiana o per un principe del saugue o da un principe stesso del san- giie ; il die noii dee recarci meraviglia, noto essendo che pill d'uno dei principi discendenti da Timur ha coltivato con grandissimo successo la poesia , la pit- tura e la calligraHa ; e di tutte queste tre arti si hanno bellissimi csempi in questo rarissimo volume. 23 M. Vitravd Pollioius architectura textii ex recensione codirnm cmcndato cum cxercitadonibus notisquc no- vissiniis Joamus PoixNi ct commentariis varionim , additis nunc piimnin stiidds Simords Stratico. — Udni, 1825-1827, apud fratrcs Rlattiuzzi , vol.1, part. I € II., vol. II , part. I , in 4.° — Prezzo cornplcssivo io5. 12 italianc , in ragione di cent. 5o per ogiu foglio di testa e per ciascuna tavola in leffio , € lir. I per ogni tavola in rame. Gli escm- plari in carta velina costano il doppio. K ciragosto del 1826 la Biblioteca Italiana annunzio il Discurso preliminare a qucsta edizione : e stiniando clie al prinio volume, allora gia stain j)ato, dovesscro sollecitamente segiiitarc gli aiai , anaunzio che non farebbe parola dell' opera, se non quando fosse per- venuta al suo line. Ma come \ impresa esige piu tempo che all' cstensor dell articolo non era per avventnra scmbrato , cosi non vogliamo tardare piu oltre a dir (jualche cosa intorno ai volumi dati fuori sin qui , ed a congratularci iimanzi tutto coi fratclli Mattiuzzi e coi Direttori di questa splendida e di- ligente edizione. Tutta r opera si comporra in qiiattro volumi , e conterra : i ." Le esercitazioni vitruviane di Gio- vanni Poleni gia starapate , e quelle inedite di Si- mone Stratico; 2.° II teste vitruviano restituito alia pristina sua integrita secondo le osscrvazioni critiche del Poleni, dello Stratico, e principalmente del pro- fessore Pontedera , col soccorso di codici c di ma- noscritti degni di fede; 3.° Tutte le note del Filan- dro , ed alcune scelte dal Barbaro , dal Salmasio , dal Laet , dal Perrault , dal Galiani , dall' Ortiz c dagli altri receuti interpreti di Vitruvio , frappo- stivi gli aniplissimi comnicuti di Giovanni Poleni c 24 J*!- VITRUYII POLLIONIS ARCHITFCTURA. CtC. di Siinone Stratico ; 4.° Le ultime esercitazioni del Polcni , ossia la novissima sua collezione di opu- scoli d' alcuni autori i quali illustraron Vitruvio ; 5.° Le ultime esercitazioni di Simone Stratico ; 6.^ II Icssico vitruviano del Baldi colle osservazioni del Poleni e di altri , e i vocaboli italiani e francesi cor- rispondenti ai termini tecnici; 7.° L' indice generale delle cose e delle parole di Vitruvio , e di quelle che si contengono nei commenti ; 8.° La corrispon- denza epistolare intorno a Vitruvio del Poleni e dello Stratico con chiarissimi personaggi , fra i quali distinguonsi il Muratori , il Maffei , 1' Havercamp , il Fabricio, lo Zeno , il Zanotto, il Manfredi, il Ga- liani, il Bottari , il Temanza , T Ortiz ecc. Oltre di che r edizione sara ornata di circa cento venti tavole in rame e duecento ligme in legno. Dall anno 1825 sino al presente i signori Mat- tiuzzi pubblicarono una meta di quanto hanno pro- messo , e noi saremmo a ragione accusati di negli- genza se volessimo tardare piu oltre a far conoscere com' essi adempiano lodevolmente 1 assunto impegno. La prima parte del primo volume si conipone di 3ii pagine , e ci mette innanzi un commentario critico del Poleni intorno alle edizioni dell' opera di Vi- truvio , a' suoi editori , e ad altri che in qualsivoglia modo spiegarono od illustrarono quell' autore , con alcune osservazioni dell' editore intorno a questo commentario del Poleni : poi una lettera del celebre Morgagni sopra un luogo di Vitruvio spettante alia medicina : poi la vita di Vitruvio scritta da Bernar- dino Baldi d' Urbino colle note del Poleni : appresso un compendio dell' arclutettura di Vitruvio scritto da anonimo autore, e comentato dal Poleni: quindi un' epistola di Claudio Tolomeo nella quale si tratta di una nuova edizione da farsi dei libri di Vitruvio: poi ancora gli elementi d' architettura raccolti da Enrico ^Totton: gli scamilli impari vitruviani nuova- mente spiegati da Bernardino Baldi : la voluta jonica di Vitruvio finor perduta ed ora restituita da Nicolao M. VITRUVII POLLIONIS ARCIIITfiCTURA. CtC. 25 Golclmanno : il motlo di formare accnratamcnte la voluta c il capitcllo jonico secondo i precetti di Vitruvio niostrato dal pittorc Giuseppe Salviati : le illustrazioni di Gio. Battista Bertano intorno ai luo- glii dilTicili ed osciiri dell' opera jonica vitruviana : la dissertazione del P. Bonaventura Cavalieri sui vasi teatrali menzionati da Vitruvio nel capo V del libro quinto: e.finalniente il trattato del Kirker in- torno alio stesso argomento. Questa prima parte e ricca di diciassette tavole non che del ritratto del- r autore. La seconda parte poi nelle prime loi pagine ci presenta la prima esercitazione dello Stratico , nella quale si discorrono le cause della diflicolta che si incontra studiando i libri di Vitruvio ; Y utilita di tale studio, e 1' eta nella quale visse Vitruvio; poi si parla di Leon Battista Alberti , di Polifilo , e di quelle cose che Ciaudio Tolomeo propose siccome acconce ad illustrare Vitruvio. Di qui poi coniincia il testo vitruviano , che in 221 pagine di questa seconda parte, e in altre 248 della prima parte del secondo volume s'inoltra lino a tutto T ottavo libro, accompagnato sempre da abbondantissime note , e ornato di ben cinquantatre tavole parte in rame e parte in legno , secondo la promessa dei diligenti editori. La stampa e in 4.*^ grande, con bella carta e bei caratteri , condotta con tipografica diligenza : e si promettono in Ime delF opera i foglietti da inserirsi dovunque per avventura sara trovato un qualche crrore importante. Esponendo per questa guisa quanto finora si e fatto dagli editori, e quanto prometton di fare, noi abbiamo avuto in animo di tesser loro un encomio che non abbisogna di altre parole. Questa edizione e senza dubbio la piu compiuta di quante se ne conoscan fuiora , siccome quella che in se raccoglie tutto qucllo che intorno a Vitruvio hanno scritto nellt) spazio di oltre sessant' anni il Poleui e lo Stratico , non che il liore di quanto in ogni eta / 26 M. VITRUVn POLLIONIS ARCHITEGTURA. etC. fu pensato da uomini intelligentissimi della materia , e versatissimi nello studio di questo autore. Sono tanti e si svariati gli oggetti dei quali egli tratta ne' suoi dieci libri , che non e meraviglia se i tilo- logi , gli eruditi , gli artisti e i scienziati trovarono tutti materia da potervisi esercitare : donde crebbero in tanto numero i comenti e le illustrazioni di ogni genere , che si rende malagevole non pure lo stu- diarle , ma ben anche il conoscerle tutte. H perche poi gia v' ebbe in Italia chi fece avvertiti gli edi- tori , esservi alcune opera intorno a Vitruvio da loro non accennate, e nondimeno credute utilissime a somministrare qualche giovevole schiarimento : e noi non dubitiamo che i diligenti editori non lasce- ranno , per quanto ancor possono , di trar profitto da qnellavviso. Tuttavolta la loro stampa e si ricca di note e dilucidazioni , che pochi vorranno desi- derarne da vantaggio ; n^ forse le mancheranno se non quelle recentissime opinioni le quali non rice- vettero ancora il sigillo dell' universale approva- zione. La Biblioteca Italiana ha gia dichiarata piu volte la sua opinione intorno a Vitruvio ; e battendo una via di mezzo fra gli apologisti e fra i detrattori di lui , lo ha considerato e lo considera come uno scrit- tor classico , un buon conoscitore della scienza ar- chitettonica, un autore in somma degnissimo d' essere studiato dai letterati non meno che dagli artisti , ma non perd un vero e sempre credibil maestro nell' arte. Considerato come precettore d' architettura, Vitruvio e spesse volte pericoloso , talvolta ancora evidente- mente fallace : risguai'dato poi come un amatore deir arte , egli e senza dubbio un buon osservatore e giudizioso e fdosofo, da cui, in mancanza di altri libri antichi piu profondamente pensati , si possono attingere importantissime coguizioni. Tale e il giu- dizio che il nostro Giornale porto mai sempre di Vitruvio e de' suoi dieci libri : nel qual giudizio venne recentemente a confernjarci 1 opera del signor M. VITHUVII POLLIONIS ARCHITECTURA CtC. OlJ Valadior (i), tlclla quale puo loggers! un estratto ncl toiiio 46. ^ quatlerno di giugiio 1827, pag. 3c 5 tli qucsta Bibliotcca , e dove si "fa manifesto the le proporzioni architettonichc proposte da Vitruvio non corrispondono a quelle dei grandi edilizj romani de piu bei tempi , e che le sue dottrine non sono per conseguenza una sicura norma per raggiungere r eccellenza degli antichi. I\Ia noi non abbiam tolto a parlar di Vitruvio , bcnsi delia splendida edizione che i Mattiuzzi ne vengono publ^licando : ed a questa vogliam ricon- durre le nostre parole. Ne della bellezza o del pre- gio dobbiamo piu mover discorso dopo quello che gia ne abbiam detto ; perocche , a ridurre le molte parole in una , stimiamo che questa edizione nella sua parte letteraria , dov' essa non otterra lode di perfetta , accusera piu presto la manchevol condi- zionc di ogni opera umana , che la negligcnza di chi la dirige. Ma ben si possono dire alcune cose in- torno air utilita che pud derivarne. L' opera di Vi- truvio , come che possa in qualche modo appartenere ai iilologi e quasi ad ogni classe di eruditi , dev' es- sere nondimeno considerata siccome un libro di ap- partencnza degli architetti e degli artisti. Ma quanti sono gli artisti, e specialmente gli artisti pratici, ai quali si possa credere familiare il latino vitruviano, intorno a cui si combattono qualche volta anche i filologi di professione ? Noi pertanto stimiamo che senza ima versione a fronte non possa mai credersi di dillondere questo autore nelle mani di coloro che piu ne hanno bisogno : e la versione del Galiani gia era in pronto , ne forse poteva aver d' uopo se non snlamcntc di (jualche ritocco o di qualche nota t[ua e la per mctterla tC accordo colle nuove cmen- dazioni del tcsto, Forse taluno dira clie \ edizione (i) Ricerclie delle piii insigni fabbriche di Roma antica e sue adjacenze, misurate nuovanieiitc e dichiarate dal- 1 architttto Giuseppe Valadier ccc. 28 M. VITRUVII POLLIONIS ARCHITECTUEA etC. non si e fatta soltanto per Y Italia , ma per tutte le colte nazioni : e noi lodiamo il consiglio, purche ne sia conceduto che prima di tutto dovea provvedersi al bisogno dei nostri , mentre V aggiunta della ver- sione non avrebbe punto diminuita 1' utilita che tutto il resto del mondo puo trarre dalla parte latina del libro. Oltre a cio 1' edizione e ora a mezzo il suo corso , e gia la spesa oltrepassa le cento lire italiane : di sorte che quando essa tocchera al suo termine sara di tanto valore , che poclii artisti potranno ac- quistai'la ; e pochissimi principalmente fra i giovani che nel corso dei loro stud] piu ne avrebbero d' uopo. II Vitruv-io e tal libro che per la sua propria natura riesce dispendioso , volendo il corredo di molte in- cisioni : e pero un editore che si proponga di ren- derlo piu universalmente diffuso,dee, per quanto e in lui, studiare come si possa diminuirne , non gia accrescerne il prezzo: e quindi la magnilicenza tipo- grafica contrasta direttamente collo scopo dell' im- presa. A gettare lo sguardo sopra i volumi dei signori Mattiuzzi apparisce visibilmente che qui non s' e pensato a risparmio : noi lodiamo la bella edizione , ma non possiamo trattenerci dal dire ch' essa poteva riuscire in un tempo medesimo e bella ed utile , se i signori Mattiuzzi si fossero contentati a quella bel- lezza che non aspira al nome della magnificenza. Se il testo , per modo di esempio , si fosse stampato col carattere delle note ( ed e veramente un ca- rattere assai bello e chiaro del genere lettnra) , il libro poteva ridursi a due soli volumi. Fra le note poi ve n' ha un buon numero le quali spendono molte parole a mostrare errata la lezione del testo , e cio mostrano con tanta sicurezza da non lasciare al- cun dubbio. Queste si potevano risparmiare , ponendo nel testo la sicura emendazione e notando tutt' al piu la variante emeudata. Cosi. per dare nn esem- pio, ove il testo dice in pelagus eduxit classem potea stamparsi in pelagum, e scrivere sotto = alii: in pe- lagus (Pout. )=^ risparmiaudo moke righe di nota. / M. VITRUVII rOLLlONIS ARCHITECTUKA CtC. 29 E con cio non solamentc si sarebbe diniimuto non poco il immero delle note e la mole del libro , ma restitueudo il testo alia sua giusta lezione se ne sa- rebbe renduto piu comodo lo studio a que' molti che non amano di conoscere gli antichi errori , ma le nuove emendazioni. Finalmente crediaino che una parte non picciola di quegli scritti che occupar deb- bono oltre una meta della stampa , e n' aumentano di tanto la spesa, potevansi escludere dall' opera , tpiando il discorso preliminare attestava gia a tutti , che gli editori gli ebbero innanzi agli occhi nclla loro impresa , e nel corso dell' opera potea trarsene a luogo e tempo quel probtto di cui fosser capaci. Noi prendianio in esempio 1' epistola del Morgagni intorno a quel luogo del libro primo spettante alia medicina. Gli editori con ottimo consiglio sostituirono alia vecchia lezione qucUa che il ceiebre professore propose , poi dissero in una nota che di quella cor- rezione van debitori al preclaro ingegno del Mor- gagni , toccando anche il ragionamento da cui egli fu condotto a quella emendazione. Chi non dira che quella nota fosse sufficiente , e che 1' epistola del Morgagni riferita per intiero non sia qui fuori di luogo? Di questa guisa potremmo assai facilmente venir mostrando che il sig. Viviani allargando alcun poco ( se cosi volevasi ) il suo Discorso ptcllmiiiare , avrebbe potuto risparmiare agli associati almeno una terza parte di tutti gli scritti tinor pubblicati come accessor) a questa edizione. Noi voglianio ripetere ancora una volta che non intendiamo con cio di de- trarre alia splendida impresa dei signori Mattiuzzi , meno poi alia diligenza con cui la vengono avan- zando; crediamo che questo loro Vitruvio meritera di essere allogato in ogni Biblioteca fra i raonumenti migliori della moderna tipogratia ; ma solo abbiam poste qui alcune nostre considerazioni le quali ci furono suggerite, scorrendo la loro edizione, da (juel desidcrio sincerissimo che noi avreamio di vcdcrla diiTusa nell' universale. 3o M. VITRUVII POLLIONIS ARCHITEGTURA etC. E tutto cio in quanto al testo. Discendeiido ora a parlare delle incision! , ci diiole veramente il dover coufessare ch' esse non corrispondono punto ne alia nostra aspettazione , ne alia magnificenza dell' opera , ne al bisogno degli studiosi. Innanzi tutto noi cre- devamo di rin venire in questa edizione tavole affatto nuove e diligentemente condotte , ma vi trovamrao in vece le antiche , imitate per sino nei loro errori ; di sorte che in questa parte il Vitruvio dei signori Mattiuzzi non ha punto di vantaggio sugli altri, ma e condannato a mostrarsi tuttora in que' miseri cenci dei quali vestironlo i precedenti editori. Che anzi alcune tavole copiate dalle altre edizioni non raggiungon neppure il pochissimo pregio dei loro esemplari. TaU sono per esempio la tavola V co- piata dair edizione del Perrault , ma piu debole deir originale : la tav. XllI tolta dal Labacco , ma di miiiore bellezza: la XIV copiata dal Perrault, se non in quanto manca delle mensole nella cornice del frontone , ed e incisa meno lodevolmente dcl- r originale : la XVI copiata anch' essa dal Perrault, e notevole essa pure per la stessa mancanza delle mensole , non die per una debolissima incisione : la XXIII tolta alia stessa fonte , ma inferiore all' e- semplare principalmente nelle foglie dei capitelli : la tav. XXIX a cui manca, in confronto dell' esem- plare del Perrault , la prima membratura del corni- cione , ossia la corona : la tav. XXXIV somministrata pure dal Perrault ed incisa piuttosto lodevolmente, ma lasciata mancante degli ornati nel fregio. In alcune tavole poi si ravvisauo alcuni errori di dise- gno che debbono offendere ogni occhio alcun poco esercitato : di che noi pigliamo in esempio le prime due nelle quali si trovano due figure poste a sosteguo di un architrave , ma considerata la positura de' loro piedi, e l' angustia , anzi la quasi totale mancanza della soffitta , si fa evidente ch' esse non re^gono punto il peso a cui son destinate, e quasi ozioso ornamento , lasciano die i' architrave sorreggasi non M. VITRUVII POLLIONIS ARCIIITECTUKA CtC 3 1 si sa come. In generale poi le figure sono quasi tuttc mal disegnate e mancanti di grazia , e le in- cisioni sono cccessivamente deboli ; i quali difetti divengono poi tropjio pin insopportabili quando s' incontrano nelle incisioni in legno gia per se stesse mal degnc di cosi splendida edizione. In complesso potrebbe dirsi che nella parte llnor [)ubblicata le tavole veramente lodevoli si riducono a pochissinie, e noi quasi vorremnio ridurlc a due sole ( la XXXV e la XXXV B. ) , ne crediamo che il nostro giudizio ■possa parer severe a chiunque principalmente con- sideri la molta bellezza tipografica a cui queste ta- vole erano in obbligo di corrispondere , se si voleva che r opera iosse tutta d' un nierito eguale. 62 PARTE 11. SGIENZE ED ARTl MECCANICHE. Coinentarj astronomici della Specola reals di Napoli, dl Carlo Brioschi , direttore della medeslina , j}Jo- fessore d astronomia nelV Universitd reale , socio dclV Accndemla rcale delle scienze di Napoli , e della Societd astronomica di Loiidra. Vol. I. — Na- poli, 1824- i.826 ,tipografia nella Pictd de' Turchini, in 4.° di pag. viii e ao8 , con cinque tavole in rame. I I nuovo Osservatorio di Napoli e per la felicita del clima in cui e costituito, e per la magiiilicenza della fabbrica , e per \ eccellenza delle niacchine delle qiiali e fornito deve annoverarsi fra i piu iii- signi d' Europa. La prima pietra ne fu posta sin dal novenibre dell' anno 18 12, ma solo sul finire del 18 19 vi fu intrapresa una serie regolare d' osserva- zioni. Queste , in virtu de' regolamenti , debbon es- sere pubblicate di mano in mano coUe stampe ed inviate ai principali astronomi d' Europa a spese dei fondi dei quali la munificenza del re ha dotato lo stabilimento. A norma di si provida e generosa disposizione negli ultimi mesi dell' anno 1826 e venuto in luce, per opera del direttore signor Brioschi , il primo volume della raccolta d' osservazioni col titolo Co- inentarj astronomici, ecc. Questo volume e diviso in due parti delle quali la prima e consecrata alia descrizione dell' Osservatorio e delle macchine in esso contenute, la seconda contiene una considerabile quantita d' osservazioni fatte dal 17 dicembre 1819 a tutto r anno 1820. COMKNTARJ ASTIIONOMICI DI C. BRIOSCIII. 33 Fra le colline che circondano la vasta Napoli e ne formano il rinoniato cratcre, sorge nella parte scttentrioiialc , tlccliiiando alquanto vci'so oriente e poco lungi dalla villa reale di Capo-di-Monte , la , tollina nominata di Miradois c da alcuni anche di Minadois celelire fra i punti di piu ridcntc e variata prospettiva, e su di cssa , iiel luogo denoniinato la JRiccia, d cdificata la Specola rcale. L'autore ci fa una poniposa , ma iion esagerata , descrizione dcH'anienita del sito c dell'amjjiezza dell orizzonte che di la sopra si apre alio sguardo dell' osservatore ; ma ad onta di tutd questi vantaggi egli non osa affermare che il luogo fosse il piu opportuuo per la fondazione d' un Osservatorio astrononiico. « Se da una part«^ , egli dice , 1' orizzonte interamente libero , la solidita del suolo , la distanza dai cittadini tunudti odVivano pregevolissimi titoli alia scelta , dair altro 1' uniidita , 1' esposizione alia violenza del- r austro , senipre grave di marini vapori , che ren- douo inalsaua la dimora, la distanza dall' abitato e gl' incomodi che ne sono la consegnenza , dovevano pure essere valutati e far pensare a scelta piu con- veniente , abbandonaudo il volgare pregiudizio che alcuni gradi di pii^i o di meno d' orizzonte libero , ed un centinajo di metri piu o meno d' elevazione siano di gran niomcnto pei progressi deH'astrononiia. » Queste giudiziose riflessioni d' una persona del- r arte potranno riuscir utili a chi si trovasse nel caso di dirigere la costruzione di qualche nnovo Osservatorio ; d' un' utilita poi piu generale sono le sue considerazioni suUa prefcrenza da darsi agli stronicnti a livello mobile sopra quelli a livello fisso, ai cjrcoli moltiplicatori sopra quelli che non niolti- plicano, ed alle macchine a grandi dimensioni sopra quelle di niinore grandczza. Lc sue idee sopra quest' ultimo argomento meri- tano tutta I' attenzione dcgli osservatori e dei mac- clunisti; e pcrcio lc riferiremo qui rolle sue stcsse parole: « Che che siasi delto da taluui ariclici , al Bibl. ItuL T. XLIX. 3 34 COMENTARJ ASTRONOMICI parer de' quali mold astronomi si sono troppo facil- merite piegati, io sono ben lontano tlal pcnsare che non si possano costruire istromenti cli dimensioni molto niaggiori delle ordinarie, per esempio , circoli interi di sei ovvero otto metri , ed anche pin , di diametro. La difficoita principale che nasce dal cara- biamento di figura che soffrono gV istromenti pel loro proprio peso si puo in gran parte togliere im- piegando ferro nel costruirli, il quale, non so per quali buone ragioni, sia ora cosi poco usato in tal genere di lavori. Essendo il ferro , come e noto, piu rigido delF ottone , resiste molto piu di questo al cambiamento di figura. In molti modi si po- trebbe formare con grandissima solidita tutta I os— satura o scheletro dello stromento senza un peso eccessivo , ed in quanto alia divisione , questa po- trebb' essere soltanto in gradi segnati sopra chiodetti d' oro fissati nella periferia di ferro del circolo , ovvero, il che forse tornerebbe raeglio, potrebbe nella stessa periferia praticarsi per ogni grado un foro di circa un centimetro di diametro , ed inca- strarvisi tissamente un dischetto di cristallo , sul quale fosse segnata la divisione , die riuscirebbe agevolissima a leggersi applicando posteriormente ad essa la luce. Le suddivisioni del grado poi si po- trebbero ottenere col mezzo di viti micrometriche o con altri simili artilizj. Del resto se mai il cam-, biamento di figura fosse sensibile , potra sempre un abile astronomo determinarne Y influenza sulle os- servazioni , o , vogliam dire , la correzione da appli- carvisi dipendentemeute da questa causa nelle posi- zioni varie dello stromento. » Quest' ultima considerazione e tanto piu giusta in quanto che anche negli stroraenti di mediocri dimen- sioni dei quali i moderni astronomi fanno uso comu- nemente, I'effetto della flessione dei cannocchiali e dei circoli e bensi piccolo, ma non di tale piccolezza che nelle piu fine ricerche si possa negligentare ; ed appunto alia ricerca dei metodi i piu opportuni a ^ DI CAULO BRIOSCIII. 35 determinare un tal elcnicnto si sono rivohi in que- sti ultimi anni gli stud] dei piu valcnti osservatori. Fra qucsti si e dislinto il nostro autorc, il quale in un infcro paragrafo ha prrso ad analizzare e discutcrc un tal argonicnto in niodo si cliiaro e precise , che nulla lascia a desiderare. Dicdc prin- cipalnientc occasionc alle sue indagini F aver avver- tito clic Ic distanze dal vertice dellc medcsimc stelle prcsc con due circoli nioltiplicatori esistcnti ncU'os- scrvatorio di Napoli , sebbenc di egual forma e di- mensionc e costrutti dal medesimo artefice, il celebre Rcichenbach , presentavano delle discordanze che cadevano per lo piu nel verso medesimo , e che percio non potevano attribuirsi agli errori acciden- tali cd incvitabili dclle osservazioni. Per esaminare piu niiuutaincnte il fenomeno cgli si procure una seric di distanze dallo zenit distribuite per inter- valli prossiniamenle eguali , dallo zero fmo ai no- vanta gradi, niediante le quali formo una tabella delle dilFcrenze risultanti dalle osservazioni fatte ai due circoli. Egli riconobbe allora che 1' eccesso delle wne sopra le altre ( omessa V ultima osservazione troppo incerta per esser fatta in vicinanza dell' oriz- zonte ) andava da — i",t5 a -4- ^",79 c che poteva esscre rappresentato con molta approssimazione dalla formola a , i5 sin DZ. Ma la quantita cosi determinata cmpiricamente non era che la diffcrenza fra due altre che rimanevano ancora incognite , e che non pote- vano cssere riconosoiute se prima non si stabiliva con qualche fondamento di probabilita 1^ causa da cui erano prodottc. Riflettcndo allora sul modo con cui il tronco obbiettivo dei oannocchiali di ciascun circolo viene bilanciato dal contrappeso , giudico che r unica via per escii'e (tall inccrtezza e per rin- venire qualche spiegazionc soddisfacente c gcnerale, era di sottoporre a miinito esame, coll ajuto dell' espe- I'ienza e del calcolo , la flcssione a cui sono soggette le varic parti della macchina. Poichc nei circoli niol- tiplicatori costrutti sul primo sistcma del Rcichcn- 36 COMENTARJ ASTRONOMICI "^ bach (i) il mezzo e I'estremita del cannocchiale verso r oculare sono fissi e forniano un solo corpo coll' ali- dada, la flessione non puo cadere che sul tronco che si stende dal centro all' obbiettivo e sulla pic- cola porzione del tubetto scorrevole che porta T ocu- lare. La prima poi viene ad essere coraposta di due parti , r una immediata e propria del troiico suddetto, 1' altra proveniente dal cedere dei raggi del circolo interno alio sforzo che fa il disco centrale per ruo- tare intorno al suo asse in virtu del peso della meta posteriore del cannocchiale. Al piegamento del tubo aveva tentato di riraediare 1' artetice col mezzo d' un contrappeso applicato in modo del pari semplice ed ingegnoso; questo pero, come rileva il nostro autore, non rimedia che parzialmente alia prima flessione e nuUa alia seconda. Aesai pii\ piccolo dei ])rece- denti e 1' elFetto del piegamento del tubetto dell' ocu- lare , il quale oltre a cio , operando in un verso op- posto , tende a diminuire 1' inclinazione dell' asse ottico reale del cannocchiale, all' asse ideale che avrebbe luogo ee non esistesse la flessibilita delle parti. II signor Brioschi entra qui in un esame analitico di tutte le forze che concorrono a produrre i suc- citati efFetti , e partendo dalle equazioni proprie delle curve elastiche giiuige ad una espressione finale della flessione , la quale contiene , oltre le quantita che ei possono desumere dall' immediata misura e dal peso delle diverse parti, la quantita costante che rappresenta la forza elastica dei pezzi da esaminarsi. A determinar questa si valse di varj artifizj che lungo sarebbe il voler descrivere, e che consistono (i) NegU stromenti del Reichenbach di piu recente co- Struzione veggonsi generalmente entrambi i troiichi del cannocchiale liberi alle estremita e distaccati dall' alidada. Se questi fossero perfettamente eguali in diinensione ed in peso , 1' effetto della flessione vei-rebbe da se stesso ad elidersi. DI CAIILO BRIOSCIir. Sy nel trovar modo d' applicare a ciasciin pezzo , che abbandonato a se stcsso s' inflette pel proprio peso , una forza egiialc e contraria che ne distrugga la gravita. Oticmito cio, non ebbe piu che a misurare o col mezzo d' un livello , o dirigendo il cannoc- chiale sopra un oggctto terrestre , lo spostamento che succede nelF uno o nell' altro allorche alterna- tivamcnte si lascia operare , o ei elide Y elTetto del peso dc' pezzi suddctti. In una ricerca tanto importante e dalla quale do- veva dipendcre 1' esattezza di tutte le sue osserva- zioni celesti 1' autore non voile ommettere di veri- fjcare i dati ottenuti da questo metodo fondato sui principj della meccanica , facendo uso del metodo ottico gia da altri con buon successo adoperato; il quale si riduce al paragone che si fa delle distanze dal vertice di oggetti presi vicini all' prizzonte , ed osservati direttamente , con quelle ottenute osser- vando r angolo conipreso fra 1' immagine diretta , e quclla riflessa da un fluido stagnante. E chiaro che per tal modo ottenendosi il doppio dcU' elevazione deir oggetto sull' orizzonte , si ha un valore che e libero dall' errore della flessione , giacche questa e necessariamente la stessa nelle due situazioni, nelle quali il cannocchiale era prima elevato e dopo de- press© d'uno stesso numero di gradi per rispetto air orizzonte. Risolvendo cosi il problema per diverse vie T una meccanica , V altra ottica , e percio affatto fra di loro indipendcnte vcone egli ad ottenere una confenna della piccola quantita che rappresenta Y cfifetto della flessione delle varie parti dell istromento , e nello stesso tempo giunse a dimostrare due teoremi, ge- ncralmente ritenuti come veri dai fisici , ma che per anche non erano stati comprovati con esatti espe- rimenti, cioe i.° che la leggc della riilcssione della luce e indipendcnte dalla natura e dalla densita del corpo rillettcntc , cssendosi trovata cgualc in due fluidi tauto fra loro divcrsi quali sono I'acqua ed 38 COMEjMTARJ astronomici il mercurio ; a." che i' eguaglianza dell' angolo d'inci- denza all' angolo di riflessione non e una semplice approssimazione, ma una eguaglianza perfetta, almeno entro quel liniite di precisionc al quale possiamo giungere nella misura degli angoli col mezzo de' piu squisiti stromend (i). (i) Allorche il signer Brioschi s' occupava ia tali esami noil conosceva le analoghe ricerche die s' istitnivano dal celebre signer Bessel astronomo di Conigsberga , appog- giate ad un principio ottico proposto dall' ingegnosissimo professore Causs e fecondo di bellissime applicazioni. L'ac- cennato principio consiste in cio che V immagine d'un punto posto al fnoco d' un obbiettivo, ed osservato a qualsivoglia distanza dalla parte dell" obbiettivo medcsimo trovasi costan- temente nella direzione deU'asse ottico, ossia della linea che passa pel centre ottico dell' obbiettivo e pel pnnto suddetto. Posto cio, se si collocano due cannocchiali muniti d'un re- ticolo al rispettivo fuoco, posti prossimamente orizzontali e rivolti r un contro 1' altro in mode che 1' immagine dell' in- tersezione de' fili dell' uno coincida coll' intersezione de' lili deir altro osservata sotto 1' oculare , e certo che gli assi ottici de' due cannocchiali non formeranno che una sola e medesima linea retta. Ora se tra 1' uno e I' altro si col- lochl il circolo del quale si vuol determinar la flessione , e con esso si misuri l' angolo compreso fra le immagini dei due reticoU suddetti , e chiaro che supposta nulla la flessione dovrii quest' angolo risultare di i8o gradi preci- samente. Se poi quest' angolo si trova di alcuni secondi maggiore o minore dei i8o gradi, sara 1' eccesso o il di- fetto la misura del doppio della flessione pi-opria dell'istro- mento. Questo metodo e della maggiore comodita e preci- sione; giacche da un lato nulla agguaglia la nettezza colla quale si osserva 1' intersezione de' fili a traverse d'un buen obbiettivo, massime se si avi'a cura che la lore immagine si pregetti sepra un piano ben illuminate , e dall' altro le osservazioiii danno iramediatamente il doppio del valor massimo della flessione cercata senza dipendere da alcuna riduzione. Esso fu esperimentato in questa specola di Mi- lane , ove essendo state applicato alia verilicazione d' un bellissimo circolo astronoraico moltiplicatore di i8 poUici DI CARLO BRIOSCni, 89 Conosciuto cosi qucsto nuovo ed ceeenziale ele- mento per ciascnno de' due circoli moltiplicatori , il sig. Brioschi ha potato con plena Hducia far uso dcUe sue copiose osservazioni , die non omniisc mai di corrcggere dall elletto della flessione , rite- nendo eh' essa dccresca nella ragione dei seni delle distanze dal vcrtice. La prima ricerca alia quale cgli si rivolse fa cpiella dcllc rifrazioni astronomiche, delle quali trovo con- veniente il premettere una nuova analisi matema- tica , fondata sui dati piu certi che la moderna fisica somministra. Fra gli elementi dai quali la rifrazione atmosferica dipcnde il piu diilicile ad assegnarsi e quello della diminuzione del calore a diverse ele- vazioni. L'autoi'e auche in questa parte ha potuto appoggiarsi alle sue stesse osservazioni e dire io fid; giacclie in due ascensioni areostatiche eseguite 1" una a Padova il 22 agosto dell' anno 1808, 1' altra a Brescia nell' 8 settembre 18 10 ebbe 1' opportunita d' osscrvare il decrcnicnto del calore competente , la prima volta ad un' altezza di ben 8000 metri , e la seconda ad una di 1200. Da qucsti e da altri analoglu esperimenti egli e coudotto a stabilire la cercata diminuzione , sup- posta unifornie, ad un grado centesimale per ogni 490 metri d' elevazione ; il cjual valore sostituito nella formola che esprime la densita dell' aria ad di diamctro costruito nell' Istituto politecnlco di Vienna , ha dato dci risultamcnti soddisfacentissimi. Si riconobbe in questa occasione clie il metodo del Bessel poteva ren- dersi piu semplice col sopprimere 1' uno dei due cannoc- chiali di «!pia, dirigendo la visuale dell' altro sopra un oggetto terrestre posto a grande distanza e prendendo poi col circolo r angolo compreso fra 1' oggetto stesso e 1' im- magine del filo del cannocchiale fisso. Speriamo che fjnesto semplice ccnno potni bastare a dare una chiara idea dcl- r uno e dcir altro metodo , e potra servire di norma agli osservatori che volcssero csperimentarli. 40 COMENTARJ ASTRONOMICI una data altezza , conduce ad una formola esponen- ziale , il cui esponente non differisce che d' alcune parti centesime dal niimero intero 5. « Ora Y in- certezza , egli dice , che resta nella legge adottata e nella quantita della diminuzione della tempera- tura, permettendoci d'alterare alquanto senza scru- polo r esponente trovato = 4, gSy , noi lo farenio eguale esattaniente a 5. » Con quest' artificio , del quale s' era gia valso V ab. Venini nelle sue ricer- che sulle livellazioni baronietriche ( V, Memorie deiristituto nazionale italiano, vol. I, p. I, pag. 897), il sig. Brioschi semplifica notabilmente la formola che da il diil'erenziale della rifrazione ; e giunge poi ad integrarla ed a ridurla a forma assai comoda al calcolo numerico, sostituendo ad una funzione anali- tica, composta di termini molto complicati, un'altra piu semplice e che si fa coincidere colla prima in di- versi punti della variabile principale. Non puo pero ncgarsi che silTatte soluzioni appoggiate a fortuite coincidenze di certi valori numerici, se riescono co- niode in pratica, vengono necessariamente limitate a casi troppo particolari e mancano di quella nitidezza che forma il pregio delle soluzioni analitiche piu generali. Quanto alia costante della rifrazione , dalle prime osservazioni delle- stelle egli la dedusse di 60 ",4 1 , e su questo dato appoggio la costruzione delle tavole; ma raettendo poi in computo un molto maggior numero d' osservazioni trovo la costante stessa , ossia il valore di = 60", 28 , posta I - a la pressione haroraetrica metri 0,76 e la tempera- tura zero. Con queste formole di rifrazione e colle tavole corrispondenti termina la prima parte del volume. Nella seconda parte si trovano in primo luogo le osservazioni originali delle distanze circommeridiane dallo zenit fatte coi ripetitori, tanto di stelle quanto del sole con tutte le riduzioni convenienti. In una specola nuova uno degli elementi piu importanti da Bi G.VKLO ]:niosciii. 41 stabilirsi c la latitudine : a quest' opgetto furoiio piincipalmeiite dirctte le osservazioni suiiimcntovate , e con esse ha potato assicurarsi no Dopo que' prinii tentativi la litografia non fece presso di noi verun progresso. Che lavori di nes- suna gloria per 1' arte dirsi debbono le circolari che litograficanieiite imprimevansi nel Ministero della guerra del gja regno d' Italia , ne quelle che ven- nero poscia imprimendosi co2;li stessi torch j litogra— fici trasportati in questa I. R. Stamperia. Ma dappoi- che in Parigi T arte sollevossi ad altissimo grado, e pervennero a Milano le vaghe e spiritose composi- zioni di Vernet , Bourgeois, Michalon, Isabey e Vil- leneuve uscite da quelle piu insigni officine , qui ancora ridestaronsi il gusto e I'ardore per si fatto genere di stampa. E ben tosto alcuni de' nostri piu celebri disegnatori vi si cimentarono avendo eglino ottenuto di prevalersi de' suddetti torch] dell' 1. R. Stamperia. Ma sia per difetto de' necessarj ordigni, o sia per inesperienza nel nietodo del disegnare , o qualunque siane la causa , 1' arte anche in quest' epoca non fece presso di noi che pochissimi avanzamcnti. Ne lunga e pi'ospera vita ebbe la litografia qui pure dal signor Giovanni Ricordi stabilita nel i8i8 per Timpressione della musica, giacche col fatto si co- nobbe ch' essa era assai meno economica della stampa che suolsi sul piombo eseguire. Ad onta di tante difficolta e de' poco fortunati espe- rinienti, non venue meno il coraggio nei nostri ar- tefici e negli amatori dell' arte. Di fatto non ando guari , che ben cinque officine litografiche furono fra noi stabilite. E pel primo nominar dobbiamo il sig. Giuseppe Vallardi , proprietario di un ricco e floridissimo negozio di stanipe, e non volgar cono- scitore di varj oggetti dcU' ani belle per quella pra- tica che in lui venne dal lungo ed esteso suo traffico in ogni genere di stampe , di libri e di pitture. Egli pertanto divisato avendo di congiugnere la litografia alia gia sussistente sua calcografia, voile innanzi tutto conoscere i migliori istituti che di quest' arte trovansi MTOCn.VFIA MILANESE. 67 in Vienna , in Monaco ed in Parigi , ondc vie nieglio apprendcrnc il inetodo ed i procedinienti, e reudersi siciiro di un px'ospero snrccsso. Procurossi quindi d;illa Baviera un corrcdo di pietre litoj^raficlie , e si prov- vidc di tutt' i migliori ordigni. Al line pol di fornuue quasi una scuola ed averne pronti ed esporii allievi, chianio a se da Parigi un abilc stanipatore , il sig. R. Bregeaut , gia noto per varie sue iniprcssioni di tal fatta e per un libro da lui pubblicato col titolo di Manuel llthographe, clie in Francia ebbe favoie- vole accoglimento. E gia da piu mesi il sig. Vallardi, coir opera di buoni disegnatori, alunni delle due Ac- cademic di Milano e di Venezia, va facendo nella sua officina eseguir composizioni di ogni gcnere, che ci sono scnd)ratc assai pregevoli, ma ch' egli lia divisato di uon pubblicarc se non allorquando ne avra un tal nuniero di escniplari da potcrnc fare un trailico ono- rcvole, sicuro c continuato. Ci vicn detto cli' egli abbia intanto rivolte le sue sollecitudini alia carta, inamoso
  • cu (Pr. 5 fr.) e di (pial- chc opuscolo sugli affari della Grecia , scritto in greco antico colla traduzione francese di contro. 68 API'ENDICE Jahrbiicher dcr Literatiir. Annali della letteratura. Torno 44.°, ottobre , novembre , dicembre. — Vienna , 1827, Ceroid. Contenuto. I. Rassegna di sessantatie opere di lette- ratura orientale ^ conclusioiie. II. Storia de' principi della Casa di Svevia (der HohenstaufFen ) e del loro tempo, di Federico De-Raumer ^ conclusioiie. III. Continuazione della rassegna dell' opera i Sette mart, tomo 7.°, il quale con- tiene la grammatica persiana coll' aggiunta della poetica e della rettorica e delle materie grammaticali che vi spettano. Leggesi ancora un cenno preliminare del correttore cav. Giuseppe De-Hammer , ed un altro del relatore sul me- desimo tomo 7.° IV. Anonymi Belae Regis Notarii de gestis Hungarorum liber. Textum ad fidem codicis merabra- nacei bibliothecae cassarese Vindobonensis recensuit , pro- legomena et indices addidit Steplianus Ladislaus Endlicher. V. Poesie postume di Matteo nobile de Collin , scelte ed accompagnate da una prefazione biogralica da Giuseppe De-Hammer. Alessandro e Dario, tragedia di Fr. de Uechtritz, con una prefazione di L. Tieck. Melpomene , ossia suU' in- teresse tragico , di M. Enk. Foglio d' annunzj , N." XL. i." Perle per servire alia storia deirAustrla sotto la Casa di BamlDerga ( Babenberg ) tratte dagli archivj di Monaco, con alcune osservazioni suU' investigazione dei documenti in genei'ale i continuazione. 2.° Descrizione e dichiarazione dei bassi rillevi che sono sulla facciata del duomo di Cremona. Versione di una lettera del signor De Hammer all'estensore dell'Antologia di Firenze. 3." Notizia sopra tre siglUi di tre ordini religiosi e cavalleresclii stabiliti in Vienna , cioe dei Giovanniti , dei cavalieri dello Spirito Santo e di queUi di Sant' Antonio ; e sopra la pietra se- polcrale di Jaroslavo di Sternberg, il vincitore dei MogoUi. PARTE ITALIANA. PARTE II. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. LETTERATURA E BELLE ARTI. Prose di Salvatore Betti. — M llano , 1827, per Qio. Silvestri ( Vol. 209 della Bibliotcca scelta ), in 16.", di pag. 283 , lir. 3 italiane. 1 1 Monti iliede una grandlssima lode al signor Betti , afTerniando che in lui veggiamo rh'ivere lo spirito e l' elo- quenza del suo grande maestro ed amico Giidio Perticari: e clii vorrii contraddire al Monti? Noi direino soltanto che molte lodi si danno ai giovani , le quali aspettano di essere confennate dagli anni, e parecchi si son lasciati allettare alia presunzione di far rivivere il Perticari, ma di quella sua maschia eloquenza non han potuto ritrarre se non il colore : Nimiuni ne crede colori. Gran parte poi del presente volume e occupata da un dialogo contro al romanticismo, e da una lettera a Cesare Lucchesini tradiittore di Pnidaro, che va tutta anch" essa in assalti al romanticismo. Questa scuola e giudicata assai leggiermente dal signor Betti nel suo dialogo, nel quale si combattono gli abusi e le strane dot- trine di alcuni pscudo-romantici, anzi pseudo-letterati, ma non si tocca il midoUo della quistione. II romanticismo italiano ha senza dtilibio alcnne parti clie possono e comlmttersi e deridersi, ma n' ha alcune eziaudio le quali non si lasciano abbattere dalle invettive che molti sostituiscono alle ra- gjoni. Quando si considera la poesia romantica siccome la pocsia dei tempi, quando i romantici dicono di cantare fatti nazionali, e trattarli in modo che destino sentimenti accomodati alle nostre opinioni , alle nostre credenzc , ai nostri bisogni , che cosa risponderemo col dialogo de! signor Betti alia mano ' Questo e il puato al quale sa- rebbe oinai tempo di ridurre la lunga c nojosa quistione 70 APPENDICE del romanticismo : e sarehbe mestieri cJie un qualche forte iiiiresino si levasse in Italia inseffiiando ai nostri scrittori fjual sia la storia da cui potranno cavare soggetti intcres- santi e frattuosi ; e qnal parte degli antichi ornamenti si ]->ossa adattare a questi novelli soggetti e qnal no f, e donde se ne possano trarre di nnovi ; e con qual ragione e mi- snra applicarli. Singolare poi n" e sembrato il consiglio del signor Betti , che da una traduzione di Pindaro trae argomento di una nuova invettiva contra il romanticismo : perclie in tutto il regno delle lettere non vediamo alcuno scrlttore piii manifestaniente roniantico di quel greco. Etrli cantava fatti nuovissimi •, e dalla storia nazionale e dalla religione ancor viva traeva argomento di ammaestrare i concittadini : e perche quella religione era gia deturpata da molte brutture , egli non accarezza gli errori del popolo accreditando coUa sublimita de' suoi canti le favole inven- tate o dalla malignita o dalla superstizione , ma levasi anzi arditamente a combatterli , e li riprova con grande coraggio, e pone quella nobil sentenza che degli Dei non vuolsi parlare se non onorevolmente. Che diremo poi del giudizio ch" ei fa di wi Manzoni ? e dell' oscura sua prosa rimata? La Bihlioteca dobito di afFermare gia tempo, die il romanticismo italiano non puo vantarsi per anco di alcun grande componimento •, ed ha detto eziandio che i nostri romantici hanno con mal consiglio cacciata di seggio la mitologia prima di averle sostituito un lin- gnaggio che valga a distinguere la poesia dalla semplice prosa. Ma il Manzoni, chi puo confonderlo con quella schiera che si afFanna indarno di rlpararsi sotto il suo gran nome ? II signor Betti si appella a tutti colore che in queste cose hanno anima e orecchio: ma, se il giudizio di tutta la nazione e valevole , la sentenza e gia pronunciata. La nazione ammira quella oscura prosa rimata , e la nazione val pill del signor Betti. Chi non si maravigliera dunque di veder ristampato in Milano questo assurdo giudizio intorno a cotant" itomo ? i PARTE ITALIAN A. '^\ Raccolta di pocti classici ttaliani antichi c moderni. --^ Milano , Ii5:i5-l8ii7 , dalla Societd tipografica de Classici italiani, in oi° Prezzo cent. 60 italiani per o> 18. 28 la. 20 Kcttiiiclli. ScriC , c 1' Erode di L. Scevola , tragedic . . >• 2. Sa — — Caro. Encide di Virgilio , vol. due » 6. o5 4. 10 Casti. Melodrammi giocosi » 3. 13 — — Cesarotti. Pocsie di Osiiaii , vol. quattro „ 9- 89 6. 65 Guidi. Poesie » 2 i5 i. 5o Granelli. Sedecia , Wione Siracusano, tragcdie » 2. 60 — — Guarini. II Pallor iitlo m i. 56 — Mallei. La Rlcrope col Fcinia di Pier Jacopo ^Alartcllo . » a. 5a — — Aletastasio. Opcre dramniaticlic , volnmi quattordici . . . « 38. a8 — — Alonti. Tragcdic, vulumi due, edi^. riveduta dall' Autore » 4. 1 2 — — Parini. Poefic » 3. 09 2. i3 Pelrarca. Lc lUnic , rivcdute dal profess. Marsaud , vol. due » 6. 84 4. 4$ Pindemonte (Ippolito). L'Armiuio, c la Polisseua di G. E. Niccolini , trage. 2. 7a — — rinderaonte (Gio.). I Caccanali, e la IVIcdca di Ce?are dclln Valle duca di Ventigiiano , tragedie >> 2. 24 — — Foliziano. Lc Stariite , 1' Orfeo , ecc » 1.66 Sanazznro. Arcadia » 3. 3o Tasso. L'ArainlJ , prci-cduto dagli Sciolti del cav. V. Monli >■ 1 . 80 ■ La Gcrusalvmnic , vol. due 6. 3o ■ llime sceicc » 2. 02 Tassoni. La Secchia Kapita » 3. 64 Varano. Giovanni di Giscala , ed il Ciulio Cejare di An- tonio Conti , tragedie » a. 96 ^— ^ Viaioui >■ 3. — Zrno (Apo^tolo). Audroniaca , Nitocri, melodrammi, con due Oraiorj » 3. 08 I. i» a. 40 — — 4- 20 1. 35 a. Ai 72 APl'ENDICE c notabili pre»i. E invalso appo iiiolti tie' nostrl tipografi il costume di vantarsi di lunghi e minuti riscontri colle anticlie stampe degli autori ogiii qualvolta si accingono a dariie una nuova edizione ^ ma troppo spesso ci accadde di vedere die la fatica non aveva oltrepassati i coiifmi della promessa , doade si veggono ripetuti sempre alcuni crrori contro de'qnali la buona criticaha gridato gia da gran tempo. Ma di queste vane promesse non troviamo esempio ne in tntta la Collezione delle opei'e classiche del secolo XVIII , ne in qnesta Raccolta di poeti italiani. Fra gli ultimi v' ha I'Anguillara stampato in sei gentili volumetti sopra T edi- zione fatta in Venezia I'anno iSga da Bernardo Giunti , riscontrata perpetuamente coll' altra pur di Venezia , ma procurata dal De Francesclii nel 1575. Chiunque vorra confrontare questa edizioncina con quelle che vanno d' or- dinario per le mani di tutti vedra facilmente com' essa ne sia di gran lunga migliorata. Anche le Rime del Guidi pubblicate dopo 1' Anguillara sono anch' esse un bel volu- metto, stampato con grande amore e con ottimo success©. Dantis Alighcril epistoloe qiice exstant cum notls Caroli WiTTE, athencei veneti et academianan Hyperboreo- Romance ^ Flojimontance, quce Vihone Valenda, Se- pultormn, qiice V olaterris floret , etc. socii. — Patavii, 1827, sub signo Minerpce ( Vratislauice , ccpud edit.), in 8.°, di pug. 107. Noto era gia il valore letterario, e note erano le cogni- zioni nella storia dell' italiana letteratura del sig. JVitte , il quale per un sentimento di gratitudlne ha dedicate al veneto Atenep queste lettere di Dante , da lui raccolte e corredate di annotazioni. Gia da molto tempo il celebre monsignor roiitanini espresso aveva il suo voto che le lettere dell'Alighieri si pubblicassero una A'olta unite , onde formar potessero un complesso prezioso di notizie e un nuovo ornamento alia gloria di quel grande. Compajono adunque ora per la prima volta insiem raccolte , e molto nieglio emendate di quello die lo fossero nei varj libri in cui trovavansi sparse. Si duole il dotto collettore che poche sieno, mentre il Boccaccio, a noi piii vicino di Dante sol- tanto di mezzo secolo, attesta nella vita del poeta di averne vedute raoltissime. PAnTF, IT\LI/VN\. 73 Non Inscio il dilipontissimo cditore rli visitare Ic prin- cipali liiblioteclie d' Italia e cli trarne anclie i piu piocoli fraiiiincnti , o T originale latino di qualche leitera di ciii noa erasi vodiua se nou die la versione italiana. Bcnclie duhliioso su r incerta fcdc di Francesco J'llelfo , piu-e nella sua dt'dicatoria al veneto Atcneo die serve di prefazione, non lascio di riferirc i principj di alcune lettere clie presso il Filclfo si lejigono , e die probabilmentc a Danle non appartengono. Nove soltanto sono le lettere genuine raccolte dal Witle, alle <(uali se ne aggiugne una apocrifa, di tui ragioncreino in appresso. Le due prime noa sono die principj tli let- tere •, la terza non e die un franimento riferito da Leonardo Arctino, die credesi appartenere ad una delle lettere die 1' esiile poeta scriveva agli aniici suoi. Belle sono le prefa- zionciiie preuiesse dalP editore a ciascuna delle altre lettere , e ne niostrano la sua erudizione, e quanto nella storia civile e leiteraria d' Iinlia egli sia versato. Copiose poi sono le note, le quali o presentano le varianti di alcuni codici, o dichia- rano i noiui e le qualita delle persone cui le lettere sono di- rette, o trattano ancora di passaggio qualche punto dell' ita- liana letteratura. Noi assentianio, per eseinpio, coU' editore intorno al significato delle parole strmo culliopeus, die egli contra il dottissimo Ciampi sostiene altro non essere die il linguaggio poetico piii nol)iIe. Rldonda di dottrina la lettera quarta , diretta dall' esule Dante a Messer Cino da Pistoja ; ma assai piii iinportanti ci senibrano quelle die seguono , perdie tutte apparteiienti a suhlimi e politici ar- gomeiiti. Isella quinta scrive il poeta a tutti ed a ciascuna re d' Italia ed a' senatori di Roma, a duchi, marcht'si, conti ed a tutti i iiopoli , afTinclie colla convenevole reverenza, deponondo gl' inicjui spirit! di partito, ricevano 1" inipera- tore Enrico di Lucemburgo ; ma sgraziatamente di questa lettera non trovasi se non se la versione italiana, dalla quale pero si raccoglie di' essa scritta fu originalmente da Dante in latino. Nella sesla, della quale si presenta 1' ori- ginate latino accompagnato dalla versione italiana , tratto dalle reliquie della bildioteca di Murano , Dante scrive air imperatore medesinio, invocando la sua venuta dalle sponde del Po verso il centro dell" Italia , non in nonie 8U0 soltanto, nia di tutti i Toscani die bramano restituita la pace all' Italia. Nella settinia Dante si iadirizza cou 74 APPENDICE patriotico zelo ai cai-tllnali italiani, affinclie non lascino cho phi a lungo si trattenga fuori d" Italia la sede pontiricia \ e neir ottava con un amico che padre appella, forse perche sacei'dote , discorre sul malvagio stato cui ridotti erano i Guelfi , della pace avvenuta tia i Pisani e i Lucchesi , e del suo ritorno in patvia, del quale pero non crede ancora giiuita r epoca fortnnata. Pi'eziosa oltremodo riesce la let- tera nona diretta a Cane Grande della Scala , nella quale si spiegano uiolti passi oscuri della Divina Conimedia: e qui il dotto editore fa giustamente le maraviglie , perche giovati non se ne siano i numerosi interpreti e commen- tatori di Dante. Yero e che alcuiii dubitarono della genui- nita di qaesta lettera, e tra gli altri lo Sco'ari; ma I'edi- tore prova con buone ragioni che quella lettera, non tanto per r anticliita dei codici , qnanto per la convenienza coi sentimenti del Boccaccio e coUe relazioni stesse di Dante coUo Scaligero , pu6 credersi genuina ed autentica. Non cosi e della decima ed ultima a M. Guido da Polenta , signoi'e di Ravenna , la quale si dichiara manifestamente apocrifa , perche vi si tratta di una legazione di Dante presso i Veneti per parte di un principe del partito Guelfo, la cui data ancora e dubbia , perche se veramente fosse del 1 3 14, non poteva aver luogo qnella legazione, e se la da-ta vuoisi anteriore di due anni, ridicole diventauo le coagratulazioni che nella lettera trovansi fatte ad un prin- cipe che pill non lo era. La lettera e italiana , ma nella elocuzione totalmente si stacca dai geniiini scritti di Dante, e quiiidi sembra parto piuttosto di un pedante o di un impostore del secolo XVI : oltre di cio vi si incontrano i titoli moderni di eccelso e di serenissimo , e si attribuisce a Virgilio un verso di Claudiano , il che Dante non avrebbe fatto giaramai. Meritevole di raolta lode e certamente 1' editore di que- ste lettere, e lode merita altresi Tedizione di esse elegan- temente eseguita. Sermoni sacri in terza rinia di Cian Carlo di Negro. Parte secoiida. — Geiiova , 182^', dalla tipografia Pomhenier, in 4.", di pag. 118. Di Gian Carlo di Negro . delP amove in che tiene le lettere e i letterati , della sua cortesia , de' castigati siioi TARTE ITALIANA. ^5 versi noi abbirimo pail.Tto , sono or.i presso a trc anni- ( T. 37, mar7o 1825, pag, 327). Dovcmlo al presente anniinciare la seconda parte de' suoi Sennoni Sacri , pos- siaino per conseguenza esscr lirevissimi , senza mancare ne alia stiina , iie alia loile dovnta alP Aiitore ; perocche s" intcnde (jui ripetiito qiianto allora ne valse dl introdu- ziono al nostro discorso, c ci basta di aggiuiigcre die in c|nesil miovi Sermoni, gcneraluiente parlando, si accop- piano ai progi de'' primi alcuiii , per cosi dire, liiini poetici , die in (|nelli forse lasciavansi qualche volta desiderate. Noi vogliaino per saggio jiresentare ai nostri lettori 1' ana- lisi del Serinone intorno all' amor di Dio. L'Autore pone in sul principio la sentenza die T ainore ond'ei canta e strada sicura al regno dell' eterna felicita. Qidiidi un celeste ardor, un so^rumano ro!er I' alma c invade ^ e monda il core D' ouni terreno dtsiar profano. iddio ama Ic umanc creatnre e lore promctte un bene ini- mutabile quando vogliano riamarlo. Oh come in petto esser dovria scolpita Si dolce lesge , prezioso pegno A noi largito di honta infnita! Ma cieco I' uom , di un tnnto bene indegno , / tesori del del pone in non cole , E al male, ahi tristo ! il cor volge e I'ingcgno. L'Autore tocca quindi gl' immensi beneficj da Dio all' uomo inipartiti, e la soave sua legge , e il premio die promette a dii vorra osservarla , poi esce in queste parole : Ep\>ur , (/' (imore invcce , e sprezzi ed onte Hd tuttodi quest' ultu maestade , Quasi non fosser le sue leggi conte. E del iizio calcnndo ognor le strade Osuim , spergiuri alki fede promessa , Far empio gioco della sua pietcuie. Ma Dio mai non si stanca : egli non cessa A qiifinti ritiiuie il mondo abitatori D' nprir le fonti di sua grazia istessa. E la colpa di qnesto disamore e tanto piii grave in quanto die r uomo , se andie a Dio si volgcsse con tutto il cuore, non |)otrel)be mai ne onorarlo degnaniente, ne second© i meriti retribuulo. L'Autore ae invita quindi a fare almeno 76 APPENDICE tutto quanto e da noi, con parole che meritano dl essere^ trascritte. A noi volge.ndo impietosito il ciglio Clemente escuserci nostra fralezza , Come tenero padre escusa il figlio. Pensier di cava speme e d' allegrezza E che vigor, se in Dio fidiamo , acquista , E ci bea d' ineffahile dolcezza ; E alia vita , che appar si bella in vista , Toglie il fallace incanto lusinghiero Che tardi le ingannate alme contrista. Cos) al fin 5 della grazia al lume vero Guidati , usar sapremo un si btl dono , E sottrarci dei sensi cd duro impero. ' ■ E giungeranno dell' Eterno al trono , Supplici e cable d' amoroso foco Le nostre preci ad ottener perdono, E finalmente ne suggerisce quasi Ja formola della preghiera colla quale dobbiamo rivolgerci a Dio : Gran Dio , lo vedo , enorme fu I' offesa ; Vol non curai che prima ainar dovea , Voi solo, o mia speranza, e mia difesa. Fu /' alma ingrata e si confessa rea , Ma pur osa implorar , sperar mercede , E scossa dal letargo in cui giacea Vi giura eterno amor , eterna fede, Chlunque si conosca alcnn poco di stile vedra facilmente a die alta e purissima fonte il sig. di Negro abbia attinto il suo , e come ne sia padrone. II desiderio di scrivere poesia popolare ( desiderio lodevolissimo sempre , ma piu poi in argomenti di religione ) ha indotto TAutore a tem- perarsi da quelle eleganze e da quei modi eminentemente poetici che mai non posson mancare a chi si e fatto succo e sangue di Dante. II sig. di Negro somiglia in questa parte al valoroso Ruggiero che necessitate a combattere colla sua Bradamante clie noi conosce fugge la vittoria , e fuggendola fa conoscere nondimeuo che, volendo, potrebbe ottenerla. PARTE ITALIANA. 77 Dclt Italia antica e dci Romani fino alia caduta dcU impcro d' occidentc , cenni stoiici del cav. Gio- vanni Tamassia. Edizione stereodpa. — Cremo/ui, 1827, Stereotipia De Micheli e Bellini, in i6.° di pag. 3o8. L' Antore presenta al pubblico questa operetta sicconie un' auipliazione di quella parte del suo Quaclro slorico del principtili popoli antichi, la quale risguarda T Italia. Questa dichiarazione la poniamo noi pure nel principio del nostro annuncio , si perclie oiiora la luodestia doirAutore, come anclie perclie, I'acendo conoscere riutenzioiie di lui, trae d' inganuo colore die interpretando forse troppo anipia- mente il titolo del libro si aspettassero inai indagiai piu profonde e piii minute di quelle che qui s' incoiitrano. A noi par di vedere che il signor Tamassia ha vantaggiato non poco anche in quello che dir si potrebbe arte di fare un libro : perclie veraineute la distribuzione delle materie h la piu acconcia ciie inai si potesse pensare , e i capltoli procedono tutti con soiuma chiarezza , tanto considerati in se stcssi , come avuto riguardo alle loro relazioni cogli altri e col tutto. Dopo un copioso ed accurate indice cro- nologico di 8toria italiana col riscontro de' fatti principal! in tutto il resto del mondo , 1' Autore ci presenta un as- sennato discorso sui primi abitatori dell' Italia in generale. Le opinion! piu celebri vi sono accennate con molta bre- vita e chiarezza , e giudicate colla superiorita di un uomo lontjino egualmente e dallo scetticismo d'alcuni critici, e dalle inganne\ oli inimaginazioni de' romanzieri. Egli cou- chiude assai candidamente, che degli anticlii abitatori d' Ita- lia e delle loro vicende a noi non pervenne notizia sicura; e cosi veraniente crediamo che parer dfebba a chiunque non si contenta di attribuire il nome di storia alle piii deboli congctture. Da quelle generali considerazioni Tegre- gio Autore si fa a parlare delle tre parti nclie quali era in antico divisa la nostra bella penisola , vogliamo dire della Gallia Cisalpina , dell' Italia proprianiente delta e della Magna Grecia , non die della Sicilia. La de scri- zione geografica di queste parti si attira la prima cura dell'Autore , quimli con chiarissima brevita ne accenna le politidie vicende, le invasioni degli strauicri, le varie divisioni in titta e provincie, le guerre, e tutte insomnia ^8 APPENDICE quelle vicissltudiai die precedettero ai tempi della gran- dezza di Roma. La storia poi di questa mirabil citta, dalla sua fondazione sino alia cadiita del suo imperio , vien rac- contata dall'Autore con quella diligenza e con quelF amore die rargomento desta natui-almente in ogni animo italiano. Alia storia succedono alcuni capitoli intorno alia religione, air arte della guerra e ad alcuni visi romani puljlillci e privati. In quanto alio stile potrebbe dirsi die I'Autore lo consideri sotto un aspetto piti ampio die raolti non sogliono. L' ordine e il moviraento de'pensieri, e le imniagini qua e la collocate attesiano clie I'Autore conosce che anclie la verita puo ricevere qualche preglo deU'esterna apparenzaj e il suo liljro, a malgrado di qualche neo in fatto di pu- rezza e precisione , si legge assai volentieri. Delia via Portuense e delV aiidca citid di Porto. Ri- cerclie dt Antonio Nibby , puhhlico professore di archeologia nell Universitd di Roma , in 8.° , di pag. ICO, con due tavole in ramc. — Roma, 1827, pei dpi di Angclo Ajani. Argomento degnissimo di ricerclie e di studio archeo- logico a noi sembra quello scelto dalf autore dell' opera che annunziamo. Egli senza dubbio e riusclto a spar- gervi sopra moltissima luce, mettendo a profitto la vasta sua erudizione e quella di altri dotti suoi coUeglii non meno che 1" opera di peritissimi professori. Egli prima di ac- cingersi a scriverne si e recato piii volte con si degni cora- pagni suUa faccia del luogo , ed osservando , misurando e confrontando tutti quegli avanzi maravigliosi colle antiche testimonianze degli scrittori e di altri monumenti , ne ha giudicato coUa maggior possibile esattezza e precisione. Incomincia in fatti dal rintracciare e stabilire ne' prati Mucii I'antica porta di Roma, per la quale usciva la via Portuense antica , ch' ei dimostra un poco piii lunga della moderna, indicando tutte le classiche rimembranze e le scoperte antiquarie da un capo all' altro di detta strada. II principio della fossa Trajana, in oggi Fiumicino, ove il Tevere si biforca, scorrendo parte per questo canale , e parte per I'antico alveo Ostiense^ e certainente il punto di quella strada il piii degno di alteuzione. Lnperocche e aota la quistione agitata ultiiuamente in Koma , se il PARTE ITALIANS. 79 Tevere abbia senipie sboccato nel mare con due foci o con una sola, e se la secomla sia stata scavata artiiicial- niente , e uiolto posteriorniente alia naturale per agevolare lo scarico delle aopie tiberiae iiel mare in tempo diuoii- ilazione , o per formarue im alveo piu regolare ed aLto alia navigazione. La sola ispezioiie locale del medesiiiio biforcamento liasterebbe a deciderlo artiilciale •, ma le te- stimonianzc degli anticbi scrittori sono tali e tante jjer r unico sbocco del Tevere in mare ne' primi tempi die iiiuno a considerarle saprebbe dujjitare di tal verita. Quindi il cli. Fea appoggiato a siniili ragioni tratte dalla «;opiosa sua erudizioue aveva gia dimostralo da alcuni aiuii die ii Tevere sboccava anticamente nel mare per un solo ed iinico canalc ; ed a questa opiaione del Fea olFre ora il Nibby appoggi piii numerosi e piii solidi. Mostrasi in latii che niuno prima di Kutilio Numaziano, il quale scrisse il suo viaggio burdigalese nel principio del quinto secolo, aveva indicate il biforcamento tiberino , come d" altronile lo accennano quasi tutti quei die scrissero dopo di lui, Etico, il Cosmoiirafo, Procopio, ecc. Ora da un passo di Plinio il giovine a IMacrino apparisce diiaro, ed il Fea fit il prime a niostrario , die Trajano scavo una fossa o canale atto a derivare la copia delle acque dal Tevere trasportandole pin speditameato nel mare. E quantunque non si faccia motto del luogo ove la fossa fu scavata, e assai facile e naturale il dedurloj ed ecco come a que' tempi fa aggiunio un nuovo sbocco alle acque del Tevere nel mare, il por- tuense cioe alF ostiense canale. II passo di Ovidio nel 4.° libro dei Fasti , ove descrive la nave die carica del sacro deposito della Dea di Pessinunte approda ad Ostia , ben- che male interpretato aatecedentemente da altri, riceve plausibile dilncidazione dal Nibby , e presenta conferma anzichc ostacolo all' opinione dell' unico sbocco tiberino d' allora. Si conclude perclo non potersi ammettcre se noa una sola foce orlginale nel Tevere; e tal essere stata sem- pre r Ostiense; e la seconda , ora detta di Finniicino , non essere piii antica dell' epoca di Trajano che la fece aprire. Sino ai bassi tempi queste due foci furono ugual- mcnte navigabili e navigate ; ma interrato il porto Claudio <■ ridotto a lago interno il Trajano verso il decimo secolo, si abbandono il nuovo canale Trajano, tornandosi a fre- qnentare il solo e piii antico canale ostiense sino al secolo 8o A P P E N D I C K XVII. In fine rinvenendosi niolto interrnto anche questo , e poco atto alia navigazione si penso a I'ipurgare e a ren- dere nuovamente navigabile il canale Trajano. La qual cosa tcntata in prima dal pontefice Gregorio XIII , fu con- dotta a fine feliceinente da Paolo V nel i6ia, come dal- 1' apposta iscrizione, coUa quale pero sembra die si voglia far credere quella impresa piuttosto nuova che rinnovata. E poiche si e nominato il porto Claudio ed il Trajano, dobbiamo ora dire qualche cosa sopra di essi , tanto piu che forniano la parte la piu essenziale del libro di cui parliamo. Nulla in vero poteva immaginarsi di piu utile alio sbocco del Tevere in mare , quanto lo stabilLmento di uno spazioso e sicuro porto , benche nello stesso tempo nulla comparisse piii arduo e difficile per la propria na- tura di quella sponda e di quel fiume. L' imperator Clau- dio , cui debbonsi tante altre magnificenze romane , concepi anche questa di stabilire un magnifico porto presso Ostia; ed udito il parere degli architetti , decise di aprirlo sulla sponda destra del Tevere circa due miglia distante dalla foce Ostiense coUa bocca verso settentrione foi'mata da due ostesissime braccia o moli arcuate e mirabilmente collocate. Dai passi di Svetonio, di Giovenale e di Dione si raccoglie die una parte del porto fu scavata dentro terra, che i moli vennero gettati in alto mare , e die avanti all' ingresso si fondo un' isoletta artificiale che sosteneva ua faro , come quello di Alessandria. La nave che porto T obellsco vaticano in Roma fu affondata nel mare per servir di fondamento a quei lavori. Non tardo a sorgervi d'appresso la citta di Porto, nella quale fu dedotta bentosto una co- lonia di veterani ; e quindi Ti'ajano dcdito ad imprese gi- gantesche non solo risarci questo porto, ma ne scavo un altro piu interno e piu sicuro di forma esagona, che quantunque in oggi ridotto a stagno , oft're ancora ben chiara la sua antica forma , giandezza c comunicazione coir altro porto di Claudio e coUa cosi delta fossa Trajana, Quindi appariscono immaginarie e mal fondate le opinioni di quegli eruditi die questo porto di Trajano indicate da tante iscrizioni , istorie e medaglie andavano cercando al- trove, in Ancona , a Civitavecchia e sino in Asia. Ed ap- punto in quella circostanza s' intraprese a scavare il nuovo canale oggi detto di Fiumicino, ed allora /ossa Tiberina o Trajana ■■ e cosi la citta di Porto divenne tanto piii illustre PARTE ITALIANA. 8 I con moltl edlficj , tempj e granai che vi fiirono eretti. Ma nelle l)arl)aiiclie iiuasioni dei Goti e nelle altre successive 111 tarito gia\ e il tiaano ch' cblieio a sollrire quella citta e i|iiel porto che il canale rimase quasi abbandonato e quindi in gran parte ostrutto. 11 poco commercio die vi rimase torno air antico canale Ostiense , uia con tanta dillicolta e cosl rrescente ciie di nuovo sul linire del secolo XVI e nel- r incoininciare dt'l XVII si penso a riaprire T antico ca- nale scavato da Trajano i ina non risorse percio T antica citta di Porto, i cui jniserabili avanzi giacclono tuttora de- serti. II Ligorio fu il ]irinio a publdicare un disegno del porto di Claudio nel i558, ma poco esatto perclie in gran parte imniaginarlo e non corrispondente alle rovine : poco dappoi ne fu dato un secondo dal Du Perrach coi medesimi difetti , poiche formato sulle tracce dell' altro. Delle due tavole in rame annesse all' opera del Niliby una e la pianta delle attuali rovine di Porto ; V altra e la pianta di Porto supposfo nel suo intero stato, rilevate ambedue dall'arclu- tetto Canina. A questa seconda e aggiuuta la pianta infe- riore e superiore , sezione c prospetto del tenipio di Por- tuuno esistente un tempo in quella citta. Memorie intomo alia vita ed alle opere dei due na- turalisti Werner ed Haily, lette alV I. R. accademia di sdenze, letter e ed arti di Padova nelle adunanze 19 maggio 1825 e 0.7 aprile 1826 dal socio attivo ab. Luigi CoAFlCLiACHj , professore ordiiiario di storia naturale gencrale ncll I. R. iirdversitd di Pa- . dova , ecc. — Padova, 1827, nella tipografia del Seminario. Memorie intomo alle opere ed agli scrilti del gcologo Scipione Breislak , lette all I. R. accademia delle scicnze , Icltere ed arti di Padova ncll adunanza del di ic) giugno 1827 dcdlo stcsso , ecc. — Padova, 1827, tipografia Crcscini, in 8.° Comparvero gia da qualche tempo alia pul)blica luce le Memorie intomo alia vita e alle opere dei due naturalist! fffrner ed Hauy, ed ora si aggiungono dall' autore mede- simo i|uelle intomo alle opere ed agli scritti del geologo Brtishtk. Dcgno era the quest' uiBcio renduto fosse a «iueoli BlUL Ital. T. XLIX. 6 8a APPENDICE uominl celebrl da an professore di storia naturale generale itallano, tanto piii che dei due primi poche notizie erano giunte sino a noi, e ninno ancora sparso aveva alcun fiore su la tomba del terzo , che con noi comune aveva la patria. Scritte sono le Memorie di que' tre grandi naturalisti in un modo assai chiaro e conciso , e del Werner si ac- cennano distesamente il carattere, la raaniera di pensare e le dotti-ine, le censure alle quali queste trovaronsi esposte e le difese che fatte ne furono ; e ben a proposito si os- serva che il Werner , lungi dal considerare i caratteri esterni dei minerali slccome distintivi, li ritenne piuttosto per descrittivi, con che si libera il suo sistema dalia jnaggior parte delle obbiezioni contra di esso lanclate. Se dal solo Werner deriva , secondo il Cuvier e la inaggior parte dei geognosti, la geologia positiva per quelle che riguarda la natura mineralogica degli straii, e se egli diede r origine alia geognosia, da esso riconoscer deesi a piii forte ragione operato 1' impulso che alia medesima egli impresse, principio felice, dice FA. delle Memorie, dei luminosi suoi progressi. S' interna questi nella dottrina delle formazioni e nella teoria dei filoni del Werner^ e in fine con varj dotti si accorda a chiamarlo il filosofo naturalista, il nuovo So- crate della mineralogia , 11 primo niineralogista del secolo, il creatore della geologia, ai quali vanii qnelli pni-e accop- piava di ottimo cittadino e di figlio amoroso della patria. Con eguale metodo sono stese le Memorie della vita e delle opere di Haiiy , del quale si notano i primi passi nella letteratura e quindi nella fisica, nella botanica, nella storia naturale e particolarmente nella mineralogia ; la grande scoperta da lui fatta della forma primigenia di cri- stallizzazione delle molecole dello spato calcare , donde nacque 1' ingegnoso pensiero di sommettere al calcolo piil rigoroso le leggi, giusta le quali le molecole dei corpi cri- stallizzabili si riuniscono per formare gl' inviluppi regolari che celano il nocciolo primitive , combinando con queste legffi la fio;ura e le dimensioni delle stesse molecole, il che produsse una teoria matematica che riducesi a formole analitiche, rappresentanti tutti i casi possibili, e la cui ap- plicazione alle formole conosciute conduce a certi valori per gli angolL costantemente uniformi sotto l' osservazione. Si nota pure T applicazione dall' Hauy fatta di un linguaggio PARTE ITALIANA. 83 sommampnte conclso , analogo a quello del calcolo alge- brico , alia indicazione delle diverse leggi die deterininano i cristnlli secondarj, coa die si compoiigono formole rap- jneseiitative dei cristalli; si notano il ritrovameato da esso fatto della legge di simmetria, e rapplicazioiie della teoria della cristallizzazione alio studio della mineralogia ; ne sL dissimulauo le obbiezioai fatte da alciini a fjiielle scoperte e a quelle teorie, die poi giustilicate e sostenute furono da altri grand' uoniini. Si acceiinano ancora i meriti delV Hauy neila fisica •, le esperienze da esso istituite su la doppia e semplice rifrazione delle sostanze, e su gli elFetti prodotti dal iliiido magnetico e dalla elettricita; V invenzione di due apparecdii oude si comuiiicasse lacilmente alf uno V elet- tricita vitrea o positiva , all' altro la resinosa o negativa ; I'appHcazione di (jnesti apparecdii all' esame di alcuiii mi- nerali e speciahncnte di alcune sostanze preziose , e le osservazioni iiuportantissiiiie fatte snl giacinto, sul giargoae del Coylan, su la picnite, su Tarragonite e su Torniblenda del Lalirador. Mentre si accemiano gli onori di cui V Hauy fu coliuato, si I'aiino vedere altresi la sua modestia, la sua umilta, la sua amorevolezza con tutti , massime co' suoi allievi, e la pieta e la religione. alle quali mostrossi sempre inviolaljilmeute fedele ed attaccatissimo. Del valente geologo Breislak si espongono rorigine avuta in Roma da genitori di origine Sveva, I'edncazione da esso cola ricevuta nella classica letteratura e nelle filosoficlie discipline , il pubLlico insegnaraento da esso sostenuto ia Ragusa , la conosccnza contratta col celehre Fords, dal di cui eccitaniento portato fu alio studio delle scienze naturali e spccialinente della mineralogia. Noa sussistono pero al- cune cose asserite dall'A. delle Memorie, per esempio die sino da quell epoca la mineralogia cominciasse a fiorire nel bel suolo d' Italia, e die il Breislak alio studio della geo- logia dirigesse le sue cure, le orine seguendo dell* illustre Petriid, il quale, benclie degno di lode per avere il primo in Roma fatto qualche studio su i miuerali e riuuita di questi una collezione , ben lontano era dalf immagiuare i progressi che il Breislak fatti avre])be nella geologia. scienza di cui allora non conoscevasi quasi ne pure il nome. Ben giustanieiite pero si riferiscouo i primi viaggi del Breislak e Ic ricerche da esso fatte siao su \e cimc dei 84 APPENDICE monti plu elevatU il bellissimo Saggio mlneralogico da esso pubblicato su la Tolfa, Oriolo e Latera, mentr' egli la filo- soiia insegnava nel collegio Nazareno-, il suo luiigo soggiorno a Napoli e su la Solfatara, F insegnamento da esso intra- preso degli allievi dell' artiglieria reale, e la pubblicazione della Topografia fisica dtUa Campania , frutto prezioso del vlaggi da esso eseguiti in quella regione , per la storia naturale e per la geologia importaiitissima. Non onimette I'A. di euumerare i pregi di quell' opera classica nel suo genere , tradotta in francese nnitainente ad altri opuscoli dal generale Pommereuil : le scoperte del Breislak intorno alia comunicazione dei vulcani del Lazio con quelli della Campania, intorno la natura singolare della lava di Sor- rento, e alle lave e ai crateri della rocca Monfina^ le sue ricerche intorno al Vesuvio e intorno alia sua origine deri- vante dal seno del mare, intorno alle produzioni del monte Somma e alle pietre calcaree fosforescenti cola ritrovate , ed agli enidri somiglianti a quelli del Vicentino ; lo staliilimento quindi immaginato di una teoria delle lave e delle loro cor- renti. Si parla della pubblicazione da esso fatta della Intro- duzione alia Geologia e quindi delle Istituzioni geologiche , delle quali pure si fa vedere il nierito e Timportanza, e finalmente delle Memorie cbe il Breislak comunico all' I. R. Istituto, e della Descrizioiie grologica della proiincia di Mi- lano , pubblicata d' ordine dell' I. R. Governo. Trattato della povertade di Qesu Crista nostra Sal- vator dolcissimo scritto nel huon secolo della lingua toscana. — ■ Venezia, 1827, Picotti , in 8.°, di pag. 28. Orazione di Flaviano patriarca d Antiochia all' impe- ratore Teodosio recata in italiano da Toniinaso Sajsdi. — Venezia, iH^j, tipografia c/i Alvisopoli, in 4.° grande , di pag. 48. II primo di questi opuscoli venne pubblicato nell' occa- sione die monsignore Jacopo Monico , gia vescovo di Ce- neda, fu promosso alia Sede patriarcale di Venezia. Editore ne e il chiarissimo siguor Eiiiraanuele Cigogaa, che lo PVUTE ITALI\NA. 85 trasse da un coclice cli' ei posseJe in membrana scritto nel secolo XV in forma di 12.° Nol omettcndo di rintrac- ciare se qiiesto trattato sia veramente inedito e chi ne sia rantore, cioe se il Cavalca , il Panciera od altri della prima meta del secolo XIV , non possiamo che convenire coir egre^io editore quaiito all' opportnaita della circostan- za , in cni egli voile farlo di pul)l)lica ragione. Ne la materia essere potea pin adatta alia circostanza : la poverta del Divine maestro e ])astore olFerta quasi per modello ad un patriarca e pastore nelle solcnne sua inaugurazione. Che oggi uiai piu tollerar non si possono le raccolte di poesie per si fatte occasioni. Concederemo ancora eh' essa sia di ottimo stile, e qiiesto pregio basta per laccoinan- darne la lettura ; ma non sapremmo se tutti i lettori sa- ranno per convenire si di leggieri coll' editore, essere cioe r opera dettata da uoin perito nelle subUnii tcologiche dottrine , ed acuto nella mcnte: e forse talnno potrebbe a tal propo- sito ripetere cio the non ha guari tu scritto in un giornale d' oltrammonte: Notre generation est serieuse , on ne cesse de nous le n peter , cc cela est vrai a quelqaes egards : mais il ne suit pas de Id quon dokc s'etudier d debiter serieuse- ment des pauvretes en style pretentieux. h'' Ornzione di Flaviano fu pure pubblicata nella circo- stanza che nions. Carlo Fontanini entrava vescovo di Con- cortlia. Ottimo fu duuque il divisamento del sig. Tommaso Sandi , il quale coi sentimenti di un santo ed*insigne ve- scovo onoro la solenne esaltazione di altro preclarissimo pastore: lodevolissimi poi i motivi , pe' quali egli in si bella occasione pubblicar voile il siio lavoro ; la gratitudi- ne cioe, I'attaccamento, la giusta e vivissima affezione verso inonsignore, clie a lui ed al fratello suo stato era maestro nelle letterarie e nelle scientiHche discipline, guida nella ci\ ile e nella morale coudotta. I cituuliui d* Antiochia iucorsi erano nella indeo-nazione di Teodosio per popolare sommossa. La mano dell' otreso imperaiore gia gravitn\a tremeuda suH" Infelice popolo. 11 pairiaica Flaviano, modello di perfezione si nel pastorale ministero che in ogni civile virtu, siccome ci viene dal Grisostomo dipiuto, si assunse il ])eri:;lioso e diflicile in- carico di movere al perdono V animo di Teodosio. Beuclie gravissimo di anni e di angustie, portossi a Costantinopoli, # quivi pcroro a favore del suo gregge con eloqueiiza si 86 APPENDICE commovente die vitito ne fu 1' animo dell' Impevatore , e la clemenza sottentro alio sdegno ed alia vendetta. I sen- timenti da Flaviano in quest' occasione espressi ci vennero conservati dal Grisostomo nell' ultimo de' sermoni da lui tenuti al popolo stesso di Antiochia. 11 sig. Sandi li tra- dusse dal testo latino , che nell' edizione trovasi posto a piedi del volgarizzamento •, ma non conoscendo egli il greco affido r esame della versione sua a persona in quell' idioma espertlssima, perclie questa ne facesse i riscontri col greco originale. Ed il lavoro riusci, siccome a noi sembra, lo- devole e degnissimo della fausta occasione. Operette niorali del Conte Giacomo LeopArdi. — Milano , 1827, presso Antonio Fortunato Stella e figlL Del Conte Giacomo Leopard! abblamo inteso parecchie volte lodare il molto ingegno , la grande dottrina e la vara bonta. dello stile. E noi pure per tutte e tre queste doti vogliamo ora lodarlo annunciando le sue operette morali i perche la dottrina e 1" ingegno, di clie il libro e pienis- simo , non si scompagnano mai da uno scriver si puro e si bello, die basterebbe di per se solo a guadagnarsi I'amor dei lettori. E potrebbe dirsi die in queste operette il Leo- pardi taivolta si accosta agli umoristi inglesi e tedeschi in quanto ai soggetti die prende a trattare ed al modo di considerarli, ma ne fugge con sano giudizio le forme, per tener dietro all' esempio di Luciano o del Gelli in quanto alia diiara ed elegante semplicita dello stile. Noi poniamo questi confronti perche i nostri lettori alibiano cosi a un di presso una qualche idea del libro, non gia perche siamo per- suasi die il Leopardi o nella materia o nella espressione siasi fatto imitatore d' alcuno. II libro comincia da una Storia del genere uinano die al parer nostro 11011 e bellissima, per- che poca nov^ita vi e nei concetti, pocliissima nel modo di rappresentarli, e lo stile ne par die larglieggi un po" troppo, se cosi possiamo esprimerci , come un abito troppo ampio indossato a una smilza figura. Questo anzi ci pare un di- fetto die or piii or meno s' incontra in tutto il reslante del libro •, ma 1' eleganza dei modi noi lascia ravvisar di leg- gieri. Anche il dialogo della Terra e della Luna ne sembra una picciola cosa e, quasi vorremmo dire, raal degna del PARTE ITALIANA. 8j Leopard! : e fmalmente i detti memorabUi di Filippo Ottonieri potevano, senza scapito alcuno, ridursi ad una terza parte di rpicl die sono, perclie inolti ci riescono trojipo coimini , e niolti aacora non possono aspirare al tltolo di meinorabili, ae non forse a cagione della strana loro fallacla. II dialogo intitohito il Parini e in moke parti stiipendo e degno di quel severo interlocutore : il dialogo di Timandro ed Eloan- dro, e (juello di Torquato Tasso e del sue Genio familiare sono tutti di una grande bellezza •, se non die qui piii forse die altrove s* incontrano alcune di quelle opinioni e sen- teii/.e per le quali a noi pare die certi libri contengano spesso inutilrnente inolte belle ed utili cose. In generale il Leoparili preierisce la solitudine alia societa, e siccome ca- pace deir eccellenza , quasi si accosta a coloro die fasti- iliscono atidie il buono , come se tutto fosse cattivo c[uello die eccellente non i'. Pero il suo libro lia molta utilith, ma non quanta potreblje desiderarsi, perclie T autore tras- porta sovente i lettori in un mondo tutto suo, nel quale la razza uuiana non vivra forse giamniai. E non e utile indurre o disamore o fastidio di quelle cose fra le quali si e costretti di vivere ; bensi e bello insegnare come si possano volgere o in tutto o in parte air utilitii e al diletto. Collezione di opere pcda^o^iche. Apparecchio dcgll educatori del contc di S. Rufnelc. Vol. I. Del go- icriio intcriore dclle scuule e dei collrgi. Opera di 31. RoLUN. Vol. II. — Treviglio , 1826-27 , prcsso Serafiiio Bonalume , libraj'o e cartolajo. — Roi^eta , in pruii/icia di Bergamo , tip. Fantoni. La scienza delf educazione , la quale raccoglie il frutto il piii bello ed il piii vantaggioso delle speculazioni dei fiiosoli intorno alio sviluppo delle forze fisiche delle fa- colta della mente e delle aJfezioni del cuore dell' uomo , applicando immediataiucnte alia niigliore formazione di esse quanto venne da prima mcditato in astratto , iia nei pre- senti tempi piii die mai ciiiamato a se V attenzione del- 1 universale. Quindi c die i governi , faccndo ragione ad un bisoguo generalmenie sentlto, i'oinlarono catiedre ap- posite dove le teoriclie deir educazione vengono didiiarate ; quindi (.> die uiolti peusatori cousacrarono di prefereaza a 88 APPENDIOE questa maniera di studj le loro vigilie. A qnestl si agglim- sero ancora tali altii , che , avvisando per avveatura di giovarc alia scieiiza delibemrono di riprodurre quelle che pel- r addietro era stato detto sopra questa materia. Lode- vole consiglio verameiite , quando le opere vi sieno scelte con buon criterio, e sopi-attutto qnando non sieno risnsci- tati certi rancidumi dei nostri maggiori , dei quali sarebbe pieta filiale dimenticarsi. Cosi p. e. nell' Apparecchio degli educatori del conte di S. Rafade , sebbene T opera appaja scritta sotto 1' ispirazione di un uomo che vuole suggerire il hene , c' increbbe di trovare certe osservazioni un po' frivole , certi precetti che possono darsi per sottintesi , e tutto cio espresso in generale con uno stile die tiene troppo del rcttorico. Nell' opera di M. Rollin intorno al governo interiore delle scuole e dei collegi la materia dell' edacazione e considerata sotto maggiori punti di vista, le osservazioni vanno piii addentro, ed il linguaggio e didascalico. Ma quando si paragonino queste due operette con alcuni re- centi trattati di pedagogia, con quello p. e. del sig. Milde , del quale questa Biblioteca ha gia fatto lodevole menzione, non possiamo a meno di noa avvertire la lunga distanza ;, alia quale sono lasciati i sopraddetti scritti , e ad un tempo non possiamo saper buon grado a chi vuol richiamare la nostra attenzione dall' altezza , a cui e pervenuta oggidi questa scienza , ai passi mal sicuri , ai sistemi incompiuti della sua infanzia. ■' ''-• ■ ■ ■ •■•' F. R. EscTcitazionl scientifiche e letterarie clclV Atenco dl Ve~ nczia. — Venezia, 18 2.^ , prcsso Giuseppe Picotti, in 4.° Le troppe accademie ond' era innondata 1' Italia circa un secolo addietro si vennero a poco a poco restringendo dentro opportuni confini; e le non niolte adunanze di saggi che onorano oggidi le principali nostre cittii compiono assai meglio 1' iificio di tener viva la fiamnia e I' eniiila- zione degli studj , e di raccogliere in uno il frutto di molti veri sapienti. L' Ateneo di Venezia ne porge ora una bel- lissima prova di tale nostra sentenza pubblicando il prime volume delle sue Esercitazioni. II vicepresidente sig. Rug- gieri ne presenta sul cominciar del volume alcuni Ricordi PARTK IT.\MAN\. 89 storici intorno al iletto Atenoo, ai cjiuili tien dletro una Prolusioiie recitata ncl i8a3 dal cav. Carlo Antonio conte Caiiil)aia allora prcsitlente , in cui tiutc si accennano le acta.leiiiic state giii in liore nella citta di Venezia. II pre- lodato sig. Kuggicri ne da quindi rclazione dei lavori fatti dalln classe per le scienze nelP anno accadeniico 1822-23 nel quale egli era segretario delP Ateneo : e il sig. avvocato Pieiro Biagi ne descrive i lavori delia classe per le lettere nel dctto anno, nel quale egli di quella classe era segre- tario. Le Eserritnzioni poi contcniite nel restante del vo- lume sono le segueiiti : JiUorno al pit. utile niodo di appU- care lo studio child greca filologin alia inter prctazione di Oinrro , Discorso del prof. Liiigi Bellomo : Sopra la zoope- diii aj'presso yii anticki i^rcci e romaiii , Saggio delT alj. Pie- tro Bettio : Sopra la vita e i dipinti di fra Sehastiano Lit- ciani .wpraiinomato del Piond>o , Saggio del sig. aw. Biagi gia mcniovato ; DelV analisi del loglio ecc. , Dissertazione di Bartolomeo Bizio : Dell' origiiie , composizione e decomposi- zione dei nielli, Eserciiazione del conte Cicognara : Dell' in- finite metafisicamenie e mateniaticamente considerato , Me- moria del cav. prof. Francescliinis : Considerazioni fisiologi- cfie sul senso del hello e sul inodo di renderlo piii sicuro e pill pronto, Memoria del dottor Galiini : Esame ragionato sul libro delle monete de' Veneziani dal principio al fine della loro repidMica , del sig. conte c>ainl)ellano ISIanin : Sulla perdita di tensione clie soffrono gli apparati ioltiani ; e Niiovo gahanometro moltiplicatore , del sig. dottor Marianini : Sopra i I pas so dell' Eneide : Orabnnt causas melius, Osservazioni del prof. MeneglicUi : Delt linge nuigica dedi anticlii , Me- moria del sig. Francesco Negri: Sopra le varici, Osserva- zioni del cav. Giambattista Palletta : Saggio di traduzione ed illustrazione ili Plinio il aiovane , del dottor Pier-Alessandro Paravia: Gli Avari , Epistola (in versi ) di Liiigi Pezzoli : Osservazioni mcteorologiche dalC anno 181 i all'anno 1822, non che di quelle fatte negli anni 1823-24-25-26, del sig. dott. canonico Traversi : Esame medico delle acijue tcrmali di Monte Ortone , del dottor Ensebio Valli. II vobnne ci niette innanzi anclie lo statuto delT Ateneo ed i nonvi dei mem- liri che lo coaipongono. 90 APPENDICE II Corsaro dl lord Byron : cdizione in originale iti' glese ill pergamena, e di tre soli esemplcai ^ ornata del ritratto dellautore, di qaadretti, vignette^ ecc. da Qiamhattista Gigola. Sono quasi nove aniil da clie Li Blblioteca ilaliana ( torn. 14-, maggio 1819, p. 176), diede contezza della singolare edizioiie della Novella di Giulietta e Homeo , scritta da Luigi da Porto. Tale edizioiie fu di soli sette esemplari , che per equivoco farono allora detti sei , tutti in perga- mena, e tutti riccamente fregiati di doratnre e miniature con vignette e quadretti allusivi al fatto di quegli sfortu- nati amanti : lavoro egregio si per 1" invenzione , che per r esecuzione , del sig. Giambattista Gigola. Non sara discaro ai dilettanti di libri rari il sapere quale destine abljiano avuto que' sette esemplari. II primo di essi , di dodici quadretti, fu avuto dal marchese Giacomo Triulzio:, il se- condo , di dodici quadretti anch' esso, lo fu da milord Ghyder:, il terzo, di dieci quadretti, dal sig. commendatore D. Giuseppe Poldi; il quarto, di dodici quadretti, dal conte Giuseppe Archinto ■■, il quinto di otto quadretti dal Granduca di Toscana ; il sesto , parimcnte di otto quadretti , da lord Spencer:, il settimo, di otto quadretti anch'esso, dal conte Giambattista Sommariva. A dimostrare il pregio in cui da- gl' intelligenti e tenuta quell' edizione, senza allegare altri fatti ed alti'e testimonianze , basta citare quanto ne ha detto il s'lg. Dibdiji, bibliotecario di lord Spearx'r., nell'am- pio ed erudito ragguaglio dato da lui delle rarita conte- nute nella blblioteca del medesimo , una delle piii ricclie dell' Ingh.ilterra, inolte pagine impiegando in descriyerne ed esaminarne una per una tutte le parti , e ad appoggio de' suoi ragionamenti allegando tanto i principj dell' arte , quanto le piii opportune comparazioni i e ponendola fra i piu preziosi capi , di cui giustamente si abbella , ed e celebre la raccolta di quel signore. Ma non e di essa die s' intenda qui parlare. Chiama la nostr' attenzione presentemente un' altra edizione del sig. Gigola:, quella che ultiinaniente egli ha fatta del CorsarO di lord Byron in originale inglese di tre soli esemplari in pergamena, e di tre in carta velina. II sig. Gigola non e uno di quegli artisti, che giunto ad assicurarsi una giusta riputazione nella profession sua PARTE ITALIA.NA. 9I brami dl rlposaie sotto i suoi allori. Egli ama V arte per Tarte, eil e iastancabile nolle rlcerche e nei tentativi che possono ampliarne i progress!. Egli si e principalmeate oc- cupato in i|uella parte die riguarcla la crisogralia, la quale fino a liii parea aver solTorto discapito dojio che era stata alcnni secoli addietro portata a grado ineraviglioso. Oinetteado diimjue tutto cio die riguarda la ielicita della inven/.ione , la vagiiezza e la forza del colorito e le altre belle parti che rcndono nobile ed evidente il suo nuovo lavoro in ogni rispetto pittorico , direnio come i suoi ori lucidissimi non lascino piii nulla a desiderare nelf invi- diabilc nieccanisnio tanto apprezzato ne' vecchi artisti in questo genere, veggendosi fore da lui condotto sulla per- ganiena come in vere laminette , e variato nello stesso tempo a niodo da apjiarirc sui lontli d' oro tratti feliccmente ara- beschi parimente d'oro, e convincere che di questa specie d' industria si e finalmcnte riacquistato il secrcto che pa- re va perduto. L' edizione e in 8." grande fatta coi torchi del slgnori Fusi e Cornpiigni, stamperia de' Classici italiani. Volendo darne un saggio, noi prendiaino a descriverne il secondo esemplare , essendo il primo gia esitato. Esso incomincia dunque con un frontispizio ben ornato , in mezzo al quale scorgonsi Borea e molti inostri marini , e lo stendardo del Corsaro. Lo spazio superiore alia prefazione dell' edi- tore presenta un' ingegnosa vignetta , nel cui mezzo sta una scimia con tavolozza e pennelli , emblema della pit- tura imitatrice diligente della natura. In calce alia prefa- zione e un arabcsco esprimente l' origine della pittura merce dell' iramagine di una gioxinetta secluta in braccio air amantc , e tencnte una tavoletta , sulla quale va tiac- ciando la linea delf ombra del prolilo di lui. Un Amorino ba in mano una liaccola, colla (juale vieusi a formare il chiaro ; un altro presenta alia giovinetta la niatita per disegnare. Questa vignetta e graziosissima. Due vipnette ornano la lettera dedicatoria al siir. Tom- rtidso Moore , illustre poeta inglese ed amicissimo di lord Byron. Ma innanzi a questa lettera sta formante il primo qu.idrctto dcir edizione il ritratto di lord Byron, nelf espres- sioue del (juale spirn tutta T aria poetica ond' era animato quel valentuomo. Sulla cornice alia destra del ritratto sta L'loto in atto di mettere la saliva sullo stauie d' oro, coq 92 APPENDICE cui essa fila la vita del ricco poeta : alia sinistra e La- chesi che aaiiaspa il filo, e die sentendolo preso, guar da con sorpresa in basso come per dire cosi presto si taglia? Atropo in fatti taglia quel lilo in aria furibonda: con che si allude alia morte del poeta si immatura. Viensi poscia al canto I.° del poema. In una vignetta sovrapposta sono dipinti due puttini die arruotano le lore armi. L' artlsta ha di questa maniera indicata una delle occupazioni de" Cor sari. II secondo quadretto rappresenta il corpo dl guardia de' compagni di Corrado. I vestiti , gli atteggiamenti , I'aria feroce di costoro corrispondono esattamente ai per- sonaggi descritti dall' autore. II contorno di questo qua- dretto e composto di due querce, suUa cui cima stan.no un' aquila e un avvoltojo in atto di assalirsi. Abbasso stan- no un Hone ed un cintiliiale in attitudine simihTiente fe- roce. Essi denotano il carattere iiero de' personaggi nel quadretto rappresentati. II sig. Gigola non e pago di ornare i suoi quadretti e le sue vignette con industriosi ed ele- ganti araljeschi. Egli fa servire gli ornamenti a poetiche immacrini relative alia storia del suo so^jretto. Vedesi nel terzo quadretto Corrado die riceve lettere mandategli dagli spioni greci. II carattere suo fermo ed inalteraliile, il rispetto e la venerazione de" suoi compagni verso di lui sono maestrevohnente espressi in questa dipintura. All' alto dell' ornato e il Furore die si slancia teneodo in mano la testa di Medusa per indicar lo spa- , vento. Al basso due mostri niarini suonano il corno di guerra. Nel quarto quadretto Corrado prende congedo dalla te- ' nera Medora. L' infeUce donzelia si abbandona svenuta sul petto di lui, il quale, quantunque commosso nulla perde della sua aria altera. In cima all' ornato sta un Amorlno die canta suUa lira, dinotando il tenero afFetto di Medora. Al di sotto un altro Amorino dorme traiiquillaraente in seno di un lione. Con tale ingegnoso emlilema il pittore ha voluto annunziare la ferocia di Corrado ammansata dair aniore. II resto dello scompartimento e ricdiissimo d' invenzione , e di tre distinte qualita dell' oro che lo adorna. Sul principio del canto II. veggonsi in una vignetta due Puttini, uno nero di colore, e 1' altro bianco, in atto di comljattere 1' uno contro l" altro. PARTE ITAL1\N\. (jZ Siiccede poi 11 quiato quadretto, Ivi e espresso Corrado travestito da Dervis innanzi al hascia Seid che lo inter- roga inioriio ai corsari. La fornui dci vestiti , la vaghezza dci colori , gli atteggianienti e i manifesti seusi degU astanti rendouo interessantissima questa dipintura. II con- torno e formato tiuto di varj mostri luariai e di donne ch' cssi vaiiuosi fra loio rubando. Tutto e a diiaroscuio in f'ondo d' oro. Nel sesto (jiiadretto Corrado salva dalle fiamme Guhuira. Tale soggetlo era di una esecuzione dilHcilissima ; e nondi- meao e riuscito di ua bellissimo elFetto. Sopra e sotto del <(iiailrotto veggonsi i quatiro Venti clie con furore imper- versando accrescono 1" incendio. Gli altri ornamenti sono per ogni rispetto ricciiissimi. Gulruira , che si presenta a Corrado nella prigione, e r argoinento del quadretto settinio. La figura di questa donna e di una hellczza straordinaria ; e la sorpresa di Corrado non isfugge agli occhi dell' osservatore : questi e anzi costretto a parteciparne. II contoruo mostra al di so- pra le tre J uric, una delle (juali esce da un sepolcro pre- sentando un cuore. Al di sotto v' e il Riniorso : due serpi gli SI avventano contra; e van! rlescono i suoi sforzi diretti ad allontanarli. Cost il pittorc ha voluto niostrare le immagiai tremende e le interne pene onde e torniea- tato Corrado. Di ciuesta maniera e^li si mette in irara col poeta ; e ne sostiene il paragone. Al canto III, una vi^netta addita una Ijarca ornata di nralieschi : due Puttiai vi mettono la vela : con che si allude uianifestamente alia fuga di Corrado. Neir ottavo quadretto Medora e rappresentata assorta in si atTannosa meditazione sulla riva del mare , che e ia pericolo d' essere preda dell' onde. La solltudine della scena e la tristezza dell' amorosa donzcUa conimovono 2a";liarda- niente. II contorno addita un mostro che tiene nelle sue tanaglie due Amorini, ai (juali stringe il petto per soli'o- carli. Cosi e dinotato T alFanno dei due amanti. II noao quadretto dimustra Gulnara uscente dalle stauze d'l Srid. AH'alzarsi cIT essa fa i disordinati capelli, Corrado inoriulito veile sulla fronte di lei una niacchia di sangue. SulTalto del quadretto le schiave di Setd piangono la sua morte; e al basso due schiavi mori abbruciauo iiiceuso sul siio sarcofago. 94 APPENDICE Nel decimo quadretto Corrado di ritorno all' isola , en- trando nella stanza di Medora la trova morta. Somma e r espressione della sorpresa di Corrado a tale spettacolo ; e qnantunque Medora paja piu dormiente die morta , sic- come la descnve il poeta, cio non ostante desta in chi la osserva la piu tenera compassione. Sul quadretto sta uno scheletro coperto con nero manto , e veggonvisi ale di not- tola , embleiaia della morte , o pinttosto della notte eterna. Questa figura tiene in mano due falci, alle quali si attac- cano vane ghirlande di liori : allusione ai costumi orientali ed alia caducita della vita. Tra i fiori veggonsi due uccelii notturni, ed alcuni attrezzi mortuarj. Al disotto v' lia la Eternita gravemente assisa sul globe in atto di coprirlo con un nero ammanto. 11 pittore ha con cio volnto dinotare r obblio di ogni cosa mondana dopo la morte , e come tutto per essa eternamente si perda. Tutto il fondo all' in- torno e un azziirro serainato di stelle : esso rappresenta il Caos. E difficile immaginare come potesse piu poeticamente , piu allegoricamente , piii magnificamente terminare que- st' opera. Duolci cbe lord Byron non viva ancora. S' egli colla forza della grandiosa sua immaginazione avesse per avventura potuto aggiungere qualche cosa alle idee espresse dal pittore , questi certamente avreljbe fatta una singolare sorpresa al poeta coUe sue si belle invenzioni, e colla esat- tezza e vivacita del suo lavoro. Noi dobbiamo esser lieti di posscdere si valente artista ; e dara senza dubbio grande prova di ardimentoso talento cliiunque sorga ad emularlo. Un' ultima vignetta mostra un falmine clie abbatte una rupe. E questa un'iaimagine dell' autore medesimo, che nella traduzione delF egregio sig. NicoUni dice : Sotto il ciglion del moiite Cresceva un fior. Tetto la rupe e schermo Gli era sin qui : benche con orrid' ombra Sopravvenne la folgore , e di un colpo Colse il tenero giglio e il saldo masso. Dello stelo gentit foglia non resta Che ricordi il suo caso : ove fu infranto y Jvi fini. Di quel fedel suo rude Proteggitor su I' infeconda terra Nereggian spar si i fulminati avanzi. PARTE ITALIA.NA. ()S M. Vltrmii PoUlonis arch'Ucctura , vol. II ^ pars II , — Utini, etc. Era gia stninpato il nostro articolo sul Vitriivio tU Utline qiiamlo ci |)ervenne cjuest'altra parte del secomlo volunie. Or.i ci airrottiamo ad annnnziare clie gl' inclefessi e bene- nuM-iti oclltori nclla prd'azione di essa avvcrtono die quando rcdi/.ioiie ottcnnto aliliia un niimero di associati clie basti a corrispondere in qualche modo al grave dispendio ch'essa importa, si faranno iiu pregio di sostituire gratuitamente le tavole in rame a quelle gia pul)blic.ate in legno. Essi avvcrtono ancora die al perfetto compimento delP opera aggiugneranno un' apjxMidire di alcuni piii illustri nionu- menti scopcrti in qucsti ultimi tempi nella Grecia e nel Lazio, la t{iialc appendice sara pure corredata di tavole e di ilkistrazioni. Cio noi spontaneaniente e di buon animo annunzianio allinclie il colio pu1)l)lico vegga con quale im- pegno vadaao qucjli cditori nella loro impresa progredendo. Ci viene allresi riferito clie uno di essi sta operando in- torno ail una versione italiana dello stesso Vitruvio : ottinio divisamcnto, nicrce del quale saranno soddisfatti anclie i desiderj dclla niaggior parte de' nostri artisti. S C I E N Z E. Cioriiale agrario toscano ecc. — Flrenze, 1827, tipo- grufia Pezzati. Volumi II e III , In 8.° Consign per garantirsi dal fulinine. Nel volume II. non accenna lo scrittore ( G. Ridolii ) clie le cautele piii iicccs- sarie ad aversi onde non esporsi a manifesto pericolo di essere colpiti dal fulniine. Tra le cautele date ai campa- gnuoli vediamo inculcato saggiamente il consiglio di non suonar le cauipane , siccome fu prescritto dall' iniiuortale Giuseppe II. iiuperatore , ed essere piuttosto contro clie secondo i precetti della religione il ferniarsi presso le croci , le canipanc, ecc. II sig. Lapo de' Kicci parla del mode di rendere pia- neggianti i terreni di poggio ; operazione agronomica uti- lissinia e die sarebbe pur bene die veiiisse generalizzata quasi da per lutto fia i noslii colli. Noi opiniamo pen> die \\ fare ciuiipi stretti , fnquciiti ripinni , ne lascuire die un campo o ripuino soslcnuio da luuri a secco od argini contenga piii di due filari di pianic , noii sia la vera rc^ola g6 APPENDICE princlpale ^ seguirsl, glacche dove il pendio del poggio facesse coll'orizzonte un angolo di 60 o 70 gradi, i ripiani noil dovrebbero contenere piu di nn Hlare di piante , e nel caso die il pendio facesse coll' orizzonte un angolo di 20 o 3o gradi potrebbe contenerne tre e quattro : infatti il ripiano sarelibe nel priiiao caso molto meno esteso che nel secondo. Regola generale sara pertanto aUargare e diminuire il nuinero del ripiani in ragionc del minore 0 maggiore pendio del poggio. II sig. Taddel , dopo aver parlato dei vantaggi degli urad come ingrassi, ci partecipa il metodo di conciare i letami, il cui vantaggio non ci par dubbio. Consiste esso nel far macerare nella vasca o buca da letanie , entro orina o sugo di letaine od acqua, delle sostanze astringentl ricclie di con- cime , come corteccia di salcio o di querela, foglie di quercia o di mortella, le galle, ecc. ed aggiungervi poi il letame e voltarvelo. Per sifTatta aggiunta la sostanza albuminosa e gelatinosa viene intaccata dair acido concinico o gallico , e puo piu a lungo resistere alia putrefazione, di modo che puo somministrar alimento alle piante erbacee anche nel cuor della state, in allora cioe che tali piante ne hanuo niaggior bisogno per la fruttificazione. Oltre codesti tre scritti abbiamo trovato , i." utile il modo di fare i cantoni, che da noi soglion dirsi prismi, di smalto composti di 7/, di calce e ^Z,, di ghiaja viva , del sig. Sodi ; a." provato col fatto il vaiitaggio del coltro uni- tamente alia ruspa ( da noi strusa ) nella formazione degli arginetti, del sig. marchese Ridolfi ; 3." dimostrato il danno che puo nascere dall' azione rediliitoria , del sig. Lapo de'Ricci; 4.° ben circostanziato I'articolo suUa educazioae de' bachi da seta •, 5.° ben descritta ed espressa in una tavola la maciuUa meccanica di Laforest, oltre altre no- tizie vantaggiose per 1' agronomia e il coramercio della Toscana. Comincia 11 volume 3.° con un articolo sui paraful- mini, de' quali in modo chiaro ed esatto il signor mar- chese Ridolii insegna i vantaggi e la maniera di farli. Sa- rebbe realmente onorifico per la Toscana se molti conta- dini venissero indotti ad armarne i loro abituri. E certa- niente tanto in Toscana quanto fra' nostri monti, e massime in certe gole, sifl'atta precauzionc sarebl^e da raccomandarsi. Siaiuo per altro di opiiiione die il benejnerito estensore di PARTE ITALIANA. 97 quest' articolo eA altri generosi proprictar) della Toscana precedcranno gli altri col fame armare alciine delle abitn- zioni dc' proprj tontadini. Foisc nel far eseguire i para- fnlmini vedrassi the la spesa di sole lire 60 toscane per pnrafiilmine fu vahitaLa iiieno del vcro. Guai sc i ])araful- inini non av«'ssero la rol)iistezza necessaria ! Ricordianioci die le f:\l)briche di Quito furono ripetiitaniente fulniinate per tal cagione. II prof. Ciidi tratta del modo di estrarre dell' alcool buonissinio dai frutti del gclso •, egli ne estrasse due lia- schi per ogni barile di sugo feriiientato. L' introduzione di qncsta pratica vienc con diritto lodata da Lauibruscliini in un' aggiunta \ giacclie col torrc le more mature alia fo- glia del gelso si torrebbe la prima delle cause della fer- mentazione del Ictto delle bigatticre. Siccome pol il valore delle more sarebbe assai piccolo , percio potrebbero esse venir comperate a poco prezzo da persone , le quali per- corressero varj commii c le portassero ad una distillatoria cenlrale. La scelta delle uvc nolla vindcroinla fe certamente utile ; il sig. Lapo de" Ricci osserva clie ncl Chianti ove il colore ^ un elemento del prezzo, si usa coltivare le uve nere a preferenza delle bianche, e cbe ncgli anni ne' quali il vino non e molto colorato vi si siaole aggiungere della lambru- sca , detta cola colorino . colore, abrostine e abrostino , che si fa A'enire da Valdarno. Col calcolo alia mano fa egli poi cbiaramente vedere che si e ottenuto un prezzo mag- giore dal solo vino scclto che non da tutto il vino otte- nuto anclic coir aggiunta delle uve scimere. Giova pcrtanto assaissimo che quest' ultime , cioe le bianche . le acerbe e le guaste vengano segregate e divise dalle buone , ovvero che il contadino non colga che le uve buone , lasciando ad un altro la cura di cogliere le altre , oppure che si porti oltre la bigoncia per le uve nere un paniere per le sciavere. Noi lodiamo queste costumanze e vorrcmmo ve- derle genera lizzate piu che nol sono anche da noi. Ma os- serveremo che in aicuni siti , e massinie in alcuni anni piovosi , le uve sciovere , ossia di rigetto o men buone superano il cjuarto , il terzo ed anche la meta dclle uve sceltp , e non gia il duodecimo , siccome sta nel calcolo dell" estensore dell' articolo. Bibl. I till. T. XLIX. 7 98 APPBN1>ICE Lo stesso sig. Lapo de' Ricci in un Rcigionamento econo- mico sul taglio de' boschi inveisce contro le leggl boschive , vorrebbe che fosse lecito a tntti il diboscare in qualun- que siasi sito , ed aggiunge che , se si permetterd a tutti di tagliare come e quando e dove gli pare , il terreno vegetahile perduto ne' monti si racquistera nei plant dove si formeramio hi colmate , nasceranno poderi , s' innalzeranno case , la po- polazione libera a se stessa aunientera a dismisitra . . , Basti questo tratto per gl' idraulici , i fisici e gli statisti. Se il sig. Ricci leggera la memoria Dell'influsso dei boschi suUo stato fisico de' paesi , e sulla prosperitd delle nazioni del na- stro Gautieri , vedra quanto sia necessaria agli Stati la sorveglianza , non diciamo gia 1' amministrazione , de' bo- schi, massime situati sui monti e lungo i fiumi, e quanti vantaggi e quanti danni possano essi arrecare. II sig. Carlo Passerini ci informa che la ventagliola deir ulivo ( phloiotribus oleoi , Lat. ) mena dei guasti in Toscana , massime ne' luoghi marittimi. In questo modo le osservazioni di Pollini , Angelini , Risso , Capurri , Gio- vene ed altri entomologhi italiani trovarono una nuova sanzione contro I'asserzione del sig. Vecchj ( sotto nome di Tavanti ). Che pero cotest' insetto non sia da con- fondersi coU' ilesino o punteruolo dell' ulivo ( Hylesinus oleiperda. Fa.) il dimostra 1' osservazione delle antenne trifo- gliute air apice , e non gia nocchiute come veggonsi negli ilesini. Riguardo poi al metodo di arrestare codesto male colla potagione conveniamo pienamente col sig. Passeri- ni , niassimamente se essa venisse fatta subito dopo lo sviluppo delle larve , giacche la sovrabbondanza del sugo le farebbe annegare siccome succede per la stessa causa o per diuturnita di piogge con altri bostrichini, i quali vivono a spese dell' alburno e degli strati soccorticali. Oltre gli anzidetti hannovi nel III fascicolo degli altri scritti degni di commemorazione ; fra essi comprendiarao, I ." un' aggiunta agli alberi da generalizzarsi in Toscana, del sig. Targioni Tozzetti •, 2.° varie osservazioni sulle durezze verso le bestie, del sig. Lambruschini i 3.° 1' osservazione del sig. Lapo de' Ricci che anche tolto dai tini il tartaro , il vino resta forte e colorito sebbene il mosto vi holla piu lentamente •, 4.° il riflesso del sig. Boccacci sopra i cantoni di smalto, giacche non facendo essi presa, conae i mattoni, colla calce , il fabbricato non resta molto sicuro h motivo PIRTB ITALIANS. i)() ijuesto pel , giacclie poteva T acqua caduta sulla grandlne gelare essa pure , iiivece di cadervi gia forinata in graadinc , il qual fenonieno, per 1' istantancita della fonnazione delLi grandine coif acqua del liume asscrbita nell' atmosfera , sa- rebbe straordinario. Drir inscgnnmcnto prlmidvo della matrmatica pnra. Prodromo di Bernardo BjoyDELL r. — Vcnezia , 1827, dalla tipografm di Ahisopoli, pag. 161, in 8° Non b questo un nuovo argomento in Italia: anche il Romaguosi lo lia trattato , ma in difFerente mode e con dill'crente successo. II sig. Biondelli niostrasi addentro, da quel che pare , nella materia ; ma non sembra sempre csatto ragionatore , o dicevole parlatore anche nel negletto favellare delle scienze. Egli in qnesto Prodromo si propone la riforma dell'in- segnamento delle matematichcj e quindi dopo averle lodate a cielo nell' introduzione , discende a' loro difetti e al mi- glior mctodo d' insegnarle. /< La piu nobile , la piii neces- " saria e la piu sublime tra le scienze si h quella del " calcolo e della misura ( dice il nosiro autore ), ma viene " clla rettamcnte e convenevolmente insegnata? Insegnare " una scienza vuol dire far nascere uell' animo delP ap- " prendente del gusto per amarla e dargli un metodo per " apprenderla, quando questo sara meglio sviluppato. " Al priino scopo vuolsi iadi«pensaliile dalP autore il premct- tcre un' idea generale dello studio che s' intraprende, e un prospetto di tutte le parti che lo costituiscono , tenen- ilosi lungi dalla comune definizione della matematica detta la scienza della quantita , ossia di tutto cio che e capace d'auinento o di diminuziuue^ poiche con jpzioni coniro dcllc quail stpttoro fonni tiittavia i iiiateniatiti , e aoii entrando nelle loro viste , che sono quelle di risguardare tiitte cjueste cose o nozioni come tantc nianiere loro partitolari di concepire e di csprimorsi, Ic ijuali ove siaiio Ijen definiic e ben intese fanno scompnrire ogni assurdo ed ogni errore. La maniora di ra£;ionnre dciraiitore si deduce anche dal false o ainicuo esagorato elogio delle inatematiclic ove dice /< clie esse sono quelle per cui fuomo dopo aver penetrate '/ tutte le viscere dcila terra , asccnde per mllioni di le- " ghc a passeggiar l^aldanzoso per le sfere , va a nuotare » col pesci nel piii profondo seno del mare , e a volarc »/ cogll augelli nelle piii eccelse region! dell' aria , quelle per " cui ride del furor del torrente, afTronta inirepido Afrlco » e Noto . . . che prende come a suol corridor! ; quelle " per cui chiamalo il fulmine nel suo gahlnetto se ne >/ prende trastulio reggcndo quasi a bambino i suoi passi ; •t quelle per cui s' aumentb e si mantenne la societa cl- »» vile . . . e per cui si mantiene tuttora ilUbata dagli M insnltl dello siravizzo e della misantropia (i). " Altri saggi d' una tal ruaaicrn di ragionare si hanno in cio ch' egli dice sul signilicato della parola insegnare e nella critica die fa alia definizione comune della quantita. Insegnare non vuol dire fur nascere niW anmo dcll'appren- dente il gusto, o dare il metodo per apprendere , mentre cosi si confondono la causa coif e/Tetto , ed i niezzi da te- nersi per un fine col fine mcdesimo. Una scienza che venga insegnata chiaramente e nitidamente produce gusto e dlletto , nia cio non e che una conseguenza del suo insegnamento, e non mai il suo insegnamento stesso. 11 metodo e di prima necessita ad apprendere una scienza , ma esse e diverse e distlnto dal suo apprendlmento. Tutti i matematici dicono che la quantita e tutto cio che 6 capace di aumento o di sottrazione. II Biondelli lo noga , allermando che tutto cio che e capace d' aumento o di tliiuinuzione non c quantita, sel)bene la quantiui aver pt>ssa aumento o decremento , c conchiudendo che la quan- tita non per definlrla , ma per coniiotarla appena facea sentire qualche suo interrotto vagito in n Oriente. » Stanca la ragione di brancolare fra le tenebre. " Trapassando il ruiiioso torrente dei secoli ordisca una " storia elegante e filosofica. " Tutto il fin qui detto fara ragione del giudizio clie per enigno di questo libro , e riraane d' un altro die in noi si h dato giustifichera il non troppo desiderio die tutto non lo rassoniigli. (I) V. pag. 38, 3l. s io3 V A R I E T A. BELLE Ann. R esta Bdttliyany. — Clii pub dire per quante vie le Arti belle introniettonsi nell' umano consorzio? di quanti ajnti soccorrono, di ([uante finzioni consolano la dura realta dclla vita ? La mitolo^ia dci Grcci originava dai Nurai questa cara famiglia delle Arti consolatrici dcgli uomini i e dice- vale inviate dal ciclo a sparger di fiori T alpestro sentier dclla vita, e a ricondurre per dolce cammino a libar coi Celcsti r ambrosia colore che piu degnamente le onorassero in terra. Ma ogni imniaginazione apparisce minore del vero se noi , volgendo lo sguardo su quanto ci sta d' intorno , consideriauio i prodigl che sorgono d' improvviso dovunque le belle Arti si posino; e come per esse lo squallore del mondo tramutasi in un ridente giardino , e il silenzio dei deserti si caniliia in un intio degnissimo del Creatore, Pero molti possouo con ragione dispregiar le ricchezze, in quanto elleno porgon materia al vivere delicate e ozioso; ma ti\tti 1 gentili invidiano meritainente ai facoltosi 1' uf- iicio loro commesso d' accompagnarsi colle Arti , e com- pier con quelle il sublime disegno del mondo. Quando essi volgono T animo a cosi nobile meta , allora tace V in- vidia de' meno agiati : nessuno osa piii mover querela del vederli fatti depositarj delle bene usate ricchezze: e mentre r universale partecipa ai diletti e ai benefizj delle Arti fa- voreggiate dai ricchi , la storia ne scrive i nomi e li cinge di non caduco splendore. I tesori adunati con lunghe fa- tiche da molti, e raccomandati al govern© di un solo, dlfTondonsi per tal modo un\-\ltra volta sulla moltitudine : ma i sudori del contadino ed i duri pericoli dei naviganti venendo nelle mani del ricco educate ai piii gentili costunii, ne riescono convertiti in affettuose armonie , in sontuosi palagi , in niirahili tele, in mille altrc mnniere di noljili passatcmpi. Fra i quali vuolsi concedere un singolar luogo alia bellissima festa die il conte Batthyany offerse nelia propria casa la sera del giorno io gennnjo : e noi non 104 "^' A E I E T A . crediamo scostarcl dal nostro uficio , se riandando coUa memoria a quelle sale incantate , consacreremo alia ricor- danza dei poster! quaiito le Ai'ti belle vi han prodotto di pill maraviglioso. La festa era pel suo geiiere delle piu nobill clie mai si siano immaginate. I concorrenti dovevan vestire un qualche persona2;gio , conosciuto gia per le storie o per le finzioni dei poeti , rappresentandolo nella foggla del- r abito e ne' suoi particolari distintivi , o come suol dirsi con forestiero vocabolo, nel suo costume. Di tali feste se ne usarono molte, gia tempo, alle corti dei principi italiani, e nelle case eziandio de' piii facoltosi privati ; e molte lodate poesie ci restano, le quali furono scrltte in somi- glianti occasioni. In Milano poi si conservano le descrizioni di alcune feste die risalgono all' eta dei Visconti: ai tempi dell'arciducato e durante il regno d* Italia se ne rinnovarono alcuue^ e Tanno passato nelle sale della famiglia Myllus se n' ebbe un grazioso richiamo. Ma fra quante puo ricor- darne la memoria d' un uomo , questa del conte Battliyany primeggia senza alcun dubbio : tanto furono splendidi gli apparati del Conte; tanto furono presti al rispondergli nel buon gusto e nella ricchezza i nostri concittadini. Le idee del bello e della magnificenza non si estingueranno giam- mai in Italia , dove la grandezza di Roma e un vanto eredi- tario , dove i perfetti modelli delle arti sono piii che al- trove copiosi ed accessibili a tutti , dove finalmente 1' equa- bile scompartimento delle ricchezze concede a moiti il concorrere a questi costosi divertimenti. Alcuni che furono testimonj di consimili feste in parecchie capitali d' Europa sostengono d' avervi quasi sempre veduta la verita del co- stume sagrificata in parte al gusto predominante dei tempi, ed alio sfoggio delle ricchezze. Ma la festa che prendiamo a de- scrivere , come non fu seconda a nessuna nella sontuosita , cosi fu maggiore di tutte nella precisa uniformita degli abiti colle descrizioni che ne abbiatiio, o coi modelli che ne han lasciati gli artisti. Dove il personaggio tolto a rappresen- tare esigeva le ricchezze delKAsia e la solenne pompa dei principi, ivi era miraljile T abl)ondanza delle gemnie e deir oro e la profusione delle piii pregevoli stoffe : ma il desiderio d'esser inostrato per ricco non fece velo al giudizio d'alcuno in una citta in cui le ricchezze non sono privilegio di pochi ; e la corrispondenza dell' abito V A R I E T A*. 105 coll' cseniplare clie si era tolto a niodollo fii f nnica mcta a oui aspirarono i concorrenti alia fcsta. Noi sapjiinnio cli certo die poclie niaschere v' intervennero, le fpinli non sieno state sii}:<;critc e iHrotte da valcntissinii arlisti •. e le pul)- Ijliche l)il)liolcc'1ie somministrnrono le piu accurate descri- zioni c i modclli di quasi tutti gli abMgliamenti die piii merJtarono lode. In tanta copia di begli escmpiari e di sicuri consigli sarebbe stato quasi im])ossiljilc ctie Tadunanza non ]iresentasse un complesso pcrfetto e mirabile. Alcuni, per qualche particolare motivo o inclinazione, poterono allonta- narsi dalle nsanze ]iiu lepgiadre e piu geniali , da quelle usanze dolle quali il Tiziano, il Rairacllo e gli altri di quelle scuole ci Han lasciati i modelli; ma la verita del carattere era in tutti perfetta, e la minore bellezza degli uni dava risalto alio sjilemlore degli altri : e poiclie tutto era vero c conforme a natura , il gran quadro ncl suo intiero ne riusciva bellisslmo. La casa del conte Battliyany guarda da un lato sui ba- stioni , dair altro sul corso di porta Orientale : dagli altri Inti la ringono i pubblici giardini. Essa non e un anipio palazzo (juale sarel)]jesi convenuto per avventura a cosi splendida festa, ma noi abbiamo gia detto clie dove le l)elle Arti si posano , ivl sorgono d" improvviso i prodigi , e la faccia del niondo si muta. Pero quei medesiini i quali sogliono fre(|uentarvi , trovarono quasi per incantesiino niol- tiplicate ed assestate al bisogno le sale; e dove non era possibile adempiere in tutto alle niagnifiche idee del Conte, ivi la ricchezza e il buon gusto degli ornanienti vincevano si fattaniente Tangustia del luogo, the rammirazione sor- geva dove avreljbe volnto trovnr luogo la crltica. II con- corso delle niaschere ebl)e principio verso Ic ore nove della sera, in mezzo ad una curiosa folia di popolo cliiamata cola dalla fania di quella festa. non meno clie dall' illu- noinazione del luogo. Quelle niaschere le quali rapprcsen- tavano in cosi dette qiuulriglie un qualche fatto complessivo di piu pcrsonaggi , e dovevano quiudi forniare il plii bell" ornamento dell" adunanza, avevano un ingresso sepa- rate dalle altre. Scendevano dalle carrozze sotto un ricco padigllone. dov' erano belle pitture con ridenti allusioni alia festa, e fiorenti vasi e cedri, clie disviando la nicnte dalla stagionc invcrnale, costringevanti a dire: Qui s"cutra Io6 V A R I E T a'. ill un palagio d' incanto. La scala era fiancheggiata ancor essa da prodigiosa quantita di vasi , E I' una e V altra proda avea fiorita De pill soavi odor cfie siano al mondo. Nel padiglione, sulla scala, e dovunque potevano passeg- giare gl' iiivitati , erano stesi bellissimi tappeti; e per tutto miravansi in copia le ricche stofFe, le porcellane, i cristalli, gli specchi , i quadri e qviant' altro poteva cercarsi a de- corar degnamente una casa destinata da si ricco signore a si bella adunanza. Tutto era coperto : Nulla di muri appar ne di pared ; Chi quelle e il suolo ove si mettt il piede Son da cortine ascose e da tappeti. Le quadriglie, a manoa mano ch' esse arrivavano, raduna- vansi in alcune sale, dalle quali dovevan pox muovere con quell' ordine che appresso diremo. Contigue a queste sale erano due altre destinate al ballo, le quali aprivano un campo di ben 3o braccia, diviso da semplici lesene di ottimo stile. Gli specchi , di che le pareti erano coperte , moltiplicavano e V estenslone del luogo ed il numero de' con- correnti j e dove non erano specchi , ammiravansi meda- glionl e bassi rllievi rappresentanti belle scene di storia e di mitologia. AH' illuminazione servivano moltissimi torclij sostenuti da bracci bronzati sporgenti intorno intorno dal muro, perche le lampade , solite usarsi, avrebbero dimi- nuita alio sguardo la capacita del luogo. Dopo due altre sale se ne aprlva una terza, costrutta appositamente e con ottimo gusto per coloro che amassero ricrearsi di un the o d' altro in luogo appartato dalla moltitudine che doveva concorrere alia festa. Non vuolsi tacei-e che il dise^no di questa e di altre sale consimili fu opera del valente archi- tetto Brey, al quale 11 sicuro giudizio del Conte commise principalmente 1' ordlnare e 1' assestare i luoghi occorrenti alia festa. Dalle grandi vetriate che formavano , per cosi dir, le pareti di questa sala godevasi la bella illuminazione del giardino, della terrazza, della corte: che tutto era con profusione illuminato, per sino una parte del pubblico giardino e del bastione da cui e , come dicemmo, viclnata la casa del conte Batthyany. Questa sala era d' altra parte riconglunta a quelle del ballo da una stanza intermedia, dov' erano tavole continuamente imbandite di rinfreschi d' ogni maniera. V A n I n T A . 107 No! sontiamo lionlssimo la tlifFicoltii chc provornnno i lettoii nel tcncr dictro alia nostra descrizionc. Si ricordino cssi gli errori di Orlando per entro al palaz/.o di Atlante: si ricordino , como il pocta ci lia dctto clie gli spiriti ar- chitettori del hellissimo palagio di Armida aveanvi sparse le logge in im ordine inossenxihile , confuso. Mentre clie gPinvitati convcnivano al liiogo della festa, tutta la casa risuonava di belle arnionie , grazioso proludio di una piaccvole notte. Le sale gia spesseggiavano di spet- tatori •, le quadriglie erano tutte raunate i e la festa poteva ora mai coniinciare in tutta la sua pompa e bellezza. Que- sla consisteva naturalmente, piii che in altro, ncile inaschere di costume 1, e per6 a fare in modo che tutte si potesser vedoro nolla loro intierezza , prima che frainmischiandosi alia folia si dividcssero le unc dalle altre , furono tratti alcuni nuuieri a sorte , e secondo Tordine enierso, le qua- driidu' s' avviarono per le sale forinlcolanti di spettatori. Di cpiesti, coloro die piix si trovavan da presso reggevano da una parte c dalf altra a di lungo alcune aste inargen- tatc, fra !c quali aprivasi alle quadriglie una libera e co- nioda via : e cosi , tolta ogni idea di privilegio , gli spet- tatori imponevano essi medesimi un freno alia propria curiositii, e roi'dine si conservo pieno e spontaneo; e qnei medesimi che il luantenevano , partecipavano nieglio alia festa. Solo nei passaggi da sala a sala, dove Tangu- stia dei luoghi potea rendere incomodo . il regger delle aste, e dargli colore di ufuio anzi che di diletto, solo cola fnroao sostituite agli spettatori alcune persone a cio destinate. Prccodeva alia singnlar comitiva il conte Batthyany sotto r abito di Ospodaro dalmatino con una specie di scettro, sicconie reggitor della festa. Le gentili sue figliuole sotto le splondido cd acconcissinie spoglie di principesse per- siane, insicmc col figlio conte Casimiro, gli tenevano dictro: quest' ultimo faceva assai bella mostra di se , rappresen- tando il personacgio di quel Corrado in cui la niimbile fantasia del Byron ci ha cpiasi costrctti ad amare un nonie di spavcnto e di morte. Dopo di cpiesta conqiagiiia, i cui noini non si potevano per pin rispeili tacere , noi non snremo arditi di mentovarnc alcun aliro ; e dcscriveremo i personnggi rappresentati, non le pcrsonc che sc li erano appropriati. 1 08 V A R 1 E T a'. II romanzo til Alessandro Manzoni suggeri ad alcuni in- vitati r idea di una comitiva composta di don Rodrigo co' suoi hravi. II drappello produceva un ottimo efFetto v ma promos se naturalmente la domanda, perche mai questa fosse la sola quadrigUn desnnta dalla storia milanese? Pe- rocche la corte del "Visconti avrebbe potato arriccliire di hellissime compagnie la festa ; e la corte di Lodovico il Moro , che un quadro del Diotti ci ha rappresentata , or sono pochi anni, nelle sale di Brera, poteva offerire un argomento vario del pari che hello. Ai bravi di D. Rodrigo s* afFratellavano alcuni o banditi o ladroni abruzzesi ; i quali per la singolarita del lore abito si atciravano molti sguardi che non vorrebbero soste- nere la vista de' personaggi rappresentati. Gli amori di Malek-Adel con Matilde , celebrati da M. Cottin 5 e i-appresentati non e gran tempo in un ballo riel teatro alia Scala, somministrarono alia festa una nunierosa comitiva, bella non meno pe' variati costumi in essa com- presi , che per le grandi rimerabranze storiche ond' era naturalmente cagione. La favolosa gelosia di Otello, a cui la terribile fantasia di Guglielmo Sakespeare diede una fama piu universale e pill staliile che non ban molti verissimi fatti , venne figurata da una comitiva che si distingueva fra molte per la ricchezza del vestiario e per la verita del costume. Questa comitiva ridestando anch'essa la memoria di un celebre ballo ammirato gia snlle scene del nostro teatro, riusciva in un medesimo tempo e pid grata e piu agevole a ben comprendersi alia maggior parte degl' invitati. La sontuosa corte di Francesco I. aveva nelle sale del conte Batthyany un prodigioso riscontro , o vuoi nella ric- chezza degli abiti , o vuoi nella venusta delle donne , e nella dignita degli uomini che avevano tolto a rappresen- tarla: e la scena era veramente adattata a que' magnifici personaggi^ e potea far ritratto di quelle celebri feste onde fa rallegrato il convegno del francese monarca e di En- rico VIII nel campo del drappo d' oro. La corte di Caterina de' Medici viene facilmente al pen- Siero dovunque si tratti di vaghi e sontuosi abbigliamenti. La storia puo dnbitar con i-agione qual pnsto si debba assegnare a quella celebre donna ^ ma dove si tratti di vestir bello e gentile^ dove si debba studiare Tapparenza I VARIETA. 109 dclla persona, tiitti la dcbbono coUocare in altissiino pre- gio. Pcro undici personaggi di quella corte con liegli abiii neri , sovrastati da bianchissime piume negli uomini e l>cr principiu, o aggirandosi variameiite per le festcvoU no V A R I E T A . sale , dove parevano moltiplicarsi e variarsi ad ogni istante le pill insolite maraviglie , e dove non potrebbesi dire quanta copia vi fosse di grandi e magnlfici personaggi , Ma pill di belle e bene ornate donne , Di ricche getnme e di superbe gonne. La nobile festa present© allora con singolare spettacolo il ravvicinamento de' personaggi piu disparati o per eta 0 per abbigliamento : £ella e la {.'ista a maravlgUa e lieta , Varia la gente e I' abito diverso. Chi scopre nel vestir gioja seer eta , Chi tacendo si duol d' amor perversa. Chi cifra ha d'or sull'arnii e chi di seta , Altri in prosa alcun breve ed altri in verso. Ciascuno o nel colore o neW impresa All' ainata bellezza il cor palesa. 1 geniali balli si propagarono da per tutto; e lo splendore e la varieta dei vestimenti imprimevano un carattere di singolare bellezza anche a questo abituale divertimento, a cui forse non e mancato se non solamente una qualche danza di carattere, che le quadriglie raccogliendosi di bel nuovo avrebber potuto frammettere alle usuali. Ma si temette per avventura;, che cio fosse interpretato come un volersi mo- strare di troppo, o forse non parve opportuno interrom- pere la festa di tutti per lasciar luogo a quella di pochi, Non mancavan per altro parecchie maschere in costume le quali isolate potevano sostenere il loro cai'attere , ed offerire un piacevole trattenimento a coloro che non parteci- pavano alia danza. Fra le quali un gentil trovatore dispen- sava suoi versi amorosi : un notissinio scrittore sotto gli abiti deH'Aretino, ma non armato pero de' suoi duri sar- casmi, distribuiva alcuni terzetti allusivi alia storia del personaggio ed alia festa del luogo : alcuni cerretani or qua or la discorrendo , con bella varieta interrompevano la gravita di molte altre maschere, e regalavano di bei motti gli spettatori : quattro celebri artisti vestiti alia foggia degli artisti del cinquecento presentarono di loro belle produzioni il conte Batthyany e le gentili sue figlie : un Ei-asmo di Rotterdam aggirandosi per le sale col suo cele- bre Elogio alia mano, pareva intento a descrivere quella piacevole notte, e foUeggiando cogli altri, tesser severa- ' mente la storia delle follie altrui: l^ellissima e veracissiiua V A R 1 E T A . Ill iinmagiiie lU molti filosofi die censurarono T universale dcgli uoiiiini. Cosi procedcttc la fcsta sin verso le due ore dopo la inezza notte (scrvita sempre di copiosi e sf|uisiti rinfresclii), quando coinparvero due araldi portanti sopra lunghe aste un trasparcnre. su cui era scritto 1' invito alia cena. Dietro aj^li araldi s' avvio allora la fcsta, e tutti disccsero al pian lerreno dov'erano apparecchiate le mense. Quattro sale coni- poncvano I'appartamento a cio destinato. Nella prima trova- vasi una tavola capace di ventiquattro coniniensali , e ncUe tre susseguenti erano altre tavole per ben sessanta persone. Rimpt'tto a cpieste sale era la serra, ricca di ogni maniera di liori, e convertita nncli' essa in una sala con sei tavole di otto coperti per ciascheduna. E finalniente dairaltro lato ia un' altra sala assai grande, costruita all' uopo di qaelia sera, stavano imbandite parecchie mense le cpiali coronavano cpiasi una mensa maggiore coUocata nel mezzo e capace di ven- totto signore. Ne qui erano tutte le mense: clie anclie nelle stanze superiori ve n' erano alcune aile quali prescdeva la gentilezza del conte Casimiro sotto gli al)iti di Gor- saro. La bella apparenza di queste sale riccaniente illumi- nate e servite: il bell* ordine con cui eran ilisposte , e con cui rispondevano alia varia iiluminazione del giardino, e di tutto il Inogo all' intorno , non si potrebbero per nessun modo signilicar con j)arole. La gioja poi delle men- se , piene di onesta allegrczza e di piacevoli motti , clii potrel)be presumere di agguagliaria parlando? Quivi la etessa mesdiianza degli abiii e dei costumi pareva accrescer bellezza al singolare banchetto. Re e rcgine , quasi balestrate dal caso in mezzo ad altri potentati coi quali sostenner vivcndo inimicizie mortali:, fedelissimi amanti , divisi •, la lerocia e I'asprezza del leudalisuio contrai)posta ai moUi costumi dcir Asia ed a!la dellcatezza della corte de' Me- dici ; Desdemona , fatui secura dal suo geloso amatorc : i llomani ed i Grcci conversanti con Malek-Adel ; i pcrso- naggi piiii schivi e superbi in geniali collocjnj colle elvetiche contadine •, I'Oriente coU'Europa; 1' antichita e i bassi tem- pi, tutto era quivi piacevolmente meschiato e confuso, e tntto era concordla e letizia : come se Clii. pub cio die ^iiole avesse fa tie rinascere tante e si varie persone, e mostrando loro la vanita ilclle passioni ncUc quali si travagliarono in vita, c facendole rinsavirc, le avesse coniposte in bella 112 V A n I K T .V . e festevolc pace. Ne ad operare il miracolo dl qnella subita pace ( se ve ne fosse stato mestieri ) mancavano le gentili maniere del conte Batthyany e delle avvenenti sue figlie , intese insieme con esso a festeggiare con ogni maniera di cortesie la numerosa adunanza. La profusione delle scjnisite vivande e degU ottimi vini che brillavano ne' bicchieri non vuoisi qui licordare : essa corrispondeva pienamente alia magnificenza di tutta la festa , e superava per conseguenza ogni nostra descrizione. Intorno intorno alle sale de' varj banchetti era una gran folia di popolo, che per entro alle vetriate godeva lo spettacolo di quella scelta e singolar radunanza : la musica rispondeva da tutte le parti della casa : i fiori end' era coperto ogni luogo rendevan sembianza di una vegeta prlmavera : la luce era tanta da uguagliare 11 piu splendido giorno : non bisogni , non desiderj che non fossero prevenuti dall' instancabile cortesia degli ospitii se mai le celebrate dellzie di Armida e i banchetti delle redivive Fate ebber riscontro quaggiu , r ebbero nelle sale che indarao cerchiarao dipingere ai nostri lettori. La gioja di quelle inense non fini se non per rianno- darsi con quella delle danze interrotte. I coniensali si ri- condussero nelle stanze superlori, dov^e i balli ricomincia- rono piii che mai vivi ed allegrij la Ictizia vi cresceva colle ore: la notte s' inchino intanto all' aurora: il sole saet- tava dall' orizzonte, e non appariva ancor segno di sazieta in alcuno. Se la Notte avesse avuta favella, ben avrebbe potato ripetere qui le parole che attribuille un poeta : Fermate omai, fermate , Rapidi miei corsieri, il vostro volo , Tanto sol di io comprenda Qucd divisata e questa Mermiglia terrena , e quale in terra Vive vircii , possente In si brev ora a trasformare il mondo. In camblo di quella poetica Delta cosi, per awentura, parlavano dentro di se niolti cuori gentili, ai quali la brevita delle ore non si fece mai tanto conoscere siccome in quella piacevole e sontuosa notte. AI comun voto di vederla pro- lun^ata erano esca continua i cortesi modi del Conte e della sua faniiglia : ma ogni cosa e breve quaggiu , e bre- vissimi al desiderio sono sempre i diletti , per quanto V uomo V A R I E T a'. I i3 procacci dl pvolunt^arli. Fcro Li Itclla adnnanza s'accotn- niiato fiiialiiiente dall.i };eiitilczza dv^W ospiti, e la bellissiiiia fesia el)l)c line verso le otto ore. Non finiroa per altro coa essa ne bi ricordanza, ne rammirazione die dureran lun- gnniente prcsso di noi. II buon gusto del conte Batthyany non hisognava di cjncsta prova per farsi conoscere cd ap- prezzare in ua paese a cni egli da molti ailni si e fatto gia cittiiiliiio: ma la notte del 3o gennajo ed 11 nome di fjue- sto personaggio, non piii straniero a Milano, si ricorderanno per molti anni, e saranno sempre citati fra noi ogni qualvulta rinnovisi alcnno di questi divertinienti , fra i cpiali la festa descritta otterrii sempre un luogo distinto. Ingente fn senza diibbio la somma cbe il Conte e gl' invitati pro- fiisero in quella splondida notte, e pero molta parte della citiadinanza lia sinteramente esultato a questo magnifico f-ipnqiio. Tutte le Arti concorsero ad abliellire la festa i e dove le Arti intervongono, molta parte del popolo se ne Aantaggia , niolte belle ed utili idee si diffondono nell' uni- versale del cittadiui. P o E s I A. Poesie inerlite di Torq. Tasso. — Queste pocsle leggonsi per la prima volta stampate nel Giornale Arcadico ( otto- bre , 1827). Possessore ne era il ch. sig. conte Mairano Alberti , dal quale vennero cortesemente conmnicate al signor Salvatore Betti colla permissione di pubblicarle. Molte ragioni atteslano la loro autenticita, e questa venne pure confermata dalla pul)blica scntenza di monsig. ]\lai , il cui giudizio vuole in si fatte materie reputarsi gravis- slmo. Noi le riportiamo non come trovansi nel mano- scritto originate , ma ridotte alle regole della buona orto- grafia. £ cosa notissima cbe il Tasso nello scrivei-e , tutto per avvcntnra intento alle idee ed ai pensieri cb' esprimere voleva , nulla curavasi della correzione e dclP ortoi^ralia , o questa niedesiina negligenza vuolsi pur riferire come una trstimonianza dell" autenticita di esse poesie. La prima e la seguente quartina scritui sovra piccolo foglio lacerato nel mezzo : Qunndo sara die d' Fleoiwra mia Possn godermi in. Uhcrtade amore ? All pictoso il dcstin tanio mi dia ! Addio cetra , addio lauri , addio rossore. Dibl Itul. T. XLIX. 8 114 V A R I E T a'. Suir opposta facclata del foglio trovansi scrltte le se- guenti parole con carattere che sembra del priiicipio del secolo XVII: Si crede che it presente , ritrovato fra gli scritd di Tasso , 0 strappmo dalle sue mani , e presentato at diica , fosse la causa del duello e delle sue disgrazie. La secoada delle poesie e la segr.ente belllssima ottava : liamma d'amor, che mi divori il petto, Spegni una volta il tuo fcitule ardore: Libertade perdei, e d' inielletto Privo mi vuol I' irato m.io Siznore ! D' Elconora ottener non puoi I' affetto ■■ Dunque die giova un disperato amove ? Vanne hingi da me, vanne in eterno II foco ad awnentar giii ncU Avcrno. II sig. Betti ci av\erte che il poeta sulie prime avea scritto : Fiamma vorace , che m accendi il petto, Cahna una volta il tuo fatale ardore : « Ma cancellate poi le parole fiamma vorace , accendi e calma, sostitui loro coa felicissima emendazione fiamma d'amor, divori, e spegni, le quali mirabilmente agginngono forza ed eflficacia ai versi dell' ardeute poeta. » Sembra nou potersi dabitare che quest' aiFettnosissima stanza stata sia composta nello spedale dl S. Anna j poi- che il Tasso lagnasi della fiamma che con troppa vio- lenza e senza lusinga alcnna di pieta gli ardeva nel cnore. Che poi r Eleonora , della quale parla il poeta , fosse I'Estense anzi che la Sanvitale , siccome pensa il dotto editore dei versi , e che percio sia con essi finalmente decisa la famosa quistione iiitorno agli aiiiori di Torquato, ed alia causa della sua prigionla, noi noa sapremmo pie- naniente convenire. Ne abbastanza ci persuadono le con- ghietture ch' ei deduce dalla somma sollecitudine che il duca Alfonso aver dove:i per la fama di Eleonora sorella sua, donna pudicisslma e nubile. E d' altronde T innamo- rato poeta uscire potea in quelle lamentevoli espressioai , sebbene tutt' altro che amore stato fosse il motivo della sua prlgionia. Che che siasi pero , grati essere dobhiamo ai signori Alberti e Betti , ed agli illustri estcnsori del Giomale Arcadico , perche fatte abbiano di pubblico di- ritto queste preziose poesie. V A n I E T a'. I i5 ARTI E MESTIERI. Vetri colornti a fuoio con fiaure trasjmrenti. — In qnesto Cioriialc (torn. 44, pag. 258) fu |^ia aiinimziato clic i signori Giovanni Bertini e Luigi Brenta avevano presso di noi fc'licomciuc ?-i|)ioc!oua T arte di colorarc Ic lastre di vt'tro in inodo da potcrne lormarc g!aiuli dipintiirc tras- parcnii, .ii"le gia da piu seculi smarritn od alincao cadiita i 1 ohiivioiio, e die nioritaii eransi Tapprovazionc di (jncsto I. R. Isiiuiio pci saggi da loi-o prosentati. Ora ci e ben gradcvolc il poter ai:iiunziarc ch' eglino lianno ncUo scorso ditciiilire i)nl)l)litaniontO tsposia in una dclle sale di tjufzla I. R. Accndcmia un' iatcra invetriata di ordinc goiico con figure ilipioie nell' auzitletta manicra ^ cioe a luoco e tras|)arenLi. Talc invetriaUi e alta dicci picdi di Parigi e larga sci. Essa dividesi in due arcate , ncl cui inlcrvallo a coinpi- uicnio della cimasa e un circolo dipiato ad ornati gotici c contencntc nil mezzo 1' eniia od il busto di uu vescovo , elligiaio j>.uiiiioiiic con caraiiere £;otico, in un sol pezzo del diamciro di tredlci poUici. Nella sotto intersecazione di alti-e due nilnori arcate, onde le aiizidette sono suudl- vise, appajono gli sieniini dei conjugi conU If'onsou'icz di Varsavia , dai cjuali quest' opera fu commcssa. L' uno di ossi ha un ciino bianco in canipo vermiglio, e supcrior- nicnte un ciniiero", I'altro ha una Inna con varie stelie ia campo azzuiTO, e superiormcnte la corona reale degli stati di I'olonia. Tali picciole arcate disccudono fino alia base dell" invetriata in quailro uguali couiparliuienti dipinti a rosoni. La base porta il nonie della societa manufatirice ,• e due stcnmii imperiali deiraugusta casa d'Anstria, quasi ad onorevole e grata testimonianza del privilegio onde S. M. I. R. A. si e de^rnata distin^uere la fabbrica rina- scente. Quest' invetriata poi supcra le antiche di simile specie, uiassiniamcnte per la trasparenza dci colori e per la grandezza dclle lastre, morce dell.i quale le ligurc non sono frastagliaie ed inierrot've ad ogni passo dalle couaes- sioni do' piet'loli vetri. Dopo SI fatto bclliisiuio e "ranclioso saasiio di un' arte nella patria nostra fel'cemcnte riaata, abbiam ragioae di sperare chc presto verranno in simile gnisa condotte quelle invetr»ate del nostro duonio, le quali riuiaiigono tuttavia coa vetri o 'onutni o ad un sol colore, e che finaliucnte le vcdrcmo tutte conformi al'e stupendc del coro, ed a Il6 VARIETA. noa poclie dei lati. Coa tal niodo verra provvetluto anclie al danuo recato alle invetriate del fiaaco destro nel 1796, le quali miseramente precipitarono scosse dal rimhombo de' cannoni che in una festa popolare stati erano con bar- barlco divisameato collocati suUa viclna piazza. Macchine a vapore nella grande Bretasna. II loro numero e attualmente di iS^ooo: la loro I'orza presa insieme e di 875,000 cavalli , ossia di due milioai d'operai. (^Journ. gener. de la Liu. etrang. ) Nel palazzo di Tauredo a Pietroburgo venne esposto un letto di cristallo massiccio, dall' imperatore delle Russie deslinato in dono alio Shah di Persia. Esse e di un' ia- comparabile magnificenza, e il solo clie finora veduto siasi nel mondo: vi si ascende per varj gradini di vetro di verde azzurro. E costrutto in modo die dai due lati sca- turir possono due zampilli di acque odorose , che col lor mormorio conciliano dolcemente il sonno. Alio splendore delle faci o delle candele esso riflette una luce abbarba- gliante , ed allora direbbesi forraato di miriadi di diamanti. Quest' opera fa eseguita nella manifattura iraperiale di Pietroburgo. (/. G. ) METEOROLOGIA, I moderni osservatori dei fenomeni atmosfericl fanno particolar attenzione alle salite ed alle discese straordinarie del barometro, e raccogliendo le osservazioni coatempo- ranee fatte in varie jjarti del globo si studiano di para- gonare fra di loro i tempi e le quantita di queste singolari oscillazioni dell" aria. Un' ascesa straordinaria del barometro ebbe Iuo20 nel mese di gennajo , durante la quale le indicazioni di questo stroraento furono diligentemente osservate nella specola di Rlilano a brevi intervalli di tempo. E poiche siamo certi che il medesuno fenomeno sara stato notato in di- versi luoghi , crediamo far cosa grata a chi si occupa in questi studj , producendo qui le snddette osservazioni , alle quali giova premettere alcuui sciiiarimenti. II barometro osservato , di costruzione recente , ed ese- guito dal macchinista Grindel , e diverso da quello col quale si fanno le giornaliere osservazioni che regolarmente si pubblicaiio iu questa Biblioteca •, eatrambi del resto sono T A B IB T A. II collocail al piano dolP abiuizione degll astronoml ncl Pa- lazzo di Bni;. , a Jo nictri d'altczza sulP orto l)oi;iuico ed a i35 o i36 nietri sul livello del mare Adriatico. II diaiuetro iiitenio della c.iniia del nuovo l)aromctro e di lirice tie, nicnire ) 18 5.74 + 6.3 5,36 10 6 5,8a + 6,1 5,34 0 12 sera 5/>4 + 7.2 5,i5 I 48 5, So + 7,3 4.93 4 la 5,39 + 7,0 4,84 6 3o 5,40 + 6,5 4,89 9 6 5,39 + 6,3 4.79 1 18 V A n I E T a'. Risulta da queste osservazioiii che il baronietro verso le ore lo 4" della inattina del di 19 giunse alia niassima altezza , la quale fu di poliicL 28, liii. 5,34, e ^^^ ^^^^ ore 9 della sera del gionio precedente era state ad un' ele- vazione qnasi eguale e di soli 2 centesimi di linea miaore. L'astronomo Cesaris iii una Memoria pubblicata fra quelle della Societa Italiana (*) avcva notata nel corso di 55 aani ( cioe dal 1763 al 18 17) T altezza massima a cui fosse ar- rivato il niercurio nel barometro, di pollici a8, linee 5,2; ma lie ir anno 1821 essa ando assai piu oltre e giunse il di 7 febbrajo a 28 pollici, linee 7 -j , come pub vedersi nella tabella meteorologica di questa Biblioteca pel sud- detto mese. Conchiudiamo adunque che I'ascensione dello scorso gennajo fu la seconda in ordine di grandezza fra quelle osservate a Milano nello spazio di 65 anni. V I A G G I. Spedizione dii capitano Parry. — ■ Altre volte abblamo parlato del capitano Parry , ed ora possiamo aggiungere al gia detto alcune notizie meritevoli d' esser sapute. Nel 19 aprile dello scorso anno egli era approdato ad Hammerfest suUa costa della Laponia norvegia , di dove continuo poco dopo il sue viaggio verso lo Spitzberg. II porto in cui egli voleva entrare era tuttora chlnso dai ghiacci, contro ai quali l' Hecla lotto fino al 27 di mag- gio. Allora per la prima volta il capitano Parry abbandono il naviglio, per valersi dei canots tirati da renne ., da cani ed anche da marlnaj , ma rottisi i ghiacci non gli fu pos- sibile di progredire per tal maniera. S' avanzo invece r Hecla , poiche s' ei'ano tolti gli ostacoli che la impedi- vano ; ma non essendosi rinvenuto alcun porto in cui potesse riparare , le convenne retrocedere di bel nuovo. Al 19 di giugno si fece un secoudo tentativo coi canots, e sicconie le renne non potevano camminare nell' acqna sparsa in snlla superficie del ghiaccio che si veniva lique- facendo , e pei cani che si sarebbero potuti sostitnire non v' era piu il necessario cibo , cosi i Ijattelli fnrono tirati a forza di braccio ;, e s' impiegavano a tal uopo ventotto tra officiali e marinaj. Per mettersi in viaggio eleggevasi il tempo in cui il sole ( clie niai non tramontava) fosse {*) Touio 18, fascic. 1,* di fisica. V V K I E T A . 119 abbastanza abbassato sulP orizzonte , pcrchc la sua luce riflcssa dalla superficie del ghiatcio mcno oilcndesse la vista. Prima della j)artenza ciascun uomo per colazione pigliava una tazza di cioccolatte mescolato con un poco di biscotto polverizzato ; e dopo un viaggio coniinuo di sctte ore facevano un pranzo cbe consisteva in un pezzo di pemmican ( vivanda secca ed estreniamente comjiatla ) della grossezza di un arnncio , ed in alcune once di bi- scotto. Questi cibi rascliiati nelF acqua fredda foruiavano una specie di zuppa clie doveva riuscirc ben poco sostan- ziosa ad uomini che s' inipiegavano in un iavoro di tanta fatlca. Dopo il pranzo si ripigliava il viaggio per lo spazio di ahrf sci o sette ore, senipre ncU' ac((ua lino al ginoc- cliio. Donde poi quando si distoglievauo gli uomini dal Iavoro seniivano tal plzzicore da non potere per molte ore gustar il vantaggio del riposo. II capitano Parry accorgendosi che il cibo gia detto era troppo scarso in confronto della grave fatica , v ag- giunse come regalo una tazza d' acqua calda ogni sera , e n' ebbe felici effetti ; poiche con quest' acqua e qualche resto del pranzo fncevasi una specie di l)rodo molto risto- rativo. Arrivati al grado ^o.'"" di latituduie sopravvenne un'abbondante pioggia ; fenomeno assai raro in quelle parti. II gbiaccio si ruppe allora per modo che troppe precau- zioni esigevansi per evitare i piu funesti accidenti. S' ag- giunse poi , a impeJire i viaggiatori , la violenza con cui i ghiacci portavansi al sud, la quale era tanta, cbe un giorno . dopo il cammino di diciotto miglia conobliero di essere deviati l)en cinque miglia verso 11 sud. 11 capitano Parry non fece conoscere a' suoi compagni cjuesta circo- stanza se non q'.iando , essendosi gia consuiuata la meta dei vivcri , liisognava ili necessita abbandonare ogni spe- ranza di biion successo dopo essere pervenuti a 8a°45' i5 ' di latitndino. Mdlii uomini orano gia malati e incapaci di sostcner le laticlie ilel viaggio : le razioni si dovettero dimiuuire di molto. Retrocedendo, ed usciti dai ghiacci furono assaliti da ima burrasca di cin(]uantasei ore ac- compagiiata da abbondante caduta di neve : gli uomini sentivano quasi tutii i sinistri efl'etli delle fatitlie prece- dcnti : lo scorbuto comincio a nianilestarsi : bisognava affrettare il riforno, ma a misura che tutti caJevano in- fernii cio si rendcva piu malagcvole. 120 V A R I E T a'. II capltano Parry, die non vcnne meiio giammai alia sua costanza, pervenuto a bordo delf Hecla conobbe che il porto in cui 1' avea lasciata non aveala preservata da grandi pericoli. I ghiacci spinti da un vento fortissimo avevan rotte le catene di ferro che facevano uflizio di ca- napi , ed avevano spinto il vascello sulla costa , ov' erasi arenata. Si riusci non ostante a rinietterla a galla ed a condurla in un porto migliore all' ingresso dello stretto di Weygat. L' Hecla poi conipie feiicemente il suo viaggio fino alle isole Orcadi, dove il capitano Parry Talibandono, e sopra un cutter del governo giunse in Londra il 3o dello scorso settembre. Si dice die 1" ammiragliato pensi ad una nuova spedi- zione da farsi nel cominciato anno. Aggiungiamo qui i nonii dei navigatori divenuti celebri per essersi spinti piu oltre al nord di Spitzberg. 1596. Barentz ed Heemskerk (Olandesi) fino ad 80° 11' 1607. H. Hudson (^Inglese) " 80 2 3 1766. Tchitdiazov (Busso) " 80 21 1773. C. J. Phipps, lordMulgrave (/niif/ei/) " 80 48 1827. W. E. Parry (^Inglese) » 8a 48 rOLEMIGA. Jlisposta alle Osservazioni del sig. C. di Castelbfirco sui nostri articoli intorno alle sue produzloni teatrali. — Pro- testiaino innanzi tutto di non aver mal posto in dubbio le opinion! religiose o politiche dell' inclito Autore. E sebbene da cotale accusa bastevolmente ci scolpino le pa- role stesse coUe cjuali proferito abbiamo il parer nostro ( parole sceyere da ogni prevenzione od aniniosita , e da qualsivoglia tnotto che dar potesse il piu lieve sospetto di meno che rette intenzioni), tuttavia crediam bene di qui rammentare cio che altrove proferito abbiamo ragionando di altre produzioni teatrali dello stesso sig. conte G. di Ca- stelbarco. Ecco le parole colle qnali chiudemmo V articolo intorno al suo Temistode: Intanto ne pare ( T. 44, pag. i3o ) dovuta massima lode ad un uomo , che non crede nuocere coi buoni studj alia gloria degli avi , e consolando le noje signorili col canto delle Muse educa i suoi figli agli esempi dell' antica virtii. E ancor piu chiaramente espressi ci sia- mo parlando della Famiglia in iscompigHo dello stesso au- tore, H sig, Conte Cesare di Castelbarco, cosi noi dicevamo V A n I F, T A . 121 (T. 45, pag. 100 ) modeUo de' cavtdirri e de padri di fa- m/iilui fece a suoi fi^liuoli il dono di due. tra;^rdie, I'Agatode ed il Tcmistoclt. Tuuo iiueiuo a fonncirnc ottimi cUtadlni , ch' essere possano un giorno lUili al trono ed nlla patrici , e ndia socitia onornti e ben accetti^ va spronandoli alle piii sidilimi viriii col sottoporre al loro sgtuirdo, ed unzi coll' in- dossar loro il nuignanimo carattere de' piii saggi e prodi uomini dell' antichita , e va ancora , merce di un ben costu- mato ridirolo , distornando i loro aniini da certe bizzarre e stolte costwnanze a noi cC oltrainonte pervenute , ecc. Tali parole sono troppo solenni perclie ragionando poi di quelle due ultime produzioni peasare o scrivere potessimo tutt al- triiuenti eJ in ua modo indegno cU noi, indegno del no- bile autore. Consentiamo die le mende della tragedia si riferlscano al P. Valoris anzi die al traduttore , tranne quelle per altro le quali cadono nelle aggiunte da lui fatte all' origina- le. — Ma il dire die la repuhhlica era gia fondata ai tempi di Bruio, e T asseguariie i Consoli per prova non sono argomenti che ci convincano. Tito Livio die pur non fw esattissimo in queste distinzioni, e si lascio qualclie volta illudere dai nonii ci avverte die dai tempi di Bruto si puo originar la republjlica magis quia annuum iniperiuin consu- lare factum est , quani quod diininutwn quicquani sic ex regia potesLate. Omnia jura . omnia insigrda primi coiuules tenuere : ed egli e gia un secolo e mezzo die il Vico ha fatto co- noscere qual fosse la vantata repubblica fondata da Ciunio Bruto. Passarono ben venti anni prima che i plebei aves- sero i tribuni , e questi neppur degnati del nome di ma- gisirati , esclusi per sin dai senato. Passarono sessant' anni dopo il fatto di Bruto prima che in Koma vi avesse un codicc di leggi stritte , e queste pure tanto democradche che proibivano al popolo T imparentarsi coi nobili , e con- cedevano a questi ultimi il liattere e imprigionare priva- taiiiente i plehei. E quanti anai discorsero prima die le magistratnre fossero accomunate alia plebe ? E dove il po- polo c escluso dai pul)l)lici afFari pno dirsi die vi abbia repul)l)lica ? Tuttavoha sia poi conceduto, se vnolsi, il cliia- niare col nome di liberta la piii dura aristocrazia die mai sia siata nel mondo : qucUa repubblica guasta e corrotta di cui si parla nel P Scato del cielo. poll. 27 37 27 37 lin. 8,6 6,0 8,1 5,8 7'0 - 1,3 + 1,8 - 0,0 + 1,0 + 0,5 E NE O S E E Sereno. Nuv. ser. Ser.nebbloso, Nuvolo. Sereno. poll. 27 ^7 27 27 27 7.4 7,0 7,5 7,0 7,0 + 3,2 + 44 + 3,4 + 5,0 + 4'.o E E S O N O E Ser. nebb. Sereno. Nebb. ser. Nebb. ser. Nebb. ser. 6 7 8 9 10 27 37 27 27 37 7,0 7,S 11,0 9,0 10,0 - 0,0 -2,8 - 2,0 - 1,0 - 0,0 N E » 8 O N O S S E I J 12 i3 14 i5 27 37 37 27 27 11,0 11,6 io,o 9,0 7,0 + 0,(1 + 1,3 + 1,5 + 3,0 + 3,0 s o o s o s S S E 16 17 18 19 20 7,« 10,8 3,8 5,5 3,6 + 0,7 + 1,5 + 0,3 - 0,4 - 1,6 E O NEE S E O 21 22 33 24 25 28 1,2 38 1,7 28 0,8 28 0,3 38 2,0 - 0,6 - 0,0 + 1,5 + 6,0 + 1,6 E N N O o E 36 38 I," + 0,7 27 28 i,^> - 1,3 28 37 11,3 + 0,3 29'38 1,7 + 1,5 3o38 0,5 - 0,0 3i 28 0,0 - 1,0 N N E E S O N E Ser. nebbia. Nebb. ser. Nebb. nuvolo, Nii.nev. prec Nev. nuvolo. 27 27 27 37 27 6,6 9,B 10,0 9,2 II,C + 2,C -0,3 - o,R + 0,5 + 2,0 S £ E O s s o s o Nuv. neve. Sereno. Nuvolo. Nu. nebbioso. Nuvolo. Nuv. . . ser. Nuv. nebb. Nuv. nebb. Nuv. n^bb. Nu..piog.prec 27 27 27 27 27 I /,2 11,3 9,3 9,0 6,8 + 2,6 + 2,4 + 5,5 + 3,5 + 5,8 s o o s o s o Nebb. folta. Nuv. nebb, Nuvolo. Nuv. rott.ser. Sereno. Ser. nebb. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. 27 28 28 28 28 8.2 0,8 5,c 5,5 2,2 + 3,c -V 3,3 + J, 5 + 1,5 + 2,3 E B E O O Sereno. Nuv. nebb. Nuvolo. Nuv. nebb. Ser. neb. folta. Nuv. nebbia. Nuv. nebbia. Nuvolo. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Nebbia Nebb. nuv. Nebbia. Nebbia. 28 28 28 28 28 IF 27 28 37 28 J,o 1,8 0,0 i,c 2,0 + 3,5 + 4,0 + 6,5 +10,0 + 6,p s o o o s o E Nebb. ger. Sereno. Sereno. Ser. nebb. Sereno. 1,2 c,i TI,8 1,3 ",7 0,8 5,5 5,f> 2,3 2,6 3,6 1,0 N O O E O o 1* E Sereno. Sereno. Nebbia. Nuvolo. Nebbia. Nebbia. Altezza mass, del bar. poll. 28 lin. 5,5 Altezza mass, del term. + 10,2 minima » 27 » 5,8 minima - 2,8 media » 27 >> 10, g media + 1,90 Quantita della pioggia e della neve linee 5,47. 12; BIBLIOTECA ITALIANA tXMitaijp ;i82S. PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. Famigllc celebrl itallanc , fascicolo XVI. — Concini ill Arezzo. — Del 3Ionte di Monte S. Savino. Oinnolar L^nngoiar nionnmento dclle bizzarrie di cio clie di- cianio lortuna fu quanto alcim' altra la famiglia dei Concini , di cui qui tratta 1' illustrc cav. Litta , e clie riniase estinta ncl i63i. . In mezzo pcro alia manit'estatissima tenerezza pe' suoi , veg- gianio ill lui tratti di una singolarc fermczza. Suo fratcllo Baldoiiiio voleva lo Stato di Cameriuo per la lami^ha, ed egli seppe resistere. Suo nij)ote Ca/m- hattista anibiva lo Stato dc' Farnesi, e Ciuliu III sacriiko Ic speranze di lui alia [)ace d' Italia. l34 FAMiGHE GELEBRI ITALIANS Giambattista del Monte , di cui parliamo , fu il solo superstite figlio di Baldovino, due altri essendo morti in gioventu. Egli niori nel i552 all' assedio della Mirandola. A SLissidio della sua stirpe Giulio III era ricorso , siccome abbiam detto , alle adozioni e legitdma- zioni. Egli fece adottare col nome di Innoccnzo a jBcddovino suo fratello il figlio di un bombardiere , chiamato Sandno al battesimo , fanciuUo vagabondo che jiientr egli era ivi legato , si trastuUava per le strade di Parma con una scimia, e fu giustamente riputata folle la tenerezza che prese per quel ragazzo. Per dargli uno stato inconiincio dal conferirgli la prepositura di Arezzo ; e divenuto Papa , nella prima promozione lo fece cardinale, mentre non avea die 17 anni, e cio contra le pregliiere del sacro Collegio, e r eloquenza del severo Carafa. Alia porpora con- giunse \ abbazia di 5. Zeno di Verona in commenda , ta legazione di Bologna , altre riccliissime prebende , e il vescovado di Mirepoix in Francia. Ma tanta predilezione fu mal compensata. Costui fu sempre di vita scandalosa , e venne carcerato tre volte , la prima in Castel Sant' Angelo , la seconda in Tivoli , la terza in Montecassino , ove gli fu posto ai fianclii un Gesuita per direttore spirituale. Tra i varj delitti che si dovettero in lui punire , uno fu quello di avere ucciso in un alterco il figlio di un oste , e quindi X oste medesimo accorso a difendere il figlio. Ritorno in Roma nel poniificato di Gregorio XIII ^ e vi mori poi nel 1577. Con tutta ragione Tautore osser- va che Innocenzo non dovrebbe essere in alcun modo considerato per individuo della famiglia Del Monte. Accaato a questo Innocenzo si vede un Fabiano, ucciso al servizio di Francia nelle guerre di Picar- dia alcuni anni prima del pontificato di Giulio III , e che quantunque ammogliato con una Vitelli di Citta di Castello , non lascio prole. Alia Tavola, die comprende la notizia della fa- migUa Del Monte di Monte S. Savino ne sono unite IWL OAV. rOMPEO MTTA. l35 miattro. Una rapprcscnta il monnmento tlcl caid. Antonio, zio di Cinlio III, posto in Roma nclla cliicsa (li S. Pictro in ]\lontorio. L' ahra nc rappre- 6cnta un altro collocato dirimpetto al priino e di ■I egualc arcliitcllura, ma sen/a iscrizionc: Tautore lo dice di Vinccnzo tlcl Monte, padre di Ginlio III. Alcuni r avtA-ano supposto di Fabiano del Monte , avo del Pontefice; ma il cav. Litta ha tolto ogni dnl)I)io , rifercndo il monnmento di qnel Fabiano cho si trova a Monte S. Savino. Qiicsto monumento e rapprescntato in una terza tavola, nclla quale vedcsi ancora squisitamente miniato ij ritiatto di Cinlio III tolto da un qiiadro della Galieria di Bel- vedere in Vienna, e prima apparlcnente a quclla di Anibras in Tirolo. U ultima tavola rapprcsenta la statua in bronze di Cinlio III, opcxa del celebre Vinccnzo Danti di Perugia. Fu (jiicsta statua dai Perngini cretta ncl 1 554 a quel Pontefice , ^^^^ aveva resi.'tuitc alia citta le magistratiuc toltele da Paolo III in pena dclla sua ribcllione nel 1540. Questa statua fu nelle passate vicende nascosta in lui sotterraneo per evitare il pcricolo clie venisse fusa , come av- I venne, dice Pautore, a rpiella di Paolo II nel 1467 fatta da Villano di Padova , e a quella di Sisto F, lavoro di Vinccnzo Martclli perugino , discepolo di MicJichnificlo. Tanta e la diligenza colla c^ualc pro- segue roraggiosamentc il cav. Litta a dare all' Italia questa bell' opera , raro c supcrbo monumento dello uelo e sapcr sue ! 1 36 Poesie italiane e latine edite ed inedite dl Ansiolo U Elci con la vita dell' autore scritta dal signor Gio. B. NiccoLiNi. — Firejize^ iS^j, presso Gu- glielino Piatti , in 8.°, di pag. i5o e 164. Volumi due , che pel doppio loro frontispizio possono stare aiiche separati. « /xngic ingiolo D'Elci fu sanese per origine, e per patria fiorentino: egli iiacque a' 2 ottobre dell anno 1764 di Lucrezia Niccolini e del marchese Lodovico Pan- noccliieschi de' conti D' Elci , i quali anticamente Siena mutarono con Firenze. Ebbe a maestri, se- condo I'usanza dei tempi, tanto nelle lettere , quanto nella filosotia due sacerdoti , Antonio Arrigoni e Angiolo Sgrilli , nei quali lodava la dolcezza del- r indole e la santita de' costumi. Fin dalla piu te- nera eta amor lo prese dei classici autori della Grecia e del Lazio, ai quali per lungo studio fami- gliarc divenne: ma si fece esperto anco negl'idiomi di Francia e d' Inghilterra , ben avvisandosi che il dispregio delle lingue forestiere sia superba stol- tezza. Nel 1780 vesti I'abito di cavaliere di Malta, e milito nelle galee dell' Ordine come volea quella religione , ma non gli piacque di giurarne i voti. Vide nel 1783 Parigi e Vienna: e nel 1788 resti- tuitosi alia capitale della Francia passo da questa a Londra I'anno seguente. Ignoro se nella patria o in queste citta gli sorgesse nella mente il pensiero di adunare le prime edizioni dei greci e latini scrittori. Non perdono ne a spese, ne a viaggi per far pago un desiderio, al quale parea che non potesse bastare la sua fortuna. II dar compimento a questa raccolta e il recare a perfezione quelle satire che imprese a scrivere da giovanetto , furono \ unico pensiero della sua vita. Milano lo ritenne piu anni : presa che fu dai Francesi , ei nella patria si ricovrava. Ma poiche rOBSIB ITALIANK E LATINB DI A. d' ELCl. l3j la santita dei trattati e le virtu tlcl suo principe non valsero nel 179B a difenderla , ei la fuggi, temendo che costrette dall' armi tacessero Ic leggi. Stabili in Vienna la sua diniora, e non rivide Fircnze che nel 1807. Ridottosi in Vienna di nuovo si congiunse in niatriiiionio nel 1809 *^olla contcssa Marianna Zinzen- doil", vedova del conte Tliurn, donna d'altissinio li- gnaggio c di gentili costumi, per cui il D'Elci, giunto a ([uella parte d'eta che sparge sullc cose Torrorc del vicino sepolcro , ebbe lieti e riposati giorni , c le poco conosciute fra noi doniestiche dolcezze. Egli solVerse niolti anni volontario esiglio, hnche nel 1814 la vittoria dclle armi alleate lo fe" cittadino. Tomato in Firenze, vi resto lungamente caro agli amici, de- siderato dai parenti, coi qnali vissc sempre in quella Concordia cli e naturale fra i buoni. Nel i5 luglio 1818 reco ad elTetto un antico divisamento, donaudo ;i!la sua citta la preziosa collezione di quei libri che ton tanto dispcndio avea per tutta la colta Europa cercati. Cosi non vano strepito di parole niagniliche, frecjuenti adesso suUa bocca di tutti, nia dono che viuce ogni privata larghezza , manifesto nel D' EIci la carita di cittadino. A benellcio della patria gli baslo il cuore di separarsi da quei libri che lo se- guirono nei viaggi, che fuggendo salvo piu volte ualla rapina del vincitore, che pel molto studio, per si lungo amore rhe avea posto in cercarli, a lui, come vecchi amici, eran cari , e di onorate vigilie , e di corsi pericoli , e dcgli anni migliori gratissima ricor- danza. Fu questo un dire addio alia vita prima di morire: ne speranza alcuna gli lu di conl'orto. Egli fatlo omai vecchio prevedcva che non avrebbe lia gli a|)plausi de' suoi concittadini sollcvata la fronte a rimirare i preziosi volumi acrolti in quell cdilizio che ^ara tempio della sua gloria. Non era serbato a <[iust" onore il capo venerando del vecchio, ma lungi (lalla patria aggravarlo dovea una terra straniera. 11 buo presagio s avvero nel 20 ottobre del 18^4, giorno Mcl quale ei mori in Vienna con quelle speranzc che l38 P0E8IE ITALIANE E LATINE d^ la religione. Fu bello di volto e di persona , di animo posato , d' aspetto composto , ma non senza quell' arguta piacevolezza che i suoi studj manife- stava per cui non di rado la faccia era in lui spec- chio della raente. Fu di generosa natura, amico del- r uomo , non della fortuna : ebbe delle ingiurie fa- cile dimenticanza , e dei beneficj memoria immortale. Assiduo lettore degli antichi , parcamente lodava i moderni : e da certe letterarie opinioni in cui oltre- modo fu acceso , ne gli anni , ne il dissentire dei piii lo rimossero. d , Fin qui Y illustre Niccolini il quale passa a discor- rere sull' indole della satira e dell epigramma , dai quali componimenti venne al D' Elci la letteraria sua fama. E appunto di satire e d' epigrammi si com- pongono per intero questi due volumi , ove se ne tolgano alcune poesie latine e dodici epitaffii, i quali second o la primitiva significazione della parola e 1' uso antico de' Greci s' accostano anch' essi alia poesia epi- grammatica. Le parole, con cui della satira in gene- rale paria il Niccolini , ne farebbero invito ad en- trare con qualche larghezza in questa materia, per- che ne duole veracemente il sentirci troppo discordi da un si chiaro intelletto , e vorrcmmo pure inve- stigando le ragioni delf arte cercare, se forse ne riuscisse conciliare le nostre opinioni alle sue : ma per ben tre volte in questo Giornale noi abbiamo tentato un somigliante discorso, ne ci basta T animo di mettere a novella prova la pazienza de' cortesi let- tori. S' aggiimge che altri oramai (i) favello di queste satire del D' Elci , ne tanta e la loro eccellenza da meritare che si facciano soggetto ad un secondo ra- gionameuto. lu esse 1' autore , abbandonata la festiva tilosolia d' Orazio , voile congiugnere la splendida bile di Giovenale all' oscurita sdegnosa di Persio, ma se (i) Tomo IX, quadenio di marzo 1818, pag. 249 di questa Biblioteca. '' Dl ANOIOLO D' ELCI. 189 (juiilche volta potc inaalzarsi ijno a' suoi famosi cseni- |ilari, troppo di spesso, invece di rinnovarne le virtu, si perdette iiclla lacile imitazione de' loro vizj. La santa morale nou va pred^cata coUe parole dc' trivj , e se la j)()csia satirica per ubbidirc alia sua destina- t| zione debbe alcuna iiata uscire in campo aperto con- tro r orgogliosa nequizia , ella dee muovere come un'iilustre guerriera della ragione, e non mai come una sozza i'antesca clie insulta le vili cantoniere con frasi imparatc ad una scuola comune. II linguaggio vuol cssere lamigliare, o come lo diceano gli aniichi pedestre , ma una modesta e severa dignita e sempre a tenersi, perche akro c il procedere con umile passo per la pubblica via, altro e 1 urtarsi colla plcbe , e abbarullarsi con essa ncl fango. Ne I' oscurita cho quasi e continua I'lci D Elci , puo essere piii agevol- mente scusata: che se qualche rarissima volta la ne- ( ossita o la prudenza avvolgono il discorso con un velo trasparcnte al guardo di poclii , cgli e questo un male che soltanto ove non sia evitabile , puo venir tollcrato. L' intenzione dell' artista debb' essere chia- !i ramente significata dal suo lavoro , o la postcrita ' Concorde sdc2;nera d' alFaticarsi ad intendere chi stol- tamentc s' allatico per non essere inteso. E certo il D' Elci sprofondandosi in quella sua nebbia non I servi ad alcuna necessita , e solo per vibrare con piu impeto la parola in Imc all'ottava, restrinse , accumulo , condcnso i pcnsieri e le idee : a questo mode per veriia egli tcrmiua di frequente con sonmia forza , e ne costringe anche renite'nti all' applause , ma che gli giova , se questi rapidi lampi altro non non lanno che rendcre piu tctra 1' osciuita che li I segue? II primo bisogno dcU' uomo e la luce: i no- stri ocrhi , il uostro intelletto , 1' anima nostra la cer- cano con pari aiisicta. Cuai alio scrittore che per una vaiia superbia si chiude in un bujo voloniario I 1 foggia d' oracolo : ci rimarra solo aspettando rari pcllrgrini nolle sue tenebrose foreste. 140 rOESIE ITALIANE E LATINE Con questo breve e quasi involontario ceniio sulle satire del D' Elci noi siam venuti parlando anche de' suoi epigrammi ; perche gli epigrammi formano parte della poesia satirica , e le satire del D' Elci in sostanza altro non sono clie una serie di epigrammi sopra varj determinati argomenti. Noi pero crediamo die se il nostro autore si fosse applicato di gran cuore alia poesia epigrammatica, egli avrebbe in essa raccolta una palma piu singolare che nella satirica. E se questa opinione noi avevamo concepita vedendo solo le satire, tanto piu la dobbiamo confermare ora che i fatti sono venuti a rinforzare il nostro ragio- namento. I difetti che al D' Elci piu giustamente si poteano rimproverare , fui'ono gia da noi annoverati e si restringono all' oscurita e alia stentatezza che gli nascono dallo sforzo continuo d' esprimere bre- vemente e con novita il suo concetto. Ma questi niedesimi difetti quasi per intero spariscono nella ristrcttezza delf epigramma , la quale non perraette air autore quei lunghi avvolgimenti e quell' ammasso di pensieri onde il piu delle volte sorge 1' oscurita. II vero ejiigramma contiene una o due idee , e gia gli scolastici poneano per assioma che da due sole cose non vien confusione. II poeta vede lucidamente cio che vuol dire , e se troppo spesso gli sfugge un' ine- zia ch' egli scambia per un peregrino concetto , assai di rado ei s' inviluppa in modo che la sua inten- zione ci vada perduta. Nella stessa guisa i pensieri arguti che succedendosi in folia nello stesso compo- nmiento slegano il discorso e ci fanno stanco 1' in- gegno , soli e divisi nell' epigramma producono un elFetto tutto diverso , e nell' esercitarci la mente la ricreano di mirabile giocondita. Che se anche tutto r epigramma e sacrificato all' idea finale , il compenso e cosi pronto e vicino che quasi non avvertiamo il prezzo ch' esso ne costa. Tre epigrammi del D Elci, in cui e degno di lode il solo ultimo verso , prov- vcderanno d' opportuuo esempio le nostra parole. DI ANCIOLO D ELCI. I4I Per nil duello di due codardi. Combutton due codardi in gran distunzu, Nc questo o quel s' avnnza. Jnctccessibile alia punta ostile Ten'j^on la pancia vile. Vien , li sorprende un mu^istrato , e grida ■ AccustaCeii alnicn, cti io ii divida. Ad Andrea. Pranzo hai di nozze, Andrea: tcco e la sposa: CiiL in pena sci gelosa. Ciiu{o ne osservi i pie sotto la mensa^ ; La man die il via dispensa: J N' esamiru i sospiri^ i detti , i guardi. Se il primo di tu ne dijjidi , c tardi. Per Marcone. Sempre Maroon , che onor non ha ne fede , Sempre menti ? JVo : chi ( afferma , eccede. , Non e irr , c/t' ei tradi con It: promesse ; Lc giurb, perche ulcun non gli credesse. Chi vorra ncgarc clic la vivacita della cliiusa non aalvi ([iicsti componiinenti , i quali nel resto sono tanto viziosi ? Ed all' incoiitto qiial inerito di stile J)otrt'i)lje dilciidcrc la scipitezza di cpigraniini sonii- gliauti a qiicsti altri, die il D' Elci medesiiuo ne ^uniiniiiistra ? Per Marco. In puerizia ingcgno ehbe virile Marco ; in virihta I' ha puerile. Pel generalc Osterman che perdc un braccio in una battuglia da lui vinta. Egro campion , ma invitto, a te il coraggio 1 Pria fe' il braccio di fcrro , e poi di faggio, ' Per Sirnone. Simon d' ogid super senibra il deposito , Perche con dignuii par la a sproposito. j L'arguzia sara sempre la dole priiicipale di qucsta poe- sia, e no Ibrnicra per cosi dire 1' esscnza, qiialiiiKpie cosa al)l)ia poiuto opporrc il Vaunctti dispuiaiido IJiOl. huL T. XLIX. lo 14a POESIK ITALIANK E LATINE nel secolo scorso contro il Serrano. Quella contro- versia fu celebre, ma dalla vittoria die il primo riporto pienissima sopra il secondo , non si puo trarre alcim argomento contro la nostra opinione ; perche il Vannetti troppo sovercliiava d'ingegno e di dot- trina il suo avversario, e la disputa, come avviene quasi sempre nelle quistioni letterarie , fu traviata dal vero suo punto, e cliiamata a contendere se la festiva semplicita di Catullo non dovesse preferirsi a tutte le arguzie dello spagnuolo Marziale. Proporre la controversia in questi termini era lo stesso che giudicarla, nia il Serrano ingannato dall'amore della patria non dubito di accettare anche questa battaglia e meglio che dell' onor suo parve sollecito della gloria di Marziale, alia cui difesa piu ardito che prudente egli sorse , fulminando di letterario anatema il sa- crifizio del Navagero. Noi non vogliamo entrare nella vera quistione , perche saremmo condotti a troppo lunghe parole, ma chi ne fosse vago potra ricorrere con sommo diletto alia bella dissertazione , che il piu ingegnoso fra i critici alemanni , Efraimo Les- sing, ne scrisse. Invece chi ne vieta di presentare ai nostri lettori in due pagine quanto ha di meglio il D' Elci in uu intero volume ? Sono sedici epigrammi , dei quali i due primi si direbbero piu propriamente madrigali, e i due ultimi vengono chiamati epitaffi. Nice talor mappella, Ma lungi io vo da quella. Set , dice a me lo specchio , Non ahhastanza giovane , E sei , mi dice I' animo , Non ahhastanza vecchio. Nuda suW Ida andb , beiiche regina , E di Giove Giunon moglie e sorella. Armi ohlib e dottrina Nuda Minerva ancor, sebben pulcella. Nuda al pastor vicina Vien pur Ciprigna , e cos'i a lui favella . DI ANOIOLO d'eLCI. 148 Se il porno <; a me conccsso , Darv a fe la piii belld del bcl sesso. Rise ei , iie il porno gib. da lui fu dato Ad una di'Ue Dee mule al suo Uuo ; Ma in man di Ciierea Lo donb alia beltd,, che non vedea. Per Ugone cavalierc di croce. Dissi in vedcr la croce a Ugone in petto ■■ Aon stmpre ov'e la croce, il luoi^o c neUo. Ad Ursino. Jo prendo moglie, Ursin ■• vuoi ch' io la prmda Clie per ricchezze e per belta risplcnda. Forse non m' hai capita? Ursino, io prendo mogUe e non marito. Truffb ai pupilli Andrea ; con arti ladre FuUj , sj^oglib i fratclU , nffanib il padre , Vende la nioglie ; or siinonie fa in duomo. Fa peggio ancor Andrea ; fa il galantuomo. Sol tre ore la notte in letto stai, Nel di nulla non fai. Questa e vegUa, o Mattia? (^uest'h sopore: Dormi vcntiquattr ore. Sai, che in mia cnsa non accendo fuoco, E pur in offri d tuo cuoco. Perche fra noi t ingiuria s'equUibri, Giulian, t' offro i miei libri. liozzo tu sei , Mattia , scortese , ingrato , Ma il tuo cane hai pcrb ben educato. Or s' ci dolci ha maniere , c tu ullane Futii educar dul cane. Taddeo ; per fama aver di gran dottore , Mvdica i sani, e sprsso alcun ne muore. Sortio d Albin, miuo Otton, cieco e Brunetto Citdian non ha iruclletto. Qui disse wi noma accorto, Di quattro nVi si pub fare un mortv. 144 POESIE ITALIANS E LATINE ecc. Fremi , se a farti visita , Fabio, nessuno e stato JVel Ji della tua nascita. Chi sa , che tu sia nato ? Vaghe hai pupille, ma discorsi sciocchi: Chiudi le labbra , o Cloe , parla cogli occhi, A Matteo per brillar fra i gran signori Nulla manca ; neppure i creditori. Perche buon padre, perchc buon marito E Andrea ? Perche e falUto. Perche va in chiesa , e peccator contrito E Andrea? Perche e fallito. Perche piii liberal, meglio vestito E Andrea? Perche e fallito. Temistocle. Morte non giugne a questo avel vicina. Fra I' urna , e lei v e il mar di Salamina. Cesare. Cesare, Europa tutta, Africa doma At tuo hraccio son poco , e troppo e Roma. Alcuno anche dopo aver letti questi versi vorri dire die ne per essi, ne per gli eleganti carmi la- tini che U conseguono , ne per le stesse satire il D' EIci puo sperare una fama che sia per bastare sino alia tarda posterita : ma se anche questa troppo severa sentenza fosse giusta , noi pensiamo che a lui veri'a sempre una lode bellissima e piu che ogni altra desiderabile dal molto e costante amore che pur lontano conservo alia sua patria , e manifesto espresse fino all ultimo della vita coUa generosa no- billa de' suoi fatti. Cicerone fu sovrammodo avidis- simo di gloria, e per ogni verso s' affatico a meri- tarla ; ma certo tutto lo splendore che gli derivo dalla sua invitta eloquenza, non gli sarebbe al confronto riuscito che un' ombra , se avesse potuto ascoltare le magnifiche parole d' August© , che dopo aver concorso al suo vile assassinio fu sforzato dalla coscienza a | sclamare = Costui amo veraceniente la patria. = ' 145 Diahghi snpra gli amori , la priff-onla cd il genio di Torquato Tasso con uii discorso intorno allc iddme sue opere , dl Stefano Giacomazzi medico brescia" no. — Brescia, 182J , presso Francesco Cavalieri, in 12.°, di pag. xi e 3o3. JLje grandi opcrc di Torquato Tasso, la tribolata sua vita , e la uiiserrima fine cii' egli ebbe sono ar- gonii'Mto di inaraviglia c di coinpassione a tutti i cuori gentili. Quando noi, inespciti ancora del inon- do, leggiamo il nobilc canto della Gerusalenime, ap- pena possianio prrsuadcrci che la fantasia creatrice di tantc subbmi bcllczze abbia appaitenuto ad un Qomo mortale : il pocta e per noi un noma di ve- nerazionc e d'incanto, ravvolto in un marc di luce nella (piale noi ne jiossianio, ne vogliani penetrare : per lui la nostra anima si e levata piii volte al di sopra di IL CKNIO ni TORQl'ATO T.VSSO. 1 49 dai fjiiali il Tasso ritornava ben presto in sul diritto scntiero, Non di rado ancora ( sop:p;iiingc) le ])arole del iiostro pocta si partono dall usata loro [iiinta, c ([nasi ci sforzano a dire che il suo spirito tlalh^ cclcsti rniitcmplazioni del bello si ahhassa e II s' imbratta nel fanp;o di questa niisera terra : ma e rolpa ( prosep;ue dieendo) del secolo piu clic del Tasso , perche quell' eta fii tutta risoluta in amori lircnziosi , e non solo i brevi e fup:gevoii componi- menii dei lirici , ma per sino le teatrali rapjjresen- tazioni , al rospetto (lei principi , dellc dame e dei prelati , dispic2;avano una licenza die non sarebbe oggidi conij)oruita neppure dal volgo. Finalnientc il sig. Giacomazzi trova anche nella natura del lin- guaggio poetico im argomento di sousa alio volut- tnosc espressioni che incontransi di ([uarido in quan- do nel Tasso; perrlie la poesia vuol parlare ai sensi, ed ha bisogno d' immagini : c pero il poeta ha di propria natura un linguaggio piuttosto materiale che spin male , nc [)u6 sciiiprc adombrarc la licenza de' suoi concetti. Cosi ragiona lAutore con molta dottrina del pari che sotti^liczza d' inerarono eopra ciascuno di noi , e ee penseremo quanta fatica richiede , e quanto rincresce il liberarsi da quelle illusioni per farsi a considerar freddamente r umana debolezza in cui vivono anche gli spiriti piu gentili e piu elevati. Dopo la giustizia dell* animo , la nobilta dell' in- gegno e senza dubbio il dono piu grande che agli viomini possa impartirsi dal cielo. Ne all' eccellenza di questa dote mancano il voto e Y ammirazione di tutta r umana famiglia ; che anzi , qual animo e piu gentile , quegli piu volentieri s" adopera ad esaltarla ed a reverirla dovunque 8 incontri. E la stima e r amore in che si tengono gli uomini di bell' inge- gno forniti procedon tant' oltre , che di leggieri tra- passiamo a sublimarli fin sopra i conlini del vero ; e come cosa sacrata dal manifesto favore del cielo, vogliamo trovare peifetto e lontano da ogni niac- chia colui che nelle doti dello spirito va singolare dal vol go. Quindi ci sdegniamo con quelli che alia niirabil dottrina di Socrate e all' esemplare sua morte si studiano di frammischiare la corrotta belta di Alcibiade ; e prendiamo battaglia contro chi nega che r Ali^hieri amasse veracemente la patria ; e di- vini chiamiamo i sapienti , e celeste quella scintilla che in essi produce tauti mirabili efletti. E cosi, air insaputa di noi medesimi , congiungiamo colla lode deir ingegno anche quella di tutte le altre virtu : e quando tutte non possiamo attribuirle a quest' idolo della nostra immaginazione , allora dell una dote fac- ciamo scusa a quelle altre che forse non ebbe : o sia che r uomo intenda combattere per la dignita della propria natura quando cgli accosta alcuno de' suoi si- mili air eccellenza del creatore : o sia in vece che una se2;reta e quasi nobile invidia lo sforzi, per un sin- golare contrasto , a quella esagerata esaltazione , colla quale, dovcndo pur confessarsi minore di un altro, ingegnasi di mostrarlo altamente privilegiato dal cielo , e di porlo se fosse possibile al di sopra della specie umana , affinche la costui eccellenza non sia ED IL CENIO DI TORQUATO TA660. l5l riniprovcro della sua bassezza. E questa noetra tcn- denza , qnaliinqiie ne sia roriginc, appariscc in tutta la sun forza e pu'nezza , quaiido 1' uoino d' ingegno al (juale si volge la nostra ammiiazione sia siato bersaglio all' invidia e, vivendo, in luogo di onoii abbia ricevuto ecorni ed oltiaggi. Perocche alle ra- gioni gia dclte si iinisce allora la scgreta compiaccnza di crigeibi giudici fra un secolo ed un indivuluo, di mostraisi j)iu accorti conoscitori del merito che non sia stata tutta un eta , di esercitar finalmente una giustizia contro 1' oppressione dei tristi. QuclT uonio die per V altezza del suo ingegno si attira la nostra venerazione, per le sue molte svcnture ci aCfeziona e c" inteneriscc. Quasi con aninio di ammcndar 1' in- giustizia dei couteniporanei, noi raddoppianio la no- stra stinia ed il nostro aniore verso di lui: faccia- ino , per cosi dire , la sua causa : ben presto , quasi senza avvedcrcenc, aniiamo e difendianio in lui una nostra creatura, e guai a chi si arrischia di assalirla tla (jualsivoglia lato ! Se lo scrittorc non ebbe le virtu cllissiini (\ucsu \crs\ , c non (llronio neppurc rlic Ja tloiina in I'ssi uifuzionata sia vcra- mcnto Eleonora d Este , s('l)benc inolic ragioni con- corrano a farccne pcrsiiasi ; ma sono per ccrto una prova clio la donna j)in aniata , o sola aniata, dal Tasso non In Lncrczia , c die s' cj^li attribui lo sde- gno di Alfonso a cpialchc sua colpa amorosa, la ri- leri ad Eleonora. E vcraincnte se il Tasso avesse stimato di osser raduto prigione siccome drudo di Lncrczia , dillicilnHiite sarcbbesi ricovcrato ad Ur- bino; mentrc, ponianio pure che poco iniportasse a ([uel principe la fcdclta o 1' onor di una sposa dalla (piale si era diviso , non era pero ragioncvole il iidar piii the tanlo nella sua noncuranza. Oucste osservazioni non credianio ehc bastino per dichiarar falsa 1' opinionc del sig. Giaconiazzi intorno agli aniori del Tasso , ma sono per altro valevoli a reiiderla iiioho dubbiosa. Del rcsto, non amniettendo noi la sentenza dcirAutore snila costanza amorosa tiel nostro grand" epieo, potra facilmcntc ogni Icttore conoscere tpial sia la nostra opinione rispetto a questa sua ainieizia eon Luerezia c con Eleonora , intorno alia (piale voglianio che basti il gia detto. Ma (pial ehc si fosse la principcssa nella quale il Duca si tennc disonorato dal Tasso , come si prova die in consegnenza di cio lo abbia cgli poi eosi ilnramente trattato ? Ricliiamiamo per ordine i fatti. Onando il nostro poeta , trovato dal servo nelle «anierc di Eucrezia , scaglio contro di esso il pu- gnale, Alfonso ordino die fosse imprigionato. Non guari dopo gli concedette di nuovo la libcrta : lo tratto coll' usata aniorcvolczza , seco il condusse allc dclizie di IJelrignardo , ne lo diniise da se , so non (piaiido egli mcdcsimo voile allontanarsi da lui. Noi conccdianio assai volentieri al signer Giaconiazzi , die Alfonso ncl segreto del suo cuore non fosse jiiu sincerameutc aniico del Tasso ; pe- rocdie (piesti non poteva piu comparirgli dinanzi bcaza die gli toruassc alia mciitc la colpa onde s era ]62 DI/VLOGIII SU Gil AMORT, LA. PRIGIONIA maccliiato , e della quale AKonso non poteva non esser dolente. Egli e certo pcro die il Duca avrebbe voluto die tutto il moiido obljliasse quell' avvenimen- to del quale egli solo noa poteva dimenticarsi mai piu, ne puo dirsi die il consiglio di cacciare il Tasso iVa i pazzi sia nato nell' auinio di Alfonso iainiedia- tamente dopo scoperti gli amori di lui: perocdie se allora gli fosse nato quel pensiero poteva faeilmente mandarlo ad effetto , e colorir la vendetta coif ap- parenza della giustizia. Considerando in vece la storia, noi troviamo clie il vero implacabile risentimento di Alfonso comincia da quaudo il Tasso fuggi dal convento ; e gli effetti se ne fanno terribilmente pa- lesi quaiido il poeta , male accolto nel suo secondo ritorno a Ferraia , spailo del Duca e della corte. O fosse die il Duca volesse perdonare alf amico il perdonabile errore , o fosse invece die cercasse di provveder col silenzio alf onore del proprio casato, egli e manifesto die 1' idea del castigo non successe iuimediataraente alia scoperta di quella colpa a cui il sig. Giacomazzi lo ascrive. II Tasso medesimo iielle sue lettere scritte dall ospitale fa sempre men- zione delle iniprudenti parole colle quali aveva offeso e irritato Alfonso , e reca ad esse il motivo del suo imprigionamento. Ben puo amniettersi la congettura di clii disse die f infelice poeta non accenno forse mai il vero motivo della sua sventura per non irritar niaggiorniente f animo di Alfonso, palesando cio die quel principe doveva cercare ogni via di nascondere a tutti ; ma poiclie fra quel giorno in cui il Tasso fu sopraggiunto nelle camere di Lucrezia ed il giorno del suo imprigionamento discorse un lungo spazio di tempo , ed e pur certo che v' ebbero queste parole del Tasso, delle quali egli medesimo si cliiama in colpa piu volte , non crediamo che si possa ragionare dirittamente su questa materia senza dar qualclie peso a tali circostanze. Noi esporremo brevemente una nostra opinione, che forse non varra ne piu n^ meao di moke gia poste in campo da altri. ED IL CEXIO DI TORQUATO TASSO. l63 Quando il Tasso scaglio il coltello contro colui die lo avcva sorprnso nellc camcre di Lucrezia , Alfonso lo inii)rip;ion6, non tanto pcrche fosse pu- nito (jiu'ir iinpoto di sdcgtjo c fjuolla od'esa fatta nel servo, quanto per mettere in salvo 1" onor della casa a cui molto potevan niioccre allora le parole del Tasso. Gli amici di (juesto grand' uomo s'interposero presso il Duca per ottcnorne la liherta ; e 1' animo del principe, legato per lunga amicizia al poeta, la- scio vincersi iminantinente alle costoro picghiere , perche egli mcdesimo aveva per avventura conside- rato clie , salvo V onore della famiglia , 1' errore del Tasso non nieritava un severo castigo. Si puo quindi assai facilmente congetturare quali poteron essere i patti di questo perdono: il Tasso riacquisterebbe la iiherta , 2;li oriori , le carczze di prima : si guardc- rebbe dal dar niotivo eolla sua coudotta ad altrc dicerie: cliiuderebbe in un perpetuo silenzio la vera cagione di quel suo furore e del suo breve castigo: si desse a questo 1' aspetio di una giustizia pel col- tello scagliato : non si dicesse giammai ne il ve- duto , ne il riportato dal servo. Questo geloso se- greto deposto nell' anirao di Torquato non poteva lasciare pero scnza sospetti Alfonso . il quale da sua parte col diniostrarsegli in nulla inutato da (juel di prima rercava di obbligarselo sempre piu. i\Ia (juando il Tasso fuggi da Ferrara, qnando egli ando eercando un asilo nclle altrc rorti d Italia , Alfonso, non scnza niotivo, temette clie il gran segreto si ilisro[)risse; e d' indi innanzi comincio non solamente a disamare Torquato, ma ben anche a sparger voce cir ejib fosse inlcrmo dcir iiitellotto. L ainorosa t< pas- sione , la lunga consuctudine e I iirequicta natura non concedettero al Tasso di trovar pace fuor di Ferrara, e domando di tornarvi. II Duca, dubitando per avventura clie il segreto fosse gia disvclato , non avcva allora piu alcun motivo per dimostrare al Tasso quell" amicizia e quell' amorevolezza clic piu non sentiva per lui ; e quindi fu severa la sua 164 DIALOGHI SU Gil AMOni , LA PRIGIONIA risposta a clii s' interpose pel suo ritorno , fii frectdo il ricevimento cli' ei fece al poeta quaiido questi a malgrado di quella severa risposta voile tornare alia sua corte. La storia accusa Alfonso di aver confuso il cantor di Goflxedo cogli altri cortigiani, di averlo forse lasciato in preda all' ingiusto dileggio de' suoi nemici, ma non sa ricordare nessun personale oltrag- gio che il Tasso ricevesse da lui. Torquato per altro non poteva sopportare senza risentirnento neppure r indilferenza del principe : abbandono un' altra volta Ferrara, poi voile tornarvi, e vedendosi negligentato di nuovo, ed escluso persin dal parlare ad Alfonso, prornppe in ingiuriose parole, per le quali il duca lo dichiaro uscito del senno e lo fece rinchiudere nello spedale dei pazzi. Se il Tasso non era pazzo, la severita del castigo tocca i conlini della crudelta : e s' egli aveva perduto il senno , poteva nondimeno concedersi nn qualche privilegio al maggior poeta vi- vente, e dividerlo dalle miserie degli altri coi quali la sua sventura lo accomunava. Noi crediamo che il Tasso non sia stato niai veramente pazzo , meno poi diremo die il fosse quando i^lfonso dichiaro che per tale fosse guardato nello spedal di sant' Anna. Gosi opina anche il sig. Giacomazzi, quindi si unisce con tutti coloro ai quali non parve che nessuna severita di parole bastasse contro la condotta di Alfonso. E veramente qual potrebb' essere il confine del nostro risentimento se crediamo che per alcune ingiuriose parole un cosi graude poeta venisse gettato nel fondo di ogni infelicita .'' Ma non furono quelle parole , dice il sig. Giaco- mazzi , se non T occasione della sventura di co- tant' uomo : la sua vera cagione si vuol rij)etere da quanto vide e riferi il servo dietro al quale Tor- quato scaglio per furore il pugnale ; che da quel momento in poi Alfonso medito sempre questa tre- menda vendetta. Ma chi trattenne, domandiamo noi, Alfonso dal compierla allora ? Se egli cercava occa- sione da colorire la sua trania e far credere pazzo ED II. CENIO DI TOROUATO TASS.O. 1 65 il pill piramie jmcta, anzi il piu grande iilosofo dei sijoi tempi , conic speio di avcrla trovata in alcime parole sliiggite dal labbro di un uonio sdegnato , anzi rlic nci I'attn notissimo dcllo sragliato pup;nalc? Quand' anclic Mlonso ( tuntro quel die no di. c la storia ) fos o stato si ieroce e si harbaro da volcr pmrire un trascorso amoroso con tanta severita quanta appcna poticbbe capiic nell aninio dci piu cnukli tJranni , sarebljc egli stato cosi impiudeutc da la- sciarsi fucgirc la biiona occasione , per coglierne poi Hna cosi irivola cd intcmpestiva ? In mezzo a questi dubbj ri sia Iccita una conj!;ettura. Supponiamo clic Ic parole del Tasso ripiarthissero apjiunto (piel se- greto ch'cgli si era obbligato di conservare quando riebbe la libcria dopo essere stato sorpreso uelle camere di Lucrezia : supponiamo elie vejigendosi nc- gato r accessio ad Alltmso eil alle sorelle di lui, di- spregiato , tenuto a vile da tutti , egli in un mo- mento di sdegno abbia rotto il sigillo del labbro , e pagando il vituperio col vituperio , aljbia svclate le sue tresche colic sorelle del Duca. AUora si la naturale il pensarc clie lo sdegno di Alfonso passasse ogni conline , e clic per riparare alia macchia di cui vedeva bruttato il suo nomc si lasciasse trascinare al eriulele partito di diehiarar pazzo Torquato. Koi nello scrivere (juesta uostra congettura sentiamo gia il grido di rpianti aniano il Tasso, levarsi contro di noi , e sdegnarsi del vedeilo accusato di rotta fede , o dime jioco meno die eredi dclla rajjbia di Alfonso : ma non abbiani voluto per qucsti rispetti lasciar «li dire \\n nostro pensicro , il quale sara probabil- mente lallaee , ma non move per certo da un animo indinato a dislavorire il Tasso per riguardo di diie- chessia. Questo grande poeta lu anclf egli uonio e j)arteripe delle umane debolezze : fu gentil cavaliere, e couobbe e osservo in gencrale tutte le leggi clie la sua eondizione imponevagli ; ma sorti nascendo un focoso temj)crainento die gli anni non poterou doinare. La storia ci ha couservatc parecchie notizie 1 66 DIALOGHI SU GLI AMORI , LA PRTGIONIA le fjuali provano siao a qual punto prevalesse in lui non tli rado il grande impeto delle sue passioni ; e noi nella nostra congettura non crediamo averlo ac- cusato appnnto , se non di essersi abbandonato ad uno di questi accessi che la storia gli attribnisce. Guardiamoci dal cader nell' errore accennato gia nel principle del nostro articolo ; guardiamoci dal cre- dere che un uomo di grande ingegno non possa dimenticarsi gianimai di essere virtuoso ; guardiamoci finalmente dal supporre die in un animo abitualmente agitato dal furore poetico debba trovarsi poi sem- pre nelle occorrenze quella fredda ragione della quale non sono capaci sempre neppur coloro che passan la vita filosofando. Se poi si paragoni la nostra con- gettura coir opinione del sig. Giacomazzi , vedrassi che noi attribuiamo al Tasso una credibile colpa , una colpa in cui puo cadere anclie un uomo abi- tualmente virtuoso , ed egli getta in vece suUa me- moria di Alfonso una terribile infamia , attribuendo la pill raffinata vendetta ad un principe lodato da molti , non accusato da alcuno ne di barbaric , ne di crudelta. Certo 1' ingegno e tal dote a cui volen- tieri s'inchina la nostra ammirazione, a cui T animo de' piu gentili si affeziona e si lega di nobilissimo amore. Questa dote, che tutti invidiamo, noi vorrem- mo vederla privilegiata nel niondo , siccorae cosa peregrina , celeste ; e la stima e Y affezione per un uomo d' ingegno vanno soventi volte a tal punto da renderne ingiusti contro coloro che questa dote non han sortita nascendo. Pero alcuni diranno impossi- bile che Torquato cadesse in quella colpa , certamente non 2;rave , nella quale noi lo supponiamo caduto , e non dureranno intanto fatica a persuadersi che ., Alfonso o meditasse gia Hn dal principio una si cru- dele vendetta contro un amoroso trascorso , o per poche parole di sdegno precipitasse nel fondo di tanta miseria un uomo si grande e vissuto si luii- gamente con lui. ' ED IL CENIO ni TORQUATO TASSO. 167 Noi (lim([iio ronscntiamo col sig. Giacomazzi f[uan- do cp;li attiibiiisce all' aiiiore le svcnture del Tasso ( fosse egli questo ainore per Elconora o per Lu- crezia , o forse in diversi tempi per tutte e due ) , nia ci scostiamo da lui dove tiene clie Alfonso lin dal prinio avernc contczza nicditasse di pronmlgar pazzo Tor([uato , o di punirlo altrinienti , c clie le parole da (juest' ultimo dette non fossero se non 1' aspettata occasione per colorire il disegno. Stimia- nio in vecc chc Alfonso , mentre credette clie la ver- gogna del suo casato potesse coprirsi nell' obblio , non ponso punto a castisjarne il Tasso ; quando lo seppc fuggito di Ferrara e vagante per le corti d' Italia , comincio a sospettare clie egli palesasse il segreto e se gli fece nemico ; e quando poi quel grande infelice , voggendosi vilipcso c spregiato , la- scio luggirsi dal labbro quel che avrebbe dovuto dimenticare egli stesso , allora il potente allento il freno alia vendetta, e dichiaro pazzo colui che il diso- norava. Fu tcrribile questo pensiero , e fu crudele il modo ondc venne eseguito : noi non vogliamo tro- vargli ne giustilicazione, ne scusa ; diciamo anzi assai francamente che se il Tasso erro , se Alfonso non fu ingitisto del tutto , dimenticossi almeno di ogni ami- cizia e di ogni picta. IMa la ragione non ci conscnte di credere che un Principe umano e gentile diven- tasse crudele e barbaro contro un uorao si grande senza una qualche apparenza di ragione o di neces- sity : c vogliamo credere che Alfonso in un momento di sdegno non alVatto ingiusto pigliasse un partito prccipitoso c severo, di cui in quell' impeto non previde ne la gravita . ne le conseguenze, j>inttosto rlic sottoscrivere all opiuione del sig. Giacomazzi che gli attrjbuisce un lungo e maturato consiglio di cac- ciare il Tasso fra i pazzi. Se noi avessimo tolto a difendere Alfonso, potrem- nio per avventura vcnir mostrando come que dolo- rosi elletti chc il sig. Giacomazzi attribuisce alia vendetta lungamentc uieditata da questo principe, 1 68 DIA.LOGITI SU CLT AMORT, LA rRICIONIA poterono \na fiicilmcnte proccdcrc dalT instancahilc invidia de' suoi cortigiani avversarj del Tasso. Ma al proposito nosti'O gia basta quanto abbiam detto sin qui , e per nou essere ti-oppo lunghi in un arti- colo chc non puo piu aspirare alia lode di bievita , passeremo alia terza parte del libro , ove il sig. Gia- coniazzi si fa a ragionare sopra le imdattlc ed il ge- nio farnigllare del Tasso. L' Autore ha empiuta questa parte dell' opera sua di argomenti ai quali non pos- siamo accostarci , se non per darne un fedelissimo sunto ai nostri lettori. II sig. Giacomazzi e medico di bellissima fama , e giostra qui con armi sue pro- prie in un canipo nel quale per la diversita de' no-' stri poveri studj ci e negato di mettcr piede; e pero non farenio se non compendiare colla pin scrupolosa* precisione , e possibilmente coUe . sue stesse parole , quanto egli discorre in qualita di medico sopra que- sta materia. II Tasso ebbe, nascendo, un temperamento che par- tecipava di quello sangidgno del genitore, e del ma- terno nervosa e melanconico , e \ indole sua fu man- sueta e generosa. Precoce fu lo sviluppamento delle sue membra , grande la sensibilita de' suoi nervi , intempestivo il senso agli affanni ed ai dolori. L'in- tendimento e il giudizio precorsero nel Tasso alio sviluppo del corpo, talche a dicci anni sapeva per- fettamente la lingua latina , e bniti appena i trenta era gia uguale ad Omero , a Virgilio , a Teocrito ; era il primo epico dell Italia , ed il piu grande fdo- sofo platonico e peripatetico de' suoi tempi. Ma il corpo non puo tener dietro senza ammalare a si alti e si rapidi voli dello spirito; e quindi il Tasso, co- minciandosi da fanciulletto , fu di frequente assalito da gagliarde malattie, le quali consistevano precisa- mente in una inliammazione ora acuta ed ora lenta, clie aveva la sua sede e nel cervello e negli organi della digestione, o per lo meno dai visceri del basso- ' ventre si tramutava a quello nobilissimo che sta chiuso nel capo , e da questo a quegli altri passava; ' ED IL OENIO ni TOUQUATO TASSO. l(») lo rlic torna il incdcsinio , toiiic a dire uua crouica i^aslio ciicvfiitite. (^)iu>ia opiiiioiic v. j;iuslili«aUi da due seric disiiiiic di sintuiiii clic si ravvisano nellc inalattic del Tasso, una procfdeiitc dal hasso-vinlre , I'alira dal capo. E guardaiulo S|)C'cialniciite ai siutonii ccifhraii si scorge clie il Tasso lu uu vcio nicLan- conico. Qiiindi lutti a' siioi tempi , col linguaggio c colic d«)ttriiie d'allora, dicevano die il Tasso era do- niinato da uii ninuic mclancotuco , dal (|ualc in lui procedcvano tutte Ic sue straiiezze; c oggidi j)iio coa- chiiidersi clie il cervello di (|iiel poeta iosse aninia- lato , e di quella iiialattia clie si distingue col noine di rnclanconia o monuma/ila , disoiiliiie meutale clie si restringe ad un solo oggetto, e uientrc ci fa va- neggiare intonio ad alcune cose, no lascia ragionare peirettaiiK'ule sii tutte le altre. A fpiesta iiialatlia sono iiicliuati tutti i graiidi poeti, perclie le poeticlie i(is[)ira/.i()iii ridiicono ap[)Uuto lo spirito a quello state in cui trovansi i melanconici , I'orteniente agitato e rapito ad un unico Oiigetto. II Tasso, in cui queste poi'ticlie ins|)iiazioni lurono si fiecpienti e si forti sin da lanciullo , ebbe duiujue una soniina inclinazione alia melunconia , sebbene qucsta non siasi data in lui a diveder cliiaraniente die dopo i trent' anni. IS on viiolsi gia dire con (juesto die egli dopo i tren- t' anni Iosse imjiazzito, conic sostcnnero alcuiii, ma clic ( sccondo il costume tie' monomaniaci ) vaneg- giava sohaiUo intorno ad alciniecose, nientre ragio- n.iva pel it'Uamente su tutte 1 altre : c die quando qucsta malatiia non erasi ancora in lui tatta pa- Icse , egli non avrebbc raggiunta quella cccellenza che noi anMniiianio nelle sue pocsie , sc stato non vi l«)bse disposto sino da giovinetto. Prima dei trent' an- ni ebbe adun({uc ii Tasso qucgli accessi di mono- niunia ai quali piio dirsi che van soggetti tutti i grandi poeti ncll" atto di comporre le loro poeticlie niar.iviglie , e sono intieramcnte divcrsi dal delirio; ma dopo ,<'tio de' vostri studj , la beata agricoltura. I brevi inteivalli , <:ui la cliiiica mi concede liberi, non mi riinani!,o dal tledicarli con gioja alle villesclie cose. Quiiidi era tutto solo ascendo i colli ridenti che da settentrione fan corona alia nostra citta , studiando la coltivazione della vite , degli alberi fruttileri , e soprattutto del senipreverde olivo , o divagandonii verso oriente scorro le ampie praterie , e ne ammiro r eronomica dispcnsa delle acipie; o verso meriggio o 1 orcaso volgendomi tutto I'animo mio a se chia- mano gl' iuliniti ordini di mori , cni veggo vegetar lietamentc in un terreuo ingrato di pura ghiaja, e soinmitiislrar alimento a niimero prodigioso di lilu- gelli; 0 linalmente piu dilungandomi dalla citta limgo il corso deir Adige e del To dilcltauu il contciuplarc Bdd. lud. T. XLIX. la X 174 SULtA MALATTIV OIIIAIMATA Cf^ROLO, r immenea ricchezza cui seppe 1' industria umana col riso ritrarre dalle mortifere paludi. In varie gite intraprese nell' ultima state a parecchie risaje occupo sommamente la mia attenzione quella raalattia , che nel preterito anno fu soprammodo infesta alia nostra agricoltura , con^.e quella che ha involato d' oltre due terzi del ricolto , voglio dire il Carolo. I pen- eieri che mi si pararono alia mente sono quelli che oggi tolgo a esporvi , nella fiducia che sieno per riuscirvi non al tutto discari. Ben so , che non po- j tendo addurre un ampio corredo di sperienze in I proposiio di questa materia , mancami il piu saldo fondamento d' ogni dottrina : tuttavolta io confido , ( che le mie parole torneranno d' utile direzione ai i coltivatori del riso per istituire sperienze ed osser- j vazioni negli anui avvenire. i Non e mestieri ch' io mi estenda con lungo discorso in descrivere che sia il Carolo o Ruggiiie , da altri detto Brusone , perche tutti sanuo essere una malat- , tia , che si manifesta nell' atto che il riso sta per i fare la spiga o appena e fatta. Cresciuto il riso con rigoglio , con canna grossa e ammantata d' un verde cupo , verso 1' epoca suddetta comincia ad apparire macchiato prima sui nodi inferiori , indi sidle guaine fogliacee che vestono la canna , e particolarmente suUe margini, da chiazze rossicce. Si fatte macchie estendonsi in seguito anche alle foglie. Le piante mettono vigorose le loro spighe , le quali s' elevano ampie e ramose : pero nello spiegarsi de' fiori ecco sulle spighe macchie ruggiiiose , le quali in un ba- leno si moltiplicano in un con quelle delle foglie; tutta la parte superiore vestesi in color giuggiolino , 'e infine rimane come abbrustolita e deturpata da una polvere giallastra. Le spighe il piu sono vote di semi, alquante solo in parte, ma i pochi semi che portano rimasero si mal conci , che all' atto che sottopongonsi alia brillatura a spogliargli dalla buc- | cia , anziche la meta della misura cui sogliono ri- spondere , non danno che il terzo o il quarto o ben anco il sesto. UISSEIITAZIONE DI CIRO POLLINI. 175 / Osscrvata a niicroscoplo una pianta di riso colta dal oarolo, (lisr(v^)r()nsi siii nodi, Bulle jiuainc, sulle p;ip;inc dcllc l"oj;lic cd an( ho sulle spif:;lu' dolle mac- chictte tondcfigianti o tumoretti piinia biancliicci , indi p^iallastri o lossicci, i cjuali scliindendosi lasciano sliififiirt; iiiKi polvcre dcllo stcsso colore. Si lattc niaceliie re[)U(ausi dai botanici come uu f'ungo chia- inato Uredo Iluhi'^o flor. veron. toni. Ill , pag. 729. Rispetto alle cagioni, considcrando i contadiiii che Iaddo\ e nel |)reterito tempo soleva il Carolo niettere a gnasto (pialelie |)iccol tratto di risaja , ora da tre o ([uattro anni ando a niano a mano ini'eroccndo per lorma die nello scorso tutte per poco le lisaje 61 foriili elie stcrili furono nianoincsse; c die appa- riva snhitano dillondendosi in uu baleno e disei taudo aniplissinie risaje: la rcputano una nialattia d un' in- dole particolare e divcrsa da (juella dell antico carolo, e ne ac» agiouano uu priucipio incognito dell' aria. Si fatto priucipio e un erpiivalentc delle alterazioni occultc ammesse dal Sydenam , e del qidd divinum d'Ippocrate per ispiegar T origiiie delle malattie cpi- demiclie dell' uomo. Pero nua tale eziologia vuolsi ban«lire dall' agricoltnra , che nellc scienze di fatto cio che non cade sotto i sensi non esiste. lo ho abbraociato in varj scritti gia pnbblicati l' opinione di coloro , che teugono il carolo una malattia di soverchio vigore. Vcggianio ora se anche quclla del passato anno sia della stessa indole. Tutti gli agiicoltori couvcngono di un fatto, cioe che il riso in sua gioventu niaiiifestava ima rigogliosa vegeta- zione tanto nclle risaje feraci che nellc meno fertili. Sc noi poniam niente alle stagioni di primavera e tli state, comprendcremo che non pntcvauo volgere pill j)ropizie alia vegctazionc del nso. Di tatto la tempiTatura dell' acre dopo la meta di aprilc erasi elevata a 17 gradi sopra la congelazione , c da (juollepora all' uscir di maggio ando crescendo lino ai 20. Neir iniiero condo 1 5. Ora egli e noto , che la circostanza piu favorevole alia vegetazione e un" atmosfera calda , uniida e pregna di fluido elettrico; e le osservazioni e gli sperimenti degli agronomi e de iisiologi hanno disvelato , che i movinienti della linfa sono tanto maggioii, quanta piu le variazioni dell' atmosfera sono sensibili , come appunto interviene nella fre- quenza de' tempi burrascosi. Pertanto se tali furono le circostanze che precedettero 1' apparir del male , perche non piu presto ad esse vorremo attribuirne la fonte , anziche supporla occulta e sconosciuta ? Parecchie osservazioni io posso addurre , dalle quali sembra inferirsi che il carolo del passato anno fu veramente malattia di vigore. Noto e ai coltiva- tori delle risaje, che tutte le piante palustri al pari del riso vegetarono con rigogUo meraviglioso : e da cio che abbiam racconto intorno al volgere delle stagioni , ben se ne discuopre la ragione. Ora molte erbe delle fami2;lie del riso e della vicina , cioe graminacee e ciperacee , come Poe , Festuche , Leer-- zie , Bromi , Ciperi , Carici , Scirpi , Scheni , Tife ecc. , furono messe a guasto dalla ruggine. Una sperienza istituita per altro oggetto viene ad attestare che il carolo e malattia di vigore. II sig. Carlo Gamuzzoni nella sua risaja di Villabella esegui in varj pezzi di terreno il trapiantamento del riso nel modo die ho publjlicato nella mia lettera inserita nella Biblio-!- teca italiana ( torao 4^}..°, quadei-no di ottobre dell' anno 1826, pag. 67) per confermare vie piu i vantaggi rilevantissimi ivi accennati. II riso trapiantato , come quello die vegeto con assai rigoglio , fu abbruciato dalla ruggine da un pezzo in fuori. Cotal pezzo, mentre confernio i vantaggi del nuovo metodo dj tUSSEHTAZIONE Dl GIRO POLLINI* 1 77 trapiantar il riso, porse un argomento, die fa fede esserc il carolo nialattia di vijj,oro. Si fatto pczzo di tcrrcno era di Ibrsc due canipi vcroncsi ( ta- vole iiuove 60 ) , e la meta era un antica risaja , I'altra meta un terreno da lunga serie d'aniii incolto e vfstito d' erbe [)alustri. Di (picst' ultima avea il Cannizzoni latlo dissodar in giugno la grassa cotenna erl>osa, e su tutto quindi avea I'atto trapiantare il riso. Le pianticelle crebbero vclocissinie e amniantate d' un vcrde cupo , c ligliarono assai , e generarono lunglie c ramose spiglie : pero ncl terreno , ch' era stato coltivato negli anni antecedenti a riso, come quello ch' era meno fertile , tutte le spighe perven- nero a perfetta maturazione , laddove il riso cre- sciulo ncl terreno grasso dissodato fu intieramentc consunto dal carolo. Mi rimanc da aggiungerc qualche amniaestramento per curar il riso da si infesta malattia. La solleci^ tudine del coltivatore dee consistere ncl prevenire il male , imperocche apparso ch' egli sia , invade con rapidita si niaravigliosa , die non lascia tempo a soccorso. La prima cura sia il preparare accon- ciamcnte il terreno a ricevere il riso. Noto e da limga serie d' anni , die il terreno grasso e circo- stanza soprammodo favorevole all' apparizione del carolo. Ho assai volte vcduto disertate dalla rucsine le vecchie risaje troppo lautamcnte governate , ma soprattutto le novelle succedutc al prato artiliciale di trifogli , quando con acconcia rotazione , ossia succcssione di ricoiti non erasi dinervata abbastanza la fertilita dumica del suolo. Anche nei luoglii piu bassi dcile risaje perenni , ove sogliono deporsi i piiigui sedimenti delle acque , frequentissimo a ma- nilcstarsi e il carolo. E pero otlima e la costumanza dcgli avvisati coltivatori del riso , i quali nella sta- gionc jcmale pongono ogni sollecitudine in toglicre le incguaglianze del terreno , c in dispcnsare la terra grassa delle convalli sulle altre parti del campo die piu ne abbisognano. 178 SULLA MALATTIA CHIAMATA CAROL© , Ma comeclie eia vei-o che la feracita del suolo favorisca assaissimo 1' apparizione del carolo , pure non basta a pievenire il male il prepararc accon- cianiente il terreno , conciossiache noi abbiam ve- duto nello scorso anno venir nianomesse dal caiolo tanto le risaje piu feraci che le nieno, e ben anco le sterili. Le cose snperiorniente ricordate ne ammae- strano volersi ascrivere la principal cagione allc vicende delle stagioni , le quali assecondarono in singolar modo il rigoglio del riso. Ora di qua! guisa aggiungera 1' uonio a temprare V azione del pos- sente aiiimatore della vegetazione , soprattutto se il calorico sia accoppiato alia luce e all' elettrico ? lo giudico clie Y acqua sia il mezzo di cio ottenere. Niuno ignora che 1' acqua e il principale anzi V es- senziale alimento del riso , non potendo il riso senz' acqua ne germinare, ne vegetare, ne tampoco mamrar i semi. Ma 1' acqua non pure presta ali- mento al riso scomponendosi nei proprj principj ossigeno ed idrogeno, ma giusta il maggiore o mi- nor grado di calore ond' e impregnata , serve ad ■ animare la vegetazione o ad allentarne il corso. Di fatto che fanno i valenti risajuoli quando nelle ri- gide primavere il riso lento prende a germogliare , e languido e pallido erge il garzuolo ? Giudicando essi, che cagione di cosi fatto languore sia il fred- : do , hanno in costume di scaldar 1' acqua d' irriga- ! zione. A tal fine empiono di giorno d' acqua gli scaldatoj , acciocche dall' ardore del sole venga in- . tiepidita , indi al giugner della notte , quando mag- ' gior e il freddo , la fanno scorrere sul riso. La Si|ierienza ha fatto manifesto il maraviglioso giova- j, mento di cotal pratica , che mentre le risaje cosi j governate vennero acquistando vigore , f altre si serbarono lungamente languide e grame. Quando poi al riso occorra un incitamento maggiore , alcuni ! coltivatori aggiungono f altra costumanza di togliere r acqua durante il giorno, acciocche il vivifico rag- 1 gio del sole ne penetri meglio le radici e la tenera I DISfiERTAZIONE DI CIHO POLI.INI. 1 79 incssc. « Non posso cspriincre , dice il sig. Dal Toso nel siio utile ragionamento sopra la coltura delle risajc , quaiito giovamriuo tracssi da cjuesta operazione d' irrigarc al rader del ginrno con ac(|ua scaldata dal sole. Era facile il rilcvarne V utilila paragonando (|U(lle pezze die non aveano avuto questo benelizio ; avvegtiaclie negli adacquanienti il riso si nKiiiteiine verde e vigoroso , e nelle altre crebbe in gialluia , c di giorno in giorno coniparve seuipre piii Janguido ed intristito. » Egli e ap[)uuio eotto questo aspctto , cli' io dico esser 1' actpja uii j)Ossente sussidio a prevenire la comparsa del carolo. Se 1' acqua rcsa tiepida dalla ferza del sole guarisce il riso dal languore , V acqua fredda debb' essere un riniedio efficace contro il so- verchio vigore , inlievoleudo T assorbimento della sostanza alimentosa, c alleatando il movimento della linfii|nei vasi. Pertanto come prima il coltivatore veg- ga neir adolescenza ergersi il riso celeramente con canna grossa , apparisccnte e amniantata d'un verde cupo , sicche pa4esi la minaccia di venir preso dal carolo , anziche niinisirar acqua dello scaldatojo porri cura a tenor costantenicnte irrigata la risaja e di di e di notte con una corrente d' acqua fredda. Tengo per fermo die cosi adoprando vedra egli il suo riso inibiondire lietaniente le spighe. Nel passato anno mentre lutte le risajc di Villimpenta al pari del— r altre della proviucia Veronese furono infestate dal carolo , la risaja del signor Carlo Angelini ne rimase (piasi immune ; ed e cosa al tutto verosimile doversi ascrivere la salvezza di quest' una all' aver I'Angelini costantenicnte irrigato con molia acqua corrente. Se poi tocca die abbia il riso la gioventu , palesi I'im- minente comparsa del carolo , lo die coniprendera di leggicri V avvcdiitn coltiva'.ore dagli addotti segni, non obblura (juelle operazioni , cui la sperienza ha dimostro proficue , e soprat tutto la pratica di togliere atfatto r acqua alia risaja, e lasciarla in secco, Hn- che le piante ingiallcndo o ben anro avvizzando , l8o SULLA MALATTIA CHIAMATA CAROLO, manifestino d'aver perduto 1' esuberante vigore. Ne si obbiiera pure quando occorra di fiir segare la risaja rigogliosa iterando eziandio la segatura , sicche le piante s' infraliscano ingenerando novella canna. Ho veduto assai volte in Lonibardia ambedue si fatte pratiche servare il riso dall imminente carolo. Di nessun giovaniento all opposito torno ua' operazione eseguita da alquanti risajuoli veronesi tanto nello scorso anno che nel precedente. Allorche nelle risaje apparivano le prime vestigia del carolo, avvisando essi che potesse essere conta2;ioso, sicche dalle piante ammalate s' appiccasse alle sane , poneano cura ad isolare le macchie prese dal carolo , ergendovi un argine all'intorno o accerchiandole con un fosso. Ad li onta di cio vedevasi la malatlia diffondersi rapida- mente, e a modo di fiamma disertare la rimanente risaja. Chiudero questo breve ragionamento col rac- conto d' una speriehza intorno alia coltura del cosi detto jiso a secco o riso cinese ( Oryza sativa var. mutica ). Lo sperimento fu istituito nel nostro orto botanico. A tal fine ho fatto vangare accuratamente il terreno di quattro ajuole di niezzana fertilita, due delle quali in plaga assai aprica , e le altre due meno. Mio intendimento era di lasciar un' ajuola per ciascun luogo senza irrigazione , ed irrigar le piante deir altra , quando manifestassero soffrir 1' alidore. Si frequcnti e si larghe pero furono le piogge cadute in priinavera e nella state che non vi fu mestieri giammai d' inacquamento. I semi furono posti nelle ajuole in quinquonce alia distanza d' intorno mezzo piede nel di 3o aprile. Germogliarono felicemente ai primi di maggio , e pullularono rnezzanamente. Ma in appresso in onta delle larghe piogge e della calda stagione e delle iterate sarchiature vegetarono stentatamente : ammantaronsi di color gialliccio , e poco appariscenti erano le canne. Nella prima meta di luglio fecero le spighe ma piccole , brevi ed ine- guali : verso il 20 le piu schiudevano i liori , e pro- seguirono nella lenta fioritura lino all' entrar d' agosto. DISSEIITAZXONE DI GIRO POLLINI. l8l Ncssnna pianta poi inaturci acconciamente i semi , e solo ({ualilu; spi^a oB'eriva altjuanti semi strcmcnziti e inetti al g;crmon;liamcato. Ho seminato tanto nello scorso anno die neU'ante- cedente il liso rincsc in un ajuola di mezzana (cr- tilita , situata rasente il coiso d" nn ruscelletto in un niio hrolo al pie dei colli di valle Pantcna. Quivi poi- che il suolo era ulip;inoso misc il riso e puUuln licta- mentc ; vegeto rij;op;lioso e fece belle spigheclie tutte recarono a maturazione i semi. Uguale risultamento ebbero le speiienze istitnite da alquanti cohivatori veroncsi. Senibra pertanto dovcrsi inferire clie il COS! detto riso a secco nel nostro clima non porta i semi a maturazione se non e posto in terreno umido o nelle paUidi. Non sono pero da porre in dubbio due rilcvantiftsimi vantap;2;i che apporta la coltiva- zione del riso a secco ( istituita ne' terreni umidi od irrigati ) a petto del riso comune ( Oryza sativa var. aristata ). L' uno che maturando il riso cinese ben venti giorni piu ratto del riso conume , rimane meno esposto ai pcrigli della gragnuola; e oltraccio nei vasti poderi la niesse previene utilmente il pio- voso autunno. L' altro sommo vantaggio e che in tutti i pretenti anni non apparve giammai infestato dal carolo. I si2.nori Gri2.olati avcndo coltivato il riso a secco in un pezzo della loro vasta risaja di Can- nedolo colia stessa coltivazione che si da al riso comime , videro con meraviglia , in mezzo al deva- stamento generale apportato al riso comune dal ca- rolo , rimanere al tutto illeso il riso cinese. Per la qual cosa e per la primaticcia maturazione hanno essi saggiameuto dehberato di ampliarne negli anni avvenire nel loro podcre la coltivazione. l82 Ponte sal Ticino presso Boffalora. VJol prinio giorno dell' anno corrente fu dato il passo pel nuovo Ponte di pietra sul Ticino die mette in comunicazione i due tronchi della grande strada da Milano a Torino. Quest' opera gia intrapresa nel 1809 c condotta ora al suo termine per cura ed a spese comuni dei due Governi Austriaco e Sardo, e tale per la sua utilita e per la sua magnificenza , che non sapremmo ben dire se i due monarchi meritino piu la gratitudine o 1' ammirazione dei loro popoli. II Ticino , che e 1' emissario del Lago maggiore , o per meglio dire di un bacino d' acque alimentato da oltre tre niila miglia quadrate di suolo alpino , scorre per un' arapia e profonda valle lunga quasi cinquanta miglia coll' enorme pendenza dal paese di Sesto al Po di metri 172,633. Le sue piene s' innalzano talvolta per metri 3, 60 sul livello delle magre or- dinarie , e presentano uno specchio d' acqua ove di 900, ove di 1000 e perfino di 1200 metri di larghezza. Per r addietro non vi aveva su questo fiunie altro ponte che quello di Pavia, superiore di sole tre mi- glia alia foce, fatto costruire sulla fine del XIV se- colo da Gio. Galeazzo Visconti , il piu ardimentoso principe di quell' eta. II rimanente della linea del Ticino attraversata da piu strade antichissime pre- sentava adunque un tragitto sempre disagiato e pe- riglioso, e non di rado anche impraticabile. In servigio della mentovata strada da Milano a Torino , siccome la principale , era provveduto col mezzo di un ponte natante composto di 20 a 3o bardie ed anche piu , a norma della sezione del fiume sulla quale veniva coUocato. Ma a fronte della gravosa spesa richiesta per la sua manutenzione non offriva ne comodo , ne sicurezza , ne perennita di passaggio. Era sempre indispensabile nel tragitto di deciniare i grossi carichi ; e durando le piene anche PONTE ST'L TICINO PBEPSO BOrFAI.ORA. l83 ordinaric , per iion avvcntmare Ic harclic e gli at- ticz/.i c j)iii aiicora la vita tic" passcggicii , cotal pontc vfuiva disc lolto. II nuovo pontc di pietra c costrutto suUa fronte del tcriitorio di BotFalora poco infcriormontc all anzi dctto di haiche aa iniglia al di sopra di qiu'llo di Pavia ed assai 0|)portunanicntc sulla mcta circa di tutta la linra del Ticino. La sua lunghezza da spalla a spalla e di inctri 804 divisa in undici arcatc di nu'tri 24 di corda , e da dieci pile grosse metri 4, Cli arclii sono circolari coUa saetta di un sesto della corda c col raggio di metri 20. La larghezza e di nictri 10 coi, j)arapetli grossi mezzo metro; rpiindi la laigliezza utile e di metri 9 occupata da due mar- ciapiedi larglii ciascuno metri 0,90 ed elevati sulla carriera metr. o, i5, da due colatori larghi melr. 0,40, e dalla parte media destinata al carreggio clie rimanc «li metr. 6,40 fornita a tal uopo tli due ordini di lilari o binarj di pietre , da noi detti troitatoje. Agl' ingressi del ponte sono due piazza rettango- lari luiiglie metr. 20, larghe metr. 17,60 sotto alle (piali e ])ratica(a una galleria o passaggio largo me- tri 2 , alto 3,3o per servigio della navigazione. Vi sono pure da ciascun lato due scale larghe metri 2,20 ])er 1 iinnu'diata connmitazione dal piano del pontc alle rontigue ripe. Dieesi die all estremita di ([ueste ])iazzc verso la strada vogliansi elevare due piccoli casini pel servigio delle Imanze dei due Stati limitroll. Le j)ilc lianno di pie-dritto metri 2,5o misurati dall ultimo gradino di foudazione all impopta, e tpic- sta fondazione si approfonda sotto i pie-dritti me- tri 3,10 ae([uistando col mezzo di gradini una lar- ghezza in hase di metri 7. Nell' istesso modo pro- «:edc la fondazione delle spalle, tutte appoggiate ad una generosa palificazione spinta per ragguaglio altri metri 3.~o nel Ibndo del liume. Le pile s(»no numite in ambo le fronti da un bccco o parti-a(([iia la cui base e formata da due cguali scstanli ehe si elevauo metri 2 sopra le inipostc. 184 PONTE SUL TIClNO compreso xrn cappello sagomato e lavorato a pioveiite di metri 0,40 d' altezza. Sopra questi si elevano dei pilastri sporgenti dalla fronte del ponte metri 0,80 nella larghezza di metri 3, 80, introdotti non solo per dar qualche movimemo alia fronte dell' edificio , ma ben anche per evitare la pratica difficolta di poter ottenere in tanta distesa la voluta esattezza ne- gli allineamenti e nei piani. La cornice di corona- mento risvolta dietro questi pilastri , ed i parapetti si elevano a filo dei medesimi sporgendo pure metri 0,80 dalla linea degli archi. Sopra le spalle stanno ad ogni testa due grandi zoccoli larghi, nel senso trasversale, n>etri 4,88, e nel senso della lungliezza metri 3, 80, come i pila- stri continuati sulla fronte : questi zoccoli interna- mente si trovano a filo col piccolo sporto dei pila- stri , di cui in appresso. La cornice ricorre ad un livello generale di un metro sopra T intiados al sito della serraglia degli archi coll' aggetto di metri 0,40 ed alta metri 0,60, costituita da un abaco con ovolo e piccolo listello sottoposti. Essa s' arresta alle spalle dopo i zoccoli ; lascia pero decorrere ai muri delle piazze una fascia d' eguale altezza coUo sporto di metri 0,1 5. II parapetto e interamente liscio coif altezza esterna sulla cornice di metri i,23 , e di metri i,i5 sui marciapiedi. Sopra le pile esso e internamente in- terrotto da uno sporto di metri 0,1 3 pel tratto di metri 3,8o corrispondente ai pilastri esterni , il cui parzial finimento , al pari di quello degli zoccoli alle teste, e costituito da un dado alto metri 0,10 con piovente piramidale dell' altezza di altri metri 0,10. Ogni arco, della grossezza in serraglia di metri i , consta di 55 cunei eguali in grossezza ricorrenti per tutta r e&tensione della volta , talche questa presenta la sua superficie visibile come composta di altret- tanti filari di pietra continuati ed eguali. I valcnti architetti di questa fabbrica troppo per- suasi die dalla solidita e dalla ben intesa costruzione PRESSO BOFFALORA. l85 (Icllc armature dipciula precipuamente la solidlta c la buona ricscita anclie dclle volte, impiegarono ogni lor cina a (jiicst' uopo. L' armatura di ciascun arco vcniic coinposta di nove sistemi uniti con Icgatl ira i rispettivi monaci, oltre i snperiori panconi che pur concorrevano a questo uflizio. Ciascun sistenia era forniato da una capriata principale i cui bracci ap- poggiavano alia base dclle pile e contrastavano in alto uiediante il monaco. Altra piccola capriata tro- vavasi ai lianchi della prima in iiiodo , clic il mo- naco di questa riesciva distante dalle iniposte \ del- r arco : i bracci di qucste due capriate secondaric contrastavano da un lato contra le pile insieme ai bi'acci della capriata prinrij)ale, c dall' altro contra uu braccio della stcssa. Ad un altro scsto dell' arco era un moiiaco verticale die tagliava il braccio della principal capriata in maniera , che 1' arco dividevasi in sci parti eguali , ridotto alia prescritta curva con , altrettanti legni die contrastavano contro dellc pile i e coi monacL A questi legni succedcvano i panconi ai ([uali ap[)oggiare le pictre. II legname di cpieste ai'iiiaturc, di rovcre di antico taglio,aveva la gros- sezza nelle parti priuci[»li di metri 0,46 in quadro , ed i panconi erano grossi nietri 0,10. Pel disarraa- mento dclle volte ci avea dei cuuei alia base dci bracci della capriata jirincipale di ciascun sistema. Noi diamo qui unita una piccola tavola rappre- scntantc in pianta ed in alzata alia scala di 1^ del vero tiittc le parti dell edilicio. Essa e limitata ad una sola spalla e ad un arco; cio rion ostante siamo d' avviso die concorrera op])ortunainetitc non solo a I chiarire alcune cose , ma a dare altresi una bastante idea dell' edilicio , giacchc tutto il resto non e die una ripetizione di cio che e nella niedcsiuia espresso. L armatura , della quale abbiain parlato , doveva naturalmente cedere almeno per la pcnctrazione dei leguami ndle Hicce soggette a grande pressione. Que- slo cedinu'uto essendo stato prevenlivamente calco- lato di metri c,o5 nella soinmiia dell arco , lu date alia sactta dell" armatura la corrispondcute niaggiore 1 86 I'ONTE SUL TICINO altczza. L' esperienza ha in eeguito dimostrato V esat- tezza del calcolo , poiche gli archi sono riusciti dclla precisa forma prescritta. Questi furono eseguiti in due riprese; i primi sei suUa destra nel 1824 ^ gli altri cinque succcssivi nel 1825. Poiche il momento della spinta orizzontale di ogni arco era pressoche eguale a quelle di resistenza delle pile , era nato il dubbio che per qualche accidentale difetto di costruzione potesse per avventura T ultima pila , la quale rimaneva senza contrasto , cedere alia spinta dell' arco. A pre- venire il temuto danno si cerco di scemare una tale spinta coir applicare robuste catene di ferro all' ar- matura dell' ultimo arco corrispondente. Le armature si lasciarono in opera un anno : anzi durante la co- struzione degli altri cinque archi , i due contigui anteriormente costrutti sussistevano ancora armati. II livello deir edilicio ne' suoi rapporti col fiume e tale , die le imposte sono soggette per un solo mezzo metro alle piene massime , sebbene queste , come si e veduto , giungano a metri 3, 60 sulle ma- gre ordinarie. L' Ingegnere in capo signor Gianella, direttore di questa bell' opera per la parte austriaca, ha vivamente desiderato qualche alzamento nelle imposte , il che avrebbe per lo meno contribuito a dare certa qual maggiore sveltezza all' insieme della fabbrica. Non secondato pero dal pai'ere dell' Inge- gnere direttore per la parte Sarda , 1' Ispettore del Genio civile signor Stefano Melchioni, ed astretto dal riguardo di nulla distruggere di quanto gia sus- sisteva . i suoi voti riuscirono senza eH'etto. Le opere eseguite sotto il cessato Governo giungevano appunto sino ad un metro sopra le imposte , si che trovavasi coUocato su tutte le pile e sn le due spalle il prime corso di cunei formante un sol corpo col rivestimcnto dei sostegni. Anche la situazione e la direzione del ponte sta- bilite sino dal 1809 dietro gli studj del predetto sig. Melchioni e dell' Ispettore signor Carlo Parea , ora Aggiunto idranlico presso la Direzione gene- rale di pubbliche coslruzioni in Milano , vedonsi PRESSO BOFFALORA. 187 niauifeetanicntc consigliatc dni fondamcntali principi deir arte. Se iion che nel periodo dull' abbandono di qnci lavori esscndo scguite alcune variazioni nel cor- lispondentc troiico di Hume, la dirczionc dell edilicio prescnta ora una Irggiera obbli([uiti\ rispettivamente alia nonnale del fiuiiie stesso. Contro di questo inci- dente si va per«i gioinaliuentc giiadagiiaado coll' op- portune sistenia assegnato ai ripari, i quali si estcn- dono per luetri i5o inleriormente e per metri 900 superiorinente al ponte. Questi ripari od arginature, die Icgano si bene col sistenia dell' edilicio e concorrono non poco anclie ad accrescerne 1' iniportanza e la grandiosita , sono cosirutti di grossi scaglioni di granite disposti a dop{)ia Scarpa sine al pelo ordinario , continuando poi in ciottoloni sino a metri 0,60 sopra le massime ])i»'iu\ La lore base e guareniita da colonne iitte ml I'ondo c da una banchina estcrna pure di sca- glioni. La sommita loro ha due metri di larghezza (lie si aumenta in vicinanza al ponte ; c tutta sel- ciata in ciottoli regolari , ed egualniente selciata e la Scarpa verso la campagna. II nostro ponte e costrutto, rispetto alle murature interne, di ciottoli del iiume alternati da una spia- nata di mattoni ad ogni sei diecimetri d' altczza. Tutte Ic parti visibili sono costituite esclusivamente di grandi pezzi di granito bianco dellc cave di I\Ion- i torfano sul Lago Maggiore. II lavorio di queste pietre e coiuloLio con si squisita c mirabile diligcuza che ♦utto quel colossale edilicio ti pare di un solo per- fettissimo getto, non vedi alcun vestigio di cemento, « non potresti introdnrre nelle commessnre un solo capcllo. Ncir esccuzione' degli archi particolarmente si riconosce essersi usato molto artillcio, giacche, abbandonata la volta al proprio peso , ed a fronte
  • ctto alle londazioni, le quali iucomiuciate per esaurimento, vennero poi contimiate i88 PONTE suL Ticmo per deviazione. In questa parte di lavoro furono ve- ramente posti alia prova i mezzi dell' arte che alia line triontarono contro gli sforzi combinati delle piu svantaggiose circostanze. II letto del Ticino scavato in un terreno tutto di trasporto , ed inferiore qua- tj ranta e piu metri al livello delle campagne e una vena copiosissima di acque sorgenti in modo , che ad onta delle grandi estrazioni che si fanno dal liume anche in tempo delle sue maggiori scarsezze, esso si rigenera continuamente. Da questi brevi cenni potra ciascuno desumere che il ponte sul Ticino presso Boffalora e certamente uno dei piu magnifici d' Europa ; e che , se considerato nei rapporti di pubblico comodo ed utilita , caratte- rizza il secolo in cui fu costruito, non meno lo di- stingue per la linitezza , semplicita e nobilta della sua costruzione. I lavori stati eseguiti dal 1809 al 181 3 che comprendono le fondazioni , le spalle e le pile fino a metri i sopra 1' imposta , importarono italiane lir. 2,009019 I materiali predisposti in sito ed im- piegati in seguito » 200000 L' ultimazione dei lavori venne appal- tata, oltre i suddetti materiali per ...» 8000CO I ripari per » 270000 Totale import© dell' opera . italiane lir. 3,279019 Sappiamo che 1' Ingcgnere Luigi Santini il quale, sotto la dipendenza deir Ingegnere in capo Gianella, ha con tanto amore diretto in sito il proseguimento dei lavori per 1' interesse del Governo austriaco , ha raccolti molti materiali , ed eseguiti diversi disegni assai commendabili per servire alia storia di questa costruzione. Sarebbc a desiderarsi che simili materiali venissero un giorno fatti di pubblica ragionc per r onore degli architetti ch' ebbero parte nella grandc opera, e pel vaiitaggio della pratica dell' arte. f/r//r ////{//{V • 7/'tir/i' r trr//t , ^////u /!,/■/ //.,/ y'^,1 . /'.i„ /.v,' vv// . ■— r liiw4- ■1 > •'< i ■> t h ■T ^- -J — ^ t ^. - /I,/,/ //„/ r ■'^„ , /,.,,/ /,v,'/. i8o Effemeridi astxonomichc di Milano per V anno 1827 culcolate da Enrico BrAMBIlla e C B. Capelu con Appendlce di osservazioni e Mcmoric astrono— miclie. — Milano, 1826, dull I. R. Stamp eria , in 8.", di pag. 104^ 112, con una tavola in rame. Effemeridi astronomiche di Milano per t anno 1828 calcolalc da Enrico Bhambilla c Paolo Erisiani con Appendicc di osservazioni e Mcmorie astrono- miche. — Milano, 1827, dall I. R. Stampcria , JK 8.", di pag. 116 e 140, con una tavola in ranie. Prezzo di ciascun volume lire austr. 6. J_ja (lisposizionc (Idle tavolc che contcngono Ic posizinni degli astri non differisce da quella ixsata nei voliiiui prcccdoiui ( i ). 11 volume pel 1828 con- tienc iiioltie un cat;ilo<;o delle posizioni di i72Stelle tratto dair opeia recentemente pubblicata da! signor Carciatorc astroiioino di Palermo (2) , e le posizioni della rometa periodica dell' Enke il cui ritorno s attendc verso la iinc d' agosto del corrente amio. A (jiiest' epoca la luce di questa cometa sara molto di-l)()Ic c minora di quella cli' essa aveva nel 1825 alloK he si fecero le prime osservazioni gia riferite in qiiesto giornale (3), ma andera poi successivainento divenendo piii iuminosa lino al suo arrivo al perielio al quale dee giungere il di 10 genua jo del 1829. Nellc appendici dei due volumi si contcngono di- verse importanti Memoric , delle quali daremo una succinta noiizia. (i) Veppaasi i tonii a^." pag. 219, e 33." pag. Soaico o soUorico ; che la lava in istato di deconi- posizioue c cpiasi disciolta, tanto abbonda di sale neutro e aUaliao, che qucsti nc lorniano la niaggior parte , nientre la minore c della natura stessa della lava aacora solida; die il sale a'caliao delle grotte, spogliato dalla sostanza lapidea insolubile, prcseata i sottocarbonati di Ualio e tli natrio, come j)nre il soltato e 1 idroclorato dei medesimi; che tiaalmente il sal neutro prcseata niolto idroclorato di natrio con una f|uiuta parte del totale di idroclorato di kalio , e la ceiuesima di soliati di natrio e di kalio iasieme uiiiti. Da (juesto ben si ravvisa la cagioae per cui ne luuo, ne 1' altro di (jue' sali decrepita sul iuoco, perche mesrolato vi si trova 1' idroclorato di natrio col sollato di natrio e di kalio, e ra(([ua vi niancu del tutto. Gia in varie occasioni raccolto aveva I'au- tore d(t[)o le eruzioni del Vesuvio il sale muriatico, c in ([uello dell ultima priacipalmeato il cliiarissimo Daily osseivato ave\ a I ulroclorato di kalio. Non si arresta 1' autore ad inda2:arc 1 iadole e la ditVcreaza di m- poT''! nili)ii(li di a«ido idicx lorico, sollorico e carbo- nico. I,e lave col decomporsi, masbime per cagione mill. hal. T. XLIX. 1^ 206 IN 4GRUM PUTEOLANUM CtC. (leir uinidita , si risolvono c si separano nei loro re- spettivi dementi , e questi debbono esercitare in quello stato le affinita chimiche delle quali sono dotate , e associarsi quindi gli acidi sopraddetti. Se chiedasi donde la lava del Marmorito tragga quegli acidi , risponde \ autore clie non gia dalla terra , ma dalle piogge derivano molti sali calcarei , e la lava che costituisce tutto quel nionte , o monticello elevato sopra I'adiacente terreno, spoglia e totalmente di piante e di terriccio , per la qual cosa non potreb- bono ripetersi que' sali se non che dall' atmosfera. Lontano e bensi looo passi quel monte dal mare , 3ooo dal foro di Vulcano ; ma lecita e tuttavia la congettura che dal mare e dagli stagni saisi copiosi all'intorno, portati vi sieno dai venti e dalle nebbie vapori inipregnati di acido idroclorico , e che il solfo- rico in minore copia sarebbe cola condotto dai va- pori uscenti dal foro stesso di Vidcano, da Aniano e dai Pisciarelli : strano non sarebbe adunque , che dair atmosfera T acido carbonico ricevesse la lava stessa in istato di decomposizione. Si citano le esperienze dal Giovene istituite a Pulo di Molfetta , coUe quali si voile provare che \ idro- clorato di natrio ed il nitrato di kalio si generas- sero neir acqua chiusa ermeticamente per mezzo del fluido galvanico scorrente tra i diversi strati delle terre, il che si mostro col mezzo di un lilo mecca- nico attraversante quegli strati che metteva capo neU' acqua ermeticamente chiusa in una boccetta di vetro ; ma il Mondcclli duljita ragionevolmente di questa dottrina, appoggiata ad un solo esperimento. Lasciando pero ai iisici questa discussione , tutto si applica egli ad esporre il modo con cui le lave si decompongono , o colla sola azione delle meteore , 6 con quella ancora dei vapori caldi dalla terra tra- mandati. A quello che gia disse a questo proposito il d.oit\%%. Breislak , aggiu2;ne soltanto che le lave ester- iiamente cominciano a trasudare nella parte che cspo- sta rimanc ai vapori c alio meteore-, che piu o meno m ACnUM PUTEOLVNUM CtC. 207. tnisudaiido , secondo la divcrsa azionc del calore o del g<'lo, piii presto o piu tardi canihiatio il colore e la tessitura, e si disciolgouo ; die allora dividonsi iiei loro primarj elenicuti , e questi si separano iii ragioiie fl«lla loro priaviia specifira e delT azione niec- caniea dell iiiiiidita o delie j)iogge. Cio si scorgc cliia- raiueiite iiel loro di Vulcano , iiei Piseiarelli e nello tonne di Inarime, ove i vapori caldissimi lianiio giu sciulte le lave , c qucste , benclie siniili da priii- cipio , caiigiaroiio tessitura e colore ; di dure clic erano, tenere diventarono, e diedero origine all' ar- gilla, alle stalatdti silicee , o calcaree , o alia calec solt'ata. I vapori delle ternie, congiunti colle nietcore esereitano un azioue vceineute su le lave , uientre leutissima e cjuella delle sole lucteore , benclic questc noil solo meccauicanieute , ma anc.lic chiniicamente agiscauo. II Dauy iiidieo il niodo in cui seguoiio que" canibiauicnii , niostraudo come i vapori delle acque calde sciolgono la selce ed il ferro , dal che trasse argomento a spiegare la genesi dell' ocra , e le mutazioni di tessitura , di durezza , di colore , cho avvengono iielle pietre invasc dall' uniidita e dal ca- lore, che quindi si decompongono, come pur fanno le stalattiti silicee o le laliti di llauy , I'argilla, le pictj'e alluminose, calcaree e niag!iebiaarliino iirui mfilcsima lingua od i suoi dLaleui , qucilunque sieiio Ic distanze die U sejxirano , oppnre , come altri po- treblie definida , die e cjuella i cui iiidividui hanno il iiie- dcsimo al)ito lisico, non sareblie forse scambiare il mezzo per iscoprire la natnra identica d' una nazione con essa natura niedesima '!" lo di sopra dicliiarando die cosa inten- deva per origine di una nazione, ho adoperato I'espres- sione con un qualche carattere distintivo , la quale fareb- hc, se avessi prcteso di dare una dflinizione, die non fosse esatta , mancando del rigore delf ultima dilFerenza. In etnogralia si danno praticamente origini di popoli piix o nieno rimotc , donde ne vengono nazioiii piii o lueno numerose, piii o nieno suscettive di suddivisioni. Yalga ad esempio di cjuello die asserisco un albero genealogico di nazione volgarmente conosciuto, e sia cjuello di Elleno. Se si comincia da Elleno , padre di Eolo , Doro e Xuto , e ([uesti padre di Acheo e di Jono a derivare le genti gredie, e non soltanto da Acheo , i disccndenti di Elleno, gli Elleni , avranno tra loro minori gradi di parentela , minori caratteri di somiglianza die non i discendenti di Acheo, gli Achei. Adoperando gli etnografi nel primo modo, e questo si farebbe accontentandosi di meno carat- teri somiglianti , ne vennero p. e. le nazioni finnico-tartare, le nazioni indo-germaniche ; tenendo la seconda via la na- zione iinnica sarebbe decomposta in linnica cd in tartara , la nazione indo-germanica in indiana , in parsa , in celta , in greca, in i^lava ed in germanica. Ne qui si arresta Tetnografo, che pigliando p. e. la nazione slava la de- compone in russa , in polacca , in boema , ecc. Ecco per- die potendo essere collocate le origini di un popolo piu o mono lontane secondo i caratteri distintivi o primarj o subaltorni !io giudicato di non poter dare una dellnizione di siH'atte origini. Ma i modi sopraddetti di stabilire que- sto origini possono avere ciascuno i loro difetli ; riiuanendo 2l8 APPEND! CE troppo in sui principj si corre pericolo di fare del genere uniano quasi una nazione sola •, discendendo troppo ai rami si possoao scambiare le tribii in nazioni. Si diiuandera adunque quale sara praticamente il segno di conline. lo confesso di non saper dare una risposta soddisfacente a questa dimanda. Forse la scelta sarebJje da deterniinarsi second© il punto di vista etnogratico o storico , sotto il quale si fanno le ricerche. Ghi non vuole contemplare die il movimento delle masse maggiori degli uomini, stara alle prime origini; chi vuol confrontare le vicende di popoli diversi die hanno pure tra lore somiglianza , potra discen- dere alle epoche od ai coiuinciamenti subalterni. Del resto importa qui di osservare die T etnogralia non puo a priori^ avanti di avere trovato il suo criterio o criterj , stabilire r origine di una nazione piuttosto ad una tale altezza die ad una tale altra. Le origini delle nazioni sono il piii delle volte avvenimenti avanii la storia, quindi volendo com- prendere tutt' i casi d' origine non si puo die a posterixtri, valendosi , come ho gia detto , di elementi maggiori o mi- nori di somiglianza tra le genti con quel tali criterj etno- grafici die saranno scelti , argoraentare ad prius die il po- sto deir origine fu realmente il tale od il tale altro. Da cio ne viene die la soluzione pratica di questo quesito sia da rimettersi a quel punto in cui , trovato il criterio od i criterj dell' etnogralia piii adatti all'uopo, si ragionera del modo con che debliano essere adoperati. Didiiarata in questo modo V idea di nazione , passerei air etuografia o descrizione delle nazioni. Questa per me sarebbe un coinplemento della geografia e della storia , quelle die esibisce i segni caratteristici, che ponno sta- bilire in ogni tempo ed attraverso alle vicissitudini storiche r identita di una nazione ; che la fanno distiuguere dalle altre; che ne awertono della fusione quando piu nazioni si sono mischiate, e ne determinano talvolta gli elementi i che fanno insomma dei popoli quello appresso a poco che la genealogia in una sfera piii ristretta fa delle fami- glie; e per riguardo alia geografia che essa e quella che indica qual popolo ha abitato od abita un dato paese. Cio premesso , Y ordine delle idee forse ci condurrebbe a dimandare donde V etuografia attinge le sue notizie. Essa chiama in sussidio la storia naturale ed esauiina V aliito iisico deir uoino , poi appoggiaudosi alia lilologia iuterroga TARTE STRANIERA. 2H) i difTercntl lingnaggi umani, nc confronta le voci radicali, nc osserva Ja struttura j:ianiiiiaticale, le liiversc scriiture ( ii die si dice valersi della linguistica coniparata ) , con- sulta la storia civile e non trnscura nemineno le coslu- manze e le religioni e gli altri elcmeuti del vivere sociale. Dei criterj etnografici ora acceniiati il priino e stato soggetto di discussione tra i recenti antropologi , e secondo r ordine delle iiiie idee qui sarel)l)e il posto da discutere questo argoinento. Ma perche V autore lia promesso un quadi'o lisico dei popoli del gloljo , ragioii vuole che cola al)hia a trattare di questa materia , e fiao a quel tempo io pure aspettero a parlarne. Iiitanto mi basti il dire , che i recenti fisiologi usciroiio in diverse sentenze intorno al segnare i caraiieri fisici distintivi della specie umana-, che il clima naturalmeiite , e V uomo stesso artificialmente avraniio potuto inodificare V abito fisico ; e clie per tutto cio il criterio appoggiato a tpiesto carattere possa ben ciovare per riscontrare uu qualche altro , perche la somiglian/a di forme sara sempre una presunzione della piu vicina comunione di origine, ma non essere I'unico, non il migliore. Venendo alia secoada fonte, ai linguaggi , mi piace di ripctere (juel the ne dice T autore. Egli dichiarando le diverse applicazioui ed i varj pregi della linguistica \'lcne primamente applicandola aU'etnografia, ed alFerma coirap- poggio di aljbondanti esempi che la diversitii di razze, di governo , di usi , di costumi , di religione e d' incivili- mento ponno scomparire , e rimaner potrebbe soltanto la diversita delle lingue a rendere testimonianza della diversita delle nazioni accomiinate pei sopraccennati element!. Egli nggiunge a|>p()ggiato al medesimo fondamento, che " se " ordinariauiente la lingua e il solo ed il principale linea- " niento carattcristico di una nazione, ha ancora il van- " taggio di essere quasi sempre iualterabile, perche nc il " decorso dei tempi , ne le wariazioni dei governi , nc le " mutazioni di religione e delle istituzioni sociali e poli- " tiche varrebliero , generalmente parlantlo , a distrug- " gerlo. " L' autore va anche piii in la e dice die le lingue ponno cziandio valcre per criterio, dove le nazioni in convenienti proporzioni si sono mischiate , ed i linguaggi confusi , iuiperciordic V idioma nuovo nato dalla confusione conscrva sciuprt alcuue tratce indekbili dc' suoi clcmcati 220 APl'ENDICE primitivi , d\ manleia clie 1' etnografo puo sempre ricoiio- scerli piu o iiieno facilniente , e detenninare sino le jiro- porzioni con le quali si e fatto questo nuovo prodotto. Le lingue italiana;, francese , inglese, spagnuola sono da lui citate in prova della sua asserzione. Piix sotto Tautore di- mostra ancoia clie dove alle nazioni mancano le storie e le tradizioni dei primi tempi , ivi si presenta T etnografo ( coUa face delle lingue ) a far conoscere le loro origini. I linguaggi adoperati comparativamenie potrebbero al certo avere quelle prerogative die F autore asserisce, e gli altri elementi , alcuni dei quali furono da me citati , mancare di quell' assoluto valore per essere esclusivi o migliori criterj. Le religionl , le costumanze , le forme po- liticbe si alterano tra una nazione medesiuia o riuuiscono sotto ad un medesimo tipo piii nazioni diverse, i gradi d' incivilimento si sproporzionano tra gli elementi di un medesimo popolo , o sono eguali in popoli differenti : le lingue ponno essere segno distintivo delle nazioni attra- verso alle emigrazioni, dentro ai vasti corpi politici, dopo le loro dissoluzioni, dove la storia tace , insomma in mezzo a tutte le cause di confusione. Questo ci e dimo- strato per numerosi esempi. Ma i linguaggi possono di- Icguarsi , come anche lo stesso autore ce lo Insegna , e restare potrebbe qualche altro segno di distinzione tra le nazioni clie parlano una medesima lingua. In Ungheria non e la storia clie ci avverte, che vive una nazione di Cu- niani , mentre per liugiiaggio , per abitudini , per tutto questa gente e fatta unglierese? E gli altri elementi, siccome ho giii detto dell' abito fisico , non possono essere adoperati a modo di presunzione , complessivamente, in maniera che r uno riscontri F altro , e per tal modo far nascere qualche volta il sospetto che il linguaggio, questo criterio prestantissimo delF etnogratia , abbia cessato di essere il migiiore ? La linguistica adunque ( almeno mi parrebbe di poter dedurre ) e bensi il migiiore criterio etnograiico, dimostrato pei fatti , ma non 1' esclusivo •, egli e bensi quelle clie giunge piu in la d' ogni altro , ma non per- viene sempre alia meta •, gli altri sopraccennati elementi puonno qualche volta supplirlo, qualciie altra ajutarlo. Queste cose furono ben vedute dalF autore in altro luogo^ il perche egli adopero nel proclamare la lingua siccome il migiiore criterio etnograiico alcune parole di riserva le quail non escludouo uu fatto contrario. I rAllTF, STRANIERA. 221 Tali fiirono le ulce die mi soccorst-ro alia nicnte quamlo lio letto qiicsUi parte iich' opera del signor Ballji. Egli la iiicomincia con trattare della lingiiistica, e per cio 8eml)reri'l)be cIT egli tenesse impliciianiente per giiulicato, die (|nesta scienza potesse esserc iin criterio etnogralico, poi iliscorrendone i diversi prcgi dimostra, die essa pos- sicde la sopraddctta qualita in. un grado eminente; a me par\'e invece die fosse da rifarsi il processo , dimandare prima die cosa s'inteiida j)er etnografia, esporne Ic fonli, I disputare quale sia la migliore, e per questa strada venire alia senli-ii/.a coiiforiiic alia sua, die la linguistica c il migliore iiiterio einogialito. II lettore giudiclierk quale fosse il iiiodo da teuersi in un'opera die s'intitolaef no^ro/ica. Prcinessi f[m'sLi mici duld)j , discendo ora propriamcnte air opera. L'autore disc.orrendo le diverse applicazioiii della linguistica coniincia a diniostrare il vantaggio die arreca, quando e adoperata iiella storia e nclT etnografia. Aven- do io detto di sopra die T etnogralia e un rn'riplcmeiUo tiella storia, se la linguistica e un inr/7o etnogralico, ne viene cIT ella <;ar;i iin criforio mediato anche della storia. Ma io noix voglio impugnare die la linguistica non possa di per se direttamcnte giovare alia storia, e non sarebbe diilicile trovarne esenipi. Vengono poi esposte quelle mate- rie , alcune delle tjuali io desumendole dall'autore stesso lio gia toccate, e quesic sono , la delinizione della nazione , nlcune osservazioni su la permancnza delle lingue, su la loro iiiistuiM, su la pirinniienza della pronunzia e deiraccento, le quali due cose egli lu-llo spiegare in die niodo le na- zioni niutino lingua, dice die rimangono anclie dopo die il linguaggio non e pin parlato. Indi tenendo come per immcdesiinata rctnojrrafia con la linsruistica allcrina die siccome la geogratia e la cronologia sono i due*ocdii della storia, cosi gli pare die 1' etnografia sia per amendue, cioc per la storia e per la googralia cio die la cronologia e per la storia. Attingendo poi alTopcra di Salvertc sopra i nonii d" uomi/ii , di jjopoli e di luo^hi reca in mezzo al- cuni fra i molti errori coininessi da quelli die ignoravano i veri prim ipj della scienza ctiinologica ; e qui la lingui- stica esce ancora distinta dalf etnogralia a far niostra delle sue applicazioui. Sarebbe siata per avventuia cosa piii chiara nd intendersi . se 1" autore avesse discorso distin- tameiifc tutte le applicazioni possibili delta linguistica ai BibL Jhd. T. XI.IX. i5 223 ATPENDICE diversi rami dell' nmano sapere per arrestarsi suU' etno- grafia , e non fame una cosa sola colla lingnistica , pro- clamandoiie le utili applicazioni alia storia ed alia geografia. Quante false etimologie di nomi , quanti errori e di Bi- bliandro e di Cluerio e di Leibnitz e di Abul-Gazi, per tacere di molti altri , non derlvarono nell' etnografia per 1' ignoranza delle lingue ! quanti soprattutto per le deno- minazioni coUettive adoperate ad indicare molte nazioni difFerenti ! Qui 1' autore produce alcune regole del mede- j sinio Salverte die sono da seguirsi nelle interpretazioni ! dei nomi di popoli. u I. Non mai , questi dice , alcun popolo diede a se » stesso un nome poco onorevoie. Un nome ingiurioso 'I gli sara stato dato da un altro popolo , e non accettato " da quello , op pure ci sara pervenuto tradotto inesatta- >i mente. yi II. Vuolsi cercare nella lingua del popolo 1' interpre- » tazione del sue nome nazionale. >/ III. Certl nomi primitivi stabiliscono sopra una sola ii nazione T idea del genere umano tutto intiero ; altri " rappresentano il valor guerriero , la forza , I'abilita, la » potenza superiore. It IV. Alcuni nomi indicano il modo d'esislere delle caste » o della nazione intera. » V. Alcuni sono derivati dai luoghi; ma quelli die » esprimono una posizione relatwa ad un altro paese non >t sono quasi mai nazionali ," essi sono stati imposti da un " popolo vicino o non sono die soprannomi adottati dalle » diverse tribii d' una medesima nazione. " YI. Una popolazione assume facilmente il nome del » suo capo o della suadlvinita; ma spesse volte il preteso » fondatore della nazione non e che il paese od il jjopolo , » inedesimo personificato o divinizzato. | » VII. I nomi finalmente Iianno spesse volte riprodotti y> gli emblemi scelti dalle popolazioni o da esse adottati » per la credenza religiosa " . Giambattista Vico nella sua logica e geografia poetica segno a priori con certi grandi lineamenti la legge che | avrebbero osservata gli uomini nel noininare se stessi ed | i loro vicini, e queste idee die nacquero nel secolo XVII In Italia , sembrarono forse nuove quando in sul princi- pio del secolo XIX comparvero oltramonte. L' autore va PAIITE STKANMEUA. 223 imlicando altre specie ill error!, ira i quali voglio riferire quelli die naci|uero dall" inflettere i nonii stranicri se- coikIo il gcnio di altre linguc , do\e per tale inflcssione poterono pur ricevere un qualche signilicato. Cosi il nome Gnlhi clic in celtico significherebbe possente colla desinenza latiiia GuVus s'lonerebbe Gallo uccello. Ma chi volessc spie- gare la voce germana Longohardi con dire die significa dulla Itarhd litiKd , iion mi pare provato fin era die, siccome dice il signer Balin , conunetlerebbe errore. Spesse volte ! fu confuso il nonie geogralico coa qiiello di razza, 11 I nome di religioue o di setta religiosa con quello tli na- zione , e spesso quest' ultimo con quello d' una suddivi- sione , cioe d' una tribu. Le nazioni americane ofTrono una moltiplicita niaravigliosa di nomi. Questo procede dal vivere quelle genti distinte in tribii con proprio nome e con poclie comunlcazioni tra loro , di modo die sono piu conosciute per la denorainazione di tribii die per qiicila di nazioui. Ma andie questi nomi di irilm o di nazioni, quali nacijuero tra le genti die li jjortano, quanto mai soQO ignorati fuori del lerritorio di quelle ! Finalmente dalPignoranza ilelle lingue ne vennero quei nuiuerosi scambj di nomi proprj con nomi appellativi , di cui ridondano le aiitidie ed anclic le moderne storie. Pigliando di poi ad indicare i vantaggi che la linguistlca arreca nel silenzio della storia c delle tradizioni e nei vuoti della geografia I'autore respinge i sistemi degli etimologi della veccbia scuola , e con la scorta di Humboldt dimosti-a die sono da teuersi in poco conto certe analogic fortuite die esi- biscono tra loro molte lingue del resto iiiteramente difl'e- rcnti. Ben altra via, egli osserva, tennero alcuni lilologi mo- Herni nel valersi della linsuistica. Oggigiorno cbi vuole deter- luiiiare In parentela di una nazione con un" altra jiercorre il vocabolario dei due idiomi rispettivi, e se trova tra le voci diverse die quelle che esprimono le principali parti del corpo iimano, i primi gradi di parentela, gli astri , i prin- cipali fenomeni della natura, i primi nomi dei numeri, sono identiclie o sensibilmente somiglianti tra loro, nc deduce die le due nazioni derivano dalla medesima origi- ne; se sono diverse, die appartcngono a due origini di- verse. Cbi vuol sapere da qual gente una tal nazione ha rirevuto il suo inrivilimento esamina le voci che si riferi- scono a questa materia c confrontalc con le corrispondenti 224 APPENDICli voci in altre llngue, e se sono identiche o somiglianti, ne deduce die questa nazione ha ricevuto il suo incivili- mento da tale o tale altra. Appoggiato ancora airaiUorlta di Salverte, dimostra come gli antichi nomi di luoghi, anche lungo tempo dopo che la popolazione primitiva e scomparsa, rimangono a pro- vare la pnma esistenza di lei od il suo soggiorno in qviella parte. Cosi il paese dei Tocari e nominate ancora il To- carestan, ed il nome degli antichi Sogdiani e ancora ri- cordato dal fiume Sogd , che discorre il paese che quelli ahitavano. Vi lia delle lingiie che hanno la proprieta sin- golare di adoperare certe particelle come prefissi, mentre altri idiomi adoperano le identiche come desinenze; per questa difFerenza , fuori di qualsivoglia altra notizia, si puo indicare che un popolo appartenga piuttosto ad una nazione che ad un' altra. Scorrendo le applicazioni alle parti della vita soclale accenna le opinioni- erronee nate intorno all' inclvilimento ed alia religione cU alrune nazioni , rettificate da poi me- diante la linguistica. Per essa il culto di Budda emerge- rebbe anteriore a quello di Brama , le poclie nozioni astro- nomiche dei Mogolli apparirebbero loro derivate dai Cinesi, le divinita dei Lettoni e degli Estoni non avrebbero avuto alcun tempio, gli Spagnuoli ed i Portoghesi avrebbero ricevuto il loro inclvilimento dagli Arabi. Alcune regole di Desmoulins plene di sagaclta filoso- fica sono pol cltate per indicare le applicazioni alia storia naturale. Le llngue ponno fare testimonianza della patria o del Inogo in cui si trovano gli animal! , i vegetabili, i mlnerali secondo che i nomi loro corrispondenti mancano o no In quel tale linguaggio , od abbianvi o no qualche signliicato. i Ma la linguistica comunque abbla quelle tante virtu ' che furono infino ad ora discorse, non e pero cosi efficace ne' suoi criterj da valere sempre e ad ogni cosa. 11 slgnor Ball)! plglia ora a segnare i confini che la rlstrlngono nelle sue applicazioni ; e perche 1' etnografia e il soggetto prlnclpale della sua opera , tocca di passaggio gli altri \ limit! , e ragiona estesainente d! quell! che puo avere in ' questa. " Vi ha delle nazion! , egll dice , le quali hanno mutato Interamente linguaggio ; " e cosi egli spiega questp fenomeno : « Allorche due popoli e per conseguenza due PARTK STRANITRA. 22$ » idiomi si sono urtali , 1' idlonia il meno coltivato , il >/ meno letterario si e perduto in gran parte od intera- '» inente^ polche non e la conquista, non il dominio die " introduce e mantiene un tale idioma in una tal con- " trada; questo procede quasi scin|ire dalla superiorita » relativa delf idioma , la quale iinalmente rendelo doini- f w nante sia che appartenga al vincitoic, sia clie appar- >» tenga al vinto ". Vi ha delle nazioni , le quali ]>arlano lingue analoglie, e clie appartcngono nondinieao a varieta d'uomini, le quali non sono dello stesso stipite. L'autore qui riferisce le niedesinie cose , che io attingendo anche alia sua opera ho accennato in quel luogo , dove secondo 1' or- dine che mi sono foggiato, avrei fatto posto a questa qui- s4ione. Ma vi hanno altri element! che llmltano le applicazioni della linguistica all' etnografia. Alcuni nomi di nazioni e di luoghi hanno mutato , altri furono imposti a citta , nate or ora, tolti dalle lingue classiclie, come sarehbe in Ame- rica la cittii di Cincinnati. Qual confaslone nella tarda posterita noh ne verrebbe , se 1' etnografo non riguardasse clie al nome nell'indicare T origine degli odierni Aiiiani ! La niassima parte di queste genti di origine africana lu trapiant.ita in un' isola, la quale i primi abitanti conosciuti dagli Europei chiamavano Hayti , i nostri conquistatori S. Domingo •, la popolazione schiava fattasi indipendente rlsuscito il nome primitive. Vengono dopo alcune osservazloni sopra I' ortografia scguiia in quest' opera , dove per occasione si ragiona di quanto ne sia importante 1' esattezza e sono ricordate le confusioni che nacquero per 1' ortografia erronea dei nomi proprj delle nazioni straniere. Ciascun autore segue di solito una legge di versa di ortografia , e vi aggiunge anche le varie modificazioni che sono prodotte dalf imperfezione piu o nicno grande dell' alfabcto adoperato per iscrivere la lingua propria. Da questa mancanza di disegno uniforme, e dalla maniera diversa di esprimere alcuni suoni semplicL mediante la riunioue di molte lettere diverse emersero alcune voci straniere travisate ed inintelligibili a quel popolo che parla quella lingua da cui sono tolte. iSclla stessa lingua latina e nella greca vi hanno molte incoriezze di pronuncia , e queste crescono oltre modo quando si passi alle lingue asiatiche. L' autore a quest' uopo fa il voto 226 APPENDICE che i piu valenll orientalisti convenissero in una scntenza unanlme per formare una legge cU ortografia orlentale. Klaprotli nella sua Asia poliglotta , quando V alfabeto tedesco non Ijastava a rendere tutti i suoni , Introdusse anclie le lettere di altri alfabeti, tanto clie lo porto a 42 lettere. II signor Balbi avrebbe voluto seguire questo metodo dl Klaproth , ma ])er tre motivi n' e stato sconfortato : i ." per non avere , come dice , ne il genio , ne le cognizioni suf- iicienti , ne 1' agio per esaminare e determinare preventi- varaente la vera ortografia priinitiva di ciascuna voce ; 1 a." per desiderio di vedere questo metodo prima sanzionato I da altri dotti ; 3.° perche la sua opera essendo destinata ad ogni maniera di lettori, egli non vi potrebbe introdurre caratteri e segni generalmente sconosciuti. Inoltre egli o»- serva che la vera ortografia di piit di tre qtiarti dei nomi dei popoli dell'Asia, dell' Africa, deH'Oceanica e deirAme- rica essendo ignota , sarebbe yano il tentativo di ridurli alPortogi'afia francese secondo le regole uniformi di trascri- zione. In tanta diflicolia di scelta I'autore dichiara di atte- nersi all' ortografia piii genci-alraente rlcevuta in riguardo del nomi i piii cpnosciuti, e quanto agli altri gli scrisse scrupolosamente tali quali gli ha trovati nei diversi autori che ha consultati , o quali li riscontro nelle note e nelle comunicazioni che ottenne dalla cortesia di quel distinti dotti che lo hanno ajutato nella composizione del sue Atlante. Succedono a queste osservazioni alcune altre sopra i vocabolarj , i qiiali , secondo T autore , sarebbero tutti piu o meno inesatti, considerato il modo con che sogliono es- sere composti. Tra le cause d' errore o d' inesattezza an- noveransi, i.° 1' ignoranza in cui sono della lingua quelli che vogliono comporne il vocabolario; alcuna volta anche la negligenza ed il difetto di critica dalla parte del com- pilatore i a.° la poca attitudine dei sensi del compilatore del vocabolario per cogliere esattamente de' suoni scono- sciuti, assai spesso difficili e straordinar j ; 3." T incapacita, I'apatia e la negligenza, alcuna volta anche la cattiva vo- lonta degl' indigeni , dai quali vuolsi raccogliere il A^oca- bolario;, 4." 1' inconipatiliilita degli idiomi europei con quelli dei naturali dai quali si traggono le voci;, 5.° i mezzi im- perfetti di trascrizione ; 6." finalmente la cattiva scelta {| delle voci. Si potrebbe forse aggiungere la varieta grande PARTE STR.VNIEBA. aS^ del dialctti, speclalinente nclle vocali, delle llngue sparse sopra una gran suj>erficie, come T aral)a , e non deter- minate rigorosainente nella pronunzia delle dette vocali. In onta pcro degli errori di cui possono essere maccliiati i vocaliolarj, essi sono sempre la fonte piu importante , anzi r iinica della linguistica. 11 nostro autore per averne il piu clie pote di esatti , adopero di estrarli dalle opere originali, e solo, quartdo non gli venne fatto di procac- ciarsene, ebbe ricorso alle collezioni di Hervas, di Pallas e di Jankiewilch, essendo che esse ridondano di errori tanto di tipografja clie di relazione. L' autore continua ancora il suo discorso preliminare, e 10 coatiaua dando per anticipazione un estratto delle ma- terie clie sono nclP Introduzione e nelP Atlante ^ ed io amero di preferire le sue parole quando mi parra che sieno ba- stanti. Importava , discendendo ail' esecuzione dei principj svolti di sopra , importava che si dispntasse in che mode debb' essere nianeggiata la linguistica per valere in elFetto a criterio ctnogratico. Quindi che cosa si debba intendere per lingua, quali rapporti debbano tra loro avere le lingue per essere tenuie souiiglianti o sorelle , quale sia il conline tra la lingua ed il dialetto, finalmente come abbiano da essere ilistribuite le nazioni col principio delle lingue , sono le qucstioni che ora debl)ono venire in esaine. Ncl primo capitolo dell'Introduzione Malte-brun , del (juale leggesi in nota una lettera scritta alf autore, tcnta di definire la lingua in questo modo: << E un tutto di segni " vocali correlatn i tra loro, derivanti da radici comuni, " sottomessi ad un medesimo sistema di declinazioni e di 11 conjugazioni , coliegantisi secondo le niedesime regole di » sintassi , e mediante il quale tutto una riunione di uo- >' mini si comunica i suoi pensieri ed i suoi desiderj. " Questa e la definizione d'una lingua pura e prinntiva, ma Malte-brun ignora dove trovarne un esempio, a meno che, come eglidice, non si cercasse tra gl" innumerevoli idiomi dcir Africa etiopica e delle tribii americane. Ma le lingue non sono in gencrale crcsciute tanto sole da non portare qualche segno di commercio stranicro ; e ad ogni modo o pure che sieno o mescolate di qualche non naturale ele- mento, in che parte saranno da ravvicinarsi per essere giudicato somiglianti o diverse '' Avanti ogni cosa sieno esclnse Ic voci importate da qualsivoglia comunicazione 228 APPENDICE stranlera: rimangono le radici proprie, alle quail anche Malte-brun mostra di concedere il valore di carattere prin- cipale della lingua. « Ma qual numero di radici, soggiunge il " naedesimo scrittore, sara di mestieri perche due Hague dif- >> feriscano tra loro, come difFerirebbero due specie diverse? » E poi questa dilFerenza sarebbe da stabilirsi piuttosto se- » condo il numero o secondo T importanza di certe radici ? » Chi abita al mare, par mi di poter dire, avra per radicale mare, procella ed altre somiglianti voci, laddove chi vive in paese mediterraneo ignorera per avventura queste ra- dici, e possedera di altre ignote ai marittimi. Nella lin- guistica comparata coiiverra adunque ristringersi a quelle voci che dovranno essere radicali per tutti i popoli del globo. Ma il criterio di comparazione allora non sarebbe forse di troppo scarso , non si correrebbe rischio di congiungere piu lingue, che del resto hanno niente di simile? Adelung, che nella prefazione al suo Mitridate ha scorto una certa insufficienza nel criterio delle radicali , avviso di supplirlo con un discorso continuato, il quale faccia conoscere I'an- damento e lo spirito d' una lingua in combinazione con le idee : e perche delle lingue del globo le minori sono quelle che hanno letteratura , suggerisce il Pater noster , tradotto in tutte le lingue comparabili, il quale, a suo avviso, non pub essere trasportato in niuna lingua se non per chi la conosce bastevolmente. Malte-brun nella sopra mentovata lettera definlsce re- gno in idiomografia ( che cosi egli chiama la linguistica ) « un insieme di lingue, le quali senza alcun legame sto- » rico conosciuto ofFre alcune analogie sia radicali , sia >' grammaticali abbastanza numerose ed abbastanza intime " per rendere necessaria la supposizlone di un legame " ignoto quanto al tempo ed al luogo » -^ e chiama lingue omogenee quelle n che presentano queste analogie, ma le >' quali nondimeno non possono service alia comunicazione » delle riunioni d' uomini che ne parlano Tuna o Taltra. j> Ed appresso soggiunge : " Le lingue d' un medesimo regno " formano tra loro dei gruppi piii distinti, i cui membri >> hanno un' analogia piu intimaj, e presentano tanti linea- " menti di famiglia che si riconosce in loro na oi-igine >/ comnne, e questo tanto piu che la storia viene d'ordi- » nario in nostro soccorso indicandoci le tracce delle mi- " grazioni dei popoli che le parlano. " Ma si potrebbe PARTTi STRANIER\. 3^9 forse dlmanilarc quali sar.inno quest! lincamontl dl fami};lia' qiiali saranno precisatnente le analogic delle lingue d' ua medesimo regno' Scnte il poliglotto che vi ha un ccrto che di coinune, un certo che di proprio, p. e. , tra le lingue germanithe , c se vuolsi anche tra ie lingue indo- germaniche; ma come vuolc sognaie scieniilicamonte i con- lini, all6ra incontra le dillicolta. Conosce che le lingue del glol)o non passano dalP una alP altra per gradi di piccole dissomiglianze, come la catena degli esseri del Bonnet, die esse in vece camminano a salti, che sono costituite in gruppi, nicno le lingue niistC;, nia come ei viene a defi- nire il gruppo , ivi e incerto 11 suo giudizio. II lettore vedra pin sotto come ha adoperato 11 signor Balbi nel di- stinguere le lingue ■ e qm si faccla fine alia questione col dire , clie \ I ponno essere delle grandl division! di lingue fondate approssimativamente sui prim! gradi di somiglianza, come sarebbero certe i-adicali slmili che sleno comunl a tutti ! popoli, e certe proprieta grammatical! e che v! ponno ossere delle sndilivision! , dove rincontransi i sopraddetti gradi di somiglianza in una estensione maggiore ; tra le prime sarebbero da porsi le lingue indo-germaniche ; tra le seconde, die si d!rel>l)ero anche sorelle, le germaniche sole. Ma e delle cosi dette lingue niadri qual conto si debbe tenere in linguistica etnograiica? Malte-brun porta opinio- ne che P idea di lingua madre tal quale s' intende volgar- mente, e falsa e nocevole, e clie ridotta ad un significato ragionevole sia applicabile a quasi tutte le lingue antichc e moderne. Infatti tra le lingue contcinporanee non puo essere rapporto di materniiii e di figliuolanza, solo in certk casl vi puo essere quello di primogenitura; non sono che le lingue o niorte interaniente o morte in certe loro mo- dificazion! che possono essere tenute per niadri in riguardo alle vive. Si faccia la cosa chiara con un esempio: sup- pongas! che dalla nazione germana in Germania siansl discostate un tempo aUune trilju , e di queste I'una si fermasse nel Jutland, delle altre chi passasse in Isvezia , clii in Norvegia. Nel processo del tempo, comeche prima parlassero tutte in un col rlmanente della nazione lasciato in Germania la niedesinia lingua, pure sotto 1' influenza di cause diverse lisiche e nioraii avranno tanto niodifuato 11 loro llnguaggio da essere liiflorme da t|uello clie parlavano al tempo deir cmigrazionc, ed anche diversilicare ira loro. 23o APPENDICE- Ma anche la nazlone rimasta in Germania dico che noa parlera piu la identica lingua dell' epoca sopra mentovata, perche il tempo con tutte le cause di mutazione die stra- scina seco V avra modificata. Ben potra essere piii somi- gliante alia prima che quelle di Svezia e di Norvegia, ma non essere la medesima •, e questo sarebbe il caso di una sorella primogenita. La lingua inglese degli Anglo-Americani gia si discosta da quella parlata in Inghilterra; ed in questo paese la lingua di Byron e di Scott e ben diversa ( s' in- tende sempre nelle ultime modificazioni, le quali crescono in ragione del tempo ) da quella parlata all' epoca dell' emi- grazione di Penn. La lingua madre pertanto in linguistica etnografica non sarebbe altro che quella lingua di una na- zione, parlata al tempo in cui pei criterj delle lingue si direbbero avere originato altre nazioni. Non occorre di rauimentare che le lingue miste sono quelle composte di elementi radicali di piu lingue diverse ; il che puo far prova della mistura d' un popolo ; si dica invece qualche cosa dei dialetti. Malte-brun sempre nella sopra citata lettera li considera come maniere diverse di pronunziare itna lingua. « lo non credo, egll soggiunge, " che si possa dare una delinizione piii esatta , quantun- >> que non ignori che lasci molto a desiderare ; perche " insieme ad una pronuncia piu o meno sonora o sorda, " accentata o piana, insinuansi ancora le costruzioni spesso " differenti al tutto e le voci sconosciute. '/ Vi hanno dei dialetti ai confini d' Italia e di Francia che ponno appar- tenere tanto alia lingua italiana , quanto alia francese ^ e ve ne sono di quelli ciie furono elevati al grado di lingua, solo per r importanza politica di chi li ha parlati. II por- toghese non e che una moditicazione del dialetto gallego , ed' e chiamato lingua , ed in Italia fu soltanto la superio- rita letteraria della lingua che si chiama italiana, che tenne il veneziano nella condizione di dialetto. Finclie si tratta di una lingua scritta che ha letteratura, la lingua letteraria chiama sotto la sua bandiera i dialetti di tutti quelli che sogliono scriverla •, ma come si viene alle lingue soltanto parlate , ivi nasce la confusione , perche parmi di poter conchiudere che la linea di confine tra lingua e dialetto tenga alquanto del convenzionale. Finalmente intorno al modo con che vogliono essere di- stribuite le nazioni, io risponderei ch' esse debbano seguire P\T?TK STR\NlF.nA. 23 I quelle tVivIsioni die di sopra si sono fatte ciclle linguc , incoininciantk) dalle masse inaggiori vapprcsentato per la souii)esi anclie risposto pratiiauiente ai quesito intorno al niodo di coUocare le origini delle nazioni. Nel secondo capitolo 1' antore da un' esposizione somma- ria dci mezzi gratici adoperati dai diversi popoli della terra, antichi e nioderni. Ragiona della scrittura pittorica slccome la prima ad IntrodiirsI , poi dcUa sinibolica ; e qui piglifi occasione di parlarc dei caratteri cliinesi moderni , dove esponendo quel die ne dice Abcl-Rcmusat , distingue cio clie v' ha d"" ideografico e quel die puo essere riguardato fonograiiro in quella scrittura: dove ad un tempo vedesi come una scrittura puo lasciare a poco a poco il prime carattere jier assumere il secondo. Cosi ccmposti i segni di rappresentazione della lingua diinese terrebbero della scrittura niista. 11 nome di scrittura sillabica , dove ciascuna sillaba lia un segno fonetico particolare indivisihile , non decompo- nibile in lettere , non si converreljlje die al Kata-Kanna o Uro-Kanna^ i sillabarj dei Giapponesi. Viene in seguito il vero alfalieto ossia (piel ciimulo di segni staccati di tutti i snoni ( alnieno un all'aljeto perfetto dovrebbe possedere i segni di tutii i suoni ) di cui e suscettiva una lingua parlata , combinabili tra loro secondo le combinazioni dei suddetti suoni ■, il cui ritrovamento lia fatto fare un gran pnsso air uomo nel caniinino dell" Incivilimento. Leggonsi poi alcune osservazioni e note sulla materia della scrittura parte delf antore e parte di Saint-]Martin , di Depping e di Chainptillion Figeac ; quest' ultimo segna Tandamento pre- sunto dello spirit© umano per inventare Talfabeto; la qitale scoperta sarcbbc secondo lui sjiecialniente stata necessitata dal bisogno di rendere i nomi stranieri vuoti d'idec, e per conseguenza mancanti d' un segno ideografico corri- spondente nella lingua jiropria , in una fjualcbe maniera , e delle maniere la prima ad oU'rirsi sarebhe quelhi di rap- prcsentare i suoni. Fin qui delle scriituie generali-, ma ve de ha niolte anche di sppciali. Queste sono i nodi ed i rtli di \>\h colori , e le tacdic fatte sui pezzetti di legno . segni ronveuzioiKili a32 APPENDICE ideografici. Annoveransi tra i segni fatti a nodo i quippi dei Peruviani, dei popoli d'Anahnac o del Messico , dei Chinesi , degli indigeni d'Andrah , degli indigeni della Gu- jana , tra quelli fatti a tacca , le tacche dei popoli del- TAsia settentrioiiale e centrale , dei Montenegrini , final- mente le cifre aritinetiche , i cronogrammi , le note tiro- niane , la stenografia , il telegrafo. II Nei capitoli III, IV, V, VI, VII I'autore espone i " motivi che lo hanno guidato nella compilazione de' suoi " quadri etnografici , e iiidica le fonti alle quali ne ha » attinto le notizie. " Segue VAtlajite etnografico del globo, il quale forma " la parte prlncipale dell' opera, composto di 41 quadri " divisi in due classi distinte, cioe in quadri etnografici " ed in quadri poliglotti o di comparazione. » Trentasei quadri etnografici, dei quali sei general! e " trenta particolari , rappresentano tutte le lingue cono- " sciute antiche e nioderne , collocate secondo il grado di " parentela piu o meno grande che e stato riconosciuto " in esse o si credette di riconoscervi. " II primo quadro generale esibisce i nomi delle prin- " cipali lingue e di tutte le famiglie etnografiche men- " zionate nell' atlante, distribuite sopra le cinque parti " del mondo. Essendo questo quadro per T etnografia quelle »' che e un mappamondo per la geografia , fu dall' autore " chiamato Mappaniondo etnografico. In una piccola intro- » durione a questa carta egli ha esposto i principj gene- " rali , secondo i quali e stato guidato nella classificazione " generale delle lingue , e questi sono T importanza storica » di un popolo, e la sua massa, cioe il suo numero re- » lativo. Cosi p. e. essendo in Asia il niaggior numero " dei popoli che parlano le lingue semitiche , egli coUoco " nel regno asiatico le lingue abissiniche quantunque par- " late in Africa. »/ I cinque altri quadri generali sotto il duplice titolo >i di Divisione etnografica deWAsia , dcW Europa , dell' Africa , i> delC Oceanica e dell' America , e di quadro generale delle » lingue asiatiche europee , africane , oceaniche ed americane » indicano le difFerenze sussistenti tra i limiti fisici di " ciascuna parte del mondo adottate dal geografo , e " quelle che. gli assegna T etnografo ; quegli secondo i " grandi lineamenti tracciati dalla natui'a, quest' altro PARTE STRANIEIIA. 233 »» gecondo 1' esame delle lingue diflerenti die vi sono par- " late. Qiiesti cinque quadri esibiscono la classificazione " genealogica generale di tutti gl' idiomi conosciuti, ron- »» siderati siccome appartenenti a ciascuna delle cinque » parti del niondo , e sono per 1' etnografia quello che » le carte generali sono per la geografia. Ma scguendo le stesse idee dell' autore esposte nel capl- tolo primo dell' introduzione dove egli riguarda il regno e la famiglia sotto I'aspetto genealogico, non sarebbe stato mi- glior consiglio omettere ogni dlvisione geografica , o tutt' al piu serbarne i nonii per coinprendere quelle lingue clie noa hanno o non si conosce cbe abbiano tra loro somiglianza? II I nunieri progressivi die seguono ciascun nome giovano »» a trovare le diflerenti lingue nei quadri particolari ; le " piccole croci si riferiscono a quelle lingue che non sono »> pill parlate : ed un punto d' interrogazione segue senipre >» il r^ome di quelle , la cui aflinita e assai contestata od " almeuo dubbiosa. Alcuna volta il punto d' interrogazione »» segue la croce per iudicare il dubbio suU' esistenza at- >/ tuale del popolo che parla 1' idioma cui si riferisce >i quel segno. " L'autore dice altrove, ed io amo di qui rapportarlo, che egli colloca in famiglia quelle lingue che hanno tra loro somiglianza , ed in gruppi le lingue attigue per posizione geogralica, abbiano o no fra loro qualche incerta somiglianza. « I trenta quadri particolari, ossia le rispettive suddi- " visioni dei quadri generali sono tutti preceduti d* una " corta introduzione, dove vengono tracciati i limiti nei " quali sono parlate le lingue che formano il soggetto di " ciascun quadro, e inoitre si fa un rapido cenno delle »» particolarita lisiche , morali e storiche , le quali formano " per cosi dire la lisononiia particolare delle grandi re- " gioni del globo , nelle quali ciascuna di quelle si tro- » va : le introduzioni terminano spesse volte coU' indi- " cazione dei rapporti piii distinti e delle ditVerenze " principali oflerte dagl' idiomi diversi compresi ncUa » famiglia o nel gruppo die formano il soggetto del quadro. " Questi trenta quadri particolari , che stanno all' etno- '» grafia come le carte particolari alia geografia , sono " tutti foggiati sopra un medesimo discgno, e contcngono " la descrizione delle diverse lingue conosciute, indicando " per ciascuna i nomi dei principali popoli die la parlano. 234 APPEND lOE »/ i luoglii die abitano , i particolari piu notabili della sua It grammatica e della sua pronuucia , i principall dialetti " che comprende, e cjuando e scritta, Talfabeto o gli al- " fabeti che adopera, ed i lineamenti priiicipali della sua » letteratura, se ne possede una qualclieduna che sia » conosciuta. 'I I cinque quadri poliglotti eslbiscono circa 700 voca- " bolarj di altrettante lingue e di dialetti distribuiti in » 28 colonne verticali. L'autore ha qui collocato i dizionarj di sole 700 lingue in circa, mentre, com'egli dice di sopra, se ne annoverano sul glo])o circa aooo, perche delle altre o luancaao al tutto i documenti o non sono svifficienti alio scopo. « La prima delle colonne espone i nouii delle famiglie', " e quelli delle lingue e dei dialetti , nei quali sono suddi- » vise, precedute sempre dal numero che e state loro as- II segnato nei quadri etnografici generali e particolari, ed " a cui si riferiscono tutte le citazioni fatte nei testo o " neir atlante. La seconda colonna indica 1' ortogralia se- n condo la quale ciascun vocabolario e state scritto. Cia- " scuna delle 26 altre colonne contiene una delle seguenti I' parole espressa in tutte le lingue e nei loro principall " dialetti, nei quali venne fatto (alPautore) di potere rac- II cogllerlii e queste sono: sole, luna, giorno, terra, acqua, 1) fuoco, padre, madre, occhio , testa, naso, bocca, dente , II mano , piede , uno , due , tre , quattro , cinque , sei , sette , II otto , nove e dieci. >i Gi si fara 1' obbiezione, soggiunge l'autore, che que- )' ste 26 voci sono troppo poche per poter giudicare, >i secondo la loro analogia o la loro difFerenza, della pa- '/ rentela o della difFerenza degl' idiomi tra loro ; e forse >i anche la loro scelta non sara scevra di critica. >i Quanto alia prima diflicolta noi osserveremo che que- I) ste 26 voci, piu che bastanti per conoscere la fainiglia i> alia quale una lingua appartiene , non lo sono piu , e 11 vero , quando trattasi di classificare sistematicamente i 'I dialetti di ciascvina lingua, od anche quando vuolsi de- » terminare la linea di confine che separa tra loro due " lingue assai somiglianti. Ma questo inconveniente scom- >i piirira nelle classificazioni del nostro Atlante , quando i >i nostri lettori sapranno che queste 26 voci nou ci ser- " virono di regola che per le lingue mancanti di altri PARTE STIUNIER\. 235 • e dclle qiiali s' occuparono i dotti, noi abbiamo sciiiju-e u segiiito nelle loro classilicazioni I'avviso degli autori the " ci parvero incrilnre maggior fade. " In riguardo alia scelta delle a6 voci noi conveQiaino »» chc alcune non raggiungono sempre lo scopo proposio, »» soprattutto cjuelle di giorno , terra, padre ^ mcidre , e<.l i It nomi di niuncro ; la parola giorno , perclie egli e ditlicile >/ ottenerne T espressione cfiuivalente dalla bocca di iin n selvaggio, pel quale la parola clie esprime questa parte )/ di giorao astrouoiuico , e sempre sinoiiima di luce , c n luolte volte di sole ; la parola terra , perclie era e pi- » gliata nel senso di suolo die noi calpestiamo , ed ora » in quello di paese eil anclie di moiido ; le parole padre n e madre , perclie rincontransi quasi identiche in un gran " nuniero di lingue essenziahnente diverse e parlate in II regioni separate da prodigiose dlstanze ; linahiiente i It nouii di nuniero, perclie essi lianno tiiltl Tinconveniente It d' olFrire diiTerenze poco sensibili dal Gange siiio in II Islanda , ed alcuni anclie, come il 2 , U 3 ed il 7 di " fare quasi il giro del globe. Ma in onta di questi incon- it venienti noi non abbianio potuto fare scelta inialiore , " perclie queste sono propriamente (juelle 26 voci die i " viaggiatori hanno raccolte nel niaggior nuiiiero di lingue. »» Questa e in epitome T opera del signor Baibi, resa in parte con le stesse parole delf autore. Chi volesse discen- dere a qualche particolare della medesima, troverebbe forsc alcuna contraddizione, dove nella famialia delle linjue ba- sclie e celticlie parlando delle lingue estinte e aunoverata anclie quella dei Belgi antidil, e poi nel ranio cumbro o cclto-belgico e detto clie i Belgi anticlii parlavano il cum- bro dei moderni. Non si sa percio qnal linguaggio si par- lassero questi Belgi anticlii, se uno al prescntc estinto od il cumbro. Nella medesima famiglia di lingue discorrendo i caratteri del basco affenna die dilTerisce da tutte le altre curopee , e die tiene plii presto delle lingue seniitidie e per riguardo alle conjugazioni anche delle americane. Dovevasi adunquc forsc collocarlo tra quelle od alnieno tencrlo solo, ma non metterlo a canto del celtico. La di- visione geografica, la quale debb^essere straniera all' etno- graiia, lo lia forse condotto ad assegnare (|uosto posto alia lingua basca. Alle cose ora dettc sarcbbc forsc da 236 APPENDICE agglungere che appare in quest' opera una certa mancanza di unita di dottrine^ il che puo essere il naturale efl'etto di un lavoro non eseguito tutto intero da un uomo solo; e || che per riguardo alio stile , era forse da desiderarsi mag- giore sobrieta. Ma perche andare in traccia di queste pic- cole mende, se pure le sono veramente tali, mentre in vece tutta r opera abbonda di tanti argomenti di lode ? lo ho voluto ancora sostituire , dubitando e vero , alcune idee , d' ordine a quelle delFautorei e questo sara sempre agevol I cosa a chi avendo innanzi agli occhi un disegno di lavoro gia compiuto da altri , puo a suo hell' agio considerare quello che vi si conviene o disdice. Le stesse idee d' or- dine che si vogliono costituire a norma di quelle dell' autore furono generate dalla medesinia opera di lui , e dall' altx-a parte chi piglia in questo modo a rifare i conti altrui A non ha dovuto esperimentare la fatica di crearsi primlti- vamente un sistema. Ma se io mi sono fatto ad esporre questi dubbj , non posso ad un tempo dissimulare la mia maraviglia per un' opera di sifFatta composizione , in cui era tanta difficolta a raccogliere le materie, ed in cui vo- levasi di tanto criterio e di tante cognizioni per distinguere le buone dalle ree e per ordinarle. Donde mi senibra di conchiudere che se 1' italiano Pigafetta , il compagno di Magellano , fu il primo a raccogliere i vocabolarj delle , nazioni visitate nel loro viaggio intorno al globo , cio che costitui la base della linguistica etnografica, l' italiano Balbi porto questa sclenza a quella maggiore altezza, alia quale con le notizie dei presenti tempi poteva pervenire. ' ^ ' Francesco Jlossi. 23? Sulnte Bible de Fence, cioe la Santa Blbbia dl Fence in latino cd in franccsc , con note Icttcraric , crui- chc cd istorickc, con prcfazioni c dissertazioid trattc dal coinuicntario del Calinct abate di Scnones , dcl- t abate di Fence., e di ultri aiLtori i pin celebri per facditare I inlelli^cnza dclla Santa Scrittura .• arric- chita di un. atlantc e di carte gcograjiche. Qiunta edizione dUigentenicnte riveduta , ed anmrnlata di un Qran nnrncro di note dal sis. Dracii , rabbuio convertito , cd urricchita dt nuove dissertazioid. Opera dcdicala ul Re. Tomo primo. — Parigi , 1827 , Manic e Dalaiinay-Vallec , c Mcc^uignon-IIiivard e Conip. , in 8.° gr. Questa Bibbia sard compresa in 2O volnnii ; vien pnbblicata per distnbnziord, cia- scnna cotnposta di due volumi cd prezzo di fr. 1 5 in Farigi. N, 1 ^ el farci a discorrere su questa edizione del libra per tcccHcnzii lion saprciiiiiio dar niiglioie cominciauicnto die riportaiido i pensieri stessi de' heiieiueiiti editori iiclla loro dedica alia Maesta di Carlo X. « La Bibbia e il deposito dclle leggi , de' piccetti , dclle tradl^oni perenneniente durcvoli, e delle iimiiortali speranze della religione. RIa siccoine T intelligenza del testo rifugge talvoUa alia debo- lezza de' nostri lumi , e questa guida clie dirigerci dee nel caininino ilolla vita, ha come la notte del tieserto , le sue tetu'ljre inisteriosei cosi la Cliiesa ha perniesso clie alcuni doitori ci soniministrassero ledeli traduzioui , e clie alle interpreta/.ioni da lei approvate accoppiassero alcuni comineuti sturici sui fatti clie la loiitanauza de' tempi e la dilleienza de'costumi avviluppavano iu una specie di oscu- ritii. I padri della Cliiesa sino da' primi tempi del cristia- nesiiiio Impiesero a cliiarire con comiuentnij tutto cio die nella Bibbia era superiore alia capacita de' seuiplici fedeli, tutto cio die (]aaldie tliiruoltii preseiitava agli spirit! vol- gari o prcveuuti. iu nucsi" ukiini tempi poi si le' seutiio il bisogno di opporre ai progressi dell'eresia o delP incrediilita il vero sense de* libri sacri : pcrcio molii doiii iKimiui nUd. hal. T. XLIX. i() 238 APPENDICE commendabili per pleta e per sommissione alia Santa Se- de , non meno die per ampiezza e profondita di dottrine riunlrono in un vasto corpo le spiegazioni date dai Santi Padri si della Chiesa latina che della greca , e quelle che ad essi venivano suggerite dalle proprie loro riflessioni e da' loro immensi studj. » La Bibbia conosciuta sotto il nome di Bibhia di Vence , e che gia ottenuto avea i suffragi della Chiesa e la san- zione de' Sommi Pontefici , e appunto quella della quale annunzian:io la quinta edizione. II nome dell' abate Enrico Francesco di Fence essere non puo ignoto a chiunque at- tlnto abbia ai fonti della cattolica teologia. Perocche questo illustre teologo giaprocacciata erasi fama grandissima co' sei volumi d''AnaUsi e Dissertazixmi siU libri dell' antico Testa- mento , e coi due di Analisi o Spiegazioni de' Salmi end' egli corredata avea la Bibbia del P. Carrleres , impressa a Nanci, dal 1788 al 1743, in a a vol. in ia.° Intorno alle quali analisi e dissertazioni fn dal Calmet giudicato che dettate vedevansi da un autore il quale alia piii vasta eru- dizione acooppiava una critica saggia e luminosa ; come- , che fossero in esse sovente combattute le proprie di lui opinioni. Con altissimo applause furono quindi accolte le posteriori edizioni conosciute sotto il semplice nome di - " Bibbia di Vence , ed arricchite di nuove analisi e disserta- * zioni : tra le quali edizioni era comunemente reputata come la migliore quella d'Avignone, 1767-75, vol. 17 in 4.*, ora non si facile a ritrovarsi. Una nuova e piu ampia e pill accurata edizione ne venne quindi eseguita a Parigi dagli stessi editori di questa che ora annunziamo, e quella ancora fu in breve tempo spacciata. La Bibbia di fence contiene in se sola, oltre i libri sa- cri, tutto cio che di piu prezioso trovasi intorno ad essi / sparso in una immensa moltitudine di opere : essa riunisce cio che i piii celebri comraentatori ci ofFrono di piu utile e di pill istruttivo ; cio che da dottissimi uomini fu scritto di piu solido e di piu autorevole intorno all' intelligenza della divina parola. Non ci ha dunque opera in cui le Sacre Scritture studiare si possano con maggior profitto e con piu sicuro procedimentQ. Essa e compo$ta di quattro parti prin- — ^ . cipali, 1." la versione latina, 2.." la traduzione francese, 3.° le note , 4.° le prefazioni e le dissertazioni. ^ ^ rAUTE STRANIEHA. 23^ II tcsto dclla verslone latina e (juollo della ViUgata rico- nosciuu come auteniica dal Concilio cU Trenlo, cd im- pressa a Konia sotto gli auspicj di Clcmente VIII. La tra- tliizione francese , trnnne alcune correzioni, e ijuella nie- dcsiiim del P. Carrieres. Essa al pregio della fcdelta unisce ii vaiiUiggio di una breve parnfrasi inseiita con distioti caratteri nel teste, di cui ciiiarisce le oscru-ita senza alte- rarne i scnsi. Le note cstratte dalle opcre de' piii celel)ri cominentatori servono a dar nuova luce ai sensi del sa- crosanto testo, a siipplire a cio che dalla parafrasi noa fosse stato liastevolinenle cliiarito, e ad indicate le devia- zioni dai principali tcsti deila poligloila. Esse furono rilusc prcssoche interamente in questn nnova edizione ed aumea- tate di cio clie trovasi di piii imporiaiite non solo nei commeniarj ebiaici e ne' piu celebrati libri de'Giudci, nia ancora nellc niigliori opcre cbe intorno alia Sacra. Scriitura publjlicate furono in Geniiania ed in Inghiltcrra. Qucsto lavoro fu aflidato al dottissinio sig. ZJrar/r , che al- Jevaio nclla religione giudaica ed uno de' dottori di essa iiinaazi di aj>partenere alia Chiesa cattolica , ha falto uuo studio grandissimo e parlicolare intorno ai testi orisriuali delle Sante Scritture. Egli ha pure supplito ad una nian- canza delT antico editore della Bibbia di Vence, poneudo a pie del testo alcune note , che indicano le opere nelle fjuali le obl)iezioni de' moderni incredidi sono vittoriosa- uiente confutate. Tra le nuove dissertazioni aversi debbono come di par- lirolare e somma imporianza (juclle che sono relative allc dillirolta od alle obbiezioni tratte dalle moderne opcre di geologia , d' astronomia , di cronologia , dallo zodiaco di Dcndera , ecc. Esse son oj)era di benemeriti ed insigni f cclesiastici , tra' quali giova il nominare 1' abate llalma , bibliotcwirio di S. CenovefVa , e 1' abate Ganilh , che si e pnr assunto P impegno di porre in ordinc tnttc le parti del (ommentario e di rivedere il lavoro de' nuovi cditori. Gil editori ci avvertono che appcna dopo 1' ultima di- strilnizionc verra da loro pubblicato in un sol volume in 8.° il testo originale purUci^gialo dcirantico Tcstameuto, con una gramatica della lingua santa, ed un Icssico di tutte le radici ebraiche e caldaichc della Bibbia, il tutto per cura del siiddetlo sig. Drach , la cui grammatica eliraica venue ibi dotti loUata specialmcuie per la sua ingegnosa 240 ATPENDICE sempliclta , frutto di lunghe veglie e di ben diciotto anni d' insegnamento. Quest'' edizione e dunque la piu ampia, la piu com- piuta , la piu utile di quante finora pul)l)licate furono ia- torao ai codici divini. Noi abbiam quindi creduto di far cosa gradevole a' nostri leggitori e ai dotti ecclesiastic! coir annunziarla. Abbiamo sott' occhio il primo volume ni- tidamente irapresso , e di ben 692 pagiiie. Esse precede la GenesL, e coatiene 24 discorsi o dissertazioni , tra le quali una Memoria totalmente nuova del viceammiraglio Thevenard iiitorno all' area di Noe, ed un Quac/ro dei pesi, delle misure e delle monete degli antichi Ebrei col riscon- tro dei pesi , delle misure e delle monete a' di nostri in corso. Ma vorremmo noi ancora, cio che altri gia avvi- sarono , die i dotti editori a cotanti miglloramenti ag- giugnessero in via d' analisi gli estratti della esegesi o deir interpretazione della Divina Scrittura , scienza che a' di nostri ha fatto si grandi progressi nella Germania. Perocche ivi gli ortodossi costretti ad impugnare le inter- pretazioni de' protestanti, da' quali pressoche tutto riponsi lo studio della teologia nella esegesi , fatto hanno da venti anni grandissimo progresso in questa medesima scienza. Con tali aggiugnimenti renderelibesi vieppiii compiuta un' opera destinata a contenere tutto cio che di piix im- portante fu scritto intorno alia Sacra Scrittura, e verrebbe agli alunni de' seminar] cattolici somministrato con che vittoriosamente rispondere *agli attentati delle scuole pro- testanti. Noi bramato avremmo che que' tipografi italiani , i quali impresero a riprodurre la Bibbia del Martini, giovati si fossero di questa grande edizione per estrarne alnieno i discorsi preliniinari da preniettersi a clascun libro. A tale mancanza potrebliero tuttavia provvedere con un volume di supplimenti. E siamo d'avviso che un' accurata edizione italiana della Bibbia di Vence gioverebbe anche fra noi a bat- tere I'eresia e Tempieta, e ralFermare i fedeli nella vera fede assai meglio che le biblioteche e le farraggini di opere ascetiche , morali e religiose dalle quali vien ora 1" Italia inondata. Ne a quest' uopo sarebbe necessario il riprodurla tutta. Che anzi alcinic dissertazioni potrebbero compen- diarsi , scevrando cio che contengono di piii importante , ed orauiettendo , od appena accemiando le quistioui di !| PARTE STRANIERA.. 24I troppo vieto argomeato , o dl nessuno scopo a" cli nostrl, e per esenipio quelle die trattano de" millenarj . Ma a coa- seguire si bell' intcnto farcbhe d' uopo di niani dotte, esperte e veracemente pic. Die Steinbeschwerden der Harnhlase, etc. Delia ma- lattia dclla vescica , e delV operazione del taglio ne due sessi , di Fincenzo di Kern , chinirgo delt imperatore d' Austria. — Vienna^ 1828, presso V autore , in 6^° col ritiatto dell autorc ^ e con nove grandi tavole. Opera di grande importanza. L'autore ci assicura d'aver fatto 334 volte r operazione del taglio con esito si felice, die sovra qnesto numero soltanto 3 1 individui soiio morti in conseguenza dell' operazione. Anmudre pour Van 1828 presente an Roi par le bu- reau des longitudes. Palis, 18^7, Bachelier. Prix i franc. In 24.°, di pag. 212. Questo piccolo almanacco diviene ogni anno piii Impor- tante per i dotti articoli die vi aggiunge il celehre lisico francese sig. Arago. Le giunte al presente volumetto riguar- dano quasi tutte la scienza meteorologica , e quella parte speciahuente della meteorologia die si lega coll' agricoltura. Fra le molte cose die in breve vi sono raccolte noi ci limitereiiio ad estrarre alcune considerazioni relative alia formazioae della gragnuola ed alia supposta utilita dei paragrandinl , potendo queste servire quasi di comniento al parere troppo laconico euiesso su tale soggetto dalla reale Accadeniia delle scienze di Parigi (*). Dopo aver indicati i diversi fenomeni die precedono od accompagnano la caduta della grandine, e le diverse forme die prendono 1 granelli di cui e composta , riferisce la curiosa osservazione del sig. Delcros , il quale atFerma d' averne veduti di forma piramidale e radiati dal centre alia circonferenza , di modo die rassembravano ad altret- tanti frammenti di grani sferici assai piu grossi. Quanto C) Bibl. ital. toni. 44, pag. 48, 242 APPENDICE alia teoria della formazione della grandine, egli espone partitamente quella proposta dal Volta, ma non dissimnla le gravi difiicolta clie ad essa si possoao opporre, quelle principalmente clie furono promosse dal canonico Bel- lani. La Felicita dunque (egli dice) nimica delle foreste , nemmeri sara molto aniica delle culte citta e della squisita educazione: neghera di abitare e dove in- teramente negletta vien la ragione, e dove viene troppo sottilmente adoperata. Forse ella ama uno stato mediocre fra la barbaric e la coltura , forse quell' unico essa degno di beare , se pure ella beo giamiuai uomo alcuno , e non apparve appena che momentanea per brevi istanti di obli- vione di mali , per qualche lampo di giocondita fuggitiva. " Noi non possianio tacere clie queste parole senibran rac- chiudere un' improvvisa transazione nella quale si accorda air avversario assai piu clie non potrebbe pretendere : e non essendo facili da ravvisare i confini di questa mezza- nita fra la barbaric e la coltura, la somma del ragiona- niento par contraddire non solo al sentimento, nia ben anche alle dottrine piii ricevute intorno all' umana perfet- tibillta. Al detto ragionamento succede nel volume un Saggio metafisico sopra I' entusiasnio delle belle arti , il quale puo considerarsi come un supplimento al trattato del Bettinelli. i< A quest' opera (dice il Paradisi) non si puo apporrc cbe un leggier mancamento, s' egli e pur tale, quello cioe di un' analisi filosofica della materia. L'autore lia creduto non dover fare altrimenti clie i maestri di musica, i quali col solo cantare e col solo suonare insegnano il canto e il suono, senza credersi tenuti ad annoverare le scale nu- mericlie de' tuoni e le proporzioni arnioniche. Qualche maestro , arido assai volte dell' invenzione , c d estro infe- licc, si aljbandona egli alia parte speculativa dell' arte sua, e si procaccia da' geometri quel plauso ch' ei dispera con- seguire alia chiesa e al teatro. lo faro lo stesso nel case deir entusiasnio. Dopo che altri lo die a sentire , io lo spieghero ; io faro di sangue freddo la notomia, ingegnan- domi di supplire a quello che altri tralascio, e abliandono quasi alia pazienza di chi volesse spigolare dopo di sc. >> Cosi il conte Paradisi, con una uniilta di parole che risplende tanto pill bella, quanto piii sono gravi e giudlziose le dot- trine esposte nel suo saggio, e quanto piii noi vediauio 246 APPENDICE da' suol scrlttl che 1' autore poteva aspirare ad essere col- locate fra i pochi capaci di mostrare col fatto nelle sue poetlche prodnzioni che cosa sia P Entusiasmo. Tale scritto non puo certamente considerarsi come cosa di grande im- portanza ai di nostri, nei quali si fatta materia fu colti- vata da sommi ingegni col soccorso di una filosofia mira- bilmente ampliata in questi anni ; ma per la chiarezza delle idee e la perspicuita dell' esposizione puo tornar vantaggiosa a chiunque si piaccia di tali speculazioiji. L'ingeeno e lo stile del conte Paradisi ricevono un co- lore assai energico ed efFettivo quando egli si leva a com- battere la sfrontata ignoranza di un Francese che aveva ingiuriata la nazione italiana. Quelle pagine vengono anche ai di nostri opportune contro la ridevole boria d' alcuni viaggianti , i quali balbettano a stento il linguaggio della nostra plebe , e sentenziano arditamente contro ai nostri classici autori ^ e mentre sono il rifiuto de' proprj paesi, si arroaano di farsi maestri e censori fra noi. II tentai-e di mettere il senno in cosi misere teste sarebbe impresa che non la compirebbe Astolfo neppur votando tutte le ampoUe trovate nella Luna: 1' insegnar loro talvolta un pochette di creanza non sarebbe forse fuori di luogo. Oh Ulisse ! tu la insegnasti pur bene a Tersite. Le due lezioni storiche sulle persecuzioni della Chiesa sino alia pace di Costantino , e suW imperadore Giuliano son piene di profonda ed imparziale filosofia, e fanno dolere che r opera non sia stata compiuta. Gli estratti del Tiraboschi sono diligenti, chiari, accompagnati da belle osservazioni, e ponno giovare a colore che studiano in quei volumi. Le osservazioni del Paradisi sopra alcune tragedie del Vol- taire e del Corneille sono piene di buon gusto e di eru- dizione, e dimestrane come le grandi opere dei grandi inseiini si debbono considerare e giudicare con norme die non conosce la pedanteria. Le Conghietture sullo stato poli- tico deW Italia dal secolo IX al secolo XIV fan manifesto che il conte Paradisi avea svolte e meditate le piii aride cronache italiane , e poteva regalarci una lucida storla dei tempi piu intricati. Se si considera che 1 autore di queste conghietture era un valente peeta , e poeta lirico , la pa- zienza di quell' inamabile studio diventa maravigliosa, ed appena puo concepirsi , come da quelle dure e lunghe fa- tiche potesse 1' autore sollevarsi ai sublimi voli delle nobili PARTE ITALIANA. 247 sue poesle. Di qnesti mlracoli ne presents parecchi in ogni secolo la nostra letteratnra , e pero e lecito agl' Italian! 11 clispregiare con alto volto i sarcasm! di quanti vorrebbono averli a scolari. ZjCL divina commedia di Dante Alighicri giusta la lezione del codice BartoUniano. — Udine , 1827, pei frntelli Mattiuzzi , nella tipografia Pecile. In 8.°, vol. 3.° diviso in due parti ^ di pag. 11 65 comples- sivamente lir. i3. o5 ital. L! opera completa vale lir. 24. o5. Horce syriacce , sen commentationes et anecdota res vel litteras syriacas spectantia , auctore Nicolao Wiseman , 5. T. D. , in Archigymnasio romano LL. 00. professore , in Collegia vero Anglorum prorcctore et SS. LL. institutore. Tom. I in 8.° — Homce , 1828, typis Francisci Bourlie. Lo zelo religiose dell' autore di questo libro, il suo stu- dio e la sua perizia nelle lingue speciahiiente orientali, sono cose assai degne di stima e di iode. L' opera ch' egli ha puljblicato , e che noi annunziamo , fe il frutto delle sue ricerche intorno ai codici orientali esistenti nella bi- blioteca vaticana. Essa puo considerarsi come divisa in quattro parti , la prima delle quali , che certamente e la piu pregevole, aggirasi suUe obbiezioni uliiniamente tratte dalla supposta indole della lingua siriaca contro il senso letterale di quei luoghi degli evangel] , i quali ofTrono le parole istituenti il sacramento dell' Eucaristia ; mostrando r esistenza di quei verbi che furono ingiustamente negati a quella lingua sino al panto da poterne forniaie un utile supplimento ai lessici siriaci : la seconda e terza parte contengono delle indagini filologiche sull' istoria delle ver- sioni siriache del vecchio Testamento ; e la quarta oiiVe un framniento siriaco atto ad illustrare la cronologia della diciottesinia dinastia d'Ejiitto. II libro e de^no onninaniente di esser letto da ogni amatore di filologia e di nostra sant4 religione. 24^ APPENDICE * Storla cd analisi degll aiitlcjii Romnnzi dl cavalleria , e del poeinl romanzescld d Italia, con diss erlazioni sull origine , siigV istitiiti , sidle cerimonie de cava- licri , sidle cord d amore , sui toriiei , sidla giostra ed armature de Paladini, sullinvenzione e sull uso degli stemmi, ecc, con figure trutte dai moniunenti darte; del dotlor Qiulio Ferrario. — llilano , 1828, dalla tipografia deW autore , in 8.° figiirato , vol. i.°, di pag. XVI e 332, con nope tavole. Quest' opera sara composta di due volumi. II prezzo del I ." in carta Leon-Pama cillndrata e di lir. ital. 8; in carta velina cilindrata con tavole colorate e lumeggiate d'oro e d'argento, e legato alia bodoniana e d' ital. lir. 25. Le tavole sono lavoro de' nostri piii inslgai pittori, Palagi, Hayez, Sabatelli, Landriani, Sanquirico, Monticelli , Bra- mati, ecc. Noi ne parleremo tosto die sara stata condotta a compimento. Descrizione di Palermo antico ricavata su^li autori sincroni e i monumenti de' tempi da Salvadore MoRso R. profcssore di lingua arabica. Edizione scconda , riveduta ed ampliata daW autore. — Pa- lermo, 1827, presso Lorenzo Dato. In 8.°, di pag, 418 , col ritratto dell autore e 19 tavole in rame. Prezzo Tari 18. Questo Giornale ha gia significato con onorevole men- zione (tonio 44.°, quaderno di novembre i8a6, pag. 280) ai coltivatori dell' archeologia e della storia la prima edi- zione di quest' opera interessante. Palermo non e citta d' importanza solamente niunicipale;, perche la sua fortuna incominciando dai Fenicj sino ai piu recenti tempi ando sempre congiunta con le piii grandi vicissitudini politiche della Sicilia. A questo vuolsi aggiungere ancora clie per la diversita stessa delle nazioni che la tennero, le quali vi lasciarono monumenti di diverso genio , le classi diflFe- renti di letterati vi possono trovare materia di partico- lare intrattenimento. Laonde se la cognizione delle sue antichith e di tutto quello che e atto a testificare gli avve- nimenti, di che fu il teatro, saranno soggetto di esame e di meditazione anche a quegli storici che non vogliono PARTE ITALIANA. 24^) discendere alle particol.irhh niunicipali , 1' ellenlsta e 1' o- rientalista parhuente riscontreranno nei monumenti greci ed arabi non scarso argomcnto tflle loro investigazioni. Per qucste cagioni , ed aggiungiamo ancora pel niodo coa che veuaero tractate le materie , 1' opera in questione fa bene accolta aache dagli esteri letterati. Ma la citta che fit il soggetto delle dotte ricerche del sig. Morso voile ancorn dimostrare speclale gratitudine al siio illustratore col fame eseguire col pubblico danaro una seconda edi- zione. Questa e quella die noi aanunciamo, purgata ezian- dio da qiiegli errori che alia scrupolosa diligenza dell'autore parve di scorgervi , ed arricchita con sana critica di altri importanti moauiuenti con peregrina erudizione illustrati. I paesi del logo di Como in nuova foggia descritti, aggiuntovl an cenno suite sttade di Stelvio e di Spluga, con una carta topograflca e sei vedute. — • Milano , 1828, coi dpi di Francesco Sonzogno. La novita di questa descrizione consiste principalmente nella materiale disposizione del libro. La pagina sinistra rappresenta per cost dire la sponda occidentale del lago ; la pagina destra 1' orientale : e cosi il libro e come itn quadro parlante, che fedelinente descrive sempre al lettore tutta intiera la scena che, viaggiando, gli s' apre dinanzi. « Aljbianio potuto accorgerci (dice I'autore nella sua pre- fazione ) , che diversi viaggiatori forniti delle migliori de- scrizioni , nel tempo che doveano impiegare a rinvenire il cenno risguardante il paese che loro cadeva sotto lo sguardo, perdevanlo d' occhio prima ancora d' averne tro- vate le illustrazioni. Ciascun aittore ha segitito T ordine progressivo del viaggio che fece o che ideo d' aver fatto : se pertanto non gli si va dietro passo passo , assai difli- cilmente se ne cava un costrutto. " A questo inconveniente va incontro senza dubbio in gran parte il metodo osservato in questa nuova descrizione • perche le due pagine aperte ci mettono subitamente innanzi i nomi de' paesi che ador- nan le dite rive del lago, e di amendue acquistiamo notizia contemporaneamente. Pure non fu possibile ottener piena- mente V efTetto a cui V autore mirava, e ne prendiamo ia esempio la pagina 22 nella quale ^i parla di Argegno, Colouuo , Sala , Spurano e Isola. Rimpetto ad Argegno aSo APPBNDICK leggiamo descntto il paese di Nesso, e rlmpetto alia descri- zione di Isola vicinissima a Balbiaao ed alia Tremezzina troviamo la Cavagnola, die nella carta topografica invece (come nel vero) siede proprio di fronte ad Argegno. Suppo- niamo pertanto uii viaggiatore pervenuto ad Argegno, il quale dopo aver letto T articolo risguardante questo paese, si volge alia paglaa rispondente e legge la descrizione di Nesso, come potra egli immaginarsi che quella descrizione non appartiene alia Cavagnola che sorge proprio rimpetto ad Argegno , ma sibbene a Nesso quasi gia perduto di vista? Supponiamolo ancora pervenuto ad Isola, e I'ac- cennato inconveniente si fara ancora piii grave , giacche egli cerchera indarno collo sguardo la Cavagnola perdutasi gia dietro alia falda del monte intorno a cui il lago da volta, e vedra invece il solo paese di Lezzeno, lasciato gia indietro anch' esso per lo spazio di alcune niiglia. Di questo difetto noi accagioniamo f edizione troppo picciola e troppo economica , giacche a conseguire lo scopo voluto dair autore bisognava , al parer nostro, lasciare alcuni spazj voti dove il numero de' paesi o de' Inoghi impor- tanti non corrispondeva nelle due sponde del lago. Questo crediarao che vorra farsi nella ristanipa a cui gia ne pare disposto r autore, ed allora il suo libretto potra dirsi ve- ramente la guida piii comoda per chiunque vorra viaggiare r amenissimo lago di Como. Le descrizioni sono brevi e precise, come di persona che vide sin dall' infanzia i luoghi dei quali ragiona, e che possiede la difficile arte di accop- piar la cliiarezza colla brevita , e tutte e due queste doti colla purezza e 1' amenita dello stile. « Si e cercato (egli dice ) di esser brevi , in quanto che i battelli a vapore corrono cosi veloceraente , clie non lasciano campo a leg- gere troppe cose^ e perche alia iine tutto cio che e va- ghezza di paese parla abbastanza da se , e con maggiore eloquenza che non sarebbe la nostra. >/ Nondiaieno anche la fantasia , e quasi diremmo , anche T inspirazione vuol essere qualche volta ajutata. Biblioteca universale di scelta letteratura antica e mo- derna Milano ^ iSaS- 18:28 , per Nicolo Bettoiii. II pensiero di una |Biblioteca Universale non e nuovo , se si considera che molti ebl:)ero seiupre il desidcrio di PARTE ITALIANA. ^5 1 posseder raccolto in un sol corpo, e tradotto in una sola iavella, quanto produsse di meglio 1' umaao ingegno ia tutte le parti del niondo , in tutii i secoli clie precedet- tero a noi. Ma nuovo e tiegno di niolta lode e il coraggio con cui il Bettoni s' e accinto a questa grandissima iin- presa i< di fame conversare ( slcconie dice 1' elegante scrit- tore della prefazione ) colle piii alte fantasie di ogni po- polo , e passare dalle sacre rive del Giordano ai verdi boschi deir Ida, o dai floridi giardini della Persia alle ultime nebbie scozzesi ». Perocclie a conseguir tale scopo bisogna 1' opera di moltissiaii letterati die voltin nel nostro idioma tutte quelle opere forestiere delle quali o non abbia- mo per anco una traduzione, o se Tabbiamo essa e tale da non potersene contentare : e lasciando in disparte la difficolta di trovare persone die possano e vogliano adope- rarsi all' impresa , bisogno senza dubbio contare sopra un imraenso favore del pubblico, per sottoniettersi anticipata- mente al dispendio di tante traduzioni. Se queste tradu- zioni ( nelie quali propriamente consiste T utilita della Bi- blioteca ) si stiano preparando, noi per dir vero 1' igno- riamo ; nia non sapreuimo persuaderci die tante e si belle promesse dovessero uscire a voto. Del resto non possiamo linora annuntiarae nessuna, e pero con brevissiiue parole renderem conto di oltre cinquanta volunii. Omero, Pindaro , Demostene , Aristotele , Plufarco , Seuofonte , Callimaco , Anacreonte , SafFo e i Buccolici conipongono la (lasse greca finor pubblicata , e i traduttori ne sono il Monti , il Borghi , il Cesarotti , il Caro , il Castelvetro , il Poinpei , il Giacomelli, lo Strocclii, il Costa, il Marchetti, il Caselli. Ma chi non conosce tutte queste versioni ? In tanti volumi non troviamo se non un frammento di SafFo d' inedita traduzione. Sono otto versi del Perticari, veramente gra- ziosi, che il tipografo ebbe in dono da chi ne possiede 1' autografo : ma un frammento di otto versi noi conta per certo neppure il tipografo tra le nuove traduzioni da lui promesse. Virgilio, Plinio e Cicerone (alcune orazioni) sono i soli autori latini finor pubblicati , e le versioni sono del Caro, dell' Arici pel primo, del Cantova pel secondo, € del Tedeschi per I'altro. Nella prefazione ai voluaii di Plinio troviamo lodata la versione del Tedeschi per una certa facillta die non di rado si accompagna colla elcganza : non si tace che quest' ultima dote potea qualche volta con piu 202 ArrENDICE di felicitii ricercarsi , ma si conchiude che dove il bene si trovi noil e prudente abbandonarlo per mettersi in trac- cia del meglio. Noi incolpiaino volentieri il nostro giudizio ed il nostro gusto, trovandoci costretti a confessare die pocliissinio ne piace la versione del Tedeschi j ma non jjos- siamo tacere che la giusta sentenza espressa nella prefa- zione diventerebbe assai pericolosa qualora fosse adottata dair editore senza scrupoloso riserbo. E veramente ne al- largo troppo i conlini quando ci diede le Coiisidtrazioni del barone di Montesquieu tradotte dal Pagani ^ il qual volumetto poi e il solo di cose francesi fin qui pubblicato. II Milton tradotto dal Papi , gF Idillj del Gessner tradotti dal cav. MafFei , e V Adamo di Klopstok tradotto dal Gozzi sono i soli volumi di opere inglesi e tedescbe finor pub- blicate. II Gozzi ( V Osservatore ) , il Yarano ( le Visioni ), il Giambullari ed il Porzio formano i aove voliimi di classe italiana dati fuori sin qui. Alcuni volumi potrebbero essere pill corretti, e qua e la piii nitidi o meglio impressi. Gua- dagnerebbe poi , al parer nostro , non poco F edizione , so di ciasciin autore fosse indicata la stampa clie si e tolta ad esemplare ; parendone principalniente che F editore non abljia sempre scelta la migliore. Degll scrittoii greci e delle italiane versioni delle loro opcre , Notizie raccolte dull abate Fortunato Fede- nici, vicebibliGtecario dell I. R. Universit.d dl Padova. L' eriidizione e la diligenza del sig. Federici hanno ar- ricchiti di un libro utilissimo gli studiosi della greca let- teratura. II volume e diviso in cuique epoche : Deg'i scrit- tori avanti Oniero : Degli scrittori da Omero ad Alessandro Magno : Degli scrittori da Alessandro Magno ad Augusta : Degli scrittori da Augusta a Costaiitino il graiide : Degli scrit- tori da Costantino il grande alia presa di Costantinopoli fatta dai Turchi nel 1453. Ciascuna epoca poi e divisa in tanti capitoli quanti furono gli scrittori in quella vissutij e di ciascun autore si narra brevemente la vita , si enumerano le opere , indicandone le piii stiniate edizioni , e se ne ac- cennano con incredibile diligenza le versioni tutte italiane. Questo volume adunque , oltre alF essere un buon com- pendio storico della greca letteratura , c un manuale uti- lissimo a tutti gli studiosi , si a quelli che possono leggere PARTE ITALIANA. ^53 i greci neir originale idioma , e si a quelll che hanno bi- sogno delle traduzioni , il nuinero delle quali apparisce qui bea maggiore che non si crede ordiiiariaraente. II signer Federici unisce all' erudizione ed alia diligenza ( doti ne- cessarie sopi-a molte altie ad un' opera di tal fatta ) anche iin gusto squisito e sicuro per giudicare le versioni ita- liane, e servire cosi di scorta agli studiosi. In generate non si puo dissentire dalle sue sentenze ne' giudizj com- parativi; ma considerati partitamente vi abbondano d' or- dinario le lodi , per modo che i giovani saranno indotti talvolta a credere eccelleute quello che tale non e. Ab- biamo parecchie versioni le quali sono bensi le migliori che noi possediamo finora, ma non sono le migliori che si possano avere in Italia. * Famiglle celebrl italiane del cav. Pompeo Littj, — Milano , presso I' autore ^ dicontro alia chiesa di S. Angela , in foglio , fascicolo 9.°, parti terza e quaita dei Visconli di Milano; fascicolo 17.°^ parti prima e seconda dei Medici di Firenze. Biografia universale antica e moderna , ossia Storia per alfabeto della vita pubblica e piivata di tutte le persone che si distinsero per opere , aziord , ta- lenti, virtii e delittt. Opera affatto nuova compilata in Francia da una societd di dotti, ed ora per la prima volta recata in italiano con ag^unte e cor- rezioni. — Venezia, 1827, presso Q. B. IMissiaglia , vol' 34.° al 40.°, Mu-Ni, in 8.° di pag. 464 cia- scuno. Lir. 6 ital. al volume. Sopra la vita e i dipinti di Fra Sebastiano del Piombo. Saggio delVavv. Pietro Biagi, ecc. — Venezia, 1827, Picotti , in 4.° gj; , di pag. 69 , con una incisione a contomi. II saggio che annunziarao vide altre volte la luce sotto il titolo di Memorie storico-critiche intorno alia vita ed aile opere di Fra Sebastiano ecc. , e noi parlato ne abbiamo nel tomo 45.% quaderno di febbrajo 1827, pag. 201. Ma r autore accortosi d' avere allora scritto con niolta Bibl. Jtal. T. XLIX. 17 264 APl'ENDIGE precipltazione quanto si al fattl che ai giudizj, a cio costretto dalle circostanze da liii nel Proemio accennate , si fece a tutto rifondere il suo lavoro. Esso per tal modo rifuso venue iiiserito nel primo tomo degll Atti delf Ate- neo di Venezia , e poi ristampato sotto Tanzidetto titolo di Saggio. E di tanta sollecitutline e fatlca ben era de- gno il Luciano , ceieberrimo pittore , che gareggio col- r Urbinate , e che dopo la liimUe. di quel sommo occupo il pruno seggio della plttura in Roma : perciocche di lui nulla scrisse il Ridolfi ; molto, ma con ispirito di parti, il Vasari i poco il Lanzi ; romanzescaraente il Federici ; con poca accuratezza lo Zanetti. A tale desiderio soddisfece egregiamente , se noi non andiamo erx-ati, il sig. avvocato Biagi , coineche dato abbia all" opera sua il modesto titolo di Saggio. Profondo conoscitore , siccome egli si dimostra, deir arte , seppe addentro penetrare nella iilosofia , onde queir insigne maestro invento e compose le sue dipinture. Sebastiano nacque a Venezia nel 14.80 dalla faraiglia Lu- ciani , e fu poi detto Fra Sebastiano dal piombo , quando addossatosi V abito de' Domenicani ebbe il lucroso incarico di apporre il bollo ai decreti della Cancelleria apostolica, Fu prima discepolo di Gio. Bellini, poi di Giorgio Barba- retti , cui emnlo nella grandiosita dello stile. II celebre Agostino Chigi , splendidissuno proteggitore dell' arti belle , recatosi a Venezia nel iSog, cola spedito dal pontefice Giulio II per segrete commissioni , s' invaghi di Sebastiano per lo stile di lui tutto giorgionesco , e seco lo condusse a Roma. I sulTragj di quella citta e delF Italia tutta erano allora divisi fra il Sanzio ed il Bonarotti. Questi adocchiando la bellezza delle opere che il Liaciani eseguite avea a fresco nel palazzo Chigi a concorrenza di Raffaello e del Peruzzi, lo elesse quasi a suo campione contro dell' emulo Urbinate , ponendolo sul miglior cammino, quanto al disegnare. Cele- bre e la sua gran tavola della risurrezione di Lazzaro da lui conJotta a competenza della Trasiigurazione di Raffaello, e che non ha guar! fu dal governo britannico acqulstata per 14,000 lire sterline. Ma ne' ritratti fu desso special- mente famoso , nel qual genere dal suo biografo vien detto a niuno secondo : fu altresi inventore d' nn metodo di co- lorire all' olio sul muro e sui marmi. Nel luttuoso sacco di Roma rifuggi nel castello Sant' Angelo insieme con Cle- mente Vll, intorno al quale avveniraento abbiamo alcune PARTE ITALIANA. 255 Ictterc di lui all' Arctino. Ncgli ultimi suoi anni ei condusse vita lieta cd an,iata : nioii in I'oma nel iS^y, anno dell' eta sna 65." Fu non solo pittore , ma anche poeta, massime nel a;enere beniiesco, e nella verde eta sua avea pure non infelicemente coltivata la musica. Tutte qneste cose die abbiamo qui succintamente abboz- zate trovansi nel Saggio con proprieta di stile e con am- piezza d' idee esposte , e di non volgare erudizione corre- date. Belle sono le descrizioni dei dipinti ; non comune poi Ycsiedca, della quale vediam senipre acconipagnate le ri- cerche e le osservazioni dell' autore. Se non che bramato avreinmo ch' egli troppo talvolta intertenuti non ci avesse in digressioni di cose gia bastevoUnente note , e quindi siamo d'avviso che in piu breve discorso, ed anzi in po- che parole avrebbe potuto contenersi cio ch'egli a lungo ci vien dicendo de' due corlfei delle scuole fiorentina e ro- mana , del sacco di Jloina , di Agostino Chigi , ecc. Amato avremmo ancora che non si spesso seminato avesse di si- militudini il suo discorso, tra le quali non iscevera di ri- cercatezza, e forse oltrepassante 1 confini dal convene- vole prescritti , sembrera a taluno quella ove Lazzaro che stava per risorgere alia vita e che divincolavasi nel feral lenzuolo, vien paragonato al fcto die per forza d'una Icgge meccanica muove mani e piedi per lacerare V involucro che stretto lo dene nell'alvo materno. Abhcccdario biografico dci pittori , scnUori ed archi- tetd cremoiiesi , del ragionlcre collegiato Giuseppe Qrasselli da Cremona. — Milauo , iS2'^^per Omo- bono Maniiii, in 12.° Conimendevole e il dlsegno di quest' operetta , e sarebbe a braniarsi che tutte le citta d' Italia , ricche di monu- menti degli artisti nazionali , avessero un simile al^beceda- rio o dizionario biogralico dei loro pittori , scultori ed architetti. Questo servii'ebbe al tempo stesso ad accrescere le glorie del paese , a suscitare un nobile entusiasmo nei giovani studiosi delle arti Ijelle , a rendere piu conipiuta e piu veritiera la storia dell' arte e ad illuminare i colti viagglatori intorno le opere dell* arti che nelle dette citta si ritrovano, ed intorno ai loro autori. In un discorso preliniinare si esponc un ceiino ».lello btato in cni le arti belle trovavansi ne' bassi tempi , onde 256 APPENDIOE megllo conoscere, dice I'autore, il cammino ch'esse tennero prima di giugnere al felice loro risorginiento. Passa egU un po' troppo rapidamente su 1' architettura dei Longo- bardi, alcune delle cui opere in questo genere non raeri- tano tutto il dispregio in che egli le liene; cosi pure tras- cura i musaici e le miniature dei codici , che qualche veetigio e qualclie studio della pittura mantennero nei se- coli X e XI, e soltanto accenna che nel XIII i piu cele- bri architetti fra i Lombardi erano i Cremonesi e i Co- niaschi , ditFondendosi quindi su i pittori e su gli archi- tetti cremonesi. Egli assegna il risorgimento della pittura in Cremona all' anno i345, e quindi espone le vicende della scuola creraonese , che salita a grandissimo onore, de- clino coUa morte dei Campi e dei Sojari, e piu ancora, estinti furono gli scolari del Trotti, detto il Malosso, nei secoli XVII e XVIII. L' Abbecedario, che per la sua stessa natura sottoporsi non potrebbe ad un estratto, ci sembra steso con bastevole diligenza , con chiarezza e precisione ; indicati vedendosi di ciascuno degli artisti Tepoca della nascita e della morte, le circostanze piii importanti della vita e le opere prin- cipali. Osserviamo con piacere, che Tautore non solamente si e giovato della storia del Lanzi, dell'Enciclopedia delle belle arti dello Zani e di altre opere riguardanti la storia delle ai-ti belle, ma ancora di varj documenti ricavati dagli archiv] , il che ci fa assai bene augurare per gli Annali cremonesi ch' egli ha compilati e che conserva inediti, come nella dedicatoria si annunzia. Se alcune cose rimproverare gli si dovessero, quelle sarebbero di avere, forse per amore di patria, impinguato talvolta il suo Abbecedario a danno di altre citta d' Italia e d'oltremonti ; di essersi troppo in qualclie articolo diftuso su i merlti degli artisti tuttora vi- venti ; di avere trascurata o almeno rare volte citata 1' o- pera di un suo compatriota, che in molti volumi pigliato aveva ad illustrare le memorie dei Cremonesi insigni nelle arti e nelle lettere ; di non avere con onore citato il no- bile autore della Pittura cremonese che tanto accrebbe le glorle della sua patria, e cose simili che saltano agli occhi di qualunque leggitore imparziale. ; PS. Eseguita gia la stampa di queste poche linee, ci viene alle mani un opuscolo in 8.° di 32 pagine, intitolato: U Cenni anti-biografici per servire di osservazione e correzione [" PARTE ITALIANA. 25^ all' Abbecedario biografico dei pittori, scultori ed architetd ere- vionesi del R. C. G. G. di Giovanni Valle, — ■ Cremona ^ 1827, presso i tipografl fratelli Maiiini. Non ci sembra questo sig. Valle uno scrittore molto accurate , perche alia, bella prima pagina in cui si ragiona delle dedicatorie, leg- giamo clie la conforraita del soggetto col predicato ( clie cosi la verita definiscono gli scolastici ) e una virtu ne- cessaria , e poco dopo che 1' autore dei Cenni , bramoso d' istituire un esame e dire il parer suo , precorse il libro del suo amico Grasselli. Benche protestando in quella stessa pagina moderazione e abborrimento di viziosa personalita f spieghi egli in tutto il libro una manifesta virulenza , ac- coppiata con motteggi, sarcasmi ed ironie, nel che non lo crediamo certamente degno di lode : pur tuttavia incontransi alcune cose in qiiesto scritto meritevoli di particolare men- zione •, ne seguiremo dunque rapidamente i titoli. Le dedicatorie. Articolo per lo meno inutile. E poi false quello che vi si legge che una semplice dedicatoria uccresca il merito deW opera o possa tutelarla ne' suoi difetti. ■= Le Etimologie. Si crederebbe questo un articolo di pura pe- danteria, se non si trovassero in una nota alcuni cliiari- menti, privi pero delle allegazioni delle pagine del Gras- selli. = / diritti di patria. Qui leggiamo che il diritto e un dovere che obbliga, e che il giiis (che e lo stesso che diritto) dee convincere, cio che non bene intendiamo ; ma giustis- simo e il lamento dell' autore dei Cenni, non per quello che il Grasselli tolse alia patria , ma per que' nomi di chiari artefici che a torto le assegno , e ch' essa restituir dee ad altre citta e regioni. Noi avevamo gia notato con maggiore chiarezza quest' eccesso d' amor patrio del GraS' selli ; non possiamo pero convenire col troppo acre censo- re , che dalla biografia di lui debbano escludersi i chiari artisti nativi dei borghi della provincia e della diocesi di Cremona. = / morti e i vivi, Noi pure ci lagnamnio di questa mescolanza e dell' eccessivo numero de' viventi re- gistrato nell' Abbecedario. = Ant di nascita e di possesso. Si nota qiialche inesattezza nelle date di nascita. = L'ar- ringhiero. Articolo fatto semplicemente per gettare suU' Ab- becedario un ridicolo tutto municipale. =;: Le Amalgama^ zioni. Noi non conosciamo in biografia ne ama'gama di merito, ne amalgama di fatto , ma bensi ammettiamo chft a Grasselli molto oltrepasso nell' opera sua il limite ch'egli 258 ArPENDICE imposto erasi, promettcndo le notlzie dei pittorl, scultorl ed arcliitetti , col registrare ua numero troppo gi*ande di artefici ineccanici. = // Dato comparatho. Ginsta censura della frase di merito non inferiore, soveiite adoperata dal GrasselU in senso assoluto. = Le Omniissioni. Queste uon soiio molte, ed in pai'te di artisti viventi. = Li Qui pro quo. Quest! riduconsi all' attribnzione di qualclie opera a chi non ne era 1' autore. Parlasi in fine della Donna di legno, automa, o piuttosto maccliina operativa, costrnita da certo Dognazzi die filava quanto 5 donne per lo spazio di 7 ore senza riraontarla: puo essere die male a propo- sito sieno stati tacciati dal GrasselU gli Italian! come iii- dolenci per non avere uioltiplicate queste maccliine , troppo forse dispendiose in confronto del profitto die se ne ri- traeva. = Le profezie. Quest' articblo concerne le predi- zioni , o piuttosto i voti del GrasselU intorno la riusclta di alcuni giovani artisti. = Gli Autori e gli Scaffali. Si anatomizza in questo I'Abbecedario , e si separano gli ar- ticoli tratti dagli autori da quelli ricavati dagli archivj. In seguito a queste censure, die I'antore stesso chiama scher- zevoli , seguono varie Annotazioni , nell' ultima delle quail si accenna il torto fatto all' autore della Pittura cremonese, da noi gia notato nel nostro articolo. Vita cd elogio d^l dott. Lionardo Targa, medico Ve- ronese , scritti dal dott. Qiamhattista Zoppi , pro- tomedico della regia cittd di Verona , ecc. — Ve- rona, 1826, dalla tipografia di Paolo Libanti. II signor Zoppi , discepolo del Targa , die nell' eta di anni 85 in circa e mancato ai vivi il 28 febbrajo i8i5, voile segnalare T animo suo grato al benefizio celebrando le laudi del maestro. — Desideriamo die questo nobile sentimento serva come presso di noi a fargli perdonare molte mende del suo stile. — • Percorsa con istraordinario profitto la carriera degli studj elementari e delle filosofiche discipline, il Targa fu insi- gnito di laurea in Padova il aa geiinajo lySo, e reduce a Verona coltivo pier tre anni , giusta 1' usanza di que' tempi , la pratica sotto un valente medico , ii dott, Gio- vanni Dalla Bona. PARTE ITALIANA. 289 Dorainando nel castello d' Illasi del contado Veronese una violenta pleurisia ci-eduta infianiniatoria fu inandato il Targa perche riconoscesse la natura cU quel male devastatore , e ne suggerisse il piii convenicnte metodo di cura. Egli la dichiaro la pleurisia biliosa , fece astenere dai salassi, e agevolniente la risano, cosi alzando di se buon grido, clie dopo nove anni di dimora in quella terra, dove sovercliia~ mente faticoso gli riusciva 1' esercizio della medicina , fu richiamato in Verona. Nel 1769 pubblico T edizione piu corretta degli otto llbri di medicina di A. Cornelio Celso , la quale opera si- curamente gli costo diligenza , fatica e disagi grandissimi. — Infievolito poi di salute non pote accettare la cattedra d' istituzioni medicbe in Pavia, che proferse al Targa il Conte di Firmian , ministro plenipotenziario allora dell' Im- peratrice Maria Teresa in Milano , come per malattla nel 1780 dovette rinunciare anche alia cattedra di medicina teorico-pratica in Padova. Sublime ei divenne senza precettore nello studio di an- tichita nummaria , che poscia gli fu unico passatempo. AUe doti della mente univa le virtii civili , e per siffatta maniera ottenne , e seppe mantenersi il primato sovra ogni altro medico. Sollecito assai nel suggerire i profilatici presidj fu parco nel prescrivere rlmedj , tra i quali preferiva alia necessita i pill sempllci. Fu particolarniente esperto nel trattamento dei niali cronici , e il signer Zoppi colP esposizione di due malattie di questo genere dimostra quanto sia stato felice il dott. Targa nelF indagine e cura di esse. Elogio di Gio. Andrea Dalla Croce, medico chirurgo cd anatomico veneziano del secolo XVI , letto nel- VAteneo di Tieviso il giorno 8 giugno 1826 dal socio conispondente Francesco Bernardi , profes- sore di medicina c chiriirgia. — Venezia , 1826, Giuseppe Picotti , tipografo editore. Scrittura e questa di 29 pagine, delle quali sedici vedl consacrate a significarti F utilita , 1' origine , !e leggi , i privilegi e i membri delFAteneo medico-chirurgico di Ve- nezia, a cui nel i532 yennc pure ascritto Gio. Andrea DalLi Croce , del quale il sig. Bernardi intesse le laudi 260 APPENDICE perche ogni anno non manchi un elogio alia ricordazione degli illustri raedici e chirurghi veneti. — Congettura che non pel suo casato fosse denominato Dalla Croce , ma pel suo domicllio in Dorso Dnro nella parrocchia della Croce , di che non sono infrequenti gli esempi nel secolo XYI. — Andrea Dalla Croce amantissimo di quel CoUegio ne riformo utilmente gli statuti nel i537, e merito poscia di essere, come fa dall' unanime sufifragio dei socj, eletto a priore negli anni i548-5o-5i-58. — Varie incumbenze pubhliclie lia degnamente sostenute , ma ispecial lode ei procacciossi nel disimpegno della pufeblica cattedra di ana- tomia e di chirurgia. — L' opera da lui intltolata = La chirurgia universale e perfetta di tutte le parti = non e certamente scevra di pregi , ai quali si atteata 1' autore di dare il maggiore risalto. S C I E N Z E. Istruzioni dogmadche parrocchiall del teologo Michele Piano, vicario generale della diocesl d Alba, edi- zione seconda. — Milano , 1827, Manini, tomo j." diviso in due parti , in 8.° , pr. di ciascuna parte lir. 3. o5. austr. Quest' opera e preceduta da un Ragionamento del dott. Giovanni Labus. In esso si dimostra, come lo spirito d'in- credulita e di disprezzo per le cose piu auguste di nostra religione siasi ampiamente difFuso •, e se ne ripete la ca- gione principale dalla turba degli empj scrittori, che d'ogni mezzo profittano , ed eziandio delle umane lettere , delle scienze , delle arti liberali , perche non riesca a mal fine la loro forsennata impresa. E bensi vero, prosiegue il signor Labus, che in ogni tempo le due autorita furono somma- mente sollecite neirimpedirne i ti-istissimi effetti, vietando la difFuslone d' ogni scritto , diretto a nocumento della religione e della sana morale : nondiraeno « tutta non si e " potuto esterminar la zizzania , che danneggia , ingom- " bra ed oltraggia il campo evangelico. " Laonde per giu- gnere compiutamente alia meta , egli giudica il mezzo piix acconcio essere riposto nell' opporre gli ottimi libri ai cattivi. E percio si fa lieto in vedere a che moiti libri PARTE ITALIANA. 26 1 It si van tuttocli pubblicando in Italia appunto " affinche i dogmi evangelici , il culto de' nostri padri , i " costumi che i veri cristiani qualificano, rlpigliiio la »' riverenza e la forza , onde avea tentato spogliarli la » baldanzosa e superba incrediilita. Ma negare altresi non » possiamo , cosi egli riflette , che appunto per la nializia »/ e perversita del tempi , non pochi libri , che escono in " luce a favore del cristianesimo , sono scrltti in nianiera »/ si dotta e sublime che 1' eccellenza loro li rende impro- » porzionati alia corta capacita del maggior numei'o dei »» lettori. " Or qitesto e il motive , siccome egli ci av- visa , die indusse il teologo Piano « a pubblicare qneste " Istruzioni dogmatiche parrocchiali , colle quali robusta- » mente combattendo gli errori pernlciosi de' nostri tempi, » propugna con cblarezza e con forza i principj piii au- »/ gusti della cristiana religione , chiarlsce le verita moral! »> piu utili al buon ordine civile ed alia privata tran- " quillita. " Ed a qualsiasi persona vengono raccomandate queste produzioni del sig. Piano, ma specialmente ai par- rochi , ai sacerdoti in generate , ed anche ai professori d' istruzione religiosa X uso di essa si riconosce salutare. Dair intento dell'autore, qual ci viene espresso dal sig. Labus , appare il motivo per cui egli segui il piu delle volte uno stile semplice , popolare , abbastanza vigoroso , quando s' imprendono a sostenere le verita della fede , riposato e placido , la dove s' insegna nella foggia del tutto catechistica alia turba volgare. Se non che taluno potrebbe censurare T autore , perche in quella calma si ravvisi talvolta troppo languore , e perche quello stile semplice si trasformi non di rado in una maniera di dire troppo verbosa e stemperata. Vasta e la dottrlna dell' au- tore , e il suo disputare non va disgiunto da persuasione , ben anco intorno a quelle materie, delle quali tratta il filosofo , guidato dai soli principj della ragion naturale. E se gli argomenti non sono nuovi , sono pero esposti con tal ordine e con tale chiarezza che la mente stessa del- I'idiota ne pub agevolmente comprendere 1' evidenza. E rettitudine di teorie noi abbiamo potuto riscontrare anclie intorno a quelle materie , le quali quanto piu sono im- portant! , tanto piu a dispetto si veggon trattate con principj mal fermi , e con un tenore di disputa . che la- scia un' aniplissinm via agli schermi dell' avversario. Noi 262 APPENDICE qui inteudiamo i rniracoli e le profezie, del qual ultimo soggetto specialmente 1' autore ci da uii' esattissima idea ; siccome esattissime ne sono le prove , e convincenti le con- seguenze clie ne deduce. Quauto ai miracoli, noi avrem- mo hraniato che 1' autore, per prova evidente del mira- colo divino , avesse posto il pensiero non solo all' efFetto sensiljile , ma eziandio ai caratteri che lo accompagnano , e che su questi si fosse stitdiosamente tratteuuto, anzi- che troppo valutare la nota , ma inconcludente distinzione tra veri niiracoli e prestigi , col qiial nome intendono una cotale afFascinazione delf occhio , per cui T oggetto semhra a noi tramutato, rimanendo ancor tale in realta, o per cui si presentano a noi certe fantasie e certe larve senza sostanza, da un nial denionio conflate. E per di- mostrar la cosa con particolari esempi , i maghi d' Egitto fecero anch' essi molte maraviglie al cospetto di Faraone ; essi pure cangiarono le loro verghe in serpenti , le acque del fiume in sangue , e riempirono di rane la terra, non altrimenti che fece Mose. Or questo spettacolo essendosi presentato alio sguardo sotto forme eguali , con quali mezzi potremo noi sostenere , essere prestigi e non mira- coli le operazioni dei maghi ? E se noi insistiamo nel Solo effetto sensibile , perche mai gl' increduli non potreb- bero usar della nostra dottrina , per chiamare prestigi anclie le operazioni di Mose ? Ma in cambio gettiamo uno sguardo su tutti gli ag- giunti che accompagnano le maraviglie operate dal legis- latore ebreo : il fine delle medesime e sommamente degno che v' inlervenga la divinita ; esse nel lor possente lin- guagglo altamente proclaniano • il culto degli ebrel , la grandezza e V unita del Dio che li reggeva ; splendido in virtii 5 esimio in santita e F uomo a cui 1' Ente supremo aflida la potenza della sua destra :, la sapienza d' Egitto vinta ed umiliata da una forza superiore , e costretta ad esclamare : digitus Dei est hie : che altro si ricerca da noi , perche si dica che IdJio stesso ha apposto alle opere di Mose un siglUo di verita ? Ma se la verita sorride agli ebrei ; dunque le opere dei maghi sono tenebre e men- zogna. Ed e appunto da una simil natura di aggiunti che Gersone volge al pertinace giudeo quella sua grave apo- strofe : vides , Jwlcee , cur damnaberis antichristo miracuhi facienti adkcerens , et christianus salvabitur Christum confiteiis PARTE ITALIANA. 263 miraciiJa operantem ! Perciocclie clover V anticristo operare dei veri miracoli , il possiam rilevare da Paolo apostolo nella lettera a quel di Tessalonica , in cui ci attesta die al compimcnto dei secoli el si manlfestera in oinni vir- tute et signis , coUe cjuali parole le sacre pagine soglion dinotarci i piu cliiari portenti. Laonde iion temiam d' as- serire che V efl'etto sensiliile di un prodigio potendo tal- volta recarci alia seduzione , la Divinita stessa propone da esaminarsi qnesti aggiunti e questi caratteri alle menti nmane , aflinche noii si lascino avvolgere in un fatale er- rore, di cui sarebbe unicamente cagione la stoltezza o la perversita dell' intelletto. Per ultimo ci facciamo ad osservare che il risorgimento deir ossa aride , di cui parla Ezechiele al capo Sy , noii e gia un fatto reale miracoloso , qual si avvisa I'autore a pag. ()3 , parte prima, ma una semplice immagine pro- fetica del ristabilimento dei figli d' Israele ;, che comincio a verificarsi nel ritorno dalla cattivita babilonica , e che avra un pieno efFetto nella futui*a conversion degli ebrei alia fede di Cristo. Elia ed Eliseo, Dlaloghi rnsticalL- — Treviso ^ 1827, Andreola, in 8.°, pag. 178, pr. lir. 2 anstr. In questi dialoglii e narrata la stovia dei due profeti Elia ed Eliseo , qual ci viene descritta nel libro 3." e 4.° dei Re; ed alle vicende av venule in que' tempi si pre- mettono varj cenni suUa storia di Salomone, di Roboamo e d' akri re successori al trono di Giuda. Per interlocutor! vi si rappresentano un buon Piovano , assai paziente , assai dotto , senza pomjia d' erudizione , e due uomini di villa , r uno Carletto . che sente un cotal poco del sapu- tello, e 1" altro Mess. Pasqnale, buon semplicione , tanto digiuno di notizie , quanto avido d' impararle. I dialoghi sono espressi in buona lingua , e sostenuti con interesse ; quando per avventura nelle domande e nei riflessi dei due rustici interlocutori non appaja alcune volte troppo all'et- tato r impulso al proseguimento della storia. 264 APPENDICE Delle Missioni e di un Isdtuto dl Missionarj , Me- morie di Antonio Riccardi parroco d' Iseo. — • Milano , 1827, Angela Bonfanti, in 8.°, pag. 68, pr. lir. I austr. L' autore in sulle prime stabllisce , che « dovrebbe for- >/ mare 1' oggetto piu caro delle soUecitudini della Ghiesa » e dello Stato una istituzione che, avendo una >/ grande influenza sugli uomiiii in massa , sul corpo della It nazione, sulla societa generale del genere uraano, avesse M ancora la forza di operare la sua guarigione , e di sol- »» levarla dal deplorabile decadimento che ha sofFerto nella »» morale e nella fede de' nostri padri. " Un' istituzione cosi efficace ei la ripone in « ua coUegio d' uomini apo- M stollci diretto a formare lo spirito dei missio- »» narj e a render piii facile e piu fiorente questo genere » di predicazione. " L' utillta di questi stabilimenti e dimostrata dall' utilita delle missioni stesse, ad esaltar le quali concorrono, siccome dice 1' autore, /< il giudizio dei >» grandi uomini , 1* autorita dei vescovi e dei pontefici , " r approvazione della Ghiesa e la storia stessa de' lore M successi. » Quindi si apre la via a confutare le obbie- zioni che sogliono farsi contro le missioni ; e sembra a noi ch' ei le confuti vittoriosamente. Poscia si reca a di- mostrarne la necessita sui tre seguenti riflessi : « i ." il I) clero secolare, gia troppo occupato e distratto in altre » cure, non e in situazione di potervi applicare ^ a.° il >/ clero secolare , senza altre sussistenze e pero senza altri »/ impegni o ministeri, non potrebbe d' ordinario dedicarsi » a quelle delle missioni, che si vorrebbe gratuito per » renderlo non solo piu facile, ma anche piu dignitoso »/ e piu santo; 3.° il clero secolare non potrebbe riunire, »» coltivare cosi facilmente le qualita necessarie e lo spirito >» della missione apostolica. » In fine 1' autore si occupa intorno le dotazioni di questi coUegi , e la loro temporale amminlstrazione , intorno agl' istituti e al nietodo da pra- ticarsi nel disimpegno delle missioni e degli studj relativi. In tutto noi ravvisiamo un uomo che in tali materie sente molto avanti , ed e cosi vivamente penetrate del suo sog- getto, da non curar troppo oltre T analitico andamento della sua Memoria , e talvolta la coltura dello stile. PARTE ITALIA.NA. 2 65 Antologla morale , ascedca , oratorla ecc, per cura dl una socletd dl letter ati cattolici. — Milano, 1820-28, da Placido Maria Visaj , stamp atore-Ubrajo nel Tre He, dicontro a S. Gio. Laterano. Volumi 89, in 16.° II pio e lodevol consiglio di questa impresa ha trovato , crediamo, non ordinario favore nel pubblico; o noi almeno cosi stimiamo, veggendola venuta gia al numero di trentanove volumi. La Bibiioteca Italiana ne trarra argomeato di ua ar- ticolo. Intanto si annunziano qui le singole opere pubblicate. Tomi i.° e 2.° Lettcre scelte di S. Girolamo. Nuova traduzione. Con rame Ital. lir. 4. gS Tom. 3.° Orazioni di S. Gregorio Nazianzeno fatte toscane da Annibal Caro. Con rame >• 1. 80 Tom. 4.° 5.° 6° Caratteri dei piii celebri Oratori Sacri , descritti dal cardinale Siffredo Maury. Col suo ritratto »> 5. 7S Tom. 7.° e 8.° Gil Ufficj di S. Ambrogio ; coU' aggianta del Trat- tato della fuga dal mondo. Con rame » 4. 5o Tom. 9.° Orazioni di S. Gio. Grisostomo. Con rame. Seconda edizione di quest' Antologia » a. 65 Tom. io.° Pensieri di Pascal sulla Religione , ricorretti e forniti d'importanti note. Con ritratto • 3. 70 Tom. i\.° Sermoni di S. Agostino recentemente scoperti. Col testo a fronte , e con rame » a., 35 Tom. 12." Sermoni ed Omelie del medesimo S. Agostino, volga- rlzzati da monsignor Florimonte » 3. 40 Tom. i3.° e 14.° Opere scelte di Tertulliano. Con rame ...» 4. 40 Tom. l5.° e i5.° Orazioni Funebri di Bossuet , ricorrette ed ac- cresciute dell" Orazione recitata per la professione religiosa della ducbessa la Valliere. Con rame > 3« 30 Tom. 17.° Della Dottrina Cristiana : libri quattro di S. Agostino. Versione del Eergantini » a. 3o Tom, 18,° Discorso di Bossuet sull' Unita della Chiesa . . • . » — • 90 Tom. iq." e ao." Omelie di 5. Gio. Grisostomo » 2. 90 Tom. 21." e 22.° Del Discernimento della Vera Religione, del si- gnor abate de la Mennais » 2. 10 Tom. 23.° e 24.° Pensieri Religiosi dl Bernardino dl S. Pierre. Con ritratto » 3. 5o Tom. 25. al 3a.° Difesa del Cristlaneslrao , o Conferenze sulla Religione, di monsig. Dionigi di Freyssinous, Vescovo d' Ermo- poli , grande Elemo^^niere di S. M. Cristianlssima ecc. Con ritr. » l6. — • Tom. 33." Scelta di Sentenze e di Tratti eloquenll , raccoiti dal Sermoni di Teodoreto e dalle Predlche dl S. Basilio 11 Grande. » i, "— Tom. 34.° 35.° 36.° e 37.° La Veriti della Religione Cristiana. Trattato di Giacomo Abbadie, Seconda edizione Italiana con note e col ritratto, e Corapendio della Vita dell'Autore. . . »• 6. — « Tom. 38° Del Sacerdozio : Librl sei dl S. Gio. Grisostomo , tra- dotti dal greco da Michelangelo Giacomelll. Seconda edizione con note ■>• I. 65 Tom. Sy." Panegirlcl sceltl del Padre Luigl Courdalouc. Seconda edizione notabilmente corretta » 3. 80 Importo dej 39 tomi Hr. 74. 7^ '266 APPENDICK Opuscoll filosofici, volume pr'uno. — Milano , 1827, dalla tipografia Pogliani , cli pag. xv e 406. Su cU che versano cjuesti opnscoli filosofici? L' indice risponde che per era T autore si limito a quattro che por- tano i seguenti titoli , cioe : 1 .° Saggio sui limiti dell' umana ragione ne giudizj iti- torno alia divina Prowidenza ; 2, ." Saggio sulle leggi secondo le quail sono distrihuiti i beni ed i mali temporali ; 3 .° Saggio sail unita dell' educazione ; 4.° Saggio sull' idillio e sulla nuova letteratura italiana. Questi .' primi quattro saggi , i quail formano il prime volume (dice 1' autore), riguardano tutti la divina Prov- videnza , sebbene cio noii e indicate dal loro titolo : questa e alraeno 1' idea dominante in essi e quella a cui si ag- girano come intorno al loro centre tutte le altre. " Non dimenticando il titolo di filosofici date a questi opnscoli , avremo cosi una filosofia teocratica. Si fatta denominazione non e soltanto speculatlva , ma eziandio pratica nel sense dell' autore ; perocclie egli non si contento di assorbire ogni peiisiero ed aiFetto umano neir adorazione religiosa e di conquistare tutte 1' uome colia fede speciale da lui predicata ; ma esige che nell' edu- cazione letteraria siano cacclati al diavolo Cornelio ISipote e Cicerone ( pag. aSS), aborriti Loke , Loiidillac con tutta la loro scuola (i) e posti sulla caitedra e sul pulpite alcuni altri maestri, i quali spingendo troppo oltre le loro dispute in fatte di religione e con cio offendendo la reli- glone stessa , togliere vorrebbero al genere umano la pre- prieta di pensare. Noi innanzi tutto chiederemo se I' autore degli opnscoli arrogare si possa il dicitto di far passare le sue specula- zioni come oracoli di autorita divina? Perciocche o egli vuol pariarci come espositore ed intei'prete della rivelazione, (i) ' tita in inezzo al monte del grano, si spenga a guisa dei " mnratori , e appena spenta si rivolti insieme col grano » con la pala e vi si getti dopo a riprese sino a due " barili di acqua ; si seguiti a paleggiare sino a die il » grano abbia assorbito tutta F acqna ;, dopo si ammonti » e vi si lasci in riposo per venti niinuti, tempo Jjastante >' a dare una certa conslstenza, e assodamento airimpasto : " alloi'a si paleggia di nnovo e si dlstende al sole all' al- » tezza non piii di un dito; in difetto di locale adattato >i si distenda e si faccia asciugare in stanze , movendolo " sempre due o tre volte al giorno. Asciittto bene, si se- " pari dalla calcina e si conservi al bisogno. II grano cosi " preparato T ho sempre trovato incapace a panizzarsi , " dal clie se ne trae F altra vantaggiosa conseguenza per " la nostra campestre economia , clie e quella d' impedire !> ai coloni di trafugare qualche parte di sementa a danno » comune. " 4.° Dalle sperienze del slg. Lambruscblni ajjpare die i badii da seta, ai quali si toglie negli ultimi quattro o cin- cjue giorni 1" alimento , vanno essi pure al bosco e filano un bozzolo buono, se non eccellente , la qual cosa era gia stata detta dai signori Losana e Giobert. 5.° Onde mantener sempre piena la botte ha il signer Simone Mannozzi Torini ideato un colmatore consistente in una boccia di vetro capovolta e plena di vino , il cui coUo passa pel centro del cocchiume: prima di applicare il cocchiume col colmatore, la botte dee trovarsi piena, e il collo della Ijoccia debb'essere alquanto sporgente, afiinche nel capovolgere questa F orificio suo venga tantosto a con- tatto del vino e non se ne sperda punto. Degni di lode ed important! sono pure gli scritti se- guenti : i.° delle mute dei contadini, del sig. proposto Ma- lenotti ; 2.° sulla ruspa, del sig. marchese Ridolfi ; 3." del- F utilita delle strade in servizio delFagricoltura, del signor Lapo de' Ricci. Calendario georgico dclla R. Socictd ngrarla di To- rino per I anno i8a8. — • Torino, prcsso G. Pomba. I. A Filadelfia si tenta di rendere generale la coltura del montone della Caramania. Lodevoli , secondo noi , ma PARTE ITALIANA. 2^5 forse vanl sforzl ! giacche le pecore della Caramanla , della Panlllia, della Siria e di Fez ainano paesi caldi , sereni ed asciutti. Non dubitiam che coll' uso di molte cure possano codesti animnli venir introdotti aiiclie in Inghilterra, ma cessate tali cure vestiranno essi il carattere del paese ove si trovano. Essi si propagheranno, ma sempre degenerando dalla primiera lor natura, ma non si naturalizzeranno mai. Cosi il gelsomino si e generalizzato da noi , ma ricuso di naturalizzarsi poiche le sue nozze sono infeconde , e cosi il the , il caffe e mill' altre piante trovansi in tutte le serre, ma non plegaroiisi percio mai a sostenere l' incle- menza del clima nostro , sel)l)en migliore dell' inglese. Onde invitare pero gli agronomi benestanti del Pie- monte ad introdurre codesta sorta di pecore, il direttore della R. Societa agraria , signer marchese Lascaris , im- prende in un sue scritto a dimostrarne i pregi, e fa lore sperare che fra poco egli otterra un aviete di vazza pura della Caramania, e spera che coU' incrociamento della pecora longipeda di Demarest ch' ei gia possede , colle no- strali , coi merini e con quelle di Disley e Leicester potra ottenere de' meticci , la cui lana servir possa alia confezione dei cammellotti. Ravvisando come utilissimi e degni di elogio si fatti tentativi e come non privi in tutto di fondamento tali spe- ranze, stiamo in aspettazione della riuscita di quelli onde aprir poi il cuor nostro a quest' ultime. 2. La polpa del frutto della sofora giapponese contiene in abbondanza, giusta le sperienze del professore Giobert, una sostanza colorante gialla , della citi bellezza parlaroil gia i Missiona)']. n Per applicarla alia tintura si mettono i frutti neU » I'acqua. macerati e schiacciati si premono, e colando " si separa dalla polpa disciolta il seme, e la pellicola este- »' riore dalla dissoluzione polposa ; quest' ultima con uil " po' di riposo si rarefa \ si separa una materia fibrosa « " e con altra colatura un liquido mucoso o a meglio dire " gommoso , in cui fe la materia colorante : questo e il " bagno per mezzo di citi si tinge. » II colore prende bene su la seta e la lana ed e du-" revole ^ 11 suo mordente e il muriato di stagno, e se coil questo si scioglie iin po' di cremore di tartaro il giallo fassi pill vivace e dorato^ coU'aggiunta di una tenue dose dl solfato di rame si linnno dellc gradazioni tendenti al verd«. 276 APPENDICE Col far si clie svapori il bagno si ottieiie un estratto, ii quale conservato per qnattro anni nulla perdette clella sua attivita : osservazione impoi'tante, giacclie tale virtii noil e data ad altra materia colorante vegetale. Noi vo- gliamo quindi sperare die ridotto tale estratto a siccita perfetta potra servire anclie ai pittori. 3. Le malattie dei bachi da seta sono state argomento delle ricerche di Sauvages , Fontaae , Nysten, Paroletti, Dandolo, Brugnatelli ed altri ^ se ne conobbe alcun poco la natura , ma non la causa , non la cura. Le nostre sol- lecitudiiii possono impedirne varie , ma non tutte , essen- doclie i bacbi trovansi coatro natura in siti angusti , ac- cavallati spesso T uno suiraltro, imbrattati da escrementi, giacenti su materie fermentanti ed involti da atmosfera malsana. Onde correggere quest' ultima il popolo s'avviso di bruciare sostanze odorifere, ma queste non fanno che vincere T odor dell' atmosfera e non ne distruggono la mala qualita. II Paroletti vedeiido clie Gityton di Morveau avea ado- perato con buon etfetto il gas acido muriatico ossigenato contro de'miasmi, venne nel 1801 indotto a proporlo pel miglioramento dell' aria delle bigattiere. Dopo del gas os- simuriatico sovrossigenato si e parimente adoperato il gas nitrico di Smith, e si e detto che esso pure impediva e guariva molte malattie dei bachi da seta, ma 1' esperienza propria dello scrivente lo convinse fino dal 1804 della inutilitk del gas nitrico contra il calcinaccio. Labarraque ha trovato che il cloruro di calce dilun- gato fino a perfetta saturazione coll' acqua purifica 1' aria : alcune sperienze del sig. Bonafous ci fanno sperare che , coUo spruzzarne due o tre volte al giorno il pavimento e le pareti della bigattiera , I'aria si purifichi, e si ponga ben anche un ostacolo all'azione del contagio proveniente dal cal- cinaccio. La facilita di ottenere con poco prezzo il cloruro di calce ci muove adunque a sperare che agronomi intelli- genti vorranno nella prossima primavera intraprendere le sperienze relative a questo nuovo disinfettante. Noi non siamo lontani dal credere che la potassa caustica sia per avere essa pure un buon effetto , ed invitiamo gli agronomi a provarlo ; avvertiamo pero che col cloruro di calce si ottiene , non solamente 1' assorbimenjo del gas acido car- bonico dalla calce, ma lo sprigionamento ben anclie del i PARTE ITALIANS. 277 rloro, 11 quale per la sua affinlta coif IJrogeno scompone i luiasnii. 4. Da alcune sperienze istltuite dal sig. profess. G. La- vini con i5o giani dl seniente dei bachi da seta della Cina risulta, if die 10,000 uova pesavano i5o granl; 3.° die tanto appena nati , quanto iiel secondo e terzo stadio sde- s;narono i l)adii le foglie deiracero tartarico, del moro papirifero e dl altri albcrl proposti in sostituzione del gelso, e niorirono dl fame ^ 3." die, sebbene per tali esperimenti eseguiti al prlnclpio dei primi tre stadj ne sia morta una quantita, ottenne il Lavini libbre 28 di boz- zoli bianchi e ben compatti , il qual peso corrlsponderebbe a rubbi 4 '1 3. circa per ciascun' oiicia di seniente; 4.° die a I o bozzoli circa formarono il peso di una llbbra di Pie- nionte di once dodici , mentre dei bozzoli della specie or- dinaria non ne abblsoguarono die 96, 100 e 104; 5.° clie percio da io,oco nova, ed anzi diremo baclii, polche pare die slano nati tutti , non si ottennero die 588o boz- zoli, stante la iiiortallta del Ijacbi soffcrta per la mancanza deir alimento I, 6.° die da 100 bozzoli sorsero 94 farfalle , 43 iiiaschi e 5i femine, dalle quali si ottennero due ottavi di semente. Da altri i5o grani di semente non si ebbero a Som- mariva del bosco che libbre 20 di bozzoli bianchi duri , e stimati lire nuove 27 ciascun rubbo. Da altri i5o crani di semente non si ottennero in Torino die libbre 10 di bozzoli, e questi maccliiati, non compatti, ma bianclii ; venne creduto che in assenza del coltivatore fossero stati i bachi nodrlti con foglia bagnata. Speriamo che queste sperienze abbiano ad invitare i nostri agronomi non solo ad introdurre , ma a rendere generale l)en andie T educazione dei bachi suddet.;i; giacche, sebbene i loro bozzoli non arrlvlno a pesare la meta degli ordinarj , clo non ostante la quantita loro e 11 lor valore ne sono di molto superiori , la quantita della foglia con- sumata per ogni oncia di semente e pressoche uguale, e le cure sono idcntiche. 5. Dair osservazlone e dalle esperienze del slg. prof. La- vini risulta ancora che la meraviglia peruviana ( mirabilis jalappn, L. ) , oltre T essere co' fiori di ornamento e il servlre colla sua radice di purgante , somminlstra molti semi dal quali , seccati e polverlzzati , ottiensi una fecoLi amilacea pel terzo del peso loro. 2jf^ APPENDICK 6. II sig. conte G. Poiite di Pino ha migllorato 11 rltro- vaniento meccanico di Antis , adattandolo ai filatoi per la canapa ed il lino, de'qnali da il disegno. Taii filatoi miglio- rati si costiniscono da Giovanni Nolli, tornitor3-raacchinista in Torino, contrada delle Qnattro Pietre, n.° 9. y. Dal sig. G. Luciano ci vien mostrato che le intemperie non si debbono credere per vere cause del carbonchio boviiio : ma anche V accusare per causa di tal malore r alimento di cattiva qualita e un vagare per 1' incerto. Perche mai i ranuncoli , i giunclii , le alghe , V equiseto e tutte le piante acri che crescono ai liti paludosi, ed altrl alimenti di difficile digestione non producono in ogni luogo , in ogni anno ed in ogni stagione il carlionchio? Se nulla di piu ci vien detto , ci sara lecito il porre tale opi- nione con quella di que' contadini i quali avvisano che il fieno de' prati concimati col debbio produca tnle malattia. 8. Nella lignite di Servolex presso Sciamberi vide il C. Giulio di S. Quintino un grosso tronco stiacciato di faggio, il cul tessuto e la cui corteccia , dopo nil eta non minore certamente di quaranta secoli, erano perfettameiite conservati. 9. Nello sventolare 11 grano , quello pin pesante e piu grosso va piii distante e con esso la veccia la piu volti- mlnosa. Onde separar questa da quello i crlvelli non ser- vono , ma bensi un i-itrovato del prof. Lavini ; esso /< con- siste nel distendere una parte del frumento veccioso sopra una tavola liscia alquanto indinata , avente un orlo elevato alia circonfercnza , che si restringa verso l' estremita piii bassa ove si trovi un apertura di un mezzo palmo di larghezza : lateralmente alia medesima sia collocata una rotella den- tata , alia quale sia adattato un manubrio in modo che col mezzo delta rotazione i denti delta medesima, agitando la tavola, producano una specie di iremito. Con questo mezzo tutta la veccia, che e sferica, rotola e cade in un sotto- posto recipiente ; in tal guisa il frumento rimane tutto se- gregato datla veccia , e cost , ripetendo t operazione , si ot- tiene tutto il frumento separata dalla medesima. » 10. II formaggio detto di Gruyeres in Isvizzera si fa con latte non ispannato ; al latte caldo e tratto via dal fuoco si agglunge il presame; dopo si ripone al fuoco e in dodici minutl circa si rappiglia: allora, ritirata la caldaja dal fuoco, con un mulinello e col braccio il cascinajo agita la massa e la riduce in granelli giallognoli scroscianti sotto PARTE ITAMANA. 279 1 ilonti ; poi si riscalda di nuovo e si rimesta finchfe acquisti il rassodamento voluto. In allora si rimuove nuo- vamente dal tuoco, si continua a rimescolare per un quarto d'ora, ilopo il qual tempo si rapprende essa al fondo della caUlaja a foggia di pasta consistente ; vien quindi radunata , accuninlata ed estratta da due uoniinl facendovi passar sotto la tela, e poi riponsi in una sorta di forma die pub venire stretta in ragione del suo diseccamento. Tali notizie , non inutili a sapersi da' nostri formaggiaj , sono tolte dalP estratto di una Memoria del sig. Bonafous sopra il medesimo soggetto. II. II conte Reviglio della Yeneria ha riconosciuto utilis- sima la seminagione della camellina ( Myagrun sativum ) clie somministra olio da ardere e da alimento. Cio die nierita V osservazione dell' agronomo si e che se ne pos- sono far due raccolte alf anno entro sei mesi. 13. Coi vapori di cloro il sig. Ferrari, speziale a Vi- gevano , tolse 1' odor di niufia alle botti : I' istessa azione esterna il doruro di potassa. i3. Da alcune esperienze eseguite nel 1827 dal medico Pcrotti a Sniirne viene nuovamente dimostrato il vantag- gio della caprilicazione nel Levante. 14. II sig. prof. Giobert ha con ripetute esperienze dimostrato che col carbonizzare lentameiite le legne si ot- ticne molto maggior quantita di carbone , che non car- boiiizzandola rapidainente. 1 5. Dallo stesEO sig. prof. Giobert fu notificato alia R. Societa agraria, che al sig. Harrison nel Yorkshire e rluscito di coltivare in piena terra la camellia a fior rosso e a fiore bianco, e T altra piu delicata a fior doppio rosso e l)ianco ^ e che tali pianticelle hanno resistito al grado di freddo a cui non pote resistere il lauro comune. Cure necessarie ad aversi per giungere a tanto sono le seguonti : i .'^ Sceglier piante robnste, ben radicate ed alte circa due piedi; 2.° Proteggeile nei primi due in- vcrni con tavole di legno fermate a terra in niodo die ne vengano circondate, e ricoprirle con vetri: /( Scorsi i primi due inverni non plii abbisognano di oltix) " riparo , suho in casi di neve smodcrata. >> n E sempre sara ottimo consiglio di spargere sopvQ la » terra a pie del tronco alcune foglie d' alhero 0 vecchia " scorza di quercia, » i8o APPENDICE Flora vejieta o desaizione delle piaiite die nascono nella provincia dl Venezia , disposta sccondo il sistema linneano e colla iiidicazione al inetodo di Jiisslen , modiflcato dcd De-Caiidolle , nrricchita di ossewazioni medlco-econoiniche , di Fortunato Luigi Naccari , vice-console di S. M. il re delle Due Sicilie , professore di storia naturale ccc. Finora Vol. /, // — Venezia 1826 , pi'esso Leone Bon- vecchiato, in 4.°, di pag. i35 ciascuno. Lir. S 60 austr. al volume. Sino dal i63i il celehre Antonio Domzff pubblicato aveva iin suo trattato de' semplici , delle pietre e dei pesci raa- rini , nasceiiti ( o piuttosto reperibili ) nei lidi di Vene- zia; e di la ad uii secolo Giovan Girolamo ZanniclieJli scritta aveva la storia delle piante nascenti nei lidi intorno a Ve- nezia , dopo la morte di lui puljblicata con varie aggiunte da un suo figliuolo. Ma ne il Donati, ne lo Zannichelli avevano potuto conoscei'e tutte le piante venete , e molto meno avrebbero potuto nelP epoca in cui essi vivevano, dare alle piante descritte una conveniente sistemazione. Dacche coniparve e fu generalmente adottato il sistema linneano , dacche sursero nuovi metodi per I' ordinamento delle piante e lo studio della botanica, dacche si conobbe il metodo naturale di Jiissieu che poscia venne modiiicato dal De-Candolle ^ era ben chiaro il vedere che Insufficienti riuscire dovevano quelle opere, raassinie a fronte delle par- ticolari Flore dei diversi paesi , che si andavano secondo i nuovi metodi puliblicando 1, e quindi sembra che gia da molti anni applicato si fosse il Naccari alia compilazione dl un' opera su lo stesso argomento portata al livello dello stato attuale delle cognizioni botaniclie. Pubblicossl in quel frattempo in Venezia la Flora dei lidi veneti del Ruchinger nei 1818 (1), e di la a soli due anni si stampo in Ginevra il prinio volume della Flora veneta del chiarissimo Mori- cand (a). Accenna altresi 1' autore un' opera , che preparata erasi da Bartoloineo Bottari , naturalista dello scorso secolo, e pubblicare dovevasi sotto il titolo di Prospectus flora; clodiensis et littorun ( non Utoruin come si e stampato ) (1) V. Bibl. Ital. f. 12, novembre 1818, pag 23r. (2) Idem, f. 20, ottobre 1820, pag. 76. PARTE ITALIANA. 2.0 1 venetorwn , ecc. , e die sel)l)ene non cscisse in luce, glovo tuttavia agli studj del Moricand. Scarsa essendo oltremodo la Rora litorale del liuchinser. e noa compiuta T opera del Moricand, die solo comprende finora le piante fanerogame , pote il Naccari farsi coraggio a contiuuare il suo lavoro , dire non dovendosi a rigore il campo tuttora interamente mietuto , e potendo egli aggiu- gnere altre piante , forse a quegli autori sfuggite , 0 retti- ficare di non podie la patria o il luogo natio. Con miglioi-e avvisamento poi egli si accinse ad indicare di molto le pro- priety medidie o economidie , e ad abbozzare in qualclie modo la Boianica appUcata della veneta provincia. Qualche lode merita altresi I'autore per avere esposta la sua Flora nel linguaggio italiano , con che piii vantaggiosa jjuo riu- scire ai farmacisti non solo , ma anclie a varj artelici e a colore che specialniente si occupano intorno alle arti vetraria e tintoria. Non potendosi un libro di questa natura sottoporre ad un estratto, accenneremo soltanto il uietodo che dal Naccari si e adottato. Gia si e veduto che egli aveva ordinata la sua Flora giusta il sistema sessnale di Linneo , apponendo a ciascun nome generico, italiano e latino, quelle ancora della famiglia , alia quale il genere appartiene , seconde il metodo naturale di Jussieu , dal De-Candolle modiiicato. Ad ogni specie , oltre il nome e la definizione ( e piuttoste la classificazione ) , e apposta la sinonimia di varj celebri autori , col nome italiano e volgare , piii ancora la qualita della pianta , il luogo eve si trova, e il tempo della sua fioritura. Si presenta quindi la descrizione di ciascuna pianta , e si ragiona piii a lunge di quelle che credonsi possedere virtii o qualita medicali , indicandosi altresi le piante che servono al vitto o ad altri bisogni deiruomo, qitelle che forniscone pascole pei bestiami , le noclve e le venefiche, o le sospette, le piu utili per le arti, specialmente per la vetraria e la tintoria, accennandosi ancora a questo proposito le esservazioni e le scoperte dei piii illustri modcrni scrittori. Lodevole certamente ci sembra il disegno dell' opera , e ben esegoito lo vediamo in alcune specie che ci sono ve- nute sett' occhio , massime nelle salicornie , nei ligustri , nei dissaci , ecc. A questo proposito pero osserveremo die puo coUa coltivazioue il dissaco selvatico, al pari del dipsacus aSa APPENDICE fuUonuni migllorarsi ed applicarsi all' uso dei lanajuoli ( non linaiuoli come per eiTore si e starapato alia pag. loo del I volume ) , non mancando ai suoi uncini se non clie la forza , che puo ad essi con qualche studio agronomico procurarsi , come si pratica nelle Fiandre. All' incontro lodiamo nella pagina seguente 1' osservazione , che la sca~ hiosa succisa potrebb' essere utilmente adoperata dai nostri tintori 5 somministrando un bel giallo la radice e un bel verde le foglie , cosicche grandissimo uso se ne fa nella Svezia. Col primo volume si compie la tetrandria tctragijiia, col secondo Vesandria triginia. Noi ci riserberemo a fare nuovamente parola di quest' opera allorche sara compiuta. Non ommetteremo di accennare la promessa dell' autore , che qualora durante la stampa gli venga fatto di scoprire qualche altra pianta , egli si terra in dovere di aggiu- gnerne in forma di appendice la descrizione. Farmacologia dinamica per uso accadcmico del pro- fessors di patolo^a generale e di farmacologia nella Univcrsitd di Vienna , ecc. C. Hartmaiin , tradotta dal latino in italiano dai fratelli Andrea ed An- gelo BuFFiNi , con agginnte. — Pavia, 1827, rfaZZa tipografia Bizzoni , tomi 3 in 8.°, di pag. 884 , complessivamente. Lire 18. 80 austriache. Una traduzione dai latino in italiano di opera che serve di testo air insegnamento , che pure in latino vien fatto , e del cui profitto devono poi gli scolari pur in latino ren- dere conto , non puo a meno di non venir estimato la- voro inutile. Ne pare a noi buona ragione il dire clie abbia a cio mosso i traduttori 1' avervi poche copie dell' edizione latina, poiche, quando cio fosse, 1' illusU-e autore di buon grado , come gia fece della Patologia generale , aderirebbe ad una ristampa. E non e neppure tanto facile il convenirc co' traduttori nell'altro addotto motivo, di rendere ciot piu facile agli studiosi 1' intelligenza dell' opera, giacche per me- glio intendere cio che il professore legge dalla catteJra , e per bene rispondere alia sue interrogazioni sara serapre alio scolare piu opporluno lo studiare il testo latino, e quello farsi famigliare. II che sarebbe fors' anche il miglior atte- stato di gratitudine che dar potrebbero all' insigne autore. Ma venendo al merito dell'eseguimento di questa traihtzionc. PARTE ITALIANS. ^83 cssa ci sembra abbastaiiza fcdcle , seniplice e chiara : opportune poi sono le aggiunte. Solo avrcinmo doside- rato, die, essendosi riportata la classHicazioiie liniieana , si fosse anclie pensato a reader compiuta la sinoniiuia delle diverse sostanze , e clie inaggior accnratezza si fosse posta alia stampa : clie fa in vero Ijrutto vedere quel lungo errata corrige^ oltre all'altre mende che sfuggirono. Notizia compendiata di tutte le arqiie mincrali e bagni d' Italia con licerche analidcJie sidla loro natura e siilla medlcinale loro appUcazione , del dottore Pietro Pagan INI , R. professors di clinica balnearia , de- stinata a far parte dell appendice al Dictioiuiaire abrege des sciences niedicalcs , e.dizioiie di 3Iilano 1820-1826. — Milano , 1827, per Antonio Fon- tana , di pag. 80 , in S° Intraprendendosi a Milano una ristampa del Dicdonnaire abrege dcs sciences medicules fu savio avviso degli editori r aggiugnere un articolo suUe sorgenti di accjue minerali della penisola nostra, nel quale s' indicano il sito, le qua- lita fisico-chimiche, e le proprieta e virtu niedicinali. E senza duljbio jjen s' addiceva al sig. prof. Paganinl il porre niano a simil lavoro , sicconie a colui che in cotal parte di naturale e medica scienza sente molto addentro , aven- dovi ex professo fatto lungo studio, qual direttore delf isti- tuto halneo- Sanitaria d' Oleggio die meritamente venne in rinomanza. Incomincia 1' autore con alcune discussioni teorico-pra- tlclie , omesse nel Dicdonnaire^ sui bagni in generale, ap- poggiate alle osservazioni ch"" egli si procure con una non interrotta esperienza di ormai quattro lustri. Descri- ve appresso la situazione , le proprietci fisiche , le comhina- zioni chimiche delle diverse sorgenti e de' fanglii , additan- done altresi 1' appUcazione terapeutica. Parve pero a molti non piccola mancanza il non aver egli recata la inisura delle diverse sostanze die in quelle acque o fiinghi si conten- gono disciolte o stemperate , e che la chimica analisi ha mostrato, e il non cssersi seinpre attenuto alle migliori ana- lisi. In fatto delle acque di Craveggia die solo Tanalisi del prof. Ragazzoni, obbliando qucUa fatta a Parlgi da valcnti diiniici per orcUnc del uiinistro delP iuterno di Francia , 2o4 APPENDICE ri|>ortata tlnl tlottor Fantonetti nella sua tracluzione del Viaggio nietUco in Italia del cav. Valentin , stanipato a Torino nel iSaS; analisi die nel prossimo scorso anno in uno de' fascicoli del giorxiale scientifico di Pavia fu qual nuova cosa inserita. Colore poi che conoscono le sorgenti di Bor- mio e di Masiao in Valtellina, fanno le maraviglie nel ve- derle date per fredde, quando in vece la prima segna + Sa e la secouda + 2,7 gradi di Reaumur. Vi sono ancora taluni die gli rimproverano I'aver omesse le acque minerali del Tirolo italiano, il quale ne ha delle nieritamente rinomate. Data cosi notizia delle diverse acque naturali minerali, parla il sig. Paganini di alcuni avanzanienti fatti presso di noi nella scienza balnearia, nei quali egli ebbe certo non piccola parte, e cliiude con un indice deW italiana letteratura balnearia , che pin ricco di nomi noi avremmo veduto , se lo scrittore avesse potato coniodamente giovarsi anche di qnalche grande biblloteca dell' Italia meridionale. Noi non possiamo qui ristarci dal far osservare alfautore che piix ^, graditi riescirelibero i suoi scritti, se accuratezza maggiore mettesse nella dizione, e piu aggiustatezza nolle espressioni e ne' termini : chi mai, per recare un esempio, potrebbe indovinare il senso dell' esjiressione, il grado di colore che corrisponde al calor atmosferico diviso pel calor naturale? L' applicazione nunierica da lui soggiunta ci ha fatti ac- corti ch' eo-li intendeva d' indicare il grado di calore che e medio aritmetico, o die risulta dalla semisomma della temperatura dell' aria e di quella del corpo umano. Final- raente non sapremmo ne anche approvare il divisamento degli editori milanesi del Dictionnaire ahrege des sciences medicales di farvi le aggiunte nella lingua italiana, quando r opera vien ristampata nella francese. Ai'vertimeiitl al popolo inlorno i primi soccorsi da prcstarsl in casi d iinprovvise tnalattie , e di altrc che facilmcnte si possono curare prima delV arrivo , ed anche senza il soccorso delle pcrsone delV arte , di N. N. — Milano , 1B27, dalla dpografia di Commcrcio. Un volumetto di ii3 pa^iie in 16.°, prezzo lir. i austr. Ottiino divisamento pare a noi quello di annuaestrare il popolo intorno a cio ch'ci dcbba praticare negli accideuti PARTE ITAHANA. 385 che improvvisi durante la vita facilmente nella persona occorrono , ed i quail richiedono un pronto riparo , e vanno a mal fine appunto per 1 ignoranza che V attuale incivilimento vorrebbe non vi fosse ; siccome quello ancora d' insegnare i riniedj adatti alia volgare cognizione , e che senza pericolo ne' leggieri casi morbosi clascuno pub di per se acloperare. Ma a quest' uopo piccola e troppo piccola cosa sono gli Awertimenti clie annunziaino. I precetti per altro in essi contcnuti ci seinbrano a buona fonte attinti : alcuni pero appena appajono delineati^ altri potevan essere, non solo piii estesi , nia anche migliori. Finalmente non puossi a meno di non dar colpa all'anonimo compilatore di negligenza nella dizione, la quale in piu luoghi e siffatta che male o difficilmente se ne pub trarre costrutto. Ise lo stam- patore in tanto lavoro voile esser da meno, sicche in tra le tante altre scorrezioni regalateci, leggiamo alia pag. io6 in bei majuscoletti, proporzioni di piombo , per prepara- zioni di piombo. Nuovo dizionario Zoojatrico-domestico , compllato dal Zoojatro Giuseppe Haidvogl , allievo dell I. JR. scHola veterinaria di Milano. — Milano , 1827, presso G. Silvestri , in 8.°, fasc. i.". 2.°, 3.° e 4." del vol. i.°, prezzo (a cent. 20 austr. alfoglio). A' di nostri domlna una tal quale mania di corapilar dizionarj e nianuali , quasi che fosse la piii facile cosa che uiai , quando invece e la piii difficile , e richiede studj e sudori di molti e molti anni. Ne cib ancor basta ■. che mas- sime pei dizionarj vuolsi che il compilatore sia altresi pa- drone della lingua che vi adopera, ond' in essi non manclii concisione , precisione e chiarezza , doti tanto necessarie. Noi non sapremnio in vero se queste qualita tutte si rin- vengano nel dizionario che annunziamoi certo che per un giovane e ardua inipresa; tutta volta vuolsi in !ui piii che mai lodare la buona volonta di esser utile. Lo vorremmo perb avvertito non essere si facile il persuaderci , che due tonii zeppi di tante parole greche, latine e tecniche siano ]>er essere facilmente alle mani di coloro, siccome egli avvisa, ciie possedono bestiame, e pe'quali riuscirelibe del certo piii acconcio un buon manualetto, compllato sulie Bibl. hid. T. XLIX. 19 a86 APPENDIGE tracce dell'opera del Sandri (i) , oppure , quando pur s' a- vesse voluto dare un dizionario, forse sarebbe riuscita minor fatica abbreviare e ridurre ad uso degl' Italian! il Dictionnaire de medecine et de chirurgie veterinaire del sig. Hurtrel d'Aboval, ed il quale puo veramente in complesso dirsi buono. Dizibnario compendiato delle scienze medlche , prima traduzione italiana con finite e correzioni, tomo i.°, parte i.", di pag. xv e 220 , m 8.° grande. — Venezia , 1827, co' dpi di Giuseppe Antonelli , cditore. Prezzo lir. 2. 96 austriache. Noi non potremmo che applaudire alia presente tra- duzione quand'' essa riuscisse nella maniera di cui si discorre nella prefazione. Imperocclie colle importanti ag- giunte , coir emendare il teste eve imperfetto , e col pro- curare perclie i termini e la dizione siano come si addice al nostro elegante idioma , ne verrelibe all' Italia il pre- zioso codice del medico sapere spoglio degli errori co' quali originalmente usci , e adorno di quanto alia bella nostra patria s' appartiene : ed all' essere cosi in uno raccolti e ridotti alia mano i termini proprj e retti, svanirebbero que' brutti , corrotti e barbari ad onta nostra si sovente usitati. E gia ne godeva T animo a tanto bel divisaniento del traduttore, quaado al progredire nella lettura ci sorse il dubbio ch' egli mal reggesse al peso addossatosi. E pri- mieramente riscontrammo , che mentr' egli tanto inculca purita di lingua e di stile e dizione correttissima ed italia- nissima , s' allontana egli stesso da' suoi precetti con pe- riod! che serbano tutto 1' andamento della francese locu- zione, e coll' uso di quella brutta non italiana parola dettaglio, e coi vocaboli circostanza per condizione od oc- correnza , e di lui per suo , irrecorioscibile , alii polsi , col scintillar e con altre non poche mende di sirail conio, oltre a' termini male appropriati. Ne le cose corrono me- glio nelle aggiunte , poiche ivi ancora e mancanze ed (1) Maauale di veterinaria compilato da Giulio Saadri , gia ripefitore di notoinia e fisiologia, incaricoto delT amministrazione fannaceutica , ecc. Verona, 1824, dalla Societa tipografica editrice , in 8.", di pag. 899 e due tavole ia raaie. I'AllTE ITALIANA. • 287 errorl iacontraasi. E per esempio , avendo il traduttore dichiarato di riportare i vocaboli veramente italiani , eel una ricca sinoniniia, onde a moiti giovare , ha dimen- ticate le voci accataranicnto, accessione, acccnsLoiie ed altre simili , si spesso dal Redi e dal Cocchi adoperati nelle anunirabili loro opere, e che in qucsto caso qui ancora dovevan esser registrate, E la mancanza non disgiunta dall' errore la troviamo principalmente ove si discorre suUc acque minerali del suolo d' Italia e della Savoja. Non e fatta menzione , quanto a queste «ltiine che di quelle ferruginose di Val Marianna ( forse si voile dire della Moriana ), mentre ogni provincia vanta sorgenti di acqiie minerali acidule e saline. Nol vorremmo poi chiedere che cosa sia la salice che in quelle acque si dice combinata al carbonato di calce ed al muriato e solfato di soda. E r acqua della Turrita da nessuno fu data per ferruginosa. Erroneamente venner del pari ascritte tra le ferruginose, e quella di Masino e I'altra di S. Omobono che sono sol- forose , siccome male tra le solforose fu coUocata quella di Borraio, della quale nissuno Stonone ne scrisse_, bensi un De Simone , onde e forse di questo che s' intese parlare. Tante altre acque minerali in fine sebben di rinoraanza furon diuienticate. Qualche cosa avrenimo pur a dire intorno al sapere e alia dottrina medica dal traduttore manifestata j Hia pare a noi sia meglio veder in prima qualche altro volume i e trattandosi di non piii che un annunzio , esti- miamo esser anche gia troppo il discocso. Termineremo dunque consigliando al traduttore di chiamar in ajuto persone di buona lena, ed alio stampatore raccomandando piu diligenza nella disposizione degli articoli , siccome nelle correzioni : che allora non leggeremmo abbassatore prima (Vabbaglio, e dopo questo abbagliainento , ne avremmo stor- piature massiine di nomi proprj di persone e di cose, e r opera riusclrebbe piii utile e piii grata agl' Italiani , e pill degua di cssere anche ad un Aglietti intitolata. 288 • APP, PARTE ITALIANA. Dizioncnio dd medicamend ad iiso de' medici e de* farmacisti , ossia trattato di f armada , materia me- dica e della parte di terapeutica die disegna la giusta applicazione dei rimedj alle diverse um,ane infermitd, opera compilata sui migliori trattati di simili materie, e ricca di tiitte le scoperte che rag- guardano alia medidna fatte di recente nelle sdenze fisico-chimiche , tomo i .° , fasdcolo i ° , 2.° e 3.** — Modena , per G. Vincenzi e compagno. La chimica fa tuttodi gran progress! ; appresta nuovi rimedj alia medicina , o ne semplifica i gia in uso, onde la faruiacologia in alcuni punti presto vecchia diviene , e correzioni, rinnovamenti ed aggiunte richiede. E coUe tante opere di tal genere delle quali essa va ricca, age vole riesce il compilarne una nuova. II presente dizionario ci e sem- brato piuttosto ben condotto , comodo ed utile , esseiado at- tinto a buone fonti ed in iscorcio il buono recando. Ma in opera di tal sorta conveniva tenersi lungi da vacillanti teorie. Che pero alia maggior parte degli studiosi non an- dera certamente a grado il trovarvi sovente abbracciate le oplnioni di una scuola che diede origine ad una vergognosa lotta nella medica arena ; scuola che mentre s' assume di rigenerare 1' italiana medicina, non mai seppe uscire con un compiuto corpo di dottrina, e le cui proposizioni sono ormai poste dall' un de' lati anche da alcuni che prima ne erano caldi soste^iitori. 289 V A R I E T A. BELLE ART I. 9 -Li incisore Paolo Caronni, gia vantagglosamente noto per varj siioi iutagii e pel premio cui ottenne da questa I. R. Accademia , si e ora accinto ad incidere in quattro rami le dipinture del celebre cav. Appiani, rappresentanti la favola del Ratto d' Europa , delle quali va adorno il gabiiietto del sig. conte Ercole Silva. Tali incision! sono larghe piedi parig. i e 4 -^ ed alte 1, 10. Il lore prezzo e di franchi 3o per ciascuna con lettera, ed il doppio per le prove avanti lettera. La prima rappresentante Ve- nere che conduce Amove at cospetto della leggiadra Europa venne gia pubblicata sul finire dell' anno prossimo pas- sato. Quest' incisione ci sembra condotta con buon di- segno, con somma diligenza e con felice e franco ma- neggio di bulino. Aggiugneremo che, sebbene le quattro dipinture, le quali forraano il soggetto dell' intaglio del sig. Caronni, appartengano alle giovanili e prime opera deir Appiani, e non debbansi quindi collocare tra le mi- gliori di quel grande maestro; cio non ostante pregiabili sono per la bella composizione, nella quale gia si scoro^e la mano del pittor delle grazie. Incisloni imitanti le dipinture a colori. — L' incisione colloco sempre ogni studio nel rappresentarci secondo la sua possibilita le maraviglie della pittura, e quanto seppe meglio accostarsi a questa, tanto parve giungere piu vi- cina alia sua perfezione. I progress! dell' arte furono tali, che nel rendere gli effetti del chiaroscuro non sembra potersi andare piu innanzi, e forse la pittura istessa non vale ad esprlmere piu attamente la prospettiva lineare ed aerea. Mancava pero il prestigio de' colori , i quali sovra ogni cosa giovano al nostro diletto, ne si lascia- no compensare da finitezza di lavoro o bonta di dise- gno ; i molti sforzi che siiiora si fecero per adempiere 290 V A R I E T A . qnesto difetto, rluscirono qualche volta non infellci, ma tutti ofFrivano una poverta , uno stento, una confusione di generi , che poteva far paga soltanto la plebe , ne r esempio d' un Fiammingo die diede iin bel saggio del- r imitare nell' incisione le pitture a olio , trovo alcuno che sapesse trarne profitto. Le incisioni dipinte erano agli intendentl un riscontro delle statue colorite , e se do- veansi toUerare per la piu fedele rappresentazione degli oggetti nei libri d'arti e di scienze, non veniano ammesse dove una ^plendida e giudlziosa eleganza volea rivestire di nobile ornaraento le ricche pareti. Troppo incresceva quelle scorgere sotto a' colori i tratti del bulino o il gra- nito della matita litografica, ne sapeano soddisfare la so- verchia fiaccliezza delle tinte , e i contorni che a non poterli sfumare riusciano di necessita secchi e taglienti. Anche il fondo della tavola cosi inalagevole ad essere posto in armonia colle figure venia crescendo il difetto , e il largo margine che si stendeva fuor del dipinto ba- stava a distruggere ogni illusione. Era riservato ai nostri giorni il vincere tutte queste diflficolta , e ben c' ingan- niamo gi'avemente , se il lodato e diligente incisore Sta- nislao Stucchi non ottenne colla sua bella invenzlone un compiuto trionfo. Egli tolse a pubblicare le immagini di S. Ambrogio e di S. Carlo, che da certissimi esemplari avca ritratto il sig. Giovanni Poch ardito e valente pit- tore •, e noi non credianio die alcnno a vedere le nuove incisioni osnsse afFerinare non essere quelle un vero di- pinto ad olio lavorato con sorama bravura. Le tavole sono tutte rinchiuse da elegante cornice , e cosi perfetto e il nuovo artifizio che lo stesso sig. Poch guardando in ispe- cie il sant' Ambrogio riinase gran tempo incerto , se gli stesse davanti la copia incisa o 1' originale dipinto. La forza e la fusione de' colori, la maestria con cui le mezze- tinte lentaniente degradano , e una certa patina d' anti- chita , che sotto la vernice smorza ogni crudezza , sono veramente tali che ne riesce un mirabile inganno all oc- chio degli spettatorl, i quali, forse per 1' uso del pen- nello neir opera stessa dell" incidere , credono di poter flno numerare nel quadro i larghi e risoluti tratti d' un franco pittore. Un programma avvisa piii minutamente onde siano tratti i dipinti , e a che tenue prezzo sieno messe queste incisioni ; a noi basta averle prima d' ogni ^ V A R I E T A . 29 I nltro annnnzlate, non senza augurare al beneraerito arti- 9ta un degno premio delle sue onovate fatiche. BIBLIOGRAFIA. In un vecchio castello della provincia d' Anversa si e , non ha guari , scoperta la biblioteca dell' agiografo belgico, successore de' celebri Bollandistl. Tale biblioteca e compo- sta di pill niigliaja di volumi. Essa all'epoca deli' inva- sione de' Frances! fu trasferita in quel castello, ove giacque finora obbliata. Tra i libri che di la i membri dell'antica badia di Tongcrloo trasmisero al governo, trovansi circa 700 volumi manoscritti. Questa prima parte e ora giunta a Brusselles. Assicurasi cli' essa contiene la continuazione degli Acta Sanctorum de' BoUandisti ; e ci ha ragione di credere che per ordine del Governo verra impressa , e che per tal modo avreino il compimento di un' opera nel ge- nera suo la piu vasta e la piu importante. (/. G. ) STORIA NATURAL E. Pubblica esposizione di fiori e cli frutti. — Una socieia di Viennesi , sotto la direzione del principe di Schwar- zenberg , invito nella primavera dell' anno scorso gli amici di Flora a trasmettere i piu bei fiori ch' eglino per av- ventura aver potessero, onde fame pubblica esposizione ia una sala, awertendoli che sarebbero distribuiti cinque premj consistenti in esemplari di piante le piu rare ; due per le piii belle piante esotiche , due per le indigene ed una per la piu bella pianta del genere de' geranj. E certamente fu un gradevole spettacolo il vedere nell' af- foUato concorso alcuni principi dell'augusta famiglia, ed altri ragguardevollssimi personaggi che non isdegnarono di ricevere il premio da essi meritato (Bib. phys. econ.). Di quanta utilita non sarebbe mai ne' nostri paesi una simile esposizione. che consecrata fosse a Pomona, e nella quale venissero distribuiti premj e ricompense a quegli agricoltori che presentato avessero i frutti piu begli e piii utili raccolti ne' lor proprj giardini o poderi ? C O S M O G R A F I A. Figura della terra. — Nella radunanza della R. Accademia di Parigi il 3 del dicembre 1827 il sig. Biot lesse una 292 V A R I E T A . Memoria intorno alia figura della terra. L'antore dalle proprie osservazioni confermanti cio che gia rlsultato era a pill altri osservatori , venae indotto a riconoscere che Tazione della gravita non e la stessa su tutti i punti d'un medesimo parallelo , e die non pur e uniforme nella sua variazione lungo un medesimo meridiano. Egli ha scoperto che partlcolarmente a Parigi la variazione annua e grande al segno di detenninare una differenza di cinque secondi ogni giorno sul moviniento degli orologi a pendolo. II sig. Bioc e d' avviso che ne' variamenti dell' azione della gravita sur un medesimo parallelo trovare si possa 1.1 causa delle differenti misure che date furono dello schiac- ciamento della terra. Egli indica quindi il metodo con cui regolar converrebbe le osservazioni suUa lunghezza del pendolo onde renderle , il piu che sia possibile , vantag- giose. In avvenire ogni isolata osservazione sarebbe , se- condo lui, poco importante, a meno che, per un acci- dente, su cui non si puo contare, essa non si trovasse fatta sur un punto , ove T azione della gravita fosse un massimo od un minimo. In generale e d' uopo per lo innanzi il farsi a ripetere le osservazioni, sia lungo i me- desimi paralleli, sia sotto un medesimo meridiano, onde poter conoscere le leggi (quando mai ne sussistessero) giusta le quali hanno luogo le variazioni^ la cui esistenza non puo piu essere contrastata. L' autore termina la sua Memoria facendo osservare che gl' Inglesi male s'avvisarono nel prendere la lunghezza del pendolo per base del lore sistema metrico; giacche questa lunghezza variar potrebbe secondo diverse cause che sono del tutto indipendenti dalla posizione topografica, e le quali nel corso de' secoli forse non rimarrelDbero pur costanti per un medesimo punto. In quest' ipotesi la base del sistema metrico francese non olFre cotale inconveniente sotto un medesimo grado. (G.) ME D I G I N A. Osservazione sulla generale pratica di cullare i bambini. — I primi giorni dell' uomo sono pressoche interamente de- stinati ad una calma letargica, la quale giova non poco alio sviluppameuto ed alia perfezione degli organi di lui. Ma allorche questi giorni sono gia scorsi , allorche egli gia cominciaudo noa senza qualche pena a far uso de' suoi V \ n I K T A.*. 290 sens! , climostra di provare oramai il peso della sun esi- stenza faceudone quasi testiinonianza con leggiei'i pianti, e cosa forse conveiiiente il soffocare sempre tali snoi pianti, e rimpedire ch'ei paghi questo tributo alia natura? No certamente , giacclie 11 dimeiiar della culla non concilia il sonno ai bambini se non in conseguenza dello stordimento clie loro arrcca. Cotal nioto dee certamente oft'endere le delicatissime fibre del loro cervello, nuocere alia loro di- gestione , alterare il latte da cui sono nodriti , portarlo al loro stomaco in istato di burro, ecc. Quale maraviglia percio die i bamljini vadano soggetti si sovente ai vomiti, alle colicbe e ad altre nialattie del basso ventre? Qaeste obl)iezioni , dalle quali non sembrano condannarsi die soltanto le scosse prodotte da una oscillazione rozza e violenta, ci fanno nascere il dubbio se il cuUare aucbe il pill dolce non sia spesso la causa delle malattie de' bam- bini , allorche vien troppo ripetitto. Certo e che la distri- buzione delle forze , onde i diversi organi del corpo rice- vono tuono e vita , e differentissima nel sonno e nella veglia. Ora il moto della culla fa addornientare i bambini non in altro modo se non col rivolgere le forze toniclie verso gli organi cli' esso va piii agitando; e questa e pur la ragione per la quale siffatto movimento e tanto elTicace in varie nialattie convulsive degli uomini gia adulti. Ma se la distribuzione delle forze toniclie clie e propria al sonno venga troppo a lungo continuata , puo non rare volte succedere clie alcuni organi ricevano e disposizione e attitudine ad un relativ'O eccesso di sforzo e di azione. Tale relative eccesso e appunto uno stato di malattia. Non sarebbe forsc cosa piu conveniente 1' abbandonare il bambino a se stesso , purclie non ci sia un possente l)i- sogno, od un accidentale incomodo? Bentosto egli ricade- rebbe in quella calma de' sensi die succedere dee alia fatica de" loro primi sforzi e movimenti. Ben alieni siamo tuttavia dal necare die sussistano certi casi , in cui puo essere utile il conciliare il sonno con una dolce e Icnta agitazione della culla ^ ma qnesti casi sono troppo dilTicili a distinguersi , e d' altronde gli abusi della culla sono troppo pericolosi. Sarebbe quindi a desi- derarsi che la culla fosse assolutamente proscritta ; poiclie e sempre a temersi die le impazienti nutrici , le quali si ostinano a cullare i bambini per ridurli ad uno stato di 294 V A K I E T A . stupidezza , non abusiiio del sollievo cli' esse loro procu- rano, e non sostituiscano i piu fnnesti mali alle sofFerenze mediocri e dall' umana condizione non mai separabili. ( Bibl. phys. icon. ). F I s I C A. Parafulmini (*). — A coloro che osservano quanto si va pubblicando in oltremonte senza seguire cio che si fa tra noi , spesso avviene di prendere per nuova una cosa , gia in Italia conosciuta e posta in pratica. Un esempio di cio noi lo troviamo nejla traduzione italiana dell' opuscolo in cui il sig. Richardot presenta come cosa propria e chiaraa nuovo un sistema di apparecchi contro i pericoli del fidmine ed il flagello della grandine: mentre, non solo tal sistema viene descritto e replicatamente raccomandato nella nostra Istru- zione sui parafulmini (i), ma in questa medesima citta in cui si e fatta e stampata la traduzione dell' opuscolo francese , si trova gia da alcuni anni posta in pratica porzione di tal sistema proclamato come nuovo dal sig. Richardot. Affinche il pubblico giudichi meglio della verita di questa nostra proposizione , noi usando le parole stesse con cui in un Giornale italiano si da ragguaglio dell' opuscolo del fisico francese , primieramente raramenteremo in che con- sista quello ch' ei chiama nuovo sistema , e poscia riporte- remo quanto abbiamo detto su tal argomento nella nomi- nata nostra Istruzione. In tal modo riescira agevole il con- fronto i da cui apparira lucidamente non potere fra noi a buon diritto chiamarsi nuovo il sunnomiuato sistema. Egli ( il signor Richardot) propone di eseguire una tale comunicazione fra le parti superiori del tetto e le docce che lo circondano , e di approfittare dei tuhi e canali che ser- vono di scolo alle acque per protrarre la comunicazione stessa sino a terra ed al fondo delle cisterne o smaltitoj (2) ; (*) Anicolo comunicatoci dal prof. Majocchi. (i) Istruzione teorica e pratica sui parafuhwini ecc. , di G. A. Majocchi , prof, di fisica nell' I, R. Liceo di Mantova ecc. Mila- no, 1826, Pirotta. (2) Badisi bene di non far terniinare 11 conduttore del para- fulmine in una clsterna o smaUitojo , come qui si consiglia : poiche queste cavita hanno il fondo e le pareti formate dl so- stanze poco conduttrici della materia fulminea; cosicche venendo V A n I E T a'. 295 avvertendo clie qiiesti tubi riescono migUori conduttori , per- ciocclie I'acqua e Vumido die ordinariamente contengono , as- sorbono il calorico cite si sviluppa dalla corrente elettrica-, e quindl coiichlude die i parafulmini costruUi in tal guisa componemiosi la piu parte di lamine , oltre all' essere econo- mici , giacche si trae i'antaggio dai metalli die trovansi di necessita sulV edifizio , possono equivalere ed andie preferirsi a queUi fatti a spranghe. E poco dopo aggiunge , die le handeruole , le quali soglionsi porre sulle vette dei fabbricati , sono per se medesime vere uste di parafulmine e possono ser- vire a tal uopo. In seguito 1' autore dell' articolo sunnoml- nato fa conoscere i parafulmini economici che il sig. Ri- chardot vorrebbe adoperati pei piccoli casolnri, proponendo, die' egli , di erigere su di essi una pertica incatramata , col sovrapporvi una cannella di latta che termini in acuta punta, attaccando al basso di essa cannella un grosso filo di ferro scendente lungo la pertica fino a terra , emporio comune del fluido elettrico. Poscia nel giornale succitato si prosegne a dirci clie il fisico francese esorta di armare di tali paraful- mini i punti pill elevati del suolo, e di munire di piinte le croci e le banderuole dei campanili , Jacendole comunicare colla terra per mezzo di spranga o filo di met alio , e di mettere ancfie a profitto le lamine o foglie metalliche die sogliono coprire talvolta i campanili e le torri. II pubblico giudicbera se tale sistema possa chiamarsi nuovo dopo tutto cio clie abbiamo scritto nella nostra ]a folgore a rinserrarsi in uno spazio si angusto puo essere fa- ciluientc rimbalzata pel cammino da dove e venuta e daniieg- giare 1' edificio sul quale trovasi il parafulmine. Questo accidente ebbe luogo colla folgore die il giorno4 gennajo 18^7 colpi la torr« dflia lanterna di Geneva, dove il conJiittore , invece d' essere prolungato iiel mare, andava a mettere capo in una cisterna scavata nel vivo scoglio su cui e collocato quelf edificio. Veg- gasi intorno alia caduta di c[ue8ta meteora sulla torre nomi- nata, il ragguaglio dato dalla Biblioteca Italiana ( tomo 6,^.° ., quaderno di gennajo 1827, pag. l36) e da! Giornale di Pavia. II conduttore del parafulmine deve senipre internarsi nelle vi- scere della terra sino a porsi a contatto con uno strato umido di terreno clie la nietta in comunicazione con tutta la superficie terrcstre ; e qiiando sia possihile , nieglio d' ognt altra cosa sara di far immergere il coiiduttore in una sorgente d' acqua. Questi Bono i principj stabiliti da tutti i fisici delT universo , ai quali il sig. Ricliardot pare non esscrsi interamente appoggiato. 296 V A R I E T a'. Istruzione. A pag. 41 e 42 della medesima ci esprimla- mo in quest! precisi termini : « In Milano si potrehbe " fare un risparmio cli conduttori servendosi dei tubi nie- " tallici che dalle grondaje conducono le acque pluviali " sino al suolo, e di cui vanno ad essere fornite tutte »/ le abitazioni; e cosi con pochissima spesa tutte le case " di questa citta potrebbero essere munite di paraful- » mini. Farebbe d'uopo soltanto, per conseguire questo, " erigere le apposite spranglie acuminate, la base delle " quail comunicasse coi nominati condotti metallici: in tal " caso e indispensabile attaccare all' estremita inferlore di " questi condotti delle vergbe di rame clie s' internino nel " suolo o meglio in una sorgente d' acqua. " A pag. 91 della detta Istruzione soggiungiamo : " Anzi >' sulle aguglie , sui campanili e suUe cupole di non molta " estensione, che hanno alia loro cima delle croci, delle " statue o altri emblemi metallici, si potrebbe far a meno " della spranga , bastando soltanto una corda metallica , " che servendo di conduttore metta in comunicazione tali " oggetti col suolo, osservando per tali disposizioni le cau- " tele esperimentate e stabilite. Questo venne praticato dal " prof. Toaldo nel parafulmine posto sul campanile di " S. Marco in Yenezia, dove il conduttore partendo dal- " V Angelo , ch' e una statua di legno foderata di lamina " metalliche postavi in cima, discende nel suolo a parec- >i chi decimetri sotto il livello dell' acqua che facllmente " si trova sotto 11 suolo di Venezia : egualmente si vede >' sul campanile e sulla chiesa di S. Babila in Milano, dove » non vi sono spranghe acuminate , ma soltanto tre corde " metalliche , clie partendo dai tre oggetti eminenti e me- " tallici di quell' edifizio vanno a congiungersi in un sol " punto da cui parte un conduttore che s' immerge nel- " r acqua d' un pozzo vicino. " Alia pag. io3 facciamo notare che « per le piccole chiese » si potrebbe risparmiare la spranga del campanile, unendo " per mezzo d' un iilo conduttore la croce metallica , che " quasi sempre i campanili portano sulla loro cima, coUa " spi-anga piantata sulla chiesa come si osserva praticato >> sul campanile della chiesa di S. Bartolomeo in Milano. " Dopo tutto questo si noti che alia pag. 37 avevamo gia fatto osservare doversi n porre in comunicazione ( col con- " duttore ) le statue , le docce , le catene , le banderuole , " le croci ed altre consimili sostanze metalliche che fossero V A R I E T A. 297 » prominentl sul tetto dell'edifizio o dl notablle estenslo- i> ne •, poiche l''esperienza ha mostrato che quel fabbricati " che anche accidentalniente avevano unite ai coaduttori » discendenti fino al suolo le parti piii proniiiienti e com- » poste di materia metalliche non furono daiineggiate dal >i fuhiiine : tali sono la torre di S. Pietro in Ginevra ed » il famoso tempio di Gerosolima. " Inoltre alia pag. 8a avevamo altresi fatto osservare , che mediante iili condut- tori del diametro di circa 8 millimetri , si metteranno in comunicazione col conduttore principale tutti quel pezzi metallici d'nn' estensione notabile e juolto elevati sul piano del tetto, come sono le docce delle grondaje, le lamine di piouibo o di ranie die coprissero il comignolo dell' edifizio, le grosse chiavarde di ferro destinate a renderlo piii soli- do, le banderuole e le croci molto elevate e simili. Se questa comunicazione viene trascurata , potrebbe darsi be- nissimo il caso che la folgore cadendo sulF edifizio colpisca questi corpi metallici molto estesi e prominenti , pei quali , facendosi strada a traverso le sostanze coibenti che li cir- condano , essa porti danno all' edifizio. Non sono rari gli accidenti avvenuti per essersi trascurata questa precau- zione i e percio il professore Toaldo, nel munire di pa- rafulmine il campanile di S. Marco di Venezia , ha posto saggiamente in pratica tale precauzione \ la quale puo ve- dersi anche praticata sulla chiesa di S. Celso in Milano. Ecco la ragione, per la quale sin dall'anno 1826 incaricati dalla superiorita di visitare i parafulmini esistenti su al- cuni edifizj pubblici di questa citta di Mantova , noi pro- ponemmo di mettere in comunicazione col conduttore tutta r estesa lamina di piombo che copre la gran cupola di questa basilica di S. Andrea, onde porla in salvo dai danni della folgoi'e nel caso ch' essa ne venisse colpita. Per rispetto ai parafulmini econoniici di cui paria il sig. Rlchardot si vegga cio che aljbiamo detto alle pagine 74 e 75 ed alia nota della pag. 109 della nostra piii volte citata Istruzione. Noi (jui osserveremo soltanto che questa specie di parafidmini economici si trova praticata in Mi- lano sovr' alcune case non molto alte , come sui palazzi del Monte di Pieta e dell' I. R. Monte del regno Lom- bardo-Vcneto, e che inoltre e in uso in molti altri luoghi d' Italia , nel Genovesato, nel Luccliese , ecc. Termine- renio queste nostre osservazioni notando che le dottrine del sig. Rlchardot non sono oppoggiate ai pritlcipj stabiliti 2CJO V A R I E T X. dalt Accademia delle scienze di Parigi come nel Giortiale si asserisce ; ma bensi ai principj che i'uroao primieramente stabiliti da Franldin e Kmnersley in America , e poscia da Dalibard, Romas, Delor e Le Monaier in Francia ^ da Beccaria , Zanotti , Gigna e Volta in Italia ; da Canton , Wilson e Be vis in Inghilterra ^ da Winkler, Divisch, Bose e Gordon in Germania , dall' infelice Ricchmann in Russia, e vennero in seguito perfezionati dai fisici posteriori. NECROLOGIA. II 25 dicembre 1827, 4 ore dopo la mezzanotte , cesso di vivere in Roma , dopo Imiga e penosa malattia , T illu- stre matematico ed astronomo 1' abate Giuseppe Calandrelli , canonico della Basilica Lateranense. Egli era nato in Za- garolo a piccola distanza da Roma il giorno 22 niaggio dell" anno 1749. ^^ bmga vita di questo dotto e pio sa- cerdote fa impiegata quasi tutta a vantaggio della pub- blica istruzione , essendo egli stato uno dei professori cbe hanno piii contribuito a propagare Tamore e lo stu- dio delle scienze matematiche negli Stati romani. Uscito appena dai collegi e dai seminarj , ove aveva studiato in- defessamente per bene istruire se stesso , incomincio la luminosa carriera del suo insegnamento al pubblico. E pri- mieramente fu professore di lilosofia dai 1769 al 1778 nel eeminario di Magliano in Sabina. Quindi chlamato in Roma nell'anno 1774, dopo i cambiamenti accaduti nell' Univer- sita gregoriana del CoUegio roniano , vi fu dichiarato coa- diutore al celeb re padre Jacquier nella cattedra di mate- matiche pure -, e morto il professore di fisica abate Cavalli , ne sostenne lodevolmente le veci sino alia morte del Jac- quier, di cui fu successore in quella cattedra. Gosi coUo- cato egli ebbe campo di far meglio conoscere il suo valore e r ardente zelo clie lo animava pei progressi della scienza. Dopo di aver pubblicato varie Memorie interessanti di matematica pura e mista, dopo di aver registrato con as- siduita le sue osservazioni meteorologiche in corrispondenza deir accademia di Manheim sino dai 1781, dopo di essere stato il prime istitutore di parafulmini sopra i romani edi- fic] secondo i veri principj della neolisica , il Calandrelli ebbe nel 1787 la meritata compiacenza di dirigere la fab- brica della specola nel Collegio romano, della quale fu poi dichiarato direttore. E benche questo nuovo stabilimento fosse provvcduto diuiacchine e d'istroraenti dalla mimilicenza V A R 1 E T A . 299 del cardinal De Zelada , tuttavia mancando di ogni red- dito o dote il nuovo direttore adenipi al suo officio con taato disinteresse e tanto zelo, che furoiio faite a sue spese tutte le osservazioni , supplendo egli di sua borsa ad ogni bisogno della specola. Ma neiranno 1804 il Somtno Ponte- fice Pio VII non solo arricchi quello stabilimento di un maggior numero d' istromenti , ma gli assegno una suffi- ciente dote che fu poi aunientata nel 181 6. Per la qnal cosa le osservazioni non furono ma.i interrotte , e giunsero ad empire 8 volumi in 4.° stampati in Roma col titolo di Opuscoli astronomici , chiamato a parte di questo lavoro dal medesimo Culandrelli il suo coUega ed amico , il professore Andrea Conti , ed in fine anche il professore Richebach. Restituita nel 1824 1' Universita gregoriana, ossia Collegio romano all' antica sua ed originale istituzione , ne parti il Culandrelli assieme con tutti gli altri suoi coUeglii , i quali passarono nel collegio di S. Apollinare sino dall' agosto del i8a5 per ivi continuare il loro insegnamento. La bonta , la modestia e la dottrina del defuato professore lo resero caro e pregiato generalmente ^ e in ogni tempo , senza ec- cettuarne quello delle politiche vicende del paese , fu egli stiniato e rispettato come raeritava. Socio di molte acca- demie scientifiche, italiane e straciiere, e gia in possesso di una riputazione e di una stima generate, il Calandrelli fu innalzato dal regnante Sommo Pontefice Leone XII alia dignita insigne di Canonico della Basilica Lateranense nel- r agosto del iSaS, poco piu di due anni innanzi alia sua morte , compianta , benche matura , da ogni vero amatore delle scienze e da tutti i buoni. A V V I S O. Dal slg. Giuseppe Vallardi vcniamo avvcrtid , essergll per ora imposslblle il soinmiiiiistraTci le copie della vignetta da lui promessa, e da noi annunziata e de- scritta nel fascicolo dcllo scorso gennaj'o ,• esscndo che il sig. Brcgeaut , gid suo litografo , impresse appena le prime prove , alcune delle qiiali trovansi presso di noi depositate e visihili , e intcmpestivamente partita per Parigi sua patria. R. GinoNi, F. Carlini c I. Fumagalli, direttori ed ediiori. Pubblicato il di 27 luarzo 1828. Milano , dult I. R. Stampcria. ^ 1 1 Osservazioni meteorologiche fatte all'!. R. Osservatorio di Brera. FEBBRAJO 1828. M A T T I N A. Sera. C '6 N d Si 13 P « s S 0 i s S2 0 a Stato del cielo. - i 4) 6 .2 g Stato del cielo. j poll lin. 0 pull lin. 0 I 28 1^4 + 1,0 0 Nebbia 28 1,0 + 1,5 so Nebbia. 2 28 0,7 - 0,4 E Nebbia. 28 0,0 + C,0 E Nebbia. 3 27 9,2 + 1,3 E Nuv.piov.neb. 27 8,5 + 7'0 NO* Ser. nuvolo. U Sereno. " 4 27 11,0 + 6,0 NNNO* Sereno. 27 11,0 + 9,=^ NNO* 5 28 0,0 + 2,0 N E Sereoo. 28 0,1 + 5,8 E Sereno. 6 28 0,2 - c,o N Sereno. ^7 10,7 + 5,0 0 Sereno. 7 27 9,5 - 0,0 N Nuv. eer. 27 8,3 + 5,0 0 Sereno. 8 27 7i7 - 0,3 £ Sereno. 27 7,4 4 5,0 S E Sereno. q 27 7,4 + 1,3 E Nuv. neve. ^7 6,2 + 0,3 NE Nuv. nevoso. 10 27 5,8 + 0,3 S Nev..nuv.nev. 27 5,7 + 3,0 SE Nuv. nevoso. II 27 6,1 - 0,3 E Niivolo. 27 7,0 + 2,0 E Nuv. ser. 12 ^7 7,0 - 0,6 E Niivolo. 27 7,0 + 1,3 E Nuvolo. i3 27 7,3 -0,6 N E Nu.rot.nevos. 27 7,6 + 1,5 0 Nuv. neb. ser. 14 27 8,0 - 3,4 N Sereno. 27 8,0 + 0,3 s Ser. nebb. i5 27 7>2 -3,2 S 0 Nebbia. 27 6,8 - 1,0 S 0 Seieno. 16 37 6,4 - 3,0 E Sereno. 27 6,4 + 1,3 E Sereno. 17 27 ^,7 - 2,0 E Sereno. 27 7,0 + 2,0 S Sereno. 18 27 7,4 + 0,2 S Nuvolo. 27 7iP + 3,p S Nuvolo. IQ 27 5,1 + 0,0 SO Poc.nev. ser. 27 5,1 + 3,5 S 0 Ser.nebbioso. 20 27 6,0 + 0,6 E Nuv.nebb.ser. 27 6,3 + 3,8 S Nuvolo. 21 27 5,8 + 1,4 N Nuv. piovoso. 27 3,3 + 4,4 E Nuv. pioggia. 22 27 2,^ + 2,3 0 Pioggia. 27 1,8 + 3,5 0 Nuvolo. 23 27 3,0 + 2,0 N E Nebbio«o. 27 4,0 + 4,3 N 0 Pioggia. 24 27 5,3 + 3,5 0 Nebb. . .ser. 27 7,6 + 7,5 s 0 Sereno. 25 27 io,c + 3,7 N H 0 Sereno. 27 10,6 + 7,5 S 0 Nebb. ser. 26 27 10,4 + 2,2 Sereno. 27 9-S + 7,6 .s Sereno, 27 27 9,2 + 2,0 NN 0 Sereno. 27 9,4 + 8,8 N Seieno. 1 28 27 q,o + 4,c N 0 Ser.nebbioso, 27 9,5 + 9,0 S Nuv. neb.ser.j 29 27 9,0 + 3,5 N 0 Sereno. 27 5,4 + 9,0 S 0 Nuv. rotto. 1 Altezza mass, del bar. poll. 28 lin. 1,4 Altezza mass, del term. + 9,3 Quanti ta della pioi^gia e della neve liuee 3o,36. 3oi BIBLIOTECA ITALIANA PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. La Divina Commedia dl Dante Alighieri , gbusta la lezlojie del Codice Bartoliniano. Vol. Ill , Part. I. II. — Udine , 1827 e 1828 , pel fratelli Mattiuzzi , in 8.°, lir. i3,o5 ital.^ F opera completa vale lir. 24,05. Il ch. sig. Quirico Viviani ha compiuta la sua edi- zione di Dante ( cominciata gia sono cinque anni ) , con un grosso volume diviso in due parti , delle quali la prima si stende per quasi ottocento pagine , e la seconda va oltre alle trecento. Quest' ultima parte comprende un copioso Dlzionaiio etimologico , e tutti gV indici di storia , di geogratia o d' altro che mai si possano desiderare : la prima ( dopo una lettera del sig. Viviani all' egregio sig. marchese Giaugiacomo I Trivulzio ) contiene il Ragionamento dl Francesco Torti sopra Dante , tratto dal Prospetto del Parnaso italiano , poi un nuovo Comento storico di Ferdinando Arriva- bene , intitolato II sccolo di Dante. Quel ragionamento del Torti potcva , al parcr nostro , esser lasciato senza scapito del volume : non gia che noi lo reputiarao in tutto minore di quella lode che il Viviani gli ha conce- duta , ma j)erche la vera indole e i pregi e i difetti del poema dantesco dovrebbero avcrc sulTiciente spie- gazione ncl nuovo c lungo comento dcllArrivabene , Bibl. Ital T- '^TlY, 20 % 3oa LA DIVINA COMMEDIA ne c' era mestieri questa specie di prefazione. 01- treclie il discorso del Torti puo esser tenufo suffi- ciente quando si considera come parte di piu lunga opera ; ma riguardato da se solo , e dopo tanf abbon- danza di scritd su Dante , ci riesce ben picciola cosa. II comento storico dell' Arrivabene e diviso in tre libri , de' quali il primo e consacrato ai Monarchi europei ,■ il secondo ai Principi e Signori italiani ,• il terzo alle Repubbliche itallane ,• un quarto alia Repiib- blica fLorentina (i). Sotto questi diversi titoli TAutore ci vien raccontando la storia dei personaggi piu il- lustri mentovati dall Alighieri , i loro vizj , le lore virtu , la parte ch' essi ebbero nelle vicende italiane , e per quali cagioni e per quali fini il poeta o li caccio neir inferno , o li pose negli altri due regni descritti da lui nel suo mirabil poema. La conoscenza di questi personaggi e senza dubbio utilissima , anzi e necessaria all' intelligenza compiuta della divina corn- media ; alia quale si e detto sempre die la storia e il principale comento. E molti interpreti conoscendo questa verita gia soccorsero di storiche note i let- tori; ma quelle notizie isolate, brevissime conse2;ui- vano troppo di rado lo scopo , e pei molti errori , quasi diremmo tradizionali , a cui eran mescliiate perpetuavano molte fallaci interpretazioni , indegne deir alto senno di Dante. A toglier di mezzo si t'atti sconci penso 1' Arrivabene di tessere in separati ca- pitoli tante storie delle persone piu celebri nella Divina Commedia , e internandosi con diligente fatica nelle tenebre di quei difticili tempi , sparger di nuova luce non pochi luoghi rimasti oscuri linora , o veduti almeno sotto una luce non vera. Alia dili2;enza delle indagini va non di rado congiunta una sufficiente filo- sofia, la quale e tanto piu credibile quanto piu si tienc (i) Se alcuno si raaraviglia perclie abbiamo detto che il comento e diviso in tre libri , e poi ne abbiamo indicati quattro, sappia die la contraddizione e del volume e nou nostra. UI DANTE ALIGHIERI, CCC 3o3 lontana da speciosi sistemi : parecchie verita non mai svelate finora si fanno per se stesse palesi a chiunque si accosti al poema dcU' Alighieri niidrito di queste fondamentali cognizioni ; e molte cose tenute sin qui verissiine sulla fede di mold gravi scrittori , appa- riscono false per le diligenti investigazioni del nuovo comentatore. Questa guida , spesso chiara e sicura , nou lascia pero qualche volta di cadere anch' essa in dubbiezze od errori , e quivi appunto dove si fa a censurare chi T ha preceduto. II Perticari, accennando I'episodio di Francesca, avea detto : « Al fiero Gio- vanni Malatesta consorte ed uccisore di lei non per- dona ; non bada all' autorita di sovrano , ne al diritto di marito ; e benclie ancor vivo e potente e signore della vicina Rimiuo , gli grida da Ravenna che la Caina 1' aspetta. » Ma , soggiunge 1' Arrivabene , ne il duro caso avvenne in Rlmino , ne Giovanni fu mai signore di quella cittcl. Queste cose si leggono nella prefazione : quando poi 1' Arrivabene si fa a darne la storia di quella infelice bellezza, cita per disteso le parole di Giovanni Boccaccio il qual dice che Fran- cesca di Guido da Polenta fu data in moglie a Gian- ciotto ( o Giovanni Zoppo ) , figlio di M. Malatesta da Eimino , credendosi cUa in vece divenir moglie del bellissimo Polo ( o Paolo ) fratello di lui : che sdegnatasi dell inganno , e presa dalla bellezza di Polo , venne con esso in grande dimestichezza , ed essendo Gianciotto andato in alcune terre vicine per podesta , quasi senza alcun sospetto insieme comin- ciarono a usare : che essendo di cio avvisato Gian- ciotto , occultamcntc torno a Rimino , e quivi sor- prcse cd uccise gli amanti. E questo Gianciotto , dice ancora il Boccaccio, era uomo di gran sentimento, e speravasi dover lui dope la morte del padre rima- ner signore. Queste sono le parole del Boccaccio , allc quali f Arrivabene non contraddice , anzi le tra- scrive come autorevole testimonio. Ma come pote dunque dirsi da lui che il duro caso non avvenne in Rimino so Gianciotto dalle terre vicine torno a 304 \ LA DIVINA COMMEDIA Rimino e quivi scoperse \ infedelfa della moglie e ne fece la sanguinosa vendetta? Vero e bene clie in un altro capitolo in cui si parla dei Malatesta il nostro Autore cita F autorita di Teofilo Betti il quale « nelle » sue Memorie per la stoiia pesarese , mediante au- » tentico documento della diniora clie Giovanni Ma- » latesta , esule da Rimino , faceva in Pesaro , jjietese » provciJ'e che quella miserabile scena in Pesaro in- » travenisse. » Ma come s' accordano queste due contrarie autorita ? Perche V Autore non ha dissipate le tenebre di queste contraddizioni ? O se questo non era possibile , come surse con tanta franchezza a dir false le parole del Perticari , ed a citarle appunto in esempio degli strafalcioni piu solenni ne' quali cad- dero i piu de' comentatori ? Ma ne questa , ne altre somiglianti osservazioni son tali che valgano a diminuire i pregi di questo nuovo comento o T utilita che ne possono trarre gli studiosi; la quale utilita per altro non e cosi intiera come sarebbe necessario , e come forse 1' Autore si avvisa. Le illustrazioni storiche sono , senza dubbio , le note piu importanti delle quaii possa abbisognare ogni leggitore di Dante : sono utilissime a far cono- scere , come que' personaggi che il poeta o punisce o premia secondo il suo franco giudizio , non furon gia tolti a caso di mezzo ai molti che gli presenta- van le storie , ma eletti secondo la loro efficacia so- pra i costumi e le condizioni del secolo in cui eb- ber vissuto : sono essenzialissime a far conosccre clie I'Alighieri studiando profondamcnte la storia d' Italia, ed il viver privato e pubblico di ciaschedun citta- dino , giustilico in gran parte quel nuovo ardimento ch' ei prese di usurpar quasi i diiitti di Dio , preve- nendone le sentenze. Ma dubitiamo fortemeute se queste note cosi separate e disgiunte valgano a con- seguire quello scopo a cui \ Autore le indirizzo , vogliamo dire se valgano a far conoscere pienamente il secolo di Dante in tutte le sue relazioni colla Divina Commedia. I DI DANTE ALICniERI, eCC. 3o5 Primieramcnte ne pare che dalla lettura di questi separati capitoli noa possa cavarne un pieno con- cetto del secolo in ciii visse Dante , se non un let- tore gill niolto pill dotto e piu versato nella filosofia che non son quelli pei quali i comenti si scrivono. Per risalire dai particolari all' universale bisogna una lunga esercitazione , un giudizio che non si puo fa- cilmente presumer nei giovani , quando vedianio che in questa parte molti uomini pieni di grande dot- trina soglion cadere in errore o aggirarsi nell inccr- tezza. Poi dee riuscii'e diflicile die alcuno studii questo volume del sig. Arrivabene e se lo maudi a memoria per modo che , leggendo la Divina Corn- media , gli corra subito alia mente la spiegazione di cui ha bisogno , e la cpiale spesse volte si deve raccogliere da molti capitoli separati. Finalmente nel poema dell' Alighieri avvi senza dubbio una parte allegorica alia quale e pur forza accostarsi non di rado se vogliamo comprenderlo pienaniente. L' alle- goria fu quasi il carattere distintivo della pocsia nel secolo deir Alighieri : e questo autore il quale tutta ritrasse in se e nelle ,sue produzioni 1' immagine del- r eta in cui visse , come avrebbe potuto allontanar- sene in questa parte ? Egli niedesimo in piii luoghi delle opere sue ci a vverte , che la vera significazioiie delle sue parole bisogna cercarla piu addentro die nella scorza esteriore , e quasi c' indurrebbe a cre- dere ch' egli abbia dato a tutta la sua poesia il tri- plice seuso die allora si usava. Noi non ignoriamo le sottigliczze , gli errori e i fiiiitastici sogiii nei quali caddcro alcuni che troppo si abbandonarono a queste interpretazioni allegoriche : ma poiclie e certo che almeno una parte della Divina Commedia e scritta con questo spirito, pcrclie vorrem noi trascurare al tutto questo fonte da cui possono scaturire tante co- piose bellczze ? 11 dizionario etimologlco ripete in que- sto proposito molti errori dci vecclii interpret! , e dice , per esempio , die la hipa e posta d;\l jiocta a rappresentare I'avarizia, che il Icone e simbolo della 3o6 LA DIVINA COMMEDIA superbia , che la lonza e immagine dell' iuclinazione ai disonesti piaceri. Ma queste interpretazioni come si accordano poi colla filosofia spiegata in parecchi capitoli dair Arrivabene? o perche si ripetono , come sc fossero adottate dalT universale consenso , dope che tanti valenti scrittor-i le ban dimostrate false , puerili, indegne affatto di Dante? Non di rado poi le etimologie friulane toccano proprio i confini della stranezza. Noi crediamo adunque che il dizionario etimologico possa condurre soventi volte in errore : e die il volume del sig. Arrivabene , anzi che un comento , sia in vece un copioso materiale , ma quasi ancora indigesto , apparecchiato per chi volesse nuo- vamente comentar 1' Alighieri. Pero noi diciamo can- didamente che in luogo di questo immenso volume ci saremmo piu volentieri contentati a un discorso del sig. Viviani in cui fossero giustificate le varie lezioni del suo testo , mostrandone con ragioni di alta filologia, non solo 1' autenticita , ma T eccellenza ed il frutto che pud venirne agli studiosi della Di- vina Commedia. Vogliamo anche dire che i molti rimproveri fatti dalf Arrivabene al Perotti perche so- stitui il testo di Dante alia versione del Ginguene, oltre al parere ingiusti, sono anche stucchevolmente ripetuti. I nostri lettori si saranno accorti che noi siamo ve- nuti scrivendo alcune osservazioni suggeriteci da una rapida lettura , solo per far loro conoscere , quasi diremmo , all' ingrosso quest' opera , non gia per en- trare in un minuto e misurato rasiionamento. La Bi- blioteca Italiana si e mostrata piu volte caldissima ammiratrice dell' Ahghieri , e per quanto ha potuto ne ha promosso lo studio e la verace intelligenza. La somma di tutte le controversie agitate intorno a questa materia si puo ridurre a queste poche parole : Che la storia e il vero comento della Divina Com- media , come di tutti i grandi poemi versanti sopra argomenti nazionali , e fondati o innestati nella realta della vita. Supponendo che 1' educazione dei giovani DI DANTE ALIGHIERI, eCC. 807 abbia (come dovrebbe avere) per fondamento una pcrfetta cognizione della stoiia iiazionale , poche e brevi note posson bastai-e all' intelligenza di questa poesia : in caso diverso le ottocento pagine del sig. Arrivabenc , per quanto possan parere ad alcuni e lunghe e soverchie , sono ancora insufficienti alio scopo. Questa e presso a poco Y opinione alia quale si attenne sempre la Biblioteca : ma essa crede ora- niai di aver pagato anipiamente il debito della rive- renza a questo soninio poeta , e protesta clie senza grandi cagioni non tornera piti oltre su questa ma- teria. Quel nuovo splendore adunque aggiunto di fresco al giornale delle province venete , che scrive con peiina di feiro , e sa che i Lombardi guardano in cagnesco il P. Cesari , e converte in pentola a due muiiichi il tempio o la curia dei Fiorentini , non si adonti , ne si meravigli se noi non pi2;liamo battaglia con lui , nia lasciamo die cicaleggi a sua posta. Dov' egli , niostrando die noi siam caduti in errore , potra agevolare la vera intelligenza di Dan- te , noi vogliamo fin d'ora sapergli grado sincera- mente e rallegrarci con lui : delle molte puerili fa- cezie alle quali ci sembra inclinato , ne 1' Italia vorra ringraziarlo , ne noi possiarao sdegnarci. 3o8 PARTE II. SCIENZE ED ARTI MECCANICHE. Instltutioncs medicince practicce quas ad usum jtwentutis digessit Petrus Aloysius Valentini in Romana universitate professor^ etc. — Romce , 1828, ex typografia Contedini. Vol. 1.^ de febribus, in 8.° I n mezzo alia noja gravissima che reca 1' inverecondo cicalare dei molti medici d' oggidi , i quali preten- dono di onorare il secolo e la nazione con teoriclie e metodi die vanno spacciando per infallibili , non puo che rallegrare Y annunzio di un libro di raedi- cina scritto , come leggesi nella prefazioue , sulle orme dei veri maestri , e senz' amore di parti. Percio noi lo scorremmo avidamente , sperando di veder mantenuto cio che Y autore promette , e che noi cre- diamo necessario a ricondurre i traviati sul dritto sentiero dell' arte lunga e difficile della salute. Un tal bisogno sentono non senza pena e da molto tempo tutti i buoni medici; e sara certamente officio utilissimo e degno di pubblica riconoscenza quello di contribuire a farlo cessare coUa rettitudine dei consigli e dell' esempio. Che ormai non e piu sop- portabile il tono franco ed ardito, col quale parlasi di un' arte plena di tenebre e di miserie , e al di cui acquisto e breve la vita. L' esperienza dond' ella ha origine ed alimento , viene strascinata violente- mente e per oblique vie a sostenere opinioni alle quali ripugna ; i poclii casi che sembrano favorevoli u. si decantano con trionfo , e taccionsi o si negauo i ™ moltissimi avversi ; e si osa dare il nome d' induttiva a una dottrina medica nata in modo cosi diverso da quello di una vera e saiia induzione : quindi 1' abuse liSrSTITUTIONES MEDICINJE PRACTICE:. 809 delle parole e dell' ingegno e spinto al grado da nau- seare i piu indiffcrenti ; e forse diverra ben presto cosi grave e generale 1' aborrimento delle teoriche e dei sistemi in medicina da risospinger 1' arte al pretto empirismo. II qual danno non sara il peggiore che da siffatta nianiera di studio e di pratica medica possa temersi. Imperocche lo sfrenato dogmatizzare , a giudizio nostro, e ancor piu pericoloso dell' em- pirismo ; e sc r esperienza divisa dal ragionamento puo illudcre e dar causa a molti errori , dobbiam temere maggiori e piu numerosi inganni da ragio- namenti mal sostenuti o rigettati dall' esperienza ; e percio benche biasimevoli e dannosi entrambi , il medico empirico lo sara meno del soverchiamente ragionatore c dogniatico. Intanto non ci ha autore di sistema medico , co- meche stravagante , che non si appelli francamente air esperienza , e che non la vanti favorevole a' suoi principj. Tutti I'invocano, e tutti mostrano di va- lutarla, torcendola per ogni guisa a sostegno delle proprie idee. E vi riescono non di rado , ma per breve tempo , e presso gl' inesperti che facilmente cedono agli artilizj della seduzione : d altronde anche deir esperienza madre legittima e nutrice dell' arte si puo abusare con facilita, darne sinistra interpre- lazione , e confondere insieme la vera colla falsa. Ci sono pero regole e mezzi bastantemente sicuri per evitare 1' inganno ; e noi non dubitiamo di af- fermare , che ogni ragionamento in medicina do- vrebb' esser diretto e forse anche limitato all unico scopo di renderci sagaci e giusti interpreti dell espe- rienza , facendoci ben distinguere la falsa che illude col suo barlume , dalla vera che illumina col suo splendore. Ma tornando a parlar del libro die abbiamo an- nunziato , e il cui discorso preliminarc ci aveva solievato 1' animo a buonc sperauze , noi per amor del vero dobbiam confcssare, che prose2;uendone la lettura , rcsto dclusa la nostra cspcttazioue, L' autore 3lO INSTITUTIONES MEDICINJE PRACTICE. ne sembra un medico dotto ed esperto , e certamente alieno dalle clamorose teoriche del giorno d' oggi , e dal metodo pratico clie da quelle e derivato. Cio non ostante il suo libro non presenta cosa d' impor- tanza ; e pud esser considerato qual compilazione male accozzata di cio che si legge ne' libri piu co- rauni di medicina , e specialmente in quei dell' illu- stre Borsieri. Sono molte le cose inutili die vi si contengono , non poche le importanti die lascia a desiderare; esso contieue inoltre alcune inesattezze, che andremo mostrando. In somma e un libro pel quale la gioventu medica potra esser tenuta all' oscuro delle recenti famigerate teoriche , ma non posta in chiaro dei veri e solidi principj dell' arte che piu interessa d' inspirarle nell' animo. I vizj e i peccati degli umori vi sono nominati troppo spesso e in modo troppo generico ; e benche noi non siamo del numero di coloro che li vorrebbero assolutamente inerti e passivi , e senz' alcuna capacita a produr malattie , non sappiamo tuttavia imitar gli altri , che senza sufficienti prove o indizj si compiacciono di accusarli arbitrai'iamente o per sola prevenzione di una quantita inlinita di vizj e di peccati. 11 primo volume pubblicato sinora offre il trattato delle febbri ; morbo frequentissimo , come ognun sa , e di specie t-^nto diversa , che se ne desidera ancora una giusta ed esatta delinizione ne' libri i piu accreditati di medicina per confessione quasi generale dei medici stessi. La qual cosa dovrebbe inspirare molta ritenutezza e modestia ai giovani cul- tori deir arte , facendo ad essi conoscere anche per questa parte quanto sia ella povera ed oscura , e quindi quanto le disdica quel tono di franchezza e di presunzione che distingue una loro numerosissima classe. L' autore impiega molte parole a mostrare r inesattezza della definizione che hanno data della febbre alcuni famosi scrittori di medicina, e special- mente Gioan Pietro Frank e Curzio Sprengel^ il qual ultimo, a dire il vero, ne ha data una tanto ipote- tica ed inesatta da farsi rigettare general mente senza INSTITUTIONES MEDICIN/E VRACTICiE. 3ll bisogno di niolte parole. II nostro autore neppur e contento, c con nioka ragionc , dclla deCinizione che ne da egli stesso. Senibra di fatto che con essa abbia voluto indicare piu la sede che la forma e la natura propria del morbo ( difetto comune a mold altri scrittori di medicina), poiche ne dice essere la febbre una morbosa affczione del sistema nervosa ed inita" bile , che trae in consenso inolte parti del corpo , e che percio non vi ha fanzione die non possa essere offesa dalle febbri (i). A noi pare, se mal non ci apponghiamo , di aver letta ultimamente la piu sod- disfacente definizione della febbre nelle opere me- diclie del cli. Giuseppe Frank, ove dice (2) consi- stere la febbre in un allontanamento dallo stato natnrale tanto del calore animale che dei batdti delle arterie , essendo lese al tempo stesso alcune funzioni. Impe- rocche la piu esatta delinizione del morbo dovra reputarsi quella, che in poche parole lo dipinge alia mente, e lo fa riconoscere in qualunque stato e sotto qualunque specie esso siasi. Noi vorremmo soltanto per maggior precisione aggiunte alia parola allonta- namento ( deilexio ) il piii delle volte per eccesso , poiche non puo negarsi che questo allontanamento consista assai spesso , e si potrebbe dir quasi sempre, in un eccesso di calore e di polso, donde il morbo ebbe nome presso molte e diverse genti , benche varic di lingua. Intanto la parola generica di alte- razione , allontanamento , defiexio a naturali statu esprime egualmente il difetto che f eccesso, conviene alio stadio del caldo come a quello del freddo feb- brile, indica Ic febbri inliammatorie non meno che le nervose , ossiano quelle nelle quali , scemate le forze vitali, appariscono il polso ed il calore al di- sotto dello stato naturale. In quanto alia divisione delle febbri ( poiche sti- miamo inutile il discorrere intorno alle diverse ipotesi immaginate per istabilire la loro essenza o causa (1) Fag. 17. (2) Praxeos medicine universae preecepta , vol. i.°, pag. ao5. 3l2 INSTITUTIONES MEDICINiE PRACTICjE. prossima come la chiamano i medici ) , a noi non piace quella adottata dair aiitore , benche comune a mold altri scrittori, in febbri cioe intermittenti , con- tinue cominentl e continue remittend. La piu naturale divisione delle febbri e la piii utile per il medico pratico sembra quella di febbri periodiche e continue. Le prime uascono sempre dalla stessa causa e ri- chiedono lo stesso rimedio : sebbene diversissime in apparenza pel diverso tipo, pei diversi sintomi e pel diverso grado di pericolo che le accompagna , sono sempre della medesima natura; e la differenza delle loro forme sembra unicamente dovuta alia differenza degV individui , e forse anche alia diversa forza con cui la medesima causa agisce sopra di essi. Non cosi le continue , che sogliono nascere da diversissime cause , presentare differente natura e cai'attere , e richieder metodi di cura tanto diversi , che potreb- bero essere anche opposti , giovando nell' una quello che nuoce nelf altra. Ma non e sempre facile il co- noscere e distinguere le febbri periodiche dalle con- tinue , poiche vi sono delle periodiche con apparenza di continuita , e viceversa vi sono delle continue con aspetto di periodo. 11 medico pratico ha gran bisogno di non lasciarsi illudere da tali apparenze , riconoscendo sempre per le debite vie le vere pe- riodiche , e distinguendole dalle vere continue sotto qualunque velo o maschera si coprano e si nascon- dauo. Intanto le febbri periodiche o sono con in- tervalli di perfetta intermissione , e chiamansi inter- mittenti , o non lasciano mai 1' infermo perfettamente libero sino a tanto che durano, crescendo soltanto e decrescendo con periodo accompagnato da segni e caratteri proprj , e allora diconsi periodiche remit- tenti , ed anche , secondo le particolari circostanze , subcontinue, subentranti ecc. Tanto le une che le altre, poiche derivanti dalla stessa causa e dotate della stessa natura , richiedono il medesimo rimedio , la corteccia peruviana. Per cio che appartiene allc febbri continue, siaci permesso di dichiarare che non ci aggrada 1' epiteto \ INSTITUTIONES MEDICINJE PRACTICE:. 3l3 di continenti adottato dal nostro autore sull' esempio altrui ; e perclie teniiamo che possa dar luogo ad equivoci , e perche siamo sicuri che non havvi f ebbie cui possa conipetere tal nome nel seaso di alcune scuole ; giacche per continua che siasi una febbre , presenta sempre delle esacerbazioni e delle remis- sioni bastantemente chiare nel giro delle 24 ore. Quindi la sola mancanza del periodo preceduto , acconipagnato e seguito da certi particolari segni , senibra esser cio che costituisce la continuita delle febbri. La remissione convicne in generale tanto alle feljbri continue che alle periodiche , ma in mode cosi diverso che si possono ben conoscere e distin- guere le une dalle altre per apprestare a ciascuna gli opportuni riniedj. II nostro autore divide in 4 generi , che iniproprianiente egli chiaina specie , le sue febbri continue continenti , in sinoca cioe , in nervosa , in sinoco e in febbre etica , suddividendo poi in diverse specie i medesimi generi. Ognuno che abbia esperienza di medicina conoscera bene, che specialmente alcune delle suuimentovate febbri sarebbero meglio collocate tra le continue reniittenti senza manifesto e vero periodo ; giacche se la con- tinuita apparisce qualche volta nelle periodiche , una larva di periodo accompagna spesso le continue ex. gr. le gastriche , le reumatiche ecc. senza che percio resti punto alterata la natura di queste febbri. Ne mancano al medico pratico sussidj bastantemente sicuri per distinguere le une dalle altre febbri in mezzo a sillatte larve che potrebbero facilmente illu- dere i meno esperti. Le istruzioni che leggonsi ne' libri di varj ilhistri scrittori di medicina, e specialmente in c^uei di Gullen bastano all' uopo; cd ogni medico, massimamente in certi luoghi , come quello ove di- niora 1' autore, sentira spesso il bisogno di ranunen- tarle al letto dell' iufermo per non preudere a curare una febbre per 1' altra , illuso dalle fallaci sembianze di periodo nelle febbri continue , e da quelle di continuita nelle periodiche. 3l4 INSTITUTIONES MEDICIN;E PRACTICJE. Reca meraviglia il lungo discorso dell' autore in- torno alia febbre gialla die una sola volta e comparsa in un porto d' Italia , eh' egli non vide niai, e die tuttavia ha volnto annoverare tra le febbri nervose o tlfiche com' egli le chiama, benche attribuisca ad esse in generale una diatesi adinamica o ipostenica. Per niun' altra febbre continua , benche assai piu. frequente tra noi, e percio piu degna di conside- razione e di studio, s' impiegano tante parole come per la gialla. Tanto e vero che gli uomini sono na- turalmente inclinati a parlar molto delle cose che non vedono e non conoscono ! Intorno alle febbri intermittenti maligne o perni- ciose non omettiamo di avvertire , come cosa di grandissima importanza , che l' apiressia o perfetta intermissione non e cosi propria ed essenziale di queste febbri , che ove manchi , non si abbiano quelle a riconoscer per tali. Spesso le periodiche sono perniciose e fatali senza essere intermittenti , presentandosi ora sotto 1' aspetto di continua quoti- diana ( amfimerina ) , ora sotto quello di continua terzana ( triteofa ) , e piii spesso sotto forma di siib- contimta. Percio non possiamo lodare la divisione delle febbri perniciose tratta dalla ditferenza del loro tipo , e crediamo che sarebbe stata piu. ragionevole ed opportuna f altra che ad un tempo e la piu se- guita , la quale nasce dalla differenza dei sintomi , dond' esse tra^ffono le diverse denominazioni : tanto piu che la dilferenza del tipo non porta seco nota- bile diversita nel metodo curativo , come ben la porta, almeno in quanto al parossismo, la differenza del sintoma terribile, che imprime alia febbre il carattere di perniciosa. Quindi noi siamo piu sod- disfatti della denominazione adottata dai veri maestri e seguita dal maggior numero, di perniciosa ex. gr. Cardialgica , collerica , letargica , algida , ecc. che di perniciosa quoddlana , terzana , quartana. 11 nostro autore versato , e non mediocremente , neir istoria della medicina e dei medici , ci ripete che rarchiatro di Filippo 11 Lodovico Mercato e state INSTITUTIONIiS MEDlClNiE PRACTICjE. 3i5 il primo a conoscere e a manifestare le febbri pe- riodiche maligne o perniciose. Dopo di aver fatta simile confessione , sembra che in un certo modo abbia voluto porsi in contraddizioue con se stesso soggiungendo nella medesima pagina 122, che Laz- zaro La Riviere o Riverio medico francese le mani- festo prima del Mercato : sono parole delT autore : intei' eos qui ante Mercatum fcbres iiiterinittentes ma- lignas revelarunt , quin ad remotissiinam coiiscendamus andquitatem , receiisendus est Lazarus Riverius : e ri- porta tali squarci di questo scrittore da noa far punto dubitare che abbia cestui perfettamente cono- sciuto le intermittenti maligne specialmente con tipo di terzana. Ma e poi vero che il Riveiuo sia ante- riore al Mercato , e die prima dello Spagnuolo abbia indicato silfatte febbri ? Per verita 1" isioria ce lo indica posteriore di circa un mezzo secolo , coUo- cando il Mercato tra i medici del secolo XVI quan- tunque abbia continuato a vivere altri anni dopo quel secolo , ed il Riverio tra quei del serolo susse- guente, benche nato sul Hnire del XVI secolo, quando il Mercato era gia vecchio e al colmo della sua fama. D' altronde 1' opera del medico spagnuolo intorno alle febbri fu pubblicata sino dall' anno i5o3, e qnella del medico francese non prima del 1648. Se il nostro Torti assicura , che senza conoscere il libro di Ric- cardo Morton sulle febbri egli curava in Italia le perniciose collo stesso metodo adoperato dal Morton in Inghilterra e con un medesimo successo , noi gli prestiamo fede , perche erano scrittori contempora- uei, e perche fegregio medico italiano spargeva tanta luce intorno alia natura e al metodo curativo di queste terribili febbri da non aveie ad invidiare i primi cenui che ne aveva gia dati il benemerito dottore inglcse. Ma che il Riverio posterioi-e al JMer- cato di circa 5o anni abbia potuto prevenire il medico spagnuolo nel manifestare le febbri periodiche ma- ligne o perniciose , noi non possiamo crederlo cosi di leggieri, ne sappiamo che altri abbia cio asserito prima del nostro autore. 3i6 Biblioteca agraria , ossia raccolta di scelte istruzioni economico-rurali , diretta dal sig. dottore Giuseppe MoRETTi , P. P. di economia rurale e supplente alia -cattedra di botanica nelV I. R. Universitd di Pavia. — Milano 1 1826-182,8, presso Franc. Ep. Artaria, editore, ed al negozio di libri di Antonio Fortunato Stella e figli , in 1 6.°, con rami (*). Xn una regione qual e \ Italia , die ritrae le prin- cipali sue ricchezze dal suolo , non ci ha dubbio die grandemente commendare uou si debba ogni divi- samento, ogni opera die valga a perfezionare ed a rendere senipre piu profittevoli i diversi rami del- r agricoltura. Meritano quindi ed applauso ed inco- raggianiento quegli uomini die si fanno a divulgare le opere de' piu rinomati scrittori di questa scienza, e ad esporre alia comune notizia cio die di piii utile e di piu importante vien suggerito dalla replicata esperienza, e somministrato dalla chimica, dalla iisica e dalla meccanica , scienze die la base formano delle agrarie teorie. E grande certamente e a' di nostri la copia di erudite opere elenientari e di bellissimi trattati, non piccolo il nuniero di scritti periodici e di atti accadeniici , quasi innumerabile pur la serie (*) Soiio pubbllcatl i seguentl volumi : Vol. I." Chimica agraria, a centesimi 16 al foglio di 16 pagine ital. lir. 2. 38 " 2." Concinii e fisiologla vegetabile " ^. <)6 >> 3." e 4.° Elementi di agricoltura pratica . . " 7. 97 » S." e 6.° Corrispondenti al i .° e a.° della Guida deir ageiite di campagna . . . " i3. 20 7.° Sugl' insetti nocivi " 3. 78 8.° L' Ortolano istruito " 4. — • 9.° Della caccia " 3. 94 Importo per gli associati a tutta la llaccolta ital, lir. 39. a 3 BIBLIOTECA AGUARIA, CCC. Si/ tli articoli e di Memoric intorno all' economia rurale. Ottimo fii quindi il divisamento di raccogliere quasi in nil sol corpo tutto cio che di piu bello ti'ovasi in si ubertosa messe , dando la preminenza a quelle cose, che piu giovar possono alia cultura della peni- sola nosti'a. Con si fatta collezione viene a sceverarsi cio che di nieglio contiensi nella farraggine di tanti scritti , e si provvede a qucgli agricoltori die per la tenue lor fortuna procacciarsi non possono grande suppellettile di libri : nierce poi dell' italiana ver- sione si fan conoscere le migliori teorie e pratiche degli oltramontani anche a que' nostri agricoltori, che per avventura attignere non le potessero nelle lin- gue straniere. Tale appunto fu il divisamento del sig. prof. Mo- retti neir accignersi a coniporre la Blblioteca agraria. E di fatto appena pubblicati i prinii volumi , non furono ne lenti , nc scarsi i giornali scientilici a tri- butargli le ben meritatc lodi. A noi parve cio non ostante , che , a ben ragionarne , convenisse attendere che un sufficiente numero di volumi uscito ne fosse , siccome avvertimmo altrove. E cio ora imprendiamo a fare da che ben sette volumi veduta hanno la luce , esponendone il contenuto , e schiettamente ragionan- done come dalla coscicnza nostra ci vien clettato. Stabili il sig. prof. Moretti di comprendere tutta la materia agraria in dodici trattati. I primi otto sono stesi coll' ordine stesso , e sul principio me- desimo delle Iczioni di economia rurale da lui det- tate j)er ben sedici anni dalla cattedra , coope- randovi per 1' esposizione e per 1' ampliazione delle materie il sig. dott. Carlo Chiolini , alia cui scelta noi non possiamo che applaudire. Vennero essi trat- tati cosi stabiliti : i .° Elcnicnti di (tgricoltura tcorico- pratica ; 2 .° L! ortulano istndto , ossia i metodi pratici per la cultura degli oitaggi,- 3° If aniator giardiniere , ossia il metodo dt coltware i giardiui botanici ; 4.° Sugli albcri fruuiferi e boschivi ,• 5.° La patologia ve- getabile ; 6.^ Degli animali dorneiUci ; 7.' Vcl mudo Bibl. Ilal. T. XLIX. 21 3lO BIBLIOTECA AGUARIA, CCC, dl fare il formaggio , i^ini ed altre sostanze che si ot- tengoiio dcd prodotti delta ccanpagria , come I aceto , il inosto , il verderanie , ccc. ; 8.° Dei bachi da seta e delle api , con aggiuntd. di un breve saggio sulla caccia e sulla pesca. II mamiale del filatore , che fara parte di questo trattato , saia opera del sig. Fi-an- cesco Gera , e il Saggio sulla caccia e sulla pesca e del sig. Bonaventiira Crippa. I trattati 9.° De' servi^ prediali , legali , coiwenzionali si delle terre che dei fabbricati , fuori delta materia delle acque , per quanta concerne lo stabdiinento , la conservazione , V use e la difcsa si giudiziaria che stragiudiziaria dei medesimi ,• 1 o. Dei diritti legali e convenzionali delle acque,, per quanta concerne la loro acquisizione , la loro conser- vazione , il loro uso , il loro commercio e la loro di- fesa si giudiziaria che stragiudiziaria , vennero appo- statameiite scritti dal sig. prof. G. D. Komagnosi , e r ii.° Sull' amnunistrazione rurale dal sig. Mel- chiorre Gioja-, il 12.° Delia stima dei terreni^ e del modo di levare e disegnare le mappe , spettando cio che e di aritmetica e di geometria al sig. prof. G. Astolfi. Noi non accertiamo che una silFatta distribuzione vada scevra di mende. Le riflessioni pero, cui da- rebbe luogo , saraniio da noi apposte a que' mede- simi passi da' quali verranno a parer nostro sugge- rite. Intanto vorremmo che ci fosse permesso di esporre un dubbio nostro , ed e , se il nome ampio di Bihlioteca agraria regger possa con quello di Rac- colta di scetie istruzioni economico-rurali, E poiche siamo sui dubbj , diremo ancora che non ci pare fuor di proposito il dubitar forteniente, se lo scopo prefissosi dal sig. direttore di essa Biblioteca ottener possa il perfetto suo compimento ; « se possano , » cioe , per suo mezzo passare le cognizioni agrarie, » lucide nella menioria cosi degli studiosi , che dei » semplici agricoltori da rimanervi abbastanza im- » presse ( pag. 7, torn. i.°), » Imperocche non sa- premmo assicurare che il semptice agricoltore , il cui maximum della letteratura cojisibte nel saper leggere, BIBLIOTECV ACR\RIA, CCC SlQ senza pur intetidere talvolta cio ch' ei legge , voglia comprare e leggere la Bihlioteca agraria , piena di cose e di nomi di chimica , di fisica e di botanica , di fisiologia, di patologia vegetabile, di mineralogia, geo- metria, ecc. , nomi alFatto arabi per lui, siccome astrusi riuscir gli debbono ancora i dettati di un Gioja , in- concepibili cjuelli di un Romagnosi. Diversi esser vo- gliono i bbri per le pcrsone die nel santuario delle scienze e delle lettere han innoltrato il piede , o vi sedono , da quelli per coloro clie appena vi si ac- costano : cio che vale per gli nni e alFatto disadatto agli altri ; sicche a ciascuna classe e d uopo una spe- ciale e diversa foggia , un pascolo sue proprio par- ticolare. I quattro primi volumi racchiudono gli Elementl di agricoltiira teorlco-piatica ; ed un frontespizio di- stribuito dopo 1' uscita del prinio ci fa avvertiti , es- sere compilati dai signori dottori Morctti e Chiolini. La materia di essi Elementl e tratta in non picciola parte da quelli di economia rurale del Trautmann , dalla Chimica agraria del Davy , dalla Chimica appli- cata all agricoltura di Chaptal , dalla Guida alio stu- dio dclla chimica generals del prof. G. BrugnatelU , ed anche dal Coiirs complet d' agriculture , etc. , on dictionnaire universcl , etc, del Rozier. Tali elenienti veggonsi ordinati secondo la glnsta via che tener vuolsi nello studio a2;rario. Tre sezioni ne fecero i dotti compilatori. Presentano nella prima la chimica agraria ; la fisiologia vegetabile nella sc- conda ; f agricoltura pratica nella terza. La sezione prima va sino a mezzo il secondo vo- lume , onde a noi pare die sia forse un po' troppo prolissa , cadendo alcuni articoli in troppo minute particolarita , come per esempio alcune parti di ([uelli del capo 111 in cui si discorrc de corpi seniplici e com- posti che influiscono sulla vegetazione , troppo minute sembrandoci le discussioni sul calorico e snlf elettrl- co , mentre a parer nostro basterebbero le nozioni c proprieta lore generali date come gia stabilitc. 320 BIBLIOTEGA AGRARIA , eCC. Con buon disccrnimento e con giuste nozioni si vede compilato il capo IV Sulla natiira , sulle dlfferenze e sidle proprietd e fertdltd dei terreni. Ben delineata e r idea generate delta costituzione geologica dei monti detV Italia, e la detlnizione apposta alle diyerse so- stanze e ne' giusti conl'ini , e mentre agevola T intel- ligenza , mostra la necessita in cui T agrononio tro- vasi di avere alcune nozioni di mineralogia. Intorno alia giacitura delle loccc vuolsi nondimeno accennare essersi dai compilatori errato con Welden , assegnando alia parte superiore del monte Rosa la roccia niicacea quarzosa alternante qua e la collo gneis ambe oriz- zontalmente stratilicate , poiche la niaggior parte di quel superbissimo monte e gneis piu o meno micaceo, ed anclie granito a due o tre coniponenti ; della roc- cia niicacea poi , o per nieglio dire degli scliisti mi- cacei e degli scliisti argillosi non ne sorgono in alto che qua e la masse fornianti particolari rilevature , e gli strati tutti variano nella direzione sin quasi ad averla verticale. Piu esatto pur sarebbe a parer no- stro r articolo 2.° clie tratta delV origine e della for- mazione de terreni , se a decomporre le rocce e gli strati die la base formano del nostro globo , e da cui viene certamente la produzione dei terreni, oltre air aria, allacqua, alle alluvioni , al naturale disfa- ciniento , all' azione ineccanica de' vegetabili ed alle forze deir uomo si desse anclie al calorico, all'elet- trico ed alia luce , ed al moto intestino la parte che | ben ne hanno. Bla un compenso a queste leggiere j omniissioui ci viene tosto presentato nell' articolo 3.° j delle composizioni dei suoli cottivahiti e delle toro dif- ference ^ le quali cose vi sono benissimo discusse e i sovra ottinii principj fondate. Ncl sussegueute pero I che discorre delle maniere di conoscere i terreni^ art. 4.°, avremmo amato die in vece di riportare le diverse analisi chimichc de' diversi autori, si fosse fatta co- noscere la piu facile e sicura di esse , quella cioe eh' era la piu siifficiente e la meno imbarazzante. Noi trapasseremo Tart. S° de miscugli terrosi , il 6.° RTBLIOTECA AGRARIA , CCC. 321 della fcrtilitd meccanica e chimica de' terreni , lodan- (lone i semplici e savj precetti in essi contenuti. Qui ha termine il tomo primo. II secondo inco- niincia col capo V clie tratta de concinil , e die in dodici articoli e diviso. Qiiesta importantissima parte deir agricoltura vi e ampiamente discussa : nia chiun- que non sia all'atto nuovo in tale materia ben s' ac- corge , clie in mezzo a quelle tante riportate cose man- cano alcune nozioni, delle quali in fatto di concimi non andiamo povcri , ed in line hen sente che piii breve, piu succosa e di ma2;gior vantag2;io essere po- teva questa parte coll' attignerla alle eccelleuti opere di Davy , di Chaptal e di Gautieri ( il quale ben classifico e distrihui essi concimi ) , non che col va- lersi delle belle osservazioni di Gazzeri, diTaddei, di Guerrazzi e di Lambruschini , de' quali alcuni ap- pena venner rammemorati , altri obliliati. E tra i tanti ingrassi riportati dal Gautieri , e de' quali i compilatori nostri non fecero cenno , non possiamo non fare le maraviglie soprattutto per rispetto a quelli risultanti dalla mischianza di calce e di so- stanze escrementizie animali , dette da' Francesi poii- drette , e tanto un tempo in voga , e che or pure da taluno si vorrebbe richiamare in uso , non che degli urati calcari de' quali trovansi fabbriche e de- positi in 'Vienna ed in Milano. Ma piu oltre noi non andremo. Due tavolc in ramc corredano questo capo de' concimi , delle quali 1' una mostra la macchi- na per ridurre in pezzctti le corna e le unghie degli animali, e 1' altra rappresenta il serbatojo dei letami. Sezione seconda. Fisiologia i'egetabile. In sette capi sta ripartita questa seconda sezione. Da il primo capo le nozioni preliminari , in due soli articoli , de' quali il primo tratta delle distvibuzioni degli esseri naturcdi. Vengono in esso presentate le distribuzioni antichc e moderne, senza per altro che il lettore saper possa a quale si attengano i compilatori. La definizione del vegetabilc c della fisiologia forma il soggetto del 2." ar- ticolo. « II vegetabile puo deiuiirsi (cosi i compilatori) 322 BIBLIOTECA AGRARIA , CCC. » un essere organico vivo che si nutre approprian- » dosi dair esterno i necessarj alimenti , assorbendoli » merce la forza sua vitale d' intorno a se stesso » per le boccucce o serbatoj sparsi nella sua su- » perlicie , e privo della facolta del senso e del moto » volontario. » Le definizioni sono sempre la difficil cosa , e Platone in tutta la sua sapienza ne fe' prova. Non sarebbe quindi maraviglia se questa del vege- tabile fcsse trovata d' alcun che inancante , e non appagasse. E in vero a ben considerarla puo dar luogo a confusion! ed equivoci. E pare a noi ch' essa potrebbe , per esempio , fare un vegetabile di un ani- male che in forza di nialattia perduto avesse Y uso de' sensi e del moto volontario , e che per accidenti pur morbosi e che pur succedono, non avesse altra via di nutrirsi che pei pori della cute, cio che tal- volta pur avviene , siccome ne fanno testimonianza gli annali niedici. hi queste sorta di delinizioni fa d'uopo ricorrere ai principal! caratteri di cio che vuolsi de- finire, caratteri che in chiaro modo il diversitichino da ogni altra cosa con cui potrebb' essere confuso. Piu agevole riesce sicuraniente il definire la fisiolo- gia de' vegetabili per quella scienza cc che c' insegna y^ la struttura , e ci scopre il modo delle funzioni » vitali delle piante. » Dee 1' agrononio studiarla profondamente onde ben conoscere quale sia il sog- getto delle cure e nieditazioni sue. E siccome la prima cosa nello studio del vegeta- bile e il cercar di conoscere i suoi dementi ; quindi de principj elementaii chimici ed organtci del vegeta- bili tratta il capo II. Perche la cosa ne sia ben chiarita parlasi in un prirno ardcolo dei principj ele- mentari chimici ossia Temod, i quali diversi sono, perche la terra , \ aria e 1' acqua sono i grandi ma- gazzini donde i vegetabili li traggono ; in un secon- do , de' principj elementari organici ossia immediad , veri risultamenti del processo vegetativo , i cui ele- mentl riduconsi al carbonio , alT idrogeno , all' ossi- geno ed all' azoto. Dal concorso di tutti o di parte BIBLIOTECV AGRARIA, CCC. SsS di essi e dalle svariate proporzioni loro risultano i diversi vegetabili e le diverse st)stanze da lor pro- dotte, siccome lo diniostra T analisi chiinica che dai Compilatori vien riportata. Capo III Delia forma ossia de caratteri estcrni del vegetabili ,■ Capo IF del tessuti elementari , cioe cel- liilare e vascolarc ; Capo V della strntmra e delle funzioni delle parti destiiiate alia cojiservazione del- V individuo ; Capo VI parti destinate alia propa- gazione della specie. Queste essenzialissime nozioni sono esposte con chiaro e preciso niodo in altret- tanti ardcoli ; solo sarebbe stato desiderabile che per maggior intelligenza de' non molto istrutti agro- nomi vi si rinvenisse anrhe il nome vernacolo delle diverse parti de' ve2,etabili. Dai semi vengono le piante. Esse cominciano dal germogliare : a quest' uopo concorrono pressoche soli r ossigeno , il calorico e 1' accpia , e ben 1' esposero i nostri Compilatori nell' articolo i.° del capo VII , che ha per titolo della vegetazione. Appena il ger- mogliare ha aviito luogo , ed appena la pianta niette le prime barbe nel snolo , e le prime foglie dispiega , tosto e con cpielle la linfa che dee far nutrimcnto , con queste il gas ossigeno ed il gas acido carbonico e r umidita dell' atmoslera. La qual linfa o sugo non e gia che si riuvenga bello e formato , ma e tiitto opera delle radici , che lo traggono dalle diverse sostanze presentate loro dal suolo. Fanno lo stesso ■ ullizio che fa il tubo digerente negli animali. Le fo- glie servono quasi di polmoni ; poiche se il polmone estrae 1' ossigeno e tramanda il carbonio , le foglie assorbono il carbonio del 2:as acido carbonico ch' e neir atmosfei'a , e vi rigettano f ossigeno con iin po' di azoto; specialmente durante la notte e ad alta tempcratura al par delle radici , e di tutta la super- ficie della pianta suggono il gas ossigeno diretta- niente dalf atmosfera. Dal che ben puossi rilevare , non essere sano il dormire che alcuni fanno in ca- mera ove sieno vasi , in cui vegetino e pianticelle 3a4 BIBLIOTECA AGRARIA , eCC. e fiori. II farsi e girar della linfa ampiamente e tli- mostrato nell' articolo 2° : quel processo per cui r ossigeno e separate dal carbonio e diffuso nell' at- mosfera , e chiamasi respirazione nel 3.°; e come di per se la pianta un interna temperatura si produca nel 4.° ; parendoci per altro die meglio forse sarebbe stato r intitolarlo della temperaUira propria de' vegeta- bili, anzi che del calore. L'eseguirsi delle assimilazioni vien mostrato nel 5.° articolo appellate della nutii' zione , e nel 6.° la propagazione della specie. Soltanto della naturale vien qui discorso , poiche della pro- pagazione artificiale ci avra un particolare articolo. Recasi finalmente nell articolo 7.° la durata delle pian- te , donde il nome esse pigliano di annuali , l)ienni o perenni. Racchiude il capo 8.° la distribuzione delle piante in classi secondo il sistema sessuale, ponendosi qui termine alia parte teorica. Lo che in istretto senso uon potrebbe dirsi, poiche dalla parte teorica non vogliousi staccare e la patologia vegetabile e le notizie sugV iiisetd nocivi all' agricoltura , trattati che avrebbero dovuto tener tosto dietro alia fisiolo- ^a vegetabile. La sezione terza , composta di 1 1 capi e compresa ne' volunii 3.° e 4.° verte intorno all' agricoltura pratica. Nel capo I discorresi de' lavori in generale e degli stromenti onde eseguirli. La trattazione di questa parte richiede inolto discerniuiento , posciache fa d' uopo sapere scegliere cio che e piu adattato per quella regione per la quale si scrive. Parlando i nostri corapilatori primieramente de' lavori rurali in generale sulla scorta degli altri agrononii dicono avervene di due sorta. La prima abbraccia quelli , per cui si rende coltivabile un suolo che per la sua situazione non puo dirsi capace di coltura, e se ne niigliora lo stato , affinche questa possa con miglior utilita essere praticata. Comprende 1' altra i lavori rurali proprianiente detti , nel cui complesso sta la cultura del terreno destinato alia produzione di que- sto o di quel vegetabile. Ma per eseguire tutte le BIBLIOTECA AGRARIA , CCC. SaS operazioni necessarie per simili lavori fa d' uopo di stromenti , e questi sono qui accennati , e per niaggior intelligenza col corredo di tigurate rappre- sentazioni , in otto ardcoli. Indi si passa a' lavori particolari. Forse si die in un po' di prolissita piu clie non faceva al caso nelV ardcolo i.° degli adat- tamentl ,• e nel 2.° del lavoro propriamente detto suUe norme di Trautmann non si parlo clie intorno air arare ed all' ocare , pretermettendo I' uso di altri stromenti. Tratta poi Y anicolo 3.° del maggese e della cultura. Contrarj , e per ottime ragioni, si mostrano i conipilatori al maggese , tanto piu che \ esperienza mostra tutto di, che ci sono de' mezzi per far che la terra riprenda la sua forza e dia buona copia di frutti, senza ch^ rinianga incolta ed inutile. Ottimi riscoutrammo del pari gli avvcrtimenti intorno alia cultura : gli studiosi di agraria debbono al certo sa- per grado a' nostri scrittori di avere con brevita e chiarezza saputo presentar loro il buono scevro dalla mondiglia. Importante soggetto e cagione di discrepanza di opinioni e \ avvicendamento agraiio , e percio nn in- tero capo ( il III ) venne ad csso dedicato. Dissentono i compilatori interamente che « questo avvicendare » di cultura sia fondato nella diversa qualita di ve- » getabili di stancare piii o meno il fondo in ra- » gione della quantita varia d' alimento che vi as- » sorbono , e nella ditferente lunghezza e direzione » delle loro radici , per lo che debbono alcuni ap- » propriarsi la sostanza alimentare della superlicie , » ed altri quella degli strati inferiori » , ma credono in vece sia dedotto « dal vario gusto speciBco delle » piante appartenenti a generi e famiglie diverse » in prepararsi ed assorbire que' principj che sono » pill confacenii alia loro natura. » Stabilito il qual principio , diviene agevole la regola di condurre f avvicendamento. Convien pero vedere se i piatici ne andcranno contenti , poiche essi sovente non si appagano ad un bel ragionare e sayissimo nclle 3^6 BTBLIOTECA AGKARIA, eCC. apparenze. Noi tuttavolta diremo , che i precetti e le osservazioni degli autori ci pajono rinfrancate da buone ragioni. E non sappiamo non abbastanza lo- dare Y avviso di far conoscere le pratiche di alcuni paesi per rispetto ad essi avvicendamenti ( art. 2.° ) , al qual fine se V articolo fosse stato anche un po' piu diffuso non sarebbe cosa soverchia, poiche le utili pratiche di alcuni nieritar si possono 1' atten- zione di altri , che finora o non le conobbero o non vi fecero bastevoli osservazioni. Ed anche Y ar- ticolo 3.° che verte intorno la seminagioue lascia de- siderare die noverate vi si vedessero le principali macchine inventate a spargere ne' campi le senienti , e delle quali non ne vediamo in seguito descritta che quella del Prandi all' articolo Maiz. La coltiva- zione de' cereall e un soggetto di tutta importanza in Italia , ed ogni cura per un' esatta esposizione delle dottrine e degl' insegnamenti che la risguardano e che additano il modo onde con minori spese trarne mag- giori profitti , non riesce vana. E percio con tutta ragione vediamo da' conipilatori essersi data a questo argomento una convenevole estensione nel capo III.. L' articolo frumento contiene tutto cio di che faceva mestieri per un' opera elementare. Ci spiace- che in esso siasi replicato a pag. 229, sezione seconda fru~ menti vestid o fai'i^ che era gia a pag. 218. Nell' am- colo segale, poiche de' mali accidenti si discorse , cui la pianticella va soggetta, pare che si avrebbe dovuto pur accennare quella degenerazione , ossia quello svolgersi dell' ovario non fccondato , die si cliiania segale cornuta. Un' annotazione ci e forza pur fare relativamente all' orzo , poiche a noi sembta die ab- bia ragione il conte Re di affermare , che esso non istanca la terra al segno che comunemente si crede , avendo noi veduto in certe elevate e selvatiche valli della Svizzera , ove non vegeta che un po' d'erba, corrispondersi dall' orzo pressoche il medesimo pro- dotto ogni anno. Sianio al volume 4.° , e procede ancora innanzi il capo IV. Qui e Y articolo 5.° del BIBLIOTECA AGRARIA, CCC. 827 rlso. Noi non esitiamo punto nell' affermare che ve- ramente eccellente sia quest' articolo, Non e scarso , non va al soverchio , conticne tutto cio che la natura deir opera richiedeva, ben persuasi che quanto con- cerne i diversi suoi accident! morbosi saran ripor— tati nella Patologia vegetabile. Sono tracciati alcuni brevi e succosi cenni storici sulla coltivazione del rise secco cinese , di cui per buone ragioni non in- coraggiano la cultura. Dove poi e messo mano alia coltivazione del riso acquajolo o nostrale^ vedesi ap- punto il dotto e pratico agricoltore , che non s' at- tenne soltanto a cio che sta scritto ne' varj libri, ma che si fece istrutto studiando , per cosi dire , sulle stesse risaje , e non isdegnando tener discorso col villico e seguirlo nelle sue operazioni , giacche sebben questi operi niaterialmente, pure amniaestrato dair esperienza giugne con esattezza al divisato in- tento. Non uscii-emo di questo articolo senza far parola della bella discussione che incontriamo , se le risaje facciano o no quel tanto danno alia salute umana che alcuni dicono. Nel trattare tale dilicata quistione , in cui sono forti ragioni dall' un lato e dall altro, si fece uso di una iilosoiica moderazione die vuol essere amniirata. Di questo lavoro andiam debitori ad un uonio che nelle mediche discipline vede niolto innanzi , e che e dotato di quella pru- denza che in simili bisogni tanto e necessaria. Importantissimo e \ articolo 6° che tratta del maiz. E noi convenianio interamente coi coinpilatori, doversi I'eputare in grave errore coloro che vor- rebbero la coltivazione del maiz affatto dai ])aesi nostri disti'utta come di poco o nessun vantaggio y poiche del tanto scadere ch' esso fa di prezzo e cagione Tavidita del guadagno , la cjuale induce a moltiplicarne la seminagioue allorche e caro ; e il dimagrire e stancare troppo il terreno non e suffi- ciente ragione , perche a ripararvi abbiamo gli av- vicendamenti , anzi ove vuolsi mctter riso fa d' uopo prima dimagrare il terreno col maiz. 328 EIBLIOTECA. ACRAEIA , CCC Trapasseremo \ ardcolo 7.° del miglio , 1' 8." del- lavena, e il f)." della saggina , e verremo al capo V delta coltwazionc delJe leguminose. Coltivandosi que- ste piante per lo piu negli orti , i compilatori si ri- servano a discorrerne partitamente ove appunto de- gli ortaggi tratteranno , limitandosi qui soltanto a dare un cenno di quelle clie , coltivate in grande , entrano negli avvicendamenti agrarj di alcune pro- vincie ; tali aono la /apa , il yo^"«oZo , il cece. \\ grano saraceno o fraina e il soggetto del Capo VI. Giusto e il rimpiovero da' couipilatoi'i fatto a colore , che per r opinione in cui sono , che questa pianta con tutta facilita alligni, trascurano di cavarne il terrene a dovere , e d' ingrassarlo , riraanend' esse percio addietro nel prodotto. In Fiandra ed in Olanda, ove si fa molt' uso di polenta di fraina , arasi profonda- mente , e questo e 1' unico lavoro che il grano sara- ceno richieda sino alia sua raccolta. Esteso e il Capo VI Dei pomi di terra. Sedici varieta se ne coltivano nel- r orto agrario dell' 1. R. Universita di Pavia. La mi- glior ruaniera poi di valersene a cibo e , giusta i nostri compilatori, quella di farli cuocere nel forno o sotto le ceneri , e spelati ancor caldi accomodarli co' noti condimenti. Forse , dicon essi , non si trova molto saporita questa radice , perche per essa come per altri commestibili noi non abbiamo ancora adot- tato la pentola americana , e colla lunga bollitura in abbondantc acqua le togliamo il sapore. E siccome r oggetto piu importante per 1' agricoltura e per 1' e- conomia rurale e domestica sarebbe quelle di otte- nere un buon pane dai ponii di terra , cosi e qui brevemente riportate quanto in proposito fu scritto da' varj agronomi stranieri senza guarentirne pero i fatti , giacche a' compilatori non e occorso di ri- peterne le sperienze. - II Capo VIII ha per titole Delia coldvazione delle piante oleifere ^ ma siccome di queste ancora occorrera parlare in piii siti nel decorso delf opera second© la classe cui appartengono , cosi qui non si tratta che BIBLIOTECA AGRARIA , eCC. 3^9 di quelle annual! o perenni, che si cohivano o po- trebbero coltivarsi in grande nei campi ad oggetto di tiarne un maggioi' piodotto , e sono il ravizzo o colzato , il rafano oleifero cinese , e la camellina e dorella. Nessuna osservazione nuova od importante ci venne fatto d'incontrare in questi quattro articoli e percio passerem tosto al Capo IX , Delle piante tigliose, dalle quali si ottiene materia filamentosa per vesdrsi. Ben trattato ci pare 1 arlicolo del lino , ve- nendone opportunamente fatto un continuo riscontro con cio che praticasi nelle Fiandre, donde se ne ritrae il migliore. Ne di niinore importanza ci sembra il susseguente della canapa : solo nell' uno e nell' al- tro e djfetto di vocaboli tecnici , onde sovente s' ado- pera un vizioso giro di parole , o con non appro- priato termine non ben s' esprime la vera idea. E perche non si voile p. e. usare in vece di battere Tnaciullare , e in vece di mazzuola o spatola, maciulla? E in quanto alia canapa, il canapajo del Baruffaldi poteva in cio recare buon ajuto di acconci termini. Sebbene i compilatori siano d' avviso , secondo la sperienza in piccolo gia da varj anni fatta nell' orto agrario intorno alia coltivazione del cotone , « che questa in Lombardia non potra mai divenire un rarao veramente prolittevole d'industria agraria » ; cio non- dimeno il riescire ch' essa fa vantaggiosa in alcune provincie del regno di Napoli , e i tentativi che se ne fanno nella Toscana gli ha determinati a presen- tarne una breve istruzione. Ottinio divisamento , che serve anche ad appagare la dotta curiosita di molti, i quali sebben non diansi all' agraria , pure amano essere istrutti delle piu importanti cose ad essa re- lative. La cultura de' prati e per la nostra regione sog- getto importantissiino. Tutti gli ammaestramenti a ridur il suolo a prato con facilita e poca spesa riescono sicuramente di non poca utilita, e non pos- sono non essere commendati. E percio , sebbene a prima giunta lunghi sembrar possano i diversi articoli 330 BIBLIOTECA AGRARIA , CCC. di questo X Capo , e in alcuni di essi siasi forse di- sceso a troppe minuzie , pure non ardiremmo dire che ci abbia qualche cosa di soverchio. E certamente onde persuadere altrui ad una cosa bisogna mettere iimanzi i vantaggi grandissimi che da essa risultano ( articolo i."); indi presentare le necessarie e piu utili nozioni : e queste noi riscontriamo negli arti- coli 2.° de' prad naturali , 3.° del prato artifiziale di vicenda , e dell' erbe che nieglio al tempo ed al hiogo si confanno , 4.° dei prati stabili , e 5.° delle jnarcite. Volesse il cielo , che la voce de' piii riputati agronomi fosse ascoltata , e fosse conosciuta 1' utilita di aumentare ( tino a un certo punto ) le praterie ! perche , secondo 1' espressione del conte Re , « e que- sto solo che puo ricondurre 1' agricoltura del nostro paese, se non all'antico, almeno al massimo incre- mento » . . . . II capo XI, che e T ultimo di questo IF tomo , tratta della conservazione de semi comme- stibilL Pare a noi ch' esso avrel^be dovuto venir subito dopo i cereali ed i legumi. Nulla veramente di nuovo in esso ci si presenta , e per una nota de' compilatori siamo avvertiti , « che e tolto quasi tutto e in ^an parte dal Gorso di chimica economica di Giuseppe Giulj, stampato in Firenze nel 1818. I tomi V e Vi , compilati dal sig. prof. Astolfi , sono consecrati all' esposizione delle piu usuali ap- plicazioni delle matematiche alle pratiche ordinarie di campagna , e foimano un' operetta separata , la quale e divisa in sei parti, cioe I'aritmetica, la geo- metria , la livellazione , la formazione delle niappe , la costruzione degli argini e la gnomonica. L' autore in un avviso posto in fronte all' opera dichiara che alcwie delle regole contenute in questo lavoro e tiitta la parte V sono estratte dalle grandi opere del prof. Bordoiii, e molte applicazioni pratiche furono sommi- nistrate daU ingegnere Q. B. Mazzeri. La prima parte che versa suU' aritmetica , comincia dalT esposizione deir antico sistema di pesi e misure e del nuovo si- stema metrico, alia quale si aggiungonu delle tavole BIBLIOTECA AGBARIA, CCC. 33 1 di RaggiiagUo fra le andche e le nuove misure, e fra i nuovi e gll antichl pesi. L'autore avrebbe reso un maggiore servigio all Italia, se in vece di lirnitarsi a copiare materialmente le tavole di ragguaglio pub- blicate a Milano per ordine del Governo avesse fatta una giudiziosa raccolta delle misure e dei pesi usati nelle principali citta della nostra penisola. Air aritmetica tengon dietro i principj di geome- tria esposti senza dimostrazione , ed applicati ad al- cuni casi pratici , e specialniente alia cubatura dei mucchi di diverse materie ed alia misura della ca- pacita dei tini , delle botti e di altri recipienti. Ad agevolare quest' ultima ricerca servono alcune tavole a doppia entrata computate con tutta la necessaria estensione. II trattato delle livellazioni e anch' esso affatto ele- mentare , dimodoche appena si fa cenno in una nota deir influenza che ha su di esse la sfericita della terra e la rifrazione dei raggi di luce. Ma imche questo cenno e inesatto. Infatti si comincia dal dire che la rifrazione dei raggi altera le misure molto piu 66 le distanze date riescono diseguali tra loro, e poi si conchiude che \ errore e nullo quando le distanze sono eguali. E dopo d' aver parlato della rifrazione si soggiunge che qualora le distanze suddette fossero di molto diseguali vi sarcbbe un altro errore ecc. , il che induce il lettore a credere che questa seconda causa d' alterazione , cioe quella che proviene dalla curva- tura della terra, in vece d'essere, come e noto, la principale , sia notabilmente minore della prima. Nel trattato suUa formazione delle mappe ci dis— piace di vedere raccomandato \ uso della triangola- zione gratica ftitta coUa tavoletta pretoriana ed ia una scala quattro o cinque volte minore di quella usata nei fogli coi quali si deve formare la vera mappa, Ognun vede quanto sia pericoloso usare un metodo in cui gli crrori s' accrescono notabilmente ncl pa s- sare dal piccolo al grande. 332 BIBLIOTECA. AGRARIA, eCC. II trattato degli argini ha il titolo speciale di norme generall relative al huon governo e ( ed alia ) costiu- zione dl im ar^ne in terra : essend' esso racchiuso in trentotto paginette precede a salti , comunque 1' au- tore abbia , a quanto egli dichiara , preso per guida un opera molto piu voluminosa alia quale Y Italia accorda lode di classica (i). Egli ha deViato dal retto sentiero invertendo 1' ordine naturale del discorso , e parlando prima della conservazione e poi della costruzione di un argine in terra. Ed in fatti il suo scritto e diviso in articoli , di cui il primo senza de- nominazione dichiara alcuni vocaboli usati nel te- sto ; gli altri articoli , dopo il primo , sono denomi- nati = della debolezza ( d' un argine ) = della tiacl- mazione =■ dello iiizuppamento = del froldo = delle sorgive nclla campagna esterna = della traccia di un argine = dei luoghi dove conviene prendere la terra per formare un argune = avvertenze preliminari alia costruzione di un argine = dei profili = avvertenze nella costruzione di un argine, L' articolo primo avrebbe dovuto, per rispetto alia chiarezza , contenere la definizione di tanti altri vo- caboli , come cuorosi , shattaizze , impigUature . ecc. die non sono conosciuti se non se dagli arginai del Po. Lc riportate cose ci dispensano dal rilevarne altre oude giustillcare la nostra opinione : essere il detto trattato degli argini inutilissimo per clii conosce la materia , ed ancor piu inutile per quelli che bra- rnassero impararne anche i soli elementi (2). E que- sta e la sorte di tutti i compendj in fatto di scienze che non sono lavori di getto di uomini sommi negli argonienti che imprendono a trattare. (i) Borcloiii , tlegli argini in terra , un volume in ottavo grande di pagine 400 ; opera pregevolissiiua specialmente neLla parte teorica trattata col sussidio del calcolo sublime. (2) A chi ama istruirsi praticamente nella costruzione clej,li argini in terra snggeriamo di attenersi a quanto ne dice r Alberti nelle sue Istituziow pratiche per I' ingegnere BIBLIOTEGA AGRARIA , CCC. 333 La gnomonica o 1' arte di costruire gli orologi so- lari non pare che abbia una immediata relazione air agraria. L' autore stesso ne conviene , ma crede che non sia affatto fuor di luogo in questa raccolta atteso il manifesto desiderio che hanuo generalmente le pcrsone che si. dcdicano all agricoltnra per questo genere d' occupazioni. I metodi insegnati sono tutti gratici e fondad sulla nota costruzione trovata da Oddo da Urbino. Fra i modi che possono servire a I tracciare una meridiana , Y autore insegna di servirsi della diottra d' una tavola pretoriana diretta alia Stella polare ; ma non saprenmio come coUe comuni dio- ptre , quale e appunto quella disegnata nella figura , si possa elevar la visuale lino alF altezza del polo , almeno nei nostri climi. Incsatto poi, auzi affatto iu- servibile e il metodo proposto per conoscere le ore col mezzo dell' ombra dello stilo d' un orologio so- lare qualora sia questo ilkiminato dalla luce della luna •, poichc e facile il dimostrare che T ora del passaggio pel meridiano di quest' astro calcolata col solo ritardo medio puo differire dal vero d' una , di due e talvolta quasi di tre ore. Noi non faremo carico all' autore del frequente uso ch' ei fa dei vocaboli vernacoli , i quali saranno meglio intesi dai nostri Lombardi al cui vantaggio sembra che 1' opera sia specialmente diretta; ma non approviamo che j)er adattarsi alia capacita loro ado- peri una sintassi spesse volte storta ed inesatta. Nel periodo seguente per un esempio Brente 43 a mi- sura di fino vecchio che poi per ridiuie in misura di lino Tiuovo si deve dctrane bocculi 4 per og/ii brenta che resteranno brente 42 , non si sarebbe forse potuto togliere quei due che e disporre le frasi in un modo piu conforme alia grammatica ? Simili scor- rezioni s" incontrano assai di iiequente ncU' opera del sig. Astoin. II tomo VII racchiude le Jiotizie raccolte dal sig. dottor Giuseppe Gene sugli insctli piu norivi all' agri- coltura , agli animali doniestici , ai prodoLtl della rurale Bibl. Ital. T. XLIX. 22 334 BIBLIOTECA AGRARIA , CCC. economia , ecc. coU' indicazione dei mezzi piii facili ed efficaci per allontatiarli o distruggerli. Non abbastanza iinora si e atteso a questo ramo di storia naturale , che tratta degl' insetti nocivi al- r agricoltura ; ne abl)astanza si soiio tra la classe dei coloni famigljarizzate le necessarie nozioni intorno ad essi. Ottimo divisamento fu percio il raccoglierle in un volume di poca mole , e comprenderlo nella Biblioteca agraria. II sig. Gene , giovane del pari istrutto che modesto , non ci da questo lavoro per originale , che in fatto non I'e, e ci avvisa le fonti cui attinse. E noi mentre lodiamo la disposizione della materia, e la brevita nelF esposizione che non nuoce alia chiarezza , ci troviamo costretti ad esternare il desiderio di rinvenirvi maggior copia di specie , e dichiarare che troviamo necessaria per maggior in- telligenza una ricca sinonimia di nomi vernacoli , e un maggior corredo di tavole. Dell' Ortolano isttnito e della Caccia parleremo in un altro quaderno. 335 Operations geodesiques et astronomiqitcs pour la mesure dun arc de paraUcle moyen executees en Piemont et en Savoie par une Commission composee doffv- ciers de lEtat major general et d astronomes pie- montais et autrichiens en 1821, 1822, iBaS. Deux volumes in--^.° avec un cahier de plances. — A Milan, 1825-27, de timprimerie Imp. et Roy. D. opo die per opera dei matematici francesi fu terminata la misura del grand arco di meridiano che da Dunkerque si stende sino a Fornientera , deside- ravasi generalmente dai dotti d' aver del pari quello deir arco del parallelo medio , onde poter dedurre dal loro confronto una piu precisa cognizione della grandezza e della figura della terra. Ad ottener questo scopo rendevasi prima di tutto necessario di riunire con una opportuna triangolazione le due reti trigo- nometriche che gia erano state misurate, delle quali Tuna si estendeva a traverso della Francia dalle rive deirOceano sino a quelle del Rodano, e Taltra nel- r Italia superiore e nell' lUiria da Fiume tino al piede delle Alpi. Conveniva poi determinare per mezzo d'osservazioni astronomiche le precise ampiezze degli archi misurati e le corrispondenti latitudini ed az- zimutti. Tutte queste operazioni furono intrapresc e con- dotte fclicemente a termine dalla Commissione Au- stro-Sarda norainata a tal uopo dai due Governi e composta di astronomi c d' ingegneri geograli delle due nazioni; indi di comune accordo raccolte e pub- blicate nci due volumi qui annunciati. Neir introduzione che precede il volume i .° si rende conto del piano dei lavori si geodetici che astronomici , e dei concerti presi cogli astronomi delegati dal Govcrno francese a fine di collegare le operazioni ed estendcre la misura delle longitudini 336 OPERATIONS g:eod1^siques determinata col mezzo dei segnali a fuoco (*). II rimanente dl questo prime volume contiene tutta la parte geodetica ed e diviso in quattro capitoli. Nel capitolo i° si da un idea della natura del suolo sul quale doveva stendersi la triangolazione , si espongono le difficolta che si sono dovute vin- cere , le precauzioni che si sono prese tanto nella costruzione dei segnali trigonometrici , quanto nella misura degli angoli , e si riferiscono le formole e gli elementi che sono stati adoperati nei calcoli. II capitolo 2° presenta la descrizione dei luoghi ove si fecero le osservazioni , s indicano le strade per le quali si arriva alle diverse sommita e si ag- giungono tutti gl' indizj che potrebbero servire al ritrovamento del punto preciso di stazione nel caso che coir andare degli anni venissero a distruggersi i segnali in pietra che sono stati elevati. Ciascuna descrizione e accompagnata da una piccola topo- gralia dei contorni della stazione sulla scala di un cento millesimo. II capitolo 3.° contiene le osservazioni original! tanto degli angoli orizzontali e verticali , come delle altezze barometriche e termometriche fatte separa- tamente dalle due bande d'UflTiciali, austriaci e pie- (*) Da una nota posta in fine di questa introduzione si rilevano i noml degl'individui ch'ebbero parte nel lavoro. I membri che coniponevano la Commissione Incaricata delle operazioni sul terreno furono ( oltre i due asironomi , pro- fessor! Plana e Garlini ) gli ufliciali dello Stato maggiore gen. austriaco, maggiore Eamberg, capitano Havliczeck, priml tenenti Simpschen e Brupacher , e gli iifficiali dello Stato maggiore gen. piemontese colonnello d' Isasca , capi- tani Porrino e Casalegno e tenente Castelborgo. Alia Com- missione poi riunitasi in Milano nel 1824 per attendere alia compilazione dell' opera fu ascritto il colonnello Cam- pana , Direttore delf I. R. Istituto geografico di Milano , nientre tre fra i membri della prima Commissione, cioe i signori Ramberg , Havliczeck e Castelboi'go furono cliia- juati ad altre incuinljenze. ET ASTRONOMIQUES , etC. SS/ montesi, con tutd gli elementi die occorrono per le loro riduzioni. Nel capitolo 4.° Iinalmente trovansi raccolti i va- lori deHnitivi degli angoli adottati dalla Commissione ch' ebbe Tincarico della compilazione dell' opera , la risoluzione dei triangoli, le posizioni geograliche di ciascun punto e le altezze sul livello del mare. Le tavole che accompagnano questo volume , ol- tre le piccole topogralie accennate di sopra , sono i.° la rappresentazione della tigura dei segnali tri- gonometrici ; 2.° i panorami ossia le viste prospet- tiche delle catene dei monti e degli altri oggetti rimarchevoli prese da sei punti diversi della catena trigonometrica e disegnad con singolare precisione per mezzo della camera lucida del W^oaston; 3.° una carta corogratica d' una parte del Piemonte e della Savoja suUa scala d'un cinquecento millesimo coUa traccia dei triangoli misurati e con uu prolilo delle altezze delle diverse stagioni. II secondo volume , consacrato alle osservazioui astronomiche , e diviso in dieci capitoli e comprende le seguenti materic : Nel capitolo i.° si tratta dell' erezione d' un pic- colo osservatorio all' Ospizio del monte Cenisio. Si descrivono gli stromenti astronomici che in esso erano stati collocati , e si riportano in disteso le osserva- zioni coUe quali venne determinata per mezzo di segnali a polvere la dilTerenza di longitudine fra Milano e il suddctto Ospizio , e fra Milano e Torino. II capitolo 2.° contiene il proseguimento delle os- servazioni colle quali si stabilirono le diiFerenze di longitudine fra il monte Cenisio , il monte Golombier nella catena del Giura , 1' osservatorio di Ginevi'a ed il villaggio di Soli gnat a piedi dei monti dell' Alver- nia , luogo di stazione scelto dagli astronomi francesi. II iJ.° presenta le numerose serie d' osservazioni astronomiche colle quali vennero stabilite le latitu- dini degli osservatorj di Torino , del monte Cenisio e del suddctto monte Colombier. 338 OPERATIONS GEODESIQUES I capitoli 4.°, 5.°, 6.° sono consecratl alle misure degli azzimutti di alcuni lati della rete trigonome- trica, dedotti tutti dalla posizione delle mire meri- diane clie servivano alia verificazione degli stronienti de' passaggi stabiliti nei tie succitati osservatorj. Nel capitolo 7.° s' istituisce il paragone della lun- ghezza lineare dell' aico di parallelo compreso fra Mdano ed il Piece d' Usson presso Solignat data dalle misure geodetiche, e la sua ampiezza angolare de- dotta dair osservazione e dall' azzmiut fondamentale preso a Milano. II capitolo 8.° contiene una nuova determinazione astronomica e geodetica dell' arco del meridiano che passa per Torino. Ivi si rettifica la misura di questo arco fatta negli anni 1762-1764 dal P. Beccaria , e si confernia con nuove osservazioni il fenomeno delle grandi irregolarita, che haniio luogo in questa regione, nella direzione delle norniali alle superlicie di livello. A maggiore conferraa poi delle operazioni 2;eodeticlie si da il confronto della lun2;liezza di alcuni lati con quelli che risultarono dalla misura d' una piccola base nuovamente eseguita nelle vicinanze di Torino. Nel capitolo 9.° sono raccolte diverse ricerche fisico-niatematiche , quali sono la diminuzione della temperatura a ditlerenti altezze , il calore osservato deir acqua bollente , gli elementi del calcolo delle rifrazioni terrestri , ed il confronto delle altezze di diversi punti dedotte da osservazioni geodetiche e barometriche. L' ultimo capitolo in fine contiene la dimostrazione delle formole approssimative adoperate nell' opera pel calcolo delle posizioni geograliche , degli azzi- mutti , delle lunghezze degli archi di parallelo e di meridiano , e per la determinazione dello schiaccia- mento della terra , deducendole da quelle piu gene- rali pubblicate dal celebre Legendre. Le tavole che fanno corredo a questo secondo volume contengono i piani dei luoghi ove si fecero le stazioni astronomiche , I'indicazione delle linee EX ASTR0N0MIQUE8 , CtC. 339 dei segnali a fuoco clie hanno servito alia misura delle longitudini , la rappresentazione delle diverse reti trigonometriche , e la figura delle perticlie usate nella misura delle piccole basi. La tavola nella quale e tracciata la piccola rete di triangoli fonnata nei contorni del monte Cenisio presenta con particolar minutezza e precisione la topografia di quel luogo e dei monti circonvicini. Dopo d' avere rapidamente accennate le cose con- tenute in tutta 1' opera , recherenio come un saggio r estratto del paragrafo die tratta delle rifrazioni terrestri ; argomento che riferendosi del pari alia geodesia ed alia tisica puo interessare un maggior uumero di lettori. E noto che le rifrazioni terrestri si possono praticamente determinare con due metodi, neir uno de' quali s' impiegano le distanze reciproche dal zenit , osservate, se cio e possibile , contempora- neamente in due stazioni ; e nell' altro le distanze dal zenit prese da una stazione sola , d' un oggetto del quale sia gia cognita per altra parte 1' elevazione. In questo secondo metodo V efletto delle rifrazioni si rende assai piu, visibile e manifesto , giacche sce- gliendo per punti di mira dei luoghi elevatissimi , quantunque non accessibili , si possono facilmente abbracciare degli arclii terrestri di grande estensione. Se poi r altezza degli oggetti non e data , si possono sempre confrontare fra loro le distanze dal zenit d' uno stesso oggetto osservate da punti diversi e fra loro molto rimoti, onde dedurre dalle osservazioni combinate delle equazioni di condizione proprie a far conoscere ad un tempo tanto il coefficiente della rifrazione che le altezze dei luoghi. Nelle for- mule comunemente usate pel calcolo delle altezze de' monti si suole supporre che la rifrazione terre- stre , ossia la quantita di cui gli oggetti sembrano elevarsi sopra la loro posizione naturale per V effetto deir inflessione dei raggi , serbi un rapporto costante coll' arco terrestre compreso fra le verticali del punto osservato e del luogo dell' osservatore , e questo 340 OPERA.TI0NS O^ODESIQUES rapporto e quello che chiamasi il coefficiente della rifrazione. Un tal metodo pero non e che approssi- luativo , e potrebbe scostarsi alcjuanto dal vero , raas- sime se si tralascia , come i piu fanno , di tener conto dello stato dell' atmosfera indicate dal barometro e dal termometro. Gli autori della presente Esposizione aspirando a maggior precisione appoggiarono i loro calcoli ad una formula generale eomministrata dalla teoria, la quale rappresenta il rapporto delle lunghezze delle due verticali prolungate ilno al punto del loro concorso , ed e composta di due termini , il primo de' quali contiene la parte puramente geometrica , ossia r altezza che si troverebbe se la rifrazione fosse nulla , ed il secondo la parte dipendente dalla rifra- zione e che e funzione della densita dell' ultimo strato atmosferico e del decremento della temperatura a diverse elevazioni suUa superlicie terrestre. La densita e il poter rifrattivo delf aria si potreb- bero ritenere come dati quando e conosciuta Y altezza del barometro e del termometro , se lo stato d' umi- dita non vi ayesse qualche influenza ; ma poiche per una parte tale influenza e piccolissima , e per 1' altra non si hanno ancora degli stromenti abbastanza esatti per determinare la quantita de' vapori diffusi in tutta la colonna atmosferica , gli autori si sono acconten- tati d' istituire i loro calcoli nelle due ipotesi estre- me , r uno della perfetta siccita , 1' altro della com- piuta saturazione. Premesse queste avvertenze , si vede chiaramente che dalle osservazioni non rimane alti-o elemento da determinarsi fuorche un coefficiente piccolissimo de- notato colla lettera b , il quale dipende dalla legge del decremento del calore nelle diverse elevazioni. Per I'itrovarlo gli autori fra un gran numero d' os- servazioni ne scelgono nove opportunamente colle- gate fra di loro , e sono le distanze dallo zenit delle tre altissime montagne il nionte Rosa , il nionte Viso e la Rocca Melone vedute da tre stazioni assai lon- tane 1' una dall' altra , cioe da Milano , da Torino e ET A8TR0N0MIQUES , etc. 841 da Mondovi. Qucste nove osservazioni sommlnistrano altrettante equazioni di condizione fra quatti-o sole incognite , le quali sono le altezze delle tre monta- gne sul livello del mare , e il coefficiente b. Le sud- dette equazioni trattate col metodo dei minimi qua- drati danno le altezze seguenti. Neir ipotesi deir aria perfettamente eecca. Neir ipotesi deir aria eaturata d' umidita. Valor medio. Rocca Melone Monte Viso Monte Rosa 35a6™',7 38oo ,0 4604 ,2 3523'"',4 3796 ,5 4603 ,9 3525'"\o 3798 ,2 4604 ,1 Ove si vede die 1' influenza del grado d' umidita deir aria non puo essere che piccolissimo , poiclie nelle due ipotesi estreme le altezze calcolate non variano che di 2 o 3 metri ; quanto al valore di b si ha nella prima ipotesi b = 0,00001 43 1 nella seconda b = 0,00001 355 valor medio b = 0,00001393 il quale corrisponde ad una diminuzione del calore neir atmosfera d' un grado centigrado per ogni 270 metri d' altezza. u 343 APPENDICE, PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE. Architecture civile, etc, cioe Architettura civile, teorica e pratica , arricchita delta storta descrittiva degli edifizj antichi e moderni piu considerabili , e de' loro disegni, ecc, del cavalier e C. F. Di WiEBEKiNGy consigliere privato di S. M. il Be di Baviera, ecc. Vol. I. — Monaco, 1827, Lindauer, in 4.° con atlante inf° massimo. I volicmi saranno sei, od al piu sette. Ilprezzo di ciascuno de' primi cinque volumi, spediti franchi di porto a Strasburgo od a Verona, e per la Francia e per V Italia e di 1 1 5 franchi in bella carta bianca col piu gran numero delle tavole in carta di forma Grande-Jesus, e di fr. i63 in carta velina colla maggbor parte delle tavole in gran foglio Colombier. I I cavaliere di Wiebeking, da che nel 1817 ebbe condotta a compimento la seconda edizione tedesca della sua Archi- tettura idraulica fondata sulla teoria e sulla pratica (*) , si avviso di comporre nella medesima lingua anche un' opera suU' architettura civile. Intraprese quindi un viaggio in ogni piu colto paese dell'Europa ond' esaminare i piu conside- rabili edificj , rettificarne i piani e gli spaccati ch' ei gia possedeva , rilevare quegli altri di cui era mancante , e (*) Monaco , ecc, seconda edizione. Vol. 4 , gr. in 4.° con 1 53 tavole in foglio grande. Prezzo 536 franchi. La prima fu fatta dal X798 al 1807. ? , *> APP. PARTE STRANIEBA. 340 I finalmente fame eui luoghi stessi le ricerche storiche e le pill esatte descrizioni. Per tal modo egli trovossL in istato di far liicidere i disegni di ben 789 edificj \ e qulndi la sua Architettura chile in 4 volumi in 4.° e 169 tavole progredi felicemente; e ahbandono i torchi nel 1826. Ora egli giovandosi de' medesinii rami pose mano ad un' edi- zione della stessa opera in lingua francese , bramoso forse di renderia e piii nota e piu utile pubblicandola in una lingua divenuta oggimai universale •, e gia ne ha presentato al pubblico il primo volume. Nessun' opera piu ampia di questa , e direm anzi piu colossale in genere di belle arti fu gianimai ne conceputa , ne intrapresa. Imperocclie essa abbraccia nulla nieno die 1' architettura di qualsivoglia epoca o nazione; tnlmente che lo studioso puo in que- st' opera ritrovare tutti i generi e gli esempi tutti dell'arte, senza che costretto sia ad intraprendere verun viaggio, od a procurarsi altre opere e dispendiose e talvolta noa si fa- cili ad ottenersi. Cosa in vero niirabile , come mai un uomo solo e di private fortune abbia potuto a tanto pervenire ! Noi percio crederemmo di niancare agl' impegni nostri, ed al precipuo scopo di giovare alle arti ed alle scienze nella nostra penisola, se non ci facessimo a brevemente discor- rere su di una collezione per se stessa grandiosissima e che non piccola faraa ottenne nell' Alemagna : lo che fac- ciamo con tanto maggior coraggio e con animo tanto piu volenteroso, quanto che abbiam sott' occhio e il primo volume della francese e tutta Tedizlone tedesca , della quale non meno che di tutte le altre opere del medesimo autore conservasi un magnitico esemplare nell' I. R. Biblioteca di Brera , dono dell' augusto Francesco I Imperatore e Re nostro. Daremo principio col presentare il piano dell' opera: esporremo quindi le nostre osservazioni con quella liberta e schiettezza che prefissa ci siarao ia ogni nostro ragio- namento. Quest' opera comprende non solo la scienza dell' /irc/ii- tettura civile , teorica e pratica in tutta la sua ampiezza , ma ancora la storia descrittiva e ragionata de' piu celeliri edificj e monumenti. " Jo stendo ( dice 1' autore ) la de- scrizione e presento i plani , le facciate, gli spaccati e le parti di quasi tutti gli avanzi, che degli antichi monu- menti tuttora sussistono e fo inoltre incidere le piante di ben 333 chiese della Francia, dell'Iuilia, del 344 A P P E N D I C E Portogallo, clella Gran Brettagna, de' Paesi Bassi , della Danimarca, della Svezia, della Russia, della Polonia, della Svizzera e dell' Alemagna e molte delle facciate e degli spaccati loro. In quest' opera trovansi aacora le descrizio- ni ed i piani, gIL spaccati e le facciate de' palazzi , delle case di citta, delle ville, delle scuole, delle parrocchie, delle cascine , delle birrerie, delle case rurali, ecc. Ag- giungo disegni o progetti di chiese, di palazzi, di case, di magazzini e di altri edificj di pubblica utilita. Nelle tavole , il cui numero giugne per lo meno a 182, veggonsi pur rappresentati laa capitelli di aaticUi moiiumcnti , 24 bei rosoni del medio evo , che io stesso ho fatto eseguire, gli arcliitravi di tutti i piu celebri editicj antichi, 80 cornici di coronameiiti , di iinestre e di porte ; e tutti qnesti dise- gni incisi sovra grande scala : veggonsi inoltre le raacchi- ne , i ponti e gli strumenti per servire alia pratica , le costruzioni delle colmatare , de' muri, delle volte e de'fon- daraenti , ecc. " Quest' opera e dunque tale che in se sola racchiudere dovrebbe tutto cio che nel fatto d' architettura civile trovasi dl piu importante sul globo terracqueo , e tutto cio ancora che intorno a si utile e si malagevol' arte fu scritto od imaginato. Essa e divisa in libri , e ciascun libro e suddiviso in capitoli. Nel primo libro, ch' e in due capitoli distinto , vien esposta la divisione dell' architettura ne' suoi diversi rami: trattasi poi della benefica influenza di quest' arte; delle cause dell'imperfezione sua in alcuni jjaesi; del metodo d' insegnaria e di renderla utile alio Stato ed ai cittadini. II libro secondo contiene le ricerche ed i principj concer- nenti i varj ordini architettonici riscontrati cogli antichi jnonunienti, ed in quattro tavole disposti colle loro pro- porzioni e misure. II terzo presenta le definizioni ed i principj fondamentali dell' arte ; e qnesti principj , appli- cabili speciahnente alle case di citta sono illustrati con esempi. Vi si trovano inoltre le regole o le massime da pra- ticarsi neli'ingrandire le citta, nell' orientare le case, nel- r alzare le facciate e nel distribuire l' interno degli edificj. L' autore ci ofFre pure in questo libro varj suoi disegni di porte, di finestre , di cornici ecc, e finalmente una tavola delle proporzioni di 24 palazzi d' Italia nel rap- porto della projezione del cornicione all' altezza dell' edifi- cio. Nel qnarto contengonsi la storia e la descrizione degli PARTE STPkVNIERA. 34$ antichi monumenti : alcune notizie intorno ai piii antichi metoili di fabbricare forinano la materia del primo capitolo; il secoiido esjionc la storia descrittiva del monumenti del- TEtiopia e della Nubia;, il terzo tjuella de' monumenti egizj. Con questo capitolo chiudesi il primo volume deU'edizione francese. II quarto capitolo del medesimo libro quarto con- terra la Storia descrittiva de' monumenti Indiani; il quinto, quella de' Greci ^ il sesto, dei Sirj e dei Persiani ^ il set- timo, dei Koinani, e 1' ottavo de' Cinesi , Moreschi , ecc. Questi cinque capitoli formeranno il secondo volume. II quinto libro sara diviso in undici capitoli, e comprendera la storia descrittiva dell' architettura civile coll' analisi dei pubblici edificj e con esempi di case da citta e da cam- pagna , costruite ne' varj paesi dell' Europa dall' introdu- zione del cristianesimo sino a' di nostri. Questo libro quinto formera due o tre volumi. II sesto libro trattera delle ma- terie naturali , e del modo di fabbricarne le artificial! ; dello scavamento delle miniere ; della resistenza e della forza delle pietre , del ferro , del legno, della calcina , ecc. con varj esperimenti intorno a queste cose dallo stesso au- tore praticati ; delle macchine , degli attrezzi , de' tavolati e de' fondamenti. II settimo discorrera principalniente suUa costrnzione d' ogni specie di fabbriche , e di tutte le parti ond' e composto un edificio. L' ottavo si estendera sul luogo piu conveniente alle case rurali o di campagna, sulla lore costruzione , su' granai , su' magazzini , ecc. con esempi iriatti da varj paesi. II nono formei-a la conchiusione dell' o- pera con un compendio intorno all' arcbitettura de' ponti, ecc. Ne vuole quest' opera considerarsi come un tessuto od una semplice compilazione di precetti e di esempi. Che anzi e sparsa di lielle ed utili osservazioni filosofiche , cri- tiche ed erudite. L' ai^tore, p. e., encomiando 1' influenza deir architettura sul ben essere de'popoli, osserva che il florido stato di essa e un segno infallibile de' sentimenti ele- vati e della perfetta civilta di itna nazione ; cio ch' egli dimostra coi fatti degli anticlii e specialmente de' Romani. Clie se quest' asserzioue e vera , del che non puo dubitar- si , noi avremo certamente di die andar gloriosi in veggendo i tanti edificj si pul)l)lici che privati, e tutti piii o meno icommendabili per disegno e per biton gusto, i quali vanno ogni di nella patria nostra e quasi in ogni sua contrada ergendosi , non senza niaraviglia de' colli stranieri. 346 APPENDICB L' antorc pnrlando degli insegnanientl dell' arte opportu- liaiiiente avverte esserci alcuni libri di regole bensi pienis- simi , ma il piu delle volte in opposizione coi inigliori monumenti dell' anticliita ^ e tali da noa potersi applicai-e fuorclie con grave nocumento dell' arte stessa. Regole si fatte tolgono ogni dignita all' architettura ; la costituiscono nn semplice mestiere, od al piu ne fanno una parte ma- teriale ed ignobile dell" arte del disegnare. Egli inoltre os- serva clie i giovani in molte accademie e scuole d' ar- chitettura non altro fanno che esercitarsi sul Vignola , e copiare tempj, teatrl, palagi , ecc, il piu delle volte dalle piante incise , e far disegni d' ogni genere di edificj , senza aver punto acquistate le necessarie cognizioni intorno alia costruzione de' piaai , delle volte , delle armadure , delle scale : senza conoscere punto la piu solida maniera di fondare gli edificj sopra un suolo sabbioso o sopra ua maremmano , nella terra o nell' acqua ; e fors' ancora senza conoscere le regole di una comoda e piu acconcia distri- buzione nell' interno delle case : totalmente digiuni di cio che nelle raigliori opere architettoniche contiensi. Che pero i loro disegni carichi di colonnati, di decorazioni e di niescliine cornlci , essendo nondimeno ben disegnati , for- mano la maraviglia dell' osservatore inesperto o nell' arte non inizlato. Saggi avvertimenti , che noi vorremmo in ogni scuola d' architettura ben raccomandati a colore die all' insegnamento presedono ! Egli e d'avviso che molto gioveretbe alia prosperita deir arte ed aU'economia dello stato, se ci avesse in ogni provincia un magistrato , od una direzione delle pubbliche costruzioni con ingegneri in capo e con ispettori generali. Tal suo divisamento e gia da piu e piii anni in vigore ne' paesi nostri, e grandissimi sono di fatto i vantaggi che da esso derivano e all' arte e alio Stato. Di non minore utilita essere sogliono le Commissioni d' ornato , che in varie citta furono pure istituite , quando pero queste giudicliino sempre collegialraente , non si lascino da pre- yenzione o da spirito di parti dominare , o non degenerino in dittatura , che e la piu funesta , la piu crudele tiranna dell'arti belle. L' autore propone altresi , che a risparmio del regio tesoro si faccia uso de' soldati nelle pubbliche costruzio- ni 5 siccorae dice d' aver egli stesso praticato nell' Iropero PARTS STRANIEKA. 847 austriaco, mentre ne dirigevft i pvibblici lavori, qual con- sigllere aulico. I soldati diveagono per tal raodo piu utili alio Stato ia tempo di pace , ed acquistano una facilita , un' attitudine a' lavori ed alle operazioni della guerra. Cosk praticavasi anche dai Komani che in ogni cosa e di pace € di guerra ci furoiio maestri. Quanto a Vitruvio, il sig. Cavaliere sembra non dissen- tire dalle opinion! nostre, afFermando che quel romano ar- chitetto non conosceva punto i moaumenti di A'arj de' piu famosi popoli dell' antichita, e nell' opera di lui riscon- trando non picciole mende. Egli quindi osserva che alcuni autori afiidandosi alle dottrine vitruviane hanno malamente preteso che 1' intavolaraento delle colonne derivato sia dalle primitive costruzioni di legno. Perciocche le ricerche sto- riche ci dimostrano che le prime e piii antiche colonne furono quelle erette neU'Etiopia, nella Nubia e neirEgltto, cioe in regioni che totalmente mancano di legnami da co- struzione. E d' altronde chiedere si potrebbe come mai si fatte costruzioni di legno avrebbero potuto reggere contra i raggi di un cocentissirao sole? Molte inesattezze vien egli pur riscontrando in Vitruvio, specialmente nelle propor- zioni deir ordine dorico , e supponendone sbagliato il te- ste , procura di rettificarle facendone il confronto co' greci luonumenti. Egli impugna altresi 1' opinlone del romano ar- chitetto intorno all' origine del capitello corintio, poiche prima anche della supposta epoca di Callimaco i capitelli egizj gia erano costrutti alia foggia di vasi. Dalle cose fin qui accennate potranno i nostrl leggitori formarsi una bastevole idea di quest' immensa coUezione. Le figure ci sembrano diligentemente delineate : e fa al certo maraviglia come il nobile e coltissimo autore in tanta mole di lavoro e in tanta moltiplicita di ricerche abbia potuto ragglugnere la meta. Grande e pure , ci giova il ripeterlo , l' utilita che da quest' opera deriva all' arte : es- sendo che col sussidio di essa i professori e i dilettanti possono , senza niuoversi dal loro gabinetto, considerare i piu famosi edificj e monumenti che nel mondo sussistano , e misurarli e fame studio. Ma quest' opera , appuuto per la sua stessa mole , andar non poteva scevera di inende. Di esse ancora noi faremo ora alcun cenno, persuasi che r illustre autore non sara per chiamarsene oileso. Qucsta coUezione contiene dunque gli ediiicj di ogni pacse, d' ogni epoca, d'ogni maniera, d'ogni costruzioue in pietra, 348 APPENDICB in terra cotta , in legno, in ferro, colle singole loro parti, e co' varj pratici sistemi d'ognl genere di fabbricazione. Sa- rebbe quindi a bramarsi che apparisse si fattamente or- dinata che ogni cosa, ossia ogni edificio ci si presentasse con tutte le sue parti in una sola e medesima tavola. Lo spaccato, p. e., del nostro duomo, veduto traversalmente dalla parte del core, trovasi in un luogo; poi dope non pochi altri edificj trovasi in altro luogo lo stesso monumento coUa sua pianta, frastagliata , per cosi dire, tra altri tempj e tra le parti loro •, quindi , rivolte piu altre tavole , esso ci si presenta coUa sua facciata, e nuovamente colla pianta in iscala un po' piii grande dell' anzidetta ; e poscia dope piu altre tavole ancora ne vediamo lo spaccato traversale, dal lato delle parti: s\ che non e possibile il concepirne rintera sua costruzione se non a stento e con nojose in- dao^ini. Cio avvien pure della celebre cattedrale di Colonia, e generalmente di tutti gli altri piii famosi tempj. Che di tutti e d' uopo qua e la ricercare ove trovisi la pianta , ove la facciata o I'alzamento. Le loro stesse parti piu di- stinte, e percio in grande scala disegnate , trovansi sparse fra piante ed edificj di tutt'altra natura, e lungi da quelle cui appartengono. Questo metodo e causa di non poca con- fusione , e costrigne lo studioso a soverchia fatica onde rintracciarne le unioni od i rapporti. Cosa disconvenevole e ancora il vedere dlsegnata in una medesiraa tavola con tant' altre chiese e tutte su diversa scala la basilica vati- cana, il piu cospicuo , il piu gran tempio del mondo. Per tal modo non e possibile il comprendere ad un solo sguardo r immensa diversita di grandezza ti-a la mole vaticana e gli altri minori edificj , e quindi avviene che per iscoprirne la differenza e d' uopo far uso del compasso , e misurare ciascun monumento suUa propria sua scala con perdita di tempo e con nojose ricerche. Indarno poi in si vasta col- lezione e fra tant' altri edificj di non grande importanza cercato abbiamo e il inaraviglioso nostro spedale e i due bei tempj di S. Celso e di S. Fedele , e i cortili del gia collegio elvetico , ora palazzo della ContabiUta , forse nel genere suo il piu bello , il piii magnifico edificio che nel mondo sussista. Giova sperare che il sig. Cavaliere essen- dosi , non ha guari , nella patria nostra intertenuto , ne avra trattl i disegni e che questi verranno forse da lui aggiunti all'edizione francese. PARTE STRANIERA. 849 L' autore c come architetto e come maestro voile anche , in via di progetti , aggiugnere alia sua grande coUezlone molti edificj dl vario geiiere e stile , tutti di sua compo- sizione. Ma scmhra preferire talvolta la gotlca architettura, cui chiama gernianica o tedesca forse dalla supposta di lei origine , e cjuindi vien questa alternando colla greca e colla romana : vorrehl^e aazi che con essa innalzati fossero" i nuovi palazzi de' magistrati civici , detti anche palazzi della ragione , non che altri pubblici edificj, essendo a parer suo lo stile gotico il piii convenevole a tali fabbriche, siccome quelle che a dimostrare la longevita ed origine lore e piu atto del greco e del romano, ed anco perche esse fabbriche sono di fatto generalmente gotiche nelle piu co- spicue citta o residenze. Noi abbiamo altrove esposta T opi- nione nostra intorno al genere detto impropriamente gotico, e dimostrato ne abbiamo i pregi, ed anche il torto di chi lo vorrebbe del tutto dai moderni edificj escluso. Ma pure non sapremmo se l' opinione dell' autore sia per avere si agevolmente qualche imitatore nell' Italia, terra classica, e di mirabili edificj greci e romani si doviziosa. II nobile autore va piii innanzi ancora. Ei viene dise- gnando le chiese de' Cattolici nel modo il piu strano e cu- rioso i cioe I'esterno, tutto prettamentp '1i «tilp greco e romano , e di forma pari alle piu belle facciate degli an- tichi edificj', ina Tinterno, tutto di genere puramente go- tico si nella pianta che nelF alzamento. Ecco la ragione cli' egli ci da di cotale metamorfosi : la complicata costru- zione delle chiese moderne, e la soverchia ricchezza des:li ornamenti non sono sempre ne si di leggieri conform i al culto ed air uso cui sono esse destinate. Non al culto, per- che la troppa ricchezza degli ornamenti svia lo sguardo di quel che debbono orare , i loro animi distogliendo da quel rcligioso raccoglimento che vuolsi nella preghiera conservare. Non all' uso, perche essendo per lo piu ingom- bre dai varj sostegni di varia massa e forma, ed importando altresi capricciosa e variata pianta, fanno si che minor popolo vi si contenga , e che questo non possa che a stento vedere le sacrc funzioni. Ejrli avverte ancora che la o-reca e la romana architettura permettono poche finestrc, e queste sempre di una limitata luce, e che al contrario la gotlca accorda piu frcquenti e piu alte aperture con proporzioni libere ed all' uopo piii adatte •, ha volte piii varj-ite di Bill. Ital T. XLIX. 23 35o APPENDICE figura e piu leggieri, le cul proporzioni accomotlare si possono piu facilmente al comodo , all' uso ed anche alia solidith, senza verun vincolo ne di forma, ne dl assoluta o determinata misura ; adopera colonne di liberissima pro- porzione, alte , sottili ad arbitrio deH'architetto, con sem- plicissimi capitelli •, ha pareti scevere da verun estraneo ornamento", e finalmente ne fa apparire, ed anzi col fatto, e con minore dispendio ne rende maggiore 1' estensione o 1' ampiezza : laddove le architetture greca e romana , perclie troppo per se stesse dispendiose specialmente negli orna- menti, non si prestano si di leggieri alia facolta ed ai mezzi d' ogni popolo •, e quindi suole spesso avvenire che la capacita delle chiese di si fatto stile non corrisponda alia moltitudine de' fedeli o degli abitanti. Questi principj non sono altrimenti nuovi , raa gia da piu anni posti fu- rono in campo da altri autori, specialmente in Inghilterra, II sig. Wiebeking jsartendo dunque dagli anzidetti prin- cipj ci da il disegno deir interno d' una chiesa in forma di basilica a tre navi con gotiche colonne e con arc hi gotici che intrecciansi e portano la volta del raedesimo stile. Tali colonne sono di un diaraetro troppo esile in ragione della loro altezza , ed hanno un semplicissimo ca- pitello dl nessnn onrattere, ma col puro e solo indizio di una tavola, che appena distlnguesi al fmire della colonna stessa. Le finestre , di lunghissima forma , stanno in riparto col mezzo degli archi , ma la loro parte arcuata perdesi poi negli ornamenti , da' quali figurati sono i trafori proprj del gotico stile •, e quindi esse rimangono realmente quadrate nel vano della luce , dove e forza che corrispondano al- I'esterna forma ch'e di tutt' altra avchitettura. Per le stesse rao-ioni sono di necessita quadrate anche le interiori porte, senza di che non anderelibero in armonia coUa parte esteriore. Passando poi all' esterno della basilica tutta si cambia la scena. Da una semjjlice porta rettangola en- trasi in un grave perlstilo di greco ordine dorico , che forma un grandioso pronao con frontispizio , e tutta prende r altezza deU'edificio, girando da per tutto 1" intera e mae- stosa trabeazione delF ordine, Le iinestre tanto de' lati , quanto della parte posteriore , ove danno luce al coro , cor- .rispondono non meno della porta ai vani interni , tutte ri- dotte pero alia forma e proporzione dorica con trabeazioni e con ben intesi parapetti. Ma tante iinestre , cosi in un sol piano disposte^ e quali disporsi sogliono in qualsivoglia PARTE STRA.NIERA. 35 1 cas.i d' un solo e inedesimo piano, presentano I'idea di tutt'altro pubblico edificio aiizi che d'un templo. L'au- tore va in simile j^uisa <.Usegnando altre chiese , gotiche neir interno , greclie al di fuori ed eleganti e belle , qnali ergere si poteano nella stessa Atene, ma pure con lun- gliissime ed acuto-arcnate finestre corrispondenti alle go- tiche interne , e qnindi con istranissimo e ributtante con- trasto tra le loro e le greclie proporziqjii. Egli ci da pure varj diseo;ni di chiese rotontle, meschinissime nell'interno, grandiose al di fuori qiianto il Panteone di Roma. Perciocche per quel suo sistema di togliere dairinterno ogni ingombro e scemare il dispendio degli ornamenti ci presenta le co- lonne corintie alte 1 3 diametri della loro larghezza , col ca- pitello alto un solo diametro: al contrario innalza la cu- pola sovra il suo peduccio qualche cpsa meno del se- micerchio, appoggiandola immediatamente all' architrave , il quale posa pur immediatamente su le colonne. Certo die intendere non si sapreblje come mai quest' illnstre autore vedere e sentir possa bene e male ad un tempo : ordine gotico , e poverta internamente ; stile greco o ro- mano , e magnificenza al di fuori. Che mai risultare potra da si bizzarro accoppiamento ? Lo dica il poeta di Venosa. Molte altre osservazioni noi fare potremmo sovra i di- segni deir autore. Jf erocclie vien egli progettando e un regal palagio , e itn niuseo , e un' universita , e una blblio- teca , e un teatro ed altri publslici edificj. Solo qualclie cenno faremo sui teatro. Ci sembra primieramente ch'esso manchi di proporzione fra la lunghezza sua e la larghezza del jjroscenio , dovendo la prima non mai essere minore della seconda. Quanto alia platea , egli all' usitata forma di ferro da cavallo preferisce quella che di poco oltrepassi il perfetto semicerchio , onde per tal modo avvicinarsi alia forma de' teatri degli antichi. Ma da forma si fatta , ossia da cotanta apertura del proscenio , nascono due inconve- nienti •, viene cioe infievolita o per lo meno troppo dispersa la voce degli attori ; gli spettatori poi vedere non possono la prospettiva della scena a quel giusto punto di loatananza ciii intese il pittore nel disegnarla. Ad onta pero di tali e di altre mende , giova il ripetere che r opera del cav. JViebeking e la piii graude che mai pubblicata siasi nel suo genere , e ch' essa sotto un tal quale aspetto potrebbe anche considerarsi come una com- piuta scuola di architettura si antica che raodei-na. 352 APPENDICE Voyage d Peking, etc. Viaggio a Peking nel 1820-21 fatto da M. S. Timmkovski , tradotto dal russo da M- N. e pubblicato con correzioni e note da G. Klaproth, Tomi due con atlante, — Pa- rigi , 1827. D, opo il trattato del 1728 la Russia tiene in un convento di Peking alcuni allievi per imparare le lingue mandchoua e cinese. Di dieci in dieci anni si rinnovano questi allievi, e la picciola carovana e giiidata da un ofFiciale russo a cio destinato. Con una di queste missioni il signor Tim- mkovski parti da Pietroburgo nel 18 19 ed arrivo nel i.° di giugno a Kiaklita, fortezza situata suUa frontiera die divide i possedimenti i*ussi da quel della Cina. La co- mitiva si componeva di un archimandrita che n' era il capo, di cinque ecclesiastici, e di quattro giovani secolari. Queste persone viaggiavano in carri ciascuno dei quali era tirato da tre cavalli: il bagaglio era in parte porta to da cam- melli , in parte tirato da piccioli carri. Un ispettor de* baga- gli, un interprete, e trenta cosacchi formavano il restante della compagnia , la quale parti il 61 agosto da Kiakhta, Tre verste al di la dei confini russi ( dice adunque il sig. Timmkovski ) fummo accolti sotto alcune lende chinesi , presentati di the dal dzargoutclii, e muniti alia nostra par- tenza di venti soldati mongoUi a cavallo. La notte del 2 settembre il termometro di Reaumur segnava tre gradi al di sotto di zero. La mattina cammin facendo fra P Ibytsykh e r Iro pervenimmo ad un' alta roccla scoscesa, in vetta alia quale si trova un cumulo di pietre che costituiscono un altare. Gli abitanti di que' paesi , convinti che esista un Ente supremo , incomprensiliile , onnipotente , portano opinione die il suo benetico spirito si manifesti piu vo- lentieri che altrove negli oggetti che si presentano facil- mente alio sguardo sotto forme colossali. Quindi un' enor- nie roccia, un' alta montagna, un albero die stenda am- piamente i suoi rami, un largo flume sono luoghi tenuti da essi in venerazione di sacre , e quivi innalzano i loro altari od obi. Quando un viaggiatore s' avviene ad un obo smoma da cavallo, e rivolto a settentrione si prostra piu PARTE STRANIERA. 353 volte sino a terra, ne parte senza lasclarvl una qualche olTerta. Piu volte si trovano su questi altari ciocclie di cliiome cavalline : sono esse voti dei noniadi cavalieri per la coaservazione de' corsieri , indiyisibili loro compagai. Le grand! piogge avevano allargato V Iro per lo spazio di circa quaranta tese : non fu per altro pericoloso T at- traversarlo, giacche i camraelli il guadavano con sicurezza. A guado fu pur passato il Chai-a, lontano circa venti verste dair Iro. Lungo quel iiume trovamnio un tempio di legno dipinto di bianco al di fuori. Nell' interno alcuni torch] odorosi del Tibet d' un rosso oscuro , e composti di scorza d' alberi e di muschio bruciavan dinanzi agl' idoli. Due lama stavan leggendo con tanto raccoglimento di spi- rito, die non ci degnaron neppure di uno sguardo. Proce- dendo arrivammo al iiume Kara ( Nero ) , nel quale pe- scammo. Questo esercizio sconoscluto agli abitanti di quel paese attiro molta gente , e noi fummo ricompensati da una preda abbondante. Ma il toussoulakhtchi, caldissirao partigiano della metempsicosi , ne scongiuro di mettere nuovauiente que' pesci nel fiume , e noi compiacemrao alia sua doraanda. La dottrina di Bouddha conta dieci peccati mortal! od azioni nere, tre dei quali appartengono al corpo, e sono r assassinio , il furto , la fornicazione ; quattro alia parola , r.ine l.q lingia ^ la r^alnnnin , i c\att\ oeccui , le mi- nacce; tre airanima, e sono la vendetta, T inyidia, T apo- stasia dalla verace dottrina. Le azioni opposte costituiscono le dieci supreme virtu od azioni bianche. Non il solo omi- cidio viene cola considerate come il mag^or dei delitti, ma conformemente alia creduta trasmigrazione delle anime, gli si pareggia anche 1' uccisione di un picclolo animale. Quindi nessun lama, nessun religioso abitatore del Mogollo uccide un insetto. Tuttavolta e perniesso raangiare le carni degli animali uccisi dagli altri ; la qual licenza si e intro- dotta per avventura a cagione della sterilita di alcune parti di quel paese , che aon darebbero altro mezzo di sussistenza ^gli abitatori. Nel gioriio 1 6 settembre arrivammo all' Ourga. Gli ofB- ciali venuti a visitarci erano tutti vestiti di bianco , ixidi- zio di lutto per la morte dell' Imperator della Cina av- venuta il 2 3 del mese antecedente. La notte il termometro fu a sei gradi sotto a zero : nevico. L' umidita naturale
  • de faire connoitre la situation soclale d'une contree, >/ d'une province , d'ltne ville , a une epoque donnee. » Beaucoup d'auteurs y comprennent la description phy- » sique du pays , de ses raontagnes , de ses vallees , des » accidens que s'y trouvent, des rivieres qui Tarroseut , » des mers qui baignent ses cotes. II est evident que c'est » la de la geographic physique et non de la statistique " (pag. 529). >, 362 APPENDIOE mflessi. Raglonerebbe alia foggia del Say chi dicesse : in an ritratto abbozzato con lievi e rare tinte di matita comparlscoiio gli occb.i, il naso e la bocca; dnnque e cosa evident^ che gli occbi , il naso e la bocca non devono comparire in un ritratto minutamente disegnato , finito in tutte le sue parti e colorito (!!!)• In fatti la geografia fi- sica descrive con tratti rapidi e superficiali la situazione di pin paesi , le loro montagne , i finmi , i mari , ecc. j e la statistica d' un particolare paese disegna questi stessi oggetti 5 ma li particolarizza , li lunieggia e colorisce in modo di mostrare la loro influenza sui bisogjii , comodi_ e piaceri degli abitanti. La geografia cbe Iia per iscopo di soddisfare la curiosita generale di tutti gli uoniini , lar- glieggia in superlicie ; la statistica die tende principal- mente a presentare norme praticbe agli abitanti d' un de- terminato paese, discende a maggiore profondita. Se nella geografia si unissero tutte le notizie relative a ciascun paese, ne usclrebbe un' opera troppo voluminosa;, dispen- diosa per tutt' i lettori , a moltissimi indifFerente e forse anche nojosa. Si sfuggono questi inconvenieati, scegliendo per la geografia quelle notizie che soiio pascolo alia curiosita generale , e riserbando alle statistiche le notizie relative agli interessi locali. I Generali romani conoscevano la geografia fisica della Germanln, doe avcvaiio un' itloa superficiale di tutto quel paese •, ma Arminio conosceva la statistica delle sue particolari regioni , cioe sapeva i luoglii paludosi in cui non si possono muovere i carriaggi , i luoglii bo- schivi, dove soiio facili le sorprese, i luoglii ristretti, dove non puo agire la cavalleria , ecc. ; quiiidi Arminio vinse pill volte i Romani, e distruggendo le legioni di Varo ren- dette Aiigusto quasi frenetico. La geografia fisica difterisce dalla statistica come la storia generale dalle storie particolari ,• si la storia generale die le particolari versano sopra piii oggetti identicii ma la prima li tratteggia con matita, le seconde fan uso di tutti i colori. Perdie nella storia generale d' Europa si parla di Clodoveo , di Carlomagno , di S. Luigi, vorrete voi die nella storia particolare della Francia non si parli ne di S. Luigi, ne di Carlomagno, ne di Clodoveo? Quindi dire : la geografia fisica s' occupa delle monta- gne, delle riviere, de' mari, ecc; dunque non se ne deljbe occupare la statistica , e dar prova di non troppo esatto raziocinio. PARTE STRANIERA. ,. 363 Siccorce poi la situazione sociale , come dice il nostro autoi-e, o la situazione economica, come, forse con maggior preciaione , dicono gli statist! , dipende da tutti i sopraccen- nati elementi topografici ; siccome il senso comnne prescrive che si avvicinino gli cfFetti alle loro rispettive cause , e non solo si espongano i fatti, ma anco la loro figliazione, percio e chiaro che la topografia e cosi parte essenziale della statistica, come il contonio e la figura del volto e ^jarte essenziale del ritratto. Che la condizione economica delle nazioni soggiaccia gior- nalmente all' azione di tutti gli elementi topografici, non ha bisogno di prove ;, giacche tutti sanno che dipendono dalle vicende atmosferiche la salute e le malattie , dalla durata del verno la spesa per combustihili ed abiti, dalla forma piana o montuosa del paese la facilita o difficolta di trasportare , dalla situazione ed abbondanza delle riviere 1' irrigazione , la pesca , il commercio, ecc. Gli abitanti di Pietroburgo vi diranno che la loro situazione economica venne piu volte messa a repentaglio dagli straripamenti della Neva •, e quei di Lione vi ricorderanno i danni e i vantaggi che ricevono dal Rodano. II mare da una parte e il Tamigi dal- r altra influiscono eminentemente e giornalmente sulla situa- zione economica di Londra. II Tamigi, il quale per se stesso non ha che uno scarsu volume d'accjua, e si poco pendente da Richemont sino alia sua foce nella Manica, che, atteso lo sforzo della marea , egli fa le veci e rende il servigio di due grandi fiumi che corrono parallelamente in senso opposto. Infatti , quando la marea sale , non solo ella ha forza bastante per arrestare le acque del Tamigi e gon- fiarle in modo di renderlo navigaliile dai piu grossi va- scelli , ma riesce anco a stabilire una corrente capace di trasportare sino a Londra tutte le mercanzie che il com- mercio del mondo condusse alf imboccatura di quel fiume. AUorche poi la marea discende, le acque, antecedentemente ammassate sino a quattro leghe al di sopra di Londra, ri- prendono il loro corso e portano sino al mare le mercanzie che r interna navigazione aveva su quello spazio adunate. Fate sparire la Manica e il Tamigi e vedrete se la situa- zione economica di Londra restera la stessa. I geometri dicono che tre punti bastano per determinare la posizione e 1" estensione d' un circolo :, noi diremo che i bisogni, i comodi, i piaceri delle popohizioni segaauo i 364 APPENDICE limlti del circolo statistico; quindi la descrlzlone de' Inoghi e della cose, delle leggi e delle opinioni relative ai bisogni, comodi , piaceri d' na popolo in dato tempo costituisce la sua statistica. La difficolta della teoria statistica non consiste nel de- cidere se questo o quell' oggetto che si trova ne' suoi con- fini, debba esservi iiichiuso od escluso: si sa che tutte le scienze si toccano e ne' loro punti estremi si frammischiano. Ci farebbero ridere due scolari i quali disputassero seria-, mente se Indisfarne , penisola che viene ridotta ad isola due volte al giorno dalla marea, debba essere inchiusa tra le isole o le penisole. E segno di pedanteria il qui- stionare 'sopra questi limiti; egli e un rimestare le contese de' calzolai e de' ciabattini suU' estensione de' loro diritti. Tutta la teoria della statistica si riduce a due capi : I." Additare i sintomi dello stato piu o meno buono, pill o meno cattivo d' ogni oggetto economico ; 3.° Additare le cause che producono quello stato. Sul primo capo lo scrittor Francese non fa parolaj sul secondo dice spropositi imperdonabili , come vedremo. II. « II s'agit ( continua il nostro autore ) pour cette » derniere science ( la statistica ) , de constater comment » sent les choses dont I'etat peut changer successiveraent » et non un etat tie choses iiuuiuable (i->;ig. Szg). " Riflessi. Ragionerebbe alia foggia del nostro autore chi dicesse : in un ritratto non fa d' uopo inchiudere la forma del naso che e quasi sempre la stessa, ne la fronte spa- ziosa o ristretta, che non si cambia, e meno il color degli occhi nero o grigio che sussiste dalla culla alia tomba, ma solo il color che si scorge suite guance dell'uomo all' istante che viene dipinto, e cosi avrete un ritratto perfetto (!'•'•). Ciascuno conoscera 1' errore del sofista Francese riflet- tendo che lo scopo principale della statistica si e di unire quelle pratiche notizie relative ad un paese che abbiso- gnano all' agricoltore ed all' artista , al proprietario e al commerciante , ai cittadini ed al Governo , al privato e al pubblico amministratore nelle loro faccende giornaliere. Ora c{ueste notizie versano sopra elementi mutaljili e iramutabili, iisici e morali , come sanno anco i ragazzi , almeno in Italia. III. « C'est aussi le point de vue ovi elle ( la statistica ) » acquiert une veritable importance (^descrivendo le cose PARTE STRA.NIERA. 365 n mutdhili ) ; car les lionimes peuveiit ameliorer (Jes insti- » tutions sociales vicieuses ; niais ils ne peuvent se clefaire >i d'un climat rigoureux, ni d'un sol sterile; ou du moins » leur pouvoir en ce genre est bien borne. Pour connoltre >i I'influence des institutions , il faut pouvoir comparer ce >t qu'elles furcnt avec ce qu''elles sont et avec ce qiielles >i seront ; il faut dont constater leur etat a difFerentes epo- » ques ( pag. 529). " Biflessi. Dapprima diremo die gli uoinini possono cam- biare un suolo sterile in suolo fecondo , come e successo nel Lodigiano dopo la costruzione del canale della Muzza, infette paludi in ])rati , orti e giardini , come si vede nei Paesi-bassi , un clima rigido in clima men rigido , del die ne e esenipio la Germania. La statistica non presenta forse uno spettacolo intercsscmte , quando descrive le dighe del- r Olanda contro cui rompesi V ira del mare , gli arglni del Po die sostengono T acqua ad un'altezza superiore ai tetti della vicina Ferrara, il canale navigabile die unendo il Nilo al porto d'Alessandria rende sicura F esportazione de' grani dall'Egitto, impedita eventualniente per Taddietro dai l^andii di sabliia a Rosetta? Dal principio del secolo passato sino al preseuie, la rlccliezza dell" Inghilterra creljlje immensamente; ora la causa principale di questo aumento non si trova nelle mi^liorate insiituzioni sociali, giacclie queste in Inghilterra uon si cauiljiano e meno si uiiglio- rano si presto ; questa causa si scorge ne' grandiosi cani- biamenti eseguid nel sistenm topogrctfico , cioe ne' luuglii e numerosi canali di iiavigazione die furono scavati princi- palraente dopo il 1783 e per cui le merci piu pesanti pos- sono circolare da un'estremita dello stato all'altra con poca spesa. La lunghezza di que' canali giunge a miglia 2606 y^. L' autore pretende di separare lo stato topografico dalle instituzioni sociali , quasi die qucUo non fosse necessario per apprezzare la massinia parte di queste, e non Tie facesse la satira 0 Velogio. Volete conoscere la situazioue economica degli Egizlani sotto gli Araloi e sotto i Mamnia- lucchi? Lo stato topografico ve lo dira : sotto gli Arahi vedevate laglii artiticiali e canali numerosi die jjorta- vano nelle citta la frescura nel tempo stesso die ferti- lizzavano le campagne. Sotto i Mammalucdii quelle operc cjuasi interamente perirono ; i canali soiio cliiusi, i laglii trasformati in paludi e disseccati ; piii contrade fortili e Bibl. Ital. T. XLIX. 1 A ^4 366 APPENDICE florkle SI camblarono In deserti di sabbia. — In generale conoscerete la barbaric o la mancanza d' instituzioni sociali ne' fiumi che straripano senza freno, nelle boscaglie lar- gamente diffuse sulle pianure , nelle paludi che ingombrano i migliori terreni , ne' viottoli in vece di strade carreggia- bili, neir immensita de' beni coraunali, ecc. (i). I 42,000 acquedotti sotterranei che , giusta i pubblici registri , si annoveravano in una sola provincia della Per- sia, dicevano che le instituzioni sociali rispettavano la proprieta. Le nebbie che ingombrano il Baltico e il mare di Scozia ci fanno ammirare 1' instituzione che ai fari voile unite o sostituite grosse campane, il suono delle quali puo giun- gere dove talvolta non giunge la luce. Gli scogli subacquei, si numerosi nel golfo della Finlandia , fanno V elogio del Governo che sovr' essi innalzb banderuole di di verso colore, e veglia suUa loro conservazione , accio awislno da lungi i naviganti. In quale modo encomierete il pubblico arami- nistratore che costrusse una strada carreggiabile sul dorso de' monti , se non ricordate tutti gli ostacoli che vi oppo- neva la topografia, cioe T eccessiva altezza sul livello del mare , la durezza della roccia , la pendenza del terreno , le gallerie scavate nell' interno del monte , gli archi che sostengono il corpo della strada sopra profonde valli , gli argini che la difendono dalle nevi, dal ghiaccio, dalle va- langhe , ecc. ? In somma 1' influenza delle instituzioni sociali si legge sitgli uomini o sulle cose ; ma se le belle forme della popo- lazione non sono sempre sicuro indizio d'ottime instituzioni, (l) Questi sintomi rappresentano la barbai-ie ben naeglio di quello che viene citato dal nostro autore : On peut mesurer, egli dice, la barbarie d'un peuple sur rindlfference oil it est relati- vement a sa situation ( p. 646 )• Questo sintomo , oltre di non essere facilmente verlficabile , non k sicuro: i Roniani , indifFerenti alia loro situazione sotto i fiuccessori d' Augusto , erano tutt' altro che barbaii : essi diedero prova di questa indifferenza accogliendo il sistema degli stoici. I popoli die noi chiaaiiamo barbari , sono s'l affezionati alia loro situazione o al loro modo di vivere che fortemente ad ogni apparenza di cambiamento s' oppongono. La perspicacia d' uno statista si conosce anco nella scelta delle quantita fisiche che rappresentino le offezioni morali. PARTE STRINIERA. S6j come lo accerta la Georgia, lo sono certamente i tor- rent! frenati e repressi , i porti scavati o riparati , gli acquedotti che provveggono d' acqua le citta , i punti che uniscono le opposte sponde de' fiumi , i vasti cimiteri op- portunamente situati , gli edifizj coasecrati alia guarigione delle malattie costrntti giusta le regole della salubritk e deir economia, ecc. •, e, se non temessi d'essere scoinuni- cato dai giureconsnlti, direi che i Romani difFusero la ci- vilizzazione piu colle lore strade che coUe loro leggi , e i barbari rendettero barbaro il mondo principalmente tra- scurando il sistema topografico (i). L' antecedente discorso puo rispoadere in parte alia se- guente obbiezione del nostro a u tore. IV. « Outre que la situation physique des etats ne peut » nous eclairer que foihlement sur les moyens d'ameliorer le II sort de I'homme (2) , c'est une connaissance qui ne peut (1) Noi siamo certi che 1' aurora dell' incivilimento coniin— Ciava a sorgere nel XII secolo in Loinbardia , osservando che r acqua del Ticino fu condotta per largo canale ad Abbiategrasso. (2) II numero de' fatti moltiplicato pel nuniero degli autori che li pubblicarono, serve a misurare V erudlzione di chi li nega. Migliaja di fatti smentono la proposizione del Say : a quelli che ho citato sotto il nuniero antecedente aggiungero qui qual> che altro: a) Se prestiamo fede ad Aristotile e a Diogene Laerzio dob- biamo credere che Empedocle meditando sulle cause dei due flagelli che devastavano freqoentemente la Siciha ( la peste e la fame ) le ritrovo in un vento del niezzodi , il quale , soffian- do continuaniente tra le aperture di certi monti , riusciva dop- piamente dannoso , cioe infettando 1' aria e disseccaudo il suolo: giusta i suoi consigli furono chiuse quelle goie e le calauiita cpssarono ( Arist. Meteor, lib. 11 , cap. 3 : Xantli ap. Diog. Laer. lib. VIII, § 63). I) Alessandro il Macedone nella costruzione d' Alessandria ordino che tutte le strade principal! avessero la stessa direzio- ne , cioe fossero parallele le une alle altre , accio tutte riceves- aero quell' unico vento che ivi rattempra Y eccessivo calore. f) Quando Teodorico re de' Goti, ricordando le niolte paludi asciugate , le chianiava gloria nostri temporis , dava prove di niag- gior giudizio che qualche econoinista francese. d) Le fortificazioni aggiunte ai ponti della Senna nell' 877 e seg. niigliorarouo la sorie di Parigi , facendo osUcolo alle iu- cursioni de' Noruianni. 368 APPENDICE >t se perdre 9 oit que I'on pent dii moins trouver aisement. » II depend de nous de savoir , quelle a ete , a toutes » epoques , la distance qui a sejjare deux iles de la Gre- » ce , ou quelle a ete la hauteur du mont Olympe (i); e) Dopo la costruzione del canale navigabile fatto scavare dal duca cU Bridgewatcr clie conduce il carbone a Manchester, i poveri risparniiano '/y della spesa del trasporto. ( Histoire de la navigation inteiicure etc. , t. i , pag. 117.) /) Pria della costruzione del canale d' Arragona i terreni ■vendevansi 100 a l5o reali il journal. Dopo il 1792 i terreni irrigati colle acque di quel canale vendonsi 400 a 5oo reali. g) Teadono a diniinuire la corruzione dell' aria e quindi a Viigliorare la sorte dell' uoino in Anisterdatu i mulini a vento che soniniovendo le acque de' canali ne dissipano la putrefazione. h) fl uoto clie la durata media della vita, generalmente in Europa, e cresciuta di due o tre anni nel secolo passato e neir attuale ; ora egli e questo un efietto principalmente delle migliorie intiodotte nel sistema topografico , cioe dell' allarga- mento delle contrade , della rettificazione delle strade , della distruzioue di edificj che impedivauo la ventilazione , de' canali che asportano le imniondezze dalle citta , ecc. (i) Se il sofista francese , in vece di prendere per esempio un paese noto ( due isole della Grecia o il monte Olimpo carat- terizzati in tanti scritti antichi e moderni ) , se , dissi , avesse ricordato al lettore un paese ignoto , come sarebbe 1' Atlantide di Platone , della quale non conosciamo ne la latitudine , ne la longitudine, ne I' estensione , ne le forme ecc, si sarebbe ac— corto che la nozione della situazione fisica pud perdersi , ne e sempre agevole il ritrovarla, Clii puo descrivere le tante citta po- polatissime e floride dell' Africa che soggiacquero all' ira de' Van- dali , mentre non restano ne anche vestigi del suolo ove erano fabbricate? A malgrado delle tante ricerche fatte eseguire dal Governo francese, e turtora ignoto il luogo in cui peri il celebre capitano Laperouse ecc. Un pilota avendo spezzato il suo va- scello in uno scoglio , in vece di notarne nel suo giornale la situazione, la direzione , la lunghezza, la larghezza ecc, fa nienzione dell' ora in cui fece naufragio , della tenue pioggia che cadeva , dell' arcobaleno che splendeva a destra ecc. ed ag- giunge : « Ce sont la les faits qu'il est bon de consigner dans » les statistiques .... car , outre que la situation physique des » ^tats ne peut nous eclairer que foiblement sur les moyens 5> d'ameliorer le sort de I'homnie , c'est une connaissance qui » ne peut se perdre ou que Ton peut du moins trouver aise- » nient. » (!!!!!) Egli e evidente che piu cognizioni sulla situazione fisica de' paesi , principalmente in mezzo ai mari, PARTE STRANIERA. 869 " tandlsque nous n'avons aucun moyeii de retrouver cer- " tains faits qu'on a neglige de constater dans le terns , tels " que la population des etats de Tantiquite, la longevite I' de leurs concitoyens , les clifFerentes industries qu'on y » exer^ait, les profits qu'on y trouvait, la valeur des pro- » duits , le montant des impots , etc. , connaissances qui " jeteraient cependant de vives lumieres sur la condition » des peuples et sur les eftets de leurs institutions. Ce " sont la les faits qn'il est bon de consigner dans les sta- >t tistiques (p. 53o). " mflessi. I." Ragionerebbe alia foggia del nostro autore un naturalista , il quale , volendoci descrivere un animale ignoto della Nuova Olanda , e, contento d"" avere accennata la celerita dell' animale mentre era inseguito , i moti stra- ordinarj allorclie fn preso , e le convulsioni prima di mo- rire , aggiungesse : non vi descrivo la forma della testa, ne le dimension! del corpo, ne il color della pelle, ecc, giacche questc cognizioni non si possono perdere o almeno potrete agevolmente ritrovarle ; air opposto que' moti di terrore e d' ira sono fuggiaschi : ce sont la les faits qii'U est bon de consigner dans les statistiques ( ! ! ! ). 2." L'importanza delle notizie statistiche vuol essere de- terminata dai bisogni di quelli ad uso de quail sono destinate: 1' artista , per es.empio , piu che le pietre cadute dal cielo ( il Say vuole clie si faccia menzione di questi fenomeni ), ha bisogno di conoscere le qualita piii o meno buone, piii o meno cattive delle materie prime , secondo i luoghi da cui provengono :, al commerciante , piu che la longevita della vita , e necessario il sapere 1' epoca in cui un liume comincia ad essere navigabile, e il luogo in cui la navi- gazione cessai, ecc. Piu che la notizia delle iraposte cui erano soggetti i Britanni , sarebbe stato utile ai Romani 11 conoscere i fenomeni della marea sulle spiagge delle isole Britanniche , allorche vi discesero al tempo di Cesare: mancando di questa cognizione essi non usarono le neces- sarie cautele e videro i loro vascelli fracassati e dispersi. nou possono acqaistarsi con quella facillta che suppone il nostro autore. Gli scogli ed i niarosi delle isole di Fidji in cui si so- spetra perito il suUodato Lapcrouse , sono attwalniente un po' meno pericolosi, un po' meno inaccessibili in ragione de' naufragi accaduti e degl' iiidizj raccolti dai capitaui che &i salvarono. 370 APPENDICE Nel 12a I 1 Crociatl perdettero Damietta, perclie non co- noscevano Tepoca, restensione, la durata dell' inondazione del Nilo : usciti da quella piazza verso la fine del giugno ed accampatisi sulla sponda di quel fiume, in. una pianura ugualmente distante da Damietta e dal Cairo, si trovarono presto in mezzo al fango sino al ginocchio , e non poteado trarre provvisioni da quella piazza, furono costretti a ca- pitolare col sultano Camel , al quale , benche scortato da minori truppe , la cognizione di quel fenomeno locale pro- cure la vittoria , ecc. V. II nostro autore appoggiato alle ragioni antecedente- mente addotte , insistendo sulla necessita di separare la topo- grafia dalla statistica, si fa la seguente obbiezione: « n'est-ce " point , dira-t-on , appauvrir la science que de reduire >/ le nombre de ses observations? Devons-nous craindre de » connoitre les nations sous trop de rapports? Noa: mais " a mesure que nos connaissances se multiplient, nous " sommes obliges de les distribuer en difFerentes classes , '/ soit pour les acquerir d'une maniere plus certaine , soit » pour les conserver plus aisement. Les memes necessites >» ont ete observees relativenient a toutes les sciences . . . >i c'est une intreprise foUe de nos jours que de vouloir >i tout dire et surtout de vouloir tout dire dans un seul »/ ouvrage (p. 53o, 53 1). » Riflessi. i ." Dopo la lettura dl questo sublime paragrafo , un pittore, volendo fare il ritratto d' una persona, dipinge il naso sopra una tela , gli occhi sopra un' altra , la bocca sopra una terza , e cosi via discorrendo ^ ha pero 1' avver- tenza di non dipingere le guance , e, mentre gli astanti ridono , egli dice : « i un intrapresa stolta de nostri giornl » di voler dipingere tutte le parti d' un ritratto, e soprat- >t tutto di volere dipingere tutto un ritratto sopra una sola » tela. » E siccome questa taccia di stoltezza non ispa- venta gli astanti , percio il nostro pittore soggiunge : « a* » mesure que nos connaissances se multiplient, nous som- " noes obliges de les distribuer en differentes classes , soit » pour les acquerir d'une maniere plus certaine, soit pour » les conserver plus aisement. " Gli astanti fischiano, ma il pittore alzando la voce aggiunge : « Aristote , de nos >» jours , n'aurait pas trop de sa capacite pour cultiver " d'une maniere complete une seule branche de I'histoire " naturelle, lui, qui non-seulement les embrassait toutes. PARTE STRANIERA. Zyi »/ mais qui embrassait de plus la litterature et toutes les ;/ sciences morales et politiques de son terns! v (^ibid.) Dnn- que il naso debb' essere dipinto in una tela, la bocca in un'altra ed omesse le guance : quoil erat demonstrandum. a." Lasciando gli scherzi da banda diremo che il no- stro autore fa una pessima appllcazione d' un principio giustissimo. Infatti alcuue cose o qualita vogliono essere separate, alcune altre avvicinate ed unite. Meriterebbe rim- provero un naturalista, il quale, descrivendo una sostanza, ricordasse la sensazione piacevole die cagiona al palato , e dimenticasse 1' efFetto funesto che produce sullo stomaco. Non avrebbe dato prova d' eccesslva perspicacia uno sta- tista ne' secoli passati, il quale avesse allontanato la notizia degli stagni allora si numerosi, dalf abitudine generale di far magro in due glorni della settimana , e dall' esistenza particolare di tante comunita religiose die dai cibi grassi si astenevano. Finche rimarra senso comune sulla terra, restera inalterabile la niassima die vuole avvicinate le cause agli effetti. Percio rimarranno eternamente associate nella testa del capitano le montagne e la lenta niarcia delle truppe, deir amministratore, le montagne e lo scarso pro- dotto delle imposte , del niercante , le montagne e V ecce- dente spesa di trasporto , dell' alpigiano, le montagne e I'opportunita de' pascoli estivi, ecc. Nelle statistiche ragio- nate le diverse notizie non sono esposte confusamente , ma divise in classi, e le classi distribuite in modo da lasciare scorgere il rapporto tra i fenomeni e le forze da cui ri- sultano. Siccome la situazione economica delle nazioni e il prodotto delle forze fislche e delle forze raorali , percio il senso comune ha indotto gli autori ad unire nelle statisti- che tutti gli elementi topografici ( forze fisiche ) , le leggi , gli usi , le opinion! ( forze moral! ) , accio il lettore non. avesse 1' incomodo d' andar a ricercare in un' opera le cause degli effetti die vide descritti in uii'altra. 3.° Se non che vogliam essere generosi e contentare il nostro autore ; ecco come : fu composta la statistica d' ua regno N in ua volume di 3oo pagine: le prime, occupate dalla topografia, giungono a 6o i a 240 le altre. Seguiamo le subliml viste dell' economista Francese , e d' un' opera facciamone due;, la prima di p. 60 avra il titolo di Geografia fisica ; la a." di pag. 240 conservera il titolo di Statistica del regno N. Voi v' accorgete facilmente che, dopo d'avere S/ai APPENDICE noi spezzato un volume In due , e diviso in due il primo titolo , restando istessa la somma e 1' ordine delle notizle , il lettore potra =: les acquerir d'liiie inaniere plus certaine , ou les conserver plus aisement (! ! ) ed avremo scansato I'in- conveniente = t^e vouloir tout dire dans un seul ouvrage (^J.) (i). 4.° La pecca de' nostrl tempi si presenta sotto i se- guenti caratteri : a) Pretesa di parlare di cio clie si sa e di cio che non si sa : un raoderno scrittore d' economia ha fatto i-i- dere Y Italia negandole 1' uso delle stufe ( Say , Catecliisme d! economic politique, pag. 208, 3 ."'' edition ) ; b) Voglia di distruggere tutto cio clie ha la sanzione de' secoli e de' migliori scrittori ( Vedi la pag. 3 60 di qnesto fascicolo ) ;, c) Spacciare con aria di novita cio die si pratica da niolto tempo, o cio che e nolo anche alle donnicciuole (Vedi la pag. 3 80, 38 1 di questo fascicolo ) ^ d) Pretesa di creare una scienza , creando una pa- rola: il nostro autore ha costrutto il suo articolo suUe due parole : Statistica decennale. VI. II Si Ton faisoit des descriptions statistiques de " tons les lieux (continua il nostro soiista), et si Ton fai- » soit entrer tous les faits qu'on pourroit a. la rigueur y " placer, les hommes seroient liientot obliges de ceder la tr place aux livres ; mais qui pouvrait les acheter et qui » pourrait les lire? Si c'est Tadniinistration qui supporte " les frais de redaction et d'impression d'un livi'e et le » distribue gratuitcment, elle aggrave de cette depense le >t fardeau des charges publiques ; Touvrage parvient sou- » vent a des gens qui n'y mettent aucnn prIx , et il est » refuse a d'autres qui seraient capables d'en tirer un " grand parti (2). Si Ton se contente de le deposer dans (1) II nostro autore vuole clie rielle statistiche si parli delle instituzioni sociali, e si dica cib che furono ( il che e ufficio della storia ) , cio che sono ( il che appartiene alia statistica ) , e cib che savanna , NB. cio che saranno ( il che e il canipo delle congetture e de' possibili ). Dope d' avere si esattameute e si sobrianiente fis-ato i liuiiti all'argomento, I'A. ha diritto di condaa- nare Ventreprise folle de vouloir tout dire dans un seal ouvrage (.' /). (2) Quand on veut distribuer gratuiteoient uu livre , le inoyen le plus convenable jiarait etre de le donner seuleiiient aux per- sonnes conaues qui en font la demande par ecrit. La demarche PARTE STRANIERA. S^S " les blbliotheques , il est rare qu'il puisse servlr d'in- » strument a cle grands travaux ( pag. 533 ) (i). " Bifiessi. i.° In un giornale, come la Revue encyclopedique , che non parla d' altro che di difFondere 1' istruzione, sono rimarchevoUssimi i sofismi contro la diffusione de' libri stadsdci. 2° Appena comparisce in cielo una nuova Stella o s' oscura lo splendore d' un' altra , o si fa vedere la barba d' una cometa , gli astronomi ci danno arapla descrlzione de' fenomeni die vi osservano ; e queste descrizioni sono qu'on est obligd de faire pour obtenir le livre, est una espece de prix d'acquisition qui empeche de le negllger (Nota dell' A.). RlflessL I." Dare a chi dimanda e giustificare la questua e la liuiosina ( ! ! ). 2.° 11 mez^o piii convenevole per distribuire gratuitamente de' libri consiste nel darll a chi li merita ; ne! nostro caso la distribuzione sarebbe regolata dai seguenti o siinili motivi: a) Premio ottenuto per esposte iiianifatture j b) Titoli o gradi di nierito scolastico ; c) Libri plausiblli composti sullo stesso argomento ; d) Anzianita negl' impieghi amministrativi j e) Podesta de' Comuni ne' quali , avuto riguardo alia popo- lazione , fosse maggiore la concorrenza alie scuole primarie, ecc. (i) « Quelques heures par semaine, passees au milieu du mou- « vement et des distractions d'une bibllotheque publique , ne » suffisent pas pour des Etudes importantes; les livres des biblio- » theques publiques ne servent pas aux ecrivains qui n'Jiabitent » pas les'grandes villes , a moins qu'on ne permette les depla- » cemens de livres, et ils ont des grands inconv^niens. » (Nota dell' A.) Riflessi, 1.° Alcune ore passate nelle biblioteche pubbliche non bastano per costruire un edifizio scientifico, ma possono bastare per raccorre materiali, ossia i fatti che si trovano ne' libri statistici. (( NB. Pitt biblioteche in Italia , come per et. quella di Brera a Milano , restano aperte tutti i glorni , eccettuati i festivi , dalle ore ID antimerldiane alle 3 dopo mezzogioriio.) 2." L' autore suppone che la distribuzione gratuita debba ristrlngcrsi alle biblioteclie delle grandi citta : se gli si nega questo supposto, quella terribile obbiezione spai-ira. 3." Finalmente non v' ha ne cosa , ne azione che vada scevra d' inconvenienti , e noi lasciamo agli Ostrogoti il dirltto d'esage- rare quelli che puo trarre seco la traslocazione de' libri. Le pre- cauzioni che si usano nella Biblioteca di Brera in Milano per questo oggetto , non lasciano motivi di laguanza alia geatilezza di chi vi pregiede. $74 APPENDICE accolte con onore e premiate dalle accademie plu celeb ri (i). Ora pare die i punti del pianeta in cui abitiarao, debbano , generalmente parlando , interessarci di piu che i punti di- stantissimi , lucidi od oscuri del firmaniento. 3." II timore cbe i libri possano disputare il posto agli uomini , e un timore da Ostrogoto e irragionevole ; infatti i libri buoni sono assai poclii e quasi essi soli si conser- vano^ gli altri passano piu o men presto dall'ofBcina del tipografo a quella del pizzicagnolo. ti Mais qui pourrait les acheter et qui pourrait les lire? » Non prendetevi pena di questa faccenda ; comprera chi vorra e cbi potra. Chi lesse e cbi compro i fogli 144,561,094 che furono stampatt in Francia nel 1826? Ciascun ramo di cognizioni ha i suoi amatori; e se gli amatori mancano, cioe se il prodotto della vendita non compensa la spesa della stampa , la fabbricazione cessa. Brameremmo cono- scere il motivo che vi rende inquieto sopra questo ramo di commercio intellettuale, mentre siete tranquillo su tutti gli altri e predicate il laissez faire ? 4." Meritano sommi encomj i pvbhlici amministralori che concorrono alia compilazione delle opere statisdche ; giacchfe da una parte v' ha mille fatti che non si possono ritro- vare fuorche ne'registri amministi-ativi; daU'altra v'ha mille lavori statistici , la spesa de' quali supera le forze pri- vate de' cittadini. Se il Governo francese non avesse fatto la spesa necessaria per formare le carte topografiche e (l) Le gazzette del 3o ottobre 1 827 sotto la data di Parigi dicevano : « Nella seduta dell' Accademia delle scienze del i5 Ottobre » il sig. GiJglielmo Herschell , figlio del celebre astronomo che » scopri nel 1781 il pianeta a cui si diede il suo noaie , pre- » sento alcune osservazioni astronomiche fatte con un telescopio » a riflessione della lunghezza di 20 piedi. Esse consistono in » due cataloghi di Stella doppie o triple , di stelle cioe che » conipariscono ad occhio nudo come una sola stella, ma che » esaminate col telescopio si riconoscono esscre un gruppo di » due o di tre. L' autore ne ha trovate parecchie che sono » quintuple e sestuple : ve ne sono di bianche , di rosse , di » porporine, d' azzurro chiaro e d' azzurro carico : e trovansi » disposte in modo assai straordinario, cioe in cerchio a foggia » di corona, a triangolo e in gruppi irregolari. Queste belle sco- » perte gli hanuo nieritato I'anuo scoreo il premio d'astronomia. » PARTE STRA.NIERA. $"^5 i Jrograficlie delle coste della Francia , que' bel lavori non esisterebbero , e inille marinai continuerebbero a perire aa- nuahnente su quelle coste per mancanza cU cognizioni ; 5.° Screditare il deposito di libri nelle biblioteche pel motive che di rado possono essere instrument© a grandi lavori , e screditare le strade comunali, percbe vi passano di rado le carrozze (!!). Infatti la raassima parte delle persona che con profitto o diletto vanno a consultare que' libri, non sono letterate ; quindi , ancbe nella supposizione noa vera che que' libri non rluscissero utili ai letterati , cioe a lo persone, sarebbero sempre utili al pubblico, cioe a 100,000. VII. L' autore declama contro i fatti frivoli , inconclu- denti , che alcuni scrittori inseriscono nelle loro opere , e finche sta sul generale, ha ragione^ ma, discendendo al particolare , non da prova di tatto troppo squlsito in questo argomento. E di fatto, come eserapio di fatti frivoli, I'autore cita il seguente nella nota alia pagina 64.7. t< Dans la stadstique du departement du Mont-Blanc , cer- " tainement Tune des plus interessantes et des mieux faites, w on trouve la parabole de I'enfant prodigue ecrite en " quatre dialectes differens du patois de ce departement, " pour montrer que les patois varient d'un canton a I'au- " tre. " Riflessi. Questo fatto, che che ne dica I'autor francese, e importantissimo , perche dimostra che forti e numerosi ostacoli si oppongono alia circolazione delle idee scienti- fiche , essendoche gli scrittori non fanno uso de' dialetti particolari, ma della lingua nazionale. I diversi dialetti, riguardati dal lato delF istruzione, presentano gli stessi inconvenienti che i diversi pesi e le diverse misure pre- sentano al commercio. Questo i-iflesso non isfnggi alia per- spicacia del dottissimo Dupin : u Lorsqu'en i8a5 et i8a6 II (egli dice) je me suis occupe de procurer, a la classe " cuvriere de nos departements , les plus simples elements It des sciences exactes appliquees aux arts , je suis tombe " dans un etonaement d^tit j'ai peine encore a reveuir, " en voyant que , sur tous les points de nos immenses " frontieres, a Bayonne ainsi qu'a Dunkerque, a Strasbourg " ainsi qu'a Quimper, a Montpellier ainsi qu'a Mulhouse, »» tun des obstacles les plus grands que les professeurs " aient rencontres, s'est trouve dans la dijJicuUc de fairc 376 APPENDICE »/ entendre le langage expressif et correct de la langue " fran^aise a des liommes qui ne peasent couramment >/ qu'avec le secours d'idionies etrangers on de patois bar- » hares (Forces productives et commerciales de la France, » t. I, p. 5o ). " VIII. L' autore non vuole specificati nelle statistiche i rapporti che delle addotte osservazioni son necessarie con- seguenze. '< A quoi bon ( egli dice ) me donner le rapport w des naissances et celui des mariages a la population , si " j'ai la population aussi bien que le nombre des nais- " sances et des manages ' Au moyen de ces donnees , » j'aurai le rapport si j'ea ai besoin (pag. 547). " Eiflessi. Si possono dare tre risposte a questa profondis- sima dimanda : I ° V ha lettori che non sono abituati nelle regole del calcolo ; quindi rendete loro un servigio , annunciandone i risultati ; 2.° Altri, abilissimi ne' calcoli , non hanno tempo di eseguirli ; essi abbisognano di conoscere prontamente un rapporto senza che possano occuparsi a ricercarlo ; 3." Finalmente vMia lettori irriflessivi al punto da non iscorgere il rapporto tra due quantita se non lo mettete loro sott' occhio. IX. Partendo da alcuni elementi statistici soggetti a va - riazioni , 1' autore conchiude generalmente che les statisti- ques pour etre utiles, doiveat etre des ouvrages pcriodiques (pag. 533 ), e determiua a 10 anni il loro periodo, quindi le chiama statistiche decennali. Eiflessi. Ci ha migliaja di fatti statistici , la cognizione de' quali e utilissima, e che., giusta la testimonianza delle generazioni paBsate e dell' attuale , non soggiacciono a variazioni sensibili. Y' e forse bisogno d'opere periodiche per sapere che una citta manca di pozzi e che gli abitanti sono costretti a comprar V acqna giornalmente od a co- struire delle cisterne ? Clie un' isola altro mezzo di sussi- stenza non presenta che le testuggini pescate suUe sue coste ? Che non giunge a maturita il grano turco per es. nel circondario di Parigi, ne I'uva nelle isole britanniche, ne il poino di terra sul Sempione ? Che i migliori vini del Tokai provengono da colli sommamente pendenti ed esposti a mezzodi; che questi colli giacciono sotto il quarantottesimo grado di latitudine •, che il loro suolo e una creta gialliccia , PARTE STRANTERA. S";^"^ alia quale sono frammistl ciottoli tli natura calcare? La generazioiie passata ha insegnato all' attuale in Lombardia che si colgoao le pesche piii saporite a Desio, il miglior riso ad Osiiglia , la galetta piii fina suUa Brianza , ecc. Non si cambia infatti ne ogni anno , ne ogni i o anni la cjualita de' terreni , la cognizione de' quali e si utile per la coltivazione de' vegetabili , per la costruzione degli editizj, per lo scavo de' canali, pe' calcoli della finaaza sull' imposta diretta, ecc. Non si cambiano in poco tempo le altezze de' fiunii , de' laglii, delle paludi, cognizione necessaria per la derivazione dcUe acque, onde procurare navigazione, ir- rigazione o salubrita. Spira tuttora durante la notte , come ne' secoli passati , propizio vento a chi sulle onde del lago s' avanza verso Como , e , calmatosi all' albeggiare del gior- no , lascia luogo a vento opposto in pien meriggio , favo- revole ai navicellai che da quella citta s' allontanano, ecc. Le orde numerose che abitano Y aldpiano tentrale dell'Asia, sparse sopra situazioni fisiche inmiutaljili, sono rimaste im- mutabili come esse, ,e vivono tuttora come vissero sempre di caccia, di pesca, di latte e di rapina. Nulla rassomiglia tanto gli uomini delle eta primitive , diceva Raynal, quanto i Tartari della nostra. Quella leggerezza che Cesare rim- pro vera va agli abitanti delle Gallie , e rimproverata tuttora dagli scrittori francesi alia loro nazlone , ecc. Del resto il patrimonio della statistica si estende e mi- gliora come quello delle altre scienze di fatto , si per la distruzione di vecchi errori, si per la scoperta di nuove verita , si per 1' introduzione di migliori metodi. Ma 1' idea d' una statistica decenncde ci sembra si inutile , inconclu- dente, fantastica e nulla, come sarebbe inconcludente r idea d' Una fisica decenncde. Piii governi , gia da mezzo secolo , rendono di pubblica ragione i fatti amministrativi ; le accademie notano gli andamenti delle stagioni ; i gior- nali proclamano i progressi delle arti, le vicende del cora- mercio, i successi della navigazione, ecc. Dappertutto si trovano vecchi, i cervelli de' quali si possono dire magaz- zini di idee pratlche relative al paese che abitano. Gli scrittori, consultando questi e simili depositi di notizie e com- binandone i risultamenti colle loro osservazioni, presentano al publ)lico, quando loro piace e senza alcun vincolo, le statistiche de' paesi , come gli presenterebbero un nuovo libro di Fisica od una miova geologia ; cd il piibblico 378 APPENDICE sceglie quella che gli sembra migUore. Portiamo opinione che debba essere disprezzato ogni vincolo che non e au- torizzato da un vantaggio ; ora le due parole statisdca decennale noa ne presentano neppur l" ombra. Ci dicono esse 1' ordine in cui devoiio esporsi le diverse notizie sta- tistiche? No. Ci additano forse i sintomi dello stato piu o meno buono, piii o meno cattivo dell'agricoltura, delle arii, del commercio? No. Esse tendono a difFondere 1' idea che tutti gli elemeati statistic! soggiacciono a variazioni nel giro di 10 anni , il che e generalraente falso in tutti i paesi , e tendono a far suppoiTe sterili ed infeconde le osservazioni ed esperienze delle generazioni passate. X. L'A. rlpete cio che tutti gli statist! sanno, cioe che la statistica abbisogna del soccorso delle scienze economi- che ; ma, secondo il suo costume, esagerando la massima , la rende falsa. Egli pretende che la statistica puo stabilire il fatto, ma che non puo indicarne ne la causa, ne i ri- sultamenti. n La statistique pent enoncer le fait et ne sau- »» roit I'expliquer ; et ceux qui tentent de I'expliquer sans " connoitre Teconomie des societes , sont convaincus d'ab- " surdite a tout moment (p. 534). La statistique ne nous »/ apprend pas I'enchainemerU des fails , c'est-a-dire les tt causes et les resultats de ce que nous voyons (p. 535) (i). Hiflessi. Tagliate ad un uomo le gambe e le braccia, poscia ditegli che non puo trasportarsi senza V altrui soc- corso (M). L'A. esclude dalla statistica le cause fisiche e le cause morali che modificano la condizione sociale delle popolazioni (p. 529 e 53o del citato fascicolo della i?eme), quindi accerta ch' ella non puo addurre le cause de' feno- meni (!!). A compimento di questa teoria I'A. pretende che tutti i fatti statistic! vogliono essere spiegati colle leggi economiche. Tanti sono i fatti che smentono le asserzioni del nostro A. che se ne potrebbe fare un volume :. bastera (1) « Sans doute , toute esp^ce de connaissance est fondee » 8ur des faits ; inais c'est sur Taction qu'une chose exerce sur » une autre; cette action est un fait constant , quelquefois silen- 3» cieux et obscur , coraiue le progres de la seve qui gagne le » tronc , les branches et les feuilles d'un arbre ; un fait qui ne » se decouvre a I'observateur diligent et patient a la fois ; un » fait dont les stadstiques ne peuwent indiquer la cause ni les » resultats, mais sealement constater ravancement ( p. 534 ). " PARTE 8TRAN1ERA. 379 addurne qualcuno per clascnna delle grand! ram'ificazioai della statistica nella nota (i). (i) Serie di fatti spiegati dalla Staustica senza il soccorso delle leggi economiche e tali che il prlmo e causa del secondo. I, Topografia. Cause. Effetti. I. Nelle Alpi che a setten- i. II livello de' laglii lombardi trione sovrastano al suolo lom- h piii alto nella state che nel bardo non piove nel verno, ma verno ; 1' acqua de' pozzi in Mi- vi si accumula la neve^ la quale lano segue la stessa legge ; scor- ia sciogliendosi ritornando la gesi la minima altezza in prima- state. vera , quindi abbonda 1' acqua nella state , cioe quando ne e maggioi-e il bisogno. II. Popolazione. I. Frequente ed intensa ven- i. Numerose morti per ma— tilazione a Vienna. lattie polmonan'. 2. Wortalita superiore a quel- la che si osserva nelle altre parti deU'Europa, e tale che giunge ad '/lo della popolazione. 3. Moltissime persone affette da mail d' occhio. 2. In piii luoghi dell'OIanda ( Nord-Hollanda, Zelanda, pro- vincia della Frisia e di Gronin- ga) , oltre la posizione vicina al mare , somma umidita attestata da tutti 1 fenomeni igrometrici. 3. Estrema bianchezza e km- ga durata della neve e del ghiac- cio nella Lapponia. Ill, Agricoltura. 1. JrtgAt7/crra. Situazione ma- i. OttimI pascoli, prati uber- tosi , greggie abbondanti ; noa lunga dimora del bestlame nelle stalle ; copioso lanificio e con- surao di carni maggiore che in Francia. 2. Il terreno che altrove h ri- nttima , copiose nebble , fre- quenti piogge; estate non troppo calda; verno non troppo rigido ; breve anzi che no la durata della neve. 2. Immensi ammassi di carbo- ne fossile sotto terra ( in Ingliil- gerbato alia produzione della le- terra ) , cio& vera ncchezza in gna, cioe e occupato da boschi , ragione della profondita del suo- in Inghilterra e consacrato alia lo , mentre altrove e in ragione produzione de' grani e de' fo- della auperficie. raggi. IV. Arti. 1. Egitto. Sommo calore ; i, Nelle manifatture di cotone Aria asciutta ; i fili de' tessuti si spezzano, i le- Polve copiosa sollevata dai gnami delle macchme si fendono venti. o s' inciirvano ; una sabbia im- palpabile penetra nel loro in- terno e ne arresta ad ogni istaa- te il giuoco. 380 APPENDICE XI. L' A. ci presenta con aria dl novlta delle idee al- quanto vecchie e note a chiunque conosce i primi elementi V. Commercio. I, Ghiaccio duriasimo in Rus- i. Commei'cio nullo per ac- gia sino ne' fiumi e ne' mari dal qua , attivissimo per terra col novembre all' aprile. mezzo delle slitte. VI. Ahitudini intellettuali. I. Africa , escluso I'Egitto : i. Mancanza d' intelligenza scarsissimi fiumi navigabili, non nella popolazione negra. Non man mediterranei ; deserti di sabbia che separaao le popola- zioni e niancauza d'acqua dolce; clima ardentissimo, cioe nessuno stimolo a formare abiti e case. VII. Abitudini economiche. Teuiperatura media iemale i. Consumo di legna per ri arci , noil scienze , non incivili- niento ; non cambio di merci o di idee ; stupidissima super- stizione. a Parigi , gr. centigr. 3, 7 a Roma » 7, 7 3. Gran copia d'insetti nella Nuova Olanda e loro accani- mento contro I'uomo, cosicclie lo assalgono , lo circondano, lo tormentano in stuoli densissimi. 3. A Sant Jago , capitale del Chili , frequeuti scosse di ter- remuoto. pararsl dal freddo a Parigi come lO a Roma ...» i 2. Gli abitanti della Nuova Olanda accendono fuochi e ri- mangono in mezzo al fumo, an- che al tempo de' piii grandi ca- lori, onde liberarsi dagl' insetti. 3. Case di un solo piano , quindi maggiore spesa per al- logg'- VIII. Abitudini morali. I. Arabi Bedovini erranti col- ic loro gregge e viventi di ra- piua. 2. Frequenza di corsari. I. Arabia: paese sterilissimo per eccesso di calore , mancanza d' umidita, ed anche qualita del suolo ; impossibilita di mante- nervi stazioni miliiari. a. Scogli ed isole distanti dai centri abitati. Dopo questi fattl e mille altri simili che si trovano uniti nella Filosofia della statistical il lettore potra apprezzare la suc- citata proposizione del nostro A. La statistique ne nous apprend pas I'enchatnei/ient des fails , c est-a-dire les causes et les resul- tats de ce que nous vOyons (p. 535). Con questa proposizione 1' A. distrugge una delle principali massime statistiche , la quale c' insegna a scegliere , avvicinare e porre a confi onto que fatti che , soggiacendo alia stessa legge d'aumento e decremento , daiino segno d'essere rispettivamente cause ed effeiti. Conviene chiudere PARTE STHANIER\." " 38 1 della scienza i il lettore ne puo vedere qualcuna nella nota (i). XII. Daremo ora un saggio delle contraddizioni : a) Alia pag. 629 FA. esclude le riviere dalla stati- stica ; alia pag. 55o I' autore vuole die lo statista dica lo stato dtlle riviere e de' canali navigabili. 6) Nel 1823 ( Revue encyclopedique , caliier de mars , p. 324) I'A. dice die le notizie statistidie vei-e nell' istante ia cui soao raccolte , cessano d' esserlo nell' istante in cui si consultano (2). Nel 1827 [Revue encyclopedique , ccihier de septembre , pag. 546) I'A. dice: « Quelqu'imparfaits que soient en- " core aujourd'hui les moyens de recueillir des documens " statistiques, ils peuvent conduire a des importantes con- »/ elusions .... La statistique du departement de la Seine " presence des resultats dont les publicistes ont deja tii'e " des consequences du plus haut interet ( pag. 532 ). >t c) Sembra die f^icciano ai pugni i due seguenti para- grafi rimarclievoli altronde per pin idee inesatte : gli ocelli alia luce per non vedere che I'andata del bestiauie alle Alpi Retiche in luglio e la sua discesa in settenibre , e cosi unica alle vicende delle stagioni , come il moto asceutlente de' va- scelli dair iuiboccatura del Tamigi a Londra e il loro ritornc da Londra pel Tamigi e unito alia marea die sale e discende, (1) Alia pag. 552 r A. ricorda che nelle tavole necrologiclie fa d' uopo nutare T eta , la malattia , la professione del morto ( metodo vigente nelle principall citta cl'Europa , qui da un secolo, la da mezzo secolo: vedi, per esempio, le tavole necrologiclie che si pubhlicaao mensualmente dalla Congregazione municlpale di Mi- laiio sino dal secolo passato ). Alia pag. 55 1 r A. ci aniiuncia T utillta di raccorie i prezzi niedj de' principali oggetti di consuino , come lia fatto il prefetto della Senna uel 1826. ( Nelle Tavole stacisticlie comparse al pub- blico nel i8c8, JMilano ecc. , si raccoiiianda di raccorre i prezzi non solo degli oggetti di consumo, ma anco de' servlgi e de' lavori, ossia lo stato delle mercedi (p. 112-120); giacche , come tutti sanno , coiifrontaiido i prezzi de^ principali osgetti di consumo colle mercedi , si conosce la sorte del popolo. Nell' operetta che ha per titolo : Indole, estensioue, vaataggi della statistica : che preseata la data del 1809, si dice a che serva la cognizione di questi prezzi uella pubblica aiiuuiuiscrazione , il die umi e ricordato nelle opere francesi ). (2) Qiiesto erroie fu coafutato nella Filosofia della statistica , t. I, pag. IX-XVI comparso nel marzo del 1826. L'lbl. Itul. T. XLIX. 25 382 APPENDICE i.° " Une source intarissable d'erreurs dans les stati- » stiques est revaluation en argent des objets prodnits et » consonunes. La valeur des choses varie perpetuellement j » elle varie selon les epoques et selon les lleux. Les ta- » bleaux qui presentent une evaluation quelconque font » naitre autant d'idees dlfferentes qu'ils ont de lecteurs (i). >/ Une voie de houille coute , a Saint-Etienne , pres de la » mine, 8 fr. , et la meme voie, a Paris, 65 fr. (2). La » valeur de la monnoie elle-merae change perpetuellement. » Mille francs a Paris, en 1827, ne valent pas ce qu'ils » valaient avant la revolution ( pag. 538). 2.° " Un chapitre des statistiques decennales , que je » regarde comrae tres-important , c'est le prix moyen des » principaux objets de consommation. On salt que les nations » sont riches , autant en raison du hon marche que de » Tabondance des objets que nous consommons ^ ou plutot >; que ces deux formules ne sont que Texpression d'un (1) Proposizione falsissima, smentita dall' esperienza giornaliera: eupponete il seguente prospetto in determinato anno e paese : Vino, il migliore, al boccale soldi Sa Came alia libbra d' once 28 » 16 Pane di pure formento. . » » 8 Qualunque lettore , esaminando questo prospetto , dira che il prezzo del vino e quadruplo di quelle del pane , doppio di quelle della carne ecc. ; le diverse idee de' lettori non altere- ranno mai questi rapporti , ne produrranno confugione ne' tre prezzi accennati. (2) L' antecedente proposizione generale non e provata dal- r esempio qui addotto ; giacche chiunque ha fior di senno sa che il prezzo d' un oggetto al luogo della produzione e sempre minore del prezzo dello stesso oggetto ne' liioghi distanti ; e la difFerenza tra T uno e 1' altro e rappresentata dai seguenti de- menti : 1. Spese di trasporto ; 2. Dazj d' ingvesso ; 3. Guadagno dello speditore ; 4. Guadagno del venditore al minute; 5. Call , perdite e guasti. Ma sia che il lettore rifletta a questi cinque elementi , sia che non vi faccia attenzlone, non succedera mai errore nella sua mente osservando che la stessa misura di carbone pagasi a Saint- Etienne fr. 8 , a Parigi 65 ; in alcune nienti succedera sorpresa , nia non coiifusione , non dei qui pro quo ; la precisionc del cal- colo li rejide inipossibili. rAIlTE STRA.NIERA. 383 •' meme fait. Gonsequemment les prix sont, parmi les faits, " ct'ux qui fournissent. le plus de luniicres sur la coadition » des peuples (i). Je sais que les prix ne signifient qnel- " que chose qu'antant que Toa connoit la valeur des rnoii- " noies, ou , si Ton veut, des metaux precieux i, mals le " prix de plusieurs objets, et surtout des objets d'une » consommatioii generale , ofFre uii des meilleurs moyeas " de savuir qudle est la valeur des metaux precieux eux- " inemes. Si nous avions le prix de diverses choses ea or ou " ea argeut dans Tantiquite, nous aurions des Idees bien plus » justes de Teconomie des anciens peuples (p. 55 1) " (2). XIII. Lo sproposito inassimo e fondamentale del Sofista Francese ( senza citarne qui altri , ed altri ve n' ha e di plu specie) neirarticolo che abbiamo analizzato, consiste neir aver egli dispersi i membri delta Statistica e negato i nwnerosi e reciproci rapporti che 11 uniscono insicme : egli ne da una parte alia Geografia fisica , un' altra alia Storia , una terza ai Viaggi, una quarta agli Alnianacchi, ecc. ; in sonima , per formare un ritratto somigliante all' originale , I'A. ci consiglia seriamente di pingei-e il naso sopra una tela, la bocca sopra un' altra , ed ommettere le guance , come alibiarao detto alle pag. 870 e Syi di questo fascicolo. Melchiorre Gioja, (i) L' inesattezza di questa proposizione s' avvicina alia falsita, giacclie noa dal prczzo deglL oggetti di consumo dipende la sorte de' popoli , ma dal prezzo degli oggetti di consumo combinato col valore delle merci: clie importa clie il paue valga pocLi cen- tesimi alia lihbra se il popolo noa li possiede ? All' opposto fe cosa Indiffereiite che il prezzo del paae sia alto se alte soao pur le mercedi. II prezzo degli oggetti di generate consumo a Londra sta al prezzo degli stessi oggetti a Parigi forse come 2 ad I. Se v' arrestate a questo solo elemento, direte die il po- polo h piu miserabde a Londra che a Parigi ; ma se a quelT ele- mento unite I'altro delle mercedi, t'ormerete opposto giudizio. (2) Nell' antecedente paragrafo I'A. asserisce clie la valuCazione degli oggetti in oro ed in argento e sorgcnte inesaurihile d" errori nelle statisticlie ; ed in questo ci acceria die avreino esntte idee deW economia degli antichi popoli , se eli aruichi prezzi delle cose in oro ed in argento ci fosser aoti. 384 APPENDICE PARTE 11. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. LETTERATURA E BELLE ARTI. Versi di Vittoria Madurelli-Berti vicendna. — Ve- nezia, 1827, tipografia Andreola, in 16°, di pag. 2o5. Lir. 3. 48 ital. Versi dell' abate Giuseppe Pulieri veneziano. — Bas- sano ^ 1827, tipografia Basseggio , in 32.°, di pag. 78. Cent. 87 ital. Versi del dottore Giuseppe ScoFFO veneziano. — Ve- nezia, 1827, dai torch] di Giuseppe Moliuari editore, in 12.°, di pag. 209. Lir. 2. 17. T ' ,1 J Autrice del prlmo di questi volnrai parla assai spesso degll Aristarclii, dei Zoili, dei Mevi, or disprezzandoU , or compiangendoli coa molta sicurezza di animo. In qualche luogo parla anche dei giornalisti, i quali mescendo amaro inchiostro prezzolato , con iile penna segnano infami sarcasmi ed inso^enti modi , e tutti li getta nel fango con quell' orda malaugurata die plande ai detrattori e ride alle spalle dei criticati. Forse un segreto presentimento inspirava airAutrice queste mordaci parole , le quali fossero come un balsamo per le future ferite : noi per alti'o , qualunque siasi il noma che a lei piacera di darne, diremo candidamente quel clie pensiamo del suo liJjro. La sigiiora Madurelli-Berti appartiene per nostro giudizio alia scliiera dei facili verseggiatori , noii pero a quella dei poeti. II vero linguaggio poetico e la subli- me inspirazione le inancano intieraiuente , ma essa possiede invece un' assoltita padronanza di esprimere in verso e in rima i pivi ovvj sentiraenti e per fino i pensieri piii tri- vial!. La scelta de' suoi argomenti non e seuipre lodevole ne conveniente a donna ; siccome per esempio in quel so- netto 5 iu cui cantasi d' una foniaja che avea tre aiiiaiiti , PARTE ITALIANA. 385 e volcndo a tutti clir di si dieJe a here al raarito , e , Idi presente ma sepolto nel vino , stette due notti e un giorno a soUazzarsi cogU amaiiti , e cosi della sozza sua malizia trasse un buono effetto di cut nessuno potrd dire oibb. Lo stile e generalmente lodevole per una somma chiarezza e facilita , principalmente nelle anacreontiche ed in quegli argonienti die non traaiaono ori2;lne se non dal cuore del- r Autrice. Noi abbiamo dinanzi un esemplare del volume annunciato a cui manca il ritratto della signora Madurelli- Berti promesso nel frontespizio ■■, pero volendo noi far co- noscere un intiero coinponimento di questa poetessa eleg- giamo 11 sonetto intitolato il mio ritratto che ci compensi di quella niancanza. Ho il busto in belle forme armonizzato ; Nera la chioma ed ho pur I' ocdiio nero ; II guardo muovo biecamente altero ; Son brutta , e il sesto lustro ho gia varcato ■■ Ho nobil cdina a cui sol place il vero ; Mio sesso abborro per istinto innato ; Vivo a me sola in umilta di stato ; E per me sola d' imialzarmi io spero : Pronta alio sdegno son , pronta alia posa ; Di madre ho il nome , e non mi die inartoro ; E pill lieta mi fa quello di sposa ■ Amo de" soji e delle muse il coro ; Di fortuna il rigor sprezzo orgogliosa ,• E cortesia , non mai dovizia onoro. Fra 1 verseggiatori, anzi die fra i poeti, collodiiarao an- che i signori Pulieri e ScofFo dei quali per amore di brevita annunciamo i volumi insieme con quello della signora Ma- durelli-Berti. II sig. Pulieri ci ha date alcune anacreontiche, le quali se non sono i primi fruttl della sua musa, potreblion essere gli ultimi senza scapito alcuno dell' italiana lettera- tnra. II glovine ScofFo ci presenta un grosso volume di poesie varie , le quali se non fossero molte sarebbero forse un testiinonlo credibile della sua attitudine a diventar buon poeta. II desiderio di esser brevi e di spiegar chiaramente il nostro avviso ci ha forse condotti a poco graziose pa- role , ma la coscienza ne dice che mentiremmo solenne- inente se ci riiuovessimo punto da questa schietta opinione. 386 APPENDICE Parnaso de Poetl anacreoiittci , cdizione seconda. — Venezia, presso Giuseppe Orlandelli editore. Vol. \!\ 5.°, 6.°, 7-° e 8.°, in i6.° V. Bih. Ital., t. 43, quaderno di settembre i2>2.G^pag. 420. II 4.° volumetto comincia con un saggio cU version! dal- r inglese del sig. De-Coureil. Tutti gli altri componiraenti e in questo e negli altri quattro voluinetti sono di autori italiaui. Zia Provvidenza. Cantica seconda. I primi quattro canti inediti del P. don Qasparo Leonarducci della Con- gregazione di Somasca. — Venezia .^ 1827, dalla tipografia di Alvisopoli. In 8.° di pag. 62. Gaspare Leonarducci veneziano nacque nel i685 e mori nel 175a, lasciando onorevole ricordanza del suo ingegno e delle sue virtu. Egli fu dei primi che ravvivassero lo studio e la vera imitazione di Dante. La prima cantica sulla Provvidenza fu stampata in Venezia nel 1739 : ed era si puliblicano i primi quattro canti della seconda can- tica rimasti inediti finora. Questa poesia dovette per certo gran parte della sua fama ad una semplicita di stile e di suono , la quale non era bella se non in quanto era il contrario dello scrivere artifiziato e romoroso a cui molti in Italia si erano abljandonati. Anche T imitazione di Dante per la quale fu data gran lode all' autore , meriterebl^e ai di nostri non poca censura ; perche d' ordinario appartiene a quella raorta imitazione delle parole e delle estrinseche forme , dalla quale non puo mai sorgere uiaa vera poesia. Ma le produzioni delF ingegno voglionsi giudicare secondo i tempi nei quali furono scritte. La notte al Campo santo di Brescia. Cantica del sig. P. Pietro Qalvani rettore, ecc. — Padova., 1828, pei tipi della Minerva , in 8.°, di pag. 3a. Ai belli e patetici versi delP Ariel e del Nicolini sul Campo santo di Brescia aggiungiamo volentieri la cantica del sig. P. Galvani. La purezza e la facilita sono i carat- teri principal! del suo stile : la spontaneita del sentimento e r abbondanza delle vere e buone sentenze costituiscono per cosi dire il fondamento di questa poesia, in cui un PARTE ITALIANA. 887 castigatlsslmo gusto ammenda per avventura il difetto di una maggiore inspirazioae. Vieni mcco alle tombe ; e n acconipagne 11 casto raggio , die tranquillo splende , Dove I' aura sospira e il rii^o piagne. La tomba e scola che miglior ci rende , Che di ford pcnsieri empie la mente , Che di nobili affetti il core accende. Cosi I'autore invita T amico suo a visitare il Campo santo; poi come avviatosi con lui, coniincia dal descrlvere il viale fiancheggiato da'cipressi, la piazza sparsa di sterile arena, e il tempio che semplice e sublime Si solleva tra i lunghi colonnati , E meraviglia e reverenza imprime. Dopo una chiara descrizione del tempio, il poeta entra nella mesta campagna, e il suo canto coraincia con que- ste parole : Qui , corre il quarto lustra , il sole ardente Volgeva in oro la ricurva spica , Jn rubino tingea I'uva pendente; Ed ora alluma d' una luce arnica Le molte croci, ove le saline in pace Dormono in seno della madre antica. Come pianta gentil, da insetto edace Alle radici tenere ferita , Lascia le fogUe , piega al suolo e giace ; Cost all' ultimo giorno illanguidita, Rosa dal tempo, 0 d' atro morbo, inchina Questa a noi cara trai'agliosa iita. E qui trionfa , e qui viene reina La Morte , che, invincibile in sua possa , Fa cZ' infinite vittime rapina. Schiomati aridi teschi e livid! ossa Preme col pie superbo , e a nuove prede Aha ognora le tombe, apre la fossa. Pill volte notte e di parte e riede , L' omero carco di squallide spoglie ; Sempre agogna conquiste , e niai non siede: E spesso il dardo che dalV arco scioglie , A far pill grave il dolorosa esiglia , Lascia ai tristi la vita, i buoni coglie. 388 APPENDICE Di qwi s' npre 1' adito il poeta a parlare de' varj casi di niorte ; ma noi per amoi-e di brevith nol seguirenio piii oltre. Qua e la potrebbe rimproverarsi alio stile una certa eccessiva umilta che si direbbe comunemente prosastica, e noi quasi non coniportiamo neppuie alia prosa : ma sono pochi e tenui gambi di loglio iii im campo ubertoso di elette spiche. / trionfi della morte. Odl quattro del cav. Giuseppe Basilico , con lettera ad wi amico intorno all' Ode il Carnefice — Torino^ 1827, nella Stamp. Re ale , in 8.° di pctg' 5o , lir. i. 26 ital. II cav. Basilico e giovane di molto ingegno e di fervida fantasia. Noi abbiamo imparato a conoscerlo in casa di un nostro coltissimo amico, prima di aver letto il volume che annunziamo :, e quella breve conversazione ci fece conce- pire di lui T opinione die qui abbiamo esternata. Appresso leggemmo il volume, e i suoi versi ci confermarono in ge- nerale in quella sentenza: perche la dottrina e la filosofia vi abbondano , e F inspirazioue e continua. Con questi doni il sisnor Basilico e sicuro di coUocarsi fra i buoni poeti d'ltalia, qualora si guardi dal cadere in quei vizj ai quali cammina assai da vicino in queste sue prime produzioni. Gli argomenti ch' ei canta (la morte, il carnefice, il genio della distruzione, il cimitero) dimostraao gia perse stessi r indole del poeta e il carattere della sua poesia : ed e facile indovinare quali sono i difetti nei quali puo cadere piu di leggieri. Perche vorremo noi trattenerci dal notarii ad un giovine dal cui labbro abbiamo sentito ripetere, che I'urbana censura e un dono delFamicizia? II sig. Basilico si abbandona frequentemente all' impeto del suo estro che lo trascina per cosi dire ad immagini troppo ardite, a frasi pill presto apparent! che ragionate ; quindi lo stuolo dei secoli trema ; V eternita mugghia dictro le eta che fuggono ; il tempo intuona V ora e fugge ; la morte fa tributario di cento vittime il mare , Intra nel sen d' un vortice , ride nel grembo a un fior ; i carmi volano tinti di sangiie, la terra ain- mutoUsce attonita sulf Eufrate ; la Persia dopo la battaglia di Platea mette un gemito e s' im^'ola dal mare ; la Fortuna pas- seggia come un sole sul capo cdle nazioni , e col suo ghigno i popoli affascinando va : I' orma del pie stranisro solca gli PARTE ITALIA.NA. 889 alpini i-ertici: T Italia pa see del proprio sangue il torbido pen- siero ; il vupore delle squallide tomhe sta sidle meste palpebre del poeta , e I' ofricano marte arma di lampi e turbini d sen di Teti. Qneste cose traggono visihilmente Torigine dalfab- Jjondau^a deU'estro, dalla fantasia soverchiamente accesa che non consente sempre al poeta di mettere al vaglio le frasi e i slngoli concetti ; e puo divsi con slcnrezza che il giovine autore sapia liberarsene per se medesimo tosto che vorra confrontare trancjuillamente le sue produzioni coi grandi modelli greci, latini, itallani, dai quali nel fatto dello stile e del gusto non possiamo scostarci senza cadere nello strano e nel difettoso. Ma I'estro e la fantasia sono indomiti corridori che strascinano facilmente al di la dei giustl confini , e rovescian dal trono il giudizio, se T uomo non mette gran cura a infrenarli. Pero il sig. Basilico si coniplace talvolta in alcuni concetti soverchiamente gran- diosi ; e come vago di commovere i leggitori , li vien col- locando nel fine delle sue stroflette , a modo per cosi dire d'un improvvisatore. Quindi leggiamo: Marte tessea sul Tevere I sanojii/iosi allor — A la palestra d' Africa Roma conobbe il mar • — ■ Onibra sdegjiata in Libia (la cltta di Cartaglne) Or sospirando va — Contro il Tarpeo s' infrangono I troni e le cittd — Voce di sangjie patrio Suona in Farsaglia ancor — Arde sul Ciel di jRomolo L' astro di servitii — Dagli antri suoi gia Komita L' artiche belve il Norte — Cosi con voce assidua Quasi in un mar profondo S' urtan fra lor , s incalzano Le Monarchic del mondo : Or fra le nubi il verlice , Or negli abissi il pie. Qiiesti versi appartengono tutti alia terza ode, e le danno quasi diremmo un colore esagerato , un far violento, che il buon giudizio del sig. Cav. vorra certameute evitare uelle 390 APPENDICE cose die aspettlarao da lui. Alle quatti-o poesie precede una lettera in cui I'autore difende la sua ode intitolata il Carnefice. Quell' ode ne pare ancor la piu bella produzione del signor Basilico': egli la'difende assai bene da molte cen- sure alle quali fu assoggettata , e noi dalla sua risposta im- parammo quella franchezza e lealta di parole clie abbiamo usata nel presente discorso. Diremo ancora che il sig. Ba- silico giovera non poco alia gloria a cui puo aspirare, al- lontanandosi da certi argomenti i quali sono bensi poetici perche son capaci d' inspirare e di coraraovere , ma non furono mai cantati sotto il cielo di Grecia e d' Italia. Op ere dl Pietro 3Ietastasio. — Venezia , Giuseppe Antonelli, in 24.°, fig., volumetto i.*" al i5.° Leggiadra edizioncella adorna di tavole vagamente incise in rarae da A. Viviani. Essa sara composta di 24 volu- metti al tenue prezzo di lir. i austr. per ciascuno. Prascovia ossia la giovinetta di Siberia. Fatto vero scritto dalV autore del viaggio intorno alia mia ca- mera. — Milano , 1827, dalla tipografia di Angela Bonfanti , in 12.°, di pag. i53 , lir. i ital. Una fanciulla di quindici anni bella , infellce , innocente die fa deiramore figliale un' inspirazione divina; clie dalle frontiere di Tobolsk per mille pericoli e stenti sola e pe- regrina mendicando se ne viene a Pietroburgo; che donianda ed ottieiie la liberazione de' suoi genitori esiliati ; e poi del mondo che lia conquistato a prezzo di tanti dolori non vuole nulla per se , ma si chiude in un monastero e vi niuore , egli e questo il pietoso argomento del libro che annunzlanio. Alle romanzesche invenzioni si puo negar qualche volta il tribute del pianto ;, ma alia storia di una eminente virtii non e animo die non si commova. La narrazione e semplice ed evidente : lo stile del traduttore ne rabbellisce ne la deturpa. Noi trascriviamo qui alcune righe le quali siano testimonio della nostra sentenza , e dlano anche a conoscere alcun poco il virtuoso carattere dell" eroina. Dopo ch' essa ebbe ottenuta la grazia dall' im- peratore soggiorno alcun tempo in Pietroburgo dove niolti la domandayano dalle sue avventure. u Un tale V interruppe PARTE ITALIANA. S()l » un gionio a mezzo del suo racconto in pi'esenza di nu- " nierosa brigata , chiedendole per quale delitto suo padre » era stato condannato all' esiglio. A cosi inopportuna di- » nianda un generale silenzio manifesto la disapprovazione » di tutti gli astanti , e Prascovia vihrando suU" indiscrete » uno sguardo di giusto e freddo sdegno : signore , gli ri- » spose , un padre non e mai colpevole in faccia alia pro- » pria figliuolaj ed il luio e innocente. >f Un Papiro , ossia i Gladiatori nclla caverna del Ve- suvio del sig. A. N. M. — Vcnezia , 1826, dpo- grafia Andreola , in 8.°, di pag. 197, lir. 2. 61 ital. Sareramo tentati a dir bene di questo PapirO , il quale non e in sostanza se non che un romanzo , quando non avesse tre difetti imperdonabili. II primo e di avere falsi- ficati calunniosamente e gratuitamente i caratteri della sto- ria , poiche ne Lucullo , qualunque torto possano fargli la violenza e la cupidigia, peccati a lui comuni coUa mag- gior parte de' personaggi roniani piii celebri , non die prove d' essere stato si vigliaccamente maligno , come T autore qui lo dipinge. E similmente puo concedersi a Metello quanta vogliasi mai indulgenza verso una figlia , se V ebbe , ed anche piii se 1' ebbe unica ; ma per tutto cio che sappianio di \\xi , dal carattere suo fu troppo ablDorrente una debo- lezza , clie 1" autore gli da in tanta misura da rappresen- tarcelo come ua vero scimunito (1). Sara lecito, se cio (i) Clelia , figlia di Metello , e iiinauiorata di uno sclilavo, figlio bensi di un Re cilice, stato amico di Metello, e die in uq crudo frangente salvo la vita a lui, alia nioglie e alia figlia allora bam- bina ; ma clie h stato compagno di Spartaco^neWn faiiiosa insor- genza dfgli schiavi. L' autore fa parlare Metello a sua Cglia di questa maniera: « Tu ami cotanto un neiuico della patria ! Ma se tu credi che un uouio coverto d' infaiiiia , e forse di delltti, possa fare la tua contentezza ; se a lui solo e perniesso di ri- nienare la pace in un' anima cosi dolce e degna di comprendere la vera felicita ; ch' egli sia tuo sposo felice ! I niiei lamenti ces- seranno vedendo cahnata la tua pace. II tuo amore appagato, la tua giovinezza soddisfatta, mi riempiranno di gioja. lo an— dero atroyarlo: io mi gettero a' suoi jiiedi , io trascinero i niiei biaaclii capelli nella polvere per scongiurarlo ad abbandonare 392 , A P I' E N D I C K vuolsi, fomlare de'romanzi sopra nomi storicl ; ma noii alterare di sifFatta maniera il carattere d' uomini eminen- temente illustrati dalla storia. II secondo difetto consiste nel non vedersi iii questo o papiro o romanzo conservata la convenienza de' costumi , del tempo e del popolo , a cui r autore snppone pertinenti i suoi jiersoiiaggi. Egli con- fonde gli usi e la civilta romana de' tempi poco anterior! alia dominazione di Cesare cogli usi e coUa civilta de' tempi nostri. Delle ^nali cose facilmente si conviiicera chiunque legga questo romanzo o Papiro , per poca attenzione che vi metta. II terzo difetto sta nella scandalosa violazione di ogni Y>i\i volgare convenienza della lingua italiana. Ne vo- gliamo qui alludere a certe o scorrezioni o difFormita di voci , le quali nello stato generale della nostra coltura dovrebbero omai andare a carico de' correttori delle stam- pe , anziclie degli scrittori ■■, dappoiche nulla e piii facile quanto che questi tutt' intesi a dettare cio clie la eccitata imraaginazione loro inspira, non badino troppo alia mi- nutezza della locuzione , gl' inesatti modi della quale pos- sono senza molta pena togliersi alia semplice lettura di ogni scritto. Di queste scorrezioni e difFormita abbonda cotesto Papiro. Percio vi si legge , per esempio , a stenti in vece che a stento , e asperi rimproveri , e voce aspera , e sperone nome , e sperona verlio , e averehhe , e averei , e eliggerete e elitti e eligeranno per eleggcrete , per eletti , per eleggeranno , e il da per ogni dove , e il fraditanto , e 1' all' impiedi e 1' infrangenti , ecc. Le quali minuzie nojose , ovunque trovinsi , recano forse piu vergogna all' editore , che air autore stesso , perche quegli dee considerarsi come copista ; e il copista ha debito di mettere in netto la scrittura che gli si da j e dove incontra qualche dubbio d' errore che non vuole da se stesso correggere, dee al- meno ricorrere all' autore od avvertirne chi gli ha date la scrittura. Ora e cosa chiarissima che in fatto di stam- pa tocca al correttore 1' officio , che in fatto di scrittura tocca al copista. Cosl se il correttore della stampa di il partito de' ribelli , a venire a coooscere il vero bene d' es— sere amato da te , a venire a bearsi della tua presenza. >> Cosi r autoi'e fa parlare un padre, un prinripe del senato , uno de' piu grandi tra 1 Romani dell' eta sua, il quale ha gia prouiessa sua figlia in isposa a LucuUo ! ! PARTE ITALIANA. SqS questo Papiro avesse atteso al suo mestlere , non avrebbe lasciato correre le tante volte , che qui e corso , V abuso del suo, e de'iuoi, confondendosi per esso le relazioni delle cose , come , per darne un cenno , ia quesio passo : il suo nome ( di Enomao ) il suo ardire awalorarono i suoi ( di Lucullo ) sospetti: inesattezza replicata. Diranno per avventura i correttori di stampe di non voler cozzare coir amor proprio di certi prosuntuosi autori •, ma lasciando che talora la carita fraterna vuole che si faccia il bene del prossimo anche a dispetto di lui , diremo che i cor- rettori debbono avere a cuore 1' onor delle lettere e la riputazione degli stanipatori. Ed abbiamo voluto fare que- sta digressione per mettere in avvertenza gli stanipatori del giusto discredito a cui vanno incontro servendosi per correttori di persone o poco istruite o poco zelanti. Ritor- nando poi all' autore del Papiro , noi crediamo di doverlo querelare per quella troppo lunga serie di barbarismi, che in non piii di 197 pagine di alquanto grosso carat- tere difformano qnest' operetta : i quali sono ben altra cosa che le scorrezioni e i neologismi dai Puristi de' no- stri tempi rimproverati a certi bnoni scrittori della seconda meta del passato secolo. E lasciando anche da banda i dettagU e le rissorse, e il rango, ecc. non occorre essere ne purista di professione , ne per mala fortuna pedante , per poter invocare il flagello di Don_ Fidenzio contro uno scrittore che dice : — Sora fu somninta di renders! — La sua armata .... era canipata nella sdva vicina — 1 soldati compktarono gli scudi colle pelli - Piii di cinqutcento Jrpini mordevano la terra - Difcndeva ai soldati di trucidare — verdva da spirare delle sue ferite - brava i pericoU - sa hravare gli elementi — fece massacrare - corsero a massa- crarlo - L ainore avea improntato il lingnaggio delta coin- passione — Enomao avea improntato il carattere di figlio del re - Voi mi stupite - Pronto a liberare un combuttimento — liberarsi nl dolore - liberata alia fame — le figure cri- minali. Vcdendomi cost criminale — gli sguardi divoranti voluttuosamente criminali. — II cuore si vivamente affettato. — Dolorosamente affcttata. - Cosi gaja , vivace , suscettibile fomiava la delizia della societd. — Le anime ben fatte c sen- sibili. - II cuore dritto e sensibile - il piii edatante e mcritato castigo - Mai piazzato in mezzo a gente di tal tempera, ecc. 094 APPENDICE Tutte queste e simili locuzioni sono verl barbarismi, senza alcun bisogno tolti da linguaggio straniero , in tali modi aftatto alieno dal nostro. Ma T autore del Papiro crea improprieta , barbarismi e solecismi tutti suoi. Egli dice : si era intesa male , volendo dire clie ( Clelia ) si era sentita male: dice una persona a se dipendente , invece di dipendente da se. Dice dirigere i pendll, per dirigere le inclinazioni : dice pseudo-bonta per falsa bonta : dice gla~ dale costernazione una costernazione clie fa abbrividire. Poi 5 clie il furore unito alia disperazione decupla le forze di questa ( Clelia abbracciata da Lucullo. ) Poi : tii volevi morire per un harharo ■■ perdonalo , e credi che non si per- donera mai egli stesso .... - Padre mio , perdonatelo : io stessa V ho perdonato . . . perdonatelo ! Poi dope avere create costrutti a sue niodo , crea anche nomi e verbi. In quan- to a' nomi serva di esempio Yinsonnio, e quanto a' verbi: preniurb il Senato , ed il Console di spedire gli ordini — pre- murandola nel medesimo tempo a rispondere qualche parola di conforto. Ma basti. Noi abbiarao fatte queste indicazioni non per norma de'giovani, i quali vogliansi mettere nella carriera di scrit- tori , poiche non crediamo potersene dare uno , clie sia si melenso da cedere a si malvagio esempio ; ma piuttosto per notare un singolar fenomeno, quale si e questo di un uomo non manc^^nte ne d' immaglnazione , ne di senti- mento , che meiitre ha tanta forza d' ingegno e di cuore da mettere in fremito 1' anima di chi legge il suo romanzo o papiro, cade poi in si brutta corruttela da farsi ripu- tare , anziche un uomo educato nelle lettere italiaue , un abbandonato nipote degli Slavi o degli Ungri. Fortunatamente questo fenomeno e tanto raro, quanto intoUerabile. Gertrude par madame Hortense Allarte de Therase. — Florence, 1827, chez Jacques Ciardetti ( Tre volumi ). Una gentile slgnora che viene di Francia a pubblicare il suo romanzo fra noi, e fors' anche lo ha composto sotto r inspirazione del nostro bel cielo , sareljbe degna che si venisse con lei a prova di cortesia ; e certo quando ne giunsero alle mani i suoi tre voluml , il cuore ci era di- sposto a riceverii con beuevolenza e con lode , uia nel VARTE ITALIANA. 895 fame lettura T animo ben presto ne si canglo , e per poco non dubitammo die finto fosse quel nome, e il sesso del- r autore pur fiiito. Stravagante e confuso il racconto, falso ed esagerato il linguaggio delle passioni , difettosi i carat- teri, incerte e peggio che incerte le idee del vizio e della virtu , ecco gli elementi del nuovo romanzo , che sarebbe di molto pericolo se non fosse di moltissima noja. L'amore ch' e fondamento del libro , e voluto rappresentai-e come un furore deiranima, ma tanta e la disgrazia dello scrit- tore che questo fuoco medesimo nelle sue mani si spegne, e una bizzarra metafisica, vera parodia del Marlvaux, e sostituita all' impeto della passione. Delle lodi concedute al divorzio noi taceremo per la possibilita che il romanzo sia pur d' una donna, ma non vogllamo tacere il desiderio che questa nostra severita valga a respingere di la dai monti il pericolo e la miseria di siiFatte scritture. II tipografo fiorentino ha contnbuito per parte sua a seminare d' er- rori la stampa, e a questo riguardo par quasi di leggere un libro italiano impresso a Parigi. Appendice seconda allc Osservazioni sui tecitri e sidle dccorazioni , o sia alcune piii particolarl ricerche e riflcssioni intoriio all operare di prospetliva tanto dei pittorl architetd, quanto del figuristi, di Paolo Landriani , arcliitetto , pittore sccnico , membro dell I. R. Accademia delle belle arti di Milano. — Milano , presso gli editori P. e Qius. Vallardi , in 4.° di pag. 40 con nn bel frontispizio corindo , intagliato ad acqnerello , e con due tavole in rame. La Blblioteca italiana ha gia parlato di due eccellenti operette del sig. Paolo Landriani •, P una intitolata : Osser- vazionl sui difetti prodotti ne teatri dalla cattiva costruzione del palco scenico i e P altra Aggiunta alle osservazioni me- desime (*). Ora nelP appendice che annunziamo e che e in due parti distinta, lo stesso autore parteudo dalla pill retta definizione della prospettwa , essere cioe questa un'arte clie rappresenta le cose in disegno, non come ma- terialmente sono , nia come agli occlii nostri appajono , C) Vol. 4.°, pag. 206, e vol. Ii.°, pag. 340. 396 APPENDICE imprende nella prima parte a dimostrare che que' prospet- tici, i quali rulsurano dal vero, generalmente errano, perche disegnano le cose come stamio , e non come appajono , e quindi non come dovrebbero anche nello stesso prospet- tico disegno apparire. Perocche gli architetti , giusta anche gl' insegnamenti di Vitruvio, sogliono ne'loro edificj intro- durre ad arte alcune alterazloni , alcuni accrescimenti di misure, e, per es. , un tal quale ingrossamento alle colonne d' angolo nella facciata del pronao , onde non dipartirsi dalle regole dell' ottica , e rimediare a que' difetti die al- r occhio dell' osservatore proverrebbero in ragione della lontananza. Che se tali alteramenti di proporzioni fatti ad arte , ma che veduti alia debita distanza spariscono , ven- gano anche dal pittore prospettico espressi , appariranno come sono , e cfuindl tutto sparira il naturale efFetto del vero cui 1' architetto intendeva di poter giugnere col mezzo loro. Dee dunque il valente prospettico mostrarci le cose non come sono , ma come si vedono , onde produrre quel' r inganno che dall' arte sua si chiede, e percio i< e asso- lutameute necessario ( dice 1' autore ) ch' egli volendo mi- surare gli oggetti dal vero per rappresentarli in prospet- tiva , cerchi di sottrarre da quelle misure tutto il soverchio che trova in esse , e che e fatto per sola ragione di lon- tananza , riducendone il tutto a quelle misure di naturale proporzione che 1' autore stesso avrebbe fatto senza altro pensiero della xnaggiore lontananza, quando non avesse avuto bisogno d' introdurvi veruna alterazione " : essendo che il nostr' occhio sul disegno scorre per tutto egual- mente , e trovasi da esso in un' apparente o pocliissima distanza , laddove avviene sempre all' occhio una diminu- zione negli oggetti ch' ei vede dal vero e che trovansi in una determinata e vera distanza dallo sguardo. La parte seconda e in quattro capitoli distinta. II primo tratta della clisarinonia degli scorti del piano con qiielli delle figure sovrapposte , poco consiJerata dai figuristi. L' autore osserva che tale disarmonia nasce allor quando gli oggetti figurati nel quadro non veggonsi da un sol punto di di- stanza e di veduta , essendo che un oggetto visto da vicino mostra uno scorto largo •, ma al contrario lo scorto diventa sempre piii stretto in ragione della lontananza in cui e osservato. Cio appunto avviene negli scorti delle figure seguate sul piano ia uu quadro ^ allorclie questo e veduto TAKTE ITALIiVNA. 897 con un punto di distanza diverso da qnello delle figure. Per tal niodo contrastando la prospettiva delle figure con quella del suolo viene a vicendevolmente distruggersi T ef- fetto della giusta lontananza che una cosa aver dee dal- r altra ; ne nasce quindi 1' esagerazione : e quantunque le figure esaminate ad una ad una appajano e ben disegnate e ben dipinte, nondimeno il quadro « manca ( cosi T au- tore ) di quel giusto e tutto insieme che vi si vorrebbe trovare » appunto perche manca di prospettiva , ossia perche il pittore non ha accomodati gli scorti alia distanza in cui appajono^ od apparir debbono. Egli percip vor- rebbe che « le prime lezioni del pittore figurista non fos- sero die piani degradati , veduti a diversi puntl di di- stanza, e si esigesse cli'ei le segni sopra piccole composi- zioni di figure: allora il professore farebbe a lui conoscere r importanza di legare gli scorti delle figure con quelli del piano, a seconda della lontananza figurata nel piano stesso. Cosi a poco a poco gli alunni figuristi avvezzereb- bero r occhio a scortare di piii lo spazio de' movimenti tutti delle figure, a mano a mano che le segnano in lon- tano , ed allora anche i pittori operando di pratica , tutti farebbero , se non con esattezza di prospettiva , almeno con tanta approssimazione da poter senipre ottenere una maggior illusione di quella che ottengono operando cie- camente. " L' autore nel secondo articolo dimosti'a che niente di giusto si pub (liscgnare in prospettiva , se non si deduca da una niisura geometrica, di qualunque cosa o riparto. Egli percio consiglia i figuristi a non procedere a tentone, ma a dedurre i loro oggetti da misure certe , a far quindi la pianta della loro dipintura , come far sogliono gli ar- chitetti prospettici , che operar non vogliono di pratica , a segnare le posizioni de' piedi delle lor figure sul pavi- mento , e tutte non meno segnare le misure delle azioni e de' movimenti loro. A quest" uopo ei propone che , fatto lo schizzo di una data composizione , e disposto uno stra- to di carta reticolata clie tutto copra il pavimento del luogo ove realmente avvenir potrebbe cio die nella com- posizione contiensi, se vei'a fosse e non finta , si dispon- gano, giusta Tordinc del disegno o della stessa compo- sizione, su cotale strato tante persone, quante atte fossero a foruiare col vero la sceua del quadro in quella naturale moi. Ital. T. XLIX. 26 398 APPENDICE distanza In cui elleno essere dovrebbero o discorrendo od operando , e con tutti quegli accessor] ed arredi che dal- 1' azione loro richiedonsi. Coinposta per tal modo la viva sceiia del quadro, ei vorrebbe che con carbone veaisse contornata la posizione de' piedi noa solo di que' vivi modelli , ma di ogni altro oggetto. Dopo di die vien egli indicando il metodo onde colla scorta di quella pianta si possono disegnare a mano a mano sul cartone o piano del quadro prospetticamente retlcolato le figure co' loro accessor], trovando a ciascuna la propria sua posizione, e facendo si che ciascuna appaja nel suo vero scorto. Tutte le quail cose vengono da lui chiarite con oppor- tune tavole. Nel cap. terzo trattasi dell' inganno di prospettiva in cui cadono facihnente i pittori nel copiare dal vero ogni figura che mettono nel loro quadro. U autore osserva che general- mente i figuristi , fatto il disegno d' ua quadro , vanno a parte a parte preparando i loro studj sul vero, e ritraendo ad una ad una le lor figure dal niodeilo posto in quella attitudine che vuolsi dalla composizione, non luai pensando al vero punto di lontananza , in cui ciascuna figura dee sul quadro apparire, ed appagandosi di vedere il meglio che possono e ad una comoda distanza Y insieme tutto della figura che copiano dal vero. Quindi e che tali figure, comeche ciascuna presa isolatamente ed al suo particolar punto di vista appaja benissimo disegnata in prospettiva , osservate pero sul quadro da quel solo e vero punto di lontananza conveniente alia composizione, non mai tor- neranno bene ne' loro scorti , e proJurranno ingombro e confusione, perche una cosa veduta in iscorto, quanto pill da noi si allontana, altrettanto piii si ristrigne nel suo scorto medesimo. II cap. quarto tende a correggere il modo licenzioso , 0 sia di convenzione usato dai figuristi nel disegnare il canipo di qualche figura ieduta intera , parlicolarmente de' ritratti dipinti in un piano ccunpestre , che colla loro grandezza oc- cupano la maggior parte del vano nel quadro , e lasciano vedere un basso orizzonte, contraddetto dalla nostra possibile maniera di vedere. E di fatto alcuni pittori per far cam- peggiare una figura od un ritratto sogliono segnar tutto il paese al disotto del punto orizzontale della figura stessa , e cio contra il vero, giacche converrejjbe supporre die r.VRTB ITALIANA. 899 quella figura veder jDOtesse al disotto del proprio orizzoate e il tetto delle case e la ciina degli alberi e la sommita dei nionti, cio die non avverrebbe se non allor quando la figura si fingesse sovr' un' altura superiore al sottoposto oriz- zoiite. L' autore consiglia quindi che il piano della figura o del ritratto sia sempre diviso da un altro jjiix basso 4 e che segnisi nel quadro quello che si vuole al di sotto deir orizzonte, ed egli e d'avviso che per tal modo si otterra 1' intento senza alcuna contraddizione al natural modo di vedere. II sig. Landriani chiude col raccomandare ai plttori figuristi il precetto del gran Leonardo, ch'eglino cioe im- parino innanzi tutto la prospettiva, che nulla operino fuorche da essa guidati, e che non si afiidino alia pratica se non dopo d'averla dalla teorica stessa ben dedotta: e noi chiudereixio col raccomandare ai maestri ed agli studiosi deir arte quest' utilissinia e veraraente pregevole operetta. Calletia omerlca o Raccolta di monumciiti antlclii esibita dal cav. Francesco Inghirami per servire alio studio delt Iliade e delV Odissea. Dalla tipo- grafia Fiesolana , 1827 in 8.° Quest' opera , della quale gia pervenuti ci sono i primi otto fascicoli, conterra gli antichi monumenti ne'quali trat- tansi i soggetti da Omero descritti, e quindi puo essa con- siderarsi come un nuovo commento all' Iliade ed all' Odis- sea , ed anche come una preziosa coUezione per gli studiosi e per gli amatori delle lettere e delle arti. Essa compren- dera circa 2,2 5 tavole in ranie. U testo consiste in una ragionata introduzione ai poemi di Omero, in una bre- vissima interpretazione di ciascuna tavola, in un prospetto generale della parte storica di ciascuuo dei due poemi, in un prospetto speciale della teocrazia di Omero preraesso ad ogni lil^ro , ecc. Le tavole sono condotte coi convene- voli chiaroscuri e colori , come quelle dell' opera iiititolata Moiiumeiui etruscJii 0 di. etrusco nome dello stesso Ingliirami, della quale gia si e parlato in questo nostro giornale ; tranne pero 35 che verranno publilicate in sempUci con- torni , non essendo possibile per la loro stessa natura il presentarle miniate. Dei soli rami se ne tireranno 2 5 co- pie in 4." Viene piibblicata per fascicoli , ciascuno di sei 400 APPENDIOE tavole ed otto paglne di teste. I fascicoli saranno circa 36 ad opera compiuta. II prezzo e di franchi 2 per ogni fa- scicolo in carta comuae •, 3 in carta inglese ; a. 5o coi rami in 4.° carta comune. Noi ragioneremo di quest' opera con un particolare articolo tosto che ne sara uscito un sufficiente numero di fascicoli. Intanto ci e gradevole 1' an- nunziare die i fascicoli sinora pubblicati ci danno diritto a sperar bene di tutta Y opera. Bella 1' edizione , belle non raeno 1p tavole. La Storia universale provata con monumenti , ecc. da jnonsignor Francesco Bianchini , con 70 stampe in rame. ■ — Venezia, 1825-26-27, per G. Battag- gia, fascicoli xviil al xxxl , in 8.°, prezzo lir. 3 ital. per ogni fascicolo in carta velina , lir. 5 in vel. di prima qualitd. II fasc. 3 1 .° ed ultimo gratis. V. Bih. Ital., t. 45, quaderno di gennajo 1827, pag. 112. Quest' opera ebbe il suo compimento col fascicolo 3i.° I benemeriti editori hanno fedelmente adempiuto ai loro im- pegni. Giova percio il ripetere che questa e certamente una delle piii belle, delle piu importanti e delle piii bene eseguite tra le imprese attuali della veneta tipografia. E divisa in cinque volumi. Nel quinto trovansi V Introduzlone , la Disposiziojie ed il Compendio di tutta 1' opera che nel- r edizione di Roma 1697 precede la deca prima. II volume chiudesi con un coploso iudice delle cose piii notabili ecc. Noi non possiamo che caldamente raccomandare al colto pubblico , ed in particolare agli studiosi della vera erudi- zione quest' opera importantissima. Illustrazione di una m.edaglia inedita spettante a Se- gesta e di due Tori trovati nelle rovine della stessa cittd, di Gio. Girolamo Orti. — Verona, 1828, Bisesti , 4.° con una tavola in rame. Appassionato il sig. Orti pei progressi della scienza che coltiva , non che premuroso di far note al colto pubblico le rarita da lui scoperte , va di quando in quando rega- landoci di qualche sua novella dissertazione. La presente e frutto in parte del suo viaggio letterario a Firenze. PATITE ITALTANA. 4OI Incomlnceremo dalla medaglia cU Segesta , intorno la quale faremo osservare al sig. Orti , che le figure sulf in- cisione della niedesima stanno perfettameate voltate in posizione contraria a qiianto egli dice nella sua illustra- zione„ Sara forse quest' inconveniente colpa dell' artista die non avverti d' incidere la medaglia a rovescio a fine di averla nel vero suo aspetto dopo stampata. II sig. Orti pero, vedutane 1' incisione , doveva accorgersi dello sbaglio e renderne quindi avvisati i lettori. Diciamo sbaglio dell' ar- tista , persuasi che la descrizione dell' Orti sara corri- spondente alia vera posizione della figura siilla medaglia. Quanto poi al tipo della medaglia , che 1' Orti qualilica per inedita , siamo d' avviso die sia desso perfettaniente simile a quelle della medaglia pul)blicata dal sig. marchese Forcella nell' opera intitolata : Nwnismata aliquot sicula ; Neapoli 1825, tavola II, n.° i, colla sola difFerenza die nel rovescio di questa del Forcella la leggenda dell' esergo e 2ErE2TAT ed in quella dell' Orti e ^EFE^TA. La let- tera T mancante alia medaglia dell' Orti non ci sembra yarieta sulficiente per poter dire inedita la medaglia stessa (*). Trovammo poi , a nostro avviso , inutili tutte le cita- zioni ed osservazioni per provare che la suindicata meda- glia del Forcella deve avere nel dritto EFEISTAOIS , come sta nell' incisione unita all'opera dello stesso Forcella , e non AIFESTAOIS, come leggesi nell' illustrazione da lui data a pag. 18. Ci sembra che bastava il dire che questo era uno sbaglio ilel Forcella il quale aggiunse un dlttongo che non vi poteva essere. L'incisore in fatto che disegno fedel- mente cio che vide, scrisse EFESTAON senza dittongo: anzi noi portiamo opinione che la leggenda intieramente letta anclie sulla medaglia del Forcella e EFESTAION, scor- gendovisi abbastanza chiaramente indicata dall' incisore la lettera I , che sulla medaglia doveva essere molto corrosa. Quanto al tipo del dritto delle due medaglie e desso eguale e in quella dell' Orti e nell' altra del Forcella : (*) Forse qupsta lettera creduta un T dal marchese Forcella sara in vece un X: e in un caso e nell' altro k d' ignota spie- gazione. Parlaiido 1' Eckhell di coloro che hanno creduio che tali lettera fossero nunieri cosi si esprime : /io* autem, miineros inter ignotos ablecandos censeo , quos nliquando felicior quidam Laii filius cvolvat ; ed il marchese Forcella couferiua questa opinioue diceudo che adhuc sub judice lis est. 402 APPENDICE cioe un uomo ignudo col peplo sul hraccio destro ( come dice r Orti , ed in vece sul sinistro come sta sulIa tavola deir Orti stesso e su quella del Forcella ) con un ramo acquadco ai pledi e un legno nella destra ( che in vece e nella sinistra tanto suU' incisione delF Orti che del For- cella ) con I' elmo che gli cade sugU omeri e con ai pledi calzati di coturno due cani. Non faremo cjuistione se 1' uo- mo ignudo abbia piuttosto un ehno che un vaso suUe spalle ( come e opinione piu comnne ) : ne tampoco giu- dicheremo se la spiegazione data di questo tipo dall' Orti debbasi tenere in miglior conto di quella dell' Eckhel ; noteremo bensi che questa spiegazione dell' Orti puo dirsi tolta da quella gia pubblicata in succinto dal Forcella. E perche niai 1' Orti ove parla del ramo acquadco che sta ai piedi deir uomo ignudo non avverti die sulla medaglia del Forcella in vece e un piccol erma? un piccol erma vedesi anche sopra una medaglia con tipo' simile nel Torremuzza = Sicilice veteres numtni, tav. XLii , n.° a, lo clie ci fa quasi sospettare che possa essere un piccol erma anche il creduto ramo acquadco dell' Orti. Gosi diremo che quel legno che tiene nella destra ( o sinistra ) 1' uomo ignudo , giusta r opinione dell' Orti, e invece un arco nella descri- zione del Forcella. Clie se fosse realmente un arco , oltre al confermare sempre piu 1' opinione del Forcella , ripetuta dair Orti , che t uomo ignudo sia lo stesso Egesto cantata per cacciatore da Virgilio (*) , e non gia il fiume Crimiso , come era d' avviso 1' Eckhel, ci farebbe altresi sospettare che fosse un berretto o cappello che gli cade sugli omeri e non un vaso o un elmo. Non avendo noi sott' occhio la medaglia, non possiamo giudicare del fatto in quistione: le incisioni furono esesiuite senza la necessaria esattezza. II tipo del rovescio e pur eguale tanto sulla medaglia deir Orti che su quella del marchese Forcella, una donna cioe in una biga con tre spighe nella destra , clie 1' Orti crede essere Cerere. Dal fin qui detto pertanto consegue che la medaglia pubblicata dall' Orti ben lungi dall' essere inedita e una (*) Anclie la positura evoica del piede sinistro verrebbe in appoggio di questa opinione: simile indizio della positura ( die- tro i priiicipj di E. Q. Visconti ) sfuggi all' occliio perspicace del sig. Orti. PARTE ITAII.VNA. 4o3 ripetizione di quella gia conosciuta merce dell' opera del mavchese Forcella. Due piccoli tori, di bronzo 1' uno e d'oro Taltro, ven- gono illastrati in seguito dall' Orti. Otnmetteremo di par- lare dell' erudizione e delle citazloni prodigate dall' autore sul loro proposito : dlrenio soltanto die se ei crede possa essere un voto il toro aureo , perche noa sara pur tale anche V altro di bronzo ? Forse la coda ripiegata a gnisa di anello , die hanno ambedue, avra servito per appen- derli. II secondo di questi due tori , cloe quel d' oro , ha un piedistallo con leggenda die pare in caratteri punici j la qual cosa rende questo monuniento assai piu prezioso. Non voile il sig. Orti tentare di leggere questa epigrafe, dicendo die arclua cosa ne sarebbe I' inter pretazione o per menlio dire la clivinazione : ma se stata sarebbe diviruizione la spiegazione del sig. Orti , noi osiamo profetizzare , che se quel monumento avra la fortuna di essere studiato dai signori Hamaker e Quatremere , la loro interpretazione non lascera su di cio piri dubbio alcuno. Origine dclle feste veneziane dl Giustina Renier Mi- ch t el (in francese e in italiano ) vol. Ill, IF, V ed ultimo. — Vcnezia, 1828-1822', dalla stampcria di Alvisopoli , in 8.° Nelle paludi deirAdrlatico , ove atterrita dall' inondazione de' Barbari si era rinchiusa , tacitamente crescendo una generazione italiana , merce deirindustria, de' buoni ordini e della perseveranza, prese tal forza che finalmente per ricchezze e per coraggio pote divenire la piii gran potenza d' Europa : fortunata se paga di tante regioni marittime da lei acquistate , e di tanta ampiezza di commercio e d'arti, non avesse ella niedesiraa prestato il fianco ai colpi del- I'invidia, volendo dominare in Terraferma ! Chiunque anche leggerniente conosca i fatti de' Veneziani nei tredici secoli, in cui hanno vissuto come popolo padrone di se, forza e che confessi andare la loro storia del pari con quella de' Greci e dei Romani per sapienza di governo, per ardimento d'imprese, per potenza d' imperio ; ed of- frire nelle arti della pace e della gnerra nonii di principi e d'uoinini valentissimi , degni della immortalita , quanto i pill illustri che onorino gli annali di quegli antichi 404 APPENDICE popoli si cclebrati. Per lo die que' principj che dopo la restanrazione delle lettere hanno gnidati tanti studiosi uo- inini a ricercare per ogni aspetto le aaticliita greche e ro- mane , a quelle de'Veiieziani dovranno giustamente trarcl : die lie meno curiose , ne iiieno importaati sono esse , sia die i costumi , le leggi , la religioiie , 1' industria , sia die ogni ragione di prudeiiza politica , secondo i tempi e la diversita degl' interessi , vogliaasi profondaraente conoscere. E qual difFerenza poi, per grandezza , per forza, per virtu e gloria , tra Venezia e gli altri popoli d' Italia in que' tempi di mezzo die vannosi ora procedendo per si volon- tario argomento di studj ? Qui fa d" uopo cercare in deserta campagna spausi virgulti : la dappertutto ci presenta una messe fiorita e copiosissima. Negli altri popoli d' Italia ve- drannosi improvvisi sbalzi , tentativi incoerenti , disugua- glianze deplorabili di stato e di fortuna: perciocdie non mai ebbero fermezza negli ordini politici , non mai giusto concetto , ne perseveranza di scopo ; non quella sicurezza di forza, senza della quale anclie la piii risoluta volonta non puo rendersi utilmente efticace : soggetti tutti per la loro situazione alle aggressioni straniere •, e sovente dalle domestiche calamita costretti a darsi in bracclo ai tradi- menti de'protettori invocati. I Veneziani al contrario in tal luogo il centro de' loro consigli e d' ogni loro forza felice- niente fin da principio aveano coUocato, die non assalto nemico avevano a paventare , ed agevolmente poterono ribatterlo le due volte che vi furono esposti •, e si fermo carattere el)bero poi per ovviare alle perturbazioni civili che i cambiamenti degl" interni loro ordini non furono in sostanza, siccojne 1' esito dimostro, se non tanti passi verso la loro politica perfezione. Per cio appunto la loro re- pubblica gloriosamente si sostenne piii lungo tempo di ogni altra , di die facciano menzione le storie ; e questo solo pensiero basta a persuadere che di si luminoso e sin- golar fatto tutta nieritano la nostra attenzlone le cause che vi concorsero : le quali varie e moltiplici saranno un sog- getto di filosofiche investigazioni dilettevole insieme ed utilissimo. Se adunque lo spirito della crescente civilta desta in giovani di animo generoso il desiderio di ridiiamare alia luce i fasti della Nazione , la storia de' Veneziani puo giu- stamente reclamare i prinii diritti ; perciocdie mentre in PARTE ITALIANA. 4o5 mezzo a tanti infortunj , in mezzo alle tenehre di una ignoranza ignominiosa, e agli orroi'i di passioni atrocissime, spento giaceasi il seme delf aiitico valor nazionale , in essi primieramente rigeniioglio con sitFatto vigore che ne sen- tirono la potenza i popoli piii loiitani ; ed ove ad umilia- zione del nome italiano I' avarizia di sordidi mercatantl agevolo il passo in Enropa alle orde formidabili de' Barbari che rovesciarono gli ultimi avanzi del greco Impero , i Veneziani animo a fare a (jne' Barbari lungo contrasto ed a costituirsi fortissimo baluardo della indipendenza e della religione d' Italia. Noi non possiamo che unirci al voto in addietro espresso ( Vedi Bibl. Ital. , tomo 8, quaderno di dicembre 1817, pag. 393) per la bella opera deW Origine delle feste vene- ziane , in cui Tillustre gentildonna che n' e I'autrice, con rara squisitezza di giudizio e di eloquenza , ha comprese le pill brillanti epoche della storia della sua patria. Sublime pensiero di animo generoso che ha saputo concepire e mandare a termine un monumento , il quale certissima- mente durera contro gli urti del tempo , piu del marmo e del bronzo! Si noto gia la somma degli argomenti contenuti nel I e II volume. Non permettendo lo spazio a noi accordato in questi fogli di venire riepilogando le narrazioni di cia- scheduno articolo onde T opera e coraposta , ci limiteremo ad accennarne i soli titoli. Adunque nel volume III contengonsi le feste del ve- nerdi Santo. — Di S. Caterina. — Di S. Vito. — Pei prlmi possess! in Terraferma. — Di S. Marco. — Per la scoperta della congiura del doge Marino Falier. — Per la difesa di Scutari. — Per la vittoria navale alle Curzola- ri. — Del Redentore. — Del giorno di S. Rocco , e la relazione delle feste offerte in Venezia a S. M. FedericO IV re di Danimarca e di Norvecla. Relazione che fu si cara al Principe di Danimarca Cristiano Federico, il quale viag- giava sotto il nome di come d' Oldembourg per Italia tra il 1 8 19 e il 1820 che da Qulsisana con graziosa lettera del 20 giugno ne attesto la sua soddisfazione all' autrice. Contengonsi nel IV volume le feste del Corpus Domi- ni. — Del recuperamento di Chioggia. — Delia Madonna della Salute. — Del trioiifo sulla lega di Cambraj. 4o6 APTENDICE Flnalraetite contengonsi nel V ed ultimo volume le feste del giorno di S. Girolamo. — Per la vittoria ai Dardanelli. — Per la concjuista della Morea. — Marittima, chiamata Regata. S' ingannerebbe assai chi credesse quest' opera non ecce- dere la natura di semplici narrazioni. Vero e che la valorosa gentildonna in queste nulla omette , che all' istituzione , ai fini e alia descrizione e spiegazione di ciascheduna festa veneziana appartiene ; e che in codeste cose procede con sottilissimo ingegno, con isceltezza di gusto e con ammi- rabile facilita in esprimere quanto le si presenta a dirsi. Ma non sono questi che , per cosi dire , i pregi materiali del suo lavoro. Una vasta erudizione la sorregge, una incomparabile acutezza di ben veggente intelletto I'accom- pagna , vin sentimento di profonda sapienza 1' aniraa co- stantemente. A lei s' offre spontanea ogni piu arcana in- tenzione dell' umana prudenza, ogni dichiarazione necessaria a porre le cose nel giusto lurne della verita , ogni nesso tra i tempi delle istituzioni, delle quali parla, e le mi- gliori opinioni de' presenti tempi: zelante della gloria della sua patria, e piu zelante de' snblimi principj, che possano presso le piu remote generazioni giustificare come ben nieritata la fama di una repubblica veracemente meravi- gliosa. Ne affettazione e in essa , ne esagerazione o spirito di prevenzione , di clie pare che qualche dubbio eccitasse il fervido R . . . che in questo giornale fece conoscere il volume I." di questa si interessante opera. Di che a prova ci contenteremo di citare , tra i molti , due soli articoli : quello in cui essa dimostra piu che a' forestieri , alia mol- titudine de' suoi stessi Veneziani nell' articolo concernente ia. festa di S. Cateriiia. , la radicata, ma non percio meno inesatta opinione della Serrata del Maggior Consiglio , come opera del famoso doge Pietro Gradenigo , comunemente ri- guardato qual fondatore della veneta aristocrazia ; e 1' altro, in cui essa mette in chiaro le circostanze, nelle quali i Veneziani furono sorpi-esi dalla cospirazione dei maggiori potentati d' Europa , clandestinamente tramata in Cambraj , ov'essa parla della festa pel trionfo sulla lega conosciuta sotto il nome di quella citta. Tutti gli scrittori che si in quel tempi , che ne' posteriori , meglio parlarono di quel gran fatto , si riLlussero a commendare il coraggio e la pru- denza con cui i Veneziani venaero a capo di sciogliere PARTE ITALIANA. 407 il ruvinoso turbine die tanto potentemente mlruicci6 di distruzione ogni loro fortuna ed ogni loro gloria. Questa inclita donna, a paragone della quale nissuno de' piu celebri scrittori veneziani nieglio coniprese lo spirito della politica sapienza del suo governo , senza divagazioni arti- ficiose , senza vestigio alcuno di sforzato studio, si aper- tamente ha purgato i magistrati di quel tempo da ogni dubbieta di difetto in quel terribile contrattempo, clie chiunque in appresso sia per iscrivere la storia della Re- pubblica di Venezia dovra prendere da lei il filo sicuro per na retto giudizio su tale avvenimento. Ne poi e questo il solo caso in cui per si bello intraprendimento si e dessa costituita scorta fedele. In molti altri punti gli prestera questo eminente servizio •, od alnieno dimostrera a chi te- merario metta mano all' impresa senza il corredo di tanto fino criterio e di tanto magnanimo cuore , quanto in cssa risplende , che puo servire ad abbiette passioni , ma non riuscire giamraai degno storico di un popolo , il quale , quanto piu diverra antico, tanto piii comparira ai posteri degno d' immortalita e d' ammirazione. Storia universale compilata per V istruzione della gio- ventLi. Opera del professore Schroeck prccediita da un discorso prcparatorio del sig. Schloetzer , emen- data ed ampliata dal traduttore. Volnmi cinque. — Milano , 1827, presso leditore Lorenzo Sonzogno ( Questi cinque volumi formano parte della Biblio- teca economico-portatile di educazione ). Noi crediamo che questo libro possa riuscire assai utile all' educazione per cui e destinato , e solo vorremmo che in vece di presentarlo alia gioventCi, per la quale e troppo tenue lavoro, si fosse ofFerto alia fanciuUezza e alia prima adolescenza che vi troveranno una solida ed onesta istru- zione. I cambiamenti e le aggiunte che vi fece il tradut- tore italiano nieritano da ogni buon padre di famiglia quelle lodi che noi non possiamo concedere intere alio stile della versioue non sempre corretto e troppo di rado elegante. 4o8 APPENDICE Cornelii Nepotis vitce. Notas selegit ac concinnavit Franciscns Ambrosoli. — Mediolani , 1828, typis Antoiiii Fontana. Qnesto volumetto appartiene alia classe latlna della Bi- blioteca portatlle , ma puo quasi considerarsi come il primo volume di una intiera raccolta , dicendo r^editore nella pre- fazione , die dove esse trovi il favore del pubblico , gli terraii dietro nella ste.ssa forma e coUo stesso sistema tutti gli altri classic! latini. II testo e quello seguitato dal Le- maire di Parigi, e le note sono in generale una scelta e un compendio di quelle molie ed estese che trovansi nella edizione parigina. AUe vite succede una copiosa cronologia, utilissima agli studiosi. II volume e In bella carta velina, con caratteri nuovi, e diligentemente corretto. Una intiera coUezione di classici latini accompagnati da note nou so- verchie , ma utili e sufficienti , potrebb' essere senza dubbio giovevolissima alia gioventii studiosa, L' editore promette fra breve il Yirgilio. Elogio funehre del marchese Bernardino JlfandelU detto nella chiesa magistrale del S. A. I. ordme Costan- tiniano di S. Giorgio di Parma il 12 giiigno 1827 dal cavaliere Paolo Cipelli. — Piacenza , 1827, del Majno , gr. in 4." di pag. 84. L' uomo del quale celebransi le virtii in quest' orazlone e quel desso , intorno a cui il cantore della Basviliana la prima volta che gli fe' visita esclamo : Peccato che Man- delli non sia poiero ! Voleva egli con queste parole indi- care die la vivezza , la feracita delf ingegno , 1' eleganza del dire, la prontezza del ben poetare estemporaneamente, e le altre doti da lui quasi al primo incontro nel Man- delli ravvisate erano tali da farlo fra' letterati d' Italia primeggiare , se dalle ingiurie della fortuna state fosse costretto a procacciarsi coUo studio e coU' ingegno un rai- glior essere civile. Ma il marchese Mandelli de' beni di fortuna doviziosamente provveduto, beneficentissimo di cuo- re, e dalla cristiana pieta solo animato, non mai alzandosi dalla privata condizione tutto rivolto avea il vivere suo alia carita , al bene altrui , valendosi delle rlcchezze a rendei-e vie piu grandi le virtii sue. Egli prese V umilta PARTE ITALIANA. 409 a compagna della sua vita civile, n Conosceva ( dice il 8U0 encomiatore ) di apparteaere ad una delle nobilissime famiglie d' Italia , e non mai ne sali ia orgoglio \ di essere ricco, e non mai ne raeno pompa; piacevagli di esser accetto al principe , e non mai cerco di primeggiare; ardeva di essere dotto , e non mai se ne diede vanto. " Gli alFetti suoi erano dnnque pleta costante, pura verso i celesti, amore al padre, ai conglunti, agli amici , ai poveri. Ma bramoso di promovere anche lo splendore della patria , ne rintracciava i giovani di miglior costume e di piu alta speranza ed a proprie spese mantenevali nelle piu cospicue universita ed accadeuiie. Piacenza sua patria gli va specialmente debitrice di un' istituzione a sussidio della pericolante onesta , T opera pia Mandelli , nella quale sotto sapientissime discipline sono mantenute sessanta o donzelle o vedove, e di uno spedale per trentasei letti d' infermi incurabili. Ne a tali salutevoli divisamenti venae egli pel solo caso di morte, al cui pensiero scuotesi a liberalita persin la fredda anima dell'avaro; ma di niedici e di medicina e d' ogni altro caritatevole sussidio ogni anno soccorreva ben trecento malati nelle proprie loro abitazioni. La sua magnanimita fu altresi benedetta fuori di patria. Perciocche essendo il borgo di Zinasco nella provincia di Vogbera minacciato d' esterminio dal furioso ed obbliquo corso del Po, egli ne drizzo T alveo a proprie spese e su' proprj colti : opera grandiosa, cbe dal governo di Torino fu detta monumentale. Ma di troppo lungo di- scorso ci farel)be d^ uopo se tutti enumerar volessimo gli atti virtuosi , le beneficenze tutte del Mandelli, cui il cielo quanto fu largo di riccbezze , tanto grand' anima diede. Bensi diremo clie 1' orazione funebre in onore di lui pro- nunziata dal cav. Cipelli e scritta con nobile ed aft'ettuoso stile. Le virtii dell" illustre defunto vi sono delineate ia guisa cbe ci movono a pregar pace e beatitudine eterua air anima bella. S C I E N Z E, Biblioteca scelta di orazioni sacre , ccc. — Como , 1825-26-27, Ostiuelli, in 8.", vol. i6.° A questa pregevolissima edizione abbiam compartite le ben dovute lodi nel Procniio del i8a6, e ncl volume 44, 4IO APPENDICE quaderno di dlcembre 1826, pag. 332. Essa precede feli- cemente e merita d' aver luogo nelle piii scelte librerie tanto degli ecclesiastici, quanto d' ogni pia e colta persona. II volume die annunziamo e il 4,* della Raccolta de' pane- girici per le feste de' Sand. La morale biblica , o sia florilegio di massime tratte dai due testamenti , esposto ad istruzione della gio- ventii italiana da Melchiorre Tesia. — Milaiio , 1827, presso V editor e Lorenzo Sonzogno {Questo volume e il vigesimosesto della Biblioteca economica portatile cV educazioue ). Tutto ne place in questo libretto, Tintenzione, la scelta, Id stile. La vera sapienza viene dall'alto, come la luce del sole, e chi ci rende accorti di questo vero, ne ha gia in gran parte divisi dal fango terreno. E degno di gran lode noi troviamo anche il pensiero per verita non nuovo di unire in' un volumetto la santa morale dei due testamenti. La Bibbia e libro tutto divino, ma non ad ogni uomo se ne puo concedere impunemente la plena lettura , perche lo stesso splendore , quando soverchia la virtu visiva del riguardante lo accieca. Ne 1' orgoglio de' filosofi dee ritrarsi sdegnoso da queste pagine, perche se mai essi vorranno abbassare le gran menti flno alia parola di Dio , troveranno forse che anche per vivere tranquilli e consolati questi pochi giorni che fuggono, e discesa una legge migliore dal Sina e dal Golgota, che dal Taigete e dal Sunio. Pia che lo spirito il cuore , opera delV ah. Gio. Bat- tista Vertua di Soresina , vol. \? — Treviglio , 1827, Gio. Bauisla Messaggi, in 12.°, pag. 2o3 , prezzo lir. 2 austr. II titolo deir opera espresso coll' aria delmlstero, viene poi abbastanza spiegato in queste due sentenze , T una a pag. 1 3 el' altra a pag. 47 : " senza un buon cuore i >' jrrandi talenti sono talvolta di rrande rovina = si cor- " I'egga il costume , si rettifichl il cuore , e 1' intelletto " sai"a pill docile alia fede. " Ma se pur dee argomentarsi dal primo volume , noi non diremo die a confermare quel titolo siano dirette le fatiche deirautore, sembrandoci essere PARTE ITA.L1ANA. 411 suo scopo principale il provare qua e la , quando venga il destro , le verita di nostra religione , il distruggere i sofismi deir incredulo , il chiamare ad esame cerd sistemi clie per la loro novita o per la loro bizzarria possono pregludicare all' ottima causa. E percio la maggior parte del volume si raggira su questa materia; or dimostrandosi come nella depravazione dell' umana natura la religione sia sempre stata la guida e il sostegno degli uoraini , e come sotto gli auspicj di lei ruomo possa essere virtuoso e felice; or disputando suUa esistenza e sugli attributi diDio, ov- vero suUa natura dell' anima nostra , e quindi suUa essen- ziale differenza tra il vizio e la virtu. L'autore forse per togliere 1' aspetto di troppa severlta a queste dispute , e per ricreare ad ogni tratto lo spirito del leggitore , intro- duce fin dal principio del dire e senza proemio alcuuo , quasi attori sulla scena , alcune persone villeggianti , di schietta indole e di ottlmo cuore ;, e mentre descrive i loro trattenimenti campestri , vi frammischia cio che , siccome abbiam detto , e suo scopo principale. Noi non sappiamo troppo buon grado all' autore per qviesta foggia di soUievo che si studio di procui-arci , perclie non vi si rinviene ne bella invenzlone , ne forte interesse ; ci rallegreremo piut- tosto della sua parte apologetica, perche in questa materia r autore ci fa conoscere niolta profondita di dottrina del pari die uno stile incalzante e robusto. In questo volume 1' autore ci presenta 1' analisi del ca- pltolo XIII intorno il fondamento della certezza, qual tro- vasi neir opera del sig. de la Mennais : indifferenza in ma- teria di religione. Non gia semplice analisi, ma bella e ben ragionata censura noi chiameremo questo lavoro del sig. Vertua , in cui egli da assennato filosofo va scanda- gliando i raziocinj del sig. de la Mennais , ne sviluj^>pa il senso talora ravvolto in concetti oscuri e problematic! , ne dimostra il solisma , ne v' ha idea recondita e sfuggente cui egli non ragglunga e non palesi nelle sue forme na- tive. Sia ad esempio la sua osservazlone intorno la mas- slma , per dir cosi , fondamentale dell' autor francese : it consenso comune , che altro non e che I' autorita del jnii gran numcro , c il sigiUo della verita. i< Perdonl , cosi gli risponde " il nostro autore : quantl falsi giudizj si precipitaao dal » troppo crcdulo volgo ! Quante volte la testimonianza di " poche, ma probe e sensatc persoue prevalse a quella 4ia APPENDICE " del piu gran nnraero ! Sigillo di verlta ! e clie avrebbe >/ fatto ai tempi deU'arianesimo, quaado, al dir di S. Gi- " rolamo , il mondo resto atterrito credendosi ariano ; tanti }i avea partigiani 1' errore ? " Ben si vede qual caramino siasi proposto il sig. de la Mennais ; ma gli sara malagevol cosa il guidarci per esso, se anclie tra di noi sussistono tali impugnatori. Vite di alcune Giovanette , ovvero le eroine cristiane , del sig. A. C. , tradotte dal francese neW idioma ita- liano dal cav. P. — Bassano , 1827, tipografia Remondiniana , pag. 278 , in 8.° II traduttore indlrizza questo volume a colore, cui per dovere di natura o per impegno assunto appartiene il guidare suUa via dell' innocenza e della virtu i primi passi della crescente generazione : protesta che una tal raccolta di vite e appoggiata alia piii esatta istorica verita ; e brama die i salutari esempi in essa riferiti profondamente s' im- primano nel cuore della gioventii , onde vi destine una fortunata emulazione. Lodevolissimo scopo , come ognun vede , si e proposto il traduttore , e grazie a lui si deb- bono , perche dal sue canto abbia presentato nuovi mezzi per la saggia educazione di una parte cosi importante della societa. Al terraine del volume si aggiugne un compendio della vita di Alfonsina Giusti , educanda nel monaster© di Santa Maria della Visitazione di Venezia, ed e versione dal francese del conte F. Pertusati. Storia delV Accademia d agricoltura ^ commercio ed arti di Fe7'07ia negli anni 1824-25-26, letta in pubblica radunanza dalV abate Giuseppe Venturi il 6 set- tembre 1827. — Verona, 1827, tipografia Bisesti, in 8.° Altre volte rendemmo conto degli atti e dei pi'Ogressi di questa benemerita Accademia , esistcnte gia da sessanta anni, e per conseguenza uno de' piu antichi stabilimenti di questo genere in Italia ; ed ora 1' abate Venturi ci pre- senta la storia de' lavori della medesima sino al 1826. Di- visa e questa storia in due parti (il cbe noi plii acconcio crediamo che non T agglrarsi su due perni ), e sono le cor- rispondenze e le produzioni. . / PARTE ITALIANA. 4l3 Le sole corrispondenzc basterebbono , dice lo storico , a niostrare T accademia operosa ; essa strinse nuovi leganii cogli atenei di Trevigi e di Brescia , dallo storico appellati corpi polUecnici , e con altre accadeniie consorelle dell" Italia superiore ; si collego colla scuola di agricoltura pratica del niuseo di Parigi , dalla quale ottenne preziose comunica- zioni ; foraio relazioni colla capitale dell' impero austriaco, e nomlnatameme coir I. R. Istitmo politecnico e colla I. R. Societa agronouiica ; sottentro in qualclie modo , e niassime nei consiirii richiesti da varie persone , alle cessate acca- deniie Fthmnoiiica , FUotiina , degli Aletofili ed al collegio medico ; sperimento in questo niodo il peperino del dottoi' Mdi, e lo specilico proposto per succedaneo al cliinino, e sia il salino-amarissimo-antiftbbrile del cliiinico Jtigatelli , e rispose con lode agl" iuventori ; soddisfece al quesito di quella Camera di conimercio ed all' I. R. Inteudenza di finanza su la quantiia e siil conimercio della canapa die in quella provincia si raccoglie , e cosi pure al civico niu- nicipio che FAccademia uiterpello sul niodo di liberare Verona dalle allnvioni dell'Adige. ^ Fra le produzioni si accennano la soluzione di due pro- blenii , il prinio sul ramo d" industria agraria o inanutat- turiera da incoraggiavsi , onde ottenere qualche compenso airavviliniento nel jirez/o degli ordinarj prodotti deU'agri- coltura i il secondo die portava la ricerca di un catecliisnio veterinario, esposto in niodo facile e piano che servire potesse di 2;uida ai projirietarj de' bestianii; la proposizione di un terzo proijlenia col quale si donianda la descrizione di tutte le terre e pietre , i sali e metalii e le sostanze minerali conibustibiii die trovansi nella provincia •, la Flora Veronese del Pollini ., due Memorie , una su gli scarabei pillolari , altra su i tentativi fatii per sanare il cercone , o quello die noi diciamo i//zo matto , del socio Angelini , nella prima delle quali , al proposito degli scarabei , si tia un' esatta ed erudita inforniazione della scoperta o piut- tosto del sistema del sig. Ckampollioii su i caratteri egizj^ le cure del dottore Cristani jier la rivendicazione delT orto agrario, alfAccadeiuia douato sino dal 1801 i la JNIenioria del socio Sidomoni tendente a rianimare 1' esportazione della foglia del rims codnus ; altra del suUodato Angelini su 1 pro- gressi dell" industria francese nel secolo XIX, altra sul niec- canisiiio trovato per migliorare la fabbricazione del vino , BlOl. hal. T. XLIX. 27 414 APPENDICE del socio Mayer, ed una tavola sal valore comparative deile sete in natura nella citta di Verona dal 1774 al 1824, del socio Luigl Venturi ; lavori tntti clie giudicati farono dalla Societa degni di premio. Egualmente onorate furono altresi molte produzioni meccaniche , deile quali si espone il catalogo , e tra le quali per utilita distinguonsi alcuni specclii ustorj parabolici di ottone , atti alle esperienze immediate del calore raggiante , una gramola ed un bu- ratto, die servono senza fare alcuno strepito; si accenna parimente la pubblicazione di un foglio non obbligato a periodo , nel quale s' inseriscono dall'Accademia le nuove invenzioni e i miglioramenti introdotti nelle arti , e del quale sono stati gia jDubblicati alcuni numeri , e finalmente si aggiungono i norai dei socj ultimamente ascritti all'Ac- cademia. P. S. Abbiamo sott' occliio uno di que'fogli col titolo : Notizie di utili osservazioni e scoperte a vantaggio cost del- V agricoltura die deile manifatture pubblicate e diffuse gratui- tamente dall'Accademia ecc, 1827, in 4.°, n.° viii. — Tre 8ono gli articoli contenuti in questo fascicoio di poche pagine : il i .° della qualitct e vendita deile galette ; il 3 ," della lega dclt acciajo con alcuna sostanza che lo rendono migliore ; il 3 .° deW uso deile ossa degli animali in molte ma- nifatture. Stabilita nel 1.° la massima, che alle galette glalle comuni debbono preferirsi le bergamasche o brianzine , percbe queste danno una rendita maggiore^ si discende a mostrare che per ottenere buone galette e maggiore quan- tita di seta, i bachi ( detti sempre cavaleri) debbono nu- trirsi , non con 16 sacchi ( rfi quale misura?) di foglia per oncia, ma con piii di 20; principio che gid era state stabilita dal conte Dandolo, ed anche avanti di esso da certo Reina di Como. Con un conto sommario niostrasi il maggiore profitto che si ricava , nutrendo piu alibondantemente i bachi ; si parla poi della convenienza di anticipare nella provincia Veronese la naacita de' bachi, e dell' angustia deile case coloniclie di quella provincia, al quale proposito ben giustamente si esclndono le cosi dette biguttiere, come di- spendiose e pericolose ; si chiude la Memoria con un conto dimostrativo del vantaggio che i Veronesi otterrebbero lavorando nel paese i bozzoli che vendono ai Bergamaschi, Bresciani e Tirolesi. — II 2.° articolo e diretto a mostrare i risultamenti delk lega clell' acciajo con piccola quantita I'ARTE ITALIANA. 47 5 d'nrgento, accenuaiidosi ancora T unione cU esso con altre sostanze , oude formare il vootz , o T acciajo di Bombay. — Nel 3." finalinente si fa vedere 1' nso delle ossa in gelatina ed in carbone aniuiale ; ma parlandosi dell' applicazione di quel cai'bone fatta in Francia alia rafGnazione dello zuc- chero, non si accenna clie qnesto metodo e pure adottato ed e gia da qualche anno in piena attivita in due gran- diose raffinerie stal)ilite in Milano. Abbiamo pure ricevuto un fascicolo di sole 7 pagine in 4.° contenente 1' indicazione de" lavori premiad dalL'Acca- demia suddetta Tanno 1827. Pauli Mascagnii Anatomia nniversa XLiv tabidis ceneii j'uxta archetypum hoinuiis adulti acciiradssime re- proescntata, etc. Fasciculus qidntus. — Pisis, 1822', apud Nicolanm Capurro. Gia parlato abbiamo di questa grandiosa edizione (*) che, ad onta di quelle picciole niende dalle quali non vanno mak scevre le opere umane , forma il piu belio e il piii pe- renne monumento clie innalzare si potesse alia fama del Mascagni e alia gloria dell' Italia. I benemeriti editori col proemio premesso al testo del quinto fascicolo, pervenuto non ha guari a quest' I. R. Biblioteca, ci fanno sapere d'aver eglino regolarmente mantenuto 1' impegno da loro contralto nel i8aa, di pubblicarne cioe un fascicolo ogni anno; ed inoltre ci avvertono che ne' loro istituti di Firenze e di Pisa si sta lavorando sul fascicolo otlavo , che il sesto ed ii settimo sono gia quasi compiuti, e che percio la loro impresa sara nel i83i al suo termine condotta. E quanto al frapposto indugio, ci avvisano derivar esso unicamente dalla necessita di riscontrare le tavole con nuove preparazioni fatte sui cadaveri, onde darne le spiegazioni esattamente, ed aggiungono che il sig. dottor Grifoni , I' allievo predi- letto del Mascagni , non descrive una dimostrazione sca- brosa, qualunque ella sia,se prima verificata non 1' abbia sul cadavere. Gli editori altresi protestano di non essersi lasciati per verun modo sconcertare dal dottor Antomm.ar- chi , il quale coUa piii sfacciata pirateria ha pubblicato a Parigi col mezzo della litografia una contrafFazione della 0 Bibl. ital. t. 46.°, quaderao di maggio 1827, p. 278. 4l6 APPEND ICE medesima opera suUe tavole incise die la famiglla Mascagni gli aveva confidate. Tale contrafFazione die ci fu dato di esaminare ci senibro ben lontana dal raggingnere la niti- dezza e la bella esecuzione della pisana , ossia della origi- nale. Cli' essa poi sia altresi imperfetta, ne fanno testimo- nianza gli editori stessi pisani coUe seguenti parole: Le sei figure in i8 tavole die comprendono il primo, secondo e terzo strato, sono identidie colla nostra. Egli le ha copiate facendole lucidare sulla pietra. I visceri e le diverse figure di dettaglio sono ugualmente copiate , colla dlflerenza die quanto da noi si e ristretto in 17 tavole, e stato sparso dall' Antommarchi in 24. Nella sua tavola 48.'' ed ultima ha dato la figura (T una matrice aperta die non e del Mascagni , e come tale non appartiene ad alcun sistema. Le sei tavole degli sclieletri die ha date il dottor An- tommarchi sono mancanti dei vasi die il Mascagni vi applicb ; e la mancanza e importantissima. In fine niancano afFatto nell' opera di Parigi le figure seguenti : I. Una testa col collo e le sue parti speciali. I. II perineo e le parti piii prossime denudate del comuii tegumento. I. La vescica orlnaria e la parte laterale del pene. I. Sezione longitudinale dei corpi cavernosi. I. II glande , tolti i corpi cavernosi e la parte supe- riore dell' uretra. I . La parte superiore e profonda del femore destro , per mostrar 1' egresso e il corso del nervo otturatore. 4. Cuori. 1. I corpi glandulosi d' una mammella. a. Due placente. I. Una spalla veduta posteriormente. 4. Dimostrazioni della matrice. I. Sezione verticale della testa coi nervi olfattorj. I. Porzione del collo coi vasi sanguigni ed i nervi. I. II canale vertebrale aperto coi vasi sanguigni. I. Dimostrazione dei vasi emorroidali. I. Una pianta di piede coi vasi sanguigni e i nervi piu profondi. I. Pianta di piede di scheletro coi ligamenti i piu profondi. Che sono in tiitto 34 dimostrazioni. PARTE ITAtlANA. 417 Questb fascicolo contiene sei tavole. Nelle prune tre e il terzo struto del corpo umano osservato nella parte po- steriore , nelle altre sono i visceri. Delectus opnscnlorum ad praxim medicam spectnn- tium , etc. collegit Jos. Frank , etc. volumcn secun- dum. — Novocoml, 1827, C. Petri Ostinelli, in 8.°, pag. 240. V. Bibl. ital. torn. 47.°, quaderno di settemhre 182.J , pag. 458. Questo volume contiene i seguentl opnscoli: Frederici Hoist y Cornmentatio. Morbus, quern Radesyge voca?it , qui- nam sit , quanamque rntione e Scandinavia tollendus ? = Petri Stoffelln, dissertatio inauguralis medica de morbo nun- cupato Pellagra. = Henrici de Martins , de Lepra taurica. = Caroli Kaczkowski , dissertatio inauguralis medico-practica de Plicae Polonicse in varias j prceter pilos , corporis humani partes vi et effectu. Passeggiate campestri del cav. F. . . . A. ... in numero di 60 distribuite in G fasc. componenti due volumi. — Torino, 1827, presso Pietro ]\Iarietti , in 8.*^ Si lusinghiero e il titolo col quale si annunzia codesta produzione che noi ci sentimmo invitati ad imprenderne la lettura , e volemmo instituirne qualche esame , ben ri- flettendo che quanto tornano utlli liliri di tale natura ove procedano da menti addottrinate ed accorte, altrettanto di nocumento riescono ove siano parti di menti sprovve- dute de' necessarj rcquisiti. II versare sugli oggetti offerti alia contemplazione dalla circostante natura , suol essere il precipuo scopo di chi scrive passeggiando nei campi. Molti pero sono i contemplatori della natura, i quali ricusando di avere per guida le scienze nelle loro ricerche, o mala- mente valendosene, perclie con esse non addimesticati , la descrivono con falsi colori, ne alterano i tratti, e la pre- sentano quindi agli altrui sguardi ben diversa da quello che essa si da a conoscere all' accurato osservatore. Dispiacevole riesce altronde lo scorgere , come libri che trattano in sif- fatta guisa de2;li oggetti naturali , si diffondano talvolta , trovando il migliore accoglimento presso colore che atti non sono a ravvisarne le niende, e veggausi dalla pluralita 4 1.8 AJPENDICK de'leggitori preferiti ai quadri fedeli clie la piu attenta e scrupolosa osservazione seppe dellaeare. L' opera che abbianio sott' occhio ci ha destate queste riflessioni , poiche essa e una di quelle ' che noii vorremmo mai nate e che cio non ostante incontrare sogliono talvolta la piu prospera fortuna. Noi ci troviamo in dovere di te- neriie qualche discorso, nella tema appunto che allettati dal titolo , molti rivolgano il loro studio ad un dettato nel quale non potrebbero attignere se non che idee guaste e viziose. II cavallere ama di alternare quotidianamente i passa- templ della citta con quelli della campagna. Esce quindi di tratto in tratto all' aperto in compagnia de' suoi filosofici pensieri ; contempla passeggiando gli oggetti die ha d' in- torno, e scrive quelle che degno gli sembra di osservazione nelle varie stagioni ; dopo di che torna contento fra le urbane pareti. La natura intera addivenendo soggetto di sue investigazioni , chiama egli in ajuto le scienze natural! tutte coi loro lumi ; ma cade non di rado in abbaglio. L' entusiasmo in esso eccitato alia vista delle maraviglie campestri porta nel sno linguaggio una tinta di poetico e di pittoresco ; ma anclie da questo lato un altro grande inconveniente s' incontra , ed e che per la ricercatezza e direm anche stranezza dei termini (molti de' quali appo noi sconosciuti), per la originalita de' concetti, la mal accorta collocazione delle parole e il conseguente intralciamento de' periodi, a grande stento per T ordiaario il suo discorso s'intende, e parecchie volte non si ottiene neppur tanto. Ver- gognoso abuso ha poi fatto di epiteti, spesso male acconci od oziosi , ed iia lasciato scorrere ben anco ragguardevole numero di errori di grammatica e d' ortografia. Reca mara- viglia il vedere come non di rado passi la dilicata anima del cav. dai piix rldenti e poetici oggetti, ai piii vili ed ai pill ributtanti, e rinvenga in questi ultimi gradito pascolo alia sua immaginazione. Egli pretende allettare il giovane che invita a contemplare la campagna, col farlo passeg- giare lungo i fossi , attraverso fanghiglie •, col descrivere le piu abborrite proprieta de' rettili , di cui fa sentire i i coati, in luogo di osservarne le facolta generative che formano lo stupore del filosofo^ col fargli esperimentare le punzecchiature di migliaja d' insetti ingombranti I'atmosfera, colla conteinplazione di carra di fumante fetich letnme o di PARTE ITALUNA. 4J Q porci clie si voUolano uel fango e nello sterqnilinio. Gome poi si haiiiio a tratteneie le risa , quando collo stesso lin- guaggio, tutto infiorato e vezzoso, con cui paria di oggetti leggiadri o sulDlinii , si occupa di si schifosi e vili argo- menti, ovvero di inezie, tolte a prestito dai fanciuUi , per fame subbietto d' interminabili vaniloquj? Ma onde il lettore possa farsi ua' idea dell' orlginalita delle mende di questo scritto, riporteremo alcune linee del prinio passeggio ; iadi progx-edendo coU' occhio su poche pagine successive , toccherenio di volo quelle che piu mal espresso ne appare in punto di buon senso e di scienza. Gia il sole, lasciate le australi regioni , muove a gran gior- nate a nostra volta, e vieppiii alzandosi lancia i rag'ji^i suoi non si obliquamente di pria , per cui la sua luce di calore quasi priva comincia a riscaldare I' atmosfera ed il suolo , I' azzurro del cielo si mostra piii vivace ed i lontani obbieni non si scorgono come dianzi involti in caliginose lugubri nebbie. Oltre che il muovere del sole a gran giornate ci pare espressione iuesatta , e non raeno qnella di vieppiii alzaiu dosi, osservereino che la luce del sole non va mai dis- giunta da certa proporzional copia di calorico, e che d'al- tronde la luce non i-iscalda. Usandosl il linguaggio scien- tifico, debbono evitarsi espressioni che possano dar luogo a falsi giudizj sulla natura degli oggetti. Non avvisiamo ne pure che 1' azzurro del cielo al partir del verno si mostri piii vivace , ed appena forse le nebbie di Londra crediamo possano dirsi lugubri. Uscito per alquanto alquanto spaziare nella campagna , si occupa avanti tutto de' fiori primatlcci , e qui da il vocabolo di ovario per sinonimo di germe , confondendo cosi il con- tenente col contenuto. Presso che altro ente vivente non scorge , salvo tahm villico il quale kntaineme dagli aggiogad buoi sul carro colino di fumante fetido letame , condotto , sta questo, forse un po' tardi , col tridente sparpagliando sulle appassite piote , il can fedeUssiino che fnitando lo accompagna in traccia dell' ossa nel concime contenute , le pacifiche galline dal cristato gallo guidate e con lui razzolando nelle mondi- glie , i vispi passeri in fine volando rivo ando col pigolar del continuo dalle circondanti chiudende alle tegole della villerec- cia casa. La villereccia casa rapisce ranimo de! nostro passeg- giatore, sicche si arresta per vagheggiarla , e che vi nota 4'20 APPENDICE egU? II bigio color ddle pietre , le grosse pietre che la ren- dono scabra e vi formano a mnno manca nn addentellnto ; le moUissiine buche , i travi e traviceUi dti bruiii irregolari tetti , sporgenti qual piii qual meno al di fuori ; i varj fwna- juoli gll unl aid , gli altri bassl , neri di fuligine ed in parte ruinati , i grossolani balconi in legno ove per informe esterna scdla si ascende ; il pozzo col pollajo e colombajo al disopra, non poco screpolati , il tutto come sostenuto da ellera , che stret- tissimamente co frondiferi rami V abbraccia , la stalla di gial- ligna paglia non men che I' attigua rimessa per carro ed at- trezzi , ricoperta (ricoperte). Ognuno crederebbe a quest' aspetto di riiina'di vedere la casa della desolazioue , e mosso verrebbe dalla compas- sione V uomo sensibile a penetrarvi , oade stendere la mano al soccorso. Ma il cav. in vece di rattristarsi si ralleafva della felicita di quelli clie vi abitano, ne e rapito, trasportato fuor di se stesso e ne partecipa iin momenta col sentirsi tras- fuso nel cuore un inespUcabil piacere che lo rende soddisfatto e contento. — E noi starem content! di questo saggio della prima passeggiata. Nella seguente , dalle deliziose mammole ed altri grati oggetti , r autore ci conduce alia bella vista di un prato largamente coperto dalla grassissima materia della citta : cre- diamo die il cav. sia il primo che ci rappresenti quadri della natura imbrattati da pennellate di tale indole. Non ci senibra die la rotazione agraria consista nelP avvicendare il terreno , il die indica per noi il cambio alternativo dei terreni , anziclie delle piantagioni : il vantaggio e dovuto probaljilmente, continna T autore, al 71071 assiiiiilarsi del ter- reno U7i vegeta7ite se 71071 i priiicipj che gli tornan piu acconci ; intenda clii puo ! Non aiiimettiamo che il Po inferiore (dove comincia'') fertilizzi il terreno quanto il Nilo. Facendosi poi egli a trattare di chimica in una nota su la teoria del concime , vuol darne una generale concisa idea •, non si piglia cura pero di premetterne la definizione , onde "evitare il caso che il suo neofita a tutta prima giudichi esser quella scienza pareiite della Mimica, e nemmeno proferisce i vocaboli di analisi e di sintesi ; da quindi per sinonimi -colore e calorico , chiama voltiano il fluido galvanico, igno- rando ben anco la sua comprovata identita coll" elettrico ; distingue gli acidi in metallici e minerali , quasi che i metalli non fossero minerali. Compiendo la sua concisa idea. PARTE ITALIANA. 42 I die consiste In alquantl cenni mal assortlti ed inesatti , fa notare clie da tutto cib del resto rilevasi cosa siano i pretesi quattro dementi di Empedocle; ma noi nol rileviamo di certo. Parlando, poco oltre, del verde della vegetazione, fa osser- vare die il bianco e riservato pel solo inverno, il nero formerebbe della terra un vasto mortorio ( ce ne die egli r idea co' suoi prati largamente coperti di letame); il tur- diino in senso suo non sarebbe convene vole, la natura, ag- giiigne , avendo tutto cib piii parcamente impiegato in altre di lei produzioni e particolarmente ne' fiori , oveebbe,per cost spiegarmi , a sbizznrrirsi ; sentenza die involge falsita di supposto e contraddizione solenne. Troviarao scritto dindelfia per didelfia , come piu innanzi friginia per triginia , mo- necia e diecia invece di monoecia e dioecia. Attribuisce air anemone lunghi piumati lucidi pennacchi ( non e raro il caso di rinvenire intarsiati de' versi nella prosa). Cono- sciamo foglie ovate , non gia in forma d' uoio. Yede quindi r autore le farfidle posarsi appena sul suolo coUe ali hian- che , ecc. : sembra ch' ei le abbia vedute posare a terra colle ali piuttosto die co' piedi. Osserva die alcune sono ricchissime di color d'oro, altre sendo maccfiiate d' oro e d' argento ■■ questo e ben altro die letame , oro in groppa alle farfalle ! II primo egli e certamente ad indicar oro nel regno aniniale. Le fasce in cui dice invoke le farfalle nello stato di crisalide , sono necessarie , quindi non e die esse vi stiano solo perche non hanno la forza di romperle e shri- garsene. Dalle superbe farfalle auro-vestite veniamo alle vili e bavose lumadie che passeggian ( non hanno pledi le me- schinelle , e quindi debbono strascinarsi sul ventre ). Gi da r autore la distinzione ben ridicola di cliiocciole a guscio e senza guscio, non avvcdendosi die il termine di cliioc- ciola indica il guscio ; dice die la massa del loro corpo e composta dal fegato in cui girano gV intestini, ma noi scor- giamo sulle mense che il fegato non e da tanto, e d"altronde esse rimane avviluppato e circondato dalle molte circon- voluzioni degl' intestini ; in luogo di dire che gli organi genitali stanno al lato destro del collo, parte in quegli ani- mali indeterniinabile, doveva scrivere esistere un forellino alia base del tentacolo diritto che da a quelli ed alle uova passaggio. Vede poscia /' allodoletta portarsi ratta neW atmo~ sfeia e girare al sol nascente e vicino all' occaso • sembra che il sole nasca e cada ad un tempo. Quel ratta ci fa 4^3 AVVENDICR credere clie non fosse igaoto al cav. lo stupeado verso vir- giliaao : Ilia Itwm fugieris raptim secat CBthera pennis, esem- pio insigiie di armoiiia imitativa , vero eco di natura; ma il tace per onorare rallodoletta di alqitaiiti suoi versi, coi qaali attribuirle il vanto di parlare • — Clie delle sue pa- role — L' uomo non gia , ma rendere — Vuol testimonio il sole, — La denominazioae di Fringilla ccelebs appartiene a Linneo e non a Latham. Scorge ne* Ijruchi una pupilla bucata alia cima del capo ; volea dire papilla. Nota clie la proboscide degli insetti difFerisce da quella dell' elefante per essere piu versatile : ridicolo paragone ed inoltre fal- lace, perche la proboscide elefantina in virtu delle mi- gliaja di muscoli ond' e costituita , gode di una versati- lita illimitata. In mezzo alle sue religiosissime riflessioni , si esprime senza tema di sembrar seguace di Epicuro, clie la terra fermenta e svolge productive particelle. L' in- setto dopo aver dormito si scuote , quasi emblema della ri- surrezione , dal suo letargo. Sappiamo che Latreille ha rin- venuto ne' grilli un apparato apposito pel canto o piiittosto stridore , e quindi non derlva esso da sfregamento dell' ale superiori, ma queste vi concorrono solo quali strumenti ausiliarj. Parla di fiori conflati Ai flosculi, ciliati nel nero manico ossla calice; ma il calice non fu mai manico, e chi vide d'altronde calici , steli o gambi neri? Nota che dei carcioffi non si mangia che il ricettacolo ; pero appo noi si preferisce il calice, volg. foglie. — Noi ci congederemo dal Cav. la dove attraversando prati col fieno alia cintola (o egli e ben piccino o il suo letame fa prodigi ! ) sente un odo- retto di miele contenuto nei fiori che verra poi raccolto dalla aUdorata artefice del miele : altro supposto falso se- guito da palmare contraddizione. Discorsl per tutte le Domeniche , e principali feste del- t anno del sig. Billot , versione dal francese. — Milano, 1827 , presso Nicolo Bettoni. Fol- i.°, 2° e S.°, in 12.° grnnde. Con quest' opera ha princlplo la Bihlioteca di religione e di morale, per Nicolo Bettoni. Vha un discorso prellminare sopra la verita della religione cristlana , per servire di fqndameiito a tutte le seguenti istruzioni. Ordine ed analisi PARTE ITALIANA. 428 nel ragionare, una nianiera cli dire facile e plana, piut- tosto diretta a persuadere i leggltorl , che a scuotere la loro fantasia coU'immaginoso e col brillante, ci senibrano essere i principali pregi delf autore. E se negli argomenti non troviamo novita di prove ( e chi mai in inaterie cosi ven- tilate e discusse per ogni lato potrehbe facilmente conseguir lode di novita ? ) •, v' lia pero accorginiento , sensatezza e solida dottrina , sgombra d''ogni calor di partito. V A R I E T A. BIBLIOGRAFIA. ll numero delle opere pubblicate nella Germania ed inscritte ne' catalogbi delle due fiere di Lipsia , della Pasqua e del S. Michele 1827, e di 5ooo. Nel 1822 non era che dl 4000, e negli anni precedent! dalle a alle 3ooo. FILOLOGIA. Adunanza solenne deW Accademia della Crusca. — Nol avremmo desiderate che 1' illustre Accademia della Crusca fatto senno per la pubblica e Concorde disapprovazione d' Italia desistesse una volta da quelle sue vecchle dot- trine : perche questo combattere , quando a siflfatta bat- taglia pill non le resta ne vigore , ne vita , troppo ricorda quel ridicolo cavaliere del Berni che non s' accorgeva d'esser raorto , e menava gran vampo e gran colpi. Ma questa e disavventura delle Accademie che un uso costante le faccia difenditrici auclie degli antichi errori, quando furono ad esse tramandati con qualche porzlone di gloria da quelli che le rendettero un tempo famose. Sembra che sia quasi un insulto alia memoria de" padri il coufessare che furon uomini anch'essi, e par vilta I'associarsi al Ic/o splendore senza dividerne i rischi , e il ripudiare quella parte d' eredita che promette soltanto afflizioni e fatiche. A questo modo i dottori di Bologna , quando fu scoperta 4^4 V A R I E T a'. la circolazione del sangue , faceano ginrare ai loro candi- dati di coinbatterla fino all' estremo : a questo modo 1" Uni- versita di Parigi pote iiidursi a presentare al Parlamento quella pazza richiesta di cui fece cosi severa giustizia il Boileau. E 1' ostinazione diventa ancora maggiore , quando puo credersi che V onore della patria comandi la difesa delle pretension! non giuste. Tutto questo noi alibiamo voluto dire a discolpa di que' pochi Fiorentini che riniangono ancora fedeli al ca- dente Frullone, e vorrebbero condurlo di nuovo , trasfor- mato in carroccio di guerra , agli strepitosi combattimenti di Malmantile. Rla se la bonta delP intenzione pno scusare la malvagita della causa , aiuna scusa coprira mai Tinfamia di clii volesse avvelenare il taglio deirarini per rendere maligne quelle ferite die la fiacchezza del braccio farebbe spregevoli. Firenze e il tempio della gentilezza italiana, ma guai se troppo facile schiude le sue porte alia maligna razza di Fiesole ! L'ultinia solenne adunanza deirAccademia ne mostro la necessita di tali proteste, percUe senibra volersi rinnovare la guerra delle parole contro le idee, ed alcuno torno alia scuola del trivio per riprendervi le sue care immondezze : uscito dal fango e cento volte cacciato e ri- cacciato nel fango egli spei-a forse di trovare come Anteo una nuova forza sul letto paterno. L' origine di queste speranze rinascenti e palese : il Perticari sta nella pace de' buoni, il Monti guarda con dolce invidia al figlio del- r amor suo , e disdegna nuovi allori die ottenuti sopra un nemico debole , e vinto tante volte sarebbero alia sua fronte di vergogna e di peso. Ma non per questo noi vor- remo ritrarci : nella presenza di quella tomlia gloriosa , e del nobile vecchio che piange sovr' essa noi raccoglieremo il guanto die ne sara gettato da una mano onorata , pronti a stringerla con afFettuosa riverenza, ove sia quella del marchese Gino Capponi o del Niccolini. Una sola cbndi- zione noi mettiamo ancora prima di rinnovare il conflitto : senza di essa la lite sarebbe eterna ed inutile. Si lascino in disparte le ragioni che fino a questi giorui i Fiorentini ne opposero ; il Monti ed il Perticari le hanno distrutte per senipre : la sentenza e pronunciata e i morti piu non rivivono. Se un Bencini per abbattere il lungo e forte ragionamento del nostro giornale ripete il rancido argo- mento del dialetto castigliano che voile farsi usurpatore V A K I E T a'. 4a5 in Ispagna , come il iiorentlno in Italia, perche dovremo noi rispondere a chi si mosti-a meuo filosofo di Sancio I'ancia ? (i). Perche dovremo noi rispondere al Ria;oli, air editore delle Pistole d'Ovidio, se una parola non gli usci di bocca che avesse pur 1' aria di novita , se il solo suo nome chiama sopra ogni laljbro un piacevole sorriso che va a finire in uno sbadiglio ? Una risposta in vece potrebbe darsi e severissima e giusta a quel signor Se- gretario; ma per ora noi vogliamo dirgli soltanto che a poter tacciare altrui d' ingenito niciUalento , a poter par- lare in fatto di lingua , bisognerebbe ch' ei non fosse co- nosciuto, bisognerebbe ch' ei non avesse stampato. Nuovo dizionario teorico-etimologico-filologico , compilato doll' ab. Marco Aurelio Marchi , professore di lingua e filo- logia greca , ecc. — Qiiesto dizionario comprendera I'eti- niologia e le relative succiate spiegazioni di tutti i vocaboli derivanti dal greco ed usitati in ogni classe di umano sa- pere. L' autore e quel medesimo Marchi da cui fu diretto il Bonavilla nel Dizionario etiinolot^ico ecc. si favorevolmente accolto dal colto pubbllco. Egli poi non ha perdonato a studio ed a fatica onde raccogliere la plii doviziosa messe di sifTiitti vocalioli e corredarii delle opportune etimologie. Noi teniamo quindi per certo che 1' opera corrispondera pie- namente al lodevole divisamento. Essa uscira per fascicoli (i) Oh, dicea questo buono scudiere , non e con\,'eniente ch' ella obblighi il snjaguese a parlare come il toledano , e po- trebbe darsi che vi fossero del toledanl mal parlatori. La cosa, rispontleva a lui il eavio amico di don Chisciotte , la cosa passa cost per r appunto , perche non parlano a uno stesso modo quelli che s' alUiano tra i cuojai, e stanno in Toledo sulla piazza di Zuccodover , come quelli che passeggiano tutto giorno pel chiottro del Duomo , eppure sono tutti toledani. It linguaggio fvro , rno- PBIO, ELEGANTE E CHIARO STA J N BQCCJ DEI CIODIZIOSl CORTI- ClAli'l, SEBBEKE fOSSBHO NATl IN QVALCBB COHTADO ; E DlSSl CIV- DIZIOSI , PERCHE rt HANNO MOLTI CHE TALI NOlf SOSOl IL FISO VlSCERNlSrEXTO E LA FEBA GBASIMATICA DEL BUOS LINGO AGGtO CHE SI jccoMPACNA COLL vso. Dofi Cliisciotte. Traduzione del Gamba. — Sul linguaggio cortigiano vedi anche la Proposta e in ispecie 1' ultimo volume pag. ix e seg. Da una pane Dante, il Cervantes , il Monti ed il Perticari , dall' altra ii Bencini , il Riguli, lo Zaunuui e Fariaello. 4^6 V A R I E T a'. in 4.% ciascuno di 16 fogli, ed al pre/zo di ceat. 20 an- striaci per ogni foglio. Le associazioni si ricevoao dal- r autore e dai priacipali librai. T E A T R O. Tragedie di Euripide , tradotte da Felice Bellotd. — E sotto i torchi della Socleta tipografica de' classic! italiani la ver- sione fatta dal sig. Bellottl di cinque tragedie di Euripide , le quali sono Ippolito , Alceste , Andromaca , Le Supplici, e VJfigenia in Aulide. Queste corredate di note forraeranno un volume, die oltrepassera i 3o fogli in 8.° gr. , della stessa forma del Sofocle e dell' Eschilo , dal medesimo traduttore gia pubblicati , 1' ultimo de' quali impresso co' tipi della suddetta Societa. La stampa verra condotta colla massima nitidezza, in carta sopraffina ; e si avra ogni cura perche 1' esecuzione tipografica riesca per correzione e per altri titoli merite- vole della pnbhlica approvazione. II prezzo sara di lir. 7. 5o italiane, Ve ne avra pochi esemplari in carta velina scelta di Salo die costeranno lir. 12 italiane Le commissioiii si ricevono in Milano dalla ditta Anto- nio Fortunate Stella e figli. P O L E M I c A. Signori Direttori ed Estensori, Giunto, pochi giorni sono, a Milano, ho avuto notlzia, signori direttori ed estensori , che iiella parte II del tomo XLVIII del giornale intitolato Biblioteca italiana, da voi signori diretto, al n." CXLIV, dicembre 1827, si leggeva sopra la mia Cronica di Poeti anteriori e contemporanei ad Omero un articolo, in cui concliiudevasi che quaiido il sue autore dice che prima di Omero gid erano mold poeu nel mondo e nella Grecia , tutd risponderanno che questo gid avevano appreso dalla storia ; quando poi egli afferma che quesu poeti greet e stranieri furono da Omero imitad, alora gli domanderanno con quali argomend egli proii la sua tesi; ne il suo libro risponde punto alia giusdssima inchiesta. E siccome pochi di coloro che avranno letto un tale articolo possouo aver letto la mia Cronica ed il Discorso storico- criUco ad essa premesso, cosi non debbo tralasciar di fare V A R I E T A . 427 alle (II lui censure quelle contrapposizioni, clie la duplice niia opera sommiaistra al lettore non ignaro, ne incredulo delle cose antiche. Contrappongo pertanto alia prima delle due censure cTie la maggior parte degli uomini cuiti d' ogni paese , benclie siasi mostrata mai senipre bramosa di sapere cio che ha rapporto ad Omero, non studio T antichissima storia, per conoscere credijjilmente da per se stessa , e non per la falllbile asserzione di pochi conoscitori dell' anticliita, che siano stati prima di lui molti poeti nel mondo e nella Grecia ; e che ne meno a tutti gli amatori dell' antica sto- ria e biografia puo essere occorso di leggere le opere di tutti quegli scrittori, clie fecero menzione di tali poeti; per- che a me , che ho intrapreso ad indicare agli uni ed agli altri i medesiral poeti, ed in qual luogo, ed in qual tempo essi nacquero , e quali poeuii scrissero , entrambi possano ingratamente rispondere che tutto cio avevano gia appreso dalla storia (i). Contrappongo alia seconda censura, che quando I'esten- sore del combattuto articolo suppone nella pi-ima che tutti dovessero gia aver appreso dalla storia qnanti poeti prima d' Omero erano stati nel mondo e nella Grecia, ragion vuole ch' egli abbia anco ad ammettere che tutti debbano pur prestar fede a quelle non inverosimill notizie, ch' essa storia riferisce a' medesimi c singoli poeti, e per cagion delle quali essa li menziona (2). Ora , siccome sappiamo (i) Noi ripetiamo ancora , che non conoaciamo uomini culti^ i quali non sappiano clie niolti poeti e in Grecia e fuori pre- cedettero Oniero. Quanto poi all' avere il sig. Balbi raccolti tutti per oidine molti nomi dei quali non ci resta una riga, e date il serto di poeta ad Achille ed a Chirone , aspetterecno ch' altri ne dimogtii 1' utilita della sua fatica. (2) Noi distlnguiamo etorie da storie, e cose da cose. Quando la storia ci racconta che tuttc le nazloni ebbero aotichissiuil poeti, noa troviamo alcua ragionevole motivo per negarle cre- denza. Sappiamo per altro quale idea dobbiaiuo forniarci di que' poeti; e se la storia vuole magnificarli in que' pregi che Bono il frutto di una lunga civilta; o se ci racconta di loro altre notizie clie non consooano collo stato la poesia, e prova ancora ( se cosi vuolsi) ch' egli iniito e » trasfusc ne' suoi poenii non pochi versi de' cantori greci a lui » preceduti , ma non ci presenta neppure un miiiimo indlzio ck' egli » abbia e coiiosciute e imitate le opere dei poeti stranieri. » Se le ctjse qui addotte dal sig. Ralbi })0ssan costringerne a niutare opinione lasciamo die lo decidano i nostri lettori. II sig. Balbi chiama ingrato chi non confessa di avere imparato gran cose dal suo libro; noi questa volta, e per tal cagione, sareiumo troppo dolenti di non meritar questo nome. (2) Avremnio desiderato che il sig. Stulli non si fosse dispen- sato dall' indicare il diametro interno della canna del suo baro- metro. Si sa che la larghezza delle canne varia nei diversi ba- rOHietrl da una linea o due fino a cinque o sei , e che da questa dipende la correzione per la capillarita o depressione della co- oana di naercurio. 434 V A R I E T a'. termometri R. di cui faccio uso : due a mei'curlo ed uno a raolla i e tutti e tre vaiiiio perfettamente d' accordo. Ragusa, 22 marzo 1828. Altezza del polo di Ragusa 42° '/^ . L' elevazione del haro- metro sul livello dell'Adriadco e di metri sei. Gennajo. Altezza del Termo- Termo- Altezza Ore. Baroui." metro R. interno. metio R. esterno. del mare. Giorni del mese. "0 0- i-3 0 ,7 di matt. 28 9 5 8 0 2 2 Bassa. 18 < .. di matt. 28 9 5 8 4 I 3 id. f 12 di sera 29 0 5 7 0 6 I id. 6 di matt. 29 I 0 6 5 0 0 Bassa. ^9 12 di matt. 29 I 0 7 4 4 3 id. ( .- di sera 29 29 I 0 0 0 7 0 3 1 id. ( [' di matt. 6 0 I 0 Bassa. 20 ' h di matt. 28 9 5 6 6 5 I id. ( 12 di sera 28 8 0 6 0 3 6 id. Durante il tempo di queste osservazioni la direzione del vento fu sempre al nord ed il cielo sereno. ASTKONOMIA. II celebre sig. Olbers in una lettera inserita nelle No- tizie astronomiche ( Astronom. Nachricliten) che si pubbli- cano a Copenagen, n.° 96, aveva fatta avvertire una sin- golar circostanza del corso della cometa periodica scoperta dal cap. Biela il di 28 febbrajo 1826 (i), cioe che i nodi (I) Vedi Bibl. ital. , vol. 41 , pag. SgS , e vol. 47, pag. i56. V A R I E T a'. 435 Jell' orblta sua sono situati in modo die ad ogni rlvolu- zione essa passa niolto viclno all' ovlnta descritta annual- mente dalla terra. Questo aniinnzio, inteso a rovesclo da alcuiii giornalisti afFatto ignari del linguaggio astronomico, aveva dato occasione alia pnljblicazione di varj articoli , nei quali si attrilDulva all' illustre astronomo da noi nomi- nato la predizioiie d' lui incontro della cometa coUa terra, il quale doveva aver luogo nelT anno i832. Per distriiggere queste false interpretazioni , il sig. Gi- bers espose in una piu estesa Memoria inserita nel n.° 128 del citato giornale il fondamento de' suoi calcoli (i) e le conseguenze die ne derivano ; intorno alle quali egli si espriine in questi termini: « Puo ritenersi come certo die la cometa nell' anno i832 passera assai vicina all' oi-bita della terra ; all' orbita della terra io dice , non alia terra ^ poiche i due corpi , la cometa e la terra , rimarranno iiel- r anno i832 notabilmente 1' uno dall'altro discosti. " Questo punto e aucora in uii iiiodo piit facile e popo- lare rischiarato in un avviso inserito nel Mercuric di Sve- via e riportato dalla Gazzelta universale d' Augusta ; in esse si avverte esservi una assai grande ed essenziale dif- ferenza fra il caso in cui una cometa s' accosti ad un punto deir orbita terrestre , ed il caso in cui s' accosti alia terra medesima ;, nel primo egli e cliiaro die al momento del passaggio della cometa pel nodo il nostro globo puo tro- varsi in un tutt' altro punto della sua orbita , ed andie discosto d' un intero diametro, cbe e di circa 40 milioni di miglia germaniclie. Nel passaggio die si attende pel di ac) ottobre del iSSa avverra in fatti cbe nel tempo in cni la cometa sara arrivata al punto della minima distanza dair orbita terrestre , la terra si trovera lontana da quel punto per i\n tratto di circa dieci milioni di niiglla. a Puo (i) Gli eleuienti della cometa dei f{uali egli si vale sono quelli clie il Dauioiseau lia calcolati teoendo conto delle pertnrbazioni planetarie. Essi saranao, nel prossimo ritorno del ]832, i seguenti: Passaggio pel perielio i832 nov. 27,4808 tempo medio a Parigi contato da mezzanotte. Longitiuline del perielio 109° 56' 46" Longitudiae del nodo 248 12 24 Incliuazione i3 i3 i3 Eccentricita o,75i~48 Seaiiasse luaggiore . , ■ . 3,53683 436 V A R I E T a'. beiisi , prosegue il giornalista , accadere che in un lungo corso di anni s' incontri la terra in vicinanza del nodo nell' atto che la cometa passa pel nodo medesinio ; ma questo evento, secondo le regole della probabilita (i), non dovrebbe aver luogo che una volta in aSoo anni; ed an- che in tale circostanza non si ha fondamento di credere che la vicinanza sia tale da dar luogo ad un urto dei due corpi celesti. « V I AG G I. Ai signori Dlrettori ed Editori della Biblioteca italiana. Alia pag. lao del fascicolo di gennajo anno corrente leggo in codesta Biblioteca i norai dei navigatori divenuti celebri per essersi spinti piu oltre al Nord di Spitzberg , ma non veggendovi compresi quelli di alcuni altri de'quali fa cenno il celebre Forster e che piu dei succitati s' av- vicinarono al polo artico, stimo utile 11 ricordare quanto ne dice questo valente compagno di Cook nella sua dotta opera tradotta dall' inglese e intitolata Histoire des dtcou- vertes et des voyages fails dans le Nord. Paris 1788, T. II avec 3 cartes geographiques. II Dans le temps que la Corapagnie du Nord Hollandaise » etait encore dans toute sa splendeur ( c'est-a-dire de " 1 6 14 a 1641 ) elle envoya un vaisseau au Groenland » pour y charger de I'huile de poisson qu'on faisait a » Sewerenberge. Mais comme il n'y en avait pas suffisam- >» ment pour completer la cargaison , le capitaine trou- n vant la mer llbre , dirigea droit au nord , et approcha » a la distance de deux degres du pole, duquel il fit " deux fois le tour. Ce capitaine avait coutume de raccon- » ter cela publiquement et de prendre son equipage a (i) Non sara forse inutile il far qui avyertire la differenza che passa fra la predizione d' un evento future e la determina- zione della probabilita che vi e die 1' evento stesso possa aver luogo entro un teuipo determinato. I niatematici calcolano, per eseuipio, che secondo le regole delle probabilita un medesimo terno potrebbe escire dail' urna ogni 11,748 estrazioni, ma sono ben lontani dall' asserire ch' esso escira realmente entro questo termine , e niolto uieno ch' escira senza fallo in una eetrazione determinata. V A R I E T a'. 487 » temoin de ce fait. Voyez Zorgdrager, peche de la baleine II au Groenland (en allemand), vol. II, chajj. 10, pag. 162. " Joseph Moxon dit aussi a Wood en 1676, comme celui-ci >i nous I'apprend , qu'etant en HoUande environ vingt ans >i avant, et consequemment en i656, il entendit dire a II un capitaine hollandais , homme tres-respectable auquel II il pouvait ajouter fois , qu'il avait navigue sous le pole " oil il trouva I'air aussi chaud qu'il a coutume de I'etre I' en ete a Amsterdam. Enfin le capitaine Gould qui avait >• fait plus de vingt voyages au Groenland , dit au roi " Charles II, qu'etant au Groenland vingt ans auparavant, II il avait rencontre pres Tile Edges (i), a Test de cette " contree , deux navigateurs hollandais, qui resolurent, " comme il ne paraissait point de baleine sur ce rivage, II de faire voile plus loin vers le nord, ce qu'ils firent II en efFet; qu'ils etaient revenus quinze jours apres, et " avaient et6 jusqu' au quatre-vingt-neuvieme degre , ou ils " n'avalent vu aucune glace , mais une mer parfaitement " libre et des vagues aussi grandes que dans la baie de II Biscaie. La declinaison de V aiguille aimantee etait dans I' ce lieu de cinq degres. II arriva dans la suite qu'un de >' ces capitaines vlnt a Londres , le capitaine Gould le " presenta a quelques membres de la Compagnie Ju Nord " qu'il convainquit pleinement de la verite de sa relation. n Voyez la Relation de quelques voyages et de plusieurs II decouvertes faites depuis peu: Londres, 171 1, pag. 145, II ainsi que VHistoire du Fro id , par M. Boyle " ( T. //, colder II, sect. XI, pag. a65 ). lo conosco bene di quante favole sien ricchl i racconti de' marinai, ma non ardirei mai dare una solenne mentita a quanto viene qui detto con asseveranza tanto circostan- ziata e positiva. Giuseppe Gautieri , /. R. Ispettore generate del boschi. (1) « L'ile Edges est probablement une des iles appartenants k » ce groupe d'lles dfcouvert par Ryke-Yse. Le capitaine Tho- 3> mas Edge qui fit dix voyages au Groenland , decouvrit cette » ile en 1616; et en 1617 une ile situ^e a la hauteur du Spitz- »> berg fut appelee ile Wyche du nom de M. Wyche. » R, GiRONi, F. Carlini e I. Fvuagalli, direttori ed editori. « Osservazioni meteorologiche fatte all'I.R. Osservatoria di Brera. M A R Z 0 1828. W A T T I N A. N N il < Sera. in c e ni N N U 6 u — 1 V Hi a N 5 < ii S2 0 a F Stato del cielo. 0 J3 Altezza del termometrof .2 s N > !h — < . - a Stato del cielo. poll lin. 0 pui: lin. 0 I 27 6,2 + 4,5 E Ser. neb. sei*. 27 6,8 + 8,7 S S E Ser. ..nuv. 2 27 7'2 + 3,5 NEE Ser. nebb. 27 6,2 + 5,5 E Sereno. 3 27 6,8 + 1,0 N E Sereno. 27 5,7 +10,2 NNO* Sereno. 4 27 5,9 + 3,0 N Ser. nebb. 27 5,9 + q,8 S 0 Sereno. 5 37 5,8 + 3,0 0 Sereno. 27 3,4 + 10,2 S S 0 Sereno. 6 27 1,8 + 4,5 NNO* Sereno. 27 3,8 + 6,8 N* Ser. nuvolo. 7 27 5,6 + 2,8 N* Sereno. 27 8,0 + 6,0 N* Sereno. a 27 11,0 - 0,3 0 Sereno. 37 10,6 + 6,0 0 Sereno. 9 27 11,3 + 0,2 0 Sereno. 37 11,6 + 9,4 E Nuv. ser. 10 27 12,0 + 3,0 NN E Sereno. 27 11,6 +10,5 S 0 Sereno. II 27 10,5 + 4>o N 0 Sereno. 27 10,6 + 12,2 0 Sereno. 12 27 11,6 + 5,8 N E Sereno. 27 II,' + 12,2 S E Sereno. i3 27 11,8 + 6,0 0 Sereno. 37 11,8 + 13,6 S 0 Sereno. 14 27 12,0 + 6,3 N 0 Sereno. 37 11,6 + l3,2 0 Sereno. i5 27 1 1,6 + 6,8 E Sereno. 37 10,9 +i3,3 0 Sereno. i6 37 1 1, a + 7,2 0 Sereno. 37 11,0 +i3,8 0 Sereno. 17 27 10,0 + 7,0 0 Ser. neb. nuv. 27 9,0 +14,0 so* Ser. neb. nuv. i8 27 ]0,0 + 7,5 N 0 Sereno. 27 ^,7 +14,3 so Sereno. 19 27 7,b + 7,H 0 Nuv. ser. 27 5,8 + 13,0 E Nuv. nebb. ser. 30 27 4,« + 8,0 N E Nuv. neb. ser. 27 4,4 + 12,5 N E Nebb. ser. 21 27 5,0 + 8,0 E Sereno. 27 5,0 +i3,3 s 0 Nuvolo. 22 27 4,8 + IC,3 S E Nuv. ser. niiv. 27 4,4 +14,0 E Tern, tuo.pio. 23 27 3,8 + 6,8 N Ser. neb. nuv. 27 3,8 +12,2 so* Tern. tu.p. ser. 24 27 4,7 + 6,0 E Nuv, pioggia. 27 5,0 + 7,« N E Nuvolo. 25 27 3,5 + 5,0 SO Nuvolo. 37 3,0 + 8,0 s 0 Nuv.. ..ser. 26 27 4,0 + 4,0 0 Nuv. sereno. 27 6.0 +11,6 NNO Sereno. 27 27 8,1 + 3,6 N N E Sereno. 27 8,0 +1 1,3 S Ser.nebb.nuv. 28 27 7,1 + 6,3 N E Nuv. pioggia. 37 6,8 + 8,0 S....E Nuvolo. 29 27 6,3 + 6,3 0 Piog. nuvolo. 27 6,5 +10,0 S S E Nuv. ser. nebb. 3o 27 6,7 + 5,6 0 Ser.nebbia. 27 7,0 +11,0 0 Neb. nuv. ser. 3i »7 7,5 + 4,6 N E Ser. nebbioso. ,27 7,« + II,C 80 Sereno. Altezza mass, del bar. poll. 28 lin. o,c ) Altezza mass, del term. + I4,3 j iiiiniina . » 27 >> 1,? » i3 gia mini a J. '7. Rr» 1 Qaantita della plog linee 22,40. »■■■■■ ilinwUAMI mawM nauuuM 439 ERRATA-CORRIGE. Tomo 49.° Pag. 60 lin. 1 tipografia ^f£g' litografia » 79 » a3 derivare >• deviare » 96 » 14-15 coucime » 109 » 40 la » i58 »> I nel 1755 » ai8 >• 3o quelle » 228 >> a6 (lefinisce regno » ivi » 29 offre » 2 3a •> 2 d'Analinac » 284 » 35-26 dente , mano , V 256 » 14-15 e piu. ancora, estinti » 280 » nofa Eibl. Itnl. f. la » ivi » ivi Idem f. 20 » 3i7 » 2 3 sette concino le nel 1575 quella defiuisce il regno ofFrono d*A«aUuac dente, lingua, mano, e pill ancora allorche estinli Elhl. lul. t. 13 Idem t. 20. nove 440 INDIGE delle materie contenute in qitesto tomo XLIX. PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. De 'elle opere di Sinesio tradotte dal greco da M. An- gelelli pag. 3 Lettera di G. De Hammer sui manoscritti orientali delta Biblioteca Italinsky it iS M. Vitruvii Pollionis architectura /; a 3 Idem » gS FamigUe celebri italiane , di P. Litta. — Concini. — Del Monte » laS Poesie italiane e Inline di A, D' Elci " i36 Dialoghi di S. Giacomazzi sopra gli amort, la prigionia ed it genio di T. Tasso » 14$ La divina commedia di Dante Alighieri giusta la lezione del codice Bartoliniano " 3oi PARTE II. SCIENZE ED ARTI MECCANICHE. Comentarj astronomici della specola reale di Napoli, di C. Brioschi " 32 Litografia milanese " 45 La stessa " 299 Sulla malattia del riso detta carolo , e sul riso cinese ; dissertazione di C. Pollini " lyS Ponte sul Ticino presso Boffalora, con tavola in rame.» 182 Effemeridi astronomiche di Milano per gli anni 1827 e 1828 " 189 In agrum Puteolanum camposque Phlegrceos commenta- rium T. Monticelli >' 202 Jnstitutiones medicince practical P. A. Valentini . , . »> 3o8 Biblioteca agraria , dlretta da G Moretti. Articolo I. » 3 16 Operations geodesiques et astronomiques pour la mesure d'lm arc da par allele moyen )^ 335 1 N D 1 C E. 441 APPENDICE. PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE. CatKedrales francaises pag. 64 Atlas ethnograpliique du Globe , par Adrien Balbi. Art. I. " 214 Sainte Bible de Vence "237 Architecture civile, par C. T. Di Wiebeking »> 34a Voyage a Peking , par Timmkovski >/ 3 5 2 De I'objet et de I'utilite des statistiques " 36o BijBliocbafia. — Chirurgia. — Delle malattie della vescica, di V. Kern » 241 Filologia. — Theorie, etc, Teoria della grammatica e della lingua greca, di C. Minoide Mynas. . . » 67 Fisica. — Annuaire pour Van 1828. Dei paragran- dini , considerazioni di A. Arago »/ 241 Poligrafia. — Jahrbiicher der Liter atur " 68 PARTE II. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANS. BiBLiooRAFiA. — Agroria. — Giomale agrario toscano » 95 Lo stesso »/ 27a Calendario georgico della It. Societa agraria di Torino >, 3^4 Storia ed atti dell' accademia di agricoltura , com- mercio ed arti di Verona "41a Archeologia. — Delia via Portuense e dell' antica citta di Porto, ricerche di A. Nibby >/ 78 Descrizionc di Palermo antico , di S. Morso . . »/ 248 Galkria Omerica , di F. Ingfdrami >/ 399 Illustrazione di una medaglia , di G. G. Orti. . » 400 Arti belle. — 11 Corsaro di lord Byron con quadretti , vignette , ecc. di G. Gigola » go Appendice seconda alle Osservazioni sui teatri, di P. Landriani „ SoS Biografia. — Memorie intorno alia vita ed alle opere del naturalisti Werner , Haiiy e Breislak , di L. ConfigUachi » 81 Sopra la vita e i dipinti di Fra Scbastiano del Piomho , saggio di P. Biagi ....»> a53 442 I N D I C E. Abbecedario biografico dei pittori , scuUori cd archi- tetti cremonesi^ di G. Crasselli pag. 2 55 Cenni antibiografici alt Abbecedario suddetto , di Q. Valle » 256 Vita ed elogio di Lionardo Targa medico, di G Zoppi » 258 Elogio di G. Andrea Dalla Croce , medico, chirurgo ed anatomico, di F. Bemaj-di >; 259 Cornelii nepods vitcn " 408 Elogio funebre del marchess Bernardino Mandelli » ivi Chunica e farmacia. — Farmacologia dinamica, di C. Hartmann , tradotta dai fratelli Bujjini , con ag- giunte " 282 Nodzia compendiata di tutte le acque minerali e bagni d' Italia , di P. Paganini . »/ 2 83 Dizionario de medicamenti »/ 2 8 8 ' Educazione. — Collezione di opere pedagogiche . . » 87 Eloquenza. — Orazione del patriarca Flaviano all' im- peratore Teodosio " 84 Filologia. — Horce syriac/ 4i5 Poesia, Romaazi , Teatro. — Raccolta di poeti clas- sici ilaliani antichi e moderni " 7^ Sermoni sacri in terza rima , di G. C. Di Negro. » 74 La Prowidenza, cantica di G. Leonarducci . . " 386 J trionfi della morte , di G. Basilico >; 388 La notte al campo santo di Brescia, di P. Galvani. » 386 Parnaso de' poeti cmacreontici " ^^^ Opere iU P. Metastasio » 390 i?t •• . . .■ •- IN DICE. 443 Vn papiro pag. 891 Gertrude >, 3^4 Versicli Vittoria Madurelli-Beni , di Giuseppe Pu- lieri e di Giuseppe Scoffo "884 Prascovia » 390 Poligrafia. — Prose di S. Bctd » 69 Dcintis AUsJdciii epistolcn »/ ya Esercitazioni scientifche e letterarie dell' Ateneo di Venezia » 88 Poesie e prose scelte di A. Paradisi » 244 Bihliozeca universale di scelta letteratura antica e moderna » 2S0 Eeligione. — Trattato della povcrtade di Gesii Crista » 84 Istruzioni dogmaticlie parroccluali di 31. Piano, » 260 mia ed Eli-seo, dialoghi rusticali v 2 63 Delle missioni e di un istituto di Missionarj , Me- morie di A. Fdccardi » 264 Antologia morale, ascedca , oratoria ecc. , ...» 265 Elogi composti da L. Casolini e da C. A. Zuccoli seiLza io- R » 270 Bihlioteca sceUa di orazioni sacre . . >/ 409 Discorsi per tune le domeniche e principali feste del- V ojino , del Billot v 422 Vite di alcune giovinette , 0 le eroine cristiane . » 41a PiiJU che lo spirito il cuore , di G. Vertua. ... j; 410 Storia. — Deli' Italia antica e dei Eoinani , cenni di G. Tamassia » 77 Origine delle feste veneziane, di Giustina Renier Michiel » 40 3 Storia universale , dello Schroek "407 La storia universale provata con monumenti ecc. da F. Bianchini » 400 Storia naturale. — • Flora veneta di F. L. Naccari » 280 Passeggiate campestri "41? Viaggi. — I paesi del lag^o di Coino in nuova fog- gia descritti » 249 Zoojatria. — • Nnovo dizionario zoojatrico-domestico , di G. Haidvogl ^; 2 85 VARIETA'. Arti belle. -^ Festa Batthyany » io3 II ratto d' Europa , dipinture dell' Appiani incise dal Caronni "289 Incisioni imitanti Ic dipinture a colori " ivi 444 I N D 1 C E. Arti e mestieri. — Vetri colorad a fuoco con figure trasparenti, di G. Bertini e L. Brenta . . . pag. Ii5 Macchine a vapore nella Gran Bretagna >i 1 1 6 Letto di cristallo »/ ivi Astronoinia. — Cometa periodica "435 Bibliografia. — Rettificazione degli articoli della Biblio- teca italiana intorno al Virgilio di Torino e sulla Tipografia parmense » laa Biblioteca dell' agiografo belgico successore de' Bol- landisti >/ zgi Numero delle opere pubblicate in Germania nel 1827 " 4^3 Nuovo dizionario teorico-etimologico-filologico , di M. A. Marchi , da pubblicarsi >/ 426 Tragedie di Euripide tradotte da F. Bellotti, da pub- blicarsi n 427 Cosmografia. — Figura delta terra >/ agi Filologia. — Adunanza solenne deli' Accademia della Crusca >» 428 Fisica. — Ascesa straordinaria del barometro a Milano » 116 Simile a Jlagusi » 434 Parafulmini >/ 294 Osservazioni meteorologiche di gennajo >/ 124 ■ febbrajo " 3oo marzo »; 488 Qeografia e viaggi. — Spedizione del cap. Parry . . " 118 Navigatori che piii si awicinarono al polo "436 Medicina. — Osservazione sulla generate pratica di cut- lare i bambini »; 292 Necrologia. — Calandrelli abate Giuseppe >/ 298 Foesia. — Poesie inedite di T. Tasso » 1 1 3 Polemica. — liisposta alle Osservazioni del conte di Castelbarco sugli articoli della Biblioteca italiana intorno alle sue produzioni teatrali » 120 Risposta di Ambrogio Balbi ad wi articolo intorno alia Cronaca di poeti anteriori e coniemporanei ad Omero » 427 Storia naturale. — Pubblica esposizione di fiori e di frutti a Vienna "291 Pubblicato il di 26 aprile 1828. Milano , dalF /. R. Stamperia. ,0^ l) Indice generale delle materie contcnute nei toml 46.*', 46.", 47.° e 48.°, anno 1827 dclla Bihlloteca Itallatia, Qiornale dl letteratura, scicnze ed arti (*). A GKARIA. — Archivj del proprietario e del- r agrlcoltore torn. 46 p. 1 4.6 Bachi da seta. V. Seta. Bestiame bovino della Lombardia. Memoria di D. Berra t. 47 p. 218 e 468. — Sen- tenza sopra i contratti di bestiame t. 46 p. 285. — Peripneumonia delle bovine » 46 " 289 Boschi ( Ragionamento sui ) , di G. Savi . " 46 " 283 Calendario georgico deila R. Societa agraria di Torino " 46 " 286 Capre del Tibet introdotte nel Piemonte . " 46 " 290 Cardo de' lanajuoli ( Coltivazione del) . . " 46 " 291 Cartamo tintorio (Coltivazione del). ..." 46 »» 291 Coltro di C. Ridolfi « 46 " 283 Cours etc. Corso compiuto e semplificato di agricoltura e di economia rurale e dome- stica, di L. Dubois t. 46 p. 83 e 378 Fattore di campagna t. 46 p. a 85 Funghi. Modo facile di procurarseli a pia- cere " 46 " 286 Relazione e tavola sinottica dei piu comuni, di F. Cima »» 46 " 441 Gelo , modo di renderlo meno funesto , di G. Jaeger »» 48 " 285 Germinazione accelerata dalla soluzione del- r iodio . . • " 46 " 288 Ghiande conservate frescbe uu anno . . . >* 46 " 284 Giornale agrario toscano v 46 " 282 Ingrassi ( Premio per una Memoria sugli ) " 46 " 284 (*) A iiiag{;ior cumodo dt;' lettori , i titoli delle inacerie si Eoao distribuiti giueta 1' oidine alfabeticu. 2 Innesto ( Piemlo proposto per una Memo- ria snir) torn. 4.8 p. i55 Insetti. V. Storia naturale. Irrigazione de' campi in Sicilia, di G. A. Paterno " 48 " aaS Istituzione agraria per gli ecclesiastici in Ba- viera " 48 " 410 Lumache distrutte dal sal comune '/ 46 " 289 Macchina per forare le masse di fieno e co- noscerne il peso e la qualita, del signer Bozzoni " 46 " 123 per la filatura de' bozzoli , ed altra per ottenere piii pronta e sicura la prova del titolo delle sete gregge, di G. B. Bonsignori »» 46 '/ 1 2 3 per mettere il turacciolo alle bottiglie rivendicata all' inventore italiano ....>/ 46 " i58 Modello di un nuovo molinello semplicissimo per la filatura de' bozzoli , di G. B. Bon- signori »» 46 " 123 Paragrandini. Cenno storico di G. Carena » 46 " 287 Precetti agronomici >/ 48 " 40 1 Premio di una medaglia d'oro proposto alia miglior Memoria sul canape » 46 " 291 Prezzo de' grani in Europa ed in America " 47 " 1S2 delle derrate in Toscana »/ 46 " 2 85 Riso secco. Osservazioni del M. di Breme e di G. Ferrario t. 46 p. 288 e 291 Semi delle piante sviluppati celeramente col muschio bagnato t. 46 p. 288 Seta. Arte sei-opedica , di F. A. Gera ..." 47 " 463 ( Bachi da ). Trattato sul modo di cu- stodirli ' »< 46 » 2 83 (Bachi da) in Baviera . » 47 " 469 Siepi ( Snlle ) , del sig. Pagani >/ 46 >/ 122 Sistema ( Ragionamenti sul ) d' agricoltura in Toscana , di F. Gori Pannilini » 46 " 437 Sovescio della segale. Vantaggi ottenuti . . " 46 » 289 Terre ( Memoire etc. Memoria sulla cono- scenza delle), di P. H. Pontier " /^.S " 2.3^ Trebbiatojo da riso del sig. Morelli . ..." 46 " 288 Ulivi. Metodo di seminarli e di educarli . " 46 " 2 85 Urati che usansi in Francia »» 46 " 284 Vigncti. Modo cli rlmetlerli al Chianti ia Toscana torn. 46 p. 2 83 Vini di Francia e di Spagna usati a con- dire quelli di Toscana " 46 " 2.85 Vino. Metodo di farlo " 46 " 122 Viti. Coltivazione nella Russia meridionale " 46 " 448 Anatomia. V. Medigina. Animali. v. Storia naturale. ArCHEOLOGIA, EriGRAFIA E NUMISMATICA. Apollo di Bel-Vedere, comm. di M. Missirini » 45 " 253 Battisterj , disser. di Albertiai Bellenglu. . " 45 " 253 Beschreibung etc. Descrizione della raccolta I. R. d' antichita egizie, di A. Steinbuchel. » 45 » 333 Commentarium ia veterem Demetrii Superista inscriptioneni , J. Meldiiorrio " 45 » 253 Comuni ( Dell" ovigiue dei sette e tiedici ) fra r Adige e la Brenta, di B. Giovanelli . » 45 " 3(^5 Conflni del Veronese col Trentino ....'> 45 » 895 Cose ritrovate in Roma e contorai dal 1828 , relaz. di A. Visconti >» 45 " 204 Dissertazioni dell' Accademia romana d"* ar- cheologia. >/ 45 »» 253 Dizionario compendioso di antichita sacra e profane , di G. J. Monchablon ^ 46 " 240 Epigrafe Stratonicea , ossia editto contra gli incettatori ed i monopolisti, illustrato da A. Cardinali, G. Amati ed L. Vescovali , t. 45 p. 254 .» 47 " 298 Fasti consolari, osserv. di C. Cardinali. . •» 45 •> 253 Geroglifici (Difesa del sistema di Spohn e SeyfFarth ) >/ 46 " 4 1 8 Hitroglyphes acrologiques ( sar les ) , par M. J. Klaproth » 47 " 1 1 1 Iscrizione spettante a Laureate , .dissert, di N. Ratti <» 45 " a54 trovata a Trincoiualia »» 48 " 273 cufica " 48 " 273 Iscrizioni cristlane. Sposizione di P. Visconti " 48 •' 254 ■ di autori diversi " 48 " 417 indiane , ragguaglio di R. Jenkins. . ■> 48 •• 128 sanscrito, di E. Fell .< 4!! •» 128 Lapida cristiaua, lett. di C. Cardinali . . >• 45 " a53 4 Lapidi antiche ( Disegni di ) , di G. Joli torn. 46 p. T22 Macine (Cave di antiche) a braccia . . . >/ 48 " 270 Marmo antico di C. Giulio Ingenuo , dissert. di G. Labus >> 47 »/ 272 Medaglia araba inedita » 45 " 480 ■ coniata per celebrare il primo anni- versario secolare della fondazione dell' I. R. Biblioteca di corte di Vienna . ..." 45 " 433 Medaglie ( Falsificatori di ) " 46 " i52 ( Illustrazione di tre ) inedite , di G. G. Orti " 48 " 416 Moneta romana scoperta in America ..." 47 >/ 472 Monumenti cristiani ( Importanza de' ) , di G. Settele " 45 " 2 53 etruschi o di etrusco nome , di F. In- ghlrami " 45 " 146 sabini descritti da G. A. Guattani . " 47 " lao Mummia d'Egitto aperta all' Accademia del- le scienze di Parigi " 48 " i56 Museo Borbonico " 48 " 425 cinese di O. Martucci " 47 « 3o2 ■ lapidario di Brescia " 46 " 121 — — — ( Guida al ) lapidario Veronese , di G. Venturi • " 46 " 435 Notice etc. Notizia sui medaglioni romani del- r I. R. Museo di Vienna, di A. Steinbuchel. " 48 " 233 Opere di Eckhel coi supplimenti , in lati- no t. 45 p. 233 " 46 " 398 — — varie italiane e francesi di E. Q. Visconti t. 45 p. 143 " 46 " 416 Orhis antiquus cum thesauro topographico , auct. C. T. lieichardo »* 47 .» 404 Ornamenti d'oro, Memoria di P. De Lama. " 45 " 253 Pesi e misure originali degli antichi Romani. " 47 " 74 Pietre ( Sulle ) e sul mosaico di Akberabad od Agra, di H. Voysey « 48 " 128 Ruines etc. Le mine di Pompeja, di F. Mazois. " 46 " 899 Saturnali ( Scena fanciullesca de' ), di G. Mel- chiorri " 48 " 253 Sarcofago antico cristiano , dissertazione di N. Rattl " 48 " 419 Scarabees etc. Scarabei egizj iigui-ati del Mu- seo di S. M. r Imperatore d' Austria . . " 45 1/ a 33 \ 5 Scavl di Brescia torn. i^G p. 121 Sigillo capitolare, osserv. di L. Cardinali . w 48 " 25$ Sileno, testa in rosso antico, ragionamento di A. Visconti " 45 " 364 Teatro antico Veronese » 48 " aSS Tempio ( Deir antichissimo ) scoperto in Padova , illustrazione di A. Noale ..." 48 " 420 Templi cristiani ( Forma e parti degli anti- clii ) , dissert, di A. Nibby « 48 » 284 Tessere ( Delle ) degli spettacoli romani , dis- sert, di S. A. Morcelli »/ 46 " 417 Tefar/rac/imo d'argento illustr. da A. Visconti. " 48 " 264 Vaso di creta cotta descritto da A. Visconti. " 4.5 " a 84 Villa Adriana, descrizione di A. Nibby. . " 48 " 421 Architettura. v. Arti belle. Arti belle. — Accademie ( Dell' importanza delle )^ discorso di I. Fumagalli >; 48 " i3o Acquedotto, e fontana niaggiore di Perugia, discorso di G. B. Vermiglioli >/ 47 >/ 284 Agar ( L' ) del Guercino , copia di F. Gagna. " 47 » 4^3 Archivio pitbblico per una capitale , di G. Fossati »/ 47 >» 414 Assunta ( L' ) di Tiziano, incisa da N. Schia- voni , >/ 45 " I So del Guido , disegno di G. Garavaglia. » 47 " 426 del Tiziano ; V Andata di Cristo al Calvario , di RafFaello ; la Madonna della scodella , del Correggio ; la Vergine col putto e S. Giovanni : intagli da eseguirsi da P. Toschi " ^5 " 149 Barrlera ( Nuova ) da erigersi in Milano. . •» 46 " 2 1 5 Certosa (La) di Favia , dei fratelli Durelli. " 48 " 14a Cliiese principali di Europa >/ 48 " 14a ( Raccolta dell' interno delle princi- pali) di Milano >» 48 " 14a Constructions ( Etudes relatives a tart des ) , recueilUes par L. Bruyere <> 45 " 87 Copie della Maddalcna del Correggio , incisa dai Longlii , e di altra stanipa eseguite a penna da G. Rossari >» 47 " 414 Cornelia e la niatrona Capuana, disegno di G. Pagaiji » 47 v 414 6 Costume antico e moderno, dl G. Ferrario torn, zj.5 p. 145 Dlaloglii sopra le tre arti del disegno , del Bottari '< 48 >/ 247 Discorsi letti nell' I. R. Accademia di Belle Arti in Venezia per la distribuzione dei premj fattasi nelF anno 1826 " 46 <» 128 Disegni allusivi alle fatiche di Ercole, tratti dagli avanzi di Ercolano " 46 » 208 della facciata di S. Francesco di Paola in Milano, progetti di C. Aspari . ..." 47 " 426 di A. Appiani, da vendersi » 46 >' i54 di James Hervet d' Egville , e di C. Matheus » 47 " 427 Disegno di V. Raggio " 47 " 426 Distribuzione de' premj dell'I. R. Accademia di Milano, con un cenno delle principali opere presentate all' esposizione. t. 47 p. 418 " 48 " i3o Diziouario della mitologia universale. ..." 48 " 147 ■ e Bibliografia della musica , di P. Lich- tentlial » 48 " 27 Ulifices de Rome moderne , par Letarouilly. » 46 " 3 9 8 Enea che porta Anchise con aggruppata la figura di Ascanio, scnltura di L. Scorzini. " 47 " 414 Erminia assistita da Yafrino fascia le ferite di Tancredi , quadro di A. Riva " 47 " 418 Fabbriche ( Raccolta delle piii insigni ) di Roma antica , di G. Valadier , F. A. Vi- sconti e V. Feoli " 46 " 3o5 ( CoUezione delle ) e dei disegni di G. Quarenghi « 45 " 142 Fatti principali della storia greca antica . . " 45 " 148 Fasti di Milano, di Boccaccini e Botticelli. " 45 " 142 Figurini ad uso de'teatri, di S. Stucchi. . " 45 " 146 Fiori ( Festone di ) , scultura di G. Fran- ceschetti " 47 " 422 Flora, modello in gesso di G. Manfredini. " 47 " 428 Galleria (Fiore della) ducale parmense : in- cisioni " 46 " 41 5 Girolamo ( S. ) del Corregglo : incision! di A. Caracci, B. Parmense, F. Villamena, Elisabetta Sirani, J. M. Giovannini , R. ' Strange, F. Ravenet e M. Gandolli . . . " 48 " i5i 7 Giuclizio ( II ) universale del Bonarotti , di- segno di T. Minardi torn. 47 p. 426 Incisioni " 48 " 141 Ingresso di Enrico IV in Parigi , incisione di P. Toschi »/ 45 » 148 Macchiavello, intaglio di P. Toschi e A. Isac. » 46 » 149 Madonna col putto, incisione di R. Morghen " 46 » i5i Maria Stnarda che sale al supplizio, ed al- tri quadri di Hayez t. 47 p. 416 e 418 Mater amabilis , del Salalni : incisione a co- lori di Sergent-Marceau t. 45 p. 148 Miniature di P. Bagatti Valsecchi , dei con- jugi Romanini e di Teresa Spreaiico . . v 47 >i 428 Monumenti da erigersi a T. Tasso , a Ce- sare Beccaria ed a Giuseppe Parini. . . « 48 » 3 1 5 pavesi, di G. Voghera »/ 45 " 14a sepolcrali ( Collezione de' ) del cimi- tero di Bologna " 48 " 141 sepolcrali ( Collezione de'piii pregevoli) di Venezia e sue isole ..." 46 " 143 Musica dei Greci " 46 " 444 Newton che scopre la retVazione dei raggi della luce , ed altri quadri di P. Palagi. t. 47 p. 4 1 6 e 4 1 8 Nielles (Essai sur les) par Duchesne. . . . t. 47 p. 102 Nielli. (Origine, composizione e decomposi- zione dei ) . discorso di L. Cicognara . . >» 48 " 410 Notizie ( Brevi ) intorno ad alcuni piii ce- lebri compositori di musica , e cenni sullo stato presente del canto italiano " 48 " 146 Opere ( Collezione delle ) dei grandi con- corsi preniiati dall' I. R. Accademia di Milano » ^S " 143 di E. Q. Visconti ... t. 48 p. 143 " 46 " 416 Operette scelte di F. Milizia »» 46 » 2^.3 Ornati ( Collezione de' piii pregevoli ) della citta di Venezia , di C. Sinionetti e L. Ceresa » ^.S » 144 Ornato (Lo studio d" ) , tratto da niigllori ornati delle venete provincie »/ 4$ " 144 Pio VII, scultura di G. Monti >» 47 " 422 Pirro che uccide Priamo, incisione di A. Ricciani •< 45 » 147 8 Pitture ( Raccolta delle pin celebri ) esistenti / in Siena torn. 45 p. 143 Porta a due imposte riccaraente decorate da eseguirsi in bronzo , disegni di A. Moja e D. Brusa " 47 " 414 Progresso delle belle arti nelF America. . . " 48 " 280 Qiiadri del Darif, di G. De Albertis e di C. Poggi , ..." 47 " 418 del Deir Acqua x 47 j; 434 . del Gozzi, del Bisi , di A. Nava e di L. Macchi / 47 »/ 428 . di G. Servis e di F. Castelli ....»» 47 »» 423 ' di L. Villeneuve , A. Echerlin e M. Maestrani >/ 47 »/ 428 i di V. Sala , G. Sogni , C. Picozzi , P. Narducci e P. Brioschi >/ 47 " 4i5 , disegni ed incisioni , di Basiletti , Fi- lippini , Vantini e Anderloni »» 46 " 128 Qnadro del Cristianesimo " 48 " 148 ' geografico-fisico di tutti i paesi e po- poli del niondo " 48 " 146 Riposo in Egitto, incisione delF Anderloni. t. 47 p. 427 " 48 " 142 Ritratti a tutto cesello, di D. Cesari ..." 47 " 428 di dieci sommi italiani « 48 " 408 •' Ritratto ( Nuovo ) di Milano in rignardo alle ^ belle arti, di G. Gaselli " 48 " a85 Roma ( L' antica ) , di J. Grasset Saint-Sau- veur, riprodotta da F. Gandini " 48 " 146 Scene teatrali , di St. Stucchi >» 46 " 146 Scultiire di P. Marchesi " 47 " 419 Storia deir arte col mezzo , dei monumenti , di G. B. Seroux D' Agincourt >/ 48 " 826 Stromenti di niusica nell' impero Birmano. " 48 " 804 Tbbia il giovane che restituisce la vista al suo genitore , qnadro del Diotti >< 47 " 417 Tonibe e monumenti illustri d' Italia. . . . » ^.S » 142 Vasi anticlii, patere , altari ecc. del Moses, riprodotti dal Lavelli » 45 » 142 Vasl antlchl ( Raccolta dl ) , cjindelabri , tri- podi, ecc. , del Piranesi , riprodotti da D. Vaselli torn. 48 p. 14.2 Vasi di premio ( CoUezione di ), del Panof ka. " 45 " ii^6 Vediite prospettiche degl' interni de' migliori tempi e delle situazioni piii jjittoresche di Venezia, di A. Tosini e A. Lazzari , » 4,5 " 144 Venere e Adone, intaglio di P. Tosclii . . " 46 " 148 Verglne ( La ) col bambino , intaglio di G. Marri, ultimato da G. Longlii » /^S » i5o Visione di Ezeccliiello , incis. di P. Caronni " 48 » SgS Voliita jonica vitruviana , di L. Marini. . . « 48 » 253 Arti E mESTIERI. — Annali deir I. R. Istituto politecnico di Vienna , dati in luce dal consigl. dirett. G. Piechtl " 48 " Il5 Appai-ecchio idrostatico, di G. Zamboni. . " 48 " 174 Armi a vapoi"e >> /^j » 473 ■ da fnoco e da taglio, del Coggi . . '/ 46 » ia3 Arte di rinchiudere figure argentine e di altra qualita nel vetro , di G. Altmiitter » 48 " ii5 Asclepia ( Maniera di faljbricare i cappelli coUa lanugine setosa dell') »/ 46 " ia2 Atmidonietro ( Desci-izione divinnuovo). . " 40 " 173 Atti delle solenni distribuzioni de' premj d' industria »/ 48 " 427 Camera oscura ornata di specchio di metallo con microscopio acromatico solare, dell'ab. Marzoli »/ 46 Cappelli di paglia v 46 Carro usato in Toscana ed inventato da M. A. Buonarotti " 46 Cuoi e pelli conciate coUa sola corteccia di querela nazionale, dei fratelli Robert. . '> 46 Dictionnnire des inventions et decouvertes , par N. Boquillon >/ 45 " 228 Lampada idro-barometro-statica di A. Cri- velli , con tavola in rame t. 48 p. 99 e 2o5 Libri. Maniera di preservarli dal verme. . t. 47 p. 807 Litografia in uso da lungo tempo presso i Cinesi >/ 45 " a8o Macine ( Cave di antiche ) a braccia. ..." 48 »» 279 Nielli t. 47 p. loa " 48 " 4i5 » 123 >> 285 )> 288 it 123 48 >> 117 46 » 123 46 » 449 lO Orologlo da torre, del Guatti torn. 48 p. 892 Pendoli a compensazione , di J, Berlinger . Sacco seiiza cucitura , deir ab. Marzoli. . . Scaffandri di snghero pei nuotatori .... Setlficio. V. Aguaria. Stromenti agrarj. V. Agraria. — — catottrici di G. Mozzoni , di Schiling e di Amici t. 45 p. 281 " 47 — — — in acciajo per 1' estrazione delle ca- teratte , del Zapparella "48 Suono ( Modo d' accrescere 1' intensita del ) ne' gravicembali » /^.5 Tovaglie e tappeti grandissiini, dei fratelli Bellardi "46 Vettura che porta seco le sue rotaje. ... v 47 ASTRONOMIA. — Almanak etc. Aluiaiiacco ad uso de' marlnai "40 Comete ultimamente osservate "47 EfFemericli di Milano '^48 Notizie di A. Cagnoli "48 Osservazioni fatte in Asia »/ 48 Saggio sopra le influenze lunari "45 Atti Accademici. — Accademia Gioenia . . »; 48 Accadeniia I. R. delle belle arti in Milano t. 47 p. 41 3 "48 I. R. delle belle arti in Venezia . . " 46 romana di archeologia " 45 Ateneo di Brescia t. 46 p. 121 " 48 Societa (R.) agraria di Torino "46 asiatica della Gran Bretagna e dell' Ir- landa "48 — — asiatica instituita nel Bengal v 48 di Flora a Brusselles " 48 ' filosofica americana » ^S italiana t . 45 p. 164 " 48 BiBLlOGRAFiA. — Annales de tlmprimerie des Aides, par A. A. Renouard » 46 " 92 ; Biblioteca bresciana di V. Peroni riformata da G. Fornasini " 46 " 122 ■ del duca di Sussex a Londra . . . . " 48 »> i58 del serraglio a Costantinopoli . ..." 46 " 187 • petrarchesca descritta, del professore Aiitouio Marsand t. 46 p. 221 e 3oi )> 469 }f 39a }* 43a 1> 123 ft l52 it 84 ft i56 >» 43o if 43 1 }> 128 it 269 )i ai8 if i3o if 128 tf 253 if 391 if a86 ft 271 if 127 }f i58 f 235 f 187 p- 423 ff 117 )} 10 >> 471 )l ii3 » 317 l> i58 )> 169 » 274 » i38 II Giunte e correzioni di A. Pezzana al Sagglo di Memorie sulla tipografia parmense tom. 48 Lettere bibliograficlie di C. Gazzera ....»» 47 Manoscritti orientali nella Biblioteca degli stud] di Napoli e nella Vaticana di Roma t. 45 p. 32 t. 46 p. 3 1 » 47 raccolti da G. Bruce "47 Manuscritto autografo del Boccacci scoperto da S. Ciampi "46 BlOGRAFiA. — Acerbi Enrico "48 Avanzini Giuseppe "47 Azuni A ''46 Biografia universale t. 48 p. 107 " 47 Brocclii Gio. Battista "45 Cenni sopra Benedetto Del Bene , scritti da Marianna Del Bene >/ 48 " 3^1 Cenno di distinti cultori della letteratura , , scienze ed arti morti nell' anno 1826 . " 48 " 7 • sulla vita di Alessandro Volta . ..." 45 " 292 Chersa Toinmaso " 46 " 4i3 Dizionario degli uomiai illustri nella storia " 46 " io5 istorico degli uomini celebri, di G. M. Olivier-Poli " 48 " 411 Elogi di G. Bianclietti " 48 " 401 di letterati scritti da I. Pindemonte. . " 48 » 406 Elogio di A. Guidi , di G. Turroni " 46 " 193 di T. M. Bonati, di A. Lombardi . . »/ 48 " 166 di C. V. Brunacci, di A. Lombardi . " 48 " 167 . di S. Canterzani , di F. Landi . ..." 48 " 164 di Giuseppe Bertani, di F. Maestri . " 48 " 407 funebre della Serafina Coloiiibani Ador- ni , scritto da V. Dodici " 48 " 4^^ morale di Alessandro Volta, di G. Zuc- cala " 47 " 45 1 Epitome delle vite di dieci sommi Italiani raorti nel corrente secolo " 48 " 4o3 Giornale biografico di Vicenza per 1' anno 1827 " 45 " 400 Memorie intorno alia vita ed alle opere di F. Sebastiano Luciano soprannomlnato Del Piombo, di P. Biagi " 4$ " 25l Notizie di Paolo Simeoni de' Balbi, di L. Ci- brario " 48 " 399 la Ritrattl ed elogi de' Liguri illustrl . . . torn. 48 p. 409 Rosmiai ( De ) Carlo '^ 46 » 460 Rossi ( De ) Glierarflo » 47 " 478 Vie etc. Vita di Napoleone Bonaparte , di Walter Scott " 48 v lai Vita (De) ThomcB Chersce , commentarium A. Cesari / 47 " 141 ChimlcA. — Acqna di Civilhna (Aiialisi dell') » 48 » 428 . Acque rainerali artificial! (Prepai'azione delle), di S. Grandoni " 46 " 122 Analisi della radice di Poligala Virginiana, di G. Folchi » ^8 » i55 Decomposizione dell'ossisolfato di chiaina col fluido elettro-metallico ecc. , di C. JMara- yigna " 48 " 227 Imbalsamamento dellev mnramie d' Egitto . " 48 " i56 Elementi di chimica , di G. Pozzi >» 46 " 279 Trattato elementare di chimica , di G. Me- landri Corij^si t. 48 p. 19$ Chtrurgia. V. Medicina. ■ • . )■ Classigi antichi e Scrittori del seco- LO XVIII. — Api ( Le ) del Rucellai . . " 48 -»/ 246 Biblioteca (La) di ApoUodoro >/ 46 " 161 Coltivazione (La) e gli Epigrammi dell'Ala- manni >» 48 " 246 Commedia (La divina ) di Dante Aligliieri " 46 " 201 Convito (II) di Dante Aligliieri, 1,48 p. 3i8 » 48 » 278 i3 Descrizione della Grecla , cli Pausania . torn. 46 p. 161 Eneide ( L' ) tradotta dal Caro >» 48 " 246 Gerusalemme ( La ) ed altre opere del Tasso. t. 45 p. 241 e 247 , t. 46 p. 123 e 201 ' t. 47 p. 262 e 434 Illade di Omero tradotta in tcrza riraa . . t. 48 p. 27$ Lettere inedite del Caro » 46 " 404 Melodranimi giocosL » 48 " 240 (Euvres inedites de Froclus »; 47 >; 116 Opera P. Oiidii iVasoiiis . . . t. 47 p. i25 " 48 " 326 • P. VirgUii Marords . . t. 45 p. 246 » 48 " 326 Till Livii Patavini . . . t. 47 p. 128 » 48 " 201 Opere di Cicerone in latino e tradotte. t. 47 p. 125 e 181 » 4.S " 326 di G. P. MafFei i; 46 " 24a • di G. V. Gravina ... t. 45 p. 241 » 46 " 119 • di L. Spallanzani » ^.S » zSn di Orazio tradotte dal Tibaldini , dal Landoni e dal Gargallo t. 47 p. 262 " 48 " 278 e 328 del Poliziano t. 48 p. 248 e 246 Operette scelte di F. Milizia t. 48 p. 248 Opuscoli di Arriano » 46 " 161 Orlando ( L' ) furioso, dell" Ariosto. t. 46 p. 201 e 410 Paraliponieni di Omero , poema di Quinto Calabro volgarizzato da B. Baldi .... t. 47 p. 437 Pliilonis Jwlcei Paralipomena armena . ..." 46 " 248 Pistole di Seneca » /^.6 » i5j Poemata duo S. Paulini " 47 " ^ 1 8 Poesie del Parini '/ 48 » 246 • di Ossian tradotte dal Cesarotti ..." 48 " 246 Reggimenti ( Gli ottinii ) delle repubbliche, del Cavalcanti »» 48 " 240 Rime ed altre opere del Petrarca. t. 48 p. 241 t. 46 p. 201 e 221 " 48 " 329 Rivolnzioni (Delle) d'ltalia, di Carlo Denina " 48 " 248 Scriptonun vetcrwn nova coUectio e vaticanis codiabus edita ab A. Maio . . . t. 47. p. 161 e 3i3 Seccliia ( La ) rapita ed altre opere del Tas- soni t. 48 p. 24S, t. 47 p. 266 e 484 Storia della letteratura italiana del Tirabo- schi t. 48 p. 240 Verona illnstrata, di S. MafFei » 48 " 2 3^ 14 Vita nuova dl Dante Allghieri ridotta a le- zione migliore torn. 48 p. 274 Vite di Cornelio Nipote : traduzione . ..." 46 » 129 COMMEDIE. V. PoESIA. COMMERCIO. V. ECONOMIA PUBBLICA. CoSTRUZioNi ruBBLiCHE. — Memorie intonio alia costrnzione dei ponti pensili di fei-ro » 48 " 428 Monumenti (I principali) iiinalzati dal 18 14 a tutto il 1823 da S. M. Maria Luigia duchessa di Parma, pubblicati da P. To- schi , A. Isac e N. Bettoli, descritti da M. Leoni >> 45 " 3©i Passaggio delle Alpi ( Nuovo ) pel Giogo di Stelvio " i^S » 353 Progetto ( Sul ) di proscingare il lago Fu- cino e di congiungere il mare Tirreno al- I'Adriatico , di C. Afaii de Rivera. . . . » i^j » 3qi Strade , bonilicazioni ed edificj pubblici nel regno di Napoli. Rapporto di C. Afan de Rivera " 48 v 82 Drammatica. v. Poesia. EgONOMIA PUBBLICA, COMMERCIO , StATISTI- CA. — Anagrafi di tutto lo Stato della se- renissima Repubblica di Venezia coman- data dair eccellentissimo Senato » Budjet della Gran Bretagna pel 1827 . . . » Classi de'mercanti e degli artigiani a Bareilly " Commercio (II) nel 19.° secolo, di Moreau De Jonnes " Credito pubblico ( Principj del) , di L. Biaa- cbini " Dizionario ragionato e generale della stati- stjca europea , di E. Lanzani "46 Editti ai mercanti di Canton " Epigrafe stratonicea , ossia editto contro gli iucettatori ed i monopolisti " 47 Erogazione (Sulla) de'sussidj elemosinarj ecc. di F. Schizzi » /\.S Estensione e popolazione delle proviucie della Monarcliia austriaca >> Filosofia della statistica, di M. Gioja. (V. i tomi 42.° p. 37 e 43.° p. 77) t, 47 p. 373 , >' 48 " 90 48 48 48 » 25l i58 271 45 11 265 48 » 287 46 48 i> 255 273 47 II 298 45 II 266 45 II i35 i5 Forza pi'oduttrlce e commerclale della Fran- cia e deir Inghilterra , di C. Dupin . torn. 47 p. 3o6 Incivilimento ( Influenza dell' ) sulla popola- zione , di F. Berard v ^5 " i34 Iiiiziamento aireconomia politica elementare, di G. B. F. De Filippi ' laS Libri ( Commercio di) alia fiera di Lipsia » 46 " 284 Mendlcita ( Sulla ) e sulle case di ricovero. Memoria del sig. Pagani >; 46 " 122 Mezzi di far contribuire le donne alia pub- blica felicita » 46 " 3oa Notizie storiche iiitorno ad Ostiglia , di F. Clierubini v 46 " 187 Nouveaiix principes d'economie politique, par S. De Sismondi t. 47 p. 84 e 238 Pensleri sulla pubblica sicurezza, di E. De Sinione t. 48 p. 409 Pesi e niisure origlnali degll antichi Romani " 47 » 74 Pirateria libraria t. 45 p. 278 e 277, t. 46 p. 148 e 398, t. 47 p. 436 e 461 . . " 48 " 439 Poderi de' poveri agli Stati Uniti >/ 47 >; 3o5 Popolazione della Cina, Danimarca, Norve- gia, Svezia, Prussia e Stati Uniti d'Ame- rica t. 46 p. 157 , 1 58 , 3o2 e 449 • • della Russia nelle diverse epoche . . t. 48 p. i34 di Napoli >/ 48 " l58 Prezzo delle derrate. V. Agraria. Proprieta letterarie ( Sulle ), due parole alia Revue encyclopedique " 48 " 3o6 Prospetto statistico delle provincie Venete, di A. Quadri » 48 " 241 Provincie conquistate dagflnglesi sui Birraani " 48 " 429 Scienza ( La ) dell' econoinia politica , di M. Agazzini ; 48 " 2 3 Smercio (Cenno sopra un artlcolo della Revue encyclopedique intorno alio) ;/ 46 " 292 Statistica della gran Bretagna i; 48 " 2 83 Stato econoniico ( Sullo ) della provincia Bre- sciaiia, del sig. Sabatti // 46 » 12a i6 Tavole statlstlche del globo torn. 48 p. 400 Trattati di B. Cavalcanti sopra gli ottimi reggimenti delle repubbliche » ^5 » 2,40 Vantaggl ( Dei ) che dalle Accademie deri- vano alle arti ed alle scienze, di G. Monti " 48 " 89 1 Vestire ( Ambizione dannosa de" contadiiii nel ) »; 46 " a84 Educazione, Istruzione. — Alienazione men- tale cagionata dalla lettura dei romanzi, ossei'vazioni di Pinel » ^S » 282. Antliologia latina » 47 '^ 486 Apparecchio degli educatori , dei G. di S. Rafaele » 45 " laa Chrestomatia latina » 48 " 894 Crestomazia italiana , di G. Leopai-di ..." 48 >' 894 Educazione (Delia) dei figli : traduzione dal greco, di M. Angelelli, con alcuni discorsi di A. Poliziano >/ 4$ " 245 Galateo ( Nuovo ) di M. Gioja » 48 " 48 8 Gymnastich etc. Ginnastica elementare com- pilata da E. Young » 48 " 287 Letteratura (della) conveniente al bel sesso. » 48 " 90 Metodo di studiare ed indicazione de' libri della biblioteca Morcelliana , opera di S. A. Morcelli >/ 46 » 187 Prose di G. B. De Cristoforis e di G. Ta- verna »; 45 " 94 Ti-attato di educazione generale , di V. E. Milde » 47 » 270 Ufficj (Di alcuni) d' onesta , di M. Mlssirini » 48 " 440 Eloquenza. — Cenno sullo stato delf elo- quenza in Ingbilterra , di A. Pichot . . " 48 » 882 Tentativo per ritardare 1' estinzione dell*" elo- quenza in Italia, di G. A. Pezzi . ...» 47 " 268 Entomologia. v. Storia naturale. Epigrafia. v. Archeologia. Equitazione. — Cavaliere (II perfetto ) . . " 45 " 146 Precetti d' equitazione per le donne . ..." 47 " 291 Favole. v. Poesia. Filologia. — Bellezze della Commedia di Dante Alighieri, di A. Cesari " 48 " i58 Cenni sullo stile de'poeti italiani, del Buc- celeni j/ 46 » 122 I? Convito di Dante Alighlerl vldotto a mlgllor lezione da V. Monti, P. Mazzucchelli , G. A. Maggi e G. G. Trivulzio t. 48 p. 3 1 8, torn. 48 p. 275 Dialetti della lingua araba '/ 48 " 273 Dictionnaire ( Grand) fraii^ais-icalien , par F. Alberti " 45 " 241 Dizionai-io del dialetto viniziano, di G. Boerio " 46 " a 10 • della lingua italiana: editori L, Garrer e F. Federici j» 47 »/ 128 Discorso di G. Leopardi su di un' orazione di Giorgio Gemisto Pletone » /^.6 » 194 Giannone Bettoniano e Tito Livio vendicato. '/ 48 " a^i Grammatica (^Elementi di) volgare , di F. M. Zanotti » ^5 " 341 della lingua tedesca ad uso degl' Ita- liani , di L. Argenti " italiana e latina, di F. Bellisomi 48 '/ 48 '/ 325 323 45 " 89 47 „ 146 46 " 194 45 " a54 48 » 325 Hebraici fontis (De) purkate et linguce sanctcB necessitate prcplectio A. M. Minciolti , . . » Intenzione (Dell') di Dante nella Divina Com- media , lettera di G. Taverna " Lettera di U. Lampredi e di E. Q. Visconti sulla traduzione dell' Iliade di V. Monti. " Lettera greche di Falaride , traduzioni latine attriliuite airAccolti; dissertazione di A. Battaglini "45 Lexicon ( Totius latinitatis ) A. ForcelUni , auctuin et emendatum a J. Furlaneto . , > Manoscritti orientali nella Biblioteca degli studj di Napoli e nella Vaticana di Roma (V. quelli dell' Ambrosiana di Milano ael tomo 42, p. 27), t. 45 p. 82, t. 46 p. 3i " 47 " 10 Monumenti d' un manoscritto autograt'o del Boccacci, di S. Cianipi " 46 " ii3 Opera M. T. Ciceronis . . , . t. 47 p. I25 " 48 " 826 Ortogralia tascabile delle voci che raddop- piano lettera >» 46 " 116 Papyri grce.ci It. taurinensis musei cegyptii editi atque illustrati ab A. Peyron " 48 " 414 Parola (DelFarte della), di G. Compagnoni. " 48 " 143 Vocal)olario mantovano-italiano di F. Che- rubini » 46 " aio i8 Voci e modi toscani raccolte daU'Alfierl torn. 48 p. 326 FiLosoFiA E Morale ecc. — Aesthedk. Corso di estetica di G. A. Burger '> 48 " 2 36 Amore (dell') verso la patria , di G. B. Ro- bert! » ^5 " 91 Bellezze della letteratura italiana >< 46 " 240 Conosceiiza dell' anima umana >; 48 " 278 Discorsi di L. Cornaro sulla vita sobria . " 46 » 248 i (Raccolta di) e ragionanienti filosofici, tradotti dal francese da G. B. De Vidali " 47 " 289 Epistole sopra il duello, di F. Malvica . . " 45 » 261 Filosofia degl' Indiani » 48 >/ 273 Idea (E impossibile che un') qualunque entri bella e formata nel principio che peiisa e che vuole. Meraoria del P. Riccobelii. » 48 " 392 Logica pura (Elementi della) di P. Galuppi » 47 » 45 Incivilimento dell' Africa " 48 " 3i2 Lettere su Venezia >/ 46 " 191 Mente sana (Che cosa e la). Discorso di G. D. Romagnosi " 48 " 229 Negri (Sui) e sulla natura primitiva dell'uo- mo, saggio di G. Pesce >' 46 >' 134 Opere di G. Gozzi " 47 " 437 Paragone degl' ingegni itallani anticlii e mo- denii, di A. Tassoni » ^j >/ 454 Pensieri di V. Alfieri sulla nobilta . ..." 48 " 128 — filosofico-morali sul piacere, di G. E. Ortolani ^ 46 " i37 Principj della scienza nuova di G. B. Vico tradotti in francese dal S. Michelet . . . " 46 " 3oi Proverb] (I) di Salomone. Parafrasi di N. Grillo-Cattaneo " 48 " 348 Saggio filosofico sopra la scuola de' inoderni filosofi naturalisti, di B. Poli " 46 " 62 Schlzzo intorno i principj d' ogni filosofia , di P. Ne . . i .; 4.5 " 254 Teologia naturale , ossia prove dell' esistenza e degli attributi di Dio, di G. Paley. . " 48 " 436 Uomo (Saggio suU') di A. Pope, versione di B. Roberti ^ 46 " 254 FiSICA. — Abbassamento di livello nel lago Souvando in Russia >i /^.6 » 447 ^9 Aria (Mai'), modo di evitarla torn. 46 p. 288 Caloi-e ( Esperienze sul ) sviluppato dalla combustione delle legne edelcarbone, di M. Ball '/ 45 » 235 Clima (Osservazioni sul) di Siibathu e Kot- gerh , di P. Gerard " 48 " 128 Corso elemeiitare di fisica esperimentale, di G. MoUet » ^.S » 4o5 Descrizione d' un niiovo atmidometro per / inisurare 1' evaporazione dell' acqua, del ghlaccio e di altri corpi a varie tempe- rature, di A. Vassalli Eandi >/ 46 >' 178 Fenomeni magaetici osservati da Christie , Poissoii e Barlow t. 47 p. i5j e 3o4 Fiamma ( Sopra la ) e sopra la lampada di sicurezza di Davy: Memorie di G. Libri e di F. Orioli t. 46 p. 289 Fulmine ( ElFetti prodotti dal ) nella tori-e della lanterna di Geneva. Lettera di F. Elice " 45 » i36 Gragnuola (Delia formazione della) ne' tem- porali, ipotesi di F. Orioli » 46 " 264 Magnetizzazlone del ferro ( Ricerche sulla ) per mezzo della luce , di A. Baumgartner " 48 " 62 Osservazioni meteorologiche fatte in Asia. " 48 " 128 ■ . — neiri. R. Osserv'atorio di Milano . . t. 4.S p. 140, 3oo e 484 • » 46 » 160, 3o4 e 45 1 • ■ • >r 47 » 160, 3 13 e 475 • » 48 " 160, 3ao e 448 Paragrandini , cenno storico di G. Carena. t. 46 p. 287 Pluviometro ed evaporometro, di I. Prinsep. " 48 " 128 Temperatnra in Germania " 46 » 447 FisiOLOGiA. V. Storia naturale. Geografia, Topografia, Viaggi. — • Atlante storico, geografico ecc. , di M. A. Le Sage" 48 " 898 Citta nnova nelle Indie orientali >/ 46 " 44^ Dizionario della geografia comparata. ..." 48 " 43 1 ( Naovo ) geografico portatile , di Mal- te-Brun ecc » 48 »' 4-^^ Essais fie geographic methodique et comparee, par A. Denais » 46 " 892 Estenslone e popolazlone delle provincie della Monarchia austriaca' torn. 48 p. 1 35 Geografia e cronologia antica e moderna, di E. Mentelle » ^6 » 227 Guida ( Nuova ) per la citta di Brescia , di P. Brognoli " 4.8 " 398 Hydrography etc. Idrografia di Sicilia , di Mal- ta e delle circonvicine isole, di G. E. Smyth " 48 " 3 1 3 Introduzione alia geografia >/ 47 '^ 29a Isole nuove » 46 » 447 Istoria di due viaggi di scoperte, di Fran- klin e Parry, tradotta da G. Rossi. . . " 46 " 145 Itinerario italiano « 45 " a5i Jainos e loro tempj »> 48 " 273 Maiiuale di geografia di G. B. Carta ..." 46 " 23a Mare artico >/ 46 '^ 43i Memorial topographique et militaire ^< 48 " 85 Notizie di diverse carte topografiche della Lonibardia e dei paesi limitrofi »; 46 " 41 . sopra Tombouctou »' 48 " 3i3 Orhis antiquus C. T. Reichardo " 47 " 404 Osservazioni suUa grande descrizione del- TEgitto » 45 '/ laS Passaggio al nord-ovest >; 46 " 446 • delle Alpi pel Giogo di Stelvio ..." 45 " 353 Prospetto comparativo delle principali mon- tagne e fiumi " 47 »> 140 Quadro generale dello Stato Pontificio , di A. Senes Trescor d' Antlllo >; 47 v 463 geografico-fisico di f.itti i paesi e po- poli del mondo " 45 " 146 Raggnaglio del paese di Bhutan , di Kishen Kant Bose >» 48 " ia8 • 2:eoc:rafico, statistico e storico di Oris- sa o Cuttach, di A. Stirling v 48 >/ 128 Souvenirs (Mes) de I'Egypte, par la Baron. de Minutoli " 45 " 129 Specchio topografico di Torino " 46 " 237 Yiagglo al Messico ecc. , di A. De Humboldt, volgarizzaio per cnra di Gaetano Barbieri " 4^ " 4^^ in Isvizzera di A. Yolta « 47 " 45i nel paese dei Bataks >/ 48 '/ 271 21 Voyage etc. Viaggio in Sardegna , tU A. dclla Marmora toni. 48 p. 188 Geologia. v. Storia naturale. GlURISPRUDENZA. V. LeGISLAZIONE. Grammatica. v. Filologia. Idraulica. — Acquedotto e fontana maggiore di Perugia " 47 " 284 Apparecchio (Dell') idrostatico piii seniplice ed universale di G. Zainlioni " 48 " 174 Corso e livelli del fintne Setlej o Satudra , di J. D. Herbert » 48 " 128 Indagine sullo stato del Timavo, di G. Berini « 48 " 417 Instituzioni di architettura statica e idraulica '< 48 " 427 Progetto (Sul) di prosciugare il lago Fucino e di congiungere il mare Tirreno all'A- driatico , di C. Afan de Rivera " 47 " 3f)i Schiarimeati alia meccanica ed idraulica di G. Venturoli , di G. Oddi >; 47 ./ 2(^0 Incisioni. v. Arti belle. Insgrizioni. v. Archeologia. ISTRUZIONE. v. EduCAZIONE. Lapidaria. v. Archeologia. Legislazione. — Codice civile austriaco (De' principj del), dissertazione di F. De Zeiller " 48 " i53 Coinnienti alia legislazione austriaca, di C. Pratobevera »< 48 " 426 Decision! del supremo tribunale di revisione degli Stati di Parma, con note di F. Me- legari " 48 " i23 Esame (Sopra V) del testimonj , saggio di M. Costantini " 48 " 426 Decreto sopra la caccia e sentenza sopra i contratti di bestiami v 46 " 285 Dizionario del notariato , di G. Calza , . . » 47 " 484 Leggi (Le) civili disposte da G. Domat . . " 48 " 262 Legislazione (Introduzione alio studio dclla), di F. Franceschinis " 46 " 1 1 6 Pandpttc ( Le ) di Giustlniano disposte in nuovo ordine da R. G. Pothier " 48 " I23 Principj del diritto feudale , di A. Valsecclu " 48 " 260 Repertorio delle minlere de' R. Stati' Sardi dal 181S a tutto il i825 t. 48 p. 48 c 197 *^* 32 Matematiche. — Aritmetlca (Prlnclpj di) torii. 48 p. 429 Considerazioni geometriche e praticlie sopra le macchine areostatiche a gas idrogeno , di G. B. Magistrini " 48 '/ 178 Instituzioni di arcliitettura statica e idraulica " 48 " 427 Manuale d' agvimensura , di S. F. Lacroix . " 46 » 147 Memovia suir origine e sn i progress! del cal- colo difFerenziale-integrale d'A. Gabba . » 46 » 122, Strumenti mateniatici. V. Arti E MESTIERI. Tavoletta pretoi-iana ( DelP uso della ) ^ di L. Crosta »> 46. " 2 58 Valori delle misure e dei pesi degli antichi Romani desunti dagli originali, di L. Ca- gnazzi « 47 >» 74 Schiarimenti alia meccanica ed idraulica di G. Venturoli, di G. Oddi >» 47 " 290 Medicina, Chirurgia, Anatomia, Vetehi- NARIA. — Aforismi di A. Knipps Macoppe: traduzioni » ci^b » 406 Agopuntura , osservazioni del dott. Thion . " 47 " 472 Alienazione nientale cagionata dalla lettura dei romanzi, osserv. di Pinel >/ 48 " a8a Anatome ( De ) et pathologia osskun . comm. A. Scarpa •/ 48 >» i53 Anatomia universa P. Mascagnii '; 46 " 278 Anno clinico-medico , 1823-1824, di C. Spe- ranza t. 47 p. 62 e 207 Apertura ( Sulla frequente ) del forame ovale nei cadaveri dei tisici, Meinoria di A. Pasqualini t. 48 p. 442 Clinique de la maladie syphilitique par N. Devergie >» 47 « 4 1 1 Clinica medica ( Origine della ) in Padova , di G. Montesanto " 46 " 270 Considerazioni sul metodo di studiare e di- rigersi in medicina proposto dal dottor Amard, di St. Gallini >» 48 » 187 Consulti Inediti del Morgagni da pubblicarsi da C. Speranza >< 48 " 287 Craniologia di Gall >; 48 " 3oo Delectus opusculorum etc. collegit J. Frank . » 47 " 488 Dictionaire abrege des sciences medicaks . , " 47 " 46 1 23 Dottrina medica l)ufaliniana discussa da F. G. Geromini torn. 46 p. 267 Enietici ( Iiitorno il inodo di agire degli )', di G. Strambio " 48 " 262 Encefalitidi ( Storia delle ) die fnrono epi- deuiiche in Toi'ino, di C. F. Bellingeri. " 46 " 77 Ernia diaframmatica (SulF), Memoria di A. D. Bignardi , ..." 48 " 288 ExercitationespathoJogicce, J.B. Palietta t. 46 178 e 348 Febbri ( Esanie critico di una nuova teoria delle), di G. Sclafani t. 46 p. 266 Feto umano senza testa e senza collo , cenno di S. Portal " 48 >» 228 ( Sul tempo deir animazione del) . . " 48 " 441 Fisiologia ( Lezioni di) di L. Martini . . . >/ 45 « 330 Fnngo midollare deH'occhio, appendice di B. Panizza " 46 " 278 Ginestra ( Uso della ) contro Pidrofobia. . '> 46 " 3o2 Hepatitide (De), dissenatio J. Papetti . . . '/ 45 » 125 Infanticidio {De) dissertatio A. Vigo. ..." 48 " 126 Lacerazione della cristalloide ( suUa ) , in- torno ad un' aneurisma delF arteria tora- cica, e sopra una doppia pupilla , di L. Pacini <» 47 » 460 Litotritia , ossia stritolamento della pietra in vescica , del D. Civiale ... t. 47 p. i53 Manuale clinico di ostetricia, di F. Asdrubali. t. 47 Medicina pratica (Compendio di), di A. Prini. » 46 purgativa di Leroi "45 Memorie cliniche mediche di P. Ruggiero. " 47 Morbus ccBru'eus "46 Morsicatm-a di un gallo , che caglono la niorte " 46 " 3oa Officio ( De lienis ) saltern probabiliori in oeco- nomia hwnatia , tentamen P. Pandini . . " 48 " 127 Orina ( Incontiaenza d' ) guarita colle cop- pette , del dott. Canin " 48 " 287 Papavero bianco ( Sugo del) " 46 •' 289 Parroco ( II ) istruito in medicina da G. Barzelotti " 48 " 177 Pazzi (Delle case dei), del D. Escjuirol , trad, di S. Riva " 47 .» 140 e 489 p. 134 " 268 " 428 " 1 38 " 97 24 Praxeos medicm nniversm prcrcepta , J. Frank. t. 46 p. 389 torn. 48 p. 2 55 Pupilla aitiliciale ( Genno storico suUa), di P. Assalini .; 48 " aaS Ricerche suUe unioni del nervo simpatico coi nervi del cervello , ed influenza del nervo simpatico nelle funzioni de' sensi , di L. Hirzel e Tiedemann ;; 46 " 97 sul passaggio delle materie nelle urine, di Wohler » 46 " 97 Ristabilimento della circolazione nella le- gatura delle arterie ecc. , di A. De Schoenherg •> 48 " 264 Salasso ( SulF abuso del ) , di G. Palazzini. » 47 " i36 e sul tentativo di conciliare i medlci italiani, di D. Meli »/ 47 >» 187 Sanj;uisug1ie. Modo di usarle, di G. Palazzini. » 48 " 408 Senape liianca ( Sull' efficacia del seme di ) , di C. Turner-Cooke .; 47 <; 189 Vajuolo ne' diversi animali domestici ..." 48 " 429 Zeitschrift. etc. Giornale per la fisiologia . " 46 " 96 Melodrawmi. v. Poesia. Memorie accademiche. v. Atti accademigi. Metafisica. v. Filosofia. Mineralogia. v. Storia naturale. Morale. "V. Filosofia. MusiCA. V. Arti belle. Nautica. — Almanak etc. Almanacco ad uso de' marinai » 45 " 84 Corso ristretto di navigazione, di G. Tonelli » 48 " 429 Navigazione a vapore »/ 48 " 43 1 Vascello a vapore " 46 " i36 Necrologia. Y. Biografia. Novelle. v. Poesia. NUMISMATICA. V. ArCHEOLOGIA. Ornitologia. v. Storia naturale. OttiCA. — Stromento per copiare oggetti di storia naturale , di Schilling , di G. Moz- zoni, e dell" Amict t. 48 p. a8i " 47 " 4*^9 Pastorizia. V. Agraria. Pittura. V. Arti belle. 25 PoESiA, Tragedie, Commedie, Novelle , RoMAN2;i , ecc. — Arailda , tragecUa di J. Uberti torn. 48 p. Sya Api (Le) del Rucellai >/ 45 » 246 Apologhi di Yriarte tradotti dallo spagnuolo t. 46 p. 12a " 48 " 393 > del secolo i8.° » 48 " 389 Arcadia (L') di J. Sannazzaro » /^.S » 2,40 Bellezze della letteratura italiana >/ 48 " 240 di L. Ariosto »/ 46 " 410 Benefizj (Dei),carme di A.Mocchetti t.45p.92 " 46 " 210 BiaQchi (I) e i Neri , dramma .; 4-7 /; 446 Boiidelmonte e gli Amedei , tragedia di C. Marengo >/ 48 " S^S Brescia romana, carine di C. Arici . . . . " 46 " 121 Caljrino Fondulo , frammento della Storia loinbarda 5 romanzo di V. Lancetti ..." 47 " 176 Canova, poemetto di M. Capparozzo ..." 46 " ii3 Caatico (\\) de'Cantici, versione di S. Giani " 48 " 349 Castello (II) di Trezzo , novella storica. . " 47 " 176 Cicerone (11) del Passeroni, da ristamparsi i< 4^ " ^^" Colonibiade (La) di B. Bellini ... t. 47 p. 2 1 e 191 Coltivazione (La) dell' Alamanni t. 48 p. 246 Commedie del secolo 18." j» 48 " 389 Compianto ( II ) di 0. Young , tradotto da G. Gargnani « 48 » 369 Componiuienti teatrali di G. Pindemonte . " 48 " 385 • di F. Chiozzotto >/ 48 " 38 1 Dizionario della favola o mitologia universale" 45 " 147 Drammatica ( Niiova Ijihiioteca) >' 47 " 438 Due (II) novenibre, nieditazione di G. Ni- colini " 48 I' 17a Emira, ti-agedia di F. Cicognani " 47 " 445 Eneide di Virgilio tradotta da A. Caro . . » 48 " 246 Epigrammi dell' Alamanni " 45 " 246 ■ di M. Val. Marziale volgarizzad da F. Fagnani ./ 48 " 33a Epitalamio ( Traduzione dell' ) di Catullo Vesper adesc " 46 " 41a Epnlo x-e degP Istri , tragedia » 48 " 377 Ercole ( Sopra ) , versi di G. Adorni. ..." 46 " 208 Famiglia ( La ) in iscompiglio, couimedia di C. Di Castelbarco " 48 " 100 26 Favole dl D. Tomaso Yrlante tradotte dallo spagnuolo da A. Bianchi torn. 48 p. 89 3 . e novelle di L. Pignotti » 46 » 3^3 Foscarini Antonio, tragedia di G. B. Nicolini " 46 " 99 Gerarchia ( La ) degli Esseri intelligenti , di T. Gargallo >/ 45 " 277 Giornata ( La ) vlUereccia , commedia di C. di Castelbarco '/ 48 " 38i Giorno ( Un bel), poemetto di F. Schizzi » 47 " 486 Giulietta e Romeo, tragedia di F. Huberti " 48 » 873 Giuocatore di bigliardo ( II ) , commedia di F. Regli >; 48 " 383 Ifigenia in Aulide, tragedia di A. Bocchi . » 48 " 874 Iliade d' Omero tradotta in terza rima. . . >> 48 " 275 Inni del V. Sinesio tradotti da A. Fontana " 47 " 427 Ipazia , ovvero delle Filosofie , poema di Diodata Saluzzo Roero >/ 48 " 849 Ju-Kiao-Li , ou las deux Cousines. Romanzo cinese tradotto da A. Remusat v 46 " 229 Leonida, tragedia di G. B. R. Moreno . . v 46 " 108 Madrigali e sonetti di T. Tasso . ... t. 47 262 e 43^). Meditazione siil 2 novembre ed altre poesie del Nicolini di Brescia . . t. 46 p. 122 t. 48 p. 892 Melodie liriche ( Esperimento di ) >^ 46 " 448 Melodrammi ( Raccolta di ) giocosi » 48 " 240 Merope, tragedia di G. Martina )^ 48 " 877 Monnmenti (Dei), carmi di A. Mocchetti » 46 " 92 Morte (In) di Maria Ortalli » 46 " 412 di Tommaso Chersa >/ 46 " 418 Novelle (Quattro storicbe) di F. O. Renncci » 48 " 872 Odi dl Orazio tradotte da M. Tibaldini, da J. Landoni e da T. Gargallo. t. 47 p. 262 » 48 >> 278 e 328. Odi di Gellert, versione di C. De Tonelli. " 48 Opera Jo. Bapt. Toblini >/ 48 Opere edite ed inedite di L. Massa Salnzzo " 48 scelte di Giuseppe Barbieri »' 48 scelte di G. V. Gravina t. 4$ p. 241 " 46 " teatrali di F. Gambara "48 ■ di G. Cipro '' 48 varie di V. Monti "47 367 36o >> 368 » 368 tf 119 11 >> 379 38o » 3 Orlando innamorato del Bojardo rifatto dal Berni >; 48 " 33i 37 Padre ( 11 ) gludice , tragedla dl C, di Ca- stelbarco torn. 48 p. 873 Paradise (II) perduto di G. Milton, tradotto da L. Papi " 47 »/ 435 Paralipomeni ( Libro secondo de' ) di Ome- ro, poema di Quiato Calabro volgarizzato da B. Baldi ^; 47 >; 437 Parnaso italiano, edito da A. Wagner. . . " 46 » 201 classico italiano, per cura di A. Sicca t. 46 p. 201 e 448 Plejade (La) parmense, di M. Leoni . . . t. 48 p. 9a Poemata duo S. Paulini » ^.j >i 3 1 8 Poesia in Ingliilterra , cenno di A. Pichot. » 46 » 878 Poesie campestri e prose di I. Pindenionte, e le canzoni pastorali di G. Pompei . . » ^.S » 2o5 deU'Arici e del Buccelleni t. 46 p. 404 " 48 " 892 di G. Parini » ^S <> 246 ■ di G. Zuccala " 48 " 280 di Ossian trndotte dal Cesarotti . . , >» 46 " 246 inedite di Filippo e di Domenico Rosa Morando '/ 48 " 357 e prose scelte di A. Para«lisi >• 46 " 32 3 • facete ( Saggio di ) di G. Zncconi . . '/ 46 " 2o5 italiane scelie ad uso del Seininario di Faenza »' 48 " 354 liriche dell' ab. Rivato " 48 " SgS liriclie italiane ( scelta di ) da Dante fine al di nostri " 45 " 95 • per la statua di M. Cesarotti eretta nel prato della Valle , e per 1' inaugurazione del monnmento eretto ad Antonio Canova. " 48 " 357 ■ satiriclie tli antori del secolo i8.°. . " 48 " 889 scelte da'migliori classici tedesclii, tra- dotie da L. Argenti " 48 " 36o scelte di G. Pelleri ^^ 48 " a83 Rappresentazioni teatrali di L. Marchese . " 48 " 3 80 Rime (Le) di F. Petrarca t. 45 p. 241 e 246. " 48 " 829 • ■ e prose di alciinl cinoiili " 4^ " ^9^ ■ di G. Marchetti » 48 " 869 scelte di T. Tasso j/ 45 " 240 Rodolfo di Habsbourg poema di M. Pyrlcer ( Esposizione del ) , di P. Moceuigo , con 28 saggl di traduzione latina o itallana dl G. Svegliato torn. 48 p. 36* Rogo (II) dl Corinna, di T. Tasso . ..." 48 " 24'^ Romanzo (Del) in generale, ed anche dei Promessi sposi , romanzo di A. Man- zoni t. 47 p. 822 » 48 " Sa Sacrament! (I), inni di G. Malachisio . . >/ 47 » 480 Secchia (La) rapita, di A. Tassoni . ..." 4$ " 248 Semifonte conquistata e distrutta dai Fio- rentini, poema di G. Mini " 48 " SSy Sergianni Caracciolo di G. B. De Crlstoforls, Guide Delia Torre di G. B. Carrara Spi- nelli, Marianne di G. Calvi, tragedie . . » 47 » 2o3 Sibilla Odaleta, romanzo istorico t. 47 p. 128 " 48 » 178 Soprassenno di Mentore di Fenelon , di F. Zangirolami " 48 " 358 Sposa (La) di Messina, tragedia di Schiller tradotla da A. MafFei , con un discorso di F. AmbrosoU »> 48 " 161 Sposi (I) promessi, romanzo di A. Man- zoni t. 47 p. 322 » 48 " Sa Stagioni (Le) di Thomson tradotte in prosa da P. Mnschi >/ 47 » 2 63 Stanze ( Le ) , rOrfeo ecc. di A. Poliziano » 46 " 246 Teatri (I), giornale >/ 47 >» 448 Teatro di A. Kotzebue >' 48 " 385 di Reggio (Annali del), di C. Ri- torni J/ 47 /; 448 — — italiano, di F. Righetti >; 47 » 438 tragico (Sovra il) italiano, considera- zioni di G. U. Pagani Cesa . t. 46 p. 3 " 47 " 267 Toante, tragedia " 46 " 409 Tragedia (State attuale della) in Italia, di A. Bedusclii » 48 " 2 83 Tragedie di P. Campello ' 47 " 445 di T. Zauli Sajani ....,»/ 47 " 445 Tunisiade (La), poema epico di M. Pyrker, tradotte da T. Malipiero >> 48 " 355 Versi e prose di B. Lorenzi ; » 45 " 398 di G. Carrara-Spinelli . . . »> 48 " 36i Viaggio di Anacarsi il giovine nella Grecia, del Barthelemy . " 46 " 118 29 Uomo ( Saggio sull' ) dl A. Pope, verslone di B. Roherti torn. 46 p. a54 POLIGRAFIA, Lettere. — Almanacchi t. 48 p. 400 'i 48 " 44a Bellezze della letteratura italiana « 4.5 » 240 Dialoglii di V. INIonti »» 47 » 3 Gazzette di Peking. Estratto " 48 " ayi Introduzione all' anno 12..° della Biblioteca italiana " 48 " 3 Jahrbiicher etc. Annali della letteratura. t. 47 p. 1 14 e 41a Lettere di A. Tassoni t. 47 p. 266 ■ inedite di A. Caro " 46 " 404 inedite di B. Lorenzi " 48 " i5o lariane, di G. B. Giovio " 46 " 191 Opere di G. Gozzi » 47 >/ 437 • di Sineslo tradotte dairAngelelli. . . '> 48 " 367 ■ scelte di Giuseppe Barbieri '/ 48 " 368 scelte di G. V. Graviaa t. 48 p. 241 " 46 >i 119 Opuscoli di IM. Colombo " 48 " 390 Prose di G. B. De Cristoforis e di G. Taverna " 46 " 94 di G. Marchetti '/ 48 " 369 di P. Giordani v 48 " 391 ■ illustri di T. Tasso » /^.6 » 123 ■ e poesie carapestri d'l. Plndemonte, e le Canzoui pastorali di G. Pompei ..." 46 " 2o5 e poesie scelte di A. Paradisi , ..." 46 « 323 ■ e rime di alcuni cinotili "45 " 393 • e versi di B. Lorenzi " 48 " 393 Rivista generale de" libri usciti in luce nel regno Lomliardo nell' anno scolastico 1826, di F. Splitz " 45 " 388 Snggi di l)elle lettere italiane di M. Cimorelli, da pubblicarsi " 46 " 190 Saggio sulla classica letteratura alemanna, di G. L. Bastia " 48 " 386 POLITICA. V. ECONOWIA PUBBLICA. Prose. V. Poligrafia. Religione. , Teologia, Ascetica. — Anima- zione del feto umano (Sul tempo deli'), rifless. di F. Leonardi " 48 " 441 Apophieginata Patruni " 47 " 288 Bibbia (La sacra), tradotta da A. Martini " 48 " 334 3o Biblsia per la gioventii torn. 48 p, 335 Cristianesimo ( Difesa del ) , di M. Di Freys- sinous »/ 4.5 " 12a Docnmenti a Teofilo intorno alio stato eccle- siastico, di B. Guidetti " 48 » 488 Fasti (I) della Cliiesa nelle vite de' Santi. » 48 " 33() Gesu Cristo nei due Testaraenti di P. Ru- doni " 48 V 340 Indirizzo della gioventii nella strada della salute, di G. Arvisenet " 47 " 271 Interpretazione con illustrazioni e commenti dei Vangeli delle domeniche e feste prin- cipali " 46 " i3o Introduzione alio studio della Storia eccle- siastica >/ 46 " 24a Miserere ( II ) esposto in pensieri ed aflFetti di uinilta e penitenza da F. G. M. da Bergamo » ^5 » 92 Notti cristiane (Le) alle cataconibe de' Mar- tiri neir Agro-Romano, di G. Fontana . '/ 48 " 95 Opiiscula S. Nicetce >• 47 " 3i8 ParaUpoinena armeria Philonis , Judcei . ..." 46 " 248 Pistole ( S|)iegazione delle) di S. Paolo, di B. De Picquigny » 46 " 253 Prediche e panegirici di F. Donadoni ..." 48 " 341 Ragionamenti morali intorno alia passione di Gesii Cristo, ecc, di G. Stellini . ..." 46 " 117 Splegazioni evangeliche, ed alcuni discorsi morali, di G. Maggi " 48 " 339 Storia dell' antico e nuovo Testament© , di G. Ravani " 48 " 336 Storia ecclesiastica di G. A. Orsi " 47 " 282 Thesaurus Patrum floresque doctorwn , di A. B. Cailleau " 47 " 2 85 Trionfo (II) delFEvangelio " 46 " 244 ROMANZI. V. POESIA. ScoPERTE di M. A. Mai .... t. 47. p. 161, 3i3 e 3i8 SCRITTORI DEL SECOLO XVIII. V. GlaSSICI. SCULTURA. V. ArTI BELLE. StATISTICA. V. ECONOMIA PUBBLIGA. Storia civile e letteraria. Acquedotto e fontana maggioi-e di Perugia , discorso di G, B. Vermiglioli t. 47 p. 284 3i Agro romano ( Storia de'luoghi una volta abitati nell' ) , di N. M. Nicolai . . . torn, 45 p. 2,54 AUiero (Grand') genealogico storico de'po- poli italiani, di P. Fiocchi >i ^j » i3i Annali d' Italia dal lySo, di A. Coppi . . " 47 n 283 Art {L ) de verifier les dates , depuis L'annee 1770 jusqu'a nos jours >» 48 » 129 Atlante storico, geografico, genealogico, cro- nologico e letterario , di M. A. Le Sage. » 48 " 898 Atlas etc. Atlante storico e cronologico delle letterature e delle scienze antiche e mo- derne , di A. Jarry di Mancy v 46 w 92 Compendio cronologico-critico della storia di Mantova, di L. C. Volta j/ 48 " 404 Comuni ( Origine dei sette e tredici ) , di B. GiovancUi >> ^S " 890 Confini del Veronese e del Trentino , di B. Giovanelli »/ 45 " SgS Corso storico dell'antica Grecla, di O. Olcese " 46 " 240 Costume antico e moderno di G. Ferrario. " 46 " 145 Cronica di poeti anteriori e contemporanei ad Omero , compdata da Ambrogio Balbi. '' 4" " 887 Cronologia ( Geografia e) antica a luoderna, di E. Mentelle v 46 »/ 227 Dictionnaire des origines etc., par F. Noel et M. Curpentier »/ 47 >; 2S9 Dizlonario compendioso di antichita sacre e profane , di G. J. Monchablon " 46 " 240 della favola o mitologia universale . " 45 " 147 Druiden etc. I Druidi dei Celti ed i sacer- doti degli anticlii Germani , di Bartli . . " 46 » 227 EfFemerid; politiche , letterarie e religiose." 48 " 406 Epoche ( Le dieci ) della Storia d' Italia , di A. Quadri » 48 " 249 Famlglie cclebri italiane, di P. Litta. Visconti. " 46 » 33 1 Fasti consolari , osserv. di C. Cardinali . . " 4^ " ^53 di Milano « 45 " 1^.2 Fatti principali della Storia greca antica , di B. Pinelli >/ 45 " 143 Florileglo storico, di V. Barbaro » 47 >/ 129 Gattinara ( Cenno storico delle fainiglie e del borgo di ) >/ 47 v 456 32 Histoire de la littirature ( Resume de I' ) italienne , par F. Salfi torn. 48 p. 43 India aiitica (Ricerche storlche su 1') , di G. Robertson, con note di G. D. Romaguosi » 46 " 862 Istoi-ia della letteratura greca profana, di F. Sclioell , recata in itahano da E. Ti- paldo t. 45 p. 8 " 48 " 4o3 Istorie delle Indie orientali, di G. P. IMafFei, tradotte dal latino da M. F. Serdonati . » 46 " 24a Medici ( Serie di autori di opere risguar- danti la famiglia), di D. Moreni , ...» 46 " 226 Notizie storiclie intorno ad Ostiglia , di F. Cherubini »; 46 " 187 Pantheon etc. Panteon della storia de'popoli germanici , di E. Munch v 47 >; 269 Prose scelte da piu distinti storici italiani . " 47 » iSa Prospetto ( Breve ) di storia universale , di Hohler >; 48 " 408 Quadro geografico-fisico di tutt' i paesi e popoli del mondo " 4$ " 146 Rivoluzioni (Delle) d" Italia, di C. Denina. » /^.S » 248 Saggio della storia indiana sul paese detto Cashmir, di H. H. Wilson ;* 48 " 128 Storia della letteratura italiana nel secolo XVIII, di A. Lombardi >/ 48 " 890 • dei fatti de' Longobardi , di Paolo Diacono, trad, ed ilkist. da Q. Viviani .» 46 " 286 ■ della letteratura italiana , di G. Ti- raboschi » 46 " 240 deir impero ottomano , di G. De Hammer " 45 " 386 letteraria della Liguria , di G, B. Spotorno , " 48 " 3 universale (La) provata con monu- menti da F. Bianchini »> 45 " 1 1 2 Storici greci ( CoUana degli anticbi ) volga- rizzati. Apollodoro tradotto dal Compa- gnoni • Pausania , tradotto dal Clampi ; Ariano , opuscoli tradotti da varj . ..." 46 " 161 Torino ( Cenni storici sulla citta e cittadella di ) , di A. MUaneslo » 46 " 287 Vedove indiane che si seppelliscono yive . >/ 48 " 291 33 Verona illustrata, dl Sc. Maffei .... torn. 45 p. 239 Vie etc. Vita cli Napoleone Boaaparte , pre- cednta da uii qnadro prelimiiiare della rivoluzione fraiiccse , di Walter Scott. . " 48 " 121 Storia naturale. — Acqna minerale in val Lumezzana " 46 " 123 Albero Tallipot " 46 " iSj Almaiiacco pei dilettanti di giardinaggio , di G. Savi " 45 " 27 1 Aniniali bovini. V. Agraria. Ascalafi italiani con nuova specie, di B. An- gelini " 47 " 466 Cervo nero del Ben2;al, di A. Ditvancel . . " 48 » 128 CondlzionL geologiclie del tratto terrestre deir Etna, di C. Gemellaro " 48 " 228 Craniologia di Gall , cadata in discredito an- che ia Ini;lulterra » 48 " 3oo Descrizione fisico-mineralogica di Euua, di G. Alessi » 48 » 221 Diamanti ( Salle minlere de' ) nell' India me- ridionale , di H. W. Voysey » 48 " 128 Essai etc. Saggio di un trattato geognostico- botanico della Flora del mondo primitive , di G. Sternberg » 48 '' 267 Fagiani velenosi j; 48 " 2 85 Feto umano senza testa e senza collo , cenuo di S. Portal » 48 " 228 Flora austriaca E. Host » 48 " 129 ■ italiana, di G. Savi v 48 " 147 . napoletana, di M. Tenore >; 40 " 147 Flora sicula . auct. C. B. Bresl » ^.6 " 94 Floram italicam ( Prolegomena ad ) , A. Ber- tolonii >/ 45 " 272 Fruttilicazione ( Della necessita di osservare le parti della ) avanti e dopo la flore- scenza, di 0- Targioni Tozzetti » ^5 " 172 Funghi. V. Agraria. Insetti. Notnn gamma ed altri insetti dannosi air agricoltura t. 46 p. 87 " Lago di Lngano ( In qual modo possa essersi formato il ) , di A. Litta " Lavori de' natnralisti austriaci spediti al Bra- sile , (la puLblicarsi "47 46 » 283 45 t> 424 47 II 293 47 >i 1^2 46 n 122 45 >t 232 34 Lettera geologico-botanlco-clximica dl C. Pol- lini torn. 45 p. 411 Manuale della storia naturale di G. F. Blu- meiibach coa agginnte del medesimo, di C. G. Malacarne e deirHausmaiin. . . . » Memorie geologiche di P. Marascliini ..." Mineralogie popu'aire ^ par C. P. Brard. . . » Notizie geologiche suUe due Pugiie, ecc. , di G. M. Giovene v 45 " 170 Notua gamma ( Dei danni cagioiiati princi- palmente dalla ) iiel Veronese. Memoria di B. Angelini w 45 " 57 Opere di L. Spallanzani >; 45 " 289 Orang-outang considerabile per la sua al- tezza )/ 48 " 128 Ossa fossili di mammouti e di rinocerond. " 48 " 299 Osservazioni geognostiche sui contorni di Nicosia, di G. B. La Via >/ 48 » 227 • geologiche fatte in Asia » 48 " 128 , . suUa contea di Sommatino del Cassinese, di G. B. La Via » 48 " 219 Piante ( Pubblica esposizione di ) ne' Paesi- Bassi t. 45 p. 286 " 48 " 1 58 Pomona italiana , di G. Galesio >/ 45 " 147 Procellarla , nuova specie descritta da G. Acerbi >; 47 »/ 294 Re2;ni (I tre ) della natura della provincia Bergamasca, di G. Maironi da Ponte . . » 45 » 169 Relazione geognostica de" contorni di Mili- tello, di A. Di Giacomo » 48 " 220 Repertorio delle miniere de' RR. Stati Sardi dal i8i5 a tutto il 1825 t. 45 p. 48 e 197 Societa di Flora a Brusselles. t. 48 p. 286, t. 48 p. i58 Sdrpium dahnaticarum, specimen R.DeVislani » 45 » 278 The natur'l etc. Storia naturale della Bibbia , di T. M. Harris » 46 " 98 Topografia botanica della campagna detta r arena di Catania, di F. Cosentino. . . » 48 » 223 fisica deir Etna e contorni, di C. Ge- mellaro » 48 " 219 Trattato de' boschi deir Etna , di S. Scuderi, » 48 » 220 Vegetabili ( Storia naturale de' ) , recata in italiano da D. A. Farini, ecc »; 45 " 12.7 35 Vegetabilium novorum descriptiones , P. Dc la Slave et J. Lexarza torn. 45 p. 282 Viaggio botanico alle alpi bresclane , del D. Zantodesclii " 46 " 12a Vitella ( Descrizione cU una ) singolarmcnte mostruosa, di V. G. Malacarne »/ 48 " 1^3 Volcaiios etc. Consideraziioni sui vulcani atte alio stabilimento di una nuova teoria della terra, di G. Poulet Scrope. Con una tavola in rame colorata t. 48 p. 70 e 211 Vulcani ( Elenco de' ) attualmente vivi , di F. Arago t. 46 p. 164 TeATRO. V. POESIA. Teologia v. Religione. TOPOGRAFIA. V. GeoGEAFIA. Tragedie. v. Poesia. Vegetabili. v. Storia naturale. Veterinaria. v. Medtcina, Viaggi. v. Geografia. vocaeolarj. v. filologia, ZooLOGiA. V. Storia naturale. 36 Indice generale del nomi. XXcerbi G. t. 45 p. l38, t. 47 p. 394 Aucber G. B. t. 46 P- 248 Acqua (dell') .. 47 » 424 Azzocchi T. 7> 46 » 129 Ailorni G. t. 46 p. ao8 e 41a Afan de Rivera C. t. 47 p 391 B » 48 » 8a Agazzini M. >• 46 » a36 Eacler-Dalbe 5> 46 3) 48 Agincourt (D') Si roux » 45 » 3a6 Eagatti Valseccbi P. J> 47 )) 425 Alamanni L. >• 45 » 246 Ealbi Ambrogio 3» 48 » 387 Albert! F. » 45 » 342 Baldi E. >> 47 » 437 Albertis (De) G. ,. 47 .. 418 Earbaro V. >» 47 » 129 Albertinl Bel engbi P. » 45 » a53 Earbieri Gaetano » 47 » 448 Alessi G. » 48 » aai — Giuseppe » 48 » 368 Alfieri V. t. 45 p. ia8 » 48 » 326 Earlow » 47 3> 3 04 AUegrini G. v> 46 » a85 Earth » 45 » 227 Alloy L. S. > 46 »» 53 Barthelemy J> 46 » 118 AUmiitter G. » 48 » ii5 Barton 5> 48 >. 271 Amard dott. » 48 » 187 Barzellotti G. 7» 45 » 177 Amati G. '• 47 » 398 Basiletti tt 46 » 123 AmbrosoU F. » 48 » 161 Eastia G. L, » 48 >» 386 Amici G. B. >. 47 ,. 470 Battaglia G. » 47 M 449 AnderloniF.t 46 p . 13.3 " 47 '■ 427 Battaglini A. ■ i J> 45 3» 254 >. 48 >. 142 Eaumgartner » 45 » 63 AngelelliM. t. 45 p 245 " 48 " 367 Eeduschi A. » 48 » 283 Angelini B, t 45 f .57 " 47 " 466 Bellardi fratelli » 46 >» 123 AntiUo (D') Senes Trc Eellingeri C. F. » 46 j» 77 SCOT A, >. 47 ., 463 Bellini B. t. 47 P- ai e 191 Antolini F. » 48 » 295 Bellisorai F, t. 48 P 323 Appiani A. w 46 » 154 Bene (Del) Marlanna 3> 48 >. 39 1 Apollodoro J> 46 » 161 Eenuassuti G. 5» 48 » 285 Arago J> 46 » 1 54 Eenlivoglio F. » 47 » 181 Argenti L. t. 48 p. 325 e 36o Eerard F. ■» 45 >. 134 AriciC. t. 46 p. 12,1 6404,1. 48 p. 392 Eerini G. , 1 ■» 48 >» 417 Ariosto L. t. 46 p. aoi e 410 Bellinger I. 1 » 48 .. 117 Arriano t. 46 p 161 Eerni F. » 48 >» 33i Arvisenet C. >" 47 » 271 Eerra D. t. 47 P- 218 e 468 Asdrubali F. '■ 47 '• 134 Eertoloni A. t. 45 P- 272 Aspari C. " 47 " 426 Besetzny J» 47 » 473 Assalini P. 31 48 " 223 Eettoli N. >i 43 » 3oi 37 Eiagi P. t. 4S P a5i CampcUo P. t. 47 P 445 JBianchctti C. t. /^5 p. 102 e 401 Canin » 45 >» 287 Bianchini F. t. 45 P- I 13 Cantil » 46 » 288 — L. >» 48 » 287 Capparozzo M. >i 46 » ii3 Signardi A. D. 7> 48 » 288 Caracci A. » 45 »» i5i Bisi J» 47 » 424 Cardlnali A. >* 47 » 298 Blumenb»ch G. F. M 47 >» 142 — C. » 45 >» 2SJ Boccacci G. 1» 46 1* iiS — L. t. 45 P' 253 e 254 Boccaccini ■• 45 f» 142 Carena G. t. 46 P- 287 Boccanera G. w 46 » 119 Carlyle » 48 » 273 Bocchi A. M 48 » 374 Caro A. t. 46 p. 246 H 46 >» 404 Boerio G. 9» 46 » 210 Caronni P. » 48 >» 393 Bonafou9 M. »l 46 .. 290 Carpentier M. » 47 Tt 259 Bonicelli V. » 45 »> 405 Carrara Spinelli » 47 » 293 Bonsignori G. B. Boquillon N. 46 45 123 228 48 48 36i w 7» Carrer L. t. 47 p 128 > » 329 Bottari G. 9* 45 5> 247 Carta G. B. » 46 » 232 Botticelli M 45 » 14a Caselli G. » 48 » 285 Bozzoni » 46 » 123 Castelbarco (Di) C. >» 45 >( 100 Brarabilla E. >i 48 » 400 t. 48 P- 373 e 38i Brard G. P. M 45 » a32 Castelli F. t. 47 P- 423 Bray (Dt) » 48 » 267 Cast! G. E. » 45 » 240 Breme (Di) » 46 >> 288 Cattaneo ( Grill 0) N. » 48 >i 348 Bre,l C. B. » 46 » 94 Cavalcanti B. » 45 » 240 Briosclii P. .. 47 » 4i5 Cavour J> 46 » 288 Brognoli P. » 48 W 393 Ceresa L. n 45 » 144 Brusa D. » 47 J> 414 Cesari A. t. 45 p . i58 » 47 >> 181 Bruyere L. W 45 M 87 » 48 » i5i Buccelleni t. 46 p. 132 »> 48 » 392 — Desiderio »> 47 >» 423 Buchanan » 48 » 273 Cesarotti M. » 45 j> 246 Buffoii » 45 >» 127 Cherubini F. t. 46 P- i37 e 210 Bull M. » 45 .. 235 Chiozzotto F. t. 48 P- 281 Burinanno t. 47 p. ia5 » 48 >» 326 Christie y> 47 » i53 Biirgtr G. A. » 45 » 236 Cibrario L. » 45 » 399 Ciampi S. t. 46 p- ii3 e 161 C Cicerone t. 47 p- t. 125 48 47 e P- 181 336 Cagnazzi L, w 47 U 74 Cicognani F. w 445 C-rrnoIi A. » 48 w 431 Cicognara L. w 48 >» 4.5 Callk-au A. B. » 47 » 285 Cinia F. y 46 » 441 Calabro (Quinto) » 47 » 437 Cimorelli M. » 46 » 190 Calvi .' 47 .. 293 Cipriani G. >* 45 M 143 Calz.i G. V 47 » 454 Cipro G. » 48 M 38o 38 Civiale t. Coggi Colebrooke t. 48 p. Colombo M. t. Combatti B. >. Combe G. » Compagnoni t. 46 p. 161 » Contessi (Melandri) G. » Coppi A. » Corflier »» Cornaro L, >• Cornelio Nipote » Cosentino F. >• Costantini M. » Cousin V. » CrippaSepolinaGiuseppa » Cristoforis (Dc) G. B. » Crivelli A. Crosta L. Cosi G. t. 48 p, t. 47 1 46 48 : 46 48 48 48 47 ■' 46 45 46 48 48 47 47 45 47 • 99 46 46 i53 123 . 390 6i 3oi 143 195 a83 57 243 129 323 426 116 428 94 293 2o5 . 258 60 Durelli F. Duvaucel A. t. 45 p. 14a » 48 » 128 Dalbc (Eacler-) » 46 Dante Aligbieri t. 45 p. 1 5 8 e 3 1 p. 201, t. 47 p. 146, t. 48 Darif » 47 Davis t. 48 p. 271 Denais A. t. 46 Denina C. ■ •'"'i -. » 4$ Devergier N. » 47 Diacono (Paolo) » 46 Diedo A. t. 45 p. 143 >' 46 Diotti Dodici V. Domat G. Dominici (De) F. Donadoni F. Donegani C Dubois L, t. Duchesne Dupiu C. » 47 » 48 » 45 ., 45 > 48 >• 45 46 p. 83 c. 47 » 47 » 48 8,1.46 p. 274 » 418 e 373 p. 392 » 248 x 41 1 » a36 X 128 " 417 » 412 »* 26a » 373 » 341 .. 375 c 378 p. 102 )i 3o6 Eckerlin A. : Eckhel t. 45 p. a33 ! Egvilie (James Hervet d' ) 1 Elice F. Esquirol Fagnani F. Falconetti Fantonctti G. E. Farini D. A. Feilericl F. Fell E. Feoli V. Ferrario Girolamo — Giulio Filippi (De) G. B. F. Filippini Filone giudeo Fiocchi P. FolcUi G. Fontana A. — ^• Fontcnelle (Julia) Forcelllni E. Fornasini G. Fossati G. Franceschetli G. Franccschinis F. Francesetti Frank G. t. 46 p. 389 47 • 425 46 X 398 47 » 427 45 » 1 36 47 >' 140 Francklin col. Freinshemlo Frcyssinous Frisiani P, Furaagalli I. Furlaneto J. 48 48 47 45 47 48 46 46 45 45 46 46 47 48 47 45 48 48 46 47 47 45 46 47 48 48 47 45 48 48 48 332 433 459 127 128 128 3o5 291 145 269 123 348 i3i i55 427 9 5 i56 325 122 414 422 116 289 458 255 27:1 t2 5 122 430 I 3o 325 39 G Guatti t. 48 p 892 Cuidetti B. » 48 » 488 Gabba t. 46 p. 122 Gagna G. T 47 « 4^3 H Galesio G. - 45 » 147 Gall j> 48 !• 3oo Hamilton >> 48 » 278 Gallini S. » 48 » 187 Hammer (De) t. 45 p. 3a e 386 Galvagna B. F. » 46 >. 129 3i t. 47 p 10 t. 40 p. Galiippi P. » 47 » 45 Harris T. M. » 46 » 93 Ganiliara F. » 48 » 379 Hausmann „ 47 V 14a Gandini F. » 45 » 146 Hayez t. 47 5. 416 e 418 Ganclolti M. » 45 » i55 Herbert J. D. t. 48 p 128 Garavaglia G. » 47 " 426 Hervet d'Egville James - 47 » 437 GargalloT. t. 45p. 377 » 48 » SaS Heyne » 48 »» 326 Gargnnni G. » 48 >> 369 Hirzel L. It 46 » 97 Casparotti T. » 46 >■ 412 Hohler » 48 >* 408 Gazzcra 0. » 47 » 117 Host E. B 48 >. 129 Gellert » 48 « 367 Hubert! F. » 48 J. 373 Gemellaro C. t. 48 p. 219 e 223 Humboldt (De) A. » 48 » 435 Cera F. A. t. 47 p. 463 Gerard P. » 48 » 128 I Geromini F. G. » 46 » 267 Giacomo (Di) A. » 48 >■ 220 Inghirami F. » 45 » 146 Giani S. » 48 » 349 Isac A. t.45p. 149 e 3oi >. 46 >■ 415 Giannone » 48 « 29 1 GiojaM. t. 47 p. 378,1. 48 p. 90 6438 J Giordaui P. t. 48 p. 391 Giovanelli B. » 45 » 395 Jaeger G. » 45 > a85 Giovannini J. M. » 45 » 1 5a Jarry Di Mancy A » 4^ " 9 a Giovene G. M. >> 45 r> 170 Jenkins R. » 48 » 128 Giovio G. B. .. 46 » 191 Joli G. » 46 »■ 122 Ginstiniano .• 45 •> 123 Julia-Fontenelle >. 48 • i56 Glyn .. 48 .. 271 Gori Pannilini F. .. 46 .. 437 K Goslicio h. G. « 45 » 23 Gozzi G. ,. 47 „ 437 Kishen Kant Bose « 48 » 128 — M. « 47 „ 424 Klaproth " 47 " 1 1 1 Grandoni S. » 46 » 122 K-Otzebue A. >. 48 » 385 Grasset Saint-Sauveur » 45 " 146 GravinaG.V. t. 45p. 241 » 46 >• 119 Grillo Cattanco N. » 48 .. 348 Guarera P. » 45 v 148 Guattaui G. A. « 47 v 129 Labus t. 47 p. 37* X 48 »■ 431 Lacroi.<( S. F. x 46 >• J47 40 Lama (Dc) P. t. 45 p. 25S Malacarne V. G. t. 48 p. 193 Lambruschini R. » 46 » 283 MalacViisio G. ,. 47 ,. 43o Lampreili U. 3> 46 » 194 Malipiero » 48 » 355 Lancetti V. M 47 .. 176 Malte-Erun » 48 » 433 Landi F. » 45 » 164 MaWica F. » 45 '• 261 Lantloni J. » 48 » 278 Malvolti G. >• 46 >' 61 Lanzani £. » 46 >> 255 Manfredlni G. ' 47 " 423 LascarJs m 46 » 286 Maniago (Di) F. » 46 » 129 Lavellj >» 45 » 142 Manzini G. » 46 )• 58 Lazzari A. >» 45 » 144 Manzoni A. t. 47 p. 322 > 48 V 3a Lea » 48 » 273 — D. e Monticelli G. t. 46 p. 55 e 59 Legnani G. » 46 » 58 Maraschini P. t. 46 p 122 Leonard! F. » 48 .. 441 Maravigna C. » 48 » 227 Leoni M, t . 45 P- 92 I 3oi Marcbese L. » 48 » 3 80 Leopardi G. t. 46 p 194 Marches! P. » 47 » 419 ■ t. 48 p. 329 e 394 Marchetti G. » 48 » 369 Letarouilly t. 46 p 398 Marengo C. » 48 » 375 Lexarza J. » 45 V 23a Marini L. » 45 » 253 Libri G. » 46 » 259 Marmora (Delia) A. » 45 >' 188 Licthenthal P. » 48 .. 27 Marri G. » 45 » i5o Ljtta A. » 45 » 424 Marsand A. s» 4^ " 221 — P. t. 45 p. 147 » 40 .. 33i Martina G. » 48 » 3-7 Lombardi A. t. 45 p. 166 e 167 Martini A. » 48 >' 335 t. 48 p. 390 — L. t. 45 p. 90 e 339 Longlii G. » 45 .. I 5o Martucci O. t. 47 p 3oa Lorenzi B. t. 45 p . 393 » 48 » i5o Marziale M. Val. » 48 » 33a Luciano G. » 46 » 289 Marzoli Mascagni P. » 46 » » 46 » 123 278 M Massa Saluzzo L. .. 48 » 368 Matbeus C. » 47 » 427 Macchi L. » 47 » 424 Mauro A. i> 45 » 143 Macoppe » 45 » 406 Mazois F. » 46 >■ 399 Maestrani M. » 47 '• 425 Mazzucchelljt. 45 p. 32 1 » 46 » 404 Maestri F. " > » 48 » 407 Melandri Contessi G, » 48 » 195 Maffei A. » 48 » 161 Melchiorri G. » 45 » 2:#3 — G. P. » 46 » 242 Melegar! F. » 45 » 123 — S. >■» 45 » 289 Meli D. » 47 " 137 Maggi G. » 48 » 339 Meneghezzi F. '■ 47 '> 453 — G. A. M 45 » 321 Mentelle E. » 46 » 227 Magistrini G. S. » 45 » 175 Micbelet » 46 » 3gi Mai A. t. 47 P- 161 e 3i3 Migliara j. „ 47 „ 423 Maironi da Ponte G. t. 45 p. 169 Milanesio A. >. *,6 )' 237 Malacarne C. G. » 47 " 1^2 Mllde E. V. " 47 " 270 Milizia F. MiltOB G. Minardi T. Miiiciotti A. M. Mini G. Minutoli (Di) B. t. 45 p. 243 » 47 » 435 X 47 » 426 >> 45 » 89 » 48 » 357 » 45 »> 129 MissiriniM. t. 45 p. a53 » 48 » 440 Mocchetti A. t. 45 p. 93 » 46 » aio Mocenigo P. Moja A. MoUet G. Moncbablon G. J. Montesanto G. Monti Gaetano — Girolamo » 48 » 36a >. 47 » 414 » 45 >' 405 »> 46 » 240 » 46 » 270 » 47 » 422 >• 48 » S91 — Vincenzot. 45p. 3ai » 46 » 299 ,. 47 „ 3 Monticelti e Manzoni t. 46 p. 55 e 59 Morcelli S. A. t. 46 p- 187 e 417 Moreau De Jonnes t. 46 p. 266 Morelli Moreni D. Moreno G. B. R. Morgagni G. B. Morghen Moses » 46 n a88 » 46 B 226 » 46 » 108 » 45 » 287 » 45 » i5i » 45 » 142 Mozzoni C. t. 45 p. a8i » 47 » 470 Munch E. » 47 » 269 Muechi P. >, 47 ,. 263 Musso P. » 46 » 291 N Narducci P. » 47 » 4i5 Na?er ud-Din >> 48 » a-ia Nava A, » 47 » 424 Nibby A. t. 45 p. 264 » 48 >. 421 Niceta (S ) >■ 47 r.'icohi N. M. » 45 Nicolini t. 46 p. 99 e I22» 48 T^iccoliiil G. B. >■ 46 Noale A. „ 48 >• 420 Noel F. „ 47 „ 259 3i8 a54 173 99 41 Oddi G. t. 47 p. 290 Olcese O. •» 46 » 240 Olivier-Poli G. M. >. 48 » 411 Omero » 48 >■ 375 Orazio t. 47 p. 26a t. 48 p. 278 c 328 OrioliF. t. 46 p. 2590264 t. 48 p. 41 7 Orsi G. A. t. 47 » 283 Ortalli G. >> 46 » 41a Orti G. G. » 48 » 416 Ortolani G. E. » 46 » 137 Ossian » 45 >> 246 Ovidio t. 47 p. 12^ » 48 » 326 Pacini L. - » Pagani » — Cesa G. U. t. 46 p. 3 .. — G. Paganini P. » Palagi P. t. 47 p. Palazzini G. t. 45 p. 408' t. Paley G. .. PaUetta G. B. t. 46 p. Pandini P. t. Panigoni Onorata » Panizza B. » Pannilini (Gori) F. » Panofka » Paolino (S.) » Paolo Diacono » Papetti G. » Papi L. > Paradisi A. » Parca E. » Parini G< » Parraense B. » Pa5<(ualini A, » Passeroni G. C. >■ Paterno G. A. Faufania v 47 '" 46 » 47 - 47 " 47 .. 416 c 47 P' 48 >. 175 e 45 p, 47 " 46 » 46 » 45 •> 47 » 46 >i 45 » 47 " 46 » 45 » 45 » 45 .. 48 .. 48 ~ 48 « 46 X 460 123 267 414 463 418 i36 436 348 137 433 27S 437 146 3i8 236 12S 43s 333 40 3 246 i5i 443 3i6 325 161 42 Pellerj G. t. Peroui V. >> Perrot A. M. » Pesce G. » Petracclii A. >i Petrarca F. t. 45 p. ■ t. 46 p. 20 1 e 22 1 , t. Peyron A. » Fezzana A. » Pezzi C. A. >. Pichot A. » Ficozzi C. » Picquigny (Be) B. >• Pignotti L. » Pindemonte G. >' — I. t. 46 p. 2o5 » Pinel « Pinelli B. » Piranesi r> Plainer C. » Poggi C. i» Poisson » Poll B. .. — (Olivier) G. M. » Pollini C. » Poliziano A. t. ^^S Pompei G. Pontier P. H. Pope A. Portal S. Portirelli L. Pothier R. G. Poulet Scrope G. t. Fozzi G. Pratobevera C. Prechtl G. Frinsep I. Frini A. Procio Pyrker M. S. t. 48 p 48 p, 46 > 46 » 46 » 47 » 241 e 48 p. 48 » 48 >■ 47 » 45 » 47 » 46 » 45 » 48 » 48 » 45 » 45 » r> 45 » 46 » 47 » 47 » 46 » 48 » 45 p. 345 t. 46 3> 45 » 46 y 48 » 45 » 45 45 p. 70 e 21 1 t. '46 p. 279 » 48 » » 48 » 7> 48 » » 46 " " 47 » 355 c , 283 122 57 184 448 246 • 329 414 423 268 378 415 a53 393 385 406 28a 143 14a 243 418 304 62 411 411 246 205 234 254 228 Quadii A. t. 45 p. 249 t. 48 p. 241 Quarenghi G. » 46 » iij2 Quinto Calabro » 47 » 487 R 240 123 426 ii5 128 268 116 362 Rafaele (Di S.) Ragazzoni G. B. Raggio V. Raineri G. » 45 M 122 » 46 <• 122 » 47 » 426 .. 46 » 58 Ratti N. t. 45 p. 254 » 48 >■ 419 Ravani G. ,. 48 » 336 Ravenct F. » 45 » i54 Regli F. ,. 48 » 383 Reichardo C. T. » 47 >. 404 Remtisat A. » 45 » 229 Renouard A. A. » 46 » 92 Renucci F, O. » 48 » 872 Ricci L. » 46 » 283 Ricciani A. » 45 » 147 Riccobelli P. >• 48 » 892 Richard de Rouvre F. »> 46 » 60 Rldolfi C. .. 46 » 283 Righctti F. >> 47 » 438 Ritorni C. j> 47 » 449 Riva A. ' » 47 >) 41 3 — S. ~ » 47 i> 140 Rivato » 48 >• 393 Rivera (De) Afan C. » 47 >■ 391 » 48 » 82 Robert fratelli » 46 » 123 Roberti B. » 46 »> 254 — G. B. » 45 >* 91 Robertson G. >> 46 >■ 362 Roero (Saluzzo) Diodata » 48 » 349 Romagiiosi t. 46 p. 36* » 48 v 229 Rom;inini conjugi » 47 » 426 Rosa Morando F. e D. .. 48 » 3 57 Rossari G, » 47 » 414 Bossi G. " 46 >' 145 Rousseau » 46 » 289 43 Iluccllai G. t. 45 p. 246 Rudoni P. » 48 » 840 Ruggiero P. » 47 » i38 Rulikofio » 48 » 3a6 Euperti >> 47 » ia5 S Sabatti » 46 Sage (Le) M. A. » 48 Saint-Sauveur Crasset >• 46 Sajani (Zauli) «• 47 Sala V. "47 Salfi F. ..45 Salomone t. 48 p. 348 Sa]uzzo (Massa) L. t. 48 — Roero Diodata >» 48 Sannazzaro J. >■ 45 SaviG. t. 45 p. 147, 371 » 46 Scarpa A. » 48 Schiavoni N. » 45 Schiller F. >. 48 Schilling » 47 Schizzi F. t. 45 p. a66 » 47 Schoell F. t. 45 p. 8 » 48 Schoenberg (De) A. » 45 Schutzio. t. 47 p. 125 » 48 Sclafani G. » 46 Scorziui L. "47 Scott Walter » 48 Scrope (Poulet) t. 46 p. 70 Scuderi S. t. 48 Seneca » 46 Sencs Trescor d*Antillo » 47 Sepolina (Crippa) Giu- seppa Serdonati M. F. Sergent-Marceau Servia G. Scttele G. SeylTarth Siuione (De) £. Siiuonetti C. » 47 » 46 " 45 >' 47 j> 45 7> 46 » 45 » 4^ » laa .. 398 » 146 » 445 >» 41S » 4a e 349 p. 368 » 349 » 240 > 283 » i53 M i5o » 161 » 469 » 436 » 403 •> 264 » 326 V 266 " 414 >• 121 6 211 p. 220 » 137 » 463 .. 4^3 » 242 » 145 » 423 » 253 >■ 418 " 409 » 144 Sincsio. t. 47 p. 427, t. Siraiii Elisalietta » Sisniondi (De) S. t. 47 p Slave (Dc la) P. t. Smyth G. E. » Soavi A. n Sognj G. ,. Spallauzani L. » Speranza C. » t. 47 p. Spinelli (Carrara) G. t. Splitz F. Spolin Spotorno G. B. Spreafico Teresa Stcinbiichel A. Stellini G. Sternberg G. Stirling A. StofFella della Croce Strambio G. Strange R, Stucchi S. Svegliato G. Superisto D. Taddei G. Targioni Tozzetti O. u Tasso T. t. 45 p. 241 e p. 123 e 201, t. 47 p. Tassoni A. t. t. 47 p. Taverna G. t. 45 p. 94 t. Tavernier A. » Temanza T. > Tenore M. » Terzi A. » Thion » Thomson » Tibaldini G, G. M. « 48 p. 45 >. . 84 e 45 p. 48 >. 45 ,. 47 •' 45 » 45 » 6a e 47 P- 48 » 45 M 46 .. 48 .. 47 , 45 » 46 .. 48 » 48 » 45 « 45 » 45 » 45 >' 48 >» 45 >' 367 i5i 238 232 3i3 143 4i5 239 287 207 293 36i 388 418 3 425 233 117 267 138 395 262 i5S 146 36a 253 46 B 284 45 >' 17a 247, t. 46 262 e 434 45 p. i45 266 c 454 47. P- 146 47 47 45 46 47 47 47 459 281 147 55 472 263 262 44 Tiedcmann F. t, Tipaldo E. t. 45 p. 8 « Tiraboschi G. » Tito Livio t. 47 p. 1 a5 » Toblini G. » Tonelli (De') ,. — G. Toschi P. t. 45 p. 148 , t. Tosini A. > Trescor d'Antillo (Senes) » Treviranua " Trivulzio G. G. » Turner-Cooke G. » Turroui G. » 46 p. 96 Visconti A. t. 45 p. 2 54, t. 46 p. 3o5 48 » 40 3 — E.Q.t.45p. [43, t.46 p. 1946416 45 >> 240 — F. V. t. 46 p. 3o5 48 »' agi — P. >y 45 » 204 48 » 36o Viiiani (De) R. » 45 X 273 48 1- 367 Voghera G. >» 45 )' 142 48 ■ 429 Volta A. » 47 » 461 149 e 3oi — L. G. >» 48 » 404 46 p. 415 Voysey H. W. 3> 48 » 128 45 •> 144 47 •> 463 W 46 >• 96 45 » 321 Wagner A. 3» 46 >• aoi 47 » 139 Walter Scott » 48 » 121 46 » 193 Ward ?> 48 » 27 I Wilson H. H. >> 48 .. 128 Wohler ?» 46 .. 97 Wunderlichio » 48 » 826 Uberti J. » 48 » 37a "Valadier G. Talsecchi A. — (Bagatti) P. Tantini Vaselli D. Vassalli Eandi A. Yenturi G. Venturoli G. Vermiglioli G. E. Vescovali L. Yia (La) G. B. t. Vico G. B. ■Vidali (De) G. B. Yigo A. ■Villamena F. \'illeneuve L. Virgilio t. 46 p. 48 246 » 46 » 45 - 47 >> 46 » 45 »> 45 » 46 » 47 » 47 " 47 p. 219 t. 46 " 47 » 45 » 45 " 47 48 » 3o5 » 260 » 425 » 123 »> 14a >. 173 » 435 » 290 T> 284 » 298 e 227 p. 3oi >> 289 » 126 » i5i » 425 » 026 Young E. » 48 » 287 — O. » 48 .. 369 Yriarte t. 46 p. 122 »» 48 » 893 Zaccarelli L. » 45 >> 406 Zach A. » 46 >» 5o Zamboui G, » 45 >> 174 Zangirolami F. » 48 » 358 Zanotti F. M, x 45 >• 241 Zantedeschi » 46 » 12a Zapparella 5. 48 » Sga Zauli Sajani T, » 47 » 445 Zeiller (De) F. » 48 » 1 53 Zuccala G. t. 47 p. 451 » 48 » 280 Zucconi G. w 46 » 20 5 Zuradelli G. » 46 » laS .#^' 4 JUN30 / V » #'•' / 9 1^ ,^*^ .t-J T^."^*^ B*^•- - iSFt . .*«^^ J y '