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BIBLIOTECA ITAIvIANA
O SIV.
GIORNALE
DI
LETTERATURA,SCIENZE ED ARTI
COJIPILATO
DA VARJ LETTERATI.
ToMO LXVIII.
ANNO DICIASSETTESIMO.
Ouobre, Novembre c Dicembre
i832.
MILANO
iloWifr'A.LE RKCIA. STAMPEKIA,
Jl presente Gloriiule^ con tutti i volumi precedenti^ e
posto sotto la salvagimrdia delict Legge , essendosi
adempiuto a quanto essa prcscrive.
BIBLIOTECA ITALIANA
PARTE I
LETTERATURA ED ARTI LIBERAL!.
Scriptorum vcterum nova collectio e vaticanis codicibus
cdita ab An^elo Maio bibllothccce Vaticanos prcefccto.
— Romce, 1802, typis vaticanis. Vol. VI, in 4.° (1).
>C.uesto che ora annunziamo e il sesto degli ampj
volnmi della collezione vaticiina degli antichi scrittori
pubblicati per la prima volta da nionsignor Mai a be-
nehcio della religione e delle lettere. I soggetti che
m esso coutengonsi sono tutti biblici o ecclesiastici;
ed essendo diviso indue parti, presenta nella prima
le cose scritte in greco, e quelle scritte in latino nella
seconda. II famoso Teodoro Antiockeno ^ detto ancora
Mopsuesteno dalla sua sede vescovile di Mopsnest.ia
nell'Asia minore, occupa quasi tutta la prima parte
del volume co' suoi greci cominentarj sopra i dodici
profeti minori noa accompagnati da versione latina.
Seguono alcuni squarci di altre opere del medesimo
autore egualmente in greco , i quali furono raccolti
da Leonzio Bisantino, e che non conoscevansi sinora
che per la traduzione latina pubbin atane dal Tor-
riani. In fine apparisce la seconda disputa soitanto,
essendo gia nnta la prima, benche imperfettamente,
del lilosofo Teoriano con Nerscte patriarca generale
(i) Vedi Bibl. Ital. torn. 40.°, ottobre iSaS, pag. 87 i
torn. 47.°, agosto e seiteiubre 1827, pag. 161 e 3i3i
torn. 52.°, novembre 1828, pag. aaS^ e torn. 64.°, no-
veuibre i83i , pag. J45.
4 SCRIPTOnUM VETERUM NOVA COLLECT! O
degli Armeni , colla versione latina del medesimo
editore, il quale vi ha iiggiunto un supplimento alia
prima disputa , ed alcuni estratti dell epistole del
summentovato patriarca Nersete.
Sine dair anno 1825 quando apparve alia luce il
primo volume di questa vaticana collezione , vi si
lessero inserite alcune parti del suddetto commentario
di Teodoro Andocheno , e moko si parlo di lui nella
prefazione dell' editore, die si riserbo di pubblicare
il rimanente a tempo piu opportuno in un altro dei
susseguenti volumi. Fedele alia sua promessa egli ha
voluto sdebitarsene ora col pubblico , e nel modo
il pill largo e compiuto, riunendo in questo volume
tutte quelle parti che del medesimo aiitore aveva
gia publ)licate autecedentemente, onde nella sua in-
tegrity sia meglio conosciuto. Condiscepolo ed aniico
di S. Qioan Crisosionio , onorato col nome di poll"
store e di magna per la sua moltiplice e vasta dot-
triua , interprete felicissimo delle sacre scritture, il
3Iopsuesteno non e andato sempre scevero da impu-
tazioni e da errori sino a piizzar di eresia presso
alcuni. Egii fioiu nel IVsecolo, il piii glorioso e ve-
ramente aureo per le sacre lettere, coltivate e pro-
mosse in quel tempo dal maggior numero dei piu
illustri Padri e scrittori. 1 suoi commentarj sopra i
dodici profeti minori , che ora per la prnna volta
escono interi alia luce , vennero letti dall editore
in due diversi codici vaticani , de' quali il membra-
naceo piu antico, piu compiuto e meglio conservato
passo recentemente dalla biblioteca de Colonuesi alia
Vaticana. Ne soli questi due sono i manoscritti esi-
stenti € noti che hanno serbato alia posterita le opere
di Teodoro j poiche altri n' esistono a Vienna, a Ve-
nczia, ecc, e tutti sono diligentemente indicati dal-
r editore, benclie niuno prima di lui ne abbia niai
intrapresa la stampa.
Che tali commentarj appartengano realmente al fa-
moso vescovo di Mopsuestia e noii ad altri , e di-
mostrato evidentemente colla piu sana e dotta critica
e VVTICAXIS CODICIBUS. 6
nel discorso preliminare tanto del I.° die di qiicsto
VI volume. Quali poi nc sieno i pi'eg;i , tutti quei
die couobbero il niaiioscritto iii qualiinqiie tempo
antico o modcrno , Ji dichiarano graadissirai e di
somma importanza. Imperocche rautore abbiacciando
colla sua niente tutta i'estensione dei sacii vaticinj
d' oeini 2:enere , li confronta e li rischiara a vicenda
~ o , . , , .
facendo servire gli uni agli altn, conncttendo i pro-
feti minori coi niaggiori, e principalmente coi salmi
davidici die ha pure dducidati con iiieravigliosa fe-
licita. Qniiidi iielle sue spiegazloni apparisce seiiipre
dotto , acuto e facile seiiza abuse di fantasia. Non
ci ha dubbio pero die spesso mostrasi soverchiamente
attaccato all'istoria, ed alieno dalle allegoiie e da
ogni altro senso che non riferiscasi alle cose e alle
persone delT antico Testamento. Percio la sua sobrieta
neir applicare quelle profezie a Gristo e alia sua
Chiesa , fu gia biasimata da molti, e non viene certo
approvata dal med<^simo editore che lo loda, e lo
riprende secondo die merita. Ne' profeti specialniente
minori egli non vede ordinarianiente die cose rela-
tive alia schiavitu e alia liberazione degli Ebrei: osa
asserire che agli uomini dell' antico Testamento erano
affatto ignote le persone del Figlio e dello Spirito
Santo. Per lo die apparve non senza ragione sospetta
una tal nianiera d interpretare le Sacre carte, e fii
giudicata piii atta a favorire le idee de' Giudei che
quelle de' Cristiani. I\Ia con tutte queste mende ed
accuse , i conimentarj di Tcodoro sopra i profeti
minori sono assai pregevoli e degni della pubblica
luce, cui iinalmente vengono consegnati dal bene-
merito nionsignor Mai.
La seconda disputa del fdosofo Teoriano con Ker-
sete, patriarca generale degli Armeni, ha principio da
una lettera delT imperatore Emanuele Comneno , che
tanto amava di prender parte nella quistione di teo-
logia. Fu munita di questa lettera la spedizione del
«.ummentovato Teoriano e di Atinano diretta dal me-
desimo imperatore al patriarca suddetto; e bcnche nel
6 SORirTORUM VETERUM >'OVA COLLECTIO
codice vaticano apparisca ripetuta tanto a\anti la
prima clie avanti la scconda disputa , non fii pero
pubblicata da Leunclavio editore della prima disputa
sino dair anno i5-8, perche non leggevasi nel suo
imijerfetto codice. Non mancando essa d'interesse, ed
esscndo atta a far subito conccj)ire un' idea di siffaLte
dispute, leggesi con piacere alia testa della presente
cdizione. Segue una lunga lettera di risposta del pa-
triarca; nella quale, accadute gia le conferenze di
cui da conto , giustifica se stesso e la Chiesa ar-
ttiena delle accuse loro addossate , e fa la sua inge-
nua professione di fede , specialmente intorno alia
Trinita e airincarnazione di Cristo. Altre lettere im-
portantissime deH'imperatore e del patriarca armeno
siccome ancora del bisantino vengono in seguito, dalle
quali apparisce sempre piii chiaro lo spirito di quelle
discettazioni che suscitarono molto claraore in Orieute
verso la fine del secolo XII. Finalmente segue la
lunga disputa di Teoriano cogli Armeni e coi Sirj
Giacobiti, che e bellissima giunta di storia ecdesiastica.
II principio della seconda parte del volume offre
le opere diverse dei varj Attoni , due de' quali fu-
rono vescovi di Vercelli e faltro cardinale tra il X
e r XI secolo. La biografia di costoro pei tempi te-
nebrosi in cui vissero, rmiane ancora oscura, ad onta
delle cure e delle ricerche di alcuni eruditi. Egli e
certo pero die i vescovi Vercellesi di questo nome
furono due; T uno seniore, il quale visse tra il IX
e il X secolo, poiche era vecchio nelf anno 946,
conV egli stesso dichiara nel suo testamento che leg-
gesi prima di ogni altra cosa; Taltro juniore, il quale
scrisse molti sei'moni sacri, e f oscurissimo PoZi^j^ico
dopo il X secolo , accaduta gia la morte del papa
Silvestro II , come chiaramente dimostrasi dalf edi-
tore. Varj di questi scritti erano gia stati consegnati
alle stampe antecedentemente •, ma in modo assai
scorretto ed incompiuto , come rilevasi specialmente
da quel barbaro, inusitato e poco intelli2;ibile scritto
conosciuto sotto nome di Poliptico o Perpendiculare
It VATIC-VNI? COniCTBUS. 7
'cmisistente in una specie di ccnsura fie' suoi tempi ,
I'elativa principalment^ ai potenti ed ai principi d'al-
lora, di cui riprende altaniente Tanibizione e gli altri
\'izj. Diciotto sono i discorsi datici dal Mai; dodici
de' qnali inediti totalmente, come inedita ancora era
la prima scrittura del Poliptico, poiclie soltnnto la
seconda si conosceva. E meraviglia come i dotti ec-
clcsiastici Vercellesi non avessero tinora compito I'edi-
zione di questo loro famoso Attone lasciata imperfetta
dal canonico Buronzio. Viene in scguito il Capitolare ,
ossia na epilogo o estratto de' sacri canoni scritto
daU'altro Attone, cardinale di S. Marco, per uso dei
preti della sua Chiesa.
II commentario alle profezie di Osea di Remigio
Antisiodorense , il quale tiori nel IX secolo, e oppor-
tunamente agginnto a questa edizione. Imperocche ,
essendo gia editi nella Biblioteca de' Padri gli altri
commentarj del medesimo autore sopra tutti gli altri
profeti niinori, colla mancanza di questo solo sopra
di Osea per esscrsi servito quell' editore di un co-
dice mutilo ed incompiiito, bene a ragione supplisre
oi'a il Mai a tale mancanza pubblicando quest' altro
commentario di Remigio tratto da im antico codice
Taticano piu conservato ed intero, e contrapponendo
cosi r interprete latino al greco Teodoro. Segue una
breve ma interessante esortazione a' preti attribuita
al papa Eutichlano , che dovrebbe aggiungersi agli
altri scritti , i quali vanno sotto il nome del mede-
simo pontefice. Apparisce inoltre un epilogo di utili
avvertimenti al clero tratto dal medesimo codice va-
ticano , die non indica pero nulla ne dell' autore , ne
del libro dal quale fu raccolto.
Le tre dissertazioni o diatribe: De Attonihns , De
Capitularibns e De pcenitentiali romano non sono an-
tirhe quantunque inedite: esse appartengono ad un
erudito e djligente scrittore del secolo XVIII, del
quale il nostro editore non determina il nome, e
percio rimangono anonime. Opportunamente pero
inserite sono in questa edizione pei molti lumi che
8 SCRirTORUM VETERUM NOVA. COLIECTTO
sparixono sopra gli an tori e gli argomenti del volume.
II manoscriLto conservasi nellak mcdcsima bihiioteca
Vaticana. II 3Ial promette in nota di voler pubbli-
care in appresso altre tre simili diatribe inedite di
Leone Allacci suo predecessore De Nice.ds, De Pld-
lonibus e De Theodoris^ sebbene il nianoscritto non
esista nclla Vaticana, essendo stato da lui letto altro-
ve. Sennono alcuni opuscoli inediti del nnovo dottore
di S. Chiesa S. Pier Dnmiani: precede la relazione
di un suo via2;2;io in Francia al fiimoso monastcro
di Cluny in Borgogna inviatovi dalla Santa Scde
Eomana per liberare quei monaci Benedettini dalle
usurpazioni del Vescovo di Macon. L' autore della
relazione fu compagno del santo uomo , il quale era
<>;ia veccliio quando intraprese quel viaggio con feli-
cissinio snccesso. II secondo e V esposizione del Ca-
nonc dclla Messa, il qual manoscritto , benclie assai
pregcvole , e tutcO steso dal santo dottore , resto
inedito sinora e sconosciuto quasi generalmente. II
terzo e una collezione di cose evangeliche, teologiche
e morali estratte dagli opuscoli del Dainiani per cura
di un suo discepolo. Egli e gia noto che nell' edi-
zione delle opere del santo dottore procurata dal
Caetatd csiste una simile collezione reiativa unica-
mente alle cose del Testamcnto veccliio ; ed ora per
cura del Mai coniparisce alia luce anche V altra re-
iativa al Testamento nuovo, trovandosi riunite ambe-
due in un antico codice vaticano. Oltre tutto cio
trovasi sulla fine del volume un nuovo libro isto-
rico di Pietro Diacono scrittore e cronista casinense
assai noto. Argomento di qucsto libro e la vita
e la niorte dei santi del mouastero di Monte Ca-
sino : De ortu et obita justorutn ccenobii Casinensis.
II manoscritto conservasi nella Vaticana , ed e steso
a imitazione dell" altro del mcdesimo autore sopra gli
uomini illustri dcllo stesso monastero , che fu pub-
blicato, sono gia molti anni. L'erudizione, la sem-
plicita ed il candore di questo scrittore appariscono
esiiberantemente in questa come in tutte le altre
E VA.TICANI9 CODICIBUS. 9
opcre sue. Cliiude finalmente il volume nn prege-
vole opuscolo inedito di Agostino Faliero , cardinaie
e Ycscovo di Verona, diretto airimmortale Federico
Borromeo, altro degnissimo cardinaie di S. Cliiesa ,
il cni titolo e De occnpationibiis diacono S. R. E.
Cnrd'inaU dlonis. Questo manoscritto esistendo in altro
biblioteclic , oltre la Vaticana, era state gia cono-
sciuto e letto da molti altri che ne flinno onorata
menzione, tra' quali anche il Tiraboschi'; ma cio non
ostante era rimasto sempre inedito.
Noi credianio di non dover linire qncsto artlcolo
senz' a2:<^inn2;ervi Tannunzio che munsis;. J/^/i avendo
dovuto ultimamente riprodurre alle stampe il prime
volume della sua Collezione vaticana, ne ha tolte
alcune parti per inserirle piii opportunamente in altri
volumi onde fossero meglio riunite, come, ex. gr. ,
ha fatto del Teodoro Mopsaesteno ^ riunendolo tutto
nel VI volume. In compenso ha creduto di aggiun-
gere al primo volume molte altre cose inedite piu.
acconce per quel volume e non meno interessanti ;
f[uali sono: i." frammenti diciotto della perduta Teo-
fania di Eusebio: 2.° lui aumento quasi del doppio
al commento dello stesso Eusebio a S. Luca; 3.° un
largo squarcio del trattato Pasquale scritto da Euse-
bio a Costantino, il quale lo fece tradurre in latino
e distribuire a tutte le chiese; 4.° giunte alle cpii-
stioni evan2;eliche di Eusebio : cose tutte non mai
stampate per lo innanzi, come dalla prefazione pa-
gina xxxv^; 5." il discorso di un vescovo (probabil-
meute di S. Audoeno o di S. Eb2;io) a Clodoveo II
re fanciuUo di Francia del secolo VII ; 6.° i 2;randi
squarci di dritto civile anteriore a Teodosio, non che
a Giustiniano gia pubblicati dal Mai: e parimente
le orazioni di Simmaco , la rettorica di Giulio Vit-
tore coll ortograiia di I\Iinuziano e quattro grandi
tavole paleo2;ratiche. Questo primo volume con tante
novita non puo dunque considerarsi come una sem-
plice ristam.pa; ed e indispensabile a chi voglia pos-
sedere compita la Collezione vaticana degli antichi
ftorittori tratti dai codici vaticani.
\o
Le fabbriche prlncipali di Pisa ed alcune vediite della
stessa cittd intagliate da Ranierl Gfassi , incisors
pisano, con indice e descrizione delle tavole. —
Pisa, 1 83 1, presso Ranieri Prosperi , in foglio.
Prezzo itul, lii\ 32. 60.
M.
oke non sono le fabbriche di Pisa die dirsi
possano veramente belle e niaravigliose; nondinieno
alcune delle principali souo si nuove e di tale sin-
golarita dotate , che poche ancora bastano per dare
a quella citta una rinomanza sovra tant' altre nella
peiiisola nostra e piu vicche e piu grandi. Pero nulla
imaginarsi potrebbe di piu vago , di piu sorprendcnte
qnanto Taspetto, o per cosi dire il colpo d ocxhio
ch' esse prcsentano riunite siccome sono sovr' una
sola e medcsima piazza di forma re2;olare , nobilmente
lastricata a grandioso passeggio , tutte isolate e di-
stant! tutte in modo che sotto qualsivoglia punto di
vista godere puossi del loro vario e sublime aspetto.
La prima di esse e il Duomo, sontuosissima chiesa
di pianta regolare a croce latina , divisa in cinque
navate pel lungo, e tre per traverso. Essa e cosi dc-
scritta daH' editore di quest' opera: « Tre porte nella
fronte danno accesso alia chiesa; ed al primo entrarvi
colpiscon lo sguardo 2c8 colonne, 24 delle qnali di
maggior mole sorreggono la navata di mezzo che si
eleva con molta maesta: sono d' ordine corintio, altc
circa 17 braccia compresa la base e il capitello ; e
procedono dalle cave dell' Elba e del Giglio. Le altre
delle navate inferiori hanno i3 braccia di altezza, e
sono di marmi piu assai pregiati , cioe di granito
orientale, di bardiglio, di cipollino, e per tmo al-
cuna ve n ha di breccia afTricana. I capitelli sono,
o corintj o compositi, quasi tutti antichi ed eseguiti
con molta maestria. La nave di mezzo e coperta a
soffitta intagliata in legno a rosoni e riccamente fre-
giata d' oro. Le navi laterali sono a volta. e vi sono
praticate logge o gallerie che girano intorno a tutta
L£ FABBRJCIIE PRIT^CIPALI DI PISA. I I
la cliieea, restando aperto ad arcate il ijran mnro
the divide la nave di mezzo Dove s'in-
x;rociccliiano le due braccia dell' edificio s' innalzan da
terra quattro piloni a sostener la gran cupola di
forma elittica, il cui pavimento e lavorato a mosaico
di rare pietre composto-, ma nell' altre parti del tem-
pio e lastricato da lucide tavole di marmo bianco ,
ordinatamente scompartite da liste di marmo ceruleo.
La maggior lunghezza della chiesa presa tlalla linea
del muro della porta maggiore alia parete della tribuna
e di braccia tiorentine 162 ^ (11 braccio (lorentino si
divide in soldi 20 , e corrisponde a metri 0.583 ) ,
uguali a piedi inglesi oil. La larghezza totale dellc
cinque navate braccia 55 -|, o piedi inglesi ic6. 6,
di cui braccia 23 formano la nave di mezzo, la quale e
alta braccia 5^. La lun£,liezza poi della nave trasversale
e braccia 124, comprese le tribune ; la larghezza da
muro a muro braccia 3o y, di cui la nave di mezzo
e braccia 14 ^. Le pareti clie lateralmente chiudono
il tempio sono scompartite da 12 altari che corri-
spondono ad 02;ni terzo intercolunnio , tutti di bcl
marmo luncnse , disegnati in gran parte dal rinoma-
tissimo Buonarroti. Fra un altare e 1 altro sono pila-
stri incastrati di rincontro alle colonne coi capitelli
compositi e coUa cornice che fa il giro di tutto il
tempio, al quale dan luce cento finestre con vetri per
lo pill coloriti. » Noi qui bramato avremmo che Y au-
tore in vece di additarci la corrispondcnza de' piedi
in2;lesi colle braccia Horentine , indicata ri avesse
piuttosto la corrispondenza in metri. Per tal modo
avrebb' egli fatt' uso di una misura piu inteliigibile ,
perche piu comunemente a' di nosui adottata.
L' autore ragionando poi della facciata : « Essa
(dice) e adorna di 58 colonne, distribuite in cinque
ordini che formano come quattro loggiati funo sopra
deir altro, e che gradatamente diminuendosi tino alia
sommita del frontespizio, se appien non soddisfanno
Fintelletto, appa^ano pero Tocchio e danno all' edi-
ficio una beir aria di novita. Nel prim' ordine sei
alte colonne incassate nei pilastri , e due pilastri
la Lis rABBRICHE PBINCIPALI DI PISA.
quadrati negli angoli sostengono con buona slmmetrin
sette arcate che voltauo in semicercluo : nel secondo
ordine diciotto colonne eguali , ma di minor gran^
dezza delle prime, co' due pilastri sngli angoli so-
stengono diciannove arclii piii piccoli, ed altrettante
formano il terzo; colla differenza che dieci di esse
vanno diminuendo in altezza, secondo Tinclinazione
dei piani, lin quasi al semplice capitello. Nove co-
lonne se ne contano al quarto, le quali non piombano
sulle sottoposte, e sette nelT ordine quinto che de-
gradano anch' esse per costituire il frontespizio trian-
golare , che supera in altezza gli altri due mezzi
frontespizj indicanti le navi minori. »
Segue poi la descrizione dclle statue e dcH" altrc
sculture di cui c ornato il tempio, fatte da eccellenti
arteBci.
Lo stesso autore parlando di tutto Y estcrno di
questa gran chiesa cosi conrhiude : « In ijne altre
lapide antiche e moderne si vedono allogate intorno
air esterna parete, la quale corrisponde appieno alia
magnificenza della facciata, non solo perche tutta e
egualmente costrutta di pregiati marmi nazionali e
stranieri , ma perche e decorata nelT elevazione da
tin riparto simmetiico di due continuati ordini di
pilastri addossati ; e nella parte eminente che indica
ia nave ma2;giore, da una vaga ordinanza di colonne
annesse al muro, con archi che voltano sui capiielli
e reggono il tetto ; il che unito alle cornici ed altre
modanature intagliate con buon gusto antico produce
beliissinio elfetto, »
Abbiani creduto bene di qui riferire le parole
stesse che si leg2;ono nella descrizione , trattandosi
di una delte piii celcbri e maestose basilirhe, opera
cn
accoitu dagli studiosi dell' arte. Egbno potranno in
essa vedere come la piu grande maestria architetto-
nica sussistesse anche a que' tempi ne' quali Parte non
era insegnata con cotanta ponipa di precetti e d' e-
sempi, e come allora loss' ella piu originale e piii
grandiosa che a' di nostri.
BibL iLid. T. LXVIII. 2
<
i8
Pci monumenti storici del Friidi. Discorso tenuto nel-
tAccademia dl Udine il di 3 glngno i82>2 dal vi~
cesegretario prof. D. Jacopo Pi bona. — Udine,
l8'i2, peifratelli Mattiuzzi, tipografia PecWe, in 8.°
Come dcbbansi scrivere le storie particolari delle cited
e delle provincie dell Italia.
G
ion questo ragionamento il professore Pirona eccita
rAccademia di Udine a rivolgere i suoi studj alia
patria istoria, a provvedere die non si sperdano i
documenti die la comprovano, ed a cooperare per
tal modo al disegno da lui concepito di raccoglierli
ed ordinarli. Egli comincia coll' osservare die fra le
terre italidie il Friuli non e inferiore ad alciina per
illustre origine e per faniose vicende ; cpiindi ricorda
rapidamente i mutamenti, le rivokizioni, le invasion!
a cui fu soggetta, i meniorabili fatti di cui fu scena,
e le vestigia die v'impressero e le memorie die vi
lasciarono i dominatori romani , i duchi longobardi ,
i patriarchi d'Aquileja; conipiange la dispersione delle
carte e la perdita dei monumenti die sorsero sotto
queste varie signorie, i quali in gran parte perirono
nella distruzione e piii ancora nella riediticazione delle
citta friulane; afferma pero die tuttavia rimangono
importanti reliquie e di carte e di marmi e di bronzi
tanto nei pubblici arcliivj qiianto nelle private col-
lezioni ; rammenta inline ailAccademia die la sua
stessa istituzione le impone I'obbligo di vegliare suUa
conservazione di questi avanzi preziosi e di contri-
buire in tal guisa all'esecuzione del progetto da lui
formato : « perocclie ( cosi conclude il chiarissimo
» Pirona) io mi sono proposto di adunare, coordi-
5) nare, trascrivere, paragonare, ridurre a vera le-
5) zione tutte le cronaclie, memorie, aneddoti, di-
■» plomi ed ogni altra cosa al mio subbietto perti-
» nente che mi verra fatto di poter trar fuori dai
» ripostigli e dalla polvere; e pubblicare colla stampa
» quei codici inediti che piu nieritevoli sono di
PlI MONUMENTI STORICI DEL FRIULI. jg
» vedere la luce; e indicare appo cui trovinsi quelli
» che si possotio utilmente consultare noa onesta-
» mente stampare, e compilare un repertorio ragio-
y> nato dell' edite cose e delle inedite in guisa die
» lo storico abbia tutta la sua suppellettile sott' oc-
» chio, e nulla gli resti a cercare , nulla a indovi-
» nare, ma solo a disceniere ed abbellire. = Ma per
» erigere questo mouumento, per isciogliere questo
» voto, onorevoli Accademici, noi abbianio bisogno
» della vostra coopeiazione. Assisteteci col consiglio,
» coll'autorita, coU' opera, Comunicateci i vostri lumi,
» le vostre meniorie, i vostri docunienti. Ajutateci
» ad apiire i ripostigli delle dimestiche aiitichita.
» Rendeteci cortesi e propensi i vostii congiuuti , i
» vostri conoscenti , affinche ci aflidino senza tenia
» il geloso deposito dei loro codici. Proteggeteci in-
» fine contro la scutica dei pedanti che trovano tutto
» male, e che non fanno mai niente di bene. » Oue-
sto ragionamento, che dal principio al tine spira^'vi-
vissimo amore di patria, nierita un distinto encomio
per le splendide idee che vi si trovano espresse, pel
caldo affetto da cui sono queste animate e per lo
stile elegante che le abbellisce. A eosi utile divisa-
mento, a cosi nobile impulso conispose I'Accademia,
come risponder devono gli animi gentili ai generosi
consigli: essa voile che a sue spese fosse stampato
il discorso , e ne invio una copia ai piu chiari let-
terati della citta e della piovincia di Udine , invi-
tandoli con acconce parole a concorrere colle loro
cognizioni e colle loro ricerche all' impresa pro'ret-
taia dal Pirona. In questa guisa operando, TAccade-
nna di Udine si rese eminentemente benemerita della
patria e dei buoni stud] ; e per diuiostrare quanto
sia ingenua e giusta questa lode, e di quanto rilievo
sia loggetto da cui muove, vogliamo ora qui esporre
alcune considerazioni che da qualrhe tempo andiam
volgendo neiranimo suH'argomento di cui si tratta.
Le storie partjcolari delle citta e delle provincie,
sebbene si credano da molti dirette soltanto ad ap-
pagare la curiosita od a lusingare TorgogUo, e quindi
20 PEI MONUMENTI
si reputino opere vane, inconcludenti e nojose, pure
in se stesse nn soninio pregio ed una reale inipor-
tanza racchiudono. Perche esse ia primo luogo ser-
vono a cluarire i fatti domestici, e ad illustrare quei
luoghi e quegli uoniini che piu sono da noi cara-
mente diletti ; in secondo luogo giovano a guaren-
tire i nostri interessi e porgono armi validissime per
difendere il diritto contro I'usurpazione e I'arbitrio,
e finalmente somministrano materiali preziosi per com-
pilare I'istoria generale dclle rispettive nazioni. E
questi utilissimi risultamenti , meglio che dalle altre,
si ottengono dalle storie particolari delle citta e delle
provincie dell Italia : le quali sortirono quasi tutte
sorti diverse, ed ebbero separati reggimend e proprj
signori: cosicche chi i loro annali discorre trova in
essi avvenimenti, che furono o anello o principio o
fine della gran serie delle italiane vicende, trova gravi
documenti di civile e politica sapienza , e trova so-
prattutto tratti maravigliosi e prove inaudite di quel
sentire intero e prepotente che forma il carattere
distintivo del medio evo italiano. La speciale condi-
zione in cui a quest' epoca si trovarono le citta no-
stre da una speciale impronta ed un valor singolare
ai loro annali. Altrove le istorie particolari delle citta
si limitano per solito a narrarne le origini , a de-
scriverne gli usi , le costumanze , le prerogative , ad
esporne gli ordinamenti municipali , e lasciano alle
istorie generali il racconto delle militari e delle po-
litiche vicende, le quali necessariamente si congiun-
gono, o per meglio dire si confondono con quelle
dei regni. a cui le citta stesse appartennero. Ail in-
contro in Italia le citta sino alia fondazione dei prin-
cipati ebbero un governo proprio e per se stesse
costituito, furono quindi lungamente indipendenti ,
gareggiarono tra loro di potenza e di ricchezza,
talvolta dovettero difendere la loro liberta contro
stranieri neniici, e se furono non Ji rado sventurate e
desolate, furono pero sempre feconde di prodi e se-
gnalati per eccelsi fatti: onde il complesso delle loro
istorie forma scnz'akro i'istoria generale deU'Italia.
STORTCI PEL KRIULT. 2 1
Ma perche le istorie particolari ottengaiio pieua
Fede , e non vi sia liio2;o a dubitare che in esse il
racconto degrillustri fatti sia un vanto municipale
piuttosto che una testinionianza del vero, fa di me-
stieri che i loro autori ricorrano a quelle fonti da
cui 02;ni storia si attigne, e che ne forniscono nel
tempo stesso i materiali e le prove. Le quali fonti
sono principalmente le antiche croniche , i pubblici
documenti, i privati archivj , le tradizioni locali ed
i monuinenti. Ora nel far uso di questa suppellettile
Vuolsi adopcrare inHnita pazienza nel cercare, nel-
Tesaminare, nel paragonare, acutissima perspicacia
nel valutare e nelT ammettere i fatti e nel determi-
narne le relazioni e liniportanza; vuolsi alcana volta
far ricorso al cuore , aflinche Y affetto sostenga nel-
I'ardua inipresa e conforti nelPincresciosa investiga-
zione, senza pero perniettere che oltre questo ufBcio
trascorra , e turbi co' suoi moti la tranquilla opera
della ragione , ed alcun' altra eziandio vuolsi far ri-
corso air inimaginazione per volare merce delle sue
ali per aniplissimi spazj , ed abbi'acciare disparati
oggetti , ed avvicinarli e congiungerli , e fare che
gli uni spargano luce sugli altri e si chiariscano a
vicenda, senza pero allentare ad essa soverchianiente
il freno, aflinche il soccorso non si converta in danno
e r estese vcdute in povere illusioni ; vuolsi soprat-
tutto por mente alle regole logiche ed ermeneutiche
per trarne vui tilo die giiidi sicuramente gli animi
incerti e trepidanti nei labirinti, nelle oscurita, nelle
dubbiezze di ogui sorte che in si fatti lavori s in-
contrano. Di tali requisiti certamente ogni scrittore
d' istorie esser deve fornito : ma piu degli altri deb-
bono esserlo gli scrittori delle istorie particolari ;
i quali comunemente sono mossi ad applicarsi a cosi
aridi studj dalf amore della terra nativa e da un
gentile desiderio d' illustrarla ; e cjuesti sentiment!
sono per la stessa loro natura inclinati a quanto
sembra soddisfarli ed arrendevoli fiicilmente ad ogni
apparenza , ad ogni seduzioue , ad ogni piii lontana
speranza. Onde in tal caso lo storico deve porsi in
2a I'EI MOXr^EVTI
guartlia contro se stesso, e tale prefiggersi un ri-
pore trargomenti e di prove che ne rinianga cliiuso
I'adito al sincere e prudente dubitare del pari che
al diffidare maligno. Ma non basta cli'egli osservi
per se medesimo tutte queste avvertenze , ed in
questa guisa guarentisca la propria credenza e T al-
trui; e necessario altresi ch' egli palesi le ragioni
del s'uo convincimento, che le raccolte testimonialize
manifesti , e che costringa cost gli altri a persua-
dersi della sua esattezza e della sua buona fede. In
questo modo le istorie particolari delle citta e dcUe
provincie si fanno capaci di adeinpiere ad uno dti
piu important! loro ufficj qual e quello di fornire
le notizie piu recondite e peregrine agli annali dclle
nazioni e di costituire i loro piu sicuri fondamenti;
ed in questo modo gli scrittori potranno valcrsene
con fiducia e con utilita nella compilazione delle
istorie generali.
Ritenuto pertanto che la sostanza delle istorie par-
ticolari esser debba dedotta da fonti legittime e note ,
e trattata con diligenza paziente e con fcrmo ed
imparziale criterio, ora alcune brevi osservazioni
esporremo suUa forma di esse ovvero sulla qualita
delle parole e dello stile che devono i loro autori
adoperare. E prima d' ogni altra cosa, a noi sembra
che questa forma esprimer debba il carattere del
tempo e della gente a cui la storia riguarda, e dar
quindi a divedere che lo scrittore seppe sperimen-
tare e sentire piuttosto 1' influenza del secolo di cui
scrisse che cjuella del secolo in cui scrisse. Ora sic-
rome le istorie delle citta nostre comuneniente ab-
bracciano il periodo che scorre d.illa cessata barba-
ric al secolo XVI, cosi attinte dalla lingua di quel
tempo saranno le parole , pure , schiette , efficaci ,
non fiacche , leziose, fucate ; e lo stile procedera vi-
goroso ed assoluto, composto all'antica severita piut-
tosto che inliorato delle moderne eleganze. Perocche
si usa un leggiadro ed opportune artifizio e si ag-
giugne evidenza ai racconti e luce ai quadri che si
tratteggiano , se riferendosi le azioni, gli affetti, le
5T()R!CI DEL FRILLT. 2.3
costumanze, i consis;!! dei padii nostri si fa parlare
air istoria quell istessa favella ch'essi parlarono; e
come quelli furono liberi e seniplici , cosi forte e
franco sia lo stile di questa. Di piu noi vorremmo
che le istorie delle citta italiane non abboadassero
di ragionamcnti morali e di fjlosoliche discussioni.
Era quella un eta di prodi in cui le raenti erancj
ancora restie, ed impctuoso e bollente era il cuore;
allora sommo pregio reputavasi 1' operar fortemente,
lieve il cautaniente ragionare , e quando si presen-
tava un' occasione di segnalarsi al valore od una
messe quaUmque- di gloria, i nostri anticlii la co-
glievano avidaniente sdegnosi di ogni riflessione e
d' ogni peritanza , sfidatori dei pericoli e dei ciraenti ,
prodiglu dcir anima per la causa a cui si facevana
devoti. Oltre a cio le profonde riflessioni , i calcoli
politici , le sottili investigazioni sulle cause e sugli
effetti , sulla forza e sul diritto , sui governi e sulle
leggi possono diflicilmente trovar luogo in lavori ri-
stretti fra brevi conBni nei quali trattasi di fatti tal-
volta scarsi e spesso tenui ed uniformi. Per couce-
pire questi alti pensieri e d'uopo che 1' ingegno abbia
un vasto campo ed aperto , in cui possa spaziara
liberamente ed elevarsi quanto occorre per dominare
gli uomini e gli avveniinenti, e per discoprirne le
intime e celate relazioni e le reciproclie iaflucnze.
Tali in conclusione noi vorremmo che fossero le
istorie delle citta italiane; che si scorgesse in esse
una sembianza, e quasi ne uscisse un eco del tempo
a cui si riferiscono: qiiindi schiette , sobrie e vere
parole, stile risoluto , pieno di nerbo e sgombro di
massime e di argomenti dottrinali , al piu qualche
breve sentenza che scoppi da se nel contrasto dcL
fatti , come nei tempi nostri gloriosi sferravansi i
colpi nelle contese dei prodi.
Queste istorie particolari, secondo il concetto che
sianio andati nella nostra mente formando, apporte-
rebbero senza dubbio somma utilita e squisiti e no-
bili diletti •, e so non c' illude un pensiero che da
gran tempo abbiamo fitto nell" animo , potrebbeio
24 PEI MONUMENT!
formarc un valido riparo alia tendenza che da qual-
che tempo hanno gT Italiani a scriver ronianzi ; i
quali negli ultinii anni si sono in tal guisa e cosi
rapidamente moltiplicati che difficile sarebbe tiovar
nella natura lisica e nella morale un altro adeqnato
esenipio di si pronta e si fastidiosa fecoudita. Non
vogliamo ora certamente porre ad esame 1' utilita
vera che da questo genere di hbri pno ritrarsi, ne
dar sentenza sulla natura del piacere che procacciano,
poiche non e questo il luogo a cio fare opportuno,
e noi non abbiamo autoraa suQiciente a si grave
o^iudizio. Ma certamente se il vantagpiio dei romanzi
con quello dell' istoria si confronta, cessa da se ogni
niotivo di contendere, ed ogni qnestione addiviene
inutile e indecente. Perocche nessuno , che non abbia
]a mente rotta al farneticare , sognera giammai di
formar paragone tra la realta e la Hnzione , tra le
gravi lezioni dell' istoria ed i capricci dell immagi-
nazione ; e se questo confronto si facesse , sarebbe
un indegna profanazione delle cose piu sante , sa-
rebbe un insulto vituperoso a cio che havvi nel
mondo di pin reverendo , la verita e la sapienza.
Egli e vero che lo scopo dei ronianzi dev' essere
r istruzione morale dei lettori; e che le piii brillanti
fantasie, i colori piu vaghi , le pin comnioventi im-
magini sono adoperate per ispirar nel loro cuore
r odio della colpa e Tamore della virtu: ma e vero
altresi che la mancanza della verita si oppone il piii
delle volte al conseguimento di cjuesto scopo , e se
quando T aninia scossa ed aninialiata da que' racconti,
da quegli artilizj, da quel mcutito apparato di vicende
e di dolori comincia ad agitarsi e ad abbandonarsi
air impressione che si vuole produrre , se allora uu
pensiero in essa furtivamente s' insinua che le ram-
menti la falsita di quei casi e la vanita di quelle
illusioni, allora 1' anima stessa quasi sdegnando di
onorar la menzogna con veri e caldi sentimenti e
presta a riaversi e tosto si ralfredda , oude al chiu-
dersi del libro I'incanto si dilcgua ed il tempo ed il
fiuuo dclla lettutrt souo del pari perduti: laddoye
STOHICI DEL FRIULI. 25
le lezioni cleiristoria durano quanto la meitioria dei
fatti , sono costanti ed inalterabili come Y istessa ve-
rita , ed ogni successiva riflessione , ogni paragone
tra gli eseinpi dell' istoria e quelli della vita , tra
1' esperienza dei trapassati e la propria noa serve
clie a vienimeglio confermarla ed avvalorarla.
E del diletto parlando , nori v' e dubbio che ua
diletto a quello dei romanzi superiore recar devono
le istorie particolari delle citta nostre , nelle quali
si fa la rivista di mille avvenimenti e di niille og-
getti se non allatto diversi fra lore ed in se stessi
iniportanti , certo pero svariati e di sommo rilievo
per r influenza ch' ebbero sulle nostre sorti ; ed ia
cui la successione dei tempi , il mutamento degU
ordini civili e politici, le dominazioni crollate, le
repubbliche sorgenti , la superba fortuna che si ride
delle armi e dei consigli, e la virtu magnanima e
geuerosa che pur della fortuna si ride e la vince
t'ormano una cojMOsa e niagniHca varieta , che si ri-
duce ad una bella e splendida unita , ordinandosi
e distribuendosi ne' grandi quadri che rappresentano
le vicende di genti a noi congiunte per nonie , per
sangue, per favella- Vuolsi pero concedere che le
istorie narrando i fatti come accaddero e narrandoli
con scmplici e gravi parole producono un diletto
che alcune volte e tenue , lento , uniforme ; e che
air incontro i romanzi alterandoli ed inventandoli
eziandio a seconda delf immaginazione degli autori
ed ornandoli con ogni genere di prestigi e con ogni
maniera di lenocinj producono un piacere sempre
vivo e sempre rinnovellato di dolci sensi e di giocondi
peusieri. Ma questa differenza non e che relativa, e
non proviene che dall indole e dalle inclinazioni dei
letLori ; poiche i bene veggenti ed illuminati terranno
sempre qualunque istoria in maggior pregio che i piu
leggiadri rumauzi, e (juesti saranno prefcriti soltanto
da coloro che ritrar vogliono dalla lettura quegli
stessi frivoli e vani piaceri di cui vanno in traccia
nella stupida loro vita. E quand' anche 1' accennata
Uiil'erciuu lotbe reule cd assulutu, sarebJ^e tolta da
a6 TEI MONUMENT!
queir ititima soddisfazione, dalT incredibile diletto che
prova ognuno leggendo la storia della patria , o delle
citta die sono con uoi legate col vincolo della co-
mUne lingua e della nazionale fraternita Come 1' oc->
chio si epre disioso alia vista dei luoghi nativi e
saluta con imo sguardo festive il suo sole, le sue
stelle , i suoi canipi, cosi I'anima accoglie avida-
iriente la voce de' preteriti tempi ed il racconto dclle
gesta degli avi; tie havvi gentile armonia che si
gradita ci giunga , ne narrazione favolosa die tanto
ci allctti e ci rapisca come 1' udire ricordati con
onore iielle istorie i nomi die noi stessi portiamo o
quelli dei nostri amici e concittadini, e F apprendere
"Con quali armi , con quali fatichc, con quai sacri-
fizj sia stata salvata la terra che ci sostiene e ci
nutrisce , e con quali consigli siansi fondati i governi
ed i civili ordiiiamenti , e con cpiai prove memo-
rande di valore, di sapienza, di virtu abbiano i mag-
giori traniandato ai posteri traditi e deserti tal pa-
trimonio di gloria , che la guerra della fortuna e
deir invidia non pote ancora distruggere. Che se
questo bello e generoso diletto non potesse essere
dalla nostra eta scioperata ed immemore adequata-
mente sentito e valutato ; tuttavia le istorie partico-
lari delle citta nostre , quando fossero scritte secondo
le prefisse regole , gioverebbero senza dubbio a di-
stogliere gritaliani da quel meschino amor delle fa-
vole da cui sembrano oggi dominati, ed a richiamarli
al santo e nobile culto della verita: cio che sarebbc
un gran passo verso il perfezionamento morale: poiche
la verita , prima luce del moudo ed immediata si-
gnificazione del pensiero d'Iddio, costituisce la base
della moralita, somministra f alimento alia ragione ,
e stabilisce i due gran punti dell' umana carriera
quello da cui partiamo e qiiello a cui siamo avviati.
E lo stcsso sentimento, il quale pure signoreggia
gli uomini con si forte e violento potere , non e in
ultima analisi che un' arcana verita cosi intimamente
riposta nell' umana natura ed in tal guisa trasmutata
nei principj e nellc Icggi di questa ch" e meglio
«TORIGI DEL FRIUtl. 27
?;entira dai mod del cuore che intesa cogli argomenti
■dalla mente: onde chi vuol correggere questo sen-
tiniei/to, quando sia giiasto , deve ricondurlo alia
sublimi origini ed all" eterne di Ini norme , le quali
poi per un sapiendssimo ordinaincnto si apprendono
air uoino dalle ispirazioni della bellezza.
E poiche nelle riforme devesi procedere per gradi
ed aver ri2;)iardo alle inclinazioni dominanti , che nou
possono in un istante esser vinte o modilicate, quindi
per un" akra ragione noi crediamo che le istorie
delle citta italiane esser possano un' opportuna sosd-
tuzione ai romanzi e costituire un genere di lette-
ratura quasi nuovo ed accomodato al genio de' tempi
nostri: la quale ragione in cio consiste che in si
fatte istorie possono trovar luogo quelle tenui noti-
zie, quelle specificate descrizioni, quella minutaglia
insomnia di accidenti , di circostanze , di particolarita
che forma il piu grato condimento de' moderni rac-
conti e la piu cara delizia de' moderni leggenti.
Perocche questo minuto particolareggiare che nou
si conviene alia rigida e grave disciphna delle istorie
generali , bene in vece si affa a quelle che le origini
e le vicende di una sola citta descrivono; nella stessa
guisa che nelle vite degl'illustri personaggi non solo
non si biasima, ma desiderasi anzi e si loda T accu-
rata narrazione dei loro casi , dei loro godimenti ,
dei loro disgusti e pertino delle loro vesti e delle
loro abitudini , sebbene tali minuzie non siano am-
messe nelle istorie di cui le gesta dei personaggi
medesinii fanno parte. E questi specificati racconti ,
oltre air uniformarsi al gusto presente ed al conve-
nirsi al carattere delle istorie di cui trattiamo , gio-
vano altresi ad accrescere il diletto de' lettori : poi-
che, come dicemmo, un'intima e piena soddisfazione
proviene dallo studio delle cose patrie; onde in questo
apprendiamo con mcraviglia e con trasporto quelle
lievi e minute notizie che altrove ci lasciano freddi
e nojati. E quando riniontiamo ai primi secoli della
nostra civilta, volentieri osserviamo le primizie dei
nostri privilcgi , dei nostri costumi , dei nostri riti ;
:i8 PEI MONUMENTI STORICI DEL FRIULt.
e lictamente visltiamo i tempj , i fori , gli alberntii
degli avl , etl assistiamo ai loro consigli , alle loro
cerimonie , alle loro mense , ai loro 2;iuochi ; e con
ammirazione e reverenza veggiamo i maggion antiar
cinti cli cuojo e d'osso, ne i figli far paura, na-
scendo , ai genitori , ne le case vuote di faniiglia ^
ne le matrone contigiate o dipinte ; e cjuesti esempi
deir antica bonta si fanno talvoka radici di ottiini
affetti; e 1' onibra dell'estinta grandezza eccita un
senso vivo ed un* enudazione se non produttiva cd
operosa, bella almeno , cupida, animosa. Non inten^
diamo gia clie si abbia in questa guisa a formare
una specie d' istorici panorami : bensi pensiamo die
le jstorie delle citta italiane trar potrebbero abbel-
limento e decoro da queste particolareg^iate narra-
zioni , quando pero vi fossero introdotte con giusta
raoderazione e fossero dettate con sobria eleganza.
Pertanto, se alia debole nostra voce e lecito espri-
mere un ardente voto die formiamo nel cuore, noi
preghiamo, e la pi'egbiera vaglia mille, die gV Ita-»
liani abbandonino quella, se non ontosa e riprove-
vole , certo oziosa ed infeconda cura dei romanzi !
Che non logorino ill cosi frivoli studj il loro inge-^
gno , cli' e il bellissimo degli umani ingegni , il no-*
bile loro orffoelio , e somma ed unica lode ! Che si
applichino coif istoria patria, die ne rintraccino i
documenti , die ne disvelino le bellezze ! Che ritor-
nino per tal via alia scuola della verita , a quella
scuola die purifica i sentimenti, die rassoda le mend,
die perfcziona la morale e la civilta! A noi intanto
gode r animo die dair ultima contrada deiritalia ( ed
ultima la diciamo per la geogralica sua posizioiie ) sia
sorto un tale escmpio die possiamo alle altre pro-
porre come nobilissimo e degno d' imitazione ; ne
ci resta die bramare , die al progetto corrisponda
r esecuzione e die i risultamenti dei ben divisati
studj dclTAccademia d" Udine e del professore Pirona
riescano tali da poter cssere con pari encomio ri-
cordati.
Memorie storico-diplomatiche appartenenti alia cittd
ed ai Marchesi di Saluzzo ^ raccolte dallavvocato
Delfino Midctti saluzzese ^ e pnbblicate con addi-
zioni e note da Carlo Muletti. Tomo V. — • Sa~
lazzo , i83r , /jer Z>o/72e/zico Lobetti-Bodoni, in 8.°
dl pog- 428, con figure.
OpiiscoU concernenti alia storia di Saluzzo di Giovanni
Ciacomo de Fia , di Bernardino Orsello e di Gio-
vanni Lodovico ViVALDO. — Saluzzo, Domenico
Lobetti-Bodoni tipografo , in 8.°
Notizie int.orno all origine ed al progresso dclV arte
tipografica in Saluzzo date dal profcssore Costauzo
Gazzeha, segretario della R. Accademia delle scien-
ze. — Saluzzo, i83i, tipogiafia Lobetti-Bodoui,
di pagine 2 1 , in 8.°
G
Jm akra volta ci rallegrammo coi Saluzzesi perche
sortiti abbiano copiosi ilkistratori delle loro notizie
patiie, e rendenuno akresi coiito dei primi quattro
volumi delle Memorie storico-diplomatiche , (*) stese
giii da trent'auni dalTavvocato Delfino 3Iuletti e pnb-
blicate dal suo figliuolo con copiose aggiunte e cor-
lezioni. Vedemmo la storia di Saluzzo condotta in
que' primi volumi fino all' anno 141 6, in cui quella
citta trovavasi sotto il doniinio di Lodovico /, nono
nella serie di que' marchesi. II quinto volume coniin-
cia col libro XIII della storia, che progredisce dal-
r anno 1416 fino al 1475-, segue tosto il XIV, in cui
la storia anzidetta si continua iino all' anno 1604
sotto il dominio del decimo niarchese Lodovico II.
A questi due libri e premesso un avviso, nel quale
si rende ragione delle copiose giunte e di alcunc
variazioni al tcsto fatte dall'editore pel ritrovaniento
di nuovi docunicnti e manoscritti risguardanti quellu
storia , e la pubblicazione fattasi di alcune reccnti
(*) Biblioteca italiana , tonio 62,,°, giugao i83j , pag. 3i8.
3o MEMOUIE STORIGO-DIPLOMA.TieiIE eCC.
scritture: giunte e variazioni die piu abboixdanti
liescoao in questo volume, perche da clotti per-
sonag"^i fu V editore stesso arricchito di materiali ,
ed ottenne fra gli altri due manoscritti del defunto
professore Vincenzo 3Ialacarne, tanto benemerito delle
cose antiche di Saluzzo. In uno di quesd trattavasi ap-
punto del favore e deirincreniento che ebbero verso
il tinire del XV secolo le scienze, le arti e le lettere
sui colli Saluzzesi merce dei lumi e della generosita
del detto marchese Lodovhco II , giustameate appellate
il grande. Si accenna pure in quell' avviso ai leggi-
tori la lagnanza proposta da alcuni ( e che noi pure
fummo gia tentati di mettere innanzi), perche la
storia di una sola citta e di piccola signoria siasi
renduta pressoche uguale di mole alle piu famose
della romaiia repubblica, o del reame di Francia. Non
si risponde per verita a questa obbiezione; ma si
dice soltanto che si e voluto presentare uii abbondevo-
llssima collezione di chiariti sinceri docwnenti, dai
quali possa trarsi una storia popolare (vocabolo che
non bene intendiamo), ed elegante, come da taZuno
pur si vorrebbe. E a questo pioposito e da notarsi,
come da quell' avviso impariamo, che la storia non
e ancora compiuta , e che si promette il tonio sesto
nel quale essa sara eondotta lino all' anno 1648; si
premettera una breve notizia intorno alia vita ed
alle opera dell'autore della storia, e si soggiugne-
ranno due indici, Funo cronologico dei documenti
riferiti, l altro alfabetico delle cose piu notabili.
In questo volume, che abbiamo scorso rapidamente,
trovauuno lo stesso andamento, lo stesso stile, da
noi osservati nei volumi precedenti, la stessa fre-
quenza di documenti originali riferiti per intero, che
sovente imbarazzano il testo e il lilo della storia, e
che si sarebbero potuti acconciamente raccogliere in
un codice diplomatico posto in fine dell opera come
da altri vedesi praticato, se forse non servisse di
scusa agli editori il titolo di Memorie sLorlco-diplo-
matiche, per cui si e creduto d' inchiudere molti
MEMOUIE STORICO-DIPLOMATICHE CCCt 3 1
diplonii nelle Memorie stesse. E siccome que' documenti
appartengono in gran parte alia media, o piuttosto
airinfmia latiniia, cosi noi vorremmo che I'eclitore
nelle sue interpretazioni di alcuni vocaboli avesse
uiu sovente consultato il Clossario del Du Cange.
Egli non si sarebbe per tal niodo date pene inu-
tili; non sarebbesi imbarazzato sul vera senso della
voce platellas; non avrebbe fatte !e niaraviglie, come
nella camera meglio addobbata , o di parata del
castello di Saluzzo si trovasse una certa panca ,
die poteva anch' essere una specie di trono; non
avrebbe dubitato sul senso delle parole: I'wellatores ,
variis, domicelle, ecc. , e riguardo all' ultima di c^ueste
avrebbe forse sentito diversamente. Veggonsi pero
belle giunte fatte daU'editore al libro XIV , massime
intorno la celebre apertura del Monviso, alia grotta
di quel colle, alia strada della valle del Po , ed in-
torno alle prime s'ampe di Saluzzo ed alia lettera-
tura saluzzese del secolo XV. A questo volume vanno
unite, come ai precedenti, alcune tavole litografiche,
il ritratto cioe del marchese Lodovico II ^ il di lui
sepolcro, Margherlta di Foix marcliesana di Saluzzo
con un suo bambino, Margherlta di Eoussy , altra
marchesana, colle sue dami^elle, tratte Tuna e T altra
lappreseritazione da quadri antichi , e le monete di
Lodovico /, di Lodovico II, e di MargJierita di Foix,
in numero di 16, con due sisiiHi, I'uno g-rande, raltro
piccolo, del primo e del secondo Lodovico. Quelle
tavole sono assai bene delineate , e lodevole ne e pure
1' esecuzione, sebbcne a quella del sepolcro, plena di
niinutezze, non era forse ben adatto il metodo lito-
gralico. La stampa di questo, come degli altri yo-
lumi, fa onore al tipografo, il cui casato ricorda
un nome caro alle lettere ed insigne per tutte le
eta venture nella storia della tipografia italiana.
Saremmo quasi per dubitare che studio particolare
dcU'editore fosse quello di impinguare questi volumi
di Memorie Saluzzesi, perche ai volumi 3.° e 4.°
gia eransi aggiunti gli opuscoli di Gio. Giacomo De
3a MEiTORlE STORTCO-DIPLOMATICHE ecc.
Fia, e dl Bernardino Orsello intorno 1' eccidio cli
Saluzzo deiranno 1841, ed il memorabile assedio
del 1487, e qnesti veggonsi di nuovo ristainpati per
intero nel volume 5.° Inoltre vi si e inchiusa la let-
tera del professor Gazzera, portante le Notizie in-
torno alia origine ed ai progressi dell' arte tipografica in
Saluzzo. Questi sono i due opuscoli registrati in capo
a quest' articolo dopo il volume 5.° della storia. Delle
relazioni importanti (\e\ De Fia e (\()
t! qualclie tempo clie si e introdotto V uso nelle
opere storiche di sopraccaricarle di una massa enorine
di cosi detti dociimenti in prova di cio die si e as-
serito : e piu che questi docuniend sono vecchi e
barbari , piu da cert' uni si pregia il fatto , confon-
dendosi il titolo di benemerenza a favor di quest' uso
coi laboriosi editori de" varj Codici che abbianio,
ne' quali si e fatta rarcolta diplomatica di inemorie
d' ogni fatta e di molti paesi. Dicesi da alcuni che
lo scrittore di storia non creando egli nulla , ma pu-
ramente riferendo le cose da altri narrate , chi lo
ascolta, cioe chi legge le sue narrazioni, megiio che
alle sue parole, amera sempre di accertarsi sopra
testimouianze irrefragabili. Certo e che chiuiique fac-
ciasi a dare una storia , dclla quale non sia egli
contemporaneo, debb' ogni studio suo ed ogni atten-
zione rivolgere ad esaniinare scrupolosamente cio
che nana, ad assicurarsi della veracita deg-li scrittori
a cui si affida, a giudicare del loro carattere, della
loro fede e scienza, perciocche seguendoli assume
egli stesso la guarentigia di cio die afferm a o ne2;a.
Ne ha poi da permettere mai che s' alzi dabbio sulla
sua buona fede , ed armarsi dee di un severo cri-
terio per non essere illuso. E questa una delle parti
piu essenziali di chi scrive la storia. Per cio giovauo
e le citazioni e le allegazioni di testo , e qualclie
volta lendesi necessaria eziandio alcuna discussione.
Ma prese le anzidette disposizioni, pare a noi che
lo scrittore di opere storiche debba provvedere an-
che alia propria dignita , a cui farebbe non dubbio
oltraggio , se temesse di dover essere sospettato o
di negligenza o di temerita. Di tale maniera hanno
usato gli storici antichi, i cjuali hanno bensi alf op-
portunita avvertito come seguivano certi vecchi au-
tori, dai quali lasciata erasi memoria de' fatti , di cui
essi intendevano di rinfrescare la ricordanza al tempo
loro-, ma non pensarono mai ad accumular documenti
alia foggia di certi moderni per procacciarsi creden-
za, ed a quella specialmente usata dal sig. Datta e
da altri. E quanti non ne avrcbbc e dovuto e potuto
^O STOHIA DE PHIXCIPI DI SAVOJ\
accumulare, per via d' esempio , Diodoro Sindo nfella
sua Bddioteca Storica? G!i amatori d' anticap;!ie por*
rebbonsi di buon grado in ginocchio dinanzi a quella
J3iblioteca^ e devotamente vi effonderebbero sopra \ a-
Tiima , se in proporzione avessero i voUmii, in cui
sarebbonsi contenute tante niemoiie in ogni gergo e
lingua , quante al proposito sarebbero occoise. ]Ma gli
uomini di acnlo senso e di svelta ragione sarebbero
stati contenti di quella enorme giunta.*' E che avreb-
bero pensato di Diodoro , dappoiche si bassamente
avess'egli medesimo sentito di se ? Per lo che cre-
diamo, che come in altri rispetti ha preso ad iniitare
Diodoro Sicido , in questo singolarniente siasi compia-
ciuto d'imitarlo Tautore della Storia d America, opera
italiana, la quale presentemente ocriipa al di la del-
I'Atlantico i letterati degli Staii-Uniti Settentrionali;
e quietate che sieno le politiche effervescenze delle
repubbliche nuove e del Braslle , chiamera cola na-
turalmente V attcnzione di chi in quelle parti colti-
vera i buoni studj. Se ci avea opera, che grande
giunta di documenti avesse potato coinportare , era
senza dnbbio quella d'America. E non veggiamo noi
che sulle due miserabili quistioni dalT egoismo mu-
nicipale tra noi eccitate, una sul luogo della nascita
del Colombo, Taltra sulla parte che puo avere avuto
il Vespucci ncUa scoperta d'America, quistioni per la
dio grazia di niuna importanza, e gia dal buon senso
decise, a poche pagine di testo, documenti si sono
aggiunti sproporzionatamente sovrabbondanti ? L' au-
tore della Storia d'America ha fatto giustizia primie-
raniente a se stesso quando ha avvisato che di tutli i
fatti csposti ha buon fondamento , quantunque non abbia
ne citato, ne allegato ; ed lia con cio ancora rispettato i
suoi leggitori, i qnali giusto era che dubitando, a' fonti
ricorressero, ov era stato T autore. Citare de" docu-
menti pei passi che appartengono alia quistione, cio sta
in regola: recare per esteso tanta massa di documenti
non e che lasso di carta , di stampa e di tempo.
Ma cio che in cjuesto argomento sembra a noi de-
gno dcir attcnzione de' letterati, massirae neiresame
DEL RVMO DI ACAJ\, Ccr. ^l
generico della qnistlone , si e , che noti e per anco
sciolto il problema piincipale, che con molfo fer-
voie si a2;itava tra noi prima della discesa de'Fran-
cesi , e che i clamori delle novita piii pressanti fe-
cero sospendere. II problema e questo, se i documenti
sieno atti a provare la storia, o non piuttosto la sto-
ria sia qiiella che prova i documenti , osservandosi
nell' esame intervenire alternatamente Tuna e Taltra
influenza. E comnnque tale quistione forse mal si
apponga ad ogni fatto, a' principali cosi strettamente
e necessariamente conviene , che ad evidenza risulta
essere nel proposito pienamente essenziale; e d'aitra
parte sovente cadersi in petizione di principio, atte-
nendosi all' una o all' altra delle conchisloni ; ne po-
tersi aver rifugio che in un inevitabile pirronismo.
Ci ha dunqne assai pericolo che la pratica , di cui
abbiamo Hn qui ragionato, procacci agli scrittori una
jmputazione di ciailatanismo.
Ma noi non fiiremo questo rimprovero al slg. Datta.
Noi teniamo per innocente la sua intenzione ; 1' oc-
casione del suo fatto e quella che suscito ildubbio:
dubbio tanto piii forte, quanto che codesti suoi do-
cumenti non presentano in sostanza che una massa
informe di lurida barbarie , cpiale potevaao dare i
tempi e gli uomini a cui appartengono , e che la
sola necessita rendendo importanti, rimangono abba-
stanza onorati da una semplice menzione. Qui hanno
bisogno deir indul2;enza del Pubblico , obbligato ad
acquistarli senza necessita e senza vantagglo alcuno (i).
(l) Os^erveraano forse i lejjgitori che cio cVie 1' autore ciel preseute estratto
Teniie dicemlo rispetto alia quirtione se convenga jl riferire i documenti ori-
ginaii che ^ervono di fondamento alia storia , non e in armonia con cio che
un altro de' nostri Collaboratorl in cjiie.to slesso fascicolo ( pagina 3o) nel
rendere conto dtlle Memoria storico-Jiplomatiche di Siiluzzo iVn-e intorno alia
puhblicazione di documenti silfjtti. I Direttori dtlla Eiblioteca Jtalinna non
si a5sumeranno 1' incarico di porre in concordia quest! due dotti scrittori ,
amando e£;lino in vece di lasciar libcro il canipo alia discusiione onde dal con-
flitto delle opinioni piu fjcilmente emerga la veriia. Sc pero dovessero esporre
il toro particolar sentimento, si accoiterebbero pin volentieri al giudizio
deir autore dell' estratto sulle anzidette Memorie , specialmente allorche trat-
tiii di codici inedili, e cbc col umpo potrcbbero andare smarriti.
( iVo.'a dei Direttori. )
4a
PARTE 11.
SCIENZE ED ARTI MECCANICHE.
Lezioni di F'lsiologia di Lorenzo Martini. — Torino ,
1826-1831. Tomi 12 in 8." Lir. 80 ital. — Tu-
mi X, XI e XII ( 6.° ed ultimo estratto. ). Vedi it
torn. 66. °i qiiaderno d aprile p.° p."^ pag. 5o di que-
sto Giornale.
VJonslderati a parte a parte i fenomeni della vita ani ma-
le, viene il prof. Martini a fayellare di qnella meravigliosa
operazione e sublime, onde la natura coiiserva le specie
senza conservar griiidividui^ intendo dire della geiierazione.
Nella lezioue LXXXII e ragionamento deli' apparato geni-
tale inascolino prima nell' uomo , poi negli aiiimali , iudi
delle funzioni genitali maschili. Nella LXXXIII e divlsato
r apparato genitale femminino tanto nella donna che negli
animali. L' autore prende poscia a contemplare le fnnzioai
genitali, che sono proprie del sesso donnesco , dando co-
niinciamento dai mestrui: adduce i fenomeni che precedoao
e accompagnano il flusso menstruo , e ne indaga I' indole.
La lezione LXXXIV ha per argomento la gravidanza. Espone
cio che ragguarda la gravidanza, indi il feto, il parto, il
puerperio, T allattamento , la superfetazione. Favellando
della mola si fa a dlscutere se dessa snpponga atto gene-
rativo come reputo infra gli altri lo Zacchia, o no. II no-
stro autore s' avvisa di no, non trovando necessita di am-
mettere 1' atto genitale a spiegare la mola. Dessa per av-
ventura non e che una congerie d' idatidi , le quali ponno
svilupparsi in parti, ove non avvi influenza d' umore pro-
lifico. Altre volte potrebbe essere un tumore poliposo , e
niuna cosa osta che si sviluppi un poUpo nell'utero senza
previa venere. Faremo pero por mente, che 1' osservazione
non ha disvelato nella vera mola cosa che somigliasse alle
idatidi ; e ammettendo un' analogia di testura fra la mola
€ il polipo , la tenace aderenza de' polipi al loro punto
LKZIONI Dl nsiOLOGI.V CCC. 4S
tl' appicco non semlira conciliarsi colle facilita onde si spic-
caoo le mole dell' utero. Arroge il facile riprodursi de' po-
lipi , cio die non osservasi intervenire nelle mole. Avvi
poi due osservazioni, le quali rendono assai verisimile clie
la inoia sia un falso germe : la prima e che non si videro
mai uscire vera mole, ne mai si rinvennero nell' utero
delle vergiiii e delle veccliie; la seconda che soventi volte
le mole ofFrono i caratteri d' un germe ; poni esempio coa-
stano delle membrane ingrossate e comecarnose, le quali
costituiscono tutta la massa ; talora rinviensi nel ceutro
dclla massa carnosa un vote, da cui sembra sia uscito o
svanito per qualsivoglia cagione 1' emljrione. La lezioue
LXXXV prende a contemplare la generazione, misterio ta-
le, esclania 1' autore , che tutti gli altri vince con immeuso
intervallo. Espongonsi le principal! ipotesi escogitate dagli
autori, determinandosi innanzi tutto le classi , cui si ponao
riferire le varie teorie immaginate sulia generazione. Desse
sono due , cioe occasionnlisino e prestubilisnw, E avviso de-
gli occasionalisti , clie molccole organiclie venendo ad as-
sociarsi o meglio combinarsi tra loro in una determinata
maniera prodacono un corpo vivente. Sentenza de' presta-
bilisti si e, che i corpi viventi posseggono in se la facolta
d' ingenerare individui somiglianti a loro. La classe dei
prestabilisti si parte in due ordini: o i." dlfendesi la pre-
formazione individuale od evoluzione o palingenesi, suppo-
nendo che i viventi al^biano in se il gernie della propria
specie, sicche i generati sono edotti dai generantl^ o 2..° la
preformayJone generica od epigenesi sostenendosi che noa
esiste il germe gia formato ma che si forma , e formasi
pel concorso di materiali procedenti dai generanti. Tocca
r autore i moltiplici pensamenti de' filosoJi su tale argo-
mento dall' epoche piii remote fino a noi, aggiugnendo la
propria opinione. Ragiona poi della somiglianza de' generati
a' generator! e della megalantropogenesia, cioe arte di pro-
creare prole leggiadra e robusta. Nella l^one LXXXVI fa-
vellasi del sesso , esamiaandosi la different infra il maschio
e la femina relative agl' intiml tessuti , agli umori, agli or-
gani in generate, al grado d' incitabilita , alle facolta intel-
lettuali , alle tendenze morali. Quivi con una digressione to-
glie a celebrare assai donue italiche famose nelle lettere,
nelle scienze o nella palestra dell' armi dai quattordicesimo
secolo al nostro. Ai Yeronesi pero riescira increscevole
44 LEzioNi m risioLOGiv
ruclire accennata come padovana la signora Teresa Albri-
relli-Vordoni, autrice di vaghissiini sermoni, la quale nacquej
e vive tintora in Vei-ona. Con tale digressione conferma
1' antore il sno assnnto « die il bel sesso noa e fatto per
natura a quelle discipline, clie addomandano gagliardia e
costanza di raziocinio , ardimento d'aniiiio, vi^oria di
hraccia. " U eta viene investigata nella lezione LXXXVII ,
conipiendosi di tal guisa la storia delf uomo fisico. L'autore
definisce le eta « periodi della vita , i quali sono distiati
fra di loro per matazioni naturali e spontance. " Discor-
dano i filosofi nel dar il nuniero delle eta. II Martini colla
piii parte di essi ne amniette sette die sono T infanzia, la
puerizia o fanciullezza, Tadolescenza o puberta, la gioven-
tu, la virilita, la veccliiaja , la decrepitezza. Nella lezione
LXXXVIII e ragionamento del Tempernmento , deW Idiosin-
crazia, della Coniplessione , deW Abito del corpo. Addotte le
varie definizioni del teiiiperamento date dagli autori o discus-
se , ago-iunge la propria seguente: " i temperamenti sono lo
precipue differenze tanto fisiclie quanto inorali , die si os-
servano nella specie umana. " Amniette tre temperamenti s
I." il temperamento sangnigno •, 2° il temperamento gastro-
epatico , diviso indue sottospecie, energico cioe e mobile i
3." il tem|5eramento linfatico-cellulare. II temperamento ga-
stro-epatico energico corrisponde al bilioso degli antidiii il
eastro epatico mojiile al melancollco; il linfatico-cellulare al
fleinmatico. Dal die si scorge , die la divisione dt-lT antore
consente in essenza con quella degli anticlii. Prende a di-.
visare i temperamenti , esponendo i caratteri si fisici che
niorali di ciascuno. Cliiamasi idiosincrazia un ]iecnliar mo-
do d' incitabilita , per cui un dato individuo da una data
potenza od almeno da pochissime viene incitato in una
maniera affatto diversa dal generale degli uomini , indipen-
dentemente dalla rispondenza che esiste tra il grado d'' in-
citabilita ed il grado di dette potenze. Costituzione o coni-
plessione e il gi^do di gagliardia di uno o piu individui.
L'autor nostro Annette quattro costituzioni, I'atletica, la
moderata, ladilicata, la torpida. Prossimo alia costituzione
^ r abito del corpo, ch' e la condizione sua, quale si ma-
nifesta all' occhio, indipendentemente da ogni sua azione.
Sei abiti annovera il Martini, il cretinico , T apopletico ,
41 tisico , il rachltico, il pletorico , il cachetico. Argomento
alia lezione LXXXIX costituiscono le varieta della specie
DI LOKEISZO MARTINI. 4S
wnana relalivt ai clinii. Freinesse nozioui general! geogra-
liclie, si aniioverano le variela de'popoli, le razze umaiie,
aggiugnendo considerazioiii suUe iiieclesime. La lezione XG
e consacrata alT abiiudine. Yieii defiuita f aljitudine per
quel inodo di esistere , clie i corpi viventl contraggoiio ,
tlappoiclie per qiialclie tempo o continnainente o a certi
iiitervalli rlanovarono gU stessi atti vitali. Distingue i' abi-
tudine da cio clie appeilasi aljito ^ accenna i varj noiiii
dati air abitudiue ?, favella delT influenza dell' abitudiue suUe
varie parti, e soprattutto snlle tacoitii nientali , sulle tea-
denze inorali, sulle inalattie. Dimanda su qual sistema eser-
ciii un' inmiediata influenza 1' al^itudine ? E risponde the
Tabitudine opera su tutto T organismo ; clie neirorgaiiismo
degli animali c'entrano i nervi, i quali hanno la precipua
parte uegli eil'etti dell' abitudine f, ma non possono consi-
derarsi come stromento esclusivo. Discute> se 1' abitudine
sia volontaria o no^ e se puo appellarsi una seconda na-
tura. Avverte clie il medico nell' esercizio dell' arte sua
debb' avere sommo rispetto all' abitudine ; e chiude la le-
zione dando precetti relativi all' abitudine , tanto per cio
che raggiiarda al fisico die alia mente e al cuore. — Tutte
le parti die costituiscono tin corpo organizzato amicamente
cospirano e tendono alia conservazione del tutto. Laonde
quaudo una parte vieiie in qualdie inodo incitata, le altre
]nh o meno ne sentono 1' influenza. Cosi fatta corrispon-
denza nomasi simpatia o connessioiie diiiamica , ossia cor-
rispondenza dei movimenti vitali, che e 1' argomento della
lezione XGI. Definita la connessione dinaniica ; ricordati gli
autori che ne hanno favellato , Ipocrate , Rega , Tissot ,
Eartiiez, Hunter, Creve, Dumas; accennate le varie specie
di connessione dinamica, simpatia , sinergia , antitesi o an-
tagonisino ; proposte alcune proprie denominazioni; avver-
tito che le vai'ie specie di connessione dinamica soventi
volte si confondono; addotti piii esempli di connessione
dinamica, riduce a pochi principj general! cio tutto che
pertiene ai fenonieni della connessione dinamica. Imprende
quindi a deterniinare qual sia lo stromento della simpatia.
Poiclie la vita e una, e tutti i fenonieni vitali voglionsi
attribuire ad un solo principio, la simpatia pure deesi ese-
guire per un solo ministro. II piii de' fisiologi ebbcro per
tale il sistema nervoso; per6 Whvtt attribuisce la parte
principale al cervello, Scarpa a' gang]), Bichat ammetteado
^6 LEZIONI DI FI5IOLOGI.4
tkie class! di simpatie come avea fatto due vite, sonm)Ptte
air encefalo le sinipatie della vita animale, a' gaaglj quelle
della vita or<^aaica. Opinioae dell' antore e la segnente :
« Lo strumeato della comiessione diiiainica si e il sistema
nervoso: ciascuna parte di lai ha la sua efficacia. L' encefalo
e nel suo totale e nel suo coniune sensorio iia pur la sua.
I gan> Si fatta detiaizione e consentanea al pen-
samento deU'autore, il quale ai soli animali accorda 1" istinto
come dotati di sensibilita , negandolo alia piante al tutto
insensibili. Noi pero , lasciando la questione se i vegetajjili
sieno al tutto destituiti di sentimento, reputiamo non po-
tersi negare ad essi 1' istinto , questo benelico e preveggente
governatore, cui la natura ha accordato ad ogni essere
vivente dall' uomo al polipo, al monade, dalf adansoaia ,
dal cedro del Libano, airumile mosco, al tartufo. E pero
piacerebbeci megllo definir I' istinto per un interno impulso,
per una determinata tendenza a certe cose accordata dalla
natura agli esseri org.inici senza necessita di esterne cagioni.
Avendo noi investigato si fatto fenomeno a f. 149 e seguenii
del nostro Saggio di osservazioni e di sperienze salla vegeta-
zione degli aiberi, reputiamo non al tutto vano Taddurne
un brano in conferma del nostro peiisamento. " Non mi
ricorda d' aver letto , che ad altri sia intervenuto vedere
questo singolare fenomeno , che il margine superiore d' una
circoncisione generi radici, e F inferiore rami o gemme le-
gnose ad onta clie ambedue siano sepolti nel terreno. Ben mi
e nota un'ipotesi imuiaginata a dar ragione di cio che of-
frnno tutto di !e radici e le rame di moltissimi vegetabili:
\ale a dire che esposte all" aria le radici si adornano di
rami, c questi sepolti, si vestono di radici. Si e supposto
DI L0REX20 MART^I. 47
pertatito esistere in ogni parte della pianta germl raniosi
e germi radicali, e si aggiunse svilnpparsi i primi quando
I'organo e a contatto dell' atniosfera , i secondi qiiaado
coperto di terra. Pero cotale ipotesi non mi pare atta a
dare splej^azione del fenomeao su descritto. Perclie da am-
])edue i margini noa sono spuatate radici, se ainbedue
eraao sepolti nel suolo ? lo lio dato un cenno di quelio
die sento rispetto a cio nelle niie Considerazioni intonio al
caratteri die si \'Ogliorio distintm delle piante dugU atiimaU.
Sono d'avviso doversi tal fenomeno a quella legge , cui
la natnra assog2;ett6 tutti i viventi pel loro lien essere, e
clie cliiamasi Isiint.o. Quei clie conoscono T economia vege-
tale sanno e gii strettissimi rapporti clie passano fra rami
e radici, e i loro reci]iroci bisogai. E pero, dove sia in-
terrotta la comunicazione di quelli con queste, si sforzano
a vicenda rinnovaria, anilDedue pel proprio nieglio. Ed
ecco la ragione cade snl margine snperiore spuntarono
radici per porre i rami in comunicazione col snolo, e sul
margine inferiore rami soltanto , aflinclie le radici corau-
nicassero coiratniosfera. Ecco perclie togliendo un anello
di scorza, ovvero atterrando un tronco sorgono dal ceppo
e dalle radici molti polloni; perclie in fine nelle circonci-
sioni sia cosi sensibile la direzione dei cercini e del bitor-
zoli verso il basso, onde rinnovare la comunicazione delle
rair.e colle radici. •>
Tornando alTautore, el ricorda gli scrlttori clie tratta-
rono delfistinto; espone i fenomenl piii conspicui dell'istinto
nell' uomo e nei Ijruti : avverte esservi scrittori cbe ne-
gano I'istinto, fra i quali il Darwin. L'autore sta fra quelli
die ammettono I'istinto, avvertendo pero, che e stato
inolto esagerato; prende poi a diiarire le differenze fra
I'istinto e l' intelletto. Entrando nella disamina dell' istinto
assevera n esser proprio degli esseri sensibili, dunque le
piante non aver istinto, e se si venisse a provare die Tab-
biano, esser dotate di coscienza, perche I'istinto apparte-
nere all' animo. " Secondo il Martini e 1' istinto la base
della moralita, e vuol essere stiidiato dal medico e dal filosofo.
Nel duodecimo ed ultimo tomo sono esposte tre lezloal ,
cioe le XCIII , XCIV , XCV , oltre I'indlce generate con
giuute. La XCIII prende a contemplare la inorte. Si addu-
cono i diversi sens! dati al termine morte , indi le varie
deiinizioni , delle quali la migliore a iioi parve la seguente:
^8 LEZIOXI m nsiOLOGlA
n cessazione perenne della vita. " Tocca le varie specie
di uiorte, e la dottrina del Bichat snlla niorte. Favella
delle cngioni , dei prodromi, degl' indizj di vera inorte,
non che della necrotomia o sezione del cadavere o autopsia
cadaverica. Ragiona dei niutamenti cni soggiace il corpo
morto ; aggingnendo considerazioni onde provare , che la
tnorte ne dover iiispirare spavento, ne volersi senza giusta
cafioae provocare. Tennina la lezioae con iin cenno suc-
cimo snlla mortalita. La polarita viene partitamente iuvesti-
gata nella lezioiie XCIV. Le generalita sa tale dottrina ,
gia presa in disatnina altrove , vengono iterate a nieglio
conoscere i peusaiiienti degli scrittori die spiegarono la
vita CO* poteri elettro-dinatnici. Viene applicando la dot-
trina aile singole funzioni , elaborazione degli alinienti,
assorbimento , azione del sistema irrigatorio, respirazione ,
secrezione , niitrizione e temperatnra vitale, azione nervosa
e muscolare, sonno, generazione, ingegni e passioui. Fa
fine con un esanie critico di cosi facta dottrina, conchiu-
dendo assennatamenle , che a spiegare i fenomeni della vita
jecondo la polarita, convien fare una violenza alia nostra
ra^^ione, cio clie come scrive il Dnmas, e un gran criterio
per dnbitar della verita del sistema. Non e piii saggio di-
visamento alibracciar quella ipotesi,che e piu seniplice, e
se non convince spiega almeno gli effetti in un mode pro-
babile ? L' ultima lezione discorre d''un''altra maniera d'in-
dat^are i fenomeni della vita collo sparare animaii viventi ,
cioe delle ih'isezioni. Espone un Inngo estratto della Memo-
ria del D.. Lund coronata dalT universith di Copenhagen,
ripetenlo il proprio instruttivo compendio gia pahblicato
nel dizionario periodico di medicina e aggiugiiendovi al-
cune riflessioni. Propone quindi I'instituzione d'una societa,
per avviare i fisiologi alia meta cni teadono, cioe a cono-
scere il sublime maaiisterio delle funzioni. Nell' indice ge-
nerale ha 1' autore inserite alquante giunte , delle quali
le piu rilevanti sono quelle die risguardano le scoperte
e osservazioni dei chiarissimi Lippi e Panizza. Peccato !
che qui, come in tutti i precedent! volnnii, Incoutrisi
un'infiiiita d'errori tipografici e strafalcioni cosi fatti, che
soventi volte a gran fatica coniprendesi il pensamento
deir autore! Finalmente in altra giunta risponde a un no-
stro articolo inserito in uno de' precedenti estratii , nel
quale abbiamo afFermato oppostaniente al Martini, che non
DI LORENZO MARTINI. '4g
ammettinmo punto la teniperatura vitale delle piante. EgU
pertnnto alFenna : « lo mi fo a credere, clie qnesta sia uaa
delle verita piii diinostrate nella fisioloj^ia. >> Tuttavolta ei
non ailduce verano speriinento die attest! essere la tem-
peratiira vitale delle piante una delle verita piii dlniostrate
yiella fisiologia. E termina la sua scrittura dicendo: <> Del
resto chi puo igaorare die la teniperatura e meno rigorosa
dove vi soao vegetabili? Come mai spiegare questo feno-
iiieno, se non si ammette che essi svolgono calore? Noi
dniique coutinueremo ad ammettere la teniperatura delle
piante? Pero die la teniperatura ataiosferica sia meno ri-
gorosa ove sono vegetabili, noi reputiamo pensamento al
tutto erroneo. Lasciando stare gli argomenti, che T ottica
ne fornisce a provare, die ove sono piu vegetabili ivi la
teniperatura dell'aere debb' essere menocalda; la sola tra-
sj)irazione delle piante ne ofFrj di cio una prova irrepu-
gnal)ile. Niuno ignora die la piu parte della linfa delle
piante si elimina per traspirazione ; e sappiam dalF Halles ,
dal Duhamel, dal Bonnet, dal Senebier, dal Saussure
quanto immensa sia tale traspirazione. Laonde il rapido
passaggio di cotanto liquido alio state aeriforme a tutto
dispenclio del calore atmosferico debb' essere fonte rileyaa-
tissima di frescura. C, P.
BILL Ital. T. LXVIII.
Sail invenzlone de sostegid a conca e de canali a de-
rtvazione intermedia.
i^redesi comunemente die moderni siano i due grandl e
luniinosi ritrovati die servono di base fondamentale all at-
tuale sistenia di artificiale navigazioae , il sostegno a conca
cioe, e V intermedia deriiazione a strbatoi. Lo Zendrini
attribui 1' invenzione del sostegno a conca ad ingegneri
viterbesi, i cjnali nell' anno 148 i il posero in uso sul Bren-
ta; r asserzione di quel valente uomo fu ammessa dagli
ficrittori die gli succederonoi ma piu recentemente Bru-
schetti diiiiostro che la conca di Viarenna in Milano e an-
tecedente , e die ne furono autorl gl' ingegneri ducali Fi-
lippo da Modena e Fioravanie da Bologna (i). Gli stranieri
istessi credono die V importantissima ed utilissima inven-
zione del sostegno a conca e dovuta agl' Italian!; quest'opi-
nione e si onoievole per la bella patria nostra che proviamo
non piccolo riiicresciniento di doveila contraddire ; pure
pensando die 1' amore di verita dall' aniore di patria noa
deve essere depresso , e die questo in verun iiiodo noa
deve impedire die tolte siano le non fondate creden/.e
comeclie lusinghevoli , esporremo candidameiue i fatti che
air indicata opinione s'oppongono; inoltre faremo osservare
che quantunque 1" intermedia derivazione a serbatoi fosse
probabilmente sconosciuta agli Europei antichi, non lo era
gia agli antichi Cinesi.
Un canale di grande nadgazione altre volte esisteva tra
il Mediterraneo e TEritreo; Erodoto , Diodoro Siculo ,
Strabone, PllniO;, Tolomeo il geografo ed alcuni scrittori
arabi ne fanno cenno. Secondo Erodoto , Neco figlio di
Psammitico Re d' Egitto fu quegli che ne intraprese lo
scavamento. La larghezza del canale bastava pel libero
i)assac"Tio di due trinmi di fronte ■, la sua lunghezza tra-
' "^ . . ■ 1- • • 1- •
scorrevasi in quattro giornate di navigazione; egli sortiva
dal Nilo poco al disopra di Bubasto , ed univasi al mar
(i^ Istoria de.i progetti e delle opere per la navigazione interna
del Milanese , di Giuseppe Bruschettl. — Milano , 1821, in 4.*,
a peg. 12.
5ULL* INVEX7,rOXF CCC. 5l
Ko9so in vicinanza di Putamo. Infelice fii l' esito delT in-
tiapresa di Neco, e ventisei mila nomlni perirono scavando
i! canale. Dario riassnnse in seguito gli abhandonati lavori,
ma Diodofo, Slraboiie e Pliiiio concordano nelF affennare
die iniuili farono i suoi tentativi. A Toloraeo secondo fu
riservata la sorte di ridurre a compimento questo canale i
clie poi fii ristaurato daTrajano, secondo alcuni , oppnre
da Adriaiio , secondo altri. Gli Arabi lo ripararono di bel
nnovo 1' anno 689 dell''era volgare ; ma cesso d' essere na-
vigabile dopo T anno 76a, epoca in cui il Califo Almansore
ordino al suo governatore in Egitto di farlo cobnare per
pnnire la ribellione de' Medinesi , a cui era di molta ntilita.
Dalle vestigia ancora esistenti di questo canale rilevasL
die serpcggiava sopra un piano dolcemente inclinato verso
I'Eritreo, e die ne' due suoi estremi il pelo d'acqua do-
veva essere assoggettato a variazioni periodiclie assai rimar-
chevoli. Alia foce le ditFerenze di livello dipendevano dalle
maree ed erano poco minori di due metri ; all' imbocca-
tura ascendevano talvolta sino ad otto o dieci metri , e
derivavano dalle notissinie periodiclie alterazioni del Nilo.
L'accennata circostanza locale si sarebbe opposta invinci-
bilmente alia regolare navigazione non solo , ma anclie alia
sussistenza del canale senza V invenzione di un artificio
capace di arrecare 1" opportune riinediof, in fatti la grande
elevazione dell'acqua, in certi tempi, avrebbe cagionato
tali velocita da sconvolgere fondo e sponde, e da mettere
il canale in so'jquadro se P acqua avesse potiito scorrere
sbrigliata. A domare un tal inipeto distruttore senza im-
pedire la navigazione non scorgesi nel caso contemplato
altro artificio valevole fuordie quelio de' sostegni a conca.
Avvegnaclie tanto i sostegni a cateratta semplice, quanto
quelli a piano inclinato sarebbero stati compintameute inef-
ficaci i i primi perche evidentemente non conciliabi'i col
libero e pronto passaggio di navi e barcbe a grande por-
tata ; i secondi perche non servono per loro essenza se
non quando P altezza di caduta e costanie, oppnre quando
Paltezza del pnnto piix alto non varia come avviene ap-
punto negli fcha cinesi, e ne' sostegni usati sui canali di
piccola navigazione.
II canale in quistione ricliiedeva almeno due sostegni a
conca, uno alia foce d' ordinaria altezza e P altro alT im-
boccatura : quest' ultimo doveva essere ad un solo salto
5a SULL INVENZIONE
ed a grancle caduta, a simigliaaza de' sostegnl che I'inge-
gaere Meda aveva immaginato pel caiiale di Paderno , op-
pure a simiglianza di qnelli die ora esistono nel Belgio
ed in Olaiida, come per esempio la conca di Bonzingne
sul canale tra Ypres e N'ieuport, la cui cadnta totale e di
meti'i sei e quattro decimetri. Sarebhe stato altresi utile
che OTiiiina delle due conche avesse avuto tanto aell'alto,
quanio al basso doppie porte angolarl cogli angoli rivoUi
in senso o\3posto, come con ottimo efFetto snolsi di pre-
sente praticare all' estremita di alcuni canali che o deri-
vano , o shoccano in nn tiuine soggetto a notevoli varia-
zioni di livello.
Dal sin qui detto concludere si potrebbe die i sostegni
a conca farono efFettivamente impiegati snll' antico canale
egiziano , quand' anclie non esistesse testimonianza scritta
da antichi amori i ma Diodoro Sicnlo ci toglie qualunque
dubbio a questo riguardo : « Nel processo de' tempi, dice
» egli (lib. 1, cap. 3), Tolomeo secoixdo diede T ultima
>» niano all' opera del canale, e face costruire con somma
» niaestria , in luogo opportuno , un certo ingegno il quale
i> aprivasi quando passare si voleva e poi chiudevasij
>/ r eflPetto ottimamente corrispose al disegno. II canale
» chiamasi Tolomeo dal suo autore, ed ove entra in mare
» v' e una citia detta Arsinoe. " Alcuni supposero che
Diodoro accennasse un sostegno sem|ilice a cateratta, od
nno a piano indinato; ma questa interpretazione non e
ammissiliile per le ragioni gia addotte, e perche non con-
corda con quanto T autore asserisce — La sominu inaesfria
COIL cui divisato fu I' iiisegrio che allcrnndvnmtnte apr vasl e
chiudevasi. — L (ffeito ouimamente corrisponilenf cot dise-
gno. — ' sono tali espressioni che nel cnso contenqdaio in
verun modo attribuire si possono ad aliro che ad un so-
stegno a conca.
Tolomeo, per superare gl' indicati gravisslmi ostacoli
che si opponevano all' attivazione del canale, ha potuto
ritrarre grandi sussidj dalla in allora fiorente sciiola d' A-
lessandria, si fecomla di chiari unmini, ed alia quale ap-
partennero e T insigne Jcrone , e f ingegnosissimo Ciesibio,
inventori, 1* uno della foniana che porta il suo nome e
della eolipila a roiazione, che considerare si puo come la
prima e la piu semplice delle macdiioe a vapore, Taltro
della tromba aspirante, del mantice ciliadnco e deU'argano.
Dli' S06TEGNI A CONGA CCC. 53
Cio clie Neco e Dario non conseguirono, fu ottenuto
da Toloineo merce 1' invenzioiie del sostegno a conoa , clie
fa di tale efTicacia da penuetiere posterionnente la libera
navigazione del canale , sotto il dominio de' Romani e sotto
cjnello degli Arabi , ogni volta die il governo voile prov-
vedere alio spnrgo ed alia niaautenzione del canale mede-
simo Se poi i Romani non iniitarono uti si luminoso
esenipio in altre provincie del loro impero, causa ne fii
r indole loro essenzialmente marziaie, per cui nelio stabi-
lire delle vie di comnnicazione guiJati erano da viste pu-
ramente niilitari , e poco cnravansi di promovere il com-
mercio e 1' indnstria. Ne' secoli bassi finalmente la caligine
deila barbarie spense la niemoria del sostegno a conca
insieme con qaella di moltl altri prodotti deirantico in-
civiiimento.
L' esistenza di molti fra i canall che solcano oggidi il
territorio di colte nazioni, e contribuiscono non poco alia
prosperita loro economica ed industriale, dipende dall' Jn-
Venzione de"" serbaioi artificiali , cost chiamansi certi laghetti
artefatti entro alcnne valli ad oggetto di dare aiiinento ad
un canale a due declivj , nel case in cui fra le due estre-
mita esistesse un'altura che fosse d' uopo di sorpassare.
In Europa i due piu antichi canali conosciuti di questo
genere sono, primamente, il canale di Briare tra i fiumi
Senna e Loira , incominciato I'anno i6o5 ed eseguito sotto
la direzione delT ingegncre Crosnier; in seconilo luogo,
qnello molto piu grandioso di Linguadoca, intrapreso da
Riqnet, per congiungere il Rlediterraneo coirOceano, ed
il cui eseguimento ebbe principio I'anno i668 coU' assi-
stenza di Andreossi ingegnere italiano. IMolto tempo prima
pero nella Cina esisteva un canale del medesimo genere,
ed e il gran canal Yun-liang-bo che e ancora il maggiore di
tutii. Un gran lago posto tra alti monti, da cui scaturiva
altre volte un fiiime, somministra al canale le acque ali-
mentatrici ; a qnesto effetto i CinesL chiusero T imbocca-
tura del fiuine; ed avendo traforato un monte fecero pas-
sare le acque per qnella nuova apertura, da cui parte ua
tronco di canale che conduce le acque suddette ad una
mezza giornata di distanza sino ad nn tempio clilamato
tempio del parti-ncqua ; ivi poi incominciano i due graa
rami del canale, 1' uno de' quali s' incammina verso setten-
trione , T altro verso mezzogiorno. II celebre Marco Polo
54 sull'invemzione
fa cenno dl questa grande opera, ina in ua inodo alqnanto
oscuro. L' iadicazioiie data dal viaggiatore veneto fu poi
chiarita ed ampliata dagli scritti dei missionarj Duhalde,
Magaillans e Mai-tiiii e ricoiifermata dalla descrizione de'
canali della Cina die 1' illastre orientalista Klaproth de-
sunse dagli antori nazionali, e die inseri negli Annates
des voynaes ( febbrajo 1827). II padre Martini paria con
ammirazione di qnella colossale intrapresa idraulica de* Ci-
nesi e la considera come la piii pregevole cosa di questo
eenere die esista al mondo. E pero da notarsi die un si
favorevole concetto scemasi non poco in vista della imper-
fezione singolare dei sostegni a piani inclinati die ritrovansi
snl caaale in quistione, imperfezione per tanto tempo nian-
tenuta dalla ben nota immobilita dell' incivilimento cinese.
II padre Magaillans da una curiosa descrizione della
nianovra die usasi quando una barca deve passare pel mag-
giore degli t:ha o sostegno di quel canale. « Quando una
w barca e giunta al piede del sostegno, dic'egli, quattro
y> o cinque cento uomini od anche un maggior numero ,
» posti parte a destra parte a sinistra del canale , tirano
» simultaneamente la barca col mezzo di moke corde at-
» taccate alia prora; nel tempo istesso alcuni argani posti
» sui grossi muri di pietra viva del sostegno cooperano
» alia manovra. Altre funi maggiori sono avvolte a grosse
>» colonne per ritenere la barca nel caso in cui acciden-
» talmente si rompessero le indicate corde. II moto in
» principio e lento, ma va poi gradatamente accelerandosi,
>> il suono d'un timpano e le grida concord! dei lavoratori
» scrvono loro d' indicator! : cosi la barca in breve tempo
" giunge alia sommita del piano inclinato. Scendono le
" liardie con grande celerita, ma altresi con molto peri-
» colo; durante la discesa sono ritenute da molte funi at-
)> taccate alia poppa, die si rilasciano uguaUnente d'ambe
>> le parti \ contemporaneamente varj uomini armati di
" periidie uncinate dirigono la barca e 1' impediscono di
» urtare coniro i muri ed i pilastri del sostegno. "
Ponendo a confronto la penosa, pericolosa e costosissima
manovra usata ne' sostegni cinesi, col giuoco facile, spe-
dito, sicLiro ed econoinico de' sostegni a conca meglio scorgesi
il grandissinio pregio di questi uhiini. Lode immortale sia
dunque attribuita a quebeuemeriti Itallani i qnali, se])bene
non possano considcrarsi come primi inventori , pero nel
de' sostegni a conca ccc. 55
quinJicesiino secolo Fianno sapiuo colla foi-za del loi'o in-
gegno fipro lurre uii si mii-al)ile ritrovaaieiito di ciii Li
barlj.irie de' secoli aiiteriori aveva cjnasi coinpiiitaiuente
distrutta ogiil inemoria.
I nostri aiitenati furoiio e vero maestri all' Earo|ia d' ar-
tificiale navigazione, come lo furono di tntti gli altri rami
dell' architettura idraiilica, ma ora coaviea confessare clie
altri popoli e specialmeute gl' Iiiglesi ci sorpassano per
la grandiosa estensiotie clie seppero dare all' interna navi-
gazione, la quale combinata col sistema delle strade a ro-
taje formo sul loro snolo un mirabile intreccio che contribui
net modo 11 piu sorprendente a favorire 1' attivita del loro
commercio a cui e intimamente congiunto lo stato fiorente
della loro industria : cercliiamo adunque di ragginngerli e di
sorpassarli se far si pno. Non trascuriamo le strade a
rotaje, ma soprattutto poniamo mente ai canali di piccola
navigazione sinora presso di noi negletti. Essendo carattere
loro distintivo di attenersi alle minime dimension! , ed alle
conformazioni le piii semplici e le piu economiche , eJ
avendo individnalmente uno scopo limitato e per cosi dire
locale, sarebbero fra le opere di pubblica iitilita le piii
convenevoU per servire d' oggetto alle speculazioni di pri-
vate societa, e ad addestrarle a piii ardimentose intrapre-
se, cosicctie a poco a poco emnlare potessero quelle che ia
Ingliilterra prodnssero gli efTetti inopinati, quasi portentosi
che formano giustameate rammirazioue delle altre nazioni.
D' altronde i canali di piccola navigazione, congiunti coi
maggiori . diventano ramificazioni vivificanti atte a som-
niinistrare loro alimento e vigoria.
56
APPENDICE.
PARTE I.
SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE.
Journal of an expedition. — Giornale d' una spcdi-
zione intrapresa colV intento d' esaminare il cor so
€ V imboccatura del Niger, ossia Relnzione dun
vinggio sii questo fiume da Yaouria sino alia sua
imboccatura , di Riccardo e Giovanni Lander. Lon-
dra 1 832, e Parigi, colla traduzione francese di
viadaina Luigia Sw. Bclloc, loSa, torn. 3, in 8.°,
con una carta geografica ^ e con figure.
Articolo I.
J.1 niisterioso velo ond'era coperta 1' interior parte clelPAfrica
Va di giorno in giorno sqnarciandosi, merce dello zelo e
della perseveranza d' intrepidi viaggiatori. Le portentose
relazioni degli Arabi sono ora svanite come altrettanti
fantasmi: i cors-i delle grandi acqne, le interminahili catene
di nionii, i laghi imniensi, ricettacoli e sorgenti d'iminensL
fiunii, i tanti e si niaravigliosi racconti di esaltate fantasie
pill oggimai non sussistono clie sulle carte tO|D0gra/icIie,
e nelle antiche narrazioni piii roiuaazesclie clie probaljili
o veritiere. La citta stessa di Tenibociou, qnesto si fanioso
emporio del centro dell'Afiica, questa terra beata die fu tanto
discussa ed a cui tendevano le mire de' nioderni geografi,
e oggimai apparsa nella sua pienissima luce. Teiuljoctou
non e piu clie una miserabile unione di tugurj, senza nuira
che la difendano , in ardentissima pianura coperta dalla
polvere del deserto, senz'acqna, senza verdura, senz' oni-
bra : essa non e piii una delle maraviglie del coiitinente
APP. PARTE STRANIERA. Sy
arricano (i). A' d\ nostrl per tanto non il solo contorno di
questa parte dell' aiitico moiido ci si presenta sotto la sua
vera fisoiiomia •, ma anche gl' infocati , gl' inaccesslbili ed
inospiti paesi delT interno ci oflrono preziosa messe di nnovi
e sicuri documenti per la topografia, per T aspetto fisico
delle terre, per la condlzioae politica, religiosa e morale
di popoli, die prima stati noa eraao da alcua Europeo
visitati (a).
Clie se pongasi mente all' immanita de' pericoli e dei
disastri, cni fannosi incontro i generosi che sifFaiti viaggi
iiitraprendono, quanta essere non debbe la maraviglia
nostra, quanta verso di loro la nostra riconoscenza' Per-
ciocche ricliiedesi cU' eglino innanzi di porsi in cammino
facciano il sacriliclo della propria vita, convinti die contra
nn grado di probabilita pel ritorno , venti ce ne ba ]ier la
morte i del cbe Umnosa testimonianza ci lasciarono e Rlungo
Park, e Laing e Cl-ipperton, e i nostri Belzoni e Broccbi
e tauti altri celeberri.m viaggiatori: e d' uopo alibandonarsi
alia pill grossolaqa indigesta nutritura di legumi, di radici,
di carne d'elefanti, di pantere, di zebre e di altri sifFatti
aniniali ; carne cbe non puo sempre ottenersi col daoaro
o col caa'.bio, ma cbe spesso procacclar conviensi cacciando
col facile: e d' uopo d' una salute ferrea, d' un tempera-
mento die resista alle subitanee variazioni di trenta
gradi di temperatura, e a' pestilenziali miasmi die esalano
SI dalla terra semispaccata pel calore, e si ancora dalle
paludi arse da! sole, da un sole di fuoco; cbe resista inol-
tre a noiti gliiacciate, alia noja delle solitudini , al totale
abbandono del mondo nel mezzo di perlide nazioni : e
d' uopo iinalmente trascinar seco ed armi per imporre ad
una moltitudaie di capi vilissimi col forte, arroganti col de-
bole, emercanzie ed oggetti d'ogni genere onde saziare la
cupiuigia de'piccoli innnmerevoli despoti , cbe vendono i
passaggi ad altissimo prezzo, e degli ipocriti sacerdoti del
(1) Veggasi il tomo 59.°, agosto looO, di questo Gioniale
pag. 2l3 e seog.
(2) Grandi cliiariiuenti sulla topogi'alia e srlla rondizione di
questa parte del mondo ha pure recato il signer J. B. Douille
coUa relazione del siio viaggio al Congo ed airinteruo deU'Africa
equiaoziale , fatto negii aiini 1828, 1829 e i83o, che fu non
liA giiari pubblicaio a Pai-igi, c di cui dovremo piue ragionare.
58 APPENDICE
feticismo che mercanteggiano la possente loro pfotezione ^
senza della quale i viaggiatori male reggerebbersi in mezzo
a genti riella piu assurda superstizioqe immerse (i). Dal
segiteafe l^rano della relazioae de' fratelli Lander, sul cul
viaggio imprender dobbiamo a dlscoi'rcre, potra di leggieri
giudicarsi della pertinacia , direm quasi, di cui eglino ar*
marsi dovettero per condurre a compimento la loro spedi-
zione: n Sebbene assai di rado ne parliamo^ nondimeno
fummo pressoche sempfe piu o meno indisposti nel corso
del penoso nostro viaggio. A dirlo in breve , pochl giorni
erano trascorsi dopo il nostro sbarco a Badagry , e di gia
noi cominciavamo a sentire i perniciosi effetii del clima
africano, ed a provare un grado di languidezza, die dal
piu ardentc entnsiasmo non seuipre potea superarsi. E cosa
quasi inutile 1' aggiugnere ciie spesso il nostro coraggio
veniva meno sotto 1' influenza di quel prepotente avversa-
rio : non avtvamo alcun mezzo per resistere a' suoi assalti
contro della nostra costituzione. " A' quali incomodi aggin-
gnersi debbono le fatiche, le privazioui e i disastri d'ogni
genere , onde i due fratelli furono pressoche sempre ac-
compagnati.
Nessun geografico argomento ando forse piu soggetto ad
ipotcsi o discussioni, quanto quello risguardante il fiume
I^iger^ detto da' natii o moderni Africani Dhioliha, o Quorra.
Tanta fu da' piu remoti tempi sino a' di nostri la varieta
nelle opinioni de' piu dotti geograii intorno al corso eel
air imboccatura di questo fiume! Erodoto, il padre della
storia, viene nella sua geografia dell* Africa raccontando
che pill giovani Nasamonii ( popolo che soggiornava al
nord dell* Africa suUa costa del Mediterraneo ) partiti dal-
TEgitto viaggiarono tenendo una direzione occidentale sino
a clie giunti ad un fiume largo e di coccodrilli rlpieno ,
che scorreva verso il sole levante, condotti furono da'
natii ad una considerevole citta posta sulle sponde di
quel fiume. Ora il signer Luogot. Colonnello Leak in una
lunga Memoria, da lui letta alia Societa geografica di Londr.i
nella prima radunanza dell' inverno scorso , s'avviso di
sostenere che il fiume cui giunsero que' giovani viaggiatori
(i) Veggasi il quadro che di qupati medesimi pericoli e antivc-
dlmenti trovasi nel tome 24.° de'Nouv. Annales des Voyoi^es ctc.^
par MM. Eyries^ Larenaudiere et Kloprotk.
PARTB STRANIERA. 5o
i; appunto il Niger, e che la cltth alii quale condotti
furono essere noa potea clie Temboctou. Ma ad una si
reinota epoca , siccome quella lo e di Erodoto , di circa
cinc(ue secoli prima dell' era cristiana, epoca in cai il
Nilo nella sua maestosa grandezza attraeva rattenzione
degli scrittori contemporanei, dovea naturalmente concliin-
dersi che il fiuine da' Nasamonii incontrato, disceadente
secondo essi dall' ovest , andasse a congiugnersi con uno
de'snperiori rami dello stesso gran fuime d' Egitto. Di la
provenne il prirao errore , da Erodoto promnlgato, cioe che
il Niger fosse una delle plu recondite sorgenti del Nilo.
Strabone pochissimo parla del Niger: molto ne ragiona
Flinio, il quale lo fa scorrere nella bassa Mauritania per
deserti di sabbia , ma in fine conformandosi ad Erodoto lo
congiugne col Nilo, e ne forma un solo e medesimo fiume.
Mela, il pill avveduto degli antichi geografi , dopo d' aver
fatto scorrere il Niger dall'ovest all' est, candidamente con-
fessa che giunto che sia questo fiume nel centro dell'Africa
piu aversene non puo notizia alcuna. Tolomeo fu il primo
che disciolta abbia I'immaginaria unione del Niger col
Nilo: ma troppo vaglie presentansi le sue idee sul corso
del primo di que' due fiumi, e sembra anzi ch'egli di piii
fiumi un solo ne fornii.
Col disciogliersi del romano impero divennero ancor
pill incompreusibiii le opuiioni intorno al misterioso finme.
Sembrava bensi che gli Arabi , da' quali tutto occupavasi
il nord dell'Africa, erranti per abitudine, soniministrar
potessero piii esatte e piii numerose notizie; pure eglino
non furono piu felici de' loro predecessori. Perciocche
diedero al Nilo ed al Niger una medesima sorgente , sup-
ponendo che nientre I'uno si getta al nord nel Mediterra-
neo;, r ahro traversando I'intero continente metta foce per
r ovest neirOceano atlantico, da essi appellato mare tene-
broso: per distinguere poi I'uno dall' altro davano al Niger
il nomc di Dlilo dci IVegri.
Finalmente i viaggi e le marittime scoperte de'Portoghesi
nel secolo XV recata avendo gran luce alia topografia del-
1 Africa, nascere pur fecero la speranza che cliiarire si
potesse cio che fin a quell' epoca stato era nelle teuebre
avvolto. Eglino tutt'intenii ad accrescere le loro conquiste
neli India, e costretti a seguire quasi passo passo le coste
del contiiieute africano^ vi fondarono successivaniente piu
6o APPENDICE
emporj , donde le loro indagini si estesero alle parti in*
terne. Nondimeno ne le loro corrispondenze co'natii del
Senegal e del regno di Gainbia, ne le r.oninnicazioai loro
ben anco con Temboctou furono sufficienii a distrnggere
r errore il quale si perpetno quindi in tutte le loro carte:
venne anzi comunemente alibracciata V opinione del grana-
t€se Leone Africano, versato quant'altri uiai nella letteratura
orientale. Questi faceva non altrimenti scorrere il Niger
verso r ovest. Pero la sua opinione non in altro differiva
da quelia degli Arabi , fuorclie nella sorgente , ch' ei col-
locava air ovest di qucUa del Nilo. Egli considerava il
Niger come l^emissario d' un gran lago sitnato al sud di
Bornou, donde discendere lo faceva all' ovest siao alTOceano
atlantico. Tale opinione fu in parte abbracciata da due
celeberrimi geografi francesi dello scorso secolo , i signori
De Lisle e d'Anville, ina essi ancora non furono piii felici
nel determlnare il vero corso del fiume.
Tale era lo state delle cognizioni intorno al Niger,
quando nel 1788 venne a Londra istitiiita una Societa
geografica al solo oggetto di estendere le scoperte neU'Africa.
Da queir epoca ebbe principio una nuova era e luminosa
ne' progress! della geograiia in quel continente. II j^riino
e principale scopo di tale Societa fu il gran proi)lema
sul corso e sulT imboccatura del Niger. Venne percio
promesso un premio a chi pel primo giugnerebbe a
scioglierlo. E pel primo presentossi I' americano Giovanni
Ledyard, uomo d'un coraggio straordinario, avidissimo di
avventure, indurito alle faticlie ed ai disastri di lunghi e
perigliosi viaggi , perciocclie aveva egli accompagnato il
capitano Cook nel giro del mondo. II Ledyard parti nel-
r anno stesso 1788 coif intento di penetrare neU'Africa
per I'Egitto, e di traversar quindi il continente alia lati-
tudine del Niger. RLi giunto al Cairo cd ivi altaniente ir-
ritate per la tardanza della carovana , coUa quale porsi
dovea in cainmino , si avvili , si scoraggio, e con una
rapida nialattia die fine alia splendida sua carriera- Egli
tutta nutriva I' audacia per le grand! iniprese ; pure man-
cava della pazienza, e questa e neU'Africa la piii essenziale
qualita per un viaggiatore.
Dopo il Ledyard parti nel 1789 il signer Lucas col
medesimo intento, e la geografia dell'Africa merce di lui
fece qualche progresso: nia egli non peuetro die a cinque
PARTE STRANIERA. 6 I
cJornate tia Tripoli ; e forse ti-oppo facilraente afiidandosi
nlle asserzioni de' mercanti del Fezzan die del corso del
Ni'^er una relazioiie si fatta, die dalle receiiti scoperte
non vetine in alcun modo confei-mata. La Societh rivoUe
allora le sue attenzioai alia costa delFovest, siccome queila
die pei- penetrare sino al Niger magj^iori facilita ofFeriva,
die Tripoli e TEgitto. A tale impresa s'accinse pel prinio
nel 1 79 1 il maggiore Hougliton, die state essendo per
piu anni console inglese a Marocco famigliarissimo erasi
fatto col carattere e coU'idioma degli Arabi. Egli rimonto
il finine Gambia sino ai limiti del gran deserto , ma spo-
gliato e derelitto dai mercanti mauri co' quali erasi unito
cesso di vivere a Jarra.
Per tutte le qnali cose erano vaglie ancora e poco sod-
disfacenti le notizie intorno al corso del Niger, non essen-
dosene da alcuno de' moderni viaggiatori ancor raggiuuta
la riva. L' onore di spignere quasi a compiniento si peri-
gliosa e si diflicile impresa era riserbato ad unoScozzese,
al celebre Mungo Park. Cestui munito e di coraggio e di
cognizionl, specialmente in niedicina, e di tutte le qualita
die piii giovar possoao a clii viaggia per I'Africa, ofleri
nel 1795 i suoi servigi alia Societa africana. Le sue oflerte
furono accettate. Egli seguendo la via additata dal maggiore
Hongliioii rimonto la Gambia, e giunse a Medina. Cola
abbandonando il finme risali ancor piit al nord, e traverso
la Falelinie, provincia tributaria del Senegal, presso di
Fatteconda. Avendo pur traversato il Senegal ed oUrepas-
sato Kc'inmou, giunse a Jarra ove trovo le ultime tracce
del maggior Hongbton. Lasciando Jarra rivolse il suo cam-
iiiino al sud sud-est , e dopo d'aver soiferte grandi diili-
colta e crudeli privazioni, a motivo delle guerre de'natii,
giunse fiualniente al tanto sospirato Niger, e scorrere lo
vide dair ovest aU'est. Da Seso ei continuo il suo viaggio,
lungo le rive del fiume sino a Silla , ove trovandosi slinito
per le faticlie e privo d' ogni mezzo con cui progredire,
si risolse al ritorno: rag2,iuiise quindi nuovamente la Gandjia
per una via piii diretta di queila die tenuta avea iieiran-
dare, ed arrive in Ingliilterra uel 1797. Egli a SlUa, che
nelle odierne carte trovasi circa al 14° di lat. N. ed al
1° 3o' di long. E. (meridiano di Parigi ) e di cui deter-
niino la posizione a tluecento miglia geograficbe da Tein-
J)octou raccolse molte notizie;, di modo die una parte del
corso del Nitrer fu fiaalmente sulle carte deli.ieata , giusta
6a ArPENOIGE
le |3ersonali osservazioai d'un moderno viaggiatore. M. P,iugnere il termine della sua impresa :
/< per lo meno (diceva egli) moriro nel Niger. » Qneste
ultime parole furono fatalmente profeticlie. Egli soggiacque
non air influenza del clima, nia ad un fortuito avvenimento.
Dalle notizie die se ne ebbero, confermate poi da Riccardo
Lander, risulta die lo sventurato viaggiatore, passamlo col
suo navigiio dinanzi alia citta di Boussa circa al 10°, 20' di
lat. N. e 3°, 5o' di long. E., assalito da' natii peri nel
fiume. Tale fu 1' esito del primo tentativo die il governo
inglese fatto avea per iscoprire il corso del Niger.
Dopo la scoperta di M. Park non altre notizie si ebjjero
sul corso del Niger, se non quelle dal capitano Clapper-
ton riferite nel suo viaggio a Sackntoa T anno 1824; giac-
clie le spedizioni fatte negli aniii di mezzo per ordine tlel
Governo inglese dal capitano Tuckey e dal maggiore Peildie
riuscirono pressoche infruttuose. II cap. Clapperton visilato
cli ebbe il regno di Bornou , ove passando per Tri[)oli
accompagnato avea il maggiore Denhani ed il dotiore
64 APPENDICE
OnJney, giunse a Sackaton. Ivi ehb'egli la prima notizia
che il finnie scorreva al snd e gettavasi nel mare a runda.
]\lnnito cli tale scoperta e di piu altre notizie sulla parte
dell'MVica da kii traversata ritorno in Inghilterra. II favo-
revole atcogliiiiento che ricevnio avea da Bello , sultano
de'-Fe./ai, determino il Governo inglese a commettergli
una nuova spedizione. Egli per tanto riprese il viaggio ia
conipagnia del capitano Pearce e del dott. Morrison, amlii-
dne nfiiciali dplla marina reale. Ma di qnesta spedizione
il solo Riccardo Lander doinestico del Clapperton pote ri-
vedere T Ingliilterra. Il cap. Pearce ed il dottore Morrison
morirono poclii giorni dopo il loro arrivo a Badagry , citta
posta in vicinanza del golfo di Guinea, donde cominciar
doveasi il divisato viaggio pel continente. II Clapperton
col solo Riccardo Lander arrivo poco dopo a Wowou, citta
sltuaia a non niolte miglia dal Niger, circa al 0°, 5o' di
lat. N. e 3°. 35' di long. E. : di la passo a Boussa ov'era
morto M. Park. Ma egii avea la piu grande ripugnanza a
discendere il iiume , e non ne fece mistero al Lander;
perciocclie teneva per ferino che chiunque attenterebbesi
a tale intraprendimento soggiacerebbe agli assalti de'natii,
e raggiugnerne non potrebbe F indooccatura : traverse dun-
que il fiunie Coumie, al di sotto di Boussa, ma appena giunto
a Snckatou nel regrto di Sondaii cesso di vivere. Riccardo
Lander, resi gli ultimi doveri al signore ed aniico sue, dopo
infinite sciagure con pericolo della propria vita, raggiunse
Badagry e di la fece ritorno alia patria , seco recando le
carte del Clapperton. Con questo viaggio determinate ven-
nero le posizioni di Boussa e di Yaouria , e con esso de-
terminaio pur venne per approssimazione il corso del fiuine
tra queste due citta, dal grado di lat. N. in circa 10%
ao', al 11", 1.5'.
Al tempo della secoada spedizione del Clapperton , un
altro inglese, il magglor Laing, penetro da Tripoli sino
a Temboctou. Egli gia scampato avea dagli assalti d' una
banda di Touariclii ( popolo errante clie abita il deserto)
e partito da Temboctou ritornava a Sego , quando fu inu-
manamente ucciso da un mercante niauro, che assoldato
aveasi a guiJa. Ignorasi tuttora il destino delle sue carte,
ch'essere pur dovrebliero di non piccola importanza. Frat-
tanto la Francia, emala dell' Ingliilterra in ogni gonere d'in-
traprcndimenti non istavasi ciieta od inoperosa. Essa ancora
vaniava una Societa geografica, il cui scopo era specialmente
PAUTE STRANTEUA. 65
queilo di spignere le ricerche sino al centro dell' Africa.
Qaesta Societa proposto avea lui premio a quel Francese
clie pel priino parteiido dalla Senegainbia , paese delle coste
occklentali deU'AtVica, giugiierelilje a Temboctou. E la co-
rona tocco al coraggioso, airiiuj)erteiTito signor Caillie, del
cni viaggio parlato abljiarao a lungo nel tomo Sg.", agosto
i83o, di questo giornale. Ci fa anzi niaraviglia come il
dotto scrittore deWIntroduzione al gioniale de'fratelli Lan-
der noil faccla clie appena e quasi di fuga un cenno del
viaggiator francese. Taato puo dunque negli uomini anche
i piu colli quella che cliiamasi gelosia di patria o di na-
zione ! Imperocclie il signor Caillie ancora ci die molte ed
iiU]5ortanti notizie sovra ralto o superior corso del Dliioliba
o Niger su cui navigo per un mese e sui popoli da lui
lunghesso visitatl , e sul piegare die questo fiume poco oltre
a Temlioctou vien facendo verso il sud , sebbene gli abitanti
avvisassero cli' esso al di la di Haoussa congiugnesi col Nilo,
Al)biaiii creduto bene di premettere questa, direiiiino quasi,
compendiosa narrazione storica delle notizie che aveansi
del Niger, onde i leggitori nostri vedessero quanto gia
tentato erasi sul corso del tnisterioso fiume , quanto diffi-
cile fosse il condurre a buon termine Tardimentoso intra-
prendimento , e quanto siasi alle anteriori relazioni dai
fratelli Lander aggiunto. Nel che fatto non abbiamo che
quasi seguire passo passo cio clie nell' anzidetta Intioda-
zione contiensi. Ora il piu brevemente ciie ci sia possibile
riferiremo il sunto del viaggio de' due fratelli , e lo rife-
rireaio con accuratezza tanto maggiore , quanto che in altro
articolo (tomo 63.°, agosto i83i, pag. 253) sparse ave-
vamo qualclie dubbio sulla veracita della scoperta , a cio
indotti dalla non chiara esposizione di qualclie foglio d' ol-
tramonti; giacche solo da poclii giorni ci e pervenuta la
tanto desiderata edizione del giornale di questo viaggio.
Incerte erano tuttavia, siccome vedemmo, le notizie
che aveansi sul corso del Niger , quando al governo inglese
piacque di spedire Riccardo Lander coir ordine di scendere
pel liume da Boussa sino al mare, ed a quest' intento lo
muni delle relative istruzioni e di moltlssimi oggetti si di
inedicina clie di mercanzia e di arreui d' ogni genere , coi
quali procacciarsi 1' amicizia dei principi e degli abitanti
pe' cui paesi avrebb' egli dovuto passare. Riccardo as-
sunse a compagno il suo minor fratello Giovanni, uomo
Bibl. I Lai. T. LXVIII. 5
66 APPENDICE
d'imaginazione naturalmente viva, educate piu del fratello
nelle scienze e nelle lettere ; e die pote qnindi arriccliire
la relazione con iniportanti e gradevoli osservazioni.
I due fratelli partirono da Plymuih il 9 gennajo del
i83o sopra un vascello mercantile che recavasi al capo
Coast-Castle, principale emporio inglese nella Guinea,
suUa costa d'Oro, dove giunsero il aa febbrajo. Quivi
ebbero la buona ventura iV incontrarvi certo Pascoe , vec-
chio neTO, e la moglie di lui , ed xxa altro negro ancora
detto Djoddie , cbe accompagnato aveano il Clapperton ,
alia cui spedizione trovavasi pure addetto Riccardo Lander.
Essi li presero al lore servizio, e lo stesso fecero di altri
due negri Ibrabim e Mina, natii del Bornou , che assai
bene conoscevano le costumanze inglesi , e la lingua par-
lavano del paese d' Haoussa. Cola vennero con ogni cortesia
accolti da quel comandante Giorgio Maclean, e con lui
recaroosi a lar visita al comandante del forte Anamaboo ,
il sio-nor Hutchinson, dal quale ebbero pure la piii gene-
rosa ospitalita. " Hutchinson ( cosi essi dicono ) vive nel
Buo castello d' Africa come un barone de' tempi feudali,
trattone pero la barbarie e 1' ignoranza. Perciocclie i raf-
finati godunenti della civiita e ben anche del lusso pene-
trarono nella dimora di lui , sebbene sia essa circondata
di selvawffi, ne T armonioso suono d' una voce femminile
risve^li giammai o ben raramente T eco ne' vasti di lui
Rppartamenti. II suo stendardo di seta, il suo castello a
merli, i fedeli suoi vassalli, la splendida sua ospitalita e
per sino lo stesso suo isolauiento , queste e simili altre circo-
stanze richiamano i costumi ed il genere di vita d' un
veccb.io siguore iuglese ad una delle piii importanti epoclie
deir istoria nostra : ed il coraggio , lo spirito cavalleresco
di questo gentiluomo sono perfettamente in armonia con
si fatte rimembranze. II signor Hutchinson abita da piii
anni sulla costa: egli appartiene al piccol numero di coloro
che visitarono la capitale degli Ascanti: ivi soggiorno per otto
niesi, nel corso de' quali fece piu che ogn' altro europeo
ampia conoscenza de' costumi, delle usanze, dei progetti
di questa originale, guerriera ed intraprendente nazione. »
Postisi di nuovo in mare , dopo un breve soggiorno ad
Accra, il piix salubre degli emporj inglesi sulla costa oc-
cidentale deU'Africa , niessi fnrouo a terra il 21 di marzo
a poca distanza dalla citta di Badagry , alia quale giunsero
uavigaudo prima sopra un braccio del fiume Las,os ; bel
PARTE STRANIERA. 67
nappo tl' acqua soniigliante ad un lago in miuiatura , le
cixi sponde soao vagameiite oinbreggiate da alberi d' una
Iji'illaiite verdnra , e traversaiido poi una niagnifica pia-
nura , ove recansi spesso a pascolare cervi , autilopi e
bufali. Qui cominciano le avventure de' due fratelli , e
questo puo quindi considerarsi come il primo punto del
loro viaggio. Perciocche da Badagry , posta circa al 6° 48'
di lat. N. e 1° 5' di long. E., spingendo una linea sino a
Yaouria, circa all' 11° 20' di lat. N. e 3.° 55' di long. E.,
si avrebl)e la traccia del loro cauunino verso il nord ; e
da Yaouria lungo il Niger, il quale da Rabba sino a Ka-
cnnda, e di lii a Kirri fa un arco di circa 3° 32' discen-
dendo sino ai capo Forinoso del golfo di Guinea circa al
4° 3o' di lat. N. e 3° 55' di long. E., si avrebbe pari-
mente la traccia della loro navigazione sino all' inibocca-
tura del fiume. Dal clie risnlta clie il loro viaggio presen-
terebbe la figura d' un angolo di circa 160 niiglia geogra-
fiche , il cui vertice sarebbe la citta di Yaouria , e J il
punto estremo del lato niinore verrebbe determinate dalla
citta di Badagry, quello del lato piu lungo, dal capo Formoso.
Lungbesso il cammino sino a Badagry i viaggiatori ac-
compaguati furono da un gran numero d'nomini, di doane
e di fanciulli, che dietro di essi facevano uno spavente-
vole scliiamazzo. " Noi ( dicono eglino ) non poteuimo da
principio comprendere se quelle grida fossero segni di sod-
disfazione o di disgusto, d' aramirazione o di sclierno ; ma
lien tosto avemmo la prova cbe quest' ultimo sentimento
prevaleva. II nostro vestire di fatto era estremamonte o^rot-
tesco: consisteva in un cappello di pagiia piu ampio di
un parasole , in una tunica rossa alia foggia de' musul-
niaiii, in una stretta cintura , negli stivali, ed in volu-
miuosi pantaloni alia turca. Un si straordinario alDbiwIia-
niento poteva al certo far ridere di tutto caore queste
genti. Esso cagionava loro immoderati access! di niotteggio; •
ma le piu modeste tra le donne, le quali bramavano di
non recarci alcun imbarazzo, volgevansi da un lato per
nascondere il sorriso , da cui difendersi non poteano. »
Del resto, ricevevan eglino i piu distinti contrassegni di
rispetto dai Negri ne' quali a mano a mano incontravansi ,
alzandosi qnesti , salutandoli e per sino cadendo in ginoc-
chio. Giunti Cnalmente al luogo destinato loro per allo^-
gio mandaroao al re un messaggiero onde annunciara;li jl
dcsiderio ch' essi nutrivauo di farsli una visita ncl di
68 A P P E N D I C E
segnente: farono cU fatto ammessl all' ora indicata , le nove
del mattino. II re o capo, Adouly di iiome , il re del re,
dal quale altri quattro re o capi dipendono , se ne stava
sopra di due cofani assiso in un piccolo appartameato
di canoe [bainbou) dalle cui pareti peudevano inosclietti,
sciabole , alcune vecchie e sdrucite onibrelle e due code
di cavallo destinate a scacciare le mosche e gli altri in-
setti. A pie di lui giaceva aggruppato uno de' piii vene-
randi e vecchi suoi sudditi che stava fumando con una
pipa di smisurata lunghezza: eragli in ginoccliio all' uno
de" fianclii Laiitcrno il suo primogenito, 1' erede presun-
tivo, giacche 1' eticlietta non perniette che alcun giovane
assidersi possa in presenza del proprio genitore. L' ac-
cogliinento fu freddo e nullamente cortese : il re sem-
brava assorto da profonda tristezza; sicche accolse coa
indifferenza ben anche i doni che gli furono presentati.
I Lander seppero da poi eh' egli erasi appena rimesso da
una crudele uialattia , e che i suoi piu prodi gnerrieri ,
e tra questi i due suoi fedelissimi capitaui Bombani e Poser
(de'quali parlasi nel giornale del Clapperton ) stati erano
niessi a morte con inudita ferocia dai Lagos i piii fieri
tra' suoi nemici : alle quali sciagure aggiugnevasi che la casa
sua , nella quale insieme ad un grande ammasso di pol-
vere conservavansi i doni a lui fatti dal Clapperton , dai
niercanti europei e dai mercanti di schiavi , preso avendo
accidentalaiente fuoco , saltata ei-a ia aria con orrendo
scoppio e con danni imniensi.
Di ritorno alia loro abitazione ebber eglino le corapli-
mentose vlsite de' primarj della citta. Ma il vero ed unico
scopo di costoro era la speranza di ottenere qualche doao
e specialmente del rhwn, che ha quivi grandisslma at-
trattiva per ogni classe di persone. Che in tutte qneste
regioni nulla pareggiar potrebbe la passioae de' natii per
le bevande spiritose , le quali sono da essi apprezzate in
rat'ioue dell' elFetto inebbriante. I due viaggiatori furono
tutto il glorno tormentati da una folia di mendicanti , la
cui importunita era in sommo grado disgustosa e nauseante:
Tecclii a grossa testa ed a grosso ventre , donne a pelle
floscia , ad orecchie scliiacciate ( e queste erano le piii
distinte bellezze della citta ) succedevansi senz' alcuna in-
teiTuzioue e con insofFeribile schiamazzo. L' etichetta per
raccogliiuento di tali assordanti dame e de' loro cavalieri
coiibisLcya nel riJere smodataiueute, nel gridare, ncl battere
PARTE STUtVNIER.V. (if)
a conllmie riprese il proprio pugno contra quelle del
ben vciiato , nello scrosciare delle clita ( atti che repntaasi
come la pill grande testimoniauza delT africana puliiezza ) ,
ed in oltre nel prodigar riverenze , porre le niaui con so-
lenne gravita suUa testa e sul petto , far continuamente
doni , ossequiose niorfie , bnfl'onerie, strisciarsi e adiilare.
Tale fu il penoso trattenitnento cui i due viaggiatori si
dovettero piii volte sottoporre.
E da notarsl die Riccardo era d' indole severa e dal ri-
dere alienissimo. « S' imngini dunque ( cosi egli s' esprime )
la iigura ch' io faceva nel rappresentare la parte del buf-
fone dal mattino alia sera, senz' alcuna voglia di sollaz-
zarmi , soffocato sotto 1" ardor di nn sole che mi abbrucia
tutto il corpo, e da alia niia pelle la sembianza d' una
carta pecora diseccata. » Tra le piu scliifose cerimonie fe
notabile quella, per cui uno de' messaggieri del re di Jenna,
che presentatosi ai due viaggiatori e ricevuto da essi un
bicchiero di rhum ne slancio il primo sorso dalla propria
bocca in quelia d' un suo compagno, e questi a lui Io I'i-
mando con uguale pulitezza.
II suolo di Badagry consiste In uno strato di bella sabbia
blancastra sopra d'un fondo di terra argillosa. I natii col-
tivano T ignamo e il grano di Turcliia, ma nudrisconsL
specialmente di pesci. 1 dintorni producono in abbondanza
aranci^ limoni, noci di cocco, banane , ecc. La classe piu
agiata possede capre, montoni , polli ed altre bestie di
picciola statura originarie del paese. II re stesso e pastore
e ad un tempo macellajo. Quand' ha bisogno di danaro fa
uccidere uno de' bovi del suo armento , e Io vende pub-
blicamente al mercato. Fertilissimo ne e il terreno. Che
pero se fare si potesse in modo che gli abitanti scuotes-
sero r innata loro infingardaggine , il paese giugnerebbe
ben presto al piu alto grado di prosperlta e di rlcchezza.
Perciocche la vegetazione vi prospera spontaneamente e
con un lusso maraviglioso e sempre verdeggiante. Le abi-
tazioni costrutte sono di bambou e ricoperte con foglie di
palma. Esse contengono piii appartamenti , se cosi chiamare
si possono gl' interni di puzzolenti , insalubri e miserabili
capanne, tutti al pian terreno: alcune sono rotonde, altre
presentano una forma quadrilunga : lianno tutte un' amena
corte coltivata a limoni e ad altre piante fruttifere; e certo
e bello il vedere la proprieta ed il buon gusto che re-
gnano in questi piccoli viali. L" abito de' natii, si dell' ua
VO APPENDICE
sesso che deir altro , consiste generalmente tutto in una
specie di tunica piu o meno lunga, costrutta con tela di
cotone , aperta sullo stomaco e stretta ai fianclii con una
henda. Talnno pero de personaggi piu. distinti appariva
adoi'no d' una berretta , d' ua turbante e di un grau pezzo
di bambagino di fabbrica inglese, gettato sul destio omero ,
e ritenuto sotto il Ijraccio sinistro. II re in una visita che
fece ai due viaggiatori era da due uoinini portato sovra
una specie di barella, e per aljiti avea una caniiscia in-
glese, un mantello spagnuolo, un turljante e de'sandali:
tre giovinetti T acconipagnavano semiaudi. Qaesti T uno
dope r altro coUocaroosi a' piedi del lor signore : 1' uno
d' essi teneva una lunga sciabola , 1' altro una pistola, il
terzo una bisaccia piena di tabacco. Quivi ancora come
in altri paesi dell'Africa equinoziale doniina 1' uso di liniare
i denti anteriori , aguzzandoli a punta. La poligamia vi e
comunissima presso i piii agiati.
Del resto, trattone il rispetto pe' vecchi , nessuna virtu
regna in questi paesi. II libertiaaggio, la prostituzione ,
Tipocrisia, la menzogna , il ladroneccio , 1" insaziabilita
costitniscono il distintivo carattere degli abilanti. « Se noi
(dice Riccardo ) incontrato avessimo un sol uomo virtuoso ,
ne proclameremmo il fatto con grande compiacenza: sgra-
ziatamente cosi non avvenne : trovato non abbiamo presso
il re , come presso 1' ultimo de' suoi sudditi, se non egoisino
e avidita. » La religione consiste presso alcuni poclii ia
un' ombra di maomettanismo j ma il re e la piii parte del
popolo professano il piii strano e ridicolo feticisnio , che
ingiunge sacrificj umani , il culto de' demonj ed altre ab-
bominevoli praticlie.
Grandissima difficolta durar dovettero i due fratelli per
ottenere da Adouly la permissione di continuare il viag-
gio. Costui non altro andava lor rispondendo, se non che
le strade erano in pessimo state, ue bastevolmente sicure.
D' altronde una parte del popolo vedeva i loro progetti
con occhio ostile •, ed i capi di quest' opposizione tentavano
di svegliare il re a fierissima gelosia contro de'bianchi.
Finalinente Adouly die loro licenza di partirc , ma noa
accordo questa grazia se non ad un prezzo enorme. Pe-
rocche costretti furono a saziare 1' avidita di lui con na-
merose mercanzie, ed a prometterne molt' altre ancora di
rnaggioi' prezzo. Le sue dimande erano insazialiili e stra-
vaganti. ( Sara continuaio. )
PARTE ITALT4N1.
P ARTE II.
SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE.
LETTERATUBA E BELLE AUTI.
Atti delV I. R. Accadcmia delle belle arti in Milano. —
Discorso del slg. Ignazio Fumagalll f. f. di Pro-
fessore Segretnrio dclV I. R. Accadeinia , letto nella
grande aula dell I. R. Palazzo delle scleiize ed arti
in occasione della solenne dlstribuzione de' premj
fattasi da S. E. il sig. Conte Di Hartig, Govema-
torc delle proiincie Lombarde, il giorno \'6 seUembre
1 83 2. — MUano, dull I. R. Stamperia.
i rima dl reader conto degli Atti dell' Accademia nostra,
abbiain come in altre occasioni nel precedente fascicolo
presentato una rivista delle opera onde gli artisti si na-
zionaii die stranieri arricchirono T esposizione che suol
aprirsi al pujjblico dopo la solenne dlstribuzione dei premj;
non volendo ritardare ai leggltori una ragionevole notizia
de' lavori piu distinti, intorno ai quali erano gia per le
itiani di tutti non pochi opnscoli ed articoli di giornali
politici e letterarj. Neiradempiere adesso a questo uificio,
al discorso del Segretario che diamo intiero , faremo pre-
cedere alcnni cenni sui saggi premiati nei piil)blici con-
corsi , omettenJo di favellare delle copiose prodnzioni dei
giovani aiiuini delTAccademia stessa die fnrono rimeritati
nelle gare ininori: e lo facciamo con pena , die dolce ne
sarebbe il qni ricordare molti no:ni di quelli che si bene
risposero agl' insegnamenti ed alle care degli ottimi istitu-
ton , e fanao sperare a questo nostro paese una crescente
e liuulnosa snccessione di artisti.
Per concorso di Architettura era proposto un lasto spe-
cial per una popo'osa citta, sujjiciente pel ricovero di i5oo
inalati deW uno e delC akro sesso. Sempre grande e il nu-
mero dei concorrenli a questo ramo, e non meno di qnat-
tordici si presentaiono a questo paragone: I'argomento per
'Jl APPENDICE
se medesimo di una cosi universale importanza sonimini-
strava uii impnlso, giacclie ovnnque presentansi edificj di
questo genere, ed un uiodello gia illustrato dal Desgodetz,
e in cui tutti i comodi soiio comhinati colla magnificenza,
potevasi consultare nella patria nostra. Fra il numero dei
concorrenti tre singolarraente parvero riunire maggiori pregi,
e contrastaronsi Innga pezza quella palma die dopo piu
squlsito esame tocco al sig. Angela Pisoni milanese, allievo
deir I. R. Accademia.
II soggetto per la Fittura portava San Pietro che sgrida
Anania alia presenza degll ApostolL In questo argomento
non era si agevole il trovato di qualche nuovo partito che
accontentasse dopo il maraviglioso arazzo tessuto sul di-
segno di RafFaello •, ma pare die questo terribile paragone
lungi dallo sconfortare abbia viemmeglio eccitato i giova-
jiili ingegni alia prova. Sette furono i concorrenti, ne mai
questo premio , dacclie fa istituito ne attrasse un numero
maggiore. Ciascun quadro aveva diritto ad una porzione
di lodi, fosse pel disegno o per la composlzione , quale
per r espressione , quale pel colorito; ma tre specialmente
occuparono T attenzione dei giudici , e ciascuno di questi
avrebbe potuto conseguire la distinzione del premio, se
tra il buono non fosse stato mestiere di scegliere il mi-
gliore , e tale venne giudicato quello del sig. Pietro Sala,
milanese , per avere in complesso riuaito un raaggior nu-
mero di pregi.
Due soli concorrenti ebbe la Scultura: dovevasi rappre-
sentare in bassorilievo la poetessa Saffo nella casa di Eu-
ticliio cantando alia presenza dell'ospite e de' convitati. Se
la pittura olTerse nel concorso un contrasto di merito, in
questo pareggiavasi talmente che la Conimissione esami-
natrice accordando il premio al sig. Gaeiano Manfredini
bolognese, allievo dell'Accademia, non pote esimersi dal-
r invocare un pi-emio straordinario pel sig. Giuseppe Croff,
milanese, e premio che T I. R. Ooverno, avuta notizia di
una lotta s'l onorifica, non esito ad accordare.
Anche nel concorso dell' Incisione due candidati otten-
nero i medesirai onori : il signor Tommaso Baggio , geno-
vese, per una statnpa tratta da un quadro di scuola leo-
nardesca , rappresentante la Vergine col Bambino , e il
sig. Giuseppe Cozzi milanese, gia allievo dell'Accademia,
e gia ufBciale incisore addetto all' I. R. Istituto topografico
PARTE ITALlATfA. ^3
militare, per altra rappresentante Francesca da Rimini,
tratta da na qnndro del sig. Bezzaoli, accademico di Fi-
renze. Nella prima venne lodata la nitidezza del taglio;
nella seconda si valntarono le maggiori difficolta snperate
nel rendere la varieta delle stofl'e e dei diversi accessor).
Qnanto al concorso del Disegno di iigura, ne spiace di
confessare clie di tre concorrenti, nissuno fa giudicato
meritevole della corona. II soggetto in vero sarebbe stata
un'ardua prova anco pei piii provetti disegnatori: tratta-
vasi di rappresentare Aij,rippina cite dopo la morte di Ger-
manico suo sposo di ritorno a Roma ne niostra le ceneri al
popolo per vendicarsi di Pisone, vile ministro del di lui av-
velenumenio.
II ramo ornamentale clie tra noi coltivato con si felice
successo forma un titolo di nostra gloria , non presento
quest' anno quel numero di concorrenti clie le prove an-
teriori facevano aspettare. Vero e bensl che 1' argomento
lascia indecisi, se pertenga piuttosto all' architetto che al
semplice ornatista^ tale si e quello di ornare a tutta ele-
ganza la mensa, il ciborio ed i gradini di un altare. Dei
due candidati, il sig. Giovanni Dottesio di Cressogno, pro-
vincia di Como, ailievo dell' I. R. Accademia , fu distinto
col prenilo per piii felice composizione. Se qui rimaneva
qualclie desiderio, era pero larganiente compiuto nei mol-
tiplici saggi esibiti dagli allievi tanto in via di concorso ,
quanto di esercizio durante 1' anno. II valore di moiti gio-
vani die frequentano una scuola divenuta ormai celebre
in tutta r Italia indusse gl' istruttori a proporre pei pic-
coli concorsi alcuni temi che in anni addietro furono sta-
biliti pei premj maggiori. E in fatti un ricco candelliere a
due lumi per la forma gentile e per la proprieta ed ele-
ganza degli ornamenti, eseguito dal sig. Luigi Baj ^ mila-
nese, poteva stare a confronto de' piii bei lavori che fu-
rono rimeritati con niedaglie d'oro.
/( Chiamato dall' uflicio mio a preludere con alquante
parole a questa gioconda solennita, non ebbi questa volta
ad esitare nella scelta d' un argomento che convenga alia
splendidezza di queste corone e alia dignita di questo con-
sesso. Gia ne fate voi medesimi indizio dall'insolita sicurta
colla quale a voi mi presento senza T inqitieta trepidazione
che per lo piii si suole riniproverarmi, Un nuovo coraggio
74 ArrENDTCF.
mi viene dalla coscienza di adempire uii debito per me
sacro e soave, dalla certezza clie la mia voce trovera
uii eco ne' vostri cuori favellandovi di un cospicno perso-
naggio die voi tutti avete coaosciuto ed ammirato, cliiaro
egnalmente per virtu e per sapere, dotto e raodesto , re-
ligioso e caro ad ogni ceto, il Cav. Luigi Gastiglioni ,
I. R. Giambellano di S. M. I. e R. e per cincjue Instri
egregio Presidente deirAccadeniia nostra. Ne col ram men-
tare la grave perdita che abbiamo fatto io temo di fane-
stare la letizia di questo giorno sacro alia gloria delle
nostre arti ('''). Pno ella mai tornar dolorosa ad alcuno la me-
moria deiruomo dabbene? E forse ufficio tristo e malin-
conioso quello di celebrar la virtii e di ofFrirle pnbblica-
mente una corona? Se qualcbe cosa di uiesto e d' ingrato
potra mescersi in questo debito che paghiamo ad un perso-
naggio che ha si ben meritato di noi, cio sara solamente
la mia insuflicienza a tessergli un elogio eguale alle sue
virtii e det
Seguono i programmi dei grandi concorsi , di cui ne
abbiaiiio fatto un cenno, poi T estratto dei giudizj delle
(*) La funzioue preseduta da S. E. il signer Conte di Hartig-»
Governatore della Lorubardia, venne onorata deir eccelsa pre"
senza delle LL. AA. il Serenissimo Arcidiica Vicere e la Sere"
nissima Arciducliessa Viceregina, e v'' intervennero T Eminentig-
ginio Cardinale Arcivescovo ed i priucipali personaggi di Corte e
Stato SI civilj clie militari.
Bibl. Ital. T. LXVIII. 6
82 APPENDICE
comttiissloni tanto sui grand! , quanto sul niinori concorsi
A qtiesto tien dietro I' indicazione delle opere esposte , e
finahnente cliiudonsi questi atti coll' elenco del lueinbrl
della stessa I. R. Accademia.
Caii Plinil secundi Hisloria naturalls ex rccensione
J. Hardidni et rccendorutn adnotadonibus . Tom. If^,
V. et VL
31. Tidlii Ciceronis opera ex recensione Christ. Godofr.
SchiUzii addids commentards . Tom. XIII.
p. Virgil'd Maronis opera ex recensione Clir. Qotd.
Heyne recentioribus Wunderlichii et Rnhkopfii curis
illustrata. Tom. III. — Jugiistce Taurinoram, i83i
et i832, ex typis Josephi Pomba , in 8.°
Gil scrittori sin qui indicati formano i volumi di questa
importance collezione dal tonio XC inclusivanieiite sino al
XCIV. La storia naturale di Plinio era stata riprodotta dal
Pomba, secondo il testo deWArduino, ed illustrata colle note
de' pill recenti e piu celel5ri naturalisti. La terza parte della
storia di Plinio contiene dunque, per saggio avvisainento de-
gli editor! , tutta la zoologia del celeberrimo Ciivier, Illustrata
con note e dissertazione del signor Ajasson de Grandsagne.
Comprende !l volume i libri IX, X e XI della storia del
naturalista romano : ma dopo il decimo trovas! una bellis-
sima dissertazione su gli uccelll notturni del Cuvicr , e dopo
r undecinio altra lunga e dottissima lucubrazione dello stesso
Cuvier su i dent! degli animal!, die si e riprodotta in fraa-
cese per comodo degli editor! e fors'anche de' leggitori, i
quali per questo mezzo sono piii cert! di avere 1' opera
originale dello scrittore pariglno.
Lasciando di tener dietro all' ordine della collezione,
annunziamo in seguito al quarto anche il quinto della
Storia naturale d! Plinio, che per imprevedute circostanze
erasi dovuto stampare dopo il sesto, senza alcuno sconcerto
nella consecuzione de' volumi. Come nel quarto s! erano
inserite le cose zoologicbe del celebre Cuvier, cosi nel
quinto si e trasfusa in gran parte la botanica del Desfon-
taines, socio deU'Accademia delle scienze e professore di
quella facolta nel giardino reale delle piante in Parigi.
Gli editor! seguirono sempre YArduino neU'adornamento
del testo, non obbliando tuttavia le emeudazioui aggiunte
PARTE ITALIANA. 83
dal nostro Rezzonico e dal Brotier ; ponendo quindl a con-
tribuzioae il Dcsfontaines e i piu recenti botanici, noii
omiiiisero le cose notabili die trovansi in altri spositori
anticlii, come Pincinno , Scaligrro, Salinasio , ecc, come ne
pure le osservazioni del Dalecainpio, del CLusio e del Bodeo^
quelle coateume nella recente storia della botanica , e ia
qiialclie Flora iiioderaa, come quella della Provenza del
cliiar. Gerard. Coatengoosi m questo voKune i libri XII,
XIII, XIV, XV e XVI della Storia naturule di FUnio ; ma
al dLiodecimo sono aggiimte dodici importanti dissertazioni,
tra le quali distinte ald^ianio la secoiida degli alberi laai-
geri dei Seri^ la terza delfelaao, la quarta del pepe e
dello zenzero, la seltima delle varie specie di nardo e del
maiabatro, Tottava deiralbero delT iuceaso, e I'uadecima
dei miro'.jalani. Due dissertazioiii souo pure aggiunte al li-
bro XIII Pliiiiano, la prima dei loii , la seconda dei cidsi
degli atiticlii; al XIV e anuessa una nota enologica su i vini
pill pregiati dell'anticbita. II libro XV e pure accompagnato
da due dissertazioui su Tulivo e su la sua coltivazione i
il XVI da due altre dissertazioui, la prima delle quali
imjiortautissima versa su le querce degli antichi.
Riferiamo il sesto volume Pliuiano, benche pubblicato
avanti il quinto , e ia questo pure si cominua la parte
botanica per cura del gia lodato Desfontaines. Quattro libri
pliuiaiii contiene questo volume , cioe dal XVII iaclusiva-
nieate al XX. Otto dissertazioui vediamo aggiunte al XIX,
tra le quali una curiosa su lo sparto, altra non meno ini-
portante su le lattuglie degli anticlii, ed altre due su gli
asparngi, su i rafani, su le lirassiclie o le verze . su i
napi, ecc. Alia fine pure del XX trovasi una bella disser-
tazione su 1' oppio.
Nel volume XCI della collezione troviamo la continua-
zione delle opere di Cicerone sul testo emendato dello Schutz ,
e questo ne e il volume XIII, contenente la seconda parte
O il secondo volume delle opere filosolicbe. Dopo un breve
avviso al leggitore, nel quale si rende conto delle ma:2;giori
cure clie questo volume ha richieste per essere il testo
piu scorretto, e molti passi dello scrittore piu oscuri ,
laonde dillicile riusci ancbe 1' applicazione delle note; vc-
gousi riferiti per iatero i tre libri di Tullio de IVi^itura
Deorum , al primo de' quali sono premessi alcuni frammenti
del terzo , tratti da Lattanzio ; poscia alcuni estratti della
84 APPENDTCE
prefazione del Kreuzer, sul principio della quale si accenna
che da un falsario fu pabblicato in Bologna nelTanno 181 1
nil siipposto libro IV de Nntura Deoriirn, la qnale frode
pei-6 fu scopeina e palesata al pubhiico nella prefazioae
aU'edizioae di Oxford dell'anno i8i3. Seguono i due libri
de Divinadone, e qnello de Fato , al quale si soggiungono
due framinenti, traiti da Aulo Gellio e da Macrobio. A tiitd
que' iibri soao premessl gli opportuni sominarj , die niolto
contribniscono al rischiarainento delle niaterie in essi
contenute.
L' ultimo volume de' surrlferiti e il tomo III del Virgilio,
secondo 1* edizione del Hejne , e le piii recent! cure del
Wunderlicluo e del Rahkopf. In questo contengonsi 1 Iibri
dell' jC/iejc/e dal VI sino al XII, poscia trovansi i piccoli
]-)oem^tti o come in latino chiamansi poematia di Virgilio,
cioe la Fulce , la Ciri o Cirina , i versi indicati col nome
di Cataleca o posti in serle numerica; la Copa, scritta
forse in derisione di una A'ecchia frequentatrice delle ta-
verne, e il Moreto , specie di idillio scritto sopra una vi-
va nda rusticana , nella quale entravano 1' aglio , I'apio,
la ruta , il coriandro, una pianta bulbosa, forse la cipoUa,
e vi si asrgiugnevano cacio, olio ed aceto , con die forse
costituivasi una specie della nostra insalata. A tutti questi
poemetti e premesso un dotto proemio , e in quello della
Fulce si fa vedere che quello scherzo poetico fu anche
iiegli anticlii tempi riguardato come un parto dell' ingegno
giovanile di Virgilio; e siccome il testo di quel poemetto
era a noi giunto sommamente scorretto, cosi alia tine si
e aggiunta una probabilc resdtuzione del medesimo, colla nota
dei passi interpolati, che vi si contrassegnano con caratteri
italici. Nel proemio della Ciri si fa vedere, clie selibene tra
gli ppuscoli di Virgilio volgarmente essa si riferisca , tut-
tavia non e ben certo che Virgilio ne sla I'autore: al-
cuni persino voUero attribuiria a Catullo. Cosi nel proemio
dei versi detti catalecta , si fa vedere che non solo per
mezzo de'Iiljraij ma ancora coll' autorita de' grammatici
fiirono sino dagli anticlii tempi reputati virgiliani; e in
quello premesso al poemetto intitolato Copa, non tanto
si parla della sua genuinita, quanto dell'argomento tuttora
controverso di quel componimento. Anche il poemetto in-
titolato Moreto , benche di sapore tutto Virgiliano , da al-
cuiii fu attribnito a Partenio, da altri a Settimio Sereno, e
PARTE ITALIANA. 85
tnolto 91 d'lsputo ancora su la etimologia di quel nome ,
die probabilinente deriva dal vocabolo trito.
Del rimaiaeiite questi ciiiqae volniiii, tutti a lui di presso di
eo
Sol che tu gli apra il lampeggiar d'un riso.
E faccia al mondo fede
Di tua sfrenata formidabil' ira
Italia un di reina , or serva e doma ;
Chianii indarno mercede
Sotto il flagel che la tua destra gira,
L' antica donna di province, Roma.
II latino idioma
Di barbarico error suoni commisto ;
E I' alma Astrea pe'nostri doki canipi
Fuggitiva orma stanipi
91
9a APPENDICE
( Colpa uno sguardo tuo livido e tristo )}
E piit d' onore avvampi
Altri sotto la gellda Calisto
Che noi d Italia figU ove piii suole
Diffonder larga luce il vivo sole.
Fur se ndnistra e donna
Degli umani splendori ognun te chiama,
E alia tiia rota, o Dea, drizza tinttnto,
Jo sola in treccia e in gonna
Spregio I'alto favor che il mondo hrama,
Ed i fulmini tuoi nulla pavenio ■■
Crucciati pur, gia spento
Hai tu stessa la tema entro il cor mio,,
E spento la doJcissima speranza.
Forse uno spirto avanza
Quaggiii che non t'adori, e son qucll'io
Che gia bieca in sembianza
Ti vidi quando Aprile a me fiorio ,
E I' occhio acuta della mente intesi
Nella tua luce, ed a sfidarii appresi.
E dove alto disdegno
Or t' infiammasse all' ultima vendetta
Fer me , possente Diva , inerme sei :
Ogni tuo ricco pegno
Fresto rn hot tolto , ogni cosa dUetta
Hai dipartita gia degli occhi miei.
Si cli io pur non potei
Vestir le piume a' mici povcri carmi
Di cui pietosa cura ancor mi grava,
Ond' io lassa ! sperava
Alia futura eta chiara mostrarnii ;
Ma tu rapida e prava
Contra il mio vol tuttc impugnnsti I'armi.
Ora ogni varco all' ira tua disserra ;
Che per uso e men aspra antica guerra,
Cost sperto nocchitro
Da' suoi vcrdi anni a sostenere avvezzo
II minaccioso tempestar dell onde
Benche nemico e fiero
Contra gl'insorga il vento, ed cd dassezzo
Lungi Io sbalzi dalle amate sponde,
Ed or sua nave affonde ,
PARTE ITALIANA. ^3
Or la rilevi insino al del superno ,
Ein proda e in poppa e d'ogni via tassaglia^
Tal die I' arte non iciglia,
Del rotto legno ancor siede al governo,
E il mar die lo travagtui
Quasi per vtcdiiausanza el prcnde a schcrno;
Che la tcmpesta ond' e baiiuto e afiiitto
Non gli offende giammai L' aninio invilto.
Bendie sii nata umile
Ed oscura ten vada , e non. vestita
D' iin abito kggiadro e pellegrino ,
Canzon , prendi camrnino
Quanta concede la tua poca vitUf
E a qualunque latino
Vedrai per via selvaggia o per florita
Di di'io pur vivo, e ancor die m'ahhia oppressa^
Non pud Fortuna a me toglier me stessa.
Novelle urbane eel alcune Poesie ell Feelciico Fede-
RiGo Vlnizinno. — Fenezia, io32, per Giuseppe
Gattei, in 8."
Quando si rallentarono i commerci di Yenezia col Le-
vaiite e ne furono i capltali in gran parte impiegati nel-
r acqiiisto di campi in Terrafernia , ai giovani clie si ralle-
gravano per veder giungere i prodoui dei nuovi possedimenti
solevano rispondere i severi padri : un tempo approdavano
dinaiizi alle nostre case vascelli carichi delle merci delFAsia
e dell'Africa, ed ora in vece arrivano cestella di friuti e di
ova da Padova e da Trevigi. In cjnesto tenore all' incirca
noi parlar possiamo della nostra leiteratiira : un tempo si
pnhblicavano splendide odi , magniliche epopee, faconde
orazioni, istorie gravissime;, ora canzonette, romanzi, no-
velle. Con queste parole non intendiamo signilicare die
anche in siffatti generi far non si possano belle e lodevoli
prove, ma pc-ro queste prove saranno sempre iuconcludenti e
scarse d'utilita e di gloria; soprattutto se questa gloria si
consideri come il sull'ragio concorde di piii genti e di piu
secoli, e non come un romore od un \'ento clie venga or quinci
or quindi , e nuiti nome secondo il lato da cui spira. Fra
coianta fatuita voile pure essere centesimo o inillesimo il
BJguor Federigo. Perocche , lasciate da parte le poesie
94 JIPPENDICE
sulle quail devesi gettar uno sguardo e passar tosto, le no-
velle formano uao di quel libri die noii rpcando ne decoro
all' autore ne vantaggio agii aUri, noii si sa compreiidere
per qnal motivo sieiio stauipati. Clie se Tantore ci dicesse
che tale fu il piacer buo, noi gli rispooderemmo clie ia
clo non fece beae, poiclie sifFatti piaceri che goduti in
particolare sono leciti ed onorati, acqnistano ben altro ca-
rattere qaando si vuole die il pubblico ne sia a parte. Che
se egli ci adducesse resempio di Gaspare Gozzi , noi gli
rlspondereiiimo ancora , che le novelle di qnesto non de-
vono essere considerate quai componimenti separati e come
tali imitate. Perocche quel sommo luminare delia veneta
letteratnra ordi un'ampia tela, di cui sono fila acconce
ed elettissime e favole e novelle e dialoghi e sogni e let-
tere e quante dicerie uscir poterono da una mente gravida,
qnant'altro fosse mai, di dottrina e di senno^ percio quelle
novelle sono invenzioni concepite per nascondere sotto leg-
giadri veli alciine verita che discopeite e nude avrebbero
irovato men facile e men festivo accogliinento, sono scrit-
ture condite dai sali piii vivaci ed infiorate colle piu
schiette eleganze della lingua nostra , sono specialmente
j)arti di un tutto ideato con alto intendimento e diretio a
due nohilissimi fini, alia riforma cioe del costume sempre
iiisidiato e guasto dai vizj e dalle vicende che gli fanno
guerra, ed alia riforma dello stile che al tempo del Gozzi
cominclava a corrompersi per opera dei novatori. Ora nes-
suno forse di sifFatti pregi adorna le novelle di cui par-
liamo : sono scritte con buono stile, ma prive di ogni
peregrina leggiadria e di ogni rara ed originale venusta
non aggiungono alcuna ricchezza alT immenso tesoro che
in tal genere possediamo; non ofTendono la reita morale,
nia nemmeno la giovano^ perche lasciano il cuore come
prima freddo ed indilFerente senza commovimento e senza
ispirazione; scrvono a riempiere qualche stanca e vuota
ora , ma nello stesso modo che cio puo farsi con mllle
altri passatempi. Le quali cose abbiam voluto dire perche
non si confondano le ragioni e le mire dei sapienti e de-
gli scioperati ; e perche il venerando nome di Gaspare
Gozzi non s' intrometta a scusare la miseria di certe (iabe,
clie solo possono esser degnameate apprese dalle balie per
acquietare con essi le querule vigilie e le impazienti voglie
dei lore fanciulli.
PARTE ITALIANA. gS
Corografia dell' Italia dl G. B. Eampoidi, Volume
primo^ fascicolo primo. Ahaccna — Assa. — Milano ^
1 832 , in 8.° ^n , per Antonio Fontana , di pag. xil
c i36 « due colonne, col ritratto. Lir. 2 austriache
{lir. I. 75 italiane). Tutta V opera sard compresa
in due tomi, al prezzo di cent. 22 ital. al foglio
di pag. 16.
Questa Corografia, secondo le parole del tipogi-afo ecU-
tore, noa e una semplice descrizioue ile' luoglii , secondo
die il noiiie siio indicliereblje, ma una minata nolizia di tutto
cio die serve a far conoscere pienauiente V Italia antica
e nioderna , la sua storia naturale e civile j, le sue vicende
generali e particolari (die comprese sarebbero nella Sto-
ria civile ) , le produz.ioni del suolo ( die riferite gia sa-
rebbero nella naturale), le arti , le gnerre (die pure for-
uiereljbero argoniento della storia), e quant' altro in somraa
si ricbiederebbe alia perfetta cognizione di un paese. Come
utilissima si propone adunqne quest" opera;, clie annunziata
viene come si fatta da trovar una speciale accoglienza dal
publilico in tempi, ne' quali il filosofo , il poeta , lo storico,
il romanziere, tutti ricercano inforniazioni minute e distia-
te , tutti tendono a riprodnrre nelle opere loro un' imma-
gine vera e precisa dei luoglii, dei tempi, delle usanze,
delle quali occorre loro di far menzione. Si accenna per
ultimo cbe per fare di questo libro una Enciclopedia ita-
liana, oltre la menzione, spesso in esso occorrente, dei
personaggi piii illustri ne' nostri annali, converrebbe ag-
giugnere una Biografia italiana , die I'autore ha gia com-
pilata e die si pubblidiera cogli stessi tipi in eguale forma.
Segue un' Idea dell' opera, nella quale vien essa raccoman-
data particolarmente agl' Italiani , massime die da molti non
e questa belia patria in ogni sua parte conosciuta, e sovente
e nial descritta dagli stranieri e dai nazionali stessi, die
frettolosamente percorrono le principali citta e i luoghi
maggiormente rinomati, senza avere bea osservate le raa-
raviglie d' ogni bell' arte e le portentose particolarita na-
turali. Yolle quindi l' autore presentare un Dizionario geo-
gratico di tutte le citta, di tutti i borghi, villaggi e ca-
sali, mari, laglii , fiumi e torrenti , mouti, colli e valli,
])orti e seni di mare, ancoraggi , piagge, promontorj , isole
c scojj,li, palazzi , vie e piazze, villc e giardiiii, iusereadovi
g6 APPENDICE
notizie relative alia statistica , a' prodotti della natura ed
alle relazioni commerciali ; in oltre cenni storici del pre-
clari avvenimenti si pollticl die militari, il numero degli
abltantl, 1' indole loro, i loro costunii, onde si scoprano i
loro giusti pregi non die i loro difetti. Soggingne Tautore
d' avere cogli occhi proprj riconosciuto tutto cio die fassi
ad esporre , visitata avendo la niaggior parte dell' Italia,
e appoggiato essendosi nel rimanente alle asserzioni dei plii
accreditati scrittori delle cose italiane si anticlii die moder-
ni; e die una Corografia giovar puo sommamente a meglio
intendere Virgilio e Dante ne' loro sublimi poemi, a giistare
con niaggior profitto gli animaestramenti di PUnio, di Diodo-
ro, di Polibio, di T. Livlo , di Sallustio, e a ricavare p^ii com-
pinta istruzione dagli Ai.nali del Muratori. Opportunamente
su la fine T autore si raccomanda all' indulgenza de' leggi-
tori , attesa la moltiplicita degli articoli inseriti nell' opera
sua , e niodestamente non osa asserire die non vi siano
occorsi errori di fatto o di tempo , ed anche omtnissioni.
Promette per ultimo un indice de' nomi latini , e la gia
accennata hiografia degli uoinini illustri d' Italia, giacche
d' ogni scienza e d' ogni arte maestri furono sempre gli
Italiani.
Premesse queste avvertenze , non puo dubltarsi die 1' ope-
ra non venga favorevolniente accolta dalla niaggior parte
dei connazionali nostri , die amano di ben conoscere il loro
paese. Non per detrarre pero al merlto generale del libro,
ne per iscoraggiar 1' autore e T editore da quest' impresa
grandiosa per se stessa , ma bensi per anlmare il signor
Rampoldi , die noi conosclamo diligentissimo , a mostrarsi
sempre piii accnrato nelle sue descrizioni , soggiugniamo
alcune leggiere osservazioni , die ci occorsero nello svol-
gere rapidamente qnesto prinio fascicolo.
Sotto il titolo di Ahadia si rammenta un piccolo villaggio
della provlncia di Como^ ma siccome questo viene nel-
Tarticolo medesimo ripetntamente nominato /a i?a(//a , cosi
non si sarebbe forse do\uto ommettere in questo luogo il
villaggio assai piii importante , detto la Badia, non lungi
da Rovigo, il quale pure originariamente sara stato nomi-
nato Ahadia. — Nell'articolo Acheronte si richiama al pen-
siero la supposizione de" poeti e de' mitologi , che presso
quel piccolo lago , poco distante dal promontorio di Miseno
e dalle rovine di Cuma , se ne stesse il battelliei*e Caronte
PARTE ITALIANA. 9^
occnpato a trasportare all' opposta sponda i trapassati in una
amena piannra , cliiamata Campl Elisi; poi si soggingne,
clie quel Ijatti-Hiere ^ ordinariamtnte vecchio , non traspor-
tava alcun cadavere senza essere pagato da prima. Questo
fareblje siipporre, die nella niitologia fossero diversi Ca-
ronti e tra cjuesti alcano non veccliio. Si soggiugne nello
stesso articolo , che quel lago , detto oggidi di Fusaro o
di Coluccio , non serve ad altro uso che a macerare la
canapa ed a nutrirvi del pesce che riesce molto grasso
e saporlto : due cose che sono in aperto contrasto, per-
che la macerazione di quel vegetabile impedisce che i
pcsci prosperino , e per questa ragione in molte acque e
vietata. — Troviamo V articolo Acqua aceiosa , fonte salu-
tare posto nelle vicinanze della vigna di Papa Giulio presso
Roma, che si dice purgativa , benclie dai chiinici non si
ammetta cio che ivi e asserito vale a dire che tanto questa
qualica, quanto 11 suo sapore, derivar possano dalla pozzo-
lana. Ma siccome sotto Tarticolo Acetosa (non Accetosa) sono
noiuinati due casali negli Stati Roniani, il cui nouie deriva
appunto da una scaturigine d'acqua acidula che trovasi nelle
loro vicinanze, seaibra che si sarebliero potnti riunire que-
sti due articoli e porsi 1' uno dietro T altro , senza molti-
pllcare di troppo gli articoli deW Acquci. — Sovente nelle
descrizioni delle acque e delle sorgenti si parla dell' odore
solforoso e puzzolente , e solforosa si asserisce V Acqua puzza
presso Sermoneta f, ma doveva avvertirsi, che quell' odore
non sempre proviene dal solfo conginnto alTossigeno, ne
quindi pareggia quello dello solfo ardente, ma pin spesso
deriva dal solfo congiunto all'idrogeno, ed e simile a
qiiello deir ova fradice. Cosi nelf articolo AeW Acqua aci-
dula di Napoli, die pure tramanda odore di solfo, poteva
notarsi, che si vende in quella capitale sotto il nome
di Arqua solfcgna. — In proposito deW Acqua fosciana, che
trovasi nella provincia di Garfagnana , si dice che nell' ana-
lisi vi si scopre una porzione di 5eZe/i;fe calcare , ma que-
st' ejjiteto riesce importiino, perche altro non e la selenite
se non che gesso specolare o solfato di calce. — Esatto
pnre non e il dire, che V Acqua pisciarelU sgorgando da
qnattro sorgenti in una camera , forma in altra un bacino
lariio come una peschiera: cosi nel seguente articolo del-
V Acqua pisciiuoria crediamo semplice errore di stampa la
dove si dice ch' essa contiene un poco di scde Espoin, die
£ibl Ital. T. LXVIII. 7
C)'> APPENDICE
scrivere dovevasi di sale di Epsom. — In proposlto della
suddetta Acqua puzza , si dice che quelle acque producono
ill certi Inoglii una specie di concrezione o crosta die
coure I'alveO;, come se fosse un acquidotto o una botte ,
talmenteche dicesi Fiunie coperto ; ma die e pericoloso it
passarvi sopra poiche quelle ardficiuli croste roinponsi con
facilita. Quelle croste possouo heasi noniinarsi eventuali o
jn!j;anuatrici, ma non mai artlficiali. ISon intendiamo pure
nello stesso articolo cio die voglia dirsi la pdllcosa grassa
di queste acque solforose , in vece di che doveva forse staui-
parsi pelUcola , che pero grassa non potrebbe dirsi , ben-
clie serva a curare la rogna e la stizza de' cani. La frase
che condene un poco di sale epsom , c\\e doveva dirsi di
Epsom o catartico , viene pure ripetuta in proposito del-
V Acqua Santa nelle vicinanze di Palermo. — Finalmente non
intendiamo come V Acqua scassahudello ., che scaturisce nel
territorio di Pozzuoli , sia al paluto selenitosa , ed abbia
per chi la beve il sapore di brodo di cappone , die non e
certo selenitoso. - — NeU' articolo Acqua zolfa esatto nou e
il dire, die le radici e i rami di moke piante acquati-
che, formanti varie isolette natanti nelle paludi presso
la via Tiburtina , ridotie sieno quasi alio stato di petrifica-
zione , giacche que' frammenti vegetabili non sono se non
che coperti da una crosta tartarosa, che e quella stessa
clie forma le concrezioni, cui si da il nome di confetti di
Tiicli. Cosi non e esatto il dire nelT articolo Acque negre ,
che quelle acque stanno in sito elevatissimo , 1376 metri
sopra del liveilo dell' Adrlatico, dopo che si e annunziato
scendere quelle acque dal Monte Baldo sino all' Adige. Le
acque correnti non istannosi giammai, e converrelibe indi-
cate il punto in cui esse trovausi tanto elevate sopra il
liveilo del mare. Esatto non e pure il dire che il nome
delle Acque rosse , che trovansi su la strada del monte
SpUiga , deriva dalla qualita delle rupi per cui scorrono ,
inassime soggiugnendosi tosto , die quelle acque hanno la
proprieta di tignere di tal colore tutta la china che trascor-
rono. • — Neir articolo Accpuidotto si asserisce che Roma sola
auticamente ne aveva nove, e nel successive articolo Acqui-
doiti di Roma si nota che Frontino ne indicava nove in
quella citth e Aurelio Vittore undid : un niaggior numero
aucora ae rammenta nella sua opera T erudiio Fubrctti. —
PARTE ITALIANA. 09
Che rAdriatico scorra ( o passi ) fraiiiezzo all' Italia ed
air Illirio per circa 33o miglia, puo faciliueute auuiiettersi,
111a noil sapreimiio come per ceato altre passi i/i mezzo a
lidi iuiliaiii ^ niassinie dopo le piii receiiti politiche deuiar-
cazioai: cosi uou sapreinmo facilmente aaiiiiettere iiello
stesso articolo , clie le isole situate luiigo il litorale del-
ristria e nel Quarnero sieiio tra quelle die apparteugono
nil' Italia. — II luoate Agnano , situate nel territorio di
Pisa, e nolo ai botanici per varie piante rare ciie vi si
trovano, e noa solaiuente pe' suoi rari arbusd, non co-
niiini in altre parti d' Italia. — Un importante articolo
versa su VAgricoUura: raa non ben intendiamo come possa
asserirsi , die la Sicilia e la Magna Grecia furoiw cerra-
mente le prime in Europa ad essere coltivate, tanto piu die
si parla in appresso de' popoli dell' Asia approdali per la
via del mare, dei giganti , dei ciclopi , dei lestrigoni , i
quali poterono bensi formare coll' agricoltura un vincolo
sociale , lua forse trovarono le terre gia coltivate. Non e
veto ne pur quello die vien detto nello stesso articolo . die
gli ohraniontani cioe qualilicliino d' indolenza gli abitanti
delle caiiipagne italiaiie, giacche quel riraprovero puo ca-
dere soltanto su qualdie parte dell' agro roiuano , e le let-
tere del sig. di Chateauneuf , e le opere di Arturo Youn ta •, il di cui piu bello ornaniento e il magnifico Ponte
» di Carignano che la sovrasta. » Chi mai in Milano, dove
scrive il signor Rampoldi, non sa die questa strada di Ge-
nova non e realmente dentro Genova, e non e punto stra-
da, a meno che questo nome non voglla darsi a tutte le
passeggiate? Qnanto al ponte di Carignano che ne fa il piu
belt ornamento , basta il dire che ne resta a piu di un terzo
di miglio di distanza ; e che un ponte che sovrasta I'Acqua-
sola , sito assai elevate , e tanto ridicolo quanto a dire un
ponte che sovrasta il Duomo di Wilano.
ti AcQVE STATIELLE. Jcijc'^/ , citth . . . presso la sjionda set-
» tentrionale del Bormida. Essa e rinouiata pe' suoi ba-
« gni caldi sulfurei , conosciuti fino a' tempi de' Roniani
» col nome di AqiifB statiellce. » Ci ha qui una mancanza,
e forse a un tempo un errore. Ammesso, cio che e tuttora
dubbioso, che i bagni caldi detti da' Romani ^'^hcb 5mf/f/Za;
fossero nudriti da quelle sorgenti , che anche a' di nostri
colano dentro le mura di Acqui , 1' autore ha commesso
una grave mancanza , tacendo il rinomatissimo stabilimento
de' Bagni caldi moderni siiuati a un buon miglio di di-
stanza da Acqui, non snlla sponda settentrionale , ma bensi
meridionale della Bormida. Se poi , come e assai proba-
bile, le sorgenti impiegate a' bagni moderni erano quelle
stesse che gli antichi chiamarono Aqum statiellce, in allora
e errore 1' averle poste suUa sponda settentrionale del flu-
me. Non sappiamo poi per quale ragione egli sia trascorso
nel dire che sulla fine del secolo XVIII il popolo del cir-
condario d'Acqui mantenne un avanzo di fcrocita lig,ure. Egli
poteva sapere da Tito Livio clie 1' ultimo avanzo della in-
dipendenza italiana fu, contro i Romani, sostcnuto in Li-
guria , e poteva ugualmente sapere dal Wuratori e dalla
PAHTF. ITALT\X\. 103
storia Jelle crociate, clie il primo raggio della civilizza-
eione europea brillo in Liniiria.
AgrO sADAZIO. II sigiior Rampokll ignora , clie olire la
regione degli Stati roinani die anticamente aveva cpiesto
nome, v' era un Agro sabazio in Liguria , di cui quella
parte die denominavasi Vadn sahatia , divenne celeljre nel-
r antica geografia per essersi qui ritirato M. Antonio dopo
la battaglia di INIodena. Per far conoscere questa regione
egli noa aveva die a copiare nno sqnarcio di lettera di
Brute a Cicerone, datata da2;li accainpanienti di Tortona ,
nella quale questo sito impeditissimus ad iter faciendum e
COQ laconica esattezza tratteggiato.
Alassio. Questa piccola citta situata in nna spiaggia
aperta a venti i piu tempestosi e cambiata dall'autore ia
nna stazione di biion anrorazaio con un cantiere per la co-
struzione delle piccole navi. E uon v' e otnbra di vero nel-
r asserire che n la citta metropoli ( intende Genova ) ab-
" bia sempre inipedito che vi si fabbricasse un porto mi-
» gliore di quello di Genova per le grosse navi, anclie di
" quelle di fila con portata di cento e piii cannoui.') Basti il
dire che essendo ormai cessata 1" influenza della metropoli,
Alassio rlmane e rimarra sempre senza porto, per ia ra-
gione che il sito di quella spiaggia nol comporta. Questi
falsi ragguagli non posson piii sopportarsi dappoiche la ma-
gnifica strada aperta da Nizza a Genova conduce il viag-
giatore in faccia di tali luoghi. Anche in mancanza di
questa, alio scrittore della Corografia d' Italia uon doveva
essere ignoto quel ]iasso di Strabone che dice essere aperta
e senza porti tutta quella marina che tra il porto di Luni e
quello di Monaco si protende. E attinta alia stessa sorgente
la pesca del corallo nel seno di Alassio , che non ne ha
mai prodotto, ed e tale da non poterne produrre giaminai.
Albenga. Questa citta della Riviera di Ponente e posta
dalTautore in rn'a nl Mediterraneo , mentre ne e distante
almeno di un miglio. Dice che produce in ahbondanza cn-
napa e uli^i; ed e appunto il solo luogo della Riviera di
Ponente, ove T ullvo scarseggia , per la ragione che la va-
sta pianura che le si apre innanzi , tutta coltivata a ce-
reali e vigneti ;, e csposta a venti boreali , che sceiidoii
dalle alte montagne che ha a fronte. E data per Colonia
roniann, e nol fu mai. Tra' suoi aatichi inonumeati I'au-
tore riporta ua ponte di otto arcaie sul Centa ; e il Ceata
104 APPENDICE
scorre forse a nn miglio di distanza da qnesto ponte : nh
v' ha docnnicato storico die faccia sapere cjaando il flume
ha cessato di scorrere sotto questo ponte. Si aggiugae per
ultimo che fosse anticamente un buon porto di marc, e gli
antichi geografi ci dicono che nol fu, e non pote esserlo.
Tale e V esattezza con cui vien fatta conoscere una delle
pill antiche citta d' Italia posta sulla graade strada che di
Francia mette a Genova!
Aloe. Non ci attendevamo in una Corografia di trovare
articoli a parte per le piaute piu cospicue del suolo ita-
liano; ma giacche il signer Rampokli ha fatto grazia a
questa bella specie , ci duole ch' egli , traviato dal nome
vernacolo, abbia confuse V Agave americana, specie ormai
divenuta indigena in Italia, se tuttavolta non le appartiene
di origine, colPAloe die impiegasi nella medicina come pur-
ge nte , e appartiene a' climi equatoriali ^ e non si vede ia
Italia che negli orti botanici. E poi falsa affatto 1" idea
di' egli da di questa pianta da hii cambiata in un arhusto
che s innalza a 20 e 3o piedl in forma di piramide da ogni
parte coperto di fiori: ella si riman sempre senza tronco ,
e tutte le sue foglie prorompono dalla radice: se non che
quando e in sul fiorire mette in pochi mesi un lungo e
nudo stelo, che alia sua estremita si carica di fiori.
Alfe. Da qual lingua ha uiai preso il sig. Rampokli 1' eti-
mologia della voce Alpe per dirci che deriva dalle quasi
inmimerevoli sue vette , dalle perenni bianche nevi e dagli
eterni ghiacci. E non e nieno da notarsi la sua cronologia ,
clalla quale pote rilevare le marine alluiioni che nel tratto
di miriadi di secoli inondarono le italiane pianure. La deno-
itiinazione di marmorca massa e marmorea giogaja con cui
replicatnmente qualifica le alpi, e inesatta, oSsia die egli
intenda parlare al volgo o ai geologi. Quanto al loro pria-
cipio e al loro prolungamento nell" Apenniuo , non com-
jDrendiamo com' egli aljbia potuto passarsi dalP esporre le
opinioni che sopra questo punto avevano gli anticlii geo-
grafi , non solo perdie di queste egli avrebbe avuto fre-
cjuentemente a giovarsi per 1' intelligenza de' passi di que-
sti scrittori dov'essi parlano di montagne ; ma ben anclie
perche le loro opinioni sopra questo argomento sono piii
giudiziose di quel che generalniente si crede , e osiamo
aff'ermare che nulla di meglio e stato finora esposto dai
nioderai. Noa riesca pertanto discaro al signer Rampoldi
I'ARTE 1T.\L1.\NA. IC5
che noi esponiamo qui per la prima volta alcnne os"
servazionl che la lettnra degli anticlii geografi da noi
fatia in I'accia de"" laoglii da loro mentovati ci ha siig-
gerito. Al sistema geografico degli anticlii sopra questa
catena di monti diedero norma le opinioni di Polibio e
di Strabone , che realmente visitarono la Liguria prima
di acciiigersi alia compilazione de' loro scritii. II pfimo
di questi stabilisce il monte Vesulo (Monviso) come il
piu naturale , e a via tempo il piu solenne confine tra
le Alpi e I'Apennino. Dal Monviso ha il Po le sue sor-
genti , e dalle sue vette tutto puo scorgersene il corso at-
traverso T Italia superiore. E realmente questa montagna
trovasi in quel punto os'e le Alpi si biforcano, e il loro
ramo orientale senza punto essere interrotto si prolunga
nell'Apennino. E dessa e per la sua altezza, e per la sua
giacitura la sola fra tutte le vette alpine , che puo a un
tempo scorgersi dalle opposte sponde dell'Apennino. Per le
sue forme plramidali e scoscese I'abbiamo potuta ravvisare
dalle alture del monte Fasce presso Genova , e ben anche
da quelle del Mesco, promontorio che si alza a picco a 3i5
metri dal livello del mare a 45 miglia a levante di Ge-
nova. Strabone, che assai piu tardi di Polibio scrisse ia
Roma il suo libro De situ orbis , prolungo le Alpi lino ai
monti frapposti a Genova e Savona: e intese con questo
cambiamento mettersi d' accordo coUe opinioni che sopra
r estremita della catena delle Alpi e dell' origine delfApen-
nino avevano adottato gli scrittori romani e senibra fos-
sero divenute volgari. luiperciocclie i Romani ne' loro fre-
quenti tragitti pel niare Tirreno e Ligustico , vedendo ap-
parire a ponente sul loro orizzonte niarlno quella stessa
giogaja irta di piramidi nevose , clie tante volte si era
presentata al loro sguardo nelP Italia superiore , la chia-
niarono A!pe inarktima. Di fatto quest' enorme massa di
monti che sorgendo dal litorale frapposto a Nizza e Sa-
vona s' innalza nella regione de' Liguri Vogienni (Viosenne)
e nel coUe di Tenda , veduta in iscorcio dall' alto mare
rimpetto alia Spezia , apparisce a foggia di un' isola , che
per la distanza da cui e osservata , e il grande abl>assa-
inento cui giugne la giogaja tra Genova e Savona , sembra
staccata a/Fatto dall'Apennino. Non intendiamo qui di fare
Strabone piu dotto ch' egli no« era in iscienze di fresca
dataj ma egli e certo singolare che appunto tra Geuoya
lo6 ilPPENDICE
e Savona sconipaja il granito e le altre rocce nelie quail
trapassa che haiino taiita parte nella costituzione geologica
alpina, e cominci quel sistema calcareo che puo dirsi for-
mare il nncleo di tutto I'Apennino.
E perche il signor Ranipoldi non si dia a credere che
quanto abbiam detto su questo pniito sia vaua erndizione;
senza uscire dalla Liguria intendiamo di fame 1' applica-
zione a migliore intelligeiizn di un passo di Tito Livio,
che rignarda 1' antica Snpo o Savona de' nostri tempi. Ben-
che da tutto il contesto di quel racconto si scorga chiaro
intendersi dallo storico romaao a parlare della citta che
ha pressoche serbato intatto il suo nome fino a' tempi no-
stri , pure per essere stata da lui qualificata col nome di
Oppidwn alpinum tanto e bastato perche il Durero , per
dotto che fosse in cose antiche , ne abbla trasportato il
sito su per le alture dell' Apennino. E ci duole di veder
prender doppia parte in questo errore rerndltissimo scrit-
tore della Storia letteraria della Liguria, il P. Spotorno, che
trasporta la citta ScU'O di Livio al di la di S. Remo nelle
Alpi inarittinie ; come se per trovare le Alpi marittime degli
scrittori romani, si avesse a cercarle al di la di S. Remo.
Eppure era facile il comprendere clie nel loro sistema geo-
grafico , e in quel loro stile di disegnare a grandi tratti
le regioni della terra ad essi note, il nome di alpino non
era limitato alle sole vette, ma da loro esteso a tutta la
massa che dalla base all' apice componeva la giogaja. Quindi
vediamo dato da Virgilio il nome di alpino al poggio di
Monaco che si specchia sul mare. Piii tardi Flavio Vopisco
chiamo alpina Albenga clie siede presso al lido. E piii tardi
ancora Liutprando disse Genova situata nelle alpi Cozzie.
Ma ormai basti di quest' argomento sul quale quel tanto
che possiamo aver detto di soverchio pel conto del signor
Rampoldi , vogiiam credere non sara perduto alTatto per
r antica geografia della Liguria.
Apennino. Rimettendoci a quanto abbiam gia detto sul
conto deU'Apennino nell' articolo precedente, aggiugneremo
che la sua composizione geologica poteva essere assai pid
esattaraente tratteggiata a grandi masse, e con mcno di-
spendio di parole che non e stato fatto dal sig. Ratupoldi.
Troviam poi inesatto quanto egli ci dice intorno alia sua
temperatura ; cioe clie nell'Apennino dell'alta Italia la neve
doinina dal seitembre al lu"Vo dell' anno seguente , ma nella
PVnTE ITALIANA. IO7
bassa Italia soltanto da novembre a giu^no. Ora in diverse
parti deirAjJennino , die nell' Italia siipeiiore sovrasta la
riviera di Geneva , la neve non vi si niantiene clie circa
a tre niesi dell' anno. Le viti e con essa i cereali sono
senza punto d' interruzione coltivatl dal litorale di Sa-
vona fino al dorso settentrionale dell' Apennino , che de-
cliina ne' colli del l\lonferrato. All' opposto nelle alte vette
€ui si frequente s' innalza qnesta catena nell' Italia meri-
dlonale , per un esempio, il Gran Sasso, la Majella e il
monte Amaro negli Abruzzi , il monte Mileto nel Sannio,
il monte Pallino nelle Calabrie , la neve vi fiocca da set-
tembre ad aprile dell' anno seguente, e vi si niantiene graa
parte delF anno. Non pare che il sig. Rampoldi abbia av-
vertito die la temperatura gencralniente iadicata dal grado
di latitudine , e sempre subordinata all' altezza delle mon-
tagne, alia loro distanza dal mare e ad altre circostanze di
giacitura.
Finiamo qui la revista degli articoll di quella parte del
primo fascicolo della Corografia dell' Italia del sig. Ram-
poldi che riguarda la Liguria. Se realniente , come noa
possiam dubitare , 1' amore e la gloria del bel paese die
egli iniprende a far conoscere e illiistrare e il solo scopo
di qnesta sua egregia impresa, non gli riuscira discaro, ci
giova il crederlo, che noi animati degli stessi sentimenti ,
in prova dell' interesse che prendiamo ne' suoi lavon , gli
ofFriamo il triJDUto delle nostre osservazioni sopra una parte
d' Italia che e ad nn tempo nostra patria , e soggetto coii-
tlnuo di nostre ricerche. Prof. Domenico Viviani.
Poesie di Luigi Carrer. — Padova^ i832, coi t.ipl
della Mineiva , in S°, di pag. 1 09. Prezzo aust.
lir. 3. In Milano si vende da Gio. Pirotta in cou-
trada di S. Radcgonda.
Di quasi tutte queste poesie abbiamo parlato in altre
occasioni , tributando all' ingegno ed alia coltura del ch.
autore una lode ch' egli e sicnro ogglmai di sentir sempre
ripetere e fiirsi maggiore ognl qual volla vorra regalare al-
r Italia qualche sua nuova produzione. I versi del sig. Carrer
lianno quella malinconia naturale e meditativa clT e stata
cara mai sempre, e oggldi pare quasi richiesta come ne-
cessario eleiueiito della poesia : di che altri in Italia e fuori
I08 APPENDICE
lianno indagate gia varle cagloni. A noi bastera qui notnre
clie la malincoiiia onde piacciono tanto i versi del signor
Carrer non e seniplicemeiite aniorosa^ ed a qnesta circo-
stanza attribuiamo la graiide potenza ch' essa ha di tras-
fondersi ne' leggitori.
Fra le nuovc poesie di questo volume v' ba ua Inno
alia Terra pieno di qnesta dolce ed efficace nialinconia , e
ridondante di forti e generose inspirazioni espresse con
nobilta degna di tutta lode. II poeta, grate ai doai die la
Terra gli da, grato alia stanza cb'essa gli apparecchia dopo
la morte , intuona un inao di riconoscenza.
Liingo le sonanti
Ripe cT Anasso vorticoso , e I' ample
JRoveri del Montello , alia dolce oinbra
Delia vite paterna e dell' ulivo
M' addormentai fanciullo. Erami a fronte
De' Collalto la rocca , e il combattuto
Ponte^ da' corridori ungheri e franchi
Con vicenda mortal ripreso ed arso
Pill volte in pochi lustri ; e la sperai
Cantarti , o Terra , con piii lieto verso !
Jndarno fu la mia speranza! Oh care
Memorie del prim anni ! oh miei perduti
Alberghi ! oh sotterrate ossa dell' avo ,
Lunge dal pianto dei nepoti ! Ed ora ,
Fatto ramingo di raminghi padre,
Ttrren certo non ho , tranne quel solo
Che tra i vulgari tumuli e le croci
Serba il fral della madre, e aspetta il mio.
Peroccbe niun' altra speranza, niun altro conforto gli
l*e-jta , tranne la conteniplazione dell' nniverso.
Qual dull' ardua prora ,
Lungamente suW onda esercitato ,
Jl navigante verdeggiar ti mira
Lontana ; tale al mio pensier tu splendi
Maravigliosa or ch' to ti canto, e V alma
Plena di te veloci e calde Invia
Immagini alia mente. E tale , o forse
Pill bella , al cenno creator porgevi
Jl capo fuor dalle divise spume ;
Ne ancor scotea V arbor ea chioma il bosco
All' impeto de' venti , ancor non era
PARTE ITALIANA. lOQ
Nata la rosa a imporporar le valli.
Ma come venue ad incordrarti un priino
■Raggio di sol, la resohda gleba
Di vegetanti innumerahll prole
Espose al giorno , e fa V esca secura
Ai non nati aniniaU , e un infitdto
Delle nari diletto e delle ciglia
Apparecchlato all' uomo ; ed ei la fronte
Ancor levata non uvea, ne scosso
All impulso divin prendea le belle
Uniane forme il fecondato lima.
Sorse V uom quindi , e mansueto e pio
II dente astenne dalla helm, e visse
Pago f/e' doni tuoi : fatto cogli anni
Dell armi amico e di ferire esperto ,
Prima la scare insanguinb net tori,
E da/r ara soUratte a se fe' pasta
Le criienti reliquie ; indi, vol-endo
Anni e deliiti, le fraterne vene
Ruppe secure e al geniior la gola ;
E rea chiamb necessita la guerra ,
Dritto la forza , ed abbelli coi lauri
L empie conquiste e immortalb coi carmi.
Ma 11 poeta non vaole come archeologo o naturallsta
andar cercando riposti oggetti dl ammirazione e di lode:
A me basti la vista, onde mi beo ,
Delle zolle dipinte , e il non eguale
Cammin de monti frn le nubi^ e mentre
Era le grcggi m' assido e le capanne ,
E portato dai zeffiri m' arriva
Dolce aWorecchio il suon delta zampogna,
Cantar mi giova a quel concento i casti
Abbracciamenti delle piante , e i parti ■ .
Olezzanti del Maggio , o della state
La biondcggiante copia , a dell' autunno
Le purpuree vendemmie e le carole !
Ne se il verno le selve e gli aid mordi
Dl nevi aggrava , e fa sotto le rote
Strider i laglii congdati e i fiumi ,
Tace la lira , e al raggio della fiamma ,
Che il cammin lambe e irdiepidisce it loco ,
Tento rustici carmi, o i tuoi ripeto ,
no APl'ENDIGE
EJvetico Bione I E chi m accusa
Di cantar note cose, e leggi imponc
Al libero estro , die noii guarda al volo
Di chi precorse , ma per lad campi
Spazia securo, e a se forma soggetto
Dell' immenso creato ? Una e la guida
De' carmi, il core! E tale era ai pas sati^
Qual a me venne , irreqiaeto e vago ,
Pronto aW ire eallepaci, e claW aspetto -
Finpito di quel bel, che in tutte parti
Vige diffuso e in lui si ripercote ,
E i sopiti desir sveglia e gli affetti.
E la Terra puo somminlstrare uiatena di poesia e di
lode in ogiii stagione , aache qnando nel verno par ch'essa
dorraa inerte sotto il velo dei nembi e delle nevi.
Ma chi sotto il giocondo italo cielo
Canta nevi e torreiiti? Ah! ben s' addice
Alia Nordica musa , e del pensoso
Bardo o del Druido insangumaio all' arpa
La selvaggia armonia che le foreste
Empie di cupa maravigUa ; o dove
Scarsa luce dispensa all' Esquimale
II sol che obliqiw guarda. Ei sidle nude
Jiocce scavb la sua capanna, e il cibo
Colla renna ha comune e la bermicla
Sulla squallida landa. Assidua notte
Da sterd alba seguitata incombe
A quel povero lido , e smorta luce
Guizza su e giii pel lubrico terreno ,
Lambendo i muschi e i pallidi licheni ,
Sola dovizia onde il selvaggio esulti.
II poeta pei'taiito, couie lo inspirano il cielo ed il suola
a cui fa sortito, si volge a caatare la Prima vera e la State
colle bellezze e coi doai di che soao ricclie. Alia vista dei
campi su cui oadeggiaa le messi egli esclaraa :
Abbla rispetto
A quelle spicht il turbine e la pioggia ,
Sc crescono ai mendichi ; e quando sorde
Sien le orecchie mortali, o tum'ascolta,
Tu almeno , o Terra! I doni tuoi contendi
All' uoin che V arche scellerate unpingua,
Su cui veglia , verace Argo , con cento
I'AUTE ITALLVNA. Ill
Sempre deste pupille il Lucro ingordo ,
Che le fame frnterne ( orrendo a dirsi! )
Medita, e il pianto delle genti implora.
Eqiia di beni dispensiera , ad ogni
Gente assegnb conveniente cibo ,
Onde si pasca , la prudente inaiio
Di Chi sill tronco sterile del duolo
Innestar seppe il benedeuo ranio
Delia speranza.
E r Antunno susclcator di begli estri delta ancli' esso al
nostro poeta molti bei versi pieni di passioiie e di vita.
Ma su questa Terra die sotto ogni clima e in ogni sta-
gione e si ricca dispensiera di beni abita 1' uonio che rompe
si spesso a guerre ed a stragi fraterne , e per insazlabile
cupidigia mette in pericolo la vita, e converte in fieri stro-
luenti di morte i doni della naiura. Pero il poeta conchiude:
Verrd niai di , die di nutrir ti slanchi
I duri ospiti tuoi? Fatta ritrosa,
O Terra , renderai falsa la speme
Di chl a lungo t' offese, onde il nepote
Dell' aio scellerato espii la colpa ?
Quest' inno intanto accetta e il cor devoto
Di eld, nato sul mar, anzi che i regni
Delle tcmpeste e la citta fatnosa
Ov ebbe culla , le tue lodi in dolci
Versi a cantar s dita. Apriini, o Terra,
Bciiisno il seiio allor che a te mi chiami
L"" ultimo fato. Un qualche ramo illeso
Dalla celeste folgore si serbi
Al dormieute nostro capo. E s' anco
Munchino I'ombre al mio sepolcro e i fLori,
Non sia che manchi il tuo pianto, o Corinna!
Amabile la faccia di pallore ,
Al conscio lume delle stelle , qtiando
Tra I' ombra e il sonno le superbie iimane
E gli odii han tregua, e sidle tombe canate
In lagrime il dolor si disacerba ,
liiposo pregherai alle deserte
Ossa del vate , ed ei sotto la Terra
Oggi cantata trovera riposo.
Una sola cosa noi ci perinettiamo di notare in tjuest' In-
no. 11 bignor Carrer parlando delle minierc del ferro e
/I2 APPENDICE
dell' oro ha, se non erriamo, vokito seguitar troppo Tusanza
tlegU altri poeti ripeteii'.lone le coiisuete invettive. Gia
troppi hanno imprecato ai trovatori del ferro e dell' oro ,
ai primi clie valicaroao i mari ed i monti; gia troppi haiiao
detto c!ie il Creatore disgiunse colle montagne e coi mari
le nazioiii : e il poeta filosofo , quale il sig. Carrer ha di-
ritto di essere nomiiiato , non dovrebbe accrescere il nu-
mero di quests vane declamazioni che perturliano il giu-
dizio de' leggitori. Sarebbe degno oggimai che i trovatori
di quelle arti senza le qiiali il moiido sarebbe un deserto,
e scoiiosciuta 1' idea del genere urnano , e vocabolo igiioto
qnello di umana famigUa , trovassero appo i poeti la do-
vuta riconoscenza. Ne la poesia pnnto ne scapiterebbe i
nemmanco quella poesia sentimentale e nielancoiiica della
quale il sig. Carrer si cotnpiace. Perocche, dopo avere
lodate queste graiidi invenzioni , in vece di annoverarne
gli a]5usi, sarebbe argomento afFettuoso, e compianto degno
dell' eta nostra 1' enuiiierare i moltissimi benl che son de-
stinate a produrre, e dai quali per I'errore o per la ma-
lizia di pochi tutta I'uujana famiglia e tenuta lontana. E
la cetra del sig. Carrer sarebbe pur degna d' intuoiiare
ijuesta nobile elegia !
/ Mowimcntl dcll'Egltto e della Nubia dlsegnati dalla
Spedizione sclenUfico-letteraria tuscana in Egitto ;
distribiiid in ordine di materie , interprctati cd illu-
strati dal dottor Ippolito Rosellini , direUurc della
spedizione , professore di lettcre , storia e andclutd
orientale nelU I. e R. Universitd di Fisa , membro
ordinario dell'Isdtnto d' archeologia e corrispondente
di varie Accademie dEiiropa. Opera pubbUcata sotto
gli auspicj di S. A. I. e R. il Granduca di Tusca-
na, ecc. — ' Pisa, 1882 , presso Niccolo Capurro e C.
CI c;ode r animo di poter aiinunziare essere incominciata
la pubblicazioue di questa grandiosa opera, clie per dispo-
sizione di S. A. I. e R. il Granduca di Toscana e resa di
facile acquisto anche ai nieno facoltosi , calcolato essendone
il prezzo sul solo costo della semplice esecuzione. Riser-
bandc'ii a teuerne piu luago discorso, diauio intauto 1' e-
stratto del aianifesto:
PARTE ITALIANA. Il3
*( II manifesto italiano-fiaiicese pubbllcato nell' ottobre
dell'aiiao scorso proiuetteva la prima dispensa di questa
graad' opera pel niese di gennajo dell* anno presente. Ma
il doloroso avveniineiuo della morte del CliampoUion ha
ritardato di parecclii niesi il principio della pulihlicazione,
" Gli editori Niccolo Capurro e conip. si compiacciono
era di annunziare al puliblico la comparsa della prima
dispensa ( coinposta di lo tavole atlantiche e un volume
di pag. 36o, con due tavole litograliclie annesse), e di
prevenirlo clie quest' opera, rimasta necessarianiente aRi-
data alle sole cure del direttore della Spedizione scientifico-
letteraria loscana in Egitto sig. prof. Ippoiito Rosellini,
Verra eseguita sullo stessissimo piano indicato gia nel primo
manifesto ('*') : conierra le niedesime materie si del testo
die delle tavole; conformissima sara 1' edizione , e i patti
delfassociazione saranno pure gli stessi : solamente non si
fara un' edizione francese del testo, come si promise nel
primo annunzio.
>) Era stato avvertlto nel jirimo manifesto che delle tavole
una parte sareblie stata incisa in rame , ed un'altra ese-
guita in litograda. Ora e stato giudicato plu conveniente
e piii utile alia migliore esecuzione del lavoro , di rinun-
ziare affatto alia litografia per le grandi tavole atlantiche,
le quali saranno tutte accuratissimamente intagliate in rame.
" Questo considerevole miglioramento nelT esecuzione del-
r opera non poriera alterazione veruna al prezzo gia sta-
Ijilito; ma pero di questo benefizio goderanno solamente
coloio che si saranno associati fino al comparire della
quinta dispensa inclusivamente. Dopo quest' epoca il prezzo
di assoclazione crescera di quattro franchi per ogni dispen-
sa, e gli editori assicurano die, anclie con questo auniento,
r opera vien rilasciata a basso prezzo, come ognuno potra
giudicare daU'esame della sua bella esecuzione.
" La quantita e 1' importanza delle materie contenute ia
quest' opera, e il desiderio che ne hanno manifestato tutte
le pill celebri accademie e i piu rinomati sapienti di tutta
Europa, renJono superfluo di aggiunger discorsi per ac-
crescerne la gia grande aspettativa. Si ripeteranno soltanto
le cose essenziali per confermare quanto si era gia detlo
intorno alia distribuzione , all' esecuzione ed ai patti.
(*) V, Biblioteca italiaua toiiio 64.''i novcmbre i83i., pag. a5a.
Bibl. Ital, T. LXVill. 3
114 APPENDICE
" L' opera, die ha per iscopo di svelare al mondo pre-
seate la storia politica, le dottrine , la religione , i riti ,
le nsanze civili e doiiiesiiclie, le arti, I'indnstria e il com-
niercio dell' atjtichissimo EgittOj, sara dedicata a S. A. I.
e R. il Granduca di Toscana. E sara divisa in tre parli :
» La prima parte trattera della Storia fiiio dalle piii aii-
tiche epoclie , risuscitata e dimostraia coi monumenti ori-
ginali e contemporanei. Comiiicera col far conoscere i veri
rltratti e le fogge del vestire dei Faraoni e dei re greci
d'Et^itto, e continuera colla rappresentazione delle coti-
qniste sui popoii d' Africa e d'Asia, intorno ai cjuali si
conosceraiiiio cose molto importanti e totaliiiente ignote.
" Tutto qnesto inaspettato tesoro di notizie storiclie sara
esposto in ordiiie cronologico , cominciaiido dai tempi aa-
teriori ad Abramo, lino al regno di Cesarione liglio di
Gialio Cesare e di Cleopatra i e Cjuindi flno a Geta e
Caracalla.
I) Si comprendera in qnesta parte la descrizione topogra-
fica dei monnmenti dell'Egitto e della Nubia, dichiarando
di ciascheduno 1' epoca, I'antore e il cuZo locale; e ricom-
ponendo nel loro ordine sintetico e di localita, tutti qnei
sogtretti clie erano stati separati per distribuirli e ordi-
narli secondo la ragione delle luaterie alle quali si rife-
riscono.
" La seconda parte conterra lo Stato civile delP Egitto ,
con tutte le particolarita che a questo vasto soggetto ap-
partengono, quali furono noverate nel primo manifesto,
eve pero lo Stato civile era indicato come prima parte.
» Qnesta sezione si terniinera coll' esposizione dell' arte
e delle cerimonie dell' inibalsamatnra dei cadaveri , e fara
conoscere i riti praticati dagli Egiziani nel deporre e ca.-
stodire i morti nei sepolcri.
>> La terza parte sara consacrata a far conoscere la dot-
trina generale della Religione egiziana, le forme particolari
d'jlle divinita colle loro attribnzioni, e le cerimonie del
culio si generale ciie locale.
» Apparterranno a qnesta terza parte le rappresentazioni
astrunomirfic e mistiche , simboleggianti le piu occnlte dot-
trine deir egiziano sacerdozio.
» Tutti quest! soggetti saranno contenuti in circa 400 ta-
A'ole in forma di grande-atiante, iniagliate con molta cnra
sotto r iuuuediata direzione del sig. prof. Paolo Lasinio figlio.
PARTE ITALIANA. Il5
y> Una terza parte inclrca cli queste tavole sara diliTen-
teaiente colorita a pertetta iiiiitazione ilegli original!.
n II pittore sig. Giuseppe Aagelelli , uno dei disegnatori
della Spcclizione, ha la cura di sorvegliare alia t'edelta del
carattere e alia correzioiie dei disegni , e tutti cjnesti la-
vori (dei quali e gia proiita una terza parte) si eseguiscono
sotto la continua ispezioae e risponsabiliia dell' autore
deir opera sig. prof, llosellini.
" II testo si coniprendera in circa lo volnmi in grancle
ottavo di oltre 3oo pagine 1' uno, con tavole litograliclie
annesse , e con caratteri esotici , gt-roglifici , copti , arabi ,
thraicl , greci, secondo roccorrenza. Faranno parte di que-
sto testo tutti quei lavori lilologici, che son necessari ad
inse^nare la lincrua e la scrittnra dezli Egiziani, ed a win-
stilicare rinterpretazioue clie si dara nel corso dell' opera
alle iscrizioni gerogliliche.
» L'edizione sara in 8.% impressa in carta velina, ca-
rattere lettura nuovo , di Didot, e con inchiostro soprafli-
no di Parigi.
» L' opera sara distribuita in circa 40 dispense , com-
posta ciasclieduna di 10 tavole tra nere e colorite.
'/ L'edizione si teriniuera in tempo uon rainore di quattro
anni, e non maggiore di cinque ^ cominciando dall' ottobre
del presente anno i83a •, e si daranno le dispense a in-
tervalli non iwinori di un mese , ne maggiori di tre raesi.
" II prezzo di ciascuna dispensa di 10 tavole e iissato
a 20 franchi ( lire toscane 24 ) per coloro soltanto che sa-
raano associati lino al coniparire della sesta dispensa. Da
quest' epoca in poi il prezzo di ogni dispensa sara di frau-
c!ii 24 (lire toscane 28 e soldi 16).
" I 10 volumi del testo saranno compresi nel prezzo as-
segiiato alle taiole , dimodociie tutta 1' Opera di 40 dispense
(testo e tavole) non oltrepassera gli 800 franchi, e 960
per i non associati al coniparire della sesta dispensa.
" II testo sara dis])ensato per volume, o mezzo volume ,
secondo clie verra richiesto dalla pubblicazioae delle tavole.
>f Ciasclieduna dispensa sara pagata al uioiiieuto della con-
segna , e le spese di porto e dazio saranno a carico dei della interminabile eternita. n Cosi il cliiarissinio segre-
tario Cesare Arici incomincia la sua nnova relazione , die
poi con bella e afrettnosa eloqnenza procede compiangendo
la niorte di dne illiistri accadeinici, Gaetano Fornasini e
Stefano Giacomazzi. E sifFatto principio torna opportnno
anche a noi , c!ie da questi conirnentarj anniiali sianio
avvisati della rapida ed incessante fuga del tein|)o; e forse
una senza bnon frntto I'avremo trascritto per qnelli al-
nieno fra i nostri leltori , ai quali I'esperienza non avesse
per anco abbaslanza insegnato quanto gli anni sinn brevi
rispetto a quel molto ch' e necessario di apprendere per
trarsi faori della schiera volgare. Bisognereljbe che ogni
citta avesse un eletto drappello di persone consacrate alio
studio delle lettere e delle scienze, dal cni esempio la
gioventia fosse Jnvitata a impiegare utilmente i piii begli
anni della vita; un drappello di persone colte e stndio^e,
che ogni anno arricchisse la patria di nuove prodnzioni
intellettuali , ogni anno desse qualche piibblico esempio
di venerazione e di stinia verso il sapere e Tingegno. Di
tanto si puo vantare principalmente fra noi la citta di
Brescia i e qnestl Commentarj deH'Ateneo ne fanno certa
e onorevole testimonianza. E bello, nel volnuie che ora
annnnziamo, veder ne' discorsi dell" egregio Presidente si-
gner Girolanio Monti, con quanta cura qnelTAteneo si
stiidii di conservare la gloria delle lettere e delle arti
italiane temperando 1' amore delle utlli innovazioni colla
necessita di conservar viva la venerazione dei nostri grandi
letterati ed artisti, per non traviare dal sentiero della per-
fezioue , per non perdere il nostro carattere nazionale.
PARTK ITALIAN,!. ily
E bello nella relazlone dell' illnstre segretari'o conoscere
come r iiigegno degli accademici , consacrandosi aaclie
quest' aaiio ad argomenti gravi e Importanti, coltivasse
iifl tempo stesso la purita e la gentilezza della nostra poesia
e della nostra lingua, e cosi senza perdere punto dl qiiello
die abbianio ereditato dagli avi cooperasse al lodevole
intento di appareccliiare tempi migliori a quel che ver-
i-anno dopo di noi. E qnesta Relazione dell'Arici e anclie
per se stessa nn bel lihro, scritto con molta chiarezza
d'idee, con nobile semplicita di stile, con amore evidente
clelle lettere e della gloria italiana. Senza qnesto amore le
lettere e le arti non progrediscono , e nessuna produzione
deU'ingegno fe perfetta ; e sopra tutto non e possibile senza
di esso trasfondere nella gioventu quel sentimento di emii-
lazione e '
PXKTE ITALIA iVV. I If)
Prezzo per gU nssociati cent. 40 , per i nan asso-
ciad cent. 55 (*).
II signer de Ci-istofori , geiitilnomo milanese, zelanto
amatore tlella miueralogla e delle altre scienzc natmr,li,
e il signer Jan dotto vio»nncse, venvito agU stipendj di
S. M. la Diichessa di Parma in qaalita di professore di
Botauica , insienie si congiunsero ad nna assai ragguarde-
vole e, come leggiam nel Programma, nel suo gpnerc anica,
scientifica impresa , alia quale si riferiscono i varj sovre-
spressl annanzj. « I comuni nostri lavori, dicon essi, haiino
per solo scopo il contribnire , quanto dipende da noi , a
niaoigiore diramazione delle nozioni di storia natnrale, prin-
cipalmente nell' Italia, nostro comune soggiorno. L' arai-
chevole nostra rlunione e basata snlTamore dolla scienza
die ci infianima agli stessi studj , e coUegati strettamenie
per eguale lirama ed aniiclzia corriamo unanimi verso la
meta prefissaci ., cio che abbiamo volnto accennare colla
scelta del motto : amice conjurant » che si legge dinanzi
alle opere annnnziate. A questa protesta , plu volte con
altri termini ripetnta da' due amici natnrnlisti, noi accor-
diamo interamente la nostra fede ; e facciamo plauso al-
1' opportnnita del mezzo che scelsero afiln di conscgnire il
noljile scopo in essa indicato. II qnal mezzo consiste nel-
I'apprestare economicamente , a chi li desideri, oggetti di
storia natnrale, accompagnandoli di opere che li illustrino,
che erudiscano intorno alia scien/a che ne tratta, che in ge-
nerale ne parlino, ma in particolare conslderiao qnelli che
sono proprj di queste nostre contrade , cloe delT Italia
(*) I Caralnohl si vendono in Milano, da L. Duniolard e liglio.,
e da Gio. Meiuers e fi:;lio. — In Firenze , da Gio. Ricordi e C. ,
«• da Veroli e C. — la Fraiicoforre sul Meno, da Jaeger. — In
Lione, da Cornion e Blanc. — In Lipsia , da Gul. Hin-rel. — ■
la Londra, da G. B. Eailliere. — In Modena, da Gemin. Viacenzi
e C. — In Padova, da Zambeccari. — In Parigi, da F. G. Le-
vraiilr, e da Trciutel e Wuvtz. — In Parma, da Filip. Caruii-
gnani. — In Torino, da Gins. Bocca. — In Vienna, da G.
Sclianiubni-g e C c da Federico Volke. — In Zurigo, da Orell,
Fiiesli e C.
Lp scliednle d' assoriazione di stovia natnrale per azioni >]o-
vraiinn dirigersi indistinlamonle o al sig. Giuseppe dc (aistolori
o al sig. prof. G. Ian in IMilaiio, cout. del Durino, n.° -p.S.
120 APPENDICE
superiore. E gia dal comodo a chlunqae apprestato dl pro-
cacciarsi o determinati oggettl attenenti alia storia natnrale,
o compiute raccolte de' niedepiml , qual relativa a certe
regioni , quale a certi usi , chi non vede niiraljilmeiite
agevolarsi lo studio e il progresso di quella scienza ? JNe
nicntre noi lodiamo le iadustri collezioni di cose natu-
rali alcuno siavi il quale opponga, che la natura vuolsL
studiare ne' campi stessi della natura e non ne'musei, noti
negli erbarj , ecc. , dove solo si scorgono oggetti morti ia
luogo di viventi , oggetti minuti in vece di grandiosi , e
per lo raeno isolati e non corredatl di quegli acconipagna-
rnenti die ne significano 1' essere e le relazioni. L' un mezzo
di studiar la natura e preferibile, niuno e die ii nicglii ,
ma spesso non praticabile-, I'altro gli serve di suppliaien-
to, e a molt'altri nieriti intriaseci aggiunge il pregio ine-
stimabile di esser presto ognora a dii voglia giovarsene, e
di porger gli oggetti gia scientificamente denominati, gia
metodicamente distribuiti. Atteso i quali vantaggi^ die dalle
collezioni delle naturali cose derivano, ne avviene die i
Sovrani si pregino di fregiarne sontuosamente le loro re-
sidenze , e se ne muniscano gl' istituti di pubblica istru-
zione, e i professor! e gli amatori delle varie naturali di-
scipline se le procaccino a decoro de' loro privati alberglii;
e le collezioni de' piii famosi in quella scienza , cui gli
oggetti in esse contenuti si riferiscono, si conservano e
tramandano alia posterita con ccrta sorta di venerazione.
Noi pensiam dunque die V impegno assunto dai signori
De Cristofori e Jan di somniinistrare oggetti di storia na-
tnrale, o spartiti o congiunti in raccolte, sarh apprezzato
e lodato da quanti amano fra noi il progresso degli utili
studj i e die i direttori degli stabilimenti scientifici, e
quelli die gia sono presl al bello delle cose naturali , sa-
ranno solleciti ad approfittarne. I primi somministreraono
a' loro alunni un mezzo, per cui gli studj di storia natn-
rale cui sono obbligati non riescano sterili e nojosi , ma
aniniati e fruttiferi. 1 secondi o gia posseggono qualclie
raccolta dl storia naturale , e saranno lieti di poterla col
proposto mezzo render compiuta ; o non per anco pos-
seggonla , e solo accontentansi dell' ammirar le bellczze
che in questo suolo italiano la natura ci profonde si libe-
ralinente d'intorno, e questi , provvedendosene , appren-
deranno come il lorq^ aftetto alle naturali applicazioni
r.\nTE ITA.I.T\X.\. liit
poi^sa clivenir piu efficace, cjiiando col railnnnr gli oggetti
?.niinirati , e contcMiiplarli assiduaniente e da vicino, essi
remlano matiifeste quelle altre loro elette heliczze, che na-
scoiidonsi a clu li dcgni soltnnto di sgnardi jiasseggiei'i.
Ora e tempo die per noi si parii di rpielle opere che
tlni signori De Cristofori e Jan si puhblicano a corredo
della loro impresa , e coir iiitento di renderia piu frnttiio-
sa. Era necessario pnbl)licnre i cataloglii degli oggetti di
ciii facevasi esibizione a' ciiltori delle scienze natiirali ^ ma
poiclie tra qnesti oggetti particolarmente comprendonsi tiitti
qiu'Hi, o gran parte di quelli, die spettano alle comrade
settentrionali d' Italia, cosi opportiinamerite 1 detti catalo-
glii t'arono adattati , e mniiiti di aggiiuite, alio scopo di
esporre la Storia natnrale delle contrade medesime. Siccome
poi ne' cataloglii conveniva seguire un ordine scientifico ,
vollero i signnri De Cristofori e Jan far conoscere ai loro
associati e corrispondenti quello da essi prescelto con opere
apposite, le qiiali servano come d' introduzione a' cataloglii
siuliletti. Qiiindi nell' atto che colla pubblicazione di un.
catalogo di certa classe di oggetti naturali se ne fa da
essi esibizione a' naturalisti , si pnbblica insieme un trat-
tato relaiivo a' medesimi , il quale dimostra i principj della
loro distribnzione , ed un opuscolo che contiene la descri-
zione de' loro generi ; quanto alle specie non se ne da la
descrizione a meno che non trattisi di specie ntiove.
Gli oggetti che i signori De Cristofori e Jan esibiscono
pel 1 832, od a scelta . o gia costituiti in raccolte, sono
piante e semi, conchiglie, coleotteri ,. minerali e rocce.
Quindi quattro sorte ossia sezioni di cataloglii, un di bo-
tanica . un di conchiliologia, un di entomologia , un di ttii-
neraIo!;ia, a norma de' programmi gia inseriti nel quaderno
di aprile anno corrente di questa Blblioteca ital. (torn. 66.%
P-ig- 1.39 )•
Ne' cataloglii di minerali, di piante, di coleotteri, di
conchiglie floviatili e terrestri che abbiamo sott'ocdiio,
trovauiiiio tale abbondauza e varieta di oggetti (con giusta
proporrione tra i piii e meno importanti ) , che dimostrano
la validita delle forze con cui i signori De Cristofori e Jan
si sono accinti alia loro impresa . e come sieno in grado di
rendere soddlsfatto chi vorra della loro opera approtittare.
Del catalogo delle piante e pubblicata la prima parte ,
e comprende piii che 12,000 specie diverse tutte duplicate
132 ArrENDICE
e tlisponibili. Ecco come a proposito della Campanula Hat-
nerii essi ne annuncino una nnova specie cU silene , d'l cui
si propongono di occuparsi nella parte seconda. o Le roc-
ce calcaree delle niontagne dette Grignc , clie vicino a
Mandello stanno a specchio dell' ameno lago di Lecco, sono
fregiate di questa hella e singolare campaiinia ; ivi e par-
ticolarmente sul Canipioae abita iiisieine ad essa una delle
pill leggiadre piante italiane, la quale co' suoi bellissimi
fiori di colore rosso-porporini tempera e rallegra V aridita
dell'alta sua cima. Questa rara e bellissima pianta appar-
tiene al genere silene. Noi non sapremmo renderla piii in-
teressante e pregevole agli occlu dei botanoiili, se non
che decorandola col nome dell' Augusta consorte del sere-
nissimo Principe inclito mecenate degli studj di storia
naturale, al cui nome e dedicnta la campanula abitante la
stessa uiontagna. Ecco la frase della Silene Elisabetlia;. Nob.
floribus pednnculatis solitariis aut in racemo geminis, rarius
tres cum axillari , petalis obcordatis crenulatis, coronula e
fills quatuor petalorum limbo ndnntls ; calycibus fructus in-
flatis decemstriatis glanduloso-pilosis ; ccipsula trigona ; /o/J;5
lanceolatis ciliatis •, caidinis pubescentibus radicalibus sub-
glabris. »
Del catalogo delle concliiglie e piibblicato il primo fa-
sclcolo della prima parte. Esso raccliiude le terrestri e
fluviatili , delle quali sono lnbietto cli loi- ragio-
nauiento f'ecero altrcsi il sig. C. Riccl ed i sigaori Taddei
e Rt'pcttl la liljerta inJustriale , 1' influenza del sistema delle
dogane snll' eserc'izio liljero dell' industria , ed il sistema
proibitivo qual mezzo di pubblica prosperita. — E perche la
scienza agraria possa con tutta facilitix a bene degli uomini
estenilersi, mostrava il sig. Aw. Ccipei come gioverebbe
la fondazione nelle provincie di istitnti di essa ne' quali
uomini zelanti e probi si raccogliessero ad ammaestrare i
iigH de' possidenti vicini ; e i principj teoretici fosscro rin-
francati coUa pratica nelle tenute sperimentali non man-
canti dclle opportune fnbbriche ed opificj atti a incuufaUurare
i prodotd grcggi. Concludeva finaltnente col far voti , per-
che anclie in Toscaaa, siccome praticasi in altri Stati,
venissero esposti ogni triennio almeno i prodoUi dell' agri-
coltura , dell' indiistria e dell' educazione popolare col conferlre
ai bencmeritl lodl e guiderdoni. Intorno la convenlenza di
incoraggire F industria manlfatturiera parlo il signor Cav.
Bcirlotta , e sostenne che la massima dei sistenil direui a
preferire le nianifattnre e le arti georgicbe a danno delle
altre indnstrie operano sempre direttamente contro 1' ob-
Jjietto ciie si propongono , ed arrecano indirettamente dannoi
a quel genere speciale d' indnstrla clie vorrebbesi proiiio-
vere ; mentre il sig. Tartml-Salvadci faceva vedere essere
errore di economia politica quello di una popolazione che
dassi per la massima parte a un solo genere di trallico ,
quando questo divenlr puo o gia divenne comune ad altre
nazioni. II perche quanto piii le Industrie posson soggia-
cere al capriccio della moda o cangiar di stanza , tanto
esser deve maggiore la premura delF accorto speculatore
di non perder di mira quelle costantemente jjroiicue , per-
che universalinente e di necessita adoperate. Al quale lo-
devole scopo collimano molte Memorie di tenia totalmente
cainpestre e in attenenza alia Toscana, dal sig. Rcpetti
rlcordate e gia state soggette di accadeaiico intrattenimento.
Tre relazionl poi vi si leggono dei segretarj delle corri-
spondenze signori JarUid-Salvatlci e Taddei; dalle quali spe-
cialmente ricogliesi, che la Societa agraria di Nuova-Yorlc
di receucissima instituzione pabblica un suo giornale ; e die
un altro degno di molto encoinio piglio a dar fuori nei
regno di Napoli il sig. Jlafaclc Pcpe col tltolo di CioratUe
nud. itui. T. Lxviir. o
l3o APl'ENDICB
economico rusdco ad uso di Molise ; il quale servir dee ai
coltivatori inesperti e poveri , essendoclie ragricoltnra vi e
trattata piu qual arte che come scienza. Esso contiene le
scoverte, i buoai principj e le nuove sperienzc colla con-
veniente istruzione per applicarle al clima ed al suolo del
Sanzio. Seguesi a mano a mano il coloiio ne!le faccende
sue campestri in ogni stagione ed ia ogni maniera di lavo-
ro, spargendosi cosi nella campagna i benefizj della scienza
agraria ridotti a tal forma , che ognuno possa riconoscere,
apprezzare ed approfittarne.
II sig. Bonafoux fece alcuni tentativi per nutrire i ba-
chi da seta colla Camelina ossia Myagrum sativum, e semlira
che se ne possa sperar bene. Finalmente dal riferito dai
due segretarj non e dubbio essere moltiplici e profittevoli
le relazioni delTAccademia cogli altri istituti di ugual sorta,
e co' personaggi e dotti nella scienza agraria e sue aflini.
Prolusione letta il 3 dicembre 1826 dal sig. marchese
C. Pddolfi Vicepresidente. — L' illustre georgofilo s' intrat-
tiene a considerare T indole e la tendenza de' passati la-
vori accademici, onde cavarne profitto e norma pe' futuri.
Per pill motivi estimavasi che all' acido urico si dovesse
la proprieta fertilizzante degli uratl del commercio •, ma
alcune prove fatte e ripetute dal sig. dottore CldarenU e
da altri persuaderebbero essersi pigliato abbaglio, poiche
urine senz' acido urico come son quelle degli animali er-
bivori servirono a comporre un ottimo miscnglio fertiliz-
zante, cui pure si diede, benche al tutto impropriamente,
il nome di urato. Quindi importa piii che mai il rintrac-
ciare in che veramente consista il principio fertilizzante
degli urati del commercio, dacche per le ragioni sovrad-
detle si potrebbe congetturare , che alcun altro principio
od altra combinazione di principj sia nelle urine e cui
pertenga in grado eminente la vlrtii quasi specifica di ope-
rare la prospera vegetazione delle piante.
Di alcune osservazioni economico-agrarie relative all' Italia
superiore. Memoria del Vicepresidente marchese Ridolfi. Av-
viandosi egli da Firenze a Ferrara, quanto piu procedeva
nel cammino tanto piu vedeva aumentarsi la feracita del
suolo, ma Parte agricola meno avanzata, T industria sempie
pill inceppata, e cio specialmente per un sistcma di aHitti
oltre ogni dire gravoso ; col quale poi alia piii bassa pianu-
ra s'associano per aticc uiali iisici del suolo. I quali guai se
I'ARTE ITALIANA. l3l
noil iiiag|i;'iori non minori senza dubbio erano ancorn oltre
il Po e I'Adige. Piu prospere cose appalesavaasi nel Pa-
dovaiioi il cui risor:j;iiiiento data dalla caduta della citta
regiiia dei mari. Piii iimaiizi la provincia viceiuina presenta
una georgica maggiorniente accurata , ed ua' aminiiiistra-
zione rustica meglio intcsa die noa nei luoglii gia percorsi.
Eccelleate e per liii nuovo parve al sig. niarcliese il nietodo
ivi ill uso di ringiovaiiire le veccliie viti troncandone il fiisto
e separandone it fiuo dclle burbe laterali onde affidare a
ciascuna di queste un huono innesto. Sonuiia gli semliro pure
la cura per la coitivazione dei gelsi nei sid pedeaiontanii
poiclie nella piii bassa pianura e gran novero di prati
irrigntorj e di risaje assai bene condotte. Con si fiorita
vegciazione, colla pingnezza del bestiame fa il piu triste
coutrasto la misera condizion del villico , il quale alberga
ill inconiodi abituri o nelle stalle in un alle bestie ; cibasi
di sola polenta di maiz , si macera nelle risaje , e sotto
la sferza di un sole bruciante niiete il pane die non
maiigia , sl)rama la sete con acque impure, ed impaziente
aspeita la fresca sera die venga a spegnere 1' ardore del
giorno , mentre neU'una e nelTaltra trova il germe di
quelle febbri , die riduconlo ambulaiite cadavero , ed andie
al sepolcro portanlo. Dietro il die il sig. uiarcliese Ridolp,
riproverebbe il sistema delle culture in grande , poiche
priva il colono d'immensi vantaggi provenienti dal coni-
plesso di parecclii minimi guadagni; e mentre allarga forse
il campo alia scienza, ristringe i limiti delT arte. D' altra
jiarte colP asslcurare 1' interesse del proprietario sminuisce
quelle del pubblico; finalmente mentre fa semplice 1' ani-
niinistrazione e le faccende campestri , intorpidisce e in-
ceppa r ingegno e 1' industria del villico. Giugnendo a
Desenzano ammira un prodigio d' agricoltura, che da una
crosta terrosa sa ricavar tesori , de' quali il gelso ne e
la principal sorgente. /< E ben s'impara ( cosi il sig. uiar-
cliese Ridolli ) la cultura del gelso in quesii distretti , ed
iinparatala ben si vede che essa e di molto mal conosciuta
tra noi. " Ne iiiinure tnaraviglia destarono in lui le grandiose
bigattiere di Cliiari , di Salcio , di Treviglio e Cassano.
II territorio poi tra Brescia e Milano, eccettuati i luoglii
a questa citta prossimi , non offri al toscano georgolilo "
quella feracita tanto naturale in altri punti della Louibar-
dia specialniente per rispeito ai cereali. 11 die pare a lui
1 3a APPENDICE
dipenda dalla strnttura imperfetta degli strnmenti arator],
e dal niodo di adoperarli , jjiuttosto clie dalla qiialita del
suolo. Egli vnolsi pero avvertire die la cultiira a maggiori
braccia d' uomini , e senza il soccorso degli aaimali in am-
pissimi campi , come sono i nostri , mal puossi ptaticare ,
prima perclie noii vi sarebbero persone a suflicienza , poi
per I'imniensa spcsa che accagionerebbe. S'arresta il geor-
gofilo viaggiatore alle porte di Rlilano per ripigliare altra
volia la narrazione sua.
Rapporlo del sig. professore G. Gazzeri siilla proposta
estrazione in grande del solfato di magnesia dalle acque inadri
nelle saline deli' isola d' Elba , letto neW adunanza degli 8
marzo 1829. — Vero sale d' Epsom era cjnello die il si-
gner Pandolfini Barhieri mandava all' Accademia siccome
ritratto dalle accjne madri or accennate, niisto pero ad
un pocliino d'idroclorato di magnesia, per cni non e dnb-
bio die per via d' ulteriore raflinamento otterrebbesi il sol-
fato di magnesia bastantemente pnro per gli usi medici , e
non inferiore in conto alcuno r.l migliore del coinmercio.
E siccome le necessarie operazioni non esigerebbero die una
spesa mediocrissima , pare al sig. Gazzeri die non si possa
niettere in dnbbio 1' ni.ilita economica della pro])osta estra-
zione. La quale utilita diverrebbe ancora maggiore se a
questa si unisse altresi la fabbricazione del sottocarbonato
di magnesia e della magnesia canstica , clie si potrebbero
avere non solo dalla decomposizione del solfato di magne-
sia gia preparato, ma direttaiiiente dalle stesse acque madri
con maggior facilita ed economia.
Di alcune erronee interpretazioni che si danno alia li~
berth industriale. Memoria del sig. Comm. Lapo De liicci ,
letta nell' adunanza ordinaria degli 8 marzo 1829. — Poco
avveduiamenie , scrive il sig. De Jlicci , fu dato il nome
di liberta all' esercizio libero delle facolta industriali , men-
tre piuttosto si sarebbe dovuto dire rispetto alle proprieta.
La qual piu glusta denominazione avrebbe cangiato Tin-
dole di tutte le questioni die vennero tractate per rispetto
ad essa liberta industritUe , e conciliando le vedute di tutti
troncato avrebbe ogni disparere, e risparmiato quel tempo
die e stato da uomini stimabili prodigato in varie dispute.
E cio ampiamente ei poscia prova, e ne fa appbcazione
ai rispettivi casi die succeder possono.
DelC applicazione dell' economia polilica alia giurisprudenza.
Lezione di turno del sigiior dot tore Giuseppe Giusti, letta
rAUTE ITALTAXA. I 33
ncU* adunanza ordmaria del di 14 giugno 1829. — Noa
ci ha dnbbio che dalP applicazione dell' una all'altra scienza
le uriiane cognizioni iniiiiensameiite vantaggiarono f, ove
perd la scienza applicata porti il carattere di scienza si-
cura e precisa. II ])erclie 1' economia politica |iotendo ag-
giiignere a tanto, 1' applicnzione sua alia scienza della legis-
lazione ed alia ginrisprndenza spargera in questa una luce
vera, e servira loro di guida infallibile che ne dirigera
I'andamento e le operazioni per la felicita e prospefita
individuale e sociale. Ma egli e niestiero che da prima la
scienza economica niondi se stessa di quei sistenii , che
producono un dissenso ed una scissura di opinioni bea
anco sn certi snoi principj fondaiiientali fra qnelli che
la coltivano e la professano. Cio c quanto il signor Giusd
nell' iniroduzione vien discutendo , proponendosi in ap-
presso di sciogliere le seguenti quosiioni: « Qnali sono i
principj delT economia politica clie attraverso le moderne
dispute possono riguardarsi come concordati e inconcussi'' "
— " Qual e il vantaggio che la ginrisprndenza puo riti-
rare dali' applicazione di tali princi|)j ? "
Mi'inorin di turno del sig. Ferdiiinndo Tartini-Salvatici letta
all' adunanza ordinaria del z ngosio 1839. — Concerne que-
sta un viaggio fatto in Gern\ania dalTautore, e special-
inente il belle esempio di rafiinamento delle razze lanigere
e dei prodotti die ne consegnono avvenuto in Prussia.
Imperocche dalT istante che il governo prussiano tolse gli
anticiii vincoli a quel ramo d' indnstria territoriale , e ia
grazia di una libera concorrenza si iinpedi il monopolio
delle lane indigene; dalF istante die i greggi diretii dal
sapientissimo agronomo A. Tliaer fornirono il prime nio-
dello del piii accurato allevamento , gli abitanti de'la Prussia
sonosi con tale zelo applicati alia pastorizia , che oggidi
contansi in quel regno intorno a 10,000,000 capi di be-
stiame lanuto, che posson dare 200,000 quintali di lana
si buona , che per alcuni rispetti viene preferita alia fa-
migeratissima delle Spagne. E I' autore un saggio ne offriva
all' accadeinia ; ammirabile anche percio che quella lana
rinviensi aflfatto priva di quella untuo^ita e di quel cattivo
colore che di solito ha la lana , e die non si toglie senza
grave difficolta , poiclie in Prussia suolsi pargare suUo stes-
so animale con replicati lavacri prima di tonderla; dove
nelle Sjiagne e ucgli altri sili si usa lavarla dope recisa
dalla pecora.
1 34 Al'PENDICE
A'cuni cenni suW agricollura clelt Impero di Marocco. Le-
zione di Jacopo Crnberg di Hemsb , ecc. — II sig. cav. Gra-
berg di ritorno dalle cocenti arene dell' Africa sotto qnesto
rnodesto titolo arriccliiva gli Atti dell' Accademia dei Geor-
gofili, di cui e socio corrispoadente , di copiose impor-
tanti indagini sull' attnale stato fisico-politico-agrario del-
V antica Mauritania Tingltana. Fecondissimo e per sua
natura il suolo di questa regione : 1' agricoltore noii paga
alio Stato pill della quarantesinia parte delTauiiuale pro-
dotto; nessun diritto feudale concede ai grandi 1' autorita
di appropriarsi 1' utile dominio delle terre ; la classe dei
pastori e degli agricoli non e grivata di parziali augherie,
ne costretta a servitu personali ; il clima e salubre e nieno
ardente di quel che credesi per la geografica posizione ;
non mancano fiuini , torrenti e rivi per la irrigazione :
nondimeno nell' impero di Marocco I'arte agraria sta per
immensita di spazio indietro della nostra. Del che qual
ne sia la causa subito scorgela clii conosce 1' indole del
governo, i costuml dei Maomettani, I'apatia lore, 1' avi-
dita e i capricci di uno sciame di despoti, i quali collegati
al capo deir impero , arrestano , opprimono , distruggono
ne' Mauri ogni specie d' industrla sino dalla sua nascita.
Sei elogi di accademici defunti rinvengonsi inoltre ia
questo volume , cioe di Lui.gi Fiacchi , scritto dal cav. Franc.
Fngliirami; di Pletro Ferroni, dal M. C Hidolfi ; del dott.
Francesco Chiarcnd , dall' aw. Aid. PaoUni ; del conte Girol.
Bardi , prof. Francesco Focacci e prof. OitoAiiano Targioni
Tozzeiti. , da E. Repetti.
Chiudesi il presence volume co! Rnpporto della deputazioiie
sul glwlizio delle Meniorie venule al concorso sugl' innestl.
Delle quattro Memorie presentate nessuna fu trovata me-
ritevole dello stabilito premio : ire per non avere come
si ricliiedeva atteso ai dati del problema e per alcune er-
ronee asserzioni scientifichej, e 1* ultima americana, in lingua
inglese, per la mancanza delle condizioni legali , coa cui
giunse all' Accademia.
Pdflessioni cridche sullo stato attuale della chirurgia
italiana , ecc. , del dottor L. Pacini , profcssore di
notomla net R. Liceo di Lucca. — Lucca, i833.
La Gazzetta medica di Parigi del i83o si avviso di ri-
portare un aiticolo di scnttore auoiiimo , soinmamenle
PAI'.TE I'TXLIXSX. I 35
itisultante lo stato attnale della mcdicina italiana ; artlcolo
pieno d\ fiilsith e d'aliliagli. II professore Pacini di Lncca
caldo d'ainor patrio , zelaiite e felice cultore dell' arte sa-
liUare si adopero coa successo a sosteuere iiell' opuscolo
die annunciamo il decoro e la digaita della chinirgia presso
di noi , mostrando in quaato fiore essa si trovi in Italia.
Sebbene poi siasi egli studiato di iisar moderazioue e tol-
leranza oiide far tacere quel nobile sdegno die destarsi
suole neir aiilmo di cliinnqae sentesi adoiitato; non lascia
pero di rintnzzare assai bene le cose false , travlsate o
malevoli delT anonimo parigino.
Qneste riflessioni critiche tendoiio a dimostrare i pro-
gress! che fia fatto la diirargia italiana in qnesti ultimi
tempi; e piii particolarinente in cio che verte sulla fistola
lacrimale , la cateratta, la trichiasis, 1' esofagotomia , T er-
niotomia, le fratture , la cura del morbo celtico , 1' aneu-
risma , la litotritia , I'amputazione , le piagbe , ecc, Nel
far risnitare con docunienti palmari la priniazia della dii-
rnrgia italiana snila francese , egli ha egregianiente rag-
giunto lo scopo a cui mirava col suo libro. B. Mojon,
Lezioni sal cholcra-morbus dettate al Collegia di Fran-
cia dal professore F. Magendie. Tradiizione. — Mi-
la no , l8o2, dalla tipografia de' Classici italiajii , in
8.° • — Puhblicate 6 lezioni , e saranno 8 circa. Prczzo
delle 6 pubblicate in 5 fascicoli lir. 2. 8o ital.
V A R I E T A.
P 0 E S I A.
n.
'i un improwiso di Luigi Cicconi. — La celeste ispira-
zione istantanea di nn ingegno alto, immaglnoso, passio-
nate e veloce , die recasi pronto a trattare nel canto con
numerl non pensatl qnalunqne argomento proposto , e fe-
noineno tanto sorprendente , che Cicerone lo dice magna-
nima audacia.
Allora veramente il poeta pno chiamarsi invaso e rapito
fuori delle umane condizioni ; allora ei crea, contempla.
l36 ^' A R I E T A*.
anima e dipinge kloll igiioti , nuove fantasie . specie ini-
provvise , e hellezze spiritali e intellette. L' nomo assume
senibianza tU una specie di divinita, che desta veiierazioiie
e meraviglia , come le cose sacre. Qiiesto pregio e lanto
cospicno che lo stesso Tullio nella diviiiazione o nelle
TnscLilane noa teme di dirlo dimostrazione della divinita
delTaiiima nostra: Ec^o Poetain , grave plerumqiif; Carmen,
sine coelesti aliqiio mentis instinctu, putem. fundere? = Aique
etiam ilia conciiaiio declarat vim in awmis esse divinani.
Fra le anticlie nazioni privilegiate di questo dono ml-
rabili fiirono la greca e la latiua.
I Greci perclie possessor! della perennp civilta di molti
secoll tutti dottissimi : perclie popoli d' indole viva, ar-
dente, creatrice : dominati dalla fantasia e dal ciiore : al-
teri della dignita degli uomini piu sapienti della terra :
lieti di una plaga mitissima , di un snolo fecondo : pieni
la mente e Tanimo dell' inenarrabile armonia della loro
lingna : ed emulati alle prove generose di solenni letterarj
pericoli.
I Latini perche finalmente eredi del senno e dell' ele-
ganza greca: snperbi della lore forza e potenza : tratti
alia grandezza delle idee dalla maesta del loro irapero,
alia novita de' concetti dalla varieta delle loro vicende :
edncati anch' essi alia soavita, nitore, evidenza , copia e
decoro di una lingua magnifica , e anch' essi, come i Greci,
fatti beati di una teogonia poetica , e adorna di brillanti
e sapienti immagini.
Per tali condizioni ainbedue queste genti nella grazia e
nella pompa del canto improvviso si segnalarono. Benche
nella Grecia il canto improvviso possa dirsi antico quanto
la poesia stessa, avendosi da Erodoto, che il medesimo
Omero tessea versi subitamente, obbedendo come al dettato
di un Nume i nondimeno dopo il Meonio cantore quest' arte
ebbe splendido incremento. Lode somma di famoso in
quest' arduo cimento consegui quell' antipatro Sidonio, che
accrebbe il numero delle mu^e coUa sventurata Saffo: quan-
tunque sulle testimonianze di Callistrato e di Atcneo ei
fosse stato dal severo Siuionide preceduto nello stesso por-
tentoso esperimento.
Ne meno ottennero celebrita in questa prova del genio
inspirato Boeto di Tarsi e Licinio Archia, se le lodi at-
tribuife a quest' ultimo da Cicerone voglionsi avere in conto
tli verita.
til noto pol come presso i Latlni Ovidio Nasone, e il
mcdesinio Angusto Ottavinno , secondo Svetonio, e T impe-
ratore Adriano, ginsta Spaiviaao, e parecchi altri dt-ttas-
sero versi iinprovvisi con aurea felicita.
Ma ossia clie anclie le cose esiiuie coll' uso destano fa-
stidio, ossia clie T nmano ingeiino volto a salire , come
deila tiatnra del fnoco, tende alio scopriineato di tentativi
sempre piii dillicili e maravigliosi, 1' arte deiriinpi'ovvisare
appo quelle nazioni iiiedesime divenae cimento quasi obvio
e vulgare. Fii percio conoscinta la necessita d' indagare
nnove maraviglie, di lanciarsi a piii scoscese eininenze
delTarte, di levare la mente ad una regione piii sal)lime,
e d' iiifiammare il cuore di perturbazioiii piu veemenii e
tremende : P ainabiUta e 1' incanto di bea tessnta canzone,
la grazia di una gioconda dipintura, il volo di un'ode,
Tordine e T ordire di un carine , come die questi compo-
nimeiiti venissero dettati da una vena spontanea e felice ,
non satisfecero piii all' aninio e alia mente. Lo spiendore ,
la lotizia, il sorriso onde la musa colora e abbellisce la
sapienza piii non rapi I' ammirazione e i plausi , anclie
co' i:)fonti e istantanei modi di un cantare non meditato:
perduto il diletto, si perde I' utile ; e la non curanza e
la noja estinsero la magia de' subiti cantori, e resero muti
i tentri.
Ma se la moltitndine de' mediocri si scora2;gi6, i prinu
campioni dell' arte trassero anzi bnnn ardimento dai motteggi
de' critici , e dalia fredilezza universale, per raddoppiare i
loro slorzi , onde restaurare di piii eccelsa glori.'* il canto
improvviso. Tentarono percio piu dilFicile aringo: si avven-
turarono ad una nuova prova, e alia piii sublime, e prova-
ronsi a corre estemporaneamente il prime alloro del Parnaso.
Dico clie si oflersero a lessere la tragedia : 1' urto e
Timpeto, come dice 1' immortale Parini, degli affetti tre-
mendi di quest' azione ; il cieco avvolgersi de' casi della
medesima, e gli orrendi precipizj de' regi , onde va cam-
iiiinando il cotorno, poriarono sugli animi intorpiditi la
percossa del fulmine: le nienti si eressero : una sacra (jain-
nia invase i petti: si fremette : si gelo : si piatise: e la
Subita arte de' versi spontanei Ca rlnovata.
Si ritrae da Plutarco, il divino Esc'.iilo aver declamato
tragedie estemporanee: e scrive Strabone die Diogene Tar-
sense eziandio azioni trngiclie, sopra proposti argomeati >
l38 V A R I K T a'.
come per afllato di un DIo, intreccio^ sviluppo *. e simil-
mente Lticano prodnsse tragedie iinprovvise ardenti di quel
sno fnoco generoso, clie poi gli tonio in tanta ruiiia : fra
le cpiali tragedie non pensate suoiia ancora gi'ande la fauia
del sno Orfeo.
L' Italia nostra pur anche ha percorso tutii qiiesti stadj
nel canto inspirato. Essa , madre di ogni alta e leggiadra
cosa: institntrice dell' eiiropea civilta, pel retaggio deil'arti
greclie , per la clemenza del suo cielo, per la sua potente
forza crentrice , per gli animi suoi paratissimi a tutte le
discipline dell' imitazione , deil'inspirazione , per la siibli-
niita della sua prisca grandezza e delle sue seguenti s ven-
ture, per lo attrito indotto nella sua grande vitalita da' suoi
fortunosi accident!, e per 1' infinita armonia , volubilita,
efiicacia , vigoria e pompa del suo bellissimo idioma, che
meglio die ogni altra lingua moderna dimostra, come in
soavi modi meglio T aria si percota articolando voci pittrici
de'pensieri; 1' Italia a prefetenza d' ogni altra piii culta
moderna gente vendico per se il vanto ambizioso di det-
tare versi estemporanei cmnli de' modi pensati. Rammen-
tare i Ceroni, i Feroiii , i Perfetti, i Gianni e cento altri
esimj in quest' ardimento e cosa oziosa ; che le loro me-
lodic eccheggiano ancora nelle itale aure, e gli orecchi
dalla rimen^.ljranza ne sono tuttavia beati.
Ma questa gloriosa dilettazione , che rallegrava i severi
07J della patria , con ogni beatitndine del viver nostro
passo. Oh dolci serali cimenti dell' ingegno italiano ! Oil
deliziose ville letiziate dal canto subitaneo ! Oh dotte gare
nobllissime, quanto v' invidiano gli aninii riposati 1 Nuove ,
in^enti e sconosciute calatnita tutto funestarono, contami-
narono ! E T Italia gih parteggiante, gia discorrente ad af-
fetti smisurati, gia percossa da mali terribili, fu insensibile
alle piane, tranquille afTezioni : ebbe pur essa bisogno di
pill gagliardi commovimenti anche nelle arti del piacere :
percio Rossini ebbe fama colossale : percio lo Sgricci uni-
versa lode usurpo. Dico che la tempesta de' tempi reco
anche fra noi nel canto improvviso la tragedia.
Luigi Cicconi, anconitano, cimentasi pur esso a questo
agone: in Roma si produsse co' primi saggi del suo fervido
ingegno, e riscosse planso. Lo udi la Sicilia, ove gia nac-
que la tragedia stessa , ne egli si moslro inJegno delle
ombre di Bione e Teocrito.
r i, R I E T A . IO()
Ulriinainpnte fe venuto ncU'Atene dell" Italia , la bella
Fireiize, a procUirre esenipio del siio valore. Nella prima
prova suIIa cacciata del diica di Atene, se noii ottcnne
pieni sulfragi , nioki lo comiuendarono di prontezza e fa-
coiidla: nel secondo cimento sopra Lodovico il Moro si
merco lode da una corona sceltissima di persone cospicne
per dignita, per dottrina , per gcntilezza.
Ove si fosse ricliiesto al Cicconi il piano di nn azione
iilata colla piu pesata filosofia , con una prndenza ed eco-
nomia alfieresca, con una locuzione, senipre grande , stretta ,
terribile quale alia tragedia si conviene, con caratteri stu-
diati profondaniente, e niai non isinentiti, con un intieccio
bene ordiio e ineglio sclolto, e con una caiastrofe da farti
gelare per timore, per raccapriccio , per amaritudine;
questa domanda sarebbe stata indiscreta, e lo stesso poeta
dovea essere facllmente assolto qua ado non vi avesse cor-
risposto. Ma le pretese delf onesta udienza farono limitate,
ragionevoli, e tali die si poteano compiere da un poeta
estemporaneo: e percio egli satisfece al comun voto. Qnando
la conoscenza delle diflicolta da doversi viucere, e la ra-
gionevolezza si appagliino di vive pittnre, di sentenze forti
e accomodate al tenia: di cori armoiiiosi e iminaginosi:
di Un inviluppo verosimiie: di aOetti ben sentiti e bene
espressi , e di una locuzione felice e nobile •, questi pregi
spiego il Cicconi, e con questi consegui quel plauso clie
gli dee accrescere 1' animo per cogliere , con uno studio
costante e con assiduo esercizio , maggiori e piii splendid!
allori. ' Melchior Missirini.
BO TAN IC A.
Generosi atti e grandiose istituzioni a pro delta Botanica
generica e medicinale. Del Guaco come riinedio pii cholera.
■ — La Compagnia delle Indie promove con reale munifi-
cenza gli studj botanici. II giardino botanico ch' essa voile
istituito a Calcutta non ha pari in tutto il mondo. Situato
sulle rive del Gange, gira per ben due leglie di circuito,
e n' e assai fecondo il terreno. II dott, Wallich , che ne
lia la direzione, e provveduto di tutti i mezzi acronci ad
arricchirlo, ed a cio consacra o.o;ni sua sollecitudine. Trecento
quarantacinque sono le persone addette al giardino •, racco-
glitori sparsi in ogni parte delT India inviano ad esso semen-
ti , piante vive e secche. £ fornlto di ana bella biblioteca ,
140 V ii r. 1 E T a'.
e qnattorctici disegnatori vanao cont'inuamente anmentflri-
done la collezione dci disegni colorati , clie certaiiiente e
una delle piu coinpinte e belle che si conoscaiio. Questi
disegni sono di gran dimensione e di rara perfezione (i).
La Conipagnia ha prima d' ora distrilinito una graa
parte de' suoi erbarj a' i:)rincipali botanici d'Europa. Adesso
poi , afline di renlere piu utili tutti qnelli clie si trovavano
ammassati ne' suoi niagazzini , e stati raccoki, cominciando
daila sua origine in poi, per opera de' snoi agenti nelP In-
dia , ne fece dono alia Societa Linneana di Loadra. Qiiesta
societa , della qnale sono niembri tutti i botanici dell" In-
ghilterra, possiede, oltre parecdii erbarj particolari , an-
che I'erbario di Linneo (base dell' attiiale botanica nomen-
clatLira ) , a lei lasciato dal beneiuerito Sinitli sno fondatore
e prcsideote. Qniiidi la Societa Linneana ne diviene uno
de' pnnti central! delle collezioni botaniclie del niondo.
Qnanto alia flora dell' India orientale e anche a sapersi
che il dott. Wight, imitando 1' attlvita del suddetto bota-
nico della compagnia dell' Indie , dott. Wallich , e la gene-
rosita di questa compagnia, ha deliberato di distribuire,
per mero profitto della scienza , a' botanici le collezioni da
lui , per proprio use, fatte nella suddetta regione (a).
Una Societa e stata da non molto tempo istitaita a Lon-
dra , che con grandissimo zelo e con amplissimi mezzi si
applica alia botanica medicinale, ossia ad estendere e pro-
movere la scirnza di quelle sostanze vegetahili che possono
aver iiso di medicinali. II re d' Inghiherra e patrono della
Societa; S. M. rimperatore d'Aasiria , i re di Prnssia e di
Svezia , e molt' altri Sovrani ed altissimi personaggi, ne
sono uiembri ; e se i privati socj sparsi per ojini dove
le contribniscono notizie intorno a' vegetahili medicamen-
tosi delle regioni in cui risiedono o viaggiano , i suddetti
Potentati si adoprano a beneficio di essa con generosi do-
nativi di erbarj contenenti saggio delle piante native ne'
proprj dominj , oppnre delle piii sontnose opere botaniche
ne' medesimi pubblicate, e di piii vi si adoprano col far
servire i mezzi diplomatici alle tanto estese e necessarie
(I) Notizie estratte da ima lettera del sig. Leschenault al
prof, de Jiissieu, in data 3o novemhre 1819 ^ e riferite nel Diet.
Class. d''ffist. riatur. arc. Jardin de Botariique .
(3) Notizie estratte da iin ariicolo del sig. De Candolle inserite
nella Biblioilieque Univcrselk aout i832 , f. 430i
Y A. R I E T A . 141
cnrrlspondenze Jella stessa Societh. Nol abbiatno sott' oc-
cliio i tiiscorsi d'aiino in anno, in nna solenne anniversaria
seJuta, stati letti alia uiedico-botanica atiunanza dal suo
prcsklente conte Sianliope (i); i qnali ci f;inno conoscere
e il prospero andninento dclla Sotieia , e le peregrine no-
tizie die le sono soiiinrmisirate inioriio a piante niedicinali
non solo d'Enropa, ma anclie di lontanissimi paesi,niolte
delie qnali non sono per anciie usate tra noi. Ne prende-
remo per saggio alciini cenni intorno alle virtii del vege-
tabiie detto guaco , die i pubblici fogli recentemente de-
caniarono come capace a debellare quel tremendo cholera,
ch" e divenuto il flagello d'Enropa. II sncco del guaco e
un provaco antidoto contro il morso del serpente a sonagli
e d'altri serpi velenosi (a)i tanto cbe Mutis, tidando ne' suoi
soccorsi , fa si arriscbiaio di concedere die da un pittore
del suo se2,uito si facesse, innanzi a Zea e ad altri nata-
ralisti, r esperiniento di lasciarsi mordere da un serpe
crediuo velenosissinio per mosirar poi come il gnaco ne
rendesse vani gli effetti.
Secondo le relazioni mandate dal sig. IMalJonado di Cuba
alia Socicia medico-botanica il E;naco possederebbe molte
altre virtii, olire qnella gia mentovata, e tanto per esse
egli e soUecito di procacciarsene , die impiega ogni anno
cinqne acri di terra afline di coltivarvelo. Egli scrive die
riai'Lisione acquosa di foglie di gnaco riesce di sonimo
vantnggio ne' casi di diarrea , e cbe tre persone, col pren-
derne internamente la decozione, e coll' adoperarla pep?
bagno , ricnpeiarono in cortissiino tenijjo I'liso delle mem-
bra, gia da sette od otto mesi perdnto, da dne di essi
per reiimatisnio , dall' aliro per paralisia. Aggiunge cbe il
guaco fu trovato molto utile anclie nella cura delle febbri ;
(1) bi queste sediite si distiibiiiscDao due premj , cioe una
uiedanlia d' oro ed uua d'argeiito. Quella d'argento fu nel 1B29
aggiudicata al professore Frescobaldi di Firenze per le importauti
notizie di cul accouipagno Terbario donato alia Socieia dal Gran-
duca cli Toscana.
(2) Due sono le piante volgarmeate indicate col nome di cuaco ,
entraiube deila fauii^iia delle siuaoteree. Una c la Mikaiiia cuaco
di Humboldt e Boupland {Plant, equin, 2, p. 84, tab. ic5),
I'alira e la Spilaiit/ies ciliata di Kuntii (Nov. gen. et spec, plant.
AiiicT. vol. ■^ , p. 208); il vero antidoto al veleno de' serpi e
dato , giusto la couiunc opinione , dalla prima, giusto quella dd
•i;inor GuiUcmin, dalla secoiida. V- Diet, class, d' Hist, imtur,
torn, y, p. 553, art. Guaco.
1 4* VARIETA.
la qual eomma di Tirttl render ci possono moko credibile
cli' esso ea;fegiaaiente convenga a repiiiuere gli effetti del
morbo cholerico.
AGRICOLTURA.
Stato dell' agricoltura in Crimea ed al Kamtscatka. — Uii
viaggiatore die fu lungo tempo in Crimea, e clie visito
specialmente in Europa tutt' i paesi coltivati a vigna , as-
oicura die il commercio de' viai tra la Tauride , Amburgo
e r Ingbilterra puo collo scorrere degli aniii divenire no-
taliilissiaio. I progress! die vi si faano coUa coltivazioiie
de' vigneti sono sommameiite degni d' osservazione. I viai
forti del sud della provincia potrebbero snrrogarsi al vino
di Porto: il /vo/.our, vino particolare della Crimea, trovar
deve facilissimo spaccio. Nel i83i la penisola prodiisse
600,000 vidros (9,600,000 bottiglie ) di vino die fu nelia
totalita sua venddto-, e per quest' anno attendesi una rac-
colta d' un milione di vidros. I Tartari stessi cominciato
lianno a darsi alia coltura ; il prezzo delle terre si fa sem-
pre niaggiore. Varie specie di diligenze , assal comode ,
stahilirsi debbono nella Tauride nel corso di questo mesa
(g'"g"o)-.
Mentre il mezrodi della Russia prende un si rapido
aumento^ il nord ben anclie nelle provincle piii riniote
innoltrasi con energia sempre crescente sul cammino del-
r inciviliuiento. Nel porto di San Pietro e San Paolo al
K^intscalka le varie classi d' abitanti , clero , mercanti e
inilitari , si sono uniii ed hanno sottoscritto per una con-
siderevole somuia destinata a formare un fondo per 1' in-
troduzione dell" agricoltura. II piano fu sottomesso al go-
verno , e nella primavera del i83i i lavori erano gia
incominciati. Nel 3o d' aprile il governatore, accompagnato
da tutto il popolo di Pctropawloski , si reco ai campi in
lavoro , a 40 versie dal porto , sulle S[)onde del fiume
"Watslia presso Sturoi-Ostrog. Nel primo di niaggio si canto
il Tc-Deuin ne" campi , ove seminato erasi il grano. II
servizio divino fu celebrato nel mezzo d' un deserto cinto
da alte montagiie : lagrime di commozione bagnarono que'
soldii cbiamati per la prima volta ad accogliere le messi,
ad arriccliire e far germogliare uuove colonic, nuovi gruppi
il' uomini. Tali coiiquiste , che noa costano sangue, sono le
sole veie, le sole sicure, U uniche realmente belle.
V A R 1 E T A . 1^0
NECROLOGIA.
Antonio Scarpa e P.arnaba Oriani.
L' Italia lia peicUito in pochi giorni cine de' suoi piii
gi'an Inmi, ckie uomiiil di fama ciiropea. li primo e Anto-
nio Scarpa, grande anatoinico, cliirurgo espertissimo; egli
fn per lunga serie d' anni professore nella Ticiiiese Univer-
sita , dove pnlsblico varie opera iiuportantissime : cesso di
vivere in Pavia il 3i di ottol^re in eta ottaageaaria.
Un nostro collaboratore conserva le piu esatte notlzie
intorno alia vita ed alle opere.dello Scarpa, in parte a
lui confidate dairilhistre defunto , in parte da Ini raccoite
da antentici documeati ritrovati fra le carte dello stesso.
Egli intende di pnbblicare qneste preziose IMeniorie nel
nostro Gioraale. Nella prima parte, che sara inserita ael
fascicolo di novembre, s' esporranno le notizie risguardanti
la vita del defunto : nella seconda si parlera delle sue opere
anatomicbe : nella terza delle cliirurgiche; con esanie delle
line e delle altre non disgiunto da coiisiderazioni intorno
alia condizione della notomia o della clururgia a' tempi in
cui venivano la prima volta pnliljlicate.
L'altro lame mancatoci e Barnaba Oriani, instancabile
osservatore, e ricercatore profondo nelle teorie astrononii-
clie, il primo a stabilire T orbita del Pianeta Urano^ ed a
determinare le pertnrbazioni degli altri nuovi pianeti. La
sua Trigononietria sftroidica e opera classica , e tale che sola
sarebbe bastata a procacciargU la fama di uno de' piii grand!
uiatematici d' Europa.
Egli e morto ottuagenario il la di qnesto mese di no-
vemljre, lasciando afflittissimi gli amici suoi e tutti gli ammi-
ratori del profondo suo sapere e delle bellissime doti del-
I'animo suo. Noi stiamo ora raccogliendo le memorie della
vita di lui, e tutto cio die concerue i suoi lavori , oude
tesserne la biogralJa.
Eirata-Corrlge. — Tonio 67.°
Pug. 390 lin. 36 la sinistra leggi al/a la sinistra
"408 • 7 Gabriclc » Gal.riele ilcdici
Jl. Gino.vr, F. Carlixt, I. Fvmagalli e G. Brvgsatelli ,
direiiori ed alitori,
Pubblicato il di i(^ novembre )832.
Ossej
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ologlche fatte all' I. R
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1802.
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Sereno.
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+11,7
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Allezza mass, del bar. poll. 28 lin. 5
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BIBLIOTECA ITALIANA
I hoi^mmtX' A062.
PARTE I.
LETTERATURA ED ARTI LIBERALI.
Collana degli antlchi storici greci i>olgarizzati (*). —
Milano , coi tipi di Paolo Andrea Molina. — / due
Filostrati — Eunapio - Frisco - Paasaiiia — Tiici/-
dide - Erodoto - Polibio - Strabone.
JLie Muse che diedero il nome ai libri di Erodoto
non inspirarono con pari amore tutte le altre produ-
zioni dei Greci ; ne la eapienza di Tucidide , ne le
(*) Sono pubblicati i seguenti volumi, che montano a 78, il
cut iiuporto per Pedizione in 8.° ^ di lir. 458. 4<) ital. ; per
I'edizione in 4.*" lir. 783. 80.
Ditd e Darete , etorici dclla guerra trojana , traduzione del cav.
Compagnoni. Vol. unico, in 8. Lir. 6. l5 ital.
Diodoro Sicido. Biblioteca storica, tradotta dai euddetto. VoL 7.
Lir. 35. 47.
Flavio. Anticluta e guerre giudaiche , tradotte dall'' Angiolini.
Vol. 7. Lir. 33. 95.
Senofonte, Ciropedia tradotta dal Regie. Vol. 2. Lir. 6. 67.
Storie greche , dal Gandini. Vol. unico. Lir. 4. 3a.
Opuscoli, tradotti da varj. Vol. a. Lir. 8. 98.
Dione Cassio. Storie romane coll' aggiunta dell' Epitome di Sifili-
no , tradotte dal Viviani e dal Bossi. Vol. 5. Lir. 3a. 67.
Polieiio, Stratagemini, tradotti dal Carani. Vol. unico. Lir. 5. a5.
Erodiano. Vita degl' Imperatori dopo Marco , tradotte dal Dlanzi.
Vol. unico. Lir. 3. 90.
Dionii^i d? Alicarnasso. Antichita romane , tradotte dal Mastrofini.
Vol. 3. Lir. 16. a5.
■ Opuscoli, tradotti da varj. Vol. a. Lir. 11. 74.
Erodoto. Le nove muse, tradotte dal Muatoxidi. Vol. i." al 3.°
Lir. a I. 92.
Bibl. Ital. T. LXVIIL lo
146 COLLANA. DEGLI ANTICHI
giazie di Senofonte si trovano in tutti i volumi degli
altri scrittori di che si compone questa Collana. Con
tutto cio si puo dire che qiianto piu essa va proce-
dendo verso il suo fine, tanto piu fa manifesta la
propria importanza ; perclie oltre alia molta e varia
dottrina ch essa contiene , ci niette innanzi im nota-
bile esempio di fjuanto possano suUe lettere e sugl' in-
gegni i mutabili casi delle nazioni. E certo, fra Ic molte
considerazioni che all'aspetto della nuova Collana sor-
gon neli* animo , questa ci pare di gran momento , che
Erodoto, Tucidide e Senofonte sono i soli scrittori
contemporanei alia gloria dei Greci; e ch'essi, come
di tempo , cosi anche di pregio , stanno molto al di
80pra di tutti gU altri. Donde potrebbe conchiudersi
che i grandi scrittori sorgono solo di mezzo aUe grandi
azioni: e che per conscgucnza a restaurare le lettere
di un popolo , i metodi d' istruzione e T opera dei
letterati non sono sempre sufficient!. A molte altre
considerazioni di tal natura puo dar materia questa
Collana i le quali noi tralasciamo per dir brcvemente
Plutarco. Vite degli uomini illustri, tradotte dal Pompei. Vol. i."
al 7." Lir. 56. 78.
I* Opuscoli morali, tradotti dall' Adi'iani. Vol. 6. Lir. 36. 55.
Polihio, Le Storie, tradotte dal Kohen. Vol. I." al 5." Lir. 84. 25.
Storici viiiwri. Trattati diversi, tradotti da vavj. Vol, i.* al 4.°
lir. 21. 80.
Arriano. Stoi-ie eulla spedizione d' Alessandro , tradotte dal Ma-
strofini. Vol. unico. Lir. 5. ^S.
Opuecoli , tradotti da varj. Vol. unico. Lir. 8. 75.
Pausania. Descrizione delki Grecia, tradotta dal Ciampi. Vol. i.°
al 3." Lir. 28. 85.
Jfollodorn. Biblioteca , tradotta dal Compagnonl. Vol. unico.
Lir. 5. 80.
Strabone. Geografia , tradotta dair Ambroeoli. Vol. i." e a.'
Lir. 21. 1 3.
/ due Filostrati. Le Opere , ti'adotte dal Laiicetti. Vol. i." e a.°
Lir. i3. 65.
Procopio. La Storia segreta e gli edifizj , tradotto dal Compagnoni.
Vol. unico. Lir. 6. 28.
Tucidide. Guerre del Peloponneao , tradotte dal Manzi. Vol. i.°
e a.° Lir. i3. 10.
Appiano, Storie romane, tradotte dal Mastrofini. Vol. 3. Lir. 18. 98.
STORICI GRECI VOLGARIZZATI. 1 47
di quali autori sia stata accresciuta da che non nc ab-
biamo flitta parola (V. il t.° 46.°, maggio 1827, p. 161 ).
II sig. Vjncenzo Lancetti che nel 1828 publ^lico il
priino volume delle opere dei due Filostrati , ha com-
piuto ncllo scorso aiino il suo lavoro dandone fuori il
secondo. Al primo di questi volumi ( la vita di Apol-
lonio Tianeo scritta da Filostiato il vecchio) precede
un proeinio del traduttore, dov' egli tocca la quistione
se Apollonio fu un impostore o un sapiente ,• e se la
vita die ne scrisse Filostrato e un romanzo o una
storia. Con parole brevissinie , ma pur con buone
ragioni, U signer Lancetti sosticne essere state Apol-
lonio clii accrcditasse appo la mol-
titudine i suoi pretesi prodigi. Qualunque poi siasi
r opinione che aver si debba intorno aUa storica vo-
rita di cpiesto volume di Filostrato, crediamo che tutti
si accorderanno a riconoscerlo piacevolissimo , tauto
che sareblje diflicile cominciarne la Icttura , e non
continuarla sino alia fine. Esso e inoltre utihssimo a
ben conoscere alcime parti della dottrina pitagorica , c
di tutta generaknente la filosolia orientale : oltreche
serve di tcmjio in tempo a chiarire la storia dcgl' iin-
peratori da Neroue lino a Nerva; e contienc parec-
chie regole bclUssime di pruden/a tanto per la vita
privata , quanto pel pul>l)lico rcggimeuto degli Stati.
Ne cosi dilettevoU , ne forse cosi istruttive ci pa-
jono Ic Vite del Sofisti e le Storie dcgli Eroi comprt so
nel second© volume : piu" da amendue quelle srrit-
ture si raccolgono parcccliie notizic impoi tanti , e
l5o COLLANA DEGLI ANTICin
vi s' incontrano qua e la alcune pagiae scritte con
qaella semplicita naturale e graziosa che noi moderiii
abbianio un tt-iiipo sprcgiata , cd ora vononimo forse,
ma noa sappiamo imitare. Delle Vite diremo di qui
a poco : rispetto alle Storle de^li Eroi sono un eser-
cizio rettorico piuttostoche un' opera o filosotica o
stoiica propriamente detta. Vi s'imparano alcune tradi-
zioni clie forse non sono altrove, alcune interpretazioni
ingegnose o bizzarre di antiche poesie e di mitolo-
giche invenzioni che pur sono degne di essere cono-
sciute ; ma indarno vi si cerca un' erudizione sicura
e conseguente , uno studio di cose gravi fatto con
gravita di lilosofo. I fonti deUe notizie e opinioni ivi
raccolte sono ignoti o di poca i'ede ; e 1* esposizione
e per frammenti , non collegati da ncssiui principio
comime , fuor quello d' una sotistica vanita di accre-
cUtare tradizioni diverse dalle oineriche intorno alia
gaerra di Troja cd a' suoi personaggi piu illustri. Un
Fenicio approdato alia spiaggia di Elennte si abbatte
in un vignajuolo, il quale si vanta di saperc il vero
delle cose trojane, pcrche vive in grande amicizia con
Protesilao, morto gia sotto le mura di Troja ai tempi
della spedizioue dci Greci , ma poi ritornato in vita per
itn arcano del Fato clie 1' autore non voile spiegarci.
II Fenicio s' intrattienc col viguajuolo, e lo prega di
dirgU quanto ha intcso da quel rinato ; di che I'ospite lo
soddisla assai volcnticri: c questi raccond supposti di
Protesilao e tolii in gran parte dai pocti cichci e dai
commenti dei solisti, tendono in geacrale a mosti-are
che le cose di Troja non furono panto quali ci vcngono
descritte da Omero e dagli altri poeti»piu conosciuti.
Questo li])ro non era stato inai tradotto nella nostra
lingua ; e pero con buon consiglio il sig. Mohna penso
di arricchirne la sua Collana; e il sig. Lancetti com-
pie questo discgno deU' editore con una versione fe-
dele ed elegante per modo che non verra forse mai
dcsiderio d' una seconda.
AUc Storle degll Erui tengono dietro le Immagini
e i KUrattl , opere anch' esse dei due Filosti'ati ; e
STORICI GRECI VOLGARIZZATI. 101
sono o descrizioni di qiiadri , o ( come I* He^Tic so-
stiene ) sposizioni di alcimi soggetti in servigio di chi
volesse trarnc niatrria di qiiadri: poi vengono nello
stesso volume le Statue di Callistraio. Ma di queste
operettc dove la fatica dei traduttori (i) e gravissi-
ma, e T utiliia di chi legge e assai scarsa, noi non
faremo parola; percli(^ la molta materia ci sprona.
I pretesi niiracoli di Apollonio Tianeo furono , ee-
condo alcmii , descritti da Filostrato per contrapporli
a quelli di Gesu Cristo; e questa intenzione fu pos-
sible, per quaiito essa debha parere oggidi e ridi-
cola ed empia. Essa per altro non apparisce in nes-
siin Inogo del libro , in nessuna aperta espressione
su cui si possa far ("ondamento ; e perd tutto rimane
dentro i contini d'una semplice congettura. Ben altri-
inenti si comportd Eunapio nelle sue Vite dei Filo-
sofl , nelle quali assali direttamente i Cristiani e la
!or reljgione , ed csaltd i suoi tilosoli pagani , il loro
sapere e le loro virtu con evidente intenzione di ri-
chiamare a quelli la yenerazione del mondo che gia
tutto inchinavasi alia dottrina di Gesu Cristo. A' suoi
tempi il Grisiiancsimo avea resistito anche alia guerra
clic gli mosse T ingcgno di Giuliano ; e perd i lautori
deir antica religione lottavano colla rabbia di clii com-
batte per una causa gia disperata sull' estr/gmo con-
fine di un cainpo intieramente perdnto. Al dire per-
tanto di Eunapio cpell* Apollonio di cui si e parlato
fu non filosofo , ma quasi mediatore fra gli Dei e gli
iiomini ,• il quale emulando la filosofiii pitagorica , una
ne mostid piii dUina, piii efficuce c sublime: e la vita
chc Filostrato ne scrisse in piii liliri era da chiamare
piuttosto soggionio d' un Dio in mezzo agli iiomini.
Di Hiolti ahri iilosoii poi ci raccoata infiaiti prodigi
con puerile ammirazione : ogni loro discorso e , al
(i) La traduzioiio delle Statue e del sig. Filippo Mei*-
curi : cjuella delle prime sei Imimigini e della signora Pe-
irettini : le altre ( fuor solamcnte la XV) sono trndotte
dal sig. Laacetti.
l5;J COLLANA DEGLI ANTICIII
parer 6uo , eloquente , ogni loro motto gli sembra
degno di essere tramandato alia postcrita. E ne* Gri-
stiani in vece , e nella loro dotlriiia par die non vegga
se non impostori e nialvagi, e cose degne di lui v3-
lano disprezzo. Noi non intendianio per questo di
unirci a coloro che vorrebbero condannare il libro
di Eunapio all* oblio , e nemmanco a quelli die dalle
cose predette pigliano argomento per fare le mera-
viglie o del bud debole ingegno o della sua molta
cmpieta. Di mente ordinaria piuttosto che eingolare
e da credere veramente che fosse Taiitore di queste
vite , le qiiaU non hanno niai ne impcto d' eloquenza ,
ne grazia di stile ; e spesse volte mancano inoltre della
necessaria chiarezza , cosi nelle idee come neU' espres-
sione. Ma empio non lo diremo perche seguito di
buona fcde la religionc in cui era stato cresciuto ;
ne sotto il titolo dell' empieta vorremmo sbandir qiicsto
libro che serve alia storia della filosofia e ci rappre-
senta lo stato del paganesinio in quegli ultimi tempi
della sua esistenza e della sua lotta contro la rcligione
cristiana. cc Queste Vite , dice il Cousin , ci addimesti-
cano cogli uomini d*una scuola e d'un tempo molto
lontano. Non dobbiamo gridare contro le superstizioni
d' Eunapio, perch' esse non appartengono a lui solo,
nia a tutto il suo secolo. Non dobbiamo dimenticai'e
che se da una parte il suo fanatismo e la sua parzia-
lita storica impongono alia critica nioderna la neces-
sita di procedere con molta cautela, le somministrano
pero nuove ed importanti notizie .... Noi perdoniamo
ad Eunapio se la sua voce e amara e spesso anche
ingiusta-, perche essa e la voce di im vinto: e la
situazione cU quest" uomo del quarto secolo, di que-
sto amico di Oribazo e di Crisanzio, obbligato a na-
scondere la sua fede nell' oscuro asUo di una societa
segreta ; di im uomo i! quale si ritira da un mondo
ch' egli non sa comprendere , abbandonandolo alle
rivoluzioni ed ai ]jarbari; questa situazione ha in se
qualchc cosa da cui siamo couimossi anche dopo quin-
dici secoli, e diffonde un interesse singolarc sopra
STORICI GnEGI VOLGA.RIZZATI. 1 53
questo piccolo libro chc un vecchio saoerdote pa-
gano , dotato di imo spirito ordinario , compose in
oiiorc di alcuni letterati suoi contoniporaiiei , rirnasti
i'cdcli , al pari di lui , ad una religioae e ad una li-
losolla chc spiravano. »
Forse in queste parole v* ha im po' troppo di
quell' cntusiasmo od almeno di quelf aiiiore , con cui
un uomo d'ingegno suole parlare dcgli autori e dei
lihri coi quali ahnienta la sua nobile inclinazione alio
studio; e bastava scusare Eunapio dalla taccia di
cmpio , senza volerci quasi costringere ad avere com-
passionc de* snoi errori e dclla sua sconlkta: ma pur
crediamo chc questi brevissinii cenni dell' iUustre pro-
fessore francese valgano meglio di un lungo discorso
a nietterci in grado di ben giudicare Eunapio. Rispetto
poi agli elTctti che alcuni han temuto dal suo libro,
meritercbbe di essere qui trascritta quasi inticra la
bella prefazione che il sig. Tompiaseo premise a questa
sua traduzione. « Quest' Eunapio non diventa cgli un
apologista dclla legge divina ch' egli abborre , un te-
stimonio irrecusabile di cio che sarebbe divenuto il
niondo, se questa legge non era? Se i dotti piu ce-
Icbri , se i sacerdoti piu pii , se i primi magistrati
dclla rcligione d' Eunapio erano discesi a quel grado
di stupidezza di spirito chc egli cosi ingenuamentc
descrive , or che immaginare del rcstante degh uo-
mini ? » Eimapio ( continua ])oi a dire ) non dipingc
]o stato di un' anima sola (che pur sarebbe gia cosa
di grandc importanza ) , ma dipinge tutta una credcn-
za, tutto un secolo, la condizione di niilioni d'uomini,
ima rivoluzione , i cui elTetti vivranno eterni couie
r anima dcH' uomo. « Pochi documenti ci riniangono
di cpiel tempo nel quale essa rivoluzione fu attuata,
e comincio a trapassare dagli spuiti nci costumi: ma
tra questi documenti un de' piu onorevoli alia bene-
lica apparizione del cristianesimo , de' piii cliiari in-
sieme e do' meno sospetti, gli c questo libro d' Eu-
napio. »
l54 COLLANA DEGLI ANTICHI
a Ma Eimapio (proscgne dicendo il sig. Tommaseo)
accusa la nuova religione di crudclta e di rapine cora-
messe in suo nome. — Ebbene? I prinii Cristiani lo
attestavano , ne piangevano anch* essi .... AH' onore
della religione basta die la sua Icgge le abbia chia-
raniente condannate ; che abbia posto gli uoraini in
istato di sentirc evidcntcniente la contraddizione del
bene con gli abusi del bene; clie le piu ford parole
clie siauo uscite mai dalla bocca del suo fondatorc,
ella le abbia serbate as,!' ipocriti. »
Gia in qualche altra occasione noi abbiamo detlo , co-
me la prima cura di una buona educazionc dovrcbbe
rivolgersi a formare negli allievi una mente logica;
60I0 sicuro preservative contro il mal influsso dei libri
cattivi; solo mezzo di rendere a un tempo stesso e
piu pronti e piii grandi i biioni effctti dei buoni libri.
Ed coco in qucsta prefazione del sig. Tommaseo una
testimonianza assai cli^ara, c quasi djremmo un com-
mento a quelle nostre parole : ecco di qual maniera
un uomo di meutc logica , un uomo al^ituato a leggere
non gia per credere , ma per meditai'e , ci vien di-
mostrando che un libro dicliiarato empio e scellerato
dal cardiniile Sirlet, puo in vece leggersi con buon
profitto anche sotto il rispetto della religione. Noi
facciamo voti aQin( he la gioventiV italiana si persuada
dell* im]3ortanza cU procedere con buon ordme negli
stud); dclla necessita di fornh'si di quelle cognizioni
fondamentali , di que' principj di raziocinio , senza
dei quah essa potra creder molto (e forse con molto
danno private e pubbhco ), ma non per altro saper
cosa alcuna con quella scienza che sola e giovevole.
Proseguendo frattanto a parlare d' Eunapio , le biografie
ch' egli ci ha tramandate dei filosoli del suo tempo,
sebbene povere e quasi ignude d' ogni ornamento, rie-
scono (ciii le consider! tutte insieme) non solamente
istruttive , ma anche dilettevoli. Perocche rappresentano
quasi una famigUa d' uoniini colti e ingegnosi , una co-
lonia di persone sopravvissute , se cosi e lecito espri-
raersi, al loro secolo, e custodi di una dotirina che uon
STOHICI GRECI VOGARIZZATT. 1 55
aveva piu fondamento nel mondo , ma che noi per
altro dobbiamo conoscere se non voglianio avcre una
notizia impeiretta dclla sroiia dcllo spirito iimano. II
sig. Tomniasco ha ti'adotte queste biogralie con una
dUjgenza di che poclii forsc avrebbero degnato il
povero Eunapio ; e cosi gl' Itahani potranno 'eggere
moho utihneiite anche dal lato dello stile questo U-
bro , che nel testo ha bensi qualche modo fehce ,
qualche espressione improntata deUa venusta greca ,
ma in gencrale va contorto e peggio che disadorno.
Non e da credere pero che il traduttore , per giun-
gere a questo fine, abbia dato ai pensicri d'Eimapio
un abito affatto diverse dal loro proprio ed originale;
quando anzi il sig. Tommaseo ha volute essere fe-
delissimo , tanto che fra le molte sue note alcune
risguai'dano « il riscontro di certe frasi greche con
» certe frasi itaUane allatto simili non solo granima-
» ticalmcnte , ma Im nella loro etimologica radice e
» nella sostanza ideologica. » Difficile e laticosa nia-
niera di ti-adurre; ma degna che raolti la imitino, e
dalla quale soltanto V uficio del traduttore pud essere
noliilitato.
Lc ottocento aimotazioni scritte dal sig. Tommaseo
sopra cento pagine di tcsto parraimo troppe a parec-
chi; e noi medesimi confessiamo che alcune ci par-
vero, se non inutili, tali almeno da potersi tralasciare
scnza scapito de' leggitori , se non altro , per evitare
il pericolo che il troppo gran nuinero non li scoraggi
dal meditare intorno a quelle che sono veramente
importanti. E tali noi cliiamiamo quelle soltanto che
tendono a chiarire , ammendare , suppUre il libro tra-
dotto in cio che veramente ne costituisce la materia
e la sostanza fondamentale : e quanto piu queste rie-
scono numerose, tanto piti vorrenin.o che il com-
mcntatore si fosse temperato in tutte le altre. Del resto
r Eunapio tradotto dal sig. Tommaseo , e le dotte e
ingegnose sue note ( aala&ciandone anche quelle che
noi giudicheremmo sovercliie ) possono veramente fiirci
tonosccrc lo stato della lilosofia e del paganeshno
1 56 COLL ANA DKGLI ANTICHI
ai tempi di quello scrittore ; e queeto e scnza duhbio
un servigio di gran momento che il ch. traduttore
ha prestato agli studiosi. Di questa guisa egli lia col-
locato fra le opcre piu importanti della Collana un
libro che forse vi starebbe inosservato e quasi come
fiioii di hiogo se fosse capitato a tutt' altre mani.
A chi era volesse domaadarne qual dilFcrenza si
trovi fra le vite d' Eunapio e quelle dei due Filostrati
gia da noi mentovate, risponderem bievemente: Quella
che trovasi fra 1' arte sotistica e la filosolla. Vero e
bene che la filosolia di que* tardi pagani non fu so-
lamente falsa , ma in gran parte anclie vana e pue-
rile; nondimcno v' ha sempre una notabile differenza
fra la storia d* uomini datisi a mcditare sulla propria
anima, e quella di persone intente solo a far pompa
di concetti improvvisi c di ornate parole. I primi ,
anchc quando traviarono, anche quando fecero di-
scendcre la filosolia agl' inlimi suoi gradi , pur si
csercitarono sempre intorno a cose di qualche rihe-
vo, c se ahro bene non fecero mantennero viva tra
gli uomini la nobile c necessaria ricerca del vero: gli
alti'i furono miscri sempre , miscri anche quando
raggiimscro tutto lo splendore a cui potesse mai sor-
gcre la loro arte; e per quanto dipendeva da loro
degradarono la nazione e la mente dell' uomo. E de-
gno d' esser compianto un po|iolo i cui maestri versano
in quella cieca sapienza che insegnavano i filosofi
d' Eunapio ; nondimcno vediamo che se in quelle
scuole si metta un raggio di luce , le menti abituate
aUo studio di cose importanti potranno quando che
sia giovare alia nazione diffondendovi la notizia del
vero : ma dalle scuole dei sofisti chi mai puo uscirne
coir animo consolato da qualche buona speranza ?
come puo sor2;ere la nazione se quelle scuole non si
chiudono , sc quelle menti traviate e invilite in cosi
miseri studi , non si volgono ( confessando la vanita
di tutta la loro sapienza) a cose affatto diverse? Non-
dimcno le vite dei Filostrati e quelle d' Eunapio ,
prcsc insieinc , servono assai bene a studiare la
STORICI CRF.CI VOLGARIZZATI. iS/
storia dello spirito umano; e perche le biografie sono
sempre piacevoli a leggersi non dubitiamo di affer-
mare clic da qucsti voluini potranno gli studiosi ri-
trarrc iin" utile istruzione conginnta con niolto diletto.
In uno stcsso voliune colle vite d' Eunapio pub-
blico jl signer Rlolina anche le Cronuche dello stcsso
autore e le Istorie di Prisco. Le prime furono tra-
dotte da Spiridione Blandi , uomo di molto saperc e
di lino gusto che la morte ci ha rapito in questi
ultiini tempi : la versione deUe seconde e opera in
parte del cay. Pietro Manzi , in parte del signor
Giuseppe Rossi , a cui la nuova Collana e gia debi-
trice til altri lavori nei quali vanno del pari la dili-
genza ed il buon giudizio. Cotcsto Prisco fu trace di
nazione ; vissc ai tempi di Teodosio il giovine, e fu
di professione retore e sotista. Teodosio lo mando
ambasciadore a quel terribile Attila chc tra'suoi Sciti
vantavasi erede deUa spada di Marte , e fra' Cristiani
fu detto flagcllo di Dio : e la descrizione di cpiella
ajlil)asceria con poche altre cose e quanto ci fu con-
scrvato di cjuesto scrittore. Ma per quanto sia pic-
colo questo frammento , meritava nondimeno di essere
registrato neUa raccolta degli storici greci, siccome
quello che ci somministra alcune notizie che invano
si cercherebbero altrove. E quando egli ci dipingc
da ima parte gli Sciti desiderosi di guerra per modo
che il superbo loro monarca non ha bastcvole auto-
lita a contcncrli ; dall' altra i Romani tanto atterriti ,
che non credono vergognosa la pace comperata a
prezzo di triljuti e d" inique condizioni: cpiando egU ci
rapprescnta il campo di Attila simile ad una immensa
citta , con que' fieri suoi soldati , induriti ad ogni fa-
tica , ad ogni intemperie ; noi pensando alia pompa
deUa corte impeiiale , alia mollezza , alia corruzione ,
all' avvilimento di tutti coloro alio cui maui era com-
niessa la dilesa dclP antica aloria romana, scntiamo
ile , le cose che gli potevano ablnsognare nella prossima
apertura delle scuole.
\icino ad entrare nel quinto lustro di sua eta non
senza trepidazione diede principio alle sue lezioni anato-
miche in lingua latina , con grande concorso della scola-
resca , e di non poche dotte persone , delle quali abbon-
dav^a ed abbonda tuttora la nobile citta. Ne dubbio fu il
buon successo : perocche sin da principio si lodarono la
chiarezza dell' esposizione , 1' ordinamento delle cose pro-
poste , r esattezza delle anatomiclie preparazioni. E piu
d' una volta utlimmo dire dallo Scarpa, che egli era debi-
tore a quel prirai applausi di quel fuoco che lo animo
successivamente a sostenere ogni piii ardua fatica per 1" in-
cremento delle scienze da esso professate.
Sulla line dell" anno scolastico avendo esill fatta conoscere
ia ristrettezza e 1" inopportunita del locale per le anatomi-
clie dimostrazioni, S. A. S. Francesco III, nella sua innata
generosita , ordino che nel recinto del civico spedale fosse
tosto eretto dai foudameati un teatro anatomico colle
1 88 CENNl SULL\ VITA E SULLE OPERE
annesse stanze per le dissezioni e per la conservazlone dei
preparati anatomici e patologici ; if quale edifizio perfetto
ill tutte le sue parti ed utilissiino fu con mirabile celerita
condotto a compimento.
Essendo non molto dopo mancato di vita il sig. Olivier
chirurgo in capo dell' ospedale militare di Modena e del
reggimento Guardie al servizio del Duca, fu a questo im-
piego promosso, per motu propria di S. A. S. , il giovane
professore Scarpa, cui piacqne molto il nnovo incarico per-
che ofFrivagli 1' opportunita di comprovare coi fatti a' suoi
discepoli, per quanto un ospedale militare il permette, le
dottrine che andava spiegando nella scuola delle chirurgiche
instituzioni. In questa raedesima occasione il nostro pro-
fessore , sempre intento a giovare alia studiosa gioventii ,
si addosso altresi 1' incarico di dare ogn' anno un corso di
opei'azioni chirurgiche sul cadavere.
Intorno a cjuest' epoca il di lui collega cav. prof. Rosa
si occupava di alcune ricerche sul sangue, ed in particolar
modo dei maravigliosi fenomeni che ofTre la trasfusione
del sangue dall' arteria di un animate nella vena di un
altro; per Tesecuzione della quale operazione il detto pro-
fessore aveva ricorso alia perizia e destrezza anatomica
dello Scarpa , come leggesi nel libro del Rosa intitolato
Lettere fisiologiche.
Correva Tanno ottavo dacche lo Scarpa sosteneva Fono-
revole incarico di professore di notomia e di chirurgia
teorico-pratica, quando pervenne in Modena la tristissima'
nnova della morte di S. A. S. Francesco III avvenuta nella
di lui Villa di Varese.
Ercole III che gli fu successore credette nella sua sa-
viezza di dover fare delle modilicazioni e delle riforme
nella puhljlica amministrazione , e di conseguenza anco
neir Universita degli studj. Dall'indole di queste stesse mo-
dilicazioni prese motivo il professore Scarpa di chiedere
al Principe la grazia di poter fare un viaggio in Francia
ed in Inghilterra, ad oggetto di iconoscere lo stato delle
scienze, che professava, pre?so quelle coltissime nazioni.
Ottenutane la permissione, il professore Scarpa parti im-
mediatamente alia volta di Parigi. Arrivato in cjuella citta
non gli fu di poco giovamento I'essere gia da cinque anni
appartenente alia Societa Reale di medicina in qualita di
luembro forestiero, per cui gli fu tosto accordato Tonore
DEL CAV. ANTONIO SCARPA. 189
di assistere alio sedute di quel dotto consesso, composto
dei primarj medici e cliiriirgi di quella vasta capitale , e
gli fu aperto Tadito ai grandi spedali ad approfittare della
opportunlta di conoscere qnanto eravi di piii squisito nella
inallora moderna pi-adca della cliiiurgia. Conobbe Wenzel
il padre, espertissimo operatore di cateratta per estrazione,
ed assistette assai volte noii senza animirazione aUe di lui
operazioni. II segretario della R. Societa, sig. Vicq-d'Azyr,
tutto iiitento in quei giorni a far delineare e dipingere le
sue tavole sul cervello , si compiacqiie non solo di offrirgli
r intervento all' ospedale della Carita , dove egli conduceva
i suoi lavori , ma ben anco di somministrargli i niezzi di
rettificare e completai-e alcune anatomiche ricerche ed os-
servazioni che proponevasi lo Scarpa di comunicare alia
R. Societa.
Per singolare combinazione viveva tuttora in decrepita
eta certo sig. Henry , il qnaJe aveva servito in qualita di
chirnrgo la principessa d' Orleans, moglie del duca Fran-
cesco III, ed era sin dalla gioventu stato Taniico intinio
del celebre frate Cosimo. La ricliiesta fatta dal professore
Scarpa al vecchio chirurgo Henry, e la comune spettanza
al servizio della Corte di Modena ebliero tal forza sul-
r animo del frate Cosimo , che egli voile fare un' ecce-
zione in favore del professore modenese , ammettendolo
alle operazioni di litotomia che di spesso praticava nel
proprio ospizio; favore cl\e era negato non solo ad ogni
forestiere , ma eziandio ad ogni francese. Per mezzo del
sig. Vicq-d'Azyr , gia stretto grandemente in amicizia col
professore di Modena, ebbc qixesti Faccesso presso il si-
gner Tiphesne, inventore di un appareccliio per raddriz-
zare i piedi torti congeniti; sulla felice rinscita della quale
intrapresa 1' autore aveva presentato all' Accademia R. di
medicina disegni e storie non dubbie. Pero il professore
Scarpa non pote ottencre dal signor Tiphesne intorno al
segreto clie egli conservava della sua arte altra risposta
a' suoi quesiti , fuorche la seguente , cioe che le parti del
nostra corpo sono suscettive di essere tratte in ogni senso ,
purche cib si faccia per gradi insensibili, talche non rechino
sensihile molestia alV infcnno. Qnesti pochi cenni liastarono
al nostro professore, perclie si fncesse con ragionevolezza
a congotturare fra se stesso, quali potessero essere i mezzi
conducenti ad ottencre reffftto poc'anzi accennatoi le quali
190 CENNI SULLA VITA E SULLE OPERE
congetture si cambiarono poscia, per via di sperienze, in
altrettante verita, come apparira a suo luogo nella recen-
sione delle di lui opere.
Nella seduta del 12 giugno 1781 lesse nella R. Societa
di medicina il sunto delle sue anatomiclie annotazioni sul-
I'organo immediato dell' odorato e sui nen'i accessor] al-
I'organo stesso procedenti dal quinto dei cerebrali, corre-
date dai rispettivi disegni. Codesta comunicazione diretta
ad ampliare la sfera delle anatomiclie cognizioni fu regi-
strata nel processo verbale della seduta.
In altra delle successive adunanze partecipo alia R. So-
cieta il caso da esso osservato di aneurisma delFarco del-
r aorta, il quale si era fatto strada fuori del petto attra-
verso la prima costa e la sommita dello sternof, la quale
osservazione fu indi inserita nel volume della Societa per
Tanno 1780-1781.
Trovavasi a quel tempo in Parigi il cav. Alessandro
Bramljilla al seguito di S. M. I'lmp. Giusepjie II. Il signor
Braml)illa, il di cui carattere benefico non si smenti niai,
sempre disposto a promovere le scienze chirurgicbe e sem-
pre tenero del nome italiano , accolse con molta afFabilita
il giovane professore Scarpa, e gli diede contrassegni non
dubbj sin da principio, e maggiori ancora in seguito, della
particolare di lui afl'ezione. Durante il di lui soggiorno in
Parigi si compiaceva di condurlo seco a visitare i piti grandi
stabilimenti per Tinsegnamento della chirurgia, e di averlo
seco nelle lungbe conversazioni ch' egli teneva cogli uo-
mini dell'arte piu celebrati inallora. Nel partire da Parigi
il cav. Brambilla fece sentire al professore di Modena che
egli non si sarebbe dimenticato di cercare tntti i mezzi
per niigliorare la di lui sorte.
AH'approssimarsi del verno il professore Scarpa si tras-
porto in Lcndra. La prima di lui cura si fu di axT^icinare
i due Hunter ed il capo inallora della scuola cliirurgica
d' Inghilterra , il sig. Pott, dai quali celebratissimi maestri
fu accolto con moltva gentilezza e benignita. Entrando egli
nel gabinetto anatomico di Guglielmo Hunter fu compreso
dalla piu er
DEL CVV. ANTONIO SCVKPA. I9I
procumrsi una simile suppcllettlle. Quella parte poi tli tutta
la collezione, clie avea per oggetio I'uiero gravido era nel
suo genera delle pin perfette, se si ecccttui cio die ri-
guardava la decidua rejlexa , iiitorno alia quale lo Scarpa
noa trovo diniostrazione di sorte alc'una in quelle prepa-
razioni , e della quale ebbe sempre quest' opiiiione , die
altro non fosse se non se un prodotto deirimniaginazione.
" 111 tauta dovizia tli preparati ( lascib sciilto il Prvfes-
f> sore) egli e poi da rimarcarsL die poco o nulla si trova
>/ in riguardo della lina disaniina del sistenia nervoso, e
» degli organi dei sensi ; la quale nobilissima pai-te di
II umana notomia non s'insegna in Loiidra con eguale ac-
II curatezza die le altre parti di questa scienza. »/
La parte pratica della notomia , nella quale lo Scarpa
era meno esercitato che nelle altre , si era quella della
injezione a mercurio del sisteina linfatico assorbente. Pro-
fiito egli dei comodi della scuola Hunteriana, die gli ven-
nero graziosamente offerti , e dell' assistenza del signor
Cruisckanhks , ajutante di Guglielmo , uomo versatissimo
in questa parte di anatomiche amministrazioni, e di rpiella
del signor Scheldoji , distinto maestro di notomia in Lon-
dra. Conosciuti pero gli artifizj e le diligenze die si ri-
cliiedono per eseguire queste operazioni , non tardo lo
Scarpa a perfezionarsi anco in cpesta parte importantissima
delle anatomidie esercitazioni. Fece ivi delle assai belle in-
jezioni di rasi linfatici , delle quali alcune porto seco in Ita-
lia , che esistono tuttavia a pubblico vantaggio nella scuola
di Pavia, ed alcune altre in Francia, per inter[iosizione di
Vicf{-d"Azyr , furono depositate nella scuola di Cliaranton.
II genio sulilinie di Giovanni Hunter, personaggio che il
nostro professore assai spesso consultava , gli fu di grande
giovamento colFinspirargli certo ardore verso le piu astruse
ricerche e lo scoprimento di nuove verita nella umana
economia mediante la notomia comparativa , di che egli
aveva sott' occhio la prova , contemplando a parte a parte
la vasta collezione di preparazioni di zootomia , di cui
Giovanni Hunter era I'antore ed il possessore. Olti'e tutto
cio seppe profittare delle puljbliche lezioni , che si da-
vano da questi due gi*andi uomini in notomia si umana
die comparativa , in chirurgia , in ostetricia segnatamente
da Guglielmo Hunter. Quest' ultima , al dire del nostro
professore, vi era insegnata con mirabile precisione , tanto
teoricamente , quanto praticamente.
192 CENNI SULLA. VITA E SULLE OPERE
Per clo poi che epetta alia pratica della cliirurgia, il nostro
giovane professore fisso la sua attenzione principalmente su
quella di Pott , siccome risulta da alcnni scritti da esso
lasciati relativi al viaggio che fece ia Fj-ancia ed in In-
gliilteiTa. In alcune pagine di codesti scritti si legge la dif-
ferenza che egli aveva rimarcata fra la cliirurgia francese
e r inglese , e vedesi notato che a ijue' tempi T uso dei
topici rimedj, non che delle ordinarie medicature , era piu
semplice in Inghilterra che in Francia; oltre di che vi
avea piu di circospezione nelle diagnosi , meno di preci-
pitazione nell' operare , piu di nettezza e di ventilazione
nelle sale , piu di accuratezza e di prontezza nel servizio
dei malati. Vi si trova inoltre confermato dalla sperienza
quanto Pott aveva scritto intorno alia cura della eifosi
paralitica dei fanciulli ; non cosi cjuanto egli avea lasserito
sui vantaggi della collocazione delP arto inferiore snl lato
esterno ed in flessione per la cura della frattura della gamha.
Perciocche in questa posizione della gamha , malgrado le
piu grandi percauzioni , i rohusti muscoli estensori del
piede a poco a poco fanno che i due pezzi delPosso rotto
formino angolo fra di loro nella sede della frattura ; quindi
di necessita la tibia ne rimane per sempre angolare ed
incurvata. Esempio , soggiunge egli, da unirsi a parecchi
altri , nei quali la pratica smentisce la teorica , in appa-
renza la piu razionale. Non fu del pari contento dell' uso
che inallora vi si faceva nella litotomia del Gorgeret di
HawHiis panciuto nell' ajJice e poco o nulla tagliente , e
giudico sin d'allora meritare questo stromento una riforma
per essere a livello del semplice coltelio o del blstorino
nascosto del frate Cosimo.
In quelle c(irte si duole il nostro professore di non
aver potuto trarre in Londra alcun prolitto intorno a
quella parte di cliirurgia , che ha per oggetto le malattie
degli ocelli , perciocche in quell' epoca i chirurgi inglesi
non se ne occupavano er-professo , al contrario dei fran-
cesi ; motivo per cui Wenzel il padre faceva assai spesso
in Inghilterra delle lucrose escursioni. La qual cosa ver-
rebbe confermata da rjnanto ne scrisse poscia il signor
Travers (i) ove dice, che la prima opera di proposito
(i) Vfd. la Prcfazione all' Opera intitolata Treatise on some
practical points relating to the diseases of the eye.
DEL CAV. ANTONIO SCARPA. ig3
sulle malattle ilegli occhi , la quale fissasse V attenzione
dei chirnrgi inglesi , e si proponesse per testo ai giovani
studiosi della cliirurgia ocvillstica , si fosse quella del pro-
fessore Scarpa. Non vuoisi qui omuiettcr*, die a queU'epoca
cade il ritrovaineiito della amputazione secondo il metodo
di Alanson , mentre si coatinuava tuttavia in Francia ad
amputare conservando poco o nulla di tegumenti. E fu
ceriamente lo Scarpa il primo a praticare questo metodo
in Italia al di lui ritorno.
Sulla fine della state si disponeva il professore Scarpa
a partire da Londra, quando fu sorpreso dal catarro rus-
so , raalattia contagiosa, la quale peragro tutta T Enropa,
e die lo mise in pericolo grande di vita. Finita la con-
valescenza fece ritorno a Parigi , e dopo breve soggiorno
in quella capitale prese la via di Mompellieri, dove trovo
assai poco d' approiittare , a motlvo della recente perdita
di parecchi di quegli illustri professori. Quindi se ne parti
poco dopo , e lungo il litorale del Mediterraneo venne a
Geneva , e valicato I'Apennlno si restitui a Modena pochi
giorni prima del riaprimento delle scuole , corapiuti ap-
punto due anni di assenza.
Non ando guari dopo il di lui ritorno in Modena die
ricevette lettera dal cav. Brambilla, colla quale gli noti-
ficava, die qualora egli fosse disposto ad aljbandonare il ser-
vizio di Rlodena , la cattedra di notomia nella I. R. Uni-
Versita di Pavia gli sarelibe conferita collo stipendio di
400 zecchini, colla indennizazione delle spese del viaggio,
e col pagamento altresi deiralloggio.
Queslo inas]-)ettato invito, qnantunque onorifico e lucroso,
angustlo grandemente 1' animo del professore si perche
gli veniva proferto poco dopo die egli aveva proiittato
delle grazie sovrane, si perclie prevedeva, die dimandando
la dimissione non poteva evitare facilmente la taccia da lui
forteniente abl)orrita d'ingratitudine non meno presso il
Duca die presso ogni ordine di persone. Inoltre couipia-
cevasi egli non poco della dimora in qtiella citta , die lo
aveva accolto giovinetto ed ascritto nel nuniero de' suoi
cittadini, e die egli amava al pari, se non piii, della pro-
pria sua patria. Prese quindi il solo partito die gli con-
veniva , quello cioe di rassegnare a S. A. S. , per mezzo
del sue ministro di Stato, la lettera poa'anzi accennata,
soggiungendo die egli era disposto di rinunciare aH'offcrta,
BiOl. Ital. T. LXVIII. i3
194 CENNI SULLA. VITA E SULLE OPEUE
onde dare all'A. S. S. una verace testimonianza della sua
gratitudine pei ricevuti beneficj , e che teneva nell' aniino
cjuesta dolce speranza che I'A. S. noa avrebbe isdegnato
di continuargli il bene della sovrana di lei protezione e
clemenza.
Rispose il Duca , ricevere in buon grado i riconoscenti
e devoti sensi del professore , ma non volar porre alcun
ostacolo a' suoi vantaggi^ essere anzi conveniente, entrasse
in un campo piu vasto di quello che Modena gli poteva
offerire , e pertanto con rincrescimento bensi , ma con
aniino benevolo , permettergli si assentasse da quella Uni-
versita. E queste stesse espressioni S. A. S. replico al no-
stro professore con infinita benignita nell' atto die egli si
presento per prendere congedo.
Compiuto, come di dovere, in quell' anno il corso delle
lezioni (durante il quale arricchi i suoi insegnanienti di
un'ampia descrizione ed ostensione dei vasi linfatici assor-
benti , mediante copiose e iinissime injezioni a mercurio
di pressoclie tutto il sistema di questi vasi ^ la quale ac-
curatsssima ostensione , di cui fecero menzione i j'ubblici
fogli , ebbe luogo pria della pubblicazione del Prodromo
e dell' opera di Mascagni ), il professore Scarpa si trasferi
in Milano, onde umiliarsi a S. A. R. I'Arciduca Ferdinando,
e riceverne gli ordini ; ed in tempo debito si porto in
Pavia ad assumere la cattedra di notomia , vacante per
la trasposizione del profiessore Rezia a quella di fisiologia,
dalla quale era stato di recente giubilato il professore
Ramponi.
Era a' que' tempi dovere di ogni nuovo professore non
solo di aprire il corso delle lezioni con una j^rolusione
nella grande sala delPUniversita con generale invitazione,
ma eziandio di renderla pubblica colle stampe ; al che
soddisfece con lode il nostro professore , come a2:)parira
in appresso.
Nel dar principio alle anatomiche dimostrazioni, lo Scarjia
SI trovo in Pavia a un di presso nelle spiacevoli condi-
zioni, nelle quali si era trovato in Modena, cioe mancante
di abile prosettore e di locale adatto a tal uopo. Percioc-
che le anatomiche ostensioni erano state fatte sin ailora
in una specie di oscura catacomba rischiarata da torce ,
ed anclie angusta alia grande afHuenza di uditori nazionali
e forestieri. Fattone adunr^ue per lui richiamo al governo.
/
DEL CAV. ANTONIO SCARPA. igt)
questo ordino che sL costruisse il bel aniiteati-o che tut-
tora snssiste, e del qnale il professore fece la solenne
apertura. E fra noi mohi ancora ricordano , quanto fosse
ogni giorno frecpiente il tcatro anatomico , non pur di
scolari , ma aiiche di altri dotti uoiiiini tratti dalla brama
di assistere a lezioni dettate come erano dallo Scarpa con
iiiirabile cbiarezza e nobilta di discorso.
Verso la fine dello stesso anno il professore medesimo
ottenne la permissione di trasferirsi in Vienna, ad oggetto
di umiliare i sensi della sna gradtudine all' augusto mo-
narca Giuseppe II, di rivedere il cav. Brambilla cbe tanti
buoni uffizj gli aveva prestati; e di conoscere quanto eravi
di pill rimarclievole in quella capitale, in correlazione de-
gli stndj clie egli professava. Ebbe a compagno in qrtesto
viaggio il celeVjratissimo suo collega Alessandi-o Volta.
Dopo il sogglorno di un mese , poco pin, in Vienna,
eve ad istanza di illustri personaggi rlpetuto aveva le spe-
rienze snlla trasfusione del sangue con successo egnale a
qnello che ottenuto aveva in Modena , i due professor!
di Pavla disponendosi a ritornare in Italia , chiesero a
S. I\I. I. Li grazia di potcre di nuovo essere aramessi al-
I'udienza sovrana. In questa occasione il clemente e gene-
roso monarca gli eccito a visitare le principali vmiversita
di Alemagua , pria di restituirsi al loro impiego. Eglino
resero grnzie al monarca della permissione che loro ac-
cordava , accettando col pin grande piacere 1' opportnnita
di uheriormente istruirsi. Non si tosto eransi ricondotti
all'alhergo che con inlinita loro sorpresa si trovarono per
munilico ordine di S. M. presentati di una grossa somraa ,
piii che bastante a sostenere le spese del viaggio a cui
stavano per accingersi. S'incamminarono quindi verso la
Boemia, indi passarono in Sassonia, poscia in Prussia, nel
Brunswichese, neirAnnover, e ritornarouo in Italia per la
Baviera e per il Tirolo. Visitarono le Universita di Praga ,
di Dresda, di Lipsin, di Berlino, di Helrastadt, di Gottinga,
ed altri stabilimenti scientifici che incontrarono per via.
In proposito di questo viaggio trovasi in uno sdruscito
portafoglio tascabile del professore in carattere minutissimo
la seguente annotazione: " La notomla in Germania ( 1784)
» vi e coltivata con ardore, e direi quasi passiouatamente,
" non cosi la chii'urgia. In generale pochissimi cliirurgi
» vi ho trovato veramente dotti e conoscitori dello stato
196 CENNI SULLA. VITA E SULLE OFERE
>/ presente di questa scienza, nessuno paragonabile a Richtep.
» Vi ho trovato perb alcuni osteti-icanti veramente abilis-
» simi , i quali seppero proiittare in Parigi delle istru-
» zioni del sommo maestro Levret, fra i quali primo lo
» Stein. In Berlino la collezione anatomica di Walter e
» delle piu belle ed iuteressanti die io abbia esaminato,
» dopo quella di Gug,lielmo Hunter. Ho qualche cosa da
>i eccepire suUe preparazioni di Walter relative ai nervi
» splancnici , non trovando di mio gradimento i pezzi e
}> pezzetti nei quali sono divise « siccoine vedesi pure
It nelle tavole da esso pubblicate , locche osta a forniare
)i una giusta idea dell'iusieme di tutto il sistema nervoso
» del visceri addominali.
» Nella Universita di Halla di Magdeburgo la cattedra
>; di notomia e affidata al figlio del fu celebratissimo Mekel,
># uomo profondamente versato in questa scienza ed ani-
» mato dal piu grande fervore onde promoverne i conlini.
» Egli possede alcune accuratissime preparazioni del siste-
» ma nervoso e linfatico. E quanto alle preparazioni che
» vi sono per via di injezioni in cera ed a colla , die sono
>> pareccliie finissirne , memorabile si e quella delP utero
« gravido con annessa la jilacenta. In cui , non altrimenti
7) die in quelle di Guglielmo Hunter, oltre la dccidwa ,
» vedesi il facile passaggio dei vasi arteriosl e venosi
« assai grossi dall" utero nella porzione materna della pla-
» centa. Niuna comunicazione pero appariscente a' nostri
» sensi esiste fra codesti A'asi e quelli della porzione fetale
»> della seconda , quantunque la ragione , desunta dalla
» vita, dalla nutrizione , dall' incremento del feto , per-
>t suada dovervi essere qualche maniera di commercio,
» non dissimile da questo , fra la madre ed il feto. >»
w In Helmstadt presso il professore Bavrait ho esami-
t) nato colla piu grande attenzione la bella e compiuta
» raccolta di oggetti microscopici di Lieberkiin acquistata
j; a gran prezzo. Gottinga vuolsi riguardare a giusto titolo
» siccorae la primaria delle Universita di Alemagna , per
ji y immensita della sua biblioteca , e piu ancora per la
» celebrita de" suoi professori in ogni ramo dell' umano
>; sapere. In notomia vanta Wrisberg , nella storia natnrale
t> Blumenbach , nelle fisiche Liclitenberg , nella chimica e
» nella botanica GmeUn, in chirurgia teoretica e pratica
w Richter,': in clinica medicina Pietro Frank. Quest' ultimo
DEL CAV. ANTONIO SCARPA. 1 97
>/ pero non tarderii ad illustrnre I'Universita di Pavin, ove
n egli e iiivitato con largo stipendio ed onori dal munili-
)) centissimo nostro sovrano Giuseppe II. d
Ritornato il professore Scarpa dal A'iaggio di Germania,
nulla ebbe piu a cuore qwanto la forniazione di un gabi-
netto di preparazioni anatomiche sul niodello di quelle die
avca attentaniente esaiiiiaate in Inghilterra ed in Germa-
nia, con intenzione , se gli fosse stato possibile, come gli
fu effettivamente , variando i metodi consueti di dissezio-
ne , di migliorarne le forme e le applicazioni. II professore
Rezia passando alia cattedra di fisiologia non aveva lasciato
nella scuola anatoniica clie 29 preparazioni , le quali si
trovano marcate con (*) nel catalogo a stampa che porta
per titolo : Index rerum quce in museo onatomico ticinensi
continentur. Lo Scarpa nel corso di pochi anni con incre-
diliile assiduita e faticp , in mezzo ad altre gravi occupa-
zioni , porto il numero delle anatomiche preparazioni , le
quali si conservano tuttora in questo gabineLto , a 366,
distribuite nelle seguenti categoric: osteologia, splancnologia ,
neurologia, organa sensuuin, angiologia. Vi aggiunse la col-
lezione di oggetti anatomico-microscopici , a somiglianza
di quelli di Lieberkiin , mediante i quali mezzi egli si
trovo in istato di dare ogn' anno il corso piu completo
che dar si possa di umana notomia.
E qui vuolsi osservare , che pria della nomlna dello
Scarpa alia cattedra di Pavia, i professori IMoscati e Re-
zia avevano limitato a poche lezioni 1' annuo loro corso di
notomia. II nostro professore al contrario sin dal principio
prcse tutte le misure e le disposizioni che erano in di lui
potere, perche ogn' anno fosse posta sott'occhio della stu-
diosa gioventii la piu intima struttura di tutte le parti
componenti il corpo umano ; la qual cosa egli successiva-
mente rese piu estesa e piii minutamente dimostrata col
favore della crescente raccolta di squisite e linissime pre-
parazioni , non che coir aumento grande del numero delle
lezioni ; non omettendo pure di tenere in esercizio pralico
gli studiosi di notomia in ragione del numero de'cadaveri.
Sotto i quali rapporti 1' ottima , quale ora e , scuola ana-
tomica di Pavia , forse la prima in Europa per la copia
dei mezzi d' istruzione , puo a giusto titolo dirsi esscre
8tata fondata dallo Scarpa.
198 CENNI SULLA ,^:V1TA E SULLE OPERE
A quest' epcca T Unlversita di Pavia era mancante di
clinica chirurgica. Tutta 1' istruzione , che qui ne riceve-
vano i giovani chirurgi , si riduceva alle lezioni teoretiche
che ne dava il professore Nessi , ed a quel poco che essi
potevano osservare assistendo alle medicature cd alle ope-
razioni che si eseguix'aiio dagli ordinarj chirurgi delle sale
di questo civico spedale.
L' I. R. Governo Austriaco , sempre zelante promotore
delle scienze e delle arti , ordino che nel civico spedale
di Pavia si instituisse la scuola di cliirurgia pratica , ad
assumere la quale nomino il professore Scarpa, incarican-
dolo non solo di questo uiTicio e ad iin tempo delT inse-
gnamento della notomia, nia eziandio di dare annualmente
un corso di operazioni chirurgiche sul cadavere. Sostenuto
il professore dal vigore dell' eta e dall' energia del sue
animo , assunse di buon grado il triplice incarico , e fisso
i termini del corso anatomico dal novcnihre alia meta di
aprile , e qnelli per le operazioni chirurgiche dalla meta
di aprile alia fine di giugno. Le sale destinate per la cli-
nica chirurgica furono tosto allestite ed accresciute da un
anfiteatro per TeseG^izione delle grandi operazioni lungi dal
cospetto degP infermi giacenti nelle sale , e capace d' un
numero di studenti assai considerevole, situati in modo da
vedere le operazioni e non turbarue Fesecuzione. La scuola
fu corredata di tutti i necessarj apparecchi e servigi , e
furono staljilite le discipline da osservarsi dagli studenti
ammessi alia scuola pratica.
II znetodo d' insegnamento, cui il nostro professore dava
la preferenza, si era quello di far rimarcare sommariamente
al letto dei malati quelle principali cose , che le malattie
loro offrivano giornabnente ; ma nel giovedi d' ogni setti-
mana , e nei giorni nei quali feriava 1' Universita , il pro-
fessore, radunati gli studenti nell' anfiteatro, rendeva loro
un conto dettagliatissimo suU' origine e T andaraento delle
malattie che avevano sott' occhio , passando in rivista un
dopo r altro i malati delle sale, spiegando loro le relative
teoriche , e la ragione per cui egli aveva prescelto tale o
tal altro metodo operativo o curativo. Imploro ed ottenne
dal generoso Monarca un istromeutario chirurgico, che per
la squisitezza del lavoro, jDer la copia degli stromenti, per
la distribuzione dei medesimi oifre una maniera d' istoria
dei progressi della chirui-gia, e costituisce uno degli oggetti
DEL G;VV. ANTONIO SCARPA. J 99
assai interessanti fra i molti clie adornano qiiesto sclenti-
fico staljilimento. Conslderevole fu il nnmero degli eccelleati
cliirurj^i operatori ed oculisti usciti da questa scuola, della
quale, a giusto titolo , il professore Scarpa puo dirsi U
fondatore.
Dopo il malangnrato conflitto che diede luogo al sacco
di Pavia, maggioruiente poi dopo le battaglie di Bassigna-
na, di Novi, di Trebljia, di Marengo, questa citta diveiiiie
pressoclie il deposito generale dei feriti. Prolitto lo Scarpa
di questa circostaiiza per rettificare molti punti inallora
aucora incerti ed oscuri in riguardo di parecclii accidenti
che accompagnano le ferite d' arma da fuoco. Delle pre-
ziose sue osservazioni rendeva all' uopo informati i suoi
allievi, e segnatamente nelle adunanze settimanali nel lo-
cale della clinica, e nel corso delle grandi operazioni.
]\IoIti furono i feriti ai quali risparniio la perdita d'alcuno
degli arti. Non oiiiise pero di rendere giustizia ai chirnrgi
d' armatv:! , se sul campo di battaglia , nelle difficolta di
trasporti e nell' urgenza de' casi essi preferiscono di am-
putare , nientre potrebbero assai volte risparmiare una
siffatta aspra operazione, qunlora essi si trovassero in cir-
costanze pari a quelle in cui si e trovato il nostro pro-
fessore , provveduto di tutti i mezzi necessarj per andare
al riparo dei disordini secondo tutte le apparenze indicant!
la necessita dell' amputazione.
Quasi conteuiporaneauiente all' apertura della clinica clii-
rurgica fu per ordine sovrano instituito il cosi detto Diret-
torio medico , composto dei professori della facolta raedica
deir Universita, e di uno fra i piii rinomati medici pratici
della citta di Pavia. Era quel consesso incaricato dell' esa-
me dei giovani dottori pel conferimento del diritto di libera
pratica, non meno che della sorveglianza dei medici, chi-
rurghi e farmacisti dello Stato Lombardo. Presiedeva al Di-
rettorio per la medicina e farmacia il celelire prof. Pietro
Frank, e per la chirurgia lo Scarpa. Non c da dirsi, come
per le cure di quel due egregi uomini fossero ottimamente
regolate le cose risguardanti 1' esercizio della medicina,
fiirniacia e chirurgia , non che quelle attenenti alia pub-
blica salute.
Nello sconvolgimento degli oVdini politici di Lomlsardia
lo Scaipa si trovo inscritto nel numero di coloro, i quali
dovevauo coniporre il Corpo Legislativo de^U juniori- Ricuso
StOO CENNI SULLA VITA E SULLE OPERE
egli formalmente di assumere alcun politico impiego, qua-
lunque esso fosse , e dichiaro clie , qualora dal nuovo go-
verno fosse astretto a cio fare, rinuncierebbe alia cattedra,
e riparei-ebbe nello Stato Veneto sua patria. Gli fu accor-
dato quanto cliiedeva , ed egli n ebbe il contento di noa
distaccarsi da' suoi consueti studj , nei quali aveva gia da
tempo riposto ogiii suo desiderio ed amore. In qualita poi
di Rettore deU'Universita si adopro nel preservare, quanto
gli fu possibile, da rapine questo insigne scientilico stabi-
limento, col sagrifizio delP erbario di Haller , gia assai dan-
neggiato dal tempo e dalla negligenza degli eredi , e col
somministrare ai chirurgi delF armata francese, sproweduti
di tutto il piii bisognevole , alcuni stromenti di antica
fabbricazione esistenti in questo gabinetto chirurgico, senza
punto metter mano alia moderna e completa coUezione
accennata di sopra.
Malgrado pero la non dubbia afFezione cb' ei professava
air Augusta Casa d'Austria, e la niuna propensione da lui
mostrata al nuovo ordine di cose, fu egli rispettato peranco
dai piu caldi fautori delle opinioni politiclie d" al.'ora. Ne
fu meno accetto al Capo supremo del governo ; il quale
anzi nomino lo Scarpa il primo di quelli cbe dovevano
comporre F Istituto Italiano di scienze , lettere ed arti. In
seguito fu decorato delle insegne della legion d' onore e di
quelle della corona di ferro : e nell' anno istesso in cui
Bonaparte fu coronato re d' Italia , onoro egli lo Scarpa
col titolo di chirurgo della di lui persona in qualita di re
d' Italia , e gli assegno una pensione di 4000 franchi.
L' eta gia inoltrata , e moito piii i lunglii ed incessant!
lavori nei quali si era indefessamente esercitato, avevano
a lui cagionata una notabile diminuzione della vista; per
lo che chiese dal governo d'esser posto in riposo, e Tot-
tenne col mantenimento dell' intiero suo soldo.
Neir anno i8c5 Bonaparte, re d' Italia, visito con par-
ticolare attenzione 1' Universita di Pavia. Informato che il
professore Scarpa da un anno aveva abbandonato 1" inse-
gnamento, ne mostro dispiacere, e lo stimolo a riprendere,
per quanto le forze glielo permettevano , i suoi passati
incarichi , aggiugnendo che quand' anco fosse stato decre-
pit© ed inetto ad operare , sarebbe pur sempre stato gio-
vevole alia studiosa gioventii il vederlo , T udirlo e pren-
derlo a modello. Ad espressioni di cotaiita beniguita e di
DEL C.VV. ANTONIO SCARPA. 201
SI cllstlnto favore rispose il professore con parole cU rispet-
tosa annnenza e di grato sentiinento.
Lasciato pertanto nella cattedra di notoinia il sig;. Fattori
che r occnpava da un anno, prese sopra di se Tincarico
della scuola clinica cliirurgica e di operazioni sul cadavere.
Nel fare la qual scelta egli ebbe altresi di mira il conipi-
mento delP educazione chirnrgica del sig. Jacopi , gia pro-
fessore di fisiologia, giovane di elevati talend e fornito di
tntte quelle prerogative clie si ricbiedono a riuscire eccel-
lente cbirurgo. II professore Scarpa continuo per sette anni
ancora in cjnesto duplice incarico, quando ad un tratto la
morte rapi il giovane professore Jacopi. II cordoglio e Fab-
Jjattimento di spirito dello Scarpa per qnesto ti-iste awe-
nimento fu estremo , ed essendovisi aggiunto ancor quelle
deirabbassaniento sempre crescente della sua vista, si de-
termino alia fine di ritirarsi dalle cattcdraticbe occupazioni
e porsi di nuovo nel numero dei professori emeriti.
IS'ello stesso anno i8o5 essendosi convocata in Bologna
la generale assemblea delFIstituto italiano, ad oggetto prin-
cipalmente di deliberare sulla convenienza di trasportare
da Bologna a Milano la sede di quella scientifica Istitu-
zione, lo cbe poi efFettivamente eblie luogo, lo Scarpa fu
a pieni voti scelto a presidente pro tempore: e la prudenza
e le savie di lui osservazioni valsero a conciliare i diversi
partiti e dirigerli ad un coniune accordo.
Col felice ritorno in questi Stati delFAustriaco regime
lo stipendio di giubilazione gli fu confermato. Inoltre la
S. M. di Francesco I lo nomino direttore della Facolta
medica dell' I. R. Universita di Pavia ; nella quale incum-
benza mostro sempre un verace desiderio di contribuire
al vantaggio di questo inslgne Ateneo. Si degno altresi la
M. S. I. di decorarlo dell' Ordiae di Leopoldo , cbe gli fu
conferito in Milano da S. A. S. F Arciduca Raineri alia
presenza delle Autorita civili e militari, non cbe dei Pro-
fessori delFl. R. Universita di Pavia e dei Membri del-
r Istituto itabano. Ne questi furono i soli benefizj cbe 11
nostro professore ricevette dalla clemenza e munilicenza
di Francesco I. Percioccbe negli anni precedenti , a mano
a mano clie egli andava pubblicando le proprie opere ,
FAugusto Monarca gli faceva sentire gli effetti della sovrana
sua approvazione e generosita; ed in occasione delF opera
6ui uervi dei precordj lo rimunero coila rilevante somma
20a CENNI SULLA. VITA E SULLE OPERE
di mille zeccliini. Le qnali onorevoli distlnzioiii stavano
talmente inipresse neiraiiimo dello Scarpa, die lo udivamo
assai A^olte ne' famigliari discorsi ricordarle con sentimenti
di sincerissima gratitudine e devozioiie : e dopo ricevute
dalla M. S. le siicldette insegne Cavallei'esclie , noii d''altre
mai , die di qiieste gli vedevamo il petto fregiato.
Venne ascritto alle principali Accademie scieiitifiche di
Europa , e fii pure sortito all' alto oiiore di appartenere
al picciolo ed eletto numero degli otto socj forestieri del-
TAccadeniia Reale delle scienze in Parigi. L' epoca delle
associazioni fu come segue: = 1776 Societa Reale di
medicina di Parigi. — 1780 Imp. Accademia Leopoldiiio-
Carolina. Naturce curiosonim. — 1780 Accademia R. di
Berlino. — 17^7 Imp- Accademia Giuseppina di Vienna. —
170 1 Societa R. di Londra. — 1792 Societa R. di medi-
cina di Edimburgo. — 1798 Collegio R. di medicina di
Madrid. — 1800 Collegio R. dei chirurgVii di Londra. — •
1802 Istituto italiano di scienze, lettere ed arti. — 1804
Accademia R. delle scienze di Parigi; in qualita di corri-
spondente. — 1808 Accademia R. di Baviera. — 18 17
Accademia R. delle scienze di Parigi :, uno degli otto meih-
bri stranieri (i). — 1820 Collegio R. dei chirurghi d' Ir-
landa. — 182 1 Accademia R. delle scienze di Napoli. —
182 1 Accademia R. delle scienze di Stokolm.
Giunto prosperamente lo Scarpa alia sua veccliiezza in-
cominciava , cinque o sei anni sono , a soffrire difficolta
neH'orinare die attribuiva ad emorroidi vescicali. Pero non
ne riceveva altro scapito nelle forze e nella buona dispo-
sizione del suo corpo. Se non die facendosi sempre piii
fi*equenti e piii crudi gli spasimi, ed aggiungendosi a quando
a quando qualche accesso felibrile , cominciarono a perdere
il loro vigore le forze digestive, ed il suo corpo fu in
preda ad un considerevole smagrimento. Non ha molti
inesi procurossi di portar sollievo agl'incomodi di vescica,
resi pressoclie intollerabili , coll' introduzione in essa della
(l) In questa nomina lo Scarpa ebbe a competitore il celebre
Davy , e f u prescelto. Vuolsi anche osservare , ad onore del-
r Italia e delP Uaiversita di Pavia , che degli otto meiubri fore-
stieri delFAccademia R. delle scienze di Parigi tre conteuipora-
neamente fiu-ono Italiaui , Scarpa , Volta , Piazzi ; e che i due
prinii appartenevauo all' Universita Ticinese.
DEL C\V. ANTONIO SCARPA. ao3
cannula dl gomma elastica tenntavi a permanenza , essendo
nato sospetto die la difilcolta ed i premiti neH' emettere
le orine dipendesseio in ispecie da ingrossamento della
prostata , nialattia frequente nelP eta avanzata , non die
dalla presenza di qiialche calcolo in vescica. Questo fece
SI die per alcuni mesi ancora potesse lo Scarpa condurre
una vita meno addolorata. Ma raffezione delle vie orinarie
die gia da tempo esisteva e faceva progressi, T inlievolirsi
sempre piu delle facolta digerenti, la tabe die A^eniva avan-
zando, le febbri die ricorrevano con maggior forza e fre-
qnenza lo tennero iinalmente conlinato nel letto.
Anclie fra i travagli della sua malattia non si restava
dalle consuete scientiiiclie e letterarie occupazioni, e inolto
soUievo ritraeva dalla lettura del Classici latini , partico-
larmente di Virgilio.
Accortosi poi dell' iiisanaliile natura della sua iiifermita
si disponeva al morire coUa inaggiore rassegnazione, rice-
vendo non poco conforto dagli uffizj della religione , dalle
dimostrazioni d'afl'etto die gli porgevano i suoi scolari ed
amici , ed in particolare dalle assidue ed amorevoli cure
dei professor! Cairoli e Panizza , die sempre aveva avuti
in luogo di figli. Cosi a poco a poco venne mancando la
liamma di tanta vita, die del tutto si spense in Pavia alle
ore sei e mezzo del mattino nell" ultimo giorno delP ora
trascorso ottobre, neireta di anni 85, mesi 4 e glorni 17.
La necroscopia confermo appieno i dubhj die erano in-
sorti sulla natura del male. Poiclie oltre a notabile altera-
zione della prostata e dei reni , principalmente del sinistro,
un calcolo esisteva in questo viscere , e due se ne ritro-
Vavano iiella A^escica orinaria (i).
Fu data sepoltura alle spoglie mortali del cliiarissimo
defunto con degna ponipa funebre il di 2 del successivo
novembre. Seguivano il feretro il Senato accademico del-
la Universita , il Corpo dei professori , i Menibri delle fa-
colta , varj medici e diirurglii civili ed i diirurgbi mili-
tari. Nelle esequie die si celebrarono nella basilica di San
Michele niaggiore , tenne un affettuoso discorso il prof.
(l) Una descrizioue conipita delle varie alterazioni die si
rinvennero colP autopsia del cadavere del caval. Antonio Scarpa
Sara pubblicata dal dottore Beolcliini,
204 CENNI SULLA VITA. E SULLE OPERE
Camillo Platner (i): dopo dl die si continuo T accompa-
gnaiiiento sino alia tom1)a. II Seiiato accademico ed il Corpo
inses^nante dalla Universita si recaroiio poscia il giorno 8
ad assistere al Divino Ulficio , ed implorare dal Dio delle
misericordie la pace eteraa airanima di quel Soramo , che
per mezzo secolo con incessaiiti lavori e con iscoperte di
eterna niemoria tanto contribui ad ingrandire la fania di
questo Ateneo. II funebre apparato del tempio era adorno
di iscrizioni molto commendevoli pel concetti e per lo stile,
fatte a rammemorare i principali meriti dell' illustre de-
funto (a).
Era Antonio Scarpa alto ed agile della persona, di bella
presenza , di jjortamento nobile e dignitoso. II suo sguardo
vivace e molto espressivo , T aspetto grave e pensieroso
r avrebbero a cliicchessia palesato per uomo di pronto ,
acnto e sicttro giudizio. I suoi modi severi , ma ad nn
tempo gentili, inspiravano ne' snoi amicl non si saprebbe
se maggiore la riverenza o 1' amore. Ebbe e conserve sin
presso agli ultimi tempi di sua vita ferma memoria, sommo
nitore e facilita di elocuzione. Molto stimato era il parere
che dava delle opere altrui (3) ; perocche quello sempre
sinceramente soleva dire che repiitava secondo il Aero : e
per cio pure nulla mai prometteva che credesse di non
poter mantenere. Prudente nel deliberare, era fermo e co-
stante nel mettere ad esecuzlone le cose per lui stabllite ,
credendo trattarsi in questo del proprio onore, di cui nulla
teneva di piii caro al mondo.
Noi gia vedemmo, come egli fosse indefessiamente dedito
a' suoi stud], alieno da politiche ingerenze od occupazioni
di altra natura ; e come le onoriticenze a lui coinpartite
non facessero che sempre piii confermarlo nel proposito
di tutto inqjiegarsi all' avanzamento delle scienze che col-
tivava, ed al sollievo delle umane infermita. Forse fu per
la stessa cagione che prefer! all' unione conjugate il celi-
bato, scevro da domesticlie cure. Anzi non e a tacere,
(i) V. Discorso recltato dal professore Caiuillo Platner nelle
esequie del cav. Antouio Scarpa la sera del 2 novembre i83a
nella basilica di S. Wicliele in Pa via. — ■ Prrsso Pietro Bizzoni.
(a) V. Iiiscriptiones in funere Viri Clarissinii Antomi Scarpa ad
Sancti JMlcbaelis Wajoris Ticini. — Typ. Bizzoni.
(3) Scarpa est st'vf-re , lorsc[n'il critique, nials il est juste. =•
Villavs, Essai de Litterature niedicale. Strasbourg i8ll.
DKL C A. V. ANTONIO SCARPA. 2(0
come in tante pulibliche incumbenze attendesse anche ad
una estesa pratica clella chirurgia. La fama del suo sapere
e del valore della sua mano s' era in lireve cosl divulgata
die mold accorrevano in Pavia per domandare le sue cure,
e da varie parti anclie lontane d' Italia e fuori era per
consiiluizioni ricliiesto il suo parere. Teneva pure corri-
spondenza cogli uomini piii dotti non solo fra i nostri ,
ma anche fra quelli di Germania, d' Inghilterra e di Fran-
cia. E nondimeno con incredil^ile attivita ed esattezza tutti
mandava ad efletto i suoi oljblighi e puljljlici e particolari.
Quantunque si fosse colle sue fatiche acquistate grandi
riccbezze, pure, sia pel tenore di vita iino dai primi anni
contra tto , sia per avere avuto senipre T aniiiio tutto in-
teso a scientificlie nieditazioni , valevasi dei beni di for-
tuna con grandissima parsinionia.
Durante 1' estiva stagione , e per tutto il tempo delle
grandi ferie deir Universita, si portava nella sua deliziosa
villa di Bosnasco, situata sopra un' amena collina non lungi
dalla sponda destra del Po. Ivi condnsse a termine il mag-
gior numero delle sue opere , dando parte della giornata
al lavoro scientiiico , parte all' agricoltura , nella quale fii
introduttore di nuove ed utilissime praticlie , e parte an-
che alia caccia, al quale esercizio attriliuiva la robustezza
ed agilita di corpo di cui godette per lunga serie di anni.
Fu pure amantissimo delle arti di disegno e d"* imita-
zione, e disegnatore non volgare egli stesso, come appare
da alcnni suoi lavori in miniatura e ad acquerello , e se-
gnatamenie dall' inspezione di molte delle tavole annesse
aile sue opere , fra le quali meritanoV d' essere in prime
luogo ricordate quelle che presentano i nei'vi dei precordj,
delineati con tutta la finezza dell' arte. Si procuro una rac-
colta di quadri commendevole non tanto pel numero, quanto
per la sceltezza ed autenticita delle opere di celebratissimi
antichi pittori. Nel fare la qual cosa egli con molta avve-
diitezza si limito a certo numero di eccellenti artisti d'ogni
scuola italiana , sotto il quale rapporio cotesta collezione
e preziosissiina e per ogni riguardo compiuta. E fu ap-
punio per desiderio di contemplare i capo-lavori , di cui
al)bondano la Toscana , Eoma e Napoli , che viaggio a
quella volta in compagnia del dott. Mauro Rusconi , colti-
Vatore espcrtifsimo non meno delle arti belle che delle
scienze naturali. Ne qui passeremo sotto silenzio , come
ao6 CENNI SULLA VITA , eCC. DEL GA.V. A. SCAFxPA.
fossero veramente straordinarie le onorate accoglienze che f
ricevette in Napcli.
Scrisse alcune cose iiitonio alle belle arti. L' opuscolo
sotto forma di lettera alF eruditlssimo suo collega caval.
Luigi Bossi sopra wi Elmo di ferro squisitamente lavorato a
martello fu applauditissimo (i). Pubblico altresi una lettera
diretta al sig. conte Marenzi sopra un Ritratto riputato di
mano di Raffaello , la quale fu inserita in questo Giornale
pel niese di giugno iSag.
Per tanti titoli adunque lasciava morendo Antonio Scarpa
grandisslmo desiderio di se alle scienze, all' Italia, a tutta
Europa.
(l) In quest'' opuscolo , oltre le molte cose relative all' arte
della ceseliatura, fece lo Scarpa osservare , che il vocabolo caela-
tura presso i Latini non siguificava, come leggesi nei Dizioiiarj ,
lavoro di incisione , ma bensi , come noi cliciamo , a martello.
Vcdi la seguente Lettera del dottissimo sig. Fuvlanetto al sig.
Molin , cliiar. professore nelP Universita di Padova.
Sig. Professore pregiatissimo,
Restituisco co"' miei dovuti ringraziamenti la lettera del chiar.
6ig. prof. Scarpa sopra un Elmo , ecc. Debbo poi confessarle in-
gemiauieute die mi dispiace moltissimo di avere avuto col di lei
niezzo r opportunita di leggerla troppo tardi; poiclie se 1' avessi
fatto prima d'ora, avrei potuto approfittare delle belle ed acute
osscrvazioni dell' autore di essa sopra il vero sigiiitlcato delle
yoci coelator, caelatus , caelatura, caelum, che egli con tiitta evi-
dcnza spiega per ceseliatore , cesellato , ceseliatura , cesello.
Quando m' inconrrai in quelle voci nel ristampare il Lessico la-
tino del Forcellini , m' era bensi avveduto die il passo di Quintil.
1. 2, c. at e TaUro di Isidoro 1. 20, orig. c. 4, che per la
prima volta fu da me inserito nella ipce ccelum, i-acchiudevano
una doitiina decisiva intorno al ver^Mfgnificato di quelle voci:
ma r incertezza die in me nasceva da^^hmo dei passi di Pliiiio ,
presso cui quelle voci altio sigiiilicano , noii mi permise di recare
opinioiie diversa da quella adottata dal Forcellini Oi"a
per altro souo cos'i couvmto della teoria del suddetto sig. pro-
fessore, che senibrami la sola atta a spiegare tutti i passi aiiibi-
gui degli autori latini che sembi'ano opporvisi.
Ho fdtte quindi le opportune annotaztoni, onde valermi della
lettera suddctra nella voce Toreutlra , die sola mi resta di pub-
blicare fra quelle che furono illustrate dal sig. prof. Scarpa.
Sono con piena stiiua
Dal Seminario (di Padova) 20 febbrajo 1 83 1.
Svo devot° olUig' servo
Giuseppe FurUmetto.
lOJ
m^HBSBBIHDa
Hatio vicdendi iii clhnco Iiisdtuto medico Ticlncnsi
anno scholastico i83o-3i , a Jo. Bapiista Fanto—
NETTi in ca'sar. R. sclcndarum Universitate , etc.
cliniccs mcdlcoe , patliologice et thcrapice specialis
pro mcdicis professorls vices gcrcnte , elucubrata. — •
Mediolani, 1882, ex types Fauli Lanipato. Pars I.,
o o
m o.
Oono pochi mesi die cjiiesto bel lavoro del signer pro-
fcssore Fantonetd veniva in luce negli Annali universal!
di niedicina , ma talmente sfregiato da errori di stampa,
clie saggiamente Tautore avviso di rinnovarne Tedizione
in modo piu corretto e degiio della splendida scienza clie
racchiude. NelF annunciare adunque la rigenerazione del
libro ci facciamo lecito di dime due parole onde invo-
gliare clii non Favesse ancora letto e meditato a volgervi
uno sguardo ed a diclilararne il merito. A noi e sembrato
die il signer Fantonetti si mostri in questo , si bene che
negli altri suoi scritti, largamente dovizioso delle antidie,
come delle moderne dottrine medidie. Quanto al di lui
piano d' istruzione , air istradameiito nella difficil ai'te di
medicare, scorgiamo aver egli professato la niedicina eclet-
tica e fisiologica piuttosto che la controstiinolistica italiana
o la trascendentale alemanna. Di cio ne fa fede il mover
suo dalle considerazioni sn la struttura degli organi , su
le loro fnnzioni , sui rapporU simjiatici di connessione, di
analogia delle parti, per indagare il procedimento, il mec-
cnnismo e le indicazioni cnraave de' morbi. Se qiiesto sia
il migliore divisamento per un professore , che deve met-
tere a protitto tutte le nozioni preliminari de'snoi allievi,
onde edncarli al letto deirammalato e 23orIi sul retto sen-
tiero del medicare, noi non sapreinmo porlo menoinamente
in dubluo. Tutta la scienza medica si risolve in questo :
conoscere con quali mezzi ed in quali modi si eseguiscano
le fnnzioni della vita ;, determinare per quali cause e in
qual maniera abbiano potuto uscire dalla normale del loro
esercizio , e sapere con quali presidj e sotto cpiali condi-
zioni possano essere ricondotte al ritiiio loro naturale. Fac-
ciamo dunque planso al sig. Fantonetti jierchc saputo abbia
ao8 RATIO MEDENDI CtC.
scegliere quella strada clie nello stato attuale delle nostre
cogiiizioni reputiaino Tunica a battersi per arrivare a l^uoii
fine. Imperocche quella teorica delle diatesi general! clie si
e diffusa in Italia sotto A^arie sembianze , e sempre con
grave scapito della positivita della scienza, deve o tosto o
tardi cedere 11 posto alia medicina lisiologica (i), la quale
e oramai posta al sicuro dagli attacchi virulenti de'inedici
controstiniolisti.
Le malattie che figurarono nella clinica del professore
Fantonetti furono tutte di alto Interesse o per la gravezza
loro , o per le circostanze dalle quali furono accompagna-
te, o pel metodi co' quj^li furono curate. E come egli siasi
felicemente adoperato, senza lasciarsi scoraggiare dalla dub-
biezza degli esiti , sviluppando attivita pronta , o tempo-
reggiando prudentemente a norma de'casi, lo prova la
leggiera mortalita del 4 ''/■o che offre il prospetto statistic©
inserita nel libfo che abbiamo sott' occliio. '< Morbos com-
» plicatos ( die' egli ) prae simplicibus , et per quot possi-
n bile varios , selegimus ; nee aliquum indubie mortalem
>/ quoque, dt anatomia pathologica diagnosis, ac adfectio-
»; nis sedes et natura illustrarentur , respuimus. »
Fra le storie piii ricche di utili riflessioni e di luminosi
concetti trovammo quella di una meningo- gastritis == pneu-
vionitis = pneumorrJutgia scorbutica , al cui proposito entra
I'autore a parlare dello scorbuto. Fattosi egli forte delle
belle ricerciie chimiche sul sangne di Parmantier , di Deyeux
e -di Le Canu, considerate l6 cagionl effettrici di tanto ma-
lore altei-anti principalmente il sangue, e messi a disamina
i sintoiiii co' quali qnesta malattia si presenta alio scrutinio
del medico fisiologo , dichiara consistere essa in un vizio
d'' ematosi ( in fluidiore nigiescente sanguine ) associato a
rilasciatezza de' solidi. Ma questa definizione dello scorbuto
nol tenne dal far uso prudente, nel cnso di cui si tratta,
del metodo antiflogistico, abbandonandolo poi si tosto egli
si accorse che i sintomi • flogistici erano sedati , e che la
pneuniorragia dipendeva da vizio scorbutico.
Semplice ci pare la sua maniera di medicare, ed anche
laddove la gravezza del male imponeva un pronto ed
(i) Qui noil vorrpnimo che si credesse vnler noi alludere alia
medicina Jn'ossesiana , alia quale per nessun titolo puo spettare
la denominazione di medicina fisiologica^
J. 1!. FANTONETTI. 2O9
pnergico trattanicnto egli trascelsc bensi rimedj attivissimi ,
e come sogli.iiuo dirli, eroici , ma serb6 tempo e inisura ,
pei'che il trattaiiieuto fosse proporzionato al grado del ma-
le, adatto airindividnalita del malato ed all' indole delle
cause elfettrici del moiljo. Egli seppe evitare quella farra-
gine di farmaci clie rlntuzzano spesso T azione de' rimedj
principali, e nuocoiio sempre alia giiistezza ed alia slnce-
rita deir osservazione clinica. Non fu prodigo di sangue ,
non ignorando che V esaurire senza riserva il fonte della
vita accresce i danni del male , e precipita V organismo
alia dissoluzione ; non ebbe pero meno cuore a celebrare
il salasso od a far iiso delle mignatte procedendo con av-
veduta insistenza (juando il caso portava di dovere rintuz-
zarne 1' urto , od evitarne la stasi e lo spandimento. Egli
mise mano all' acido idrocianico per la ciira delle croniche
afFezioni di petto , rimedio di dubbia fama e di piii dub-
bia azione. Le sue osservazioni sembrerebbero ritogliere
questo farmaco dall' obblio cui lo vorrebbero alcuni pratici
condannato. Noi siaino ben lontani dal trovare a ridire su
tale ardimento del professore Fantonetti, poiche le croniche
afFezioni polmonali autorizzano a qualunque prudente ten-
tativo , r arte essendo ancora si difettosa ne' suoi mezzi
curativi ; non vorremmo pero che gl' inesperti corressero
ad imitarlo, poiche un soffio spegnitore della vita qual
e r acido idrocianico vuol essere amministrato da mano
maestra. In somma la clinica del professore Fantonetti ci
senibra per ogui riguardo degna di essere apprezzata dai
provetti nell' arte di sanare , e non esltiamo di porla a
modello pe' giovani medici che intendono di avviarsi ad
Vina pratica sicnra e razionale.
Non per tanto 1' imparzialita colla quale ci siamo pro-
posti di pnrlare di (jnesto libro ci fara tacere alcune mende
che ci par\e di riscontrare ne'T elocnzione adoperata dal
sig. Fantouetti. JJiremo siriceramente che quella selva di
parole greche iunestate ove il bisogno non le richiedevav
e senza le equivalenti parole latine, ci ha spesso arrestati
brus mente nella lettura del liliro. Questo neologismo non
puo n. care di produrre lo stesso effetto in tutti coloro
the nc mo fan»igliari colla lingua greca, e deve quindi
pregiudic;.^ assai alia chiarezza dc' concetti che forma il
prime merito di un libro di scieuza. A questa chiarez7;i
ci parvo pure che il sig. Fantonetti sacrilicasse ., quando
Bibl. hal. T. LXVIII. 14
aiO RATIO MEDENDI CtC.
per vezzo o per eleganza di lingua si staccava da qnella
semplicita di sintassi , da qiiella naturalezza di dire , che
forniano il preglo e Pessenza dello stile didascalico : Quid
jiwat obscuris involvere scripta latehris? Anche snl prospetto
nosologico avremmo qiialche cosa a notare , sembrandoci
che per la semplicita dell' istrvizione e per la facilita di
ordinare nella memoria degli scolari i caratteri principal!
delle malattie sieno snperflue ed intempestive le forme
cli' egli adopera. Imperocche legandosi per I'ordinario a un
fatto massimo tutte le lesioni che apjoajono in un processo
morboso , la definizione di esso fatto massimo e il solo
oggetto, per nostro avviso, che debb' essere compreso nel
quadro nosologico , salvo al rendersi poi ragione nelle
disquisizioni ulteriori de' sintomi secondarj che si presenta-
no ne'processi morbosi: la nosologia vuol essere delineata
a grandi tratti, accio i cpiadri de' morbi riescano rilevati e
facilmente riconoscibili. Ma sono queste picciolissime mac-
chie (se pur lo sono), le quali non tolgono menomamente
ai tanti pregi del libro che annunciamo, e noi le abbiamo
indicate quasi a disegno , onde non si presuma che par-
teggiamo dall' autore. D. F.
211
APPENDICE.
PARTE I.
SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE.
Abrege de geographic redige sur tin nouveau plan
d'apres les dcrniers trnites de paix et les decoiwcrtcs
les plus rcccntes par Adricn Balbi. — Parlgi , presso
Giulio Renouaid , rue de Tournon n.° 6. Un volume
in 8° di i5oo pagine. Prezzo i5 f rancid.
J.I sig. Adriano Balbi divide cogli Hnniboldt, col Zacli ,
coi Malte-Brnn e con altri pochi la gloria d'aver ingea-
tilita la geografia , e da iino sterile studio di nomi di averla
trasnuitata in una scienza amena e propria a pascolar Tin-
telletto collegandola opportunaniente coll' astronomia , colle
matematiciie, colia gcologia , coUa fisica, coU' istoria natu-
rale, coif antropologia , colla statistica , coir economia po—
litica e con altre parti dello scibile uniano.
Sono abbastanza note le mohe opere da lui pubblicate,
e principalinente il Saggio statistico sui regni di Portogallo
e degli Algani , la Bdoncia politica del globo , e VAtlante
etnografico ■■ ora egli ci prepara nn lavoro piu in grande
Sulla geografia , nel quale ie parti tutle di questa scienza
saraniio riunite in un quadro unico, fedele , compiuto ,
ricco di notizie senza essere dilFuso , die sara il frutto di
trent'anni di studio assiduo e d' ua' attiva corrispondenza
coi pill celebri uomini delT eta nostra.
II nuovo ristretto di Geografia sara diviso in due parti,
una contenente i principj generali della scienza , I' altra la
particolare descrizione del globo. Nella prima parte, che
e la nieno estesa , si es|)ongono in dodici capitoli le nozioni
Ie piii indispensabili che la geografia prende in prestanza
dalle scienze sopra enumerate. jSella seconda in cinque
ai2 APPENPICE
sezioni si descrivono le cinque parti del monclo. Ognuna di
qneste sezioni si suddivide in due , 1' una consacrata alia
geografia generale , 1' altra alia particolare. La geografia ge-
nerate oiFre in due distinti capitoli per ogni parte del
mondo, priino la geografia fisica , secondo la geografia po-
litica. Gli articoli che compongono la geografia fisica sono:
posizioni as'ronomiche , dimensioni, conftni ^ mariy golfi ecc.
climi, minerali , vegetali, animali ; quelli clie compongono
la politica sono : superficie , popolazione , etnografia , religio-
ne, governo , industrin, commercio , stato sociale, dwisioni
politiche e geografiche. La geografia particolare comprende
tanti capitoli quante sono le grandi region! che si hanno
a descrivere ; la descrizione poi particolare dei principali
Stati cV Europa e piii particolarizzata che quella delle altre
parti del mondo e contiene i seguenti articoli : Posizione
astronomica , dimensioni, confini , paesi , monti, isole , laghi,
fiumi, canali, strode in ferro, etnografia, rcligione , governo,
industria , commercio , divisione amministrativa , topografia ,
possessioni.
Quanto all' esecuzione tipografica, il nome dell'editore,
sig. Renouard, e il saggio ch'egli ne presenta nel programma
che abbiamo sott' occhio , ci danno sicura guarentigia che
nulla rimarra a desiderare , e coraodo sara certamente agli
studiosi il trovare tutta i' opera, ia caratteri compatti ma
chiari , riunita in un solo volume. Per provvedere poi ai
continui cambiamenti a cui la geografia va soggetta , sia
per gli avvenimenti politici , sia per lo stabilimento di
nuove colonie , sia per le scoperte che si vanno facendo,
r editore promette di pubblicare regolarraente un Aa-
nuario geografico , stampato nella stessa forma e coi me-
desinii caratteri dell' opera, il quale verra in luce verso la
fine di giugno d'ogni anno, e sara composto di quattro o
sei fogli di stampa. Lo stesso sig. Balbi, che si e assunta
la compilazione deU'Annuario, prega le persone dotte che
1' hanno gia assistito coi loro lumi nella formazionc della
Geografia a voler essere a lui liberali delle notizie che
credessero importanti , e d' indicargli inoltre le lacune o !e
inesattezze che trovassero per avventura nell' opera stessa,
inviandole franche di porto all' editore a Farigi.
PARTE STRANIF.RA. 2l3
Malcrischc Darstellung von Frag. Fediite colorite di
Praga in sette tavole, con testo. — Fraga, librerla
di A. Borrosch.
Noil ci ha forse citth. piu atta a secondare al piu emi-
ncntc grado 1" inspirazione d'un pittore, quanto la capitale
della Boemia. La natura e Parte, il presente ed il passato
gareggiare sembrano per imprlmerle un carattere della piu
grande varietk , e questo , generalinente parlando , con
un' imponente grandiosita nelle piii minute parti. E di fatto,
come mai una citta, in cui grandeggiano cento torri, che
b cinta di colli e di montagne , divisa da un bel iiume ,
dominata da un forte e maestoso castello, ch' e oggetto di
grandiose rimembranze , decorata di architettonici monu-
menti d' ogni secolo , non isjjirerebbe ella Testro d'un va-
loroso artista , di un artista capace di dare alle sue pro-
duzioni 1' impronta della durevolezza '
Queste considerazioni indussero i direttori della libreria
Borrosch a far eseguire una raccolta di vedute prospetti-
che e colorite della citta di Praga. Una moltitudine di pro-
ve od abbozzi venne loro a mano a mano presentata:, ma
eglino sette sole ne trovarono che al loro scopo perfetta-
mente corrispondessero. Dojio varj infruttnosi tentativi af-
fidarono Tesecuzione del lavoro ad artisti, il cui merito e
generalmente conosciuto ; e gia fmo dal 1829 apparsa era
la prima distribuzione contenente tre tavole eseguite con
amore e squisitezza.
Le tavole vennero condotte in gran foi'mato reale, e su
carta velina inglese ; esse accompagnatc sono da un testo
descrittivo in tedesco ed in francese.
214 APPENDICE
PARTE 11.
SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE.
LETTERATVBA E BELLE ARTI.
Atd della solenne^dlstribuzione de' premj d' agricoltura
e d iiidustria fattasi ncl giorno ^ ottobre i832, ono-
mastico di S. M. I. R. A., da S. JE. il sig. Cunte di
Hartig, Goicrnatore della Lombardia, con analogo
Discorso del sig. prof. Don Pietro Configliachi ,
membro delV I. R. Istitiito dl scienze , letter e ed
arti. -— Milano , 1802, daW I. R. Stamperia.
X^ ei tempi trascorsi, compiuti i riti religiosi, colle corse,
coUe finte pugiie e coi giiiochi popolari si coatrassegnavano
le patrie feste e 1' universale tripudio; ma a' di nostri il
giiibllo delle piii importaiiti solennita trae motivo da pria-
cipj piii nolnli. Qual modo infatti piii proprio a celebrare
il giorao onomastico del Padre de' popoli , qnanto la piib-
blicazione delle iitili invenzioni e dei felici tentativi nel-
r agricoltura e nelle arti ? Cliiamato il nostro Oratore , di
cui abliiam trasci-itte iii gran parte le parole , a trattenere
in si fausta occasione la colta adunanza, ed incaricato di
congratuiarsi a nonie di essa coi valenti artleri e colti-
vatori ai quali erano prej)arate le civiclie corone , prese
opportunamente a soggetto del suo discorso quel mezzo die
e il piii efficace a proniovere ed accrescere la prosperita
deirarti, cioe T unione delle scienze colle arti stesse.
Non nega egli die un gran numero d' invenzioni , prin-
cipalmente nelF infanzia delle arti, furono figlie di fortuite
combinazioni 5 ma a buon diritto sostiene die cresciuta in
progresso di tempo I'umana famiglia e con essa cresciuti i
bisogni ed i desiderj degli uomini, non fa piii possibile T alj-
bandonare lo sviluppo dell' industria al cieco caso , e nacque
la necessita d' esercitare in un colle forze fisiche le facolta
deir intelletto. Sorsero allora le diverse scienze natural! ,
nutrici dell' agricoltura e delle arti d'imUistria, e ad esse
PARTE ITALIANA. 2l5
si dedico una distinta classe di persoiie, mentre la classe
piu numerosa i-imasa ^l pratico esercizio di qneste , pro-
littnado de' snggerimenti delta teorica arricclii la societa di
artiticiali prodnzioni meno imperlette, piii durevoli ed ot-
teniUe con prestezza e con rispannio di danaro e di forze.
]Ma sebliene la teoria e la pratica si risguardino come
facolta separate, non tralasciano, quasi iiglie gemelle d'una
stessa uiadre, d' essere fra loro da fratellevol nodo con-
giunte. L' una s|>arge i semi die 1' nltra Innaffia, Tuna
niostra il cammino clie T altra percorre , T una disegna Te-
dilizio die dall' altra viene innalzato. Ailinche poi qnesto
vincolo non si disciolga , ma sempre piu si consolidi, e
necessario da un lato die lo studioso delle scienze non si
riiiuti di ascoltare ainore\'olmeote ojjerai incoiti, ne sde-
gni visitare le afFumicate ofllcine e i romorosi opificii , e
dall' ahro die I'artigiano venga di buon' era istrutto di al-
cuni principj di elenientare insegnarnento. Cosi reso questi
capace d' intendere alnieno il piii comune lingnaggio delle
discipline scientiliche , e di gnstare il prime alimento die
prestano alia pratica, senza grave applicazione , senza as-
sidua lettnra, senza il bisogno d' erudizione, fara risparmio
di tempo, migliorera i suoi lavori , ed evitera il pericolo
di perdersi in vani tentativi o di rintracciar di nuovo con
Innga fatica cio die da altri e state gia rinvenuto.
Fortnnati noi dunque, esclama I'aatore, die vivendo in
un' eia nella quale e luminosa verita prosperare 1' agricol-
tura e le arti d' industria in proporzione die vie pin si
connettono coi principj delle scienze, viviamo altresi sotto
un paterno e saggio regime die tutti i mezzi somministra
alia pojjolare istruzione , e die colle scuole tecnidie re-
centemente ordinate prepara i mezzi onde sempre piii met-
tere le scienze e le arti in quella reciproca dipendenza
die e necessaria al loro avanzaniento !
Nuovo argomento dell' utilita di qnest' accordo fra la
niente die conosce , die giudica, die ragiona e la iiiano
die opera, die costruisce, die afFatica sono gli oggetti
stessi d' industria coronati nelT attuale concorso, e lo sono
altresi i varj grandiosi lavori ed i molti edifizj die ogni
atino con impulse crescente a decoro della nostra cicta
s' intraprendono e si compiono. E qui V autore ricorda
la navigazione a vapore introdotta ed estesa sulle acque
di Lombardia, i teniaiivi die si vaano facendo per fare
2l6 APPEXDICE
scaturire da inusitate vie le acqne sotterranee; la riprodotta
illuminazione a gas con metodi piu sicuri e piu economi-
ci; il felice esito ora per la prima volta ottenuto nella piii
volte tentata fabbricazioae delle porcellane ; la nuova gal-
leria coperta die fu quest' anno costrutta pel vantaggio del
conimercio e pel comodo de' cittadini ; ed in line la fuslone
in ln"onzo de' cavalli destiuati ad ornainento del magniflco
arco del Sempione (i). n II campo e dunque aperto, con-
» chiude il prof. Coafigliachi , o bravi e savii agricoltori
» ed artieri , a eenipre nuove gloriei a voi sta il percor-
n rerlo , a voi sta I'indirizzare nel retto cammino i teneri
» vostri figliuoli. Imprlmete nella loro mente che il sen-
" timento d' onore dipende dalle essenziali facolta dell' no-
>' mo, le stesse in tutti, e che peicio come colle scienze,
» colle lettere, colle arti belle, cosi colla pratica di utili
" mestieri si puo conseguire vera fania ed acquistar nome
» clie duri oltre il sepolcro. "
Alia recita dell' accennato discorso tenne dietro la lettura
della descrizione degll oggetti premiati, la quale nel libro
e premessa al discorso medesimo , ed anche di questa da-
renio qui un breve sunto.
Premj della medaglia d'oro.
L' ottico milanese sig. Luisi Consonni presento al concorso
vin obbiettivo acroniatico di 46 linee d' apertura e di cin-
que piedi di distanza focale , in cui le due lenti sono
(l) Uno dei cavalli suddetti , modellato dal valente scultore
Abbondio Sangiorgio e girtato in bronzo nella fonderia de' fratelli
Manfredini era esposto al jmbblico come oggetto di arte suUa sua
base di grauito uel cortile dell' I. R. Palazzo delle scienze , e di
eeso terremo discorso in un altro de' nostvi fasciooli. Ma qui ta-
cere nou dobbiamo che a' progressi della nieccauica fra noi, non
meno clie alle accuratissiaie inipercettibili connessioni clie d'ogni
parte ne fece il sig. Manfredini, debbesi clie questo cavallo co-
lossale stato sia colla sua pesantissima base trasportato d.iU' ofFi-
cina della Fontana sino al palazzo di Brera, e poi sino all' Arco,
per lo spazio cioe di circa tre miglia, senza clie ricevuto abbia
il piu piccolo detriuiento , conservato esseudosi in ogui sua parte
intatto e fermo.
Nelle sale dell' esposlzioue vedevansi inoltre i primi saggi della
fabbrica di porcellane qui rammentata , eretta pi'esso S. Cristnforo
fuori della Porta Ticiuese ed appartencnte alia Ditta Giudrad e.
conipagni.
TAUTK ITALIANA. ai^
combinate in modo da rendere piccolissimi gli errori di sfe- -
ricita e di rifrazione. Paragonato il suo cannocchiale con
alcuno del piii celeljrati di Londra e di Monaco , ne so-
stenne il confronto e parve anche superiore dal lato dell'in-
tensita della luce. — L' ingegnere meccanico sig. i?(ZrtoZo?neo
Avesani di Verona presento i disegni d' una inaccliina a va-
pore adattata a mettere in moto un filatojo, nella costru-
zione della quale ha Immaginate moke utili modificazioni.
Si riferiscono queste principalmente alia caldaja fatta este-
riormente di legno , e rivestita ^1 di dentro di sottile la-
stra di rame ; ai ferri della grlglia , cavi e rlenipiuti di
acqua , alia cliiave die instituisce nlternativamente la co-
municazione dellc due camere del cilindro, e finalmente ad
un' altra camera nella quale si opera la condensazione del
vapore senza 1' introduzione dell' acqua fredda. — Al sig.
Domenico Magni devesi 1' onore d' aver introdotta in Lom-
bardia la fablDricazione de' piii fini cappelli di paglia emuli
di quelli di Toscana , col procurarsi da prima la paglia
della spelta e del niarzuolo die a cotal uopo coltiva con
molta abilita ne' suoi fondi , coll' aver cliiamato da Firenze
pei-sone intelligenti in quest' arte e coll'estendere a molte ma-
ni il lavoro. — L' agricoltura confessa grandi obblighi al no-
bile sig. rietr Antonio Spini die attese a render fruttifere tre-
cento pertidie di terreno nel Bergamasco, educandole all'ara-
tro, pianandole e corredaiidole di opportuni caseggiati. — La
nianifattura di stofl'e di seta e di lana del sig. Eliseo Borioli,
gia premiata con medaglia d' argento nell' ultimo concorso,
fu reputata degna nell' attuale del premio maggiore per
notabili migiioramenti. Tra i lavori in essa prodotti furono
distinti per pregio di novita varj spolini dojipj di bellissi-
nio disegno , ed una stoITa di seta d' altezza straordinaria,
Premj della medaglia d' argento.
A sostenere 1' arte della pittura a smalto , in cui anni
sono si distinse 1' esiniio artista Gigola , cd a perfezionarla
ancora prcsentasi il sig. dottore Pietro Bagatti-Valsecchi , il
quale come espertissimo nella miniatura e conoscitore delle
propricta lisiclie delle materia coloranti, lia esegulte delle
opere in qnesto geuere di pittura, che supei-ano le migliori
presso di noi fin qui prodotte. — A lavori piu minuti di
snialti , ma di piu facile x'icerca nell' arte dcU' oriticeria at-
tende il sig Gio. Bcrtini . il quale in gran copia ne fox'nisce
;2l8 A.PPENDICE
ai pill rinomatl orefici di varie citta d" Ithlia. — L' arte li-
tografica sebl^ene tnrdi iiitrodotta nel nostro paese, vi ha
gia fatti notaljili progress!, e lo stabilimento della ditta Vas-
salli, diretto dal sig. Giijoni, ha protiottl del lavori tracciati
da niani maestre e di straordinarie dimensioni. FeUce in par-
ticolar modo e riescita 1' a|.iplicazione di essa alle carte topo-
graflche. — I singolari progress! fatti dalla litografia porsero
al sig. Giuseppe Lazzaretti nnovo campo dl distinguers! nel-
I'arte sua di colorire le staaijDe, arte da lui portata a singolar
perfezione. — Introihittoi e colla data ipotesi mirabilmente si coUega.
Ci ha fatto qualche stupore il non vedere mai citato in
quest' opuscolo il chiarissimo Zoega , scrittore classico in
materia di bassirllievi , tanto piit che ci sembra di aver
vedute nelle dotte di lui esposizloni molte cose che a Ce-
rere , a Plutone , a Proserpina si riferiscono. Piu content!
siamo della descrizione del bassorilievo, che non della ta-
vola unita , nella quale troppo sobriamente sono indicati i
soli contorni, coslcche non ben chiara si vede la rappre-
sentazione. Appena si scorge la figura di Proserpina: la iVa-
jade pol, o la ninfa che rimane a destra di chi guarda ,
colla sinistra sembra appogglare al petto un otre, anzlche
una piccola conca , come si dice dallo spositore.
Rlguardo all' eta di questo monumento dell'arte, in con-
seguenza della secchezza dei nudl , delle proporzioni alcuna
volta tozze, benciie regolare sembri in generale il disegno,
mediocre l' esecuzione , e vi si vegga qualclie naturalezza
e nobjlta nello spartimento delle pieghe, lo spositore stesso
e d'avviso che sla scultura di grcco scalpello, anziclie di
etrusco, e che possa esser copia di altro eccellcnte liasso-
rilievo, eseguita in tempi di decadimento dell' arte.
230 APPENDICE
Brevi menioHe sulla vita e sid fatci di Giuseppe Luosi,
7}iirand()lano , gran gliidice ministro delta giustizia,
conte e senatore del Regno d Italia, Q. dignitario
dell O. delta Corona ferrea , grand Aqnila delta le-
gione d onore , mcmbro onorario dell I, R. Istituto
italiano , ecc. — Milano , i83i, dalta Societd d-
pografica de' Classiri Italiani , in 8.°, di pag. 59.
II nonie di Brevi memorie potrebbe darsi a molti elogi
die giornalmente si stampano, ora massime che per uoiiiini
illustri e non illustri si fanao frequeati necrologie ; e in
vece a qneste bievi memorie potrebl>e applicarsi il nome
di eloglo , perche realmente vi si dipingono tutte le virtu
e i pregi intellettuali e morali dell' individno encomiato.
Noi pero lodiamo V avvisamento del cav. Compagnoni di
avere scelto il titolo modesto di Brevi memorie, perche que-
sto sotto il mauto dell' ingenuita e della scliiettezza allon-
tana qualunqne dubbio di snatnramento della verita , die
in nn panegirico far potrebbero i prestigi dell' eloquenza,
L' autore stesso ha mirato a questo fine, e nuda d' ogni
arte si e studiato di esporre la verita delle cose, taato
piu cli' egli rappresenta Giuseppe Luosi della sola verita
occnpato.
Nato qnesti in Mirandola nell'anno lySS di famlglia pa-
trizla^ fece i migliori suoi studj in Modena, la cui Uni-
versita era in que' tempi flortdissima, e fornito d' ingegno
jironto e perspicace, si applico con fervore alle ottime disci-
pline: datosi poi aU'avvocatura, acquisto grandissima im-
portanza come giureconsulto, e tutelo i privati, come pure
i pubblici diritti de' cittadini. Porto egli nella scienza delle
leogi la vera filosolia , e accoppiaado anche nel maneggio
degli afi'ari, 1' ingegno, i lumi, la fede , la gentilezza, caro si
rendette a tutti , e nel sorgere di un nuovo ordine di cose
neir Italia superiore, chiamato fu alle prime cariche : fu
governatore di provincie , fu ministro della giustizia e
qnindi direttore nella Cisalpina , fu membro in appresso
della consulta legislativa e della consulta di Stato, e fi-
nalmente gran giudice ministro della giustizia. « Bella lode
e di lui, dice il Compagnoni, I'aver conservato dopo quel
primo esperimento ( cioe dopo il suo primo ministero ) ,
la puliblica stima e fiducia a traverso di tanti rivolgimenti
di cose, di opinioni e di afTctti lode ed onore sommo
PARTE ITAI-IANA. 23 J
r avei'e incontrata la generale soddisfazione in questo se-
contlo pcriodo, pieno di tante dlflicolta. " A lui fu dovuto
in queir epoca un legolamento organico della giustizia ci-
vile e punitiva; a lui clie ne commise T esecuzione aJ
uomini distinti , sono doviite le versioni italiane e latine
del codice, e cjiiella italiaua del codice di processura civile ;
a lui la nuova conipilazione del codice di processura pe-
nale , e finahnente Tintrapresa compilazione del codice dei
delitti e delle pcne. Lungo sarebhe il voler riandare tutti
i lavori con uiiral)ile accordo preparati nella sua mente ,
e alcuni con niirahile prontezza eseguiti, per le quali cose
fu da taluno salutato per il Coccejo dell" Italia : non pos-
sono pero omettersi tre scuole speciali di altlssima Impor-
tanza da esso ottenute in Milano, quella cioe di dirltto
pubblico e commerclale, quella di alta legislazione civile
e criminale , e quella di eloquenza pratica e legale.
AUorche egli cesso dagli affari , il sufFragio pubblico lo
accompagno nel suo private ritiro , come lo aveva onorato
neir auge della sua elevazione : la fede , 1' integrlta e le
altre qualitii eminenti in esso riconosciute gli conciliarono
fra le piii distinte classi riverenza e considerazione , e presso
il minuto popolo una specie di venerazione.
L' accurate biografo nota opportunamente die con molta
atteazione alia distribuzione del tempo seppe il Luosi in
gioventii ed anche in eta provetta riserbarne qualche parte
pei geniali piaceri e pel civile conversare , come pel piii
graditi studj , e che anche in mezzo alle carlche piii ele-
vate , nelle private sue consuetudini mostro stima ed amo-
revolezza verso le lettere e i loro coltivatori, e in quelle
si diletto di trattenersi di ogni sorta di dottrlna, e di ame-
nlta iilosofica e letteraria. Una sola cosa crediamo dal bio-
grafo omessa, e noi la teniamo da persona che per lunga
serie d' anni tratto intimamente col Luosi ; ed e che egli
conserve sempre un particolare amore per 1' araena lette-
ratura e per la poesia , e che quest' ultima negli anni suoi
giovanili aveva partlcolarmente coltivata.
Manco egli ai vivi il glorno i ottobre i83o con sommo
dolore di tutti i buoni , e specialmente dei membri del
prlmario corpo scientifico del regno , al quale merltaiueuie
aveva appartenuto. A tutti ha readuto grato servlgio coUa
publjllcazione di queste memorie il Cornpapioni , mcntre lia
adempiuto al tempo stesso uno de' piii sacri doveri del-
r amlcizia che lo legava al defunto.
aSa APPENDICE
Osservatore stradale nelle Lagiine Venete e nella Ter-
raferma , viaggiando dulla cittd e porto-franco di
Venezia a BIcstre , Chioggia , Jdiia e Fortogruaro. —
Descrizione di Fortogruaro , nella quale si condene
la descrizione delle cose piii belle e maravigliose
rispetto alle belle ard che si trovano nelle chiese e
nei palagi che frontcggiano i lad delle strade , le
Memorie sacro-profane di storiografia andco-tnoder-
na , naturale , civile , polidca ed agronomica , le
distanze idnerarie in poste ed in miglia , la partenza
e I arrive delle diligenze e delle barche corriere e
la loro tariffa , i maggiori alberghi ed altre lUili
osservazioni; illustrato dagli attuali sinodi diocesani
c dal corpo politbco-giudiziario amministradvo dei
distretd , del geomctrn De Scaramelli , con tavolc
in rame e carte topograficJie. Farte prima. — Ve-
nezia, 1882, tipografia Gaspari , in 8.°
E una niiserabile compllazione , nn laforine ammasso di
notizie senza scelta , senza verita e senza importanza. Pare
impossilnle che nel tempo in cni viviamo si stampino li-
bri di tal fatta clie mancano afFatto di grammatica e di
senso comuae, ed in cui si pone impudentemente in non
cale ogni riguardo pei paesi che si vuol descrivere , il de-
coro dei personaggi di cui si fa nienzione, ed il rispetto
dovnto alia verita storica ed ai sacrl diritti della ragione
e della critica.
Nuovo Dizionario de' sinonimi della lingua italiana,
di Nicolo ToMMASEo. — Firenze, i83o-i832, dalla
dpogrufia di Luigi Pezzati , fascicoli 9 , in 8.°, che
formano un tomo di pagine 676 , a due colonne.
Lir. 9. 35 italiane. — - In Milano si vende da Gio.
Firotta in contrada di S. Radcgoiula^ il quale sta
per pubbhcare un Indice alfabetico dei vocaboli con-
tenuti nello stesso Dizionario. Qiiesto avrd con tale
Indice un neccssario corredo ed un utile servizio per
chi abbia a vulersene.
PARTE ITALIANA. a33
Versi € Prose del dott. Francesco Beltrame di Co-
negllano. Volume I. — Venczia , 1882, dalla ti-
pografia di G. B. Merlo , in 8.°, pag. 270.
II dott. Francesco Beltrame di Conegliano e un glovane
egregio , che dai modi ingenui e colli e dal candidissimo
animo spira qiiella stessa amenita che la patria di lui spira
dal suo cielo e da' suoi colli. Dopo aver rallegrato ia pa-
i-ecchie occasioni i suoi amici e le gentili adunanze con
bei versi e con prose leggiadre , egli fece loro un gratis-
simo dono riunendo questi componimenti nella Raccolta
die annunziarao; e con cio intese al buon fine d' impedirne
la dispersione e di viemmeglio serbare le care e dilettose
meniorie che sono ad essi raccoraandate. II primo volume
di si fatta Raccolta e diviso in due parti. Tuna delle quali
comprende i versi , 1' altra le prose.
Nella prima parte innanzi ad ogni altra cosa si legge
una tragedia intitolata Saffo. Sebbene noi pensiamo che gli
amori e le sventure della celebre poetessa sieno uno di quel
soggettl che rAIiieri chiamava non tragedlabiU , tuttavia,
poiclie r autore ci dice che il suo dranima fu vivamente
applaudito in tutte le primarie citta d' Italia, noi facilmente
ciediamo alia prova dei fatti , e ritengliiamo che la viva
pittura di quell' araore sciagurato, il calore e la copia dello
stile , e lo stesso valore degli attori avranno validamente
supplito al naturale difetto dell' argomento. Alia tragedia
seguono sedici componimenti lirici , nove dei quali sono
scritti per nozze , per ingressi, per morti, ecc. Benche
a queste leggieri poesie di rado si presti seria aitenzione ,
ed in cio si f;iccia bene, pure a noi sembra ch' esse me-
ritino qualche lode per la schietta loro eleganza , per una
certa franca disinvoltura clie grandeuiente ailetta , e sopra
tutto per la vena di affetlo che largamente vi discorre.
Nella seconda parte primo si presenta TEIogio del pittore
Giovanni Batista Cima di Conegliano letto all' Accademia
delle l)elle arti di Yenezia nel giorno della solenne distri-
buzione de' premj. In questo elogio 1' autore bene adem-
piendo gli uillzj di priidente lodatore e di oratore elo-
quente va mano a mano dimostrando i pregi pei quali fra
i maggiori della veneta scuola si novera il Cima , iudica
i caratteri che lo fanno dagli altri singolare , ed i piii iii-
signi di lui dipinti con nobili ed evidenti parole descrive.
234 APl'ENDICE
E siccome il CiQia ebbe comune la patria coll'autore, cosl
quest! da tale circostanza traendo liellainente profltto, si
trattiene soveiite con giusta compiacenza ad esprimei-e Ic
affettuose ricordanze e ad esporre i vanti di quel vago
paese , che il sole guai-da con tanto aniore , e die la na-
tura orno con si ridente amenita di campi e di coUine.
Dope r elogio si leggono le Memorie biogi'afiche di Giro-
lamo Zamboldi di Portogruaro e di Girolamo Alberti di
Venezia : sono brevi componimenti tutti spiranti viva e
leale amicizia , pieta degli umani dolori , reverenza alia
virtu. Quindi si trova un articolo sulla Callofilia del dot-
tor Girolamo Venanzio gia stampato nella gazzetta di
Venezia, in cui 1' autore con sommo accorgimento e con
una maestria non comune tocca i sommi capi di quella
lunga opera. II volume si compie con un Discorso letto
per la distribuzione de' premj nella scuola elementare mag-
giore di Vicenza. In queste varie composizioni ci piacque
lo scorgere die l' autore coglie volentieri ogni opportuna
occasione per far onorata menzione di quelli die in qual-
sivoglia niodo o tempo lo giovarono di assistenza , d' istru-
zioni o di consigli •, cio che disvela un animo in tal guisa
inclinato alia gratitudine , alia benevolenza, alia cortesia ,
che nella eta nostra tanto severa e tanto povera di af-
fetto porge un giocondo conforto ed up. raro e consolantissi-
mo esempio. Conchiudiamo che se le opere del dott. Beltrame
non portano un grande incremento alia letteratura nostra ,
la lettura di essa sara sempre aggvadevole, e sara ezian-
dio utile e profittevole per la sana morale die vi si ap-
prende e pel delicato e rettissimo sentire die in ogni pa-
glna si discopre : cio che da noi suprema lode si reputa.
Aggiugneremo per ultimo che T edizione si distingue per
bella carta e per nitidissimi tipi.
Fai>ole nuove del professor e Cosimo Calvelli. Prima
edizione. — Firenze , i832, tipografia Corsi e com-
pagni, in 8°
Scriveva il De Lamotte die la favola e un piccolo poe-
ma epico il quale non la cede ai grandi se non che per
estensione. Quand' anclie si riten2;a che questa definizione
presenti un' idea troppo vasta e non proporzionata ne cor-
rispondente al soggetto, egli e certo pero che entro i
PARTE ITALI\NA.. 235
limiti brevissiini fra i quali sta naturalniente rlstretta, la
favola aver deve il suo principio, mezzo e fine, il suo
progresso , la sua sospensione , il suo scioglimento •, e clie
deve soprattutto esser concepita in modo che ne derivi
una giusta regola di morale, non teorica o speculativa,
ma pratica ed utile agli uoinini; sia che questa chiaramente
e spontanea mente risulti da cio che si racconta , sia che
traspaja dai veli ne' quali alcana austera verita talvolta si
avvolge perche piu gradita e piii profittevole riesca. Quindi
la favola esser deve naturale e semplice ed in pari tempo
gioconda e graziosa. Poiche per una parte e chiaro che i
modi pomposi e fucati male converrebbonsi ad una com-
posizione che ha per iscopo il facile apprendimento di una
morale accomodata ai bisogni piu comunali della vita, e
per altra parte lo squallore e la grettezza non sarebbero
al certo mezzi acconci a procacciare alle insegnate verita
liete accoglienze e numerosi seguaci. II professor Calvelli
che sembra dichiararsi ligio a siffatti principj nel Ragio-
namento che premette alle sue favole, in queste poi non
mostrasi del pari sollecito di osservarli. Perocche il mag-
gior numero di esse non comprende un piccolo fatto che
abliia il suo proprio andamento, la sua compita vicenda ,
ma piuttosto una circostanza comune, una eventuate com-
binazione ; cosicche non si scorge in quelle un caso od una
azione particolare , ma bensi accidenti ed abitudini, quali
ordiuariamente fra i viventi si osservano. Quindi 1' appli-
cazione che si fa del precetto all' esempio e per lo piii
vaga ed incerta ed anche talvolta sforzata; e sovente la
massinia morale che si vuol dedurre mal corrisponde e si
adatta al tenore del racconto ^ nella stessa guisa che un
vestito lavorato con misure generali e comuni di rado o
non mai agl' individui si attaglia. Lo stile di queste favole
e sempre pianissimo, sovente disadorno, alcana volta ezian-
dio povero e negletto;, onde in complesso risulta una sem-
plicita troppo nuda ed una schiettczza il piii delle volte
insipida e volgare. Nemmeno possiamo assolvere il nostro
autore da ogni taccia in fatto di lingua \ poiclie e nelle
parole e nelle frasi alcune mende si scoprono; e sebbene
sieno rare e lievi, tuttavia devono essere osservate e dan-
nate con ricrore in un libro destinato sinjiolarmente alia
istruzione dei fanciulli, in cui percio tutte le j'arole do-
vrel)i)cro essere elettissime , e lo stile sempre corretto con
236 APPENDICE
esattezza scmpolosa. Piacque poi all' autore di dare con
note poste a pie della pagina la spiegazione dl alcune pa-
role da lui adoperate. Gio che iion lodiamo; poiche se agli
adulti riguardisi, e un obbrobrioso pensiero quello die
italiaiii lettori noa intendano il seaso delle voci italiaae e
non gia delle meno comuai ed usate , ma di quelle eziandlo
che vaano per le bocche di tutti come sussiego, carola,
capriola, larice , sputar tondo, prender commiato e di tante
altre di tal fatta , le quali da lui sono spiegate con una bona-
rieta che innamora •, e parlando dei fanciulli giova che que-
sti trovando una voce mal nota facciano studio per inten-
derla o contraggano quindi 1' abitudine di consultare i di-
zionarj , abitudine che sola puo porli ben addentro nelle
cose della lingua , e che i piu grandi letterati acquistano
giovanetti, e vecchi non abbandonano. Per altro tutte le
massime Insegnate dal prof. Galvelli sono rettissime; e per
tal riguardo questo libretto e veramente aureo; e potrebbe
dirsi perfetto , se alcuna volta il significato morale delle
favole non fosse applicato a certe opinionl letterarie, le
quali con tal mezzo non possono essere ne avvalorate ne
illustrate.
Diplntl nnovamente scoperti , d Invenzione dl QiuUo
Romano^ i quali servono di appendice ai monu-
mentl mantovani. — Mantova , i832 , co' dpi di
L. Caranenti , in 4.° fig.
In una casa di Mantova, altre volte de' marchesi Torelli
posta nella contrada Fradella, esistevano ragguardevoli di-
pinti, i quali danneggiati furono grandemente in occasione
di un incendio, cosicclie solo rimase intatto un gabinetto
terreno. Que' dipinti cogli ornamenti e cogli stucchi onde
erano accompagnati , mostravano la maniera medesima che
tuttora si ravvisa nella R. Gorte e nel palazzo del T.
Oltre le rappresentazioni storiche si osservavano in quel
gabinetto alcuni paesetti a guisa di miniature , e si nota
che in questo genere di pittura Giulio Romano educate
aveva tra gli altri certo Camillo mantovano.
Volendosi ora quella casa convertire in un magnifico
palazzo, si trovo necessaria la demolizione di quel gabi-
netto; ma non volendosi perdere quella gemma preziosa ,
si adotto il partite di scgarc la volta , c di questo lavoro
PARTE ITAI.IANA. 287
s' Incarico iin esperto artista mantovaao per nome Pietro
Dovau , il quale non risparmio spese ne fatiche, armando
tU ferro tutti i pezzi segati , e in questo iiiodo venne a
capo di rescindere felicemente tutti que' pezzi, die piu
sani ancora dl qnello die erano nella |5riinitiva loro sede ,
venacro nieglio a coutatto tra loro, nientre in addietro
solcati erano da varie crepature. Poco piu lungo di sei
metri e poco piii largo di quattro era il gabinetto, e I'im-
posta della volta aha quattro piedi dal pavimento, fre-
giavasi tutt' attorno di paesetti in prospettiva. Sopra ua
cammino nel gabinetto medesimo vedevasi il genio del-
r arciiitettura col compasso nella sinistra, situato nel fondo
di una boscaglia, forse per indicare die di la pigliata aveva
Tardiitettura la sua origine. Sul pendio della volta dipinta
era da un lato la sfida tra Apollo e Marsia , da un altro
il crudele supplizio di questo \ altrove Paride die pronun-
zia il Altaic giudizio , e in altro iinalinente Diana nel ba-
gno , nel centro , e la vicino Nettuno nel suo cocdiio.
Vedcsi nella prima scena un' amena campagna, ed a si-
nistra di chi guarda, I'Elicona, stanza di Apollo e delle
Muse. II dio e nudo, come pure Marsia, cui stanno a fianco
due Silvani^ in faccia vedesi Minerva, die tocca vigorosa-
mente il braccio di Marsia , quasi per farlo desistere da
quella vana contesa , e intanto il Genio dell' armonia pone
sul capo ad Apollo la corona del trionfo. Una boscaglia
vedesi pure nella seconda scena , nella quale il Genio
recasi in mano la cetra del Nume, simbolo della Vitto-
ria, e Apollo compie lo scorticamento del vinto ilfar5fa ca-
povolto e appeso a' rami di una quercia , gia tutto, come
dice lo spositore, spoglio della vagina delle sue membra:
quel Dio a dileggio si compiace di venire punzecchiando
le parti genitali del vinto competitore , fantasia che soltanto
potrebbe perdonarsi a Giulio Romano. Lo spositore nota
come r artista allontanossi in questo fatto dalla maggior
parte degli antichi moaumenti , ne' quali , trovandosi forse
indecente il fare d'un Dio un carnellce, la crudele esecu-
zione fu delegata ad uno Scita. Molta espressione pero
trovasi in queste figure , e singolarmente nella testa di
Marsia dalle cui pronunciate contra/ioni puo argomentarsi
lo strazio ed il tormento che egh soffre. luvenzione si dice
questa di Giulio, se pur anche sua non ne fosse I'esecuzione,
che certanicnte apparterrebbe ad uno de'migliori suoi allievi.
238 APPENDICK
Nella terza scena , die si apre in una ridente campagna
a' pledi del monte Ida , vedesi il gindizio di Paride ; la
Dea della bellezza sta graziosamente accarezzando un Amo-
rino, meiitre Mercurio , posto fra Paride e Ventre, china
il caduceo sul capo di quest' ultima, come per legittimare
il suo trionfo , e Giunone e Pallade in disparte mostransi
dispettose della loro sconfitta. Tutte le figure dei Numi sono
caratterizzate dai loro peculiari attributi. In una boscaglia
si apre pure la quarta scena, ove Diana e le sue Ninfe si
bagnano in un bacino scavato nel sasso, nel quale un'aper-
tura permptte lo sgorgo alle acque. Ateone si innoltra a
quella volta, e le Ninfe vergognose si accdsciano I' una
all'altra, nientre Diana, celando con un lembo della veste
quanto piii teme la verecondia , pronnnzia sdegnosa la
sentenza di Ateone, cui tosto sorgono dalla fronte le corna
ramose, mentr' i cani furiosamente cominciano ad investirlo
co' loro latrati. La quinta ed ultima scena presenta Nettuno
nel suo cocchio a foggia di grande concliigUa , tirato da
quattro cavalli niarini. II pittore espresse tutta la volutta
della sua fantasia in una Oceanide nuda , con palio svo-
lazzante , che appena le tocca il petto: un genio marino
guida 1' impetuosa quadriga. Si chiude questa descrizlone
con una congettura , che il gran Giulio , amico di Baldas-
sare Castiglione , a cui fu sposa una Torelli, abbia voluto
lasciare in quella casa un monumento di quanto potesse
la forza del suo ingegno.
A questa breve descrizione sono unite sei tavole inta-
gliate a contorno e rappresentanti tutte le suddette com-
posizioni, dalle quali molto vantaggio certamente potranao
ricavare i coltivatori dell' arti belle.
* Lezioni di declamazione e d arte teat.ralc , di Antonio
MoRROccHEsi , professore nell'I. R. Accademia delle
belle arti di Firenze. — Firenze , 1882, tipografia
air insegna di Dante , in B.*^, di pag. 368 , con 40
tavole in litografia. Lir. 12. 18 itah {lir. 14 austr.). —
In Milano si vende da Gio. Pirotta in contrada di
S. Radegonda. ^
JARTE ITALIANA. 289
Almanacchi.
" Fate un artlcolo allegro , brillante » : diceva chl mi
consegno gli almanacchi. La sua faccia per altro non era
nioko lieta ; pareva clie questo desiderio di articoli allegri
nasceiido, com' e ben naturale, da molte reminiscenze non
liete , imprimesse ne' suoi lineament! una certa mestizia di
cui egli medesimo non s' accorgeA'a.
" Fai-6 d'ubbidirvi »: risposif, ma ne la voce ne i gesti
accp^iistarono molta fede alia niia promessa : perche qui
dentro, dove par die i pensieri della mente si coloriscano
v'ha qualche cosn die non lascio pigliare sembianza di
veritii a quelle parole. Nondimeno la mia intenzione era
veramente di soddisfare al desiderio dell' amico ; perche
finahnente qual cosa e piu. amabile della letizia' o quando
mai potra essere interdetto il parlare di almanacchi ridendo?
Oltreche ( io pensava ) chi non fa del suo meglio per tri-
pudiare nelle feste del Natale' chi non ama di cominciare
con qualche onesta allegrezza il nuovo anno'
Con tale intenzione aduncfue mi diedi a leggere gli al-
manacchi, desideroso di trovarvi materia da ridere. L'uno
dopo r altro ne lessi ben venti, se me ne venisse alle mani
piu- mio da cui potessi ragionevolmente cominciare ridendo:
ma non Tavrebbe trovato Democrito ! Forse egli, per non
mancare al proposito suo , metterebbe in deriso questa
nuova usanza di scrivere almanacchi sentimentali e pian-
genti ; ma sto per dire che, in vece di trovare chi facesse
eco di cuore al suo ridere, pericolerebbe ai di nostri di per-
dere il nome di lilosofo con cui T antichita 1' ha onoiato.
Dopo la lettura degli almanacchi pertanto non fu possibile
ch' io mi trovassi piu lieto clie quando promisi di scrivere
lietamente: e forse in breve i miei lettori si persuaderanno,
che se I'articolo non e allegro non e tutta mia la colpa.
Pur s' e veduto sugli angoli delle sti'ade 1' aA^'iso d' un
almanacco lepido-critico ... Si ; T avviso ed il frontispizio
proinettono uno scritto lepido-critico nell' almanacco che
s' intitola Passeggiate delV Uomo di Fietra alia Galleria De-
Cn5to/om (r); ma olu-eclie il /cpore dei cnt/ci ( cpialcheduno
soggiungerebbe un ai di nostri o fra noi) non e sempre una
cosa lieta , come poteva questo libretto di poche pagine
contrappesar la mestizia degU akri che sono molti e di
molto maggior volume' L'autore ha fatto quanto pote per
(1) MiJano, tipoijrafia Bonfauti, a spese di Cai'Io Canadelh.
a40 APPENDICE
sottrarsl all' influsso della generale malinconia de' suol com-
pagni ^ ma con tutto il suo sforzo non sappianio se avra
fatto spuntare un sorriso sul lablDro dl moiti lettori. Egli
rstcconta che 1' Uoino di Pietra diede della dura sua testa
nel capo gentile d' una giovinetta ^ con altre somiglianti
awenture: fa che il suo protagonista si chiami da se me-
desimo bestia e sommaro ; gli pone in bocca qtialche nie-
tafora strana , qualche graziosa sgrammaticatura , qualche
stravagante sentenzia j come a dire una ringhiera die per-
suade per la sua non ordinaria sontuosita — le colonne che
inspirano alle botteghe un' aria di rnaesta e di fasto — assistt
al tragitto di non pochi secoli - un uomo di vent' anni fa
la barba a quello di cinqiianta , ecc. Da inoltre il nome di
appartamento alia pai'ete in cui rUomo di Pietra sta fra
incastonato e sospeso ; chiama veloci piante i sassosi e pe-
santi stioi piedi ; e paragona un giovane vagheggino ad un
moscone in cucina: insomma egli conosce e tenta tutd i
fonti del ridicolo ; pur non riesce a far ridere. La colpa e
probabilmente di chi legge piii che deH'autore; anzi par
colpa di un influsso maligno che nessun uomo forse puo
vincere : ma se questo vale a giustiiicar lo scrlttore , dee
giustificare altresi ia mia asserzione, che in tutti questi
almanacchi non era possibile trovarne pur uno da cui io
potessi cominciare il mio articolo allegramente. Tutto C£ue-
sto io riio detto acciocche il mio amico sia persuaso che
non m' era proprio possibile soddisfare al suo deslderio.
Nondimeno qualcuno vorra forse credere che queste parole
siano state scritte non senza cpialche pretensione di far ri-
dere. In tal caso Tautore delle Passeggiate potrebbe sten-
dermi la mano dicendo : E tu pure ti sforzi indarno! ne io
avrei altra scusa, fuor quella gia accennata, che il lejiore
dei critici non e mai cosa lieta.
Liberate cosi da quest' obbUgo di faj-e un oi'ticolo allegro
e brillante, noi scriveremo al solito una rivista dei prin-
cipali almanacchi pubblicati finora. E perche questi libri
si dicono in generale destinati alle toelette delle signore ,
pare buon consiglio cominciare da due specialmente con-
sacrati alle donne, Tuno dei quali s'iutitola Amore e i viaggi
ovvero le belle d'Europa (i), Taltro Le donne ed i fiori {p.).
(1) Milano , tipografia Pirola, presso gli editori Pietro e Giu-
seppe Vallardi.
(2) Milano, coi tipi di Gio. Pirotta , pressu Teditore Lorenzo
Sonzogno.
I'VrxTE IT.VLIVNV. 241
L' antore del piiino di qucsti ahnanacchi , dopo aver detto
con Goethe clie la donna e l» e alia mia pochissima dottrina ; ma dovunqiie 1' argo-
» mento 1' ha voluto , non ho potuto contenermi dal ma-
» nifestare le mie ojiinioni con quella svelata franchezza
» che emerge prepotentemente dai segreti di un cuore
» devoto soltanto ai delubri del vero. Prego Iddio che le
» mie intenzioni non si sconoscano da nessuno, meno poi
J) dai buoni . . . . Nell' insufficienza del mio ingegno, e nel
» desiderio di luce, non mi resta per ultimo se non se di
M pregare il breve pul)])Iico che legge il mio libro , di
» accoglieilo con indulgenza ; i Gritici , di rilevarne con
>i generosa franchezza i molti difetti. n Non sappiamo pero
se tutti, e massime i criticati, presteran fede a parole dl
tanta umilta ; ne vorremmo entrare mallcvadori dell' altrui
indulgenza. Noi intanto colla franchezza dall' autore invocata
non dubitiamo di dire in generale che s' egli e veramente
giovane ( come dalle citate sue parole puo argomentarsi )
avrebbe potuto indugiare alcuni anni ad assuniere questo
dilFicile e volontario incarico di giudicar gli scrittori. Non cl
sarebbe didicile dimostrargli die alcunc lodi passano il segno,
e sono contraddette da gli esempi stessi da lui citati; die
alcune censure sono ingiuste od esprcsse con qualche acer-
bita : ma nel primo caso dovremmo senza necessita e
senza vantaggio veruno spiacere ai lodati ; nel secondo
non farciumo altro per avventura, che dire all' autore quanto
utU'a dirsi tra lirove da mold : perocche sarebbe un nuovo
esempio di lctt(>raria ])azienza , qualora il suo liiiro pas-
sassc aciiza / vita ( cosi dice Giulia medesima ) e sul tramontare ; e
» per me si avvicina il momento del sospirato guiderdone.
» Noi camminiamo frammezzo le tencbre ; I'agonia e Tau-
» rora della luce immortale clie splendera agli occbi nostri.
1) La morte sola puo svelarmi que' profondi misterl cbe
» neir umilta della Fede ho senipre nmilmente adorati.
» Ho sofferto ass»ai , assai ; ma i gitai della vita mi apri-
>» rono gli occbi alia luce del vero ; m insegnarono la ras-
» segnazione. II bene cbe feci , il male cbe procurai di
>» evitare , tutto e palese a quel Dio cbe un tempo pur
» troppo posposi alia creatura. » — Giorgio .... arriccbi-
tosi nolle Indie ritorna al projirio paese, c trova die una
sua nipote accasata con uno sposo povero e svcnturato , ma
non pero vizioso, langnc nella miscria co' suoi innocenti
248 APPENDICE
figliuoli , scnza clie le sorellc di lei se ne diauo punto
pensiero. Ed egli la trae dallo stato infelice in cui e ca-
duta. — Tali sono i racconti del sig. Sartorio ; nei quali
non trovasi novita di avventure , e forse nemmanco quel
che ora dicouo talento di esposizione ; ma una certa nia-
linconia e un amore della virtii che si trasfondono nell'a-
nimo e di quando in quando ci commovono.
Gli Apologhi del conte Caleppio sono scritti con molta
purita di lingua, e facilita grande di verso e di riuia. Egli
lia combattuto sempre contro i dispregiatori dei nostri
grandi poeti nazionali , e qui pure li fa segno a' suoi versi.
Non sono una stessa cosa il romanticismo e ii dispregio d*tj,
ckissici ; e pero s' ingannano, al parer nostro, coloro i quali
da quests poesie argonientano che il conte Caleppio sia
avverso ad ogni novita letteraria. Piuttosto potrebbe diisi
oggimai, che chi voile dispregiare i grandi eseniplari cer-
cando Y oi'iginalita del padre Adarao , ha maudati i suoi
libri nella valle di Manibre ad aspettare il risorgimento
degli uomini vissuti prima d' ogni scrlttore ; e pero sarebbe
desiderabile che il signor Caleppio volgesse a qualche altro
argomento queste sue facili poesie.
Le novelle del Piccolo Keepsake ci guidano naturalmente
a parlare di un altro almanacco col titolo II Novelliere fran-
ccse di autori contemporanei ; presente alle dame per I' anno
1 833 (i). Alio scrittore di questo articolo pareva, cosi in
generale, che i novellieri e le novelle non fossero cose da
presentarne le dame ; perche o questi libri sono fatui , e
le donnc hanno una naturale, irreconciliabile antlpatia alle
fatuita^ o sono tevribili, e non e gentilezza funestaxe con
tetre fantasie una vita tuttii lieta e festevole ■■, o tentano di
allettare col bello spirito , e non pare buon consiglio offe-
rirli in dono alle signore delle quali in questa parte gli
uomini sono quasi sempre scolari : e le novelle che non ca-
dano sotto qualcuna di queste categoric sono pur poche! Ma
le dieci di che si conipone questo volume , sebbene non
manchino d' una certa dose dei ire ingredient! predetti ,
pur lianno tanta bellezza che basta a giustificare il divisa-
niento degli editori; oltre di che essi debbono sapere assai
meglio di noi di quali libri si possano far presenti alle
(i) Milano, tipocrafia Lampato ^ pi'esso la Societa degli cditori
degli AnnaJi univeroali , ecc.
PARTE ITALIANA. 249
dame :, o priticipalmente I'autore della Prefazlono clic scrive
con tutta la disiiivollura d' un ottimo novelliei-e, e sa cost
bene cercare per se e jie' suoi coUeghi ii favor delle donne,
e jn-omettere cJie noa se ne troveranno scoiuente. — NoL
sianio tanto avvezzi a scrlvei-e con grmntii , che cjiiando la
materia ci persuade a mutar colore , il nostro impaccio
somiglia a quelle doi cavalieri del niedio evo, allorch6 si
trovavano per tpialche accidente scavalcati nella lore enor-
nie armatura. Pero gnai a noi, guai a' nostri lettori se ne
toccasse il chpriccio dl scherzare alcun poco su qvieste dieci
novelle ! Saremmo capaci di dire che il paragonare il vaso
di una pipa , circorulato ancora da leggieri vapori, all' Etna
qiutndo riposa suinco di gittare la sua lava e il suo fiimo ,
e una strana esagerazione; eppure noi possiamo afFermare
in coscienza che questa sarebbe forse la plii piccola e la
]nii raglonevole delle nostre censure ! Merimee in qualche
luogo di questo volume , dopo aver raccontato che Saint
Clair ingelosi alia vista di un certo vaso etrusco, s'immagina
che a qualche critico possa spiacere il far che un amante
sospetti dclla sua donna per una bagattella simile , e do-
manda : Siete mai stato innamorato , signor critico ? Pero se
noi mettessimo fuori un saggio d' osservazioni somlglianti
alia precedente, qualcuno potrebbe forse dimandarne : Avete
mai scritte novelle , signor critico ? No ( rispondiamo noi ) ;
per nostra buona Ventura e di coloro che leggono tutte
quante le novelle dei nostri giorni : pur ci rimane tanto
senno che basti a conoscere, che siccome a ben giudicare
le incoerenze degP innamorati e necessario aver qualche
pratica nelle cose d'amore, cosi a voler dare sentenza delle
similitudiiii, degli aforismi, delle inetafore e simili , di che
i nosU'i novellieri floriscono i loro scritti , bisognerebbe
conoscere quel mondo da cui sogliono derivare la materia
delle loro novelle, ed a cui intendono principalmeate di
consacrarle ; nel che noi doljbiam confessarci estremamente
ignoranti. Ritorniamo dunque alia nostra solita gravita , e
in fede e parola di critici dlchiariamo che qucste dieci
novelle sono delle migliori che mai abbiani lette, che tutte
in generale sono tradotte assai bene , ed alcune anzi con
puritiV di lingua ed amenlta di stile iiividiabile. E la pre-
fazione, chi non la dirii ottiniainenie pcnsata, e scritta col
. fiorc delle tlcganze e delle grazie italiane' — Ma Tautore
del Leucrati loinbardi .... Oh ! se mai gli venisse taleuto
250 APPENDICE
licnc fossoro tutti e in tinto lo |)fii-ti migUori
clic a iioi noil seiuliraao , domanderciumo aucora, perclie
soj)ra cinr|uccento sedici pagin? se ne incontrino ajipeiia
venti di lieto ■argoniento, jjoche altre di materia nc lieta ,
nc trista, e forse quattrocento dove T animo nou ha riposo
dalla mestizia ? La Streiina dunque e veramente T alma-
nucco principe per la sua mole , per molte Jjelle e diligent!
composizioni , per le incisioni quasi tutte l)ellisslme ; ma
per dire quel che sentiamo , ci pare ti'oppo monotona
nella sua tristezza. Forse avverra che il volume sia debi-
lore della propria fortuna a questo che noi crcdiam suo
difetto ; perclie qualcuno gia disse che gli outori vivono
neir atmosfera del pubblico ; e dove molti scrivono meste
novelle , quivi e probaliile altresi che si trovino molti
desiderosi di leggerle. Ma diremo per questo che la for-
tuna del libro sarebbe stata minore, se il buon Girolaino
della Crigna non fosse venuto cosi solitario a ridere ed a
far ridere? Noi pregliiamo gli Editor! di fame nel venturo
anno la prova. Frattauto appena puo essere necessario di
dire che un volume al cp.uile concorsero quarautacinque
scrittori , in gran parte gia illustri per molte lodate produ-
zioni , un volume che comincia da Giuseppe Barl)ieri e
finisce con Felice Romani , e cosi tra via ci niette innanzi
prose e versi del cav. Maffei , di Gesare Arici , del Tom-
maseo , del Mauri e d'altri slmili ingegni, dee contenere
parecchie prose e poesie coke, ingegnose, eleganti : si ag-
giunge che fra questi scrittori v'ha una diecina di donne
assai valenti cosi nel verso come nella prosa , molte delle
quali , se non fosse stata 1' occasione della Strenna , non ci
avrebbero forse fatto conoscere nessun frutto del lore in-
gegno. E gia qiaesta sola considerazione sarebbe sulHciente
per dare alia nuova Strenna diritto a moltissinia lode.
" Da qualchc anno soleano uscire a questa stagione due
operette sull' Esposizione di Brera . . . Volevano esser te-
nute per due sorelle, ma pur si guardavano un po' bieche
tra loro , e studiavano soverchiarsi a vicenda . . . Qualche-
duno mise tra loro una jiarola di pace, e le fece sovve-
nire deUa loro gerinanita: le due sorelle si porsero la mano,
e pigliarono un solo noine che fu quello della raaggiore. v
Cosi e detto nella prefazionc alle Glorie delle belle arti (i),
(i) MilaiK), piesso gVi editor! Pictio c Giuseppe Vallardi, e
fratrlli Ubitini.
254 APl'ENDICE
per signlikare clie le due dltte Vallardi e fratelli Ubicini,
ia vece dei due solid alraanacchi svdia. Esposizione di Brera ,
sono Concorse quest' anno a fame vino solo piu voluminoso
e piu elegante dei consueti. A pagina i6o troviamo citato
VEco ; ma le parole ivi riferite non sono tolte da quel gior-
nale. E questa osservazione la facciamo solo perche ci fa
il ponte (la frase e del buoa secolo) a dire che lo scrit-
tore di questo almanacco ebbe dinanzi a se tutu i giornali,
tutti gli scritti pubblicati nel tempo de]r Esposizione ; e di
tutti si valse con molto giudizio e con molto garbo, fa-
cendo cost un voluuietto di piacevolissima lettiu-a.
Molti altri almanacchi originali o tradotti, molte novita
alineno di frontispizii , niolte continuazioni di Gcdlerie , di
Fata storici, di Costumi, ecc. darebbero materia a non po-
che altre pagine j ma noi siamo sicuri che i nostri lettori
ce ne perdonano volentieri V omissione. Quarantacinque
almanacclii ci consegno quel nostro amico che desiderava
un articolo allegro e briUaiUe. Noi lo abbiamo servito assai
male, e ce ne duole. A.
S C J E N Z E.
Esame dellu Risposta ad una scrittura il cui titolo e:
Che urazioTie sia quclla che cJdamano di quietc , del
padre Danicllo Baktoli. — Farma, i832>, per Giu-
seppe Paganino , in i6.°, di pag. xi e no.
Per megUo istrnlrci intorno la materia die qui e tratta-
ta , ascoitiaiiio il dottissimo editore , die nel suo preambolo
ci da i seguenti cetini. II padre Daniello BartoU nell' anno
1679 scrisse , ccnandato , quel suo trattatello che inti-
tolo ■■ Scrittura cuntro i Quietisti , ovvero Che orazione sia
quella che chiamano di quiete e come si pratichi. Egli raccouta
in questo scritto come tale foruia di contemplazione fosse
data ad esaminare piii secoU avanti (nel i^i^) a frate
Ugo Panclera, uoiiio di santa vita e bnon teoiogo ; e crede
uiatiifestanienic lUmostrato quella forma di contcmplazione
d' allora essere la medesima che i Maestri deU' Orazione di
qidete , capitanati dal dottor Molinos , insegnavano a' suoi
di. Soggiugue che il Panciera prova a lungo e con ragioni
saldissime contenere essa una dottrina in sonimo pericolosa.
TL , procedendo oltre aella storia di questa contcmplazloae ,
I'AKTK ITALI\NA. 200
niolto vuiluicMite , c con tjuella sua luaravigliosa eviJenza
cli stile, la vieii coisibatteudo per ogni lato. Ora a tale
scriaura i.ttl Bartoli i Qnietisti nsposero con ogni potere.
Questi replied col suo Esaine dcLlci risposia ecc, clie e ap-
punto la scrittiira die 1' editore reca in luce per la prima
volla, siccome e suo nvviso. Ma quand' anclie sia gia stata
inipressa, e paruto all' editore conveniente che clii possieJe
coUe opere del Bartoli la prima sua scrittura, possa , ove
gli sia in grado, di age vole procacciarsi eziandio la seconda.
Egli pertanto la pone in luce quale fu da lui trovata in
ua piccolo codice , che gia apparteneva ai PP. Gesuiti di
Novellara, e che indi e capitate alle mani di un prestante
letterato che ne ha fatto all' editore liberissimo dono. Ma
la lezione essendo talvolta manchevole, gli sembro neces-
sario in servigio della ciiiarezza il farvi alcuni lievi mu-
tamenti. EJ avendo posto occhio ad una copia di questa
opericciuola , rinvenuta nella Biblioteca Parinense , assai
nieno guasta nella lezione , ma in fine mancante di ua
sesto dell'intero, o poco meno, se ne e prevaluto quanto
poteva per quel poco a cui venne opportuna , giacche fu
dessa rinvenuta dopo 1' inipressione de' quattro primi fogli
di stampa , ai quali pero ha pensato di supplire col dare
in fine del voiumetto le principal! varianze della copia
suddetta.
Si scorge dal fin qui detto che il benemerito editore ,
mentre si proponeva di far dono all' Italia di un' operetta
del Bartoli a pochi nota, duro noa lievi taticlie, e dovette
a molto tedio sottoporsii per la qual cosa , non meno che
per r accuratezza somma nel ridurre a buon line il suo
lavoro , 1' editore e giustamente da commendarsi. E per
esprimerci con qualche cenno fuggitivo anche suila materia
trattata dal Bartoli, quantunque la dottriua del Qiiieusnio
si annovcri ogginiai fra le illusioni de' secoli decorsi , e
spenta la passion del partito, ridano i present! delle vane
insieine e fierissime dispute de' loro antenati , tuttavia il
richiamarla all' animo de' leggitori puo in questi tempi al-
tresi non lievemente servire alia fatale verita , che 1' uniana
nializia sa talora nascondersi sotto il velo del piu sublime
misiicismo, o per lo meno dalle rette intenzioni altrui
sa cavare consegiteuze le piu perniciose all' innato senti-
niento del giusto e dell' ouesto. Ma per maggior riscliiari-
lucnto della materia e per cvitare o^ui ingaano , scmbra
3t56 APPENDICE
a noi die il Bartoll dovesse distlnguere tra il quietisino per
cosi dire stolklo e carnale, e Taltro spiritiiale e conCenipla-
tivo. Del primo diedero esempio i Beggardl , accennati dal
Bartoli , i quali suUa fine del secolo deciinoterzo e al prin-
cipiare del decimoquarto insegnarono die i pretesi perfetti
non aveano piu bisogno di pregare , di far buone opere ,
di adempiere alcuna iegge, e che potevano essi , seaza
ofFendere la divina maesta , concedere al loro fisico tutto
cio ch' esso richiedeva. Dell' altra specie di quietismo tro-
viamo alcune tracce fin dal quarto secolo , ed e conosciuto
sotto il noroe di origenismo spirituale, i di cui seguaci, giu-
sta la testimonlanza di sant'Epifanio , erano irreprensibili
rispetto ai costumi. Nel secolo decimosettinio lo spagnuolo
Michele Molinos ricliiamo un tale quietismo a novella vi-
ta , speciahnente coU' opera da lui iatitolata Guida spirituale.
Molinos era molto coinmendato pel suo talento in dirigere
le coscienze altrui , per la sua pieta e per la pura morale
ch' ei professava. Non e percio maraviglia che la sua opera
siasl conciliata l' adesione di molti distinti personaggi , e
siasi tradotta in varie lingue. Si stabiliva in quest' opera
per massiuia fondamentale, che la contemplazlone perfetta
e uno stato nel quale 1' aninia non ragiona punto ; essa
non riflette ne su Dio , ne sopra se stessa , ina riceve pas-
sivamente 1' impressione della celeste luce , senza csercitare
atto alcuno , e giacendo nella intera inazlone. L' assurdita
e il pericolo di questa massiiiia sono evident! ad ognuno , e
1' opera fu meritamente proscilrta. Tuttavia sorsero in Fran
cia partigiani di tale quietismo. E ancor viva la rimembranza
delle controversie agitate su alcuni punti a tale materia
pertinenti fra i due luminari della Cliiesa Gallicana, Bos-
suet e Fenclon , e come l' arcivescovo di Caiiibrai tutto
sommettcndosi alle censure proclaniate contro di lui rica-
vasse dalia sua stessa sconfitta un trioafo piu bello che
non abbia riportato il suo dotto ed eloquente avversario.
Manuale della storla della filosofia , di GugUelmo Tcn-
iiemann , tradotto da Francesco Longhena , con note
e suppleniend del professorl G. D. Romagnosi e
Baldassare Foli. — 3Illano , iSSa, per A. Fou-
taiia. To/no i.", In 12." Lir 3. 5o ital.
Le umane cognizioni , mentre ogni giorno vauno niolti-
plicandosi cot procedere dell' inciviliinento , devono inano
rAUTE IT.VLI.VNA. 25?
mano spogliarsi tlelle iautili pai'ticolarlta, eel acqulstare
un' espressione sempre piii compendiosa oade ti'ovarsi pro-
porzionate alia forza comprensiva della nieiite, e giovare
a'nostri l)isogai. La necessita di tale procediinento clie
viene iniziato da quelle stesse leggi che portano la rifles-
sione dell' uomo sul passato , fece conoscere nello scorso
secolo riinportaiiza della storia compendiosa della filosofia,
per la quale i cultori della sclenza vengono dispensati
dallo studio di lunghe opere donde poche utili cognizioni
e pochissime verita potrebbei-o ritrarre. Lungo e il cata-
logo degli scrittori clie specialmente in Germania trattarono
della storia della filosofia: si distinsero dalla folia Bruker,
Tedemann, Balile ed alcuni altri, che eseguirono questa
grande intrapresa con disegno diverse ; ma superiore a
tutti viene tuttora generalmente riconosciuto il Tennemann
per le profonde cognizioni, per la critica e per Tordine
ch'egli porto nel sue lavoro.
II Manuale clie annunziamo e un compendio della gran-
d' opera del Tennemann sulla storia della filosofia fatto
dallo stesso scrittore: comincia con due introduzioni, I'una
generale e I'altra particolare , ed e diviso in tre parti o
periodi di cui i primi due formano il prime volume. Nel-
r introduzione generale 1' autore definisce 1' idea della storia
della filosofia , vi applica la nota distinzione della scuola
tedesca di storia interiore ed esteriore, ne determina Testen-
sione, il metodo filologico e filosofico con cui debl)' essere
trattata 5 ne accenna I'importanza, le forme di cui e su-
scettiva, la storia, la bil)Iiografia , e termina con alcune
osservazioni prelimiuarl sull'andamento della ragione umana,
nelle quali discussloni si da a conoscere allievo di Kant.
Forma il soggetto dell' introduzione particolare una rapi-
da rassegna delle idee filosoficlie religiose de' popoli orlen-
tali , de' Caldei , degli Egizj , de' Fenicj e de' prirai pro-
gressi della coltura intellettuale nella Grecia. La sapienza di
quest! popoli non e altra cosa che I'espressione fantastica
delle prime credenze della ragione predominata dall' ima-
ginazione, e debb' essere esclusa , secondo il Tennemann ,
dalla storia della filosofia; non dovendo questa cominciare
se non quando la filosofia ha principio , cioe quando gll
sforzi deir uomo per giungere alia verita ( conoscenza delle
cose sotto le condizioni di quantita , qualita , relazione e
modalita) sono diretti e regolati sui progressi della ragione.
Blbl. Ital. T. LXVllI. 17
a58 APPENDICE
II prlmo de' periodi in cui e dlvisa la storia della filosofia
dal Tennemann e segnato col carattere di un movimento
libera della ragione verso la conoscenza de' prinii principj e
delle leggi della natura e della liherta senza una coscienza
chiara del principj che la dirigono : abbraccia la filosofia
greca e la romana da Talete fino a Damaso ( anni 600
pr. di G. C. fino al termine dell' ottavo secolo dell' era
cristiana ). La storia della filosofia scolastica dal IX secolo
fino al XVI forma il secondo periodo in cui la ragione
tende alia scienza sotto I' influenza di un principio estraneo
(la Religione ) e di regole positive (la dialettica ). La filo-
sofia moderna e il terzo periodo , ed e , secondo I'autore ,
r espressione di un movimento indipendente verso la ricerca
de'primi principj e nelV intendimento di ordinare tutto il sapere
umano sopra un insieme piii compiuto e piii sistematico,
L' indicazione di copiose sorgenti quanto alia storia ed
alia filosofia, la giudlziosa critica nell'uso di una vasta
erudizione, 1' ordine dell' esposizione, la concisa precisione
ed anche la chiarezza con cui sono accennati i caratteri
principali delle sette filosofiche e dei sistetrH ecco i pregi
di questo coinpendio. Pero non pochi difetti vi si possono
rimarcare: il disegno dell' opera e troppo limitato per I'e-
sclusione della filosofia orientale : troppo leggermente tratto
di essa il Tennemann nell' introduzione speciale , non ne
afFerro ne lo spirito, ne I'unita, ne il nesso che la unisce
alle filosofie posteriori, e cadde in gravissimi abbagli
che si rettificano dietro le fonti dallo stesso antore indi-
cate: la divisione de'tre grandi periodi ed i caratteri loro
assegnati sono forse piu ingegnosi che veri. Troppo poi
parziale pe' sistemi alemanni e per la loro terminologia il
Tennemann e qualche volta ingiusto ed inesatto nella re-
lazione degli altri sistemi , confonde con trascuratezza
scuole che devoao essere distinte; nel terzo periodo ristringe
a due soli paragrafi la storia de' filosofi francesi ch' egli
chiama empiristi, ed afFastellando insieme Condillac, Elvezio,
Lamettrie, Bonnet, Rousseau, Voltaire non sa apprezzare
i vantaggi da taluni di questi filosofi arrecati ai progress!
della ragione umana. Un' altra mancanza si trova in questo
Manuale , queiia di non accostarsi che di rado all' ordine
della procedenza causale de'sisterai e delle sette filosofiche;
ma noi non dobbiamo ascriverla a colpa dell'autore, e per-
che quest' ordine richiede ricerche di un genere di verso da
quelle che egli si e proposto , e perche non puo essere
r.VRTB ITALI\NA.. sSq
conosciuto clie dietro una teoria die tuttora manca. Una
storia della filosofia d' altronde in relazione alia storia
filosofica dell' uman genere noii puo essere 1' opera di un
uomo^ e noi appena osiamo sperare, esaminando i pro-
gress! della scuola italiana, die il nostro secolo sia quello
diiamato a tanto intraprendimento. Riguardo alia storia
della filosofia concepita con queste vednte, la receate scuola
francese, quantunque non proceda con metodo rigorosa-
mente scientifico, merita la nostra gratitudine e per avere
richiamato vivamente con una spinta del tutto nuova
Tattenzione de'pensatori agli studj storici, e per avere
disposti gli animi a riconoscere i progress! della perfetti-
bilita anche in un ramo dell' umano sapere die seinbrava
stazionario per la divergenza e per I'instabilita delle opi-
nioni. Solo ne displace die alcuni per una vera contrad-
dizlone della ragione umana proclamino il toUerante eclet-
tismo coir acrita del dogmatismo esclusivo, e lo confon-
dano con que' sistemi die sono la coatinuazione e lo svi-
luppo di principj precedentemente stabiliti.
Ai difetti che abbiamo accennati e che non tolgono il
pregio ad un' opera grande e difficile qual e quella del
Tennemann fu avvertito ed in parte anche supplito dal-
I'erudito signor professore Poli con note sempre opportune,
quantunque alcuna di esse non ci sia sembrata concorde
ne coir indole ne colla concisione del testo. Quanto alle
pochissinie note del Romagnosi che furono aggiunte al-
r opera per accrescerle il pregio, noi sentiamo che rac-
chiudono un senso profondo: ci duoie soltanto che troppo
scarso ne sia il numero , massime che le sne idee sul-
I'economia suprema dell' umano sapere e suU'inciviliraento
di recente pubblicate ne fanno riguardare la storia della
filosofia come il campo della filosofia italiana tutto perti-
nente di sua natura a questo soinmo scrittore.
Nella prefazione del traduttore italiano troviamo annuu-
ciati tre suppliinenti od appendici del professore Poli
sulla filosofia francese , scozzese ed italiana. L' argomento,
quanto almeno a quest' ultima, e nuovo, 1' interesse che
desta debb' essere universale ; giacche queste tre scuole con
metodo diverso tendono egualmente a studiare la storia
dello spirito umano nel mondo delle nazioni , e il loro
confronto potra fornire utili riflessioni sulla direzione e
suU'avvenire della scienza. Noi attendiamo questi suppli-
uienti del professore Poli coUa Insinga ch' essi vorraniio
26o APPENDICE
riesclre corrispondentl all'aspettativa destata dalla sua ern-
dizione e dall' idea ch' egli mostra di essersi formato della
sioria della filosofia ( pag. ay).
II signor Longheiia neila traduzione italiana del Manuale
ha seguito scrupolosamente la versione francese qualche
volta anclie con sacrifizio della lingua e dello stile. Noi noa
vogliamo sofisticare sulle ragioni per cui il sig. Longhena
voile attenersi alia traduzioae del celebre Cousin, e siamo
persuasi clie esaininate da vicino non amraetteranno replica:
ci senabra pero ch' egli nel vaatare i pregi del proprio
lavoro avrebbe potato risparmiare la taccia d'inconsiderati
a coloro che desiderano di vedere le opere straniere tra-
dotte dalla lore lingua originale, tanto piii che costoro ere- ^
donsi in dovere di consultare le altre traduzioni per rendere
migliore la propria.
Compendlo della storia della filosofia , di Guglielmo
Tennemann , tradotto dall' originale tedesco daW abate
Gaetano 3Iodena , professore ordinario di storia della
filosofia nelt I. R. Universitd di Pavia. — Pavia ,
1882, dalla tipografia Bizzoni, torn.. 1°, in 8.% di
pag. 339. Lir. 3 ital.
Dopo di aver posto fine al precedente articolo, ci venne
fra le mani la traduzione del Manuale del Tennemann fatta
suir originale tedesco dal professore Gaetano Modena e
pubblicata pochi giorni sono in Pavia coi tipi del Bizzoni.
II professore pavese proclamando 1' eclettismo della scuola
francese ( V. la prefazione ) propone alia gioventii questo
prospetto delle vicende della filosofia, persuaso anch'esso
che la vera scienza, quella cioe del senso comune, si debba
desumere dalla profonda cognizione dei sistemi che hanno
esistito. Noi mentre applaudiamo al buon volere ed alia
diligenza del professore Modena temianno che il suo lavoro
non sara preferito a quello del signor Longhena , soprat-
tutto per essere mancante delle correzioni e delle note
numerose ed interessanti che furono aggiunte all' opera
nella quinta ed ultima edizione del i8a5, che fu quella di
cni si servi il traduttore francese. Sentiamo con piacere
che una terza traduzione dello stesso Manuale si stampera
in un' altra citta dell' Italia (Napoli') e ne desumianio i
principj di un nuovo uiovinicnto filosofico, d'una disposi-
zione a riyedere ed a seguire i progregsi della scienza. Se
PARTE ITALIANA. 26 I
Tenergia degP Italiant si desta, se dessi sentono il bisogao di
meditare il passato, le compilazioni degU stranieri potranno
supplire alia loro inerzia ^ ed essi elevantlosi sal fondo
delle proprie idee nazionali con cui altra volta hanno sa-
puto mostrare la forza dell' ingegno senza scostarsi dalla
via dei fatti, potranno arrecare de' grandi giovamenti a
quella scienza che hanno trascnrato dopo di averle dati
principj solidi e un disegno coiossale.
Manuale di filosofia sperimentale o sia Raccolta di dis-
sertazioni intorno alle fondamentall questioni delta,
metaflsica, estratte dalle opere di Locke, CondillaCy
Destutt-Tracy , Degerando, La Romiguiere , Jouf-
froy , Reid , Dugald-Steward , Kant , Cousin , ecc.
di J. F. Amice: prima versione italiana con nuova
appendice e con osservazioni cridche. — Milano ,
i83a, per V. Ferrario. Prezzo lir. 4 ital.
Istituzioni di materia medica, di Domejiico Bruschi ,
dottore in filosofia e medicina , professore di materia
medica e botanica nella pontificia Universitd di Pe-
rugia, ecc. — Perugia, rSaS-iSSi , tipografiu di
Francesco Baduel , tomi 4, in 8.°, di pag. 1892
complessivamente. Prezzo lir. 28. 49 ital. Austr.
lir. 27. — In Milano si vende da Giovanni Pirotta
in contrada di Santa Radegonda.
Annunziamo con piacere la continuazione ed il compi-
mento di quest' opera, cui abbiamo tributato le debite lodi
nel tonio 5o.°, quaderno di giugno 1828, di questa biblio-
teca , pag. 408, allorche venne pubblicato il primo tomo.
* Antonii Bertolonii M. D. in archigymnasio Bono-
niensi botanices professoris ecc. Flora Italica sistens
plantas in Italia et in insulis circumstantibus spontc
nascentes = Terra . . . numine deum electa. Plin. =
Vol. i.° — Bononice , 1882, ex tipographceo Ki-
chardi Masii sumptibus auctoris , in 8.°
Si pubbllca per associazione e per fasclcoli , al prezzo
d' ital. cent. 26 per ogni fogiio. In Milano le associazioni
si ricevono dal librajo Silvcstri, corsia del Duonio.
:262
V A R I E T A.
AKCHEOLOGIA.
O.
'dierno stato de' monumenti d^Atene. — II signor Dupre
nella radunanza tenutasi a Parigi il ai dello scorso agosto
dalla societa di belle arti ha letto due lettere colla data
Tuna di Atene, T altra di Smirne. La prima e d' un gio-
vane Ateniese , che descrive la sua patria com' essa tro-
■yavasi all' atto io cui gli fu concesso di rientrarvi: la citta
pressoche dlstrutta, le case spianate, il tempio di Teseo ,
la Torre de' venti , la Lanteriia di Demostene , il Portico
d'Augusto guasti o smantellati piu di quelle che fossero
innanzi delle ultime calamitose vicende della Grecia. Gli
edificj che trovansl suU' Acropoli , cioe il Partenone ed il
tempio di Eretteo, haano sgraziatame.ite tanto piii sofFerto
quanto che formavano un punto di mira e quasi di bersa-
glio negli attacchi contra quel forte diretti. II lato del Par-
tenone risguardante il Pireo fu in parte distrutto dalle bombe
greche , e in parte demolito dai Turchi , avidi di ritrarne il
piorabo che congiungeva i marmi. — L' altra lettera e del sig.
Fauvel, gia console di Francia ad Atene, ed uomo quant' al-
tri mai erudito nelle antichita della Grecia. Egli lingrazla il
signor Dupre , perche questi in una delle tavole della sua
opera fatto gli abbia e rivedere la casa ch'egli aveva ia
Atene, casa a lui un giorno carissima, della quale noa ri-
mane piii pietra sovra pietra, e ricordare molti cospicui
Ateniesi, che ora sono tutti eslinti. Egli termina colle se-
guenti parole: u Dopo d'aver perduto ad Atene ogni mio
» avere, mobili , immobili, il consolato e soppresso ed io mi
» trovo da debiti aggravate neiranno 79.° dell' eta mia : gli
" ultimi miei giorni nulla mi presagivano di consolaate. Ho,
>> egli e vero, la pensione di 3,ooo franchi , ben meritata
>' per trent' anni di servizio. Nulla pote salvarsi del mio
»' museo; 54 casse , in cui era desso racchiuso, furono
" saccheggiate e date alle fiamme dai Greci , pe'quali voi
»' andate cosi impazzando : costoro ostinatamente s' oppo-
" sero perche trasportate fossero su due corvette, cola
» spedite dai signor conte di Rigny : tutto fu perduto
V A R I E T \'. a63
« seni' alcuna speranza di riinedio. Piu non mi resta che
» la salute. " Questa lettura venae ascoltata col piu vivo
interesse.
Ruine della citta di Petra. — II signer Bullar nell' ulti-
ma radunanza della eocieta letteraria e iilosofica di Sout-
hampton lia letto un' importante Memoria sulie scoperte
fatte noa ha guari degh avanzi dell' antichissima citta di
Petra, capitale dell' Idamea. li regno d' Idumea o di Edom
appartiene alia piii remota anticliita e continuo a sussistere
sino a'primi anni dell' era cristiana. Petra nel tempo della
sua prosperita formava il centro d'un estesissimo comraercio:
nondimeno ando essa ancora come tani' altre antiche citta
soggetta piu volte ad una totale distruzione. Ma le sue rovine
che rimaste erano sino a questi ultimi anni sconosciute ,
presentano uno stile ed una grandezza si fatta da eccitare
la maraviglia di qualsivoglia piu colto viaggiatore. Esse
con non dubbj caratteri attestano la lunga durata della
possanza dell' Idumea nella sua primiera opulenza. II prin-
cipale oggetto pero della Memoria del signor Bullar risguar-
da i.° la veracita e quasi direbbesi la scrupolosa minu-
tezza colla quale gli antichi profeti della Giudea descris-
sero lo stato d' Idumea e della sua capitale ^ a." la mara-
vigliosa coerenza fra le loro predizioni , e la presente
desolata condizione di quel celebre paese (Nen> Monthly
Magazine t nov. i83a).
R E L I G I O N E.
Carlo Pietro Ostinelli , tipografo di Como , annunzia di
aver gia in mano il volgarizzamento delle rimanenti Pre-
diche del Cambaceres con alcune osservazioni sopra la
Sacra Eloquenza , scritte dal traduttore Padre Donn' Ilario
Casarotti. Laontle quelli , che favoriscono la sua edizione ,
la vedranno in breve col III ed ultimo volume condotta
al suo termine.
S T O R I A.
L' Elettore Lodovico V ( VI ) del Palatinate morto ilia
di ottobre i583 compose in rima, frammista a molta prosa,
una genealogia di sua famlglia , cui Fr. Clir. Jon. Fischer,
segrelarlo una volta dell'ambasciata di Due-Ponti a Monaco
essendo professore di legge ad Halla pubblico sotto il titolo di
a64 V A R I E T a'.
IVovissima scriptorum ac monumentorum rerum Germanicarwn
tarn ineditorum , quam rarissimonim collectio. Halae 1781-84
vol. a in 4.° Siccome questa comiene preziosissimi sussidj
per la storia e genealogia della faniiglia elettorale del Palati-
nato di Baviera e noa si trova in originale ne negli archivj
elettorali di Baviera ne nella biblioteca; e siccome la prova
deirautenticita delT esemplare stampato, come pure delle
copie gia conosciute si deve solo ricavare dalP originale o
da una copla assoliitamente autentica^ cosi noi, secondando
il desiderio di un gran proteitore delle storie patrie e della
nostra Unione, promettiaiuo la ricompensa di 100 ducati
d'oro ( zecchini ) per la cessione dell' originale, qualora
venga spedito non franco di porto all' esame diplomatico
della nostra Unione prima del 3i dicembre i83a, e come
tale riconosciuto. Nel caso die 1' originale piu non esista,
o non si possa piu scoprire, promettiamo per la consegna
della miglior copia, la quale abbia autenticl caratteri , a 5
ducati d'oro: oltre cio il rinvio franco di porto, se si
desiderasse.
Invitiamo percio tutti i possessorl di tall esemplari ma-
noscrltti , tutti gl' indagatori di storie ed altri dotti , die
conoscono T originale od una copia del secolo 16° o 17.°
di questa genealogia rimata , detta comunemente ( Reim-
Chronick ) Cronaca in rima di Lodovico V (VI), a porci
in istato con una ingenuissima partecipazione, di acquistare
il primo o la seconda, o almeno a graziosamente indicarci
i nomi dei possessor! dell' uno o dell' altra.
V Unione storica di Bamherga.
Invito di cosi dctte azioni per la storia del bnrgo di Can-
tii. — Nel fascicolo dello scorso ottobre pag. 1 8 noi ragio-
nando de' monumenti storici del Friuli accennata abbiamo
r importanza delle storie particolari delle citta e delle pro-
vincie. Ma qualdie importanza aver possono ancbe le storie
de' borghi e de' lore distretti , quando le memorie da esse
riferite si colleghino colla storia generale d' un paese o
d'una nazione, o riferiscano monumenti d'antiquaria e d'arti
belle. Ora andiauio ben lieti nel poter annunziare che al-
cune colte persone di Gantu, alia testa delle quali e quel
degnissimo e dotto signor Proposto, accingersi vorrebbero
a pubblicare la storia di quell' insigne borgo della provincia
V A u I E T a'. a65
cU Como, corredandola dell' illustrazione de' nioltiplici mo-
muiienti die iii esso e ne' suoi dintonii sussistono.
Noi noa possiamo die far plauso a si noblle intento, e
teniamo per certo die co' voti nostri quei pure concorre-
raniio di tutt' i dotti Lombardi. PercioccHe Caatu o Can-
turio ha pur nome nella storia di Milano specialmente
de' bassi secoli. E le anzidette benemerite persone ci fanao
sapere die quel borgo vauta niedaglie ed epigrafi anche
dei tempi romanl, e die tra' suoi avi annovera uoraini
illustri nella religione , nell' armi , nelle lettere e nelle
scienze. Ne' suoi dintorni poi e Galliano , un di capo di
pieve, ove tuttora veggonsi preziosi avanzi di antichita
cristiane. Pero elleno ci annunziano die gia fatto hanno
delineare da valenti artefici le carte topografiche , e di-
verse vedute del borgo e della pieve , non che i varj
monuraenti si gentili che cristiani ; e che gia raccolto hanno
tutto cio che intorno a sifFatta storia avvenne loro di
poter trarre dai libri e dalle antiche memorie.
Ma gravissimo e il dlspendio a cui dovrebbero elleno
sottoporsi per 1' intaglio delle tavole in i-ame , per la loro
impressione e coloritura e per la stampa di tutto il volu-
me; divisato avendo di fame un' edizlone accurata, ele-
gante e vistosa. Laonde abbisognano del generoso concorso
di quegli altri amatori e studiosi dell' antiquaria, dell'arti
belle e della patria rinomanza, de'quali abbondano le pro-
vincie nostre, e quindi fanno loro le seguenti proposizioni:
I .° Ogni azione e costltuita in lire trenta austriache ,
da pagarsi meta nel dicembre i83a, e meta alia con-
segna del volume; a.° ogni contribuente avra tanti eseni-
plari deir opera , quante saranno le azioni da lui assunte ;
3.° ogni esemplare portera in fronte un' epigrafe italiana
contenente il nome e le qualita del contribuente ; 4.° in
fine del volume sara I'elenco di tutti i socj; 5." L' esemplare
Sara in carta velina e conterra non nieno di venti tavole;
6.* L' opera sara pubblicata entro il i833; 7.° non saranno
impressi altri esemplari fuori di quelli de' contribuenti.
Noi speriamo che gli editori non si dipartiranno dalle
norme indicate nell' anzidetto articolo , e che 1' opera loro
sara condotta in modo che non appaja un semplice vanto
niuaicipale.
In questa citta le azioni per la suddetta opera si rice-
vono dal sig. Bemardoni, lihrajo dicontro alia chiesa di
S. Tomaso.
a66 V A R I E T a'.
ASTRONOMIA.
In sul fialre di quest' anno sara pubblicata in Torino
ua* opera del professore Giovanni Plana , scritta in lingua
francese , la quale e intitolata Tkeorie du mouvement de la
Lune.
Questa teoria , totalinente fondata sul principio della
gravitazione universale, e esposta in tre grossi volumi in
quarto.
II librajo Giuseppe Bocca di Torino ne sara reditore;
e chi desiderasse averne esemplari , dovra fame la domanda
al medesimo.
Di quest' opera ne vengono tirate soltanto trecento copie.
F I S I G A.
Awiso ai fisici ed agli astronomi osservatori. — Per per-
fezionare la teoria delle oscillazioni dell' inclinazione del-
l* ago magnetico converrebbe clie in diverse parti del globo
si facessero ogni giorno ed in ore stabilite delle osserva-
zioni simultanee, le quali ravvicinate poi e discusse, ser-
virebbero a fare scoprire le leggi complicatissime delle
oscillazioni medesime j ma siccome sarebbe difficile il tro-
vare persone che volessero sagrificarsi interamente a simil
genere di fatlcose ricerche, a scapito di altri lavori astro-
nomic! e fisici non meno interessanti , il celebre baron
d' Humboldt ha proposto a tutti gli osservatori di combi-
narsi nel determinare la declinazione magnetica a certi
glornl fissi, i quali secondo lui potrebbero essere in cia-
scun anno
il ao e a I marzo
il 4 e 5 maggio
il a I e 2 2 giugno
il 6 e 7 agosto
il a3 e 24 settembre
il 5 e 6 noverabre
il 21 e 2 2 dicembre.
Le osservazloni debbono essere fatte almeno d' ora in
era di notte e di giorno dalle quattro del mattino del pri-
mo giorno fino alia mezzanotte che termina il secondo.
La raccolta di esse potra essere indlrlzzata a Berlino al
sig. professore Poggendorff, che e incarlcato di pubbllcarle.
Gli aghi magnetici coi quali il barone d' Humboldt ed i
suoi corrispondenti istituiscono le loro osseryazioni sono
V A R I E T a'. 267
barre di ferro rettangolari di circa 18 pollici di lunghezza
e due linee di grossezza sospesi verso il mezzo , ia rnodo
die rimaagano orizzontali , a fili di seta cruda. Le varia-
zioni si misurano per mezzo di microscopj composti mu-
niti di niicrometri a fili , la cui intersezione si porta sopra
due punti fissi segnati sopra due laniinette d' avorio delle
quali le estremita deir ago sono armate.
Macchina elettrica ordinaria utUmente modificata, — II
dottor Cesare Gazzaniga professore di fisica nell' Istituto
filosofico privilegiato di Desenzano approfittando delle dot-
trine delle cosi dette Atmosfere elettriche imagino di miglio-
rare la costruzione delle macchine elettriche ordinarie rao-
dellate a doppio efiFetto su quelle di Nairne, nelle quali
possono essere isolati a piacere e il cuscinetto, ed il collettore.
Coa ciascuna di queste due parti della macchina pone
egli in coraunicazione un piatto o disco metallico isolato;
e dispone questi piatti , d'altronde eguali , in modo che
possano essere avvicinati od allontanati tra loro, e mante-
nuti sempre tra loro paralleli come se fossero basi di un
cilindro retto : misurandosene all' uopo con precisione le
variabili distanze.
Se disposte in tal maniera le cose, ed isolati il cuscinetto
e il collettor della macchina, si ruoti il coibeate essenziale
della medesiraa, i due piatti disporrannosi in opposto elet-
trico stato, ed essi e lo strato aereo che li separa si coinpor-
teranno precisamente alia maniera di un coibente armato,
Cio posto, chi appena conosce la teorica dei conduttori
afFacciati rileva quali sieno i vantaggi di qaesta disposizione.
I .° La niassima distanza alia quale puo saltar la scin-
tilla tra due corpi I'uno dei quali comunichi col cuscinetto,
e r altro col collettore caricato a nota tensione e quasi
doppia di quella, alia quale la scintilla salterebbe tra i
corpi medesimi, qualora uno di essi si togliesse dalla
comunicazione in cui e con uno dei due piatti, e lo fosse
in vece col suolo, costante rimanendo la tensione dei piatti:
e quest'ultimo e il caso delle ordinarie macchine. La scintilla
poi e cosi poderosa che puo produrre efFetti paragonabili
a quelli di un coibente armato.
a." Comunicando uno dei piatti col suolo, si puo col-
Taltro ripetere le comuni sperienze col vantaggio di otte-
nere piii vigorose scintille.
268 V A R I E T a'.
3." Se dopo aver caricati I piatti a data tensione, se nc
sopprlrae uno, si avranno dall' altro scintille a ragguarde-
voli distanze.
4.° I dischi gia caricati possono rimanei"e elettrizzati
per un tempo niolto maggiore di quelle che nelle coniuai
xnacchine si osserva, essendoae diminuito il disperdimento.
Ma per amore di verita non dobbiamo tacere che il
descritto niiglioramento e, in qtianto al principio sul quale
riposa, identico a quello che sino dal 1824 imaginava il
signer Novellucci e che il marchese Ridolfi descriveva nella
Antologia di Firenze, agosto 1824, pag. 189 ( Vedi Giornale
di fislca di Pavia, torn. 17, pag. 468). Solo e che nel
processo del signor Novellucci i due conduttori afFacciati
erano separati dal vetro, uno di essi comunicava col suolo
e potea anche mettersi in comunicazlone col cuscinetto
isolato. Questa disposlzione sebbene a pari cose richiegga
maggior tempo perche la raacchina si carichi e non abbia
sulla prima il vantaggio al n.° 3." annoverato, pure ha ii
gran pregio di permettere anche a pari tensioni un rav-
vicinamento molto maggiore tra i due dischi, e percio di
aumentare la capacita. II congegno pero del Gazzaniga e
pregevole per la somma semplicita che lo distingue , e
per la facilita con cui puo adattarsi alle raacchine or-
dinarie.
STATISTIC A.
Popolazione delta gran Bretagna nel primi trent' anni di
questo sccolo. — Dall' opera intitolata Comparative Account ,
cioe Rapporto comparadvo intomo alia popolazione della Gran
Bretagna negli anni 1801, 1811, iSai ei83i, compilato
sotto la direzione del sig. Rickmann , uno de' primi stati-
stici dell' Europa , ed impressa quest' anno per ordine del
Parlamento , si hanno i risultamenti che seguono :
Anui Inghilterra Cillel Scozia Armtia e marina Totalui
180I - 8,331,434 - 541,546 - 1,599,068 - 470,598 - 10,942,646
1811 - 9,55i,888 - 611,788 - i,8o5,688 - 640,500 - 12,609,864
1831 — 11,261,437 - 717,438 — 2,093,456 — 319, 3co - 14,391,631
i83i - 13,089, 338 - 8o5,236 - a,365,807 - 277,917 - 16,538,298
In ciascun periodo dei dieci anni , secondo le suddette
epoche , 1' aumento della popolazione fu per ogni cento
abitanti nella progressione seguente :
V A R 1 E T a'. 269
Inghilterra Gallet Seozia Totalita
1801 a 181 1 — 14 'A — i3 — 14. iS'f^
iBiiaiSai — 17^8 — 17 — 16 — 14
1821 a i83i — 16 — 12 — i3 — i5
Nella totallta la popolazione della Gran Bretagna si e
aumentata di oltre a cinque niilioni e mezzo : cio die in
trent' annl formerebbe un accrescimento di circa la iiieta ,
e per la fine della vegnente generazione le prometterebbe
piu di ventiquattro milioni di anime, se possibile fosse die
questa progressioae col prolungarsi non si rallentasse.
NECROLOGIA.
Cenni sulla vita e sulle opere del marchese Cesare Lucche-
sini (*). — Fra le varie calamita die hanno a' di nostri
afflitto 1' Italia , non tiene certamente 1' ultimo luogo la
perdita di non poclii valenti uomini , che colle opere
ioro tanto le recavano vantaggio ed onore. Del bello e la-
grimabile numero uno fu il niarcliese Cesare Luccliesini ,
del quale prendiamo a brevemente discorrere la vita e le
opere. Egli nacque in Lucca il 2 di luglio 1756 dal mar-
cliese Francesco Luccliesini e da Maria Caterina Monteca-
tlni , ambedue di patrizie famiglie. Fu suo fratello Girolamo
Luccliesini, nome celebre nella storia de' nostri glorni, ed
autore del Ragionamento sulle cause e sugli effetti della Con-
federazione renana. Ne fu sprovvisto di buone letter e Taltro
fratello Giacomo , il quale studio segnatamente nella sto-
ria patria e nella bibliograiia. Per la qual cosa il Baldelli
disse con verita : e raro che una sola famiglia giovi e illustri
tanto la letteratura italiana , come accade della famiglia Luc-
cliesini (i).
Cesare apprese le prime lettere nel collegio di Modena ,
dove ebbe per compagno negli studj Ippolito Pindenionte.
II che raccogliesi da una lettera scritta da questo valen-
tuomo alio stesso Luccliesini il di 3 aprile del 1 8 1 3 , la
quale e di questo tenore. Non potrei dirle abbastanza come
(*) Questa biografia ci fu gentllmente trasniessa da Lucca ; ed
e opera d"" un cli. scrittore cli'' ebbe iatime relazioni col defuiito
Marchese. Nota clei Direttori.
(I) Letters del a 5 luglio 1820 scritta dal Caldelli a Cesai-e
Lucchesiiii,
270 V A R I E T A .
io mi sia rallegrato in vedere ch' ella si ricorda di me e delta
nostra conversazione nel collegio di Modena , benche si di
rado e per si pochi momenti io ahbia poi avuto il bene di
rivederla. Se , come gia nella giovinezza , potess' io in que-
st' eta provetta viver con lei nella stessa citta , di quanta
soccorso non potrebb' ella essere nel mio lavoro sulV Odissea
con quella cognizione profonda ch' e in lei della greca lingua ?
Ma pill ancora che un tal soccorso io stimerei prezioso V e-
sempio vicino e presente delle doti dell' animo , e di quella ,
tra le altre , di regolare i proprj studj in maniera che ser-
vano alia morale e alia religione. In questo collegio pero
il Lucchesiiii, tra per malsania e per la sovercliia severita
de' maestri , non prese gusto gran fatto agli studj e pro-
fitto mezzanamente. Non fu cosi in quello di Reggie,
dove i precettori coUe accorte e soavi maniere gli misero
in si forte amore le lettere, che fece maravigliosi avanza-
menti. Fino a' suoi anni piu tardi conser\ 6 sempre viva
la riconoscenza verso que' suoi insegnatori^ e il 5 ottobre
1829 cosi ne scriveva a monsignor Carlo Emanuele Muz-
zarelli : Sarb sempre grato a que' buoni preti di Reggio , che
m' instUlarono V amore alio studio ; ed avea caro che cio si
sapesse , perche si abbia un esempio di pUi , che mostri es-
sere utile all' educazione la dolcezza , non mai la severita.
Quivi , compiuto Io studio delle lettere , diede opera dili-
gente alle scienze ; e a soUevamento de' piii gravi studj
leggeva alcuni giornali, che colla varieta di materie lette-
rarie e scientiiiche Io clilettavano soprammodo, e gli fecero
venire in grado quella moltiplice erudizione , alia quale
,poi intese priacijjalniente per tutta la vita sua. Passato
nel 1774 a Roma nel collegio Nazzareno, si diede di tutta
forza a studiar T algebra sotto la direzione del valente ca-
nonic© Pio Fantoni. Non intermise pero afFatto Io studio
delle amene lettere , anzi del suo valore in esse diede si
belle prove , che merito a preferenza di tutti i suoi com-
pagni di essere nominato custode della colonia d' Arcadia
ch' era in quel collegio.
Ripatriato sul declinare del 1776, continue a coltivare
con fervore le matematiche ^ ed era penetrate assai ad-
dentro in questa scienza , e ne avea merltate la stima e
I'amicizia del professore Jacopo Tommasini, col quale te-
nea commercie di lettere in questa facolta. Ma dovette
abbaadenare si gravi applicazioni pe' frequenti e forti
V A R I E T A.'. 371
dolorl del capo ond' era molestato. Questa risoluzione, scri-
veva egli ad un amico , mi costb qualcJie pena , tanto piu
die cominciava a far qualche cosa di nuovo ia questa scienza
relatwamente alle serie e al calcolo integrate. Se perb mi
liberal dalle emicranie , non devo attnbuirlo a questo ahhan-
dono di tale studio , ma all' uso del tabacco. AUora si diede
a studiare senza maestro in divinita, desideroso d' intendere
le dispute che si facevano intorno alle quistioni destate a
que'giorni per opera di Scipione Ricci vescovo di Pistoja
e d' altri teologi. Applico 1' animo pure alia lingua greca ,
ed anclie in questa si puo dire che fu maestro a se stes-
so, perciocclie non ebbe lezione che per due giorni soli
da un padi-e Barnaba cappuccino lucchese, del quale
fece poi onorevole ricordanza nella sua Storia letteraria di
Lucca(i). Voile conoscere anche la lingua ebraica, della
quale ebbe i priini rudimenti dal rabbino livornese Jacob
Nugnez Vais in venti giorni che furono insieme ai bagni
di Lucca : il quale poi lo ajuto in questo studio anche da
lungi per mezzo di lettere, coU'indicargli di mano in mano
i libri piu acconci a progredire nella cognizione di questa
lingua. Da una lettera scritta da quel rabbino al nostro
Cesare il 19 agosto 1788 si raccoglie die questi avea in
niente di tradurre in italiano dall' 6riginale eljraico i sal-
mi , vedendo forse che la traduzione del Mattei troppo e
lontana dalla nobilta di quella veramente divina poesia ;
ma ci e ignoto se mai desse mano all" opera. Anche nella
lingua copta pose qualche studio , ne voile al tutto esser
digiuno dell" ai-aba e della siriaca. Fra i moderni liiiguaggi
imparo a maraviglia il francese ; intendeva 1' inglese , e
libo pure il tedesco, com' egli stesso ci diceva, e come e dato
conoscere anclie dalle sue opere, sebbene in una di queste
egli dica d' ignorarlo (2). Non trascuro poi, com' era il mal
vezzo di que' giorni , il pati'io idioma ^ anzi procuro di
scriverlo purgatamente, benche nelle prime sue opere noa
si senta quel sapore, direm cosi, di classico, che si gusta
nelle coSe da lui scritte dopo.
E come negli studj non si possono fare niolti progress!
senza buoni libri , egli si mise ancora a fare collezione
(l) Lib. VU, cap. 2 verso la fine.
(a) lilubtrazioue JcUe liiij;,ue , p. I , cap. ukiiiiu iu fine.
272 V A R I E T A .
dl qtiestl. Ne solamente voile i necessarj al coltivaniento
de' suoi stud] , ma fu vago pure di buone edizioni. Delle
quali , segnatamente delle Giuntlne , fece cosi bella rac-
colta, che merito di esserne celel^rato dal Bandini ne' suoi
Aniiali tipografici , dal Gamba ne' suoi Testi di lingua , e
da altri. Fece anche tesoro di manoscritti degli anticlii
rimatori italiani, de' quali il prefato Bandini, che di si fatte
cose era intendente quant' altri niai , in una sua lettera del
10 gennajo 1791 dicea: in verita formano una raccolta die
non ha prezzo. Di questi antichi poeti volea dare una com-
piuta edizione , e vi lavorava dintorno , ed a cio veniva
confortato ancora da Ennio Quirino Visconti con lettera
del 24 febbrajo 1787; ma poi, non sapremmo il perche,
nol fece mai.
Sino dal 1786 aveva preso a lavorare intorno alia storia
degU scrittori luccliesi, come si conosce da pareccliie let-
ter e a lui scritte da' suoi dottiamici; e poi ne detto alcune
vite in due volumi, che non mando fuori, e si conservano
tra' suoi manoscritti. Somministro ancora notizie e osserva-
zioni al Tirabosclii per le Meraorie Modenesi e per la
Storia della letteratura italiana , come si puo vedere da
queste opere, dove piu volte e fatta bella menzione del
Lucchesini, o sono inserite a verbo le sue considerazioni.
Sul cominciare del 1792 cliede fuori Telogio d'Attilio Ar-
nolfini , che poco dianzi era morto : uomo celebre a quel
giorni , segnatamente pel suo valore nella scienza delle
acqtie. Molta e la dottrina di che il Lucchesini fece mostra
in quest' opera , della quale fu lodato assai dagli uomini
dotti. Ci piace trascrivere qui il giudizio che ne diede
Clementino Vannetti in una sua lettera che allora gli scrisse :
Ardiib anche doinandarla : quid operum struis '. Perocdie
ella non ha penna da starsi oziosa. Oh qiianto m' ha dilet-
tato il suo elogio alVAmolfini ! Non se ne sdegni la sua
Toscana , s' io dico die gia da gran tempo non e uscita in
essa prosa piii gentile , piu elegante , piu temperata , piit so-
lida ; oltre a' pregi deW argoinento ben maneggiato e della
molta dottrina sparsavi con infinita disinvoltura. Veramente
m' ha tocco , ed emnii andata , come si dice , in tanto san-
gue. Me ne rallegro di vivo cuore ,- e dove V- E. mandi fuori
qualche altro suo scritto , la supplico a non me ne tener
digiuno. Ne il Vannetti cio dicea per mera gentilezza,
r A R I E T 4.'. •J.'J?>
perocche loJava I' elogio aniolilniano scrlveiidone ancora al
Bettiiielli (i).
Gli stuclj ]3er6 non distrassero il Lucchesini dal giovare
anche ne' pubbllci atFari la patria. Egli , come pi'iina pote
per I'eta, fu fatto senatore, e sostenne piii e diverse ina-
gistrature. Sul iinire del 1792 accoinpagno a Vienna uno
de' due ambasciatori spediti cola dalla repubblica lucchese
per usare i consueti otlicj di congratulazione e di oaiaggio
verso il regnante imperatore Francesco clxe, per la morte
di Leopoldo suo padre , era salito sul trono de' Cesari.
Servi questo A'iaggio al Lucchesini per fare novello acquisto
di buoni libri , per osservare e teinpli , e ospedali , e bi-
hlioteche, e accadeniie, e palagi, e tutt'altro die gli parve
degno di considerazione a Bologna, a S. Benedetto di Po-
lirone , a Mantova , a Verona, a Roveredo, a Vienna: di
che troviamo fnito ricordo iiel giornale del suo viaggio ,
dove sono appuntate , e talvolta dlstesameute descritto le
cose da Ini vedute. e i letterati a' qunli egli fece motto,
come il Malvezzi Bonfiglioli , il Guglielniini , il Bettinelli ,
la Bandettini , TAndres, il Dionisj, il Lorenzi, il Vannetti
e altrettali : e di alcuni di essi ricordo le nianiere , e il
nierito e i casi : il che fece pure del principe di Kaunitz
e di altri signori : e copio iscrizioni, delle quali talvolta
diede pure Tillustrazione: e nolo usi e costumi, e publjli-
che feste da lui vedute , e altre cose assai, fino alle minu-
tezze. E di queste cose egli scriveva spesso al suo fratello
Giaconio, e gli dava contezza ancora degli avvenimenti di
qxie' giorni , come si vede dalle lettere che poi si trovarono
fra le carte del prefato Giacomo , ed era sono tra quelle
di Cesare.
Ritoraato in patria si diede a tradurre Pindaro , e la
versione della tcrza ode istmia e delle olimpiclie, tranne
la decimaterza, fu impressa d.illo Zatta in Venezia il 179S
nel tonio XV del Parnaso de' poeti classici volgarizzati.
Questa traduzione nelia dettatura al tutto pindarica e nolla
fedelta supera quante traduzioui prima o poi furono fatte
in Italia di quel principe dc* greci lirici. E a cotanto ri-
trarre dall' originale gli giovo non poco il liberarsi alia ma-
nlera del C nidi dalla iacunioda ])ast.oj(i del met.ro, com" egli
dice nelia prefazione ad una delle ristam2:>e che ne furona
— — — ...^ — . — I I
(1) Bettui. Op. torn. 5, J., 3-2.
Bibl leal. T. LXVIII. 18
2;^4 V A R I E T A .
fatte pol coir aggiunta dell' ode oliinpica fredicesima, delle
due prime pizie, e di erudite illustrazioni (i). Nel seguente
anno 1796, in occasione di nozze illustri, pubblico il vol-
garizzamento del poemetto di Museo Grammatico, con vin
canto preliiuinare e ton note.
Intanto i Francesi venivano in Italia , e coUe armi e
colle lusinglie e col faA^ore dei lor devoti la soggiogavano.
Gia suUe rovine delle anticlie signorie era surta la repub-
blica cisalpina. Erano venute manco le aristocrazie di Ge-
nova e di Venezia. Quella di Lucca crollava forte. Per-
tanto il lucchese goverao si consiglio di spedire un deputato
al direttorio francese per veder modo con cui frastornare
il sovrfstante pcricolo. Fu stimato il piii acconclo a soste-
nere quest' incarico il nostro Cesare , die tosto parti per
Parigi. Quanto egli cola si adoperasse a pro della patria,'
si vede dalle lettere che egli di la scriveia , le quali si
conservano tra le sue carte , eve pure sono molt' altre
lettere a lui scritte da Lucca e dal governo e dagli amici.
Quelle carte poti-ebbono giovar molto a clii volesse scri-
vere I' istoria di quella citta in que' tempi. Qui noi diremo
solamente clie tutte le cure del Luccbesini fur vane : e
non era partito ancbe da Parigi, e gia i Francesi avevano
occupata Lucca. Ma quand' egli vi ritorno nel luglio del
1799, gia n' erano diloggiati dopo la battaglia della Treb-
bia, e Lucca era allor governata da un*a reggenza. A
quesfca fu aggregate ancbe il Luccitesini ^ siccome pure negli
spessi cambiamenti avvenuti dopo , egli servi semjore alia
patria come pote meglio , non ricusando que' pubblici ca-
richi , cbe senza offesa della religione e dell' onore potea
portare. Poi sotto il dominio de'principi Bacioccbi , e indi
sotto quello de' Borboni fu consigliere di Stato. Altri im-
piegbi pitre occupo , cbe sarebbe lungo il ricordare , e in
tutti fece mostra di egregio senno e di sjieccbiata probita.
Mai pero non intermise i cari sitoi studj. Nel 1801 stampo
il volgarizzamento del prinio libro di Q.' Calabro. Del
quale volgarizzamento Cesare Zapparelli marcbese d'Aze-
lio cosi gli scrivea da Fiorenza : Delia traduzione del primo
canto di Q. Smirneo ho sentito le piii sincere lodi de' nostri
poeti , ed in ispecie del severissimo Alfieri, il quale non ha
(•l) Lucca, presso Francesco Eertini 1826, e presso il Giueti
nel tnmo V delle opere del Lucchesiui.
V A K r E T a'. 2~5
taccia di adulatore. E il padre Giuseppe Petrucci , chc quello
stesso libro tradusse in versi latini , dlsse che nel volga-
rizzamento luccliesiniano luiiid scio utmni etrusconiin car-
miriuni clegarUiam et numeniiii , an, stili subliinitatein et ma-
gniloqueruiam magis conimeades : illud ego affirmare non
dubitabo , inter poeticas grcecorum poetarum interpretatioiies ,
quihiis vemacula nostra poesis doiiatur , adeo excellere , ut
maxime illustrem, ac tantum non principeni locum obtinere
videatur (i). La iriaggior parte dalle sue poesie, che ora il
Giusti ha stampate nel tomo sesto delle opere del nostro
autore , fu pure scritta ne' priaii anni di questo secolo e
impressa o in raccolte o nel giornale fiorentino, detto YApe.
Nelle quali poesie vedi una guisa di concetti e di modi
che tiene molto del greco.
Ne poteva essere altrimenti, perche negli scrittori greci
fu il principale suo studio. A quest! egli fece correzioni e
note nel margine, che potreljbero giovare chi ristampasse
quegli scrittori : di questi alcuni tradusse , come abbiamo
veduto sopra ; e qui aggiugneremo il volgarizzamento della
tavola di Cebete, di quasi due libii deli'Iliade d'Omero ,
deir Inno a Venere a questo poeta attribuito . d' una gran
parte del secondo libro di Q. Smirneo , di qualche passo
di Eschilo e d'altri scrittori: di questi osservo i modi
niinutamente, e ne trasse e ne detto i precetti per que'gio-
vani, ai quali graziosamente faceasi maestro di greclie let-
tere: infine sn questi foggio i concetti e trovo i modi per
iscrivere versi greci, alcuni de' quali si hanno stampati, ed
altri, lo speriamo, si pubblicheranno dal Giusti, perche lo
meritano. Ne sia un saggio la traduzione in greco di questo
distico delFAriosto:
Latrai a ladri , ed agli amanti tacqui :
Cosi a messere ed a madonna piacqui.
JJiCToq ^Aaxryica xAeTrTar?, aiyrioa S'ipccaTCiiq
libpiw f^oG/.f'uwv, -/.upix eba:,v.tjj.(j)v.
Anche la patria Accademia deve molto al Lucchesini,
poiche egli molto si adopero perche non solo in far
versi si occupasse ( come quasi unicamente faceva in
addietro ) , ma eziandio e principalmente in illustrare le
scienze , la storia , i classici nutori e Tarti belle. Ad essa
(t) Josephi Petrucci . . . selecta cannina. Rmuie I'Szz.
276 y A R I E T a\
presiede molte volte , e la infiammo con esortazloni a ga-
reggiare colle straniere accademie nel coliivaniento degli
utili stud] , e seinpre fu a' suoi colleghi nobile esempio col
leggere spesso dotte coniposizioni. Ricorderemo 1' orazione
in lode del lucchese pittore Stefano Tofanelli, nella quale il
cavalier Boni dicea di scorgere I'opera d'ua talento straor-
dinario , regolato dal piii fiao criterio , coltwato da studj
immcnsi d' ogni genere. E eke vi e anche per la parte mec-
canica dell' arte che non facesse onore a qualunque professor
di pittura ? Ella pot Iia fatto ottimamente a lodare il Tofa-
nelli col Tofanelli. L' elogio prende co' suoi quadri alia mano
UTi aria di verita che persuade , una leggiadria e vivezza e
varietd che alletta sotto la sua elegante penna. In questa
immiera fia scansato quegli elogj troppo generali , che pare
non si possano accordare che ai Rufj'aelli , ai Tiziani , ecc.
Cosi al LiTCchesini scriveva il 17 di settembre 1 8 1 3 cjuel
giudice ottimo in questa materia. Ne questo era un giudizio
dettato da cortesia , come puo far fede clii abbia letto
queir orazione. Delia quale non portava diverso giudizio
il Napione scrivendo al Cianipi cosi: //o veduto ultiniamente
una bella prosa del signor Cesare Lucchesini in tnorte del va-
lente pittor lucchese Tofanelli. Questa e scritta da vero in
buona lingua, con dignitd, con buon gusto e sapore squisito
di belle arti: e cjuel che e piii commendevole , con ottiini prin-
cipj di religione e di morale in questi tempi sciagurati. Ricor-
deremo pure il suo Ragionamento dell' istituzione della vera
tragedia greca, il quale dopo essere stato letto all'Accade-
mia di Lucca, fu recitato pure nell' Accademia colombaria
di Firenze , cul il Lucchesini , come alle altre principali
accademie d'ltalia, era aggregato. E Girolamo fratello del-
r autore cosine scriveva: in Witra dissertazione intorno ad
Escldlo neW Accademia colombaria fu letta dal Valeriani , e
udita da tutti con segni freqiLcntissimi di plauso. Terminata la
lettura , nacque tra il marchese Gino Capponi presidente , il
del Furia , V abate Zannoni , il Baldelli , il Micali e diversi
altri una specie d' emulazione per discorrere tutto cib che
parve a ciascuno degno di maggior lode nel vostro scritto.
Gli Elenisti , come lo Zannoni e il del Furia, vi notarono
molte osservazioni nuovissime , tutti lodarono V ordine , la chia-
rezza e I' eleganza dello stile temperato e puro della disser-
tazione. Furono letti due volte i luoghi d' Eschilo e di Pindaro
da voi tradottl per confrontare lo stile Urico dc' due poeti , e
V A K 1 B T A . 277
furoii lor condusloni estreme, che voi non indugiastc , sccon-
do il vostro cattivo Hso , a darla alle stampe. E il Lucchesini
segui il loro consiglio , pu])]jUcandola nel tomo secondo
degli Atti della regia Accadcniia lucchese.
Meritano la stessa lode il Saggio di osservazioni sulV opera
franccse , intitolata Feste della Grecia: le Congetture intomo
al primitwo alfaheto green, di cui parlo ancora qnesta Bi-
blioteca Italiana : la Dissertazione del diritto d' asilo sacro
presso gli Ebrei : T Esame d' una grave accusa mossa contro
Cosimo I de' Medici granduca di Toscana lui vivciite , cioe
die uccidesse il cardinale Giovanni e D. Garzia suoi figli-
uoli : la Lezione sul verso di Dante : Poscia piii die 'I dolor
pote'l digiuao: la. Lezione in cui si esamina se i Latini aves-
scro veri poeti improvvisatori : le Osservazioni sul prirno canto
della Feroniade di Vincenzo Monti: le Lezioni sulle opere del
conte Peiticari , ed allrettali scritture, alcune delle quail
sono impresse negli Atti deirAccademia di Lucca , e tutte
si trovano nella coUezione delle Opere edite e inedite del
nuirchese Cesure Lucchesini clie si stampa a Lucca dal tipo-
grafo Giuseppe Ginsti. Avendo la suddetta Accadeniia il ij
maggio 18 12 proposto un premio a chi compilasse la mi-
glior opera sulla Lllustrazione delle lingue antiche e moderne
e principuhnente della italiana procurata nel secolo XVIII
dagli Itcdiani , il Lucchesini scrisse la sua opera di questo
nome, la quale nel concorso del 18 maggio del seguente anno
fu giudicata degna del premio. Non ci fermeremo a parlare
di questo lavoro per immensa dottrina , per iina crltica,
per semplice eleganza stuj^endo, ]5oiclie e stato piii volte
impresso, e come prima fu pnliblicato, la BilDlioteca Ita-
liana, TAntologia liorentina ed altri giornali ne mostrarono
i pregi.
Avendo la suddetta Accademia determinato die si rac-
cogliessero e si stampassero documenti per servire alia
storia jjatria, al Lucchesini venne addossata la storia lette-
raria. Ed egli scrisse e puljblico Topera intitolata Delia storia
letteraria di Lucca lib. VLL. In questa egli parla come ra-
gion voleva di tutti quanti gli scrittori lucchesi anche di
mezzano merito ( die una storia municipale dee dar con-
tezza di quegli scrittori pure , die nella storia generale
d'una nazione si vogliono trascurati); ma su questi passa
come di volo, lodandoli o hiasimandoli secondo cl\e stima
giusto i e si ferma solo sugli scrittori che hamio o meritano
270 V A R I E T A .
avere nome veramente italiano. Per la qual cosa scrivendo
dl quest' opera il P. Carlo Grossi a unamico, dicea ch'essa
era un monumento pel quale il Lucchesini sarebbe vivuto
nella memoria noa solo cle suoi Lucchesi , ma di Uttti i
huoiii Italian!.
Pvammenieremo infine che il Lucchesini arricclii parecclii
giornali di buoni articoli, dove lontano egualmente dal
dare una lode ingiusta o un ingiusto biasimo alle opera
di die parlava, ha lasciato diritti giudizj, che potranno
utiluiente servire a chi dovra scrivere la storia letteraria
de' nostri di, ed ha trattato belle e gravi quistioni. L' Italia
ha conosciuto per lui P edizione d'Omero fatta dal celebre
grecista inglese Riccardo Payne Knight, sulla cjuale sono
due ragionamenti del Lnccliesini nelPAmologia di Firenze;
ed avea preparato materiali per un altro , che non pote
distendere , rapito dalla morte. Scrivendo nel giornale en-
ciclopedico , che tempo fa si stainpava a Firenze , suUe
Memorie dl Scipione Carteromaco del cav. Ciampi , tratt6
molto dottamente delle uiura ciclopee. In occasione che
il Biagioli puljblico i suoi coinenti sul Petrarca , il nostro
Cesare neirAntologia fiorentina fece osservazioni condite di
finissimo giudizio e di sali che si direbbero zanottiani (per-
che tengono molto della graziosa nianiera del piu celebre
de'Zanotti) contro un cotal Francese , che avea biasimato
il Petrarca e la italiana jjoesia. Nel volume XIV del gior-
nale , che col titolo di CoUezione di opuscoll si stampava
anni addietro in Firenze da Francesco Daddi , il Lucche-
sini prese occasione dalla dotta opera del Micali dell' Italia
avanti il dominio de Romani , per discorrere degU indizii
che gli storici profani e la mitologia somniinistrano per mo-
strare che il culto di un solo Dio e anteriore al politeismo.
La quale dissertazione, ampliata assai e colPaggiunta di tre
altre suU' origine del politeismo , ripubblico nel giornale
che a Lucca stampasi dal Baroni col titolo di Pragmnlogia
Cattolica. In quest* ultimo giornale furono impressi ancora
parecchi ragionamenti col titolo: L' incredulitd convinta da'
suoi stessi seguaci. Ivi pure mostro Pocculto A'eleno che si
nasconde in alcuni libri di recente pubblicati ad uso della
gioventii, e fece diritte considerazioni su'collegi. Tacererao
degli articoli fatti quando il Ciamjii volgarizzo un brano
trovato anni fa del romanzo di Longo sofista, quando il Bor-
ghi pubblico il suo traslatamento di Pindaro, e il Bellotti
V K K 1 E T A . ^79
quello cli Esclulo, e il Pinderaonte qiiello dell'Odissea. Ta-
cereino pure deir orazlone funel^re dello Zappelli, d' una
lettera alio Zanaoni sopra ua' antica iscrizione lucchese ,
del breve Conipendio di storia della poesia teatrale italiaiia,
e di molte altre operette clie il Giusti ci ha dato, o speria-
mo che ci dara nella sua piu volte nominata collezione.
Cesare Lnccliesini, logorato non tanto dagli anui quanto
dalle sue fatiche a pro della patria e delle lettere; logo-
rato ancora dalla vita mortilicata e spirituale ch' ei me-
nava 5 dopo una febbre lenta di poco oltre a due mesi,
inori nella notte precedente al 17 maggio i83a fra i con-
forti della religione , che egli aveva focosamente araata ,
ed aveva ancora a suo potere dlfesa dalle oppugnazionL
degli empi. La patria si dolse altamente della perdita di
questo suo figlio, si ornato di santi costumi, ricco di senno
e di dottrina 5 fiore di cortesia, sovvenitore anche oltra
le forze sue de' poverelli , largo di consigli , d' istruzione
e di buoni libri verso la studiosa gioventii , esempio vivo
di vera sapienza. L'Accademia lucchese gli decreto straor-
dinarj onori, e ne celebro le lodi con prose e con versi
che ora si hanno alle stampe.
ERRATA-CORRIGE.
Tomo 68.°
Jd alcuni esctnplari Ji questo f.iscicolo di novembie , pag. a 89 lin. 37,
ove e Ueito suridere , leggasi suo ridere.
R. GiRONi, F. Carlint, I. Fumagallt e G. Brvgnatelli ,
direttori ed editori.
Pubblicato il dl 3i dicembre ]83a.
Milano, dair I. R. Stampcria.
Osscrvazioni meteorologiche fatte alV I. R.
Osservatorio di Brera,
N 0 V E M B
R E i832.
M A T T I N A.
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Nuv. pioggia.
27
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Nuv. ser.
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za mass, del bar. poll. 28 Hn. i
0
Altezza mass, del tL'rm. + 10, 3
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5
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media + 5,55
Quantita della pioj
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linee fj2,65.
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28 1
BIBLIOTECA ITALIANA
BIBLIOGRAFIA.
PARTE I.
LETTERATURA E BELLE ARTI.
La Gerusalemme liberata di Torqiiato Tasso , con va-
rland e note del Colombo, del Gherardini e del
Cavedoni. — Mantova, 1882, co'tipi Virgilianl di
L. Caranenti, torno II, in \2.°, di pag. 5o8. Prezzo
ital. llr. C. 12.
V -iga eel accurata edizloncella, della quale annunziato ab-
hiamo il i." volume nel toiiio Sa,", novembre 1828, pag. 196.
Ogiii canto e adorno d' una stampa incisa a bulino. Nel
fine , innanzi le variant! e le osservazioni , e la tavola di
tutti i nomi proprj de' soggetti principali della Gerusalem-
me, con r istorie che vi si trovano sparsamente narrate,
riunite insieme sotto i medesimi. Quest' edizlone appartiene
alio Scelto Parnaso antico, che si pubblica a Mantova
co' tipi Virgiliani.
Monwncnti delle belle arti esposti in versi colle loro
dicJiiaraziojii per cura del prof. Melchior Blissini-
Ni. — Firenze, 1882, dai tipi di Gregorio Chiari
€ figli , in 8.°, di pag. 142.
E un bol pensiero questo del prof. Missirlnl d' illustrai'e
coi versi i monumenti antichi e moderni delle arti , dei quali
e tanto ricca T Italia. Non diremo che questi versi del
nostro autore sieno tutti belli ; ma ne incolpiamo princi-
palmente Tavere voluto ridurre ogni descrizioiae deatro
i limiti d' un sonetto.
Bibl. Ital T. LXVIII. 19
a8a BIBLIOGRAFIA.
Sagglo di poesie del cav. G. Parolini. — Piacenza,
i832, dalla stamperia Del Majno, in 8.°
Quasi 9 facciate, in minuti caratteri, di lettera dedica-
toria, divise in soli altrettanti peiiodi, o circa, precedono
il volume intitolato daU' autore alia coatessa Lucrezia Carac-
ciolo. Uno di que' periodi , forse il piu lungo de' tempi
moderni, si compone di 84 righe che siamo costretti a
ricordare per Tambascia che ne provano tuttora i nostri
polmoni. Segue un awiso al lettore in cui il signor Pa-
rolini dice che le sue poesie non sono poesie, nia che
nonostante , al numero de' piedi ed alia rima si sente che
son versi: — ma che versi! Dio buono! Ella e di
quella roba! . . . Sarebbe incivilta il coatraddire alia sen-
tenza dell' autore. Aggiugne, che sono state eruttate dalla
sua testa vulcanlca nella quale fin da giovinetio ha sentito un
estro , un impeto , un fuoco , o un bisogno di far versi , in-
vincibili •, cose ch'egli in diverse parole aveva dette anche
nella dedicatoria. Chiudc I'avviso soggiugnendo , clie se il
lettore o-li sara discrete e cortese tiene in serbo altre niolte
coserelle che proraette di dargli. Confortiamo il degnissimo
si<^. P. di seguitare a tenerle in serbo; di non confidare ne
nella discrezione , ne nella cortesia del lettore; e di starsi
contento alio splendido presente fruttatogli , a quanto di-
cesi, da questo non saporito saggio , merce la generosita
della dama che I'accolse; presente di cui ci gode Tanimo
come se fosse stato fatto a noi stessi , se lo avessimo
meritato.
Luigi da Porto. Tmgedia di Lorenzo Barichella
vicentino. — Vkenza , i83a, tipografia Picutti ,
edttore.
Di questa, che il sig. Barichella intltola Tragedia , ecco
r argomento.
Luigi da Porto, noblle vicentino, colto ed elegante scr It-
tore in prosa e in verso , sull' incomiuciare del secolo XVI
servi nell' esercito veneto conti'o le forze de' Collegati di
Cambrai; e come Vicenza avea ceduto alia lega, persegul-
tato egli e minacclato da alcuno dell' opposto partite , si
trovo in circostanze, per le qiiall si vide astretto a ferire
uno de' suoi assalitori ; dope di che ajutato da uno del
PARTE PRIMA. 283
suol parcnti, uomo d'armi anch'egli, ricupero ai Venezlani
Vicenza : cio accadde meiitre Guido da Costoza , altro vi-
centino e fedele alia Repuliblica, tenendo per essa la rocca
di Berga, nclla difesa delhi medeslma con tre suoi iigli peri.
Luigi distintosi per prudeiiza e coraggio in molte fazioni ,
riporto una ferita che gli tolse la robustezza e 1' obbligo
a ritirarsi per ricuperare la sanita in una sua villa detta
Montorso. Su queste cognizioni , e sapendosi per alcune
lettere dello stesso Luigi com' egli amasse certa Ginevra ,
e ch' eblje intimo suo amico un sue concittadino di nome
Ghellino Ghellini, il signer BaricheUa ha architettata la sua
ch' ei cliiama tragedia , aggiungendo qixanto a lui e sem-
brato per rinforzare i caratteri, infiammare I'azione e con-
durla vigorosamente alio sviluppo.
Ma prin^a di tutto possiauio noi in coscienza sull'accen-
nato argomento intitolare codesta composizione tragedia ,
senza mancare all' onore di questo genere di poesia che
non sostiene se non se alti personaggi e gravissiiiie cala-
mita ? Sianio sinceri. Chi astenersi potrebbe da ridere al
veder coniparir suUa scena all' atto a." 1' elegante scrittore
della Novella di Giulietta e Romeo? e piu all'udir Ginevra,
che lamentatasi come Luigi niun conto faccia del divieto
del jiadre di lei, che gli ha interdetto di presentarsi in sua
casa, gli dice: Tula rammend, e qui t' inoltri? e sei Luigi?
A cui egli risponde: iuzgi io son,lo stesso , — Del forte cor,
della virtude istessa — Compreso. — Ma qui e morte di va-
lorosi, di disperati e di una figlia innocente clie non asplra
se non se a salvare la vita del padre . . . Probalnlmente fau-
tore ha detto : e non sono qui gravissime calamitii 'f Man-
cano alti personaggi ; ma il coraggio e 1' amor dello Stato
non alzano forse F animo , e non e forse la virtu che le
da forma?
Dcir iLSO delle trasposizionl e delle parole composte
nclla poesia itallana. Discorso dell' avvocato Lidsi
FoRKACiARi letto nella R. Accadcinia lucchcse. —
Lucca, 1 83 1, ducale tipogr. ]^eviini , pag. <^^, in 8°
II discorso del sig. Fornaciari e fatto per rispondere ad
una opinione del sig. Betti contro 1' uso delle inversioui
uolla sintassi, e dolle parole composte alia mauicra del Cieci.
Non abbiamo ora allc maiii lo scritto iu cui il siir- Bcui
a84 BIBLIOGRAFIA.
sostiene questa sua opiaione ; ma e facile immaginarsi ( c
lo coagetturiamo anche dai pass! die ne trascrive il sigaor
Fornaciari ) die il sig. Betti noa avra volnto sbandire af-
fatto dalla nostra lingua ogn'inversione, ogni parola corn-
posta , perciie nna tale sentenza sarebbe contraria alia
ragione ed all' esempio del grandi scrittorl. E colla ragione
appunto e coll' esempio dei piu lodati nosti*i poeti inspoade
il sig. Fornaciari. — La quisdoae ci pare di poca importanza;
e crediamo clie la nostra eta possa era mai considerarsi
uscita di queste scuole. II discorso del sig. Fornaciari per
altro sara letto assai volentieri e con buon profitto dai
giovani cosi per lo stile facile ed elegante con cui e steso,
come per le molte osservazionl die 1' autore va facendo
tra via sopra molte raaterie spettanti alio scrivere corret-
tamente e con eflicacia. A.
Awenture del gemini fratelll Azor e Savo , e del loro
erede Clodovco figlio di Azor. Opera morale, istrut-
tiva e dilettevole die pud essere di gidda ai geni-
tori , alia gioventic e agli uomini di ogni stato e
condizione , del dott. Q. Silvola di Milano. Tom. I.
— Milano, 1 832, coi tipi di Luigi di Giacomo
Pirola. In i6.°, di pag. 200, lir. 2 austr.
Sill principio del secolo presente facevasi forte rimpro-
vero ai letterati Italiani perche troppo trasciirassero il ge-
nere dei romanzi clie si vivamente fioriA'^a in Alemagna e
in Francia. I romanzi dell' abate Chiari erano caduti in
discredito , e taluno giungeva a pensare die a tal genere
di composizione si opponesse 1" indole degl' Italiani. Ob-
biettavasi pero die nel seicento molti romanzi 1" Italia avea
aviiti; e cio die parea piii d'ogni altra cosa concliidente
si era die noi avevamo una lunga serie di romanzi in
versi , in tui potevamo trionfalmente contendere con ogni
altt-a nazione. Ma i romanzi del seicento erano dimen-
ticati, e i tanti scritti in versi non parevano piu di moda
lie per rintrinseco loro carattere, ne per la forma in cui
presentavansi. E la vera conclusione si e die nessuno pen-
sava a scrivere romanzi.
Se non die improvvisamente vennc fuori un ardimentoso
scozzese , il famoso Gualtiero Scott, il quale con una forza
d" imma2;inazione valentissima fece dimejaiicare i romanzi
PARTE PRIMA. 285
inglesi plu accredltati, e suscitando il generc storico, e la
nienioria di usi e costumi riruiovando che giaceva ti*as-
curata nelle Croiiiche de' bai-ljari tempi preceduti ai no-
stri , desto per tutta Eurojia uii entuslasino clie fara il suo
corso , come hanno fatto tanti altri generi di novita , fin-
che il Inion seiiso e la ragione ablsiano potuto avvertire
gli aiiimi inconsiderati , clie se il romanzo morale puo util-
mente servire alia propagazione della civilta, il romanzo
storico non serve clie a creai-e momentanea sorpresa ed a
lasciare lo spirito nello stato in cui prima trovaA'asi. Per-
ciocclie invano puo esso invocarsi a sussidio della storia ,
la quale sotto la sua dettatm-a per una parte si rende aper-
tamente incerta , e per 1' altra manca all' ofTicio nobile ed
importante al quale e destinata. Noi ahbiamo 1" esempio di
uno di questi romanzi , per assai giusti titoli commenda-
tissimo , il quale venne creduto deguo d'essere seriamente
commentato collo svolgimento di ampio numero di aned-
doti, non ad altro atti clie a destarci a pieta de' nostri
maggiori.
Ad onta di tutto cio ne'trenta ultiml anni decor si eccoci
pieni di romanzi d' ogni sorta ; e poco manca che non
sieno essi il genere ben caro di questa eta. DaUa Batta-
glia di Benevento iino alle Avvenmre dei geiniiii fratelli Azor
e Savo , e del loro erede Clodoveo figlio di Azor puo for-
Tuarsene una tabella di varieta meravigllosa , la piu parte
de' quali dovra necessariamente suljire la sorte deUe pro-
duzioni efimere , come sono condannate a subirla le poesie
romanticlie , alti'o genere di delirio il cui parosismo pare
omai in cp.ialche declinazione. Di cp.iesto che abbiamo in
secondo luogo nominate, composizione del sig. dott. Silvola,
non essendo apparso clie il tomo i." e giustamente argo-
mentando che altri parecchi deblsano succedergli , attende-
remo la piibblicazione di questi per darne un giudizio con
esatta cognizione di causa. Noteremo per era F eccellente
intenzione deirautore che dice d'avere intrapresa quest' o-
pera per ispirare a gioinnetti le pratiche religiose, morali e
civili , lusingandosi ch' esser debba utile e a genitori e ai
figli , i cjiudi ultimi specialinente dilettati ed istnitd did tanti
€ cosl varj accidenti avvemiti ai due fratelli de' quali si trat-
ta , e dal frutto cli essi trassero dai huoni insegnamenti dei
loro padri e maestri , e massime poi dai precetti loro dati
^n punto di morale , docili essi pure si renderanno co' loro
286 BIBLiaCRAFIA..
superiori, ed infiammando gli animi low sempre pin nelle virtu
e nelle huone prodche . potranno poi un giorno goderc di
que bent ed onori che la Provvidenza accordb cd due fmtelli
Azor e Savo , ed al low erede Clodoveo , ed arrecare tale e
tanta contentezza agli autori del low giomi quanta ne ap-
portawno quelli ai low pwprj. Cosi il sigiior dottox* Silvola
nella prefazione.
Annali del teatro della ciud di Rcggio , anno i83i. —
Bologna, iBSa, coi tipi del Nobili e comp. , in
8.° di pag. Fill € 212.
Questo periodico lavoro del signer conte Ritorni conti-
nua tuttora su quelle raedeslme e lodevoli norme degli
annl scorsi. Veggasi per tanto cio che gia detto ne abbiamo
in questo medesimo giornale. Nel volume che ora annun-
ziamo meritano specialmente d'essere lette alcune osserva-
zioni deir autore intorno alia musica.
Biblioteca storica di tuUe le nazioni. — Mtilano, i8i(>-
i832, coi tipi di Nicolo Bettoni e poi di Antonio
Fontana. Vol. 1 07, in 8." al prezzo di lit: 622 it. (*).
Di alcune delle opere comprese nell' annunciata Biblio-
teca gia fu parlato da varii in qnesto Giornale; delle
(*) Opere componenti questa Collezione.
Ammiajio Marcellino. Le Storie, traduz. di Frcancesco Ambrosoli.
Vol. 3. Italiane lir. 8. Sa.
Bentivoglio (Guido). Delia Guerra di Fiandra. Vol. 3. Lir. 14. 3o.
Bertoloni. Storia della Real Casa di Savoja. Vol. I. Lir. 3. 64.
Eotta. Storia della Guerra dell' indipendenza degli Stati Uniti
d' America (con cai'te geografiche ). Vol. 3. Lir. 17 34.
La stessa, a.''' ediz., Vol. 4. Lir. 16.
Brackeiiridge . Storia della Gueri-a tra gli Stati Uniti d' America
e ringhilterra dal 18 12-18 15, trad, di G. Borsieri (con
carta geogr. ). Vol. I. Lir. 5. II.
Cesare ( C. Giulio ). Conimentari, traduz, rivediita da F. Ambro-
soli. Vol. I. Lir. 7. 34.
Coxe (Guglielmo). Storia della Casa d' Austria, fino al 1792, tra-
duzione di P. E. Campi ( con tavole genealogiche ). Vol. 6.
Lir. 28. 60.
Curzio ( Quijuo Eufo ). De' fatti di Alessandro il Grande , traduz.
di Felice Givanni Vol. 1. Lir. 5. 10.
Davila. Storia delle Guerre civili di Francia. Vol. 4. Lir. 21. 5o.
Deaina. Delle Rivoluzioni d' Italia. Vol. 4. Lir. 18. 9a.
PARTE PRIMA. 287
altre , gla conosciute da tutti , non par necessario parlare
separatamente. Prima di questa Biblioteca non avevamo
Floro ( L. Anneo). La Storia Romana, traduz. del principe di
Caposelc ; e Sallustio ( C. C.) le Guerre Catilinaria e Giu-
gurtina , traduz. di V. Alfieri, Vol. i. Lir. 4. 14,
Giambullari. Storia d"' Europa. Vol. i. Lir. 5. 46-
Giaiinone ( Pietro ). Istoria civile del Regno di Napoli. Vol. <).
Lii-. 45. 56.
Gibhon ( Edoardo ). Storia della Decadenza e Rovina dell' Impero
Romano, trad. dalT ing. di D. Bertolotti. Vol. l3. Lii-. 63. 66.
Giusdno. Le Istorie di Trogo Porapeo , volgarizzate da T. Por-
cacclii , con emendazioni di P. E, Campi. Vol. I. Lir. 4- A"^'
Guicciardini. Storia d'' Italia, compendiata da F. Sansovino, Vol. i.
Lir. 5. 06.
Hume. Storia d'Liel'ilterra, traduz. dall'inglese di A. Clerichetti.
Vol. 3. Lir. i5. 53.
Levesque. Stoi-ia di Russia. Vol. 3, Lir. 14. ()8.
Livio ( Tito )■ La Storia Romana recata in italiano da Jacopo
Nardi, coi supplement! del Freinshemio , ti-adotti da Fran-
cesco Ambrosoli. Vol. 7. Lir. 3/. 46.
Machiavelli ( Nicolo ). Delle Istorie Fiorentine. Vol. i. Lir. 5. 64.
Maffei. Istoria delle Indie Orientali. Vol. 2. Lir. 9. 44.
Mallet (P. H.), Storia degli Svizzeri, traduz. del cavaliere A. Poi'-
cari ( con cai'te geografiche ). Vol. 2. Lir. 14. 80.
Michaud. Storia delle Crociate , traduz. per cura di F. Ambro-
soli (con carte geografiche). Vol. C. Lii*. 35. 76.
Miiller (De) Giovanni. Storia Universale, traduz. di G. Bai-bieri;
2." edizione accresciuta e riscontrata colP origlnale tedesco.
Vol. 6. Lir. 1 5. 60.
Porzio ( Camillo ). Congiura de'' Baroni del Regno di Napoli. —
Compagiii ( Dino ). Storia Fiorentina. — Davanzati {Ber-
nardo). Scisma d' Ingbilterra. Vol. i. Lir. 4. aa.
Robertson ( GugUelmo ). Storia della scoperta dell' America (con
carta geografica ). Vol. 3. Lir. 14. 82.
— - Storia di Cai'lo V, traduz. dall' inglese di A. C. Vol. 4-
I Lir. 16. 96.
— — Storia dell'antica Grecia. Vol. a. Lir. 8. 02.
Storia del Regno di Scozia. Vol. a. Lir. 8. 60.
Salaberry, Storia dell' Impero Ottomauo , traduz. di G. Barbieri.
Vol. 3. Lir. 1 3. 73.
Sismondi ( /. C. L. Sismondo de' ). Storia de"' Francesi , traduz.
del cavaliere Luigi Rossi. Vol. 5. Lir. a3. 88.
Tacito (C. Corndio ). Opere, traduz. di B. Davanzati. Vol. a,
Lir. 9. 80.
Vellcjo Patercolo. Istoria Romana ; e Valerio Massimo , Detti e
Fatti memorabili. Vol. 2. Lir. 9. 20.
WiUeiaaiiie. Stona di Crorawello, traduz. di G. S. Vol, i. Lir. 5. 18,
288 BIBLIOGRAFIA.
traduzioni Italiane del Brackenridge , Storia delta guerra tra
gli Stad Uniti d' America e T Inghilterra dal iSia al i8i5;
del Gibbon; del Levesque Storia di Eussia ; del Mallet,
Storia degli Svizzeri; del Salaberry , Storia dell' Inipero Ot-
tomano ," del WillemaiHe , Storia di Cromwello ; e del Ml-
chaud , Storia delle Crociate secondo 1' ultima edizione no-
tabilmente ampliata e corretta dalT autore. Di queste tra-
duzioni ci ha arricchiti la Biblioteca Storica ; e quando bene
'dovesse dirsi clie i tradnttori non fecero sempre il meglio
che far si poteva, nondimeno i loro lavori hanao per certo
contribuito a difFondere utili notizie tra qnella classe del
popolo che non conosce le lingue straniere. Avevamo inoltre
di alcuni autori versioni pressoche inutili ; le uiie per colpa
del traduttori ; le altre forse per negligenza dei tipografi :
a queste nella ridetta Bi.hlioteca o furono fatte notabili cor-
rezioni , o furono sostituiti nuovi volgarizzamenti. Per tutto
cio la Biblioteca Storica puo veramente citarsi fra le piu
belle imprege tipografiche dei nostri giorni. Molto, a dir
vero, le nianca per corrispondere pienamente all' idea che
desta quel titolo di Biblioteca di tutte le nazioni ; e ( senza
pariare delle regionl orientali ) saranno desiderate da niol-
ti, per esempio, le storie della Spagna e della Svezia , e
sopra tutto una storia d' Italia : ma ad ogni modo sara
consentito generalmente , che dalla lettura di questa Biblio-
teca possono i giovani ritrarre gran frutto. Pochi volumi
di supplemento basterebbero a far si che questa collezione
somministrasse tutta quella cognizione di storia ch' e sufti-
ciente al maggior numero delle persone. A,
Quadro pittorico di tutti i paesi e popoll del mondo
con incisioni dimostrantl vesdarj , costumi , sistcmi ,
usaiize , rimasugU d' antichitd , mojiiimenti moder-
ni , ecc. — Venezia , 1 83 1-82. Girolamo Tasso
editore , in 12.° Fascicoli V al XIL Prezzo lir. i
aust. al fascicolo.
Nel tomo 64.° della nostra Biblioteca, novembre i83i,
pag. 22,4, parlammo di quest' impresa che si aununzia ,
come edizione economica , e lo sara certamente , giacche
cento fascicoli formanti 2 5 volumi costeranno appena cento
lire austriache. Tutto sta a vedere se 1' opera sara con-
dotta con buon criterio e con attenzione , e se T imraensita
PARTE PKIMA. 289
della materia promessa nel frontespizio potra cliindersi
in 100 volumetti cli tenuissima mole, del che aljljiamo
ragione tli dnbitare , vedendo che con 12 fascicoli non
si c ancor descritta se non che una parte dell' antica
Tnrcliia unita alia Grecia, e la Grecia e la Turchia non
potrebbero formare vin io.° di tutto il mondo , o per dir
meglio della terra abltata. Notammo allora , che quest' ope-
ra , proclamata da princlpio come una novita, era stata
gia da qualclie tempo pubblicata in Llpsia, che veramente
neir introduzione se n' era per lo meno mascherato , o
come dircbbesi t.ravisato , lo scopo principale, e che i
primi fascicoli presentavano qnalche bella speranza di ve-
dere 1' edizione continuata con onore e nel progress© mi-
gliorata.
Ancora dunque nel V fasclcolo ci troviamo nell' Impcro
Ottomano, e largamente descritta vediamo la citta di Co-
stantinopoli , che pero non vorreramo vedere in qnesto
quadro sommario magnificata coUe frasi ampoUose degli
scrittori tnrchi , che tuUe I' altre citta a fronte di qaella
sono solo hanihini e parti immaturi, che la sua acqua e
vino , la sua ora mattutina un unione amorosa , comparando
la bella ( che dopo dne linee si trasforma in hagnscia )
ne boschi di cipressi ( pag. 16); che le sue toni s' ergono
all' alttzza dell' cterea lolta , che il sole vi ha tolta stanza,
che le stelle vi fan gradita scelta , che I' aura vi e niusco ,
€ canfora la polve , che al pari di pohe vi si tenga in conto
I'oro, che qnesto sia il Paradiso (pag. 16, 17, 18), e si-
mili esagerazioni. Che il dottissimo consigliere De Hammer
riferisca questi passi per dare un' idea dello stile orien-
tale e dell' indole degli scrittori turcheschi , uoi lo troviamo
molto a proposito, ma non egualmente che si ricopiino
quelle frasi in un compendio in cui si promette un quadro
dello stato attuale delle cose, utile ai viaggiatori , agli
studiosi , al bel sesso, come si disse nella citata introdu-
zione. Si sono pure tratte con troppa liducia dagli scrit-
tori bizantlni alcune esagerazioni concernenti il tempio ,
ora moschea di S. Solia , alia costruzione della quale ci
si dice che lavorarono giornalmente 100 architeiti e loooo
viuratori, e che gli angeli, secondo un' antica leggenda ,
concorsero ad assistervi col consigUo e coif opera , come si
legge alia pag. 97. Piacera e rechera diletto a molti la de-
scrizione del nuovo serraglio , ma non piacera sicuramente
290 BIBLIOGRAFIA.
al Turchi il voto die si fa in proposito degll harem e
delle sultane , che quesci peccati sulla gcnerazion feinminlle
( espressione per dir vero assai contorta ) troveranno una
voUa lor fine e lor vendicatore ( pag. 83).'
Si continua nel fascicolo VI la descrizione di Costantl-
nopoli e di varj suoi edifizj , dalle moschee e delle chiese
degli Arnieni , nel VII dei dintorni di quella citta con
una ri vista della niedesima distribnita in varie giornate ,
come si era gia veduta in un bel libretto quella di Ve-
nezia ri partita in otto giorni. Nei fascicoli VII ed VIII
si comincia a passeggiare per varj sangiaccad, e quindi
si passa a scorrere sulla fine dell' VIII e nella prima
parte del IX ( forse un po' troppo rapidamente ) nella
Servia , nella Bosnia, nella Moldavia e nella Valachia,
le quali a nostro avviso meritavano una piii ampia de-
scrizione. Ne molta fiducia potremmo per avventura ac-
cordare ai traduttori, poiclie vediamo i cetriuoU e i mel-
loni acquatici e zuccherini annoverati tra le frutta piii piccole
dei poini, e di queste accennate intere bccaglie ( pag. 44.8 )
che aicnno non vide giammai di cetriuoli e di melioni.
Colla Valachia si pon fine al secondo volume dell' opera
diviso in quattro parti,
Questo volume , accompagnato da un indice , dicesi
ultimo della Turchia , benche non ci semljrl che tutte siensi
descritte le provincie di quell' impero e quelle specialmente
dell'Asia ,• ma ancora slamo nella Grecia , altre volte sog-
getta a quel dominio. Non ispregevole alibiamo trovato
sul principio del III uno schizzo dello stato di coltura dei
Greci odierni, e ci consola il vedere che la parte dcU' opera
concernente in generate la Grecia e i Greci, e stata com-
pilata Bulle migliori relazioni dei piu recenti viaggiatori
dal sig. Dcpping, e fortunatamente non troviarao rispar-
niiate le giuste osservazioni sull' ignoranza in generale
de' monaci greci, suU' avidita e sull' ambizione di molti
individui del clero greco saperiore , snlle superstizioni
grossolane che si mantengono nel popolo , ecc.
Nei fascicoli IX, X ed XI si descrivono la Livadia,
I'Attica ^ la Beozia, T Eubea o Negroponte, la Focide ,
Parga e Suli , il Pelopponeso o la Morea , Corinto , I'Ar-
golide , I'Acaja, F Elide, la Messenla , la Laconia ; e nel
Xll il monte Athos o monte Santo , e con questo si
compie il terzo volumctto. Si corre , si corre molto, ed
PARTE PRIMA. 29 I
e pure strano clic in mezzo ail una corsa cosi rapiJa in
iin pacse veramentc classico e divenuto ora di grandissimo
intercsse per le sue rccenti vicenile , si sieno inseriti pic-
coli aneddoti , descrizloni minute del raonasteri e di alcune
case greciie , le relazioni di alcuni conviti o pranzi anclie
familiari, e ilno la menzione del fiinglu cotti neW olio ^
delle rape di forma oblunga , che crediamo non dissimile
da quelle delle nostre , della frittata con del formaggio ,
del prezzemolo e del burro ( pag. 3 i 3 ). Queste minutezze
avevamo altre volte osservate negli scritti del Depping,
ma credevamo di vcdcrle omesse o riformate nella doppia
tradnzione tedesca e francese di quest' opera , che pero
sara letta con qualclie piacere.
Nulla diremo delle figure intagliate in rame , aggiunte
a quest' opera ; esse continuano in egual numero a ciascun
fascicolo secondo le fatte promesse , ed alcune abbiamo
distinte fra di esse non prive di merito , tanto per gli
oggetti rappresentati, quanto per 1' esecuzione dell' intaglio.
— Anche in Milano pubblicavasi una compilazione sotto
il titolo di Quadro gcografico storico politico di tuttl i paesi
e popoli del mondo con tavole miniate ; ma questo da al-
cuni anni ha cessato di comparire per dappocaggine, per
quanto ci si assicura , dell' editore. Auguriamo migliore
fortuna al quadro piltorico che si pubblica in Veuezia !
/ Castclll del Tirolo , colla Storia delle relative antiche
potend famiglie , di Agostino Perini. — Trcnto ,
i83i, i832, dalVL R. Stamperia Moaauni. Vol.1,
fasc. I e II, gr. in 4.°, con tavole prospettiche , csC"
guite in Milano nella litografia Vassalli.
Non ci ha forse storia che spargere possa magglor luce
suir antico feudalismo , quanto la storia del Tirolo i ne
forse alcun altro paese ci presenta quella diremrao quasi
fisonomia del medio evo al pari del Tirolo , tutto ne' suoi
colli e nelle sue giogaje da torri coronato e da vecchie ca-
stella. E quelle torri e castella fecondissime sono di rimem-
branze or liete or lagrimevoli , ma non mai prive di grande
interesse : perciocche i lor signori non piccola parte elj-
bero nelle tempestose vicende e fazioni , onde a que' tempi
tutta fu agitata 1' Europa : di la tenevan eglino sommesse
292 BIBLIOGRAFIA.
genti popolose e feroci , e sovente di la preponderar fa-
cevano coUa loro possaiiza il destino di popoli e di regni.
La stoi'ia quiiidi delle antlche potenti faniiglie del Tirolo
ha uii'importanza tutta sua propria, perche ci trasporta a
que' tempi die formaroiio quasi I'anello tra rinvasioue dei
barbari e il primo risorgiuiento della civilta ; e perclie col-
legasi colle genei'ali storie d'altri paesi d'Europa, special-
inente poi dell' Italia e della Gerraania. Per le quali cose
nuova diremo e nel suo geiiere importantissiaia per la
natura delT argomento 1' opera di cui T egregio sig. Perini
imprese a farci bellissimo dono.
L' aiitore nell' introduzione viene dottamente ricercando
Forigiae deU'antico sisteraa feudale che dice del tutto pul-
lulato in Gerniania, e ne stabilisce I'essenza con queste
parole: Un servigio nelle annate, e delle terre in ricoinpensa-'
passa quindi ad indagare come tal sistema siasl poi pro-
pagate SIX tutte le contrade d' Europa ; descrive la tristis-
sima scena d' Europa al tempo delle grandi emigrazioni
de' popoli; ricerca quali fossero le condizioni de' viucitori
e de' vassalli, quali quelle de' vinti; couie si formasse
quella vlcendevole connessione, suUa quale tutto fondavasi
il sistema feudale ; come nascessero i primitivi diritti di
dominio sulla servitii personale , sulla caccia e sulla pesca,
diritti che in piu luoghi ancor sussistoao • abbozza il lut-
tuoso quadro di que' tempi ne' quali l' Europa non rappre-
sentava che soldatesche , aristocrazie , monarchie senz' ub-
Jjidienza , repuljliliche senza liberta , senza sicurezza ; e
finalmente ci da una giusta idea dell" epoca in cui dopo
la morte di Carlo Magno sciolto interamente dall' anarchia
del feudalism© quel legame che difendeva 1' intera nazione
contro d' un comune nemico , il valore della nobilta si ri-
volse alia rovlna dello Stato, ed i feudatarj rintanatisi
negl' inespugnabili loro castelli contesero spesse volte la
loro indipendenza ad eserciti poderosi.
Nel primo fascicolo contiensi la storia dei conti della
Rezia, deir Engadina e della Valvenosta, chiamati poi dal
loro castello i conti del Tirolo. Precede I'albero geneologico
da Urefrido conte della Rezia e dell'Istria, ^cjo — '^ 828,
sino ad Adelaide sposa di Mainardo conte di Gorizia •^
1275. Nel secondo trovasi la storia dei conti di Andechs,
signori all'Enno ed aU'Eisach, e duchi di Dalmazia, Croazia
e Meranu. Precede qui ancora 1' albcro genealogico , da
PARTE PRIMA. 2()3
Arnoldo I contc di Sudergraii, (j8o — ^ io3o, sliio ad
Adelaide niaritata I coa Ugoiie conte di Chalons , II con
Filippo conte di Savoja.
La concisione, diremo anzi I'energica rapidita dello stile
deirautore non ci permette di dare un sunto della storia
di (jnelle due famiglle. Tale rapidita di idee e di espres-
sioni doniina pure nell' introduzione, dalla quale quasi ad
esenipio tratti aljbianio i due seguenti brani. Nel priiuo e
delineato il quadro dell' irruzione de' barbari : " I deserti
>> della Scizia (dice 1' autore ) si spalancano e riboccano
" d' una scliiatta d' uomini atroci e selvaggi. Ben cento
» popoli ch'aljitavano lo spazio clie si estende dalle sponde
>' del Volga fino al mar Atlantico si uniscono sotto un
" sol capo e si diffondono su tutto 1' occidente. II terribile
'/ maccUo nei canipi della Catalonia interrompe il loro cor-
" so : essi abbandonano quelle spiagge vermiglle^ e guidati
" da Attila , die qual sanguigna cometa riluce sull' atter-
" rito emisfero , attraversano il paese degli Alemanni , e
» per la Rezia piombano sulT Italia (452). II loro vessillo
" e segnato col sangue , le incendiate citta illuminano i
" loro passi, e colla stessa barbarie distruggono le opera
>t deir uomo ed i prodotti della terra. La peste e la fame
" li seguono e mietono cio c!ie il ferro e il fuoco avevano
» dimenticato. Tutte le arti belle periscono, e que'sontuosi
" monumenti piantati per Feternita si avvolgono in fran-
" tunii tra la polvere e il fango. » E poco dopo cosl egli
parla della benefica influenza die anche in que' si sciagu-
rati tempi esercitossi dalla cristiana religione : n Tale era
tt la scena luttuosa d' Europa al tempo delie grandi emi-
>i grazionl de' popoli. Una notte procellosa si difFonde su
» tutte quelle belle provincie L' ordine seml^rava
» svelto dal mondo-, ma la Provvidenza divina seppe gui-
» dare le sue creature fra tanta caligine. I costumi furono
" aflidati ad una religione, die aveva cangiata la sempli-
" cita del primitivo suo essere in un' imponente e rozza
" magnificenza necessaria per quelle usanze e per quel
" tempi. Guai se la religione cristiana non avesse dirette
" quelle genti senza leggi e senza morale , ove il clima
M ed i pi-odotti delle region! raeridionali avevano in esse
" alterati i semplici costumi, fomentate le passioni ed i
» vizj. » Una cosa nondimeno bramata avremmo in quest!
due fascicoli ; maggiore correziono nclla parte tipogralica ;
del quale diteito spcriamo chc gli altri andrauno esenti. G.
2Q4 EIBLIOGHAFIA.
Intorno ai confini del teirltorio Veronese e Trentino.
Disseitazione cli Giovanni Qir. Omti , nobile i^ero-
nese. — Verona, dalla tipogi-afia del Gabinetto let-
terario , in 8.°
Forse noa mai a' di nostrl agitata venne con piu bel
corredo d'erudizione, ne con piu caldo amore di iiiunicipio
alcuii' altra disamina , quanto quella clie visguarda gli an-
ticlil confini del territorio Veronese col Trentino. Percioc-
che molto e con moltissima critica ne disputavono fra gli
altri i chiarissimi conte Giovanelli podesta di Trento, pro-
fessore Stoffella , Girolamo Asqiiini e Maiu'izio Moschini ;
pero senza clie la qvxistione A'^enisse pienamente decisa. Di
questa medesima quistione fatti pur furono alcuni cenni
nel nostro Giornale. Ora il nobUe signer Orti di Verona
entrando egli ancora nel conflitto, e giovandosi di tutte
cjiieUe ragioni che gli avvenne di trarre si dagli antichi
pill accreditati scrittori e si ancora da' nionumenti , crede
di poter concliiudere clie quando considerare si vcgliano
si fatti confini od a' tempi romani , od a qiielli del medio
€90 , od a' tempi moderni , e forza il dire clie le alte mon-
tagne, le quali dividono il Veronese dal Tirolo/wrorao mai
sempre da quella parte V inalterahile confine del territorio
Veronese. E noi saremmo per assentire agevolniente al no-
bile autore , sebbene nelle sue indagini non faccia clie dot-
tamente aggirarsi nel campo delle congetture, doversi cioe
le alte montagne del Tirolo considerare come i veri con-
fini de' due temtorj , alia quale conseguenza c' indurrebl^e
pure ancbe la stessa natnrale divisione , che 1' uno terri-
torio dalFaltro geograficamente distingue ^ se Fillustre eru-
ditissimo autore dei Cenni storici suite anticlie relazioni tra
le diocesi di Trento e di Cremona , non avesse nella sua
seconda edizione con irrefragabili docuinenti dimostrato la
giurisdizione di alcuni vescovi trentini sulle sponde del
Benaco, anzi su Pviva e Garda, ed in altre terre poste al
di cp.ia di c(ue' naturali confini. Ne pero lo stesso sig. Orti
tiensi totalmente sicuro d'aver colpito nel segno ^ ma pure
amerebbe , e ben con ragione , clie que' dotti scrittori , i
quali in questa disamina si pertinacemente s' intertennero,
ad altre piii utili ricerche rivolgessero il loro ingegno, ed
alia loro diletta patria oflrissero una bella storia seiven-
dosi di cfie' mateiiali innwnere^oU che il valoroio consigliere
PARTE PRIMA. 2()S
niilico Mazzcttl ( a cui 1' opuscolo e mcritanieiite dedicato )
cbbe a raccogliere con tante spese e futiche. Ai voti di lui
i nostri ancora rispondono. Perciocclie non ci ha jjiii no-
bile meta qaanto quella clie additata ci viene dal vero
amore di patria , e nella coUezione Mazzetti trovansi pre-
ziosissimi materiali si manoscritti clie stampati, di cui gio-
varsi potrebbe clii steiidcre volesse iin' accurata Storia di
Ti'ento e del suo territorio. G.
3Ieinorie istoiiche della Terra di S. Vlto al Taglia-
mento. Fenezia, loSa, tlpografia Picotti, in 4.°
Qnesto Giornale manifesto altre volte II deslderio die
gli aljitanti del bel paese dlstogliendo Taaimo dalle no-
velle, dai romanzi istorici e da altre s'mili miserie, ia
cui sembra che abbiano posto al presente 1' amof loro ,
lo rivolc;aiio alle istorie delle citta e delle provincie italiane.
]Ma neir esprimere questo voto esso non ebbe certaniente
in mira i borglii e le ville, le cui Memorie , siccome e
chiaro J non possono raggiungere I'alto e grave scopo che
per r intrinseca loro importanza fu attriliuito a quelle delle
citta e delle provincie. Nondiraeno qualunque sia la terra
natale , e quahinque ne sia la politica condizione , nobile
e pietosa opera sempre dovrassi reputar quella di accre-
scere il culto dei domestici numi col porre in luce gli
avvenimenti e gli uomini che le procacciarono vantaggio
e decoro ; ne cio farassi senza una certa utilita ; poiche
anche dalle povere crouache puo trarsi qualche oppor-
tuna cognizione^ e per tal modo ognuaa di esse puo som-
ministrare la sua pietra al gran ediiizio della storia nazio-
nale. Percio crediamo degno di lode il signor coiite d'Al-
taa, che iavestigando negli archivj e nei libri pote for-
inare un volume , ed intitolarlo Memorie istoriche di S. Vita,
Col quale non solo egli fece una bella prova di pazienza
a pro della sna patria, ma diede altresi a divedere di es-
ser uomo di tali doti fornito che se avesse avuto un campo
piu ainpio e piu ubertoso, una messe piu copiosa e piii
prolittevole avrebbe saputo raccogliere. E non e certamente
colpa di lui se le notizie che frugando , rovistando , spiando
pote raggranellare , sebbene presentate nel piu acconcio e
convcniente aspetto e diiposte diligenteinente secoado V or-
diue dei tempi, pure appeua couipongoiio luia elligie di
296 BIBLIOGRAFIA.
stoi-ia, e se nelle Memorie biografiche, con cui voile in-
grossare il suo lavoro, 1 nomi famosi e le egregie opere
appajono come le ricchezze tli Troja nel mare virgiliano.
Alle Memorie storiche si aggiungono la pianta di S. Vito
incisa litogralicamente , ed ua prospetto statistico, di cui
una gran parte un prudeate accorgimento e la cura del
patrio decoro consigliar doveano di non pubblicare.
Vita di Giovanni de Medici , celebre capitano delle
Bande Nere, scritta da Qiangirolamo Rossi di San
Seco7ido, vescovo di Pavia. — Milano, i83a, dalla
tipo^rafia del dott. Giulio Ferrario , in 8°, di p. 67.
Si vende da Gio. Pirotta in S. Radegonda. Lir. I aust.
L' illustre storico delle FamigUe celebri d' Italia e quegli
die trasse questa Vita da un codice della Ricardiana di
Firenze , col clie egli ha ornata la nostra letteratura di
un' elegantissima composizione, degna quant^altra mai del
felice secolo in cui fu scritta. Fu madre di Giovanni de'
Medici la faraosa Caterina Sforza, figlia naturale di Lodovico
il Moro, tuttora vivissima nella memoria de' Romagnuoli,
la quale dopo essere stata moglie di Girolamo Riario, signor
di Forli , niorto lul vittima di una congiura , sposo un
Medici di nome ancU' egli Giovanni. L'autore poi di questa
vita fu uomo , come d' illustre nascita , cosi ancora valente
nel mane2;2;io degli afFari, conoscitore delle piii importanti
persone del suo tempo , ed alia casa de' Medici caro-, scrit-
lore tuttavia alieno da ogni sorta di esagerazione e som-
mamente alia verita incliiiato , siccome dalla dignita sua
ricliiedevasi. Questo scritto, che piacera a qualsivoglia let-
tore , potra essere altresi non inutile a chi si dedichi tra
noi a' lavori di biografie.
Degli Inquisitnri da spedirsi nella Dalmazia, orazione
di Marco Foscarini cavaliere e procuratore delta
nel Maggior Consiglio il giorno 17 dicembre del
1747. — Venczia, i83i, Picotti, gr. in 4.°
Duolcl che troppo tardi pervenuta ci sia questa eloquen-
tlssima orazione scritta in pulito dialetto veneto, giusta
r uso di quella repubblica. Essa vede per la prima volta
la luce per opera del signor Francesco Gux'iali 5 che col
pAiiTE mraA. 297
pubblicarla onorar voile le bene auspicate nozze Reali-
Gerna/ai. Precede una dotta ed elegante Menioria del
chiarissimo Emanuele Cigogna, nella quale ragionasi delle
opere di Marco Foscarini, uno de' piu bei luiiii della ve-
neta Repubblica. Segue rargomcnto deirorazione, nel quale
si espongono le cose della Dalmazia a niiserrimo stato ri-
dotte pel mal governo di que'magistrati, la convenevolezza
percio die venissero cola spediti straordinarj inquisitori ,
le opposizioni fatte a cotanto savio divisamento, e fiualmente
I'esito dell'aringo. Quanto al merito dell' orazione cl bastera
di qui riferire il giudizio che ne scrisse Apostolo Zeno
in una sua lettera del 18 dicembre 1747: Tutta questa
cicta, egli dice, risuona delle lodi di S. E. Cavaliere e Pro-
curatore Marco Foscarini per un aringo incomparabile fatto
jer mattina da lui nel serenissiino Maggior Consiglio con pie-
nissirni iiumerosi ioti accompagnato dull' esito. G.
Notizie appartenenti alia storia della sua patria, rac-
colte ed illustrate da Giuseppe Robolini, gentiluomo
pavese. — Pavia ^ 1882, stamperia Fusi e Comp.y
vol, IV , parte II , di pag. 423. Frezzo lir. 4. 5o
austj:
Essendosi gia altre volte in questo Giornale fatto cenno
della presente opera, non e necessario nuovamente mo-
strarne la natura e lo scopo. Se rispetto al modo deU'espo-
sizione furono di aridita da noi notati i precedenti volumi,
molto piu merita una simile taccia quello che ora annun-
ciamo, perche formato per intiero di agginnte, correzioui,
note, appendici e cataloghi. Non di meno per sostanza di
cose va forse innanzi agli altri tuttl. E facile accorgersi
che il sig. Robolini portando una scrupolosa ed indefessa
attenzione alie notizie per lui raccolte non sa deliberarsi
a iasclarle una volta cosi come le ha dapprima esposte.
Facendo nuove letture , nuovi confronti e nuove osserva-
zioni , trovasi indotto talvolta a mutare opinione od a
modificarla, e tal altra a convalidare con nuovi fatti ed ar-
gomenti quanto ha di gia asserito. Ne le critiche osser-
vazioni che questo niedesimo Giornale per desiderio di
meglio illustrar il vcro si e permesso di fare intorno ai
suoi lavori , furono prive di frutto, perocche diedoro luogo
a nuovi scliiarimcnii e ad ulteriori discussioni per pane
Bibl. Ital. T. LXVIIL 20
298 BIBLIOGRAFIA.
deirautore. Un esempio ne abblamo nella quistlone risguar-
dante la chiesa di S. Michele, al qual proposito ha egli di
buona fede riconosciuto d'avere scansata una difficolta gra-
vissima che fu per noi avvertita , e la quale nel presente
volume teuta di risolvere , volendo pur manteuere salda
la sua senteaza circa il tempo nel quale la suddetta Chiesa
venue eretta.
Le esercitazioni sulle antiche lapidi pavesi del professore
Aldini, delle quali si e discorso in questa Biblioteca, som-
ministrarono al diligente Roboliui opportunita di alcune
sottili osservazioni , e specialmente sull' origine del nome
di Pavia sostltuito a quello di Ticino. Ha egli notato, ed
a ragione , un grave sbaglio commesso dall' Aldini nell' in-
terpretare un luogo di Cassiodoro , ed ha dimostrato le
altre congetture del medesimo essere maucanti di buon
fondamento.
Additeremo ora quelle parti che ci sembrano piii degne
di considerazione in questo volume, e donde trar potrebbe
qualche utilita uno scrittore di storie municipali ed anco
italiche. Alia nota Z *^ leggonsi alcuni pochi cenni intorno
alia Societa o Corporazione de' mercanti di Pavia , e i do-
cumenti relativi alle convenzioni da quella stipulate a nome
di tutto il Comune coi marchesi MaLispina ed alcuni feu-
datarj di Genova pel libero passo nelle valli di Trebbia
e StalTora delle merci che fra le due cltta si scambiavano.
Quanto riguarda le corporazioni delle arti o maestranze
fu a sufficienza illustrato dagli stoiici ed eruditi , ma non
cosi puo dirsi delle corporazioni de' mercatanti specialmente
nelle Repubbliche lombarde: ne si e pur deterniinato il valore
politico di questo elemento ne'governi municipali del medio
evo. La nota HH contiene alcune notizie circa gli statuti
cosi della citta , come delia campagna di Pavia, le quali
essere possono di vantaggio agli studiosi della legislazione
di que' secoli che meriterebbe di essere illustrata, non
meno di quel che si e fatto rispetto ai manoscritti bar-
barici. Nella nota O O trovasi una critica discnssioae in-
torno al tempo , nel quale 1' anonimo pavese scrisse il
suo libro che V autore crede doversi stabilire all' anno
1827, qulndi r esposizione dello stato materlale politico
commerciale e morale in cui allora questa citta era costi-
tuita . In vece pero di darne un estratto incomposto, quanto
sarebbe riuscito bello e giovevole il ritrarne un vivo e ben
PARTE PRIMA. 299
ordlnnto quadro, mentre cosi opportum ed abbondevoli gli
soccorrevano i materiali? Ma cio non dovevasi aspettare
dal lloboliai , il quale non lia voluto ua solo istante smen-
tire la modestia del titolo posto al suo liljro. La riprodii-
zione del gia pubjjlicato elenco dclle faniiglie nobili e po-
polane che fu compilato I'anno 1399, corredata di ciitiche
avvertenze e di emendazioni, jduo aveisi in couto di cosa
molto vantagglosa a farci conoscere la potenza di Pavia,
e lo spirito di partito che vi prevaleva. Ed in veio dalla
ispezione di questo documento si ricava che il niimero
delle schiatte costituenti la societa del popolo era d' assai
maggiore, che quello delle schiatte formaati la societa dei
nobili o militi , e che in queste prepouderava il partito
guelfo , mentre nelle altre era senza misnra raaggiore il
ghibellino. Ne dispregevoli sono da estiuiarsi le ricerche
genealogiche intorno alia faraiglia de' Beccaria, accompa-
gnate da alcune tavole che si riscontrano nella nota T T :
ivi si vede esattaniente dlstinta Tepoca nella quale si co-
mincia a trovar tnenzionati i Beccaria da quella in cui
cbbero parte attiva nel governo del loro comune. Tali
indagini ponno riuscire vantaggiose a chiunque si occupa
nel ricercare ed esporre le origini ed i fasti delle illustri
famiglie italiane fiorite nel medio evo. Diciamo inoltre che
si consulteranuo con vantaggio le note risguardanti la co-
struzione del ponte sul Ticino, e la distinzloue del vec-
chio e nuovo, le quail furono per Intiero cavate dagli scritti
del Pessani , ed i primi saggi della buona pittura in Lom-
bardia per opera de' pavesi Andrino di Edesia e LaeJicia,
mentre sorgeva Giotto in Toscana. II preseute volume cou-
tiene pure uu'appendice composta d' un catalogo d'indul-
genze pubblicato da Giacomo Gualla , di alcune osserva-
zioai suUa Cronaca ms. di Alessio Bei-etta e suU' anonimo del
Paruta, una seconda appendice sui beni e sulla giurisdizione
spirituale del monastero di S. Salvatore, un Indice di carte
inedite appartenenti ai secoli XII , XIII e XIV, raolte delle
quali, perche riferisconsi ad interessi meramente privati ,
non possono riuscire di alcun frutto alia storia patria, la
serie cronologica de' vescovi di Pavia, dall'origlne di questa
Chiesa fino all" anno i35f), quella de' vicarj vescovili e de'
capitolari dall' anno 1242 al 1859 cavata dal Bossi , ua
catalogo de" consoli di Pavia dalPanno 1198 all" anno i255,
un altro de' podesta e vicar] imperiali dalla loro istituzionc
300 BIBLIOGRAFIA.
fino air anno i359, un terzo de' capitani del popolo, ed
ua ultimo de' capitani generali e signori di Pavia. Si com-
pie questo volume con un indice generale , dal che po-
trebbesi argomentare aver qui posto fine 1' autore alle sue
fatiche , le quali s' hanno a considerare corae una miniera
donde trar si possono molte particelle di pregiato metallo,
purche tollerar si yoglia la pena di rirauoverne le scorie.
Elogio biografico e breve ancdisi delle opere di Er-
mencgildo Pini , gid C. R. B., cavaliere della Co-
rona Ferrea , professor e di storia Jiatiirale e di
chimica , membra del consiglio delle miniere , ed
ispettore generale della pubbllca istruzione del ces-
sato regno d' Italia ; membro dell' I. R. Istitiito ,
della Societd italiana delle scienze e d' altre prima-
rie Accademie d'Ewopa: ^critto da Cesare Rovida ,
gid C. R. B. , cavaliei'e , professore di matematica
nel liceo di Blilano di Porta Nuova ecc. — Mi-
lano , 1802 , tip. Truffi, di pag. 142 , prezzo lir. 2
austriache.
Comincia 1' autore dolendosi con nobill parole clie ancor
manchi I' elogio delle virtu e del sapere di Ermenegildo Pini,
alia quale mancanza non suppliscono hrevi e fuggitivi cenni
sparsi in qualche giornale. Non e pero difBcile trovar le
cagioni di essa, e giova alia storia letteraria il conoscerle.
Venuto il Pini in eta avanzata , ed accorgendosi come
negli studj pratici della natura altri gli era andato avanti,
volse I'ingegno, di cui sentiva ancora vigorose le forze ,
ad ardue speculazioni si nelle cose naturali, si nelle nieta-
iisiclie. Qnanto alle prime , si fece con vivo zelo a soste-
nere quella dottrina geologica detta de* nettimisti , per la
quale erasi gia altre volte adoprato , e n" ebbero ori-
gine r opuscolo sui Sistemi geologici ed altre scritture (i).
(l) Ecco in che termini il Pini esprimeva al Console Bona-
parte, cui dedicava la sua opera e ne inviava il priiiio volume,
qual fosse lo scopo di questo volume medesimo : Le tut de
cclui-ci est de demoiitrer que toutcs les sciences en les aiialysaiit ,
se reduisent a uiie , que j'ai nominee Protologie , c'est a dire la
science du principe. Je demontre que ce principe est intelligent par
PARTE PRIMA. 3ol
Quanto alle seconde, si spinse a contemplare nel prinio
vero il principio di tutte le scienze, le quali ridocte in
esso ad una sola, porgeangli materia alia scienza del Prin-
cipio, cui applicossi nominandola Protologia, e puliblican-
done nel i8o3 un Trattato in tre volumi. Ora quest! due
argonienti di studio die al vecchio Pini furono in singolar
niodo accetti , nol furono generalmente agli uomini del
suo tempo. Le dottrine de' vulcanisti , cioe le contrarie a
quelle de' nettunisti , acqitistavano allora favore , e nel
luogo stesso di soggiorno del Pini, cioe in Milano, tro-
vavano nel Breislak un fortissimo campione. Ma se per cio
furono pressoclie neglette le cose geologiche del Pini, peg-
gior sorte tocco forse alle metafisiche , e dice il Rovida
che le profondc meditazioni della proiologia, die avrebbero
destato I' entusiasino in qualche altra nazione , non piacquero
a que tempi fra noi , suscitando persino le risa d' alcuni.
Quindi si vede che le piu fresche memorie le quali il
Pini, dopo la sua niorte (i), lasciava di se , molto non
erano , per cagion de' tempi , propizie alia sua fama , onde
"venne la scarsezza degli elogi che gli furono tributati.
Pero si confessi che al Pini usar volevasi maggiore giu-
stizia. Deir aver egli sostenuto , e certo non ignobilmente ,
una dottrina geologica piitttosto che un' altra , non vorra
fargliene carico chiuiique pensi all' incertezza e volubilita
della geologia ^ la quale ammette tanta varieta diopinioni,
e la quale ha forse bisogno di essere considerata in di-
versissime guise , aflinche non tanto a sistemi , quanto a
veraci cognizioni alia perfine si giunga. Dell' aver poi
composta un' opera metafisica qual e la protologia , astrusa
in vero ed eccessivamente astratta, ma di nobilissimo in-
tendiniento , e gravida di alti pensamenti , chi sara o^gidi
s\ scortese di fame nota contraria alia scientifica riputa-
ne di lui , e chi piuttosto non seguira 1' esemplo del Poli ,
che nel suo Corso di filosofia ne parlo con rispetto e con
soi-Jiieme : que dans ce principe on doit admettre pluralite de per-
sonnes : que cette pluralite coiistitue I'ordre d' existence ; que dans
cette ordre est la demonstration des principes de toutes les sciences
et de la morale meine , de laquelle depend le veritable bonlieur des
homines.
(i) Avvenuta in Milano sua patria il 3 geunajo 1828, egsendo
egli in eta di poco mcuo che 85 anni.
3C2 ETELIOGRAFIA.
lode? Qulndi le ultime applicazioni del Pini, e geologlche
e metafisiche , dovevano frnttargli eiicomio piuttosto die
biasiino e disprezzo, od almeno non esser causa clie di
lul si tacessero quelle lodi , che per tanti riguardi erasi
neir oiiorato corso di sua vita meritate , come dall' elogio
del professore Rovida se ne hanno le piii conviiicenti
prove. Possedeva il Pini amplissimo e forte ingegno onde
fa abile a coltivare la teologia , la metafisica , le matema-
tiche pure ed applicate , la iiieccanica , V architettura , la
chimica , la storia naturale. Lascio ad ognuaa di queste
scienze degni monumenti del suo sapere, ma il suo me-
rito singolarmente si rese segnalato nelle natitrali discipline.
Gli si deve il vanto di averle fra noi proraosse in tempi
lie' quali ben pochi ad esse applicavano : il fece istituendo
il museo di S. Alessandro in Milano , contribuendo ad ar-
ricchire quelle di Pavia, pubblicando con molte aggiunte
la traduzione del Leske quando iiiun' altr' opera elementare
avevamo per lo studio della storia naturale , detlando dalla
cattedra con indefesso zelo eletti insegnamenti. Tra le
parti della storia naturale coltivo in ispecial modo la mi-
neralogia, e fra Taltre opere che ci lascio relative a que-
sta disciplina voglionsi ricordare quella utilissima ch' e in-
titolata De venarum metallicarum excoctione (vol. 3. 177 c)-
80), e quelle sui minerali del S. Gottardo, tra' quali trovo
la bella varieta di feldspato cui diede nome di Adularia.
SIccome poi ne' tempi in cui fiori , niun altro v' era che
al pari di lui fosse esperto nelle raaterie mineralogiche e
metallurgiche ( tanto e per viaggi , e per istudj , e per in-
tense amore se n'era erudito), cosi a lui afBdavansi dal-
I'amministrazione pubblica tutti gl' incarichi ad esse rela-
tivi, onde la sua vita fu continuamente intesa ad utili
ufticj , e n'ebbe dai governi cui presto i suoi servigi le
pid onorevoli testimonianze di approvazione. Finalinente
le virtii morali corapivano i meriti di un tant'uomo; e
se quasi superfluo e il dire che 1' autore della protologia
con singolare aliezza d' animo applicasse alle scientifiche
esercitazioni , bello e il narrare con quale semplicita ed
iimilta attendesse agli uflicj del sacerdotale minister© ; e
veramente con molto affetto il Rovida descrive queste ed
altre virtuose aliitudini del suo maestro ed amico.
Risulta dalle cose dlscorse come meritamente si dovesse
al Pini un elogio , e come encomiar si voglia il Rovida
PARTE PRIMA. 3o3
dell'avere e colLi storia della vita, e coU' analisi delle
opere ben adempiuto un tal debito.
Ramirl Tonanii Abbatis e sodalitate casinensiam
insaiptlones , carmina , etc. — Parmce, i83a, in
typographia Joscphi Pap;aainii, volumcii secundum y
fasciculus IV , in 8.° Totale prczzo delV opera itul.
lir. 1 o.
Questo 4.° fascicolo da compimento all' opera , che nel
i83o fu promessa in due volumi in 8.°, e contiene i.° il
resto de' vei-si latini, pochissimi de' quali furon posti nel
fascicolo prpcedente^ 2.° Laudalio funehris ahbatwn sodalitatis
casinensis qui diem ohiere etc. , habita Perusim ab
auctore; 3.° Epistola ad Piura VII P. M. ; 4.° Appendix ad
inscriptiones quce inter opus edendum accesserunt ; 5.° Indici
copiosi.
La Biblioteca italiana diede un brevissimo conto nel tonio
6o.°5 dicembre i83o;, pag. 74, del i.° fascicolo di quest' o-
pera importante, ed ivi promise di darne un piii ampio
a lavoro compiuto. Essa libera era la sua promessa,
Settecento cinquanta o Iscrizioni, o epitalii si contengono
in questi quattro fascicoli ^ parecclii endecasillabi , odi ,
vers! esametri ed elegiaci, epigrammi, e le prose poo' anzi
notate, oltre la dedicatoria^ ed il Monita lectori, che stanno
in fronte al primo. Tutte queste cose sono scritte con au-
rea latinita , e nello stile clie a ciascheduna si addice.
Ne teniiamo di asserire che questo valentissimo scrittore
e degno del secolo in cui visse il gran Morcelli , ed in
cui vive il rinoniatissimo emulo di questo, Filippo Schiassi
nel quale , siccome nel Tonani , la luodestia e la man-
suetndine vanno del pari colla sapienza e colla cortesia.
Sappiamo , e ne place di propalare , che questo celebratis-
simo bolognese tiene in grande estimazione, ed e legato
in bella amista col parmigiano Epigrafista, ed auguriamo
che lungamente sieno conservati all' onore d' Italia questi
due valentuomini. Assai ci e penoso 1' udire da Parma che
molto e il decadimento di salute di quest' ultimo, e gia
niolta r eta. Se non fosse una favola 1' esser ringiovenito
Esone , vorremmo avere la possanza di Medea per far ri-
fiorire una si cara vita.
304 BIBLIOCRAFIA.
Le iscrizioni del Tonanl sono coa bell' ordine cosi di-
vise : Sacrcc ; Honor aricc; Epitaphia; Historicce ; Elogia : De-
creta et Donuria; TemporaricH , coUe rispettive suddivisioni.
Questa raccolta e tanto piu degaa di coasiderazioue, quanto
die racchinde le Memorie di parecchi uoniini, la maggior
parte parinigiani , i nomi de' cjnali meritano verameate di
passare alia posterita; e quanto che tiene ricordo di molti
fatti succeduti ia quel paese nel corso degli ultimi 40 anal.
Iscrizioni italiane di Ferdinando Malvica , precedute
da un discorso del medesimo intorno ai Sepolcri
ed alle Epigraji. — Palermo, i83o, in 8.°
Quest' opera pub considerarsi come in quattro parti di-
stinta. Pailasi nella prima della venerazione che gli antichi
ebbero pe' loro trapassati ■, nella seconda si tratta delle
epigrafi colle quali essi dimostrarono si fatta loro venera-
zione ^ nella terza ragionasi delle epigrafi italiane, e si
danno le norme colle quali dovrebbero essere scritte i nella
quarta contengonsi moke epigrafi scritte nel nostro idioma
e sparse per la Sicilia, alle quali 1' autore aggiugne le
sue propria specialmente in lode di celebri Italian!. Ma
trattone le riportate epigrafi italiane, alcune delle quali
dire si possono belle, nulla incontrato abbiamo nelle altre
tre parti che dirsi possa nuovo o pellegrino.
Origins della lingua italiana , ecc. , di Ottavio Maz-
zoNi TosELLi. — Bologna, 1882, in 8.°
L' autore di quest" operetta non dimostrasi altrimenti sod-
disfatto del sistema di colore che dalla latina discendere
fanno la lingua italiana. Egli e d'aAn^iso che il nostro bel-
r idioma parlato siasi dai primi abitanti dell' Italia , e che
tutto fosse lor proprio e natio ; vuole anzi che non altra
lingua parlassero que'Galli Boi, che si formidabili presen-
taronsi al popolo di Roma. Ma come mai puo egli giudi-
care dal confronto di due cose , T una delle quali , cioe
la lingua de' Galli Boi , piii non sussiste ? Con quaU pre-
messe , con quali probabili congetture , per qual via in
somma e egli giunto a si importante, a si nuova scoperta?
Se non che la classica erudizione ancora ha i suoi para-
dossi , ue sarebbe questa la prima volta in cui ella siasi
smarrita nel regno delle chimere. Finche per tanto l' autore
PARTE PRIMA. 3o5
non ci csponga Ic sue autorita eel i monumenti suoi in
un modo autentico e convincente , noi lo porreuio del pari
con quel Ijasco, il quale un grossissimo libro compose per
dimostrare che la sua lingua materna era quella clie par-
lavasi da Adaiuo nel giardino di Eden, G.
Saggio sopra il piii convcniente sistema dl femmiiule
educaziojie , pitbhlicato in occasione delle faustissime
nozzc Sicuro Bcrni-Lasize. — Venezia, 1802, Gi-
rolamo Tasso, in 8.°, di pag. 3a.
L' autore di questa pregevole operetta , il signor Gio-
vanni Bellomo, scegliere non potea piii adatto argomento
per occasione di nozze, ne meglio intitolarlo clie alia nia-
dre della sposa. Due cose ebb' egli di mira in questo suo
saggio : le caratteristiche qualita fisiche e morali del feni-
niinil sesso ; il noljilissiiuo ufEcio a cui furono le doune
dalla natura stessa destinate , cioe di maclri e di re^ohUrici
della famiglia. Da questi due principj 1' autore desunse re-
golaruieute la divisione dell' operetta sua sotto il triplice
rapporto di educazione fisica, di educazione iiitellettuule e
di educazione morale.
L' autore nella prima parte riconoscendo essere attribute
proprio e principale del femminil sesso non la forza, pre-
rogativa tutta propria del mascliile, ma la leggiadria ,
imprende ad esporre le cure che aver debljonsi perche
si svilujjpi tale attributo, e con esso il convenevole grado
di forza : parla quindi de' lavori femminili ■, della danza
considerata come esercizio utilissimo per la leggiadria e la
forza del corpo, prescrive il genere del ballo e le cautele
da osservarsi; parla poi della musica, indicando la mode-
razione con cui debb'ella coltivarsi. — Nella seconda, pre-
messe varie nozioni su 1' indole del femminile ingegno ,
tratta della scelta degli studj, della cognizione delle lingue,
dello studio dell'amene lettere, dell' arti belle, del metodo
con cui apprendere la storia, delle scienze, indicando i
limiti in cui queste contenere si debbono e le parti che
piii alle doane convengonsi , dell' arti d' industria , del go-
verno della famiglia, prendendo a niodello la donna forte
proposto dallo Spiriio Santo nel lijjro de' Proverbj , e fi-
nalmente confuta il sistema di coloro che accordare nou
vorrebbero al sesso gentile alcuiia letteraria e scientifica
3o6 BIBLIOGUAFIA.
jstruzione, e la causa adduce, per cui a qualche donna lo
studio dellc lettere e delle scienze reco nocumeato anzi che
vantaggio. Noi non posslamo che applaudire alle niassime
dell'autore, e cola specialmente, ove parlando delle ainene
lettere consiglia grande cautela e parsimonia nel dare alle
giovinette per esercizio di lettura commedie, traged'ie e
specialmente ronianzl, ed ove discorrendo sullo studio delle
lingue, inculca 1' assoluta necessita, che la donna innanzi
d'ogni altro idioma facciasi a coltivare il proprio o nativo.
Che sconvenevole anzi turpissima cosa e veramente a ve-
dersi come tra noi alcune giovinette appreso abhiano a
halbutire sino dalla culla 1" idioma della Senna, ed in questo
solo amino di esprimersi e conversare , nulla o ben poco
educate in qnello del 6eZ/jae5e ^ e quasi vergognandosi d'es-
sere italiane. — Nella parte terza V autore argomentando
dall' indole del cuore femminile dimostra come nelle fan-
cinlle risvegliar ed educar debbasi il sentiraento di religione,
come in esse moderare le passioni , come dirigerne V in-
dole ed i sentimenti , e fra questi quella che quasi direb-
besi loro innata inclinazione all' abbigliarsi , come repri-
merne la vanith, lo spirito di maldicenza, ecc. , e chiude
coir accennare le felici conseguenze die alle famiglie ed
alio Stato provengono da si fatta triplice educazione del
sesso femminile.
Quest' operetta per tanto ripiena di eccellenti massime ,
scritta con beU'ordine, con perspicuita, con concisione e con
buona lingua, scevra poi da quelle trascendentali nordiche
dottrine, di citi altri scrittori d' Italia voUero far pompa
in simili argomenti , merita d'essere raccomandata alio
tuadri di famiglia ed alle educatrici, e puo considerarsi
come un rarao staccato, o direbbesi meglio come un'ap-
pendice ai trattati di Pedagogia.
Intorrio a Vittorino da Feltre , maestro di Scuola del
sccolo XV. Discorso di Giovanni Racheli direttore
d wi Istituto elementare e ginnasial^ , letto ai suoi
alunni nel giorno della distrihuzione finale degli at-
testati scolasdci a settembre 1882. — Milano, 1882,
coi tipi di Giovanni Pirotta , in 12.° di pag. 28.
Di un beir esempio di sacrificato amor proprio pare a
noi aver data prova il sig. RachelL con questo discorso.
PARTE PRIMA. 307
Moiti tra nol mostransi dolenti , che scarso sia 11 nu-
mero in mezzo pure alia tanta copia degl' Istitutori, a cui
raccomandansi la educazione e la istruzione de' giovinetti
ne' Convitti o CoUegi , o qualunque altro sia il titolo di
cni da alcuni annl si frcgiano tante case di questo generc.
E iiitanto il sig. Racheli proclania e celelira la mcmoria
deir uomo che in Lombaidia da oniai quattro secoli c uia-
gnificato pel piu sini^olare e commendevole Maestro, clie
le scuole d' Italia abliiano niai avuto. Oltre cio Vittorino
da Feltre ebbe la felice comljinazione d' imbattersi in un
principe generoso ; il quale con ragionata fidncia affidan-
dogli r educazione e 1' ammaestramento de' suoi figliuoli di
tanto largamente lo tenne provveduto , die non solo ebbe
modo di piantare un' Accademia pei giovani principi , e
pel figli di ben amati cortigiani, che 1' istitutore credette
conveniente di dare a compagni nelle discipline , e negli
studj ai figli di Gicin Francesco Gonzaga , marchese di
Mantova ; ma pote fondarne una seconda per gli stessi fini,
e collo stesso zelo pei giovanetti di meno distinta nascita,
e di molti ancora nati in si bassa fortuna, che Tacilniente
senza il provvediraento di lui il native stato di poverta
avrebbe condannati a perdersi ignobili , confusi col volgo.
Queste due osservazioni basteranno a far intendere come
il signor Racheli abbia sagrificato 1' amor proprio, essendo
manifestissimi i punti di confronto che 11 suo discorso na-
turalmente presenta, e fcrma essendo nella generale opi-
nione la benemerenza di Vittorino , e dilatata la sua fama.
Che tanta risulta da cio che intorno a lui Iianno lasciato
scritto 11 Tiraboschi , il Eosmini « 11 Sismondi , il Ginmene
e quanti hanno avuto occasione di toccare le vicende delle
lettere e della politica italiana del secolo in cui Vittorino
fieri ; tutti gli hanno profuse lodi semplterne.
Ma sarebbe permesso, non diminuire ne 11 merlto , ne
la fama di quest' uomo, bensi esporre soltanto un diib-
bio , non inutile alia intcgrita della storia? Che nell' in-
caricarsi dell' educazione ed istruzione dei figli del Mar-
chese di Mantova Vittorino plii avantl forse di molti suoi
coetanei nel buon senso abbia condotta la loro educazio-
ne, e quella de' loro compagni, secondo che suppongono
i panegiristl di lui, noi non alibiamo dillicoltu a credcrlo.
Ma ben ci maravigliamo , che di due istituti per opera sua
eretti in Mantova , ne alcuno odasi a lui succeduto nella
3o8 BIBL10GRA.FIA.
direzione de' medesimi , ne dal loro nnmero uno essenic
uscito emulatore del maestro; ne in somma di quello sta-
bilimento di Vutorino, se tanto maraviglioso parve ai con-
temporanei, come v'lea detto, nessnna certa traccia restata
sia 5 che 1' utilita ne dimostrasse^ e ne propagasse la ri-
putazione. Or queste cose mancate, grave dubbio nasce in
noi , che vlvente lui molto siasi creduto oltre il vcro , e
Ini mancando essersi dilegnato tutto , come avviene della
fortnna di certe cose di malfermo appoggio.
La quale congettura prende forza anclie dalla osservazio-
ne 5 che Vittorino non lascio scritture snlle qnali giudicarlo
perfettamente intorno alia maniera sua d' insegnamento. E
noi condotti da quanto pote dare 11 sao tempo, e da quanto
diede il rimanente secolo XV crediamo di poterlo confon-
dere coll' universa turba d' uomini colli , che quelT eta
nobilitarono in Italia, e che sgraziatamente alia nostra
letteratura impressero un carattere che non dovea avere,
e che dai venuti dopo fortificato, e d' ogni maniera am-
plificato , lascio a noi un' eredita poco meno che di falsa
gloria. Questo ragionamento scandalizzera , lo veggiamo,
una gran parte de' nostri contemporanei , e a' meglio av-
veduti fara trarre un inutil sospiro , che il male e fatto,
e non ha piu rimedio. E diciamo fatto il male con quel
segnito abljandono nel Quattrocento della nuova letteratura
itnliana , che nel Trecento era nata in mezzo agli studj pe-
nosi del Dante, del Boccaccio, del Petrarca, e degli altri
di quella eta, che arditamente diedero opera a piantare I
bei principj , insegnando alia Nazione non essere ella piu
ne romana, ne latina , essere sorta con carattere suo pro-
prio; sentirsi percio capace di figurare da se, ne abbiso-
gnare di farsi coplatrlce di sens! e di modi, i quali non po-
tevano senza sforzo a Jei convenire , e che non potevano
niancare d' imprimerle 1' irapronta di una mediocrita che
non meritava. Tal funesto errore nacque sfortunatamente
dair entusiasmo che si eccito nel Quattrocento , quando tutti
gl' intelletti vivi ed arditi ciecamente si applicarono alio
studio degli antichi Latini ; e presero a risuscitarne l' idio-
ma in vece di maturare quello che i Trecentisti aveano
create. Cosi V Italia fu latina per meta : per 1' altra meta
salvandola 1' ignoranza del popolo, che diviso politica-
niente in tante fazioui, e scosso dalle passioni , dalle vlo-
lenze^ e da infauste tradizioni non pote farsi un ceiitro di
PARTE PRIMA. 3C9
naturale conmnicamento. Ci ha chi si rallegra del fiitto,
clie dicesi aver dato alia Nazione un doppio linguaggio :
ma pochi intendoiio quaato cotale fatto , se pure e avvea-
tura uieritevole di vanto , lie costi ^ essendosi appunto e
allora e nel snssegaeate secolo piantato uno straao prin-
cipio d' insegnaniento.
Ma queste ed altre magglori considerazioni die si jDotreb-
bero fare in proposito, rimangaiisi il secreto d' uoniiui di
alto discernimeiito , e per lo piu fuori del caso d' influire a
niigliori ordinaiiienti. Gl' Italiaiii lianno fatto miracoli nelle
strettezze in cui il nial senso de' QuaUrocendsci gli aveva
alTogati ; e non e certamente Italiano colui clie non ne
deplori il caso, e non riconosca la felice condizione di
que'popoli, clie datisi al libero nso delle lingne nioderne,
con tutta la natural forza delP ingegno lianno potnto iiio-
strare al mondo T importanza della loro originalitii (i).
Ora ritornando la donde dipartlti ci siamo, a quclla
specie cioe di sacrificio die il sig. Radieli ha fatto d'amor
proprio, non temiamo d'afFerniare die la scuola da lui
eretta , senza il favore od il sussidio di mecenate alcuno ,
ci sembra sovra ottimi principj costituita , e con un rne-
todo air istituzione de' figliuoli di clvili e agiate famiglie
adattissimo, Pero cosi ella progredendo potra un giorno
essere di raodello fors'anco migliore della tanto decantata
di Vittorino. II suo discorso poi e quale alia solenne lie-
tissiuia circostanza convenivasi , facile , chiaro , animato e
tutto di eccellenti niassiuie ripieno.
Nozioni fisiche elementari per escrcizio di Icttura ,
sesta cdizione notahilmente accresciuta. — Firenze,
1 832, Magheri, in 12.°
Aureo libretto, scrltto con proprieta t con cliiarezza, e
dettato dal lodevolissimo scopo di procnrare a' fanciulli uii
esercizio di lettura utile e dilettevole, Eglino da queste
fisiche nozioni apprendono a conoscere gli oggetti della
(l) Noi lascianio al libero aiudizio de' giusti pensatori questo
singolare pensaniento dell' autore del presente articolo. Egli, sic-
come pare a noi, non fu il primo che I'abbia esposto , sebbene
alcuni aiiiii addietro lo toccasae forse piu particolaniientc in qiie-
6ta Biblioieca. ( Nota del D'uettori. )
3 1 O BIBLIOGRAFIA.
natura da'quali sono circondati o die loro s' appreseatano
ne' varj feiiomeni si del cielo che della terra. Stuzzlcati per
tal modo dalla stessa ingenita loro curiosita addestrano per
cosi dire la mente agli studj plu ampi e piii sublimi delle
loro susseguenti eta. Non debb'essere percio maraviglia se
di quest' operetta , lavoro d' un eccellente istitutore , gia
fatta siasi la sesta edizione.
Della politica e delle lettcre del cav. Giuseppe Manno- —
Torino, i832 , in 4.° di pag. 4a.,
Con vera compiacenza annunziamo questa bella Memoria
del cav. Manno, del quale altre volte in questa Biblioteca
abliiamo commendate opere pregevolissime, destinata, sic-
come crediamo , a formar parte degli Atti della R. Accade-
niia di Torino. Se pero ci e peruiesso di espriuiere libe-
raiiiente il nostro sentimento , troppo ampio ci pare quel
titolo, e conveniente ad un' opera di maggiore estensioae,
giacche in questa Memoria si discute soltanto I'argomento,
per altro importantissinio, 5e V uomo letttrato o scienziato
sia o non sia abile al maneggio degli affari politici. Potrebbe
dunque la stessa piii propriamente iniitolarsi delT altitudine
dei letterati e degli scienziati all' esercizio della politica , il
che pill chiaro apparira dal breve sunto clie siamo per
presentarne.
Preniesso un cenno sulla nialignita con cui si giudicano
soveute le operazioni degli uomiui di Stato governate dal
senno e dalla fortuna, come se questa non vi avesse alcu-
na parte , passa tosto T autore a proporre ne' modi piu
chiari 1' accennata quistione. Questa pero si riduce ai mi-
nimi termini , cioe a quegli uomini soltanto che a delle
" scienze e delle lettere fanno una pubblica professione,
" e vi hanno posto amore tale, che non piii dilettazione,
" ma necessita della vita e per essi lo studio. » Stabilita
quindi la massima , che prima e sustanziale condizione
in chi goveraa e la rettitudine dell'animo, la quale esclude
qualunque riguardo di privato vantaggio , pone in guardia
contra le passioni di chi e chiamato a secondai'e 1' uomo
di Stato nelle sue operazioni , entra a cosi dire nella co-
scienza altrui ed esamina con occhio perspicace I'attitudiue
di ciascuno degl' individui clilamati al maneggio dei pub-
])lici nfFari; pone in guardia egualmentc conti'a le passioni
PARTE PRIMA. 3 J I
degli amici, la cui schiera si moltiplica sempre intorao
air uonio possente , e giova finaliuente anche rispctto ai
nemici die V norao pubblico puo incontrare nella sua car-
riera; si mostra ad evitieaza die con quella virtu puo ot-
timauieiite couciliarsi lo studio delle scienze e delle lettere,
e cjuesto aache con quel vigore d'animo die dispone alia
resistenza per cui si distingue la virtii inoperosa dalla virtu
posta in cimento. D'uopo e pero per usare saggiamente di
quella virtii, cbe ognuno conosca le forze del proprio animo,
ed esaniini fino a qual punto possa sostenerne le prove.
II letterato, oltre i niezzi couiuni a tutti gli altri uouiini di
sperimentai-e le sue forze morali , ha pure quello speciale,
ch' egli ha acquistato esercitandosi nel misurare le forze
del proprio ingegno, nello stndiarne la tendenza , nell'in-
dagarne la tempera, fino dal coraincianiento de'suoi studj.
Per cagione di qnesti egli fece piu volte esperiinento del sue
giudizio nelle cose die alia rettitudine delf aniino si rlfe-
riscono, niassinie nel pubblicare le proprie opinioni, nello
accomodarle al publ)lico vantaggio, nel preferire il pub-
IdUco bene al privato, nella scelta perfino de' suoi coope-
ratori, e nello schivare la piacenteria, massinie co'grandi;
fece pure esperimento d' imparzialita e di coraggio, come
lo fe' nel rigettare quella gloria coatro alia quale potesse
rivoltarsi la propria coscienza. La virtu di die egli ha
dato prova , sia ributtando le lusinglie dell' adulnzione,
sia togliendo di mezzo le nimicizie , o allontanando almeno
dalle contese letterarie tutte le personalith , sia tenendosi
in mezzo a due opposte fazioni nelle disamine die accennano
ad opinioni di partito , sia mostrandosi guardingo contro
alle proprie opinioni , non sara certamente per iscemare ,
variandosi 1' oggetto delle sue applicazioui, e passando egli
anche da cose leggiere alle piii gravi ed importanti.
Colla rettitudine debbono neU'uomo di Stato accopplarsi
la prudenza e la previdenza , fondata non tanto sulf espe-
rienza de' proprj suoi fatti e sulla considerazione degli
ostacoli che possono attraversarsi al suo intento, quanto
sulla scienza delle cose passate , imagini non fallaci del
futuro, nel che il letterato ha special! sussidj ne' suoi
studj , nientre parte essenziale della prudenza nelle cose
politiclie e il mutare consiglio , secondo i diversi convin-
ciuienii dell' animo, al che niuno puo essere a qucsto piii
adatto dello scienziato. o deU' uomo di lettere. accostumato
3 12 BIBLIOGRAPIA.
da lungo tempo ad emendare gli error! delle proprle opi-
nioni , o notare quelU delle opinioni altrui, e meno in esso
riuscira diilicile il disinganno, elemento necessario della mu-
tazioiie di coasiglio, perche sapra premunirsi contra T or-
goglio e r impazienza , o la ritrosia ad una nuova disa-
mina, e non sara in esso da temersi il vizio dell' intelletto,
che preoccupato dalla prima persuasione, perde la liberta
del giudizio nell' esame dell' opposta sentenza , il che nel
letterato non e ne pure presumibile. Richieggonsi pure
neir uomo di Stato la moderazione , sia questa figlia della
prudenza, sia virtu abituale deU'animo-, la fermezza, onde
non si ritragga all' aspetto delle difficolta , e possa ammi-
nistrare anclie forzatamente i rimedj ai furiosi e ai men-
tecatti i r amore al lavoro ; 1' amabilita delle maniere e la
disposizione a prestare paziente attenzione agli annunzj
della verita ; la sagacita per distinguere dalla verita la
raaschera di essa i I'avvedimento per rimuovere qualunque
ostacolo, onde il vero arrivi fino a lui, I'altezza di sensi ,
onde non vegga al di sopra di se, cbe il principe e la
giustizia, e conservi egli siesso quelle che chiamansi supe-
riorita sociali ; una certa temperanza di rispettosa schiet-
tezza , onde al sovrano arrivi sempre ne' debiti modi la
voce del vero^ una dignita di forme, ed una severita di
costumi, afTinche sieno piu rispettati i comandi , al che
contribuiscono ancora le idee e i sentimenti religiosi ; final-
mente zelo tale pel pubblico bene che diletto gli sembri
la fatica, vantasrgio il danno personale che puo tornargli
talvolta, calamita propria la calamita del popolo. Questi
tutti sono pregi , che sebbene distribuiti assai inegualmente,
lo sono tuttavia in modo , che conseguire si possono da
diverse classi di persone, e forse meglio potrebbe aggiu-
gnersi , da chi con lunga coltura ha educaio lo spirito , e
lo ha reso piii suscettivo di tutte quelle doti.
Ma neir uomo di Stato richledesi ancora quello che co-
munemente dicesi uso di mondo , pel quale egli acquista
I'abito di nianifestare i soli suoi sentimenti non ofFensivi
e di studiare fino a qual punto sappiano gli altri usare
della medesima cautela. Da una mescolanza di diffidenza
di cuore e di acume di mente nasce quella avvedutezza,
per cui tosto si ravvisa in chi s' accosta , s' egli e sagace
o di poca levatura , schietto od infinto , passionate o
iraparziale , di generosa o nieschina natura, il che giova
I'ABTE rniMA. 3l3
a sclicrmlrsl J.igli artifizj ilegl' ipocriti , ad evitare gli er-
roii dclla buoiia aj)pareiiza , e [nil antora a lure buoae
scelte per T amininistrazione del governo. E sebljene Vuso
di niorido sla per se stesso una prerogativa non coniune
ed anclie piii rara fra i lotterati , chiusi sovente ne' loro
gabinetti e concentrati nelle loro ineditazioni , non potni
dirsi tuttavia , che la maacanza di quell' uso sia frutto
privative ed universale dL-ilo studio, conie non potra mai
generalniente asserirsi clie questo generi di sua natura
svogliatezza e iudilTerenza pci pubblici affari ; die anzi
accostuma 1' uonio alia seria applicazione , all' esame delle
cose ed anclie alia cognizione de' suoi simili , come lo
dispone air uopo a nuuar pensieri e cure. « Se il letterato,
" dicel'autore, e cliianiato a lasciare il pacifico suo scrit-
" tojo , e a aottentrare al peso de' pubblici negozj , allora
" dee soltaato desiderarsi clie il letterato sia un uonio
» dabbene , perche 1' uomo dabbene e scevro d' auibi-
» zione fara squittlnio rigoroso nella propria coscienza ,
" e s' ei non sentesi tale da rispondere alia grandezza
" del novelli doveri fei li riciisera. Ma se egli accetta
" Tincarico, ci6 sark argmiiento , die non gli e mancato
" queir uso di mondo e quell' accortezza che acquistasi
" nel couversaro coi catlivi. "
Venendo dalle doti niorali ai pregi dell' intelletto pei
quali r uomo deJicato alle scienze ed alle lettere dee ripu-
tarsi abile alia trattazione delle faccende politiche , prinii
si presentano gli studj storici, non solamente riguardantL
la patria , ma que' paesi ancora coi quali per vicinanza
o per commercio, o per altre cause esistono relazioni , e
per tale rispetto , dice il signor Manno , tanto e lontano
dal vero che il letterato sia per iscapitare, die I'uomo di
stato dee in questa parte tssere quasi un letterato, perclie
il suo studio debb'essere /< un giudizio continuo dclla mo-
" ralita delle azioiii e delle cai;ioni die le produssero ,
" e una rivista di fatti , spcrper.iti per 1' uomo volgare e
» per lui rispondcnti T uno airaltro, .... con che si av-
>» vezza a misurarc il grado di civiltk ne" popoli , a rico-
» noscere 1' effetto delle buone istitnzioni, a cominendare
I' per leggi perfettc quelle sole clie sono piii acconce al-
" r indole ed atlu capacita de' governati , a ridurre in soiu-
" ma lo studio della storia per mezZo della iiiosofia a quel
" linali risuliamenti , i quali riproduceadosi infallibihuente
UiOL Ital, T. LXVIU. -ix
3l4 BIBLIOGKAFIA.
" ogni qual volta rltornano le niedesime cagioul, sono . . .
" sicLiro avverliiiieuto per V uomo politico. " Agli stadj
storici si aggiiiiigoiia le cognizioni statistiche , essenziali
nelle politiche ojierazioni. II fondamento pero sta nella
scienza dell'economia civile o politica di ciii, nota ben a
proposito il signor Manno, « gli Italiani diedero le prime
» lezioni, e fecero i piu antichi sperimenti. " In questi
pill die il tempo giova I'ingegno, e quindi 1' uomo istrutto
puo camminare con passo piii sicuro , con maggior vigore,
perspicacia e risolutezza. /< Gli uomini sommi, dice 1' au-
» tore, sono solamente rari^ perche uoii si sanno ricer-
care , o riconoscere. »
Passa egli quindi alle altre scienze che I' uomo politico
dee conoscere, come la giurisprudenza , le scienze naturali
e fisiche, che hanno cosi stretta relazione coll' agricoltura ,
coll' industria e col commercio , alcune parti delle scienze
esatte , ecc. Noi non possiamo tener dietro niinutainente a
tutti i ragionamenti coi quali 1' autore dimostra di quanto
momento possa essere per lo Stato la scelta di un minlstro
scienziato (e questi noi avremmo bramato di vedere con-
fermati con alcuni esempi facili a ritrovarsi negli annali
politici), come ne pure alle considerazioni che si propon-
gono in favore delT altra classe degli nomini studiosi ,
cioe dei letterati, riguardandosi le lettere non solo come
fiore del sapere, ma come atte ad ingentilire V animo irri-
gidito dalle gravi meditazioni , a confortare la mente spos-
sata dalle quotidiane fntiche, come dilettazione di tutti i
luoghi e di tutte le eta, come I'espressione piii nobile
de'piii nobili pensieri, la dipintura piii verace della natura,
la niolla segreta del cuore dell' uomo, e il mezzo piii sicuro
per governarne la volonta. La Ictteratura e oggidi un pub-
blico bisogiio nello stato di crescente civilta delle nazionij
e siccome le scritture deU'uomo di Stato sono sempre I'e-
spressione della sovrana volonta, esse debbono rispondere
nella dignita dello stile alia maesta del principe : sono
altresi tra quelle scritture alcuue nelle quali richieggonsi
finezza ed artifizio a colorare acconciamente le propria
idee. II ministro letterato scrive pel principe , come scri-
verebbe per la propria gloria. E qui I'autore si fa a niostrare
cogli esempi, da noi altrove desiderati , come la storia di
tutti i tempi provi quanto sia felice qnesta collegauza della
politica e delle lettere. Alcuai di quegli esempi souo pigliati
I'.UITK I'RIMA. 3l5
dalla storia antica, altri dalla moelerna, dalla Francla, dal-
riagliilterra, dagli Statl genuanlci , e si csaltano in ap-
presso le glorie delT Italia , in cui i creatori della volgare
favella , e i restitutori della letteratura giovarono al loro
secolo col consiglio e colle opere politiche , letterati furono
i principi , i niinistrl, i legati, i papi inedesimi , il che
prova ad evidenza che fra i libri non si corrompe la vigo-
ria nativa dell'anirao, e che la coltura delle scienze e delle
lettere serve d'ajuto anziche d' incomodo alle virtu politi-
che. A proposito delle lettere puo farsi 1' intei-pellazione che
fatta aveva I'autore chindeado il suo discorso suUe scienzes
H Gome potra essere indirizzatore di studj ruomo non istu-
dioso? II Lo studio altronde puo dare impedimento ad amare,
non mai a trattare le faccende di Stato.
Alcuno ci accuser;! forse di essere stati troppo prolissi
nel render conto di una hreve Meinoria, ma ci serviranno
di scusa la gravita e T importanza dell' argomento. Se ia
essa non potrebbe ragionevolmente cercarsi alcun che di
nuovo e peregrino , non comportandolo la sua stessa na-
tura , non potra negarsi almeno , che questo punto per
se stesso interessante di politica pratica non era mal
stato in addietro con tanto sapere e tanta erudizione di-
scusso. Se ci fosse perinesso di esporre il nostro avviso,
diremmo solo che non abbastanza ci sembrano distinte
I'una dair .'Itra le dotl morali dell'uomo di Siato, ch' essere
possono onche nell' uomo dedicato alle scienze ed alle
lettere, alcuae trovandosene, tra le quali non passa una
decisa linea di separazione, come tra la prudenza politica
e la previdenza degli avvenimenti, tra la moderazione e
quella temperanza di rispettosa schiettezza che f autore
desidera a fronte del sovrano, tra 1' amore al lavoro e lo
zelo del pubblico bene. Dichiarandoci noi interamente d' ac-
cordo nelle massime col valente signor 3Icinno, non dissen-
tiamo che il letterato e lo scienziato possano essere ottinii
politici, eccellcnti uoinini di Stato, ma brameremmo ch' egli
avesse con qualche rigore determinate quali uomini possano
essere compresi in quelle classi , ed essere atti al doppio
utiicio lettcrario e politico, perche noi teniamo ferma opi-
nione che ne dovrebbero essere esclusi assolntamente i
mczzi letterati, o quelli che lo sono soltanto di pretensioue,
i niezzi dolti , o sia i saputelli, gli empirici soprattutto, e
qnelli geueraluiente che non hanno fatto uu corso rcgolare
3i6 BinLioGirVFi\.
di stiulj , e non posseggono a fondo alcnna scienza. Chi
si e dedicato con frutto ad an ramo, (jualunqiie esso sia ,
delle timaiie cognizioni, chi e profondo in una facolta, sia
egli giurisperito, teologo , niatematico, fisico, lllologo o
letterato, si e accostuinato al nietodo ne'snoi studj, all'or-
dine ne'snol raziocinj, alia ricerca della chiaiezza nelle sue
idee, al criterio i-igoroso ne'suoi gindizj , ed anche alia
probita e alia rettitudine ( il die tocco di volo anche il
signor Manno, chiedendo che il suo letterato fosse uonio
dabbene), e puo quindi essere buon politico, ed uoaio di
statoj non cosi colui che ha una sola tintura di scienze o di
leitere, che lia percorsi niolti rami delle umane cognizioni
senza approfondirne alcuno, che non ha appi-eso ordine ne
nietodo nelle saltuarie sue applicazioni , che non ha se non
che una corteccia o un' apparenza di dottrina, della quale
molti pur troppo abusano per dare uno sfogo alia loro
ambizione, che sola dovrebbe allontanarli dalla carriera po-
litica. Felici i governi che posseggono ne' loro dicasteri uo-
mini al pari del signor Manno, distinti si nelle scienze
politiche , che nella letteratura !
Bilancia polldca del globo, di Adruino Baljii ; con note
di Nutale Salvabdi e di (dtii. — Vcnezia , 1882,
dulla tlpogr. di Alvisopoli, in 12°, di pag. xix e ic8.
Si annunzia in iin avviso ai leggitori che questo libretto
e fatica di molti anni del nobile veneziano /i(//7«.«o Balbi ,
( gia vantaggiosamente conosciuto per varie opera concer-
nenti la cosmografia , la geografia e la statistica ) , die fu
ricevuto con plauso dai dotti , massime dai celebri ffura-
fcoZc^/; e i5faZ£e6ra/z i quail n' erano stati eietti gludicli che di
niolte iuiportanti illustrazioni fu arriccliito dai bolognese
Sahiirdi, e die anche i venoti editorl v' introdussero alcuni
cangiamenti onde migliorarlo e perfezionarlo ; linalmente
che ad accrescere il pregio delTedizione si e aggiunto un
articolo di aritmedca poUtica sullr cause ddV increniento e delta
diminuzione dell'umano genere. — Segue una prefazione, in cut
si nota che il Balbi si propose di pariare di tutti i piii piccoli
Stati dell'Europa, non cosi delle altre parti del niondo ove
questi presentansi o troppo numerosi , o poco noti , o retti
dalla sola forza, o deboli a segno da non potere in alcun
iiiodo iufluire sul destino degU altri popoU ^ cli' ej;li ha
1>ARTE PRIMA. 0I7
cominciato dalla Russia 1" enumerazionp tlelle poteiizo cf Eu-
rojJa , taato per la sua proponderanza , quanto per farsi
strada alia descrizioiio > , 1829 » 39,400
Nella state aunienta di 7 ad 8.000 Individui.
Relazione del viaggio fatto in alcuni luoghi di Abruzzo
nella state del i83i dal cav. Michele Ten ore. —
Napoli, io32, in 4.°
In questo viaggio contengonsi , come negli altri dello
Etesso signer cav. Tenore, preziose notizie di geologia, di
statistica, d'antiquaria, ma specialiuente di botanica. Esso
I'ARTE PRIMA. 321
e concdato tl' uii' elegante carta geografica, in litografia,
del regno di Napoli, diviso nelle qu'mdici provincie.
Lettcre dl dnnne itallnjic del secolo XVI , raccolte e
pubblicate da Bartolomeo Gamba^ — Venezia, i83a,
dalla tipogr. dl Alvisopoli.
Molt! uomini colli lodano la semplicita, la natnralezza,
il sentitnento die spirano sempre dalle lettere delle donne :
poclu poi vogliono o sanno imitarle. Queste che il signor
Gamba ha raccolte non appartengono tutte a qnella classe
di lettere in ciii le donne vincono quasi sempre al para-
gone degli uomini; pur sono tutte pregevoli, e in gene-
rale degnissime di esser tolte all' oblio a cui le condanna-
rono finora gli Epistolarj compilati dal sesso migliore. Le
donne sapranno grado al eh. sig. Ganiba che innalzo con
questa Raocoha un bel monumento al loro ingegno: noi
dol)biamo essergli grati d' avere con cio cominciato ad
empire un voto della storia letteraria italiana. A,
IJ architettura nntlca , dcscritta c dlmostrata co mo}iu-
menti dall arcliltetto cav. Lidgl Cantna, — Roma ,
1 83 1-32 , dai tipl dello stesso Cajiina , in fogl. gr.
Esce per fasc'icoli, al prezzo dl baj'occhl 4 il foglio
e dl bajocchl 10 per ciascwia tavola. — In Milano
le assocluzioni si ricevono da Gio. Pirotta in con-
trada dl S. Radegonda. •
Di quest' opera veramente grandiosa noi riportammo Tan-
nunzio nel t. 64.% novcnibre i83i, p. 226. Essa va ora fe-
licemente progredendo, e dividcsi in tre seziO/ii, nella prima
delle quali si parlcra deir architettura egiziana , e di quella
de' popoli che neirarte dell' edilicare piii all' egiziana accosta-
ronsi ; nella secoada trattasi dell' architettura greca , nella
terza della romana. L'autore ha con ottimo consiglio difierita
la pubblicazione delia prima, perche dovend'essa discorrere
suir architettura dell" Egitto era cosa convenientissima I'aspet-
tare che uscite fossero alia luce le indagini e le scoperte,
che intorno a quel cclelierrimo paese fatte furono dalla com-
missione Gallo-Etrusca. La seconda parte gia stata era pub-
blicata separatamente , ed ora in quest' edizione ri[)iodotta
viene per fascicoli , onde formar possa un solo tutto colle
322 EIBLIOGKAFIA..
altre dae sezlonl : ne abbiamo sott'occhio qnattro fascicoli
composti di p. 124, e t. 44 dillgentemente incise a contoriii
con qualcbe ombreggiamento la dove era necessario il farlo.
Delia terza sezione, T architettura de'Romani, abbiaiu pur
sott'occbio quattro fascicoli di pag. 84 complessivamente ,
e di tavole 39. Noi non parleremo qui cbe della seconda
sezione risguardante 1' arcbitettura de'' Greci ; cbe gia stata
era pubblicata per intero con altra edlzione ; e i cenni
che ne faremo, bastar forse potranno per dare a' leggitori
nostri una convenevole idea delF opera tutta.
Le ricercbe dell'autore intorno all' arcbitettura dei Greci
sono in tre parti divise. Egli esaniiua nella prima I'origine
di qiiest'arte nella Grecia , il suo stato all" ejioca della
guerra di Troja, i suoi progress! dopo le prime olimpiadi,
il suo piu alto incremento dopo le iavasioni de' Persiani ,
il suo primo decadere dopo le coni{uiste de' IMaccdoni: nella
seconda fassi a discorrere de'principali monumenti cbe
tuttora sussistono della greca arcbitettura, esamina le po-
sizioni e le diverse costruzioni delle fabbricbe degli anticlii
in generale , quindi pai'la dei templi e degli ordini loro ,
poi degli altri edificj pubblici, finalmente delle case de'pri-
vati : nella terza descrive i monumenti cbe disegnati tro-
vansi nelle tavole. E qui giova 1' awertire cli' egli scelse
que' soli monumenti cbe piu distinguonsi per bella simme-
tria e buone proporzioni , o cbe qualcbe notabile partico-
larita presentano nella loro costruzione. Le tavole poi tro-
vansi di niisure e di scala corredate , onde alio stuiboso
agevole cosa riesca il conoscere la vera grandezza , ossia
le proporzioni si del tutto cbe delle membra di ciascun
edificio. La prima parte e la seconda gia trovansi condotte
a compimento ancbe nella presente edlzione.
L'autore nel proemio dando ragione dell' opera sua col-
loca tra 1' arcbitettura de' Greci queUa ancora dell' antica
Etruria , mentre , cost egli dice, dalle poche cose che si co-
noscono di quest' ultima nazione rilevasi a^'er dessa nel co-
struire adoperato uno stile assai consimile a quello del primo
metodo stabilitosi presso i Greci , e queste sue idee lascia
pure scorgere altrove. Noi pero non sapremmo se quest' as-
serzione andar possa gran cbe a genio degl' Italiani , da cbe
le importantissime scoperte del principe di Canino, e le
belle osservazioni fatte soat' esse dal nostro Romagnosi
hanno evidentemente dimostrato essere zll Etruscbi anteriori
PARTE I'KJMV. 323
a" GrecL nolle arti , ed aver piuttosto la Grecia imltata
rEtruria, clie qiiesta la Crccia (*).
la cincpie capitoli e divisa la prima parte. II prlmo ,
intorno all' architcttura de' Grcci ne' tempi anteriori alia
caduta di Troja , e scritto con bell' ordine e non volgare
erudizlone , avendo T antore mietuto e quivi compendio-
samente riitnito tutto cio che gli antlchi ne lasciarono
scritto. Ma quivi trovasi appunto il regno delle congettixre,
in cui e facilissima cosa lo smarrirsi. E per esempio non
mai venne fmora bastevolmente determinato donde pro-
venisse o qual popolo fosse quello de' Pelasgi , dal quale
vuolsi derivata presso i Greci la prima civilta o coltura :
incerte pur sono le varie cose die si vanno dicendo intorno
alie colonic dalle quali , siccome pretendcsi , portata fu la
civilta nella Grecia ; fnialmente ipotetico e altresi lo state
di natura , in cui dicesi essersi trovate le nazioni ne' loro
primordj. Verissimo e bensi che tutte le nazioni spinte
esscndo da' medesimi bisogni , ricorsero tutte a' niedesimi
mezzi per soddisfarii , e quindi I' arte ancora del fal>bri-
care ebbe da principio presso tutte quasi una medesima
fjsonomia. Se non che alcune col progredire della loro ci-
vilta seppero spingerla alia perfezione ; altre la icnnero
sempre in quello stato di barbaric o di meschinita, in cui
desse ancora giacevano. E di fatto le stesse mura ciclopee,
di cui parla V autore , non si proprie sono della Grecia e
del Lazio che non se ne veggano di perfcttamente simili
anche nell' Asia e nell' America. Semlira per tanto che
ne' soli poemi d' Omero cercarsi deljba una traccia della
greca architcttura di qitest' epoca. Ma siamo noi certi che
Omero nelle descrizioni degli ediUcj a' tempi della gucrra
di Troja preso non ne abbia il tipo dall' arte dcU" eta sua,
siccome sembra ch'ei fatto alibia colla descrizione dello scudo
d'Achille? Ne molta fede ancora prestar puossi agli anticlii
storici , i quali ne' racconti all' eta loro anteriori , moke
favole intrusero. Che tra le favole riporsi dee cio che Ero-
doto, il gran padre della storia, racconta delle due colon-
ne , r una d' oro purgato , e l' altra d' un intero sj^lenden-
tissimo smeraldo , delle cjuali , al riferire di lui , andava
adorno il tempio d'Ercole a Tiro; e tra le favole dee non
meno rigettarsi cio che Pausania lascio scritto del tempio
(*) V. Biljlioteca Italiana, touio 58.°, aprile i83o, pag. 28.
324 BIDLIOGRAFIA.
d'Apolline a Delfo, e di quello di Minei-va Calcieoa prcsso
Lacedemone , ch' essi cioc anihidue costrutti fossero in
bronzo. Laonde a noi pare che in queste ricerche , sicco-
me in molt'altre, di la cominciar dovrebbesl, dove ci ha
una sicura luce o d' aatorevole tradizione o di autentici
monuinenti. E forse in nessun' opera venne quest' argo-
raento con piu filosofiche idee discusso quanto in quella
che ha per titolo II Costume antico e moderno , articolo ,
Architettura de' Greet Ne pero con queste osservazioni de-
trarre vogliamo in alcuna, benclie piccolissiuia parte, alle
lodi che delibonsi al signor architetto Ganina. Perciocche
trattandosi di un' opera si grandiosa , com' e la sua , ha
egli certamente ben meritato e dell' arte e della scienza
col riferire tutto cio che gli av venne di raccogliere in-
torno al plii antico niodo de' Creci nel fabbricare.
Con piede piu sicuro iuuolLrasi T antore nel secondo
capitolo, in cui vien esponendo lo sviluppo dell' arte di edi-
ficare dalla guerra di Troja sino alle prime olimpiadi ;
perciocche dal regno delle semplici congetture passa qiiivi
a quello di una piii chiaia e meno fallace tradizione. Egli
accenna quindi la dispersione de' Greci dopo 1' eccidio del
regno di Priamo ; mostra T influenza che tale dispersione ,
ed il provenutone accomunamento de' Greci con altri po-
poli deir Europa e dell' Asia minore elibero sulle arti e
specialmente suU' architettura ; ne dimostra gli abljozzi degli
ordini dorico e jonico : osserva poi opportunamente , che
la stessa diversita de' materiali secondo la natura de' di-
versi paesi diede all' arte una diversita di stile e qiiasi di
fisonomia. '< Poiche (dice egli) mentrc la maniera egizia
II indica una costruzione originata dalle pletre , alle quali
" sino dai primi temj^i , per mancanza di legno , gli Egi-
II ziani dovettero appigliarsi , dimostra la maniera greca
II nelle sue pnrti una costruzione derivata da quella usata
II in legno, al qnal materlale dovettero i Greci primiera-
II mente attenersi , se non per intero, almeno nella parte
II superiore degli edilicj ; e ne elibe da questa pratica un
'/ carattere distintivo, che la rese per intiero una maniera
II di edificare originale , siccome in ispecie si dimostra
II colla maniera dorica, die fu di piu impiegata nella co-
II struzione delle opere de' Greci. » Dopo di clie vien egli
a stabilire il distintivo carattere ne' divcrsl ordini dell" ar-
chitettura , il quale noia in altro consiste , fuorche nelle
I'ATITE IT.IMA. 025
piopoi/ioni c negli ornaiiionll dolle parti, cli clie conipon-
gonsi If d'norse niaiiiere cli costiaiire, giacclie quoste nelle
jiaiti principali tutte fia loro si somigliano , essendo tntte
in tine ])aiticolari classi distinte; I'lina cioe composta delle
parti reggenti , clie sono i nmri , i pilastri e le colonne ;
r altra delle parti sostennte, che sono gli arcliitravi , le
soilitte e le diverse nieiiibra del copriniento.
Ma i primi edillcj die dai Greci innalzati siansi con
ordiuata architettura , ricercare si dehhono tra le prime
oliinpiadi e T opoca della guerra persiana. Tale e il sog-
getto su cui trattiensi Tautore nel capitolo terzo. In quest* e-
poca la comnnicazione de' Greci con altre genti gia nella
cultura innoltrate ando vie piu aninentandosi: e quindi po-
tettero eglino trarne e lumi e cognizioni. Pero le cilta nia-
rittinie , e tra queste speciajiuente Corinto posta fra due
mari, prevalsero sullc altre in magnificenza e per le pri-
me ornaronsi di nobili ediricj. I\IoIto pure contribuirono
air increinento della civilta e della cultura i faniosi giuochi
clie a Corinto, a Delfo, ad Olinipia ed in altre citta stati
erano istituiti , a' quali concorrevano in gran folia i citta-
dini di tutte le Grccie. Veggianio quindi che i prinii e piu
sontuosi tcnijili ediiicati furono appunto no' luogbi ove
que' giuoclii celebravansi. E qui 1' autore scorrendo pe' di-
versi paesi della Grecia e delle greclie colonie iie addita
i varj edilicj clie a quest' epoca appartengono, e gli avanzi
che di alcuni tuttora sussistono.
II capitolo quarto risgunrda la perfezione dell' arte presso
i Greci dalle invasioni de' Persiani sino alle coiirpiiste dc'
Maccdoni. Questa puo chiamarsi I* epoca pin bella c per cosi
dire la piu corrctta , giacche nelle epoclie posteriori 1' ar-
cliitettura coniincio a risentirsi del Insso dei teiiqii e di-
venne dessa ancora licenziosa. Ed a' Persiani deliliesi in
certo qual modo la spinta al perfezionainento delF arte.
Percioccbe costoro la Grecia tutta devastarono, abjn-ucian-
done od atterrando i tenipli presso die tutti. Ma i Greci
non appena scacciati elibero que* barbari , e restituita la
quiete alia patria , innalzaronsi ad ojmlenza grandissima ,
quasi sorgendo sulle mine lasciate da' lore stessi nemici.
In tale stato di cose le arti ancora fecero repcntini mi-
rabilissimi progress! , e vestironsi di piu puro e yih Incido
splendore. Che i Greci anzi che restaurare i pnbJilici edi-
licj dal neiuico distrutti, altri ne eressero presso di quelli
026 BIBLIOCKAFIA.
pill magnificl, piu grandiosi, ed anzi si fatti clve non niai
superati furono da cpielli de' loro nepoti. A quest' epoca
appartengono i Projjilei, il teinpio di Teseo, il Partetione
ad Atene , il tempio di Glove ad Olimpia , e tanti altri
celeberrimi momimenti die vengono dall' autor nostro ac-
curatamente illustrati. E non solo furono in quest' epoca
vie pill ingentilite le nianiere dorica e jonica ; ma una
terza se ne introdusse , cioe la corintia , clie venne quasi
a costituire il tipo dell' architettonica eleganza e magnifi-
cenza. Nella disamina del qual nuovo genere Fautore non
segue ciecamente le volgari tradizioni , ma discostandosi
dal sentimento di Vitruvio riconosce nel capitello corintio
un' imitazioue dell' egiziaaa arcliitettura.
Piu amjjio e il capitolo quinto , in cui 1' autore tratta
deir eleganza da' Greci introdotta neU' architettura , dalle
conquiste de' Macedoni sino a quelle de' Romani. E qiiesta
^ propriamente T epoca della decadenza. Imperocche i Greci
sotto i Macedoni perdettero quello spirito , quella patria
virtu di cui andavano tanto gloriosi ; e I' abbiezion loro
giunse al segno die a Filippo , ad Alessandro ed a' suc-
cessori di lui quasi ad* iddii prostravansi. L' architettura
ancora, siccome delle arti sorelle sue accaduto era, si ri-
senti di si fatto avvilimento ; perdette quindi della mae-
stosa severita del suo carattere , paga di piacere colla di-
licatezza degli ornamenti e delle proporzioni. II die fassi
evidente ben anche col solo confronto degli avanzi del
Partenone e de' Propilei con quelli del portico di Filippo
ad Atene, e col tempio di Giove Nemeo ad Argo. E qui
r autore entra in un vastissimo campo scorrendo pe' varj
paesi deir antico mondo die caduti erano in retaggio ai
successor! d' Alessandro , e per leggi e costuraanze divenuti
Greci dessi ancora. Tale decadimento e del popolo e del-
r arte ando vie piii aumentandosi coUe conquiste de' Ro-
mani. Luttuoso ma vero e il quadro die dall' autore ci si
presenta della Grecia sotto i Romani , barbari nella prima
loro invasione quanto i barbari stessi. Chiudesi il capitolo
con alcune importanti notizie sulle cognizioni che per sag-
gia istituzione esigevansi iiegli arcliitetti, sui metodi che
da questi praticavansi nelle fabbriche, sulle discipline die
venivano loro inip-oste , e sovr' akri utilissimi oggetti.
E iioi aucora darem iine a questi pochissimi cenni dai
quali i Icggitori non di meno rilevar potvanno bastevolmente
riuiportaiiza ilrir opera tiitta. Noi ritorncremo sovi'' essa
allor ipiando tutte le sno panl vednta al)Liano la luce,
latanto omettere non vogliamo di qui rifei'ire un' antica
legge relativainente a quegli arcliitctti , che o per ignoraa-
za o per malizia oltrepassata avessero la soinma ne' loro
scandagli sta})ilita. " Gli Efesini con sapientissimo decreto
a quest' uopo eiuanato obljligavano 1' architetto , die preso
avesse la direzioue d'un ediiicio , a compensare co' suoi
proprj heai la somma die di un quarto superasse quella
disegnata nel preveiitivo scandaglio. n Quanti de' moderni
arcliitetti soggiacerebbero all' amnienda , se quella sapientis-
siraa legge fosse anche a' di nostri in vigore !
G.
Manuel piuoresqae dcs etrangers d Milan , on descrip-
tion de cette ville et dcs environs compris la Char-
treuse pres de Favie ct Ics voyages aux lacs de
Como , de Lugano , au lac Majcur et a Varese.
Prix fixe 20 francs. — Milan , chcz Epimaque et
Pascal Artaria.
Considerato questo Manuale dal lato artistico, non pre-
senta quella importanza che ognuno attenderebbe risguar-
dando il suo titolo , se si eccettuino diverse tavole di cui
gli editori si sono serviti per la descrizione del nostro
Duoiiio gia pubblicata in separato volume : considerato in
vece come una guida pe' forestieri , egli e certo che si
rinviene in esso tutto cio che puo appagare una colta
curiosita ed una indicazione di que' mezzi die vagliono
ad estrcilaria con econoniia. Ne a cio solo si limitano i
vantaggi che oflre questo libro , perocche non deve porsi
in non cale il diletto die prova ii viag(;;iatore nel possedere
in esso nierce dclle tavole una piii facile ricordanza o per
nieglio dire i siugoli prospetti di (juanto lo ha maggior-
mente scosso ed allettato nel percorrere la jjiii bella parte
della nostra Lonil)ardia. Se non tutte le tavole corrispon-
dono alia finitczza e ad un certo buon gusto di eU'etto
con cui e trattata la maggior parte di esse , nondimeno
porgono in generale un sufticiente ricordo delle amene si-
tuazioai e degli edificj rappresentati. A lode poi dcgli
editori non e da tacersi cIi' eglino riposto hanno tutto il loro
studio nel rifondere le antecedenti "uide e descrizioni della
3jo BIBLIOGRVriA.
citia (11 Milano e de' snoi clintorrti;, state in diverse epo-
clie pubblicate taato ia italiano, qiianto in fraacese , e
ncll'aggiungervi tutte quelle notizie ch' erano ridiieste dai
posteriori cangiamenti od abbelliuienti. Quanto alia dizione
francese, ci sembra die in niolti luoghi ella ricordi piut-
tosto il fraseggiare italiano , che quello di tale idioma , e
che non vada del tutto immacolata di errori ■, tuttavia tra i
nioderni Manuali piio qnesto ritenersi nel nuniero dei buoni
e de' vantaggiosi. Per rispetto ai tipi e a tutte quelle altre
qualita che costituiscono la bellezza delle edizioni , puo
dirsi die noa siasi consultato il risparmio, giacche se ci e
cosa che »alti all' occhio al prime aprire del libro si e un
lusso di niargine, a niinorazione di coniodo, quando pongasi
niente all' uso cui esso deve servire. Del resto e diviso in
tre parti: nella prima, previo un cenno suU' origine di
Milano, sui varj reggimenti di governo che si succedet-
tero, e suUa sua statistica, si da la descrizione degli edi-
ficj pill important!, vale a dire delle cliiese, dei paiagi di
pubblica amministrazione si civile che militare , degli sta-
blllmenti di pubblica istruzione e di beneficenza , dei nio-
numenti si antichi che moderni , e si chiude coUa notizia
sui teatri , sugli anliteatri e sulle situazioni di ameno pas-
seggio. La seconda parte comprende gli oggetti degni di
maggior osservazione nei dintorni di Milano , e tra questi
tengono un luogo distinto 1' I. K. villa di Monza e le due
Certose di Pavia e Garignano. La terza finalniente contiene
la descrizione di quanto ofFrono di dilettevole la vista dei
laghi del Lario, del Verbano , ecc. e le strade che vi con-
ducono di Como a Lecco passando per la Brianza, e di
Como a Bellaggio per la valle Assina. Oltre di cio questo
Manuale e corredato di una piccola pianta della citta di
l\Iilano, ed in fine di una carta topografica dei viaggi per
gl' indicati laghi con gli elenchi indicant! le stazioni di
posta , i migliori alljerglii , e tutto quanto puo giovare il
forestierc ed il nazionale cui prenda vaghezza d'intrapren-
dere si delizioso giro.
PAKIL riJlMA. 329
Pell ArcldteWini iihri dtrcl dl M. VUnaio Pollioiie ,
truiloul e cotneiiwcl did mnrckesc Bcrardo Galiani
napoiitaiio. — Milaiio , 1 832 , per Alessatidro Do-
zio , ill 4." ( It solo icstA) kallaiui : esce per fasci-
coll, con 3o tavole incise in rame ^ I'edizione sard
compresa tutta in died fascicoli , al prezzo ciascuno
d ital. lir. 2. So, austr. Lir. a. 87^.
Ancora uaVitruvio? cosi Jir potrcbbe talittio. Al clie ri-
aponderemo , die quest' eiUzione fra le diverse .1' di nostri
publ)licate di quel roinaao architetto esce noa iaopportuna.
Perciocche o si lisguardi la versioue, ed essa se pure nori
va tuttora innanzi ad ogni altra, puo per lo meno consl-
derarsi come la vulgata del difficilissiino Vitruvio, perche
fedele al testo e condotta con uiio stile facile , chiaro e alia
materia sommamente adatto; o risguardar se ne voglia il
modo dell' esecuzione, e questo se giudicare debbasi dal
primo fascicolo die abbiam sott' occliio non nianca di pregi
tipozrafici nel testo, e di accuratezza nolle tavole, ed ha
di piu il vantaggio, die per la tenulta del prezzo puo
agevolmente ac(juistarsi andie da quegU studios! od arte—
fici , die accostare noa si potrebbero nlle piu costose. Pro-
seguano dunque coraggiosnuiente gli editor! nell' incomia-
ciata impresa ; e il colto piiliblico sara loro tanto piu ri-
conoscente , quanto die la napolctana prima edizione di
questo volgnrizzaniento divenuta e ogginiai rarissiiua , e
percio di malagevole acquisto. G.
CoUezione de micliori ornamcntl andchl sparsi nclla
ciltd di Vcnczia coll' aggiunta di alcuni framnienti
di architeUara golica per scnire alio stiuiio dci pit-
tori , scultori , ricaniatori , intagliutori , orefici , giocl-
lieri , tappezzieri , falcgrt.ami , f(d)hri ecc. ecc. , c final-
mente per tutti quegli artisd die ahbisognano dcllo
studio deir 01110.10 , fascicoli f>. — Venezia , i83i ,
nella tipografia dell' editore Giuseppe Aiitonelli.
Basterebbe il solo titolo di quest" opera senza ulteriori
parole per diraostrarne 1" utilita , e per poter dire tjui ce
11' c per tutti; sc il pcnsiero die possa non riuscir discaro
ai leggitori nostri un piccolo ceuno tanto sullo scopo die
tii prclUse T editore, ijuanto siilla Cbetiizione dclle se&sauta
JJWL Ital T. LXVlll. 22
JoO BlUr.IOGIlAFIA.
tavole coiuponenti i fascicoli iinora publilicati superasse la
ritrosia nostra di favellarne. L' editore ha dedicate questa
sua raccolta al ch. sig. Giuseppe Borsato , professore di
ornamenti nella Yeneta Accadeiuia e socio d' onore di a;-
cune altre , siccoine soggetto direttamente incaricato ad
istruire ed a spargere il buon gusto di questo raino di
Ijelle arti tra suoi concittadiiii. Con itn preludio poi indi-
ritto al lettore prende a svolgere distesamente i vantaggi
promessi nel titolo dell' opera stessa, saviamente insinuando
gli artigiani a far apprendere ai loro iigli lo studio del-
r orriato die solo puo condurre al perfezionamento de' la-
vori d'ogni mano d' opera. Indi accenna die Venezia con-
servatasi intatta dalle invasion! dei barbari , pote conser-
vare intatto eziandio il gusto degli ornamenti, e clie quindi
si vide in quella citta nel secolo XV e nel susseguente XVI
fiorire questa leggiadrissiin' arte per le opcre della estesa
famiglia dei Lombardi , dei Sansovini , dei Coloana, dei
Briosco e dei Vittoria , non meno die della numerosissima
scliiera dei distinti loro allievi. Conchiude inline col pro-
mettere die ai migliori ornamenti antichi conseguiteranno
alcune invenzioni di un giovine artista per dimostrare
vieppiu coll' esempio quanto I' amor dello studio valga a per-
fezionare V ingegno. Tutto cio a nostro avviso calza a me-
raviglia^ ma ci sembra die in un' opera di questo genere,
destinata a giovare pin die altri i coltivatori delle arti del
disegno, e coloro die si applicano a' mestieri od a mani-
fatture, il cui miglioramento in gran parte da esse dipende,
dovuto avrebbe Tautore tener piii in vista quest' utilissimo
scopo , e die piuttosto di enuinerare i vantaggi die dall'ap-
plicazione aU'ornato ne ritraggono la. matromi, l'ancella,il
cittadino , il colono . I'ottimate, il mcrcadante , il dovizioso , il
mediocre ^ il magistrato ed il popolare, si fosse esteso a far
conoscere la diversita dello stile tra i migliori ornamenti pro-
priamente antichi che si conservano in Venezia , e quelli
del XV e XVI secolo di cui la stessa illustre citta va do-
viziosa, il niodo di trar proJitto di queste reliquie, la dif-
ferenza che corre tra la ricchezza e la magnificenza , il
nocumento che produce la sovrabbondanza , e tutte quelle
altre avvertenze in fine che opportunamente avrebbero
potuto qui aver luogo per vma maggiore istruzione di co-
loro che pill direttamente trar possono un glovaniento da
questa raccolta. Ma cio non e che uii voto, e a inalgrado
rAHi'i ri!iM\. 33 1
rieiroiumciata nostra opiiiionc TopoiM sU-ssa iioii lascia di
j>itvsiMitarc mi prDSjn'tto cssenzialiueute vaiitaggioso. Alia
ininizioiie ticii diotro la desci-izione delle tavole in cut
succintameiito, ina in l)el iiiodo si e indicato il luogo dove
si ritrova ciascnn ])czzo, la niatoi-ia oad' e eseguito, ed il
nome dell' autoie. Per cio che risguarda Tesecuzione delle
tavole, la riscoutriaiuo in gcnerale snlliciente per lo scopo
a cui dee servire, e cio iliciamo in quanto che alcune ci
sembrano sbiadite ne' contorni , e di troppo piccola di-
mensione per poter jiorgtre un' adecjvxata idea di quel
complicati rabesclii e vaglii compartiinenti che annniransi
specialmente nelle sofTitte dcUa ex scuola di S. Marco ,
della scala d' oro e della gran sala delP antica Biblioteca.
IL AIiLseo Worslcja/w desaitto e lllitstrato da Ennio
Qtdriiio ViscoNTi , pidtbllcato per cura del dottor
Giovaniu Lasus. — Milario , i83ri, dalla Socictd
t/pogr. de Classici Italianl , fascicolo i .", in 4." cd
in 8.° Tutta V opera , in un solo tomo con ottauUt
tavole , costcrd circa lir. '60 ital. V edizione in 4.",
lir. 40 quclla in 8.°
Famosa presso gli erndi'i era la preziosa collezlone di
antichi ornamcni.i fatta dal britanao aaibasciatore Worslcy
ucUa Grecia, in Turchia el in altre regioni dell' Oriented
nia il Icttore non ne puo essere inforniato, perche gU
editori ( che nel corso dell' opera si fanno vedere piii di
nno ) si sono avvisati di dare soltanto nelT ultimo fasci-
colo unitamente all' indice la loro /)n/a-/0Aie , non che V iti-
troduzione dell'autore. Torua tanto pin strano questo av-
vtsaiuento, quanto che nelia bella prima pagina dell' illu-
strazione si rimanda il leggitore alia prefazione dcgli ediloii
che forse stark qualclie a '.mo a eoniparirc.
In diverse classi e ripartito cpiesto musco che vide gia
la luce con una splendida edizione fatta in Londra. La
prima e dei bassirilici'i antichi, e comprende tutto il primo
fascicolo con ij tavole, nelle quali sono rappresentati bas-
sirilievi, o frammenti dei inedesiini in niimero di 2,1. Le
(:i\oIe sono ben delineate, e nol amiamo gencralniente mi
libri d' aniiijuaria , che non tanto si iaccia attcnzione alia
linczia del buliuo ud al luaneggio del chiaro-scuio, quanto
332 EIBLIOGUAFIA.
alia conservazione rigorosa del carattere de' nionumentl :
laonde nou poss'uiiiio trovare queste figure se non die de-
gne di cominendazloiie.
Le sposizioni del bassirilievi soao quali potrebbero at-
tendersi da quel priacipe degli archeologi dell' eta nostra,
per cni ebbero vita a cosi dire , e fauia e splendore , e
pubblicati furono a vaaiaggio degli eruditi tanii preziosi
iiionunienti, tante ricchissiine collezioni dei medesimi. Non
ci rimane dunque a parlare se noa che delle note dev^li
edilori. Queste sono apposte con opportuna sobrieta , e luo-
strano tutta/ia qualclie sfoggio di erudizione, ma in quella
alia pag. 9 di nuovo si rimanda il curioso lettore ad una
tavola aggiunta in fiue di questa edizione, per vedere una
iiiedaglia d'Atene, di cui si paria io questo luogo , e die
nell' edizione di Londra e intagliata nel froniispizio del
?econdo volume : in quella alia pag. a 3 ben a proposlto
si accenna non essersi trovato nell' intaglio dell' edizione
di Londra, rappresentante Cecrope con le sue figlie , la
cassettiua menzioaata nel testo couie portaia al collo da
una ligura feniminile , die sara stata certamente veduta
d.ill'autore nel niarmo. Ci e dunque ben gradevole di poter
aunuaziare con lode il couiinciamento di un'impresa che fara
moUo piacere agli studiosi delle antichita, facilitaudo lore
1' acquisto di un' opera importaiite e dispendiosa, e che fara
onore al tempo stesso all' Italia ed alia citta nostra in par-
ticolare, ove T edizione viene nobilinente eseguita.
Pelutures de Polygnote d Delphes dessinees et gravees
daprcs la descnption de Pausaiuas , par F. et J.
RiEPENHAUSEN. — Rome, 1827-29, gr. in foglio
per traverso con 38 rami incisi a contorni.
Duoici che questo magnifico lavoro giunto non sia che
da pochi giorni a cognizione nostra. Esso pero e cosi ben
condotto 5 cosi per I' arti belle e per T antiquaria interes-
sante che crediamo di far cosa a' leggitori nostri non dis-
aggradevole col presentarne loro un' idea. Imperocche il
tempo ci ha rapite le bellissime dipintnre , che da' greci
maestri state erano esegitite , e delle quali andava la Gre-
cia giustainente fastosa ; sicche ora ci e forza Y andarne
contend delle descrizioni che di esse trainandate ci furono
dagli antichi scrittori, c spetialmente da Paiisania. Se non
PARTE PRIM,\. 333
che qucste mcdeslme doscrizloni fanno in nol pin vh'a ri-
sentirsi la doglia per la perdita di taiite e si sublimJ opere.
Ora i sigaori Riepeiiliausen attcnendosi al testo di Pau-
saula, secoado la francese tradnzione del sig. Clavier, e
quanto ad alcune particolarita , giovandosi delle pitture del
vasi antichi , presentano in quest"' opera due celebri com-
posizioni che di Polignoto ne' tempi del greco istorico sus-
sistevano a Delfo nel Lesdwo . ossla nella puhblica sala dei
magistrati: impresa al certo difficile e perigliosa. « Perocclie
(sicconie essi avvertono ) quanto piii prendonsi ad esame
le pitture di Polignoto, quali alia fiintasia nostra rappre-
sentati vengono dalla descrizione, e tanto piii facile il con-
vinfcersi del sense signilicante il generate concej)iiiiento di
quest' opere poetiche e sublimi ^ ma ad un tempo seutesi
tanto pin la diflicolta di ben riprodurre agli ocelli X insiemp.
della composizione , secondo 1' ordlne ed i rapporti in cui
fiirono dall' autore concepite. Pausania che sembra esatto
nella descrizione de' gruppi isolati , e vago e poco preciso
quand' e' tratta della reclproca loro disposizione. Nondiuieno
e d' uopo r attenersi alle sue parole. I coiuentatori , spesso
piix famigliari coi vocaboli che colP arte , contraddiconsi fra
loro, ed in vece di toglierci i dublij, ci gettano cjriasi sem-
pre neir indecisione. Quanto a noi, uon altro fatto abljiamo
se non cio che nelP intinio nostro convincimento ci sembro
e piu convenevole e piii verosimile , senza pero an'ogarci
di opporre P opinione nostra a quella de' dotti antiquarj.
Forse il nostro tentative prevochera un esame piii pro-
fgndo di quello che venne sinera praticato. Queste per noi
sara un nuovo fonte d' istruzione. "
Gli stessi comentatori alia gramatica intenti piii che al-
I'arte, poco o nulla ci dicono dello stile di Polignoto. Pure
non e cosa difficile il congetturarlo. Perocche T epoca del-
I'esistenza di queste dipintore puo con sicurezza determi-
narsi. Essa fa precisamente quella, che precedette I'apogeo
dell'arti belle in Atene. " Non ci ha (cosi pure avvertono
gli autori ) alcun plausibile motive per supporre che la pit-
tura, quanto al disegno, fosse molto da mono della scultura.
Colore che ainmiravane i fregi del tenipio di Teseo erano
per tanto que' luedesimi che esaltare sentivansi all' aspetto
de'dipinti di Polignoto. Nei per consegnenza credianio di
non esserci nialamente apposti, allorclic riproduccndo i di-
segni di queste pitture vcguito abbianio cio clic la greca
66^ r.ir.LiOGRAiiA.
scnltnra della meJesiiiia opoca ci ha lasciato di jiiu per-
fetto. »
Da quest! brani dcgli antoii e agevole il rilevare e il
loro intento e la natura dell' ojiera loro. Ne'quali due og-
getti, se non andiamo erratl, ci pare ch'eglino siano con-
venevolinente riusciti. Due souo le composizioni di Poli-
gnoto in questi disegni espresse : la prima e quella che
rappresenta la f//5cesa d'Vlisse neW inferno; la seconda espri-
nie la presa della citta di Troja c la partenza de' Greet. Pre-
cede a ciascuna la descrizione f;ittane da Pausania ; segi^e
una tavola cosi delta d' insienie , nella quale tutti riuniti
sono i varj gruppi in niodo di forniarne una sola compo-
sizione : a questa succedono diverse tavole, contenenti cia-
scuna uno de' gruppi esposti in ampia dimcnsione e con
figure egregiamente disegnate e con non comune intelli-
genza e correzione.
Bellissimo e somniamente utile ci senibra questa specie
di esercizio suUe composizioni de'famosi artefici della Gre-
cia, del quale esercizio qualclie esempio pur ci diedero
nlcuni de' nostri piu celebri maestri, tra' quali il Palladio,
quanto air architcttura. Pero noi vorremmo qui aggiugnere
un pensiero nosiro. Perche mai tra gli argoinenti che dalle
Accademie soglionsi proporre ne' concorsi di belle arti , e
specialmente della pittura e della scultura , dare non po-
trebbesi l\iog6 a soggetti gia trattati da que'grandi, e dei
quali ci furono dagli storici tramandate le descrizioni ?
G.
Qramatica della Muslca , ossia Elcmentl tccnici di
questa bclV arte , compilata da Don Nicola Eiista-
chio Cattaneo. Edlzioiie seconda , dallo stcsso au-
torc corretta c corredata di note ed ag,giimte e di
un articolo sul modo di studiare la musica. — 3Ti-
lano , 1882, presso Gio. Ricordi editorc dimnsica,
coi tipi di Luigi di Giacomo ViiQ\a, in 8." di pag.
90, con 7 tavole. Prezzo ital. lir. 1.
Delia prima edizione di qnesta OramaUca parlato abbia-
mo nel tomo Sa.", novembre 1828, pag. 283, tributandone
air autore le ben dovute lodi. Ora egli incoraggiato dalle
parole nostre e dal favorevole accoglimento che 1' opera
sua ebbe presso i maestri e gli studiosi della luusica, ne
TARTr I'R1M\. 335
pubbllca una scconda piii copiosa fdizloiip, E fri le ag-
giunte ci semljiano opjjortiinissiino V AppendLce alle Iczioni
del tempo, e la Twola alfubctica de' termini tecnici coateniui
in qnesti snoi Element!, colla cjnnle eglt jiresenta un adatto
ed utile Dizionario niusico-eleincntare. Laonde giovaci il
qui ripetere cio che detto abbiamo nel citato articolo :
»< La Gramatica del sig. Cattaneo e a parer nosfro il mi-
glior libro , di cui possano far uso e i maestri p i disce-
poii negli elementi della niusica. " G.
Storia del vusl fittlU , die da ore e di nerbo , e che pa-
recchie niende grauuiiaticali vi si trovano. La quale scor-
rezione produr deve egualmerite fastidio e stupore in un
lavoro di tanto rilievo ed in mezzo alle cure diligenti ed
assidue coi;i cui in Italia si da opera alio studio della lingua^
Vitc del Glusti nello studio delle Icggl e riella magi-
stratura , del signor abate Camhon , prima versions
italiaria. — Milano ^ iBSa, tip. Pogliani, in 8.°
piec.olo , di pag. 294.
Quest' opera apparticne alia Biljlioteca cristiana e ne
forma il t. 58.% abliraccia vice di persf)nag;gi fnniosi, non
meno per 1' alte magistrature delle quali lurono jivestiti ,
che per le sublinil prove di virtii costanti e kiinlnose, onde
maravigliarono le nostre contrade e le rimote. Nel tessere
queste vite il sig. Carron futjgeadn it lusso e le soverchie
lusinghe del favellaro ci espoue le virtuose g(;sta de' suoi
personaggi con tjuella nativa semplicita colla quale noi po-
tremmo immaginarci di vederle operate, e quantuuque uii-
nuto nelle parti descrittive, sa p'eio cvitare il teJio de'
leggitori e il proceder monotono delle narrazioni. Sa pari-
inente insinuare nell' animo quella uuzione cristiana che
edifica i costumi, raentre imprime ua' alta stima delle virtii
onde f'urono adorni quegli eietti.
Vita del beato Gio. Colombiid da Siena ecc. , scritta
da Feo Belcari, ristampata sulF edizione dell' abate
Antonio Cesari di Verona. — Milano , } 832, per
Gio. Silvestri, in 8.° jnccolo, di pag. 336. Frezzo
austr. lir. 3.
Questa ristampa del Silvestri fa parte della Biblioteca
scelta di opere italiane anticlie e moderne, e ne forma il
vol. 3 1 1 . Precede la dedica posta iu fronte all" edizione
fatta liair abate Antonio Cesari, Verona, 1817, in 8."
Essa e diretta al nobile signore D. Gaetano Meizi , del
quale il Cesari iiicritauiente esaita il valor Ictterario e lo
344 BIGLIOGK vriA.
studioso afTetto ncl raccogliere le piii rare e piii belle
- pere de'Glassici, noa lueno clie la ricchissinia e splen-
dida biblioteca , assai nota in Italia e oltremonte. II Cesari
ha fatto qnesta edizione sopra tre atanipe della medesirua
vita del B. Colombiai , gentilmeiite raaadategli dal suUo-
dato sig. Melzi i e per suo gindizio le persoue spiritual!
troveranno in quest' opera « dottrine ed esenipi di virtu
eccellentissime , e gli studiosi un tesoro di grazle cd ele-
ganze toscane , non punto meno clie in qualuaque s' e il
niiglior dettato di quel tempo " ; vale a dire del quattro-
cento. Aazi sopra di questo, sembra al Cesari un nuovo
pregio aver questaVita, perche e scritta nella lingua me-
desima del secolo antecedente , e conscrva " il inedesituo
natio candore e purita di lingua in quel tempo inedesimo
die essa cominciava a perderlo ed a guastarsi. "
Vita del B. Enrico da Bolzano scritta dal signer
D. Jacopo PeluzTjAri, professors dl fisLca nel Se~
minario vescovilc dl Treviso. — Treviso , iS32,pcr
Giovanni Paluello , in 8.*^
Uno stile tei-so e forblto , una giusta sobrleta negli or-
nament! , una prudente moderazione nei racconti e negli
encomj rendono a parer nostro quest" opuscolo alFatto sin-
golare dagli altri di siniil genere e di conimendazione de-
gnissimo. Quanto piii n' e tenue il snbbietto , tauto piu
cresce la meraviglia e 11 piacere nello scorgere come il
professore Pellizzari , trattandolo , abbia saputo niostrare
tanta perizia nella lingua, ed una si adequata ed intlma
conoscenza dei modi, degli accorgimenti, delle avvertenze
clie nel dettare scritture di tal fatta deggiono osscrvarsi
per evitar la taccia di grettezza senza andar incontro a
quella di affettazione e di ridondanza. Onde noi deside-
riamo die quest' auieo libretto vada per le mani dei gio-
vani ■, essi vi troveranno una calma , un candore, un' un-
zione soavissinia , un efTicace impulso alia virtii die anima
i pensieri e le parole dell' autore e die spira dai semplici
costumi e dalle sante opere del lodato, e soprattutto un
vero esempio del bello stile italiano ; di quello stile die
singolarmente nei generi niinori della letteratura , noii
cliiede ne pompa , iic bagliore , ma correzioae , temperanza
e sdiiettczza.
PAIITE SI'CONDA. 3^S
Dellc Opcrc del padre Paolo Secneru — Torino, i832,
dalla Societd tipografico-librarla , coi tipi di Giu-
seppe Poinba , in 8." gr. So/io pubblicati volumi 9 :
r intera colLezione sard coinpresa in 12 volumi, cia-
scuno di circa 5oo pagine. Frezzo lir. 4 ital. at
volume.
La Societa editrice dellc opere di uno scrittore clie suole
appellarsi il piincipe degli oratori sacii italiaui , ci riporta
al gia aiinunziato prograimna per la starapa di dette opere,
nel quale programina si da pure coatezza della istituzione
di cjuella societa. La medesima va ineritamente lieta di
avere scelii per prima sua iinpresa e riprodotti alia luce
i lavori del felice ingegno di Paolo Segneri , e si reca a
debito di far noto come ne verr.i per cura sua eseguita
la compiuta coUezione. Priinamente la Societa si e imposto
Tobbligo di scegliere separata mente le inigliori edizioni di
ogni opera , e di adoperare quella diligenza die per lei si
potra maggiore , ailinciie la propria edizioue riesca scru-
polosameiite corretta. Ella ci reca a prova ii primo vo-
lume del Quaresimale , per la quale opera, nel seguire
r aatica edizioue del BagUoiii del 171a, si tenne pero a
riscoutro 1' altra assai pregiata di Parma del 1714. Qual-
clie scritlo iu oltre delP iiisigne autore , noa inai inserito
nella raccoUa delle opere sue , verra ia questa nuova col-
lezione la prima volta collocato. Quanto alia divislone delle
niaterie, la Societa ha stimato op[)ortuao di allomanarsi ia
parte dall' ordine seguito nelle precedenti raccolte. Quindi
s' incouiincia dalle opere predicabili •, a queste lerran die-
tro le ascetiche , ed iu ultiaio verraano collocate le dog-
niaticlie. Questi pregi , clie sono particolari a tale edizione,
porgouo speranza alia Societa di vedere uuiversalinente
bene accolta la sua prima iinpresa i e noi pei primi, scor-
gendo come questa edizioue, auclie pel nierito tipografico,
per la chiarezza de' caratteri e la qualita del formaio , debba
essere apprezzata, bramiamo die i voti della Societa feli-
cemente si compiano, e il favorc del pubblico le accresca
coraggio al prOi^redire , come ella si esprime, in altre im-
prese non meiio belle ed ulili di questu.
BibL iLaL T. LXVm.
346 BIBLIOGKAFIA..
Istituzlonl dl (hiitto civile austriaco con Ic diffcrcnze
tra ([uesto e il diritto civile fraucese e coll addita-
niento delle disposizioni posterioii cdla promulgazione
del Codice civile generale austriaco , del professore
Agostino Re ALE. — Favia, 1829-32, dalla tipo-
grafia Bizzoni , vol. 3 in 8.°
Qaeste istituzioni consistono in una minuta dichiarazione
dei paragrafi del Codice civile austriaco a cui sono aggiunte
secondo I' ordine delle materie le patenti sovrane, le noti-
ficazioni governative, le dichiarazioni, i decreti aulici , in
una parola tutte le norme legali posteriori al Codice ri-
guardanti il diritto civile privato nel regno Loinbardo-
Veneto. In calce alia esposizione trovansi non solamente
le differenze fra la legge austriaca e la francese , come e
promesso in fronte all' opera ; ma inoltre sono indicate le
disposizioni conform! o varianti del diritto romano, del
Codice parmense , e delle Costituzioni sarde. Lodevole e
r intento che il signor professore si propose nell'accingersi
a questo sue lavoro, quello cioe di presentare alia giovenlii
volonterosa di apprendere la scienza della ragion civile se-
condo i dettati del sapientissimo nosuo Monarca un opera in
cui si supplisse alle mancanze di diffinizioni ,• si nppreseii-
tassero le divisioni e suddivisioni dei precetti legislativi, ai
principj fossero legate le conseguenze ; le regole speciali alle
generali succedessero (i). La diligenza che il signor Profes-
sore pose nel compilare le notizie positive necessarie alio
scopo deir opera e grande; se non che ci sembra che uno
scrupolo eccedente lo abbia portato ad un estremo vizioso,
e gli abbia impedito di impiegare piu utilmente le sue
estese cognizioni. Uno spirito piii largo, meno diflidente
di se e piu attento all' ordine scientifico de' principj legi-
slativi si sarebbe senza dubbio astenuto da certe prolissita
che inutilmente snervano il linguaggio conciso ed esatto
del Codice e fanno torto alfintelligenza del lettore j avrebbe
soppressi certi dettagli niinuziosi spettanti a materie estra-
nee al diritto civile (2), e soprattutto non sarebbe caduto
nel gravissimo errore di seguire 1' ordine del codice e di
(i) V. la prefazione dell' opera.
(2) V. il vol. II, sez. I." a pag. yS, 128, 140. La sez. II.* dcllo
steggo vol. a paj;. 410, il vol. Ill a pag. 129 ecc.
r.vuTj; sicoNDA. 847
coiifoiiilere per tale mnaiei'a V online tlella legislazione po-
sitiva coa qiicUo pro|jrio di-lla genesi e dell' insegaaniento.
Altro e Tullicio del iegislntore, altro e quello dell' istituto-
re : il priiiio deve coiiiandire , quindi propone in modo
dignitoso i nsultamenti delle propi-ie meditazioni e segue
tutt'al piu r ordine delle materie ; T istitutore deve far
conoscere la forza, lo spirito delia legislazione , mostrarne
il nesso , T anuonia delle parti e la sua corrispondenza
col bisogni dclla nazione. Se poi un Codice civile non e
un' inyenzione capricclosa de' giureconsuiti o de' govern!,
nia bensi Tespressione fedcle della legge soclale in quanto
riguarda i rapporti privati de' cittadini ^ se questa legge
sociale non e ne casuale, ne arbltraria , ma collegata inti-
inaiuente coi progress! dell' umaniia e coUe vicende delle
nazioni e non puo essere inteso senza la genesi rigorosa
de'diritti civili, ognuno vede die il signer Professore limi-
taadosi quasi seinpre a parafrasare le disposizioni del Co-
dice non puo avere raggiunto il proprio intento , e noa
puo avere soddisfatto alio scopo di far conoscere la niente
del legislatore tacitamente imposto agli institutori dalla
nostra legge (1).
Saggio divisamento fu qiiello di porre a confronto coUe
disposizioni del nostro Codice quelle de' Codici fraucese
e parniense, le Costituzioni sarde, e soprattutto il Diritto
romano, ch' e il gran tronco donde sono sorte le 1110-
derne leggi civili. La maggior parte delle differenze che
s' incontrano nelle legislazioni dlpendono dal grado o dalle
pardcolarita dell' incivilimentoi esse quindi conducono ad.
alte vedute sui destini delle nazioni e servono a far
conoscere piu addentro lo spirito filosofico del diritto pro-
prio. Ma aache qui un eccessivo rispetto per 1' ordine nia-
teriale del Codice austriaco indusse il laborloslssimo signor
Professore a riunire con metodo troppo nudaraente compa-
rativo e troppo Incompiuto niolte notlzle positive, che al-
trimenti disposte e ragionate sare)>bero rlesclte di niagglore
giovaaicnto agli studlosi del diritto civile austriaco. Ad
onta di questi difetti, che era nostro obbligo di notare ia
ua lavoro destinato alia puliblica istruzione, noi dobblamo
tributare giuste lodl al signor Professore perche lia oppor-
tuiiameute ravvicinnte moke disposizioni della nostra legge ,
(1^ C^'d. (IV. .lUSl. §6,7.
3^.B BIBLTOGR VriA.
e perche sperlamo die il suo lavoro potra servire di co-
modo maauale al giurecoasulto pratico , massime pel con-
fronto delle lesislazioai.
Principj del diritto commerclale secondo lo spirlto delle
leggi pontlficie. Opera di Emidio Cesarixi , curiale
rotcde. — Roma, i33i e i832 , presso I' Autore.
Tomi 5.° e 6.°, ciascuno di pag. 216, in 8.*^ — In
Milano si vende da Qio. Pirotta in cont. di S. Ra-
degonda. Prezzo de sei voluini pubblicati lir. 1 5 ital.
II sig. Emidio Gesarini prosegue colla stessa alacrita e
puntualita la sua bella opera dei Principj del diritto coni-
inerciale secondo lo spirito delle leggi pontilicie, di cni fti
gia reso conto in qiiesto Giornale, tomo 60.°, ottobre iSSo,
pag. 1 01. Nel tomo V egli compie il primo libro del suo
lavoro proseguendo dal capo XXIV iino al XXXIV a trat-
lare delia materia delle cambiali, e cosi da fine alia prima
parte della sua opera risgnardante il conimercio in gene-
rale. Col tomo VI si da principio al libro secondo intito-
lato del Conimercio mariuhno clie per ora comprende sette
capi , cioe : Dei bastimenti. — Della vendita coattiva dei
bastimenti. — Dei proprietarj di bastimento e degli eser-
citori od armatori. •- Del capitano di un bastimento. —
Deir arrolamento e dei salarj delle genti di ecjuipaggio. —
Del console e del consolato. — Dell' ammiragliato. Riman-
gono tutti gli altri argomenti clie riguardano i ricapiti, le
assicurazioni, le prede ed altre simili materie clie spe-
rianio veder tratt?te nei tomi successivi.
Anche in questi di cui rendiamo conto e particolarmente
in quelli sul conimercio marittiiiio noi veggiamo abilmente
trascelte e riferite le leggi romane , le quali sia in generale,
sia in particolare sono applicabili ai rispettivi argomenti.
Questa industria di gia usata dalT autore anche nei tomi
antecedenti rende singolarmente segnalata I'opera della quale
parliamo, perocche, per quanto ci e noto, niuno espose an-
cora le dottrine conniierciali col confronto delle romane leggi.
Questo confronto , oltre di agevolare queila possente
unita die collega i dettami mercantili siano terrestri, siano
marittimi coi principj della comune giurisprudenza , ci
fa fede a quale punto d' incivilimento in tntto il globo
terracqueo avevano i Romani spinto la parte piii importante
della scienza sociale , e come, fors' anche senza saperlo.
r\RTE SECONDA. ^49
gcttarono le hasi della politics economia a cui le esperlenze
felici commerciali diecleio appogglo col fatti e colle leggi
del tornaconto scanibievole ed ecjuo deila natura. Contro
il fatto di queste leggi non vi ha risposta. CoU' eloqnenza
di questi fatti si possono e debbono smentire le inconsi-
derate calunnie dei detrattori della romana sapienza. £ssi
bestemniiano cio che ignorano.
Benclie l' opera del sig. Cesarini sia limitata alle leggi
pontificie ed al lore spirito, cio noa ostanle a noi pare
pregevolissima. NelT avvicendato commercio europeo, nel
quale le relazioni vicine e lontane s' incontrano e si tne-
scolano , interessa anclie agli stranieri di conoscere le leggi
locali coiminque anche discordanti , ed anzi assni piii le
discordanti clie le concordanti con quelle degli altri popoli.
Per questo niotivo, in primo Inogo , noi cre^lamo 1 opera
del sig. Cesarini impoitante anche per gli stranieri alio
Stato pontilicio.
Un solo desiderio cl rimane, e questo si e die in un'altra
edizione dello stimabile lavoro del signor Cesarini egli si
compiaccia di paragonare il diritto commerciale pontificio
colle leggi commerciali almeno di quei popoli cbe piu lar-
gamente esercitano la mercatura coU' Italia si nel comune
mercato del Mediterraneo , die niedlante le terrestri co-
municazioni. Cio riescirebbe vantaggioso tanto per gl' Ita-
liani , qnanto per gli stranieri , e agevolerebbe nella pra-
tica del foro e nei tribunali la decisione di molte contro-
versie niercantili che insorgono fra i nazionali e gli stra-
nieri come r esperienza giornaliera ci avverte. Col con-
fronto die raccomandiamo, noi siaino d'avviso che Topera
del sig. Cesarini diverrebbe compiuta e classica , e tutto il
pubblico sarebbe grato alia sua industria ,. e 1' opera di
lui sarebbe vantaggiosaaiente trasmessa alia posterith.
lioinagnosi.
Gencsi del diritto penale del prof. G. D. Romagnosi.
Quarta edizione con nuovi documeriti illastrutivi
somministrati d(dl' autore. — - Fiirnze , l832, dalla
stampcria Piatti, vol. 3 in 8." In Milano si vende
da Gio. Silvestri , corsia del Duorno. Lir. lo ital.
II primo lavoro di giurisprudenza filosofica col quale
il Romagnosi lia intrapre^^o la lunga serie delle sue ricer-
che nellc scicnze morali vieue ora riprodotto per la quarta
35c BIBLIOGUIFIA.
volta. Inutile qui sarebbe dl esporre le tlottrine che coii-
tiene e di annotarne i pnnti piii iniportanti essendo e le
vine e gli aitri abbastanza conosciuti; pertanto no'i ci li-
miteremo ad osservare clie lo studio della genesi del diritto
penale potra ora essere riassunto dietro vedute piu gran-
diose e pill compiute. L' ordine cronologico delle opere di
Romagnosi presenta la via logicamente irregolare della
scoperta che da cio che piu inimediatamente intercssa ed
e generalmente piii sentito sale per gradi alle regioni piu
arcane e meno accessibili della scienza. Dalla ragion penale
egli ha cominciato le sue meditazioni fissando T atteazione
sul disordine piu disastroso e patente della societa : T ordi-
namento della cosa pubblica, la AUtalita degli Stati, la na-
tura umana considerata individualmente, e per ultimo la
metafisica soifl) gli argomenti coi quali progredi nelle sue
ricerche elevandosi insensibilmente ad una sfera senipre
piu assoluta di verita. Una rigorosa unita sclentiiica do-
mlna tutte le opere di questo scrittore. Lo stesso principio
di compotenza cnusale ch' egli sviluppa nella protologia e
il cardine della sua psicologia ed e il fondamento di quel-
r antagonismo donde egli fa sorgere il triplice perfezio-
namento nella dottrina della cwilta. Le stesse leggi fonda-
mentali alle quali riduce la storia lilosoiica dell' Licivili-
mento sono la base delle nornie direttrici degli stati che
egli espone nella sua introduzione alio studio del Diritto
pubblico- Pero solamente cogli ultiini lavori di recente
pubblicati puo dirsi che il Romagnosi abbia ilnito di de-
lineare in tutte le vedute fondamentali il sue sistema ed
abbia stabilito il nesso che ne coUega strettamente tutte le
parti. La genesi del Diritto penale , corollario e sussidio
del Diritto pubblico , potra quindi in questo momento es-
sere intesa sotto il suo vero aspetto sistematico e rischia-
rare quasi di riflesso le altre opere dell' autore fino ad
ora troppo trascurate.
Alia nuova edizione che abbiamo annunciato furono ag-
giunti in un volume separate sotto di otto articoli, nuovi
document! illustrativi tolti dall'Antologia di Firenze, dagli
Annali universali di statistica e da questo medesimo nostro
Giornale. Gli argomenti di ciascun articolo sono i seguenti :
N.° I. Eaggiiaglio analitico del prof. Biddassarre Poll ,
fatto ill occasione della 3.* edizione della genesi del diritto
penale.
PARTE SECOND V. 35 1
Nota. In quali materie , con qiial ordine e fino a qual
segno le aiitorita costituke possono stabilire pene regohiniciitari?
come procedere si deve nei rispettivi giiidizj ?
IT. Giudizio pronunciato dal giornale di giurispmdenza
puhblicuto in Vienna intorno alia genesi del diritto penale.
III. Memoria del prof. G. D. Romagnosi suUe pene capiudi.
IV. Articolo del prof. G. D. Romapiosi relativo alia quarta
edizione di Alberto De Simoiii , dei delitti consideratl nel solo
affetto ed attentati.
V. Lettere del prof G. D. Romagnosi e del prof. Giovanni
Valeri, relative alia speciale questione della responsabilita
del numdante per gli eccessi commessi dal mandatario nel-
V azione criminosa.
VI. Osservazioni statisticlie del prof. G. D. Romagnosi al
proposito del libro indtolato: Conto generale dell' amministra-
zione della giustizia criininale in Francia durante V anno
1827 presentato al re did guardasigilli.
VII. Osservazioni del prof G. D. Romagnosi sulla disser-
tazione del signor avv. Massa di Mentone intitolata: Della
legislazione criminale.
VIII. Se la pubblicita dei giiulizj criminali convenga alia
monarohia: Pensieri del prof G. D. Romagnosi.
La genesi del diritto penale sara seguita dalla ristampa
delle altre opere del Romagnosi. A rendere piu inte-
ressante questa raccolta V editore non ha tralasciato di
consultare T autore e di seguirne i consigli. Cosi il signer
Piatti nel mentre che si rende benemerito presso gli stu-
diosi delle scienze morali da un esempio ai tipografi ita-
liani che meriterebl^e d' essere piu frequentemeute imitato.
Se essi pcnsando al solo lor proprio guadagno poco cu-
ransi del danno degli autori coa ristampe piu economi-
che, lore cara almeno dovTebb' essere di consultare sempre
gli autori delle opere da riprodursi. Questo uso mentre
sarelibe favorevole alia generalita de'lettori, sarebbe fors^an-
che un temperamento al diritto di non rispettare le pro-
prieta letterarie , e potreljbe iniziare una riforma nelP opi-
nione , tale da togliere in qualche parte gli ostacoli che
tanto disanimano i letterati italiani.
002 BIBLIOGRAFIA.
Principj di Meccanica di D. Vincenzo Bonicelu. —
Bergamo, r83i, dalla Stampcria Sonzogni , in 8.^,
di pug. 34c con tre tavole in rame, Prezzo lir. 4
itaLiane.
L' autore nel dare alia luce quest' opera si propose ,
come s'esprime egli stesso nella prefiizione, di prcseiitare
ai giovani studiosi riunite molte dottrine riguardanti T e-
quilibrio , il moto e 1' universale gravitazione. lo ne ve-
deva , die' egli , V apprendlmentn accompagnato dal gioirtiie
studioso da nvn poche dificolta derivanti e dxdV essere sparse
in differenti lihri , e dalla maniera troppo concisa ed oscura ,
0 troppo astratta ed aiida , con cid sono gcneralniente trat-
tate. Esso pero ebbe particolarmente in luira di mostrare
in quale maniera si regoli e si mantenga in un ordine
inalterabile ed eterno il sistema dell" universo. Cib feci,
soggiunge egli , in tanti incontri , e a qiiesto soggetto con-
secrai tand articoli , die confido , si possa con cjuesto libro
fonnarsi una chiara e sufficiente idea di qnanto la gravita
ha operato , e opera nel pianeta da noi abitato , e del su-
hlimi effetti che nel solare sistema si producono tkdl' univer-
sale gravitazione. Vediamo se T autore abbia realinente ot-
tenuto lo scopo che ci ha dichiarato. Noi non percorrcre-
mo che le parti che ci parranno le piii importanti , per
non tediare i nostri leggitori , e cio farenio tanto plu vo-
lontieri , quanto e maggiore la stinia in cui teniamo il
libro medeslmo.
Quest' opera e dlvisa in sessanta paragrafi trattanti ora
di statica , ora di dinamica inditTerentemente , contro
1' ordine seguito dalla niaggior parte delle opere di mec-
canica , quello cioe di trattare la statica e la dinamica
separatamente. Quest' ordine pero non e posto a capriccio;
vi si vedono le proposizioni emanare Tuna dall' altra con
molta saviezza , e T autore , seguendo quest' ordine , lia
forse avuta 1' intenzione di far vieppiu risaltare il legame
che avvi tra la teorica del moto e quella dell' equllibrio.
1 paragrafi suindicati formano 1' indice dell' opera stessa.
La dizione in generale ne e chiara e facile , benche il
linguaggio scientiiico non sia sempre esatto a tutto rigore.
Ggni argomento poi e trattato con tutta T estensione pos-
sibile , se si ha riguardo solo a principj di aiateniaticlie
elementari.
rAKTl' SECOND v. 353
L'autore tlopo aver definito il moto miifornie e varlato,
e la volocita con cui i corpi si niuovono, passa immanti-
nente a trattare dcUe forze niotrici e della gravita. Ivi
fa conoscere le varle sue leggi particolari dedotte dalle
vihrazioni del jiendolo , e dal cadere de'gravi; leggi, che
poi il grande Newton osservo non essere clie V elFetto di
una legge comune a tutti i corpi, e da lui cliiamata gra-
vitazione universale. Nel trattare del moto uniformemente
accelerate Tautore giunge ad una formola, clie e pur vera,
ma che e hen lungi, ammesso anche il principle degl'in-
finitesimi di cui si serve, dalP essere rigorosamente dimo-
strata. Per facilitare le dimostrazioni pub forse convenire
talvolta r adoperare dei metodi che conducano a risultati
esatti , henche non si possano giammai considerare quali
metodi rigorosamente provati. II peggio si e, allorrjuando
la maniera con cui vi si perviene , non e consentanea in
tutti i casi agli stessi principj ammessi. L'autore dall'equa-
zione s = {g -*- u) -, pag. i3, deduce Taltra j = — y
polclie , die' egli , la quantita g e infinitamente piccola
relativamente alia cpantita linita u. Ma si osservi che ,
essendo u = gt, pagina 12, la quantita g non puo
essere infinitamente piccola rispetto a gt , se non e in-
finito il tempo dato t ( ammesso sempre il principio
degrinfinitesimi). La sua dimostrazione adunque non var-
rehhe tutto al piii, che per qi^esto caso particolare ; e per
quanti altri casi resterehlje ancora da dimostrarsi la formola
summenzionata ! Non si arrivera giammai, crediamo noi,
a dare una dimostrazione rigor osa di cio, se non si parte
dal principio di dividcre il tempo dato t in n tem-
puscoli indeternilnati — , di supporre che al coiuinciare
di ciascuno di tali intcrvalli la gravita imprima al mohile
una data velocita , ed iniine di fare nella formola trovata
in tal modo n maggioi-e d" ogni quantita assegnabile. E
qui , come in qualche altro paragrafo susseguente osser-
viamo forse un po' troppo ripetute le stesse cose che fu-
rono gia dette da prima. Queste mancanze pero non sono
forse che mende da nulla, e noi avreiumo hen volontieri
tralasciato di parlnrne , se non si trattasse di ua liliro
che stiniiamo molto , e che giudiclilamo per tanti riguardi
degno d" essere proposto alia giovcntu.
354 BIBLIOGUAFIA.
La dlmostrazione del teorema della composlzioiie dclle
forze , ed in particolare delle forze parallele , come pure
la loro scomposizione e ben esposta , se ci place di am-
mettere , che una forza , per quanto venga a modiilcare
il movimento di un punto raateriale , non lo possa avvi-
cinare ad una retta parallela alia sua propria direzione ,
ne allontanare dalla stessa. Per rendere vieppiii sensibili
le verita esposte , 1' autore presenta varj esempi fra cui
amiamo di distinguere quello del battello chiatto , detto
comunemente porto sui nostri fiumi di Lomljardia. La dot-
tfina poi del moto dei gravi sopra le curve resistenti me-
rita particolare osservazione. La dimostrazione elementare
in proposito pel caso del circolo , tanto interessante per
la teorica del pendolo , e cpiella del ch. sig. Belli , la mi-
gliore che si conosca presentemente. L' autore cfuindi ,
dope aver fatto conoscere per via istorica varj orologi an-
ticlii e le loro imperfezioni , mostra 1' applicazione che si
e fatta del pendolo agli stessi. Parlando del pendolo di
compensazione fa conoscere una bella maniera di costruirlo
dovuta ad un oriuolajo francese detto Martin.
Tutto cio che e relative alle leggi che regolano I' u-
niverso , e esposto con chiarezza e con varie applica-
zioni in molti luoghi , ed il giovane studioso puo certa-
inente con cio rendere ragione dei moti dei varj corpi che
costituiscono il sistema planetario , dei quali avvi pure
una breve enumerazione unitamente ad una tavola conte-
nente i loro volumi, le distanze medie, i tempi periodici
e le velocita medie degli stessi. Rapporto a questo 1' au-
tore ha dunque mantenute le sue promesse, e gli si deve
la meritata lode.
Parlando in ultimo dell" attrito , T autore ci fa conoscere
le belle esperienze di Coulomlj , dalle quali si deducono
, varie importanti proposizioni I'elativamente a quest' argo-
mento. L' autore in questo libro non tratta ne punto , ne
poco delle macchine , nemmanco della teorica dei fluldi.
Esso pero ci promette di riserbare per un altro volume
questi vasti ed importanti soggetti. Speriamo clie 1" autore
vorra presto eseguire queste sue promesse , affine di non
lasciare interrotta la sua opera , che desideriamo venga
pro]iosta dai professor i ai loro alunni per loro istruzione,
e riprodotta in quel modo clie nieglio coavonga al suo
scopo.
PARTE SEOONDA. 355
Notlzlc compendiate clcmentari intorno al Calendario ,
sia civile^ sia ecclesiastico del professore Giacinto
C J REN J, mcmbro e segretario della R. Accademia
dclle scienze, cav. dcll'Ordine civile di Savoj'a. —
Torino, 1 832, dpografia Jleale, dipag. 74, in ^° gr.
Quest' utilissiino compentlio gia veduto avea la luce
I'anno 1821, iiel Calendario Georgico della R. Societa
agraria di Torino: ora ricomparisce riveduto, corretto
ed aumentato dall' autore con dedica al marchese Lascaris
di Ventimiglia , a ciii i-ichiesta era stato originariamente
coinposto. Premessa una spiegazione del segni matematici
adoperati nel compendio , si accenna in una breve prefa-
zioae che mold nomi registrati in quasi tutti gli almanac-
chi, sono tuttavia poco intesi da molte persone, anche
non incolte, e che per cio se n' e intrapresa la dichiara-
zione piii coinpiuta , Qorredata ancora di alcuni esempi
e di altre interessanti notizie. Si e voluto in alcuni pochi
casi prcsclndere dall' assoluta generalita delle formole date
dai matematici, e alcune di esse si sono ridotte a raaggiore
semplicita colT applicarle unicamente al prescnte secolo.
Trattasi ijuindi in ir) separati articoli del calendario in
generale, della sua distinzione in civile ed ecclesiastico ,
poi partitamente dell' uno e dell'altro, e in proposito del
civile si notano gli sconvolgimenti che nel computo del
tempo ebbero luogo nei secoli andati , dei rimedj che vi si
arrecarono con frequenti ed arbitrarie intercalazioni, il die
apre la strada ne' successivi paragrafi a parlare della cor-
rezione Giuliana e della Gregoriana , poscia del calendario
ecclesiastico Gregoriano, che in una nota alia pag. 20 si fa
vedere esteso a tutta I'Europa, eccettuate soltanto la Russia
e le Chiese cristiane di rito greco; e si stabiliscono le re-
gole che esprimono 1' intercalazione Gregoriana , donde
nasce I'anno bisestile. In altri paragrafi si tratta del ciclo
solare , Ae\ lunare o namero d'oro, e del ciclo dell' indizione
roniana: deWepatta, delle lettere cjuotidiane e della domeiii-
cale , della corrispondenza dei giorni del mese e della setti-
mana , e qui si riferiscono varj curiosi problemii in altri
si ragiona della Pasqua, delle iaie mohili e AeWe immohili ;
finalniente nei due ultimi si tratta della denominazione
romana dei giorni del mese, della quale si soggiungono
le opportune tavolo , e si cspongono alcune regole per
3S6 r.IBL10GRAFI\.
rammentare il numero dei giorni oiide sono composti i varj
mesi deH'anno. Tutti questi articoli , alcunl dei quali per
la natura delle materie complicati, sono esposti con cliia-
rezza, con soda dottrina, ed alcuni anclie con sobria e
non pesante erudizione,
Notammo gia che curiosi e in gran parte important!
sembrati ci erano i problemi sparsi in questa operetta ,
tutti sclolti con ottimi metodi, e d' ordinario con facili
diraostrazioni. Ora in prova dell' asserzione nostra ne ri-
feriremo alcuni esempi. II i.° e: trovure il numero del ciclo
solare per un anno quahuique: altri riferisconsi al trovare il nu-
mero deir indizione romcma corrispondente a qualunque anno ;
problema di uso frequentissimo ncirarte diplomatica; trovare
V epatte per un anno qiuihinque del presente secolo ; trovare
la lettera domenicale per un anno qualunque nel calendario
Giullano ; trovare a qual giorno della settiinana corrisponda
lui dato giorno di un niese di qualsiasi anno dell' era nostra ,
passato 0 awenire , ecc. Pel ritrovamento della Pasqua si
propone una regola generale risultante dai calcoli de' mo-
derni matematici, le cai parti sono esposte in un appo-
site quadro. Finalmente ai mezzi ordinarj ( clie dire po-
trebbonsi meccanici) , di rammentare il numero de' giorni
onde sono composti i varj mesi dell' anno, se ae aggiugne
uno semplicissirao e noto, consistente nel formare coUa
mano il pugno, e nel contare i mesi sulla prima falange,
o sul nodo delle quattro dita ( non compreso il pollice) , e
sui tre incavi che separano un dito daU'altro, cominciando
da gennajo fino a dicembre. Ammessa sempre V eccezione
di febbrajo, hanno 3i giorni i mesi che corrispondono
alle dita, e 3o quelli che corrispondono agl' incavi o alia
separazioni.
Un pensiero cl ricorre alia mente nelP annunziare que-
st'ixtilissimo libretto, nel quale nulla resta a desiderarsi ,
ne pure dal iato dell' impressione. In mezzo a tanti, so-
vente inutili e talvolta sciocchissiini almanacclii, che si
pubblicano ogn' anno nella nostra citta, alcuni anche con
pretensione di primazia o di preferenza , perclie mai non
se ne stampa qualcheduno in cui si ricordino le cose piu
necessarie a sapersi intorno al compute del tempo , ed
alle sue relazioni alia vita civile e religiosa , servendosi per
base dell' aureo opuscolo del cav. Carena ' E veramente una
disgrazia che il ".iornale astroaomico ch' erasi cominciato
I'ARTE SECOND A. S5y
a stampni-p dal Silvestri (i), compilalo con molta diligenza
da alcaiii allievl della scuola astroaomica di Milano , sia
morto appena nato per iiiancaiiza di conipratori.
TiisezLonc dell angolo coil mezzo sempllcissimo di
Giuseppe Recalcati. — Milano, 1882 , presso Paolo
Einilio Giusti , di pag. 12, in 8.°, con una tavola,
II metodo esposto dalP antore nel risolvere qnesto rino-
matissimo problema e piuttosto meccanico che geometrico,
quantunque si sforzi di provare die egli vi fa uso soltanto
della jv'gii e del compasso. Diiemo pero che e assai sem-
plice come e seinplice il teoreiiia a cui e appoggiato , clie
« Se da uti punto del prolungameiito d' ua diametro si
" conduce una retta tale che la sua parte compresa fra
» questo punto e la circonferenza uguagli il raggio , Taa-
»» golo die essa fa col diametro e la terza parte di quello
»» compreso dal diametro stesso e da quel raggio che passa
" per r altro de' punti in cui la retta nominata incontra
w la circonferenza. » E diremo pure che anche di questo
argomento come di quello della rettificazione della circon-
ferenza (Vedi Biljl. Ital. t. 64.°, dicembre i83i, p. 377)
il sigaor Recalcati mostra di avere una giusta cognizione.
Lezioni intorno alia marina, sua storia ed arte propria,
con notizie di vario argomento, di Gaspare Tonello ,
pnbhlico professore di costruzione navale e manovra
neW /. R. Accademia naulica in Trieste. Volume
quarto. — Venezia, i832, dalla tipografia di Gidm-
battista Merlo in Campo a Sanf Apollinare. Prezzo
'di tutta V opera, divisa in quattro volumi, austriache
lir. 32.
Questo quarto volume delle Lezioni intorno alia marina
compie 1' importante lavoro intraprcso dalT egregio pro-
fessore Tonello a giovameiito di qualunque persona che
s' occupi o s' interessi di marineria e delle arti allini. Nei
precedent! articoli ci si presento opportuna occasione di
lodare la sccka degli argomenti ed il bel modo con cui
(i) V. la Bibl. Ital. toui. 64.* pag. 234, aoveuibre io3i.
358 BIBLIOGR \MA.
farono esposti. II dotto e mouesto autore di qiicsta pi'ege-
vole opera ha vokito in essa farci pur gustare la doviziosa
serie delle scientifiche e pratiche cognizioai di cui arric-
chira senza dubbio le grandi e compiute opere suU' arclii-
tettura navale e suUa nautica , delle qaali ci fa sperare la
pubblicazione.
11 quarto volume, che ora annunziamo , coutiene la sple-
gazione dei vocaboli tecnici di marineria che si trovano
negli altri tre volumi , cogli analoghi o corrispondenti ter-
miai fraacesi, inglesi e tedeschi. L' autore ebbe in vista
due oggetti distiati , 1' uno di facilitare 1' iatelligenza dei
precedenti volumi, Taltro d' esibire ua Saggio d'un Voca-
bolario di marina in quattro lingne «< clie non sarei alieno
" dal compilare ( cosi I'autore) se il presente esperlmeuto
»» riescisse di pratica utilita. » Egli si prevalse de' piii ac-
creditati Dizionarj di marina , cioe di quelli di Roding ,
Neuman, Romme , Lescallier, Giequel des Touches, Wial
de Glairbois , e specialmente di quello del nostro Stratico,
nelle tre liugue italiana , francese, inglese , pubblicato in
tre volumi in quarto dalla stamperia Reale in Milano nel
i8i3-i8i4; la quale posteriormente (i 823) diede alia luce
la Bibliograjia di marina nelle vane lingue d' Europa , altro
utilissimo lavoro di quell' uomo egregio. Ad iinitazione di
Lescallier e dello Stratico , il nostro autore aggiunse al
suo libro alcuae tavole incise che rappresentano gli og-
getti principali contenuti nel Vocabolario e ne facilitano
non poco 1' intelllgenza. Le definizioni in geuerale ci sem-
brano precise; anche le spiegaziooi, quantunque brevi e suc-
cose, sono a parer nostro cliiare ed esatte; ci duole pero
ch' egli abbia omesso di spiegare alcuni termini menzionati
nel Vocabolario stesso, ed i quali , per essere strani e poco
usitati, grandemente ne abbisognavauo come, per esempio,
giardini di poppa , cicala, incapellare, mazza-preie , mandola,
feminine del timone.
11 sig. Tonello si prefisse di attenersi pienamente alle
vocl tecniclie usate dalla marina veneta, e lagnasi dello
Stratico perche non abbia nel suo Dizionario accettata
ne compiutamente , ne esattamente la veneta terminologia.
A questo riguardo ecco cio che dice lo Stratico mede-
simo nella sua prefazione: " La divisioae de' goverui e
la notabile varieta de' dialeui della stessa lingua in Italia
porto necessariameute diversita graude di vocaboli nel
VAKTli SECOND\. 359
liiigua<;g,io iiiariiio, il qualp fu soUanto parlato e non niai
deterniinato con ua vocal^olario. Non pcrtanto e certo che
la marina veneziana fu celebre per le navigazioni , per le
azioni cU inare , per la costruzione dei navlgli , pel sno
arsenate, per T ingegno de' suoi artejQci; ed e evidente che
essa ehlje ed ha un lingnaggio marino in tutta I'ampiezza
deli' arte, del quale si e servita nelT armo delle navi e
delle galere , nella direzlone delle stesse, nella costruzione
dei bastimenti tanlo per la guerra, cjuanto pel commercio
e neir amuiinistrazione econoniica. Altrettanto dir si dee
della marina genovese e napolitana e toscana , le quail
hanno 11 loro compiuto lingnaggio marino. Ma molti vo-
caboli per indicare lo stesso oggetto souo diversl e molte
frasi ancora; e alcuni se ne sono adottati dalle altre na-
zioni , secondo che porto 1' occasione de' commerci piii o
nieno fretjuenti con esse; alcuni si sono alterati per forza
della pronunzia. A queste varleta provveder puo un vo-
cabolario in cui le voci siano definite e riferite alle voci
d' altre lingua come la francese e 1' inglese , le quail hanno
libri di quest' arte e costanza magglore nella significazione
dei vocaboli. »
Siamo noi pure d'avviso che in un Dizionario di marina
italiano , quaatunque dar si possa la preminenza a molti
vocaboli veneti, perche o piii conosciuti o piii precisi o
piu significant! , nulla di meno non si devono escludere gli
altri e molto meno i toscani. Anzi pensiamo die un tale di-
zionario per essere compiuto dovrebbe avere in fronte ad
ogni articolo (per quanto fosse possibile) i vocaboli tecnici,
appartenenti ai quattro dialetti suddetti che hanno analoea
significazione.
II Dizionario dello Stratico , seljl)ene degno di molta
stima , non e pero totalmente scevero di mende, d" omis-
sioni , d' inesattezze , lascia in varj luoghi bramare mag-
giori dichiarazioni, e d'altronde non e ingiusto il rimpro-
vero datogli dal signor Tonello , dlcendo chCj non sa in
quali porti d' Italia possano adottarsi i franceslsmi ch' egli
abbondevolmcnte v' introdnsse. Opera utilissima sarebbe
dun(jue quell.a di sottometterlo ad una rainuta ed attenta
revisione per emendarlo e ridurlo a quel grado di perfe-
zione di cui e suscettivo. Quest' impresa ci seuibra prcfe-
riliile a quella , soverchiamente laboriosa , d' un nuovo di-
zionario;, e niuno a dir veio piii del prof. Toiiello sarebbe
36o BIBLIOGllVFl.V.
in istato ili eseguhla lodevolmente. I lami teorici di cui
la sua meiite e arriccliita , le grand! cognizioni pratiche
ch' egli possede , il continue esercizio del pubblico inse-
gnamento gli somministrerebbero in gran copia i materiali
a tal uopo bisogiievoli j ma brameremaio die T amor pa-
trio ( lodevolissimo d' altra parte) non lo eccitasse a dar
un bando ai termini di marineria toscani , non che ai na-
poletani ed ai genovesi che meritano pure d' essere presi
in attenta considerazione.
Dlstribuzione de' premj d industiia nazioiiale, nclla ri^
correntc solennitd del giorno oiiomastlco di S. M. I.
M. A. Francesco prl/no, 4 oUobre i83l in Vcnezla. —
Venezia, i8ia, tlpugrafia di Giuseppe Ant on elli ,
in 8.°
Dopo di aver renduto conto di una eguale distrlbazlone
fatta in Milano nel iSSa, ci faccianio solleciti di annun-
ziare anche quella di Venezia dell' antecedente anno, i cui
atti, come accade d'ordinario, vennero dopo alcpianti mesi
pubblicati. I nomi de' premiati gia vennero diffusi per mezzo
de' publjlici fogli. Ci permetteremo quindi soltanto di os-
servare die o una diretta relazione dovrel>be stabilirsi tra
le Commissioni dell' I. R. Istituto di Milano e di Venczia,
o le operazioni della Coimiiissione Yeneta dovrebl^cro piu
sollecitamente comunicarsi, o farsi note al pubblico; giac-
die vediamo in questa sola distribuzione veneta premiato
con niedaglia d' oro un oggetto die nell' anno segucnte fii
premiato con medaglia d'argento in Milano; premiato I' anno
scorso con medaglia d'oro in Venezia un valente meccanico
ciie lo fu pure quest' anno in Milano per oggetto in parte
identico , ed accordar vediamo in Venezia cd in Milano
inedaglie d' argento o ad uno stesso individuo per oggetto
eguale, o pure per eguale inanifattura a diverse pcrsone.
Ci parvero pero soddisf.icenti i giudizj portati dalla veneta
sezione dell' Istituto , dei quali in questo volumetto si pub-
blica Testratto, e die noi amiarao di credere seinpre inipar-
ziali, sinceri, immancahili, come nel suo prologo si esprime
il segretario prof. Ariel; non possianio tuttavia oiiiettere
I'osservazione die la macchina (che noi dlremmo piuttosto
apparato), per niantener plene le botti di vino, per cui
in accorclata mmztonc vaorwolc a Carlo Galetti del Friuli .
rARTE SECOND A. 36 1
si vide gla da alciini anni nella stessa forma pubblicata
dal Ijenemerito canonico Staiicovich , e se ne parlo aacora
in qiiesta Biblioteca.
II discorso recitato in quella solenne occasione, e clie
si legge impresso dopo il suddetto estratto dei giiidlzj ,
usci dal la penna del consigliere Francesco dottor AgUetti ,
presidente della conimissione. h^Aglietci , gia celebre per
altri dotti lavori , con ottimo consiglio scelse un argo-
inento che potesse interessare 1' onore della sua patria e
la gloria delle sue arti, e quindi piglio a ragionare dell' arte
vetraria n die e una , diss' egli , di quelle pocliissime che
n nate un tempo fra noi, si maiitengono tuttavia in fiore
» in questo nostro paese, mentre tant'altre, che fra noi
M nacquero, traspiantate in suolo straniero , a pena e che
»» ricordino e questo cielo e queste acque , tra cui sorli-
n ron la cuna. " Si mostra in quel discorso non meno
erudito che elegante , come quell" arte surta in Venezia
nel secolo XI, si estendesse alia contrafFazione delle gemme,
ai urocessi de' cosi detti margariteri , alia fabbricazione de-
gli specchi e degli smaltl, cpme grandemente prosperasse
fin verso la nieta del secolo XVII, e malgrado molte vi-
cende si niantenesse tino a'nostri giorni, giugnendo a poter
profittare de' lumi della storla naturale e della chimica,
lumi adatti per promuoverla posseiitemente.
h'Jntonelli che in quella stessa distribuzione ottenne il
premio della medaglia d' oro pel suo stabiliinento tipogra-
fico e calcografico , voile certamente distinguersi nelP edi-
zione del libretto ;, e lo arricclii di copiosi fregi ed orna-
nienti intagliati nobilmente in legno o in piombo, che
quasi ad ogni pagina s' incontrano.
Memoria sulV origlne delle acque del Scbeto di Napoll
aiidca, di Fozziioli , ecc. scritta dal R. profcssore
cavalicre Tcodoro Monticelli , segretario pcrpet/io
della R. Accadcmia delle scicnze , socio ordinario
del R. Istituto d incoraggiamc.iito alle scieiizc na-
tnrali c di altre socictd estere. — Napoli , i83o.
Tipografia Feriiaiidcs. Uti volamctto in 4-' > di pag,
56 , cua due tuvole in raine.
Avremmo volentieri data prima d' ora contczza di que-
sta intercssante Memoria se piii presto ci fosse perveuuta :
Bibl hal T. LXVIII. 2^
362 BIBLIOGRIFIA.
il clie prova quauto lente e scarse oJ imbnraz/ate siano
le letterarie coniunicazioni fra due delle piii importanti
citta d' Italia. Questo fatto potrebbe aversi per ua segno
deir infaazia di nostra civilizzazione , se essa gia non ri-
splendesse per molti lati plu fulgida che in ogni altra re-
gione : ma anche quel segno speriamo vederlo presto scom-
parire merce d*un accordo fia i diversi governi d' Italia die
guarentisca a questa aniica patria del sapere i vantaggi
della sua unica lingua e quelli del suo scientifico retaggio.
II Sebeto e fiumicello ricco di gloria e poverissimo di
acque , ed e alinientato da sorgenti di origine rimasta a
lungo incertn, comeclie supposta in vario modo, oi-a dalle
caverne del vicino vulcano, ora dalle paiudi ili Nola , ora
da altri luogbi, secondo varj autori tenuti tntti in rino-
manza. Onde scoprirla e comprovarla, molte furono le
indagini del signer professore Monticelli, nelle quali egli
giovossi anche delle notizie, di cui furongli cortesi varj
suoi amici , nominando tra essi con onore il medico don
Gaetano Miranda e gli arcliitetti don Luigi Mallesi e doa
Gaetano De Fazio.
La casa della Bolla posta a tre miglia al sud di NapoH
e un municipale stabilimento da cui derivano le acque
che in canali artefatti chiamati Formali giungono a Na-
poH per gli usi della vita, eve dividonsi e suddividonsi
in tanti minimi rigagnoli e raccolgonsi poi con tanti pic-
coli pispini die penne si denominano, probabilmeute per
dar idea del piccolissimo loro diametro. Alia Bolla comin-
cia pure il letto scoperto del Sebeto cbe porta al mare le
acque di nessuna utilita o di pioggia dirotta. Come siano
le ncque condotte alia Bolla e quale origine abbiano e cio
che il sig. professore Monticelli ha posto in cbiaro , di-
iiiostrando che nella piii alta antichita furono costrutte
iotto le vicine i-adici del Vesuvio ampie e ramdicate gallerie,
con volte in muri di fabbrica congegnati senza cementi
e profonde sotto le poraici ed i lapilli non meno di set-
tanta e fino a piii di cento piedi , alle quali si discendeva
dalla superficie superiore , tutta composta di bibule arene,
per tanti cunicoli o pozzi quadrati di ugual costruzione
ch'ei trovo quasi totalmente ostrutti. Questa conformazione
di sotterranee gallerie e la natura bibula delle tcrre in cui
sono state dalT antichissima sapienza escavate dimostrauo
abbastanj:a come la Bolla sia alimentata dalle acque di
I'AKTE SECOND \. 363
pion;gia the daU'alto filtrano lentameate e soiio obbligate
a raccogliersi in quelle gallerie posate sopra uno strato di
tufo ituperraeabile.
Indagando 1' epoca d'l quelle ardlte e grandiose costra-
zioni egli la fa con induzioni salire fine ai Greci ed ai Fe-
nicj, die le avrebhero intraprese a benelicio di Napoli antica
sotto cui scorre il piu luagnifico e piu celebre condotto.
In quest' opinione e il signor professore Moaticelli guidato
dalla conformita di opere consimili trovate alia profondita
di due cento palmi a Pozzuoli che era pure citta di Fe-
nicio e greco dominio. Nelle gallerie di Pozzuoli rinvenne
ad un Into un rialzo a gulsa di marciapiedi , non mai
coperto dalle acque comunque abboadanti, il quale sera-
bra destinato a rendere facili le perlustrazioni per man-
teaere attive quelle sotterranee derivazloni dell' eleniento
il piu caro ed il piii utile alP uomo.
Poiche, malgrado la Bolla e tant' altri idraulici lavori
di piu moderna origine, di cui si da nella Meiiioria idea ,
non si sente in Napoli alibondanza di buone acque, il
signor professore Monticelli si estende a dire come tali
acque potrebbero essere aumeiitate assai , particolarmente
con quelle ciie s'impaludano sotto il piano del Candelaro,
e coaie tutte potrebbero essere feltrate onde spogliarle
del solfato calcare di cui sono sempre piii o nieuo pregne.
Parlando con patrio amore di questo argomento, nlie e al
certo del piii grande interesse, si duole die manchino tuttora
a Napoli buone mappe idrograficiie dei canali che la ris-
guardano si da vicino, niaucanza coinune a tante altre
citta non meno cosplcue e ricclie in oggetti di lusso , alia
quale si va provvedendo, ma lentamente, perche P utile non
eblje mai dovizia di autorcvoli protettori. Facendo voti
per la sollecita ed esatta compilazione di simlli mappe, il
sig. Monticelli esclama, not non sappiaiuo se a ragione o
a torto : che soUanto allora si poird giudicare del tncrito e
(id vnlcre delle spcse cui da luogo f iniperizia e l' ai'idicd di
una specie di persone che Fontunai e Pozzai si chiarna e
che iive opipenuncrue senzn fur nulla. Desideriamo die per
le nuove mappe idrograficiie di Napoli non siano prese a
mo'lello le due con cui il signor Monticelli corredo il suo
lavoro.
Sempre coll' idea di auuienfare le actjue utili in Napoli ,
e^li cliiude delta Memoria con parole sui pozzi traforaii
364 BIBLIOGRAFIA.
chiamati ArteslanI o Modenesi, e fa un ceuno anche del
metodo dei Greci di cui servonsi tuttavia i Tiirclii a Co-
stantinopoli per trasportare le accjue dall' una all' altra
sponda di una valle col mezzo di sifoni, al quale dai mo-
derni venne in molti casi sostituito il metodo dei Ponti
canali che , sebbene piu costoso, noi crediamo preferibile
ove si tratti di gran corpo di acque ; anzi possiamo accer-
tare che il metodo dei sifoni non e econoinicauiente appli-
cabile se non se ai piccoli zampilli.
Xo coltivazione del gelso. Trattato pratico del nohile
signor Akgelo Peboni qJ" G. B. — Brescia , i83a ,
VciKurJui, m 8.°, r/i/7«^. 260. Prezzo con tavule lit.
llr. 3 itaL , senza tavole lir. 3. 5o (1 ).
II gelso risgnardato a' nostri tempi, e non a torto , in
Italia come V albero della riccliezza , vi si vede moltiplicato
fuor di misura , ed allevato da' possidenti ed agricoltori in
ogui parte de' loro fondi. Ma poidie non tanto deve pre-
niere la copia quanto la bonth di tal coltivazione , cosi
importa clie si ditfondnno le istruzioni gia per lunga espe-
rienza riconosciute niigliori affine di ben condiirla , e con
esse anche quell' altre die si vanno attualmento raccogliendo
dalla pratica de' plii esperti agronomi. Percio noi lodiamo
il sig. Peroni perche mediante una buona scelta di aiumae-
stranienti tratti da' jiiu pregiati autori , o dedotti dalla
propria pratica o da quella d' aliri che al par di lui si
tono niessi a coltlvare il gelso con singolar diligenza e
premura, composto ne abbia il Iratiato che annunziamo, {i
cui gli agricoltori potranno con loro vaataggio avere ri-
corsQ. Egli, dopo premesse alcune notizie gencrall sul gelso e
le sue varieta , parla della sua propagazione , quindi anclie
de' vivai , e dopo il conduce sino al suo perfezionamento
discorrendo nou solo del trapiaatarlo quand' e cresciuto ,
ma anche dell' innestarlo. Insegna come in appresso il geUo
si governi e se ne tragga convenientemente prolitto , di-
cendo in che modo se ne faccia a dovere la potatura e
la rimondatura, e con quali cautele convenga sfrondarlo.
(1) Una di queste tavole rappresenta la foglla dfl Morus iilO'c-
(rojjhylla (Gelso indiano), T altra rappresenta la ibj;lia del il/y/(;.y
muUiumlu ( Cdso dflle Filijipinc- ).
rvKTF, srnoNDA. 365
Non ilimcnticn di occuparsi intorno allc malattic del geIso»
ne di inostrare come si possa coa vnntaggio educarlo ia
altre forme diverse dali' oidiiiaria arborea , e vien quindi
a discorrere delle siepi di gelso e de' gelsi nani. Con-
chiude il suo trattato con alcune avvertenze intorno ai
terreni die al gelso si ailanno. Qui 1' autore voile entrare
ia niaterie scientifiche circa le varie sorte de' terreni ac-
conci alia vegetazione, ma a noi non sembra die le trat-
tasse con quello stesso discernimento con ciii trattar seppe
le praticbe. Basti il dire die a parer suo il terreno forte
e fatto di argilla silice e allume ( pag. i55), e die la
differenza la quale egli crede ammessa da' cbimici agrarj
tra r argilla e la creta consisterebbe nell' esser la prima
composta di silice e ct nllwnine . pungente al tatto della lin-
gua ecc. , la seconda composta di carbonato di calce , di
una parte di silice e una parte di magnesia (pag. i5o).
Ad accrescere il difetto delle cose si aggiunge poi anclie
quello della locuzione sovente impropria e confusa, e basti
in prova I'eseuipio seguente (pag. i5a ). « Questa terra
( la sabbiosa ) ba la proprieta di essere bensi nieno /e-
conda , ma piu fertile , piu attiva della terra argillosa ; bi-
sogna non pertanto soccorrerla con della terra argillosa
per ottenerne la sua fertilith e la sua attlvita. >/
II Trattato della coltivazione del gelso e seguito da
critiche ossenazioni generali sulle nuave varieta de' gelsi,
L* autore ne parla piuttosto secondo I' aitrui esperienza
die secondo la propria ; trova ragioni sufficienti per ap-
provare la coltivazione del Morus macrophjUa ^ non cosi
per arrendersi al Bonafous die vorrebbe tra noi coitivato
il Morus midticauUs ( Intifolia Poir. ) ossia gelso delle Fi-
lippine •, raccomanda in geuerale di non scostarsi dall' uso
del gelso bianco di cui si egregtamente e provata V utilita.
In queste discussioni tocca alcuni punti di teorica Ijota-
nica, ma difettosamcnte come persona die favelli di ma-
teria non ben possednte. Sc pcro il sig. Peroni ci lia date
una buona monogr-Tlla pratica del gelso , noi speriamo
vederne presto publjlicata una monografia botanic i, die
porra in dilara luce (juanto risguarda il scitntifico trat-
tato di dctta piantai sari essa lavoro del profcssorc Mo-
retti , il quile, per quanto e a nostra notlzia , e da i. AnTKMH^iA NiTiDA: suffruticosa , sericeo argentea ,
piniiis futiorum inferioriim foliisque superioribus anguste pal-
mato-multifidis ; racenio elongato bracteato floribus solitariis
semiglobosis cernuis. A glacialis Vitm. Sagg. p. 44, excl. syn.
Jacq. Fl. austr. 5 , opp. p. 46^ tab. 35.
Fino ilall'anno 1802 raccogliemmo questa specie sul-
I'alpe della Tambura; 1' avemmo in seguito dal signer Gui-
doni, e per ultimo dailo stcsso prof. B. che in quell' epoca
parteclpava nella nostra opinione, essere dessa cioe VA.
muteUiaa Vilh ed appunto con questa soprascritta di suo
pugno ne serbiamo tuttora 1' esemplare nel nostro erbario,
A schivare ogni equivoco, per A. mutelUna intendiamo
la specie , die con qiiesto noma fu da prima descritta nella
Flora del Delfinato da Yillars; nome che le fu conservato
da Willdenow, Spec. PI. Ill, p. iSSa, coU' aggiugnerle a
sinonimi I' A. glacialis TVulf neUe Collect. Jacq. II 118, tav. 7
fig. I, 2, 3, e VA. rupestris All. Fl. Pedein. II, 169, a' quali
sinonimi fu riunita la pianta chiamata dal Pona Assenzio
alpino II, con una figura die rozza qual e, non disdice
a questa specie. Quanto alia figura I della tav. 9 della
Flora pedcmotUana , die il prof. B. crede potersi riportare
alia sua specie, diremo die alcuni esemplari die abbiam
sott' occhio del nostro erbario, raccolti nello stesso luogo,
concordan bensi con questa figura, ma non crediamo per-
cio aversi a staccare dalPJ. mutellina , per la ragione che
r intervallo die, presi isolati, sembra dilungarli da essa ,
si trova sul luogo riempiuto da individni che alia stessa
progressivauiente la riconducono. Convien credere che in
pari osservazione siansi incontrati e Willdenow, e Host
( Fl. austr. vol. II, p. 461), die certo senza giusti motivi
questi accuratissimi Ijotanici non si sarebbero permesso di
togliere questa figura alia specie cui fu dal suo editore
applicata , per associarla a' sinonimi dell'^. mutellina. Del
rinianente ai dubbj che tuttora ingombrano niolte specie
della Flora Pedemontana , e a' difetti delie sue tavole
verra, ne andiam certi , provveduto dalle uuanimi cure
de' botanici del regno Sardo , e principalraente nell' opera
del Botaniron Pedeinoiitanum cui sta lavorando l' illustre
avvocato GoIIa. In questi preziosi lavori avremo un nuovo
e solenne documento della protezione che il re Carlo Al-
berto accorda alle scieiize uaturali.
376 BIDLIOGRA.FIA.
io6. AcAlilcus CJSSABEUs. Tra' sinonimi dl questa specie
non e dimenticato il Boletus di Plinio Hist. nat. L. XXII,
cap. aa. Ma il prof. B. dopo aver notato die questa specie
e sempre mangiata impunetnente , non accorda al naturalista
romano, che Agrippina abbia potuto trar di vita con quesio
innocente fungo 1' imperatore Claudio Nerone suo consorte,
senza aver prima niischiato con esso il veleno. Per verita
non ci sembra che il senso di questo passo di Plinio che
si riferlsce a quel tragico avveniuiento , sia stato quanto
basta ben inteso dal professore bolognese. Inter ea , cosi
si legge nel luogo citato, qucE teinere manduntur, et huletos ,
merito posuerini , optimi quidem hos cihi , sed inimenso exem-
plo in crimen adductos , veneno Tihcrio Claudio principi per
Jianc occasionem a conjuge Agrippina duto . . . . e poco dopo:
Quorumdam ex his facile noscuntur venena, diluto ruhore, etc.
II romano naturalista ben sapeva die tra le specie di bo-
letl non tutte erano optimi cihi, per cui anche quelle che
de' buoni avevan la sembianza tem«re rrianc/unmr. Da questa
somiglianza colse occasione Agrippina per avvelenare 1' au-
gusto consorte, porgeudogli la specie velenosa die aveva
sembianza della prelibata. La nializia di Agrippina fece
cadere l' imperatore Claudio in queir errore fatale , in cnl
pur troppo anclie a' di nostri cadono per inavvertenza co-
lore , che scambiano 1' Agaricus cmsareus col velenosissi-
mo Agaricus muscarius.
108. Lycoperdon pyramidvlatvm : subturbinato-globo-
sum , subsessile , peridio albo ochraceo ; pyrumidulis quudri-
partitis , fragilibus , echinato.
Questa specie gia descritta dal Micheli, Nov. Plant, gen.
ai8, n.° 3 , e rappresentata alia fig. 5, tav. 97 della siessa
opera.
Con questa specie di fungo il prof. B. chiude la se-
rie delle plante da lui aggiunte colla Mantissa alia Flora
delle Alpi apuane. Intorno alia quale ci siamo creduti
tauto plii in dovere di esporre liberamente la nostr.i opi-
nione, che intorno ad alcune di queste specie il chiarissi-
mo autore avendo contro di se 1' autorith gravissiuia di
taluno tra' nostri botanicl che piu d' ogni altro colie proprie
fatiche ha fornito preziosi materiall per la Flora italiana,
il publilico doveva essere informato dello stato della qui-
stione, oiide dar norma al sno giudizio. Collo stcsso in-
temliineuto abljiam procoduto iutonio alle specie, che per
PARTE SECONDV. 877
la prima volta si prescntaiio otide prcnder posto tra le
nostre. Aiiimati dal piii vivo interesse al Jjuon successo
della compilazione di una Flora , per la quale clascun di
noi, per quanto le proprle forze il pativano, ha fornito i
necessarj niateriali, siam d'avviso clie nessuna pianta dub-
biosa debba essere ammessa in quest' edifizio, se dopo
essere stata purgata da ogni labc dalla critica piu impar-
ziale , non abbia ottenuto V unanime sulFragio e sanzione
di coloro die giustamente fanno autorita nella scienza.
Geneva, il aS diceuijjre i83a.
Prof. Domcnico V'wianL
Sylloge pluntarum vascularum Florae neapolltanoe hucit-
sque detectarum; auct. M. Ten ore, botanices pro-
fessor e. — Napoli, 1 83 1, un vol. in 8.°, dlp.b'j'j.
Quest' opera e come un sunto metodico e critico non
solo della magnifica Flora napolitana che si pubblica dal
niedesiino prof. Tenore, ma anclie di parecchi altri suoi
scrittl botanici. Le piante che vi sono annoverate (e, quanto
alle specie nuove o dublsie , ben anche descritte ) ascen-
dono a circa 33oo , delle quali 2643 sono dicotiledoni ,
e 633 monocotiledoni. Ed e veramente notabile , siccome
osserva il sig. De GandoUe , che il regno di Napoli abbia
somministrato il suddetto numero di specie di piante va-
scolari , mentre 1' inttra Francia non ne ha sinora offer to
che 4000 in circa. I.atanto che il prof. Tenore attende
con tanta sollecitudine alia Flora del regno di Napoli, I'esi-
mio sig. Gussone , direttore de'giardini e sitl reali di Na-
poli, non minore ne impiega per queila della Sicilia, eel
e venuto non ha guari in luce il secondo volume della sua
Flora siciliana, il princlpio della quale fu accolto da' bota-
nici con tanto gradimento (i). L' illustrazione botanica
deir Italia nieridionale che quesli due Egregi ci danno ,
molto contribuira al perfozlonamento della grande Flora
italiana che stianio aspettando dal Bertoloai.
( 1 ) FlvToe sicul(e prodromus sive plantarum in Sicilia ultcriorl
nascentium cnwneratio secundum systema liiineanuiit. disposita au-
ftore Joanne Gussone iiied. doct. ct Praefecto horti vclH botanici in
Bocccdifalco. Vol. i.° (1827) di pag. 692, vol. 2 di pag. 586
(benclie pubblicato reccnteiuente porta la data del 1828) in o.
JJibl huL T. LXVIII. lb
378 BIBLIOGRAFIA.
Di alcune alghc microscopiche , saggio del dottor B.
BiAsOLETTO ( con 29 tavole incise in pietra ). —
Trieste, i832, tipografia ^Teis , in S°, pag. 7c.
Alcuni natiu-alisti , c particolarniente il sig. Bory tli
S. Vincenzo , teiigono che al decomporsi di materie orga-
niche nell' acqua n' abbiano origlne esseri viventi , con va-
riazione di questi secondo le materie all' acqua affidate (i).
Ricevono conferma queste dottrine dalle belle osservazioni
del sig. Biasoletto, il quale da naturale inclinazione, e dal-
I'aver avuto dimestichezza col celebre algologo Agardh ,
mosso alio studio delle alghe , ne vide , descrisse , e con
nitide imniagini rappresento parecchie nate in seno di
liquidi provveduti qual d' una , qual d'altra organica so-
fitanza , come sono 1' aceto di rata, I'acque distillate di
foglie di persico, d'abrotano, di camomilla ecc. " Le alghe
che sono per descrivere, cosi T autore , sono tutte doviite
a soluzloni e decomposizioni chimiche di sostanze organi-
che, le quali impregnaronsi di principio vegetativo , spar-
geudo per tal modo il primo loro germe j il quale, per
iisiche influenze generarono questi differenti enti, che sotto
flspetto di nubecole , polveri verdi fmissime , piccole tele
di ragno od altro simile mi si presentavano , ora aderenti
alle pareti e fondo dei vasi contenenti i liquid! ne' quali
vivevano , ora sulla supei'ficie , ed ora nuotanti negli stessi.
Sono composti di finissimi fili d" aspetto articolato , o per
meglio dire moniliformi , densamente intrecciati o liberi ,
per lo piu jalini, latteo-sporclii , talora colorati, immersi
in una matrice mucosa di tinta piu scura degli stessi fili,
la quale lor serve di centro, donde questi a guisa di rag-
gio divergono. La maggior parte di queste algiie pei rife-
riti caratteri vanno adequatamente a porsi nella famiglia
delle leptomitee (^ leptomitece ) di Agardh, e propriamente
al genere hygrocrocis e leptoniitus del suo sistema. Fra questi
due generi avvene uno che mi parvc del tutto nuovo ,
al quale ho creduto a proposito di adattare un noma pos-
sibllraente analogo. n Prende motivo a comporre un tal
nuovo genere da una materia verde che vide formarsi a
poco a poco sul fondo di un fiasco d' acqua distillata , ma
(i) V. Diet. dass. d'hlst, nat, ^ toiu. V, pag. 46, torn. VII,
pag. a8i, e altrove.
PARTE SEGON»\. SjQ
noi duldliatno clie nelle osservnzioni di oosi fatta materia
sia stato prevemito dal siuldetto Bory , che pose inolta
cura neir esame delle piii semplici verdi produzioni (i).
Ossewazioni intorno alia tiligiierta o caliscertala dl
Cettl (Lacerta tiliguerta Gm.) del professore Giuseppe
Gene (dalle Memorie della R. Ace. delle scienze
di Torino torn. XXXVI).
Gmcliii ed altri naturalisti, dalla prolissa descrizione che
il Cetti ci lasclo nella sua storia di Sardegna della lucertola
di questo paese , che vi e detta tiliguerta o caliscertula ;
dalla sua franca asserzione ella esservi, nel riguardo della
frequenza e delle abitudini , il rappresentante della lucer-
tola comune d'Europa, che assolutamente dice mancarvl;
si arrcsero a risguardarla come di specie particolare e
nominaronla lacerta tiliguerta: altri dalle parole del Cetti
dednssero in vece uon essere propriaraente la tiliguerta una
specie , ma solianto una varieta d' altra specie conosciuta ;
alcuni volgendo il penslero a quella del ramarro occhiel-
lato (Lacerta ocellata Daud. ) , altri a quella del ramarro
comune (Lac. viridis Daud.). Pero nessuno di tutti questi
naturalisti avea veraraente veduto I'animale di cui la re-
lazione del Cetti loro porgea materia di ragionare, e incerto
quindi ne riusciva il loro giudizio. A torre questa incer-
tezza si adopero il prof. Gene tosto che divenuto direttore
del museo zoologlco dell'Universita di Torino, vi rinveane
ben cento e piii esemplari della tiliguerta sarda, che ha
potuto per conseguenza con ogni comodo esaminare, e n'ebbe
a conchiudere non altro essere la tiliguerta che la lucertola
comune, cioe la Lacerta agilis di Linneo, ossia Lacerta mu-
ralis de' moderni erpetologi. Trovo infatti eguali nella lu-
certola di Sardegna e nella volgare d'Europa la lunghezza
assoluta del corpo , non che la proporzione e forma degli
artii eguale il numero, la disposizione e la figura delle
piastre componeati lo scudo che copre il cranio; comune
ad ambedue un disco masseterico ; eguali in numero, for-
ma ed ogn' altra proprieta le piastre sottomascellari , il
collare, il triangolo pettorale , i sei ordini di laminette
(i) V. Diet, clr.ss. art. matierc .^ t*d aJtrove.
38o BTRLTOGIIATIA.
jicttorali , i sol di ndilominali (i), le prcnnali, i pori del
femori, i verticilli della coda: eguali in fine le minute sca-
glie del dorso. Cetti scrive che la tiliguerta e vlvaniente
verde coaie il ramairo, onde avvcnne, come si e veduto,
che alcnni la avvicinassero a' ramarri : ma poiche per testi-
monianza del medesimo Cetti trovansi anclie delle tiliguerte
al tutto fosche , e d' altra parte non mancano esempi di
lucertole comunl time di color verde, cosi quel carattere
non fa impedimento all' unione di tali lucertole e delle
tiliguerte in una medesima specie , unione che e io scopo
della Memoria del professore di Torino.
3Icmoria per servire alia storia iiatiirale dl ana specie
di cccidomia die vlve si/gU ipcrlci , del prof. Giu-
seppe Gene (dalle Mernorie delta R. Accad. delle
scienze di Torino , torn. XXXVI )'
Le cecidomie posseggono al par de' cinipi la slngolare
facolta di olTendere per modo certi vegetabili che in essi
nascono strane produzioni a renderli mostruosi. Curiosis-
sima e la mostruosita che il prof. Gene scorse eccitata
sugl' iperici perforatum ed hwnifusum da una cecidomia ,
di cui trova esser tanta e silTatta la rassoniiglianza con
la tipula del ginepro di Linneo ( Cecjdoniia junipcrina
Mei"-. ), ciie '< io sarei , dice, per riunirle in una sola e
identica specie. " La mostruosita di cui trattasi e una
sorta di capsnletta avente il volume dl un cece all'incirca,
di figura conicosferica, un po'ristretta e acuminata aU'api-
ce, impiantata per la base inediante un cortissimo , e non
visibile picciuolo , nelle ascelle od in capo ai rami del-
I'iperico. Queste capsulette trovansi sugl' iperici in ogni
tempo dell'anno, ma piii specialmente in primavera ed
in autunno ; e tanta ne e la regolarith , la costanza di
forma, ed anche la copia loro , che I'autore confessa can-
didamente di averle dapprima credute una delle parti af-
fatto naturali agl' iperici , e propriaraente i semi di essi :
(i) II nuniero di queste laruinetre e di centosessanta ;, che se
Cetti ue assegao sole ottanta alia tliiguei-ta, fu certo perche in-
tese esprimere il nunieio di quelle che gueruiscoiio una delle
meta delP addomiue , altrettante essendoveue siiumetricameute
guU'alti'a nieta del inedesiiuo,
PARTE SECONDS. 38 1
ne altra cigiono, egli dice, die un crrore di slmil fatta
puo esser qucllo per cui tali produzioni non divennero
assai tempo prima oggetto d'esaine per coloro ciii spettaao
siffatte ricerclie.
Ne sia concesso di corredare qaeste notizle di alcune
altre aventi con esse strettissima afliaita. Gia da alcuni
anni ci prendiamo diletto di osservare , e far osservare
a'nostri ainici^ una mosirnosita de'pruni domestici akjuanto
confornie a quelLi dal Gene veduta sugl' iperici , e clie ne
seuibra procedere da egual cagione; iniijctocuhe la descri-
zione della cecldotnia che e causa della uiostnioslta degli
iperici, si atla egregiainente all' Insetto ciie genera quella
de'pruni. E avendo, dopo letta la Memoria del Gene, os-
servate negl' iperici le cose da lui narrate, verrem facea-
done confronto con quelle die ci ricordiamo aver ripetu-
tamente vedute su' pruni. Le mostruosita de'pruni si tro-
vano , come quelle degl' iperici, all' ascella delle foglie od
all' estremita de' rami : hanno anch' esse la forma di cap-
sule, ciascuua delle quali pero e intera, talclie senza rottura
non se ne puo vedere I'internoi all' incontro le capsule
degl' iperici sono fatle di due valve applicate 1' una contra
I'altra, e facilmente, senza lacerazione di sorta , separa-
bili. Queste valve degl' iperici sono foliacee, e non di
rado avviene die diniinuiscano di s])essore, si allungliino,
e prendano a poco a poco la forma e gli altri caratteri
delle foglie iiurmali : in vcce la sostanza delle ca^DSulc de'
pruni, avveguaclie verde , e uiolto piii spessa e compatta
che a foglia non si convenga , e passata la prima vera
(ch'e la sola stagione in cui i pruni si dimostrin muniti
delle prodnzioni di cui ragionasi), divien come lignea, ne
le capsule pcrdono mai la loro forma se non perdie si
ristringono in se stesse nel dlseccarsi. Le capsule de' pruni
sono internamente tappezzate come di una bianca membra-
nella , e per di fuori intorno alia base guernite di scagliet-
te, cose tutte di cui non si veggono corredate le capsule
degl' iperici V e se tali mostruosita, come opina il Gene,
non son altro die germogli trasformati , convieu dire die
quelle de'pruni meglio che quelle degl' iperici conservino
r impronta di questa loro originale natura. Quanto poi al-
I'animale che alIo2;gia le suddette capsule, vuoisi notare tra
iperici e pruni la diilcrenza, die qucllo annidato ue'prmii,
per uscirc dalla sua capsula , come fa quando di ninfa si
382 BIBLIOGRAFIA.
converte in insetto pcrferionato , non ha mestieri che di
allontanare T una dall' altra le valve di cui essa si compo-
ne , e in vece quello ch' ebbe stanza ne' secondi e obl)ligato
a procurarsi 1' uscita mediante un foro: se la capsuia del-
riperico viene staccata dalla pianta T animale ne muore ;
se quella del pruno soggiace ad egual sorte T anlmale si
serba vivo, e puo perfezionarsi. II Gene cljbe ad osscrvare
che le larve delle cecidomle le quali vivono dentro le cap-
sule degl' iperici sono di rado solitarie , piii soventc se
ne riscontrano due , tre , quattro , cinque e ben anche sei
iiella medesinia capsuia. Non SLiupre pero gli abitatori di
essa sono tutti cecidoniie; assai volte trovasi con esse con-
fusa la larva di ua minuto imeaoptero della tribii delle
calciditi , la quale , giusta il proprio istinto , que' suoi
compagni d'alloggio consuma e distrugge. Non ci e mai
avvenuto di trovare non solitaria la larva abitatrice delle
capsule de' pruni.
II prof. Gene dice aver riscontrate le capsulette sola-
niente suU' Hypericum perforatum e suU' humifusum , ma es-
ser probabile che si produesmo anche suU' altre specie
men comuni di questo genere, Infatti furon vedute anche
sovr' altri iperici che si coUivano nel giardino botanico
di Pavia.
Lo Spettatore del Vesiwio e de' campi Flegrei. Gior-
nale de' signori Cassola e Pilla , in 8.^, di cui si
pubblicheranno da wio a due fogli ogni bimestrc.
Prezzo fr. 1 6 annui , franco per posta sino ai con-
fini del Regno delle due SiciUe.
I signori Cassola e Pilla si sono proposti di far cono-
scere con questo Giornale le novita piii important! , le
osservazioni di niaggior rilievo, i fenomeni piu curiosi
che nei loro diversi stati di riposo e di azione presente-
ranno il Vesuvio e la Solfatara , non che tutto il suolo
dei campi Flegrei. A tal fine intraprenderanno essi escur-
sioni ripetute in questi luoghi col proposito di raccogliervi
con la piu scrupolosa attenzione tittti i fatti che alia
chimica, alia orittognosia ed aila geognosia de' vulcani
hanno attenenza. II signor Cassola assumera 1' impegno di
applicare alio studio dei fenomeni e dei prodotti delle
siiddette localita i lumi della chimica tanto prcziosi nella
PARTE SECONDA. 383
scieiiza dcllc vnlcanizzazloni: in consegucnza analizzera i
gas che si svilupperanno dai focolari vulcanic! , ne stu-
diera la genesi, osaininera la natura dei fumajuoli , isti-
tuirii ricerche sulle siiljlimazioni , non che su le actjne
termali e minerali delle viciiianze , e pubblichera a quando
a quando 1' analisi delle specie mineralogiche di cui ab-
bonda il moate Somnia, e delle quali s'ignora tuttavia la
composizione chiniica. II sig. Pilla torra sopra di se T in-
carico d' investigare V orittognosia , e specialmeale la geo-
gnosia poco coaosciuta delle aiizidette region! vulcaniclie ;
al quale oggetto dark la descrizlone delle sosianze rigettate
dair azione dei fuochi sotterranel e di quelle che sono il
prodotto d! quest! agcnti , oggetto di una importanza noa
niai troppo a raccomandarsi , e di cu! sol ne' vulcani at-
tivi puo imprendcrs! lo studio : inve3t!ghera la giacitura
delle antiche corient! , la loro natura, i caratteri nuovi
che loro avra iinpresso la forza del tempo ; visitera glL
spaccati che metteranno alio scoperio gli scavi , le allu-
vion! , gli scoscendimenti ecc. ecc.f, e si occupera ncl far co-
noscere i cangiamenti diversi a cu! andra soggetto T interno
cratere del Vesuvio. Entranibi poi osserveranno col plii
attento esame le grandi eruzioni di qucsto vulcano , e ne
descriveranno le piii minute particolarith c!asciino pel ri-
spettivo lato. In line sara da ess! destinata porzione delle
facce del Giornale a dar notlzia del lavor! che sul Vesuvio
e sui campi Fleo^rei pubblicheranno i dotti naturalist! che
alia ci;iornata recans! a visitare queste classiche contrade.
{Estratto dal manifesto degli autori.)
V A R I E T A.
F I L O L O G I A.
lOu
^ulla lingua dei Berberi. — Nel Giornale letter ario : Nou-
velles Aiinales des Voyages et sciences geograpliiqiics. Paris ,
chez Gide, me S. Marc ^ n.° 20^ cahier de novemhre i83a ,
trovasi 1' estratto del recente viaggio d'un Musuhnano nel-
r Affrica settentrionale. Voyage dans phisieurs coiitrces de
I'Afriquc septentrionale par Hadji Ebn-ed-dia el Eghouaati. ■
Qucsto estratto e oi)era del sig. Hodgson gia Console degli
384 V A K I E T A.'.
Stati-Unltl d' America in Algeri. Poco importante semlira
il viaggio del Musulmano, meno I'indicazione della citta di
Timimoum, die pare essere stata sinora ignota in Europa,
ma il signer Hodgson ha messo a profitto le cognizioni di
un giovane educate nelle scienze maomettane e di na-
zione Berhero per istruirsi nella lingua berbera, la quale
sembra essere T antica lingua dpgli abitanti dell^Affrica set-
tentrionale, anteriore senza dubbio alle conqulste degli
Arabi, e probabilmente anche a quelle dei Fenicj fonda-
tori di Cartagine. Deesi al certo niolta lode al sig. Hodgson
per tali indagini , frutto delle quali sono T acquisto di al-
cune novelle e di alcune poesie in quella lingua. Oltre
di cio dice egli di avere rivolti i suoi studj ad esanii-
nare se nei libri d' istoria e di geografia degli anticlii scrit-
tori greci e latini trovinsi nomi proprj di persone e di
luoglii , i quali abbiano una signlficazione neir idlonia dei
Berberi , ed aggiunge poi cli' egli unitamente al sig. Sha-
ler , il quale fu pure Console degli Stati-Uniti in Algeri ,
scorrendo Erodoto , Plinlo , Strabone , Pomponlo Mela ed
altri scrittori, ebbe la soddlsfazione di sentire dal sue in-
terprete Berbero che tali nomi avevano nella sua lingua
iin slgnificato clie poteva applicarsl a citta , a flumi , a
montagne , ecc. Egli pote pure inferlre dalle sue Indagini
clie alcuni di tali nomi contlnuano ad essere adoperati in
que' paesi nello stesso senso in cui lo furono ancicamente.
" Sin d' ora ( conchlude 11 sig. Hodgson ) le nostre scoperte
!> superarono le nostre speranze. »
Sembra probalnle che al sig. Hodgson sla ignota la Me-
morla stampata in Milano , sono ora sei anni , dal signor
conte Carlo Ottavlo Castiglioni predsamente sullo stesso
argomento col seguente tltolo: Menioire geograpliique et nu-
mismatiqiie sur la partie orientale de la Barbaric appelee
Afrikia par les Aruhes , suivi de Recherdies sur les Berberes
(itlantiques anciens habitans de ces contrees , par le comte
Ch. Octave Castiglioni , meinbre associe etranger de la Societe
asiatiqne de Paris. Milan , de I'lmprimerie Iinperiale et Royale
1826 (i). In queste Recherches il sig. conte Castiglioni ha
trattato appunto V argomento di riconoscere cioe , per
(i) Della Menioria del sig. conte Castiglioni si e data I'analisi
nel tomo 42.", magjio 1826, pag. 182 di questo Giofuale.
V A R 1 E T A*. 385
quaiito gli fu possiliile, gli antichi nomi cU quel paesi con-
servatlcl dai Greci e clai Romani , al qual line ha messo
specialmente a proiltto urr poema cU Corippo scrittore del
secolo VI, scoperto dal D. Mazzucchelli nella bihlioteca
Trivulzio, e da esso pul)blicato per la prima volta in Mi-
lano , r anno 1820 (1) » poema nel quale moiti nomi di
que' paesi trovansi indicati. Sono plu di cento i nomi in
tal guisa riconosciuti derlvare dall' antica lingua dei Ber-
beri , ed evvi pure estesamente trattata la quistione se
tale lingua sia la piinica , dimostrandovisi non essere punto
ne quella , ne da essa derivata , ma propria degli antichi
abltanti di que' paesi , e solamente mescolata di vocaboli
arabi , sopra tutto per le idee astratte , per le cjuali non
avea vocajjoli il linguaggio di que'rozzi montanari. Ivi pure
vien trattata estesamente la quest) on/5 dell' origine del no-
me attuale dei Berberi , e vi si prova derivare esso da
quelle di Barhari col quale prima i Greci poi i Romani
designavano le nazioni straniere. Vi si dimostra pure che
Pantico nome di quella estesissima nazione di origine asia-
tica si e quello di Mazig , ne a cio si oppone che coU'an-
dare dei secoli alcune tra quelle popolazioni abbiano per
loro stesse adottato 1' indicato nome di BerJjerl , come as-
serisce il piii volte nominate sig. Hodgson. Se tale opera
venisse a cognizione di quel dotto orientalista ne risulte-
rebbe un utile alia scienza , mentre egli col vantaggio di
avere avuto un interprete Berbero, e di essere stato sul
luogo potrebbe confermare, ed occorrendo rettilicare le
opinioni del conte Castiglioni, ed aggiungere nuove ric-
cliezze a questa scoperta.
BELLE ART I.
L' Anzclo della Speranza. Tavola di Leonardo da Vixci. —
Fu antica sentenza, che Giove mirando alia vita umana
travagllata da tante e si gravi calaniita , senti commisera-
zione dell' iufelice nostra condizione : e temendo non gli
(1) Flavii Ciesconii Corippi Johannidos seu de bellis Libycis
libri VII editi ex codice Mediolanensi imisei Triviiltii o)iera et
studio Petri Mazzucchelli Collegii Anibrosiani Doctoiis. DIediolani,
J 820, ex imp. ac reg. Typographeo. Di pag. 444 * LXXll
di pref. , in 4.° (V. Bihlioteca Italiana, t.' XVIII, p. 3 10, quad,
di giuguo 1820 )•
386 V A R I E T a'.
uotninl disperati di conforto commettessero in se medesuni
il ferro oraicida , o dalle erte baize precipiti si gettassero,
penso in qual modo a tatitl afrauai di alcuii alleviameato
potesse provvedere. Ma come quegli che era soggetto al
Fato , e benche Signore degli Dei , nulla potea operare se
noa fosse dalla terribillta dei destini peraiesso , si volse
ad ottenefe dalla prepotente necessita 1' arbitrio di tempe-
rare, se noa coUa realta , alineno coU' iainiagmazione le
umane sciaure. Perche impetrata coU'alta della prece di
tutti i numi per esso condotti in quella pieta , perraissione
di sollevare le miserie uniane, imniise nel nostro petto la
speranza, sola e ottima consolatrice di tutti i mali. E per-
che questo benefico dono fosse di misura senza termine ,
concesse all' umana stirpe , come nota Euripide , poter
desiderate tutte le cose, e sperare nioltissimo , benche le
fosse dato di pochissirao consegiiire.
Entrata per tanto nel cuore umano la speranza , la
vita nostra si vesti di giocoudita , e sembro che sua
merce V infinita congerie della mortal! sventure minora
8trazio facesse di noi , e fossero d' assai lenite le angosce
e le forze delle dire perturbazioni che ci rendono cala-
mitosi.
Laonde le genti grate a tanto favore eressero fino da
tempo antichlssimo are e simulacri alia speranza, e certo
culto le stabilirono : ond' e che oltre 1' adorazione de' Greci,
anche da Golatino presso i Romani , come riferisce Cice-
rone nelle leggi , fu dedicate un tempio alia Speranza ,
posto da Tito Livio nel Foro Olitorio : e Marco Fulvio
censore un' Edicola le consacro lungo il Tevere : oltre un
altro tempio alia medesima , descritto da Pier Vittore nella
settima regione di Roma.
Oh dolce speme , graziosa lenitrice delle umane cure ,
soave ristoro , contro cui non hanno forza Tire degli uo-
mini smisurati , ne la stessa invidia della fortuna : tu be-
neficio universale : tu sei la piii dolce affezione della viu
e il comune nutrimento dell'anima: tu ci vieni sempre
compagna e ultima dolcezza de' nostri giorni : tu sei quel
magico incanto, che le cose piii ardue e graadi fa lievi e
conseguibili.
Questa era la preghiera mormorata nel culto di questo
Nunie giusta le sentenze di Talete, di Ciaute , di Sofotlc.
di Diogene c di Marco Catoae.
V A R I E T a\ 387
CotloBti filosofi , chc discendeano a tanta magnificenza
isfo davante
Di tanta ammirazion non mi sorprese ,
JVe mi mostrb di Dio tanto sembiante ■■
Cosl questo spirito simholeggiato , die all' iiieffabile , di-
vina aria del volto, all' amorosa angelicata forma e al vise
purissinio die lo veste , si palesa per una di quelle for-
tunate creature die letiziano infiammate nel piacere dello
Spirito Santo , ci dice col solo suo aspetto ,
Che il ben che fa corUerico il cielo e amore.
Tuttavia non bast6 al maraviglioso dipintore , che questa
sua invenzione ci ragionasse colla sola serubianza : voile
accrescere 1' espressione del suo concetto coU' atto niede-
sinio della figura , ch' ei dipinse per meta , e questa ba-
stava ad enunciare la sua idea : e percio nel tempo che
ci conforta collo splendore de' begli occhi , colla serenita
della fronte , colla soavita del sorriso e con tutto lo im-
menso gaudio del volto , che trascende ogni dolcezza ;
anche piu efficacemente ci favella col gesto : poiclie sol-
levando il destro braccio verso gli eterni giri , ci dice ,
per valermi sempre delle parole del Dante, altissimo dot-
tore delle celesti meraviglie : ci dice che il cielo e loco
ove il gioire s' insenipra : die cola e il regno deiforme ,
il quale prende rimmagine della mente , die lo volve , e
qualita dalla sua gioja infinita ; die ivi tutte cose sono
luce pura , luce inteliettuale picna d' amore: die in quella
sede beata e una eternita di tempo fuore , un' allcgrezza
ineffabile , una vita intera di pace , una ricchezza sicura
senza Jji'ama, una dovizia senza sazieta.
E perche si potesse confidare interamente nella verita
immancabile delle sue proraesse , fece Leonardo che que-
sto simbolo recasse al petto la mauo sinistra come per
giuro della sua promissione , c diriasi die in questo nuovo
atto ei chiuda cosi il suo discorso : tranquiilatevi in cielo :
omai messo vi ho innanzi quanto puo bastarvi : per voi
vi cibate ! Che per verita miiando all' esimia pittura , que-
sti acceuti ci enti-ano per lo udire e per lo viso , e ci
390 V A R I E T A .
infondotio nell' animo una dolclssima ebrezza , tanto die
ci sembra gia di toccare il fondo della nostra letizia !
Cosi porteiitoso eflfetto produce il diplnto dl una sola
raezza figura condotta da divino peanello, perche serapre
sia piu vera quella sentenza del Canova , che per acqul-
star dritto all' immortalita non e mestieri al dipintore sfog-
giare nella magnificenza di grandi macchine , ma basta una
£gura sola^ e tjuesta dipinta ia modo che nessun altro la
possa superare! Tanto le buone arti sollevano lo intelletto
anclie alle contemplazloni divine, e giungono a dimostrare
la stessa spirituallta della religione !
Questa tavola fu eseguita dal Vinci sulla maniera coft-
GUI la testa di Medusa opcro , cioe , come dice Giorgio
Vasari , isforzandosi di ottenere scuri fortissimi maggiori
dei nerl , per forza e contrapposto di altri neri. La quale
osservazione del Biografo aretino su questo Angelo di Leo-
nardo difende ora la stessa pittura dalla gagliarda caldezza
delle tinte, e dall' abbrunimento di alcune parti, e accre-
scimento del fondo acquistato dopo alcuni secoli.
La stessa tavola , gia annunciata dal chiarissimo Pietro
Glordani e autenticata originale per la ricognizione di molti
valenti professori dell' arte : e bello sarebbe die il signor
Luigi Fineschi possessore della raedesima potesse farla ri-
manere all' Italia, affinche i giovani studiosi delle arti del
genio fossero maggiormente persuasi di questo vero : die
la somma eccellenza delle opere de' nostri antidii maestri
noa acconsente ai medesimi negligenza e niediocrita.
Mdchior Mlisirini.
ZOOLOGIA.
Una parola in favors delle bestie. — /' In mezzo alle
politiciie agitazioni die tutti preoccupano gli spiriti, quando
i pensieri tutti giaclono assorti da interessi si urgenti die
ben anco 11 morale perfezionamento dell' uomo e la sua
individuale felicita non apparlscono che sovr' una seconda
linea, come mai sperare di distogliere un solo istante I'at-
tenzione da quell' arena ove lottano tante passioni e si
diverse opinioni , per poteria rivolgere ad esseri che non
si occupano ne di costituzionali teorie , ne di pubblica
economia? Nondimeno questi esseri ancora lianno de'diritti
a rivendicare.
V A R I E T A . 091
V L' cstremn diflferenza di caratterc che riscontrai- puossi
tra r nao e T altro aniniale della medcslnia specie , e i
diversl gradi d'iiitelligenza , oude vaiino oglino distinti ,
sono fatti si toccanti , che e lecito il niaravigliarsi come mai
iinora atteso non siasi a raccogliere le osservazloni die
risguardano quest' argomento. Egli e cosa singolare che un
po' piix d' interesse non si ponga per iscoprire cio che
sentono, cio che peiisano le bcstie dalle quali siaino circon-
dati ; quand'anche tale indagine non si praticasse che al-
I'unico oggetto di dlstrarci da cio che talvolta non iscor-
gesi che troppo facihnente negli esseii umani. Non ci ha
individuo alcuno del regno animale che non merit! una
particolare attenzione , e che procacciar non possa una
larga riconipensa a chi si faccia a studiarlo: ma quelli
che a noi trovansi piu vicini sono altresi i piu facili ad
essere studiati. Non intendiaino il lovo linguaggio, cio e
vero ( schhcne I' ab. Bougeant ne siioi piacevoli crattenimtnti
suit' anima delle bestie indicato quasi ne abbia la diiaw);
ma le loro mosse sono soniiiiamente espressive , e ce ne
lia molti che possono , come il cnne , farsi intendere collo
sguardo, interprete eloquente ciie dalla natura ririutarsi
non potea ad un essere capace di aflettl. E forse il motivo
pel quale gli altri animali domestici non ottengono da noi
altrettanta attenzione, sta riposto in uno sfavorevole con-
fronto tra runo e gli altri. — II gatto die col cane di-
vide il focolare e le carezze del padrone, e altra vittlnia
d' un antico pregindizio: sovra di lui accuniulnnsi gli epi-
teti i piu odiosi , come se i torti di qualche individuo
costituissero un peccato a tntti comune. Che mat sarelihe
degli uomini, se eglino venissero cosi giudicati ? Quanto ai
cavalli , se le loro qualita meglio valutansi e se cosi av-
viene ancora dei servigi che prestano, non ne risulterebbc
forse da cio un codice a lor favore ? Dovranno forse ve-
dersi senipre con indifFerenza e la trista condlzione del
piu gran numero di essi ; ed i malvagi trattamenti a cut
questo noliile animale va si sovente esposto? — Si provo-
chi adunque, si solleciti I'invio delle osservazioni che diverse
persone potrebbero aver fatto o giornalmcnte fnrcbbero
intorno a tale argomento : ottengasi se e possibilc che un
giornalc periodico si assuma di pubblicarle
" Suolsi gcneralmentc supporrc die Tistinto sia in pro-
porzione inversa del grado d' iutclligcaza ^ di cui dotati sono
393 V A R I E T a'.
gli aaimall ■■, ma e cosa ben difficile 11 determlnarne i limit! .
niassime in quelli clie di questa ultima facolta sembrano
pill sprovveduti. A quale delle due , per esempio , attri-
buirsi dee la precauzione die dalle api vien presa nel
ristrignere T ingresso delle loro arnie allorche teraono 1' in-
vasione del parpaglione Testa-di-morio , la sollecitudine
colla quale V imhalsnmano , se per avventura esso ha pene-
trate nella loro abitazione o se dopo d'averlo ucciso du-
rano troppa fatica per trasportarnelo fuori; od anche la spe-
dizione , siccome fu non ha guari osservato , di alcuni
forieri per iscegliere ed apprestare i lontani alloggiamenti
allorche dividers! voglion in diversi sciami ?
» Un compiuto lavoro sulla gradazione del carattere ,
de' gusti , deir abitudine di ciascun individuo nelle mede-
sime specie , col non trascurarne ad un tempo la parte
dell' educazione e delle accidentali circostanze, richiederebbe
certamente una penna esercitata ; ma siccome ciascuna par-
ticolare osservazione puo ad un' altra vincolarsi •, cosi col
niazzetto di ciascuna formar potrebbesl un covone , e da
questo trarsene una ricca messe, quand' un uomo di genio
potesse impadronirsene. II tempo intermedio non sara to-
talmente perduto; perche I'attenzione ad un tale o ad un
tal altro animale piestata , stabilirebbe fra noi ed essi nuove
relazioni, ciascuno, secondo la sua specie, verra tanto piii
a svilupparsi ;, e ne risultera un niaggior bene s'l per gli
uni che per gli altri. In attenzione di cio clie dal voto
da noi emesso potra prodursi , ecco alcuni fatti da' quali
sembra potersi indubitatamente conchiudei-e che un logico
raglonamento ha preceduto 1' azione dell' animale.
»< Giii sono molt'anni, da che un Inglese indotto avea
un cittadino d'lverdun a cedergli un cane. II cane non si
oppose alia cessione , ma non ne rimase meno attaccato
al suo primo padrone , ch' ei sovente visitava. Un giorno
entra esso con plu vivacita dell" ordinario e cerca di fargli
intendere che I'antico suo padrone dee seguirlo : esprime
si chiaramente cotal desideiio, che il signor F. discende dalla
scala. Questi veggendo che il cane replicava sempre i moti
medesimi, e spinto ancora dalla curiosita , si lascia con-
durre di strada a strada anche fuori della cltta , sino all4
riva del lago. Cola guardando dinanzi di se, vede un piccolo
battello ch' erasi rovesciato, e f Inglese che vi si aggrap-
pava ma clie potato non avrebbe rimelterlo all'acqua, ne
variety'. 393
tvarsene d'inipiccio senza il soccorso che dal signer F. gli
fii prontamente trasmesso. E chiaro che 11 cane cio appunto
da lui voleva.
»/ Siccome i cani tutto afFrontar sogliono per seguire le
persone ciii sonosi afFezionati , e curioso a vedersi che
sanno anche separarsene cjuando credono di doverlo fare,
Uno spagnolerto o cane di Spagna ch' erasi fortemente at-
taccalo ad un cocchiere della casa ov' essi viveano iasieme,
lo seguiva in tntte le sue corse. Un giorno che il cocchiere
partito era assai tardi per condurre iin carro ad un loa-
tano villaggio , fu dalla notte sorpreso a' pie d' un colle,
sicclie d' uopo era di raddoppiare i cavalli per superarlo
e passar oltre. II cocchiere trovandosi in imbarazzo per
I'osciirita e per la notte gia inoltrata s'avviso di discio-
gliere i cavalli ed abbandonar cola il suo carro sino al-
1' alba vegnente. Ma il cane, senza die il carro date gli
fosse in consegaa , si sdrajo sotto di esso , e non si mosse
sino all' istante che il cocchiere venne a riprendere il carro.
I cani adunqne qnando fanno la guardia credono d' essere
obbligati a difendere gli oggeui, non il luogo; e nel caso
da noi qui riferito , era d' uopo sacrilicar il placere di
seguir I'amico, ed affrontare fors' anche la fame. Egli e
certo che i cani somministrerebbero il piii gran nuniero
d'importanti aneddoti; non di meno non saranno essi j soli.
» Una mandra di vacche che, tre anni sono , stata era
condotta ad un pascolo nelle montagne, vicino a quelle
ove trovata erasi i'anno precedente, stava tranquillamente
pascendosi , quando un giorno nell' ora che i mandriani
riposano da' loro giorualieri lavori, si manifesto in essa
una snbitanea agiiazione. II muggito del toro, le grida delle
vacclie attrassero i mandriani clie riunirsi le videro e cor-
rere tutte da una medesima parte, Eglino per la direzione
che presa erasi dalle vacclie , compresero con ciii elle
r avessero : era un'altra mandra apparsa sul pascolo ove
esse pasciute eransi 1' anno precedente : credevauo percio
d'averne acquistata la proprieta, e quindl permettere non
volevano che altre se ne arrogassero 11 possediniento. I
mandriani durarono tutta la pena a ritenerle, e loro non
riusci di ricondurle se non a colpi di bastone. Nondimeao
stata sarebbe cosa ben curiosa dl vedere cio che ne fosse
per avvenire, e qual line avuto avreblie si fatta guerra
di turbato possesso, se noa si fosse potuto prevenirla.
JJiOl. hal T. LXVIII. 26
394 V A R I E T a'.
>i Ecco im fatto ancor piu maraviglioso ed anclie incre-
dibile , se raccontato uon ci fosse da un uomo il piii ve
ritiero ed il nieno visionario. Quest' uomo vide in un prato
ad Argovia molte cicogne ordinate in cercliio, e nel mezzo
di esse un^altra cicogna, sulla quale dopo una l^reve pausa
tutte si gettarono irapetuosamente. Sarebbe cio stato per
avventura un giudizio ed un' eseeuzione ? La cosa merite-
rebbe d' essere ben meditata, nientre si vivamente discu-
tesi in pro ed in contro della pena di morte. »
(^ Bibliotheque universelle div. litt. torn. II dc i83a,
Z-.'"^ de la serie, pag. 2 a 3.)
Noi abbiamo riferito quest'* artlcolo, tratto dalla Bi-
blioteca universale , non per rassegnarci all' opinione del-
r autore di esso , che non si sieno finora raccolte osser-
vazioni risguardanti quella sorta d' intendimento ch' e in
variabil grado a certe bestie concednto , ma anzi per no-
tare clie di un tal genere di osservazioni si e fatto ulti-
niaraente accurato studio , massime dai signori F. Guvier
e Dureau de la Malle (i). Anche il nostro naturalista ita-
liano Boccone sen era in qualche modo sin da' suoi tempi
occupato , come il dimostra una delle dissertazioni conte-
nute nel suo Museo di fisica e di esperienze , la quale e
cosi intitolata Intorno le azioni cur lose di alcuni animali.
ARCHEOLOGIA.
Recentissime notizie intorno a Palenque. — La Litterary
Gazette riporta alcune recenti notizie estratte da una let-
tera di un tedesco per nome Waldeck , uomo istrutto ed
abile disegnatore , ' dare 1' antiqnario chi- rimovere ne volesse il velo da cui
(l) Le Mciuorie del prinio sono inserite negli Annali del Museo
(t. XVIII, ji. 333), (juelle del secondo negli Annali delle scienzf-
iiatiirali di Faiit;! ( t. XXII, p. 388).
V \ u r F. T /v\ 395
ti ne vien nascosta rorigine. »/ Egli cl annuiizia d'avere in
unodi quosti tempj scoperto tie iscrizioni Ic qiiali, per quanto
a lui stMiibra, soiio di luaggior iniportanza die non sieno
tutte le figure gerogUliclic scoperte siiio ad ora. " Sono, ag-
giungo egli, tutte e tro assai bene conservate, ed apparten-
gono alia decorazione di una parete interna del tenipio, chc
io credo fosse dedicato alia Dea Joactizitl. La soniiglianza
fra i caratteri , o segni niessicani , e quelli da me scopcrti
facilitera 1* interpretazione di questi uliinii. Dalle osserva-
zioni sino ad ora raccolie credo di poter conchiuderc che
il popolo di Palenque sia stato il prinio ad abitare quelle
contrade , e che i Messicani abljiano da esso riccvute le
arti : cio si raccoglie ancbe dalla soniiglianza dello stile
architettonico di entrainl)i. Ho divisato di ret arnii doj)0 la
stagione piovosa ad una piraniide tutta foniiata di pietre ,
e posta a i5 leglie dal priino palazzo clie lio visitato
( poiche alia ineiitovata distanza si estendono le rovine
lunglicsso il Rio Mical ): la piraniide fu scoperta sono ora
pochi giorni. In allorti mi trovcro in istato di eniettere
un giudizio fondato, mentre ora mi sarebbe assai diflicile il
dare una ipotesi senza timore d' ingannarini. L' oggetto
esige la piit diligente attenzionc, e solo allorfjuando in
Parigi od in Londra potro di nuovo chiamare ad esarae i
nunierosi docuanenti che ora sono sfuffjriti tlalla niia me-
moria, mi trovero nel caso di poter dare una soluzione
pill sicura. Dopo che ho veduto Palenque , 1" origine degli
avanzi d" antichita dei Tolpequi ( la gazzetta scrive Tlal-
tiquis certamente per errore ) non e piii un enimiua , ma
tanto niaggiore e la diilicoltii di deter niinare 1" origine della
nazione che ha eretto questi ediiizj. Ad eseguire piu estese
scavazioni sarebbero necessarie somine maggiori di quelle
che sono \a mia dlsposizione. Le ir,ooo piastre che fu-
rono a tale oggetto raccolte in Messico per via di soscri-
zioni , ma che non furono esatte se non se in parte,
basteranno soltanto all' esecuzione dell' impegno che mi
sono assunto , cioe per due anni. Ne in vcritii io mi
sentirei T animo di rimanere piu a lungo. Finalniente
dopo che ho incontrate tante diflicoltii e tanti pericoli, dopo
che mi trovo sul luogo , vorrei almeno essere posto
in situazione tale da potere spingere le mie ricerche sovra
di una misura piii estesa. Se avessi sole 1000 lire ster-
liae air anno sono persuaso the in due smm si potrebbe
396 V A R I K T 4*.
scavare tanto delle ruine di Palenque qnanto fn scavato in
quelle di Tebe , coUa difFerenza pero die la sterminata
periferJa delle rovlne di Palenque promette un successo
assai maggiore, e die le escavazioni vengono facilitate dalla
circostanza , die ogni tempio , ogni palazzo , ogni casa e
posta su di una elevazione naturale di maggiore o minor
altezza. Ho gia di nuovo esaminato quanto fu descritto da
Antonio Del Rio e da Dupaix. Amendue non hanno dato
se non se una notizia superliciale di questi monmnenti, e
i disegni di amendue sono assai inesatti. laoltre lio pure
Veduti edilizj dei quali essi non el)l)ero cognizione alcuna,
ed agli sforyi niiei ed a quelli del mio coadjutore J. Fou-
driot riuscira di fare ogni giorno nuove scoperte •> {Aiis-
land, glornale tedesco ).
{^Dalla giizzetta universale d' Augusta 10 gentutjo i833.)
NECROIOGIA.
Sestini e Zannoni.
II dl 8 dello scorso glugno cesso di vivere in Firenze
sua patria il piii grande de' numismatici italiani dell' eta
nostra, Domenico Sestini. Egli nacque nel lySo. Studio da
prima teologia, ma non sentendosi cliiamato al sacerdozio
tutto si rivolse all' antic|uaria ed alia classica letteratura.
Nel settemlire del 1774 aljbandono la patria, ed intraprese
il viaggio d' Italia. Giunto a Catania fu nominato archeo-
logo e biljliotecario del principe Ignazio di Biscari, del cui
Museo publ)lic6 un' erudita descrizione : die pur alia luce
cinque tomi di lettere intorno alia Sicilia. Passo poi a Malta
e dila a Sniirne nel 1777: trovavasi a Gostantinopoli ne!
1778, epoca d' una peste fierissima , della rp^iale pubblico
un' importantissima descrizione die fu assai ])ene accolta
dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo , il quale giovos-
sene nella riforma delle leggi di commercio : fece poi un
viaggio a Brussa coi figli del conte di LadolfF inviato straor-
dinario di Napoli alia corte ottoniana , e ne stampo la
relazione col titolo di Lettere odeporiclie per la pcnisola di
Cizzico , Brussa e Nicea. Di ritorno a Gostantinopoli attese
quivi a raccogliere medaglie greche e romane per comniis-
sione dj Sir Roberto Ainslie anibasciatore d' Inghilterra.
V A U I E T a\ 89-;'
Spedlto dallo stesso auiliasciatoro a Biicarcsti in f[ualita ili
segvetario delle letterc italiane ne adeiiipi T incarico , e die
alia luce la relazione del suo viaggio. Recossi quindi a
Vieiina per la via di Bucarcsti , e pubblico quest' altro
vinggio ancora.
A Vienna strinse faniigliaritk coi faniosi nuniisinatlci
Eckel e Neumann , e col poeia Metastasio. Fu due altre
volte a Costantinopoli , ove tutto si rivolse a raccoglier
niedaglie , facendo a quest' oggetto varj viaggi a Brussa e
nelle isole delP Arcipelago. Nel 1780 acconipagno da Co-
stantinopoli a Bassora il sig. Gio. Salivaus resldente alia
corte di un Naljab nel Candalior. Questo viaggio si legge
pure alle stampe. Indefesso nelle sue indagini ed avidis-
siuio del sapere recossi ad Aleppo riniontando TEufrate,
ed a Bagdad passando per la Mesopotamia f, navigo cpiindi
a Cipro e ad Alessandria d' Egitto , e di la fece ritorno
a Costantinopoli. Con questo e con altri successivi viaggi
arricclii insignemente il medagliere Ainslieano , sul quale
stampo poi in Livorno quattro tomi di lettere e di disser-
tazioni , con altri due di lettere suUa Turchia. Le nieda-
glie ch' egli ebbe dal Levante unite a cpieUe clie raccolse
con altri tre viaggi in patria , in Sicilia ed a Marsiglia ,
ed a varie gemme incise formavano lien 6f>o pezzi, i quali
furono da lui descritti insleme alle medaglie greche e ro-
mane. ]\Ia tante sue sollecitudini non fecero clie arricchire
un Ingrato, nel cui animo nulla pote ranilcizia di 16 anni.
Ritornato a Livorno e fpivi imbarcatosi per le Smirne
corse a pericolo di naufragio per una fierissima tenipesta
il 16 deir ottobre 1793. Salvatosi a Navarino dopo d'aver
perduto tutto cio clie seco portava, di la passo a Salo-
nicco , dove fu accolto aflfettuosaiuente dal sig. Cousinery.
Di ritorno in Toscana non piii vi tro\'o il gi-an Duca
Leopoldo , il quale asceso era al trono dei Cesari : passo
quindi a Roma , ove diede alle stampe il 5." tonio delle
sue lettere e dissertazionl numismatiche , ed il viaggio da
Costantinopoli a Biicaresti con correzioni ed aggiunte. Dal-
r Italia si trasferi in Geriuania , ed ivi si tratteune per
alcuni anni nelle vicinanze di Lipsia ed a Berlino, usando
famigliarmonto con que' professori e co* piii cospicui per-
sonaggi. II re di Prussia all" atto di partire pel suo eser-
cito gli decreto una pensione di 400 talleri suUa cassa di
un' abazia in Polonia ; uia percepirle non pote a motlvo
39S variety'.
della battaglia di Jena. Era egli ridotto a calamitose cir-
costanze : nondlmeno non tralascio di pubblicare la conti-
nuazione delle sue Lettere numisiTiatiche ampliandole sino a
9 tomi ; stainpo pure a Lijjsia Y opera sua col titolo :
Descriptio nummonim veterum ex museis Ainslie , Bellini, Bon-
dacca, Borgia, Casali, Cousinery , Gradenigo, San Clemente,
de Schellersheii7i , ecc. , in foglio con tavole ; ed ivi T altra
opera Classes generates Geographiae numismaticae , ecc. ,
in 4.° Cessata la guerra, il re di Prussia gli rinnovo I'an-
zidetta pensione sulla propria sua cassa, e gli permise di
far un viaggio a Parigi per visitarvi cjueir insignissiaio
museo. Ivi strinse amicizia col sig. Toshon possessore di
un ricco medagliere , di cui fece pure la descrizione. No-
minato dalla granducliessa Elisa suo bililiotecario ed ar-
cheologo a Firenze, ed ottenuto il congedo dal re di Prussia
recossi a Firenze pel nuovo suo incarico, e quivi pubblico
Y Illustrazione d' un vaso di vetro con edifizii e leggende ,
che scoperto erasi a Piombino.
Cangiatesi le politiche condizioni , il Sestini non si ral-
lento punto da' suoi lavori : rlordino il museo Hederwa-
riano ; impresse a Firenze 1' opera sua sugli stateri d^oro,
ed altri 9 volumi pubblico di lettere numismatiche ^ esa-
mino in Trieste il inuseo Fontana , e diie tomi pubblico
delle pill rare medaglie die nello stesso museo contengonsi,
e poscia in Firenze la descrizione delle medesime in tre
volumi in 4.° con tavole ; in Milano die pure alle stampe
le sue Considerazioni sulla confederazione degli Achei ; ri-
stampo in Firenze il Sistema geografico numismatico con
moke aggiunte ; quindi una Relazione sui niodtmi falsifica-
tori ad oggetto di correggere gli errori del barnabita Ca-
ronni ; e linalmente la Descrizione di alcune medaglie gre-
cfie del museo del Bar. di Choudoir. Alle quali opere deb-
bonsi aggiugnere il Catalogiis nummomni veterum musei Ari-
goniani castigatus , ecc, pubblicato nel i8o5 , e la De-
scrizione delle medaglie greche e romane del fu Benkowitz
da lui stampato nel 1809.
II Sestini iDenche di carattere franco , ingenuo , e tal-
volta quasi pungente ebbe Y amicizia de' piii cospicui let-
terati : uom facile , liberale prestavasi col sno sapere a
chiunque lo richiedeva di lumi o di consiglio. II Granduca
Ferdinando III assegnato gli avea un emolumento e il ti-
tolo di Regio antiquario , e di professore onorario della
V A R I E T A . 399
Universita tli Pisa. II regnante LeopolJo II feco rnrqiiisto
di tutta la lilireria iminismatica , no!i meno die del gran
sistema numismatlco in 14 volumi in foglio , e di tntti gli
altri manoscritti di quest' instancabile nomo , <;lie a buon
diritto intitolerenio principe de' nuniismatici delP eta sua.
Queste pochissinie parole voluto abbiamo noi ancora con-
secrate alia memoria del Sestini , giovandoci della Necro-
logia die ne scrisse il ch. sig. Domenico Valeriani , e clie
si legge nel fascicolo di luglio ed agosto dell' Antologia di
Firenze.
La Toscana ha perduto in quest' anno un altro insigne
archeologo , il cav. Gio. Battista Zannoni , segretario de,'-
r Accademia della Crusca , ed uomo die al profondo sa-
pere accoppiava tutte le virtu e cristiane e civili. Egli
nacque a Firenze nel 1774 da Francesco Zannoni e da
Maria Landi. Destinato al sacerdozio attese alle lettere
latine , grecbe , ebraiche , ed alle teologiche discipline. Di-
stintosi ben tosto per ingegno e per multi])lice erudizlone
fu nel 1800 eletto sottobibliotecario della Magliabechiana.
Per consiglio quindi del celeljre Lanzi atcoppio alio studio
degli anticbi classici quello ancora de" monumenti , e per
tal niodo entro nella carrlera archeologica , donde ne
trasse poi tanto onore. Nel 181 1 fu nominato regio anti-
quario , ed appena n' eljbe assunto 1' onorevole incarico
die degnissimo se ne mostro puJjblicaado 1" illustrazione
di due urne etrusclie e di alcuni vasi baniiltoniani , nella
quale fecesi altresi a deterniinare i liniiti che dalla pru-
denza prescritti si vorrebbero alle congetture degli arclieo-
logi. Ascritto ai dodici , cLa' quali coniposta venue TAcca-
deniia della Crusca nella sua rinnovellazione tulte diresse
le sue cure alia corrczione ed all'auniento del graade Vo-
cabolario. Nominato poi nel 18 17 segretario della stessa
accademia ue di^•enne lo storico facendosi a raccoglierne
le notizie dall' origine di essa siuo alia suddetta rinnovella-
zione, e ne'successivi anni faceudone conoscerc i progressi
e le vicende. Faceto e gioviale per la stessa indole sua ,
conimendevole per le sue esimie virtii fu carissinio al
Principe , a' piii cospicui personaggi , ai veri lettorati e
ad ogni buon cittadino. Gli ultinii suoi anni furono liera-
mente molestati da domestiche sciagnre e da lunga infer-
in ita , ma non mai venne meno in iui hi religione , nelle
cui braccia spiro ai 1 3 dello scorso agosto.
400 V A R I E T A .
Di quest' lUustre Itallano non abbiamo alcun' opera clie
possa dirsi grande e voluminosa. Tante pero sono le sue
memorie , tante le dissertazioni , tanti gli scritti ch'ei detto
in ogni genere d' argoniento specialmente d' erudizione e
di antiquaiia, che fonnare se ne potrebbe una pregevolis-
sima coUezione in piu tomi distinta. Tutt' i quali lavori
trovansi annoverati nella necrologia , che di lui riportlfita
venne neilo scorso ottobre dall'Antologia di Firenze. Ne
alle sole classiche o gravi materie rivolse egli i suoi studj,
ma alia giocosa e scUerzevole ancora. Celebre e la sua
Cicalata in lode dell'Asino, e celebri sono non meno i suoi
scherzi comici. Ma nell' antiquaria jiarticolarmente vuol egli
essere conslderato come uno de' piii bei lumi d' Italia , e
quindi la sua morte non sara mai bastevolmente com-
pianta.
ERRATA-GORRIGE.
Tomo 68.°
Pag. 299 lin. 28 LaecUcia ^^S8^ LaocUcia
» ivi » 33 Taruta » Parata
» 3oi » 2 vero •> Vero
» 3oo nota lin. a. la iiua opera » la sua Protologia
H, GiRONJ, F. Carlini, L Fumagalli e G. Brvcnatelli ,
direttori ed eclitori.
Pubbllrato il di i febbrajo i833.
Mllano, dalV I. JR. Stamperia.
401
IND ICE
drllc matcrlc contcimte in qnesto toino LXVIII.
PARTE I.
LETTERATUFxiV ED ARTI LIBERALI.
s,
criptorum veterum nova collecUo e vadcanis codici-
hus edita ah A. Maio pag. 3
Le fabbriche principali di Pisa ed alcune iedute della
stessa citta » lo
Pei inonumenti storici del Friuli, discorso di J. Pirona. —
Come debbansi scrivere le storie particolari delle citta
e delle provincie d' Italia »/ 18
Memorie storico-diplomatiche appaitenenti alia citta ed ai
Marcliesi di Saluzzo , raccolte ecc. da D. e C. Muletti »/ 29
Notizie intorao all' origine ed al progresso dell' arte ti-
pografica in Saluzzo , di C. Gazzera " ivi
Storia deiprincipi di Savoja del ramo d'Acaja, di P. L.
Datta '> 34
Collana degli antichi storici greci volgarizzati : I due
Filostrati ; Eunapio ; Prisco ; Pausania; Tucidide ;
Erodoto ; Polibio ; Strabone »» 145
PARTE II.
SCIENZE ED ARTI MECCANICHE.
Lezioni di fisiologia di L. Martini, 6." ed ultimo estratto u 4a
SulV invenzione de' sostegni a conca e de'canali a de-
rivazione intermedia '/ 5o
Jntorno alia storia naturale generate » 167
Cenni sulla vita e sullc opere di Antonio Scarpa . . » 184
Ratio medendi in clinico Instituto medico Ticinensi a /. B.
Fantonetti ducuhrata >/ 207
402 I N D I C K.
APPENDICE.
PARTE I.
SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE.
Giomale di una spedizione aW imboccatura del Niger,
dei fratelli Lander pag. 56
Abrege de geographic redige sur un nouveau plan par
A. Balhi » 2 1 1
Vedute colorite di Praga , con testa »> 2 1 3
PARTE II.
SCIENZE, LETTEUE ED ARTI ITALIANE.
Agraria. •>-« Atti dell' I. R. Accademia dei Georgofili
di Firenze » I25
La coltivazione del gelso , di A. Peroni » 864
Arti belle. — Distribuzione de' premj di belle arti in
Milano , e relativo discorso di I. Fumagalli . . . » 7 1
L' Area di S. Agostino in Pavia, illustrata da D. Sacchi >» 85
Descrizione di un bassorilievo del Museo di Mantova,
di A. Mainardi aaS
Dipinti nuovaniente scoperti, d' invenzione di Giidio
Romano j; 236
Peintures de Polygnote a Delphes , par F. et J. Rie-
penhausen » 332
L'Architettura antica dimostrata coi monumenti ecc.
da L. Canina >* 3 2 1
Manuel pittoresque des etrangers a Milan "327
Dell' Architettura di Vitruvio , libri X tradotti dal
Galiani »/ 329
Collezione dei migUori ornamenti antichi sparsi in
Venezia . , '/ ivi
I N D I C E. 4o3
Tl miisen Worslejano desrritto ecc. da E. Q. Vi-
sconti pag. 3 3 1
Storia dei vasL fittill, di C. Fea »» 335
Arti e mestieri. -— Distribuzione de'premj d' industria
fattasi in Milano nel i832. e analogo discorso
di P. Configliachi »» 214
Distribuzione de premj d' industria fattasi a Venezia
nel z S3 1 */ 3 60
Giudicio sui prodotti dell' industria negli stati Sardi,
e distribuzione di premj »> a a i
Economia pubblica, Statistica — Bilancia politica del
Globo, di A. Balbi »/ 3i6
Notes statistlques sur le Littoral de la Mer Noire . » 319
Degli inquisitori da spedirsi in Dalmazia , di M. Fo-
scarini " 296
Delia politica e delle lettere , di G. Manno . . . . » 3 10
Ediicazione. — Saggio sopra V educazione femminile ,
di G. Bellomo n 3o5
Jntorno a Vittorino da Feltre , di G. Radwli . . . » 3o6
Nozioni fisiche elementari per esercizio di lettura . n 309
Epigrafia. — Iscrizione lapidaria del secolo 8-" in Pai-ia » 228
Rnmiri Tonanii inscriptiones etc » 3o3
Iscrizioni italiane, di F. Malvica j» 3o4
Filologia. — Nuovo dizionario dei sinonimi della lin-
gua italiana, di N. Tommaseo » aSa
Origine della lingua italiana , di O. Mazzoni-Toselli » 3o4
Filosofia. — M. T. Ciceronis opera » 82
' Manuale della storia della filosofia , di G. Tennenuinn ,
tradotto da F. Longhena : con note ecc. di G. D.
Bonuignosi e B. Poll >; 266
Compendio della storia della filosofia, di G. Tenne-
maiin; tradotto da G. Modena >/ 260
Maniude di filosofia sperimentale , di J. F. Aniice » 261
Geografi-a. — Carta topografica della Provincia di
Lodi e Crenia »/ 33S
404 1 N D 1 C E.
Idraulica. — Memoria sulla oiigine delle acqne del
Seheto , di T. Monticelli pag. 3 G i
Legislazione. — Istituzioni di dirkto civile austriaco di
A. Reale „ 846
Priacipj del diritto commerciale , di E. Cesarini . . » 348
Genesi del diritto penale di G. D. Romagnosi . . . » 349
Marina. — Lezioni intorno alia marina di G. Tonello » 357
Matematica. — Trisezione dell' angolo , di G. Rccalcati » ivi
Principj di meccanica, di V. Bonicelli >/ 35a
Notizie intorno al calendario , di G. Carena ...» 355
Medicina. — Riflessioni critiche sullo stato attiude della
chirurgia italiana di L. Pacini » 1 34
Lezioni sid cholera-morhus , di F. Magendie . . . . » i35
Istituzioni di materia medica, di D. Bruschi . . . >/ 261
Trnttato sistematico delle epizoozie , di G. B. Luarin » 366
Musica. — Granimatica della Musica, di N. E. Cattaneo » 334
Lezioni di dedamazione e d' arte teatrule , di A. Mor-
rocchesi >; a38
Annali del teatro di Reggio , di C. Ritorni . . . . » 286
Poesia. — P. Virgilii Maroais opera » 82
Rime di Maria Giuseppa Guacci » 90
Poesie di L. Carrer » 107
Novelle urbane ed alciine poesie di F. Federigo . . »; 93
Versi e prose di F. Beltrame >/ a33
Favole nuove di C. Calvelli »> 234
La Gerusalemme liberata di T. Tasso con note . . » 281
Monumenti di belle arti esposti in versi da M. Mis-
sirini » ivi
' Saggio di poesie di G. ParoUni » 282
Luigi da Porto, tragedia di L. Baricliella » ivi
Dell' uso delle trasposizioni e delle parole coniposte
nella poesia, di L. Fornaciari » 283
Avvcnture dei geinini fratelli Azor e Savo ecc. , ru-
manzo morale di G. Silvola ?■ 284
Poligrafiu, Lettere. — Coinnienturj ddl'Awneo di Brescia •> 116
1 N D I C E. 4o5
Alniini'trrlii pag. aSo
Lt'ttere ill donne del sccolo XVI , raccolte da B. Caniba n Sa i
Itcligione. — Esame delV orazione che chiamano dl qule-
te , di D. Bartoli »/ 284
Jl Giohbe , lezioni di P. Garbnrini >» 335
La sacra Bihbia di Vence ....>» 336
Istoria evangelica, di M. Leopardi >; 33/
Opere di G. B. Pizzi >/ ivi
I fasti della chiesa nelle vite dei sand >/ 338
CoUezione completa delle Opere del B. A. M. de Liguori. >» ivi
II trionfo della S. Sede ecc. , di M. Cappellari ora
Papa Gregorio XVI » 341
Contiiiuazione della Storia del cristianesimo , di Ber-
castel ,/ ivj
Vite de' giiisti nello studio delle leggi ecc >/ 343
Vita del B. Giovanni Colombini >/ ivi
Vita del B. Enrico da Bolzano »> 344
Delle Opere del P. Segneri » 34$
Storia , Biografia. — Corografia dell' Italia , di G. B
Jlampoldi » o5
I monunienti delV Egitto e della Nubia, di I. Rosellini » 1 la
Idem w 222
Storia degli antichi popoli italiani di G. Micali . . » a 23
Documenti intorno alia vita di Tomniaso Francesco
principe di Carignano, illustrati da F. Sclopis . » ivi
Brevi memorie sulla vita di Giuseppe Luosi, di G.
Compagnoni » a3o
Bibliotcca storica di tutte le nazioni »» 286
Quadra pittorico di tutti i paesi e popoli del mondo » 288
I castelli del Tirolo , di A. Perini » 291
Intorno ai confini del territorio Veronese col trentino ,
di G. G. Orti » 294
JVotizie appartenenti a Pavia , di G. Robolini . . » 297
Memorie istoriche della terra di S. Vito al Tagliamento » 396
Vita di Giovanni dc Medici, di G. G. Rossi ...» 296
4C6 I N B I C E.
Slogio biograficoecc.di Ermenegildo Piai, di C. Rovlda p. 3oo
Storia natiirale. — Caii Pliaii secundi historia naturalis » 8 a
Cataloghi e associazione di storia naturale, di G.
De Cristofori e G. Jan ,/ 1 1 y
A. Bertolonii Flora Italica >/ 261
A. Bertolonii Mantissa plantarum Florae. Alpium apua-
narum » 369
Sylloge plantarum vascularum , M. Tenore » 877
Di alcune cdghe microscopiche , del D. Biasoletto . » 878
Osservazioni intorno alia Tiliguerta, di G. Gene . » 879
Memoria su di una specie di Cecidomia, di G. Gene » 3 80
Lo Spettatore del Vesuvio ecc, giornale "382
Viaggi. ' — • Osservatore straddle nelle lagune venete ecc. ,
di De Scaramdli >/ 282
Relazione di un viaggio in Abruzzo ecc. , di M. Tenore » Sao
VARIETA.
Agraria. — Stato dell' agricoltura in Crimea ed al
Kamtscaika » 142
Arti belle , Archeologia. — Odiemo stato dei moniimenti
d'Atene >» 262
Riiine della cittd di Petra neW Idumea ># 263
L' Angela della speranza, di Leonardo da Vinci. . » 385
Eecentissime notizie intorno a Palenque >; 894
Astronomia. — Theorie dit mouvement de la Lune ,
par J. Plana » 266
Errata Corrige . . . ■. •••. ..• ^. ...*.. » 148
— — II 279
— — * " 400
Filologia. — Sulla lingua dei Berberi »» 383
Fisica. — Avinso di A. De Humboldt per le osserva-
zioni da farsi sulV inclinazione dell' ago magnetico >» 266
Macchina elettrica utilmente modificata da C. Gaz-
zaniga » 267
1 N D I C E. 407
Osservazioni meteorologiche di ottobre pag. 144
• ■ __— ^— novenihre »» a8o
— dicenihre n 408
Nectologia. — Antonio Scarpa „ 143
II medesimo^ » 184
Luigi Castiglioni » yS
Barnaba Oriani »/ 148
Cesare Luccheslnl >/ 169
Domenico Sestini „ 896
Gio. Bate. Zannoni . , u ivi
Poesia. — Di un improvviso di L. Cicconi »# i35
Beligione. — Prediche del Cambaceres tradotte dal Ca-
sarotti ./ a 63
Scoria. — Ricerca delta genealogia dell' eleuore Lodo-
vico VI del Palatinato „ ivi
Invito di cost dette azioni per la storia di Cantii . » 264
Scatistica. — Popolazione delta Gran Bretagna . . . »» 268
Storia naturale. — Generosi atti ecc. a pro della botanica » 189
Del Giiaco come rimedio pel cholera »/ ivi
Una parola in favore delle bestie „ 890
Osservazioni meteorologiche fatte all' I. R. Osservatorio di Brera.
D I C E M B
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1802.
M A T T I N A.
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