y^ m^^ N..-; A m BIBLIOTECA ITALIANA GIORNALE DI LETTERATURA, SCIENZE ED ARTI COIIPILATO DA VARJ LETTERATI. ToMo LXXV. ANNO DECIMONONO. Luglio , Agosto e Settembre 1834. ■ /! Qpetza/ccw MILANO PRESSO LA DIREZIONE DEL GIORNALE. IMPERIALE REGIA STAMPEUIA. II presente Glornale, con tutti i volumi precedenti^ e posto sotto la salvaguardia della Legge, essendosi adempiuto a quanta essa prescribe. BIBLIOTECA ITALIANA PARTE L LETTER ATUR A ED ARTI LIBER ALL Le Antichitd delta Sicilia espnste ed illustrate per Do- menico Lo Faso Pietrasanta , diica di Serradl- falco, socio di varie Accademie. Vol. II. — Pa- lermo, 1804, presso Andrea Altieri , in fogl. gr. , di pag. no, con tav. ^j , parte in litografia, parte con incisioni in rame. Magnifica edizione ( II tipo- grafo in itn suo avpiso ci del la ragione per la quale vien pubblicato il secondo volume innanzi del prima , avvertcndoci non essere ancora compiuti gli scavi di Segesta , da cui V opera aver dovrebbe principio ). Prezzo fr. 5o- Rovine di Selinunte. L' . . antiqnaria ha fatto a' di nostri si raaravigliosi e si lelici progressi , che oggimai tiene tra le scienze un luogo distintissimo. Essa, merce della munificcnza dc' piiiicipi e de' giandi , e piu ancora merce dello studio degli eruditi , e delle scoperte di cold ed iu- trepidi viaggiatori, ci presenta alio sguardo, diremmo quasi , 1* aatico ruondo , e ce lo presenta in guisa die andiam in esso spaziando fra vetuste e nobilissime citta tratte dall' oblio e dalle maccrie in cui giacevano sepolte. E que' tesori dell' antica civilta e grandezza ci vengono c-^posti il piii delle volte con libri di si splendida edizione , che \ aiiiiuo nostro pressoclie 4 LE ANTICHITA DELLA SICILIA. assorto in lusingliiero delirio crede di vedere la realta stessa di quelle mura, di que' templi, di que' teatri, di que' marnii, di quelle dipinture, di quegli edificj. Che negli studj dell erudizione non ci ha certanieate cosa pill dilettevole , quauto 1' innalzare lo sguardo oltre lo spazio de' secoli , ed il poter soggiugnere : qui un tempo Demostene tuonava colle sue lilippiclie; qui Euclide dettava i suoi assiomi ; qui Teocrito co' suoi idillj rallegrava i fonti e le olezzanti spiagge ; qui animosi giovani coutrastavansi la palma olimpica; e qui sorgeva la regale Palmira, qui la popolosa Era- clea, qui la splendida Corinto, qui Pola, qui Pesto, qui Pompeja: eccone i delubri, le piazze , le vie, i ginnasj , le case : eccone i monumenti restituiti alia luce e quasi a novella vita ricluamati. Pero non e cosa si facile a dirsi quanto diletto da si fatta con- templazione ne derivi alia mente ed al cuore , e quanta luce alia storia , alio studio delle costumaiize , alle scienze, alle lettere, all'arti belle. Laonde tra le nuove e piu benemerite societa a' di nostri istituite ci sem- bra di particolari elogi degnissima T archeologica di Eoma e Paiigi, il cui intento quello si e appuuto di trarre dalla terra tutto ci6 che di antichi monumenti ad essa so2;giace , e renderne avvertita la colta Eu- ropa co' suoi atti od annali, e colle sue periodiche relazioni. Per tutte le quali ragioni laudi e riconoscenza deb- bonsi al gia altre volte da noi encomiato sig. duca di Serradifalco , il quale anche tra' pubblici e civili suoi incarichi sa rivolgere lo studio all' archeologia , disotterraiido le antichita della Sicilia, terra veramente classica , illustrandole con isquisita dottrina , ed agli eruditi presentandole con magnirtca edizione. Questo volume contiene le antichita di Selinunte. Esso e in tre parti diviso. Nella prima contiensi la Storia di Selinunte; nella seconda trattasi della topo- graha di essa citta e de" suoi templi-, nella terza si riferiscono le metope che scoperte furono tra' ruderi della stessa Selinunte : alle quali tre parti fa opportune LE ANTICniTA. DELLA SICILIA. 5 e bellissimo corredo una lunga serie di critiche e dotte annotazioni. La fondazione di Selinunte ascende all'epoca delle emigrazioni de' Greci , i qiiali per P irrequieta e tu- rnukuosa democrazia delle repubbliche costretti ad abbandonare il suol natio inondarono di loro colonic la Sicilia e la parte meridionale deir Italia. L'una di tali colonic composta di IMegaresi e da certo Pammilo condotta stabili la sua dimora nel mezzodi dell' isola presso il Selinos , edificandovi una citta die per la vicinanza di esso fiunie il nonie ricevette di Selinunte. La fondazione di questa citta verrebbe a cadere, giu- sta cio clie ricavasi da Tucidide, nell'anno 628 o 629, secondo Diodoro ed i marmi di Paros , nel 65 1 in- nanzi 1' era cristiana. Essa per la sua posizione dicon- tro air Africa , pel facile tragitto del canale , pel co- modo emporio delle sue raerci sul fiunie Mazzaro pote ben presto trafficare coUa vicina Cartagine , a que' tempi la regina de'mariedel commercio, e per tal mezzo sorgere a floridissima opulenza. Ma per piu anni cinta di acque stagnanti vedeva i suoi mi- seri abitanti cadere vittima di niorbi micidiali, quando r agrigentino Empedocle le appresto opportune rime- dio , agevolando il corso dell' acque colF immettervi per mezzo di canali le correnti dei due contigui fiumi. Percio ebb' egli dalla riconoscente citta divini onori. Selinunte andava per tal modo si fattaniente pro- sperando clie gia destata avea 1' invidia delle vicine colonic. Insorta quindi la Grecia contro di Serse che con immenso esercito minacciava di tutta soggiogarla, essa fu la sola die tra le grcche colonic deUa Sicilia patteggiasse co' barbari unendosi a' Cartaginesi, spinta lorse da odio contra Gelone tiranno di Siracusa , il quale distrutta avea Ibla Megara, citta a lei congiunta. Tale alleanza fu a'Selinuntini cagione di grave infor- tunio. Perciocche i Cartaginesi assaliti all' improvviso da Gelone sotto le mura d' Imera citta a lui soggetta, dov'eglino portate aveano Ic armi per distrarlo dal soccorrere la Grecia, n'cbbero luttuosa sconlitta, nella 6 LE ANTICHITA DELLA SICILIA. quale lo stesso lor duce Amilcare cackle estlnto. La sconfitta degli Africani torno pure a danno de' Selinua- tini. Pvinnovatasi poi 1' antica amicizia tra Siracusa e Selinunte, questa risorsc a prosperita ancor niaggiore, e quindi piu fiera ridestossi pure I'invidia de' vicini e specialiuente dcgli Egestani. Costoro aizzati dalle continue aggression! de' lor rivali , ed inabili a rispin- gerne la forza , ebbero ricorso alia repubblica d'Atene offerendole la conquista dcir isola. Non furono lend gli Ateniesi nell' accogliere si lusinghevole offerta , ma r esito non corrispose alia speranza. II loro esercito fu distrutto. Nicia lor duce , clie tanta gloria procac- ciata aveasi nella guerra del Peloponneso, venne tratto a morte con sacrilege tradimento. Dopo cotanto rovescio gli Egestani , divenuti oggetto di odio a tutta la Sicilia , invocarono il soccorso di Cartagine. L' ambiziosa repubblica non trascuro la beir occasione clie le si presentava di estendexc i suoi dominj nell' isola: invio prima una poderosa niano di mercenarj ad Egesta, col cui sussidio pote questa ri- togliere a que' di Selinunte il bottino ch' eglino da essa riportato aveano; poi spedi Annibale, figliuolo di Gi- scone, con centomila soldati. Cestui anelando a ven- dicaie la morte d'Amilcare sue avolo paterno , fcce Selinunte bersaglio di sue prime imprese. Inutili riu- scirono i generosi sforzi dell" assediata citta : essa giacque vittima del suo proprio valore. Le sue mura vennero atterrate ; i suoi superbi edificj furono di- strutti. Cio avvenne verso 1' anno 409 innanzi 1' era cristiana. Tuttavia dopo questa sciagura aveva dessa riacquistato non poco del suo antico splendore, quando sul iinire della prima guerra punica i Cartaginesi de- liberarono di devastare tutta quella parte dell isola che astretti vedevansi ad abbandonare alia fortima de' Romani. Selinunte cadde nuovamente per non piu risorgere. I suoi abitanti trasportati furono nel Lilibeo. Tale e il sunto storico della prima parte. Nella se- conda espongonsi i monuraenti che di Selinunte tut- tora sussistono. Essi ci presentano gli avanzi di sette LE ANTICHITA DELLA. 6ICILIA. 7 templi, diversi frammenti di metope e varj ruderi. L' ail tore comincia dall'aspetto e dalla topografia del luogo, che in due tavole ci vengono esposte; ragiona quindi di ciascuno di que' templi, ponendoci a mano a mano sott'occhio le relative tavole; ne da la pianta, la dimensione, le singole parti e la restaurazione del prospctto. I templi selinuntini a diverse epoche appartengono , comeche siano tutti d'ordine dorico, il greco ordine per eccellenza. Due di essi per la semplicissima di- sposizione della loro cella ricordano la forma de'pri- mitivi templi della Grecia, i quali non in altro con- sistevano clie in una camera quadrilatera. Ci ha quindi bastevole argomento per giudicarli anteriori a quanti altri mai e in Sicilia e nella Grecia sussistono. Pre- ziosi percio reputarsi debbono questi avanzi. Gli altri templi presentano T incremento dell' arte sino alia sua perfezione. II piu vasto ed il piu magnifico, di cui sussistono colossali avanzi , e qiiello che al Giove Olimpico intitolavasi. Sembra pero che per le scia- gure alia citta sopravvenute non sia mai stato con- dotto a compimento. La sua forma e quella di uix octastilo-pscudo-dipiero-ipetro con diciassette colonne allc ale. 11 prospetto e decorato da un doppio portico diviso da quattro colonne. II peristilio largo due in- tercolunnj ed un diametro, gira tutt'intorno alia cella, peculiare disposizione de' templi pseudo-dipteii. Esso ci offre dunque I'esempio di tal forma di templi molto prima che edificato fosse quel di Magnesia , opera delfarchitetto Ermogene d'Alabanda, cui da Vitruvio attribuire vuolsi V invenzione di siffatto genere di edificj. La sublimita di questi monumenti ci da non dubbia prova deU'opulenza cui giunta era Selinunte. Essi gareggiano co' piu famosi d'Olimpia, d'Argo, di Atene e di Figaglia, se pur taluno d'essi non li su- pera in grandiosita ed ardimento. Sembra che la piu parte riferirsi del^bano a quell' epoca medesima , in cui i Greci ricchi e fastosi per le spoglie de' barbari , 8 LE antichita'' dell a sicilia. e da reciproca emulazionc animati toccarono il piu sublime punto cli gloria e di splendore. Negli avanzi di questi templi, e specialmente del massimo , ci si presenta evidentemente quell' uso , pel quale i Greci dipingere solevano a svariati colori al- cune parti de' loro edificj : genere d' ornamento da cui costituivasi 1' arcliitettura delta policromica. A questo uopo adoperavasi una specie di stucco , col quale venivano rivestite ben anclie le colonne, comeche di pietra, e percio queste apparivano o di grigio colore o di rosso o di azzurro. Con tal metodo credevasi fors' anco di vie meglio preservare gli edificj dalle ingiurie dell' aria e del tempo. Pausania rammenta uso siffatto anclie in alcuni de' monumenti di Atene. Tra gli edificj pero finora scoperti i soli templi di Selinunte sono quelli che delV arcliitettura policromica ci offrono idee cliiare ed esatte; perciocche gran parte di essi ci si presenta a varj colori interaraente di- pinta. II fondo stesso delle metope scorgesi azzurro, e tale scorgevasi pure nel Partenone. 11 sig. Duca e d' avviso clie quell' u.so provenuto sia ai Greci dal- r Egitto , dove non ci ha forse antico edificio die siiTatto genere non present! di ornamento. Che che ne sia pero della provenicnza di cjuest' uso, pregia- bili aversi debbono i monumenti di Selinunte -anche per r irrefragabile esempio die ci porgono dell" ar- diitettura policromica presso i Greci e ben anche del modo con cui essi la praticavano. Percio allonta- naronsi dal vero quegli scrittori i quali attribuirono al successivo decadimento del buon gusto cotali in- tonachi a svariati colori. Dodwell gia osservato avea nella Grecia stessa, propriamente detta, piu templi, le cui colonne rivestite erano di stucco. Molti ne sono gli esempi, e piu numerosi ancora sarebbero se, come osserva il sig. Quatremere de Quincy nel suo Giove Olimpico, « il pregiudizio invalso ne' moderni a voler considerare queste tracce di colori come ingiuriose al genio dell' antichita , indotto non avesse gli sco- pritori di tanti monumenti ora a cancellarle, era a LE ANTICHITA. DELLA SICILIA. 9 dissiniularne I'esistenza, e quasi sempre a tleviarne lo sguardo. » La terza parte risguarda le metope e varj altri frammenti di greca scultura che dall' autore ci ven- gono con ogni fiore di dottrina e di critica illustrate. Dieci sono le metope, le quali, oltre T interesse che offrono pel modo con cui sono eseguite e per le fa- vole che portano sculte , debbonsi certamente riguar- dare come monumenti della piu aha importanza per la storia e per le vicende dell' arte. Perciocche ci presentano i tre stadj o period! della greca scultura, dal suo primo svilupparsi sino al suo perfezionamento. Tre sono le piu antiche. Esse furono scoperte dagli architetti inglesi Harris ed Angel tra le rovine del- r uno de' tenipli dell" acropoli o citta superiore : sono scolpite ad alto rilievo in una specie di tufo molle che in gran copia rinviensi in que' dintorni: rappre- sentano il Melanipigo , il Perseo , e la lotta equestre di Pelope ed Enomao , e portano impresso il vero carattere deir originate scuola di Dedalo , Y antica at- tlca, nella quale la mano di quel celebre artista alia primitiva grossolana cd inanimata rappresentazione del corpo uniano gia comunicato avea un principio di azione e di vita. Appartengono dunque a quclla eta in cui 1' arte greca , sebbene avvinta da que' modi che sentir sembrano della scuola egiziana, gia tentava di rompere i vincoli e progiedire. Tale tipo deda- leo fu costantemente seguito per piu secoli , cioe sin oltre all'olimpiade L. Percio tutte le greche sculture di quel si lungo periodo portano la medesima forma , la medesima hsonomia. E forse a quell' epoca presso i Greci il nome di Dedalo sonava lo stesso che cjuelio di artefice , perche gli scultori allontanarsi non sape- vano dair invariabile tipo die loro stato era trasmesso dal primo maestro. Laonde queste sculture aversi deb- bono come preziosissime, e forse come unico esempio si deir arte greca in que' remoti secoh , e si ancora del primiero sforzo ch' cssa gia faceva per isvinco- larsi dalle antiche abitudini. lO LE ANTICHITA DELL A SICILIA. I frammenii di altre due metope appartenenti al- r uno de' tenipli fuori deiracropoli porgono resempio d' un piu felice periodo , in cui T arte di gi^ inoltrasi al peifezionamento. Le loro sculture sono di gran lunga superiori alle sovr' indicate. L' una di esse rap- presenta una donna die sta in atto di premere col pie sinistro la coscia d' un abbattuto guerriero. Questa donna, della quale per altro non rimane che T infe- riore nieta del corpo , e ricoperta di non breve tu- nica raccolta in belle picghe nel mezzo : suUa tu- nica si scorge un altro vestimento simile ad un peplo, di cui r una delle falde vedesi pendere sopra la co- scia : i suoi piedi eseguiti sono con molta esattezza. La testa del guerriero e rivolta all' insu cogli occlii socchiusi : nella sua bocca , forzatamente aperta , si scorgono i denti e la lingua ; essa ci niostra T agonia della morte. La barba ed i capelli appajono con molta cura disposti e con grandissimo studio condotti. Am- bedue le figure hanno un movimento caratteristico , vivo ed evidente. L"" autore vi ravvisa Minerva in atto di abjiattere Pallante , altro de' ribelli die mos- sero guerra all' Olimpo. L' altra metopa , della quale non sussiste pariraente che la parte inferiore, ci offre un combattimento non dissiraile da quello gia de- scritto , forse la lotta di Diana e Grazione. Questi frammenti ci presentano dunque la scuUura , die si e gia quasi del tutto svincolata dall' antica maniera. In essa di fatto scorgesi non poca somiglianza con quella de' marmi di Egina. Le altre cinque metope , due delle quali gia state erano scoperte nel 1823 dall' inglese ardiitetto Sa- muele Angel, appartenevano ad altro de' templi fuori delfacropoli, e rappresentano, secondo 1' autore, Apollo e Dafne, la lotta di Minerva e Pallante come nelf altra superiormente descritta , Diana ed Atteone , Giove e Semele, Ercole ed Ippolita. Queste per grazia e spon- taneita di movimenti, per castigatezza di disegno, per varieta nelle iisonomie, per gentilezza ne' profili, per esattezza nelle mani e ne' piedi , pe' panneggiamenti X-E ANTICHITA DELLA SICILIA. H e per la forma de' capelli , vincono di molto le gia riferite, comeche accennino tuttora qualche rimem- branza deirantica maniera. Percio Tautore vuole clie debbano tenersi come modelli , se non dell' arte per- fetta, ahiieno da questa non molto disgiunti, e quindi di poco anterior! all' eta di Fidia. Ci e d' iiopo pertanto conchiudcre col sig. Duca che i basso-rilievi di Selinunte, la cui originalith non puo porsi in dubbio , repntarsi debbono nionumenti di primo ordine e di altissima importanza. E per av- ventura essi soli riempiere potrebbero la vasta la- cuna die incontrasi nella storia della greca scultura, apprestando gli autentici esempli di una scuola anti- chissinia, e di questa segnandoci tre epoche ben pro- nunziate e distinte. Tuttavia ci lia una cosa, nella quale non sapremmo coll'egregio autore del tutto convenire. Egli'seguendo Fopinione gia forse di troppo invalsa, tutta attribuire vorrebbe all' Egitto V origine dell' arte ; ed e quindi d' avviso che dagli Egiz) ricevuta T abbiano i Greci bambina c defornie , cli' eglino poscia per la possanza del loro ingegno condotta 1' abbiano a perfezione : e non la scultura soltanto, della quale ravvisa il tipo egi- zio nella scuola dedalea, ma altresi non pochi parziali dementi che alia loro architcUnra immedesimarono. Ora plaudendo al bel corredo d'erudizione, con cui il sig. Duca viene suU' assunto suo discorrendo , cre- dianio di dover qui accennare cio die da noi fu al- trove lungamente discusso (i), avere cioe le arti e vai'ie costumanze avuta la medesima origine presso le diverse nazioni , senza che 1' una dall' altra le ri- cevesse; essendo che in ogni popolo trovansi i primi germi dell' arti belle , i quali dove piu e dove nieno si sviluppano e crescono , giusta il clima , la reli- gione , il governo. Di fatto le nazioni piu selvagge , (i) Costume antico e inoderno, ecc. , vol. I, pagine 64, 574 e segg. 12 LE ANTICHITA.' DELLA SICILIA. e quelle che hanno luinori relazioni e minor com- mercio co' popoli colli , manifestano non di meno una tal quale idea dell' arte di disegnare , cioe deir imi- tare , benche rozzamente , gli oggetti della natura. « Coloro (dice Winlcebnann, Storia ecc, torn. I, p. 4, ediz. di Roma, 1788), coloro i quali trattano del- r origine d' una costumanza o d' un' arte , ovvero del suo passaggio da una ad un' altra nazione , in cio per lo pill errano, che fermandosi su pochi tratti di so- miglianza ravvisati in due popoli , ne deducono ge- nerali conseguenze d' una somiglianza totale .... In simile guisa ragionando alcuni hanno immaginata una genealogia delle arti, e le fanno tutte originarie di un sol popolo , da cui le altre nazioni apprese le ab- biano successivaraente. » Che pero quel tipo deda- leo , ossia quella non ancora svincolata imitazione deU'uomo si ravvisa non solo negli antichi monumenti dell'Egitto, della Grecia e deU'Etruria; ma in quegli ancora del Messico, del Peru e delle Indie orientali, e perfino nelle sculturc del medio evo, quando 1 arte giaceva barbara ed informe. Si fatti monumenti pre- sentano tutti una fisonomia che direbbesi egizia. Ma in essa realmente non si ravvisa che il tipo dell' arte nascente, tipo che in tutte le nazioni si presento sotto le medesime forme. Se non die a ben discutere que- st' argomento richiederebbesi un campo assai piu vasto di quelle che ci si presenti da un giornale. i3 PARTE 11. SCIENZE ED ARTI MECCANICHE. Iconografia delta Fauna italica, di Carlo Luciano Bo- naparte , principe di Musignano. — Roma, i832-34, tipografla Salviucci. So?io usciti finoju fascicoU sette at prezzo di scudi tie romani {pari a lir. i6. ii ital. ) per ciascwi fascicolo contenente sei tavole co- lorate. II testo resta compreso nel prezzo stabilito per ogni fascicolo. Osservazwni di Giuseppe Gene , professore di zoologia nella R. Universita di Torino. Fascicolo IV. (*) I. Mustela martes Linn. — Martora. Nc I on sappiamo qual motivo abbia indotto il Principe di Musignano a comprendere la martora fra gli animali di Italia degni d' essere illustrati od effigiati. I caratteri e i costumi di questa specie sono universahnente noti , piana e facile ne e la sinoniinia , ne mancano di essa buone fi- gure. Coniunque siasi, la storia di questo animale, se nulla reca di nuovo o d'importante, porge opportunlta al chiariss. autore di esporre i caratteri e le division! del genere lin- neano Mustela da lui innalzato alia condizione di sottofa- niiglia nella famiglia dei Fclidi ( Carnivori plantigradi e di- gitignuU Cuv.). Questa sottofamiglia, detta delle Musteline, comprende , secondo 1' autore , come secondo Cuvier ed altri, i tre generi Mustela, Mephitis e Lutra, dei quali non v'ha studioso di zoologia clie non conosca i caratteri dif- ferenziali. II genere Mustela poi si puo ripartire in tre (*) Vedi Bibl. Ital. tomo 74.°, aprile i834, pag. 5a. 14 ICON0GRA.FIA DELL A I'AUNA ITALICA gruppi o sottogeneri 5 delle Puzzole, delle Mustek genuine e delle Zorille. Gli aniniali del prinio sottogenere hanno tre denti molari spur] nella mascella di sopra , quattro in qnella di sotto, nn piccolo tubercolo al dente ferino infe- riore, e il muso piuttosto aguzzo. Quelli della seconda hanno il muso ottuso , due soli denti molari spurj nella mascella di sopra, tre in cjuella di sotto, e il dente ferino inferiore privo di tubercolo interno. Le zorille poi sono perfetta- mente analoglie alle puzzole per la forma del muso e pei denti, ma si discostano da queste e dalle mustele genuine per le unghie dei pledi anteriori, che in luogo di essere sottili ed acute sono grosse , ottuse e fossorie; lo die ac- cenna un tenor di vita eminentemente sotterraneo. Inoltre le zorille hanno un diverso sistema di colorazione , e in questo rispetto ( come ancora per le unghie ) pare che si accostino al genere MejjJdtii. II ch. autore scrive avervi in Italia due sole specie del sottogenere Putorius , cioe la donnola e la puzzola , come non vi si rinvengono che due mustele propriamente dette, cioe la faina e la martora. Cio e forse vero per quanto riguarda i paesi medj e inferior! della penisola ^ ma la parte settentrionale o alpina conta nel sottogenere delle puzzole una terza specie , cioe 1" erniellino ( Mustela emiinea Linn. ). Questo laello e celebre animaletto trovasi non infrequente nelle valli di Brozzo, di Lango, di Viii, ecc, e il Museo torinese ne possiede cinque individui, parte in pelo estivo, parte in pelo d'inverno, stati uccisi nelle sopra dette valli. I Piemontesi, clie in lor dialetto cliiamano Be- dola o Beola la donnola , danno all' ermellino il nome di Mustela. 2.. Fringilla serinus Linn. — Verzelllno. Questo prezioso uccelletto , il cui nome scientiflco fu spesse volte scambiato dagli ornitologi con quello del Ven- turon dei Provenzali o Fringilla citrincUa , vien ammesso fra i pochi uccelii destinati a figurare nell'Iconograiia per- che sembra non sia mai stato finora lodevolmente eftigiato. Un'altra considerazione poi indusse il cli. autore a sotto- porre di nuovo ai zoologi le particolarita che ofFre questa specie comunissima fra noi. " Alcuni autori , scrive egli, )i in grazia della forma del becco Thanno riferita al gruppo " Coccothraustcs : lo Scopoli la tenne per una Loxia ■■ altri ICONOGRAFIjV DELLA. fauna ITALICA CCC. l5 „ ingannati da qualche analogia che ha coUa Fringilla ci- rt trinella dl Linaeo la collocarono insieme con quella nel >» sottogenere Carduelis: altri consider ando piuttosto rabito » in complesso , che i particolari caratteri 1' associarono u alle specie del sottogenere Linaria : altri finalmente per » non saper die farne la lasciarono fra le genuine Frln- II gillce. Ma appunto questa disparita di giudizj mostra che >* il verzellino difFerisce di troppo dagli esseri compresi >i nelle divisioni fia qui mentovate per poter rimanere in 'I alcuna di quelle , e noi stlmiamo che debba riguardarsi II come tipo di un distinto sottogenere subordinate al ge- » nere Fringilla da denominarsi Serinus. I caratteri di tal 1/ gruppo saranno : il becco corto , grosso , rigonfio late- u ralmente , col margine delle mascelle arcuato : penne della »; cavezza che cuoprono interamente le narici: basette nu- >/ merose, ramose: ali krcvii coda lunglietta colle cuopri- it trici che non giungono fino ad un punto prossimo al- n i'aplce: dita allungate: gozzo notabile per la grandezza : // statura picciola: colori verdi. Non converra poi confon- n dere questo nostro gruppo Serinus con quello cosi de- »> nominato dal Boie, di cui non conosciamo ne i caratteri, */ ne il valore , ma che e moUo piu esteso del nostro e »/ che include la Fringilla chloris. Fuori del verzellino non »/ ci e noto altro uccello degno di militare in questo sot- >/ togenere , meno che la specie da noi jiubblicata pochi »/ anni or sono in America sotto il nome di Fringilla xan- >/ tJwrroa, la quale proveniva dal Brasile; ma ora abbiamo It ragioni per crederla originaria dell'AfFrica. » Qui r autore passa alia minuta dcscrizione della spe- cie, alia sposizione delle sue abitudini , ai nomi volgari che porta in Italia e alle sorta d'insidie, nelle quali cade pill facilraente e riman preda dei cacciatori. Quanto ai nomi volgari, egli scrive clie in quasi tutta la nostra pe- nisola si chiama Verzellino , a Siena Crespolino, nelle terre venete Frigorin , a Genova Haperino o Ziain : noi aggiu- gniamo che i Piemontesi lo dicono Snis. 3. Coluber jlavescens Grael. — Saettone. Abbiamo gia detto altrove essere intricatissima la si- nonimia dei rettili nostrali ., e siane altro testimonio il saettone, il quale porta nelle diverse opere erpctologichc sette e forse otto nomi diver si. Coluber iiutrix, var. ^, fu 1 6 ICONOGRAFIA DELLA FAUNA ITALICA detto da Gnielin e posria ripetuto col nome di Coluber flavescens; Natrix longissima fu cliianiato dal Laurentl; Co- luber longissiimis dal Bonaterre; Coluber jEsculapii da Shaw e molti altri i Coluber Scopolii da Merrem ; Coluber panno- nicus e Coluber Sellmanni da alcuni Tedeschi j e fors' anche Coluber girondicus da Bory S. Vincent. Questo serpente, che devesi riferire al sottogenere Za- menis dl Wagler, assume nell' eta adulta colori assai di- vers! da quelli che lo vestono nella prima gioventu. Al- t' uscire dall' uovo ha 11 dorso grigio-fosco sparso di mac- chie e nebbie nereggianti; al di sotto e in vicinanza della testa ofFre un bel colore pagliarino con maccliie nere ai lati , poi una tinta d' acciajo che domina lino all' estremita della coda : la testa e le parti superior! del cello sono va- riamente screziate di nero. Adulto, in vece, ha il dorso bruno-olivastro sparso di lineeue fcinnche e le parti infe- rior! del tutto pagliarine. II ch. autore sospetta che il Co- luber girondicus de! Frances! non sia che il saettone nella prima delle accennate eta. II Coluber flavescens , detto Saettone a Roma , Biscia da prato , Angib o Bastoniere nell' Italia settentrionale , e sparso in tutta la penisola , e abbonda speciahnente nelle pianure della Lombardia, nell'agro romano, nella Calabria e nella Sicilia. Trovasi pure nelle part! meridional! della Francia, della Germania e dell' Ungheria. Eguaglia ed an- che oltrepassa la lunghezza di quaranta pollici. S'appiatta la dove e piu folta I'erba dei prati. Ricovera nelle fessure de! burroni , fra le prunaje , nelle siepi ; arrampica su! tronchi degli alberi e si nasconde nei loro buchi. Insegue i piccoli quadruped! , gl! uccell! da nido , le rane e gli altri rettili. Del resto le sue abitudini sono piuttosto tran- quille. E assai timido e ad ogni susurrare di foglie prende la fuga. Non si difende e non minaccia a nieno che non sia stato irritato e ridotto agli estremi. Ailora si rizza , sofBa , sferza con la coda , si slancia e morde. II suo si- bilo e forte. Non frequenta ! luoghi pantanosi ; ma teme anche piii quelli eccessivamente bruciati, e sempre si vede uscire in campagna dopo le piogge. Tenuto in domesticita e uno dei piu mansueti. E qui ci e forza accennare un trascorso di lingua o di terminologia del tutto simile a quello che gia abbiamo indicate a pag. 64 del fascicolo d' aprile. — ■ II giovane m CARLO LUCIANO BONAPARTE. I7 saettone porta sulla fronte una macchia iiera semilunare die i Francesi direlibero croissant: Tautor nostro latinizza questo vocabolo francese ponendolo a modo di nome ver- bale , cosi che nella frase specifica leggesi frontis ckescente €t gulce collare nigris. Qnesto vocabolo e viziosisslmo nel sense e nella maniera , e non merlta certainente d' essere conservato. Pongasi il caso di un lettore che non abbia anterloi'e notizia di quella macclila, e non sappia di fran- cese ; come potra egli mai giugnere a comprendere cio die voglia 81 strana parola significare? Perche non iscrivere in vece frontis macula arcuata , frontis macula lunata , o , con maggior eleganza e concis'ione , frontis lunula? 4. Fleuronectes macrolepidotus Bloch. — Pleuronectes Bo- scii Risso. — ■ Fleuronectes arnoglossus Sclin. Bloch. I pleuronettidi ( Pleumnertidcp. C. Bonap. — Hctero- somi Dunier. — Diprosopa Latr.) sono que' pesci, che soli fra tutti gli animali vertel^rati si sottraggono alia coraune legge della simraetria nel collocaniento degli organi doppj. Ambidue gli occhi posti dallo stesso lato del capo, la parte destra del covpo tinta di un colore diverse da quello della sinistra, danno a tali esseri una fisonoinia propria e strana del tutto. Quanto curiosi per Taspetto, altrettanto impor- tanti sono questi pesci per I'uso che si fa universalmente della lor carne , che sonnninistra un alimento niolto sano e per lo piii di sapore scp^iislto. Non poche specie di questa famiglia popolano i mari d' Italia e di tutte e proposito dell'autore di ofterire le figure e le descrlzioni, perche sembragli scorgere , ne mal si appone , che su tale argo- mento regni molta oscurith presso gl'ittiologi. I pleuronettidi dividonsi dall" autore in due categorie. Nella prima , cui da il norae di Pleuronectini , couipren- donsi tutti quelli nei quali la raascella piu lunga e Tinfe- riore; la seconda, ch' egli intitola dei SoZemi, coatien quelli in cui la piu lunga e la superiore. E questi caratteri ne portan seco altri molti. In fatti i Fleuronectiiii hanno gli ocelli grandi f, una coppia di narici a destra , 1" altra a si- nistra i i pezzi operculari distinti ^ le pinne pettorali bene sviluppate ; le scagiie prive di gambo ^ la linea laterale piegata ad arco nel tratto anteriore. I Solcini in vece lianiio gli occhi piccioli, le narici unilaterali. il preopcrculo non (listinto dair operculo , Ic piiiue pettorali poco sviluppate tnibl. Ital T. LXXV. 2 1 8 ICONOGUAFIA DELLA FAUNA. ITALICA e perfino mancanti, le scaglie prolungafe alia Isasc in una laminetta lineare die fa uflizio cli gambo, la llnea laterale i-etta. La prima cU queste categoric o sottofamiglie comprende i quattro generi Platessa, Hippoglossus, rieuronectes e Rliom- hus ; la seconda non si compone che dei generi Solea e Flagiisia. E di questi sei generi diamo qui i piii essenziali caratteri. II genere Platessa ha denti taglienti ottusi in ambedue Ic mascelle, e quasi sempre denti euiisferici sulle ossa fa- ringee. La pinna dorsale comincia al di sopra delF occliio superiore , e, non altrimenti dell' anale , termina un buon tratto prima deU'inserzione della caudale, lasciando percio un intervallo nudo sopra e sotto alia radice della coda. La forma di questi ppsci e ovato-romboidea. li Hippoglossus ha denti forti ed acuti tanto sulle due mascelle quanto sulle ossa faringee. L*- pinne si estendono al modo stesso che nel genere Platessa. 11 corpo general- mente e di forma alquanto piu allungata. Le scaglie sono aJDTatto aderenti al corpo. II genere Pleuroncctes, nci llmiti entro i quali Fautore lo ristringe , ha i denti mascellari e faringei tutti acuti. La pinna dorsale comincia al di sopra degli occhi, oppure pill innanzi , e tanto essa , quanto F anale si prolungano iino alia coda. II corpo e ovato-oblungo , quasi scolorato da ambidue 1 lati , pellucido. Le scaglie grandi , caduche. L' ano si apre nella carena del ventre. II genere Ehomhus porta sulle mascelle e sulle ossa faringee denti minuti e fitti. La pinna dorsale comincia jjresso il margine della mascella, ed ugualmente che Fanale scorre fin presso alia caudale. II corpo e altissimo, d'una circoscrizione ovata quasi orbicolare , col lato sinistro in- tensamente colorato , le scaglie sono pictole, pressoche ro- tondate \, F ano per lo piii e laterale. II genere Solea ha la Jjocca faorl di simmetria , col taglio piegato ad arco alFingiii, piu curvo e piii esteso dalla p.arte ojiposta agli occhi, e da quel lato soltanto for- nita di denti iitti e sottilissimi. La pinna dcrsale comincia al di sopra della bocca : tanto essa, quanto Fanale scor- rono fino alForigine della caudal?, e talvolta sono con essa continue. II corpo e elittico-nbiungo , col muso attondato ; il lato, in cui sono gli ccchi, e intensamente colorato. Le scaglie sono tenaceiiirntc aderenti. DI CARLO LUCIANO BONAPARTE. IQ La Plagusia finalmentc ha il taglio clella bocca slm- uietrlco, quasi retto , e lia denti sottUissimi dairuno e dair altro lato. La pinna dorsale e Fanale si congiungono posterioruiente e si iiniscono alia caudale. II corpo e molto allungato, poco colorato, pellucido. Le scaglie sono caduche. I tre pesci die 1' autore piglia primamente a descri- verc in questa f^xmiglia , e clie veggonsi sur una medesima tavola egregiamente dipinti, appartengono al terzo dei ge- neri mentovati ; e non e piccola meravlglia il pensare clie presso gli antori essi trovinsi disseminati tra gl' ippoglossi, i rombi e perfino tra le solee , nieatre sono talmente si- niili che diflicil cosa riesce il distinguerli. Per trovarne i caratteri dift'erenziali convien attendere principahnente alia circoscrizione del corpo , alia grandezza degli occlii , alia loro positura relativa , alle maccliie delle pinne , e alia grandezza e direzione delle spine ventrali. Nel Pleurwifctcs macrolepidotus il corpo e ovato-oblun- go , di color grigio-carneo , pellucido e coperto da grandi squanie decidue ; i denti sono robusti piu cli' esser uon sogliono nelle specie congeneri ; gli occhi sono di mediocre grandezza , e 1' inferiore vedesi collocato piii indietro del superiore; le pinne nou lianno maccliie. Questa specie che giunge quasi alia Innghezza di un piede ed ha carne me- diocre , chiamasi Suacia o Suacia comune a Roma , Suasa presso i Genovesi, Passera in Toscana, Cantina in Sicilia, Pataracdiia nel Veneziano. II cli. autore la riguarda pel Citltanis e il Perten degli antichi. Nel Plmronectcs Boscii il corpo e ovato, grigio-carneo, pellucido , coperto da squame mediocri , decidue ; i denti sono minutissimi, gli occhi assai grandi, sovrapposti ver- ticahncnte 1' uno all' alti'o ^ le due pinne ^ dorsale e anale, portano ciascuna due maccliie nere verso la coda. Di que- sto pesce non si trova alcuna traccia presso gli autori an- tichi. II signor Risso che lo foce conoscere pel j'rimo ri- ferendolo agl' ippoglossi , poi ai plearonetti, c'insegna che a Nizza gli vien dato il nome di Pumpaloti comune al Pleuronectes macrolepidotus. I pescivendoli di Roma lo so- gliono riconosccre sotto il nome di Suacia franccse. Pare che i Genovesi lo chiamino Pataccon. La sua carne e leg- gerissima e piuttosto delicata. Quantunqite noa sia un pesce nobile , pure non manca di pregio , massimamente sc ft grosso. Durante rinverao e copioso siii lucrcato di Roma, 20 ICONOGK.VFIA DELIA FAUNA ITALICA nieno pero della specie precedente e della seguente. Fu osservato dall' autore nella pescheria di Fircnze e lo rice- vette dalle spiagge del Piceno. Non lo ottenne mai da Yenezia , ne gli rlusci di riconoscerlo in alcuno dei Pleu- roiiectidi della Sicilia registrati dal Rafinesque. Da ultimo nel Plciironectes (irnoglossus il corpo e ovato, grigio-carneo , pellucido , coperto da squame graiidi , deci- due ; i denti sono minuti , gli occhi piccoli , il superiorc posto piu indietro dell' inferiore ; le pinne maiicano di mac- cliie: un carattei-e pol che sfnggi a tutti gli autori clie hanno finora descritta questa specie, e che e piii singolare d'ogni altro, consiste in una doppla spina coUocata avanti Tano, assai grande e sporgente all'ingiu. Questa specie e comune in tutti i mari d' Italia. La tufba dei pescatori romani suol confonderla con le altre congeneri sotto il nome di Suacia; ma i pescivendoli piu eepei-tl In distinguono con I'aggiunto di cianchetta o col particolar vocabolo di Tacchia. Lungo i lidi del Piceno dices! pure Cianchetta semjDlicemente ;, e a Venezia Sanchetto. La sua carne e molle e non e punto stimata. 5. Bhombiis rliomboides Bonap. — Bliombus Icevis Rondel. — RhomhiLS podas Bonap. — Bliombus maximus Cuv. II genere Rhombus, quale fu definite nel numero pre- cedente , oiFre tre gruppi ben distlntl. II primo, cui P au- tore attribuisce il nome Bothus , lia per caratteri : la bocca assai piccola , gli occhi slontanati vtno dall' altro , coll' in- tervallo fi'apposto , incavato ; V ano che si apre a destra della carena ventrale , le scaglie leggermente cigliose. Nel secondo sottogenere, che dalTautore chiamasi piii propria- niente Rhombus, ja bocca e fessa profondamente ; gli occhi sono approssimatl con P intervallo che li separa convessoj P ano sta a destra della carena ventrale ;, le scaglie non sono cigliose. Finalmente il terzo sottogenere , pel quale adottasi il nome di Scophtalmus , ha la bocca fessa pro- fondamente, gli occhi vicinissimi, separati soltanto da una carena stretta , tagliente ; Pano che s'apre sotto la carena ventrale i le scaglie cigliato-aculeate. Al primo degli annoverati sottogeneri, cioe al Bothus, appartiene il Rhombus rhomboides, i di cui caratteri essen- ziali sono : corpo bruno-olivastro , sparso di macchie dis- nguali, numerose, di color cilestro sordido, dilavato: capo DI CARLO LUCIVNO BONAPARTE. 21 ilisseminato tU piuiti o linectte cFun glallo -dorato ^ con dno tnbercoli avanti air occhio inferiore •, occhi molto distant! fra loro ; pinne senza raggi allungati. Questo pesce non e conuiiie sulla splaggia romana e semlna anclie piii raro in altri lidi d' Italia. II suo corpo eccesslvaniente compresso soniministra poca carne, e que- sta e di mediocre qualita. II Rondelet , per quanto scrive T autore , fu il primo a darne notizia avendolo veduto nella pescheria di Roma. Lo chiamo Rhomhoides , e nella figura che diede rappresento in modo non oquivoco il tubercolo del muso che puo ser- vire a distinguerlo. Linneo non lo registro. Al Lacepede piacqne riguardare il pesce del Rondelet qual varieta del PI. limanda , che e di gran Innga dissimile , e va riferito al genere Platessa. L'equivoco del Lacepede fu rilevato dal Ralinesque, il quale relati^'^'^cntc nllo stesso sinonimo cadde in un error nuovo , e chiamo Solea rhomhoides un pesce che ha la coda lunulata. II sig. Delaroche riferi il Rhom- hoides di Rondelet ad una specie afTine che egli trovo nelle isole Baleari , e che chiamo Pleuronectes podas. II signer Risso el3l)e sott' occhi il vero RJiomhoides di Rondelet pe- scato nel mare di Nizza , ma erro nel crederlo identico col Pleuronectes mancus del Broussonet. Al pesce in qui- stione mancava pertanto un proprio nome specilico, ed al ch- autore e giovato adottare come tale Fantico e solenne vocabolo Rhomhoides. II Rhombus Icpvis, di assai lunga e intricata slnonimia, spetta al gruppo dei rombi genulni , e fu fatto molto op- portunamente efligiare presso al Rhomhoides in una tavola stessa , coir intendimento di offerire agli studiosi il con- fronto fra i sottogeneri Bothus e Rhombus. Di qnest' ultimo poi enumera T autore parecchi nuovi caratteri che servono a senipre piii diversificarlo da quello dei Bothi. II pesce , di cui si tratta , e sparso pei mari dell' Europa , e comu- ntssimo nel Medlterraneo. Qualclie volta risale pei iiumi. A Venezia lo chiamano Soazo , Soato, Soota : per tutto il rimanente d' Italia Rombo , e quando occorra distinguerlo da altra specie lo dicono Rombo liscio o Rombo comune. In Sicilia oltre il nome di Rumbu porta anclie quello di Linguata imisculo, e a ^lessina quello di Passera. La sua carne e di buon sapore , ma non giugne ad avere la squi- sitezza di ijiiella del Rh. maximus ; anche la sua mole e 22 ICONOGr..\FI\ DELLA FAUNA ITALTCA gcneralmentc piii piccola. — Sono suoi principali caratteri specifici : il corpo ovale, assai largo, seuza tul>ercoli, e i raggi anteriori della pinna dorsale semiliberi e multifidi. II Rhombus podas appartieiie al sottogenere Botlius, e non fn sinora descritto che dal Delaroche e dal Risso, con isbagli di sinoniinla per parte d' entranilii. II primo lo no- mino PL podas. ma lo credette idendco al Rhomhoides di Rondelet; il secondo lo tenne da prima pel PI. argus degli antichi, poi riconosciutolo come diverso lo cliianio Rh. Gessneri. Ma v' ha di piu : T ittiologo di Nizza riporto il PI. podas del Delaroclie sotto al PI. manciis del Brovissonet, e ciLo contemporaneamente il sinonimo del Fvondelet tanto sotto lo stesso mancus quanto sotto il suo Gessneri!! — Dei resto vuolsi confessare che il RJi. podas e niolto simile per le forme e pei colori al Rh. rhomhoides. I caratteri die ne lo distinguono cuusistono In cib, che i due tubercoli del capo in luogo d' essere sporgenti e cospicui sono appena indicati leggermente ; I' intervallo frapposto agli occhi su- pera di poco il diametro maggiore delle orbite :, il imiso poi e alqnanto piu acuto. II capo del Pdi. podas e poco piu alto che lungo, e la sua lunghezza corrisponde alia distanza che f)assa fra il leml^o snperiore deU^occhio plii alto e il lembo inferiore dell' operculo. L' autore trovo sem- pre questo pesce piu piccolo del Rh. rhomhoides ; gl' indi- vidui maggiori da lui veduti superavano di poco cinque poUici. — Sulle spiagge romane e anche men comune del rhomhoides. Se ne pescano pochi eseniplari adulti che veu- gono confusi dai pescatori romani col detto rhomhoides , e sono chiamati anch'' essi volgarmente Ronihi passeri. I piu piccoli che si prendono in maggior numero rasente il lido, si sogliono confondere in vece coi Romhi lisci. Nelle isole Baleari questo pesce chiamasi Podas dal volgo : ivi e co- mune e tenuto in dispregio. Chiude il quarto fascicolo il roniljo delizia delle mense, qnello che gli epicurei onorarono del pomposo titolo di I'agiano dei pesci , il Rhombus maxinms degl' ittiologi. — Appartiene questa specie al sott02;enere dei rombi genulni, ed ha per caratteri principali il corpo approssiraativamcnte elittico, il lato sinistro cosperso di tulaercoli ossei , conici e nissun raggio multifido alia pinna dorsale. In tutta Italia chiamasi Rombo semplicemente, oppure Romho chiodato per allusione ai sopra dettl tubercoli. « I Glassici latini. scrire DI CARLO LUCIANO BONAPARTE. Uo If V autoie , non si saziavano di ripetcrnc le lodi , e anche " oggi per universale consentimento e annoverato fra i " cilii pill delicati. Nell' Oceano giugne ad acqaistare una 11 mole considerevole , e in Francia e in Inghilterra non » e rare die si portino a vendcre rombi del peso di veuti // o trenta libbre : talvolta giungono fino a cjnaranta. Ron- >/ delet fa menzione di un ronibo ^'^scato appunto nel- » rOceano lungo cinque cubiti e largo un piede. Nel Me- >t diterraneo pero questa specie suol essere piu picciola >/ di inolto , anzi e rare il vederla giugnere al peso di »/ dieci libbre. II racconto di quel mirabile rombo di Do- »/ miziano die ei'a lungo 66 piedi, e per cui fu convocato »/ il Senato a decidere sul modo di cucinarlo, devesi forse >/ ad una solenne bugia o ad un error grossolano; die sc " avesse alcun foudamento di vero sarel^be forza escla- " mai'e contro il senso del nosti-n gran poeta : Ccrto quaiulo natiira lascib V arte Di siffatti animali assai fe' . . . male ! » ( Sara continuato. ) Sul Calcndario Grcgoria/io perpetuo , opuscoU 2, in 8.°, di pag- 314, oltre V indice dclle materie. — Roma, 1834, tipografia delle Belle Aid. {Atlicolo comu- nicato. ) Opusgolo I. Amplissimi frutt.i da raccogliersi ancora sul Calendario Gre- goiiano perpetuo indicati dalV abate Marco Mastrofini. 11 continuo variare di corrispondenza tra i giorni della settunana e quei del mese suole apportare una perenne mobilita ed incertezza nella disposizione giornaliera del calendario e nelle umane azioni die ne dipendono. Al quale inconvenicnte ponendo mente il ch. Mastrofini^ cui molto altro dcbbono le lettere e le scienze , ha saputo vedere e propoiTe il mezzo semplicissimo ondc riipovere siffatta dissonanza del calendario, e stabilire in modo piii costantc ed unisono la relazione dei giorni del mese con quei della settimana. In fatti egli e pur troppo noto die le festivitii del Signore , conosciute col nome di Domenica , non sono mai iisse in ^iorno alcimo del raese , die le festivita dei 24 SUL CALENDARIO santi certe nel giornl Jel mese non lo sono mai ne' glorni giomo el cliiami col suo nome distin- tivo di intercalare , o di giorno di'mtegrazlonc o dl compenso, cioe dei tre anni antecedenti e del quarto che dee suben- trare , ma non si conti affatto nell' ordine della settimana e neppure abliia nome settimanale , dovendo unicamente supplire un giorno e non turbare in modo alcuno le set- timane dell' anno. Attenendosi a tal provvidenza , innanzi r entrare dell' anno bisestile si avranno due giorni succes- sivi senza nome settimanale , cioe 1' ultimo di dicemlire o deir anno , il qual giorno sopravanza alle settimane del- I'anno che finisce, ed il giorno intercalare, o compensa- tivo delle 5 ore e 49 minuti primi di ogni quattro anni. Per altro non essendo le ore die sopravanzano ogni anno 6 perfettamente , ma 5 e 49 minuti primi , come si e detto , prossimnmente , i correttori del calendario av- vertirono che per 1' intercalazione fatta come se le 6 ore fossero intere, si aggiungevano ogni quattro anni 44 mi- nuti primi prossimamente sopra il debito. E da cio risul- tava die questi 1 1 minuti , calcolati come si abbiano quando non si hanno, dentro iSa, anni prossimamente formano vm giorno; ed in 400 anni formano tre giorni e poc'oltre, e pero nel giro dl quattro secoli ci porterdDbero a fare tre giorni intercalari sopra II bisogno : e cosi il principio deir anno civile si postlclperebbe di tre giorni dalla sua Vera orlglne , ed 11 ritorno dell' equlnozio ne sardibe al- irettanto antlclpato. La qual cosa era gla realmente avve- nuta nel tempo decorso dal coucilio Niceno sino al tempo CREGORIANO PEIiPETUO. 27 tiella correzione del calendario. A precliulere tale cVisordine . avvcrtito gia pure da altri , Gregorio XIII iiel riformare il Calendario Giuliano allora osservato , iiou solo rimedio al male clie indi era nato con togliere 1 giorni indcbita- mcnte aggiunti per lo passato , nia di piii ordino clie in ogni quattro secoli dojio il 1600^ T anno centcsimo di ciascuno dei tre primi secoli non si avesse per bisestile, ma soltanto si conservasse per tale V anno centesimo del secolo quarto. II conisndo era di grande prudenza, e dee rispettarsi. Oiid' e clie anclie il JMastrofini non dipartendosi mai dal Calendario Gregoriano lo segue anche in questo, intercalando secondo i suoi principj , quando per le regole gregoriane s' Intercalerebbe nel febbrajo clie segue. Per esempio neiranno 1700 e nel 1800 fu lasciato T interca- lazione e si dee pur lasciare nel 1900, ma nelPanno 2000 si dee far valere e non sn«pendprln L' autorc segue la regola stessa , iuiercalando pero prima del principio del- I'anno, quando bisogna. Tutto in somma parte dal principio medesimo. Ogni spazio deir annuo tempo cli' e fuori dell' ordine delle Sa settimane , sia in giorni , sia in ore e minuti , non si dee considerare come parte di settimana. Ritengasi dunque cjuesto brevissimo spazio di tempo sopravanzato senza Inogo e senza nome settinianale , ma non cessi mai di csser coinputato il 3 1 dicembre nel suo mese ed anno e Tintcrcalare tra I'anno veccliio ed il nuovo. Preso e con- tinuato un tal metodo , sara pur conservato pevpetuamente come il principio dell' anno sempre in domenica^ cosi Tor- dine fisso delle domeniclie anzi di tutte le ferie seconde , terze , quarte , quinte e seste e di tutti i sabati in giorni ccrti del mese e dell' anno in tutta la durazione de' secoli senza mai piix divario o dissonanza alcun.i tra loro (2). Or questo fara si ciie tutti e I'm qvielli dell' infima plebe sapranno per ogni anno qualunque interminabilmente quali siano i giorni fcstivi per domeniclie nel mese e quali pei santi neir ordine della settimana (3). II pensiero della festa ricliiamera il giorno del mese e della settimana, ed il pen- siero del giorno del mese e della settimana richiamera quello della festa o non festa. E saputa tanto piu stabil- meute la forma di cio clie si dee praticare , piii sara lo stimolo interiore e la facilita doll' osservarlo, come si espri- iiie TaiUore, os$ondo jl line dtl calendario diretto a dare 28 SUL GALENDAHIO pubblica e focilc notizia dei giorni prescritti da essere fe- steggiati. Facilissimo e poi Tadottare un tal metodo e senza vio- lenza alcuna, aspettaiido che Fanno incominci per se stesso in giorno di doineiiica , la qual cosa accadera neir anno 1837, e poi nel 1848, ecc. : e quindi volendosi dar ese- cuzione, per. es. , nel iSSy al metodo proposto non vi sara piu cambiamento negli anni che succedono. Grandi, come ognun vede, saranno le utilita del Calen- dario Gregoriano per la costanza delPanno ecclesiastico civile : ma grandissime si trovano essere specialmente per la celebrazione della Pasqna. Questa nelF ordine presente fra le domeniche mol^ili si puo celebrare in ognnno dei giorni dal 22, inclnsolo , di marzo a tutto il 28 aprile : se un tale di questi giorni e domenica , ed e preceduto dalla luna quartodecima , cioe dalla giornata quartodecima della luna del mese primo. Ma fasbatc le clomeaiche , sic- come dal 22 marzo al 2 5 aprile non si hanno die cinque domeniche, cioe quella del 26 marzo c quella del 2, del 9, del 16 e del 2 3 aprile, la Pasqua rimane circoscritta a poter essere celebrata in questi soli cinque giorni, cioe del 26 marzo, e del 2, 9, 16 e 28 aprile: e di queste cinque domeniche si trovera di essere determinatamente la Pasqua quella la quale sara preceduta prosslmamente dalla luna 14.^ pasquale o del mese primo lunare. Per es., in quest' anno 1884 si ebbe la luna 14.'' nel 24 marzo e la Pasqua sarebbesi celebrata nel 2 6 marzo : ma in vece Tabbiamo celebrata nel 3o , nel quale s' incontrava la do- menica mobile. Nell' anno i835 la luna 14.^ e nel 12 aprile e la Pasqua tra le domeniche fisse sareljbe nel i6 aprile, ma colle domeniche mobili si avra nel 1 9 aprile , come si vede nelle tavole pasquali. E generalmente le pasque troppo basse o troppo alte sono finite : perche non si potra mai piii avere Pasqua nel 22 marzo, ne al 2 5 aprile. Ma la piu bassa si avra col 26 marzo e la piu alta col 28 aprile (4). Altro insigne vantaggio dell' ordine che si propone e che il ciclo delle lettere domenicali scgnate per tutto il calen- dario A , B , C , D , E , F ., G cessa per senipre di liiso- gnare : non piii si avra bisogno della lettcra domenicale , e non di quella del martirologio^ e questo sara letto spe- ditiasimaraente come dall'autore s'iusegna. CRECOllIANO TERPETUO. 29 Un metodo de' divini ofFicj acconciato con pasqua nel a 6 niai'zo , o per quella del 2, del 9, del 16 o del a 3 aprile ci dara T ordinario che chiamano o regola in tutd gli anni avvenire , salvo le plccole e rare giunte che il procedere de' tempi per leglttinie vie sovrappone : anche il metodo de' licei , de' tribunali e delle altre udienze o pratiche annue rlsentiranno questo vantaggio. Ma cio che poi supera 1' espettazione , il sistema delle epatie scritte pel calendarlo ritiene tutto 1' utile suo per determiiiare il novilunio pasquale e la Pasqua, ma le dif- ficolta vi si diminulscoao. Anzi 1' autore presenta ancora un altro metodo facilissimo da far quanto si facea colle epatte , ma senza I'imbarazzo non piccolo di queste. Lo che sara utile grande per le scuole a far conoscere come si pro- ceda nel determinare i giorni della Pasqua , sebbene T ordine che si propone non si accettasse per fissar le domeniche. -Altro vantaggio riguardevoiissimo e che le tavole pa- squali gla rimaste interrotte sono col nuovo metodo termi- nate. I correttori stesero queste dall' anno 1600 a tutto il 5ooo: ma poi le sospesero, conghietturando che posterior- mente a quell' anno il sistema delle epatte abbisognasse di rlpari e metodi nuovi (5). Ma il nostro autore sostltuito altro metodo a quello delle ejoatte si e trovato libero da tutti gl' inciampi ed ha continuato le tavole pasquali dal 5ooo all' 8300 , dopo il qual anno la tavola riconiincla : e queste tavole valgono tanto colle domeniche mobili come ora , quanto fissandole. Ora questo e vantaggio da racco- mandar largamente quest' opera. Finalmente 1' autore presenta una tavola in soli trenta termini immediata universale perpetaa delle domeniche pa- squali , cioe la quale valera e mostrera successivauiente per sempre la Pasqua correntc, se le domeniche si fissano. Ma non e possibile di esprimere in poco tutti i van- taggi del lavoro che il sig. Mastrofini propone al pubblico: e uoi ne raccomandiamo la lettura : tanto piii che 1' utile riconosciutosi puo esser causa ad ottenerne la facile ese- cuzione (6). ' Opuscolo II. Considmiziuni agginnte intorno gli ampUssimi frutti da rac- coglicrsi ancora sid Calendario Grcgoriano. Dopo aver T autore fatto conoscere che provvedendosi clie r anno cominci sempre in domenica , la Pasqua la 3o SUL CALEND.VIIIO quale ora pub celebrarsi dal a a iiiclusolo di iiiai'zo a tutto il 25 aprile e ridotta a tal determinazione o llssezza che puo essere celeb rata ia soli cinque de' trentaciiique giorni nnmerati dal aa inclusolo di marzo a tutto il 2 5 di aprile, egli passa alF importantissiuia considerazione , se debbasi terminare per senipre anche la variabilita di questl cinque giorni e stabilire nominataniente la Pasqua in uno di essi. Egli dice : prima che si fissassero le domeniclie si ebbe e si rinnovb nella cliiesa Tistanza clie si fissasse la Pasqua in giorno certo : ma questa riusci sempre discara e yana ; perche la scelta si avea da fare fra 35 giorni e niun giorno era fisso per la domenica. ]\Ia dopo clie per 1' ordine che si propone le donieniche pasquali siano fisse e ridotte alle sole del 2.6 marzo, del 2, del 9, del 16 e del 23 ajjrile, la scelta da fare e ristretta fra soli giorni cinque, e sempre fermi coUa domenica , in modo che nelP uno o nell' altro di essi deljba essere la, Pastjua (7). Or qui sottentrano le considerazioni storiche , criticlie , matematiche , teologiche e tutte ragionevolissime dell' au- tore, le quali portano a concludere essere congruentissima cosa che tra le cinque domeniclie pasquali si scelga quella del 2 di aprile, e questa divenga costantissimamente sacra e memoranda per tanto festeggiamento. Certamente, ognuno Vede , clie avendosi delle cinque doineniche pasquali 1' una in marzo e le akre quattro in aprile , vi e titolo superiore per eleggerla iieir aprile , anzi clie nel marzo. Inoltre tale solennita nel 2 di aprile congruisce meglio che ogn' altra col fatto che si commemora : la pia tradizione della cliiesa tiene che la Crociiissione accadesse in uno degli ultimi ve- nerdi di marzo contando dall' ecpiinozio di primavera innanzi del quale la Pasqua non soleasi celebrare. Stabilita la Pa- squa nel 2 di aprile , questa si avrelibe , come conviene , in aprile, ed il venerdl santo ricorrerebbe nel 3i di marzo. E la corrispondenza si trovera piii grande ancora se con- siderasi la crocifissione avvenuta in uu venerdi il quale era insieme il 2 5 di marzo, come da TertuUiano , da S. Agostino e da altri si da per certo, consentendovi teo- logi celeljratissimi. In tale stato di cose la Risurrezione sarebbe occorsa nel 27 e la prima domenica dopo quel gioi-no appunto sarebbe quella del 2 di aprile. Fu mera istituzione della cliiesa celebrare la Pasqua nella domenica prossima alia luna quartodecima del mese CnEGOElANO PERPETUO. 3 I iirimo lunnre ^ rio^ dl quel nicse lunare , La cul Inna o giornata quartodecima della lima cadea nell' ec[uinozio , concepito nel a i marzo , o cadea prossimamente dopo quel giorno. Del resto nelP intiniazione da Dio fatta a Mose per la Pasqua non apparisce traccia alcuna di mesi lunari, come r autore fa conoscere producendone i testi : e la di- pendcnza dalla luaa semljra assunta dagli Ebrei dopo il regno di Alessandro Magno tra le grandi vicende alle quali soggiacqnero per la prepotenza dei I'e della Siria a doversi conf'orinare alle date degli anni loro. E quale necessity violentei'eblje ora noi a dover seguire gli effetti degPin- fortunj di quel popolo ? (8) Divino precetto non si ebbe per la Pasqua con dipeu- dcnza dalla luna. Ed il mese lunare clie si riguardava come il j^riiuo per gli Ebrei , piccolo popolo ed unico , oggi non puo essere piii il primo per tutti ;, perocche si considcra questo nella prlmtivci-a i c Li primal era nostra c r autunno per quelli di la dall'equatore verso il polo australe. E tenendosi ai moti lunari , come ora si usa , si lia un numero di anni trentuno , opuscolo II, § y3 , nei quali niancherebbe propriamente il plenilunio pasquale : e si ripara a tal mancamento, perclie si ha per pasquale il plenilunio dcsignato per gP indizj delle regole assunte per arbitrio suo dalla clviesa. E die sarebbe egli mai questo ricorrerc ai moti celesti per cavarne vina regola la quale poi manca , se non suppliscasi per arliitrio ? Quando tra'Padri Niceni si stabili la Pasqua in dome- nlca dopo la luna quartodecima occorsa nelP equinozio , cioe nel 2 1 inarzo o prossimamente , si riguardava la Pa- squa da celebrare coUa partecipazione dei fedeli nel giorno di questa al (orpo del Signore. Ma questo oggi non piii si ottiene e si verifica con tale precisione : ed il precetto ]iasquale si diffonde da poterlo soddisfare in quindlci giorni: e se la Pasqua occorresse nel 23 marzo, si potreljbe sod- disfare al precetto anche nel di i5 marzo nel quale sL avreljbe la domcnica ddle Palme : cioe si potrebbe sod- disfarvi sei giorni prima delP equinozio : e se la Pasqua avvenisse nel 2 5 aprile si potrebbe soddlsfarvi nel a di maggio, giorno della domenica in Albis: lo che non diffi- cilmentc mettereldie la soddisfazione anclie dopo del mese lunare chiamato primo c fissato per la Pasqua. I nuovi di.'creti dunque o le nuove tircostanze de* fedeli ci hauno 3a suL calt:ndario ridottl a tale die noii piii per la Pasqua regolata colla luna se ne ottiene 1' intento principale di celebrarla colla santa partecipazione costanteraente dopo V equiaozio di primavera e nel mese primo. L'autore considera ancora la risoluzione, la quale tanto si decanta, presa nel Concilio Niceno intorno la Pasqua e fa conoscere clie la risoluzione fu convenzione e Con- cordia fatta tra loro, ma che non apparisce fatto decreto o canone alcuno: di gulsa che nel § 98 deiropuscolo II con- clude: Raccolto il tutto in veduta per concludeme, parmi tra noi passato in fama di decreto Niceno il costume che Roma liberamente prese per insinuazione del monaco Dionigi nel re- golare i ritorni della Pasqua , anzi che questo costume fpsse lo adoperare di Roma innanzi e dopo la convenzione nicena immediatamente. Or dovra una fama die mal regge se stessa, e In qual termina nella libera scelta del capo de' pastori , dovra questa fama a liU fur yiui^oln inviolabile? Ma queste non sono se non alquante delle niolte ra- gioni deir autore e da noi troppo estenuate per la ristret- tezza. L'intera lettura dell' opera lascia la soddisfazione che se ne aspetta col piii vivo desiderio di veder tolti itna volta i tanti dissidj intorno la giusta celehrazione della Pasqua (9). Note dei Direttori. (i) II sig. Mastrofini non e sicuramente il primo che slasi ac- corto della compllcazione del nostro calendai'io. Fra gll altri il celebre Delambre nella sua Astrononiia, torn, ill, pag. 71 1, nio- stra di non tenere in gran pregio gli stiidj fatti dal Lilio e dal Clavio per far concordare i mesi lunari e i solari, e propone di eopprimere interamente la mobilita delle feste; la qual opi- nione e stata combattuta dal sig. Ciccolini nelP opera intitolata Formule analidche pel cnkolo de.la Pasqua^ Roma 1 8 17. Non e neppure molto difficile, qiiando si voglia prescindere dalle con- dizioni che gli autori del Calendario Gregoriano ritenevano come essenziali , T umuaginare niiovi mezzi per semplificarlo. Ma prima d'accingersi a riformare uu sistema generaluiente adottato ti-e questioni Bono da risolversi, cioe : i.° Le regole adottate dalla Chiesa, e quella principalmente che impone di santihcai-e ogni settimo giorno , ponno esse alterarsi dojxi tanti secoli in cui sono state religiosameute osservate? 3.° II danno d' una mutazione che «convolgerebbe la cronologia e egU compensate dal vantaggio di qualche irregolarita toka di mezzo? 3.° Supposto che un nuovo CUEGORIANO PERPETUO. 33 calendiirio fosse approvato a Roma e messo in use , vi sarebbe s] icraiiza ai giorni nostri che le diverse nazioai cristiane ne se- ouibscro ciecaiuente T esempio ? Noi non crediaruo die queste tve qupstioni possano essere decise afferinativamente ; uia quando lo fossero noi sareiuuio d'avviso die nna riforma radicale do- vrebbe preferirsi alia mezze misui-e proposte dal sig. Mastrofini, le quali una volta adottate , lascerebbero luogo fra qualclie se- colo a nuove cridche osservazioni, a nuove proposizioni di nii- glioraniento , a nuove niutazioni e scompigli. (2) Secondo il sistenia proposto , fi-a Y ultima domenica d'' un anno e la prima del seguente non passerebbero piii sette giorui , ma otto negli anni comuni e nove negli anni bisestili ; ecco dun- que una volta alT anno violate il precetto del Sinai : Sex diebus operaberis . . . sepdino auteiii die . . . non fades ovine opus in eo. E se il periodo di sette giorni si puo violare una volta all' anno , perche non si abbandona interamente V perclie non vi si sosti- tuisce quello di 5 giorni che e un divisore dei 365? (3) Non sianio pienamente capaci che col sistenia suddetto si possa ottenere che tutti e fin quelli dell' infima plebe sappiano a mente i giorni festivi di tutto T anno. Per ottener cio conver- rebbe o rendere i giorni d' ogni mese un multiplo di 7, o sop- primere i giorni delle settimane che rimangouo incomplete alia fine dei mesi , onde fai-e in modo che il I, 1' 8 , il l5 ed il 22 di ciascuno di essi fosse sempre festivo. Senza di cio il popolo che uoii ba oouteggiare sara ancora costretto a servirsi d'un ca- lendario. Vediamo infatti che auche attuaknente uiolti souo obbli- gati a ricorrere all' aUuanacco eolo per sapere se il mesp rhe corre e di 3o giorni oppur di 3i. (4) La diminuzione procurata alia variabilita del giorno di Pa- squa non ^ in vero di molta importanza, mentre nel nuovo si- sterna questo giorno potra ancora balzare dal 26 marzo al a3 aprile ; se la Pasqua del 25 aprile si vuol chiamare troppo alta, si potra ancora diiamar tale quella del 2 3. (5) La correzloue alle epatte che i rlformatori del calendario previdero poter essere necessaria in avvenii'e , ed in vista della quale non estesero le loro tavole oltre un certo hmite , proviene imicamente dalP incertezza che rimaneva allora , e che in qual- clie piccola parte pud rimanere ancora , suUa precisa lunghezza della lunazione. Qualunque calendario , qualunque sistenia d' in- terpolazione s^ adoperi sara soggetto alle incertezze medesime , che non possono esser tolte se non col mezzo di assidue osser- vazioni astronomiche del sole e della luna. (6) Nessuna persona che conosca il genio del nostro secolo vorra credere essere facile che i varj popoli s' accordino neiraccettare un nuovo ralendai-io. E noto quanto i Francesi sieno pronti a cor- rer dietro alle cose nuove, eppure si i dotti che gfindotti di quella nazione si opposero sempre all' introduzione del calendario BM. Ital. T. LXXV. 3 34 SUL CALENDARIO OREGORIANO PERPETUO. repubblic;lno che Roiimie ed alcunl altri suoi simlli le voUero a forza iuiporre. Sii questo joarticolare mei-ita d' esser letto e considerato il dotto rappoi'to fatto al scnato di Fraiicia il di 22 fruttidoro delT aiiQO i3 dal celebre Laplace. Ed e da notarsi die la piu forte ohhiezione da lui niossa contro il calendario euddetto cade appuiito sui cinque o sei giorni couiplementarj che dovevano aggiungersi alia fine d'ogni anno, i quali facevano Jo stesso uflicio dei giorni senza nome settimanale che il sig. Ma- strofini introduce nel suo sistema. Les decades^ egli dice, do?i~ naient la facilite de retrouver a tous les instans le quantieine du viois , mais a la fin de chaque annce les jours coinplemciUaires trou- blaient Vordre des choses attache aux divers jours de la decade ; ee qui necessitait alors des mesures administratives. Vusage d'une jietite periode indepeiidante des mois et des annees , telle que la seinaine , oh\>ie a cet iiicoiweiiieiit ; et deja To/j a retabli en. France cette periode qui depuis la plus haute antiquite dans laquelle se perd son origine^ circule sans interruption a travers les siecles^ en se melant aux calendriers successifs des differens peuples. (7) La difficolta non consiste nello scegliere un giorno fra 35 piuttosto che un giorno fra cinque; giacche quando si fosse sta- tuito di render fissa la Pasqua, la scelta del giorno sarebbe affatto indifferente. (8) Se al tempo di Gi'isto gli Ebrei usavano iin anno lunarc, se Cristo nella celebrazione della Pasqua sogui la pratica de' suoi tempi e della sua nazione , che iniporta che quella pratica noa risalisse ai tempi di Mose? La Chiesa nel far connnemorazione de'nuovi misteri poteva e doveva regolarne anch' essa il ritorno sui mesi lunari. Cke del resto c^uando il di d' una solennita e ridotto a regole certe e genei'almeute adottate, non vi e alcun male se non cade sempre allp stesso giorno dell' anno so- lare. Non Bono forse variabih le feste che in diverse parti del jnondo si celebrano all' occasione delle messi , della vendemmia , dello scioglimento de'ghiacci, delle innondazioni de fiumi e di altri feuomeni naturaliV L' ajDparizione della nuova luna clopo r equinozio di primavera e anch^ esso un fenomeno della natura, e puo essere scelto per indizio del tempo destinato dal comune consenso alia celebrazione d' una solennita religiosa. (9) Fra i Cristiani occldentali Cattolici e Protestanti non sus- siste ora mai alcun dissidio sui giorno di Pasqua ; i Greci diffe- riscono da noi solo per non aver accettata la correzione grego- riana delf anno solare, giacche del resto regolano anch"'essi la Pasqua sui mese lunare- E siccome non sarebbe intenzione del sig. Mastrofini di rimettere in corso T anno giuliano usato dai Greci, e chiaro che il suo sistema servirebbe piuttosto ad ac- crescere che a togliere le discordanze dei calendar]. 35 APPENDICE, PARTE I. SCIENZE, LETTERE ED ARTI STRANIERE. Notizle Intorno all' ultima spedizione dl Riccardo Lan- der in Africa. I 1 sigaor Marco Gregorio Laird , uno degli official! del- r ultima spedizione di R. Lander, ha letto nella radunanza del 1 o dello scorso febbrajo alia Societa geografica di Lon- dra una Memoria su questo malaugurato tentativo. Noi cre- diamo bene di qui rlportarne le principali notizie , onde servii- possano quasi di coinpimento alle cose gia da noi rifcrite intorno a quel celebre e si ardimentoso viaggiatore. La spedizione coinposta di due battelli a vapoi-e, il Kouarra e VAlburka , e di un brlgantiuo , fu equipaggiata a spese d' una societa di negozianti di Liverpool. Questa spedizione, ch'essere dovea dal Lander diretta , aveva per iscopo di aprire relazioni di commercio coll' interno del- FAfrica per mezzo del Niger e de'suoi aflluenti: il Kouar~ ra, di i5o tonnellate, era costrutto in Icgno, YAlhurka, di 56 tonnellate , era di ferro e non pescava die tre piedi d' acqua. II lirigantino , di j5o tonnellate, dovea porsi in istazione airimljoccatura del Niger per ricevere le mercan- zie che vi si trasporterebbero dai Ijattelli a vapore. La flottiglia a])bandonu T Inghilterra sul linire del Inglio i832, e giunsc airimljoccatura del Rio Nun al lo del successive ottol^re. Essa costeggiata avea TAfrica dalle isole di Los, facendo scala per Sierra-Lcona , Liberia , Capo-Corso ed altri ciuporj , ne' quali procacciata erasi provvigiono di vi- veri e di alcuni negri. Di la certaiuente provennero le nialattic clic svilupparonsi sul Kouarra e diedero la xuorte al capitauo Harris cd a due inarinai. 36 A P P E N n I C E Dopo r arrivo della spedizioiie la prima cnra di R. Lan- der fu quella d' ornieggiare il hrlgantino all' iaiboccatura del fjume, poi di trasfcrire al bordo de'due battelli a va- pore una bastevole quantita di mercanzie destinatc al com- niercio dell' interno. II 37 , i due battelli coniuiciarono ad ascendere il fiume, sebbeiie provato avessero qualche osta- colo per parte del capo noiiiinato dai commercianti il re Boi die ingiunto avea al loro pilota di cappeggiare. II paese per ben quaranta miglia non presentava che tristi niaremrae , nelle quali crescevano qua e cola alcuni arbusti. II terreno comincio poi a prendere maggiore conslstenza. La marea risaliva sino a So miglia con una velocita di quattro miglia all' ora. La spedizione giunse ad Eboe il 7 di novembre, senza alcuna perdita negli equipaggi , benche travalicato avessero un paese paludoso ed insalubre, costretti ancora a rispingere tratto tratto gli assalti de' natii. Ad un villagglo posto a trenta miglia sopra Eboe incontrarono una vivissima resistenza, e non potettero a meno di distruggenie tutte le case onde coU'esempio incutere terrore. Non di meno il re di Eboe fece buona accoglienza agl' Inglesi: diversi doni furono can- giati dair una parte e dalP altra ; giacclie il sistema sociale lungo le rive del fiume trovavasi , a motivo del commer- cio degl! scbiavi, totalmente smosso e rovesclato, clie il do- minio delle grandi cittn , come Eboe , Atta e Funda piu non consisteva che in atti di violenza; i piii deboli erano oppressi dai piu forti , e nessuno curavasi di proteggere il suo vicino. Ecco la ragione per la quale non si quistiono punto del villaggio distrutto , seljbene molti abitanti di Eboe ne conoscessero la catastrofe, e qnesta prodotto avesse il suo efFetto, come salutevole avvertimento. Gl' Inglesi soggiornarono 48 ore ad Eboe: di la jiartirono il 9 dopo d' aver prese alcune vettovaglie , e giunsero ad un luogo del fiume, che R. Lander nel suo precedente viaggio preso avea per un gran lago da cui uscissero tre grandi fiumi: si ebbe allora la certezza non esservi che tin allarga- mento del fiume diviso da un' isola in due rami e non in tre come il Lander supposto avea. Ivi il liunie ha piu di 3,000 metri di larghezza e 14 di profondita ^ ma il signer Laird non sa intendere donde derivi 1' immensa quantita di acque die per numerose bocche A'engono a get- tarsi nel golto di Benin. Egli non sa indiu'si a credere die PARTE STRANIERA.. Sj queste aoque sicno tutto soininluistratc dal Niger o Kouanri . la cui largliozz.a media e dai i,5oo ai i,6oo piedi inglesi. Due gioi-ni da che i Ijattelli abbandoiaato el)bero Eboe , comincio la niortalita , ed al 5 del dicembre T cquipaggio del Kouarra avea perduti quattordici uoiiilni , tie quello > Ugual sentimento di stupore destossi in noi pure al primo gettare che facemmo lo sguardo suUe imagini delle anzidcttc nove distribuzioni , e gia senza punto aweder- cene spingevamo sovr'esse il dito. onde convinccrci della ^4 APPENDICE. realta o della finzione. Tanta e la niaestria dcirarte, tanto il rilievo tlelle figure , niasslnie nelle teste e nelle parti estreme ! " E quantlo si pensa (cosi contlnua lo stesso giornale ) die tali inaraviglie deirarte cFincidere, trovato die se ne sia una volta il segreto, si prodncono coUa piu grande fa- cllita e prontezza, non si puo a meno d'accogliere con una specie d' enti'siasmo una publilica^ione die per un prezzo infimo ci pone nelle mani una lunga serie di capi d'opera. — La scienza storica e F arte ancora ne anderanno a tale scoperta sommamente debitrici. Clii mai in addietro studiar poteva ad agio suo e compiutamente la numismatica ? Chi mai aver poteva a sua disposizlone o possedere le impronte di circa ottanta mila medaglie antidie; clii avere nella pro- pria biblioteca tutte le collezioni , in cui questi piccoli monuraenti delFarte sono riprodotti in una maniera piu o meno trasciu'ata, e le quali ascendono a non mcno di sei mila volunii'!' >; II Tesoro di numismatica e di glittografia potra a tali difetti supplire senz' oltrepassar punto i liuiiti delle grandi opere di biblioteca. Eccone la classificazione : i" inonumenti antichi ; 2.° monumenti del medio cvo, e della storia nio- derna; 3.° istoria conteniporanea, cominciando dalla rivo- luzione francese. Ciascuna delle tre classi e divisa in serie e formera ciascuna un" opera del tutto distinta che potra acquistarsi ancbe scparatamente , sia per classe , sia per serie. Lo stesso giornale vien pure faccndo un' osservazione che abbiamo noi ancora veriiicata , ed e che alcune inia- gini al prime aspetto movono duljbio se I'incisione rappre- senti un oggetto in concavo od in rilievo. Tuttavia sembra die quest' errore aver non possa luogo se non quando il lato donde proviene 1' ombra d'' un rilievo e troppo forzato per r intaglio o per la tiratura. Sara qnindi facile il porvi rimedio nelle successive distribuzloni. A quest' osservazione due altre ancora, siccome a noi pare, aggiugnere si potreb- bero: e primieramente gli oggetti sembrano talvolta piii finiti e nieglio conservati di quello che siano nel vero. In oltre araeremmo die ne' soggetti di glittografia e ne'basso- rilievi si scorgesse maggiore verita nel fondo , ossia nella rappresentata materia, di niodo che chlaraniente si distin- guessero dalla numismatica in bronzo gli oggetti d' intaglio in marmo od in pietre. E per esempio ne" basso-rilievi del PARTE STRANIERA. 46 Partenone ci parve cli ravvisare una tinta nietallica , ossia di bronzo, anzi che quella cU ua marmo. Che clie siasi pero di qneste c di altre osscrvazioni che fare si potrebbero , gPintagli dcH'opera che annunziamo e che abblaino sott'oc- chio, destauo vcramente maraviglia e sorpresa. G. Christlani Hiigenii, aliorumqne scvculi XFII virorwn celebnurn exercitadoncs mathemuticcv ct p/iilosophlccv ex manascriptLs in Blbliotlieca Acadernlce Lugduiio- Batavoe seivatis edidtt Petrus Joannes Uylenbroek in eadem Acadeinia physices et astronoinice prof, cxtraord. — ■, Hagoe comiuan , i833, ex typograpkia regia {in 4«°, con tavole in rame). Fascicidns 1 con- tinens Chr. Hugenii , Lcibnitii et Hospitalii episto- las mutuas 1 di pag. 324,- fasciculus II continens additamcnta ad fuse. I, inter quae Vaumcslii , Dui- lierii ct Hub. Huighenii epistolas, di pag. 188. Questa raccolta , con singolar diligenza compilata dal prof. Uylenbroek, ed impressa a spesa deirAccadeniia di Leida , e tratta dal manoscritti che vivente lego V Ugenio airAccademia medesima, e da quelli ultimamente donatile da S. M. il Re de' Paesi Bassi. La maggior parte delle Icttere sono in francese, alcune in latino , e qualche breve nota in lingua olandese ; carteggio iniportantissirao e nel quale veggonsi tre sommi ingegni , uniti per vincoli di aruicizia e di conformita di studj trattare di gravi argo- menti di matematica e di iilosofia ^ 1' Ugenio , quantunque d' eta piii provetta contendere con pari vigore coi giovani ingegni dei Leibniz e deirHopital, e questi nltimi preva- lersi di tutti i sussidj della nascente analist per ottenere vittoria sul loro venerato maestro. Non meno interessanti sono le note; quella specialmente che riguarda I'invenzione d'un orologio niarino , intorno alia quale 1" Ugenio era occupato allorche fu dalla morte sorpreso. II dotto editore ci da la storia di questi inge- gnosi tentativi, dei quali si leggeva un semplice cenno nellc opere gia stampatc , e riporta in fine del secondo fascicolo il facsimile d\in foglio in cui e delineata la figura del nuovo bilancierc , c ciie porta il titolo : Libratio iso- clironu imcnta (^ mart. 1693. 46 APPENDICE. PARTE 11. SCIENZE, LETTERE ED ARTl ITALIANE. LETTERATURA E BELLE ARTJ. Fllippiche dl Demostene , con interprctazioni , note e vocabolario del P. Gio. ZuccoNi delle Scuole Pie, ad iiso dcllc medesime scuole. — Firenze, i833 , yiella stamp eria Calasanziana. In 8.°, di pag. xi , 228 e III. Jjjcco un libro utile alia studiosa gioventu ed al parer niio assal beii fatto^ laonde fa d'uopo saperne buon grado, e retribuirne sincere lodi a clii si e presa la cura di far- cene doao. Incomincia questo volume con una saggia , raglonata e sugosa prefazione , ed in nitido ed elegante stile dettata , nella quale svolge giudiziosamente il dotto professore le cagioni per cui la maggior parte dei giovanetti studiosi appigliansi da prima alacremente all' apprendimento della lingua greca , e sgomentati poi dalle diflicolta e dagli osta- coli che lore si fanno incontro per via, ne abbandonano con grave danno delle lettere il necessario proseguimento. Ora dunque 1' egregio P. Zucconi per ovviare ad un inconveniente alia gioventu cosi dannoso , concepi 1' utile divisamento di facilitare I'intelligenza del greco idioma ai suoi alunni , cercando di spianar loro lo scabroso cam- mino per giungervi. Dopo la prefazione , che si termina all' undecima pagina , ne segue rargomento della prima filippica, dettato pure in bello italiano ^ nel quale rende ragione il valente pro- fessore del tempo in cui T Orazione fu detta da Demo - stene e delle politiclie circostanze della Grecia onde fu motivata, indicandone eziandio tutto randamento, afiinche i giovani che prcndono a studiare e tradurre questo li- bro, meglio c piii agevolmeute iuternare si possaao nel I'ARTE ITALIANA.. 47 senso c nei pensieri del greco oratore. Un eguale e si ben ragionato argoinento poi viene premesso ad ognuna delle altre lllippiclie, che formano il soggetto di questo libro. Terminato il surriferito argomento , ne segue il testo groco , nel quale vedonsi sparsi del richiaml con lettere deiralfabeto , die indicano a pie di pagina la spiegazione dellc piu difiicili frasi che vi s' incontrano in altrettante corri'pondenti nella nostra favella. Oltre poi ai suddetti ricliiaiui per lettere alfabetiche , havvene sparsi pure alti'i nel testo indicati con nunieri arabici, e questi riferlsconsi alle note poste in iine del testo medeslmo, le quali ser- vono a dichiarare tutti i punti di erudizione, che hanno rapporto alle sullodate orazioni ,. sia riguardo agli usi ci- vil! e religiosi ed ai costumi , sia riguardo al governo della Grecia in quei tempi , sia pure rapporto alia storia ed alia geografica situazione di quel paese , ed infine an- cora riguardo alle diverse genti che ne popolavano le varie provincie. Al line delle annotazioni , die terminano alia pag. 328, incomincia uu vocabolario demostenico , il quale estenden- dosi per 1 1 1 pagine , contiene non solamente ognl greco vocabolo delle suddette orazioni , coUa sua dichiarazione in nostra favella , ma espresso ancora in tutte quelle ma- niere di cui e suscettivo in quest' ultimo idioma. E qui resta compito il volume , del quale lio preso a far parola in quest' articoletto. Ognuno di leggieri comprende, che in una solida e rom- piuta istruzione scolastica della gioventu non potevasi in verun modo trascurare lo studio della lingua e della lette- ratura greca ; e percio il celebre P. Giovanni Inghirarai , attual provinciale delle Scuole pie in Toscana , il cui solo nome equivale ad un eloquentissimo elogio , propose e con ogni cura promosse un tale studio nel Calasanziano Istituto. Ne , coltivando una parte cosi essenziale d' istru- zione, mancar poteva di tenervi un posto ben distinto Demostene , celeberrimo fra gli oratori di tutte le antiche nazioni ; ed io non dubiterei di chiamarlo il primo se non avesse esistito Cicerone. ^la siccome un autcre qual e Demostene mostrasi plnt- tosto ritroso , e non si lascia cosi facilmente trattare dai giovani studenti , poiche alia piena intelligenza di esso non gono Jjastanti i lessici greci-latini die noi abJjianio ; 48 A P P E N D I C r. cosi faceva d' uopo clie il professore , il quale un simile incarico erasi assunto , si adoprasse in ogni miglior ma- niera che a lui suggerisse il suo senno per agevolarne agli alunni il camraino e spianarne loro le piii ardae difBcoIta. Quindi r ottimo P. Zucconi , clie un tal rarao di scolastico insegnamento fra i Calasanziani disimpegna da varj anni con niolta lode , ben si avvide che due sono le principal! cause delle diflicolta incontrate dai giovani nello spiegare Demostene. La prima di queste precede dalle stile vibrato e con- cise, e non di rado ancera studiosamente ambiguo, di cui fece use quel rigido autore , e la seconda da nian- canza della necessaria erudizione, che negli scolarl il piu delle volte ritrovasi. Egli studiossi pertanto di rimovere la prima con interpretazioni ai luoghi oscuri o ambigui, ponendole a pie di ciascuna pagina del teste grece, e ri- chiamandole con lettere dell' alfabete ; e proctu-6 pei di riparare alia seconda , primieramente con un ampio argo- niente ad ogni oraziene , come gia dissi , in cui dichia- rane il seggetto e 1' andamento , nen meno che le circo- stanze, nelle quali daU'esimio oratore fu detta f, e quindi con brevi ma interessanti annotazioni ai luoghi opportuni contrassegnate con numeri e riunlte tutte in un corpe alia fine deir opera per non imbrogliare di soverchio le pagine confondendo troppe cose insieme. Cosi pure nella compilazione del dizionario ebbe a cio stesso rivolte il pensiero il ch. nostro professore , ne fu contente di tradurre soltanto le voci che lo compongono ; raa vi aggiunse di ti-atto in tratto la spiegazione di quelle frasi che sembrarongli nel greco autore piii ardtie e sca- brese. Per raeglle assicurarsi poi dei passi che abbisegnavano di qualche dilucidazione, di mano in mane clie 1' egregio professore faceva spiegare un' orazione di Demostene ai suoi allievi , andava osservando e notando tutto quelle in cui avevano i medesimi le piu grand i difficolta riscontrate, e su cui da esse Interrogati rettamente non rispondevano. Savio divisamento fu pure quello di eseguire tutto il riferito qui sopra in idioma italiane , in vece di fare use di quello del Lazie; imperocche volendo egli insegnare a tradurre Demostene dalla greca nell" italiana favella , non avrebbe certamente avuto alcun luotivo di far use d' altro PARTE ITALIANA» 49 Unguaggio. Nondinieno, benche di rado , vl ha posta pvu- anco qualclie interpretazione latina , ove gU parve di far cosi meglio intendere la forza della greca frase. II qual metodo , oltre ad essere conforme a quelle te- nuto dal dotto e studioso di lui coUega P. Staiiislao Gat- teschi , che ha gia ottenuto il suftVaglo dcgl' intelligenti nella sua lodata Crestomazia per le scuole inferior! , e pie- nisslmo F ottcrra per qnella che stanne attualmeiite pre- parando per ruinanita superiore di cui occupa con molto plauso la cattedra in Firenze , lo aveva il P. Zucconi stesso riconosciuto da lungo tempo vantaggiosissimo pei giovani student! nelle annotazloni eh' ei fece ai Fasti ed ai Tristi di Ovidio. £ per me una vera complacenza il poter tributare in questo breve articolo la debita lode a cosi dotto e labo- rioso escolopio per un lavoro cosi utile ai giovani studiosi, e cosi ben fatto ; ed annunziare ai dotti amatori della so- lida istruzione , che il medesimo ne ha gia condotto al suo termine uno simile sopra Omero , e dato comincia- mento ad un terzo sopra i tragici greci. Le quali lodevoli industriose fatiche , oltre ad essere di grandissimo vantaggio ai giovani alle cure dei benemeriti Padri escolopj afTidati , possono poi servire per un' opera pill universalniente utile nl dotti , quale sarebbe quella di un coinpiuto vocabolario greco-italiano , del quale tuttavia manchiaino, benche se ne sleno pubblicati alcuni parziali, come quello dello Screvelio. tradotto da B. Cellini di Cre- mona , ed il compendiosissimo datone in luce dal vene- ziano sig- abate Campanella. D. Valeriani. DeU amore ai Vcncziani di Tiziano Vecellio , delle sue case in Cadore e in Vcnczia e delle vite dc suoi figli , Notizie dell abate Giuseppe Cadorin , corre- date da documcnd incditi. ■ — Vcnezia, lo^'i^presso Carlo Ilopfnor , editore mercantc di stainpe, tipo- grafia di Ahisopoli, di paghie 124, in ^.'^ fig. Un buon cadorino , il cui nomc di famiglia si con- fonde con quello della patria , della cui gloria si mostra tenerissimo , avrcbbc voluto illustrarla , dando in luce al- cuna cosa che sapesse di novita intorno a Tiziano ■ spol- vero dunqiip archivj , raccolsc documenti, confronto carte Bild. hal T. LXXV. 4 50 APPENDICE. e caratteri , e giunse ad adunare notizie , cli' egli stesso dubita die non forse siano minute e nojose, ma clie pur crede necessarie al suo fine, mentre di, un uomo grande anche le piii piccole cose sono importanti , e le minutezze , poteva egli aggiugnere , non disdicono sovente nelle storie delle arti. Dopo di a^ere sviluppato que' priucipj medesinii in una breve introduzione, passa tosto T autore a ragionare dello amore da Tiziano portato ai Veneziaui, e lo dimostra am- piamente coll' enumerazione degli onori e dei favori dal pittoi-e esimlo ottenuti in Venezia, colle distinzioni accor- dategli nell' allogamento delle opere pubbllche , coU' amici- zia verso di lui mostrata dai dogi ch'es;!! ebbe a ritrarre, e da altri de'primarj magistrati, ecc. Non dubitiamo punto che il grande artista ferraissimi mantenesse fino alia vec- chiaja i sentiment! in gioventu conceputi , e costante il suo aflfetto ai Veneziani; ma vedendosi le prove della tesi in gran parte dedotte dalla di lui grata corrispondenza ai favori ottenuti, si potrebbe quasi dubitare d'invertere Tar- gomento del libro, e intitolarlo = DeZZ' amore dei Veneziani a Tiziano Vecellio ; = ma ognuno sa che le relazioni del- r amore si confondono nella loro reeiprocita. — Belle sono certamente le notizie che si danno in appresso della fa- miglia di Tiziano , dei figli di lui , e deU'educazione a questi data con grande cura dal padre loro ; bellissime le osser- vazioni che si soggiungono intorno ai suoi discepoli : si leggeranno pure non senza interesse le notizie intorno le moderate ricchezze del pittore , la di lui generosita verso gli amici , le visite di cui lo onorarono alcuni sovrani, e linalmente intorno le opere di quelFillustre pennello che per- petuate furono col mezzo dell' incisione o delP intaglio in rame. Solo ci facciaino carico di osservare che cjualche mancanza si potrebbe notare nelle produzioni tizianesche de' nostri piu recenti incisori , e che essendosi menzionati i lavori di alcuni giovani artisti della veneta Accademia , non si poteva ragionevolmente omettere la stanipa capi- tale deirAdidtera tratta da un quadro di Tiziano dal nostro valentissimo professore Anderloni , e quella di un quadro rappresentante la B. V. adorata da alcuni Angeli , posse- duto dai signori Anaria di Manheim. Seguono le descrizioni delle case di Tiziano in Pieve di Cadore e in Venezia , accompagnate da due bei disegni in PARTE ITALIANA. 5 1 litografiaol altre notizie del figli di Tizlano e di Fran- cesco suo fratello , allc quali crediamo doversi unire altra stampa litografica , diligenteinente delineata, rappresentante la famiglia di Tiziaiio medesimo, e nelle quali s' illustrano principalmente le vite di Orazio figlio e di Francesco fra- tello del pittore ; trovansi quindi presso a ao pagine di anaotazloni, molte delle quali importanti per una quantita di minute avvertenze , che non si sono volute inserire nel testo , ne a' piedi del medesimo ; poi i documenti inediti clie dalla lettera A procedono sine alia lettera U , il qua- dro dei documenti che hanno relazione alia casa abitata da Tiziano in Biri a Venezia , e finalmente la tavola ge- nealogica della famiglia di Tiziano. Per quanto possa sembrare ad alcuno limitato lo scopo delle ricerclie contenute in quest' operetta, come pure non vasta I'idea e Tintenzione con cui e scritta, non potrebbe essa reputarsi d'interesse poco piu che municipale, perche, come da principio si disse , le notizie dei grandi maestri sono sempre preziose per la storla delle belle arti , ed in mezzo a queste ne abbiamo realmente riconosciute alcune che hanno il carattere e I'impronta della novlta. II libro altronde e scritto con uno stile corretto, facile e dlsinvoltoi resecuzione tipografica e lodevole, belle sono le delinea- zioni litograiiche , e quindi auguriamo clie possa riescire questo lavoro gradito non solamente al Veneti , ma agli artisti ed agli amatori delle belle arti di tutti i paesi. SigllU de' Principi di Savoja raccoltl ed illustrad per ordine del re Carlo Alberto dal cavallere Lidgl CiBRAEio € da Domenico Casimlro Promts , depu- tati sovra gli stiidj di storia patria. — Torino, 1884, dalla Stamperia reale, di pag. 2~4, in 4.°, con 33 tavolc in rume ( Magnifica cdizione ). Onore ai Piemontesi e glorip. al loro Sovrano per le cure che quelli si jirendono e per gl' incoraggiamenti che questi offre con animo generoso , onde far fiorire gli studj della storia patria! NelPauno i83a (V. BibUoteca italiana torao 70.°, aprile i833, pag. i33), gli autori di que- st" opera furono da S. M. il re di Sardegna inviati nella Svizzera ed in Francla alia ricerca di documenti inediti , atti ad illustrare la storin, del Ducato di Savoja. In appresso con 52 A I' P E N D I C E. brevetto del i833 ( Biblioteca italiana tomo 71.°, agosto 1 833, pag. 237) la R. Deputazione sovra gll studj di storia patria venne incaricata di raccogliei'e in im corpo e pub- blicare gli scritti di antori diversi e i documenti relativi alia storia di quelle provlncie: piii tardi neiranno medesinio quella prima commissione letteraria fu nuovamente spedita per le stesse indagini nella Svizzera e nella Gerraania. Copioso ed importante fu il frutto del prinio viaggio, reso nolo al pubblico •, dei felici risultamenti del secondo si vedra presto un saggio colla stampa di un primo volume del codice diplomatico. Frattanto per secondare il deside- rio di un Sovrano , tanto propenso a questo genere di studj , si sono raccolti ed illustrati con non ordinaria at- tivita tutti i sigilli die rimanevano dei prlncipi di Sa- voja, tra i quali alcuni assai rari, e vennero pubblicati nella forma piu nobile ed elegante. Essi diconsi tutti ante- rior! al regno di Carlo Emanuele J, non gia a nostro cre- dere , perclie i moderni non agguaglino in varieta e bellezza i pill antichi, come nella prefazione si accenna, nia perche, essendo la sfragistica un braccio , o un sostegno della scienza diplomatica, essa dee arrestarsi laddove a un di presso termina , secondo T opinione dei dotti , la vera eta dei diplomi. Alia serie dei sigilli si fa precedere opportunamente 1' albero genealogico de' Principi di Savoja, onde agevo- lare 1' intendimento di que' monumenti ; e per cio si sono neir albero compresi que" soli de' quali si recano i sigilli , o de' quali parlano piu ampiamente le storie, omesse molte linee cadette, benche da alcuni scrittori ricordate. L'albero comincia con Umberto I, di cui, sebbene Torigine sia ve- lata dalle tenebre, 6 noto die trovossi signore d'uno Stato riguardevole , per ampiezza ed importanza di siti , alia morte di Eodolfo III re di Borgogna. E qui non possiamo omettere di commendare il gludizioso avvisamento degli au- tori , i quali si limitarono a riferire , senza pero adottarne alcuno , i sistemi sopra 1' origine di quella real casa, fon- dati tutti sopra congetture , sebbene mostrino essi qualche propensione a quello indicato dal Chorier , die fa quclF Um- berto figliastro dello stesso Rodolfo III di Borgogna. Nel- r albero stesso sono indicati con uu asterisco i }n"incipi , di cui nel volume recansi i sigilli. PARTE ITALTAMA. 53 Nella prima delle due parti , in cui 1' opera e dlvisa , gli antori lianno mostrata la profondita della loro dottrina in questo ramo della diplomatica od anche dell' archeologia. Trattarono essi deirantico uso de'sigilli, degli anelli si~ gnatorj che furono forse i piii vetusti , delle bolle di piomlio ( le quali veraniente ci fanno passare se noa al- tro col pensiero assai rapiJanicnte ad epoclie piii recenti ) i deir autorita dei sigilli, della materia loro, de'tipi e delle impronte , delle liolle d' oro e di piombo ( die qui tro- vano la loro sede assai meglio che dopo gli anelli ) ; dei sigilli di cera di varj colori e dei principali loro costitu- tlvi , delle varie forme de' sigilli , dei varj loro colori , di quelli liicolori della corte di Savoja ;, della positura dei sigilli, aflissi o pendenti da fettucce , o lemnisci , nudi, o coperti, chiusi in iscatole di legno o di metallo , o cinti, da un cordone di paglia e talora appiccati varj ad un solo cordone; de' sigilli di varie dimensioni, e dei piccoli detti signed , dei sigilli di maesta e degli eqiiestri. Qui si danno alcune notizic dell' antica cavalleria ; si accennano il mi- glioramento avvenuto nell' arte del disegno e dell' intaglio al fine del secolo XII , e il notabile perfezionamento di quelle nel XIV ; la condizione delle belle arti alia corte di Savoja a'tenipl di A macleo Ve de'suoi primi successor!: si da la notizia de' pittori che vi fiorirono , poi si parla dei contrasigilli, dei quali si distinguono due specie, e si fanno vedere i sigilli piccoli e mezzani adopcrati talvolta ad uso di contrasigilli ; si discorre quindi dell'origine del- 1' armi gentilizie , della invenzione delle cosi dette hrisure, delle armi de'secondogeniti, delle cagioni per cui mutavasi sigillo , della positura degli scudi , degli ornamenti blaso- nici, dei gridi , dei motti, delle divise, dei colori, delle vesti , degli aljbigliamenti , arredi delle camere , ecc. ; fi- nalmente dei sigilli d'ufiicio, di quelli dei tutor i, dei sigilli simbolici di alcuni principi e delle leggende de' sigilli in generale. Ognun vede che i signori Cihrario e Promis hanno con questo lavoro renduto un importante servigio agli studiosi ed agli amici dell' erudizione , specialmente del medio evo, additando i veri principj e quasi a dire gli elementi della sfragistlca non solo, ma in parte ancora della diplomatica , dell' arte araldica , del blasone , ecc. ; applicati sempre ai fatti ed alle circostanze dei principi , de' quali si espongono e si illustrano i sigilli. lu fine trovansi 54 APPENDICE. per esteso i capitoli dell' ordine del coUare dl Savoja nel dialetto origiiiale ia cui fnrono scritti neiranno 1434. La parte seconda contiene la serie e la descrlzione dei sigilli. La descrizione che comincia da Adelaide dl Suza neU'aiino 1078 ci parve stesa con chiarezza, con sobrieta e con sufficieate eleganza; i sigilli in numero di 209 coni- presi in 33 tavole ci parvero delineati con diligenza ed esattezza , che e quello che maggiormente si ricliiede in qnesto genere di lavori, e coiropportuna nettezza intagliati in rame. Tra gli ultimi nella descrizione osservainrao una Caterina di Savoja , iigliuola di Lodovico II di Vaud , nel 1343 vedova di Azzo Visconti , moglie in seconde nozze di Raoul di Brienne conte di Guines , in tei-ze nozze di Guglielmo di Fiandra conte di Namur. — L' opera e stam- pata con tutto il lusso tipografico , che ben s'addice alia magnanimita d' un regaante , proraotore di questo nobilis- simo genere di studj. Due opuscoli dell abate Michele Colombo , ora per la prima volta stampatl. — ■ Parma, 1884, per Giu- seppe Paganino , in 12.*^, di pag. ^9. Prezzo, cent, ital. 87. L' egreglo abate Michele Colombo , che oggimai chiame- remo il Nestore de' letterati italiani , ci ha fatto certamente un bel dono con questi due opuscoli ;, comeche nella de- dica al ch. cavaliere Pezzana , bibliotecario della ducale libreria di Parma , dia loro il nome d' inezie e di corbel- lerie. Noi anzi ameremmo che spesso P Italia ricreata fosse con si fatte inezie. Perciocche non piccolo vantaggio ne trarrebbero e le lettere e la morale. Nel primo di essi opuscoli 1' autore imprende a confutare alcune delle considerazioni di Galileo Galilei intorno alia Gerusalemme liberata di Torquato Tasso^ e lo fa con tale forza d' argomenti e di osservazioni clie al certo il critico stesso , se pur vivesse , se ne dimostrerebbe convinto. E sic- come il Galilei voile in ogni modo malmenare il poema del buon Torquato, censurandone ben anco le invenzioni, e disfidando chi che siasi a trovare in esso le allegrezze , i tormeiiti, ecc.^ le aziotii eroiche per amor fatte, ecc. tixtti (jne' pregi in somma ch' egli svisceratissimo deli' Ariosto, tro- vava nel Furioso j cosi il Colombo dopo d' avere accennata PARTE ITALIANA. 55 la tliversa natura deU' un poeina e dell' altro, essendo eroico il prlmo , romanzesco il secondo , al die il Galilei noil curossi di por mente , annovera gli amorosi iiicontri e s^li altri effetd d'amore che daniio vaghezza ed anima alia Gerusalemme , e die il confronto noii temono di simili aweninienti nel Furloso. A qiiest' opuscolo succede una lettera del cavaliere Pez- zana alio stesso Colombo intorno alle tre prime compiute edizioni della Gerusalemme liberata fatte dal parmigiano Viotto, Tuna in 12.° Taltra in 4.°, ambedue di Parma, 1 58 1, ed a quella di Casalmaggiore del medesimo anno. Egli da la preminenza a quella di Parma in 12.°, gia an- clie dal Serassi giudicata una delle piii vaghe e leggiadre , ma soggiugne non essere dessa totalmente simile a quella di Casalmaggiore , siccome parve a quel celebre biografo. Ponendo poi a confronto alcuni passi di tutt' e tre le edi- zioni, dimostra che quella in 12.° e assai piu accurata delle altre due. Nelle quali indagini il Pezzana ci si palesa sempre quel gran maestro cli' egli e in bibliografia. II secondo opuscolo del Colombo e una Diceria sopra il cangiamento di Apostolo Zeno verso monsignor Fontanini. Per- ciocdie lo Zeno dimostrato erasi sempre amicisslmo ed am- miratore del Fontanini, del quale lodato pur aveva il libro dell' eloquenza italiana. INIa dopo la niorte di lui, adontatosi forse perche In quel libro nessuna menzione vedeva di se fatta , comeche copiose notizie comunicate avesse all' au- tore delle quali seppe questi giovarsi , scrisse quelle amare criticlie annotazioni, che videro poi la luce coUo stesso libro deir eloquenza. Tale cangiamento , direbbesi quasi di animo , dello Zeno verso il Fontanini forma il sog- getto di questa diceria , plena di egregi sentimenti e det- tata con uno stile elegante , facile e A'ivace. L' autore la scrisse nell' ottantesimo anno dell" eta sua , intitolandola ai giovani suoi discepoli. Egli vien loro rammentando essere errore grandissimo il credersi gia nello studio perfetti al- lorche escono dalle mani del maestro , non averne rice- vnto che il prlmo sIjozzo, restarne ancora il piii del lavoro da farsi da loro mcdesimi. Pero tra' libri de' quali possono a tal fine meglio valersi , propone le vite degli uomini illustri. Ottimo cousiglio ! Perciocche nelle biogralie pill che nelle ample o generali storie puo il giovane tro- vare cpxella sapieiiza , die e guida al ben vivere , e che JO A P P E N D I C E coir osservazlone sni fatti e sui costuml alu*ui gli vlend mano niano additando cio die imitare „ cio che scliivar debba. Ora Tautore dopo d'aver raglonato del canglamento dello Zeno pone sott'occhio del glovane le seguenti consi- derazioni : non potersi da nn letterato rlgorosamente pre- tendere , che facciasi di lui menzione da que' clie si val- sero delle notizie da esso comunicate loro nel letterario vicendevole conimercio ^ essere pero dovere di gratitudine negli antoi-i il far noto al pubblico donde attiiita abbiano r erudizione della quale nell' opera loro giovaronsi ecc. , e quindi avere in cio mancato il Fontanini ; non potersi tuttavia scusare lo Zeno per cotanto suo sdegno contro di persona gia a lui carissima , non rispettando, come dichia- rato avea di voler fare, la memoria di colui che per tanti annl avuto avea in venerazione. Dalle quali considerazioni tre ntilissimi aiauiiaestramenti puo trarne il giovane : i.° che nelle sue pretensioni essere dee discreto e cireospetto ; a." che studiarsi ben dee di tenere a freno le proprie pas- sioni ; 3.° ch' essere dee civile ed ufficioso con tutti, mas- sime poi con coloro , a' quali lo avvincono doveri d' auii- cizia e di riconoscenza. G. A^ote filologiche sovra VII Vocaboll diiiotanti ufficio o digiiitd di, persona nellAsia , che leggonsi nelV Or- lando Furioso , scritte da Giovenale Vegezzi. — Torino y dalla tipografia Pomba, in 1 2.° L' autore di quest' opuscolo , qnantunque in ancor verde eta e da' piii gi-avi incarichi distratto , batte glorioso le orme de' piu illustri hlologi. Ne il suo nome e altrimenti nuovo nella republDlica letteraria: che anzi gia bello^ri- suona per altre pregevoli produzioni, massime di orientale filologia. Pero de' suoi studj in questo diflicilissimo genere di letteratura ci da splendida testimonianza anche nelle Note fdologiche , che ora ci vennero alia inano , comeche gia da oltre un anno pvibblicate. Egli per tanto iraprende ad illustrare sette vocaljoli significanti ufficio o dignita di persona in quella parte dell' Asia che noi chiamiamo Le- vante , e che si leggono nelf Orlando Furioso ^ e lo im- prende ponendo primieramente a scrutinio le interpretazio- ni de' Vocabolarj e degli Annotatori , e poi il vero signi- ficato traendone dalle radici orientali. Noi ci appagheremo PARTE ITALIANA. 57 <1i ripoitare succintamente e i sette vocaholl e Tinterpi-e- tazione clie ad essi vlen data dalf egregio autore. Essi sono: I. Jniostante ( c. 8 , st. 85 ) daU'arabo Musteem , Presidente, Regolo, Governatore, Bascia. II. Argaliffa (c. 14, St. 16), Argariffa ( c. 1 8 , st. 44 ), Calife ( c. 1 5, st. 95 ) dal- r araba radice Khelef, snccedere ;, e quindi sonei-ebbe il titolo del successore ( di Macometto ) , nome die divenne poi un predicate di dignita o dominio. III. Cadi ( c. 40, st. 11), dignita sacra , o come noi diremmo ecclesiastica, dal verbo arabo Cada , decidere , aggiustare , mettere d' accordo. IV. Cane ( c. 8 , st. 48 , e c. 19, st. 17) " antichissimo ti- tolo principesco (dice 1' autore) nella famiglia delle lingua della Tartarla e della Persia » del quale trovasi menzione anclie in Quinto Curzio. V. Diodarro ( c. 17, st. 97. ) Ca- stellano , dal persiano Dizdar , prefetto o custode d*" una fortezza. VI. Papasso ( c. 38, st. 86 ) sacerdote , dal greco antico e nioderno IlaTJt,'. VII. Talacimanno ( c. 1 8 , st. 7 ) Araldo-Sacerdote , dalle due parole arabe , Tellal , Araldo buccinatore , ed Imam , Sacerdote. Colle quali dotte inda- gini r autore venue vie piii chiarendo que' luoghi del Fu- rioso , ed altresi rettificando varie interpretazioni tanto de' vocabolarj quanto de' comentatori. G. Pocsic Bibllclie tradotte da celebri Italiani, ecc. — Blilano , 1834, Societd tipografica de' Classici Ita- liani. Vol. Ill- Con questo terzo volume e felicemente corapiuta la rac- colta dclle Poesie hihlichc. tradotte da celebri ItaUani, ecc, doUe quali abbiam gia fatta parola nel tomo 72.°, novem- bre 1 8 33, pag. 176. Questo volume, oltre le rimanenti versloni delle poesie bilDliclie , contiene la Prefazione di Monsignor Jacopo Lenigno Bossuet al Cantico de' Cantici, tradotta dal latino , un Kagionaniento sulla poesia profetica degli Eln-ci tratto dall" opera del dottore Roberto Lowth ; un altro dello stesso Lowth intorno 1" origine e la forma deir Elcgia ebraica, e sopra i Treni di Geremia; un terzo pure del medesimo Lowth sulla poesia didascalica degli Ebrei. Dai bcnemeriti editori non furono omesse le piu minute indagini per presentare agli amatori di questa col- lezione e sceUa e varieta di versioni. Qui si diede pure un saggio della parafrasi poetica dei Salmi che pubbUco 58 APPENDICE, in lingua latina il signor Giorgio Ferrich raguseo , 1' anno 1 791; parafrasi di ottimo gusto e ottimamente condotta ; alia quale furono dall' autore stesso aggiunte le versioni degli altri cantici divini con brevi ma erudite annotazioni. Finalmente in questa coUezione, oltre 1' assidua vigilanza per la correzione tipografica, si ebbe cura di stendere un Indice generale del nomi de' quali si fa menzione in tutta la raccolta , tanto sacri e proprj degli autori Inspirati , quanto ecclesiastici e profani di quegli scrittori di cui fu- rono arrecati i comenti o le testimonianze per raaggior- mente illustrare i passi scritturali. Inni Sacri di varj autori italiani viventi. — Brescia , 1834, Ventiiriui. Leggendario , o Vite di Santi bresciani con note isto- rico-critiche , del sacerdote Giuseppe Brunati. — Laudemiis viros gloriosos et parentes nostros (Eccli.) — Gloria filiorum patres eorum ( Prov. )• — Bre- scia, 1834, presso Lorenzo Gilbert!, editore , in 8.° Lir. 3. 5o austr. Questi Inni furono riprodotti alia luce nell'occasione che Monsignor Carlo Domenico Feri-ari fu staliilito nella sede Vescovile di Brescia. Un serto piu vago di poetici iiori , piu adatto alia circostanza non si potea ofFerire al nuovo Prelato dal tipografo Yenturini; i^erciocche questi potuto non avrebbe con piu fortunato consiglio presentarci sotto iin solo colpo d' occhio la saplente imitazione de"* lirici gre- ci , il profondo meditare dell' aninio , lo slancio di fervida fantasia nelle divine cose assorta e gli altissimi I'eligiosi concetti die la sacra musa insplrava ad un Manzoni , ad un Arid, ad un Mamiani, ad un Borglii, al Carrer ed al Buc- celeni , onde chiaro apparisse a quale nobilta di stile e magnificenza di idee possa elevarsi umano splrito che ve- racemente gusti le cose del Clelo. Per la stessa faustissima e sacra occasione esce pure il Leggendario di Santi bresciani. Ne certamente ad un pre- lato neir atto della sua solenn>e assunzione al soglio epl- scopale ofFerir si potea piu degno omaggio, quanto un libro in cui i fasti contengonsi di qviella chiesa , al cui governo fu egli dalla divina Provvidenza prescelto. E tanto PARTE ITALIANA. 69 piu pregevole diviene quest' omaggio , quanto che le ine- morie tie' Santi che in esso contengonsi , sono rlntracciate colla pill Sana critica sovr' autentici , od autorevoli docu- menti , descritte con soavita e chiarezza e con unzione sifFatta che scende soavemente al cuore ; corredate poi di copiosa e bella erudizione. Pero il saggio autore non voile inserirvi che le vite di que' soli Santi , de' quali sino air eta nostra pervennero le piii sicure notizie. Egli ha quindi omessi i Santi, de' quali sventuratamente perdute si sono le genitine inemoi-ie , ne di quelli che nati alti'ove non soggiornarono in Bi-escia se non per brevissimo tempo, ne di qnelli ancora , de' quali rimangono tuttora imperfetti i processi della canonizzazione, ne finalinente di colore che ab antico per tradizione o voce di popolo onorati col titolo di beati , tuttavia non furono mai venerati come tali ne dalla Chiesa bresciana , ne da altre Chlese , nieno poi dalla universale. Noi siamo quindi d'avviso che questo li- bro e nel suo genere imo de' piu comraendevoli, ed anzi tale che quasi servir potrebbe di modello. Inni e Cantici popolari della Chiesa volgarizzatl da Samuele Biava. • — ■ 3Iilano , 1884, Visai. Con ottimo divisamento il prof. Biava si pose a trasla- tare dalF idioma latino quelle auguste preci e quei cantici divini , die suole il fedele privataraente sciogliere a laude dcir Altissimo , oppure nel sacro tempio intonare con voci miste al coro de' leviti. Per tal modo chiunque non e eru- dito nclla lingua del Lazio puo non solo orare collo spi- rit© della Chiesa, ma altresi penetrarne i sentimenti e ri- volgersi con piu vivi e sentiti alletti al Cielo. Ne a minor frutto rluscirebbe questo lavoro del sig. Biava, se il popolo fedele lusingato da siffatta armonia , anche per semplice ricreamento dcU' aninio , si appigliasse alle raedesime , di- Vezzandosi da altre , che male o iuljricamente suonano. Non per diversa ragione crediamo che fra i greci il Nazianzeno e il vescovo Sinesio alia profana lirica ed alle odi spiranti una stemperata volutta sostituiti abbiano i raelodiosi loro cantici di pio argomento , ed ai riti sacri accomodato. An- che fra noi non mancarono direttori di anime e missionarj, i quali si proposer© di allettare la pieta de' popoli con sa- cre canzoncine. Se non che queste troppo languide ci sono 6o APPENDICE. apparse, disadorne cd incolte nello stile e di sifFatta na- tura die , tranne un ritmo facile e volgare , a stento vi si scopre poesia. Ma 11 sig. Biava sotto forme ben diverse ci presenta il suo lavoro : nobile e dignitosa e la frase poe- tica j le immagini del testo originale ne sono vivamente espresse ; fedele e nativa 1' espressione, purgata la lingua, la lirica de' suoi versi or mite e soave , or forte e mae- stosa , secondo die richiede 1' indole stessa del soggetto. Ben con dolce emozione il tenero fancluUo recitera rivolto alia Vergine : Del Signore messaggiero Scese un Angelo a ]Marla , Nunzlatore del niistero Che concetto in Lei saria Per merce del Santo Spirito L' aspettato Redentor. Ave, Maria; per te la grazia abbonda , Teco e il Signor ! Te fra le donne i pbpoli Benedii'anno di Gesu feconda, E il Figlio tuo con incessante amor. E Maria : — Qual hai parlato , Sia pur, disse, io sono ancella. — E nel grembo immacolato Delia eletta Verginella Fatto il Verbo un uom^ tra i miseri Fu del mondo abitator. Santa Maria, die a Dio sei madrc, Implora Pei nostri falli quel perdon die suppUci Oggi speriamo , e sj^ererem nell' ora Che imparadisa clii pentlto muor. E nel terrore del suo animo dira il medltabondo : II giorno dell' ii-a , quel giorno del lutto , Clie il mondo in favillc si solva distrutto , Davidde , siljilla predisser , verra. Oh ;, quanto tremore sara che preceda II Giudice eterno , nel punto die rieda Gil arcanl scrutando di tutte le eta ! Fragor portentoso proromper di trombe Udi-anno i defunti , dovunque le tombe Squassar scoperchiando divino terror. La morta sua polve natma stuplta Vedra ricomporsi , tornare a la vita , Schierarsi al tuo cemio, risponder , Signor' PAUTE ITALIANA. 6 1 E con labbr.1 divote esaltando il nome deirAltissimo in- tonera ogni fedele : AI Padre , al Figllo , al Paracleto Spirito Sia la gloria die il ciel nan-ando va , E die la terra dal mattin de' secoli Al novissimo di ripetera. Di alcuni Salmi e sacri Canticl. Vcrsione italiana del- law. Giorgio BlANCHi. — Vigevano, 1834, Marzoni. Protesta il traduttore di queste divine poesie , clie non umana A'auita. , nia il desiderio di maggiorniente diffondere anche nel popolo la cognizione e I'aniore delia divina pa- rola 5 lo indusse a trasportare in volgare idionia le sublinii inspirazioni de' sacri vati. Di plii , considera questo suo lavoro siccome inezzo di preghiera insieme e di sollievo nelle sue afflizioni. II teuore di siffatte proteste rendono gia naturalmente benevolo verso il traduttore T aniuio di cbiunque ponga lo sguardo sopra tale poetica produzione del sig. Bianchi. Pero gl' intrinseci pregi della poesia stessa consistenti in itna frase e rima spontanea , nel rendere con fedelta il testo della Volgata , in un andaniento di versi cliiaro e conciso , ed in altro che ogni savio leggltore vi potra rlnvenire , questi pregi , ripetiamo , conciliauo all' o- pera del sig. Bianchi assai lode ed amore. Ne ometteremo r altra dicliiarazione del traduttore , ove dice , che " vo- lendo tentare una versione tutta mia uscita interamente dal mio poco cervello , tgraeva die , leggendo e studiando le versioni altrui , la mia non ne contraesse di troppo il colore. » Percio confessa ingenuamente di non aver veduta giammai uemmeno le versioni del Mattel e del Leoni. Poesie minori del Petrarca sul testo latino ora corretto. volgaiizzate da poeti viienti a da poco defunti, col testo a f route. Vol. Ill ed ultimo. — Milano, 1834, dalla Societd tipografica de' classici italiaui , in 8.°, di pag. 10 e 283. {Fi si aggiuugono tie appendici di pag. 81.) Prczzo in carta soprajjina ital. lir. 7. 5o ,• in carta di colla lir. 10. 60 .• in 12.°, carta sopraffi- na , lir. 5. Bella edizione. Intorno alia natura ed al nierito delle minori poesie del Petrarca si c gia bastcvolmemc ragionato in qitesto 62 APPENDICE. niedeeirao Giornale ( toni. 58.°, inaggio i83o, pag. 233, e 63.% luglio i83i, pag. 3), all' occasione che dalla Societa de' classicl italiani pubblicati ne furoiio i primi due volumi. Col terzo die ora annunziamo se ne compie la collezioiie. L'editore, il chiarissimo sig. dott. Domcnico de'Rossetti, giusto ed appassionato estimatore quant' altri mai delle opere del Petrarca, delle quali possede una delle piii rlc- clie e piu prezlose biblioteche , cl da nel proemio le ra- gioni per le quali il j'l'esente volume viene si tardi alia luce. L' induglo provenne dalle diverse circostanze dei volgarizzatori e da altri non prevednti casl , de' quali percio imputare non si possono i tipografi e l' editore. Pero qnesti vien anzi avvertendo che di tale per lui tor- mentoso indugio fu in qualche modo risarcito : " dal cre- '/ scente favore (ei dice) e dalla conoscenza anche per- y> sonale di quell' egreglo filologo, di cui nella prefazione del » secondo volume feci onorevole parola. Questi, che con yf tanto amore diedesi alia revisione dei due primi e par- n ticolarmente del secondo volume, raddoppio le sue cure » pel terzo , aggiungendovi le varie lezioni e correzioni a >i miglioramento del testo latino delle Egloghe e delle >/ Epistole. » E qui 1' editore continua con parole di ri- conoscenza verso del Ijenemerito filologo , pel cui con- siglio venne altresi migliorato Tordinamento de' poemetti di questo volume. Pero noi abbiamo qui riportate le parole stesse dell' editore , perche nello scorrere il volume riscon- trammo la veracita di esse nell' accuratezza si del testo che delle varianti, e nel divisamento per cui sceverati furono dal testo principale i poemetti di minor merito da varie parti insieme raccolti, o ad altri autori appartenenti; e perche il filologo , cui esse parole si riferiscono , ci e noto e di persona e per altri pregevoli suoi lavori spe- cial mente nel fatto di classica letteratiira : uomo degno veramente del nobile incarico che aliidato gli venne in nno de' Cesarei iiostri Istituti di publilica istruzione. In questo volume alle sei sezioni del testo principale tengono dietro tre appendici. Nelle due prime contengonsi que' versi che si trovano sparsi nelle altre opere del Pe- trai'ca. La terza ci da i versi di Giovanni Boccacci per V Africa del Petrarca , poema di cui si e tenuto discorso nel secondo de' suddetti articoli. Anche queste appendici eorredate sono di erudite e critiche annotazioni. G. PAKTE ITALIANA. 63 Capitoli di Lidgi Tansillo , ora per la prima volta piibblicati. — Vcnezia , 1 833, dalla tlpografia di Alvisopoli. Lettcre descrittue di alcuni liioghi campcstri nellc pro- \incic Veiietc. — Vcnezia, i833, tip. di Commercio. Lettcre inedite d' illustri Ilaliani. — Venczia, i833, dalla tip. di Giuseppe Antonelli. Ve7si di Cesare Francesco Balbi nobile liniziano. — Vcuczia, io34, dalla tip. di Paolo Lampato. Dei Trovatori , discorso Ictio nelt Accademia di scienze , lettere ed arti in Padova , nella tornata del giorno 25 giugno i833 dal socio corrispondente A. C. V. — Padova, i833, coi tipi della Minerva. Tuttl quest! libretti furono pitbljlicati in occaslone dl nozze , e , come dicono i loro tltoli , ausplcatissime. Negli ultimi anni della Repnbbllca Veneta , in itn tea- trlno d' autunno , uno di que' buffi comici della scuola di Rafanelli , ma non cosl celebre di Rafanelli, dei quali non solo non abbiarao piu esempi ma abbiamo perduto fin anco la memorla , avea divertlto il publjlico di Venezia pel corso di molte recite, colla nol^ilta de'suol lazzi^ colla finezza del suo spirito, colla disinvoltura nel parlare il suo canto conservando tnttavia perfetta 1' intonazione , e final- niente e pin d' ogni altra cosa colla facolta di dispensare a tutti il buon uinore. Venne la sua serata di benefizio ; ma niuno avea pensato a fargli un po' d' onore. II povero diavolo nella sua qualita d' uomo non avea protettori, vec- cliio com' era non avea protettrici , e come scapolo gli man- cava fiuo cpiella jDrotezione di riverbero , die suol procu- rare una brava moglie od una liglia leggiadra. II suo caso era spacciato. Se non che alcuni dilettanti veri , di quelli che soglionsi collocare nella prima fila presso 1' orchestra ed aprono e chiudono il teatro , che gli erano grati del divertimento, ed erano inoltre suoi amici , pensarono il dopo pranzo di quella sera all' inconveniente se il povero ])ufio-comlco non avesse la sua festa. Egli amava moltis- simo la sua arte , e poteva soffrirne un gran dispiacere. Quel gattino della prima donna , essi dicevano , perche sua eccrllcnza N. N. la corteggia eJibe i sonctti a nuvole ; e iiulfdiccvano la fortuna neiuica a] vecchio arcuto. Tuttavia 64 A P P E N D I G E. ho un progetto, disse imo .... ed io un altro, disse un se- cond©.... va bene, risposero tutti a core ; ricordatevi che non c' e tempo da perdere. II teatro era afFollatissImo perche , come dissi , il buffo piaceva e divertiva assai ; in cjuella sera egli fece prodigi j non fn mai cosl gajo, cosi spiritoso, cosi amabile come in quella sera i verso la fine canto un" aria in soprano con- traffacendo il gattiiio della prima donna, tratto tratto bal- landola con un'agilita a settant'anni maravigliosa ^ cosa da morire dalle risa. Ed ecco nel piii bello dello spasso ca- scare i sonetti a nembi in platea ^ perche dovete sapere , lettori miei, che tutte le varie composizioni di simili con- giunture si chiaman tutte sonetti ; sonetti adunque d' ogni grandezza, d''ogni forma, in carta ed in seta, e quel ch'e pivi d' ogni colore , cosi che pareva che piovesse una pri- mavera ; oltre la solita pioggia d' oro e i mazzi di fiori sul palco scenico , precisamente come al Carcano per la Pasta. Ma il meglio si fu che dal mezzo della volta si vide calare con vma fune un vitello fasciato da uno zo- diaco di ghiotte cose , che un amico del buffo comico e poco della poesia penso di regalargli come nudrimento piu sostanzioso che non vogliono ne possono dare le muse. In quel buon tempo la cosa non offendeva la decenza; per lo che fu accolta dal publjlico con uno strepito di batti- mani da salire alle stelle. Termino la festa cenandosi da una numerosa brigata , di cui il buffo era capo, il vitello col restante , e facendosi da essa una beta gozzoviglia. II giorno dopo uno che avea conservato qualche sonetto del volati lesse: " Per la monacazione di . . . . » un altro lesse : « Celebrando la sua prima messa il sig. Don .... „ il terzo : " Per le fausdssime nozze . . . . » A tahino tocco il ritratto d' un laureato , perche c' era anche ritratti , che doveva passare per quello del buffo comico \, a clii quello d' una ballerina raorta dieci anni prima nel fiore dell' eta , cosa un po' dura per trovarci la corrispondenza ; a chi quello d' un professore di mediclna ; e che so io ? Da quel benedetto soflltto del teatro era piovuto un mondo intero. Ma come ando la faccenda? Si credette da un amico del buffo-coraico che qualunque cosa vcnisse giu dal soffitto alia festa bastava ; stanipare o ristampare sonetti di simil genere non c' era pin tempo; ando quindl da alcuni li- brai , ne voto i cassoni ; c fece s;ittare dair alto tutte lo PARTE ITALIANA. 65 couiposlzioni poetiche di vario argomento , e stampate a fo- glio clie gli vennero alle mani. Nessuno Ic avreblje lette, egli pensava e non s' era inganiiato. Da quel tempo , cosi mi raccontava un allegro Veneziano, in tutte le occasioni nelle cp.iali ci vuole la carta stampata per esprimere la propria contentezza , e principalraente in quelle di matrimonio , comincio 1' use tra noi di pul)blicare qualunque cosa, pur- che la carta stampata non mancasse. Si son viste non solo poesie lugubri stampate a proposito di nozze, ma un egre- gio letterato credetie anche di poter far risonare suUa sua cetra i casi di Giulietta e Romeo. C e poi la slngolarlta , che quasi tutte le lettere dedicatorie di codesti libretti, a nonie di quelli che sono condannati dall'uso ad esprimere il loro giubilo, sembrano gittate in un medeslrao stampo. Onesti negozianti , uomini del bel niondo , donne eleganti, giovani , vecchi, letterati e illetterati parlano tutti ad un modo i cosi che ben si vede civ ei sono sotto il fascino della circostanza, la quale pero alti'o non vuole che carta stampata. Umile e questa orlgine, ma, come ognuno sa, umili e basse sono tutte le origin! ; ed io ne volli far cenno ai lettori una volta per sempre , perche intendano subito di che si tratta quando vedranno raccolti piix titoli di cose disparate in capo a un articolo solo ; e perche 1' occasione che le fece pubblicare, sia' anche riguardata un giusto mo- tivo da parlarne congiuntamente. Oltreche non dissiuuilo la mia speranza di avere giovato raccontandone 1' orlgine a clii vorra scrivere I'istoria di questa letteratura occasionale , o per lo meno V orazione funebre, s' ella fosse come crede taluno vicina al suo ter- mine. — Ma veaiamo ai nostri libretti. I due capitoli del Tansillo , 1' uno per ragguagliare un amico del suo stato dopo una ferita avuta alia testa dal calcio d'un cavallo, 1' altro in lode delle belle donne di Nola, dove il poeta aveva tranquilla stanza lunge dallo stre- pito dei cocchi e delle carrette di Napoli , sono scritti con molto garbo di stile naturale e grazioso , e per dirla con un suo verso mandano veramente Un picciol jiiscellino di poesia die e tutto quello clie in simili componimenti si puo de- siderare. Non hanno ccrto il Icporc ne lo spirito del Berni, uia il Berni fu unico al moudo nel suo genere , c non Bibl Ital T. LXXV. 5 66 APPKNDICE. soffre paragon!. Chi temesse cU usare il vocabolo cihbordare, fuori del linguaggio di marina , dopo la proscrizione del facile abbordo fatta dal Monti come di triviale gallicismo , sebbene registrato nel vocabolario della Crusca ; cui non bastassero gli esempi del Manzoni ; ne Tuso delJa lingua ben parlata ; quegli puo confortarsi con questo verso del Tansillo : O die ni urti , o rn abbordi , o 'I passo vied. e lo registro per lui. Le lettere descrittive di alcuni luoghi campestri nelle pro- vincie Venete ingannano col loro titolo , ma non se ne ri- mane scontenti. Perclie se poco o nulla troviamo di parti- colare a quelle terre, se la descrizione si allarga , piii che altrOj nella generallta delle bellezze campestri, noi siamo tuttavia compensati da certo sentimento , da certo calore che r autor vi diffuse , da certi pensieri , da certe imraa- gini che non mancano ne di movimento ne di splendore. Se non che si desidera forse tin poco piu di poesia quan- d' egli parla al suo Silfo , e un po' meno quand' egli scrive a' stioi amici •• il difetto non ista altro che nella colloca- zione. E, per esempio, perche non tralasciare dl raccontar al suo Silfo , all' essere incoiporeo e simpadco col quale fa- vella i suoi mud colloquii V anima delf autore , la noja di Varcar la laguna in una bella notte serena in compagnia di quattro stupid! ? E questa una prosa ch' egli non puo intendere. La piu notabile di queste lettere mi par quella in cui parla di alcuni freschi di Paolo Cagliari ; e il piu Jjello di questa la dove descrive il famoso convito di Cleopatra, dalla perla stillata, argomento favorito del Veronese, e trat- tato quivi pure da lui con molto amore. L' autore lia in- serito alle sue lettere tratto tratto de'versl; ecco due strofe d'' un inno alia tempesta : FincJie la cerula onda del rivo Contemplo , e V erba fresca , e il puro del Mi torpe V anima , non so s' io two Deserto fior che langue in siillo stel. Pace? d' amabile sorriso e bella La pace , e dolce e trar sereni i di : Piii bello e il fremito della pwcclla AW uom che vuita e ardiia alma sorti (p. 35 ). PARTE ITALIANA. 67 Dodlcl sono Ic lettere inecUte d'Hlustri Italiani; ma il ti- tolo e specioso, e contengono hen poco criiuportante. Tut- tavia chi volesse averne qualclie notizia sappla , die da una lettcra del Parini , per esemplo , si vede che per la ristampa de'poemetti " il Mattino ed il Mezzogiorno >/ ag- giuntavi la Sera egli pretendeva da un librajo di Venezia cento cinquanta zecchini, somraa die parrebl^e esorbitante andie ai generosi librai de' nostrl giorni , non ostante i progress! dell' inciviliraento ; die da una lettera del Bondi piena di modestia trapela ad ogni raodo di'egli si credeva il ralglior traduttore della Buccolica di Virgilio ; die Ip- polito Pindemonte mandava al Vannetti, appena composta, la sua gentilissinia canzone " Fonti e coUine » assai di- ver sa da c£uella che leggiamo era stampata tra I'altre sue poesie. E quest" ultimo e anzi il meglio di tutto il libretto pel confronti die si ponno istituli'e con frutto delP arte ., e pel vedere quanto aggiunga di pregio talvolta lo studio alle opere stesse che non hanno altra origine die dalla Inspirazione del momento. II Pindemonte avea scritto da principio : Colline eel acquc Ne quella fonte Cliiesi agli Dei; Co' desir miei Jl voto piacque Ne questo raonte Pago io iivrb : Mai varcherb. Cambio piu tardi ne' seguenti versi : Fonti e colline Ne mai quel fonte Chiesi agli Dei : Co' desir miei M' udiro alfine , Ne mai quel monte Pago io vivrb. Trapasserb. E inutile il dire come sia migliorata in questa forma ; che si vede di colpo ;, e sarebbe troppo lungo il far altre citazioni ; ma gia da qnesta si pub arguire come e in qual luodo egli rivedesse tutto il restante. Si, e vero, la lima gio- vava assai ai componlmenti del Pindemonte , ma il dire che alia lima egli dee forse la maggior sua riputazione , co- me fa in una nota 1' editore di questa lettera, e peggio che non dir nulla. La lima non puo migliorare se non se un componimento die gia era buono da principio , la lima non da ma toghe ^ e la soave malinconia , il sentimento profondo , le amabili e graziose fantasia onde sono cosi cari i versi del Pindemonte , loro non furono certamente couiunicati dalla lima fatale. Che se poi per lima 1' editore 68 A P I' E N D I C E. intendesse studio ; sianio cortesi a interpretare per onor deir editore ^ cioe 11 ripensaie il gia fatto , e diro quasi gittarlo nuovainente nello stainpo deirintelletto, allora 1' edi- tore dlrebbe del Pindemonte quello die di Byron disse Moore , clie cioe le piu grandi bellezze si doveano al ri- fare de' suoi compoiiiuienti. Ma quel disgraziato vocabolo lima, posto in quel luogo, puo mettere il dubbio clie 1' edi- tore voglia ofFendere il Pindemonte senza sapere quel che si dlca. Prima di lasciare queste lettere osservero clie ce n' ha una di Daniele Farsetti, nella quale si lamenta di Dome- iiico Cimarosa perche non adempie a tempo a' suoi obbli- ghi , e quando finalinente si crede di avergli cavato qual- cosa dalle mani , e per il debolissimo stile , e per gV iiifiniti error i che nello spartito s' incontrano flmoii sembra farina sua via di qualche scolare .... Le scuse iuc .... del male non gli sono state fatte buone .... Maestri di musica de' nostri giorni, vedete la bella difesa conti'o quelli che pretendono d' avervi influito il genio perche vi pagano. L' editore dei versi del signor Bal])i dice clie dove quasi trarli a forza dall' oscurita del sue scrittojo a cui li con- dannava. L'apparente modestia degli autori e spesse volte coscienza di non avere raggimita I'idea esemplare del belio che aveano fitta nella mente : Ben io talor , fremendo all' ardua meta Slanciar mi ardisco , indi m' arretro e cedo Debile troppo ed inesperto atleta. E il bello adoro , il hello intendo e vedo , Ma se afferrarlo tento , ei ratto sfuma , E pill deluso ad invocarlo riedo. Cosi gia vidi su viscosa spuma Brillar distinti i bel color delV Iri , Che ripercossi avvien che quella assuma , Ma , se di lieve auretta wi soffio spiri , Cede la fragil bolla e si dilegua , Ne dopo lei di lei segno piii miri (p. 3 i ). Una cosi ingenua confessione . fatta in cosi bei versi , disarma la critica , e fa desiderare che il sig. Balbi possa e voglia attendere a quegli studj cui pare certamente dalla natura chiamato. Trovare un discorso accademico senza rettorica , in istile nobile ma disinvolto ., sarebbe una vera scoperta , una PARTE ITALIANA.. 6() scoperta da amlarne glorlosl. Ma in questo del Trovatorl la rettorica e pcggiorata da certa pretensione d' originalita cirio lion saprei deterniinare in altro modo che colle ci- tazioiii " . . . . Vi scorsero le orine noii indecori di que can- tori, alciini de' quali destarono sa corde non chieste ad Apollo Humeri coiisoni alia semplice e melodiosa espressione dell'ispi- rato pensiero. Vol gia awisate che il mio dire accenna ai Vati del liuto , ai celebri Trovatori. Blio caro sig. A. G. V. nessuno puo aivisar nulla se non parlate piii cliiaramente. Che cosa vuol dire su corde non chieste ad Apollo? Forse die non erano poeti paganl' Ma allora tutti e non alcuni- Forse ch" erano poeti senz' arte '' Ma Apollo e appunto il siiubolo deir inspirazione. AUe corte , questo non vuol dir nulla. Ma portiamone un altro u-atto : Che se manca pregio di difficile noi'ita a er uno sfoggio di squisita erudizione nelle illustrazioni, quelle sotto i numeri 8 e 36 riguardanti la famiglia Coii- tari/u, ferace anclie di chiarissimi ingegni e di colli scrit- tori; qiiella sotto il n." ly conccrnente la famiglia Manfre- di, eve si vede Vii\ predicatore assai libero, che al tempo deir interdetto di Paolo V non risparmiava ne il Papa , ne i Gesuiti nel sostenere i diritti della suarepuhblica, e finalmente fu impiccato ed aljbruciato in Roma ; quella sotto il n." 19 riguardante la famiglia Zazcari, dalla quale pure uscirono illustri letterati ^ qitella sotto il n.° 2 5 che versa sopra Fortunio Spira Viterbese poeta del secolo XVI ^ e quella sotto il n." 46, nella quale lungamcnte si par la dei JBeinbi, del letterati di quella illustre famiglia, delle opere loro, ed occasionalmente di quelle del celelire Paolo Giovio di Como, vescovo di Nocera. Degne di osservazione sono pure quelle sotto i numeri 28 e 24, nelle qaali si i-icordano un Giacomo Murator Piemontese, e un Matteo Fon- tana arcliitetto del secolo XYI, e quella sotto il n." 27 per la sua ]:)izzarria. Alia iscrizione 46 va unlta una tavola in- tagliata in rame a contorni, e alcuno forse bramerebbe di leggerla ridotta alia sua vera o verisimile lezione, non Jjastaudo a cio la tavola delle abbreviature posta in fine al volume j ma si soggiungono in vece tre lettere inedite di Paolo Giovio, relative alia illustrazione deirepigrafe rae- desima. II fasclcolo 12." comprende le cliiese di 5. Elena e 5. Ma- ria Mag'^iore. Fondata quella di S. Elena in una isoletta presso il sestiere di Castcllo verso gli anni 11 70- 11 75, fu da prima assegnata ai Canonici regolari di S. Jgostino, poscia ai nionaci Olivetani, ed ottenne in diverse epoche notabili ristauri, specialmente nel XIII secolo, in cut vi si disse trasportato da Costantinopoli il corpo della Santa tito- lare : soppressa pol nel i8c6, fu destinata ai forni del Ijiscotto per le milizic, al quale uso era gia stata ascritta sotto la Veneta rcpuliljlica. — Ventotto sono le iscrizioni di i]uesta cliiesa, die il Gi'^O'^iia ha raccolte cd illustrate ^ 8o A r P E N D 1 G E tra queste piii notahlli troviamo la i.^ nella quale a longo si ragiona della famiglia Borromeo , origlnaria della Tosca- na, e proprlaraente di S. Miniato, come e detto nella epi- grafe niedeslma, fioreute fiiio dal principio del secolo XIV in Toscana, poi in Milano, per avere il capo della fami- glia Filippo condotta in isposa Talda, sorella deU'infelice Beatrice Teiicla, e quindi cognata del Duca Filippo Maria Visconti: in Padova, ove grandi fiirono i Borromeo fin sotto i Carraresi, dopo di che posero anch'essi stanza in Milano, ove fin da que' tempi abitavano presso 5. Maria Podone, poi anche in Venezia , ove si dlstinsero per la liberalita loro verso Ic cliiese. Brevemente si parla altresi dell'identita del corpo di S. Elena , clie i Francesl pretendono d' avere ne' passati tempi rapito da Pvoma, ove realmente esisteva il suo sepolcro, e trasferito in Francia. Si fa poi conoscere ua poeta, finora ignoto, della famiglia Borromeo per nome Francesco, vissuto nel secolo XV o XVI di cui si riferisco- no alcuni versi (che in parte sono endecasillabi sciolti. ma per una strana blzzarria a raeta di ciascuno dei seguenti trovasi la rima comliinata coU'ultima parola del precedente); osservazione che non vedemmo fatta da altri ^ la iscrizio- ne 2.^, nella quale si fa menzione di ire fratelli architetti sul principio del secolo XV ^ la 4.^ apposta ad una tomba dei Borromei, e scolpita, o composta, da un Matteo de'Re- vetd, o Revertl milanese nell' anno 1422 ^ la 5.^ in cui si ricorda un Tommaso Talenti, amico del Petrarca; la 7.* nella illustrazlone della cjuale a lungo si parla dei Giustiniani , di Giovanni , illustre letterato di quella famiglia , e delle numerose di lui opere, tra le quali veggonsi alcune coni- medie in i2.,ooo versi^ la 10.'' in cui si parla dei fasti civilly militari e letterarj dei Loredani , come in alcune delle seguenti si ricordano quelli dei BaUA- altre si rife- riscono ai Soranzo e ai Priuli, delle quali famiglie si ram- mentano gli uomini piu celebri, specialmente per lettere e per dottrina. Verso la fine del secolo XV fu cretto un monastero di verglni , e di la a poco un tempio sotto il titolo di 5. Maria Maggiore : soppresso nel 1800 il monastero, nel 18 17 fu consunto da un incendioi ma la chiesa in qualche parte restaurata , fu poscia addctta alia faljbricazione de' ta- bacchi. Quarantotto sono le iscrizioni raccapezzate a stento di questa chiesa: niolte porgono occasioue a presentare PARTE ITALIAN\. 0 1 nelle loro illustrazioni preziose memoi'ie delle famiglle BeltrameUi , Malipie.ro ^ Tessari, Loiigo , Odoni o Udoni, uno deiquali, clistinto letterato, era nativo di Varese, ed altro stampatore in Venezia, iiiilanese. Canal, Contaririi, Siiper- rhi , delle quali famiglie si citano varj illnstri scrittori, e r ultima apre il campo all' enidito spositore di far conoscere le antiche costumanze veneziane intorno le cacce de' tori, i cosi detti tiratoii (i toreadores degli Spagnoli ), gli abiti loro, r addestrameiato dei canidatoro, le molate o gli slan- cianieiiti dei cani stessi, i cortesa/zi (nobili aiiche talvolta), clie scendevaao a gareggiare coi tiratori ; come pure le feste, o cacce di tori straordinariamente ordinate dal Ve- neto governo, ecc. — Dopo gl' indici dei nomi, dei cognomi e dei luoghi nelle iscrizioni menzionati, e la tavola delle abbreviature, cose utilissime die veggonsi alia fine delle iscrizioni di ciascuna cliiesa, trovansi quasi 5o pagine a due colonne di correzioni e giunte ai tre primi volumi del- r opera, le quali contengono iscrizioni, memorie e documenti, e preziose notizle delle famiglie Cappellari , Manuzi , Ba- doer, fondatore deirAccademia veneta, Ottoboni, Vacca, Polo dei celebri navigatori, Armani, SpinelU, Spira. Ramusio, ecc. ; e provano quale sia la buona fede , quale lo zelo e la diligenza delF infaticabile autore nel rendere , per quanto era possibile, perfetta I' opera sua. In queste giunte a carte .'io6 trovansi lielle osservazioni, concernenti il celebre fra Paolo Sarpi ; si vede come la corte di Roma si oppose alia esecuzione ed al coUocamento di ivci epigrafe che gli era stata decretata dal Veneto governo; si vede sottoposto ad esame un codlce di lettere di quel celel^re uomo , e finalmcnte si sogglungono sei lettere inedite del mede- simo a nionsignor Lollin vescovo di Belluno, anch'' esse di dubbla autcnticlta. Seguono una tavola gcnerale dei nomi e cognomi, ed altra delle materie contenute nel terzo volume, ncUa quale si trovano rammentate cinque fami- glie milanesi : il volume si chiude coUe eporjie meniorande delhi storia Veneta , e con altra tavola delle chiese e di altri luoghi sacri e profani nel volume stesso menzionati. Non ci arresteremo su qualche mancanza o imperfe- zione die si ravvisa facilmente nelle suddette epoche me- morandc , non vedendosi sotto 1' anno 1797, so non che nn opisodio degli strepitosi avvenimenti di quell' anno; ma quosti si sarauno soppressi per buone ragioni , e queste Uihl. Ital T. LXXV. 6 82. A r P E N D I C K. aVrebJjero potato far omettere anche quelF cpisodio mede- simo. — Se si avesse a muovere qualche censara in ge- nerale sull' opera, qnesta potrelibe per avventura cadere sopra un frequente e talvolta inopportuiio impasto , o ac- cozzamento di notizie antiche e moderue , e spesso anclie recentissinie. Acceiinandosi per esenipio tra le iscrizioni di 5. Apollhiare le toiiibe delle famiglie bergamasche Moscheni. e Mascheroni , si viene a parlare del celeln-e professore Lorenzo Mascheroni, morto nel 1798, clie forse a tutt' al- tra fainiglia appartenne, benche si rinietta il leggitore per le sue notizie alia Biografia universale. Se nella illustrazione di tutte le epigrafi 1' autore si fosse attenuto soltauto alle notizie delle persone in quelle nominate, o di quelle poste in immediata relazione colle niedesinT^, T opera avrebbe conservato un maggior carattere di unita, avrebbe piii utilmente servito alia storia civile e letteraria de' tempi andati , e riescita sarebbe meno voluminosa. Ci confermiamo tuttavia sempre piu nel nostro senti- mento, gia altre volte esternato, che cjuesta e un' ojjera di grandissimo pregio, degna di molta lode e di tutto Fin- coraggiainento per parte no a solo de' Veneti , ma di tutti gli Italiaui, amici della storia, niassinie del medio evo, delle ricerche criticlie e delle glorie della loro patria. — Dire- mo di pill die quest' opera meriterebbe di essere imitata , niassime nclle piii insigni citta capitali. E perche la nostra Milano non potreblj' ella ottenere un dotto raccoglitore ed illustratore delle sue iscrizioni' Non si dovrelibe pero ri- tardare di molto questa Ijella impresa , ma cominciarsi jnentre dura ancora la memoria delle numerose chicse soppresse , che in gran parte fornite erano di monumenti e di lapidi sepolcrali. Niuno potrebl^e accingersi a questa grand' opera coUa speranza del migliore successo di quel nostro chiarissimo e laboriosissimo concittadino, die con tanto onore va riscliiarando le piii illustri famiglie d' Ita- lia. II conte Pompeo Litta in Milano , ed il nobile Ema- nuele Antonio Cigogna in Venezia, sono a nostro, e forse a comune avviso, i piii adatti, i meglio predisposti a questa sorta di grandiosi e importautissimi lavori. Bossi. PARTE ITALIANA. 83 Istorla del rUroi>amcnto dclle spoglic mortali dl Raf- fdcllo Sanzio da Urbiiio sciitta dal principe Don Fictro OnEscALCHt del Duchi del Sirmio con I' ag- gcunta delle notizie ancddote niccolte dal Cav. Ple- tro Ercole ViscoNTi segretaiio perpetuo della Pon- tificia Accadcmia dl arcJieologia , e di una Canzone del Marchese Luigl Btondi presidentc della mede- sima Accademia. — Roma, i833, presso Antonio Boulzaler. Sebbene la massima parte de' giornali e degll scritti pc- riodlcl aljbla gia rendnto pubblico cjuesto importantissinio i-itrovamcnto , e qnindi intempestivo torni un cenno nostro sopra il niedesiino argoiiiento , pure noii crediamo di po- ter esinierci dal fame qualche parola , tanto piu die ce ne viene oiFerta propizia occasione coU' essersi recentemente publjlicate alcnne litograiie, per le quali ciascuno puo dire ho veduto il sito sotto cui giacevauo, e lo stato ia cui trovavansi le ossa del principe della pittura. Ben vero si o cUe il ritardo nostro neirannunciare una storia clie for- ma il contenuto del tomo LVIII del Giornale Arcadico non potcva aitrilsuirsi a sentimenti meno che onesti , giaccho ripetendo in un gloniale cio che trovasi gia divulgate per mezzo di molti altri , non ne viene lusingato T amor pro- prio ; e ben lungi dal cattivarsi considerazione, ben soven- le , come ognun sa , si porge motivo di scherno agli ap- ]>assionati delle novita. D' altra parte mentre ci correva r obbligo di rendere un glusto tributo della nostra stima verso qucgli egregi compilatori , ben poco poteva influire cbo prima d' ora giungesse loro un sutVragio di approva- zione e di lode per una cosa che gia in se stessa aveva tutte le condizioni per venir accettata con trasporto dal pul)ltlico ; vogliamo dire uno scovrimento si importante , c la rclativa storia compilata da uomini pur troppo chiari per dottriua ed erudizione non solo nelle arti belle , ma cziandio in ogni ramo dell' umano sipere. Premesse queste considerazioni, sentiamo in noi stessi neiraccingerci a com- pierc r accennato projionimento che male ci apporremmo se seguitassimo a mano a mano i particolari tutti che ri- ferisconsi alle investigazioni fatte per discoprire le reliquio di (jncl somiiio Italiano , ctl alle sollecitiidini usate onde giuuciitirlc possibihuentc da ultcriore rovina , particolari 84 A P 1' E N n I C E. che con tanta diligenza e noa mlnoi- forbitezza di stile vennero dcscritti da S. E. il principe D. Pietro Odescalchi dei Duclii del Sirniio , direttore del giornale suddctto. Meno poi sarebbe conseiitaneo a qnesti fogli se pigliassimo a rendere conto delle notizie aneddote raccolte dal cav. Pie- tro Ercole Viscontl segretai-io perpetuo della Pontificia Ac- cademia di archeologia , e degli analoglii docunienti onde va arricchita cjuesta storia. Laonde si accontenteramio i leggitori nostri di avere uii ristretto sunto della storia me- desima che serva in certa guisa di spiegazione alle sum- mentovate litografie. Tra il contrasto delle dicerle che sempre piii acquista- vano credenza , intorno al luogo positivo in cuI avesse avuta sepoltura Raftaello , con quanto era accennato dalla storia della vita di qnel grandissimo , cioe che la di lui salma conformemente all' ultima sua intenzione sia stata deposta in Santa Maria della Rotonda e preclsamente sotto la seconda edicola dalla parte del principale altare ove sta collocata la statua di Nostra Donna denominata del Sasso, manifestossi vivissimo in tutti i cultori ed amatori delle belle arti il desiderio di una verilicazione. Questo poi di- Veniva prepotente per le discordanze e le dul^biczze in- sorte da non pochi anni sul punto se il cranio di PvaflFaello gelosamente custodito nelF insigne e pontificia Accademia di S. Luca fosse veramente Y identico di lui , oppure un inganno onde accaparrarsi maggior credito e venerazione. Lo scultore cav. Giuseppe Faj^ris reggente della Congre- gazione de' Virtuosi di S. Giuseppe , eretta da oltre tre secoli nella cliiesa stessa del Pantheon - fu quegli da cui mosse la spinta onde dissipare ogni ombi'a : sopra di hu proposizione fu da quell" istituto assentita la nobile impresa di ricercare le ossa dell' Urbinate. Ottenute quindi le de- bite superlori permissioni, ad essa si diede ruano il giorno 9 del luese di setterabre del io33 con 1' inter vento di Monsignor Vicario di quell" illustre Capitolo, di quattro al- tri Canonici titolati , di Monsignor Groppelli Auditore del Camerlingato , e Presidente della Commissione gencrale delle belle arti ^ del Marchese Commendatore Luigi Biondi, Presidente dell'- Accademia di archeologia , del suddetto Cav. Fabris e del Notajo pubblico di Campidoglio. Ne'seguenti giorni vi assistettero i Virtuosi di S . Giuseppe , in biion nuniero; 11 cav. Gaspare Salvi Gonte palatino . presidente PARTE ITALI\NA. 85 tleirAccadeniia tli S. Luca , e le deputazioni cosl clella Coin- missione generale tli l)elle arti , come delle Accademie dl S. Lnca c dell' Arclieologia. Uall" indicato glonio sino al quattordici dello stesso mese durarono le operazloni dcllo spostaincnto de' gradiiii e della niensa dell" altare , e dello smnrameuio sine a che appai-ve 1' aixo di costruzione po- steriore airantica situate sotto la statua della Madonna del Sasso : tutte le piu minute circostanze di questo intervallo sono a meraviglia esposte dal nobile storico, presente an- ch' esso ai lavori', e per porgerne un' adequata idea bastera il scguente brano della doscrizione del momento in che iuferioruientc all" arco suindicato lo scalpello del lavorante ando tutto per entro di un foro che gli si fe' sotto: Ecco un i'lioto , grido allora a piena bocca inverso noi rivolto il soprastante architetto sig. Servi : e quell" anuunzio fu per noi un somigliantc del gridar terra ai navigatori. Tutti in uno istante , senza badare ad ordiue o a preniinenza , cosi alia riafusa I'un Talti-o incalzando , in calca ci affoUammo quanto piii potemmo d" appresso all" ai-co , e con Ijastoni faceramo le pi'ove per entro al pertugio: e fatta esperienza che un d" essi vi s' introduceva e vi spazlava , e si rag- girava e per alto e per largo in un gran vano;^ non fa il nostro lui gridare , ma s\ un freniere universale di gioja lungamcnte jirotratto ; tanto grande era in quel primo mo- mento rcmpito della nuova e soperchlevole allegrczza. Fu- rono suljito spediti pi'esti uiessi all' eminentissimo sig. Car- dinal Zurla Vicario , a Monsignor Grimaldi Governatore di Roma, a Monsignor Patrizj Maggiordomo e prefetto de' sacri palazzi, cd a Monsignor Ugolini Vicario delPeminen- tissimo sig. Cardinal Kivarola diacono titolare della basili- ca , annuuciando loro il fausto avvenimento : ed essi pre- cipitando ogni indugio , s' inviarono al Pantheon. Intanto non si ristctie dall'andare innanzi , ma piu a rilento nel- r apcrtura e nella demolizioue del muro. Ci duole di non poter pill oltre seguire 1" autore pe" giii addotti motivi^ ma se non altro non possiamo tralasciare dall" esortare i let- tori nostri a procurarsi il volume , perche non senza pia- cere potranno discorrcre la continuazione della narrativa , la quale procede dcllo stesso tenore cd accalorita secondo le circostanze. E bella oltrcmodo ci pare allorche dopo averci inesso a parte di tutte le diligenze usate nello stac care le cadenti macerie , e nel conservare le cencri , i 86 A P P r. N D I C E. filamcntl til logno della cassa , i rugginosi cliiocli , ci descrive r apparizione delle ossa e F eft'etto prodotto ne' circostaiiti a inano a niano die le parti dello scheletro si andavano discoprendo , e Fentuslasmo, e 1' esultaiiza clie destossi quaudo il Salvl preso da uii brivido che inuoveva da puro affetto di grande ammirazione , tutto mutossi nel volto , e coQ voce commossa esclamo : £cco il capo ! lo Vho circon- dato con la mia mano ed ho percorsa coll' iridice la siiperiore corona de' conservadssimi denti ! Dopo cjuesta circostanza fu dal Cav. Fabrls invitato il celebre dipintore Barone Yin- cenzo Camuccini a levare il di segno del come a quel punto trovavasi lo scavamento , dando eziandlo con qualche con- toi'no a conoscere in qual modo fossero state rinvenute composte le ossa di quelF immortale , cosi come apparivano non ancora del tutto discoperte. In breve spazio di tempo satisfece quel cortese e airobbietto e al desiderio di tutti, come ciascuno puo riscontrare nel suo lavoro tradotto in litografia da Giambattista Borani , in ciii vedcsi il teschio, r omero , la cresta dell' ileo , il femore , e la parte ante- rlore della til^ia del lato destro , non clie qualche altra parte sporgente nel sinistro, ed il rinianente e tutto co- perto dalle macerie e dalle ceneri. Fattasi successivamentc pill larga T apertura iiel sordino delF arco , lo storico ci iiarra uti esempio di rara onestk nella confessione di un Ergo erravimus fatta ivi puljblicamente dal famoso archeo- logo , avvocato Don Carlo Fea, Commissario delle autichi- ta , il quale prima che si desse mano a siffatta impresa , sostenitore del partito contrario andava dlcendo a tutti che il gran Raflaello non era stato sepolto nel Pantlieon, nia sibljene nella chiesa di Santa ]\Iaria sopra la Minerva. Indi ci dice che lo scheletro fu poscia misurato dai cavalieri Salvi e Fabris e che venne descritta tanto la giacitura quanto la dimensione di statura dal chiarissimo professore di anatomia sig. Barone Antonio Trasmondo : ci da poscia le considerazlonl dl qiiesto anatomico desunte dalle varie ossa componenti la rinvenuta compage , come dull' esperienza co- stanteinente prescelta a saiizionare con certezza il sesso. Tra queste troviamo degna di osservazione una nota desunta dalla descrizione del Jxaggio in cui e detto : Sphia , quasi tagllente : impressione sotto tubercolare .^ cccedentemente asjjra per F impianto del flessore del pollicc: compattlssima dialisi : diainetro grosso, per la quale 5/ prova la scheletro PARTE ITALIANA. 8? essere appavtcnnto ad uno die assal continuamentc tcnne in esercizio il pollice destro per dipiiigere. Non nieno no- tabile e la cliiusa del ragiouameiito anatomico del snllodato professore , la quale e espressa ne' segixeiTtl termini: " Ln » Ijella forma organica in fine di tutti i pezzl mirabilmente » conservata si iinisce a mio credere a deterininare che )/ giusta si fn la proporzione degli elementi componenti il » sistema solido dnro ; che la misnra di questo pronunzia » la terminata stauira : che i materiali costituenti ed equi- >i librati non vennero alterati da morbose diatesi : che lo >/ state di virilita e pronunziato , quelle della vecchiezza »» escluso. Dunque di media eta, e f'orse piii vicino al prin- » cipio di questa, che al termine di lei. Aggiungo inoltre » che esscndo esclusivo dar misura e forma al fisico umano >; nelle riscontrate e descritte cose devesi convenire essere u stato il liasamento di un fisico degno di albergare un' a- n nima virtuosa. >/ A questo ragionamento die fu sommameiite applaiidito da quella dotta adunanza conseguita un discorso proferito dal Marchese Luigi Biondi, tendente a provare colla cita- zione dei documenti storici die le spoglie mortali di Raf- faello dovevano esser trovate nel Pantlieon e nel luogo stesso dove fnrono scojierte. Qui pure nuovi applausi , dope i quali si stende un atto solenne della riconosciuta identi- cita delle dette spoglie , che viene ses^nato da settantatrc nomi. Susseguentemente si danno tutte le necessarie dispo- sizioni aflTmcbe per piii giorni il popolo potesse a bell" agio satisfarc il suo desiderio di contemplare questi avanzi rior- dinati nell' aperto sepolcro , e nel frattempo il Cav. Ca- muccini li disegna , iudicando le ossa mancanti o per to- talita o per porzione secondo era gia stato notato con tutta autenticitii. Questo suo disegno poi viene dal snm- inentovato Borani litograficamente esegnito. Per sei giorni accorso il popolo in folia ad animirare le reliquie del piii grande fra i dlpintori della scuola italiana, durante i qnalt giorni ciascuno pud immaginarsi il tenore del discorso die si tenesse in tutta Roma. II giorno vcntesimoquinto del niese di settembre fu chiuso il Pantheon, e que' preziosis- simi avanzi furono dcposti alia presenza della stessa adu- nanza gia da noi accennata in una cassa di abete con tutte lo piecauzioni e formalita di sigilli e processi verbali per ossere poscia estratti e riposti in un' altra cassa di piao 88 A r P E N D I G E il giorno innanzi che si celebrassero con solennlssima pompa i sacri riti e si rinnovelassero le abluzioni. In quel torno la Congregazione de' Virtuosi di S. Giuseppe ottenne dal Cardinale Rivarola la licenza sotto riserva e condizioni di far cavare in gesso la forma del cranio di RafFaello, non che della destra niano di lui , e cosi pure della laringe , che quasi per luiracolo si e conservata intatta sino a' di nostri. Noi qui ci ristaremo dai proseguire si minutamente il sunto di questa storia perche ci accorgiamo di esserci oltre il dovere allontanati dal nostro proposito. Diremo solo pertanto succintamente al lettore che discorrendola verra informato della quistione insorta : Se convcnisse o no riiichmdere come prima fra due muri le ossa di Raffaello , owero se fosse meglio o piii decoroso il desiderio della Con- gregazione de' Virtuosi al Pantheon , e di altre persone , ren- dendo visibile V urna che le doveva contenere : ivi trovera le gravi ed erudite considerazioni su i due progetti che ave- vano per base il traforo degli antichi muri a fine di ren- dere praticabile sillatta ostensione dietro il tabernacolo, e le relative decisioni conformi delle due Accademie Archeo- logica e di S. Luca in forza di cui venne rispettato il de- siderio di Raffaello e veuerata la volonta de' defunti; sara eziandio informato di tutti i particolari ch' eb])er luogo in quella solenne pompa d' intervento e di rituali dopo cui la cassa di pino contenente oltre si rispettabili avanzi , le pergamene autentiche degli atti , fu riposta in un' altra di piombo , e questa rinchiusa nel marmoreo avello antico che il Pontefice appunto per quel nobilisrimo obliietto aveva regalato alia Congregazione de' Virtuosi. Di quest' area an- tica presentata dal Sommo Pontefice Gregorio XVI, Pietro Mazzocchi ne trasse il disegno che fu pubblicato dal piii volte nomlnato litografo Borani unitamente ad un altro di Pietro Camporesi , rappresentante 1' altare di Nostra Donna sotto cui fu deposta 1' area medesima e poscia murata. E questa di marmo greco ; ai due lati minori ha rami di al- lori con bacche : nello innanzi vi stanno tre iDucranii , da quali cadon giix due festoni pur tutti di frondi di aUoro con bacche: e tanto al disotto, quanto ne' lati minori veg- gonsi scolpite delle piccole cicogne in rilievo. Nella fascia che e di sopra ai bucranii c stato riportato quel notissimo distico del Cardinal Pietro Bembo lUe . Hic . Est . Raphael . Tiinidt . Quo . Sospite . Vinci Rerum . Magna . Parens . Et . Moriente . Mori PAUTB ITALIAN A. 89 Da una parte e dall' altra del bucranio di mezzo sta scritto Ossa ec Cineres . Raph. Sanct. Urbiii., c finalmente nella fascia sotto i bucrauii leggonsi queste altre parole : Gbegorius XVI. r. 31. Anno 111. Indict. VI. Arcam . Anti- qui opcris . Concessit. L' area fu poi chiusa da un coperchio di marmo su cui erano incise le solite sigle cristiane. Oltre quanto per noi si e detto trovera il lettore in qiiesto volume del Gioruale Arcadico important! notizie corredate da documenti e raccolte dal Cav. P. E. Visconti e divise in tre titoli : il primo risguarda il testamento di Raffacllo , il secoudo il luogo della sua sepoltura , ed il terzo Maria Bibiena stata a lui lidanzata ; come non gli sara discaro di trovare in fine una Canzone riferibile a t|nesto ritrovamento del piii volte lodato sig. Marchese Luigi Biondi Presidente della Pontilicia Accademia Romana di Ar- clieologia , in cui col casto linguaggio delle Muse espresse i piu teneri e sublimi concetti. F. Memoric intorno il rinvenimento delle ossa di Raf- facllo Sanzio con breve appcndice sulla di lid vita, delV archilctto Carlo Falcon ieri , sicdiano , socio onorario della R. Accademia Peloritana , ecd — Roma, 1833, tipografia Giunchi e IMenicante. Avendo nel mode raigliore clie per noi si e saputo, fatto conoscere il dotto lavoro dei compilatori del Gior- nale Arcadico intorno al rinvenimento delle ossa di Raf- faello Sanzio , ragion voleva clie non ommettessimo dal- r accennare eziandio V opuscolo jjubblicato dalF arcliitetto signor Carlo Falconleri sopra lo stesso subbietto , cui egli innesto in brevissima tela, come si esprime , un qtiadro della Vita e delle opere interessanti di quel grande tauma- turgo della pittura. Premessa la dedica a S. E. D. Fran- cesco Staiella marchese di Spaccaforno , segretario della legazione di Napoli presso la Santa Sede , V autore riparti queste poche pagine in tre capitoli , col primo dei quali tolse a provare clie la salma di Raftaello fu sepolta nel Pantheon , e appunto nel luogo ove si e rinvenuta ; de- scrisse in breve col secondo quant' e avvenuto nella ricer- ca, e r enunciato ritrovamento j e destino finalmente il terzo al cenno della vita e delle opere di maggior impor- tanza. Chi volessc portar giudizio su qiiesto opuscolo, non ^O APPENDICE. potrebhe altrimenti roiisiderarlo clie come uno scritto di circostaiiza , giacche il lettote non vi trova cose nuove, ma beasi le principal! , gia conosciute , bene specificate e compllate con quello stile disinvolto che tanto liene si ad- dicc a lavori di tal sorta. Neiresemplare poi che ci pervenne vi trovammo cucito insieme un manifesto di associazione ad un Sa'^gio critico dello stesso autore sulV architettura , dedotto dalla sua Storia e dai monumend , con hrevi riflessioni sul suo stato attudle in Roma. Per I' esame fattone del piano dell' opera e per le proteste dell'antore di attenersi alia sana lilosofia, ed alia franchezza nell' esporre la propria opinione ci sembra cli'^egli abbia divisato di attaccare qualche antlca venerata autorita , quindi , prescindendo dalla novita die deve atten- dersi dalla descrizione dello stato attuale delP arte edifica- toria in Roma, potrebbe darsi die 1' opera sia per riit- scire agli studiosi piu proficua di tant'altre die d'ordinario sogliono essere precedute da un profluvio di promesse e die poscia in fatto non risultano sostanzialmente che ripe- tizioni di ripetizioni. Noi ne parleremo allorche ci verra dato di poterla esaminare nella sua interezza ; iiitanto cre- diamo far cosa grata ai cultorl e dilettanti di architettura 11 qni proferJre loro in succinto le principali condizioni di associazione alF opera stessa. Sara ojuesta divisa in tre distrlbuzioni che ascenderanno a centocinquanta pagine in circa. = L' edizione sara ia quarto di carta reale di Ijuona qualita. = Trenta in circa saranno le tavole a contorni per corredo del testo e queste saranno tratte, per rispetto alia parte dell' architettura greca, dallo Stewart, da le Pxoy, e dalla societa dei di- lettanti di Londra ; per risguardo poi alia parte romana e del cinquecento 1' egregio architetto supplira col proprj diligenti disegni e coUe opere pin accreditate. II prezzo resta fissato a baj. romani 5 per ogni foglio di stampa, e baj. 8 per cadauna tavola. I principali libra! ne saranno i distributor! 5 ecc. F. Solenne distribuzione depiemj ed esposizione dclT anno 1 833 ncU Accademia proiinciale di belle ar/i in Ra- venna, presso A. Roveii e figU- Al solo nome di Ravenna ., chiunque sia mezzanamente istrutto delle cose appartenenU alia Storia d' Italia illustrate TAKTE ITALIANS. IJl con tanta gloria ilnll' linmortale Mnratorl ^ rlmembra le ^■enel•ande reliquie the nel suo scno raccliiucle quella ce- lehre citta , e tosto innanzi tutto quasi per grata remini- scenza e tratto a ricordare il mausoleo die da mille e trecent' anni ivi esiste e clie fu edilicato a. serbare le ce- ncri del gran Teodorico, dl quel re clie nato barljaro seppe in barJiari tempi rltornare a quest' Italia la felicita e la pace. Chi poi abbia preferibiluiente inteso alio studio di quanto concerne le eta di mezzo ed abbia visitata cpiella sede Longobardica non s' accontenta della sola citazione deir accennato monumento , ma vi nomina in appresso la > Per qnello clie riguai-da il tempo in clie fu scritto il codicc che ora fu pubblicato , il sig. De Romanls pronun- zicrebbe che non e assohitamente jjosteriore alia meta del secolo XIV, cioe al i35o. Qnanto alPautore, egli e d' av- viso, che probabilmente fosse de'primi fi-ati di san Fi'ancesco, e che non potrebbe evidentementc negarsi che da /rate Ber- nardo d' Assisi il quale era de''piu ricchi.^ de'piu nobill e del pin savii delta cittade e fu uiandato dal serafico Patriarca a predicarc , si parlasse in si grave , in si genuina maniera. A queste contemplazioni , o sicconie le intitola T autore del codice , a queste sette ore , le quali. la Chiesa canta tra 'I di e la nott.e in memoria della Passione del nostra Si- gner Gesii Crista , succcdono alcune Lezioni ed Epistole vol- garizzate da quelle che si dicono alia Messa ne' glorni dclhi sauta settimana;, le quali il sig. De lloraanis frasse da uu altro codice, la cui lettera senibra del secolo XIV sitl fine. In ultimo si legge un' Orazione ad onore e reverenza della Vcrgiiie Maria (Essa venne attribuita a papa Innocenzo, di (jucsto nome VI, fjualora il mauoscritto pure appartencsse alfepoca sovrindicata). Sel)bene per F indole stessa di quella orazione c per alcune riflessioni die ci caddero in pcnsiero nel leggerla , e che ora non occorrerebbe di manifestai'c , non inclinereuimo facilmente a crederne autore il Ponteiice. Magnum Bullnmim Romanwn Snmmorum Poiitificwn Clcnientis XIII, Clcmcntis XIV, Pa VI, Pil VII, Lconls XII ct Pii VIII- — Constltationcs ecc, epl- stolas ad principes viros ct alios, alque allocutioucs complcctciis , habita tcmponmi ratione , ciiin sids ap- pciulicibus ct summariis. — Accedit cnj'usque Poiiti- ficis lita et imago. — Romce, ex chalcographia M. C. A.^ in foglio. ( Esce per fascicoli. In Milano si vendc dalla Societd Upografica de Classici italiani ). Questa CoUezione era desidcratissima dai teologi e dai giurcconsulti. Essa forraar dec la continuazione del grande Bollarioromauo i-imasto da piu auui iiitcrrotto. Finora nun ne lOO V P P E N D I C E. e uscito alia luce clie il solo prlnio fascicolo. Esso contiene la vita , r imagine cli Clemente XIII , ed alcune delle di lui Bolle. Pero T editore ci avverte che alia fine del primo volume si daranno la prefazione , il frontisplzio e 1' iiidice degli argomenti. Noi quindi ne parleremo al compiersi di esso primo volume. Delia filosofia dell affetto , di Alfonso Testa piacen- tino. Parte seconda , vol. II. — Piacenza , i834, dai torchi Del Wajno , in 8.° Neiratv/50 a' suoi associati , clie sta in fondo a questa seconda parte , 1' autore dice clie siccome con molca beni- gnita essi accolsero la prima, spera che gliene saranno cor- tesi anche per questa, nella cjuale non e differenza di modi, se non quanta V argomento , che spesso e tristissimo , richie- deva, a colorirlo , tinte piu scare e malinconiche. Soggiugne che quantunque sia compiuto con qviesta parte V obbligo sue, gli sta bene neW animo la promessa di pubblicare la filosofia della mente. Questo che promette semhra lavoro tutto diverso dnW appendice die seguiterd a questa medesi- ma seconda parte , ch' egli pure , senza darne cenno nel predetto awiso , promette nella nota a pag. 171, ed in cui ragiona (sono sue parole) le Industrie, le arti , le scien- ze , il govenio , la religione , la filosofia , considerate come hisogni dell' umanita. Egli ha dunque mutato divisamento dopo la stampa del predetto awiso (nel quale dice d'aver compiuto V obbligo suo colla presente pubblicazione ) se in quella nota ci promette uxi' appendice di tanta ampiezza ed importanza. Sarebbe stato opportuuo T avvisare in essa nota di un tale mutamento , a meno che non ce ne abbia avvertiti in alcuno de' capitoli che non abbiarao ancor letti. Del resto 1" opera della filosofia deW affttto e lavoro di molto pregio. Non diremo piii delle mende, perche non ci e gra- devole il suscitare di nuovo le ire di scrittore tanto rispet- tabile , quanto sdegnoso di censura anche non disonesta ; pecca di cui siamo pur troppo contaminati in gran numero noi altri Italiani. 5. G. PARTT. ITALIAXA. lOI Sistema mnemonico del professore Fdippo Qarello applicato alia cronologia. — Fireiize , 1834, dni torcht dl Lidgl Pezzati. In 0.° di pag. 188. Si compone questo volume di una brevissima dedica al signor colonnello Edmondo Slmldham, d'altro brevlssimo cenno a chi legge, di alcuue rltlessioni suUa Memoria, della spiegazione del sistema mnemonico figurato, deiristruzione pratica pel sistema numerico figurato, applicato ai 18 se- coli dopo Gesii Caisto , ed ai 30 avanti la sua venuta, e finalmente delP illustrazione alle epoche storiclie. L'erudito ed ingegnoso signor protessore Filippo Garello e giunto con lungo studio ed assidua fatica di molti anni a formare un sistema mnemonico , nel quale con un assai discreto numero di segni rappresentativi ottiene il doppio scope di fare apprendere con molta facilita a' suoi scolai'i la geografia , la storia e la cronologia , e ritenerle a me- moria .-, come pure di richiamarvele agevohuente, dimen- ticate ch'' eglino le avessero. Ed io scrivente ho veduto co' proprj miei occhi la realta di quanto ho soritto qui sopra ed ho riconosciuto col fatto r utilita del sistema del signor Garello nelPistruzione della gioventii sopra tutti gli allri praticati iinora , negli alunni deir istituto Rellini , ove da' varj anni lo mette in pratica lo stcsso suo inventore. Ed ho veduto die i suoi scolari apprendono le suindicate scienze con grandissimo rispar- mio di tempo, e con somma facilita se le ricliiamano alia mento quando le abbiano dimenticate , giovandosi dei sus- sidj dal medesimo professore a tale oggetto adattati al suo sistema mnemonico. D. Valeriani- IstiUizionl dl Dintto criinincde dell avvocato Giuseppe Giuliani, milanese, professore nelVVniversild di Ma- cerata. — ^Taccrata 1834. Dato uno scopo da raggiungere , dati alcuni mezzi e la cognizione di essi, ne deriva aU'uomo ragionevole che vuole indifizzare ad ua fme le sue azioni la necessita di unifor- niarsi all" ordine normale comandato dai rapporti naturali delle cose. Ecco in breve il fondamento della scienza so- ciale , il principio nel quale si trovano identificate la ne- cessita deir arte civile in cui certi mezzi dehbono essere I 02 A r P K N D I C K impicgati per ottencre il fine deir associazione polltica, e la necessita gluridica determinante i dovcri ed i diritti dei memliri della Societii civile. La scienza del diritto lia pro- gredito nell' applicazione del pvincipio cardinalc delle ne- cessita con tre grandi lavori: la Filosolia civile di Hobbes, la Scienza Nuova di Vico, e la Genesi del Diritto penale di Romagnosi. Con iin rigore lo2;ico senza eseinpio , il fi- losofo di Malmesbury sui risultamenti forniti dalT analisi della natura umana lia stabilito Fordine normale delle leggi a cui necessariamente deve assoggettarsi la societa civile perclie possa ottenere 11 fine della sua conservazione. II Yico avvertendo che 1' uomo doveva conoscere 1' ordine normale prima di realizzarlo lia date I' analisi del proce- dimento con cui la societa prosressivamente va conoscendo ed effettuando 1' ordine dei mezzi necessarj alia sua mi- gliore conservazione. La Genesi del diritto penale tjuantun- que subordinata istoricamente alle dottrine di Hobbes e di Vico e limitata nel suo assunto alia scienza delle leggi crlminali, presenta uno svilvippo del principio della neces- sita si esteso e profondo che nella scuola esperimentale nessun altro ramo della scienza del diritto ofTre un lavoro che possa esserle posto a confronto. Dietro qtteste considerazioni sul luogo che occupa la Ge- nesi del Diritto penale nella storia della giurisprudenza filosofica si pno conoscere T iinportanza dell' opera annun- ziataj nella quale r avvocato Giuliani giudiziosamente atte- nendosi alle dottrine del Romagnosi presenta un corso ele- mentare di diritto criminale. In quattro libri vennero dall' autore distribnite le sue instituzioni. II primo liljro tratta dei delltti in genere ^ il secondo della pena in genere ^ il terzo ed il quarto libro ( tnttora inediti ) sono destinati al processo criminale eel air applicazione delle dottrine filosofiche al diritto romano cd alia legislazione grcgoriana ora vigente nello Stato pon- tificio. Tra i niolti luoghi delT opera che meritano 1' attcnzione del lettore noi indichiamo, nel liliro primo, la genesi dei diritti costitnenti Yautorita giiiridica mentale-^ genesi che ci sembra non abbia 1' autore attinta immediatamente dalle opere di Vico : — T origine del diritto di punire dietro le dottrine del Romagnosi derivata dal diritto di difesa in opposizione alle tcorie di Filangeri, Rousseau, Puircndorf, rARTE ITAtlANA. Ic3 Renazzi o CremanI : — la necessita deirassociazlone umana, e i rapporti del diritto natnrale col politico. ( E qui era da desiderarsi clie 1' autore nvesse avvertlto non essere la so- cicta civile opera iiniiiediata della natura, giacche 1' uomo noil nasce , ne colla esperienza , ne colle abitudlni neces- sarie a formare 1' associazione politica. ) Nel lihro secondo sono esposte con chiarezza la teoria della prevenzione dei delitti aggiuiita dal Romagnosi alia seconda edizione della Genesi del Diritto penale , e 1' origine storica della pena, dallo stesso autore derivata con Hol^bes dalla vendetta. Noi crediamo che nel libro terzo sol processo criminale 1' au- tore dara una luaggiore esteasione alia storia filosofica della legislazione penale per noa riraanere inferiore ai progress! che la scienza dcve al Pagano ed alio Smitli. Quest^ultinio lia indicata 1" origine del sistema giudiziario nel j^atronato esercito dai capi delle societa , in seguito ampliato per I'avidita delle multe , e finalmente ridotto alia retta amnii- nistrazione tlcUa giustizia dalla rivoluzione degl'interessi ccononiici della sovranita operata dal comniercio. Col pen- siero dello Smith illuminando le teorie istoriclie del Pagano sulle vicende del diritto penale in relazione ai governi, e suUa storia del processo criminale in relazione al progresso delle uinane cognizioui , si puo stabilire , quasi dietro la direzionc indicata dalla storia ^ 1' ordine che conviensi al- r aniministrazione della giustizia criminale in una societa incivilita. Un errore , dice il Montesquieu , e gia conibat- tuto per meta quando ne viene indicata 1' origine: la scienza delle origini puo persuadere della falsita di un sistema adottato senza urtare di fronte le opinioni , e riguardo al processo criminale pub indicare la via del progresso e in altri termini I'ordine normale con una continuita che gua- reatisce le inenti dal traviare nel chimerico. Confrontando coi dati otTerti dal Pagano la storia del processo crimina- le , i disordini di alcune legislazioni tuttora vigenti e Ic teorie dei commentatori della legislazione inglese, puo es- sere dimostrato lino alPevidenza 1" oriline cui deljb'' essere ridotto il sistema del processo criminale per guarentire la pul3l)lica sicurezza senza ofl'endcre la privata. Noi porremo fine esprimendo il nostro desiderio che r egregio autore nel discendere alle particolarita della le- gislazione Gregoriana possa adempiere" alia missione de' valenti ingcgni . quclla di propagate , di rendere utili ed I04 A P P E N D I C E. efficaci le verlta scoperte dai somni'i : e al certo il quarto llbro delle sue instituzioiii corrispondera ai nostri voti se egli voiTa applicare i priiicipj da lui adottati e portare nelle .'inalisi delle leggi positive il buon senso e la chia- i-ezza con cui ha esposte le dottrine del Romagnosi. G. T. Istruzione a Podcstd de ducati dl Farma, Piacenza e Quastalla, compllata dot marchesc Mauro Lalatta e corredata della collezione generale. di tutte quelle leggi die risgiiardano alia comunitativa amininistra- zione. — Parma, 1834, ^'^^- ^1 dalla, stamperia Ros- setti. Utile impresa, e degna di essere imitata da tutti gli Stati ill cui ancora non fu fatta, e questa Istruzione del marchese Mauro Lalatta di Parma , podesta del comuiie di Sorbolo. Quando sara compita ne parleremo piii ampiamente e per indicarne meglio i pregi , e per dire ancora de" difetti , i quali volentieri perdoniamo in grazia de'primi, e del co- medo clie ci sembra dover ridondare da tale opera agli aniministratori ed agli amministrati di quello Stato. Non sappiamo perclie Tautore nella sua introduzione chiami ope- retta un lavoro die col solo primo volume bccupa piit di 400 pagine. Forse cosi disse per raodestia , virtii sempre lodevole aiiche quando si diparte cotanto dai confini della verita. S. G. Istituzioni didraultca tconco pratica del cav. Antonio CoccoNCELLi professore di mcccanica applicata nella ducale Vniversitd di Parma, ecc, fascicolo II, 1834. Questo fascicolo contiene : 1." il compimento della Sezione II." clie tratta degli Alvei dei torren'i e del fiumi; 2.° La Sezione III.'^ delf unione de' fiumi ; 3° La Sezione IV.^ dello sbocco de fiumi ; 4.° La Sezione V." della inisura delle acque coirenti. Nel t. 73.°, p. 14.9 del presente giornale dicemmo gia che ci riserbavamo il parlare distesaniente di quest' opera considerevole quando sara finita. PARTE ITALIAN A. Io5 Trattato di chimica di J. J. Berzelius tradotto a Pa- rigi da M. Esslinger sui manosaitd inedlti dell au- tore e suW ultima cdizione tedesca^ recato in italiano da F. DU Pre. — Fenezia, i83o-34, presso Anto- nelli, in 8.° Quattro grossi volumi con tai^ole in rame e prospetti a stampa. Prezzo d' associazione 20 cent. it. al foglio. Poiche abbiamo annunciato slno dal suo principio la pubblicazione di quest" opera insigne (Ved. Bilil. Ital. t. 6i.% pag. 240, febb. i83i), ora e giusto che da noi nuova- mente se ne parli essendo ella vicina al suo compimento. E divisa in due jjai-ti, una delle quali tratta della Chimica niinerale , 1' altra della Chimica organica. La prima porge materia al prime e al secondo volume, ciascuno composto di due parti, quelle del volume primo contano Tuna 468 e r altra 5i6 pagiiie ; quelle del secondo ne contano 488 e 642. La Chimica organica comincia colla Chimica vegeta- bile, la quale e compresa nel volume terzo, diviso ancli''esso in due parti, la prima di pagine 5o4, la seconda di 696. La prima parte del volume quarto tratta della Cldmica ani- male , e consta di pag. 702 ^ la seconda descrive in ordine alfabetico Ze operazioni e gli apparati chimici, ma di questa e pubblicata soltanto la prima puntata , cbe ha pag. 192, ed arriva alia voce Eudionietro : del medesimo quarto ed ultimo volume deve pero formar porzione anche un arti- colo composto da IMitscherlich intorno alia dottrina de'corpi isomorfi e a quella delle forme cristalline in generale. Un si mai;aiiico corpo di chimico sapere , qual s''acco- glie in quest"" opera, ci rende compresi d' ammirazione. La scienza v'e nella sua pienezza rappresentata, Tarteco'suoi piu sottili procedimenti descritta ; vi si para dinanzi il valore pratico e speculativo del gran chimico svedese , e qttant'cgli ablna a'j^rogressi della chimica e d' altre natu- rali discipline contribuito. E noto come uno de' principali suoi vanti sia d' aver trovate molte leggi delle chimiche combinazioni inorgani- che , onde gli venne fatto di rappresen.tarle con formole , e la mineralogia alia chimica sottomettere. Comincio infatti dal far I" analisi de'compostl, cosi naturali come artificiali, e vi si condusse sovente con nuovi metodi , con nuove 1 06 A r P K N D I C E. nrd, e sempre cou iscrupolosa esattezza, afBnche i risul- tamenti lo potessero con sicurezza comliuTe alia scoperta di quelle leggl di cui andava in traccia. Alia quale scoperta pervenne speculaodo sull' influenza cliiniica delF elettrico , e sulla teorica delle proporzioni determinate , dopo di che fn in grade di far qnella generale e solenne applicazione della chjmica alia mineralogia a cui miravano i suoi desi- derj. Qaesti lavori diedero materia a pareccliie sue opere, quali spositi-ici delle analisi, o dei metodl analitici, o del- Tuso del cannello ferruminatorio , cli' e im si valevole soccorso deir arte analitica ; quali intorno air azion chimica dell' elettrico, non die alia dottrina delle proporzioni deter- minate , e intorno al nuovo sistema cliiinico-raineralogico. Nel Trattato di chimica clie annunciamo le dette opere si trovano, per quanto esso poteva concederlo, rifuse e com- pendiate. La chimica minerale vi si compie con la teoria delle proporzioni chimiclie e delV influenza chimica delV elet- tricita nella natura inorganica. Nell' ultimo trattato , cioe in quello delle operazioni e degli apparati chimici, vi sono esposti amplissimamente gli articoli analisi de' carpi inor- ganici, e Cannello fcrniminatorio: quanto aW analisi de'corpi -organici ne sono tracciati I metodi sul principio del tomo terzo che fa preambolo alia chimica organica in generale. L'applicazione della chimica alia mineralogia vi e poi tal- mente iinmedesimata co' principj stessi della chimica , che noi vedemmo dirsi non generale , siccome suolsl , ma nu- nerale , quella porzlon della chimica che all' altre serve d'introduzione, e A'eramente per esservi la suddetta appli- cazione in singolar modo estesa si distingue questo da ogn' akro cliimico trattato. II Berzelius poiche ebbe dimostrato applicaljlli a' com- posti pill ricchi di principj differenti , ed anche pletrosi , leggi conformi a quelle che gia negli altri composti erano state riconosciute , si adopro ad applicare a tutti un con- forme sistema di rapprescntazione mediante segni e me- diante vocaboli ; quindi vario d' alquauto la nomenclatura delle sostanze composte, il che e cagione d'imbarazzo per clii , al)ituato alia nomenclatura comune , ponsi a leggere il Trattato di cni s' e discorso. B. I'ARTE ITALIANA. IO7 Sullfi scoprrta dcllo schcletro di un qnadrnpcde colos- salc fra strati marinl fatta hi nn coUe del Piacen- tino dcd cmcdicre Cortesi. — Piaccnza , 1084, tipografia del ]\Iaino. II sig. cavaliere Giuse2>pe Cortesi, gia professorc onorario di geologia e giudice criminale in Piacenza, e persona gia da liingiii anni resasl celehre nellc natm-ali discipline , e fattasi a ragione benenierita segnatamcnte per la ciu-a clie pigliasi di promuovere cjnegli scavi nelle colliue del pro- prio paese, clie, nel jiorimetro di poclie miglia, fornirono alia zoolo2;ia fossile tanta e cosl sorprendente suppellettile di carcaiui fossili, di qnadrupcdi e di cetacei colossali di tntti i ciimi, e di conchiglie spettanti in complesso a tutte cjuante le zone del nostro gloljo, cosi in riguardo alle La- titudini , come alle longitiidini , nel corse di questi ultimi 40 anni. Decisamentc sommo fu il vantaggio che torno da tali cure alia pin moderna geologia, la quale scorge ora appunto nelle vestigia de' corpi organizzati fossili il miglior fondamento clr essa si sia trovata aver mai a propria di- sposizione, onde riuscire finalinente a dirigersi, se non coa assoluta sicurezza , alnieno con qualclie maggior grado di ])roI)abilita die inai per Taddletro, nella determinazione delle eta rispettive de' terreni e delle formazioul, soprat- tutto secondarie e terziarie. Oltre ad altre diverse j^roduzioni di lui , faremo qui ora clie ci basti citarne o rammentarne le segiienti due come le pill analoglie , quanto alio scopo loro , a quella clie cl facciamo presentcmente ad annunziare ; son dessc, la i.'* sus,li sdicletri iV un Minoceronte africnno e cV una Balcna ed altre ossa di qiiadnipedi e di cetacei disotterrate ne' colli Piacentini da Giuseppe Cortesi ecc. Milano , 1808, per Giu- seppe Marclli, stampatore-librajo nella Cerva al n° 341, e la 2.^ Saggi geologici degli Stati di Parma e Piacenza ecc. del giudice Giuseppe Cortesi ecc. Piaccn-a, 18 19, da torchi del Maino. Queste sole produzioni del sig. consigliere cavalier Cor- tesi, giunte alia niiraljile di lui jDerseveranza ed instanca- bllita neir ultcriore studiosa e faticosa disamina di quei suui jiatrj terreni, e piii poi ancora alia squisita gentilezza, con cui ha per costume di corrispondcre seuipre con clii s" attcnta d' iutei-pcUarlo circa alle progressive risultanze Io8 A P P E N D I C r. de' geniall suol stuJj ed alia rara generositk con cui suole accogliere 1 naturalist! che lo visitano col doppio scopo d' incontrarne I'importante personal conoscenza , e d'am- uiirarne 11 domestico museo, facendosi loro largo bene spesso de-preziosi duplicati cli' egli si trova avere, bastar dovrebbono a costituirne compiuto 1' elogio ben meritato. Ma novello aumento di benemerenza voile egli acqnistarsi ancbe teste , recando , col qui da noi annunciato recentis- simo di lui opuscolo , a cognizione degli scienziati la sco- perta da lui fatta nelF autunno del i83i dello scbeletro d' un cp.iadriipede colossale , come ivi al solito , in tin ter- reno arenoso rossiccio , ad un'altezza raaggiore sicuramente di ben oltre a mille piedi dal livello del mare sulla cima del Montegioco , o Montegiogo vicinissimo a Castell'Arquato neir agro Yellejate , provlncia o ducato di Piacenza. Questo interessantissimo sclieletro, del quale F autore ci fornisce i disegni relativi , tanto alia ligura ipotetica die avrebbe probabilmente dovuto avere 1' animale , quanto eziandio ad alcune sue parti, come sono alcuni denti, una vertebra cervicale , cli' ei suppone possa essere 1' atlante , r intiera mandiliola inferiore, poiche la superiore ne manca al tutto, un suppostone astragalo, ed un osso lungo, cli' egli ne stima il femore destro , formereblje in complesso un quadrupede, al certo non minore del piu grande fra i ri- noceronti attualmente viventi, rinvenuto tutto quanto com- preso in uno spazio di terreno di circa i8 piedi in ogni sense. Merita questo d"essere ulteriormente esaminato, me- glio disegnato e con somma attenzione studiato da clii abbia la pratica occorrente a tali indagini , per determi- narne colla del^ita precisione il genera e la specie. Ma per altro , sebbene non ci crediaiiio autorizzati a credere che tutte quante le ossa qui raccozzata appartengano de- cisamente al medesimo individuo, 11 quale anclie a detta deir illustre autore , fatta eccezlone della mancanza quasi totale della testa e della massima parte delle ossa lunghe del lato slnistro , non sembra qui compiuto tampoco nel numero delle vertebre , non siamo gran fatto lungi dal consentire coll' autore medesimo che , meglio forse d" ogni altro quadrupede antedlluviano, j^o**^ desso valere ad esem- plificarci appunto 11 Rhinoceros leptorhinus ( e non gia sep- torhinus , come per mero errore di stampa sta espresso neir opuscolo ) del fu celeberrimo barone Cuvier, che nol IWrxTE ITALIANA. 1 09 iliede giii come sollto a rinvenirsi ne piii antichi terreiu di icconda fonnazione deposit da acque dolcl ( pag. 10 verso il line ) , ma cUe riiiviensi appnnto ordinariamente nel jifLippo moclerno degl' Inglesi , ossia nel gruppo llnionoso e detritico de' terreni clismi , clismiani o dilnviani , che vogliansl dire, e nel gruppo clastico, frammentario o Ijrec- cioso di tali terreni medesimi, Talassici secondo Brongniart , e corrispondenti al Dilavium de'moderni geologisti, a' terreni detti comunemente antediluvianl , ed a' terreni detritici di Omalius d'llalloy, quali esser deggiono precisamente quei terreni del Piaceiitino , clie risultano superiori alia prima calcarea saljlnosa terziaria ( Calcarea tritoniana di Bron- gniart), la quale riesce ivi cotanto abbondante di nicchj o di concliiglie fossili. Claro Giuseppe dott. Mcdacarne. Lo Spettatore del Vesuvio e de carnpi Flegrci. Glor- nale compilato dai sigiwrl T. Cassola e L. Pilla. Nwneri tie da genua jo a giicgno i833 coinpoiienti il fascicolo II ( Vedl Bill. ital. to/no ^^-P' ^99 ■> settembre i833 ). Ne duole clie neir annunciare il j^rosegnimento di que- sto Giornale , de' cui priiicipj ablnamo altra volta con molta lode parlato , annunciar ne dol)biamo anche la cessazione^ ma forse egli verra come iacorporato negli Annali Civdi che si stampano a Napoli. Nel secondo fascicolo si trovano riferite le osservazioni raccolte in varie escursioni al Vesuvio , dopo F ernzione del dicenibre iSSa, e dopo quella del giugno i833. Op- portunaniente in fine di esso thscicolo soggiungon gli au- tori un sommario delle osservazioni piii notaljili contenute non solamente nel fascicolo medesinio, ma anclie iiel pre- cedente : meritano tra queste special menzione quelle che si riftriscono alio sviluppo del gas acido solforoso , e gas idrogeuo solforato , T uno e T altro usciti alsbondantissi- mamente dal Vesuvio in tempo delf eruzioue del giugno. Al citato sommario tien dietro T annunzio di una stanqja litografica , con annessa carta esplicativa , stata publjlicata da un giovine inglese , caldissimo cultore delle naturali di- scipline , il quale " addice gran parte del sno tempo e della IIO iVrrENDICE. sua fortuna a visltare ed csplorare que' liioghi de' contorni di Napoli che taiito famosi snonaiio in geologia, e soprat- tiitto il Vesuvlo. >r La stampa Iia questo titolo : Veduta del Capo Vjicino , vicino alia tone dell' Aiinunziata , della sorgente dell' acqua delta vesuviana , e degli avanzi di lui ciprcsso scoperto stando in piede nel tiifo , a 40 palini sotto la superficie del suolo , di G. Anldjo. Napoli, litografia Le- doux. — Ecco ill succinto gli oggetti a illustrazion de' qnali la snddetta stampa, e 1' annessavi carta esplicativa sono dirette. Per opera di nno scavo arteslano fatto in una lingua di terra clie si avanza nel mare vicino alia torre dell' An- nunziata , e detta Capo Uncino , si ebbe uno sgorgo di acqua semitermale , trasparente , oltremodo carica di gas acido carbonico , e ricca di carbonato di soda e d' altri sali. Aifine di costruire bagni ed altri comodi acconci al- r uso deir acqua snddetta fu d" uopo tagliare e levar via 34 palnii della rupe di tufo che doraina la sorgente. Tolti 22 palaii degli strati superiorl composti di varie mater ie vulcaniche dure e compatte , si trovarono molti pezzi di legno, e col proseguire i lavori , un fusto di cipresso (o j>iattosto pino coraune) ancora ritto , colla parte esterna carJjonizzata , ma la parte interna benissimo condizionata. La circouferenza di un tal fusto e di 8 palmi, e posto in nn soflice strato di terra vegetabile , die sovrasta varj strati di tufo vulcanico; e questo avanzo sta ormai 40 palnii al disotto deir attual superficie del paese. Sail' istesso piano ove e posto quest"" albero si e trovato un gran numero di chiocciole, insieme con rottami di tegole e di vasellame di terra 5 indubitatamente di fabljrica roraana, e simlli a quelli trovati a Pompei e ad Ercolano. — Queste curiose sco- perte sono ora soggetto d' indagine pei natui'alisti e per gli antiquarj. B. Niiova rivisla orticola , ossia Qioriiale del Qlardiiiieri c degli aniaton, coinpilato dai dlretlori della stabl-^ limento agro-botaidco di Piacenza, ecc. VoL I, fa- scicolo I, aprdc 1804. — Piacenza, dalla stampc- ria Tedeschi. La citta di Piacenza gia da piu anni si distingue da moke dclle sue circouviciae neghittose soi-elle negli studj I'ARTK ITALIANA. lU nttcnenti alia p'lu aiitica ccl alia piu proficua delle scienze, r ngricoltuni. Si e parlato piii d'una volta degli Archivj del Proprietario e ih'lV A'^iicoltore clie cola si stauipano pei tor- chi del Del Majuo. Ora vi e comparso il primo numcro della JVuova Eivista Orticola , clie senibra dover teaer luogo della cessata Jlivista Orticola, che ivi pure usciva negli anni passati. Essemlo la nuova compilata dai direttori di quello stahilimcnto aaro-botanico fa sperare clie sia per avere vita piii lunga che noii ebbe la sua cstinta precor- ritricc. Lo angnriaiuo di tutto cuore , e di tanto miglior grado clie ia cjiiesto primo fascicolo vi abliiamo letti arti- coli giudiziosaiiientc scritti e di veracc utilita. Consigliamo pero que"' zelanti compilatori a rendere piu caro agl'lta- liani Icggitori questo importante lavoro col vestirne lo stile di fogge piu italiaae , giacclie per dire la veritii ci pare piuttosto di leggere artlcoli tolti di peso dai giornali fraii- cesi , e scritti in francese , clie frasi e sintassi italiane. Imitino appunto i piii riputati scrittori francesi , ed i te- deschi e gl' iaglesi , i quali procurano di conservar sempre r indole, il costrutto , i vocaboli delle rispettive loro lin- gue ; ne piglino in prcstlto roci e modi forestieri che quando maucano i nazionali. II Regno Ani.ninlc tratto dalle i7ii.. REGNO SARDO. Ai chiarissimi signoii Direttori clella Biblioteca italiana. Torino, il 20 lugUo 1834. — La precedente niia vi porto notlzia delle cose mandate a stampa in Plemonte nei prlml tre mesi dell' anno coi-rente e delle opere pulililiche e private intraprese. Ebbi la soddisfazione di veder uii estratto di delta mia lettera ristampata negli eccellenti An- nali di statistica del signor Lampato, nell' Eco ed in te- desco nelVAUgemeiae Zeitung del 21 giugno. C16 vnol dire che le notlzie contenute parvero d' importanza. Confortato da tanto snfFragio proseguiro a ragguagliai'e i vosti-i leg- gitori di qiianto presso di noi si va operando, omettendo per questa volta le notizie letterarie e seientiiiclie le quali saranno argomento di una mia lettera susseguente. II disegno della facciata della Chiesa di S. Carlo in Torino e posto al concorso dal Corpo decurionale. L' au- tore premiato avra in dono una medaglia d'oro di lire 800. Sono invitati al concorso gli architetti nazionali e stranieri, avvertendo che i disegni debbono essere mandati prima del finire di ottobre prossinio. Si e jJrincipiato a dar compimento all' esteriore della Chiesa dell" ordine equestre di S. Maurizio jiosta in via d' Italia, che fa puv essa lasciata senza facciata come le mlgliori chiese di Torino , cioe S. Filippo ed il Carmine disegni dell' Juvara , S. Croce delle Monache , S. Lorenzo e lo Spirito Santo. Bene si avviso per altro , dando carico al cavaliere IMosca, al cui ingegno dobbiamo il maraviglioso ponte snlla Dora, di fare un nuovo disegno perche quello del Lanfranchi putlva del gusto barocco del 1700. I lavo- ri , che ascenderanno ad un' egregia somma , devono essere terminati nel venturo i835. Dio voglia che dalle chiese si passi al compiere ed alj- bellire 1' esteriore degli edificj , jierche Torino a questo riguardo sottosta a tiiite le cospicue citta d' Italia ! Regno per tanto tempo un cosi cattivo gusto da far creder bello il lasciare le fabbriche in rustico cogli addentellati a nudo ed i buchi de' palchi di costruzione. I palazzi Carignano, deir Universita, dell' Accademia delle scienze, deU'Accade- mia militare , le Segreterie , 1' Ospedal di S. Giovanni , il palazzo Paesana, ecc. sono tutti informi. Aspettando che dal consiglio degU Edili si proweda al riparo di co'i brutto nnoNACA. I2.> i^concio abbiasi lode il marchese d'Azeglio , direttore della K. Piiiacoteca che fa arricciare ed intonacare il suo palagio. II nostro Campo Santo, che rinsci sotto Taspetto del- Tarte una mediocre cosa, e per abbellirsi con alcuni mo- numenti. Negli ultimi di dell' ottobre prossimo sara allo- gato quello che il Conte di Monforte erge alle ceneri di sna consorte. E opera dello scultor torinese Angelo Bru- neri che fece i snoi studj in Roma. II sarcofago e ornato da nn basso rilievo che rappresenta T inconsolabile niarito stringendo la mano dclla nioribonda sposa ; lo sornionta un gruppo di figure |>iu grandi del vero, che rappresenta la Pieta stringendosi al petto nn carissimo bimbo, e dando ad nn fanciuUo che le sta presso un frntto. — Questo gruppo e ben inteso , ben modellato , e certo ne verra lode alio scultor e che lavora attorno ad un altro monumento da in- nalzarsl alia memoria della contessa Ceresa. Si conipone di un'urna di bonissimo gusto ai cnl lati stauno quattro putti in aspetto doglioso. Speriamo che 11 buon esempio avra imitator! e che le persone facoltose vorranno farsi utili air arte onorando per essa la memoria dei loro cari. Un altro scitkore , il giovanetto sig. Mocchia sardo , sta lavorando in marmo per 1" Universita di Cagliari il busto del suo celebre compaesano il Barone Manno. Al merito della rassomiglianza quello ei cerca di aggiungere delPese- cuzione. Torino, che aveva bel vanto pe' suoi musei di mlnera- logia e di zoologia , i migliori d" Italia, e per 1' unico jMu- seo egizio , venne abljellito or son due anni dalla Ijontii del re colla creazione di una magnifica galleria di quadri, di cui Tattual direttore, il gla nominato chiarissimo mar- chese Pvoberto d'Azeglio , pittore di bella fama , sta pre- parando la descrizione. Ora S. ]M. cui e tanto a cuore lo accrescer lustro a questa sua diletta metropoli, ordino che fossero raccolte tittte le armi antiche sparse uegli arsenali c ne'castelli e, fatti anche numerosi ed iraportanti acqui- sti , destine la galleria di Beaumont nel suo stesso regie palazzo a diventare una grande armeria istorica. Anche il medagliere del re diverra oggetto d' ammirazione pe' dotti viaggiatori. Ricclilssimo di monetc de' principi e delle re- pubbliche che tennero imperio sulle terre oggidl soggette alia sua corona, si estcnde in oggi, per le dotte cure del 1^4 GRONACA. sig. Promis R. Conservatore , a tutti gli Stati che furono e sono in Italia dalla caduta dell' Impero romano. Altre opere pubbliche oltie quelle accennatevi nella pre- cedente mia lettera furono intrnprese. Nominero per la pri- ma r opera gigantesca e veramente romana incominciata dal re Carlo Felice di gloriosa ricordanza , cioe V arginamento deir Isera. Per altro credo meglio di ofFrirvi qui dojio vino specchietto di tutte le opere su^adali state appaltate dal principio di quest' anno lino alia data della presente. In esse non sono comprese , ben s'intende, quelle ch'ebbero termlne in quest' anno , come il lungo ponte in legno sui torrenti Oreo e Malone. Non e guari una plena d' acque inipediva a sole lo luiglia da Torino il passo a Ghivasso, Vercelli, Novara, ecc. Ora ad onta di ogni piii impetuosa o lunga pioggia e aperta la via tra Torino e Milano. Un altro bel ponte in vivo suUa Dora lungo lo stradale di Susa venne condotto a fine nello scorso giugno. In Genova si posero , non e guari , le fondanienta di un magnifico manicomio clegno di una citta che merita- mente s' intitola la superba. Lo scandaglio ascende alle lire 5oO;,ooo. In Ivrea fit costrutto un bel teatro sul di- segno deir architetto Zani. La cittaduccia di Cliieri fa eri- gere un cimiterio fuori delle mura. L' appalto e sulle lire 21,000. A queste ed altre imprese nelle difFerenti citta dello Stato, che non venne fatto raccogliere, aggiun- gete le opere militari , come il compiraento della raffineria de' nitri in Torino ( lir. 20,000), 1' erezione di una pol- veriera in Genova (lir. 466,000), la continuazione dei lavorl del forte di Ventimiglia (lir. 100,000), le fonda- menta di un nuovo forte a Vinadio (lir. SBo^ooo), un quartiere per la cavalleria a Torino (lir. 160,000), un coperto per le manovre de' soldati in inv^erno (lir. 5o,ooo ) e moltissime opere di ristauri alle caserme di Fenestrelle, del Moncenisio , di Vercelli , ecc. , e poi giudicate dell" at- tivita che danno tutti questi lavori alle basse classi , e qual bene ne debbano elleno sentire. Daro fine col parlarvi di viaggi fatti o per farsi ne' paesi stranieri da dotti miei iiazionali nell' interesse delle lettere e delle scienze. II Re ordino al cavaliere Mosca suo primo architetto di recarsi in Francia e neU' Inghilterra a studiare le strade di ferro , le macchine locomotive, i poiiti sospesi, ecc. II C RON AG A. 1^5 cavaliere Talucchi professore d' arcliitettura in Torino, a cui doljbiamo fra le altre grandiose fabbriche cjuella del- r ospedale di S. Luigi e quella de' pazzi , partira per re- carsi a visitare le piii riputate Case di correzlone onde cavarne utili cognizioni pel piano di quella die qui si deve fabbricnre. II sig. Bordiao ufliciale nel corpo reale del Genio conosciuto per V ingegnoso trovainento d' innalzare pesan- tissinii fnsti , uiesso da lui felicemente in pratica coll' in- nalzamento delle colonne del tempio qui eretto in prospetto del ponte del Po e de' gran monoliti del santuario di Vico, si reco in Francia ed in Ingliilterra onde esaminare le svariate forme di macchine inventate a pro dei diversi rami d' indu stria. Da alcuni raesi e qui di ritorao 1' inge- gnere delle miniere sig. Motta die il R. Governo tenne fuori stato per ben 4 anni ad istudiare la coltivazione delle miniere in Heidelberg , in Isvezia , in Ingliilterra ed in Francia. Con generoso consiglio il sig. cavaliere Gauden- zio Gautieri di Novara si e recato a visitare le scuole d' arti e mestieri erette in Germania , Ingliilterra e Fran- cia per cavarne lumi a pro di quella istituita dalla mu- nificenza della contessa Bellini in Novara. II sig. Pertu- sio dottore in cliirurgia a Torino si reco a Parigi e Londra per istudiare i perfezionamenti introdotti negli strumenti chirurgici. E sulle mosse per recarsi in Toscana il chia- rissimo sig. prof, cavaliere Carena segretario della R. Ac- caderaia delle sclenze onde p)roseguire in quella beata terra il suo dizionario tecnologico italiano , opera non pur utile ma necessaria , indispensabile. I cbiarissimi signori cava- lieri Cibrario e Promis sono tornati da poclii giorni da una gita in Milano, Venezia e IMantova dove furono, per grazioso permesso di S. M. I. R. A. a visitare gli arcliivj in cerca di documenti e cronaclie riguardanti i Reali di Savoja ed i loro doaiinj. I signori capitano di vascello Lampo , capo dello Stato niaggiore della R. Marina ed il capitano Picasso comandante la 3.* compagnia degli operaj della marina partirono in marzo ultimo per T Ingliilterra, dove il R. Governo gli spedi per intendere all' acquisto e vegliare alia costruzione di una nave a vapore destinata a regolar sei"vigio tra la Sardegna e Genova. Utile pen- siero die deve di molto profittare a quell' isola ferace di prodotti del suolo c di persoue d' ingegno. 126 CRONACA. Spccchio delle opere stradali appultate ntl 1834. Provinnic. Tratti tli stratia o Poiiti appaltati. Importo. Acqui Casale Cuneo .... Genova. . . . Lomclliiia. . Sloriana. . . I^'-i < Savoja pro- pria Torino NOT A. I corso del pre (lire 88,638), lit qufste Btra Tralto cli strada verso Asti tra Valerana e la gol.i Earbciij. Metri 58oo Idem verso Torino sulla destra del Po tra il rivo Gaminella e la cascina Colomlja- live ttaUnne. 62,5o5 a3,8o3 71,720 3o5, Ty6 37,'37 56,529 9,012 35,836 70,243 602,000 426,593 mail appaltate nella proviuci valM di Ande a Ui Cumiana, 98 33 43 87 93 06 60 nel di Idem verso Demonte tra Blojola ed il pi- Ponte sul Bisagno presso Genova sulla Tratto di strada tra Alessandria e Pavia. Metri 3 1 85 I'lem dello stradale di Fraiicia tra la grande muraglia ed il ponte della Eroussoniere. Metri 838 Sistemazione della strada intorno all' al)i- / tato di Novl Tratto di strada detto della Cercliia a Lc- .Idem dello stradale di Francia tra S. Ti- J Ijauld di Conx e Groi-Louis |Argin.imento dell' Isera dall' Hopilal a Crcsy. •Aliirazzi sulla sponda sinistra del Po in fondo alia piazza Vittorio Enianuele in n qaesto quadro ngli sono comprese le straJe com sente auno e rilevanfi a cospicue somme. Ter esempio nUcono attualmeote la etrada comanale da Chirri ncUe quelli di S. Kafaele ; nella provlacia di Piiierolo quell de fii dari piu tardi uno specchio. REGNO LOMBARDO-VENETO. Sapplimento aU articolo Puhbllci c privati Musei d an- tlchltd in Italia. ( V. I antecedeiite fascicolo di giii- giio Bibl. ital. pag. 460. ) Musco di BuEsciA. — Tra mold Mnsel memorati dal cli. Gei'ai'cl nel Bollettino di corrispondenza arclieologica fu pretermesso , non si sa come , quello di Brescia da lui niedesimo visitato nelF andare a Berlino e nel ritorno suo da quella citta. Pure non sembra clie fosse indegno di qualche breve menzione. Se ricco non 0 di marini figurati r, R O N A O A. 127 p,reci e roinani conic qncllo tU Wantova, ne di epigrafi s^rcche come quel cU Verona, lia \)eib il prcgio slngolaris- sinio cf essere tutto niunicipale , e di coiitenere un niiniei'o si copioso di patrj nionnnienti scritti, clie , trannc lloma, puo gareggiare co''piii rinomali d'ltalia. Costrutto sulle niae- stose mine di graiidioso antico edificio ucl i83o vi si al- logarono , oltre la statna colossale di bronzo della Vittoria , ])arecclii busti e oggettl figurati e di decorazione parimente ili bronzo, alcuni Jjassorilievi e torsi e brani di statue in marmo, diversi frammenti ornamentali di perfettissimo stile, juolti A'etri, e A'arle stoviglie e un paviniento di musaico , lion die una raccolta di circa quattrocento lapidi, tutte nscite all' aprico in quella ferace proviiicia , le piii delle quali sono di molta iinportanza per la storia particolare di Brescia e generale d' Italia. La classificazione di esse, ginsta il metodo morcelliano, fu predisposta dal dottor Labus , e ognuno a sua posta puo agevolmente leggerle in series non altro mancando alia meritata celebrita del JMuseo clie un* accurata illustrazione. Museo del sig. Palagi in Mhano. — II sig. cavaliei-e Pelagio Palagi possede pure una messe ricchissima di an- ticbita egiziane. ]Ma non a queste sole ristrlgnesi la sua collezione. Clie anzi e gia gran tempo da che va egli acqul- stando monumeiiti etruscbi e greci d' ogni genere , si clie il suo Museo puo oggimai reputarsi degno piii di un principe cbe di vm privato o di un artista. Sarebbe a deslderarsi cbe ne venisse pubblicato il catalogo. Ed al- tri Musei sussistono in Italia dal sig. Gerard noa ricor- dati. Percib ameremmo cbe Tillustre e Ijenemerita Socicta degli arclieologi di Pxoma e Parigi , la quale lia corrispon- denti nelle citta d' Italia pressocbe tutte , ponesse al suo BuUettlno un corapiaiento sifTatto cbe tutte ne rienipisse le lacune. Pavia. — Poicbe la Bibliotcca Itallana ha annitnziato sino dal i83i ( tomo 63.°, agosto, pag. aSy) cbe il marcbese Malaspina di Sannazaro era intento ad erigere in Pavia , sua patria, un grandiose edllizio, per ivi porre in mostra ed ap- prcstare al puljljlico vantaggio i moltissimi e preziosi oggetti di Belle Arti da lui posseduti; ora e tempo cb' essa an- minzii che gia un tale cdifizio e compiuto , e gia , quanto ai suoi usi , son prossiiui ad csser coiidotti ad clTetto i !a8 C R O N /V G A. generosi siuliletti tlivisameuti. Vuolsi iiioltre far nolo che il discgno n' e opera dello stesso niarchese Malaspina , di cui per tal modo si accresce cjuella fania di perito nelle cose arcliitettoniclie, ch' erasi gia procacciata con varj lavori publilicati colle stampe. E vcraniente non dubitiamo di van- tare Tedifizio di cui si tratta come uno de'piii ragguardevoli die sieno stati costriitti ne'moderni tempi i, il tutto e pieno di iiiaesta congiunta a bella seiiiplicita e spira un'armonia palladiana, le parti ne sono tutte con molto studio e squi- sita diligenza ideate e condotte. Ne basti il dire, rispetto alle decorazioni , cbe il mezzo della facciata , di sopra al- r architrave, e adorno di un basso rilievo co' profili di Raimondi, RalTaello e Michelangelo, lavoro del prof. Monti di Ravenna , il quale sta ora conducendo a termine una statua rappresentante il Genio delle Arti da coUocarsi nel palazzo stesso dirimpetto alia porta d' ingresso. Ma di rincontro a si venusto edifizio , e a non molta distanza da esso, sorgeva un alto fabliricato, cioe Tantica chiesa del Lorcto ora ridotta ad uso di archivio notarile , per la quale 1' edifizio stesso jnal potea dalla strada contem- plarsi, ed era ad esso negata, dal lato di ponentc, quella abbondanza di luce, che convenivasi agli usi cui e destinato. Quindi e che il Marchese olferse un' altra soppressa chiesa di sua proprieta perche Tarcliivio vi si trasportasse, chie- dendo die 1' attuale fosse demolito. II Miuiicipio e le Au- torita superior! accolsero questa domanda e vi acconsen- tirono , e cosi non andra iiiolto che un ampio spazio di- sgombro starh dinanzi al nuovo edifizio. Dalle informazioni che alj))ianio prese ci e noto di'ella e intenzione del niarchese Malaspina non solo di mettere in mostra nel detto edificio le molte raccolte di oggetti di Belle Arti ch' egli possiede , ma anclie di apprestarvi dei locali per istruzione de' giovani nel disegno e nell' incisio- ne. Le stanze a pian terreno sono destinate alia scuola del nudo , ed a raccoglierc i inodelli in gesso. La sala supc- riore , appena asceso lo scalone e a destra di esso , con- terra la raccolta de' qnadri , tra' quali ve n' ha di molto pregevoli non solo dclle scuole d' Italia , ma anche della liammlnga. La scconda sala superiore, ossia qnella di mezzo, e disposla per riporvi le stampe, delle quali il Marchese, siccome e noto, possiede una dclle piix ricche e preziose rac- colte. La tcrza sala attigua inettera in mostra una raccolta r R o N A c A. laQ di iiianifattnre anticlie , ossia un' cnciclopedia delle arti (igiirative, doviziobissinia d' ogni inaniera di oggetti curiosi c raribsimi. La tjuarta sala scgiufiitc sara adornata di una piccola laccolta di cose cgizie :, e nelTandito die da que- st' ultima niette alio scalone ed alia sala di mezzo saranno appese le stampe de' piii valenti incisoii del nostro secolo e del precedeate. A custodia di questi oggetti, e a dire- zione dello stabilimento, il inarcliese RLalaspina ha gia scelto e stipendiato ua giovane pavese the ha dato huoni saggi di se neir arte delT iacldere. Per le quali cose ogaun vede (junl doao faccia 11 Mar- chese alia sua patria , dono magaKico , e speriamo fonte di futura gloria , perclie ua tale istituto domanda necessa- riamente maestri die edudiiao la gloveatit nelT arte a cui esso e desiinato , e lice ogni cosa sperare da' giovani nu- triti alia scuola del hello e dell' ottiino, B. V A R I E T A. I' I T T U R A. ^y i luui Beaca Very^iiic col BuirUnno. Tu<,'()ler av'vauuggiarsi nella *iia arte. UiOl. Ilal T. LXXV. 0 l3o V A R I E T a'. Era Raffaello ancor glovinetto, e dimorava tuttavia presso Pietro Penigino^ laonde, lasciata la scuola , venne in Firenze per quel siio onesto desiderio , ove fa accolto ad ospizio nella casa di Taddeo Taddei. Qnesto gentilnomo splendea ornato di bnoae lettere , e tenea consuetudine di studj col cardinale Bembo : era inolt.re singolarmente iniiainorato delle l^elle arti ^ e oltreinodo favoriva e aitava i cultori delle niedesime. Aveiido adunque seco quel prezioso costume di RafFaello, pose in esse tntto 1' animo sue si per la lienignita delP in- dole , per la modestia , per la honta del vivere , si per la maestria del dipingere in die gia Raffaello era divenuto preclaro. L' illustre dipintore si tenea vinto percio al Taddei di obbligo infinito e d' inesprimibile affetto \, tanto die do- vendo questi recarsi nella Marca d''Ancoiia, Raffaello scrisse ad un suo zio Simone da Urbino prcgandolo che andando cola Taddeo Taddei gli facesse oaore senza risparmio , e niolte carezze per amor suo , essendogli obbligadssimo quanto ad uonio die ci vivesse. Ne a cio si rimase la gratitndine del Saiizio pei" qiieUa ospitalita , e per essere stato dal Taddei assislito in ogni suo iDisogno , che doveiido pol partirsi da Firenze , voile in ricordo di Ijenevolenza lasciargli due opere della sua arte. Qnatremere de Qulncy nella sua Storia di Raffaello dice: die i due quadri lasciati al Taddei ritrovavansi ancora presso gli eredi al tempo del Vasari, die poscia furono dispersi , e die la loro esistenza era sempre dubbiosa : sa- peasi solo die di queste due opere, una ricordava la scuola di Pietro Perugino , e P altra annuoziava gia la seconda maniera di Raffaello. Qnesto passo del Qnatremere e inesatto : il Vasari dice apertamente, che questi qnadri erano stati presso gli eredi Taddei, e noii gia die vi erano, e che uno era della ma- niera peruginesca , e 1" altro di un fare molto niigliore. II Bottari annotatore del Vasari aggiunge , che uno di questi quadri fu comprato dal serenissimo arciduca Fer- diiifindo d' Austria, e die P altro era mancato prima dalla casa Taddei. II Baldinocci poi nella vita di Raffaello cosi si esjirime: " Raffaello si parti da Firenze molto approfittato nelP arte , lasciando iii dono al Taddei due bellissimi quadri di sua V A 11 1 E T a". i3i uiaiio , uiio lie' qnali ne' nilei tempi non si e vednto in qiiella casa , e V altro die fa di uaa Madonna con Gesu , e san Giovanni di circa a mezzo naturale , fa negli anni addietro dal senatore Giovanni Taddei venduto a gran prezzo all' arclduca Ferdinando d' Austria. " Pare adnnque dalle parole del Baldlnncci ch' ei avesse vednto uno dei detti qiiadri , cioe quello venduto. Ma come trovare notizie dclP altro ' II sig. Longliena traduttore della Vita di Raffaello scritta dal Quatremere , alia quale con molta ])enemerenza ha agginnto ricclie an- jiotazioni , anclie per molte notizie da noi comunicate al luedesimo , produce una lettera a questo proposito. Si dice in essa , die 1' altro di questi quadri rapprcsen- tava una Madonna , mezza ligura col Bambino intero in braccio : solo in quella lettera si aggiunge essere stato questo il quadro venduto all' Arclduca , mentre dobbiamo stare alle espressioni decise del Baldinucci , die attesta il quadro passato alPArciduca essere stato una Sacra famiglia. E se nella predetta lettera pubblicata dal Longliena si asserisce ancora die nel nastro della Vergine e scritto il noma di Raffaello , non possiamo acconsentirvi f, perche e duro a credersi die Raffaello, il quale era la stessa umilta, avesse voluto scrivere il suo nome nella fascia del capo , luogo pin visibile del cjuadro, cp,iandoche nemmeno ne'suoi Jjei capolavori lo noto in un inlimo angolo , come alcuni dipintori praticarono ; senzaclie i grand! genj conoscono il vero contrassegno , die da autenticita alle loro opere , starsi nella singolarita del loro stile , da non potersi da veruno imitare. Raffrontando adnnque i passi degli scrittori, die fanno autorita nei lavori dell' arte, risulta : I." Che Rafl'aello lascio in dono al Taddei due quadri. 2.." Che uno era una Sacra Famiglia, e l' altro una Vergine niezza iigura col Bambino dritto in braccio. 3." Clie uno di questi quadri si attenea alia maniera di Pietro Perugino. 4.° Che la Sacra Famiglia fu venduta all' arciduca Fer- dinando. 5." E die r altro era mancato dalla casa Taddei. Questo secondo quadro adnnque die pin non esistea presso gli eredi Taddei , e di cui non si e potuto ragio- nare, c la tavola d'dla quale imprendiamo noi era a dar conto agli amatori delle uuove important! scoperte dell" arte. l32 VARIET a'. Rilevantl notizie ci ginngono atte a porne in cliiaro le circostanze per le quali quest' opera non pote essere con solenne esposizione dicliiarata e ammlrata. Queste ci di- cono che la tavola passo in Koma: che ne fece acquisto il principe Colonna , e die egli la pose nella cappella pri- vata del sno palazzo gentilizio del feudo di Marino. L' es- sere stato il dipinto chiuso in una cappella domestica, in un feudo discosto dalla capitale , fu cagione che rimanesse obbliato. Quando I'armi francesi occuparono gli Stati romani, in quel grande mescimento di tutte le cose in cui i preziosi monnmenti delle belle arti si prostituirono a vil prezzo , come ne abbiamo tanti esempi lagrimevoli, vi fu chi ven- dette anche quel quadro di Marino , del quale forse non se ne conoscea la preziosita o perche le memorie fami- gliari eransi smarrite , o perche non furono consultate. Tosto varj dipintori romani giudicarono quel dipinto della prima maniera di Raflaello : ma passato in Firenze fu creduto di Pietro Perugino , e opera di molto merito , per cui un certo Santi Majoli esibi una somma conside- revole , essendovi qualche straniero vagheggiatore delle italiane rarita che bramava acquistarlo. Ora i casi hanno portato , che questa singolare pittura venga in proprieta delF araico nostro sig. Pietro Fumaroli: perche essendo egli possessore ancora di una raccolta di preziosi oggetti d'arte, fra i quali risplendono un Eachiacca dipintore rarissimo, un Pesello Peselli autenticato da tutti gli storici 5 un amoroso Francia, un Luino e due Rem- brant , e un ritratto del Morillo tanto vivo, che spira, e tin soave Carlo Doici , ed Onorio Morinari , ci congratu- liamo seco lui pel suo propizio fato di avere potuto con un monumento cosi insigne coronare la sua collezione. Ritornando adunque al quadro di die si parla ci fac- ciamo ad addurre qui il tenue nostro parere sul medesimo, allegando alcune considerazioni forse non inopportune a provare , die essa opera da RafFaello discende. Si e accennato di sopra che tutti i biografi di RafFaello concordano nel dire, che una delle pitture lasciate in done dal Sanzio al Taddei si attenea alia maniera del suo mae- stro Pietro Perugino. E di fatto Raffaello avea un' indole attraente che assorbiva in se , e si gittava in sangue le bellezze dell' arte, e le raaniere degli altri maestri, e molto V A R I K T v\ 1 33 pill fece suo il fare lU Pietro Perugino , e lo im'ito per- fettamente quando voile , avendolo contratto pei* cosi dire col latte delP arte in tenera eta , quando le abitudini al- trui raeglio si fanno sue e indelebihnente si suggellano neir aninio. Dice Giorgio Vasari nella vita di Pietro , clie il Perugino lavoro moke opere in coiiipagnta del miracoloso RafFaello : percio abbiamo nella Pinacoteca Vaticana la tavola della Risurrezione di Cristo ojierata da amendue , oltre altri esempi in Firenze. Venendo adunque al nostro dipinto clie rappresenta ap- punto la Beata Vergine , niezza ligura col Bamliino dritto e ignudo suUe ginocchia, diciamo clie essa Vergine si ter- rebbe appnnto per opera del Perugino : il modo di dis- porre le pieghe, la guisa con cui sono disegnate le mani, r aria della sembianza della Madonna , il forte tone delle tinte , diverse dalla leggerezza , cbiarezza e certa timidita usata da RafFaello in que' suoi primi tempi , gli scuri ga- gliardi , la maniera del campo e degli accessor] del camjio raedesimo , tutto si prenderebbe per Pietro Perugino. Ma r angelica innocenza di Rafl'aello : que' suoi pensieri di paradiso : quelT onesta e soavita delP anima sua : quel- r illibato candore delle sue idee, e le sue ispirazioni , e la beatissima estasi de'suoi concetti che lo conducea a specie spiritual! e purissime , in somma tutti i pregi del suo core casto e infiammato d' amore lo tradirono nella dipintura del Putto tutto celeste e degno del solo RafFaello. Clii avvh parole cosi efficaci da descrivere degnamente questo Baml^ino ? E di aggiungere la sua amabilita e gra- zia' Chi seppe meglio rapire ai cori beati tanto raggio dl divinita , come fece RafFaello'' Ad esso solo accordo il Cielo di saper comporre con tanto vezzo la bocca -^ di far girare e fiammeggiare gli occlii con tanta luce serena ^ d'impri- mere sulla fronte tanta parte d' innocenza ; e di fare leg- giadramente balenare in tutto lo aspetto quel sorriso gio- condissimo che annuncia una purita, una letizia sovrumana, e clie rapisce gli anirai, e da ogni parte chiania ammira- zione ed amore ' Oltre questo carattere di spirituallta propria del solo RafFaello, anche in questo putto il disegno correttissimo , e specialmente lo impasto delP esecuzione ci fanno certa prova essere concetto di RafFaello. II petto , il ventre , i iS-i- V A R I E T X. fianchi , le braccia sono di un clccloso e di un pastoso clie palpita : la vita vi e iiifnsa , e la vita di uu Dio dipartita da ogai umana Imperfezione : le altaccature sono mirabili: il piantarsi in equilibrio delle ganibe e della persona e nil incanto : tntto il contorno e di nna pieghevolezza e di nn ondeggiauiento serpeggiante , con un moto di natura clie il solo Sanzio potea cogliere con tanta facilita e verita. Una disusata vaghezza poi si trova in questo Bambino nel velo diafano che gli copre parte delle braccia, e gi- randosi snlP omero destro viene ad allacciarsi sotto T om- belico. Si direbbe clie questo velo e aereo , tanto e lieve e di mirabile trasparenza e cbiarezza che non sapresti ac- corgertene senza porvi intendimento. E ben si vede che il dijiintore vel soprappose noa per difesa o per alcun av- volgimento del nudo, ma per sola fantasia e per piu dif- licile abbellimento. E di fatto la Vergine con un concetto tutto nuovo gli porge una mano alia cinta, come per ascondere la parte onde il sesso si discerne , tanto che quel velo x'esta del tutto inoperoso e senza line. E perche si vuole procedere con ischiettezza , diremo ancora che i molti anni percorsi dal quadro, e le vicende e i viaggi ai quali e stato soggetto , forse lo aveano alte- rato in alcuna parte , sempre pero suUa effigie della Yer- gine e non del Putto , per cui si conosce che qualche mano ardlta e prof ana turlio alcuna finezza delF arte nella sem- bianza della IMadonna , carico qualche tinta ue' panneggla- menti e ne'contorni delle dita, e aggiunse di suo capriccio nel campo certi suoi vlrgnlti, lo che pero puo esser tolto facilmente con accurata diligenza. La qual circostanza an- cora ha indotto taluni a giudicare troppo avventatamente essere 1' opera del Perugino. Ma pongasi mente al Pntto coUe considerazioni da noi fatte : si entri nella sua idealita, nel suo impasto, si pe- netri il concetto , e non restera piu dubbio dal giudicarsi questo bel dipinto per opera dell' iramortale Rafiaello II movimento del braccio destro e T iinproata del volto ricordano aache il Putto detto della Madonna deU'lJccellino, condotta dallo stesso maestro nella sua piii fresca eta: ue il Putto dell'altra tavola appellata il Riposo della Croce lascia d'avere anche alcuna similitudine con questo nel ca- rattcre della lisononiia. Oltreche tutti i pntti di Rafiaello V A R I E T X. I 35 si accomotlaiio al presente nel moJo tU trattare la morbi- dez7.a e pastositii della cariiagione : solo clie gli Angeli iii- trodotti nel fresco delle Sibille e il Pntto della Madonna di Fnligno e massimamente quello dolla nostra Donna detto di S. Slsto, comeche tengano lo stesso principio in quanto alia spiritnalita e airunzione, sono trattati in qnella piii gi'ande e larga maniera die 1' eccelso dipiutore nel colmo della sua gloria , e nel confine della sua eccellenza neglL ultimi suoi anni acquisto. La Vergine si cinge di una tenia la fronte , come nota la lettera prodotta dal Longliena : essa fascia si raggruppa in due ciocche sopra gli orecchi i e comeche siano in cpiesta alcuni avanzi di doratura , non puo giudicarsi clie fossero lettere scritte. In seguito delle quali cose pensiamo che ci sia lecito conchiudere : che questo lavoro e di RafFaello : che nella Vergine egli imito la maniera del suo maestro : che forse cio fece perche il Taddei si avesse nel qnadro medesimo un esempio eziandio del dipingere di Pietro Perugino : che nel Bambino , Raffaello si abbandono a se medesimo, e lo condusse tutto del suo morbido impasto : che forse questa tavola era stata incominciata nclla scuola del Pe- rugino : e che la maniera grassa e splendida del Putto , posta a lato al tocco piu grave peruginesco , maggiormente trionfa. Non ci rimane c!ie aggiuagere avere 1' esperienza pro- vato che coloro i quali volgono affetto alle l)uoae arti , non restano raai privi di premio. La venerazione con cui il sig. Fumaroli ha riguardato sempre le stupende opere di Raffaello, dalle quali e fatto piu sublime il Vaticano ; e la sua generosita con cui fece acquisto de' rami originali delle bellissime incisioni dello Sposalizio della Vergine e della Trasfigurazione condotte dagr illustri incisori Pole e Povon , ad emulazione delle maravigliose stampe di Longhi e IMorglien, sono state ora rimeritate dalla fortuna di potere egli essere possessore deir insigne dipinto di cui abbiamo ragionato. La tavola e stata copiata in uno stupendo disegno dal- r eccellente maestro sig. Gozzini , e quindi recata dal me- desimo sulla pietra litografica : ond' e che avuto riguardo al poco avanzamento fatto dalla litografia in Firenze, ne sono uscite buone stampe da mostrare agli auiatori del- I'arte alcuna idea delT oriKinale. l36 V A R I E T a'. ARTI E MESTIERI. Jahrhllcher des k. k. polytechnisclien Institutes in Wien , ecc. , cioe : Annali dell I. R. Istituto poli- tecnico di Vienna pubblicati dal Direttore del me- desimo il signor Giovanni Giuseppe Prechtl in societd coi professori dell Istituto. Tomo XV II I. Cor- redato di cinque tavole in rame. — Vienna, 1834, stampato e vcndibilc nella tipografia di Carlo Gerold, in 8." di pag. iv e 55o. I membri dell'Istituto politecnico mediante la continuata pnbhlicazione dei loro studj mostiano die non Aden meno in quella dotta compagnia lo zelo per F avanzamento delle sclenze e delle arti. Scorgesi evidentemente dalla ispezicne dei varj volumi dei mentovati Annali ch' eglino ablji-acciano tutte le diramazioni delle discipline fisiche , non ommet- tendo le matematicbe dalle quali le fisiche ritraggono o sussidio o lume altiieno. Al tempo stesso pero V indica- zione dei tltoli non lascia alcun dubbio che la mira pre- cipua deir Istituto e diretta alle materie tecnologiche , alle arti di cni giovasi la vita, e al perfezionamento degli stro- menti si per esperimentare i fenomeni come per misurarli. II presente volume consta di diciotto articoli, e la mag- glor parte di argomento tecnologico. Non e possibile fare un' analisi di essi indipendentemente dal soccorso delle fi- gure, e senza tradurre dei frammenti interi, il clie ci de- vierebbe dallo scopo del nostro giornale. II signor Carlo Karmarscli primo direttore della scuola superiore di indu- stria nello Hannover e cjuegli che ha fornito piix d' ogni altro il materiale al nnovo volume. Ma perche non riesca troppo scarso il cenno che diamo di esso, indichiamo di volo il soggetto di alcuno degli articoli. II primo di essi e iina Memoria dell' editore Prechtl intorno ai telescopj catottrici, e specialmente sul modo di dare agli specchi la forma parabolica. Da che furono iuventati e perfezionati gli stromenti acromatici , sembra che gli astronomi e i macchinisti siensi accordati a lasciar quasi in disparte i telescopj catottrici ., e poco pensiero abbiano avuto di procurarne il inigliora- inento. E in realta i refrattori di piccole dimensioni si prestano pin agevolmente all" uso e alia combinazione cogli V A R I E T a'. 1 3/ stromenti geodeticl etl astronomlci , e ne sono piii slcuri d' errore i risultamenti : ecco un ragionevol niotivo della preferenza die lovo si e data. Ma le cose possono hen cam- biare allorche si tratti di mettere a paragone ambe le spe- cie di stromenti ottici in grandi dimensioni. Dopo questa considerazione generale F autore discende a particolare esa- me. Siccome poi la bonta degli specchi metallici dipende da due circostanze essenzialmente, cioe dalla fusione di es- si, e dalla riduzione alia debita format cosi egli avendo studiati i difetti inerenti airuno e all' altro processo del- r arte , suggerisce alcuni dettami di perfezionamento. Di che i costruttori e gli scienziati sieno giudici. Segue una descrizione di Karmarsch di cinqite istronienti per ottenere le misure delicate. Avendone egli sott'occhio diversi esemplari fabliricati con molta diligenza , di cui ebbe a fare un lungo uso recentemente , credette di riuscir grato agli artefici otl'rendone per istruzione di essi una descrizione minuta illustrata da una discussione del loro pregio in pratica. Tien dietro un articolo del medesimo , in cui egli presenta i risultamenti di un esanie sulla tenacita assoluta dei metalli tlrati alia filiera. Prescindendo dal ferro, i fili metallici hanno finora occupato poco l" attenzione dei fisici. Di piii, siccome asserisce Karmarsch , non si e mal atteso ad in- dagare quale sia T influenza delle circostanze pratiche nel prepararli riguardo alia tenacita stessa. II che da occasione ad alcuni jirolilemi tecnologlci, sui quali aggirasi F articolo. In un quarto articolo descrive un congegno per ottenere alia filiera gli anelli metallici di forma regolare e di uni- forme dimensione. II peso speciiico delle varie specie di legni per F inte- resse che alle arti deriva dalla conoscenza di esso e di- venuto F oggetto delle sperienze di molii fisici. Anche il piii volte nominato Karmarsch ha intrapreso somiglianti prove, avendo cura che i legni fossero ben sccchi, ben lisciatl , e misuratone esattamente il volume. Non solo i legni usuali e indigeni, ma anche i piu rari e gli esotici furono assoggettati all' esperimento. Uno degli articoli e la traduzione dalF inglese di un sag- gio sulla forza di parecchie quali'ta di legname , lavoro di Pietro Barlo^v e Beniamino Bevan : il qual argomento e pur esso assai , e piii del precedeate , di una notoria pratica utilita. 1 38 V A R I E T a'. II bai'one Ermaiio di Dalwitz ingcgaere-luogotenente iii capo neirimpero della Russia lia coinunicato aired'itore degli Annall la descrizione di un nuovo fonio o focolare per la cottura de' inattoni. La costiaizioiie suddetta e di sno ritrovaniento, ed ha (come e naturale ) per iscopo di sommiiiistrare nii mezzo plii acconcio a quella manitauura. Neirannnnciata nuova maniera di fornace 1" inventore eljbe a giiida il priiicipio di scemare 1' intensita del calorico nelle parti centrali della fornace per iaipedire clie la materia accuraulatavi si liquefaccia , e di rinforzarla alF ingiro delle pareti per teaere la pasta da citocersi in ua coaveniente grado di temperatura. Vien dopo questa la descrizione di un arnese per fab- brlcare i mattoni mediante T urto : ed e pur essa del ba- rone di Dalwitz. Adamo Burg professore di matematica sublime nell'I. R. Istituto politecnico ha inserita negli Annali una parte di un sno scritto intorno ad una classe di curve che , a suo avviso, non e ancora stata contemplata. Le cliiama oia/i, ed in alcuni casi , in cui si fanno piii semplici , da lore la denominazione di ellissi d' orcline superiore , perche sono linee clie ritornano in se stesse , e che nel sistema delle coordinate parallele vengono rapjjresentate , come le ovali anzidetie ( di cui non sono se non particolari modalita), da una equazione del sesto grado. Sono suscettive di es- sere descritte , quasi colla stessa semplicita delle ellissi ordinarie, col mezzo di un filo condotto in giro. L' antore di questa dissertazione di geometria analitica asserisce che le dette curve possono avere utili e moltiplici applicazioni nelle arti e nelle opere deirindustria. La genesi e la discus- sione di a'cuni accidenti della equazion generale delle linee suddette e la delineazione di esse contiensi nella parte della ricerca di Burg consegnata in questo volume degli Annali. II resto e riserbato pel seguito. Speculativa anch'essa, ma di un interesse piii generale, e la questione trattata da Cristiano Doppler puljljlico ripe- titore ed assistente alia cattedra di matematica sulilime al- ri. R. Istituto politecnico, intorno alia causa verosimile della elettricita prodotta col contatto e della tensione elet- trica. Egli si fa molto addentro all'argomento, esaminando partitamente i fenomeni di tal genere. Ammette con Pois- son ed altri fisici di grande celebrita che i corpi suUunari, V \ R I i: T a'. 189 e probabilmente anche tjuelli degU altrl corpl celesti^ sieno circomlati e peneirati nei loro vacui da un fluido tennis- simo, mobile somniamente , noii sen/a peso, ma assolu- tamente iusensibile ai nostri mezzi per esperimeutarlo, im fluido percio verameute materiale e die e in istrettis- simo rapporto collo state d" aggregazione dei corpi , la quale forse dipende in qualcbe modo dal fluido stesso. Mentre pero Poisson e gli altri fisici valentissimi adotta- rono r esistenza di cotesta materia siccorae un mezzo per ispiegare le leggi del calorico o d' altri fenomeni, Doppler fonda Tipotesi die il fluido cosi definito sia a punto cjuello die costituisce T elettricita. e che vuolsi chiamare fluido elettrico. Procede poscia a svolgere la concordanza di qucsta nuova ipotetica premessa coU' insieme dei modi coi quali si manifesta T elettricita. Qui termineremo la succinta indicazione di alcunl degli articoli compresi nel tomo decimottavo dei menzionati Jn- nnU , rammentando die forse tornerebbe giovevole la com- pilazione d" una tavola delle materie comprese nei gia pub- lilicati Yoluiui. IGIENE PUEELICA. Mortalita nei medici. — Tra le numerose circostanze die modificano la durata deiruman vivere, quelle .die dipen- denti soiio dalle professioni sembrano forse le piu impor- tanti. II signor Casper professore a Berlino, voleiido spar- gere qualcbe luce su questa materia, si accinse a diversi lavori onde coll* esperienza stessa compilare varie tavole intoriio alia mortalita nel rapporto delle professioni f, e dai medici coniincio le sue ricerdie delle qnali cl ba fatto co- noscere i risultamenti. Onde poi ottenere per qiianto pos- siljile fosse sicuri paralleli , ba preso 700 casi di morte tra i medici ed i cbirurgi pratici quasi tutti alemanni , escludendo gli anatomici, i medici veterinarj, i naturalisti, e cjue' medici i quali non occupansi die della letteratura. Prese poi per primo punto da cui partire nelle sue indagini I'eta di 33 anni, e ne compllo una tavola, in cui trovansi feta dei medici, il numero dei trapassati in tale eta, quello de' sopravviventi , ed in fine gli anni di vita die questi possono tuttora sperare. Tale tavola ci da la triste certczza della breve durata della vita di coloro die esercitano la professione del medico. Se la durata ordinaria deirumana l^O V A R I E T A . vita e di 70 annl , vedesl che appena una quarta parte de' medici suole raggiugneria , e che tutt'al piu 1 sopra i5 arriva agU anni 80 , morendone la meta iniianzi di com- piere 1' anno cinquantesimo. Fra tutte le condizioni quella deir ecclesiastico pi-esento i piu numerosi fatti a favore di una lun^a vita. Sovra 1000 inedici ne sono gia morti 601 a 6a anni, mentre che alia medesinia eta non vi ebbero che 345 morti fra un ugnal numero di ecclesiastici : pas- sato cotal anno , la mortalita fra i medici e gli ecclesia- stici e come 899 : 655. Sovra 1000 ecclesiastici 655 su- perarono i 6a anni, e Say giunsero agli anni 78 ^ mentre solo 171 medici potuto hanno i-aggiugnerla. II sig. Casper nell'atto che sta occupandosi di un' opera in cui diniostrare di quanto la durata della vita de' medici stia al di sotto di qiiella di chi esercita altre professioni , ci ofFre il quadro seguente : Sovra 100 ecclesiastici giunsero all' eta di 70 anni ed anche piia oltre 4a Agricoltori e boscajuoli 40 Irapiegati superiori 35 Commercianti ed artigiani 35 Mihtari . ■■ • , 32 Impiegati subalterni 3 a Avvocati 39 Artisti 28 Institutori, professori 27 Medici 24 (Ann. d'hyg. publ- ) ZOOLOGIA. Osservazioni di un Lombardo sulla Fauna Italica di Carlo Luciano Bonaparte, principe di Musignano , e suir articolo relativo alia medesinia del sig. Gene , prof, di zoologia nella R. Universitd di Torino , inserito nel tomo 74.° 7i.° 220 {aprile 1884^ della Biblioteca Italiana. Pieno di venerazione pei talenti nello studio della na- tura sviluppati dal signor Principe di Muslgnano , e jDer le belle scoperte di cui arrlcclilsce di continue la Zoologia il chiarisslmo prof. Savi di Pisa, e al tempo stesso pieno di stiraa e d' ammiiazione per le belle osservazioni del V V R I E T A . T 4 I valente prof. Gene cU Torino, mi pennetto di soggingnere alcaiie altre bi-evissiine osservazioni, puraniente locali , e clie ben lungi dal detrarre in alcun modo al pregio gran- ilissinio di qnegli scritti , non possono servire se non die a chiarire o coafermare alciuii dei fatti in essi esposti o contenuti. I. Parlandosi nel citato articolo della Biblioteca del ratto tettajuolo ( Mus tectorum ) , specie o varieta scoperta dal Savi, si dice che questo ratto, comunissimo in tutta T Ita- lia meridionale e centrale, vi fu sempre considerato pel Mus rattus di Liiineo , pur troppo aljJjondante nelP Italia settentrionale , nella Francia, nella Svizzera e nella Gernia- nia, e straniero e sconosciuto totahnente nelle contrade meridionali della penisola. Ainmettendo pienamente queste notizie, credo dover sol- tanto notare, che il ratto tettajuolo dei Toscani, il Mas tectorum , era gia da secoli conosciuto nella Lombardia , la quale non puo dirsi a rigore ne centrale^ ne meridionale ri- spetto air Italia. Antichissiino di fatto e nel dialetto nostro, e comuue a tutte le popolazioni , massime del Milanese e delle pi-ovincie Imitime , il nome di ratt de colmegna^ che e proprio T equivalente del ratto tettajuolo degli eleganti parlatori toscani. II vocaljolo nostro di colmegna, uno forse dei meno barbari riguardo alia sua derivazione , indica nel dialetto nostro la sommita, o la parte culminante del tetto, e talora anche la riunione o I'arinatura de' legnami coi quali si compone , massime nelle case rustiche , la tet- toja o il sostegno dei tetti. Nel Vocabolario quindi milane- se-italiuno di Francesco Chenibini si trova Colmegna tradotto per Comignolo o Colmigno , si trovano i trav de colmegna che formano il cavalletto del tetto, e il ratt o ratton de colmegna, posto come equivalente del topo tettajuolo de' Fiorentini. Vero e che cfuesto ratto, come nelle parti meridionali e centrali deli" Italia, cosi anchc in Lomliardia era d'ordinario confuso col Mus rattus , o fors' anche dal volgo ignorante col Mus musculus ; perclie , non badandosi agli altri caratterl distintivi, non si poneva mente se non che alia grossezza in generale , e quindi ratto de colmegna o dei tetti , dice- vasi qualunque ratto, che apparisse fornito di dimensioni niaggiori delle ordinaric. Ma da che ho potuto nella let- tera del Savi inserita nel Ciornale de' lettcrati del i8a5, e 142 V A K I E T a'. nella Iconografia ddla Fauna Italica del princijie di Musi- gnano i-avvisare i caratteri particolari del Mits tectoruin , noil ho piiiito differito a riconoscere in essi il nosti-o ratto di colinegna. Per non diffondenni oltre misura in cose troppo minute, faro osservare soltanto, clie il nosiro ratto dei tetti e d' ordinario di un colore piii chiaro , e tendente al fulvo piii die negll altrl die con questo si confoudevano per Taddietro ( il die potrebb' anche dipendere daireta,e da una circostanza riflesslbile , di cui parlero piii abbasso ); ed e fornito di coda proporzionahuente piix liuiga di quella del Mils decumanus, ma piii corta in proporzione di cjnella del 3Ius rattus, ed anche del Mus musculus, avuto riguardo alia varieta delle dimensioni. Non mi e venuto fatto di ravvisare alcuna varieta costante nella forma dei peli del dorso, che vietarono al Principe naturalista di troppo av- viclnare il tettajuolo al ratto Alessanddno del sig. Geoffroy. Quanto ai costumi ed al modo di vivere, non vi ha al- cuna disparita tra il tettajuolo descritto nelle opere sud- dette 5 e il nostro ratto di cubnigno , il cui noiue e quasi insensibilmente variato nel dialetto louibardo. Esso pure preferisce le stazioni asciutte alle umide; ablta come il tettajuolo neirinterno delle case, si staliilisce lie' granai , ne' niagazzini situati in piani elevati , nelle sofTitte e gene- rahnente nelle parti degli edifizj , massinie rusticani , che rimangono immediatainente sotto il tetto o sotto i legnami die lo sorreggono. Cagiona anch' esso ogni sorta di guasti, e li cagiona talvolta maggiori degli altri roditori delta sua fainiglia, in proporzione della sua mole piii grande, il che SI ravvisa specialmente qualora introdncasi iie' granai. Dopo di aver rivendicato ( brutta rivendicazione per verita, ma non aiFatto indifferente per la topografia zoo- logical) alia Lombardia il ratto tettajuolo, non ardirei asse- rire con franchezza ed in tuono assoluto, die ma'' non si vegga il Mus rattus in que' luoghi, ove trovasi il Mus tecto- ruin. E bensi vero che tanto il tojjo tettajuolo, qnanto il decumano, e massime il prinio, dotato di forza e d'ardire 111 proporzione delle sue dimensioni _, non jjermettono agli altri topi iiiinori che si moltiplichino , o anche si accasino nelle loro vicinanze , e quindi veggonsi rarissime volte ne'luoghi, ove i tettajuoli lianiio stabilito il loro domicilio (cio che per altro riesce applicabile pluttosto alle diverse abitazioni, che noii alle interc provincie), c si difcndono vigorosameiite. \^ A K I E T a' . 1 43 Sono anche i topi tettajnoli fcrocissuni , il clie dlpende forse dalle loro continue guerre coi decuniani, o cogli altri toj)i uiinoii. In prova di che i-iferiro soltanto un fatto ac- cadiuo, circa 3o anui fa , nel nostro gran teatro della Scala. Uno di que'ratti di enorme grandczza, spaventato in tempo dcllo spettacolo, o mosso da altra cagione, scese dalla volta vastissima, posta sotto il tetto, ingoinbra sempre di scene, di tclai e di akri attrezzi , e venne inosservato ad acco- vacciarsi entro le pieglie di una serica cortina, applicata ad una delle logge del qninto ordine. Una signora elegantis- siuia che cola sedeva , si trovo dapjirima un braccio La- gnato, poi si vide chiararacnte clie 1' uinore discendeva in copia a traverse la cortina ; si ebbe cosi la prova della prescnza del topo. II marito della signora, non cono- scendo la mole deiranimale ,' credette di poterlo impune- niente aflerrare ; ma il topo rivoltosi , lo morsico nella inano destra con tanta vlolenza , che il pover uomo stette piu mesi a guarire in mano dei chirurghi , dubitandosi perfino che il morso fosse di animale arrabbiato o A'eleno- so i e il topo giunse nel trambusto a salvarsi. lo era pre- sente al fatto:, la signora vive tuttora, il marito e tra i piu. Ma una delle circostanze piu notabili del topo tetta- jnolo, e die non ho finora veduta menzionarsi da alcuno, e quella della straordinaria sua longevita. Gia dissi di sopra, clie la varieta di colore e una quantita di peli grigi o aflatto bianchi , massime sul dorso , poteva dipendere dal- r eta provetta a cui giungono questi animali : dissi al- trcsi che il noiue loro lombardo era antichissimo in Lom- bardia , e che forse quella razza malaugurata qui susslste- va da pill secoli. Ora aggiugnero, che una tradizione assai antica nel paese nostro attribuisce ai topi di colmigno o tettajnoli la facolta di vivere un secolo e mezzo ed an- che piu ^ il che si rende assai probabile dal loro genera di Aita, dal loro continue ritiramento, dal loro studio di trovarsi solitarj , dalla loro abitudine dl un lungo riposo , scbbene la naturale loro timidezza o altre circostanze non abbiano permesso ai naturalisti di A'erificare il fatto asse- rito colle piii accurate osservazioni. Tanto certa e pero r antica sussistenza della tradizione lombarda a questo pro- posito, che passo lino da' tempi degli avi nostri in proK'er- hio ( prova evidente delT antica csisienza delle cose e dei vocaboli ) , ed ogni volta che si Aiiole da noi qualificarc 144 V A K r E T a'. alcnno come stiTiordinariamente attempato , si dice esser egli veccliio quanto un topo dl cblinigiio, in dialetto mila- nese come un ratt de cohnegjia. Convengo aach' io pienameme nelle I'ette osservazioni del prof. Gene sulla utilita in generale delle figure di ani- mali accoppiate , o contrapjjoste in una tavola medesima, e sugli inconvenienti clie possono produrre , cjualora si diano agli oggetti positure o attegglamenti disuguali. Con- vengo pure che questo possa applicarsi alia tavola della Fauna Italica, rappresentante il ratto tettajuolo e il decu- inano. Mi credo pero in dovere di avvertire che , essendomi riescito alcuna volta di vedere il primo , cioe il tettajuolo, stazionario , T ho sempre riconosciuto leggermente arcuato sul dorso, e la cosa medesima ho ravvisata in alcuni indi- vidui morti, e qnindi orizzontalmente distesi, sebbene meno ancora sensibile fosse quella arcuazione. Mi si permetta un brevissimo cenno sulla patria dei topi o dei ratti dei quali ho finora ragionato. Quale ma- nia e mai quella di voler trovare quegli animali stranieri non solo all' Italia , ma anche all' Europa ? Si vuole il de- cumano a noi portato dall'Asia, il Mus rattus a noi man- date in dono dall' America ( tristo presente in vero ! ) Africano o Americano in origine anche il topo tettajuolo. Non movero dubbio sull'Alessandrino , che puo esser ve- nuto dall'Africa, come la Blatta orientalis, che ci portarono dal Levante colle loro bagaglie i Crociati ;, ma riguardo agli altri i-atti , credo d'aver motivo di dubitare della loro asserita provenienza. Prima di tutto chieggo scusa al signor Principe ed al signor prof. Gene ; ma non posso ammettere che gli scrit- tori latini non facessero menzione, se non che di un solo ratto , o topo domestico , che si suppone il plccolissimo Mus musculus di Linneo. II solo Plinio parla de' topi sotto diversi nomi , dei domestici , dei volgari, dei terrestri , dei selvatici , dei silvestri , di quelli che fuggir facevano gli abitanti di un paese, che certamente non erano i mi- nuti musculi linneani , come non lo potevano essere ne pure quelli che facevano orrore agli elefanti. Nei Rustlci latini si parla dei tojji degli orti ; si parla di grandi topi roditori del ferro , che parimente non erano i nostri pic- coli sorci ^ non di uno, ma di diversi topi domestici si ragiona nei Geoponici ^ vi avevano dunque in Italia, ed in V A R I E T a'. 145 altre provincie d' Europa , molte specie di topi o dl ratti , avanti die nascessero naturalist! per descriverle ed illu- strarle. I naturalisti francesi furono anch' essi in addietro incli- nati a trovare i topi originarj di straniere regioni ; vole- vano essi farli venire dall'Asia, dalPAfrlca, dall'America, e a dir vero Linneo e Pallas avevano loro aperta la strada: ma era i piii dotti seuibrano rlcredersi. Alcuni propongono la quistione se il ratto sia stato trasportato dall' America neU'antico continente, o non piuttosto daU'antico continente nel nuovo, il clie a molti sembra assai piu probabile; ed il Sonnini espone francamente il suo avviso, che quegli animali, dei quali poscia si alterarono o si modificarono le razze in conseguenza degli ibridismi , dovettero esistere in tutte le regioni abitate o frequentate dagli uomini. Se questa massima vale in generale, molto pivi essa dee tenersi ferma riguardo all' Italia. Vedemmo gia che i latini scrittori conoscevano diverse specie di ratti o di topi; di al- cune si fa menzione nelle antiche leggende^ nelle cronache, nei rituali e in altri scritti dell' eta di mezzo, e ne par- lano chiaraniente alcuni autori nostri della prima meta del secolo XVI die vissuto e forse scritto avevano nella se- conda meta del XY, e quindi molto avanti la scoperta dell'America. Tra gli altri avvi Agnolo Firenzuola die nel libro Delle hellezze delle donne sdierzosamente descrive al- cuni topi giganteschi, certamente decumani o tettajuoli, die accusati venivano di avere periino rosiccliiate e divorate in parte alcune barre di ferro rugginose, depositate in un magazzino. Nulla adunque proverebbe in contrario I'auto- rita , per altro rispettabile , del prof. Schinz di Zurlgo , che pote ricevere pel suo museo il Mus tectoruin egual- mente dall'America settentrionale, come dall' Italia, benche di quest' ultima potesse forse credersi originario. I critici riderannOj e non manclieranno di osservare che io, avendo in altri miei scritti attrlbuiti all' Italia abitanti prima an- cora deir arrivo di nazioni straniere , ho cercato altresi di trovarvi dei topi non venuti da altre regioni, o almeno assai antichi ; ma questa e 1' opinione che a me pare piu probabile, non vedendosi la necessita di far viaggiare quelle razze a traverse il mar Nero , il Mediterraneo e r Atlantico. Bibl. Ital. T. LXXV. 10 1 46 V A R I E T a'. n. Dissi fino dal prlncipio che queste mle osservazioni eraao puiamente locally cioe suggerite dalla situazione del mio paese, e tale e pure la seguente , die per altre con- trade riescira di pochissiuia importanza. — Debbo far no- tare in primo luogo , die il passero domestico ( Fringilla domesdca di Liiiaeo), se non si trova in Toscana , per la qual cosa forse fii omesso riguardo alle nostre regioni dal Savi , esisle in molti paesi d' Italia , e non solaraente in qnelli piii prossimi alle Alpi , come e detto nell' articolo del prof. Gene. Le provlacie del Piemonte e della Lombar- dia ne sono sgraziatamente infestate, e non solo nei paesi subalpini , ma in qnelli che si stendono dalla sinistra riva del Po^ fin quasi al Mediterraneo ; non ne scarseggiano le provincie ex-venete, e non si cessa di vederne se non che suUe sponde dell'Adriatico , rare essendo in Venezia, ove pero sono conosciute sotto il noine di celeghe. Uno del predecessor! del signor Gene, valente entomologo, giunse ad istituire un calcolo del danno annuale che cpiegli uc- celli recavano al Piemonte , anclie nelle provincie tran- spadane, e lo faceva ascendere ad alcuni niilioni, il che fu inipugnato da poi sul riflesso che alcnne granagUe dal Giorna menzionate non potevano dai passeri domestici di- gerirsi , e quindi non erano da essi attaccate. In tutta la Lombardia pero ed andie nell' Oltrepo Pavese e nella Lu- niellina non vi ha sorta di tentativo die non si adoperi per diminuire » se non altro , il nuinero di quegli uccelli granivori. La Fringilla cisalpina del Temminck , che non so inten- dere perclie sia detta cisalpina, trovandosi in quasi tutta r Italia, e assai comune in tutta la Lombardia, ed io 1' ho pin volte riconosciuta in mezzo agli altri passeri pel co- lore castagno intense del suo capo nel maschio, ripetuto anclie talvolta nelle peiine delle ali. Sarebbe assai deside- rablle che si facesse in Lombardia una monografia dei passeri , perche io sono d' avviso che se ne scoprirebbero alcune varieta , e si eviterebbe una specie di confusioue che adesso regna in quel genere. On esempio di questa confusione e appunto il passero gahbajuolo , cosi detto in Lombardia perche frequente sui salci e suUe gabbe, che e la Fringilla montana , riguardata come affine per le forme e pel colori al passero domestico ed al cisalpino : sarebbe pero facile a produrre equivoco. Varieta'. 147 se il nonie latino cU quell' uccello si traducesse da noi per friwuello montaiio, perche sotto questo nome i Lombardi, come pure i Bergamasclu e i Brcsciani, intendoao tntt' al- tra specie , cioe que" fringuelli , detti da noi luontani , o montanelU , che ci arrivano in frotte nell' autunno e mas- sime nell' autunno tardivo , e sono probabilmente riferibili alia Fringilla mond-fringilla di Latham. II signer Gene giu- stamente deplora il disordine delle nomenclature popolari, che variano sovente da provincia a provincia , e perfuio da uno ad altro comune ; ma io iion posso non lamentare questo disordine esteso alle intere nazioni, ed anche favo- reggiato talora dai naturalist!. I Frances!, per esempio , come sotto il genere mus comprendono i ratti e i sorci , les rats et les souris indistiutamente , cosi sotto il genere fringilla registrano egualraente i fringuelli e i passeri , les pinsons, che sono i veri fringuelli, e les moineaux, il che noa puo a meno di non generare confusione ed imbarazzo. Fara pieta ai nostri Lombardi 1' indicaxione che ci da r autore della Fauna Italica dell' ordigno con che nei dintorni di Roma si fa la caccia ai passeri. Quella com- plicazione di pertiche, di verghette, di funicelle impaniate, di fiaccole, di lanterne, difficile a plantarsi e trasportarsi, non puo servire se non se per uno o per pochi albeii sui quali siano appoUajati molti passeri: noi airincontro ci serviamo di una reticella montata su di un telajo, talvolta per maggior comodo triangolare , che un uonio solo porta e maneggia, mentre gli altri spaventano e fugano verso la rete gli uccelli addormentati sugli all)eri, e massime nelle siepi e ne' boschetti. Quest' ordigno semplicissinio e di- struttore dei passeri , che in qualche paese chiamasi Bar- tai'ella, da uno ad altro luogo varia di nome in Lombardia: giova pero notare ch'esso e il medesimo clie 1 Frances! adoperano, specialmente per le siepi, e che si conosce da essi sotto il nome di rafle , del quale i nostri dizionarj non presentano V cquivalente in italiano. III. Altra osscrvazlone , pai-imente locale, ed attenente solo a noinenclatura, aggiugnero in p];oposito della Raja nauclcrus di iz/meo, della Raja qiiadiiniaculata di Risso. — Non ! soli pescatori romani , ma i Vencziani altresi , per antithissimo costume danno il nome di baracole alle razze fornitc di maccliie ocuiitormi, e in generate a tutte le razze piccolc , come sono Ic quadriiiKicuhiLe - alle quali si ap[)lica 148 V A R 1 E T A. talvolta anche la deaominazione di quattr' occi. Ma in ge- nerale il vocabolo baracola in Venezia indica le razze piii minute , die sono poco ricercate e si vendoao ad un prezzo vilissimo , e questo e tanto vero che gia da molto tempo si e cola applicato il norae di baracola ad un personaggio, o piuttosto ad una caricatura ridicola nel teatro delle ma- rionette. Nuovo altronde non arrivera questo nome a chi conosce la Batracoiniomachia d' Omero , e si vedra , forse per qualche somiglianza alia ligura delle rane, adottato dai Veneti il nome di batracola, che poi si ridusse a baracola, come tant' altri derivati da greca origine , che si trovano nel volgare dialetto veneto. Bossi. Nota alle suddette Osservazioni. II signor Conte Bossi che con rara gentilezza mi mand6 il presente articolo innanzi die si comraettesse alia stampa, permetta, dappoiche non so approvarlo in tutte le sue parti, ch' io lo accompagni delle seguenti osservazioni: Che il ratto tettajuolo dei Toscani sia lo stesso del ratto da colmigno dei Lombardi , lo credo perche il sig. Conte lo assicura : non so per altro darmi pace sul come e per- che, in tanti anni di mia dimora nella parte di Lombar- dia abitata dallo stesso sig. Conte , non siaini giammai accaduto di vedere un solo ratto tettajuolo , quale il prof. Savi e il Principe di Musignano lo descrivono. I grossi ratti grigi ch'io vidi mille volte uccidersi nei granaj, nelle case o nelle vie di Lombardia erano decumani, e passando da Lom- bardia a Piemonte, i grossi ratti grigi die infestano Torino dalle cantine ai comignoli dei tetti non sono altramente che decumani. Ma, ripeto, io devo credere aU'asserzione del signor Conte, e ristarmi da piii sottili indagini su di cio. Solo esprimero un desiderio , ed e che o il sig. Conte o qualcuno dei naturalisti loml^ardi si degni provvedere il museo , ch' io dirigo , di due o tre esemplari di cotesta specie ch' io non seppi linora procacciarnii dal di qua deir Apennino. II sig. Conte manifesta due singolari opinioni sul ratto tettajuolo , quale egli lo intende. La prima si e che goda di una straordlnaria longevita , longevita di un secolo e mezzo ed anche piii : la seconda die questo ratto , non altrimenti che il decuaiano e il volgare , non siaci venuto da straniere contrade , ma sia mai serapre esistito in Jtalia. VARIETA. 149 La prima opinione , spiacemi quasi il dirlo , e fondata su una credenza e su un proverbio popolare, autorita molto dubbia e alia cpiale nou so qiianta fede si possa prestare. La durata della vita , specialmente nei niammiferi , credesi serbare col tempo impiegato per crescere una ragionevole proporzione ; e inoltre parere di mold che piii i mammiferi sono prolific! , e men lunga ne sia la vita. Se ora si con- sideri che i ratti diventano atti a generare entro 1' anno medesimo in cui nacquero o poco oltre, e che sono ani- mali straordinariamente fecondi , molto dubbio apparira quanto il sig. Conte da quasi a divedere di credere fer- mamente col volgo. La scienza e povera di osservazioni su questo proposito della durata della vita ne' varj anima- li , ma quelle poche che se ne hanno non autorizzano per nulla ad estenderne di troppo i limiti. Dissi della credenza popolare ;, ora diro del proverbio. Qui forse m' ingannero perche scrivo di memoria ; ma e si poco tempo che lasciai la Lombardia, e mi suonano tuttavia si vicini all' orecchio certi modi proverbiali di quel mio paese che farei torto a me stesso col crederle remi- niscenze del tutto false. II sig. Conte, sempre in appoggio di quella strana longevita dei ratti , scrive che ogni volta che si vuole in Lombardia qualificare alcuno come straor- dinariamente attempato , si dice esser egli vecchio quanto un topo da colmigno , come un rati de colmegna. Replico che posso ingannarmi , ma a me pare che il popolo usi piuttosto dire grigio come iin ratto da colmigno, gris come un rati de colmegna. Siccome poi i popoli, come gli scien- riati, passano sovente, ne sempre con giudlzlo , dai fatti alle induzioni , cosi potrelibe darsi che a poco a poco, e in bocca d' alcuni , siasi fatta succedere la parola vecchio alia parola grigio siccome conseguenza la prima della se- conda. lo pero toruo a dlchiarare , colle gia espresse ri- serve , che non mi sovviene d' aver inteso dire vecc come un ran de colmegna , bensi gris come un ran de colmegna. Ricco di migliori prove e di migliori testlmonj sembra in vece prodursi il sig. Conte per dimostrare T antichissima esistenza dei grossi ratti domestic! in Italia. Egli assiciu-a che Plinio , i Rustic! latin! , i Geoponici e Agnolo Firenzuola parlano di que" ratti. lo strabilia! a questa notizia e poco manco che non mi dessi vinto col rossore di non aver inteso qucgli anticlii che pur aveva altra volta vananiente l5o V A R 1 E T a'. consnltatl per questo medesimo oggetto. Ma T amor proprio m" impose 11 dovere di ripetere quelle rlcerclie e di ripe- terle colla maggiore attenzione di cui fossi capace. Lo feci, e ne fui lieto , perche vidi di nuovo die , senza dare una irragionevole estensioiie alle interpretazioni , iion era pos- sibile di ricoiioscere nei ratti di Plinio , dei Rustici latiiii e dei Geoponici le grosse specie clie infestano oggidi I'lta- lia e I'Europa intera. Plinio fa nienzione dei ratti in plu luoglii , ma si leg- germente e con tanta largliezza di parole die vana cura sarebbe il vojerne precisare le specie e le dimensioni. No- tero soltanto die al capo XXVlii del libro vill, ove paria sicurameiite di ratti domestici, li chlama non gia mures come in ogni altro luogo, ma musculi: la qnal voce esclude sicuramente Tidea dei grossi ratti, dei quali ragioniam noi, e chiama in vece quella del topolino o mus musculus die da not si crede appunto il solo ratto domestico conosciuto dagli antichi. Al capo LXV del libro X tocca dei ratti die cacclarono dalla Troade gli al)itanti : ma dalle precedenti parole del- r autore si raccoglie die que' ratti erano campagnuoli {Mu- res agrestes ) ; e lo stesso dee credersi di quelli die obbli- garono gPisolani di Giaro a espatriare (capo xxix, lib. viil). Altrove poi , cioe al capo LVri del libro Vlll parla di ratti die rosicarono scadi d'argento, arnesi metallici, ferro, acciajo, oro ^ ma oltrecbe siniili guasti sono evidentemente esagerati rapporto alle materle su cni diconsi fatti, appajono anclie favolosi per cio c]ie poscia si soggiugne ob hoc alvos eorujn exculi, semperque id furtum deprehendi etc. Del resto io non ignoro die i ratti valgono a rodere il ferro lami- nato e rugginoso ; ma siccome in questa operazione e va- lentissimo anclie il topolino , cosi non parmi strettamente necessario di torcere le parole vaghe di Plinio ad altra specie die a questa. Notisi per soprappiii die nel capo ora citato si parla promiscuamente di ratti e di gliiri, come il'titolo lo accenna, il che rende ognor piii difficile il ri- coiioscere i veri autori di que' guasti. Fra i Rustici latini Columella parla di soli ratti cam- pestri (De arhoribus , capo XV ); Palladio in vece nomina le due sorta di ratti , i campestri cioe e i domestici (lib. I, capo V e XXXV), nia non ne fa qualsiasi altra distinzione- V A R I E T a'. i5r Nei Geoponic'i si tratt.i con cpialclie ostenslone del rattl domestici al capo ly del liljro xiir, e del ratti campesirl al capo V. Ma io nego fonualmente al sig. Come die in quel primo luogo siavi una sola parola atta a far credere che quegli anticlii conoscessero , come egli afFerma, piu sorta di topi domestici. Si rileva bensi die parlano di ani- niali assai moltipllcatl , ma, il ripeto, noii v' ha sillaba die ne faccia sospettare piu ogUono essere riferite cost segregate. E clie ! Ignora fors' egll die clilunqne imprende a fare un estratto non puo copiare tutto il libro ? Basta bensi che, come nel caso nostro, le parole ommesse non mutino i! senso di quelle che si trascrivono. Ora che cotale taccia imputarsi non si possa alle proposizioni nel nosti'O arti- colo riferite, ce ne appelliamo a chiunqne avuto abbia la pazienza d' ingojarsi tutto intero 11 libro dell'Amati. — L'anonimo (dice I'apologisia) ha tronca e svisata la mas- slma cosi conceputa : cessiamo ilal faticarci in isterili ricer- che , ed aspettiamo a trovare senza pena in un mondo piii perfetto il rischuirimento dei misted che qiiaggiu noi cerchia- mo inutilmente di penetrare. — Questa e vera menzogna : la massima religiosa non venne altrimenti svisata nell' estrat- to : riraanci bensi sempre il desiderio che alcuno ci mo- stri, come si possa ella combinare col consiglio datoci poco prima , di studiare cioe il libro della natura. L'apologista a proposito di cio che nelF artlcolo dicesi di Graziano soggiugne : " Un altro Graziano certamente » non puo mettere d' accordo canoni che non mise mai n d' accordo in vita sua Graziano medesinio e molto raeno »» canoni che non sono canoni. Parlerebbe egli con dirit- n tezza di giudizio colui che dicesse : ci vorrebhe un altro » Rnffaelle per giudicare delle bellezze d' un poemetto , )/ ove si dipingono vaghi giardini e villanzuole , ecc. ? » Raffaelle non mai si occupo di poesia. » — Come mai ammettersi potreblje cotal paragone ? II monaco Graziano era teologo , e quindi parlar poteva di teologia ; Raffaello non fece mai poemetti. Del resto potuto sarebbesi nel nostro articolo citare Graziano anclie in argomenti estra- nei alia teologia , come un uomo d' acutissimo ingegno nel mettere d' accordo cose in apparenza discordi. Cosi il signor abate Aniati nella sua dedicatoria alia Roveretana Accademia paragona un intelligente investigators del sistema planetario ad un altro Edipo , sebbene Edipo non mai oc- cupato siasi d'' astronomia. — Ma nel nostro articolo , al dire del sig. G. D , si sono cambiate in tanti canoni quelle astratte proposizioni, cio che per sentenza di lui farsi non potrebbe. — Ci risponda egli di grazia : allorche un teo- logo afFerma che rimmaginare altri mondi e T efFetto della prima tentazione e che sente d' idolati'ia , non cerca ogU l54 V A R I E T A. di stabilire una legge , una regola , una norma, un canonc che dichiari erronea cotal opinione? L' apologista per togliere lo scandalo di quella proposl- zione, noii e alia noura fede iii urto il porre uii sisteina che si foncla sulle ipotesi della Onnipotenza divina , ha do- vuto Intraporvi le parole ( dedotte dalle possibili opera- zioni ). Cosi il senso e dlvenuto piu. oscuro , e forse nou totaluiente scevro di censura. — Lo stesso apologista si fa poi a discutere la forza della parola questione sul fatto della pluralita de' mondi , ed accusa Testensore del nostro arti- colo , come uomo di poca o nessuna cognizione nella filo- sofia della lingua .... Che cosa e mai la questione, se noil una proposizione , sulla quale alcuni autori sono per r afFermativa , altri per la negativa ? Ora lo stesso sig. G. D. allorche cosi s'esprime, Noi non asseriamo se queste ragioni (deU'Amati) siano vere-^ concede di buoa animo che la proposizione e tuttora dubitabile , ossia e tuttora una que- stione. Ma se e un solo e medesimo autore quegli che sulla stessa proposizione dice ad un tempo si e no , come fa il sig. Amati , converra forse usare di tutt' altro voca- bolo che di quello di questione ; e qui noi preghiamo F apo- logista a cortesemente indicarcelo. — " Le ipotesi e le » congetture astronomiche ( cosi 1' apologista poco sotto ) )/ non possono essere gindicate dalla buoiia teologla : dun- » que se la buona teologia non puo giudicarle, e tolta >/ ogni questione , 5e in buona teologia si possa ammettere » la pluralita del mondi. » — Dunque ( rispondlamo noi ) il teologo , dal quale dichiarasi che I'ipotesi della pluralita dei mondi assomiglia alia filosofia degli idolatri , non e un huon teologo. — • Ma che stranezza e mai questa ( grida egli ) di confondere cose di low natura diverse , e cacciare nella buona teologia le ipotesi astronomiclie'' ■ — Pure ben altrimenti fu praticato nella teologica sentenza contro del Galilei. Dunque le ipotesi astronomiche vennero talvolta cacciate nella teologia , o pluttosto la teologia ha preso tal- volu parte nelle ipotesi astronomiche. Ma clii mai cacci'o nella teologia tante cose astronomiche quante cacciate ne furono dal sig. Amati nella sua teologica intitolazlone ? Bastino questi pochissimi cenni per dare a' leggitori no- .stri qualche idea di quelle Osservazioni , le quali non giu- igneranno mai a giustilicare il sig. abate Amati, quancVanche V A n I E T A.'. 1 55 venissero tradotte in tutti gli idiomi del mondo. Ma l' av- vediito apologista si asteane dal far cenno sullo stile di quella traduzione, e dall' entrare nella disamina snlle lo- cnzioni da noi censurate : egli in vece nel trascrivere Ic parole del testo , oltre T inserirvi diversi period! clie in esso non sussistono, si e presa la pietosa cura di correg- gerne molti solecismi. Per esenipio ove il signer Amati dice: le ipotesi non sono sempre die ipotesi; il fedele apo- logista scrive : le ipotesi sono sempre ipotesi ; ove il primo dice : vi sta Come un raggio nel circolo che da tanti raggi egli e coinposto , il secondo corregge : che da tanti raggi e composto ecc. Non tacerenio essere questa una grave man- canza e di non piccolo pregiudizio al suo clieute. Percioc- che se vino scrittore gia trahalla sul primo gradino dond'ha princlpio la scala dell' umano sapere, cioe nella gramatica , come potra mai egli vantarsi di starne fermo suU' ultimo » sul pill eniinente , ed ivi spaziare tra le scienze piii astruse e pill sublimi ? NECROLOGIA. Carlo Parea. I nostri giornali hanno gia dato il tristo anniinzio della morte qui seguita la mattina del giorno i8 luglio di quel Carlo Parea che fra gringegneri ed architetti idraulici del- I'eta nostra occupava un posto si distinto ed elevato. Ora per clii volesse accingersi fra tanti amici ed ammiratori d' un si illustre e benemerito valentuomo italiano e scriverne la vita, soggiungeremo qui le notizie che ci sembrano le pill atte per tramandarne la meraoria alia venerazionc de'posteri. Prima pero di riferire i tratti plii caratteristici della lu- minosa ed esemplare di liii carriera scientifica ci faremo un dovere di rendere il giusto tributo di lode al merito distinto del suo genitore , che fra gl' ingegneri milanesi fiori sul cadere dello scorso secolo , ed e iiiorto in Milano sul princlpio del corrente, lascinndo al primogenito de' suoi tre figli maschi che e il nostro Carlo , la cura e 1' onore di continuare e succedergli nell' esercizio della professione e come ingegnere idi-aulico e come intraprenditore di opere di pubblica utilita. Preaiettererao duncpe die all' ingegnere 1 56 V A K 1 E T a'. Pietro Parea , padre dell' ora defunto Carlo , deve prind- palmente la citta di Milano il progetto e T opera della nuova inalveazione del torrente Redefosso, onde verso I'aano 1790 fu liberata dalle frequenti inondazioni cui andava soggetta per r addietro. Siccome poi in causa di tale opera di pub- blica utilita V ingegnere Pietro Parea ebbe ad azzardare e perdere I'intero suo patrimonio mentre il suo figlio Carlo stava ultimando gli studj e facendo i primi passi nella car- riera di ingegnere , cosi e interessante a sapersi die que- sta sgraziata cirrostanza di famiglia lungi dallo scoraggiare ed awilire il nostro Carlo , gli servi anzi di sprone e di eccitamento a raddoppiare di sforzi nello studio teorico e pratico della sua professione per poter distinguersi fra i suoi colleghi e rendersi utile alia coraune patria con opera deU'aite, ugualmente provvide e benefiche per lo Stato quanto la suddetta del Redefosso. E difatto appena fu egli abilitato all' esercizio della professione d' ingegnere , diede prove non equivoche di straordinario valore e di perfetta riuscita in ogni ramo dell' architettura idraulica ; e mas- sime col condurre a felice termine entro pochi anni le opere del cosi detto Cavo Borromeo , non che quelle del Cavo Belgiojoso, ambidue canali ideati e dianzi gia costrutti in parte sotto gli occhi e la direzione di suo padre per uso dell' irrigazione di estesi tenimenti nel basso Milanese appartenenti alle cospicue famiglie di cui portano il nome. Quindi e che il Parea non tardo a diventare fra di noi la persona piu d' ogni altra rinomata e celebre per le sue profonde cognizioni nell' arte dell' ingegnere idraulico. Ad avvalorare sempre piu questo giudizio favorevole del pub- blico Lombardo sul di lui conto , non che ad estendere a tutt' Italia ed oltremonte la riputazione della sua grande perizia nelle cose idrauliche, servirono non tanto alcune dotte scritture e Memorie da lui stampate, quanto le molte grandiose opere dell' arte si pubbliche che private , a cui egli ebbe occasione di applicarsi e di partecipare da 40 anni in qua, sia nella compilazione de'progetti d' esecu- zione , sia nella direzione e sorveglianza de' lavori relativi a quelle opere. Specialmente nel genere delle opere idrau- liche non ci ha forse alcuna che si possa dir veramente importante ed utile per la Lombardia e che siasi intrapresa od eseguita durante il periodo degli ultimi 40 anni senza V A R I E T a'. iSj o rattlvo intervento od il concorso dei luml e dei voti deir ingegnere Carlo Parea. Per ricompensare in qualche modo un tanto nierito fin dall'epoca in cui fra di noi fu istituito il corpo degl' ingegneri d' acque e strade , il Go- verno lo assunse al suo servizio in qualita di ingegnere in capo del prime dipartimento del gia regno d' Italia. Suc- cessivamente venne innalzato e promosso ai posti dianzi di Ispettore generale d' acque e strade e poscia di Imp. Regie aggiunto per le acque presso la Direzione generale delle pubbliche costruzionl, finche da ultimo la voce di tutta Mi- lano lo additava pel soggetto ben degno e meritevole di essere nominato dal Sovrano alia carica di Direttore ge- nerale del suddetto ufBcio , che gia da qualche tempo ei disimpegnava con onore di se e con soddisfazione degli altri ingegneri del corpo suddetto. Ma giacche il Parea manco di vita nel moraento appunto in cui poteva spe- rare di ricevere un si meritato guiderdone per premio dei suoi lunghi ed utili servigi prestati alio Siato , rallegria- moci almeno che cosi presto non periranno il Canale Na- vigUo di Pavia, il Ponte di Boffalora sul Ticino, il Ponte di Vaprio sulPAdda , il Canale d' irrigazione cosi detto Cavo Marocco ed il Condotto Mellerio, altrimenti detto acquidotto del Gernetto , tutte opere idrauliche de' nostri giorni costrutte in Lombardia per la maggior parte sotto la direzione dell'ingegner Parea e che bastano ad attestare alia pill tarda posterita il valor suo nell' arte , quand' an- che s' avesse col tempo a perdere la notizia di un' infinita. di altre operazioni relative a nuovi condotii d' acqua da lui stesso mandati felicemente fid eflfetto in vantaggio della stessa Lombardia. D* altronde T ingegnere Parea aveva talraente acquistata la confidenza e la stima universale de'suoi concittadini die nelle controversie private per affari di acque, s\ frequenti e si coniuni nel nostro paese , veniva spessissimo consul- tato. Laonde , se non avesse avuta 1' ordinaria giornaliera occupazione del suo puliblico magistero , tutti a gara i no- stri pill ricchi possidenti Tavrebbero voluto eleggere e scegliere arbitro e giudice d' ogni loro vertenza di simil genere. Ed ogni qual volta egli si assunse siffatti incariclii, eeguendo la propria indole pacifica, troncava le liti al loro iiascere col proporre una couciliazione in via di equita, e 1 58 V A R I E T a'. faceva pluttosto le parti di paciere che tU avvocato del- r una o deir altra parte contendente. In occasione poi della pubblica blennale esposizione degli oggetti d'industria e della distribuzione dei premj d' incoraggiamento che si fa in Milano secondo il gludizio del corpo scientifico dell' I. R. Istituto, a cui nella qualita di menibro aggiunto apparteneva da molti anni andie il nostro Parea , si osservava ch' egli sentiva una sonima compiacenza ogni qual volta gli si ofFriva il mezzo di pre- niiare il merito di qualche artefice e di contribuire col suo voto e rapporto favorevole a far premiare cluunque cer- casse di distinguersi collo studio e coll' ingegno e si ren- dess& in qualche modo benemerito dell' industria nazionale. E da ritenersi per tanto che il Parea si mostro sempre trasportato ad amare 1' umanita in modo singolare , ed a favorire i progressi dello spirito umano : percio fu cgli uno dei primi e piu zelanti fra di noi ad associarsi aile compagnie per T introduzione dei battelli a vapore e dei velociferi , non che a promuovere i tentativi per lo scavo del carbon fossile e dei pozzi artesiani. Fra le belle doti dell' animo di cui era fornito il Parea non faremo qui cenno che del suo generoso disinteresse e della sua estrema affabilita, ingenuita e bonta di cuore, onde veniva stimato e rispettato non solo, ma anche amato e venerato da tutti qnelli che avevano il bene di conoscerlo e di avvicinarlo. Sembra poi che mirasse a far divenire ereditario nella sua famiglia V amore per la professione d'ingegnere, destinando ad essa il proprio figlio maggiore nella persona del vlvente ingegnere Albino Parea. Ne si creda gia che la nostra particolare amicizia per 1' uomo di cui compiangianio aniaramente la perdita ci induca ad usare a di lui riguardo espressioni esagerate di encomio e di lode , mentre il merito di Carlo Parea e si reale ed esteso clie per quanfo da noi si sappia , nessuno ha mai destato Tinteressamento che in JNlilano si elsbe a dimo- strargli da ogni classe di persone nella sua grave malattia dello scorso mese : ed inoltre a giustificazione del nostro prescnte elogio si osserva che da molti anni in qua non si e verificato per alcun altro illastre estinto nella citta di Milano r esenipio di un convoglio funebre si couimovente e d' uu si gcneralc cordoglio e compianto simile a qiicllo V A R I E T a'. 1 59 caf^Ionatovi dalla dolorosa ed inaspettata morte di quel Iniono e brav' uomo dell' ingegnere Parea. Se adunque la ricordaiiza delle Ijenefiche di lui azloni non serviia di bastante consolazione e conforto agli amici ed alia desolata famiglia clie ebbe a solTrirne la perdita potra almeno influire sull' aiilino de' nostri giovani inge- giieri ed incoraggiare qnelli die si trovano e si sentono capaci di iinitarne 1' esenipio , seguirne le tracce ed einu- lanie la virtu. Giuseppe Bmschetti. ERRATA-CORRIGE. Toino 74.° Pag. 418, liii. 28 PlartUng »• 461 nella nota: Ter 1' Arco del la Pace, rome Jalle rela- tive lalielle, comjireso cio che riluane ad eseguirsi, trat- tone i caaui. li'ggi O Ibers Per I'Arco delta Pace, come dalle relative labille, lion coinpreso cio clie rintaue ad escpjuirsi. B. CmoiVi, F. Cablini, I. Fumagalli e G. Brugnatelli , dircttorl cd editori. Pubblicato il di 3o agosto 1834. Ossen> azioni meteorologiche faite all' I. E. Osscrmtorio di Brera. wmmm^ ^mmi^ ^^^^^ L U G L 1 0 1834. M A T T I N 1. S £ n A. c u o O C3 N N 4) 7T7 6 u — 1 u lU c T3 0 u a S 2 IB = N 0 B £ 0 a •n ^ 4J ^ Stato del cielo. Altezza \ del \ baromctro. ' 1-2 ^ aj a i= S 5 - e -5 3 0 d II ■^1 Stato del cielo. lin. 0 poll. Uu. 0 I 27 II, I +i4,i) S E S Sereno. 27 10,4 +21,5 S S £ Sereno. 2 27 10,4 +16,7 £ Ser. nuv. 27 10,0 4-22,0 S E Nuv. sereuo. a 27 10,4 +14,3 N E Nuv. ser. 27 10,6 4-22,7 E Ser.nuT.nott.tem.p. 4 27 10,8 414,0 N E Nuv. ser. 27 11,4 423,0 E Ser. nott. terr. 6 27 11,5 +i5,o N Ser. nuv. 27 11,0 4-2 D,0 N 0 N Ser. nuv. 6 27 10,3 +16,0 E Sereno. 27 9,5 4-23,4 S Nil v.ser.lampi piog. i 27 10,2 +12,7 N N E Nuvolo. 27 9,7 +20,5 S 0 Nu.not.tem.piog.gr. 27 11,0 + 16,2 S E S Sereno. 27 9,5 +22.3 N E K Ser. aurora boreale. 9 27 9,7 + 16,6 N E Temp. piog. gr. 27 9,4 + 19,5 N 0 Nuv. rotto. 10 27 10,5 +12,7 E Sereno. 27 10,0 +20,0 S E Sereno. II 27 10,7 +i3,7 N E N Sereno. 27 11,0 +22,5 0 Sereno. 12 27 11,5 +i5,o N E N Sereno. 27 >o,7 +20,3 E Sereno. i6 27 1 1,0 +i5,3 N E Nuv. ser. 27 10,5 +23,7 0 Sereno. '4 27 10,7 +17,5 N 0 Sereuo. 27 9,8 +25,5 N 0 N Sereno. i5 27 10,0 +17,0 N E N Sereno. 27 10,0 +24,6 S S E Sereno. i6 27 ,1,5 +17,6 E Sereno. 27 10,8 +25,0 S S £ Sereno, 'E 27 11,8 +17,5 N E Nuvolo. 27 11,0 +25,7 S S E Sereno. i8 27 11,0 +i6,':^ N E Sereno. 27 10,2 +24,0 S S E Sereno. '9 27 9-,« +16,0 N 0 Ser. nuv. 27 9,7 +24,0 S 0 Sereno. 20 27 9.^ +16,5 N 0 N Sereno. 27 8,8 +20,7 S S E Ser.uuv.temp.piog. 21 27 9,5 + 16,8 0 Nuv. tem. piog. 27 9,7 +20,1 S 0 Pioggia. 22 27 8,8 + 14,5 0 Ser. nuv. 27 8,5 +21,4 S 0 Nuv. ser. 25 27 8,6 +.4,5 0 Sereno. 27 8,5 +20,7 N 0 N Sereno. 24 27 9iO +14,3 N E Ser. uuv. 27 8,8 +22,0 SOS Sereno. 2b 27 9,5 4.15,4 NN 0 Nu^olo. 27 9,5 +22,3 N E N Nuv. ser. 26 27 9,5 4-l5,0 E Ser. nuv. 27 8,5 + 16,5 0 Temp.piog.vent.tur. 27 27 7,i> 4-l3,0 S 0 Pioggia. 27 8,2 + 19,'} N N E Nuv. ser. 28 27 9,4 4-l4,0 N 0 N Ser. nuv. 27 10,3 + 19,5 S E Sereuo. [ 29 27 1 1,5 +14,0 S E S Sereno. 27 i',7 +22,5 £ Sereno. 60 27 10,5 4-i5,5 N E N Ser. nuv. 27 9,5 +22,4 S E S Temper, piog. 61 27 8,8 4-15,0 N 0 Nuvolo. 27 8,2 +21,7 S E S Nuvolo. Altezza mass, del bar. poll. 27 lin. 11, 7 Altezza mass, del term. 4- 25,5 minima 5 minima .... 4- 12.7 Quantiti della piog jia liuee 51,09. l6i BIBLIOTECA ITALIANA PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. Elosio del cardinale Alberoni scritto dalV abate Gia- o seppe BiaNAMi piacentlno. — • Piacenza, i833, dalla tipografia Del Majno. — V. il tomo yS.° pag. i6i. ArTICOLO TEUZO ED ULTIMO. i' Alberoni dccaduto dal ministero. Sue sventure e peisecuziord. Falsltd delta Storia del BoUa. N. I oi abbiamo narrato la caduta di Alberoni dal su- premo ministero della Spagna , ma allorche cio av- venne non erano ben noti gli agenti e le arti ado- perate presso di quel Monarca. Si sospetto e vero che questo colpo partisse dalle grand! potenze nemi- che collegate coutro la Spagna , ma s' ignoravano le particolarita di questo latto. Ora il compendiatore della Storia di Piacenza ci fa sapere che le potenze colle- gate vedendo Tostinazione del gabinetto spagnuolo a noil cedere ai loro assalti, tc presero 1 espediente di interessare il duca Francesco Farncse perche contri- buisse ad allontanarc dal lianco di cjucl Re TAlberoni da essi creduto il fomite della dissensione. A fare il colpo pensarono anche alTindividuo che avesse potuto consegnar sicuramente le lettere allaRegina, tentare Tanimo della medesima ed agire anche in proposito, per quanto era in lui in questo affare , a norma di BibL ItaL T. LXXV. 1 1 1 6a ELOGIO DEL CARDINALE ALBERONI. quello gli sarebbe stato comandato. A tale eflFetto si posero gli occlii sul marchese Annibale Scotti , gia maggiorclomo della Regina sposa, il quale partito era da Piacenza a quella volta nell' 8 maggio di qiiesto anno 1719 col carattere di ducale inviato straordi- naiio o residente. « Non mancava die d'indurre il duca Francesco ad assumere V impegno ; ne cio fu difticile perche mandate in Italia Carlo, conte di Peterboroug, tanto s' insinuo dapprima nell' animo dei cortigiani e poi in quello del duca in Colorno , clie finalmente que- st! , dopo le tnolte cose dettegli contro il Cardinale ininistro , si piego a ricevere la minuta stessa della lettcra cui egli scrivere doveva al marchese Scolti ed alia regina Elisabetta per venire a capo d' abbat- tere il gran colosso del cardinale Alberoni. » Spedite queste lettere al marchese Annibale ed alia Piegina , sia col mezzo d' un corner e ducale ve- stito da pellegrino o con quello d' un domestico del detto conte Peterboroug, giunsero al loro destino; e si vuole che vi pervenissero in circostanza che pas- sava qualche amarezza tra la Regina ed il Cardinale per cagione di certo contrasto seguito tra donna Laura Pescatori , nutrice e confidente della prima , ed una tal donna Camilla, governante del secondo. Presa que- st' occasione e colto il momento in cui il Cardinale non s' accorgesse di nulla , consegno alia Regina la lettera e la prego a voler contribuire al buon esito della pace d'Europa secondando le mire dello zio suo e padrjgno. La Ri^gina non voile parlarne essa diret- taniente al Re; ma oltremodo destra, insegno al buon residente, che al certo non aveva tanta avvedutezza per riescirvi, il mezzo onde ottenere Tintento; quello cioe di entrare col Re stesso in discorso di tutto cio, e che sopra2;giungendo essa come persona nuova al coUoquio studierebbesi di promovere con destrezza le sue rappresentanze e ragioni. » II marchese Scotti all'ora fissata diedc principio al collocpiio e sopravvcnuta tosto la Regina , tanto ELOGIO DEL CARDINALE ALBEUOXI. l63 s'inslnuo blandamente nel discorso medesimo, che il Re delibeio lo sti^tto del suo ministro. Dati gli op- portiini comandi per 1' eseguimento della presa riso- luzioiie , partjrono i due rcgnanii nel di 5 dicembre per andare a caccia al Pardo: e il giorno medesimo dal segretario di Stato don iMigiiel Diiran In presen- tato al cardinale Alberoni un ordine scritto di proprio pugno del Re , die victavagli di pjii ingerirsi negli alTari del Governo , e di presentarsi al palazzo o in rerun altro luogo innanzi alle loro Rlaesta, o ad un principe della casa reale; ingiungendogli altresi di par- tire da Madrid entro otto giorni, e dagli Stati Spa- gnuoli nel terniinc di tre settiniane (i). » E da notarsi la causale della dimissione c dell" esilio pronuuziato dal Re. Ecco le parole del viglietto autografo : « Es- » sendo portato a procurare incessantemente a' miei » sudditi i vanta^gi di una pace generale, travagliando » (in dadesso per airivare a trattati onorevoli e con- » venienti che possono essere di durata, e volendo » eon queste mire levare gli ostacoli tuttl che pos- » sono apportare il minimo ritardo ad mi' opera da y> cui dipende tanto il pubblico bene; come pure per » altrc giuste ragioni ho trovato a proposito di al- •» lontanare il cardinale Alberoni dagli allari ecc. (2). » Niuno ignora che in questi casi quando vi sono titoli di demerito o di colpa , si accenna almeno di avere il ministro meritata la sovrana disgrazia. Nulla di qucsto si legge nel detto decreto: Alberoni cade vit- tima di forza maggiore, ma non vieae intaccato nel suo onor personale. Se avesse avuto 1' imputazione di avere tiascinaio il Re alia sconsigliata guerra clie lo soverchio , forse che c^uesta insii^ne colpa sarebbe stata taciuta ncU" atto che avrebbe cotanto sgravato jI Re? (i) Appendice alia Vita deH'anonirao a pagine 66 e 67 e Risireito della storia piaceiitina t. IV, pag. 33o alia 333. Piacenza , i83a, presso Del Maino. (•i) Delta Appendice alle pagine 66 e 67. 164 ELOGIO DEL CARDINALE ALBEBONI. Balzato 1 Alberoni dalla plenipotenza ministeriale deir Ispanica Monarcliia da lui listaurata , e cacciato in esilio, noi entriamo a contemplarlo, gettato in un abisso di guai piu profondo delT altezza di fortuna a ciii pervenne. Tutto il furore della vendetta di coloro die si credevano da lui olTesi o compromessi, si sca- tenarono contro di un sol uomo , contro dell' Albe- roni. Ma quest' uomo grandissimo come ministro rie- sce maggiore come saggio, anche a dispetto delle tri- ste prevenzioni rhe lo deni2;rarono fino al di la della tomba. Disse un antico che lo spettacolo il piii gran- diose clie spiegai- si possa al cospetto degli Dei si e la costanza del saggio in preda della sventma. Questo spettacolo si vide nell' Alberoni in un modo cotanto splendido , clie un detrattore di lui lo confesso con parole per altro non degne del morale criterio del- r eta presente (i). In prova del nostro giudizio soggiungiamo i fatti di una ingenua ed accertata biografia. Quando nel giorno 5 dicembre del 17 19 fu intimato all" Alberoni la sua dimissione dal ministero, cjuale fu il senti- mento deposto nel giorno dopo nel seno segreto deir amicizia? Essere questo il minor sacrilicio clie (i) la mia nota clell'elogio leggesi (a pag. 164) il se- guente passo estratto dalla Scoria d' Italia del Botta riguar- dante la caduta delT Alberoal: " Dal piii alto al piu basso » stato cadde , non jaero timldo e plangoloso ; ma superbo » e arrogante , insonima tale nella disgrazia quale nella » prosperita indomahile piacentino. » Ommettianio la taccia di superbia e di arrogauza accomunata qui ai Piacentini. Domandiamo solamente se coUa superbia ed arroganza in- doaiabile si operi la restaurazione di una monarcliia come narra la storia concorde contemporanea '' Se dunque TAlbe- roni nella sventura fu pari, dar si dovra agli eroi gli epi- teti di superbi , arroganti, indomabili. Facere et pciti fortia romanum est. Dunque col supporli arroganti indomabili ^ i tratti coi quali T autore dipinge la caduta di Alberoni roncordano con quelli usati da Milton nella caduta di Satana. EtOGIO DEL CA.RD1NALE ALBERONI. 1 65 far si possa per dar la pace all' Europa (i). Egli parte (la Madrid nel giorno 12 del detto mese di dicembre con un corag2;io avvalorato dal tcstinionio della sua coscienza e colic prove di portar la pena delle colpe altrui; egli parte non come Mazzarino alloiitanato con ramniarico dalla corte di Francia finche infiiriava la procella , ma trattato da qiiella di Spagna come un proscritto. Di fatto il gabinetto spagnuolo frugo da per tutto presso le persone ove aveva sentore tro- varsi danari e gioje delTAlberoui lasciati dietro di se, e vi pose sopra le mani (2). Si trattava forse di un ministro concussionario onde autorizzare si tatta con- fisca? Niuno oso mai sniusere tant' oltre la calunnia. Immacolate furono sempre le mam sue , come molti anni dopo la stessa corte spagnuola riconobbe col fargli a due riprese rcstituire senz''altre indagini molta parte delle somme confiscate. Tosto clie rAlberoni fii allontanato dalla corte di IMadrid, incalzata dalla 2;»erra recata2:li in casa dalla Francia . si affretto di accedere al Trattato della quadruplice alleanza. Cio avvenne nel 17 gcnnajo del susseguente anno 1720 (3), e con C16 ricevette una pace rotta da lei con sua vergugna e col rimaner priva di buon consiglio. Incamminato lAlberoni alia volta della Catalogna , come eragii stato prescritto , porto seco moke scrit- ture a propria difesa. Fra queste il gabinetto spa- gnuolo pretese trovarscne delle riscrvate; e pero gli fece correre dietro, e raggiuntolo nel 3i dcllo stesso (i) Lettera al conte Rocca di Piacenza del 6 dicembre 17 19. Elogio, pag. 142. (2) Vita deir Anonimo, pag. 68 e Ristretto della storia di Piacenza del Rossi, tomo IV, pag. 333. — Piacenza, 1 832, staiiiperia Del Majno. — Noi ignoriamo se Filippo memore che in addietro non trovando alcun mercante che volesse vendergli drappi per far abiti di gala, ed essendo stato soccorso dair Alberoni collo sborso di settanta niila doppie volesse cosi rimeritarlo. Vedi Elogio, pag. S-j. (3) Appendice della vita delPAnoniino , pag. 82. l66 ELOGIO DEL CARDIXALE ALEERONI. mese di dicemljie 17 19, gli eseciitori lo spogliarono di quante carte trovar seppero addosso di lui; ma altre erano state altrimeiiti salvate, e giovarongli a giu- stificarlo (O. Oltrepassata la frontiera spa2,nuola, cgli attraversa la Linguadoca e la Piovenza, e giunge in gennajo dell' anno 1720 ad Antibo , dove trovo una galea cola spedita a siio servizio dalla E.epubblica di Genova. Imbarcatosi sulla medesinia si dirige a Sestri di Levante appartenente alia detta Repubblica. Ivi approdo nel giorno 5 di febbrajo 1 720 , c prese alloggio. Informato il papa Clemente XI che I'Albe- roni stanziava in Sestii, ne imploro dalla Repubblica Genovese Fanesto onde trasmetterlo indi a Roma. A tale effetto il Papa spedi da Roma un certo padre Maineri, munito di lettera pel cardinale Imperiali , nunzio pontificio presso la Repubblica di Genova, e di un breve rogatorio a quella Pvepubblica. Nella let- tera al detto nunzio il Papa si spiego colle seguenti » precise parole : « Sappia ella dunque che per ri- » levantissime ragioni quali a suo tempo si pubbli- » cheranno, sommamente importa alia Santa Sede, 5) al sacro Collegio , e possiamo anche aggiungere » con verita alia religione cattolica e a tutta la cri- » stiana repubblica, che con ogni celerita possibile » ci assicuriamo della persona del cardinale Alberoni » ad effetto di' poterlo fare imniediatamente traspor- » tare e custodire in questo castello S. Angelo , indi » procedex'e contro di lui a quelle risoluzioni che » dalla giustizia saranno richieste » (2). I! detto Mai- neri giunto da Roma e mnnito da credenziale di uf- ficio del detto Nunzio Imperiali , si presento al Doge di Genova nel giorno 24 febbrajo del detto anno/i720 e a lui notifico la lettera suddetta del Nunzio. II Doge benche contro lo stile di quel governo raduno imman- tinenti il Senato, fece leggere la lettera e fu in quella seduta ordinate di apporre alcune guardie all' alloggio (1) RIstretto storico ecc. del Rossi y pag. 333. (2) Appendice alia vita deirAnommo spagnuolo, p. 83 84. ELOGIO DEL CARDINALE ALBERONI. 167 (Ic^lFAlberoni; ma presa qucsta risoluzione di prov- visoria precauzione , quel Senato riconosciuti avendo come insufficienti gli addotti motivi per violare Tospi- talita voluta dal diritto delle gcnti , il Senato nelT 8 marzo dell" anno 1720 decieto che dalla casa dell'Al- beroni fossero levate le apposte gnardie (i). Tratte- nutosi circa dieci giorni TAIberoni in Sestii, ne parii sopra una feluca da nolo senza che gli storici notas- sero ove volgesse i suoi passi : solo si rilevo piu tardi per alcune sue annotazioni fatte sopra d' un libretto di Tomaso a Kempis portato seco nella sua fu2;a , che nel di 20 marzo fii in Genova , che nel 5 aprile dormi ad Orero , il 6 a Cassano , il 7 a Castel Novo di Scrivia , 1' 8 a Godiasco , villaggio non molto liingi dalla Staffora , e finalmente il i3 di ottobre del detto anno 1720 viene segnata la partenza da quel luogo senza ricordare verso qnal parte ri volgesse i suoi passi (2). Convien dire che tntto cio siasi praticato col massimo incognito come si rileva dalle memorie contemporanee. Qui proseguircmo coUe parole del lodato compen- diatore della Storia piacentina. « II duca Francesco Farnese uso indicibili diligenze per conoscere dove fosse FAlberoni con idea , per quanto allora dicevasi , di farlo capitare nelle mani del Pontefice , il cpiale da una congregazione di Cardinali , a cio espressa- mente delegati , aveva fatto dar principio in Roma ad im rigoroso processo sopra la vita , i costumi e le gesta di esso Alberoni. » Ma il Duca veggendo tornare inutili tntte le sue diligenze , fece arrestare nella notte del 6 maggio 1720 il sacerdote don Francesco Feroldi di Firen- zuola, fratello del capitano Fiorenzo Feroldi, co2;nato del Cardinalc , e donna Camilla Bero;amaschi nata Sac- chini, e conFidente antica e fedele di esso Cardinale, (i) Appenilice alia vita deirAuoiilmo spagnuolo , pag. 84 al 87. (2) Ristretto della storia di Piacenza , t." IV. p. 333-334.. 1 68 ELOGIO DEL CARDINALE ALEERONI. ritornata tre niesi prima di Spagna col figlio suo sa- cerdote don Giuseppe Berganiaschi , tiitti abitanti in- sieme in quello stesso appartamento del palazzo Landi presso San Lorenzo , che sotto 1" anno i yo3 narrano essere stato assegnato a don Giulio dal Duca mede- simo. Mando altresi nel tempo stesso alcuni de' suoi ufficiali a friigare nelle case dei signori Bertamini di Firenzuola e di Piacenza , tra i quali e 1 Alberoni era sempre passato stretto vincolo di amicizia e confi- dente commercio di lettere; ma tutto fu infruttuoso, ne pote rilevarsi daU'esame dei prigionieri, clie ven- nero per giustizia posti in liberta , ne dalle carte apprese il niininio cenno della dimora del Cardinale, ne dei delitti al medesimo imputati. » Intanto dal suo nascondiglio sfriveva FAlberoni sensate e forti lettere in sua giustificazjone ai Cardi- nali component! la Congregazione suindicata clie poi furono date in luce, e meritevolissime d' essere lette. In esse allega detti e fatti del Re Cattolico, del padre Daubenton confessore del Re e d' assai altri principi e ministri d'alto affare, senzache mai nissuno ardisse poi di confutaie le sue asserzioni (i). » — Fra queste neir appendice della vita stampata dall' anonimo spa- gnuolo se ne legge una diretta al cardinale segre- tario di Stato pontilicio Paolucci colla data da Sestri del 20 marzo 1720 nella quale 1' Alberoni appunto raduna le prove le piii solenni non solo di non essere siato promocore della spedizione di Sar- degna e di Sicilia, ma all' opposto di esserne stato il pin caldo e fermo oppositore. Qui taluno domandar puo da clii siasi eccitato il caldo zelo del duca Farnese di Parma nell" intrapren- dere le inquisizioni e gF imprigionamenti sopra narrati. E qui rispondere possiamo che fuori della seduzione del conte di Peterborong, per quanto si vada scruti- niando la stoiia e per quanto ne abbiano detto e (i) Ristretto della Storia piacentina, tomo IV, pag. 334 e 335. ELOGIO DEL CARDINALE ALBERONI. 1 69 scritto i neraici deirAberoni , altro non si trova in lui . fuorclie di aver dif esa e protelta presso il duca di Vandome, gcnerale in capo delle arnii francesi ia Italia, la debole neutralita del ducato di Parma, di avere presso il re di Spagna evitata 1' espulsione del Faniese ambasciatore alia corte di Madrid gia decretata insieme a quella degli auibasciatori di Ge- nova e di Venezia , di avere costantemente e con intera divozione sempre patrocinato la causa del Far- nese e di avere linalniente portato al trono di Spa- gna una di lui nipote, ed in scguito praticati tutti gli ufficj di un vero ed atVezionato alia corte ed alia persona stcssa del Farnese. Forse cpiel duca era animato da segreti e politici moti\i, e fors' anche si lusingava di rendersi gra(o ad alcune Corti , dimostrandosi se- vero contro dell' Alberoni, e contro di esso , alia cui caduta avca egli cotanto contribuito, manifestando un odio ulteriore e segnalato. Dal 1 3 ottobre 1720 fino oltrc la meta di marzo 1 72 1 appena abbiamo traccia delV Alberoni. Egli uso tutte le precauzioni per la personale sua sicurezza onde non perire sotto le imputazioni da cui vedevasi infamato. In 02;2.i ci vien detto die « T Alberoni passo nella Svizzera dove si reco travestito da mercante, ed ivi ebbe guardia dal pubblico contro c£ualsiasi nascosa tentativa de' suoi ncmici (i). » Quando dopo il i3 ot- tobre suddetto cio sia avvenuto e fino a clie abbia du- rato il di lui soggiorno in Isvizzera non ci venne fatto di scoprirlo. Sappiamo solamente the morto Clemente XI r Alberoni cjuando t'u chiamato al Conclave dimorava in un villaggio del distretto di Bologna spettante al caval. Antonio IMonti amico suo fedele (2). Scegliere il dominio stesso del Principe il quale lo voleva ad ogni costo avere nelle mani , fu un tratto di grande accorgimento dell' Alberoni , il quale ben sapeva che (i) Elogio, pag. 76. (2) Ristretto storico citato, tomo iv, pag. 337. 170 ELOGIO EEL CARDINALE ALEERONI. sarebbe stato ricercato da per tutto fuori del paese che per lui essere doveva il piu temuto. Se la ligura deir Alberoni noa fosse stata nota in Roma , oserem- 1110 dire ch' egli si sarebbe ricoverato in Roma stessa come un luogo di maggiore sicurezza. Nel giorno 19 marzo 1721 manco ai vivi il Pon- tefice Clemente XI , e quindi i Cardinali si riunirono in Conclave per dargli un succcssore. A norma delle costitnzioni apostoliclie anclie il cardinale Alberoni doveva esservi invitato per la valida elezione del futuro Papa: ma ignoravasi ove egli stesse nascosto. S' cbbe percio ricorso all' avvocato Biagio Antonio Ferrari difensore e procuratore generale di esso Al- beroni, il quale assunse la cura di largli tenere in pro- pria mano la circolar lettera d' invito e il passaporto rilasciato per recarsi a Roma e ripartirne dopo la elezione del fluto Pontelice. Cio fu eseguito mediante la suddetta circolare che riportiamo in nota (i) nel (i) " A tergo : Reverendissimo in Christo Patri et D. D. Julio S. R. E. Diacono Cardinali Alberoni collegse, et fratri nostro carissimo. » Intus vero =Miseratione divina Episcopi Presbyteri et Diaconi S. R. E. Cardinales = Reverendissime in Ciiristo Pater, et Domine coUega, et frater noster carissime salu- tem et sinceram in Domino caritatem. » Quanto in moerore , luctuque versemur post ereptum nobis a violenta et inopinata durissimi morlii vi Sanctum Patrem et Dominum Nostrum Clementem XI , quera ex hac mortali , atque ^rumnosa vita ad se Deus optimus maximus evocarit, vel tacentibus nobis D. V. reverendis- sim. facile intelligit. Verum cum in Dei voluntate omnia sanctissime moderantis suamque ecclesiam nunquam desti- tuturi nobis acquiescendum sit, ne interim Petri navis tot undique fluctibus agitata duce careat : postquam de more per novem dies defuncto fnnus celebravimus, apostolicum conclave ingressi a Patre luminum auxilium imploraliimus de successore eligendo qui pari religlone ac prudentia earn gubernandani suscipiat. " Poterit igitur D. V. reverendlssima de re omnium ma- xima deliberatura ad inatrem suam S. R. E. se conferre ELOGIO DEL CARDINALE ALBERONI. I7I suo testo originale fin qui inedita. L'Alberoni invitato entra in Roma in mezzo ad un immenso popolo af- foUatosi per vedere un uonio clie aveva eccitato tanto strepito in Europa. In vece di un personaggio gigan- tesco ed imponente, scorgendo nelfAlberoni un onii- ciattolo, non si sapeva dar pace come egli avesse sa- puto recare tanto spavento e provocare una si po- tente coalizione contro di se stcsso. I voti del Conclave si riunirono suUa persona del cardinale Angelo Conti romano, die assunse il noma di Innocenzo XIII. Egli lu innalzato al trono PontiUcio nel giorno 8 maggio dell" anno 1721. A norma della circolare del salvacondotto si voleva rimandare il car- dinale Alberoni da Roma. Ma egli sicuro di dileguare ]e date incolpazioni c colla fiducia di incontrare meno animosita personale , domando ed ottenne di fermarsi in Roma fino alia fine deirincominciato processo con- tro di lui , as])ettando a pie feinio la sua sentenza. Costituito cosi I'Alberoni , e trattenuto in Roma a titolo di onesto caicere , avvinto coi vincoli poten- tissimi del suo onore pote ottenere dal Papa Tordine che si continuassc e si compisse il pi-ocesso ond' essere iraparzialmente o assoluto o condannato. L' esito fu quale TAlberoni se lo riprometteva, talche usci libero et una nobiscum, omni cunctatione abjecta, convenire; neve ab itinere criminalis initus processus ea retrahat aut re- tardeti habita enim de ista re hac eadera die deliberatione atque examine in Congregatione nostra general! reveren- dissiniorum omnium fratrum nostrorum de eorumdem veto et assensa D. V. reverendissim» salvum condnctum con- cedlmus , ut secure et libere ad promissum efFectum Ro- mam accedere et permanere valeat , donee nova fiat Pon- tificis electio, eademque securitate et libertate post ele- ctionem babitam , absoluto Conclavi, intra decern dierum spatium discedere ac regredi. - Datum Roma; ex Palatio apostolico In Congregatione nostra generali sub sigillo trium nostrorum Prior die 2 1 martii 1721 Apostolica sede vacante. >> Subscripto — C. Dominicus Rivera, Secretarius. 172 ELOGIO DEL CARDINALE ALEERONI. e pienamente assoluto neUanno 1728, come fu di sopra accennato. Cio venne solenneniente dicliiarato nel pieno Concistoio del giorno 20 dicembie dello stesso anno; ed in conseguenza ottenne poco dopo nelle consuete forme il cappello cardinalizio, mentre prima non ne aveva clie il berretto. Un lungo ed accui-ato processo intentato col mag- giore zelo e con una latitndine non misurata susse- guita con una sentenza sindacata dalle Corti europee puo sicuramente far fede dell'innocenza delfAlberoni, dalle fattegli imputazioni. Cio avrebbc dovuto bastare particolarmente a quegli scritiori die non amano di commettere la verita dei latti e la raemoria di uo- niini insigni o alle cieche prevenzioni di un volgo male istrutto, o alle animosita di un partito passio- nate. Ci duole clie dopo cento e dieci anni si dcbba ancora combattere per Tonore dellAlberoni. Ci duole di avere a fronte un nome celebrato in Italia e die riputar si doveva ben istrutto ed almeno imparziale verso un uomo straordinario di questa medesima Ita- lia. Noi qui parliamo della storia cl Italia del sig. Botta i cui tratti fuiono raccolti daU'autore delKElogio (i). Forseclie il Botta ne giustillco e ne pote giustificare come era siio dovere la verita? Ecco cio die noi do- niandiamo a lui dopo il Concistoro del 20 dicembre 1728 e le altre scritture pubblicate. Nella decantata (i) AI dire del Botta, all' Alberoni non importava se il mondo da ricapo si sgoininasse, die poco pin , e forse non piii si curasse dei Cristiani die del Turdii purche la Spagna sol- levasse e suhlimasse , il propria nome sull' all della fama man- dasse , cercando il possibile nelV impossihile : die Cleniente XI per forza vesd della porpora questa perturbatare dei regni , questa raggiratare a cui raccomandare prudeaza era cosa vana; che r ortolano di Piacenza bravava a Roma; che delle maledizioni dell" Eiiropa si faceva beffe , anzi se ne glo- riava , attribuendole all' invidia che sempre perseguita gli uomini grand! ;, che quietare non poteva , e la qniete altrui si recava a noja; che non ebbe riposo se non nella tomba. (Elogio, pag. 160. ) ELOGIO DEL CARtJINALE ALBfiRONI. 1 78 storia della francese diplomazia , il cui aiitore era al certo indifTerente alia gloria di un nome italiano, il giudizio suirAlberoni e lasciato alia posterita. Per quale fatalita av^venne mai die Y autore della storia della guerra deiramericana indipendenza dimentican- do la dignita religiosa della storia siasi abbassato alle qualilicazioni racrolte dalle dicerie del trivio scagliate contro I'Alberoni ? Come niai giunse al punto di tra- mutare la grandczza di carattere e Tenergia del genio, in temerita ed in qualita diaboliche? 11 Muratori scrit- tore contemporaneo assennato e di coscienza quali- fico Alberoni non come uno stordito die ccrcasse il possibile nell imposslblle , a ciii fosse cosa vana rac- comandar la prndenza, non come un furioso clie non lasciava qniete a ncssuno, ma bensi come uomo die « compensava la bassezza de' suoi natali coll' eleva- » zioni della sua mente, pieno di grandi idee, intra- » prendente , rostante nella esecuzione de' snoi di- ■» segni. » Tra il Muratori contemporaneo deir Alberoni ed il Botta postcriore di piu d' un secolo , fra il Muratori venerando in Europa per la sua I'ede sto- rica e il suo discernimento, ed il signor Botta a cui si ncgano gia da niohi i pregi del Muratori, il pub- blico giudicbi a quale dei due si debba prestar tede sul conto dcir Alberoni. Ma veniamo al particolare delle accuse e del pro- cesso agitato nel torno di tempo di cui parliamo. II punto capitale deU'infpiisizione e del decretato impri- sionamento contro T Alberoni consistcva nelT invasione della Sardcgna appartencnte all' Austria durante la guerra contio il Turco a difesa di tutta la cristiani- ta. La reita di qncsta invasione risidtava dalla viola- zione ddla ibde data dallo spagnuolo gabinetto , il quale formalmente aveva promesso al Pontellce, non solo di concorrere alia difesa comune contro le ag- gressioni del Turco , il quale aveva di gia invasi molti Veneti stabilimenti; ma eziandio di non attentat nulla contro gli austriaci possess! d' Italia. In conse- guenza di questa proniessa il Papa aveva assicurato 174 ELOGIO DEL CARDINALE ALBERONI. r Austria contro ogni tentativo tetnuto , e questa aveva dato opera di tutto cuore e con tutte le forze alia guerra difensiva coatro il Turco. Che cosa avve- nire doveva allorche inaspettatamente si vide la Sar- degna itivasa dalla flotta spagnuola? Ogniino sente pur troppo clie il Pontefice non solamente deluso nella promessa ricevuta , ma eziandio personalmente com- promesso verso deir Austria per essere stato in qual- che parte garante della datagli sicurezza, dovette es- sere colto da improvviso stupore e sdegno nel ve- dersi tradito sulla parola, e di avere anclie senza sua colpa contribuito a questa scandalosa infrazione com- messa dalla corte spagnuola. L' Austria poi dovette essere fortemente indegnata e altamente sorpresa, non solo contro della Spagna^ nia eziandio contro lo stesso P.ontetice, non senza un' ombra di sospetto , per essere stato egli prima favorevole verso la corte spagnuola. Quanto al pub- blico poi impegnato in questa specie di Crociata, lo scandalo e 1' esecrazione dovettero far eco ai senti- raenti del Pontefice e deH'Austria. Ma tanto il Ponte- fice quanto TAustria e il pubblico di Europa ignorando cio che fu praticato nell interno del palazzo di Ma- drid era naturale che caricasse TAlberoni, come che non ancor Ministro , di tutta la colpa di quest' atto, perocche era pur troppo noto che i suoi consigli erano seguiti dal Re, mediante speciahnente 1' organo della Regina. Improbabile pertanto. anzi inconcepibile, tanto air Austria , quanto al Pontefice ed al pubblico riesciva la contrarieta deU'Alberoni all'invasione della Sardegna, come cosa che si opponeva a tutte le ap- parenze riconosciute e ad una specie di rispetto alia persona stessa del Re spagnuolo. Giusta quindi , altro non costando, dovette riescire la prevenzione contro deU'Alberoni , e quindi giusto lo sdegno ed il pro- cedimento pontificio , e giusti i rimprovcri e le grida alzate dall'Austiia e le voci concordi di tutta F Europa. Contro di cpeste prcsunzioni si esigevano prove positive e convincenti ; e fin a tanto che esse non ELOGIO BEL CARDINALE ALBEHONI. IjS tiionfavano , 1' Alberoni soggiacere doveva al peso di una incolpazione la quale potevasi dire appoggiata a legitlime presunzioni. Fu dunque necessaiio di tutta la pontiHcia autorita inipiegata ncl piu esteso ed accurate proccsso , e cio tanto piu die conveniva scaricare lAlberoni e caricarne 1' interno gabinetto di Madrid. Se negli annali della storia noi esaminiamo gli atti diplomatici, noii iroveremo forse esempio di una cotanto difl'icile indagine accompagnata da un piu illustre tiionfo. Cio bastar dovrebbe almeno dopo cento dieci anni a disingannare V ingiusta preven- zione propagata dal volgo ed imprudentemente ac- colta dall'autore della Storia d' Italia. Ma lungi che cio siasi fatto, si trova in vece in codesta storia un formale ronianzo nel quale si di- pinge TAIberoni reiteratamente assalire la ripugnanza del re Fiiippo a rompere la fede data. La industria dello scrittore e spinta fino al punto di porre in bocca del Cardinale allocuzioni a modo di quelle di Tito Llvio onde espugnar I'animo del detto monarca e trascinarlo nell'abisso di una vergognosa, tenieraria e disastrosa impresa. Ma donde mai 1' illustre storico trasse le parole da lui consegnate nelle sue pagine ? Imputare un gravissimo delitto a fronte di una solen- nissima sentenza di assoluzione emanata dopo lungo e fervido processo , non importava forse almeno che lo scrittore somuiinistrasse i garanti onde scusarsi dallo smentire il solenne giudicato di Roma? Che cosa ardirebbe di asserire contro un atto di quesla autorita. Forseche le volgari diffamazioni propagate da cia in eta debbano prevalere a solenni e maturi giudiz) di un tribunale supremo interessato assai piii a sostener V onore di un Pontefice e di piacere a grandi Potenze, die ad esahare un personaggio pro- scritto ed anticipatamente inabissato dalla pubblica opinione? Or si doniandera quali furono i motivi e quali i fautori di un fatto anteriore al ministero dell' Alberoni:' Ragionevole puo dirsi questa curiosita del pubblico, 176 ELOGIO DEL CARDINALE ALBERONI. e noi tanto piu ctediamo di soddisfarla , quanto piu ridonda a difesa deirAlberoni. Qui seo;uiaino lo «ti- niabile autore dell Elogio. Le cose da lui esposte fu- rono cex'tamente allegatc dalFAlberoni nel compilato processo. Ecco intan'o le annotazioni pubblicate. « A Filippo sdegnato per Y arresto accaduto in Mi- lano del suo grande inquisitore Molines, a Filippo anelante a strepitosa vendetta per Y onta cosi recata alia maesta del siio trono, a Filippo dal duca Farnese e dal suo ambasciatore a Genova istigato alia guerra contro aH'Austria posta dalF armi turche a mal par- tite; Giulio tutto zelo per F onore del Monarca e della monarcliia si fece a dire « considerasse dove per tale guerra si metterebbe la Spagna cotanto lan- guida e shnita; vedesse il nianco di danaro , di flotta, di munizioni ; riflettesse alia parola datasi al Pontefice di non toccare T Austria iiiipegnata cogli Ottomani; attendesse alle disposizioni delle altre potenze garanti e vindici dei trattati. » Niente mosso da queste ra- gioni r irato Sire , ne scrisse al duca di Popoli che da buon cortigiano fu per la guerra. « La risposta di questo Duca fu mostrata dal Re al conte Alberoni, clie scrisse al medesimo Duca in si enei-gico stile da tirarlo alia sua propria opinione. II marchese Grimaldi ebbe Y incarico della lettera di Giulio al Duca; e mentre aveala nel cappello con altre scritture per Filippo, questi la vide, la prese, la lesse , e dopo cio la diede ad un rcligioso, il quale per ordine del Re interpello il conte Alberoni, se riconoscesse quello scritto per di suo proprio pugno. Giulio rispose che si, e voile che il Padre di sua mano scrivesse : Per ordine del Me ho resa questa lettera al signor conte Alberoni. II Duca di Popoli frattanto aveva scritto al Re come, meglio considerate il negozio, era di av- viso non doversi romperla colF Imperadore. Filippo per la intercetta lettera di Giulio al Duca, sapendo be- nissimo come questi per sola forza delle ragioni avute da Giulio medesimo si era cangiato di opinione , com- mise al religiose stesso, che in suo nome acerbamente ELOGIO DEL CARDINALE ALBERONI. 1 "-J ripigliasse il Diica , per cio che avesse pei* contem- plazione cangiato di avviso. » Tra molte altre cose nella lettera al Duca di Po- poli ainico alia guerra, Giulio diceva « questo e un » far credere al mondo savio die alcuni poclii Ita- » liani, pazzi neiramore al loro paese hanno portati » quest! lie all' ultimo csterniinio, ed al totale eccidio » tutta la Spagna. » Nella lettera stessa dice « Sai'6 » contentissimo qiiando riuscisse 1' affare cou tuLta la » maggiore fclicita, che tutto il mondo sappia che » il mio cortissimo intendere non Taveya approvata. » Nella lettera al cardinale Paolucci segretario di stato sotto Clemente XI scrive: « E facile cosa il cre- » dcre che se io mi opposi al principale ( la guerra ) » quando 1' evento era incerto, non poteva coltivarne » la durata dopo avvcrate le niie predizioni con in- » felicissimi succcssi. Non tralasciaya di persuadere » la pace; e S. M. col solito sno candoie di animo e » religiosa ingenuita, dira quanto feci dopo la partenza 3) di milord Stanope dalPEscuriale, ove resto il mar- » chesc di Nanere , obbligato da me a fermarsi otto » giorni piii del tempo che gli era stato piensso e J) ordinate. Credei aliora esanditi i miei voti; c qiie- » sta mia credenza fu avvaloi-ata dal P. D.uibenton » che esscndone venuto. a larmene i complimtnti, » mi disse che avendo avuto 1' onore di discorrere » con S. M. sopra la pace, aveva tanto in mano da » crederla stabilita e conchiusa (i). » (i) Iq coiisonanza delle cose fin qui narrate sogginngiamo il seguente Ijrano della lettera apologetica dell' Alberonl stampata in via di appendice alia parte della vita delTAl- beroni dall* Anoaimo spagnuolo. Questa lettera datata da Sestri di Levante 20 marzo 1720 fn diretta al cardinale Paolucci , primo ministro e segretario di Stato pontificio per essere posta sotto gli occhi del papa Cleuiente XI. Ivi dopo aver accennato il fatto della lettera al diica di Popoli e la rlsposta fatta al P. Daubenton, confessore del re, in cio 1" Alberoni la riconobbe come sua, soa^iati'e provocando la testiinoaianza dello stesso re , e so2<^iiiuRe Bibl. Ital. T. LXXV. 12 178 ELOGIO DEL CARDINALE ALBERONI. Troppo sconsigliata fu quella rottura , astrazion fatta dalla sua inimoralita ed infamia , onde credere si po- tesse istigata diiU'Alberonl come di gia fu avvertito, e pero si presenta la inverosimiglianza tratta dalla incompatibilita col di lui disceinimento e col di lui zelo per Tinteresse e la gloria del Re e della monar- chia e per la propria sicurezza. Finalmente alle sue parole vien tolta ogni ombra di dubbio dopo la trion- fale sentenza pronunziata in di lui favore dal supre- mo roniano consesso coronata col cardinalizio cappello per cui il nome deirAlJieroni fu riabilitato contro le sofFerte incolpazioni. Taluiio domandera perche I'Al- beroni fatto ministro non tronco tosto la guerra d' in- vasione incominciata, postoche disapprovavasi da lui. Noi rispoudianio che cio non fii allora possibile , si perche le condizioni della pace che con sommo or- goglio venivano dagli alleati neniici comandate, erano troppo vcrgognose pel suo monarca, il quale sopra le cose tntte poncva il cosi detto onore , come consta dalla vita deirAlberoni scritta dall' anonimo spagnuolo, e si perche diremo con Tacito suaderi Priiicipi quid oporteat muld laboiis est ( Hist. lib. I ). In prova noi leggiamo nella annotazione 12 apposta dairAlberoni in margine della propria vita scritta dalT anonimo spa- gnuolo le seguenti parole : « il Cardinale prego le loro » Maesta a non romperla col Papa : al che gli fu ri- » sposto dalla Regina che cssendo Cardinale poco cu- » rava i diritti del Re vulnerati >j ( Elogio pag. 137). Per conclusione noi sceg;Uamo il sejiuente brano di lettera scntta al conte Kocca di Piacenza data da quella cU monsignor AKlrovandi, Nuazio pontificio alia Corte di Spagna. " Lo stesso ( sci-ive T Alberoni ) monsignor Nun- » zio potra asserire di avere fin d' allora veduto il sopra II enunziato carteggio , forzato a mostrarglielo per acquie- » tare I'animo suo sopra di me e fare a lui conoscere che » io non poteva fare di piu di quanto inutilraente avevo di » gia fatto , lo che tutto fu a lui attestato in rhia presenza » dal P. Daubenton, che mi assicuro di averglielo pur )/ detto piu volte anche da solo a solo. » (Appendice, p. 6. ) KLOGIO DEL GARD1NA.LE ALBEKONI. J -9 Tixdela il giorno 8 giiigno 1719. « Del resto preghi Dio che mi trovi in istato di contribuirc coU' oper.i mia alia pace. Qiiesto monarca si stima altamente of- feso: e per quante rappresentazioni gli slano state iatte , ha scmpre creduto che il suo punto di onore e la sua csiimazione doveva pieferirsi ad ogni altro interesse Con i padroni non vi e altro che rappresentare ed ubbidire. L' essere io state di senti- mcnto contrario alia guerra non ha scemato in me un sol puntino di quest' applicazione e vivacita con chedevo, quando e bisogno, servire il mio Re e il inio benefattore » (Elogio, pag. 141 )• Dopo la solenne ricognizione della rettitudine del- TAlbei'oni e la cessazione della persecuzione, e dopo la pace gia da tie antii stabilita fra la Spagna e le potenze nemiche , la corte di Spagna doveva richia- mare I'Alberoni alia testa del niinistero , come fece quella di Francia col Mazzarini. Aggiustate le cose colle avverse potenze e queste disingannate sul cento del- I'Albcroni, dal quale non solamente temer non po- tevano verun attentato, ma aspettar dovevano quiete e savj consigli e una ritcnutczza neccssaria alia mo- narchia spagnuola , il richiamo di Alberoni avrebbe servito a compiere T opera della restaiuazione della Spagna. Cio basti per ristabilirc la memoria di qiiesto grand' uomo contio mal consigllati assalti di scrittori recenti. II conipimento della biogralia dell' Alberoni e riservato ad un lavoro cstraneo a questo Giornale. Romagnosi. i8o T)e Simulacri di Apollo presso i Romanl, — Hagiona- mento del prof. Melchior Missirini. I I culto di Apollo risalire alia piu remota antichita le prische storie e le tradizioni dimostrario. Come prima gli uomini maravigliati al sublime spettacolo degli arcani fisici fenomeni che spiegavasi dinanzi ai loro occhi, riporsi ua nume in ogni parte della natura avvisarono, e le fontane, i fiumi , i boschi , le montagne , il mare , e tutto il fir- mamento deiiicarono; si rivolsero specialmente a quell' Ente provvido e benigno , che tutte le altre cose feconda e vi- vifica , dico il sole re e signore della natura. Di questo fecero il loro Dio primario, e fra l' immensa schiera degli idolatri, i lidi cultori di questo, nel concetto de' posteri cresciuti nella ragione e nella civilta plauso e giustifica- zione conseguirono. Percio fra le pin vetuste gentl la religione di questo pianeta donde parte il moto e la fecondita , trovasi sta- bilita. E perche il culto nou si rimanesse ad una sola astra- zione intellettuale , vollero i sapienti , che a beneficio del popolo fosse signiiicato per simboli. Allora se ne posero i simulacri che fra gli antichissimi Persi ed Egizj furono appellati Oro e Llitra , che ai nomi di Sole e di Apollo rispondono. Queste statue si attennero alia condizione delle arti di que'popoli, i quali essendo giganteschi in ogni cosa loro, e traenti alia immensita dei loro imperi, alia vastita della loro immaginazione , e alia grandezza del loro subbietto , vestirono il loro idolo di forme colossali. I Greci eredi delle ammirazioni e delle credenze asiati- che ed egizie, questo culto d" Apollo nella loro cittadinanza ricevettero: ma perche la greca gentilezza era piii tratta al bello che al colossale, idearono pel loro Ajiollo una forma, che tenesse quanto piu di venusta , di eleganza, di spirito potesse in sembianza d' uomo accumularsi. Quindi effigia- rono quel Dio di aspetto e di persona bellissimo : flori- dezza di gioventu : arraonia di proporzioni : forza con- ginnta alia grazia : speditezza : leggerezza : vivi spirit! , DK SIMULACRI DI APOLLO, CCC. U'l che lo faceano palpitare : robustezza temperata colla soa- vita e morbidezza: valore impresso nel volto e dilFuso iii tntte le membra: lunghi crini cadenti in anella sopra una fronte serena , e sugU omeri candidi come la neve : uno splendore vivissimo , che emanava da tutto il corpo , e comandava amore e reverenza : cogli emblemi del canto , del suono , delle frecce e dell' arte salutare ;, furono i di- stintivi dell' Apollo greco. Ma perche 1' argiva cultura fosse In ispecial modo alle grazie devota, d'uuitare talora anche la forza e magnilicenza orientale non resto. Percio vide Rodi quel grande mira- colo deir arte di Lisippo nel suo famoso colosso , forse il pill degno siraulacro di Febo , che siasi mai da valente ar- tista operato. E un passo in Esiodo , che prova Timportanza di que- sta divinita siinbolica del primo agente della natura , e la stessa antichita del suo culto, la dove questo poeta il piu. antico fra gli scrittori , dice essere Apollo , o il Sole, fra tutte le cose create , il figlio prediletto di Giove , ossia deir eterna , unica , primitiva forza del tutto creatrice e conservatrice : Callimaco consuona ad Esiodo e dice: "Sou »' care ad esso le saette e i carini, le sorti,ivati, ed Epi- II dauro stesso da Febo apprese a prolungar la morte. n I Romani poi che molta parte della greca teogonia ab- bracciarono, accrebbero il suo domlnio, e ad esso diedero in ctira la pastorizia , 1" agricoltura , 1' architettura e la geonietrica fondazlone delle citta. Che piii? lo fecero pre- side ai giuramenti , e in ogni causa invocato dal pretore. Per questa estensione di culto dice il Meurzio , che ia ogni casa privata de' Rouiani Apollo fu accetto come Dio tutelare della famiglla , e Orazio nel carme secolare ci mostra , che tutta intera la citta lo ebbe per suo protet- tore. Percio Plauto facea dire : 7^''^^' Debito al cominciare della euerra contro la rivoluzio-l ,_ , , r ° ( 233,733,609 ne francese j Accrescimento durante la guerra 295,105,668 Debito alia conclusione della pace d'Amiens i.° febb. 1801 528,889,277 Accrescimento durante la seconda guerra 335,988,164 39,855 1,271,087 1,3 10,942 2,040,416 3,35i,358 1,133,807 2,217,551 253,526 1,964,025 1,096,979 3,06 1,004 664,287 2,896,717 2,444,104 4,840,821 864,000 4,476,821 3,848,084 8,3 j9,9o5( 143,569 8,176,336 12,252, l52 20,428,488 20,796,79 6 Debito alia conclusione della pace di Parigi 1.' febb. 1816 864,822,441 Diminuzione dopo la pace 82,1 55,207 Somma del debito, il 5 gcnnajo 1882 782,667,234 28,841,^16 41,225,257 12,888,841 PARTE STUANIERA. 209 L'autorc ha saputo spiegare con cliiarezza II sistema di Pitt, poi seguito da Persceval, Van«ittart, e Calstelreagli, e ringegiioso artificio di cul quel niinistro seppe prevalersi ad accrescere il debito puhhiico delle tre grandi instituzioni, della cassa d'aiiimortizzazione di Price, della banca e della borsa. Due digressioni suU' origiae e sui progress! della borsa e della banca di Londra servono a for conoscere piii adden- tro le vaste imprese di finanza ideate e condotte a termine sotto r influenza del sistema di Pitt. Per dare un' idea di que- st! due stabilimenti senza uguali nel mondo conimerclante , bastera dire che alia borsa di Londra colla r.iassima focilita si vendevano le rendite francesi, le obbllgazioni russe , prus- siane, auslriaclie, spagnuole e portoghesi e die per mezzo della mediazione dell' influenza della borsa la somma enorme di 72,694,571 lire sterline fu sovvenuta alle potenze con- tinentaii nel loreve corso di sette anni (dal 1822 al 1829). Quanto alia l^anca di Londra, dal 1797 in poi fu general- mente riconosciuta la sua influenza sul governo Inglese e su tutte le operazloni commerciali del globo. Rothschild ha dichiarato " che non solo tutto Toro e tutto Fargento del- r universe tendono a giungere in Inghilterra, ma che tutte le operazioni commerciali del globo sono bilanciate nel recinto della banca. " L' enorme deposito de'nietalli preziosi aflluenti alia banca (11 cul valore nel 1824 ascese lino a 12,606,963 di lir. sterl.) mette i dlrettori nella possibilita di aumentare o dimiuuire la circolazione, offerendosi o ricusandosi agli sconti, e quindi da loro il potere di influire sui fondi pubbli- ci, sul credito e sulle transazioni commerciali. La cont'usione e rimliarazzo deiragricoltura e del commercio durante gli anni 1783^ ^797' 1816, 1818 e 1828 vennero in gran parte attrlbuite alle operazioni dei direttori della banca da Lambert Masliet , P. Scope , Sir Parnell e da altri. Riguardo all' ultima crisi commerciale del iSaS i danni ch'ehbe a softVire il commercio furono moltiplicati secondo la deposizione dello stesso Rothschild dal riliuto della banca di scontare le cambiali pel grano , le cambiali di Vienna, ed altre cambiali (V. Pebrer vol. I, pag. 241). IV. Le nuinerose tavole a cui si riduce la somma della sta- tistica generate della Gran Brettagna che forma la parte III.'* deir opera sono tolte con alcune inodilicazioni dal lavoro di Colqhoua pubblicato nel 1812. Nel valutare i Blbl Ital T. LXXV. 14 aiO APPENDICE. capitall, i prodottl ecc. deU' impero Britannico il sig. Pe- brer ha aggiunto 33 ^ per loo a ciascun articolo , e collet- tivamente al totale dei valori determiiiati nelle tavole di Colqlioun, eccettuato il capitolo sulle Indie Occidentali ri- masto come era nel :8ii. Quest'' auinento fu calcolato ap- prossimativamente in proporzione all' accrescimento di 4 ^ per 100 clie la popolazione lia ricevuto dal 181 i al i83i. Ecco ridotta agli ultimi risuliamenti numerici la valuta- zione della ricchezza, delia potenza, della popolazione, della snperficie, del capitale pubblico e particolare delle terre, dei prodotti annui , del commercio , della navigazione e delle forze di terra e di mare di tiitto 1' Impero Britannico : PARTE STRANIERA . 211 1 . o o - o 1 i sr -r oo_ o -4-0 -^ M oo o •*■ c^ £ \0 M cs O O^ «» CNO'O Cs Cl ""* o_ C ^ ^ t; m o_ f". M ■3 *^ oo~r»t^ o o . >o - „ o o -a-o o -r o o tc N i- o o s t^ fl ss M CI :; -r £ rC so - ^ m rt -vT lo" ■■^ o o , t^ t-- n 00 O 1 ■'ti ^ cT ^ ^ t^ rs. o ;^ t^ "!. >i > oOMn«srfoO'-i o OS OS 00 00-^-^-a-ts.O- ON o m < t? o^tCc>o"rN.in*co CO -< fi Cs O; ^ OMvoc^r^--:!-^ SO u 2 sd* so ^ 'rt . I^ CO - M c o "-1 in r^ J (s. r^ aj ■J^ "O o ^ rC r^" >o cT in '~< i^ ■-, lO rt ci ^ "1 M ,n CO* ^ '^ ^ ■n o <> o^ < o O - [^ O OS ~^ OS V lo" O f« s-l- os-o - « a< c 2 ° 1 " "^ ~t "^ "^ CO Cl GO rt OS OS ^ o ■ sj-ir> - lO CrO d D O s^ CI O =0 sj- oo M - OS _u z O t^ - « -_ OS o^ s oofoc!v,oo-!r t-^ H a CO CO CO sO f^ CO OS sr M - o o" rv,' c-r rvT o- o" o; (^ CO CsOsOssOsOCO N Os c^ "" l-gls cl-insOMOMsC ^•-cosr-oci^-o o_ '^ o* rC Co" -T cT ut" sO* c 1 ° o o £ .- t* OsiO .^ c^ t-^OsOsC ■*• ^ F- N - 5 • = C .^_c„« . d « T3 O M lO S F co" 1 so I-- o-3-cosj-oco--;J o 1 ° O r-CO .-V3C0 OsK o u u !J5 o .i^ sO_ Cs cl_ OS so O -_ CI so so ■^ -rcr--rsl-^sococc fl U CO o O O O o c--r _ u ^ •^ - O^ - 0__ so -r c St St- o o o o m :?- S o o o o o o CO ^ .r OS s£ ts. h C"-^ CN "^ Ci ^^ c- n tC sr so ocoosdciiooc ^ K C^ sr Ci ^^ u-lOsclts-rosOOC :r W) fl -. _ O OOSOCO OOC r^ bjc O ^^ h B ^ rt 'S - 3 3 3 C es^soJ'sO'^'^OC d * M OS Os-O H C ts. CO - -3 0 = C0"sOsa-OOiOC ^c "rt t" -f cT tC cT sf ^ cf so t-s. > \n cr 00 1 CO o O CO o . . f SO O O OS CO -r sO_ O sO_ 0_ » ''^^~— ^ "o •.~ -T OS o" o cT C [s-wi o CI in o C= - 01^00>00 CO o in oo « -< ■a^-Uo -^2"S S SO s - ooooinoooc t--OOsC^O-3-OC o c -^ " i o H 1 Cs- OsQ O CI O^C s^ • >: cT oo' cS o' o" :i>:; _. C t, O e- 2ia APl'ENDICE. La somma totale dei prodotti e delle proprieta ottenute annnalmente nella Gran Brettagna ed in Irlanda per la conibinazione del capitale colle forze animate ed inanimate ascende a 514,823,059 lire sterllne. — Tra le molte os- servazioni interessanti die sono sparse nella statistica del sig. Pebrer meritano attenzione quelle sul commercio libero delle sete e sulla couipagnia delle Indie Orientali. Pero se questa parte III." delP opera intitolata Statistica generale del- 1' impero Britannico vuolsi realmente considerare come una descrizione ordinata dello stato economico morale e politico della nazione inglese, ci olFre non poche mancanze. La sta- tistica non si riduce ne ad un cenno istorico snlle con- quiste di un regno, ne ad alcune cifre ingannevoli sul valore dei capitali, suUe importazioni e sulle esportazioni , ne ad una valutazione numerica della popolazione consi- derata come un bestiame vivente su di un dato numero di miglla quadrate geograflche. Senza una descrizione dei climi, della topogralia clie mostri lo stato del suolo in re- lazione alle tre Industrie , senza una descrizione degli usi e de'costumi, ossia delle abitudini morali ed econoniiclie , senza un quadro cTelle instituzioni sociali e del riparto delle riccbezze poteva il signor Pebrer lusingarsi di aver data una statistica generale? Quante lacune, quante iniper- fezioni si potreljbero rimproverare alia raccolta di notizie e di tavole data dall' autore se si volesse giudicare colle nornie luminose tracciate dal Gioja nella filosofia della sta- tistica! Pressoche inutile poi riesce la sua statistica se si con- sidera in relazione all' assunto dell' opera. I soli risulta- menti cli' egli lia dedotti dalla statistica combinata colla storia del debito pubblico e delle finanze in relazione al problema da lui proposto sono tre cifre, cioe: i.° 1' im- porto delle proprieta private della Gran Brettagna ascen- dente a 5,408,768,946 lir. St.; 2.° la somma totale del debito pul^blico di 782,667,234 lir. St.; 3.° T importo degli interessi del debito publ:)lico di 28,341,416 Hr. St., somma clie eccede la meta di tutte le rendite del regno unito. V. " L' esistenza delle imposte (dice il signor Pebrer) ne- cessarie per sovvenire al pagamento degl' interessi del debito nazionale nuoce alle diverse sorgenti produttive , arresta lo sviluppo delle nianifatture, esercita una funesta i)ifluenza suUe ojierazioni del commercio e rendc inutili tutte PAnTE STRANIERA. 2l3 le imprese della nazione Brltannica. In qiiesto motlo il Regno unito e privato del vantaggi che procuransi dalle sco- perte del genio , dai progress! della clvllta , dalP impiego e dal perfezionamento delle maccliine^ non puo godere de'be- nefizj della pace e si trova nell' inipotenza di far la guerra. » Ecco in breve le idee dell' autore intorno ai danni caglo- nati dal debito pub1)lico. A prova di qneste asserzioni egli adduce die 28,341,416 lir. st., plii della meta delle rendite della gran Brettagna, sono impiegate a soddisfare annual- mente i creditori dello Stato. Piii di due terzi di tale som- ma gravitano sulla consumazione, sugli oggetti di prima necessita, sui commestibili, sulle bevande, sopra il tbe , il calFe, lo zuccliero, sugli articoli di mobiglia , sui prodotti brutti e sui materiali e strumenti delle manifatture. Gli scrit- tori d' economia prendendo una data tassa e seguendola ne suoi gradi successivi e in una lunga serie di operazioni di- pendenti le une dalle altre Iianno calcolato die il peso impo- sto al pubblico era di 3, 4 ed anclie di 6, 7 lire ster. per ciascuna lira imposta sui contribuenti e versata neirerario. Adattando la minima di queste valutazioni il peso recato alia Gran Brettagna dalle tasse e dalle imposte viene rap- presentato da una somma di 234,000,000 di lir. st. la quale gravita su tutti i rami delP industria. L" influenza di tante gravezze non puo essere che funesta , soggiunge 1" au- tore i, imposte assai meno oppressive lianno rovinate la Spagna e I'Olanda. L' elevazione dei pi-ezzi della mano d" opera procedente dall' alto prezzo delle derrate di prima necessita reagisce su tutti i rami dell" industria ed eleva il prezzo di tutte le sue produzioni. Quindi vanno intera- mente perduti gli efl'etti delle forze onnipossenti del vapore e delle macdiine; Talto prezzo dei prodotti diminuisce r importanza delle rendite e riduce ad itna reale poverta il cittadino inglese quantunque possessore di considerevoli ricchezze. La divisione regna in tutte le classi e in. tutte le professioni ; ciascuna vorrebbe rovesciare sulle altre P im- posta die r opprime. " Di la quegli sforzi continui per procurarsi delToro, sforzi visibill die caratterizzano si for- tcmente il popolo inglese ^ di la quel pensiero Irrequieto allliggente die agita tutte le classi della societa ; di la in line quel bisogno iinijerioso di guadagno , bisogno che non si puo mai soddisfare , clie impedisce di godere i piaceri della societa e die porta a distruggere i legami 214 APPENDICE. dell'amiclzia ed a calpestare le leggl sacre della natura. » Da ultimo vengono attrilmiti dal signoi- Peljrer i progress! del delitto e dell" emigrazione al sistema ojipressivo delle impo- ste. " II debito pubblico, egli concbintle, ridnce le tre fonti deir industria ad un procedimento splendido , ma sterile ed inefficace a migliorare la sorte della nazione, e racchiude in se i germi di una forza distrnggitrice dell" industria e della potenza dell' impero Britannico. >> VI. Prima di seguire V antore nell" esposizione del piano per la liquidazione del debito , crediamo necessarie alcune os- servazioni snll' influenza del debito pubblico. Nella nota a pag. SaS del vol. II il signer Pebrer dice: "die risulta dagU stati ufliciali clie nel i8ai 35 individui sopra loo, circa il terzo della popolazione Bri- tannica , erano impiegati nell' agricoltura ^ 46 su 100, o circa la nieth nelle manifatiure e nel connnercio, e a i su 100 o meno d' un quinto non erano impiegati in alcuno di questl rami. Ora (i83a) la parte della popolazione oC- cupata neir agricoltnra, nel counuercio e nelle manifatture e molto piu considerevole. " Le tavole riportate dal signer Pebrer presentano un accrescimento continuo nell" industria, nelle manifatture e nel movimento mercantile delle im- portazioni e delle esportazioni per lo meno raddoppiato nel breve periodo di i5 anni. Gli stall ufliciali attestano ehe la popolazione ba ricevuto dal 18 11 al ]83i un au- mento del 41 j-^ per 100, e lo stesso autore prova che si potrebbe aggiungere una proporzione somigliante al capi- tale nella nazione, o die almene si devono valutare aumen- tate di un terzo tutte le proprieta (vol II, pag. 11). Che cosa risulta da questi fatti ? Che il sisteina delle imposte non lia punto impedito le sviluppo dell' industria, del cein- mercio , della presperita nazionale , e che quindi la Gran Brettagna non pub temere iie l' esempio della Spasfna ne quelle dell'Olanda quand" anclie queste due nazieni fessero state citate piu a preposito dall' autore. Siasi pure il pro- gresso deir industria verificato a dispetto del debito pubblico, debbasi pure aU'applicazione del vapore alle macchine; sara sempre vero die dagli stati ufliciali e dai ragienamenti del- r autore non consta che 1' industria sia danneggiata dal de- bito pubblico, che le manifatture siano in decadenza e che sia giunto I'istante. in cui la nazione, secondo I'espressione PARTE STRAKIERA. JllS di Hume, debba distruggere 11 debito pubblico per non sog- giacere al sno peso. Col dire clie meta della prodigiosa ren- dita di 58,ooo,ooo di lir. st. vengono clivorate dal debito pub- blico: clie il peso recato dalle iinposte e rappresentato dal- Tenorme somiiia di 234,000,000 lir. st. si prova piuttosto la riccliezza die la miseria della Gran Brettagna. Chi non sa che la gravezza di uii'' imposta e semj^re relativa' Ha forse provato r autore che un dato nuinero di stabilimenti, di mac- chine, di operai sia rimasto senza lavoro dipendentemente dalla gravezza delle tasse ' — L'alto prezzo delle merci a suo parere precede dal debito pubblico e diminuisce il pregio delle riccliezze e toglie in gran parte Finflaenza clie i pro- gress! dell'industria esercitano sul ben essere individuale. In qual raodo la somnia di 28,000,000 di lir. st. assorbite an- nualmente dal deliito puliblico, somma che appena e ^ della rendita annua del solo Regno unito della Gran Brettagna e deirirlanda, puo esser causa delPimmensa sproporzione del prezzo delle derraie in Inghilterra ' Si ponga mcnte alle tariffe doganali die per assicurare al commerciantl inglesi una preponderanza nei principali mercatl del gloljo neces- sariamente proteggono 11 monopolio de' commerciantl con- tro la nazione; si ponga mente alio spirito di monopolio che delta le leggi fmanziere nelle Indie, nel Canada e nelle altre colonie :, si rlfletta al dannl che derivano alF agricol- tura dair essere le terre concentrate nelle manl di poclii proprietarj , e quindi abbandonato alia trascuratezza dei subalterni, e si troveranno le ragioni dell"' alto prezzo di certe derrate e del mal essere delle colonie inglesi. — I pro- gress! del delitto e dell' emigrazione lungi dal procedere dal debito pubblico sono evidentemente ca2;lonati dai pro- gressi del pauperismo, male radicale delF Inghilterra, male che fino dal ly.SS Fielding diceva essere un aggraiio in- sopportabile , il flagello dell' Inghilterra , e che si e progres- slvamente accresciuto in ragione diretta della prosperita nazionale. Inerente alia costituzione economica e politica di quella nazione e la miseria del popolo inglese. Da una parte si trovano accumulate immense ricchezze con enorme sproporzione nelle mani di pochi privilegiati : alcunl pos- sedono 2 o 3 mila, altrl 5 o 6 m.ila case ^ Devonsport che racchlude 40,000 abitanti appartiene ad un sol pro- prietario i la rendita di parecchie famighe oltrepassa 4, 6 e fino 8.000. ceo di franchi ; Tagricoltura e tutta vincolata 2l6 APrENDICE, ilalla legge delle primogeniture nelle mani de' grandi pro- prietarj: quindi ne provengono secondo il barone d''Haus- sez il potere degli affittajuoli , la profonda miseria e V ini- maginahile servitii del popolo delle campagne (i); quindi secondo Morton Eden Tlngliilterra contiene piu terre incolte in propovzione della sua esteiisione die qualunqiie altro paese inchilito non eccettuatane la Russia stessa ,• quiiidi secondo John Hill " i paesani inglesi finiscono per dlvenire sala- riati volontarj e degradati della pubblica carita, o prefer i- scono una vita oziosa ad una vita travagliatrice, poiche sanno the il sndore della fronte appena procurera loro il pane per ciascun giorno. » Dall' altra parte gli stimoli ar- tiliciali con cui furon incoraggite le manifatture togliendo migliaja di persone alia coltivazione delle terre ne hanno lasciata la sussistenza in balia all' onda economica. Percio Tierny rimproverava ai ministri inglesi di non essere uo- mini di Stato per aver diminuite in un modo sensihile le piii sicure e piii importanti risorse del paese ; percio Massee attribuisce Y aumento del poveri all' essere stad mold indi- iidui told alia base naturale della felicita , V agricoltura , e sospind verso una base incerta ed artificiale , il coinmercio. II jjauperismo inglese adunque che secondo le dicliiarazioni piii autentiche spinge alia disperazione ed al furore gP in- digenti , clie aggrava coUe tasse le classi medie , clie e causa prossima dei delitti e dell' emigrazione , non e gia dovuto al deljito pubblico, ma alia duplice azione combl- nata del sistema economico e politico della Gran Bretta- gna. A proposito della tassa dei j^overi Bernard dice : " II » debito nazionale con tutto il terrore che inspira e un " nulla a fronte di questa tassa .... Piii la nostra indu- >i stria e le nostre manifatture si estendono, piu il nostro » commercio si allarga sul globo terracqueo, piii Tenormita y> della tassa ( dei jjoveri ) diviene colossale ; ella cresce t> col nostro incremento , ella I'aggrandisce colla nostra >> forza, poiche le sue radici hanno penetrato fino alia sor- " gente vitale della nostra esistenza e della nostra pro- » sperita. » II sig. Pebrer ci dice di aver fatto uno studio lungo , faticoso e profondo della materia : ma rifletteva egli a questi fatti avvertlti anche dal volgo degli economisti (I) V. Grande Brettagne en l833 par le B. d' Haussez , t. I, pag. 75, II, pag. I. PARTE STRANIERA. 21^ quando stabillva clie II debito puljblico e la sorgente d* tntti i mail della Gran Brettagna ' — Sara necessario di far osservare die le cause della niiseria del popolo sono piu" quelle che elevano il prezzo di certe derrate ? — L' egoisino e la dlvisione die domina tra le classi della nazione non possono nuocere al progresso , sono la con- segnenza naturale delle spinte die accelerano il movlmento deir indiistria e non procedono come crede T autore dal debito pubblico. La concorrenza mercantile non e altro die un egoismo , clie mentre migliora la condizione degl' indi- vidui , e cerca trarre a se tutti i vantaggi e di soverchiare tutti gli altri concorrenti, procaccia il maggior ben essere possibile alia nazione. Quando la concorrenza si fa piii nu- nierosa , quando le imprese commerciali si estendono a di- niensioni gigantesclie e le tasse vanno proporzionatamente ingrandendo , si puo pretendere ragionevolmente die 1' e- goismo e T emulazione diminuiscano ? — L' autore dice fi- nalmente die pel debito pubblico la nazione non pub go- dere i heneficj della pace e si trova neW impotenza di fare la guerra. Noi ci limitiamo a rispondere con un fatto ri- portato da lui stesso. « Una somma enorme , egli dice , di 72,694,571 lir. St. fu sovvenuta dagl' Inglesi alle po- tenze continentali nel breve spazio di sette aiini (dal 1822 al 1829) coUa mediazione e coll' influenza della borsa di Londra. >> Ognuno puo giudicare se ringliilterra sia impo- tente a fare la guerra. Del resto si deve anzi dire clie il debito pubblico procura i benefizj della pace nel niomento della guerra; se in A'cce di ricorrere ai prestiti ringliil- terra avesse supplito coll" imposta ai bisogni della gueri'a , dovuto avrebbe soggiacere prima ai bisogni del governo , e poi a quelli del nemico. Col prestito il finanziere puo far fronte ai bisogni della guerra senza ricorrere ad una de- cimazione forzata delle proprieta private, e quindi senza interrompere il corso dell'industria e delle operazioni com- merciali. II ricco per tal modo diventa contribuente volon- tario dello Stato , ne riceve un compenso e nel tempo istesso lo Stato non attira die i capitali oziosi e non im- piegati nel commercio. Oltre a cio il debito pubblico e il secreto die ripartendo i mali della guerra sulle diverse generazioni promove una possente associazione della pre- sente generazione colla posterita, rende possibili le imprese piu grandiose e procura una giusta indennizzazionc ai 2l8 APPENDICE. sacrifizj ell un'epoca che non soccorsa avi-ebbe potuto sep- pellire con se la prosperlta avvenire della nazione. Ma ritoniando alia sfera de'rapporti pnraniente ecoiio- mici , a clie nial si riducono i danni procedenti all' Inghil- terra dal debito pubblico? Airimposta di 28 milioni di lire sterliue. II problema ne' minimi termini si riduce a sapere se convenga estinguere rapidamente il debito pubblico , o lasciar sussistere un' imposta clie non nuoce per era all' in- dustria, qnantunqiie ne renda meno celere il progresso. VII. L' espediente che T autore vorrebbe posto ad efFetto im- mediatamente per estinguere il debito pubblico e un' im- posta sul capitale. Egli propone di rimborsare il debito fino alia concorrenza di 5oo, 000,000 lir. st. imponendo una contribuzione di 9 | per icc su tatte le proprieta private del Regno nnito e delle Colonie. L' idea di rimljorsare il debito deciinando il capitale fu proposta da Hutcliinson sotto il regno di Giorgio I , in seguito fu riprodotta dal Wilks nel 1821 in un lavoro col titolo: Piano piatico per la rkluzione del debito pubblico e dell' imposta , poi in un articolo della Revue d' Edimbourg sotto il titolo di Osserva- zioni sulla situazione finanziera dell' Inghikerra, e finalmente in un opuscolo publjlicato nel 1882 col titolo: Piano pra- tico per la riduzione immediata delle tasse e la liquidazione del debito pubblico. L' autore dicbiara di aver lette tutte le pubblicazioni intorno a quest' argomento, e dice die la que- stione del debito pubblico fu sempre rignardata in un niodo superficiale ed incompiuto , e quindi precede ad esporre ed a discutere il suo piano per la liquidazione del debito pubblico. Gli articoli piu fondamentali soao i seguenti : I." DovTa essere imposta una contribuzione del ,9 i per 100 su tutte le proprieta, suUe rendite o beneficj procedenti da impieglii civili e militari e della marina , dai fondi pubblici e da tutte le profession! dove non vi ha capitale impiegato. Le proprieta al di sotto di 3o lir. st. ed i salarj de' domestic! e degli operai saranno esenti dalla contribuzione. — La tassa sulle sole proprieta darebbe SoOj3ii,207 ^'''- ^'-- ' ^'^^^ 311,207 ^''*- ^'-- oltre la somma necessaria al rimborso delle 5oo,ooo,ooo lir. st. di debito. Dedotta I' imposta dai fondi pttbblici da rimborsare, il de- bito resta di 428,267,460 lir. St., ossia rimarrebbero in cassa 71,733,540 lir. ster., la qual somma aggiunta alle PARTE STRANIERA. 219 311.207 llr. St., ed al prodotto della tassa sulle remlite servirebbe a meglio guarentire la licpiidazione del debito contro gli ostacoli eventuali clie potessero insorgere. 2.° La pioprieta sara tassata in ragione del valor reale, fatta deduzione dai debiti. 3." La contiibuzione dovra essere iuteraniente pagata nello spazio di dne anni: il versaniento sara effettuato in otto successivi paganienti di trimestre in trimestre e nelle proporzioni segnenti: i per ico per ciascuno de'sei pri- mi trimestri, -j per 100 per il 7.° trimestre e in fine i |- per 100 per 1' 8.° ed ultimo trimestre. 4.° Tutte le imposte o le tasse staljilite snlle produzioni delle arti, sngli avvisi, sulle case, leporte, le finestre, sui mattoni, le tegole, le pietre saranno interamente soppresse. L' imposta foadiaria sara ridotta ad un terzo. Saranno abo- lite immediataniente le imposte snll' orzo e sui lupoli, snl sapone, sui sego e sui carljone fossile, e tutti i diritti suUo zuccbero , sulle melasse , sui cafle e sui cacao. vin. L'osservazione piu ovvia sui piano del signor Pebrer e r impossibilita di conoscere legalmeiite il vero slato delle proprieta ^ deduzione farta dai debiti. Se ancbe si potessero determinare equamente i valori delle proprieta immobili, tutti i commercianti potrebbero sempre fingere deljiti., conti correnti, comniissioni, ecc. ed alterare a capriccio la cifra rappresentante il valore de'lorobeni. II numerario valutato dall'autore a 197,000,000 e le materie preziose a 58,5cc,ooo potrebbero in gran parte sottrarsi alle inquisizioni della finanza. II peso maggiore delle gravezze finirebbe quindl per cadere sui proprietarj di beni immobili , i quali do- vrebbero compensare al governo le frodi degli altri contri- buenti. Questo e il meno. I riccbi proprietarj aggi-avati da ton' imposta in realta maggiore del decimo de' loro beni, per non alienare i fondi si vedrebbero costretti a sopprimere le spese di lusso ed a togllere i capitali dai commercio ed a soddisfare con questi alia contribnzione. Ne derlverelibe quindi una reazione doppianiente funesta all' indnstria, ossia una diiuinuzione nelle domande e nella consumazione e una mancanza de" capitali necessarj alia produzione. Que' proprietarj poi gia aggravati dai debiti, que' commercianti che non potessero sottrarre all' imposta i loro beni, dovreb- bcro vendere gli stabili e le merci in un momento in cui 220 APPENDICE. la dimlnuzlone delle consumazioni , la moltipllclta delle vendite, la scarsita de' compratori prodnrrebbe un i-ovinoso abbassamento di prezzi. Quante sostanze rovinate seiiza profitto deir erario ! II sig. Pebi-er non ha pensato nemmeno die la dlminuzione generale de' valori prodotta dalla moltiplicita delle ofFerte, proporzionaliiiente farebbe decrescere il valore delle pro- prieta private, ossia la somma totale di 5,408,768,946 lir. st., jneiitre accrescerebbe il pregio dell' oro concentrato nelle mani dei creditor! dello Stato. Egli crede che i detentori de' jjubblici fondi rimborsati farebbero rifluire all' indastria i capital! e che 1' abolizione iinprovvisa delle tasse sulle ma- terie di prima necessita gioverebbe a stimolare 1' industria nazionale. Senza dubbio che 1' equilibro de'capitali dovrebbe in parte ristabilirsi : ma in qual modo? Avvilite le pro- prieta , elevato il prezzo dei metalli preziosi , verrebbe posta r inter a popolazione di 117,000,000 individui nel- rassoluta dipendenza dei detentori de' fondi pnbblici. La liquidazione del delsito pubblico si risolverebbe pertanto in una rivoluzione economica , in una legge agraria di nuovo genere fatta a favore dei creditor! dello Stato, che e quanto dire a favore delle classi meno utili e piii agiate della societa. Per se stessa I'abolizione d! un'imposta annua di un 20,000,000 di lir. st. produrreljbe un miglioramento generale nel ben essere della nazione inglese, ma quale vantaggio potrebbe dare se viene rimpiazzata da un' im- posta nove volte maggiore tendente di sua natura a gra- vitare su tutte le classi della societa , esclnsi i detentori de'pubblici fondi? Potreblje ella tornare a profitto dell' in- dustria in un momento di decadenza nel lusso e in cui le merci dovrebbero essere o nascoste o decimate? L' income taxe ossia 1' imposta del decimo sopra ogni specie di rendita venne riguardata come contraria ad ogni diritto civile e commerciale , odiosissima perche metteva alio scoperto lo stato delle sostanze private (Gioja), e fatale alia classe media della societa ed alia costituzione (Tierny e Fox) e cpdde col ministro che I'aveva inventata. insopportabile riusciva 1' imposta del decimo sulle rendite quanto spaventevoli non sarebbero le conseguenze di una imposta del decimo sulle rendite ad un tempo e suUa pro- priety ? PARTE STRANIERA. 221 L' istessa costitnzione politica delP Inglillterra rende pres- soche inamraissibile il piano del signor Pehrer. Ma cjuando i legislator! inglesi fossero si disinteressati e temerarj per adottare un piano evidentemente rovinoso per le loro pro- prieta private e per la nazione , allora sarebhe messa a pericolo sulle congetture di un falso calcolo economico la stessa preponderanza deiringhilterra sulla bilancia politica del globo. Ogni giorno i progress! dell' industria Europea presentano nuovi concorreuti al monopolio mercantile della Gran Brettagna; le Colonic gia irritate dalle vessazioni finan- ziere mal potrcJibero soflVire un' imposta di 180,000,000 di lir. St. per pagare i debiti della niadre patria: e palese r attitudine di una potenza die pno contendere all' Inghil- terra il piu importante de' suoi possedinienti ; in iine e noto che una volta interrotta la catena delle operazioni com- merciali, diflicilmente si potrclDljero rannodare le sue vaste diramazioni. In cotale stato di cose chi osera consigliare la liquidazione del debito pubblico per migliorare la sorte della Gran Brettagna? IX. Si domandera qual mezzo si possa sostituire al piano ideato dall' autore per estinguere il debito dell' Inghilterra '. Alcuni lianno suggerito una spedizione nell' interno del- TAfrica per impadronirsi dei metalli sparsi in quella re- gione e impiegarli a rimborsare i creditori dello Stato. II Filangeri dichiara che il mezzo unico per liberare 1' In- ghilterra dal peso delle tasse sarebbe una sottoscrizione libera e volontaria che dovrebbe rimanere aperta fiiio all' esdn- zione de' suoi debiti. (i) Lo stesso signor Pebrer cl dice che i piani presentati da molti economisti Inglesi di nie- rito e di buona intenzlone hanno inquietato i contribuenti, e prevenuto il pubblico di modo che piii non fu permesso ad alcuni scrittori di trattare quest' argomento senza vedersi esposto al ridicolo e ad essere tacciato di follia (2). Abbia- mo visto quali conseguenze deriverebbero da un rimborso eftettuato col mezzo meno chimerico, cioe coll'imposta sitlle proprieta. Da cio ognuno puo desumere che convien abban- donare per fino 1' idea di un pronto pagamento dei credi- tori dello Stato. Noi non esitiamo ad asserire che posta la (I) Econom. leal. vol. XXXIX, pag. 3^8. (i) Vol. II, pag. 333. 223 APPENDICE necessita Istautanea dl dimiuuire il debito pubblico , data la necessita di scegliere tra il piano di contribuzione del signer Pebrer ed un fallimento, il secondo partito torne- rebbe assai meno dannoso. Le conseguenze di un fallimento sono calcolabili , il problema si ridurrebbe a sapere se sia meglio sacrificare in parte le rendite di 280,000 detentori di fondi pubblici , oppure un numero di persone per lo meno 417 volte maggiore: la scelta penderebbe tra una classe piccola e poco necessaria alia societa e la nazione co' suoi capitali, coUa sua iiidnstria e col suo comraercio. Nel caso supposto un accomodamento coi creditor! e la misura dettata dalla natura stessa delle cose e rappresenta la somma dei mali che il debito pubblico non ha potuto risparmiare. I beaefizj del deljito pubblico si ridiuTebbero air aver tolti tuttl i mali di un' imposta soverchiamente gravosa ed a rendere proporzionatamente leggiera colla circolazione e col progressive ribasso de' fondi pubblici r ultima scossa di una passata sventura. Questi beiielicj verrebbero distrutti dal progetto del signor Pebrer. — Ma r Inghilterra e ancor lontana dalla necessita di ricorrere al tristo riraedio di una transazione co' suoi creclitori. I maneggi del governo troppo male apprezzati dall'autore dal 1818 al i83o hanno diminuito considerevolmeute la somma annua delle imposte consacrate agl' interessi del debito pubblico f, le gravezze non trovansi sproporzionate alio stato deir industria •, e i prestiti forniti alle altre na- zioni niostrano i grandi mezzi di cui 1' Inghilterra puo tut- tavia disporre. X. Finirerao riassumendo le nostre idee sul debito pubblico e suir opera del siguor Pebrer. II debito pubblico riesce gravoso perclie reca alia nazione il peso annuo dell' impo- sta necessaria all' ammortizzazione ed al pagamento degli, interessi : del resto gli stessi creditor! dello Stato si ricu- sano al rimborso del capitale (Pebrer II, 35 1, 384). Quando conviene diminuire improvvisamente il debito pubblico? Quando riesce soverchiamente gravoso ossia quando il peso delle tasse per gl' interessi fa retrocedere 1' industria na- zionale. In qual modo si puo estinguere in tntto o in parte un debito pubblico eccedente le forze dello stato' Non colle tasse, poiche se difficilmente bastano al pagamento degl' in- teressi, e assiirdo perJino il pensiero di volgerle aU'cstinzione PARTE STR.VNIERA. 223 del capltale. Insistendo colla mente sulle operazioni neces- sai-ie al riniborso del debito pubblico colle proprieta pri- vate e sulle loro conseguenze , risulta clie nelle pubbli- che nrgenze il debito risparinia 1 danni dell'iinposta mol- tiplicaiulo le risorse, ed il fallimento cjuaiido e il prodotto iiievitabile delle circostanze rappresenta il minore de' mail cui deve soggiacere una nazione clie lotta coiitro il pro- prio destine. — Passiamo all' opera del signor Pebrer. Le prime tre parti sono prolegomeni pressoche inutili al- r assunto ^ nella quarta ed ultima parte vien esposto un progetto evideniemente rovinoso e gia altre volte riget- tato dal parlaniento. Lo scopo era di mostrare clie il de- bito publ3lico e la fonte donde procedono i mali della nazione inglese e clie la liquidazione del debito pubblico e il mezzo nnico per toglierne Ic cause nella loro ori- gine^ ma Tautore non dimostra iie Puna ne Paltra tesi. II suo piano pratico per la liquidazione del debito pubblico e discusso vagamente senza valutarne le conseguenze coi dati statistici , senza nemmeno accennare in confronto gli eiFetti di un fallimento. Tale confronto suscettivo quasi di essere ridotto ad una rappresentazione numerica avrebbe per se solo dissipato ogni illusione snlla possibilita di distruffirere il male nella sua sor"ente con un rimborso del DO o debito. A queste mende si aggiunga clie la grande questione intorno all' aspetto sotto cui si deve considerare il debito pubblico fn da lui toccata superficialmente appena colla citazione di alcune sentenze staccate di Colqboun, Roock e di alcuni altri. — Quantunqne sia difficile il compensare tanti difetti , pure 1' opera del signor Pebrer non cessa per questo di essere importante. I suoi pregi principali sono un' erudizione scevra da ogni ostentazione, la pienezza di cognizioni con cui molti argomenti sono trattati , come la storia delle liaanze e della banca , alcune giuste osser- vazioni intorno a iliverse questioni econoniiche, la molti- tudine delle tavole e dei dati statistici , ed una rapidita ed una nitidczza nell' esposizione veramente invidiabili. L' opera del signor Pebrer sarebbe meno interessante se avesse mirato al suo scopo senza digressioni, o per me- glio dire se non fosse stata guasta dalla monomania di rimborsare immediatamente il debito pubblico avrebbe me- ritati maggiori encomj. G.' F ri. 224 APPENDICE. PARTE II. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. LETTERATURA E RELLE ARTI. Dizionario italiano e turco che forma il secondo vo- lume del Dizionario turco , arabo-persiano ed ita- liano compilato da Antonio Ciadyrgy sacerdote ar- meno costantinopolitano , alnnno del venerando col- legia De propaganda licle. — Milano, i834, dalla Ditta Angela Bonfanti , contrada delta Passarella , 72. 488 , in 8.° a due colonne. Prima fascicolo di pagine 160 {fra preliminari e testa): dalla lettera A alia paiola Conscrivcre. Prezzo d associazione lire 5 italiane. Q> .uesto secondo volume puo dirsi in qualclie guisa do- mandato dal primo. Ne costituisce il compimento , poiche ( siccome e noto ) suol non di rado accadere che jier riu- scir a tradiirre con certa sicurezza d' una in altra lingua , sia d'uopo mettere a parallelo il dizionario di esse in am- bedue le coml^inazioni di reciproca corrispondenza;, il qual metodo agevola Y uflicio della inemoria e risolve talora qual- clie dulibiezza. Oltre di che, ad alcuni puo tornare di mag- giore iniportanza e utilitii^ secondo Tintenzione che li diri- ge , il poter consultare questa parte italiano-turca, anziche I' altra. I cultori delle lingue, o vogliano conoscere 1' idio- ma turco per giovarsi delle produzioni intellettuali della nazione ottomana, o non mirino piii in la che a procac- ciarsene una gramaticale notizia per la lilosofia de'linguag- gi , sapranno huon grado alia nuova fatica che per con- durre a tennine il suo lavoro ha intrapreso il Sacerdote Armeno. Si e egli proposto di radunarvi " gl' infiniti vo- >> caboli che presenta la lingua italiana e di contrapporvi >; il loro piu preciso corrispondente nella lingua turca » non tralasciaudo nemmeno certe raaniere di dire che piu PARTE ITALIAN V. 225 sono in nso. Cosi dicliiai-a nella prefazlone: e clie il fatto risponda alia promessa non ce ne lascia dubitare il fasci- colo che abbiamo sott' occbio. L' attenzione con citi lo an- dammo scorrendo, e Taver gia , siccoine ci dettava la per- suasione , lodata la parte antecedente deir opera del dotto lessicografo , ci suggeri alcnne pocbe osservazioni perclie il secondo tomo clie ora trovasi appena in sul principio riesca meglio condotto in seguito, e ne da motivo di cre- dere che r antore le attribuira non a voglia cieca di cen- surare , ma a scliietto desiderio del bene. i.° E superflno il collocare nel dizlonario quelle cose clie si apprendono inimediatamente dalla graniatica, come sono quelle che spettano alle decliiiazioni e conjugazioni nella loro forma ordinaria e regolare. Per ispiegarci : alia let- tera A , e proprio nella prima linea del dizionario leggia- ino " A , preposizione , v. g. A me , bana. A te , sana. A » questo, buna, i> ecc. Qnesti tre esempi ed altri clie se- guono s' appartengono alia teorica dei cosi detti pronomi : quindl o doveansi omniettere, o riportar le regole general! di desinenza per esprimere in turco il terzo caso , e cio era ben meglio della citazione di pocbi esempi i quali iso- lati non riescono dilucidativi , lasciando il bisogno di do- mandare i vocaboli e i modi per le altre analoghe circo- stanze. O pure conveniva dicliiarare le regole per le de- sinenze, colle quali si formano i dativi, e i corrispondenti al gerundio. Cio intendasi ripetuto negli altri casi simili. 2.° S'ingrosserebbe senza ragione la mole del volume tenendo conto di certe minute varieta accidentali di ogni vocabolo. Per esempio, registrando Abate e Abb ate ; Aba- zia , Ahbadia , Badia ; Absenza , Assenza : Abeto , Abezzo , Abete ; Ambasciadore , Ambasciatore ; Applauso , Applaudi" mento ; Appo , Appresso , ecc. : di queste raodalita alcune non sono del miglior conio, e sono cadute in disuso. 3." Molto pill vanno posti in assoluta dimenticanza i lati- nismi die non giovano a dar sapore di freschezza (per cosi spiegarci) alia lingua, e che usati non solo nella prosa, ma ancbe nel verso, e in qnaisivoglia stile parrebbero affetta- zioni. Ed altrettanto si deve giudicare di quei vocaboli o modi clie or non sono piii in uso, o sono meri provincia- lism! toscani , o si leggono solo in alcuni autori la cui ce- lebrita dovrassi a tutt' altro che a tali singolarita , o che male si adattano a! caratterc della lingua nostra. Quindi Bibl. hah T. LXXV. ,5 226 APTENDICE. non avi'enimo voluto leggere nel dizionario : histante , ai- sapere , far assapere , arcame , armoniato , arrequiare , arta- goticainente , asciugaggine ( fosse pur sinouinio di asciuga- mento , il die opporrebbesi airanalogia gramaticale ) , asi- nire , assomiglio ( ritrattn ) ^ awolontatamente , avvolontato , in un bacchio baleno ( sotto la parola haleno) , halire ( al- levare), Befania (uialgj'ado il V. Epifania che mal corregge si strana stroppiattira del volgo ) , bisognamento , bisog?ian- za, bistento , ecc. A che mai accumulaire moneta di si bassa lega ? Iinpareremo foi'se il turco per tradurre in esso xl Pataffio , lo Zihaldone ed altre creature racliltiche die nella letteratura sono omai del tutto obbliate ? II dizionario sia qual vuolsi dai colti popoli viventi in Italia , presso i quali la lingua scritta dee credersi snfficientemente depurata e condotta alle iiorme dell' analogia e del Ijuon gusto. 4.° Se per la parte die riguarda la sinonimia e le va- riazioni dei termini si domanda parsimonia e sceltezza , per lo contrario raccomandiamo al laborioso Ciadyrgy di non mancare di raccogliere le voci spettanti alia noinen- clatura dogli uoniini e delle donne , e molto piti quelle della geogralia , in cui le lingue italiana e turca palesino consideraliile differenza ^ e ancor piu istantemente di non tralasclare la terminologia (almeno nel pii essenziale) delle arti e dei mestieri , argomento die par destinato a non trovar chi se ne occupi nemmeno ne'piii pesanti volumi , in cui si fa incetta d'ogni altra dei-rata, ed anclie di quella che sarelil^e opportuno , per non dire di piii , il rigettare. 5." Introducendosi nel vocabolario termini turclii nieno intesi generalmente od antiquati ( ed ogni favella A'ivente ne ha ) , ne sia tenuto sempre avvisato il lettore ; sareljbe eziandio ben fatto il registrare la traduzione di quelle ma- niere ( specialmente nel dialogo ) che letteralmente trasla- tate o non avrebbero senso , o potrebbero averne uno di- verso da quello che si ha intenzione di comunicare. Certi idiotismi e alcune avvertenze per non offendere con una scelta imprudente dei termini le leggi del riguardo, e die r italiano non puo conoscere da se, meritano di venire di- ligentemente raccolte nel dizionario. Queste cose alibiansi per suggerite soltanto coUa niente di vcder uscire alia luce viemmeglio vantaggiosa al pub- blico e meritevole di lode la fatica del sig. Ciadyrgy , nella seconda parte della quale scorgiamo bensi molta premura PARTE ITALIANA. ^1'^ di adunar materia , nia non tutta quella accortezza di gu- sto e di disceniiniento die pur Jjraincreljbesi. G. C Vocabolario delle vocl iisate da Oinero ne suol poeml , compiluto dal P. Giovanni ZuccoNi delle Sciiole Pie, ad uso delle medesime scuole. — Firenze, i834i coi tipi Calasanziani , in, o.° di pag. io-243-e-i3. II dotto ed instancahile Padre Zucconi presentando al puljblico questo suo nuovo lavoro , gli ha fatto dono (couie in tutti gli altri da lui j^rodotti alia luce coUe staiupe fin qui) di uii libro di graude utilita pei numerosi alunni , addetti al Calasanziano Istituto , e di comune vantaggio ad un tempo per tutti gli studlosi del greco idioma. Ed ecco nuovi raateriali per compilar poi con flicilita il gran di- zionario greco-italiano , ed italiano-greco , della universale favella ellenica. Lo stesso egregio professore sta era fa- cendo un lavoro simile a questo , su tutti i tragici greci. Grandeuiente io mi compiaccio di poter sempre tribu- tare sincere lodi a tutto quello che esce dairerudita penna di questo zelante cultore di grecbe lettere , e premuroso istitutore della studiosa gloventii liorentina , cui consacra industriosamente da piu anni a questa parte le sue dotte fatiche. E volendo essere giusto, non posso far altro che congratularnii siuceramente con esso lui , e col filaniropico Istituto Calasanziano , s\ benemerito dei buoni studj nella nostra Toscana , il quale contiene anche presentemente nel suo seno, come in ogni tempo, tanti valentissimi pro- fessori di scienze e di bella letteratura , i quali nobil- mente gareggiano fra loro , a chl meglio diriga nel glorioso aringo delle ingenue discipline i volonterosi giovani alle paterne loro cure aflidati. E per aggiungere linalmente qualche parola sul volume che ha dato luogo a questo brevissimo articoletto , lo ter- minero dicendo , che s' inconiincia con una breve prefa- zione di quattro pagine e mezzo di stampa , ove il dotto professore fa ragione a clii dubltasse dell" utilita del suo lavoro; si prosegue col vocabolario greco-italiano di tutte le voci omeriche, il quale si continua per 248 pagine, cui dene appresso una pagina contenente 1' interpretazione dei nomi proprj, che s'incontrano nella Batracomiomachia, 228 APPENDICE. e si termlna con un' aggiunta di 1 2 paglne die coateu- gono alquante voci omessp nel vocabolai-io , e varle dicliia- razioni ed interpretazioiii , opportune ai priacipianti. D. Valeriani. Vocaholario topografico del ducat'i di Parma , Pia- cenza e Guastalla di Lorenzo Molossi , preccduto da cenni statistici e snssciiuito da un Appendicc. — Parma, 1832-84, d(dla tipografia Diicale, in 8.", di pag. LX e 684 , coii curia corografica dei tre ducati diligcntemcnte incisa e colorita. Quest' opera e dedicata al principe Gio. De-Soresina Vi- doni. Se il suo antore ha raccolte e ben verificate suUa faccia de' luoghi le notizie cli' egli ha pul^blicate , non ci ha dubbio che questo non sia per essere uno de' liliri piu iitili air eta nostra comparsi, e crediamo di non ingan- narci dlcendo che questo e esempio da imitarsi da tutti gli ahri Stati d' Itaha. II Tiraboschi , morto nel 1794? la- scio gia un buon Dizionario topografico storico elegit Stati Estensi, che fu solo pubblicato nel 1824, in 2 volunii in 4.° E probabile che da questo sia venuta al Molossi Fidea d' un lavoro somigliante per gli Stati di Parma ; ma es- sendo le cognizioni statistiche ch' egli vi ha inserite merce novella , vale a dire cavate da scienza tanto perfezionatasi in questo secolo, e la quale in Italia era bambina a' tempi in cui il celebre Tiraboschi scriveva la sua ojjera, e forza concedere che da questo canto il Vocaholario del Molossi e avvantaggiato sopra il Dizionario del suo prcdecessore. Nel resto, cioe nelia parte descrittiva, e qualche volta nella storica, pensiamo che, uguagliata ogni cosa, debliasi avere in miglior conto quello del cav. Tiraboschi, perche i gravi errori confessati e corretti in parte neir Appendice e nel- r enata dal sig. Molossi ci fanno sospettare cli" ei si sia piuttosto fidato delle relazioni imperfette o faliaci altrui , anziche trasferirsi sui luoghi da lui descritti :, senza la qual cosa , senza un buon pajo d' occhi e di gambe , e senza gran capitali di storia municipale non si potrii mai fare lavoro esatto in questo genere. Ci semhra ancora ch' egli sia stato soverchiamente prodigo di lodi verso troppi vi- renti, perche se tiittL i snoi lodati fossero veramente degni PARTE ITALIANA. 229 dl anclare alia posterita , gli StatI di Parma ne dlsgrade- rebhero in nuinero il nostro regno Lcraliardo-Veneto. Cio non ostante qnesto libro del)b' essere utilissimo per quegli Stati ; e quando anclie si avverasse il sospetto da noi ma- nifestato , in una scconda edizione potra il valoroso autore dare al suo importante lavoro quella sicurezza , di cui si curano cosi poco , generahnente parlando, coloro che pub- blicano anche a' nostri di opere statisticlie e geografiche , non esclusi alcuni de' piii celelirati. B. S. Prosopopea e Storia dclla ciltd e provincla di Pine- rolo per Cirillo Massi , cittadino Piiierolese , socio corrispondcnte delta R- Accademia delle sdenze di Torino. Vol. i.° offerente un saggio gene? ale delict storia. — Torino, 1884, Cassone , Marzorati e Vercellotti. Nell'istoria d' Italia occidentale (i) non dubito il Denina d'asserire die il chiarissimo sig. dottore e professore Bu- niva (2) faceva acquistare a Pinerolo un lustre die le inan- cava. Soggiunge nelle note che dalla detta citta sino a quei giorni (1809) non era uscito un solo uomo di lettere , un solo professore di scienze di qualche nome , ne alcnno die si segnalasse nelle cariche amniinistrative o giuriilidie , tolto un conte Gio. Francesco Porporati die al tempo del Duca Carlo III fn considerate come il piii dotto magistrato che allora vivesse (3), e dice altrove finalmente (4) avere i Pinerolesi una particolare idoneita per Tagricoltura, Tin- dustria , il comniercio e F esercizio delle arti meccaniche (5). (i) Vol. VI, cap. a I. (2) Fra gli akri lueriti pe"' qnali e riguardevole il dott. Buniva non h iiltiiuo certamente Taver egU primo introdotto in Piemonte r innesto vaccino. Biuniva Discours sur les wantages de la vacci- nation. Turin, 1804. (3) Si lianno di hii le seguenti opere : i." Conciliorum libri duo ; 2." Lee turn super ordinaries lectiones inatutinas ; 3.° Commentaria in priinain et secundain partem diqesti veteris ; 4.' Coiumentaria in primaiii et sccundam porteiic codicis ; S° Rejietitiones varice in jure civili; 6." Annotationes ad Aneeluin Aretiiium. (4) Citato vol. VI, pag. 177. (5) Di cio fa fede anche al di d' oggi la rlnomata fabbrica dj panui de''si«nori Ai"doiui. 23o APPENDICE. E le cose medeslme a un bel circa aveva prccedenteinente dette il citato storico in un'altr' opera sua, stampata in Ber- lino col titolo: Considerations d'un Itcdien sur I'ltalie, la quale fu cagione clie un slg. Gio. Paris pinerolese, dotto giure- consulto e ad un tempo cultore gentile della poesia e delle lettere, si levasse a vendicare 1' off'esa fatta alia sua patria, pubblicando un erudito opuscoletto (i) nel quale dimostro evidentemente clie oltre al Porporati nominato dal Denina, altri uomini chiari per dottrina o per lettere o riguarde- voli per occupate publjliche magistrature ed alti ufficj fio- rirono in quulla provincia ne' varj tempi sino a' di nostri. Ora poi il sig. Cirillo Massi colla storia di Pinerolo che annunziamo voile farsi campione maggiore nell' aringo , e dare piii solenne la mentita alio scrittore delle Rivoluzioni d' Italia (2). Grande e lodevole impresa di certo ! Ma dis- graziatamente al buon volere non corrispose 1' efFetto , giacche V opera sua difetta sin qui di tutti que' pregi e di que' caratteri che a un tale lavoro sono essenzialmente richiesti. Non sagace scelta de' fatti , nessun giudizio di buona critica : non ordine nelle narrazioni , non cbiarezza d'idee ne di costrutti; ma si veramente un continuo biz- zarro accozzamento di verita e di favole : digressioni pue- rili ed inutili , ripetizioni fastidiose, e finalmente ne lingua ne stile. Ed era per verita assai meglio per la patria let- teratura di Pinerolo cbe il sig. Massi si fosse taciuto od avesse lasciato ad altri quel grave peso cui egli volonte- roso ofFerse agli omeri suoi , siccome asserisce. Con pochi cenni ne daremo ampia prova a chi vuole. E cominciando dal proemio, egli e questo il piu strano garbuglio che altri possa immaginare. Ne citeremo poche righe. Parla lo scrit- tore trepidante del suo divisamento. " Ed allora che ur- >i tando in immane catasta di rovesciati pini , obbrobrio >> in pria degli Aquiloni , a non piu varcabil passo ginnto » si crede , al repentino favor d' immensa luce quale di >i lampo, gli si para davanti torreggiante su d'amenissima (1) Aper(^n, sur rhistoire litteraire de I'arrondissement de Pigne- rol. — Pignercl^ an XIII. (2) Ed ecco come si esprinie al cap. VII-ll3. Da non poche luminosissime lanipadi venne infatti la citta di Pinerolo in varj secolari periodi decorata ed illuniinata; e tanto nello studio di Bel- lona che in quello di JMjnerva diede assai famosi genj ed eroi, ecc. PARTE ITALIANA. 2oI )i vetta , amplissima citta di cui sull' aurea porta qual falo •, custode dalla scure venerate arbore gigantesco sorger ); vede coir irte chlome die il firmamento fere, cui veste » r ampio resinoso torace inipenetrabile lorica delle mi- >i steriose note decorata ecc. » Piii sotto avverte egli i lettori clie " il provetto critico non trovera nell' opera II il desiderate passo di lezioso stile gravido delle moUi II frasi con cui la diva di Gnido le cadenti barbe acca- II rezzar solea ecc. n Seguita al proemio la Prosopopea : ed e la citta di Pinerolo la quale in versi lirici di metro saviolesco parla di sfe, della sua grandezza, delle sue fasi politiche e militari ; e flnalmente viene la storia. E qui volendo il sig. Massi attribuire alia sua patrla iin' anticliita illustre , di clie non si ha cenno ne per iscrit- ture, ne per tradizioni, pretende clie Pinerolo fosse Tantica Jemeria, vma delle quattordici citta le quali concorsero al divisamento ed alia spesa del famoso arco di Susa eretto in onore di Ottaviano Augusto da Marco Giulio Cozzio prefetto : e ne trae Y indizio dalla lapide so\Tapposta al fregio deir arco (i) ove fra i nomi delle citta soscrltte quella pur leggesi de"" jemerj , Imerlorum (a). AfTinche poi ne venisse il nome di Pinerolo, ella e cosa presto aggiustata. Eranvi nel sito molti pini: Pineturn olim: togliete il t, mettetevi la r ed eccovi Pinerolo. II secondo capo si raggira interamente sul passaggio di Annlbale : in riguardo al quale il sig. Massi neppur ba- dando a quanto fu detto e contraddetto da molti storici , ne asslcura senza la nienoma dubbieta col suo Tito Livio alia mano , e con V acuto del proprio huon giudizio , die il duce Cartaglnese sali dalla parte di Francia e a ritroso della Duranza il monte Vesulo, e giunto suUa vetta addito (j) Ecco r iscrizione scolplta in quattro sole liaee suUa lapide stessa : Imp. Cnesari. Auf^usto. DlvL F. Pontifici. Maxuiuo. Trllunic. Po- testate XV. Imp. XTIL M. Julius. Regis. Doniii. F. Coltius. Prae- fectus. Ceivitatiwn. Quae. Suhscriptne. Sunt. Segoviorum. Segusinoru/n. Bellacorum. Cuturigwn. MeduUorum. Tehavloruin. Adanadum. Savima- tium. Esidiniorum. Veaiididorwn. Venicamoram. Imeriorum, Vesubia- norum. Quadiatium. Et. Ceivitates. Quae. Suh. Eo. Praefecto. Fuerunt. (2) Crede il Ponsero clie gl' Inierii abitassero non gia il luogo ov^e di presente Pinerolo, ma bensi la valle di Perosa. Guide due voijageur a Suse. Suse , i83o. 2.02 APPENDICE. di cola a' solclatl 1" Italic a terra, quindi, superati gli osta- coli del tragitto , e \'inta col fuoco e con 1' aceto la durezza delle rnpi, scese nel sottoposto piano e quivd pose il campo per tre giorni , dopo i qnali niosse col poderoso esercito a deliellare i Taurini : ex stativis moverat Annibal , taurino- nunque unam urbem caput ejus gentis . . . . vi expiignaret. Avvisa pure il Massi che dopo scese le Alpi Cozzie avendo Auni])ale veduta una rocca separata dalle altre montagne, le diede il nome di Cavone, il quale venne poi partecipato alia terra che cosi e norainata anche al di d' oggi : Vidi mont.em a cccteris montihus separatum , montem cahureum. Soggiunge : che alle falde di delta rocca era una piscina cui aveva una certa sacerdotessa Asprilla dedicata a Dru- silla sorella di CaKgola , e suppone di piu. e con inarriva- hile acume che oltre alia piscina sorgesse pure quivi me- desimo e a quel tempo una pagode in onore della stessa Drnsilla. Dopo la caduta del Romano ImjDcro , prosegue il signor Massi , passo Pinerolo sotto varie dominazioni de' Goti , degli Ostrogoti e de' Longobardi. Successivamente ne eb- bero signoria i marchesi di Susa : T ultimo di essi fu 01- rico Manfredo , la cui figliuola unica , la marchesa Ade- laide , essendosi maritata con Odone di Savoja ligliuolo di Umberto detto dalle bianche mani ( e non gia con Um- berto stesso, come per errore allega il sig. IMassi (i)) tutto il retaggio d" Olrico si trasfuse ne' Conti di Savoja. Da questi pervenne a' Principi d'Acaja e per un altro matri- monio tra Fdippo figlio del conte Tommaso III di Savoja ed Isabella figlia di Guglielmo di Villa , principe d'Acaja e di Morea. Estinta questa famiglia nel 14:8, torno per riversibilita il dominio di Pinerolo nelle mani de' duchi Sabaudi, i quali vi si mantennero padroni, finche nel i536 venne occupato il Piemonte da Francesco I Re di Francia. E sebbene per la pace di Cambrese una parte di quel principato fosse stata restituita al duca di Savoja , pur tuttavia Pinerolo fu conservata ai Francesi, i quali anzi vi stabilirono un parlamento ; e dopo varie altre guerresche (l) Veggasi il Gnichenon , Storia genealogica della casa di Savoja. lufatti nelT atto di fondazione della celebre Abbadia dei Benedettini di Pinerolo, Riita nel 1064 dalja citata marchesa Adelaide, leggonsi queste parole: ct pro anima Oddoni viri mei. PARTE ITALIANA. 233 vicende per le quali ora a' Duchi , ora alia Francia tocc6 lo stesso paese, finalmente nell' anno 1696 fu Pinerolo ceduta al duca di Savoja col patto fra varj altri che ne fossero demolite le fortificazioni. Nell'anno 1798 T occuparono parimente i Francesl , e ne furon cacciad dopo pochi mesi. Se ne insignorirono di bel nnovo nel 1800 pe' patti che seguirono dopo la bat- taglia di Marengo, e vi si sostennero come in tutto il Piemonte sino che rovescio 1' Impeio di Napoleone Buo- naparte. Crediamo che possa il sin qui detto dare un" idea del primo volume di questa storia, nel quale fra gli altri ab- hagli abbiam notato anche i seguenti : asserisce lo storico ( f . no) che nella famosa battaglia del Col de I'astrelle presso Fenestrelles vinta dai Piemontesi contro Francia, le trnppe francesi erano capitanate dal niaresciallo Catinat. Ora la battaglia fu combattuta nel 1747 e il maresciallo era mono nel 1712 in Francia e nella sua terra di S. Gratien. Comandava pe' Francesi in quella giornata un cavaliere Belle-Isle che peri nella fazione. Altrove ( a f . i33) dice che Vittorio Amedeo di Savoja nel 1693 era re di Sicilia : e non bada che il detto titolo fu conferito a quel Sovrano col trattato d' Utrecht 1 1 aprile 1713. Biografia Soncinate di Paolo Cervti , dcdicata al Hobile sig. Marchese Giuseppe Pallavicini , Ciam- bellano di S. M. I. R. A. Cavaliere dell ordine della Corona di Ferro. Edizione a benefizio della Sciiola infantile di caritd in Cremona. — Milano , 1884, tipo- grafia del dottor Giulio Ferrario , di pag. 899, in ^° Frezzo , lir. 8. La dedicatoria non e del Ceruti , ma bensi deiravvocato G. B. Gussalli , erede dei manoscritti di lui; susseguono ad essa alcuni Cenni storici della vita del Cenitl , pio e dotto Domenicano, che a ragione potrebbe dirsl milanese, nato essendo in INIarignano , benche condotto ancor nell' infanzia a Pavia , dove vestito T abito fratesco , e laureato in teo- logia , passo poi al convento di S. Giacomo in Soncino , e vi rimase dopo la soppressione dell' ordine , occupandosi di lavori letterarj , tra i quali dee certamente tenere il 234 APPENDICE. primo Inogo questa Biogmfia Soncinate. Sotto il titolo qnindi di Notizie statisticlie si accennano brevemente la posizione geografica di Soncino , la sua condizione nei tempi anteriori alia prima meta del secolo XVI, la sua popolazione, ora di 6428 abitanti, i suoi stabilimend di pieta, di beneficenza e d' istruzione. Si preseiita poi la serie cronologica delle piii notabill vicende di Soncino , estratte da meinorie dei piii accreditati anncdistl d' Italia , divisa in sei epoche, la i." dei Romani imperatori , la 2..^ degli Eruli ed Ostrogoti, la 3.* dei Longobardi, la 4.'' de'Carlo- vingi e de' loro successori , la 5." del dominio delle citta lombarde , la 6.* delle signorie e fazioiii di Lombardia , sotto il qual titolo si comprendono tutti i fatti e le mu- tazioni avvemite dalFamio laSo fino al 18 14. Finalmente dopo una breve Prefazione dell'autore, nella quale si espone il disegno di compilare una Biografia Soncinate , indipen- dente da quella di Cremona, ed il metodo tenuto nell'ese- cuzione di quest' opera , si da principio alia serie alfabe- tica col nome di Agnelli Gio. Battista. Gia piu volte in questa Biblioteca abbiamo manifestato il nostro avviso intorno alle opere di questo genere , e lodando in generate I'amor patrio, die ne aveva fatto conceplre il pensiero , e felicitando i municipj , cui toccati erano in sorte zelanti illustratori delle glorie patrie, mo- vemmo talvolta qualche lagnanza suU' eccessivo zelo dei biografi , che per inipinguare le opere loro, ed arricchirle di nomi e di articoli , non eransi strettamente attenuti a parlar solo degli uomini illustri o degli scrittori celebri die onorate avevano realmente le patrie loro , ma mescolati avevano con essi i nomi di personaggi o poco noti, o non importanti per la storia, o lodevoli solo per la pieta e per altri meriti non direttamente influenti sui vantaggi della civile societa , o finalmente scrittori di opere dlmenticate, e non conducenti alia pubblica utilita o ai progressi dello spirito umano. Qualclie consimile osservazione potrebbe farsi riguardo alia Biografia die abbiamo sott' occhio , neir autore della quale , se ci e permesso il dirlo , pare combinato il caldo amore della sua patria adottlva con qnello dell' ordine religioso da esso professato. Non si ar- riva di fatto ad un terzo del volume , ed alia lettera F senza trovare i nomi di piu di 20 frati , la maggior parte Dojnenicani, tutti forse comniendevoli per virtu cristiane PARTE ITALTANA. 235 e per santlta til costumi , alcuni predicatori o teologl, ma non tiitti cliiai-i per importanti opere pubblicate , ne eletti per accrescere celebriui alia patria. — Notammo ancora clie tU alcnni , massime frati , si e posto in fronte dell' ar- ticolo il solo prenome , come Ambrogio , Ambrosino , Andrea , Arcangelo , Paolo, Bartolomeo, Bernardino ecc. , da Son- cino , il die pub iiiibarazzare i lettori , mentre di varj di essi conoscevasi il nome di faniiglia, cioe Stampa, Tormoli, Caravaggi, Tosi, Pavari, Bnrbb , Guardi o Clerici, ecc. Lo stesso potrebbe dirsi dei famosi tipografi ebraici di Son- cino , sui quali torncremo piii lunganiente in seguito , cbe figliuoli essendo di Israele Nathan , forse noma gentilizio presso di loro , sotto qiiesto medesimo potevano registrars! nella Biografia alfabetica, anzi cbe sotto quelli di Giosua Salomone, di Mose , di Israele, ecc. Merita certamente lode lo zelo del biografo per averci fatto conoscere alcuni no mi cbe giustamente possono trovar sede nella storia delle belle arti. Tra questi notammo il gia citato Ambrosino da Soncino , esso pure domenicano, del quale si dice somma la perizia nel colorire i vetri or- nandoli di figure e di storie con vaga vivacita e varieta di tinte , il cbe noi di buon grado ammettiamo , manifestando pero il nostro dubbio cbe V arte di colorire i vetri por- tata fosse da prima in Italia da un altro domenicano , il B. Fra Giacomo da Ulma ; giaccbe se quell' Ambrogio o Ambrosino da Soncino fu discepolo del B. Jacopo d" Ale- magna , che dipinse le vetriate del Diiomo di Mdano e di altre citta e cbiese della sua religione , vi avevano in Italia molto avanti quelF epoca artelici di pitture sul ve- tro , e non si nota ne pure nella Biografia qual genere di pittura praticassero que' due frati, cioe se dipingessero sul vetro, o si servissero di vetri colorati per le loro compo- sizioni. Non e ne pure da trascurarsi la notizia, cbe quel- V Ambrogio o Ambrosino fu molto adoperato dai suoi con- fratelli di S. Maria delle Grazie di Milano intorno a fab- bricbe ed alia rurale economia , nelle quali si distinse per cognizioni non comuni, massime in genere di arcbitettura e di idraulica. — Cosi troviamo belle Memorie di altro fra Jiafaele da Soncino, detto mirabile pittore di vetriate: del pittore Gio. Battista Barbieri, cbe liori sul cominciare del secolo XVI, e di cui alcnne opere I'imangono in Soncino; di Gabriele Belfanti e di Mattia Boccacci, celebri architetti 236 * APPENDIGIC. del secolo XIII, tlei quali tuttora esiste in Soncino un nia- gnifico canale con acquidotto , die pub ricordare le cloache dell'antica Roma; di Antonio della Coma antico plttore , dal Baldinucci e dallo Zeist posto fra i Cremonesi, e dal Bio- grafo nostro rivendicato a Soncino, ove rimangono alcune di lui opere , esegnite in compagnia di Giulio suo fratello, discepoli T uno e 1" altro del eel. Mantegna ; di Annunzio Gatti. , conti'overso anche qnesti tra Cremona e Soncino, ma probabilmcnte uscito dalla famiglia de' Gatti , detti So- jari , rendnta celebre dal pennello di Bernardo , scolaro del Correggio , e vicino in merito al suo maestro ; di^ Aurelio Sojari altro pittore non mentovato dagli storici , ma che moke opere esegni in Soncino dal iSSg in avanti , e che il Biografo snppone escito esso pnre dalla famiglia de' Gatti Soncinate ; di Giulio Caho , pittore esso pure di qualche fama , che in alcune opere a fresco precedette il citato Aurelio ; di altro pittore detto Masserotti , non accennato dal Lanzi , che dipinse nella chiesa maggiore di Soncino alcuni medaglioni , continuati ancli' essi dal detto Aurelio ; di Giuseppe JVatali , che co' suoi fratelli orno di disegni architettonici , di una pala nobilissima e di moke opere a fresco la chiesa di S. Giacomo; di Allegrino Sanzi o Scanzi pittore assai stimato per quel tempi, cioe verso il 1456, coetaneo quindi e forse condiscepolo di Galeazzo Rivello , di Bonifacio Bembo, di Boccaccio Boccaccini; finalmente di Francesco e di Ennete figliuoli di Allegnno , dei quali varie opere di pittura si conservano tuttora in Soncino. Lavora- Vano essi nel secolo XV a fresco ed anche in tela o in ta- vola , e grato agli amatori della storia dell' arte riescira quest' articolo, perche vi si notano i prezzi convenuti coa questi pittori per alcune loro opere che non oltrepassano d'ordinario la somma di lire 164 e 280 iniperiali, doven- dosi pero osservare die per la seconda di queste somme , in mancanza di danaro , i commettenti cedettero ai pittori una casa di loro ragione in Soncino. La prima di quelle somme fu pure assegnata per la stima fatta da certo 31. Zoni da Rongio dipintore in Palazzuolo, nome questo pure da aggiugnersi alia storia pittorica. Parlasi ancora nella bio- grafia di Marco Civedati , e di Antonio Scdvini , architetti Soncinesi , che nelP anno 1454 fabbricarono la nuova rocca del loro paese d' ordine di Francesco Sforza duca di Milano. PAUTE ITA.LIA.NA. 20 -" Altra cosa degna tU lode che ossefvata aljbianio in questa biografia, e la riunione die si e fatta di varj nonii sotto r indicazioiie di diverse famiglie. Tali sono, per esein- pio , quelle degli Azzanclli , del Barhb , dei Bdbio, dei Bo- netu , doi Caprcdoni , dei Cuttaneo , dei Caucci , dei Covi , dei Cropelli , dei Fieschi , dei Fonduli, dei Guarguanti, dei Mami , dei Masani , dei Mosconi , dei Pavari , dei Sabli , dei Tosi , dei Verri , dei Villa e dei Volpi , sotto ciascuna delle qaali si registra una serie , talvolta assai prolissa, di uoniini piii o nieno illnstrl per jDieta religiosa , per talenti politici, per valore nelTariui, per letteratura ^ teologi , predicatori , giureconsuki , lilosofi, eruditi, storici , o cro- nisti, poeti, ecc. Nella famiglia Gitargiiantt trovammo un Ornzio , medico , filosofo , astrologo , poeta e iiuisico , al- trove un dotto claustrale , die nel secolo XVI si occupava di diimica e componeva essenze ed acque odorose. Non mancano ne pure in queste serie alcune donne , come Lu- china Barbo , Modesta da Soncino , Stefana Quinzani ed altre die per lo piii si distinsero per la santita della vita , die loro procuro il glorioso titolo di Beate. Se la riunione di diversi individni sotto le rispettive famiglie puo giovare alia storia , all' onore del municipio , ed insieme all" ab- breviamento delP opera , non dissinmleremo die moki di quel parziali articoli , massime concernenti alcnni cenoliiti o altri ecclesiastici , sono assai luiiglii , ridondanti talvolta di quistioni poco interessanti o di inutili citazioni^ e por- tiamo avviso die T opera per se stessa lodevole, scritta con dilarezza non ineleganie, e ricca di belle notizie, avrebbe potuto senz'alcun danno ridursi ad un volume di piii piccola mole , eliminando soltanto quelle cose die direttamente non condncevano ad accrescere le glorie po- litidie e letterarie dei Soncinesi. Non riproviamo pero 1' esnberanza degli articoli riguar- danti la famiglia dei Fonduli e la persona di Cabrino , e quello di Giovanni Turcazzano, uomini famosi Tuno e Tal- tro , che fornirono argomento di lunglie contestazioni tra gli storici italiani. In c]uello di Cabrino Fondulo non tanto avemnio ad ammirare la squisita erudizione e 1' accnrata raccolta di notizie procuratesi dall' autore , quanto la sua impaizialita rigorosa , die formar dee una delle princlpali lodi di un biografo. Erano state le scelleratezze di Cabiinn oltremodo esagerate da aiciuii storici j forse partigiani dei 238 ArPENDICP. Cavalcabb , ingrati anch' essi , traditori e crndell j ed ecco come il Ceruti si esprime suUa fine dell' articolo clie con- cerne quell' uomo celebre : « Abbia Cabrino quella giusta n porzione d' infamia , die gli e dovuta pe' suoi mis- « fatti , e per quanto fece di vituperevole ^ clie il voler- » nelo llberare interameiite sarebbe troppo brutta cosa e » di funesto esempio , ma noii se ne accresca la misura » o coir esagerarne il numero , o coll' aggravarae oltre il » merito le circostanze , o col negargli quelle discoljje , » alle quali ebbe forse diritto in alcuni casi. Soprattutto » non si pretenda di considerarlo unicamente sotto questo » deforme aspetto , coprendo di un' inglusta dimenticanza » le doti eminenti clie lo distinsero , le virtu che pratico >i e le azioni colle quali rese glorioso il suo principato. jt Egli fu senza dubbio guerriero insigne per scienza mi- » litare , per coraggio , per destrezza nell' armi e per vi- » gore d'animo e di corpo; fu capitano celebratissimo per » tante imprese felicemente eseguite. Come principe fu, )i versatissimo nella cognizione de'pubblici affari, prudente, >> accorto e di una consumata esperienza , cosicclie veniva )i tenuto nella plii alta stima dai maggiori potentati del » suo tempo e consultato nelle occasioni piii scabrose : » nelle sue operazioni era magnanimo , leale e magnifico » cogli eguali o superiorly coi privati cortese, liberale , )i clemente : promosse lo splendore del suo Stato, e man- }/ tenne tra i sudditi la tranquillita e 1' opulenza , gover- » nando con savie leggi ed ammlnistrando un' imparziale }) giustizia. » Altrove egli contrappone alle imputazioni fatte a Cabrino , i tradimenti , le crudelta , gli assassin] di Otto Terzi , dei Vigiiati , dei Malatesta , dei Visconti , e tra gli aliri del Duca Filippo Maria , clie ebbe cuore di man- dare a morte la propria moglie , alia quale andava debi- tore della sua fortuna. — Eguale merito d' imparzialita tro- vammo nell' articolo Turingi Fortunato , clie da alcuni si Voile confondere con Veiinnzio Fortunato , celebre tra i poeti cristiani del sesto secolo , e che il Ceruti ben a pro- posito distingue da qualche Fortunato di Soncino. — Ri- guardo al Turcazzano Giovanni , il biografo si studia di ristabilirne la fama , rivendicandogli 1' onore di avere su- perato in slngolar combattimento Ezelino da Romano , fa- cendolo prigioniero , e liberando cosi gran parte dell' Italia dai lunghi mali end' era oppressa da quell' abbominevole PARTE ITALIAN A. 289 tlranno. Moltl storici attriljiiirono quella gloria a Bosio Doara ; a qnesti oppone il Cerud la loro discordanza ed altri ne cita , tra i quali due non Soncinati die concorroiio nella nanazione del Baris , e quella valorosa azione attri- buiscono al Turcazzano. Ed eccoci ad uno dei punti piii important! della Bio- grafia die e la illustrazione della Stamperia ebraica eretta ill Soncino sul cominciare del secolo XVI. Di questa si parla negli articoli Eliezer Soncinate. — Gerson di Soncino — Giosua Saloinone. — Girolamo Soncino. — Mose da Soncino. — Salomone , i quali tutti sono poi di nuovo ricliiainati nel- I'articolo Soncinati, Soncini. Noi ne avremnio fatta speciale menzione sotto que' nomi , ma piii opportuno aljljiamo giu- dicato di raccoglierli sulla fine delP ariicolo nostro , perche in calce alia Biografia trovansi alcune indngini suW epoca della fondazione deW ebraica tipograjia in Soncino. Merita pero qualclie considerazione rarticolo di Girolamo, perche occupato essendosi in Pesaro , in Rimini ed in Ortona della publjlicazione di liln-i latini o volgari , fu creduto>, o amo di farsi credere egli stesso in nna dedicatoria delle opere volgari del Pctrarca , diretta al Duca Valentino , il primo introduttore dei caratteri corsivi o italici , per la qtiale introduzione suscitata erasi controversia tra il eel. Aldo e certo M. Francesco da Bologna , che forse in Fano coniunicati aveva quel caratteri alPebreo Girolamo. — Fon- datore dell' ebraica tipogralia in Soncino dicesi Nathan Isracle, figlio del rablno Samuele , e da esso nacquero Gio- sua Solomone e Mose, padre di altri figliuoli, die tutti ac- crebbero colle loro edizioni la fama della loro famiglia. Israele affido la cura delta tijjografia ebraica di Soncino , die gia era castello o borgo di qualclie considerazione , a Giosua Salomone un de' suoi figli , e 1' epoca della fonda- zione da alcuni si stabilisce coll" edizione Sonciuese del trattato talmudico ^erac/iot/j,- ma non accorda il Ceruti che neir epigrafe aggiunta a quel trattato si debba necessaria- mente vedere V epoca della fondazione , e forse ne pure la prima edizione Soncinate. Allora quella fondazione do- vrebbe credersi avvenuta assai prima dell' anno 1484. L'impresa die nlun altro aveva ancora tentata e che mise il colmo alia gloria del nome di Israele e di Giosua , non che della tipografia Sonciuese, fu 1' edizione deUa. Bibbia in foglio eseguita nel 1488, riguardata sempre come opera 240 API'ENDICE. preziosissima ed ottimamente eseguita, anclie ne' secolL po- steriori. Segue il catalogo delle edizioiii con data di anno, le quail cominclano col 1484 e finlscono col 1490 :j a queste si aggiungono le edlzioni clie non hanoo nota di anno, le dulibie e le piu celebi-i eseguiie fuori di Soncino ; cosi puo dirsi che il Ceruti abbia ben sostenuta la doppia sua tesi di anticipare T epoca di una stamperia ebraica in Son- cino e di prolungarne la durata. Per tutte queste ragioni crediamo clie molta lode delj- basi alPautore, non meno che all' editore di questa bio- grafia , e che tutti gli eruditi vi troveranno copioso pa- scolo 5 e applaudiranno alia sita pubblicazione. Bossi. Laureandosl in niedicina Giuseppe Meneohini. Opic- scolo dedicato al fratello Andrea. — Padova, 1884, coi dpi dclla Minerva , in 8.° L' abate Giuseppe Bernardi prefetto dell' I. R. Ginnasio di Padova , volendo onorare la laurea che conseguiva in medicina il signer Giuseppe Meneghini , detto alcune con- siderazioni intorno alia moltiplicita delle niaterie nell' in- segnamento, e le iiititolo al fratello del candidate. Sono esse dirette a riconoscere " quali sieno i pedagogici prin- cipj sui quali si fonda la provvida legge che voile lo stu- dio ginnasiale composto di molti dementi dettati sopra ma- terie fra loro disparate. » Procedendo a questa importante disamina, 1' autore si fonda sul principio che " tutto parte dalle sensazioni^ » le quali pero mano a mano che si pro- vano svanirelibero se un nodo non vi fosse che legasse le attuali alle passate sensazioni ; e questo nodo e la memo- ria " che costituisce il deposito di tutte le nostre gia spe- rimentate modificazioni. >> Tutti poi ammettono " clie serva solo alia educazione quella metnoria per cui si riconosce che una impressione attuale e una rappresentazione di una impressione passata. i> Quindi " il vincolo di tutte le sen- sazioni , 1' associazione che stringe nella memoria tutte le idee ricevute in piii o meno numerosi gruppi e cio che rende appunto questa facolta si importante e la costituisce I'istromento piix attivo ed utile di ogni maniera di educa- zione , formandola lo scopo degli studj di quanti mai fu- rono gl' jstitutori. » Ora le relazioni che formano queste PARTE ITALIANA. 34! concatenazloni delle Idee nella nostr'' aniina " si riducono alle tre seguenti generali categoric: i." d' identita o somi- glianza; 2.° di causa o di eft'etto :, 3." di luogo o tempo. >/ L' autore sviluppa la natura di tali diverse relazioni i e con qnesta spicgazione intende di mostrar il fondamento die fu posto " per comporre il piano della presente edu- cazione. » II legame d' identita regna in tutte le scienze esatte f, e " quindi specialmente I'aritmetica, la georaetria , Talgebra, ragionevolmente insegnate, faranno sorger nella memoria la felice attitudine di associar le idee per mezzo di questo rapporto cosi esteso ed utile. » L'avvedersL della dipendenza dell' effetto dalla causa e un giudizio il quale chiede moltlplicita di falti identici o simili dei quali si possa riconoscere Tanalogia: quindi si eserciti la mente dei gio- vani intorno ai fatti , disponendoli in uiodo che diretta- mente conducano a questo risultamento. La storia naturale in tiitti i suoi rami presenta " i varj elementi per questa istruzione della memoria, i> e percio la sapienza del legis- latore V aveva introdotta nel corso glnnasiale. " Finalmente o le cose sussistono simulianeamente o si succedono le una alle altre : questi due rapporti universali di tutte quante le cose vengono espressi dal luogo e dal tempo. La geogra- fia raccoglie e presenta una parte delle prime , la storia descrive ed avvicenda le altre. » L'autore quindi si difFonde a dimostrare i vantaggi clie derivano daU'ordinare T eser- cizio della memoria secondo le tre categoric summentova- te ; poscia procede ad osservare clie per la pienezza di questo escrcizio e necessaria 1' attenzionc. La quale chia- niasi propriamente attenzione quando seguiamo colla mente gli eventi o gli oggetti costitnenti una storia od una de- scrizione ;, cliiamasi osseivazione quando dirigiamo Y azlone dei sensi sopra un fatto qualnnque per esaminarlo e con- frontarlo ; cliiamasi in fine riflessione quando ci poniamo a pensare sulle nostre idee ed a dedurre da esse delle con- seguenzc. Tre poi sono le sorgenti del vero: aiitorita, ana- logia, identita; e Tautore nc mostra la somma importanza, ed il danno clie deriverebbe se nello insegnamento od al- cuna alle altre prevalesse o si prescindessc da alcuna. " Ecco quindi , concliiude egli , che nella storia e nella geografia buon consiglio egli e di esercitare la memoria, di destare per esse T attenzione, di educare la mente al principio di autorita ; che nel quadro delle scienze natural! e saggio liiOl. Ital. T. LXXV. 16-. 24a APPENDICE. provvedlmento quello d' impiegare la memoria , d' iniziare il giovane all" osservazione , di condiirlo all' analogia : che da profonda couoscenza dell' uomo e avvenuto il piano di attemperare la memoria di Ini alia proprieta del numero e della forma, e dalla rigorosa concateiiazione di dipeii- denti proposizioni condurlo quindi alia riflessione. » Sebbene i ragionamenti del signor Bernardi sieno tali per la natura loro da destar nella mente gravisslmi dubbi e da aprir 1' adito a discnssionl infinite, egli e certo pero ch'essi riguardano ad un argomento di somraa importanza, e clie I'autore mostro un singolare accorgimento neU'ordi- narli alle sue mire e nel congegnarli con una certa dili- gente simmetrlh. L'opuscolo si presenta ai lettori con na solenne apparato metafisico per cui si rende severo e dif- ficile per non dir arido , e tirato lo stile. Dubitiamo poi se le riflessioni addotte dall' autore giovino sempre alio scopo, a cui egli intese manifestamente nel dare alia luce la sua scrittura. Ne giudichino i lettori dal brano seguen- te : " S' inviti il giovane ad esperimentare qual fede dar si debba aU'autorita, quale persuasione all' analogia, quale convinclmento airidentita; incominci egli a presentire quan- do un fatto sia certo, quando una dednzione sla foiidata^ quando una dimostrazione sia vera^ nasca in lui il sospetto quali sieno i liniiii fra cui vada stretta I'autorita, qual sia r estensione sa cui domini 1' analogia , quali le circostanze in cui si debba ricorrere al rigore matematico , ed allora avremo colla istruzione gettati i fondamenti dell' uomo fu- turo, quale lo addomandano gl'interessi universali. A tanta meta iadirigesi il piano degli studj , che qui noi vi dem- mo a considerare f, e confidenti osiamo anclie persnaderci che questi sieno stati i principj , dietro i quali fu esso det- tato e prescritto. » Manuale per V educazinne uinana , operetta delV abate Antonio Font AN A. Voluml tre In 1-2° — Mllano, 1834, per Antonio Foiitana. Lin 9 ital. L' Europa tutta , non clie 1' Italia , e iaondata di libri concerrienti 1' educazione , che gia ben intendesi comune- mente della sjiecie umana , quando non si appliciii ia par- ticolar modo ad eta od a sesso , o non si destini a qual- che genere di animali. Ma lodevole ci senibra il peusiero, PAPiTE IIALIAXA. 248 e nuovo forse per 1" Italia, il tentativo di ristriiigere, od epilogare tutte le discipline die all" ediicazione ia generale si riferiscono, in una di quelle operette , che per la loro piccola mole e la forma de' volnmetti si intitolano Ma- nuali, e di cio sappiaino Ijuon grado al sigaor abate Fon- tana, che a vantaggio puhblico si e assunta tale noii lieve fatica, ed al tipografo Fontanel che a qnesto bel lavoro ha dato luogo nella sua Collezione di Mannali componentl una Encirlopedia di scienze . lettere ed arti. Ben disse T autore stesso in un brevissimo e forse eccessivamente modesto avviso al lettore, che invano in qnesto libro cercherebbesi novita. Tnttavia pieno ci sembra di dottrina, ed anche di- ligentemente condotto ; percio non abbiam raotivo di du- bitare che scritto non sia , come ce ne assicnra T autore , con huona frde , con intima persuusione e col desiderio del bene. Divisa e 1" operetta in quattro liljri , due dei qnali , il primo , deHa educazione in generale , il secondo , della edit- cazione fisicn, sono compresi nel primo volume; gli altri due, ne'quali si tratta della educazione morale e della in- tellettuale , riempiono il secondo ed il terzo. Deiinita da principio T educazione, siccome V arte che Im per iscopo di crescere I'uomo al sua perfczionamento (e noi diremmo piu laconicamente il modo di teinperare e _migliorare la natura uniana, onde non isgomentare coloro che lo praticano, senza avvisarsi clie quello sia ua' arte e senza conoscerne lo scopo , seljbene a quello quasi inavvedntamente si diri- gano) prova P autore con bnoni ragionamenti la necessity, della educazione, tanto ne'giovanetti ricchi d" ingegno, quanto in quelli die ne scarseggiano : mostra che essa e dehito de' genitori i parla dei maestri, cui essi affidano parte del loro dehito, e questi vorrebbe di costumi irrepreasibili, re- ligiosi per vera persuasione, sufficientemente addottrinati , e capaci di proinovere nei fanciulli la salute, la probita, la sapienza. Si fa quindi strada ad accennare , che il pren- dere cura della educazione e dehito della puhblica autorita , il che a\Tebl)e anclie potiito confermare con copiosi esempl antichi e inoderni ; tratta poi per incidenza la quistione, 86 la pubblica educazione sia migliore della privata , e con alcuni dovuti riguardi conchiude per 1' affermativa ; non omette la considerazione dei vantaggi dell' emulazione, delle norme colle quali applicare debboiisi le correzioni 244 APTENDICK. ed i castighi , del contegao clie teaer deggiono i maestri e cosi pure i genitori, soveiite accecati da soverchio amo- ve f, fjnalmente viene a conclnsione del lil)ro , epilogando alcuue massime sul rigore e suU' autorita di cui e d' uopo far uso nella educazione. Nel libro secondo, che verte sulla educazione flsica, pre- messe alcune brevi osservazloiii sui matrinionj dei genitori, die I'autore non vorrebbe coiitratti in eta troppo giova- nile , ne con troppa disuguaglianza di anni fra i conjugi , ne tra persone di forme viziate , o disposte natnralmente alle malattie, si parla della gravidanza , deirallattamento, delle nutrjci ( articolo importantissimo, su cui torna I'au- tore nel libro III), delle fasce e della culla, dell' aria e della luce , dei cibi e delle bevande , delle vesti , degU Cfercizj della persona, come 11 passeggio, il corso, il sal- to, le pallottole, la palla, il pallone, le cacce (quelle sole pero che tirano , dice I'autore, aZ viaggio , fatte essendo le ahre piiL pella vecchiezza che pella adolescenza), 1' equitazio- ne, il ballo, e linalmente il nuoto. Sebbene vediamo citato alcuna volta V Emilio di Rousseau , e non mai il Ballexerd , il Rosemberg ed altri scrittori francesi e tedesclii, che clas- sici possono reputarsi in materia di educazione fisica , ci sembra tuttavia che il signor Fontana nulla abbia omesso di cio che piu conveniva alia trattazione di quelF argo- mento. Quindi negli nltimi capitoli scende a ragionare del soano, della nettezza, delle cure che debbonsi avere dei sensi, riguardo massime alia vista e alPudito^ della voce, in proposito della quale a lungo si discorre della pronun- zia, e dei vizj della locuzione che dai fanciuUi facilmente contraggonsi f, dei bisogni, a minorare i quali valgono cer- tamente T astinenza e la tolleranza ; della timidezza e dei pericoli, e per ultimo deH'onanismo, articolo trattato con saviezza e con prudenza, ma che forse aver poteva piii op- portunamente luogo nel libro III, perche fisico e il vizio e fisici ne sono gli effetti , ma morall ne sono per la mag- gior parte i piii validi mezzi di repressione. Della educazione morale si tratta appunto nel libro III , e questa si fa dall'autore consistere nello inclinare la mente ed il cuore dei crescenti fanciulli alle attrattive della virtii , e nel trarli liberi e sicuri dal tempestare dei terreni appetiti, valendosi di quel lume naturale ed ingenito , di quel dettami che sono scolpiti dal dito di Die nel fondo delV aninia, di PARTE ITALIANA. 246 quelle voci che manda la coscienza intemerata, anche al pri' mo aprirsi delta ragione. Parlasi quimli della etUicazione morale innanzi all' uso morale della ragione medesima. Ma in qnesto capitolo troviamo assai minntezze, clie potevano for?e nieglio coinjienetrarsi nclla educazione fisica, tuttoche conducenti in qualche modo alle tendenze dell' aniuio, per esempio le prescrizioni che il bambino gioisca d'aria, di luce, e di un aspetto l^enigno del cielo, e si tenga lontano dai forti romorl , e vicine troppo non abbia campane, da cut rompe assai frequente suono romoroso ed assordatore, ed acuto e penetrante , e laceratore delle orecchie , e quasi dell' animo, sicche ne ululano fiiio i cani. Noi non sapremmo pero abba- stanza lodare in qnesto medesimo capitolo le insinnazioni che dall'antore si fanno ai genitori, di condurre cioe i fancluUi coll'ordine. col nietodo, colla fermezza, colla perseveranza a quelle abitudini che sole possono avanti il giugnere della ragione prepararli al morale perfezionamento. E ci consola il vedere che gli esenipli e le pratiche osservazioni , so- vente citate , ci guarentiscono la bonta. degli avvisi di ua uomo nella edncazione sperimentato. Giudizlose ci sem- brano pnre le riflessioni intorno all' uso che puo farsi delle novelle. Sulla fine del capitolo si parla della pieta che mostrar delibono i genitori, e si apre la strada al siiccessivo importantissimo capitolo, in cui si trattsi della Religione. Santi e luniinosi sono i prlnclpj che si vanno svolgendo siilla ne- cessita di condurre il primo slancio del cuore nell' aprirsi della ragione alia fonte degli esseri e della vita, di ripor- tarlo suUe relazioni die passano tra il Creatore e le crea- ture, tra Dio e I'uomo, di mostrare ai fanciulli la divi- nita della Religione rivelata , la santita del Vangelo , 1' in- fallibilita della Chiesa , il rispetto dovuto al culto anche esterno, la connessione perpetua della religione di Cristo colla morale. — Segue un capitolo degli ammaestramenti intorno alle potesta ed alle leggi. Bella e la conclusione dell'autore, che I' autoritd e un angelo tutelare , che gU uo- mini raccoglie , protegge e consola di sicurezza , di pace , di proprieta , e di dolcissinii non turbati affetti , di connubj intemerad , di doincstiche soavissime dolcezze. Egli passa quiadi a ragionare breveniente dell' origine dell' autorita , vegnente da quell' Esscre supremo, clie negli uomini spiro la vita ; dell' autorita paterna , della necessita di acco- 5tumare i fanciulli ad amare e riverire la potesta e i 246 ArPENDlCE. maglsti'ati , al qual proposito si cita 1' esemplo della falsa idea di uu giudice , data dal padre ad na figliuoloj del- ridea che dee darglisi della potesta suprema, o reale , della sua importanza , del suo vantaggio, ecc. , finahnente del- ropportunita e convenevolezza di accostumare la gioventu alia riconoscenza per le opere pubbliche dal principe or- dinate, al rispetto, alia sommissione , alP ubbidienza- Si esamiiiano nel capitolo 5.° alcune letture giovanili che pugnano colle dottrine esposte ne capjtoli antecedenti e faiino la vita incontentabile e turholenta. Tra sifFatte letture pon- gonsi dall' autore le tragedie. La tragedia , dice egli , si ag- gira tra passioni veementi, disordiaate; tra delitti spaventevoU, tra destini funesti indomahili, tra supplizj e niorti miserande ; che cosa dunque imparar debbe V anlmo del fauclullo a tale scuola nelP eta In cui T educazione e tutta intesa a contenere T impeto delle nascenti passioni, e volgerle soa- veniente al l^ello e all' ordlne morale ? Perclie turbarne la calma dell' anlmo candldo ed innocente ;, perche annuvo- larne quella vergine letlzia :, perche turbare quella serena confidenza , che traspare vigorosa da un cuore non tocco dalla malizla? Qnestl sono argomenti plausibill , e nol converremo facilmente col signor Fontana , che le tragedie in generale non debbano darsi in mano ai giovanetti troppo teneri e immaturi nella istruzione. — Piu ancora ci acco- stiamo all'avviso dell' autore allorche egli parla delle no- velle e de' ronianzi , la cnl leltura pu6 dlrsl nelle prime eta Intempestlva, giacche per la maggior parte, di qualunque maniera sieno cotall librl, traviano la niente e corrompono 11 cuore. In alcuni giovanetti s' Introduce per quel mezzo r ambizione , 1' amore dello strano, del maraviglioso; in altri si genera una perpetua nialinconia, in altri itn disprezzo per gli uomlni , ed una fatale misantropia , in nessuno si forma dal romanzl anche i piu castigati 11 cuore alia Yirtii. Riproviamo dunque noi pure tra le letture giovanili que' romanzl, detti anche «ert o terrihili, come IVenher, Or- tis , YOriele e la BattagUa di Benevento ; loderemo 11 Viaggio di Anacarsi ; ma non saremo cosl duri fino a dubltare del- r utilita del Telemaco di Fenelon , perche scrltto come scuola pel re ( giacche converrebbe che se ne scrivessero di slfFatti per ciascuna condizlone di persone ). Se 11 nostro sentlmento non c'inganna, ci par di vedere il sig. Fontana, coudotto sempre dalle piu rette intenzioni , abbracclare le PARTE 6TRAN1ERA. 247 piii rette niassinie, i piii giusti principj, ma spignerll t:il- volta troppo al tU la clei loro limiti : fors' egli risponde- rebbe , che trattandosi di evitare pericoli nella educazione, noil sono mai riprovevoli il rigoi-e e la severita. Si mostra nel capitolo 6." ( benche il titolo suoni tutto al conti-ario ), che la stoiia per se itessa senza il soccorriinento dellu prudenza matura cd intenierata, non pub essere sciiola di morale ai giovani. Vero e che le storie in generale pos- sono riguardarsi come un archivio o un magazzino di fatti , in cui trovansi affastellati egnalmente i buoni esem- pli ed i piii tristi , le virtii piii sublimi ed i vizj piii ne- fandi : ma diflicile troppo sarebbe a nostro avviso che la loro lettnra fosse in tutto il corso dell' educazione ac- compagnata dalla sposizione di un prudente maestro, non ben fernio forse ne' suoi ragionamenti , come quello che r autore trovo nell' atto di esporre i casi di Lucrezia ad un'illustre donzella ( pag. iia, torn. II), ed inoltre vor- remmo altresi fatta un" eccezione per alcuni libri piena- mente edificanti , come il Disrorso sulla storia universale del Bossuet ed altri scritti nel medesimo tenore , nei quali potrebbe a ragione chiamarsi la storia maestra di mo- rale. — Nel capitolo 7.° in cui si tratta ddV ammaestra- meiito nei precetti della morale, vediamo sviluppate le mas- sime pill giuste e piii salutari ; ma, a conferma deir osser- vazione gia da noi fatta superiormente , forse con rjualche eccesso inculcato, e troppo generalmente esteso il priacipio, che la filosofia morale e metafisica sia perpetuamente accop- piata colla dottrina d«lla infullibile rivelazione. Niuno piii di noi e persuaso della verita della massima, dell'importanza deir isiruzione religiosa ; ma nutriamo al tempo stesso il dubbio, che di que' dommi santissimi deliba parlarsi ai gio- vanetti con una giudiziosa parsimonia^ che debbano essi a poco a poco a suo tempo e non a tutte 1' ore infondersi nel cuore degli aluiini , e che forse la troppa dovizia del religioso insegnamento e la stvaordinaria insistenza di alcuni maestri sieno la sola cagione per cui il pio autore credette di ravvisare nell' assistere agli esami delle scuole (pag- i34), che pisiHati si fossero i iiiovanetd lieve pensiero di quello studio. Ridoada di belle massime anche il capitolo delV esempio e di (juanto ad esso si rifcrisce: ma alcuno per avventura potrebbe accagionare di eccessivo rigore le awertenze che si danno iatorno alia troppa liberta di concetti e di parole, con cui 2t).8 APPENDIOE. si compartoiio gl'insegnaincnti delle cose natural!, die non possono celarsi del tutto agli alnnni, nia clie cerLaniente non debbono ad essi giugnere intempestivif, intorno i teatri , ed i balli , che forse 1' autore ha riguardato con troppo timi- do sguardo. — Degni di lode trovianio pure i capitoli seguenti , ne' quail si insegna a guidare il gioiinetio alia conoscenza degU uomini ; si considera come 1 giovinetti deir un sesso e deiraltro debbano impiegare il tempo, si ra- glona della temperanza jie' pensieri , neglL affetti, e inline si tratta a lungo della civilta. Molto e saviamente si discorre di politica al proposito della temperanza de' pensieri ^ ben si inculca il principle della rassegnazione , per cui ciascuno e indotto a contenersi nel proprio stato, e a non turbare r ordine pubblico; ben definite e deplorato quindi e lo spi- rito di partito, che funesto riesce a tante regioni (il che po- teva occasionalmente notarsi ); opportunissima poi Pironica digressione o allusione ( pag. 246 ) a cotali animati muffetti che dagli scolastici libri in fuori non lessero die V Eloisa o la Pulcella a cotali giovinastri dissipati , cui prima (lelizia sono i mustacchi e le zigare, ecc. Tuttavia ci sembra che il primo di que' due romanzi , comeche desso ancora perniciosissimo e dannevole , non debba cosi di leggieri accoppiarsi col secondo , vero mostro d' infamia e d' em- pieta , di cui bello sarebbe 1' occultare ai giovani il nonie ancora. — Convenendo noi neiravvisamento, che la scuola della civilta non si rimanga a parole , ma tutta essere debba negli esercizj familiari e quotidiani ; che la genti- lezza del)ba tenersi lontana ngunlmente dalla ruvidezza , come dair affettazione ; che perniciose riescire possano al giovani le troppo confidenti amicizie, massime con indi- vidni di altro sesso, o di diversa condizione^ tuttavolta non diremo che tutii eccellenti sieno i libri pubblicati in Italia intorno alia civilta ed cdla cortesia , ma non condan- neremo indistintamente tuttl i cantici che levano ad amore non meno i fdosofi che i poeti : primieramente perche egli e quasi impossibile che i giovani non si facciano a parte di quella festivita ;, in secondo luogo, perche tra quegl' inni o cantici ve n' ha pure di castigati , di decenti , di inno- cui , e qui non dissimuleremo che talvolta ci parve di ve- der trattato con troppa asprezza anche il Petrarca. Delia educazione delV intelletto si tratta nel libro quarto, che forma il terzo volume dell' opera. Non potendo noi PARTE IT\LIANA. 249 per la legge impostaci della brevita cllscorrere su tutii capitoli tU quest' iinportante e pregevole trattato, diremo solo clie vi si niostra quanto , in che, e come dcbbasi coltivare V intelletio ; lo scopo a cul si debba tendere nel suo erudimento;, quale preparazione possa darsi agli studj, quali cose principalinerite giovino a rendere facile , spedito e profittevole lo studio nelle scuole. Dopo poi alcuiie consi- derazioni sul leggere e sullo scrivere , sugli studj della grauimatica e su quelli delle uniane lettere, si fa vedere come si possano condurre quelli della lilosofia, quelli delle niatematiche e delle scienze naturali. Noteremo die sulla fine del i.° capitolo non disadattaiuente si parla del ro- nianticismo, dal quale posson essere con facllita sedotte le iiienti dei giovanl : ne' susseguenti si fa dalP intellettuale erudimento agevolare la via alia virtu ed alia morale perfezione ^ si dimostra clie nello studio delle umane let- tere^ nella quotidiana lettura dl sole opere eccellenti , e nel- r esercizio dello scrivere debbono consistere i fondamenti d' ognl rettorica istituzione ; clie le lettere voglionsi dirette a sollevar V aniino e purificarlo. Pero la condotta da tenersi negli studj della filosofia vi e tracciata secondo la dottrina deir abate RosmiiUr, e quindi tutta arcliitettata sulla religio- ne cattolica, il che porta a considerare la relazione del- Tordine naturale deWe cose aU'ordine soprannatiirale, quale niiglioramento possa aver T uomo dal sapere nell' ordiae della natura , e quale perfezione raggiugnere possa merce della fede nell' ordine della grazia ; percioccbe essendo la verita il principio della filosofia, il principio della grazia e pure verita. Noi siamo ben lontani dall' opporci a queste dottrine ; ma non taceremo di aver incontrata grande oscu- rita nella loro esposizione , e d* esserci sembrata imbaraz- zante la divisione, e fino la nomenclatura delle filosofiche discipline esposte nella pag. 224. — Nulla diremo della condotta da tenersi negli studj delle niatematiche e delle scienze naturali , essendo stesi quegli articoli secondo le dottrine dei cliiarissimi professori Gabba e Belli. Ma con buona pace di chicchessia, perche mai si vogliono esclu- dere dalla scolastica istruzione (pag. 243) i monumenti antediluviani , era che la paleontografia coltivata con ar- dore , tanti ce ne ofTre , e reca per tal modo gi-andissimi ajuti alia geologia , alia geognosia , e sparge lumi preziosi per le ricerche delle epoche della natural E perche troncar.e 200 APPENDICE a questo pnnto la trattazlone, e non additare la condotta da tenersi negli studj delle scieuze speculative, delle scienze morali e politiche ? Crederebbesi forse bastante cio che si e detto nel breve capitolo della filosolia ''. Noi non avremmo proposti alcuni dubbj ed alcune brevi osservazioni , se 1' autore stesso non ci avesse colla mo- desta sua prefazione Incoraggiati. Del i-esto siamo d' av- viso che r opera sua , scritta con buon garbo e disinvol- tura, possa rinscire ben accetta ad ogni classe di persone , ed a quelle specialmente clie per dovere o per elezione s' incaricano dell' educazione della gioventu. Essa e giu- stamente intitolata a cospicua dama , modello delle consorti e delle madi'i. Verona e la sua provincia rappresentate con disegni incisi ed illustrate da notizie descrittive ed istoriche. Opej-a dl Giorgio Pezolt. — Verona, 1^60^ presso Francesco Poliidi. Due sono i fascicoli che di quest' opera finora ci per- vennero, percio ci limiteremo ad una semplice notizia, col soggiungere tutto al piii qualclie osservazione che nel discorrerli ci occorse di fare. Ciascun fascicolo comprende due piccole vedute colla risjiettiva descrizione : nel primo pero la parte descrittiva e preceduta da alcuni cenni sto- rici e statistic! circa T origine e i progressi di Verona. Le quattro onde sono composti i due fascicoli rappresen- tano Verona presa dal Castello di S. Felice, la Cliiesa di S. Fermo inaggiore ; la Chiesa di S. Giorgio presa dal bastione delle mura che fiaiicheggiano la porta di questo nome, e P aspetto di Garnano sul lago di Garda. E da notarsi che queste due ultime formanti il secondo fascicolo, oltre r indicazioiie italiana del luogo , portano eziandio la versione in idioma tedesco. Per quanto spetta al genere d' intaglio e quello stesso che suol adottarsi per simili lavori , cioe preparazione avanzata all' acqua forte e fini- mento a bulino e a puiita secca. Tutte quattro le prenien- tovate vedute sono tratte da dipiiiti di G. Pezolt, e la prima di esse e incisa da L. Schutz , la seconda e senza nome dell' intagliatore , e nelle due che seguono, non tro- vasi indicata che la sola direzione di Frommel. In gene- rale nella loro picciolezza presentano un certo brio ed una PARTE ITALIANA. 2.i) I preziosa diligenza, tendente pero alquanto al secco: a nostro avviso col rendere piu degradati e trasparenti i tuoni pro- spetticl delle tinte si verreljlje a togliere Taccennata menda. In riguardo al testo ci e seiiibrato che i cenni storici spe- cialmente siano compilati in modo troppo snccinto e sbri- gativo: nel bel principio , quasi die F autore avesse gia fatto parole di altra materia , cosi si esprime = Trascor- rendo ora dl volo le cronache antiche , dicenti della sioria di Verona, troviamo discordanti opinioni circa 1" autore della sua fondazione. = Cio nullameno siccoine consideriaitio questa parte piutlosto accessoria che principale , cosi non ci facciamo carico di ulteriori indagini , giacche trovasi quanto basta per T oggetto cui mira 1' editore. Bensi non possiamo jjassare sotto silenzio di aver riscontrato qualcbe errore di stampa trascorso nelle quattro descrizioni, tra i quali ci sembra ben meritevole di un corrige Jl principle deir ultimo periodo della descrizione della chiesa di S. Gior- gio. Ben un cento tanti piii ammirahili e quel tesoro di opere pittoriche, ecc. Del resto quest' opera puo dirsi tale da in- vogliare all' acquisto non solo i paesisti e gli amatori di belle arti, ma coloro eziandio clie si compiacciono nel ri- guardare amene vedute , percbe tanto 1' interno della citta di Yerona „ quanto i suoi dintorni presentano in coiise- guenza della topografica sua situazione punti i piii deliziosi e pittoreschi. Le Antichitd d Atene misnrate e disegnote da Q. Stiiart e N. Rcvett, pittori ed arclutetd inglesi. Prima versione itallann dl C. Q. puhblicata per cura del- V archiletto Giidio Alvisetti , volume i^ — Mi~ lano, presso V editore. Questa versione che al suo prlmo apparire venue con- fortata da piii lieti augurj e dalle piii lusinghevoli speranze in ragione de' vantaggi di cui era gencralmente apporta- trice tra gli studiosi e dilettanti deirarchitettura, sembrava dover essere rapidamente condotta al svio compimenio , o ahneno procedere con quella regolarita e prontezza che nel manifesto crano state annuuziate. Riflettendo noi ai motivi che potrebbero aver prodotto un incaglio alia pro- gressione de" fascicoli con cui viene puhblicata , non sa- preiniuo positivamente su quale arrestarci onde stabilire 25 a APPENDICE. le nostre congettnre. II primo fascicolo usci in luce nel i832i dopo la pubblicazione del secondo I'edizione do- veva proseguire in ragione di un fascicolo ogni due mesi , e finora non contansi che sette sole puntate. Se prendesi a considerare ne' suoi rapporti T impresa dell' architetto Giulio Aluisetti , la si riscontra ognora plu nieritevole di ogni encomio e d' incoraggiamento ■■, il perche non si puo iTiuover dubbio suU' importanza dell' opera cb' egli intese a far generalmente conoscere agl' Italiani ; i mezzi ch' egli adopera onde sdebitarsi della sua promessa verso del pub- blico , soddisfanno pienamente all' intelligenza degli artisti e de' dilettanti d' arcbltettura , giaccbe non emerge eccezione veruna, sia in riguardo deU'esatiezza e del gusto con cui sono trattate le tavole, sia per rispetto alia bonta del testo, bellezza della carta e nitidezza di tipi; sul rapporto final- mente ancbe del lato economico , il divario di prezzo che corre tra il costo dell' opera originale e quello della ver- sione, e tale, che la raaggior parte degli studiosi puo aspirare all' acquisto della seconda merce di un lieve di- spendio. Egli e quindi dietro queste riflessioni che noi do- mandlamo a noi stessi: Quale sara 1' ostacolo che si frap- pone al soliecito compimento di un' opera di cui trovasi gia disposto tutto il materiale ? Ci dorrebbe invero assais- simo ch' essa soggiacere dovesse ad una in parte di quelle stesse vicende che attraversarono il corso della pubblica- zione deir originale inglese onde ci reca le bellezze e i vantaggi , perche diflicilmente si troverebbero fra noi dei dilettanti i quali sovverrebbero all' uopo coi proprj mezzi. E giacche abloiamo toccato a quest' assimiglianza de' casi , pensiamo che non sia per riuscire discaro al lettore un breve compendio delle circostanze che ritardarono il com- pimento deir edizione di Londra , per essere schiarito snl- r asserto nostro timore. Dalle notizie sparse net quattro volumi ond'e composta si raccoglie che il primo di essi precedette di 28 anni la pubblicazione del secondo, cioe dal 1762 al 1890; che in questo lungo intervallo 1' avvenuta morte dello Stuart, incaricato specialmente del testo e della parte erudita , avrebbe troncata la publjlicazione dell' opera , se gli amici del defunto non avessero prestato alia vedova tutti i soc- corsi necessarj pel proseguimento. Tra questi fu il signor William Newton architetto, celebre per una eccellente PARTE ITALIANA. ^53 Vprsione dl Vltruvio , die toisc , niediante un assitluo tia- vagllo , il disordine clie regnava nei manoscritti dell' au- tore , uni e classifico accurataiiiente la materia ; e seiiza pennettersi aggiunte o caiigiamenti , ridusse a compimento il secondo volume e preparo moke parti del terzo. I di lui sforzi furono assecondati dalla societa dei dilettanti di Londra (*) , si giustamente rinomata pei servigi che ha renduto alle arti ed agli artisti. Per riemplere diverse la- cune essa lece generosamente incidere a proprie spese niolti disegni die aveva fatto esegiiire sui luoghi , e die formano il materiale del secondo volume , superiore d' assai al prime nell' importanza degli oggetti che presenta. Questi sono i prlncipali monumenti che internamente ed esterna- iiiente a})l3ellivano TAcropoli o sia cittadella d'Atene, cioe i Propilei , il Partenone , i tempj di Eretteo , di Minerva Po- liade e di Pandrosa, il teatro di Bacco , il monumento di Trasillo. Ma uxi nuovo incidente sopravvenne a contrariare lo zelo che la vedova e gli amici dello Stuart ponevano nel pubblicare T ultima parte delle di lui fatiche. La morte del sig. Newton avvenuta nel 179 1 obbligo la vedova a cercargli un successore e jjer huona Ventura trovollo in Willey Reveley, dottissimo architetto, che avendo viaggiato la Grecia per lo spazio di tre anni , e conseguentemcnte esaminato egli stesso gli oggetti die Stuart e Revett avevano disegnati e descritti , era piii di qualunque altro idoneo ad assumere le funzioni di editore. Fu per opera sua in- fatti 5 secondata dal dotto Chandler e dal Revett, che usci in luce il terzo volume , in cui valendosi della raccolta (*) La Societa dei dilettanti e un' associazione di colti individiii che lia per iscopo rincorafigianieuto delle belle arti e di chi le coltiva. Essa si e formata in Londra nel 1734. I signori Dawkius, Bouverie e Wood clie viaggiarono nell' Oriente Tanno 175c, e a cui dobbiamo le belle descrizioni di Palmira e di Balbec pub- blicate nel 1753 e 1757 ue erano membri. Dawkins ha contvi- buito eziandio colla sua liberaiita al conipiuiento del viaggio di Stuart ed alia pubblicazione del l.° volume della sua opera. Nel J764 la Societa dei dilettanti trovandosi in possesso di un fondo inolto considerevole , niando a sue spese nelTAsia uiinore e nelia Grecia i signori Chandler, Pars e Revett per visitare e descri- verne le antichita. Devonsi a questo viaggio , che duro tre annI, Le Iscrizinni Jonicke , i Viaggi neW Asia viinore c nella Crecia , c le Antichita Jonie , ecc. 2o4 Al'PENDICE. dei disegni originali della Societa de' dilettanti mostro il frntto delle di Iiii osservazioni fatte sui luoghi visitati. Que- sto voUiine degno in tutto dei due die lo hanno precednto coiitiene 12 capitoli , 6 carte geografiche e 82 tavole di architettura e pittura. Fra i raonumeati de' quali offre la descrizioiie , si distingaono il magnifico tempio di Teseo ■, quello di Giove Oliinpico , VArco e V Acquedotto di Adriano , il monumento di Filopuppo , lo Stadio panatenaico , diverse antichita di Corinto , di Salonicchio e di Delo. Lo stesso architetto aveva divisato di pubblicare anche un quarto ed ultimo volume i ma la di lui morte avvenuta nel 1796 tronco di bel nuovo T opera dello Stuart, la quale sarebbe stata da considerarsi imperfetta se il chiarissimo editore delle rovine di Balbec sig. Giuseppe Wood non V avesse condotta a buon termine colla pubblicazione delle antichita di Pola cli'erano state annunziate negli antichi manifesti. A sei ammontano i capitoli ed a ottantasei le tavole di quest" ultimo volume ; tra i monumenti meritano speciale osservazione V anfiteatro di Pola, il tempio di Roma e di Augusta , le sculture del Partenone , ecc. Per queste brevi notizie vorra il benevolo lettore accor- darci clie lo abbiamo posto in grado di acquistare maggior sicurta sul merito positive delP opera dell" autore inglese, e lo abbiamo medesimamente informato dello straordinario complesso di avvenimenti che ne ritardo per tant"anni 1" ul- timazione: siccome pure dovra convenire che le stesse gli Varranno di norma per quanto rimane a pul)blicarsi colla versione intrapresa per cura dell' architetto Aluisetti in se- guito ai sette fascicoli di cui abliiamo al principio del pre- sente articolo fatto parola. Con essi 1' editore non ci ha dato finora che la torre dei venti , il moaumento coragico di Lisicrate , detto impropriamente la Lanterna di Demo- stene , il Portico di Augusto ed alcuoe vignette, in tutto quarantasette tavole circa col relativo testo. Gli resta quin- di non poco di adoperarsi onde adempiere 1' impegno che si e assunto, ed ove ponga mente al proprio vantaggio adoperarsi con maggior intensita di quella che ha posto finora , altrimenti incontrera la freddezza negli amatori per I'altra versione die, compita I'attuale , ha divisato di fare dell' opera sulle porte greche e romane che si sta pubblicando in Londra dall' esimio architetto. signer Tom- maso Leverton Donaldson , la quale pub considerarsi una PARTE ITALIANA. 255 coiitinuazione cli qaella dello Stuart. Dopo tutto do noii sa- ijremmo clie raccomandare agli studiosi d'arcliitettura le fa- ticlie del sig. Giulio Aluisetti, sicconie meritevoli d'' Incorag- ffiamento e di premio, e nel tempo stesso far voti che si fornii anclie fra noi una societa di dilettanti la quale prenda a jjroteggerle. Clie se egli trovasse essere noi incorsi in qualclie espressione die lo accagionasse di lentezza, voglia egli attribuirla a quel vero aniore dell' arti che si conipiace nel vedere Ijene incamminata una pregevole e vantaggiosa produzione, ed a quell' ansia, die ne consegue , di vederla prestamente e del tutto eft'ettuata. Fabbrlche antlchc di Roma , disegnate , descritle e pubblicate dall archltetto ingegnere Francesco Tur- coNl. — M'dano , presso I editore. — Vedi Biblio- teca italiana , tomo 6i.°, marzo , i83i , pag. 2>^.6. Anclie quest' opera , cui finora haniio servito di base principale gli studj fatti dagli arcliitetti gia peiisionati a Roma dal Governo, ed i modelli esistenti presso PI. R. Ac- cademia delle belle arti in Milano, procede verso il suo termine con celerita e con pari diligenza di quella con die fa intrapresa. Anzi per rispetto alia seconda di queste condizioni troviamo 1" editore meritevole di elogi , giacdie ci sembra cli' egli lungi dall' abbandonarsi a quella svoglia- tezza e a quel rafFreddamento che suol d' ordinario inco- gliere chicchessia dopo un lungo operare , a niano a mano die si succedono le distriljuzioni , acquisti maggior lena e vigoria. La prova di questa nostra asserzione ciascuno puo procurarsda nierce della revisione e del raflVonto de' fascicoli iinora puldilicati. Noi stiamo esaminandone il decimonono, die comprende i dettaqli del tempio di Giove tonante e delle terme di Diocleziano , e pel vero provianio tutto il compiacimento nel riscontrare con qual gusto, nitore, flui- dita , squlsitezza ed intelligenza sono delineate quelle de- corazioni. Cosi dovreljbero trattarsi tutti i lavori d'arte; cosl si procaccinno vantaggi e onori a se ed al paese cui si appartiene. II lodato autore poi die con tanto impegno si adopera nell' esecuzione delle tavole, per vie meglio rendere prollcua 1' opera sua, ci promctte di dare in fine, oltre la descrizione di esse , un breve cenno storico del- r epoca di ciascun monumento e dell' autore che lo av'ra ideato e condotto. 256 APPENDICE. Teatro universale , Raccolta enciclopedlca e scenogra^ fica. — Si pubbllca in Torino col mezzo del torchio meccanico inglese per cura ed a spese di una societd di librai itcdiaid. — Torino , presso Giuseppe Poinba e Gaetano Balbino , 4.° gr. fig. — Ne sono uscid finora \o fogli di otto pogine ciascuno , e per S2 fogli contenenti 2S0 tavole incise si pagano lir. 7 ital. In Milano presso i principali librai. I titoli speciosi di Teatro del mondo o del Globo ter- racqueo , di Teatro o Magazzino pittorico 0 pittoresco , di Teatro universale e simili toiti dalla scenografia die in ad- dietro eransi usurpati dai soli geografi, dagli Ortelii, dai De Linda , dai Blavii o Bleau ecc. , sono ora divenuti co- muni a varj giornali, arriccliiti di figure, sovente ben incise , e non solamente in Ingliilterra , in Gerniania , in Francia , ove si sono rapidamente moltiplicati , ma anche in Italia , ove si sono intraprese opere di questo genera in Venezia, in Genova e piii recentemente in Torino. Sia lode a questi benemeriti intraprenditori , il cui lodevole scopo e quello di offerire ubertoso pascolo all' occhlo e alia mente , di propagare e diffondere le piii utili cogni- zioni, di risvegliare Tinteresse d' ogni classe di persone, deidotti, degli artisti , dei meccanici, dei naturalisti, degli antiquarj, degli uomini, delle donne , e quasi diremmo dei fanciuUi , e degli oziosi o poco istrutti^ mettendo a comodo di tutti I'acquisto di simili opere col piii leggiero periodico dispendio ! Le incisioni che adornano in copia questi fogli , e massime il Teatro universale di Torino , portano seco loro il vantaggio d' invogliare a scorrere i diversi articoli ai quali si riferiscono, e d' imprimere piii fortemente le cose nella mente de' leggitori. Venendo ora a parlar direttamente del suddetto Teatro Universale, pare a noi die, per quanto si puo rilevare dai numeri finora usciti in luce, esso si raccomandi assai bene e per la bnona scelta di svariati argomenti , e percbe delle cose italiane si mostra particolarmente premuroso. Laonde la lettura di esso tornera per I'ltaliano piii proficua di queUa delle raccolte straniere di simile fatta. Ancbe plu accetto si rendera questo foglio periodico , se gli editori vorranno por mente che le incisioni raeccaniche riescano tutte nette e precise come non poche fra esse , le quali PARTE ITALIAN A. iS^ sono abliaslanza lodevoli ; che , t'acendo parola di animaU» monumenti od altro , non si dee oinmettere di acceniiarne le dimensioni , o d' indicare la proporzione che passa fra r oggetto reale e quello rappresentato nella stampa ; che senipre si faccia uso di un eguale sistema di pesi e mi- sure i che iiiiahnente accenuando un fatto speciahnente storico , si eviti una soverchia concisione , ed ia vece si ricliiamino alia mente di volo le cause che lo produssero, e si noti qualche accessorio che lo accompagno e le coa- seguenze che ne derivarono , il che contribuira noa poco a rendenie la nozione meno sfuggevole e indeterrainata. Per cio , in vece di porre nelle Effemeridi storiclie o bto- grajiche due o tre fatti sotto una medesima data , meglio sarebbe porne uno solo, ma piii difFusamente trattato. Con tali avvertenze questa raccolta non solo sara da preferirsi per gl' Italiani alle straniere , ma queste ben anco , alnieno dal lato del testo jjotrebbono dalle italiane superarsi. I S C I E N Z E. II Seminaiio ecclesiastico , o gU otto giorni a S. Eusebio in Roma, opera del dottur Agostino Theiner scrltta ill tedesco , e recata in italiano da.Giaconio Mazio. — Roma, 1834, "'^^ Collegia Urbano , in H.'^ di circa 5oo pagine. 11 volgarizzamento di c£uesto libro e stato pubblicato In Roma prima che il testo originate tedesco sia puljbHcato in Germania , trovandosi esso tuttora sotto i torchi a Ma- gonza. L* oggetto che Tautore iutende di mostrare , e la moltiplicita e T utilita dei seminarj chiericali stabiliti tra i cattolici, lodando moltissirao que'religiosi che per isti- tuto coltivarono e coltivano questi pii staljilinienti , quali sono i Padri della coiupagnia di Gesu. Dopo alcuni cenni premessi dal traduttore suUa vita dell' autore , il quale benche giovine , non fu sempre fervido zelatore del catto- licismo in Germania , si legge una lettera del medesimo autore al ch. sig. prof". Moehler , cui e dedicata 1" opera , ove si espongono i niotivi pei quali vi si e accinto. II libro e diviso in tre parti o epoche diverse , seguendo r ordine cronologico. Imperocche nella prima parte trattasi delle chiericali istituzioni di educazione sino al regno di Ribl. Ital T. LXXV. 17 ^58 APl'ENDICE. Carlo Maguo: iiella seconda, delle medeslme istitnzioni dalla eta di Carlo Magiio sino ai tempi del Concilio di Trento; e nella terza assai piu diffusa meiite parlasi della storia e della condizione dei seminarj cliiericali dal Concilio di Trento sino ai tempi nostri. Siegue un' appendice di do- cumenti concernenti la storia dei seminarj cliiericali ecc. Sulla Memoria del professore D. Giovanni Finazzi intorno alia eloquenza delle prediche quaresimali di Paolo Scgneri. Considerazioni di Luigi Pezzoli. — Venczia, i833, presso il librajo al ponte di S. Moise, dalla tipografia di Q. B. Merlo, in 8.° Nel tomo 62.° pag. 24.9 di questo Giornale noi parlando del Saggio di sermoni sacri di Lorenzo Sterne , tradotti in Italiano con una lettera sul metodo di predicare adottato dull' abate Giuseppe Barbieri , accinti ci siamo a difendere il Segneri contro le detrazioni clie al nierito di lui face- Vansi dall' autore dell" aiinunziata lettera. E il nostro dire sembravaci grave e convincente. Tuttavia nel tomo 63.° di questo medesimo Giornale parlando della Memoria delPabate Finazzi intorno alFeloquenza dello stes*o Segneri , bramosi d" incoraggiare il giovane autore , die per la prima volta assaggiava il giudizio del pubblico , usammo di parole che tornavano a lode dell' autore , e che a talnno sembrar po- tevano fors'anclie in contraddizione con cio che su quella lettera erasi da noi proferito. II nostro articolo pero, quan- do venga ben ponderato, riducesi ad un semplice sunto della Memoria dell' abate Finazzi, sebbene commendato ne alibiamo lo stile e raccomandatone il lavoro specialmente agP iniziati nella sacra oi'atoria ; perciocche e sempre utile ed opportunissima cosa T avvertire i giovani de' difetti che per avventura incontransi anclie nelle opere de'grandi scrit- tori. Del resto serl^avansi tuttora incoacussi gli argomenti da noi nell' altro articolo riferiti in difesa del Segneri. Ora le Considerazioni del signor Pezzoli ci aprono un nuovo campo , in cui farci a difendere vie piii vigorosa- mente 1' onore di quel principe della sacra italiana elo- quenza. E primieramente a noi ancora sembra impresa sconsigliata e pericolosa lo spargere biasimi od il far in- vettive contro quegli uomini che dal consenso di tntte le eta e di tutte le genti sono tenuti in pregio di sommi c r\UTE ITALIANA. 269 reverenili. Si coinmette per tal inodo verso di essi uq' a- perta inginstizia ^ si atteiita al decoro che dai graiidi pro- viene noii alle sole nazioni a cui appartengoiio , ma a tutto il genere umano ; ed e nna miserabile presnnzione quella di volere die uu solo , un povero voto prevalga a quel costante ed universale consenso ; ed in fine si ritarda il progresso e si rendono incerti i passl di quelli che ponen- dosi nelle orme segnate dagli eccelsi ingegni e seguendo , per cosi dire , la luce della loro gloria potrebbero ad illu- stri mete arrivare. Percio e deguo di siugolar lode 11 signor Pezzoli , il quale si fece , non direuio difensore, ma piut- tosto vendicatore del Segneri , di quel Segueri clie diffuse dai pergauii italiani una eloquenza immortale, e di cui re- centemente il professore Finazzi scrlsse, fra le altre cose, essere la dottriua di lui " non attinta dalle opere dei SS. Padri , non abbondante , non sebietta, non celestiale, » es- serne le parole talvolta indecenti e nauseose , talvolta per- sino laide ed impudicbe >i ; lo stile « non essere improntato di quel decoro che ad un sacro oratore e richiesto , ed in molti luoghi accostarsi alio stile buffonesco. » II sig. Pezzoli, gia chiaro per altre produzioni, saggiamente avviso di non argomentare contro siffatte sentenze ; che il far cio sareblje stato del pari inutile e sconveniente. Perocche e senza dubbio proficua e lodevole opera il rllevare le mende che talvolta anche nei famosl scrittori si trovano : ma si deve rilevarle con modestia e con quella trepidazione con cui i minori parlar deggiono dei maggiori ^ e coll' avvertenza soprattutto , che per, far evitare ai giovani il pericolo di prendere i dlfetti per Ijellezze non gli si faccia incorrere ill quello di perdere il rispetto che ai grandi maestri e do- vuto , e che forma il principale ed il piii valido presidio di ogni tiroclnlo. Le osservazloni del Finazzi sulle prediche del P. Scgneri bono di tal natura che basta che sieno notate , perche dai saggi e ben veggenti ne sia fatta giustizia : ed appunto il Pezzoli le nota con gravi e severe parole ; delle quali ad esempio ci piace riportar le seguenti , con cui Tautore pro- cede a conchiudere la sua scrittura : " Noi non ci dorremo che venga oppugnato queirunico, che questa nostra contrada gia si doviziosa nel resto puo contrapporre ai capi-scuola stranieri ; ne perche un Italiano conculchi il piii reverendo ouore deir Italia : essendo gia questa ulcera aatica , che 2.6o APPENDICF. non rifinisce dl dilatarsl e roder mai seinpre. Noi non pre- tendiamo die 11 sacerdote Finazzi, rapito dallo ispirato dire di quel divino , abbla sensi istupiditi per tutto cio die di umano in esso liii vi puo essere , od alineiio non abbia bocca per darlo alia tromba. In somina noi non vogliamo violentare il professore di filologia latiiia e greca, di storia universale e di sacra oratorla, ed entrar in cjuel muiiero di pregiudicati e fanatici die rlveriscono in Segneri la pa- rola e Fopera, Tesemplare eresempio; solamente ci pare die avrebbe dovuto seguire altro modo nel suo discorso , e per essere in concordia con se gran vantatore di rispetto e di modestia verso un tanto oratore , e per vantagglo della causa impresa a trattare, e da ultimo, maestro die egli e , per insegnare a' suoi scolari con quale cortesia di maniere debbasi addolcire F acerbita della critica , massime poi quand' essa niiri a segno alto ed illustre. )/ Nobile pertanto fu il pensiero del Pezzoli di sorgere colla sua voce a pro del Segneri e di non permettere die fosse denigrata una delle piii splendide glorie delF Italia ; e lo- devole e saggio fu a parer nostro il modo con cui man- dollo ad effetto. Ma e per noi giusto argomento di dolore die questo atto cortese e pio abbia concbiuso una vita die fu tutta di bei costumi ornata , e tutta dedicata alle ottime discipline. Luigi Pezzoli niancb a' vivi in Venezia la mattina del giorno 28 dello scorso marzo nell" eta di anni 63 , lasciando in quelli che lo conobbero sommo de- siderio di se , ed alia patria un copioso numero di com- ponimenti da lui in varj tempi dati alia luce e sempre con plauso ricevuti. Poiclie egli era buon poeta e prosatore elocfuente, era fornito di soda letteraria erudizione, e molto addentro erasi posto nello studio della italiana favella; era in singolar modo tenero dell" onor nazionale , sincere e caldo animiratore del vero merito ;, e degl' ignorant! e dei vili piuttosto sdegnoso die nemico. La Morsicatura delle vipcre siccome riinedio degli ani- mali rabidi , pensamend del dottor Giovanni Ta- LAZziNi. — Bergamo^ 1884, ^" ^-"j di pug. 64. II sig. dottor Palazzini librato imparzialmente il A'alore di quanti mezzi vennero sinora pro^aosti nella cura della rabbia canina , e trovatili inefficaci , perche svolto che I PARTE 1TALIA.NA. 26 1 questo terribile malore si sia, la perclita e irreparabile, mo- stra per parecchie forti ragioni noa essersi dato peiisiero come si doveva in tanto sgi'aziato caso della possa medi- cinale che ne puo venire dalla morsicatura della vipera. Riferiti impertanto e disaminati con tutta imparzlalita i poclii fatti resi di pnbblica ragione in favore e contra questo rimedio , i quali mancherebbero di tutte le necessarie par- ticolarita per averneli in giusto conto , pargli die tornare debbasi alle prove , onde " assicurare per tal via uno dei » piix grandi e classici trovati di cui possa mai augurarsi « rumanita e la inedicina , qual sareblie in vero il rime- " dio della tremenda idrofobia , o cancellare per sempre >i dagli umani pensieri la suspicata virtii raedicinale delle- » viperine morsicature. " Ma poniamo .... che il fatto, che la cura degli ani- » mali idrofobi la merce del veleno viperino resti nella >i primitiva osrnrita ed laccrtezza. In tal caso, presi al- >i meno dal nolaile desiderio di rinvenire e di afFrancare » una volta finalmente la vera azione della rabbia sopra >> gli organici tessuti, loche sarebbe ad ogni modo uno » dei pill stupendi trovati , ed un lume vivissimo onde >; riscliiarare quindi innanzi le tenebrose vie della cura , >» facciamo alia guisa dei matematici , i quali di mezzo )/ alle non rare loro incertezze del calcolo giovansi di una >» cifra cognita per andar cercando \ incognita. » A tale effetto il nostro autore vuole che sia fatto ad- dentare da vipera sana, maschia , vigorosa, gia molto in- stizzita in uno o piu punti Tuomo o il bruto in cui co- mincino i primi sentori della rabbia, od anche a morbo inoltrato , ma non a quegli estremi nei quali ogni medi- cazione e vana; e trovata insufficiente la vipera comune si ricorra al coluber dipsa dal veleno piu gagliardo, piii pronto e piu diffusivo. Per tali prove, lasciata da banda la lieta fortuna della guarigione , cui non si alte poggerebbero le speranze del slg. Palazzini, secondo lui una delle tre se- guenti cose soltanto puo intervenire : i.° o per isvariati modi di morsicatura viperina il rabbioso muorsi col solito suo apparato di sintomi, e dentro il solito tempos e allora anche questo rimedio svergognato andra a perdersi nel no- vero degli altri mal riusciti , senza che si possa percio rim- proverarci aver arrecato alcun danno, poiche anche al non avere cosi operato V infermo correva alio stesso termine ; 26a ATPENDICE. a.° o il rabliioso plu pi-esto muoisi, e tra maggloi'l strazj ed amljasce , e noi avrennno chiarlto che il veleno idro- fobico ha azione identica e congenere a quella del veleno viperino , e quindi potreinmo con bnon fondamento darci attorno a cercare riniedio che riesca a debellare esso ve- leno idrofobico , come si riusci a far nuUo il viperino ; 3° o si e giunto a scemare alcun che V oi*ribiIe patire deir idrofobo , ed a prolungargli 1' esistenza oltre i soliti confini in cui e ristretta , e saremo avvertiti che i due veleni adoperano in senso tra loro opposto :, per cui a inetter del paro i gradi delle rispettive azioni converra maggior novero di morsicature, per nulla avendo a temere di dare in eccesso, essendo in nostra balia toglierne e ri- pararne gli eiTetti , o potrassi ancor ajutare T azione del morso viperino con alcun rimedio che al par di esso ado- peri in opposizione al rabbloso prlncipio. Di questa ma- niera col ripetere in cento modi le niisure e le prove forse perverrassi al desideratissimo segno di frenare e di vincere V indomita e terrlbile idrofobia. Ove poi a somma sventura dell' umanita tutte queste prove dessero in nulla, rimarra ancora da usare il veleno viperino, od in prevenzione a guisa di morboso innesto , secondo i pensieri del Gauchi , o quale rimedio profilattico adoperato ad impedire che la ral^bia appiccata per la via del morso si svolga. Al qual fine " si potrebbero a dirittura >> far mordere dalle vipere gran numero di cani, e tenuti » poi in osservazione, vedere se appiccato a loro, o per » accidente, o per arte la merce del morso, il principio >> velenoso dell' idrofol^ia , a tutti, a pochi, o ad alcuno » soltanto si ajiprenda : in chi il velenoso rimedio avvampi » piu presto e piu feroce , ed in chi piii tardo e piii » benigno: finalmente se li conduca a rabbiosa morte, come „ di solito avviene , o solo a piii o men grave pericolosa !> malattia ? >> Noi non possiamo non convenire nei pen- samenti del nostro autore, rinvenendoli fdantropici e ragio- natii e chiuderemo qnesti nostri brevi cenni colle medesime sue parole : " Chi sa non venga il tempo onde i serpenti » venerati dalla piii remota antichita qual simbolo della w medicina si abbiano con piu giusta ragione a venerare » quindi innanzi non come fatui simulacri del mistero e » della superstizione J ma quali benefici istromenti desti- » nati a vincere iinalmente T indomita e tremenda idro- » fobia. » F. PARTE ITALIANA. 263 Tratlato filosofico sperimentale del soccorsl tcrapculici diviso in quattro parti, farmacologia , applicazioni meccuniclie , dictetica , medicina , morale , del dottore Giacomo Andrea Gijcomini, P. O. di medicina teorica, e snpplente alia clinica medica pei chiriirgi ncll I. R. Universitd di Padova. — Padova, i833, CO tipi del Seminario, tamo i.°, fasc. i.° e 2°, di pag. 426. Prezzo austr. lir. 9, cent. 7. " Tentasi per iioi con quest' opera di ottenere clo clie ne " i singoli autori ottennero ancora , ne le intere accade- " mie , di ridurre cioe la materia medica a principj de- " teraiinati di scienza . . . . e cosi levarla da quelle incer- " tezze e da quelle miserle che tutti le hanno sempre " rimproverato .... E ia Italia singolarmente i medici sel " sanno, che quasi ad ogiii passo per medicar con fortuna " sono obbligati a porre in non cale i libri di materia » medica, e a trasgredirne i loro precetti .... Alia quale » materia niedica T esperienza non manco maij le manco >i il retto modo di sperimentare , le manco la filosofia di y> trarre giuste deduzioni dagli sperimcnti , quella fdosofia )/ che oggi jevera , fervida e prepotente piu che mai do- it mina nelle mediche discipline . . . E gli ostacoli e massime " quello reso inevitabile dalla vastita dello studio , dalla n ristretta sfera di capacita di un uomo dovrebl3ero essere » per me minori che per molti altri. Imperocche destinato » per sovrana volonta da oltre nov' anni alia pubblica II istruzione, non vi ha ramo di studio che sia integrante II alia medicina che io non abbia dovuto insegnare dalla II cattedra , non pure esclusa la medicina pratica , perche II fortuna per me oltremodo propizia voile , che pur da tt tre anni destinato fossi a dirigere in qualita di sup- II i^lente la clinica medica pei chirurgi .... Su queste av- II venturose occasioni ho fondato gran parte di mia cre- II denza che Timpresa potesse riuscire . . . . e non riuscendo II menomamcnte, restera pero sempre iin trattato farmaco- I) logico come gli altri. E in fatti la riforma che per noi II si tenta ci conduce, a dir vero , a rovesciare dalle fon- II damenta 1' edificio farmacologico che ora esiste, e a " costrtiirlo su nuove basi, ma i materiali sono pure gli II stessi .... Laonde gli errori che io v' introducessi non " sare])ber gia nella materia , ma nella disposizione delle 264 APPENDICE. » parti, neir arcliitettura, nel cemento, per cosi dire, filo- n sofico e razionale che deve conginogerle a fare uii corpo.>/ Cosi il sig. professore Giacomini nella prefazione dell' opera clie aiinunzianio;, in sulla quale, poiclie si parla di riforma, non credianio fiiori di proposito il portare alcune riflessioni, persuasi che quelP egregio antore durando nella dichiarazione emessa a pag. 14, non sara per averle in mala parte. E prima di tutto ad oner del vero opporremo franca - mente al professore di Padova , non doversi considerare, com' ei fa (pagina Sg), la farmacologia nella condizione in cui era prima degli ultimi anni del secolo XVIII, e darla come presentanea: ma si nella vera in cui era rin- viensi (i): in allora non rinverrebbesi la meschina senza filosofia , com' egli ce la da , bastando senza pla a con- vincerne in prima 1' opera sola di Carminati, poi quelle di Barbier e di Hartmann , per non dire delle lezioni clie gla dettava nel ticinese Ateneo il fa cavaliere professore Borda. I quali autori e luassime gli ultimi a chiarire I'azio- ne dei rimedj s'attennero alia prov^a sui bruti, alia prova suir uomo sano , e sull' ammalato ; e per cio attinsero a quelle fonti clie il nostro riformatore or mette innanzi cjuasi come d' esclusiva pertinenza della sua nuova far- macologia (pagina 80 ) , e come fin ora mal conosciute, mentre e gia da qualche lustro che sono piii che mai comunali , in modo che non ci ha farmaco che appena di alcuna attivita sia che questa non rinvengasi cosi rin- francata. Appresso , mal comprendesi che il signor Gia- comini dire si voglia coll' es25ressione di ridurre la ma- teria medica a prinripj detemiinad di scienza , poiche se per istessa concessione sua la materia medica e scienza puramente sperimentale , i risultamenti dell' esperienza ne costituiranno sempre 1' essenza , e conseguentemente questi ne saranno i principj determinati. I quali risultamenti al non esserle mancati mai, essa non fu pur mai senza prin- cipj determinati. D' altra parte se i principj determinati di (i) Non e chi non possa maravigliare al leggere il seguente periodo , che appena tollererebbesi in risguardo alia materia medica di qualche secolo fa. « Qiieste sono le principali scaturi- 3> giui degli errori , che tenuero fin qui la materia medica nello >i stafo d' imperfezione e di tenebre in cui si trova , e impedi- M ronle di prendere fra le scienze fisiche c[uel rango , a cui ci » pare oggi peter essa con diritto pretendere ( pag. 78 ). ■» PARTE ITALIANA. 265 una sclenza s'attengono strettamente alia materia che essa scienza costituisce, non si sa intendere come, lasciato da banda 1' intriiiseco dl essa materia, colla sola semplice ri- forma della cUsposizione delle parti, dell' arcldtettura , del ceniento che deve tenere collegate esse parti si possa perve- nire a ridurre la scienza medesima a determinati principj. L'autor nostro quindi adoperando secondo le anuunziate nor- me, bisogna di forza die termini per compilare una far- macologia la quale non diversificliera dalP altra , die per la maniera di disposizione de' materiali;, sebbene anche a rispetto potrebbesi fare alcuna eccezione. E che tale nostra proposizione non sia arrisdiiata ri- levasi di prima giunta dagli stessi cardini fondamentali di farmacologia , che a guisa di nuovi trovamenti I'autore emette. Prime dei quali cardini e quello di doversi nei rimedj distinguere Tazione meccanica dalla dinamica, distin- zione generalmente ammessa, e che per non uscire dai citatL Barbier ed Hartmann , questi due autori con validissime ra- gioni sostengono (i). II secondo cardine sta in cio che Ta- zione farmaceutica di ciascun rimedio vuolsi distinguere ia primaria ed intrinseca, ed in secondaria e relativa, doven- dosi pera riienere die tale azione e una e sempre quella per quanta differenti agli occhi nostri si mostrino gli effetti nei varj casi di sua appUcazione. Questa distinzione sotlo piu giusto aspetto e in attenenza ai reali discernibili risultamenti del- r azion de' rimedj riscontrasi in Barl^ier nei capitolo " il est necessaire d'etablir en matiere medicale une distinction entre les effets immediats et les eftets secondaires des me- dicamens >i ove avanza che " ces produits (d*un luedi- canient) si divers tiennent a une meme operation pre- miere , et le medicament a toujours agi de la meme ma- niere. >> (2) E perb T accennata distinzione nei modo che intendela F autore e fallace , siccome or ora in parlando della virtu dei rimedj si vedra , in quanto che la forza loro intrinseca e primitiva e non piu che immaginaria , e la secondaria reale. Terzo cardine e che i rimedj denno essere classificati secondo la loro azione farmaceutica intrinseca e primitiva , e gli effetti secondarj denno indicarsi nei casi (i) Traite clement, de matiere m^dic. Paris, i83o. T. I, pag- 144 e iSq. — Hartm. Farmacologia dmamica tradoita in itahano •» toino I , pag. C)j e seg. (2) L. c. pag. 149. 266 APPENDICE. speciali e unitamente alle circostanze die concorrono col ri- meclio a produrli. E poiche qui importava che fosse chiarito in die consista tale azione iiitrinseca e priniitiva, la quale per cio ch' e delFesseiiza sua non cade sotto i sensi, 1' au- toi-e comincia dallo stabilire, clie in natura la materia e secondaria alia forza , onde la vitalita e pnmaria all' orga- nizzazione , o a piii cluaro dire la vitallta ha esistenza prima dell' organizzazioue. La quale vitalita non di meno non dee considerarsi in astratto , ma ha un soggeuo nelV or- ganismo , al quale e inerente, e come a dire , rappresentata , e che e il sistema nervoso dei ganglj e dei plessi. Su di questo sistema quindi, in sense dell' autor nostro^ operano i rimedj movendo la reazione di quella forza che ci e ine- rente , ossia della vitalita , giacche il primitivo intrinseco e costante effetto del rimedio e questa reazione, che la vitalita oppone all' impressione sua ; e il quale effetto primitivo non pub nei sensi nostri manifestarsi , se non coi fenomeni che nelle azioni dei varj organi si osservano mutati, perciocche V attivita stessa che li detennina e mutata ; ben inteso che essi fenomeni svariano a norma del grado di vitale reazione e deir organo in cui intervengono; e piii particolarmente ancora a seconda delle accidentali e morbose condizioni in cui esse organo si rinvlene , scaturendo in questo caso gli effetti secondarj ed estrinseci all' azione del rimedio. Dietro tale idea dell' azione primaria ed intrinseca dei rimedj e della vitalita , questa come forza iinica e semplice per la possa di essi rimedj non puo che in due determinati modi cambiare lo stato suo , innalzandosi cioe al disopra del grado in cui era, od abhassandosi al disotto di esso ; per cui ci avra due classi di rimedj , gli abili cioe ad arrecare il primo modo di cambiamento, e che percio si chlamano iperstenizzanti, e gli abili a dare il secondo ossia iposte- nizzanti. E siccome 1' esperienza dimostro , che ci ha ri- medj che inducono in modo arcane particolari efietti, cosi si aggiugne una terza classe col nome di specifici od empi- rici. L' impressione poi piu pronta e piii intensa sulla vi- talita di una parte e di un organo stabilisce gli ordini. Ognun vede che questa maniera di disposizione dei ri- medj alia fin fine e quella stessa che da piii anni sie- guono i cosi detti controstimolisti o riformatori italiani , disposizione che ginstamente Hartmann dice imperfetta (i) (I) L. c. pag. 97. PARTE ITALIANA. 267 mancando al tntto di fondamento teorico colPaver preso per princlplo una qualita occulta , e non poteisi percio inteii- dere il divei'so inodo con cui i medicament! operano in suir energia vitale , e conseguentemente non esser date fermare esatta divisione. L' autor nostro per altro a to- gliere la difficolta di qualita occulta estimo di stabilire una forza vitale rappresentata da uno speciale sistema , clie sarebbe il gangliare. INIa questa ipotesi manca di fatti con- cludenti die la rinfranchino, mentre ripugna ai piu ovvj principj di fisiologia , i quali dimostrano die la vitalita rinviensi non esclusivamente in un sistema solo della vi- vente organizzazione, nia in tutto cio die forma parte integrante di essa. Si aggiugne , die una forza rappre- sentata dalla materia deve di necessita soggiacere a tntte le niutazioni in cui essa materia puo cadere , e conseguen- temente i cambiamenti suoi non saranno soltanto in ri- spondenza alia quantita , ma ben ancbe alia qnalita , per cui non regge Tesclusivo stabilito riparto della vitalita in piu , in meno. E vuolsi ancor notare die 1' aumento o la diminuzion di grade nella A'italita non puo indurle tal cam- biamento da far pervertiti i fenomeni cli' essa move , i quali al paro di lei non potranno die accrescere o see- mare neir attivita, e non mai diversamente alterarsi , per lo die non puo insorgere cio die cliiamasi malattia. E progredendo innanzi in sul dettato dal sig. Giacoinini, se I'azione del rimedj non consiste die nella reazione che la vitalita oppone all' impression sua , la reazione essendo ac- crescimento di azione , e quindi non potendo auimettere die aumento di energia , non vi potranno essere che ri- medj iperstenizzajiti , ossia ch' essa energia accrescano, non potendo per nulla combinarsi reazione e scemamento di energia. E cosi ancora colla vitalita inerente al sistema gangliare e coll' essenza delP azione dei rimedj nei modi stabiliti dall' antore non concorda per nulla la terza classe di medicinali promoventi in niodo arcano alciini particolari effetti , poidie cio farebbe supporre avervi altre forze fuori della vitalita die risentesi e risponde alFazion loro. Da che poi i medicamenti denno curare le malattie, non pare filosolico il lasciare da banda nell' ordinazion loro i reali effetti che in esse producono , e che il nostro autore dice secondarj , per segnire un' azione inteiamente sconosciuta ed ipotetica. La qual cosa faceva gia osservare Barbier, 268 APPENDIOE. saviamente ammonendo clie : " Ce sont les changemens que le medicament provoque dans les divers appareils or- ganiques du corps , c'est la modification qu'il fait eprouver a leur tissii, que le medecin doit constater, parceque c'est avec ces effets , qu'il combattra les lesions morbides , qu'il fera cesser les maladies, (i) >/ E vedendo ammessa la vi- talita quale /orza semplice ed unica , non saprebbesi intendere come i rimedj possano di preferenza e con maggior vi- gore adoperarsi su di alcun tratto speciale : perche cio fa- rebbe supporre essere dessa per qualita diversa nei diversi trattl del vivente corpo , per cui diversificano le relazioni sue coi rimedj. Finalmente faremo riflettere cbe nell'ipo- tesi della vitalita inerente al sistema gangliare , tornava inutile il premettere la preeslstenza della vitalita all' orga- nizzazione, la quale vitalita staccata dalla materia, rimane ente astratto e clie mal si sa eve stesse, e die fosse, se non era materia, prima cbe alia mnteria si appiccasse. Singolar cosa in vero che nelV instituir noi una riforma della farmacologia ci sia forza cominciare dalla definizione e riformare pur quella {pag. 69 ) . . . . Inoltrati come ora noi siamo nel nostro argoniento , e preparati , come ci liisin- ghiamo , i leggitori nostri a comprenderla , daremo finalmente la definizione del rimedio e per conseguenza anche quella della farmacologia , che e LA scienZA CHE SUI RIMEDII SI AGGIRA (pag. 146). Da questa spiccia definizione della farmacologia in fuora, altra noi nell' opera presente non ne rinveniamo , e posta essa a confronto con quante altre definizioni ci ba,pare a noi cbe non abljia guadagnato. Imperoccbe il verbo aggirarsi in senso retto non significando che andar attomo , andar in giro , andar vagando, e in traslato avvolgersi , avvolpacchiarsi , non ne ritrovare il bandolo ^ ne viene cbe con esso tutt'al- tro^ anzi T oj^posto si esprima di cio cbe realniente vole- vasi esprimere. " La pbarmacologie est cette partie de la medecine qui s'occupe des medicaments, >> dicono i Fran- cesi. Con maggiore ampiezza altri: " Ramo della medicina cbe tratta sjiecialmente delle qualita fisicbe, proprieta cbi- micbe, e modo di operare dei medicamenti. u Ed Hartmann. " Quella parte della scienza medica cbe investiga le rela- zioni della natura esterna colF organismo raalato, dietro le (i) L. c. pag. 137. PARTE ITALIANA. ^69 quali i prodotti della stessa natura vengono all' uopo con- vertiti in luedicamentl. » Riniedio , medicamento , farmaco , sussidio farmaceutico noi chiamiamo tutte quelle sostanze che vagliono a CAMBIARE PIU' O MENO DUREVOLMENTE IL MODO DI ESISTERE DEL- l' organismo vivente , ma solo dopo essere entrate o in quanto sono entrate nelV organica assimilazione. Questa de- linizione pare a noi assai difettosa, non riferendosi esclu- sivamente al i^imedio ossia a cio che induce nel vivente or- ganismo pervertito saluiare cambiamento , ma ben anco ad altre sostanze, le quali per la via dell' assimilazione (nel senso inteso delTautore) sono del paro idonee ad appor- tare piu o meno durabili cambiamenti nella maniera di essere deH'organismo stesso. E cosi avviene, per esenipio^ dei contagi e di alti'e sostanze o potenze nocitive, die per quella via suscitano nialattie , le quali non sono clie mu- tazioni piu o meno durabili della normale condizione del- r organismo vivente. Per lo che si confonderebbero insieme potenze medicinali e potenze morbose , quantunque del tutto in tra loro opposte. Noi qui nietteremo termine a queste nostre qualunque sieno osservazioni, non volendo inoltrarci nelle singole cUissi e particolari ordini dei rimedj insinche 1' egregio autore non avra interamente pubblicato il sue lavoro , il quale per alcun rispetto parci non possa pur non riuscire commendal)ile. Intralasceremo altresi di tirare conclusioni in riguardo ai risultamenti dell' opera rafFroa- tati alle proposizioni emesse dall'autore medesimo, lascian- dole di buon grado all' intelligente lettore. Fantonetti. Manuale pratico per la cut a degli apparentemente mo?ti, premcssevi alcuiie idee generall di polizia medica per la tittcla della iita degli asfittiri, opera di Pie- tro Manni , douore in medicina e chirurgia , pro- fessore iielV Arcliiginnasio romano , ecc. , edizione se- conda. - — Fireiize, 1884, pre^y^o Leonardo Ciardetti, in 8.° di pag. 206 , con 8 tavole in rame. Ecco un lavoro di un iilantropo vero e non a parole :, ecco un libro utilissimo e degno di essere propagate , e diffiiso per tutta quanta 1' Italia , ad utilita e sollievo di 270 APPENDICE. tutti quegl' infelicl clie colpiti da asfissia, o da morte ap- parente , sono vittlma bene spesso di una morte reale , non venendo loro prontaaiente apprestati i necessari soc- corsi , onde ridestare in essi la vita. Quest' eccellente trattato si coiupone di due parti di- stinte ;, nella prima delle quali , premesse alcune idee ge- neral! suUa morte apparente, sul provvedimenti di medica polizia da suggerirsi ai governi per evitarla , e per impe- dire clie ella non diventi reale , e sui mezzi generali per curarla, si passa a parlare dal chiarissimo autore in al- trettanti capitoli dell' asfissia in generale , e delle diverse idee associate a questo vocabolo dagli antichi e dai moderni medici , come ancora della convenienza di uno stabili- mento a soccorso degli asfittici. Si fa quindi parola della necessita di avere ovunque degl' ispettori dei cadaveri , si discorre delle provvidenze da prendersi , e da prescri- versi a tutela degli apparentemente morti , come pure dei premj da concedersi a chi cerca volonteroso di salvare un asfittico. Si ragiona in fine delle precauzioni da noii trascurarsi nel prestare ojjportuno soccorso agli asfittici , dei segni clie fanno sicura, o rendono probabile la morte , oppure la vita latente , e delle avvertenze generali intorno al medicare clii e morto soltanto in apparenza. Nella parte seconda poi cominciando da un breve di- scorso intorno alle diverse specie di asfissia in partlcolare , passa quindi 1' egregio autore a trattare individuaiamente dell' asfissia per sommersione, della causa perche muojono i sommersi, del tempo che puo restare asfittico un som- merso senza morire in efi"etto, delle cautele da usarsi A'erso il medesimo appena che sia tratto dall'acqua, e della cura per insuflazione polmonare, col salasso , coll" applicazione del calore, coi clisteri di fumo , o di tepida decozione di tabacco , colla elettricita , colla tracheotomia , cogli stimoli esterni, e con altri riinedj dei piu facili e di prontissima applicazione. Cosi ancora della cura dei sommersi negli stagni j^aludosi , nell' acqua calda, nel mosto , od in altri liquidi particolari ; dei segni precursori di ravvivamento , e per ultimo dell' autopsia cadaverica, e delle cautele da usarsi coi fanciulli nei liioghi ove sieno fonti od altri re- cipienti di acque. Venendo poscia ad altre maniere di morti apparenti , move discorso il nostro chiarissimo autore dello strangola- meuto per violenza esternamente applicata , e di quello PARTE ITALIANA. 27 1 accadato per vlolenza fatta all' interno. Parla in seguito del melitismo per aria viziata dal carbone , dal vapore del inosto , dalla hirra , dal sidro e siniili ^ dai gas delle la- trine , delle chiaviche , dei pozzi profondi, delle sepolture, dei serljatoi di grano , delle sentine delle navi , e delle miniere ; ne tralascia di far parola delP aria viziata dalla respirazione di niolti insieme riuniti in luogo angusto , e mal ventilate, e da odori forti;, e parla quindi della morte apparente per respirazione impedita da soverchia rarita dell'aria, per assideramento, per fulminazione, e per pa s- sione isterica, e finalmente per accidenti occorsi ai neonati. Per concliiudere molto in poche linee diro francamente e con tmta verita , clie questo Manuale e un pieno ed ampio trattato intorno alia diflicile ed importantissima materia delle asfissie ; e vi si legge ristretto in piccolo spazio tiitto il meglio clie oggi s' insegna e si pratica in ogni paese d' Enropa , rignardo alia cura degli aslittici- Grandissima c Li dottrina die vi s' incontra , cliiaro e lucido r ordine onde le materie vi sono distribiiite, e lim- plda r esposizione delle medesime. In sonima , si pel modo onde vi si trovano scritti i precetti , si per la giudiziosa scelta dei medesimi , e si ancora per la pienezza e casti- gatezza dei documenti , si puo francamente asserire clie i niedici lianno in questo libro la miglior guida clie de- siderare mai possano per ben procedere nel filantropico itfficio di sovvenire di pietoso ajuto chi sia colpito da morte apparente ; e vi trovano i non medici quella mag- giore aljbondanza d'istrnzione che loro occorra per met- tersi in istato di comprendere cio che valgono essi a fare di meglio , qiiaado per avventura si abbattono nel duro caso di prestare si fatta maniera di ajuto a chiunque ne abbia sveuturatamente bisogno. Retribuendo adunque giuste lodi alia vera filantropia del cliiarisslmo dottor IMaiini , terminero questo breve ar- ticoletto , facendo voti sinceri onde quest' aureo suo volume circoli per la publjlica e privata ixiilita da un estremo all' altro d' Italia , e per le mani di tutti in vece di tanti inutili ed anciie jDericolosi roraanzacci clie pur troppo vi circolano , e sia cagione di salute a molti , come sono quelli funesta sorgente d' infinito danno. E chi sa mai (juanti infelici , senza il manuale del sig. Manni, avrebbero niiseramente cambiata la morte apparente nella reale! D. Valericmi. 373 APPENDICE. Nodzla sopra V applicazione deU elettro-magneiismo alia meccanica, del P. Botto. — Torino, 27 agosto 1884, stamperia reale , pug' 6 , in 8." Noi abbiamo gla avuto occasione di annunziare e com- mendare i lavori del chiarissimo professore Botto di To- rino relativi all' elettro-magnetlsmo :, ed or ci gode Fani- 1110 di sigiiificare che ei va continuando nelle sue ricerche coll' inteiidimento di applicarle alia meccanica. L' avere in- teso dai Giornali che il sig. Jacobi di Koenisberga giunse ad ottenere un moto perenne col solo potere elettro— ma- gnetico, lo ha indotto a pubblicare per era un breve cenno di alcuni suol esperimenti. L'apparato, di cui si serve, e una leva messa in niovimento dall' azione avvicendata di due cilindri elettro-magnetici fissi esercitata sopra un terzo cilindro mobile ed annesso al braccio inferlore della leva : il braccio superiore serba in perenne movlmento vertigi- nOSO una ruota metallioa che st-rvt: d.1 regolntore. I tre Ci- lindri sono eguali: nello stesso piano verticale all'asse del movimento: il cilindro medio, mentre oscilla , viene a con- tatto or con I'uno, or con 1' altro dei due altri cilindri. II cilindro medio, siccome e facile di vedere, viene alterna- mente e cospirantemente attratto e respinto da ciascun dei due cilindri fissi : percio T apparecchio si mette di per se in movimento. I chiarissimi professori e cavalieri Avoga- dro e Bidone, membri della reale Accademia delle scien- ze 5 furono presenti alle sperienze del Botto e ne rimasero amniirati. Noi invitiamo il professore torinese a promuo- vere , come fa , con accurate indagini la dottrina elettro- magnetica , la quale promette yicini troppo utili risulta- menti. Memoria geognostico-zoologira sopra alcune conchiglie fossill del calcare jurese che si elcva presso il lago di Santa Croce nel territorio di Belluno , letta al- T Accademia di Padova il i5 maggio 18^2 dal socio attivo T. A. Catullo, professore di storia nalarale speciale, ecc. — Padova, 1884, coi dpi della Mi- nerva. II luogo dal quale Tautore trasse le spoglie fossili di cui ragioiia fa parte dalle montagne alpughesi che si PARTE ITALIAN v. 2~3 elevano all' est di Belluno per formare la glogaja delta il Fine. La i-occia die ne compone le eminenze e un calcare di tinta bianco-lattea , di tessitura oscuramente cristallina, con entro pezzi ora conformati in iscliegge piatte , ora sotto semljianza di ciottoli alquanto compress! , ma che in realta altro non sono che modelli di bivalv^ tenacemente attaccati alia massa calcarea , e formanti con essa una spe- cie di pudinga atta ad essere lavorata collo scalpello. lo non conosco, dice il Catnllo , nella Veneta Lombardia altro calcare jurese die sia tanto ferace di spoglie organidie fossili , qiianto e qiiello del Pine, ond' e a credere die la struttura in apparenza saccaroide del medesinio sia dovuta a frammenti di gusci , die per essere spatiilcati danno alia roccia Taspetto cristallino. Qnesta roccia linisce inferior- mente senza assnmere la struttura oolitica , e sotto via le corre un calcare grigio , conipatto , pieno di gusci di bi- valvi pectinate , tutte del genere delle terebratule. Quant'e alle condiiglie fossili del calcare superiore glova in primo luogo sapere cli' esse , comeclie proprie del cal- care jurese di varj paesi , non si ripetono pero die in qualclie raro luogo delle Venete provincie , cioe nei con- torni di Roniagnano, nel Veronese e nel monte Fenera non luugl dal paese di Asolo. Tali fossili sono la piii parte sferuliti ed ippnriti , vi si aggiungono plagiostome , grifee ed alcuni altri. L'autore descrive ed illustra molto accurata- mente le varie forme in cui si presentano le sferuliti, non essendovi, dic'egli, per quanto sappia, alcun'altra concliiglia fossile che mentisca fattezze cosi disparate fra loro , come quelle che sono offerte dal solo genere sferulite , onde varj naturalist! furono tratti nelF errore di trovarvi materia a comporne generi difTereuti quali sono quelli onde nacquero le dcnomlnazioni di birostrite e radiolite, ovvero di ostra- citi , ortoceratiti e camiti. Rispetto agl'ippuriti osserva die quelli di volume maggiore , messi al paragone de'piii pic- coli , manifestano dift'erenze essenziali e costanti si nella struttura del guscio , die nelle fattezze esteriori del mo- dello , onde ne fece due distinte sezioni. Termina la Me- moria colla descrizione delle specie organidie fossili che si trovauo nel calcare jurese dell' Alpago ; tutte specie nuove , e die da belle tavole litogralidie si veggcno rap- presentate. B. Bibl. hid. T. LXXV. 18 374 APPENDICE. Osservazioni sopra i terreni postdiluviani delle provin- cie Austro-venete dl T. Antonio Cjtullo prof, di storia naturale speciale neltl. R. Universitd di Pa- dova, ecc. — Padova, 1884, coi dpi della Minerva, in 8.°, dl pag. 94. Prezzo lir. 2 aiistr. II trattare de' terreni postdiluviani delle provincie Venete ( non omessi , com' e intenzlon dell' autore , i terreni piro- geni ) e un dare la descrizione geologica delle medesime per quant' e la loro parte clie forma soggiorno dell'uomo, e subbietto delle sue agricole cure : quindi ognun vede I'importanza di un tale argomento, gia si lodevolmeate trattato dal Breislak riguardo alia provincia di Milano ; o si rallegrera die un geologo di tanto nome , e clie il ve- jieto suolo fece continuo soggetto de' suoi studj , qual e il prof. CatuUo, n'abbia fatto materia a dissertazioni desti- nate alia pubblica luce. Quella che annunziamo ti-atta del terreno alluviale , ma verra tosto seguita da un' altra che trattera di quell' altro terreno postdiluviano la cui origine puossi ascrivere a cliimica operazione. Frattanto divide r autore , secondo Brongniart , il terreno alluviale in ciot- toloso, in fitogeno, in argillaceo e sabbionoso. Quanto al terreno ciottoloso , dimostra che i ciottoli sparsi nella Ve- neta Lomljardia sono stati la condotti ove oggldi li tro- viamo , non gia dal mare , ma da' fiumi , di cui vario il corso nel volger de' tempi, siccome con molta erudizione comprova particolarmente rispetto all' Adige e al Piave. Nella descrizione del terreno fitogeno annovera diligente- mente i molti depositi di torbe che sono sparsi nelle Ve- nete provincie, e mosso da lodevolissimo zelo raccomanda, siccome gia fece ne' suoi elementi di mineralogia , che » bisognosi come siamo di combvistibili , sappiasi per noi meglio che non suolsi apprezzare e a profitto condurre co- tal ricchezza di torbe. Viene per ultimo al terreno argil- laceo e sabbionoso, ed eniimera e descrive le argille piu comunemente usate nella fabbricazione delle pentole , o piu abbondanti di conchiglie fossili , delle quali porge un elenco munito di opportune dichiarazioni. 2-5 V A RI E T A. GEOLOGIA. Sul terreno terziario subapennino , ed in pardcolare sulla collina dl S. Colombano. Memoria geologica di Filippo De Filippi , alunno dell I. R. Collegio Ghislieii in Faiia. Jl colle dl S. Colombano, distante all' incirca tre niiglia dalla riva sinistra del Po , si prolunga nel territorlo di Lodl , f'ormando un' emlnenza contliiua pel tratto dl due leghe. Le vaste pianure del Milanese e del rlmanente Lo- digiano lo separano dalle falde delle Alpi ; un tratto di terra di sel miglia circa, in mezzo al quale scorre 11 Po, lo divide dai colli subapennlni, al sistema de' quali e per ogni rapporto riferibile. AH' appoggio di questa verita no- tererao a tempo debito , come tanto i material! die costi- tuiscono la collina in discorso , quanto gli avanzi organici fossili ell' essa raccbiude in tanta copia , riconoscano per la massima parte gli analogbl nella catena terzlaria sulaa- pennina. Prima pero di scendere a queste particolarita , ci sia leclto ritoccare un quesito geologico di molta Impor- tanza, die forse non ebbe finora un soddisfacente sciogli- mento. Se 11 mare dell' epoca terzlaria occupava tutto il seno eompreso dalle Alpi al nord e daH'Apennino al sud , per- cbe i depositi marnosi concbigliacei die formano una linea non mai Interrotta al lato meridionale di questo seno, man- cano quasi affatto nella pianura lorabarda e lungo le falde alpine die la rlsguardano ? Tre princlpall supposlzloni emisero finora 1 geologl alia spiegazione di questo fenomeno. Breislak oplno che i de- positi dl queir epoca, uniformemente sparsl nel fondo di quel golfo, siano statl trascinati dall' impeto dclle correnti, air atto die 11 mare fu obhligato impro\'\'isamcnte a rl- stringersl nei limiti attuali , lasclando pero qua e la Indizi eviUenti del suo antico domiuio. aj6 V A R I E T a'. Quest' opinione , oltre nou essere convalidata da alcun fatto 5 obbliga 1' intelletto ad uao sforzo troppo grande , onde immaginare una catastrofe capace di sgonibrare I'esteso piano lonibardo da rilevanti deposizioni conchigllacee che lo dovevano tutto coprire , lasciandone al lato del mede- simo una linea non mai interrotta. Pill consentanea ai fatti e la seconda supposizione, quella cloe che i terreni conchigliacei delle colline oltrepadane , continue in tutta la pianura sino alle falde alpine , siano stati ricoperti dalle successive alluvioni , al disotto delle quali non si giunse finora a discoprirli. Riferisce il Val- lisnieri che in occasione dello scavo di un pozzo nella pro- vincia di Mantova , si giunse ad un banco di conchiglie. Questo fatto, che finora non si e mai ripetuto in altro luogo della nostra Lombardia , da luogo a credere clie il banco suddetto non sia che un' appendice de' terreni conchigliacei del contiguo Veronese. Che se anche quest' osservazione non fosse unica , si dimanclerebbe aiicoru perclie al piede delle Alpi , ascendendo dalla nostra pianura^ si passa immedia- tamente dai terreni d' alluvione ai secondarj ? La terza, e quella che finora parve la piii probabile opi- nione sulla niancanza de' terreni terziarj nel snolo lom- bardo , si deve all' insigne Brocchi che pel primo si ac- cinse a dilucidare questo argomento. Gia rOlivi aveva dimostrato^ scandagliando in varj punti il fondo dell'Adriatico, come la natura del medesimo fosse sempre modificata dalle correnti sottomarine. Cosi egli ne osservo il fondo nudo e pietroso, la dove P impeto di una colonna d'acqua trascinava le materie leggieri ondeggianti nel liquido ^ ricchissimo al contrario di sabbie , di ghiaje e di animali marini, dove la qiiiete delle acque permet- teva a queste materie che lentamente si depositassero. Una tale condizione del mare odierno fu dal Brocchi applicata a quello dell' epoca terziaria , facendo a questo proposito osservare il decorso de' fiumi sulla pianura lombarda. Dalle Alpi scendevano il Po , il Ticino , 1' Adda , 1' Oglio ed il Mincio che dovevano respingere le parti che il mare de- poneva incessantemente a concepire le ultirae formazioni della nostra penisola , la dove le acque fossero state piu tranquille. Dagli Apennini provenivano altri fiumi, i quali essendo poca cosa in confronto del Po e de' confluenti in f^sso 5 dovevano lungo le coste meridionali della valle V A R I E T A . -X'^'^ lombarda lasciar campo a deporsi a tutte le sostanze co- stituenti i nostri terreni terziarj oltremodo ricclii di con- cliiglie fossili , die estesi in larghezza dalT Astigiano al Modenese, si difFondono al piede degli Apennini per tutta la lunghezza della penisola rino negli Abruzzi. Ci siano ora permesse alcune riflessioni su qnesta ipo- tesi. La belia scoperta dell' Olivi noii e applicabile al mare deU'epoca immaginata dal Broccbi. Sarebbe facile il convincersi di cio dando un' occbiata alia relazione de' de- posit! concliigliacei coll' andamento dei nostri fiumi. Una distanza di trenta e piu miglia separa al piede delle Alpi lombarde il Ticino dall' Adda. Nello spazio conipreso fra questi due fiumi esistevano tutte le condizioni necessarie perclie il mare vi avesse a rimanere in quiete; eppure ia tutta questa estensione^ solo in vlcinanza di Varese (i) si osserva un deposito marnoso concbigliaceo di poca entita , die piu non si manifesta nel tratto di terra soprassegnato. E tra I'Adda o I'Oglin, tm qnpetn orl jl Miacin , nesSUlia traccia fu rinvenuta finora del soggiorno del mare moderno in que'luogbi. AU'incontro lungo il lato meridionale della nostra pianura si eleva un' estesa catena di formazione ter- riaria , ed il Po vi decorre si da vicino die a lui si at- tribulsce con tutta ragione il distacco della coUina di San Colombano dalla rimanente catena. Le colline della Stra- della non distano da questo fiunie die di qualcbe miglia. Tradizioni anticbe ci assicurano die il Po lambiva il nord della coUina di S. Colombano •, senza pero die si abbia motive a credere avere esse mutato il letto, attrlbuendogli soltanto in quell' epoca un' estensione molto maggiore di quella die occupa oggidi. Ben ponderati questi fatti , pos- siamo riguardare i depositi terziarj siccome anterior! al- r irruzione dei fiumi sulla pianura lombarda i ed ecco (l) Lungo la strada che da Varese conduce adlnduno, e pre- cisamente nel luogo detto la Tola^ si osserva un deposito di marna turcliiiia , simile a quella di S. Colombano , di CasteirArquato e di altre localit.\ d'' Italia. Le conchiglie fossili ch'esso racchiude hanao tutte le analoghe nel sisteina subapennino ; la maggior parte pero di esse riescono quasi indetenuinabili per la loro stra- ordinaria fragilita. Vi si riconoscono le segueuti specie : Ostrea pleuronectes Linn, (abbondantissima). Area antlquata Linn., Pinna teeragona Brocc. , Buccinwn ecfiinophonun Linn. , Nenta canrena Linn., ecc. 278 V A R I E T a'. vacillare I fondamenti sui quali Brocclu aveva edLficato la sua ingegnosa teoria. Amoretti, seguendo ropinione dell'Ardulni, ripeteva la formazione del colle di S. Colombano dalla scomposizione deirApennino che gli sta dlcontro (V. Opuscoli scelti di Milano, t. X). Ritenuta I'idea fondamentale di questa dot- trina per la genesi di tutti i depositi terziarj , non sarebbe difficile di aggiungere alle ipotesi di Brocchi e di Breislak un' altra supposizione , per lo scioglimento del quesito di che si occuparono questi due celebri Italiaai. Imiuaginiamoci il mare soUevato a notabile altezza nel seno formato dalle Alpi al nord e dairApeunino al sud. Cause in parte estranee, in parte inerenti alia costituzione fisica di queste catene di monti ne producevano la scom- posizione ora cliimica, ora meccanica, ora mista. II primo di questi processi generava : la calcaria che cadendo nel mare e precipitandosi avvolgeva seco gli animali che vi- vevano in quelle acque ^ il gesso che per la sua leggiera solubilita depositandosi lentamente , ebbe campo in varj luoglii a cristallizzare ; e per ultimo le argille , che risul- tanti dalla scomposizione di rocce calcari e granitiche nel- r istesso tempo , riuscivano ora calcari ed ora argillose a norma che prevaleva la scomposizione nell'una o nell' altra di queste rocce. Le marne divenivano sabbionose di mano in mano che continuando le potenze chimiche a scomporre le rocce circostanti , subentravano anche le meccaniche, le quali rimaste poi sole generarono gl' immensi letti di sabbia clie si vedono in tutta 1' estensione della catena subapennina. Due condizioni erano necessarle adunque a stabilire 1 depositi dell' epoca terziaria ; le rocce cioe a questa ante- riori , che col loro scomporsi dovevano sommluistrare i materiali per le successive formazioni; e le cause scompo- nenti della natura. Nel nostro caso gli Apennini, per que- ste potenze in parte generali, in parte inerenti alia costitu- zione fisica de'medesimi, dovevano collo sfacelo delle rocce che li corajoonevano , somministrare materia per 1" estesa formazione terziaria situata al loro piede. Nelle Alpi lom- barde v' era la prima condizione materiale; vi mancava la potenza movente, la quale avendo agito in qualche luogo, anclie su quella catena di monti , lascio vestigia del do- minio del mare la dove si era adempiuto alle coxidizioni siiesposte. VARIETY. 279 Ecco quanto posso addurre in appoggio dl qiiesta teoria: I. La coesione ia geiierale assai poca delle rocce di terza formazione ; a spiegare la quale non fa bisogno ia tal modo di rlcorrere come fece Brocchi ad uii indeboli- mento nelle forze chimiche della natura. II. E afFatto ovvio il vedere scomporsi una roccia a base di feldspato dando cosi origine ad uu' ai'gilla. Nella nostra Lombardia si osserva palesemente questo fenomeno in una roccia granito-porfiroide di facile scomposlzione che domina per un buon tratto il lato slnistro della Valgana, appena si e disceso dalFaltura di Frascarolo. Questa roccia di un bel giallo di zolfo nella frattura recente si appanna in contatto dell' aria, e finisce per convertlrsi in una pu- rissima argilla assai plastlca ed inefFervescente cogli acidi. Celebre e sul Vicentino, al Tretto ed a Schio, la scorapo- sizione di un' eurite conglomerata che da origine ad una straordinaria copia dl argilla purissima. Diciotto gallerie praticate nplla roccia la espongono agli agenti atraosfericii e se ne ricava ogni anno 40 carri all' incirca del materiale conosciuto in commerclo sotto il nome di terra di Vicenza. La natura non adoperava forse in grande lo stesso pro- cesso per la genesi di tutte le argille ? III. Le conchiglie fossili del suolo terzlarlo apparten- gono quasi tutte a specie ancora viventi. Se il mare adun- que clie le conteneva, non diflferiva per nulla dall'attuale, come teneva in soluzione tutti i materiali che ha dovuto impiegare per costituire i depositi che ha lasciato in tanta abbondanza ? IV. L' alterazione che possono subire certe rocce, tale da cambiarne perfino in qualche caso la composizione chi- mica , e una verlta gla sentlta dai geologi. Cosi Gusmann asserisce aver veduto una pudinga a ciottoli silicei , il cuL ceraento calcare risultava dai ciottoli medesimi che la co- stituivano. De Buch osservo presso Varese il calcare con- vertirsi in dolomia all' avvicinarsi del melafiro. Molti altri esempi di tal sorta che potrel qui addnrre, sono messi ia campo da Gautieri e da Paoli per sostenere il moto in- testino dei solidi. Questi fatti, quantunque ripugnanti alle idee chuniche del giorno , attestano la convenienza di ri-^ durre ahneno razionalniente a due soli il numcro de'prin- cipj elementari. V. Come spiegare diversameate Tessenziale dififerenza 'Ti terreni depositati dai '' — -• "'liforme dell' istessa epoca' aSo V A R I E T a". II suolo terzlarlo dl Parigi , per esempio , differisce dal subapennino, quantunque ambidue formati neU'istessa epoca geognostica. Come le variazioni che subisce a norma dei luoglii un medesimo deposito ? La marna turcblna del ter- reno terziario d'ltalia era e assolutameate spoglia di parti calcari , ora ne e per la massima parte composta. La di- versity o delle forze scomponenti della natura , o delle rocce suUe quali aglvano spiega abbastanza facilmente que- sto fenomeno. VI. Le formazioni terzlarie che al piede delle Alpi lombarde si manifestano appena a Maggiora ed a Yarese , ricompajono estesissime nel Veronese e nel Vicentino j e stabiliscono una catena quasi non mai interrotta lunghesso gli Apennini ^ paesi tutti ne' qnali agirono in un epoca grandi sconvolgimenti della natura. Abbozzata cosi la genesi dei colli subapennini , e con essi di quello di San Colombano , e ormai necessario di scendere alia particolare descrizione di quest' ultimo. La Colata, I'ondo situato lungo la strada maestra che di- scende al Castello , e il miglior punto ove si possa ve- dere la successione delle materie che compongono questa collina. La roccia piu inferiore che finora fa messa al giorno e la calcaria ; a questa succede uno strato di marna ce- rulea alto varj piedi; indi marne grige e sabbie alternanti; per ultimo sabbie finissime quarzoso-raicacee che formano la crosta per cosi dire della collina , e forniscono colla mistione a parti d'ambi i regni orgauici estremauiente di- vise , un' ottima terra vegetale specialmente per la colti- vazione delle viti. La calcaria, unica sostanza pietrosa del colle di S. Co- lombano , offre una tinta varia dal grigio di fumo al gialliccio, macchiata talvolta a varj colori , ed e spesso dendritica. Spezzato, offre non di rado nel sito interno delle cavita tappezzate da minuti cristalii di spato calcare , do- Vute a spoglie marine, che scomparse dalla massa entro la quale erano state seppelllte vi lasclarono i nuclei spa- tosi. Questo si osserva specialmente del Murea varicosus , del Mytilus lithophagus e di varie arche. Breislak riferisce questo calcare al Muschelkalk de' Te- deschi f, serabra pero senza alcun fondamento, giacche non solo i fossili caratteristici , ma tutte vi mancano le specie che occorrono iu questa roccia secondaria. E poi falso che le V A R 1 E T A . 2Q1 conchiglle del nostro calcare gli siano esclusive, e non ri- compajano piu nolle marne snssegnenti. V Ostrea edulis ^ per esempio, VHalyotis ed 11 Muxea mricosus die gli sono comunissime , si riscontrano pure negli altri deposit! coa- clugliacei. Cercando di riferire questa calcaria a qiiella d'un'altra localita , pare die la si possa avvicinare con qnalclie ra- gione al calcare grossolano od a' ceriti dei contorni di Pa- rigi. Broagniart stesso fa notare T analogia del terreno ter- ziario subapennino colla formazioae marina inferiore al gesso da lui staljilita. Scavasi con profitto questa roccia per ritrarne la calce, die altrlmenti con grosso dispendio bisognerebbe procurarsi da lontani paesi. La mra-na azzurrognola die sta sovrapposta alia calcaria e analoga affatto a quella che stabilisce il deposito infe- riore della formazione subapennina. Essa e di colore piom- bino quando e asciutta ^ ma assume coll' umettarla una tinta piu scura. Gettata nell' acido nitrico , questo vi di- scioglie la parte calcare con vivissima efFervescenza , la- sciando un abbondante residue di argilla sparsa di minute squammette di mica. Oltre le conchiglie cbe questa marna racchiude in tanta copia, e tutte perfettamente conservate, frequenti vi sono i semi di noce , gli strobili di pino e pezzi ancbe volu- minosi di legni bituminizzati. Non e raro il riscontrarne di quelli die perduta ogni traccia di tessitura organica of- frono una frattura concoide, una tinta nera brillante, tutti i caratteri insomnia che contraddistinguono il gagate {Pechkole de' mineralogisti Tedeschi ). Ordinariamente pero le ligniti di questa localita conservano ancora tutta la loro fibra , solo assumono una tinta piu carica. Offrono qualche rara volta nel loro interno de' minuti noduli di una sostanza resinosa rossa ( probabilmente succino), ed emanano colla recente spezzatura un odore assai distinto di j^etrollo. Le piriti ferruginose disperse nella massa di queste ligniti, ne producono col lasso di tempo la screpolatura , gene- rando del solfato di ferro die efflorisce alia superiicie delle niedesime. Un pezzo di tal sorta fu da me trovato in que- sto banco di marna, si ricco di particelle plritose da mo- strare un peso ed una durezza veramente ferrea. Esposto agli assaggi del cannello abbrucio lentaraente spandendo a8a V A R 1 E T A*. coplosi vaporl d'acldo solforoso, con odore appena sensi- bile di bltume e lasciando un residuo agente con assal forza sull'ago magnetlco. Non sarei tanto lontano dal credere che il jjezzo di ferro di cui parla Amoretti nella sua Me- moria su questa coUina di S. Colombano, non fosse stato in realta cVie una lignite come quest' ultima da me trovata, alia quale non manca per essere giudicata ferro metallico a primo colpo d' occhio che I'aspetto e 1' azione sulla ca- lami ta , proprieta che non si manlfestano neppure nel pezzo di ferro dell' Amoretti. L'eccellente impasto che questa marna fa coiracqua, la rende servibile agli stessi usi deirargilla. Essa veniva usata infatti nelle fabbriche di majolica in Lodi, dove si prefe- risce al presente quella che ri si porta da Stradella. Immediatamente sovrapposta a questa marna trovasi ua banco alto qualche piede della medesima sostanza, cam- biato solo il colore ceruleo in un grigio giallognolo conte- nente, quantunque piu scarsi , gli stessi fossili dol deposito che gli sta sotto. A questo banco seguono immediatamente le sabble silicee con qualche rarissimo frammento di pet- tine, alter nanti con raarne grige senza conchigUe, e segnate orizzontalmente a grandi fasce or gialle, or rosse da un os- sido di ferro che si presenta limoso fra gli strati di marna. Questo deposito niarno-sabbionoso forma quasi tutta la coUina. Le marne grige senza conchiglie in ispecie si os- servano in tutti i burroni della medesima , ricoperte dalle sabbie che trascinano continuamente dalFalto le acque pio- vane. In alcuni luoghi , come alia Borgognona presso Mi- radolo , queste -marne , appena al di sotto della terra ve- getale , sono ricoperte da un banco oltremodo ripieno di quisquiglie marine d' ogni sorta, miste a ciottoli di calcaria nerastra, di arenaria e perlino di ofiolite, roccia apparte- nente airApennino. Dall'esposto fin qui chiaro apparisce, come i due prin- cipali depositi di marna turchina e di sabbia costituenti la formazione subapennina, siano quelli che per la mas- sima parte formano la coUina di S. Colombano. E sebbene in questa il secondo deposito di sabbia per essere afFatto siliceo, privo di conchiglie, e tramezzato da copiosi strati di marna , differisca in apparenza da quello che general- mente domina nel sistema subapennlno, pure la di lui ana- logia con quest' ultimo rinasce, qualora si consideri che le V A R I E T a'. 283 Sflbbie slllcee e senza conchlglie si riscontrano anche nel Valdarno superiore e nei dintorni di Roma, e che le Istesse marne grige che in tanta copia si osservano nella collina di S. Colombano, ricompajono nelle medesime circostauze nei colli oltrepadani. I sali che tanto abhondano nei terreni terziarj dell' Ita- lia, non mancano nella nostra collina. Gia anticamente ne erano conosclute e tratte a profitto le sorgenti salse dai signori di que'paesi; al giorno d'oggi pero sono del tutto abbandonate. Volta Serafino nel volume settimo degli opu- scoli di Milano parlo a lungo di qtieste acque , ne diede I'analisi ed espose gli usi ai quali potrebbero essere ri- volte. Le saline di Miradolo ti'a questo paese e Monteleone sono quelle che al presente attraggono di piu le ricerche de' curiosi. II sottocarbonato di soda (natron) ed il solfato della stessa base {Eeussino , Exantalosio di Beudant) sono pure comuni , il primo efflorescente ne' sotterranei del castello e sulle antlche muraglie del paese di San Colombano ; il secondo sotto forma di lanugine bianca alia superficie degli strati di marna speclalmente al luogo detto la Borgognona, Volta Serafino parla di un nitro a base di ammoniaca, tro- vato presso Chignolo, incrostante una muraglia esposta ai Vapori di un letamajo. Questo sale pero non devesi rite- nere come un prodotto naturale. I raassi erratici ed i ciottoli di questa collina interes- sano pure dal canto loro il naturalista. Fra i primi ba- stera I' accennare di passaggio un masso di porfido lungo 10 piedi , largo 8 ed alto 4. che fu trasportato a Lodi in casa Sommariva, dove servi a fabbricarne lastra da tavolo, mortai ed altri oggetti assai pregiati per la durezza e I'inal- terabilita della pietra. Ai ciottoli, che gia venne in acconcio di nominare , devonsi agglungere le etiti (ferro hruno geo- dico , Limonite geodica Beud. ) che sono comuni special- mente nelle frane della collina , miste a ciottoli di una marna assai carica di ossido di ferro. Questa circostanza fa supporre con qualche raglonevolezza doversi queste etiti attribuire all' arrotolamento di quel ferro limoso che gia nominammo sotto forma di molle pasta, la quale essiccan- dosi lascio un vuoto interne per ristringlmento della ma- teria argillosa che ne formava il nucleo. Gli avanzi organici fossili di questa localita formano I'og- getto piu interessaute pel geologo. Finora gU scheletri di 284 V A R I E T a'. grand! quadruped! v! sono sconosciut!. II prof. Cavezzali di Lodi vi ha raccolto de'frammenti dl ossami fossil! , ma cosi malconci e poco caratterizzati, die difficilmente s! sa- prebbe !iidovinare a quale animale appartenessero. Delle 84 specie di concbiglie che Breislak accenaa di possedersi dal suddetto sig. Cavezzali , come tratte da questa coUina, poche ho avuto la buona sorte di rinvenirne nelle frequent! escursloni che vi ho fatto. NuUadimeno alcune di queste hanno caratteri cosi cospicui che mi sembra difficile uno sbaglio nel determinarle , ond' e che sulla fede di quest! due chiarissim! naturalist! le esporro qui tutte insieme alle altre clie finora mi venne dato di riscontrare. Ho creduto bene di adottare la veccliia classificazione d! Linneo pei fossili che vado accennando , perche seguita anche da Brocchi nella sua Conchiologia fossile subapen- nina , opera che mi servi di guida in questo lavoro. Vi ho pero aggiunto per quanto mi fu possibile i sinonimi scien- tific! adottati da! conchiologi piii moderni. Univalvi. Patella lucemaria Brocc. grceca Linn. ( Fissurella italica Defr. ) sinensis Linn. ( Caljptrcea Icevigata Lam. ) Dentaliwn elephantinum Linn. — — coarctatum Brocc. ( incurvum Ren. ) Un' altra specie. Serpula angiiina Linn. (^Siliquaria anguina Lam. ) ■ lumbricalis Linn. Bulla ficoides Brocc. ( Pyrula undata Bron. ) Cyproea physis Brocc. elongata Brocc. porcellus Brocc. Conus ponderosus Brocc. ' scriptus Linn. Nerita canrena Linn. ( Natica millepunctata Lam. ) Helix ( Bulimus nitidulus Jan. et De Christ. ) • ( Bulimus ). Quest' ultimo Bulimo e afFatto identico a quello che in tanta abbondanza si trova fossile presso Magonza, il di cui analogo vivente fu rac- colto nel Mediterraneo da Faujas de S. Fond , che ne parlo e ne diede la figura nel volume XV degli Annates du Museum. V A R 1 E T a'. 285 Valuta fusiformis Brocc. ( Mitra fiisifornds Lam. ) plicatula Brocc. ( Mitra pUcatida Lam. ) buccinea Brocc. (Marginella auriculata Menard. — Au- ricula turgida Sowerby. ) Buccinum lampas Brocc. ( Dolium lampas Lam. ) • turritum Linn. serratum Brocc. — — semistriatuni Brocc. echinophorum Linn. ( Mono echinophorus. ) diadenia Brocc. {an Mono echinophonis Junior?) areola Linn. ( Cassis Icei-igata Defr. ) mutahile Linn. Un' altra specie. Trocus agghitinans Lam. ( Cumulans Brong. ) ■ I'orticosus Brocc. infundibuluni Brocc. patulus Brocc. ■ miliaris Broro ■ crenulatus Brocc. magus Linn. Altre due specie. Turbo cimex Linn. ( Rissoa cimex Fremino. ) acimus Brocc. — — toniatus Brocc. • rugosus Linn. tricarinatus Brocc. ( Turritella tricarinata Lam. ) Un' altra specie. Strombus pes pelecani Linn. {^Rostellaria pes pelecani Lam.) Murex decussatus Linn. pileare Linn. ( Tritonium corrugatuin Lam. ) inflatus Brocc. longirostes Brocc. ( Fusus longirostes Lam. ) liarpula Brocc. ( Fusus harpula Lam. ) — — subulatus Brocc. ( Fusus politus. ) varicosus Brocc. ( Cerithium varicosum Lam. ) scaber Olivi. ( Cerithium lima Brug. ) dimidiatus Brocc. ( Pleurotoma dimidiata Lam. ) Altre due specie. Halyotis tuberculata Linn. ( an Halyotis prisca Jan. et De Christ. ? ) BlVALVI. Anemia equippium Linn. 286 V A R I E T A*. Anomia squamula Lliin. ——^ electrica Linn. ■ plicata Brocc. Area noe Linn. barbata Linn. pectinata Brocc. mytiloides Brocc. — — nedulosa Brocc. minuta Brocc. nucleus Brocc. {^Nucula placentina Lam.) — — romulea Brocc. inflata Brocc. ■ glycimeris Linn. ( an Pectunculus pulvinatus Lam. ? ) ' pilosa Linn. ( Pectunculus pilosus Lam. ) Due altre specie. Cardium edule Linn. ■^ — echinatum Brug. ' jra^fiJe T^roce ■ multicostatum Brocc. — — striatulum Brocc. • serratum Lam.? Tellina serrata Ren. eliptica Brocc. — — tumida Brocc. ' pellucida Brocc. ( Apelina Ren. ) gibba Olivi. Chama intermedia Brocc. rhombnidea Brocc. • griphoides Linn, non Lam. (^Echinulata Lam.) Mya elongata Brocc. rustica Brocc. Un'altra specie. Mactra hyalina Brocc. Donax sulcata Brocc. — ^ — irus Linn. (Petricola lamellosa? Lam.). Finora, ch'lo mi sappia, non si trovo in altro luogo della nostra pe- nisola questo fossile. Fu rinvenuto dal sig. Risso in un banco conchigliaceo presso Nizza, al quale pero e con- trastata I'origine in epoca geognostica. lo ne ho trovato quattro o cinque individui inniccliiati entro un ciottolo di calcaria grigia, per cui a buon diritto si puo questa specie annoverare fra i veruii lito£agi fossili tie' nostri terreni terziarj. V A R I E T a'. 287 Venus rotundata Lmn. senilis Brocc. ( Astarte senilis De la Jonckaire ) rugosa Linn. ( Cythercea rugosa Lam. ) prostrata Linn. - exoleca Linn. circinnata Linn. ( Alhida Ren. ) ■ incrassata Brocc. — — pectuncidus Brocc. Un' altra specie. Ostrea edulis Linn. • corrugata Brocc. — — dubia Linn. jacobcea Linn. (^Pecten jacobceus') pleuronectes Linn. ( Pccten pleuwnectes Lam. ) plebeja Linn. ( Pecten plebejiis Lam. ) - varia Linn. ( Pecten varius Lam. ) ■ discors Brocc. (Pecten discors Lam.?) Tre altrc cppcip- Spondylus gcoderopus Linn. Mytilus edulis Linn. ■ — — lithophagiis Linn. ( Modiola lithophaga Lam. ) Pliolas pusilla Linn. Echinus esculentus Linn. Due altre specie , una delle quali piuttosto comune nella marna azzurrigna , apparteneute al genera Spa- tangus di Lamarck. Madrepora ccespitosa Linn. ( CariopJiilla ccespitosa Lam. ) Millepora due specie. Qualche zampa di granchio adesa agli anfratti del Tro- cus agglutinans. Due piccioli denti fosslli , uno di Squalus , T altro sem- bra un canino di qualche piccolo quadrupede. Questi sono gli avanzi organici fossili finora rhivenuti nella colllna di S. Colomljano. Continue e diligenti ricerche pero ne potranno accrescere di molto il numero , special- mente qualora si diriga I'osservazione sulle specie micro- scopiche. II naturalista che visitera questa coUina potra vedere una raccolta quasi completa de'' suoi fossili presso il dotto sig. Callotta proposto degnisslmo di S. Colombano , dalla gentilczza del quale ebln uou poclii cseuiplari assai pregiali. 200 V A R 1 E T A. F I S I C A. II sig. James Stark d' Edimburgo ha Istituito una serie d' esperienze dirette ad indagare 1' influenza del colori de' corpi suir assorbimento degli odori in generale e princi- palmente sulP assorbimento dei vapori di canfora e di assa fetida ojierato dai tessuti di lana diversamente colorati. E-isulta da esse che le stofTe nere sono quelle clie possie- dono il piu gran potere assorbente e le bianche il piii pic- colo. Le stofFe rosse tengono nn luogo intermedio. Queste ricerche possono avere una diretta appllcazione all' igiene pubblica. Infatti giacclie si e riconoscluto che una super- ficie bianca assorbe meno delFaltre le emanazioni odori- fere, I'imbiancamento delle pareti a calce debb'essere rac- comandato come un mezzo di disinfettare le camere , e debbesi del pari consigliar F uso de' vestimenti candidi , come i piii acconci a preservare dalle influenze epidemiche. ( Dal giornale Tlnstitut. ) Elettroscopio dinamico universale. — Piu volte fummo in procinto di parlare di una nuova macchinetta, che il chia- rissimo professore Zamboni ha fatta conoscere agli scien- ziati in sul ilnire dell' anno prossirao passato (^Arin. delle sc. del B. Lom.-Ven., i833^ pag. 2.90), e che puo risguar- darsi quale galvanometro costruito a rovescio degli usati comunemente, cioe a correnti mobili, e calamita fissa. Ne ha pero sempre trattenuti la troppa difficolta d'indicare in pochi termini, e senza soccorso di disegno , in che pro- priamente essa consista. Ma per questo dovremo tacere del tutto di una prova si bella del profitto col quale la dottrina elettrica e coltivata fra noi ? Direino almeno , es- ser tale quell' apparecchio , che incominciando dai primi dementi dell' elettro-dinamica , serve con somma facilita a dimostrare tutte le sue leggi prlmarie, non che ad isti- luire tutti i principal! esperimenti di ogni genere , che appartengono a questo ramo scientifico. Egli serve altresi assai bene a discoprire 1' esistenza di qualunque specie di correnti elettriche. Gai-eggia quindi rispetto alle correnti idro-elettriche , termo-elettriche , e magneto-elettriclie coi noti delicatissimi galvanometri a due aglii ^ e, cio die piii importa , andando innanzi ai medesimi, riesce molto sen- sibile alia corrente delle macchine elettriche , alia correute tradotta dai conduttori inoito imperfetci e a quella persino V A R 1 E T a'. 289 delle pile a secco : per le quali ragionl 1' autore propone di dare al sno nuovo galvanometro il nonie di Elettroscopio dinamico universale^ con cni appunto lo abbiamo eniinciato. Mostra siftatto apparatino 1" azione delle correnti indotte in iin semplicisBimo modo , tutto suo proprio ^ e da, col- r uso di due calamite temporarie , cliiarissimi segni del COS! detto niagnetismo universale del corpi. Per ultimo si pregevole invenzione e stata trasmutata dall' abilissimo professore in una Bilancia elettro-dinamica , ia quale lui- sura r energia delle correnti nel modo stesso , con che la Bilancia elettrica di Coulomb misura le tensioni elettriche. Questa per conseguenza , onde distingiterla da cjuella , si dovra cluamare, come osserva il detto professore, Bilancia elettro-statica. G. /?. F. Nuova macchina elettro-magnedca. — Ne' tempi andati erano famose le calamite artiiiciali dell' abate Lenoble , cjiielle di Ingenhouss , di Allamand , di Coulomb ; e sopra tutte avca vanto di grandissinia forza la naturale magiiete , regalata , a quanto dicevasi , da un Iinperator della China a Giovanni V di Portogallo , valevole a reggere 100 chi- logrammi alPincirca. A' di nostri e venuto in alta celebrita r enorme magazzino magnetico della Societa Reale di Lon- dra, per le ammirande stoperte di Faraday; ed e rinomata la pesante calamita di Kiel, per le cose stranissime che si son dette di lei , e perche , ogn' altra avanzando , so- stiene non meno di chilogrammi i5o. Ma forze si grand! clie sono esse in paragone di quelle che ci vengono of- erte dalle calamite temporarie ? A regger con queste i pesi indicati non fa piu d' uopo magnetizzare a sommo stento ingenti moli d' acciajo : poche libbre di ferro bastano a conseguire agevolissimamente lo scopo. Che se ne piaccia largheggiare nei mezzi , si sostengono allora dei carichi di cinquecento, di mille , e di assai piii chilogrammi. Forse non tutti i nostri lettori avranno precisa contezza di cotanto prodigiosi apparecchi , i quali , avvegnaclie di data non alTatto recente, non hanno a se chiamate le cure dei dotti , se non in questi ultimi tempi. Una cala- mita temporaria consiste in un ciliadro di ferro dolce (curvato solitamente a feiro di cavallo ) stretto fra le spire di un litngo lilo di rame coperto di seta, che gli si aggira attorno attorno ad elica. Tosto che la correntc Bibl. iLul T. LXXV. If) 2^0 V A R I E T A . elettrica invade il filo, nel ferreo pezzo si svilnppa una forza magnetica, che dura finche dura la corrente mede- sima: se questa viene sospesa, cessa ogni potere magneti- co ; se questa s' inverte , s' invertono subitamente anche i poll deir apparato. Piccoli cillndri di ferro , e piccolissirai element! voltiani valgono a produrre cosi slngolari feno- meni : ma e con ragguardevoli masse del nominate metal- lo , e con amplissimi elettromotori , clie la virtix di cui ragioniamo si pub aumentar senza limiti. Una forza sifFatta non dovea giacere senz' utili applica- zioni. E i fisici infatti aggrandirono mirabilmente per essa i fenomeni magneto-elettrici i, ne tardarono a procacciarsi un energico magnetizzatore , atto a dar loro prontamente vigorose calamite permancnti. Oltr' a cio il valentlssimo professore Dai-Negro , a cui quosta parte della dottrina elettro-magnetica va debitrice di tanti pregevoli lavori , fiuo dai primi momenti che rivolse il pensiero alia detta forza , concepi la speranza di adoperarla prolittevolmente quale potenza motrice. E veramente ottenne di far muo- Vere un bilanclere in varie differenti maniere, che si tro- vano da lui descritte negli Annali delle scienze del regno Lonibardo-Veneto, (inarzo e aprile 1834). AfEne di comprendere il principio sit cui riposa la co- struzione de' suoi diversi ingegni , s' inmiagini una barra magnetica sospesa verticalmente per modo da potere al- r uojJO oscillare d' intorno ad un asse orizzontale. Nel piano delle sue vibrazioni , ed air altezza d' una delle sue estremita siavi itna calamita temporaria , situata sifFatta- mente d' essere urtata nelle andate e nelle venute di quella era in un piede ed era in un altro. Di plii la barra , per mezzo di un filo a lei attaccato , faccia cadere nel momento dell' urto ora da una banda ora dalF altra un altaleno simile a quello di Ampere^ dirigendo cosi la cor- rente elettrica ora per un verso ed ora per T opposto. Cio premesso , e facile a vedersi che, portando il polo della Jjarra in contatto con quel piede della calamita tem- poraria, il quale nella caduta cost occasionata dell' altaleno si magnetizza omologamente ad esso polo, questo viene respinto da tale piede ed attirato dall' altro. Si porta per conseguenza verso il secondo ^ ma , ginntovi vicino , pel giuoco deir altaleno, questo secondo gli diventa alia sua volta omonomo, mentre il primo gli si fa eteronomo. E V A R I E T A . 291, tjuuicU resplnto ov'era attirato, ed attirato ov' era respinto. Cosi alternando continuamente dalle due bande le attra- zionl e le ripulsioni , esse presentano bellaniente una mac- china che scmbra miioversi da se sola. Nell' atto istesso ( e la inacchina non e di grand! dimen- sioni ) si ha il vantaggio di ottenere una serie continuata di scintille magneto-elcttriche vivissiuie e crepitant! in mo- do che si odono a considerabile distanza. Esse si manife- stano neir istante in cui si rompe il circuito della corrente elettro-magnetica; e sono si belle che in una stanza oscura producono 1' efTetto del lampo , rischiarando la stanza , e lasciando vedere le fisonomie degli astanti. Ecco adunque un nuovo strumento di lisica , meritevolissimo di cortese accoglienza. L'autore pero non ha lasciato di risguardare i proprj ordigiii anche dni lato della meccanica ; ed appro- fittando degli artificj che porge cjuesta scienza per trasmet- tere 1' azione delle forze , gli ha rivolti ad innalzare de' pesi. Per tale maniera con un suo modello , la cui cala- mita temporaria e di cinque chilogrammi , egli e giunto a sollevare in un minuto il peso di chil. 0,09 all' altezza di un decimetro : laonde porta liducia , che , anmentando le forze in certi modi deterininati, non abbia ad esser difficile di conseguire degli effetti utili in pratica. E in fatti 1 pub- blici fogli parlarono non ha molto di ragguardevolissimi risultamenti di questo genere. (i) Ne' suoi esperimenti il detto aittore si e talora prevaluto, a risparniio di materiali, dell' importante proprieta gia da esso lui discoperta relativamente ai perimetri de' metalli costituenti 1" elemento del Volta. D' intorno alia medesima egli proinette altre cose ; e pero uoi ditferiremo ad altra occasione il fame parola. G. R. F. (i) Lasciando a parte la grandezza (in vero un po' troppa ) attribuita ad essi visultanienti , troviamo di glustizia il notare che le sperienze del prof. Dal-Megro ebbero cominciamento e biion esito sino dal i83i, e die T antenorita di lui si esteude ben anche alia pubblicazione delle sperienze nietlesu'ie , luassiuiamente se il confronto viene istituito colla Notizia del prof. Botto sopra 1 appiicazione dell' elettro-magnetismo alia meccanica ( vegg. que^ sto medesimo fascicolo alia yag. 372 ) 292 V 1 R I E T a'. Limid delle prevalenze magneto-eJettriche. — Un polo ma- gnetico si avanzi verso un iilo metallico diritto movendosi, p. e., a secoada di una retta perpendicolare ad esso filo;, e i singoli punti di questo ne proveranno tutti T influenza. Vi sara per altro questa diversita , die nei punti , i quali sono dalla Ijanda ove trovasi la calainita , T elettrico sara sollecitato a fuggire per un verso , e nei punti clie sono dair altra banda T elettrico sara sollecitato a fuggire pel verso opposto. Cosicche , se quel filo fosse in comunica- zione col galvanometro, la deviazione dello strumento non sarebbe propriamente dovuta ad un' unica corrente , ma bensi alia difFerenza di due correnti contrarie , o , meglio ancora , alia difFerenza di due sistemi di opposte piccole correnti , le quali diremo elementari. E quindi la corrente ultima o totale che impelle T ago e in sostanza una cor- rente risultante , le due componenti della quale corrispon- dono ai detti due sistemi. A togliere qualche difficolta che qui potrebbe forse in- sorgere valgano due considerazioni. Primieramente T azione del polo deve indubltatamente farsi sentire su tutti i punti del filo : perocche nella Me- moria citata alia pagina 807 dell" antecedente fascicolo di maggio, fo vedere che gli ostacoli nulla levano aU'efficacia di questo magnetismo di niovimento ; e piii ancora perche nella INIeraoria medesima adduco molti fatti , i quali pro- vano , che , mentre una calaniita si niuove al di fuori di una spirale , non lascia di destare 1' elettrico anche nel- r interno ; e viceversa ; o sia stabilisco che il potere nia- gnetico agisce contemporaneameute su tutti i singoli punti tanto esterni che interni di una spirale. Ma il ravvolgere un filo spirahnente non e circostanza essenziale , e solo vale, generalniente parlando , ad ingrandire gli effetti. E dunque vera la prima parte di quauto al^biamo asserito. In secondo luogo , se il polo che si avanza e , p. e. , boreale , riesce evidentemente lioreale anche T azione ma- gnetica che si fa sentire al di la del filo;, e va diventando sempre piii energica, quanto piu il detto polo si fa innanzi. Essa quindi dee produrre un eff"etto eguale a quelle che produrrelibe un polo pure boreale, che fosse al di la del filo medesimo , e che gli venisse contro. Ma tale polo si moverebbe oppostauiente al prirao: laonde si hanno eff'et- tivamente que' due opposti sistemi di correnti elementari. L' uno lo diremo positivo e 1' altro iiegativo. V A R I E T a\ 293 Cio premesso , s' incurvi il filo esemplgrazia a cerchio ; e poi s" iiimiaginiuo a lui condotte le tangenti dal punto , ove in un dato istante si trova il polo. Allora 1 punti di contatto dividono il filo in due porzioni , le ijuali rispetto alia calamita riescono una convessa e T altra concava ; ed una di esse , snpponiamo la prima , rivolge al polo que' punti die gli rivolgerebbe anclie senza la piegatura ;, ma riguardo alia seconda avviene il contrario. Da cio ne segue clie nella pi-ima prevale un sistema di correnti , mettiamo il positivo; e nella seconda prevale Topposto, o sia il ne- gativo. — La deviazione del galvanometro, in qiiesta sup- posizione di cose, sarebbe senipre positiva, per le ragioni clie adduco nella suddetta IMemoria. Tutto cio sta pure nel caso che il polo in vece di av- vicinarsi al filo , se ne allontani : solo in tale incontro sa- rebbe prevalente il sistema negativo la dove or era ab- biamo trovato prevalente il positivo ; e viceversa. Ma v' e un terzo caso , il quale ba luogo quando 11 polo si trova nello spazio cbiuso dal filo , e cbe vuol essere esaminato a parte. II polo magnetico si muova dunque nell" interno del cercbio. Si condnca pel punto , ove trovasi in un dato istante, la corda perpendicolare alia direzione del suo mo- vimento. Essa dividera il cercbio in due porzioni , le quali rivolgeranno entrambe verso la calamita que' punti cbe nel caso del filo dii-itto sareliliero riusciti tutti da una stessa banda per rispetto alia calamita medesima. IMa questa, neir istante in cui passa dalla poslzione gia considerata a quella cbe segue immediatamente , si allontana da un arco, e si avvicina alPaltro: quindi avremo ancora due correnti, una positiva ed itna negativa , dovute come antecedente- mente alle differenze di opposti sistemi di piccole correnti elementari. — II galvanometro dara una deviazione posi- tiva fino a cbe il polo sia giunto nel centro del cercbio ; qui I'ago si fermera bruscamente ; e dopo la deviazione sara negativa. Cosi per ciascun caso noi abbiamo determinati que' jounti cbe separano la porzione del filo, in cui prevalgono le forze cbe spingono 1" elettrico per un verso , dall' altra porzione, in cui prevalgono le forze cbe lo spingono in verso op- posto. Simili punti, quando si trattasse di una spirale, di nn filo ravvolto comunque , o di un quabmque sistema di fill, formerebbero una o piii linee^ od anche una superficie: 294 V A R I E T A . rinsieme di essl punti e cio ch' io clil imo il limite delle prevalenze. Ed e cliiaro che ad ogn' istante del movi- mento del polo magnetico dee corrispondere uii partico- lare limite di questo geaere. Avviene poi talvolta ( e ne abbiain fatto un cenno ) che in un dato istaiite 1' eccesso delle forze prevalenti da una banda riesca eguale air ec- cesso delle forze prevalenti dalFaltra, per cui la corrente totale od ultima e nulla , e 1' ago si ferma ad un tratto ; dopo riesce maggiore quello degPindicati eccessi che ante- cedentemente era ininore , e la detta corrente s' inverte , cacciando T ago in parte opposta a quella di prima : in queir istante il limite delle prevalenze coincide c oil a Zinea, od in generale col luogo delle inversioni. Sono queste le fondamenta di un ramo dl ricerche fi- sico-matematiche , che potrebbero condurre a belle conse- guenze. Nel lavoro piu volte citato avvene tin saggio, di- retto a stabilire la teorica magneto-elettrica della spirale piana : ma siffatte speciali considerazioni non sarebbero opportune per un articoletto delP indole dell'attuale {Vegg. gli Ann. delle scienze del regno Lomb.-Fen. per quest' anno). G. Rcsti Ferrari. IGIENE PUEBLICA. Origine della pestilenza e mezzi di prevenirla. — II signer Lagasquie in una serie di Memorie assai important! ha ri- cercato quale sia 1' origine della pestilenza, e quali esserne possano i mezzi di prevenirne lo sviluppamento. Egli in conseguenza di un grandissimo numero di testimonianze storiche e deir esame della pubblica Igiene del paese nei tempi si antichi che moderni , considera come cosa indu- bitabile essere questa malattia originaria dell' Egitto , pero non aver ella che circa tredici secoli d' esistenza , essere stata se non distrutta almeno mitigata all' epoca dell' inci- vilimento cola ricondotto, merce di sagge e rigorose disci- pline proiuosse dalla religione e dalle leggi in favore della salute puliblica specialmente in cio che concerne la mor- talita. Quando confrontinsi gli antichi ristxltamenti relativi all' inibalsamare i corpi non degli uomini soltanto , ma an- che degli animali^ con quelli dell' attviale regolamento, clie lascia i sepolcri malchiusi nel mezzo delle abitazioni , in luoghi , eve di leggieri sviluppansi eraanazioni putride , ed V A R I E T a'. 2' 5 ove i corpi sono abbnndonati alia putrecline nel sito stesso in ciii sono dalla uioi'te sorpresi , cessera ogni maraviglia in veggendo nascere la pestilenza da circostanze si difFe- renti , alle quali aggingnere pur devesi lo state debole , mal proprio e miseral^ile della popolazione povera , e la malsana disposizione delle citta e delle abitazioni. II signer Lagasqnie attribuisce non meno alle inondazioni del Nilo un' influenza che in alcune circostanze non pno riuscire die funestlssinia alia pubblica salute. Egli esamina quindi con quali rifonne prevenire potrebbesi lo sviluppamento della pestilenza. Se Tanimale putrefazione favorita , modi- ficata da particolari condizioni locali cagiona nell' Egitto una inalattia all' Oriente disastrosa, e die porta a pericolo la sicurezza di tutte le nazioni , converrebbe impadronirsi di tali materia s\ facili a coriompersi , delle quali Tuonio pienamente dispone, e con un sistema ben ordinate sulle sepolture impedire clie i morti compongano un veleno pei vivi. Facili ne sarebbero i mezzi nelF Egitto : le maremme ed i lagoni di natron ond'e circondato gli presentano ine- sanribili minlere di sale ; il deserto gli ofFre le sue sabbie e le sue aride recce. Queste pratiche semplici ed assai mene dispendiose degl' imbalsamamentl non incontrerebbero ostacoli che negli errori della superstizione , nelle anticlie abitudini e nell' infingardaggine e non curanza del popolo. Apparterrebbe all' attual governo delF Egitto il promevere una si beneiica riforma. ( Rev. med. ) BELLE ART I. Madonna dal Pesce , di Raffaello. — Tra le piii insigni opere del Sanzio viene giustamente aniioverata quella che porta il titolo di Madonna dal Pesce, e che segna il pas- saggio tra la seconda e la terza maniera di quell' angelo della pittura. Ma disputavasi tuttavia intorno al soggetto di quella composizione. Perclocche il pesciolino che le da il nome , e che da un giovinetto presentasi al divine in- fante , poste avea a tortura 1' ingegno dei critici e degli artisti. Ora il ch. signer L. C. Belloc in un suo opuscelo apparse non ha guari a Parigi (*) , ci oflre di quel dipinto (*) La Vlerge au Poisson de Raphael: Explication nouvelle de ce tableau; avec plusieurs dessins. Paris, chez Belin le Prieur, in 8.* 296 V A R I E T a'. una nnova splegazlone, che sembra a noi ancora non del tutto improljal^ile. Non sara quindi ai nostri leggitori di- scaro il leggere T estratto di quell' opnscolo : che sempre accogliersi dee come un bel dono cio che torna ad onore de'grandi maestri ed a chiarimento delle piii celebri loro produzioni. La Madonna dal Pesce viene dal Vasarl annoverata dope il compimento delPAttila, insigne pittura del mede- simo Raffaello, cioe verso 11 i5i4. Essa dallo studio del Sanzio passo nella chiesa de' Domenicani di Napoli ; di la fu trasportata in Ispagna, poi al museo di Parigi, e final- mente venne restituita alia corte di Madrid dove trovasi tuttora. Ecco la descrizlone che ne fa il signor Belloc : « la Vergine tenendo tra le braccia il divino Infante fe as- sisa sovr' una seggiola , sostenuta da un basamento a gra- dini , ed occujia quasi il mezzo della dipintura. A destra, e sul primo piano, sta un giovinetto in attitudine di de- votamente prostrarsi : sembra cli' egli in quell' istante me- desimo venga introdotto da un angelo , il quale posto die- tro di lui sta in atto di lievemeute sostenerlo , passandogli il destro braccio all' intorno del corpo. II giovinetto ha nella deslra un pesce pendente da una cordicella , di cui vedesi il nodo tra il poUice e 1' indices spinge la sinistra, che la celeste sua guida tiene colla propria mano quasi in attitudine di dirigerla verso il Putto santissimo. Alia de- stra della Vergine e un vecchio inginocchiato sul piii alto gradino del basamento. Qnesti ha nelle mani un grosso libro aperto , sul quale il pargoletto Gcgii porta la sua mano sinistra nell' atto stesso che sospigne la destra verso il giovinetto. n Tale e la fedele descrizlone della tavola detta la Ma- donna dal Pesce. Ma quale fu mai F idea , quale 11 pen- siero che il grande Raffaello esprlmere voile in questa soavissima composizlone ' Ecco clo di che trattasi , e che finora non fu mai convenevolmente chiarlto. II Vasari scrivendo la vita di questo si rinomato plttore, trent' anni dopo la morte di Inl, cosi ne parla: " In questo medeslrao tempo ( Raffaello ) ( cioe verso 1' epoca della di- pintura rappresentante TAttila) fece a Napoli una tavola la quale fu posta in S. Domenlco nella cappella dov' e il Crocifisso che parlo a S. Tomaso d' Aquino. Dentro vi e la nostra Donna, S. Girolanio vestito da Cardinale, ed V A n I E T A . 297 nn Angelo RafFaello ch' accompagna Tobla. >i Ora tanta autoritrt ottenere suolsi da un celeljre scrittore su' proprj concittadini e sui posteri , clie le asserzioni di Inl acquistano fede anclie quando sembrano meno probabili. Percio T opi- nione del Vasari fu generahnente ammessa ; sel^bene gia proclaniato si fosse cbe nessuno meglio di Raftaello nutri neir arte il sentimento della convenevolezza ^ cbe nessuuo pill di lui possede Taggiustatezza e la correzione de' pen- sieri, nessuno fu piu fermo nel segulre le stabilite norma, dalle quali determinansi i veri rapporti tra le circostanze del tempo , del luogo e de' costunii. Dne dottissimi uominl , il signor Quattremere de Qnincy ed il signor Emerico David, grandi ammiratori del genio di Rafl'aello , fecero ingegnosi sforzi , 1" uno per travestire alia meglio, T altro per rimovere interamente il rimprovero d' anacronismo , cbe quel sommo maestro meriterel^besi giustamente , se ad occbi cbiusi seguire si volesse 1' opi- nione del Vasari. Secondo il signor Quattremere, la tavola della Vergine dal Pesce apparterrebbe al numero di quelle pittoricbe visioni, o puramente convenzionali accoppiamenti di santi personaggi , le cui imagini solevansi da' pittori riunire in un solo e medesimo quadro , giusta il capriccio e la devozione altrui ; le quali immagini non altro spesse volte dinotavano se non il nome di Isattesimo di cbi com- messo avea il lavoro. "Qui (dice egli ) non altro propria- mente scorgesi se non V omaggio alia B- Vergine prestato da uno cbe nomavasi Pvaflaello Girolamo. >> Diversa e T opinione del signor Emerico David. Egli ri- spingere vorrebbe totalmente dalla tavola del Sanzio T im- putazione di anacronismo, conservandovi non di meno il giovane Tobia : percio non altro vi riscontra se non un soggetto allegorico su di un fatto cb' ei cerca di stabilire. II liliro di Tobia , al dire di lui , sino all' epoca del con- cilio di Trento fu generalmente ammesso non come cano- nico, ma soltanto come una narrazione religiosa e morale : non di meno a Roma , e senza dubbio ancbe presso i Do- menicani di Napoli, era desso considerate come porzione del libri sacri. " Cio posto ( cosi egli concbiude), il plttore ha voluto rendere sensibile la canonicita del lil^ro di Tobia e la versione di S. Girolamo, ecc. » Non puo negarsi cbe queste due spiegazioni non siano ingegnose: e quindi piu artisti e piu ammiratori di Raffaello ii^J? V A R I E T A*. non esltaroiio a scegliere fra esse , e soffermarsl senza penetrar piii addentro nella nube che loro appariva semi- squarciata. Tuttavia esse sono ben allene dalFappagare r autore dl quest' opuscolo. Egli accordando die sono am- bedue speciose , si sforza non di meno di combatterle onde sostituirne altre del tutto nuove , le qnali , siccome a lui sembra , solleverebbero interamente il velo di cui fu sino ad era rivestito il pensiero d' nn gran maestro in una delle pill commoventi composizioni. Ci asterremo daU'esporre tutti gli argomenti cui egli s' appoggia per trionfare sulla prima parte delT anzidetta niacchia od imputazione ; con- vinto che la tavola di RafFaello incorrera sempre nel riin- provero d'anacronismo, finche si vorra ostinataniente soste- nere , che in essa e rappresentato il giovane Tobia. Egli percio imprende a difendere RafFaello da si fatta imputa- zione ; ed i suoi ragionamenti ci sembrano di gran peso. Puo giudicarsene dal seguente brano : "... Tobia allorche parti pel sno viaggio , gia toccava 1' eta virile : ora il no- stro preteso Tobia e appena uscito dair infanzia. II pesce, di cui qui tratterebbesi, era una specie di mostro marino, capace di divorare un uomo nel vigor degli anni. Ora chiederemo: e egli credilaile che RafFaello, il cui gusto era si squisito , tutte le cui creazioni portano T impronta del genio , e egli credibile che inteso abbia di rappresentarci un si spaventevole mostro in un pesciolino , che sospeso vedesi alia mano di un fanciuUo ? Ne risulterebbe al certo una poverta d'invenzione indegna di RafFaello. Che mai di- remmo se ci si volesse far credere che uno dei piii celebri statuarj dell" antichita abbia cosi meschinamente rappresen- tato il leon nemeo , per esempio , od il cignale calidonio , r uno sospeso alia mano d' Ercole , e T altro a quella di Meleagro ? >> Quanto all' opinione , per la quale nella tavola dl Raf- Faello vedrebbesi tin' allegorica imagine della canonlcita del libro di Tobia , T autore tenta di totalmente dlstruggerla , sostenendo contro del signor Emerico David, che alFepoca della convocazione del concilio di Trento , piu alcun dub- bio non sussisteva nel mondo cattollco sul carattere sacro ed autentico di tal llbro ;, e che quel concilio lungi dal consecrarne per la prima volta I'ispirazione, altro noa avea fatto se non nuovamente dichiarare quali erano gli scrittl dalla Chiesa in ogni tempo tenuti coxne rivelati. V A n I E T A. S'^f) Ma qiial e mai la nnova spiegazlone die ne A'ien data dalPautore dell' opuscolo ? Egli scguendo il lume dell' ar- cheologia crede d' aver penetrato il senso che nella tavola di Raffaello ascondesi. Persuaso che in nessuno non sa- rebbe mai nata 1' idea di coUocarvl il giovane Tobia , se trovata non si fosse 1' imagine d' un pesce , chiese a se stesso se tale attributo convenga esclusivamente al giovane israelita di modo clie caratterizzare non se ne possa che lui solo. Sulla I'isposta negativa fecesi a frugare negli an- nali deir anticliita cristiana , onde scoprire qnali fossero i segni simbolici usati da' fedeli per riconoscersi 1' un I'altro allorche perseguitatl e tuttavolta spintL dal bisogno d'una reciproca conuinicazione , costretti erano , per non cadere in inganno , a ricorrere a mezzi ingcgnosi. Ora tra gli og- getti siniljolici di un senso ad essi soli riserbato trovasi ad ogni istante F imagine di un pesce. Di fatto i primi cristiani scelto aveano il pesce come uno de' loro precipui eml)lemi ; sia perche le lettere componenti il greco vocabolo lv.^vq (^Icthus) pesce, sono le iniziali del uome Jesus Christus; sia ancora per mostrare che siccome il pesce nasce e non puo vivere che nel seno dell'acqua, cosi il cristiano trovare non puo la vera via della salute se non per I' onda rige- nerante del battesimo. L' autore partendo da si fatto princlpio cosi continua: " II pensiero da cui fu diretta la iiiano di Raffaello e I'entrare che si fa nel seno della Chiesa dall' uomo illumi- nato dalla fede. Nulla ci ha di piii commovente quanto il modo con cui il pittore esprimere voile i! suo pensiero. Un neofito, i cui tratti portano Fimpronta del candore e deir innocenza , tenendo nell' una mano il segno della ri- generazione , merce dell' acqua battesimale, e condotto dal suo angelo tutelare , spinto cioe da una superna ispira- zione , va a gettarsi ai piedi del Salvatore , che sta tra le braccia della divina Madre. II giovinetto cristiano e in attitudine di fervidamente pregare. Gesu gli stende una mano protettrice , e porta 1' altra sul libro della legge che tiensi da S. Girolamo. Con cio il pittore voile renderci sensibile 1' interno avv^ertimento che dal Salvatore vien dato al neofito , cioe di sovvenlrsi che la fede cssere dee accompagnata daH'osservanza de' prccetti. " Lo stesso autore poi per dimostrare che Raffaello ha tracciato in questa composizione tutta la storia del destino 3oO V A R I E T a'. nostro , cos! soggiugne : " Che mai vedlamo no'i nell' un ]ato di questa tavola'^ Un giovinetto che sta per incomin- ciaie il pellegrinaggio della sua vita : egli alia religione , che dal pittore fu rappresentata sotto la forma la piii adatta a cattivarsi i cuori, viene chiedendo ch'ella medesima diriga gl' incerti suoi passi. E qual e mai T oggetto ond' e attratta r attenzione nostra nell' opposto lato ? Un vecchio vene- rando che ha toccato il termine della sua carriera. II leone che a' pie di lui riposa ci rammenta che la vita e un viag- gio , in cui s' incontrano di continuo combattimenti aspri a sostenersi , dai quali quel vecchio sorti vittoriosamente. — L' aureola che irradia la testa di lui c' istruisce che il santo atleta tiensi sicuro della ricompensa al vincitore promessa. — II contrasto delle due estremita della vita messe per tal modo T una a fronte dell' altra , e si evi- dente che non puossi a meno di quivi ravvisare una su- blime combinazione piena d' una divina filosolia legata ad uno de' piii bei concetti poetlci. >> Tale e la spiegazione che dal signor Belloc cl vien data della Madonna dal Pesce. Questa spiegazione , frutto di lunghi studj , sembra assai naturale ; e noi ancora non du- bitiamo ch" essere possa favorevolmente accolta da chiun- qvie facciasi a ben ponderare la forza dei raziocinj sut quali essa si fonda e regge. Costi-uzione della nuova Atene. — " II piano della capitale ch' essere dee fabbricata sul luogo dell' antica Atene noa ha finora avuto il suo cominclamento. II greco ingegnere Cleantes, autore di cotal piano, stato era incaricato di tracciare il livellamento delle contrade e delle piazze pub- bliche; ma siccome il suolo divenuto era pressoche tutto proprieta di privati cittadini, cosi sembra che T ingegnere Voluto abbia trarne qualche partito , tracciando le contrade in modo di appagarne i desiderj di alcuni compratori col far in luodo che la linea non passasse sul loro terreno. Egli percio fu rimosso dalla sua incumljenza , per la cui ese- cuzione venne scelto un altro ingegnere. Pero iion potrebbe ne2;arsi che il suo piano combinato non sia in modo di rendere Atene una delle piii belle capitali. L' ingegnere ha procurato di riunire nel suo piano tiTtto cio che di piu bello ammirasi nelle piii cospicue citta del- I'Europa. Vi si trovano quindi il Palazzo reale e quello V A RI E T a'. 3oI delle Tuilleries di Paiigi, la graa piazza di S. Marco di Ve- nezia, ecc. : quanto in somina ci ha di plii splendido nelle altre capitali dee tutto per iiiiitazione riprodursi nella ca- pitale della Crecia. La sua pianta e fatta per 80000 abi- tanti : tutte le strade e tntte le pubbliche piazze portano alcuno dei piii celebri nomi deiranticliita. La iiuova Atene sorgere dee alia distanza di un' ora dal porto Pireo, intorno del quale verra pur faJjbricata una citta mercantile, costi- tuente quasi un sobborgo della capitale. Qnesto piano di addizione fu conceputo dal medesimo ingegnere. Un altro ingegnere venne inviato a Sira ad oggetto di far ivi costruire alcuni pubblici ediiicj , che vennero pure riconosciuti necessarj pel coinmercio. Tali costruzioni com- pongonsi, i.° di un faro die verra innalzato alPingresso del porto di Sira ; 2..° di un magazzino di deposito per le mercauzie da transito, che da lungo tempo si pratica a Siraj 3.° d' un nuovo lazzaretto che fu giudicato come indispen- sabile, da che tutti i navigli, qualunque siane il loro de- stino, far debbono la quarantena ad Idra od a Sira, di niodo che il lazzaretto di Sira e senipre pleno ed ingom- bro di mercanzie. >> Fin qui il Journal des artistes. LLa se nol esprimere do- vessimo le idee nostre suUa ricostruzione d' Atene , non esiteremmo a proporre che dalle stesse greche antichita , dagli stessi monumenti d' Atene , dalle descrizioni die lie lianno lasciate tanti insignissimi scrittori , prendere si do- vessero i disegni sul quali innalzare la nuova Atene. II palazzo reale di Parigi e quello delle Tuilleries in Atene ? Che mai direbbe Pericle , che direblje Fidia, se alzando il capo dalla tomba vedessero in si fatta manlera profa- nato il suolo delFAttica ' . . . . Ma diversi sono , rispoudere potrebbesi , i costumi ed 1 bisogni de"" moderni Greci da quelli degli antichi .... Lo siano pure. Tuttavia non potra negarsi die alle moderne fabbriclie sarebljesi potuto dare almeno neU'esterno 1' apparenza delle antiche, e richiamare per tal modo lo sguardo e P attenzione de' viventi alle glorie vetuste e memorande. La vece della Piazza di S. Mar- co, comeche per se stessa ammiranda e bellissima , non avreljbe forse assai meglio figurato il disegno e 1* innalza- mento deW Agora , 1' antica famosa piazza del mercato nella stessa Atene ? G. 3C2 V A R I E T A . P O E S I A. Come la perdlta che per forza d'lncendio si e fatta non ha guar! di alcune delle belle opere del celebre scukore Marches!, ha riscosso un poetico compianto dall' immagi- nosa e sempre Urica vena del sig. Roinani, cosi Tode che quest! ne scrisse , ha sapnto per le sue bellezze rapire si akamente T an!mo di un Magistrate di una delle principal! citta degl! Stat! Sardi , che perito al sommo , qual egli e , di tutte le eleganze del sermone latino si e accinto a farne in esso una classica versione. Venutac! questa fortu- natamente alle man!, crediamo bene d! qui pubblicarla, per- suas! di far cosa grata a'nostri letter!, pel diletto che sentir debbono nel ritornare alia mente i primigenei concetti di quell'aurea composizione, quantunque rivestit! di altre for- me, e nel conoscere con vera nazionale compiacenza, es- servi tuttora nella nostra Italia chi maestrevohuente coltiva la paterna eredita della lingua del Lazio. De Museo sculptoris Pompeji Marchisii flammis consumpto Ode F. Roman! latine versa. Hei mihi! crudelis si vis asperrima sortis Tanta opera extemplo mirandce diruit artis , Integra perpetuum fuerant qucB mansura per oevum , Ipsa sibi plaudat , diro ceu turbine belli Cum flammas volvit quels est incensa Corinthus. Iinproba at invidice rabies si more nefando Ignivomis dextram toedis armavit iniquam , Aures horrendum nomen non inquinet : atra Nox tegat et cunctis sileatur Herostratus alter. Heu nimia prinms macula foedaverat orbem! Sed pudet Immance probra hoec adscribere genti; Fortunam culpare juvat , cui coeca potestas. Diva homines luctu torquet vice cotis et urget jErumnis. lustus sic vir sapicnsque probatur. Ingenium terris supero vix lumine fulget , Ilia imcs nebulas gaudet protendere vallis. Si quis iter reperit, prceruptas objicit alpes Ipsa, ut deficiant vires sudore geluque, Astra , columba velut , petat ille ? hocc amputat alas Compescitque pedes onerosi pondere plumbi. V A R I E T A . 3^ Forsitan ceterni lex est arcana tonantis Mergere quod nequeant , quas cinguiit , cnquora terras ; Forte hurnana malis sic fessa et concita pulvis Numinis ante oculos detersa et purior exit. Nam cytharce quce chorda^ nisi pulsata , resultat? Thurave quce redolent , si non absumpserit ignis .'' Spiriciis ad caelum sic fertur corpore liber. Nee poterit sunimani victor contingere metam. Quern non jactarint cerumncE. It. pulchrior esses , HcEC una ingenii deerant tibi stigmata : haheto. Quce te cura premit ? lacrimas quas pectore fundis , Dicere lingua nequit, labiis nee promere tentas. Ipse tuis inspexi oculis mcerentibus imo Infixos animi motus : Quis reddcre possit ? Obtutus genitoris erat , cfd qucerere natos Conatur fnistra , cupidus circum omnia lustrans ; Obtutus poscens nimboso sidera coelo ; Prccteritum obtutus jungens tempusque futurum. Si tenebris obducta manet ([uoe transiit cetas ; Si prcesens vehit umbra fugit , tibi postera felix Sit , radiante Deo , niteatque coloribus albis : Hanc blande arridens tibi spes , fidensque secundet , Qticp dumeta inter qucerit constantia jiores. Te summi reges , te fortia pectora honorant , Qua pietate decet miserum. Consurgito : ceme , Quce magnis virtus solatia luctibus affert! Ingentes audi ad mare ab Alpibus undique voces! Italia , Italia est, quce te confidere clamat. Assurge , infelix toto celebratus in orbe; Erigito frontem , totos simul evehe sensus Ad caelum , unde tibi tanti venit aura favoris jEstri illic ccmipos metiri et itinera mille Gro'cis intacta aligeris , latiisciue , licebit. Illic Oceanus lucis , sine litore pontus , Quo nabis , palans immenso ut sidus in axe. Fas erit cetemi artificis spectare creata Nulli visa : novocpue ibi quod conspexeris astro Fas erit Archetypum ignoti hue inferre decoris. Assurge atque iterum attonitis mortalibus ede Quos tua divinos sensus mens hausit ab alto. Cude illos saxis : Ulis delubra Deomm JSxorna ac jEdes regum , Heroumque triumphos , 3o4 V A R I E T a'. Et tumuliim extinctis. Affectus marmore finge Carmine quos vates , tabulis nee pingit Apelles. Invidcat natura arti vultusque modosque Ac animi ??iotus ccelesd fonte profectos , Mcerorem fletu qui ddectatur amico , Cordis honestatem sanctum quce reddit amorem. Assurge et rediviva mihi tiia limina pande, Atque mm mentis mentem hanc secreta penetreru. Est etiam quandoque mihi , et juvenilibus annis ScBpius , cpterna Genius fuit indole prccstans. Hie adversa tuoe. canet et felicia vitce , Quid dederis mundo , quid nunc amiseris : umbo Certatim scalprum sese , plectrumque juvabunt; Atque tuum, juxtaque meum, super cethera nomen Scandet , et invidiam , lethceaque flumina vincet. En musa, explicitis surgens Marchisius alis Tendit ad astra , rogo ut Phoenix post fata renascens. A. C. CRONAC A DELLE SCIENZE, LETTERE, ARTI, ISTRUZIONE E PUBBLICA ECONOMIA IN ITALIA. STATI PONTIFICJ. He , OMA. — • Stato attuale della riedificazione delta Basilica dl S. Paolo, ecc. — Decretata dalla S. M. di Leone XII la repri- stinazione della magnifica ed antica Basilica Ostiense sacra a S. Paolo, I'apostolo delle genti , miseramente distrutta dair Incendio avvenuto nella notte del i5 lugllo 1823, fu posta mano all' opera dl tanta riedificazione sino dairanno 1825. II grande arco di Placidia tra la nave traversa e quella di mezzo e gia rinnovato , e sono state sostituite alle grandi colonne di niarnio imezio guaste dal fuoco due nuove colonne di granito del Sempione deU' altezza di palmi romani Sa , e terminanti con capitello jonico-greco, consimili a quelle che forraano la facciata del portico del C R O N A C A. 3o5 Panteon ^ e certamente le piu grand! die sieno entrate In Roma nioderna dopo la decadenza dell' impero. Altre co- lonne della stessa materia e della stessa cava, ma di mi- nor mole ( circa 40 palmi di altezza ) in nuraero dl 40, sono state innalzate nei fianchi o lati della nave maestra coronate di capitelli corintj di elegante lavoro , opera di scalpellini romani. L' idea di soUevare 1' antico pavimento della Chiesa di circa nn metro , ond' evitare le frequenti inondazioni del prossimo Tevei-e , ha fatto innalzare di al- trettanta altezza le basi di queste colonne dall' antico piano destinato tntto alia medesima elevazione per lo stesso og- getto. La nave traversa e gia coperta di smisurate travi die formano la contignlta per la copertura del tetto in tutta la sua estensione : e s" incominciano gia a lavorare gl'intagli e le dorature dei cassettoni di legno , die deb- bono adornare quell' ampio lacunare. I pezzi o frantumi delle nobili colonne di paonazzetto avanzati alle fiamme serviranno sotto altra forma alia decorazione degli altari. Non e ancora decisa la sorte delle minori navi e delle mi- nor! colonne die le fiancheggiano, e die quantunque meno danneggiate dal fuoco , avranno bisogno ancli' esse di es- sere rinnovate. L' antico musaico die ornava il grande arco di Placidia si e conservato per essere riposto al sno luogo. GRANDUCATO DI TOSCANA. Pisa 3o agosto. — Per qnanto in tutto I'articolo Pisa in- serito nella Cronaca dello scorso giugno non si parlasse die deir Universita ; pure molte cose restarono a dirsl e crediaino doverle almeno somniariamente accennare in questo. Non i soli professor! delle scienze naturall , ma quelli ancora delle altre facolta gareggiano tntti in zelo ; e cfr— tamente non mancano in ogni facolta ai giovani stndiosi i piu validi ajnti per faciltnente istruirsi. Ne fan fede le molte opere die in questi ultimi anni si son pubblicate. Oltre al noiiiinati nelf articolo precedente, i professor! Car- mignani , Corridi , Barzcllotti, Gerb! , Rosin! , Del Rosso, Cantini diedero alia luce important! lavori, che vennero tutt! benissimo accolt! dal pubbllco. E particolannente si BibL Iial. T. LXXV. 20 3o6 CRONAOA. e commendato 11 sagace discernimento , e la filosofica cri- tica medica del bravo professore Studiaii in diversi artl- coli del Nuovo Giornale dei Letterati, clie da lui dlrigesi. Recentemente si e qui ricevuta in istampa la Memoria del nostro professore Vincenzo Amici sulV eqidUbrio delle volte, che presentata nel i83i fu nel i832 coronata dalla Societa Italiana. Cosi si e veduto clie questo valentissi- juo , sebbene ancor molto giovine professore, e stato il pri- mo a bene sviluppare la dottrina relativa all' equilibrio di un ammasso qualunque di sassi irregolari cbe formino una grotta, o di cunei regolari di grossezza finita o infinite- siina, clie compongono un arco o una cupola, e conside- rando, come conviene per ridurre le speculazioni alia pra- tica I'azione degli attriti e dei cementi , aveva assegnati i limit! entro a'quali puo variarsi 11 peso e la forma della Volta senza pericolo di ruina ; ed aveva stabilite le op- portune formule algebriche , che varie di natura secondo i varj casl conducono all'esatta e corapiuta rlsoluzione dei problemi occorrenti. Abbiam creduto opportuno di notar particolarmente questa cosa, perche per una siiigolare com- binazione uno de' piii insigni matematici iialiani avendo nel 1 833 con ragionamenti precisamente analoghi stabilite delle formule fondamentali identiche a quelle dell' Amici relati- vamente alle cupole composte di cunei di grossezza finita, potrelibe nascer dubbio sull' anteriorita del ritrovato , noa essendosl pubblicata la Memoria di quest'ultimo che quat- tro anni dopo che fu dettata. Ci sembra interessante nella storia d'una scienza 11 conoscere cio che liidividualmente appartiene a clascuno di che hanno contribuito all' avan- zamento della medesima. ]Ma tra le cose che ultlmamente si sono pubblicate e si vanno pubblicando dai nostri professor! , vuolsi particolar- mente commendare 11 lavoro del professore Rosellini suUe Antichita egizie; lavoro grandioso che spargera luce sul- r archeologia , e rechera gloria all' Indefesso autore. JVecrologia. Due gravi perdite ha fatte I'Universita pisana in quest' anno per la morte di due distint! soggett! che le appartenevano come professor! emeriti, I'avvocato Lorenzo Quartieri , 11 cav. Giuliano Frullani. Nato il Quartieri In Bagnone, piccolo castello della Lu- nigiana 11 19 ottobre 1763, fece in patrla i priml studj , e trasferitosi successivamente all' Universita di Pisa vi fu O B O N A C A. So/ laureate in lit roqtie jure nel 1787. Aveva comlnciato appena Tesercizio clella giurlsprndenza pratica in Firenze, qnantlo nel 1 79 1 fu nominato professore d' istitnzioni civili nel- rUniversita di Pisa. Facoiido naturalinente, dotato di molta perspicuita neirenanciare, sebben forse troppo asiatica- raente , le sue idee, vide sempre la sua scuola popolatissl- ma d' uditori. La jiulililicazione d' un Trattato sopra i ini- glioramenti gli accrehbe fama fino dal primo stadio della sua carriera. Cangiata poi la forma delP Universita per la do- rainazione de' Frances!, il Quartieri fu scelto per uno dei component! del Consiglio accademico , e fu iacaricato di spiegare il Codice Napoleone. Quest' incarico gli diede oc- casione di pubblicar Topera intitolaia Giurisprudenza Com- paratn, per la quale inerito una medaglia d'oro coll'epigrafe Dignioribus remunerandis della principessa Elisa , die pel sue fratello Napoleone governava la Toscaua col titolo di Gran Duchessa. Ma ritornato a governar nuovamente la Toscaua Ferdinando III, ed abolite le variazioni introdotte neir Universita dai Francesi , il Quartieri fu iucaricato di spiegare le Pandette. Per rendere le nuove sue lezioni piu facilmente intelllgibili e piii proiicue pubblico un piccol Trattato di ermeneutica legale, e successivamente un' Jllu- strazione alio stesso trattato. Frattanto nell' anno 18 15 il Gran Duca Ferdinando III onoro il Quartieri delT importante incarico d' istruire nella giurisprudenza T Arciduca Leopoldo suo figlio attualmente Gran Duca di Toscana. Corrispose il Quartieri all'espetta- zione delT illuminato Sovrano , e mostro tanta preinura , intelligenza ed esattezza nell' escguire quanto esigeva si delicata ed onorevole incumbenza , che 11 padre , non men che il figlio gli diedero le piu lusinghlere dimostrazioni di soddisfazione pienissima \ e quindi T onorarono finche visse di particolare benevolenza e protezione. Salito appena sul trono Leopoldo II decoro il Quartieri della Croce del- r Ordine di S. Giuseppe; e nel 1825 lo nomino Auditor Magistrate della Religione equestre di S. Stefano P. e M. lasciandolo addetto aU'Universita come professore emerito. Nel 1829 riceve il Quartieri una nuova dimostrazione della sovrana clemenza per T assegnazione fittagli d' una com- raenda di grazia dell" ordine di S. Stefano; ma nella notte del 3i marzo venendo il i.° aprile deU'anno 18.34 f:eil davanti del quadro pare accingersi a seguirlo, ma pero con timore alia vista di tanto trambiisto •, il ma- gistrato della citta, e tutte le figure accessorie astanti coi loro atti e sguardi rivolti verso il protagonista tendono alia generale espressione del soggetto. Facendo ora il pas- saggio dalla parte descrittiva all' artistica , siamo tosto air apparire del quadro spinti a dire = Oh quanto sono aggruppate le masse , che bel partito di chiaroscuro , come si addice a ciascuno il proprio posto, onde risulti chiara e distinta la composizioae e la mente dell' autore ! Se osserviamo il colore, ci ricliiama i prestigi della veneta scuola , varieta continuata di tinte , e vivacita in grata arraonia tra esse ; se al clisegno guardiamo, non proviamo minor piacere. Ma trattenendoci piu a rilento sulla diver- sitk de' caratteri, sul movimento o su la posa di ciascuna figura, ci risulta che l' autore avrebbe potuto dare maggior nobilta ad alcuna di esse: quel piccolo paggio quantunque CRONACA. 3j7 presenti forme vere e caratteiistiche dell' eta , pure elle ci sembrano alcnii che esagerate specialniente dal mezzo in giu , cosi le ginocchia di altre figure risentlte piu del do- vere nella dimensione ia ciii si trovano. Queste piccole niende pero, siamo certi , scompariranno, giacche Tautore appnato per esser valeiite, suole docile profittare delle altrui osservazioni ove le riscontri fondate sul vero e sulla ragione. E solo la cleca ignoranza clie supponendo di non fallire ricalcitra agli avvertimenti die le sono dati dalla slessa moderazione. Se prendansi poi ad esaminare due ritratti dello stesso autore , alia grandezza del vero ed una testa recisa dal bu- sto, qualificata per quella del conte Carmagnola merce del marchio della repubblica veneta apposto sulla base di legno che la sorregge , noa vien meno Tammirazione. Ad ognun € noto die Hayez sa vedere e studiare la natura e che ne' lavori in cui si tratta di dover mostrarsene scrupoloso imi- tatore, ha hen poclii die lo agguaglino. Anzi talvolta egli li conduce a tal punto , che alcuni di lui ritratti si gustano pill da vicino che da lontano. In quanto alia summentovata testa dopo averla ammirata, ella ti sforza a ritorcere gli sguardi , tanto in quel viso e ritratta la morte colle alte- razioni che la accompagnano. Finalmente toccando di im altro lavoro delT Hayez , quantuiique debba disgiungersi dalla maggiore di lui gloria, brameremmo die i piitori iioristi plii esperti potessero esaminarlo, giacche le nostre parole acquisterebbero maggior fede nell' aftermare che il suo mazzo di fiori puo competere colle opere piii celebrate dei Van Husel, dei Wan Tiden e di tant' altri autori fiam- mlnghi, olandesi e tedeschi che a questo solo genere consa- crarono il pennello durante tutto il tempo della loro vita. Cav. Carlo Brulloff. Coll' aver noi lo scorso anno racco- niandato cpiesto nome ai fasti delle arti, mossi da pure sentimento di giustizia (giacche non avevamo pur anco aviito occasione di conoscere di presenza I'autore del gran quadro delF ultimo giorno di Pompei esposto in queste nostre sale), mal sapremmo giudicare se i nostri encomj abbiano contrilmito ad accrescere di qualche suono la distinta di lui fama, o se all' incontro al)biano accresciuto il livore a quella invidia che tanto piii si contorce, quanto piu vede innalzato 1' oggetto del suo malincnore. Finche i giornali di Parigi, dove lo stesso quadro fu poscia 3l8 CR ON A C A. trasportato , si sono studiati tU offuscare 11 vero merlto dominante in quella grande tela con frasi , che noa sono ragioni , abbiamo clilusi gli orecchi al loro garrire. Italia- ni, quali ci vantianio, siam gia avvezzi a valutare il lore spirito esclusivo di nazionalita e quindi il loro sentenziare. Avremmo ben donde continuamente recriminare , se fos- simo persuasi di conseguire una riparazione delle onte incessanti che ricevono le nostie produzioni, o la lusinga di poterli condurre ad un cattolico ravvicinamento. II ge- nio forestiero in quella periferia non isperi di essere confortato da quel candore e da quella lealta che formar dovrebbe il primo cardine di coloro che intendono di pro- muovere rincremento del sapere merce della critica sulle altrui produzioni. Solid noi a riguardare gli autori siccome pertinenti a tutta 1' umana famiglia, non consideriarao il genio qual privilegio esclusivo di una nazione , ma bensi lo stimiamo un dono che la natura equa comparte agli abitatori di tutto il globo: anzi se per caso ci vien fatto di scorgerne le scintille in quegli esseri che per la loro topografica situazione senibrano meno suscettivi di calore, tanto maggiore si fa in noi 1' ammirazione e I'interessa- mento. Tal e la nostra professione di fede. Ma quando abbiamo dovuto convincerci e toccar con mano che talimo de' nostri scrittori , il quale aveva fatto eco alle nostra parole ed a quelle del pubblico, all' apparire degli scritti francesi , smentendo i proprj sentimenti ne inseri la pali- nodia in altri fogli con patente contraddizione, non ab- biam potuto a meno di dire che o egli fu cieco allora, o lo e poscia divenuto. Non senza poi un certo quale conipati- mento trovammo in essa Inserito un brano di diserta- zione suU' eiFetto della luce del lampo , pubblicata da uno scienziato in proposito della luce inedesima raffigurata da BrulIofF nel sno qnadro. Si pretende con questa dis- sertazione che allorquando un corpo di qualunque forma sia- investito della predetta luce, cessa di apparire quelle che realmente e, perche non da ombra, ne sbattimento. I pittori che sogliono fare tanti esperimenti suUa luce, che osservano e non chiudono gli occhi quando lanipeggia, e che vanno persuasi che fisicamente quando la luce scende dair alto , illumina i corpi nella direzione in che sono da essa esposti, ne porteranno giudizio e difenderanno il nuovo poema dalle censure di un novello Galileo. Intanto CRONACA. 819 ritorniamo sul sentiero da cul prendemmo le mosse : quello stesso cav. BruUoff ha arriccliita in quest"" anno la nostra esposizione di un quadro storico di figure grandl al vero, di due altri quadri di ritratti di famiglia aggruppati e deir uguale grandezza. Parlando del primo e d'uopo, per poterlo gustare, inter- narsi alquanto nell' argomento onde conoscere la mente deir autore ed i motivi die lo hanno detenninato a trasce- gliere piuttosto una, clie un'altra situ:.zione. — Stretto avendo rinfante don Pedro figlio di Alfonso IV re di Portogallo, dopo la perdita di Costanza un segreto imeneo con Ines de Castro , discesa da una illustre casa di Castiglia , e dama d' onore dell' estinta principessa , i coriigiani invidiosi di tutti quelli die ottengono il favore de' principi , paven- tando r influenza die I'innalzamento di Ines dato avrebbe ai suoi fratelli Alvarez e Ferdinando, dipinserola disobbedienza del figlio col colori piu atti ad istigare Alfonso , principe violento e vendicativo , ed inslstettero sulla necessita di rompere siffatto legame. Stimolato don Pedro ad arrendersi ai desiderj d'Alfonso, la di lui resistenza si esprimeva con piu vigore, dacche renduto padre di due figli, maggior forza aveva acquistato la sua tenerezza verso la sposa. II re sdegnato per 1" inutilita de' tentativi si reca a Coiin- bra, dov' erasi ritirata Ines, sperando mediante le minacce di estorcere al timore cio die il figlio suo ricusava a' suoi voti. Intenerito pero dalla bellezza d'Ines e commosso air aspetto de' suoi figli , il re senti mitigarsi la collera i r anima sua fluttuava irresoluta tra il perdono e la ven- detta j ma i discorsi del cortigiani e particolannente 1 coa- sigli di Alvarez Gonzalez , Pietro Coello e Diego Lopez Padieco i quali giurato avevano la perdita d'Ines, dlstrus- sero si favorevoli disposizioni. Egli cesse finalmente alle loro insidiose istanze e deliberata venne la morte di Ines! . . Non si aspettava per 1' esecuzione di tale odioso disegno che rallontanamento di don Pedro. Un giorno die il prin- cipe partito era di buon mattino per la caccia , gli as- sassini penetrarono negli appartamenti di Ines , tuttora addormentata : la bellezza , la gioventii sua e la dolcezza con tutte le attrattive sparsa ne' di lei lineamenti non vai- sero a ramniollire i cuori di qite'barbari : volgendo ella gli occhi incontra i pugnali alzati sulla sua testa, inntilj i pianti e le preghiere, cadde trafitta da piii colpi: gli as- sassini non abbandonarono la vittima , se non poi cfi» 320 CRONACA. veduta r ebbero esalare T ultimo sospiro. Chi amasse di essere maggiormente commosso non ha che a leggere i Lu- siadi di Camoens che iiitrodusse questo fatto come episodic del suo poema. Altri storici afFermano che Ines fu immo- lata alia presenza di Alfonso. Da questo caso tragico e miserando il cav. BrallofF tolse appunto co' pennelli a rap- presentare il suo dram ma. Al poeta ed al pittore e legge di mostrare la virtu nel piu bell' asjietto e co' colori piii splendidi, e di vestire ii vizio di nere pennellate e della sua orridezza accio venga detestato. A questa morale prescri- zione sembra essersi attenuto nel suo quadro il nostro auto- re, giacche ne spinse T espressione fine a quel panto che seppero ragglungere Schiller e Shakespeare colle loro opere immortali. Non avendo il pittore mezzi descrittivi dovette ricorrere alia sua immaginazione , adoperare il linguaggio deH'arte e mettere in iscena gl'istessi consiglieri che fu- rono i veri assassini , gli autori di quell' orribile misfatto. Come egli sia riuscito, ben abbastanza lo mostrano le loro attitudini: tu vedi cogli alzati pugnali due ghermire la preda, il terzo specialmente insistere , istigare, scuoter Alfonso co' gesti e col suo viso quasi deridendo la di lui indecisione, mentre in fatti questi ti si afFaccia fluttuante quale lo storico lo descrlve. Che la sveuturata Ines poi attragga la pieta di tutti quanti la contemplano, ce ne ap- pelliamo agli stessi zotici; che si vede scarmigliata, trasci- nata fuori del letto con due innocenti figli che le si av- viticchiano intorno e cadrebbe boccone ai piedi di Alfonso, se le branche de' suoi carnefici non la reggessero: fanno poi troppo chiara la di lei situazione le lagrime, 1' angoscia, lo spavento ed il pallore sparso gia su tutte quante le parti lasciate ignude dallo stiramento della camicia. Fin qui abbiamo spiegato come 1' autore abbia saputo con sommo artilicio combinare all'eflFetto drammatico si svariate espres- sioni. Se dovessimo trattenerci a descrivere a parte a parte gli altri pregi artisiici, ci dilungheremmo piii di quanto il comportano i limiti di questo articolo. Diremo pero solo che BrullolF in questo suo lavoro non e da meno al certo di quanto apparve nelle altre sue opere. Qni efFetto sorpren- dente, perclie chiamata la luce sulle parti piu nobili della sua composizione, disegno corretto, jierclie colta la natura e mo- dificata col lungo studio fatto sulle migliori scuole, perche, proporzione, movimenti veri, mani che agiscono , occhi e fisonomie che disvelano I' animo. In quanto al colorito , lo O R O N A C A. 321 trovlamo qual convieiisi alia scena , succoso piu clie hril- lante , armonico e degradato secondo le leggi della pro- spettiva clie doniina in tutto il quadro. Forse noii maa- chera taluno di accagionarlo di esagerato specialniente per la testa di uno di que' Consiglieri , cui egli presto e capegli 6 barba deH'odiato color rosso, e clie ritrasse col linto sorriso ; ma a francarlo della critica su questa scelta bastera consultare la storia delle investigazioiii fatte da Leonardo per pur rintracciare tra T infuna plelie un viso clie si coufacesse al traditore di Cristo. Per rispetto al giudicio nostro, avremmo nel caso seguito com' egli fece le norma lasciate da si gran maestro; ma a malgrado di questa deferenza avremmo pero consnltato un maggior numero di originali , onde ai lineamenti caratteristici del- I'espressione si associasse maggiore regolarlta e minor idea- lismo. Sul costume dei tempi, cioe sul modo con cui sono trattati quegli abbigliamenti, e la parte arcliitettonica ed or- namentale, non si sapreljlje tlesiderare osservanza maggiore. Non ispenderenio molte parole intorno i ritratti del ca- valiere BrulIofF, avendo in diverse altre occasioni fatto conoscere la di lui bravura nel saper imitare gli originali ch' egli prende a ritrarre , e gli autori sommi di cui per cjiiesto genere di dipinto si e fatto evldentemente seguace. Ci ricorda egli bene spesso in queste sue opere secondarie i Wandik, i Rubens , 1 Rembrand, i IMorillios si pel tuono succoso delle tinte, clie per P ardimento d'impiegare i co- lori , e pei partiti cli' essi lianno adottato onde conseguire armonia, efFetto e rilievo. Coll' avvicinarsi in fatti a quello di leggiadra noljile donna in atto di ritornare nel suo ap- partamento , graziosamente abbracciata da un' avvenente fanciulla , ed accompagnata da un moretto clie sta racco- gliendo il persiano drappo ch' ella lascia cadere dal destro omero, si ravvisa un impasto clie parteci[)a di quello dei citati autori: i tocclii sono si ardlti, cbe agl' inesperti ras- semljrerauno un musaico; ma col porsi alia debita distanza tutto si fonde e si degrada con un inagico incanto. Cosi nel- r altra tela piii vasta , in cui sette individui di una stessa famiglia egli riuni al rezzo di un ameno pendio ombreg- giato alle spalle da un Ijosco e bagiiato al piede da traspa- rente ruscello , non si saprebbe tra il concetto e 1' esecu- zione quale maggiormente preferire di queste due qualita ; un piccolo figliuoletto ignudo cbe seduto neiracqua, emerge Blbl. Ital T. LXXV. 21 3aa c R o N A c A. dalla nieta In su, sembra invitare a dlscendere una sorella die si dispone a compiacerlo, nn'altra di queste piu adulta ha gia un piecTe immerso nel rio e sta in atto di avanzar r altro e di raccoixiare la camicia sino al ginocchio ; an bimbo sednto suUe cosce materne sembra trepidante af- frettar coi moti lo svesdmento die ne fa la madre stessa;, il padre disteso dietro alia niedesima ed appoggiato su verde tappeto si volge con compiacimento all' arrive del fratello suo in abito da cacciatore con arcliibugio, ed una lepre. Qui il colorito e tutto cliiaro e trasparente , le figure sono rilevate col magistero delle sole mezze tinte ed hanno un bel rilievo : ciascuna e poi al suo posto col rispettivo co- lore varlato secondo V eta. In risguardo alia somiglianza ed agli accessoij ben podil pittori possono competere col cav. BrullofF, e quindi concbiudiamo die il genio suo crea ed imita quanto gli attaleiita , e sempre bene : die se talora le sue produzioni non vanno esenti di qualche menda., devesi attrlhuire a quella condizione cui non pos- sono a meno di soggiacere anclie gli uomini sommi. Alessandro Lipparini , professore dirigente la scuola ele- mentare di figura nelP I. R. Accademia di Venezia. Gia da qualdie anno quest' artista suol profittare delle nostra sale per esporre al pubbllco le proprie opere, e non e nuovo per lui il plauso die gli fruttarono: questo poi gli viene gua- rentito dal possesso dell' arte sua, dalla carica cb'eglieser- cita e dair impegno con cui si adojjera per sostenere e I'uno e r altra. In un quadretto, seguendo la storia con- temporanea della Grecia , ritrasse Costantino Ipsilanti , die mentre tra i suoni , i canti e i vezzi di una sua Amasia, intorpidito se ne giace nel piacere , viene scosso dai rim- proveri di un Armeno, ed istigato a dar pensiero alia pa- tria conculcata dall' Ottomano. Sebbene questa produzione per la parte del disegno non totalmente soddisfi un oc- cliio educato a voler ragione di tutto, lo seduce pero col- 1' espressione , col vigore e colla squisitezza del colorito , e con accessor] toccati con singolare niaestria. Similmente va a grado un altro quadretto in cui espresse in piu pic- cola dimensione del prinio Cecilia , moglie a Eccelino die fa benedire la piccola sua figlia dalP Eremita cli' erasi re- cato in Bassano a predicare la Crociata : posto a ratrronto degli altri suoi lavori esibiti negli aniii addietro non cede esse pure sia per espressione , sia per gusto di linteg- giare ; prezioso poi e il tocco con die da esperto seppe C R O N A C A. 323 pronunciare le parti tutte del soggetto preso a trattare. Di maggiori lodi gli andiamo deljitori per due ritratti in grandezza del vero ; I'uno di una illustre Principessa in atto di scrivere , statogli allogato da S. A. I. e R. la Se- renissima Arciducliessa Viceregina, in cui opero con uiag- gior diligenza ed otteiiue uii buon successo nelle imitazioni delle carni, degli arredi e degli accessorj tutti ; T altro del conte Leopoldo Cicognara , die oltre ad essere ben dipinto presenta una vita ed un movimento ch' era verameate fa- migliare a quel celebre personagglo. Gallo Gallina. Di quest' operoso dipintore erano 1' Agar nel deserto con Ismaele morlente di sete, figure grandi al vero ; il Bravo di Venezia tolto dall' ultima scena del ro- manzo di Cooper, figure di piccola dimenzlone ^ Pizarro clie salva dal furore de' suoi soldati Atabila re de' Peru- viani , quadretto piii piccolo del secondo ; un ritratto di uomo, ed un cagnolino. Nella prima rappresentazione, sic- come quadro di maggior importanza e dimensione degli altri , alibiaino scorto c\\ egli studio con tutto T impegno onde il suo dipinto presentasse Timprouta del bello in tutti i rapporti sotto i quali fosse considerato, e ben si puo dire che se non in tutto , in molta parte raggiunse il suo scopo. La composizione ben ideata non puo die riu- scire gradita a qualunque artista; I'espressione in Ismaele accontenta del tutto , nell'Agar pero avrebbe potuta essere piii corrispondente a quella del figlio , giacche volendo giu- dicare dal lato estetico , lo sguardo ed il complesso di tutti gli altri lineamenti del viso appalesano, diremmo, pensieri piuttosto lieti , die consonanti alia situazione di una ma- dre in tal frangente : una maggior corrugazione nelle ci- glia , una inclinazione degli angoli della bocca alquanto maggiore, avrebbero a nosiro avviso maggiormente espresso il dolore e la desolazione. Ben vero si e die poteva sup- porsi una speranza , una confidenza nel divino soccorso ; ma questo sentimento in quel punto cedere doveva al la- mento del figlio, e ad esso ricongiungersi per unita di si- tuazione il dolore accompagnato da fervorosa preghiera : in una parola , diremo che nella testa di Agar traspare una ilarita die indurrelibe la conseguenza di aver ella gia ot- tenuto un conforto. Per quanto spetta al disegno ci sembra che le braccia della inadre non siano disegnate a tutto ri- gore e massime lo scorcio dal lato destro , e die la destra coscia di essa poi , posto il figlio in queirattitudinc, dovesse 324 C R O N A C A. essere piu visiblle , altrimenti nial si saprebbe trovare il modo con cui sono combinate le posizioni dei due corpi ; cosl la gamba destra d' Ismaele presenta delle forme ri- sentite piii del dovere, e quiadi non conseiitanee alia sua eta ed al restaiite delle sue membra. Con tutto cio non puo negarsL che in questo quadro domini generalmente un tal prestigio che a prima giunta obliliga T osservatore a trattenersi : il dipinto e trattato con una certa franchczza, il fondo bene immaginato porge una giusta idea della so- litudine e del deserto , per le quali cose tutte il giovine Autore lia ben diritto a molta lode. Non minori pregi di composizione , di espressione e di afletti rlsplendono nel Bravo di Cooper , abbracciato in carcere da Gelsomina alia presenza del confessore ^ se non clie ci sembra che 1' efFetto della lucerna nascosta dietro il disteso braccio del frate non si coml^ini totalmente colla direzione dei raggi clie il dipintore sparse sugli abiti del frate medesimo: a inalgrado pero di questa svista ha egli saputo trarne un buon risultamento. In risguardo al pic- colo quadretto di argomento cavato dalla storia della con- quista deir America fatta dagli Spaguuoli, non vi manca r.n certo movimento e brio nelle figure , ma scade a raf- ronto degli altri due per difetto tanto di armonia , quanto di legamento di masse nel chiaroscuro. II ritratto si scorge alquanto caricato nelle niezze tinte, ed esso pure al di sotto degli altri lavori : il cagnolino in vece e condotto con fluidita di colore e maggior diligenza d' imitazione. Pietro Zucchini di Bergamo. Undici erano le opere di questo jjittore , gia allievo del Diotti , poscia cresciuto in Roma alia vista dei grandi esemplari, e passato indi nello studio del barone Gerard in Parigi : V apparaio di queste era stato disgiunto dal restante dell'esposizione oude pro- curar loro ua'apposita e conveniente luce. Nella maggiore per la dimensioue delle figure , alquanto piii grandi del vero , ritrasse Tancredi esangue che , dopo la vittoria ri- portata in singolar tenzone col valoroso Circasso, rinviene sotto le cure prestategli da Erminia e da Vafrino. Non vo- gliamo credere civ egli alibia preso a rappresentare uno de' momenti si ben espressi dal gran Torquato nella sua immortale Gerusalemme , perche confrontando il dipiato con quelle ottave , non ci venne dato di poterne riatrac- ciare la corrispondenza. Due sono i momenti ne" quali il Tasso fa aprire gli occhi a Tancredi in quella situazione : en ON AG A. SaS nel primo clopo die le lagrlme sparse e i caldl bad di Er- minia sul siio viso avevano destato il filo di vita die an- cor gli rimaaeva, manifestato prima con un aprimento di bocca , indi con un geinito : Jpre TancrecU gli occhi e poi gli ahbassa Torhidi e gravi ; ed ella pur si lagna. Dice Vafrino a lei : questi noii passa ; Curisi adunque prima e poi si piagna. Nel secondo dopo le poienti e magbe note usate da Er- minia in surrogazione del mancante dittamo e croco: Gid il mortifero sonno ei da se scuote , Gid pub le luci alzar mob Hi e vaghe ecc. Nel primo caso poi non era Tancredi stato pur anco disarmato da Vafrino, ma soltanto da lui riconosciuto col- r alzamento della visiera ; nel secondo le ferite crano gia state da Erminia esaminate, ed alia meglio come pote fa- sciate pur colle chiome die troncar si voile e co' proprj lini di cui poteva disporre ; quindi la mano di Erminia sul petto di Tancredi per comprimerne lo stillante sailgue , ed il braccio di lui sostenuto e curato nel modo istesso dal fedel servo ci fareljbero cliiari esser questa un' azione in- termedia immaginata dal pittore tra T uno o 1' altro luo- mento e nou gia una fedele esecuzione delle tracce descrit- tive del poeta. Checclie ne sia jjero circa Timenzione del pittore , e certo die egli vide quelle norme , e trascelse soltanto cio die contribuir potesse ad esprimere il soggetto In modo diverso , ne si euro punto di tutti i minuti par- ticolari. Ci fu anzi taluno die all' aspetto della composi- zione di questo quadro asseri non sembrargli nuovo il concetto , e poter esso afTarsi ad una Pieta : noi ne con- venimmo, giacche ritenuta 1' integrita delle attitudini, noii si ha die a cangiare i personaggi ; ma soggiungemmo , a die serve tale osservazione ? a menomar forse il merito del genio del pittore ? No certamente ; die spesso le crea- zioni quantunque originali coincidono con altre non cono- sciute. In mezzo a questo pero avremmo tuttavia deside- rato die Erminia apparisse piii occupata deiroggetto del- I'amor suo, come snblimemente la dipinse il poeta: questi non le fece mai alzare gli occhi al cielo , ma la etligio in un continuo sfogo di dolore diretto sempre a quel viso. A malgrado di tutto cio non e questo die un desi- derio nostro ; ne moviamo dubbio alcuno che sia fuori del naturalc il volgcre gli occhi al cielo in uno stato si 326 CRONAGA. angoscioso. Le linee dl tutto 1' aggruppamento risultano ag- gradevoli^ ma se bene osservisi la punta del ginocchio destro di Erminia clie sorregge Tascella dell'esangne eroe Crociato , non clie lo scorcio del braccio sinistro , peccano di dise- gnoi alquanto piccola poi apparve a taluno la figura fem- minile a petto delle due colossali maschili. Ma queste mende sono poi compensate con usura speciahnente dalT espres- sione della testa di Tancredi, dall'aria delle altre due , dal bel braccio dello stesso Tancredi clie discende lungliesso la gamba femminile e dal complesso de' panneggiamenti ben distribuiti e distinti. Combinano eziandio molto bene a complere la scena P armatura snl davanti, la salma in iscorcio dell" estlnto Argante da un lato , e dall' altro que' due cavalli alqnanto discosti clie sono si bene caratteriz- zati dair araba bardatura ( ma che dovrebbero essere in istato di riposo e non scalpltanti ) , piii lungi il drappello de' niiliti della schiera di Tancredi, cli' era in traccia del suo signore , e finalmente le lontane torri di Sionne che confinano coll' orizzonte. Se badi al costume , lo riscontri esatto , sia nelf armatura del Crociato , sia nei barbarici arredi delle altre due figure : se sul colorito ti arresti , r occliio e sedotto da un pennelleggiare disinvolto , e da un brio di tinte clie domina quasi da per tutto, talclie fu da alcuni giudicato sovercliio e partecipante della scuola francese. In un altro quadro di composizione piu complicata della prima lo stesso autore tratto un soggetto cavato dal ro- manzo di Walter Scott intitolato T Abate. Raffiguro Maria Stuarda nel punto in cui lord Lindesay le stringe un brac- cio con la mano armata di guanto di ferro onde obbligarla a firmare 1' atto dl rinuncia al trono. Anche qui lo stesso metodo di colorito e ( fors' anco piii brillante e vivace del primo ) abbnglia e fa si che la moltitudine sorpassi e non distingua tra i pregl qualche difetto di proporzione , di prospettiva e collocazione delle figure. L'uguale prestigio ti afFascina in una Venere mollemente seduta sur un letto veramente sfarzoso per seriche coltrici, cuscini di velluto e lussureggianti cortine. Sporg'ella i vaglii omeri, tlene in una mano un piumato ventaglio e si volge all'osservatore : un bel fondo composto di un lago circon- dato da colline che a poco a poco digradano co' lontani monti le ricrea la vista e rende leggiadro lo stare. Da si bel dipinto , ti'a quella carnagione che. si direbbe nutrita C R O N A C A. 327 til ainlirosin, e fatta rosea in alcunl luoglil con hcl mngl- stero i»el riverbcro che ricevono dai circostanti colori, non pochi penano a distaccarne lo sguardo ; noi all' incontro per non saper trovare la combinazione del catino in quella giacitura , e ofFesi dalla liinghezza di un femore , animi- riamo il pittore per le altre bellezze, e ce ne allontaniamo col displacere ch^egli non cl abbia piu a lungo trattenuto. Otto ritratti dal vero , e tra questi qnello delP autore , disposti in beirordine vedevansi a compimento di qnesta particolare esposizione. Che direste? un far pittoresco nelle attitudini e ne' fondi , un dipinto facile, chiaro e franco in tutti , variato secondo i diversi caratteri attraevano r ammirazione e chiamavano le lodi. Noi pero se avessimo dovuto fare una scelta, saremmo andatl nel pazzo : clie volete? avremmo all'avvenente gioventu anteposto le due figure piu attempate , e fra queste la piii rubizza e col sorriso, perclie amiamo la giovialita , il riso , 1' eiFetto piccante, il rilievo. Ma forse i nostri detti sebbene sin- ceri potranno riuscire alquanto piccanti anclie al pittore. Egli pero si assicuri die se nel rivedere le cose di lui ci occorse di disvelare 1' aninio nostro con qualcbe osserva- zione die potra forse venir qnaliiicata pizzicante di pedan- teria, noi lo abbiamo fatto primleramente per un senti- mento di sincerita, poi per attestargli nel tempo stesso la nostra stima. Egli e giovane, lia potenza d'ingegno per fare di piii: si guardi dalF aura lusinghiera delle lodi, la quale suol d' ordinario sofFocare i progressi ; e qualora egli tro- vasse che noi avessimo ecceduto, noi andremo ben lieti di poterci ricredere^ pronti a fame T ammenda in questi stcssi fogli. Luigi Tcii^liani. Un Crocifisso in dimensioni maggiorl del vero. Per quanto si adoperi un pittore oiide distinguersi in simile soggetto, gli e pur difficile ragguagliare le Jjcllczze die gia lasciarono profonde impressioni in coloro die gustarono i quadri di Guido per non citare una scliiera di tant'altri esimii pittori die tolsero a rappresentare questo noljllis- sinio argoniento dlvenuto per cio stesso quasi pietra di paragone. Cio non ostante affermianio la A'erita coll'asse- rire che questa figura e disegnata e dijiinta in modo di ri- destare molte sensazloni c di poterla conteniplarc con pia- cere. Se ci fosse poi lecito di espriniore un voto , ame- remino di vedere meno grossolano e piu adcrente, massime dal lato sinistro , il panno che ricoprc i tiaiichi , ed una SaS C R ON AC A. indicazione deirorecchlo dal lato sinistro , perche a nostro avviso renderebbe meno oblungo il viso , ed ajuterebbe a dargli giro e grazia ;, tanto piu, in qnanto che dal lato opposto lion ne appare indicazione di sorta. Giuseppe Sogni. Membro della I. R. Accademia. Tre sono i soggetti , oltre uno mitologico ed un buon nnmero di ritratti , onde questo artista reduce non ha guari di Roma arricclii 1' esposizione. Una pala da altare rappresentante S. Giuseppe che ofFre il Bambino alFadorazione di S. Luigi, il piccolo S. Giovanni Battista e gloria d'Angeli;, Betsabea al bagno, fignra cjuasi al vero ; 1' ultim' ora di Beatrice Tenda, ed Ermeto e Salmace, soggetto tratto dalle Metamor- fosi di Ovidio, che interpretare si potrebb' eziandio per un Narciso al fonte che si rifiuta ai vezzi di una Ninfa o di una Driade. Aljbiamo altre volte renduta giustizia al valore di questo artista ; percio il rlpeterne gli encomj varrebbe un dispendio di parole. Nell' osservare il primo suo quadro ben ci avvedemmo ch' ei non ommise , per quanto spetta alia comjjosizione , di mettersi su la via che tennero i famosi antichi autori ; ma coll' aver dipinta quell' aggraziata gloria di putti con piu succosi e svariati colori di quelli ch' egll impiego per la parte inferiore , fe' si che salta agli occhi del riguardante una certa quale dissonanza colla superiore. Prescindendo poi dal toccare I'anacronismo (che gia a cia- scuno e noto come ne' soggetti sacri gli anacronnismi sono esatti dai commettenti, e che d' altronde ormai vengono risguardati come visioni), ci sembra che la fignra di S. Luigi sebbene sotto 1' aspetto di un adolescente sia alquanto pic- cola e massime la testa in paragone di quella del pargolo Gesu e del precursore che gli sta a iianco , ed eziandio di quella di S. Giuseppe; e questa osservazione par che ac- quisti fondamento ove si consider! ch' ella e posta sul da- vanti del quadro. Similmente parrebbe che dovesse dimi- nuirsi I'accessorio deiragnello perche contribuisce colle sue proporzioni a scemar quella delle altre figure : oppure quando 1' autore lo creda ingrandirsi la iigura di S. Luigi in proporzlone della gamba. Quanto al secondo degli accen- nati quadri , dolibiamo dichiarare posporsi da noi la sua Betsabea sebbene dipinta con bravura alia Casta Susanna da lui esposta negli anni addietro, perche la riscontramrao in vero piu morbida, piii variata di tinte e piu leggiadra di contorni dell'attuale. A questi difetti talvolta i pittori sono quasi, diremmo, stranieri, perche si lasciano senza C RON AC A. 829 nvveJersene strascinare dalla durezza de' movlmentl del modello clie sta loio dinanzi. Felice poi proclamiamo il pensiero dell' ultim' ora di Beatrice Tenda : il farla confor- tare dal pentlmento della rivale e dalle lagrime di com- miserazioue delle dame che V avvicinavano ( astrazione fatta che sia risnltainento di delicatezza delP iniaginazione ) induce nel riguardante un certo teiiero sentiiiiento che lo fa partecipare a quegli affanni , a qnella commozione, ne resta illaso, ed il pittore puo andar glorioso del sno con- cetto. A questa scena accrescono verita 1' aria di dolcezza ed il pallore in Beatrice , il frate confessore che le sta di fronte ed ha sospeso la lettura di un sacro libro , e pill di tutto poi lo sfondo stupendamente imniaginato. Esso ci porge idea del inotivo , o sia deU' azione successiva : da una finestra si vede un loiitano cortile del castello dove sta eretto il patibolo , ed il carnefice che attende la vittima. Havvi pero qualche soggetto clie disturba : egli e nn paggio che vorremmo collocato in slto da poter rendere ragione della sua situazlone sul pavimento : cosi vedremmo volontieri qualche cangiamento nel partito di pieghe delF abito di raso ceruleo ond' e adornata una delle due ancelle , perche sebliene sia veduto dal vero , tutta- via nel ravvolgimento delle pieghe prodotte dal moto della figura due ne discendono parallele da porre in dubbio qual sia precisaniente quella che serve ad indicare 1' an- damento della sottoposta gamba. Sono queste osservazioni minute e di poco momento, ma siccome tendono ad un miglioramento , cosi andiamo persuasi che saranno accolte senza dispetto veruno dalTabile autore. Ben gli sono do- vute altre lodi per 1" altro quadretto in cui tratto T argo- mento tolto dalle Metamorfosi di Ovidio, perche vi sono earn! ben dipinte , di bella tinta e ben tondeggiate ; ad altre del pari egli ha dirltto per dlversi ritratti condotti con molta verita e varieta di tuoni secondo i caratteri svariati degF individui presi ad imitare: ma la copia della materia che ancor ci resta ci obbliga ad essere laconici e troncare piii presto di quanto avremmo voluto le nostre osservazioni. Carlo Arienti. La morte del duca di Milano Gio. Mai'ia. Non entriamo nell' argomento , perche le congiure e gli assassinj sono e saranno sempre fatti che disonorano r umanita sia in risguardo di chi trama e commette , sia di clii colla tirannide ne porge i motivi. Parlando della 33o C R O N A C A. composizione, si scorgono delle attitudini ben colte pel moto, ben espresse e bon disegnate , ma ci sembra che manchino In essa belle masse pittoresclie di cliiaroscnro , II che var- reibbe a dire slegata. II dipinto quantunque accurato ed eseguito con fluidita di tocco e con certo c£ual brio ci sembra alqnanto sbiadito, mancante di qnella forza e vi- vacita die si bene si addicono ai movimenu energlci , massime trattandosi di piccole figure. Non pertanto ben di buon grado gli ofFeriamo un cenno di vere lodi, e queste poi ancor maggiori pel modo con cui ba colorito i due ritratti in abito da cacciatore. Giovanni Sewi veneziano. Per altri saggi presentati da questo giovane pittore negli anni addietro, quantunque fossero da meno dell" attuale, noi ne abbiamo sempre fatto i pill lietl pronostici , perclie buon volere , diligenza, do- cilita e niuna ombra di supposizione non possono die dare eccellenti frutti. Egli non gli smenti , corrispose alia no- stra espettazione e ne proviamo un vero compiacimento. Ecco il soggetto da lui trattato in un piccolo quadro e cavato dalla storia delle Crociate di Michaud. Nicetas, lo storico, costretto a fuggire coUa famiglia da Costantinopoli dopo che quella citta fu presa dai Crociati neiranno laoo, viene salvato da un negoziante Veneziano, che vestitosi da soldato lo dichiarava suo prigioniero. Questa rappre- sentazione con molta verita mirasi espressa e rilevata da succoso colorito : dii alza al cielo le mani , in segno di rendimento di grazie , chi si prostra al liberatore , chi e intento a trasportare arredi e masserizie : il costume gre- co, e quello del crociato sono ben conservati , T occhio ne riinane soddisfatto e spazia nella sottoposta citta di Costan- tinopoli e nelle piii lontane spiagge del Bosforo. Una ve- latura cerulea pero sul fondo ammorzerebbe alcuni lumi che disturbano, ed accrescerebbe rilievo alle figure sul davanti : tal e Pavviso nostro e ci pare die in esso con- sentano molti distinti artisti. Natale e Felice Schiavoni. Del primo , die e padre al secondo , furono esposte , dopo alcuni giorni che le sale erano aperte al pubblico , una Venere di grandezza quasi naturale che sta rassettando le chlome alia toeletta dinanzi lo specchio, una Maddalena in piccolo, replica di altra piii grande gla esposta , ma pero con variati accessor] e fondo, e mezza figura femminile, ritratto. Nel primo qua- dro tinte vere , belle di carne, e ben degradate sul fare GRONACA. 33 1 ilella Vencta scuola , ma tozza nel suo Insleme dal mezzo in giu la ijgura ^ nel secondo buon insieme, efFetto, espres- sione, buon colore come abbiamo altra volta annunziato i nel terzo finalmente fisonomia gradevole, tinteggiare facile, ed un abito di velluto dipinto con maestria e bene iuiitato. Di Felice, tre quadretti , una Venerina oNinfa, con fondo a paese , che sta acconciandosi , od alzando nn velo dal capo, una Madonna cbe conduce per mano il divino In- fante in atto di raccogliere fiori , con fondo similmente a paese , e RafTaello con la Fornarina , mentre la sta dipin- gendo , replica con alcune varianti di un altro quadro sul quale abbiamo gia in simile circostanza manifestata la no- stra opinione. A])biamo anzi in tal occasione gia lodato la diligenza del pittore ed il suo modo di fare, quindi nou toccheremo clie di volo queste di lui nuove opere. Nella prima ci semlira alquanto grave la parte inferiore in con- fronto deir altra che sovrasta: per rispetto alia esecuzione non si saprebbe cbe applaudire all'acutezza delPoccliio suo, perche chi possiede i di lui quadri a olio pub vantarsi di avere una durevole minlatura od uno smalto. Nel se- condo quadro non troviamo del tutto conveniente ad un soggetto sacro la composizione , perche quantunque natu- rale , ci seml)ra troppo domestica, ne sapremmo trovare la distanza tra la mano del putto e la riva della strada su cui egli la stende a cogliere fiori. Riguardo al colorito, ha le stesse prerogative notate di sopra intorno al primo , ed altre volte intorno gli altri suoi lavori. Enrico Scuri di Bergamo. Questo giovane pittore, gia emancipato dal suo egregio maestro Diotti , esegui per commissi(Tne di un nobile commettente milanese lo stesso soggetto di un quadro che ne'trascorsi anni fu dalla I. R. Accadcmla proposto e premiato ne' concorsi annual!, cioe il momcnto in cui il taglia-legna che avendo ricondotto al castello il duca Barnaljo Visconti, smarrito in un bosco verso r aVjbujar della sera , ed avendo seco lui favellato li1)eramente lo riconosce in vicinanza del castello medesimo alio splendore delle fiaccole ed alle prosternazioni de' servi ch' erano in traccia del loro signore. Composizione farrag- ginosa, bel fondo, ben espresso il soggetto, ma ricorda in qualche parte il quadro premiato: la luce delle fiaccole e imitata con somma maestria, e si sparge bene e si degrada sui circostanti oggetti. Peccato che una di esse appaja in tutto lo splendore e detragga alquanto all' effetto di quelle 332 C R ON A C A. che sono coperte dal dorsi de' paggi clie le portano , come altresi che le figure tutte a malgrado degl' inchini pro- pendano in geiierale al tozzo ! accuratissimo pero n' e il dipinto e ineritevole di molte lodi. Giustiniano degU Avancini tratto \\i\ soggetto che per ana- logia di alcunl altri cavati dalla storia medesima e dipiiiti dal cavaliere Palagi e dal Sogni tornava piii arduo per ot- tenere quel successo ch' era ancora troppo recente e di belle reminlscenze. Rappresenta esso Cristoforo Colombo che col figlio Diego soccorso da' Frati di S." Maria della Robida in Ispagna s' insinua nelle buone grazie del priore Juan Peres di Marchena , il quale divenne poscia il di lui protettore presso la Regina Isabella. II soggetto per se stesso e freddo , senza passioni , quindi non atto a trarre scintllle da qualsivoglia ininiaginazione. Infatti sebbene I'au- tore abbia procurato di dar vita a questo argomeoto coi mezzi dell" arte sua, non ha potuto riuscirvi ; comeche il quadro non sia privo di figure ben disegnate e colorite, ira le quali in ispecie quella del Priore , il di cui abito d'altronde e condotto con molto magistero. Giuseppe Elena. Quadro a olio rappresentante il campo de' Mllanesi dopo la vittoria da essi riportata contro Fe- derico Barbarossa. = Ciascun intelligente nel mirare questo dipinto ben s' avvede che il plttore , gia conosciuto per altri di diverso genere , non ha fatto che un tentativo col- r attuale , e niuno potra negare che non risplenda in esso una disposizione a miglior riuscita ne' successivi. Percor- rendo il fondo del quadro sino al Carroccio I'occhio ri- mane soddisfatto altresi perche si riscontra una buona scelta di linee, un giudizioso compartimento di figure e una bella degradazione : tutto vi e ben dipinto e da indizio di bell" in- gegno Se nelle figure poste sul davanti non corrispondono totalmente ai detti pregi il disegno e Parmonia del colorito, si riconoscono pero alcune belle attltudini e felici inspira- zioni , quindi ben meritevole troviamo I'autore di lodi e d' incoraggiamenti. Giovanni Darif di Venezia ed il cav. Pelagio Palagi, membro dell" I. R. Accademia ecc. Coll' aver associate questi due nomi non intendiamo di assimilarli nell' ingegno e nel valore , che 1' uno sarebbe troppo gigante a petto dell' al- tro ; ma solamente perche la niemoria ci ha suggerito che i loro saggi erano P uno all' altro vicini. Era del primo il Giudizio di Paride , piccolo figure che oltre di essere C R O N A C A. 333 ben composte e disegnate aggradivano per sapor di tinte e per una ccrta grazia. Accanto a tjuesto quadretto venne pill tardi coUocato un altro di inaggior dimensione e di mano del secondo , rappreseritante P incontro di Giacobbe con Rachele alia fontana di IMadian. Nel riguardarlo non isfuggl alFattenzioiie deirartista qualche neo cbe certa- niente Falagi avrelibe fatto scomparire se avesse dovuto trat- tare il soggetto in grande. Deve questo riguardarsi piut- tosto come iin pensiero accuratamente dipinto con remi- niscenza del vero. In fatti indicano queste qualita il ve- stire di Rachele tutto qiianto spirante la leggiadria de'mi- gliori esemplari greci. Bello Taggriippamento, felice il moto, svelta la proporzione della femmina;, in quella di Giacobbe e della lontana figura di un pastore domina similinente il sapor greco, ma ardiremmo dire spinto alquanto al dl la in risguardo alia proporzione de' torsi ed al petto di Gia- cobbe. Toccano poi veramente in questo quadretto 1' aria biblica di tutto T insieme , il disegno facile, la squlsltezza dcllo stile, ed un colorito , tutto aruionico, pregi tutti die disvelano il sommo artlsta. SCULTURA. Cav. Pompeo Marchesi, professore della I. R. Accademla di Milano, ecc. A malgrado i gravi danni cagionati a questo artefice da un fortnlto incendio , clie, com'e noto tra nol, non sono tre luesl distrusse una quantlta di esem- plari antlclii e molte produzloni del genio suo, riducendo in calce ezlandio divers! pezzi dl marmo parte glacenti e parte gla disposti sotto i punti onde ricevere dallo scal- pello la traduzione di alcuni colossali modellif, pure di uon poche opere di Ini pote vantarsi di andarue decorata Tespo- sizione nostra. Tra queste dovevasi veramente atmnirare, siccome frutto della sua attivita, e testimonio della rasse- gnazlone sua a si grave infortunio, il rinnovato modello della statua sedente del celebre Beccaria , allogatagli pel monumento clie una societa di azionisti aveva gia ottenuto di poter erigere a quell' Iinmortale sul planerottolo a sini- stra dello scalone dell' I. R. palazzo delle scienze e delle art! , dove vivente lenne la cattedra di diritto. Noi abbla- ino gia nello scorso anno encomiato I' esimio scultore e pel noblle concetto e pel modo magistrale con clie 1' aveva eseguito ;, onde oniettiamo piii lunglie parole. Diremo pero soltanto che riatiera elligie del grande autore del liln'o 334 GRONACA. dei Delitti e delle Peiie vedevasi rinnovellata nella stessa posizione e colossale dimensione, con tutta la maesta ed in- spirazione cli' eranle state trasfuse nel primiero modello stato annichilato dall' ennnciata sciagura: e soggiungeremo inoltre che il cav. Marchesi non solo ricreo colla poteiiza deila ])ropria immaginazione quest' oggetto che aveva gia riscosso i sufFragi delle persone dotate di fiiio sentire nelle arti del bello, ma studiossi eziandio di accrescerlo di nuovi pregi', il die egli consegui, con un partito di panneggla- menti se uon piii maestoso, certamente piu pittoresco del primo. Una Statua della Jleligione in marmo di colossale dimen- sione , opera parimente di sua mano vedevasi esposta sul pianerottolo di rincontro all' accennato; e sebbene non siasi trovato del tutto nuovo il concetto , perclie non si puo prescindere dall' ornarla di que' simboli che la caratteriz- zano , fu pero ammirata la finitezza dell' esecuzione , e il greco stile con che il dotto artista seppe renderue preziose le parti. Nelle sale superior! stavano esposti cinque altri marmi da lui lavorati, tre de'quali figvire isolate rappresentanti r Innocenza , vina Psiche , ed un Ebe , gli altri a compi- mento del numero, un piccolo basso-rilievo in cui ha espresso S. Antonio Abate in atto di ripartire ai poveri il suo pa- trimonio, e 1' erma di itna Yestale. Favellando della prima delle accennate opere, possednta da S. E. il conte di Hartig Governatore della Lombardia, essa ci ridesta una cara me- moria di una Psiche bambina dall' autore presentata nello scorso anno, la quale vispa trastullandosi tra alcune aure- lie in atto di sfarfallare quando sbucciano dal bozzolo , stava contemplando il simbolo suo proprio in una che aveva colta. L' Innocenza presentasi nella raedesima attitu- dine: si folce sul sinistro braccio e sur un piede all'altro sottoposto , e distendendo alquanto ad arco lo snello cor- picino boccone lunghesso il terreno solleva T altra mano con cui tiene una serpe che al tenero braccio con alcune spire si avvlticchia , ed a questa volge con soave sorriso r attenzione. Chi ha veduto 1' altra figurina ben s' accorgera che r artista non ha fatto clie sostitnire una serpe alia farfalla onde adombrare 1' innocenza. II concetto nella sua chiarezza e pur peregrino, pieno di anacreontica leggiadria e degno di quelle ricerche onde si pasce 1' instancabile fantasia dell' autore ! II marmo poi non saprebb' essere CRONACA. 335 meglio lavorato, die quelle tenere carui le vedi palpltare : iielle forme scorgi inolto idealc. Non dissimile prestigio di bellezze si afFaccia nella Psi- chc adulta , figurata in quest' anno in una vaga fanciulla die seduta e in se stessa tutta raccolta, si direbbe sta contemplando il Creatore. Andie qui T innocenle grazia e le forme sono pur seducenti ! le pieghe del pamieggiamento end' e coperta dal mezzo in giu sorprendono per verita e sceltezza ; se ci e cosa pero die a nostro aA^viso e sfug- gita air attenzione dell' autore , ella e la sveltezza del colic die veduta specialmente da un lato appare soverchia. Non minore sorpresa arreca I' Ebe ritratta alia grandezza del vero con una coppa in una mano e con I'anfora nel- P altra in atto quasi di danzatrice se si considerano le fati- clie impiegate e le difficolta vinte dall' esimio autore. Rile- vansi queste dalle cure e dallo studio ch' egli pose in ogai minimo particolare: tutte quelle estremita, salvo un piede , sono staccate, traforato e il vase e scartati con sorama di- ligenza gli svolazzi di quelle pieglie oude tutto coUuni a dar leggerezza e trasparenza. Duole pero in vero die ad onta di tanti pregl non possa sostenere il confronto dell' Ebe di Canova per una protuberanza di lianchi che molto detrae a queir aerea sveltezza e corrispondenza di forme giova- nili die lia saputo vedere 11 grande di Possagno. Ma cion- nullameno il rimanere secondo a siffatto paragone equivale sempre ad una vittoria riportata sulle diflicolta dell' arte. II piccolo Lassorilievo in cui lo scultore raffiguro S. An- tonio Abate che comparte il suo avere alia poverta prima di vestir 1' abito di Anacoreta , e d' internarsi nella Te- baide , sia per esjiressione e composizione , sia pel gusto con cui venne condotto ben merita un encomio :, come non si puo passare sotto silenzio 1' erndizione mostrata dall" au- tore coir aver introdotto geroglifici egizj nel basamento, su cui sta il Santo nel distribuire i soccorsi , onde dinotare il luogo dov'e seguita si edificante azione. Non favelleremo del nierito del busto della Vestale in forma di erma, perclie replica di un" altra gia stata applaudita, e perche coll' ac- cennarla come opera del cay. Marcbesi ci senibra sottin- teso il pregio. Ahhomlio Sans.ior 43 Christiani Hugenii, aliorumque sobcuU XVII virorum ce- lebrium exercitationes mathematicce et philosophiccB » 48 Histoire financiere et statistique de I'Empire Britan- nique . par P. Pebrer " ^oS I N D I C E. 35l PARTE II. SCIENZE, LETTERE ED ARTI ITALIANE. Agraria. — Nuova rivista orticola pag. 1 1 o Corso completo di economia rurale. Trattato della coltivazione della vite e della vinificazione , di B. A. Lenoir » iia Processo ed istruzioni protiche intorno alia fomia- zione dei vini , di G. Mussi Gallarati » ivi Archeologia. — Sigilli de' principi di Savoja raccolti ed illustrati da L. Cihrario e D. C. Proinis . . » 5i Arti belle. — Solenne distrihuzione de' premj fattasi in Ravenna net i833 » 50 Verona e la sua provincia rappresentate con dise- gni , di G. Pezolt v 2,5o Le antichita di Atene , di G. Stuart e N. Revett . » 2.5i Fabbriche ontiche di Roma, di F. Turconi ....>; aSS Chimica. — Trattato di chimica, di J. J. Berzelius . » io5 Economia pubblica. — Istruzione a' podesta de' ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, di L. Lalatta » 104 Educazione. — Laureandosi in medicina G. Meneghini, opuscolo di G. Bernardi » 240 Manuale per V educazione urn ana , di A. Fontana » 24a Eloquenza. — Filippiclie di Demostene , con interpre- tazioni , note e vocabolario di G. Zucconi . . . » 46 Fpigrafia. — Delle iscrizioni veneziane, di E. A. Ci- gogna » 77 Filologia. — Due opuscoli di M. Colombo , era per la prima volta stampati » 64 Note filologiche sopra VH vocaboli , di G. Vegezzi » 56 Dei trovatori , discorso di A. C. V » 63 Dizionario italiano e turco , di A. Ciadyrgy .... v 224 Vocabolario delle ioci usate da Omero ne' suoi poemi, di G. Zucconi » 227 FUosofia. — Della filosofia dell' affetto , di A. Testa » 100 Geografia. — Itineraire d' Italic , par J. Vallardi . . » 9 5 Nuovissima guida de' viaggiatori in Italia » ivi Milan nouvellement dccrit par F. Pirovano . . . . » ivi Nuovo prospetto di Mantova » ivi Nuova guida per la Svizzera " ivi Vocabolario topografico dei ducati di Parma , Pia- cenza e Guastalla J di L. Molossi »; 328 35a I N D 1 o E. Giurisprudenza. — Istiticzioni di diritto criminale , dl G. Giuliani pag. loi Idraulica. — Istituzioni d'idraulica, di A. Cocconcelli » 104 Istnizione. — Si sterna mnemonico , di F. Garello . . » 10 1 Meccanica. ■ — Notizia sopra 1' applicazione dell' elettro- magnetismo alia meccanica, di G. D. Botto . . » 27a Medicina. — La morsicatura delle vipere siccome li- medio , di G. Palazzini " 260 Trattato filosofico e sperimentale dei soccorsi tera- peutici, ecc, di G. A. Giacomini ;> a63 Manuale pratico per la cura degli apparentemente morti , di P. Manni . » 2,69 Ricerche sperimentali sopra i nervi , di B. Panizza » 847 Poesia. — Poesie minori del Petrarca volgarizzate da poeti viventi 0 da poco defunti . " 61 Capitoli di L. Tansillo " 63 Versi di C. F. Balbi » ivi Primo studio di poesie pastorali , di G. Pulle . . . » 70 Operette di F. Ilarii " ivi In morte di un fanciullo " ivi Versi di E. Rainati » ivi Missolungi caduta , stanze di L. Spessa » ivi Poligrafia. — Lettere descrittii^e di alcuni luoghi cani- pestri nelle provincie Venete » 63 Lettere inedite d'illustri italiani " ivi Teatro universale , raccolta enciclopedica e sceno- grafica . >/ 286 Religione. — Poesie hibliche tradotte da celebri Italiani » 87 Inni sacri di varj autori italiani viventi " 58 Leggendario o vite di Santi hresciani , con note di G. Bntnati » ivi Inni e cantici popolari della Chiesa , volgarizzati da S. Biava >> 5 9 Di alcuni salmi e sacri cantici, versione italiana di G. Bianchi » 61 Contemplazioni sulla Passione di Gesii Cristo . ■ . » 98 Magnum Bullarium Romanum » 99 II Seminario ecclesiastico , di A. Theiner » 287 Sulla Memoria di G. Finazzi intorno alV elociuenza del Segneri , di G. Pezzoli » 268 Storia e Biografia. — Dell' amore ai Veneziani di Ti- l ziano Vecellio , di G. Cadorin » 49 I N D I C E. 353 Elogio del cav.prof. Francesco Mazza, di F. Maestri p. na Elogio di Baraaba Oriani, di A. Gabba » g3 Memorie intorno alia vita di Siro Borda, di G. Del Chiappa ;, 1 1 ^ Dizionario delle origini , invenzioni e scoperte nelle arti , nelle scienze , nella geografia , nel commercio, nell agricoltura , ecc „ y5 Istoria del ritrovamento delle spoglie mortali di Raf- fiiello Sanzio , di P. Odescalchi „ 83 Memorie intorno il rinvenimento delle ossa di Raf- faello Sanzio , di C. Falconieri ;, 89 Prosopopea e Storia di Pinerolo , di C. Massi . . » 229 Biografia Soncinate, di P. Ceniti » aSS Storia naturale. — Sulla scoperta dello scheletro di un quadrupede colossale nel Piacentino , di G. Cortesi » 107 Lo Spettatore del Vesuvio e dei campi Flegrei , di T. Cassola e L. Pilla » log Il regno aniniale tratto dalle migliori opere . . . . » 1 1 1 Memoria geognostico-zoologica di T. A. Catidlo . . „ 2,72 Osservazioni sopra i terreni postdiluviani . di T. A. Catullo „ 274. CRONA CA. Archeologia — Museo pubblico di Brescia , e Museo privato di Pelagio Pulagi in Milano >/ 126 Arti belle. — Statua di Galileo Galilei, di A. Costoli » 120 Pubbliche e private costruzioni in Piemonte . . . . „ 122 Istitiito di belle arti eretto dal M. Malaspina in Pavia » 127 Riedificazione della basilica di S. Paolo >< 804 Esposizione di belle arti in Milano » 3 1 1 Arti e mestieri. — Solenne distribuzione de' premj di agricoltura e d' industria fattasi in Milano . . . » 340 Istruzione. ■ — Pubblica istruzione in Pisa » 3o5 Medicina. — Sulle cause delle morti repeatine . Me- moria di N. M. Sormani premiata dalVI. R. Istituto » 345 FA MI ETA'. Arti belle. — Di una Beata Vergine col Bambino , di Raffaello ; esposizione di M. Missirini » 1 3 n Madonna dal Pesce , di Raffaello, nuova spiegazione di L. C. Belloc v 298 Costruzione della nuova Atene ., 3oo 354 I N D I C E, Arti e mestieri. — Annali dell' I. Ri Jstituto politecaico di Vienna pag. i36 Biografia. — Carlo Parea » i55 Errata-corrige » 159 FisLca. — Esperienze sulV influenza de' colori de' corpi ndV assorbimento degli odori .; 2 8 8 Elettroscopio dinamico universale » ivi Nuova macchina elettro-magnetica » 289 Limiti dclle prevalenze magneto-elettriche » 29a Osservazioni meteoroLogiche di luglio » 160 . ■ agosto >; 355 • ■■ • settembre >; 356 Medicina. — ■ Origine della pestilenza e mezzi di pre- venirla " 294 Poesia. — Ode di F. Romani per V incendio dello stu- dio dello scultore P. Marchesi, tradotta in latino » 3oa Polemica. — Quattro parole al sig. G. D. autore delle Osservazioni all' articolo della Biblioteca Italiand intorno le Considerazioni generali sulla disposi- zione delV universo di Bode , tradotte da G. Amati » i5i Statistica. — Mortalita nei medici " 139 Storia naturale. — Sul terreno terziario subapennino , ed in particolare sulla collina di S. Colombano , di F. De Filippi " ayS Osseivazioni meteorologlche fatte all' I. R. Osservatorio di Brera. A G 0 S T 0 1834. 1 M A T T I N A. N S £ A A. 1 o O Altezza del haroiDClro. re S ■33 3 0 6 u 1 3^ Stato del cielo. 6 u — 1 % -^ 0 ns - Cj - 0 ~ 1- , Stato del cielo. pr.ll. |,„. 1 poll ll,l. r 0 I 27 8,0 +1453 S E Ser. nuv.poca piog. 27 8,b + l4,o N Temper, piog. 2 27 8,7;+iJ,7 N E Nuv. ser. 27 8,5 + 19,5 SOS Ser. nuv. D 27 7^7 + 10,7 N 0 N NuT.piog.not.temp.piog. 27 6,8 + 19,0 S S 0 Nuvolo. 4 27 7,0 f,4,5 N 0 Nuvolo. 27 7,0 + 19,0 0 Ser. nuv. b 17 8,7 + 14,0 N E N Nuv. ser. 27 9>2 +21,0 S S E Ser. nuv. 6 27 9.8 + i5,o E Sereno. 27 9,3 +21,7 s Ser.nuv.tentp.piog. "7 27 10,2 + i.%7 N N 0 Sereno. 27 10,0 +21,0 S S 0 Sereno. (S 27 1 1, a + i5,5 N E Ser. nuv. 27 10.5 +22,0 s 0 Sereno. 9 27 9.7 + 16,7 N 0 N Nuvolo. 27 8,8 +20,7 N 0 Ser. nuv. 10 1 1 -7 9'7 +14,5 N E Ser. nuv. 27 9,2 +21,0 S E Sereno. 27 10,0 + i5,5 £ Nuv. ser. 27 9,5 +2 1,5 s 0 Sereno. 12 27 10,7 + l4,5 N E N Sereno. 27 10,5 + 22,0 S E Nuv. ser. 13 27 11,2 + i5,5 s E s Nuv. ser. 27 9,9 +21,5 SE Sereno. i4 27 9-,-i- +l4,0 E Nuv. ser. 27 7,« +22,5 0 Nuv.not.lampi poca piog. i5 i6 27 9,0 27 9v + 1.1,0 +i5.5 E Sereno. 27 9,2 +2 f ,0 S E Sereno. N E Ser. nuv. 27 9,5 +22,0 0 Sereno. '7 ■^7 9,4 + 1 [1,5 S E S Nuvolo. 27 8.8 +22,0 s 0 Nuv. nofe temp, piogg. 1 8 27 8,5 +i4,o 0 Nuv. ser. 27 7,8 + 19,7 S S E Sereno. IQ 27 8,7 +14,0 E Nuv. ser. •1-1 «,q +21,0 S E Sereno. 20 27 9,0 + 16,0 E Nuv. pioggia. 27 8,8 + '9,7 s E s I'loggia. 21 27 8,0 + i5,5 S E Nuvolo. 27 7,3 + '9,5 N E N Nuv. pioggia. 22 27 8,5 + i5,5 N N E Sereno. 27 «.7 +20,7 SE Sereno. 2;) 27 9fi +i5,o N E Nuv. ser. 27 q,8 +20,6 SOS Nuv. pioggia. 24 27 10,0 + 14,6 E Nuvolo. 27 8,5 +•9,7 s s EjNuv. poca piog. 20 27 8,9 + '4,7 E Nuv. ser. 27 «,9 +2 1 ,0 s s EjSer. nuv. 2() 27 9.5 + l4,7'N E N Nuv. lem. piog. 27 9,7 + 19,0 Is E sjTempor. piog. || 27 27 7,8 + i4,6 S S E Nuv. lem. piog. 27 7,'^ +20,5 s s 0 iemp. piog. ser. I 28 ■^7 9.9 + 12,0 A' 0 N Sereno. 27 10,0 + 18,0 0 Sereno. 1 29 27 10,8 + I 0,5 ■ N 0 Nuv. ser. 27 10,0 + 19,0 so Sereno. 1 .■lO 27 10.7 + 1 1,5! ^ 0 Sereno. 27 10,5 + 19,2 s 0 S|Ser. nuv. 5 1 27 10,6 + I2,5|n 0 N Sereno. 27 10,0 + 18.5 SE Nuxolo. Allczza mass, del bar. poll. 27 lin. i i 5 Altezza mass, del Icnii. + 20,7 inininia ); 27 " 0. 8 20 gia minima . . . . + 10, 3 « Quantila della piog linee 58,55. S E T T E M E R E 1834. M A T T I N A. — - Sera. — 6 ^ P i? 0 d -3 = 0 6 "S s '3 (8 s ii < w p C3 3 C ■3 ^ ■ -• 0) Stato del cielo. N N (J < — 1 0) CO SI c SI 0 .2 S Stale del cielo. poll. Un. 0 poll. Im. 0 1 I 27 10,9 +i3,o E Niivolo 27 11,0 + 18,0 S E S Sereno. 1 27 11^7 +12,5 N 0 Sereno. 27 1 1,5 +20,5 S S E Sereno. i> 27 11,7 +i3,o SE Sereao. 28 0,0 +20,0 s Sereno. 4 28 0,7 +i3,7 0 Sereno. 28 0,5 +21,5 SE Sereno. b 28 0,5 +i4,o N E Sereno. 28 o,o +21,7 s 0 Sereno. 6 28 0.jO +i3,8 N 0 N Sereuo. 27 1 1,5 +22,3 N 0 Sereno. 7 27 10,7 +i4,o SOS Nebb. ser. 27 10,2 +21,5 S£ Sereno. S 27 10,5 +i3,o N E N Ser. iiuv. ■-^7 9,-3 +21,0 N 0 Sereno. 9 27 8,8 + 14,0 N 0 Nebb. ser. 27 7,5 + 19,5 N E N Temp, piogg la. 10 27 8,2 + 12, D SOS Ser. nebb. 27 9,7 + 18,6 S S E Sereno. 1 1 27 10,8 + 12,0 N Sereno. 27 11,0 + 19,0 S Nuv. ser. 12 27 11,9 + 12,4 N N 0 Nebb. ser. 27 11,8 + 19,5 SE Sereno. 1 6 28 0,5 + 12,0 N 0 Nebb. piog. ser. 27 ,1,5 +20,0 0 Sereno. 1 4 27 11,9 +it>,y SE Nuvolo. 27 11,8 + 19,5 S E S Sereno. i5 76 28 I,D ■♦.i5,o SE Sereno. 28 0,8 + 19,0 N E N Sereno. 28 1,5 +11,5 E Ser. nebb. 28 1,0 + 18,5 SOS Sereno. ly 28 i4 +11,0 IV E Sereno. 28 0,7 + 19,0 s 0 Sereno. i8 28 0,9 +10,5 S S E Nebb. ser. 28 0,5 + 18,7 S S 0 Sereno. iq 28 0,5 + 10,5 s 0 Sereno. 28 0,0 + 19,0 SE Sereno. 20 28 0,8 +12,5 N N E Ser. nebb. 28 0,5 + 18,5 s 0 Sereno. 21 28 0,0 + 12,4 N 0 Sereno. 27 11,5 +20,0 SOS Sereno. 22 27 10,0 + I2,G N 0 Sereno. 27 9,3 + '9.7 s 0 Sereno. 23 27 Wi +12,0 N Sereno. 27 8,2 +19,0 N 0 N Ser. nuv. 24 27 9.7 + 12,0 N E N Nuv. ser. 27 10,2 + 17,0 s E sjSer. nuv. 2b 27 1 1 ,0 +1 1,5 E Nuv. ser. 27 10,9 +17,0 N E Ser. nuv. 26 27 1 1,5 +10,5 E Nuv. ser. 27 I 1,0 +16,5 S E S Sereno. 27 28 0,3 + 10, D E Nuv. ser. 28 0,0 +17,1 s 0 Ser. nuv- 28 27 11,1 + 1 1,0 0 Nuv. ser. 27 10,2 + 19,0 N 0 N Nu\'. ser. 2q 27 10,0 + 11,0 N 0 Ser. nuv. 27 9,8 + 18,3 S E Sereno. 00 27 10,2 +11,4 SE Nuvolo. 27 10,0 +16,5 S S E Sereno. Allez.za mass, del bur. poll. 28 liu. i, 4 Aitezza mass, del term. + 22 r» minima + 10 1,1 media "27 " 11 Quanlita della pio; 25 72 linee 7,56. 5 JUN30 J Indice generale delle materie contenute ,nei totni ^S.", 74.°, '7$.° e 76.°, anno 1884 della Bibllotcca ita- liana , Giomale dl letteratura , scienze ed arti (*). A GRARIA. Ammostatojo (Nuovo) t. 74 p- 367 Aratri proposti come migliori di quelli di Grange " 74 " 373 Aratro Grange >» 74 " 368 Arcliivj del proprietarlo e dell' agricoltore » 74 " 3i3 Attl deir I. R. Accademia dei Georgofili di Firenze >i 74 " 363 Bachl da seta in Dalmazia >/ 73 » 36j • (Del calcino e del negrone, malattie dei)» 76 » 84 Barbabietole ( Colli vazione delle) convenien- te in Toscana •> 74 " 373 Bosclii (Miglior sistema per la coltura de') in Toscana » 74 " 368 Calendario georgico della R. Societa agraria di Torino " 74 " 4^3 lunese » 74 " 372 Carie del frumento » 76 » 346 Cilindri di ferro per scliiacciare la biada ed altri semi alimentari »» 74 " 373 Condlzioni (Salle) georgiche della provincia Trevigiana » 76 » 347 Dizionario ( Nuovo ) universale e ragionato d' agricoltnra, di F. Gera >» 76 >; 90 Economia ( Corso completo di) rurale ... n 78 " iia Formaggi (De' prati e delle vacche piii con- venienti pei migliori): premlo proposto dair I. R. Istituto di Milano » 74 " 4^9 ■ dei Vosgi » 74 " 370 Gelsi (Sulla piantagione e sul governo dei) in Dalmazia >> 73 " 367 (*) A uiaagior coniodo de' lettori , i titoli delle materie si souo Histribuiti giusta T ordine alfabetico. 2 Gelso (della coltura del ) t. 76 p. 84 tielle Filippiiie, Rlemoria di I. Lomeni >i j^. » Sya ( Premio per esperi- menti sull' uso della foglia del) » 74 » 869 Giiinoclado canadense utilissimo alia Toscana >; 74 » 365 Gioniale agrario toscano ,> 74 » 363 Grano (Sul) annerito del frumento » 76 t> 346 Innesto ( Sail' ) » 76 » 347 Insetti dannosi all' agricoltura >/ 74 »> 4^3 — — die danneggiai'ono i seminati dl fru- mento nella Romagna » 74 " 366 roditori del frumento in erba e su le spiclie : mezzi sicurj per distruggei-li . . » 74 » a86 clie infestano le querce e gli olmi . >< 74 " 4-^3 die danneggiano la vite i. 74 p. 424 " 76 '/ 3 12 Istituto agricola di Roville t. 74 p- 870 e 873 R. orticola di Fromont t. 74 p- 870 Macchina per sgranare le pannoccliie del mais : con tavola in rame » 78 " 201 Maremme toscane dissecc.ite » 78 " 35 1 Melia azedemch ( Usi della) » 74 " 871 Mezzaria (^Sisteina di ) adottato m Tosca- na t. 74 p- 366 e 870 Moms tinctoria (La foglia del) non puo es- sere succedaneo a quella del gelso .... t. 74 p. 871 Pliomiiuni ttnax , lino della nuova Zelanda: convenienza e modo di coltivarlo " 76 " 846 Pratica ( La ) sola non basta a bene eserci- tare T agricoltura " 74 " 872 Prato (Coltura a): convenienza d'introdurla in Toscana » 74 " ^7^ Prodotti (De' principali) dell' agricoltura del regno di Napoli " 74 " 4^*^ Prosciugatore de' cereall (Necessita di un) >> 74 » 871 Risaje (Delle) nel Cremasco, di P. Racclietti » 74 » 425 Riso ( Confronto tra il ) comune e il riso bertone >> 74 " 424 ( Memoria sulla coltivazioiie del) . . "74 " 368 metodo di guarirlo dal brusone .... » 74 " 4^4 Rivista (Nuova) orticola " 75 " 1 10 Rotnzioni agrarie (Metodo facile di esperi- mento sulle) » 74 " 363 Sciiole tU agricoltiira pratica : necesslth d' in- trodmle ne' coniuni t. 74 p. 87 i Terreiii Ijonificati da Z. Volta » 78 » 844 Triiicia-radiche e trincia-paglia >/ 74 » 873 Uccelli insettivorl : la loro distruzione dan- neggia T agricoltura >> 74 " 424 Uve italiane » j3 » 348 Valore nutritivo di varj prodotti » 74 '/ 873 Varieta agrarie di I. Lomeni » 76 v 83 Vaso atto ad impedire il ribollimento delle piante >> 74 >i 36c) Viaggio per Tltalia superlore con special! riguardi all' attual condlzione deli'' agricol- tura, ecc. , di G. Burger » 74 » 236 Villi italiani . » 78 > 76 » 846 Vite ( Trattato della cokivazioue della) . . . » 78 » 112 ( Trattato della ) e specialaieiite delle uve e de' vini italiani, di G. Gallesio . . <> 78 » 848 (Delia coltivazione della) » 74 »^ 871 AlMANACCHI. v. POLIGRAFIA. Anatomia. V. Medicina. Amuiali. v. Storia naturale. Akchf.ologia. v. Arti belle. Ar.CHITETTURA. V. ARTI BELLE. Aritmetica. V- Matematica. Arti belle, Archeologia, Numisjiatica. Accademia di belle arti a Firenze >i 74 " 42<; in Milano >i ijC-) >> 48 a Pisa " 75 " 3 1 1 ■ a Ravenna " 78 » 90 Anticliita (Le) di Atene misurate e dise- gnate da G. Stuart e N. Revett » 78 " 2,5 1 di Capodistria , di G. R. Carli " 74 " 2.58 roiuane scoperte ad Acqui » 78 " 855 — (I-'p) della Sicilia esposte ed illustrate da D. Lo Faso Pietrasanta duca di Serradifalco 1/ 76 » 3 dissotterrate in Torino, di G. Cordero di S. Quintino >/ 76 » a 80 4 Ape (L') itaruuia di Ijelle arti , glornal* . t. 74 p. 413 Apollo (De' slmulacri di) presso illomanl, di M. Missirini » 78 » 180 Arclieografo ( L' ) triestino >< 74 ;/ 387 Archeologia (Argomenti di) e di belle arti nel Trevigiano » 76 " 847 Architpttura ( P^agionanienti sopra gli ordini dell' italiana) , di A. Noale « 76 " 63 Arco della pace in ]\Iilano >i 73 >» 358 Arnieria istorica a Torino >i jo » ii3 Arti belle in Toscana t. 74 p- 42.9 " 76 » SaS (Le ) in Milano " 76 " 414 Barriera di Porta Orientale in Milano ... " 74 " 44*^ Basilica ( Stato attuale della riedlficazione della) di S. Paolo fuori di Roma " 70 » 3o4 Busto (Sul) di Virgilio del Museo di Man- tova, di A. Mainardi " 76 » 36a Calcografia ( Delia ) o dell' arte d' incidere in i-ame , di G. Longhi " n'i <> 269 Canale nuovo da Alessandria a Castelnovo- Bormida " 73 >< 354 Cantoria con organo : premio di disegno d'or- nato aggiudicato a G. Almasio " 76 » 5i Cattedrale di Portogruaro riedilicata " 76 » 344 Cliiese principal! d'Enropa )> ^3 >/ 3 Cominentarj critici archeologici sulla SS. Sindone , di L. G. Piano " 76 « 3 1 1 Costruzione della nuova Atene " 75 >i 3oo Costruzioni pubbliche nel Governo di Venezia »; 76 » 140 e private negli Stati Sardi V 73 y> 354 t. 75 p. 122 , 124 e 136 Decreto ( Di un ) di patronato e clientela della colonia Giulia Augusta Usellis, e di alcune altre anticbita della Sardegna , di C. Gazzera t. 76 p. 22 1 Dignita (Delia) delle belle arti » yS » 92 Diploma di demissione militare dell' impera- tore Nerva ritrovato in Sardegna , di L. Bailie >> 76 » 224 Diplomi nuovi imperiall di congedo milita- re, e riccrcbe intorno al consolato di Ti- berio Catio Frontonc, di C. Gazzera . . » 76 » 325 Discorso per la distiiljazlone lic" preinj dcl- r I. 11. Accaileinia cU Ijelle arli in IMilano t. 76 p. 4" Disegni cli A. Allieri . » 'jG » 1 3i^ • • di G. Almasio >/ 76 >/ 5 1 di G. Bai-iii » 76 » 1 3l> • di L. Caftangioglu » 76 »/ 49 ■ di G. Cagiiola >> 76 >> 5 1 di C. Cone » 76 » i38 di C. Ferreri » 76 n 1 38 • di R. Focosi " 76 >> 139 di G. Garavaglia >» 76 » 328 • • di S. Levi » 76 » 1 38 ■ di T. Orsi " 76 ,> 1 38 Dizionario degli architetti, scultori, pittori, intagliatori , ecc, di S. Ticozzi » 73 >i 128 Edilicio ad nso di universita ; preiiiio d'ar- cliitettura aggindicato a L. Caftangioglu » 76 » 49 eretto in Pavia dal Marchese INIalaspi- na per riporvi le sue raccolte di Ijelle arlL a puliblico vautaggio ' -jS » 137 Edilizj da erigersi o complersi in Parma . >» 78 >> i5o Elogio di Giuseppe Bossi pittore, di I. Fu- magalli it 76 »= hi Esposiziune degli oggetti di belle arti nel- PI. R. palazzo di Brera " 7-5 » 3i i t. 76 p. 122 e 414 a Firenze t. 76 p. 325 Fabbriclie anticlie di Roma, di F. Turconi " 70 » 2SS ( Raccoka e paralello delle ) le piii classiclie di tutti i tempi, di ogni popolo e di ciascuno stile, di J. N. L. Durand » 78 » 366 » 74 » 262 Fiore della ducale Galleria parmense : col- lezione d"" incisioni >> 73 >> 1 5o Gesit bambino dormiente in braccio delia I\Iadonna, del Sassoferrato; premio d' in- cisione aggiudicato a B. Soster " 76 »> o i Giardini ( Raccolta di ) di gusto moderno , di L. Vogliera " ji » 332 Ciuochi gladiator], musaico scoperto nelfA- gro romano " 76 » 446 Glorie (Le) delle belle arti » 76 » 414 p- 223 e 269 P- 189 » 189 V 139 >> 139 " 5i „ 365 y> 295 Idoletti tre di bronzo ritrovati in Sardegna , di A. Ferrero della Marmora t. 76 Incisione t. 73 p. 122 di I. Benedetti t. 76 del Garavagiii » 76 del Rolla „ 76 dello Scotti n 76 Incisioiii t. 73 p. i5o » 76 Letter a di G. P. Cavazzoni Zanottl da pre- mettersi alle vite inedite dei plttori e scul- tori ferraresi di G. BaruflFaldi » 76 Madonna del pesce , di RafFaello " 76 del Sassoferrato, con due putti di Gui- do Reni : incisione di M. Bisi » 73 " 162 Madre (La buona) nel venerdi santo, gran- dioso gruppo in marmo da erigersi in Mi- lano da P. Marchesi , di coraniissione di S. M. L R. A » 73 » 358 Medagliere del Re di Sardegna " 75 " i23 Memorie storlcbe delle arti e degli artisti della Marca d'Ancona, di A. Ricci ... » 76 » 419 Menelao e Merione che portano il cadavere di Patroclo : preniio di disegno di figura aggiudicato a G. Cagnola » 76 »/ 5 1 Miniature di L. Marta » 76 » i36 di A. Martelli " 76 » 137 dei conjugi Roraanini >> 76 v i36 Modello del monumento di Francesco Pesa- ro , di A. Canova " 74 " ^^9 Monete (Deposito di ) ungheresi ^ carraresi e veneziane , scoperto nell' Istria n 74 » 258 Monumenti di Ravenna » jb » 94 ■ scoperti al Messico » 73 >> 346 ]\Ionumento a Ranieri Gu'otti " 73 » 160 in bronzo a Leonardo da Vinci. ... >» 73 )> 362 Musei pubblici e privati di antichitii in Ita- lia t. 74 p. 460 » 75 >> 126 Museo della R. Accademia di Mantova de- scritto ecc. da G. Labus " 76 »; 36 1 (II) Worslejnno descritto ed illustrato da E. Q. Viscoiiti , pubblicato per cura di G. Labus t. 78 p. 196 t. 74 p. 3 14 >> 76 » 357 Numismatic^ (Tesoro dJ) e til Glittografia t. 78 p. 43 Paesisti e pittori prospettivi e di genere in Milaiio „ -6 „ 126 Pietra di Rosetta (Compimento e traduzione della parte greca e geroglifica della ) , di F. Ricardi „ y6 » 3o3 Pitture di C. Arienti „ «5 „ 320 di G. degli Avancini „ y5 „ 332 " di M. d'Azeglio ,; 76 >i 127 di L. Belletti „ 76 » 3^6 di C. Benevelli „ 76 „ i36 di P. Benvenuti „ 74 „ 4.32 di T. Benvenuti „ 76 » 327 di G. Bisi „ 76 „ i3o di L. Bisi „ 76 „ 1 34 • di M. Bisi • „ 76 „ i35 — di A. Bomben „ 76 » 126 di G. Borsato „ 76 „ i33 di C. Brulloff „ 75 „ 317 '- del Buonarroti „ 76 » 327 di G. Canella „ 76 „ 1 3 1 di A. Casanova „ 76 „ i32 del Colignou „ 76 „ 325 a buon fresco nella cupola di S. Seba- stano in Rlilano eseguite da A. Comerlo » 73 » 162 di G. Darif „ 75 „ 332 a buon fresco eseguite da G. Diotti nelk cattedrale di Cremona ,, 73 » 164 ■ • li G. Fabbris „ 76 >i 126 i'l P. Ferroni „ 76 » 327 d G. Elena „ yS „ 332 d Gallo Gallina ,, 75 v 323 d. Camilla Guiscardl „ ^6 » i35 • di F. Hayez „ 75 „ 3 12 di A. Liganni t. 76 p. 126 e i35 di J. Joris t. 76 p. 126 di C. E. Juillerat ,; 76 .; iS^ di A Lipparini „ 75 „ 322 • di G. Lombardi ,; 76 » 1 34 di P. Luccbini ., 70 » 324 di C. Mnlchira . „ 76 >< 126 • di I. Mnnzoiii „ 76 » i3j 8 Pitture del Martinengo t. di G. Migliara " di F. Milde „ di F. Moja „ ■ ■ di G. Molteni >; di N. Monti „ • di P. Naiducci » di P. Palagl „ • di fra Bartolomeo Baccio Delia Porta e di Gnido Rent » ^-^ di G. Renica »; • di L. Riccardi »/ di G. Rosa »/ di G. Sabatelli » • ■ di L. Sabatelli ;; • di N. e F. Scliiavoni >> di E. Scuri t. yS p. 33i ,, di G. Servi » • del Servolini .; ■ di Cleofe Silvestrl >i • di G. Sogiii )/ di F. Storelli ;; — ■ — di L. Tagliani » • di L. Villeneuve » . di G. B. Zali „ • ed altri oggetti di belle arti in Brescia, di A. Sala » Premj dell' I. R. Accademia di belle arti in Milano " • deir Accademia di Ravenna » Produzioni di belle arti in Venezia nelT an- no 1 832 5 di P. Chevalier )/ Scavi di Pompei : oggetti ritrovativi » t. 74 p- 3 1 3 » Scienza (La) degl' ingegneri , di Belidor t. 74 p. Sculture di A. Bruneri t. ■ ' di B. Cacciatori » di U. Canibi ' • a cesello, di D. Cesarl " del Costoli t. 75 p. 120 '» del P. Demi " di A. Gain " 76 F 76 . . 327 i3o 76, 76 , 137 i3i 76 , 123 76 . 326 76 . 75 , 125 333 73 , 126 76 . l33 76 , l32 76 , i33 76 , 12? 76 . 75 , 32. 33) 76 . 12) 75 . 33j 76 . 76 , 3.7 126 75 . 328 76 . i33 75 - 76 . 337 i33 76 . 126 73 i3o 71) i; 48 73 » 90 73 -. i33 jZ >i 193 76 ,. 319 124 e 317 75 p. 123 74 " 449 76 >/ 328 7D '; 339 v6 )/ 327 76 .. 327 75 >i 337 9 Sculture di D. Ganclolfi . . . . t. 74 p. 449 t. jS p. 338 ' di S. Girola ». ,/ 74 >/ 440 del Keller „ 75 » 336 di A. Labus „ 75 » 336 . di G. Manfredini „ 75 ,/ 338 — di L. Marches! t. 74 p. 449 » jS » 338 • di P. Marchesi » 74 '> 449 n 76 » 333 ■ del IMocchia „ 75 » laS di G. JMonti „ 74 »; 449 dl G. Motelli „ 75 „ 337 del Painpaloni „ 76 » 3zj di A. Putinati „ 75 » 33 j di A. Sangiorgio t. 74 p. 449 » jS » 335 di L. Scorzini » 73 » 160 ■ di F. Somaini >, 74 ,1 449 Sigilli de' Principi di Savoja illiistrati da L. Cibrario e D. C. Promis . t. 73 p. 354 >> 7,5 >> 5i Sinalti di P. Bagatti Valsecchl . . . . t. 76 p. 137 e 466 Societa del dilettanti di Londra t. 75 p. 253 Soggetti pittoresclii e costumi di Veuezia , di E. Bosa „ 74 „ 264 Stanipe ( Cenni sulle ) classiche della colle- zioiie manfrediniaua , di Ne«-Mayr . ... >> 73 >/ 122 Statna di S. Ambrogio scolpita da L. Scor- zini ,; 73 » 1 60 di Galileo Galilei, di A. Costoll ... »> 75 »; 120 di nn satiro fusa ia bronzo nella fon- deria Manfredini „ 76 >/ 119 Strada di ferro da Genova ad Arona , To- rino e Casale » 73 » 354 Strade ( Sulle piii recenti e princlpali ) co- strutte sulle Alpi , di G. Baumgartner . . » 74 » i32 Tenipio (Del) eretto in Possagno da A. Ca- nova , esposizione di M. Rlissirini )> 'j3 » 260 Trattato teorico-pratico delP arte di edilica- re , di G. Rondelet >> 74 >> 3 1 7 Vasi anticlii messicani •< 76 )» 3 17 Vedute delle porte e nutra di Roma, di L. Ricciardelli » 74 " 3 1 i di Venezia » 74 » 108 Vergine ( Di una Beata ) col Bambino , di Rafl'viello Sanzio » jS » 120 Verona e la siia provincia rappresentate con disegnl" ecc. , di G. Pezolt t. jS p. a5o Vetri colorati a fnoco con figure traspa- renti, di G. Bertini >i jS » 341 dipinti da Gioachino e Giovanni Con- . falonieri e da L. Invernizzi » 76 " 346 Arti e westieri 5 Tecnologia. Acciarino a catena, di G. Marianl » 78 v 346 Acido horacico : metodo di estrarlo dai la- goni di Toscana » 74 " 364 Anelli metallici ottenuti alia filiera » 78 " i37 Annali dell'I. R. Istituto politecnico di Vienna » 78 » i36 Armi da fuoco, di C. M. Colombo » j5 » 3^3 Barca attaccata ad un carro clie la rimor- cliia contr' acqua , di L. Torchi n 76 » 486 '■ per rimontare i finmi , di G. Mer- lini t. 75 p. 343 )/ 76 >i 456 ■■ mossa da un mulino a venio , di G. Bruschetti : con tavola in rame » 76 >< 453 Bianclieria da taA'ola a disegni , di P. Bram- billa » 75 » 344 Blonde dei fiatelli llosselet ./ 76 » 455 Bottiglie di terra cotta vetrificata , di L. Candiani » yS n 343 Bronzi della fabbrica Tliomas » 76 » 355 Bulini in acciajo, di G. Guerra v 78 i> 34i|. Calamita da prodnrre correnti e scintille elet- triche , di C. Dell' Acqua » 78 » 344 Carro sulle ruotaje di ferro mosso da una corrente, di L. De-Cristoforis o 76 >* 456 Cartiera di G. Andreoli " 78 » 341 Cascami di seta lavorati dalla dltta Venini e da G. Ficcaluga >> 'jh >i 34a Cemento da applicarsi ai pavimenti, di L. Invernizzi > Cera lacca a colori svariati , di E. Pavesi »; Cerclij da botte : metodo di farli usato nel Mugello ' Cbitarra di variata forma e maggior esten- sione di voci, di A. Rovetta ' Cilindri di ferro per scliiacciare la biada ed altri semi aliiueutari . '> 75 » 75 .. 345 345 74 ^' 365 75 .. 344 74 " 373 1 1 Confetti e sciroppi di G. Eouthou t. 78 p. 341 Discorso di F. Carlini pei- la solenne dlstri- buzione de' premj d'agricoltura e d' iadu- stria fattasi a Milano 1/ 76 " 4-55 Dizionario (Nuovo) universale tecnologico o di arti e inestieri , e delP economia in- diistriale e coiumerciante » 74 " 269 Doratura sul ferro e suU'acciajo di G. Pa- neecarne " "S » 844 Esposizione degli oggetti d' inclustria fattasi iu Milano » 76 » 455 Fonderia de' bronzi do' fratelli Maafredini : metodo tenuto nella fusione de'cavalli per I'Arco della Pace t. 78 p. 359 '/ 76 <> 119 Forniaggi (Sulla riiibcita de' aiigliori ) : pre- mio proposto dall" I. R. Istituto di Milano >/ 74 >> 459 Fornelli e stufe di C. Botelli » jS » in^S Fregi dorati sul cartone , di L. lavernizzi >> jS >i 345 Illuniinazione a gas, di G. Brey '. >i 75 >i 342 Incliiostro da stainpa del Belhischi >> 78 n 348 Industria loiubarda , Menioria di D. Sacclii >* 74 »; 366 Intarsiature d' oro e d' argento suU' acciajo e sul ferro , di C. Bossi » 78 » 34$ Inu'eccl e tessuti di paglia e di altre erbe nostrali, di M. Bifli " 78 » 344 Inveuzioni ( Recenti ) e scoperte napolita- ne t. 74 p. 1 34 e 3o8 Istrumenti chiriu-gici perfezioaati da G. B. Chiesa t. 75 p. 344 - (Cinque) per ottenere le misure delicate )/ 75 » I'ij Lambicco di G. Pasqualoui " 78 » 345 Legature di libri di P. Ripaiuonti Carpano » 75 » 34a Legname ( Sul peso specifico e sulla forza delle varie specie di ) >> 78 >> iSy Lente ad uso dcgl' iucisori , di G. Beretta >i 75 » 345 Lenti di F. Grindel » 76 » 486 Lime di ferro, di P. Sieber " 78 » 344 Lino della Nuova Zelanda lllato dalla contessa Carolina Melzi Belgiojoso " 78 » 343 Litografia niigliorata tla G. Pagani e da A. De Carre » 78 » 34a Liv'cUo e squadro agrimensorio di G. Mozzonif yS »* 343 jfjucerna pneiimatica dl A. Crivelli migllo- rata da G. B. Rasario t. 76 p. 4.57. Maccliina aritmetica , di L. Torch! " jh » 840 da polverizzare lo zucchero, di A. Bossi )> 76 " 844 ■ a vapore , di G. Leonardi >> jS >> 841 ■ (Nuova) elettro-niagnetica » 76 » 289 per estrarre la fecola dalle patate. . >i 74 » 365 sofliante ed aspirante >; 74 >> 864 Maccliine pneumatiche , di C. Grindel ... » 76 n 486 Maccliinetta per contrassegnare ogni sorta di oggetti nietallici , dl G. llovani .... » 75 » 843 Maglie a trafori , di P. Uboldi » 76 » 455 Mattoiii : arnese per fabbricarli mediante r urto , e forno per cuocerli >i 'ji n i38 Metalli (Tenacita assoluta dei)tirati allafiliera >; 75 » 187 Metodo di riscaldare le abitazioni col vapore »/ 74 " 864 Miniere di rame lavorate in Toscana .... >> 78 >> 852 ' di zolfo lavorate in Toscana >> 74 " 128 Modelli meceanici di L. De Cristoforis. • . v 75 » 845 Mulini (De') a ricolta » 74 " 878 Mulino a vento applicato al movimento delle barclie, da G. Briisclietti: con tavoia inranie); 76 " ^SZ Oggetti di gomma elastica per la cliirurgia, di Onorina Mondellini >i jH » 842 Olio di aracliide ipogea , di S. Alloy . . . . » 'jS » 845 Ordigno per alzare ed abbassare le lampade delle strade 5 di G. Gattinoni » 'jS >> 845 Orologi da torre con niiovi congegni di A. Longoni " Orologio a piano iiiclinato, di F. Frigerio x Pelli camosciato, di Pncros » lucide, di Charansoney e Bernareggi » 75 » 844 75 „ 844 75 „ 842 76 ., 455 75 >, 844 75 . 840 75 „ 345 75 „ 843 Pesci' d'acqna dolce in cera, di I. Pizzagalli »/ Piano-forti di G. Cattaneo » Ponte mobile da scnltori , di G. Gattinoni » Porcellana di C. Tinelli » Potassa ( Sul modi piu convenient! ad aunien- tare nel Piemonte la produzipne della), clj A. Abbene » 74 " 4^3 Premj (Solenne distribuzione dei) d'agricol- tiira e d' industria fattasi in Milano nel 1§24 . . t- 75 p. 840 » 76 » 4.5^ Premj relativi alT uso della robl)ia t. 74 p. 3of| Prpparazione (Metodo di) degli aniinali pei niusei , di ]M. Rusconi " 74 » 453 Ricami di Fnlvla Scotti " 76 •> 466 Riuiendatura di Stoffe di Giovdniia Cleraenti » 78 <> 844 Sapone di stearina e sapone persiano , di F. Campiotti » 7.5 » 344 Scialiole damascliinate , di G. Sassi » jS » 843 Serratura semplice , di G. Gattinoni . • . . . >t 78 " 843 Serrp.ture di C. Filippini >< 78 » 348 di G. e F. Riend " 78 >, 343 Seta dai baclii nutriti col gelso delle Filip- pine, di I. Lonieni " 78 » 845 Spazzole di A. Zerhi " 78 » 844 Stoffe di seta delle fabbrich^ Lainberti e Ros- signol, Osnago, Borioli, Sassi , e Argenti v 76 » 455 Tavollno da dilucldare disegni , di G. e F. Rieiiti " 75 » 345 Tegole per coprii-e i tetti " 74 " 366 Telescopj catottrici " 78 " i36 Torcliio idraulico di G. Leonardi " 75 » 841 Tornio-trapano a mano, di G. Mariani . . >/ 75 » 348 Tovaglia della ditta Rigois " 76 » 45.5 Tralicci staiiipati ed inverniciati, di G. Galli >/ 75 » 841 Tubo da estrarre i veleni dallo stomaco , di G. Mozzoni " 75 » 844 Vasellami di legtio inverniciati resistcnti al- r accjna bollente , di L. Carbone <> jb » 844 Vasi di terra di pi ntl e dovati , di L. Sordelli " 75 >i 844 Vetri colorati a fuoco con figure trasparenti, di G. Bertini " 75 „ 841 dipinti, di Gioacliino e Giovanni Con- falonieri " 78 » 348 dipinti, di L. Invernizzi " 75 n 345' Violini ( Fal)bricazione perfezionata di ) , di C. A. Calbusera " "^ " '^^- Arti bhlitari. Armeria istorica a Torino " 75 " 12 j Raccolta delle vigenti prescrizioni relative ai trasporti od altri viaggi militari " 76 v 44J Saggi militari preclpuaniente spettantl alle fortificazioni , di V. Degli Llierti '> 7-+ " ''"' H ASTBONOMIA. Coiisiderazioni general! su la disposizione deir Uaiverso, di Bode;, traduzione libera di G. Amad t. 74 p. 417 t. 78 p. 5i Eclissi di luna del 2 settemhre i832, di G. Bianchi >> 76 >; 374 Trigonometria sferoidica (Nota aggiuata al- ia ) di B. Oriani » 78 li 271 Atti Accademici. Accadeiiiia di belle arti a Firenze >> 74 » 429 ~ in Milano »< 76 ;; 48 a Pisa » 7.5 » 3 1 r in Ravenna » jS » 90 della Crusca »> 76 » 829 • dei Georgofili di Firenze » 74 " ^^-^ Gioenia delle scienze naturali di Catania t. 78 p. 367 )> 76 » 72 delle scienze di Torino » 76 » 217 Ateneo di Treviso " 76 » 844 Istituto I. R. di scienze , lettere ed arti in Milano t. 78 p. 368 t. 74 p. 489 » 76 » 4-55 ■ politecnico I. R. di Vienna » 78 » i36 Societa agraria R. di Torino " 74 >> 428 geologica di Francia » 74 >> 89 italiana delle scienze. . t. jh p. 192 » 76 ,1 260 BlELIOGRAFIA. Bibliografia critica delle antiche reciproche corrispondenze dell' Italia colla Russia , colla Polonia ed altre parti settentrionali , di S. Ciampi >> -74 " ^ 1 8 Biblioteca dell' Universita di Pavia x 74 >» 458 Biblioteche antiche della R. casa di Savoja, di G. F. Galeani Napione » 76 » 226 Carte inedite delP archivio capitolare torto- nese illustrate dal Bottazzi » 76 » 3 12 Catalogo della raccolta che per la bibliografia del Petrarca e di Pio II e gia posseduta e si va continnando da D. De Rossetti " 76 » 418 Cenni elementari di bibliografia, di C. Branca" 74 " 261 Gerusalennne liberata ( DeJle tre prime com- piute edizioni della ) » jS » 55 Manoscrltti orientali >» 74 " 489 Notizie bibliograficlie cU Parma t. yS • di Piemonte >i 78 di Napoli >i 74 Opcrc orientali tradotte e pubblicate per cura dclla Societa asiatica di Londra )/ 78 Ricerche (Nuose) bililiograficbe, suppleinen- to al Manuale del liljrajo e delPainatore di libri , di G. C. Brunet " 74 Scibile ( Dello ) e del suo insegnaniento, di D. Rossetti i> 73 Sorti ( Le ) di Francesco Marcolino da Forli, notizia lilbliografica di G. Friedlaender . >> 78 Studio bibliogralico di V. Mortillaro » 74 BlOGRAFU. V. StORIA. BOTANICA. V. StORIA NATURALE. Chihica. v. Fisica. Chirurgia. v. Medicina. Classici. Agginnta alia Collezioiie de" Classici italiani del secolo XVIII » 76 Catiliiiarle di Sallustio , tradotte da G. V. Du Fanre < 76 Classici latini , collezione di G. Pomlia. . . » 74 Filippiche di Demostene, con interpretazioni, note e vocabolario di G. Zucconi " yS Georgicbe ( Le ) di Virgilio , traduzione di D. Strocclii , ed altra di G. B. Carrara Spiiielli " 76 Lettere di Plinio il giovane tradotte da P. A. Paravia » 76 M. V. Martialis epiiirammata . : » 74 Opere di G. B. Vico t. 76 p. 366 Orazioni e frammenti di Lisia , volgarizza- iiiento di G. Crispi " 76 Periclis orado funebris apud Thuc)dideni, cum versione etc. B. Prierii t. 73 p. 353 e 365 >/ 74 Poesie minori del Petrarca , volgarizzate da poeti viventi o da poco defunti " 74 " 7^ Vita di Benvenuto Cellini . . •> 76 COMMEDIE. V. PoESIA. CoMMEnCfO. r. EcOKOjMIA rCRBI-lCA i5 p. I So „ 35a >; 426 „ 338 " 90 » 1 17 . 93 „ 258 „ 366 » 3 12 „ 93 „ 46 » 40 I » 3i3 i> 93 e 434 „ 411 •I 2S0 „ 3i3 „ 61 „ 418 ^ i6 COSTUMI. V. StORIA. Drammatica. v. Poesia. ECONOMIA PUEELICA, StATISTICA, CoMJIERCIO, PoLITICA, Archivj del proprietario e dell' agricoltore t. 74 p. 3 18 Coiiimercio nell' impero di Marocco . ...» 74 » 368 Condizione (Delia) economica dels regno di Napoli , di M. De Augustinis » 74 » 117 Considerazioni intorno alia ristaurazione delle scienze di stato seguita in Italia nel se- colo 16.", di G. F. Galeani Napione . . » 76 » 217 Contrattl ( De' ) colonici in Toscana . . . . >; 74 >/ 369 Elenienti per la stadstica di Trieste e del- ristria » 74 »; 267 Esposizlone degli oggetti donati per una lot- teria in Torino per provvedere delle bi- sognevoli biancherie il nuovo nianicomio » 73 n 355 Finanze ( Delle ) della monarchia di Savoja , di L. Cibrario » 76 ^ 227 Haras (Des) domestiques en France . ...» 74 » 373 Histoire Jlnanciere et stadstique general de Vempire Britannique ^ par P. Pehrer . . . >< vS >; 2o5 Industria ( Considerazioni suU" ) e special- mente suU' agricoltura •' 74 " 368 Istruzione a' Podesta de' dncati di Parma , Piacenza e Guastalla, di M. Lalatta . . » 70 >i 104 Leggi di Manou contenenti le istrnzioni re- ligiose e civili degli Indiani , tradotte da A. Loiseleur Des Longcliaiiips »< 73 » 87 Mezzeria (Sulla) t. 74 p. 366 e 370 Miseria (Delia) pubblica , sue cause ed in- dizj , del duca dl Ventigoano t. 74 p. 114 Monete ( Sulle ) d' ore ;; 74 » 427 Mortalita ( Confronto delle ) fra le diverse classl di persone » 70 » 140 —— ne' diversi paesi " 73 » 192 Notlzie statistiche e descrittive della Yalse- sia, di C. Pvacca » ^Z » 196 Opere di beneficenza (Delle) cui possono piu utilmente rivolgersi le facolta dei privati : quesito per un premio >; 74 » 370 Paglia da cappelli (Delia convenienza della libera esportazioue della) dalla Toscana » 74 " 369 I? Portofranco ( Sal progetto cU uii ) a Nisita e di un lazzaretto da peste a Miseno , di L. Bianchini t. 76 p. 4.44. Prezzo ( Sul basso ) dei prodotti , di G. Delia Valle »; 74 >/ 1 13 Prodotti ( De' principali ) dell' agrlcoltiira del regno di Napoli >> 74 » ^2.0 Ricchezze (Sulla decadenza delle ) e mezzi di rilevarle , di V. Sabatino >; 74 » 117 Saggio politico sulla popolazione e le coa- tribuzioni del regno di Napoli >> 74 " 4^ ^ Sconveiievolezza delle teoriclie del valore 111- segnate da Smith, Maltlms , Say, ecc. , di M. Agazzini j» 76 " 118 Seta (Delia libera estrazione della) greggia dal Piemonte , di G. Giovanetti » 74 »; 275 Sistema li/ellare " 74 " 368 Societa enologica di Napoli t. 74 p. 867 e 873 Spese per T erezione delTArco di Porta Co- masina , per qnello di Porta Ticinese , per TArco della Pace e per la Barriera a Porta Orientate in IMilano t. 74 p. 461 per pnljbliche costruzioni nel Governo di Venezia >i jb i> 140 per costruzioni piibbliche e private negli Stati Sardi t. 76 p. 124 e 126 Statistica ( Principj della) t. 74 p. 427 ■ della provincia di Saluzzo , di Vassalli- Eandi ,» 73 » 353 della Spagna " 74 " ^4'' Tavoliere di Puglia ( Considerazioni sulle circostanze fisiche ed economiche del ) . >i 74 " 4^" Veduta (Prima) sui principj di economia civile, di A. Longo » 'jG >i 436 Viaggio per 1' Italia superiore, con ispeciali riguardi all" agricoltura, alia popolazione, air esteusione del terreno . alia sravezza delle imposte, ecc, di G. Burger. . . . »; 74 " 2j0 EdUCAZIONE , ISTRUZIONTE. Difetti ( Intorno ad alcnni ) dell' attuale edii- cazione doniestica , di A. Giacomuzzi . . " 76 " 377 Ibtituto de' sordo-muti in Pisa » -jS » 3o(j i8 Lezionl (Prime) di Maria Edgeworth , tra- duzione di Bianca Milesi Mojon t. 76 p. 383 Manuale per I'edncazione umana, di A. Fontana » 'jS " 242 Pedagogic! principj dello studio ginnasiale , di G. Bernardi » '/S » 240 Preceiti (Dei) d' nmane lettere, di M. Ponza " 76 " 3ii Professori itnliaiii a Parigi » jS » 348 Saggio tilosolico sopra uii mezzo di niiglio- rare i giovani, di Cecilia De Luna Folliero " 76 " 372 Sale d' asilo per T infanzia >/ 74 »/ 372 Scibile (Dello) e del suo iasegaamento , di D. Rossetti » 73 " 117 Scuola di mutuo insegnaniento a Pisa. . . >> jS » 309 Scuole infantili pei poveri a Cremona. . . " 73 " i63 in Pisa >; 78 " 309 Sistema mnemonico di F. Garello applicato alia croaologia " 78 " loi • stahilito in Lombardia per la pubblica popolare istruzione " 74 " 366 Universita di Pavia " 74 " 4^^ — — di ri^a t. 74 p. 440 » 75 '/ 3o5 Eloquenza. Catilinaria di Sallustio tradotta da G. V. Du Faure »> 76 " 3i2 Filippiclie di Demostene, con interpretazio- ni , note e vocabolario, di G. Zucconi . » 76 " 4^ Orazioni e framnienti di Lisia , volgarizza- mento di G. Crispi >; 76 » 41 1 Periclis oratio funebris apud Thucydkkm , cum versione etc. B. Frierii t. 70 p. 353 e 365 " 74 " 25o EpiGRAFIi». Inscriptiones (C. A. Morini) » 73 » io5 ( ii. Tonanii) » 73 " i5o Iscrizione per la Barricra di Porta Orien- tale in IMiIano " 74 " 450 per r ampliamento dello studio di clii- mica neir Universita di Pisa » 74 >/ 44a Iscrizioni italiane di L. Muzzi, G. Sllvestri , T. Papotti, A. Viglioli e M. Missirini. . <> 73 >/ 106 latine pei termini df 11a base trigonome- trica della triangolazione della Lombardia " 73 " i58 Iscrizioni per le strade della Splnga , dello Stelvio e del Lario t. 74 p. 128 (Delle) veneziane, di E. A. Cigogna » yS " 77 Marmo di Lucio Mmiacio Prisco, patrono di Pola , illustrato da P. Stancovi(;Ii . ..." 74 " 267 Pietra di Rosetta ( Compimeuto e traduzione della parte greca e geroglifica deila ) , di F. Ricardi » 76 " 3o3 Errata-Corrige . ... t. 73 p. 367 t. 74 p. 319 e 474 t. 75 p. 169 t. 76 p. 179 Farmacia. v. Medicina. FaVOLE. V. POESIA. FlLOLOGIA. Accadeiuia della Crnsca " 76 " 329 Bellezze della lingua iialiana , di G. Pasquale " 76 " 3 12 Cenni sopra Bedriaco, e suUa non esistenza di Vegra , di M. Urangia »> 76 " 142 Ciabattino (li) pattinista: dialoghi filologici siill' Illirio If 74 i> 102 Codex de Advocatis scecull XIII De Imitatione Christi , cum notis etc. , G. De Gregory . » 76 » 3j Considerazioni di Galileo Galilei intorno alia Gerusalemme liberata confutale da M. Co- lombo » Y^ " 54 Dialetio (II) veneziano dichiarato T ottiiiio fra quelli d' Italia <; 76 " 347 Dictionnaire usuel et portatif de la lafigue francaise " 76 " 291 Dizionario copto di A. Peyroa »» 73 " 354 francese— italiano » 76 " 3i2 — — — niilitare italiano di G. Grassi . ...» 73 " 352 >> 74 » 3 16 piemoiitese del Zalli v 76 " 3i2 tnrco , araljo e persiano di A. Cia- dyrgy >; 74 " 2 5o italiano e tiirco di A. Ciadyi'gy . . . " 75 " 224 Esame crilico intorno alia patria di S. Gl- rolaiuo, di F. ]M. Appendini " 73 <» io5 Esposizioae dei versetti di Giobbe intoi-no al cavallo , di M. A. Lanci >/ 76 >» 399 Fatti (I) di Enea ridotti in volgare da Frate Guido da Pisa »< 76 " 891 ao Gloruale di lingua e letteratura italianaj cU M. Ponza t, yS p. 353 Gothicce wrsionis epistolarum Divi Pauli , cum adnotatio nihil s edidit C. O. CastillioncEiis . » 74 " 209 Gratnmatica della lingua italiana, diM. Ponza " 76 " 877 francese del Grassiqi >; 76 " 3i3 ■ (Tavole di ) tedesca , del B. Bartolo- meis V 73 " 353 Itnitatione Christi (II vero autore dell' opera De)'> -j6 •> Zj Istradainento alia lingua latina " 76 " 38i Jerografia criptica (Osservazioni sul sisteiiia di) di C. Jannelli » 74 »/ 334 Lnunilatis ( Totius ) lexicon Mg. ForceHini , auctum et emendatum a J. Furlanetto . . ' r- ( F. Gagliuffi Specimen de fortuna ) . >. Lettere (Delia vera eccellenza nelle), di M. Missirini t. 73 p. 301 " Lingua italiana ( Delle disgrazie della ) , di A. Pagliese > '. toscana ( DelF importanza della) per gl' Italian! , di L. Mancini > Manoscritii orientali » 74 Manuale filosoficQ-pratico della lingua italiana » f3 ^ote filologiche sopra VII vocaboli dinotanti ufficio o diguita di persona nell'Asla, die leggonsi neU' Orlando Furioso , di G. Ve- gezzi » jS » 56 Notizie intorqo alia famosa opera storica d' Ibnu Rlialdun, di J. Graberg di Hemso " 74 " 98 Opere orientali tradotte e pubblicate per cura della Societa asiatica di Londra » j3 » 338 Opuscoli due di M. Colombo u rS >> 54 Ortografia (Dell') italiana, di D. Bartoli . " 73 " 196 Paleografia (Lezioni di) sui document! della monarchia di Savoja , di P. Datta. ..." 73 »/ 353 Pietra di Rosetta ( Compimento e traduzione delia parte greca e geroglifica della ) , di F. Ricardi >/ 76 ;> 3o3 foetica ( Intorno una versione della ) di G. Vida, epistoia di F. Malvica " 74 " loj l^agionamento di D. De Crollis sulP Inferno ^\ I)ante .......... ..«'. ,.i' , • • " 76 " 3^^ 76 " 337 74 .; 241 74 " 17 73 ,> 195 76 . 33o 74 " 73 " 439 365 if KifiessLoni su gli scrittorl del seicenlo , di T. Vallaiu-i t. 76 p. 3 r f Vocabolario italiano— latino per iniiero niio- vamente cnmpilato da F. Clierulsiai. . . '/ 73 " 198 II 'jiif » 40 italiano e latino ad uso delle scuole degli Stati Sardi >/ 73 " 366 ■ delle voci usate da Deniostene nelle sue Filippiche , di G. Zucconi » -j^ u 46 • delle voci nsate da Oiuero ne' suoi poemi , di G. Zucconi " 75 " 227 Yocaboli e modi di dire adoperati dal Caro -^ 76 " 3ia FiLOsoriA, LoGicA, Morale. Doveri (Dei) degli uoniini , di S. Pellico. " 73 » 353 Estetlca ( Alcune ricerche ed osservazioni sulla) italiana (*) » 76 >' 181 Estetici principj di G. Zuccala t. 73 p. 221 » 74 n 182 Exercitutiones matiLematica: ct philosophicas Chnstiani Hugenii aliorumque soeculi XVII virorum celebrium » jS » 45 Filosolia (Delia) dell' afFetto, di A. Testa. » 78 " 100 Istinto ( Pensieri suU' ) tanto negli aniniali che neir uonio , di G. Carena . ..,.." 76 " 224 Morale en action »> 76 « 3i3 Opere di G. B. Vico per cura di G. Fer- rario , ed altra edizione per cura di F. Predari t. 76 p. 366 e 434 Pedagogici principj dello studio ginnasiale , di G. Bernardi t. 78 p. 240 (*) Avvennero aloiini eiTori importanti nella staiupa di questcJ Articolo clie qui si correp,gono : Errori. Correzioni, Pag. 184 lin. l3 avidita ai-idita » 186 "9 di tentativo il tentativo » 198 » 8 depurato dolore dts)oerato dolore » 201 » 22 decisanieiite divisamente >> 206 » 3 1 ricorrendone ricevendone » 207 » 20 beato moriente Bruto morienfe J. 214 » 5 quel qual » ivi » 6 quegli quali * ivi « 22 acotuiiulata ac-comrxJatJ* 22 Sn^2;i *li eloqnenzri e filosofia tratti dalle Osservazioni sulla morale cattolica tli A. Manzoni da F. M. Travella t. 74 p. 3i6 Storia natnrale della potenza umana di E. Fagnani " 7,3 •» i38 Trattati morali ( Volgarizzamento dei ) di Al- bertano Giudice da Brescia v 74. »; 899 FisiCA, Chimica. Acque minerali di Ceneda , di S. Mandruz- zato " 74 " 1 1 8 niinera'.i di Toscana, di G. Glulj. t. ji p. 63 e 35 1 Acque termali e mineral! della Valtellina : relazioiie di L. Balardini t. 73 p. 182 Aria inliammabile (Osservazioni ed espe- rlenze sopra una corrente d^) manifestatasi in un pozzo artesiano , di G. Ghirlanda •> 7-3 >> 148 Barometriche osservazioni e considerazioni di meteorologia , di G. Bianclii >/ 76 " 275 Bolide o aerolito caduto nel Lario •> 73 " 355 Calori specifici dei corpi solidi e liquidi, (ii A. Ayogadro >; 76 " 271 Chimica ( Trattato di) di J. J. Berzelins, recato in italiano da F. Du Pre. .... v 75 " lo5 organica ( Nuovo sistema di ) , di V. Raspail j^ 74 » 469 ■ ( Scuola di) nelT Universita di Pisa » 74 " 441 Clima ( Saggio sopra il ) di Catania , di C. Gemmeliaro v 76 » 74 Creosote (Delia) , » 73 •' 179 Densiia dei vapori del fosforn , esperlenze del Dumas .; 76 " 274 Elettricita ( Intorno alia causri verosimile della) prodotta col contatto, e della ten- sione elettrica »/ 75 " i3o Elettromagnetismo applicato al'la nieccanica, del Botto »< 75 » 272 Elettroscopio dinamico universale , di G. Zamboni , » 75 " 288 Elogio di Alessandro Volta , dell' Arago . . ••' 76 " 147 Esperienze siill'azione chiinira delle correnti iudotte dal magaetisino terresti'e e da** ferro— elettro-magneti w 74 " 422 23 Esperienze otticlie, elettriche, magnetiche, di G. Cazzaniga ... t -A ., .'/• „ . ,. „ » I. 70 p. 106 carina di frumento ( Analisi della) ....»/ 74 » 4^3 Fata morgana vecUita sul lago di Garda. . „ 76 » i56 Fisica esperimentale (Elementi di ) di D. Scina : lettera del medesimo in risposta agli articoli della Biblioteca italiana ; con note delfautore di essi articoli t. 73 p. i65 ,/ 74 „ 314 Gabinetto fisico dell' Universita di Pavia . » 74 ,/ 456 di fisica nell" Universita di Pisa. . . ./ 74 ,• 443 Gas prodotto dai vinacciuoll v 74 „ 424 Influenza dei colori de' corpi suirassorbi- niento degli odori , di J. Stark » 70 » a88 Inverni (Paiagone di varj ) col presente . ./ 73 .; 178 Laboratorio chimico dell' Universita di Pavia >, 74 ./ 457 Liniiti delle prevalenze niagneto-clettriche. <> 75 „ 29a Macchina ( Nuova ) elettro-magnetica . . . »; 75 ,/ 289 Manuale chimico-legale " 73 » 367 Meteorologia. Osservazioni fatte nell' I. R. Os- servatorio di Brera in Milano t. 73 p. 199, 200 e 372 ' " 74 " i'')o, 320 '^ 37a ■' jS » 160, 355 " 356 ■ V 76 " 180, 332 " 484 Opuscoli matematici e fisici di diversi autori t. 73 p. 197 Osservazioni barometricbe e termometriche contemporanee fatte a Venezia e a Milano -' 74 ./ 224 Parafulniini : della convenienza di farii di rame, di P. Configliacbi ./ 76 " 260 Proprieta (Nuova) delle correnti magneto- ^'^'"'•icbe 74 „ 3o5 Raggi ( C.imniino de' ) sonori riflessi nel por- tavoce, di G. Resii Ferrari ,,76 Ricercbe analitico razionali sopra la fisica, I'analisi e la vita della molecola cliimica di prim' ordine, di A. G. Pari v 76 Riso (Analisi del) della Carolina e di cjuello del Piemonte » 74 -; 425 Sorgenti artesie ( Sulle ) , di C. della Chiesa Benevello ., 76 -' 3ra Teorema dell' attrazione di dne correnti elei- triclie le quali o si avvicinano alia som- nmJi di i\n medesimo angolo o se ne nl- lontanano, di C. Znmboni "76-267 270 427 24 Teoria elettrica del Volta : risposta dl S. Marianini ad alcune obbiezloni clie ad essa teoria si faniio t. 76 p. 267 Trattato di flsica-niatematica di Poisson. . » 74 » 3o3 FisioLOGiA. V. Medicina. Geogkafia, Viaggi. Ascensione al monte Bianco » -?6 " 32o Atlaiite toscano di Znccagni Orlandini ...» 74 >> 365 Carta icoiicgrafica della citta di Cremoua, di L. Voghera » ^3 " 33a Cenni sopra Bedrlaco e sulla non eslstenza di Vegra , di M. Urangia » 76 " 142 ■ sulio stato della religione ne'' paesi del nord deir America, e visita ai Sliakers o Daazatori " 73 v 341 CoQipendio di geografia compilato su di un nuovo piano da A. Balbi " 73 " 158 Corografie dell"' Istria, esposte da P. Kan- dler t. 74 p. 287 e 258 Costlere del mare Adriatico, di D. G. Bassi t. 76 p. aoi ( Nnovo ) del mare Adriatico, di G. B. V. M. Grubas x 74 » 274 Descrlzione ( Nuova ) delP Istria di N, Maii- znoli V 74 •; 2 58 Dizionario geografico-storico-statistico-com- merciale degli Stati Sardi, di G. Casa- lis t. 73 p. 353 e 366 t. 74 p. io5 e 317 • ■ geografico, fisico, storico della Tosca- na , di E. Repetti t. 74 p. 416 Guida di Brescia alia valle Trompia ed ai laghi di Garda e d' I/ 75 " 95 Livellazione della citta di Milano v 74 »/ 2i5 Milan novellement. dccrit par F. Pirovano. . » 75 " 95 Notizie statisticlie e descrittive della Yalse- sia , di C. Racca » 73 " 196 Prospetto (Nuovo) di ]\Iantova » jS >' <)S Ricordi di Venezia » 76 " 419 2o Viaggetto (Un) alia citta di Milaao, ... t. 76 p. 3y2 Yiagglo ill Siria e in Terra Santa , tli G. Failoni « 7^ >< 104 — — ia Siria e nel Deserto, di L. Damoi- seau » Y^ » 309 nella Liguria marittima , di D. Berto- lotti t. 73 p. 352 e 366 » 74. » 3i5 • uella rcggenza d'Algeri , di Rozet. . » 74 » 7$ • pittorico (Ricordi di ua ) ai laghi di Garda, di Loppio e di Ledro, di G. RIo- sconi >/ 76 " 384 per r Italia superiore, di G. Burger » 74 " a36 ■ (Ultimo) e inorte di R. Lander . . " 73 >; 347 t. 74 p. 472 u 75 " 35 Vocabolario topografico dei ducati di Par- ma, Fiacenza e Guastalla , di L. Molossi " 73 » i5o » 78 " 228 GlORNALI. V. POLIGRAFIA. GlumSPRUDENZA. V. Legislazione. Grammatjca. v. Filologia. Idraulica. Aanotazioni agli Elementi di meccanica e d' idraulica di G. Ventnroli, di A. Bordoni » 74 " 120 Arginamento delT Isera v 75 " 124 Canale nuovo da Alessandria a Casteliiovo- Boi.nida »/ 74 v 354 Cenni sulle acque correnti di LomlDardia considerate come forze niotrici »> 76 " 29 Istituzioui d"" idraulica di A. Cocconcelli. , >> 73 » 149 » 75 >> JO4 Lavori al fmme Aniene presso Tivoli ...» 74 »» 287 • pel disseccamento delle mareuuue to- scane »/ 73 '» 35i Porto di Brindisi (Del ristabilimento del) » 74 » 426 Toscani ( I primi ) venuti dalT Oriente col nome di Raseai, furono assai istrutti nelle operazioni d' idraulica >/ 74 »» 365 Incisioni. v. Arti belle. ISTRUZIONE. K. EdUCAZIONE. Legislazione, Giurisprudenza. Ciiirisprudenza forense unlta al dirltto pa- ir io , di G. Cassiaai Ingoni di Modena . •' 73 " 197 *** 26 Indiilto (Se il volontarlo godimento di un ) iocluda la tacita confessione del reato, di D, Capltelli t. 76 p. 438 Istituzioni di dirltto criminale di G. Giuliani " 78 " lei Leggi di Manoii, coatenenti le istruzioni I'e- ligiose e civili degli Indiani, tradotte da A. Loiseleur Deslongchamps »* 78 " 87 Onorarj dovuti a' notaj , e competenze di archivio per diyersi atti notariii, di F. M. Carcano " 74 " $14 Prhilegiis (De) creditorum et hypotecis . . » 73 " 353 Trattato delle azioni e delle eccezioni , di F. A. Roberti v 74 >; 1 1 3 Tributi (De'), di G. Grldjs »/ 76 " 3ii JjETTERATURA. Bello (11) pescliereccio , di G. De Bei . . >/ 73 " 97 Cognizioni (Dello stato delle) in Italia, di G. Vidua v 76 » 33 3 Eremita (L'), ossia il Nuovissimo osservatore " 76 " 389 Estetica (Alcune rlcerche ed osservazioni suUa ) italiana • 182 Lettere ( Delia vera eccellenza nelle ) , di M. Missirini t. 73 p. 201 " 74 " 17 Mitologia ( Alcuni pensieri sulla ) » 74 « 32 1 Notizie letterarie di Napoli " 74 » 426 ■ di Parina » jZ » i5o ■ di Piemonte » '^3 » 352 Sciblle (Dello) e del suo insegnameato , di D. Rossetti >/ 73 » 117 Storia della letteratura italiana, di G. MafFei " 73 » 196 »/ 76 " 3 Lettere. V. Poligrafia. LiNGUE. V. FiLOLOGIA. LOGICA. V. FiLOSOriA. Marina. Costiere del mare Adriatico, di D. G. Bassi »; 76 " loi — — (Nuovo) del raare Adriatico, di G. B. V. M. Grabas >/ 74 " 278 Patematiga. Annotazioni agli Elementi di itieccaaica e tj' id^:anlica di G. Veuturoli , di A. Bordoni >' 74 " 120 1- Aiittnetica (L") per iscritto, di L. Andreoli. t. 76 p. 444 (Element! di ) volgare teorico-sjiecifica '» yS » 353 Calendario ( Siil ) Gregoriano perpetuo , di M. Mastrofini " yS •/ 2 3 Cenni suUa scelta de' siissidj nieccanici nelle operazioQi appartenenti all' arte dell' in- gegnere »/ y6 " 33 Carve ( Dissertazione sopra una classe di ) non aacora stata contemplata , di Adamo Burg " 75 .' 1 38 Equilibrio ( SuU' ) delle volte , di V. Amici " 78 " 3o6 Era ( L' ) cristiana jiassata, presente e fu- tiira , di D. Lavelli De Capitani » 73 " 827 Exercitationes mathematical et philosophicce Clirisdani Hitgeiiii aliorumque sceculi XVII virorum. cek-brium »/ 78 >» 4.3 Memorie matematiclie di L. Grupelll ...» 76 » 4(19 Kuniero delle cifre necessarie a rappresea- tftre tntti 1 prodotti che puo dare la mac- china numerica di L. Torclii ' 76 >/ 4^12 Opuscoli mateinatici e fisici di diversi autori " 73. " 197 Preaiio proposto dall" Accademia iinperiale di Pietroburgo per una INIemoria sul flasso e rifliisso , " 74 »' 3oo Scienza ( La ) degl' ingegneri , di Beli- dor t. 74 p. 124 e 317 Teorema del paralellograaimo delle forze , di G. Zamboni * ... t. 76 p. 263 Termini della bate trigonometrica della trian- golazione di Lombardia invariabilmente stabiliti con due piramidi di granite . . »' yS » 15.5 Trattato di fisica-mateinatica di Poisson. . » 74 " 3o3 Trigonometria steroidica (Nota aggiunta alia) di B. Oriani i; 73 »/ 271 Meccaniga pratica. r. Arti e mestferi. Medicima, Chirurgia, Anatomia, Farjia- ciA, FisioLooiA, Veterinaria. Acque niinerali di Ceneda , di S. Mandruzzato " 74 " 118 — — miuerali di Toscana ed use medico delle medesime, di G. Giulj ... t. 73 p. 63 e 33 < — — termali e minerali della Valtellina: I'elazione di L. Bajardini . t. 73 p. j8^ 28 Anatomin ( Manuale dl ) descrlttiva del corpo umaao, di A.L. G. Bayle: versione di L. Marieni t. 73 p. 141 Antagonismo (Sail') nevvoso , di C. F. Bel- linger! " 74 >' 1.38 Aatologia medlca di V. L. Brera « 74 " 814 Assorbimento ( SuIT ) , di T. Biancini ...» 74 »> 444 Ballota laiiata per la cnra delle affezlooi reiimaticlie, di V. L. Brera " 7$ " 196 Biblioteca di niedicina e chirurgia pratica. » 76 " qa Chirurgia ( Dello stato attuale della ) , di G. De Filippi t. 76 p. 23o e 33i Cholera indiano osservato a Parigi : opere di A. Cappello , A. Lnpi e D. Meli . . t. 74 p. 3i6 >} 76 " 424 Cloruri di ossidi , rimedio contro il meteo- rismo degli animali domestici " 74 " 371 Corea ( Ricerclie stilla), di Rnfz » 76 " 99 Cranio ( Sui rapporti del) coll' orgaiio del- I'udito, di B. Mojoa » 74 »> 141 Creosote (Delia) " 73 » 179 Dignita (Sulla) della inedicina legale, di C. Speranza " 74 " 284 Dizionario ostetrico ad uso delle levatrici , di L. P » y^ 1/ 144 Dottrina omiopatica (Esposizioae della) di S. Hanhemann >> j'i » z'jG Elogio del dott. Lnigi Nuvoletti, di A. Cri- stofori " 73 " 145 Farmacia ( Trattato compiuto di ) teorica e pratica, di J. J. Virey; tradotto da G. Ganz e da G. B. Sembenini » 76 " 43i Farmacologia , ossia trattato di farmacia teo- rico e pratico , di A. Giordano » 74 >/ 64 Flora medica di A. Alberti t. 76 p. 77 e 473 Gabinetto di anatomia dell' Unlversita di Pavia t. 74 p. 455 Giornale delle scienze medico-chirurgiche : tradnzione dal fraocese » 76 " 96 ' per servire ai progress! della patologia e della materia medica » 76 " too Gozzo (Cause e rimedj del), ....... v 74 »> 3 10 29 Idrocele (DelP), cTi C. Tatti t. 76 p. 4,33 Idrofohia ( Sul trattaniento della ) >/ 74 >/ 14.5 Infermita (Due) cagionate da corpi estranei addentrati nelP organismo, di G. A. Gal- vagni " 76 >; 78 Istituzioni di materia niedica diD. Brnschi, con note di G. Pozzi » 74 '/ 281 Malattie infiahimatorie j, di L. Erailiani . . » 78 >i 196 >> 74 » a 83 Manuale chimico-legale » 73 »> 367 • di materia medica , di C. Vigna . . >; 73 » 14a • pratico per la cura degli apparente- niente morti, di P. Manni " 75 >; 269 ■ ■ di terapeutica chirurgica , di A. Ta- vernier »/ 76 " 98 Manuel cle tetranger anx eaux d'Aix en Sa- ioje , par C. Despine » 'j6 » zgS Memoria siille cause delle morti repentine , di N. M. Sormani , premiata dali' I. R. Istltiito; ed altra sul medesirao argomento di G. Ferrario >> 76 " 846 Mcmorie iatorno alia vita del cav. Siro Bor- da , di G. Del Chiappa. . t. 78 p. 114 " 76 » 176 Mineralogia (Elementi di) applicati alia me- dicina e alia farmacia , di T. A. CatuUo » 78 " 146 INIorsicatura (La) della vipera siccome rime- dio degli animali rabidi , di G. Palazzini »/ 75 " 260 Mortalita ( Confronto delle) fra le diverse classi di persone w 78 " 140 Morva ( La ) e contagiosa v 74 " 424 Nervi ( Ricerche sperimentali sul), di B. Panizza » 76 " 847 Nerv'O grande simpatico dell' uomo : IMemo- ria di G. F. Lobstein : traduzicne di D. Branca t. 74 p. 2 85 " Nenoram ( De ) opticorum origine atque de- cussatlone obsenationes , D. Ciniselli . . . » Osservazioni anatoniico— patologiche di F. Caldani » Ostetricia (Manuale di ) , di A. Dugez . . » Ottalmie " Patologia del cavallo »/ 78 76 » 93 75 It 200 75 73 » 199 145 76 73 » 99 353 3o Parti ( Sul nilglior motlo di compicre i ) nel casi di viziato Ijacino , di P. Assalinl. . t. 76 p. 74^ Pellagra nella provincia Trevigiana ....;» '76 >' 847 Pelle ( Sulla struttura e le funzioni della ) , di Breschet .'...., <> ji » SaS Pestilenza (Origiae della) e mezzi di pre- venirla »» 78 » 394 Physiologie et hygiene des hommes livres aux travaux d'esprit , par T. H. Reveille -P arise » 76 " 82 1 Piante cliiaifere , di V. L. Brera »/ 75 » ic)5 Rachitlde ( Ricerche su la), di Rufz ..." 76 » 98 Scuola di chirurgia nelT Universita di Pisa » 74 ; 73 " 270 Trasposizione da destra a sinistra e da si- nistra a destra dei visceri toracici ed ad- dominali « 76 " 467 Trattato compiuto della scrofola , di A. Le Pelletier con note di G. B. Fantonetti e Van Mons » 76 » 92 ' filosofico sperimentale dei soccorsi te- rapeutici , di G. A. Giacomini " 76 " 263 ■ della peritonite puerperale , di A. C. Baudelocjue , versione di A. Bianclii . . » 76 " 92 ■ completo sulle ulceri sifiliticlie , del D. Fenoglio v 78 » 353 Vaccina (Sulla), di B, Mojon » 74 » 145 Vainiglia ( Sugli usi medicinali della ) , di B. Carminati >/ 73 » 270 Vasi ( Sulla struttura dei ) linfatici , di B. Mojon »; 74 >; 143 Vescicole linfatlche pulsanti , di INIueller. . " 74 " 468 Voce umana ( Ricerclie sul meccanismo del- la) , e sulle malattie degli organi di essa, di F. Bennati ; 73 .' 271 Zoonomia, ovvero Leggi della vita organica, di E. Darwin i traduzione di G. Rasori. " 76 " 9a Metafisica. v. FiLOSoriA. MiNERALOGIA. V. StORIA NATURALE, 3i Morale. V. Filosofia. MUSICA. Annali tlel teatro cli Reggio. t. 70 p. loa t. 76 p. 369 Piaiio-forti di G. Cattaneo » jS » S^o Nautica. V. ]MARI^^\. Necrologia. V. Storia. NOVELLE. V. PoESIA. NujiiswATiCA. V. Arti belle. Ottica. Esperienze otticlie cli C. Cazzaniga ....>/ 76 " 1 56 Pastorizia. V. Acraria. Pittura. V. Arti belle. POESIA , COWMEDIE, DrAiMMI , FaVOLE, RO- WANZI;, TRAGEDIE. Aiiacreonticlie cli G. A. Scazzola la uiorte di I\I. C. Gagliufli " 74 v 249 Argoa ioluptas (Frammento dell') di P. Con- - tariiii " 74 " 208 Canzoni due di F. Romani " 76 " 3i3 Capiioli di Li Tansillo , ora per la prima volta pubblicati " 78 " 63 Carine di G. Girardi in morte di Doinenico Sabliailini " 76 » 343 Carminuni (Sacrorum) delectus » j6 » 399 Cristiacle (La) di G. Vida , tradotta in ot- tava riuia da D. Bartolini >/ 76 " 3o7 Epignimmata (M. F. Martialis) '^ 74 v 93 Favoleggiatori ( Raccolta di ) italiani antichi e moderni " 74 >> 3i6 Trancisckidos ( Fianclsct Mauri ) libri XIII. » ji » 99 Georgiche ( Le ) di Virgilio , traduzione di D. Strocclii ed altia di G. B. Carrara Spinelli " 76 >/ 40i Giorno ( L* ultimo ) di Barbaja, poemetto . •/ 74 " 427 Ida della Torre, episodio patrio, di G. Car- caiio '^ 74 " 401 Idillj (Sei) di Gessner, versionedi A. Nicola. •' 76 " 387 luni e cantici popolari della Cliiesa volga- rizzati da S. Biava »» 78 " 69 ■^ • sacri di varj autori italiani viventi . u 78 " 58 Lago (II) di Garda, poemetto di C. Betteloni » 76 " 384 Leila , trngedia di F. Soleil 1/ 76 >; 3o6 33 Lettere descrittive Jl alcimi luoghi campestri nelle provincie venete t. yS p. 63 Lodovico ilMoro, tragedia di G. Caropagna " 74 » 427 Luisa Strozzi. Storia del secolo i6.° di G. Rosini t. 78 p. 87 e 248 Maccabei (I), tragedia di C. Da Bagnolo. t. 78 p. 353 Malibraaiana : raccolta di poesie >/ 74 " 427 Maaoscritto ( II ) di Sterne : romanzo storico di L. A. Forleo v 74 » 384 Missolungi cadata, stanze di L. Spessa . . » j^ » 70 Mitologia ( Alcuni pensieri suUa ) » 74 " 3a i Morte ( La ) di Abele di Gessner, traduzione di F. Bisazza >i 'jG " 387 ■ (Ii^) ^i "fi fanciallo » 'jS " 70 Museo ( De ) sculptoris Pompeii Marchisii flam- mis consumpto, ode F. Romani latine versa. » 78 " 3 02 Novella narraia da un maestro di scuola , di G. Balbo V 73 » 353 Novellette ciaque di J. Santi » 76 " 3ia Numa Poinpilio, dramma di V. Revelli . . » 76 v 3i2 OcU sacre >/ 76 )» 3i3 Opere di P. Metastasio » -jG » 399 ■ pGitnme di Goethe <* 73 >/ 32 6 ■ • varie in verso e in prosa di G. Torelli " 74 >> o 1 5 Operette di F. Ilarii » 'j^ » 70 Poenii di G. Byron tradotti da G. Nicolini, s con alcuni coinponimenti originali del tra- duttore >; 73 " 196 Poesie bibliche tradotte da celebri Italiani ed illustrate con note t. 73 p. 195 t. 74 p. 3i 3 » jS » hj . di F. GagliufTi " 74 " 24^ ■ ■ varie di V. Monti » ji » 196 minori del Petrarca, volgarizzate da poeti viventi o da poco defuuti t. 74 p. 3 i3 " 78 » 61 di G. Fvegaldi » 76 >; 3ii pastorali di G. Pulle » jS " 70 Poetica ( Intorno una versione della ) di G. Yida, epistola di F. Malvica « 74 " loi Presa (La) di Troja , poernetto di Trillo- doro, traduzione di U. Lampredi . ..." 76 " 407 Prigioniera (La) del lago di Garda, novella di L. Gaiter >/ 76 >» 384 / 33 Rocll salvata , tli V. Marenco t. 76 p. 3i2 Rosa ( La ) e I'usignolo : poema turco di Fasli tradotto in tedesco da G. De Hammer . '> 76 » 41 Salmi ( Di alcinii ) e sacrl cantici, versione di G. Bianchi » jS » 6i Scliiava ( La ) senese a Costantinopcli , tra- gedia del dottor Toschi >/ 78 " 35o Sonetti di ogni secolo della nostra letteratura con note pubblicaii per cnra di F. Am- brosoli " 73 " 196 ■ di G. Canestrari » 76 " 3P>4 Storia (Breve) poetica della presa d'Algeri, di G. G. Roncovieri » jG >> ^()o ■ ■ di Rasselas principe d'Abissinia , di S. Johnson >/ 73 " 90 Teatro di E. Scribe » ^3 » 198 Tomba (La) di Lucilia, romanzo storico. " 76 " 3i3 Toinmaso Moro, tragedia di S. Pellico . . " 74 v 29 — • romauzo storico della prin- cipessa di Craon »> 74 » 3i5 Tragedie di D. Morosini » qd » 396 • ( Snlle ) greclie, di F. Volpicella . . »/ 76 >/ 3i3 Versi di C. F. Balbi v 76 » 63 ~ di A. Maffei, di N. Tommaseo, di L. Carrer e di F. Romani in morte di E. Fadinelli » jZ » 94 • di E. Raiiiati »/ yS " 70 di G. B. Raggio »; 76 " 3io ■ sacri e morali ad uso del ginnasio pesarese, raccolti da G. I. Montanari . " 76 " 399 sopra alcnne feste dell' anno ecclesia- stico , di D. Rossi » jZ » 97 Viaggetto ( Un ) alia citta di Milano. . . . >/ 74 » 3i5 POLEMICA. Lettera di A. Lonibardi in risposta al cano- nico Bellani die nolo alcuni pretesi errori nelle Memorie della Societa italiana delle scienze .....>/ 74 » 298 Poche parole intorno a Vincenzo Monti, di D. Valeriani t. 76 p. 3i 3 e 33o POLIGRAFIA, LeTTERE , GlORNALI. Ahnanacciii e Strenne t. 76 p. 414 34 Almanacco per I'anno i835 t. 76 p. 416 Annali della letteratura » 74 " 383 Annotatore ( L' ) piemoatese, giornale della lingua italiana , di M. Ponza t. 73 p. 353 » 76 " 3ii Antologia inedica di V. L. Brera >i 74 " 3 14 Ape ( L' ) italiana di belle arti » 74 » 4i3 Archivj del proprietario e dell' agrlcoltore. >> 74 " 3 18 Epistola di F. Malvica intorno alia versione della poetica di G. Vida v 74 " loi Galleria sistematico-enciclopedica-rappresen- tativa >; 76 " 369 Giornale agrario toscano » 74 " 363 delle scienze uiedico-chirngiche : tra- duzione dal francese » 76 " 96 — — — per servire ai progress! della patologia e della materia niedica » jG » 100 di scienze , letiere ed arti per Ja Si- cilia » 74 »/ 412, Giornali che si pubblicano a Napoli. ..." 74 " 428 Gloria ( Le ) delle belle arti » 76 " 414 Iride ( L' ) o il dono di moda » 76 " 416 Lettera di G. P. Cavazzoni Zanotti da pre- mettersi alle Vite inedice de' pittori e scul- tori ferraresi di G. BariifFaldi » 76 " 365 di A. Lombardi. V. PoLEMlCA. Lettere descrittive di alcnnl luoghi campestri nelle provincie venete » 75 " 63 di Plinio il giovane tradotte da P. A. Paravia '; 76 » 3i3 di iliustri letterati a Paolina Grisinondi " 73 » loi inedite d' iliustri italiani »/ 75 " 63 ( Alcune ) al professore Andrea Com- paretti » 76 » 34a di D. Bartoli .; 76 " 370 Militare (II) in ritiro, zibaldone letterario di T. C '/ 74 V 3i6 Non ti scordar di me, strenna « 76 " 4i5 Opera {Sancti Nersetis Clajensis) » 73 " iS/ Opere varie in verso e in prosa di G. Torelli » 74 " 3iS Opuscoli di vario argomento di G. B. Kolien" 73 " 100 Paradisea classica ^ 76 " 418 Ricordo d'amicizia, strenna >» 76 " 416 35 Rivista (Nuova) orticola t. 75 p. no Scibile (Dello) e del suo insegnamento _, dl D. Rossetti >» 73 " 117 Spettatore (Lo) del Vesuvio e del campi Flegrei, di T. Cassola e L. Pilla . ...» 78 »/ 109 Strenna itallana " 76 " ^.iS Teatro universale , raccolta enciclopedica e scenografica , giornale » fS » 256 Vacanze (II buoii uso delle ) , di G. Corti- novis '/ 73 » 99 Vapore (II), giornale >/ 74 »/ 4i3 POLITICA. V. ECONOMIA PUEBLICA. Prose. V. PoMGRAriA, Religiose, Storia sacra ed ecclesiastica. Bibbia (La sacra) di Vence » j3 » igS (La sacra) tradotta ecc. da A. Mar- tini " 74 " 317 Bullarium ( Magnum ) romanum sunimomm pontificwn Clementis XIII, Clementis XIV, Pii VI, Pii VII, Leonis XII et Pit VIII. — Constiiutiones , epistolas ad principes etc. » 78 »» 99 Commentarj crilici archeologici snlla SS. Sin- done , di L. G. Piano " 76 » 3ii Contemplazioni suUa Passione di Nostro Sl- gnore Gesu Cristo i> yS » 98 Costumi dei Cristiani , di C. C. Flenry . . " 76 " 428 Discorsi sacri del P. A. Garbarini " 73 " i5o Epistola di S. Girolamo intorno la vita dei preti »; 74 '» 109 Etiiices christiance institutiones A. Ferrari . . >» 73 " 197 Fasti (I) deUa Cbiesa nelle vite de' Santi >/ 73 " 197 GothiccB versionis epistolarum Divi PauH, cum adnotationibus ed'idii C. O. CastUlioneus . » 74 " 209 Jmltatione ( De ) Christi , codex de Advoccuis sceculi XIII, editio secunda curante G. De Cri'gory t. 73 p. 3^6 " 76 »» 87 Inni e Cantici popolari della Chiesa volga- rlzzati da S. Biava >> 'jS » 89 • sacri di varj aotori italiani viventi . " 7^ " 58 Ibtriizioni ad un fanciullo » 74 " 3 1 4 Leggendario o Vite di Santi bresciani , con note istorico-criticbe di G. Brunati ..." 75 " 58 36 Mamiale ccclesiasticorum , seu collectio decre- toruni authenticoriim sacrcc rituuni Congie- Sationis t. 78 p. 36f Otli sacre " 76 » 3i3 Memoi-ia (Snlla) di G. Finazzi intorno alia eloqnenza del Segneri , di L. Pezzoli . . v 78 ,^ aSS Poesie bibliche tradotte da celebri italiani ed illustrate coa note. . . t. 78 p. lyS " 74 »/ 3i3 " 75 '/ 57 Predlche ed orazioai sacre di S. De Luca. " 73 » 196 " 74 " 1 1 J ■ per I'Avvento del Massilloii , versione di S. Cominetti v 76 i; 04 e panegirici di F. Nani » 76 » 98 Quaresimale del Bourdaloue, versione di S. Cominetti >> nG » 94 Salmi ( Di alcuni ) e sacri Cantici, versione di G. Bianchi ,; 78 »< 61 Sapienza (La) cristiana, di C. Arvisenet. " 74 " 3 14 Scienza ( La ) teologica , T eniinente scienza di Gesu Cristo, di G. B. Vertua ....•» 74 v 267 Seminario (II) ecclesiastico, o gli otto giorni a S. Eusebio in Roma, di A. Theiner . » 76 " 287 Serinones duo (Beati Johannis Ozniensis). . » 73 " 137 Storia santa deirantico Testamento spiegata in lezioni da varj celebri autori . ..." 76 " 424 Viaggi ( Intorno a' ) ed alia predicazione di S. Tommaso apostolo, di F. G. BI16 . . » 74 " 41 5 • di un gsntiluomo irlandese in traccia di una Religione , con note , ecc. , di T. Moore t. 73 p. 69 e 288 Vita ( Delia ) e delP istitiuo di S. Ignazio , di D. Bartoli t. 76 p. 870 ■ (Delia) e dei miracoli del beato Sta- nislao Kostka , di D. Bartoli >; 76 " 870 ROMANZI. V. POESIA. SCULTURA. V. ArTI EELLE. StATISTICA. V. ECONOMIA FUBBLICA. Strade. V. Arti belle e Arti e mestieri. Storia civile e letteraria , Biografia. Amore (DelT) ai Veneziani di Tiziano Ve- cellio , ecc, di G. Cadorin » -jS » 49 37 Aniiali dtlla leUeratura t. 74 p. 383 del teatro tiella cltta di Reggio ..." 73 " 102 )i 76 " 36f) Biblioteca ( Scelta ) di Storici italiani ..." 76 » 348 Biogralia. AUjeroni Giiilio cardinale . ..." 73 " 235 t. 74 p. 161 " 75 " 161 Bennatl Francesco » 73 " 278 . Borda Siro ...... t. 7^ p. 114 " 76 " 176 Bossi Giuseppe » jO » 53 Caiiova Antonio " 74 " 292 Cassoli Francesco. , " 74 " fj5 » Cattelani Vincenzo >; 74 " ^5 • Cellini Benvenuto " 76 " 418 Cerretti Lnigi " 74 " 95 Cicognara Leopoldo " 74 " i53 GoUalto Antonio " 76 " 342 Conipagnoni Giuseppe » 74 " 146 Covelli Nicola " 76 " 76 Dufresne Sofia , " 73 " 90 Fontanesi Francesco " 76 '^ 297 Frassonl Cesare » jG » 3oo FruUani Ginliano " 75 " 3o6 • Gagliufii Faustino " 73 " i52 ■■ Gentili Domenlco v 76 " 3oo ■ Jacopetti Gaspare " 76 " 3oo Lander RIcardo " 74- " 472. Lazzara ( De ) Giovanni " 76 >/ 341 Manfredini Federico " 76 " 338 -■ ■ Marosticensi illustri " 76 " 3oi ■ Martelli di Firenze " 73 " 198 • Martorelli Luigi '> 76 »> 393 ' Marzari Giainbattista . . , >/ 76 " 345 • Mazza Angelo >; 73 >/ 18 ■ • Francesco . . . . t. 73 p. i5i " 70 " 92 ■ Nuvoletti Luigi » jZ » 145 Oriani Barnaba " 75 " 93 ■ Ottoboni di Venezia " 73 »» 198 « Panziera Nicolo " 76 " 344 Papi Lazzaro " 76 " 348 -^ Parea Carlo t. 74 p. 474 " 75 " i55 ■ Pezzana Giuseppe " 73 " 18 -^ Pezzoli Luigi " 75 " j6o I 38 Biografia. Qnartieri Lorenzo t. 78 p. 3o6 ■ Rangoni di Modena " 73 » 108 ■■■ Re Filippo »/ 76 » 299 Rest! Ferrari Girolamo >/ 76 >/ 271 Sabbadini Dotnenico >^ 76 »/ 843 ' Scarpa Antonio. . . • » 76 " 348 — — Scrittori dello Stato Estense » 73 " 197 t. 74 p. 95 » 76 >t 297 — — — — e letterati parmigiani " 78 •* 18 Soli Giuseppe Maria >> 76 »/ 297 ■ Stanhope Ledi, regina di Palmira. . » 78 » 809 ■ Tonani Ramiro , . . . » 78 >/ i5i Tnrchi Adeodato <> ji >i j8 «— — Varano di Canierino " 78 >» 198 — — . Vecellio Tiziano » jh » 49 Villardi Francesco 1/ 76 " 34a Volta Alessandro. ... t. 78 p. 268 »> 76 " 147 ■ Zani Pietro » j3 » 18 ■ Zeno Apostolo » 75 "/ 55 Sonclnate di P. Ceruti t. 74 p. 3 1 6 " 78 " 233 universale antica e nioderna : parte mitologica >; 74 >; 390 Calendarlo ( Sul ) Gregorian© perpetuo , di M. Mastrofini » j5 » 23 Cenni sullo stato delia religione ne' paesi del Nord delf America, e visita agli Slia- liers o Danzatori •; 78 " 841 Gognizioni ( Dello stato delle ) in Italia nel 1816, di C. Vidua, t. 78 p. 853 e 365 " 76 » 333 Considerazionl intorno alia ristaurazione delle scienze di Stato seguita in Italia nel secolo 1 6.°, di G. F. Galeani Napione " 76 " 217 Consolato di Tiberio Catio Frontone , ricer- che di C. Gazzera » jG » 228 Correspondance d' Orient , par Michaud et Poujoulat » 'j6 )) 278 Costume ( Aggiunte al) antico e moderno, di G. Ferrario » 7^ •> 3<^S Cronaca delle scienze , lettere , arti , istru- zioae e pubblica economia in Italia t. 78 p. i5o e 35o t. 74 p. 128, 287 e 426 t. 75 p. 120 e 804 t. 76 p. 119} 828 e 446 39 Dictionnaire mithologique des tous les peuples t. 73 p. 353 Diplomatica (La) triestina » 74 <» 267 Diramazioni ( Memoria intorno alle) de' po- poli sulla siiperficie del gloljo e singolar- mente in Italia , del M. Malaspina di Saiinazzaro " Diritti anstriaci carintiani ( Delia giustizia de' ) , di A. De Boiioiuo-Sietner . . . . » Dizionario degli architetti , scuUori , pittori, intagliatori , ecc. , di S. Ticozzi " — - — delle origini, inven/ioni e scoperte nelle arti , nelle scienze , nella geografia, nel commercio, nelf agricoltura , ecc. . " Documentl raccolti dalla R. Conimissione su- gli studj di storia degli Stati Sardi . . . '/ Era ( L' ) cristiana passata , presente e fu- . tura , di D. Lavelli De Capitani . . . . » Famiglie celelDri italiane, di P. Litta . . . " Finalize (Delle) della monarcliia di Savoja, di L. Cibrario » Histoire financiere et statistique gmerale de I'empire Britannique , par P. Ptbrer . . . » Identita (SuH') dell' antico coll' odierno Ti- aiao >> Inangurazione del busto di Faustino Ga- gliiifn nella villetta di Negro "76 Istoria del ritrovamento delle spoglie mortali di RafFaello Sanzlo , di P. Odescalchi . . > Letterati , artisti , scienziati e pubblici im- piegaii degli Stati Sardi che viaggiarono aU'estero per far acquisto di cognizioni di ogni genere " 76 »» laS Lettere del conte C. Vidua scritte dalle cin- que parti del mondo » 'j'i » 364 Meniorie degli scrittori e letterati parmigia- ni, di I. Affo e A. Pezzana " 73 »; 18 storiclie delle arti e degli artisti della Marca d'Ancona, di A. Ricci " 76 v 41Q storico-diplomatiche di Saluzzo, di D. e C. Muletti " 73 »; io3 76 » 35o 74 " a58 73 » 138 73 75 " 198 75 73 » 354 73 73 11 327 198 76 II 227 75 It 205 74 <> 267 76 " 398 75 1) 83 40 Memorle intorno il rinvenimento delle ossa di RafFaello Sanzio , di C. Falconieri . . t. yS p. 8y Mitologia (Alcuni pensieri sulla) " 74 » Sai Mitra ( Memoria sul culto di), di G. De Hammer » jZ » Zn) Origine (Dell') delle leggi, delle ard e delis scieaze, e loro progressi presso gli aatichi popoli, di A, I. Goguet » 74 » 108 Pisani (I) e noti gli Spagmioli furono i primi tra i moderni europei die avessero ua codice marittimo »/ 76 " 847 Professori italiaai a Parigi >> jZ » 845 Prosopopea e Storla della citta e provincla di Pinerolo , di C. Massi " 78 " 229 Raccolta storica »/ 76 " 848 Relazione del regao Barmano , di V, Saa- germauo " 74 " 2 53 Ristretto della storia di Piacenza , di A. D. Rossi " 73 " 102 Societa asiatica di Londra »> 78 « 33 3 Statuti aatichi di Trieste » 74 " 267 ■ delle antiche selve triestine » 74 » 258 Storia roraaaa di M. B. G. Niebuhr . t. 74 p. 3 e 196 romana ( La piu felice epoca della ) pel geaere umano, di D. H. Hegowisch t. 74 p. 374 ■ della letteratura italiana di G. Maffei » jZ » 196 » 76 " 3 di Milano di P. Verri /; 76 " 366 • ( Compendio della) di Milaiio, di G. L. Cavazzo conte della Somaglia . ..." 76 " 367 di Genova , di G. Serra » 7Z " 354 elementare d' Italia di P. Pellazza. . " 76 » 3ii (Notizie iatorno alia) d' Ibnix Kalduii, di J. Graberg di Hemso '. . " 74 " 98 ■" della Valtelliaa , di G. Romegialli . . » 74 » 408 Storici. ( Collana degl' illiistri ) italiaai ..." 74. " 94 Trovatori (Dei), discorso accadeaiico. . . " 75 '> 63 Uaiverso (L') pittoresco, o Storia e descri- zione di tutti i popoli v 74 " 3]6 Veroaa e la sua proviacia rappreseatate coa disegni iacisi ed illustrate da notizie de- scrittive ed istoriche, di G. Pezolt . . . >; 70 " 260 4* Storia naturale. Acque iniiierali ( Storia natnrale di tiute le ) di Toscana, di G. Giulj t. 78 p. • ■ ■ di Ceneda , di S. IMandruzzato t. ■ termali e minerali della Valtellina , di 63 e 35i 74- P- 118 73 ., 182 76 " 72 74 " 90 L. Balardini ' Atti deir Accademla Gioenia delle scienze na- turali di Cataaia t. 73 p. 367 ' Bacino ( Descrizione del ) della Galizia e della Podolia , di Lill de Lillenbach ' Botanica ( IManuale di ) , di J. Girardia e J. Jullliet » 76 " 88 • • ( Principj fondamentali di ) , di G. Lindleyi traduzione di G. Manetti . . . >' 76 " 434 Concliiglie fossili ucl Bellnnese , di T. A. Catullo » jS » 273 Corrispondenza ( Sulla ) delle ipotesi geogo- niche colia classificazione geogaostica delle rocce, di S. Breislak » ^3 » 270 Corsica ( Cosiituzione geologica della ) , di Regnaud » 74 " 90 Dlzionario delle scienze naturali »/ 74 " 317 classico di Storia naturale »» 76 " 433 Encefalotomia di alcuni cetacei, di V. G. Malacarne ■/ 78 " i(j5 Eruzioni (Storia delle) dell' Etna , di G. Alessi » 76 " 74 Escursione geologica in Piemonte >; 76 " 449 Fauna italica (Iconografia della), di C. L. Bonaparte t. 74 p. Sa t. 75 p. i3 e 140 Flora nieilica di A. Alberti >/ 76 " 77 " 473 Gesso ( Intorno al ) del Tortonese e del Vo- gherese , di L. Pareto t, 74 p. 89 Herbarium pedemontanum A. Colla >; 73 »» 353 Insetti dannosi all' agricoltura. V. Agraria. Istinto (PensTeri sull' ) tanto negli animali clie neir uorao , di G. Carena »> 76 " 224 Lava ( Masso dl ) dell' Etna corroso dalle acque marine, di C. Gemmellaro . ..." 76 " 74 Materia rossa di cui si copre 1' acqua delle vasche del giardino di Biera , di G. Bal- samo Crlvelli »> 76 " 47a 42 Memorle della Societa geologica dl Francla t, 74 p. 89 Mineralogia (Elemcntl di), di T, A. Catullo " 73 " 146 Miniere di rame in Toscana » 'jZ » 35a di zolfo ill Toscana " 74 •* 128 Miisei deli' Universita di Pisa >» 74 " 441 Museo di storia naturale dell' Universita di Pavia >» 74 » 484 Orittognosia etiiea , di C. Maravrgna ..." 76 " 76 Orto liotaoico dell' Universita di Pavia . . »> 74 " 467 Osservazioiii botaniclie di 0. Targioni Tozzetti" 78 " 192 snl Libano e i'Anti-Libano, del Botia " 74 " qo Panphyton ( Ulteriori notizie intornoal) Si- culuin del Cupani, ed alia Flora Sicnia del Gussone " 74 " 3o2 Paragone tra i Cinesi e gl'Indiaiii d'America " 74 " 297 Pesci del mare di Pnglia , di G. INI. Giovene » 76 " 193 fossili (Ricerche sui), di A. L. Agassiz " 73 » 322 .,76 " 167 Piante chinifere, di V. L. Brera " 70 >» 195 Premio proposto dall' Accndemia iniperiale di Pietroburgo per una INIemoria di fisio- logia vegetnle " 74 " 299 come sopra per una Memoria sul siste- ma nervoso degl" insetti " 74 « 3oo Prodromus bryolodce mediolanensis J. Balsami et J. De Notaris '» 74 " 3 1 6 Produzioni natnrali del Golfo della Spezia, di A. Bertoloni " 78 " 197 Regno (II ) animale tratto dalle migliori opere " jS » 11 1 Reclierches sur la gtneration des matnmiferes , par Coste v 76 v i63 Rocce viilcaniche ( Siille ) delie Gorbiere, di Toiirnal " 74 » 90 Sclieletro (Sulla scoperta dello ) di un qua- drupcde colossale, di G. Cortesi . . . . " 'jS •> 107 Sistema terziario inferiore ( Sull' estensione del ) nel nord della Francia , di E. di Beaumont » 74 » 90 SoUevamento del colle di Superga » 76 » 449 Spezia (Do' contorni della), di De la Becbe " 74 " 89 Struttura dell' epidermide nelle piante. . . " 74 " 462 Succino (Sulla vera origine del) , di G. Alessi " 76 » 73 ^3 Siiolo di Catania t r,/; v^ _ . Terrcni postdiluviani nel Vencto , di T. A. ^ <^^'"1'*' '" 75 » 274., Terreiio ossifero di trasporto del Valdarno superiore , di Bertrand-Geslin » 74 » 89 • (Sul) terziario subapennino, ed in particolare sulla collina di S. Colombano, di F. De Filippi 75 ., 275 Irachite, roccia, in Toscana >• -jZ „ 35 1 Vesnvio ( Lo spettatore del ) e de' campi Flegrei, di T. Cassola e L. Pilla. ...» 78 v 109 StoriA sacra ED ECCLESIASTICA. F. KelIGIONE. Teatro. V. MUSICA. TecnolOGIA. v. ArtI E MESTIERI. Teologia. v. Religione. TOPOGRAFIA. V. GeoGRAFIA. Tragedie. v. Poesia. Vegetabili. v. Storia naturale. Veterinaria. v. Medicina. Viaggi. v. Geografia. VOCABOLARJ. V. FiLOLOGIA. Zoologia. v. Storia naturale. Tndice generale del nomi. 45 XA.bbene A. t. 74 p. 4*3 Bngnolo C. t. 73 p. 353 Acqaa (Dell') C. » 75 » 344 Bailie L. » 76 » 224 Afan do Rivera » 74 » 426 Balardini L. » 73 » 18a Atfo I. « 73 » 18 Baibi A. » 73 » 198 Agassiz L. t. 7$ ). 3aa » 76 >. 167 — C. F. » 75 .. 63 Agazzini M. » 76 » 118 Balbo C. t. 73 p. 353 >» 76 » 333 Albertano Giudice » 74 » 399 BaUamo Crivelli G » 74 » 3 16 Albert; A. t. 76 p. 77 e 473 » 76 » 47a Alessi G. » 76 .. 7a e 74 Bambagini Galletti '■ 74 » 37a Alfieri A. t. 76 p. 139 Barlow P. » 75 .. 1 37 Alloy S. » 75 .. 345 Barni G. » 76 » 138 Almasio G. » 76 » 5a Baroni t. 74 P- 365 e 369 Alvisetti G. » 75 » a5i Bartoli D, t. 73 p. 196 t. 76 p. 370 Amati G. t. 74 p. 417 » 75 » i5i Bartolini D. " 76 » 3o7 Arabrosoli F. ,. 73 „ 196 — L. .. 74 » 486 Amici V. » 75 .. 3o6 Bartolomeis » 7? » 353 Andreoli G. » 75 .. 341 Basehiera A. .- 76 » 344 — L. » 76 » 444 Bassi A. » 76 » 84 Aporti F. '■ 74 '• 366 — D. G. » 76 » 101 Appendini F. M. . 73 » io5 Baudeloque A. C. » 76 .. 9a Arago « 76 . 147 Baumgartner G. » 74 " J 3a Arblay (D'J » 74 '• 383 Eayle A. L. G. » 73 » 141 Argent! D. » 76 - 455 Beaumont (Di) E. » 74 .. 90 Arici C. - 75 r. 58 y 76 « 449 Arienti C. » 75 .. 829 Bercbi F. >. 76 » 329 Arvisenet C. » 74 » 3.4 Eecbe (De la) » 74 » 89 Assalini P. - 76 „ 74 Bei (De') G. >• 73 .. 97 Aucher G. E. » 73 » 137 Belgiojoso(Melzi)C rolina» 75 « 344 Auguslinis (De) M. .. 74 >. 1 17 Belidor t 74 P- 124 e 317 Avancini (Degli C. » 75 » 332 Belletti L. t. 76 p. 326 Avo;;adro A. » 76 .- 271 Bellingeri C. F. » 74 » 140 Azeglio (D') M. ,. 76 .. 127 Belloc L. C. Belluicbi " 75 » 295 75 » 343 E Benedetti I. Benevclli C. " 76 » 139 76 » i36 Babbage » 74 » 383 Benovello(DcllaChies3)C.» 76 .. 3ia Baccio D^Ua Vo rta .. 73 .. 126 Bcnnati F. ,. 73 » a?' Biigatti V^lseccluP. t. 76 p. iZj e 456 Bentivogljo 76 V 34» 46 Cenvenuti N. t. 74 p. 434 Bondi C. t. 7S P- 67 _ P. » 74 « 432 Bonomo-Stetutr A >. 74 .. 258 — T. » 76 >. 327 Bordoni A. .. 74 . 1 2 0 Beretta G. <. 75 .. 345 Borghl G. > 7^ .. 58 Cerlese L. t. 7fi p. 346 e 347 Borioli .. 76 .. 455 Bernard! G. t. 75 p. 340 Borsato G. .. 76 » i33 Bernareggi ( Ch aranso- Borsini .. 74 .• 427 ney e ) » 76 » 456 Bosa £. » 74 » 264 Bertini G. » 75 V 341 Boscovicli R. » 76 » 343 Bertoloni A. « 75 « 197 Bosii A. .. 75 » 344 Bertolotti D. t. 73 p. 352 e 366 t. 74 p. 3i5 — C. — L. » 75 75 " 343 1^8 Bertrand-Geslin » 74 » 89 Bote Hi 0. » 75 » 345 Eerzelius J. J. » 75 » io5 Botta X 74 .. 90 BesengKi degli Ughi » 75 » 70 Bottazzi « 76 » 3ia Betteloni C. » 76 » 384 Botto t. 74 P- 42a » 75 » 27a Bevan B. « 7S >. 137 Bourdaloue ^ 76 » 94 Bezzuoli G. » 74 » 434 Bouijot Saint -Hilai re 1* 76 - 99 Bianchetti » 74 > 370 Boussingault » 74 » 3.0 Bianchi A. » 76 » 9a Bouthou G. » 75 .' 34' — Giorgio . 75 » 6i Brambilla P. » 75 » 344 — Giuseppe t. 76 p. 274 e 275 Branca C. » 74 » 261 Biancliini L. t. 76 p. 444 — D. t. 74 P- 285 » 76 >• 9 a Biancini T. " 74 " 444 Branch! G. 74 •■ 44 a Biava S. w 75 » 59 Breislak S. » 73 >' 270 Biffi H. . 75 » 344- Brera V. L. » 74 " 3i4 Bignami G. « 73 » 235 t. 75 p. 195 e 196 t. 74 p. 161 » 75 » 161 Br-schet t. 73 P- 325 Biondi » 74 » 438 Brey G. >' 73 » 342 — L. t • 75 p. 83 e 87 Brignoli Sale A. » 76 » 398 Bisazza F. t. 76 p. 38? Brissoni A. " 74 » 368 Bisi G. » 76 n i3o Brulloff C. » 75 J» 317 — L. » 76 » 134 Bruna (Delia) » 74 .. 438 — M. t. 73 P- 162 « 76 . i35 Bruuati G. " 75 >. 58 Bland » 76 » 100 Bruneri " 73 » 353 Bode ♦•74 P- 417 » 75 » i5i — A. ' 75 » ia3 Bodin (Solange) » 74 >. 370 Brunet G. C. » 74 » 90 Bodino » 75 » 125 Eruschetti G. >' 76 » 453 Bomben A. » 76 »> 126 Bruschl D. » 74 » 281 Sonafous. M. » 74 . 369 Buccekni " 75 >- 58 Bonaparte C. L. " 74 » 52 Buch (De) " 76 >■ 450 i • 7' p. j3 e 140 Bufalini " 76 » lOJ Bonatti S. t. 76 p. 414 Buisson " 74 " 1^5 Baouarroti Burg A. Burger G. Burney ByroD G. t. 76 p. 3*7 » 75 » i38 » 74 « a36 » 74 » 383 » 73 V 196 Cacciatori B. Cadorin G. Caftangioglu L. Cagnola G. Cald.ini F. Caleppio G. G. Carabi U. Campagna G. Campiotti F. Candiaui L. Canella G. Canestrari G. Cannella Cauova A. Cantiiii Capello S. Franco Capitelll D. Cappelletti G. Cappello A. t. 74 p. 3 16 Cappi A. Capponi G. Carbone L. Carcano F. M. — G. Carena G. t. 76 p. 125 Carli G. K. Carliui F. Carmiuati £. Carpano (Ripamoiiti) P. Carrara Spiiielli G. E. Carte (De) A. Caircr t. 73 p. g5 t. 76 Carretta Casalii G. t. 73 » 74 - 74 ■ .. 75 : .. 76 . 76 » 75 » 76 » ?6 » 74 » 75 » 75 .. 76 .. 76 » 76 » 74 " 74 „ 73 .. 76 .. 73 .. 76 . 75 '■ 74 " 75 ,. 74 » 74 » 76 " 74 .. 76 V 73 »-75 . 76 » 75 p. 58 t. 76 p. 353 » io5 . 449 ■ 49 - 5o .. 5 1 " 199 !■ 423 .. 3a8 p 427 » 344 .. 343 » i3i » 384 " 347 » 289 » 43 8 » 353 .. 438 » j37 " 424 « 91 » 366 .. 344 u 314 » 401 ■> 224 » 258 >■ 455 >■ 270 » 342 » 401 » 342 c 71 p. 347 e 366 e 317 47 Casanova A. i. 76 p. i3a Ca$siani Ingoui G. >. 7^ » 197 Cassola T. » 75 » 109 Castiglinni C. O. » 74 » 209 Catalano E. » 74 " 244 Catena 3. » 73 » •.()S Catinelli » 74 » 25? Cattanel L. » 74 » 435 Cattaneo G ■. 75 » 340 CatuUo T. A. » 73 » 146 t. 75 p. 272 e 274 Cavazzo delta Somaglla t. 76 p. 367 Cavazzoni Zanotti G. P. " 76 » 365 Cazzsniga C. » 76 Cellini B. ~ 76 Ceruti V. t. 74 p. 3 16 >> 75 Cesari D. » 75 Charansoney eEeruareggi » 76 Chariot »■ 74 Cherublnl F. Chevalier P. * Chiappa (Del; C. Chiesa G. B. — (Delia) Ecnevello C. . Ciadyrgy A. t. 74 p. 25o . Ciampi S. t. 74 p. Cibrario L. t t. 75 p. 5l e 125 « Cigogna E. A. » Ciuiseli « Cleantes » Clementi GioTanna > Cocconcelli A. x i56 418 233 339 455 371 198 40 134 114 76 » 179 75 V 344 76 » 3 12 75 » 224 3i8 e 399 73 p. 354 76 « 227 75 » 77 75 » 2tO 73 73 7J Coen G. Coligcon Colla L. Collas A. Colombo C. M. — U. Comerio A. » 73 » i6i 73 75 73 75 73 76 73 75 73 75 3oo 344 149 104. 276 32S 353 43 343 54 48 Cominetti S. t. 76 p 94 Drach t. 73 p. .95 Compagni D. t. 74 p. 94 " 76 ,. 348 Dragonetti L. " 74 '■ 426 Confalouieri Gioachino e Ducros " 75 ,. 343 Giovanni » 75 .. 345 Dufresne Sofia » 73 » 90 Coufigliachi P. >■ 73 » 268 Dugez A. >■ 73 ,. 145 » 76 » a6o Dumas » 76 .. 374 Contariiii P. » 74 » 258 Durand J.N. L. " 73 ,. 366 Cordero di S. Quintino G. ,> 76 » 23o » 74 >' 263 Corte G. » 76 » i38 Cortesi G. » 75 » 107 E Corti ■» 74 » 286 Cortinovis G. » 73 » 99 Edgeworth Maria >. 76 » 383 Coste » 76 .. i63 Elena G. » 75 ,. 333 Costoli A. t. 74 p. 437 » 75 . 120 EmilianiL. t. 78 p. 196 » 74 '• 283 » 76 ,. 327 Ermini P. .. 74 » 434 CraOQ principessa » 74 » 3i5 Eschilo » 74 » 383 Crico >. 76 V 347 Crispi G. 3» 76 - 411 J Cristofori A. » 73 » 145 Cristoforis (De) L. » 75 » 345 Fabbris G. » 76 . 126 ,. 76 » 456 Fabbroni » 74 " 365 CroUIs (De) D. » 76 .. 394 - (Pelli) » 74 '• 365 Cupani « 74 » 3oa Fabri G. » 74 » 137 Cusani F. D 74 » 3i5 Facci A. Fagnani E. Failoni G. Falconieri C. " 76 - 73 » 74 » 75 „ 346 i38 104 89 Dalwitz (Di; E » 75 » i38 Fantonetti G. B. » 76 .. 93 Dammi ,. 74 » 366 Fappannl A. " 76 .. 347 Damoiseau L. » 73 » 309 Farsetti V. » 75 - 68 Daniel 1 G. » 74 » 383 Fasli >• 76 .. 41 Darif G. > 75 .. 333 Faure (Da) G. V. » 76 .. 3ia Darwin E. » 76 » 92 Fazio (De) G. " 74 '■ 426 Datta t. 73 p. 353 » 76 ,. 3ii Fenoglio » 73 .. 353 Decapitani (Lav elll) D. .. 73 ,. 027 Ferrari G. " 76 .. 366 Demargherita .. 73 .. 353 _ L. » 73 .. 197 Demi t. 74 p. 437 » 76 ,. 327 Ferrario Giullo » 74 » 395 Demostene .. 75 - 46 — Giuseppe " 75 ,. 347 De^longchamps ( Loise - Ferreri C. » 76 .. i38 leur) A. >• 73 .. 87 Ferrerodella Marmora A " 76 .. 223 Defpine C. ,, 76 .. 295 Ferroni P. .. 76 .. 327 Piotti G. 3» 73 « 164 Filippi (De) F. '> 75 ,. 3-/5 TJoppler C. ?> 75 » l38 — (De) G. t. 76 P- 259 e 33i 49 Tilippiui C, Tiai G. Fleury C. C. Floise Focosi R. Folliero(DeLuna)Cecilia Fontaiia A, Forcellini £. Forleo L. A. Fornaciari L. Francoliui R. Frassi L, Frirdlaeuder G. Frigerio F. Fumagalli — I. Furlanetto J. t. 75 p. 343 » 74 » 435 » 76 » 4^3 » 74 » 371 » 76 » 139 >' 76 >■ 37a » 75 » 242 » 76 .. 337 » 74 .. 76 r. 73 p 75 » 309 .. 75 ~ 74 » 76 » 48 ■• 76 i> 337 384 348 99 344 424 Cabba A. Gagliuffi F. Gaiter L. Galbiati G. Galbusera C. A. Galeani Napione C Gallarati (Mussi) Galletti (Baiubagii Galli A. — G. Galliua G. Galvagnl G. A. Gamba B. GandollI D. t. 74 p Caravaglia C. Garavagni Garbarioi A. Garello F. Gasparin Gatta Gattinoni G. Gaxzarini Gazzera C. t. » 75 » 93 » 74 » 241 1. 76 P 384 » 74 » i35 V 75 » 345 •F.t. 76 p. 2J7 e 226 G. t. 75 p. 1 13 I) .- 74 .. 372 « 75 .. 337 •> 73 » 341 » 75 ,. 323 - 76 » 73 » 76 .. 3yi 449 » 75 » 338 » 76 .. 328 »> 76 >• iSg » 73 » i5o » 75 >• I o I » 74 » 370 » 74 » 434 >. 70 » 345 .. 74 » 434 76 p. 221 e 225 Gazzeii C. t. Cautieri G. » Gemmellaro C. » Gene C. t. 74 p. Gera F. <• Geslin (Eerlraiid) » Gessuer S. » Ghirlanda G. n Giacomini G. A » Giacomuzzi A. » Giambullari v Giaui > Giordano A. t. 74 p. Giovanetti t. — G. Giovene G. M. »> Girardi G. » — M. » Girardin J. »• Girola S, » Girolamo (S.) v Giuliani G. » Giulj G. t. 73 p, Giusteschi C. t. Goethe » Goguet A. I. » Graberg di Hemso J. » Grange t. Grassi G. t. 73 p. 352 » Grassiui » Grazia (SofFredi del) Gregory (De) G. >• Gridis G, » Grindel C. e F. » Groisi P. » Grubai G. B. V. W. Grupelli L. » Guerra » — G. Cuicciardini >• 74 P' 75 « 76 » 423 e 75 p 76 >• 74 " 76 » 73 » 75 .. 76 V 76 » 76 .. , 64 e 363 125 74 414 i5i 90 89 387 148 263 377 348 346 425 74 P-436 74 •• 275 75 76 76 76 74 74 75 , 63 73 73 74 74 365 74 p. 368 74 » 3i6 193 343 343 88 449 109 lOI 35a 373 326 loS 98. 368 76 74 7t 76 76 76 76 74 76 76 75 76 3i3 399 326 37 3ii 456 3ia 278 469 346 344 348 5o Guiilo (Frate) • 75 » 112 lii%ernizzi L. - 75 - 345 Leonard! G. Lessoiia ^ 75 73 .. 341 » 353 I Levi S. Liberali S* 76 76 » i38 p 345 Jacotl J. M. ., 75 » ao5 Lill de Lilienbach " 74 » 90 Jolinson S. » 73 ,. 90 Lindley G. » 76 » 434 Jonnes (Moreati < i) " 74 •■ 145 Lipparini A. •> 75 .> 322 Joris G. V 76 » 126 Lisia " 76 .. 411 Juillerat G. E. ,. 76 - 134 Litta P. » 73 .. 198 Juillet J. » 76 » 88 LobsteinG. F.t. 74p.28' Loiieleur Deslongchamp s 76 » 92 K A. Ldtabardl A. * 73 74 » 87 » 398 Kamller P. '• 74 » 257 — G. .. 76 » 134 Karmarsch C. „ 75 » i37 Lomeni I. t. 74 p. 372 •■ 73 .. 345 Keller » 75 .. 336 » 76 .. 83 IChaldan I. » 74 » 98 Longhi'G. » 73 B 369 Kolien G. E. » 73 .. 100 Longo A. » 76 ,. 436 Kuffner C. „ 74 .. 383 — G. Longoui A. " 74 75 » i35 » 344 Lucca(De)S. t. 73 p . 196 » 74 >• III 5i Lucchini P. t. 75 P .3m Manuttinl G. O. t. 74 p. 1C9 Luciano - 74 » 434 Masieri L. t 74 p. 124 e 317 Luna(De)FullieroCecilia " 76 •' 37:^ Massi C. t. 75 p. 229 Lupi A. M m 74 3i6 Massillon Mastrofini M. Mattiiiz/i Maugis G. » 76 . 94 » 75 » 23 » 76 - 347 » 74 .. 137 Maestri F. » 75 » 9a Mauri F. .. 73 » 99 MafFei A. > 73 >. 94 Mayr (Neu-) t 73 p. laa e 126 _ G. t. 73 p. 196 » 76 » 3 Mazio G. t. 75 p. 257 Magri (De) w 73 » i83 Megoschcr F. " 74 - 367 Mainardi A. w 76 - 363 Meli D. t. 74 » 3i6 » 76 » 424 Majo (De) P 74 » 137 Meizi Belgiojoso Carolina .. 75 » 344 IWalacarne V. C. » 75 » ,95 Meneghelli A. t. 76 p . 341 e 342 Malaspina t. 75 p 127 » 76 - 35o Meneghetti t. 76 p. 347 Maldura C. » 76 » 126 Menltoni C. » 74 « 434 Malvica F. » 74 >. lOI Merenda » 74 - 423 Hamiani w 75 » 58 Merlini G. » 75 » 343 Mancini L. > 76 - 33o Metastasio P. " 76 " 399 Manetti G. » 76 .. 434 Michaud f 76 .. 278 M:inilru22ato S. » 74 .. 118 Migliara G. » 76 » i3o Manfredini G. > 75 » 338 Milde F. . 76 .. i37 Manai P. » 75 » 269 Milesi Mojon Bi.mca » 76 .. 383 Manzoni A. > 75 » 58 Millinet S. " 74 •• 4^0 — I. » 76 » i35 Minucci » 74 » 366 ManzuoU P. » 74 .. 2S8 Missirini M. t. 73 p. II 5, 201 e a6o Maravigna C. p 76 .- 76 t. 74 p. 170 292 . 75 p. 129 e MarcIiesiL. t. 74 p 449 >■ 75 » 338 180 t. 76 p. 121 — P. » 74 - 449 » 75 » 333 Moja F. » 76 »• iSi Marchisio M. 1» 76 » 3ia Mojon E. t. 74 p. 14 1, 143 e 145 Marcolino F. » 73 .. 93 — (Milesi) Bianca t. 76 p. 383 Marenco V. n 76 .. 3ia Molossi L. » 75 » 228 Mariani G. B 75 » 345 Molteni G. » 76 • 123 Marianini S. ,. 76 » 267 Mondellini Onorina » 75 » 342 Marieni L. » 73 » 141 Mons (Van) ■ 76 » 9a Marmora(Ferrcro de 1U)A .» 76 . 223 Montanari G. I. » 76 - 399 MaroncelU P. >. 76 » 3i3 Monti G. » 74 » 449 Marta L. ■ 76 » i36 — N. t. 74 p 434 » 76 . 326 MartelH A. .. 76 .. 137 - V. .. 73 » 196 » 76 » 3i3 Martellini G. .. 74 " 434 Monticclli T. » 74 » 4^7 Martinengo >■ 7O » 327 Moreau di Jonnei » 74 .. 145 Martini A. » 74 .. 317 Moore T. t. 73 p. 69 e 288 Marziale M. V. » 74 •■ 93 Morini C. A. t. 73 p. io5 52 Norosini D. t. 76 p. 396 y Mortillaro C. - 74 » 258 JMosca t. 75 p. 12a e 124 Pacinotti t. 74 P 443 Moscati P. t. 76 p. 343 Pagani G. » 75 > 342 Mosconi G. » 76 .. 384 Pagliese A. « 73 « 195 Wotelli G. ~ 75 " 337 Palagi P. » 75 .. 332 Motta » 75 » 125 Palazzini G. .. 75 260 Mozzoni G. t. 75 p. 343 e'344 Pampaloui L. t. 74 p 43 7 >■ 76 .. 337 MiiUer K. 0. t. 74 p. 383 Pandolfini G. B. '. 73 .. 367 Muletti D. e C. » 73 >. io3 Paneecarne G. » 75 » 344 niussi Callarnti G. » 7 5 » 112 Panizza B. .. 75 .. 347 Muzzi L, » 73 ■> 106 Paolini » 74 n 368 Papotti T. " 73 .. lOfi N Paravia P. A. » 76 .- 3i3 Pareto L. « 74 .■ 89 Kamias G. t. 78 p. 58 I. 76 » 100 Pari A. G. » 76 '• 427 Nani F. » 76 » 95 Parini G. - 75 » 67 Napione (Galeaui) G. F. Parise (Beveille) T H. » 76 - 321 .. 76 p. 217 e 226 Pasquale G. » 76 » 3ia Narilacci P. t. 76 p. 125 Pasqualoni G. » 75 » 345 Navier t. 74 p. 124 e 317 Fassei-iut " 74 » 366 Kegro (Dal) t. 75 p. ago Pastorale !>. » 74 » i35 Nenci F. - 74 >. 436 Pavesi E. - 75 •' 345 Nersete vescovo ,. 73 ,. 137 Pebrei- P. » 75 » 205 Neu-Mayr t. 73 p. 122 e 126 Pellazza P. - 76 » 3ii Nicola A. t. 76 p. 387 Pelletier (Le) A. - 76 '• 9a I4icolini A. " 76 » 439 Pelll Fabbroni - 74 !• 365 — G. .. 73 » 196 Pellico S. t. 73 p. 353 » 74 " 29 Niebuhr ai. B. G. t. - '4 p. 3 e 196 Pellizzari J. >■ 76 - 345 Koale A. .. 76 » 63 Penada » 76 .■ 347 Kocchi G. B. t. 74 p. 438 Perfetti A. - 74 » 438 — ^P. » 74 » 436 Pericle t. 73 P- 333 e 365 Kolarls (D«) G. » 74 '■ 3i6 t. 74 P aSo Perrln w 74 >• 371 0 Pertusio •• 75 » 125 Peterle » 76 » 347 OJescalchi P. .. 75 » S3 Petrarca F. t. 74 p. 3i3 » 75 •• 61 Oriaai B. t. 73 p. 271 ,. 75 .. 93 PeyrOQ A. .. 73 .' 354 OrlanJini (Zuccagni) » 74 .. 365 Pezolt G. >. 75 .' 25o Orsi T. » 76 » j38 Pezzaua A. t. 78 p . iS - 75 - 55 Osnago » 76 » 455 Pezzoli L. » 75 » 258 Osten (Prokescli) - 74 » 333 Piano L. G. » 76 - 3ii Ozuiens* G. - 73 - 137 Pirasso » 75 .' 125 53 ricc«Iug« G. t. 75 p. »4a Begiiaud t. 74 p. 90 riccioli - 74 •• 369 Efgnoli >• 74 " 443 Pieirasanta(Lo Fafo) i). ,. 75 .. 3 Keni G. " 73 - ia6 PilU L. » 75 » 109 Renica C. » 76 » i3a Pindemonte I. » 75 - 67 Eepeiti E. >. 74 » 4,6 Pirona J. » 7f' - 343 Rest; Ferrari G. » 76 «. 270 Pirovano F. - 75 " 95 ReveilU-Parise T. 11. '■ 76 » 321 Pi^^ag.lli I. - 75 - 344 Revelli V. " 76 >• 3l:» Plinio '■ 76 ^ 3i3 Eevett N. >• 75 - 25 I Pluearco - 76 » 348 Ricaidi F. >• 76 » 3o3 Pogg; G. - 74 » 368 Riccardi L. X 76 » 1 3a Poisson » 74 " 3o3 Riccj - 74 » 373 Pon/a M. t. 73 r .353 t. 76 p. 3i 1 e 377 — A. .- 76 .. 41^ " 74 » 436 Porta (Eaccio Delia ) t. 73 p. 126 — • scultore Poujoul.it Yozti »• 76 . 278 — (De) L. t. 74 p. 3 69, 371 e 373 " 74 •' 437 Ricciardelli L. t. 74 p. 3ii — G. » 74 » 281 Rienti G. e F. t. 75 p. 343 e 345 P.-^ (Du) F. » 75 .. io5 Ridolf, C. t. 74 p 368, 371 e 373 Preclitl G. G. >■ 75 .. 1 36 Rlgois >• 76 •■ 455 Predari F. . 76 .. 434 Eipamonti Carpano P. t. 75 p. 34a PrierJo E. t. 73 p. 353 e 365 Rivera (Afan de> » 74 » 426 t. 74 p. aSo Robert! F. A. » 74 >• X 1 3 Prokcsch-O.-tcn Pioiuii D. C. >• 74 » 383 •' 73 » 354 Rho F. G. Roinani F. t. 73 p 96 •• 74 .. 415 » 76 » 3i3 t. 75 p. 5i e 125 Romanini coujugi - 76 >• i36 PiilU G. t- 75 p. 70 Romanis (De) F. » 75 V 98 " 74 » 408 Putinati A. »■ 75 .• 337 Romegialli G. Ronco\ieri G. G. » 76 " 395 Q Rondelet G. Rosa C. >• 74 " 317 - 76 .. J 33 Quiiitiuo (Cordfrodi S) - 76 '■ 23o Rosini G. t 73 p. 37 e 248 Rosselet " 76 » 455 R Rossetti D. t. 73 p. 1 1 7 » 74 '■ a57 e 258 » 75 .. 6a '• 76 » 4' 8 » 74 » 367 » 73 » 102 Rncca C. - 73 '■ .96 Rojsi liacclieui P. " 74 •■ 4^5 — A. D. lUggio G. B. Eainali K. .■ 76 .. 3 10 .. 75 ,. 70 _ D. Rossigi.ol (L.iniberli «J » "3 » 97 » 76 » 455 - 75 .■ 343 Eamirez V. " 74 >■ 137 Pvovani G. Rasario C. E. liasori G. » 7O .. 457 « 76 - 9a Rovett^ A. Rozet » 70 » 344 " 74 '• 75 Pvaip.iil V. P-<;alJi G. -. 74 » 4''9 - 7'' '• 3ii Eufi t. Ruscoui M. -6 p. 98 e 99 t. 74 p. 45 j 54 74 » 74 » 74 » 76 .. 73 » 76 » 76 » 73 „ 74 " 75 - 74 » 76 « 129 ^ 75 p, 75 „ 74 » 74 » Sabatelli G. t. 76 p. laa — L. » 76 » 3a5 Sabatino V. >■ Saccli'i D. » Saint-Hilaire » — — cBourjot) » Sala A. Sale (Brigiioli) A. » Sallustio » Sanfranco fCapello di) « Sangermano V. > Sangiorglo A. t> 74 p. 449 * Sanna (De) A. >■ Santi I. » Sanxio B. t. 75 p. Sarti I. t Sassi G. > Sauli L. >' Savaresa >■ Savi G. t. 74 p. _ P. t. Scarpa A. » Scazzola G. A. » Schiavoni N. • F. » Scina D. t. 73 p. i65 » Scorzini L. >• Scotti » 76 — Fulvia » 76 Scribe E. » 73 Scuderi S. » 76 Scuri E. «. 75 p. 33 1 >• 76 Segni » 76 Sembenini G. B. » 76 Sergent. A. » 7^ Seristori L. »• 74 Serra G. » 78 Serradifalco D. » 76 Servi G. » 7$ Servolini >■ 76 Sforazziui C. '•'74 Sieber P. w 75 117 366 297 99 i3j 398 3ia 353 253 335 i35 3l3 295 9« 343 383 4*7 37a e 440 74 P- 441 76 >. 343 74 " 249 75 » 3 3o 74 .. 314 73 » 161 J 39 456 19S 7a ia5 348 431 95 383 354 3 33o 327 371 344 SiUeetri Cleofe t. — G. Simone (De) G. » Sismonda » Sivies C. » SofFredi del Grazia » Sogni G. i» Soleil P. « Solvet C. » Somaglia (Delia) G. L. » Somaini F. » Sordelli L. Sormani N. M. » Soster B. » Soulange Bodin » Spallaazani L. » Speranza C. » Spessa L. w Spinelli (Carrara) G. B. » Stancovtch P. t. 74 p. SUrk J. t. Stetner (Eonomo) A. » Storelli F. y StrocchiD. t. 75 p. 9a » Stuart G. v Taddei G. Tagliani L. Taglioni L. Talucchi Tansillo L. Targioni Tozzetti O. Tattl C. Tavernier A. Testa A. Theiner A. Tbomas Ticozzi S. Tinelli C. Tod Tommaieo N. 76 p. 73 .. 74 » 76 .. 74 » 74 » 75 » 76 » 74 » 76 .. 74 •■ 75 « 75 .. 76 » 74 '■ 76 » 74 » 75 » 76 257 75 74 76 76 75 126 106 j37 449 438 399 328 396 374 367 449 344 347 5i 370 343 284 70 401 a58 . 288 258 i33 401 25l » 74 » 364 » 75 » 327 t> 74 » i36 » 75 » 120 » 75 » 63 » 75 » 19a » 76 •> 433 >. 76 .. 93 » 75 V 100 » 75 '• 257 ^ 76 » 455 » 73 » 128 w 75 >• 343 >. 74 >. 383 ,- 73 .. 95 55 Tonaui R. t. -3 P i5o Venini t. 7J p. 342 Toichi L. » 75 .. 340 Veniignano(Duca d i)t. 74p. 11 4*427 t. 76 ?• 456 e 46a Ventuioli G. - 74 » 120 Torelli G. t. 74 P 3i5 Verri P. " 76 » 366 Toschi .. 73 .. 35o Vertua G. B. » 74 >> 267 Tournal .. 74 » 90 Vico G. B. t. 76 p. 366 e 434 Tozzetti (Targioni) 0 " 75 » 19a Vida G. t. 74 P- ICI t. 76 p. 307 Travella F. M. » 74 .. 3i6 Vidua C. » 73 .. 353, 354 e 365 Treviranus G. R. » 74 .. 383 t. 76 p. 333 TriHodoro » 76 » 407 Viglioli A. •• 73 » 112 Trompeo >■ 74 » 424 Vigna C. » 73 » 14a Turchini L. » 74 » 364 Vlllani G. >' 74 - 94 Turconi F. .. 75 . a55 Villeneuve L. .> 76 .. i33 Turletti G. " 76 " 3ia Virey I. I. Virgilio „ 76 76 .. 431 « 401 U ■V'isconti E. Q. .. 73 » 196 t- 74 P- 3i4 » 76 » 357 Uberti (DegU) V. » 74 » 118 — P. E. » 75 >■ 83 .. 76 .. 393 Uboldi P. " 76 » 455 Vitl S. » 74 » 371 Ugenio C. " 75 >• 45 Vlviani D. t • 74 P .90 e 468 Ughl (Eesenglii degli) » 7J » 70 Voghera L. t. 73 p. 333 Urangia M. » 76 » 146 VoIpJcella F. » 76 .. 3i3 Uylenbroek P. G. •' 75 '• 45 Yolta Z. " 73 .. 344 Vallardi G. t. 75 p. gS w 76 » 414 Zali G. B. 76 » 126 Vallauri T. Valle (Delia) G. VaUecchi (Bagatti) P. Vantjni R. Vassalli-Eandi Vegezzi G. Vence 76 .. 3ll Zalli » 76 » 3l2 74 » ii3 ZamboniG. t. 75 p. 288 >■ 76 » 263 76 » 137 Zanottl(Cavaz20ni)G.P. » 76 » 365 74 » 448 Zerbi A. » 75 » 344 73 » 353 Zuccagni Orlandiui >■ 74 » 365 75 » 56 Zuccala G. t. 73 p. 221 >. 74 >■ i8a 73 » 195 Zuccoui G. t. 75 p. 46 e 227 PINE. £/ ( m^: > ^<- /r .^^ '^^ Y"\ '"^^L-/' "